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Il Deficit Erettile (DE) o Disfunzione Erettile (DE)

Definizione
L’impotenza sessuale maschile è definita dall’OMS come: “persistente o ricorrente
incapacità di ottenere o mantenere una erezione peniena adeguata per il
completamento della attività sessuale”

Epidemiologia
. Si stima che oggi nel mondo circa il 52% degli uomini tra 40 e 70 anni di età abbia
un qualche grado di deficit erettile. Negli stati uniti sono circa 30 milioni gli uomini
che soffrono di questo problema. In Italia il gruppo di studio sulla DE, valutando
2010 pazienti di età maggiore di 18 anni, raccolti random da 143 medici di medicina
generale ha riscontrato un tasso di DE del 12,8%. Ancora oggi è impossibile stabilire
con esattezza le dimensioni del campione, perché la delicatezza dell’argomento porta
spesso gli uomini a “soffrire in silenzio”. Certo è che l’”effetto Viagra” ha contribuito
molto a sfatare numerosi tabù e rendere più facile la consultazione del medico quando
il problema si dovesse manifestare.
Anatomia
Il pene è l’organo maschile proprio della copula. Il pene è formato nella sua struttura
da tre corpi erettili cilindrici, i due corpi cavernosi e il corpo spongioso, queste
strutture sono tenute unite da tessuto connettivo e circondate da fasce, mentre
esternamente il tutto è rivestito dalla cute; il sostegno è assicurato dalla presenza di
strutture ligamentose aderenti ai corpi erettili da un lato e alle ossa del bacino
dall’altro. La componente funzionale del pene è costituita come già detto dai corpi
erettili, tra questi:
CORPI CAVERNOSI in numero di due sono di forma cilindrica, affusolati verso
l’avanti per inserirsi sotto il glande e all’indietro dove si separano per ancorarsi grazie
ai muscoli ischio cavernosi alle tuberosità ischiatiche. Il terzo dei corpi erettili, il
CORPO SPONGIOSO è posto ventralmente ai cavernosi, ha forma cilindrica più
larga della base va rastremando verso la punta per poi aprirsi a formare il glande.
All’interno del corpo spongioso, il cui tessuto sinusoidale è ricoperto solo da una
esile lamina fasciale, decorre l’uretra più larga alla base dove forma il bulbo
dell’uretra per poi aprirsi all’esterno sulla punta del glande col meato uretrale esterno.
Il parenchima dei corpi cavernosi erettili è costituito da una rete di trabecole formate
da muscolo liscio, collageno e matrice extracellulare e che sono organizzati a formare
un tessuto cavernoso riccamente vascolarizzato.
Queste trabecole formano una maglia all’interno della quale si trovano delle lacune o
cavernule che sono rivestite da endotelio, poiché quest’endotelio produce tipicamente
collageno tipo IV che si ritrova nella maggior parte delle membrane basali dei vasi
ematici si è supposto che il pene sia un organo vascolare specializzato. La
muscolatura liscia delle trabecole è capace di grandi variazioni di volume e
rilassandosi da inizio alla dilatazione degli spazi cavernosi col conseguente
riempimento di sangue e quindi tumescenza e poi erezione.
L’innervazione del pene è costituita da fibre del:
PARASIMPATICO
Origina dalle radici spinali da S2 a S4 come nervi pelvici o erigendi che poi in stretta
prossimità con i vasi ipogastrici giungono al retto dove formano il plesso pelvico dal
quale partono terminazioni per vescica, vescichette seminali, prostata, retto, uretere
terminale, uretra e corpi cavernosi. Proprio ai corpi cavernosi giungono i nervi
cavernosi che sono importanti nella fisiologia dell’erezione. Questi nervi decorrono
postero-lateralmente alla prostata e arrivano cosi ad inserirsi nei corpi cavernosi.
SIMPATICO
Le fibre simpatiche che innervano il pene sono originate dalla porzione tra TII e L2
decorrono in posizione retroperitoneale fino al plesso presacrale maggiore posto alla
biforcazione aortica, da qui originano i nervi ipogastrici che contribuiscono a formare
il plesso pelvico e i nervi cavernosi del pene .

SOMATICO
Dalle radici anteriori di S2 e S4 origina il nervo pudendo il quale fuoriesce dalla pelvi
attraverso il grande forame ischiatico, incrocia la spina ischiatica e rientra nella pelvi
dal piccolo forame ischiatico.
Decorre appaiato ai vasi pudendi interni fino al diaframma uro genitale dove si divide
in tre rami terminali:
- Nervi emorroidali inferiori;
- Nervo perineale;
- Nervo dorsale del pene.
Quest’ultimo passa al disotto del ramo pubico inferiore e del diaframma uro genitale
e si porta al pene dove passa al disotto della fascia di Buck. Fornisce sia
l’innervazione sensitiva che motoria al pene e ai muscoli connessi
SISTEMA ARTERIOSO
La vascolarizzazione arteriosa del pene origina dalle arterie pudende interne che
derivano dai tronchi ischio pudendi delle ipogastriche. L’arteria pudenda secondo la
rappresentazione classica si divide in quattro rami:
1. Arteria bulbare: irrora il bulbo dell’uretra;
2. Arteria uretrale: scorre longitudinalmente nel corpo spongioso fino al glande e
irrora l’uretra, il corpo spongioso e il glande;
3. Arteria dorsale del pene: passa sotto la fascia di Buck, emette rami circonflessi
che circondano i corpi cavernosi e termina mediante rami elicoidali sul glande.
4. Arteria cavernosa: decorre centralmente al corpo cavernoso dall’origine fino al
suo apice lungo tale decorso emette le arterie elicine che vanno a riempire le
lacune del tessuto cavernoso. La forma di tali arterie elicine fa si che con i
mutamenti dimensionali del pene non sia compromessa la vascolarizzazione.
Infatti, avendo una forma elicoidale durante la tumescenza possono stirarsi e
diventare rette durante l’erezione senza ridurre l’apporto ematico alle cavernule.
DRENAGGIO VENOSO
E’ assicurato da tre sistemi fondamentali :
Superficiale origina dallo spazio compreso tra cute e fascia di Colles fino alla fascia
di Buck. Assicura il deflusso attraverso la vena dorsale superficiale.
Profondo è costituito dalla vena dorsale profonda e dalle vene circonflesse . Si trova
tra la fascia di Buck e la tonaca albuginea. Lungo il decorso della vena dorsale
profonda, piccole vene perforanti attraversano l’albuginea e confluiscono sulla vena
dorsale assicurando lo scarico una volta cessato lo stimo erettogeno.

Fisiologia dell’erezione
L’erezione è un complesso meccanismo che si realizza in fasi:
1. Fase 0, Flaccidità: il pene è flaccido quando predomina il sistema nervoso
simpatico. L’afflusso arterioso è ridotto, la muscolatura liscia trabecolare è
contratta. I sinusoidi sono semivuoti e i gas ematici sono simili a quelli del
sangue venoso.
2. Fase 1, Fase di riempimento: lo stimolo parasimpatico porta a una dilatazione
arteriolare, con forte aumento del flusso arterioso. Il rilassamento delle
trabecole permette il riempimento dei sinusoidi.
3. Fase 2, Tumescenza: la pressione intracavernosa comincia ad aumentare con
parziale riduzione dell’afflusso ematico arterioso, possibile solo durante la
sistole. Si determina una compressione dei plessi venosi sottotunicali. Il pene si
allunga e aumenta in volume sino alla sua massima capacità.
4. Fase 3, Erezione completa: la pressione intracavernosa continua ad aumentare
fino al 90% del valore sistolico. Si riduce ulteriormente l’afflusso arterioso e si
riduce al minimo il deflusso venoso per la compressione e occlusione delle
vene di scarico.
5. Fase 4, Erezione rigida: sotto l’influenza del nervo pudendo il muscolo
ischiocavernoso si contrae, determinando un innalzamento della pressione
intracavernosa al di sopra dei valori sistolici. L’afflusso arterioso cessa e le
vene di scarico sono completamente chiuse.
6. Fase 5, Detumescenza: stimoli simpatici determinano una contrazione delle
trabecole, con contrazione delle arterie elicine e caduta della pressione
intracavernosa che porta alla riapertura delle vene di scarico e quindi alla
detumescenza.

ATTIVAZIONE - Contrattura muscolatura liscia dei


SISTEMA corpi cavernosi
SIMPATICO - Flusso ematico minimo valido solo
per fini nutrizionali
Pene flaccido

ATTIVAZIONE - Rilascio vasodilatatori (acetilcolina,


SISTEMA prostaglandine, ossido nitrico,
PARASIMPATICO peptide vasoattivo intestinale)

Rilascio muscolo liscio e vasodilatazione


arterie

- Ingorgo arterioso
- Riempimento trabecole
- Tumescenza peniena

Aumento pressione intracavernosa

Chiusura vene di scarico

Ulteriore aumento pressorio per


contrazione m. ischiocavernosi

RIGIDITA’ PENIENA

3 tipi di erezione:
1) erezione notturna: è una forma di erezione spontanea che verosimilmente si
realizza durante le
fasi di sonno REM grazie al rilascio di ossido nitrico (NO)da parte delle
terminazioni nervose NANC. Si ritiene che tali erezioni notturne possano
rappresentare un meccanismo intrinseco volto a proteggere l’integrità morfo-
dinamica dei corpi cavernosi (completa ossigenazione dei tessuti).In un
soggetto giovane e sano si verificano mediamente 4 episodi erettili per notte

2) Erezione riflessa: consegue a stimoli tattili dei genitali esterni e si produce


sia per diretta informazione dei centri superiori del SNC che per via riflessa a
livello dei centri lombosacrali dell’erezione.
3) Erezione psicogena: consegue a fantasie, pensieri o immagini erotiche
ovvero a stimoli audiovisivi e olfattivi ed è strettamente dipendente dalle
efferenze discendenti dai centri superiori (cerebrali) verso i distretti del midollo
spinale T11-L2 ed S2-S4. Da qui il triplice sistema periferico permette una
adeguata messa in opera dell’input centrale

Eziopatogenesi del Deficit Erettile


Esistono numerose condizioni che concorrono a determinare la DE. I principali fattori
di rischio sono:
- Età: si è dimostrato come nella popolazione anziana sia ridotta la rigidità e
sensibilità peniena, aumentato il tempo refrattario, minore la frequenza di erezioni
notturne. Negli uomini sani più anziani, la DE è il risultato di effetti fisiologici del
processo d’invecchiamento più che una specifica malattia organica
-
Sebbene la probabilità di DE aumenti con l’invecchiamento, essa non è una
conseguenza inevitabile dell’invecchiamento
- Cultura: si è dimostrato come il rischio di DE sia minore all’aumentare degli anni
di scolarizzazione
- Patologie croniche: diabete mellito in trattamento (28%), tale dato deve essere
aggiustato per età, durata della malattia, grado di compenso glicemico;
ipertensione arteriosa in trattamento (15%), anche in tale caso l’età e la durata
gioca un ruolo importante, oltre il tipo di farmaco; malattia cardiaca in trattamento
(39%); ancora grande importanza hanno BPCO, ansia e depressione, epatopatia e
nefropatie, obesità e condizioni di iperlipidemia o ipercolesterolemia, terapie
farmacologiche.
- Fumo di sigaretta: relativamente alla durata del vizio e al numero di sigarette, si è
visto come l’effetto esplicato dalla nicotina sia antagonista a quello dell’ossido
nitrico e inizialmente possa essere reversibile sospendendo il fumo, dopo che
all’effetto della nicotina si sono sommati gli effetti aterogenici del fumo i danni
risultano irreversibili e difficilmente rimediabili anche con la sospensione.
- Stile di vita: abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti.

Il Deficit Erettile può quindi essere secondario a:


1) CAUSE PSICOGENE
2) CAUSE ORGANICHE
- vascolari
- iatrogene
- endocrine
- neurologiche
o può trattarsi di DEFICIT ERETTILE SU BASE MISTA (psicogeno e organico)

Fattori Vascolari

Le alterazioni dell’afflusso e del deflusso ematico al e dal pene, rappresentano la più


frequente causa di impotenza organica poiché esitano rispettivamente in
un’insufficienza arteriosa e in una disfunzione venoocclusiva dei corpi cavernosi.
Infatti è necessario un perfetto equilibrio tra l’afflusso arterioso e il deflusso venoso
perché ci sia una rigidità della verga sufficiente alla penetrazione vaginale.
- IMPOTENZA PER DEFICIT DELL’OCCLUSIONE VENOSA
Può dipendere da diverse condizioni patologiche:
1) Alterazioni fibrostrutturali (Indurazio penis plastica): muscolo liscio, tessuto
sinusoidale, endotelio
2) Shunt vascolari acquisiti in corso di interventi chirurgici per correzione della
malattia di La Peyronie e del priapismo.
3) Ansia: Insufficiente rilassamento muscolare liscio subtunicale da incrementato
tono adrenergico
4)
La causa venoocclusiva, tanto perorata in passato e trattata con terapie chirurgiche
anche molto invasive e talvolta invalidanti, ha oggi perso molto “appeal” presso la
comunità andrologica tanto da non essere quasi più considerata. Anche la diagnosi
ecocolordoppler di fuga venosa, spesso non è altro che un errore di tecnica legato alla
parziale tumescenza del pene.
CAUSA ARTERIOSA: è sicuramente la causa organica più frequente di DE,
soprattutto se si analizza una popolazione di età adulta. Il meccanismo attraverso cui
la DE si determina sembrerebbe essere indotto dall’arteriosclerosi, presente
ubiquitariamente in tutti i distretti vascolari dopo una certa età, quindi ridotto apporto
ematico sinusoidale con perdita delle caratteristiche anatomo-funzionali dei distretti
penieni coinvolti nel meccanismo erettile.
CAUSE ENDOCRINE: costituiscono solo il 5% del totale; le endocrinopatie più
frequentemente associate a DE sono l’ipogonadismo e l’iperprolattinemia, sebbene
anche l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo possano talvolta essere causa di disfunzioni
sessuali.
CAUSE NEUROLOGICHE: tutti i processi morbosi o traumatici che colpiscono
l’encefalo, il midollo spinale o i nervi pelvici possono essere causa, anche se con
meccanismi patogenetica differenti, di DE. Le condizioni più frequenti sono la
Sclerosi Multipla e la neuropatia diabetica, soprattutto in Sardegna, il Morbo di
Parkinson, traumi midollari, processi espansivi sia midollari che encefalici, chirurgia
pelvica.
CAUSA PSICOGENA: costituisce la causa sicuramente più frequente di DE,
soprattutto se analizziamo la popolazione giovanile, o non in coppia stabile. Infatti, in
tutte quelle situazioni in cui l’ansia (ansia da prestazione), per un incremento del tono
adrenergico legato alla stimolazione simpatica, porta alla contrazione della
muscolatura liscia cavernosa si ha il mantenimento della flacidità peniena. Più il
soggetto concentra la propria attenzione sul grado di erezione durante il rapporto, più
l’ansia aumenta, minore sarà la possibilità di avere o mantenere l’erezione.

Diagnostica

ALGORITMO DIAGNOSTICO
I LIVELLO II LIVELLO

 Anamnesi  Emodinamica peniena


 Es. Obiettivo • FIC Test
 Test al Viagra ? • Eco-Color-Doppler
 Esami di laboratorio • Arteriografia
• Cavernosografia
• Cavernosometria
 NPT test
 Cons neurologica
 Cons psichiatrica
 Cons endocrinologica

Strategia Diagnostica per la Disfunzione Erettile


Il punto fondamentale dell'approccio clinico agli uomini con DE è la loro valutazione
iniziale, che deve essere eseguita da un medico esperto in sessualità maschile e dotato
di sensibilità verso i fattori culturali, etnici e religiosi.
E' stato detto in precedenza che la maggior parte degli uomini con disfunzione erettile
viene valutata in un primo momento dal medico di famiglia. Essenziali sono quindi le
conoscenze di base sulla sessualità umana, l'anatomia e la fisiologia della funzione
sessuale maschile.
Gli esami utilizzati nella valutazione dei pazienti con disfunzione erettile possono
essere classificati nel seguente modo:
Esami di I livello
Esami di II livello
Il motivo per il quale viene eseguito un esame e la sua utilità devono essere illustrati
adeguatamente al paziente.

ESAMI DI I LIVELLO
1) Anamnesi medica e sessuale
L'anamnesi medica e sessuale, raccolta durante il colloquio medico-paziente, (tavola
n 1 : domande sulla anamnesi sessuale da utilizzare nella pratica di tutti i giomi) sono
gli elementi più importanti nella valutazione della disfunzione erettile).
E 'essenziale una valutazione di:
Insufficienza erettile: insorgenza, durata, progressione , severità del problema,
comparsa della disfunzione erettile nel rapporto con la partner, presenza di
erezioni notturne e mattutine, erezioni dopo masturbazione o dopo visione di
materiale pomografico.
Desiderio sessuale
Eiaculazione
Dolore a livello dei genitali durante un rapporto sessuale
Funzione sessuale della partner
Abitudini di vita
Fumo
Malattie croniche: ipertensione, diabete mellito, disfunzioni renali o epatiche,
aterosclerosi e rischio cardiovascolare
Traumi ed interventi chirurgici a livello pelvico, del perineo e del pene
Uso di droghe o farmaci
Radioterapia pelvica o Malattie neurologiche
Malattie endocrine
Malattie psichiatriche
Stato psicologico: depressione, bassa autostima, relazioni passate e presenti,
pratiche sessuali passate e presenti, storie di traumi o abusi sessuali,
ipocondria, ossessioni sessuali, soddisfazione per il proprio lavoro e
condizione sociale, posizione economica, livello di studi raggiunto.
2. Scale di Intensità ed Impatto della DE
Le scale di Intensità ed Impatto vengono usate per diversi motivi:
Per aiutare i medici nel riconoscimento, nella diagnosi e nella valutazione della
malattia
Per permettere ai pazienti di riconoscere il problema durante una visita ambulatoriale
Per assistere i ricercatori nella raccolta dei dati epidemiologici e quelli provenienti
dagli studi.
L’uso di un breve questionario autosomministrato è particolarmente raccomandato
per la valutazione dell'intensità e dell'impatto della DE.
Oggi il questionario maggiormente utilizzato per lo studio , la diagnosi ed il follow-
up della DE è l’IIEF (International Index of Erectile Function) a 5 domande nella
versione breve o 15 in quella integrale. La versione integrale a 15 domande è
suddivisa in 5 domini che vanno ad indagare la funzione erettile, quella orgasmica, il
desiderio sessuale, la soddisfazione nel rapporto e la soddisfazione generale. La
versione ridotta invece conta 5 domande che indagano su 2 domini principali, la
funzione erettile e la soddisfazione generale. Qualunque sia il questionario utilizzato,
bisogna comunque ricordare che questo non deve e non può assolutamente sostituire
l’anamnesi che continua ad essere, per la DE, lo strumento diagnostico maggiormente
discriminsante.

3. Esame obiettivo
Un attento esame obiettivo deve essere eseguito su ogni paziente con DE e deve
vertere principalmente sullo studio di:
Habitus del paziente (caratteri sessuali secondari)
Sistema cardiovascolare, neurologico genitoutinario con particolare attenzione al
pene, testicoli e alla esplorazione rettale. Devo essere misurati polso e pressione.

4. Esami di laboratorio
Il medico deve impostare gli esami diagnostici sulla base dei disturbi del paziente e
dei fattori di rischio ricavati dall'anamnesi e prendere in condiderazione i costi e la
disponibilità delle risorse.
Esami di laboratorio raccomandati:
- Glicemia basale o emoglobina glicata
- Profilo lipidico
- Testosterone
Nonostante esistano numerose controversie sul valore della valutazione delle varie
forme di testosterone (totale, libero, biodisponibile), forte consenso esiste sul fatto
che, in casi di riduzione della libido, della dimensione dei testicoli, sia necessaria la
valutazione di almeno una delle varie forme di testosterone.
Test di laboratorio facoltativi:
- Prolattina, LH (Ormone luteinizzante)
- Orrnone tireostimolante (TSH)
- Emocromo
- Esame delle urine

Nonostante con gli esami finora proposti si riesca ad avere già un buon indirizzo
diagnostico nella maggior parte dei casi, esistono comunque numerosi pazienti dove
bisogna approfondire le indagini e quindi eseguire test specialistici .

ESAMI SPECIALISTICI O DI II LIVELLO:


1) Studio della emodinamica peniena:
- Farmacoiniezione (FIC test) (vedi figura): si pratica una iniezione di
farmaco vasoattivo (Prostaglandina 1) direttamente nei corpi cavernosi,
tale procedura induce una erezione pressocchè immediata per la
vasodilatazione indotta dal farmaco e consente così di studiare il pene in
erezione valutando la potenza di questa o eventuali alterazioni
morfologiche (curvature o rotazioni). Tale procedura può anche essere
utilizzata nello studio ecocolordoppler dinamico.

Figura che illustra l’effettuazione di una puntura


intracavernosa per l’iniezione di farmaci all’interno del tessuto cavernoso.

- Ecocolordoppler penieno dinamico: si studia il pene in condizioni


basali in tutti i suoi aspetti morfologici e dopo FIC in condizioni
dinamiche per la valutazione della vascolarizzazione arteriosa
responsabile dell’erezione.
- Farmacocavemosometria-grafia: sono tecniche utilizzate
maggiormente per la valutazione delle fughe venose responsabili di DE.
Oggi, alla luce delle nuove acquisizioni in campo ecografico, delle
nuove terapie orali e della ipotesi secondo cui le fughe venose sarebbero
nella maggior parte dei casi legate ad artefatti di esecuzione dell’esame,
tali accertamenti hanno perso molta della loro utilità e sono ormai
relegati a casi sempre più rari e selezionati.
- Ateriografia : rimane l’esame principe per lo studio della
vascolarizzazione arteriosa peniena, è indaginoso, richiede un anestesia
locale e consiste nell’iniezione di mezzo di contrasto nel circolo
arterioso. Per tutte queste ragioni rimane indicato in casi molto
selezionati tipo malformazioni arteriose, priapismo ad alto flusso, come
tempo preoperatorio o pre embolizzazione.
2) Rigidometria peniena notturna (NPT): (vedi figura) consiste nel valutare,
durante il sonno, il numero, la durata e la potenza delle erezioni involontarie
notturne, non alterate dalle funzioni psichiche. E’ tuttavia necessario ripetere
l’esame per almeno 3 notti di seguito, bisogna accertarsi che la qualità del
sonno sia buona ed il tutto deve avvenire in ambiente protetto.

Nel primo grafico viene illustrato un caso normale mentre nel secondo un caso
patologico. Vengono evidenziate le modificazioni di tumescenza e rigidita registrate
durante il sonno.
Gestione del paziente con DE
Il primo passo nella gestione dei pazienti con DE è quello di facilitare la
comprensione del problema da parte del paziente e della partner.
La scelta della terapia è fortemente influenzata da fattori personali, culturali, etnici,
religiosi ed economici.
La presentazione e la stratificazione delle terapie può quindi variare a seconda dei
singoli pazienti, a seconda delle persone aventi backgrounds culturali e religiosi
differenti o a seconda delle persone con situazioni socioeconomiche differenti.
Il paziente e la sua partner (se presente) devono essere informati su tutte le possibilità
terapeutiche disponibili, sui benefici e rischi ad esse collegati e sui costi.
La comparsa di problemi erettili può condizionare in maniera significativa la qualità
di vita, ma non comporta un rischio per la vita del paziente. Di conseguenza è giusto
discutere con i pazienti i benefici, i rischi e i costi delle terapie disponibili e far
partecipare il paziente nella scelta della terapia
Prima di un intervento diretto, una buona pratica medica riconosce il valore della
modificazione dei fattori di rischio. Anche se frequentemente non sono sufficienti per
determinare una completa regressione della disfunzione erettile, questo aspetto può
avere un certo valore in pazienti selezionati.
Modificare i fattori di rischio:
- Stile di vita e fattori psicosociali
Fumo di sigaretta, alcolismo, abuso di sostanze possono richiedere un trattamento
specifico.
I fattori psicosociali includono problemi relazionali come conflitti con la partner,
cattiva informazione sul sesso, scarsa esperienza sessuale ed anche depressione.
- Educazione sessuale
Questo aspetto comprende una insufficiente consapevolezza dell'impatto
psicologico sulla funzione sessuale, informazioni sui normali cambiamenti
collegati all'età, la necessita dei preliminari e della corretta lubrificazione della
partner prima del coito.
- Terapie farmacologiche in atto
Antiipertensivi maggiormente usati, farmaci psicotropici tra i quali antidepressivi
ed antipsicotici, antiaritmici antiandrogeni e steroidi possono influire sulla sfera
sessuale del soggetto.
Educazione sessuale e psicoterapia
L’educazione sessuale (terapia sessuale, psicoterapia terapia della coppia) per le
persone singole o le coppie si occupa di specifici fattoti psicologici o interpersonali
come difficoltà relazionali, ansia per le performance sessuali, alterata comunicazione
interpersonale condizioni di comorbidità che sono in grado di alterare la funzione
sessuale. Il vantaggio della psicoterapia è rappresentato dalla sua natura non invasiva
e dalla sua ampia applicabilità Lo svantaggio è rappresentato invece dalla sua
variabile efficacia nel trattamento della DE, i costi che devono essere accettati dal
paziente e dalla partner e la disponibilità di validi specialisti.
Terapia ormonale sostitutiva:
La terapia ormonale è indicata in presenza di una carenza ormonale documentata
(carenza androgeni o ipogonadismo). In ogni modo una adeguata terapia ormonale
sostitutiva può non necessariamente migliorare la Disfunzione Erettile e anche in
questa popolazione di pazienti può risultare necessaria una terapia diretta.
La terapia con il testosterone, nel soggetto anziano con testosteronemia border-line,
può aumentare la massa ossea, la massa muscolare, la forza e frequentemente le
erezioni notturne, ma gli effetti sulla funzione sessuale, sono meno chiari.
L'identificazione del segmento di uomini anziani che potrebbe avere benefici dalla
terapia con androgeni rimane difficile. I rischi a lungo termine della terapia con
androgeni in questa categoria di pazienti non sono realmente noti, specialmente quelli
cardiovascolari e prostatici.
Terapia orale:
Quando indicate le terapie orali diventano la prima linea di trattamento per la
maggior parte dei pazienti con DE per la loro efficacia e scarsa invasività.
Oggi disponiamo di numerosi farmaci orali con azione centrale come la Apomorfina
o periferica come gli inibitori della fosfodiesterasi 5.
- Sildenafil
E’ un inibitore selettivo della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE 5), è stato approvato in
numerosi stati per il trattamento della Disfunzione Erettile. La PDE 5 è l'enzima
responsabile della lisi del Guanosin Monofosfato ciclico (cGMP), il secondo
messaggero intracellulare dell 'ossido nitrico. La PDE .5 rappresenta l'isoforma
predominante delle fosfodiesterasi trovate nel muscolo liscio. La stimolazione
sessuale è necessaria per iniziare il rilascio dell'ossido nitrico a livello dei corpi
cavernosi, infatti Sildenafil non è efficace in assenza di stimolazione sessuale.
Negli studi clinici Sildenafil ha mostrato ampia efficacia nella maggior parte dei
pazienti con DE indipendentemente dalla eziologia e dalla severità della DE o dall'età
dei pazienti. Anche in studi recenti eseguiti su malattie specifiche come diabete,
ipertensione, traumi spinali, sclerosi multipla e depressione Sildenafil si è dimostrato
efficace.
E' importante sottolineare che la somministrazione contemporanea di nitrati e
sildenafil è assolutamente controindicata. In questo caso infatti si può verificare una
severa ipotensione.
Gli effetti collaterali, tutti transitori, comprendono cefalea, flushing, dispepsia,
congestione nasale, alterata visione dei colori (dovuta all'inibizione della PDE 6). In
generale, se somministrato in maniera appropriata, sildenafil ha mostrato una ampia
efficacia ed un profilo di sicurezza.
- Tadalafil:
è un inibitore della PDE 5 di nuova uscita sul mercato, garantisce maggiore
selettività e attività prolungata, fino alle 24-36 ore. Gli effetti collaterali sono simili al
sildenafil, si possono presentare inoltre dolori muscolari e mal di schiena, per la
maggiore selettività nei confronti della PDE1. Così come per il Sildenafil non può
essere assunto in associazione ai nitrati.
- Vardenafil:
altro inibitore della PDE 5, garantisce caratteristiche sovrapponibili al Sildenafil sia
in termini di efficacia che di sicurezza d’impiego, la durata arriva fino alle 8 ore dopo
l’assunzione. Gli effetti indesiderati sono pressoché sovrapponibili al Sildenafil,
alcuni studi sperimentali dimostrerebbero una maggiore efficacia in pazienti
Cellule
sottoposti a interventi di chirurgia endoteliali
pelvica. Anche in questo caso controindicazione
assoluta all’uso di nitrati.

NANC NO

Guanilato
ciclasi

GTP
Sildenafil cGMP Rillassamento
Erezione
GMP

PDE5
- Apomorfina
Apomorfina è un agonista dopaminergico del sistema nervoso centrale. Inizialmente
veniva somministrato sottocute, ma la comparsa di effetti collaterali importanti hanno
indirizzato gli studi verso lo sviluppo di una somministrazione sublinguale.
Apomorfina si è dimostrata efficace negli studi placebo controllati e in quelli a dose
crescente. Nei responders è attiva dopo circa 20 minuti. Il suo effetto collaterale
principale è rappresentato dalla nausea, che viene riportata come moderata a bassi
dosaggi (2 mg e 4 mg). Altri effetti collaterali comprendono capogiro,sudorazione,
sonnolenza, sbadigli e raramente sincope.

Terapie locali:
Le terapie locali includono le iniezioni intracavernoso la terapia intrauretrale e il
Vacuum Device. I pazie che non ottengono buoni risultati con le terapie orali o che
presentano controindicazioni verso particolari terapie o che riferiscono la comparsa di
eventi avversi seguito all'assunzione di specifiche terapie orali, possono considerare
l'utilizzo delle terapie locali. A volte preferenze dei pazienti possono spingere verso
l'uso di terapie locali prima di quelle orali.
a) Terapia autoiniettiva
La terapia autoiniettiva è una metodica codificata per la terapia della DE. La
liberazione, tramite iniezione intracavernosa di agenti in grado di rilassare la
muscolatura liscia come papaverina, fentolamina o più recentemente alprostadil
(prostaglandina E1) è decisamente efficace e relativamente sicura.
La terapia autoiniettiva con alprostadil o con combinazione di farmaci è efficace nella
maggior parte dei pazienti, anche se la percentuale di pazienti che abbandonano la
terapia è ancora alta.
Gli effetti collaterali sono principalmente locali e comprendono dolore, priapismo e
formazione di tessuto cicatriziale. Questa terapia è controindicata nei pazienti con
anemia a cellule falciformi e con altre condizioni che predispongono al priapismo. I
vantaggi sono: una notevole efficacia, una relativa sicurezza ed una rapidità d'azione.
Tra gli svantaggi vi sono una certa invasività e un costo relativamente elevato.
b) Terapia intrauretrale
L'applicazione intrauretrale di alprostadil rappresenta una alternativa alla terapia
autoiniettiva. Ha però un efficacia inferiore. Questa può essere aumentata con
l'utilizzo di un elastico posizionato alla base del pene. Gli effetti collaterali
comprendono dolore e ipotensione.
Il vantaggio di questa terapia è la sua minore invasività. Tra gli svantaggi vi sono la
comparsa di effetti collaterali locali e sistemici, un costo relativamente alto e una
irritazione vaginale riferita dalla partner.
c) Vacuum device
Il Vacuum Device è ampiamente disponibile e in alcuni stati anche senza prescrizione
medica. Viene utilizzato da pazienti non interessati all'uso di terapie orali o che hanno
controindicazioni specifiche. Il Vacuum device crea una pressione negativa intorno al
pene flaccido, questo determina l'afflusso di sangue nel pene, che viene intrappolato
mediante un elastico posto alla base del pene.
Gli effetti collaterali includono dolore a livello del pene, parestesie peniene,
ecchimosi ed eiaculazione ritardata. I vantaggi comprendono la sua natura non
farmacologica, il pronto utilizzo, le scarse controindicazioni e il basso costo. Tra gli
svantaggi vi sono l'ingombro e gli effetti collaterali minori.
d) Impianto di protesi peniene
L'ultimo livello delle terapie disponibili per la DE è rappresentato dall'impianto di
protesi peniene semirigide o idrauliche. Questa possibilità è altamente invasiva ed
irreversibile e deve essere riservata a quei casi nei quali le altre terapie non hanno
avuto successo. I pazienti devono essere accuratamente selezionati, anche con la
collaborazione di uno specialista psichiatra, all’accettazione del cambiamento di
modalità del rapporto sessuale e all’accettazione della protesi e devono essere
fortemente motivati.
I vantaggi di tale terapia sono: un'efficacia elevata e una "soluzione a lungo termine".
Gli svantaggi includono la irreversibilità, l'invasività le complicanze chirurgiche e la
rottura meccanica delle protesi.

Controlli e follow-up
Controlli e follow-up devono essere eseguiti ad intervalli regolari in tutti i pazienti
che ricevono una terapia per la DE.
Lo scopo del follow-up è:
- Valutare la possibilità di variare il dosaggio della terapia o di cambiare il
farmaco stesso. I pazienti potrebbero voler cambiare terapia, avere nuove
informazioni o rivalutare le loro scelte terapeutiche.
- La comunicazione con il paziente. Il paziente potrebbe avere delle
preoccupazioni sulla terapia, altri problemi di tipo sessuale (eiaculazione pre-
coce), problemi riguardanti la partner (anorgasmia) o abitudini di vita (eventi
stressanti).
- Migliorare le conoscenze del paziente sulle terapie.

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