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( SEGUE ) SEZIONE P RIMA

DELITTI NATUBALX

CLASSE TERZA
DBLITTI CON1'110 L A LIBI.;RTA3 IR'IiIVJOUALL

Iclea, c contenuto deltu classe.

liopo il iliritto alla conservazione della propi'i:t esistenza, dopo il diritto alla conservazione rlelln propria integrith fisica e morale, il diritta clic tosto Pucceile nell'ordine della relativa importanza B quello della i&es*ticindividuale: vale a dire della costante fiicolth cha ha l' uomo di esercitare le atti\'itii proprie cos fisiche come morali a servigio dei suoi bisogni onde raggiungere la sua destinaxiiliic nella vita terrena. Scnza questo sarebbe inutile 13. b!slstcnza e 1a integrith personale, le quali non sono beni In loro stesse, se non in quanto servono (li strumoi~lonll' esercizio della personale attiviti. T~aondc,in rln senso pii1 vasto e in tin concetto pii1 lrriirbiilc?nte speculativo, In lic'zc?-fu il clil1ilto, ~ i u i c l i ~ i.

- 400 la idea del diritto si compendia appunto nella idea di libertu; nessuno potendo dire e sentire di esser libero senza venire al tempo stesso esercitando uno degli speciali diritti che gli competono, sia che egli usi delle interne sue facolt, sia che dell' esterne si valga. Ma qui la parola libert si adopera in un senso pi concreto, non come mera potenza, ma conie attuale estrinsecazione della potenza. La quale pnb essere in qualche suo momento impedita senza che la potenza sia tolta. Privato 1' uomo della vita la sua liberth P, affatto distrutta nel primario elemento della sua potenza. Privato di un organo o di un i~ienibro corpo suo, o di tutto o parte della sua del intelligenza e moralit, la potenza in lui parzialniente resecata. Ma la libert come potenza puo restare integra ed illesa nell' uomo che conserva vita ed incolumit di tnente e di membra; e pure trovarsi in una speciale forma della sua attuazione impedita e violata. Ed ecco che allora il fatto per tal guisa impeditivo, quando non rientri alla sua volta nel libero e lecito esercizio dell' attivit propria di chi lo pose in essere, assume il carattere di una speciale violazione del diritto. E la oggettivita di siffatta violazione precisamente a riconoscersi in questo diritto del pratico illimitato esercizio della libert individuale. Questo il germe onde scaturisce una terza classe di maleflzi; la quale intuitivamente appartiene alla categoria dei delitti naturali, poichb non B la consociazione ma la natura che comparte all' uomo la sua individuale liberth. La libert esiste come il diritto prima della consociazione: questa non fa che proteggerlo e ne pende pi sicura la coscienza : male per la opposta

scuola, confondendo la creazione del diritto con Ia sua tutela volle trovarne la origine nella societ e nella legge positiva ; lo che condusse alla negazione della legge naturale. E bene si comprende clle la nostra classazione dei malefizi e la determinazione di una speciale categoria che noi chiamiamo cZeZitti 'IZU.~ZC~*UI~ possa piacere a coloro che seguaci di non rlnella falsa dottrina negano la esistenza di una legge snprema direttrice della umaniti, vera creatrice del diritto e preesistente ad ogni consociazione e ad ogni placito umano.

Ma a completare il concetto da cui s' inforrna


questa terza classe (i) non basta il primo punto di vista meramente positivo; il cui modo di essere ha la sua Gsonomia generica nell' impeclinzento clella libert. Occorre eziandio contemplarla sotto un secondo punto di vista che propriamente negntivo, in quanto esclude dalla presente categoria un gran numero di fatti che pur sarebbero lesioni della libert individuale. E tali fatti esclude perclib nei medesimi congiungendosi la lesione di un ulteriore diritto, nella quale per lo pi sta il fine della nialvagia azione, sorge allora in questa lesione ulteriore il criterio clie determina la classe del reato: i1 quale por tal inodo esce dalla serie dei delitti contro la liberth; non percli la liherth non ne sia offesa, ma perchi: la offesa della libertj O congiunta alla offesa di altro diritto a cui serve ili mezzo.
(1) I criiriinalisti qaiinrlo vetitioro a cl~issair Ic Icsiorii clir: ai dii3itti dolly uotiio [ioler:~nn essere nrrcr;iic c.lalltl l l t l - -

T~OI,. 1 . 1

C0

- 402 sioni altrui, guardarono i beni speciali che potevano offendersi, e ne formarono altretianta classi di m;ilefizi, senza por inente alla libertci come diritto di per s stante e come co.;t'Wiilivo di una classe speciale di offese. Cib suppli bene ai priiiiarii bisogni della scienza, appunto perch se nella le. $ione di ogni umano diritto viene a ledersi la libert urnana, 11uestn trovava protezione nella protezione di quelli. nIa ne avvenne perb che riuinncssero senza classe propria cerli fatti per i quali si impediva 1' esercizio e godiniento delle facollh umane, senza configurare il toglimento di un bene c~)ccialec diverso, come la integrit del corpo, l' onore, la ~)ropi'ielii,o la famiglia. Oltre gli antichi, che in generale teniicro il sicteina di non determinare classi nessune ma di trattare snltuariamenie quei diversi titoli di malefizio che loro aadcvnno in pensiero, omisero la presente classe i seguenti istitulisti: P o ~ i,g P a o l e t t i (che collocb la violenza privata fra i delitti cont.ro la pubblica tra~iquilliti~ lato alla da 1 violenza carnale ) , K e m n e r i c h ( che collocb la vis privata ed il plagio fra i delilti conlro la proprieti ), Gr e m an i (chc pose lo scopelismo fra i delitti contro la pubblica giustizia) h l e i s t e r , A r m e l i i n i , R e n a z z i , B l e l l i o , G i u l i n n i (che, dopo avere esattaniente rejetta la opinione elle In nll~nccinfosse o un conala o una iogiuria o una offesa reale, si trovb condotto n ncgare la imputabilil politica deHa minaccia scmplicc), C a rrn i g n a n i (che venne a negare la c$istonza della ci6 privata come delitto di per 96 stante) ed altri parecchi ; ai quali tutti lo intralasciamento della elacso dei delilli contro la lihertb individuale TU necessoria cagione di ecfiiivoci. Fra i codici contcm[ioranei la classe cl~eci:ilc che qui si esamina fu pretermessa affatto dai secupoti : l .O dal codice Niipoletano, il quale in conseguenza di cib (lovette gettare il delitto di minacciu fra lo violenze ~~iibbliclic (art. 361), il reato di uiuletzscs privata fra i delitti contro I' smtninislrozionc della giustizia ( art. 368 ) C riurlnzionc d segreti ( art. 37'1 ) fra le ingiurie 2 . O dal coilicc I'nrrnense 3 0 da] codice Francese . 4.0 dal c0-

dice Austriaco, il quale ( S. 76 a D9 ) colloca il plagio, il ratto, le n~inaccee la invasione di domicilio fra le violeiizr pubbliche. Riconobbero invece la necessiil di questa classe speciale: T o l o m e i f i ~ n y .548 ) che vi collocb il plagio, il ratto, il carcere privato, le minacce ; P e s s i n a f pennlilri .9)?ecinle S. 41, e segy.1 che vi rifer le minacce, alcune forine di violenza privata ed il carcere privato ; P u C C i o n i fsaggio pny. 458) che vi riferisce il solo plagio. E fenneru conto di questa classe speciale i seguenti codici: 1." il codice dei Grigioni ( S. 1% a 151 ) nia non vi c ~ l l o c bclic il ratto, il plagio e la detenzione arbitraria; e pose (S. 8%j la violazione di domicilio da lato alla perturbazione del cul2.0 il codice del Ticino il quale ( art. 505, 5 0 6 ) riferi to a quesla classe il suicidio ed il tentato suicidio 5 . O il COdice di Neuchalel (art. 182 a 204) 4.O il codice di Frihurgo (tit. 8 ) che vi collocb soltanto il ratto, il plagio, la violazione di domicilio, ed il carcere privalo - 5." il Davaro del 1513 (art. 192 a 205) che vi collocb il plagio, il ratto, il carcere privato 6.0 lo Svedese (cap. 1 5 ) il quale vi C O ~ ~ O Cla tratta, 1' arcesto illegaie, il plagio, il ratto, 10 slu pro di donna artificiosamente ridotta in stato di sonno O di 7." il codice delirio, la violenza privata, e la minaccia del Brasile ( art. 179 a 191) il quale vi collocb la riduzione a schiavilh, la violenza privata, e il carcere privato; ma colloc invece nella classe dei delitti contro la sicurezza individuale I9 apertura di lettere, la violazione di segreli C le lninacce 8.0 il 1)ortogliese ( art. 214 a 221 ) il quale vi coilocb 1' arreslo illegale, il carcere privato, il plagio, la minaccia e la violazione di domicilio; e pose fra i delilli contro 1' onore la rivelazione di segreti 9.O il codice Toscano cliil vi colloca ( art. 358 a 565 ) il plagio, il carcere privato, I,! violenza privata, le minacce, la violazione di domicilio r l'apertura di lettere. Accenna il codice Sarclo atl una classe di delilti intitolati contro la libertci .ilttlioi('tk~ule (art. 104 e 204) ma in cotcsta sua cl;issc colloca gli abusi di autorith dei pubblici uficiali contro i privati: p o n ~ n d oinvece le

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~ i r i t ~ n c c ,art. 431 a 434 ) c la isliyazioile a t1clirlpet.c r ( art. 469 ; fra i rlcli!ti contro la pubblico tranyuilllia; e i1 plnpio ( :iri. 4Bi ) frii i delitti contro 1' ordirlo delle briiiglie, t 1.1 ~ i ~ r l ' l : i l ) 1 1 ~ ~ y r t l i a r t . 687) fra Ic ingiurie. (li s (

Cosi se afferrisi alcuno ed a forza si rattenga por consumare su lui un fhrto, una losione, un oltraggio al pudore, evidentemente la sua libert personale & stata ilapedita e violata in quel momento della pieopria estrinsecaziono, pcrclib egli avrebbe voluto fuggire e gli fu tolto dalla forza altrui; egli non arrel~bo voluto p i i r e quel]' oltraggio, o cib gli fu iinpusto i1:iII' altrui forza. Afa questa oiolc?liwnp-i~ i t l c inferita alla sua libcrtk noil fti fin6 a sfi stessi&. t Fu nteszo: e iiiczzo diretto a raggi[~l~ge~lefine un nel quale stava una s~ccialeofi%s:\ di altro diritto ; e prccisnmente di uno cti qaci diritti la ~iolazione dei quali fa in certe contlizioni sorgcre la. nozione del fitc.ilzz~s; perchl! ne sorgc il danna politico della rneiionlnta oyiinioiie dolln l~rol~ria sicurezza, Allora la oResti alltr Iiberta xion cescn (li essere calcolata ; cessa perii (li essere considerata corrio oggettivitri prevalcete del mizlcflzio. La riuovn oggetliviti clel cliritto iilaiiolxlesso cciuie fine esi1,isco uri clanno pii1 intcriso, una ofles:i meno ti.ansitorin. Essa deteriuii~a la classe; cj sorge il titolo di furto ~iolcnto,di violeilza carnale, cli rleniiegginmento violc~ito corpo del urrinno. Iii qriesti titoli la violenza clie offese In. liI~ortiriuu cessa di esscrc conte~nplntn,ma si conleinpla sola, o come elemento costit~lt~ivo roats (301 ~lrii~cipnle, come criterio clie no nur~~entli r ~ u a i l o 1%

titrl. Colrxi elio ai1 altri iiiiiinccin nii inale ofTende con questo so10 la, Iihcrth del minacciato. $fa se minaccia pel fine di ottei~erize &ilaro s ~ ~ a r i ilh crii terio negativo del delitto di minciccia, e per cagione (li cotesto fino si avrh Iti, dcteriiiiiiazioue della classe iic?l diritto d prop~iet8, alla lesione i1t.l quale adopevasi come mezzo In minnccirt; e il titolo speciale cti ?/zi?2accicb, cortlo fatto isl~lat,o che perterrebbe alla presente categoria, resteric assorl~ito titolo di estorncl sione, o consumata o tentata. Cosi il Itictro che invase il mio clomicilio con questo solu commisc rrn reato lesivo della IibertCL della mia persona, rrtln quale congiungosi il mio domicilio ; 111:~ ~ ' ~ i c h iale iiivasionc i? ogli fece al fine cli ledere la riii:i. proprictti, cosi nel titolo cli furto o tentato o consuilintn si sssoi'bisce il reato e titolo di vz'ol~6zio~~clo?i?.iciliu. Cosi la di indelsita aperiziono delle ulie lettcre viola la mia liboi*tcZalfa qnale si congiringor~o ritielio carte ove kio depositato i pensieri dell' anitr~nmin. Ma se la lettera fu aperta per ustlrns a consuiilare una frode, o per appropriarsi fogli di I~aticad ~ e racchiudeva, nel titolo o di frode, o di frirto consumnto o tentato, si sommergo il titolo (li cioZnz(oitc di Z C ~ ~ C I ' C O di segrebi. Cosi il liccnzinrneilto o coilpedo ili operai da una officina, diretto u coiiduri'u ad un alzamento od al~l~assarncjnto salarii, non altro nvondo per flile di c 1 la coazione all' altrui liliertii, starli couveniente1o monto nella preconte classe, flilclib il mezzo trascendente non lo faccia dsgenerarc in violenza pubblica od altro; od il fine (li condurre n rivolta nul faccia trapassare in pcrilriolIione, chc fa scomparire il tit010 s p ~ c j a di COCGIZZ~OCI~~C l~ ir;n~llt~t?'i(tlc. S ~ abdaC O 1' ziono violenta di altri contro sua voglia, in sb non

- iOG estrinsec:t clie una offesa alla Iiberlk indivi~lrrale, cii una forma di violenza privata. Ma se ft1 por Anc d i ottenere un ricatto, ne sorge il titolo speciale ili i'tlfrirto violento per sequestro o ricatto; e so fu diretta alla violenza carnale che si conaumb, ne sorge la violenza carnale di cui I' abcluzione fa mezzo; i titoli respettivi di phgio e cli 9.ccdto rimarigoiio assorbiti nel titolo pih grave, e la offosa alla lil~ertit diviene una clu:ilifica o un elemento del pi grave rrzaleflzio, nori. pi il critorio deteriiiinatore clellm classe. Cosi In violenza che si eserciti coiltTo un inrlividuo per costringerlo a tollerare o a fare cosd clic., non volcva, se porteri seco od avr&per Aiie la lesione (li rin diritto universale no1 suo stTolgimento irninediato, uscir8 da questa classe, l~erclen~lo il titolo di viole~zua privata; cd uscira non solo cln questa classe, ma anche dalla categoria dei dolitti naturali per far passaggio in quella dci delitti sociali. Di tal foggia sorge i1 titolo di viobns~ pz~BZjli~((. quando la coazione si escrcit sopra nnn moltitudillc, Q Sopra 111~2 pubblica autorit: o il titolo di esiilaiziolze o d i rcsistenxn, se la cosa che si volIe costringere il publilico ufiicialo a patire era la libernxiorie clel roo o la rlesistenza da un atto di uMzio. Per coteste esemplificazioni O chiarito come la circoscrizione della presente claseo di reati abbia ]per sua norma il criterio negativo clio sopra 1i.o

acc:onnatu. Laonde, riassumendo gubordinataaiento ai suddetti due criterii (positz'vo e .~legatiuo) definizione @nola rica della presente classe, bisogna dire che nella me-

dusima vogliono ossere co1locati tutti quei fatti cpiminosi che hanno in qualche momento impedito l' esercizio delle altrui libert senza aver per fine I? portar seco la violazione di un qualche altro diritto, la cui offesa costituisca un titolo speciale cli malefiziu. (Jnal sia poi la importanza di costituire questa dasse, e quali gli errori che ebbero causa dallo averla disconosciuta, vei-r a chiarirsi nella esposizione particolare dei titoli che si richiamano alla nitdesinia.

C A P I T O L O 11.

Violenza privata,

I1 pensiero Alusofico che non contemplava ilelIa libert un diritto speciale, ma un predicato concomitanta tutti i singoli diritti, o il compendio di tutti (per la iiagione che l'uomo non priO dirsi, o scntirsi libero 30 non quando liberamente esercita in una qualsisia forma la sua attivitk (5. 1518) o interna o esterna) portb gli istitutisti di diritto criminale ad omettere affatto questa classe di maleAzi; e cosi o ad alterare la figura giuridica di certi fatti, a a negare il risultamento dai meclcsimi (li un titolo speciale. Questo ultimo effetto particolarniente si mar~ifestd rispetto al. titolo di vioZenzt6 privatu. 11 G a r m i g n a n i (1) per quanto sommo ed i1 pi cZelIe v o l t ~esattissimo, cadde anch' egli nell' equivoco 8' insegnare che la violenza privata non era un reato di perJ s& stante, ma una circostanza che influiva suil modo di essere di alcuni

- IO3 specit~limalafizi. 3J.n la violenza privata pu0 bene costituire n11 clelitto (li per sB stante rjanndo la coazione esercitata srill' sltrni voluntii non sia diretta al fine di leciere un iliritto ulteriore, nella oftdsa del quale si configuri un delitto maggiore. In questo concetto deflniscesi In violeiiza pririita ylraluizquc atto col qzccile vcsnizclo ai'olcnzu .c?rZZY cnlf ~ Z Z & C O ~ . I UO SZG~I' c~:lltrui~oloiztu,,si cost~iizgealcztno G012tl'o il pl-Oj)?-indesiderio a fic?-e od o~liettel*c 0 pnti?*e ella altri fuccin zcna quulchc casa, il eo72.~~gscMlzaitCo della qlialc non ~Tap~nlt',selrfi ~*isj:)ettc, ald' uzlGu~lerlcJ fallo zurn sjeciule ~ i o l a ~ i o6'cllZc-t 28g~ze
ge 2~urzitiva(2).
( Elenicnti d i diritto crinzinolc S. 780. Qui I' illustre I ) nntecessore calc le orme di R e n a z z i , ma quando ci trovi) in faccia le esernplifloazioni di rpesto scrittore, la realtli gli scomparve di mano, e la violeriza privata apparve a lui cotne una Idea diafiina alla quale non rispondesse la figura di :tlcuna speciale forma di delinquenan di per si, sIriiito. Infatti il dolto criminalista romano aveva esemplificato la violenza privatu: 1 . O nelle percosse inferita ad una (la malti: 2." nelio ingresso nel fondo altrui : 5."nel furto corliinesso in occasione di incendio, ruina o naufragio; 4." negli impedirneilti frapposti ai corso di una lite 5." nelIn coazione usata sopra il debitore per farsi pagare. Ma il C a r m i g ttan i , che aveva cos bene rettificato le nozioni e la classazionc dei malefizi, non poteva certamente sottoscriversi a tali e~eniplificazioni evidenteinente rejatte dallii scienza moderna : poich la prima esemplificazione evideritemente rientrava sotto il titolo di lesione personale: la seconda nei rlelilti contro la proprieth immobiliare; la terea nel titolo di furto qualiEcalo dal tempo ;la quarta nei reati contro la pubblica giustizia; la quinta nella ragion fattasi. Sicchh il C a v-

111i g n a n i coerente ai retti priricipii di\ lili professali non ~0th collsenlire a siffalli erroiiei spostarilenti ; e per conseguenza non trovb nelle confi$urazioni che gli porgova la vecchia scuola alcuna ipotesi che rappresentasse una violenza prirata coi'iie crimine di per SS stsiile. KS si potevano davvero ripcscare oggidi dal prisco giure Rornano certe formo specialissime di uls priccila tulte proprie di quei tempi e cli quei coslum : come per esempio qiiella del Sennlo Consulto Volusiano dello quale la leg. G, ff. utl Esg. Jil. rle v i privata. Se C a r n ~g n a n i gettate da banda le pecorili rii pelizioni dei vecchi scrittori, avesse liberamente seguitato gli alti concetti coi quali la sua mente acntissima veniva riorrliaando la dottriua penale; c se avesse un monicnio gettato 10 sguardo sulle osservanze giudicinli dei tempi suoi, avrebbe trovrito nella sola violazione della lihei.i& individuale utia aggettivitb sufficiet~le costituire c1eIitio sui ya?ie~i.?e classe per speciale: ed avrebbe trovalo nei monumeiitl clelle priiliche toccane le vere esemplificazioni clolIa violenza privata. Per 1s legge .fiilicd de v i priuata la rngion Ikttosi veiitle compresa sollo il titolo generico di violenza privuln, nnzi fu il. caso piu ordinario di questo tilolo; e senibi.a che come violenza privata si punisse eziandio la ragion faltasi sitae vi, per quanto si ariornenta dal frammento di BI o d e s t i n o in 1. 8, f i ad l . $111. de vi pi'ili. 48,7. Li1 distlnzione fra la uio eccrcitata sopra rillri per coscienza di un dirilto, e le ai6 esercituia senza tale poscicnzli, e cos la diversi{& in oggi pronunciatissima fra il titolo di ulolcnza privcttrz e il litolo di Wgioii ft~tfcist' (. che ritrovercnio ( $. 2849 ) Cra i delilti contro In picblilr'cn yizcstiziftJ sembra essere creazione rlelIR pratioa. (2) Esatta B In osservazione di C c h u l z e fle/17'b7~ch 80) S. che la parola wiole?lan come la parola frode non sono adattale a designare una spcci:ililli crimitioso, nwntre non indicano che i due ? n e s i nei qiieli si cpilop tulia In serie dei delitti speciali secondo che sono commessi o con astuzia o con abuso di forza. Cosicch iitia met dei clcliiti dovrebbero

dirsi ciubenze e l'altra metj frodi, e in trii guisri somrnerserc la desi;uazione della specie nella desi~nazionedella classe. Uguale osservazione noi avevamo fatto al S. 2338 a proposito del deliclo che oggt volle chiamarsi frode: ma l areamo pronta nello stellionalo la classica parola da sostituire. Qui perb non sapremmo furo altrettanto se ci uccingessinro a dare al delilto di vtoleuza privata unn denominazione piii circoscrilla. Gli Alemanni vi hanno sostitoito la parola 13%. thiyulzg, costringimento. &la 1' uso di questa parola tutta inerente al concetto oggeltivo pregiudicherebbe alla teorica ricevuta fra noi in quanto al momento coricumativo, percti> indurrebbe a credere che alle perfeaiane del rcato di PIOlenza privata fosse necessario che ia vittima si fosso di fatto arresa; mentre gli Alemanni, ed anclio S c h u t z e al. S. 87, sembra che di questo reato facciano un delitto matcrlnle (1 non un reato for~t$ale,a differenza della minaccia che alich' essi rloonoccono esserc un delilto fornzaie. Ora & cvidente che la parola destinatu a designare un delitto nrnterinl e pub senza pericolo essere dosunta dai criterio o g g e t i i ~ ; ~ ; laddove riesce pi esatto che i delitti for~riulisi designino coli parola desunta dal criterio soygettioo. Il concetto della moderna scuole Alemanna su questo oarattere della violenza privata ha avuto definitiva approvazione dal codice dell' 11x1pero Gcrmanico, che letteraliuente nel Sj. 240 alla coasuiiiiizione di questo tnalefizio ( perscguitabilc a querela di parte e alternalivanicute punito o con ii carcere fino ad un riaD[, o con la multa fino a duecento talieri) esige che la vittima abbia effetlivatnente rioaoynto la propria volont&.Noi gunrdata la c~ueatione scientificamento persistiamo nella nostra opiniouo per le ragioni che accenniamo a1 S. 1565. La nostra opinlono era alla sua volta sanzionata dcl codice, PrUSsiano del 1851 al 5, 212, che in ci si era uniformato ai codici di Brunsmih, di Vurtemberg, e Sassone.

I criterii essenziali di questo r4eatosono : - 1 la i/iob,aacc, o sul corpo (.uis pl~islrccc)o sull' anirno (vis ~ir~oralz'ss) 2." che il @e di qriosta violenza sia quello di costringorc altri a fare, omettore, o patire una qunlcIie cosa che altrimenti non avrebbe p;ltito fatto od omesso; in queslo consiste la offesa alla liberth personale - 3." che la cosa a, fare patire od omettere al quale si vnolc costringere altri, non faccia sorgere nel patimento nella orilissione o nella azione la offesa di altro speciale diritto : lo che portere11be In delinquenza nella classe assegnatale da codesto diritto ulteriore che si voleva ledere, e la violenza non ne sarebbe che una qualit&aggravanto come mezzo piil odioso. La violenza S intrinseca nella lesione e nell' omicidio ;b intrinseca nella concussione; puB iuktervenire nel farto, riell' incelidio, uel c@nno [lato, o in altri molti malellzi : ma il girire penale trova in codesti reati il critorio costitutivo nella offesa ad altro diritto ; e quosto gli basta per definire e misurare la delinquenza senza cercarnc il titolo nel m,ezzo adoperato, quantunque codesto mezzo in se rappresenti una violazione della libertj, personale. Quando per6 il fine isolatamente considerato essendo innocente, 1' azione diventa prava soltanto perchb a quel flne si giunso col mezzo triolerito; o quando il fine fu illecito, ma non cos grave da eccitare di per sB la politica imputazione ; tutta la criininositli, sta nel meezo, o il titolo non pu definirsi se non subardinatamente alle ooadizioni del nzes,ro. Lo andare io in un determinato
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luogo o il non andarvi pud non esscr delitto: ma se altri acl andarvi o noil andarvi mi costririse mediante violenza, il delitto sta nel mezzo berichb noil sia dclit.to nel fine. Percib se taluno stato costretto con violeiizu ad uccidere altri, n rubare, acl ingiuriare (i), o simili, siffatta coaziono non si liuita :t far sorgere i1 titolo d i violenza privata; peichB Ia oRosa alla libertk porsonale scomparisco nel delitto principale a cui fa diretta.
(1) Che la violenza privata sia un delitto costitnloriientc crssorbiro e giammai a s s o ~ b c n t e ; cosiccli quante volte la violenza contro 1' indlvidi~o tia servito di meuso ad altro reato il titolo speciale di cis ~iriucitnscarnparisco !:it possa pi applicarsi la pena riserbata a questo titolo, clehba invece infliggersi la soia pona niinacciata al clclitto filh?, senzo considi?raro ( come per grossolano errore si k preteso da taluni ) 16 mcrgginre a minore g?*civlld Jell(i pNL(1, 1 pila proposizione cerllSSimn nella scienza; e certa ormai ! nella giilrisprudcnza toscana per i giudicati della Corte suprema nel caso Gigli, della Corte di Luccu nel caso Sityeyk, 4 di altri pnrecclii nionuxnenti giurisprudenziali; ed ha nviltu : novclla Snnzione ilalla Suprema Corle di Giustizia. di Viennrl nel celebre decrcio dcl 9 Luglio 1872 riferito nclin GttzaeIl(6 dei T7~ibunuti i Trieste crnnu 6, la, 18, PUY. 125; nel quala d h notabile che si stabilisce come rnassiuia princilm.1~pwcicnrnente cih che io git come difensore prima di Giidi e poscin di Snycglr adduceva per f:irmene argoinetito a f u ~ l i o l ' i * Nel caso di questo decreto trattavaci di un Signore ctie per vcndolta di un danno ricevuto aveva ordinato :ti suoi servi di arrestare il danneggiatore, tradurlo innanzi a lui, ed in sua presenza ammenargli delle percosse, le quali non ebbcro nessun risultaio dannoso. I magistrati inferiori per la troppo fatale predilezione verso Irt pena pii1 gravo avevano corisidoralo C O ~ U Ouosorbcnlc il titolo che eniergevii dalla violazione alla

libert pcrsoii;ilc d qud nirilcapitato iri quanto ecco era stato violenteiiierite costretto a subire e patire ci clie volontarianiente nou avrebbe palito e subilo. E casi avrebbero condolto di Conte Licknozceky ad una gravo peua. illa 1~ sapienza dcll:~ Corle Irieuucse ricauobbe cbc la dottrina della prevalenza dello pena offotto improponibile nel titolo di violenza privata, del quale costituisce la essenzialith i l difetto assoluta di un ulteriore fine criminoso, rnentrc ricorrendo questo i t titolo si determina senipre dal delillo firlc: osscrc ciie in tultt: le lesioni personali si Iin il contenuto necessario della violer~zcc;che tutti i percossi sono per la forza allrui costretii u palire cosa che non vorrebl~eropalire; e clie s e si dlmenticasse il criterio essenziale del lilolo di violenza privata, (ci& clic sia fitie a s e stessa, od abbia un fine iion criniiiiosu ) si andrebbe allo ~ a s u r d ooli@ tutte le lesioni anche Icggcrissinie dovrebbero sempre punirsi cornc violenzc private: e per queste considerazioni ~innullbi precedenti conchiusi, e pronunziB di ufftzio un conchiuso di desisteaza inviundo 1' accusato per la sei~~plice coalravvenzione cicile lesioni lievissime. N ? si : dimentichi che questa teorica B iniporlanlissirna ed efficace a triplice fine, c i ~ b. O a definire il titolo e conser;uenteinente In 1 peua 2." l' aiun~issibili[delle soilse, le quali boncl-ik iiori anituesse nella vlolenzu priv:ita debbono valatrirsi, se sono di r~igionecalcoliibili, iiel delitto fine 4 . q ~ esercizio dell ' a ~ i ~ fpennls, che dallo cssere libero nel pubblico Rlinistoro ic se rimanesse il titolo di violenza priv~itn piib venire subordinato alla doglianza del leso ppr ;;li effetti del nuovo titolo cllc le sotlontra.

Quaudo la restriziorit? alla I i l ~ e r t t isi esercit6 coriun i~unioroiridoteri-i-~iii:itodi cittadini o coritro Iiiin 1,ul)Wica nalorilit, la violcnza privata dogenera i11 ~~iolcilza 11,ul,l,lictc\, kcrtildo pmsx~tgio rosi nella (':tto$rrin cl(:i ti,:Zitli .rociuZi. k rluuslo il solo criterio
ti.0

- 4j4 che csatt:%mcntcdistingua In violenza pul),lica dalla violenza privata. Questa nozione, oggidi lncidissiraa nelle scuole e nelle yiu dottc legislazioni contemporanee, rimase per Inngo tcrilyo nella pii1 nebulosa oscurit a cagione della abitudine colitratta di cercare tritte Je regole do1 giure penale nei rilonniilonti clelle leggi romane; senza avvertire clie questa b una scie~zafiIosoficn Iri qualc subordina i suoi dettati non alla antoritk di un nome, ma alla somma ragione delle cose. E siccome nei due titoli del Digesto che dalla l e ~ g e Jirllcc 171; pz~OfiZicae de vi lil'tzlnta prendono il nome, esiste inestricabile confnsiorie, cosi fra g ' interpetri elevossi intermina1 bile disputa intorno ai caratteri differenziali di queste due forme di inalefizio. Nella rjuale disputa alcuni pretesero che il criterio dt-:lla distiazione clesumessero i romani ~4urcconsultidalla qualiti dclla p&+sona delinquente, sicchb si dicesse pu1)blica violenza quella usata con abuso di forza pal~Micn,o privata quella commessa con al~usocli forza, priva.ta: altri pretese che lo clcsurnesscro dal Zztogo, seconiio che (jnosto era o publilico o privato: altri dall' essere o no pre.riaediata la violenza: altri dalla presenza o Iion pr'osenza di ~ ~ ~ r ialtri da una indeterminata zi: contemplazione di cei'lto co%&wioni di g~-av%th nel rnaleflzio. In tal guisa sr~dnronoi pi acuti ingenni (1) senza approdare ad alcuzicz canclusione c!i@ potesse Parsi sigilora della dottrina. A ulio creciere si riprodusse qui ci6 clie avvenne in altiti aq$menti (per esempio nel conato) nei quali le riccrclle dei dotti rimasero infruttuose por la potente ragiona cile si cercava una cosa c]le non esisteva e che per conseguenza ern irnpossihile trovare. Si cercava

ci08 una regola generale concordata fra i romani giureconsulti come criterio determinatore della distinzione fra ziis pz~bbliccc e visp~ivata, mentre coloro non urevano ruoi pensato ne a cercare nb a dettare cotesta regola; e soltanto p 0 2-e ~ u t a a seconda clelle circostanze che accompagnavano un dato fatto lo erano venuti denominando ois col predicato ora di pzcbblicn ed ora di pri~uta,secondo la impressione piri ttosto dal sentimento che di un ca.lcolo dipendente da una nozione giuridica. Chiunque vegga noi titoli della vispzcbb2ica e della ci$ prhccta riferirsi fatti assolrztamente identici ora all' una ora al17altra di cotoste denominazioni, bisogua bene che si convinca di tale verit. Ma qualunque fosse il modo di vedere dei romani su tale argomeiito, certo B che la scienza moclorna ha ormai iLicoizosciuto che i1 criterio della clifferenziale fra le due specie di ai$ bisogna desumerlo dalla oggettiljitd del filito. Il concetto giuridico s dell' uno come dell'altro reato la rsstviz.ioiea allcc Jiherfb che assumo figura prorilinente nel malefizio. &IL? un fatto pnO non restringere che In libertj di un e010 0 di pochi determinati individui, ed offenderli nella loro rlualitit di privati: allora la violenza B privata. Pub in-vece i1 fatto menomare la liberti di un nuinero indeterminato di cittadini, coriie se ( a modo di esempio) siasi ccingregata zi~ia turba al fino di consumare un fatto per impedire mediante i1 numero dei coopexintori gli ostacoli che i cittadini .7.~rebl~ero opqosto alla osocnxiorio del fa18to od ecco : ''he appunto percbl! si volle incuterc timore a molti agire sopra Ia lil~ertlt,di un numero incletermilisto di cittailini la violonza ir pubblica. E tale i!

- 416 del pari qnancio 1 interesso di tutti i cittadini si ' incontri nel fatto che si consumo violentando nnchc un solo individuo; come se rlucsto individuo riolentato era un pubblico ufficiale rappresoxitante dei cittadini, o 1' atto impedito toccava 1' interesse cli tutti. sempre la oggettixrit12qriclla che determina la distinzione; l' oggetto del ri~nlefizioB sempre 18 libert: e la differenziale soilge epontaziea dallo essere attaccata la libert ili molti o di pochi.
(1) G r a v i n a dc tirig. j u r , lib. 5 , cap. 91 P o $G i elo~~zenlu I , cap. 11, S. 60 lib. Il. a t t 11 e u s Ib. 48,tit. 4, cnp. 1 et 4 Bo h e rii o r o ela~ncwra seot. 2 , cap. 7, 8. 9% C r e ni ; n i lib, 2, rup. 4 , cirr. 11, S. 5 l ICo C h ijiytittltiorcs S. $89, et scqq. C a j a c i o ir, Pirrarlll. (id. prtrif!. lib. 48, ti#.Ci ~t 7 P u t t m a n n S. 181 L o u r r A o ~ ~ ~ ? ) ) e r i l l de prcreceptis j u r i ~ronl. circrt crkc. vis R C n a z z i clfwcnlajrtr. crinr. IiO. 4 , p(trs 5 , ccjp 4 , S. 2 Ca~~.'IiCllo itt corlstil. U~~fiz'rri1 5 1 . 59, n. 207 ct scqq. 7~ J o 11 s s jz~stice c r i ~ r ~ i t ~ ev01. 5, png. 469 lle C o n t o l i dei delitti r! drlle pene vol. 4 , cup,1 B o c e r o dispeifcttioa. tiol. 2, pff9, 3040 lJra i 111 i o excrcilut. d e viwdicto j?rlt)nl(l; i" yrcs opuscula lom. 3, secb. H, c.mrcit. 4 Lo Y S ~ ~ uiedit. ilt pu~adect. spec. 594 iti e i s t o r pri~tctpiil9ii1'. 8.415- C a r p z o v i o qt~aest. 40,$1. 7 coleropars~, ciec. 955, n.C T bIe1 l i o Onslit. jur, erirtt. lit. 4 I 1J7aC" c h t o r disaerlazioiu gntor~ioai crir~iett ais; e Ho f a ck e r del Jelilto d' incelidio, sez. 1, urt. 2, let. h'. faegli strilli ycrnllinici, vol. 1, pug. 413 e 510) - A r m e l l i ~ ihlslit. di diritto periate ~ O I ) E ,2, p49. 07 R o m n ti o itistit. (li !&nribprud. penate 2, puy. 76 l>@ < s ia pe~irilif(c n spccrnle S. 41 A t* a b i a p,-incipii di diriltu potlnl~. 2)01. 8, fing. 30.

Comunemente si ritiene cile 1a violenza privata sia delitto foi7)~znle:cosicdie si consumi col solo usare la violenza quantunque non siasi ottenuto 1' intento, perchk il violentato abbia resistito aUa violeliza patita; e malg~+ado quella ubbia fatto ci6 cJ1e il colpevule esigeva che da lui si omettesse, od omesso cid che voleva facesse, Ci non 6 elio uno svolgimento della teoria fondamentale del conato, il quale sparisce tutte le volte che il mczzo esaurito supera o adegua in gravita, politica il flne non ottenuto. Ciij ascessnrii~mente dove sempre avvenire della violenza privata, perctib appunto B della sua essenza. clre tutta la criminositi stia nel 1?2csno. Sicch quando il mezzo esaurito, il delitto B colisnmato. d questo eK6tto peraltro si csigo che nei mezzi adoperati ricorra la poienzz'alz'td. I1 giudizio sugli estremi della iol lenza paye a me che del~lxi essere tutto sullietliuo. Ho vecluto in pratica i giudicanti dirigere alla persona offesa 13 interrogazione se ucevct uv~rto paw*cL. Ove questa interpellazione si diriga pol fine cli ottenere una cliiarezza d pia, noli la disapprovo; ma se ella si dirigesse nel preconcetto che dalla intimidazione, succedutn o no, clipendesse In consutuazione del reato, io credo che tale concetto sarebbe erroneo. Il fatto dev' essere ( a parer mio ) giudicato giusta lo sue condizioni ontologiclle; e queste devono essero misurate secondo il rapporto delle contiilgenzo ordinarie. Pu un violentato negare per orgoglio di mero avuto paura; yub tiilche non essersi realmente intimidito per Iz\ VOL.1 . 1 27

sua intrepidezzn; ecl i? certo clie grande paura neri ebbe quando non cecletle alla violenza: ma cib non cistttntc se qaesta arova attitudine ad intia~orj~'t+ qualuncpe uomo, il giudice dr)t?rBbeno riconoscervi esaurite le condizioni della, violenza privata. Vice-

versa pu6 un pusillanime essersi intimidito delle piz inette parole, proferite o per ischerzo o per vnil;i, jattanza, e non si avrk per certo il titolo di iole lenza privata solo percli colui Tenga a deporre cli essersi iiupaurito.

E stata da alcuno proposta In diinanda se il clelitto di violenza privata clebha cunsiderarsi come delitto istllntaneo o come delitto successtvo. Io credo sia impossibile rispondere al quesito con una formula assoluta e costante. (Juosto mtllefizio essere o istantaneo o successivo secondo le circostanze, cio secondo die l azione ed i resultati $0' nosi o no esauriti in rin unico periodo. So la lic cilenza usata abbia prodotto una perseveranza cli timore per cui i1 violentato ziljl.)in continuato per nii tempo ulteriore a subirne lo iiiflusso, potrit assumere il crlriitter~[li ~~ztc~es,s.Si~~. Glamrnai ~.ier,zltro tt rnio credere poti& per questa soin perseveranza di (!ffetto, considerarsi come lzitellcdo> dar laogu alla c continuazione, se non stata ripetuta in diverso iriornento 1' azione intirnidatrice. E per analogia coi1 41 x dissi { S. 1240 ) in prv~~osilo' omiciclio, i(-) a1 1 creiio che anche il delitto di violenza privata deuti:~ per piil esattezza dirsi coi.qlr..~soC notl gih co?z(i%wntn, (juando ayvenga die ai1 un rinico finc e11 in

un solo corso di azione la violenza siasi esercitata sopra pii1 di uiia persona.

f criterii ?~&isitq-aztori questo malaflzio dovral~lao di tlesumersi dalla ragione composta, dei .~szezai, (le1 e P?le, e degli efitti. Pii1 grave qnailto pii terribile i'u la. riolenza adoperata. Pir grave quanto pii1 iniyortiiizle era l' atto che si voleva impecliro od otlrnere. Piu grave quniltlo eflettivarnente si oltei~xiola i4es1i.iziono cleli' nItrui lil,ert&, e quando maggiori danni materiali pati l'offeso per 1' impediniento al~ccatogli, Per simili circostlzrizc si accreecerii ruspettivamente o la gzta~zlftd ?zi&lumle, la qztan(lt4 o jlolit'iC'a del tilalefizio: e chi orrnai h arvezeo cz rotesta distinzione comprende sutiito conle ella slcl~lia tipplicarsi a1 presente titolo, ravvisando un auiilerito (li rluantith naturale nei criteiii desuiiti dnll' inercillletito di dan~zoit~i911edillt0, un aurrten$o di clriniled ili titi1 politica noi critarii tlesunti ~IallYincreiilerit~~
tll~'ll~l~~ 'I/?t&~dt~.

S. t 3 s .
Mai bisogna pcii iliuienticirc dio in rlriesto it1:iletizio alcune circostalize, lc quali cntl'o certi liriliti possono figurare come semplici criterii misurn1.oi.i. ne oltropassiiiu cotesti lirilit-i prollucciiio iiivcce il (li~?\tui.sissiixio risultamento cli far dotyericr.aiJe 1:i T ioIenan p1livatr-i in un altro ti1010 (li ~l~alcllzi~. (*<>4 1' autarita della quale abl~ittafrrisalo il viu1cnt:tntl~ sul ririlentato riiriarrh un semplice criterio niisrirnliirc clie anilickx.1I~lrd cjnantitli. politica del n ~ , ? l t ~ f i i i l r la

finclib l' aukoritB sia domestica; ma se dessa i n ~ e c e era pubblica sorgeril il titolo specinlo di abuso di autorith, Cosi i pil gravi eEetti daranno uri criterio cli aurneiito dolla quantith nwturalc della violonzn privata; m a quando in tali efPetti venga a rcrilizzrrrsi il materiale di una lesione personale, potrk questa per la sua gravith assorbire il titolo di violenza privala, Cosi la maggiore o minore ingiustizia della cosa clie si B imposta al violentato potr essere un criterio misuratore, ma quancla il coneettn della apparente giustizia di cotesta cosa al~biaindutto l' agente ad opinare di avere il diritto d ' h porla, e 1' abbia imposta nello intendimento aplitlrito di cecrcitare un diritto, a1 titolo di violenza pilivata potr subentrare quello di Y I " I G ~ ~ O Y Z fattasi, che (le: lilto sociale, e chc a suo luogo desersivereriio. X a perch la idea di esercitare un diritto violentando altrui Ciccia degenerare il delitto dalla violenza privata nolla ragion fattasi, ~ieccsanrio che il diritto opinato sia della classe di quelli che coattirramcnto potrebbero esiporsi per le vie di giustizia. Ci6 costituisce il vero criterio discrirninntorfl di questi due titoli, poidlS il carattere costilriti~o della ragion fattasi sta ziell' abuso per paste del pllivato iiell' autoritd magistrale. Chi costringe con violenza il suo debitore al pagarriento iriccrrc nel]:\ ragion fattasi e non nella violenza privata. &la colui che usi violenza contro rin rivale per tlistorlo dal corteggiare la propria fidanzata rimane nci termini della uis privata, quantunque neil' animo suo egli creda di aver diritto a ci6 ot'r,cnere pt:r In fede avuta dalla donzella; perci16 cotcsto diritto noli e$sendo rnailiitcnibile per le vie di giustizia non lirid

- 421 a lui farsi rimprovero di avere sostituitu 1' aatoriih privata all' autoritk pubblica.

3f.n nella violenza privata bisogna osservare ciU che pii in largo noter alla tqagio?z fc4Etasi: cioh dii; quando la violenza non trascenda per i rn0d.i adoperati in un delitto di per sB sEmte, la palpabile legittimith della cosa voluta congiunta alla urgenza delle circostanze fa cessare la politica imputa bili ti^ della violenza. Sente ognuno che sarA arrisicato il processo ed impossibile la conclanna che si provodii contro chi abbia con gravi minacce cacciato dal proprio fondo il danneggiatore da lui colto in atto (li appropriarsene i frutti; o coiltro chi abbia a forza posto fuori dalla propria casa 1' insidiatore del talamo, o l'imprudente che in cpellc? si era introdotto a cagione d' ingiuria. Non pu pretendersi che il primo lasci vendemmiare la sua vigna Aserbalidosi posoia a dar querela di danno dato, n che il seconD do lasci corteggiare la propria donna per lagnarsi poscia di violato domicilio. Minacce per quanto gravi, violenza fisica sulla persona purch non eccedil in gravi lesioni, non potranno in simili circostanze fornire nemmeno 1' elemento di un' accusa (1). Ma se questa verita cos sentita da tutti d i o noil h:r bisogno di dimostrazione, il giuristn non pi18 pnesar oltre contentandosi della soluzions clcl senso rnorale senza indagare il principio giuridico che fa ostacolo alla persecuziuile penale. Risalir& questo alla teorica del grado ? Non lo credo ; perdi& quando anche l'agente procedesse senza ira, o perturba-

- 4-2 ziune ili aiiitno, la conscpucnza sarebbe la istessa. I ~ o v r iesso cluilclrie annodarsi ai criteri essenziali ilella violenza privata, t: stabilire cc2is-io~i la rnclie gioi~evcilczzadel fine esclucla perpetuamente il delitto? Ci6 apparisce perplesso acl una superficiale c*'cilsitlcrszione.h per6 evidente che la limitazione :tnzicletta procede dalla teorica del nzocievn~ize. La i.agioize scriminatrice dei fatti coinmessi entro i liiiiiti della difesa del proprio diritto ha il suo cardine in questo clie il diritto della clifesn privata, iri1i.enato ordinariamente dalla legge sociale per i hisogni clell' oriline, risorgc nella sua piena liherti'~ i~aturalctutte le voltc clic 1s difesa pubblica sarebbe ilelle circostanze del caso impotente alla tutela (le1 diritto iriinacciato. I liiniti del moderarne, clie si diiaehbero ecceduti (la1 proprietario yuando uccidesse o ferisse I' invasore del proprio rlomicilio o il danneqgititore dei suoi beni, per la soverchia clisparita c:lie iutercede fra il diritto attaccato con l'azione e il diritto violato con la reazione, non possono dirsi ;rltrettanto ecceduti quando la reazione ha agito soltanto sull'allrui libertii. E quando anche in questo si ravvisasse una lesione di diritta, gli eEetti della inedesima sarebbero cosi transitorii da non potervi trovare un eccesso. Ma di pii a rigore di termini non vi sarebbe neppure in cotesto moclo di reazione una vera lesione clel diritto clell' invasore : perclli? risare delle proprie attivita ai danni del diritto 31trui non essendo esercizio cli lii',cl*tit ma licefisfi, colui che ne venne impedito non puO lagnarsi siasi violata la sua lieptii pel-sonule. Ed ecco come ilallo studio della questione sotto il pnntu cli vist:l (161 morlerariic risalendo ai sommi principii costitti-

rivi la nozione cli clnesto riialefizia, si giunge :illa climostrazicrne alioilittica che nelle fatte ipatcsi erl iri altre consimili t)) u:mcano veramente i criterii essenziali del malefzio, perclik non si t+. offesa l'altrui Zibg~*tlii qnanilo si e ilapedito ad a1ti.i cli violare la liberta nostra. Queste idee che appariscono lueiclt: nel titolo della ~ioleilzrzprivata incontrano spcsso in pratica diilicoltii ed esitanze nel titolo della razione fattasi; ma aorr questo il luogo di anticipare io stadio del dnbljio sotto codesta forma.
(1) La violent:~repulsione di chi vorrebbe fare uuov:t upera uel riostro terreno nori 2: incriminabile ni: come rngion fattasi, nS come violenza prlvat:~; ma rientra fra $li a l t i leciti, purclib vi concorrano questi trc requisiti 1.0che i l 1iivor.n &i v~pliafare su aosa possedutrc dn noi; n& al possesso nhin ri1;luchi erluivale il dominio 2 . O che .la repulsione o iii rlet~iolizione s i faccia itt cololi?zenti, IIOU dopo avere ye1 lungo tempo tollerato 3.0 clre da nessuna delle parti siil bl:lto per anco adito il tribunale od isvQcht0 1' ufficio del gltidice. Questa teorica si arsomenta solic ley. 1 cc 7, C. ttrrdr ! l i ; leg. 4, S. 9 j I. l 7 de vi e. vi t l r l t t i ~ t r l ; ed insesnatn iti ! questi precisi termini dal Z i a g l e r (le fuvili. m~ijesf. 1 , lih. ~ ( r p35, S. 58, e del L e ? s e r ~nctlit.ttrl pctiidcct. vol. ti, . spec, 426, nzed, 5 , ei seqq. E n s :iu pers 2, dcc. 12, IL. 8 S t r u v i o ds vilrd. prir). o. (i, t r p l ~ .7, il qunle applica I t t stesso principio a colui clic violentemente respinga uri vicirio nellq :itto ohe vorrebbe iniporre una servith siil siio fondi,. Cos L c y s c r fvol. 4, spec. 209, n. 5 ) insegna che non i, : puiiirsi carne violenza privata li atto col qualc si resplrige I un importutio: cc1 applica questa dottrina al caso in cui citisi ~:rjt~ roudi violenti respinto dalla propria casa anctie {in piihhlico ufB~ialcche iudebitaiaeate vi si era introciot~i~, allayii ed un resfiunso della facoltli Ilclrnstadicnse iii precisi termini

- 424 -(2) FinchS dicesi che lo impedimento recalo anche wediante violenza ad una azione la quale sarebbe uri delitto punibile, non costituisca delitto, una veril che si rivela al senso laorale, e che giuridicamenle emerge dalla contradizione che vi sarebbe nel dichiarare delitto lo impedire un clelitto. Ala questa regola si allarga dallo S C h u t.z e LehrOucli S. 87, pny. 412, il quale estende la non punibilii anche allo impedimento di un atto antiyiuridico quantunque non elevato a delillo dalle leggi penali vigenti. Questo pi largo concetto pu essere verissimo in molti casi, perch si fonda sul principio del sindacato morale che Dio stesso ha dato all' uoioo sull' uomo, e che uno dei fiui prtzilivi della umana consociazione. RIa come precetto ctssoli~toe perpetuamente costante pu forse in parecchio ipotesi incontrare difficolt. Chiaro si intende che in questa proposizione usata cos in terniini generali, non pu farsi fondamento sulla ragione della difesa propria o a l t r d la quale impreteribile. Questa d alla regola un principio gizcridico ed assoluto; laddove nel senso pi largo della. 111ica.tci del]' atto b(cogna prendere a base un principio seniplicemenle morale.

Sul gsfiadoin questo reato non occorrono osservazioni particolari per quanto riguarda la forza morale soggettiva del malefizio: e sebbene praticamente il calcolo degli affetti motori non operi un grande gioco nel f0ro rispetto alle accuse di questo reato, pure b evidente che quando 1 aspetto di un male ab' hia veementemente agito sull' animo del colpevole per indurlo ad usare la violenza, non vi B ragione per cui il moto dello sdegno o del timore non debba dal giudice calcolarsi come minorante. Rapporto alla forza fisica i calcoli della degradazione corrono ugualmente sotto le regole generali: senonch il

tentativci apre 1' adito in questo reato a delle dimcolta particolari erl a delle qaistioni delicalissime. Gi ho notato di sopra come comunemente si opini che la violenm prbivuta sia un delitto fom?zaZe (i). .EsempliBcliiamo il concetto per intetiderci pi fncilmente. Tizio adontato contro Cajo per un contratto che questi stava per concludere e che a quello spiaceva, lo ha aggredito; e niinacciandolo di morte ha riciiiesto da lui che scriva una lettera alla parte, con la quale disdica e rompa il contratto. Se Cajo soggiogato dal timore ha scritto la lettera non pub esservi occasione di disputa; il delitto S consumato in tutta la sua linea. Ma pongasi che Cajo sotto la incassione del timore abbia promesso di scriver la lettera; pascia non ne ha fatto niente, acl ha invece denunziato il delitto all' autorit. Il colpevole non ha ottenato il suo fine: In libfrt esterna di Cajo non is stata in niente inco colata, perclib 11a agito a tutfto piacimento suo; e pab anche dirsi che anche la sua liberth interna O rimasia integra, l>c~ichk non b stato condotto ad una clete~minazionecontraria ai suoi dosiderii. Se la violenza privata si considera come un delitto fowaale bisognera per0 dire malgrado ci6 che uncile in questo secondo caso si ha una violenza privata consumata e perfetta. Pensando altrimenti bisognerebbe dire che non so ne avrebbe invece che un semplice tentativo. I1 (lelitto certamente non consiste nell'ot.la~zereil fatto volnto, ma nell' usarci coaziono sul corpo o sulla volontd. Ma quando il fatto voluto non si o t h - m 3 potrh dirsi che anclie In coazione noil ebbe luogo? Se ci potesse dirsi in modo ussolrito apparirebbe dnbkiosu la condizione di formale attribuita al reato

ili

violeuza privata, perdi& ltt uon eseauziljlie Jcl fatto ii~~posto darebbe seri1pi.e ragione cli afft:iAinal.c! che 1 vc~lontkresti) libera: i11 tal guisa lo iri0g;rl.e 3 In ~m adel tentato o del consumato delitto dipeiii n derebbe uaitamente dal sapere se qunilclo Cczjo sotto la imiilirienza del timore promise di fare la cosa da lui non voluta no el~be veramente per quel uioiiieiito IL? jntenziune, oppure se mai noli la cl~br lieppure allora, Nulla seconda ipotesi potreld~easserirsi, e con vcrita, che la deterulinazione di CL#! non fu filtri vinta neppure iriternxuent(~;mn rlellii priimi ipotesi il soggiogamenlo della vulonlX care1~Lesi consutnato per la iiivisa determinazione assrinteain obbedienza RII' illiperio altrui; e la f'aso p8teria1-e del variato consiglio non f'arel~becessare cluellu piima Qse nella clusle si sarebbe esnurib la oggettiviti do1 delitto. Ma come trovare il tyefO in questo dilemma, tramo per le dichiaraziolii sernlire sospctce dello stesso offeso, il rluale venga ;t fai. conoscere alla giustizia se la sua volontii t ' ~o non fu mai soggiognta, almeno pt;i nn istante? La iiiconvenienza di ridurre il giudizio a questo sottilissimo filo 0 ragione pertanto (l accettnibeil pelisiero che la violenza privnta rlehha rigunrcltrrsi coll~@ delitto fornzale. E qui si anticipi la idea di@ sola lrizione (le1 problema deve currert: di pari passv tosi nella violenza privata come nella violeliza put~lllica, non essendovi ragioni cli dixtinqrierc, fra ipr)t.?r;i CU ipotesi.

[l) alori (teorictr, pag. 277) e I>u c c i o n i f

cO)~li>i~lil~li'i~~,

w t . 961 ) S O I ~ O coilcordi nel ritenere la violeiiza prir.at:l

couie clelitto firmale: e in questo senso decise la Cui.1~{li C~ssazionecon decreto 15 niaggio 1856.

I\Ia allora clovr egli clirsi che il concetto del tentativo nella violenza privata non P. configurahile perche al momeeto in cui fu aggredita 1' altrui liberti, o non fa fatto niente di criminoso se gli atti erano per condizione loro impotenti, o fu fatto tutto perch& immediatamente si esauri 1' attacco al diritto della liberti individuale in cui risiede la opgettivitk clel inalefizio S I1 \V a e C h t e r (pag. 416) credette trovare la ipotesi del tentativo del c r h e n vis nel caso della nzuncuta ?*esistenzaper parte dell' offeso. Se si esercitarono atti di forza contro alcuno per indurlo a fare una cosa alla quale si supponeva che ei dovesse essere contrario, ma invece questo era pronto a farla volentierissimo, e la fece per suo spontaneo volere, e sarebbe stato pronto a farla anche senza nessuno apparato di forza, sembra che il TV a e c 11t e r ravvisi in simile contingenza la figura di un tentativo. Io concordo con lo illustre alemanno che la resistenza (o interna od esterna) della vittima sia condizione essenziale al crimine di violenza, del quale ho gi detto stare il carattere-! costitutivo nella contradizione dei due voleri. Ma non parmi esatto definire neppure come tentativo punibile il caso della mancata resistenza; perchi. nel medesimo dovendo per ragione ilella stessa ipotesi negarsi fin da principio la esistenza della volont contraria da vincere, siamo nei termini netti del tontativo clie sparisce per mancanza di oggetto :

nel modo stesso che non potrxebbero punirsi come rei di tentato omicidio coloro che avessero atterrato l' uscio del nemico e si fossero nottnrnarnente introdotti nella sua camera col fine preciso di ucciderlo, e che poi nellhtto di immergere il pugaale nel corpo giacente in quel letta si fossero accorti che quel corpo era gih da due giorni cadavere. Un ladro mi si fa innanzi sulla pubblica via, e senza usare minaccia mi toglie di dosso il mantello. Potrit egli dirsi che costui B reo di tentativo (li furto violento perchb aveva preparata nell' attiguo campo quattro compagni armati, da me non visti, pronti ad accorrsre ed usare violenza sopra di mo qualora io avessi lottato? In questa ipotesi che io faccio, si ha pure qualche cosa di piu che ncll'altra, percllb in questa si tia ccrlexza della volonth contraria del. proprietario, la quale avrebbe condotto alla ostrinsecazione della violenza se egli avesse resistito; mentre nella ipotesi del W a e C h t e r puO non aver rnai esistito la volont8 contraria. Questioni sono llueste sottilissimo nella scuola e gravi&>di rlifficolt& nel foro criminale. In una parola; o il W a e c 11 t e r suppone clie 1' aggredito non avesse nossnna volontA contraria al fatto voluto dal colpevole, e per me non ricorrono neppure i termini abili del tentativo : o invece suppone che 1' aggredito avesse una mlana contraria e che per l'apparato di forza messagli innauzi abbia caduto senza resistere, ed allora por me il crimen uiis consumato; perche queUa istessa violenza che lo ha costret,to a patire lo ha costretto a dimettere i1 pensiero di resistere. In colui che Zi resi~tihma invano, B vinta la IibertS a nell' ultimo momento dell' azione o della inazione

- 429 ottenuta malgrado il suo contrario volere e la sua resistenza: in colui che ali' apparato di forza non solo ha ceduto ma si ancora astenuto dal tentare una resistenza, la libcrtd invece vinta due volte; vinta in quanto al fatto finale, vinta in quanto alla resistenza che si sarebbe voluta fare e non si fatta per cagione di timore,

La pendit di questo delitto negli statuti crin~inali che lo hanno preso a considerare modernamente non eccede i limiti cli un sernplice castigo correzionale. N& vi lia ragione cIi temere per la soverchin mitezza di siffatta pena in un reato chi;, ovc per poco si accompagni da circostanze impotenti, trapassa con tutta facilitik subordinatamonte allo medesime in un pi grave titolo di reato. Il codice Toscano ( art. 361 ) Io punisce col caroero fino ri due anni.

Miuacce.

rknche qui la dimenticanza, della classr3 speciale dei xrialefizi che traggono la loro oggettivitb giuridica, esclrisivnniente dalla 1il)crt persoiiale atta(:cntn, condusse ad equivoci la toorin e la pratica, e Iuscio fluttuailte la nozione della s1f~2acciu ora (1); ~ ~ r o r l u c ~ i la o i d conseguenza cba rimanesse impunita,

ora portando a contemplarla sotto un f~1C2lsopunto di vistn, Talano colloco le oklinacc~! le ijlgitt?li&; fra e su questo pensiero correva la veccliia giu~isl~ru{lenza toscana. Ma la minaccia non lin i caratteri di uff'esa 311' onore n& suhiottirameiita nb obiettivniriente, perche in fatto chi min:~ccin non Iin 1' iiiteiizione (li diminuire l onore del minacciato ; e non ' si denigra il buon nome di un iridivirlnu col minacciarlo, n6 si genera in lni un sentirneiito di vergogna. Altri rnvvisb nella rni~iaccia un i'cr~tsctlvo dal delitto mixiacciato. Concetto falsissimo, perche anche del tentativo manca nella milisccia cusi 1' eloiwento snkiettivo come 1' obiettivo. Col minacciare la morte noli s'incominciano gli atti di caocuzinnc doll' uiiiicidio; e chi la minacciti il pii1 delle volte non Iiu niente la intetizione di ricciclere, ma ui~ic~irnente mira ai1 intiunorire. Altri non credette ml:ritevole titolo speciale la minacci:^, trnnne ijuanrlo era :Wcornpagnata clall'ordlne. Concof.t.oerrfilo aticor questo, poichb quando la miliaccin i, ac.coriipagnata dal. I'o~~cine cui il minacciaille conosciuto ingiunge con eot,to pena di un male, dili fare o noil fare o peririattere una qualcilc cosa, la rxiirinccia clegcncra in ~i~lelzzcc 2~~"iljnfa 1:~ specialit8 rlel suo fine: Gaspcsr s:rzionc SO giugno 1EfiO.
~1rir.locnrrin C a r p a a v i o prcictlcu o'ftll. qfl(r('37; rt jl~risprtid.f u ~ prir.s 4, ctinatit. i 4 . Bt:r c e i' ti c21ectojura's crivi,sincrlis vol. 1, pny. 116 C r o m a n i fle j w e criminali li6. 5, cap. 22 ~e u:t t z i clr~)~aerrlir jfrSl'rr'firi. lib. 1, cap. 4 , S. 8 :i u r h o o rri dc .~coy)eli.$~)f~ ~rrsbico il o I f i o nllegorlu)ies pag, 568 I; o 11 r o I i chdi drlillr' r d d ! e pelle VIJE. .%, png. 70 J o l 5 s e jila[if'tl i
il)
41.

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i:ifinzilzellc vol. Q, pag. 587 - A l a foro crir~~ltntile o t 5 , ~ yciy. 175: e zuol. 6,pcrg. 361 e 584 G u l i a u i Zstiltc;k?li 801. 1, pug. 142 T i s s o t droit pe'nol! l o m . 2, pny. 81, 82 P u c o i o n i conitt~entovol. 4, pc$g. (140 A r a b i n prilicipiz' del d i ~ i t t o penale uol, 3, pag. 40 T o I a m e i elcrne?iti di d i i f t l o ptnrrle png. 550.

Fu un errore anche quello di coloro che la mi?zacaf~ noverarono fra i delitti coiitro la 23zcliblZctc f~u?qztillitic. errare consiste nello scaxnbiare le I,' finzioni del danno ?~zedi~to quelle del dn??~lzri con fl~znzecliiato. Sotto il rapporto del danno n~ecliatotrit1.i i delitti possono dirsi contro la pubi~licatranclaillith, perchk tutti tnrbaxio la cfuietc dcll' animo nei cittadini diluinuendo in loro la opinione della propria sicurezza :sta appunto in questo il carattere politil'n clie si assume da certi fatti tlaunosi, ecl in virtir del quale essi si elevano a delitti, e si frenano non col solo magistero di coazione m a col inagistcro c'i repressione: senza ci6 non sarebbero che meri fatti interessanti le relazioni individuali fra uomo e uoulo. Ma il danno mecliato non pnb essere il criterio di delimitazic~ne fra le divorsc classi dei malefizi per la costarite sua idtrntit%di specie, differendo soltanto nella cluant.itit. La classazionc dei reati bisogna ~lunquecosiruirla sul criterio del slanno immediato, Itscianllo alla quantila diversa di daririo mediato la srm vera frinzione di crito~iornisuratorc. Ora nel ioapporto do1 clanno a)aw?cdiato B intniiivo che la iuiilsccin non ferisce la trnnquillitii pzrtilz'ccc, ma cjriolla soltanto de11' i?zd2~idz{oiriinacciato; a segno

che quando la minaccia sia contro una moltitudine o contro i1 rappresentante di una moltitudine, degeuera il. pih delle volte in una aioltvmz puhhlica; titolo che troveremo a suo luogo fra i delitti contiJo la pubblica tranquillit. lk repugnanto che si dica delitto contro la tranqaillitA pubblica l'atto con crii Tizio minaccia di ferire Cajo, quando non B delitto contro la trnnquillitA pubblica l'atto con cui Tizio ferisce Cajo. Noi non avremmo difflcolti n dire la minaccia delitto contro la trunpillitii privata, perclie naturalmente tnttocid che turba la qriiete del1 animo (come il timore incusso da una minaccia) ' minora la liberi8 interna: e gi$ mostrammo, qrianilo ~)arIammodel fine della pena, che nel ilostro rnud(~ di vedere tranquiIIitS e libert si unificano ffno ad un certo punto in un comune concetto; perloclib saremmo indifl'erenti sull' una o sull' altra deilominazione che volesse darsi alla classe presente, poiche oiltrauibo al nostro sguardo risalgono qui d'iclenl tico pensiero. X a non abbiamo potuto aderire ad i~ititolare la presente classe con la rubrica della l?w~~nqzci21ith piiivata;, anzicl~b quella dclla li6evlh con individitale, per la ragione ctic vi sono dei titoli (come il ratto, il plagio, cc1 in alcune forme In violenza prjvatita) che leclono qualche cosa di pii1 che la mera tranquillith del!' animo ( libert interna ) mai si estrinsecano in una pressione reale sul corpo ( 1ibertCn. esterna). Laonde piuttosto che dividere in due a presente claaso meglio aniarnmo darle la rubrica della tibertu individuate, ch s incltide tanta i casi della pressione sulla libertb interna (tranquillitd) quanto i casi dela pressione sulla liberth mtorna. Mai peraltro potremrno soscriverci a ricono-

acere indistintamente nella mifiuccia un delitto cox


tro la pubblica tranquillit.

La vera indole del delitto di minaccia, considerato nei saoi intrinseci caratteri e nell' ordinario suo modo di essere, lo richiama alla classe dei reati contro la libertk personale. I1 criterio che rende politicamente imputabile la minaccia sorge dalla influenza che essa esercita snI1' animo del minacciato : perchb il timore in lui sorto per la nriinaccia fa si che egli seritasi mcno libero, e si asteiiga da molte cose che senza quella egli avrehbc trancluillarnentc fatto, od altre ne faccia che non avrebbe eseguito. Cosi l' agitazione clie la minaccia desta nell' animo restringe la facolt di ?iflettere pacatamento e (leterminarsi a piacimento proprio; e impedisce certe azioni, o costringe ad nItrc di prowedimento e caritela; e ne avviene la restrizione della libertk tanto interna cluanto spesso ancora della eslerana.Laonde vi B deficienza nella tutela giuridica appo quei cocon dici che prevedono la sola ~tninaccia ordino, senza dettare repressioni speciali contro la rninaccia non accompagnata clal17ordine (1). Potrebbe dirsi clie nella rbiilaccia con ordine (che presso noi iraducesi nei casi ordinari jn violenza privata) l'nttacco alla lilertd B espIici~o, perche il colpevole &pertamente indica yual'b la cosa che il minacciato rlun deve fare se vuole stornare di2 si? il male i~iinncciato. Putrcbbe dirsi che nalln minaccia senza ordine la restrizione alla lihorttt del minacciato i: .i.rnplicttcc: ma non prrb certainente negarsi che una rt?strjziiiiie VOL. 1 1. 28

alla libertb v'intervenga, e che nella offesa a cotostu diritto si concreti per lo pii1 tntta la oggettivit giuridica del malefizio. Se talnno ha minacciato di ticcidermi ove io non mi astenga dal fare una data cosa, 1' impedimento alla iiiia libert e esplicito; percb chiaramente si mostrato in qual parte del suo esercizio la menesirua si vuole impedire, ed allora sorge il titolo di violenza privata per violenza inorale ( codice Toscano art. 108 e 36.1 - P n C C i on i co?~anzefzt. 3, pag. 5 5 ) e la rnia Iibertd e livol. mitata tassativamente in rapporto a yuell'atto o a quell' oggetto; nel rimanente 6 illesa. Se altri invece minaccia di volermi uccidere iudipendentcmente da ytialsiasi condizicinc, costui non avr forse l' i~itendirnento esplicito di vincolare la mia libert: egli accarezza la vaga idea di farmi paura, di farsi rispettare da me, di mostrare la sua superiorith. in fatto io tomo : e per causa di quel timore orti sfuggo i lrioghi dove potrei incontrare il nemico, ora mi astengo clall' uscire di casa la notte per non venire assalito, ora mi procaccio scorta di amici per rriia difesa: sotto cento forme si svolge sull'eserrizio della mia liberti 1' influsso di qnella minaccia. 'i'utte cotestc forme non sono state forse proveduto o voluto dal minacciante; ma erano implicite nel suo generico concetto di farmi temere. dunque esattissimo a parer mio i1 pensiero cli coloro elle 1 3 minaccia riferiscono ai reati coritra la liberth personale; e d' altronde non saprebbesi a qual altro diritto riferire la relativa offesa. Io credo perci6 che i n quanto al collocamecto ciella minaccia nella yresciite classe la scienza moderna abbia pronunzinio la sua ultima sil1at)u.

- 433 (1) Il codice petiale F~aiicese 1810 puniva la minaccia del con ordine o sotto condizione (arl. 305) non distinguendo fra minaccio anonima e firniaia, si I: una che l'allra coe la pena deila galera a tempo qulindo il male miuaccinto era tale clie avrebbe meriialo ove fosse stalo ioferito lo galera a vita, IH morte, o la deportazione purclib la minaccia fosse scrilta. Clie s e la minaccia di un male siffnlto congiunto all' ordine era sen~plicementeverbale ( art. 507 ) In puniva col carcere da sei Iiiesl a Bue sani. Ove poi la minaccia dei gravi mali suddetti fosse staru scompajniita da ordine o condizione (art. 506) non la puniva che qunnilo era scrilta, sotloponendola alla carcere da due a ciaque anni. 1,a rifutrtla del 15 uiiiggio lS(i.5 h : ~modificalo queste penatil, ridecendo nel prirno caso I;r pena della galera al ctircere da due a cinqiie anni, e nel torxr~ caso dalla carcere da duc a cinque anni alla carcere da uiin :t tre. E di pi (art. 308) hw ricrupilo una lacuna del vecclriu codice punendo col carcere da sei ziorni a tre mcsl la niiriaccia coli ordine sia verbale sia scritta, quando il uiale 1111tiacclalo inferiore a quello previsto dali' art. 505, fermrl stante pcrb sempre i l conceuo che il male debba consistere 111 uua offesa alla persona. Sicclia anche dopo questa riforni.~ riiiiangono sempre due vuoli iielln legge di Francla. Il priiiio (lticllo relativo alla i~ilnncciadi un danno negli averi, chr: i : pur prevodulo dnll' art, 862 del codice Toscano; il secondo quello della minaccia verb:ile setrun ordiae, la quale rimane sempre itupuriit,~.T;ilc iinpun(t, che gii si clagiava d:i R o g r o n nel conlmerito alle art. 307, si i: deplornia recentrnrnle dal P o I I. e r i n (co),imc.)~tnirr In loi $e8 18 avril 15 [le rimi 1865, pay. 154) conie i i n dii'clto; osservando che tali l~iinaccerion s possono punire come iogiurie e restano sens:i re11ressiooe quantunque einiio raolto pi g n v i delle ingiurie.

(duesto dclitto si p116 deflnire yualzcnque usio col quale senza rnyinne E13~itfi'lruc senza t n l s c ~ n P

- 436 pel- i ?nodi O pei- 2 filzcs 1 a!?*o delitto, ulcz~noIZoZiUe?~atar?i~satc niinaccia d' inf@i18*e alad t r i zhn yz6aZclze nanle f7ctza.o. Dicesi qualzcnque atto, perchir la forza fisica soggettiva di questo mnleflzio non riclricde condizioni speciali di mtiterialitli (i) cd & indifferente la natura dell'atto purchb icioneo a4 incuter timore e ad esprimere la idea cli un pericolo. Laonde come mero criterio misuratoro, scevro di importanza stilla essenzinliti o sulla misura del malefizio, ricordasi la distituione fra minacce w ~ h a l i che sono quelle ove , il concotto ruinacciciso si esprime con parole detto o scritte ( 2 ) ; e mmiriacce i*sali,cho cosi si chiamarono quelle ove il coileotto ostile si estrinseca mediante il gesto od altilo segno rappresentante il pensiero.
clt,igc o

(1) La nozione del dolitlo di miiiaccia 5 tutta oygetlivn. La sua cssenzialith consiste 1,O nello aver voiiito inculB?' limore 2." nello avere a tal firie eyoguilo u u atto che nucua potenzrr d' s'tzculcre tiriiore. bncorchb nella rea118 delle cose 1' atto fosse coikipietamentc inriocuo e uon concorresse IU t ~ ~ ~ s i b i l dti rlirodicr~e riiale rnitiaccinto, se esso ebbe la i i il polcnza d i firrzo t e a l c ~ ~vi, 5 quanto basta allo ctcmel~to e rilaleriale dcl malelizio. Cuci i tribuiiali Francesi hanno rettainenlr, giudicato clie una minaccia fatta con pistola ( h1 0 r i 1 ' art. 8505) esaurisca le ooiidizioni di questo reato ancorchb fosse .fatla con ~istol:~ srnrica; perch: I' iig~rcditoignorando 10 stato dell' arnia a fuoco che vede rivolta contro la pr0l)ri" vila rnaione di temere ugiialnietitc. Sarebbe uu errore il~pegnarsiin una descrizioiie soggcitivii nel deurilre cpesto reaio, perchi: si correrebbe pericolo di soslituire al suo Senorico ~o1loetl0giuridico un cotlceito materiale falso e fall~c@. In q~iestovizio incorse aucho il codice S<it.do ali1 art. 45181:) Li c[Ucslo un difetio costante di quel codice, oIie cemPr@

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definisce i reati con una esemplificazione nlateriale, quasiche la mente del legislatore contempli una materialiva determinata; e poscia quasi pentitosi della via intrapresa sente il bisogno di correggere s stesso e di ricondurre la nozione al pi vasto concetto giuridico, aggiungendo la formula o con ullro simile tnodo, od altra equivalente. Anche qui comincia nello articolo 431 dallo stabilire che la minaccia deve essere di morte o d' itzcendio: e cos la mente di chi legge trovaci portata subito a contemplare una materialit8: ma poi soggiungendo I'articolo, o di altro grave danno, la mente trovaci tosto lanciata in un terreno tutto diverso; e di quella prima vanitosa indicazione altro non rimane che una perplessit pericolosa sul decidere il vero senso di quella parola altro. Dappoich sappia ognuno che siffatta parola pu avere due significazloni opposle: l' una avversativa e l' altra assinlilativa, rispondenti al17 uller e al17alius dei latini. In tal guisa porge occasione agli uni di sostenere che il danno deve essere equivalente alla nzorte o al17 incendio, ed agli altri di sostenere al170pposto che un danno anche di natura diversa (per esempio la minaccia di diffamare) basti allo scopo purch sia grave. Ci che io noto a questa occasione si ripete in quasi tutte le definizioni di quel codice, il quale sembra essersi composto a tentone senza mai sollevarsi alla nitidezza del concetto giuridico. (2) Su questo proposito discorda I' illustre P u C C i O n i fcomtnento vol. 4, pag. 6 4 2 ) il quale pone fra le reali la minaccia espressa con scritti, stampa, O pittura. Definire la questione a questo luogo S poco importante: lo S assai nella materia delle ingiurie, come a suo tempo vedren~o.Ma poicli, ormai la moderna scuola ha deciso che la ingiuria fatta cori pitture e sculture si consideri come uguale alla scritta, e la ingiuria scritta equipara quando B semplice alla verbale, pnrmi che analoga nomenclatura debba applicarsi eziandio alla minaccia. La minaccia renle comprende in s anche quella che gli antichi chiamavano simbolica, e che facilmente degenera in scopelisnio, coine mosirerenio fra poco. Del resto

che la niinaccia scritta indipendentemente dall' anonimo sia clelilto assai pi grave delta sola miuaccia verbale, pu dirsi insegnarueuto comune: vedasi C a r p z o v i o praris criit~. qtiuest. 57, n. 68 et aeq. 3 e r c e r o elccia jzw. c ~ i n t . vol. 1 , png, 116.

Dicesi senza s7ngionc kgittima, perch molte minacce dcrrouo essere immuni da ogni persecuzione penale per virth della causa o del fine a cui si inspirano. Molti mariti minacciano cose orribili alle mogli loro in caso d' infeilelta per tentarti di vincoro mediante jl timore la naturale incostanza: uiolti proprietari di campagna minacciano anche di iuorte un conosciuto danneggialore so lo vedono appressarsi ai loro beni, onde distorlo dall'usrirptrrnc i prodotti. 111 queste ed altro simili contin,*cnze arjn pub riscontrarsi alcuna criminosita, pcrcbi? a1 delitto manca la oggettivita giuridica. Sebbene tali atti siano diretti ad incutere tirnore e possano realmente incuterlo, non ne sorge an rapporto di contradizione tra il fatto ed il diritto, qnando la incussiono del tiroore tendo appunto cz. co~itoncreil minacciato nella obbedienza alla leggo morale o giuridica, e niente invade o restringe l' esercizio della sua

lilerta (1). Dicesi senza trascendere i% alh-o d~~liiclrilto pel o modo o peE finc, in sequela alla orrwiai nota teorica della prevalenza. La minaccia trascenileri per i ubodi, quando sia stata accompolgni~tada tfriniioggismento della persona o della propriai : ; zrasceni dorh per il @ne, quando sia diretta ad osiorcere de-

- 439 naro, a violentare una femmina, ad impedire un atto di giustizia, o simili. Dicesi mi.~~acciu Znfer&*e, perohb alla minaccia d' 8 necessario che il rnale minacciato sia per provenire dal fatto ingiusto del minacciante, e nou dall'ordine delle cose, n& dalla mano di un terzo (le1 qualo non sia complice il minacciante. Clii imprechi ad altri un infortunio, o ad altri lo preconizzi come conseguenza prevedibiI~del fatto di lui, non B reo di minaccia: n& lo chi ad altri preclica che un torzo gl' inferirti gravi mali, a meno che cib non sia fatto in esecuziono degli ordini di quel terzo come ambasceria mandata da lui: sebbene in simili contingenze possa esservi la incussione di un Cimore ed esser questo ingiusto, pure i1 delitto non vi , pere118 invece del dolo si riconosce in colrii che profer la proposizione minacciosa lo intendirncnto piuttosto di ammonire altri sul pericolo clie corre. Uicesi flnalmsnte con formula iililefinita un.gzialCIWY ~ B C G perchk liun pnb stabilirsi nn limite asso~, luto alla entitii del male minacci:tto: che abbia una certa gravitu 6 sicurtirileiite indispensabile; ma il calcolo {li tale grxvitw P relativo, e bisogna lasciarne la valutazione alla prudenza 1101 giudice: $010 pu0 (1i1~si gcncrc che sulla essenza della mii~accin in niento influisce In spccic: dtal inalo minacciato, purche sia di uiia suflcier.ite gl7[tt8ikk. Trattisi (li male nella persotan, o tli t~ialo nella i30iin;trattisi di male qsrossinzo, o di ii-inle ~eiizolo;trattisi di male immi-

iicuta 3 P ~ B S S ~O a persona a rlzoz' cava: sem, pre la minaccia di questi mali snr& politicamente
imputabile (2).

- 440 Dicesi finalmente di un male f.2Ctttr0, perchi? da una minaccia di male presente (3) non pa6 sorgere restrizione alla libcrth individuale, cessando ogni timore poichb la minaccia non fu eseguita sri11' atto. Per cotesta definizione e pcr la succinta analisi clie ne 110 fatto, vengono ad essere sufficientemente chiariti i criterii essenziali generici del presente malefizio.
( Naturalmente il male rnlnaccialo deve essere ingiul ) sto. Laonde qualuoqtie minaccia possa interpetrarsi in modo da appellare ad uri male inferito dalla giustizia (come chi iir ultri tempi avesse detto, ti far frustare, o simili) non costituisce minaccia punibile : B e r g c r o clccta cri?~za'n. 1, vol. pag, 117. Do e h m e r o nkeditat. pay, 853. (a) 1 C O s e n t i n o avverte fpug. 296) che la minaccia 1 affinchb possa essere punita deve alludere ad un male probnbile. La osservazione giustissiuiii. Se il male minacciato non C possibile come couseguenza del fatto delly uomo, evidentemente si riduce nd una inzprccnzione; la quale in porsona ragiouevole se pu eccitare sdegno non eccita certamcnlc timore. L illustre criminalista esemplifica poscia CO' testo concetto oou la minaccia consistente nel diro, v i Pr cnder la luvia stcl capo: evideuternenle oltre l' elemento oggettivo manca in silfatta ipotesi anche 1' elemento soggeLtivo, perch nessuno pub essere cosi stolto da persuadersi di tauta potenza, nB da credere dyincutere timore, minacciando cosa che ally uomo noti dato di fare. RIa qui bisogna peraltro avvertire che non sempre vogliono essere le parole prese uel loro t~udoC rnnterialc siguificato. Spesso nella minaocia di cosa che presa aila lettera qarobbe impossibile, si espritne il concetlo possibile della ucci~ione,dell' incendio, e simili. Cos chi dicesse ti voyllo far cam~ninnre la t e col$ #la in mano direbbe cosa che presa aila lettera C un impossibile; ma poichb siinboleggia nei s i ~ o concetto la procedente

uc~isione, pub benissimo in cotcsta ed analoglie formulo (qiiantuoqne nella loro corteccia euprirnano Cosa impossibilu) ritrovarsi 1' elemenCo cos soggettivo come oggettivo clella niinaocia irnplrtabiie. (5) La Corte di Cnssazioae di Firrzsz~ha proi;laualo con molti suoi giudicati la regola che le sole mia:bcce di un male fullcro possoao cadere soGto le sanzioni del codice penale Toscano: Decreto 2 settembre 1857; l rnazglo 1808; 24 i asosto 1861, i1 qua10 cassaodo aeliza rinvio decise noii essere nd,minaccia n& atto allrimen:i pllnikilo il fatto di chi ai Une df atterrire il nemico aveva esploso contro di t u i Una pistola scarica; 28 agosto 1862; 11 fcblsralu 1863; 2 aprile 1863; 50 selteinlirc 1505.

La grztvitd maggiore o miilore rlel male minacciato attiune ai criterii misuratori della qn~a?ztltri ?zatu/rale di questo maleflzio, poicl~k il suo danno imitiediato consiste nel tirriurc inorisso e respettivamcnte patito: cosicchS il piu o meno di timore incusso dovendo wsere spontwearriento pro~orzionale ti1 pii o mesio di gravith del male miuacciato, la ragiorie di cotesto criterio tiene alla riggcttivitA materiale do1 reato inilipendantomeule da g~~alsisia considerazione politica. Del p u i conno criterio rnisnratore cidia qnarititk naturale di questo delittcr devo calcolarsi lo stato di animo del minacciante, socundo che il wcclesimo parlma freddamente oti era in an accesso di collera. Dove si volcsse con soverchia rigiditd nia~ltenerela minaccia indistiritamento naI1a categoria dei delitti rluaxitanque emessa sotto I'iinpnlscr della collera, sarobbo incuritrastabile la osscrvnzione cfit! qui 1' impeto degli afretti

non tiene soltanto al gt-ado (del delitto, ma influisce ancora sulla sua quantitii: e precisamente iiifluisce sulla yecnntit naturale del delitto in quanto ne modifica il danno irnn~ediato. un colpo di coltellu In il danno immediato lo stesso, sia che si scagli nella ira o con animo delihcrato. Laonde i' affetto in collesti reati non pu6 considerarsi ctle come miziorante in ragione della minor forza morale soggettiva del delitto; senza che 18 forza fisica oggcttivn di qtiesto ne sofPra alterazione nessuna. Ma nella minaccia non e cosi, poichi: altro & il timore che gewera una minaccia lanciata da un uomo che ebro di collera appena sa cit che dice; hen altro B lo spavento clie genera una minaccia emessa seriamente da un uotno trailquilIo. Questa veritij, che si rivela al senso di ognuno i.: stata saviamente portata dai giuristi al suo ultiliio svolgimento, insegnando Icz regola che I' impeto degli affetti nella minaccia verbab non sia soltanto circoslanza 112ino.~*antg bensi dijof~~wnteimputazione. La mima la naccia proferita nel calore dello sdegno non pu6 essere causa di serio timore, e perci6 ilon presenta bastevoli dementi cii politica imputabiliti (1). Per qriesto motivo noi apponeinrno nclla cleflnizionc I.? f'urrnnla delibernlnme?Jo.
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(1) P u cci o n i cunm~etittrrio vot, 4, pug. 943. E questa E. per noi massima di giurisprudenza dopo il decreto deila Corto di Cnssazioue di Firenze dell' l 1 febbraio 1854. 11 mile Ci i u 1 i a o i fistiluer'on2 vol. 1, pag. 142 ) spinge cotesta 0sservazione fino al punto di negare In politica impolabilitb della minacce seniplici da privato a privato, e no addnce come argomento la osservazione che se il nemico SI astenne

- 443 dall' offendermi quando era nel bollore dell' ira e co~ilentossi di uiinacciarini, molto pi se ne nslerr quando in lui sia calmalo lo s d e ~ o o .La osservazione apparisce u pritna vista giustissima; ma lasoia scoperto il caso della minaccia emessa con animo deliberalo. Anche C r e m a n i f d e jure criat. lib. 5, cap. 22, S. 1 7 ) iiisegn che le minacce su?at co~ate??ariendae quando partono da un uomo ciio era asltato dall' ira o in stato di ubriocbezza, Diversamente oliinb il L e y s e r fspec. 555, nzcdit. 22) il quale uel calore dello sdegno noa ravvis per L minacce ciio tloa semplice minoe ranlc, ar$omentanltola dalla classica sentenza di P a o l o alla 1. 4s; do ~ c g u ljw. E trOV0ss.i persino chi sostenne potersi . irro;are la ralegazione perpetua al colpevole di minacce verbali proferite nell' ira : Ho m m e1 ?.hopsorlr(le, obssruab. 150 K r e c s ud art. 129, C. C. C. T010 b il niula11101~t0elio hanno subito le idee nel progpsso dei lumi !

Finalmente evvi nella mii~wciaun criterio misuratore tutto suo proprio nella circostanza dell' alzo~ f i i . t o ;ed B di tale importanza cotesto criterio chi* nel modo di vedere di molti dottori e Icgislatori se ne sono costituite duo forme criminose distinte. Pih conxunomciiie sulla scorta appnnto della circostanza dell' ano~bilr~o clivise la minaccia in scii;si p22cc e qzcali{lcu%a.E si disse ssuq~llccycrando 'fu fatta alla paleso: e qua2ificnLa quando il suo autore si tenne occulto. La ragiono per cui la niiilaccii~ anoiiimn davo tenersi come di gran lunga pii1 grnvc & sensibile e positiva. Se il criterio osscnziale del delitto di minaccia sta nel timore incusso ne deriva iianc per necessiti logica la conseguenza che la sua quanlitd naturale (i) start'i in ragione del maggior

timore prodotto. Ora sente ognuno che quando la minaccia procede da persona a me conosciuta, io ho cento modi per calmare le apprensioni dell'animo mio. Pu la persona essere tale da non temerne; posso usar mezzi di riconciliazione; posso provvedere con mezzi privati alla mia difesa contro di lui; posso invocare 1' autoritti perclib ne iufreni le velleith malvagie. hia quando la minaccia O anonima io non so quali e quanti saranno i nemici miei; non so da chi guardarmi; non so contro chi debba chiedere od aspettare protezione, In ogni aomo che incontro, in ogni individuo che si avvicina al mio domicilio ho ragione di temere che si celi lo Sconosciuto nemico. A buon diritto pertanto la minaccia aaonima si consideri3 dai eriminalisti come di gran Ianga pi odiosa, sino al punto di darle un nome speciale; il nome di scoyiclis~~zo.
(1) I1 G l a s e r nel suo trattato penale sulle condizioni delle minacce puniblli, sottoponendo ad accurata aiialisi la vera ragione politica di punire la minaccia, osscrvb clie la cohsiderazione della impressione psichica in questo reato si coordina alle idee che dominano in generale nella valutazione sia dell' inganno sin della violenza: in quanto ciob da tale impressione psichica ne deriva una consegueiiza rcale a danno del paziente. 11 G I a s e r , ciie francamente si professa seguace della doltrina di R o m a g n o s i , procede dal principio che la polenza'ale't del danno derivauto da una data azione iaalvagia oquivaga ai danno effel~ivarneate avvenuto, per dare legittima base alla imputabilith politica. Egli avverte qiiindi ohe la lesione del diritto mercS la minaccia bisogna trovarla nellfi restrizione della liber18 giuridica del miuacciilto derivante dai moti che pub eccitare ne1r7 animo suo la rniilaccia. La potenaialitb ad Incuter timore esaurisce doiique le con-

dizioni essenziali della sua politica impi~tabilfth:a l che vuolsi aggiungere che s e il minaccialo non concep timore al primo udire la minaccia, pub benissimo questo timore generarsi in iui successivamente quando rifletta alla minaccia patita; cosicchk lo negazione dello effetto consisteute nella tuiprossiona psichica non pu mai affermarsi con sicurezza.

La parola scopeZismo 8 a noi clerirata dal giare romano, e occasionata da, ana speciale costamanza dei popoli arabi. I romani, promotori sempre ilella industria agricola, colonizzavano e riducevano a coltura le terre conquistato. GIi arabi addetti alla pastorizia vedevnno nel dissodamezito delle terre la distruzione dei pascoli, elemento indispensabile alIa industria loro. Quindi osteggiavario con ogni forza la coltura doi tarreni; e in questa lotta avet-ano 1' uso di porre un mucchio (li sassi (scopda) nel prato del quale volevano interdire la coltivazione: lo che giusta i costumi loro era segno che chiunyuc si fosse dato a coltivare quel terreno sariasi morto. Di qui la origine del nome di scope TZsmo che la pratica estese a qualunque minaccia anonima, Di qui la grando severitA dei romani contro questo delitto che punirono persino di morte. Di qui la falsa idea che molti hanno riprodotto, attingendola da V o e t o da altri romanisti, che lo scopelisino debba tenersi come un delitto contrc, 1 agricoltura, e che la sua gravitd politica abbia ' ragiono nello interesse (li promuovere la coltura dei terreni. Cib che poti? csser vero per questo delitto ncllri sua genesi noli B pi vero oggidi, poieli8

1 pratica ha alIargato il concetto dello sccipelismo s

applicandolo in genere a qualsiasi minaccia anonimn.

Fu pure errato il pensiero di altri (fsa i quali C a r m i g n a n i elein. 5. 727) che vollero si rifcrisse lo scopelismo ai delitti contro la pztbblicn trmqt~i2Iif QUCS~O pensiero non B accettabile perchk (i). con Iu. minaccia anonima si o8t'cnde rrti individuo od una famiglia, non un nnincro incleterminato di cittadiui o tutti i cittadini. Ci6 poti; esser vero nel pririlitivo concotto arabo, poidib col porre qriei sassi nel prato non si minacciava morte ad un solo individuo, nia a chiunque indistintamente avesse coltivato quel campo. Allora si voleva iticator timore a tutto un popolo e tatti si vole~rnriorcpollere cltil coltivare quella terra. E se fbsse qnestu tuttora jl carattere costitutivo dello scopelisii-io concordarei col P n C c i o n i che ei dovesse rrisntcnersi nella classe dei reati contro la pubblica trariqnillit&.%h oggi i fatti di scapelisrno pi di frequente prendono (li mira determinate persone, nelle quali si viola un CLiritto ?za$zc~-nle, un diritto poiitico. Sarebbe non dunque una anomalia tnantenere tali reati nella classe dei delitti sociali o politici. Cert,amentte )a minaccia cosi anoniina come non anoniinn eit anche 1 stessa verbale possono in qu:~lclie caso spes cido essere dirette contro persone pubbliche, o contro tutta una comrinit, senza desjgylaione d' individui ; .?ilora il clclitto cambicrh nella classe e nella oggcttivith, perclib il suo danna immediato sul':& nel tiinore che dircttamcnte si volle incuture alla

417 moltitudine o ad un srio rapprcsontante. Ma questo 8 caso eccezionale : e la nozione gonerica del reato non pnd desamersi da tali eventrialitit, tranne por qtzei codici che della minaccia facessero ari. delitto szli gelzerls soltanto quando fosse diretta indistintamente contro tutti i cittadini. iileno ci il danno immediato trovasi nel solo ixidividuo minacciato; e %li altri non no sono offesi se non medintunzentc per l' apprerisione di rinnnovainento a proprio danno. E ripeto che se per il solo daqtiao ii?z.eciiado (lovesse definirsi la classe, tutti i malefizi sarebi~ero delitti contr'o la pubblica trailquiIlitB.
(1) Nella pratica germanica si contemplava una forma Speciale di rnfriaccia a cui s i dava il nome di diflidasioti~. hla propriamente ii oonceito cile aunetlevasi a cotesta denominazione non rispondeva a quello che noi nnneltiamo alla parola scupelismo; poich: la n-iiriaccia convertivasi in dilfidazione per la circostanza di esserc stata ridoltii in scritto i~dipcndenternenta dallyesserc o no soltoscrilta. Le ulinacce a parola restavano sotto la denomjnaaiono di minacce e S i punivano leggermente: ma erano gravemente puoilc quatido qiiid fllcti accesscrit. E il prid f a t i clie di tanto eibvnvn In peon era ariche il solo averla redalla iu scrilto: ed ecco percbh iiivnlse 1' uso fra molti orin~inalisticli clii:iniare minacce reali le minacce scritte. Del resto nllre differenzinli interoedono fra lo scopclisiiio e la difltdatio prrnanicn, in ~yecialmodo avuto riguardo alle disposizioni della C. C. C. art. 129: vedosi ivi A r o s s png. 406; Bo e h m e r o plig. 550; a C l n s en pay. 407. E pi piirticolrirruetste In diflda~iogeriiianica voleva, a differenzri dello scopelisrno nostro, 1' eslreirio che si mioacciiisse un delitto che ia qualche diodo potecee turbnro In pubblica quiete. Cos la miuaccia anche 8critlu ed arioininn di uccidere alcuiio uon costituiva la dff:

P d u ~ i o ,mentre la coslituiva la minaccia scritta bench non anonima ci' incendiare la casa di alcuno. Tale il concetto

che ci sembra pih vero sull9 insegnamento deI L e y s e r f spee. 553, meditnt, 9 et 16 ) quantunque il K r e s s discordi du lui ctrcii il requisito della scrittura. Vedasi anclie Burg c r s si~igulariurrbobserucrtlorzuln C c n l u ~ i n , observat. 10. 2 Lo tradizioni dell' antica nozione della dilfidazione Germanica si rivelitrono ariche nell' arl. 213 dell' aboljto codice PrUSsiano, che ne faceva una specialilh, dova la n~inacciaeccezionalmente punivasi pi della violenza. Nel nuovo codice dell' Impero Tedesco al S. 126 sembra essersi conservata quella tradizione col tilolo cli Ln?idatoat/g. Nel concelto gcrmanico della difldatio io trovo prevalente il perisiero clie il male minacciato generi direltauiente un timore universale; sia perchb si difidi u n a univci~sit, sia percli si presagisca una tal forma di vendetta che possa m ~ l l e r otlllti in pericolo, come l'incendio. I lale ordirie d' idee p018 banissimo considerarsi questa figura criininosa come uli delillo contro la pubblica tranquilIil8. E &e nii ? lecito avventurare una congettura dir che la opinione invaisa f n molti oriminalisli italiani che il nostro scopelismo sia u n delitto contro la pubblica tranquillit in parte B altribuibile alle tradizioni della forma speciale deltu scopelisnio romano, descritta alla 1. 7, ff, de c x t r n o r d h ~ r i i scrinai~~ibzcs, in parte alla de. ed ferenza verso i criminalisti alemanni: per oui non siasi avvertilo che i caralteri speciali dello scopeli,smo arabico, e delle difliclatio gernznnicu erono assai differenti da quelli assunti dallo ccopelisnio nella pralica italiana, che lo ridusse alle pi piccole proporzioni.

da notarsi che paracclii codici contemporanei (i) hanno niutsto affatto il criierio di questa spocinlitA. Pariflceinclo In miilacci:t ano~~inalc. mialla

k pure

naccia fil*~natcc,lianno ravvisato la qnaliflca nella sola S C ? ~ ~ ~ $ Ci ~piuU specialmente si B fatto da ~~ * . quei codici che la minaccia verbale non presero in considerazione alcrina, quanilo non fosse accompngriata da ordine o condizione. Inilnbitatamenlc la miliaccia sc?-ittaha dei caratteri di gravith muggiore della 2tej*Uule:perche mostra maggiore serictn e maggiore determinazione di animo in chi la scrisse, e cos genera maggiore ragione di temere che vogliasi realmente eseguire. Ma se cio pu6 essere buono argomento per punire la minaccia scritta pii^ della verbale, non mi sembra buona ragione per elevare la pena della minaccia scritta e firmata alla parit& di quella che infliggesi alla minaccia azioni~im.
(1) Fra i codici contemporanei iianno ugualmente disconosciuto ogni particolare considerazione deli' unotbino netlit minaccia, il codice Francese art. 505; il codice Nopoletario art. 161; il codice Parmense art. 525; il codice Rlotlcriese art. 414, $. 1; il codice Tfcinese art. 500; il codice Joiiio art. 746; e il codice Austri~ico che agli art. 98 o 09 non solo non distinsue s e la minaccia fu soltoscrilla od anonimo, ma neppure se fu diretto contro un individuo o contro un numero indeterniinnto di persoilc, n& so ebbe o iion ebbe un Gne esplicito: ma indistintamente la violenza privata, la minaccia con ordine, lo scotielisrno, e 13 miu;lccia semplice riunisce sotto il tilolo di violenza pubblica, per oolyiirla cul carcore duro da sei mesi :id un anno, eetcnsibile a cincluo anni in ragione o della gravil del t~liilcniinncciato o dello essere rninqocis&o un comune o delle graviti degli elhtLi prodotti. Cosi qiicl codice lascia nou solo alln balia dei mitgistrati la discriminnziode dei oiisi nel rapporto dello pennllt, m:\deflelte ezialidio ( n questo luoqo) dalla pi vera csaltczza delle nozioni. Siil qual proposiIo non deve dlnienticarsi es-

'VOI,. 11.

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servi un fine particolare clie pu fare d e g n e r a r e cos 1:t violenza privab come la minaccia per una nuova speciale ojgettivit3 giuridica che loro sorga innanzi. Questo tirie 6 c~uellodi lucro; pel quale il delitto trapassa o in furto viulento o in estorsione, trovando il siio criterio nella ofTeesn nlla proprietg, che riduce la violenza o la minaccia alla secondaria funzione di mezzo aggravailte. Ci verr chiarito nlla debito sede; e qui ne do ceniio solo pcrchk non sempre t31cuni codici coatemporanei hanno con esattezza mantenuio la distinzione fra olasse e classe. Quando la minaccia b deslinata a servire di riiezzo ad un furto, il fine delittuo~~l :~ssorl)isce n sB il titolo dei realo per la rasione dei ~ ( J R dlrittl violati; e la offesa alla propricl si aggrava per I;t roricornitanza clcllii, ~U'esa 81111 pcrsonn, e per In ninggiorc rliffondibi1ilA del danno mediato,

fncliffercnte allo scopelismo B il modo con cui ltr minaccia anonima si esegui. O sin che si valesse il ctolpevolo di Zettel-e anonime ove esplicitamente minacciasse rxn male, o di segni esprimenti il truce! pensiero ( come porre la bara alla porta, o segnarla di croce) (1) purchb siavi stato fine d' intimorire ed attitudine a ci6, si lia quanto basta per riconoscervi il delitto e per tenerlo come consumato : avvognachh anche la minaccia sia delitto formale, per le istesso ragioni e con 1 rnedesime conrlizioni dcllc quali 110 s fatto cenno di sopra in proposito della violenza privala. Il timore prodotto, o non proclotto, aurnentcrd 1% quanlitd nccturale (2) ilel rnalefizio: nia non dipcnlte da cib la consumazione do1 dolitto,

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