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Ritratti di Fondi di Bottiglia

Bisogna essere sempre ubriachi, Di vino di poesia o di virt, a piacer vostro Charles Baudelaire.

Indicazione. tu che cerchi una soluzione e che ti allontani dallamarezza del Tempo, non qui, non ora. Queste pagine odorano di stanze buie, di vicoli per le carogne dello stato. Come ogni spettro ti porteranno consiglio se sarai in grado di leggerlo. Non c nessun Baudelaire, non c nessun uomo. Ci sei tu, tu e la tua mente. Lamarezza del Dolore ti sar compagna, la Morte sorella, ma non le troverai qui dentro. Esse ti passeggiano accanto e ti prendono per mano, tu non le scansi, a volte le abbracci. Non ci sar nulla pi amaro del tuo specchio in queste pagine, nulla pi divertente della tua vita, nulla di pi deprimente della tua condizione. Ci sono racconti, ci sono confessioni, ci sono uomini e donne che bramano il tuo orecchio e la tua pazienza. Non sar sconvolgente, non questo lo scopo. La mta che cerchiamo non sar conquistata con questo manoscritto, ma non sar nemmeno pi lontana di quanto lo sia gi. Lunica forza che vuole per essere letto la forza che tu userai per cambiare, aria, citt, amore, vita. Le pagine odorano di vita. questo il segreto. Leggendole non sarai migliore, non sarai diverso. Forse sarai nuovo. Non c nessun libro che possa farti cambiare, non la Bibbia, non il Corano, non il Capitale. Soltanto tu puoi. Viaggiando, correndo e ansimando, solo cos qualcosa di nuovo vivr. Queste pagine bruceranno tra le tue mani, la tua passione sar il loro ardere, il loro compimento. Non amarle, non impietosirti. Ascoltale e loro ti diranno perch.

Capitolo I

Autunno

Prologo Era una sera dautunno e stavo passeggiando su una strada di campagna di poco fuori citt. Le foglie erano tutte sparse sotto i miei passi, il mio respiro iniziava a condensarsi e a descrivere delle nuvolette nellaria circostante. Ad un certo punto mi si avvicin un uomo. Aveva una barba bianca, capelli normali e occhi grandi. Mi salut chiamandomi per nome. Non fui sorpreso, in quella zona bene o male ci si conosceva. Pensai fosse qualche mio vicino che non vedevo da tempo, non tornavo spesso a casa e, da quando avevo comprato il televisore nuovo, non camminavo pi molto. Dato che non ero mai stato una persona con i peli sulla lingua gli chiesi chi fosse, scusandomi per la mia scarsa memoria. Il vecchio mi rispose guardandomi negli occhi, sento ancora il suo sguardo caldo su di me quando ci ripenso. Mi disse che molti lo chiamavano Karl, altri Signore, qualcuno Denaro, spesso Pap, a volte pure Maometto se girava da parti piuttosto esotiche. Portava un cappotto ingiallito dagli anni, che stringeva al corpo tremante dalla brezza del vento freddo e tagliente di quella sera. Io non sentivo freddo, portavo un maglione di lana, di quelli che pizzicano sulla pelle nuda, ma mi piace pensare che fosse quella strana persona a riscaldarmi e a darmi un senso di calore. Inizi a camminarmi a fianco, per nulla scoraggiato dal mio silenzio o dal passo sempre pi rapido che cercavo di assumere per seminarlo e fargli capire che non era ben accetto. Continuava a parlare delle sue avventure, di ci che aveva passato. Iniziai a crederlo matto, inizi ad essermi simpatico. Ad un certo punto mi chiese, quando eravamo gi alla fine della passeggiata, se ero felice. La domanda mi spiazz, erano anni che nessuno mi chiedeva qualcosa del genere, da prima che mi laureassi almeno. Gli spiegai che non avevo nulla di cui lamentarmi, avevo un buon lavoro, buoni amici, qualche donna. Insomma la mia non era una vita da buttare via. Mi chiese di nuovo se ero felice. Gli risposi allo stesso modo, con le stesse parole, come se fosse una parte di un film di cui ero, stranamente, il protagonista, come se le avessi lette o le avesse scritte qualcuno. Mi chiese di nuovo se ero felice. Scocciato ancora una volta ripetei la mia parte, ma iniziai a comprendere dove voleva arrivare quello strano signore. Capii, dopo la terza volta, che la mia era abitudine, non felicit. Vidi i suoi occhi illuminarsi quando bloccai i miei piedi abbassando la testa. Lo vidi quasi commuoversi quando iniziai a parlargli della mia vita reale, non della mia felicit apparente. Mi ero decisamente abituato a credere di essere felice, accontentandomi della parte che mi ero scritto da solo e mi ero costretto a recitare. Mentre un fiume di parole usciva dalla mia bocca liberata luomo distolse lo sguardo e mi disse di tacere. Pensai fosse sgarbato, pensai che alla fine non gliene importava nulla di quello che stavo dicendo, iniziai forse ad odiarlo per lattenzione che non mi dava pi. Cercai pi volte di parlare, di iniziare un discorso e ogni volta mi bloccava con le sue grandi mani. Iniziai a tacere, a sentire quello che mi circondava. Non avevo musica con me e non ne sentii la mancanza. Sentivo le voci delle televisioni provenire dalle case, i sussurri del vento tra gli alberi, i cinguettii di qualche uccello notturno che vagava, il ronzio della frizione di qualche macchina che ci superava. Il suo sguardo torn su di me, e mi chiese se sognavo ancora. Gli risposi sinceramente di non saperlo perch tra i caff, le sigarette, lalcool e qualche droga non ricordavo spesso. Avrei potuto confidargli qualsiasi cosa. Lui di nuovo mi chiese se sognavo, non di notte, ma con gli occhi aperti, di giorno fra le persone. Io mi trovai di nuovo spiazzato. Come alle elementari speravo di aver la risposta per dimostrare alla classe e alla maestra di essere il pi bravo e godere degli occhi invidiosi dei compagni e pieni di stima dellinsegnante. Ma ancora una volta non avevo nulla da dire. Mi ero abituato a farmi trascinare dai sogni di qualcun altro pi bravo di me nei suoi libri, in televisione e, persino, nella politica. Leggevo tanto ma rimaneva pur sempre un passatempo, non avevo mai provato a rielaborare me stesso. Nello stesso istante il vecchio inizi a camminare velocemente, non riuscivo a stargli dietro. Gli chiesi unultima cosa prima che se ne andasse, come si chiamava. E lui mi 6

rispose, di nuovo, che aveva tutti e nessun nome. Che alcuni lo chiamavano e basta, qualcuno Dio, qualche altro con il proprio nome ma che sempre in meno avevano tempo, orecchie e voglia di ascoltarlo. Riprese a camminare e scomparve. Mi risvegliai, era solo un sogno. Mi accesi una sigaretta. Sentivo bruciare la voglia di vivere e di partire, e un insensato odore di mio nonno.

Un Vagabondo Partire, lasciarsi tutto alle spalle. Perdersi nel mercato di Istanbul o in quello di Bangkok. Ho messo il piede sul ciglio delle scale e non ho provato paura di cadere. Conquistare la vita e il tempo nel migliore modo possibile. Viaggiare, imparare nuove lingue. Mettere a frutto le conoscenze. Morire e rinascere spagnolo, peruviano, africano. Spegnere la socialit. Perderla. Perdersi. Nella natura selvaggia, nei vicoli di una metropoli, nelle strade di un borgo. Se tutti fossimo pi vagabondi, tutti ci sentiremmo pi liberi. Se tutti si perdessero un po di pi a nessuno servirebbero i confini, le guerre e le paci. Provare la diversit, la fame, la povert, il dolore, la gioia, lebbrezza di un sole diverso, di uno scarico del cesso al contrario. Scomparire in societ, apparire nellessenza. Smerciare, smerciarsi. Fare lamore con dio. Fare lamore con nuove donne, nuovi volti, nuovi odori. Fare lamore con la vita. Innamorarsi di s. Odiarsi, rigettarsi, vomitarsi. Urlare, fare il bagno nudo. Soffrire, non patire la lontananza. Non avere n casa n affetti. Ubriacarsi di vino e di assenzio. Essere saggi a diciotto anni. Essere adolescenti a quaranta. E poi innamorarsi, dormire e svegliarsi allombra di un albero. Chi si ferma perduto. Chi crea una casa e una famiglia morto. Cartoni per coperta, giornali per cuscino. Cane per compagno, amici per nemici. Odiare il mondo ed esserne parte. Essere parte del passato essere invisibili al presente. Studiare i libri delle mani, imparare le lingue. Imparare le rughe di un monaco, leggere gli occhi di una donna orientale. Succhiare il seno di Venere fino a sentirne il latte della vita. Avere figli in pi parti del mondo. La filosofia dei cani. Il filosofo non ha futuro perch ha passato. Il bohemien non ha futuro perch ha presente. La filosofia del vagabondo. Esclusi dalla societ. Senza musica non si pensa. Con la musica non si pensa. Fare il violinista girovago ad Amsterdam e lo spacciatore a Parigi. Essere visto di cattivo occhio dalla madre con il figlio in grembo, essere visto di buon gusto dalla madre partorente che vorrebbe saziare la propria frustrazione con il tuo odore da ubriaco. Scarpe consumate dalla strada. Barba lunga e pidocchiosa. Barba corta e freddo tagliente. Vestiti sgualciti e ferro da stiro nella borsa. Stracci. Stomaco vuoto. Testa che gira. Stomaco pieno. Il dolore del vino. Sentimento di fuochi fatui. Sentimenti di cani rognosi. Sapete cosa penso. Ora applauditemi. La mia vita stata questo. Non sono stato glorificato ne santificato. Non ho ricevuto monete per le mie prestazioni, non ho ricevuto elogi per le mie poesie. Non cerco voi e voi non cercate me. Sono qui per fantasia e per stupirvi. Sono il giocoliere delle vostre certezze. Luomo nero da raccontare ai vostri figli nei loro letti di tradimento. Sono losso scartato per il vostro cane. Non ho meta e ci non mi rincresce. Io viaggio per viaggiare, muoio per morire, tradisco per tradire. Le mie note musicali son voce del diavolo e di dio. Sono il capezzale a cui andate a piangere e che maledite, sono la zecca che succhia il sangue del vostro lavoro. Sono il mendicante che disprezzate alla domenica, quando sputa sui vostri costumi e sulle vostre maschere della festa. Sono lo zingaro che vi legge la mano e che non vi dice quello che vorreste. Vi auguro la morte signori miei, soltanto con essa potrete rendervi conto di quanto la vostra vita vi disgusti. La morte mi compagna, viaggia nella mia borsa e al mio fianco. Lho incontrata pi volte sul mio percorso e spesso ci ho giocato a scacchi. Quando son nato mi ha marchiato, la mia maledizione vivere poco e possedere il Tempo, per voi sar uneternit per me sar svegliarmi dopo un sonno vissuto da sogni. Per voi sar la sveglia che pone fine ad un incubo per iniziarne un altro in cui il sangue che sgorga il vostro e vi scalda, la pelle, questa volta. Sono ci che leggete sui miei capelli sporchi, sulle scarpe sudate. Non pensate alla mia identit. Sono il vostro fratello minore, costretto alloblio e alla morte. Costretto a partire per non farvi sfigurare. Sono il fotografo del vostro matrimonio che fa le foto alle mutandine delle invitate. Sono lo scudo su cui sputate alla fine della giornata. Sono la porta che sbattete imprecando il vostro dio che dite di amare. Sono la droga che assumete il sabato sera e che condannate la 8

domenica a pranzo. Sono il seme che fa marcire la vostra terra. Sono il libro che non potete leggere, ma avete gi letto. Vi disprezzo e voi disprezzate me. Io mi disprezzo, ma ci che voi disprezzate disgusta anche me. Il vostro dispiacere non mi tange. La mia scelta stata scelta, non mi sono fatto cavalcare da unonda pi forte di me. Non cercatemi sullelenco dei pagamenti, non mi troverete. Non allontanatevi da me, io sar sempre nellangolo pi buio ad aspettarvi. Non cerco che orecchie da liberare. Il suono del mio violino il rumore pi disgustoso che esce dal mio culo. E per voi musica. Voi che amate ascoltare le strombazzate degli altri e vi vergognate delle vostre. La mia fallacit la vostra forza. Vi servo per sentirvi meglio, ma non ringraziatemi, non lo faccio per voi, n per i vostri figli. Siate maledetti come lo sono io. Non cerco compagni di disavventura. Per nessuno auguro una vita come la mia. Non cerco adepti da cui essere adorato e ipocritamente deriso alle spalle. Questo lo lascio a voi porci. Voi, porci dal naso lungo, che avete imparato ad essere pi uguali degli altri. Alla vostra altezza brindo nelle notti senza luna in qualche osteria dimenticata perfino da Ges Cristo. Mi fate ridere. Pronti a giudicare il disgusto attorno a voi, dimenticando che ne fate parte. Storpiatori del linguaggio, che cercate nuove parole perch non ne avete abbastanza per imprecare contro voi stessi. Voi punitori masochisti, che ripudiate le streghe ma cercate i loro infusi nellAmore. voi che accendeste il rogo del pensatore con cui vorreste bruciare. Voi che cercate un nome sulla pagina della storia, anche soltanto in una virgola, per poter dire ai vostri figli di qualche puttana a basso costo e che avete lambizione di aver scelto, guarda il barbone, deridilo e odialo, mai diventerai come lui, tu a cui riordino i capelli e che sculaccio perch il tuo destino possa essere identico a quello che ho preparato per te voi millantatori del presente. A voi le mi critiche saranno pi aspre e senza sentimento. Voi che la campana di vetro priva dei suoni maligni e del bello, che nella spazzatura cercate la vostra identit. Perch stuprate questa faccia con lo sguardo. Che la peste, lacne e, la vita, non lhanno segnata abbastanza? Abietto il dio che mi fece nascere. Abietta la cagna che soffrendo mi fece uscire dalle sue carni, io, un essere cos mostruoso. Cos come Dorcas Gustine mi lancerete in mezzo ai lupi. Cos come al Carlo cantore lascerete bruciarsi il fegato. Non tendetemi una mano, non questo che chiedo. Datemi la vostra vita e la distrugger, datemi le vostre corde e ci far un cappio. Io non amo essere odiato. Odio per essere amato. Io vi amo, e questo vi spaventa. E voi amate me. E non mi sopportate. Io che parlo con i muri e con le vecchie. Io che ascolto il mare e il vento. Io che mangio nebbia e carote. Io che tocco sassi e ammalati. Rischiare la vita vi pare rischioso. Amate il rischio. Se la morte avesse deciso che morirete lo farete a casa, nel vostro letto ansante, come nel cortile di casa vostra, che curate per cercare la natura. Non ci sono per voi, e non voglio esserci. Non sono il vostro confessore ne voglio esserlo. Canto perch la pazzia mi ha reso uomo. Parlo perch la pazzia mi ha reso filosofo. Urlo perch la filosofia mi brucia il cuore e il cuore, o muscolo sofferente, mi ha reso vagabondo. Allalcool, alla droga, alla realt mi ha educato. Alla sbornia ingorda che mi fa rigettare le tossine di notte senza aver toccato bere. Ah, quello il peggiore dei mali. E non ci sono colpe. Dannato dio! So far ballare la scimmietta della falsit e rubarvi i portafogli. Nelle vostre foto vedo le sbarre che vi incatenano. Ridete pure. Applaudite adesso. Non ho una fine n un inizio. Siamo due strade parallele che non coincidono. Per questo andatevene. E lasciate una moneta se lo spettacolo stato di vostro gusto, serviranno a far ubriacare un gatto nero. Serviranno a far lamore ad un vecchio oste perso nei suoi conti. Il mio godimento pari al vostro odio. Sono la zecca dei bassi fondi. Sono il pozzo senza fondo delle vostre certezze. Bambino scappa, non ti raccomando questa fine. La fine del bohemien. Disdegna il maledetto. Apprendine le virt, dimenticane le sorti. Bacia il rospo che non diventer mai principe. Non innamorartene, la vita non una fiaba. E nemmeno cappuccetto rosso avr mai il suo lupo. Di lupi ne esistono tanti, ma mai nessuno, nessuno sapr divorarti dentro come te stesso. E ora senti le mie note, senti come tagliano su se stesse, come si librano nellaria. Laria respira la musica e il fumo della 9

sigaretta che brucia la tua gola. Lesperimento del godimento ti render animale, non uomo. Ricordatelo. Bambino che nella tua purezza, io Narciso, mi specchio e altro non vedo che unanima malata, la mia. Tu fiore non ancora calpestato fuggi da questo baco di perdizione. Non sar il vino pi la tua pace n lassenzio. In fondi di bottiglia, cercherai la morte perch essa non si da a te. E nel tuo letto non sognarmi, odiami. Sono luomo che ruber la purezza a tua sorella e la straccer nel suo orgoglio. Sono linca che immola la tua vergine figlia allaltare del diavolo. la mia natura, non la mia giustificazione. Corri, fuggi. E se qualcosa lhai appreso nulla sar come prima. Ho spezzato la certezza del tuo orsacchiotto. La carezza del tuo padre. Brucia fiamma vivace, e spegniti in unesplosione, non su un freddo letto bianco. Su una strada di campagna non in una macchina. Non arriveranno magi a celebrare la tua nascita. La finzione non parte della mia vita, n della tua deve essere. Son maestro di dolore. Sono il fabbro della spada che Damocle ebbe sulla testa. Sono luno e linfinito. La mente spazia, il vino racchiude. Ho la stigmate del cuore. Non d dolore, n ricorda una croce. Amo le donne e la strada. Amo il vino e lassenzio. Amo la musica e la morte. Non cercarmi, mi troverai nellangolo oscuro del tuo cuore Sar la chiave del tuo lucchetto segreto Sar lapripista della tua maratona aglinferi Non ho famiglia n casa. La rima mi sembra una canzone da bambini che saltano la corda. Sono vagabondo.

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Un pendolare. Attendo tutti i giorni seduto su una panchina il treno che mi porti verso la Vita, ma non avrei la forza per salirci, perci aspetto. Ad ogni ora, in ogni giorno, si ferma dinanzi a me quella carrozza che mi porta sulle rotaie della mia sopravvivenza quotidiana, dentro alla giungla della metropoli. Vige la legge del pi forte anche alle spalle di una scrivania e mai, ho sentito il cuore di un leone battere nel petto. Forse per questo non ho mai scelto quel treno che mi avrebbe portato verso una citt sconosciuta, che cordialmente chiamo Esistenza. Sono cos debole che anche il pi piccolo ritardo mi mette a disagio, quando rimasi a piedi il mio cuore smise di battere, io Credo. La paura del ritardo insopportabile. Troppe giustificazioni da dare al capo, troppa fantasia da utilizzare. Chiss perch il destino mi ha reso pendolare nel lavoro e, cos, nella vita. Non mi ha mai attirato quelluomo mutevole e in movimento, nonostante ricordi ancora con il batticuore la prima volta, qui nella ferrovia. E, per uno strano caso del fato, scelsi questa panchina che sarebbe stata la mia tomba. Come credevo di poter scoprire il mondo, stazione dopo stazione, e come mi pes questa menzogna quando assunse la faccia della routine e quando questa si trasform in stabilit. Per questo pensare alla possibilit di cambiare binario per una volta, soltanto, e non essere pi Pendolare, mi annienta. Una volta che sei in carrozza non puoi che arrivare alla stazione che ti ha scelto, puoi scendere, vero. Ma sempre prendo lo stesso treno, conosco la geografia della linea retta che seguo soltanto dal cartello che velocemente supero ed come se lo conoscessi gi, senza nemmeno averlo baciato. Un uomo per poter essere pendolare deve amare il suo treno, deve conoscerne le tappe. E cos anche nella vita: nascita, adolescenza, maturit, morte. Citt A, Paesino B, Metropoli C. ci sono treni che non passeranno mai se nessun passeggero sta ad aspettarli, la paura di aver sbagliato binario blocca tutti allarrivo dellEstasi del momento. Quando corri per arrivare in tempo, avendo confuso il binario, avendo creduto che fosse il 4 invece che il 98, l!, senti lerrore bruciare e sconvolgerti. Mentre il treno lontano scompare. Ci sono treni che passano una volta soltanto nella vita e che tu lo voglia o no, sei irrimediabilmente perso. Se un uomo cerca stabilit, apprezzi la mia vita, si sieda al mio fianco, eviti le diverse persone che si incontrano in stazione e che cercano di condividere il tuo stesso destino. Eviti i passeggeri tristi e codardi, come quelli felici ed ipocriti. Eviti quelli con le toppe di paesi lontani che si convincono di conoscere il mondo per aver comprato un souvenir ispanico. Eviti quelli indiscreti e con la facile parlantina. Lascia i filosofi alle vergini senza biglietto. Non viaggiare mai solo, il treno come una droga, ti fa riflettere anche quando non vuoi. Scegli accuratamente il tuo compagno di posto, amalo. Non far domande se tu non gliene farai. Questo tutto ci che ho imparato vivendo il treno. Non ho mai provato lebbrezza dello sbaglio, nemmeno di quello involontario e sarebbe facile farlo. Ci vuole pi accortezza nel distruggere che nel mantenere. Basterebbe cambiare biglietto. Non ho fantasia n spirito di avventura. Non vedo perch dovrei averne, la stazione di arrivo la conosco gi, da tempo. Avendo questa fortuna non mi interessa cambiare percorso. la linea parallela che si incontra con unaltra. Sar triste al vagabondo, ma anche deviare e creare percorsi diversi lo quando la mta sempre la stessa. Tu non seguirla, la via del pendolare comoda. Ma essere pendolari non che una finta immagine di chi non ha potuto scegliere lavventura.

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Un prete. Mi sono sempre posto domande, ma mai ho trovato risposte. Mi sono cercato nei vizi e nella dissoluzione, nellebbrezza e nellerotismo, nellomicidio e nella famiglia. Ma tutto era cos superficiale e mutevole. Nulla mi ha mai riscaldato lanima. Non potendo trovare risposte adeguate alle mie domande, mi sono rassegnato ad accettare le risposte di un altro. Ho lasciato tutto, vizi e abitudini per una tonaca nera e un colletto bianco. Ho versato il mio orgoglio in una grata delle fogne per raccogliere la polvere della povert e della miseria. Ho accettato il voto della castit obbligata, dei sacramenti e della fiducia divina, senza mai crederci. Nessuno pi mi vede come un fallito. Forse accettare la vostra moralit vi ha fatto accettare la mia puzza di morto. Ho dato ascolto al padre supremo, alla sua verit retroattiva, alla sua fallace salvezza, le sue promesse vagabonde mi hanno sempre intrigato, ma mai potr realmente crederci. In quello che fu il suo figlio prediletto io credo. Non nelle mirabolanti sue gesta da prestigiatore ma nel suo messaggio. La mia redenzione stata la sua stessa, ma non mi glorificherete e non mi porterete con una mano sul cuore. Non mi darete in sposa le vostre figlie, e non assicurerete la loro verginit al mio nome. Porto una tonaca e sono un simbolo di una razza, ma non cerco pi le mie risposte. Basta un libro e una pagina, levasione e il rito ti assicurano dai fantasmi peggiori. E quanta riverenza mi portate ora, quanti segreti affidate alle mie orecchie fuligginose, pregando che non sia luomo ma Dio a rendervi irredenti! Mi confessate omicidi, tradimenti, bestemmie. E io ho soltanto una buona parola per voi, che continuate ad avvelenarvi di menzogne. Il vostro desiderio soltanto di essere ascoltati e di non essere giudicati per le bestie che siete. Ma io sono un uomo, o Altissimo, e pecco di giudizio! Sento le gesta dei peggiori cani, vedo il ricco che schiaccia il povero e invece di augurargli una brutta punizione, questa schermatura, mi consente soltanto di far credere al sofferente che un domani per lui ci sar la pace e luguaglianza. Per questo sono il peggiore dei santi, vi spingo allindolenza e alla passivit. Io stesso sono colui che crede, colui che si rifugia in un mondo fatato di salvezza per non dover fare i conti con le proprie domande e le proprio pulsioni. Sono un vinto, ho abbandonato la lotta per affiancarmi al vincitore di questa lotteria, i cui numeri non sono estratti al caso ma secondo un preciso ordine. Ma anche il fato sbaglier, e un uomo, pi forte di lui prender il suo posto. Forse allora riuscir a vincere la mia paura, mi toglier questa tonaca e andr a donne e ad ubriacarmi. Smetter di dare una buona parola al malvagio e una consolazione al vinto, smetter di credermi compiaciuto di questa condizione, di questa risposta che non mi soddisfa. Chiamate a voi il mio spirito ogni domenica, ma io vi maledico ogni volta che lo fate. Mi credete un buon pastore, ma sono un lupo nascosto nel vostro gregge. La mia barba incolta vi crea ironia, ma non sapete quanto danzerei felicemente sul vostro vello. Fatevi guidare da me. Sono un uomo di Dio ma senza divinit, sono un assuefatto di certezze, come voi. Sono pi sottile, cerco nellascesi ci che vi d la vostra famiglia. Non potendo trovare risposta, lunica soluzione eliminare la domanda! Non un Dio, ma un Diavolo scorre nelle mie vene. Non pecco di vanit o dei vostri vizi carnali. Sono la spina che far sanguinare ancora una volta il capo di suo figlio. Questa volta non per le ferite o per un gioco di dadi, non per tradimento o adorazione incondizionata. Ma perch sono colui, il solo, che senza domande riuscir ad uccidere Dio.

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Un filosofo. Il popolo mi chiede risposte, ma io non posso dargliene. Non sono un santo, un indovino n un sapiente, ho risposte per la mia vita, non per la vostra. Per qualche frase saggia e qualche commento da intellettuale hanno iniziato a chiamarmi filosofo. Ma non ho nulla di diverso da un romanziere, da un muratore o da una casalinga. Tu hai delle risposte, tu sorridi alla pi dolorosa delle casualit, perch? Perch? a tutti do la stessa risposta, a nessuno piace, eppure non ho un momento di libert. Persone da tutto il mondo chiedono di me, di un minuto della mia saggezza. vero, accetto il prestigio, lho cercato forse, ma sono umano, e ora mi disgusta. Anche la mia eventuale saggezza diventer bene di consumo e io perir in essa. Il mio unico volere era di vivere la gente per poterla capire. Ma le perle di cui persone si fanno vanto di aver udito da me sono soltanto la cozza meno pregiata dellintero oceano. Come qualsiasi granello di sabbia essa entra e si insinua nei vestiti, fastidiosa, ma dopo una doccia scende via. Sta alluomo decidere se eliminarla per sempre e vivere pulito o cercarla e iniziare a costruire il proprio castello. Perch la mia verit crolla al primo soffio di vento, ma il bravo architetto sa far risorgere un castello sempre migliore, ed quel vento che io amo e venero, quellinstabilit della vita che mi trascina da quando sono nato. Ci sono schiavi di se stessi, c chi come me sta bene con s stesso ma ha un male che arriva quando meno se laspetta, da chiss dove, come la tempesta. E tutto sconvolge e tutto distrugge, le mie certezze, i miei amori. Ma ogni volta, quando la capanna crollata mi ricostruisco. Quella tempesta la maggior parte delle volte sono io, ma raramente la lascio uscire tramite bicchieri di vino vuoti. Non c fuga da questo demone, un triste destino non poter uscire di s se non volendolo. Mi trovai ad un tavolo con un baro, giochiamo gli dissi ugualmente. Disse di chiamarsi Vita. Giocammo, sapevo dei suoi assi nella manica e che mi avrebbe vinto, giocai ugualmente. Quella che voi chiamate stupidit, io la chiamo coraggio. Udite questa verit, la mia unica, non le droghe, non lalcool potranno rendervi uomini, soltanto la vostra libert, lottare per essa e morirci se necessario vi render compiuti. Non la memoria del popolo oppiomane e smemorato. Per fare questo dovrete accettare e sopportare il dolore. Ma la vostra identit il vostro unico bene. Dovete essere voi stessi, contro tutto e tutti se necessario, abbandonare la maschera che vi divora lanima come una tenia, dovete lottare per esserlo tutti i giorni. E la verit non vi far pi paura. Sono soltanto lo specchio del riflesso che da soli non volete guardare.

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Uno scribacchino. Non nei letti ma nelle orecchie di qualcuno ho cercato di ascoltarmi, non nelle parole o nelle risposte di chi questionavo cercavo i consigli di cui sapevo gi la menzogna. Non la mia vita ma quella degli altri cercavo di vivere, senza poter uscire da me. Unombra per mostrarsi deve essere riflesso di una luce altrui. Ho sempre invidiato quelluomo che risplendeva della propria ombra. Rimando al domani quello che non sono mai stato e non ho voluto mai essere. Per ozio, per paura, per insuccesso. Ripenso al passato come ad unangusta creatura che si ciba del mio presente, da cui non posso staccarmi. Conoscere il proprio demone ben pi piacevole di lottare contro il nulla. Ho assolto il mio compito di scribacchino con estrema cura, senza mai peccare di fantasia o di coraggio, annotando sino allultimo respiro la voce degli altri. Ma mai la penna si impossessata della voce delle mie corde vocali o della mia mente. Anche se fossi stato artista probabilmente sarei stato un ottimo ritrattista, soltanto la superficie mai la profondit avrei raffigurato, e cos tutti i peccatori e le peccatrici sarebbero corsi da me per farsi fare un ritratto che ne sancisse la purezza, cos da far dormire sonni tranquilli al proprio compagno. Si sa, larte non mente mai, soltanto lartista pu farla mentire a proprio piacimento. La gobba che mi conquista la schiena il risultato di una vita tesa a ricopiare quella degli altri, mai scrissi a testa alta ci che sentivo, sempre chinato sul foglio ingiallito, a redarguire parole e punteggiature troppo ardite. Forse il poeta avrei potuto fare, ma senza musica lanima mia. Come buon ascoltatore sono stato creduto, perch nessuno volle ascoltare me. Le mie dolci lamentele erano le lagne dellarpie dantesche sul grembo di suicidi che pur di non provare dolore si tramutarono in albero. Il fiume della codardia forse mi partor, ma mai potei essere ci che avrei voluto. Il dovere di stare a sentire, e di servire, mi ha sempre assolto dal richiamo dei piaceri. Mai pi grandi aspirazioni della scrivania sognai, mai pi poltrone a sgabelli preferii. La scomodit della postura ci che mi fa credere di essere vivo. Non ho ricordi da raccontarvi, le mie gesta si mescolano a quelle di un governante o di un analfabeta innamorato che non sapendo scrivere si affida alla mia lungimirante calligrafia. Ma solo essa sa guardare al di l della mia vista, nello scrivere un esotico o un orientale essa viaggia fino al confine per poi naufragare nel punto fermo. Allora saranno le letture a portarmi lontano, ma il dovere mi chiama e oltre la prima pagina non so andare. Rifuggo gli specchi che non siano scritti, interpretare i miei occhi sarebbe arduo perfino per chi sa leggere il pi incomprensibile degli idiomi, non conoscendo un alfabeto per lAmore. Di ci son colpevole, ma non mi cerco negli occhi e nei vizi di cui scrivo pentimento, la mia missione mi porta ad utilizzare ogni lingua non conoscendone la saliva. Ogni parola di cui annoto, un suono che non ho udito. Unesperienza che non ho provato. Una lacrima mi scesa per il mio primo figlio prematuro, ma la condanna che mi diede fu di una bellezza indiscutibile. Lavorare per qualcuno, sacrificarsi per chi alla prima occasione avrebbe fatto di me luomo delle lettere e non pi un padre. Ora il significato di molte parole conosco, Epifania e Libert su tutte. Ma mai avrei voluto saperne, Dmoni taglienti che mi sconvolgono il cuore e bruciano orecchie troppo vecchie per scatenare un incendio. Fuggi, pargoletto, lontano da questa prigione di carte e stilografiche, vivi la tua vita non scrivere quella degli altri. Che non sia una vita questa il dubbio mi assale, non essendo colui che dopo averla scritta ci pone la firma.

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Capitolo II

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Inverno

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Prologo Nulla. Non cera nulla intorno a lui. Solo freddo e neve, freddo e neve ad est, freddo e neve ad ovest. Neve e freddo a nord, neve e freddo a sud. Non una mosca, non una zanzara, non un castoro con cui poter giocare o odiare per passare il tempo. Non un rumore, non un grido, non una parola intorno a lui. Solo quel dannatissimo freddo che gli chiudeva gli occhi e li faceva piangere. Nemmeno la vodka sarebbe riuscito a riscaldare quel suo freddo, nemmeno una donna. Era solo, per davvero, l su quella torretta vicino a Stalingrado. Al collo un fucile e un drappo rosso, simboli futili in cui era impossibile credere. In testa un colbacco che pi che riparare dal freddo lo invitava ad entrare per le sue numerose toppe. E poi quella barba incolta, quellalito di sigaretta scadente che gli lacerava ancora i polmoni. Non aveva mai fumato prima e non aveva mai fatto un turno di guardia. Era nuovo della Vita. Un sole freddo e impietoso si stagliava allorizzonte ma pi che riscaldarlo lo uccideva. Non nevicava perlomeno, questa era una nota positiva, ma nessuno avrebbe immaginato i fiocchi di pensieri che riempivano la sua mente. Si era arruolato perch non aveva altro da fare, si era arruolato perch prendere ordini da qualcuno gli avrebbe fatto bene, si era arruolato perch alle donne piacciono gli uomini in divisa. Almeno cos gli avevano raccontato. Ora, per, non sentiva pi la verit in quelle parole. Iniziava ad odiare la sua scelta da quando aveva perso un compagno nel primo combattimento della sua vita, iniziava ad odiare s stesso da quando aveva ucciso il suo primo uomo nellunico atto di eroismo della sua vita, aggrappandosi ad unidea di patria di cui non conosceva nemmeno la capitale. Non esisteva la parola scelta. O spari tu o spara il nemico, o muori tu o muore il nemico. Non era mai stato un buon giocatore di scacchi, aveva sempre preferito guardare le mosse di quegli abili generali. Non si era mai messo in gioco veramente, per paura, per noia, per carattere. Amava il movimento di quellalfiere, sicuro sulle sue caselle oblique, con un percorso ben segnato e impossibile da sbagliare. Ma lui era soltanto un pedone, un pedone davanguardia, un pezzo inutile in uno scacchiere di duecento mila pezzi pregiati, uno di quelli sacrificabili. Non lo sapeva, ma non gli avrebbe cambiato nulla. La medaglia con la faccia di qualche vecchio o nuovo zar appuntata sul petto altro non gli ricordava che la propria colpa. Non cercava gloria o disonore, la parola diserzione e promozione erano vocaboli che aveva studiato a scuola. Non gli interessava sopravvivere o morire in battaglia, non gli interessava cambiare fronte o sperare in un mondo migliore. Lui eseguiva i compiti, puliva i bagni e mangiava il rancio senza lamentarsi, subiva lingordigia dei pi anziani e le botte dei pi giovani. Avrebbe fatto carriera secondo qualcuno, di uomini come lui non ce nerano tanti. Sorrideva a sentire la parola uomo, lui che non aveva pi di diciotto anni e la barba tradiva la sua giovane et. Ma sapeva che non sarebbe mai stato cos, lui da quella guerra non ci sarebbe uscito vivo. Non si sentiva n uomo n soldato. Le uniche cose che glielo ricordavano erano gli elementi distintivi, la divisa e il nome su una carta didentit finita chiss dove. Pensare non gli era stato insegnato, sapeva a malapena leggere e scrivere, perci non credeva sarebbe riuscito ad interpretare ci che entrava e usciva dai suoi sogni. Da quando era al fronte, e non si ricordava esattamente da quanto, non sognava pi. Non riusciva a vedere al di l di quella cortina di neve. Non era adatto a quel posto e lo sapeva, non aveva n la prontezza dei riflessi n lesperienza adatta per difendere lavamposto. Anche un bambino con la fionda sarebbe riuscito ad abbatterlo, in pi tremava come una foglia, ma non avendone mai vista una, si accontentava del rumore che facevano i denti tremanti. Ad un certo punto qualcosa dimprovviso cambi il mondo. Non sapeva se in meglio od in peggio. Sentiva laria di nuovo. Abbracci il fucile, ma qualcuno fu pi rapido di lui. La neve si color di un rosso brillante. Scacco al re. Il pedone caduto.

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Lironia della sorte volle che fosse eretta una statua in suo onore. In onore di chi non avrebbe mai voluto essere onorato. Uno sconfitto dalla guerra, un vincitore della vita. Un eroe per la patria, un nemico per se stesso.

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Un uomo qualunque. Ho provato ad essere poeta, ma dalla penna mi uscivano soltanto versi animali. Ho provato ad essere musicista, ma le corde erano sempre stonate. Ho provato ad essere attore, ma sempre gli applausi erano per una vita che non era la mia. Ho provato, credetemi, ad essere speciale ma nessun talento particolare ha battezzato la mia nascita. Ho investito allora le mie tante potenzialit senza potenziale nel creare una famiglia, accontentandomi della prima donna a cui mi riuscito di rubare un bacio. Ma il corpo pi indisciplinato non ha mai saputo far fiorire quellamore che sapeva di pellicola cinematografica. Ho provato ad essere amante, ma nemmeno qui, il Genio mi ha colpito. Sono costretto a voler essere protagonista di una vita da comparsa. Sono maestro nel sapermi accontentare, ma forse questo vivere?

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Il pagliaccio de La soir bleau di Hopper. Cerone e sangue, questo il mio trucco. Non far uscire conigli dal cappello, n solleticher la gonna di una bella signora. La mia pelle sa di segatura per un circo di zingari fallito, il mio lavoro far divertire i bambini, cadendo, facendo capriole e salti mortali. La vostra risata per la maschera che mi disegno ogni notte in faccia prima di uscire tra la folla. La mia follia sar il vostro desiderio stanotte. Non ho lacrime disegnate o fiori spaccia incensi, non ho nemmeno una palla che rimbalza sulle vostre teste. Non temete, non sceglier il vostro compagno per farvi divertire, non manger i vostri bambini. Il destino del buffone, saltare, ridere, scherzare. Non pianger davanti a voi, risparmier le lacrime per lo specchio che ogni mattina mi toglie il trucco. Un uomo triste non pu farvi divertire, voi credete, eppure i vostri denti sono le catene in cui mi imprigionate. Non ci siete voi quando sono stanco e cerco nel vino le risposte. Non sentite il mio alito dopo lennesima sigaretta che ammazza i miei polmoni. Vi basta udire le mie stridule grida di dolore quando mi viene lanciata in faccia una torta, e ne godete. Non la panna, non il trucco, non le pantofole che indosso potranno suggerirvi il mio numero. Amo improvvisare e stupirvi con le mie acrobazie. Ma sono un clown, se fossi bravo salterei dal trapezio e non mi vedreste pi. Sono ad un bar, intorno a me non ho occhi n orecchie, troppo rapite dalla bellezza dal mio costume che uso come specchio per le allodole. E voi, intellettuali colti e in cerca di distrazione da problemi esistenziali, ci cascate ogni sera. La solitudine di un clown non diverte nessuno. Un pagliaccio che piange non sarebbe divertente, eppure sono convinto che ridereste credendolo un intermezzo di comicit. Gioite ignavi della risata, non avete la forza per cercare dentro di voi il gusto dellironia e lo cercate su questo corpo esausto dalle prove di arte circense. Odiatemi se volete, ho abbastanza denaro per dimenticarmene in qualche osteria. E gli occhi cupi che mi guardano dallalto della loro benevolenza, sono per me il miglior salario. Non cerco qualcuno che mi consacri allaltare, per voi son soltanto un pagliaccio e, ci rimarr. Venite da me in cerca di divertimento, io prostituir lIronia odiosa in vostro onore, il mio corpo soltanto un mezzo, il mio occhio un mondo che non vedete. E quando andrete a letto pensate al povero clown. Pensate al povero clown prostituitosi per una stanza dalbergo e una donna a pagamento. Non vendo amore, n il mio corpo. Vendo il bene pi prezioso, la risata, che vi mette le rughe al viso e non vi annoia. Dalla mia bocca non usciranno sentenze, il mio fiato si mischia al vostro disgusto per la mia dentatura. Venitemi a cercare al marted notte, nei vicoli pietosi, vedrete il sangue di un clown mischiarsi al sangue della Morte. Anche cos cerco di divertirvi. Venitemi a cercare nei pub malfamati, sar io per una volta a tirare pomodori alla vostra inadempienza. Credete che un clown riceva tutto. Credete che un clown prenda tutto sul ridere. Credete che un clown abbia venduto la sua anima allo spettacolo. Divertitevi se lo spettacolo di vostro gradimento. Piangete se mi amate. Non sono divertente. Voi ridete della mia vita, non della mia battuta, e ci mi uccide. Io non rido della mia battuta, rido della mia vita. Ci sono pagliacci che sono destinati a far ridere perch sono pagliacci, quelli che non riescono a ridere di se stessi si ritroveranno con me al caff, a fumare e a bere buon vino. Io non riesco a ridere della mia vita, rido della mia faccia. Rido perch vi inganno, per questo sono il pi grande dei prestigiatori, vedete ci che voglio farvi vedere. Divertimento e Follia voi vedete, Morte e Desolazione io vi porto. I vostri bambini lo capiscono, per questo i clown gli fanno paura. Ma voi, menti mature, non siete abituate a veder oltre il mio trucco e il vostro naso adunco, uccidendo voi stessi ed esaltando la mia arte maledetta. Non la Pace cercherete in me, in questo tutti sono bravi, cercate la Battaglia che mi attanaglia, il Conflitto che potrebbe farmi scegliere di sostituire alla pistola giocattolo un cappio di corda e presentarvi lultimo show che non vi far ridere, quello della mia morte. Forse allora i bambini rideranno, ma voi morirete. Loggetto quotidiano non ha pi nulla dinteressante dunque perch credersi investigatori dellanimo umano se non carpite questo estremo bisogno di stupirvi?

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Mi preparo la corda, ma questa volta non sar il pagliaccio ad esservi appeso. Sar la vostra morale da circo che esibite nelle vostre camice inamidate e nel vostro sedere ingrossato dallet. Ridete se vi conviene, non sar la morte di un clown, ma la morte della vostra sudicia ignoranza.

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Un eremita. Ho sempre pensato che fosse la solitudine ci che avrebbe reso un uomo capace di comprendere se stesso. Lho cercata nelle radici dei monti pi lontani, nelle foci dei fiumi pi freschi, sino sotto agli alberi pi antichi. Sono fuggito da ci che voi chiamate Socialit o Comunione, alla ricerca di Dio e prima di me stesso. Ho scelto di essere un Eremita perch il mio cuore pulsava per aprirsi, ma nulla, nemmeno lavventura lha risvegliato una volta salutata per sempre la porta di casa e la via maestra. Perch soltanto in mezzo a voi, riesco a trovare la Solitudine? Perch soltanto in mezzo allimputridimento dei vostri valori ho potuto sentire quella voce che mi chiamava e mi diceva di essere diverso? Non ho risposte, non ne ho mai trovate, se non limpellenza di parlare con qualcuno, sia esso animale o persona, albero od insetto. I consigli non sarebbero cambiati, ad ogni mia frase neppure il pi saggio mi avrebbe regalato altro che un timido silenzio, non potendo comprendere la mia condizione. Ma dunque perch sto qui a rimirar le stelle? Che le concezioni astrali che ho fatto mie e che sono state la mia bussola per anni possano dare altra risposta se non un vuoto cosmico e senza fine? difficile trovare la pace negli altri quando dentro si ha il caos. In ci sono diverso dal Vagabondo. La vita simile, abbiamo compagne la Strada e la Solitudine ma mentre lui fugge dalla societ per ritrovarsene impregnato, mentre lui pu condividere le sue sorti e godere degli sguardi di disprezzo io, altro non ottengo, che un semplice silenzio. Lui ama discorrere con le persone, io cerco la risposta che mi dia pace. Siamo in ricerca, ma nessuno dei due trover mai il sacro Graal che cerca. Agli assetati la coppa sempre piena e abbondante, a chi beve per bere e ha la gola bloccata dallingordigia altrui nemmeno una goccia per soddisfarlo. Sono lontano dagli stati di Ebbrezza o di delirio del pazzo Vagabondo, nellAscesi cerco il Nirvana. Ma privarsi di tutto come avere tutto, perch la mente, quella laida padrona, stuzzica il palato come un cinghiale affamato. Pi volte sono caduto nei vizi, pi volte me ne sono pentito. Forse non sono nato Eremita o Asceta, ma non conosco unaltra via da percorrere per trovare quello che cerco. Ma come il mangiare, la solitudine per me la pi festosa socialit. Chi cerco dunque? Sono certo che un giorno, camminando con il mio pesante fardello, trover la soluzione della Vita, ma quella degli altri, soltanto pochi sanno assaporare quello che hanno in abbondanza. Nessuno si elogia per poter essere a proprio agio tra la folla, tutti si credono timidi, ma anchessa una condizione di chi in mezzo alla gente ci sta bene, non avendo alcunch da mostrare, mostra il mistero di se stesso. Io non ho timidezze o egocentrismi, mai sono stato il primo della classe. Soltanto nellinfanzia ho potuto assaporare il gusto delle persone, ma lho gustato talmente da rigettarlo e da promettermi che non ne avrei mai pi abusato. Anche la socialit fa male, disorienta lindividuo e ne condiziona le scelte, cercando in altri ci che ha di se stesso, evitando per un momento il demone che gli divora la coscienza. Io questo demone lho fatto amico, ma esso si ciba di noi e del rapporto con gli altri. Parla dAmore e di altri Demoni, parla di Famiglia e di Solitudine. Io forse lho ucciso scegliendo di andarmene, eppure sento ancora la sua presenza. Non dentro, ma fuori. Il demone ha preso il mio mondo e mi ha lasciato solo. Non so pi distinguere una persona da come si comporta, sono una massa indistinguibile di uguaglianze che non mi appartengono pi. A chi andranno le mie parole, non ho nulla da insegnare, ma cerco discepoli. Forse con qualcuno da educare potrei essere un reale Vampiro, potrei cibarmi della loro sete e renderli assetati a vita. Ma amo troppo luomo che rifuggo per condannarlo ad un simile anatema. Meglio che soffra io la solitudine della socialit che il mondo intero. Io, lunico, ad aver ucciso tutti negando se stesso. Io, lunico, a potersi sentire solo in mezzo a tutti e in mezzo a tutti quando solo. La scelta lho fatta per voi, non potendo scegliere qualcosa per me. Sono ancora in viaggio, in queste terre di cui non conosco pi il nome, nemmeno la scrittura mi porta consiglio sulla mia posizione. Le stelle e il sole mi dicono dove sta un punto, ma soltanto carpendo 22

lOrizzonte potr forse fare mia ci che chiamano Conoscenza. Il mio sguardo potr allora gettarsi in mezzo a voi, e non sentirmi Straniero a casa, forse diventer soltanto uno che ha viaggiato molto.

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Un, possibile, Te stesso. Chi sei? Prima di sapere cosa vuoi devi necessariamente sapere chi sei. Sono quella voce che ti rovina la giornata al luna park o che ti fa vergognare della fantasia sessuale con la ragazza che appena salita sul tuo bus. Sono la tua identit imprigionata da un sistema di valori e di morali che non mi permettono di uscire. Muori su quel divano, mangiando cibo in scatola e tramezzini. Sono lo zaino in spalla che ti porta verso lavventura, quello vivere. Un giorno potrai tornare, ma soltanto partendo potrai deciderlo. E invece continui a stare tra ragnatele e convinzioni, tra morti viventi e viventi morti. Tu chi sei? Hai mai sentito lodore derba bagnata dalla rugiada che chiamo odore di vita? Ti prendono quando meno te li aspetti gli odori, uno particolarmente dolce ti riporta allinfanzia beata e felice, in cui tutto era cos bello e in cui potevi, senza educazione, essere te stesso. Uno particolarmente amaro, simile a quello di un cadavere, ti ricorda i momenti tristi, ti ricorda quel giorno di pioggia in cui seppellivi un tuo caro amico o, forse, te stesso. Uno particolarmente aspro, quasi di sudore, ti ricorda quando il tuo corpo si univa con quello della cosa amata, in cui anche laria per un momento non era pi necessaria perch lodore riempiva le tue ossa e le rendeva pi forti, finch lapice ti ha tradito e tutto tornato come prima. Uno particolarmente leggero, normale, caustico non ti ricorda nulla, quello che senti ogni giorno, pieno di smog e di tabacco. Io, ad esempio, non ho odore. Senti sempre dirti, hai un profumo di te, che nemmeno il pi speziato dei profumi commerciali riesce a toglierti. Tu non lo senti e non ci pensi mai, non riesci a percepirlo. Quello sono io. Sai che c, ma non riesci a sentirlo, a dargli un disegno prestabilito. Gli altri lo riconoscono senza poter a loro volta riconoscere il proprio. E cos sfuggo ai tuoi sensi, a quei recettori di bellezza e di gusto, soltanto il Sentimento mi afferra ma anche lui, il pi divino tra gli ascoltatori, riesce a fermarmi per qualche istante. Lo stesso istante che ti porta a camminare, a cercare posti sconosciuti. A cercarmi, semplicemente. Io sono te, ma tu non sei me. Non mi conoscerai mai cos a fondo da poter essere la stessa identica cosa, potrai cercarmi vero, potrai forse cogliermi in un attimo di Essenza superiore ma cambio troppo in fretta per essere stabile e per poterti essere amico. Puoi non ascoltarmi, siete bravi a farlo, preferite il mio sosia, la mia copia malfatta che tutti chiamate Dio. La vostra grande deficienza il vostro pi grande peccato. Non volendomi cercare mi affidate a chi pensa di avermi trovato. Posso essere scudo se mi ascolterete, ma posso essere anche spada, o dardo, o lancia. Quella che vi trafigge il cuore e vi lascia nella piena solitudine. Ma proprio perch sono incastonato nel vostro cuore non potete separarvi da me, potete uccidermi e togliervi la corona di spine, ma rimarrete per sempre crocifissi a voi stessi. Potrete perdervi ma sar sempre a porgervi una mappa. Sono debole soltanto con i deboli, con coloro che mi scacciano e mi demonizzano. Sono forte con i forti, pi mi si cerca pi sar ostile, ma questo il destino delluomo. Siamo nati insieme e insieme moriremo. Non ci incontreremo mai, se non per qualche istante, quando il vostro occhio riflettendosi non potr non guardare. Ma non temete, sar per pochi secondo, potrete tranquillamente tornare al vostro lavoro senza pensarci. Corpo di demone, sangue di santo destinato al carcere della carne. Non ho ali per cui volare, ho pesi per sprofondare. Grande prezzo per luditore dei miei canti, grande pena per il mio servo, ma un dono come il mio difficilmente lo potrete trovare. Vita pura e reale, cruda e sofferente, sono prezzi da pagare ma quando la Bellezza vi colpir allora sarete felici della vostra scelta e smetterete di maledirvi per aver scelto di essere voi stessi, nonostante fosse sconveniente. Voi detestate depressi e alcolizzati, mendicanti e suicidi, in loro c il pi grande dei pregi. Essi hanno lottato, hanno perso se volete, ma hanno combattuto una battaglia pi grande di tutte le vostre guerre. Sconfitti pi volte hanno deciso di abbandonarsi alla vita e rifiutarla, uscire da se stessi. Ma in cuor loro sanno di averci provato e ci molto pi lodevole di chi preferisce la stabilit dellignoranza. Riempite le vostre orecchie di salmi e di canzoni, di Famiglia e di Casa, coprite il mio 24

richiamo assordante, forse vivrete come vermi ma anche i vermi conducono una vita dignitosa non trovate? Costretti a mangiar terra per sopravvivere, la stessa Terra che li gener secoli fa. Cannibali, matricidi, mangiano se stessi e chi li ha generati. Mai han provato a cambiare pietanza, logorandosi in se stessi hanno trovato la pi deliziosa delle pietanze. Chi sei? Baco o farfalla? La bellezza del volo vale pi di qualsiasi strisciamento anche se per destino questo volo non pu che durare meno di una vita. Ma vola, senti la brezza bruciarti gli occhi, senti le ali piegarsi al vento. La caduta vicina o forse il pi alto dei punti. Non potendo essere verme ne farfalla, ho scelto di essere baco, e tempestare lanimo di ogni uomo con i miei sogni.

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Un postino. Recapito lettere ad amanti improbabili, consegno pacchi a famiglie speranzose, telegrammi a giovani illusi. La mia vita il tramite di numerosi avvenimenti storici che siano di cuore pubblico o privato. Cambio le esistenze dei pi famosi e dei pi anonimi, con un solo errore potrei sconvolgere i sogni di questi scrittori e poeti di carta comune, nemmeno un libro potrebbe raccogliere tutte le pagine su cui hanno sudato anima le fronti di ogni cittadino del mondo. fantastico consegnare amore e odio alle persone, divenendo lattimo per cui fremono di passione o vendetta e un attimo dopo ritornare nellanonimit della propria essenza. ancor pi desolante il dolore che si prova quando alla purezza e alla semplicit si sostituisce la freddezza e linganno. Sento il marciume allinterno di queste buste abitudinarie riempirmi le narici che nemmeno dal pi forte degli assenzi scaccer dal mio ricordo. Sono il servitore dellIpocrisia, il paggio della Morte dellAnima. Sono sempre pi rare le parole che puoi sentire toccando linvolucro, i cuori pulsanti allinterno dei pacchi postali che spesso scambiamo per bombe ad orologeria. Soltanto ordinarissimi fogli bianchi sporcati da menzogne in cui nessuno crede, pi. E ce liniziale fremito, la speranza, lindizio e la fine. Tutto si dice su carta quanto di persona, il filtro che pu nascondere parole che gli occhi mostrano ma che non nasconde la propria realt, ma anche un talento insito ad una bestia con gli anni e con il sentimento si assopisce. E cos nessuna sa quale compito di morte mi sia stato affidato, una morte interiore nemmeno pi sentita. A ci non sono dissimile al becchino, a lui sono portati i corpi, la carne imputridita che ha esalato lultimo respiro, a me i cuori che non sanno di essere morti gi da tempo. Sono i cani di questa epoca, al primo doppio campanello non aprono le imposte alla luce del sole ma sprangano e minacciano chiunque voglia entrare nel loro appartamento. Sono cos bravi che persino lanimal cane, per compiacerli e farli sentire padroni, ha appreso da loro, e cos rendono rischioso e inutile il mio corpo, che al primo odore di lettera si scagliano contro di me. Meglio non sapere che rendersi conto, meglio mentire che amare. Siamo vuoti, le mie mani sono quelle del complice ma nessun processo pu esser istituito non essendo la morte dellanima un omicidio contemplato dalle leggi. E cos lunico giudice che pu farlo sono io stesso, il peggiore dei demoni che si costringe a torturarsi per il tempo del corpo. Non sapete quello che c scritto, chiusa! ci che vogliono pensare i pi deboli, ma per noi le buste cantano o dovrebbero farlo. Abbiamo scelto lomicidio peggiore a scatola chiusa e siamo succubi del destino che si sono scelti gli altri. Mi chiedo perch questi cuori smettano di battere dopo due o tre lettere, come possano affievolirsi sino a diventare spasmi di un sogno in cui si vuole ancora cercare di credere. Perch incartano a modo questi muscoli e li fanno recapitare ad altri. Perch credono che mentire a se stessi, svolazzare da un posto allaltro, stare fermi sino a marcire e farsi poi recapitare le insulse menzogne, non sia come morire? Perch i sogni in cui avete smesso di credere gi da tempo diventano il vostro unico? Perch come cani vi scagliate contro chi vi ha tolto il cuore e non andate di persona? Perch vi nascondete dietro a postini virtuali, pieni di chip e freddezza e non volate verso il vostro destino? Un amante sa di esserlo, soltanto nel momento in cui le lettere non sono altro che un mezzo per sapere tutto della vita dellaltro e credersi complici e non vizi di narcisi inascoltati che credono che importi a qualcuno quello che pensano. La lettera una missione, una denuncia ma, mai, un modo per iniziare ad amare. La parola permette di illudersi ancora, locchio non mente mai. Siamo specchi dellanima che vogliamo mostrare, ma pi dissimuliamo pi siamo noi stessi. Mentire, negare sono sinonimi di una disperata necessit di Libert, e di un malcontento che attanaglia. Le lettere sono sempre pi vuote, sempre pi bianche perch da dire ormai non ci rimasto nulla, se non poche parole passionali, indici di svuotamenti poetici necessari. Rivoluzione, Amore, Libert, sudano e piangono ogni volta che non vengono citate insieme, inserite nella loro essenza. Rivoluzione della Libert di Amare, sono parole senza senso sparate da un matto per la strada. Abbiamo conquistato tutto ma non riusciamo ad amare. Nemmeno attraverso ci di virtuale che abbiamo creato per rinascere. E forse sono un 26

eroe romantico che cerca quel qualcosa di pi, nel sentire lebbrezza nel vivere o cercare perlomeno di farlo, sopportando i dolori di tutti nel proprio, includendo la lotta alla sincerit e allemancipazione a se stessi. Non so se il mio ruolo sia questo. Dopotutto basterebbe consegnare lettere alle anonime buche condominiali, o forse cambiare mestiere. Sono un oscuro segmento di metropoli, sconosciuto dai pi tanto che appaio come una figura mitica per bambini colorato di rosso, nessuno pensa ad un cuore pulsante. Sarebbe letteralmente umiliante che sia qualcuno pi povero di voi a consegnare la ricchezza della vostra vita tutto sfarzo e superficialit alla persona pi importante in quel soggetto. Nemmeno mi aprite pi o educate a vostra immagine le bestie per allontanarmi. Sapete che ad ogni riga, su cui impossibile mentire, una freccia colpir il vostro cuore e continuer a farlo sanguinare di quello stesso sangue che vi nutre di menzogna. Come farete? Andrete in vacanza, vi perderete in paradisi artificiali, mai sceglierete quella Strada, che porta a Cambiamento e Instabilit. Perch una volta inforcata quella via vi sar impossibile allontanarvene.

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Capitolo III

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Primavera

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Prologo

Come un branco di lupi affamati, stanchi e senza Dio, si aggiravano senza meta quattro bandiere rosse scolorate. Il sole risplendeva lass in alto e, impietoso, faceva sudare le fronti gi madide di pensieri. Ognuno di loro teneva sotto braccio un giornale sgualcito, qualcuno nello zaino le pagine di un libro, con lorecchia nellangolo e qualche sottolineatura per ricordarsi di alcune parole quando quel libro si sarebbe trasformato in un semplice mobilio da biblioteca. Non cera spazio per lamarezza o per la delusione sui loro volti, soltanto un affiorante vuoto che non riuscivano a mascherare. Erano i primi giorni di primavera, non cerano soli migliori per difendere lo Stato. Non avevano nulla in comune, non lestrazione sociale, non il carattere, non laspetto, non i sogni. Solo quella giovinezza degli occhi li accomunava, quello sguardo ardito e battagliero che avrebbe cambiato il mondo. Non quel giorno per. I giornali che stringevano al petto perdevano le parole, erano come ciechi silenziosi. Nei libri che avevano letto trovavano soltanto cibo per la polvere. A nulla era servito il loro furore, il silenzio e gli usci chiusi non lasciavano spazio a grandi interpretazioni. Che fossero loro soltanto, i baluardi della Democrazia? Che fossero loro, gli ultimi ascoltatori della Cultura? Il silenzio l attorno era cos glaciale che condensava i pensieri, ma talmente assordante da costringerli a tapparsi le orecchie. Sentivano le urla di dolore, le lacrime amare di tutto quello in cui credevano. Vedevano i capelli strappati di ci che un tempo chiamavano Nazione, e nessuno a raccoglierli. Vedevano il sangue che macchiava i gradini di una bella ed inafferrabile signora che chiamavano Libert, e nessuno ad asciugarlo. Vedevano la compagna Cultura straziata ed ammutolita, e nessuno a consolarla. Non un poeta, non un filosofo, non un amante avrebbero potuto sanare lomicidio appena compiuto. Le statue nel loro freddo marmo senza sentimento, nel loro sguardo inanimato parevano giudici. Come tribuni ad un processo chiedevano dalla loro roccia la Giustizia rimasta assopita da secoli. Gli alberi, con i loro sguardi indagatori, si erigevano fino al cielo a cui avevano smesso da tempo di aspirare le loro certezze. Nemmeno i sogni toccavano pi le nuvole. Che fosse stato quel giorno a renderli adulti non sapevano. Certo era che quellodore di Morte li raccoglieva intorno a loro. Non di putrefazione, ma di pagine bianche, di candele stoppose e di sogni incrinati sapeva laria. La loro fiamma di Prometei si affievoliva nella desolazione. Sentivano per, seppur da un lumicino, quelle urla, quel richiamo assolato gridare: Rivoluzione!. Ma le orecchie erano stanche e pure quel richiamavo appariva troppo lontano. Che fossero amanti storditi da una visione distorta non ci dato saperlo. Quattro menti come fossero una soltanto, il vuoto di una piazza che implode nel silenzio. Non se nerano ancora andati, nonostante le lacrime. E gli usci degli ignavi traditori, chiusi dalla paura o forse dallignoranza, non sapevano ancora lo spettacolo che si erano persi. Quattro bandiere rosse scolorate si aggiravano ancora nel deserto dello Stato, non cercavano ristoro, cercavano soltanto orecchie e mani. Nasi sensibili allodore, occhi che guardassero in alto. Lass dove qualche rondine volava gi, ma dove non si guardava pi se non per chiedere favori per una vita spesa a s stessi. Non erano devoti allAmore, il loro unico richiamo era quello dellUmanit. Che fossero spacciati per bestemmiatori del comun linguaggio e destinati a dannazione eterna lo sospettavano, ma lallenamento degli occhi vivi li rendeva pronti a qualsiasi pena. 30

Un rivoluzionario. Stringo il frutto del mio odio nella mano destra. Una bottiglia che qualche ubriacone avr usato per andarsene da questo mondo insoddisfatto, che si ciba dei nostri polmoni attraverso quella macchinazione che, noi, chiamiamo Aria. Crediamo di vivere grazie a questo etere, ma questo etere vivrebbe senza di noi? Senza che qualcuno la chiamasse per nome o cercasse di intrappolarlo in uno scatto? LAria. Nemmeno il mio fumo di sigaretta la riesce a rovinare, nemmeno le vostre industrie, se un nemico non lo conosci non lo puoi annientare. Io il mio nemico lo conosco da quando sono nato, ha un nome: Convenzione, ha un cognome, Socialit e una grande famiglia alle spalle, Conformismo. Ed amico di tutti, tutti. il pi bel testimonio delluomo e della donna allaltare, il compagno di bevute dei fanciulli nelle sale da ballo, lamante dei modelli e delle loro pin up. talmente forte che, nemmeno io, saprei distinguerlo se lo incontrassi faccia a faccia. tutti e nessuno, Aria e Acqua, Vita, Morte e Resurrezione. E tutto investe, ha una patina che cancella tutto il resto, che oscura lopera darte che si intravede quando entri nella vita di qualcuno, quando il colloquio degli occhi si sostituisce alle parole. Ha reso opache le persone, le vite, le mani. Tutto si assomiglia nel suo mondo, nulla pi si difende da questo guerriero sanguinario. Anche larte, la prosa, la visione hanno assunto caratteri identici. La fantasia che fa volare luomo ha bloccato. Non quella di tutti gli uomini, esistono ancora angeli pronti a spiccare il volo, ma nel suo turbine sono destinati ad essere assorbiti anchessi e a diventare una maschera dello spettacolo del burattinaio. Anche io rientro tra questi personaggi, non ho una parte fissa n da protagonista, entro in scena con altri, per poi uscirne tra i fischi di una sala svuotata. Perfino il mio palato ne diventato schiavo. Abbiamo venduto lanima ad essa in cambio della comodit di poter sognare senza faticare, senza doversi nascondere per le verit che il nostro vivere ci presenta. Ho visto tanti morti, ma nessuno sanguinare. Ho visto pistole uccidere e nessun funerale. Anche la mia rivoluzione si spenta sotto una pioggia che ho scelto, quella dellesilio. Sono un reietto, mi considerate il polmone bruciato di una societ. Sono anchio conforme agli altri rifiuti, ma come uscirne. La folla ha comprato ombrelli per temporali, non apprezza pi la pioggia che infradicia la camicia e che fa ammalare. Gli ombrelli parano anche dalle lacrime, nessuno pi piange insieme alla pioggia, nessuno pi la ascolta. E mi ritrovo solo a consolare la nebbia dentro cui nessuno si perde pi perch gli orientamenti si sono moltiplicati. Nemmeno il vento abbatte pi persona alcuna, dalle vostre scarpe ben puntate a terra non sapete prendere il volo. E il sole, stella affascinante e maledetta, nessuno guarda pi, schermati come siete dietro le vostre lenti cos spesse che non vi fanno vedere la sua reale bont. Non so se tra voi qualcuno prova il mio stesso dolore, la piet che mi porta a pregare la meteorologia perch spinga contro di voi lAria senza cui pensate di non poter vivere. Non avete voi le bombole della rivoluzione nelle vostre macchine, avete comprato un albero perch assorba i vostri scarti e le vostre paure, ma della stessa morte che piega larbusto voi stessi ne soffrite. Non vedete come germogliano i fiori di primavera e come si spengono dinverno? Quando capirete che il vostro inverno dura una vita? Respirano la stessa Aria che voi non volete respirare, loro s hanno coraggio, loro si non trasudano di vanit e di paura, loro si hanno orecchie per i pazzi, come me. E voi? Quando ne avrete? Vendete la vostra anima allapatia perch uccida il Tempo. Vi condannate a una vita di peccato e di perdono, sperando che quando lorologio si adager a terra, scarico, ne possiate ricevere un altro, e non cercate di ricaricarlo con la fatica di ogni giorno. Credete alle mie parole, un mondo nuovo possibile! Ma sono troppo brutto per voi per ricevere ascolto, la mia lingua troppo impastata di parole daltri perch possiate sentire la novit di quanto sto per confessarvi. Voi siete morti! E ve ne rendete conto. Guardate il cielo, cercate le figure nelle nuvole, vi chiamano, ma non in unaltra vita, in questa! Qualcuno di voi morto da giovane, come me, ma non mai rinato. Io muoio ogni volta che calpestate il suolo con un 31

passo sempre pi lento e rinasco ad ogni vostra risata. Non cercate la piazza, cercate voi stessi. Non voglio la vostra fiducia, non il vostro voto. Per quello sono bravi tutti gli spacciatori, io voglio che la droga che assumete sia la mia, la mia lotta, la mia linfa. Perch i vostri cani sono pi uomini di voi, abbaiano al minimo rumore, mordono al primo dolore, non cercano tessuti palliativi, non chiamano mendicanti di pace. Non affidano la propria sicurezza in mani di giurati servitori dellordine, se la assicurano. E azzardano molto pi di voi, vi affidano la propria vita. La vostra codardia nelluomo vi spinge ad avere bestie che non capiscono il vostro idioma, o fanno finta. Non potreste mai affidare la vita a un vostro simile, voi padroni affettuosi e amanti, la affidate alla carta straccia, alla legge che un vostro avo ha creato, alla convenzione che vi assuefa e vi sorregge. Alle mura di una casa che pensate di aver conquistato con il sudore della fronte e per cui non lotterete pi. Guardate i porci vostri simili che arrancano nel fango e si azzannano per un metro quadro che gli stato sottratto. Li vedete? Vedete voi stessi fuori dalla melma ridere per la vostra fortuna? Io non riesco a guardare, non per disgusto, il mio stomaco forte e preparato al peggiore degli spettacoli, perch in quel fango io ci arranco da quando una matrigna mi ha messo al mondo e mi ha lasciato camminare in questo paese sgonfio di idee. In quella melma io sanguino ogni giorno, la cerco se non la trovo. Sono nato combattente e cos mi giudicate. Non ammiratemi, leroismo non umano, la lotta s. La giustizia, la libert per noi uomini. Ma a voi non sembra interessare. Finch il cane del vicino non piscer nel vostro prato non saprete nemmeno della sua esistenza, e cos della vostra. Ridete pure se potete ancora. Il mio uno spettacolo penoso, lo so, dei peggiori che la storia del cabaret dellesistenza umana abbia mai presentate, ma vi stupisco ancora perch sono unico qui. Perci vi impressiono, ma sono simile a voi. Siete voi che non volete essere simili a me, che avete sempre preferito la sicurezza allinventiva, la famiglia allamore. Demonizzate la vostra identit. Demonizzatemi se volete, ma io al pari di un Vagabondo, sono ci che vorreste essere ma che vi proibite di essere. Per noia, per virt, per piacere. La vostra bellezza sfiorir assieme alla mia, la giovent se ne andr insieme con me, ma sarete abbastanza forti da rimanere sempre adolescenti? Non ora, non domani, ne dopo domani, ma sempre. Sentirete ancora il cuore bollire allo schiaffo del Dolore sulla vostra faccia truccata? La mia bottiglia sta per esplodere, non era carica di benzina e non lho dovuta nemmeno accendere. Non sar nemmeno necessario lanciarla, la mia bottiglia vi ha gi colpito, e state, per una volta, bruciando. Di invidia, di odio, di felicit. Quando anche questo fuoco si sar spento con la mia vita, raccoglierete le ceneri o smetterete di essere soltanto un arbusto che prende facilmente fuoco e diventerete scintilla? Si chiama Conformismo lestintore,spegnetemi con esso. Ma come esso si ricarica con il vostro cuore, la mia vita si spegne con il vostro sputo, e quando la schiuma sar finita e, voi, avrete finito di essere le sue puttane, andr verso un'altra oasi da imputridire e voi resterete soli e identici. Simili al vostro nemico che odiate, simili alla vostra donna la cui diversit ve ne ha fatto innamorare. Non sentirete pi il vostro cuore battere come in giovinezza, quando i sentimenti erano tutti nuovi e mai provati, sar troppo vecchio, troppo scarico. Simile ad altri. E allora maledirete me, perch ho saputo essere una fonte di batticuori inestinguibile, perch il mio cuore continuer a battere vedendovi schiaffeggiati. E pregherete di avere scelto la mia via, la via della maestra Rivoluzione. Vi pentirete. Darete la colpa a me, alla mia inusuale retorica che non ha mai convinto nessuno, e vi adagerete pensando che la colpa non sia vostra ma del Rivoluzionario, del Reietto che non cerca proseliti. Sar una soluzione che vi far sopravvivere per lunghi anni, finch in seno alle vostre viscere non nascer uno come me. Allora capirete che non avrei mai potuto seminare nel deserto del vostro cuore, perch voi per primi avete venduto la sabbia ai sassi e il mare 32

placido alle onde in tempesta. Per un sole vuoto e senza sentimenti. In quel momento rinascerete, ma sar troppo tardi perch la Morte vi colpir. Riflettete sul mio canto di sventura, o ignavi. Non credetemi, non vi chiedo questo sforzo. Non sono un predicatore di salvezza n di sventura. La mia maledizione e damare luomo e di non poterlo vedere in catene. Non ho chiavi n catenacci. Non vi spiegher la combinazione che mi ha reso libero, perch non vi auguro una vita come la mia. La Libert fa paura anche a me, ma aspirarne lodore mi rende inequivocabilmente felice. Dovreste essermi Compagni di Strada, vi porterei a vedere una vista che mai siete riusciti a scorgere, nemmeno nel pi bello dei romanzi, nemmeno nellopera darte pi rivelatrice. Potrete scorgere ci che io chiamo, Ebbrezza.

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Un ribelle. Non sono come voi. Non accetto le vostre regole. Non vivo come mi avete insegnato. Non voto ci che predico. Ho scacciato i fantasmi della coerenza da molto tempo, ma soltanto per poter ricevere un domani il frutto della mia fatica. Sono complice di questa dittatura perch ho creduto che appoggiandola qualcosa di inverso sarebbe accaduto, o qualcuno lavrebbe fatto accadere, cos mi sarei lasciato andare sulle onde della Rivoluzione per poi sputarci sopra una volta raggiunta lEt della Ragione. Sarei diventato un uomo conservatore dopo aver destituito lordine, cos avrei raccontato ai miei figli che partecipare non altro che un sentimento giovanile o il sogno di bambini non ancora cresciuti, cos da non illuderli, perch il sangue del loro padre, che gli inonda le vene, non quello di un leader o di un combattente, ma di chi pu solo ribellarsi, e ribellarsi alle regole imposte dagli altri per vivere, ma cambiare mai. Per questo vengo amato, perch per quanto sia contrario a tutto come se fossi silenziosamente il cane da guardia del ristagno e dellimmobilit. Sembra che io combatta per il nuovo ma in realt combatto per mantenere. Se venissero stravolte le regole io non avrei pi senso, contro chi potrei ribellarmi allora? E cos sopravvivo, su leggi scritte col sangue del sacrificio, che non comprendo. Per questo sono un germe comune, pochi sono i Rivoluzionari oggi, tanti i Ribelli. Tante opposizioni, nessun oppositore se non qualche fortunato, capace di pensare a modo proprio e a scegliere di essere divorato dai corvi per la propria insubordinazione. O costretto allesilio. Dopotutto un saggio scriveva chi a 20 anni non socialista non ha cuore, chi a 50 non conservatore non ha testa, io forse non avr avuto tanto cuore in questa giovinezza, ma di testa ne ho avuta moltissima. Stare sempre a distanza dal fulcro del cambiamento cos da poterne assumere senza troppe piaghe danimo il guadagno e il successo, poter dire io cero ad avvenimenti storici e non si muove nulla quando non si verificano. Ma mai e poi mai assumerei su di me lincarico di essere Quel cambiamento. Sono un parassita dei Rivoluzionari, sono il calcolatore, sono colui che appoggia per sentimento ma non esiste per ragione. Sono il popolo. Dico che chi nasce Rivoluzionario ha avuto da sempre il pane, chi Rivoluzionario diventa lha appena perso. Ma io il pane lho sempre avuto, pi di ogni Rivoluzionario forse, ma la mia condizione quella di una menzogna. Costretto ad essere contro per credere di essere indipendente, costretto a votare lideale morto per non vedere il peggio che c. E fingo di essere bohemien, libertino, bevitore, coraggioso perch, ora, anche questo opporsi a qualcosa. Non pi qualit o vizio, lunico modo per affermarsi. Vago tra di voi, sono come voi, che gustate con dolore la Libert uccisa e lAlienazione sanguinea ma che non cercate di conquistare. Noi, obesi del diritto e oziosi campeggiatori, non muoviamo pi le gambe verso la vetta. Nemmeno la giovinezza pi una giustificazione per cambiare tutto e per conquistare la propria libert. La giovinezza non let per la sbronza, il sapore del vino non cambia con il passare degli anni, lillusione s. La giovinezza let della potenza, quando tutto conquistabile solo allungando la mano. Ma siamo giovani morti, senza sentimenti, senza lotte comuni. Siamo numeri di un mondo affollato, in cui la follia lunica rivoluzione. Ho sempre ammirato il Rivoluzionario, lui s che possiede il segreto della giovinezza, capace di lottare anche da adulto. Cos sincero e cos diverso. Non come noi che marciamo per imitarlo.

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Capitolo IV

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Estate

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Prologo Cera talmente caldo quel giorno che anche lanima aveva iniziato a sudare. Quei due corpi appiccicaticci, trovatisi su quel letto per qualche motivo a loro estraneo, potevano ora, finalmente, allontanarsi senza rischiare di dover fornire giustificazioni allaltro. Lodore dAmore appena consumato non si allontanava da quelle lenzuola sgualcite, la cappa di calore non permetteva di lasciare passare alcun sospiro. Si erano trovati, avevano consumato la fiamma e si erano definitivamente spenti. Nessuno dei due per voleva allontanarsi da quelle braci che avevano iniziato a chiamare Amore, Casa, Famiglia. E cos come fenici improbabili cercavano di risorgere da quel letto cosparso di cenere di Morte. Le stagioni erano passate, i momenti pregnanti si erano sostituiti a fasi di vuoto e viceversa. Quelle due diverse mani avevano smesso di cercarsi da tempo. La banalit si era sostituita alla bellezza della semplicit, la mente vuota dalle preoccupazioni si era riempita di problemi e incredibile noia. Tempo fa si erano promessi alleternit, qualche tempo dopo avevano desiderato la morte dellaltro. Ma nonostante questo ancora non avevano la forza di separarsi, di cercare altri volti e altre mani, altre orecchie e altre bocche. Non era pi il piacere ad unirli, soltanto un odio pi potente di qualsiasi altro Amore. Erano uniti nellinsofferenza e ci li rendeva terribilmente simili. Non guardavano pi da tempo lo stesso cielo, i loro emisferi si erano invertiti. Le campane suonavano lora meridiana, lerba si piegavano sotto un improbabile vento, che non portava n cambiamento n fresco. Larsura della loro gola era pari a quella del loro cuore, e non pi solo destate. Non avevano mai chiesto a qualcuno come uscirne. Tutto ormai perdeva sapore, perfino il giudizio altrui. Si stavano lentamente uccidendo. Le loro membra erano talmente avvelenate che nessun dottore, nessun alchimista sarebbe riuscito a trovare un antidoto al pi grande male delluomo, lAmore. Questa bestia che trascina come a capo di un toro la corrida del cuore umano, che come una folla assetata di sangue aspetta la stoccata del toreador che metta fine a quella tremenda agonia. Non ci sono campioni in Amore, non c nessun toreador che ne esce vincitore. In questa danza diabolica soltanto il toro ne esce a testa alta, rinvigorito per la nuova preda che porter presto con s. Un bambino scottatosi con il fuoco non tenter pi di afferrare la scatola di biscotti sopra al fornello. Un adulto invece pi alto quel fuoco pi tenter di afferrare quei dolci, pi si scotter pi continuer a provarci, sperando che quellestrema piaga sparisca al raggiungimento del tesoro. Il caldo era talmente opprimente che si potevano scorgere le porte dellInferno in quei due cuori, il cui unico peccato fu quello di credere nel padrone di tutti gli Inferi e la cui pena Dantesca fu quella di vivere una vita addolcita amaramente dal sapore del disinteresse. Non conosco una forza pi potente e maledetta dellAmore, aveva detto un giorno quello dal viso acuminato, ma sono troppo coraggioso per non affrontarlo. A ci laltro corpo schiocc un sonoro bacio, come per mettere la firma ad una promessa impossibile da mantenere. Non cera disillusione in quelle gambe, erano state create per correre, anche su una strada sbagliata. Ad esse per non corrispondeva la mente. Quel contenitore di immagini e ricordi non si dava pi pace. Soffriva e cercava una via di fuga, ma il vile corpo non sfuggiva, come comandato da una forza superiore allintelletto, quella ragione di cuore che sempre mette luomo nelle pi grandi difficolt. Cos come il Troiano Paride e la splendente Elena, si ritrovavano ad esser gioco e vendetta di due divinit, senza aver potuto rifiutare la mela della bellezza. Cos come i primi uomini scelsero la via pi difficile tradendo la fiducia del paradiso affrontando le pene dellInferno chiamato Vita. C sempre qualcosa di maledetto nellAmore se veritiero, servire due padroni cos diversi e perennemente in contrasto non mai facile. Perch un uomo destinato a fallire, due son destinati ad uccidersi, tre amanti portano la fine del mondo. Un mondo che non poteva pi ospitarli avendo tradito lasse su cui la Terra gira, avendo preferito la volutt e il combattimento alla routine e al sonno dei sogni. Perch c sempre qualcosa 37

di Rivoluzionario nellamore che nessuno mai cambier. Non so dirvi di quale padre fu il pargolo maledetto, posso dirvi che la levatrice di questo demone fu la Libert, che rese il combattimento impari tra uomo e donna, che rese la mente libera di contorcersi sulle pene dAmore. Che apr il vaso maledetto da cui usc Stordimento, Passione ed Ebbrezza. Che rese noi liberi di amare, incoscienti di quale portata ebbe la nostra scelta. Quei due corpi rimasero sul loro letto, ed ogni giorno combatterono una lotta inevitabilmente perduta

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Un pescatore. Ondeggio nel pi imprevedibile degli dei, sono giostra dei suoi figli che al posto mio guida la rotta della mia dama di legno e sudore. Non esiste altro che il mare in questa in realt. Ogni armeggio linizio di un nuovo viaggio, tutto nuovo, tutto mi sorprende. Questo profondo blu di cui vivo e che mi nutre, con un solo capriccio potrebbe mettere fine allesistenza di uno dei suoi pi fedeli servitori. Se Dio esiste, deve essere il mare. Ma le divinit non possono che avere paura delle increspature imprevedibili, della spuma esplosiva che si scontra contro i primi segni di unargilla modellata. Nemmeno luomo pi imprevedibile del suono dellacqua. Anche io temo questa vitalit, ma lunico lavoro che le mie mani possano compiere senza sentirsi imprigionate o goffe, o semplici arnesi di felicit. Allalba muovo gli ormeggi, al tramonto tolgo la salsedine dalle mie unghie. Questo che voi chiamate lavoro, io lo chiamo missione. non so se solo le mie orecchie possano sentire le grida di dolore delle onde colpite dalla vostra maleducazione e invidia, ma poterne ascoltare i suoni melodiosi mi spinge sempre pi in l, fino a toccare lorizzonte. Sono il capitano Nemo della vostra anima, il Philias Fogg che ha perso il conto dei giorni perch ha trovato pi piacere e stabilit nel caos blu che sulla terra ferma, sono il capitan Uncino della purezza. Mi sono costretto a bere lacqua del mare, lambrosia dei pazzi, per poterci fare lamore. Il ritorno porta addosso sempre una morte transitoria, unafasia insopportabile in attesa di una nuova partenza che mi restituisca la brezza vitale. Forse sto scappando dal vostro sordo mondo, che divora il frutto della mia fatica per pochi centesimi e che mi permette di inquinare il mio stomaco con quella porcheria dolce, su cui basano la vita gli uomini che non conoscono il Blu. Ma in mare non si pu scappare, il mare il pi grande ascoltatore e la pi dolce delle insistenze. Ogni goccia merita di sentirsi oceano per almeno un momento. E cos mi ritrovo innumerevole volte a conversare con i gabbiani, con gli squali, con le onde. Ed essi parlano di loro, dei loro viaggi, dei loro amori. E io con loro mi confido dei miei dolori, della mia morte nellessere fermo e nel rischio di cristallizzarsi. Tutto sembra vivo, ho visto pi colori in un solo giorno in mare che nelle metropoli pi affollate della terra. Se esiste un Inferno, questo deve essere il mare, cos virile e cos forte, cos bello e silenzioso, cos altero e campione. Non vedo possibilit oltre questo mare ed tutto ci che non ha la terra ferma. il pi grande dei maestri ma il bagno per gli ignavi, la pattumiera per le donne iniziate, dei cani e dei depressi. Bisogna amare questa oscura essenza, non utilizzarla come una palestra. Piacerebbe a voi essere il gioco di una enorme massa di bambini? Mi sono sempre chiesto cosa volesse dire amare, una donna, un uomo, un figlio. Ma nel mare questa domanda possiede gi una risposta, non ho mai potuto non perdonarlo per un tradimento, per ci che fa con altri come me, dediti alla sua Musica, o con quelle enormi barche che portano giovani vecchi su spiagge di tendenza, scarto di ci di cui si riserva il Blu. Amare una cosa facile, volendo si pu capire ogni cosa dellaltro, il mare invece una scelta sconvolgente. Ma capisco chi preferisce la carne alla salsedine, la stabilit alla tempesta. pi facile accontentarsi del campo visivo che conquistare lorizzonte. Non dubito che innamorarsi ed amare, amare tutto quello che si sono gli altri sia difficile, impegnativo, distruttivo. Questo perch come me gli amanti scelgono qualcosa che li pu uccidere, ma anche il dolore non che lapice e linizio di una giustificazione di una vita. La mia sar una morte totale, il mio cuore soffocher inondato dal sale ma sapr con certezza la mia fine, e, se non altro, sar lapice della mia vita. Potrei amare una donna soltanto se potesse rispecchiare ci che vedo io, quando sono sconvolto dalle onde, una donna con il mare dentro e non soltanto negli occhi. E come ora navigherei nelle sue acque incerte, che potrebbero farmi rovesciarmi da un momento allaltro, e uccidermi a suo piacimento. Per questo un pescatore non colui che porta da mangiare, ma un poeta. Per questo amo il mare. Ci che luomo non conosce vuole ucciderlo, ci che il poeta non conosce non pu che amarlo. 39

Un innamorato dellamore. Non ho mai avuto bisogno di una donna o di un uomo. Nemmeno di un cane per dirvi la verit. Non ho mai sentito il prurito del cuore scaldarsi vedendo una faccia sconosciuta, n il velo della luna ne ha mai resa una particolarmente interessante. Eppure mi sono trovato sempre insieme a qualcuno. Un uomo indubbiamente fortunato certo, ma non sapendo come goderne sono sempre rimasto un fanciullo in mezzo a discorsi da adulto. E non per linesperienza, di quella ce n stata, ma piuttosto per non poter essere chiamato in causa. Gi, lAmore. Come un parassita ho provato ad assorbire il sentimento che qualche fanciulla ha provato per me, sperando di poterne catturare lessenza per osmosi. Ma non funzion mai, nonostante limpegno e la speranza, arrivavo a fare i conti con limpossibilit del successo e lingloriosa disfatta, prima o dopo. Non potendo accettare lennesima sconfitta a me stesso, sarei mai riuscito ad amare?, mi rifugiavo negli istinti pi feroci, che rovinavano una storia per tutti idilliaca. Ma lidillio non pu vivere nella falsit, si nutre di essa indubbiamente, ma quando uno dei due attori decide di farla finita anchesso deve perire. Le lacrime piante non piegavano le mie ginocchia. Non soffrivo per me, per le mie azioni improbe, per il disgusto della via di fuga. Non provavo nemmeno dolore. Sfogavo una tremenda piet per queste creature. Ma per il loro patire io, non avevo rimpianto. Milludevo di poter soffrire anche io, e cos di poter imparare ad amare. Nonostante tutti i tentativi non ci riuscii mai. Cercavo di riparare alle mie malefatte, compiendo gesta eroiche e da innamorato. Ma anche questi tentativi furono falsi e inutili. Sono un attore con il copione strappato, non potr mai sentire il calore della vostra famiglia o la bellezza di veder sfiorire allo specchio una moglie ed amarla ancora. Mi proibita lebbrezza di un vero bacio. Le labbra che sfioro non hanno pi sentimento di un bicchiere di cristallo. Anzi, lutilit di essi si equivale davanti ai miei occhi. Uno per la virt della carne, laltro per la virt del vino. Ma entrambi finita la potenza lasciano in me un senso di nausea e dinedia che mi uccide. Strana sorte mi toccata, quella di essere innamorato perennemente ma di nessun uomo. Amo per amare, ma non amo nemmeno me stesso. Amo lAmore, lo cerco, ma mi impossibile provarlo. Che cos lAmore. Ho leducazione di un nobile, la saggezza di un filosofo ma non trovo ci che al pi basso degli uomini, e forse degli animali, concesso. Ti Sto aspettando Prometeo, non per il fuoco che cela lumana divinit, ma lAmore che rubasti al suo possessore. Anche io avr la mente divorata dagli uccelli, non avendo cuore. Ho provato a comprare questa merce, ma nessun mercante nel mondo me lha potuta vendere, allora lho cercata, come un pazzo, sulle dune del deserto e nei bazar della Turchia, sui monti peruviani e nei mari oceanici. Ma nulla. Nessuna donna ha mai posato il suo odore sul mio cuore, non una i suoi occhi nelle mie mani. Tante ne ho avute, nessuna mi ha avuto. Per questo ora mi abbandono nei bordelli pi malfamati, cercando nei vizi di chi un Amore lo possiede, il segreto, o forse soltanto per estraniarmi da un destino maledetto che mi rende cos insaziabile per le donne. Dove passo ci sono rose e terremoti, colgo e muoio cogliendo. La linfa a me preclusa. Non so quale divinit ha barattato il mio cuore alla vanit, so soltanto che a questo gioco di dadi anche io avrei contrattato lamore in cambio del successo.

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Un amante infedele. A nessuna ho promesso il mio amore eterno, a nessuna ho promesso la mia vita. Spesso considero di essere fedele e scegliere la strada della famiglia e ogni volta ricado in questo peccato di leggerezza carnale. Le donne che ho conquistato sono state fedeli custodi del mio segreto. Io danzo allinfedelt, lebbrezza dei vini costosi diventa la fiamma che scatena lincendio. A cuor leggero tutti son buoni a fare allusioni, io alludo e conquisto. Sono lantro oscuro del padre di famiglia, il segreto celato nel profondo dellistinto. Il bacio di Saffo che canto con parsimonia ed estrema lucidit. Non mi porta gloria essere luomo della porta del peccato, ma la purezza mi spaventa quanto la morte. E quindi scappo, fuggo dalla possibilit di rinchiudermi nella stabilit e nella routine poi. Le mani che si congiungono alle mie sono il contratto che non voglio firmare se non su di un letto. Ho amato, ho rispettato. Ho tradito, ho usato. Conoscendo il mio destino, un cuore leggero e una carnalit incontrollabile, non ho mai accettato la convenzione del matrimonio n della fedelt. Sono un traditore sincero. Il mio disprezzo verso coloro che tradiscono e nascondono, affossano al passato per non scombussolare la propria vita. Quelli son vili ammaliatori di donne deliziose che aspettano laltare. Io non dono anelli per lasciare a qualcuno il sogno del principe azzurro. Io dono me stesso e la mia anima corrotta a chi vuole per una serata usarla e farsi usare da lei. vero potrei semplicemente non impegnarmi con qualcuno e restare un semplice seduttore. Fosse cos non amerei tanto le donne. Non creo rapporti per convenienza n per creare maggiori possibilit, di questo, con tutto il rispetto, non ne ho bisogno. Quello che cerco piuttosto il passare da unanima allaltra dopo averne succhiato tutto quanto possibile. A me le donne si confidano, parlano dei loro segreti e ascoltano la mia grande eloquenza. In cambio di questo orecchio non mi chiedono fedelt, nonostante la urlino silenziosamente. Non ho mai accettato una causa buona. Non commiseratemi, non sono un Rivoluzionario della societ, la mia Rivoluzione io la porto allAmore. il mio messaggio dei peggiori, luso comune dovrebbe imprigionarmi e nascondermi su unisola deserta per nascondere quello che tutti vorrebbero. Il mio amore libero, non si pu controllare la fisicit come non si pu controllare lamore senza cadere in contraddizione con se stessi. Sono fedele a me stesso, questo s, anche se ci ha comportato pi dolori e maledizioni di qualunque amore spezzato. Voi guardate con apprensione la vostra donna quando sono a braccetto con la mia. Voi sapete, e ne avete paura. Vi viene pi facile accettare di tradire un ideale, una giusta causa, una legge piuttosto che macchiarvi del peccato di lussuria e tradimento amoroso. Ed incredibile come riusciate a diventare qualcuno nascondendo dentro di voi lanima del reietto e del traditore vivente. Di sicuro avr vita breve, sbagliando donzella qualcuno mi bucher la testa in un duello e porr fine a questo vortice di passione ed ignoto che si trascina dietro il dolore di fanciulle e fanciulli. Non ne abbiate, non me ne curo per puro auto egoismo. Ne soffro vero ma non potr mai sacrificare la mia vita in una casa di famiglia nella quale non potrei vivere. Tradite dunque uomini, tradite le vostre donne e continuate a vivere nel buio. Tradite pure i vostri ideali sotto gli occhi di tutti e condannate me per i vostri peccati. Sono un traditore dAmore, non della Patria. Il vero traditore mai tradir il suo sangue, nemmeno se sotto tortura. La legge su cui sono nato io la rispetto. Ma non avendo fatto giuramento alcuno, sono libero di vivere la mia vita. Siete voi, razza assetata di certezza che firmate per potervi sentire donne e di nuovo uomini, tradendo.

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Unamante tradita. Senza dubbio la mia anima ostaggio di qualcuno. Ma quanto mi dolce questa prigionia. Quanto il carceriere mi confortante. Mi inebrio del suo odore e del suo rancio spesso stantio. Ma dentro queste sbarre posso sentire ancora, la mia libert. Almeno sempre stato cos fino ad adesso. Perfino le percosse erano carezze, delle pi lievi per giunta. Sapere di essere la vittima prediletta di questo malvagio guardiano mi faceva sentire amata, la pi amata addirittura. Adesso non pi cos. La mia cella stata aperta, il mio carceriere scomparso con qualche altra migliore vittima. Io non ho la forza di uscire da questa stanza, le porte ormai sono aperte, il mondo fuori da qui. Una vita forse. Ma la mia lho persa nellattimo del primo bacio che mi ha chiuso nel suo odore. Che mi ha rassicurato con le sue mani e che ha reso musicali i sospiri pi vergognosi. Mi ha tradito vero, ma potrei perdonarlo. Sapevo sarebbe accaduto e non posso fargliene una colpa. Sento il bisogno di abbracciarlo e di riperdermi tra le sue braccia. La mia carne la sua. Il mio corpo trova soluzione soltanto nellunione con lui. In questo momento non servo a nulla, nemmeno per una pezza da piedi. Sono passati dei mesi, e ancora non riesco ad uscire da questo labirinto, il mio Teseo morto nello scontro con il Minotauro. Ma non ho spoglie su cui piangere, se non qualche ricordo delle sue labbra. Lho perso per sempre. Sono vuota, sconvolta, affranta. Non c pi nulla che mi possa salvare. Lui mi ha tradito vero, ha ceduto la sua volont alle carni di qualche altra, ma la colpa mia. Non compiacetevi della vostra felice famiglia, anche io ero come voi. Non credetemi pazza, sono colpevole. Io che non lho saputo tenere mio, adattandomi alle privazioni e alla sua imperante figura. Senza certezza, senza volont se non lui. Piangete con me, lenite i vostri dolori con le peggiori pozioni, io non lo far. Espier la mia colpa con il dolore. Perch non rimasto mio. Perch forse non lo mai stato. Ma io lamo! Lamo con tutta me stessa, da quando mi rap dalla prigionia famigliare. E ora vago da sola nel pericolo della mia vita. Non cerco soluzioni, potrei provare a riconquistarlo certo. Ma come? Voi che stanotte vi sdraierete accanto al vostro compagno, sorelle, rimpiangetemi. Consideratevi fortunate. Insegnate alle vostre figlie di non crescere come me. Avete ragione, forse. Ma nel mio passato il dolore si riesce a lenire. Lestasi passate sono ancore di una nave che affonda, sono dei pesi maledetti che feriscono e amano ancora di pi. Passo le mie giornate ad osservare le catene che sto cercando di ricostruire, spezzate dalla sua forza. Nemmeno il lucchetto riesco ad assemblare. Possiedo solo i brandelli di una veste consumata, che un tempo in pieno sfarzo mi consigliava di lasciarmi andare, di dedicarmi ai suoi frutti, una volta ancora. Ci davamo del tu, io e questa anziana signora. Lho uccisa e le ho strappato il vestito. Si chiamava Amore, il cognome non lo conosco e non glielho mai chiesto. E fu un errore, avrei saputo che era figlia di Morte e Tradimento. Forse mi sarei salvata in tempo, forse non avrei seguito i suoi consigli. Eppure parlava in modo cos convincente che era impossibile non crederle. E mi sono fatta buggerare, ingannare, distruggere. La merce di scambio non mi sembrava cos costosa, mi chiese tutta me stessa. Ma disse che sarebbe stato un prestito. Che un tempo avrei ottenuto me stessa di nuovo. Il tempo questo. Ma non sono pi me stessa, ora, sono una persona. Prima ero un burattino nelle mani di due capicomici, che amavo e a cui ho regalato me stessa. Ora che la mia bocca non ha pi le parti dettate da un suggeritore, ho dimenticato luso della parola, la mia fantasia scomparsa e non risorger pi. Sono maledetta ed impossibilitata a sognare. Almeno finch non trover un altro burattinaio, o incontri di nuovo quella signora. Non le sbatter luscio di casa in faccia. La far comodamente sedere, prenderemo un t e parleremo di sua sorella, quella antipatica signorina che nelle sale da oppio e nei bordelli si fa chiamare Codardia, con cui va per mano. E che presenta agli innamorati come me. Che rendono la paura una lastra sulla fronte impossibile da togliere. Uscire? E perch mai. Il mio volo impedito dai venti pi feroci. Le mie ali non si spiegheranno pi. Raccontate alle 42

vostre figlie della mia storia, ed esortatele ancora una volta di non ascoltare gli sconosciuti. Cos non mi avrete nella vostra famiglia. Cantate dellamore, voi, scrupolosi padri. Della castit e delle vostre bellissime vergini. Anche voi avete conosciuto quella signora. O forse no, o forse troppo. Ma so che il mio dolore sar pi vero della vostra vita, nascosti con la sorella dellAmore in qualche stanzino a spacciare per verit il vostro inganno. Rendete le vostre figlie regine, allora conosceranno prima loblio e la bellezza dellebbrezza e del proibito. Fatele sbocciare in s stesse, e forse allora andr in maniera migliore. E non dimenticatevi dellinsegnamento che porto a tutti. Amore e Codardia vanno sempre insieme. Quando la prima sola allora potrete essere uomini. Quando sono insieme o la sorella minore si sostituisce alla maggiore vi perderete e sarete, come morti.

Ho conosciuto una piacevole signora, che pare sia nelle mie stesse condizioni. Appena ha visto quei brandelli li ha distrutti e mi ha confidato di odiare quella vecchia megera che si spaccia per Amore. mi ha parlato di cose piacevoli e dellunica pozione lenitiva. Mi ha detto di chiamarsi Vendetta. Ho speso tutto quello che avevo per convincere un uomo a riprendersi il mio uomo. Gli far un buco in testa. E per questo lo ringrazier avendo una tomba su cui poter piangere. Il cimitero sar il mio nuovo carcere. Lho sognato morto, quelluomo. E sar questo il merito di averlo fatto mio di nuovo, scusandomi per il prezzo che gli far pagare. Io gli diedi me stessa viva. Lui mi dar se stesso morto. E il nostro amore, sar Eterno.

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Un Seduttore. Sconvolgo le anime degli uditori nei miei spettacoli dialettici. Conquisto il cuore di vergine bambine e di alte contesotte. La mia lingua e il mio onore sono ci a cui aspirano tutti, per essere una pagina di questo grande libro che ho redatto per me. Mai vi riuscir di trovare rilegatura pi pregiata o contenuto pi impietoso. Canto lAmore Perduto e quello Ritrovato. Cerco nelle gonne e nelle pieghe dei vestiti il cuore di abili dame, che prima minfangano e poi piangono sul proprio letto per me. Ho un grande cuore, la Gelosia mi preclusa. Ho un grande sentimento che la mia maledizione, cercare nella carne altrui quello che un filosofo cerca nella propria. In una costante ricerca di s. Le cosce sono il mio vino, le labbra la mia droga. NellAmore riesco a perdermi quanto un ubriacone nel suo bicchiere. Non sono un codardo, non sto scappando dal mio irrefrenabile Giudizio, non sto scappando dalla mia Natura n cerco di vendicare il dolore di amori fanciulleschi traditi. Non sono un amante disilluso. Ho trovato in pagine di carne il libro della mia Redenzione. Soltanto cos riesco a trovarmi e a sentirmi vivo. Non sono un amante che lascia la donna nel letto e non si fa pi rivedere, non sono il conquistatore che nelle sale da ballo gareggia per quanti pi fiori riesce a cogliere. Questi son vizi da volgari fanciulli. Come un pittore trova nel pennello la sua arte, io nella Seduzione ho trovato la mia tela da dipingere. Non cerco soltanto il contatto carnale, qualunque prostituta potrebbe regalarmelo per il mio fascinoso aspetto e la mia facolt di denaro. Io cerco di conquistare loro le anime e, con loro, la mia. Le donne che nel mio libro si succedono hanno lasciato una traccia ben pi profonda di qualche riga scritta sulla loro attitudine ad Amare. In molti si possono vantare di aver posseduto la carne di una donna, in pochi lanima. Sono un investigatore di fondi. Ho conquistato e mi sono lasciato perdere, mi hanno conquistato e ho perso. Ho un cuore pieno di spilli utile ad un sarto per confezionare un nuovo vestito di classe. Il Dolore non che una scia bianca sul cammino rosato dellamore e la mia daltona non mi ha mai concesso di capire esattamente dove finisse luno e dove iniziasse laltro. Per ci non ho mai avuto paura di nessuno dei due e, anzi, sono sempre pi uno dei loro pi vicini seguaci. Conquistare non un diletto ma una continua introspezione. Le rose che regalo sono frutto di spine sanguinanti, le lettere che spedisco frutto di intenti laboriosi. La mia fortuna stata quella di piacere, per qualche motivo, alle persone o, per lo meno, di essere appariscente. Sulla mia fronte campa la massima non importa che se ne parli in bene o in male, limportante che se ne parli. E per quanti mi amano tanti mi odiano. Accomunati che siano dallodio o dallinvidia, dalla fame o dallignoranza, poco importa. Nessuna donna capace di suscitare in me lestro poetico del filosofo pu dormire sonni tranquilli, a costo di risultare ridicolo. Amare per me una passione congenita, c chi forte nelle pratiche acquatiche, chi nella scrittura, chi nella maglia. Io sono nato per questo. Le condanne che mi sono rivolte non mi spaventano pi, il coraggio di conquistare una donna misteriosa e pura maggiore di quello che serve per arrivare davanti al boia. La mia testa alta e la mia fronte tocca il cielo, e non soltanto per una speciale fierezza verso la mia persona. Soltanto una mia presunzione non riesco a sopportare, ed pesante pi di qualunque altro fardello che mi ha segnato lungo la Strada. Ho sempre avuto la convinzione di poter rovinare la candida neve con il mio passo, di renderla meno pura. Quando anche il macchiarsi la scelta di qualcunaltro, sebbene linsistenza possa uccidere. Non ho consigli da dare a qualche seguace di questa misteriosa divinit, so soltanto che per essere tale ogni uomo ha bisogno di una buona amicizia sincera, anche nel mio caso, in cui le amicizie sembrano precluse. Ogni uomo, dal Vagabondo allEremita, dal Pagliaccio al Pendolare, ha bisogno di un contatto, sia esso nella propria interiorit o nellinteriorit di qualcun altro. Perch sebbene il vino sia sacro e utile, rimane menzognero e muto.

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Epilogo

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Stagioni

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Un Ubriaco? Certe volte, non sai il perch, ma la vita risulta incomprensibile, talmente inafferrabile che le sue lunghe braccia materne appaiono quelle di uno straniero che vi estrae dalla cavit irraggiungibile. In quei momenti i Filosofi correggono la strada e ritornano in se, quel momento in cui i Seduttori avendo conquistato la propria notte si sentono gi vuoti per la preda successiva che sazi la loro inaffettivit, in queste situazioni i Pagliacci, i Ribelli, i Rivoluzionari, i Qualunque, gli Eremiti e tutti i loro fratelli sentono larsura nella gola dellennesima sigaretta. In questi momenti ci si rifugia nel dmone pi veritiero, e a basso prezzo. un buon riparo contro il vento, non ho mai saputo se scappassi dalla morsa del freddo, o dalla mia. Esistono due tipi di bevitori, quelli che scappano da tutto, e quelli che riescono soltanto cos a conversare senza paure con la propria anima. Quanti amori sprecati, quante curve della vita che allontanano dai propri sogni, su quante delusioni e rimorsi un uomo deve incamminarsi prima di rialzare la testa. Ma un Ubriaco non uno scansafatiche, non nel mio caso per lo meno. Ho incontrato anonimi come me, che non potendo pi capirsi e non volendo pi ascoltarsi decidevano di tornare nella propria prigione, ho incontrato solitari che non potevano fare di meno. Ho incontrato di chi si sapeva, di chi non voleva farsi sapere, di chi non si sapeva. Ma anche tutte queste possibilit han lasciato cicatrici sul mio volto. Bevo altro non potendo bermi completamente. Mi disseterei di me, e fino allestate successiva non avrei bisogno di dissetarmi. Ma purtroppo sono avido e impuro, e ci non mi possibile. Ci sono innumerevoli mezzi che conducono alla coscienza, ognuno, se abbastanza impavido, la trova nei suoi vizi e nella sua natura. Io sono certamente un vizioso, ma il mio unico essere incontentabile. Potessi avere un Dio, potrei accontentarmi, ma non sono mai riuscito a bere da un bicchiere di qualcunaltro, fosse anche quello di un Santo Martire. Certo, potrei intrecciare il mio bicchiere a quello di una dama, ma non ho mai sopportato liquori dolci e melensi. Per questo cerano le annate giuste, e io sono sempre stato un disgustoso cultore di vino. Non let a fare di un vino la bont, ma lo spirito in cui si beve. C chi trova se stesso nella manualit c chi invece nel gesto continuo. Ho sempre disprezzato chi difende gli interessi di chi ci gode. Dunque non crediate che la vita mi abbia superato o conquistato, io voglio soltanto conquistarla. Ci sono vite spese bene e altre che considerate perdute. Ma pensate che ogni cosa ruota anche per voi. E se il vostro gesto non vi richiedesse di pi di amare? Che tutto il dolore di cui vi imperlate la fronte non richieda meno energia di correre? E se in realt, il vostro sudore non fosse per lo sforzo richiesto alle membra ma un piangere danima. Allora vi adagereste su di un divano a dimenticarvi di voi, ma anche l lanima piange e forse di pi. Allora comprerete un ventilatore, che rinfreschi laria putrida di voi. E se anche questa fortuna non funzionasse? Giudicherete me un ubriacone, un sopraffatto della vita che cerca In fondi di bottiglia, la sua vita. vero, ogni volta che abbandonate la vostra Giustizia, mi trovate seduto accanto a voi nellinfimo locale di periferia, bevendo lo stesso infuso. Ma pur vero che la mia bevanda si differisce alla vostra. Il mio vino rosso sangue, come quello che vi alimenta il capo, e ha tinte clamorosamente varie. Il vostro solido e immobile, sempre uguale, qualche volta ha le bollicine, ma proprio se volete lanciarvi. Il mio vino coperto di lacrime. Di chi ci ha bevuto e di chi ci berr, di tutte quelle che non ho mai potuto spillare, di quelle di cui non ho mai potuto godere. Ma, spesso, soltanto cos riesco a parlarmi. Senza freno e senza paure, come in giovinezza. La giovent porta molte cicatrici, ma solo quelle pi profonde sono causa propria. C chi viaggia con un coltello fra i denti e ti incide il cuore, ma soltanto il vero possessore sa cospargere sale. Ci sono tre padroni sulla strada. La mente per sceglierla, i piedi per percorrerla e il cuore 47

per sbagliarla. Diciamo di essere uomini razionali, ma non sappiamo ancora addomesticare il cuore. Che altro mezzo impossibile costruiremo prima di poter prendere la patente al cuore? E alla famiglia? Non siamo noi a scegliere il destino che ci poniamo innanzi, ma gli altri. Siamo cos nostalgici dellambiente materno che bramiamo di restare giovani, per ricordare meglio. Ma la memoria, il pi grande dei nostri alleati, ci fa ricordare soltanto quello che vogliamo. Allora quel batticuore che ci prese da uomini, risulta un piatto amaro. Mi sono gettato su un complice vero, ma abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci spalleggi, fosse anche per capirsi. Firmiamo un patto col Diavolo da giovani, per poi dimenticarcene da maturi. Da morenti ricordiamo con rimorso, ma neppure un dolce della giovent ci reca minor disturbo. Allora ditemi quale errore c nella vita, per poterla assimilare alla realt. Quale coraggio possa spingermi a finire lennesimo chilometro della strada che in un fiume, naviga? Avrei potuto non rifugiarmi nellennesima tana. Ma oltre che un bisogno fisiologico, indettato dalla debolezza. Un bisogno dellanima mi spinge a consumare lennesimo bagno nella ruota. Che un vetro comprenda di pi di un orecchio, non son sicuro, ma non si mai sazi delluno ne dellaltro. Potendo avrei scelto il secondo, ma il Tempo non si trova a bassa prezzo come nelle osterie. E allora sono qui, a parlare con nuvole di fumo nella mia testa. Non esiste peggior missione di quella che conduce allincontro di se. Ma non come militari, dobbiamo sceglierla per passione. La guerra iniziata, comprendersi o perire, ma la morte arriver. Ma alla morte, soltanto uno arriver vivo.

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