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RIASSUNTI UNITA 6: IL CRISTIANESIMO E LA FILOSOFIA

1. LAVVENTO DELLA FILOSOFIA CRISTIANA Il prevalere del cristianesimi nel mondo occidentale determin la nascita di un nuovo indirizzo filosofico. La religione ladesione a una verit che luomo accetta in virt di una testimonianza superiore. Questa sembra escludere in se la ricerca, e sembra avere il proprio fondamento nellaccettazione di una verit testimoniata dallalto e indipendente da qualsiasi indagine. Tuttavia, una volta che luomo si domanda il significato della verit, lesigenza della ricerca si fa sentire, e per questo motivo rinasce. Una volta riconosciuta la verit, la quale viene rivelata e testimoniata nel suo valore pi alto, ogni uomo sente la necessit di avvicinarsi ad essa in modo da comprendere il suo reale significato. Chi in grado di rispondere a questa esigenza solo la filosofia, infatti dalla religione cristiana nasce la filosofia cristiana, la quale si assume il compito di dirigere luomo verso la comprensione della verit che viene rivelata da Cristo, in modo che essa possa trovare il suo reale significato. Gli strumenti che permettono di realizzare questo compito vengono individuate dalla filosofia cristiana nella filosofia greca, e in particolare nelle dottrine dellultimo periodo della ricerca dottrinale ellenistica. La filosofia cristiana dunque ha lo scopo di trovare la via migliore in modo che gli uomini possano comprendere e far propria la rivelazione. Tutto ci necessario poich luomo possa raggiungere la salvezza in seguito al peso del peccato, ma non spetta alluomo il compito di ricercare il significato della rivelazione di Cristo. La filosofia cristiana delle origini e del Medioevo cerca di chiarire una verit gi esistente, ma la chiarisce in quella comunit cristiana dove lindividuo trova sia una giuda, che un limite, infatti questa individua il vero significato della rivelazione (dogmi) nei Concili; da ci deriva il carattere dogmatico della filosofia. Comunque, la filosofia cristiana ha dei limiti, in quanto a differenza di quella greca non una ricerca completamente autonoma, ma nonostante ci il suo significato non diminuisce, questo perch proprio attraverso la ricerca filosofica che il messaggio cristiano ha mantenuto la forza della propria abilit spirituale. 2. CARATTERI E NOVIT DEL MESSAGGIO CRISTIANO La nuova parola La predicazione di Cristo da un lato si collega alla tradizione allebraismo, dallaltro la muta completamente. Lebraismo elogia un Dio unico, puro spirito, un Dio che ha scelto come proprio popolo quello ebraico e che lo aiutava nelle difficolt, ma allo stesso tempo lo puniva per le sue deviazioni religiose e per le sue mancanze morali. Lultima tradizione ebraica, ossia quella dei profeti, annunciava un rinnovamento, verificatosi attraverso il messia, il quale si ricollega alla predicazione di Ges Cristo, una predicazione universale in quanto si era estesa da un solo popolo a tutti i popoli della terra, coinvolgendo, di conseguenza, tutti gli uomini di buona volont, indipendentemente dalla loro razza, dalla loro civilt, dalla loro posizione sociale. Il regno di Dio annunciato da Ges era una realt interiore alluomo che pretendeva labbandono di tutti quegli interessi mondani, questo perch Ges afferma che lui non venuto a portare la pace nel mondo ma al contrario lui vuole che luomo si stacchi definitivamente da tutti i legami terreni e dal proprio io e si abbandoni fiduciosamente a Dio, quindi, il rapporto uomo-Dio un rapporto essenzialmente damore. Ma questo abbandono a Dio non deve essere unattesa inattiva, in quanto attendere il regno di Dio significa prepararsi per esso, infatti nulla concesso senza impegno e proprio per questo, linsegnamento di Ges ha come scopo quello di far comprendere che tale attesa deve essere attiva e preparatoria, senza la quale non si degni del regno di Dio. Tale comportamento Ges lo specifica nel discorso della montagna nel quale afferma che il regno di Dio per tutti quegli individui che soffrono, che sono perseguitati, che desiderano giustizia, infatti lui si rivolge a questultimi perch ritiene che coloro che sono soddisfatti di se stessi e realizzati non hanno nulla da chiedere alla vita, e di conseguenza, Ges, alla legge del Vecchio Testamento che affermava occhio per occhi dente per dente, lui pone in opposizione la legge dellamore. Nella predicazione di Ges, Dio pi che signore delluniverso e giudice vendicativo, lui il padre amorevole di tutti gli uomini.

Le lettere paoline Nelle lettere di Paolo di Tarso sono contenute, oltre ai richiami della dottrina di Cristo, consigli e prescrizioni della chiesa, anche quei capisaldi della fede cristiana che dovevano essere per le dispute teologiche e per le interpretazioni di tipo filosofico che davano agli scritti evangelici. Tali capisaldi sono: - la tesi della conoscibilit naturale di Dio, mediante le sue opere e la sua gloria; - il concetto della grazia come azione che da salvezza allanima di Dio attraverso Cristo; - il contrasto tra la vita secondo la carne e la vita secondo lo spirito; - identificazione del regno di Dio attraverso la Chiesa che , secondo Paolo, il corpo di Cristo, in cui i cristiani ne costituiscono le membra. Nella comunit cristiana ciascun individuo deve svolgere un ruolo differente in modo che tutti partecipano allunit dellinsieme, ma ognuno deve scegliere il ruolo per il quale chiamato, per questo motivo, nelle lettere paoline, prevale la vocazione. Questa diversit di funzioni fa si che ci sia unarmonia spirituale tra i membri, e tale armonia viene garantita solo dallagpe, ossia lamore. Lamore costituisce lessenziale, in quanto tutti gli altri doni dello spirito sono nulla senza di esso. Il quarto vangelo Nei vangeli sinottici, ossia Marco, Matteo e Luca, la predicazione di Cristo legata strettamente alla sua persona e al suo comportamento. Nel vangelo di Giovanni, invece, vi un interpretazione filosofica della figura e dellinsegnamento di Cristo. In questo vangelo, Giovanni definisce Ges mediante il termine lgos. Al Cristolgos levangelista afferma che tutto stato creato da Dio, e che quindi attribuisce la funzione di intermediario tra Dio e il mondo. Inoltre Giovanni definisce Cristo come il Figlio di Dio, inviato dal padre con lo scopo di salvare tutti gli uomini. In questo vangelo, viene anche delineata lopposizione presente tra i legami terra-Dio come lopposizione che vi tra la vita secondo la carne e la vita secondo lo spirito. Questultima una vita, che determina la nascita di un uomo nuovo. 3. CARATTERI DELLA PATRISTICA Il cristianesimo afferm la proprio continuit mediante il pensiero greco, la quale viene giustificata dalla dottrina cristiana con il lgos, ossia la ragione, che Dio aveva creato identica in tutti gli uomini; in questo modo si stava affermando lunit della filosofia e della religione. La dottrina cristiana veniva interpretata in due modi: da un lato attraverso i concetti dedotti dalla filosofia greca, e dallaltro riportando il significato del pensiero greco a quello cristiano. Questo periodo di elaborazione dottrinale viene denominato attraverso il nome di patristica, in quanto i padri della Chiesa sono quegli scrittori che hanno contribuito a tale elaborazione. Let della patristica viene considerata chiusa, per la Chiesa greca, con la morte di Giovanni Damasceno,e per la Chiesa latina, con la scomparsa di Beda il Venerabile. Questa et viene suddivisa in tre periodi: - il primo, che va fino al 200 circo, dedicato alla difesa del cristianesimo contro i pagani e gli gnostici; - il secondo, che va dal 200 al 450 circa, dedicato alla formulazione dottrinale delle credenze cristiane; - il terzo, che va dal 450 sino alla fine della patristica, dedicato alla sistemazione delle dottrine gi formate. 4. GLI APOLOGISTI CRISTIANI E GLI GNOSTICI I padri del primo secolo sono autori di Lettere che regolano questioni di tipo pratico e religioso, ma non filosofico. La vera attivit filosofica nasce nel II secolo con gli apologisti, in quanto scrivevano in difesa del cristianesimo, questo perch, in tale periodo, i cristiani erano perseguitati dalle plebi romani e dallo Stato. La pi antica apologia la difesa da Quadrato allimperatore Adriano, della quale abbiamo solo un frammento. In unaltra apologia del filosofo Marciano Aristide (utilizza concetti platonici), diretta allimperatore Antonino Pio, si afferma il principio secondo il quale solo il cristianesimo risulta la vera filosofia. Giustino:lelaborazione filosofica della fede Giustino viene considerato il padre apologista e il fondatore della patristica. Egli nacque nel II secolo a Flavia Napoli, in Palestina, ed figlio di genitori pagani. Giustino frequent varie scuole filosofiche, professando a

lungo le dottrine platoniche. Infine trov nel cristianesimo ci cercava e, di conseguenza, lo difese come lunica vera filosofia. Di Giustino ci sono pervenute per intero solo tre opere: due Apologie e un Dialogo con Trifone. Questultimo tratta una disputa tra Giustino e Trifone, il quale ha lo scopo di dimostrare che la predicazione di Cristo realizza linsegnamento del Vecchi Testamento. Per quanto riguarda le due Apologia, la prima, che la pi importante, fu composta probabilmente negli anni 150-155 circa ed diretta allimperatore Antonino Pio; la seconda, invece, fu scritta in seguito alla condanna di tre cristiani. Giustino afferma che il cristianesimo la sola filosofia sicura ed utile e che esso il risultato ultimo e definitivo al quale la ragione deve giungere nella sua ricerca,Verbo di Dio, ossia Cristo, Lgos fatto uomo. Giustino inoltre ritiene che Eraclito, Socrate e altri pensatori fossero cristiani ante litteram, i quali non conobbero la verit cristiana nella sua totalit ma solo dei semi di verit, in quanto professavano idee cristiane prima ancora che il cristianesimo fosse stato fondato. Lo gnosticismo Il II secolo d.C. vede la nascita di numerose sette che prendono il nome dai loro fondatori, quali Marcione, Valentino, Basilide e Satornilo. Nonostante le differenze di tipo organizzativo e dottrinale, queste sette hanno in comune il fatto che danno molta importanza alla conoscenza (in greco gnsis, da cui il nome gnosticismo utilizzato per indicare il movimento di questi pensatori nella loro totalit. Le origini dello gnosticismo non sono del tutto chiare. Alcuni pensatori precedenti sono stati delineati in certe tendenze del pensiero orientale e in certe filosofie greche, quali il platonismo e lo stoicismo, favorevoli a una prospettiva dualistica, secondo la quale vi sono due opposti principi, uno positivo di natura spirituale e uno negativo di natura materiale. Inoltrarsi nel mondo degli gnostici equivale a scoprire un universo costituito da entit astratte: gli eoni, situati in una gerarchia che al vertice vi Dio e nel suo insieme costituisce il pleroma; il demiurgo e il suo opposto cattivo la materia; inoltre, vi un eone particolare che Ges Cristo e lo spirito imprigionato nel corpo ossia lanima. Inoltre gli gnostici attribuiscono il primato della conoscenza alla fede e alla virt. abbastanza facile da capire il risvolto socio-politico delle dottrine gnostiche, in quanto non tutti gli individui in quel periodo possedevano le capacit necessarie per comprendere un tipo di conoscenza cos astratta, infatti alla salvezza potevano aspirare la solita minoranza di aristocratici, i cosiddetti lite della mente. Tertulliano: la condanna della filosofia Rispetto agli apologisti orientali che presentavano la dottrina cristiana come la vera filosofia e che cercavano di mantenere la continuit cristiana mediante la filosofia greca, gli apologisti occidentali rivendicavano loriginalit della rivelazione cristiana nei confronti della sapienza pagana e il loro fondamento non era pi la speculazione, ma la convinzione sulla natura pratica e sulla fede. Il maggiore rappresentante dellapologetica latina Tertilliano, il quale nacque a Cartagine nel 160 a.C. da genitori pagani; ebbe uneducazione eccellente. Dopo che si convert al cristianesimo fece una serie di polemiche sulla nuova fede. In seguito entr a far parte della sette dei montanisti e cominci a discutere contro la Chiesa cattolica con una violenza minore di quella che aveva avuto contro gli eretici. Infine fond una sua setta denominata i tertullianisti. Lattivit letteraria di Tertulliano molto vasta e polemica. Il suo punto principale del suo pensiero la condanna della filosofia, vista come fonte di eresia, la quale rintracciabile nel pensiero greco. Secondo Tertulliano il detto di Cristo cercate e troverete vuol dire che bisogna cercare la dottrina di Cristo finch non la si trova, e di conseguenza, finch non si pronti a credere in essa. La ricerca esclude il possesso e il possesso esclude la ricerca, ci significa che cercare dopo che si giunti alla fede vuol dire cadere nelleresia. Federica Perra IV F Liceo Scientifico G. Brotzu Anno scolastico 2011/2012

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