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Generale Leonid Ivashov : «Il terrorismo internazionale non esiste» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

VOLTAIRE,
Axis for Peace 2005 INTERNATIONAL
Generale Leonid Ivashov : «Il terrorismo EDITION
internazionale non esiste» Focus
di Leonid Ivashov*

Il generale Leonid Ivashov era capo di Stato Maggiore THÈMES


dell’esercito russo al momento degli attentati dell’11
L’occupation de l’Irak
settembre 2001. Avendo vissuto gli avvenimenti
dall’interno, egli ce ne fornisce un’analisi molto diversa da
quella dei suoi omologhi statunitensi. Come durante il suo
intervento alla conferenza Axis for Peace 2005, in questa
intervista egli spiega che il terrorismo internazionale non
esiste e che gli attentati dell’11 settembre sono una messa
in scena. Quello che vediamo è solo un terrorismo
strumentalizzato dalle grandi potenze e che non esisterebbe
senza di esse. Invece di fingere una “guerra mondiale al + + +
terrorismo”, egli sostiene che il modo migliore di ridurre gli
attentati consiste nel ripristino del diritto internazionale e
della pacifica cooperazione sia tra gli Stati che tra i loro
cittadini.

14 GENNAIO 2006

Depuis
Bruxelles
(Belgique)

Thèmes
Guerre globale
au « terrorisme »
Axis for Peace

Il generale Leonid Ivashov e Webster Tarpey alla conferenza Axis for


Peace 2005

Come mostra la situazione mondiale, il terrorismo sorge ovunque


si esasperino le contraddizioni, dove intervenga un cambiamento
delle relazioni sociali, dove si crei un’instabilità politica,
economica o sociale, dove si liberino delle potenzialità
aggressive, dove intervenga la decadenza morale, dove trionfino
il cinismo ed il nichilismo, dove si legalizzi il vizio ed esploda la
criminalità.

È la globalizzazione che crea le condizioni per questi fenomeni


estremamente pericolosi. All’interno del suo quadro avviene il
rifacimento della carta geostrategica mondiale, sono redistribuite
le risorse planetarie, vengono disfatte le frontiere degli Stati,
viene fatto a pezzi il sistema di diritto internazionale, vengono
cancellate le particolarità culturali, s’impoverisce la vita
spirituale. L’analisi dell’essenza del processo di globalizzazione,
come delle dottrine politiche e militari degli Stati Uniti e di certi
altri paesi, prova che il terrorismo contribuisce alla realizzazione
di una dominazione mondiale ed alla sottomissione degli Stati ad
una oligarchia mondializzata. Questo significa che il terrorismo
non è un soggetto indipendente della politica mondiale, ma

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Generale Leonid Ivashov : «Il terrorismo internazionale non esiste» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

non è un soggetto indipendente della politica mondiale, ma


semplicemente uno strumento, un mezzo per instaurare un
mondo unipolare avente un unico centro di direzione globale; il
terrorismo è un espediente per cancellare le frontiere nazionali
degli Stati ed instaurare la dominazione di una nuova élite
mondiale. È proprio questa nuova élite ad essere il soggetto
chiave del terrorismo internazionale, il suo ideologo e il suo
“padrino”.

L’oggetto principale della nuova « élite » mondiale è la realtà


naturale, tradizionale, culturale e storica, il sistema esistente
delle relazioni tra gli Stati, l’ordine mondiale nazionale e statale
della civiltà umana, cioè, in definitiva, l’identità nazionale.

L’attuale terrorismo internazionale è un fenomeno che ricorre, da


una parte all’impiego del terrore attraverso strutture politiche
statali e non, come mezzo per raggiungere i suoi obiettivi politici
con l’intimidazione, la destabilizzazione sociale e psicologica della
popolazione e con il soffocamento della volontà di resistenza
degli organi del potere, dall’altra, ricorre alla creazione delle
condizioni proprie alla manipolazione della politica dello Stato e
della condotta dei suoi cittadini.

Il terrorismo è lo strumento di una guerra di nuovo tipo. Allo


stesso tempo, il terrorismo internazione, in accordo con i media,
diviene il sistema di gestione dei processi globali. È precisamente
la simbiosi tra i media e il terrorismo a creare le condizioni che
permettono svolte nella politica internazionale e modificazioni
della realtà esistente.

Se, in questo contesto, si analizzano gli avvenimenti dell’11


settembre 2001 negli Stati Uniti, si possono trarre le seguenti
conclusioni :

1. I mandanti di quegli attentati sono i circoli politici e gli


ambienti d’affari che avevano interesse a destabilizzare l’ordine
mondiale e che avevano i mezzi per finanziare quell’operazione.
Il concepimento politico di quell’atto è maturato là dove sono
apparse tensioni nella gestione delle risorse – finanziarie e di
altro tipo. Le ragioni di quegli attentati devono essere ricercate
nella collusione degli interessi del grande capitale al livello
transnazionale e globale, in particolare nei circoli non soddisfatti
dai ritmi del processo di globalizzazione o dalla direzione presa
da esso.
A differenza delle guerre tradizionali il cui concepimento era
determinata da politici e generali, gli iniziatori (della « guerra
mondiale al terrorismo », ndt) sono stati degli oligarchi e dei
politici loro sottomessi.

2. Solo i servizi segreti ed i loro capi attuali o in congedo – ma


che hanno conservato dell’influenza all’interno delle strutture
dello stato – sono in grado di pianificare, organizzare e gestire
un’operazione di tale ampiezza. In generale, sono i servizi segreti
che creano, finanziano e controllano le organizzazioni estremiste.
Senza il loro sostegno, tali strutture non possono esistere – e
ancor meno effettuare azioni di una tale ampiezza all’interno di
paesi particolarmente ben protetti.
Pianificare e realizzare un’operazione di tale portata è
estremamente complesso.

3. Osama ben Laden e « al Qaïda » non possono essere stati né


gli organizzatori né gli esecutori degli attentati dell’11 settembre.
Essi non possiedono né l’organizzazione richiesta a questo scopo,
né le risorse intellettuali, né i quadri necessari. Di conseguenza,
si è dovuto formare una squadra di professionisti, mentre i
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Generale Leonid Ivashov : «Il terrorismo internazionale non esiste» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

si è dovuto formare una squadra di professionisti, mentre i


kamikaze arabi hanno svolto il ruolo di comparse per mascherare
l’operazione. L’operazione dell’11 settembre ha mutato il corso
degli avvenimenti nel mondo, imprimendogli il ritmo e la
direzione decisa dagli oligarchi internazionali e dalla mafia
transnazionale, vale a dire da coloro che aspirano al controllo sia
delle risorse naturali del pianeta, sia delle reti globali
dell’informazione, sia, infine, dei flussi finanziari. Quell’operazione
ha pure fatto il gioco dell’élite politica ed economica degli Stati
Uniti che aspira anch’essa alla dominazione globale.

L’uso del « terrorismo internazionale » mira a conseguire i


seguenti obiettivi :

Dissimulare i veri scopi di quelle forze, sparse nel mondo, che


lottano per la dominazione e il controllo globali ;
Sviare le rivendicazioni delle popolazioni e condurle in una
lotta dagli esiti incerti contro un nemico invisibile ; distruggere le
norme internazionali fondamentali, alterare concettualmente
termini come : aggressione, terrore di stato, dittatura o
movimento di liberazione nazionale;
Privare i popoli del loro legittimo diritto alla resistenza armata
contro l’aggressione e all’azione contro l’attività sotterranea di
servizi segreti stranieri.
Portare i popoli alla rinuncia della difesa prioritaria degli
interessi nazionali; favorire la trasformazione nella dottrina degli
obiettivi militari facendola scivolare verso la lotta contro il
terrorismo; trasformare la logica delle alleanze militari a
detrimento di una difesa congiunta e a vantaggio della coalizione
anti-terrorista.
Risolvere i problemi economici ricorrendo ad una forte
costrizione militare col pretesto della lotta contro il terrorismo.

Per combattere efficacemente il terrorismo internazionale


bisogna prendere le seguenti misure :

Ribadire davanti all’assemblea generale dell’ONU che i principi


della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale devono
essere rispettati da tutti gli Stati ;
Formare un’unione geostrategica di civiltà (forse sulla base
dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai, che raggruppa
la Russia, la Cina, il Kazakhstan, la Kirghizia, il Tadjikistan e
l’Uzbekistan.), con un’altra scala di valori rispetto a quella degli
Atlantisti. Elaborare una strategia di sviluppo degli Stati, un
sistema di sicurezza internazionale, un altro modello economico-
finanziario (il che significa rimettere il mondo sui due piedi.
Unire (sotto l’egida dell’ONU) le élite scientifiche affinché
elaborino e promuovano delle concezioni filosofiche dell’Essere
umano del XXI secolo.
Organizzare l’interazione di tutte le confessioni religiose del
mondo, in nome della stabilità dello sviluppo dell’umanità, della
sicurezza e del sostegno reciproco.

Leonid Ivashov
Il generale Leonid Ivashov è vicepresidente dell’Accademia
dei problemi geopolitici. E stato capo del dipartimento degli
Affari generali del Ministero della Difesa dell’Unione Sovietica,
segretario del Consiglio dei ministri della Difesa della
Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), capo del
Dipartimento di cooperazione militare del ministero della
Difesa della Federazione Russa. L’11 settembre 2001 era
capo di stato maggiore degli eserciti russi.
Articoli di questo autore

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Generale Leonid Ivashov : «Il terrorismo internazionale non esiste» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

Guerre globale au « terrorisme »

Axis for Peace

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Andreas von Bülow : «Innanzi tutto dobbiamo lottare contro la manipolazione» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

VOLTAIRE,
Axis for Peace 2005 INTERNATIONAL
Andreas von Bülow : «Innanzi tutto EDITION
dobbiamo lottare contro la Focus
manipolazione»
Andreas von Bülow Ex ministro e parlamentare tedesco, ha THÈMES
fatto parte della Commissione parlamentare di controllo sui L’occupation de l’Irak
servizi segreti, nella quale ha messo in luce il ruolo della
CIA in diverse operazioni criminali che colpirono
luttuosamente la Germania nel corso della Guerra fredda.
Nel suo contributo alla conferenza Axis for Peace 2005, egli
analizza i meccanismi in atto della politica imperialista.
Forte dalla sua esperienza, parla dettagliatamente della
collusione tra il crimine organizzato, il traffico di droga e i
servizi segreti. Le manipolazioni che emergono da questo
+ + +
studio lo conducono a incentrare il dibattito sulla questione
dell’informazione, che egli afferma debba essere il terreno
privilegiato delle lotte future.

12 GENNAIO 2006

Depuis
Bruxelles
(Belgique)

Thèmes
Axis for Peace

Andreas von Bülow

Durante la seconda metà del XX secolo, abbiamo assistito ad un


confronto militare tra due blocchi, non solo in Europa ma su tutto
il globo. Ciascun blocco giurava all’altro di non avere alcuna
intenzione di attaccarlo, e nessuno dei due ci credeva. A tal punto
che i due campi tenevano pronti milioni di soldati nelle loro
caserme, in attesa di un’azione imminente, migliaia di aerei in
stato di allerta, divisioni di carri armati, unità di artiglieria armate
di ogive nucleari, aerei da caccia, missili a corto, medio e lungo
raggio, sommergibili armati anch’essi di missili, portaerei,
corazzate i cui missili di crociera erano non-rilevabili, perfino sul
territorio dell’avversario. I servizi segreti avevano il compito di
gonfiare la percezione della minaccia, e, così, il complesso
militare-industriale, con i suoi professori e giornalisti prezzolati
col denaro della difesa, era felice. Mettersi contro di esso, cioè
voler ammorbidire la tensione, veniva denunciato, in modo
stereotipato, come debolezza o comunismo. I summit e i trattati
che concernevano la riduzione delle forze erano considerati più o
meno una farsa. Essi abitualmente non riguardavano che il

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Andreas von Bülow : «Innanzi tutto dobbiamo lottare contro la manipolazione» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

meno una farsa. Essi abitualmente non riguardavano che il


materiale scaduto. Ma, data la situazione, i due schieramenti
erano desiderosi di non vedersi impegnati in una guerra e così
c’era spazio per discussioni circa le strutture delle forze militari.
Per questa ragione, verso la fine del confronto Est-Ovest, si era
creata una situazione in cui i Sovietici erano pronti a sostenere
l’idea di strutture militari difensive. L’idea era la seguente: se
nessuno desiderava aggredire l’altro, perché appoggiarsi su
quantità di carri armati pronti ad invadere il territorio del
potenziale nemico nel giro di un’ora dopo un’allarme? Riduciamo
dunque la capacità di penetrazione e d’intervento nel territorio di
chi ci sta di fronte. Le due parti avrebbero dovuto piuttosto
cambiare le loro strutture militari aggressive in mezzi difensivi.
Se la vostra difesa vi rende nervosi, dovreste essere autorizzati a
spendere maggiormente per truppe che facciano ostacolo
all’invasore, forze anti-carro, batterie contraeree, antimissili...
ma non per sistemi di penetrazione profonda.

Da parte occidentale, avremmo potuto rafforzare le nostre forze


convenzionali di difesa del territorio, ridurre il numero di carri
armati e, in questo modo, arrivare ad una ridefinizione comune
della dottrina del primo attacco nucleare, senza considerazione
della debolezza delle forze convenzionali. D’altra parte, era
comprensibile che la nostra dipendenza dalla forza nucleare della
NATO come ultima risorsa soddisfacesse i nostri alleati : la
duplice funzione della NATO è sempre stata « di impedire ai Russi
di entrare e di mantenere i Tedeschi sotto controllo ».

Per fortuna, la situazione è mutata. Il confronto Est-Ovest o


Ovest-Est è scomparso. Gli USA, come anche la NATO, danno ora
la caccia ai terroristi musulmani. Questo nuovo nemico è stato
tirato fuori nei minuti successivi all’11 settembre : Osama ed i
suoi diciannove complici...

Siamo sempre in attesa di documenti affidabili e verificabili su


quello che accadde quel giorno [1]. Ma, nelle ore successive,
l’Afghanistan fu definito paese rifugio dell’ex jolly della CIA,
Osama ben Laden, e del suo gruppo di veterani della guerra
d’Afghanistan contro i Sovietici. Poi ci fu messo in testa che l’Irak
era il paese che sosteneva Al Qaïda, una menzogna bella e
buona, costruita su falsi documenti provenienti dai servizi segreti.
Allora, l’amministrazione Bush si sentì minacciata dalle armi di
distruzione di massa, biologiche, chimiche, forse anche nucleari,
che si sospettava Saddam Hussein avesse in casa. Poi, in
mancanza di queste, si sentì minacciata dal programma di
fabbricazione di tali armi... L’amministrazione Bush ha presentato
documenti falsificati in modo così grossolano che si è in diritto di
chiedersi chi li abbia fabbricati, perché così male e con quale
intenzione.

In conclusione, nei due giorni seguenti l11 settembre,


l’amministrazione Bush proseguì nell’escalation e lanciò un
appello alla guerra santa contro tutti gli Stati sostenitori del
terrorismo internazionale. La corazzata Rumsfeld, come il vice-
presidente Cheney, ci spiegarono che gli USA erano da allora in
guerra contro un numero di Stati che poteva arrivare fino al
numero di sessanta. Anche il presidente ha parlato di una quarta
guerra mondiale che durerà più di una generazione. In questo
nuovo mondo, solo gli Stati Uniti decidono chi sarà il nemico –
nessuna domanda, nessuna concertazione. Chi non è con noi, è
contro di noi, è nostro nemico. Questo mi ricorda l’imperatore
tedesco Guglielmo II, cent’anni fa. Non si accetta alcun intervento
delle Nazioni Unite. I funzionari dell’ONU che fanno il loro dovere
con imparzialità, ad esempio gli ispettori brasiliani incaricati della

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Andreas von Bülow : «Innanzi tutto dobbiamo lottare contro la manipolazione» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

con imparzialità, ad esempio gli ispettori brasiliani incaricati della


ricerca delle armi chimiche, si vedono rifiutare il rinnovo del loro
mandato, nella speranza di vedere ciascuno di essi sostituito da
qualcuno più malleabile... Ed ora siamo tutti raggelati nel vedere
come il terrorismo fondamentalista musulmano abbia potuto
costruire in pochi anni, a partire dalle grotte dell’Afghanistan, una
minaccia che costringe gli Stati Uniti a spendere molto più denaro
nella difesa di quanto essi non spendessero per contenere
l’Unione Sovietica e gli altri Stati comunisti. Essi attualmente
superano tutte le altre nazioni messe assieme con spese per 430
miliardi di dollari contro i 300 miliardi di allora. Il complesso
mediatico-militare-industriale deve esserne lieto... E, come al
tempo della minaccia sovietica, i cosiddetti media indipendenti
sono al suo servizio, come pure i professori ed altri esperti in
materia di difesa.

L’amministrazione Bush ha un ordine del giorno definito


unilateralmente, conta su alleati senza volontà di accordo o di
compromesso a livello multilaterale. Abbiamo a che fare con un
potere egemonico estremista pesantemente armato, senza alcun
contrappeso militare ad equilibrarlo. Almeno, non contro il
continuo cieco bombardamento di intere popolazioni.

L’ordine del giorno segue l’aggressiva linea politica tracciata dal


Project for a New American Century che mira ad affermare la
superiorità militare, finanziaria, economica, culturale ed
elettronica degli Stati Uniti su tutti i continenti. Esso pretende un
numero maggiore, e non minore, di militari per guerre
preventive, nel caso in cui compaiano delle minacce all’orizzonte.
Esso scaglia l’anatema contro ogni pensiero desideroso di un
equilibrio delle forze.

Quando il presidente Eisenhower denunciò il complesso militare-


industriale come distruttore della democrazia negli Stati Uniti,
annunciò l’inizio di un processo pericoloso. Questo processo non
è mai stato fermato ed è probabilmente entrato nella sua fase
finale. I Romani non poterono sostenere un simile fardello, allora
come potranno farlo gli Stati Uniti ? Senza ribellione dall’interno
del sistema politico americano, non sembra esserci un modo
rapido di porre termine a questa egemonia.

Sembra non ci sia alcun dubbio : la politica estera e militare degli


USA, come le loro azioni segrete, non dipendono dal solo partito
al potere a Washington, sono bipartisan. E non vi è alcuna
possibilità di cambiare questa situazione per mezzo di un
processo democratico. Guardate i santoni dell’imperialismo
statunitense come Henry Kissinger, consigliere dei repubblicani.
Nel suo libro di mille pagine dal titolo Diplomazia [2], egli fa
l’elogio di ogni uomo di Stato della storia, francese, inglese,
spagnolo o statunitense, il quale abbia commesso, con successo,
dei crimini contro il diritto nazionale o internazionale al fine di
estendere la potenza del suo paese. Conosciamo la musica...

Zbigniew Brzezinsky che influenza di più la parte democratica


dello spettro politico, segue la stessa linea. « Come mantenere gli
USA quale unica superpotenza ? » Lanciando guerre preventive
contro chiunque fosse abbastanza audace da metterne in
discussione il ruolo egemonico. Superiorità su tutti i continenti,
diritto di controllo su tutte le materie prime del pianeta. Secondo
Brzezinski, il principale pericolo contro la superiorità statunitense
potrebbe venire dall’Eurasia. Bisogna dunque mantenere sotto
controllo l’Europa, la Cina, l’India ... e non dare alla Russia, sola
o alleata con altri, alcuna possibilità di ridiventare una potenza
mondiale.

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Andreas von Bülow : «Innanzi tutto dobbiamo lottare contro la manipolazione» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

mondiale.

L’Egemone possiede un arsenale enorme che gli permette di


costringere ogni Stato non amico, recalcitrante, neutrale, o
perfino gli Stati alleati, a seguire la sua politica. Non essendo la
guerra popolare, particolarmente nelle democrazie, non bisogna
pensare che la forza armata sia necessariamente al primo posto,
nel suo arsenale. Il primo strumento oggi è la manipolazione dei
media. Il Pentagono da solo dispone di un budget di 655 milioni
di dollari per la disinformazione e per influenzare l’opinione
pubblica – in particolare nei paesi alleati poco disposti a seguire
la politica di guerra preventiva degli Stati Uniti. La CIA ha perduto
il suo monopolio di tiri mancini, ora è il Pentagono ad essere
autorizzato dal Congresso a condurre operazioni coperte,
compresi atti di terrorismo, per manipolare i media mondiali e,
tramite loro, il pubblico. Affinché tutti alla fine siano convinti
dell’importanza di aiutare gli Stati Uniti nella loro lotta contro il
terrorismo. E vi è tutto il denaro necessario per subornare case
editrici o incorporare giornalisti o professori universitari...

Dobbiamo tutti fronteggiare un ambiente in cui la verità non è la


sola prima vittima della guerra. Il pubblico, i media, l’assemblea
generale dell’ONU sono sottoposti a pure e semplici menzogne e
a documenti falsificati da parte di governi – sollevando perfino le
proteste di esperti in materia appartenenti alla CIA, i quali sanno
che queste « prove » sono truccate. Confrontati a questa
propaganda quotidiana e al fine di controbilanciare le
informazioni, noi dobbiamo renderci conto che quelle foto, quei
video, quei messaggi elettronici, quelle registrazioni di voci e di
conversazioni telefoniche o, ancora, quelle traduzioni, possono
essere falsificate al fine di far aderire le persone all’agenda
egemonica.

Uno dei migliori strumenti per destabilizzare il sistema politico di


un paese o di una società quando si vuole fargli seguire la
propria politica, o addirittura portarlo all’implosione, è utilizzare
le minoranze etniche. Ecco quello che dovete fare: eliminare i
capi dei gruppi etnici che mantengono la pace tra la minoranza e
la maggioranza con compromessi quotidiani fondati sul buon
senso. Farli assassinare da membri del crimine organizzato
oppure farli sembrare idioti, ingenui, o entrambe le cose.
Sostenere i fondamentalisti più folli che in entrambe le parti
rifiutano ogni compromesso. E lasciare che il terrore abbia
ragione della buona volontà della maggioranza e della minoranza
di vivere pacificamente fianco a fianco. Allora, gli estremisti
possono dividere il territorio. Io sospetto che in Iraq il motto
“dividere per regnare” sia già all’opera [5]. Il terrore in Iraq
potrebbe portare il paese a essere diviso in tre. Del resto, il
Project for the New American Century va in tale senso...

Un altro metodo consiste nel finanziare una sorta di « rivoluzione


arancione » e nell’appoggiarla. Penso che in Iran potremmo
vedere uno sviluppo simile a quello visto in Ukraina. L’economia
mondiale della droga permette di finanziare questi cambiamenti
di regime o questi processi di destabilizzazione. La cocaïna della
Colombia o l’eroina dell’Afghanistan passano di contrabbando nei
paesi industrializzati. I capi di guerra afgani fondano la loro
potenza sul semplice fatto di controllare questo commercio. E
questi baroni della droga sono gli alleati della politica segreta
statunitense. I flussi di queste droghe possono esportare
l’inferno, in ogni dove. L’intera filiera della droga, controllata dal
crimine organizzato, è protetta dagli accordi tra la CIA, i servizi
segreti nazionali e le agenzie che si presume diano la caccia a
questa droga. La CIA è più o meno complice del crimine

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questa droga. La CIA è più o meno complice del crimine


organizzato e viceversa. Questo processo nascosto è la causa fino
all’80% della criminalità nelle nostre città...

Il processo del riciclaggio deve essere protetto dall’intervento


delle agenzie d’informazione, se si vuole poter canalizzare il
flusso finanziario così liberato per alimentare operazioni segrete.
Certe banche privilegiate e complici sono integrate nel sistema. E
tutti, lungo la filiera, sono felici di guadagnare somme
astronomiche senza correre alcun rischio... In pratica non saprete
mai se siete di fronte al crimine organizzato, a veri terroristi
fondamentalisti musulmani oppure se la CIA o il Pentagono si
trovino nascosti in un retroscena. E non saprete mai se sia il
denaro della droga usato dalla CIA o il denaro delle imposte
usato dal Pentagono che stia lavorando per l’egemonia della
bandiera a stelle e strisce...

Certuni sostengono forse che sia necessario, e anche saggio, non


avere sulla terra che un solo e unico poliziotto armato di un
manganello ben più grosso di quello degli altri? E che questo
ruolo debba spettare a Washington ? Forse sarebbe giudizioso
rifletterci. Ma dopo l’11 settembre, abbiamo un poliziotto non più
sottomesso ad alcuna legge, nazionale o internazionale,
autorizzato a torturare testimoni per ottenere confessioni in gran
parte false. Vediamo un poliziotto che agisce sulla base di
informazioni parziali ed interessate, quando non si tratta di pura
e semplice corruzione. E che si rifiuta di consultare le altre
nazioni. Allora, la risposta deve essere: no ad un poliziotto
monopolistico ! Un poliziotto che sia la più grande potenza
militare, finanziaria ed economica sulla terra, il cui evidente
interesse è usare la sua legittimità come copertura per imporre
nuove basi militari su tutti i continenti e per garantire ai suoi
conglomerati industriali e finanziari le risorse ovunque esse si
trovino, ciò non è affatto ciò che possiamo desiderare.

La maggior parte delle nostre nazioni industrializzate si fonda


sulle forze del libero scambio per accedere all’energia e ad altre
risorse. Non è per nulla necessario occupare militarmente queste
risorse e sorvegliarne l’accesso tramite un apparato militare che
costa 430 miliardi di dollari all’anno. Eppure questo è il sogno del
complesso militare-industriale e dell’amministrazione Bush, i
quali non si preoccupano minimamente dei bisogni più urgenti di
un quarto della popolazione, la parte più debole, degli Stati Uniti.

Per organizzare la pace, dobbiamo lavorare con tranquillità ad un


nuovo equilibrio globale, soprattutto in campi diversi da quelli
militari. Sfidare il potere egemonico lanciando nuove corse agli
armamenti non porterà da nessuna parte. Solo la Cina e, forse,
la Russia, potrebbero seguire questa via, fino ai limiti delle loro
forze economiche, prima di rendersi conto che le dimensioni del
loro territorio e le loro immense popolazioni sono una forza
intrinseca.

Ma è nel campo dell’informazione, delle finanze, del commercio,


della tecnologia, della cultura e del diritto che l’unilateralismo
oltranzista porterà ad un sempre più grande isolamento. Il
cambiamento nell’atteggiamento del pubblico verso
l’amministrazione Bush è profondo in Europa, malgrado un
sentimento normalmente molto filo-americano.

Brzezinski ha ragione quando osserva l’influenza fin qui


ineguagliata degli Stati Uniti sulle scienze economiche, sulle
finanze, sull’esercito, sulla cultura, etc. Sarebbe così facile
impiegare questa influenza in un modo saggio ed equilibrato,

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appoggiandosi su alleati in tutto il mondo. La squadra Bush-


Cheney ha deciso altrimenti. Non essendo io affatto anti-
americano, spero che alla fine giungeremo a convincere i cittadini
degli Stati Uniti – contro i loro grandi media – che essi sono
manipolati in un modo che nessuno avrebbe potuto immaginare
solo pochi anni fa. E che essi devono fare in modo di modificare la
pericolosa traiettoria che l’amministrazione Bush sta seguendo.
Internet permette l’accesso ad altre informazioni, cosa di cui le
persone si rendono ben conto. Dobbiamo dunque alimentare
Internet ed altri media con informazioni fondamentali.

Far fallire le operazioni psicologiche condotte sui nostri media dal


Pentagono, dalla CIA, ma anche dal Mossad, e dai loro satelliti, è
il compito più importante che ci attende. Può sembrare strano,
ma porre ostinatamente la domanda “a chi giova il crimine?”, a
fronte dei riferimenti quotidiani ad al Qaïda, a ben Laden o a
Zarkaoui, porterà molto spesso a vedere le cose in modo opposto
alla disinformazione ufficiale. E dobbiamo insistere perché si
ottengano prove tangibili e veritiere, al fine di denunciare le
operazioni di propaganda. Le confessioni su Internet, su video, su
registrazioni sonore ed altre prove ottenute tramite la tortura non
sono affidabili, finché non sono corroborate da elementi
verificabili.

Poiché la maggior parte dei terroristi sono marionette reclutate


tra i giovani drogati, essi possono facilmente essere costretti a
giungere a degli accordi con l’accusa. In cambio della clemenza,
essi saranno disposti a dare una falsa testimonianza di fronte ad
una corte, testimonianza che sarà utilizzata per confermare la
propaganda.

Per mettere in luce le operazioni di destabilizzazione e farle


fallire, bisogna seguire il flusso del traffico di droga e del
riciclaggio del denaro che servono a finanziare quelle operazioni
segrete. In tutti i paesi industrializzati esistono accordi tra, da
una parte,le agenzie incaricate di reprimere il traffico di droga e il
crimine, e, dall’altra, i servizi segreti come la CIA, per scoprire i
canali di circolazione della droga osservandone proprio le rotte, i
mezzi e le persone utilizzate. Nascosto dietro questa procedura,
si trova la pratica segreta del finanziamento del crimine
organizzato e della sua influenza fin sull’ultimo dei drogati. In
effetti le droghe pagano il conto non solo per il crimine
organizzato e per i baroni della droga colombiani o afgani, ma
anche per le manipolazioni della CIA e di altri servizi. E l’80 % del
denaro che serve ad acquistare droga proviene dalla piccola
criminalità...

Al momento, non si può controbilanciare il potere egemonico.


Tuttavia, il modo parziale, unilaterale e molto spesso corrotto con
cui l’amministrazione Bush conduce le faccende del mondo,
produce un’immagine estremamente negativa per gli Stati Uniti.
Questo potrebbe diventare un handicap per i settori che non sono
parte pregnante del complesso militare-industriale, e potrebbe
rappresentare la pressione necessaria sull’élite politica
americana. Ma non dobbiamo nutrire alcuna illusione
sottovalutando la potenza straordinaria che il complesso imperiale
e neo-coloniale esercita sulla politica. Il cammino sarà
lunghissimo.

Andreas von Bülow, video.

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Andreas von Bülow : «Innanzi tutto dobbiamo lottare contro la manipolazione» [Voltaire] 23/04/2006 11:56 AM

[ 1] Leggere L’Incredibile menzogna di Thierry Meyssan, 2002, e Die CIA und der 11.
September di Andreas von Bülow, Piper éd., 2003.

[ 2] Diplomacy di Henry Kissinger, Simon & Schuster ed., 1995.

Axis for Peace

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