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Addio citta' , io vado alla corte di Bacco

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LA STORIA. STORIE DI VINO / 1 COME DIVENTARE VITICOLTORI

Addio citta' , io vado alla corte di Bacco


Primo: qualita' . E no ai vignaioli del weekend. Corsi e stage in alto i calici
----------------------------------------------------------------- Corriere Lavoro.STORIE DI VINO / 1 COME DIVENTARE VITICOLTORI Addio citta' , io vado alla corte di Bacco Le "vittime" di Bacco. Le statistiche dicono che si beve un po' meno ma decisamente meglio. Merito anche di coloro che non resistono al richiamo dell' uva, tanto da lasciare tutto per andare a coltivarsi la vigna. Ecco allora alcuni preziosi consigli per gli aspiranti viticoltori. Tra terreni e leggi. Per l' uva, quella da vino naturalmente, i terreni possono essere a terrazzo o pianeggianti, e variano evidentemente a seconda delle aree geografiche pur se mantengono la comune caratteristica di essere calcari. Comune e' anche la denominazione del procedimento di crescita chiamato "allevamento". Comunque, qualunque sia la zona dove impianteremo il vigneto, il capitolato per le produzioni Doc (cioe' a Denominazione d' origine controllata) prevede una produzione piuttosto limitata di uve a favore della qualita' e comunque contenute in un massimo di 180 quintali per ettaro a seconda dei tipi e della qualita' . Il passo successivo e' quello dell' acquisizione dei "diritti di impianto", quelli che consentono la coltivazione. Fatto salvo il principio che la quantita' di terreno messo a coltura viene stabilita per ogni Paese dalla Cee, e' possibile acquistarli da chi dismette. I passi burocratici. L' operazione successiva consiste nella denuncia del vigneto alle Camere di commercio provinciali, e all' Ispettorato frodi regionale. Successivamente l' Ispettorato agrario della regione verifichera' direttamente in azienda il rispetto dei criteri di produzione. Lavoro nella vigna. Immaginiamo un' area pianeggiante (ma nel nostro Paese e' un caso abbastanza raro: la maggioranza delle vigne sono a terrazzo o in collina) di un ettaro che vogliamo mettere a vigneto con uve Chardonnay (vitigno francese). Scontato il fatto che e' possibile demandare ad aziende specializzate la sua installazione, se desideriamo fare da noi sara' bene seguire alcuni indispensabili consigli. Primo fra tutti la disposizione dei filari: da cio' , infatti, dipende il tipo di raccolta che si prevede di fare, manuale o meccanica. Cosi' , un vitigno a terrazzo o collinare consentira' soltanto una raccolta manuale, mentre uno pianeggiante entrambe le soluzioni. Per la verita' ancora pochissimo adottate dai nostri viticoltori. Altre uve doc. Il vitigno francese Chardonnay da cui proviene l' omonimo bianco, presuppone una messa a coltura di circa 4.500, 5.000 piantine per ettaro che produrranno a regime dopo 5 anni (con gia' una produzione al terzo del 60 per cento) una quantita' di uva di circa 150 quintali pari (nell' ipotesi ottimale) a circa 100 quintali di vino. Inoltre, e' necessario tener conto che al vitigno va fatta una corretta manutenzione contro le malattie per tutto il periodo dimaturazione dell' uva. In particolare vanno messi in atto alcuni accorgimenti contro la peronospora (un parassita che provoca gravi danni alla produzione di uva fino alla morte della pianta), la botrite (o muffa grigia), e il malbianco. Si vendemmia. Si comincia da meta' settembre: l' uva verra' prima pressata, ottenendo da 150 quintali 100 circa di vino a seconda della fertilita' del terreno. Per questa quantita' di produzione si dovra' disporre di 5 tini da 25 quintali (di cui uno per il travaso successivo necessario alla pulizia del mosto) dove avverra' la fermentazione a temperatura controllata per circa 15, 20 giorni. Poi, il vino nuovo viene passato nei tini di conservazione. Infine, nella primavera successiva potremo procedere all' imbottigliamento. Cantine sociali. Le fasi successive alla raccolta e fino all' imbottigliamento, possono essere gestite direttamente dalla cantina sociale. Luogo in cui tutte le uve dello stesso tipo e della stessa zona provenienti da diversi produttori andranno alla spremitura. Il vino nella quantita' corrispondente alle uve conferite alla cantina sociale, verra' "restituito" in damigiane (o imbottigliato) al produttore, oppure verra' direttamente commercializzato dalla cantina sociale, secondo accordi prestabiliti. Il costo di iscrizione alla cantina sociale si aggira solitamente sulle 30 mila lire all' anno, esclusi i servizi prestati dalla cantina. di CLAUDIO GOBBI ----------------------------------------------------------------Corriere Lavoro.STORIE DI VINO / 2 I CONSIGLI DEL GRANDE ENOLOGO GIACOMO TACHIS Primo: qualita' . E no ai vignaioli del weekend Telefoni roventi quelli di Giacomo Tachis. E si capisce: e' tempo di vendemmia e il principe degli enologi italiani viene corteggiato come una diva del cinema. Dai toscani Sassicaia e Tignanello, senza trascurare il siciliano Litra oppure il caso Pelago (marchigiano): c' e' sempre la mano di Tachis dietro alcuni dei grandi cru che hanno riportato l' Italia vinicola a sfidare senza complessi i rossi di Bordeaux. Gli italiani stanno diventando bravi come i francesi? "Certamente stanno diventando sempre piu' bravi. Un po' ovunque perche' in tutte le regioni si e' capito che conviene privilegiare sempre la qualita". - C' e' ancora spazio per diventare produttore di vino? "Osservando delle regole ferree direi di si". - Anche se manca la storia e l' esperienza? "L' esperienza la si puo' acquisire prendendo lezioni da chi ha sempre ottenuto eccellenti risultati. Hanno fatto cosi' i californiani e i loro prodotti sono spesso all' altezza dei palati piu' raffinati". - Gli altri passi fondamentali dell' aspirante vignaiolo? "Sapere che la qualita' del vino dipende dalla qualita' della vigna e non da quella della cantina". - E voi enologi? "Non siamo maghi. Il "wine - maker" non esiste, e' la vite che fa la differenza. Poi i bravi enologi possono dare il tocco finale". E chi s' immagina produttore di vino, senza coltivare l' uva ma limitandosi soltanto ad acquistarla? "Sbaglia. L' enologia senza viticoltura e' un controsenso. Si deve partire dalla conoscenza della natura e dell' agricoltura: sono vetrine accessibili a chiunque... - Invece? "Non ci si improvvisa. Anche i liberi professionisti, vignaioli nel weekend, spesso ottengono risultati modesti". - Quindi, piantare la vite e poi crescerla da vicino? "Non prima di avere studiato bene il clima, l' ambiente e il terreno della vite. Poi si sceglie il vitigno adeguato". Sergio Bertolini ----------------------------------------------------------------- Corriere Lavoro. Corsi e stage in alto i calici Corsi e stage per imparare a conoscere e degustare i vini. L' Associazione Sommelier organizza in tutta Italia corsi per prendere il diploma: a Milano ne partira' uno a gennaio 2000. I corsi sono struttrurati su tre livelli con esami alla fine. Iscrizioni: tel. 02 - 2846.237. Un weekend sul tema "Vino e agriturismo" e' in

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27.12.2010 09:45

Addio citta' , io vado alla corte di Bacco

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programma a Milano da venerdi' 19 a domenica 21 novembre. Si parlera' di come aprire un agriturismo, delle normative, dei finanziamenti comunitari, per finire poi con visite in agriturismi e in aziende vitivinicole. Informazioni: H & S servizi, tel. 02 - 6480.6633. Imparare a conoscere e degustare i passiti: e' il tema di uno stage di un giorno organizzato in novembre nella tenuta Il Castello a Grumello Del Monte (Bergamo). Informazioni e iscrizioni tel. 035 - 4420.817. Gobbi Claudio, Bertolini Sergio
Pagina 016/017 (1 ottobre 1999) - Corriere Lavoro
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