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Costituzioni della Compagnia del Sacro Cuore

Evaristiani

Non prometto io a quelli che verranno una vita di agi e

di comodit ma sacrifici, per cui necessita in loro uno spirito di adattamento a tutte le cose e di rassegnazione a tutte le prove che il Signore vorr mandarci . Non ci sar spensieratezza e neanche tristezza alcuna in questa casa; si servir il Signore in letizia, nella santa povert (Evaristo Madeddu)

Continui in questopera santa, perch sono convinto che lopera sia sorretta da Dio! Nella mia Diocesi fondi non una, ma cento Comunit. Vada ai Collegi, nelle Parrocchie: vi tenga dei discorsi, delle piccole prediche, e continui in questOpera ch bella, Dio vi benedica (S.E.R. Mons. Giorgio Del Rio)

I. Natura, intendimenti e spirito della nostra Compagnia


1. La Compagnia del Sacro Cuore Evaristiani nasce dallazione dello Spirito Santo che ispir Evaristo Madeddu di costituire un argine spirituale per difendere le anime nostre e quelle dei fratelli dalle follie del mondo ribelle al Signore. Essa si fonda sul lavoro e sulla preghiera (ora et labora), nonch su di una speciale devozione al Sacro Cuore di Ges. 2. Costituiamo una Societ di vita apostolica laicale di diritto diocesano (can. 731 1 CIC) dedicata alla preghiera e alle opere di apostolato. La nostra denominazione ufficiale Compagnia del Sacro Cuore Evaristiani, bench siamo pi comunemente conosciuti come Evaristiani. 3. Il nostro crisma la santificazione di noi stessi mediante la pratica delle opere di misericordia spirituali e corporali da attuare in accordo con la competente autorit ecclesiale. Pi in particolare, ci impegniamo ad assistere la giovent povera, provvedendo alla sua istruzione anche religiosa e catechetica nonch fa-

cendo apprendere un lavoro cos che un giorno non si troveranno spostati nella vita, ma diventeranno operai onesti, buoni cittadini, amanti della Religione e della Patria. Sullesempio di Cristo, il quale pass sanando e benedicendo, compito della nostra istituzione visitare le persone malate e inferme, sostenerle con il conforto della preghiera e, nei casi pi gravi, provvedendo anche ad un eventuale ricovero. 4. Desiderosi di perpetuare il carisma del Fondatore, la nostra compagnia si impegna a custodire e ad approfondire lintuizione di Evaristo Madeddu, esprimendone le potenzialit mediante la riflessione sulla sua spiritualit, in ascolto dei segni dei tempi e delle sollecitazioni della storia. 5. A servizio della missione della Chiesa e fedele al dono di grazia ricevuto, la nostra Compagnia si diffonde e si apre alle diverse realt culturali. In dialogo con esse riconosce ed accoglie doni e valori che favoriscono lannuncio del Vangelo, la conoscenza del carisma e la spiritualit del Fondatore. 6. Conducendo vita in comune (CAN. 731 1CIC), secondo uno stile umile e discreto, vogliamo essere sempre pi attenti e disponibili ai bisogni delle perso-

ne che incontriamo nel nostro apostolato o che si rivolgono a noi, soprattutto quelle povere ed indifese. 7. Nella preghiera scopriamo la presenza dello Spirito Santo che opera nel mondo. Ci sforziamo quindi di vivere il messaggio del Vangelo per rispondere concretamente, sul modello di Ges, ai bisogni delluomo di oggi in semplicit di cuore e disponibilit di azione. 8. Ci poniamo, in modo particolare, sotto la protezione dellImmacolata Vergine del Buon Consiglio, Imploriamo altres la tutela del sacro Cuore di Ges, di santEvaristo Papa e di san Giuseppe, sposo della Vergine Maria. 9. Ci sentiamo impegnati a vivere una sempre pi profonda comunione con le consorelle della Compagnia del Sacro Cuore Evaristiane, sostenendole con la nostra preghiera e, possibilmente, collaborando in unit di intenti nelle opere di apostolato.

II. Vita spirituale


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voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perch andiate e portare frutto e il vostro frutto rimanga (Gv 15,16) 10. Fatti partecipi nel battesimo della missione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, e divenuti strumenti della sua grazia, alimentiamo in ogni circostanza della vita la comunione con Lui, con quei mezzi che la Chiesa raccomanda o prescrive per la santificazione dei suoi fedeli. 11. Ci nutriamo assiduamente alla mensa della Parola di Dio per unirci sempre pi intimamente a Cristo nella ricerca della volont del Padre e nel perseverante dono di noi stessi nellapostolato. 12. Facciamo dellEucaristia la fonte ed il centro della nostra vita. Da essa deve scaturire la nostra carit ed il nostro ardore apostolico. Diamo dunque la massima importanza alla celebrazione quotidiana del sacrificio eucaristico e cerchiamo di rispecchiare nella nostra vita concreta ci che viene realizzato sullaltare.

13. Prolunghiamo la lode ed il ringraziamento che rivolgiamo a Dio nella celebrazione eucaristica mediante la recita della Liturgia delle Ore, mediante la quale preghiamo in nome della Chiesa e con tutta la chiesa. In particolare, siamo impegnati nella celebrazione delle Lodi mattutine e del Vespro. 14. Per attuare la necessaria conversione del cuore, ci accostiamo frequentemente al sacramento della riconciliazione. Dedichiamo volentieri il tempo stabilito al ritiro spirituale mensile e agli esercizi spirituali annuali per un continuo rinnovamento dello spirito. 15. Veneriamo ed amiamo con devozione filiale la Beata Vergine Maria. Ne promuoviamo il culto liturgico e le forme di piet raccomandate dalla Chiesa e dal nostro Fondatore, tra cui il rosario mariano, alla recita del quale siamo fedeli.

III. Castit
16. Alla sequela di Cristo, che visse nello stato di verginit per esprimere la sua totale dedizione al servizio di Dio e degli uomini, abbracciamo la castit perfetta nel celibato a motivo del regno dei cieli (Mt 19, 12).Vivendo il dono divino nella perfetta continenza annunziamo ed anticipiamo su questa terra il perfetto compimento del Regno di Dio. 17. Dalla castit perfetta deriva una vita pi piena e feconda, stimolata dalla carit e protesa allapostolato e alle opere buone. 18. Con umilt e perseveranza chiediamo questo dono spirituale, non presumendo delle nostre forze, praticando la mortificazione, la custodia di sensi e la prudenza nelluso dei mezzi di comunicazione sociale. Siamo inoltre convinti che la castit pu essere pi sicuramente custodita mediante relazioni di noi sincere e fraterne.

IV. Povert
19. Abbracciamo volentieri ed in modo volontario, sia comunitariamente, sia come singoli, la povert. Ci ci permette di sentirci pi uniti a coloro ai quali intendiamo principalmente dedicare le nostre attenzioni apostoliche. 20. Cercando di imitare gli apostoli, che hanno gratuitamente dato il dono gratuitamente ricevuto, anche noi ci impegniamo a svolgere il nostro apostolato secondo uno stile disinteressato, bench attento a non far venir meno alla Societ il necessario per la propria sussistenza. 21. In forza del voto di povert, ciascuno di noi si impegna ed accetta liberamente la limitazione e la dipendenza dal rispettivo Superiore nel disporre di tempo, mezzi e strumenti (cf can. 600 CIC). 22. Conserviamo la piena propriet dei nostri beni ed il diritto di acquistarne altri, impegnandoci, tuttavia, ad utilizzarli in modo conforme al nostro stile di vita e alle nostre tradizioni.

23. I frutti delle attivit prestate, come pure tutto ci che ciascuno riceve a motivo della Compagnia, acquisito a questultima. Ci che si riceve come pensione, sussidio o assicurazione, a qualunque titolo, acquisito dalla Compagnia (cf. can 3 CIC).

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V. Obbedienza
24. Praticando volontariamente lobbedienza ai Superiori quando comandano secondo le Costituzioni, intendiamo conformarci a Cristo, il quale venne non per fare la propria, ma la volont del Padre, sino alla morte e alla morte in croce (Fil 2, 7-8). 25. Riconosciamo nel legittimo Superiore un padre e un mediatore della volont di Dio. Gli obbediamo, pertanto, con amore filiale. Non gli facciamo tuttavia mancare un apporto intelligentemente critico e sempre rispettoso. 26. Mettiamo il massimo impegno possibile in ogni ufficio che ci verr affidato, anche se umile. 27. Intendiamo svolgere il nostro apostolato in comunione con la Chiesa universale e particolare, docili alla voce dei suoi pastori e solleciti ai loro richiami.

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VI. Le nostre virt caratteristiche


28. Sullesempio di Ges, il quale ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita (Mt 11,29), anche noi vogliamo ammaestrarci specialmente dellumilt, dandone una concreta testimonianza nella nostra vita e nel nostro apostolato. 29. Mediante la virt della penitenza ci impegniamo ad uno stile di vita sobrio ed essenziale anche nel cibo. Pratichiamo lastinenza nei giorni del calendario liturgico. 30. Lamore fraterno il tratto che ci distingue sia nelle relazioni tra di noi, sia in quelle con gli altri. Il nostro modo di porci semplice e schietto, amorevole, onesto e senza affettazione. 31. La vita comunitaria ha la sua espressione nella convivenza fraterna, vista come mezzo di ascesi personale e strumento per rendere pi efficace lapostolato.

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VII. Segno di consacrazione


32. Labito segno della nostra consacrazione a Cristo ed esprime la nostra appartenenza alla Compagnia del Sacro Cuore. 33. Il nostro abito un completo nero da uomo a doppio petto con corpetto e cravatta neri e con camicia bianca, accompagnato da un distintivo pettorale formato dalla croce Evaristiana e simbolo del Sacro Cuore, uguale per tutti, sia per la forma che per il tessuto. Ognuno avr due abiti. 34. Atteso il carattere laicale della nostra Societ portiamo labito religioso solo durante la preghiera comune e nelle occasioni pi ufficiali.

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VIII. Comunit di preghiera e di vita


La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo ed unanima sola(at 4,32) 35. La vita in comune ritenuta un dono ed il luogo privilegiato nel quale realizzare la nostra consacrazione. Essa si esprime anche nella preghiera in comune, nella collaborazione per il ministero pastorale e caritativo, sotto la direzione ed il coordinamento del Superiore, nonch nei momenti ricreativi e di svago. 36. Come singoli e come comunit approfondiamo ogni giorno il nostro rapporto con il Signore Ges nella preghiera, per vivere, con Lui e come Lui, in comunione con il Padre nella grazia dello Spirito Santo. 37. La comunit, si raccoglie quotidianamente per celebrare lEucaristia e la Liturgia delle Ore, norma delle presenti Costituzioni. 38. Nella meditazione quotidiana della parola di Dio, nella visita al SS Sacramento, nelladorazione eucaristica settimanale e nella frequente celebrazione del sacra-

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mento della riconciliazione individuiamo i mezzi principali per conformare la nostra vita a Cristo e per percepirne la presenza nella nostra vita e nellapostolato che svolgiamo. 39. Gli esercizi spirituali annuali, per un periodo di otto giorni, sono vissuti come tempo speciale di grazia e di attenta verifica della propria crescita spirituale e progressiva conformazione a Ges. Mensilmente dedichiamo un giorno al ritiro. 40. I culto filiale alla Vergine offerto secondo le forme proprie della genuina tradizione della Chiesa e con la recita quotidiana del santo Rosario. 41. Ogni casa ha una Cappella, nella quale si custodisce e si adora il Signore Ges presente nellEucaristia. 42. Conduciamo la vita in comunione sotto la guida della legittima autorit, abitiamo nella casa cui siamo ascritti e non ce ne allontaniamo senza il permesso del Superiore. 43. La comunit accoglie cordialmente le persone che, per motivi diversi, la frequentano, ma riserva esclusivamente per s una parte della casa.

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44. Le visite ai parenti saranno stabilite secondo le indicazioni del Superiore competente.

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IX. Comunit apostolica


45. Partecipiamo alla missione della Chiesa esprimendo, attraverso la carit che sorga dal Sacro Cuore di Ges, il nostro servizio alla promozione umana e cristiana soprattutto dei fanciulli e dei giovani. 46. Le nostre comunit, aperte ai bisogni dei luoghi nei quali operano, intendono rispondervi mediante unattenta azione di discernimento e con attivit conformi al carisma, secondo le reali possibilit dei rispettivi membri. 47. Ci inseriamo nella pastorale diocesana in atteggiamento di docilit ai Pastori posti da Dio a capo del gregge, arricchendola con la peculiarit del nostro carisma. 48. Nel nostro servizio educativo siamo animati da vera carit per poter scorgere il volto di Cristo nelle persone che incontriamo o che ricercano il nostro aiuto ed avere verso di loro un atteggiamento di accoglienza e di condivisione. A tal fine, sentiamo il bisogno di acquisire ed aggiornare le specifiche competenze richieste dallattivit che intendiamo svolgere come pure di

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interesse rapporti di collaborazione e di comunione con quanti condividono la nostra stessa attivit.

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X. Formazione
Non temere, perch io ti ho riscattato; ti ho chiamato per nome; tu mi appartieni (Is 43,1). 49. Inserendosi nel solco della tradizione della nostra Societ, la formazione intende trasmettere, insieme alla sana dottrina della Chiesa ed al suo Magistero, anche i valori del nostro patrimonio spirituale, assicurando la fedelt allidentit carismatica, alla missione e alla spiritualit del nostro fondatore. 50. Oltre alla formazione istituzionale, che impegno primario della nostra Societ, ciascuno di noi responsabile della propria formazione personale durante tutto larco dellesistenza, come segno di apprezzamento per la vocazione ricevuta e per poter sempre meglio svolgere il nostro apostolato specifico. 51. La comunit, che il luogo naturale della formazione, determina i tempi e le modalit della sua realizzazione, secondo le indicazioni e gli orientamenti dati dai responsabili.

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52. Sino a quando non sar elaborato uno specifico ed aggiornamento percorso, la formazione prevede un periodo di orientamento vocazionale. Il Postulato, il Noviziato, la professione temporanea e quella perpetua. 53. Colui che, animato da retta e libera intenzione, si sente chiamato a seguire Cristo nella nostra Compagnia, dopo un periodo di accompagnamento spirituale, presenta una domanda scritta al Superiore generale. Laspirante dovr godere di buona salute psichica e fisica; adeguata idoneit intellettuale, morale e spirituale; aver compiuto il 17 anno di et (cann.597, 642, 643 CIC).

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XI. Postulato
54. Il Postulato un periodo di tempo nel quale laspirante chiarisce a se stesso le motivazioni della propria scelta e, in docilit allo Spirito, impara ad agire secondo gli insegnamenti di Ges; nel contempo la competente autorit della Societ verifica lautenticit della sua vocazione e la presenza dei necessari requisiti. 55. Il Postulato dura un anno prorogabile, una volta soltanto, per un eguale periodo di tempo. In ogni momento, il giovane pu lasciare la Societ. Al termine del postulato, il giovane o viene ammesso al Noviziato oppure deve essere dimesso. 56. Il Postulato svolto in unapposita casa della Societ, diversa da quella del Noviziato, scelta dal Superiore generale, sotto la guida di un formatore scelto dal Superiore generale con il parere del suo Consiglio. 57. Durante questo periodo, laspirante impara a conoscere meglio se stesso, ad educarsi e a sperimentare la sua capacit di vivere in comunit. E progressivamente avviato allo studio degli elementi fondamentali della vita cristiana, a meditare la Parola di Dio, a par-

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tecipare alla vita sacramentale, a conoscere la figura del Fondatore e la storia della Compagnia.

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XII. Noviziato
58. Il noviziato un periodo in cui il novizio prende ancor pi coscienza della propria vocazione, identificandosi con essa e sperimentando lo stile di vita dei membri della Compagnia 59. Il candidato vi ammesso dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio. 60. Ha la durata di due anni, il primo dei quali obbligatorio. In caso permanga qualche dubbio sullidoneit del candidato, il Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, pu prolungare tale periodo, ma non oltre sei mesi. Chi non ammesso alla professione temporanea, deve lasciare la Compagnia. 61. Allingresso nel Noviziato, il giovane riceve un piccolo segno consistente nel distintivo Evaristiano. 62. In un clima di raccoglimento e di gioiosa ascesi, in questo periodo il candidato interiorizza la sua relazione personale con il Signore, in una piena disponibilit allo Spirito Santo e nella filiale devozione a Maria. Inoltre, approfondisce la storia e le Costituzioni della

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nostra Compagnia per sviluppare un autentico senso di appartenenza ed impara ad assumere gli atteggiamenti propri del nostro carisma. 63. Il novizio compie il Noviziato in una casa appositamente designata dal Superiore generale. Se il numero dei candidati esiguo, con la dovuta autonomia di spazi e di momenti formativi,tale luogo potr essere individuato allinterno di una comunit della Compagnia. 64. Qualora, per gravi motivi, si rendesse necessaria uninterruzione, questa non potr durare pi di tre mesi, pena linvalidit del Noviziato stesso. Assenze superiori a 15 giorni, dovranno essere recuperate (can. 649 1 CIC). 65. A tempo opportuno, sempre sotto la guida di un confratello designato dal Superiore generale, il novizio potr svolgere qualche esperienza apostolica, che gli permetter di scoprire larmoniosa unit tra azione e contemplazione, che costituisce la forza di ogni apostolato, e di maturare una consapevole formazione religioso-apostolica.

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XIII. Professione temporanea


66. Colui che ha concluso validamente il Noviziato e dimostra una sufficiente maturit umana e spirituale, nonch una piena libert nella scelta di consacrarsi presenta domanda scritta al Superiore generale. Lammissione determinata dal giudizio del Superiore generale, con il consenso del suo consiglio. Il novizio che viene ammesso alla professione temporanea vi si prepara con un apposito corso di esercizi spirituali. 67. Con la professione temporanea, il giovane assume i tre consigli evangelici, da osservarsi con voto, consacrato a Dio mediante il ministero della Chiesa ed entra a far parte della Compagnia con diritti ed i doveri propri, definiti dal diritto universale. I voti sono emessi nelle mani del Superiore generale o di un suo delegato. Da questo momento si pu indossare labito proprio della Compagnia. 68. La professione temporanea si emette con la seguente formula: (domanda) Fratello, prometto di consacrare come lai-

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co al Signore il resto della tua vita con voto di ubbidienza, di povert e di castit osservando scrupolosamente le nostre Costituzioni? (Risposta) Prometto di osservare con la grazia di Dio le Costituzioni e di consacrare il resto della mia vita al servizio del Signore in questa Societ laicale osservando i tre voti, di ubbidienza, di povert e di castit per tre anni. 69. La professione temporanea pu essere prolungata per un massimo di altri tre anni, al termine dei quali, non accedendo per qualsiasi motivo alla professione perpetua, il giovane deve lasciare la Compagnia. 70. Durante la professione temporanea, il professo risiede nella comunit stabilita dal Superiore generale. 71. In tale periodo, egli consolida ed arricchisce la propria formazione umana, teologica, spirituale, religiosa ed apostolica secondo il carisma della Compagnia. 72. Il Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, pu riammettere colui che durante la professione temporanea ha legittimamente lasciato la Compagnia, stabilendo un congruo periodo di prova prima delleventuale professione perpetua.

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XIV. Professione perpetua


73. Il professo, deciso a proseguire nella sequela di Cristo, allo scadere dei voti temporanei, pu presentare domanda scritta al Superiore generale per essere ammesso alla professione perpetua. Il Superiore generale, con il consenso del proprio Consiglio, pu ammettere il giovane alla professione perpetua oppure prolungare quella temporanea a norma delle presenti costituzioni. 74. Il professo si dispone alla professione perpetua con un periodo di particolare preparazione, sotto la guida di un confratello di voti perpetui designato dal Superiore generale. Partecipa ad un apposito corso di esercizi spirituali. 75. Prima della professione perpetua, il candidato redige testamento, civilmente valido, di tutti i propri beni e di quelli che eventualmente potr acquisire, anche a favore della Compagnia, della quale membro e verso la quale sente un dovere di riconoscenza. 76. Con la professione perpetua incorporato definitivamente alla Societ laicale di vita apostolica, ne acqui-

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sta i diritti e ne assume i doveri, ha voce attiva e passiva nelle elezioni e nelle varie consultazioni.

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XV. Governo della Societ


E parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi alcun altro obbliga al di fuori di queste cose necessarie (At. 15,28) 77. I Superiori, consapevoli della loro responsabilit davanti a Dio, sono chiamati ad esercitare lautorit in spirito di servizio verso i confratelli, in modo da manifestare la carit con la quale Dio li ama. 78. Dirigono i confratelli con rispetto della persona umana, guidandoli in modo che questi cooperino con unobbedienza attiva e responsabile. 79. Allinterno delle singole comunit cui presiedono, favoriscono un ambiente ricco di attenzioni, assicurano il ritmo regolare della vita di preghiera, degli incontri comunitari e dei tempi di lavoro, alternati con adeguate pause di sollievo. 80. Lautorit personale ed esercitata in conformit al diritto universale e proprio, al magistero della Chiesa e alle sane tradizioni della Compagnia.

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XVI. Il Capitolo generale.


81. Il Capitolo generale, suprema autorit interna, lorgano collegiale di governo che rappresenta tutta la Societ. Sotto lazione dello Spirito Santo e vissuto nel discernimento e nella e comunione, esso ha lo scopo di promuovere il rinnovamento spirituale e apostolico della Compagnia. Ne rivede la vita e le attivit alla luce del vangelo, del carisma, delle direttive della Chiesa e delle esigenze dei tempi. Elegge il Governo generale. E presieduto dal Superiore generale o, in caso di sua assenza o impedimento, dal Vicario generale. 82. Il Capitolo ha le seguenti funzioni: eleggere il Superiore generale ed i membri del Consiglio; esaminare lo stato economico e spirituale della Societ; tutelare il patrimonio della Societ, e cio la sua natura, il suo fine, il suo spirito, le sue caratteristi-

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che e le sane tradizioni, promuovendo un adeguato rinnovamento; trattare gli affari e le questioni di maggiore importanza per la vita e lunit della Societ; stabilire norme per tutti i membri; dare orientamenti nei diversi campi di attivit; approvare e proporre al Vescovo competente le eventuali modifiche da apportare alle costituzioni con 2/3 dei voti dei presenti; prendere visione del consuntivo economico e proporre obiettivi da perseguire; determinare le somme di cui possono liberamente disporre le singole case della Societ. 83. Il Capitolo generale ordinario convocato per procedere alla elezione del Superiore generale e del suo Consiglio alla scadenza dei sei anni, o quando lufficio del Superiore generale, per qualsiasi motivo, rimane vacante. E compito del Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, stabilire quando e dove il Capitolo generale debba tenersi. Situazioni particolari

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possono suggerire la convocazione di un Capitolo straordinario, per il quale si seguiranno le modalit di convocazione del Capitolo ordinario. 84. La convocazione viene fatta dal Superiore generale, almeno un mese prima dellapertura del Capitolo, con lettera circolare inviata a tutte le case della Societ. Quando lufficio del Superiore generale diviene vacante, la convocazione deve essere fatta quanto prima dal Vicario generale, cos che possa svolgere entro un mese da tale circostanza. 85. Il Capitolo generale costituito da membri di diritto e membri di elezione. Sono membri di diritto: il Superiore generale; il Vicario generale; il segretario generale; lultimo Superiore generale emerito; I delegati sono liberamente eletti dalle singole case, in numero superiore ai membri di diritto, stabilito dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio.

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In caso di parit, prevale lanzianit della professione perpetua o let anagrafica degli eletti. Affinch il Consiglio possa costituirsi e validamente agire, si richiede che tutti gli aventi diritto a parteciparvi siano convocati e che almeno 2/3 di essi siano presenti. 86. Per apportare modifiche alle Costituzioni si richiede la maggioranza qualificata di 2/3 dei voti dei presenti. Per le altre decisioni si richiede la maggioranza assoluta dei presenti (oltre la met). 87. Il Superiore generale promulga quanto prima gli atti del Capitolo, affinch ogni membro della Societ ne conosca i contenuti e li accolga con fede. Sino al momento della promulgazione valgono gli atti del Capitolo precedente.

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XVII. Il Superiore generale


88. Presiede al governo dellintera Societ ed esercita la sua autorit ordinaria, a norma del diritto e delle Costituzioni, su ogni casa e membro. Abitualmente risiede nella Casa generalizia. 89. Pu essere eletto Superiore generale chi abbia almeno 10 anni di professione perpetua e 40 anni di et. La durata del suo mandato di sei anni. Resta in carica sino allelezione del nuovo generale. 90. Lelezione del Superiore generale avviene a maggioranza assoluta. Se questa non fosse raggiunta entro il terzo scrutinio, si procede ad quarto scrutinio, nel quale hanno voce passiva, ma non attiva, i due candidati che nel terzo scrutinio hanno riportato il maggior numero di voti. Risulter eletto chi avr ottenuto il maggior numero di voti o, in caso di parit, il pi anziano di professione o di et anagrafica, nel caso in cui abbiano emesso la professione nel medesimo anno. Il Superiore generale pu essere rieletto per solo mandato consecutivo.

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91. Il Superiore generale ha cura dellunit e della comunione tra i membri della Societ e favorisce il dialogo, la collaborazione e la conoscenza reciproca, in modo particolare: incoraggia i confratelli a vivere il vangelo, nella fedelt allo spirito dei Fondatori e alle direttive della Chiesa e del Capitolo; anima la vita apostolica secondo la missione specifica della Compagnia e in relazione alle esigenze del mondo della Compagnia e in relazione alle esigenze del mondo contemporaneo; vigila affinch i beni siano amministrati nello spirito di povert a sostegno dellapostolato e delle finalit della Societ. 92. Spetta in particolare, al Superiore generale: convocare il Capitolo generale ed il Consiglio generale a norma delle Costituzioni; trasferire i membri della Societ, sentiti i Superiori delle case di provenienza e di destinazione; presentare al Capitolo generale lo stato della So-

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ciet circa i membri, la vita spirituale, le case e la situazione economica; indirizzare ai Superiori locali lettere e direttive di carattere generale; visitare ogni tre anni, di persona o per mezzo di un Delegato, tutte le case della Societ; approvare il piano annuale dei vari compiti assegnati ai membri della Societ; prendersi cura della formazione dei membri; mantenere i rapporti con le autorit religiose e civili in nome della Societ

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XVIII. Il Consiglio generale


93. Il Consiglio generale composto dal Superiore generale e da due Consiglieri eletti a tale ufficio dal Capitolo generale, per un periodo di sei anni, con la possibilit di essere rieletti per un solo mandato consecutivo. 94. Il primo degli eletti il Vicario generale. 95. I Consiglieri devono avere almeno 35 anni di et e 5 di professione perpetua. In ordine alla loro scelta si richiede che abbiano dato prova di equilibrio, prudenza e spirito di collaborazione, costante docilit alla voce dello Spirito e dedizione alla Societ. 96. Per la elezione dei Consiglieri richiesta la maggioranza assoluta. Si procede con scrutini segreti e distinti per ciascuno di essi. Se entro i primi due scrutini nessuno ha riportato la maggioranza richiesta, rimane eletto quello che nel terzo scrutinio ha riportato la maggioranza anche solo relativa dei voti. In caso di parit, rimane eletto il pi anziano per professione religiosa e, a parit di professione, il pi anziano di et.

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XIX. Il Vicario generale


97. Coadiuva in modo pi stretto il Superiore generale. Risiede nella Casa generalizia e supplisce nel governo ordinario il Superiore generale quando assente, impedito o, per qualunque ragione, ha cessato dal suo incarico. 98. Qualora il Superiore generale, per qualunque motivo, venisse a mancare, il Vicario subentra nel governo della Societ sino alla elezione del nuovo Superiore generale.

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XX. I Consiglieri generali


99. I Consiglieri collaborano con il Superiore generale e condividono la responsabilit del governo secondo il diritto universale e le Costituzioni. 100. Essi sono due, eletti per il periodo di sei anni e possono essere rieletti consecutivamente una sola volta. 101. Il Superiore generale pu affidare a ciascuno di essi un settore specifico della vita della Societ, perch ne curi la spiritualit e contribuisca allanimazione carismatica di tutti i membri. 102. Se un Consigliere, per qualunque motivo, venisse a mancare, subentra chi, nellultimo capitolo generale ha ottenuto il maggior numero di voti dopo lultimo Consigliere eletto. Dura in carica sino allo spirare del termine naturale del Consiglio. 103. Qualora venisse a mancare il Vicario, gli subentra il secondo eletto tra i Consiglieri. Il Superiore generale, provveder pertanto pertanto a nominare il

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secondo Consigliere, secondo le modalit indicate nel numero precedente.

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XXI. I Consiglio generale


104. Il Consiglio viene convocato in seduta ordinaria ogni sei mesi dal Superiore generale e ogni qualvolta la materia da trattare o le circostanze lo esigano. 105. Lordine del giorno stillato dal Superiore generale, di concerto con il Vicario. 106. Per gli argomenti trattati in Consiglio dovuta la riservatezza (can. 127 3 CIC) 107. Il Superiore generale, per porre validamente i seguenti atti, necessita del consenso del Consiglio: a) nominare il Segretario generale; lEconomo generale; il Legale Rappresentante; i Superiori locali; il Responsabile della formazione; b) trasferire la sede della uria Generalizia, previa informazione al Vescovo diocesano a quo e ad quem; c) iniziare una nuova opera apostolica; d) rimuovere per giusti e gravi motivi un Superiore lo-

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cale oppure un Formatore, prima della scadenza del loro mandato; e) erigere una casa, previo consenso scritto del Vescovo diocesano, oppure sopprimerla dopo averlo consultato; f) erigere un Noviziato, o trasferirlo in altra sede mediante decreto scritto; g) ammettere al Noviziato, alla Professione temporanea e a quella perpetua; h) concedere lindulto di esclaustrazione, il permesso di assenza dalla casa religiosa fino ad un anno e lindulto di uscita dalla Societ per i professi di voti temporanei; i) dimettere per gravi motivi un religioso di voti perpetui, dando documentata informazione alla S. Sede; j) presentare al Vescovo diocesano, alle cui decisioni dovr attenersi, la richiesta di destituzione di un Consigliere Generale, qualora si rendesse necessaria;

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k) autorizzare a procedere ai seguenti atti: acquistare o alienare beni immobili; contrarre debiti o mutui previo consenso del Vescovo pro tempore della Casa generalizia; accettare donazioni, legati, vitalizi o simili; costruire nuovi edifici, demolire quelli esistenti e farvi importanti innovazioni; l) dare disposizioni per lamministrazione dei beni che costituiscono il patrimonio dei membri professi. 108. In tutti i casi riportati nellarticolo precedente, le questioni devono essere discusse ed esaminate insieme, il voto segreto.

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XXII. Il Segretario generale


109. E un professo di voti perpetui. E nominato da Superiore generale con il consenso del suo Consiglio. Resta in carica per sei anni e pu essere rinnovato. Risiede nella Casa generalizia. 110. Ordinariamente partecipa alle riunioni del Consiglio generale, senza diritto di voto, curando la stesura degli atti ufficiali nonch delle delibere del Consiglio e del Superiore generale. Redige gli atti ufficiali nonch delle delibere del Consiglio e del Superiore generale. Redige gli atti ufficiali della Societ. Collabora con il Superiore generale nel disbrigo delle pratiche relative al governo della Societ. Aggiorna i registri relativi alla vita e alla storia della Societ. Custodisce larchivio.

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XXIII. LEconomo generale


111. E un professo di voti perpetui. E nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio. Resta in carica per sei anni e pu essere rinominato consecutivamente per una sola volta. Risiede nella Casa generalizia. 112. Quando in Consiglio sono trattate questioni di carattere economico, il Superiore generale invita lEconomo a prendere parte alla riunione, senza diritto di voto, oppure acquisisce una relazione tecnica sullargomento in esame. 113. In dipendenza dal Superiore generale e sotto la responsabilit di questultimo, lEconomo generale ha cura del patrimonio della Societ e lo amministra a norma del diritto proprio, nonch delle leggi canoniche e civili. Vigila sullamministrazione delle singole case, ne esamina i rendiconti semestrali, suggerendo indicazioni relative alla gestione dei loro mobili ed immobili. 114. Prepara la relazione sullo stato economico del-

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la Societ che il Superiore generale presenta, alla fine del suo mandato, al Capitolo generale. 115. Previa approvazione del Superiore generale pu avvalersi di collaboratori esterni e di professionisti nello svolgimento del suo ufficio.

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XXIV. Il Legale Rappresentante


116. Il legale rappresentante, che agisce a nome e per conto della Societ, viene nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio. Dura in carica sei anni e pu essere rinominato. 117. Risponde dinanzi alle autorit civili dei beni materiali della Societ e di ogni atto amministrativo avente valore legale relativo a tali beni. 118. Collabora con lEconomo generale nel coordinare lamministrazione dei beni mobili ed immobili.

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XXV. La casa religiosa


Stringendoci al Signore, pietra viva,.. anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale (1 Pt 2,4,-5) 119. La vita propria della Societ si esprime concretamente in comunit, nelle quali viviamo in serena ed autentica fraternit, sotto la guida del Superiore locale ed in comunione di intenti con il Superiore generale 120. A norma del diritto universale, abitiamo nella casa religiosa alla quale siamo stati legittimamente ascritti, osservando la vita in comune (can. 740 CIC). Non ci allontaniamo o restiamo fuori da essa senza il permesso del Superiore. 121. La Casa religiosa viene eretta o soppressa dal Superiore generale, con il consenso del Consiglio e previo il permesso scritto del Vescovo diocesano del luogo in cui essa ubicata per lerezione o la sua consultazione per la soppressione (can. 733 1 CIC). 122. La casa religiosa costituita da una comunit

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di confratelli impegnati nelle attivit loro affidate, sotto la guida di un Superiore. La Comunit risiede in unabitazione adeguata al numero dei componenti e alle attivit che vi si svolgono. Ciascuna casa ha un oratorio o Cappella, nella quale custodia lEucaristia, ed dotata di una quantit sufficiente di mezzi economici che garantiscano una certa autonomia nonch il sostentamento dei membri e lincremento delle opere.

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XXVI. Il Superiore locale


123. E un professo di voti perpetui di almeno tre anni che dimostri di avere maturit umana e religiosa; buona attitudine diretta e capacit di costruire lunit tra i confratelli; prudenza, disponibilit a creare nella casa un clima evangelico che aiuti a sentirsi in famiglia e a collaborare volentieri alla comune missione. 124. E nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio per un periodo di tre anni e pu essere confermato per un secondo triennio. Eccezionalmente anche per un terzo. 125. Il Superiore il punto di riferimento della comunit, procura ogni mezzo utile alla formazione spirituale ed apostolica dei confratelli che gli sono affidati. In particolare: favorisce la comunione fra i membri e dirige gli incontri comunitari; si adopera, con i mezzi che la carit gli suggerisce, per confermare nellamore alla Societ i confratelli e risvegliare la fedelt alla propria vocazione in chi si trova in difficolt; vigila affinch lo spirito religioso della comunit non venga meno; provvede alla scelta di sacerdoti validi e prepa-

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rati per confessioni, ritiri, conferenze ed esercizi spirituali; favorisce la partecipazione dei confratelli ai corsi di aggiornamento, secondo le necessit e lindole personale di ciascuno; cura il buon andamento delle attivit apostoliche e delle opere alle quali la comunit si dedica e ne risponde davanti al Superiore generale e alle autorit civili.

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XXVII. LEconomo locale


126. Nelle comunit pi numerose, lamministrazione della casa viene affidata ad un economo. Nelle altre, tale incarico pu essere svolto dallo stesso Superiore locale. In questo caso, i rendiconti semestrali devono essere controfirmati da due confratelli. 127. LEconomo locale amministra, sotto la guida del Superiore, i beni materiali della casa e ne rende responsabile. Adotta il sistema di conteggio indicato dallEconomo generale. 128. Chi incaricato dellamministrazione, consapevole che il suo compito ha di mira gli interessi spirituali ed apostolici della Compagnia, si adopera perch non manchi la dovuta testimonianza evangelica. Pur nellosservanza della povert e semplicit, in armonia con il Superiore si rende sensibile alle necessit dei confratelli ed evidenzia autentica carit e giustizia verso il personale, i collaboratori laici e le persone con cui intrattiene rapporti economici.

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XXVIII. Amministrazione dei beni


....Ora, ci che, si richiede agli amministratori che ognuno risulti fedele (1 Cor 4,2) 129. La Societ in quanto tale e le sue case godono per il diritto stesso di personalit giuridica canonica pubblica (can. 141 1 CIC). Esse , pertanto, possono acquistare, possedere, alienare ed amministrare beni temporali a norma delle disposizioni del Libro V del codice di diritto canonico, dei can. 386, 638 e 639, nonch del diritto proprio. 130. I beni della Societ non possono mai essere intestati a singole persone fisiche, anche se membri della stessa. 131. I beni propri della Societ sono amministrati dallEconomo generale, sotto la guida del Superiore generale. Le singole case sono amministrate dai rispettivi economi, sotto la guida del proprio Superiore. 132. I seguenti atti di amministrazione straordinaria sono di competenza del Superiore generale e del suo Consiglio:

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lalienazione di beni che costituiscono per legittima assegnazione il patrimonio stabile di una persona giuridica (can. 1291 CIC) ; altri negozi che possono peggiorare lo stato patrimoniale della persona giuridica (can. 1295 CIC), quali, per esempio, la concessione di usufrutto,, di comodato, di diritto di superficie, di servit, di enfiteusi o affrancazione di enfiteusi, di ipoteca, di pegno o di fideiussione; le liti attive e passive in foro civile (can. 1288 CIC); limpiego del denaro eccedente le spese e che possa essere collocato utilmente per le finalit dellente (can. 1284 2, 6 CIC); laccettazione di offerte gravate da una modalit di adempimento o da condizione(can. 1267 2 CIC); lalienazione di immobili di qualunque valore; lalienazione di beni mobili di valore superiore ad un quinto della somma minima stabilita in ogni Paese dalla rispettiva Conferenza Episcopale a norma del (can. 1292 1 CIC);

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la concessione in uso o in godimento a terzi, a qualunque titolo, di immobili appartenenti alla Societ; La decisione di nuove voci di spesa rispetto a quelle indicate nel preventivo approvato; linizio, il subentro e la partecipazione in attivit considerate commerciali ai fini fiscali; lesecuzione di lavori di costruzione, ristrutturazione e straordinaria manutenzione per qualsiasi valore; ogni atto relativo a beni mobili o immobili che rivestono il carattere di beni artistici, storici o culturali, per qualsiasi valore; lassunzione di personale dipendente a tempo indeterminato; la locazione a terzi di immobili appartenenti alla Societ; lacquisto a titolo oneroso di immobili; la mutazione di destinazione duso di immobili; la costituzione o la partecipazione in societ di qualunque tipo;

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la costituzione di un ramo di attivit ONLUS; la contrazione di debiti di qualsiasi tipo con istituti di credito, persone giuridiche, enti di fatto e persone fisiche; Qualsiasi operazione che superi un quinto della somma minima stabilita in ogni Paese dalla rispettiva Conferenza Episcopale a norma del can. 1292 1 CIC. 133. La richiesta relativa ai suddetti atti deve essere rivolta in forma scritta al Superiore generale in ordine alla necessaria autorizzazione. 134. Le alienazioni, anche di beni votivi o preziosi per valore artistico o storico, sono retti dal can.638 3-4 CIC . 135. Chi contrae debiti o altre obbligazioni finanziarie senza la dovuta autorizzazione, ne resta personalmente responsabile (can. 639 3 CIC). 136. Ogni casa, sente il dovere di partecipare alle necessit della Societ e allincremento delle sue opere. Alla chiusura del bilancio annuale, pertanto,

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contribuisce secondo la frazione annualmente stabilita da Consiglio generale sul sopravanzo di cassa.

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XXIX. Separazione dalla Societ


Chi ci separa dallamore di Cristo? Forse la tribolazione, langoscia, la persecuzione, la fame, a nudit, il pericolo, l spada? () Ma in tutte queste cose noi siamo pi che vincitori grazie a colui che ci ha amati

(Rm 8,35.37) 137. Per luscita volontaria dalla Societ, la dimissione, lesclaustrazione, lespulsione dalla casa ed il passaggio ad altro istituto, si osservano le norme del diritto universale (can. 742-746 CIC). Per i casi non esplicitamente contemplati, si segue , con gli opportuni adattamenti, il diritto dei religiosi (can. 684-704 CIC). 138. Il professo di voti perpetui per grave causa pu ottenere dal Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, lesclaustrazione per no pi di tre anni. Una concessione superiore ai tre anni riservata alla Santa Sede (can. 745 CIC). 139. Il membro esclaustrato esonerato dagli obblighi non compatibili con la sua nuova situazione di vita, ma rimane sotto la dipendenza e la cura del Superiore generale. Pu portare labito della Societ

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solo se ci gli stato concesso. Perde il diritto di voce attiva e passiva. 140. Il professo che lascia la Societ, o ne dimesso, non pu esigere alcun compenso per lattivit svolta (can. 702 Cic). La Societ si fa carico di seguirlo, per quanto possibile e necessario, allinizio del suo inserimento nella vita sociale con qualche aiuto suggerito dalla carit cristiana.

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XXX. Laici

E a ciascuno data una manifestazione particolare dello Spirito per lutilit comune... (Cor. 12, 7) 141. In conformit al nostro carisma, condividiamo la nostra spiritualit: laici consacrati che seguono i Consigli evangelici secondi il nostro carisma; laici associati che vogliono partecipare alla missione della Chiesa nellannuncio e nel servizio, collaborando con noi nelle diverse forme del nostro apostolato. Gli uni e gli altri, secondo la loro vocazione specifica e con statuti propri, si impegnano a testimoniare e a promuovere unautentica vita cristiana, alla luce dello spirito del vangelo e dei nostri Fondatori.

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XXXI. Fedelt alle Costituzioni


chi

fedele in cose di poco conto, fedele anche in cose importanti (Lc. 16, 10) 142. Ci impegniamo ad approfondire costantemente la conoscenza delle nostre Costituzioni, perch nelle fedelt costruita giorno dopo giorno, possiamo far risplendere la gloria di Dio e, alla fine della vita, contemplare il Suo volto. 143. Nessun Superiore, di qualunque grado, pu concedere dispense generali dalle Costituzioni, Per giusta causa, Il Superiore generale per la Societ e i Superiori locali per la propria comunit possono, con prudenza, dispensare da qualche articolo in materia disciplinare, sempre relativamente a singole persone e a casi particolari e transitori. 144. Le costituzioni possono essere modificate solo dal Vescovo diocesano pro tempore del luogo in cui si trova la Casa generalizia, su richiesta del Capitolo generale con il consenso di due terzi dei voti dei membri presenti. In caso sorgessero dei dubbi circa lapplicazione pratica di esse, possono essere interpretate dal

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Capitolo generale e, nel periodo che intercorre tra due Capitoli, dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio.

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Indice generale
I. Natura, intendimenti e spirito della nostra Compagnia......3 II. Vita spirituale.....................................................................6 III. Castit..............................................................................8 IV. Povert............................................................................9 V. Obbedienza....................................................................11 VI. Le nostre virt caratteristiche........................................12 VII. Segno di consacrazione...............................................13 VIII. Comunit di preghiera e di vita....................................14 IX. Comunit apostolica......................................................17 X. Formazione.....................................................................19 XI. Postulato........................................................................21 XII. Noviziato.......................................................................23 XIII. Professione temporanea.............................................25 XIV. Professione perpetua..................................................27 XV. Governo della Societ..................................................29 XVI. Il Capitolo generale.....................................................30 XVII. Il Superiore generale..................................................34

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XVIII. Il Consiglio generale..................................................37 XIX. Il Vicario generale.......................................................38 XX. I Consiglieri generali.....................................................39 XXI. I Consiglio generale....................................................41 XXII. Il Segretario generale.................................................44 XXIII. LEconomo generale ................................................45 XXIV. Il Legale Rappresentante.........................................47 XXV. La casa religiosa........................................................48 XXVI. Il Superiore locale.....................................................50 XXVII. LEconomo locale....................................................52 XXVIII. Amministrazione dei beni.......................................53 XXIX. Separazione dalla Societ........................................58 XXX. Laici............................................................................60 XXXI. Fedelt alle Costituzioni...........................................61

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