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Del pari ho qui necessiti di avvertire cho quclla distinzione fra criterii misuratori di quantit8 vzutuvnle e criterii misuratori

della quantit politica delle delinquenze dcsunta dalla considerazione o del danno immediato o del danno mediato, la quale con tanta esattezza ci accompagnb fino al termine nella esposizione (lei delitti naturali, sembigavenirsi a modificare (alineno quanto alla furnlula) nella presente h"3u.io?ze:e la ragione ne i intuitiva. :

Infatti nei delitti naturali il danno Pvwzeclz'nto prcsenta sempre la violazione di un diritto paf-ticolare, cio pertinente allo individuo offeso; e questo essendo un diritto dato dalla nuiurcc e non dalle istituzioni sociali rettamente si dice che per la maggiore importanza del diritto particolare offeso si aumenti del la quantitB ~zcctzu-ab malefizio in contrapposto cli cib che aumenta la quantit politica per lo influsso che esercita sul danno mediato. Ma nei delitti sociali sotto il loro punto di vista tipico il danno immediato i anche esso interamente politico, dicendosi questi ? reati appunto sociali perclib si possono esaurire nella loro completa criminosith con la sola lesione di un diritto universale senza che nessuno individuo sia diritti. stato menomamente leso nei suoi r~atu~ali Laonde in cluesti reati pu8 non trovarsi critcrio che a tutto rigore di termini si debba dire pertinente alla cluaiititri ncctzc9*ale.Credo infatti siasi gi intcso

- 102 che la parola finturale da noi adottata per distinguere nei delitti lo elemento della cluantita derivante dal danno imgizediato, dallo elemento cli rluantit derivaiitc dal daiinn t~zedin/o giil re1ntiv:t non alla natzwa ( o indole costitutiva) del delitto, In claalc B costanteniente politica: ma Licnsi alle condiziuni dcl diritto la cui off'esa porge il respettivo criterio di quarititA: il qriale diritto ora essendo ?anlzcv*nlc((lato dalla natura) ed ora pclilico ((lato dalla cittA) ne sorgono qriellc due forme distinte di quantiti. Per lo che cliiaro clic nei delitti sociali potendo spesso non esistere lesione alcuna di diritti partipuir colari (?zat?waEi)la forniula qwnnlilic ?zcclv)*nle non trovare csattn applicnzionc iieppurc nclln conteml,lnzioiic clci relativi danni itr~irza7inli.

11ic;isi ilrincluc rina volta por scnilrrc che nei delitti sociali la qnnntitk naturalc deriva e cresce o deci.cscc qrinndo alla offcsa politica si aggiunga la offesa consrimnta di riti qualrlic diritto particolarc: pertinente allo individrio aggrcclito. Ovc ncssrina di tali aggressioni cBoticorra, anche i critcrii cli nrimcnto di quuntitA che si dcsriniono ilal daiilio ininiedinto rapprcsentcranno seiiiprc una niisura di qriantitil politica. Cos nello abuso (li autoritri sard costanti! critcrio di aumento il danno rnaggioro o minore recato agli individui eventualmei~te aggrediti : c questa t\ regola clic dettata in un caso si ripetc sporitancatnentc in tutti i reati sociali.

JIn tutti i delitti sociali hanno dei particolari eriterii iuisuratori desun ti dalla specialo indolc loru ; e cosi li lia lo abuso di autoriti E tali sono la innggiore o minore dignitA (l) o potenza inerente ali' uffizio di cui si C al~usato;la maggiore o minore perversitti della passione movente ; la maggiore o minore possil)ilit& d' impedirile la ripetizione : e ci0 oltre la considerazione costnnte e generale del inaggiore pregiudizio recato, In rjuale non puO ~1cfinirsi e circoscriversi per via di iletcrminnte figrire, rna lisogna indicarla con la generica forrnula (li e/rietli piir g;*nvi.Anclie questo C intuitivo; e spic$lisi una volta per seinpre. Nei dclitti naturali i : f&cileprevedere e designare concretamente lo ejjktlo piir, grave, perchi: si conosce pviot*i lo speciale diritto aggredito; c cosi put clirsi che lo offetto pii1 grave dcl ferirncnto star& nella durata della nialattia, del f'urto nclla cluantitti del tolto, e via discorrendo. R h lo abuso di autorith (come anche qualche altro delitto sociale) potcado eventualmcntc! aggredire tutti quanti gli umani diritti, impossibile dettare una completa c-;numerazionedegli effctti piii gravi, percl~kci6 porterebbe ad una nuova cnuincriizionc di tutti i reati. Ed oltre a ci<)per le cose testb avvertite non potrel)be incliearsi come aumento di quantitlt di un titolo il colicorso cli altro titolo clie spesso riduce il primo alla piii uiiiile funzioni: di circostanza aggiavantc.
(1) Dovo ai Parroclii si conservi la r~ualila di pubblici ~ificialiIc penalit degli abusi da loro cori~inessi in sirnile

veste devono senza dubbio essere severe. M perclik li alti a loro soggiacciano al sindac:iio della societ civile bisogria clie cadano intorno ad alti ciaili. Qu;ilunque abuso da loro si coriir~ietta in niatcri;~ecclesictstico che non turbi l'ordine civili., soi~osial siiperiore eccle~iastico,e non dove la poleSIA Idica iiigerirsene. Fu dunque un errori? quello dei nioderrii Irgislntori clie vollvro elcvare a delitto civile lo itldcl~ito~ i littto dei sncrcct)te~rli.Dovendo i l giudice rimpelto a simile .ircusa coiioscerP se il rifiuto era iridebilo o debito, al giuilicc stesso si conferiva i l sindac~ilodel sacerdote negli atti i!i s:icertlozio clie devono subordinarsi ai soli precetti religiosi. Questo errore ebbe In sua condegna peiia in il ali;^ dove rnrissimamenle i, forse inni videsi condannare un prete per rifiiilo di sacramenti. Notahile la decisione della Corte ili Crtss:izione di Napoli del 25 maggio 1870 riferita nella 'l'ejtii Itnlicn 11. 25, anno 1870.

Il coilice Toscano chc: agli art. 283, 184, 185, 18Ci, 157, ISS, 189, e I90 dovette chinare la fronte in faccia alle verit che ho test8 accennato, procedette per r-in di cser~q)lificnoioni quali sono ben lungi dallo le cssere complete :e ripetendo la designazione di alcuni reati per aggiungervi un leggiero aumcnto di pena in ragione dell' ufllcio, mostrY una mitezza inopportuna e singolare ( P u c C i o n i Comniento, nrticolo 1 5 5 ) e manifest quello aperto favore verso hl' inipicgnti, clie ! uno (lei vizi pii1 gravi (flglio dei tempi) di quel codice d' altronde bellissimo. Non saprei qual codice presentare a modello per In riozionc (li questo malefzio. Per me la teorica dello abuso di autorit8 innominato si deve stringere in due sole operazioni --2." Stabilire con una regola

- 105 generale e costante applicabile a tutti i reati ( l ) che la pena inflitta a ciascun delitto d e l ~ l ~incontrare a un aumento quando il delitto siasi commesso da on pubblico ufficiale con abuso clci suoi poteri 9." Ricercare i pochi casi nei quali lo abuso di autoritit sembri meritare una repressione penale quantunque non abLia il substrato di altro delitto, e chck per ci8 debba configurare un reato di per se stante ; e questi descrivere e convenientemente punire, limitando in sostanza il concetto dello ahuso di auloriti come espressione cli un titolo speciale cli mnlefizio alla sua configurazione di reato principale e di per sk stante. Ci6 io veggo chiaro nelle sevizie (2) e rigori eccessivi usati dagli agenti della pubblica forza ilegli arresti, o dai carcerieri nella custodia dei roi : nelle arti S U ! J ~ O usate da un giudice o da un car~~ ceriere per indurre un inquisito a confessarsi colpevole, e nella fornicazione alla quale 1' ufficiale abbia indotto la donna che trovavasi sotto la sua mano. Ma se quelle sevizie o quelle arti hanno fatto sorgere il materiale di una lesione personale; o se quella fornicazione si ottenne per violenza o morale o fisica; io sempre scorger0 anche in questa ipotesi il delitto principale di lesione o di violenza carnale aggravato dalla clualith della persona.
(1) Qucsto sistema si precisamente adottato dal codice ponalc delle Isole Jonie, il quale (mentre distingue fra abuso positivo, abuso negativo, ed atti arbitrarii) dopo aver provveduto a certi casi speciali dettb all' art. 259 con regola senera10 1' aiiincnto di un grado nclla pena ordinaria del reato quando 1: agente lo abbia commesso con abuso di ufficio. (2) La rea consuetudinc d' infierire contro gli arrestali i1iiando sono posti in catene tradizionale ed ereditaria nella

razza dei birri Italiani : questa b forsc Una SCqucla (Ielle ICSRI che un tcinpo ponendo al bando i ~onLui1-i;iCiperrrlellevano ogni riiolesiia ciie loro si recarsc, ed aoco la stess~i loro uccisione; lo che dest odii i quali passnroiio di nenciazioiie in gener;izione. I pi tiniani Irgisldtori do\ ettcro pcr altro dcit;ire provvcdinicn~i contro siniili eccessi. E st~bhcric disputassero i Dottor.i so I;i scusa da tutti riconosciul:i nelle offesc rcc:lte al reo resistenla dovessc cstendcrsi nncorn u. cliiclle recate al reo fiiggciito ( M u t a Urcisioitcs Sierrltre, l''a r i u il crlflris. 7 S a r i f e l i c c lib. 2, drcis. 257 c i o quuest, 52, n. 43 et seqq. O t t e r o dc o/Tciolibrts pcrs 2, c a p . 5 et 2111. C a b a l l o rcsoliit. cris. 152) nessuno rriai os) cstendrre la diiiiinuenle alle oU'esc sul reo ciiduto i n potcre ilella forza, ed anzi tutti vi trovarono oii;~ :ig;ravanic. O l (1 c h o p s fco?itra Cnt.ptovitin~decns 3, qutrcsl. 1 ) esniiiiiiu I;] qiiestiorie so sia o iio iibuso apporre le nitinelle od altri Irpanii al reo catturato quando il dcl;i(o apposlogli L\ piinito col colo carcerc o con la niiilla. Vedasi ;inclie lo stesso O l d c k o ps nellc sue o b s ~ r v i ~ t i o )t~ le. s3 , olti s c r v . 3 ct 16. In Tosc,ina 1' art. (i9 dcll:~ Icgjic del 30 novcnibrc 17SG, C I' i1r.I. 16 dcllri lcggc CICI 50 ~ g o s t o1795 11rcscro di rnirn gli rcccssi degli csccuiori dicliiaraiidoli persc;iiit;ibili a pulib1ic;i azione, C minncci.indo loro olire la intcrdizioric [)cric nfllittive di corpo: fii niichc pii1 severa la notificazione del (i agosto 1827 piibblicnta per reprimere i sempre crcscriiti abusi dei birri Tosc:ini. Si vedano le dotte osservazioni del 1'0 r t i nello siio conclusiotii fcottclus. (i, puy. 6 5 ) ove dcscrivc i liiniti entro i qii;ili S Iccita 1ii violeri~adegli apparitori sovr:i gli :irrcstati, 0 avverte clie nessuna legge conleniporanen protepgc I;i sicurezza personale dei cillarlini coiitro le soverchieric della pubblica forza quan10 10 f d ~ c ~ r iallora le leggi Toscanc. ii~

C o r r u z i o n e .

g. N5 ia.
I1 clelitto clie nelle nostre scriolc cliiaiilasi co?.r3emzio~z@ rluello clie i ronlaili rlisscro c~*i~t(fi)z i? iaepetunc7riiv~i& (I); che 3 ' in;lesi ciiiamniio Zw-ibci.y; gli spa1 gnuoli col~eclzo,i po~tuglicsipeila, szr7i;orrzo, corruj ~ c ~ i o , che ne!lo antico italiano cliinrnossi On.i.rctae ilia ((S. %17) o baiaf,tcria a11 csprirncre il baratto clir: si fa del c1enai.o con la giustizia: e questo vocal~olo coi4rlt;iol~esi adopera quasi per antonomasia a designare che la essenza di questo malcfizio sta nella corruzioiic: morale del magistrato. Qrialunque abuso si Sctccia da u n ~,nl~Llico rificinlc deli' autoritk confcrit,agli C l~ruttissimo rcnto e di grave danno politico. l f n il danno politico cresce quando il l~ril~l~lico riificiale al~rrsidci suoi poteri per una turpc vc~lutadi aviclitii. La ragione di ci6 sta nella rnaggiore difii~i~clil~ilitlh danno medialo : pcrdii! del in fixccia :\il un magistrato che ecceda per odio o 17endctta contro un suo nemico, avranno poca ragione di temere tutti quei cittadini clio sanno (li non avergli dato cagioni di antipatia o clie sperano di non eccitarilc 13 n a I ~ v ~ g : :: nla ~ ~iaccia ad un l i ~ in ~ a magistrato che venda i suoi favori a cliiunque lo paga non nvvi cittadino cle possa essere sicuro di ottenerc ;iristi;siti, o clic non clcbba teinerc un sopruso yuaoclo csli vcaga a contesa con un avversario facoltoso c di con ilclicata cuscienzn. Ecco

perchb dei reati dei pubblici ufficiali che si commettono per veduta di lucro si fecero in tutti i ternpi specialitlt criminose distinte, si designarono con appositi nomi, e si us maggiore energia di repressione contro le medesime.
(1) Queslo delitto si disse dai romani cri~rtera repetunrlurilnh per lo repeiizione del denaro dato al giiidice corrotto. Le dodici tavole lo dicliiararorio delillo capitctle: G clLa I i o Foctcs allicne lib. 20, c a p . l. qual pena apparve poscia soverchia e fu modificata ; conie certamente era assai pi rnilc ai tempi di Cicerone. Poscia venne ripristinato I' antico rigore da Valcntiniano (1. 5 , C. Tiheod. de lege .Tulin repcli~ndnrJ ma con poca fortuna nella pratica. Laond c G i u s t i n i ri n o ricondussc le peue del giudice corrotio a piii miti rriisure (1. 3, C. de lege .rtilia repcttrndar.) vale a dire alla pecuniaria, C alla perdila degli onori. Di nuovo per lo stcsso G i u s t i n i a n o modific questa pcna nella ?Tcl1. 124, cop. 2, dove distinse fra giudice civile e yiiiclice rrit~rinnle, aggiungendo al secondo la pena dello esilio e tlella confisca dei beni, mentre contro il primo rimase la ~rcri:i dcl triplo da pagarsi non gih al corruttore mi2 al fisco: S C ti i l l o r o exe?*citnlio49, S. 139. Nelle successive prati95,. che la pena divenne arbitraria : C a r p z o v i o q~incst. 11. 53 ct scqq. Va 11 E c 6: thescs jtiris prrg 207 r o e n e v e g l i e n tle lcgibtrs nbrogundis tit. de ?.epctu?idis. Disogna per dislingucre fra la punizione dcl giudice od arbi~ro romano che avesse preso dcnaro per rendere sentenza (che B il caso conteniplato dalle SI1 tavole) e le disposizioni pi generali relative alle estorsioni e venalith dei magistrati romani inviali nelle provincie dove opprimevano di ogni rnoleslia i soci della repubblica: e poiclii! le leggi che ripiiriirono n tali disordini si fecero sui reclami di quelli, cos furono delle sociali, La origine del erimen repelundnrum nel suo pi vasto concetto ci viene accertala da C i c c r o ri e

109 ftle o//iciis lili, 2, ccip. 21 ): Cnprrt nuten csl i n omni procrcrrrtiorze negafii et niuilo.is piibblici, ul ii~luriii(te ~ l l u t r r r p eliala n~iniinrrsicslaicio. iMJn e r i k ~ Itoc ~rri,lntli iti Irrrric ?.ellipablicrrli? iiiansit. Xu~rtlillacerilrrni ct drrwn r ~ t r r r if i 1 c 7 ~ 1 , r2iit tlc pecicfiiis ~.epetttfids L. Pisone Intu le.r esl, /rirlllr n irntea cl11)i firissct. At vero postea lot leges et P T O ~ ~ I I ~ qzinqiie dlwir~rea,t01 rei, tot dnmnuti. La specialit della l. Ctxll~urw'a proposta da Lucio Calpurnio Pisorie 149 anni

I ~ P

avanti la nascita di Cristo pare clie fosse questa, di soddisfare le grandi lagnauze delle provincie oppresse dalle malversazioni dei magistrati roiilani: Z u n i p t i o dc legihtts repelz[itdn~~zim 9. Anche prirnn di questa 113ggesi trovario piig. esempi di i~iagistratiacciisati e cliiarnali a pubblico giiidizio, rna con le forme ordinarie. Senibra peri> per le accurate 03st?rvazioni dello Z u m p t i o che il giudizio istituilo dalla legge Calpurnia fosse puramente privalo, e che solt:into I;] Iesge Acilia lo rendesse pubblico. Certo S che il giiidizio della leps e Calpurnia era sernplicemeiite reciiperalorio e rion por.lav;i allra pena che la restituzione del iii.iI [olio: e clio I i i ~ c cessiva legge Giunia niente muiaiido alla foriii:i del giu(1izio iiltro non fece che estendere la gr~lrcsliorepi~l~~nditrurti anelle ai niagistrati della citt5. O r n z i o trov giiistiirnerite nrll;~ incorruttiJ)iIiti~ il tipo dcli701timo giudice lIoncstrt/~iprni2t111i~ zttili et rejecif ctlto doaru ~ioccrltiunz vlllrir.

8Ia so considerato nel rapporto del magistrato venale, il lucro indebito che egli abbia agognato d i conseguire mediante il suo ufRcio, svilnppa [in concetto unico; questo concetto si suddivide naturalincntc qrinnclo si considura nel leapportodel privato dal cui patrimonio esce o deve uscire il valore ntl il 1)enc rappresentante cotcsto lucro. Si sriddiviilc ciob, secondocIi quel privato lia o no scientemente

e liberamente consentito a perdere quel valore do1


qriale si B arricchito, o voleva arriccliirsi il mngistrato. h evidente che se il privato lil~eranientecon' senti a quella perdita, l'oggetta del malefizio rirnnne unicamente nel diritto triizizsef'snle, e nella pril~1)lica giustizia oltraggiata. Nel sccondo caso oltre tl[iest'oggetto se ne aggiunge un altro al malefizio: il diritto 21articolu?^c, il diritto ili proprietk cio su rlricl valore, (le1 quale o Sraudolentemente o vioIetlt,eiiicilte si spoglia il privato. La lesione di questo diritto clie 'nel prirno caso non puO trovarsi perdi6 il privato ha liberarncnte disposto dclle cose suc, arirnciita la cluiintiti nel secondo ~ici.cl~b S vi a nnsccrc In violazione di pii1 di un diritto. La c l n s s ~ i.iinanc la meclesimti pcrcli vi i: setnpre In violazionc del diritto universnle alin giustizia puhl)lica, il qualc come prcv:tleritc, rcgolii In i1oterinin:iziunc~ tlclla classe: iila si rende piii grave pcr cluoll:i. 10sionc ulteriore tlcl diritto ~i:ii.ticolare,c v:ii.i:~ (li stovi^. Ncl priino caso sorge il titolo di ~ o f * ? ~ t c ~( i )o ~ l c l , nel sccondo sorge il titolo di concztssio)tc, cmliein sitgriito spieglieremo.
(1) Iliiii,iocirri.ir A n c l l o dcciriottcs ~rt~trp~ililrrruie 1, liti. tlipcis. 57 Il o c ca i. o t l i s ~ ~ t i l o t iliuri. ~ . closs. 4 , tlislitll. S c~~ l , Cii v a L i ii s rle I-crrrrrliisi w ~ r i r i liirrlrrilirrict~lii jt(sli1i1.e A 1 1 , e l o dc deliclis pri7.s 1 , ctrlr. 29 1.1 40 % 11 I'f i o irisiiltilionc*s crimin(i[es lib. 2, ( i l . 17, prr!, 72 . C il l i l ( 3 ~

~~~~~~~~~~riti~~iis
I ~ t t j . 1,

tlisserl.

rrt,rcilcit. I t G C L tltcis. 8826, p~ivs i o n i , 3 3, % i c g l i C r tlissert. (j, (le ci//>c'iu ~~ici!~i~irtr!tts I'ii l l rii ;I n n rtlaccllrcir. sprc. l , ccip. 1 - I; s a y ;i i~islili~l. 1, tii. 2 -- K e n a z z i r~letric~r~lri r /il,. lib. ..I, pcirs 3, ctrp. 7 1'1 a i n e r ptii~csiiorres pny. 542 1.1

~'OJJS. SO-2

- Iio e li m e r o

15,

11.

.I

11 r L i u s rcspoiistr

E n g a u rlen~eritu lib. 1, S. 5f5 et s ~ q q . G o d . L il d. 31 e n b e n i o dissert. de crirrrine Ijat.rrl&n~-iue W es e 1 tlc sioicti&nie jrrdieiui.. ub irrrpcrntor. rorrr. pnrtirn reuou. tlisstitwttr pr~rtitn Itrbcfitctnln ;in O C l r i c b s tl~cs. s ~ r t vol. 2 , to),~.l , lirty. 265 - A l n . crittrinule ?W/.C, % ri n1 p t i o dc leyilrus rrprtr~ritltri.un~, Jlo'oliI I O ~ ,1 l $ti l345 P f o t C n a li C r (le rriltrizlc repetundnrittlt Koc h i s s l i l i t l . S. 633 e1 &cqr/. 'C li o ni a s i o <le clclionr rirlcer-sns j/irlir*c~tr ilitpet.iie jlrclicunte~tz uol. 6 , disscrt. l G l e ti z C F ~ ~ c g n ~ c legis Scr-uilicrc ~ ~ c p ~ l i i ~ t i l a r ~ i ~ n , ~ziu 1Ici.aliceo 1Si':a C i u l i a n i istiiu=.. d i tliritio c ~ i s r .~ 0 1 2 , . 1 ~ 9 1.Jb e segg. A r a 11 i a dii.i/to pc~iole ~ o l 5 , pny. 78 . P c s s i ri a l r ~ n f t a l n(li pciroliiic specilr S. 110.
seqq.

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raro

La cor*,~i!uioize o barattcria (2) di magistrato) P ( d rilirlue la uc?ztliln conclusa tra tstz priculo e tua 21uJihlico ztfliieiule d i z t ? ~a l t o appai-tenefate al nzitzislclao di qucslo, cllc di i-eyola d o v r e b b e essere g r a I.?cilo. In qriesto rcato i ilelinrluenti sono sempre due; elii ~rcnclela giustizia e colui clie la compra. I critcrii esse~zzicclidi questo maleiizio vogliono csscre cercati - 1 ilella ~ief.so?zu 2 . O nall' allo :Lu nella ctczrscc clcll' atto : di ciascuno partitaincntc.

."

(1) La parola brirriltcrin applicata ai pubblici 11fici;ili ctjinprende c~u:iliiric~iic lucro elle a si! [~rocuriiin pubhlico l'iinzion;crio comc prcrzo dello cscrcizio d i uiiil ticolili d;i I i r i conccss;i, nnclie inrlipericlrriicnicnIc ila ogni coiitro\~rrsi;i gili11ici;iriu. Cos Iiinocciizo JII (Ctj~tstilirlioncs ciiv~i~li~rnrr~ ~ 1 1 1 1 . 21, p ~ g 57 ) c l ~ i ~ ~ ~ i ~ rta~ l c r i l ~f,iLto di ~:crli111iiciiilt . lt ~ l : (2111. pcr i i t i , i soriirila cl;iv:iiio il prrriicsso di giuoc,ii.e ai cliidi rit-i liioglii liiibl~lici.1 giurisii disscro clic la i~arol;iIrilr~lic-

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112

ria era voce barbara. E finchl: la lingua dei giureconsulti

era la latina veramente potevano dir barbara quesla voce, perchb essa era tale rispetlo alla liiigua latina. bla i crirtiinalisli moderni che cominciarono ;i scrivere in italiano copiarono dai giureconsulli antichi qucslo luogo comune, e liilli all' occasione della voce barntterin ripeterono che era yocr barbara, senza avvertire che nello idioma italiano 111 parola baralii, Darutlic~*e, Darnlteria, non barbara, ma classic;~. Sulla origine di questa parola vedasi RI u r:i t o r i dissert. 39 H i r c l i f e l d de Durutariu, IIrrlne 1708 Ra y n o u r d 1)izionario dei trovulori ( P n r i g i 1836) paroltr Ilant.

PRIBIO ESTREMO - Persona. Perchb sorga il presente titolo di reato bisogna clio siasi percepito o voluto percepire un lucro da persona costituita in yzcbfilico zcflicio. Nulla influisce sulla essenzialit del stiilelitto elle I' ufliciale sia szy~erioie,o infcrio~e, petzdinlo, o non stipendiato; pcrj~etzto oppure tew]~o)*n?~io; ordine giudiciario, oppure dcll' ordine dell' politico od arnntz'nistrati.~.~. Nulla del pari influisce rhe la mercede sia stata data o promessa dui.nntc: i' ztfficio o dopo dcposlo ' ufficio. i

LI questa occasione incontrasi divergenza negli


scrittori sul punto di sapere sc un donatico ricev\ito dopo deposto l' uflzuio a causa di rin alto (li rdfzio, e senza ~),'ccc&?zte protliessa costituisca il delitto di barattcriri. La Zeygc (i, ad legeiiz Julia~it C. i.q)etu?ada).utn ci ha conservato la formula del giur*;\riicntociie si esigeva dagli ufflciali romani - rii-

Iril p c r ~ i f ~ ~ s iiz ad~~,i,listvn/ione tniiz 1)o.siiis, ql/n,r~ post cltyosil?l)l& olqjc'v))b,pro nliqiro p~~acstilo bencfcio l e ~ t q ~ o r e nclt~iinistt-atioizis,acccplzo*o.s. Leggcsi in C i c e r o n e ( c7e Zegibtts .'$) dona jze rq)iut?lo 92eue gcstn 9zet-e gerendc~potestale. hlalgraclo cio il C a r t o l o per una errata lezione (lella legge Jqzcilim f. de C i o ~ ~ ~ t i o ninsegn che i donativi ricer i~z~s vuti dopo deposto l'uffizio non costituissero il depssia litto ~~f:~~etli~izcZ(~~'tri~~; la corruzione. E sebbene ]\,l l c i a t o, ed altri dopo di lui, rilevassero 1' errore d i C a r t o l o ; pure, poiclib gli errori lasciririo sempre qualcl~etraccia dietro di loro, il F i l a 11g e r i accettb questa clistinzione pel fine (li pzcnir. fize?zo, e C a r m i g n a 11 i lo seguit. h2u c~uantunyue c4ualclie legislazione abbia considerato siffatta circostanza come atta a modificare la rjuantiti plitica del clelitto; a rne persuade meglio la opinionc del G i u l i a n i , che la ricusa del tutto per le segucnti ragioni - 1." Percli tale dottrina presterel~l~e troppo facile velo ad una baratteria pattuita durante 1' rificio - 2 . O Per la facile speranza che poti.ebl~econcepire il magistrato di ottenere donat117i dal litigante ricco quantunque non csplicitainentc promessi - 3." Per la f'acilitzi di generare ncl puhlrlico la opinione clie l' atto si facesse iiclla espct,t;itivn del Suturo dono, lo che port:i sfi~lricia e iliseradito della .giustizia (I).

SECONDOESTREMO - L' atto. L'atto che si eseguito dal pubblico ufficiale per la veduta di un lucro mentre o non doveva farsi o doveva farsi (1) gratuito, deve essere uno di quelli che sono inerenti allo ufficio da lui coperto. Non sarebbe colpevole cli corruzione quello impiegato che prendesse mercede per servigi prestati ad un privato indipendentemente dal suo ministero; a modo di esempio, per avere nelle ore di riposo dato lezioni di diritto, o fatto copie, o tenuto amministrazioni di particolari. Nei congrui casi potranno i superiori interdire tali atti quando li ravvisino inconipatibili con la dignitLi del1' ufficio, ma ci dar luogo soltanto a misure disciplinari e non a repressione penale.
Sotto i l codice penale Francese del 1810 per la incornplelti locuzioue del medesimo la giurispruderiza non puniva quiindo I;] corruzioue aveva avuto luogo per fare omctlere un allo di uEizio: B l a n C h e troisime e'tude, pag. 724. Qiiesin 1;iciina fu riparala con I:r legge del 13 maggio 1865.
I 1)

necessario che I' atto pel quale si pattui mercede fosse di sua natura gratuito. Se le leggi o le consuetudini attribuivano un emolurnento a quella funzione, bisogna distinguere, Ove siasi esatto una mercede superiore a quella dovuta, con inganno del privato, sorger il titolo di concussione implicita,che in seguito esporremo. I1 titolo di conauzione si a v r i

allnsa soltanto qriando il privato abbia dato scientemente piii di quello che era tassato ilalla legge o dalla consuetudine pel fine di avere l'atto iu un modo ingiusto, o di merlo con maggiore sollecitudine.

Infatti coniunemente insegnato che il delitto di I~aratteriaesiste completo nei suoi caratteri essenziali (salva la moclificazione dei criterii misuratori) tnnto se 1' atto siti intrinsicamentc ingiusto, vale a dire che non do~ressi:farsi, o non dovesse farsi in rluell;r guisa, quanto se sia in sk stesso giusto, ina pure 1' uficialc a l ~ l ~richiesto una mercede non doia vuta sotto il pretesto di farlo con pii1 diligenza o pii1 sollecitamente (2). Tutti insegnano che anche i ~~rtlrni ad accclc~~andum dati costituiscono baratteria. f&ando 1' atto era ingiusto in s stesso vi la offCsa alla giustizia nella sostanza. Rla anche qriando 1' atto era iri sC gitssto, c doveva fjrsi e fhrsi in quel motlo, vi 13 seapre una offcsn alla giustizia nella forma, 11ercl-ik si i: rendrito ve?zalt: ( e cos posto in cliscredito) lo esercizio di una pubblica potesti.
I (1) Il ii r g e r s sitiyulo~.iuvt oDscl.cnlionu~n C L J I I ~ I4 ,T ~ ~ C obseru. 1 S c h u i z e L P J I T - ~S. C ~ ~ V I I ~ . h per U 106, 528.

da avvertirsi ctie per In dollrina Ccrmnnica, seguitata in ci rlitl nuovo codice dell' Impero Trdesco (15. Bzl), il privato oorri~Noro f c o r ~ ~ i i l t o r iiflivcrJ non it1conii.a p c n a s e terie (1ev:i :id oitcnere atto y;!fslo, r si punisce sollarito I' uficiale venale f currt4llor~' p f ~ s s i vjo. La soirirnn ragioric di questii dollrin;~ si;i in questo ctic qiiando il privalo Lrnde ad un 3tt0 giusto 11011 ha cilrlsa ciie io itidiica a gcsiiar via volontui.i:inicritc il suo danaro: Iuo~ides e egli vi si i! prestato devc

presumersi che abbia suldo In coazione impostagli dal Rlagistrato venale: ed in ci non reato, perchk egli lo i a con la coscienza di spendere il proprio senza ledere i diriiii di alcuno.

C;. 2551.

Qui ilispritano li scrittori se costituisca Isaratteria il chiedere mercede per un atto di volontaria giurisdizione. I1 B o e h m e r o (ad Ca~paoviz~nz, quaest. 93, observ. 5) larghissimo in questa materia, (lice incensurabili i donativi ricevuti per codesti atti purchb non siavi lesione della giustizia ;e allega alcuno reiudicate dei tribunali alernanni. Generalrnentc per0 non si accoglie dai criminalisti codesta larghezza, considerandosi la offesa alla forma come sufficiente alla criminositd quantuncluc non siavi offesa alla giustizia nella sostanza.

$13 poich un atto pubblico quello che deve forillare il correspettivo della mercede data o promessa, B evidente che non possono interdirsi i donativi che ad un magistrato si facciano per cagione di rnern henevoglienza ( 2 ) da parenti o da amici. hIolte volte il donante potr avcre in cuore il segreto pensiero di cattivarsi la simpatia del magistrato per veduta di future speculazioni: il giudice nella sua delicatezza dovrA stare in guardia contro siriiili arti, c ricordare il celebre tii~teoDannos, ct d o fcl-eizlcs. ~ ~ Ma non potranno f'arsi argomento di criminale inquisizione o la minore delicatezza dcll' uno, o Ic arcane intenzioni dcli' altro.

!l i Qucsin massima asiraita C faci!iesirna a concepirsi ;rna in pratica puL presentare gravi difficoll5. Alcuni codici ( COriie lo Spagnuolo art. 314) hanno espressilmente conlernplalo ii caso del dono fatto all' impiegalo non come premio esplicito di un alto del suo uUcio ma in genere per cattivarsi il favore; c mentre hanno sottoposto a speciale e pi mite pcnalitk anche questo fatto, lo hanno desc-.ritto con la forniula rrgcdi rulli in rugiuwc dell' ii/licio. i\fqi questa forrriula ass;ii vaga, e porta ad una irivesligazione intenzionale che iiori l~ub non riuscire arbitraria. Quando il dono fatto al giudice dal litigaule che n e aspettava la sentenza, o all'ufficiale da chi iie implorava una concessione, la prova agevole, o si piii) *erizii esitazione argoiiienlare (chiarilo il dono) il pravo fine del donare da tali circostdnze. iiia clutindo si configura u n caso in cui clucsla speciulizzazione d i liiie uon si possa ?\i.guise, come vorrh egli stabilirsi s e il dono fu fatto irr rngiune d i zrlfizio, ossia a riguardo della carica, oppure a riguardo dell' iudividuo? l legislatori che vogliono definire lroppo, spesso non definiscouo niente. In queste indagini la deliriiliva soluzione del prubleiria della colpevolezlia, od iiinoueriza del dono dipenderi sempre dalle speciali circos1;inzc e dalla prudenza del giudicante. Ouello che si pu8 insegnare di ccrto si S che quando gli accusati di corruzione giustifichino una causa oriesta di donare o di ricevere, la presunzioiie d' innocenza deve senipre vincere. Ma s e la scuso di aver donalo per betarvole~raupotr essere il pi delle volle forluiiata in faccia alla giustizia che esige rigida prova della doiOsqi intenzione, non sar.8 ugualnieiite fortunata in faccia al tribuuale della pubblica opiiiionc. Quesla non vede con sirnpatia certe dimostrazioni di be)ieuolerua, rioppure per parte dello stesso governo. E quando anni addietro in occasioiie di un processo iiei quale il governo era inleressnlissiiiio si videro distribuire decorazioni a tutti i pubblici ulBci'ili, e persino ai teslimoni che avevano dito aiuto all' acc i i s ~ , credito della giuslizia non rialzb certairierite in faccia il al senso morale dei cittadini.

Certo B per che 1' atto deve spettare allo speciale rifflcio che si esercita dallo ufficiale a cui fu dato 1 indebito lucro. Se un magistrato clie nun giudica ' in un affare prenda una mercede per racconiandare lo affare stesso ad un suo collega che vi giti~lica, o procurarne lo scioglimento favorevole, egli senza dubbio far cosa altamente vituperosa; potr nei debiti termini soggiacere all' accusa di vendita eli fumo; ma non potr applicarglisi il titolo di Liaratteria, tranne quando egli sia agente segreto del suo collcga.

TEILZO ESTREBIO - La causa dell' atto : vale a tlirc il ktcs-o pattuito a proprio profitto dal pubblico ufficialo conic ricompensa dell' atto del suo ministero. Nulla influisce sulla esscnzialith del crimine che il lucro sia h t o o promesso: o consistente in denaro, o in altra cosa appetilrile; o grande o pic. colo. La giustizia si offende etiana uno netnzmo. Fu un orrore di alcuni pratici distinguere tra naztfzus et (2) rnunzcsczclzcm (escmplificnto nei polli, e nel paniere di frutti mandato al giudice) e male si tenti) sostenere codesta distinzione con lo esempio dei xc~ ~ (N) apermessi dai romani. I xenia (che furono i il tipo dei calendi in uso oggi nel nostro contado al venire del nuovo parroco) erano e dovevano essere innocenti in ragiono della causa; perchc'! esprimevano un omaggio di simpatia ed un saluto di arrivo al novello preside per parte di tutta una

provincia ed a nome di tutti, e non giii il correspettivo di un atto di ufficio. Notasi anzi che il delitto sussiste anche quando siavi semplice harntto (3) di favori pattuito tra due ufficiali.
(l) Che presso i romani si tollerassero i munuscoli purcb nell: anno non giungessero alla somma di 'cento aurei, fu opinione comunemente insegnata ( A n t o n i o M a t t h e O de crimitiibus lib. 48, tit. 8, cap. 1, n. 10 ) e la fondarono sul frariimento di V e n u l e j o S a t u r n i n o alla 1. G, Cj. 2 , de Iege Jzilict repeltnldnrunz. MU poich ci) viene contradeilo dal frammento di M a c r o alla 1. 7, / : eodem, i migliori iri1 terpreli propiignano contraria dottrina. E veramente nella 1. 6, vi i. apcrtn discretiva fra la prirna parte e la lioeii finale: talchh si presta benissimo a questa spiegazione che il divieto fosse assoluto e senza distinzione di pi o di meno (etium uno numnzoj in quanto a cib che si ricevesse per causa di atti di ufficio: e la ultinia disposizione relativa a l limite dei cento aurei si riferisse sollanto ai doni ospihli che si facessero ai magistrati come omaggio di benevolenza e non come premio di un atto del loro uflicio: C a v a t i u s disputntionca cap. 5 , png. 69 C a l d e r o decisioncs Catnlotiine decis. 08. Diversamente la intese B r u in m e r ad le!/. Cinciam, cap. Q. (2) Vedasi in quanto alla. costunianza delle xcnie L a ng l a e u s semeslriurn lib. G per tolttrn P n b r o tlresaurus eruditionis, ver0o t e n i a F e l t m a n n digcslorum lib. 1, tit. 18, 1e;x: 18, vol. 8 , png. 327 H e y n e opuscwlt~ ncndeniicn vol. 5 , opusc. 5 , pag. 89. (5) In pratica si i: ravvisato elemento bastcvole di corruzione rinclio nel so10 fatto di prendere dcnliro a mutuo d;il privato ; S a n feI i C e tlccisiones vol. 2, decis. 170 : c si disputalo se il giudico possa esercitare negoziati in sociel2 con privatc personc: C a l d o r o deciziones Cntlraloniac decis. 91).

l? per* intlilirercnte cilo la mercede promessa siasi liodtei.iormurite clntn o non clnta. La bczratteria 4 corz.~li~,mt(t col contratto (I), puichi? n i e n t e si gnarlla alla l e s i o n e del p a t r i m o n i o [le1 privato. Co~riepure i. iritliiYcrente cl-io dopo avere ricevuto la mcrcerls il piiblilico ufficiale abbia o no fhtto qriell'atto per btonere il quale il p r i v a t o avevala data. La offesa alla giustizia b consumata e perfetta nclln forrrirt ( unclie senza nessuna Icsioiio nella sostanza) rjuarallo si b posto a prezzo l' atto di uficio. Nella cotisumazionc. del coiitrcztto sta la consumazione d i questo

reato (2).
, l ) B e r ti o r Lclirliuch S. 214, p ~ g !i72. . '2j Vt.J;tci 1,:i 11 r c ,i nllrgc~licrnesp8cales, nllegol. 47. La Siipiciti:~Corte di Cilustiaia iii Vieniin cori 1ii decisione H 110r cititiro 1870, riferita nella Cuzzetiu dei Trihttnrrli d i Trienjitro 5 , 11. l , s~nbili essere piiniblle conie tcnlnliz~odi corruzinric (sei1uzio)ie secondo l':irt. 311 del codice Ausiriaco) 13 ofrcrto di tiri Oono fatta ad un pukblico ufficiiilc ~~crclib non denunci iin faito clie si crede delilto sehbeiie riun sia iri realli uii delillo. I1ue cose sono da osservarsi s i i qticsro giudicato 1.0 11 concetto priucipiilc che inontiene il lilolo di corruzione nnclie quando l' atto piibblico che si voleva inipfrlirc ilon fosse assolutanienle ~ i ~ ~ e c e l l i r o2." La nozione della ~ e d ~ c s i o nsecondo l' art. 511 del codice Aue stridco, li\ quale sembra non esigere la iccettoz.io~redel dono, ;t diKccrciiz~di cib che avviene nella corrusio~rrsccoiido In noslra scuola. Yt dunque difierenza fra il sedurime, che si t>seguisce dal privaio, e il corronrpcre, clic pu8 solo consutii:irsi dalla persona pubblica. Laonde quella doilrina Tedesca,

figlia di uno speciale diritto costituilo, non risponde alla csattrzza della nozione scientifica della corruzione. La corruzione del proprio aninio un falfo che deve cscytri~.sidall' uomo clie si 1asci;i carroriiperr (e cos nel cn50 nostro dal IIanistrato) e non p u ; ~esegriirsi rlil altri. Kel privdto pertanto Ic calorose proferte di doni non possono costituire il nicrteriaie di tentativo, perch non possono essere principio di esecuzione del rnalefizio che deve eseguirsi tln a l l r i . Secondo questo sottile run pii1 esatlo concetto i l caso di Vienna sarehbe caduto appo noi sotto il tiiolo di isliyiizione a dcli~lcjuerc: inai sollo quello di tentativo, come nessuna istiytcziotre vi cade per la comune dottrina prevalsa nelle buone scuole e nci buoni codici: e lo averc devialo da questa verit si noiil generalmente come uno dci rriolli gravissimi errori del codice Sardo. I1 volgo ignaro potr dire colui lenti, di flirrrii commettere un omicidio con i suoi pravi consigli; rna il giurista niai potr dire che chi consiglia altri ad uccidere ha posto in essere un tentativo di omicidio. Ariche i moderni giuristi Alenianni ( S C h i t z e Lelbrbuch S. 106, pag. 529 ) hanno i dovuto dire che la prolfcrta del dono al Magistritio si puriisce come corruzione consumata. BIa questo hanno detto per necessit di obbedire a consimile dettalo esplicito del nuovo codice dell' Impero Tedcsco. Naturalmente dove un codice penale stabilisca che un saluto fatto d i passaggio a una donna sia adulterio consumato, li insegnanti saranno costretli a dire che appo loro 1' adulterio si consuma col salutare un:) donna. Ed ecco come coi codici rnal costruili si vorrebbe pervertire la scienza. Bla la scienza rirnane immacolata nelle sue alte regioni: n& una verit ontologica pu cessare di essere verit per i capricci o per la inesperienza di un legislatore. Si punisca la proferia del dono come dclitto stti generis cori ilrianto rigore si brama; iiia nou si crei il niostro di uri t e s l u t i ~ senza pr-i~icipiod i cscctczio~ie )~

pure indifferente alla essenzialit della corrtizione clie l' ufficiale abbia pattuito direttamente o per interposta persona; o che il lucro dovesse godersi direttamente da lui o da altri (1) n lui bene affetto. Occorre per che la interposta persona nel

pattuire la iriercede agisca col consenso del pubblico ufficiale: mancando questo il delitto degenererebbe in una ueadita di fumo (2).
(1) Molle legislazioni hanno previsto in lettera il caso del doriativo fatto per interposta persona. Molte sono andate pii[ innanzi, cd hanno contemplato i doni fatti alla moglie, ai figli, o ai famigliari dello impiegato. Ma bene osserva P a c e c h o nel suo coninientaiio al codice Spagnuolo del 1848 ftotn. 2, piig. 498 ) che anche dove la legge taccia, la rasinne respinge la impunit di una frode coSi grossola~ia. Questa forma i: stata ~iarticolarniente descritta dal codice delle Isole Jonie art. 261; dal Portoghese art. 318; dal codice del Per art. 547 e 348; dal codice del Brasile art. 130; e ddl codice di Bolivia art. 410. Una decisione della Corle supreina di giuslizi;~in Vienna del d 15 ottobre 1863 (Eco dei tribunali n. 1510) stabili clie il delitto di seduzione si verificasse anctie nei doni fatti alla nioglie dell' irnpiegatu perchh r~icconiandasseal rtlarito I' interesse della dononte iri un affare di ufiicio pubblico. k da notarsi che la Corte valuti, che il dono era di t;il cosa che necessariamente il marllo doveva conoscerlo; osservi> ancora che se non si punissero i (loiii btli alle niogli degl1 impiegati l'art. l05 del codice pentile Austriaco si potrebbe senz' altro cancellare. Risalendo i i l priucipio clie I' autore principale della corruzionr i' iiiipiegilo, finch non consta dell' accettazione di q u e s ~ o non si avrclbe per noi n& corruzione consumala, n tcnta-

tivo; ma semplice ingiuria, o vendita di f u n o . Una ingiuria; se si supponp che il d'olio sia slitto con inganno recato al familiilre del giudice e da quello accettato in buona fede pPr qudsisi;l pretesto a lui insinuato: una vendita di fumo; s e il fdrniliare lo abbia accettato per s, promettendo raccomandazioni. ~ I non aminetterei si potesse stabilire una presunzione u di connivenza a carico del magistrato per il nudo fatto di doni ricevuti da persone di sua famiglia, mentre per concordo che di tale connivenza possa costruirsi la prova anche mediante circostanze congetturali ; come concordo che la semplice scienza e tolleranza costituisca la colpevolezza del magistrato. Neppure crederei che in questa ipotesi potesse scivolarsi la questione ammettendo una punibilitU p e r colpa. Quantunque ai' pratici sia piaciuto configurare la brr~abteria coll~osudel giudice ( C a l d e r o decisiunes Cali~alottiae,deci$. 9 4 , 05 96 9 7 ) io non so comprendere come possa acccttirrsi il concetto di una imputabilit per negligenza i r i un reato chc Iia la essenza sua nella corruzione dell' animo. perb vero che in alcuni statuti trovossi esteso il titolo di baratteria anche alle imprudenze e negligenze gravi dei magistrali, conie di una speciale disposizione di Catalogna ne avverte C a n C e r i o v a r i a r u ~ rcsolulir~nltn ~z pnrs 3 , cap. 12, n. 120; e comc trovasi ordinato nello statuto di Lucca, lib. 6, ccip. 25 el 51. Ma questa rigidit andb ovunque in dissuetudine, come ne accerta B o n f i n o i n Dannitnentn c a p . 47, n. 57, et seqq. B e r t a z z o l n Co~lsilin crirninalia lib. 1 , consil. 7 1 , n. 4 et seqq. onde riinasc costante la regola judicrs in sgndicatu noil iriqrrirt~ntzr~ de dolo. nisi (2) A questa occasiorie niolli i.;litutisti hanno l' uno dopc, I' altro ripetlilo Io esempio dcl grande i3 a c o n e , narrando comc egli fosse condannato per harattoria a causa dei donativi ricevuti da sua irioglie. Recentemente il D i x o r i hii consacralo un libro a rivendicare la fama dcllo illustre filosofo; vedasi il cerino clie di questo lavoro si d rieli' Eco dei i~ibicwtrli,12. 2041, 9 febbrctjo 1869.

lena questione puo nascere nulla il~clt(bci(li rin p~lbblicofunzionario che per denaro r i ~ c l Iin ~ ~ ' q r ~ o t o i del suo uffizio. Il caso non r! tanto ilifficilc n ~ c i . i f i carsi, se si porta il pensiero sul scprcto clic c.it.c.uriiln processi criminali, e sullo intcrcsie clic: rin i-eo latitante puG avere di ottenere da un Cnrict:llicrc anche con grosso premio cognizione di ci6 che esiste a suo carico nella procedura, onde regolare i suoi costitriti e le sue difese. I1 caso di corruzione per rivelazione di segreti si volle da qri,ilche pratico ( S a n f'e l i C e rlecisiones vol. 1, dccis. (1'0 - I) ce i a n o trnet. ci%i?ia. 7, cqu 97, i ~ 30) punirr: lib. . come falso. JIa questa b una idea t~islaccaclir: non pu4 nemmeno discutersi. La rluestionc i)sc di ciii di debba farsi una forma speciale di 1~i2j~lc~zi(irzc segreto, o di ahuso cli azltar-ilci, o di cotv~zrzio~zc. Aij applicarvi il titolo di ubuso di az~lorili~ ostaSa colo lo intervento dello spirito di lucro. Ad applicarvi il titolo di corruzione sembra a prima giunta farc ostacolo che rivelare i segreti non atto di ufflcio. Ma questo obietto si puO eliminare osservanclo da un lato che nella corruzione s'incorre col prender denaro, anche per non farc il dcbito dcll' rifficio proprio ; e osservando dall' altro lato che palesare un segreto si erisolve nel non custodirlo corn' era dovere (i).
(1) Le niolteplici distinzioni che debbono farsi ad occasione del presente delitto mostrano aperto quante vie di scampo si siano cercate dai colpevoli per evitarne IU pena,

e con quanla hcilith abl~iano essi potuto r;igiungerc tale intento. L:] sloria mostra clie il dicpetlo ca_?ioniito da questc delrisioni eccitb t,ilvolta la bile dei Icgis1dlor.i fino al piiuio di deltare pene severissime ed anclie 1)~irI~iire c c ~ e z i o n ~ ~ i i . ed Esempio ne sia il fCiltodi quel Re Siculo del quiile lessi avere ordinato si scorticasse un giudice corrotto e della sua pelle si cuoprisce la sedia sulla quale doveva adagiarsi il nuovo giudice nel rendere giustizia. 3In le storie di tufti i teiiipi ricordano alires 13 solita iueviiobilc coincidenz;~ che quanto ~JI c r e l ~ b enelle leggi la SeverilA Corilro i siridici corrolti tanto pi si molliplicarono le corruzioni dei giudici. E c i ~ per la semplicissima ragione che con niaggiore audacia si spera dal male inclinalo di evitare la pena, quanto pi 1;) pena severa. Prudenza legislaliv;~ imporrebbe diinque di abbandonare il fallace mezzo del rigore punitivo, e sludiare invece i rnigliori mezzi preventivi. Fra questi 'tutti ripetorio essere ottinio quello di alloatanare il bisogno dall' uscio del ;Ilagistrato con elargirgli slipendi baslevoli perch egli non debba l o l a r e con la h i n e per miinlenersi onesto. Questa dovrebbe essere la prirna base dello edificio. Nn poichi! la corruzione a temersi aiiclie nci giudici non pasati, come sono a (modo di esernpio) i Giurali, cos non vogliono dimenticarsi anclie aliri mezzi indiretti. E fra questi io ebbi scmpre nello animo come inezzo ulilissinio ad iriipedire la corruzione dei giurati quello della pubblicilri del voto. La pensino allri a talenlo loro iii contrario: io la peiiso cod. Il giurato clic a prezzo di oro vende uii voto di ;ISSOluzione a favore di un faciiioroso notorio e convinto, sa lrop110 bene che va a commettere un delitlo; o sa ognuno aitres quanto grande incoraggiamento o delinquere sia Ici certezza di rimanere occt(ko; come occulti incvilabiiiiiente riIiiangono col nietodo dcl voto scgreto i nomi dei sei giurati clie venderono la propriii coscienza al scrvizio di un nialLitlore. Ecco le rngioiii del mio pensiero. &li1questo ponsirro iion i, ori~inalc.Quantunque si disputi fra fili crudili siil costume della antica Grccia, c seriibri iucerlo o vario il inodo di

- i26 votare degli Eliasti ( S c h o e m a n n animndoersioties de j u d i . ciis heliasticis, Grypltiswnldiae 1847 G r u n e r i dc S I I [ fragio i n judiciis, Grypirisrcaldiae 1859 -40 certo i: peri) che nella antica Roma i voli si rendevano a cion eofec, e coi1 i n forma palese. Fu nel sctlimo secolo della R~puLblicache alla votazione per viva voce si sostitoi la ~olaziorieper 111belle, e conseguentemente il voto segreto. Ebberie cosa i1r avvenne? Parli Ci c e r o n e per noi fde legibus 5, 16 et 171 Eoqice nutic F t illud, nt rninits mulius tabella c o i i d r ~ r t ~ r t * l quriin solebat v o x . Alla ragione si accoppia dunqiie la espcriei~za;ma tutto invano, perch pregiudizi di una erroiieii politica conducono al connubio strariissimo della liberi6 col segreto : e mentre anche parecchi stati Italiarii retti a foriila dispolica mantennero fino ai tiostri ~ i o r n iIn prcbDlicit del voto yiudicirrle come presidio avverso le seritenze venali e le ingiustizie palenti, ai riforn1;iiori liberirli piacr[iic: (: piace.al contrario risiiscit;ire il segrt.to della vcccliia inqiiisizione. E poi s i millnnta clie anuiiiriio aratili !

PoichQ si B veduto che la qualit di pubblico ufficiale attiene ai criterii essenaiali della corruzione, ne deriva per logica conseguenza la comunicabiliti delle qualit personali a tutti i partecipi, anche persone private. Lo esigere un premio per il servigio che ad altri si faccia non per sb stesso un delitto: diviene un delitto nel pubblico ufficiale, perch abusa delle sue potest ponendo a prezzo ci6 che doveva essere gratuito, o volgendo a suo pecuniario vantaggio quello che doveva farsi per vantaggio pubblico c per sola obbedienza alla legge. La essenza crimnosa starido qui dunque tutta nella qualitj della persona non potrebbe ascoltarsi quel privato che dopo stipulato il baratto criminoso venisse a dire

doversi in faccia a lui prescindere da ogni considerazione clelle qualita personali del suo partecipe ; perchi: prescindere dalle considerazioni di tali qualitk varrel~belo stesso clie distrugger~eIn ci.ii~iinusitn del fatto. Cit sareblie assurdo, come assrii.rla sai.el~I~e tesi di quel drudo ciie sostenesse doversi la nvlla sua imputazione prescindere da ogni conteinplazione della qualit di maritata nella femiiiina che rec0 alle sue voglie. Potrii dunque nella distrihuzione clelle pene procedersi con personali riguardi, in ynanto si stimi conveniente aggiungere contro il publ~Iicoufficiale la interdizione dall' ufficio elle al suo col-npartccipe privato non possit)ile niinacciare: rna nel cnlcolo della respettiva imputaziont: deve sempre entrarc rispetto a tutti i contlelinrluenti il criterio clell' ufficio violato.

La proposizione che il delitto di baratteria si consumi col contratto, c la considerazione che in qualsisia contratto i ilue paciscenti sono sempre iigure cceqzte p~*i~zc@nles, parrel~l~e dover condurre a riconocccre come coautoiii del malefizio tanto il iiiagistrato clie vende la giustizia quanto il privato che la compra. RIalgrado ci6 generalmente si ritiene che l' auloi-c piaifzc@ale in questo reato debita ravvisarsi nel pubblico ufficiale, e che il privato e1argitoi.o rlel prezzo non sia che rin complice (l). (,)rrc:str\. ricerca i vitale per decidere se la offerta fatta : dal privato al zriagistrato, e da questi non accettata, costitriisca 6c~zlctlil;o di baratteria, o soltanto una ingiuriti cclntro il magistrato medesimo ; oppure una

istir,iazione a delinquere. Se nel privato offerente si riconoscesse un azctore principale della Iiaratteria, nella srin offerta anclie respinta dovrebbe ravvisarsi un tentativo di quel delitto criminale perseguittlbilr come tale, percl~eper parte sua vi sarebbe stato il p~-i~zcipio esececzioize. hIa poichi? nel solo iii a;: idi str:ito cleve cercarsi l' autore principale ed il vero esecutore della l~aratteria,perche egli solo pri0 vcnderc la giustizia; cosi quando egli 1ia ricusato In ofl'erta, non essendo neppure intenzionalinonte esordito il rnalefizio per parte cli chi doveva eseguirlo, u e non puU dirsene i?zcornincinia Z cscczruio~ze, 11011 pu0 parlarsi di tentativo punibile. Ravvisare: un principio di esecuzione nella profcrtn clel privato verrebbc secondo questa comune dottrina a costituire u11 lentatiuo di co?~ylicit; lo clie un assrirclo giuridico. In questo senso e stato deciso ( selibene pcr diverse ragioni) dalla Cassazione di Francia 1 2 1 ' decembre 1Sfj2 : ved:~si h1 o r i n ai$. 76'l o . Dite pur co14?*co privato quando vogliate ugualmente il impritnrlo clel fatto, percliis la parola correo espraiiiie soltanto il concetto giuridico consegrienziale di niia itlciitica corresponsabilitel in faccia alla legge pcnnic. AIn non potete dirlo Coazrtot-e, pcrclii:! In parola coautorc esprime un concetto ontologicci; ed i coricetti ont,ologici non si possono n dal giurista n+ (131 legislatore ~~~~~~~~~e da quello che sono nolln realt5 clelle cose. (2uesto Ilasti per In dcscrizioiie clella msen;a (h' fatto (ossia dei criterii csselizinli ) dt:]\a barfittex'ia, materia non poco sottile e(] nrilbig,.un.
(1) Fliitlua qiiri\;i ~)rol~o~izioiie rii:iicri,l di ;ICIIII[PI~III, in dove inolii dicoiio coniitore dcil' ndiilier.io il driido qii:iniiiii-

que In essenza del delillo siia nella qualiti persoriale ilrlla donna. 3I;i, s e bene si cunsider;~,fra I' iidulterio e li1 bara\terin di giudice vi k questa differenza: I'adulierin si cooSUma medianlf! la currrrziorre del corpri, la cprilc si olicra cos dall' uomo conie dalla donna ; per lo clie tinclle clii eiolctlli una donna coniugala dicesi aziiore d i adzilterio. Al coolrario nella biinitteria (li giiidice tuila In essenzialiti consislc nella corrrtzione dell' animo del mngistralo ; e questa nnn potrndo cvideiitenieiifc coiisrini;irsi da aliri clie cial magisiriito iiicdesiriio il r~ualc coiiseiit;r n perveriire 1ii sua coscieriza, e consuriiandosi precisiinicntc in cliicll' isiarite in ciii il rii;igistr;ito aderisce e presln il consr,?iso ( e cos nnclie lirirn:~ clie il dono sia a lui coiisegnalo 1 C intiiitivo i l fntliiiiirtilo drila rcgoln geiieralrnenie inscgnata clie iiella I>.ir;~ltcri:idi giudice i c,iriiileri (11 ariiore ~~riiiciriale si iion possnrio ravvisare iri altri che ncl pubblico ufficiale.

113 sc la corriizione del giudice tendeva ad otteIicre un decreto che nella sria esecuzione configurasse un altro ilelitto ( pcr esempio la carcerazione di un iiiiiocerite) poti4 egli punirsi la corruzione coiilc: dclitto in si? consuniato, c punirsi poi anche conle tuiitatiro tlcll' altro delitto? Osscrva ginstnrncntc il pr.ofessor C a n o n i c o (i1zt~*oclz6zione allo slzwlio del dil*iblo pcnalc pc~y.212 e scgg.) criticando i l c.utlii-c: Ilavaro, clie ci6 iion si pr10; cc1 io cni.icorrlo con I l l i . hlc? intendasi bene. Non si l ~ u duplir.rire la pena ii-iil>utando[in unico ihtto e eomc delitto in si1 ~~ci'lktto, coiilc tentativo (li un susseguente ilelitto o voliito. X o i i si p ~ punire la iiitroilrizione in casa b altrrii couic ~riolnzionc di ~loi~iicilio; punirla una c sccoti(ln voltri comc tentativo di furto. h$i clriando avvenga clic il lcilt:~livodel dclitto ulteriore incontri VOI,. V. O

- 430 pena pi grave del delitto gia perfetto, rrientr.e stari bene che non si dupliclii la pena c ilt:l~l):i~i invece unificare la imptitazione, lo eflctto 1)crO di questa regola s a r i clie s' iniputi il fatto corne tentativo ( I ) del delitto non consuniato, cd in tjuello si rissorbisca la imputazione del delitto perfctto di(: ci.% destinato a servire di mezzo. Xon potrelil~ealii!liettarsi I,er principio che quando un atto cli tentntivn (.c~slituiscein si: delitto perfetto non debha irriputarsi coiiie tentativo; tutti i feririlenti sancj delitti in loro consumati, ed ogni giorno si putiisrono cornc tentativi di ornicidio. Ci6 peraltro non pu0 a ~ s e n i r i . niilla coi-~~t~ziotze, percli questa non ~ i u mai cnst'i~ tuire il ~nwle:.iccb del conato, ci06 il ~rincipio hii esecuzione dcl delitto ultcriorc. Si tcndessc 1)rir.c: ntl ottenere la condanna a niortc di un innocctnti:, 1' iiiirjuo contratto che consuiiia la corruzione non i prhzcipio di esecztzione ncli' on~icidio, ? corri(: n o t ~ lo i: mai il mandato, o la associazione. I)ove peraltro alla corruzioisc aljloia tenuto dietro una serie di atti chc siano esccutivi del secondo delitto (11er cscrripio, il gendarme comprato per carcerare 1' innocente Iia g i i ~ tentato lo arresto) allora potrli nasrerc il ronfiitto fra la corruzione consuinata e il tentato varcere privato, e tale conflitto si deciderh chon In regola della prevalenza, sernpre perii obiettancio rin solo titolo. Tranne ci8, bene osserva il lodato scrittori: clie pcssirno errore nella materia del tentativo i\ 11r:ello (li scarnbiare gli atti prcparatorii con gli est*c.nti17i. 1 tentativo b una ftlauiotzc del r(:ato che si 1 votea consumare, e nella frazione tlcvono csscrp (qunntuncluc in inono) tutt e singoli gli elementi clic occorrevano a costitriire il tullo.

'1) hnclic in questo punlo la giurisprudenza franccsc divcrgc aralto dalla scuola itali;iiia. L' art. 17!) di c~uclcodice chr ncalia prii11;i parte contenipla e punisce il Ictllu&iuo d i rAarrrrzinlre,C nella scconda p;irte punisce come delitto srii gelteris il fritto del priv,ilo clic fece nl giudice proposla di corrinionc non accetkata da queslo, liii posi0 in imhiirazzo r cuninicnlatori ( vedasi R o g r o n sclr I ' a r l i c l e 179 ) ed hanno dovuto venire a questa conciliazione ciie la prol~osiziorie non accolta siasi vol111d punire ncl privrito cornc drJitlc, szii ycnerls; e clie Iir priiiia pnrtc dell' art. 37!1 corit~tripii il cdso di una proposta accettata, e susscgiiila per j-ruriu del giudice da iin pr'iricipio di csccuzioiic del turpe contralto. Questa coriciliazione dovette accettarsi come urla IIPCPS~~~~~, ma cssn ripugna iiila lettcr;~ di qucll' articolo, percli, quarido i l giudicc accetti, i l donativo l'u inevitahilrrientc cor.rolto; e s e fu corrolto gli atti siicccssivi potrnnn o I'ar sorgere un tentativo di abuso di autorit5 o di altro delitto, niii ncin niai un tentrilivo d i c o r r u z i o n e . Rl o r i n ( r t ~ 1 . 8278, 84I5, et 8559 1 ,imniettc cho ariclie per In legge !r'.inccse il delilto di corruzione s i consumi con lo accordo seriz;i bisogno dclla esccuzionc dcll' atto di iiffizio prorricsso, t$ ;rpwPtooicn~e inscgria chc 1' ost:icolo sorto ad iiiipedire tiucll' dtto, rie redirit pus I(* crinle ci 1' Flrct de t c n l n l i a c . Pia ililil1 & dunque 1:i ipotesi in cui si ,ivrh il tcnt;ilivo di corruzione? Liisciando qucstc gartic~liiriiit di tliritti positivi clrr non ci rikuard;ino, tcriianio per fernio clic qui il delitto si corisilirin col serio accordo, e clie gli atti o seguiti o non siisscgiriii, inipcditi 0 non impediti, di iiiiiggiorc o rninorc iiiiriorlanzri, bono tuitr circostanze che influendo sugli cITcili tic1 rcato ne riiodificano la qiiiintiti, semprc 1Crm;i stnii~c];i cnndizione di delitlo o r i i ~ ~ iconsrimnlo. (Jiiaiido iinclic dopo i I' ;ir,cordo seriariicnte concluso pcntilo Ic parti si rrstiliiisl;rro i rloiii, cir polr8ehbc cosliluire [in' atteiii~aiilr, iii,i il tl~litto i~rstcrclrtrt~ ,s(Jiir~irciriip~il;ihilcconic cniisiiiiiolo.

Venendo ai ct-itevii iiziszcrato~+i qutintitri nel della presente delitto, questi geiiernlmentc si desumono 1." Dalla maggiore o minore .inlpo~.lc~~zza ztlfi&Il' cio (1) sccondoch trattisi ili uEcinlc nell' ordine anz~;iiiizisl~*ccliuonel yliztdiciario ;ed in clriesto di o giuclice civile, o di giztdice c?.i.rrzinale - 2' Ualla . niaggiore o minore in~poi.tarasa dell' ntlo mercanteggiato - 3 . 9 a l filze nel ~t~ugistrato criminale di conda~z~zur*e iinziclii? Si assoluei-e un irnputnt.0 4.' Dalla giristizia o ingiustizia i?zf~iizseccc clell' atto. Ai c~ucilicriterii vogliono alcuni aggiungere (come Iio notalo cli sopra) Io essersi ricevuto il dono dnpo cessato lo uflicio.
(1) In ordiric n questo critcrio pu csscre dubbio se tlcbhti t~rcridcrsi in considcrazioiie il pi di dignitU o il pi di polestti. Srgucntlo cliies[;\ seconda lirica dovrebbe distiiigiirrsi Ira iifici:ili clic non Iiiitiiio ri? ~iurisdizioneub iliil~cro;u f i ciali clie li~iriiiosola giurisdizione, e riffici:ili clic Iianrio giui risdizione cil iiiipcro. L c~iiestioticiiii tluc fiicce. Se si contehpla nel rrnto I;\ nfftt~ii all' ~~~~~c dcl corpo seiiibi.;~dover prev:ilerc il rigiiiirrlo nllii digilitri; se si corilernplii la difesa dei privati coiili.~ li illiusi d e ~ l iilficiiili seiiibr~acloi ver prevalere il rigtidrdo alli\ / ~ i ~ & l ~ s f r .

i\i:oii iri:inc:irio giuristi c Icgislatori ai rirrali 1,inccin d' inillutar meiio il privato corruttore (rliseorioscendo qrii clriel criterio clie ad altre occasioni soverclii:in~sritt~ 1)rcipIign:iiio ilello csscre colui In 111.i-

- j2:; ,-.
, , j ~ t b P ~ L I ! P ~ J+ , I O ~ ~ C ( ? C

tIc1 itinIcf1zio) e pii1 scseraincnte p ~ n i r s iiingisti'nto corruito. -\la ancl~emantenuta il nei crisi urdinarii In pai.itll clclltt rc~spottiv:~ iliilriltnziaao, possono rr farUorc plJi~atoC C C J : ~ I ~ Cdue del ~ ~*C cotidizioiri eccezioil:~li cile lo esonerino afttitlo da ogni penale i.espcins:~ljilitit.

La priuia t! iricoi~ti~astnl.,ilc i';k\-orccli rin accun sato tlle corr'o~filjai S T ~ O ~ girlilici per snttrtirsi ad una grnw pena1it:i clic! gli sovr:~sIa:O fl~nilasi srilla regola del1:t Icg. Fu. Ij. jr~~~~(:irctiticA/lZia?lr120- 29 C i i ! l l t stlttbr vaclii;r~cr*r-: 2:oTzliC : ed io volcnticri la estentlcroi :i1 patlrc, al figlio, cd al coniuge (lcllo accusalo, specialmente in delitti cqiitali (I).
i l ) (!r~csta rogoln (li ~ i t ~ i d ~ i i r.; ~111cglio dir dl nccoliila t , qiustfzia, 1:i q a ~ l r ?11ur1 111ai pct'kllcfle cht: la I q g e penale e<fqa si coiic~ilcl-iiiia $li :iKeLti di ntitui':~, si i , riconosciuta dai codici coiileu-i~ui.nnei, 111:i sollitiito p p r : I I I I I I ) C ~ ~ ~U t l i l ~T iliriiitiuentc. Cos i1 codice Ypagnuolo iiil' art. 516 disponc r:lic s i piiiiiscs con lilla 111iilt;i CI;UB~C al kilto d011:~Livo, qli:rndn il silhortiatorc sia 1: nscendcute, disci~riileritc, eoniiigr! ii fratello dcll: acciisato a f ~ v o r cilcl r ~ i i : i l r ~ cOrri1l)pc il giu$1 clicc: lo stesso dispone il cotlics 1'orto;liese all' art. 521 S. 2, ovo rictiiue iii ti11 In pr?n:i all:i iiit11t:i di 11110 o sei ~i~r>si rctidibc; il codice N;ipfiiclrminoche ali' art. 205 ridi rliicc la p t n a a l primo &rado di prigioiij:~ a ~onflno, iie! e o:izi pii1 1egr;crl i111:t sola atilrticiirla corrceloix:ile. Il casa di 1111 giitdicc ctlr dolosaii~ciitc sotlragqn :.illa forca ilii colpevule si caar~~ina (: ;L r p z O Y i O ritllla decis. 184. cld

La seconda fondasi s ~ l l ' ~ l l ~ t l ~j?lr'c7 I : d: 1 1 f ) l : norn . i 7116 jit~lic. favore di cohi clie dopo aver cor.rottir a il giudice lo denunzi alla giustizia. Questa scconilir eccezione pni) apriarire repugnanto sotto il punto (li vista morale, ed arcre la sembianza cli un iricor:lggiamcnto al dclitto e di una impunith accorclntn alla rlelazione. Sotto il pnnto di vista politico si sostiono per lo sperato vantaggio di gencraro diffidenza nei mtzgistrati, e tenerli inilictro dal lasciarsi carroxiiI'QI~C nel pensiero che il loro corruttore dopo atteizuto il bcncfizio si esonera da ogni pcricolo col ilcnrinciarlo; e si sostiene czianilio per la ccinsidcrazioxic del difficile scuoprimento tli questo dclii,to consrrmato orilinariarnentc in segrcto fra duc persunc, lo quali nel pericolo della pena comune Ilanno una ccrnsa di pttr~ietuo silenzio. JIa andic sotto il punto di vista giuridico pu queIla ecccziono rtigionursi osservando che il privato portando rccltlnio coiittBdil magistrato corrotto faccia prcsumcrc ili avere per coazinno e contro sria voglia ceilrito alle esigenze di qricllo, e cos spogliandosi dclla veste odiosa di corruttoro assuma la canilida figura di vittiroa di una concussione.

La pcnalith di questo reato fu in antico gravi$sirna. C; c l l i o ci trasmette il framrilcnto ilellc XIE tavole che lo didiiarh delitto capitale - Si j7~clc,r: ccrhitci-ve jzwe tlatus ob rem j?cdicundu?ibpecuniclrr,

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1; 3

accqsil cnl~itnl (1). I1 codice Sardo nll'art. 217 csto Z i S distingue se la corruzioiil: fu diretta ad ottener cosce gilcslcr, e la punisce con la inultn clcl triplo; con la interdizione ilell'ufrizio se fu ilii-ctta n coscr, i.r~giusta. i'art. 221 provvede con inaggior rigo1.e JIa alla corruzione dei giudici, ed oltre la interdizione li l~uniscecon la relegazione fino a cinque anni se suno giudici civili, e non rninore di cinque ailui ( art. 222 ) se sono giudici criminali; aumentando pero la pena di questi ultimi in caso di senteriza cnilannatorin ottenuta per corruzione, sulla proporzione della conrlanna proferita. Il codice Toscano ( art. 175 ) rncntrc riconosce la consumazione del rcato nel solo contratto, commina la multa e la iiiterdizione temporaria fino a cinque anni, se la corruzione dirigevasi ad atto giusto: aumenta la interdizione a sette anni se l'atto era ingiusto; e in questo secondo caso vi aggiunge il carcere s e il contratto ehbe la sua esecuzione. Nell' art. 1'76 emette ancli' esso provvigioni speciali contro la corruzione c-lie ha per scopo decisioni amministrative o giutliciarie: cd in questo caso minaccia anclie la carcerr? da due a sci anni, e la casa di forza in caso tli sentenza condennatoria, da aumentarsi in proporziono della condanna inflitta al seguito cli barat,tcria.
(I) Anclic Ic :inlicie Icggi di Spagna punivino con I' ttsilio perpetuo e la confisca dei beni i l giudice clie si era lasciato corrompere : f~rirlida 3, lit. 22, lrg 25 ; la qual perii1 i11 poi mitigata gr~ndcincnte nella Icg SO; !il. 15, lib. 2, dcgli Ordiniiincriti, clio la ridusse allli pecuniaria ed ;illa perditi1 dell' iiiipiego. Bla perchi! quesia riforma aveva letteralmeule permesso ai giudici di ricevere piccole cose da

bere purclik in esigua q ~ ~ i [ i lcos dovette h, innngiiire e c ; i i i ~ ~ I l ; i fali?. lirniti~zionc; C la ley 5G, tir. 5 , lib. 2, della r~i ,Vtlct~ct Rccopil[ica'oiz cspressaniente interdisse agli iifliciali giudiciarii ed aniniinislriitivi 1' accettazione di qualcisia dono iinclie niininio di vifluaria, i~ianlenendoper; la pcnu alle iiiili proporzioni suddette. Furono pi severe le anliclie Ordiii:tiiz& pnriogliesi flili. 5, tit. 71, S. l ) le quali parilicarido i l giudice corrollo ed il suo corrutlore niinacciarono I' esilio teiiiporiirio o pcryietiio secondo i casi giungcrido fino alla iiiorfc, ollre la perdita dell' unicio. Anclie in 1ugliilfcrr:i sollo il Regiio (li Edoarclo 111 fu ptinito delle forche il giudice Y l o ~ pe p w corriizione: il l a k s t o ti e book 4, clllip. 1 0 , S. 1 7 . I, ;i y n 1:rrdc pttol cinyluis n ~ l 18. Ncl Regno n;ipolclario fiirorin scriza riiiiii~i~o lJr:~mmiilicliesanzioni cllc suc:ccssiIc \;iiiii~ii~c tcniaroiio di pori-I*un argine n l dclilio di corruzione, ~ ~ i i r t ~ r itli~q ~ ~ c l l{li I~crcliiiiindo1 CI' Arr:igonii del d upotlo a sto 1490 fino a i[iielIa di 1:ilippo 1V del 14 rlccembrc 1621 ; r l ~ esi leggono ii(!ll' A l f e ti O 1 il r i o l~rrrg~tnticrrc o l 2. , ' ~ png. 572. Ncll:~ priilica Iii pena dalla corruzioi~cpii dirsi clic fosse nr1)ilriiriii; il pil spesso lroviisi peciiriiuria, P r a l i ~.cs/). 2 ; Ialiloif:i fu eslcsn iiriclie iiln gitl~rii,iiiii il C i u ri li a { c o ~ ~ s i l i cc~~i~>tinnlitr, 72 ) acciisb d7 iiisolito qiicb consil. ali) rigore e iiieritevolc di censura. Fra le penalilii usate coii11.0 i giiidici b;irallieri Lrovasi riotat:~ nei pralici iinclie l;, iiiul~iliiiiziono fare da teslirrione in un lrslarrieiilo : S c h 11 1n t e s qr~ctr.slio/tcs prcrclictrr qiinrsl. 12. I'iii e di\~crsc1)ollo iti viirii 1ctiil)i ernaii:ife dai Ilornani Ponfefici coiitro I i i corruzione dcgli iificiali della Curia Roniitno e cnnt,ro i loro cnrriiitori si raccolgoiio dal C e ti s a I i o comtll. l c g . tdliicn COI(. s i cl~fis ftt~p(~rcitori ~~irilctlisct-it 70. ()ucslo rc,iilo 1)tr,1,. .;t~iiibrii CIIC iicll' iinlicn Gcriiiiiriiii fosso ~iiolto frequrnfc SP il vero cib clic s c i ~ v c Il e r k e l riclla sua tli~scrlazioi~c rle Rcl~~tlilicn Alnt~r<c titiortirtr, Ilcr.olitli 1g..fg, png. 2 0 /letiu,.iiis d o l ~ c ~ ~ ~ l c ~qiiini flttuncro judicii~litoritlos e.zcricr~t ii~i c t i l i l . Rigorose sanziorii si dettarolio in Russia contro i giudici rorrolii con vari(! lessi clic succedci~onoal Sirlitleliil;

pr~iirillp~iio Iuran IV nel I t J l , n e l rliiiilr i r,otisi di pacila saqgio ) ci iii:iritenrv,t I t i prnmiscrrild tlei ~iriiiicic de giurati, nierrlre 13 istruziori~dei processi si ;~iliiiii~a riomirii ;!CI eletti dal popolo : L P z ;i s lcgirlrrtio~z I l ~ ~ s s g)rry. 1 0 't ; il c, qualc fpilg. 11s) ir~rrr;~ clic i ;iii~lici pcr cluilei,e rjircite Icg-i teseJnno neli' nnlicnmcrii la irtini;iginc di t~risarito ai picrli della rjuale i 1ilig;irifi dcliosil;i\~anu I,I loro borsa sotio prc31ealo di fornitiii.ii di cer;i. E qiicstu rigore rion > i iiiodifirb lirio alla piil~iiIicaziite clel coilice punalc dell' iiiiperatore Niccolb iivvcnr~lnil 51 del 1855. Codicc diligctitato so\r;i tutti fino allo eccesso, poiclik ci conipose ( 1 soli1 parle ~ pencle) di 21921 articoli ; niii al krnpo stcsso IorIcvole p?r si~fiicientebenigniti, poici-ib nbol la pena del lCnout, C inatiteilne iri parto I' aboli~ioncdella prn:i di rilorir, ;issololdlilente toltn con dc~creto ElisoL\ett~ del 30 seiteriii~re di Il 1746, ripristin;indrila sollaiito pci deliiii miliinri, politici e sanitarii. hlolli codici inoderrii nci casi pi Ieggirri di corr~izioiiesi liri~itonoad irifliggere pena pecuniaria e sospeiisioiie leniporaria tl,illhullizio : cos il codice Portoglicsr del 2852 alI' art. 315. RIa F c r r a o nel siio coriiiiieiit~irio / ~ r i [ . 6 , p y . 227) censura rluesto sistema, osccrvaiido ii grave p p ricolo di prctenderc unesta dal giudice clir ritorii;~i i I I ' uncio dopo avere passaio tre anni senzii stipendio, ed essersi iiltlebitito per pagirc Iu niult;i ; e ricordando i l 1)rovcrbio clie rlii:itido 1;i necessitj picclii;~ al15 uscio Iii virt fugge dalla Tiiicsti-a, concliiudo cile il riiezzo tnigliore per inipcdiro le corruzioni it (~uellodi p;rgar bene g15 inrpirg;ili, e 80 malgrado ci sono disonesti Icvai~scli daltorno per sciiipre. Anche P a c e C h o esordiscc il siio coninienlo all' art. 514 dcl codice Spngiiuolo drclamaiid~sulla gravilit di quell:i clie egli cIii,iiiin dziresan e .ueuerilri del codice stesso contro la corr.iizioric: iii:i quando poi si volge IO sgu:irdo r i l i ~p ~ n i i i i di i cluesio co~lice troviamo al solito clie liilto finisce in niullc ~ ( ii~terdiziot~i, 1 tratit~oil C3SO c l ~ eI;] crruzione teridessc ad tiri altro dclitlo, il qrialc nnluralinenic dovrh fornire la mieurii della penalit con un aggravaincnlo. Certainente C duro

lanciare un impiegato con la sua f'imiglia in mezzo alla strada, o per qualche anno, o per sempre: ma lriite le volte chc si carcera un povero artigiano carico di Gqli non ne consegue egli la rniseria di quei meschini? Per clu:into le peue non siano direttaniente aberranti, lo d~vcogono helIq)rc 111direttaniente per certe specidli condizioni delle Liiiigiie. 1 una : necessit socitile, dolorosa, 1113 inevitabile, ed i lainenti della compassione devono essere comuni a tutte le classi. Guzirdata poi sotto un altro punto di vista io trovo ctie la penalit limitata per quesli reati alla interdizione ed alla riii~lle pu essere invece elusoria. Supponete una lite di milioni, (t un ricco in pericolo di coudanna c:ipitalo; il premio della corruzione pub bene superare lo stipendio e la niulta: ed :illora quella penalit che si deplora come severi1 diviene evidenteriienle inetta.

La parola concussione deriva dal latino conculeve (i): e rappresenta la idea di scuotere un albero per fjrne cadere i frutti. In questo suo concetto generale la coszcussio~zesarebbe il delitto di tutti coloro clie adoperano la violenza contro altri per estorcerne denaro. Ma sebbene trovisi da taltino adoperato il vocabolo concussione in questo senso pii1 lato ( ) prevale per8 nella scienza ed appo i 2, migliori criminalisti la pi ristretta applicazione di quella parola.
(1) Varia Ca l v i n o flcxicon juridicum, verbo concus$io) i1 quale spiega cos la parola Cottcussio tlicilztr

gitasi coi~imofiotofiils a i l i a i o4 rtliylrnia irnlinentem ufolenliut~i.P o r r o co~iciltio,u con, et ilu:iiio, ~)rutaiisi ~ COIILi p o s i l i t ~ ~literis, significa1 prupvie, tutiin8 srozieo injicicnz~ do rerroreliz. (2) I1 significato dclla parola conctlssione che n e coarta
la idea al timore incusso medi:iiite pubblica poteslk, il pi conforme alla autori15 del giure roiaano ed il pi accettato nella pratica italiana. Gli alemanni facilmente adattarono i l titolo di concussione ad ogni furto violenlo: Ca r p z O v i o Prtrzis crirnlitulis purs 2, qttrrest. 00, 11. O(;, e persino iilln ragion fattasi : ii1 u l l e r o Pro~~lpinarilrnl, ~ b o z concrlssio n. 2 Rcsl~onsn Tztbisgcnsiu v o l . 8 , coiisil. 85, n. 5 P u t t m a n n EZErrzei~lccj a r i s criminalis 5. 104. L:I Carolin~ all' art. 138 aveva prcvetluto i furli conimessi riicdiante violenza riubblica ; onde i coniincnlatori ricliiamarono sotto qiitall' articolo anche il titolo di concussione.

E;. 25637.

La comzcssz0ne ( I ) si specializza pcrtanto nel fatto di coloro clic estorcono un lucro da altri metu puhlicae polestalis. Se acl ottenere 1' indebito lucro si minacciato soltanto 1' uso della forza privata, non p i ~si lia il clelitto contro la pubblica giustizia, :t nascono i titoli cli t.sto?*sionc, o di furto violento che trovamnlo nei delitti contro la proprieth. I1 concetto obiettivo finale S lo identico : spoglio del pntriinonio altrui iilecliante incussione di timore. Ma quando i1 timore si fa derivare da forza pzchblic(~C non cla forza ~ITZUCGIU, S' incontra un obiettivo prevalente nel mezzo adoperato; e cluesto obiettivo stando ncll:i giustizia pril~lslicaa cui tutti i cittadini hanno diritt,~, il reato diviene sociale.

- 110 >t.

(1) IIIRLIOCRAFIA e n o c 1 i o dc nrbitrccriis c m . 542, 31 1 10 et scqq. F n r i n a c c i o p ~ a x i scrin,incclis quaest. 11 1, 0l.t. 5 R o n d i n c l l o dc syndicnizc oficictliiai~n. 55 D c c i n n o TI-ncfnlus cvi?~ii~ialis 8, ccrp. 53 ad 40 lib. S ca n n a r o l o (le aisilrilione c c i ~ c e ~ u l o r i i tS. 1 5 , ~ r.trp. (i, picg. 485, i l . 4 C y r i a c u s conl~*ov. 4% U rsii y a I1rsti1ritio1lc.s o*iniirrtrles lib. 2 , tit. 5 , 11. 245 P r nf c i o Ie.sicon jitqis civilis, verbo co?rcitssio, !Ing. 126 %l.I s l r i l l o clc ~ ~ ~ f g i ~ l l ' f c lib.~6,t cap. 8 , n. 99, 52, et 35 li/ z s 130 C li 111 c r o drcisioi~es to~ri. , pa1.s 5 , tlecis. 825 5 S C lii l t c i. o rxcrcifatio 49, S. 38 C r e iii ;i ri i d e jrcl'e cr+tlititrli liil. 2 , cap. 4 , nvt. 2, S. 10 Bo c l i m e r o ,io2)11111 jztfi C O I ~ ~ I ~ I J L ' ~ ~ IoDsci'v. 41 ~SIIIII 1) O 11 C 11 o jtis c i ~ i l ~ li!).15, c ( I ~ $0 . H i I I i fi C r o de coiicii,rsio?ze h1 e i s t e r Paisril~ili jriris crinririirlin cp. 19 I.: ri sii u Blcvtrcnln jrrvis c ~ n i i ~ t i ~ i S. 536 ~rlis BI c II i C) lrislilutioncs j l i ~ i serintiiltrlis Lusiltrui crcp. 4 , 9.i5 - ii o C 11 Itstitz~iioiir~.~ jwvi< crittri?trllis S. ;i6.5, rl seqq. - 110 i11 iii e l Rlccc~~sodicte, of~,w?~erctin R o m a 11 a Istiiaaioni cli giii~isprtiilcnsu p~rt:llr VI^. 2, crcp. 25, S. 8 - G i u l i :i 11 Z.stitzizlo~ii di rlir.illo cririri?tnlc vol. 2 , pag. 149 - l' LI C C i o n i Sriygio ili rlir.ilto pejinlc picy. 547.

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I criterii costitutivi della concussione sono (ltinqtie : 1.0 Clio siasi agito per ottenere riii lucro. 2.1)Clic questo Izicso fussc hz&Oito. 3.0 Clic al fine di ottcriere il lucro sicisi adoper-ata c*oi-ric iliczzo la rnirinrcin di uri atto di pubblica czulorilti (I).
( l ) 0Jesl;i forrniilri i: generale cd adegua tulti fili abusi ciell:i pubblicii potcsiir senza dislinzione di grado. hla so lutti *i ;iclc~unnonella ~ ~ o x i o j u ! non B perb che il giiidice non

- 141 dchha t r w r conta dell:i dirpt-srr [~ntrfiir CIIC z r r i I .?LI itlculcr iiinnrc, lrrl filic di d~siriuc\riiriiii crilciio ~ , t i s u ~ . ~ i l o t * c ~ . Fra la gr,\vitii di un:^ COIIL!II+S~OIIP C ~ I I ~ ~ I J I YtlitI illi n1ii(*it~ic S (li a / l i ~ rrrtzp e la c o r ~ c ~ i s ~ i o t ~t:n yuhtllkr(1.,\i i t:t:~#,t di c : cliiTerpn7;:i di gr:i~iiit puliticii che ii(,ii pitt ricri ~ e i l f i t - ~ iil (1 silidice nollo n ~ ~ i l i c n rla priin. ny;iJi si cc~ritriiiri!:irio d4illc o le&i vel;liaiiili It< coticiissioiii Iriltc iii iin f:i.ccio, 1:iscinriiln ,li glaclicnnLi la cura di valulnre le dill;.rcnzi:ili anzidciti. rlr*Il,t f l U s ~ r ;df4l.1 pcn:tJiiit. Appo gli ;irl!!c!~i si clrl[:1ro1w ?i1c~,ti~ di, il 1)lso::no sanziaiii divprcr, p r esc%riJpioco11tro j P~BIJeui&boli ccrncilssiunnrii, c coiilro Ic coi,cussioni dci prib1ilic.iiii )C qtlali si 1)1::kiro110 pii^ i~iil(:ii)cnl~. lril:~!li 1. P C I I Ip r ~ ~ t ~ ~ r i o ~c riferilo :illa i+ 1, JJ: de psblinlwis riiiii.~cci,iv:i coriti o i I r i i ti c le concirssir~iii tIi cobforo In 1ir.ri.i c ? ~ l rlrrplo, r cos iiriii pi~nizionci!ifrbrlorc ;I r 1 1 1 ~ l k t ( 1 ~ : l'i~rloii~<in~fs+!n: riw d:r10 r l cJi2cwinnC nlln r j i i c ~ l i ~ r i(jcl ~iicillilr:icotlr.1 dti[rlo iii c;ii.o ~ c di pi ~ ~ u l i l ~ l(i~~i ~ t~i r il ~ I i ~ [ ~ : ~ I ~CI:I\IJi ,i. ti, l[. i!c 1111~ c COI ~ C ~ i t h i i ~ r r t ? ~ 5171la q11a!r (2 ;i vr~ilrrsi l! y l d C r (1y k o i ' ~ s l ~ t * ~ * ( [ '~, t i ~ / ~ t j)irl,$ li{>.l, l ~ ~ rrip, 27, 1)tt!/, 1 tig. >\ii~itziu:,~nel (111scrivorr i crifrri misur:il~iri di rlucsi?, iti:ilr.fizio fii (scxcoiitio il st~i.~i l 1 r 1.1 c8o+ki[uzio!~c'J'erc~i!r~:~, ali: i i ~ f . (i8 S. 3 ~ CIIC e 4 tficpnso dovci.si pi~iiicf1inlmcriiotcnibr ctiri;o i1cll:l 9ft11/)ltt; rlrj ~ I I O I P r i ~ ~ t y ~ c ~ j i i i r i ; (r4tZj{citt !-l\i(A::~ta ilcl 111iilncclnll. I:I:I~L\; q (le1 ~ l r f ~ h c ~ j ~ ~ l l i v i t i ~11:tlifol~]:11la i l l i i ~ ~ :l i:l i l tft ~~i~ e v ~ i i z ;t ( ! t ~ / i l ~ ~ t ~ t ra ;: , ~ o /~ ~ > , ~ ~ t ~ ( i 427, 423. Allri lr:i4:1j ~ ~ ~ ~i S. / i s turi Icniic~rtrcniiin anclic 11) I ~ U I * < ~re\to dcllo trrriniorlltrr~fJ O i1r.iIc so,,titia rl.ini.rc ; tosi riivntrr i l cnrlice Yrnnccs~clsl 1313 nll' 81i.l. 17 'r iiiiiincci:iva i ~ ~ i I i ~ l i t l t : l i I~ ~r( ~ r~ l ~ ~ sC1~1111'0 ~ ? R ~ ii~n i l ~~~I;iliiirdn i'iiiizioii;ir~lor la r.ii.ci+tcl Ilriir :i rix~rliic\;tiiiii coli11.0 i slioi cuiiipliri priviiii, i l iiiiii\'t> :rrt. 171 ~~inrlifip:if~ Irri l : ~ rif(ir111,irlial I$:;? pr(:si- ~ P I * pi111t11 p#irl~>nx/:I ~ ( ~ [ ~ I I I I ~ I (!I I di trcccliilit fi'.iriolii iiitinlciiriiilo 1;i pi'lblitiii ~>@ri:iliiii pl'r Ir ~ a ~ ~ ~ i c ~ i $ s i ~ > ~ t Ii rl11~11,1Q ~ Y I I I ~eI , ~ ! ( l t t r e t \ [ l ~ l ~ 11: $~ip<*riori : S : p ~ r iiifcrinri n1 c;trci?rc? f i i i i r ;i ritii~iic~ ,iriiii roniro i ~ i i i l ~ l ~ lSitiiiri xiul)i~ril, ;I\ (:iirctqrp f I t i f ~ ,I qi~:i~Ii.oi i r l i ( b ( ~ t ro i p,irt(\cIW\ ii il parili pri\*,ifi.V o t l , ~ < iP r l l P r i 11 f'~~~)t)jt[*tii(iit,~~11ii 1%

- 142 auril, et 13 mai 1563, pag. 78, c B l a n c h e TrosiCl~le Ftude S. 575, pny. 646.

In ordine al lucro ricorre qui la regola generale che t? comune a tutti i casi nei quali il lucro costituisce il criterio essenziale di un mnlefizio: vale a dire clie nella ricerca sulla esscn~ialitu malelizio ilel non si distingua se il lucro fu grande, o piccolo ; se consisti: in denaro o in' altra cosa a21jietibile; ocl anclie nella sola remozione di un danno.

Si pone poi come seconclo estremo che il lucro ilchha essere indcOilo, poichh altrimonti 1' ufficiala snrcl~bciiel suo diritto esigendo cjuello che n lui ir c'ioroto. Clib se per farsi pagare un s11o credito il iringist~~alo valso in un morlo irregolare clei si : l~ropri poteri, potrr. essere tenuto a calcolo per at)~iso nutorith, o meglio pcr ragion fattasi quadi lificata da simile abuso, nia non mai nildel~itarcicli concrissione. S. 2571.
I l torxo ele~iiento,cio$ la .rr?.iltnccic~ 1111 11/10 (11 di ~~trl)l)lifcc rc.zc.toritd, apre I' adito alla distinzioilc Sr:\ c.oucussionl: propria c concussione is,ipt4rq~?*ia. g m l? j~ricr st? 1' ntitoritii minacciata era c9ci.(l:0 i/r?l)ro]u*i~t sc l* autorita minacciata era finta. E senipre rimnnc

fermo clic In cssenzialit~~ reato consistc nello del c.ritcrPeil timore di una potcstB pubblica (l).

iti-

Ala il vero ufficiale puG estorcere denaro dal prirato, o palcse,i,erzle minacciando di al~usare suo1 dei poteri sc non gli si dii denaro: o occ~rltc~.r?ze?zte ingannando il privato coi1 dargli a credere che quel rlena,ro sia veramcutc clovuto. Di qui nasce 13 sadclivisiurie clclla concrissione propria in finpliciEn ed esp2iciba. E esplicilc~se 1' ufficiale minaccia rin ritto del proprio potere clic confessa ingiusto: come colui che minacciasse di arrestare, esiliare, sottoporre a precetti, o simili, se non gli si cl& denaro. ! inal 3 ~~ITicila 1' ufficiale d5 a crederc al privato chth sc gl' iiiconilxt un pagainento che per giustizia non sarebbe dovuto: come se il caniarlingo aurneilli la cifra nelle iiitimazioni al pagamento delle tasse; o rin cancellicrc, un registratore, e simili, chicdano un dazio indebito, o sriperiore a quello dovuto. In ambo i casi vi i-, l' ahuso di autorith per fine di lucro: in:.i ii(?l pri1110 caso l' abuso S palese, nel seconclo i: Ialeszle. In a n ~ b c ~casi il privato cl-ie paga ingiui sr:~ilienie, paga 172ei26 publicae potcstatis; mcno che ii(:l17 uno sa (li patire un sopruso; nel secondo li, ii:rioida. In nmbo i casi peraltro egli 6 iiilinune ila t~r~sl~orfisnl)ilitS1 peilnle, e figura soltanto nel mato CO~ i i t !soggolto passivo, a differenza dcl corruttore clic sci i ~ r lrciidc partecipo. Nc va iminune nella coricrissioizc! csplicitn, LenchU sappia cli pagare ingiustaiitcntc, pci.chci lo scusa il tiinore: ne va immune nelI.? crinrrissinnc i i ~ g f i c i f c i percl~lii scusa l'errore (l). . lo

(1) E sempre torna vera la formula corniinemente adottata dai criminalisti; concilssio t l i f i r t n ~ ~ e p e l r r i ~ d u cri- ~ ~ t r~c mine quin in hoc sponie dat, in illo 01) ?,reltt~,r T e x l o r : prnxis j~irlicicrriii. pnrs 2, cap. 9, 11. 156. N6 B iiccess;ir-io alla conciissionc che i l niale ininirccialo sia griivc e pcirrndnente: bsctn ;inclic In niiii:~ccin di s c i i ~ p l i ~iiiolesric c 1 1 ~ 1 ' i seclizioiii : Il ii r g c r s sillglilnrilii)~ U ~ I S ~ ~ U M ~ ~ U I I I cerilrrIIII, rirt 1, o l i s c ~ . ~ ,75. .

Talrino osservO clic la concussioi~e.ili?plicitu 110vea tcncrsi coirie politicnmcntc piii grave clclin cs]tlicita, pcrclib se questa genera oilio coiitro I'impicgato, quella gencra odio Trcrso il govortio clic vi(:nc a farsi credcrc iiilpositoi4e ili tasse esorlitanti. Siffi:.itttaopinione j~craltro iioii i in gcnci~nlc ac! colta riellt: legislnzioiii.

Non credasi peraltro clie sia tanto agcvolt+ iri pratica deliniitat-c: In.ronczsssio~~c cola~*?nciontk tlnlln (I). Quanto prri!inrizi:\tn c nettn la liric:l clic S I * ~ I ; I I * : ~ tali reati sotto il 1)ririto il1 vista tlcilc cotisc:g,.rlotizrl giuridiche (perclib tutti vi dirono clic il privato ncll:~ corruzione i! un conilclinqrieiitc, rin soggetto attivo pur esso del maleflzio, rnentrc nella concrissiont? 1:sso non ne che il soggetto passivo non iinprital*iltk ) altrettanto quella linea E! disfaiia c qnasi indefiriiI)ile sotto il printo di vista dcllc condiziol/i. bla :!lipriiito 1ii grnvith ilt~lle consegricnzc diffcrcilzinli rcliitlcre1)bc pii1 importante, se fosse possit)ilt., lo sti!ilin di uiin forinilln atta a prevenire ogni equivoco.

f u s e pi grave il delillo di corruzione o quello di coiicu3siooe. l d a niolii piacque sosienere I;I prevnlcrite pravilh ilcll:~ corriizicint. sopra la coocusiioiic, per argomenti (:I parer mio) pii1 sprcio-i C I L ~ solidi; ciie si Ieg~onor;iccoIli d;i \'e l ;i s q u c z ncl suo fr.illat d c jri~lice pcrficlo prig. 1-22 rl seqq. Son credo si poss:~ sciogliere tale qiiesiiuric con una propoi;izioiie assoluta, Iroppo essendo vari;ibile la gravil relativa dei due riialefizi in rngioiie dei modi e degli effelii.
SI:

( I ) Si di~piil;) fra i praiiri

FinchB si configura il caso semplice ed ovvio, tutto par faciic. Jla non sempre 1' ufficiale si dirige a fi-onte scoperta contro il privato dicendogli, o dainmi cento o ti faccio prigione, o damirii cento o ti do contro la sentenza. Cotesti modi sono troppo grossolani, e percid sono appunto i pi rari. L' impiegato venale non chiede, ma fa capire che prenderel~l-~e minaccia, ma fa nascere il timore della : non sua potesti&(1). Allora il privato (al~l~iri, non aho bia giusta ragione cli temere) capisce e teme; ed offre il denaro. Non 6 desso l' autore del pensiero criminoso: egli avrebbe volentieri fatto a meno di quel sacrificio ;avrcllse fidato nella sua coscienza. e nella giustizia delle sue ragioni; ma gli si fatto clie conoscere che lo aver ragione non l~astava; occorreva sctpersi ruccomandure : cc1 egli ha sub to questa forma di raccomandazione come una dura necessitu dolorosa per Irii. costui un con4utto~.e meritevole di esserc punito, o piuttosto una infelice vittima dcll' altrui mlilvngitit? Ecco il punto che io credo delicatissimo e difficile a definirsi. VOL. V. 1O

(1) notissima quanto pur troppo vera la sentenza del poeta est rogare ducuin spccies ciolcnta jlibotdi. La sentenza vera : ma quando trattasi di giudicare un k r t l ~ unico senza corredo di anlecedenii, chi paneirerh riel segreto scritiojo per sorprendere i l primo c ~ l l ~ q i i icrirriinoso onde o aKermare se fu i l privato clie offri o se fu 1' rifficiaie clie clriesc, per decidere se il privato debba punirsi come correo, O compiangersi coiile una vittima? Delicalissiirio siiidizio.

iiipeterij a questo luogo una osservazione da n . 1 ~ fatta altrove per 1' analogia che presenta. vezzo comune dci mariti traditi di designare il fortunato rivale con la formula scclztttotqc ri t~tictv.rzoglie: ma i pnverctti non sanno che colui fsrse resisti: lunga pezza agl'inviti ed alle arti fcinininee con le quali fu adescato a violare quel t:rlamo. Lo stesso puc) avvenire nel tema presente : con questa difi'erenziale pert clie se il giovine quantunque adescato allo adulterio dalle fine arti della maritata U sempre un delinquente, i1 privato che per le arti di un pa1)Llico ufficiale siasi arreso a comperarne il favore non sempre un colpevole. Quello poti-& aver snlito una istigazione, ma ebbe sempre la coscienza di violare il diritto altrui, e ~010ntariarn~nt~ lo violb. Qucsti potb non avere in animo di danneggiare alcuno, ed agire soltanto per il fine di tritelare il proprio diritto, di sottrarsi ad un pericolo che a lui sovrasi stava, l i ~ ~ ~ a n dOodalla pripioiie o dal precetto scrale 0 da altra molestia. Se pertanto in altri reati pu6 non essere di grande importanza distingriere il seduttore dal sedotto, tale importanza ilivienc capi-

- 1-17 tale clnando si tratta (li deciclorc se 3 fatto inntc1 rialmente dimostrato cli un i~iagistr'atoche incasso iildel~itarilclltedenaro si ilo1~l~:i attril~uiro titolo di il cot.~~zsuiosze i1 titolo cli co.rlc~rssione; se la donna o e che pago del suo corpo la scarcerazions del prulzr.iv marito debha punirsi coilie una sccl1er:ita sul,oi*natrice o compiangersi coine una vittima rlell' ~ i l t i i i i malvagit.

S. 2577.
Piaccjue a taluno in cluestti ilifficilc i.icei4rasuggerire il criterio degli c~?zlecede9zii pabl~licout= del flciale. Ad avere la corruzione bisogna trora1.c il suo speciale oggettivo nel pe~*l;eg.tin)cinto animo dell' del magistrato, e non in altro. Inlhtti anclie l'atto lecito e giusto per cui siasi preso denaro lascia sussistere nella sua pienezza il reato di corruzione. Se k dunque tale il vero oggett,ivo di qnesto reato, voi dovete (si prosegui) porre conle estremo costitutivo di tale specialit la integf*ilitprcceder~ledel publ~licoufficiale. Al riioilu stesso clie voi non potete punire corne colpevole di stupro rin giovine che s'irripaccii, carnalmente con ferrimina dissoluta, cosi non potete applicare In taccia di corruttore a quel privato chc si prestb a dar denaro per atto cli ufficio ad un uficiale che nc pigliava da tutti. Correnclo su questa idea, da inolti si disse clie se il privato accusato di corruzione avesse din~nstratoclie l'ufIiciale, preteso corrotto ila lui, gin aveva precedeiiteinente venclnto acl altri i propri favori, egli dovesse nadnrc esento da ogni pena. E questa conclusione non solo giusta ed accettal~ilcsotto un punto cli vista politico, ma 6 strettamcnti: logica conic (le-

duzione del criterio cardinale di qriesto iiialefizio. Simile conclusione pud apparire perplessa finclik In si esprime con la formula edi12e)*eda J J E I I U , C ~ I C quasi suona una grazia. Esprimetela invece con la sua vera formula, e la vedrete ciiiarissiina. Dite chi: quando il giudicc era per lo innanzi incorrotto, il privato che, profittando forse di uno straordinario bisogno in cui versaya quel magistrato finqui purissimo, giunse a sedurlo, un vero colpevole che Iia offeso la societ contaminando la illibatezza di rlacl suo magistrato; e dichiaratelo corresponsabile di corvuzionc. Dite invece clie quando il pul~l~lico ufficiale ha posto a mercato la sua autoritu, il delitto : di couci~i;.sinnc.; perehC i privati si rassegnarono beiiclib rcluttanti alle esigenze di cjricllo per non p~.ovocarnegli sdegni, o sril~ire tristi conseguenze le dei rilcilcsirili a detrirnentn dei loro diritti o personali o reali: clitclo riercli la societ; pone~idoi poteri in riiaiio di sitnil gcntc k colpevolo anch' essa, e non C giusto che la sua negligenza ricada sul capo dei cittatlini clie nc sopportarono gli effetti: ditelo, ~ierch!a scienza v' insegna che la criminositi della corruzione non si cerca nel decreto o ncll'titto eseguito per prezzo, ma nella contaminazione dell' animo del pubblico ufficiale: e niovendo su queste ragioni avrete giustificato la differenza del titolo c delle conseguenze.

Avvertite per che se pigliate questa linea, rischiate forse (li non trovare pi buone lc regole che io pure riproduco in p~opositodell' azclo?*e d(i(?Z

i49

~-ealo nella corruzione. Seguitando In comune scuola ed i precetti di C a r m i g n a n i, dai quali (checchb si ~acladicendo (la quali.lie sciolo) non iili dipnrto giammai senza gravi cagioni e senza rrianifstare la mia scissura, io pure ripeto con gli altri che nel l' reato (li coi-~-zczio??e nutove pjqitzcpnle del delitto k il publ~licoufficiale, ed il privato corruttore non che un co~ig~lice; ripeto pure la conseguenza che e si tragge da tale premessa, clie la proferta del dono di non costituisca nel privato il tentc~1iz~o corruzione. E questa comune teorica insegnai ed insegno come la pii1 ricevuta. Ria a questo luogo io mi permetto di osservare clie clunndo, per determinare nettamente i confini fra la corruzione e la concussione, si stringesse tutta la oggettivita giuridica del primo reato nel pervertiinento dell' animo del magistrato, potrebbero forse non mancare a taluno buoni argomenti per dubitare della rego!a comune.

Ron ammetto dubbio possibile nei termini di flzafzclc~lo,~ a s ~ g a z i u ~ ~ c i ocl associnsione a delitzqzce?-e. I1 mandante, il socio, lo instigatore non sono attentafzli clcl delitto al quale dirigevano le loro volonti. Ma ci6 ij incontrastabile pcr il motivo che il maizdccto, 1' associc~,nz'o)ze, instigasione non azconz.inciar-ono la Z eseczcx.io.ile del clclitto al quale tendevano : dopo u di loro doveva sorgere un' altra fase cli fatto; od era quella con cui si esorcliva la aggressione di quel diritto che dal rnan~lat~o dalla associazione non c erasi ancora attaccato. TtittociO & positivo e chiarissirno. Ma se 1' oggetto clel reato di corruzione non

lo trovate nel diritto del terzo o del quarto, che si corriincer ad aggredire dal magistrato quando porrh mano a far l'atto di ufficio da lui ~ e n d u t o ;e 10 trovate invece nel j~t?i.@e~lii,icnlo :iniriiu del dcll' pubblico ufficiale, vi fugge di niano la paritii ecl anche l'analogia fra il caso ordinario della istigazione a delinquere, e la speciale istigazione consistente nella proferta cli un donativo allo ufficiale.

Xello anzidetto concetto la fase criminosa si esaurisce tutta con l'acccttazionc dcl dono, e con la correspettiva promessa del favore. Non vi i: una seconda fase cli fatto ckc con~inci(~t*c, non sia e chc ancora esorrlita: ed in quella pririla fase criininostt il privato sul~ornatorefu un agente princiy~alc. I1 (liritto aggredito dal maleiizio che ne forma 1' oggetto i-! il diritto che li2 la societii alla illi1,atezza dei suoi f'unzionari, e non puO negarsi che il privato danilo opera a sedurre 1' ufficiale aggredisca direttarilentc tale diritto. Rimpctto ad una simile oggcttivit3 il privato interverrebbe nel malefizio coriic prinia causa morale, e come causa fisica nel tetnpo stesso. Non vi sarebbe pi dunque rcpugnanza a ravvisare un tentativo punibile nella sua azione, quaritunque sia il massimo degli errori ravvisare un tentativo nel mandato O nella istigazione a delincluere, perchb le due forme criminose differiscono nella loro oggettivit giuridica. La istigazione accolta ed il manclato accettato non si sottopongono a prlnizionc per serbare Pura ed onesta la persona dello istigato o clcl man(latario7 ma perci18 il mandato o la istigazione

- 121 furono Ia carisa morale dell'aggressione del diritto con se cuti^-amente assunta dal niaiiclatario o dallo istigato. Lacldove 1% corruzione di magistrato si punisce per rispetto alla ~jul~hlica gitistizia, e perdik In prol~it5 magistrati serlisi incontan~inata im(lei ed mune da ogni sospetto. Tanto ci vero che il reato k perfetto ancorclib la corruzione non sia stata susseguita cla offesa di ulteriori cliritti.

Altri al fine di stabilire una linea certa cli separazione fra In coizcztssio~zce la col-rzczione nello interesse di decidere quando dovesse o no involgersi aella responstll~ilit~i penale anche il privato che diede denaro al publ~lico ufficiale, prese un diverso avvio. Questo avvio pare non dispiacesse anche ai sapienti compilatori del codice Austriaco (i). Distinguasi (fu detto) se 1' atto per il quale si promesse o si diede denaro al publjlico ufficiale era gizcsto od i?zgiusto. Se 1' atto era iqizcsto non potete piu parlare di conczcssioize; il privato che lo volle e lo compr con denaro non pu piu atteggiarsi a vittima, nb sottrarsi agli effetti di una volont che in lui non 110th non essere clecisarnente malvagia. Ma se al contr;lrio l' atto era gitcsto voi non potete pii1 parlare (li corrzcsiosze, nO potete mescolare nella pena cjriel cittadino clie in faccia alla venalitii del giudice si trovb costretto a confidare pii nella forza dell'oro che nella forza della ragione: se il privato dovette ihre un sacrificio pecuniario per ottenere I' atto giusto clcve sempre credersi che ei lo facesse perchii ia improntitudine dello ufliciale lo rendeva necessa-

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