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LEON IS D. P. PP. XIII
L1TTERAE APOSTOLl cllE
B. ANTONIO MARIAE ZACCARIA
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Lettera Aposto[ica con [a qua[e a[
BEATO ANTONIO MARL\. ZACCARIA. l'ondalore dei
CIllERICI REGOLARI DI S. PAOLO
e delle VERGINI ANGELIClIE.
so no decretati gli onori dei Santi

Barnabile Publications
"Consider well what I have written to you
and Iry 10 practice il by deeds, nOljust by
words"
(St. Anthony M. Zaccaria, Letter 3)
Copyright translation 2009
by Barnabite Fathers
BARNABITE PUBLICATIONS
f!J
Barnabite Publications
Address:
Bamabite Fathers
430 I Hecktown Road
Bethlehem PA 18020, USA
E-mail: BamabitePublications@gmail .com
La bolla di canonizzazione
di S. Antonio Maria Zaccaria
(27 maggio 1897)
<<Dilectlls Domilli lIostri
Dopo un esordio assai consueto nelle bolle di canonizzazione,
ovvero il richiamo al passo dell'Apocalisse identificativo dei Santi , cui
I'Agnelio dan\ da bere I'acqua viva (Apoc. 21 , 6-7), il testa di Leone X[[l
prosegue narrando la vita di Antoni o Maria Zaccaria e Ie istituzione dei
Barnabiti e delle Angeliche, nonche i miracoli che poterono condurre il
Cremonese alia glori a degli altari.
La canonizzazione del Fondatore dei Barnabiti avvenne a molti
anni di di stanza dalla sua morte (1539) e dopo diverse peripezie, dovute
in gran parte ail e vicende storiche che riguardano la Congregazione fra
Seicento e Ottocento, e in parte anche agli ostacoli che si trovavano sulla
strada della beatificazione e della canonizzazione a causa dei primi
carismatlcl esordi delle fondazioni della Zaccaria, delle quali
l' lnquisi zione del tempo (soprattutto per il comportamento dell'angelica
Paola Antonia Negri) si era dovuta occupare.
II processo ordinario si ini ziava nel 1802, lOa il primo passo fu
compi uto nell'ottobre del 1800, durante il capitolo provinciale della
Lombard ia, ad opera di un barnabita che si deve ritenere I'anima della
futura beatificazione della Zaccaria, ovvero I'allora padre Francesco
Fontana ( 1750-1822), create cardinale da Pio VlT nel 1816; al Fontana si
deve aftiancare poi il padre Giuseppe Granniell o (1834-1 896), anch' egli
creato cardinale nel 1893, che fu molto attivo nell'ultima fase
processuale. La raccolta del materiale documentario sull o Zaccaria
(defunto ormai da piiJ di duecentocinquanta anni) fu Illnga e laboriosa,
cos] come fu faticoso ritrovare tutte Ie testimonianze sulla vita del futuro
beato e santo da parte dei contemporanei; si traM di un lunghissimo
lavoro storico. Trascorse gran parte dell'Ottocento in continui
interrogatori, ricerca e controllo dei documenti , esami dei testi piiJ
accreditati in campo storiografico, ricognizione del corpo, verifica di
tutte Ie osservanze prescritte da Urbano VW e dalla Congregazione dei
Riti, che allora si occllpava dei processi canonici di beatificazione. Tutto
questo iter e stato da me ricostruito in I processi di beatijicazione e
canonizzazione di S. Antonio Maria Zaccaria (1802-1897) . Appunti per
una ricerca, pubblicato in Barnabiti studi, 14 ( 1997), pp. 7-148.
Senza entrare nel merito di un lungo iter processuale, diremo
soltanto che tante fatiche dei Barnabiti furono ali a fine premiate, perch"
la figura del loro Fondatore ne usci arricchita da preziosi contorni di
testimonianze coeve e posteriori. Questo indusse Leone XIU a
beatificare Antonio Maria Zaccari a il 3 gennaio 1890 per la via della
reintegrazione del culto, dato che la Congregazione dei Riti aveva gia
approvati tre miracoli del futuro santo. Questo apri la via alia
canonizzazione, richiesta dal padre Granniell o con dovizia di argomenti
canonici.
Si giunse cosi al concistoro del 20 maggio 1897 durante il quale
Leone XTll decretava la canonizzazione di Antonio Maria Zaccar ia. II 27
maggio 1897 il papa emanava la bolla di canonizzazione Dilectus
Domini nostri, anche se essa veniva in realta sottoscritta dal pontefi ce e
da ventitre cardinali qualche giorno prima.
\I solenne documento fu preparato dalla Postulazione dei
Barnabiti e ripercorre a grandi linee la vita del Fondatore; nel testo vi
sono elencate tutte Ie fasi dei process i ed anche la Memorial) presentata
dal padre Fontana.
1\ 27 maggio 1897 la basilica di San Pietro era preparata per la
grande cerimonia: sotto la raggiera del Berni ni vi erano i ritratti dei due
futu ri Santi: Antonio Maria Zaccaria e Pierre Fourier. La basilica era
illuminata da 950 lampadari e gremita di fedeli. Leone XIlJ compi, nella
solennita, I' atto formale di canonizzazione e infatt i la bolla reca la stessa
data della cerimoni a. I Barnabiti, l'Italia, Cremona in particolare (che
aveva dato i natali all o Zaccaria) e tutta la Ch iesa potevano cominciare a
venerare il nostro Fondatore come Santo, noi diremmo un gran Santo,
che come il suo modello, I' apostolo Paolo, si era speso per la Ch iesa di
Cristo fino a consumarsi in giovane eta, lasciando una ered ita feconda.
2
+Sergio Pagano, B
Vescovo tit. di Celene
Prefetto dell'Archivio Segreto
Vaticano
Vaticano,5 settembre 2008
LETTERA APOSTOLICA CON LA QUALE AL BEATO
ANTONIO MARlA ZACCARIA, FONDATORE DEI CHIERICI
REGOLARlDI S. PAOLO E DELLE VERGINI ANGELlCHE,
SONO DECRETA TI GLl ONORl DEI SANTI
Leone [XfIl] Vescovo
Servo Dei Servi Di Dio
A Ricordo Perenne DefIa Cosa
II discepolo prediletto di Nostro Signore Gesu Cristo, quando in
un'estasi divina della mente vide la nuova Gerusalemme scendere dal
cielo come una sposa adorna per il suo uomo, udi una voce potente dire
daltrono: " / 0 sono I 'alfa e I 'omega, l'inizio e la fine. A colui che ha sete
dara gratuitamente dalla Jonte dell 'acqua viva. Chi sara vittorioso
possedera queste cose e io sara per quello Dio ed egli sara per me
figlio ".' Quelli che vinsero bevendo gratuitamente dalla fonte dell 'acqua
viva sono santi , avendo 10 splendore di Dio e una luce simile a una
pietra preziosa come di un diaspro cristallino': la jonte dell 'acqua viva e
Cristo, che salva gratuitamente coloro che devono essere salvati ed e
solito usare il ministero dei suoi santi per condurre i predestinati, quanti
che siano, ali a nuova Gerusalemme, naturalmente al tabemacolo di Dio
con gli uomini, dove detergera ogni lacrima dagli occhi di quelli e Jara
nuove tulte Ie cose.
Esultate dunque, figli carissimi, e seguite gli esempi dei nuovi
santi che a voi propone la Chiesa e al patrocinio dei quali vi affida, e
sforzatevi di imitarl i alacremente. Esultate in particolare voi Italiani e
ammirate il vostro connazionale Antonio Maria Zaccaria, il quale con
grandissimo amore guarda dal cielo voi, Ie vostre famigl ie e I'ltali a tutta,
affinche tutti veniate soll evat i in spirito su un monte grande e alto.
Antonio Maria nacque a Cremona, di nobile famiglia, verso la
fine dell 'anno 1502 dal padre Lazzaro e dall a madre Antonia Pescaroli ,
donna di eccezionale integritit. Questa, rimasta vedova del marito poco
dopo la nascita di Antoni o, si dedico tutta all 'educazione del carissimo
figlio affinche riuscisse tale quale aveva pregato da Dio. Ne
all'aspettazione materna venne meno Antonio, il quale fin da subito
I Apoc. XXI, 2, 6, 7.
2 lb. " .
manifesto tutti quelli che sogliono essere i segni di una futura santita e in
particolare il disprezzo dei beni terreni , il cllito della pieta cristiana e una
carita straordinaria nei confronti del prossimo. Per la qual cosa si dice
che non di rado quello, appena giovanetto, per soccorrere i poveri si sia
privato delle proprie vesti e abbia rifilltato i cibi che gli erano stati
preparati. Fu dunque infiammato da un amore tanto grande della poverta
cristiana che mai volle indossare vesti di seta che ostentavano i pill nobili
della sua eta e quei beni che gli erano derivati dall'eredita paterna Ii dono
assai volentieri alia madre, affinche quella potesse essere pili munifica
nei confronti dei poveri. Lui stesso poi, quasi fosse proprio l'ultimo dei
poveri, chiedeva con umilta alia madre Ie cose che gli erano necessarie,
stando bene attento a non chiedere 0 che gli fosse dato alcunche che
potesse sembrare anche aile persone pili severe non solo superfluo ma del
tutto non indispensabile.
Educato in casa negli studi letterari, fu inviato prima a Pavia poi
a Pad ova per ascoltare filosofi e medici; dopoche completo il corso con
grandissima lode d' ingegno e di profitto, insignito di laurea nella facolta
di medicina ritorn6 a Cremona per esercitare la professione di medico.
Era sufficiente davvero osservare Antonio perche tutti 10 giudicassero
destinate ad attivita pili alte, lui che ormai sia a Cremona che a Padova si
era guadagnato il nome di santo. E senza dubbio Antonio non desiderava
nulla pili del servizio ecclesiastico: ma siccome era assai umile, era
spaventato dalla serieta e altezza del ministero. Un frate domenicano di
nome Marcello, notevole sia per istruzione cbe per pieta, ruppe I'indugio
e promise ad Antonio che lui stesso gli avrebbe fatto da maestro nelle
materie teologiche e quello si dedico con passione e con tanto profitto
agli studi sacri da suscitare I'ammirazione delle stesso maestro. Coltivo
con particolare attenzione, dunque, la Divina Scrittura e a tal punto fu
entusiasmato dalle lettere di S. Paolo da proporselo come modello sia di
dottrina sia negli esempi di vita e 10 prego come suo grande intercessore
presso Nostro Signore Gesu Cristo.
Ne Paolo venne meno al suo protetto. Infatti Antonio non
aveva ancora deposto gli abiti secolari, quando gia ai Cremonesi apparve
tanto grande nell' incarico del sacro apostolato, che desiderarono
moltissimo fosse insignito dell ' ordine del sacerdozio, sia affinche i suoi
benefici trovassero pili ampia diffusione, sia affinche gli uomini
tornassero a guardare con ammirazione alia dignita sacerdotale - quasi
disprezzata, a causa della propagazione del vizio - e ne avessero il
ri spetto che meritava. Ne I' effetto inganno l'aspettazione; anzi sembro
che Dio stesso volesse confermarla con un prodigio. lnfatti, in occasione
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della prima celebrazione di Antonio, accadde quaicosa di straordinario,
con il quale Dio si degno di mostrare quanto si compiacesse della sua
funzione di ministro. Durante la santissima elevazione dell'ostia, difatti,
apparve circondato da un grande splendore e sembro che una schiera di
angeli 10 cingesse con riverenza, fino ache assunse degli aspetti sacri. Da
tale prodigio non fu tanto confermata presso gli uomini la reputazione di
Antonio, quanto la sua umilta e quel suo desiderio struggente di votarsi a
Cristo Redentore per la salvezza di tutti quanti.
Ma non c'e affatto bisogno di passare in rassegna singolarmente
con quanto ardore di carita opera sia nelle necessitil spirituali che
temporali dei Cremonesi . lnfatti gli storici piLI rinomati di Cremona
affermano unanimemente che la casa del beato Antonio divenne if rijilgio
delle miserie, mentre il suo petto era l 'asifo della compassione. Da qui i
Cremonesi presero a chiamarlo il proprio angelo e COS) 10 chiamavano
ogni volta che si recavano da Antonio 0 per ascoltare dei discorsi, 0 per
sgravarsi la coscienza 0 per un consiglio 0 un aiuto. Percia accadde che
fosse anche chiamato padre della patria, in quanto che per opinione
comune era considerato - e 10 era - il fermo garante della religione, dei
buoni costumi , della concordia pubblica e privata.
Gli venne in mente allora di diffondere in Italia, anzi nel mondo,
i benefici tanto grandi dei quali aveva colmato la sua citta; rna non
potendo realizzare il suo progetto senza I'ausilio di altri , inizia a
meditare su una societa religiosa che sotto la protezione della Chiesa si
adoperasse con tutte Ie sue forze alia riforma del clero e del popolo.
Eseguire e portare a compimento un'impresa simile, tanto piLI in quei
tempi disgraziati, era cosa difficilissima: rna davanti agli occhi di
Antonio c' era Paolo; egli portava nel cuore Paolo, il suo patrono; in
nome di Paolo, fra lacrime e preghiere, suppl icava Cristo crocifisso che
si mostrasse propizio ai suo i voti. Ne del resto il Redentore, amantissimo
degli uomini , indugia a lungo. Infatti, essen do Antonio giunto a Milano
ed avendo incontrato quel famoso e sceltissimo gruppo di uomini insigni
per pieta e conoscenza che veniva ch iamato Dalla divina sapienza, fu da
tutti accolto cosi come se fosse lui colui che potesse infine stabilire di
cosa ci fosse bisogno per afl'rontare i gravissimi mali da cui era da ogni
parte oppressa la Chiesa e la societa cristiana; ed avendo Antonio fatto
menzione del suo progetto di societa, tutti approvarono ed
immediatamente si offrirono con slancio come suoi compagni due nobili
cittadini di Milano, Bartolomeo Ferrari e Giacomo Morigia, I' uno gia
sacerdote, mentre I'altro assai degno e desiderosissimo di diventarlo.
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Insieme a questi compagni Antonio chi ese con umili ssime
preghiere a Clemente VU di fe lice memoria il permesso di cost ituire una
nuova famigli a religiosa, con la quale conseguire 10 scopo prefisso che
dicemmo, sotto la protezione di San Paolo e la sua assidua imitazione.
Clemente accolse assai volent ieri Ie preghiere e con un breve del 18
febbraio 1533 concesse la grazia richiesta. Nel 1535 poi Paolo Ill,
successore di Clemente, con una nuova lettera apostolica confermo, lodo
e doto di numerosi privilegi la societa che gia si era accresci uta. Questi
sono dunque gli ini zi gloriosi di quella societa che San Carlo Borromeo e
San Francesco di Sales ammirarono e di cui si rallegrarono; la quale,
diffusasi prima in Lombardia e la Francia merid ionale, e poi nel resto
d' !talia e fra Ie altre nazioni, tanti meriti si guadagno e guadagna tuttora,
nei confronti della Chiesa e giova moltissimo anche alia societa civil e
con I'educazione cristiana e letteraria della gioventli; dalla quale infine
uscirono ed escono numerosi uomim insigni nell e scienze,
particolarmente in que lie naturali, delle quali quanta sia la necessita e
tanto pi li I' uti lita, specialmente ai nostri tempi , non c' e nessuno che non
se ne renda conto.
Non molto tempo dopo Antonio, per provvedere all ' educazione
cristiana delle fanci ull e, si diede da fare per convertire in un monastero
quell 'ospizio che aveva fondato a Milano la piiss ima contessa di
Guastall a Ludovica Torelli , ed a cio persuase a tal punto la generosa
donna che quella subito si occupo di richiedere dalla Sede Apostoli ca il
permesso di quell a cosa. II sommo pontefice Paolo ILl, con breve del
1535, esaudl Ie preghiere e cosl nacquero quei famos i monasteri delle
sacre vergini, ail e quali fu dato nome di Angeliche. Infatti, avendo
Antonio concesso a quelle suore il permesso di scegliers i un nome col
quale essere chi amate, una Ira Ie pili giovani, come per un ' ispirazione
divina, esclamo che al gruppo di quelle vergini si confacesse il nome di
Angeliche, il quale, avendolo tutte quante approvato con entusiasmo, fu
assunto assai volentieri come denominazione con la promessa inoltre di
condurre una vi ta che ne Fosse degna.
I monasteri de lle suore Angel iche, provvisti da Antonio di
sapientissimi regolament i, in breve tempo si guadagnarono una tale stima
che furono d' esempio per la riforma degli ordini di altre sacre vergini.
San Carl o Borromeo aveva una consi derazione tanto grande delle suore
Angeliche che era solita chiamarl e "if pi" prezioso gioiello delle sua
milra"; Ie regole secondo cui erano governate Ie Angeli che e I' intera
maniera dell 'istituzione furono di grande utilita a San Francesco di Sales
in quella ammirevole fondazione di suore che furono chiamate della
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Visitazione della Santissima Vergine. Sembro poi opportuno alia nostra
carica di raccomandare i monasteri delle Angeliche, dal momento che
riteniamo che saranno d'utilita tuttora al nostro tempo. Percio esortammo
con forza il vescovo di Lodi a reintrodurle nella sua diocesi.
Con queste isti tuzioni merit i grandissimi nei confronti della
Chiesa si acquisto Antonio, il qual e per governarl e e difenderle dai
detrattori, che furono non pochi e potenti, dovette profondere cure
assidue ed enormi. Ciononostante, quasi che avesse tempo a
disposizione, si dedi co contemporaneamente alia riforma del c1era e del
popolo di Milano in maniera tal e che a buon di ritto fu chiamato il
precursore di San Carlo Borromeo in questa faccenda. Anche a Milano,
come aveva fatto a Cremona, provvide non solo ail e anime, rna anche
aile necess ita corporali , ne c'e aleun genere di tribolazione e mi seria che
quello non abbia pensato di allontanare 0 quantomeno all eviare. E non
solo Cremona e Milano avvertirono i grandi benefici di Antonio, rna
anche tutta la diocesi di Vicenza, per la cui ricostituzione e riforma era
stato chiamato dal cardinal Ridolfi.
Tante e tanto grandi lodi delle imprese devono essere ricondotte
ail e eroiche virtu dell ' incl ito uomo, Ie quali quello attinse e nutri
dall ' assidua contemplazione di Gesu Cristo. Come infatti dice un
seri ssimo suo biografo recando continuamente nelle parti piu feconde
dell 'anima una raccolta dalla passione di Nostro Signore, come un
fascico lo di mirra, osservava I' esempio perfettissimo di ogni virtu inviato
dal cielo, intento solo a riuscire, affrontando e sopportando dure prove,
conforme ad una simile immagine.
Di qui la continua meditazione nel beato Antonio delle cose
celesti, di qui quell o straordinario fervore con il quale celebrava il sacro
rito e I' immenso des iderio di ampliare il regno di Cristo, da cui si dice,
sull a base di documenti non privi di fondamento, che per primo abbia
portato I' adorazione dell 'ostia divina fino ali a durata del solenne triduo,
come ancor oggi; di qui la tenerissima pieta nei confronti della Vergine,
attraverso la quale Cristo crocifisso volle essere amato: di qui una
penitenza quasi incredibil e unita ad un ' innocenza degna di un angelo: di
qui una grandi ssima umilta, per la quale si gettava fra i piu mi seri dei
peccatori. Cri sto si degno di adornare ed elevare anche in terra una virtu
tanto grande con doni e carismi meravigliosi.
Ma ormai un premio immortale attendeva Antonio, ancora nel
fi ore degli anni ; essen do stato convocato a Guastall a, lacerata da
gravi ssimi dissidi , affinche portasse la pace, fu colto da una grave
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malattia. Pensa a Milano e ai suoi, rna ormai moribondo preferl essere
portato a Cremona, citta piu vicina. Li nell'abbraccio della sua piissima
madre, che predisse entro breve sarebbe volata in cielo, svelando, fra Ie
lacrime versate dai compagn i, gli avvenimenti futuri della sua
congregazione, risollevato, come e stato affermato da autori degni di
fede, dalla visione e conforto di San Paolo, ricevuti tutti i sacramenti
della Chiesa con grande passione ed umilta, nell a serenita piu ampia e
come se stesse assaporando ormai Ie gioie del cielo morl il 5 luglio 1539
a 37 anni.
La popolazione intera con grande consenso del clero
immediatamente venero il defunto Antonio fra i beati celesti. Da questa
momenta (inizio) il culto straordinario delle sue reliquie; da questa
momenta Ie sue immagini, sfolgoranti di raggi ed aureole, furono esposte
sugli altari; da questa momenta il costante titolo di beato attribuito ad
Antonio, non solo in Lombardia ed in Italia, rna anche nelle regioni piu
nobili d' Europa. Ma 95 anni dopo la sua morte, essen do stati promulgati
i celeberrimi decreti di Urbano VIII, la Congregazione dei Chierici di
San Paolo ritenne di doversi astenere da quel culto, sebbene potesse
sembrare che i decreti di Urbano VIII non riguardassero in nessun
artico lo quel culto. Prevalse tuttavia la somma ubbidienza alia Santa
Sede. La qual cosa tanto piu deve essere ascritta a lode dei Barnabiti, per
il fatto che la nobilissima causa si sarebbe potuta sbrigare, con difficolta
certamente, per viam, come si dice, non ClIltllS. Ma avendo il nostro
predecessore di inclita memoria Benedetto XIV utilmente stabi lito che
nelle cause antiche potessero essere accolte anche Ie prove sussidiarie, i
Barnabiti produssero tutti i propri studi per istruire, con grande dovizia di
prove di tal fatta, la principale causa del proprio Ordine. Ma a causa dei
tempi difficili I' inquisizione ordinaria non pote essere sbrigata sino al
1808, portata a termine la quale finalmente Pio vn di venerata memoria
I' anno seguente formo la commissione della causa. Espletate fel icemente
all ora tutte Ie formal ita che erano stabilite per legge, fu fatta I' inchiesta
sulle virtu, che il nostro predecessore di fe li ce memoria Pio IX dichiaro
eroiche il 2 febbraio 1849, mentre si trovava in esi li o a Gaeta a causa dei
moti rivoluzionari.
Frattanto, mentre i devotissimi figli del beato Antoni o
preparavano il dibattito che ci sarebbe stato fra breve sui miracoli, furono
emanati alcuni decreti della Sacra Congregazione, secondo i quali veniva
reintegrato il culto del beato Marinoni dei chierici Teatini ed anche dei
beati martiri Gesuiti Azevedo con i suoi compagni, ed ultimamente poi di
quei famosi eroi, che in Inghilterra col proprio sangue fecero risplendere
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la Chiesa di Cristo: a questa punto sembro opportuno ai Chi eri ci
Regolari di San Paolo che spettasse ad essi di provvedere secondo la
medesima ragione ali a gloria del propri o fondatore. Per cui dunque con
grandi ssima gioia d'animo ottennero che presso la Sacra Congregazione
dei Riti si trattasse del ripristino del suo culto. La Sacra Congregazione
fu d'accordo e Noi approvammo assai volentieri la sua decisione con
decreto del 3 gennaio 1890 e stabilimmo che Antonio Maria fosse
annoverato fra i beat i. Nell ' anno seguente i Chierici di San Paolo
intrapresero a rinnovare la causa di Canonizzazione, chiedendo inoltre
che i miracoli da proporre per la sua beatificazione potessero avere
valid ita anche per la canonizzazione. Essendo state approvate entrambe
Ie richieste dalla Sacra Congregazione, Noi il 13 maggio 1891 di nostro
pugno firmammo la formazione della commissione per la ripresa della
causa del beato Antonio Maria Zaccaria ed allo stesso tempo abbiamo
acconsentito che i miracoli ottenuti da Dio per I' intercessione del
medesimo beato dopo il 1849 potessero essere proposti per la
canonizzazioll e stessa.
Tre dunque sono i miracoli proposti a tale propos ito. II primo
accadde nell ' arcidiocesi di Bologna nel 1876 ad un certo Vincenzo
Zanotti, agricoltore. Costui a 20 anni d' eta comincio a soffrire di varici
ali a gamba sinistra. Aile varici segui un' ulcerazione, particolarmente
atroce durante I'estate e tanto dolorosa che Vincenzo non poteva
dedi carsi a nessun lavoro. Dopo alcuni anni mostro la gamba ad un
medico, affinche potesse curarla, ma questi disse che non esisteva alcuna
med icina che potesse sconfiggere la mal attia, poiche questa derivava da
L1na cattiva predisposizione ereditaria e percio gli prescrisse soltanto
alcuni palliativi per contenerla ed alleviarla. Tuttavi a, pur fra alteme
vicende, il morbo torno ad aggravarsi fino ache, essen do il malato onnai
giunto alia vecchiaia, divenne eccezionalmente grave ed orrnai sembrava
imminente la cancrena. Allora Vincenzo si rimise all ' intercessione del
Beato Antonio e, per guadagnarselo, ini zio delle preghiere di nove
giorni , al termine dell e quali senti di stare meglio e vide che I' ul cera di
stava cicatrizzando. Aggillnse altri tre giomi di preghiera, compillte Ie
quali gli ritornarono Ie forze e si accinse nLlovamente, fra I'esultanza dei
suoi parenti ed amici , con foga ai pesanti lavori dei campi. Una cicatrice
ormai solida testimoni ava che la piaga si era ormai guarita.
L'altro miracolo avvenne a Cremona nel 1873. Paola Aloni non
ebbe mai a lamentarsi del proprio stato di salute fino a che non raggiunse
i 15 anni d' eta; allora ini zio ad essere colpita da una malattia abbastanza
grave e di difficile diagnosi, che i medici chi amarono "reuma nervoso". I
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sintomi erano delle contrazioni dei nervi, terribili dolori in tutto il corpo
e alcune volte della febbre. Quindi si manifesto un gonfiore di pessima
natura prima nella gola e poi sotto Ie ascelle; ri mosso il quale per via
chirurgica, la precedente malattia si fece pitl atroce e Paola fu costretta a
letto, incapace di camminare. Una febbre altissima, dolori in tutte Ie
membra, intollerabile particolarmente sulla testa, la nuca ed i reni ;
attacchi di vomito, svenimenti, deliri , soffocamenti. "Spinite"
diagnosticarono i med ici, non solo incurabile, rna che non si sapeva
nemmeno come lenire. La disgraziatissima donna trascorse 7 anni interi
in quello stato, consunta da una magrezza tale da sembrare solo pelle ed
ossa, quando il suo confessore il Rev.do Carlo Crotti, uditi i miracoli del
venerabile Antonio Zaccaria, Ie diede un ' immagine ed alcune reliquie e
la indusse ad una buooa speranza, cosl che la donna, piena di fiducia,
diede ini zio a nove giomi di preghiera. Non essendo stata esaudita, non
perse affatto la sua fiducia e pregava continuamente sicura che alia fine
Antonio I'avrebbe esaudita. Ormai Ie era stata somministrata I'estrema
unzione e, corroborata dalle benedizioni della Chiesa, pareva Fosse
prossima ali a morte, quando, afferrata da non so qual impeto, tento di
alzarsi dal letto. Feli ce tentativo! infatti, recuperate subito Ie forze, non
solo pote Ii deambulare, rna anche nutrirsi di parecchio cibo e nutriente;
la quale buona sal ute, di cui non aveva goduto mai neanche prima della
malattia, duro per parecchi anni .
II terzo miracolo capito a Francesco Aloni fratello di Paola.
Questo bambino al principio dell'etil fu ammalato di herpes, di
intiammazioni cerebrali , che offuscarono Ie capacitil della sua mente, ed
altre malattie che causarono un aspetto completamente deforme del
corpo. A quarantacinque ann i, essendo caduto sulla gamba destra, se la
fratturo. Grazie a delle cure continue si ristabiIl, rna nella stessa gamba 5i
formo un gonti ore che prima diede una piaga e quindi divenne
un ' ulcerazione terri bile. Ricoverato in un ospedale di Cremona per due
volte fu dimesso, in quanto malato cronico e inguaribile. Sopraggiunse la
osteoperiostite. Allora, abbandonato da tutti , ch iese aiuto ali a sorell a
Paola. Questa, avendo bene in mente il venerabil e Antonio che I' aveva
soccorsa mentre era ormai prossima alia morte, esorta il fratello a stare di
buon animo e a pregare fiduciosamente il venerabi le Antonio per nove
giomi. Francesco obbedisce, sulla cui gamba Paola aveva giil accostato Ie
reliquie del venerabile, e, terminati i nove giomi di preghiera, guarl del
tutto.
Questi miracoli, cioe l 'immediata e perfetto guarigione di
Vincenzo Zanolti do un 'ulcera antica e insanabile alia gamba sinistra, di
10
Paola Aloni da una rnalauia cronica e inguaribile della spina dorsale. e
injine del cremonese Francesco Aloni da un 'ulcerazione cronica e antica
alia garnba destra, essen do stati esaminat i per tre volte secondo
tradizione, per la prima volta nella Congregazione antipreparatoria
riunitasi il 17 dicembre del 1895, poi nella Congregazione preparatoria
del 1
0
settembre 1896, intine nell a Congregazione generale radunatasi
ali a nostra presenza il 14 gennaio di questa corrente anno, Noi , udite Ie
sentenze dei venerabi li nostri fratelli cardinali di Santa Romana Chi esa
nonch" dei consultori, dopo aver invocato illume divino in spirito di
umilta il 14 febbraio, domenica di septuages ima, solennemente abbiamo
proclamato il Cons tare circa i tre suddetti miracoli.
Rimaneva che nei comizi generali della Sacra Congregazione dei
Riti venisse sottoposto il dubbio se si potesse procedere in sicurezza alia
solenne canonizzazione del Beato Antonio Maria Zaccaria. Si opponeva,
tuttavia, il decreto del 23 aprile 1741, secondo il quale si dispose che
nell e cause nell e quali Ie virtu non fossero suffragate da prove dirette
occorresse discutere quattro miracoli. Ma Noi , considerata la nobiltil
della causa e la dignita di cui gode il Beato, in quanta fondatore
dell ' Ordine illustre e assai meritorio nei confronti della Chiesa, abbi amo
esentato i Postulatori dalla presentazione del quarto miracolo. Pertanto il
23 febbraio del corrente anno, dopo aver accolto assai volenti eri Ie
sentenze sia dei venerabili nostri frate lli card inali di S.R.C. sia dei
consultori, invocato nuovamente I'ai uto divino nell a domenica prima di
quaresima, solennemente abbiamo decretato che si potesse procedere in
sicurezza ali a canonizzazione del Beato Antoni o Maria.
Portate a termine queste cose, seguendo assai volenti eri la
tradizione sia secondo Ie di sposizioni degli antichi sia seguendo gl i
esempi dei nostri predecessori e anche per accrescere la solennitil di un
evento tanto grande, nel Concistoro segreto riunito il 19 aprile del
corrente anna abbiamo convocato tutti i cardi nali di S.R.C. e abbiamo
richiesto il lora parere. Quelli, do po che il dil etto ti glio nostro cardinale
Gaetano Alois i-Masella, prefetto della Congregazione dei Sacri Riti , con
un breve ma accurato discorso parla delle gesta, delle virtu e miracoli del
beato Antoni o e anche della serie degli atti , risposero di approvare in
modo straordinari o che ad un uomo tanto importante veni ssero tributati
gli onori dei santi. All ora 10 stesso giorno, convocato un pubblico
concistoro, il diletto tiglio Baldassarre Capogrossi-Guarna, avvocato
della nostra aula concistoriale, con eleganza perora in favore della
canonizzazione del medes imo beato, e umilmente suppli ca che Noi
addivenissimo a quella. Noi, dunque, avendo davanti agli occhi la seri eta
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e grandezza della cosa, ritenemmo che occorresse ancora insistere con
preghiere e digiuni affinche Dio benevolissimo si degnasse di far
rispl endere sopra la nostra mente la luce del suo splendore e guidarla
nella sua volonta. Badammo dunque con una lettera inviata dalla Sacra
Congregazione del Concili o che non solo i venerabi li fratelli vescovi pill
vicini ma anche i pill lontani, nel debito rispetto della si tuazione, fossero
informati di questa vicenda e si recassero aRoma al fine di manifestare
con I' invocazione del Divino Spirito il proprio parere sulla
canonizzazione del beato Antonio Maria e del beato Pietro Fourier, che
associammo a lui . Essendo molti ssimi di questi giunti da tutto il mondo,
conosciuta pi enamente la causa sia in base a quei provvedimenti che
erano stati presi in nostra presenza sia in base ai documenti della Sacra
Congregazione dei Riti , esemplari dei qua Ii abbiamo voluto che fossero
consegnat i a ciascuno, si radunarono in un concistoro semi-pubblico
riunitosi in nostra presenza il 20 maggio. Non solo i venerabi li fratelli
nostri cardinal i di S.R.C., ma i patriarchi, i primati, gli arcivescovi, i
vescovi con parere unanime ci invitarono ad approvare questa
canoni zzazione. Gli atti della qual cosa redatti in forma pubblica dai
diletti figli notai della Sede Apostolica furono depositati nell ' archivio
della Sacra Congregazione dei Riti.
Per la solenne celebrazione di questa canoni zzazione abbiamo
stabilito il 27 maggio, giorno in cui si commemora Gesll au/ore della
salvezza umana, gioia dei cuori, janda/ore del mondo reden/o, vinci/ore
in nobile /rion/o, che siede 0110 destra del Padre. Stabiliti frattanto i
digiuni e indicate Ie chiese per ottenere Ie sacre indulgenze, abbiamo
invitato tutti i cristiani che si fossero accostati ad una solennita tanto
grande con animi adeguatamente preparati a ricevere la generosa
abbondanza dei benefici celesti.
Sembr6 opportuno, inoltre, per soddisfare sia i desideri di
numerosissimi fedeli che anche per accrescere la maesta del rito, che
quello fosse celebrato nel tempio pill grande di tutto il mondo secondo
un' antichi ssi ma tradizione che la malvagita dei tempi e la dolorosissima
prigionia del vicario di Cristo costrinsero ad interrompere. Perdurando
infatti questa prigionia per un imperscrutabile giudizio di Dio, st imammo
non inopportuno che i fedeli di fronte al sepolcro stesso dei santi apostol i
raddoppiassero Ie preghi ere pill ferventi affi nche Dio si degni , infine, 0
di convertire i nemici della Santa Chiesa 0 di umiliarli .
Quando giunse, dunque, il felicissimo giorno stabilito tutti gli
Ordini del clerc sia secolare che regolare, i singoli presuli e officiali della
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cuna romana, tutti i venerabili fratelli nostri cardinali di S.R.C., i
patriarchi, i primati , gli arcivescovi, i vescovi si riunirono in numero di
circa trecento e Noi, preceduti da quelli , entrammo nella Basilica
vaticana ornata magnificentissimamente per la solenne celebrazione.
All ora il diletto figlio nostro cardinale Gaetano Aloisi Masella, prefetto
della Sacra Congregazione dei Riti , incaricato di sovrintendere ali a
direzione della canonizzazione, mentre il diletto figlio Baldassarre
Capogrossi-Guarna, avvocato dell a nostra aula concistoriale, perorava, ci
rece i voti e Ie preghiere dei sacri prelati e di tutto l'Ordine dei Barnabiti
e delle Suore Angeliche affi nche decorassimo il Beato Antonio Maria
dell'onore dei santi; e avendo insistito calorosamente due e tre volte con i
medesimi voti e preghiere, Noi, dopo aver invocato umilmente la luce
del Divino Spirito, per I'onore della Santa e lndividua Trinitit, per
I' accrescimento e decoro della fede cattolica, con I'autoritit del Signore
Nostro Gesu Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, in seguito
ad un 'opportuna delibera e voto dei venerabil i fratell i nostri cardinal i di
S.R.C., per decisione dei patriarchi , dei primati, degli arcivescovi, dei
vescovi abbiamo dichiarato che il predetto sacerdote Antonio Maria,
fondatore dei Chierici Regolari di S. Paolo e delle vergini Angel iche, sia
un Santo confessore.
A questa stesso decreto abbiamo associato Pietro Fourier da
Mattaincourt, sacerdote della Lorena, generale e riformatore della
Congregazione detta di Nostro Salvatore, dell 'Ordi ne dei Canonici
Regolari di S. Agosti no, e fondatore delle monache della Congregazione
della Nostra Signora e della regola del medesimo S. Agostino, anche lui
insigne per gloria di virtu e miracoli.
Abbiamo stabilito poi che il ricordo di S. Antoni o Maria
Zaccaria fosse fissato ogni anna nel martirologio al 5 luglio e abbiamo
concesso in perpetuo a tutti i fedeli che in detto giorno venereranno Ie
sue spogl ie un ' indulgenza di sette anni e di altrettanti quaranta giorni .
Rese grazie poi umilmente a Dio ottimo massimo, in nostra presenza il
venerabil e nostro fratello Luigi Oregli a, vescovo di Ostia e velletri,
Decano del Sacro Collegio celebre il sacro rito; Noi, dopo la lettura del
vallgelo ci rivolgemmo al clero e al popolo tutto esortalldoli con forza a
implorare con piena fiducia I' intercessione dei santi apostoli Pietro e
Paolo e quella dei nuovi santi, special mente in quei bisogni della Ch iesa.
Poi impartita con amplissimo affetto di cuore I' indulgenza plenaria a tutti
gli astanti, disponemmo che questa lettera apostolica con Ie sottoscrizioni
di mano nostra e dei cardi nali di S.R.C. fosse sped ita con la bolla di
piombo.
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Figli carissimi, avete udito dal di letto apostolo quali e quanto
grandi siano Ie gioie della nuova Gerusalemme preparate da Cristo per i
vincilori; per quelli certamente che, rivestendosi di Cristo stesso, hanno
riportato il trionfo sui mondo, la came, Ie potenze delle tenebre, offrendo
i propri corpi come sacrificio vivente, santo e gradilo a Dio e quelli che
non vollero conJormarsi alia menlalila di questa secolo e hanno
riconosciuto quale sia la volonta di Dio buona e gradita e perJetta'. Ma
per i viii e gli increduli, gli abietti, gli assassini, gli immorali, gli
avvelenatori, gli idolatri e per [uUi i mentitori, una parle di quell( si
trovera nello stagno ardenlefra it jUoco e 10 zolfo'.
Comprendete, dunque, 0 fi gli carissimi, che 10 stagno ardente di
Fuoco e zolfo rappresenta non solo una parte degli increduli , degli abietti,
degli assass ini , degli immorali , dei mentitori rna anche dei vi ii . Percio
affinche la vittoria ci guid i alia conquista del monle grande e alto
conviene che noi lottiamo contro il secolo non con vane riflessioni e
sterili desideri rna con tutta la mente, tutto il eucre e tutte Ie forze; senza
null a dissimulare, non avendo paura di nulla' e stimando la stessa morte
come un premio grande e soave, quando capiti di affrontarla per la vera
liberta e dignita dell ' ani ma nostra, per Cristo, per i diritti e Ie leggi della
Chiesa.
Dovunque contro questi santissimi e augustissimi nomi e cose si
combatte una guerra spietata: in italia, poi, ancor pi" orribil e e indegna;
in italia, dico, dove Cristo pose la sede principale del suo regno, che
uomini sacril eghi si vantano a tal punto di aver ridimensionato, da non
vergognarsi di celebrare un 'azione nefanda con un solenne rito civi le,
come i pi" grandi orgogli della patria, anzi del genere umano, e di
renderl o perenne con un monumento gigantesco innalzato accanto alia
croce abbattuta. Venga Dio ottimo massimo e con I' intercessione di S.
Anton io Maria sostenga la nostra causa: sostenga Ie vostre imprese, 0 voi
che siete tra i pi" nobili degli Italiani, che combattete con grandi ssimo
coraggio per Cristo e la Chiesa e travolli dall 'errore degli empi non
veniale meno alia vOSIraJermezza
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Dunque, esaminate cosl per bene tutte Ie cose che dovevano
essere valutate, sulla base di una conoscenza certa e la pienezza della
nostra autorita confermiamo tutte e si ngole Ie di sposizioni predette e
inoltre Ie rafforziamo e di nuovo Ie stabi liamo e Ie annunciamo a tutta la
' Rom. XII , 1,2
" Apoc. XXI , 8
5 Pel. Episl. II, [II, 17
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Ch iesa cattol ica, prescrivendo che Ie trascrizion i di questa presente
lettera 0 gli esemplari anche a stampa sottoscri tt i dall a mano di qua1che
notaio e muniti del sigill o di un uomo che rivesta una carica ecclesiastica
abbiano completamente la stessa autorita che avrebbe questa nostra
presente lettera nel caso in cui venisse es ibita e mostrata. Se qual cuno,
poi, avril I'ardire di stracciare 0 con temeraria audacia opporsi 0
corrompere questa pagina della nostra definizione, decreto, comando,
concessione e volonta, sappia che andril incontro all ' indignazione di Dio
Onnipotente e dei suoi Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Dato aRoma presso S. Pietro nell' anno dell ' incarnazione del
Signore I 897, 27 maggio, anno ventesimo del nostro pontificato.
+ 10 Leone Vescovo dell a Chi esa Cattoli ca
(Rota)
+ 10 Luigi, vescovo di Ostia e Velletri, card. Oregl ia di S. Stefano,
Camerl engo di S. R. C. e Decano.
+ 10 Lucido Maria, vescovo di Porto e S. Rufina, card. Parocchi .
+ 10 Serafino, vescovo di Frascati, card. Vannutel li .
+ 10 Mario, vescovo di Sabina, card. Mocenni.
+ 10 Isidoro, vescovo di Albano, card. Verga, Penitenziere Maggiore.
+ 10 Camill o della Compagnia di GesiI, vescovo di Palestrina, card.
Mazzella.
+ 10 Mieczyslaw, protopresbitero del titolo di S. Lorenzo in Lucina, card.
Led6chowski .
+ 10 Gaetano, presbitero del titolo di S. Prassede, card. Aloisi -Masell a.
+ To Mariano, presbitero del titolo di S. Cecili a, card. Rampolla.
+ To Vincenzo, presbitero del titolo di S. Silvestro in Capite, card.
Vannutelli .
+ 10 Angelo, presbitero del titolo dei SS. Bonifacio ed Aless io, card. Di
Pi etro.
+ To Francesco, presbitero del titolo di S. Maria in Araceli , card. Satolli .
+ To Girolamo Maria dei Carmel itani Scalzi, presbitero del titolo di S.
Maria della Scala, card. Gotti .
+ 10 Domeni co Maria, presbitero del titolo dei SS. Marcellino e Pietro,
card. lacobini .
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+ 10 Antoni o, presbitero del titolo dei SS. Nereo ed Achi ll eo, card.
Agl iardi.
+ 10 Domenico, presbitero del titolo di S. Prisca, card. Ferrata.
+ 10 Serafino, presbitero del titolo di S. Maria sopra Minerva, card.
Cretoni.
+ 10 Teodolfo, pri mo diacono di S. Lorenzo in Damaso, card. Mertel,
Vice-Cancelliere di S. R. C.
+ 10 Lu igi, diacono di S. Maria in Via Lata, card. Macchi.
+ 10 Andreas della Compagnia di GestI, diacono di S. Agata ali a Suburra,
card. Steinhuber.
+ 10 Francesco, diacono di S. Maria in Portico, card. Segna.
+ 10 Raffaele dell'Ordine dei Frati Predicatori, diacono dei SS. Cosma e
Damiano, card. Pierotti.
+ 10 Giuseppe, diacono di S. Cesareo in Paialio, card. Prisco.
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