Anda di halaman 1dari 318

C 3 7&6

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXXIII.

Iw&emowb, fi*.',

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
- HDCCCXLV.
>> *\ * •:
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -E CC LE SI ASTICA

G
GìGREGORIO, Antipapa. V. An- Anastasia, intervenne al concilio
tipapa XIX. celebrato da s. Paolo I nel 761.
GREGORIO Vili, Antipapa. V. GREGORIO, Cardinale. Gre-
Antipapa XXVII. gorio da alcuni detto Giorgio, ve-
GREGORIO, Cardinale. V. Gre- scovo cardinale di Palestrina, inter-
gorio I (s.), Papa. venne al concilio adunato nel 761
GREGORIO, Cardinale V. . da s. Paolo I. Ebbe però la debo-
Gregorio Papa.
II (s.), lezza di consacrare, quantunque ri-
GREGORIO , Cardinale V. . pugnante, e costretto da aperta
Gregorio III (s.), Papa. violenza, l'antipapa Costantino, per
GREGORIO, Cardinale. Grego- avello a ciò obbligato il fratello
rio prete cardinale del titolo di di Totone duca di ISepi
questi
s. Clemente, fiorì sotto s. Grego- nel 767. Circa un anno dopo fu
rio HI del 73 1. preso da un accidente che lo rese
GREGORIO, Cardinale. Grego- stupido nelle membra , e con la
rio prete cardinale del titolo dei sacrilega mano inaridita.
ss. Giovanni e Paolo, fiorito nel GREGORIO, Cardinale. Gre-
pontificato di s. Zaccaria del 741. gorio vescovo cardinale di Selva-
Si crede che sia lo stesso che il candida si trovò presente al conci-
cardinal Giorgio. lio celebrato da
s. Paolo I, e poi
GREGORIO, Cardinale. Gre- intervenne a quello di Stefano III
gorio prete cardinale del titolo di detto IV nel 769.
s. Balbina, detto in altro luogo ar- GREGORIO , Cardinale. V,
ciprete di santa romana Chiesa : Gregorio IV, Papa.
fiorì sotto Papa s. Zaccaria del GREGORIO, Cardinale. Gre-
Hu gorio vescovo cardinale di Selva-
GREGORIO, Cardinale. Grego- candida, intervenne al concilio di
rio cardinale prete del titolo di s. Giovanni VIII dell'872.
6 GRE GRE
GREGORIO, Cardinale. Grego- coi luminosi esempi di sue virtù
rio vescovo cardinale d'Albano, fu e eon l'eloquenza ridusse gran nu-
sospeso dal romano, per
concilio mero di peccatori a vita penilen-
essere stato nel o,63 uno de' con- te, per cui Maldonato lo chiamò
sacratoli dell'antipapa Leone Vili, uomo potente nelle opere non
Si trova il suo nome sottoscritto meno che nelle parole. Consumato
ad un privilegio accordato da J}e~ dalle fatiche, e chiaro pei mira-
nedetto VII del 975 al moniste- coli che Dio operò a sua inteices-
ro di Subiaco. sione, dopo dieci anni di cardina-
GREGORIO, Cardinale. Gre- latomorì santamente a' io mag-
gorio vescovo cardinale d'Ostia, gio io44> e venne sepolto in Lu-
sottoscrisse il romano adu-
concilio cronio nella diocesi di Calahorra,
nato nel 998 da Gregorio V, do* ove ogni anno nel di anniversario
ve con ecclesiastica libertà proferì di sua morte si celebra festa so-
la sentenza contro il matrimonio lenne. La sua vita fu scritta da
di Roberto II re di Francia. Costantino Gaetano abbate di san
GREGORIO, Cardinale. Gre- Baronzio, e stampata in Roma ed ;

gorio vescovo cardinale ostiense, i Bollandisti ne parlano nel giorno


bibliotecario di santa romana Chie- 9 maggio a 465. Altri negano
p.
sa, nel ioo5 ad una
sottoscrisse il ed altre dignità a
cardinalato
bolla di Giovanni XVIII detto questo servo di Dio, che si pos-
XIX a favore della chiesa de' ss. sono leggere nel Cardella, Memo-
Cosimo e Damiano. rie isteriche de* cardinali tom. I,

GREGORIO (b.), Cardinale, par. I, 101.


pag.
Gregorio monaco benedettino, ed GREGORIO, Cardinale. Grogo-
abbate del monistero de'ss. Cosi- rio o Giorgio cardinale vescovo
mo e Damiano di Roma, da Be- fiorì sotto s. Leone IX del 1049:
nedetto IX del io33 fu creato altri negano sua esistenza,
la
cardinale vescovo d'Ostia, e biblio- GREGORIO, Cardinale. Gre-
tecario di s. Chiesa. Profondo e gorio cardinale vescovo di Sabina,
ben fondato nelle sacre lettere, creato da s. Gregorio VII, per or-
come ancora venerato per la san- dine di questi nel 1077 si portò
tità della vita, acquistossi il credi- nella corte dell'imperatore Enrico
to d'uno de'più zelanti vescovi di IV, per rammentargli i patti giu-
quel miserabile ed oscuro secolo, rati in Canossa, e di non dare a-
11 cardinale dovette intraprendere scolto ai consiglieri malvagi che
un viaggio in Navarra infestata da procuravano la sua rovina e dis-
immensa quantità di locuste, che onore. Avendo però cesare man-
da gran tempo desolavano il pae- cato alla data fede, non fece alcun
se, per cui il re ed il popolo era- conto dei salutevoli avvisi del car-
no ricorsi al Papa. Questi intimò dinal legato, che essendogli negali i
un digiuno di tre giorni per im- consueti onori, fu obbligato a pai ti-

plorare il divino aiuto, e si sentì re subito dalla corte. In seguito si


ispirato di spedire nella Spagna mostrò costante difensore di san
questo cardinale. Giunto egli in Gregorio Vii, e morì nel pontifi-
ca varrà, con un segno di croce cato di Urbano II. L'Oudin dire
fugò e disperse i nocivi animali, e che pubblicò una Collezione di
GRE GRE 7
canoni intitolata Polycarpo, e die se i privilegi di Urbano II alle
fu riposta nella biblioteca vaticana. chiese di s. Martino di Tours, e
GREGORIO, Cardinale. Gre- della ss. Trinità della Cava. Mo-
gorio creato cardinale da s. Gre- rì nel 11 22 dopo aver conferma-
gorio VII dopo il 1073, si trovò to col suo nome una bolla di Ca-
con lui al congresso di Canossa, listo II ai vescovi di Corsica.
ed unitamente al cardinal Bernar- GREGORIO, Cardinale. Gre-
do di Pavia fu spedito col carat- gorio diacono cardinale di Urbano
tere di legato apostolico ad Ula- II, sottoscrisse nel iog5 una sua
clislao II re di Boemia, che ambe- bolla spedita in Cremona.
due accolse con onore. Jaromiro GREGORIO, Cardinale. Gre-
vescovo di Praga, per lo contrario, gorio prete cardinale del titolo di
avendo trattato indegnamente i le- s.Grisogono fatto da Pasquale II,

gati, essi si videro costretti a ful- nel 1099, approvò colla sua soscri-
minar contro di lui la sentenza di zione il privilegio delle investiture,
sospensione. Di questo cardinale si accordato dal Papa con manifesta
fa onorevole menzione nel registro violenza di cesare. L'Aubany cre-
di s.Gregorio VII, e al dire d'alcu- de che questo Gregorio sia lo stes-
ni per ordine pontificio presiedette so che Guido francese. Tuttavolta
al governo della chiesa di Sabina. assicura il Cardella ch'egli sotto-
GREGORIO, Cardinale. Gre- scrisse nel 11 12 il concilio late-
gorio fu creato da san
cardinale ranense , in cui Pasquale II dero-
Gregorio VII, che nel 1076 o nel gò al privilegio delle investiture.
1077 1° spedì a Venezia qual le- GREGORIO, Cardinale. Gre-
gato della santa Sede, onde assol- gorio monaco ed abbate del mo-
vere i veneziani dalla scomunica nistero dei ss. Andrea e Gregorio
incorsa per aver mantenuto com- al clivo di Scauro, fu creato car-
mercio coi prelati dell' Istria e dinale da Pasquale II del 1099 del
della Lombardia scomunicati dal titolo della medesima chiesa, secon-
Papa, che consegnò al cardinale do il Ciacconio, al che vi ripugna
due lettere, una per Domenico pa- il Cardella,non essendo allora la
triarca di Grado ed ai vescovi suoi chiesa de' Andrea e Gregorio tra
ss.

suffraganei, l'altra al doge Silvio le chiese titolari, e solo da ultimo


e al popolo di Venezia, scritte coi fu dichiarata titolo dal Papa re-
più teneri sentimenti di paterno gnante Gregorio XVI. Intervenne
affetto. È probabile che prima di ai concilii di Guastalla e di Late-
questa legazione il cardinale fosse rano adunati da Pasquale II , ed
incaricato di quella ad Enrico IV, ai comizi per le elezioni di Gela-
dalla quale, attesa l'ostinazione di sio II ed Onorio II, ne' quali si
cesare, dovette tornar in Roma legge sottoscritto col titolo , ora ,

senza aver nulla conchiuso. diaconia, di s. Eustachio , perchè


GREGORIO, Cardinale. Gre- era veramente diacono. Nello sci-

gorio di Pavia da Urbano II del sma dell'antipapa Anacleto II ab-


1 088 fu creato prete cardinale di bandonò il legittimo Innocenzo II,
s. Prisca. Intervenne nel 1 106 con e dal primo fu spedito legato ai
Pasquale II al concilio di Guastal- monaci di Clugny, ma senza alcun
la, e secondo il Panvinio sottoscris- profitto.
,

8 GRE GRE
GREGORIO, Cardinale. Gre- Celestino II lo creò cardinal diaco-
gorio fu da Calisto II nel 112 3 no; ma vuoisi che sia lo stesso
creato cardinale diacono di s. Lu- che Gregorio Tarquinio diacono
cia in Septisolio, e sottoscrisse una cardinale de' ss. Sergio e Bacco.
bolla diretta al vescovo di Genova. GREGORIO, Cardinale. Gre-
GREGORIO, Cardinale. Gre- gorio fu da Celestino II creato car-
gorio nel 1123 fu da Calisto II dinale di s. Angelo , nel dì delle
creato cardinale diacono di s. Vito, Ceneri del 11 44» ìn ^ il trovò pre- 1

e sottoscrisse una bolla al vesco- sente alla pace conchiusa tra Eu-
vo di Genova. genio IV e Federico I imperatore,
GREGORIO, Cardinale. Gre- d' ordine del qual Pontefice passò
gorio prete cardinale del titolo di in Germania in qualità di legato
s. Balbina, fatto da Onorio li nel- apostolico per procedere contro
le tempora di dicembre ii:*5, o l'arcivescovo di Magonza Enrico
come pretende Pandolfo di Pisa ,
la quale causa insieme con l'altro
creato da Calisto li. Abbandonò legato esaminata, ebbe la sentenza
scandalosamente il legittimo Inno- di deposizione. Il cardinale si tro-
cenzo II per seguir l'antipapa Ana- vò presente ai comizi per Lucio If,
cleto II, a favore del quale unita- Eugenio III ed Anastasio IV, essen-
mente ad altri cardinali scrisse let- do assente a quelli di Adriano IV.
tere di commendazione a Lotario Abbandonò il legittimo Alessandro
II imperatore. III per seguir l'antipapa Pasquale
GREGORIO, Cardinale. Gre- III, e nel restituirsi da Viterbo a
gorio prete cardinale del titolo di Roma, s' infranse la testa per una
s. Balbina, fu creato da Onorio II caduta da cavallo, e morì nel
nelle tempora dicembre 1127.
di 116S.
GREGORIO, Cardinale. Gre- GREGORIO, Cardinale. Gre-
gorio prete cardinale di s. Maria gorio nel 11 46 fu da Eugenio III
in Trastevere, crealo da Innocen- creato diacono cardinale di s. Ma-
zo II nelle tempora di dicembre ria in Portico, e poscia inviato le-

11 38, si fece mediatore della pace gato in Germania


con Bernardo
conchiusa tra il Papa Eugenio III cardinal di s. Clemente. Depose in
e r imperatore Federico I. Inter- Worms Enrico arcivescovo di Ma-
venne alle elezioni di Celestino II, gonza, e d'ordine dell'imperatore
di Lucio II e di Eugenio III, nei intimò al medesimo l'esilio. Ritor-
comizi del quale era priore o sia nato in Roma Adriano IV lo de-
il primo de' cardinali preti , ed a putò nel 11 55 ad incontrare l'im-
quelli di Anastasio IV col titolo di peratore Federico I che si portava
arciprete di santa romana Chiesa, in Roma, e poco dopo morì.
e per ultimo in quelli di Adriano GREGORIO, Gre- Cardinale.
IV, sotto il quale morì. gorio nel marzo da Adria- 1 1
59 fu
GREGORIO, Cardinale. Gre- no IV creato cardinale di s. Maria
gorio prete cardinale del titolo di in Portico, e vuoisi che sia lo stes-
s. Prisca, fiori nel pontificato d' In- so che il precedente.
nocenzo li del 1 i3o. GREGORIO, Cardinale. Gre-
GREGORIO, Cardinale. Gre- gorio nel settembre del 1 190 fu
gorio nel dì delle Ceneri del 1
144 da Clemente IH creato diacono
,

GRE GRE 9
cardinale di s. Angelo , indi spedi- fazioni de' guelfi e ghibellini, del-
to da Celestino III legato a lettere le quali erano antesignani mag- i

nella Spagna. Celebrò nel 1 192 un giorasela delle due famiglie prima-
sinodo a Salamanca coli' interven- rie, cioè Monaldi e Filippi. 11 car-
to de' vescovi dei regni di Leone dinale con prudenza e destrezza si

e di Portogallo , nel quale fu di- adoperò in modo, che alla fine gli
chiarato nullo ed invalido il ma- riuscì stabilire pace e concordia.
trimonio da Alfonso IX
contratto Morì nel 1204, per cui la sua e-
re di Leone con Teresa infante di sallazione al cardinalato deve es-
Portogallo, ch'erano tra loro cugi- sere anteriore alla suddetta epoca,
ni germani, in conseguenza di che assegnatagli dal Ciacconio.
i due coniugi furono obbligati a GREGORIO (de) Giovanni, Car-
separarsi. E siccome i vescovi di dinale. Giovanni Gregorio no- de
Leone, Astorga , Salamanca e Za- bile siciliano , nato in Messina ai
ni 01 ra ricusarono assistere al con- 29 gennaio 1692 da d. Leopoldo
perchè sostenevano la validità
cilio, de Gregorio marchese di Squii la-
del matrimonio, onde il re ricusa- ce ,
principe di s. Elia , ministro
va separarsi dalla cugina, il lega- delle finanze, della guerra e degli
to fulminò la sentenza di anatema affari esteri di Carlo di Borbone
contro i quattro legati, e l'eccle- re delle due Sicilie poi Carlo III
siastico interdetto ad ambo i re- re di Spagna, e da Giuseppa Mau-
gni ,
poi tolto quando il re s' in- ro Grimaldi d' una delle più no-
dusse alla separazione. Questi si bili ed antiche famiglie di Messi-
uni poscia in matrimonio con Be- na, avendo la Mauro dato il no-
rengaria sorella d'Alfonso III re di me alla terra di Mauroianni, e ri-

(bastiglia, ed a lui congiunta in se- tenendosi d'origine sveva. Nell'opu-


condo e terzo grado di parentela. scolo intitolato, Saggio genealogico
Si crede che il legato promulgas- della casa de Gregorio, Roma
se contro di lui sentenza d'anate- 1828, il suo autore fa discendere
ma, come si raccoglie dalle lettele questa illustre famiglia da Grego-
d'Innocenzo III, da cui ottenne il rio Polzani di Onofrio ge-
, figlio

beneficio dell' assoluzione ,


per es- nerale imperatore Enrico I
dell'

sersi da lei separato. Il cardinal 1' Uccellatore nella guerra contro


pubblicò eziandio l' interdetto con- Corrado I , e perciò fatto barone
tro il re di Na varrà Sancio VII impero
dell' , e superiore di tutti
per aver violata la lega col re di gli edifici murali delle città di
Castiglia. Non intervenne ai comi- Germania, che per ordine di En-
zi di Celestino III come assente ,
rico I dopo l'anno 918 s'incomin-
sibbene a quelli d'Innocenzo III, ciarono a fabbricare. La loro di-
nel cui pontificato morì verso l'an- scendenza fiorì nei primari gradi
no 12 io. militari al servizio de' successivi
GREGORIO, Cardinale. Gre- imperatori tedeschi. Lodovico e
gorio nel 121 1 fu da Innocenzo III Giovanni de Gregorio venuti in I-
creato cardinale vescovo di Sabi- talia con Federico I , i discenden-
na, indi spedito legato in Orvieto ti del secondo vi restarono, dira-

a compone le discordie che lace- mandosi in varie città, ove in più


ravano qivella città , divisa dalle modi si stabilirono con lustro. Al-
io GRE GRE
berto, Corrado e Viperano fratelli cardinale, di mediocre dottrina, fu
dei precedenti , siccome tutti figli encomiato per somma probità ed
di altro Alberto, seguendo la sor- altre buone qualità. Morì in Ro-
te dell' imperatore Enrico VI fer- ma nella fresca età di sessantadue
marono la loro dimora in Sicilia. anni, agli 1 1 luglio 1 790, e fu es-
Da Alberto discesero i signori del- posto ne' funerali , e sepolto nella
Ja castellania di Melazzo e di altri sua chiesa titolare con onorifica
feudi, esercitanti magistrature, am- iscrizione.
bascerie e gradi militari. Nei pri- GREGORIO (de) Emmanuele,
mi del secolo X Tommaso de Gre- Cardinale. Emmanuele de Grego-
gorio die origine alla linea dei rio, fratello del precedente, nacque
marchesi di Poggio e signori di al- in Napoli (o per meglio dire nac-
tri paesi; ed il suo fratello d. que in mare, mentre la madre
Francesco fu capo della linea dei era in viaggio quando Carlo III
marchesi di Squillace e principi di da Napoli si conduceva in Ispa-
s. Elia. Giovanni pertanto ricevet- gna) 18 dicembre
a' 1758 da d.
te una educazione propria della sua Leopoldo de Gregorio marchese di
distinta nascita, e col crescere de- Squillace ,
principe di s. Elia, va-
gli anni spiegò vocazione per lo lente capitano e ministro, e da d.
stato ecclesiastico , e di servire la Maria Giuseppa Verdugo-y-Qiiada
santa Sede. Dopo avere celebrata distintissima dama di Barcellona.
la messa, fu fatto da Benedetto XIV Passato Carlo IH di Borbone dal
prelato domestico, indi nel ponti- trono delle due Sicilie a regnare
ficato di Clemente XIII, col paga- nelle Spagne portò seco in Ma-
,

mento di ottomila scudi acquistò drid d. Leopoldo, e lo dichiarò te-


un abbreviatorato di parco mag- nente generale delle armate, e mi-
giore nella cancelleria apostolica, e nistro della monarchia e dell' In-
ne divenne decano, indi gover-
il die. Giunto Emmanuele all'età di
natore di Fano. Lo stesso Papa lo cinqu'anni dando segni di aurea in-
promosse a chierico di camera , dole e di svegliato ingegno, due
con la presidenza delle zecche, es- anni dopo fu mandato dal padre in
sendo già archimandrita di Messi- Roma nel nobile collegio demen-
na, Pio VI susseguentemente nel tino, ove istruivansi fratelli d. Car- i

1776 lo dichiarò presidente della lo e d. Antonio poi tenenti gene-


grascia, carica ch'esercitò con ono- rali nelle armate spagnuole. Ben
re, nel 1778 uditore generale del- presto Emmanuele fece profitto
la camera apostolica, e finalmente ed istru-
dell'eccellente educazione
nel concistoro de' 14 febbraio 1785 zione, progredì mirabilmente nelle
lo creò cardinale dell' ordine dei lettere, nelle scienze, e nella pie-
preti , conferendogli per titolo la tà , onde nel 1774 pronunziò
chiesa della ss. Trinità al monte nella cappella pontifìcia alla pre-
Pincio. Lo annoverò poscia alle senza di Clemente XIV l'orazione
congregazioni di consulta , de' ve- latina per la festa della ss. Trini-
scovi e regolari, delle indulgenze tà. Dopo essersi occupato delle
e sacre reliquie , e della concisto- gravi discipline per dedicarsi al sa-
riale, e lo die in protettore all'or- cerdotale ministero ed al servi-
dine de' monaci basiliani. Questo zio della santa Sede, uscì dal col-
GRE GRE 11
legio 1776. Pio VI in di-
nel macchinazione , e con destrezza e-
versi tempi lo annoverò tra i suoi vaso da Roma col pretesto non
camerieri segreti soprannumerari , di recarsi dalla madre in Vene-
tra i prelati domestici, e tra gli zia, dappoiché essa trovavasi in
abbreviatoli del parco maggiore Roma, ma per adire all' eredità
per avergliene fatta cessione il fra- paterna, prontamente si portò in
tello Giovanni. Fatto arciprete nel Siena a' piedi del Pontefice ad in-
1780 della basilica lateranense il formarlo della iniquissima trama,
cardinal Carlo Rezzonico , lo no- ed a confermargli il suo filiale
minò suo vicario; indi nel 1783 ossequio. Pio VI commendò la
ilPapa lo promosse a luogotenen- sua condotta, e Io animò di conti-
te civile del tribunale del vicaria- nuare a mantenersi quale avea
to, mentre il genitore essendo am- dato solenne saggio. Tutto questo
basciatore di Spagna in Venezia avvenimento con precisione narra
ivi mori, per cui l'affettuoso figlio il eh. monsignor Pietro Baldassarri

fece scolpire sul di lui sepolcro nella sua applaudita ed importan-


un' iscrizione dettata dal celebre te Relazione delle avversità e pa-
Morcelli. Essendo luogotenente del timenti di Pio VI tom. Ili, p. t

vicariato, Pio VI affidagli la vi- 102 e seg. Dall' amorevole acco-


gilanza dei politici, impiego in cui glienza del Pontefice incoraggi to
si fece molto onore per le im- Emmanuele si fermò in Toscana,
portanti scoperte eh' eseguì. Frat- per prestarsi in di lui servigio, e
tanto occupati i dominii pontifìcii meritò che Pio VI lo ponesse a
e Roma armate repubblica-
dalle parte de* più intimi affari. E in
ne francesi, Pio VJ fu portato pri- fatti il prelato si adoperò perchè
gione in Siena a' 20 febbraio 1798, molti cardinali si trasferissero ne-
e tra i cardinali e prelati incar- gli antichi stati veneti, dove l'im-
cerati nel monistero delle conver- peratore Francesco II concesse loro
tite, venne compreso Emmanuele, pacifico asilo e protezione. Inoltre
ma fu liberato nel dì seguente a lavorò alla compilazione della bolla
caro prezzo, e mediante lo sborso Quarti nos, superiori anno, de' i3
di quattromila scudi in cedole, al novembre 1798, con la quale il

dire del Baldassarre o meglio a Papa volle provvedere all'elezione


caro prezzo, e per gl'impegni del- del successore, derogando alle a-
la madre. Essendo egli in estima- naloghe leggi per facilitare ai car-
zione per illibati costumi, affabili- dinali il modo di effettuarla, ren-
tà di maniere, senno e dottrina, i dendola più ampia dell'altra ema-
nemici della Cbiesa e dell'augusto nata in precedenza al medesimo
suo capo, avendo concepito il dia- oggetto ai 3o dicembre 1797, Chri-
bolico disegno d' indurre Pio VI sti Ecclesia. Trasportato Pio VI
a rinunziare il pontificato, e di in Francia, ivi rese la grand' ani-
creare un antipapa, il generalissi- ma Creatore al declinar dell'a-
al
mo Dallemagne ed i capi della gosto 1799, indi nel marzo 1800
dominante repubblica giudicarono nel conclave di Venezia fu eletto
fare cosa grata al popolo di eleg- Pio VII a degno successore. Que-
gere Emmanuele in patriarca d'oc- sti subito destinò Emmanuele, sic-
cidente. Inorridì il prelato a tale come attissimo ed esperto nei
li GRE GRE
pubblici negozi, in qualità di se- delle apostoliche concessioni, sosti-
gretario della congregazione com- tuì quello che descrivemmo a tale
posta dei cardinali Roverella, Cam- articolo , secondo il benevolo rac-
panella, Somaglia, incari-
e della conto eh' egli me ne fece, favoren-
cata di ristabilire il primiero or- domelo ancora per mio studio, per
dine sì in Roma che nelle pro- quella benignità e compatimento
vince, ciò ch'eseguì con generale con cui si degnò sempre riguar-
approvazione; laonde in premio nel darmi anco in considerazione del
,

medesimo anno il nuovo Papa lo mio ottimo ed egregio suocero Giu-


propose alla cospicua carica di se- seppe Verdesi suo maestro di casa,
gretario della congregazione del da lui meritamente amato, lodato
concilio, nominandolo ancora esa- e beneficato in vita ed in morte.
minatore de' vescovi in sacri cano- Non trascorsero però quaranta gior-
ni. Cresciuto in fama d' uomo di ni , che gli venne intimalo di re-
maturo consiglio, poco dopo lo carsi a Parigi. Disposti i domesti-
destinò prò - nunzio apostolico a ci affari, e provveduto ad un con-
Lodovico Borbone re di Etruria, vitto di donne che dirigeva , già
per cui dimorando in Firenze vo- fondalo dal pio sacerdote Luigi
lò a Pisa il giorno 9 febbraio 1802, Tronci , e chiamato le Cenciose ,

a tributare omaggio di venerazio- ed alla sua cura e direzione affi-


ne alle benedette ossa di Pio VI dato da Pio VI, pel quale spe-
che trasportavansi al Vaticano giu- se molto, ed assai operò per col-
sta la sua disposizione. Il prelato locare le donzelle in monisteri o
guadagnatasi a un tempo l'estima- con matrimoni, altre ritirandole in
zione del re e della corte, e la sod- propria casa, nel crudo inverno e-
disfazione pontifìcia per quanto a- seguì il disastroso viaggio. Giunto
vea operato a vantaggio della re- nel maggio al luogo di sua rele-
ligione, si restituì in Roma a fun- gazione, volse le sue cure all'assi-
gere il suo uffizio, ch'esercitò sino stenza delle povere religiose dette
all'infausta epoca del 1809. Dap- del ritiro , indi si unì ad eletto
poiché gì* imperiali francesi avendo drappello di padri e confessori del-
invaso le provincie della Chiesa e la romana Chiesa a guerreggiare
Roma, ne trassero altrove Pio VII leguerre del Signore. Il consiglio
prigioniero, il quale in partire la- da lui dato a monsignor Paolo
sciò suo delegato apostolico il car- d'Astros vicario capitolare di Pari-
dinal Di Pietro, e in sua mancan- gi, al presente arcivescovo di Tou-
za il nostro prelato, autorizzandolo louse , di essere diligente nel rin-
di eleggersi un successore se gli novarsi l'anno in porgere auguri
invasoti lo trasportassero prigione. di felicità a Napoleone , ancorché
Tanto avvenne: andato esule il prevedesse che il cardinal Maiuy
cardinal Di Pietro,
con esercitò sedicente arcivescovo di Parigi si

sollecitudine e zelo la delegata au- ponesse alla testa di quel capitolo


torità Emmanuele , e siccome il metropolitano per tributare un si-
general Radet
impadronitoerasi mile ossequio, gli fruttò l'impri-
del suggello pontifìcio detto V Anel- gionamento nella notte del 2 gen-
lo Pescalorio (Vedi\ il prelato a naio 18 ti, siccome fedele campio-
conservare col segno l' autenticità ne del Pontefice detenuto in Savo-
,

GRE GRE i3
na, e reo di trame contro Io sta- minato archimandrita di Messina
to. Dal carcere la Force a* 22 feb- venendo successivamente aggregato
braio fu mandato nel forte di Vin- alle primarie congregazioni cardi-
cennes, ove patì grandemente, solo nalizie. Proseguì il cardinale quel-
rincorato dalla confidenza in Dio, la modestia, e soavità di nobilis-
dalle orazioni e dagli illustri com- sime maniere, che nella prelatura
pagni di sue sventure, fra' qua- l'avevano fatto da tutti amare e
li tre cardinali rispettabili , Di riverire. Riponeva le sue delizie
Pietro Oppizzoni
, Gabrielli , il , nell'amore della fatica, e nell' ado-
p. Fontana Francesco (Fedi), poi perarsi efficacemente al bene della
anch'esso cardinale, ed il barone Chiesa e de' bisognosi. Godendo
di Geramb ora abbate e procu- favore presso questo
il Pontefice ,

ratore generale della Trappa. Agli nel 8 8 lo fece prefetto della con-
1 1

8 febbraio 181 3 il nostro prelato gregazione dell' immunità ecclesia-


fu riportato a Parigi alla Force ,
stica, e nel 1822 di quella del con-
ove trovò altri difensori gloriosi cilio che presiedè sino al i834, in
della fede ; finalmente detronizza- un al collegio di Trevi con essa
to Napoleone primo aprile
, nel prefettura congiunto, e del quale
18 14 fu ridonato con gli altri al- fu benemerito dappoiché traslo-
;

la primiera libertà. Sebbene sospi- cò il collegio nell' antico locale o


rasse di vedere prontamente Roma, sia convento de* minori conventuali

ed esultare del pacifico trionfo di per cessione che questi gli fecero
Pio VII, si fermò per autorizzazio- per cui ebbe luogo il trasferimen-
ne del Papa a Parigi a ricuperale to con sommo suo dispendio che
i più preziosi monumenti che alla nulla curava , purché l'educazione
santa Sede appartenevano, divenu- della gioventù a lui soggetta pro-
ti preda degl' invasori. Dal conte fittasse nella religione e nelle scien-
d'Artois, che pel prelato avea grande ze. VII nel con-
Alla morte di Pio
stima, e che pel re suo fratello as- clave ogni giornoebbe voli, arri-
sunse le redini del governo, otten- vando sino al numero di otto e ,

ne il decreto di restituzione, e po- fu uno de' promotori dell' eletto

tè umiliare al Pontefice il prezio- Leone XII. Alla morte di questi


so triregno e l'anello pesca torio, in conclave fu uno de' cardinali
non che la maggior parte de' co- che papeggiò; ebbe costantemente
dici furtivamente estratti da Ro- numerose votazioni, e giunse ad
ma; indi riprese l'antico uffizio di avere ventiquattro voci , anzi nel
segretario della congregazione del giorno Pio VIII,
dell'elezione di
concilio . Carico di gloria e di due cardinali votarono in suo fa-
eminenti meriti, Pio VII nel con- vore; tanta era l'estimazione pro-
cistoro degli 8 marzo 18 16 lo creò fonda che avea per lui il sacro col-
cardinale dell' ordine de' preti, as- legio, di cui fu decoro e bellissi-
segnandogli per titolo la chiesa dei mo ornamento, pel cumulo delle
ss. Alessio e Bonifacio sul monte preclare doti delle quali era do-
Aventino che poi ritenne
, titolo viziosamente fregialo . Il nuovo
in commenda quando divenne ve- Pontefice nella prima adorazione
scovo suburbicario ; ed a* 2 3 set- in riceverlo all'abbraccio, lo salutò
tembre del medesimo anno fu no- penitenziere maggiore, primaria e
,,

i4 GRE GRE
gelosa carica da lui esercitata sino tà d' incumbenze era instancabile ,
a quel punto, e nel concistoro dei oltre T avere parte operosa pel suo
18 maggio 1829 lo preconizzò ve- ingegno e felice sperienza, nei con-
scovo suburbicario di Frascati. Sa- sigli dei Pontefici per affari impor-
rà sempre in benedizione presso tantissimi ; era membro delle con-
questa città e diocesi la memoria gregazioni del s. otìizio , della vi-
di così insigne e benefico pastore, sita, della concistoriale, del concilio,
che pose fra le prime sollecitudini dell' immunità ecclesiastica , delle
T amore pei poveri. Vi eresse la indulgenze e sacre reliquie, de' ve-
nuova parrocchia di s. Rocco; ri- scovi e regolari, di propaganda fi-
chiamò a nuova vita quel semina- de, dell' indice, della cerimoniale,
rio già sì rinomato ed illustre ; ri- dell'esame de' vescovi in sacri canoni,
pristinò e riordinò le antiche Ma- della correzione de' libri della chiesa
dri dette Gesuitesse, che richiamò, orientale, degli affari ecclesiastici
riedificando la loro casa per la straordinari, degli studi, della spe-
educazione delle giovani ed edu- ciale per la riedificazione della basi-
cande; edificò il pubblico cimite- lica di s. Paolo. Inoltre fu protet-
rio, cooperò alla costruzione d'una tore operoso e zelante del sacro mili-
più comoda via che a Roma con- tare ordine gerosolimitano, del ino-
ducesse, e nulla tralasciò di tutto nislero del Bambino Gesù di Ro-
quello che giovar poteva al mora- ma , delle città Bologna e di
di
le ed al fisico di una città per Frascati ; ed appartenne a diverse
tanti titoli cospicua. Anche nel con- scientifiche accademie, intervenen-
clave che si celebrò per morte di do alle loro solenni tornate. Per
Pio Vili, il cardinale ricevette ri- godere talvolta un poco di quiete,
petute testimonianze del conto in avendo acquistato una tenuta del-
cui lo tenevano i cardinali colleghi, l'agro romano, quattro miglia di-
pei voti cui sempre l' onorarono stante da Roma, ivi soleva ritirar-
che giunsero sino al numero di si, e ricrearsi della compagnia de-
diciassette. Il regnante Papa Gre- gli amici e de' dotti, ove veniva
gorio XVI, imitatore de'suoi pre- visitato da molti cardinali e si-
decessori nella stima e considera- gnori sì romani che stranieri, trat-
zione verso sì ragguardevole por- tando tutti con splendidezza. Ono-
porato, nel i834 gli conferì la rarono di loro visita il cardinale
carica palatina di segretario dei e il luogo anche i Pontefici Leo-
brevi pontificii, cui è unita la di- ne XII, e Gregorio XVI. Il teni-
gnità di gran cancelliere dell' ordi- mento porta il nome di Casal dei
ne equestre di s. Gregorio Magno; Pazzi, da quello della famiglia che
indi nel concistoro de' 2 ottobre un tempo lo possedette: è situato
1837 lo trasferì alle chiese unite fuori della porta Pia, a destra della
di Porto, s. Ruffina, e Civitavec- via Nomentana, confinante con l'A-
chia, essendo divenuto sotto-deca- niene. In processo di tempo venne
no del sacro collegio. Quanto bene in potere del monistero della Pu-
fece il cardinale a queste diocesi rificazione ,
quindi dell' arciconfra-
nel suo breve governo pastorale ternita Annunziata e per ul-
dell' ,

lo indicammo all'articolo Civita- timo del cardinale, che nel casino


vecchia (Fedi). A tanta molteplici- e nel fabbricato operò diversi mi-
, ,

GRE GRE i5
glioramenti ed abbellimenti . In disposizione, fu tumulato nella chie-
mezzo esercizio di sue virtù, ed
all' sa di s. Giuseppe a capo le case
al disimpegno di gravi uè-
fedele delle monache teresiane Carmdi-
gozi, ebbe il dono di una vecchiez- tane scalze (Fedi), da lui benefi-
za quanto mai può dirsi avventu- cate vivente , vicino al sepolcro
rosa e felice, libera da quei molesti della propria madre, che soleva
incomodi che la rendono pesante con filiale affetto di frequente visi-
e noiosa. Nondimeno età minaccia- tare, e sul quale fece scolpire una
to da un vizio nell' organismo va- iscrizione composta dal lodato Mor-
scolare del petto, il quale manife- celli. Nella cassa che racchiuse le
standosi in modo infrenabile , tal sue spoglie mortali, vi fu posto se-
fu la violenza del male che lo rese condo il consueto l'elogio di lui,

sua vittima. Non è proprio d'una scritto dall'aurea penna di monsi-


compendiosa biografia il narrare gnor Luca Pacifici segretario delle
come fu modello di cristiana ras- lettere latine, il quale dettò anco-
segnazione negli ultimi sette giorni ra l' epigrafe che fu scolpita nel
di sua vita, tra i dolori e la smania monumento marmoreo , eretto al
del male , laonde sia in pazienza cardinale dalmarchese d.
nipote
che in pietà edificò e commosse Emmanuele de Gregorio commen-
teneramente gli astanti. Munito dei datore dell' ordine di s. Gregorio
santi sagramenti e della pontifìcia cavaliere di altri ordini , e tenente
benedizione, recitata la professione colonnello delle pontificie milizie.
di fede , alternando l' invocazione Con testamentaria disposizione isti-

del nome di Maria e di Gesù., tui suo erede usufrutlario il mar-


con sereno volto spirò all'aurora chese d. Antonio fratello, e quindi
de' 7 novembre 1839, d'anni ot- universale il suo nipote d. Emma-
tant'uno, e ventitre di cardinala- nuele suddetto ; beneficò diversi fa-
to. Universale fu in Roma il com- migliali , e particolarmente i più.
pianto per tanto insigne porporato, anziani di servizio, oltre quelli più.
come l'annunziarono i numeri 89 affettuosi alla sua persona ; e lasciò
e 90 del Diario di Roma, deplo- per memoria ossequiosa al Ponte-
randone la sensibile perdita , che fice un bel dipinto del celebre
la Chiesa, lo stato, e quelli da lui Bartolomeo Murillo spagnuolo, rap-
beneficati avevano fatta. A di- presentante Gesù in croce, con la
mostrare il suo vivo dispiacere il Maddalena genuflessa a pie della
Papa che regna , e per dare al medesima. Fu il cardinal De Gre-
defunto una solenne testimonianza gorio pio senza affettazione , di
di particolare estimazione, si recò somma prudenza, di avveduto con-
ad assistere a' suoi funerali, ed a siglio, giusto senza rigore, attacca-
compartire sul feretro la pontifi- tissimo alla Sede apostolica, tenace
cale assoluzione. I funerali ebbero nell' amicizia, gentile con ogni clas-
luogo nella chiesa di s. Andrea se di persone, di amenissima con-
delle Fratte, parrocchia del cardi- versazione, e di singoiar nobiltà di
naie, perciò magnificamente appa- tratto. 11 eh. cav. Giulio Barluzzi
rata a lutto, celebrandovi la messa coi tipi della tipografia Salviucci
di requie il cardinal Falzacappa. pubblicò in Roma nel 1840 l' in-
Nella sera il cadavere, giusta la sua teressante e bellissimo Elogio sto«
,

i6 GRE GRE
rico del cardinale Emmanuele de formò ottagona ossia ad otto pun-
Gregorio ove sono riportate tutte
,
te aventi gli spicchi smaltati di
le iscrizioni, elogio, ed epigrafe di colore rosso. Nel mezzo delle punte
cui facemmo menzione con in , havvi uno scudo tondo con 1' effigie

fronte il ritratto del cardinale ben in oro di s. Gregorio I su fondo ,

disegnato ed inciso da Giuseppe di smalto azzurro circondata dal- ,

Marcucci. Di questo , dell' elogio , l' epigrafe: s. Gregorius Magnus


del suo autore, e di quello dell'e- in cerchio d'oro. L'altro Iato della
pigrafe, si legge distinta ed onore- croce è tutto d'oro, solo il fondo
vole lode nel numero 3o del Dia- dello scudo egualmente tondo, si-
rio di Roma del 184.1. tuato nel mezzo, è di smalto az-
GREGORIO I (s.) Magno, Or- zurro sul quale a lettere d' oro
,

dine equestre pontificio. Il re- vi è il motto Pro Deo et Prin-


:

gnante sommo Gregorio


Pontefice cipe, essendovi nel cerchio d' oro
XVI nel primo anno del suo pon- che circonda lo scudo la leggenda
tificato, volendo istituire un ordine Gregorius XFI. P. M. Anno 1.

cavalleresco ed equestre, col quale Per nastro venne* statuita la fet-

ad esempio de' suoi predecessori tuccia di seta ondata di colore ros-


premiare coloro, i quali commen- so, coi due lembi gialli. Ai cava-
devoli per virtù , eziandio si mo- lieri gran croci di prima classe fu

strarono affezionati e benemeriti assegnato per distintivo una fascia


della santa Sede, del venerabile suo di seta dei detti colori , da collo-
capo, e fedeli a Dio, gì' impose il carsi sulla spalla destra, che tra-
nome di s. Gregorio I Magno , versando il petto e la schiena si

suo celebratissimo e sublime pre- riunisce al fianco sinistro, avente


decessore , per la divozione verso nell' estremità la gran croce, e che
il quale nell' assunzione al pontifi- oltre a ciò dovessero portare dalla
cato avea preso lo stesso nome. parte sinistra dell' abito una croce
L'ordine venne fondato con la di maggior grandezza e di squisito

lettera apostolica Quod summis 3 lavoro, circondata di gemme e di


del primo settembre i83i, sotto- raggi. Ai cavalieri gran croci di
scritta dal cardinal Tommaso Ber- seconda classe fu concesso di por-
nelti allora pro-segretario di stato, lare la gran croce pendente dal
essendo assente da Roma il cardi- collo , e sospesa ad una fascia di
nal Giuseppe Albani segretario dei seta de' mentovati colori, ed altra
brevi pontificii. Stabili l'ordine con gran croce nella parte sinistra del
quattro gradi di cavalieri ; cioè di petto. Ai cavalieri commendatori
cavalieri gran croci di prima classe, venne dato di potere usare la gran
di cavalieri gran croci di seconda croce pendente dal collo soltanto
classe, di cavalieri commendatori con fascia come sopra. Finalmente
e di cavalieri semplici. L' insegna e ai cavalieri semplici fu imposto
croce dell'ordine venne dichiarato portare la piccola croce secondo ,

dover essere d' oro, quella pei mi- 1'


uso comune de' cavalieri , sulle
litari sovrastata di emblemi guer- vesti dalla parte sinistra , e pen-
rieri, l'altra per le persone civili dente da fettuccia larga un pollice
sovrastata da corona, con le fron- e mezzo coi colori dell'ordine. Di-
de di smalto verde. La croce la spose inoltre il Pontefice Gregorio
,

GRE GRE 17
XVI, che i soli Papi pro-tempore dinal Emmanuele de Gregorio. Ad
potessero conferire l' ordine eque- emendare poi tante notizie inesatte
stre da lui fondato. A maggior de- pubblicate cospicuo ed
su questo
coro poi del medesimo, nuove di- stimiamo opportu-
illustre ordine,
sposizioni emanò Gregorio XVI con no riportare qui appresso le due
la lettera apostolica Cimi amplissi- memorate lettere apostoliche d'i-
ma honorum numera jure 3 data ai stituzione e di restrizione.
3o maggio i834, e sottoscritta pel
cardinal Giuseppe Albani segretario Sanctissimi Domìni Nostri Grego-
de' brevi monsignor
pontificii da riì Divina Providentia Papae
Angelo Picchioni sostituto del me- XVI litterae apostolicae de e-
desimo. Pertanto con questa secon- questris ordinis s. Gregorii Ma~
da lettera il Papa restrinse e ri- gni conslitutione.
dusse ad uno i due gradi di gran
croce della sola prima classe, sta- GREGORIUS PP. XVL
bilendone il numero a trenta; il
secondo grado volle che fosse di Ad perpetuam rei memoriam.
commendatori in numero di set-
tanta ; ed il terzo quello de' cava- Quod summis quibusque impe-
lieri,composto di trecento individui. maximae curae est, praemia
rantibus
Dichiarò ancora, che in tali nume- mo-
virtutis et insignia honoris et
ri si dovessero comprendere i soli numenta laudis iis decernere, quos
appartenenti allo stato pontificio optime de re publica meritos no-
riserbando a sé e Pontefici succes- verint, id et romani Pontifices
sori oltre tal numero di annove- praedecessores nostri praestare prò
rarvi gli esteri. Confermando le in- personarum, temporum, actuum-
segne de' cavalieri semplici, e quelle que ratione consueverunt erga eos,
di commendatore come le avea qui sanctae romanae Ecclesiae im-
prescritte nella precedente lettera perium ope, armis, consiliis, aliis-
Quod summiSy abolì nei gran croci que recte factis juvarent. Haec re-
T uso della gran croce gemmata putantibus nobis, ac de honore iis
sul petto, che riserbò concedere a habendo deliberantibus, qui fide-
qualche personaggio per s'ingoiar lem assiduamque, asperioribus etiani
distinzione , e solo permise loro temporibus, operam principatui na-
F uso della gran croce semplice varunt, placuit ex more instituto-
sulla parte sinistra del petto in que majorum ordinem equestrem
mezzo a placca o scudo con raggi constituere, in quem homines spe-
d'argento in forma di stella a otto ctatae in Sedem apostolicam fìdei,

punte. Stabili per ultimo che il ex summorum Pontificum auctori-


gran cancelliere dell' ordine eque- tate, cooptentur, quos vel praestan-
stre Gregoriano , fosse sempre il tia generis, vel gloria rerum ge-
cardinal segretario de'pontifìcii bre- starura , vel insignium munerum
vi pro-tempore ; e siccome il car- procuratione, vel demum gravibus
dinal Albani mori a* 3 dicembre aliis ex causis dignos ipsi censue-
i834, così figurò pel primo con rint, qui publico pontificiae dile-

tal qualifica nelle annuali Notizie ctionis testimonio honesteutur. In-


di Roma il di lui successore cav- de enim nedum praemiurn virtutì
VOI- XX1UJ. •x
18 GRE GRE
conferii, seti et stimulos addi cg- super medio sinistro lalere pecloris,
teris palam est, quibus ad bonum innexam vestitui gestabunt alteram
reclumque impensius in dies exci- majorem crucem y radiis undi(jue
tentur. ac gemmis circumornatam, opere-
Quare hisce nostris apostolicis que magnifico caelatam.
litterisequestrem ordinem constt- Equites secundae classis crucem
tuimus, quem et ex praecipuo no- magnam, instar numismatis, latere
strae in sanctissimum praedecesso- pectoris sinistro habebunt praeter ,

wra Gregorium Magnum venera- crucem alteram grandem collo ex


tionis affèctu, et ob assumptum fascia appensam.
serica
ipsius nomen, quando humilitati commendatores crucem
Equites
nostrae impositum pontifìcatum su- magnam gerent, quae e fascia col-
scepimus, a sancto Gregorio Ma- lo inserta dependeat, privilegio ta-
gno volumus nuncupari, reservan- men carebunt ferendi praedictum
tes nobis, ac romano Pontifici prò numisma , seu crucem alteram in
tempore existenti, jus eligendi e- latere pectoris sinistro.
quites, quos constet virtutum lau- Equites quarti ordinis crucem
de, conditionis honestate, splendore parvam ,
juxta communem equi-
munerum, atque eximia in rebus tum morem', ad pectus apponent
gerendissedulitate, communi de- in parte vestis sinistra.

mum bonorum suffragio commen- Ceterum eos omnes, qui pubblico


dar!. hoc ponlificiae voluntatis testimo-
Erit porro peculiare ordinis in- nio sint honestati, monitos volumus,
signe crux octangula ex auro ar- ut animadvertant sedulo, praemia
tificiose elaborata, rubram super- virtutibus addici, nihilque diligen-
ficiem habens, in cu jus medio, ve- tius curandum ipsis esse, quam ut
Juti parvo in numismate, extet af- rebus praeclare gestis expectatio-
fabre caelata imago s. Gregorii nem ac fiduciam, quam excitarunt,
Magni. Taenia ad eam sustinen- cumulate sustineant, delatoque sibi
dam erit serica rubra, cujus estre- honore dignos sese in dies magi?
ma ora flavo colore drètingaatur. exhibeant. Haec quidem suscepti
Cum vero stati quidam in eque- hujusce consilii ratio est, haec prae-
stribus ordinibus gradus dignitateto cipua muneris ipsius conditio, cui
ili oru m ,
qui iisdem accensentur ,
apprime satis fiet constanti erga
designent ,
quatuor in Gregoriano Deum et principem fide, proul in
ordine gradus equitum praefìnimus, aversa crucis parte inscriptum est:
quorum primi equites magnae cru- atque ita boni omnes et , ii prae*
cis primae classis , secundi equites sertim ,
quorum maxime interest
magnae crucis secundae classis , ob ordinis conjunctionem, de fau-
tertii equites commendatores, quar- sto felicique nostri instituti pro-
ti equites simpliciter nuncupabuntur. gressu gratulabuntur.
Serica fascia praelonga, binis or- Haec statuimus ac declaramus,
,

dinis coloribus pietà , dextero hu- non obstantibus in conlrarium fa-


mero imposita , transversaque ad cientibus eliam speciali mentione
ìatus sinistrum propendens, et ma- dignis quibuscumque.
gnani crucem sustinens , insigne Datum Piomaeapud s MariamMa-
erit equitum primi generis, qui in- jorem sub annulo Piscatoris die pri-

M fa
,

GRE GRE Jcj

ma septembris anni MDCCCXXXI aflfectum ob assumptum ipVuis


, et
Ponlifìcatus nostri anno I. nomen, quando ad universae Ec-
clesiae regimen evecti fuimus , a
Th. Card. Bernettus. sancto Gregorio Magno voluimus
nuncupari. Quaproptcr apostolicns
Sanctissìmi Domini Nostri Grego- dedimus litteras die primo septem-
rii Divina Providentia Papae bris anno MDCCCXXXI annulo ,

XVI lilterae aposlolicae qui- Piscatoris obsignatas ,


quarum vi

bus nonnulla de equestri sancii omnibus notum, perspectumque fe-

Gregorii Magni ordine decer- cimus novi Gregoriani ordinis in-


nuntur. stitutionem simulque praescripsi-
,

mus, ejus insigne crucem esse octo-


GREGORIUS PP. XVI. gonam ex auro affabre elabora tara,
rubra superficie, imaginem s. Gre-
Ad perpetuam rei memoriam. gorii Magni in medio referentem,
taenia serica rubra extremis oris fla-
Cum amplissima honorum mu- va sustinendam. Gare insuper si-
nera jure, meritoque parta homi- gnificavimus, quibus dotibus viros
num mentes, atque animos ad vir- hoc honore decorandos praeditos
tutem amplectendam , gloriamque esse cporteat, nobisque, et roma-
assequendam vel maxime excitent, nis Pontifìcibus successoribus no-
atque inflamment ; tum romani stris jus reservavi m us ejusmodi e-

Pontifices provide , sapienterque quites renuntiandi, quos virtutis et


praecipuos honorum titulos iis tri- religionis laude , conditionis hone-
buere ac decernere semper existi- state, muneris splendore , eximia
roarunt, qui egregiis animi, ingenii- in rebus gerendis sedulitate, com-
que dotibus praestantes , nihil non muni denique honorum suffragio-

aggrediuntur, nihilque intentatum pateat esse comooendatos. Ad desi-


relinquunt, ut de Christiana et ci- gnandam autem eorum dignitatem,
vili republica quam optime mere- qui huic ordini sunt adscribendi ,

ri conentur. Hac sane mente in nobis opportunum visum est eum-


ob
ipso pontificatus nostri exordio, dem ipsum in quatuor classes di-

tantam temporum asperitatem in- videre, quarum altera equitibus


jucundo et permolesto , singulare magnae crucis primi ordinis , al-
praemium recte factis impertiri ,
tera equitibus magnae ciucis se-

itemque ad suas cuique partes de- cUndi ordinis, terlia equitibus com-
mandatas impensius obeundas quod- mendatoribus, quarta equitibus tan-
dam veluti incitamentum addere in tummodo constat. Praescripsimus
animo habentes illi praeserlim vi- iccirco, ut equites a magna cruce
ris, qui singulari studio, Consilio, primi ordinis magnam crucem e
fide., integritate nobis, et romanae serica fascia praelonga binis ordi-
Petri Cathedra e omni ope , atque nis coloribus pietà dextero hume-
opera adhaererent , novum eque- ro imposita, transversaque ad latus
strem ordinem instituere decrevi- sinistrUm descendente sustineant
mus^ qtiem ob praecipuum nostrae ac praeterea medio sinistro pecto-
in sanctissirnum praedecessorem ris latere innexam vesti gestent al-
Gregorium Magnum veneralionis terarci majorem crucem radiis un-
,

2o GRE GftE
tlique, ac gemmis chcu m ornata m ; immutare, pluraque
nostris lilteris
ut equites a magna cruce secun- etiam ab integro decernere, quae
dae classis praeter magnani cru- ad ejusdem ordinis splendorem au-
cem , ut supra appensam , medio gendum, majestatemque amplificali-
sinistro pectoris lalere alteram cru- dam pertinere posse videntur. Hisce
cem nullis coruscantibus gemmis igitur litteris statuimus atque man-
refulgentem deferant ; ut equitibus damus , ut posthac ex utraque
commendatoribus liceat crucem ma- classe magnae crucis una tantum
gnani gerere, quae e fascia collo constet , cui nomen erit primae
inserta dependeat, haud tamen cru- classis. Nobis vero, et romanis Pon-
cem alteram in latere pectoris si- tifìcibus successori bus nostris reser-
nistro; ut equites demum quarti vamus magna cruce gemmis orna-
ordinis crucem parvam ex com- ta in peculiaribus quibusdam casi-
muni equitum more in parte vestis bus eos decorare, qui nostro, eo-
sinistra ad pectus apponant. Quin rumdemque successorum nostrorum
etiam ad removendum quodcum- judicio singulari ratione honestan-
que discrimen, quod in hoc gestan- di Quapropter eos o-
videantur.
do insigne posset con tingere, cujus- mnes, qui magnam crucem secun-
que crucis schema typis excudi dae classis jam fuerint adepti, ad
mandavimus, novis quibusque equi- primam classem pertinere o inni no
tibus una cum diplomate traden- volumus et declaramus Itaque .

dum. Jam vero cum honoris ac deinceps Gregorianus ordo tribus


dignitatis splendor eo magis refill- tantummodo constabit classibus r
geat, quo minor est eorum nume- nempe equitibus a magna cruce,
rus, quibus confortar , nostri pro- commendatoribus, et equitibus. Nu-
fecto fuisset in votis, in Gregoria- merum autem cujuslibet ex tribus
no ordine constituendo eorum nu- iis classibus praefinire volentes ,

merum praefinire, qui in singulas quemadmodum in pluribus mili-


illiusclasses essent cooptandi. Sed tiis, vel equestribus ordinibus pro-
quoniam eo tunc praecipue specta- vide, sapienterque factum est, et
vimus, ut praemium iis potissimum nos ipsi vehementer optabamus ,
rependeremus, qui incorrupta fide, piena auctoritate nostra edicimus,
et egregio in nos, atque hanc san- atque praecipimus, ut equites a ma-
ctam Sedem studio et obsequio gna cruce numerimi triginta non
effervescentes id temporis seditionis praetergrediantur , comraendato-
impetus propulsarent , et religionis res septuaginta ; equitesdemum
causanti, ac civilem apostolicae Se- tercenti esse possint. Quem quidem
dis principatum prò viribus tueren- singularum classium numerum prò
tur, haud potuimus extemplo Con- iis tantum viris, qui civili aposto-
silia nostra certis quibusdam limi- licae Sedis principatui subsunt
tibus ci rcum seri bere. Nunc vero re- praescriptum volumus , propterea
bus divini jXuminis ope conversis, quod ad nostrum et successorum
atque exoptato in pontificiis nostris nostrorum arbitrium semper per-
provinciis ordine restituto, cum fi- tinebit homines etiam exterarum
dis , fortibusque viris mercedem gentium in cujusque classis coetum
proposuei imus, in eam venimus séri- praeter hunc numerum adlegere.
tentiam aliquid in coramemoratis Piacterca, ut hujus ordinis ratio
,

GRE GRE 21
perpetuo servetta-, ncque temporis quando celebrando pontificalmente
Japsu diuturna vetustate ullatenus siede nella cattedra o faldistorio;
imniutetur, mandamus, ut summus nel mezzo vi suole essere una cro-
ab actis Gregoriani ordinis , seu ce. Così il Macri, verbo Gremia-
ut dicitur, maguus cancellarius sit te, nella Notizia de vocab. cccl. '

i>. R. E. cardinali a brevibus apo- Nel Hierolexicon però aggiunge,


stolicis litteris , penes quem equi- che il gremiale si pone in grem-
lum nomina gradus admissionis
, , bo sacerdote celebrante, quando
al
dies, ac numerus diligenter serve- siede alla cattedra, per conservare
tur. Haec decernimus, atque sta- la pianeta ed impedire che col po-
tuimus, non obstantibus editis no- sar delle mani o del messale ven-
strislittex'is, de quibus habitus est ga qualche modo macchiata o
in
sermo, nec non etiam speciali men- sciupata. Il grembiale si usa del
tione dignis in contrari um facien- colore de'paramenti, e il celebran-
tjbus quibuscumque. Nobis quidem te lo usa allorché intuonato e det-
sperare fas est, novanti hanc consi- to il Gloria in excelsis Deo, si

Iji nostri instauratjonem optatum pone a sedere, sino al termine del


exilum assequuturam, eosque simili canto del Credo, in cui salendo
honore auctos, vel in posterum au- all'altare più non Y usa. Alcuni
gendos votis nostris, ac fini , ad lo chiamano finimento della pia-
quem referuntur, quam cumulatis- neta. Nella cappella pontificia il

sime responsuros, ac pontificia be- cardinale o vescovo celebrante usa


nevolenza, magis, magisque dignos ilgrembiale di seta del colore cor-
futuros, praesertim quod ipso in rente, fregiatocon ricami d' oro ,
insigni inscriptum legant, hoc mu- ordinariamente con la croce nel
qus potissimqm esse, qui P^o Deo mezzo, e glielo pone il diacono
et Principe vej maxime praestant. al canto del Gloria, al termine
Patum Romae apud s. Petrum sub del quale glielo levail suddiacono,

annulo Piscatoiis die XXX maii ovvero il cerimoniere il grembia- :

MPCCGXXXIV Pontificata nò- le lo pone e leva il diacono, in


siri anpo quanto. vece sua il suddiacono, ed in vece
di questo il cerimoniere. Dopo le

Pro domino cardinali Albano orazioni siede diacono gli


, e dal
A- Picchioni substitutus. viene posto in grembo il grembia-
le, che gli viene tolto al canto del

GREGORIOPOLI. 11 Pontefice vangelo dal cerimoniere, e lo ri-


Gregorio IV vedendo che i sarace- prende nel tempo del discorso se
ni, occupata la Sicilia, infestavano vi è, e del canto del Credo, dopo
i luoghi marittimi d'Italia, al cui il quale più non l'usa. Negli altri
intero dominio aspiravano, nell'an- luoghi si pratica che il suddiacono
no 828 riedificò e cinse di nuove mette e leva il grembiale, ed in
mina Ostia (Vedi),, città vescovi- altri il celebrante incomincia ad
le, e dal suo nome |a chiamò Gre- usare ilgrembiale dal canto dei
goriopò li. Kyrie, quando a questo si siede.
GREMBIALE o GREMIALE. Quando il vescovo è in trono, le-
Gremiate. Drappo prezioso, il qua- va e mette il grembiale uno dei
le si pone in grembo al vescovo, diaconi assistenti, come prescrive
n GRE GRE
il cerimoniale de* vescovi. Quando per genita sacerdotis i diaconi et
poi il vescovo siede nel faldistorio, subdiaconi taliter possunt ctiaiu
il grembiale lo mette e lo leva il super eam manus appodiare. Col
suddiacono, supplendo il maestro progresso tempo, come si fece
di
di cerimonie allorché quegli é im- del manipolo che serviva al dia-
piegato in altre azioni. cono e al sacerdote per asciuga-
Anche il Papa quando celebra re il sudore e le lagrime, e al
solennemente adopera il grembiale suddiacono per nettare i vasi, si
del colore de'paramenti, con nobi- fece anche del grembiale un pa-
li ricami d'oro, ed in mezzo la ramento sacro, benché il manipo-
croce o il nome di Gesù in cifra o lo restò sempre di drappo; ma il
sigle.Custode del grembiale è un gremiale solamente quando il ve-
prelato chierico di camera, che scovo solennemente parato siede in
per esercitare questo uffizio siede trono o in faldistorio. Nelle fun-
a sinistra del decano della rota zioni poi minori per gremiale usa
custode della mitra pontificia, in anche tovaglie di lino sopra la pia-
mezzo ai due camerieri secreti par- neta per non lordarla, come nelle
tecipanti. Nei vesperi pontificali, in collazioni degli ordini , nelle un-
cui il Papa nel dì seguente cele- zioni e consacrazioni, nella bene-
bra solennemente la messa, quel dizione delle candele, delle ceneri,
chierico di camera che dovrà in delle palme, ec. E qui noteremo
essa sostenere il grembiale, presen- che altrettanto usa il Papa, e n'è
tarlo al Pontefice, e ritirarlo quan- porgitore un prelato chierico di
do si alza in piedi, prenderà il camera, il quale finché il Pontefi-
medesimo luogo accanto al prelato ce tiene questo grembiale o zinale
decano, od altro uditore di rota di lino bianco orlato con merletto
sostenitore della mitra. d'oro, e croce d'oro ricamata nel
Il Sarnelli nelle Lett. eccl. toni. mezzo, con due fettuccie di seta;

X, p. 2 io, tratta alla lett. XCIX, bianca per legarlo alla vita,, va a
Del gremiate ultimo paramento porsi a sinistra dell'uditore di ro-
vescovile. Egli pertanto è di pare- ta sostenitore della mitra papale.
re, che quello che si dice del Ma' Inoltre il Papa adopera il grem-
nìpolo (Fedi) debba dirsi del gre- biale o zinale di lino bianco, nella:
miate, ch'era anticamente una map- benedizione e dispensa degli Agnus
pula o fazzoletto o pannolino che Dei; nel giovedì santo alla lavan-
il vescovo solennemente parato, e da de' piedi di quelli ehe rappre-
sedente in cattedra teneva in se- sentano gli apostoli, e poscia alla
no, acciocché quando appoggiava mensa dei medesimi ; nell' apertu-
le mani super femora non mac- ra e chiusura della porta santa,
chiasse col sudore la sacra veste ed in altre funzioni, riportandosi
detta pianeta. Che sia stata map- ai rispettivi luoghi altre nozioni
pula ossia appare dalla
tovaglia sul grembiale di lino bianco ado-
rubrica del messale domenicano, De perato dal Pontefice . Ripigliando
officio ministrorum altaris in mis- quanto dice il Sarnelli, soggiunge
sa ma/ori, che sedendo nelle mes- che la mappula diventò quel drap-
se cantate il sacerdote, diacono e po che diciamo gremiale, così de-
suddiacono mappulam cstendeat su- scritto dal Gavanlo a p. 281, do-
GRE GRE 23
ve parla delle misure della sacra nandos, etc. ". Durando nel lib. 3,
suppelletlile : »
Gremiale longe e. 16, avendo terminato di parla-
constet cubitis ci rei ter duobus, late re degli abiti pontificali, in luogo
cubito uno tantum, et unciis cir- del grembiale dice De sudario, che
citer duodecim, undique cinctum forse a suo tempo non era muta-
lasiniarum auro, argento ve intexa- to ancora nel gremiale, di cui ra-
rum ornatu". gioniamo, essendo egli fiorito nel
IlBauldry, maestro dei maestri 1270. Egli dunque cosli esprimesi.
delle cerimonie, come lo chiama « Est lineus pannus, quem mini-
il quanto scrive, De
Sarnelli, ecco strans episcopo semper paratum
acolyto, seu ministro de premiali. habet, quod ille sudorem, et omucui
» I. Episcopus cum pianeta est superfluum corporis tergat humo-
indutus gremiali utitur, et non rein ". E ciò, al dire del medesi-
extra missatn prorsus, eontramul- mo Sarnelli, significa lo studio col
tos, qui utuntur eo etiam ad vespe- quale in questa vita rasciughiamo
ras, et cum episcopus procedit ad gli umani pensieri, per mezzo de-
altare expresse con tra caeremonia- gli esempli de' santi padri, co'quali
le. Unde ad vesperas, et ad pro- siamo corroborati alla pazienza. Per-
cessiones nunquam adhibetur, sed chè siccome, egli pur dice, il sudo-
tantum ad missam, est quae colo- re è nel corpo, così ancora il tedio è
ris paramentorum. II. Minister de nell'anima, alle volte per essere noi
gremiali ipsum ambabus manibus consapevoli de' peccati preme la
tenet complicatum , postquam il- fronte della coscienza. Abbiamo dun-
lud e credentia seu abaco coeperit, que il sudario di lino, castigato con

dum episcopus legis introitum, et molte percussioni, e mondato, con


illud defert ad partem evangelii, cui astergiamo i mondani affetti,
et cum opus est illud offerì dia- e anche con David e Giob discac-
cono secundo, aut subdiacono, quid ciando la mestizia ci mondiamo. E
illud sedenti imponet, ut supra di- nel fine dice: Manipuli quoque
xiuius, postquam capiti ejus mi- pene cadetti est significalo. Al
tram imposuerit. Sed antequam ei presente il celebrante, i vescovi ed
auferatur mitra, prius gremiale est il Papa con asciugano
fazzoletti si
auferendum ab ipso diacono, et il sudore ed il flusso del naso, i
tradendum ministro, qui quoties quali sono loro all'occorrenza som-
illud tradit, aut recipit, toties il- ministrati dal cerimoniere assi-
lud osculali debet, propter reve- stente.
rentiam episcopi, ex Castaldo lib. GRENOBLE ( Gratianopolitan).
I, sect. 5, cap. 6. Advertatautem Grenoble, città con residenza vesco-
diligenter, quando eo uteudum erit; vile di Francia, nel Delfinato, capo-
praecipue in conferendis ordinibus, luogo del dipartimento dell' Isero,
et in unctionibus, seu consacratioui- di circondario e di tre cantoni. E
bus eo debet episcopus saepe,
uti sede d' una corte reale , de' tribu-
sed istud tunc proprie est mappa nali di prima istanza e di com-
linea non gremiale* sericeum. Si- mercio, capoluogo della settima di-
militer ea mappa linea episcopus visione militare che comprende i

utitur, dum tradit candelas, ramos, dipartimenti dell' Isero, della Dró-
distribuii cineres, et ungis ordi- me e delle Alte Alpi, e capoluo-
,,

a4 GRE GRE
godei 1 3.° circondario forestale. Vi nerale, la cattedrale di gotico sti-
sono direzioni delle contribuzioni le, ed il teatro. Evvi un bel giar-

dirette e indirette , dei demani e dino pubblico e molti altri ameni


dogane, una conservazione delle passeggi. Oltre le chiese cattoliche
ipoteche , una camera consultiva ve n' è una protestante, due ospi-
delle manifatture, arti ecommercio, zi, uno de' quali pegli esposti, una
ed una società di scienze ed arti. università, una facoltà di diritto,
Grenoble è piazza di guerra, situata una di scienze, un collegio reale,
in mezzo alla fertile valle di Gre- una biblioteca pubblica con più di
si vaudan, a' piedi del Rachet, che sessantacinquemila volumi, e con mol-
appartiene alle montagne della Ghar- ti una scuola
manoscritti preziosi ,

treuse, una delle ramificazioni del- di medicina, una ed una


di disegno
le Alpi, e un poco al di sopra del di artiglieria, un museo, un gabi-
confluente Drac e dell' Isero
del netto di storia naturale, uno di fi-
che la divide in due parti inegua- sica, un giardino botanico in cui si
li. Quella chiamata s. Lorenzo è danno pubbliche lezioni, ed un de-
rinchiusa fra le montagne e la ri- posito di stalloni, oltre altri stabi-
va destra dell' Isero e comunica ,
limenti. Questa città ha pure una
mediante due ponti, l'uno di pie- gran fabbricazione rinomatissima di
tra e 1' altro di legno , coli' altra guanti, e fa singoiar commercio di
parte chiamata il quartiere di Boli- rata fiat, liquore graditissimo che si

ne, che si estende nella pianura estrae dalle cerase: visi tengono quat-
alla riva sinistra del fiume. S. Lo- tro fiere triduane. L'antica città avea
renzo è cinto d' una debole mura- due sole porte, quella detta delle Gal-
glia, e il quartiere di Bonne ha lie,e l'altra d'Italia ;al presente ne ha
un circuito da bastioni.
difeso cinque, due sulla riva destra dell'I-
Un'antica fortezza chiamata la Ba- Enrico IV
sero, e tre sulla sinistra.
stiglia , situata sulla montagna del e Luigi XVI
ordinarono nuovi
vi
suo nome, domina tutta la città; lavori, onde rendere la piazza ines-
l'arsenale che forma un' altra cit- pugnabile, sebbene essi mai ebbe-
tadella, sta nell' angolo nord-est di ro il totale compimento. E pro-
Grenoble, sulla riva sinistra dell' I- tetta da otto bastioni e da fosse
sero. 11 quartiere di s. Lorenzo profonde che possono essere age-
detto anche la Ferrière, a cagione volmente inondate. Grenoble ha
della sua situazione a' piedi delle sofferto frequenti inondazioni, la
roccie, non
che in due consiste più spaventevole delle quali, avve-
grandi strade. Bonne, che si può nuta nel i65i, rovesciò un ponte
considerare come la città propria- di pietra ed un'alta torre decorata
mente detta, è cinta dai sobborghi s. d'un orologio. A. tre leghe di di-
Giuseppe e Trecloitres assai gran- ; stanza, in mezzo di precipitosi bur-
de e bene distribuita, è però assai roni , trovasi verso il nord - est di
mal fabbricata. Sì osservano molti Grenoble la gran Certosa ( Ve-
belli edifizi , e fra gli altri il pa- di) y Chartreuse, famoso moni.slero
lazzo episcopale e quello di giusti- dedicato a s. Brunone, e capo del-
zia di gotica struttura, il palazzo l' illustre ordine de' certosini. Que-
della città, ove dimorò il contesta- sta città, un tempo capitale del
bile di Lesdiguières, l' ospedale ge- Uelfinato signoria del Delfino [Pe*
GRE GRE 25
dì) > e nella quale nel i453 Lui- d'occidente, dal dominio dei romani
gi XI essendo ancor delfino di Fran- passò a quello de'goti, alani , vandali
cia eresse un parlamento, è patria e borgognoni, e da questi nel sesto
di moltissimi uomini celebri, e fra secolo ai re di Francia della stirpe
gli altri del cavaliere Baiardo, di dei Merovingi : in questo secolo Gre-
Condillac, diMably e del mecca- noble essendo stata assediata dai
nico Vaucanson, che hanno delle longobardi, da Ennio
fu liberata
statue nell'edilizio del collegio; co- Muramolo. Dopo la morte di Lui-
sì pure
di Gentil-Bernard, di Ten- gi I il Buono, Bosone s'impadronì
cin, di Barna ve, e di Gio. Pietro del regno di Borgogna, di cui
]Bourchenu de Valbonais, antiqua- questa città faceva parte, ma non
rio ed autore d' una storia del Del- la conservò per lungo tempo, per-
finato, chè Carlo li il Grosso la prese.
Grenoble, bella ed antichissima Neil' 855 fu invasa dai saraceni, i

città di origine gaulese, ed una quali non ne furono interamente


delle più celebri della Gallia nar- scacciati che lungo tempo dopo.
bonese, fu chiamata Accussium da Questa parte del regno di Borgo-
Tolomeo , e portò al tempo degli gna essendo stata riunita agli stati
allobrogi il nome di Cularo o Cula- di Rodolfo II , Grenoble cadde in
rone. Sì crede essere slata abitata potere di Corrado e di Rodolfo il
dai che dipendevano in un
tri colo res Codardo suo figlio che le accor- ,

al territorio Gresivaudan dagli allo- darono grandi privilegi, insieme al


brogi, e che furono compresi fra i vescovo ; laonde da tal epoca i ve-
popoli delle Alpi. Sotto i romani scovi di Grenoble divisero la loro
conservò il suo nome e fiorì, poi- autorità coi conti del Gresivaudan,
ché per la sua situazione, fu un che presero più tardi il titolo di
importante posto militare, in cui delfini, e non furono interamente
Cesare e gl'imperatori romani man- assoggettati, che quando il Delfina-
tennero sempre poderosi presidii ; to fu ceduto ai re di Francia, ver-
laonde Massimiano, mandato nelle so l'anno i477« ^ contestabile di
Gallie da Diocleziano, la fortificò. Lesdiguières , essendo governatore
Egli ricostruì l'antica città e gittò del Delfinato , aumentò il circuito
i fondamenti della nuova sull'op- di Grenoble. Molto sofferse que-
posta riva del fiume; congiunse le sta città nel secolo XVI, durante
due con un ponte, le circondò di le guerre civili. Più volte fu presa
forti e vi edificò comodi alloggia- e perduta dagli eretici ugonotti e
menti per gli abitanti e pel presidio. dai cattolici. Negli anni 1814 e
^L'imperatore Graziano avendola po- i8i5 fu occupata dagli alleati, ed
scia ingrandita, e collocatavi una guar- il secondo anno vi entrarono me-
nigione, prese essa il nome di cit- diante una capitolazione, e dopo aver
tà di Graziano o Gratianopolis , sofferto grave perdita, durante i tre
dal quale sembra derivato quello giorni che restarono innanzi a que-
c|i Grenoble. Si scopersero delle sta piazza. La seconda occupazione
iscrizioni e degli avanzi di monu- ebbe luogo, perchè Grenoble fu la
menti che più non lasciano alcun prima città importante che in Fran-
dubbio sulla rimota sua origine. cia avea aperto le porte a Napo-
Nel quinto secolo, caduto l'impero leone, al suo ritorno dall' isola deb
26 GRE GRE
r Elba. Nel declinar del decorso se- i prelati Caracciolo e Spina, l'abbate
colo, avendo onorato di breve sog- Marotti, il p. Gian Pio da Piacen-
giorno questa città il glorioso Pio za, e l'abbate Baldassarri segretario
VI, e nei primi anni del corrente del primo, ed altrettanti secolari
l'immortale Pio VII, qui appresso della corte, restando presso il Pa-

ne daremo un cenno. pa il solo ecclesiastico p. Girolamo


Dopo la detronizzazione di Pio Fantini, e gli altri secolari : il di-
VI, operata dalle armale repubbli- stacco fu tenero e commovente, e
cane francesi occupatrici dello sta- a' 12 giugno giunsero a Grenoble;
to pontificio, a' 20 febbraio 1798 nel qual giorno vi arrivò pure il
portarono via da Roma prigionie- cav. d. Pietro Labrador incaricato
ro il gran Pontefice. Dopo averlo dal re di Spagna di porsi a fianco
tenuto incarcerato a Siena ed al- di Pio VI , e di adoperare tutti i

laCertosa di Firenze, lo trasporta- mezzi per alleggerirgli i suoi tra-


rono in Francia nel 1799 con pe- vagli e le pene della dolorosa sua
nosissimo viaggio. Nella cittadella schiavitù,quando il direttorio de-
di Torino, ove fu chiuso a* 24 a- cretava che il Papa fosse traspor-
prile, gli fu intimato per parte del tato a Valenza. A' 27 giugno Pio
direttorio della repubblica, che Gre- VI partìda Briancon in una car-
noble sarebbe stato il termine del rozza, sedendo al lato sinistro il
suo viaggio; ma a Susa invece sep- p. Fantini , e rimpetto i due aiu-
pe che Briancon era il luogo as- tanti di camera Bernardino Calvesi
segnato per dimora, non Grenoble ; e Andrea Morelli nella seconda
:

onde al solito Pio VI rispose : sa- carrozza entrarono tre altri fami-
rà quello che Dio vorrà, sebbene gliari pontificii , ed il commissario

inferiore d'assai ne fosse il soggior- di Gap; gli altri famigliari segui-


no. A* 3o aprile il venerabile esu - rono a cavallo o sui carretti colle
le lasciò T Italia per entrare iu bagaglie. Oppresso Pio VI da le-
Francia, e la primache lo città targico sopore per gli scotimenti
,

accolse fu appunto Briancon ; ma della carrozza cadeva addosso al


quando l'esercito austro-russo in- p. Fantini, che non valendo a so-
noltravasi pel Piemonte, il Ponte- stenerlo cedette il suo posto all'a-
fice fu trasferito uno de' sette
in iutante di camera giuniore. Indi per
forti della città chiamato Tre teste, s. Crispino e Savines, giuuse a Gap,
onde porre in sicuro un ostaggio e per Vizille accompagnato sem-
tanto ragguardevole. Avanzandosi pre dalla divota moltitudine , a' 6
l'esercito a Susa, il general Muller luglio arrivò a Grenoble, che Io
ordinò che il santo Padre colla accolse con venerazione e religioso
sua comitiva per sicurezza fosse tripudio. La pi issi ma e virtuosa
mandato a Grenoble, e subito al- marchesa di Vaux, vedova del ma-
meno quelli della famiglia che non resciallo di tal nome, della nobile

erano necessari al di lui servizio, casa di Corbeau, ottenne di pote-


cioè a dire gli ecclesiastici. Inutili re aver la consolazione di allog-
furono le loro rimostranze, quelle giarlo nel suo palazzo , non senza
dei municipalisli ,e quelle del Pon- difficoltà, coadiuvata dal cav. Du-
tefice: agli 8 giugno partirono per miraille, buon cristiano, e divoto
Grenoble cinque ecclesiastici , cioè della santa Sede. Il Papa rivide in
,,
,

GRE GRE 27
Grenoble con paterno affetto i fa- Baldassarre, Relazione delle
nella
migliari partili .da Briancon, ed avversità e patimenti di Pio f/ ft
essi colla massima tenerezza si get- tom. IV, pag. 107, 160, 191 e
tarono a' suoi piedi : essi erano re- seg. tutto narra distintamente.
stati contentissimi della dimora in In quanto poi al degno di lui suc-
Grenoble, ove con edificazione e- cessore Pio VII, dopo che le armate
ransi veduti servire a mensa da imperiali francesi invasero i domimi
dame travestite da serve , per la della Chiesa e Roma, da questa a'6
divozione che aveano pel vicario luglio 1809 trassero il Pontefice pri-
di Gesù Cristo, considerandoli co- gioniero, accompagnato dal cardi-
me fedeli compagni del suo esilio. nal Pacca, il quale ne fu separa-
Non è facile esprimere la commo- to alla Certosa di Firenze. Prose-
zione che la presenza del Papa guendo il viaggio, Pio VII fu por-

produsse in Grenoble , e siccome tato a Montmeillan ove si riunì


tutti affollavansi al palazzo, questo col cardinale, ed insieme entrarono
si dovette chiudere, non valendo in Grenoble a' 21 luglio; ivi ne
le guardie a frenare il popolo an- fu nuovamente separato, e il cardi-
sioso dell' apostolica benedizione nale fu condotto alla cittadella di
onde per calmar una specie di am- Finistrelle. Il Papa venne alloggia-
mutinamento, fu pregato il Ponte- to nella casa della prefettura, e vi
fice a contentarlo dal balcone, fra rimase negli undici giorni che di-
gli evviva e le di mosti-azioni di os- morò in Grenoble, accoltovi con
sequio dell' esultante moltitudine manifesti segni di profonda vene-
che presentò un imponente spet- razione , gittando il popolo fiori
tacolo di fede e di pietà. Procurò entro la sua carrozza. Finché re-
l'illegittimo vescovo di Grenoble, stò in questa città, Pio VII corri-
che secondo la costituzione civile spose alle brame de' fedeli, dando
del clero chiamavasi vescovo del- ogni sera la benedizione , ammet-
l' Isero , di parlare al Papa , e di tendo al bacio del piede chi pote-
rimettergli un plico, ma fu riget- va avvicinargli, cosi ad ascoltare
tato come intruso che s'intitolava la sua messa; ma il clero si ten-
arcivescovo di Grenoble, non usan- ne costantemente lontano, e nep-
do il titolo di metropolitano con- pure fu permesso di presentarsi ad
governo rivoluzionario.
feritogli dal un vicario generale di Lione, che
A' io parti Pio VI dalla
luglio era incaricato di una missione del
città per Valenza , ove nel gior- cardinal Fesch zio dell'imperatore
no avanti l' aveano preceduto i Napoleone. Il primo agosto Pio VII
sum mentovati cinque ecclesiastici riprese il viaggio
per la strada di
passando per Tullins e s. Marcel- Valenza, onde per Avignone giun-
lino ,Romans, ec. Appena partito se la sera ad Aix. Il cardinal Pac-
Pio VI da Grenoble, a torme en- ca Memorie storiche y ed il
nelle
trò il popolo nelle camere che a- commendatore Artaud nella Storia
vea abitato, cattolici e protestanti; di Pio PII, narrano il soggiorno
altri lo seguirono divotamente lun- di questo Papa in Grenoble.
go la strada, e sino a Valenza le La sede vescovile di Grenoble
dimostrazioni dei popoli equivalse- fu eretta nel quarto secolo, sotto
so a trionfo religioso. Il nominato la metropoli di Vienna ; poscia di-
otf GRE GRE
venne suffraganea di quella di Lio- cancelleria di Francia del 1227.
uè, della quale è tuttora. Il vesco- Guglielmo di Sassenage, nominato
vo nel 1 1 61 fu da Federico I im- in molte carte della certosa, dal-
peratore dichiarato principe e con- l'anno 1266 fino al 1329: sembra
te di Grenoble; e prima godeva che sia stato a cagione della sua av-
ventottomila lire di rendita, con vedutezza e prudenza nel trattare
amplissima diocesi che conteneva im por tat issi mi affari, che i Pontefici
trecento trentaquattro parrocchie. lo nominarono protettore de' certo-
Jl primo vescovo di Grenoble fu sini e conservatore dei loro privi-
Ponnino , che trovossi nel 3i8 al legi.Francesco di Gonzié alcuni lo
concilio di Aquileia, con Ambro-
s. fanno vescovo di Grenoble, ma non
gio di Milano, e Proculo di Mar- pare sia stato cardinale ; fu bensì
siglia. I di lui successori più di- celebre camerlengo di s. Chiesa, e
stinti sono i seguenti prelati: Isi- legato d'Avignone, onde molto di
zio od Esichio che intervenne a lui parlammo a quegli articoli: fu
quattro concilii, cioè al quarto di ancora arcivescovo di Narbona,
Parigi nel 5^3, al primo di Ma- esattissimo osservatore della disci-

$on nel 58 1, al terzo di Lione plina, e rigido censore del clero ;

nel 583, ed al secondo di Ma- inoltre il suo attaccamento per la


£on nel 585. Ebbone che assistette gran certosa, e la sua pietà verso i
pure a quattro concilii, al terzo di defunti accrebbero il novero de'suoi

Valenza neh' 853, a quelli di Lan- meriti distinti Giovanni de la


.

gres e di Toul nell'859, ed a quello Croix, signore di Cherrières e con-


di Toussy nell'86o. S. Ugo, discen- te di Saint- Vallili, dopo di ave-
dente dall' illustre famiglia di Chà- re degnamente coperto importan-
leauueuf sull' Isero, vescovo di Lio- tissime cariche fu nominato vescovo
ne nel 1080, consacrato vescovo di di Grenoble da Enrico IV, e con-
Grenoble nel 1081 a Roma dal sacrato nel 1607; sembrando nato
Pontefice s. Gregorio VII egli ri- : per essere utile a tutti , morì nel
cevette s Brunone co' suoi compa- 1619 in Parigi, dopo di avere as-
gni nel deserto delia gran Certo- sistito agli stati generali del regno.
sa ; assistette al concilio di Vienna Pietro Scarron nominato vescovo
nel ii 12, ed a quello di Tournus nel 1620, consacrato in s. Vittore
nel iu5; e morto uel ii32, fu di Parigi a' 7 marzo 1621, arrin-
canonizzato da Innocen'zo II a' 22 gò Luigi XIII a Valenza nel 1622,
aprile 11 34. Goffredo certosino, assistette ali' assemblea del clero in
nominato nella vita di s. Anselmo, Parigi nel 1626 ed a Nantes nel
che dall'imperatore Federico I, con iG 41, e parlò iu nome dello stesso
diploma del 1161, che si custodi- clero a Luigi XIII in Amiens. Nou
sce negli archivi, fu dichiarato con- siconoscono i di lui successori si-
te e principe di Grenoble. Solfre- no a Stefano le Camus, nato da
do certosino governava questa chie- famiglia distinta di Parigi; da ele-
sa 1223: trasportò nella chie-
pel mosiniere nel 1G71 fu eletto ve-
sa di Andrea di Grenoble pre-
s. i scovo, e crealo cardinale nel 1686
vosti ed canonici stabiliti prima
i da Innocenzo XI menò vita pe-
:

a Campaniuc dal conte Delfino, ni lente ed austcrissima 5 per suo


come consta da tip decreto della ordine Geuet vescovo di Vaisou,
GRE GRE 29
Compose la cognita opera, Teolo- rio: moniste™ di Montfleury del-
il

gia morale di Grenoble; fece un l'ordine di s. Domenico, in cui ani-


gran numero di fondazioni, fra le mettevansi le sole donne nobili, era
quali due seminari, e mori nel situato in cima ad una rupe sulla
1707 lasciando eredi i poveri che strada della gran Certosa. La dio-
sempre avea beneficati. Giovanni cesi che conteneva trecentotrenta-
de Caulet di Tolosa fu consacrato quattro parrocchie, ne contiene in
vescovo nel 1726, ed ebbe lunghis- oggi sole quarantasei, con trecento-
simo vescovato, morendo nel 1 77 1 ; novantasette chiese succursali, e ses-
gli successe Giovanni de Cairol di santacinque vicariati. La mensa è
Narbona traslato da Vence. Per tassata ad ogni nuovo vescovo in
morte di Claudio Simon di Dijon, fiorini trecento settanta, ascenden-
fatto vescovo da Pio VII nel 1802, do l'assegno del vescovo a quindi-
Leone XII nel concistoro de' 3 lu- cimila franchi.
glio 1826 preconizzò vescovo di GRETSER Jacopo, pio e dotto
Grenoble monsignor Filiberto de gesuita tedesco, nato a Markdorf
Bruillard di Dijon, che al presente nella Svevia circa il 1 56o. Entrò nella
ne governa la chiesa con zelo pa- compagnia di Gesù in età di dicias-
storale. sett'anni, e vi si distinse per l'erudi-
La cattedrale, ampio edifizio di zione. Coltivando gli studi non tras-
gotica struttura, è dedicata a Dio curò 1' orazione , e fu modesto
sotto il titolo della Beata Vergine quanto dotto. Fu professore a In-
Assunta in cielo. Il capitolo si com- golstadt per ventiqualtr' anni, ed
pone di otto canonici capitolari, di ivi mori ai 29 gennaio 1625. Era
nove canonici onorari e di preti , uno de' più dotti controversisti e
e chierici addetti alla uffiziatura : de' più fecondi scrittori del suo se-
anticamente il capitolo era for- colo. La sua vita fu una continua
mato dalla dignità del decano, e guerra contro i protestanti, in difesa
da venti canonici. Nella cattedra- instancabile della fede cattolica, e in
le oltre altre reliquie venera il
si favore del suo ordine. Compose è
corpo di s. Vittore martire hav- : tradusse un gran numero di opere,
vi il fonte battesimale, e la cura che furono stampate a Ratisbona
delle anime si esercita dal par- nel 1734, in 17 volumi in foglio,
roco. L'episcopio è attiguo alla me- con questo titolo: Gretseri, Opera
desima cattedrale, essendo, come omnia, antehac ab ipsomel alido-
dicemmo, grande ed ornato edifizio. re accurate recognita , opusculis
Nella città vi sono tre altre parroc- multis , notis et paralipomenis più-
chie titolari, e due succursali, tutte ribus propriis locis in hac editione
munite del Vi sono anco-
battisterio. insertis aucta et illustrata s ec. In
ra cinque monisteri di monache, di- questa collezione v' hanno molti
versi sodalizi, tre ospedali, due semi- scritti di controversia ; v' è special-
nari, uno grande, l'altro minore, con mente esaurito quanto appartiene
parecchi alunni. Prima in Greno- alla Croce in difesa del Bellarmi-
ble contavansi circa venti moniste- no. Trattò a fondo di tutto, e con
ri e conventi di religiosi d'ambo i robustezza, che alcuni chiamarono
sessi: i gesuiti aveano un collegio, asprezza ; ma per mancanza di
ed i padri dell'oratorio il semina- buona critica fece uso d'alcune co-
,

3o GRI GRI
se che dagli eruditi sono stimate diocesi, che si leggono nel codice
apocrife. 1898 della Colbertina, e fu fallo
GRIFFONE, Cardinale. Griffone uditole di rota. A' 18 settembre
nel dicembre 1 1 34 o 1 1 35 fu creato 1 366 il Papa lo creò cardinale
da Innocenzo II prete cardinale del dell'ordine de* preti , col titolo di
titolo di s. Pudenziana indi nel , s. Pietro in Vincoli, e poi vesco-
il 39 vescovo di Ferrara. Il Pa- vo d'Albano, ed arciprete della pa-
pa gli fece dono del corpo di s. triarcale basilica lateranense, dove
Romano martire che da lui fu
, coi cardinali Rinaldo Orsini , e di
riposto decentemente dentro un'ur- Belforte, per ordine del Papa col-
na di marmo, quindi lo collocò in locò dentro il ciborio sull' altare
una chiesa dedicata a Dio in ono- maggiore i nuovi busti colle teste
re di esso; e Celestino II parimenti de' ss. Pietro e Paolo. Fu depu-
a di lui istanza ricolmò d'insigni fa- tato con decoro in cinque lega-
vori la sua chiesa. "Vuoisi che sia zioni, tra le quali quella a Pietro
passato ad altro titolo, e morì nel il Crudele re di Castiglia, il quale
1147. minacciava di sottrarsi all'ubbidien-
GRILLO Ottone, Cardinale. Ot- za della santa Sede. Nel 1367 ac-
tone Grillo genovese, consanguineo compagnò Urbano V in Roma, e
del Pontefice Innocenzo IV, fu dal nell'anno seguente fu preposto a
medesimo nel dicembre iiSi o vicario o vicegerente della Marca,
1253 creato cardinale diacono, di- dell'Umbria e della Toscana, non
chiarandolo legato a latere in Ger- che delle provi ncie di Marittima e
mania per l'elezione dell'imperatore, Campagna , nella quale occasione
ed ivi morì nel pontificato di Ales- fece un'esattissima descrizione del-
sandro IV. L* Aubery ed il Panvi- la Romagna , il di cui originale
nio non fanno menzione di questo conservasi nell'archivio segreto va-
cardinale. ticano.Stabilì il suo domicilio in
GRIMALDI o GRIMOARDI An- Bologna, a fine di guardare e di-
gelico o Anglico, Cardinale. An- fendere quella città dalle insidie dei
gelicoo Anglico o sia Egidio Gri- Visconti di Milano, non avendo
maldi o Grimoardi, nacque nel ca- mancato di recarsi al conclave per
stello di Grissac, diocesi di Mande l'elezione di Gregorio XI, e poi a
nella Linguadoca, e non quale lo quello di Urbano VI, quantunque
descrive il Godwino nel commen- di questo ultimo pare che il Ba-
tario de' prelati e cardinali inglesi. luzio ne dubiti. Nel tempo della
Da canonico regolare dell'ordine di sua legazione diede nella città di
s. Agostino , e priore di s. Pietro Mantova per ispecial commissione
nella diocesi di Die, siccome per- di Urbano V
suo fratello, il pallio
sonaggio rispettabile per 1' esempla- ad Alberto di Slrenburg arcive-
re di lui condotta, e per un gran scovo di Magdeburgo. Fondò nella
fondo di virtù di cui era dotato, città di Apt un monistero di sa-
venne dal fratello Urbano V pro- cre vergini dell'ordine cisterciensc
mosso nel i362 al vescovato d'A- a cui assegnò copiose reudite, e in
vignone, dove allora risiedevano i Montpellier edificò una casa ai ca-
Pontefici. Pubblicò alcune costitu- nonici regolari con entrate sufficien-
zioni pel buon regolamento della ti; e fece lo stesso in Avignone
ORI GRI Zi
con le monache di s. Benedetto, le labro, e anno seguente vesco-
nell'
quali dal monistero situato nel bo- vo di Venafro con l' amministra-
sco del Four presso Villanova, ri- zione della chiesa di Brugnato, e
dusse nella città, in tempo in cui di quella di Bari nel i53o. In
i ladroni militati scorrevano a gros- quest'anno il Papa gli affidò la le-
se torme per la Li ugnati oca e la gazione di Genova, nella quale si
Provenza ; a dette benedettine fon- diportò con molta saviezza , aven-
dò il monistero, e gli stabilì ren- do in tutte le occasioni dato chia-
dite considerabili. L'imperatore Car- re prove del suo affetto verso quel-
lo IV essendosi trasferito in Avi- la repubblica, e del suo zelo per
gnone a visitare Urbano V, onorò la religione. Paolo IH, alla cui e-
il cardinale di un nobilissimo di- lezione era intervenuto, nel i53$
ploma riportato dal p. Fantoni gli die il governo della diocesi di
ii eli' Istoria d'Avignone pag. 3 1
2, Albenga, e lo destinò legato della
col quale confermò tutti i privile- Liguria, dove fece risplendere il
gi Avigno-
accordati alla chiesa d' suo vivo impegno verso la Chiesa,
ne da altri imperatori, e ne con- e quella maschia prudenza che lo
cesse di nuovi. Nella partenza di dirigeva nella trattazione de' più
Gregorio XI da Avignone, accadu- ardui affari. Questo cardinale recò
ta nel
1376, il cardinale vi restò grandi vantaggi alla santa Sede,
con altri cinque cardinali, e nel non solo coll'autorità, ma eziandio
1379 si condusse a Montpellier per con con gli esempli
la dottrina, e
calmare l'ira e lo sdegno da cui di un incontaminato costume, e
rimase compreso Lodovico d' An- colla libertà senatoria colla quale
giò, a motivo del gravissimo tu- espose sempre i suoi sentimenti.
multo destatosi in quella città con- Morì in Genova nel i543 a' 27
tro i regi ministri che da quei
, novembre, assistito da' suoi figliuoli
contadini fatti in pezzi erano stati che ne piansero la perdita, ed ivi
gettati dentro ad un pozzo: la sua rimase onorevolmente sepolto.
valida ed autorevole interposizione GRIMALDI Girolamo, Cardinale.
mitigò la pena stabilita ai ribelli. Girolamo Grimaldi, denominato il
Ma alla sua riputazione recò gran giuniore, d'illustre prosapia genovese
pregiudizio l'aver seguito le parti de'baroni di s. Fely o s. Felice nel
dell'antipapa Clemente VII. Mo- regno di Napoli ove nacque. Porta-
rì Avignone nel i388.
in tosi a Roma nel 162 1 fu da Gre-
GRIMALDI Girolamo, Cardi- gorio XV ammesso tra i referen-
nale. Girolamo Grimaldi patrizio dari delledue segnature, e nel 1626
genovese , chiamato il seniore , da Urbano Vili occupato nella vi-
in età giovanile si unì in matri- celegazione della provincia del Pa-
monio con una dama della pro- trimonio, e poi nel governo della
pria patria, la quale con l'imma- città di Roma, e destinato per ul-
tura sua morte gli diede tutto l'a- timo alla nunziatura straordinaria
gio di consacrarsi al servigio del a Vienna all'imperatore Ferdinan-
Siguore ; laonde a' 2 1 novembre do II, dopo la quale passò al go-

1527, mentre Clemente VII era verno della città di Perugia e dei-
in Castel s. Angelo, lo creò cardi- ducato d'Urbino in qualità di vice-
nale diacono di 3. Giorgio in Ve- legato, in assenza del legato. Ven-
i,

32 GRI GRI
ne poscia destinato nunzio a Luigi conclavi, finì di vivere nel i685
XIII re di Francia, nel qual tem- in Aix, universalmente compianto
po ed assente da Roma, quivi Ur- dal popolo per la sua giustizia e
bano Vili a' i3 luglio i643 Io fortezza d' animo. Venne sepolto
creò cardinale prete col titolo di nella metropolitana.
s. Eusebio, donde nel 1675 passò GRIMALDI Nicolò, Cardinale.
al vescovato di Albano sotto Cle- Nicolò Grimaldi genovese nacque
mente X. 11 cardinal Mazzarini, nel regno di Napoli nel castello del-
mentre il Grimaldi era nunzio di la Pietra, feudo di sua nobile casa,
Francia, gli rinunziò la celebre ab- e compiti con successo il corso de-
bazia di Fiorenzo presso Salmu-
s. gli studi, si trasferì in Roma nel
ro, la quale per alcun tempo potè pontificato d' Innocenzo XI, che
governare da se stesso. I suoi rari l'ammise in prelatura ed al gover-
talenti congiunti ad una specchiata no di alcune città della Chiesa. In-
prudenza ed insigne probità di vi- nocenzo XII lo fece segretario del-
ta, gli meritarono il ministero del- la congregazione dell'immunità, e
la corona di Francia in Roma, e poi di quella de' vescovi e regolari,
da Luigi XIV la nomina all'ar- finché Clemente XI a' 17 maggio
civescovato d'Aix, di cui ricevè nel 1706 lo creò cardinale diacono ti

i655 da Alessandro VII,


le bolle s. Maria Cosmedin, annoveran-
in
non avendole in otto anni mai con- dolo alle congregazioni nominate,
seguite da Innocenzo X. Giunto al- a quella de' riti, e ad altre. Indi
la sua chiesa celebrò il sinodo, fon- lo dichiarò legato di Bologna, ove
dò seminario dotandolo d'ampie
il sebbene godesse fama d'uomo d'a-
rendite, ed ebbe di esso una cura nimo forte e severo, favori il pas-
speciale, badando elle i chierici fos- saggio alle truppe cesaree, forse per
sero bene istruiti nella sana dottri- timore di minacciato saccheggio, ciò
na, nelle sacre cerimonie, e ne'do- che non sembra che fosse vero. Di-
veri ecclesiastici , e risplendessero messa la diaconia, passò al titolo
per illibati costumi. Riguardando di s. Matteo in Merulana, e nel
le rendite ecclesiastiche come pa- 1717, d'anni settantadue, a' 25 ot-

trimonio de* miseri, li sollevò in tobre, cessò di vivere. Il suo ca-


diocesi con generose limosi ne, esten- davere fu tumulato nella chiesa .dei
dendosi la sua liberalità anco coi cappuccini presso la porta, con a-
letterati de' quali fu splendido mece- dorna lapide e semplice iscrizione.
nate. Costretto dalla costituzione GRIMALDI Girolamo, Cardina-
d'Urbano Vili a risiedere alla sua le. Girolamo Grimaldi nacque in
chiesa, quando ebbe quella di Al- Genova di senatoria famiglia, e fu
bano ottenne che ne esercitasse le ammesso tra i prelati nel principio
veci il fratello fr. Angelico dome- del pontificato di Clemente XI, che
nicano. S'interpose presso Inno- lo spedi internunzio a Brusselles
cenzo X, d'ordine della corte di poi nunzio in Colonia, indi in Po-
Francia, per la riconciliazione dei lonia ove assistè al concilio cele-

Barberini, con ottimo successo, pe- brato nel 17 19 dai vescovi greco-
rò dopo lungo tempo. Giunto al- ruteni, costantemente uniti alla Chie-
l'età di novantanni, e quarantadue sa romana, i quali stabilirono uti-
di cardinalato, ne' quali fu a cinque lissimi canoni per la rifornì
Gftl uni te
che poscia fu-
sciplina ecclesiastica, natura fece lodevoli progressi, e si
rono approvati da Innocenzo XIII. ,
meritò dei premi Uscitone nel .

Nel 1720 dalla corte di Polonia 1787, nell'anno seguente entrò oel-
passò a quella di Vienna, dove da- l'accademia pontificia de' nobili ec-
tosi con straordinario fervore al- clesiasticiin Roma, donde ne sorti
l'esercizio delle cristiane virtù , e nel 1795, dopo aver compito re-
singolarmente della mansuetudine, golarmente gli studi, massime del-
modestia ed orazione, acquistossi il la giurisprudenza in cui divenne
credito di prelato di santa vita. profondo. Qui va notato che nel-
Clemente XII a* 2 ottobre 1730 l'accademia il Grimaldi fu amato
assente lo creò cardinale prete del specialmente da Annibale della Gen-
titolo di s. Balbina, e gli conferì ga poi Leone XII, col quale ebbe
le congregazioni de' vescovi e re- intrinseca amicizia, solendo desina-
golari, del concilio, di propaganda re in minoribus con essolui dome-
fide, e de' riti, non che la legazio- sticamente tutti i dì festivi. Indi
ne di Bologna, dove alla mansue- ripatriò, occupandosi in varie cose
tudine seppe unire una giusta se- a vantaggio di Treia, massime
verità, specialmente contro gli as- nella riedificazione della cattedra-
sassini e i banditi che infestavano le; e per le note politiche vi-
le pubbliche vie. A cagione di sa- cende solo fece ritorno in Roma
lute si trasferì alla patria, e passa- nel i8o3, nel qual anno Pio VII
to in seguito a Napoli, soffocato da lo ammise in prelatura, e succes-
impetuoso catarro, esalò l'anima sivamente lo fece referendario di
vicino a quella capitale, sopra la ambedue le segnature, consultore
nave che lo trasportava, a* 18 no- della congregazione delle indulgen-
vembre 1733, in età di cinquan- ze e sacre reliquie, ponente del
tanove anni. Trasferito il cadavere buon governo, presidente di s. Mi-
in Genova, rimase sepolto nella chele che riordinò , uditore della
chiesa di s. Filippo Neri, nella tom- segnatura, luogotenente civile del
ba de' suoi maggiori. La repentina tribunale dell' A. C, di cui dive-
sua morte cagionò sincero cordo- nutone primo, funse per venti me-
glio in tutte le persone dabbene, si 1' uffizio di pro-uditore generale
le quali deplorarono la perdita di della camera , e membro della con-
un uomo, che per la sua rara pru- gregazione lauretana. Leone XII
denza, pietà ed affabilità meritava nel 1825 aprendo la visita aposto-
certamente più lunga vita. lica straordinaria, di questa lo no-
GRIMALDI Nicola, Cardinale. minò giudice, indi lo dichiarò pre-
Nicola de* conti Grimaldi nacque sidente del collegio greco. Pio Vili
in Troia da nobile famiglia a' 19 lo promosse alla carica di segreta-
luglio 1768. Nell'età circa di quin- rio di consulta, nella quale larga
dici anni fu mandato da' suoi a campo si offrì al suo esteso sa-
studiare le discipline maggiori nel pere , e lo propose a presiden-
rinomato seminario di Frascati, te dell'ospedale di s. Giacomo de-
della celebrità del quale parlammo gl' incurabili, nel quale presiden-
a quell'articolo, ed ove per l'amo- tato molti e savi ordinamenti egli
re allo studio, e pel pronto e fe- dettò, che tornarono utilissimi al

lice ingegno di cui l'avea dotato la pio luogo sotto ogni rapporto fisi-

VOL. xxxm. 3
34 GRI GRI
co e morale,, specialmente nell'eco- italiane cinque e mezzo della not-
nomico. Avendo in questa lunga te, compianto pel suo attaccamen-
ed onorevole carriera dato saggio to alla santa Sede, per la sua pie-
di rettitudine, zelo, cognizioni ed tà, criterio, saggezza, prudenza, fer-
attività, il regnante Papa Gregorio mezza, ingegno rapido e profondo,
XVI nel luglio i832 gli conferì memoria prodigiosa, intelligenza,
la cospicua governatore
carica di gusto ed amore per le antichità
di Roma, e poi in premio di tanti e per le arti per cui era posses-
uffizi egregiamente disimpegnati, ai sore di molti preziosi e impor-
20 gennaio 1 834 1° creo cardinale tanti oggetti ad esse appartenenti,
dell'ordine de' diaconi, conferendo- e per le altre doti dì cui andava
gli poscia per diaconia la chiesa di adorno. Nella chiesa di s. Salvato-
s. Nicola in Carcere , di cui era re in Lauro della congregazione
stato vicario del suo amico il cai- Picena ebbero luogo le solenni e-
ninal Vidoni. Indi lo aggregò alle sequie, nelle quali il cardinal Lui-
congregazioni cardinalizie della vi- gi Lambruschini segretario di sta-
sita apostolica, della consulta, del to, come camerlengo del sacro col-
concilio, della rev. fabbrica di s. legio pontificò la messa di requie,
Pietro , del buon governo , della ed ivi giusta la disposizione del de-
lauretana, dell'economica, e di quel- funto fu tumulato il suo cadavere
la delle acque., nominandolo inol- nella cappella di S.Emidio, la prima
tre legato apostolico di Forlì. Qui- delle laterali dopo l'altare maggio-
Vì esercitò un reggimento di mo- re, dove il nipote ed erede conte
derazione e di avvedutezza, d'uma- Grimaldo Grimaldi gli ha eretto
nità e di giustizia, ed in più guise un monumento marmoreo ove si
fu benemerito de'forlivesi. Fu pro- vede il busto del cardinale rappre-
tettore della cappella Sistina in sentato al vivo dallo scultore Fi-
s. Maria Maggiore, delie arcicon- lippo Gnaccherini, con sottoposta
fraternite del preziosissimo Sangue, onorevole iscrizione. Tra le sue pie
e di due altre, come di quattro disposizioni testamentarie faremo
confraternite. Lo fu ancora dell'o- menzione d'una somma lasciata in
spedale di Treia, della pia unione favore del pubblico orfanotrofio di
di s. Vito diocesi di Fossombrone, Treia, per averne altrettanta lascia-
e della compagnia del ss. Sagra- ta ai medesimo stabilimento la con-
mento di Macerata; non che delle tessa Santamariabella, cui pure la-
città di Cesena e Treia, e delle sciò gli arredi e suppellettili della
terre di s. Giusto , di Sirolo e di cappella domestica. I paramenti sa-
Monte Carotto. Giunto all' età di cri e nobili che possedeva li ri-
settantasei anni un accesso di umo- partì alle sagrestie della cattedrale
ri alla testa ed al petto incomin- di Treia, di s. Nicola in Carcere
ciò l'ultima sua lunga e penosa sua diaconia , della cattedrale di
malattia, tollerata per settanta gior- Forlì e di s. Mercuriale di tal cit-

ni con edificante rassegnazione , e tà, e della chiesa di Valcerasa. Fi-


della quale restò vittima, dopo a- nalmente dispose che il cuore estrat-
ver ricevuto tulti i conforti di no- to dal suo cadavere fosse traspor-
stra santissima religione, in Roma tato a Treia e depositato nella
,

il dì 11 gennaio 1845, alle ore cappella di sua nobile famiglia in


GRI GRI 35
testimonianza perenne del suo af- defunto legò ogni docu-
l'illustre
lètto patrio. E le due statue di mento riguardante la sua vita, fe-
marino, alte circa quattro palmi, e conda di tante belle azioni.
i appi-esentanti s. Pietro e s. Paolo, GRI MANI Domenico, Cardinale.
e al dire del defunto appartenenti Domenico dimani patrizio veneto,
già al sepolcro dell'imperatore Ot- figliodi Antonio doge di Venezia,
tone II esistente nel portico o cor- dotato di sublimi talenti, e dottis-
tile, come Io chiama il Torrigio, simo uomo non meno che gran fi-

della vecchia basilica vaticana ad losofo e profondo teologo, divenu-


portam Paradisi, ordinò che fossero to protonotario apostolico ed arci-
trasportate in Treia, e situate nel- vescovo di Nicosia, nell'età di tren-
la cattedrale alla cappella gentili- tatre anni Alessandro VI a'21 a-
zia della propria famiglia. Sul se- gosto i493 lo creò cardinale dia-
polcro di Ottone II si può legge- cono di s. Nicolò tra le immagini,
re il Torrigio, Le sagre grotte va- donde poi passò al vescovato di
ticane, pag. 36 1 e seg.; il Sindo- Porto che ottenne sotto Giulio II
ne, Altarium ec. sac. bas. vatica- nel i5ii, avendo rinunziato nel-
naej pag. Dionisi, Sacra-
1 1 6; il l'atto di sua promoz one alla chie-
rum cryptarum^ editio
vat. bas. sa di Nicosia. Indi fu dichiarato
1828, pag. 22, 5i, ii4> cne in- protettore de' francescani, e nel 1 498
oltre riporta la tavola ove si X patriarca d'Aquileia. Leone X nel
vede il mosaico che sta nelle det- 1 5 4
1
lo deputò amministratore
te grotte, e già fu sul sepolcro di delle chiese di Urbino e Ceneda,
Ottone II, rappresentante il Salva- l' ultima delle quali rinunziò nel
tore, s. Pietro con tre chiavi, e i520 a favore di Giovanni Gri-
s. Paolo come dicemmo all'artico- mani suo nipote, l'altra nel i522.
lo Chiesa di s. Pietro in Vatica- Essendo stato il genitore spoglia-
no, in tre luoghi del quale par- to dell'ammiragliato della vene-
lammo del sepolcro in discorso. ta flotta per sospetto di tradi-
Abbiamo diluì un'illustrazione di mento , avendo disgraziatamente
luogo patrio, antichissimo possedi- perduta la guerra di Lepanto con-
mento di sua famiglia: De coeno- tro i turchi, il figlio cardinale
bio sanctae Mariae in Falle-ce- nel momento fatale in cui l'afflit-

rasi.Aggregato inoltre a varie ac- to padre veniva trasportato nelle


cademie, il cardinale lesse dotti ed pubbliche carceri gli andò incon-
ornati ragionamenti, con uno dei tro, e dopo averlo teneramente
quali illustrò la sua diaconia. Mol- abbracciato e bagnato di lagrime,
te e maggiori cose ad onore di si esibì di entrare in di lui luogo
questo ornamento della patria e nella prigione assegnatagli, e di
del sacro collegio si possono leg- rimanervi finche fosse stato giu-
gere nell'opuscolo intitolato: Nel- ridicamente assolto ; e non poten-
le seconde esequie solenni fatte in do ciò ottenere dai giudici, salì le
Tre/a al cardinale Nicola de' con- scale della prigione col genitore,
ti Grimaldi nella chiesa del suf- sorreggendo colle proprie mani i
fragio, orazione del conte Venan- ceppi e le catene, non cessando di
zio Broglio d Ajano, Sanse veri no supplicar i giudici a permettergli
i845. A questo dotto personaggio. almeno di restare in compagnia del
,

36 GRl GRI
padre racchiuso, ed ivi servirlo. Giulio II alla chiesa di Ceneda, e
Punito Antonio con l'esilio si por- con tal carattere intervenne al con-
tò a Roma dal cardinale, e poco cilio generale lateranense V. Leo-
dopo venne gloriosamente restitui- ne X lo nominò patriarca d'Aqui-
to alla patria, e alla perduta di- leia col titolo di patriarca di Co-
gnità di procuratore di san Mar- stantinopoli, e Clemente VII a' 3
co, ed in appresso fu esaltato maggio i5ij lo creò ih Castel s.

al dogado della repubblica. Aveva Angelo, sebbene assente, e poi lo pub-


questo cardinale nella sua famiglia blicò in principio di febbraio 15^8,
uomini per virtù e dottrina eccel- cardinale prete del titolo dis. Vi-

lenti,de' quali fu sempre splendi- tale., per distinzione gli trasmi-


e
dissimo mecenate possessore di una
: se a Venezia il cappello cardina-
scelta biblioteca di ottomila volumi, lizio. Indi nel i533 gli die in am-
in morte la lasciò alla chiesa di ministrazione la chiesa di Concor-
s. Antonio di Castello de' canonici dia, e Paolo III, al cui conclave
regolari del ss. Salvatore in Ve- fu presente, nel i534 quella di s.

nezia, ove fu trasportata, indi per Pous Tomieres che ritenne per
di
incendio fortuito restò incenerita. breve tempo. Nel i53o, gli confe-
Tradusse il cardinale dal greco in rì con lo stesso titolo il governo
latino alcune omelie di s. Gio. Gri- della diocesi di Città di Castello,
sostomo , e compose altre opere colla provvisione di altri benefìzi
che si leggevano una volta nella ecclesiastici.Decorato in seguito
biblioteca del cardinal Sirleto. Do- della legazione dell'Umbria, e di
po essersi trovato presente a quat- quella al re di Francia ad ogget-
tro conclavi, morì da tutti deplo- to di stabilire la pace, e di quella
rato nel i523 in età di sessanta- pure di Parma e Piacenza, fece
tre anni. Adriano VI nella malat- per tutto spiccare i suoi rari ta-
tia più volte l'onorò di visite, e lenti e singoiar prudenza. Perorò

fu sepolto nella chiesa de' ss. Gio. con gran facondia ed energia in
e Paolo con magnifico epitaffio, Busseto innanzi a Carlo V, per
che più non esiste, ma si legge esortarlo alla pace., ma senza ef-
presso il Ciacconio, il Quirini ed fetto. Il popolo di Ceneda avanzò
altri, anzi si vuole che fosse tras- ricorso contro il cardinale al se-
ferito cadavere a Venezia e se-
il nato veneto, che pubblicò un de-
polto in s. Francesco della Vigna, creto col quale veniva il vescovo
come io accenna il Rondinini nel- spogliato del dominio della città.
la Storia della chiesa de' ss. Gio. Non mancò il cardinale di farne
e Paolo. Inoltre questo cardinale rimostranza a Paolo III, il quale
si meritò encomi del Bembo,
gli ottenne la revoca del decreto, ed
del Candido, e di Paolo Cortese, al cardinale la reintegrazione dei
e di tutti gli scrittori del suo tempo. diritti antichi. Alcuni scrittori ve-
GRIMANI Marino, Cardinale. neti, tra' quali Pietro Giustiniani,
Marino Grimani veneziano., nipote ed altri, scrissero che questo cardi-
del precedente, essendo uomo som- nale era più adatto ai negozi se-
mamente dotto, di straordinaria colareschi, che ai ministeri della
eloquenza, e generoso mecenate dei Chiesa. Dimesso il secondo titolo di

letterati, fu promosso nel i5o8 da s. Maria in Trastevere, da lui assai


,

GRI GRI 37
beneficato, ottenne successivamente sentare un breve, in cui Io rim-
da Paolo HI nel i543 il vescovato proverava di aver sottoscritto l' e-
stiburbicario di Porto. Portandosi ditto pel 'sequestro de' frutti dei
per sollievo ad Orvieto, vi trovò beni ecclesiastici, senza temere l'ira
la morte nel i546, ma il suo ca- divina, minacciandolo ancor di pri-
davere trasferito a Venezia venne varlo della porpora cardinalizia se
deposto in s. Francesco della Vi- non si correggeva; tanto piti che
gna, presso la tomba gentilizia del il cardinale avea pubblicato un'or-
zio cardinale, nella quale fu alla dinanza, in virtù della quale si co-
di memoria eretto un nobile
lui mandava ai vescovi ed altri qua-
monumento. Nella cattedrale di lunque prelati, che in avvenire non
Ceneda fece costruire l'organo ed ardissero di fulminare sentenza di
il campanile che abbellì d'insigni scomunica contro i violatori del-
pitture, L'Ughelli attesta che il car- l'immunità ecclesiastica, ed in caso
dinale lasciò un erudito commen- che alcuno si trovasse per tal fine
tario sull'epistola di s. Paolo ai allacciato di cotal censura , doves-
romani. sero incontanente proscioglierlo, e
GR1M ANI Vincenzo, Cardinale. compartirgli il beneficio dell'asso-
Vincenzo Grimani patrizio veneto, luzione. Si opposero però tutti i

parente de' duchi di Mantova, ivi vescovi con petto sacerdotale all'in-
nacque a' 26 maggio i655. Acqui- degna pretensione del cardinale, e
statosi alto credito di saviezza e di nulla temendo il suo sdegno, gli
sagacità, ottenne dal duca di Man- resisterono coraggiosamente. Non
tova la ricca abbazia di Lucedo mancò il cardinale di rispondere
ed attesa la pace per di lui mez- al Papa , e di scrivereancora al
zo con singoiar prudenza conchiu- sacro collegio: pensando poi più.
sa a Vienna tra il duca di Savo- seriamente a' casi suoi, non fu si

ia Vittorio Amadeo III e l'impe- fermo nel fare eseguire i propri


ratore Leopoldo I , ad istanza di ordini, o per non disgustare ulte-
questo, e con gran soddisfazione riormente il Pontefice, che Io cre-
d' Innocenzo XII } venne dal me- deva provocatore di cesare contro
desimo a' 22 luglio 1697 creato di lui o per cagione dei rimorsi
,

cardinal diacono di s. Eustachio. della coscienza. La morte però lo


Fatto poi dall' imperatore viceré colse nel più bel corso de' suoi gior-
di Napoli, vi diede luminosi esem- ni in Napoli nel 17 io, in età di
pi non meno di giustizia ed equi- cinquantacinque anni, a' 26 settem-
tà, che di carità verso i poveri ; e bre, essendo di bella presenza e
quando passò in Romagna, prese di graziosa conversazione. Aggiun-
il comando delle truppe imperiali, gono nelle sue biografie
il Cardel-

già sotto gli ordini del conte di la ed il Novaes,


quale parla del il

Daun. Ma volendo estendere oltre cardinale anche nella vita di Cle-


i confini i diritti dell' imperio, si tro- mente XI, massime ap. 1 io,§ XCIII,
vò in caso di non far conto di quel- che portatosi il cardinale in occa-
li del sacerdozio, e di resistere con sione della festa della traslazione
pervicacia ed ostinazione all'auto- di s. Gennaro , solita celebrarsi in
rità diClemente XI, il quale per Napoli a' 23 maggio, per osservare
mezzo del suo nunzio gli fece pre- il prodigio della liquefazione de)
, ,

M GRI GRÒ
sangue di quel glorioso martire , pretesa riforma. La sua festa è ri-

ne prese l'ampolla quando già era portata agli 8 di luglio.


liquefatto; ma questo subito s'indu- GRIMO ARDI Anglico, Cardi-
rò ed annerì. Alla qual vista ne con- nale. V. Grimaldi Angelico o An-
cepì tal ribrezzo e spavento, che ca- glico , Cardinale.
duto infermo di dolori atrocissimi GRISOGNO, Cardinale. Griso-
questi gli seguitarono per quattro gono francese, intimo amico di s.
mesi fino 19 settembre, epoca in
a' Bernardo, meritò che Innocenzo li
cui succede
il secondo miracolo nel dicembre 1 34 o 1 1 35 lo creas-
1

per la festa del medesimo s. Gen- se cardinale diacono di s. Maria in


naro. Tultavolta in segno di pen- Portico, indi nel 11 38 lo trasferì
timento spedì un corriere al Papa, all'ordine de' preti, col titolo di s.

a domandare l'apostolica benedizio- Prassede. Sottoscrisse varie bolle


ne in arlicido moriis, che il beni- pontificie, e morì nel 1 i4o o 1 1 4- < •

gno Clemente XI subito com-


gli GROLAJE o V1LL1ERS Gio-
partì; ma il corriere lo trovò mor- vanni, Cardinale. V. Villary o
to al suo ritorno, onde il Pontefi- VlLLIERS DE LA GROLAJE GIOVANNI,
ce piamente ne suffragò l'anima. Cardinale.
Francesco Paterno ne compose l'ora- GRONINGA o GRONINGEN,
zione funebre, che pubblicò in Na- Groninga. Città vescovile delle Fian-
poli colle stampe. dre, capoluogo della provincia del
GRIMBALDO o GRIMBAUDO suo nome in Olanda, di circonda-
(s.).Nato a s. Omer, fece i suoi rio e di cantone. Sta sull' Hause
studi con molto profitto nella badia che va a gettarsi, mediante una
di s. Bertino, ed ivi prese l'abito larga imboccatura, nel Lauwer zec.
monacale. Alfredo il Grande re d'In- Il porto è comodo, e può riceve-
ghilterra, passando presso a questa re i più grossi navigli mercantili.
badia nella sua gita a Roma nel- È sede di un tribunale di prima
l'885, ebbe molli interteni menti istanza, dipendente dalla corte su-
con esso; e tornato in Inghilterra, periore dell'Aia, e di un tribunale
invitollo a recarvisi, e lo nominò di commercio: vi risiedono un go-
professore di teologia nell' univer- vernatore di provincia ed un co-
sità di Oxford. Dicesi che s. Grim- mandante di piazza di terza classe.
baldo abbia fatto fabbricare la Sono i bastioni circondati di lar-
chiesa di s. Pietro di Oxford. Do- ghe fosse la città è abbastanza
:

po la morte di Alfredo ritirossi ben fabbricata, con strade regola-


nella badia di Winchester, ed es- ri, molti ponti e chiese , essendo
sendo stato compito dal re Odoar- chiamato il passeggio pubblico Le
do il nuovo monistero, egli ne fu Plantare. Gli edifizi più osservabi-
primo abbate. Quivi Grimbaldo si li sono il palazzo pubblico, recen-
occupò nell' orazione e nello studio temente eretto sulla gran piazza
delle sacre lettere fino alla sua una delle più belle del regno; la
morte, di cui s'ignora la data. chiesa di s. Martino, di cui ammi-
S. Elfeago ne fece disotterrare il rasi la bella gotica architettura e
corpo, e le sue reliquie, riposte in l'altasua torre; la zecca, la doga-
una cassa d'argento, furono custo- na, l'arsenale, ed il ponte Rolering-
dite con gran divozione fino alla koog riguardato come un capo d'o-
,,

GRÒ GRÒ 39
pera d'architettura. Groninga pos- della bolla Super universa, col ter-
siede una università fondata nel ritorio di Groninga e Drenzie ,
6 4J
1
di celebre riputazione; acca- non che delle isole Rolluge e Bor-
demie artistiche e scientifiche, biblio- chim, dichiarandole suffraganee di
teca pubblica, e diversi utili istituti. Utrecht. Per mensa assegnò il Pa-
E patria di molti uomini illustri pa tremila ducati d'oro delle de-
fra' quali nomineremo Rodolfo Agri- cime , e mille cinquecento ducati
cola dottissimo , Alberto Schultens concessi da tal sovrano, a cui con-
eruditissimo orientalista, Giovanni ferì il diritto di nominare la chie-
Wesselus, Abramo Fronjinins, il ba- sa. Dipoi il governo acattolico olan-
rone Ruperda, Hemsterhuis, ec. dese soppresse la sede.
Quantunque il clima sia d'ordina- GROPPERO Giovanni, Cardi-
rio salubre, pure nel 1826 vi do- nale. Giovanni Groppero nacque
minò un' epidemia cagionata dalla in Soest o Zoest, castello conside-
siccità e dai calori estivi, dopo una rabile di Westfalia, divenne quin-
primavera accompagnata da orri- di proposto scolastico di s. Gereone
bili inondazioni. di Bonna, e arcidiacono di Colonia,
Alcuni pretendono che questa illustre per Io zelo della religione
città sia slata eretta in vicinanza e per profonda politica, fu riputa-
o sul luogo stesso in cui Corbulo- to uno degli uomini più dotti del suo
ne, per assicurarsi della fedeltà dei tempo. Si segnalò nella pubblica
frisoni aveva fabbricata una
, for- disputa ch'ebbe nel colloquio di
tezza, della quale parla Tacito sot- Ratisbona con Bucero, e coi prote-
to il nome di Corbulonis monu- stanti da lui pienamente convinti,
mentimi; però non si fa menzione ai quali fece sempre aspra guerra,

di Groninga nella storia ,che nel anche con rischio di sua vita, riu-
secolo IX, e sembra non essere sta- scendogli tenerli lontani dalla dio-
ta fortificata che qualche secolo cesi di Colonia; e nell' apostasia di
dopo. Nel 1576 si arrese agli sta- quell' arcivescovo Ermanno Truch-
ti generali , ed il suo castello fu ses, egli qual validomuro si op-
spianato; essendo stata restituita pose ai di lui empi sforzi. Informato
alla Spagna, il principe Maurizio Paolo IV del di lui merito, ai 20
di Nassau non la riprese che nel dicembre i555 lo creò cardinale
i5g4. Fu assediata nel 1672 dal- prete, onore ch'egli umilmente ri-
le truppe del vescovo di Munster; cusò con ragioni che addusse. Stu-
ma furono obbligate di rinunziare pito il Pontefice di si eroica virtù,
all' impresa. Questa città e la si- Io chiamò a Roma per indurlo ad
gnoria accedettero all' unione di accettare, e per comunicare con lui
Utrecht , che consolidò lo stabili- di affari di somma importanza. Si
mento della repubblica delle Pro- sottomise il Groppero ai pontificii
vincie unite. Groninga appartenne voleri , ed ebbe in titolo la chiesa
ancora alla lega delle città ansea- di Lucia in Selci, ma pochi gior-
s.

tiche, e fu la capitale della signo- ni dopo morì a' 1 2 marzo 1 558 d'an-
ria del suo nome. La sede vesco- ni cinquantasette, lasciando di sé ono-
vile fu eretta dal Pontefice Paolo rarissima fama, e di mirabile conti-
IV ad istanza del re Filippo II , nenza. Fu sepolto nella chiesa di
a' 12 maggio i55g, eoli' autorità s. Maria dell' Anima, ove i di lui
4o GRÒ GRO
nipoti Gottofredo e Gasparo pose- tuata mezzo a paludi, ha 1' aria
in
ro al suo sepolcro corrispondente poco salubre, quantunque da alcuni
epitaffio. Scrisse questo pio e dotto anni sia assai migliorata, mentre dal
cardinale parecchie opere riguar- lato della fertilità e della industria
danti i donimi , la più. pregevole sarebbe invidiabile. Città forte, non
delle quali è quella intitolata Isti- grande, ma ben fabbricata, e difesa
tuzione cattolica, come libro di da una rocca con sei bastioni intor-
controversia. Fu assiduo ed infati- no al giro esagono delle solide sue
cabile nello studio, di tenace me- mura: fu chiamata anche Crasse-
moria, di acuto e savio discerni- tum ; e fiori per uomini illustri.
mento. I suoi ragionamenti anche Le sue prime memorie risalgono
in tempo della mensa si aggirava- al IX secolo; nel seguente era do-
no sopra materie scientifiche ed minata dai marchesi di Toscana,
erudite, siccome personaggio fornito indi da altri signori, e dai conti
di prodigiosa eloquenza e di vasta Aldobrandeschi ch'erano pur conti
erudizione. Non mancarono i prote- di Sovana, avendo palazzo e resi-
stanti d'insultarlo con calunnie, mas- denza in Grosseto. A questa città
lo Sleidano e Teodoro Beza,
si r-ne i conti concessero diversi privilegi
stomachevoli e ripugnanti anche al nel 1222. Nel precedente fecero
buon senso. La vita del cardinal lega colla repubblica di Siena, la
Groppero , scritta da Gio. Pietro quale poco dopo avendola occupa-
Stute in una dissertazione intitola- ta esigette dagli abitanti il giura-
la Susato porporato , fu stampata mento di sommissione con annuo
in Zoest nel 17 1 3. tributo. Anche il vescovo di Gros-
GROSS o GROSSO Guido, seto nel 1228 raccomandò alla re-
Cardinale. V. Clemente IV, Papa. pubblica senese i suoi castelli di-
GROSS o CROSS , Cardina- stia e di Roselle, insieme con tutti
le. V. gli articoli Crosso. i beni della mensa vescovile, pro-
GROSSETO (Grossetan). Città mettendole l'annuo tributo di lire
con residenza vescovile del grandu- 25, e l'offerta di un cero di lib-
cato di Toscana, nella provincia di bre 12 per la Madonna di ago-
Siena, posta nel centro della vasta sto. I grossetani al pari di molti
e ubertosa valle inferiore dell'Om- individui della casa Aldobrandesca
brono senese, capoluogo di uno dei fedeli alla repubblica di Siena te-
cinque compartimenti del grandu- nevano al partito ghibellino, onde
cato. Grosseto è residenza del com- Federico II vi tenne nella città un
missario regio a cui è affidato il governatore capitano generale, e
governo della provincia inferiore l'onorò di sua presenza nel 1243.
senese. Vi è pure un magistra- I senesi ottennero nel i25o dal
to civico, un tribunale collegia- vicario imperiale Gualtieri l'inve-
le civile e criminale, un coman- stitura di Grosseto, per cui gli a-
dante militare, altro comandante bitanti e i visconti feudatari degli
della piazza e del littorale; l'uffizio Aldobrandeschi giurarono alla re-
del registro, delle ipoteche, un in- pubblica di Siena fedeltà e ubbi-
gegnere di circondario, e l'ammi- dienza. Dopo la morte di Federi-
nistrazione economico-idrauiica pei co II i grossetani si eressero in
bonificamenti della maremma, Si- comune, ma nel 1259 sottomessi
GRÒ GRÒ 41
dall'armata senese, quella repubbli- le acque stagnanti, ed i lavori al-
ca ordinò l'erezione del cassero o l' ultima perfezione condotti avreb-

fortezza per tenervi guarnigione ;


bero ritornato al paese il primiero
indi essendosi nel 1266 Grosseto splendore , se la successiva incuria
ribellata, i senesi tornarono a sog- non avesse trattenuto V effetto di
giogarla, e verso il 1277 gli Al- tante benefiche viste. Ma il regnan-
dobrandeschi aveano cessato di si- te granduca Leopoldo II, mercè
gnoreggiarla. Cosi Siena divenne nuove opere idrauliche, e il boni-
libera dominatrice di Grosseto e ficamento della maremma grosse-
del vasto suo territorio. Nel i3io tana , fa ragionevolmente sperare
molte famiglie feudatarie già degli di poter finalmente ristabilire la
Aldobrandescbi si rivoltarono al natura fisica di questo suolo nei
governo senese, e per un tempo perduti suoi diritti, che il gran-
poterono dominar Grosseto sino duca Pietro Leopoldo trovò nella
al i334, epoca in cui Siena la ri- più deplorabile condizione. Il cli-

cuperò. Nel i328 Lodovico il Ba- ma di Grosseto, al par di quello


varo, coll'antipapa Nicolò V e gli del suo ampio distretto, è gene-
anticardinali di questo, si accampò ralmente temperato. L'aspetto ma-
presso la città, ma non potè pren- teriale di Grosseto è soddisfacente,
derla. Nuove commozioni ebbero ed il commercio di cereali e di
luogo, onde i senesi costrussero una bestiame d'ogni specie, massime di
fortezza che nel i35o si trovò in cavalli, è attivissimo. La pianura di
grado di servire a difesa. Dopo Grosseto è fertilissima di granaglie
altre politiche vicende, per Alfonso e pasture. Sulla spiaggia marittima
V re d'Aragona, Jacopo Piccinino a poca distanza dal laghetto della
ed altri, soffrì le conseguenze delle Trappola, ed all'ovest della foce
guerre tra Cosimo I duca di Fi- dell' Ombrone sono delle saline.
vi

renze e la repubblica senese, sos- Alcuni autori pretendono essere que-


tenendosi i francesi alleati di que- sta 1' antica
e popolosa città di
sta in Grosseto sino al i55g, e- Possolonia. Altri la dicono fabbricata
poca della conclusione della pace, sulle rovine dell' antica città etrusca
che sottomise Grosseto al duca, il Roselle o Rosella, Roselum. Prosie-
quale fece aggiungervi nuove for- guono ad aver questo nome i ruderi
compite da Francesco
tificazioni, di tal città, distanti cinque miglia da
I e Ferdinando I. Da tali avveni- Grosseto, che romani chiamarono
i

menti ebbe origine il suo decadi- Rusellana Co Ionia, quando in segui-


mento, e trovavasi quasi deserta to di lunga guerra ne divennero
quando granduca Cosimo I can-
il padroni, e n'ebbero possente aiuto
giò i Toscana.
destini della di vettovaglie nella guerra cartagi-
I palustri dintorni di Grosseto nese. Il suo eccidio si attribuisce
sensibilmente migliorarono sotto i alle incursioni dopo le
de' saraceni,
Medici, e cambiarono totalmente di quali andò sempre maggiormente
aspetto durante il regno di Pietro decadendo in guisa da rimanerne
Leopoldo, che coll'emissario del vici- appena il vestigio. Vi sono però
no lago di Castiglione, colPargi natu- tuttora grandiosi avanzi delle sue
ra del fiume, e col canale navigabile mura, e rottami di colonne e di
portato sino presso le mura deviò altri marmorei lavori. Dopo le
42 GRÒ GRO
ultime escavazioni non è rimasta sposta alle rapine de' malviventi.
dubbiosa l'esistenza di uno splendido Altri dicono che Rolando ciò effet-
anfiteatro, che può dare copioso tuasse nel 1 1 59, benché per alcun
pascolo alle archeologiche osserva- tempo i vescovi grossetani tenesse-
zioni. Le terme Rosellane esistono ro di frequente la loro residenza
ancora, e furono nel 1822 in mi- nel vicino castello d'Ischia o Istia

glior forma riedificate dal grandu- sulT Ombrone. Gli successe Martino
ca Ferdinando III. Roselle è di- che si trovò al concilio generale
stante una lega al nord da Gros- Lateranense III adunato da Ales-
seto: fu già seggio vescovile eretto sandro III. Tra i di lui successori
nel V secolo, e si conoscono ve- si distinsero particolarmente Gual-
scovi sotto s. Simmaco , e sotto s. tieri, cui Clemente III nel 1 188

Gregorio I Papa ; di là poi fu concesse tra le altre cose la giu-


trasferito a Grosseto. risdizione sulla metà di tutta Gros-
Il primo vescovo di Grosseto o seto, consistente in sessanta casalini e

piuttosto di Roselle fu Vitelliano quattro chiese. Bartolomeo d'Amelia


che' sedeva anno 499 a n*
nell' » ' francescano, eletto nel 1278, ed or-
lo chiamano Rolando che assistè in dinato dal Pontefice Nicolò III, che
detto anno al concilio romano di lo mandò a Costantinopoli per trat-
Papa san Simmaco : gli successe tare dell' unione delle due chiese
Balbino, lo stesso cui s. Grego- greca e latina. Restauro, altro fran-
rio I scrisse la lettera i5, lib. 8. cescano eletto dal senato di Gros-
Teodoro fu il terzo vescovo , ed seto nel i3o6, fu approvato da
assistette come vescovo di Roselle Clemente V, e fece quelle costitu-
al concilio romano sotto il Ponte- zioni che si leggono nell' Ughelli.
ficeMartino I. Ruperto fu a quel- Angelo Cerretani sanese, fu fatto
lo adunato da Eugenio II; Ranie- vescovo nel 1 334- Fr. Giacomo To-
ro intervenne nel ioi5 al concilio lomei minore conventuale, nunzio
di Benedetto Vili: nel noi lo di Urbano VI e predicatore della
era Ildebrando. Continuarono i ve- crociata contro l'antipapa Clemen-
scovi a risiedere in Roselle sino ad te VII. Giovanni Pecci nobile sa-
N. rosellanodel 1 12 r, cui scrisse due nese cavaliere gerosolimitano, pro-
lettere Calisto II, e fu il XV vesco- tonotario apostolico, fu eletto dal
vo in serie. Il di lui successore capitolo nell'anno i4'7> indi con-
Rolando nel pontificato d* Innocen- fermato da Martino V morì nel ,

zo li , fu il primo che tenne sua 1426. Allora fu fatto amministra-


sede in Grosseto verso Tanno 1 1 33, tore il cardinal Antonio Casini ve-
in cui sottoscrisse una bolla di scovo di Siena, e vi durò per tre-
detto Papa per l'erezione di Ge- dici anni, sino alla morte avvenuta
nova in arcivescovato; ei sottoscris- nel i4^9- In quest'anno Eugenio
se vescovo Rosellano, ma poi prese IV conferì il vescovato di Gros-
il nome di vescovo di Grosseto. In- seto in commenda al celebre cardi-
nocenzo II 1 1 38
però decorònel nal Giuliano Cesarini romano, che
del titolo di Grosseto , e vi
città morì nel i444 ; l' Ughelli ne ri-

fece definitivamente trasferire la porta lunga ed onorevolissima bio-


sede episcopale di Roselle, essendo grafia ; gli successe Memmo Agaz-
questa desolata di abitatori, ed e- zari nobile sanese, ossia Guglielmo,
,

GRÒ GRÒ 43
ed a lui nel i^.5i Giovanni A gaz- fece vescovo monsignor Fabrizio
zari sanese, morto nel 1468, sotto Sei vi, nato nella diocesi di Soana
del quale Pio li portandosi in nel 1752, che per avere rinunzia-
Siena sua patria, a* 19 aprile i4^9 to la sede al regnante Papa Gre-
eresse la cattedrale di Siena in me- gorio XVI, questi nel concistoro
tropolitana, e tra' vescovi che di- de' 2 ottobre 1837 gli diede in suc-
chiarò suffraga nei vi è compreso cessore monsignor Francesco Men-
Grosseto, che Io è tuttora. Nel sini di Siena, preposito della me-

i5i2 fu fatto vescovo il cardinal tropolitana, che al presente con com-


Ferdinando Ponzetti napoletano mendevole zelo governa la chiesa
che morì nel iSzj maltrattato e di Grosseto. Ai 16, 17 e 18 apri-
spogliato di tutto nel funesto sac- le 1
839 celebrò nella cattedrale il
co di Roma. Clemente VII ne fe- sinodo, che pubblicò colle stampe
ce amministratore Do- il cardinal in Siena, col titolo Consti tutiones
menico Giacobazzi. Nel i535 Pao- et decreta, ec.
lo III nominò vescovo Marc'Anto- La cattedrale, ottimo e grandio-
nio Campeggi bolognese, che mo- so edilizio, è sacra a Dio e ad o-
ri nell'anno i553. Giulio III ne nore di s. Lorenzo levita e mar-
fece successore il cardinal Fabio tire, già titolare della cattedra-
Mignanelli sanese. Nell'anno i5y6 le Rosellana, eh' è pure il patro-
1 ) divenne Claudio Borghese nobi- no della città. Fra le reliquie
le sanese, celebre per erudizione, che in essa si venerano, vi so-
morto nell'anno i5go; nel 1606 no i corpi de' ss. Adriano e Fe-
Giulio Sansedonio sanese; nel i655 liciano martiri. 11 capitolo si com-
Cesare Ugolini sanese , canonico e pone della dignità del preposto, e
vicario generale della cattedrale di di undici canonici comprese le pre-
Grosseto, il quale tenne il sinodo bende del penitenziere e del teo-
nell'aprile 1692, che fu stampato, logo; havvi pure il sacrista, otto
e morì nel 1699. Giacomo Fal- cappellani, sei chierici, tutti inser-
conetti patrizio sanese, domenicano, vienti al divin culto. Dal prepo-
e priore di s. Maria Novella, di- sto è amministrata la cura delle
venne vescovo nel 1703, e tenne anime nella cattedrale, ove è il

due sinodi, il primo a*ii e 22 a- battisterio eh' è l'unico della città.


prile 1705 che fece stampare a La cattedrale avea già nel 143 1 1

Firenze, il secondo a' 22 e 23 a- suoi canonici, benché an- sussistesse


prile 1709 che fece stampare pu- cora il capitolo di Roselle, avendo
re a Firenze ; morì nel seguente in quell'anno ordinato Celestino II
anno visitando per \v seconda vol- che i beni della chiesa grossetana
ta la sua diocesi. Bernardino Pecci fossero divisi per eguai porzione
nobile sanese, canonico della col- fra i due capitoli, e che il clero
legiata di s. Maria di Provenzano di Roselle prestasse riverenza al
gli successe, econ esso nell'Ughel- capitolo di Grosseto come di mag-
li, Italia sacra, tom. Ili, p. 655 gior dignità. Quanto all'edilìzio, es-
e seg., è terminata la serie de' ve- so fu incominciato nel principio del
scovi di Grosseto. Pei successori secolo XIII; più moderna è la
si possono vedere le annuali Noti- torre per uso di campanile, siccome
zie di Roma. Pio VI nel 1793 eretto nel 1402. L'episcopio è un
4 GRÒ GRO
buon fabbricato, ma alquanto di- panile della chiesa in ì\ij piedi
stante dalia cattedrale. Non vi so- e cinque L'abbate del rno-
pollici.
no nella città altre parrocchie, ben- nistero ebbe giurisdizione tempora-
sì tre confraternite; la diocesi con- le e spirituale , che dai Pontefici

tiene venticinque parrocchie. An- fu poi attribuita ai cardinali ed al-


ticamente nella diocesi si contava- tri abbati commendatari. Benedetto
no diciotto monistcri e conventi XIV, come dicemmo al voi. XXVII,
di religiosi e di monache. Attual- p. 2 1
7 del Dizionario estinse le con-
mente contiene ventisei parrocchie, troversie sulla giurisdizione fra il

venticinque delle quali plebane, com- vescovo di Frascati e l'abbate com-


presa la cattedrale. Ogni nuovo ve- mendatario di Grotta Ferrata, di-
scovo è tassato nei registri della chiarando a* 24 aprile 1747 con la
cancelleria apostolica in fiorini mil- citata costituzione, che vescovo il

le, ascendimi vero ad 3ooo scuto- non avea giurisdizione alcuna sul
rum monetae romanae, pensione ta- diritto temporale e baronale del-
men io73.,o4 scutoruni gravati. l' abbazia
,
quale spettava al com-
GROTTA FERRATA, Crypta mendatario ; che i monaci e il rno-
Ferrala. Abbazia già nullius di s. nistero erano esenti dal vescovo;
Maria di Grotta Ferrata, con parroc- che la cura delle anime appartene-
chia e rnonistero de' monaci basi- va alla parrocchia del rnonistero;
liani, borgo della Comarca di Ro- ma che la giurisdizione spirituale
ma, appodiato della città di Fra- del territorio, clero e popolo spet-
scati soggetto a quel governo, da tava al vescovo nella cui diocesi e-
questa distante circa tre miglia, e siste T abbazia concedendo nello
,

dalla capitale undici e mezzo. Essa stesso tempo all'abbate alcuni nuo-
è posta su di un colle amenissimo vi Ivi nominammo pure
privilegi.
a destra della via Latina, cinta di le che il vescovo ed il
scritture
valide mura merlate , con bastioni commendatario pubblicarono in so-
e torri a foggia di castello, che a- stegno delle loro ragioni. Tuttavol-
veva un ponte all'ingresso, sotto di ta nacquero dappoi altre contesta-
cui era il fosso, che tuttora la cir- zioni, e l'abbate commendatario car-
conda, onde ha la forma di for- dinal Rezzonico volle cresimare quel-
tezza militare, e ne rende grave l'a- li del luogo, ciò che si era propo-
spetto.Abbelliscono e rendono im- sto di fare il cardinal de York vesco-
portante la situazione aria salubre, vo di Frascati. E però da notarsi
acqua abbondante, fertili campagne, che tra i privilegi concessi da Be-
verdeggianti collinette, spaziosi pra- nedetto XIV con la bolla Inter
ti con ampio viale cui lateralmen- multa agli abbati commendatari di
te fiancheggiavano fronzuti olmi ed Grotta Ferrata, essendovi quello di
annosi platani. A ciò si deve ag- poter essi, se insigniti del carattere
giungere la vicinanza di luoghi po- episcopale , amministrare il sacra-
polosi, tutti importanti per antiche mento della confermazione una sola
memorie, e di monti più o meno volta all'anno nella chiesa del rno-
alti, coperti di folti boschi, spa- nistero a qualunque fedele vi con-
ziando l'occhio fino all'estremità del corresse per riceverlo, ond è che
Capo d'Anzo sul mare, sopra il cui se il cardinal Rezzonico volle cre-
livello calcolasi la sommità del cam- simare quelli del luogo usus est
,

GRÒ GRÒ 45
jure suo, purché per altro lo ab- spirituale e nel temporale dell'ab-
bia fatto semel singulìs annis. L'ab- bazia e del ven. monistero dell'or-
bate commendatario allorché eser- dine basiliano di Grotta Ferrala, il
citava la giurisdizione temporale cardinal Mario Matiei di Pergola,
sul borgo, vi nominava un vice-go- già diacono di s. Maria in Aquiro,
vernatore ed un cancelliere, qua- il poi prete del titolo di Maria de- s.

le privilegio cessò del tutto quan- gli Angeli, e protettore de' monaci
do ne fece rinunzia l'ultimo ab- basiliani , al presente vescovo di
bate commendatario il cardinal Er- Frascati, arciprete della basilica va-
cole Consalvi, allorché Pio VII nel ticana e segretario per gli affari di
1816 pubblicò il moto-proprio sul- stato interni. Nel di i5 marzo si
l'organizzazione dell'amministrazio- tiene in Grotta Ferrata una fiera
ne pubblica, conservando le rendi- con molto concorso tanto di nego-
te abbaziali. Dopo la morte del ziantiche di altri, altrettanto ha
cardinal Consalvi l' amministrazio- luogo agli 8 settembre.
ne di esse passò alla reverenda ca- Della celebra tissi ma villa di Ci-
mera degli spogli, finché Leone XII cerone, che molti vogliono sorgesse
con chirografo de' 7 novembre 1824 in questo luogo, e che intendono
riunì la giurisdizione temporale al provare con passi di gravi autori,
governo, e la spirituale al vescovo con le descrizioni che si hanno del-
suburbicario di Frascati, o per dir la villa , coi monumenti rinvenuti
meglio dichiarò più. precisamente presso Grotta Ferrata, e con istu-
le disposizioni di Benedetto XIV e di archeologici e critici , ne par-
di Pio VII, concedendo ai monaci lammo all'articolo Frascati, e par-
basiliani del monistero il pieno pos- ticolarmente nel voi. XXVII, p. 187
sesso dei beni abbaziali , mediante e seg. del Dizionario, citando l'e-
il canone annuo di scudi seimila rudito opuscolp Gaspare del cav.
trecento alla detta camera degli Servi stampato nel i844> e non nel
spogli. Quindi con tal fondo bene- 18 14 come per errore di stampa
ficò alcunibenemeriti ecclesiastici è impresso. Con questo il chiaro
e dispose che altrettanto potessero autore discorre dell'opinione del p.
fare con pensioni i di lui successo- Zuzzeri che pone la villa di Cice-
ri a mezzo della dateria apostolica. rone sul Tusculo nella villa della
In quanto alla giurisdizione spiri- Rufinella, della quale noi pur trat-
tuale Leone XII concesse agli ab- tammo al nominato articolo, della
bati prò tempore del monistero il confutazione che prontamente ne
privilegio, che già avevano gli ab- fece il p. Cardoni, sostenendo che
bati commendatari, di ammettere Grotta Ferrata surse sugli avanzi
l'esame de' testimoni sopra lo stato dell'antica villa dell'oratore roma-
libero de' domiciliari, e fare esegui- no. Indi produce le testimonianze
re le pubblicazioni di matrimonio; del Cluverio, del Ferrano, del Fac-
e in oggi il cardinal visitatore me- ciolati, di Proust, di Strabone, e
diante il suo vicario nel monistero, persino di Benedetto XIV, riportan-
e il cancelliere abbaziale usa di tal do favorevole passo della succitata
privilegio. Finalmente il regnante sua bolla De jurìsdictione episcopi
Pontefice Gregorio XVI nel i833 Tusculani in clerum et populuni
uomiuò visitatore apostolico nello terrilorii abbaùae Criptae Ferratae,
,

46 GRÒ GRO
giacché quel Pontefice si espresse, te esistente in principio della mac-
che nel luogo in cui è questo mo- chia verso il monistero di Grotta
nistero, ex magis recepla antiqua- Ferrata, sino alla villa Muti e Ma-
rioriun sententia Cìceronis olirti vil- latesta, ove precisamente poteva es-
la fiat. Descrive le escavazioni fat- ser portata l'acqua crabra , come
te , e gli oggetti rinvenuti presso viene in certo modo contestato da
Grotta Ferrata appartenente alla alcuni avanzi di antico acquedotto
villa ,
parla dell'acqua crabra che discoperti ultimamente, ed ove po-
essa godeva, come argomento che tevano sussistere tutti quei luoghi
esclude per la sua elevata posizio- che vennero indicati da Cicerone
ne la Rufinella , notando che gli stesso, all'ornamento de' quali egli
antiquari confusero il palazzo e la profuse grandi somme di denaro,
villa di Cicerone ch'erano due cose determinando il luogo di essa nel-
diverse, come apparisce dall'orazio- la falda del colle presso il moni-
ne prò domo sua, quando dice: Curri stero di Grotta Ferrata.
domus mihi in palatio, villa in Tu-
sculano s altera ad alterimi conni- Origine del monistero^ chiesa ed
leni transferebatur ; ed aggiunge che abbazia di Grotta Ferrata; del-
il p. Rirker non altrimenti interpreta le possessioni e prerogative del
il passo nell'orazione undecima prò monistero, con le principali no-
lege agraria. 11 eh. cav. Canina nel- tizie che lo riguardano; i riti

la sua dottissima Descrizione del- in esso osservati^ la serie degli


l'antico Tusculo conviene che la abbati, e quella degli abbati
questionata villa doveva trovarsi commendatari. La descrizione
in una posizione meno elevata del- e stato presente del borgo y del
la Rufinella, ed ove poteva essere monistero e sua biblioteca , del-
condotta T acqua crabra , mentre la chiesa in un alle pitture del
dalle reliquie superstiti rimangono Domenichino. Cenno sul moni-
ancora tracce al di sotto del pia- stero e chiesa che i basiHa ni
no dell' arena dei ricettacoli che hanno in Roma.
servivano per contenere le fiere de-
stinate agli spettacoli delle cacce ; 11 benemerito ordine monastico
quindi doversi ritenere che le gran- de' Basiliani (Vedi), istituito da s.
di rovine antiche rinvenute verso BasilioMagno vescovo di Cesarea
la metà del passato secolo vicino al in Cappadocia, dall'oriente si pro-
casino della Rufinella, avessero fat- pagò in occidente, e molto si ac-
to probabilmente parte della villa crebbe dopo che s. Pietro vesco-
di Tiberio, dando motivo al p. vo di Sebaste, fratello dell'istituto-
Zuzzeri di credere essere stata ivi re, fu da questi mandato a Roma
collocata la villa di Cicerone. A dal Papa s. Damaso I del 367, per
pag. 87 riproduce la descrizione di dimostrargli la purità della fede
tal villa scoperta nel 174.1 sul dor- e della dottrina seguita dall'ordi-
so del Tusculo, ed inserita nel Gior- ne, che approvato dal Pontefice
nale de' letterati dell'anno 1746 a fu promulgato in Roma, ed ab-
p. 11 5. Conchiude a p. g3 che la bracciato da uomini e donne di
villa di Cicerone dovea stendersi santa vita. Si diffuse anche in Su-
per le ragioni che adduce, dal pon- biaeo dove s. Romano monaco ba-
GRÒ GRÒ 47
siliano diede con T abito mona- Campania, ed ivi fermarono tutti
cale i primi documenti della vita la loro dimora in un monistero
cenobitica a s. Benedetto. Succes- chiamato Vallelucio, o Valle Lu-
sivamente nell'Europa si aumenta- cio,presso Monte Cassino a tal uo-
rono monisteri , laonde e massi-
i po conceduto loro dai benedettini.
me nel secolo XI l'Italia contò Dipoi s. Nilo egumeno, ossia capo
moltissimi monisteri di basiliani, e d'un monistero, insieme a sessan-
si vuole che nel solo regno di Na- ta suoi discepoli venne nella Cam-
poli ascendessero a cinquecento, pagna di Gaeta Tanno o,44j plesso
mentre da quello celebre di san la qual città edificò un monistero
Salvatore di Messina dipendevano che chiamossi di Serperi. Indi nel
quaranta abbazie, ed ancora esiste 997 avendo saputo s. Nilo che
la dignità d' Archimandrita (Fedi) Filagato suo concittadino erasi fat-
del medesimo, ma in commenda. to sollevare alla Sede apostolica col
I ebbero in Roma e
basiliani nome di Giovanni XVII contro il
luoghi suburbani molti celebri mo- vero Papa Gregorio V, scrisse in
nisteri, cioè di s. Lorenzo al Ba- Roma a tale antipapa, vivamente
gno, s. Saba in Cellanuova, s. Sil- esortandolo a desistere dallo sci-

vestro in Campo Marzo, la ss. An- sma ; medesimo si trasferì


ed egli

nunziata di s. Basilio all'arco dei nello stesso anno in Roma ove al


Pantani, Maria della scuola gre-
s. suo arrivo gli andarono incontro
ca ossia s. Maria in Cosmedin, ss. Gregorio V e 1' imperatore Otto-
Silvestro e Martino ai Monti, s. ne III, trattandolo con distinzione.
Prassede, ed altri. Essendo alcuni Dopo brevissima dimora san Nilo
di delti monisteri abbazie privile- ritornò al suo monistero di Ser-
giate, i loro abbati assistevano il peri, ove lo visitò Ottone III re-
sommo Pontefice quando celebra- duce dal pellegrinaggio di s. Mi-
va solennemente e nelle processioni, chele di Monte Gargano; ed alle

come si è detto ai rispettivi luo- estese esibizioni che cesare fece al


che anche
ghi. Inoltre è a sapersi, santo, questi ponendogli la mano
nel Sancta Sanctorum di s. Gio- sul petto gli rispose: nihil aliud
vanni in Laterano vi furono i ba- rogo ab imperio tuo, nisi animae
siliani lo ebbero un tempo in cu-
: tuae saluterà. Essendo s. Nilo in
stodia,ed ivi diedero il loro abito gran venerazione pel buon odore
monastico a molti nobili romani. delle sue virtù, avendo saputo che
Tra quelli che diedero opera alla il principe della vicina Gaeta avea
fondazione de' diversi monisteri ba- stabilito appena morto d'impadro-
siliani in Italia, uno si fu s. Nilo nirsi del suo corpo per arricchirne
greco di origine, però nato in Ros- la città, nel 1004 si portò in Ro-
sano nella Calabria ossia nella Ma- ma, e dopo aver visitato le tombe
gna Grecia l'anno 910. Avendo dei principi degli apostoli, de'quali
perduta la moglie si fece monaco era divotissirao, insieme co' suoi
di s. Basilio, e venne ben presto compagni si trasferì per divina ri-

in fama di uomo santissimo; e velazione verso Tusculo onde rin- il

quando saraceni minacciavano


i venirvi il luogo per la sua sepol-
nuovamente d'invadere la Cala- tura. Giunto nel territorio tuscula-
bria, fuggì co' suoi compagni nella no ove esisteva il monistero basi-
48 GRÒ GRÒ
liano di s. Agata (di cui parlam- Beata Vergine che tuttora è in gran
mo al voi. XXVII, pag. 221 del venerazione nella chiesa di Grotta
Dizionario, riportando V opinione Ferrata, come dicemmo al luogo
del Mattei autore delle Memorie citato, veneravasi nella chiesa di s.

isteriche dell'antico Tusculo, e di- Agata de' basiliani, colla pia tradi-
verse analoghe notizie riguardanti zione di essere una di quelle che
la venuta e morte di s. Nilo, e la si attribuiscono alla dipintura di s.
fondazione del monistero di Grot- Luca, la quale sotto Gregorio Vili,
ta Ferrata) in compagnia de' suoi o meglio nel pontificato di Grego-
discepoli Bartolomeo, Paolo e Ci- rio IX, fu trasportata nella chiesa
rillo, sopravvenuta la notte lungi di Grotta Ferrata. Lo Sciommari
circa tre miglia dalla città, si rico- ancora conviene a pag. 127 che
verarono una grotta. Quivi men-
in l'immagine è una delle più insigni
tre gli altri monaci stanchi dal viag- dipinte dal santo evangelista , che
gio fatto a piedi dormivano, s. Ni- si venerava non nominando la chie-
lo e s. Bartolomeo suo diletto di- sa di s. Agata, ma dopo la distru-
scepolo erano intenti ad orare, quan- zione di essa fu dai romani tras-
do apparve ad essi la Beata Vergine portata in Roma, finché circa do-
e loro comandò che in quel luogo po quarant'anni , e verso V anno
ad onor suo le erigessero un tem- 1228 o i23o il Papa Gregorio
pio, nelle cui fondamenta ponesse- IX Conti, con solenne pompa la fe-
ro il pomo d'oro che lor consegnò. ce trasferire nella chiesa di Grotta
I servi di Dio per prima cosa ri- Ferrata dedicata alla Beata Ver-
posero nella grotta un' immagine gine, come superstite luogo della
della stessa Beata Vergine, ed a munificenza de' conti Tusculani, dei
sua custodia le posero dinanzi una quali trattammo all' articolo Fra-
grata di ferro che diede mo-
, ciò scati. E qui aggiungeremo, che il

tivo ad appellarsi il luogo s. Ma- cardinal Carlo Barberini abbate


ria di Grotta Ferrata, che poi re- commendatario, la fece coronare
stò alla chiesa e monistero in
al con corona d'oro in forma di stel-
appresso edificati, non che all'ab- le dal capitolo vaticano a' 16 no-
bazia ed al borgo, come afferma vembre 1687, nel qual giorno ot-
lo Sciommari. Frattanto s. Nilo coi tenne da Innocenzo XI l'indulgen-
discepoli passarono ad abitare nel za plenaria pei fedeli che si tro-
monistero di s. Agata, abitato pur vassero presenti alla funzione. In
da monaci di rito greco. quanto poi all'origine della deno-
Noteremo prima di procedere al- minazione di Grotta Ferrata, ol-
la narrazione della fabbrica della tre la memorata, parecchi sono
chiesa e monistero, quanto riguar- d'avviso che debba ripetere il no-
da detta santa immagine^ e la de- me di Grotta dal trovarsi il luogo
nominazione di Grotta Ferrata. Ta- sotterra circondato tutto di grotte,
le immagine della Beata Vergine ovvero d'antichi maestosi portici, i
sebbene fosse collocata nella chiesa cui grandiosi avanzi ancora si ve-
che poi eressero i detti servi di Dio, dono. Altri vogliono derivatole il

in progresso di tempo se ne per- nome dalle ferriere che gli erano


dette la memoria , e va avvertito vicine,ed a questa opinione allu-
che 1' immagine della medesima de l'epigramma fatto da Giulio Au-
GRÒ GRÒ 49
tonio Rìdolfi, in lode del cardinal casa, là mia città, suoe tutto il

Francesco Barberini seniore, e ri- territorio; disponetene come meglio


ferito dal Piazza nella Gerarchia. vi piacerà ". S. Nilo gli domandò
Altri sostengono essersi cosi chia- un luogo atto per orare in riposo^
mata dalla legione Ferrata, la qua- e Gregorio I volentieri glielo ac-
le si ricoverò dentro le grotte sot- cordò. Questo era un piccolo rima-
terranee d'una villa che quivi esi- suglio della casa di campagna di
stevaj e che poi forse dall' esercito Cicerone, nomato la Grotta Ferra-
o dalla medesima legione venne do- ta.Cosi il p. Calmet, il quale sem-
nata a Lucio Cornelio Siila ditta- bra essere del sentimento che il
tore nella guerra marsica; villa che luogo già si nominasse Grotta Fer-
Plinio chiama Tusculana, e poscia di rataprima dell'arrivo di s. Nilo. Il
Cicerone, per averla esso comperata^ Nibby non solo è di contraria opi-
come osserva il cav. Servi, coll'au- nione sul luogo della villa di Ci-
torità dello Nibby a
Sciommari. Il cerone, come dicemmo colla sua
pag. i34 dell'Analisi, ed il Can- autorità parlandone al più volte ci-
cellieria pag. 2 1 1 della Lettera 3 tato articolo Frascati ^ ma crede
riportano un documento dell'XI se- che s. Nilo nel 1002 ottenesse per-
colo, ove si dice che si accorda la messo e terre da Tolomeo conte
chiesa di s. Primitivo di Gabio in di Tusculo, e signore della contra-
enfiteusi a Luca abbate del moni- da, onde poter erigere urt nuovo
stero di Maria auae ponitur in
s. monistero presso la grotta sopra-
locum quod nuncupatur Cripta- indicata* Ma lo Sciommari, il Ro-
ferrata. Dal che rilevasi che nel se- dotà ed altri gravi autori afferma-
colo stesso della fondazione del mo- no che nel territorio e diocesi di
nistero , comune era il nome di Frascati per la concessione del con-
Grotta Ferrata. te Gregorio I, incominciò s. Nilo
Dopo che i ss. Nilo e Bartolo- precisamente nell'anno ioo4 la fab-
meo ebbero la mentovata visione, brica del monistero, e che dalla
narra il p. Calmet nel lib. XCVI, § grata di ferro posta nella grotta
<7 1 della sua Storia universale, ciò innanzi alla immagine derivò al
eh' è uniforme a cronache e tradi- luogo il nome che porta. Inoltre
zioni antichissime, che Gregorio I lo Sciommari confuta tutte le con-
conte del Tusculo, i cui figli poi trarie assertive,con critica e mo-
divennero Papi col nome di Bene- numenti; I monaci ch'erano rima-
detto Vili, e Giovanni XIX detto sti nel monistero di Serperi di Gae-

XX, venuto in cognizione dell'ar- ta, come seppero che il loro supe-
rivo di s. Nilo nel suo territorio, riore s. Nilo non sarebbe più colà

e tratto dalla fama della santità di tornato, si partirono subito recan-


sua vita, si recò a prostrarsi ai di dosi al monistero che stavasi fab-
lui piedi, e » Servo di
gli disse. bricando, quando il santo li chia-
Dio, io non sono degno che voi en* mò nel monistero di Agata ove
s.

Iriate sotto il tetto di un peccato- stava, ed alla presenza di Paolo


re quale io sono; tuttavolta, per* abbate del medesimo, cui già ave-
che ad esempio del vostro Signo- va affidato il governo del moniste-
re mi avete preposto ai giusti, per ro in costruzione, li avvisò della
peccatore che io sia, eccovi la mia vicina sua morte, e li benedisse. Il

voi xxxm. 4
5o GRÒ GRÒ
conte Gregorio I tosto si portò a ba- rio F, alia presenza dell' abbate
ciar le mani al santo che bagnò di Bartolomeo, che inoltre provvide
lagrime, il quale si fece portare in il tempio di vasi sacri e di nume-
chiesa ed soavemente spirò, d'an-
ivi rose vesti preziose, non che lo a-
ni novantacinque, a' 26 settembre dornò di vaghe pitture, ed arric-
del ioo5. La sua vita fu scritta chì di libri per uso del coro, al-
dal suo discepolo s. Bartolomeo, e cuni de' quali scritti di propria
fu tradotta in latino dal cardinal mano in onore della Beata Vergi-
Sirleto, da Cariofilo arcivescovo di ne e dei santi. Il monistero in bre-
Iconio, e da Mettio vescovo di Ter- ve tempo fiorì, e narra il Rodotà
moli, senza dire di altri. Nel 1628 che alimentava duecento monaci, i
fu tradotta in lingua italiana dal quali celebravano nel rito greco gli
p. d. Nicolò Balducci. uffizi divini, ed esercitavansi conti-
L'abbate Paolo, ragguardevole per nuamente nella greca salmodia in ;

santità di costumi e dottrina, po- esso fiorirono diversi santi, ch'edi-


co dopo mori, e in una pittura an- ficarono per 1' asprezza della vita ,

ticadel monistero venne decorato per profondità della contempla-


la

dalla sottoposta iscrizione col tito- zione, pel raccoglimento dello spi-
lo di santo; gli successe Cirillo che rito , e per la soavità de' costumi.
poco meritandosi anch'esso di
visse, Non solo coi monaci furono larghi
essere ritenuto per santo. Allora i di munificenze i conti Tusculani
monaci vinta la virtuosa ripugnanza potentissimi , ma essendosi guada-
di Bartolomeo, concordemente lo gnata la stima universale, i fedeli
elessero in quarto abbate del mo- colmarono il monistero di ricchi
nistero di Grotta Ferrata, avendo doni e di feudi, onde ben presto
venticinque anni. Probabilmente divenne uno de* più doviziosi del-
oltre il monistero s. Nilo deve ave- l' ordine basiliano in Italia. Posse-
re eretto anche un piccolo tempio, dette vaste tenute, sì nello stato
perchè l'odierno edificato da san ecclesiastico, che nella Puglia e
Bartolomeo, secondo il desiderio Calabria; e varie terre sparse in
che avea sempre nudrito, in onore quelle provincie erano soggette al-
di Dio, e dell'immacolata Vergine l'archimandrita di Grotta Ferrata,
Maria, la storia ci dice ch'è gran- il quale ampia giurisdizione vi e-
de rispetto a quello di prima. Lo sercitava. Si contano fra le altre,
edificò nell' interno con tre navi il marchesato di Rafrano nella dio-
sostenute da otto colonne scanala- cesi di Policastro , il castello di
te di marmo bianco, ivi ritrovate, Conca, quello di s. Paolo nel ter-
e già della villa di Cicerone al di- ritorio di Marino, quello di Bor-
re dello Sciommari, e nell'esterno ghetto nel Tusculano; casali di i

tutto isolato. L'entrata maggiore si Cotrone colla chiesa di s. Andrea,


formò all'occidente, con atrio de- di Ungolo e di Baracala colle
corato da quattro colonne di gra- chiese di s. Nicolò d'Avellino e
nito egiziano, a cui si ascendeva di s. Calogero; le rettorie delle
per diversi scalini. Dipoi la chiesa due chiese di s. Nicolò di Diano,
a'17 dicembre 1025 fu solenne- e di s. Zaccaria di Saxano nella
mente consacrata da Giovanni XIX diocesi di Capaccio ; la grangia di
detto XX, figlio del conte Grego- s. Salvatore nella diocesi d'Alba-
GRÒ GRÒ 5t
no, ed il monistero di s. Nicolò dall'autorità ordinaria del vescovo
di Morbino nella diocesi di Veno- Tusculano, cui avrebbero dovuto
sa. Le rendite annue in progresso obbedire secondo il diritto canoni-
di tempo ammontarono a circa co, particolarmente orientale, non
scudi centomila, di cui ne impie- facendo però eglino menzione della
gavano parte al sostentamento di giurisdizione dell' abbate sopra il
duecento monaci, compresi quelli clero e il popolo secolare compre-
destinati all'assistenza delle gran- so nel distretto delmonistero, ne
gie, e delle ventidue chiese sogget- avendo diviso,né separato dal ter-
te all'archimandrita di Grotta Fer- ritorio episcopale quello del moni-
rata, e parte all'ospitalità dei pel- stero, per locchè sarebbe stato d'uo-
legrini , e alla cura degli infermi, po di speciale menzione, ne deriva
ai quali due distinte e magnifiche che il territorio di Grotta Ferrata
abitazioni avevano destinate con- sia sempre stato un membro di-
tigue al monistero. Quello che ri- pendente dalla diocesi di Frascati,
dondava era distribuito con solle- e non mai soggetto all'abbate se-
citudine ad una turba immensa colare, né ai commendatari come
di poveri. ordinari, i quali esercitar potessero
Questo insigne cenobio fu accol- piena e quasi vescovile giurisdi-
to sotto il patrocinio della Chiesa zione. Tanto dotto si legge nel
romana da Calisto N, come si leg- •Rodotà pienamente informato delle
ge in una bolla di Eugenio III, in riferite cose. Il quale riportando
cui decide la controversia strepi- la summentovata provvidenza di
tosa nata fra monaci, ed Imaco
i Benedetto XIV, aggiunge che nel
o Imaro vescovo di Frascati sopra sentenziare in favore del vescovo
la libertà delle decime. È stato Tusculano, investì i commendata-
questo monistero comodo soggiorno ri di alcuni privilegi. Primieramen-
d' Innocenzo III, e di Gregorio te, come accennammo, concesse loro,
IX, de' quali abbiamo alcune let- se ornati del carattere episcopale,
tere apostoliche spedite colla data: la facoltà di conferire la conferma-
Apud Cryptam Ferratemi. Che i zione una volta 1' anno nella chie-
monaci di questo monistero illustre sa del monistero , a qualunque
abbiano goduto l' esenzione passi- fedele che vi concorresse per rice-
va dall' ordinaria giurisdizione dei vere il sagramento. Di abilitare 1
vescovi di Frascati,, e che un mo- monaci ad ascoltare in essa le
naco esercitasse nella chiesa abba- confessioni delle persone secolari.
ziale la cura parrocchiale delle Di ammettere l'esame dei testi-
persone tutte che soggiornavano moni sopra lo stato libero dei
nel distretto, si fa chiaramente domiciliari, e per far seguire le
palese dal tenore delle bolle di pubblicazioni di matrimonio. Che
Calisto Adriano IV, Eugenio III
lì, oltre alle cause civili , criminali
e Gregorio IX. Non è però cosa e miste, che decidono come baroni
egualmente certa, che i medesimi nel loro tribunale laicale., possano
monaci abbiano del pari goduta ancora proferir sentenza in prima
1' esenzione attiva. Sebbene i no- istanza nelle cause civili apparte-
minali Pontefici abbiano concorde- nenti agli interessi del moniste-'
mente dichiarati esenti i monaci ro, le quali vel ràtione rei, vii
5z GRÒ GIIO
ratione personae dovrebbero essere zione e di rito greco. Il Piazza nei
soggette al foro ecclesiastico ;
pur- suo Eusevologio a p. 327 del tratt.
ché si osservino le regole prescrit- V, dice che nel collegio de' basilia-
te dal diritto comune nelP esecuzio- ni in Roma vi risiede il generale
ne delle citazioni fuori del proprio dell'ordinequando ivi si reca, ve-
territorio.li Rodotà pubblicò il se- stendo come gli altri abbati la man-
condo libro della sua opera due telletta, mozzetta con croce ec. e ,

anni dopo la morte di Benedetto che per l'antichità del suo istituto
XIV, sotto del quale avea stampa- monastico precede agli altri, come
to il primo. Lo Sciommari in ve- dichiarò Paolo V nella 17 costitu-
ce pubblicò la sua nel 1728, e zione , Injuncti nobis y con queste
tratta de' privilegi dell'abbazia, che parole: » Animadvertens ordinem
qualifica nullius dioecesis a p. 20 5 sancti Basiiii caeteros omnes regu-
e seg. Dichiara essere stata sino lares antiquitate praecedere, ac ex
dal principio esente da ogni giuris- eo Dei ecclesiam, christianamque
dizione episcopale, immediatamen- rempublicam ab ipsius ordinis ini-
te soggetta alla santa Sede, e per- tiouberes fructus recepisse, etc. ".
ciò l'abbate era benedetto dal Pa- Aggiunge il Piazza che tale abba-
pa. Riporta la mentovata decisione te intervenendo alla cappella pon-
d'Eugenio III per la lite mossa dal tificia tiene il primo luogo sopra
vescovo Tusculano, a cagione che gli altri generali, siccome asserisco-

certo Nilo abbate di Grotta Fer- no essersi praticato sempre, ilMu-


rata era stato benedetto da Cono- canzio ne' suoi diari, Ascanio Tam-
ne vescovo di Palestrina , il quale borino, Giacomo Pignattelli, Paolo
ordinò pure diversi monaci , e la Alaleona, ed altri, ana-adducendo le
risoluzione del Papa in favore del- loghe dichiarazioni di Gregorio XIII,
l'abbate. Inoltre narra come l'ab- Clemente Vili e Paolo V. Indi il
bate godeva lo speciale privilegio Piazza fa il novero de' celebri e
di assistere al trono del Pontefice, dottissimi santi che fiorirono tra i

e due monaci del suo monistero basi li ani.


dovevano cantare nella messa pon- Riprendendo la storia del quar-
tificale del Papa l'evangelo e l'e- to abbate di Grotta Ferrata s. Bar-
pistola in lingua greca come , di- tolomeo, lo Sciommari e a p. 14.1
cemmo in tanti luoghi del Dizio- seg.narra quella del Pontefice Be-
nario , cosi all'articolo Grecia e nedetto IX, eletto nel io33, e ni-
GREcr, e del loro uffizio di diaco- pote del conte Tusculano Gregorio
no e suddiacono in rito greco, no- I, ciò che noi facemmo alla sua
tando che Sisto V nel i586 attri- biografia, ed a tutti quegli articoli
buì tal privilegio a due alunni del che vi hanno relazione, insieme al-
Collegio greco (Fedi) di Roma, la difesa che di tal Papa ne fece
dopo che alcuni sacerdoti secolari il monaco di Grotta Ferrata d.
l'avevano rapito monaci
Grot-
ai di Gregorio Piacentini con eruditis-
ta Ferrata. Avverte poi lo Sciom- simo libro di cui pure parlammo.
mari, che nel monistero di Grotta Solo qui diremo che Benedetto
Ferrata sempre hanno potuto pro- IX a persuasione di s. Bartolomeo
fessare la regola di s. Basilio an- rinunziò il pontificato essendosi re-
che coloro che non erano di na- so odioso ai romani per la vita
ORO GRÒ 53
scandalosa da lui menata, a' 17 lu- morto verso il 108 5, Teodosio,
glio 1048, e pentito de'suoi tras- Giona, e Nicolò. Questo decimo ab-
corsi fece professione nel monistero bate di Grotta Ferrata, essendo
ed esemplar penitenza, trovandosi pieno di valore, dottrina ed eru-
presente alla beata morte del san- dizione, godeva la grazia del Pon-
to avvenuta nel io65, dopo di che tefice Urbano II, il quale si valse
di lui non se ne fece più menzione, dell'opera sua in molti affari reli-
!>e non che mori nel monistero, giosi. Nata in Costantinopoli la
costante nella sua conversione, e controversia degli azimi, e usando
fu sepolto sul pavimento nella na- i violenza per obbligare i
greci
vata sinistra della chiesa, come pro- latinia consacrare nel pane fermen-
va il Piacentini, ove si vede anco- tato, il Papa nel 1088, secondo il
ra il suo monumento sepolcrale, Rodotà, o nel 1097 al dire dello
consistente in una pietra sepol- Sciommari, spedi all'imperatore A-
crale che contiene per arma gen- Jessio l'abbate Nicolò per compor-
tilizia un' aquila scaccata di mu- re la concordia tra le due nazioni.
saico, stemma Tuscula-
de' conti Fu ricevuto con quelle dimostra-
ni, cui appunto appartenne Bene- zioni che si dovevano ai suoi me-

detto IX. Lo Sciommari racconta riti ed a chi lo mandava, per cui


che a suo tempo nella lapide se- col suo zelo ed eloquenza frenò
polcrale, oltre 1' aquila eranvi e- l'orgoglio de* greci, e liberò i latini
ziandio due serafini lavorati a mu- dalle ingiuste oppressioni che avea-
saico nella parte superiore, e in no sino allora sofferte.
mezzo ad essi era vi restato un in- Nilo II gli successe, rinunziò
cavo di croce che vi era prima di poi l'abbazia, e mori in buon con-
bronzo, e tolta per 1' irriverenza cetto a* 2 novembre1 1 36. Dopo
con la quale si calpestava, spiegan- di lui furono abbati Teodoreto, e
do che la croce e i serafini vi fos- nel 1 1 3 1 Nicolò II, sotto di cui ai
sero posti per memoria di persona 17 settembre fu consagrato l'ora-
insigne ecclesiastica ivi sotterrata. torio o piccola chiesa presso la
Inoltre difende Benedetto IX che maggiore, chiamata chiesa del ca-
dopo la morte
di s. Leone IX, pitolo, perchè quivi dai monaci
al dire delmendace Bennone, a- recita vansi uffici. Questa
i divini
vesse tentato d'invadere nuovamen- piccola chiesa o oratorio separato,
te la cattedra pontificia, come dal detto dai greci appendix ecclesiae,
favoloso racconto di essere dopo mor- fu anticamente dedicata ai ss. mar-
to comparso a certo Vado in figura tiriAdriano e Natalia o Anatolia,
d» spaventosa bestia, dicendogli di e poi lo fu ai ss. abbati Nilo e
essere condannato a perpetuo fuoco. Bartolomeo, restaurata in seguito
Morto agli 1 1 novembre circa l'anno nel 1 192 dall'abbate Ilario, e de-
ìo65 Bartolomeo d' anni ot-
s. corata nel 1610 dal cardinal O-
tanta, e tumulato come i suoi pre- doardo Farnese commendatario col-
decessori nella chiesa del moni- le sublimi pitture del Domenichi-
stero, fu eletto in abbate Leonzio, no, di cui parleremo in appresso.
che termino di vivere in concetto Il Galletti nel suo libro intitolato
di santità a'21 dicembre 1077, e il Primicero , ha prodotto alcuni
gli successero Arsenio, indi s. Luca documenti spettanti a questa abba»
Si GRÒ GRÒ
zia, uno dVquali è quello con cui con buona parte dei monaci per
Giovanni arcicanonico di 8. Gio- sottrarsi dai continui pericoli cui
vanni a porta Latina donò al sud- erano esposti. Furono accolti da
detto Luca abbate la menzionata Simone abbate colle più sincere
chiesa di s. Primitivo presso il la- dimostrazioni di affetto e di o-
go Burrano con lo stesso lago
di nore, come narra Rodotà. Fra il

fuori di Porta Maggiore di Pioma, le molte e preziose reliquie che

con la condizione che il rettore aveano posto in salvo si contavano,


della chiesa si ordinasse sempre una croce d'argento fornita d'oro,
dall'abbate di Grotta Ferrata, col e ripiena di reliquie di santi; un
consenso dell' arcicanonico o arci- gran calice ministeriale con patena ;

prete di s. Giovanni a porta La- un insigne reliquiario di cristallo


tina. Altro documento dice come con una delle spine della corona
Corrado vescovo di Sabina, e vi- di Gesù Cristo ; sei candellieri d'ar-
cario di Roma di Eugenio 111, pro- gento, e il cappuccio di s. Basilio
ferì sentenza in favore delle chiese serbato illeso dopo otto secoli , e
di s. Giovanni a porta Latina, e mandato da s. Gregorio
in Italia
di s. Prassede, contro Y abbate di Nazianzeno a Giovanni abbate del
Grotta Ferrata, circa due prati dei monistero basiliano di s. Agata pres-
casali di Valle Bona, di Valle Co- so il Tusculo, come riporta il Mat-
lomba e de Rubea. Da altro do- tei a p. 123 delle sue Memorie.
cumento poi si ha, come l'abbate La dimora dei due abbati e mo-
Nicolò II alla presenza del Pontefice naci nel monistero di Subiaco non
Anastasio IV e di molti cardinali con- fu tanto breve , e durò parecchi
cesse ad Ubaldo cardinal litolare di s. anni. Dappoiché avendo i romani
Prassede tuttociò che al suo moni- rinnovato i loro risentimenti con-
stero poteva competere nella pos- tro i tusculani e gli albanesi, per-
sessione di s. Primitivo, nel qual chè protetti dai tedeschi ricusava-
giorno medesimo un altro Nicolò no pagar loro gli eccessivi tributi
di Giovanni di Bono di s. Marco, imposti, si portarono a guastarne i
presenti Gregorio e Ruberto rifiu- territorii. I tusculani e gli albane-
tò abbate suddetto, e per lui
all' si per difendersi, e vendicare altri
al cardinal Ubaldo, ogni diritto che affronti ricevuti, si armarono ed af-
a titolo di feudo poteva aver acqui- frontarono romani, e ne fu de-
i

stato nel fondo di s. Primitivo. plorabile conseguenza strazi, desola-


Di questo parlammo al voi. XXVIII, zioni , rovine ed incendi a danno
p. 85 del Dizionario. Successiva- della Campagna romana , e fini
mente dopo Nicolò
divennero II collafamosa distruzione del Tuscu-
abbati Conone, Melezio_, ed Ignazio lo operata da' romani nell'anno
che presiedeva nel 1 1 54, e poi ri- 119» al modo che narrammo al-
nunziò. Gli successe Luca II e poi l'articolo Frascati, col qual nome
Eutichio, i quali si ritirarono uno s' che succedette al-
intitolò la città
dopo l' altro nel monistero bene- l'antico e celebre Tusculo, ed eb-
dettino de' ss. Scolastica e Bene- bero fine formidabili conti Tuscu-
i

detto di Subiaco, per le guerre del lani benefattori di Grotta Ferrata,


i i63, quando i normanni e i te- nella cui chiesa alcuni vi furono
deschi invasero ostilmente il Lazio, sepolti, secondo 1' Eschinai di, Da-
,

GRÒ GRO 55
scrizione di Roma e dell' agro ro- tefice Gregorio IX amorevole di
mano , p. 276. Mentre i basiliani questa abbazia, che come si è det-
dimoravano nel monistero di Su- to vi soggiornò e fece trasportare
biaco, le cose sacre e preziose che da Roma l' immagine della Ma-
aveano seco portate per salvarle donna, rinnovò e confermò le in-
dalla rapacità di tante guerre, te- dulgenze concesse dallo zio , come
mendo che se le avessero manife- dice ilPiazza a pag. 281, per cui
state a' monaci benedettini poteva- gli apparve la Beata Vergine , e
no un giorno restarne privi, le na- gli disse: Fili ad instantiqm Filli
scosero nel luogo loro assegnato mei, et domuni meam istam visi-
presso il sacro speco, colla speran- tantibiis in octava Assumptionis
za di riportarle a Grotta Ferrata Beatae Marine Virginia sii remis-
in tempi tranquilli. Ma essendo a sio omnium peccatorum. Altrettan-
poco a poco morti i basiliani che to riporta lo Sciommari a p. 127,
sapevano il sito ov' erano deposi- coli' autorità d' un' antica membra-
tati i nominati oggetti, quelli che na di ne riproduce il tenore.
cui
ritornarono all'antico soggiorno i- Avendo l'imperatore Federico II
gnorandolo non poterono ricupe- dichiarato guerra a Gregorio IX
rarli. Se non che nell'anno i388 i che lo avea scomunicato , ed in-
monaci benedettini ebbero la sor- timato un concilio contro di lui
te di ritrovare si nobili monumen- nel 1241 pose suoi alloggiamen-
i

ti ,. ed ancora conservano il cap- ti e quelli dell'esercito a Grotta


puccio di s. Basilio, ed altre sacre Ferrata , ed in questo luogo rice-
reliquie de' basiliani nella sagrestia vette porzione de' tesori, cioè di
di s. Scolastica, come attesta il p. vasi d' argento e d'oro, di gemme,
abbate Bini a p. 53 delle Memo- oltre altri arredi di gran valore
rie di quel monistero stampate nel appartenenti al culto divino, e da
1840. Cessatele guerre civili, i ba- lui tolti alle chiese del regno di
siliani, rientrali nel possesso del mo- Napoli, per farne moneta a soste-
nistero e degli stabili, rifiorirono, nimento della guerra. In questo
e nel 1 192 erano governati da tempo e 21 agosto 1241 morì
a'
Ilario XIX abbate e successore di in Roma Gregorio IX , per cui
?

Eutichio. Sotto l' abbate Giovan- 1 imperatore permise ad alcuni car-


nicchio, che presedeva nel 1204, dinali che avea fatto prigioni, di
Innocenzo III concesse alla chiesa recarvisi per procedere all' elezione
di Grotta Ferrata pei fedeli che del successore, col patto di rientra-
la visitassero in tutte domeni-
le re poi nel carcere. Fu eletto a' 22
che, nelle feste della Beata Vergi- settembre Celestino IV che morì
ne, degli Apostoli, e di que' santi agli 8 ottobre, onde per gli osta-
martiri le cui reliquie ivi si vene- coli frapposti da Federico II restò
ravano, la remissione della terza vacante la sede circa diecinove
parte de' peccati, e mille anni d'in- mesi. Dice il Rodotà, che secondo
dulgenza, e negli altri giorni del- la cronaca di Riccardo da s. Ger-
l'anno la metà. Altri abbati furo- mano, Federico II die il guasto ai

no Teodosio II che mori nel 1222, contorni di Roma , per sforzarla


Jsacco che morì nel i23o, e Ni- allaresa ; e che nel giugno del
colò III eletto a sua vece. Il Pon- 1242, dovendo abbandonare l'asse-
,

56 GRÒ GRÒ
dio, levò il campo da Grotta Fer- abbate. Avendo nel 1377 Grego-
rata, é portò via dal monistero rio XI restituito a Roma la resi-
due simulacri di bronzo che or- denza pontificia nel seguente an-
,

navano una fonte, cioè la statua no volendo evitare i caldi del-


di un uomo ed una vacca di mi- l'estate, con tutta la sua corte,
rabile lavoro, essendo la vacca dis- e preceduto dalla ss. Eucaristia si
posta con che per di-
tale artifizio portò in Anagni e fermatosi in,

verse fistole che aveano


e canali Grotta Ferrata allettato dall'ameni-
tra loro comunicazione interiore tà del sito, vi dimorò due giorni, co-
spargeva per diverse bocche lim- me si legge nel Muratori, Rer. ital.

pide acque; indi fece trasportare i script,tom. Ili, par. II, che ci dà
simulacri a Lucerà ov' erano ac- la descrizione che ne fece il Mas-
quartierati i saraceni da lui assol- sonio scrittore contemporaneo. Do-
dati. Il Nibby riporta alcune con- po l'abbate Giuseppe, lo divenne
getture sulla provenienza di tali si- Francesco de Mellini romano nel
mulacri a p. i35. 1426, indi lo fu Sabuccio de Mel-
All'abbate Nicolò IH successero lini romano, e poi Pietro Vitali
Biagio, llarione del 1272, e Bia- eletto XXXIX abbate verso il i43o:
gio II del i3oo. Abbiamo dal Piaz- questi intervenne al concilio gene-
za, e dallo Sciommari a p. 125, rale di Firenze celebrato da Euge-
essere registrato nella tabella del- nio IV, e fu l'ultimo abbate prima
le indulgenze della chiesa, che il Pa- dell'istituzione della commenda, il

pa Bonifacio Vili confermò alla quale eletto archimandrita del regiq


chiesa le indulgenze che godeva, e monistero basiliano del ss. Salva-
fece aprire una porta chiamata tore di Messina, ivi mori il 27 a-

santa ,
per la quale entrando ed prile i4°7. Qui è da sapersi, co-
uscendo i fedeli confessati e con- ni essendosi costantemente osserva-
'

triti in tutti i giorni di domenica to il rito greco nel monistero di


tredici volte, potessero liberare un'a- Grotta Ferrata sino all'epoca del
nima dal purgatorio. Anzi per me- concilio fiorentino in cui fu prin-
glio santificare questo terreno vi cipalmente promossa l' unione della
fece trasportare da Gerusalemme chiesa greca con la latina, dopo
tanto di terra santa , che potesse essere stata essa stabilita nel con-
spargersi per tutto il circuito este- cilio, il celebre cardinale Bessarione
riore della onde il luogo
chiesa, monaco basiliano, e l'abbate Pie-
venne chiamato,
camposanto. La, tro in unione di altri abbati del-
detta porta è poco lungi dal cam- l' mediante l' approvazione
ordine ,

panile, avendo scolpito su, d'una, di Eugenio IV , giudicarono spe-


pietra Porta Sancta, come scrive
: diente che i monaci di Grotta Fer-
lo Sciommari, che discorre eziandio rata, e gli altri delle provincie di
dell' indulgenza. A Biagio II suc^ Puglia, Calabria e Sicilia celebras-
cessero gli abbati Alessio, Gennaro, sero la messa greca coi paramenti
Angelo del i3i 1, Pancrazio, Ninfo latini, e coli' ostia secondo la for-
o Nifo che nel i324 morì in Avi- ma usata medesimi
dai latini ,

gnone ove risiedevano i Papi, An- mischiatovi però un poco di fer-


tonio, Angelo II, Corrado, Giaco- mento, come attesta lo Sciommari
mo, Girolamo, e Giuseppe X&XVI q p. 207 e seg. Non molto tempo
,

GRÒ GRÒ 57
dopo, col pontificio consenso, i no- inonistero di Grotta Ferrata difese
minati monisteri adottarono nel- e promosse l'unione della chiesa
I' ostia la totale uniformità coll'uso greca colla latina ,
principalmente
dell' azimo come i latini. Quest'ul- dal trovarsi nel suo tipico di san
tima determinazione probabilmente Bartolomeo ordinato sei volte al-
ebbe luogo quando dopo il conci- l' anno di celebrare pontificalmente
lio prese vigore la fazione scisma- l' abbate , dovendosi nella messa
tica di Marco arcivescovo di Efeso cantare 1' epistola e 1' evangelio in
contro gli azimi, per distinguere i latino ed in greco, premessavi an-
monaci italo-greci dai marco-efesiani, che l'orazione latina corrisponden-
col far sì che ritenessero al tempo te alla festività, che sono la dedi-
istesso la recitazione delle greche cazione del tempio a' 17 dicembre,

liturgie di s. Basilio e di s. Gio- 1' Assunzione della Madonna, il Na-


vanni Crisostomo coi divini uffizi tale, la domenica delle Palme, la
antichi , e mostrassero coli' abbrac- Pasqua, e la Pentecoste. Quindi lo
ciar gli azimi e le vesti latine la Sciommari eruditamente difende il

totale unione e soggezione alla rito greco-latino, loda i Pontefici


santa romana Chiesa, aggiungendo che ne furono costanti conservato-
parimenti nel simbolo le parole ri, e dice osservarsi nella collegiata
Filioque procedit. In appresso i cattolica di rito greco in Messina
Pontefici Paolo V, Urbano Vili, ed altrove celebrandosi col fer-
,

ed Innocenzo X
concessero che nel- mentato nella Grecia, Russia, Po-
le chiese greche de'basiliani, a pror Ionia, Calabria, Sicilia, ed altri luo-
porzione del numero de' monaci si ghi, come in Roma nella chiesa del
potessero dai medesimi celebrare collegio greco, essendo egualmente
una o due messe in rito latino, santissimo rito. Il Rodotà pure al
siccome venne seguito in quella di lib. 3, p. 236, n. 1, dice che an-
Grotta Ferrata per maggior sod- che in questo monistero di Grotta
disfazione de' fedeli latini che vi si Ferrata l'abbate allorché nelle ri-
recavano : è da notarsi che Urba* ferite solennità celebra pontifical-
no Vili ed Innocenzo X nel loro mente , recita in latino l' orazione
cardinalato furono protettori del- corrispondente al giorno che corre
l' È poi ancora da
ordine basiliano. e dipoi due sacri ministri cantano
che Benedetto XIV con la ambedue
?
avvertirsi 1 epistola e il vangelo in
costituzione Etsi persuasimi habemus, gì' idiomi ; e ritiene per certo che
emanata nel 175 1, comandò che gli questi monaci basiliani cominciaro-
abbati, i priori e i maestri de' mo- no a praticare siffatto rito dopo il

nisteri di rito greco debbano sem- concilio generale di Firenze, in argo-


pre celebrare in rito greco cum : mento della sincera loro corrispon-
\ina 3 aut duae missae, quae latino denza e soggezione alla chiesa roma-
ritu juxta apostolicas constitutiones na. Il Piazza \\e\Y Eusevologio citato
in ipsis ritus graeci monasteriis 3 in dice che i monisteri basiliani di Po-
quibus sex vel plures monachi repe- lonia, Lituania, Russia Alba e Nera,
riunlurs celebra ri possunt, per mo- rendono ubbidienza al prete archi-
nachos simplices, ut dici tur non , mandrita, eletto dai monaci medesi-
graduatos celebrari debeanl. Osser- mi per facoltà speciale concessa da,
va Ip Sciommari a p. 209, che il Urbano VIII a' 4 ottobre 1624.
58 GRÒ GRO
Considerando Pio II le disgrazie dici greci mss. tra' quali è celebre
cui era soggiaciuta Y abbazia per l'Eucologio patriarcale, come anco-
Je guerre civili e per le invasioni ra prese cura che vi risplendesse il

straniere, per cui deteriorava gior- culto divino: di tutto diffusamente


nalmente anco nel numero de'mo- tratta il Bandini nell'egregio suo
naci, non che la perdita di molti libro De vita et rebus gcstis Bessa-
beni usurpati dalla prepotenza dei rionis cardinalis Nicaeni, Romae
signori secolari, per vendicarne le 1777. Mori il zelante cardinale nel
ragioni, e farvi rifiorire il moni- 1472, e subito ne profittarono gli
28 agosto i/j.62 la dichia-
stero, a' antichi usurpatori per ristabilire le

rò commenda, e ne fece primo ab- loro ingiuste pretensioni con nuo-


bate commendatario il dottissimo ve occupazioni. A ciò si aggiunga
cardinal Bessa rione greco di Tre- la divisione poi fatta dai Papi del
bisonda vescovo tusculano, ch'es- gran corpo delle rendite a benefi-
sendo stato monaco basiliano ne zio di altre chiese, collegi e luoghi
avrebbe avuto tutto l'impegno, non pii, serbandone una parte per l'ab-

essendo stato sufficiente quello u- bate commendatario unito col capi-


sato dall'abbate Francesco Melimi^ tolo de'monaci, incombendo al com-
creato a tal fine da Martino V, e mendatario il provvedimento totale
poi vescovo di Senigallia , e dal- del monistero e della chiesa. In
l'ultimo abbate Vitale da Pio II quanto al primo abbate del moni-
fatto archimandrita di Messina. 11 stero che ne prese il governo dopo
cardinale assunse il titolo di ab- V istituzione della commenda, che
bate commendatario di s. Maria fu Luca Manilla, e della serie dei
di Grotta Ferrata, come lo usaro- suoi successori, questa si produ-
no i suoi quattordici successo- ce dallo Sciommari a p. 114 si-

ri, de' quali riporteremo la serie, no ad Epifanio Stawiscki polacco,


mentre alle loro biografie se ne pio e dotto, XXXV abbate della se-
possono leggere le notizie. Il car- conda serie. Ad esso successero si-
dinal Bessarione prese l'ammini- no a'nostri giorni i seguenti. Deve
strazione e possesso dell'abbazia per notarsi che il p. d. Giacomo Sciom-
mezzo di Nicolò Perotti arcivesco- mari lodato, primieramente nel 1 73o
vo di Siponto, da lui eletto prò-, fu fatto abbate generale dell' ordi-
curatore e vicario generale. Ordi- ne, indi in tale anno incomincia la
nò il cardinale esatto inventario detta nuova serie col p. Demetrio
e registro degli stabili, diritti, privi- Titi già stato abbate, Bartolomeo
legi ed istromenti, e si occupò al- Ulerico, Giacomo Sciommari sud-
la ricupera dei beni usurpati; ri* detto, Gio. Cristoforo Pistrucci, Nic-
storò gli edilizi del monistero, ar- cola Olivieri che fu pure visitatore
ricchì la chiesa di preziose suppel- provinciale, Alessandro Filocamo,
lettili sacre, delle quali ancora si Teodoro Piacentini, Tommaso
Gat-
conservano uno de' due stoloni o ta, che essendo valente meccanico
fenoli, intessuto di oro, e ornato e geografo fabbricò nel moniste-
di parecchie figure rappresentanti ro un cembalo, ed inoltre fece una
alcuni fatti della vita di Gesù Cri- bella e grande sfera armillare che
sto, un gran calice con patena di tuttora si conserva nella biblioteca,
bellissimo lavoro, alcuni pochi co- i disegni e le piante del moniste-
GRÒ GRÒ %
io e di tutta la badia, il disegno monistero. Le armi e il nóme suo
della nuova sacrestia, ed altro; Gre- ripetutamente si vedono frammi-
gorio Pieraggi, Paolo Fasoli, Carlo schiate agli ornati dell' architettura,
Alatici romano, benemerito del mo- e la rovere sua insegna gentilizia
nistero e della biblioteca, che go- domina perfino ne' capitelli delle
vernò dal 1796 al 18 io, epoca in colonne del palazzo abbaziale da
cui dal governo francese fu sop- lui eretto, nel quale oltre la bella

presso il monistero. Riaperto que- e soda architettura, altro oggi non


sto nel 1 8 1 4» tornò ad esserne ab- si ammira che alcuni frammenti
bate il Pieraggi; indi Epifanio Ma- di scoltura antica , ritrovati nelle
zio romano, storico illustre e pre- vicinanze, e che diconsi appartene-
dicatore, e Nilo Alessandrini di Su- re alla villa di Cicerone. Tra essi
pino , i833 Lui-
cui successe nel meritano osservarsi due bellissimi
gi Riva romano, che nel novembre massime quello rappre-
bassorilievi,
dell' istesso anno morì. Il secondo sentante una figura assisa con una
abbate commendatario fu Domeni- pantera sotto, collocata in una del-
co Astalli nobile romano; il terzo le sale del palazzo.
il cardinal Giuliano della Rovere II nominò quarto abbate
Giulio
d'Albizola, nominato dallo zio Sisto commendatario il cardinal Giovan-
IV, che d'animo grande fece demo- ni Colonna romano, sotto la cui
lire l'antica fabbrica, e die princi- amministrazione a' 23 novembre
pio ad un nuovo chiostro con di- i5oj fu assegnata la separazione
verso disegno , fortificando all' in- della mensa monastica da quella
torno l'abbazia con solide muraglie dell'abbate commendatario, facendo
e fossi a guisa di fortezza, seguen- stabilire il numero di dieci soli
do l'uso di que' tempi, per assi- monaci con due serventi, e per cia-
curarla dalle irruzioni degli stranieri, scuno di essi una provvisione assai
e dalle potenti fazioni. Nel ponti- tenue per il puro vitto e vestito: e
ficato di Sisto IV ed a' 5 giugno parte di quella per maggior dis-
1482 Alfonso duca di Calabria, grazia del monistero dovea rica-
figlio di Ferdinando re di Napo- varsi dalle rendite che proveniva-
li, da questi mandato ne' dominii no dalla Calabria ed altri luoghi
pontificii con un esercito, prenden- lontani, senza punto per allora sta-
do le parti del duca di Ferrara suo bilirsi il provvedimento delle fab-
genero, alloggiò a Grotta Ferrata briche, della chiesa, degli studi e
con tremila fanti, e venti squadre del noviziato. In tal modo il co-
di cavalli. Nell'ultimo anno del pon- piosissimo numero antico de' mo-
tificato di Sisto IV, nella notte del naci venne ridotto a soli dieci il :

9 al io luglio i4^4 fu sorpresa cardinal Giovanni si servì per sua


la terra e 1' abbazia dai Colonnesi abitazione del nuovo edifizio, lascian-
a danno degli Orsini, i quali non ne do i monaci dimorare in angusto
furono scacciati che dopo avere re- sito. Alla sua morte, accaduta nel

cato al luogo molti guasti. Nel i5o8, Giulio II gli die a succes-
i5o3 il cardinal della Rovere fu sore Pompeo Colonna romano, che
eletto Papa col nome di Giulio II, Leone X nel 1 5 7 creò cardinale,
1

onde ingolfato in nuove e gravi e morì nel i532. Clemente VII


cure lasciò imperfetto il disegnato fece commendatario il suo cugino
3

6o GRÒ GKO
cardinal Ippolito de' Medici fioren- re, che pur dichiarò protettore deU
tino, ch'essendo morto nel i535, l'ordine basiliano. Fu egli ch'eresi
Paolo III gli die a successore Gio. se alla Beata Vergine un nuovo al-
Maria de' Ciocchi del Monte di tare di marmi preziosi con due ,

Monte Sansovino, che nell'anno se- grandi statue di marmo vestite di


guente creò cardinale, ed in sua mor- bronzo dorato, e rappresentanti an-
te nel i55o divenne Giulio III.Questi geli in atto di adorazione, e ripo-
nominò alla commenda il nipote del se l'immagine antica fattavi tras-
predecessore il celebre cardinal A- portare da Gregorio IX, entro cor-
lessandro Farnese romano, il quale nice di bronzo dorato con angio-
fece la soffitta della chiesa come si letti simili, aggiungendovi nel mez-
vede dai suoi stemmi, con belli in- zo un nobilissimo tabernacolo di
tagli in rilievo di legno; eresse dai metallo, prezioso per le quattro

fondamenti il coro con la sagre- colonne di agata orientale, che per


stia; ordinò che si ritoccassero le la specialità del lavoro che lo ador-
pitture che adornano d'intorno tutta nano : del suo arco con importan-
la parte superiore della chiesa, opera te mosaico ne parleremo per ul-
de' secoli bassi, esprimenti in due timo.
ordini i misteri delia vita di Gesù Nel 1679 mori i' cardinale, ed
Cristo, essendosi dovuto ricuoprire Innocenzo XI fece abbate il nipo-
il terzo a cagione della nuova sof- te del defunto, il cardinal Carlo
fitta, che prima non vi era, essen- Barberini romano, il quale fu ze-
do il tetto tutto ricoperto di piom- lante e generoso abbate, e terminò
bo; ma il piombo nel i5o8 era di vivere nel 1704. Clemente XI
stato tolto per cuoprire parte del- allora fece duodecimo abbate com-
la cupola di s. Pietro allora in co- mendatario il cardinal France-
struzione. A* tempi del cardinal A- sco Barberini romano, il giuniore,
lessandro Gregorio XIII emanò la pronipote di Urbano Vili che i- ,

bolla 58, Benedictus Dominus, con mitando la munificenza de' prede-


la quale pubblicò sull'ordine basi- cessori fece la balaustra dell'altare
vano que' provvedimenti di cui al- maggiore ove venera la Madon-
si

trove facemmo menzione. Dopo la na, di marmo


nero antico, con due
morte di esso, Sisto V fece nono porticelle nel mezzo di bronzo ben
abbate commendatario nel i5&9 il lavorate, e con lo stemma gentili-
magnanimo cardinale Odoardo Far- zio, A lui Io Scioramari dedicò il
nese romano, nipote del defunto. suo libro; e nel suo governo Cle-
Nel 1610 l'oratorio o chiesa del mente XI contribuì una somma di
capitolo dedicato ai ss. Adriano e denaro quando monaci nel 1 7 1
i

Natalia, il cardinale Odoardo in o- impresero a fabbricare il nuovo


nore de' ss. abbati Nilo e Bartolo- monistero, laonde per gratitudi-
meo lo fece superbamente abbelli- ne gli eressero corrispondente la-
re colle insigni pitture del Dome- pide marmorea. Il Pontefice in mi-
nichino, che poi indicheremo. Alla norìbus avea frequentato il moni-
di lui morteavvenuta nel 1626 stero in tempo di villeggiatura, ap-
Urbano Vili nominò commenda- prendendovi da un monaco la lin-
tario il suo nipote cardinal Fran- gua greca, onde fu poi in grado
cesco Barberini fiorentino, il senio- di tradurre da essa nell'idioma U-
GRÒ GRÒ 6i
tino quelle opere di cui «altrove fa- lui si legge onorifica iscrizione nel-
cemmo menzione. Nel suo pontifi- la sagrestia, ove si dice, sacrarìum
cato recandosi a Castel Gandoljo a fundamentis erexerit t perfecerit,
(Fedì) alla villeggiatura, più volte et sacra ditaverit supellectili, prin-
onorò di sua presenza il moniste- cipi beneficentissimo, eximio divini
io e la chiesa , massime nel sab- cultus amplificatori, etc. L'iscrizio-
bato in cui si cantava le litanie. ne l'eressero l'abbate e i monaci nel
Essendo incominciata la detta vil- 1782. Indi Pio VII dichiarò ab-
leggiatura pontificia sotto Urbano bate commendatario, e fu l'ultimo,
Vili, indi migliorata da Alessandro il celebre cardinal Ercole Consalvi

VII, que' Papi più volte da essa si romano, che al modo detto, nel
recarono a Grotta Ferrata: altret- 1816 rinunziò alla giurisdizione ba-
tanto fecero Benedetto XIV, Cle- ronale. Tanto nelle invasioni dei
mente XIII, Clemente XIV, Pio francesi repubblicani sotto Pio VI,
VII, e il regnante Gregorio XVI, che imperiali nel pontificato di Pio
come si legge nei Diari di Roma. VII, i monaci non furono rimossi
I Pontefici furono ricevuti talvolta dal monistero, come accadde agli
dai cardinali abbati commendata- altri religiosi, e nella seconda in-
ri, e sempre dagli abbati di go- vasione fu la consulta di Roma che
verno e famiglia monastica, che do- supplicò grazia pel monistero. Ma
po aver orato in chiesa, ammisero esigendo nel 18 iogoverno fran-
il

ai bacio del piede nella sagrestia cese il noto giuramento, ed essen-


o nel monistero. Il cardinal Bar- dosi i monaci ricusati furono es-
,

berini morì nel 1738, e Clemente pulsi, restandovi il solo d. Nilo A-


XII dichiarò commendatario il ni- lessandrini vestito da prete secola-
pote cardinal Gio. Antonio Gua- re pel governo della parrocchia. Sic-
dagni fiorentino, che nel 1754 l'i- come per la umidità i dipinti del-
staurò ed abbellì la chiesa, ma fu la cappella de' ss. Nilo e Bartolomeo

biasimato il temperamento di rin- aveano molto sofferto , il cardinal


chiudere le otto summentovate co- commise all' insigne pittore barone
lonne in pilastri; indi eresse l'alta- Vincenzo Camuccini di farli ripu-
re a s. Teresa di cui avea profes- lire e l'istaurare sotto la sua dire-
sata la regola , e terminò i suoi zione: questo venne eseguito nel
giorni 1763: fu sotto di lui, e
nel 18 19, per cui vi fu posta analoga
dopo la morte del cardinal Giu- iscrizione, ed eretto per ordine del
seppe Accoramboni vescovo Tuscu- medesimo cardinale un busto mar-
lano, che Benedetto XIV emanò moreo rappresentante il Domeni-
la bolla Inter multa, con la quale chino. Essendo morto nel 1824 il
stabilì le narrate giurisdizioni del- cardinal Consalvi, Leone XII fece
l'abbate commendatario, e del ve- quelle disposizioni che accennam-
scovo Tusculano. Verso questo tem- mo, e poi nel i833 il Papa che
po nell'ampio refettorio furono fat- regna nominò visitatore apostolico
ti i banchi di noce , ed evvi lo nello spirituale e nel temporale
stemma di Benedetto XIV. Cle- dell'abbazia e del monistero il car-
mente XIII fece commendatario il dinal Mario Mattei, che pienamen-
nipote cardinale Carlo Rezzonico te corrispondendo ai pontificii de-
veneziano, che morì nel 1799: di siderai ha ridonato il lustro al ino-
C>2 GRÒ GRO
nistero, abbellita e restaurata hi getto di particolari sollecitudini del
chiesa, sì nell'interno che nell'ester- cardinal visitatore: l'accrebbe di
no, aumentate le fabbriche, e fatte moltissime opere, parte ricuperate,
tutte quelle beneficenze che andia- altre acquistate, altre da lui dona-
mo a raccontare, cioè le principali, te. E qui faremo menzione dell'an-
e con brevità. tica biblioteca tanto rinomata , e
Incominciando dal monistero, di- doviziosa di codici greci, come scri-
remo che per le note luttuose vi- vono il Piazza, lo Sciommari ed il
cende erasi in esso non poco alte- Rodotà. Narra quest'ultimo, che i
rata la monastica osservanza, e ri- basiliani di Grotta Ferrata congiun-
stretto il numero de' monaci a se- sero alla osservanza della regolar
gno ch'erano ridotti a quattro, due disciplina lo studio delle lettere :

de' quali morirono. Per le provi- possessori della greca favella erano
de cure del cardinale, e per quelle bene istruiti nelle scienze, dediti al-
de' suoi vicari, e specialmente del- la lettura de* padri, ed occupati alla
l' odierno p. Francesco da Lucca , trascrizione de' loro volumi. Arric-
lettore generale de* minori osser- chivano la memoria coi passi degli
vanti, quale era stato già depu-
il autori, e imprimevano nel loro spi-
tato dal cardinale a lettore in fi- rito i nobili sentimenti che trascri-
losofia e teologia agli studenti del vevano : molti erano fra essi i pro-
monistero, l'osservanza monastica ri- fessori esperti , ,ie dotti letterati
fiorì: laonde dodici sono in oggi i gli Tale era l'a-
studiosi uditori.
monaci coristi, otto de' quali sacer- more eh' eglino portavano alle let-
doti, colla fondata speranza di ac- tere, che fra le angustie delle ren-
crescimento, atteso il noviziato in dite, alle quali erano ridotti verso
vigore. Risplende nella nuova fa- la metà del secolo XV, e nella pe-
miglia religiosa la vera disciplina nuria di religiosi scienziati, si va-
monastica, e vi fiorisce lo studio levano di secolari calligrafi o per
della lingua greca, non che quelli trascrivere nuovi codici, o per ri-
della filosofia, e della teologia sì storare gli antichi. Uno di questi
dommatica che morale. L'andamen- fu Giovanni Roso sacerdote greco
to delle cose amministrative essen- di Candia, il quale vivea nel i4^^>
do in grandissima confusione, il car- secondo la testimonianza di Mont-
dinale col suo zelo giunse ben pre- faucon, Paleograf. lib. I, cap. 7, p.
stoad eliminare il disordine, fa- 81. Era la loro libreria ricca di
cendo impiantare la computisteria, copioso numero di eleganti codici
riordinare 1 archivio abbaziale, ed sì pregiabili per la forma de' ca-
adottando altri opportuni tempera- ratteri, per 1' antichità , e per gli
menti e provvidenze, ne ottenne argomenti, che furono reputati de-
felicirisultati co' quali potè corri- gni, e al dir del Piazza per sicu-
spondere ai molti pesi che gravita- rezza maggiore, da Sisto V, e da
vano l'amministrazione, abbondante- Paolo V nel 1614 di trasferirsi
mente soccorrere ai bisogni del mo- nella biblioteca vaticana; ed Urba-
nistero, e che an-
fare le belle cose no Vili con alcuni di essi volle
diamo narrando. La biblioteca, che adornare la biblioteca della sua fa-
costituisce uno de' principali orna- miglia Barberini. Ai monaci si la-
menti del monistero, fu pure og- sciarono quelli meno importanti, e
GRÒ GRÒ 63
destinati principalmente all'uso del mila volumi, non compresi i codi-
coro. Nello Spicilegium romanuni ci greci : trattano essi di tutte le
che si pubblica dal dottissimo car- scienze, particolarmente sacre. In
dinal Mai in Roma coi tipi del col- quanto poi ai codici mss. greci nel-
legio Urbano, ecco quanto si legge la massima parte, ed alcuni latini,
nel t. II in fine Moniti de fragmen- e che in tutto saranno circa due-
tis historicis Tusculanis pag. i, 2: centotrenta, sembra certamente de-
» .. . adivi interdum proximi mona- gno di particolare e distinta men-
sterii basilianorum, quod vulgo di- zione un codice greco, che tuttavia
ci tur Criptae Ferra tae,bibliothecam, qui si conserva, intitolato Eucolo-
olim quidem graecis codicibus abun- gio patriarcale. Questo pregiatissi-
de instructam, nunc aulem valde mo codice lo portò con sé al con-
iraminutara , postquam ejus pars cilio ecumenico di Firenze un cer-
melior et maxima in Vatica- to Giorgio Vari sacerdote greco di
num sub PP. Sisto V,
palatium Candia, e fu esso codice di somma
Paulo V
Pio VI transiit
et autorità in quel concilio. IlVari
Alios insuper ejusdem coenobii co- lo donò al cardinal Giuliano Ce-
dices ad Barberiniorum bibliothe- sarmi del titolo di s. Sabina , e
cam translatos Urbani Vili nutu, questi ne fece un regalo al cardi-
narrat Rodotà in Historia graeci nal Bessarione, da cui venne di-
apud Italos ritus lib. II, cap. XI. poi, come dicemmo, lasciato in do-
Nec vero dubito quin alia praete- nativo a questo monistero come ,

rea detrimenta bibliothecae illi, ut riferisce il p. Goar nel proemio


flt, contigerint a lapsu temporis, della sua celebre opera che ha per
a loci per politicas conversiones so- titolo Rituale graecorum, Venetiis
litudine et vastitate, et ab homi- 1730, in cui decanta il detto co-
num quandoque improbi tate. Ita- dice, del quale fece uso nella com-
que nec ille famigeratus Aesopi co- pilazione del Rituale. Ne parla an-
dex, quem suum inter doctos di- cora lo Sciommari a p. XIX, ni
ditus, àpud Cryptam Ferrata m ser- 7, con onore. Il medesimo codice
vari tradidit, nunc certe uspiam ap- servì nella correzione e pubblica-
paret: ego suspicor plus for-
etsi zione dell'Eucologio greco stampa-
tasse in hac fama latere fabulam, to nella tipografìa di propaganda
quem fabularum in eo codice um- fide sotto Benedetto XIV. Con un
quam extitisse. Modicus igitur illic codice di questa biblioteca nel 1670
remanet graecorum codicum nume- potè completare il Menologio gre-
rus ( nam de latinis sileo ) rem asce- co della biblioteca vaticana, conte-
ticam, hagiologicam, et liturgicam nente i pi-imi soli sei mesi, come
ferme spectanlium : tamen me
scio sipuò leggere nella prefazione del
ibi vidisse Galeni quoque partem, Menologium graecorum , Urbi ni
juris civilis tractatum, lexici frag- 1727. Da questa prefazione ezian-
mentum, scholia parva ad Home- dio rilevasi, che i monaci basiliani
rum, item Odisseam et Iliadis frag- di Grotta Ferrata furono quelli
mentum, et ut puto pauca alia, in- che dal greco tradussero in latino
ter quae priscarum haeresum, si be- tutto il mese di agosto, su di che
ne memini, quandam Historiam ". è a vedersi una nota del dotto p'.

La biblioteca contiene circa sei Piacentini, inserita nel fine della p*.
,

64 GRÒ GRÒ
1 3 della sua opera De sepulchro fatto un nuovo oratorio migliore
Benedica IX. dell'antico. Costruì presso la chie-
Riprendendo l' istoria delle cose sa il con ampio campo
cimiterio
fatte dal cardinal visitatore, riven- santo con cinque sepolture per la
dicò un'eredità di scudi seimila la- parrocchia, ed in mezzo una bella
sciati al monistero dalla marchesa cappella con contiguo oratorio per
Passerini, coll'annuo peso di scudi la confraternita del ss. Sacramento
novanta da erogarsi in tre doti ad e cinque piaghe; oltre l'erezione di
altrettantepovere zitelle di Grot- altri edifìzi, dei lavatoio, e restau-
ta Ferrata.
Essendosi nel 1 834 ri di parecchie mura merlate e fab-
quasi perduta l'acqua Tepola, del- briche demolendo quelle che de-
,

la quale furono benemeriti gli ab- turpavano alcuni luoghi. In mezzo


bati commendatari cardinali Ales- alla piazza del castello vennero e-
sandro Farnese e Carlo Barberini, rettedue copiose fonti a pubblico
che dal luogo detto Squarciarelli comodo, massime nelle fiere; ed
veniva in gran copia nel moniste- alla clausura fu posto miglior can-
ro, con detrimento pure delle fa- cello di ferro. Volendosi entrare
miglie che ne partecipavano, il dalla porta principale della chiesa
cardinale colla spesa di circa quat- doveasi passare per l'atrio chiamato
tromila scudi ne ottenne il ri- dai greci Nartece, che serviva per
torno più abbondante di prima, e Essendo di-
le funzioni parrocchiali.
siccome pure restaurò ed ornò il venuto deforme, tranne l'altare di
fonte ad uso pubblico, nel 1837 marmo in cui si venera una sta-
fu eternata la beneficenza con iscri- tua della Beata Vergine col Bam-
zione scolpita in marmo. Passando bino , chiamata la Madonna delle
a dire quanto riguarda la chiesa Grazie, rimossi i piccoli fabbricati
il cardinale vigilando sul decoro di che deturpavano, questi venne-
lo
essa, l'ha provveduta di molti sa- ro diroccati con l'atrio dai fonda-
cri arredi, altri restaurandone, e ri- menti, sostituendovi un nuovo Nar-
pulendo la sagrestia che ha il qua- tece con disegno di gusto semi-go-
dro di s. Carlo Borromeo dipinto tico più solido, più regolare e più
dal padre Angeletti; restaurò il grande del demolito; sulla porta
soffitto e tutte le parti che ne ab- principale venne collocato in mar-
bisognavano; e conoscendo quanto mo lo stemma de' basiiiani , con
riusciva incomodo per la sua ristret- iscrizione sacra alla Beata Vergine,
tezza il coro, lo ingrandì per qua- mentre sulla porta laterale all' in-

si due terzi di più, per cui da un- saputa del cardinale, i monaci per
dici stalli che conteneva, oggi ne gratitudine collocarono la di lui ar-
ha venticinque di noce ornati d'im- me di marmo con iscrizione e l'an-
pellicciature d'ulivo. Gli die mag- no i843. Inoltre il cardinale col
gior luce, e fecevi dipingere al na- medesimo stile semi-gotico ornò il

turale sei santi basiiiani , con lo rimanente del prospetto esterno del-
stemma dell' ordine. Per tale in- la chiesa al disopra del Nartece,
grandimento del coro avendosi de- con analoga e corrispondente fac-
molito per metà l'oratorio interno ciata ,
quanto semplice altrettanto
de' monaci, vi fu ricavato un co- decorativa , facendovi innalzare in
ietto ed una stanza, quindi venne marmo lo stemma del Papa che
GRÒ GRÒ 65
regna, e sotto a grandi lettere l'e- novato caso di vedere riunita in
il

pigrafe : Gregorio XVI P. M. au- un cardinale per la quinta volta


spice. In tal modo si nobilitò il la giurisdizione sulla diocesi di Fra-
principale ingresso del tempio, e scati e sull'abbazia di Grotta Fer-
per renderlo più comodo e conve- rata, dappoiché altrettanto era av-
niente, vi si formò innanzi l'ampia venuto nel i565, nel 1626 e nel
piazza suindicata. Negli scavi fatti 1750, quando cardinali Alessan- i

pei fondamenti del Nartece, si rin- dro Farnese, Odoardo Farnese, e


venne notabile quantità di frantu- Gio. Antonio Guadagni abbati com-
mi marmi, e fra alcu-
di pregevoli mendatari divennero vescovi Tu-
ne Giano bifronte; più
teste quella di sculani. A ciò devesi aggiungere che
diversi mattoni di terra cotta con il cardinal Bessarione quando daPio
iscrizioni ed arabeschi, degli avan- li fu fatto primo abbate commen-
zi di bel mosaico, e quelli di un datario , era cardinal vescovo di
gran condotto di piombo. i449J ea ^ ^°"
Frascati sino dal *

Altre beneficenze del cardinal vi- vaes avverte che nel 1468 tornò
sitatore sono le generose sovven- al vescovato di Sabina da lui già
zioni in denaro e vestiario, ed al- occupato. Nella mattina dei 4 ot "
tro, che fa distribuire alle famiglie lobre 1844 M Pontefice Gregorio
povere della parrocchia, oltre i pre- XVI, col solito corteggio, dalla vil-
mi ai fanciulli e fanciulle che fre- leggiatura di Castel Gandolfo si

quentano l'insegnamento della dot- portò a Grotta Ferrata ricevuto


trina cristiana ; l'aver stabilito a co- dal lodato cardinal visitatore e dal-
modo monaci e della popolazio-
de' la monastica comunità. Dopo aver
ne un medico esercitante anco la fatto orazione in chiesa e ricevuta
bassa chirurgia; statuito tre posti la benedizione del ss. Sacramento,
gratis nel seminario diocesano di passò nella bella sala della biblio-
Frascati, ad altrettanti poveri grot- teca ove ammise benignamente i
,

taferratesi, i quali ascendono a più monaci al bacio del piede, e fu


di seicento, in vece di quelli che servito con decoroso rinfresco, del
si mandavano al seminario roma- quale ne fruì pure tutta la fami-
no, coli' alternativa della nomi- glia pontificia, ricevendo dal cardi-
na d' uno e di due giovani ; e per nale un astuccio con parecchie del-
non dire di altro, il cardinale dal le nominate medaglie d'argento.
valente incisore Nicola Cerbara fe- Indi il recò ad ammirare
Papa si

ce incidere due medaglie, una gran- tutti i nuovi edifizi, gli abbellimen-

de, l'altra piccola, con l'immagine ti, i molti restauri ed altro fatto
della B. Vergine col divin Figlio in per le indefesse ed intelligenti sol-
braccio, che venerasi nella chiesa, lecitudini del cardinal visitatore, per
da una parte, e dall'altra con quelle cui il borgo, la chiesa, il moniste-
de' ss. Basilio , Nilo e Bartolomeo; ro e le adiacenti fabbriche hanno
come ancora fece incidere in rame preso un florido e nobile aspetto,
da Nicola Sangiorgi 1' immagine onde il Pontefice esternò al cardi-
dellaMadonna. Nel concistoro dei nale la sua piena compiacenza e
17 giugno 1844 essendo divenuto soddisfazione, ricolmandolo di me-
vescovo Tusculano il cardinal Ma- ritati encomi. Poscia passando il

rio Mattei, in certo modo si è rin- Papa a Frascati per recarsi all'ere-
VOJ-. XXXIII. 5
è,

66 GRÒ GRÒ
ino de' camaldolesi , ivi ancora fu dell'antico, maggior ampiezza, re-
ricevuto dal cardinale. golarità e solidità , il sotterraneo ,

La chiesa, secondo alcuni che la le pitture 3 maggior luce ed una


descrissero, venne divisa in tre par- porta di più, oltre l'altare miglio-
ti : nel Nartece, atrio interiore o ve- rato siccome si è narrato. Erraro-
stibolo, nella chiesa propriamente no coloro che asserirono, compreso
detta, e nella cappella de' ss. Nilo il dotto Nibby, essere il vestibolo
I Bartolomeo. L' antico Nartece è o Nartece demolito più antico del
descritto dallo Sciommari a p. 123, rimanente della chiesa, ovvero che
spiegando le colonnette dell'altare il Nartece e la chiesa edificati fos-
adorne di musaico, chiavi pontifi- sero in tempi più a noi vicini, chia-
cie, Agnus Dei, un giglio ed aqui- mando la chiesa tempio moderno,

le i65 e 166. Que-


scacca te, a p. perchè confusero restauri ram- i

st'altare ritrovasi tutt'ora nel nuo- mentati del cardinal Guadagni per
vo Nartece, con nuova predella di riedificazione, mentre che tanto il
platano con due gradini di marmo, Nartece che la chiesa furono eretti

li Nibby a p. 139 opina che gli da s. Bartolomeo, come abbiamo


stipili antichi della porta esterna detto disopra coli' autorità dello
del vestibolo medesimo sieno stati Sciommari. Come non è vero che la
tolti da qualche fabbrica del terzo chiesa non presenti nulla di osserva-
secolo di nostra era, e che l'archi- bile,come dice qualcuno, esisten-
trave sia stato formato coli' orlo su- do quei monumenti surricordati
periore di un sarcofago antico, a- ed altro che andiamo a indicare.
vente nella chiave incastrato un Entrando in chiesa gli stipiti di
toro, scultura de' bassi tempi : que- marmo della porta sono ornati di
sti antichissimi stipiti ed architra- pampini e grappoli , simbolo comu-
ve costituiscono in oggi gli ornati ne ne' primi tempi del cristianesimo
della porta di detto nuovo Narte- per denotare la chiesa. Sull'archi-
ce. A sinistra della porta aggiun- trave pure di marmo evvi un'iscri-
ge eh' eravi una memoria del 1619 zione greca che lo Sciommari cosi
di Faustina Terenzi di Nettuno, ivi traduce: Januam Domus Dei m-
improvvisamente morta per cadu- gressuri extra deponile curarum
ta di cavallo: il busto in marmo ebrietà te m , ut judicem inlus beni'
di Faustina con la sottoposta iscri- gne inveniatis. Sulla stessa porta ,

zione di quanto le accadde , serve espresso in musaico, si vede Gesù


ora di ornamento al nuovo campo Cristo con la Madonna a sinistra,
santo. E qui avvertiremo che nel- e al dire di alcuni, come di Nib-
V interno del nuovo Nartece si tro- by ,Bartolomeo a destra
s. , e fra
va tuttociò che si trovava nell'an- le due prime figure quella di un
tico, tranne il detto busto , le se- monaco di minore statura , forse
polture parrocchiali, e la cassa di quello che ordinò il lavoro eh'
pietra con antichi geroglifici che da coevo all'erezione dell'ornato della
molto tempo non esisteva più, e porta; locchè non è vero, ma ben-
eredesiche sia quella che riceve sì quanto andiamo a descrivere.
l'acqua della fontana esistente nel Alla desti a di Gesù Cristo è la Ma-
giardinetto de' novizi. Nello stesso donna con l' iscrizione greca M fi-

nuovo Nartece vi si trova di più tti Dei , a sinistra s. Gio. Battista


GRÒ GRO 67
com'è confermato dalle lettere gre* vallini pittore mosaicista e sculto-
che accosto alla di lui testa che in re nato in Roma nel 1259 ed al-
latino vogliono dire s. Joannts Prae- lievo di Giotto. Lo Sciommari a
cursor. In ordine poi alla figura p. 125 dice che secondo le antiche
piccola che vedesi tra il Salvatore e memorie la chiesa avea quattro al-
la Beata Vergine, ciedesi comune- tari, il primo col tabernacolo ove
mente che sia Giovanni XIX, da cui era riposta la ss. Eucaristia, il se-
nel 1025 fu consacrata la chiesa, condo con immagine della Madon-
perchè rappresentato in abito pon- na, il terzo pur dedicato alla me-
tificale con mitra in capo, stola, e desima ed ai ss. Quaranta marti-
nella mano destra un bastoncello quarto detto de' morti, ch'era
ri, il

o aspersorio, come si osserva nel- sacro a s. Nicolò. Osserva, che per

le figure del pontificale romano concordare ciò coi tre altari che
stampato nel i66r, ove a p. 261 ora vi sono, conviene supporre che
e 3o4 è descritto e rappresentato alprimo di settembre 1577, essen-
il vescovo così vestito coll'asperso- do commendatario il cardinal Ales-
rio. Tanto si legge nel giornale mss. sandro Farnese autore del soffitto
che fece il p. Filippo Vitali mo- e del coro, sia stata riposta sopra
naco in questo monislero , ed in l'immagine di Maria
l'istesso altare
cui si conserva, col quale esat- Vergine dipinta da s. Luca, che stava
tamente viene descritto lo stato in un altare sotterraneo della chie-
della chiesa, prima che il cardinal sa, ed era custodita da una grata
Guadagni la restaurasse , e facesse di ferro dorato, e così viene a spie-
coprire le colonne e le pitture che garsi la mancanza del quarto altare.
1' abbellivano , non che quanto vi Nel detto luogo sotterraneo può
fu fatto nel 17.54- credersi essere avvenuta la visio-
L' interno della chiesa ha tre ne della Madonna ai ss. Nilo e Bar-
navi , e in fondo alla maggiore ,
tolomeo. Al presente nella chiesa vi

che ha il pavimento fatto a mo- sono tre altari, il maggiore, quello di


saico , venerasi la prodigiosa im- s. Basilio, e l'altare di s. Teresa fon-
magine Maria Vergine, di cui
di datrice de'carmelitani scalzi. L'altare
facemmo più volte menzione, ed di s. Basilio è decorato da due bel-
evvi il nobilissimo altare egual- le colonne di granito orientale, e.

mente già L'arco gran-


descritto. rimane nel principio nave si- della
de che lo sovrasta è fregiato con nistra. L'altare di s. Teresa che si
insigne mosaico antico, detto da vede in principio della nave destra
alcuni forse del Cavallini , ove è succeduto a quello in cui si ve-
sono rappresentati i dodici apo- nerava il ss. Crocefisso, che nel
stoli , che assistono sei per par- 1754 fece demolire il cardinal Gua-
te al trono di Dio: ma sicco- dagni, sostituendovi l'attuale lavo-
me, per quanto dice il diligentis- rato tutto di stucchi in gran par-
simo p. Vitale nel suo interessante te dorati. Vi fece riporre il quadro
giornale, e per quanto dicesi ge- di s. Teresa , e nell' urna sotto la
neralmente da tutti, il mosaico mensa dell'altare il corpo di s. Eu-
come quello del Nartece fu fatto frasio Martire di nome proprio, ri-

fare dal santo abbate Bartolomeo,, trovalo nel cimitero di s. Saturni-


non può essere opera di Pietro Ca- no. Dalla parte del vangelo del-
^8 GRÒ GftO
l'altare di s. Teresa il medesimo ni ventinove, e fece questo prodigio
cardinal Guadagni vi fece scolpire dell'arte moderna, cioè nel 1610,
in marmo l'indulgenza plenaria come si legge nel bel soffitto varia-
perpetua concessa al medesimo da mente dorato e da lui disegnato: il

Benedetto XIV, nel dì festivo alla di lui busto che ivi si vede, lo scolpì
santa titolare, con breve de'5 ago- la scultrice romana Teresa Benin-

sto 1755. Oltre il monumento se- campi. Sotto di questo è un anti-


polcrale di Benedetto IX, in cui si co vaso di pietra adorno di gero-
legge l'iscrizione Sepulcrum Bene- glifici, entro di cui, al dire dello
dica PP. IX, merita menzione l'i- Sciommari, conserva l'acqua be-
si

scrizione greca affissa nel muro nedetta nell' Epifania, secondo l'uso
presso l'antica porta del campanile, de' greci : il vaso sembra dell' XI
ed ornata da una specie di mosai- o XII secolo , avente scolpita la
co. Lo Sciommari a p. 109 la ri- pesca allusiva alla conversione del-
porta anche tradotta e la illustra. le genti. L'altare è tutto composto
La iscrizione fu quivi trasportata di ricchimarmi, e le due grandi
dal fons Piscari, forse il luogo del- colonne di esso sono di giallo an-
l'abbazia di s. Maria del Peschio, tico : incontro o sia nel davanti
detto anche di s. Bartolomeo del dell'altare evvi parimenti una bel-
Peschio, nel territorio della Faggio- la balaustra di pregevoli marmi ,

la di Velletri ,
quale anticamente intersecata da quattro pilastri pu-
spettava al monistero di Grotta re di marmo, che servono di base
Ferrata, concessa poi da Adriano e sostegno a quattro egregie colonne
IV alla mensa Tusculana. Questa di africano, le quali reggono l'arco
iscrizione contiene i nomi de' pri- superiore della cappella. Il quadro
mi tredici egumeni o abbati , fra i dell' altare di questa cappella , di-
quali il decimo terzo che fu Nico- pinto a olio dal Caracci , rappre-
lò II , che costrusse l'aula della senta i ss. titolari Nilo e Bartolo-
chiesa ad fons Piscari3 ove fu eiet- meo che pregano la ss. Vergine :

ta l'iscrizione, la quale appartiene tranne questo, tutti gli altri dipin-


al ii32. ti sono a fresco, rappresentanti i

A comu epislolae dell'aitar mag- fatti di s. Nilo a destra, di


Bar- s.

giore e nella corrispondente nave tolomeo a siuislra, e le immagini


minore, si entra nella famosa cap- di vari santi e sante, sono del Do-
pella dedicata ai ss. Nilo e Barto menichino che inoltre dipinse il
,

Ionico abbati del monistero, ed or- paese di detto quadro. A premura


nata di cospicue pitture a fresco dell'odierno cardinal visitatore, il

fra pilastri di marmo finto, che giu- cardinal camerlengo ha fatto re-
stamente riguardami come capola- staurare da Giovanni Galli il qua-
vori di Domenico Zampieri detto dre dell'altare. E cominciando dal-
volgarmente il Domenichino , ese- l'altare stesso, sulla parete a si-

guiti per ordine del cardinal O- nistra se guardasi l' altare, e a de-
doardo Farnese abbate commenda- stra di esso stando sull'altare, vi è
tario, a cui raccomandò il pittore il miracolo dell'ossesso figlio di Po-
il suo maestra Annibale Caiacci, al heutto, liberato per le preghiere di
quale avea commesso le pitture della s. Nilo coli' olio della lampada ac-
appella. Era allora Domenico d'an- cesa dinanzi l' immagine della Ma-
,

GRÒ GRÒ 69
donna , facendole ungere la bocca quale con una mano fece cenno ad
da un monaco sacerdote, mentre il una colonna che precipitosamente
santo genuflesso sta pregando la calava sopra di lui che si fermas-
Madonna : questo dipinto si dice se. Questo comando trattenne pro-
dagl'intendenti opera sorprendente. digiosamente colonna acciò non
la
Sopra nella lunetta è rappresenta- cadesse; mentre in poca distanza
ta con figure più piccole la mor- s. Bartolomeo di lui maestro e su-
te di s. Nilo nel monistero di s. A- periore, ponendosi gli occhiali stas-
gata, e la sua traslazione a Grot- si intento a guardare il disegno e

ta Ferrata con seguito numeroso lapianta della nuova fabbrica della


di monaci Dirimpetto
piangenti. chiesa di Grotta Ferrata. Gli ultimi
alla pittura dell' indemoniato è ef- due dipinti veggonsi sulle pareti a
figiata la Beata Vergine, che assi- destra e sinistra del vaso suddetto;
sa in mezzo alla gloria degli an- e a sinistra di chi guarda il vaso,
geli porge un pomo d'oro ai ss. Nilo cioè dal lato del quadro
de- teste
e Bartolomeo, i quali genuflessi di- Bartolomeo, che
scritto, è effigiato s.

stendono le mani per riceverlo. In ottiene colle sue orazioni che si


due nicchie finte laterali dell'altare dilegui un terribile temporale, che
si vedono le immagini de'ss. Odoar- minacciava la distruzione delle mes-
do ed Eustachio tutelari del cardi- si sul punto di essere riposte nei
nal Odoardo Farnese e della sua granari. E dirimpetto a questo , s.
famiglia ducale. Fuori dell' altare Nilo inginocchioni in se raccolto
sulla parete sinistra è il quadro ve- pregando viene benedetto da Gesù
ramente meraviglioso, rappresentan- Cristo che distacca dalla croce la
te Ottone III che con tutta la cor- destra, per quel motivo che lo
te visita s. Nilo nel monistero di Sciommari narra a p. i35. Ai la-
Serperi presso Gaeta, uscendogli in- ti della nicchia del vaso, in due
contro il santo con tutti i suoi mo- finte nicchie sono dipinte due sta-
naci colla croce ed il turibolo: fra tue, rappresentanti il re Davidde ed
le teste più visibili del seguito del- il profeta Isaia. Ne' sesti dell' arco
l' imperatore, Domenichino ri-
il dell'altare è espressa l'Annunziazio-
trasse se stesso ed i suoi com-
, ne della ss. Vergine coll'angelo. En-
pagni di studio Guido e Guer- tro la piccola cupola sono varie fi-
ci no : in quello della corte con gure di santi , e nella sommità il

manto verde che scende da cavallo, Padre Eterno in atto di benedire


ritrasse monsignor Gio. Battista A- con sorprendenti stucchi finti. Nei
gucchi suo benefattore. Invaghito- quattro medaglioni sotto la cupola
si poi di una donzella di Frascati, sono effigiati i quattro evangelisti.
la colori sotto l'effigie di quel gio- Finalmente sopra il cornicione fin-
vine nobile vestito di abito virile, to di tutta la cappella fanno vaga
con la piuma bianca sulla berret- vista le figure dei ss. dottori della
ta turchina, che si ritira dalla fu- chiesa greca, BasilioMagno, Ata-
ria del cavallo imperiale. Di contro nasio, Gregorio Nazianzeno, Cirillo
a questo dipinto é un altro mira- Alessandrino, Nicolò di Mira, Gio.
colo di s, Bartolomeo o per dir , Crisostomo e Gio. Damasceno con
meglio operato da Dio alla sua paramenti sacri. Vi sono ancora le
presenza a mezzo di un monaco, il figure esprimenti la Fede, Spera**-,
,

7o GRÒ GRÒ
za, Carità, Temperanza., Fama, Giu- stata fatta nel i3o8 da Nicola Con-
stizia e Fortezza. Queste figure so- ti. Francesco Cancellieri nelle sue
no intramezzate con istorie dipinte Campane p. i52, narra che il car-
di terra verde, fra pilastri di stuc- dinal Scipione Borghese nipote di
co finto, senza parlare di altre pit- Paolo V, essendo titolare della chie-
ture e decorazioni di questa pre- ra di s. Grisogono de' carmelitani,
ziosa cappella , sopra le due porte restaurò il campanile, e vi fece le

della quale in medaglioni ovali so- campane; e questo fu in compen-


no dipinti in uno s. Adriano mar- so delle campaue antiche ch'egli fe-
lire, nell'altro s. Anatolia sua mo- ce togliere e portare alla sua ab-
glie, perchè, come si disse, a' detti bazia di Grotta Ferrata, dove sono
santi era prima dedicata. In quan- ancora, con gran rammarico de'car-
to ai sacri corpi de' ss. Nilo e Bar- melitani, perchè queste erano più
tolomeo, si sa che fino al i3oo fu- grosse e di miglior suono. Lo Sciom-
rono visibili in questa chiesa, e mari ed il Cardella non dicono che
pubblicamente venerati; ma s'igno- il cardinale fosse stato commenda-
ra affatto dove dipoi venissero na- tario , ma l'autorità dell'erudito
scosti, come si ha pure dallo Sciom- Cancellieri è da rispettarsi. Per al-
mari p. 217, nota XXXV. Si ha tre notizie su Grotta Ferrata, mo-
nondimeno per indubitato, che ve- monaci, abbati, ec,
nistero, chiesa,
nissero nascosti presso questa me- si possono consultare principalmen-
desima chiesa di Grotta Ferrata te i seguenti autori: Carlo Barto-
ti grande è l'ardore di questi odier- lomeo Piazza, La gerarchia car-
ni monaci per rinvenirli. dinalizia , stampata nel 1703 in
Il campanile ha sette ordini, e pri- Roma, p. 279 e seg. Domenico
ma ne avea un ottavo, che fu demo- Barnaba Matlei, AI emorie i storiche
lito da un fulmine, essendo commen- dell'antico Tusculo , Roma 1711.
datario il cardinal Alessandro Farne- Giacomo Sciommari dell'ordine di
se : allora cadde una colonnetta di s. Basilio, Note ed osservazioni iste-

marmo ch'era sulla cima del cam- riche spettanti all' insigne badia di
panile, sostenente un pomo di pietra Grotta Ferrata, ed alla vita , che si
della forma di quello d' oro dona- prepone, di s. Bartolomeo If^ ab-
to dalla Beata Vergine ai ss. Nilo bate, tradotta e raccolta da un an-
e Bartolomeo , il quale credesi ri- tico Si promuove la
codice greco.
trovarsi ne' fondamenti del campa- difesa del buon fine di Benedetto
nile, secondo il Passeri e Io Sciom- IX, con la giunta in fine di un ca-
mari. Questi a p. 124 narra che none inedito greco -latino in onore
le quattro campane, di armonioso del santo padre Benedetto Roma ,

suono, furono rifuse col metallo di 1728. D. Gregorii Piacentini mo-


quelle ch'erano nel monistero di s. nachi Cryptoferratensis, De sepnl-
Agata, ed in una ve n' è incisa la ero Benedicti IX Pontiflcis Maxi-
memoria: la più grande di queste nìis tempio monasterii Cryptar
in
campane sul fine del passato seco- Ferratae delecto , Diatriba in qua
lo si ruppe, ed il cardinal Rezzo- ejusdem Pontificis piui obilus vin-
nico commendatario le fece rifare dicatur, atque ad mss. codices aria
nel 179^, come dichiarasi dall'iscri- inlustranlur et castigantur, llomae
zione, ove si legge che l'antica era 1747. D. Gregorii Piacentini abba-
GRÒ GRO 7!
fis s. Mariae in Via Lata Veli- lo ecclesiastico nella Campagna ro-
trarum ord. s. Basilii, De siglis ve- mana; e Piazza nell' Eusevologio
teruni graecorum opus posthumum, romano tralt. V, cap. XL, Notizia
et de Tusculano Ciceroni* mine della chiesa di s. Basilio Magno
Crypta Ferrala D. Basilii Cardo- di Roma, laonde ne daremo un
ni abbatis s. Basilii de Urbe ejusdem cenno. Urbano Vili riguardando
ordinis. Disceptatio apologetica, ac- amorevolmente l'ordine antichissi-
cedi t De
Tusculano M. T. Cicero - mo e benemerito de' basiliani, con
nis mine Crypta Ferrata adversus bolla de' 17 dicembre i63i ordi-
p. Joan. Lucani Zuzzeri soc. Jesu, nò Io stabilimento d'un collegio in
D. Basilio Cordoni, etc. Disceptatio Roma ove aveano posseduto tanti
apologetica, Romae 1757. Pielro monisteri , acciò fosse comodo sog-
Pompilio Rodotà, Dell'origine, pro- giorno de' superiori dell'ordine , ed
gresso e stato presente del rito gre- insieme palestra letteraria di dieci
co in Italia, osservato dai greci, monaci studenti, da mantenersi con
monaci basiUani e albanesi, Roma le rendite de' monisteri delle Pro-
1760, lib. II, cap. XI, pag. i83 e vincie del regno di Napoli e di
seg. Francesco Cancellieri, Lettera al Sicilia. In seguito di ciò i basilia-
dottor Koreff ossia V Aria di Ro- ni acquistarono la chiesa parroc-
ma ec, ivi 1817. Oltre il parlare chiale con contigua casa di s. Gio-
di Grotta Ferrata , alle p. 289 e vanni in Mercatello, non nel rione
297 riporta la descrizione che del- Monti come dice il Rodotà, ma in
le pitture del Domenichino fecero quello di Campitelli, venduta loro
Gio. Pietro Bellori e Gio. Battista dalla pia casa de' catecumeni per
Passeri. Oltre a ciò su queste pit- quindicimila trecento scudi, acquisto
ture abbiamo Piclurae Dominici
, approvato dal Papa a' 7 agosto 1

Zampieriy vulgo Domenichino, quac 1634. In questo luogo i basiliani a-


extant in sacello sacrae aedi Cvy- prirono un'insigne accademia di let-
ptae Ferratae adjuncto, nunc pri- tere greche e latine, frequentala da
mum tabulis aeneis incisae, Romae numerosa e nobile comitiva di let-

1762. Si hanno anche altre inci- terati, de'quali era mecenate il car-
sioni. A. Nibby, Analisi de' dintor- dinal Francesco Barberini seniore,
ni di Roma, ivi 1837, t. II, p. 1 33 di somma autorità nel pontificato
e seg. dello zio. Ne chiamato principe
fu
Anche in Roma i monaci basi- il cardinal Francesco Maria Bran-
Uani nel rione Trevi hanno un am- cacci, e segretario Gio. Battista Do-
pio monistero , chiamato in oggi ni fiorentino; al Brancacci successe
ospizio perchè abitato dal solo p. il cardinal de la Cueva. Fra gli

procuratore generale e suo com- accademici che la nobilitarono, sen-

pagno, e da quei basiliani che dal- za nominar i basiliani , meritano


la Sicilia e da Grotta Ferrata si menzione il p. Riccardi maestro del
recano pei loro affari in quella cit- sacro palazzo, Leoue Allazio, Luca
tà. Esso esiste presso la piazza Bar- Olstenio, Vincenzo Riccardi teati-

berini, con chiesa annessa. Di que- no, Gio. Battista Cantumpsirito ,.

sta e del monistero scrissero i ci- Pietro Lasena, Francesco Arcudio,


tati Rodotà a pag. 180 dell'opera Conachio de Rossi, Pantaleone Li-
mentovata, Dei ministeri nello sla- garidio, Giuseppe Carpani , Gio.
72 GRÒ GRÒ
Andrea Staurino, Gio. Battista Ri- di Benedetto XIV. La chiesa nel
uuccino, e Nicola de Tadeis. La 1682 fu nobilmente restaurata dal
prima accademia fu adunata a' 3 i p. generale d. Apollinare Agresta,
giugno 635, l'ultima a' 3 agosto
1 i il quale alla vecchia fabbrica del
1 64o. La disposizione e il metodo era monistero aggiunse un nuovo brac-
spedito e profittevole. Da vasi princi- cio, e ampliò le celle e 1' abitazio-
pio da un accademico con una disser- ne l'altro generale d. Pietro Men-
tazione sopra qualche articolo con- niti nel 1704. La biblioteca era
troverso dell'ecclesiastica disciplina, ricca di cento sessantatre codici gre-

o delle morali questioni adattate a ci scritti a penna, raccolti dagli an-


coloro che si erano consacrati al tichi monisteri dei regni di Napo-
servigio della Chiesa. Altro accade- li e Sicilia, ed alcuni diplomi di
mico dava fine alla dotta e fiori- essa vennero pubblicati da Mont-
ta adunanza colla risoluzione di un faucon, Palaeogr. graec. lib. 6, p.
dubbio ricavato dalle greche litur- 391, 396, 397, 4 IO 4 '3, 4 <2 8- Se- >

gie. Diversi accademici furono pro- condo il Piazza la chiesa fu edifi-


mossi da Urbano Vili e da Ales- cata in onore di s. Basilio nel 1 683,
sandro VII. Ma l'accademia basi- e vi fu collocata una particella del
liana dopo cinque anni cessò d'e- braccio di tal santo, e i tre corpi
sistere,ed i suoi fasti descritti dal de' ss. martiri Ireneo, Primo e Se-
Carponi, furono stampati in Roma condo.
nel 1682 da Ignazio de Lazaris. GROTTAMARE. V. Peretti,
Anche il collegio per mancanza di Famiglia.
rendite ebbe breve durata, perchè GROUSBROECK o GROES-
i monisteri di Napoli e Sicilia non BECK Gherardo, Cardinale. Ghe-
vi contribuirono, e la somma d'ac- rardo de' baroni di Grousbroeck o
quisto della chiesa di s. Giovanni Groesbeck del ducato di Gheldria
in Mercatello e sue case non es- nella bassa Germania, prima cano-
sendosi potuta pagare, dovette l'or- nico e poi decano del capitolo di
dine abbandonar tutto, come rile- Liegi, e di quello di Aix la Cha-
vasi da una bolla d' Innocenzo X pelle, ed abbate di Svelo, per la sua
de' 9 dicembre i644- Dipoi com- pietà ed erudizione nel i563 fu
prò la chiesa e le case una pia eletto vescovo di Liegi , e merita-
compagnia di camerinesi, che de- mente, dappoiché nella sua persona
dicò la chiesa a'ss. Venanzio ed An- rinnovò gli esempi e la condotta
sovino, come si disse al voi. VII, p. de* vescovi de' tempi apostolici. Ap-
56 del Dizionario. Quindi l'ordine plicatosi seriamente alla lettura dei
con minor prezzo di soli scudi mil- libri santi, si pose a predicare con

le cinquecento trenta acquistò l'e- gran fervore al suo popolo le ve-


difizio e la chiesa che tuttora pos- rità della fede, a fine di tener da
siede presso piazza Barberini ; gli esso lontana la peste spirituale del-
diede il nome di collegio di s. Basi- l' eresia, eh' erasi insinuata sino al-
lio, e fu destinato soggiorno della le porte della città, massime nei
curia dalla dieta di s. Salvatore di trambusti del 1572. Alle prediche
Messina adunata li 1 marzo 1669, aggiungeva le private correzioni, im-
collegio che si sottopose alla dire- piegandosi in consigliar dubbiosi, 1

zione di un abbate mediante bolla in consolare gli afflitti , in visitare


GKO GRÒ 73
gì* infermi, e in prenderai cura del- Trattò una causa in età di dicias-
ie vedove e de' poveri, a vantag- sette anni , e di ventiquattro fu
gio de' quali fondò alcuni ospedali, fatto avvocato. Nel 161 3 stabilis.
Welle frequenti guerre difese i suoi si a Rotterdam, e ne fu nominato
sudditi dalle scorrerie e violenze sindaco; ma il suo attaccamento a
de' nemici, invigilò perchè restasse Barneveld, decapitato nel 1618 per
in essi illesa l'antica fede, e fondò aver favoreggiato il partito degli
nella città chiese, conventi, moni- Arminiani o Rimostranti {Vedi\
steri ed ospizi. Solo Masselt, picco- fé' condannare Grozio , che aveva
la città della diocesi, essendosi ri- seguito e difeso lo stesso partito,
bellata a persuasione un mini-
di a perpetua prigionia nel castello
stro protestante, in breve tempo fu di Lovenstein. Egli si liberò ce-
da richiamata all'antico stato,
lui lnndosi in un forziere in cui sua
e trattati i colpevoli con molta moglie gli aveva mandato dei li-

bontà, anzi s'interpose mediatore bri, e si rifugiò nei Paesi Bassi


presso la governatile delle Fian- cattolici, poscia in Francia, dove
die, a favore dei ribelli di Utrecht il re Luigi XIII gli assegnò una
ch'essa voleva punire, sebbene fos- pensione. In seguito recatosi ad
sero tornati al loro dovere per Amburgo, la regina Cristina di
opera d'un gesuita. Nell'assalto in Svevia lo fece suo consigliere nel
cui i geusi calvinisti sorpresero la j 634, ea inviollò ambasciatore in
*

città di Liegi, mostrò tal fermezza Francia, dove risiedette undici an-
eli spirito e valore, che fugati tali ni.Mori poi a Rostock nel 164^,
nemici preservò i suoi dall' infe- mentre ritornava in Olanda. Egli
zione de' loro errori ; indi frastornò era certamente uno dei più gran-
iidisegno da essi concepito, di te- di uomini del suo tempo per la
nere le loro assemblee a s. Tron, sua erudizione profonda e svariata.
e si scusò con Luigi da Nassau Non vi ha soggetto ch'egli non ab-
capo de'novatori, con rappresentar- bia trattato: teologia, politica, giti-

gli che le leggi dell'impero vieta- imprudenza , matematica, storia,


vano si fatte assemblee e conven- critica, poesia, lingue, tutto gli era
ticole. La fama delle gloriose azioni famigliare. Si potrebbe formare una
e zelo di questo prelato essendo biblioteca colle opere che sortirono
venuta a cognizione di Gregorio dalla sua penna. Noi accenneremo
XIII, questi, benché assente, all'ini- soltanto quelle che hanno relazio-
prov viso a' 1 1 febbraio iSySlocreò ne con questo Dizionario. i.° An-
cardinale dell'ordine de'preti, dignità nolationes in totani Scripturam
che godè soli ventidue mesi , es- sacram. Questi commentari sono
sendo morto nel i58o, di anni ses- di molto superiori a quelli degli
santatre. Fu sepolto nella chiesa di altri critici ma non vanno esenti
,

s. Lamberto con magnifico elogio, da difetti : in qualche luogo egli fa-

GROZIO Ugo, celebre e dotto vorisce il socinianismo e il pelagia-


scnttore, nato a Delft in Olanda nismo, e spesso fa violenza al te-

nel i582. Egli fece progressi cosi sto per trovare le spiegazioni let-

rapidi negli studi, che a ott' anni terali d'alcuni passi nei quali è
compose versi latini, e a quindici chiaro che profeta scrittore par-
il

sostenne tesi su tutta la filosofia, lava immediatamente di Gesù Gii-


74 GUA GUA
sto. Fu adunque per confutar- vo di Arezzo. 11 virtuoso religioso
lo che il gran Bossuet fece stam- adoperossi per essere liberato da
pare un supplemento alle sue no- sì grave peso, ma fu obbligato
te sui salmi, col titolo di Supplen- rassegnarsi; laonde tutto occupossi
do, in Psalmos; 2. De ventate re- del gran pensiero di promovere la

ligionis christianae, trattato assai gloria di Dio, la salute dell'anime,

stimato, e che fu tradotto in fran- e la riforma del clero. Passati cir-


cese, in greco, in arabo, in ingle- ca cinque anni, Clemente XII fra-
se, in tedesco, in persiano, in fiam- tello di sua madre a' 24 settem-
mingo: in esso non solamente pre- bre 1731 Io creò cardinale prete
se a difendere la religione cristia- del titolo di Martino a' Monti,
s.

na dagli empi che l'attaccano nel inviando ad Arezzo monsignor Al-


seno stesso del cristianesimo; ma toviti colla qualifica di ablegato
confuta eziandio l'idolatria, il mao- apostolico, per portargli la berret-
mettanismo e il Poe'
giudaismo. 3.° ta rossa. Indi lo ascrisse alle prin-
sie sacre, che furono stampate al- cipali congregazioni cardinalizie ,

l' Aja nel 1601, le quali, anche colla prefettura di quelle della di-
senza altre opere, avrebbero potu- sciplina regolare, e della residenza
to fargli un gran nome. Le opere de' vescovi : nel 1732 lo dichiarò
teologiche di Grozio vennero alla vicario di Roma, e nel 1738 ab-
luce in Amsterdam nel 1679, e bate commendatario di Grotta Fer-
furono ristampate a Basilea nel rata, di cui fu benemerito massi-
1732. Vi trovano delle inter-
si me pei restauri operati nella chie-
pretazioni alcune volte contrarie sa. Nel 1756 sotto Benedetto XIV
alle verità dei dogmi, e Bossuet divenne vescovo di Porto e s. Ruf-
nel suo trattato sull'usura accusò fina, ove fece la visita pastorale,
Grozio di avere avanzato su tale consacrò la chiesa di s. Maria di
materia dei principii falsi, ingiusti, Castelnuovo, che beneficò in diversi
contrari alla Scrittura, e smentiti da modi, erigendovi pure una cappel-
tutta la tradizione. la in onore di s. Teresa. Fece edifica-
GUADAGNI Giannantonio, Car- re sulla strada Flaminia la nuova
dinale, Giannantonio Guadagni, chiesa dell'ospedale, promovendo il

patrizio fiorentino, nacque a' i4 rettore ad un canonicato della col-


settembre 1674. Da canonico del- legiata di Castelnuovo, coll'obbligo
la cattedrale di Firenze, e dopo d'intervenire al coro ed alle fun-
essersi addottorato in Pisa in ambo zioni dell' istessa chiesa. Questa col-
le leggi ed aver appreso in Ro- legiata volevasi da lui erigere in
ma la pratica, comechè assai dedi- concattedrale colla chiesa Portuen-
to alla vita divota, professò l'isti- se, per cui avanzatane supplica a
tuto de'carmelitani scalzi di s. Te- Benedetto XIV, questi la rimise
resa in Arezzo, ad onta della con- alla congregazione concistoriale, che
trarietà de' propri congiunti. Coi però rescrisse dilata ; e quando
suoi meriti consegui i gradi più fece nuove istanze la morte tron-
ragguardevoli dell'ordine, al quale cò tutto. Nella cospicua carica di
fondò in Pisa un convento, e per vicario di Roma
mostrò solleci-
si

le istanze del granduca di Tosca- to nell'adempierne scrupolosamente


na, Benedetto XIII lo fece vesco- i doveri 3 profuso co'poveri, per cui
GUA GUA 75
menava vita frugale, anzi più vol- è uno de' più rimarchevoli del Mes-
te si spogliò delle proprie vesti per ri- sico. Si ammirano nella medesima
cuoprirne gl'ignudi. Divenuto splen- vari quadri dei più insigni pittori
dido esempio in Roma d'ogni bel- della scuola spagnuola , essendovi
la virtù, vi morì santamente d'an- profuse molte ricchezze nelle tante
ni ottantacinque a' i 5 gennaio 1
759, sue lampade , e vasi, e sacri ar-
dopo essere intervenuto ai concla- redi d' oro e di argento, ricchi di
vi di Benedetto XIV e di Clemente pietre preziose. La chiesa di san
XIII. Fu sepolto in s. Maria del- Francesco può quasi dirsi magnifica
la Scala, chiesa del suo ordine, quanto la cattedrale, ed è d'una
ove vivente erasi apparecchiata la architettura più regolare il con- :

tomba con semplice lapide da lui vento da cui essa dipende è vasto,
composta. Indi nel marzo 1763 si e rinchiude nel suo recinto quat-
cominciò in Roma il processo del- tro altre chiese sullìcientemente
l'ordinario per la sua beatifica- grandi. Pregevole è la chiesa de-
zione. gli agostiniani. L' antico collegio
GUADALAXARA (Guadalaxara de' gesuiti è in oggi occupato dal-
in Indiis). Città con residenza ve- l'università, la quale però è mi-
scovile nel!' Indie occidentali ossia nore di quella del Messico: nell'an-
Guadalaxara o città della repub- nessa chiesa vede ritratta la san-
si

blica del Messico o confederazione ta casa di ad imitazio-


Nazaret,
messicana nell' America t settentrio- ne della sacra cappella di Lore-
nale, capoluogo dello stato di Xa- to. 11 seminario è un vasto fabbri-

lisco, già capitale della ricca e fer- cato ben distribuito


, havvi pure :

tile provincia del suo nome ,


già un collegio, la scuola lancastriana,
chiamata intendenza. Essa è lon- e due ospedali. Imponente è l'e-
tana oltre sei leghe al nord -ovest difizio della zecca, alla quale però
dei Rio Grande, contornata da fe- non giungono più le verghe delle
racissima pianura. La corte di giu- miniere di Estancias, di Palmareco
stizia ha giurisdizione su questo e di Bolagnos che sono tuttora
,

stato, e su quello di Zacatecas. Ha inattive. Sono rinomate le pipe, ed


strade spaziose e dritte, ma senza i bei vasi di terra odorifera delle
Le molte fontane sono
lastrico. ali- sue fabbriche. Si deve la fondazio-
mentate da un beli' acquidotto di ne di questa città agli spagnuoli, ed
circa quattordici miglia di lunghez- a Nuno di Guzman che imprese
za. Le case sono generalmente bas- ad edificarla nel i53i sotto Car-
se, tra le quali si distinguono qual- lo V. Altri la chiamano Guadala-
che palazzo d'imponente aspetto, farà.
ed alcuni pubblici stabilimenti. Le La sede vescovile fu prima da
molte sue chiese, e vari conventi ma- Paolo III stabilita nel 1 5^o a Com-
gnifici, insieme ad altri pregi la fan- postella, nello stesso stato di Xali-
no collocare fra le più belle e più sco, altri con Commanville dicono
considerabili città americane. La nel i548; e da Giulio III fu quivi
sua cattedrale è un vasto edifizio, trasferita nel i55i: dichiarata suf-
sormontato da due campanili mal- ; fraganea della metropoli di Messi-
grado la bizzarra sua architettura, co lo è tuttora. Il primo suo ve-
questo tempio pei suoi ornamenti scovo fu Pietro Gomez Mala ver di
,,

76 GUA GUA
Granala, morto nel i55i. Gli suc- sono venti canonici, comprese le
cesse Pietro d' Ajala francescano, prebende del penitenziere e del
consacrato nel i555, e morto nel teologo, non che de' porzionari, ed
i56o. Fra gli altri vescovi che oc- altri preti e chierici addetti al ser-
cuparono questa sede, noteremo vigio divino. Per un prete curato,
Pietro Suarez d' Escobar agostinia- coadiuvato da alcuni cappellani, si
no primo professore di teologia
,
funge la cura delle anime nella
nell'università di Messico, nomi- cattedrale, nella quale in distinta
nato vescovo nel i5o,o, e morto cappella è il fonte battesimale. Vi-
nello stesso anno, prima di andare cino ad essa resta l' episcopio. Ol-
al possesso del suo vescovato. Gio- tre la cattedrale, nella città si con-
vanni Sanchez di Talavera profes- tano altre quattro parrocchie, tut-
sore di teologia nell' università di te munite di battisterio. I conventi
Aicalà, consacrato nel i635, ab- con sono sette, ed i mo-
religiosi
bandonò il vescovato per ritirarsi nisteri con monache sono sei ; ol-
presso i gesuiti. Giovanni Ruitz de tre un conservatorio di donzelle
Colmenarez di Bundia nella dio- diverse confraternite e due semina-
cesi di Cuenca, rettore e professore rii. Ampia è la diocesi , e la sola
dell'università di Aicalà, nominato città ha sessantamila abitanti. Ogni
vescovo nel 1646. Nel 1777 Pio nuovo vescovo è tassato ne' regi-
VJ ad istanza del re di Spagna stri della camera apostolica in fio-
Carlo 111 eresse un altro vescovato rini trentatre, verus autem ìllorwn
nel Messico, smembrando alcune valor est trigfnta circiler millìa
diocesi, fra le quali questa di Gua- ponderimi monetae illarum partium.
dalaxara, pel miglior servizio spi- GUADIX (Gaudixen). Città con
rituale de' popoli. Perciò nel 1780 residenza vescovile della Spagna
istituì il vescovato di
Sonora, che nel regno di Granata , situata sul
comprendendovi i territorii di So- pendio d'una collina nel mezzodì
nora e della California, provvide una ridente campagna, circondata
alla lontananza in cui erano dai da collinette , e bagnata da quat-
vescovi di Durango e Guadalaxara. tro torrenti, sulla riva sinistra del
La serie de' vescovi di Guadalaxa- fiume del suo nome, e sul declivio
ra del secolo passato e del cor- della Serra Nevada di Alpuxaras,
rente si legge nelle annuali Notì- che procura alla città una tempe-
zie dìRoma. Essendo morto Giu- ratura più bassa che non compor-
seppe Michele Gordoa della diocesi ta la latitudine. Vi risiede un tribu-
di Guadalaxara, fatto vescovo dal nale ecclesiastico ordinario, una ri-
regnante Papa Gregorio XVI nel cettoria principale delle imposte,
i83i ,
questi nel concistoro degli ed un officio speciale di polizia. E
1 1 luglio 1 836 dichiarò successore cinta di vecchie e forti mura , e
V odierno monsignor Diego de Ha- le sue strade sono scoscese e male
randa di Puebla de Los Angelos. lastricate. Rinchiude una gran piaz-
La cattedrale, splendido edifizio, za, sei fontane pubbliche, una bel-
è sacro a Dio , ed alla Assunzione la cattedrale, diverse chiese e case
della Beata Vergine. 11 suo capi- religiose, oltre l'ospedale. Fra ì

tolo si compone di cinque dignità, suoi uomini illustri nomineremo il

prima delle quali è il decano: vi poeta drammatico Antonio de JNi-


Gli A GUA 77
va de Mesena. 1 suoi dintorni so- il martirio a Cordova nelP 853. Da
no ticchi in grani, frutta e pasco- questo tempo non ebbe più vesco-
li. Guadix, Gaudicium, fu una del- vi la mentova-
città sino all'epoca
le colonie romane sotto il nome di ta del primo nuovo vesco-
i49 2 - Il

Acci ovvero colonia Accitana, in- vo fu fr. Garcia de Quijada fran-


di anche sede vescovile il cui , cescano, morto santamente nel i522.
primo vescovo fu san Torquato. Tra i di lui successori seguenti , i

I mori presero questa città come sono i più distinti fr. Antonio Gue- :

molte altre di Spagna, e ne fu- vara francescano della stretta os-


rono padroni fino al 252 , nel 1 servanza, predicatore ed istori ogra-

quale venne ricuperata da Alfonso fo di Carlo V, nominato nel i528,


X il Saggio re di Casti glia e di e fu autore di diverse opere, come
Leone mori la ripresero poco do-
; i dell' Oro logio de* principi. Gio. Oro-
po, e benché ostinati a difenderla, zio di Covarruvias del 1606, au-
dovettero cederla di nuovo nel tore delle opere sugli Emblemi, e
i48i, o meglio nel 4^9> a Fer- 1
del Tesoro della lingua castiglia-
dinando V il Cattolico che vi fece na. Fr. Giovanni di Montalvan do-
ristabilire la sede vescovile nell'an- menicano, professore d' Alcalà, ac-
no i49 2 dal Pontefice Alessandro cettò nel 1707 per ubbidienza, e
VI. riuscì zelante ed esemplare vesco-
La sede vescovile fu eretta nel vo : scrisse molte opere sulla teo-
primo secolo della Chiesa, indi nel- logia, in lettere pastorali, sulla pe-
l'anno 5io fu fatta sufìraganea di nitenza e la simonia, morendo in
Toledo; ma quando fu ristabilita odore di santità. Fr. Michele di s.
nel I49*2 venne sottoposta alla me- Giuseppe de' trinitari, procuratore
tropolitana di Granata, di cui è del suo ordine in Roma, consulto-
tuttora suffraganea. S. Torquato, uno re di diverse congregazioni , fatto
de' discepoli dell'apostolo s. Giaco- generale nei 74^> e vescovo nel
1

mo, fu il primo vescovo di Acci, 1750: fu autore della Bibliographia


detta oggi Guadix, nella qual città critico- sacra, e di altre erudite o-
giunse verso l'anno 64. Dopo aver pere , morendo compianto l'anno
predicato il vangelo, e convertito seguente. Francesco Alessandro Boc-
alla vera fede gli abitanti, tra' quali canegra y Jiabaja venne nominato
Luparia illustre dama, pati il mar- vescovo nel 1757, amato e rispet-
tirio nella persecuzione di Domi- tato dai diocesani per le sue bel-
ziano, e le sue reliquie si conser- le qualità. Fr. Bernardo a Lorca
vano nel amnisterò benedettino di dell'ordine di s. Girolamo, fatto
Cassanova. Furono suoi successori, vescovo nel 1773. Fr. Raimondo
Felice verso l'anno 289, che morì in Magi dell'ordine della Mercede,
odore di santità; Liliolo che inter- promosso al vescovato nel 1798.
venne al terzo concilio di Toledo; Fr. Marco Cabello y Lopez dell'or-
Paolo del 607, Chiarenzo del 637, dine di s. Agostino, fatto vescovo
Giuliano del 647, Magnano del 655 da Pio VII nel concistoro de' 20
che fu presente a diversi concilii agosto 1804. Giuseppe de Vagra
di Toledo. Trodoaro fiorì nel 720 di Baracaldo diocesi di Calahorra,
in tempo dell'invasione degl'infe- fatto vescovo da Leone XII nel
deli. S. Fandila di Guadix soffrì concistoro de' 25 gennaio 1838,
,

7« GUA GUA
per morte di Giovanni Giuseppe due borghi. Nella piazza principale
Gordon. Al presente la sede vesco- fa prospetto la chiesa collegiata, al
vile di Guadix trovasi vacante. dintorno dei muri castellani vi è
La chiesa a
cattedrale è sacra stabilitauna fabbrica di maioliche.
Dio sotto l' invocazione della Beata ìl capoluogo di governo ed ha ,

"Versine Maria dell'Incarnazione. Il soggette le comuni di Fossato e di


o
suo capitolo si compone di sette Sigillo contornate da ragguardevoli
dignità essendo la prima quella
, casali. A Fossato la via consolare
del decano vi sono inoltre sei ca-
: detta del Furio volge al nord ovest,
nonici colle prebende teologale e mentre ali* est si supera comoda-
penitenziale, altrettanti ecclesiastici mente 1' A pennino per andare a
delti porzionari, non che alcuni cap- Fabriano, riunendosi a Cancelli col-
pellani, ed altri preti e chierici in- l'allro ramo meno agiato, che da
servienti al culto divino. Nella cat- Nocera vi si dirige per Capo d'ac-
tedrale vi è la cura d'anime, che qua. La comune di Gualdo Tadi-
si esercita dall'arciprete : ivi è il no tiene appodiata la Pieve di Coni-
fonte battesimale, e le sagre reli- presseto, e co' suburbani tredici vil-

quie. L'episcopio è alquanto distan- lagi conta circa cinquemila duecen-


te dalla cattedrale. Oltre la detta to abitanti. È distante la città da
parrocchia, nella città ve ne sono Nocera nove miglia.
allre quattro, tuttemunite del bat- Fossato. Comune che fu edifi-
tisterio.Vi è ancora una chiesa col- cato unitamente ad una rocca nel-
legiata, nove conventi e monisteri l'anno 980 da Lupo detto Vico, fi-

di religiosi, tre monisteri di mo- glio di Monaldo conte di Nocera. Nel


nache, il seminario cogli alunni. 996 l'imperatore Ottone HI creò
Ampia è la diocesi contenente molti Vico conte di Fossato, che lo domi-
luoghi. Ad ogni nuovo vescovo la nò fino al 1 1 90. Nel 1 208 fu donato
mensa è tassala nei libri della can- ai perugini da Bolgarello Bolgarel-
celleria apostolica in fiorini cinque- li signore di esso. Nel I25i fu ven-
cento, verus autem illorum valor duto ai Gubbini , ma nel is58
est duodecim millium circiler duca- tornò ai perugini. Nel 1378 fu do-
tortini tllius monelae aliquibus peti- nato a monsignor Guglielmo Cel-
sioiiibus gravati. lole dottore perugino. Nel i44 2
GUALDO Tadino, Validum Ta- fu assalito da Francesco Sforza
dinum. Città vescovile dell'Um- ma non vi potè entrare. Nel i5oo
bria, distretto di Foligno nella de- fu saccheggiato dal duca del Va-
legazione apostolica di Perugia, se- lentiuois Cesare Borgia. Vi è una
de un governatore, nella dioce-
6' grotta scavata sotto il monte Cuc-
si Nocera, per cui da alcuni è
di co, alla quale scende per un'a-si

chiamato Gualdo di Nocera. Sor- pertura recondita ; in essa sono va-


ge alle làide degli A pennini, con ri scherzi orditi dalla natura: qui-

territorio misto di piano , colle e vi dicesi che a' tempi de' romani
monte: nel sottoposto piano esiste- vi si rifugiassero duemila persoue,
va la celebre città vescovile di Ta- ed i romani di ciò avvertiti, me-
dino, dalle cui rovine ebbe origine diante il fumo ve li fecero tutti

l'odierna città. Ha molti e buoni perire. 11 monistero di monache


fabbricati racchiusi da mura con ivi esistente fu eretto nel 1309.
,, ,,

GUA GUA 79
Fra i uomini illustri nomine-
suoi e quindi con destrezza si entra nel
remo Cesare Gherardi che altri foro di circa tredici piedi di dia-
chiamano Fermo dotto giurecon-, metro, e verticale all'orizzonte per
sulto, creato cardinale da Paolo V novanta piedi. Penetrati nella grot-
agli ir gennaio 1621. Il paese è ta si trovano più gallerie, una del-
in colle ed in piano; ha mura che le quali è lunga cento piedi, larga
Io circonda , diversi fabbricati ed cinquanta, ed alta cinquantatre
un borgo. V. Gabriele Calindri tutta incrostata di stallatati: vi è
Saggio statistico storico del ponti- una terza galleria ancora più am-
ficio stato, p. 281. pia ; quarta è più magnifica e
la

Sigillo. Comune che fu già chia- grande ,


perchè lunga
delle altre
mato Svillo ed anche Elvillo. Pli- un miglio, ed alta migliaia di pie-
nio lo contò tra le città dell' Um- di, dopo la quale vi è una peri-
bria. Fu fabbricato dai longobardi, colosa voragine ripiena d'acqua. Il
e, nel 994 venne ampliato da Vi- paese è in piano e monte; presen-
co detto il Lupo, figlio di Monal- ta diversi buoni fabbricati, fra' qua-
do conte di Nocera. Ottone III im- li è rimarchevole la piazza ornata
peratore nel 996 ne investi il me- di due portici, con buone strade ,

desimo Vico col titolo di vicaria- cinti in parte di mura, con picco-
to, il che durò fino al i23o. Fu lo borgo. Inoltre nel territorio so-
poi rovinato dalle scorrerie , e fu no due ponti costruiti dal prode
quindi nel 1274 riedificato ed am- console Flaminio, e le rovine del-
pliato dai perugini. Nel 1287 fu la famosa sua via. V. il citato Ca-
concluso che Sigillo dovesse dare ai lindri a p. 4<>5.
perugini ogni anno una libbra di ce- Pieve di Compresselo. Castello
ra nel giorno di s. Ercolano. Era del territorio di Gualdo Tadino
quivi una rocca, ed era una delle dopo la distruzione di questo fu
cinque governate da un castellano edificato da alcuni nobili e citta-
che vi mandavano i perugini e ,
dini tadinati. Dopo che la regione
nel 1378 fu ordinato che se ne di Tadino fu infeudataduchi ai

fabbricasse un'altra. Nel i432 fu- imperiali, Compresselo fu sottopo-


rono risarcite le mura, ed altret- sto al vicariato di Vasculi sotto il

tanto fu fatto nel i464- Pio an- li conte Offredo, quindi venne eretto
dando in Ancona, pernottò in que- in contea ed assoggettato ai peru-
sta terra. Nel i5oo soffri il sacco gini primo conte fu Rodolfo fi-
: il

dal duca Cesare Borgia che anda- glio del conte Monaldo, come si ha
va a Firenze. Nel 1^29 Clemen- dall'istoria di Perugia del p. Gat-
te VII che portavasi a Bologna si ti, e dal Pellini. In seguito Com-
fermò anch' esso in questo paese. presselo fu sottomesso a Gualdo
Tra quelli che vi ebbero i natali che in tempo delle fazioni lo re-
nomineremo Ottavio Monconi ve- stituìai perugini, per liberare il

scovo di Catanzaro in Calabria nel forte ueir interno di Gualdo che


1572. A poca distanza vi è la grot- si riteneva dai medesimi perugini.
ta più. grande d'Italia che si cono- Di poi Compresselo tornò alla sog-
sca, nella quale si accede median- gezione del governo di Gualdo Ta-
te una corda fissata in un acero dino ove trovasi tutt'ora. Compres-
unico albero in quella prossimità, selo presenta delle antichità , cioè
,

8u GUA GUA
delle Ioni e dei ruderi, avanzi del- menti, delle anticaglie ivi scoperte,
la residenza de' suoi conti. La chie- come di un pozzo; e del deca-
sa parrocchiale è sotto il titolo del- dimento e distruzione di Tadino,
la Beala Vergine assunta in cielo, non che de' suoi vescovi. Tadi-
con suo pievano o rettore. Sotto no adunque secondo il Borgia ri-
le dipendenze di Compresselo esi- pete la sua origine dai pelasgi, i

stette la chiesa del già antico mo- quali passando dalla Tessaglia nel-
nistero di Valderasina, dedicala al l'Epiro per consultare il famoso
principe degli apostoli, ed oggi de- oracolo di Dodona, e quindi in I-

voluta alla giurisdizione della fa- talia, ivi si unirono agli aborigeni
miglia Castalda. venuti dall'Arcadia, e ricevuti da
Gualdo Tadino, come dicemmo, Pico per discacciar da essa i siculi
provenne dalla distrutta Tadino che dell'Umbria si erano special-
città i cui ruderi si osservano alla mente impadroniti, espulsi i quali
distanza di più di un miglio da vi edificarono molti luoghi, e fra
Gualdo. L'abbate Stefano Borgia essi Tadino. Questa città situata
poi cardinale, dopo essere stato no- presso la via Flaminia, secondo Lu-
verato accademico filologico di Fer- cano veniva irrigata nella sua re-
mo , nel 1 7S 1 pubblicò in Roma gione da dodici sorgenti d'acqua
colle slampe la terza sua produ- limpida e fresca, fra le quali alcu-
zione letteraria intitolata: Istoria ne erano mirabili a sanare infer-
della città dì Tadino nell' Umbria, mità, laonde a loro conservazione
e relazione delle ultime ricerche fu costrutto un bagno a spese del
fatte sulle sue rovine. Fu indiriz- tadinate Omio Firmio, e si disco-
zato quest' opuscolo al celebre Pro- prì nel 1 75 1 . Descrivendo Plinio
spero Gori, cui parve sì bello, che la divisione fatta da Augusto del-
volle inserirlo nella sua raccolta del- l' Italia in undici regioni, pose Ta-
le Silloge letterarie o sìmbole ro- dino nella sesta. Il governo di que-
mane. Però fu cagione di lunga lite sta città fu da principio libero es-
tra l'autore ed il p. d. Mauro Sarti sendo dichiarata municipio, quindi
camaldolese, ed altri letterati che esercitato da un conte, poi da un
vi presero parte, come si può ve- patrizio romano, e finalmente da
dere nella Bibliografìa storica del- un duce che si appellò con nome
le città e luoghi dello stato ponti- regio, come Antico re in Cameri-
fìcio, all' articolo Capra Montana no, Taurino re nell'Umbria ec, le
città distrutta Marca e nel
nella ; quali nozioni si apprendono dalle
Zaccaria, voi. VI, p. 2i3 e seg. del- lapidi rinvenute in Tadino chia-
la Storia letteraria d'Italia. Giu- mato ancora Taino. Questa città
seppe Colucci nel t. VII, p. 99 e seg. era luogo di fermata degli eserciti
delle Antichità picene ci ha dato un che da Roma passavano nelle Gal-
compendio di quanto scrisse il dot- lie e nell'Alemagna; parlando l'an-

to Borgia ne\V Istoria, dicendo che tica storia di Tadino delle feste che
Tadino Umbria, e del
fu città dell' celebravano i tadinati al passaggio
sitoda esso occupato; che Tadino de' patrizi e de' duci colle loro mi-
fu lo stesso che Tagina nominata lizie.

da Procopio indi tratta della con-


; Sebbene l'annalista Baronio nar-
dizione di Tadino, de' suoi mouu- ri che prima di s. Feliciano, di cui
GUA GUA 8»
parlammo all'articolo Foligno (Fè- Giuseppe Valeriani Discorso ac- :

di), altri recassero nelF Umbria la cademico sopra la vita e meriti di


fede di Gesù Cristo^ tutta volta l'i- s. Fecondino vescovo di Taino,
storia di Tadino racconta che ivi Macerata 1660. In esso vi è qual-
la fede vi fosse recata da detto san- che cenno storico della storia del-
to vescovo di Foro Flaminio ossia l'antico Tadino o Taino. Si crede
Forfiamma (Vedi), per cui dopo quindi, che vari anni questa sede
qualche tempo Tadino ebbe l'ono- rimanesse priva di vescovo, finché
re della sede vescovile nel quinto fu eletto Cipriano che si portò al
secolo. L'istoria di Tadino parla concilio lateranense celebrato dal
di diversi vescovi che ne governa- pontefice s. Martino I contro i mo-
rono la chiesa, ma I' Ughelli, Italia noteliti nel 649. Anche il Borgia
sacra tom. X, p. 167, riporta i soli non parla di altri vescovi di Tadi-
tre seguenti. Il primo fu Gauden- no, e solo dice che la sua diocesi
zio, che l'OJstenio nella Geografia nel 1007 fu unita alla chiesa di
sacra chiama Laurentius, che in- Nocera (Vedi), come vi rimane tut-
tervenne al concilio romano del tora, in quel tempo chiamata Arx

499 adunato dal Papa s. Simma- Nucerina^ Rocca Nucerina, già di


co. Il secondo fu s. Facondino e- Tadino, cui unironsi pure i vesco-
letto nel 599, nel pontificato di s. vati di Rosella ed Usenti. Però
Giegorio I Magno, il quale scrisse dalla storia dell'antica Tadino num.
due lettere per la sua destinazione 4i3 e seg. si ha che Nocera non
a questa sede, una diretta a Gau- era allora città vescovile, e che fu
dioso vescovo di Gubbio, che co- fondata dalla riunione de' tre ve-
me viciniore gli ordina che vada scovati di Rosella, Tadino e Ple-
in Tadino città vicina, ch'essen- stea , e Usenti , e che il primo ve-

do priva del suo pastore la visiti, scovo fu Adalberto abbate di un


e procuri che dai tadinati sia elet- cenobio nella ròcca Nucerina, ove
to vescovo chi ne fosse degno, vie- si diressero i tre nuovi vescovi man-

tando di preporvi un forestiere, dati dal Papa in quelle desolate


qualora la chiesa tadinate non man- regioni. Altrettanto riferisce l'anti-
casse d' idonei soggetti. L'altra let- ca cronaca Eugubina, ed il codice
tera Gregorio I fu scritta al
di s. esistente nel seminario di Foligno,
clero e popolo di Tadino o Taino, e nella biblioteca vaticana, ove è
per la sollecita elezione del vesco- pure altro codice contenente la vi-
vo, attesa la morte seguita da lun- ta di s. Facondino, e pubblicato
go tempo del proprio pastore. S. Fa- dai Bollandisti a' 28 agosto. Laon-
condino ebbe per arcidiacono s. Gio- de sembra indubitato, che la sede
ventino, il quale dopo la morte del vescovile di Nocera ebbe Origine
vescovo, avvenuta a'28 agosto del da quella di Tadino, là quale van-
607 j sembra che per alcuni anni tò capitolo di canonici colla digni-
governasse la chiesa, anzi il Borgia tà d'arcidiacono.
dice che a s. Facondino successe il Tadino soffri molti disastri in va-
discepolo Juventino nel pontificato rie epoche il primo fu sotto To-
:

di Bonifacio III. L' Ughelli riporta tila, allorché venne in Italia co'suoi

X inno e Yoremus composto in ono- goti nel 545, e si accampò in Ta-


re di s. Facondino. Abbiamo di dino, come si ha da Procopio De ;

vor.. xxxnr. 6
82 GUA GUA
bello goticoj e tanta desolazione vi disastrosa di Tadino av-
vicenda
produsse, che decaduto dall'antico venne per parte di Alboino re dei
splendore divenne castello. Nel num. longobardi, che ricopri tutta l'Ita-
i io dell' Imparziale di Faenza 3 fo- lia di stragi. La terza desolazione
glio periodico interessante , de' 3o sofferta da Tadino fu nel secolo
gennaio 1 843, evvi un articolo del Vili, per opera di Luitprando, al

eav. Adone Palmieri, il quale par- tro re longobardo, che molto lo


lando degli uomini illustri di Gual- danneggiò. Altri mali soffrì Tadi
do Tadino, narra che il vivente no dai saraceni ed altri barbari,
avvocato cav. Giovanni Cajani gon- da' quali disastri per poco risorta,
faloniere della città, peritissimo an- fu finalmente distrutta ed egua-
cora nella archeologia , studiando gliata al suolo a' tempi dell' impe-
antichissime scritture, e la cronaca ratore Ottone III nel 996, per a-
di Gualdo compilata nel XIV se* ver seguito le parti di Crescenzio
colo da fra Paolo letterato di Gual- Numentano console romano, che
do a vista d' irrefragabili
istesso ,
scacciato da Roma il Papa Gregorio
documenti ha potuto stabilire, che V parente dell'imperatore, avea fat-
nell'ultima guerra di Totila in Ita- to eleggergli contro l'antipapa Gio-
lia, fu egli nel 552 estinto da Nar- vanni XVII, e portatosi Crescen-
sele speditovi con possente eserci- zio in Tadino avea assunto il no-
to dall'imperatore Giustiniano I. me regio. Stanchi i superstiti ta-
Che Narsete imbattutosi con Toti- dinati delle sofferte oppressioni, al-
la nella vallata ch'è sotto Gualdo, cuni si nascosero nelle selve delle
ove come dicemmo si fermavano vicine montagne, altri si ricovera-
gli eserciti che recavausi nelle Gal- rono alla Rocca Nucerina, fortifi-
lie ed in Germania, ivi lo sconfis- candola per sicurezza, ed altri nel-
se dopo che Totila avea fatto de- le proprie terre edificarono forti
capitare s. Ercolano primo vescovo ed altri edifizi inespugnabili. Gli
di Turrena. In tale incontro sei avanzi del distrutto Tadino in pro-
mila goti rimasero uccisi nella gual- gresso di tempo servirono nell'edi-
dese pianura, per cui d'allora in ficazione delle chiese di Gualdo
poi fu chiamata delle rotte. Il cada- Tadino, venendo altri trasportati
vere di Totila fu spogliato dai militi in Perugia, fra'quali debbonsi no-
di Narsete, indi abbandonato. I goti verare i preziosi marmi del ma-
lo presero, ed inselvandosi nei convi- gnifico deposito del b. Benedetto
cini colli, lo portarono a Capra oggi XI Pontefice romano, esistente nel-
Capraia, ove gl'inualzarono un son- la chiesa di s. Domenico. I mosai-
tuoso monumento, i cui ruderi tut- ci, gli anelli, le medaglie, gl'idoli
tora si appellano sepolcro di To- anche d'oro, ed altri monumenti
tila, benché altri scrittori lo pones- di bronzo che si rinvennero suc-
sero altrove. Finalmente narra, che cessivamente negli scavi, sono prove
Narsete avendo implorato il patro- della ricchezza, cultura, e lustro m
cinio della B. Vergine, dopo la vit- cui fiori Tadino.
toria nel piano di Gualdo gli e- Rimasto quasi deserto il suolo
un tempio, che sussistendo si
resse di Tadino, ignorandosi i proprie-
chiama ancora la chiesa di Maria tari delle diverse possidenze, gli

Vergine delle rotte. La seconda imperatori ne infeudarono vari ca-


GUA GUA 83
pitoni,che dediti alla pietà fon- monistero di 1. Donato di Gualdo
darono molti eremi e monisteri fondato nel 1080 dai conti della roc-
con generose dotazioni ne' luoghi ca Flea, parimenti di Gualdo, di-
circostanti. 11 più antico è quello pendente un tempo con titolo di
di Terra Santa situato al vertice priorato dall'eremo e monistero A-
dell' A pennino sopra Gualdo Ta- vellanense: anche questa abbazia
dino, ove recavansi ad orare no- i fu devoluta al seminario Nucerino
minati ss. Facondino e Gioventi- per le premure del medesimo ve-
no ; ivi si ritirò a far vita solitaria scovo. Diverse volte i santi clau-
s. Romualdo abbate istitutore dei strali abitatori di tali cenobi pro-
camaldolesi, lungamente vi dimorò curarono riunire i dispersi tadina-
il suo discepolo s. Pier Damiani, ti, ma inutilmente, dappoiché op-
e vi si Giovan-
recarono ancora s. ponendosi alla riunione taluno de-
ni di Lodi poi vescovo di Gubbio, gli antichi conti, di nuovo gii ag-

s. Rinaldo vescovo di Nocera , ed gregati popoli tornavano a subire


altri servi di Dio. Frattanto nel desolazione e dispersione : tanto
1006, per munificenza di Pietro fi- avvenne 83 epoca in cui
nel 11
glio del conte Attone della regione esistè il primo Gualdo nelle vici-

di Taino, si fondò il monistero nel- nanze dell'antico e primo moni-


la valle di Ratina, in onore del stero di s. Benedetto , quanto nel
principe degli apostoli, dove quasi 12 io in che tornossi a fabbricare
per un secolo abitarono le mona- il secondo Gualdo in un colle det-
che di s. Benedetto, fra le quali to Val di Vorgo, consunto poi per
fiorì laArmingalda figlia del
b. incendio procurato da certo Ba-
fondatore Pietro, prima abbadessa schela.
del medesimo, ed ivi sepolta. Que- Dal Saggio genealogico della ca-
sta abbazia ad istanza dell'odierno sa de Gregorio, di cui parlammo
vescovo di Nocera fu concessa al suo Gregorio (de) Giovanni
all'articolo
seminario. Anche beni i del moniste- cardinale (Vedi), si ha che Lodo-
ro ed abbazia di s. Benedetto fon- vico de Gregorio capitano dell'im-
dato nel 1008 al disotto di Gualdo peratore Enrico VI fu signore di
dai conte OfFredo figlio di Monal- Gualdo e di Gironda nell'Umbria;
do, trasferito poi nell'interno di e che da esso nacque Goffreduccio
Gualdo nei i25i, ad istanza del de Gregorio che nel 1227 vendè
medesimo vescovo furono da Pio ambedue le signorie alla santa Se-
VII nel 18 17 e nel 18 18 uniti de nel pontificato di Gregorio IX
alla mensa di Nocera , col titolo Tanno 1227, con istromento registra-
di abbate al vescovo, e cogli ono- to da Cencio Camerario, De proni-
ri e privilegi goduti dai precedenti ptarum p. 235>, che si conserva nel-
abbati commendatari , essendo la l'archivio pontificio, ed altro istro-
chiesa matrice e principale di Gual- mento de' 2 maggio 1235. Sembra
do, per cui il vescovo vi deputa un che Gualdo avesse una rocca, o con
vicario con cura d'anime: tale u- tal nome venisse denominato, per-

nione l'implorò ed ottenne l'attuale chè il suddetto Stefano Borgia nel


vescovo pei danni sofferti dalla men- toni. Ili, pag. 204 delle Memorie
sa di Nocera nelle ultime politiche istoriche di dice che
Benevento,
vicende. Merita pur menzione il maestro A latrino rettore di Spole-
,

84 GUA GUA
to nel n35 comprò la metà del fu libero in principio pel mento-
girone o sia della rocca di Gual- vato privilegio imperiale sotto la ,

do a' tempi di Gregorio IX e di protezione del Papa e de' perugi-


Benedetto camerlengo. Forse sarà ni, come risulta da memorie del
la vendita di Goffreduccio. La de- i25i e 1260: la giurisdizione giu-
solazione prodotta a Gualdo dal- diziale esercitavasi da un podestà
l' incendiomosse la compassione
,
scelto dal consiglio popolare , cui
dell'imperatore Federico II figlio presiedevano i consoli che si crea-
di Enrico VI, quando. Terso il 1237 vano dal medesimo^ quindi Gual-
passò per questo paese t confortò i do fu sottoposto al ducato di Spo*
gualdesi , forse per trarli al suo leto. Il p. Bonucci nella Istoria
partito, disegnò loro una nuova lo- del b. Gregorio X, a pag. 75, nar-
calità a fabbricarvi case, circuendo ra che reduce dalla guerra santa
il nuovo Gualdo di mura con co- di Palestina Edoardo l re d' In-
piose elargizioni, ed accordando e- ghilterra, nel 1273 portandosi ad
ziandio agli abitanti un diploma ossequiare in Orvieto il Pontefice
di privilegi ed esenzioni, autoriz- Gregorio X , dovette fermarsi a
zandoli a crearsi magistrati e po- Gualdo di Nocera, ove la regina
destà. Siccome però il sito ove sor- moglie Leonora partorì. Ed il Ca-
ger doveva il nuovo Gualdo ap- lindri diceche Gualdo nel 1292
parteneva ai monaci dell'antico mo- si sottomise a Perugia. Avendo s.
nistero di s. Benedetto, si ottenne Francesco d' Asisi fondato a' suoi
dai medesimi permesso della nuo-
il religiosi conventuali un convento
va costruzione, mediante istromen- fuori di Gualdo, in questo si tras-
to de' 3o marzo 1237, regnante ferirono nel 1293, costruendo son-
Gregorio IX, e Federico II. In es- tuosa chiesa e convento, ed è l'u-

so si dice, che Fanio abbate del nico cenobio di religiosi possidenti


monistero concede in enfiteusi per- che sia rimasto in Gualdo. Verso
petua a Pietro di Alessandro sin- questo tempo fu fondato il moni-
daco del castello di Gualdo il lo- stero di s.Agnese fuori della por-
cale per edificar la nuova città ta di s. Martino di Gualdo, colla
con condizione che il comune do- cui soppressione fu poi eretto nella
vesse pagare annualmente all' ab- cattedrale di Nocera il canonicato
bazia di s. Benedetto libbre dieci di appunto detto di s. Agnese.
buona cera nella festa di tal santo, Nel i328 ebbe origine in Gual-
e che i forensi che vi si conduces- do l'ordine de' monaci del Corpo
sero ad abitarvi appartenessero al- di Gesù Cristo (Vedi). Nei primor-
la parrocchia dell'abbazia. Cosi fon- di dello stesso secolo venne fon-
dato il nuovo Gualdo, e crescen- dato il monistero delle monache
do di popolazione, vi si condussero benedettine nella chiesa di s. Lu-

ad abitarvi i religiosi agostiniani, cia fuori di Gualdo, in cui nel I375


erigendo chiesa e convento, a' no- fu trasferito nella chiesa di s. Ber-
stri giorni pur ceduto all'attuai ve- nardo, oggi s. Sebastiano, attese le
scovo di Nocera, che ideò d'istituir- guerre di que' tempi, e poscia tra-
vi il pio stabilimento delle prime dotto nella locale di s. Maria Mad-
comunioni-gei giovani gualdesi. Cir- dalena. Il presente vescovo alle be-
ca poi al governo di Gualdo, esso nedettine sostituì le monache del
,

GUA GUA 85
Bambin Gesù. Quindi sursero in dal cardinal Antonio del Monte le-

Gualdo i monisteri di s. Chiara gato a lalere e governatore per-


©v'esistevano le Clarisse, nel luogo petuo di Gualdo. Essendo stato di
ove oggidì è stato situato l'ospedale, nuovo Gualdo sottoposto al duca-
« quindi quello di s. Margherita to Spoletino, negli ultimi del seco-
fuori della porta di Donato, ove
s. lo XV da Alessandro VI dato
fu
si trasferirono le dette Clarisse. Sino a Lucrezia Borgia, insieme con al-
dal principio del medesimo secolo, tre città e terre dipendenti dal me-
massime per l'assenza de' Papi in desimo ducato. Il Garampi nelle
Avignone, Gualdo soggiacque al Osservazioni sulle monete pontificie,
dominio di diverse fazioni, finché a pag. 24 1 » parla della deputazio-
fu ricuperato a quello pacifico della ne di un commissario che fece Giu-
santa Sede,come si apprende da lio II, per l'esazione delle nuove
un breve di Urbano V del i5 monete in Gualdo nel i5o8, a
maggio 1870. Anche Bonifacio IX mezzo del cardinal camerlengo nel-
ricuperò G*ualdo al dominio della la persona di Antonio de Alberga-
Chiesa, e per essa- ne fece esigere i to bolognese, fratello di Domeni-
tributi. Nel r.44 1 Eugenio IV sop- co,che sino dal i4$3 avea otte-
presse il monistero di s. Benedetto, nuto sua Tita durante da Sisto IV
e colle sue rendite eresse un bene- il cancellierato e camerlengato di
ficio ossia commenda abbaziale nel- Gualdo, colla facoltà di poterne per
la sua chiesa. E qui noteremo che altri esercitare l'uffizio, e pare che
questa abbazia aveva avuto sotto a ciò deputasse Antonio. E sicco-
di se molte chiese, come si ha da me al camerlengo di Gualdo spet-
una bolla di Alessandro III data tava l'esigere i proventi della ca-
in Benevento agli 11 agosto 11 69, mera apostolica, così a lui furono
in conferma di altre bolle de' suoi imposti gli ordini per fare esegui-
predecessori Innocenzo II ed Adria- re il nuovo regolamento delle mo-
no IV. Ne' Commentari di Pio II, nete. Assunto nel i5i3 al ponti-
lib. II, pag. 36, si narra che i guai- ficato Leone X, Gualdo fu per lui
desi e quei di Nocera si renderono eretto in legazione, ed ebbe l'ono-
a Nicolò Piccinino, benché per al- re di essere governato da un car-
tro la fortezza di Gualdo siasi man- dinale con titolo di governatore per-
tenuta perfettamente costante per le petuo, il primo de' quali fu il men-
ragioni della Chiesa in quella ti- zionato cardinal del Monte , che
rannica invasione. Ciò accadde nel tante beneficenze gli compartì. Nel
pontificato di Eugenio IV. Il No- i53o Gualdo fu visitato da Cle-
vaes nella Vita di Nicolò del V mente VII nel mese d' aprile, nel
1 44?> racconta che quel Papa re- viaggio che fece per lo stato ponti-
staurò ed ornò la chiesa di s. Be- fìcio, probabilmente reduce da Bo-
nedetto. Nel i49° fo Gabriele da logna dove avea coronato Carlo V.
Gualdo ministro provinciale de' mi- Dai gualdesi fu supplicato di eri-
nori osservanti, fondò al suo or- gere la chiesa di s. Benedetto in
dine il convento nel locale sotto- collegiata, lo che concesse, ma non
posto all'attuale della Annun- ss. fu spedita la bolla ; anzi si dice che
ziata, il quale dappoi venne in mag- voleva istituirvi il capitolo dei ca-
gior elevatezza costrutto nel i5i2 nonici colla dignità d'arciprete. Nel
86 GUA GUA
i533 secondo governatore il
fece luto ai magnifici priori del muni-
cardinal Andrea Matteo Palmieri. cipio, sì nelle cause civili che cri-
Nel i539 Gualdo fu onorata an- minali, giudicate in prima istanza
che dalla presenza Paolo III: di dai podestà, come rilevasi dagli o-
questi nell'anno precedente nomi- riginali esistenti nell'archivio mu-
nò governatore il cardinal Antonio nicipale.Quindi dopo i mentovati
Pucci, e nel i5^y il cardinal Gio- governatori il governo di Gualdo
vanni Salviati. venne affidato ad un commissario
Dopo la morte del cardinal Sal- con immediata dipendenza dalla sa-
viati, volendo i legati o governa- cra congregazione di consulta, pri-
tori di Perugia e di Foligno esten- vilegio che si mantenne in vigore
dere 6U Gualdo la loro giurisdizio- fino al 181 5, dopo il qual tempo
ne, i gualdesi ricorsero a Giulio fu istituito 1' odierno governatore.
HI nipote del cardinale del Monte, In Gualdo eravi il collegio dei dot-
per ottenere un nuovo legato, ed tori notari , e delle arti distinte
il Papa in considerazione partico- con opportuni privilegi: Nel i56g
larmente del defunto zio, con be- furono chiamati in Gualdo i reli-
nigno breve inviò a Gualdo per giosicappuccini , per cessione fatta
perpetuo protettore e governatore dal cardinal Serbelloni commenda*
Baldovino del Monte suo fratello, tario di s. Benedetto ( del quale
cui successero nella legazione il car- furono pure commendatari i pre-
dinal Fabio Mignanelli, nel i556 lati Battaglini e Borgia poi cardi-
il cardinal Carlo Caraffa nominato nale) con beneplacito di s. Pio V;
dallo Paolo IV, e nel i56i
zio e nel 1 6 r -4 ivi si stabilirono i mo-
il cardinal Giannantonio Serbello- naci silvestri ni nella chiesa di s.

ni nipote di Pio IV: i due ulti- Nicolò, fondandovi decente moniste-


mi cardinali uno dopo l'altro fu- ro, il quale fu soppresso anni ad-
rono commendatari dell'abbazia di dietro, e le rendite devolute al ve-
s. Benedetto di Gualdo. Nel i566 scovo, che nel monistero collocò un
s. Pio V fece governatore il car- convitto di preti. Monaco silvestri-
dinal Tiberio Crispi romano, cui no e zelante della patria fu il p.
successe nell'ottobre del medesimo d. Paolo Ginocchietti, abbate di s.
anno il cardinal Giannantonio Ca- Stefano del Cacco di Roma, e pro-
pizucchi , nel 1 56g il cardinal Ma* curatore generale di sua congrega-
diucci di Trento, e nel 1578 il zione.
cardinal d'Angennes de' si-
Carlo Il Papa regnante Gregorio XVI,

gnori di Rambouillet, che dopo a- prendendo in benigna considera-


ver dimorato a Gualdo morì in zione le prerogative di Gualdo, e
Corneto nel 1587, ov' era governa- quelle dell'antica Tadino sede ve-
tore. Le leggi colle quali si gover- scovile, col breve Apostolicae Se-
nava Gualdo risultano dai munici- dis majestatem itti q uè decet, dato
pali statuti, che diconsi estesi da Bar- a' 5 marzo i833, innalzò Gualdo
tolo di Sassoferrato celebre giurecon- al rango di città, col nome di Gual-
sulto, indi riformati dai cardinali go- do Tadino, la quale con entusia-
vernatori. Dalle medesime si appren- smo ed indicibile riconoscenza eb-
de procedura nelle cause, ed il
la be la consolazione di accoglierlo tra
diritto di appellazione ch'era devo- le sue mura il lunedì 20 settembie
GUA GUA 87
t84i i mentre da Fabriano per siso sul medesimo e corteggiato dai
Cancelli vi giunse verso il mezzo- nominati prelati, ricevette al bacio
dì, transitando pei* una strada tra- del piede il governatore, il magi-
versa resa agiata dai gu.ildesi. I strato municipale, ed il clero se-
fabbricatori di terraglia furono i colare e regolare. Nelle ore po-
primi a dimostrar la loro esultan- meridiane il santo Padre onorò
za con un arco trionfale innanzi di sua presenza il monistero di s.
l'ingresso della città. Presso a tal Margherita, ove ammise al bacio del
luogo il gonfaloniere Giovanni Ca- piede le monache, insieme alle suore
jani alla testa del corpo munici- del Bambin Gesù ed a varie signore
pale, insieme al governatore pon- delle principali famiglie di Gualdo,
tificio, presentò omaggi
i rispettosi che a tale religioso oggetto ivi e-
della popolazione, mentre un drap- ransi portate. Nella sera vi fu ge-
pello de' primari cittadini attaccan- nerale illuminazione, mentre il Pon-
do cordoni di seta alla carrozza ove tefice graziosamente ricevè quanti
era il Pontefice, a mano la trasporta- desiderarono ossequiarlo. Nel se-
rono avanti la chiesa di s. Benedetto, guente mattino avendo celebrato la
passando sotto altro arco trionfale, e messa nell'altare che descrivemmo
preceduti da dodici fanciulli uni- al voi. XVlf, pag. 246 del Dizio-
formemente vestiti che spargevano nario y ricevette il clero , il gover-
fiori. Tra il plauso de' gualdesi il natore, ed il magistrato munici-
santo Padre fu ricevuto sulla porta pale, e dichiarato loro il pontificio
della chiesa da monsignor France- gradimento per tante affettuose di-
sco Luigi Piervisani zelante vesco- mostrazioni, si avviò per ascendere
vo Nocera col clero, dai mon-
di nella Carrozza per recarsi a Noce-
signori Giuseppe Pecci vescovo di ra e pernottare a Foligno. Giunto
Gubbio, e Lorenzo Parigini vesco- nella pubblica sala del comune vi-
vo di Urbania della diocesi di No- de il Pontefice l'effigie sua marmo-
cera, da monsignor Bonifacio Caia- rea scolpita in busto dal valente
ni gualdese, allora vicario apostoli- prof. Adamo Tadolini, ivi eretta con
co di Cagli e Pergola, ed ora ve- marmorea iscrizione a perpetua
scovo della medesima diocesi, e da memoria del suo soggiorno in Gual-
monsignor Gioacchino Pecci dele- do Tadino, onde rinnovò il suo gra-
gato di Perugia, al presente arci- to animo, e tutti paternamente be-
vescovo di Damiata, e nunzio di nedicendo proseguì il viaggio, dopo
Bruxelles. Dopo aver ricevuto la aver fatto cavaliere dell'ordine di
benedizione dal rescovo diocesano s. Gregorio Magno il gonfaloniere,
col ss. Sagramento precedentemen- date delle dimostrazioni a vari gual-
te esposto, il Papa preso sotto il desi, e soccorso i bisognosi. V. la
baldacchino si recò al vicino pa» Narrazione del viaggio fatto dal
Jazzo municipale e di governo, pre- Papa Gregorio XVI per la visita
parato convenientemente pel suo del santuario di Loreto , del cav.
alloggio, donde dalla loggia sovra- Francesco Sabatucci, a pag. i63 e
stata da padiglione compartì l' a- seg., ed il numero 79 del Diario
postolica benedizione al numeroso di Roma del 1842, in cui è de-
ed acclamante popolo. Passato il scritto come i gualdesi celebrarono
Pontefice nella sala del trono, as- l'anniversario del ricevuto onore.
,

88 GUA GUA
Fiori Gualdo in ogni tempo per duchi di Parma e di Lucca. Nel-
uomini illustri, ed oltre i summen- Durante del-
l'arte salutare, Castore
tovati nomineremo i seguenti. In la mentovata famiglia, medico di
santità di vita, il b. Peregrino mor- Sisto V, poeta laureato, ed auto-
to nel vicolo Contranense nel ioo4; re di opere; non che Giulio, altro
il b. Majo consigliere del comune, medico che scrisse utili trattati. In
morto nel 1270; il p. Margio nel- poesia i fratelli Tromba scrittori
l'antico convento de' conventuali, del poema sulla presa di Trebison-
defunto ivi nel i3oi ; il b. Ange- da, oltre altri lodati. In pittura
lo eremita rinchiuso, protettole del- Matteo da Gualdo fiorito dopo la
la città e territorio, che mancò ai metà del secolo XV, che a
dipinse
viventi nel 1824; il b. Pietro mor- fresco e su tavola, nel primo mo-
to in Rigali nel 1367, oltre i fran- do esistono le sue opere in s. An-
cescani Fava, Ginepro e Giovanni tonio d' Asisi , il quadro della co-
Ernicola discepoli di s. Francesco. ronazione della Beata Vergine esi-
Cospicui per dignità furono, An- stente nella chiesa de' francescani
drea di Pietro di Giunta de Benci di Gualdo, ec. ; e Avanzino Nucci
arcivescovo di Colonia e consiglie- che fiori nei primordi del secolo
re dell'imperatore Sigismondo; An- XVII. Ai nominati storici che scris-
tonio Umeoli vice-camerlengo di s. sero di Gualdo aggiungeremo Da-
Chiesa, che Sisto IV ed Innocen- rio Durante , nell'Istoria della fa-
zo Vili incaricarono d' importanti miglia Trinci, con memorie di Fo-
commissioni ; Francesco Bonfigli ge- ligno, Nocera e Gualdo; e Lodo-
nerale de' minori conventuali , poi vico Jacobilli, Vita de santi e bea-
vescovo d'Ascoli in Puglia; Porfi- ti di Gualdo e della regione di
rio Feliziani segretario di Paolo V, Taino nell 'Umbria Foligno i638. ,

vescovo di Fuligno e letterato ; Sal- Il dotto Vettori nel suo Fiorino


vetti prelato palatino che visse nel- d'oro a pag. 469 avverte, che sic-
la metà delsecolo XVII ; nel qua- come il Jacobilli nella detta opera
le fioriancora Marcantonio Bon- tratta di proposito al capitolo II
grazi uditore d'Avignone, e decano della storia diGualdo e delle sue
di s. Pietro di tal città, per non varie vicende non crede che in
,

dire di altri. In giurisprudenza ce- ciò gli si debba in tutto prestar


lebre fu Giandiletto Durante della fede.
famiglia Zuccari, autore della Cau- GUALTERIO, Cardinale^ Gual-
tela Gualden.se e di altre encomia- terio o Vallerò fu creato vescovo
te opere; e qui va notato che tal d'Albano da Urbano II del 1088,
famiglia conservasi ora ne' conti quindi lo incaricò della legazione
Zuccari Duranti di Fabriano, cui ap- d'Inghilterra al re Guglielmo, pres-
partenne eziandio Castore Durante. so di cui adoperossi in modo, che
Inoltre in giurisprudenza si devono Urbano II fu riconosciuto legittimo
lodare Nicolò Morone uditor del- Pontefice in tutto il regno. In ta-
la rota di Firenze; Giambattista le occasione il cardinale consegnò
Spinola, come il precedente autore a s. Anselmo arcivescovo di Can-
di opere Mansueto Rosati
legali ; torbery nel pontificio nome il pai*
podestà d'Ancona, ed il marchese che dal santo pre-
lio arcivescovile,
Gioacchino Mattioli, accettissimo ai Iato fu ricevuto col più profondo
,, ,,,

GUA GUA 89
rispetto, essendosi portato in abito to algoverno città. Pre-
di quella
pontificale e a piedi scalzi incontro so appena il possesso della chiesa,
al cardinal legato che recava il sa- celebrò il sinodo in cui promulgò
cro ornamento in un' urna d'ar- savissime leggi, accomodate al bi-
gento, dei quale rivestitosi celebrò sogno della diocesi e all' indole dei
subito la messa. Questo cardinale diocesani. Non vi fu in quella cit-
sottoscrisse nel 1096 gli atti del tà famiglia povera, che non fosse
concilio di Nimes per conferma
la da sovvenuta con limosine se-
lui
della terra di s. Egidio fatta da grete, né lite o controversia che
Raimondo conte di Tolosa a favore dalla sua prudenza e dolcezza non
del monistero di Clugny in perso- rimanesse sul momento sopita e
na di Odilone abbate cluniacense composta. Non tralasciava di visi-
e ad una lettera dello stesso Ur- tare tutti gl'infermi aggravati, quan^
bano II ad Ugo arcivescovo di Lio- tunque di bassa condizione, a' qua-
ne segnata nel 1099, come ancora li con facoltà pontificia compartii
ad una bolla di Pasquale II spedi- va nel punto estremo l'apostolica
ta nel » 100 a favore dei monaci benedizione colla plenaria indul-
di Clugny. genza. Ebbe grande impegno di
GUALTIERI Carlo, Cardinale. visitare la diocesi e di formarsi un,
Carlo Gualtieri patrizio di Orvie- buon seminario per valersene a van-
to, datosi di proposito allo studio taggio della medesima; prendendo
delle leggi, ad insinuazione del car- cura in pari tempo delle vedove e
dinal Pamphilj suo parente, e poi de' pupilli, e delle altre misere per-
Papa Innocenzo X, fu fatto avvoca- sone, cui prescrive il concilio di
to concistoriale , rettore dell'archi- Trento che il vescovo sia padre e
ginnasio romano, avvocato de' po- tutore, e singolarmente delle sacre
veri,ed incaricato degl'interessi che vergini, per le quali fondò il mo-
passavano tra la casa Pamphilj e nistero delle cappuccine. Edificò in
la camera apostolica. Non conten- Massignano un tempio in onore
to di essere perito nella scienza le- de' ss. Felice ed Adauto, celebri per
gale, volle erudirsi nelle buone let- la moltitudine de' prodigi, con un
tere, e nell' arte oratoria e poetica ospedale a comodo de' pellegrini
in cui si distinse tra i primi del suo che da ogni parte vi concorsero
tempo. Dopo avere esercitato con con entrate sufficienti pel mante-
singolare equità i detti impieghi nimento de' sacri ministri, ed oltre
a' 2 marzo i654 Innocenzo X lo a ciò aumentò le rendite della men-
creò cardinale diacono di s. Pan- sa arcivescovile. Dopo aver gover-
crazio, perchè in quel tempo tutte nato quattordici anni quella chiesa,
le diaconie erano occupate, e nel- avendo sperimentato con gravi ma-
lo stesso tempo arcivescovo di Fer- lattie riuscirgli contrario il clima,
mo, dove venne accolto con giu- con beneplacito apostolico la rinun-
bilo e plauso universale, non sola- ziò al nipote Giannotto Gualtieri
mente per la fama che correva del- e recatosi in Roma consacrò la
le sue qualità personali, ma ezian- chiesa di s. Agnese in Navona, ve-
dio per la recente e viva memo- nendone dichiarato protettore. Ar
ria di Trivulzio Gualtieri suo zio, scritto in diverse congregazioni car-
che aveva con gran lode presiedu- dinalizie, il suo voto veniva sopra
pò GIÙ GUA
gli altri applaudito per rettitudine d'Inghilterra, siccome avvenuta in
e dottrina. Dalla diaconia di s. Pan- Parigi , come quello che godeva
crazio passò al titolo di s. Eusebio, I intima confidenza di quel sovra-
perchè essendosi Clemente IX per no. Nel 1701 Clemente XI lo pro-
la solennità del Natale portato al* mosse al vescovato d' Imola ove ,

la basilica Liberiana per assistere sborsò molte migliaia di scudi per


allamessa solenne, che doveva ce- erigervi il monte frumentario a sol-
lebrarsida un cardinale che tar- lievo della povera gente , e per
dava a venire, né trovandosi tra i mezzo di un ben inteso edifizio
cardinali vescovi e preti ivi pre- ampliò notabilmente la parte su-
senti chi potesse supplirvi, avendo periore del palazzo episcopale; quia-
tutti celebrato nelle proprie cap- di a' 17 maggio 1706 lo creò as-
pelle, il Papa per non alterare i sente cardinale prete del titolo di
riti e le antiche consuetudini di- s. Grisogono, legato di Ravenna e
chiarò subito il cardinale dell'or- prolettore della Gran Brettagna.
dine de' preti col detto titolo, ac- In appresso nel 1709 dalla chie-
ciò potesse in quella mattina can- sa d'Imola fu trasferito a quella di
tare la messa, essendo egli digiuno, Todi, vi fondò il seminario, e do-
perchè come dell'ordine de' diaconi po cinque anni ne dimise libera-
in essa dovea ricevere la comunione. mente il governo a Clemente XI.
Favori col suo voto le elezioni di Nel 7 3 si portò ad ossequiare a
1 1

tre Papi, e mori in Roma nel primo Parigi Luigi XIV, il quale lo ac-
del 1673 in età di sessantanni. Il colse con distinti segni di amore-
suo cadavere trasferito in Orvieto volezza, lo insigni dell'ordine del-
fu sepolto nella cattedrale, nella sua lo Spirito Santo, ed arriccili delle
cappella gentilizia che resta in quel- due pingui abbazie di s. Remigio
la della Madonna dipinta dal Si- di Reims e di s. Vittore di Parigi.
gnorelli, ove gli fu eretto un se- Contribuì col suo voto alle elezioni
mi-busto marmoreo, con magnifico d'Innocenzo XIII e Benedetto XIII,
elogio inciso su marmo nero. morendo in Roma a' 2 1 aprile
GUALTIERI Filippo Antonio, 1728 in età di sessantanove anni.
Cardinale. Filippo Antonio Gual- Trasferito in Orvieto venne tumula-
tieri nobile di Orvieto de' marche- to nel celebre duomo con magnifico
si Crognolo , nipote del prece-
di elogio, nella istessa tomba dello zio.
dente, nacque a' 24 marzo 1660 GUALTIERO, Cardinale. Gual-
nella terra di s. Quirico, arcidioce- tiero fu da Calisto II nel 1 123 crea-
cesi Fermo. Portatosi a Roma,
di to cardinale diacono di s. Teodoro,
dopo fatti gli studi ebbe largo ed intervenne ai comizi di Onorio
campo di esercitarsi sotto Innocen- II nel 1124, sebbene il Ciacconio
zo XI co* suoi talenti nel governo lo confonda con altro cardinale.
delle città e provincie dello stato GUALTIERO, Cardinale. Gual-
ecclesiastico, e nel pontificato d'In- tiero o Valtero meritò che Adria-
nocenzo XII nella vicelegazione di no IV nel marzo del 1 i5q lo creas-
Avignone, che sostenne dal 1696 se cardinal vescovo d'Albano, e di-
al 1700, e poi alla nunziatura di venne di molta autorità nella curia
Francia, durante la quale assistè romana. Ebbe luogo tra gli elet-
in morte Giacomo II re cattolico tori di Alessandro III, e procurò
GUA GUA gì
che in tale elezione né il clero, ne case sono tutte in pietra,
ed han-
il popolo romano, ma i soli cardi- no degli ameni giardini che riuni-
nali vi contribuissero col loro suf- scono l'utile al delizioso. Le piazze
fragio. Ne
derivò l'ostinato scisma pubbliche grandi e quadrate, si
di Vittore V antipapa, che elesse- possono dire magnifiche. Possiede
ro alcuni cardinali malcontenti urli- oltre la cattedrale molte chiese, ed
ti al clero e al popolo. L'impera- uu collegio ben dotato che gode i
tore Federico riconobbe e sosten-
I privilegi di università anteriore di
ne colle armi il pseudo Pontefice, dodici anni a quella di Cusco. Fu
laonde costretto Alessandro III a questa città fondata da Francesco
fuggir da Roma , di questa affidò Pizzarro nel i539, e chiamossi san
il governo al cardinale che vi pre- Juan della Victoria^ in memoria
siedè con mirabile saviezza e pru- della vittoria riportata dal mede-
denza in tutto ii tempo del fune- simo Manco che avea
sull'Inca
sto scisma nella di lui assenza, col sconfitto glispagn uoli in alcuni al-
titolo di vicario o vicegerente a- tri combattimenti. Avvenne questa

postolico. Mori 1178 o nel


nel nella pianura di Chupas nel di 16
marzo 11 79, con universale ram- settembre i54.2. Chiamasi la cit-
marico. tà anche Huamagna, e nelle an-
GUALTIERO, Cardinale. Gual- nuali Notizie di Roma è registra-
tiero fuda Innocenzo III del 1 198 ta così:Guamagna ed Ayacucho
creato cardinale diacono di s. Ma- unite neW Indie occidentali.
ria in Portico ed ebbe l' incom-
, La sede vescovile di Guamagna
benza di portarsi in Francia col fu nel 161 1 istituita dal Pontefi-
carattere di legato apostolico, per ce Paolo V, che la fece suffraga-
esterminar l'empia setta degli albi- la dell'arcivescovo di Lima, come
gesi, che in Tolosa e nelle prossi- lo è tuttora. Ne fu primo vescovo
me città recavano immensi danni Agostino di Carsaval agostiniano
alla cattolica religione. A tale ef- trasferito da Panama. Tra di i

fetto il Papa gli consegnò energi- lui successori nomineremo France-


che lettere per Filippo II re di sco Berdugo professore di diritto
Francia, e per altri principi, a fine canonico nell'uni versità di Siviglia
di muoverli a prender le armi con- ed inquisitore di Lima, traslocato
tro si nemici della fede, e
ostinati poi a Cartagena. Fr. Gabriele de
concesse indulgenza plenaria a chi Zavate domenicano, morto prima
contrito e confessato di sue colpe, di andare al possesso di sua sede.
accinto si fosse alla santa impresa. Fr. Antonio Conderina agostiniano,
GUAMAGNA ed AYACUCHO prima vescovo di s. Marta, morto
(de Guamagna et Ayacuquen in nel 1645. Antonio de Castro fu
Indiis). Città con residenza vesco- nominato, ma non accettò. Andrea
vile, capoluogo del dipartimento di Garcias trasferito in seguito aTru-
Ayacucho nel Perù stato dell'Ame- xillo. Francesco di Godoi nomi-
rica meridionale, é situata in una nato nel i65o nel pontificato di
bella e vasta pianura , sulla pic- Innocenzo X. I vescovi di Guama-
cola Vinoqua. Il suo
riviera di gna del secolo passato e del cor-
aspetto è bello, ed i suoi borghi rente, sono notati annualmente nel-
sono ornati con viali d'alberi. Le le citate Notizie. L' ultimo vesco-
,

i*
2 GLIA GUA
vo di Guamagna fu Pietro Gro- nuovo vescovo la mensa è tassata

tieres de Cos, nato nella città di ne' libri della camera apostolica in
Piora nel Perù , e fatto vesco- fiorini trentatre, verus aulem ilio*

vo da Pio VII nel concistoro dei rum valor ad 16000 circiter pon*
16 marzo 181 8. Dopo lunga sede deruni ascenda illius monelae, seu
vacante, il regnante Pontefice Gre- ad tatidem scutata monetae roma-
gorio XVI nel 1837 eresse in ve- na?.
scovato Ayacucho, l'unì a quello GUANTO, Chirotheca. Veste
di Guamagna, e ne fece primo ve- della mano. Chiamasi ancora borsa
scovo nel concistoro de' 17 settem- della mano , secondo il vocabolo
bre i838 Giovanni Reymundez di greco , ed anche Doctyliotheca ,
Los-Reyes. A questi nel concistoro guaina delle dita ; in latino si tro-
de' 12 luglio 1841 die in successore va manica, perchè difende la ma-
l'odierno monsignor Giacomo Giu- no dal freddo, così appellandolo
seppe de Ofelan di Arequipa, pri- l'Ordine romano; i rabbini lo chia-
micerio di quella cattedrale. Aya- mano domus digkorum in Lexico
cucho è il sito ove accadde la fa- Talmudico Buxtorfii 3o3, i4o6 p. f

mosa battaglia data dal general Si pretende da alcuni che gli an-
colombiano Sucre ai realisti spa- tichi portassero guanti fatti col cuo-
gtiuoli nel dì 9 dicembre 1824, io, più atto a resistere agli urti del-
che pose fine alla dominazione del- le spine o di cose somiglianti , o
la Spagna, ed è distante per tren- a riparare dal freddo, ed anche per
ta leghe al nord da Huanca-Beli- difesa della mano ne' combattimen-
ca, pitta sul fiume lauja, celebre ti; in progresso se ne fecero guai>
capoluogo delle miniere d'oro, di niti di ferro, di pelli, di lino, di
argento e di mercurio nelle vicine lana, di seta, e di altre cose tes-
montagne. sute fatte coi ferri a maglia. Il

La "
cattedrale, ottimo ed elegan- Sarnelli nel tom. X Lettere ecci. ,

te' edificio, è sacra a Dio, ed alla nella lett. LXXVII tratta: Se fuso
Beata Vergine Maria. Il suo capi- de' guanti sia antico, e che signi*
tolo si compone di tre dignità, es- ficaio i guanti pontificali. Egli ci-
sendo la prin^a quella del decano; ta il cap. XXVII della Genesi che
di due canonici colle prebende del descrive quando Giacobbe ebbe la
penitenziere e del teologo, di due benedizione d' Isacco cuoprendosi
ecclesiastici detti porzionari, e di le mani con pelli di capretto, per
due cappellani con sufficienti prov^ consiglio di sua madre Rebecca
visioni. La cattedrale ha il fonte acciò lo credesse il peloso Esaù.
battesimale, e la cura d'anime, la L'interprete del testo congetturò
quale viene amministrata dal par- che le pelli di capretto fossero fat-
roco. L'episcopio è alquanto dir te in forma di guanti, dovendo a-
stante dalla cattedrale. Altra par- doprar le dita nell' apprestare in
rocchia nella città non ben- esiste, lai circostanza il cibo. Manicae
sì cinque monisteri e conventi di pur si dicono que* guanti coperti
religiosi, due monisteri di mona- di ferro pei soldati; e colla mano
che, lo spedale ed il seminario. così un servo d'Anna per-
vestita
Amplissima è la diocesi, contenen- cosse Gesù Cristo, forse Malco da
te diverse città, e Iqoghj, Ad ogni lui risanato quando s. Pietro gli
GUA GUA 93
recise l'orecchia dexlera ferreae chi-
: essi chiamati bracciali o soprama-
rothecae armata, scrissero s. Bernar- niche,mezzemaniche, epìmanicion.
do e s. Vincenzo Ferrerio, per cui Onorio Augustudunense, che visse
dal colpo il Signore cadde in ter- nei primi anni del secolo XIII, nel
ra. L'uso de'guanti s'introdusse nella suo trattato De gemma animae lib.
Chiesa e nelle cerimonie ecclesiasti- I, cap. 21 5, afferma che l'uso dei

che fino dai primi tempi, donde pro- guanti fu prescritto sino dal tem-
venne la consuetudine di venir con- po degli apostoli, e di tal parere
cessi ai vescovi ed altri prelati nei furono poi diversi scrittori, tra'qua-
pontificali. Il p. Filippo Bonanni ge- li Giuseppe Visconti, De rit. miss.
sua Gerarchia ecclesiasti-
suita, nella t. IV, lib. 3, cap. 37; Emmanuele

ca considerata nelle vesti sacre , Gonzalez in Prim. decret. tit. i5,


nel cap. LVII eruditamente discor- De sacra unctione num. 34; Bu-
re ùe? guanti usati dal vescovo, al lengero lib. I, opusc. 4, e molt'altri
modo che andiamo a dire, aggiun- presso il Morino, De sacris ordi-
gendovi ciò che altri autori ne natìonìbus. L'Oldoini nelle Addict.
scrissero. ad Ciaccon. in Vita s. Clementi* I,
Tra le vesti del Pontefice, dei col 91, citato dal Novaes, chiara-
cardinali, vescovi e preti, dei pa- mente scrisse che quel Pontefice,
triarchi , degli arcivescovi , de' ve- historicorum ali quorum testimonio
scovi , e degli abbati mitrati che lege sancivit Romanus Pontifex re-
hanno l'uso de' pontificali, si an- nunciatus sacrarum vestium usum
noverano i guanti; ma non tutti in missae sacrifìcio: episcopos pe-
quelli che ne scrissero furono con- do, sacro amictu, sandaliis, et chi-
cordi nell' assegnare l'origine e il rothecis ornavit, archiepiscopos item
tempo cominciò nella
in cui si pallio. Però non cita ver un auto-
Chiesa l'uso profano, o dir voglia- re più antico in conferma, laonde
mo civile ed antico. Molto ne scris- né l'Anastasio, né il Platina fecero
se Gio. Battista Pacichelli, Schedia- di ciò menzione nella vita di I.
sma de chirothecis, Neapoli 1693. Clemente I. Aggiunge il Bonanni
Dell'uso sacro dei guanti come in- che in nessuna immagine antica
dumento proprio de' vescovi, da del Salvatore e degli apostoli, tra
tutti suppone, e ciascuno ne ad-
si le molte che si vedono fatte di mu-
duce qualche misterioso e simboli- saico in Roma e in altri luoghi, ap-
co significato. Avverte il citato Sar- parisce forma alcuna di guanti, sic-

nelli, che la chiesa greca in vece come di questi veruna menzione


di guanti usa due braccialetti di ne fecero Tertulliano nel trattato
drappo, uno per braccio, detti ma- De pallio, né il Bullengero, Advers.
nipoli, e lo stesso fanno i maroni- Casaub. diatr. 3, nella descrizio-
ti quando prendono il libro del ne delle vesti usate dagli apostoli.
vangelo, ponendo la mano sotto il L'immagine del Salvatore fu sem-
felonio o pianeta, e colla mano co- pre espressa colle mani nude, e co-
sì coperta lo prendono: nell'ordi- sì lavide Antonio Monaco nel tem-
nazione del prete, quando impone pio di s. Sofìa in Gerusalemme,
l'ordinatore la mano, la cuopre col com'egli riferisce nel tom. II del
pallio. I manipoli de' greci , come suo viaggio. La più sicura notizia
dicemmo al loro articolo, sono da .che si ha dell'uso de'guanti è ve-
94 GUA GUA
fistiala dall'autore De divinìs offr qualcuno accordate. Nella Chron.
ciìs i il quale al titolo Qualiter epi- Cassin. lib. 2, cap. 81 si legge, che
scopus in romana Ecclesìa ordine- s. Leone IX del 1049 confermò a

tur, ne fece menzione col nome di Ricario abbate di Monte Cassino


manica, e procedendo poi alla con- ed a' suoi successori il privilegio di
sacrazione o sia benedizione del- usare la dalmatica , i sandali e t

l'abbate, si fa menzione de' guan- guanti nelle principali feste in tem-


ti, dicendosi Tane tradal ei chi-
: po messe solenni. Altrettanto
delle
rothecas, et baculum dicens ec. Sì riporta Rinaldi a detto anno.
il

fa però menzione de' guanti usati Abbiamo inoltre che Clemente IV


dai vescovi dall'abbate Ratoldo, vis- nel 1265, praeposito Beatae Ma-
suto nell'anno 986, nel suo ritua- riae Magdeburg. intcr missatn u-
le,di cui fece menzione Ugo Me- sum chirothecarum concedit, come
nardo nell'appendice al libro De Sa- si legge inLeuckfeld, Antiquitprae-

cramentìs di s. Gregorio I, alla monstralensibus , p. 1 1 3. In segui-


parola Manicae usate in detto to 1' uso de' guanti ne' memorati
tempo, quando il vescovo nel pren- tempi ed altri venne accordato a
derle diceva le seguenti parole: tutti gli abbati mitrati. Nel i6o5
si rinvenne il cadavere di Bonifa-
Dìgna manus nostras Christi cio Vili, morto nel i3o3, vestito
custodia servet pontificalmente coi guanti di seta
Ut tractare queant nostrae mo- bianca fatti ad ago , ben lavorati
numenta salutis. ed ornati di perle, mentre le altre
vesti erano quasi tutte nere. Do-
Altrettanto asserisce il vescovo menico Giorgi, Gli abiti del som-
Saussay nel fol. 335 della Pano- mo Pontefice paonazzi e neri, a
plia episcopale, affermando essere p. 34, racconta che anticamente i
antico lì uso de' guanti nella chie- Papi nella mattina del venerdì san-
sa occidentale. Che i Papi li usas- to usavano paramenti neri , e solo
sero da antichissimo tempo si rileva dopo l'adorazione della Croce si le-
dall'avere Vittore II del io55 con- vavano guanti, che a suo credere
i

fermato al cardinal Umberto ve- dovevano essere pure neri. I cada-


scovo di Selva Candida e succes- veri dei Papi si seppelliscono con
sori, tutti i privilegi goduti dai pre- guanti di seta rossa ; e quelli dei
decessori, tra' quali l'uso di tener cardinali vescovi e preti , non che
la staffa al Pontefice quando a ca- dei patriarchi, arcivescovi e vesco-
vallo nella seconda festa di Pasqua vi, con guanti di seta paonazza.
daila basilica vaticana recavasi al- Dice il Sarnelli che i guanti sono
la lateranense, che perciò ne avea paramenti messali che si adopera-
i guanti usati in quella funzione, no sino al Lavabo, ond'errano que-
e ne fa testimonianza anche il Ma- gli artisti che rappresentano i ve-
cri, Not. de\>ocab. eccl. 3 verbo Car- scovi, i cardinali e i Papi con pi-
dinali*. Nello stesso secolo XI i viale e guanti eh' è contro i riti.

guanti s' incominciò a concedersi Inoltre dice , che i guanti pontifi-


anche agli abbati con altre iusegue cali debbono essere inconsulti, cioè
pontificali e V Anello (Fedi), alcu- lavorati con ago, come la veste del
ne delle quali già erano state a Redentore, per denotare l'integri-
, ,

GUA GL A ci >

tà della fede: chirothecae sunt in- bus habenda sunt intelliguntnr :

consutiles, quia actiones Pontificis quae opera ab omni inquinamento


debent recta fidei esse concorde*. mundata sunt, ne modicum fermen-
Gemm. de antìq. rit. miss. Ed il ti totam massam corrumpat "„ E
Gavanto scrive a pag. 260: chi- però che in quel circolo d'oro, che
rothecae debent esse contextae, et vi sì richiede, si esprime l'ineffà-

circulo aureo insigniter in exlrenia bile nome di Gesù, eh' è il Santo


parte ornatae. guanti sono sem- I de' santi.
pre di seta del colore corrente, bian- Il Papa usa
guanti nelle mes- i

co, rosso,paonazzo e verde. Ordi- se solenni, e prende dalle mani


li

nariamente sul dorso della mano del cardinal diacono ministrante


hanno ricami d'oro rappresentanti che lo veste sul trono ove ha in-
la croce, o il nome di Gesù in si- tuonato l'ora di terza , dopo la dal-
gle, od altro ; e talvolta nell'estre- matica: al cardinale presenta i

mità sono ricamati d'oro con qual- guanti in un piatto d' argento du-
che fregio. Di qual forma e ma- rato, il prelato a ciò destinato vo-
teria fossero i guanti negli antichi tante segnatura che funzioni
di
tempi , dice il Bonanni ignorarsi. Al Lavabo prima di par-
d'accolito.
Dal vescovo di Segni Brunone, tire dal trono il Papa depone i
nella esposizione delle vesti episco- guanti e V anello che gli vengono
pali, argomenta che si usassero
si levati dai cardinali diaconi assisten-
di lino, mentre scrisse: Quaeris ti. Quando il Pontefice deve dare
fortasse cur manus quoque lineis dopo la messa la solenne benedi-
chirotìiecis induantur ? respondeo zione dalia loggia vaticaua , dopo
breviter, ut castae sint. Dai decre- il termine di essa asceso sulla se-
ti del zelantissimo cardinal arcive- dia gestatoria ivi riprende i guan-
scovo s. Carlo , fu stabilito nella ti e l'anello. I cardinali, i vescovi
parte IV degli Atti della chiesa mi- e gli abbati prendono guanti ove i

lanese lib. 2, che dovessero essere assumono i paramenti sacri , e li


tessuti a maglia e di seta, ed orla- depongono al Lavabo : i guanti ven-
ti nella parte estrema con cerchio gono levati dal diacono e suddia-
d'oro, e che nel mezzo dalla parte cono. I guanti non si adoprano nel
superiore vi fosse espresso il nome giorno del venerdi santo, Caerem.
di Gesù, e di più si usassero di episc. lib. 2, cap. 29, come nep-
quattro colori, corrispondenti ai pure nelle messe de' morti, lib. 2
colori usati nelle vesti, secondo il cap. 1 1, perchè sono funzioni me-
rito nella Chiesa stabilito, eccettuan- no solenni, e i guanti appartengo-
do però il color nero. Il nome di no alla solennità, ai dire del Sar-
Gesù vi esprime, acciò sia ve-
si nelli. Questi poi osserva che il mi-

nerato il bacio, che in molte oc- stero de' guanti pontificali è chia-
casioni si dà alla mano del vesco- rissimo dalla orazione che il vesco-
vo celebrante. Del quale rito si vo dice vestendosi di questo sa-
pub consultare il Bona, il Bosio cro ornamento. » Circumda, Domi-
il Grutero, i quali diffusamente ne ne, manus meas munditia novi ho-
trattano; dicendo il Durando » Per : minis ,
qui de coelo descendit: ut
chirothecas quoque in mani bus e- quemadmodum Jacob dilectus tuus,
xempla sanctorum, quae in operi- pelliculis haedorum oper.tis ma-
,,

g6 GtJA GtJA
nibus patcrnam benedictionem o- lib I, e. 5^, ove pur disse che cori
blato patri cibo ,
potuque gratis- mistero i vescovi velano le mani
sitno, impetravit: sic et oblata per co' guanti
,
per dare a conoscere
manus nostras salutari hostia , et che devono operare non per pom-
gratiae tuae benedictionem merear: pa, ma per piacere a Dio. Essen-
per Dominum nostrum Jesum Chri- do questo sacro uso de' guanti pie*
stum filium tuum, qui in similitu- no di pietà e di divoti misteri, è sta-
dinem carnis peccati prò nobis ob- to quindi comprovato costantemen-
tulit semetipsum ". Si parla prima te dopo la prima istituzione della
della mondezza del Salvatore, di Chiesa militante; ed introdotto nel*
cui implora di aver circondate le la gerarchia ecclesiastica, anche per

mani ; e però crede il Sarnelli che significare la differenza del vesco*


ab antico si adoperassero di color vo dal sommo sacerdote della leg-
bianco solamente, come furono po- ge antica, a cui come osservò il
sti al cadavere di Bonifacio Vili Braunio, De vestibus summi sacer-
di cui nel n. 8 e. 12 dice che
, i doti^ hebraeoruniy cap. 3 , non era
guanti pontificali denotano la ca- lecito offrire sacrifizi che coi piedi
stità e la mondezza. Dipoi si allu- e mani nude, poiché si sarebbe
de alle pelli di capretto, colle qua- contravvenuto alla legge di Dio
li ricoperte le mani di Giacobbe, usando vesti non prescritte.
ottenne la paterna benedizione, e A* sacerdoti e chierici minori
rappresentano Cristo ricoperto del- fu proibito 1' uso de' guanti nel tem-
la nostra spoglia mortale. Così il po in cui assistono alle funzioni del-
vescovo con mettersi i guanti im- la Chiesa, dal sinodo di Ravenna
plora la celeste benedizione della nel 1607, e solamente permessi di
grazia divina , acciò sia accetto a forma modesta e ordinaria, in tem-
Dio il sacrificio, come fu grato ad po d'infermità o di viaggio. Il
Isacco il cibo e la bevanda di Gia- Garampi nelle Memorie ecclesia-
cobbe, come osservò Innocenzo III, stiche p. i5, narra che nelle costi-
De myster. missae, cap. 3g. Final- tuzioni del capitolo provinciale ce-
mente spiega il senso allegorico lebrato dagli eremitani di s. Ago-
che Giacobbe rappresenta Cristo, il stino nel 1290, si proibì a religio-
quale si rivestì le mani di pelli di si, acciò non portassero cingulum
capretto, cioè portò i nostri pecca- de serico, aut bursam, aut chiro*
ti, e li scontò nella croce, come thecas, ec. Il Lonigo, Delle vesti
si espresse s. Agostino lib. contr. purpuree, 27, parlando del ve-
p.
mendac. cap* 1 o. Moralmente signi- stir quotidiano e solenne de' cardi-
ficano che intendendosi per le ma- che quando essi sono in
nali, dice
ni le operazioni , il vescovo deve cappa non devouo portar guanti.
,

celare alcune volte l'opere buone, Egualmente non li deve portare


e alcune volle per edificazione del chi è ammesso alla presenza del
popolo manifestarle, e però ora co- sommo Pontefice. Il Sarnelli par-
pre co' guanti le mani, e ora le lando dei guanti delle donne ai

scopre. Gemma de antiquìL rit. mis- tempi del Petrarca fa osservare ,

sae lib. I, e. 2.5. Dice il Macri, ver- che prima etano notati di vanità
bo Chirothecae , che il medesimo que' secolari che usavano guanti
significato riconobbe Innocenzo III, delicati- 11 Fivizanio, De ritu ss, Cnm
1

GUA GUA 97
cw a p, 112 tratta: Chìrothecae in nella provincia di Beira, capoluogo
ecclesiastica militia quid. 11 Can- di comarca. Sta sul versatoio set-
cellieri ne' suoi Pontificali p. 82 , tentrionale delle montagne della
ha notato che quando il canonico Serra di Estrella, presso la riva
vaticano fa ostensione delle tre re-
l' destra del Mondego, e cresciuta
liquie maggiori, assume guanti ros- sulle rovine dell'antica Jgaedila o
si per rispetto alle medesime. An- Jegaedita , che altri chiamarono
ticamente in Francia non era per- Lancia Oppidana, distante vent'u-
messo ai giudici di sedere in tri- na lega da Coimbra capitale della
bunale, e giudicare co' guanti. Nei provincia. E una piccola città di-
bassi tempi faceva parte dell'ar- fesa da antiche mura fiancheggia-
matura un guanto assai forte guarni- te da torri , e da una cittadella.
to di ferro , detto anche manopola. Evvi una bella cattedrale, con al-
Si portava sempre l'elmo, e quel tre cinese, due ospedali, un colle-
guanto in tutte le antiche compar- gio, ed altri edifìzi e stabilimenti.
se di cerimonia. Notammo altrove, II palazzo vescovile è grande, ma
che quei vescovi che avevano do- di mediocre architettura. Questa
minio temporale, in segno di que- città, chiamata ancora Guardia e
sto quando celebravano pontifical- Gardia fu fondata nel 1 99 dal
} 1

mente, tra emblemi di giuris-


gli re don Sancio I sul luogo di Lan-
dizione sovrana, ponevano da un cia Oppidana, le cui rovine si rav-
lato dell'altare tale manopola. Quel visano a poca distanza, che ne fe-
guanto parimenti gettavasi allor- ce un riparo contro le incursioni
ché volevasi sfidare un nemico a de' mori ne' suoi stati, ciò che gli
combattere in Duello (Fedi). Pri- fece dare il nome che tuttora por-
ma che Corradino, superstite della ta. Ivi negli anni 18 io e 181
nobilissima casa degli svevi , fosse fra gì' inglesi ed i francesi ebbero
decapitato sulla piazza del merca- luogo diversi combattimenti. La co-
to di Napoli, si trasse di mano un marca di Guarda contiene circa
guanto, e in mezzo a numerosissi- centoseimila abitanti , ma la città
mo popolo lo gettò per segno d'in- ne conta da duemila cinquecento,
vestitura , dichiarando suo erede che godono salubre clima. Il por-
nelle ragioni sopra i regni di Na- toghese Novaes nella vita di s. Da-
poli e Sicilia, Federico di Ca-
d. rnaso I suo compatriota, dice che
stiglia figlio di sua zia. Fu pron- quel Pontefice secondo alcuni pres-
to un cavaliere a pigliar il guan- so il p. Le y tao, nella Synops. de
to, e portollo poi a Pietro III re Eccles. milk. p. 1 35, nacque nel-
d'Aragona, che poscia mosse guer- l' Idagna oggi Guardia città ve-
ra al re Carlo I d' Angiò. Inoltre scovile della provincia di Beira.
scrissero su questo argomento, Jo. La sede vescovile al dire di Com-
Nicolai, Liber singularis de chirothe- manville fu eretta in Sgedita, seu
carum usu et abusu, Gissae 1702; jégitama, seu Egitania, nel quin-
Jo. Gottfr. Boehme , Dissert. de Guar-
to secolo; indi fu trasferita a
pignore per chirothecam , Lipsiae da nel decimoprimo secolo. Anti-
1674, ed altri. camente era suifraganea della me-
GUARDA (Aegitanien). Città con tropoli di Braga, in appresso fu
residenza vescovile del Portogallo sottoposta al patriarcato di Lisbo-
VOL. XXXIII, 7
98 GUA GUA
na, e lo è tuttora. Per morte di vera origine, progresso e rovina di
monsignor Carlo da s. Giuseppe de Guardia. Questa piccola città fu
Azevedo della diocesi di Porto, fat- molto danneggiata dal terremoto
to vescovo di Guarda nel 1823 da del 26 giugno 1806, dappoiché ro-
Leone XII, il regnante Pontefice vinò molti edifizi. Nei dintorni "vi

Gregorio XVI, nel concistoro de'2 è una cava di gesso. La sede vescovi-
luglio i832 nominò a successore, le, al dire del Sarnelli, Man. cron.
l'odierno vescovo monsignor Gioac- degli arciv. di Benevento, p. 244»
chino Giuseppe Pacheco e Souza di fu istituita l'anno millesimo dall'ar-
Alenquer nel patriarcato di Lisbona. civescovo di Benevento, e di esso

La cattedrale, di antica struttura, è fatta suffraganea. Il primo vescovo


dedicata a Dio sotto il titolo della di Guardia, di cui si faccia men-
Beata Vergine Maina. Il capitolo zione, è Pietro, che sottoscrisse al

numeroso di essa si compqne di sinodo provinciale di Milone ar- s.

sette dignità, essendo la principale civescovo di Benevento ioj5; nel


ii decano, con ventidue canonici, trovasi quindi notato Ilario che fu
fra' quali il teologo ed il peniten- al concilio generale lateranense III
ziere, fruendo intiera preben-
tutti nel 11 79 sotto Alessandro III. Un
da, oltre altri quattro che ne go- altro Pietro fu vescovo guardi ense
dono la metà. Vi sono ancora ven- sotto Innocenzo VI l'anno i354,
tidue cappellani addetti al coro, e ma mori in Avignone poco dopo
sei chierici pel servigio della sacri- la sua consacrazione. Marco Cibo
stia e della chiesa, ed anche il genovese, eletto dal suo parente In-
sacrista. Nella medesima cattedrale nocenzo Vili nel 1490» morì nel
vi è il sacro battisterio, e la cura i494- Giacomo Lomellino del Cam-
d'anime è esercitata da un sacerdo- po di Rodi, fatto vescovo nel i556
te. L'episcopio è dalla cattedrale al- da Paolo IV, morto arcivescovo di
quanto distante. Vi sono nella cit- Palermo. Carlo Carafa napoletano
tà altre quattro parrocchie tutte nel 1067 treslato da Bojano. Gio-
munite di fonte battesimale, un vanni Domenico Jacono nobile Li-
convento di religiosi, un monislero ciensis, chiaro per belle doti, fu pro-
di monache, alcune confraternite, mosso al vescovato da Paolo V
ed il seminario cogli alunni. Ogni nel 1617: dicendoci l'Ughelli che
nuovo vescovo è tassato nei libri di sua famiglia fiorirono Antonio
della cancelleria apostolica in fio- vescovo di Pozzuoli, e Ferdinando
rini 866 , asseritur ad praesens cappellano regio e vescovo di Ca-
ascendere ad 2800 circiter sculo mo- stro. Giacomo Pedicini beneventa-
neiae romanae , omnibus deductis no chierico regolare de' minori fu
oneribus. eletto vescovo di Guardia da Cle-
GUARDIA ALFERIA o Guar- mente IX nel 1669, e morì nel
dalfiera. Città vescovile del regno 1 688, zelante e dotto vescovo. Nel-
di Napoli nella provincia del con- 1' Ughelli, Italia sacra tom. VIII,
tado di Molise, alla riva del fiume pag. 296, si legge la serie de' ve-
Tiferno, lontana da Benevento per scovi di Guardia, essendo in essa
Morcone, Campobasso e Lupara l'ultimo Gio. Andrea Moscarelli, fat-
miglia quaranta. Non vi è scritto- to vescovo nel 1703 da Clemente
re che abbia saputo rintracciare la XI, La continuazione della serie si
GUA GUA 99
può leggere nelle annuali Notizie primo convento che i francescani
di Roma. Ne fu ultimo vescovo ebbero su quel moutc, e che- ora
Francesco de Lamia di Cassano non hanno già più; in luogo del
preconizzato da Pio VI nel conci- quale tengono, con tutti privile- i

storo de' i3 novembre 1775, e go- gi del primo, quello di s. Salvato-


vernò lungamente la diocesi. Pio re. Guardiano è anche nome pro-
VII colla lettera apostolica De uti- prio dell'ordine della giarrettiera
liori, V kal.1818, soppresse
julii in Inghilterra. Il guardiano o cu-
questa sede, e l'assegnò ed uni a stode supremo dell'ordine della giar-
quella di Termoli (Fedi). La sua rettiera è quello che chiamasi gran
cattedrale è sacra a Dio, ed alla maestro negli altri ordini. In In-
Assunzione della Beata Vergine, ed ghilterra si chiamarono guardiani
è uffiziata da due dignitari l' arci- o custodi della spiritualità o dello
diacono e l'arciprete, con vari ca- spirituale, quelli quali iu una dio-
i

nonici. cesi avevano giurisdizione spiritua-


GUARDIANO, Custos. Che ha le in tempo di sede vacante. Tali
ufficio e obbligo di guardare e cu- erano gli arcivescovi nelle loro pro-
stodire, custode in antico si diceva vincie;i decani ed il capitolo di
pure d'una carica delle maggiori Cantorbery erano guardiani dello
in certi stati. Per capo, o gover- spirituale in tutta la diocesi, du-
natore di conventi di frati, di com- rante la vacanza di quell' arcive-
pagnie ossiano confraternite, arci- scovato.
confraternite, ed altre pie unioni, GUARDIANO del santo Sepol-
e simili.guardiano religioso si
Il cro di Gerusalemme. Religioso fran-
scrive in latino caenobiarcha ed cescano de' minori osservanti ed ,

hetaeriarcha , con vocaboli greci. anche riformali quando vi è eletto


Guardiano nell'ordine francescano dal ministro generale dell'ordine,
chiamasi il superiore del convento, perchè la custodia della Terrasan-
la cui carica è detta guardiania, o ta è provincia solamente apparte-
officio di guardiano, ed ordinaria- nente alla osservanza. Vi è costi-
mente dura tre anni. Tra i mino- tuito poi in dignità per le parti-
ri osservanti, ed osservanti riforma- colari prerogative e giurisdizione
ti, per legge costituzionale dura un che gode ed esercita con poteri di
solo anno, o meglio da congrega- superiore di provincia, residente in
zione in congregazione provinciale. Gerusalemme nel convento di s.

A più. lungo tempo si rielegge con come custode de'


Salvatore, santi
dispensa dalla legge, che può dare luoghi di Terrasanta e del san-
il ministro generale. Guardiano tra to Sepolcro, e commissario aposto-
i francescani è nome ed ufficio in- lico di tutta la missione eh' egli go-
trodotto proprio dal santo fonda- verna. Commissario apostolico per
tore nella regola. Quello di Geru- tutta la Palestina e l'isola di Ci-
salemme, chiamasi Guardiano del pro, annessa alla missione di Ter-
santo Sepolcro (Fedi), uffizio e di- rasanta; e semplicemente supe-
gnità con giurisdizione finche dura riore monastico de' conventi ed o-
nella carica. Il guardiano del san- spizi della Siria e dell'Egitto, ove
to Sepolcro propriamente si chia- per le missioni hanno U supremo
ma guardiano di Monte Sion, pel comando i vicari apostolici. L'ori-
ioo GUA GUA
gine del p. guardiano del santo Se- della vita, Golgota su cui
il Re-
il

polcro è antichissima , e si ripete dentore rese l'anima all'eterno suo


in conseguenza dell'affidata custo- Padre, e Gerusalemme le cui stra-
dia de' santi luoghi ai francescani, de e i luoghi furono santificati e
al modo che andiamo ad accenna- bagnati del prezioso sangue di Ge-
re, oltre quanto analogamente si è sù, ed in cui fu il di lui corpo se-
detto agli articoli Francescano Or- polto, nudrirono verso tali luoghi
dine, Gerusalemme, e Giudea. Per la più sincera e tenera ed pietà,
conoscere meglio l'importanza ed ai medesimi si portarono pieni di
autorità del p. guardiano del san- religioso entusiasmo, in venerazio-
to Sepolcro, e l'antichità della sua ne eziandio dimora che vi fe-
della
origine, ci sembra indispensabile cero, e dei prodigi che vi opera-
premettere alcune nozioni che lo rono la Beata Vergine, gli aposto-
riguardano: i.° Sulla costante ve- li e i discepoli. S. Paolo per il Mi-
nerazione de' popoli pei santi luo- mo diede esempi della sua divo-
ghi di Palestina, i." Delle limosi- zione per Gerusalemme; e sino
ne fatte in ogni tempo dai fedeli dai tempi apostolici i primi cristia-
ai poveri e chiese di Gerusalemme. ni dimostrarono la loro somma di-
3.° Delle grandi cure adoperate dai vozione pei luoghi santificati dalla
sommi Pontefici, e da quasi tutti nascita, dalla presenza, e dalle por-
i principi della cristianità, massime tentose gesta del Salvatore del mon-
nel declinare del secolo XI e nel do; recandosi a visitarli personag-
decorso del XII, onde togliere dal- gi distinti per scienza, santità di
le mani degli infedeli i santuari di vita, e dignità, fra' quali s. Ales-
Terrasanla. 4° Dell'antico posses- sandro di Cappidocia ed il vesco-
so de' frati minori sui santuari pre- vo Firmiliano, mentre il santo Se-
delti, e delle premure dimostrile polcro era ancora coperto dal ter-
nelle occorrenti circostanze dai Pa- rapieno e dall'infame simulacro di
pi e dai principi cattolici acciò se- Venere erettovi dall'imperatore A-
guitassero ad averli in custodia. driano.Il p. Agapito da Palesti-

Se prima della grande opera del- na minore riformato, nelle Notizie


l'umana redenzione s' ebbe in ve- storiche intorno ai luoghi di Ter-
nerazione Gerusalemme, e se ivi rasanta, Roma 1793, a pag. 21
divotamente accorrevasi da tutta la e seg., prova la venerazione ch'eb-
Palestina per adorarvi il vero Dio bero i fedeli dei primi secoli della
nel tempio, giusta il prescritto dal- Chiesa verso il santo Sepolcro, e
la legge mosaica, molto più accreb- verso gli altri santuari della Pale-
besi, e diventò universale si fatta stina, e i pellegrinaggi perciò intra-
religiosa venerazione, quando a- presi; eprima ancora di Costanti-
dempiutosi intorno al Messia tutto no Magno, ad onta che Adriano
ciò che ne avevano scritto i pro- aveva eretto templi agl'idoli sul
feti, subentrò la nuova legge di santo Sepolcro, e sulla grotta di
grazia. Avendo presenti nelle loro Betlemme per tenerne lontani i

menti i fedeli de' primi secoli Na- cristiani, e per estinguere la me-
zareth dove la Beata Vergine con- moria de' luoghi santi. Mostrando
cepì il divin Figliuolo, Betlemme l'imperatore Costantino grande tras-
dove comparve al mondo l'autore porto per la memoria del santo
,

GUA GUA. ioi


Sepolcro, fu invitato a sentirne un qua ne viene sollecito ; e 1'
oceano
ragionamento da Eusebio vescovo che divide i britanni dal rimanen-
di Cesarea. Commosso da ciò il pio te del mondo, non può né anch'es-
monarca , e grato ai tanti fa- so essere un ostacolo al fervore di
vori ricevuti da Dio, intraprese quelli che veder vogliono i luoghi
nei primi anni del secolo IV ad da loro conosciuti per fama, e per
abbattere il falso culto dei pagani le scritture. Di qui può giudicarsi,
e gentili , a promuovere per ogni che pensar si dee delle nazioni più
dove la cristiana religione, ed a ri- orientali, come degli armeni, de'per-
chiamare quindi all'antico suo splen- siani, degl' indi, degli etiopi, e so-
dore il sepolcro di Gesù Cristo. pra tutto di quelli, che hanno tra
Teodorico riferisce come Costanti- loro tanti monisteri, come sono gli
no rivolgesse tutti i suoi pensieri egizi, i quali insieme con quelli del

e cure ad amplificare il culto del Ponto, della Cappadocia, della Si-


vero Dio, e l'impegno di adorna- ria e della Mesopotamia qua ac-
re con sontuosi edifizi il sepolcro, corrono in Era sì grande
folla ".
facendo primieramente abbattere questo concorso de* divoti popoli
l'infame delubro. Quindi l'impe- nei santi luoghi, che s. Girolamo
ratore scrisse a s. Macario vescovo tardando a terminare i suoi com-
di Gerusalemme, che la basilica da mentari sopra Ezechiele profeta, ne
fabbricarsi sul santo Sepolcro do- addusse per iscusa l'essersi dovuto
veva in tutte le sue parti sorpas- prestare a ricevere i pellegrini che
sare in magnificenza e maestà le portavansi copiosamente in Betlem-
più superbe fabbriche del mondo. me ov' egli dimorava e cessò di vi-
Sant'Elena madre di Costantino , vere. Anche s. Agostino fu coeren-
recandosi per motivi di pietà in te a quanto scrisse s. Girolamo.
Gerusalemme , volle portare essa Anch' egli assicura che nella città
medesima la a Macario ;
lettera santa abbondava ne' tempi suoi il

quindi eresse splendidamente quei numero de' fervorosi cristiani, i qua-


templi di cui parlammo all'artico- li vi attendevano a lodare il Si-
lo Gerusalemme ed altrove, con e- gnore, con iscorno de' giudei, i
dificante zelo. quali avendo messo a morte il re
Tornati i santuari della Palesti- dell' eterna perderono per
gloria ,

na nel loro splendore, restò viep- sempre il temporale regno, e fu-


più animata la pietà de' fedeli ver- rono ignominiosamente esclusi dal-
so i medesimi, e cominciarono sen- la prediletta loro Gerusalemme. A-

za alcun timore a portarsi a vene- mava s. Girolamo que' santuari


rarli da tutte le parti dei mondo, ne' quali si consumò nella pienez-
come narra s. Girolamo, che ivi za de' tempi grande opera di la

dappresso consumò i migliori anni nostra redenzione, ed avrebbe ama-


di sua vita , nella sua epistola a to che là si fosse portato, per cosi
Marcella. » Qua vengono da ogni dire, l'intero mondo: a quasi tutti
parte i solitari e le vergini, che i suoi amici scriveva di portarsi in
sono come il fiore della Chiesa, e Gerusalemme, invitandoli con le

come tante gemme


che preziose più energiche espressioni , sino ad
l'abbelliscono. Chiunque nelle Gal- esclamare , egli è una parte della
he si distingue per la sua pietà, fede il venire ad adorare Gesù
,

102 GUA GUA


Cristo ne' luoghi ove nacque, visse, detestò i peccati del suo popolo in
soffrì, e spirò in croce, santificati una omelia pronunziata nella festa
colle sue gesta e co' suoi miracoli del s. Natale del 635, quando as-
strepitosi. Il contemporaneo s. Gio- sediata Gerusalemme da Omar suc-
vanni Crisostomo, vivendo ancor egli cessore di Maometto, non fu loro
nel Levante, attesta del concorso permesso di celebrare quella festa
de' popoli a venerare i santuari di nella grotta di Betlemme come si

Palestina, e disputando co' gentili costumava. Non passò molto ebe


si servi di questo fatto per prova- la tomba del Salvatore, e gli altri
re la divinità del Redentore. L'al- santuari soggiacquero al dominio
tro coetaneo Gregorio Nisseno,
s. degl' infedeli. A questa epoca s. Ma-
ad esempio di s. Basilio suo fra- ria Egiziaca convertita alla visita
tello, si portò a visitarli, benché de'santi luoghi, si die a penitenza;
poco favorevole a'sacri pellegrinag- ed in Gerusalemmeesisteva un va-
gi, e restò soddisfattissimo nel mi- sto monistero abitato da molti mo-
rar i luoghi ove eransi effettuati i naci destinati a lodarvi l'Altissimo,
misteri dell' umano riscatto, e nel- mantenutivi dalla pietà del popolo
1' osservare l'esemplare condotta di e dall' imperatore d'oriente. Nel-
chi avea la sorte di viverci vicino, 1'Vili secolo esistevano sulla som-
come le divote vergini Eustazia mità del monte Sion monisteri,
Ambrosia e Basilissa. Non molto ne' quali con fervore si attendeva
dopo l'età de' nominati padri, fiorì a lodare il Signore. Dell' antichis-
Teodoreto, il quale fa testimonian- simo apostolico costume di sovve-
za dello straordinario concorso dei nire con limosine i fedeli di Ge-
popoli che portavansi nella Pale- rusalemme, e conservato invaria-
stina per cristiana pietà. Anzi non bilmente in tutti secoli della Chie- i

potendosi tutti i fedeli portare per- sa, il citato p. Agapito ne parla


sonalmente a venerarli se ne fa- , a pag. 61 é seg., narrando prima
cevano trasportare della terra, che le sovvenzioni date ai bisognosi
per antonomasia chiamarono terra dagli apostoli, che vendute le pos-
santa, col qual nome fu appel- sessioni beni dei convertiti, ne
e i

lata la Palestina. Tale terra si con- distribuivano il prezzo secondo il


servava divotamente nelle private bisogno di ciascuno; quindi ebbe-
case, adopravasi contro le arti dia- ro origine le collette ovvero rac-
boliche, si poneva ne' fondamenti coltespontanee di elemosine ogni
e sopra ergevasi una chiesa, e tal- domenica, le quali, scrisse s. Pao-
volta in onore del santo Sepolcro, lo ai corinti, si spedissero a Ge-
e nei cimiteri o campi santi. Gli rusalemme. Il medesimo apostolo
stessi eretici donatisti riguardava- avvisò i romani a seguir l'esempio
no in Africa con venerazione la dei macedoni e degli achei , dai
terra proveniente dai luoghi di Pa- quali veniva inviato con limosine
lestina. a Gerusalemme, e sovvenirne po- i

Con lo scorrere degli anni gli veri. Lo spirito di beneficenza di


abitanti di Gerusalemme eransi git- s. Paolo e degli altri apostoli ver-
tati in braccio ad una vergognosa so i bisognosi di Gerusalemme,
rilassatezza, onde il patriarca s. So- passò ne' primi cristiani, e si tras-
fronio compianse e pubblicamente fuse ne'posteri, né mai si vide man-
GUA GUA io3
care. Il Baronio rileva che in tutti da Filippo Svevia eletto nel
di

i secoli sono state mandate in Ge- il 98, a cui essendo state riferite
rusalemme copiose limosine da tut- le circostanze deplorabili de* cri-
te le parti del cristianesimo. Nella stiani di ne mostrò
Terrasanta ,

dimora di s. Elena in Gerusalem- singolare dispiacere, laonde aduna-


me, non si limitò ad edificare mae- ti gli stati determinò soccorrerli,
stosi templi, ma si occupò a solle- e l'esegui con editto in cui co-
var i poveri massime della città, mandò che si raccogliessero limo-
invitando spesso alla sua mensa sine per tutto l'impero. Nel i5i6
alcune vergini consacrate al Signo- Enrico Vili re d' Inghilterra ema-
re, servendo loro con mirabile u- nò un diploma in favore dei san-
miltà. Fra i molti ragguardevoli tuari di Palestina, diretto al pa-
personaggi che si trovano distinti dre guardiano e frati minori os-
neVemoti secoli nel praticare atti servanti dimoranti in Gerusalem-
di generosa liberalità verso i bi- me presso il sepolcro di Nostro
sognosi di Gerusalemme, uno è Signore, che il p. Wadingo ripor-
s. Giovanni l'Elemosiniere patriar- ta negli Annali ad an. 134*2, num.
ca d'Alessandria, il quale dopo che 52. In questo diploma il re, allo-

Cosroe re di Persia portò la de- ra zelante cattolico, loda i religiosi

solazione nella città, ad essa spedi non solo per ricevere i pellegrini,
Crisippo con quantità di denari, fru- soccorrerli in tutto, praticando pu-
mento, altri viveri e vesti per soc- re altri uffizi di carità; ma perla
correre i bisognosi, confortandoli a singoiar cura che aveano nel man-
soffi-ire con pazienza. Anche Carlo tenere con decoro i luoghi santi,
Magno imperatore si distinse con e principalmente il santo Sepolcro,
atti di liberalità verso la chiesa glorificandolo incessantemente con
gerosolimitana. Il califfo Aaron si- inni, cantici e sagrifizi, siccome prova
gnore dell'oriente, pregiandosi della manifesta della nostra futura ri-
sua amicizia, e facendone grande sti- surrezione. Li conforta a sopportare
ma, gli cede il diritto sul luogo glioltraggi e vessazioni che rice-
santo in Gerusalemme. Ed è per- vevano dai turchi, ed assegnò lo-
ciò che il patriarca mandò all'im- ro annui scudi d' oro mille, per
peratore le chiavi del santo Sepol- mezzo del gran maestro di R.odi.
cro e del Calvario, oltre uno sten- I romani Pontefici non solo furo-
dardo a mezzo di due monaci, ai no benefici verso i santi luoghi
quali Carlo consegnò invece pre- con spontanee limosine, ma ado-
ziosi doni pei sacrosanti luoghi ; e peraronsi con calore in tutte le
già nel precedente anno avea ri- occorrenti circostanze, affinchè ve-
cevuto il principe reliquie del san- nissero imitati in tutto il cristia-

to Sepolcro eziandio mandate dal nesimo. Nel secolo XIII si distin-


patriarca. Seguendo l'esempio dei se Urbano IV, il quale era stato
suoi antecessori, l'imperatore ordi- legato di Terrasanta, e nel 1263
nò che si raccogliessero spontanee volle che da tutti gli ecclesiastici

oblazioni pel restauro delle chiese della Francia si pagasse per lo spa-
gerosolimitane. zio cinque anni la centesima
di
Tale cristiana condotta fu imi- parte de' benefizi che godevano,
tata da molti imperatori, massime da impiegarsi in sovvenimento dei
104 GUA GUA
fedeli di Terrasanta; e consimile cioè da Innocenzo X a' 19 seltem-
raccolta volle il Papa che si faces- bre i645, Clemente X a' 19 set-
se in Germania dentro lo spazio tembre 167 1 Innocenzo Xf, A-
,

di tre anni, incaricando dell'esecu- lessandro Vili a' 8 novembre 1689,


1

zione gli arcivescovi di Magdebur- Innocenzo XII a'29 settembre 169 1,


go e di Colonia; come ancora prò- e con altra de'14 febbraio 1696,
curò sussidi per tutto il resto del Clemente XI a' 18 novembre 1701,
medesime pie-
cristianesimo. Delle Innocenzo XIII a' 21 novembre
tosepremure fu il successore Cle- 172 1, e da Benedetto XIII col
mente IV, eccitando Egidio arci- breve apostolico Salvaloris et Do-
vescovo di Tiro a raccogliere in mini nostri Jesu Christi, de' 29
Francia con sollecitudine le limo- novembre 1724, comandandosi in
sine,secondo l' incarico ricevuto da esso che i patriarchi, arcivescovi e
Urbano IV. Sebbene Adriano V vescovi nel portare o mandare la
pochi giorni visse nel pontificato, relazione dello stato delle proprie
pure usò insigni atti di liberalità chiese alla santa Sede, assicurino
verso la Terrasanta, e si adoprò di avere eseguito quanto era stato
perchè venisse imitato dai fedeli, loro imposto.
Passando dal secolo XIII a quelli La /congregazione di propagan-
a noi più vicini, abbiamo che Ur- da fide, con sue lettere circolari
bano Vili con l'apostolica lettera spedite a'^febbraio iy35, dires-
Salvatoris de' 7 febbraio 1625, se ai nominati prelati il breve di
Bull. Rovi. tom. V, par. V, pag. Benedetto XIII, e con premurosi
3oi, comandò a tutti i patriarchi, termini ne raccomandò la pronta
arcivescovi e vescovi che nelle rjs- esecuzione. Quando i Pontefici eb-
peltive loro diocesi facessero rac- bero notizia che alcuno osasse ri-
cogliere delle limosine almeno due tenere, alienare o convertire in
volte all'anno in favore di Terra- qualsivoglia altro uso pio mobili
santa, e che esortassero i predica- o immobili appartenenti a Terra-
tori a raccomandarle a'fedeli ap- santa, lasciatigli o per legato o li-
punto due volte all'anno neh' av- mosina, non mancarono rimediar-
vento ed in quaresima, e che colà vi con opportuni provvedimenti,
fossero poi puntualmente spedite Alessandro Vili col breve Ex in-
per mezzo de'sindaci e commissari juncto confermò altri somiglianti
della serafica religione, dalla qua- brevi emanati da Sisto V, Paolo
le sono a tanto uopo istituiti. E V, ed Urbano Vili, vietando sot-
-ve ne sono specialmente in Italia to pena di scomunica latae seti-
molti; e sino in America, ed an- tentiae, da non assolversi se non
che nelle isole Filippine. I com- dal solo romano Pontefice fuorché
missari sono frati minori, e frati in caso di morte, a qualunque per-
niinoli i cercatori , ed ogni anno sona di ritenere, alienare o con-
spediscono le elemosine in Terra- vertire in altre opere pie qualim-
santa. La costituzione di Urbano que cosa appartenente legittima-
vi! I fu poi confermata ed avva- mente ai santi luoghi. Anche Pio
lorata con altrettante costituzioni VI nel 1778 a'3i luglio promul-
riportate nel Bollarlo, che inco- gò una bolla in cui confermò tut-
minciano colla parola Salvatoris^ ti i provvedimenti fino allora pie-
GUA GUA io5
31 per la conser-
pel culto divino, Gregorio XIV, e Benedetto XI V*
vazione e sovvenzione del santua- dichiarò ancor egli illecito ritenere
rio del santo Sepolcro e luoghi per sé o applicar ad altri usi le
santi di Palestina. Raccomandò ai limosine pei bisogni di Terrasan-
fedeli, affinchè non manchino di ta, e rinnovò la scomunica latae
opportuno aiuto i religiosi di san sententiae. Ordinò ai patriarchi,
Francesco, i quali entrati a custo- arcivescovi, vescovi, ordinari dei
dire i santuari dacché dagl'infede- luoghi, e a tutti i superiori rego-
li furono sottratti a' cattolici, e pro- lari qualunque ordine, congre-
di '

seguendo tuttora a custodirli, quan- gazione ed istituto, ed altresì ai


tunque vessati dagl'infedeli sud- parrochi, rettori ed amministrato-
detti con affronti, prepotenze e ri di chiese, in virtù di santa ub-
crudeltà, e dai greci scismatici con bidienza, in tutti gli stati cat-
frodi ed insidie. Debbonsi a quei almeno quattro volte all'an-
tolici,

religiosi tali aiuti, affinchè possano no in tempo di avvento e quare-


conservare e promuovere il decoro sima per mezzo de' predicatori, e
di quelle chiese, possano anche e nelle loro pubbliche funzioni in cui
soccorrere que'fedeli, che ivi vivo- parlano al popolo, di far racco-
no miseramente, e ridotti quasi a gliere limosine in aiuto di Terra-
schiavitù. Così parlava Pio VJ, che santa, e per sovvenire i religiosi
eziandio diceva, non essere possi- destinati alla custodia de' santi luo-
bile che i religiosi destinati alla ghi, e per il sovvenimento de' cat-
custodia de' luoghi santi reggano tolici domiciliati in Palestina. E-
alle occorrenti spese, se sovvenuti sortò ancora tutti i fedeli che
non vengono con copiose limosine, nell'ultima testamentaria disposi-
o se vengono loro sottratte quelle zione si ricordino de' santi luoghi,
che dalla pietà de' fedeli gli era- con lasciar adessi qualche limosina o
no destinate. Attendono essi non pio legato, inculcando ai notari di
solamente a rendere a Dio reli- raccomandare a quelli che fanno
giosamente il dovuto culto, ad am- testamento quest'atto religioso. Con-
ministrarvi i sagramenti della Chie- cedendo il Papa a chi contribuirà
sa, ed a propagarvi per quanto limosine per Terrasanta le indul-
possono la cattolica religione; ma genze stesse concesse Papi ai
dai
ricevono ancora i pellegrini negli santi luoghi, come se personalmen-
ospizi, istruiscono ne'rudimenti del- te li visitassero, facendoli parteci-
la religione e nelle lettere i fan- pi delle orazioni pie, che ed opere
ciulli cristiani; cooperano con pe- si fanno dai religiosi e fedeli di-
cuniari sussidii alla onestà delle moranti in Palestina, e da quelli
fanciulle, collocandole in onesti ma- che vi si recano in pellegrinaggio.
trimoni; riscattano non di rado Inoltre lo stesso Pio VI con noti-
dalla schiavitù i cattolici ; alimen- ficazione del cardinal Colonna vi-
tano e ristorano ne' tempi di pe- cario, manifestò al popolo romano
nuria i poveri anche infedeli, ed le determinazioni prese intorno al
esercitatisi frequentemente in altre sovvenimento de santuari nella Pa-
opere di misericordia. Quindi il lestina, e per sollevare i religiosi
Pontefice ampliando le bolle dei dai debiti contratti per pagare le

predecessori, comprese quelle di esorbitanti contribuzioni dell'ultima


io6 GUA GUA
guerra degli ottomani. Tuttora in sone, donne, monaci, religiose, a
diversi stati della cristianità si rac- capo delle quali parecchi arcive-
colgono limosine pei santi luoghi scovi e vescovi, tragittarono dalla
di Palestina, e nell'impero austria- Germania in Palestina, come nar-
co si fa la colletta in tutti gli an- ra Baronio a tale anno, nu-
il

ni settimana santa. Questa


nella mero 63. Nell'undecimo secolo vi
istituzionepia da ultimo nel 844 1 andò Roberto duca di Norman-
fu unita al commissariato generale dia, che recatosi colla sua corte
stabilito in tale anno dall'imperiti a venerare la tomba del Redento-
governo, e posto sotto la direzione re, seco portò molti doni preziosi.

dell'arcivescovo di Vienna, per ve- Al declinar dello stesso secolo si

gliare agl'interessi della religione trasferì in Gerusalemme in qualità


cattolica in Terrasanta. di pellegrino ,
pieno di fervore e
In quanto alle grandi cure ado- di divozione, certo Pietro d'Araiens
perate dai Pontefici e dai principi nella Picardia , eremita di profes-
cristiani nel togliere dalle mani de- sione. Questi restò estremamente
al' infedeli i luoghi santi di Pale- commosso per la barbarie cui era
stina, rammenteremo che dopo va- trattato dai saraceni popolo cri- il

rie strane vicende, alle quali la cit- stiano in tutta la Palestina, e per la
tà di Gerusalemme era andata sog- profanazione de* più importanti san-
giacendo dall'età di Abramo, nella tuari del cristianesimo , anche pei
quale credesi edificata, sino al seco- racconti del patriarca di Gerusa-
lo VII cadde final-
di nostra era, lemme Gedeone o meglio Simeone.
mente, mentre imperava nell'orien- Avendo ambedue risoluto d'implo-
te Eraclio, nelle mani de' saraceni rare l'aiuto de' principi di occiden-
l'anno 636, e portò le dure cate- te per liberare i santi luoghi dalla
ne di sua schiavitù per lo spazio dominazione maomettana, col mez-
d'anni 4^3, sino a che liberata dai zo di Urbano II venne promulgata
crocesignati , tornò in potere dei una numerosa sacra spedizione,
cristiani nell'anno 1099. Dentro lo giusta il progetto che già ne avea
spiacevole lasso di tempo degl' in- formato s. Gregorio VII, invitando
dicati anni non tralasciarono i fe- Enrico IV ad intraprenderla. Il
deli a costo di stenti e pericoli di Pontefice concesse l'indulgenza ple-
portarsi dalle più ri mote parti d'oc- naria a tutti quelli che fregiati
cidente per venerarvi il santo Se- del segno della croce si fossero
polcro e gli altri santuari. Occu- spontaneamente portali nell'oriente
pavansi ne' sacri pellegrinaggi qua- per togliere la Palestina dalle ma-
si lutti quelli che specialmente e- ni degl'infedeli. ebbe princi- Così
rano dediti alla vita divota altri , pio la prima Crociata (Pedi), che
per penitenza. V. il Claber nel lib. fu seguita da molte altre per la

4, e. 6, apud Pagium ad an. io35, Terrasanta, e debellati saraceni i

num. 6. Il Mamachi, Antiq. chri.st. Gerusalemme fu presa dall'esercito


toni. II, p. 3f, reca una lista di cristiano, e Goffredo salutato re:
ragguardevolissime persone che an- cadde Gerusalemme in mano dei
darono in pellegrinaggio nella Pa- Crocesignati (Vedi) a' io luglio
lestina dal IV fino al XII secolo. iogg, in giorno di venerdì, ad ore
Nell'anno 1064 più di mille per- ventuna, e ne' recinti della santa
,

GUA GUA 107


città per tutto eccheggiarono canti- sci inutile, insieme al costante zelo
ci, benedizioni, e il plauso della de' Papi nel mandare e promuo-
letizia cristiana. In questa guerra si vere soccorsi per la Palestina ; e
vuole che sieno periti settanta mila tutti gli sforzi fatti dai cristiani non
saraceni. In processo di tempo i furono valevoli a togliere dalle ma-
conquistatori divenuti immemori ni de' turchi i santuari, non essen-
della santità del luogo , comincia- do conformi gli umani desideri
rono a guerreggiare tra loro, ed a agl'imperscrutabili divini consigli,
condurre vita biasimevole; ed il ed alle vedute della provvidenza.
male giunse agli estremi sotto Bal- Finalmente passando a parlare
dovino IV re di Gerusalemme, ed dell'antico possesso ch'ebbero i fra-
il patriarca Eraclio anch'egli poco ti minori de' santuari della Palesti-
memore de' propri doveri ; sicché na ,
giàarticolo Francescano
all'

tanti disordini produssero la totale dammo un cenno di essersi porta-


perdita e rovina del regno di Geru- to s. Francesco d'Asisi nella Siria
salemme e de'santi luoghi. Saladino per convertire saraceni al vange-i

soldano d'Egitto con cinquantamila lo, e per questo spargere il sangue

uomini prese Tiberiade, e Gerusalem- se gli si fosse presentata opportuna


me a' 2 ottobre i 187 benché Sa- : occasione. Si espose con intrepidez-
ladino dicesse prima che avrebbe za a molti pericoli per presentarsi
ridotto in frantume il sepolcro di al sultano di Babilonia, ed entrò
Gesù Cristo, pure mentre comandò in Damiata. Probabilmente fu pure
che fossero profanate tutte le chie- in Palestina, e forse ivi aprì case
se , eccettuò quella del santo Se- al suo istituto; ed il sultano d'E-
polcro, accordando al patriarca E- gitto o meglio d' Iconio, restò non
raclio che ne trasportasse seco tut- poco commosso dal cristiano co-
to l'oro e l'argento che ivi era sta- raggio con cui gli parlò il santo
to consacrato Giacomo di
a Dio. sulla caducità delle cose umane.
Vitriaco due figliuoli di
dice che Consta dalla bolla, Si ordinis fra*
Safeddino guardavano il santo Se- trum minorimi, spedita a' 29 gen-
polcro con cinque cavalieri latini, naio is3o da Gregorio IX, che vi
e che i due fratelli sparti vansi ogni erano fin d'allora francescani nella
anno le che sommavano
offerte Palestina; in questa bolla si comanda-
spesso a ventimila saracenati la ; va a tutti i prelati e superiori, del
qual somma lascia supporre gran- cristianesimo e segnatamente ai
,

dissimo il numero de' pellegrini patriarchi Antiocheno e Gerosoli-


che ivi arrivavano . Giacque la mitano, che punto non si oppones-
città santa sotto il governo di Sa- sero alla pietà di que' fedeli , i

ladino e suoi successori 33o an- quali volevano edificare case reli-

ni, perchè nel 1 5 7 se ne impa- 1


giose per uso de' frati minori , e
dronì Selim I imperatore de' tur- che anzi porgessero ad essi soccor-
chi. Quindi i Pontefici promossero so. Nati dunque appena i minori
quelle altre crociate pel ricupero francescani nel cattolico mondo
di Terrasanta , di cui parlammo riceverono la consolante soddis-
altrove, portandovisi in persona di- fazione di vedersi vicini alla cu-
versi potenti sovrani con numerosi stodia dei venerabili santuari ove
eserciti di crociati. Ma lutto riti- si effettuarono i misteri di nostra
,

ìo8 GUA GUA


redenzione. Il Terzi nella Siria sa- Gretsero, De sacris peregri nationi-
cra, dice che la serafica religione bus lib. I, cap. 8, confuta V impu-
d'Asisi , essendo ancor bambina ,
denze di Ospiniano; il Wadingo
piantò nella Palestina i fondamenti ad an. 1342, numero 39, par-
di nuove provincie; e nello spirare la dell' edificante condotta tenuta

del XIII secolo, resa già adulta, e dai francescani riguardo a' pelle-
diffusa mirabilmente in molte pro- grini , ai quali danno alloggio nei
vincie d'Europa, per la pietà della conventi e negli ospizi di Terra-
regina Sancia conseguì nella città santa , e Geru-
segnatamente in
di Gerusalemme il santo Cenacolo salemme.
sul monte di Sion e la custodia
, Dal suddetto anno 12^7 sino al
della gran tomba del Redentore. 1291 proseguirono i francescani ad
Nel 1257 esisteva sicuramente nel- abitare pacificamente nella Palesti-
la Siria e nella Palestina la pro- na , custodendo gelosamente quei
vincia de' minori indicata, dal Terzi, santuari, ed occupandosi con tutto
poiché in tale anno il Pontefice Ales- l'impegno in opere salutari. Dovet-
sandro IV diresse una bolla al mi- tero però uscirne dopo che a* 2
nistro e religiosi della medesima maggio 1291 il sultano Melec-Se-
concedendo loro l'indulgenza già ac- raf, presa Tolemaide, trucidò ven-

cordata aicrocesignatinel concilio ge- ticinquemila cristiani. Atterriti i la-


nerale lateranense IV, qualora prose- tini da sì lagrimevole carni ficina ,

guendo ad occuparsi a vantaggio del ed inseguiti a morte dal barbaro


cristianesimo, avessero compito il principe, dovettero abbandonare la
corso della vita ne'santi luoghi. Nel Siria, quanto eravi
la Palestina, e
1260 si celebrò in Narbona il ca- di sacro e venerando. Calmata la
pitolo generale, convocato da Bo- s. fiera persecuzione, i minori clan-
naventura generale de* minori , e destinamente fecero ritorno ai san-
nella serie delle provinole fondate tuari che avevano dovuto abban-
da lui in quel capitolo la trigesima donare alla profanazione ed agl'in-
seconda fu la provincia di Terra- sulti maomettani. Le
de' fanatici
santa, divisa in due custodie, cioè antiche cronache dell' ordine rife-
di Cipro e della Siria. Questo ono- riscono che nel 1 333 portandosi il
re compartito all' umile minoritico p. Rogerio Guarini d'Aquitania in
istituto, fu celebrato da molti scrit- Armenia, passò dall'Egitto, e da
tori, come da Benedetto Accolti, De quel sultano ottenne che un picco-
bello sacro lib. 4; dal DuGuet, 7/ se- lo numero di francescani potesse
polcro di Cristo par. 2, cap. 12, il con sicurezza dimorare presso il

quale dopo aver accennata la de- santo Sepolcro , e vuoisi che otto
ferenza che Saladino ebbe verso i fossero i religiosi che vi ritorna-
santuari di Palestina , narra come rono. Tuttavolta i minori non po-
i francescani ebbero il permesso di terono lungamente godervi pacifica
stanziarsi in Gerusalemme e di a- vita, ne vi conseguirono slabile si-

vere anco un ospizio nel santo Se- curo domicilio se non nell' anno
polcro, con famiglia religiosa com- 1 342, in cui Roberto il Saggio re
posta di francesi, spagnuoli, italia- di Napoli j e la pia regina Sancia
ni e tedeschi, quasi rappresentanti sua moglie, come eredi delle ragioni
i deputati della Chiesa cattolica. Il sul regno di Gerusalemme otten-
GUÀ GUA 1
09
nero con grosse somme di denaro, cessi anche altri luoghi per fab-
e con replicate suppliche al sulta- bricarvi conventi ed ospizi.
no d'Egitto la permissione a' reli- In seguito proseguirono i reli-
giosi di s. Francesco, acciò con ogni giosi a dimorare con qualche quie-
sicurezza potessero dimorare presso te presso la chiesa del santo Sepol-
la chiesa del santo Sepolcro per cro, e se per alcun breve tempo
celebrarvi i sacri misteri , e per ne furono allontanati, tornarono
recitarvi il divino uffizio; e che poi ad abitarvi per le premure dei
potessero avere un piccolo convento principi cattolici. Il Rinaldi all'anno
sul monte di Sion. La regina San- i4o3, num. 25, narra come Tamer-
cia fece a sue spese fabbricare sul làno avendo stabilito col suo eserci-
monte il convento, perchè servisse to, ch'era un milione di soldati,
di abitazione a dodici religiosi, fa- di distruggerei! santo Sepolcro, fu
cendovi fabbricare una chiesa nel impedito miracolosamente, e restò
cui recinto comprendesse il ve-
si confuso per la noia che gli diero-
nerando Cenacolo. Vi deputò e no i bruchi. Per tal cagione Zale-
mantenne in servigio de' religiosi bi soldano d'Egitto e di Soria, ve-
tre secolari , affinchè i primi non dendosi liberatoda sì formidabile
attendessero che a lodare e bene- nemico, mandò ambasciatori al
dire Dio giorno e notte. Clemen- gran maestro di Rodi si pacificò ,

te VI dimorante in Avignone con coi cristiani , ed in ossequio del


la bolla Nuper Charistimae 3 data santo Sepolcro concedette varie cose.
a' 21 novembre 134^, confermò in Permise che si riedificassero le chiese
perpetuo la disposizione dei reali sul monte Sinai ed in Nazaret, e
coniugi. Quindi il Pontefice scrisse i luoghi ov' erano memorie cristia-
il breve Gratias agimus al mi- ne. A' cavalieri di Rodi permise
nistro generale de' minori,lodando che riaprissero l'ospedale di Geru-
ì principi di quanto avevano fatto salemme, con esenzione pei pellegri-
nel far onorare i menzionati sacri ni , e giurisdizioni pei dipendenti
luoghi. Nel possesso dei santuari i dall'ordine gerosolimitano. Deside-
francescani vi dimorarono con tut- roso Giovanni XXIII che i mino-
ta quiete e soddisfazione del loro ri proseguissero a dimorare presso
spirito, attendendo alla propria ed i detti santuari pacificamente, rin-
all'altrui santificazione. Non tarda- novò e confermò con ispeciale sua
rono però i maomettani a maltrat- bolla Cum a nobis ì del 14 io, tutti i

tarli con ingiuste vessazioni, quan- privilegi e grazie concedute ai minori


do mossi di ciò a compassione Pie- dimoranti nella Palestina. Nel ponti-
tro IV re d'Aragona, e Giovanna I ficato di Martino vi furono nel V
regina di Napoli, ne scrissero nel Levante alcuni ecclesiastici cattolici,
1 363 al soldano d'Egitto, pregan- che tentarono fare allontanare i

dolo che comandasse a' suoi ministri francescani dal santo Sepolcro, per
di Palestina che cessasse di mole- entrare essi alla custodia. Il Papa
stare i religiosi di s. Francesco. commise l'affare al patriarca di
Dalla lettera del re si rileva che i Grado , e a due arcivescovi nel
minori già avevano Betlemme, e 14^0, con la lettera apostolica Ad
da quella della regina, la doman- assiduum servilium. Fu letto e pub-
da che venissero ai religiosi con- blicato il decreto a favore de' fran-
no GUA GUA
cescani nella cattedrale di Manto- sepolcro di David , e che perciò
va, confermandolo Marliuo V col- conveniva più una moschea che
la bollaSalutare studium. 11 di lui una chiesa, come fu fatto. S'inter-
successore Eugenio IV però nel i44^ pose presso la Porta ottomana il
aggiudicò la custodia de' luoghi santi re di Francia Francesco II, ma
esclusivamente ai minori osservan- nulla ottenne. Allora il Papa Pio
ti che tuttora la ritengono. Ales- IV, inerendo alle suppliche del'p.
sandro VI concesse al p. guardiano Bonifacio da Ragusi, che n'era sta-
de' minori osservanti della custodia to guardiano, e che fu poi vesco-
del santo Sepolcro, qual vicario a- vo di Stagno trasferì alla chiesa
,

postolico , di creare cavalieri del- di s. Salvatore tutte le. indulgenze


l'ordine equestre del Santo Sepolcro ch'erano state concesse alla chiesa
(Fedi), e di mettere loro la cro- del monte Sion, come si legge nel-
ce: approvarono Leone
altrettanto la Divina disponente grada,
bolla
X, Clemente Vili Urbano Vili ,
emanata il 21 luglio 1 56 1 Bull. ,

ed altri Pontefici , come si legge pecul. Terrae Sanclae, p. 90.


nel p. Flaminio da Latera, Manua- Dopo circa quarant' anni nuovi
le de' frati minori, pag. 2 32. Giu- mali minacciarono i minori osser-
lio III nel i55o istituì in Roma vanti, decretandosi in Costantino-
la confraternita del santo Sepolcro, poli, che dovessero abbandonare la
e scrisse a tutti i principi cattolici, Palestina, e che i loro santuari si

esortandoli a somministrar limosi- convertissero in moschee. Cagione


ne per le restaurazioni delle chiese fu un fa-
di questo funesto ordine
cristiane nella Soria. Intanto nel natico mussulmano, che persuase
i55g iminori osservanti do-
frati Maometto III e suoi ministri che
i

vettero sloggiare dalconvento sul le armi ottomane sarebbero sem-


monte di Sion , né più poterono pre vincitrici contro i cristiani, se
conseguire quel santuario. Questo il santo Sepolcro e gli altri convi-
era il principalissimo convento dei cini santuari fossero tolti dalle lo-
minori in Palestina, donde furono ro mani , e se dalla custodia dei
trasferiti in quello di s. Salvatore nel medesimi allontanati per sempre
recinto della città, ch'era un anti- ne fossero i francescani ; quindi
co monistero, ed ove risiede il p. 1' imperatore decretò che i sacri
guardiano con più di quaranta re- arredi esistenti ne' santuari di Pa-
ligiosi,e da questi è custodito il lestina si trasportassero in Costan-
tempio del santo Sepolcro dentro , tinopoli. Divulgatosi il fatto, e ve-
il quale dimora dì e notte una nuti a notizia del medesimo gli

piccola famigliuola di frati, che si ambasciatori di Francia e della


cambia a vicenda a qualche inter- repubblica di Venezia, presentaro-
vallo di tempo, per essere sempre no al divano le più vive rimostran-
freschi a praticarvi i divini offici. ze, altamente protestando, che qua-
Alcuni uomini invidiosi furono la lora si fosse dato corso all'emanato
causa di tale abbandono
Cena- del decreto, s'intendeva già rotta l'a-
colo, dappoiché persuasero Solima- michevole intelligenza che passava
no II imperatore de' turchi , che tra la Porta e le due potenze e ,

nel luogo ove dimoravano i fran- che un tale attentato sicuramente


cescani sul monte di Sion vi era il non l'avrebbero' sopportato con in-
GUA GUA in
differenza tutti gli altri principi anni. Il Terzi dice che sem-
i greci
cristiani. Ritirò Maometto III il pre infesti ai latini, loro usurparono
decretato, e proseguirono i religiosi i due santuari del santo Sepolcro,
a rimanere in Gerusalemme, e ne- e di Betlemme o sia il santo Pre-
gli altri conventi ed ospizi di Pa- sepe, con tutte le grandi navi dei
lestina, come racconta lo Spendano due templi.
all'anno 1599, nuin, 6. Quanto al E in fatti nel 1684 trova vansi
protettorato esercitato dalla Fran- i frati minori fuori della custodia
cia da tempo immemorabile sul- del santo Sepolcro, ed ecco come
l'oriente o sia sopra cristiani in i scriveva V ab. Urbano Cerri segre-
esso dimoranti, ne parlammo agli tario della congregazione di propa-
articoli Costantinopoli , Francia, ganda fide, a p. 89, Istruzioni del-
Gerusalemme, e Grecia. Lungo sa- lo slato della congregazione di pro-
rebbe il riportare tutte le sover- paganda » Nella Palestina o
fide.
chierie e le contumelie successiva- Terrasanta vi non
sono ministri
mente sofferte dai minori nella Pa- della congregazione di propaganda
lestina , commesse contro di loro fide, ma conventi di minori osser-
dai turchi dominatori, spesso pro- vanti, uno in Gerusalemme di qua-
vocati dai greci scismatici. Dimo- ranta frati, uno in Betlemme, e
rando essi presso il santo Sepolcro, un altro in Nazareth di minor nu-
abitando dentro lo stesso recinto, mero sotto l'ubbidienza del p. guar-
ma in un sito diverso da quello diano di Gerusalemme, quali ser- i

de' religiosi, avevano a proprio uso vono al santo Sepolcro: e sebbene


alcune sacre cappelle nella gran- di questo santuario ultimamente
chiesa fabbricata da Costantino im- sono stati spogliati dai greci , che
peratore. Nemici costanti gli scisma- con denaro hanno dal gran visir
tici contro i latini , il Pontefice e spuntato un tal possesso, nondime-
la Chiesa cattolica, non mai pote- no adessos' intende, che detti padri

rono soffi ire in pace che i france- possano ricuperarlo mediante l'in-
scani nell'augusto tempio facessero tercessione de' principi cristiani mos-
la primaria figura , e che il loro si dalle caldissime istanze fatte lo-
p. guardiano sotto un umile ruvido ro con replicati brevi della santa
abito ivi risiedesse in qualità di com- memoria di Clemente X, e di una
missario apostolico, e che per ispe- gran somma di denari raccolta da
cial concessione della santa Sede detti padri nella cristianità ". A
ufficiasse nelle feste solenni in abiti quanto ascendesse la considerabile
pontificali, creasse i cavalieri del san- somma di denaro procurata dai re-
to Sepolcro, e godesse altri singolari ligiosi può vedersi presso de
il p.
privilegi. Animati dunque gli scisma- Gubernatis, Orbis Seraphicus, IV, t.

tici greci da iniquo livore, seppero p. 4^6 , voi. I , cioè furono cento
sìscaltramente nel 1674 adoperarsi mila scudi. Non si mandò la som-
presso i turchi oltre lo sborso di
, ma a Costantinopoli per ricupera-
grosse somme di denaro, che i be- re direttamente dalla Porta i luo-
nemeriti francescani furono dalla ghi santi, com' erasi ideato; ma il

Porta rimossi dalla custodia del p. Pietro Marino Sormano ministro


santo Sepolcro, e ne furono ama- generale de' minori stimò bene, col
ramente privi per circa quindici parere d'Innocenzo XI, di maudarla
ii2 GUA GUA
in dono per lo stesso pio oggetto dosi riconoscente. Innocente XIII ai
all'imperatore Leopoldo I, il quale i3 settembre 1721, coli' autorità
trovavasi allora in angustie per ve- della costituzione Cum ad infra-
dere attaccati i suoi stati con for- scriptum, presso il Bull. Rom. par.
midabile esercito dai turchi , che II, pag. 228, concesse al p. guar-
assediando Vienna minacciavano l'e- diano del santo Sepolcro la facoltà
sterminio alla cristianità. L'impe- di poter conferire il sagramento
ratore aggradi il dono, e con let- della confermazione, dove non vi
tera riportata dal p. Gubernntis sieno vescovi cattolici.
ringraziò il p. generale, prometten- I re di Francia come protettori
do che terminata la guerra in cui de' latini o franchi in oriente, lo
trovavasi impegnato tra gli arti- , sono egualmente sempre stati dei
coli delja futura pacificazione colla francescani per mezzo de' propri
Porta , uno sarebbe stato sicura- officiali residenti nel Levante. Lodo-

mente, che i venerabili santuari del- vico XV nel 1725 emanò un ma-
la Palestina si dovessero restituire gnifico diploma, in cui tra le altre
ai francescani minori osservanti cu- cose comandò i suoi sud-a tutti
mulativamente a quelli riformati. diti dimoranti nella Palestina, che
L'imperiale e solenne promessa il riconoscessero il p. guardiano del
p. Agapito la riporta a p. 1^1. Col- convento di s. Salvatore in Geru-
la mediazione ancora dell'ambascia- salemme come commissario apo-
tore di Luigi XIV re di Francia, stolico in quelle parti, e che da
nel 1690 Solimano III con firmano lui dipendessero in tutte le funzio-
de*26 aprile, che producemmo all'ar- ni ecclesiastiche. In pari tempo si

ticolo Gerusalemme, reintegrò i espresse nel diploma che prendeva


minori dell'antico possesso de'santi sotta la regia protezione il p. guar-
luoghi di Gerusalemme e di Bet- diano e religiosi, e insieme le loro
lemme. Dipoi nel 1720 Acmet III, parrocchie, cappelle, conventi, case,
altro imperatore de' turchi, emanò ospizi ch'essi hanno o avranno nel
un diploma in favore de' religiosi Levante e in Bene-
Terrasanta.
francescani, col quale comandò a detto XIII a' 3 marzo 1727 con la
tutti i suoi sudditi, che non osas- costituzione Loca sancta presso il i

sero in alcun modo molestare Bull. Rom. t. XII ? p. 188, confer-


i medesimi dimoranti nella Pale- mò tutte le indulgenze concesse a
stina presso i santuari del cristia- quelli che visitano i luoghi santi
nesimo, dovendoli considerare co- di Palestina , e a' religiosi france-
me posti sotto la sua imperiale scani che li custodiscono, in sessan*
protezione. Si determinò Acmet ili tatre bolle de' suoi predecessori ,

ad un atto sì generoso, per le efficaci che nella costituzione rammenta


premure che gli fece il conte Vir- cominciando da Gregorio IX nel
mont inlernunzio in Costantinopo- i23o. Benedetto XIV colla costi-
li dell' imperatore Carlo VI. Ciò tuzione Cum ad ìnfrascriptam, dei
saputosi dal Papa Clemente XI ne 9 gennaio ìj^i , Rullar. Bened.
dimostrò singoiar compiacenza, ed XI P', I, p. 28, approvò al p.
t.

agli 1 1 luglio scrisse subito il bre- guardiano del santo Sepolcro dei
ve Accepirnus al conte Virmont, minori osservanti la facoltà di am-
encomiandone lo zelo, e dichiaran- ministrare nell'assenza de' vescovi
,

GUA G UÀ 11 3

latini In cresima, purché il snero se circostanze volute da un gover-


crisma t'osse benedetto da alcuno no dispotico ".
de' vescovi cattolici. Pio VI con la 11 p. guardiano del santo Sepol-
sua costituzione Inter caetera con- cro si elegge nel capitolo generale,
fermò tutte le disposizioni de' pre- o dal ministro generale de' minori
decessori in favore de' religiosi cu- osservanticol consiglio di alcuni
stodi de luoghi di Terrasanta. Il padri dell'ordine, e così eletto si

re di Spagna Carlo IV nel 1793, presenta alla congregazione cardi-


per mezzo del suo ministro pleni- nalizia di propaganda fide per es-
potenziario presso la sublime Por- sere investito della facoltà di com-
ta, manifestò le più vive premure missario apostolico di tutta la mis-
al sultano Selim III onde ottenere sione ch'egli governa. Prima il p.
il titolo di protettore de' santuari guardiano durava nel governo tre
di Palestina, e de' frati minori che anni, secondo lo statuto approvato
vi abitano dappresso, e subito lo da Benedetto XIV; ma ora dura
conseguì per un firmano emanato sei anni, secondo la recente dis^
dal divano. Termina il p. Agapito posizione del regnante Papa Gre-
Je sue Notizie storiche intorno ai gorio XVI emanata nel 1841 col
luoghi di Terrasanta, con osser- breve In supremo. Con questo il
vare complesso de' principali av-
il Pontefice dopo avere istituito il

venimenti relativi al santo Sepol- vicariato apostolico d'Egitto, con-


cro, e rilevare l'avveramento del va- fermò il p. guardiano del santo
ticinio del profeta Isaia : In quel Sepolcro in tutti i suoi antichi pri-
giorno il germe della radice di les- vilegi, dichiarandolo indipendente
se, il gitale è posto guai segno al- nella giurisdizione sopra la Pale-
le nazioni, lui le nazioni invoche- stina e Cipro, non che superiore
ranno, ed il sepolcro di liti sarà monastico di tutti i conventi ed
glorioso. E questo dice conservar- ospizi che sono nella Palestina
si dai turchi ad onta delle tante nella Siria, nell'Egitto, in Cipro ed
micidiali guerre per esso sostenu- in Costantinopoli. I luoghi dove
te, come mirabile fu il modo con si estende la giurisdizione del p.
cui la provvidenza assistè i poveri guardiano sono registrati nel più
francescani ,
per la continua pro- volte citato articolo di Gerusalem-
fusione di denaro che dovettero me. Dei privilegi del guardiano del
sborsare, per contentare l'avidità santo Sepolcro di Gerusalemme ne
ed avarizia insaziabile de' turchi, tratta il Quaresmio nell' opera:
così scrivendo . « Avea ad esser- Elucidalio Terrae Sanctae, Antuer-
si con borse alla mano nell'acces- piae 1639, e ne discorre erudita-
so del nuovo p. guardiano al con- mente a lungo nel lib. 1 del tom.
vento di s. Salvatore in Gerusa- I. Dirò qui i più speciosi circa i

lemme; nel ristabilimento di quelle secolari.


chiese; nell' introducimento de'pel- 1. Può ricevere al terzo ordine,
legrini poveri nel santo Sepolcro; ed istituirne il ministro,- per au-
ne' novilunii; nelle nascite de'loro torità concessa dal Pontefice Cali-
figli; nelle guerre della Porta ot- sto III.

tomana con qualche cristiana po- 2. Instituire come vicario apo-


tenza, ed in altre mille capriccio- stolico i cavalieri del santo Sepol-
voi.. xxxin. 8
-**n
* i.4 gla OCA
ero, per concessione di Alessandro vedersi la recente opera degli or-
VI, fatta nel 1496; il che con- dini cavallereschi di M. Bresson, il

fermò Leone X nel 1 5 6 1 ; e così quale ne parla beni, ma il cav.


finalmente Benedetto XIV nella Bandini che ivi si dice rappresen-

sua celebre bolla In supremo. Il tante dell'ordine in Francia lo fu


guardiano con particolari formole, per poco tempo.
veste degli ed insegne e di
abiti 3. Poteva (dappoiché ora non è
spada il candidato, o chi per quel- piti in uso) creare dottori in sa-i

lo ( per procuralionem), e gliene cra teologia per concessione vivete


spedisce il diploma, ove pure sono vocis oraculo di Leone X; e i giu-
registrati gli uffici e gli obblighi dici e i notari, per facoltà impe-
dell' investito. Le qualità poi ri- riale.
chieste sono: I. Nobiltà antica o vita 4- Benedire, con l'applicazione
more nobilium, dappoiché si richie- delle indulgenze, le croci della ss.

de che i chiedi tori dell'ordine sia- Trinità ,


per concessione di Alfon-
no o almeno vivano
nobili antichi, so Paleoto, d'autorità de'padri del-
in società da nobili, come per no- lo stesso ordine della ss. Trinità.
bili uffici che negli stati esercitano, 5. L'uso de'pontificali, e n'è in
o per civile educazione o dottrina possesso ab immemorabili.
e professione nobili, o si mantenga- 6. Dare la p'ima tonsura e gli

no incontegno di signori. Ben si ordini minori, e conferire il sacra-


vede che vogjionsi anche ricchez- mento della confermazione. Del
ze , ma non sono espressamente ri- quale privilegio ora che sono in
chieste ; bensì si suppongono, perchè a
oriente vescovi cattolici, e vicini
senza esse non si può vivere mo- Gerusalemme, non usano guardia- i

re nobilium. Uno de' solenni ob- ni di Gerusalemme. E pare essere


blighi de' cavalieri è di prestar la stato un privilegio dato a' frati mi-
loro opera, ed anche il loro brac- nori in generale come missionari
cio a loro spese in prò della Terra- nelle parti degli infedeli; imperoc-
santa, quando questa ne ha biso- ché, come osserva il Quaresmio
gno, com'era a' tempi delle cro- tom. I,p. 497 della ^to-
lib. 2,
ciate. Anche de' grandi servigi fatti ta secundum Innocen-
edizione »»

a Terrasanta possono essere un ti- tini IV, Clementem V, et Joan-


tolo a ricevere il diploma di ca- nem XXII non posse illuni fra-
valiere del santo Sepolcro. II. Fe- tres exercere nisi cum noviter con-
de cattolica,e costumi veramente versis i ob favorem fidei **.
cristiani. III. Cento zecchini veneti Inoltre il p. guardiano di Ge-
per elemosina, secondo la citata rusalemme gode altre prerogative
bolla Benedettina. L'ordine fu isti- e privilegi che sarebbe lungo il

tuito da Goffredo Buglione, ed al- narrare, solo qui aggiungeremo


tri dicono da Carlo Magno, ed al- che tanto il padre guardiano che
tri sin da s. Giacomo; pivi proba- i missionari e frati di Terrasanta
bilmente è da tenersi autore Gof- godono di grandissimi ed amplissi-
fredo Buglione, anche perchè i mi privilegi circa l'amministrazio-
critici escludono 1' istituzione di ne del sacramento della penitenza,
ordini equestri prima delle crocia- nel riceverlo e nel darlo; e circa
te. Di questo insigne ordine e da la celebrazione del matrimonio dei
GUA
fedeli cattolici esistenti tra gì' infe- custodia praesidium. Fare la guar-
deli. Va pure notato, che tra tan- dia, vale fare la sentinella, excu-
ti veggono in orien-
prelati che si bare, excubias agere. Guardia, o
te, e capi di tante sette o eretiche guardia del corpo, o Soldati della
o scismatiche, primeggia il padre guardia, ec. vagliono quelli che
guardiano di Gerusalemme, come assistono alla persona del principe,
rappresentante della chiesa e po- praetoria colwrs. Romolo primo
polo latino, la cui persona e rap- re di Roma istituì una guardia
presentanza è in riverenza ai ca- del corpo chiamata de' celeri da
'

pi delle altre religioni, e fino ap- Celere che ne fu il capitano, il


presso i turchi, i quali amano la quale vuoisi che uccidesse Remo.
umiltà francescana, e si scandalez- Furono anche chiamati Flexumi-
zano, anziché edificarsi, della pom- nes, Trossuli, ed Equites o cavalie-
pa e del fasto di chi volesse dei ri. Per non dire di altri principi,
capi di religioni innalzarsi oltre scrisse Svetonio, 44> dell'im-
fol. 1

l' usato. peratore Sergio Galba e sua guar-


GUARDIE. Excubiae, custode* dia del corpo. Sergius Galba de-
corporis. Il Muratori nella diss. lega et equcstris ordinisjuvenes, qui
XXXIII Dell'orìgine e dell'etimo- manente annulorum aureorum usu
logìa delle voci italiane, all' arti- evocati appellarentur, excubiasque
colo Guardie, dice che se voglia- circa cubiculum smini agerent .

mo credere al Maffei nella Vero- L'antica guardia del corpo de'Pon-


na illustrata, lib. XI, p. 3i5, s'in- tefici erano Cavalleggeri (Vedi),
i

gannano coloro che dalla lingua e le Lande (Vedi)j


spezzate
germanica traggono questa voce. la presente sono Guardie no- le

Imperciocché dic'egli che tal voce bili. Poi vi sono la Guardia Sviz-

può essere stata usata in Roma fino zera, Vedi Svizzeri guardia Pon- v

dai tempi di Mario, il quale erasi Tificia ; la Guardia Civica, della


fatto un accompagnamento di servi quale parlammo all'articolo Civica;
astati a' quali die il nome di Var- la Guardia per gV incendi, di cui
die. Tutta volta il Muratori sog- si tratta a Pompieri pontificii; la

giunge che dal germanico War- Guardia di Finanze, della quale


ten, o TVardan degli antichi teu- se ne discorre agli articoli Dogane
toni, in significato di vedere, mi- e Milizie pontificie, ove si parla
rare, osservare, fu mutato dagli degli altri corpi di guardie al ser-
italiani in guardare, come i fran- vigio della santa Sede.
cesi e spagnuoli che pronunziano GUARDIE NOBILI PONTIFI-
garder. Trasferita poi fu questa CIE. Individui dei dominii della sari-
voce alle sentinelle ed ai custodi ta Sede di nobile condizione, guar-
del corpo o palazzo de' principi, die del corpo della sacra persona del
in significato di custodire, e di mi- sommo Pontefice ,
per cui hanno
rare ed osservare che nessuno ne- luogo nelle sue intime camere, e
mico si accosti. Il Dizionario del- lo accompagnano a piedi ed a ca-
la lingua italiana, dice che guar- vallo ove si reca, tanto nelle sacre
dia è sust. verb. da guardare, in funzioni, che in ogni altro luogo
significato del custodire, e aver cu- di Roma e dintorni, nelle villeg-
ra, l'alto del custodire; custodia, giature e nei viaggi. Il corpo del-
ufi GUA GUA
la guardia nobile pontificia , rag- 20 novembre 1800. In esso sul
guardevole e distinto pei mem- nostro argomento fu decretato.
bri che lo compongono, e pel ser- »' 5. Inoltre la medesima congre-
1

vigio che presta al Papa e in , gazione ha fissato la guardia no-


sede vacante al sacro collegio dei bile de' cavalleggieri come
al ruo-

cardinali dipende da monsignor


, lo segnato lettera D, la quale po-
maggiordomo prefetto dei sacri pa- trà essere posta in attività allor-
ed è comandato da
lazzi apostolici, ché sarà di piacimento di Nostro
un capitano comandante col gra- Signore di ordinarla , ed essere
do di tenente generale. Questo cor- montala nel modo e forma, e con
po é il primo e il più rispettabile quei regolamenti che verranno sta-
di ogni arma negli stati della Chie- biliti, sempre per altro sotto la su-

sa romana. bordinazione e dipendenza di mon-


La guardia del corpo de' roma- signor maggiordomo prò tempore".
ni Pontefici sino al termine del Colla nominata lettera D fu dispo-
secolo decorso, fu quella de' Ca- sto, che la guardia de' cavalleggie-

valleggieri, Mililes levis armaturae, ri si componesse di due capitani,


che per da noi fatte
le ricerche due tenenti,un aiutante istruttore,
sembra originata prima d'Innocen- un foriere, tre cadetti capi trup-
zo Vili eletto nel i4&4> come di- pa, trentasei cavalleggieri, due trom-
cemmo a quell'articolo in un alle be ed un maniscalco, in tutto teste
onorevoli attribuzioni che disimpe- quarant'otto, con trentasei foraggi.
gnavano , ed alle prerogative che Di questi, trenta ne furono asse-
godevano. Rimase la guardia pon- gnati ad altrettanti cavalleggieri
tificia de' cavalleggieri in certo mo- che aveano cavallo, lasciandone sei
do disciolta, allorquando a' 20 feb- smontati delii meno anziani per le
braio 1798 i repubblicani francesi, guardie a piedi. Il vestiario da
occupata Roma e lo stato della rinnovarsi ogni quattr'anni fu sta-
Chiesa., proclamarono la repubblica, bilito per quaranluno individui.
e trassero prigione il gran Pio VI che Per la spesa annuale de' cavalleg-
morì in Francia. Nel marzo 1800 in gieri fu fissata la somma di scudi
Venezia gli fu dato a successore il novemila, comprese le spese even-
glorioso Pio VII, che portatosi po- tuali necessarie, o giubilazioni da
scia a Roma ,
per le circostanze accordarsi in un numero di mol-
de' tempi dovette operare molte ri- ti individui, in vece dei tredicimi-
forme , fra le quali quella riguar- la che costavano i cavalleggieri.
dante il sua sacra
servigio della Questi però non furono ristabiliti

persona, e l'amministrazione de' pa- dopo che corpo fu sciolto nel-


il

lazzi apostolici. Ad operarla nomi- l'epoca repubblicana e fino alla ,

nò a' 9 luglio una congregazione formazione della guardia nobile


composta di tre cardinali, del mag- prestarono il servigio nelle pontifi-
giordomo, e d' un prelato per se- cie anticamere e nel palazzo apo-
gretario, che vi corrispose con quel- stolico i Capotori, al modo che di-
le disposizioni che, approvate dal cemmo in quell'articolo.
Pontefice, furono da lui corrobo- Frattanto molti cavalieri, fra'qua-
rate col moto-proprio: L'economia li diversi della primaria nobiltà sì
del pubblico erario, sottoscritto ai di Roma che delle provincie pon-
1

GUA GUA. 117


tifìcie, animati da un lodevole e zo di monsignor maggiordomo il
disinteressato zelo pel sovrano
Pon- particolar gradimento e volendo ,

una memoria
tefice, sottoscrissero quindi venire alla effettuazione del
che umiliarono a Pio VII, nella progetto ha parimenti ordinato di
quale s' impegnavano di prestare commettere al medesimo prelato
gratuitamente i loro servigi alla l'esecuzione delle seguenti analoghe
santa Sede formando un corpo no- disposizioni.
vello. Tale offerta, a cui si uniro- 1. Si dichiara che nell' erigersi
no anche i Lan-cavalieri delle questo nuovo corpo di cavalieri, che
de spezzale (Fedi), detti ancora non oltrepasserà per ora in tutto
cavalieri delia guardia di Nostro il numero di sessantadue individui,
Signore j delle quali parlammo pu- compresi i forieri e le due trom-
re in diversi luoghi, come al vo- be, l'antica guardia detta de' caval-
lume VII, p. 4° del Dizionario, leggieri rimane affatto disciolta e
piacque oltremodo al Papa che si soppressa, come lo è già di fatto
degnò accettarla, riconcentrando in per gli effetti delle passate vicen-
questo nuovo corpo i privilegi ed de. Siccome però il benefico cuore
il servigio delle abolite lancie spez- di sua Santità non sa soffrire che
zate, e degli aboliti cavalleggieri nel formarsi il nuovo corpo de' ca-
pontifìcii , mediante un dispaccio valieri vengano gl'individui dell'an-
del cardinal Ercole Consalvi segre- tica guardia esclusi, senza averne
tario di stato , in data degli 1 almeno un qualche compenso, di-
maggio i8or, e diretto a monsi- chiara che resta assegnato ai me-
gnor Giuseppe Gavoni maggiordo- desimi a titolo di giubilazione una
mo e prefetto de' sacri palazzi, del mensual pensione a forma delle
seguente tenore. contemporanee disposizioni, che se
Dovendosi procedere al ristabi- ne danno a monsignor maggiordo-
limento della guardia del corpo di mo a parte, la quale pensione do-
Nostro Signore come richiede il vendosi godere solamente da quel-
servigio personale della Santità sua, li di numero, alla morte di cia-
non meno che il decoro del prin- scuno di essi passerà in parte ai
cipato, ed essendo stata presentata sopranumeri, ai quali resterà asse-
a sua Beatitudine la rispettosa of- gnata stabilmente in riflesso del
ferta fatta da un corpo di cavalie- minor tempo per cui si trovano
ri sottoscritti, i quali per dimostra- essi di aver prestato il loro servi-
re il loro fedele attaccamento al gio. L' uso della divisa e quello ,

sovrano, e la loro personale divo- della coccarda propria de' cavalleg-


zione verso la Santità sua si sono gieri, ad essi viene conservato, co-
dichiarati pronti a servire senza me la loro soggezione alla giuris-
alcnu emolumento il santo Padre, dizione del prelato maggiordomo.
il quale nell'essersi degnato di ac- Nel nuovo corpo che si eri-
2.
cogliere con sentimenti di sovrana ge delle guardie nobili, si dichiara
soddisfazione questo contrassegno che rimarranno incorporati i cava-
di rispetto e di attaccamento dei lieri detti delle lancie spezzate, i

detti cavalieri, lo ha anche accet- quali con eguale disposizione di


tato , ordinando al segretario di attaccamento al sovrano hanno ade-
stato di farne loro sentire per mez- rito alla divisata incorporazione }
,

n8 GUA GUA
conservando il soldo che godevano, line apparterrà la scelta. V. Di
sebbene perdono l'antica denomi- due capitani che avranno il grado
nazione e l'uniforme: però essi e di brigadieri. VI. Finalmente di
i loro sopranumeri nel nuovo cor- due comandanti che avranno il
po godranno un grado più alto grado di tenenti generali.
delle guardie comuni. Si dichiara 4- Essendo necessario per pre-
che tutti gli altri cavalieri delle parare la formazione del nuovo
lancie spezzate che sono sparsi per corpo, e per organizzare le due
lo stato pontificio e fuori di esso, compagnie di nominare fin da ora
e che non sono in attualità di ser- i rispettivi comandanti ed uffìziali,
vigio, conserveranno l' antica deno- Sua Santità ha nominato per i
minazione, uniforme e distinzioni due comandanti il duca d. Giu-
loro vita durante, ne s'intendono seppe Mattei , e il duca d. Luigi
incorporatinel nuovo corpo ma , Braschi Onesti, già capitani dell'an-
bensìcome già ascritti ad un cor- tica guardia de' cavalleggieri, sen-
po non più, esistente , seguitando za nulla innovare intorno ai due
per altro a godere le antiche pre- coadiutori , e cosi pure ha nomi-
rogative, senza però che se ne crei- nato per i due capitani il cav. Gio-
no da ora in poi di nuovi. vanni Ricci , e il marchese Pietro
3. da que-
Si dichiara eretto sin Frangipani già cornette della guar-
sto giorno corpo di tutti i ca-
il dia antica j e quanto ai due aiu-
valieri composto di due compagnie, tanti ha nominato il maggior cav.
il quale avrà la denominazione di Lorenzo Giustiniani per aiutante
Guardia nobile del corpo , ed en- della compagnia del duca Mattei
trerà in attualità di servizio al pri- ed il capitano conte Saverio Porti
mo mese
del prossimo di giugno. per aiutante della compagnia del
Esso sarà composto di tutti cava- duca B ràschi.
che saranno divisi ne' seguen-
lieti, 5. 1 quattro nominati, duchi Mat-
ti I. De'comuni, che si chia-
gradi : tei marche-
e Braschi, cav. Ricci e
meranno guardie nobili col ran- se Frangipani , avranno il soldo
go di capitani e questi saran-
, mensuale a tenore della riduzione
no cavalieri sottoscritti nella me-
i fattane dalla congregazione di ri-
moria e che in seguito si sotto-
, forma de' sacri palazzi apostolici.
scrivessero, non addetti da prima Gli esenti avranno il soldo nella
al servizio di sua Santità. II. Dai loro qualità di lancie spezzate. I
sopranumeri delle lancie spezzate, cadetti avranno la successione a
che si chiameranno cadetti col ran- detto soldo come V avevano nella
go di tenenti colonnelli. III. Dalle loro prima qualità di lancie spez-
lancie spezzate di numero, che si zate. Tanto due
i aiutanti, quan-
chiameranno rango di co-
esenti col to i cadetti e guardie comuni, a-
lonnelli come avevano nella loro v ranno per ora a titolo di forag-
antica qualità di lancie spezzate. gio un assegno mensile sui nove
IV. Da due aiutanti dei comandan- mila scudi per la guar-
assegnati
ti delle due compagnie, che saranno dia del corpo, detratte le pensioni
sempre presi dal corpo, ed avran- dell'antica guardia de' cavalleggieri
no il grado del rango da cui sa- a titolo di giubilazione , il tulio
ranno tratti dai comandanti ai qua- da decorrere col primo di giugno
,

GUA GUA 119


prossimo. Dichiara finalmente sua the coll'aggregazione a questo cor-
Santità chenon volendo fare trop- po non resti in verun modo pre-
po lungo uso del gratuito servigio giudicata la loro anzianità , ed il
delle nuove guardie del corpo, in grado che godevano in detta truppa.
vista del dispendio a cui esso ser- 7. Per l'ammissione finalmente
vigio li assoggetta , intende che a nel tempo successivo de' cavalieri
misura che per la morte dei pen- che vorranno aver 1' onore di en-
sionati cavalleggieri, ricadranno le trare nel nuovo corpo delle guar-
pensioni al maggiordomato, verrà die nobili, si terrà il seguente me-
ad accrescersi la somma delle men- todo. Il cavaliere che desidererà
sualità del soldo a tutti gl'individui di essere ammesso presenterà la
della guardia del corpo, da mon- sua istanza ad uno dei due co-
signor maggiordomo, quando le mandanti ; questi la passerà al cor-
circostanze dell'erario non permet- po che sarà rappresentato dall' u-
tessero provvedere più sollecita- nione de' due comandanti, di due
mente. capitani, di due esenti, di due ca-
6. Si dichiara che il nuovo cor- detti e di due guardie nobili ; e
po rimane sottoposto a monsignor quando sarà ricevuto a pluralità di
maggiordomo, in tutto e per tutto, voti segreti, si passerà a monsiguor
come gli era sottoposta l' antica maggiordomo da cui dipenderà
guardia de' cavalleggieri. Si è poi l'approvazione e la spedizione del
degnata sua Santità di esprimersi, biglietto.
the non accorderà ad alcuno sì in Nel medesimo giorno 1 1 maggio
Pioma che nello stato ecclesiastico, 1801, Pio VII nominò coadiutore
l'onore della divisa di guardia no- ai comandanti il principe d. Fi-
bile, volendo che questa sia uni- lippo Mattei , che non potè dive-
camente riservata portarsi da
a nire effettivo essendo morto nel suo
que' cavalieri che formeranno il feudo di Giove nel medesimo an-
nuovo corpo di detta guardia, che no a' 16 ottobre; nominò pure coa-
sarà per essere in attualità di ser- diutore ai comandanti il principe
vizio. Che se taluno di essi crederà d. Paluzzo Altieri. Col n.° 4 1 del
di lasciare prima di ott'anni tale Diario di Roma de' 23 maggio fu
servizio , dovrà subito deporre la pubblicata la nota de'cavalieri com-
divisa e la coccarda, e qualora Io ponenti il nuovo corpo delle guardie
venga ad abbandonare innanzi che nobili nominati da sua Santità con
siano terminati tre anni , non po- biglietti di segreteria di stato, cioè
trà né tampoco essere in appresso due comandanti, due capitani., due
ammesso in qualsivoglia grado ad aiutanti, sei esenti, otto cadetti e
alcun altro corpo della milizia pon- venticinque guardie nobili/alle qua-
tificia. Siccome però si trovano li fu aggiunta un'altra come si leg-
presentemente annoverati nel cor- ge nel numero 4^ di detto Diario,
po, e potranno in appresso ascriversi ove pur si dice , che a' 4 giugno
degli altri, i quali erano già in ad- festa del Corpus Domini, Pio VII
dietro arrollati nelle truppe di li- portando in processione il ss. Sa-
nea, o in quella della marina, essi cramento , era seguito dalla guar-
ad ogni buon fine si vuole ed , dia nobile composta di cavalieri, e
espressamente s'intende dichiarare, comandala dai duchi Mattei e
, ,

i2o GUA GUA


Braschi che per la prima volta
, stato, e se ne darà dalla medesima
prestò il suo servizio in bellissimo partecipazione a monsignor mag-
uniforme. Avendo poi il corpo del- giordomo, perchè abbassi gli ordi-
le guardie nobili fatta istanza al ni corrispondenti al corpo, ed al

Pontefice di essere distinti in qua- generale delle poste per preparar-


lità di corrieri nobili straordinari, gli l'occorrente all'esecuzione del-
ad essere spediti, in vece d'uno dei l' incarico affidato alla guardia no-
quattro corrieri di gabinetto, a por- bile. E siccome del regalo che o-
tare la nuova della promozione al gni cardinale nuovo faceva al cor-
cardinalato, e il berrettino rosso a riere, detratte le spese della cor-
quei soggetti che si trovano assen- sa, delle tre parti che se ne face-
ti da Roma quando il Pontefice li va, restando salva quella che go-
crea cardinali, colla protesta di non deva il corriere, da ripartirsi però
voler percepire la parte del dona- fra i quattro corrieri di gabinet-
tivo che , come diremo , fruiva il to, le altre due si davano al gene-
corriere di gabinetto, al quale per rale delle poste e al cardinal se-
non pregiudicarlo liberamente glie- gretario di stato, questi per sempre
la lasciavano. Pio VII ritrovando la rinunziò a favore della guardia
giusta la petizione in riflesso an- nobile. Se poi la spedizione del nu-
cora che negli altri stati le guar- mero delle guardie sorpassasse quel-
die nobili sono impiegate nelle mis- lo di quattro, numero de' corrieri
sioni più decorose del principato di gabinetto , la partizione dovrà
come certamente una delle mag- concedersi ai corrieri di numero
giori per Roma è la promozione come quelli che supplivano ai cor-
al cardinalato, e per dare alle guar- rieri di gabinetto in loro mancan-
die un attestato di sua piena sod- za, o pel maggior numero de' nuo-
disfazione per onorato servigio
l' vi cardinali.Avendo quindi Pio VII
che gli prestavano, annui piena- nel concistoro de' 28 settembre
mente all' istanza, e con dispaccio 1801 creato cardinale Antonio Fé*
del cardinal Consalvi , in data dei lice Zondadari arcivescovo di Sie-
27 settembre 1801, ne fece parte- na, a questa città ed al nuovo cardi-
cipazione a monsignor maggiordo- nale colla notizia di sua esaltazio-
mo per l'esecuzione. Venne perciò ne e il berrettino rosso, fu spedita
dichiarato nel dispaccio la decre- la guardia nobile marchese Vincen-
tata destinazione delle guardie no- zo Costaguti, al presente tenente in
bili a recare ai novelli cardinali pensione col grado di brigadiere
fuori di Roma la notizia di loro generale del corpo, e commendato-
esaltazione ed il berrettino rosso, re dell' ordine di s. Gregorio, che
come più decorosa, derogandosi al fu il primo ad avere tale onorifi-
privilegio sino allora goduto dai cenza, quale tuttora si esercita dal-
quattro Corrieri di gabinetto pon- le guardie nobili al modo che di-»

( Vedi).
tificii La guardia nobile cemmo al voi. V, p. 164, i65, 166
che ogni volta sarà spedita, verrà e 172; IX, p. 3 io, ed altrove. Il
scelta dal cardinal segretario di secondo ad esercitare questo uffìzio.
stato, che pur destinava quale tra fu d. Pompeo de'principi Gabrielli,
i corrieri di gabinetto doveva par- a'9 agosto 1802 spedito in Palermo
tire, con biglietto di segreteria di all'arcivescovo Domenico Pigna liei li
, ,

GUA GUA 121


db Belmonte creato cardinale; ed il ni investitirango di capitani
del
terzo fu d. Lorenzo de' principi sopra generosi e ben ornati destrie-
Giustiniani, a' i 7 gennaio 180 3 spe- ri seguiti dal corpo di cavalleria
,

dilo a Parigi per tre nuovi cardi- chiamalo dragoni. Quindi il Cancel-
nali, cioè de Belloy arcivescovo di lieri riporta sul nuovo corpo della

Parigi , Fesch arcivescovo di Lio- guardia nobile le seguenti impor-


ne, e Boisgelin arcivescovo di Tours. tanti notizie: » E stata surrogata
Vi sono altri esempi che una guar- con decreto della congregazione e-
dia nobile fu spedita a due o tre conomica del sacro palazzo aposto-
cardinali dimoranti in un medesi- lico, approvato da motu- proprio di

mo luogo, anzi a' nostri giorni il Nostro Signore, alle due compagnie
conte Gio. Battista Pandolfi a'2 lu- della guardia soppressa de' ca vai-
glio i832 fu spedito a Madrid al leggieri, in cui i soli uflìziali erano
cardinal Francesco Tiberi , ed a nobili.La formazione che prese in
Lisbona al cardinal Alessandro Giu- questo accompagnamento fu la se-
stiniani: dal re di Spagna fu fatto guente. Oltre i quattro esenti che
cavaliere della Concezione, e da marciavano alla dritta e alla sini-
quello di Portogallo dell'ordine di stra degli sportelli della carrozza di
Cristo. Alle biografìe de' cardinali sua Santità, venivano alla testa
riportiamo il nome di quelle guar- preceduti da due due trombetti i

die nobili che ad essi portarono la. tenenti avevano una


generali che
notizia e il berrettino rosso, se crea- divisa di panno rosso scarlatto con
ti assenti da Roma , e le decora- paramani e collo di panno turchi-
zioni di cui furono fregiati. Ed a no celeste, con gran gallone d'oro
p. 162 del voi. V notammo un e- all' intorno che formava la sua
,

gernpio che guardia nobile por-


la guarnizione , una sciarpa di lana
tò la berretta a chi era destinato rossa e gialla con gran fiocchi d'oro
ablegato. Attualmente non hanno a granoni lunghi circa un palmo,
più luogo le partizioni del dono aventi il nome di PP. Pio FU ,

che sono della guardia nobile sol- cappello bordato con punto di Spa-
tanto, che inoltre ha un decoroso gna e pennacchiera al di dentro
,

compenso pel viaggio. di piuma bianca, con un pennac-


Francesco Cancellieri nella Sto- chio sopra della coccarda compo-
ria de solenni possessi de' Pontefi- sto di quattro piume di struzzo di
ci , a p. 479 e se £- descrivendo color rosso, e quattro di giallo. In-
quello preso da Pio VII a' 22 no- di i due brigadieri con un gallone
vembre 1801, dice che dopo i pre- più stretto , come nella sciarpa e
lati referendari di segnatura a ca- cappello, e i due aiutanti con la
vallo, incedeva parimenti a caval- stessa divisa, ma con petti turchi*
lo la guardia nobile avente alla ni celesti , e senza gallone , coi
testa i duchi d. Giuseppe Mattei e distintivi del loro rango ne' para-
d. LuigiB raschi nipote di Pio VI, mani, portando tre righe di gallo-
comandanti della medesima col , ne, col pendone della sciabola rica-
rango di tenenti generali, e poi i mato in oro , eduna sciarpa di
brigadieri, gli esenti graduati come maglia rossa e gialla con due fioc-
colonnelli, gli aiutanti e i cadetti chi d'oro, e con piccolo bastone di
tome tenenti colonnelli, e i comu- legno nero con pomo d'avorio. Poi
è
,,

m GUA GUA
un esente con la stessa divisa, fuo- Leonardo de duchi Bonelli , conte
'

ri del pendone della sciabola e Filippo Carpegna, marchese Gia-


della sciarpa, distintivi degli aiu- cinto del Bufalo , Carlo Ciocchi
tanti ; e due
che portavano
cadetti Mercurio Vittorio Celiano, Giovan-
le bandiere riccamente ricamate ni Martinez, Filippo Stefanori, con-
con Io stemma del regnante Pon- te Angelo Petrignani. La seconda
iefice, e ventiquattro comuni for- compagnia formasi del Comandan-
mali a tre sopra otto righe, ed un te duca Braschi. Brigadiere, Gio-

esente che chiudeva la marcia, for- vanni Ricci. Aiutante, conte Save-
mando in tutto il numero di qua- rio Porti. Esenti, d. Girolamo Co-
ranta cavalieri. Il vestiario de' co- lonna, cav. Francesco Bernini, con-
muni era in tutto simile a quello te Filippo della Porta Rodiani. Ca-
degli esenti, fuori che nel gallone detti, marchese Emilio Massimi,
più stretto nel cappello, e nella marchese Clemente Muti, marche-
bandoliera con fiocco d'oro senza se Antonio Nunez. Guardie nobili,
granoni, essendo calzama- tutti in d. Baldassare de' duchi Cantarelli
glie lunghe di panno celeste con , Pietro Salimei , marchese Rinaldo
giaco simile e con piccoli coturni. del Bufalo, marchese Stanislao del
L'armamento era di sciabola con Drago, marchese Girolamo Muti Pa-
un paio di pistole, e la bardatura pazzurri, Paolo Martinez, Giuseppe
de' cavalli era guarnita di gallone Sa razzarli, Giuseppe de'duchi Bon-
di varie altezze, a seconda delli compagni, Tommaso Pichini, Serafi-
differenti gradi , ad eccezione di no Novi, Fausto Sassi, conte Giacomo
quelle detenenti generali e briga- Negroni, Tiberio Pichini, conte Pa-
che avevano le sciabrache pre-
dieri, cifico Carradori, jCornelio Sutter-
ziosamente ricamate sopra di un mann, Francesco Lucernari, mar-
panno celeste. Questi sono i nomi chese Lorenzo Caucci. Giunto che
che compongono le due compa- fu il santo Padre alla patriarcale
gnie. La prima formasi del Coman- basilica lateranense, una porzione
dante duca d. Giuseppe Mattei. di questa guardia smontò per as-
Brigadiere, marchese Pietro Fran- sistere il Papa dentro la basilica ,

gipani. Esenti, il conte Alessandro e un'altra andò a schierarsi avanti


Cardelli, cav. Antonio Cicciapor- la gran porta della fabbrica che
ci , conte Michele Moroni , con- guarda l'obelisco, dove attese sua
te Camillo Marescotti. Cadetti , Santità, che al ritorno, ripren*
marchese Antonio Maria Ossoli, dendo la sua primiera posizione,
conte Antonio Negroni marche- , scortò fino al Quirinale. Questa
se Francesco Ceva, d. Pompeo dei guardia si unisce giornalmente ne-
principi Gabrielli, aiutante, cav. gli stessi quartieri degli antichi ca-
Lorenzo de' principi Giustiniani. valleggieri (al quale articolo ne
Guardie nobili, marchese Mario Or- parlammo), in quel numero che
sini, d. Gaetano de' duchi Cantarel- viene destinato di servizio; ed in
li , conte Melchiorre della Porta, buona ordinanza si conduce nella
marchese Giacomo Teodoli , mar- seconda anticamera del Quirinale
chese Vincenzo Costaguti Onorio , distribuendo ivi le sue sentinelle
Earuich, conte Girolamo Cavallet- siuo all'anticamera secreta. La sua
ti, marchese Angelo Costaguti, d. occupazione cessa, termiuata eh'
,

GUA GUA 23
ì! udienza del Pontefice, e sino al ove furono ricevuti da monsignor
giorno susseguente non è più im- Maccarani prefetto della medesima,
piegata. Nelle cappelle ordinarie ed ivi congregati unitamente a quei
otto comuni con un cadetto e un nobili confratelli, fra' quali era an-
esente stanno all'ingresso della qua- noverato lo stesso defunto principe,
dralura, e due alla porta che dal- assisterono solenne messa di
alla
la stanza de' paramenti introduce requie da monsignor d.
cantata
in cappella. Allorché poi il santo Lorenzo de' duchi Mattei zio del
Padre si conduce in qualche chie- morto e venne accompagnata da
,

sa, dal corpo de' cavalieri si stac- musica dei cantori della cappella
cano dieci comuni ed un cadetto pontifìcia invitati da monsig. Giu-
a cavallo. Due vanno avanti alla seppe Gavotli maggiordomo de'sa-
croce pontifìcia, e gli altri riman- cri palazzi apostolici, il quale ivi
gono alla scorta di sua Santità nei consueti sedili alla testa di tut-
presso il suo seguito. L'esente di ta la nobile pia adunanza assiste-
guardia va allo sportello della car- va alla funzione funebre. Dopo tal
rozza a mano destra. Altri otto messa fu fatta la solita assoluzione
con un cadetto a piedi si trovano intorno al vago catafalco eretto in
a guarnire la chiesa ove si trasfe- quell'oratorio , soddisfacendo con
risce il santo Padre, usando la scia- simile atto di religione quella no-
bola, come fanno tutte le volte in bile e pietosa congregazione al di-
cui prestano il servizio a piedi. Inol- voto affetto verso il predetto con-
tre le guardie nobili oltre il ser- fratello e superiore ". Nelle an-
vizio del palazzo apostolico presta nuali Notìzie di Roma, all'artico-
quello di quartiere, ed i servigi di lo Famiglia Pontificia , dopo i

passeggiata de' cavalli, e d' istruzio- cappellani d'onore extra urbem, e


ne. ( Nella prima istituzione usava- prima dei camerieri segreti di spa-
no ancora la carabina , che poi da e cappa ed a tutte le Noti'
,

Leone XII tolse). Fra i privilegi ac- zie del 1801 venivano registra-
cordati a questa guardia deve an- ti tutti i cavalieri di guardia o
noverarsi quello di essere stata de- siano lande spezzate ed i sopra-
stinata per le spedizioni straordi- numerari aV onore coi loro titoli e
narie, che possono occorrere per i patria. Nell'anno 1801 i primi
sovrani o per i nuovi cardinali
, furono sette, i secondi trentotto.
che stanno fuori della capitale, co- Nelle Notizie del 1802 per la pri-
m'è già seguito nella elezione del ma volta, dopo i detti cappellani,
cardinal Zondadari arcivescovo di e prima dei nominati camerieri
Siena ". Fin qui il Cancellieri. segreti, sotto il titolo di Guardie
Il numero 101 del Diario di nobili del corpo si riportarono tut-
Roma de' 19 dicembre i8or ripor- ti i membri che lo componevano,
ta quanto segue. « La guardia no- sì uffiziali che semplici guardie.
bile di sua Santità volendo suffra- Occupando nuovamente i francesi
gare l' ultimamente defunto prin- per ordine dell' imperatore Napo-
cipe d. Filippo Mattei loro vice- leone lo stato pontificio, tutti i

capjtano, lunedi mattina si porta- corpi delle milizie del Papa por-
rono in uniforme alla congregazio- tavano la coccarda gialla e rossa ;

ne de' nobili nella chiesa del Gesù, ma dopo che Pio VII si rinchiu-
&« GUA GUA
se in certo modo nel proprio pa- die. Allora diversi individui ap-
lazzo Quirinale, avendo gì' invasori partenenti al corpo lo supplicarono
adottato la medesima coccarda, ed di ammetterli nuovamente nel me-
incorporate le milizie pontifìcie nel- desimo, ciò che benignamente ac-
le loro truppe, il Pontefice nel condiscese il Papa nel modo che
marzo 1808 fece distribuire alle dicesi nel biglietto che fu scritto
guardie nobili, perchè non fossero ad ognuno di essi dal cardinal
confuse cogli altri corpi, la nuova Bartolomeo Pacca pro-segretario di
coccarda da lui formata e compo- stato, in data de'22 settembre 1 8 4» 1

sta dei colori bianco e giallo, la concepito in questi termini. » Le


quale divenne la coccarda pontifì- prove di fedeltà e di attaccamento
cia, che tuttora non solo le guar- che il signor cavaliere N. N., come
die nobili usano, ma tutti i corpi individuo spettante al corpo delle
militari della santa Sede. Disgu- guardie nobili, diede alla Santità
stati di ciò i francesi, il loro co- di Nostro Signore in tempo del-
mando militare nel giorno 7 apri- l'ultima invasione francese, sono
le 1808 effettuò un cumulo di rimaste così scolpite nella sua me-
violenze nel palazzo Quirinale, re- moria, che ha desiderato sempre
sidenza di Pio VII, fra le quali si l'occasione di potergli dare qual-
deve comprendere l'occupazione che attestato del sovrano suo gradi-
del quartiere delle guardie nobili mento. Avendo ora mostrato il
nel palazzo della Consulla, come medesimo il più grande interesse
notò il eh. Erasmo Pistoiesi nella di prestare alla Santità sua gra-
Vita di Pio FII tom. II, p. 21 3. t
tuitamente l'onorevole servigio, fin-

Quindi molti ufliziali e guardie di che non venga ripristinato il cor-


tal nobile corpo furono segno di po delle guardie nobili, sua Bea-
persecuzioni e violenze per la lo- titudine considerando questo desi-
ro fedeltà al Pontefice, e parecchi derio come una nuova testimonian-
vennero trasportati alla detenzione za di attaccamento, si è benigna-
di Castel s. Angelo. Nel seguente mente degnata di aderirvi, e di accor-
anno a' 16 gennaio morì il coman- dare al detto signor cavaliere N. N.
dante duca d. Giuseppe Mattei, ed l'onore di servire la sua sacra per-
a' 6 luglio Pio VII fu fatto dai sona fino a tanto che non venga
francesi prigioniero, e trasportato stabilita la ripristinazione ed il nuo-
via da Roma. vo impianto del corpo delle guar-
La divina provvidenza nel 18 14 die nobili. Si porge pertanto il ri-
a Pio VII
restituì suoi temporali i scontro al detto signor cavaliere
domimi, ond'egli ritornò trionfante N. N. di questa sovrana graziosa
in Roma a'24 maggio: volendo poi condiscendenza, abilitandolo a po-
mostrare la sua gratitudine alla guar- tere indossare provvisoriamente la
dia nobile che era stata detenuta bassa uniforme ". Nel numero 2 3
nel forte s. Angelo, dichiarò il Pa- del Diario di Roma di detto an-
pa a tutti gì' individui del corpo, no, incominciando dal principe d.
che sebbene per la circostanza del- Paluzzo Altieri coadiutore dei co-
l'occupazione francese non prestas- mandanti del corpo, e che assunse
sero più servigio, non ostante li il comando nella ripristinazione
riconosceva sempre come sue guar- provvisoria d'una pai te della guai'*
GUA GUY i^5
dia ir» questa circostanza, viene ri- 11 maggiordomo Naro,
prelato
portato il novero di tutti gì' indi- nel medesimo anno e mese, cioè
vidui che bramarono e furono a'i5 detto, trasmise al principe
ammessi a prestare il servigio al d. Paluzzo Altieri comandante del-
detto modo in numero di trenta- le guardie nobili la mentovata or-
tre cavalieri. Quindi dal numero ganizzazione e ruolo: La prima è
26 dello stesso Diario siamo av- del seguente Organiz~
tenore. «
vertiti, che partendo Pio VII a' 5 zazione delle guardie
o nobili di sua
ottobre 18 14 per la villeggiatura Santità. 11 maggiordomo de'sacri
di Castel Gandolfo , fu scortato palazzi apostolici è il superiore del
dalle guardie nobili, che in quel detto corpo. Le guardie nobili di
giorno ripresero V antico servigio, sua Santità saranno formate di due
ciò che notò pure il Cancellieri compagnie in forza eguale; ciascu-
nella sua Lettera al dottor Ko- na avrà un capitano comandante
rejfì P a o- 2 43- Tuttociò avvenne con il grado di tenente generale;
sotto il maggiordomato di monsi- un tenente con il grado di briga-
gnor Benedetto Naro. Nel seguente diere; quattro esenti con il grado
anno con dispaccio del cardinal di capitano; sei cadetti con il gra-
Consalvi segretario di stato degli do di tenenti ; un aiutante da no-
8 novembre, Pio VII riordinò e minarsi dal comandante a suo pia-
ripristinò il corpo: il dispaccio di- cimento nella classe dei cadetti nel-
retto al mentovato prelato fu e- la rispettiva compagnia senza au»*
spresso in questi termini. « La mento di teste; quaranta guardie
Santità di Nostro Signore grata ai con il grado di sotto-tenente; un fo-
contrassegni di rispetto e di at- riere, due trombe ed un mozzo.
taccamento, che ambirono di dar- I distintivi militari sono conserva-
gli vari cavalieri spettanti al cor- ti a seconda del rango nello stato
po delle sue guardie nobili dopo attuale. La prima compagnia sarà
il suo glorioso ritorno alla capi- comandata dal capitano coman-
tale, offrendo un gratuito servigio dante principe Altieri, il quale cor-
alla sua sacra persona fino a tanto risponderà in qualunque affare che
che fosse ripristinato il loro corpo, riguarda il suddetto corpo, con il
non volendo ulteriormente permet- cardinal segretario di stato, e con
tere, che le medesime prestino un monsignor maggiordomo, che avrà
tal servigio senza alcun emolumen- altresì la responsabilità che sia
to, è venuto nella determinazione mantenuta una egual disciplina in
di ripristinare l'enunciato corpo ambedue le compagnie, e io ri-
delle sue guardie nobili secondo guardo al servizio e agli ordini
l'organizzazione annessa, e col sol- generali, ed in fine che nella cir-
do rispettivamente assegnato a te- costanza di prestarsi il servizio col-
nore del ruolo che parimenti si la presenza delle due compagnie,
acclude. Se ne porge pertanto il le disposizioni ed il comando ap-
riscontro a monsignor maggiordo- partengano al suddetto capitano co-
mo de'sacri palazzi apostolici, per- mandante. Per l'ammissione poi de-
chè si compiaccia di dare per le gli individui, che vorranno entrare

sue parti una sollecita esecuzione nel corpo delle guardie nobili, do-
alle disposizioni sovrane". vrà ciascuno di essi per essere ara-
i?.6 GUA GUA
messo presentare l'istanza ad uno però dal capitano della compagnia
dei due comandanti. Questi la pas- nella quale serve l'individuo la
serà al consiglio del corpo, eh' è bandoliera, e ciò si praticherà e-
rappresentato dall' unione dei due gualmente ne Ile circostanze di giu-
comandanti, dei due brigadieri, di bilazione. La razione o sia il fo-
due esenti, di due cadetti e di due raggio sarà passato dal maggior-
guardie nobili, e quando sia rice- domato secondo il grado militare,
vuto a pluralità di voti segreti, si che si osserva nella cavalleria pon-
passerà a monsignor maggiordomo tificia ". Quanto al ruolo, esso si

da cui dipenderà l'approvazione e compose degl' individui sunnomi-


Ja spedizione del biglietto. Essendo nati, fissandosi al corpo l' annua
stato stabilito in fine che ciascun somma di scudi venlicinquemila ot-
individuo eh' entrerà nel corpo tantotto.
debba essere fornito di cavallo con Essendo morto a'o, febbraio 1816
bardatura nobile, e dell' uniforme il duca d. Luigi Braschi Onesti^
di gala, si riceveranno per questi uno de' due comandanti del corpo
articoli per una sol volta scudi delle guardie nobili in attività di
duecento, purché sieno pagati in servigio, Pio VII a' i3 febbraio no-
dieci giorni. Se l' individuo pre- minò suo successore il principe di
senterà un buon cavallo gli si va- Palestrina d. Francesco Barberini.
luterà scudi settanta, i quali an- Nel bando generale delle poste di
dranno in diminuzione degli scudi Roma e stato ecclesiastico, emana-
duecento. Gli individui da doversi to a'24 agosto dal cardinal Bar-
ammettere dovranno essere dagli tolomeo Pacca camerlengo di san-
anni diciotto alli trenta, di statu- ta Chiesa, e riportato nel voi. II,

ra e struttura regolare, di costu- a p. 188 della Raccolta delle leg-


mi ed educazione senza eccezione, gi stampata nel 836, coll'articolo 1

di nobiltà ragguardevole, e se sa- 18 venne prescritto. « In occasio-


ranno forestieri dovranno fissare il ne di dare nuove delle promozio-
loro domicilio in Roma. La ban- ni ai signori cardinali che si tro-
doliera per le guardie dovendosi vano fuori di Roma, apparterrà al
dare all'ammissione d'ogni indivi- solo eminenlissimo signor cardina-
duo che entrerà nel corpo da mon- le segretario di slato lo scegliere
signor maggiordomo, e dovendosi tra guardie nobili del corpo di
le

ritirare in caso di morte o di giu- sua Beatitudine quello che crederà


bilazione, o di non lodevole con- più opportuno ed idoneo alla spe-
dotta di qualcuno ammesso nella dizione, in coerenza del nuovo si-

guardia, sarà a carico del maggior- stema stabilito da Nostro Signore


domato. Le ottanta carabine senza sotto il dì 22 settembre 1 80 i, coti

baionette, per prestare il servigio biglietto di segreteria di stato di-


in anticamera, e le pistole pel ser- retto a monsignor maggiordomo
vigio a cavallo sono egualmente a de' sacri palazzi apostolici; in caso
carico del maggiordomato. Final- poi che abbiano a fare spedizioni
si

mente non si accorderà ritiro dal di tali nuove ai parenti del nuo-
corpo che dopo anni quindici di vo porporato (di che trattammo al
servigio, permettendoglisi solo l'uso citato articolo Coprieri ed altro-
della piccola uniforme, ritirandosi ve), o a qualunque altra persona,
,

GUA GUA 127


ed in caso ancora di spedizioni di zo Altieri, nel dì seguente divenne
altre nuove, sì nello stato eccle- capitano comandante il lodato prin-
siastico, come in qualunque parte cipe di Palestrina, ed in pari tem-
del mondo, il sopraintendente ge- po il Papa dichiarò capitano il

nerale delle poste soltanto possa principe d. Clemente Altieri. Nar-


spedire corrieri ,e qualora alcun ra il citato Pistoiesi nel tom. IV,
altro spedisse, o per sé stesso par- p. 218, che bramando le guardie
tisse per le poste, ovvero per que- nobili pontificie che il santo Pa-
st' effetto in qualsivoglia altro mo- dre benedicesse 1' elegante stendar-
do mandasse senza licenza in iscrit- do militare appartenente al loro
to del medesimo sopraintendente corpo, Pio VII si compiacque ac-
generale o suoi ministri delle po- cogliere le loro istanze, per cui le
ste, sarà tenuto pagare quanto a- guardie montate in gala e
nobili
vrà guadagnato per simigliarne nuo- precedute dalla musica si portaro-
va, ec". Qui noteremo che dona- i no in colonna nella cappella di
tivi che ricevevano le guardie in Paolo V nel palazzo Quirinale al-
effetti li ritenevano per loro, ed a li 3i maggio 1820, e formò in es-
tutto il pontificato di Pio VII die- so un quadrato aperto. Entrò il
dero parte delle somme che rice- Papa nella cappella coi cardinali
vevano al sopraintendente delle po- palatini Galeffi, Gabrielli e Con-
ste, ed ai corrieri al modo detto salvi, non che corteggiato dai pre-
di sopra. Nel pontificato di Leone lati palatini, e dagli individui del-
X'II dichiarò la segreteria di stato, l'anticamera segreta e di onore, e
che ciò che ricevevano le guardie, giunto all'altare assunse gli abiti
sia in denari che in effetti dal nuo- pontificali, e seduto sul faldistorio
vo cardinale, fosse tutto loro, sen- innanzi al medesimo altare, prima
za darne parte a veruno. Sotto impose il sacro pallio al cardinal
l'odierno pontificato poi, con ordi- della Somaglia vescovo d' Ostia e
ne del cardinal segretario di sta- Velletri , indi benedì lo stendardo'
to, venne compensato con scudi del corpo presentatogli da un mi-
duecento il sopraintendente, e con nistro ecclesiastico secondo il rito
scudi cinquanta quat- ognuno dei del pontificale romano. Indi il prin-
tro corrieri di gabinetto per ogni cipe Barberini capitano comandan-
creazione di cardinale cui la guar- te genuflesso ricevè dalle mani del
dia porta la notizia ed il berretti- Pontefice lo stendardo benedetto, il

no, somministrando tali somme l'e- quale fu immediatamente preso dal-


rario pontificio, così quelle alla l' ultimo esente, e portato al cen-
guardia pel viaggio di andata e tro del corpo : l'apostolica benedi-
di ritorno. Nel 1818 tornandosi zione compartita ad esso terminò
a pubblicare le annuali Notizie di la funzione. Nel numero 4^ del
Roma, nell'articolo Famiglia Pon- Diario di Roma di detto anno
tifìcia si pubblicò il novero di tut- si legge la descrizione di tale fun-
ti gl'individui di cui formavasi il zione. Questo stendardo si cusio-
corpo, uffiziali e guardie. A' 9 disce presso il capitano comandan-
marzo 1819 essendo stato elevato te, e nella processione del Corpus
da Pio VU alla dignità di senato- Domini viene portato dall' ultimo
re di Roma il principe d. Paluz- esente. Tale stendardo è diverso
i28 GUA GUA
dal vessillo eli santa romana Chiesa, tuzione, che per la qualità degl'in*
che non appartiene al corpo, il qua- dividili che lo compongono, depri-

le è pòrtalo dal Vessillifero {Vedi) mo ed il più rispettabile d'ogni ar-


ereditario marchese Filippo Naro ma del principato. Quindi
nostro
Patrizi vestito colla montura ono- volendo in seguito de' lumi forniti
raria di capitano delle guardie no- da una lunga esperienza provvede-
bili, in mezzo ai due capitani del- re alla sistemazione ed organizza-
le medesime nella stessa solenne zione migliore del medesimo, nel
processione del Corpus Domini. modo più conciliabile tra il deco-
Questo stendardo o vessillo è for- ro di cui dev' essere corredata una
mato al modo che diremo al cita- truppa, che i Pontefici onorano di
to articolo. Quanto allo stendardo tanta fiducia, e della custodia del-
del corpo delle guardie nobili, esso la loro sacra persona, ed i riguar-
è di drappo bianco di seta rasata di dovuti all'economia che ci sia-

di forma quadra con ricami e , mo prefissi di seguire in tutte le


frangie in granoni d'oro, ed in mez- nostre operazioni, a sgravio mag-
zo havvi lo stemma del Papa re- giore del nostro erario e de' no-
gnante. L' asta dello stendardo è stri amatissimi sudditi, abbiamo di-
foderata di velluto rosso con trine sposto quanto segue.
e chiodi d'oro, e termina con una 1. La guardia nobile pontificia
lancia di metallo dorata. Da que- sarà composta di settantasei indi-
sta estremità pendono due bende vidui, e questi saranno due capi-
volgarmente chiamate cravatte del- tani, l'uno de' quali farà le funzio-
la bandiera, con la epigrafe rica- ni dicomandante del corpo, rice-
mata in oro: Guardia Nobile Pon- vendo e comunicando gli ordini a
tificia. In tutte le occasioni lo sten- seconda di ciò che verrà stabilito
dardo è portato ultimo esen-
dall' nel regolamento d'istruzione e di-
te, ed allora il concerto delle trom- sciplina, e presiedendo a tutti i

be del corpo eseguisce analoghe consigli ,comanderà la


e l' altro
armonie. compagnia; un tenente, un sotto-
INel pontificato di Leone XII per tenente, sei esenti, un esente aiu-
suo ordine ebbe luogo una nuova tante maggiore, otto cadetti, cin-
organizzazione e riforma delle guar- quanta guardie un foriere due , ,

die nobili pontificie, quindi la pub- trombe, un intendente di scuderia,


blicazione del regolamento di di- .un armiere, due caporali garzoni.
sciplina come andiamo a riporta-
,
2. L'esente aiutante maggiore
re. 11 Pontefice con chirografo da sarà scelto fra gli esenti ad arbi-
lui sottoscritto a' 17 febbraio i824) trio del comandante del corpo, sal-
emanò la seguente organizzazione. va l'approvazione del nostro mon-
» Fra i molteplici oggetti delle no- signor maggiordomo prò tempore.
stre cure non potea sfuggire ad 3. Si manterranno a spese del
una particolare considerazione quel- corpo numero trenta cavalli cioè ,

lo della guardia nobile pontificia, cinque per i cadetti, e venticinque


destinata a prestare il servigio più per le guardie.
prossimo ed immediato alla nostra Niun individuo sarà posto a
4-
stessa persona, e costituente un cor- far parte del corpo se non giusti-
po, tanto per il fine della sua isti- ficherà di essere probo e di spec-
,

GUA GUA 129


cliiata religione, e se non proverà re agi' impieghi civili o altri, e gli
una nobiltà generosa d'anni sessan- servirà di particolar requisito l'es-
ta, senza speranza di dispensa , e sere addetto al corpo, purché du-
se avrà un'età inferiore ai trenta, rante suo servizio abbia dato
il

e maggiore ai quarant' anni. prove non equivoche di religione e


5. Gli ufficiali ed esenti si ve- di buona morale; ottenendo bensì
stiranno ed equipaggeranno a tut- gì' individui indicati un impiego
te loro spese. qualunque cesseranno di far parte
6. I cadetti e le guardie si ve- del corpo, e non avranno più di-
stiranno a tutte loro spese. ritto al soldo loro. Quelli che at-
7. Il foriere, le trombe, l' inten- tualmente godono di un altro im-
dente di scuderia , 1' armiere ed i piego , purché sia compatibile col
caporali garzoni saranno vestiti a servizio del corpo potranno rite-
spese del corpo. nerlo.
'

8. L' impiego di capitano essen- i3. Gli uffiziali degli altri nostri
do scelto dalle principali famiglie corpi potranno essere ammessi nel-
dello stato, quei che vorranno sos- la guardia nobile a preferenza d'al-
tenerne il rango è meramente ono- tri, qualora vantino un fedele ser-
rifico. Si accorda però' a ciascuno vigio, e possano giustificare quanto
di essi una ricognizione annua di si é prescritto all'articolo 4«
zecchini d'oro cinquecento a titolo 14. Non essendovi fin qui alcu-
di gratificazione. na disposizione, che dia diritto agli
9. Il annuo del tenente
soldo individui del corpo di avere la giu-
resta fissato a scudi 720; quello bilazione, da ora innanzi si riterrà
di sotto-tenente a scudi 600; quel- il cinque per cento sul loro soldo
lo di esente a scudi 5^o; quello per la cassa delle giubilazioni, che
di esente aiutante maggiore a scu- si corpo medesimo.
stabilirà nel
di 54o; quello di cadetto a scudi i5. Qualunque
individuo del
36o quello di guardia a scudi 3oo;
; corpo che otterrà un permesso di
quello di foriere a scudi 240 ; quel- assenza, dovrà rilasciare tre quarti
lo di tromba a scudi 96; quello del proprio soldo per il tempo che
d'intendente di scuderia a scudi non avrà prestato il servizio, a pro-
120; quello di armiere a scudi fitto della cassa suddetta.
60 ; e quello di caporale garzone 16. Gl'individui che saranno giu-
di scuderia a scudi 96. bilati avranno diritto per un fe-
io. I capitani saranno decorati dele servizio di anni dieci compiti
dell'ordine di Cristo. ad un quarto del soldo, di anni
11. Gl'individui che d'appresso venti compiti alla metà, di anni
il disposto dell'articolo i.° si tro- trenta compiti a tre quarti , di
vano nel caso di essere riformati anni quaranta compiti all' intero
continueranno a far parte del cor- soldo. Gli anni di servizio comin-
po coli' attuale loro soldo, fino a cieranno a decorrere dalla pubblica-
tanto che non saranno in altro mo- zione del seguente ordine. All'op-
do provveduti , salva la riduzione portunità si avrà una considerazio-
stabilita all'articolo 9. ne ai servigi prestati sin qui con
12. Qualunque uffiziale, esente, onoratezza.
cadetto, e guardia potrà concorre- 17. Si formerà un regolamento
vo!., xxxm. 9
t3o GUA GUA
d' istruzione e disciplina del corpo dal primo di aprile prossimo di
a cura dei capitani, e ci vena esi- far parte della medesima , restan-
bito nel termine di quattro mesi do in conseguenza esonerati da
dalla data del presente ordine, per qualunque servizio.
organo della nostra segreteria di 2. Pei riflessi anzidetti e per-
stato, per essere dà noi sanzionato. chè risentino gli effetti della sovra-
Nel regolarne il vestiario si avrà ri- na munificenza, accordiamo agl'in-
guardo alla decenza senza compro- dividui riformati (fino a tanto che
mettere l'economia necessaria, ed verranno in ogni altro equivalente
evitando 1' indecenza di un lusso modo provveduti ) la continuazio-
dispendioso. ne del medesimo soldo che hanno
18. Le disposizioni del presente fin qui percepito, esclusi soltanto i

ordine avranno la loro piena ese- foraggi in quei gradi che secondo
cuzione a datare dal di primo del le regole del corpo rimaneva a lo-
p rossi m o ni a rzo 1824". ro carico il mantenimento del ca-
Riforma del corpo delle guardie vallo , e ciò perchè quel peso era
nobili pontificie, in sequela del pre- inerente al servizio attivo dal qua-
cedente chirografo, egualmente sot- le vengono a restare esonerati me-
toscritto da Leone XII a' 24 mar- diante la seguente disposizione.
zo 1824. 3. provveduto col-
Affinchè sia
» Con nostro chirografo segnato li la maggiore rettitudine ed impar-
1 7 febbraio prossimo passato stabilim- zialità la riforma, attesa l'eguaglian-
mo la riforma, e più precisa organiz- za de' meriti , abbiamo deliberato
zazione del corpo delle guardie nobi- che prevalga l' anzianità in guisa
li pontifìcie , fissandone il completo che debbano godere il soldo in ri-
fino guardie inclusivamente
alle tiro quelli più anziani in ciascun
minore di venlinove teste da quel- grado, i quali risultano eccedenti
lo che per lo passato lo costituiva; il numero stabilito al completo
quindi essendoci egualmente a cuo- della guardia, per cui rapporto a
re l'economia della pubblica am- lutti i graduati inclusivamente ai
ministrazione, e l'equità verso quei cadetti, ordiniamo l'osservanza del-
soggetti che ammessi in tale ono- lo specchio annesso ed ingiungia- ,

rifico corpo sonosi ivi dedicati , e mo al nostro monsignor maggior-


con tutta fedeltà hanno prestato il domo di formare la classificazione
servizio presso la pei sona sacra del delle guardie sulle medesime basi.
Pontefice , volendo provvedere in 4. Siccome però consideriamo
guisa che le nostre disposizioni che per qualche partioolare circo-
mentre tendono al pubblico van- stanza potrebbe a taluni essere più
taggio non solo evitino il privato accetto di variar condizione da
pregi udizioj ma ridondino general- quella che per la propria anziani-
mente in utilità , disponiamo ed tà gli è concessa, volendo noi pro-
ordiniamo quanto segue. curare ogni mezzo onde questi fe-

1. Tutti quegl' individui che ec- delissimi sudditi restino beneficali,


cedono il numero delle teste fissa- accordiamo al nostro monsignor
te nel riferito chirografo a costi- maggiordomo coli' intelligenza dei
tuire il coipo della guardia nobi- capitani del corpo le facoltà di ap-
le vengono riformati, e cesseranno provare il concambio dalla riforma
,

GUA GUA i3i


ni servizio, e viceversa, fra indivi- bre Leone XII nominò capitano
dui del medesimo grado ( in quei coadiutore il duca d. Pio Bruschi
casi che ponderate tutte le circo- Onesti. A seconda del prescritto
stanze io crederà conveniente), pur- dal Papa i prontamente
capitani
ché siavi il reciproco consenso, non formarono il regolamento d'istru-
resti alterato il numero delle teste zione e di disciplina analogo alle
in servizio, ne l'ammontare del sol- riportate disposizioni, e lo sottopo-
do, e ciò accada entro un mese sero a mezzo del cardinal Giulio
ordinando espressamente che dal Maria dellaSomaglia segretario di
primo maggio si rimangiano i ruo- stato, all'approvazione di sua San-
li definitivamente stabiliti. tità in tutti e singoli articoli , ed
5. Sebbene rapporto agli altri a' 18 dicembre 1824 ne ordinò la
individui addetti alla guardia, con- pubblicazione al corpo, e la esatta
sistenti in medico, chirurgo, trom- esecuzione. Tutte le disposizioni e-
be ed altri inservienti non contem- manate da Leone XII a vantaggio
plali o diminuiti nella riforma, non di questo illustre, rispettabile e be-
militino le medesime circostanze, e nemerito corpo, si fecero nel mag-
perciò non possano aver luogo e- giordomato di monsignor France-
guali provvidenze pur tuttavia ,
sco Maria Marazzani Visconti. Nel
volendo anche a questi estendere 1825 in Roma nella stamperia de
le nostre benefiche disposizioni ,
Romanis fu pubblicato l'opuscolo :

commettiamo a monsignor mag- Regolamento di disciplina pel cor-


giordomo di sottoporci un proget- po della guardia nobile pontificia^
to di compenso adequato alla du- diviso in dieci articoli.
rata di servizio ed ai meriti ri- Il primo titolo tratta della for-

spettivi ". mazione del corpo dei soldi 3 ca-


,

Nelle annuali Notizie di Roma valli, foraggi e del servizio: il cor-


del medesimo anno 1824, all'arti- po fu diviso in due brigate coman-
colo Famiglia Pontificia , il corpo date la prima dal tenente la se- ,

delle guardie nobili fu riportato conda dal sotto-tenente, ambedue di-


dopo primi quattro camerieri se-
i vise in due mezze brigate. Prescri-
spada e cappa, ed avanti ai
greti di ve i requisiti per essere guardia,
soprannumerari. Si riportarono però fra' quali quello di godere un as-

i soli umziali inclusiva mente agli segnamento di scudi dieci mensili


esenti , non essendo più descritti i sopra redditi certi e disponibili ; e
comuni. Dopo 1' ultimo esente per dichiara i membri
componenti il
la prima volta nella categoria del consiglio di ammissione, cioè quat-
corpo delle guardie nobili fu regi- tro umziali, due esenti, un cadet-
strato il vessillifero ereditario, il to e una guardia, i quali ultimi
quale nelle 1827 fu Notizie del quattro scelti per turno. L'aiutan-
posto immediatamente dopo i capi- te maggiore sarà il relatore. Am-
tani delle medesime guardie. In ap- messo che sia l'aspirante, il decre-
presso anche gli umziali in pensione to del consiglio sarà portato dal-
inclusivamente agli esenti vennero l'aiutantemaggiore a monsignor
riportati nelle Notizie, dopo quelli maggiordomo , onde ottenere dal
iu attività di servizio. Nel medesi- santo Padre l'approvazione. 11 ser-
mo anno 1824 il dì primo seltem- vizio che presterà il corpo sarà a
,

i32 GUA GUA


piedi e a cavallo presso sua San- na del santo Padre saranno sotto la
tità.Ogni volta che il santo Padre dipendenza dell'escute. Comunione-
andrà in pubblico, cavalcherà alla rà loro gli ordini che relativamente
portiera dritta un uffiziale del cor- al servizio riceverà dai suoi supe-
po. La gavetta di servizio ordina- riori. Nei servizi di città e di
rio sarà composta di un esente,un campagna cavalcherà alla portiera
cadetto e sei guardie. Un tromba dritta della carrozza di sua San-
per turno l'accompagnerà in anti- tità. In mancanza del foriere e ca-
camera ed andrà a riprenderla. vallerizzo di sua Santità , aprirà e
Durante l'anticamera questa gavet- chiuderà lo sportello della carroz-
ta sarà sottoposta agli ordini di za. Scendendo il santo Padre dal-
monsignor maestro di camera per la carrozza lo seguirà. V. Maggior-
affari di servizio. Quando in occa- domo, Camerieri segreti di spada

sioni straordinariedovrà esservi un e cappa, Foriere maggiore, Caval-


rinforzo, monsignor maestro di ca- lerizzo maggiore, Viaggi de' Pon-
mera ne darà 1' ordine all' esente. tefici, Villeggiature de' Pontefici.
Il servizio di quartiere sarà d'ore Titolo terzo. Doveri del sotto-
ventiquattro. Sarà composto di un tenente, tenente, capitano, e capi-
cadetto e di due guardie. Il capo tano comandante. Il loro posto in

di questo servizio avrà la stretta palazzo sarà 1' anticamera segreta


responsabilità della custodia e go- essendo camerieri segreti ; e cor-
verno de' cavalli non che della
, teggiando a piedi Nostro Signore
custodia delle armi e di tutti gli quando va in sedia, il sotto-tenen-
oggetti esistenti in quartiere, e del- te precederà il capitano, ed il te-

le camere dei magazzini superiori. nente precederà il capitano coman-


V. Maestro di camera, Camera se- dante. Il capitano ordinerà il ser-
greta pontificia, Udienza del Papa, vizio giornaliero. Riceverà giornal-

Treni pontificii. mente i rapporti di ogni servizio


Titolo secondo. Doveri della unitamente al capitano comandan-
guardia, del cadetto e dell' esente. te. Riceverà i ricorsi e le suppli-
Non potrà stringer discorso di ma- che degli esenti ec. . . . darà i con-
trimonio senza aver presentata l' i- gedi di dieci giornicorteggiando a :

stanza al capitano, il quale la pas- piedi Nostro Signore quando sarà

serà al capitano comandante da in sedia, anelerà sul lato sinistro.


cui ne sarà fatto inteso monsignor In assenza del capitano comandan-
maggiordomo. Il congedo assoluto te avrà tutte le attribuzioni di

si otterrà col beneplacito sovrano. questo, a cui darà rapporto allor-


L'esente per diritto della sua clas- ché riprenderà il comando. Il ca-
se è cameriere segreto. L'esente di pitano comandante comunicherà con
servizio sarà sempre immediato alla monsignor maggiordomo, coll'emi-
sacra persona di sua Santità. Es- nentissimo segretario di stato, con
sendovi per altro un uffiziale di altre magistrature e dicasteri per
servizio , cesserà per allora il suo affari del corpo. Riceverà rap- i

diritto. Tanto la gavetta di servi- porti punirà le mancanze.


. . . fa- . .

zio, quanto gli altri corpi militari rà gli ordini del giorno. Riceverà
addetti al palazzo od a qualunque le istanze degli aspiranti; i ricorsi

altro servizio immediato alla perso- e le suppliche degli ufliziali, esen-


,.

GUA GUA i33


ti . . . Darà i congedi limitati pre- ziale di cui sarà segretario. Avrà
vio il parere del capitano, dando- in consegna il magazzino di depo-
ne però parte a monsignor mag- sito del vestiario ed altro. Il trom-
giordomo. Rilascerà le patenti ed ba dovrà prestare il servizio a pie-
i buon servizio firma-
certificati di di e a cavallo... porterà giornal-
ti da monsignor maggiordomo e mente gli ordini agli uffiziali ed
da lui stesso. Provocherà da mon- esenti ed ì rapporti ai capitani.
,

signor maggiordomo i comodi e le L'intendente di scuderia avrà cura


riparazioni necessarie nei locali ad- de' cavalli e della scuderia .... I
detti al servizio del corpo, quar- caporali garzoni manterranno la
tieri , corpi di guardia , scuderie polizia de' quartieri e camere an-
camere degl' individui. Presiederà nesse, e faranno tutti i bassi ser-
al consiglio diamministrazione e al vizi. L'armiere custodirà le armi.
consiglio di ammissione. In caso di Titolo quinto. Del vestiario, dei
vacanza sceglierà un esente per a- distintivi, dei gradi, delle bardatu-
iutante maggiore col l'approvazione re e delle armi. Il vestiario del ca-
dimonsignor maggiordomo. Essen- pitano comandante fino alla guar-
do regolare il passaggio da guardia dia inclusiva mente sarà a carico
a cadetto, all' occorrenza egli stes- dell'individuo; degli altri individui
so lo eseguirà: non così nel pas- anderà a carico del corpo. Il vestia-

saggio da cadetto ad esente, da e- rio sarà di due sorte, di gala, cioè,


sente ad uffiziale, giacche in tali e giornaliero. Il primo consisterà

casine farà rapporto a monsignor in abito rosso ad un petto, mostreg-


maggiordomo per averne l'appro- giato celeste, guarnito in oro (
per
vazione sovrana. V. Sedia gesta- i capitani ed uffiziali la guarnizio-
toria. ne sarà in ricamo), cappello bor-
Titolo quarto. Doveri dell'aiu- dato d'oro con pennacchio bianco,
tante maggiore, foriere, tromba, calzoni bianchi ,
guanti gialli , sti-

intendente di scuderia , caporale vali forti, speroni d'argento. Il se-


garzone, armiere. L'aiutante mag- condo consisterà in abito blu ad
giore potrà comunicare ordini . . un petto, mostreggiato celeste, e
sarà l'istruttore del corpo. Inter- filettato rosso con piccoli galloni
verrà a tutti i consigli, e ne sarà d'oro al collo, ai paramani ed al-
il segretario. Sorveglierà i locali le saccoccie, cappello con bordo
appartenenti al corpo, de' quali nero, pennacchio nero, guanti ne-
terrà inventario, e promuoverà le ri, calzoni celesti, stivali forti, spe-
istanze pei bisogni e riparazioni roni d'acciaio. Il ferraiolo sarà bian-
opportune. Il foriere disimpegnerà co. Le guardie avranno nella gala
la contabilità in generale, e parti- giberna dorata con porta-giberna
colarmente formerà il preventivo di gallone d' oro , e giornalmente
annuale, i rendiconti mensili e ge- giberna di corame nero, con por-
nerali. Farà i ruoli mensili, esige- ta giberna simile. Gli esenti, i ca-
rà i mandati in depositeria con gi- detti e le guardie avranno nella
rata del capitano comandante, ter- gala un centurone di gallone d'oro >

rà la cassa, effettuerà i pagamen- gli uffiziali ricamato. Giornalmen-


ti .. . assisterà al consiglio di am- te poi tutti avranno il centurone
ministrazione, ed al consiglio par- di corame ner,o. GU ufficiali, esen-
i34 GUA GUA
ti , cadetti e guardie avranno le La bardatura consisterà in gual-
spalline, i fiocchi al cappello, e la drappa, coprifondi ( valige per la
dragona secondo grado corrispon-
il campagna), il tutto di panno cele-
dente aglidelle truppe
uffiziali ste filettato rosso; in quella di ga-
pontificie. Il capitano comandante la vi saranno de' galloni. Le selle
ed il capitano avranno tre ordini e bardature degli uili/.iali ed esen-
di ricamo al collo ed ai parama- ti saranno a loro carico.. Le armi
ni, e tre stelle d'argento sulle spal- consisteranno nella sciabola dritta
line. Il tenente e sottotenente due con fodero di acciaio bianco, e pi-
ordini di ricamo, il primo due stel- stole. Le armi saranno fornite dal

le, ilsecondo una come sopra. Tut- corpo a tutti gì' individui ec. ec. ,

ti gli uffiziali avranno la fascia che I giubilati , e quelli che avranno


giornalmente sarà di seta celeste 1' uniforme ad onore , avranno lo
ed oro, nella gala oro ed argento. stesso vestiario giornaliero indica-
Il vestiario delle trombe parimen- to di sopra. Faranno uso soltan-
ti di gala e giornaliero sarà ce- to dell'uniforme giornaliero.
leste mostreggiato rosso ,
pennac- Titolo sesto. Del consiglio di
chio giallo. 11 vestiario del foriere amministrazione, del consiglio pic-
sarà un solo rosso ; non avrà spal- colo d'amministrazione, e del con-
line, ma un ricamo al collo, ai siglio di revisione all' abbigliamen-
paramani ed ai bottoni dietro la to, ec. ec.
vita. Il vestiario dell'intendente di Titolo settimo. Dei gradi del
scuderia sarà blu mostreggiato ros- corpo corrispondenti a quelli delle
so, e filettato celeste senza distinti- truppe pontificie, degli onori e dei
va militare. Quello de' caporali gar- privilegi. Capitano comandante e
zoni e dell'armiere sarà blìi mo- capitano, tenenti generali. Tenente
streggiato rosso, e filettato celeste: e sotto-tenente, brigadieri genera-
non avrà però forma militare. L'a- li. Esenti , colonnelli. Cadetti , te-
iutante maggiore avrà per distin- nenti colonnelli. Prime guar- dieci
tivo una fascia, ed inoltre un pic- die, capitani. Seconde
venti guar-
colo ricamo al bavaro ed ai para- die , tenenti. Terze venti guardie,
mani. Gli esenti avranno un ba- sotto- tenenti. Foriere , maresciallo
stone (ne parlammo al voi. IV, p. d'alloggio in capo. Tromba, mare-
19 del Dizionario) di ebano lun- sciallo d'alloggio. Godranno gl'in-
go circa un palmo, che porteran- dividui del corpo presso d'ogni ar-
no infilato al petto sul lato sini- ma delle truppe pontificie
gli ono-

L'esente di servizio porterà in


stro. ri L'uniforme delle guar-
relativi.
mano bastone simile, ma lungo die potrà portarlo chi ha prestato
palmi tre circa (il bastone è se- quindici anni di onorato servizio.
gno ancora comando che ha
del La patente sarà equivalente a car-
l'esente, durante il tempo del suo ta di sicurezza. Ogni individuo po-
servizio, sopra tutti i corpi milita- trà andare a caccia senza licenza.
ri che sono di guardia al palazzo Per le esecuzioni e sequestri abbi-
apostolico, comprensivamente al cor- sogna Yexequatur del capitano co-
po, di guardia detto la reale). La sella mandante e di monsignor maggior-
sarà di mezzo maneggio, i finimenti domo. Per la festa di s. Pietro e
saranno guarniti di metallo dorato. nelle altre occasioni che si dispen-
, 6

GUA UÀ 1 35
sano medaglie d'argento, gl'indivi- ranno i pizzi della coltre; dietro
dui del corpo ne avranno. Per la esse un cadetto, e tutti col cappello
candelora si distribuiranno le solite in testa. Per un cadetto quattro
candele. Quando il santo Padre cadetti ai pizzi della coltre; segui-
distribuirà la comunione alla fami- rà un cadetto alla testa di sei guar-
glia nobile ( ne trattammo al voi. die a piedi coli' arma a funerale.
IX, p. 167 del Dizionario, ed al- Per un esente e per V aiutante
trove), gl'individui del corpo vi maggiore quattro esenti alle coltre,
avranno luogo. Il corpo delle guar- un esente alla testa di dodici guar-
die nobili essendo destinato alla die con un cadetto. Dovranno se-
custodia della sacra persona di No- guire convoglio gl'individui ap-
il

stro Signore, non interverrà alle partenenti alla mezza brigata del
pubbliche funzioni, se non quando defunto nel grado eguale ed infe-
v'interviene sua Santità, e si riti- riore. Sarà poi permesso di unirsi
rerà subito che la Santità sua si a questi anche ad altri del corpo
ritira, o manda contro ordine, in di qualunque grado essi sieno : por-
seguito del quale non interviene. teranno il cappello in testa. Per il

V. Famiglia pontificia, Cappelle sottotenente e tenente quattro eseuti


pontificie , Concistori Canonizza- , im-
alla coltre, l'altro uffiziule seguirà

zioni, Funerali, e gli altri articoli mediatamente quindi un plotone di-


:

relativi a funzioni che assiste o ce- viso in due sezioni comandate da due
lebra il Papa ove viene descritto
, esenti. Nel tempo della messa due

anche quanto riguarda il corpo del- guardie armate saranno presso il


le guardie nobili , le cui trombe cadavere. Per il capitano quattro
suonano un concerto nell'ingresso esenti alle coltre, seguiranno idue
della basilica, allorché il Pontefice ufficiali subalterni ; quindi la com-
si porta ai vesperi pontificali per pa snia formata in sezioni. Nel tem-
Je feste di Natale e di s. Pietro po della messa quattro guardie ar-
quando si reca a celebrare solen- mate circonderanno il cadavere. Per
nemente, e quando fa l'elevazione il capitano comandante due esenti
dell' ostia e del calice consacrati. e i due uffiziali subalterni alle coltre.
Prima il concerto avea luogo quan- Seguirà il capitano, l'aiutante mag-
do il Pontefice portavasi in sedia giore, ed il foriere. Quattro guar-
nella basilica vaticana ed all' ele- , die armate intorno al feretro. Nel
vazione delle dette specie sagramen- tempo della messa un cadetto e
tali , nella messa cantata alla pre- quattro guardie armate circonde-
senza del Papa da un cardinale. ranno il cadavere. Per qualunque
Le trombe de' cavalleggieri allorché grado spettano le spalline all'aiu-
nella cappella pontificia nel sabbato tante maggiore; cappello, pennac-
santo s'in tuonava
il Gloria in ex- chio, stivali, speroni (tutto gior-
celsis Deo, suonavano alquanto. naliero ) trombe.
alle
Titolo ottavo. Degli onori fune- Qui noteremo, che nel numero
bri per gl'individui del corpo. Non 1 3 del Diario di Roma del 1 8 1

si faranno onori funebri se non a si legge: » Ebbero luogo domeni-


richiesta degli eredi e a loro spe- ca scorsa le solenni esequie nel-
se. Nel trasporto del cadavere di la chiesa di s. Eustachio pel de-
una guardia quattro guardie ter- funto duca d. Luigi Braschi One-
,

i36 GUA GUA


stiprimo comandante delle guar- al medesimo corpo,arrestato che
die nobili di sua Santità. Assiste- siada altra truppa, sarà immedia-
rono alla funebre funzione la ca- tamente consegnato al quartiere
mera segreta di Nostro Signore , delle guardie nobili. L'uditore ci-

coi monsignori maggiordomo e mae- vile de' sacri palazzi apostolici fa-

stro di camera, e tutto il corpo del- rà le funzioni di fiscale del corpo,


le guardie nobili". onde promuovere l'amministrazione
Noteremo ancora , che ai fune- della giustizia, sostenere la giuris-
rali degli individui primari della dizione, e tutt' altro riguardante i

camera segreta , intervenendo i diritti, privilegi e le prerogative


membri che la compongono sì ec- delle guardie nobili. Nel caso in
clesiasticiche secolari , vi prende- cui altro tribunale avesse princi-
vano luogo i capitani delle guar- piato atti criminali contro qualche
die del corpo de' cavalleggieri, e i soggetto spettante a questo corpo,
cavalieri lande spezzate finche esi- ilcapitanò comandante dirigerà a
stettero. Dopo l'istituzione delle monsignor maggiordomo una me-
guardie nobili, che successero ai moria di officio, nella quale recla-
primi ed ai secondi , facendo par- merà la trasmissione degli atti, ec.

te i loro uffiziali ed esenti alla ca- Monsignor maggiordomo sarà capo


mera segreta, come si è detto al óV consigli di disciplina e di guer-
citato articolo, ne' funerali di qual- ra. In seguito sarà umiliata da
che primario individuò appartenen- monsignor maggiordomo al santo
te alla medesima vi prestarono assi- Padre copia della sentenza per far-
stenza alcuni dello stesso corpo. E la approvare.
in fatti nel numero io4 del Dia* Le guardie nobili sino all'anno
rio di Roma del 1807, riportando- 1841, ed a'23 aprile,usavano sul
si i funerali celebrati a monsignor petto le ghiglie d'oro, alle quali
Gavotti maggiordomo, si legge che con beneplàcito pontifìcio fu sosti-
vi assisterono le guardie nobili. Da tuita la bandoliera che portavano
ultimo ne' funerali celebrati pel i cavalleggieri e le medesime guar-
marchese Scipione Sacchetti caval- die nobili nei primi anni della loro
lerizzo maggiore, v' intervennero il istituzione, la quale fu assunta nel di
tenente é sotto-tènentè, e quattro seguente da tutti i membri del cor-
esenti delle guardie nobili, in un po. La bandoliera è di due specie,
all'anticamera segreta ecclesiastica giornaliera e di gala, e si porta a
e secolare. traverso del corpo dalla spalla si-

Titolo nono. Delle pene disci- nistra al fianco destro. La bando-


plinari, e come applicate, èc. ec. liera giornaliera è dipanno celeste
'
Titolo decimo. Del consiglio di filettata da sbarre di
e traversata
disciplina è del consiglio di guer- galloncino d'oro, avente in mezzo
ra, ec. ec. Solo diremo che tran- sul petto una placca di metallo do-
ne il caso che un individuo del rato, ornata du trofei militari col-

corpo comméttesse disordini in tea- la cifra nel centro inargentata


tro od altro pubblico spettacolo G. N. P. Chiude le due estremità
cui allora spetterà la punizione a altra placca simile col triregno e

monsignor governatore di Roma , chiavi incrociate. La bandoliera di


qualunque individuo appartenente gala formasi cV uu gallone d'oro
,

GUA GUA i3 7
con scacchi nel mezzo di seta ce- scari, Cardinale. Guarino della no-
leste, ed ha le due medesime plac- bile famiglia bolognese Guarini , e
che. La bandoliera però delie guar- della Foscari o Fuscari per parte
die o ollìziali in pensione o in ri- materna, fu canonico regolare della
tiro è come la giornaliera, ma il congregazione di s. Maria del Re-
gallonano è di argento: in morte, no come vuole il p. Trombelli, o
ancor questa si deve restituire al come vogliono il Ciacconio e l'Ol-
corpo. La bandoliera del foriere è doino di quella di s. Frediano di
come quella delle guardie. La ban- Lucca, ovvero al dire del Sigonio,
doliera delle trombe è di panno del Suarez e di altri, canonico re-
rosso, nel resto essendo eguale alle golare nel monistero di s. Croce
altre bandoliere. Inoltre le guardie di Mortara presso Pavia , o final-
nobili in sede vacante assistono ai mente canonico della cattedrale di
novendiali ed alle congregazioni ge- Bologna come dimostra il Lamber-
nerali che tengono i cardinali; H tini nel tom. X
delle sue opere p.
accompagnano nel solenne ingresso 58i e seg., il quale si protesta di
in conclave e nella sera di esso
, non voler prendere parte nella ri-
ogni loro cella ha una guardia no- soluzione della questione. Ricusato
bile armata , al modo che dicem- con pari umiltà e costanza il ve-
mo agli articoli Conclave e Cel- scovato di Pavia, si sottrasse da
la. Lo ripetiamo, ai rispettivi ar- quel formidabile peso con fuggir-
ticoli di questo Dizionario si trat- sene in luogo occulto, donde non
ta di quanto riguarda il corpo del- sorti finche non fu eletto e con-
le guardie nobili e le onorevoli in- sacrato il nuovo vescovo. Non potè
cumbenze ed che disimpegna-
uffizi però egualmente disimpegnarsi dal-
no. Il regnante Pontefice Grego- l'accettare il cardinalato, ed il ve-
rio XVI, pienamente soddisfatto di scovato di Palestrina, che gli con-
questo cospicuo corpo, per la di- ferì il suo parente e concittadino
sciplina che mirabilmente osserva Lucio II, nelle tempora dell' avven-
pel zelo con cui disimpegna il ser- to dell'anno ii44» cne l'obbligò
vizio e le sue attribuzioni, per la benché in età pressoché decrepita
costante fedeltà ed attaccamento ad accettare con espresso comando
verso la sua sacra persona , e per le due dignità. Inoltre il Pontefi-
altri singolari pregi che lo distin- ce gli fece molti doni, e fra gli
guono, meritamente riguarda i no- altri di alcuni bellissimi cavalli,
bili individui che lo compongono i quali il cardinale fece tosto ven-
con ispeciale benevolenza ed affe- dere, con gli altri donativi, e ne
zione, avendogliene date in più in- distribuì il prezzo ricavato ai mi-
contri chiare prove: ha decorato serabili, in sollievo de' quali fondò
della gran croce di s. Gregorio Ma- nella sua patria un ospedale sotto
gno il capitano comandante, il ca- l' invocazione di s. Giobbe e lo ,

pitano e il capitano coadiutore; e dotò di rendite sufficienti, non la-


del grado ed insegne di commen- sciando in egual tempo di predi-
datore e cavaliere del medesimo care al popolo alla sua cura affi-
ordine molti individui del corpo dato con assidua frequenza l'evan-
stesso. geliche verità. Dubitando però il
GUARINO (s.), Foscari o Fu- cardinale di non adempiere piena-
,,

i38 GUA GUA


mente ai suoi doveri , due volte nizzato da Alessandro III. Nel mar-
tentò di lasciar il vescovato con la tirologio si dice, che il di lui cor-
fuga: la prima volta si ricoverò po riposa in Bologna, onde si po-
nel sacro speco di Subiaco, donde trebbe forse ritenere , che sepolto
fu richiamato da Eugenio III; la in Palestrina, fosse poi stato tras-

seconda volta in Ostia, donde per portato nella sua patria. Certo è
non cadere nelle mani de' sarace- che corpo fu dai sacerdoti pre-
il

ni che nell'anno n5i o ii54 in- neslini riposto in urna di marmo,

festavano quelle spiaggie, fu co- che collocarono nel sotterraneo del-


stretto a trasferirsi in Roma, e la loro cattedrale, dove il cardinal
quella probabilmente fu l'occasione Giovanni Vitelleschi di Corneto
io cui sottoscrisse una bolla di A- trovò quelle sacre ossa e le fece
nastasio IV. Ben presto però se ne trasportare a Corneto. 11 p. abba-
tornò in Palestrina , ove riassunto te Trombelli nelle Memorie stori-

con più fervore il sacro ministero, che di s. Maria del Reno, alla p.
sentendosi mancar le forze, un gior- 190 e seg. è di parere che nel
no chiamò a se canonici, e pro- i martirologio si asserisca essere il

testando loro di non aver altro di corpo di s. Guarino in Bologna


proprio che le misere vesti che in- perchè bolognese ed ascritto al
dossava, predisse ai medesimi la vi- clero della città. Il Lambertini o
cina sua morte. Alla fine dopo es- sia Benedetto XIV, nel suo tratta-

sersi trovato presente alle elezioni to dei santi bolognesi, parla a lun-
di Eugenio III, Anastasio IV, e go di questo punto. Oltre la vita
Adriano IV, essendo vissuto quin- di s. Guarino riportata dall' Ughel-
dici anni nella dignità cardinalizia, li, se ne trova un'antichissima in
chiaro per meriti e virtù si riposò fine di un libro contenente le

nel Signore a' 6 febbraio i5g, in


i opere minori di sant' Agostino ,

età di settantacinque anni come stampato nel i49 r > ea


*
esistente
scrivono i Bollandoti, l'Ughelli, il in Roma nella biblioteca Corsini, es-
Ghirardacci, ed il Cecconi nella sendo raro.
Storia di Palestrina, i quali ripro- GUARINO o GUARINI Ilde-
vano le opinioni del Ciacconio, del brando, Cardinale. Ildebrando Gua-
Ghini, del Suarez, del Masini e del rino o Guarnii nobile di Bologna,
Piazza, i quali pretendono che mo- fratello del precedente, omesso dal
risse di centodieci anni. Sembra pe* Ciacconio nella storia de' cardinali,
rò che tutti abbiano equivocato, e supplito dal Masini nella sua
menlre il Petrini nella Storia di Bologna perlustrata par. II, p. 1 x,

Palestrina, avendo con critica e di- e dal p. Trombelli nelle sue Me-
ligenza esaminata la morte del car- morie a pag. 222, fu creato car-
dinale, la stabili in anni centotre, dinale nelle tempora dell'avvento
epoca memorabile per gli strepitosi del 11 44 dal suo parente Lucio
prodigi co' quali Iddio volle auten- II. Avverte il Cardella nelle Me-
ticare la santità del suo servo. Eb- morie storiche de' cardinali, che al-
be onorevole sepoltura nella sua cuni scrittori hanno attribuito al

chiesa di Palestrina, ed il di lui cardinal Ildebrando Grassi, quanto


nome si legge nel martirologio ro- riguarda questo cardinal Ildebran-
mano a' 6 febbraio, siccome cano- do Guarini, ed aggiunge che questi
,

GUA GUA ,3c,

morì nel 1 55 come rilevasi da


i to cardinale. Assistè nel conclave
un antico necrologio. all'elezione ili Giovanni XX11, e
GUARNA Romualdo, Cardinale. chiuse in pace i suoi giorni in quel
Romualdo Guarna nato nobilmen- pontificato.

te in Salerno , chiaro non meno GUASTALLA (Guastallen). Cit-


per dottrina che per prudenza, fu tà con residenza vescovile nel du-
da Pasquale II del 1099 creato cato di Parma, capoluogo del di-
cardinale diacono di s. Maria in stretto del suo nome presso la ri-
Via Lata, quindi spedito con Pie- va destra del Po, non lunge dal
tro vescovo cardinale Portuense ed confluente di questo fiume e del
altri personaggi, legato alla città di Crostolo. E questo uno de' punti i
Renevento per istabilire
,
la pace più importanti che vi sieno sul Po.
coi normanni. Calisto II lo fece ar- Guastalla è pure ducato, che for-
civescovo di sua patria nel 1121, ma attualmente un distretto del
e nel mese di settembre lo consa- ducato di Parma, dal quale è
crò, come narra il Fulcone nella lontano quattro leghe , e trovasi
sua cronaca. Compose questo dotto rinchiuso tra il ducato di Modena
cardinale una cronaca dal princi- ed il regno Lombardo- Veneto, da
pio del mondo fino a' suoi tempi cui viene diviso dal Po, e si ap-
alcune vite di santi, e il breviario poggia all'ovest del fiume Crosto-
di cui sino al 1587 si servirono i lo la sua lunghezza è di tre le-
:

canonici di quella metropolitana ghe e tre quarti , Ja larghezza di


nella recitazione del divino uffizio, tre leghe e un quarto, e la super-
e dopo aver compartito immensi ficie di circa quattro leghe. Dap-
benefizi alla sua chiesa, fini in pa- prima vi dominarono i Torelli.
ce suoi giorni poco dopo il 1121,
i Appartenne anticamente al ducato
come accenna il Ciacconio , e ri- o ai duchi di Mantova, ed era la
mase in essa sepolto entro un ma- residenza di uno dei rami dell'illu-
gnifico avello. Sottoscrisse diverse stre famiglia Gonzaga, che ne go-
Ge-
bolle, e concorse all'elezione di dette il principato, il quale acqui-
lasio Noteremo che questo car-
II. stò dalla contessa Luigia Torelli
dinale non va confuso con un al- superstite di sua nobilissima fami-
tro arcivescovo di Salerno dello glia, e fondatrice delle Guaslalline
stesso nome e cognome, che da Eu- (Vedi), e delle Angeliche (Vedi).
genio ovvero da Anastasio IV
III, Fu eretto in ducato e Guastalla
nel ri 53, o nel 11 54 ottenne il in città dall' imperatore Ferdinan-
governo di quella chiesa, la di cui do II nel 1598, a favore di Fer-
vita viene riportata nel tom. XXI dinando Gonzaga. La città ha un
degli opuscoli scientifici di Angelo castello e molte chiese, ed è cinta
Calogerà, pag. 147, ch'è totalmen- di belle mura. Altre volte fu mol-
te diverso dal nostro cardinale. to considerevole, ma tuttora è im-
GUASCOGNA Pietro, Cardi- portante , ed insieme elegante pei
nale. Pietro da Guascogna nelle suoi edifizi ed altri pregi che l'a-
Gallie, monaco e abbate benedet- dornano. Guastalla, V'astalla e nel
tino nelmonistero di s. Severo di medio evo Guardastalluni, al di-
Roslagno nella diocesi di Tarbes, re del Muratori nella XXI disseit.
fu da Clemente V del i3o5crea- delle Antichità italiane, era una coi-
2

i4o GUA GUA


le anticamente compresa nel ter- di Parma (Vedi), e dato con que-
ritorio di Reggio, e fu come dire- sto all'arciduchessa d' Austria Ma-
mo anche soggetta monistero
al ria Luigia che n' è la sovrana.
di s. Sisto di Piacenza, ciò che il La chiesa di Guastalla, parroc-
Muratori riporta nella dissert. XLVI. chiale col titolo di pieve sotto l'in-
La città fu più volte assediata e vocazione de'ss. Pietro e Paolo, eb-
presa. Nel 1702 se ne impadroniro- be origine nel nono secolo, fu con-
no gl'imperiali, e nello stesso anno sacrata nell'anno 996 dal Pontefice
apri le sue porte al duca di Ven- Gregorio V, quindi nobilitata nel
dome , ed all'esercito francese , il seguente secolo da due concilii che
quale l'abbandonò nel 1706, per riporteremo per ultimo. Il p. Ire-
cui vi rientrarono gì' imperiali e vi neo Affo nel 1774 in Parma pub-
posero guarnigione, impadronendo- blicò le Antichità e pregi della
si l'imperatore del ducato dopo la chiesa di
Guastalla > nelle quali
morte dell'ultimo duca di Manto- narra che Angilberga moglie di
va. Essi nel 1734 la resero alle Lodovico II imperatore, ebbe da
truppe di Francia e di Spagna; ma questi in dono la chiesa di Gua-
ben presto, dopo l'arrivo di nuove stalla. Avendo l'imperatrice fonda-
truppe imperiali tedesche di Carlo to alle monache benedettine il mo-

VI, si diede sotto le sue mura il nistero di s. Sisto fuori di Piacen-

1 9 settembre dell' anno stesso, fra za, gli donò la chiesa di Guastal-
queste ed i francesi, un sanguinoso la, per cui nella giurisdizione fu
ed ostinato combattimento, nel qua- sottratta al vescovo diocesano di
le questi ultimi rimasero vincitori Pieggio, e gli lasciò ancora i suoi
uniti coi sardi. Dipoi nel 1746 il beni. Perduto dalle monache il do-
generale austriaco Brown la tolse minio della chiesa di Guastalla, il
agli spagnuoli; quindi l'imperatore vescovo di Reggio investi Bonifa-
Francesco I convenne nel trattato zio marchese di Toscana padre ,

di Aix la Chapelle nel 1748, di della contessa Matilde, della pieve


cedere il ducato di Guastalla al- di Guastalla e della cappella di s.
l' infante di Spagna Carlo duca di Giorgio. Divenuta la pia Matilde
Parma. Dopo varie vicende la cit- erede dei paterni dominii, restituì
tà ed il ducato nel 1796 vennero la chiesa alle monache di s. Sisto;

riuniti alla repubblica italiana. Nel però da questo monistero nel 1 1 1

1806 a'3o marzo fu da Napoleo- fece da Pasquale II espellere le mo-


ne Bonaparte dato il ducato in do- nache, e sostituire i monaci bene-
te ed appannaggio a sua sorella dettini di s. Benedetto di Polirone,
Paolina moglie del principe Bor- essendone allora abbate Odone. La
ghese, la quale vendette la città e chiesa di Guastalla, sebbene nella
il ducato alla repubblica italiana diocesi di Reggio, continuò ad esse-
per sei milioni di franchi, ritenen- re esente, e soggetta alla santa Se-
do però il titolo di duchessa di de. Indi i monaci di s. Sisto nel
Guastalla. Riunito il ducato al re- fine del secolo XII cederono ai cre-
gno d'Italia, a questo rimase sog- monesi la signoria che avevano su
getto sino al 18 15, in cui per le Guastalla, la quale in seguito fu oc-
risoluzioni del congresso di Vien- cupata da Barnabò Visconti. Dopo
na fu di nuovo annesso al ducato iL i/|.i3 incominciarono a governar
GUA GUA 1 4i
la chiesa gli arcipreti , dipendenti data 17 settembre 1773. Il suo
a'
talora dal vescovo di Reggio, sen- successore Pio VI, con breve apo-
za diminuirsi la soggezione alla stolico de' 3 giugno 1775 concesse
santa Sede che avea sottoposti al
gli all'abbate potere amministrare
di
vescovo di Reggio. Nel i4?6 la la confermazione a' suoi diocesani,
chiesa ottenne da Sisto IV territo- ed era inclinato a stabilirvi la se-
rio separato, e divenne diocesi. Ol- de vescovile. Finalmente, essendo
tre a ciò l'arciprete di collazione morto il dotto abbate de' conti
pontificia, dal dominio de' Torelli Scutellaria i guastallesi supplicaro-
essendo passata la città a quello no la regnante Maria Luigia per-
de'Gonzaga, sotto il piissimo Cesa- chè il Pontefice Leone XII dasse
re Gonzaga ottenne privilegi, au- compimento a quanto volevano fa-
torità e prerogative proprie di un re diversi suoi predecessori.
ordinario di quei tempi. La chiesa Emula la duchessa di Angilber-
eretta da lui Dio e
in onore di ga, di Matilde e di Teodora d'As-
del principe degli apostoli dentro sia Darmstadt Gonzaga, beneme-
le mura della città, fu consacrata rentissime della chiesa di Guastal-
nel i5j5 dal cardinal s. Carlo Ror- la, pel suo religioso zelo con de-
romeo. Nel i585 questa chiesa sali creto de' 6 marzo assegnò 1828
a gran lustro per Fer-
le istanze di del proprio patrimonio cinquemila
rante li signore di Guastalla, dap- franchi in dote del nuovo semina-
poiché Sisto V
soppresse l'arcipre- rio, e con altro de' i4 agosto dello
tura della pieve di Guastalla con stesso anno altri seimila trecento
l'autorità della bolla In supremae alla mensa vescovile, in aggiunta a
apostolicas, eresse in abbazia nul~ duemila settecento goduti per Io
lius la nuova chiesa di s. Pietro addietro dall'abbate. Provveduta
con un collegio di canonici e vi , così la mensa e il seminario, ot-
trasferì la giurisdizione goduta dal- tenne dal medesimo Leone XII
l'arciprete della pieve. Dipoi Fer- che con bolla de' 1 3 settembre
rante III duca di Guastalla era in- 1828 erigesse a città vescovile Gua-
tento a farla dichiarare seggio e- stalla con tutti i diritti, onori e
piscopale dalla santa Sede, quan- prerogative delle altre elevate a
do la morte lo rapì a' viventi. Il tal grado; e quindi costituendo
suo successore Ferdinando Carlo cattedrale la chiesa di s. Pietro,
nutriva lo stesso desiderio, e stava buono edilìzio, la sottopose con la
Innocenzo XI per erigerla in ve- diocesi immediatamente alla Se-
scovato, quando alcune circostanze de apostolica. Eresse il capitolo com-
sopravvenute ne impedirono l'effet- ponendolo di cinque dignità, dichia-
tuazione; né miglior riuscita per randone prima quella dell'arcipre-
le difficoltà de' tempi ebbero le in- te , di sedici canonici comprese
tenzioni di Ferdinando Rorbone le prebende del penitenziere e
duca di Parma. Clemente XIV, ad del teologo, di sette mansionari, di
istanza della principessa Teodora due prebendari, oltre altri preti e
duchessa vedova di Guastalla, ac- chierici addetti all'uffiziatura delia
cordò all'abbate aumento di giu- chiesa. Quindi il Pontefice aggre-
risdizione e mediante la
privilegi, gò al territorio dell'antica abbazia
costituzione Illustrium pcrsonarum, quelli ancora di Luzzara e Reg-
ì.U GUA GUA
&iolo, dipendenti in passato dal ve- sciatori di Enrico V re de' roma-
scovato di fileggio, ed allora dal- ni, e la conlessa Matilde. Pasqua-
l'ordinario di Palina, per le apo- le II decretò
che la provincia di
dicembre 8?. 1
stoliche lettere de'2 1 1 Emilia non sarebbe più soggetta
emanate da Pio Vlf. L'episcopio alla metropoli di Ravenna, per cui
fu stabilito aderente alla cattedra- non le restò che la provincia Fla-
le, e la tassa per ogni nuovo ve- minia. Vi si usò molta indulgen-
scovo venne registrata ne'libri del- za ai vescovi tempo
ordinati nel
la camera apostolica in fiorini tre- dello scisma dell'antipapa Clemen-
cento, ascendimi vero ad 1800 air* te III, purché non fossero essi né
citer sciita monctae romanae. Nel usurpatori, ne simoniaci, riè colpe-
concistoro de'i5 dicembre 1828 voli di altri delitti ; e vi si rin-
Leone XII dichiarò primo vescovo novarono le proibizioni fatte ai lai-

monsignor Giovanni Neuschel uu- ci di dare le investiture ecclesia-


garese di Scepusio, cappellano del- stiche.Labbé tom. X, Arduino
la regnante duchessa, traslatandolo tom. VI, e Martene, Thes. t. IV.
dal vescovato in partibus di Troia. GUASTALLINE, Congregazione
11 Papa che regna Gregorio XVI, religiosa e collegio. Con tal nome
nel concistoro de' 2 novembre 1 furono chiamate due comunità di-
j836 lo trasferì alla sede vescovi- verse di donzelle, che furono fon-
le di Borgo s. Donnino nello stesso date a Milano nel i533 circa da
ducato di Parma, ed in egual tem- Luigia Torelli contessa di Guastal-
po preconizzò vescovo di Guastalla la,vedova di Luigi Stanghi gen-
l'odierno monsignor Pietro Zanar- tiluomo di Cremona, unica erede
<!i, nato nella badia di Fontevivo del ricco patrimonio del conte A-
nella diocesi di Parma, rettore di chille Torelli suo genitore. Luigia
quel seminario, professore dell' u- appena rimasta vedova si dedicò
niversità, ed esaminatore pro-sino- interamente agli esercizi di pietà.
dale. Nella cattedrale vi è il fonte Da principio accolse in sua casa
battesimale e la cura d'anime, qua- le donzelle nobili, il di cui onore
le amministra dal parroco; ed
si era in pericolo a cagione di biso-
ivi venera nsi molte reliquie. Nella gno; ricoverò ancora e prestò ge-
città non vi sono altre parrocchie, neroso soccorso alle donne di cat-
\i è un convento di religiosi, ed tiva condotta, situandole in un'al-
un monistero di monache. tra casa sotto il patrocinio della
penitente Maria Egiziaca. Nel
s.

Concilii di Guastalla. i534 ottenne da Paolo III un


breve col quale fu autorizzata ad
11 primo fu celebrato nel ioop istituire una congregazione di don-
dal Pontefice Urbano li. ne le quali professassero la vita
Il secondo fu adunato dal Papa religiosa sotto la regola di s. Ago-
Pasquale li a' 22 ottobre 1 06, 1 stino, secondo gli statuti che avreb-
contro le investiture, e per con- be stabilito l'arcivescovo di Mila-
durre sulla retta via ed in grem- no, e di fare per le medesime fab-
bo alla Chiesa alcuni prelati e sa- bricare una chiesa ed un moui-
cerdoti scismatici. V'intervennero stero. Questa contessa avea vendu-
molti vescovi e chierici, gli aiuba- to Guastalla a Ferdinando Gou-
GUA GUA 143
7aga, e perciò impiegò ottantadue queste, con la differenza che le

mila scudi per comprare in Mila- angeliche non portavano il man-


no ventiquattro case nella parroc- tello che dal principio di ottobre
chia di Eufemia, ove fece edi-
s. sino a Pasqua inclusive: in petto
ficare un ampio monistero ch'eb- portavano una croce, e in dito un a-
be compimento nel i535, ed una nello d'oro con un cuore simile,
bella chiesa sotto il titolo della avente incisa l'immagine del Cro-
Conversione di s. Paolo. A secon- cefisso. Le loro costituzioni poscia
da del pontifìcio breve, la contes- furono scritte dal cardinal s. Car-
sa scelse sei monache domenicane lo Borromeo arcivescovo di Mila-
del monistero di s. Lazzaro, per- no, ed approvate da Urbano Vili
chè alla nuova comunità insegnas- a' 12 maggio 1625. Le monache
sero le religiose osservanze, nelle agostiniane angeliche di Milano fu-
quali istruite, ricevettero l'abito di rono soppresse nelle vicende poli-
religione nel i536. Nel monistero tiche nei primordi del corrente se-
\i si ritirò la benemerita e gene- colo; il loro monistero venduto,
rosa fondatrice, assumendo il nome indi rifabbricato ad uso di abita-
di Paola Maria ; indi venne deter- zioni particolari ; mentre la chiesa
minato che la congregazione pren- di s. Paolo fu dichiarata sussidia-
desse il nome di religiose Ange- ria della parrocchia di s. Eufemia.
liche (Fedi). Con quesla nuova de- Il monistero o casa che la Torelli

nominazione Paolo III le confermò fece edificare dopo uscita dalle an-
nel i536, esentandole dalla giuris- geliche, è tra Porta Romana e
dizione dell'arcivescovo di Milano, Porta Tosa, dicendosi comunemen-
ed assoggettandole alla visita e te il collegio di Guastalla : lo do-
direzione del generale de' chierici tò di rendite sufficienti al mante-
regolari di s. Paolo detti Barna- nimento di diciotto donzelle nobili
biti (Fedi). Laonde in vece di ma- ed orfane, alle quali per lo spazio
dre o sorella le religiose aggiun- di dodici anni viene provveduto di
sero al loro nome quello di Ange- quanto abbisognano fornendo il
,

lica. In principio non avevano clau- collegio la dote a quelle che si mari-
sura, questa però fu messa nel tano. Quelle che ne hanno la cura
i55j, quando le religiose vollero vivono come religiose. L'abito delle
dedicarsi ad una vita interamente guastalline è diverso da quello del-
claustrale, e vi s' impegnarono con le angeliche, essendo nero ed e-
voli. Allora Paola Maria Torelli guale a quello delle secolari quan-
usci dal monistero e fondò un'al- to alla figura, mentre le secolari
tra casa senza clausura, ed istituì vestono di color turchino. Questo
in essa il collegio che dal nome benefico istituto fiorisce in Milano,
della sua patria e signoria chiamò con trenta zitelle, aventi per supe-
Guastalla, e le donzelle furono in- riora una distinta dama milanese.
di appellate guastalline, chiaman- Del collegio delle guastalline ha
dole l' istitutrice figlie diMaria. Milano, e degli scrittori che ne par-
Siccome le religiose guastalline od larono, ne tratta il p. Filippo Bo-
agostiniane angeliche furono, come nanni nel Catalogo degli ordini
dicemmo in principio, istruite dalle religiosi, par. II, pag. CI, ove ne
domenicane, vestirono l'abito di riporta la figura.
144 GUA GUA
GUASTAV1LLANI o VASTA- blica , due collegi e molte scuole
VILLANI Filippo, Cardinale. F. gratuite. Nel 1821 Guatimala fu
Vastavillani Filippo, Cardinale. incorporata al Messico, ma più tar-
GUATIMALA ( de Guatìmala di e io luglio 1823 con una
a'

in Indiis ). Città con residenza ar- costituzione analoga a quella degli


civescovile, capitale della repubbli- Stati-Uniti si rese indipendente. Do-
ca e federazione degli stati di Gua- po l'epoca della rivoluzione l' istru-
timala , e del circondario di Saca- zione pubblica ha ricevuto grandi
tepec nell'America settentrionale e miglioramenti, e l'industria mani-
centrale, sede del medesimo gover- fatturiera e le arti vi fecero pur
no federale. Trovasi alle falde del dei progressi , contandovi di già
monte Agua non lungi dal corso molte fabbriche. Questa città è
del fiume Guacalat, fertilizzata da l'emporio di un commercio consi-
numerosi ruscelli sotto un cielo
, derabile, principalmente col Messi-
puro ed un clima generalmente co e con Vera Cruz. Al nord-est
dolce. Questa città forma un per- evvi un sobborgo importante, di-
fetto quadrato diviso in quattro viso in due quartieri ed in quat-
quartieri, suddiviso ciascuno in due tro circondari , e come la città è
circondari. Le strade sono larghe, fornito di acqua mediante un Del-
dritte ed in gran parte lastricate; l' acquedotto lungo due leghe, la

le case quantunque basse a cagione cui costruzione costò immensi tra-

dei terremoti, sono eleganti, como- vagli. Si osserva pure presso la cit-

de e cinte da giardini spaziosi con tà il monistero del Carmelo sopra


serbatoi d'acqua. La piazza pubbli- una collina, in deliziosa posizione.
ca è assai larga, ben lastricata ed Guatimala fu fondata nel 1775 do-
abbellita da portici e begli edifizi; po il terremoto che distrusse quasi
nel centro evvi una bella fontana. interamente l'antica, tranne la cat-
Si osserva la cattedrale, non molto tedrale , uno de' più vasti templi
grande, ma una di bellissima ar- americani , alcune chiese ed ospe-
chitettura moderna, il palazzo ar- dali; ed ecco perchè si chiama
civescovile e quello del governo, il Guatemala la Nueva: la sede del-
palazzo pubblico, la dogana, la zec- l'antico governo e quella dell'arci-
cale. Inoltre vi sono diverse chiese, vescovo furono trasferite nel 1776.
vi

fra le quali meritano menzione Guatimala o Guatemala l'antica


quella diTeresa e quella detta
s. detta Guatemala Antigua, già ca-
il Pantheon cosi monisteri , con-
; pitale di una delle tre udienze o
venti, ospedali, ospizi ed altri Sta- divisioni del vecchio Messico o nuo-
bilimenti. L'università di s. Carlo va Spagna, la fabbricarono gli spa-
fu fondata nel 1676 da Carlo II re gnuoli per mezzo di Ferdinando
di Spagna, ed approvata da Inno- Cortez nel io»23 circa. Altri la di-
cenzo XI con la costituzione Supre- cono fondata nel i524 da Alvora-
ma de' 18 giugno 1687, presso il do; altri che a' 21 luglio i54 l fuv-
Bull. Rom. t. Vili, p. 438, con do- vi posta la prima pietra, venendo
dici cattedre. Havvi pure un'accade- a
intitolata s. Giacomo apostolo di
mia una società di
delle belle arti, Compostella denominata , e perciò
economia rurale, un museo di sto- eziandio San Jago de Guatemala.
ria naturale, una biblioteca pub- Ma i due vulcani di Agua e di
,

GtJA GUA ij)


Filegò la travagliarono sempre in di Spagna metropolitana, e gli
in
guisa che nel corso di cent'anni si assegnò per suffraganee le sedi ve-
trovò quasi distrutta, e se ne can- scovilidi Comaygua, Nicaragua e
giò l'area in sito più opportuno. Chiapa. Essendo allora vescovo di
La sede vescovile venne istituita Gua ti inala Pietro Pardo, ne diven-
da Paolo IH nel i547, e fatta suf- ne il primo arcivescovo. Tuttora i

fraganea della metropoli di Messi- detti tre vescovati sono suffraganei


co. Ne Papa primo ve-
dichiarò il della chiesa di Gualimala.Pio VII
scovo Francesco Maroquin celebre a'i5 marzo 18 5 ne fece arcive- 1

predicatore, che mori nel i563. scovo il vivente monsignor Casans-


Suoi successori furono Bernardino y-Torres, nato in Jaca, traslato dal
nominato nel i564j
di Billalpando, titolo episcopale di Rosa in parti-
morto nel i566. Gomez di Cordo- bus; ed il regnante Gregorio XVI
va dell'ordine di s. Girolamo, che nel concistoro de*27 gennaio i843
morì nel i5y4- Giovanni Ramirez ne dichiarò coadiutore con futura
domenicano, nominato neh6og, che successione monsignor Francesco
terminò di vivere l'anno seguente. Garcia Pelaez dell arcidiocesi, già
Giovanni Cavezasdomenicano^ fatto professore di teologia nell'uuiversi-
successore, morto nel i6i5. Pie- tà, parroco di s. Giuseppe dell'an-

tro de Valencia di Lima eletto nel tica Gualimala e canonico onora-


i6ì6j mancò a'vivi nel medesimo rio della cattedrale , conferendogli
anno. Giovanni Zapata agostiniano, il titolo arcivescovile in partibus
eletto nel 16-22, morì nel i63o. di Bostra nelle parti degl' infedeli.
Agostino d'Ugarte preconizzato in La cattedrale, ottimo edilìzio, è
di lui luogo; indi trasferito ad A- sacra a Dio sotto l'invocazione di
requipa nel 164 Bartolomeo Gort-
' s. Giacomo apostolo. Il capitolo è
zalez inquisitore del Messico nomi- composto di tre dignità, la mag-
nato vescovo nel i6^5 sotto il , giore delle decano, di
quali è il

quale il vescovato di Verapax fu sei canonici comprese le prebende


unito a quello di Gualimala. Còm- del penitenziere e del teologo, e di
manville che questa unione
dice altri preti e chierici addetti al ser-
seguì nel 1607. Col nome di Ve- vizio divino. Nella cattedrale hav-
rapax nello stato di Gualimala vi vi il fonte battesimale e la cura
sono la città di tal nome detta , d'anime amministrata da due sa-
Verapax o Coran ed il diparti-
, cerdoti rettori. L' episcopio, palazzo
mento. Il paese fu primieramente di buona struttura, non è molto
appellato dagli spagnuoli Tierra de lungi dalla metropolitana. Nella
Guerra, dal carattere bellicoso dei città visono altre cinque parroc-
nativi che fu loro impossibile di chie munite di battisterio , cinque
sottomettere per la via delle armi. monisteri e conventi di religiosi
Carlo V gli die il nome di Vera- altrettanti monisteri di monache ,

pax perchè abbracciarono il cri- tre conservatorii, alcuni luoghi pii,

stianesimo che loro predicarono i otto sodalizi, il collegio de' poveri,


domenicani alla metà del XVI seco- l'ospedale ed il seminario cogli a-
lo. Benedetto XIV a' 1 6 dicembre lunni. Ogni nuovo arcivescovo è
S743 elevò la sede vescovile di tassato ne' registri della camera a-
Guatemala nelle Indie occidentali postolica in Ooriui trentatre, asserì'
voi. XXIUf 1*
46 GUA GUA
dttnt vero ad ultra 1 0,000 ponde- cole torri. Sulla collina a dritta del
ra ìllìus monelae, qua ad espres- fiume, un forte ed un ridotto ne
so consensu archiepiscopi absentis difendono il passaggio. Il clima vi
coadjutor ad decentem sui con- è sano, quantunque caldissimo.
gruam fruì poterit. La sede di Guayana nelle Indie
GUAYANA (fife Guayana in In- occidentali fu eretta dal Pontefice
diis )
. Città con residenza vescovi- Pio VI, che nel concistoro de' 19
le della Guayana o Gujana spa- dicembre 1791 ne dichiarò primo
gnuola , ora della regione Colom- vescovo Francesco de Ybarra di Gua-
biana della repubblica di Venezue- cata diocesi di Benezuela. Pio VII agli
la, nell'America meridionale, capi- it agosto 1800 gli die in successore
tale della provincia del suo nome. Giuseppe Antonio Mohedano della
È chiamata ancora s. Tommaso diocesi di Toledo; ed a questi nel
della Guajana ed Angostura. Fu concistoro de' i5 marzo 18 15 Giu-
dapprima sull' Orenoco,
costruita seppe de Silva-y-Olave di Quaiguil.
alia foce Carony, e rimpetto
del Leone XII fece dipoi vicario apo-
all' isola di Faxardo; ma distrutta stolico di questa chiesa Mariano
da Adriano Sanson alla testa degli Talavera Fede, che nel
di Santa
olandesi nel 1579, in seguito sulle concistoro de' i5 dicembre 1828
due rive dell' Orenoco costruì la nominò vescovo in partibus di Tri-
seconda città Antonio Berreo che cala. Il regnante Pontefice Grego-
altri chiamano Barrio, nel 588 1 rio XVI nel concistoro de' 1 2 lu-
o i5gi. La terza ebbe origine nel glio 1 84 1 dichiarò vescovo, l'odier-
1764 da Gioachino Moreno di no monsignor Mariano Fernandez
Mendoza governatore, ed occupa Fortique di Mariana di Caracas.
,

il declivio d' un colle sulla destra La sede è suffraganea della metro-


riva dell' Orenoco. Larghe e dritte poli di s. Giacomo di Benezuela.
sono le strade parallele al fiume, La cattedrale è dedicata a Dio in
e le traversali ascendono la collina. onore di s. Tommaso apostolo: a
La città non è grande, ma le case cagione dell'antichità e cattivo sta-
sono tutte in pietra di solida strut- to dell'edifizio, si sta dai fondamen-
tura , tranne quelle del basso po- ti fabbricando altra cattedrale cui
polo che abita capanne di loto sarà sostituita. Il capitolo non ha
o di canna. 11 fiume inonda spes- dignità, ne le prebende teologa-
so le basse vie, ed i cocodrilli so- le e penitenziale, ma solo com-
vente entrano nella città, e fanno ponesi di due canonici e di un be-
pasto di chi in essi miseramente neficiato cappellano , non che di

s'imbatte. Sarebbe importante il preti e chierici inservienti alla chie*


suo commercio se la foce dell'Ore- sa. Nella cattedrale vi è il sacro
noco fosse meno lontana, dovendosi fonte, eh' è l'unico della città, e la
navigare per cento leghe e più ar- cura parrocchiale si amministra dal
duamente rimontarlo. Il palazzo curato.Non havvi palazzo vescovile,
del congresso posto sopra una bel- ma una casa è assegnata per abi-
la piazza è magnifico, essendo vi- tazione del vescovo. Nella città non
cina la principale chiesa. L'ospe- vi sono altre parrocchie, vi è l'o-
dale è un bello e vasto stabilimen- spedale ed un collegio in luogo di
to, vagamente sormontato da pie- seminario. La diocesi è ampia ,
GIÙ GUA i4 7
contenente quattro provincie, con Papa regnante Gregorio XVI con
diverse città e molte parrocchie. dismembra/ione di altre diocesi ,

] frutti della mensa sono tassati per l'autorità delle lettere aposto-
ne' libri della cancelleria In supremo beati Pelri da-
apostolica liche, ,

in fiorini trentatre, IV kalenda februarii 1837. Quin-


ascendunt vero te
ad 4ooo argenteos monetac Ma- di nel concistoro de* i5 febbraio
rum partitini) nempe ad tolidem' i838 ne dichiarò primo vescovo
romana sculata. l'attuale monsignor Francesco Sa-
GUAYAQUIL ( Guayaquìlen ). verio de Garaycoa, nato in Gua-
Città con residenza vescovile della yaquil, parroco nella medesima sua
repubblica dell'Equatore nell'Ame- patria della chiesa matrice e par-
rica meridionale, capoluogo della rocchiale di s. Pietro , vicario fora-
provincia del suo nome, sul fiume neo, consultore della sacra inqui-
Guayaquil. Mediante questo è di- sizione, rettore del seminario e pro-
visa e nuova
in antica queste due : fessore di teologia. Inoltre il Pon-
comunicano insieme per
parti però tefice sottoposequesta sede sufìha-
un ponte di legno. È assai ben ganea al metropolitano di Lima, e
fabbricata in legno, e rinchiude costituì il capitolo j la mensa e la
qualche beli' edifizio j ma con cat- diocesi al modo che andiamo ad
tive strade. Il porto , uno de' più accennare. La cattedrale, edifizio
importanti grande Oceano, è
del solido di recente costruzione, è sa-
difeso da due forti, ed ha un can- cra a Dio ed al principe degli a-
tiere di costruzione , il principal postoli s. Pietro. 11 capitolo si com-
arsenale marittimo della repubbli- pone di due dignità, prima delle
ca, non che una scuola di nautica. quali è il decano, di due preben-
Vi risiede la marineria militare, de canonicali pel teologo e pel pe-
e vanta un buon collegio. Il suo nitenziere, di diversi beneficiati,
commercio vi richiama un gran maggiori e minori chiamati, il cui
numero di navi straniere, essendo numero sarà accresciuto pel decoro
considerabile massime in prodotti del culto divino. La dignità del
del paese: il popolo ha delle abi- decano esercita la cura delle ani-
tudini asiatiche, e le donne si fan- me nella parrocchia della cattedra-
no rimarcare per la loro avvenen- le , in cui è il fonte battesimale.
za. Questa città fu quasi intera- L'episcopio non esiste, ma presto
mente ridotta in cenere nel 1764 si provvederà non mancando de-
da un incendio. Nel 1770 il redi centi abitazioni, ed essendosi già
Spagna Carlo III ne ordinò la co- stabiliti de' fondi. Oltre la catte-
struzione, e fu quindiprontamen- drale vi sono diverse parrocchie
te Guayaquil fu una
ripopolata. nella città, alcune famiglie di reli-
delle prime città che scossero la giosi, confraternite ed altri pii isti-

dominazione spagnuola. Verso la tuti, insieme al seminario eh' è con-


fine del 18 19 si costituì in istato tiguo alla cattedrale. La diocesi
indipendente, ma poco tempo do- contiene Y intera provincia di Gua-
po si riunì alla repubblica di Co- yaquil con trentacinque parrocchie.
lombia , e poscia a quella dell' E- I frutti della mensa vescovile ad
quatore. ogni nuovo vescovo sono tassati
La sede vescovile fu eretta dal ne' libri della camera apostolica in
148 GUB GUB
fiorini trentatre, verus aulem ilio- Pontefice, la prima del 1102 a fa-
rum valor est quatuor millium cìr- vore della chiesa di Firenze, la se-
cìter sculatorum illarum partium. conda del no5 a favore del mo-
GUBA. Sede vescovile nella Me- nistero di s. Polirono nel territorio
sopotamia de' giacobiti nella dio- di Mantova.
cesi d'Antiochia, una delle sette cit- GUBBIO (Eugnbin). Città con
tà vescovili vicino a Mitilene. L'As- residenza vescovile dell* Umbria,
semani nomina cinque vescovi, cioè nella legazione apostolica di Urbi-
Dionigi trasferito da Guba a Mi- no e Pesaro, antichissima e nobi-
tilene nel ii 02, Lazaro del 12 16, lissima, posta quasi nell' umbilico
Gregorio Abulfaragio del i222,Bar- d' Italia, già appartenente al duca-
suraa nipote di Lazaro, che succes- to di Urbino e Pesaro, con terri-
se a Gregorio, uno di quelli che torio di circa cento miglia. E si-

imposero le mani al patriarca Igna- tuata alle falde di uno de' monti
zio IV nel 1283. 11 p. Mansi nel Apennini chiamato Ingino, e cir-
Suppl. de concilii t. I , col. 453 , condata di grosse ed alte mura,
454, fa menzione di un falso con- bagnata dal fiume o torrente Ca-
cilio di eutichiani tenuto in questa mignano che quasi per mezzo la
città nel 585, al quale presiedette divide, restando però essa unita da
Pietro detto il giovane, patriarca diversi A' tempi degli um-
ponti.
degli eutichiani ad Antiochia, e bri e de' romani era tutta nel pia-
nel quale vennero condannati co- no, ove trovansi non equivoche ve-
me apostati Probo e l'abbate Gio- stigia di sua grandezza. Non perden-
vanni , perchè abbandonando gli do di vista l'antico teatro, e pochi
errori degli eutichiani erano rien- ruderi delle mura situate vicino al
trati nella fede del concilio di Cal- cosi detto Mausoleo, vantava più
cedonia. di quattro miglia di circonferenza.
GUBBIO Giovanni, Cardinale. Ma le vicende cui furono soggette
Giovanni da Gubbio fu creato car- tutte le più cospicue città d'Italia,
dinale prete col titolo di s. Anasta- gl'incendi, le guerre, le fazioni, le
sia da Urbano II del 1088. Pasqua- rapine non poco le nocquero. Do-
le II nel 1 io5 lo destinò alla lega- po aver sofferto dagli ungaresi l' ul-
zione dell'Umbria, nel qual tem- timo eccidio, fu dai superstiti cit-

po d'ordine e commissione del Pon- tadini riedificata nel 917 sul dor-
tefice consacrò in vescovo per la so del detto monte Ingino, metà in
Gubbio sua
chiesa di patria, s. Gio- piano inclinato, metà in piano perfet-
vanni da Lodi, dopo la cui prezio- to, ed è della figura di un trapezio.

sa morte fu incaricato dal Papa di Al presente ha quasi un miglio di


scriverne la vita, e di formare l'au- diametro e tre di circuito. Gode
tentico processo sulle virtù: e mira- dì un'aria assai salubre, possiede
coli del medesimo , ch'egli fedel- terreni fertilissimi, e colli special-
mente eseguì e trasmise in Roma mente vestiti di ubertosi e pingui
a Pasquale li, nel cui pontificato olivi. L'antica città chiamavasi Ju-
fini il corso di sua carriera mor- lia Iguia, ma sul di lei nome va
tale, dopo di essere intervenuto ai consultato il celebre Agostino Steu-
comizi di sua elezione. Appose la co nella sua opera De perenni phi-
sua firma a due bolle dello stesso losophia , stampata in Venezia ,
.

GUB GUB i49


aputl Dominicum Nicolinum, ore de al mss. perchè asserisce cose non
nel voi. Ili, p. 208 vi è l'interes- vere. Non basta il nome di Giulia
sante opuscolo: De nomine urbis dato ad Iguvio per far credere
suae Eugubiam quod corruple ì
legi- quel che pretendesi nel mss. Le
tur apud scriplores, et qua ratione assertive di Lucano e di Floro
iit proferendomi. Delle sue antica- non valgono a provare che Termo
glie, oltre gli avanzi de' monumen- fuggisse dall' Umbria, a preferenza
ti restati, negli scavi che si fecero di Cicerone, che dice essere fuggi-
e van facendosi, vennero alla luce to dal Piceno. Anche Cluverio se-

preziose memorie archeologiche, che gui Steuco rigettano le sue ra-


; si

esercitarono lo studio di molti dot- gioui e quelle di Manuzio. Si pro-


ti , e chi sa quanti pregevoli mo- va con dimostrazioni che quando
numenti si trovino tuttora sepolti. Cesare acquistò Tignio, acquistò an-
Giuseppe Colucci, Delle antichi' che il Piceno , il che fa supporre
tà picene toni. XI, a p. 1 47 e seg. che Tignio fosse nel Piceno. Dal
tratta delle antichità d'Iguvio oggi tempo che Termo impiegò per an-
Gubbio. Divide 1* argomento in due dare da Tignio a Corfinio si prova
punti o articoli, ilprimo diviso in che non fu Iguvio , in più modi
XLIl §, il secondo in §. XXVII L'antico Iguvio appartenne agli

bell'articolo primo discorrendo del umbri , non ebbe però da questi


silo, del nome, della origine d'Igu- 1' origine. Gli etruschi possederono
vio e delle sue monete, svilup- Iguvio, ma non ne furono i fon-
pa questi punti. Iguvio non fu datori , come non furono i pe- Io
propriamente nel sito in cui e- lasgi e gli aborigeni. Si produce
siste oggi Gubbio , ne dove la l'opinione del Passeri, che ripete
voleva l' Ughelli , ma poco di- l'origine da gente venuta di sbar-
stante dalla presente situazione. co, e le opposizioni del Guarnacci,
Gubbio fu più verso il basso, pres- a cui si risponde. Questi greci non
so il torrente Camignano. Il nome furono altro che siculi. Come i

di questa città è stato soggetto a siculi pervenissero fino ad Iguvio.


varie scorrezioni ; quello primitivo Delle antiche monete iguvine. Opi-
e il più antico fu Ikuvium, la cui nione del Reposati circa al tempo
etimologia si ripete dal greco. Il fino a cui durò agli iguvini que-
nome ch'ebbe negli aurei secoli sto diritto di far moneta. Osserva-
romani fu Iguvium, lo stesso che zione opinione del Carli, e sul
suli'

Ikuvium. Si cerca come un tal no- monumento riferito dal Reposati.


me si corrompesse ne* tempi più All'articolo secondo discorrendo il

bassi, e l'epoca del nome Egubium Colucci della confederazione, degli


ed Eugubium. Come gli antichi avvenimenti, delle antichità d'Igu-
scrittori abbiano nominato Iguvio. vio, svolge i seguenti punti. Gl'i-
Passi controversi di Cesare e di Ci- guvini furono confederati col po-
cerone, ne' quali si è preteso tro- polo romano. Difesa del passo ci-
vare il nome d'Iguvio parimenti tato da Cicerone a favore degl'i-
scorretto. Sospetti che possono ca- guvini. I fulginati sono nominati
dere sullo Steuco, primo autore del- da Cicerone nel grado de'municipii
la correzione, e motivi che lo mos- e delle prefetture. La parola vi-

sero a farla. Non può prestarsi fe- ziata di Gcerone si può facilmen-
i5o GUB GUB
te correggerecon Iguvinatium che ci ed il Brandimarte procurarono
in Fulginatium. La confederazione diminuire la gloria di Gubbio ro-
degl' iguvini fu del genere istesso mana, e specialmente il primo, che
della confederazione dei ca merli. non contento di far derivare il no-
GÌ' igirvini non
unirono cogli
si me d' Ikuviuni dal greco, di ne-
umbri nella guerra de' romani, e gare che gli umbri ne fossero i

nemmeno coi popoli d'Italia nella fondatori, di farne possessori gli


guerra sociale: furono ascritti alla etruschi, opinioni bastantemente ri-
tribù clustumina. Memorie che si gettate da quanti scrissero a' nostri
hanno negl'istoria degl' iguvini. giorni intorno l'antichissima stirpe
GÌ' iguvini prendono in cura il re degli umbri, cerca di accusare il

Genzio prigioniere de romani: se dottissimo Steuco siccome falsato-


ne argomenta la fedeltà verso la re di codici, e cosi togliere a Gub-
romana repubblica. Di un tempio bio alcuni interessanti punti d'isto-
antichissimo degli igubini; se ne ria risguardanti la caduta della re-
precisa la situazione. Si dà un' i- pubblica romana, e le conquiste
dea della prima inaugurazione di di Cesare. Non essendo qui oppor-
questo luogo. Dalla prima sempli- tuno far lunga disamina intorno
cità si passò all'erezione del tem- tal controversia, per essere convinti
pio; nume che in esso venne ido- in contrario è d' uopo consultare
latrato, cioè Giove A pennino: ivi quanto scrissero in favore di Gub-
si conservavano le sorti, e si dava- bio l'accurato p. Sarti, De episco-
no gli oracoli. Si cerca fino a qua- pis Eugubinis p. LI, e Marcello
le epoca stesse in piedi il tempio, e Franciarini nella Dissertazione in-
del suo nome Giove. Iscrizioni an- torno l'antica città d'Iguvio oggi
tiche appartenenti a' magistrati ; i- Gubbio nell'Umbria nominata da
scrizioni nelle quali sono espressi i Slrabone e Tolomeo nelle loro geo-
seviri. Di un pubblico e privato grafie , edita nel tom, VII degli
sacerdote iguvino. Iscrizioni onde opuscoli del p. Calogerà. Ma se il

si rileva qualche professione od ar- Colucci errò nella prima parte del-
te esercitata da alcun iguvino ; al- le antichità d'Iguvio, molto bene
tre riguardanti nomi di famiglie, scrisse nella seconda.
tra le quali meritano di essere no- Le vestigia del famoso tempio di
tate le spettanti alla famiglia Gal- Giove A penni no furono discoper-
la da cui ebbe origine il poeta
, te sul principio del secolo passato,
Gallo amico di Properzio. Dell'an* quando Clemente XI fece riattare
tico teatro degl' iguvini, ed idea la via Flaminia, fra le terre della
tolta dai vestigi che ne rimango- Scheggia e di Cantiano, in una pro-
no sua iscrizione, cosa fece Gneo
: minenza detta la piaggia de' bagni
Sulpizio nel teatro; sua epoca. De- dalla parte settentrionaje d' Iguvio,
ruderi d' un antico sepolcro, che, si presso la pubblica strada eretta da-
veggono presso Gubbio. Gio. Bat- gli iguvini per essere stata questa
tista Passeri scrisse: De magistra- ridotta con magnificenza romana
tibus et sacerdotiis primitivae reip. dal console Flaminio, per cui ne
Iguvinae. Exst. in ParaUp. DempsU prese il nome. Nella parte australe
foJ. 256. della strada municipale gli iguvini
Deve però uotarsi che il Coluc- eressero anche un tempietto a Mar-
GUB GUB i5i
te Cyprio. Il conte Sebastiano
Ran- ria come i romani trattassero i re
^liiastci Brancaieoni 1782 pub- nel prigionieri. Fra quelli che scrisse-
blicò in Venezia l'opuscolo: Del ro su questo monumento vi fu Gio.
tempio di Marte Cyprio, e de' suoi Battista Passeri, che nella sua ope-
mot lumen ti disotterrali nella cam- ra sulle pitture etnische, De etru-
pagna di Gubbio nelijSi, con fi- scorum sepulchris praeserdni Pe~
gure. Indi in Perugia nel 1784 rasino, Io chiama sontuosissimo se-
colle stampe del Riginaldi, pubbli- polcro etrusco. Il suo interno an-
cò l'altro opuscolo intitolato: Giun- cora intatto presenta una cella
te e correzioni all'opuscolo di Mar- composta di grandi massi quadri-
te Cyprio. Il Col ucci riprodusse lateri di travertino connessi senza
ambedue gli opuscoli nel tom. XV calce; un bellissimo cornicione di
delle Antichità picene. Il medesi- ordine etrusco divide le pareti dal-
mo archeologo Ranghiasci nel 1781 la volta formata di eguali massi di
stampò in Perugia il libro Dell'an- travertino : la camera ha venti pie-
tico teatro iguvino. Questo teatro di di lunghezza, venticinque di lar-
ne' suoi avanzi si vede presso il ghezza, e circa diciotto di altezza,
sepolcro di cui andiamo a far pa- sebbene la base dev'essere più pro-
rola, e pochi ruderi ne sono ri- fonda ; l'esterno benché diruto pre-
masti in piedi. Nell'illustrazione no- senta una fabbrica rotonda. Le an-
minata si dice essere opera roma- tiche terme sono ricordate più vol-
na è in forma di semicircolo, l'e-
: te daVincenzo Armanni nel tom. I,
stensione del prospetto è di palmi pag. 676 e 677 delle sue lettere.
romani trecento quindici , e tutto Vi erano anche altri templi demen-
il semicircolo di palmi quattrocento tili, ora distrutti.
settantacinque, per cui l'intera cir- Dalle iscrizioni romane e de'bassi
confetenza è di palmi settecento. tempi che veggonsi sparse in vari
Dalla sua iscrizione ricavasi essere luoghi della città, delle quali il so-
stato restaurato, coperto ed ab- lo p. Mauro Sarti nella sua opera
bellito da Gneo Sulpicio per fe- De episcopis eugubinis ne pubblicò
steggiare le vittorie di Azio ripor- cinquanta, non solo rilevasi l'anti-
tate da Augusto nell'anno 3i a- co nome della città eh' era /gw-
vanti la nostra era. Si crede rovi- vium 3 ma le primarie magistratu-
nato al tempo di Desiderio re dei re esercitate dagl'iguvini, la vene-
longobardi, da' quali fu Gubbio razione che avevano a Giove A-
distrutto. Il sepolcro è situato po- pennino, la nobiltà del loro mu-
co lunge dalia città, ed aldini lo nicipio, ed altre importanti patrie
vollero erettoad un re degli eu- e storiche notizie. Lo stesso Pas-
gubini che chiamano Gobio, da cui seri scrisse, De diis, et sacrificiis
dicono essersi appellata Gubbio la iguvinorum syntagma. Exst. iti Pa-
città; questa congettura sembra fa- ralip. Dempst. lib. De Etru. reg. fol.
volosa e ridicola. Altri Io dissero 249, Lucae 1767. Abbiamo da An-
innalzato a Gepzio re degl'illirici, nibale Olivieri, Spiegazione di al-
consegnato prigione dal senato ro- cuni monumenti degli antichi pe-
mano agli eugubini nell'anno 586 lasgi trasportata dal francese con
di Roma; ma anche tale opinione alcune osservazioni sopra imede-
pare falsa, sapendosi bene dalla sto* simi, Pesaro 1735. Ma le eugubù
i5 2 GUB GUB
tre tavole di bronzo, celebri in tut- a quanto avea dettp il Passeri, le
ta l'Europa, ammirate e studiate tradusse intieramente, e le dichia-
da tanti dotti, sono per Gubbio il rò scritte in lingua etrusca. Carlo
più interessante monumento di sue Riccardo Lepsins sostenendo esse-
antichità, che conservandosi nel pa- re umbra la lingua .degli antichi
lazzo del comune, al dire di alcuni bronzi, vuole esser quello l* antico
sono uno de' più rari e pregiati umbro dialetto ( così pure pensa il

monumenti etruschi. Queste tayole gesuita p. Gian Pietro Secchi, co-


furono scoperte nel i444> come vo- me dichiarò da ultimo nell'acca-
gliono alcuni, in una sotterranea demia romana di archeologia, par-
cella presso Dantico teatro eugubi- lando delle ghiande missili, e dei sei
no. Sono in numero di sette, e ri- alfabeti ài Italia (Fedi); essere state
tengonsi pel maggior monumento scritte nel secolo terzo di Roma, e al-
dell'umbra paleografia. Da princi- cun poco dopo quelle in latino. Dice
pio alcuni archeologi le accusa- contenere un codice sacro o litur-
rono di falsità, noverandole tra le gico, ove sono nominate le tribù,
imposture di Annio da Viterbo ; soggette ed alleate degli eugubini,
ma in appresso tutti gli scienziati si dando eziandio un cenno sulle mo-
volsero ad illustrarle. Lo Spanhe- nete primigenie iguvine ; ed an-
mio le sospettò scritte in carattere che il prof. Grotlefend di Anno-
greco antichissimo o cadmeo, ed i ver scrisse intorno agli eugubini
padri maurini le fanno rimontare bronzi con una straordinaria dot-
ai tempi anteriori. Il Reinesio le trina. Sir W.m Bentham nella sua
disse puniche; il Bouguet nel 1732 Etruria celtica pubblicata in Du-r
ne diede l'alfabeto etrusco latino, hi ino, vuole che contengano la re-
ina Bourguet sapendo che nel Cor- lazione d'una conquista fatta nel-
tonese non molto lontano da Gub- l' Irlanda dagli eugubini, sostenen-
bio avevano abitato pelasgi, e che ì do essere la lingua celtica, e dan-
ivi avevano sofferto fame, pestilen- done l'analoga interpretazione. Di
te, e disgrazie gravissime, decise questo dicesi al presente occuparsi
contenere un flebile canto misto di il eh. Brami, e con anzielà dotti i

preghiere agli dei per allontanare ne aspettano il lavoro. Queste ta-


tante calamità, e perciò li chiamava vole sono ora ben a ragione custodite
treni pelasgi, facendogli eco V Oli- gelosamente nella sala di detto pa-
vieri, il Bardetti, il Gori, ed il lazzo, ne havvi intelligente e colto
Lami. Il cav. Maffei disse dappri- straniero che recatosi in Gubbio
ma che contenevano un contratto non ami osservarle. V. il citato
tra gli etruschi ed alcuni altri po- Passeri, In Thomae De.mpslerii li-

poli, quindi ritrattandosi andò sul- b.ros de Etruria regali Paralipò-


le vestigia de' nominati scrittori. Il mena, quìbus tabulae eidem operi
Passeri ed il Lanzi specialmente, addilae illustrantur. Accedunt dis-.
su di esse studiarono, e grati gli sertationes de re nummaria etrusco-
eugubini ambedue li ascrissero tra ninij de nominibus etruscorum, et
la loro nobiltà. 11 primo le chia- notae ad Tabulas Eugubiuas, Lu-
mò rituali, e ne diede la traduzio- cae 1767 con figure. Prima del
ne con eruditissime note , il secon- Passeri le tavole eugubine furono
do or togliendo, or aggiungendo pubblicale dal dotto Gip. Qiipkuiio
GUB GUB i53
Carli. La famosa zecca esisteva, e mi romani 11 4, e di tanta stabi-
le monete furono quivi battute da- lità per essere di pietra viva scar-
gli eugubini fin da quando la cit- pe! lata, che anche dopo più secoli
tà era retta dagli etruschi ; esistet- con universale stupore si conserva.
te altresì la zecca in Gubbio sotto L'acquedotto comincia dal monte
i Feltreschi e i Rovereschi; vi fu Calvo, e per linea retta cammina
conservata da Urbano Vili, sospe- nell' Ingino passando sopra
il gran

sa alcun poco da Benedetto XIV, muraglione del bonaccione, e dopo


continuò sino al pontificato di Pio il corso di due miglia circa si fer-
VII. Abbiamo da Rinaldo Repo- ma nel centro della città dalla paiv
sati, Della zecca di Gubbio 3 e del- te superiore in un vasto ricetto,
le gesta de duchi d' Urbino, Bolo- donde separa per mezzo di vari
si

gna 1772, 1773. Ne parla il Za- canali per dare acqua agli abitan-
netti nella raccolta delle Zecche d'I- ti. Passa quest'acqua in condotti di
talia al tom. I, della quale però sasso vivi incavati a forma di scar-
ne diede giudizio l'Effemeridi let- pello, sostenuti dappertutto con
terarie di Roma. A' nostri giorni grosse mura, ed è cosi alto e lar-
ne trattarono ancora dotti gesui- i go, che comodamente
vi vanno
ti pp. Marchi e Tessieri nella ri-
i due uomini da principio
in piedi
nomata opera L' aes grave del
: al fine. Le ineguaglianze poi deb
Museo Kirckeriano, ovvero le mo- llngino sono corrette da altrettan-
nete primitive dei popoli dell' Ita- ti archi di pietra, opera in vero
lia. di romano ardimento; ne manca-
La città di Gubbio è primiera- no alcuni di sospettare, che forse
mente abbellita dalle pubbliche stra- anticamente ivi n' esistesse uu al-
de, che per la loro ampiezza e li- tro, sopra cui fu il presente for-
vellazione possono bene stare al con- mato. La città ha sei porte prin-
fronto di quelle delle più insigni cipalie pubbliche, denominate di
città dello statopontificio; cinque s. Lucia, di s. Croce, di s. Ubal-
sono le principali. Rimarchevoli do, di s. Agostino, di s. Pietro, e
sono i suoi acquedotti, prolungati laMarmorea. E fornita di borghi,
con ardita e romana costruzione ed ha in oggi una popolazione di
per tanta estensione di suolo, ed 5ooo anime, ascendendo a 14000
arricchiscono la città colle acque quelledel contado superiore. La
degli Apennini. Il bonaccione, gran- sola città per l'ampiezza potrebbe
de conserva di acque racchiuse, contenere i5ooo abitanti, anzi nei
che discendendo dai monti Apen- secoli XII e XIII ascesero al nu-
nini danno principio al fiume Ca- mero 27,000. E divisa in quat-
di
mignano è lungo palmi romani
, tro rioni o quartieri, che prendo-
45o, largo 3oo, profondo io5. Se no nome dalle rispettive chiese, e
ne valsero gli eugubini per dare sono di s. Giuliano, di s. Martino,
acque alle varie manifatture della di s. Andrea, e di s. Pietro. Ognu-
città, e in ispecie a quelle della la- no de' quartieri ha la propria ban-
na, giovando ancora ai molini per diera, quello di s. Giuliano ha per
macinare. Sono durissimo
sopra insegna un falcone, quello di san
scoglio uniti i due monti Ingino Martino una corona , quello di
e Calvo mediante un muro di pal- s. Andrea tre penne di struzzo, e
i$4 GUB GUB
due tromboni o clave, e quello eli li è la dignità del priore, con sei

s. Pietro una rosa. Racchiude Gub- mansionari: i primi hanno le iu-

bio cinque piazze, cioè la grande, segne corali del rocchetto e della
quella di s. Anto-
Martino, di s. mozzetta, i secondi la cotta e l'al-
nio, e di s. Lorenzo, ed il merca- muzia. Fu fondata da Gio. Batti-
to di così vasta circonferenza, che sta Cristi ni nel1640, e dotata di
al dire del Reposati corrisponde molta' rendita nel 1763 da Gabrie-
in grandezza quasi al foro Agona- le Triangoli. La sua cattedrale è
le di Roma. Due delle dette piaz- antichissima e di stile gotico. La
ze sono in parte adorne di portici. facciata è osservabile per le quat-
Gubbio possiede buon numero tro figure degli evangelisti scolpite
di chiese, tanto del clero secolare, in pietra. E dedicata a Dio in ono-
che regolare, molte delle quali a- re de' ss. martiri africani Maria-
dorne di pregevoli pitture, nella no e Giacomo, e venne rifabbri-
maggior parte eseguite dai mede- cata dopo un incendio da s. Ubal-
simi eugubini, tra le quali merita do che n'era il priore: iu appres-
di essere osservata Nostra Donna so ancora fu da altri più volte
detta del Belvedere, nella chiesa ristorata, e specialmente da Mar-
di Maria Nuova, celebre a (Fre-
s. cello Cervini poi Marcello II, la
sco di Ottaviano Nelli; e ad ognu- cui arma in pietra vedesi nel pro-
no è noto quanto ivi fiorisse tal spetto esterno. Nel fascicolo V e
nobile arte, da Odorisi l'amico di VI del giornale di Gubbio intito-
Dante sino al vivente ed ottuage- lato Estetica cristiana, dell' anno
nario conte Annibale Beni. Oltre II, a pag. 259 e seg. è riportata
il santuario di s. Ubaldo, vi sono la bella ed erudita lettera scritta
le chiese di s. Felicissimo, di san da Gubbio a' io luglio 1844» dai
Secondo antica canonica de'latera- eh. Luigi Bonfatti, intorno ad al-
nensi, e di s. Ambrogio de' me- cuni dipinti della cattedrale di
desimi canonici regolari. La chiesa Gubbio, diretta al chiar. Gaetano
di s. Francesco è bella eziandio per Giordani ispettore della Pinacote-
lo stile gotico esterno. Nella chie- ca della pontifìcia accademia di
sa di s. Pietro, già de' monaci Oli- belle arti in Bologna, cui ho l'o-
vetani, ora de' monaci camaldole- nore di essere ascritto. Per la sua
si, vi è un sarcofago di marmo importanza ne riporteremo qui ap-
bianco, che venne illustrato dal presso un sunto.
Passeri, che ne' satiretti, ne'genii, Questo tempio situato nella par-
e nelle sei figure atteggiate in di- te più elevata della città si eresse
versi modi credette ravvisare i sim- fra il 1 i5o e 1 180, e forse ne fu
boli delle quattro stagioni , nella architetto quel Giovanni da Gub-
figura posta mezzo il ritratto
iu bio che nel 1 if[0 architettò la cat-
del defunto, e ne' due grifi situati tedrale d'Asisi, e nel 1 1 63 la chie-
nelle teste dell' urna i simboli del sa di Maria Maggiore detta del
s.

sole. Vi è inoltre una collegiata Vescovato nella stessa città. Sebbe-


di s. Cristina vergine e martire , ne il muro della facciata, probabil-
ora situata nella chiesa di s. Ma- mente per minacciante rovina dopo
ria de' Servi, il cui capitolo è fer- tre secoli rifabbricato, non possa
mato di otto canonici, uno de'qua- fissar l'epoca dell'edificazione, tut-
,

GUB GUB io->

tavolta il piccolo fregio situato a l' angelo assiso sul sepolcro, che
guisa di timpano sul frontespizio, annunzia alle donne la risurrezio-
l'ornato della spaziosa finestra di ne. Quest'opera nel i5ii fu allo-
forma rotonda , la sottile fascia a gata all'artista dal celebre plastico
fogliame, le semigotiche iscrizioni eugubino Giorgio Andreoli per la
scolpite sotto i cinque simbolici propria cappella, a sinistra' dell'al-

bassi rilievi rappresentanti Cristo tare maggiore : in essa Timoteo


e gli evangelisti, tolti dall'antico, eseguì a fresco i principi degli a-
ed incastrati nel nuovo prospetto, postoli, Padre eterno con al-
e il

i dieci maestosi archi a sesto acu- legorie. Nella quarta è una delle
to che sorreggono il tetto dell' in- migliori opere di Federico Bru-
terno, il loro modo di costruttura, nori detto il Brunorino di Gub-
il timido e secco cornicione, e l'or- bio, che vi dipinse la Vergine col
tografia del coro sopra cui elevasi Bambino, ed i ss. Giorgio e Gio.
il campanile ne sono prova sicu- evangelista. Nella quinta l'eugu-
rissima della memorata epoca di bino Virgilio Nucci colori Gesù,
sua primitiva erezione. Il vescovo preso nell'orto. Nella sesta l'altro
Marcello Cervini verso la metà del eugubino Benedetto Nucci per la
secolo XVI sollevò alquanto l'an- famiglia Gabrielli nel 1577 ^ece
tico pavimento, con danno dell'an- il quadro stupendo di s. Tomma-
tica architettura, e la perdita di so apostolo, che pone la mano nel
molti affreschi de' migliori pittori costato del risorto Maestro. Nella
eugubini ; più la decorò d'organo, settima vede il battesimo di que-
si

opera famosa del famigerato Regi- sti, forse di qualche discepolo del
naldo Letischio, con incassatura di Cigoli. Nell'ottava il s. Bartolo-
legno a tutto rilievo del celebre meo, di cui si fa autore Pierangelo
intagliatore Antonio Maffei eugubi- Basili eugubino. Nella nona il det-
no. Diecinove sono le cappelle del- to Benedetto Nucci figurò s. U-
la cattedrale, ed incominciando da baldo. Nella decimasi vede la Na-
quelle della parte sinistra di chi tività di Gesù, importante tavola
entra nella medesima, nella prima che vuoisi disegno del Pinturicchio,
vi è una tavola di Sinibaldo Ibi ed esecuzione di alcuni altri disce-
perugino, discepolo di Pietro Van- poli del Vanucci. Passando alla
nucci pur di Perugia, ove mira- destra parte della cattedrale, nella
bilmente espresse la Beata Vergine prima cappella è la conversione di
col divin Figlio, i ss. Nicola vesco- s. Paolo di Virgilio sunnominato.
vo di Mira, e Sebastiano, ed in Nella seconda Benedetto Nucci pur
alto un baldacchino e due angeli. nominato vi fece la Vergine coi
Nella seconda cappella Giacinto Bambino, e i ss. Pietro , Paolo
Brandi ben dipinse la Madonna Francesco, Ubaldo, e Gio. Battista,
del Riscatto, s. Onofrio ed altre oltre il ritratto di Ottavio Baldi -
figure. Nella terza Timoteo della nacci committente della tela. Nella
Vita egregiamente effigiò s. Mad- terza ilForte Gabrielli è d'un
b.
dalena, con alcuni putti che suo- discepolo del cagliese Gaetano La-
nano e cantano; all' indietro della pis. Nella quarta trovasi una rag-
tavola si vede il Redentore appa- guardevole pittura di Dono Doni
rire alla santa, e in altra banda d'Asisi, rappresentante Gesù cadu-
1

1*6 GUB GUB


to «otto ii peso della croce. Nella no da incognita mano ricamate
quinta vasta cappella dedicata alla alcune storie della vita di Gesù'
Madonna Loreto, neldi i654 Cristo.
l'eugubino Francesco Allegrini, che Non mancano in Gubbio buon
dicesi il miglior discepolo del cav. numero di palazzi, nella maggior
d'Arpino, con molta perizia del parte forniti di torri giusta il co-
sotto in su la colorì a fresco. Ol- stume de' bassi tempi hanno un:

tre la Coronazione della Vergine , sufficiente disegno; sono formati


l'Annunziazione, la venuta della san- tutti di pietra calcarea, e in modo
ta casa a Loreto, l'effigie di vari da far concepire un'idea dell'anti-
vescovi e martiri, vi rappresentò la ca dovizia de' signori eugubini. Tra
consacrazione della cattedrale, e la questi palazzi quello del conte Be-
traslocazione del corpo di s. Gio- ni interamente conservato all'ester-
vanni da Lodi: lateralmente all'in- no, vantaonore di avere allog-
l'

gresso in due bassorilievi di mar- giato i Pontefici Martino V, e Giu-


mo vi è il deposito del vescovo lio II: vi sono parecchi quadri
Alessandro Sperelli, e in una parte che meritano essere veduti, e tutte
la Natività di [Viaria, buona tela di le opere originali del famoso Paolo

Antonio Ghepardi. Nella sesta cap- Beni. Il palazzo detto della Corte
pella il medesimo Allegrini effigiò è posto in cima della città, ov'era
genuflesso il b. Villano. Nella set- l'antica fortezza fabbricata dai du-
tima qn discepolo di Virgilio di- chi d'Urbino, che per lungo tem-
pinse l'Annunziata. Nell'ottava 4'or- po signoreggiarono Gubbio. Esso
dine del vescovo Sperelli il cav, sorge di fronte alla cattedrale , e
Sermei dopo il 1644 colorì egre- fu eseguito con disegno di Fran-
giamente l'icona in cui si vede s. cesco di Giorgio di Martini sane-
Giovanni da Lodi in abito ponti- se. Il cortile è bellissimo d'ordine
ficale, che conferisce il sacerdozio misto o composito, quello che si
a s. Ubaldo. Nella nona ed ulti- usava dagli artisti del e XVI XV
ma cappella havvi un'opera loda- secolo. Le finestre , le porte, ed i

tissiraa di Dono Doni, che pel can. camini nei loro stipiti e davanzali
Alessandro Zeccadoro lavorò in te- di pietra serena azzurrina sono tutti
la Cristo deposto in grembo alla a basso rilievo, lavoro eseguito sul-
Madonna. Sono lodati i rabeschi le copie de' migliori rabeschi anti-
a chiaroscuro negli scranni del ma- chi. Questo palazzo è in parte pe-
gistrato; l'intaglio dello sgabello rito, e fu incominciato da Federi-
vescovile del coro ; tre quadretti co II duca d'Urbino, e condotto a
in legno esistenti sulle pareti della compimento da Guid'Ubaldo I suo

sagrestia, ed alcuni quadretti di figlio. Nella piazza grande ove sor-


scuola eugubina sovrapposti all'an- geva il palazzo Galeotti e la eu-
tico sarcofago che serve di altare gubina zecca, innalzasi ora quello
nella cappella eretta presso la sca- del conte Francesco RanghiasciBran-
la minore, non sono molti anni. caleoni attualmente benemerito e
Il capitolo possiedeun monumen- zelante gonfaloniere, cameriere d'o-
to pregevole, cioè un piviale in nore di spada e cappa del regnan-
cui con sottilissimo magistero nel te Gregorio XVI, il quale nel 84 1

fine del secolo decimoquinto furo- con breve apostolico gli conferì il
, 1
,

GUB GUB i$7


titolo e le prerogative di marche- 11 palazzo municipale del comu-

se, distinzione che pur concesse ai ne, magnifico e sorprendente edi-


di lui discendenti. La facciata prin- ficio, fu eretto nel principio del se-
cipale di questo palazzo oltre al- colo XIV, allorquando con la cac-

un bellissimo disegno,
l'essere di ciata de' ghibellini, restò assoluta
è lunga non meno di trecento pie- padrona al libero governo della
di romani : alle spaziose gallerie città la parte guelfa : torreggia nel
alla rara libreria vi ha ancora u- mezzo e maestoso da
della città,
nito il teatro; e ad uno de' lati del ogni fianco domina. Venne in-
la

palazzo il marchese eresse la chie- nalzato con disegno di Matteo di


sa di s. Luca dai fondamenti, e Giannello di Maffeo detto Galla-
vi ha formato altresì ampia e gran- pone, cittadino di Gubbio, a cui
1
diosa villa ad uso inglese, per far i perugini dovettero afeli anno
cosa gradita alla nobile di lui con- i333 il disegno del palazzo dei
sorte Matilde Hobause di tal na- Priori o comunale, e nel 1 37
zione; per le quali cose questa quello della fortezza di Porta Sole.
parte della città eh' è la più ele- Questa grandiosa ed isolata mole
vata, ne forma senza dubbio la più costruita di piccole pietre quadri-
bella. Nel medesimo palazzo Rau- latere, tolte dal -vicino monte Cal-
ghiasci evvi una numerosa e pre- vo, e priva di qualunque legno o
gevole collezione di quadri, cui fu trave, di un'architettura tendente
aggiunta quella sì nota posseduta al miglioramento in un' epoca nel-
già dal nobile eugubino conte Gia- la quale appena da altri artisti si
como Ranghiasci, che meritò di es- osava abbandonare il sesto acuto,
sere fatto vescovo di Sanseverino, ben dimostra la perizia dell'auto-
da Pio VII, nel concistoro de' 22 re. Sopra un ampio piantato ba-
luglio 18 16. In essa si osservano sano gigantesche costruzioni, ai lati
più di ottanta tavole assai bene delle quali sorgono due grandi pa-
conservate e pregevoli da Giotto lazzi congiunti insieme per mezzo
fino a Pietro perugino, e di oltre di alcuni archivolti, sopra cui è
a trecento da questo alle moderne situato un grandioso terrazzo o piaz-
scuole ; sicché a ragione può dirsi za pensile, vede la
dalla quale si

contener quasi la intera storia del- ben col-


bellissima prospettiva della
l'arte dal suo risorgimento. Giotto, tivata sottoposta campagna. Il più
Giottino, Pinturicchio , Mantegna, alto munito di merli e di campa-
Spagna, Sinibaldo, Salvi ossia Sas- nile o torre, fu detto palazzo del
soferrato, Baldassare Peruzzi, Leo- pubblico, per distinguerlo dall'altro
nardo da Vinci, Correggio, Guido che fu chiamato pretovioj serviva
Reni, Domenichino, Tiziano, Tin- quello a fare e discutere le leggi,
toretto ed altri non pochi abbelli- questo a metterle in esecuzione
scono questa pinacoteca, -visitata dappoiché nel primo risiedevano il
continuamente dai viaggiatori, e da- gonfaloniere di giustizia e i con-
gli artisti. Evvi inoltre una rac- soli, nell'altro il giudice e il pode-
colta di vasi etruschi, di monete, stà. Oltre le abitazioni pel magi-
d'iscrizioni antiche, e di altri pre- strato e pe' ministri, vi sono le sa-
ziosi oggetti archeologici, e nella le per gli archivi e peril monte
libreria interessantissimi codici. di pietà, e nel basso ampi magaz-
ì58 GUA OLA
fini per l'annona. Meraviglioso è il cose, che ascese la spesa dell'ere-
vedere in un salone dell' ultimo zione a lire i6336, soldi 2, e de-
piano una fonte da cui sorgeva naro 1, forse di moneta ravenna-
l'acqua, la quale al dir del Con- te. Sopra la porta dell'antica aula

doli sorprese Leandro Alberti . consiliare è scolpita V epigrafe :

In oggi la residenza municipale è Concordia parvae res crescunt.


stata trasportata nel palazzo del L'attuale teatro fu costruito a spe-
podestà, ma con fondamento si ri- se principalmente de' nobili nel
tiene che farà ritorno in un luogo 1727, con quattro ordini di pal-
sì decoroso. Nella sala dell'odierna chi in forma semicircolare: ne fu
residenza a perenne memoria degli architetto e pittore principale Mau-
uomini più illustri eugubini, se ne rizio Lottici di Parma, cui si ag-
vedono le immngini con analoghe giunse il concittadino Giovanni Mat-
iscrizioni; nell'archivio poi si con- tioli. Al presente par che si voglia
servano i libri delle reformazioni, restaurare o riedificare più comodo.
raccolta preziosissima di molti vo- Gli stabilimenti di pubblica be-
lumi in foglio, la quale comincia neficenza sono l' ospedale per gì' in-

dall'anno i326 e segue non inter- fermi d'ambo i sessi , magnifico e


rotta fino al 1808. Ivi sono pure vasto fabbricato : incominciato nel
molte pergamene ed altri libri , 1741, venne compito nel 174^; fu-
spettanti ad epoca anteriore al rono suoi principali benefattori An-
i3oo. Questi due palazzi furono tonio Gioia patrizio eugubino, e la
incominciati nel i332, e compiti sua figlia Marsilia marchesa dal-
nel giorno 1 novembre 1 349- E l' Arena Pucci, i quali gli lasciaro-
qui cade opportuno il ricordare no la loro eredità. A quest'ospedale
come i nobili coniugi Ranghiasci vennero eziandio assegnate le ren-
ed Hobause con generoso amor dite degli antichi spedali di s. Ma-
patrio, essendo Urbino
legato di riano, del Giunta, di s. Vittorino,
e Pesaro il cardinal Giuseppe Al- di s. Lazzaro pe' lebbrosi, già fuori
bani, si esibirono restaurare questo della città, di quello de' mercan-
maestoso monumento a loro spese . ti di lana , e della compagnia dei
11 cardinale gradì il lodevole desi- bianchi, ec: oltre il curare i ma-
derio, e spedi a Gubbio per rediger- lati di ogni classe e luogo dota
,

ne il piano l' ingegnere cav. Giu- ogni anno quattro zitelle eugubi-
seppe Riccardi, per cui ne fu pub- ne. Èad esso unito l'ospedale de-
blicata artistica descrizione, con gli esposti, eretto dal medesimo
disegno del prospetto del palazzo, priore, con un consiglio di nobili
con la distribuzione 22 deli Album \' e cittadini, e dipende dal cardinal
de' 4 agosto 1 838. Il progetto però legato : usciti che sono i maschi
non è per anche eseguito per le più non li riceve; le donne posso-
molte difficoltà che vi si frappongo- no tornare, e co' lavori pensano a
no, ma sperasi che siano fra po- vestirsi, mantenendole il luogo pio,
co superate. Se ne legge altra che loro assegna dote se si marita-
descrizione a pag. 37 Ora-
dell' no. Contigua all'ospedale vi è la
zione pronunziata dal medesimo chiesa, appartenente una volta agli
conte Ranghiasci, di cui terremo antichi monaci avellaniti. L' ospizio
proposilo , ove si dice tra le altre de' pellegrini è accanto al vecchio
gun GUB i5 9
ospedale, e vi sono ricevuti per presidente marchese Francesco B.an-
tre giorni : fu fondato per testa- ghiasci lesse una dotta ed erudita
mento del sacerdote Gio. Matteo orazione, in cui ringraziò chi avea
Grotti, ed unito al grande spedale cooperato all'istituzione, e ne lodò
per decreto del vescovo cardinal i grandi vantaggi.
Ulderico Carpegna. L' orfanotrofio Appartiene alla classe della pub-
per le donzelle fu aperto nel 1 634 blica istruzione il liceo situato nel
da benemerito pastore, indi ac-
tal centro della città , nel palazzo già
cresciuto di rendite dal vescovo dei conti Ranghiasci. Nel 1
844
Sperelli e da due illustri dame
, è stato ampliato e restaurato, ag-
eugubine, cioè Laura de' conti Ga- giuntovi l'edifizio della chiesa a
brielli ne* Conventini , ed Angela spese del comune, e per cura del-
de' conti Ubaldini. Il vescovo An- l' attuale gonfaloniere summentova-
geletti lo trasportò nella via dei to. In esso s' insegnano oltre le cose
Cavalieri, gli procurò i beni di al- elementari, la grammatica, la ret-
cuni luoghi pii soppressi, e lo rie- torica, la filosofia, la legge, e il

dificò con disegno del celebre ar- disegno. Inoltre una lascita
per
chitetto romano cav. Giuseppe Va- dell'estinta famiglia Ondedei sono
ladier. Avendolo beneficato Pio VI, mantenuti dalla città in Roma agli
permise che dal suo nome si chia- studi di giurisprudenza due giova-
masse Conservatorio Pio, riservan- ni per anni cinque, e dalla congre-
done ai Pontefici gran parte della gazione Sperella un nobile nell'ac-
giurisdizione. Vi sono le maestre cademia ecclesiastica per anni dieci.
pie per la buona educazione delle Le accademie di Gubbio degli oziosi,
donzelle. L' orfanotrofio pei giovi- de' sonnacchiosi3 e degli anziosi han-
netti ebbe origine nel 1822 per no assai contribuito all'amore delle
la pastorale sollecitudine di mon- lettere, e di esse accademie a lun-
signor Massi, e per le cristiane cu- go parlano Vincenzo Armanni ed il
re de' primari cittadini, in favore Quadrio. In oggi l'accademia de-
degli orfani abbandonati, che ivi gli anziosi rimane sospesa ; ultimo

sono istruiti nella pietà e nelle arti principe ne fu il preposto Ignazio


meccaniche Oltre il monte fru-
. Ondedei essa ha per impresa il
:

mentario , ed altri sussidii pei po- mare con un naviglio, ed una con-
veri, si danno annualmente parec- chiglia in atto di aprirsi col motto
chie doti
alle fanciulle sia per , Doncc optata veniat, allusivo al-
monacarsi che per maritarsi. Sono l'acqua che aspetta. Il professore
esse conferite dall' ospedale , dalla di eloquenza Vincenzo Locateli'», nel
congregazione Biscaceianti , dalla 1840 colle stampe di Antonio Magni
compagnia di s. Antonio, dalla con- in Gubbio, ci ha dato: Commentario
gregazione nobile della Madonna sopra i secoli della letteratura eu-
del Ponte, e dal capitolo della gubina. E qui noteremo che l'arte
collegiata. Nel num. i3 del Dia- di miniare salì a molta fama in
rio di Roma iS^.5 si legge l'isti- Gubbio per mezzo del celebre Ode-
tuzione utilissima della cassa di rigi fiorito nel secolo XIII , su di
risparmio in Gubbio, della quale che Gio. Battista Passeri scrisse il
si tenne la prima generale adunan- discorso che contiene la storia del-
za a' 26 dicembre 844> e d ove I
1 le pitture in maiolica di Gubbio,
,

160 GUB GUB


J
exst. nella Stor. de foss. dell' Ag. celebre p. ab. d. Luigi Ranghiasci
Pes. fog. 307. 11 medesimo prof. de' canonici regolari lateranensi, au-
Localelli è lodato e benemerito tore della preziosa opera, Biblio-
del giornale letterario ed artistico, grafia storica delle città e luoghi
che per sua intelligente e zelante dello stato pontificio con supplì'
direzione e cura dal gennaio 1843 mento, della quale profitto grande-
si andava in Gubbio pubblicando mente in questo mio Dizionario,
dalla tipografia Magni, ed intitolato: nel 1827 donò la rara ed impor-
Giornale di letteratura ed estetica tantissima collezione da lui fatta
cristiana compilato nel centro del- di tutti gli storici nominati nella
l' Umbria, i cui illustri e cospicui lodata opera ; laonde probabilmen-
collaboratori sono notati nella pri- te la libreria di Gubbio è l'unica
ma e successive dispense. Questo che contenga tanti storici dello sta-
dotto, utile ed applaudito giorna- to pontifìcio, d'alcuni de'quali pochi
le periodico, prendendo esclusiva- ne sono possessori per la loro ra-
mente di mira la letteratura e le rità. Anche il comune va aumen-
belle arti ispirate e dirette dal tando questa patria biblioteca per
cristianesimo, siccome d' indole re- le opere che di frequente le do-
ligiosa trattava principalmente di sa- na, e quivi pure sono i ritratti di
cri argomenti appartenenti alla elo^ molti eugubini illustri. Il eh. con-
quenza, alla poesia, all'architettura* te Francesco Fabi Montani, nel-
pittura ed arti affini ; all' archeo- l' Elogio storico di Sebastiano Ran-
logia, alla simbolica, ed alla critica ghiasci Brancaleoni, Roma i844> a
con rivista di opere antiche e mo- p. 6, dice ch'egli era fratello del loda-
derne; non che a dilettevoli varie- padre del vivente mar-
to p. abbate, e
tà di poesie moderne, biografie, chese Francesco; e che a cura di
aneddoti storici, ed altro. 11 pro- quest'ultimo quanto prima verrà
fessore Locatelli passò in Asisi sua ristampata con giunte e correzioni
patria, il giornale restò sospeso, ed la importante Bibliografia memo-
è a sperarsi che sia continuato. Ri- rata.
marchevole è pure in Gubbio la li- Fiorì ancora Gubbio per uomi-
breria pubblica, istituita dal non ni illustri per santità di vita, per
mai abbastanza encomiato vescovo dignità, per arti, per lettere, per
Sperelli, il quale ad uso del pub- scienze ,
per armi ed altri distinti
blico lasciò la sua vasta biblioteca pregi. Oltre i già nominati ed ,

obbligo di tenerla ogni giorno


coli' altri che nomineremo in quest' ar-
aperta, e dotandola per l'acquisto ticolo, la beata Santuccia Terra-
di nuovi libri. In questa libreria botti di Gubbio fu fondatrice del-
si conservano i rinomati mss. di le religiose benedettine dette dal
Vincenzo Armanni eugubino per suo nome Santuccie : della beata
sua disposizione e del fratello can. e dell' ordine si leggono erudite
Francesco Maria. Di Vincenzo Ar- notizie nel Ga rampi, Memorie ec-
manni si ha Archìvio Armanno,
: clesiastiche p. 382 e seg. , dissert.
ovvero i titoli e gli argomenti in XV. Altri santi sono quelli notati
modo di catalogo, per cui si mo« dai p. Sarti cap. VII, Viri saneti-
stna di che sorte siano i mss. Bo- tate illustre* ,
qui in ecclesia Eu-
logna 1682. A questa libreria il gubina Jloruerunt , oltre quelli in*
1

GUB GUB iGt


dicati in questo articolo. Sono es- degli Armanni detto V Àrmannino
si : la b. Agatella, s. Albertino , il amico a Bosone d' Agubbio cut ,

b. Arcangelo Canetoli, il b. Baldo, dedicò il suo libro della Fiorita


il b. Benvenuto, la b. Cecilia, la (su di che può consultarsi il eh.
b. Castora, s, Domenico Loricato, s. prof. Locatelli nel saggio sopra
Felicissimo, il b. Felice, For- il b. tale libro, pubblicato nel suo gior-
te Gabrielli, il b. Francesco Nan- nale di Estetica cristiana, anno 1."
ni, il Francesco agostiniano,
b, mese di agosto e seg. ); Paolo Be-
la b. Francesca , la b. France- ni amico e difensore del Tasso;
.

scbina , la b. Gennara , la b. Giacomo Beni riformatore del pa-


Margherita, Pier Damiani, il s. trio statuto; il Griflolino, il Picot-
b. Pietro Rinaldo vescovo di
, s. ti , Cantalmaggi scrittori di pa-
il

JVocera,s. Raniero arci vescovo di Spa- trie istorie ; Francesco Bozzi prete

latro e 'martire, s. Sperandia di cui dell' oratorio ; Antonio Condoli ;


il p. Sarti ne dà la vita , il b. Gio. Francesco Lazzarelli celebre
Sperandio, il b. Tommaso da Co- poeta giocoso ed uno dei restau-
stacciaro; quindi nel cap. Vili ri- ratori della satira italiana; non che
porta il calendario della chiesa altri , massime quelli usciti dalle
Eugubina. famiglie nobili che poi nominere-
Parecchi eugubini furono c- mo. Vincenzo Armanni nel primo
saltati a superiori d'ordini reli- volume delle sue lettere scrive, che
giosi , ed al car-
a sedi vescovili , nel 1571 alla battaglia navale di
dinalato Furono
. eugu- cardinali Lepanto contro turchi, si trova-
i

bini, Gubbio, Ghe-


Giovanni da rono a combattere trenta eugubini
rardo Marioni o Maironi, e Giro- col comando di gente condotta da
lamo della Porta morto nel 1812: loro, cioè ventiquattro capitani e
del fratello e nipote di quest' ul- sei colonnelli, oltre altri quattro
timo ne parlammo al voi. XIV, uffiziali maggiori e sei capitani
p. 295 del Dizionario. Apparten- ch'erano senza compagnie, essen-
gono a famiglie orionde di Gub- dosi inoltre in quel gran conflitto
bio, i cardinali Gio. Battista Pam- trovati molti nobili eugubini , tra i
philj poi Innocenzo X, Giuseppe quali dodici capitani , che assiste-
Accoramboni, Nicolò e Leonardo vano Francesco Maria II della Ro-
Antonelli ed altri. Celebri per dot- vere duca d' Urbino. D. Giovanni
trina furono principalmente Ago- d' Austria naturale di Carlo V e
slino Steuco vescovo di Chisamo in generale della lega, in una rivista
Candia , uno de' migliori scrittori sentendo nominar tanti capitani di
del secolo XVI, bibliotecario della Gubbio esclamò Que es esto Gub-:

Vaticana. Bosone , sul quale è a bio ? Es major de Napoles , ma-


vedersi Francesco Maria Raffaelli, jor de Milan, o que es? E rispo-
Della famiglia, della persona, de- stogli essere una città del duca di
§1'impieghi 3 e delle opere di M. Urbino ivi presente, se ne rallegrò
Bosone da Gubbio, trattato : exst. assai con lui.
inter Delie. erudit. Florentiae ij55. La nobiltà eugubina è assai co-
Contiene questo libro molti belli spicua e conta nobilissime famiglie
pezzi di storia eugubina spettante oltre le mentovate, ed anche estere
al secolo XIII e XIV. Armanuo che da essa ripetono l'origine, sic-
voi. XXXIII. 1
162 GUB GUB
come sono i Boi-romei, i Carpegna, possedette un palazzo nella piazza
i Grillo, i Malvasia, i Mancinforte, Vaticana ; discorre delle magistra-
ed altre distintissime. De' Gabrielli, ture ed onorevoli commissioni af-
de' Marioni, de' Monte Granelli, de- fidate a diversi della famiglia da-
gli Armanni , de' Bentivogli, e di gli eugubini, e che fu signora di
molti ali ri veggonsi nell' archivio Tolentino ed altri luoghi. 11 citato
Armanno documenti che risalgono Ga rampi nelle Memorie a pag. 38
al iooo. Vincenzo Armanni pub- e 2 58 parla della famiglia Bran-
blicò Famiglia Bentivogli sua ori-
: ',
caleoni, alla quale nel i364 il car-
gine, chiarezza e discendenza; Fa- dinal legato Albornoz cede Mer-
miglia Pamphilj ; Lettere scritte a catello, castello di
Massa-Trabaria,
nome proprio sotto diversi generi, data loro poi in feudo da Bonifa-
lom. 1, Roma i663, tom. II e III, zio IX e Giovanni XXIII, indi pas-
Macerata 1674. Questi tre volumi sò agli Ubaldini ed ai duchi d'Ur-
contengono lettere di vario genere bino; ed avverte che Raffaele Bran-
scritte con eleganza , erudizione e caleoni di Rimini, che mori nel
dottrina alcune di queste appar-
: 1692, raccolse in tre tomi quanti-
tengono alla genealogia intorno a tà di memorie spettanti alle fami-
diverse famiglie di Gubbio e dello glie della patria, mss. che passa-
stato ecclesiastico. Nel numero del- rono ne' suoi eredi. Della famiglia
le prime sono gli Andreoli, gli Ar- Brancaleoni di s. Angelo in Vado
manni, Beni, conti di s. Cri-
i i tratta pure
Sansovino citato, così
il

stina, i Nuti, i Barzi, i Baldassini, di quella d'Urbania, di cui fu un


i Pamphilj : le medesime lettere tempo signora come si ha dal To-
apprestano eziandio notizie storiche nelle Memorie di Castel Du-
relli

spettanti a Gubbio. Il conte Seba- rante. (1 Marchesi, Della città di


stiano Ranghiasci ci ha dato No- : Spoleti, riporta alcune memorie ri-

tizie genealogiche della Jamiglia An- guardanti i Brancaleoni. I patrizi


dreoli di Gubbio originaria di Pa- eugubini sono stati investiti di feu-

via, Perugia 1778. Francesco San- di, di privilegi, e decorati delle in-
sovino nell' Origine e fatti delle segne equestri degli ordini geroso-
famiglie illustri d'Italia, tratta di limitano, teutonico, di s. Stefano;
quelle de'Bentivoglio, de' Gabrielli, come ancora avendo in gran con-
e de' Marioni. Il eh. Castellano, to i letterati si sono pregiati sem-
Lo stato pontificio, a pag. 532, ce- pre di aggregarli alla loro nobil-
lebra la famiglia Gabrielli, e dice tà , massime che si resero quelli
che vuoisi fosse già potente nel se- colle loro opere benemeriti della
colo III, quando Eudossia Gabrielli città, come Luigi Lanzi Lodovico ,

ricovrò in sua casa s. Secondo, ten- Jacobilli ed altri: di quest'ultimo,


tando, sebbene non gli riuscisse, di tra le opere che pubblicò, note-
sottrarlo dalla persecuzione dell'im- remo Biblioteca Timbrine, e Vite
peratore Massimiano. L'Alveri, Ro- de''santi e beati dell' Umbria, e
ma in ogni stato, parla erudita- loro reliquie.
mente della famiglia Accoramboni Anticamente regge vasi la città

nel tom. II, pag. 1 37 e seg. : la co' propri statuti formati dagli eu-
chiama nobile ed antica di Gub- gubini stessi l'anno i326, confer-
bio donde si trasferì in Roma, e mati dal cardinal Egidio Albornoz
GUB GÙB iG3
nel i3o4, riformali dal giurecon- terna come tutte le altre città del-

sulto conte Giacomo Beni, autore lo slato pontificio ed a seconda del


della opera De privilegiis
celebre relativo motu- proprio di Leone XJI.
jurìsconsultorum con approvazione
, Ha un cardinal protettore, e sino
altresì del duca d' Urbino France- dal i843 lo è il cardinale Mario
sco Maria li, l'anno 1624, e quin- de' conti Mattei della Pergola pa-
di da Urbano Vili nel i632. La trizi di Gubbio, vescovo di Fra-
prima uscì in Gubbiopel Trian- scati, arciprete della basilica vati-
goli; la seconda Macerata nel
in cana, e segretario per gli affari di
1678 coi tipi del Piccini, con no- stato interni amplissimo
; questo
te ed illustrazioni del giureconsul- cardinale fu alunno del seminario
to Antonio Condoli, e le addizio- come l'odierno vescovo, di che ne
ni di Francesco Romaguera, nella conserva amorevole rimembranza.
terza edizione che splendida si fece Pel solenne possesso del cardinal
in Girona da Girolamo Golol nel Mattei, la sera de'7 maggio di det-
i685. Il Garampi a pag. 25o nel to anno ebbe luogo nell'aula mas-
riportare un brano di questi sta- sima della residenza municipale,
tuti, de nobilibus et magnatibus s dopo le altre dimostrazioni di pub-
non solo osserva che le famiglie blica allegrezza , una letteraria e
dichiarate nobili non tutte si ve- musicale accademia ad onore del
dono distinte per cognome; ma porporato, nella quale il gonfalo-
dice che gli statuti riformati al niere marchese Francesco Ranghia-
tempo del cardinal legato Albor- sci Brancaleoni pronunziò analoga*
noz, poscia vennero espressamente orazione. In essa enumerò le pre-
confermati dal vicario del cardinal clare doti del nuovo protettore, ed
Pietro di Stagno, mandato da Gre- espose la fiducia che il magistrato
gorio XI per vicario e legato a- poneva nella sua benignità ed au-
postolico in Italia a' 4 luglio 1371. torità; narrò i pregi antichi e mo-
Per la festa di s. Ubaldo eugubi- derni di Gubbio, rimembrò i fasti

no, vescovo e principal protettore quanto era d'uo-


della patria, espose
di sua patria, eleggevasi il conte- po a renderla più florida , incul-
stabile, il quale doveva essere uno cando ai concittadini la concordia:
de' più nobili cittadini , e per lo conchiuse che quando Gregorio
,

spazio di tredici giorni avea este- XVI diede per protettore agli eu-
sissima giurisdizione, cessando quel- gubini il cardinal Mario Mattei ,

la di lutti gli altri magistrati. Con incominciò per essi una novella e-
grande formalità H poneva in pos- poca di pace, e di risorgimento nel
sesso del suo ufficio, pel quale ri- commercio, nelle arti e negli stu-
ceveva pubblicamente. La magi- di* Questa orazione elegante e ro-

stratura era composta del gonfalo- busta, per volere del magistrato e
niere, e dei consoli che più volte concittadini meritò che in Gubbio
nell'anno cambiavansi 1 dodici nobili fosse pubblicata colle stampe, con

componevano il consiglio di creden- questo titolo : Pel solenne possesso


za, e quattro presiedevano all' an- del nuovo protettore di Gubbio Èi*

nona, ne alcun cittadino secondo gnor cardinale Mario 3Iattei, ora*

il suo grado si poteva ricusare dal zìone del gonfaloniere conte Fran*
sostenere le cariche. Oggidì si go- cesco Ranghiasci Brancaleoni ec. ec.
164 GUB GUB
Se ne fa onorevole memoria con stabilimenti a tal uopo edificati.

un beli* estratto, nella dispensa 38 Crebbe in guisa la sua popolazio-


deW Album, anno X. ne, che come i romani le loro co-
La città alza il proprio vessillo lonie, cosi gli eugubini mandarono
composto di cinque monti cui so- i loro cittadini a fabbricare alcu-
vrastano altrettanti gigli con rastel- ne terre e ville, quali tra le altre
lo. E ignota l'epoca in cui Gub- furono Pergola, Costacciaro e Can-
bio incominciò ad usare di tale tiano. Il eh. Castellano dice » ch'eb-
impresa. Francesco Maria Picotti be la città di Gubbio estesa giu-
nella sua storia eugubina mss. così risdizione sui circostanti luoghi non
esprimesi. « Allorché le città d'I- solo, ma infino ai limiti della Mar-
talia si governavano a consoli, ca, essendosi da' suoi popolani, che
Gubbio sopra scudo vermiglio
lo giunsero numero di cinquanta-
al

cinque monti bianchi vi scolpi , o mila, edificati a comodo ed a tu-

che sia per li cinque colli che so- tela i paesi di Pergola, Terra-San-
no più vicini alla città, le genti dei t'Abbondio, e Costacciaro. Dipen-
quali principalmente concorsero al- dono dal governo di Gubbio le
la di lei restaurazione, dopo che comuni di Costacciaro, di Scheg-
gli ungheri l'avevano del tutto di- gia , e di Pascclupo (dell'eremo
strutta, o che sia per cinque altis- de' camaldolesi di questo nome ne
sime cime de' monti Apennini che parlammo VI, pag. 3o2 e
al voi.

nel territorio eugubino si trovano, seg. del Dizionario ), coli' appodia-

che sono le due montagne di Can- to Isola Fossara. Di Costacciaro


tiano, Catria, Monteaguto , quella e della Scheggia, con l'autorità dei
della Scheggia, e quella di Costac- Castellano e del Calindri princi-
ciaro, in mezzo alle quali in se- palmente, daremo un cenno qui
guo di dominio è il monte di s. appresso ; in quanto a Pascelupo
Ubaldo, l'antico Jngìno. Dopo però esso ebbe origine dopo la distru-
la guerra santa del 1098, in me- zione del forte Castellaro , e della
moria di mille eugubini che vi mi- città di Tiego, che si elevava un
litarono, furono aggiunti il rastello miglio e mezzo dal paese odierno,
e i gigli» ch'era l' insegna che por- la quale distruzione seguì nella bat-
tava il supremo duca Goffredo di taglia fra Narsete e Totila sotto le
Buglione, e ch'egli concedeva a mura di Sentina, secondo il Calin-
quelli che in detta gloriosa impresa dri. Nel territorio vi è l'abbazia
il favorirono ". La giustizia vi è de' ss. Bartolomeo ed Emiliano dei
amministrata da un governatore Congiuntoli, la cui chiesa è della
distrettuale nominato dal Papa per figura di Paolo di Roma, e la
s.

organo della segreteria per gli af- facciata è sorprendente per l' ele-
fari di stato interni, ed ha la città vazione e pel lavoro. II paese ha
un consultore che la rappresenta fabbricati cinti di mura, con picco-
nella legazione di Urbino e Pesa- lo borgo. Inoltre ha nella sua mu-
ro. Gubbio grandeggiò ne' secoli nicipale amministrazione gli appo-
XII e XIII pel commercio e per le diati Baccaresca, Bi sciita, Casti-
arti specialmente della lana e del- glione- Aldovrandi 3 Coccorano, Col-
le saie, vedendosi tuttora nella piaz- palombo, Febbino s Pelroio San- ,

za del mercato gli avanzi dei vasti ta- Cristina 3 e f'alcodale, oltre i
,

GUB GUB i65


suburbani Del Monte Cuc-
villaggi. Il ponte che volgarmente chiamasi
co Apennino poche miglia lonta- la Bolle d'Italia, ha sofferto però

no da Gubbio abbiamo da Forte qualche deterioramento, ma si dà


Gabrielli, Descrizione delle grotte sovente opera a ristaurarlo. Esso fu
di Monte Cucco, che sta fra gli fatto ad imitazione dell'insigne pon-

opuscoli scientifici del Calogerà ; e te di Cagli, che ora si vede solo


da Girolamo Gabrielli, Lettera a per la metà, e detto ponte Mal-
Gio. Battista Passeri, nella quale Ho; il ponte elevato dal valente
si descrive tutlociò cìie osservo nel- Fabbri dal fondo del fosso che sot-
le Grotte del Monte Cucco: exst. to scorre ascende a palmi roma-
nella citata St. de'foss. dell' Ag. ni trecentosedici di lunghezza ed ,

Pes. fog. i63. i piloni hanno palmi duecento-


Costaceiaro Borgo e comune.
venti, mentre la luce dell'arco
soggetto alla diocesi e distretto di arriva a palmi novanta. I gre-
Gubbio, posto alle falde del Mon- ci lo chiamarono Schissa? secon-
te Cucco, e già validamente for- do Eustochio, che il Passeri cre-
tificato ed aumentato dagli eugu- de derivi dalla parola barbara
bini nel secolo XIII, come ante- scheit 3 che significa scindere. Si dà
murale a* loro possedimenti. Tutto il vanto da molti scrittori a que-
il territorio giace in piano ed in sta terra di essere succeduta all'an-
monte ha grandi e belli fabbri-
;
tica Luccoli} i cui popoli superstiti
cati cinti di mura. Il Garampi a dalla rovina di Narsete vincitore
pag. 391 delle Memorie fa men- di Totila, parte edificarono Can-
zione d'un antico monistero di s. tiano, e gli altri ritornarono a ri-
Maria di Vianova delle monache formare nuovi alberghi presso le

santuccie, situato presso Costaceia- loro patrie rovine. DeU'autico Lue-


ro. Ivi esiste una chiesa arcipre- coli, Luccolis, castello o città ve-
tale dedicata a s. Marco evange- scovile diroccata nel territorio di
lista, ed un antico convento di mi- Gubbio, trattò Giuseppe Colucci
nori conventuali che possiedono il nel tom. XIII Delle antichità pice-
corpo del b. Tommaso da Costac- ne. Chi bramasse altre notizie di
eiaro. Di questo luogo fu monsi- LqccoU legga il p. Sarti, De episco-
gnor Fauni Massarelli segretario pis eugubinis pag. io e 141, ove
del concilio di Trento, e diede al- ancora tratta dell'origine di Can-
tri illustri personaggi. nano soggetto al governo di Ca-
Scheggia. Terra e comune sog- gli, distretto e diocesi di Gubbio-
getto alla diocesi e distretto di Neil' erto del monte erano due
Gubbio, posta nella strada Flami- forti, che hanno lasciato al sito il
nia o corriera del Furio, in vici- nome di Pian di Castello. Nel pen-
nanza del quale trovasi il ponte dio dal monte Petrara, e nel sito
singolare costruito mirabilmente dal- detto il Campo delle
era griglie
l'ingegnere Giuseppe Fabbri nella l'ampio e famoso tempio di Giove
fine del presente secolo in forma Apennino o Pennino, ed unito a
ovale o di circolo perfetto, per con- quello era il bosco sacro a quella
giungere due montagne, chiamate deità, come narra il Calindri, che
una del Bandito, l'altra de' Bagni inoltre asserisce essersi rinvenute
da quelli che ivi prima esistevano. presso, tal tempio le famose tavole
i66 GUB GUB
eugubine di bronzo, vendute nel Gubbio. Alla Scheggia erano sog-
j456 alla città di Gubbio dalla gette diverse ville e castella, fra le
famiglia Vici, una donna della qua- quali Pascelupo, il castello della
le le trovò. Nel 1801 vi si rinven- Branca , la torre de' Calzolari ed
ne pure un idolo di bronzo assai altre. Ora passeremo a notare le
pregevole, i rottami di una mae- principali vicende dell'antica Iguia
stosa colonna, ed una grande aqui- e di Gubbio cronologicamente, in-
la di metallo corintio interessante. di della sua chiesa e seggio vesco-
Oltre le iscrizioni che riporta il vile, analogamente a quanto già si

Calindri, pochi passi distante da è accennato.


questo borgo si rinvennero le vesti- L'origine dell'antica città si per-
gie di antiche sontuose fabbriche, de fra le memorie più de' tempi i

con una fonte che si crede quella remoti alcuno giunse a dirla fab-
:

stessa che somministrava le acque bricata da un nipote di Noè; altri,


alle terme. Quivi ancora si rinven- e con più probabilità, dagli antichi
nero depositi , mosaici , avanzi di popoli di Etruria-; però i critici con-
marmi, monete, idoletti, bagni, vol- vengono essere una delle più antiche
le sotterranee, frammenti di statue, città dell'Umbria, edificata dopo il

un busto di marmo con due teste diluvio da quegli antichissimi popo-


di uomo e donna, ed iscrizione. li di stirpe osca detti in prima
Con molte pietre del summento- erotri per aver posto a coltura il

vato tempio si fabbricò il ponte territorio della Campania, ed indi


del Sentino nel 1789, e l'altro umbroni per aver da per tutto
detto la Botte di Scheggia. Nel fabbricate case murate, i quali a-
1648 a* 4 marzo fu questo paese vendo cacciate tutte le tribù pa-
fatto terra da Innocenzo X: il ter- storali occupanti l'Italia di mezzo,
ritorio giace in piano, colle e mon- si estesero su tutto il paese piano
te ; matrice è dedicata a
la cjiiesa di qua e di là dell'Apennino, do-
Dio in onore de' ss. Filippo e Gia- ve tra le altre città fabbricarono
como, la cui tavola dell'altare ven- Gubbio circa cinque secoli avanti
ne dipinta di buona scuola peru- la fondazione di Roma. Gubbio nei
gina; il quadro della Beata Ver- tempi antichi fu potentissimo, e
gine del Rosario è del Nucci, ed dalle sue celebri tavole si rileva es-
altro della Madonna di Battoni. Vi sere stato signore di nove tribù a
sono diversi fabbricati con borgo paesi, e confederato con alcuni
munito di torre quadrilatera, altra popoli della Toscana. Valeriana
essendovene nel palazzo comunale, di GrefFolino, morto d'anni no-
la quale è molto antica e ben vanta nel i3oo, che scrisse la pa-
conservata. Quivi è la direzione po- tria istoria, quale mss. conservasi
stale per tutti i luoghi limitrofi, nel memorato archivio Armanni, e
ed in poca distanza si trovano le la cronaca di Gualdo di cui facem-
falde del famoso monte Catria, del mo parola a quell'articolo, ed altri
quale, come del vicino celebre mo- autori vogliono che sia stata resi-
nislero di s. Croce di Fonte Avel- denza di un re, e però la chiar
lana, ne parleremo all'articolo Per- marono città regia ; ma dalle stes-
cola, essendo ora compreso in quel- se tavole si viene in cliiaro che il

la diocesi, non più in questa di governo de'prjmigeni eugubini fu


GUB GUB 167
repubblica, cioè a somiglianza del tefici. Non andò guari, che Aistul-
Lucuinone degli etruschi, erano ret- fo re de' longobardi l'occupò con
ti da un magistrato detto Poemo- altre terre della Chiesa, minaccian-
ne. Datasi in potere de' romani do fare altrettanto a quelle del
poco prima dell'intera soggezione ducato romano . Non potendo il

dell' Umbria, cioè dopo la metà cir- Papa Stefano III ottenere dal prin-
ca del secondo secolo dalla fonda- cipe longobardo che restituisse le
zione di Roma, fu loro fatta al- città e luoghi usurpati, ricorse al
leata aequissimo ac santissimo foe- patrocinio di Pipino re di Fran-
d(ire y e dipoi dichiarata municipio. cia, il quale nell'anno 7 55 si por-
Welle guerre civili tra Pompeo e tò in Italia, e con V esercito co-
Giulio Cesare, ognuno di essi pro- strinse Aistulfo a restituire i luo-
curò guadagnarla al proprio par- ghi invasi, i quali insieme a Gub-
tito; a tale effetto il primo vi man- bio consegnò al Pontefice a mez-
dò Termo, il secondo Curione al zo di Fuldrado cappellano e le-
quale la città si arrese, laonde fu gato regio. Divenuto re de' longo-
da Giulio distinta col nome di Ju- bardi Desiderio, ingratamente oc-
lia Iguvia. Il di lui nipote Otta- cupò armi diversi dominii
colle
viano Augusto si portò in Gubbio della Chiesa romana, nonché Gub-
allorché i soldati romani divenuti bio, che molto rovinò, minaccian-
arbitri delle contese fra lui e la do fare altrettanto a Roma ; ma
superba moglie di Ma re' Anton io, Adriano I invocando la possente
avevano «letto questa città a luogo autorità di Carlo Magno, questi
per decidere amichevolmente i pro- nel 773 fece prigione Desiderio, e
pri diritti; quindi Ottaviano le die termine al regno longobardo,
compartì de' favori per cui gli eu- restituendo al Papa il tolto, ed
gubini nel loro teatro celebrarono ampliandone il principato. Lodovi-
la vittoria che riportò su Marc' An- co I imperatore, e successore di
tonio. Narra il Garampi nelle Me- Carlo Maguo suo padre, confermò
morie a p. 58, che nella dimora la restituzione ed ampliazione del
fatta da lui in Gubbio nel ?49> i dominio della Chiesa, nel quale at-
osservò nelle antiche pergamene to vi comprese Gubbio, ciò che
dell'archivio, che la città fu ap- pur fecero altri imperatori, massi-
pellata Ugobbio, che i latini disse- me Enrico II il Santo.
ro Tguvium ed Eugubium; poi nei La città continuò ad essere sot-
barbari secoli si deformò in Egu- to il dominio temporale de' Papi,
bio, Ugubio, A gobbio, e Gubbio. tranne qualche tempo che la si-
Occupata l'Italia dai barbari, mas- gnoreggiarono gl'imperatori. Dopo
sime dai goti, Gubbio seguì l'infau- il nominato eccidio operato dagli
sta sorte delle altre città,indi fu sog- uugheri, nel 917 la città fu rifab-
getta agli esarchi di Ravenna, dai bricata nella presente area, e tra
quali per fuggire la persecucione quelli che vi ebbero parte si no-
dell'imperatore Leone l' Jsaurico mina Pietro Pamphilj, figlio di
capo degli eretici iconoclasti, ver- Araanzio ch'erasi stabilito nell'Um-
so la metà del secolo ottavo, con bria, ove la famiglia si propagò
volontaria dedizione si sottopose e divenne possente con l'acquisto
alla santa Sede ed ai romani Pou- di molte terre, e col titolo di con-
>68 GUB GUB
te. Per trecent'anni la citt^ fu la- riosa la fazione guelfa, questa cit-

cerata dalle l'azioni; e nelle cro- tà giunse al colmo della sua glo-
ciate di Terrasanta cui si ascrisse- ria, poiché al dire di uno storico po-
ro gli eugubini, in una spedizione che erano nell'Umbria, nel Pice-
ascesero i crocesignati a mille, in no e nella Toscana repubbliche
altra a mille duecento. Nell'anno guelfe, che non avessero a pode-
li 55 l'imperatore Federico I vo- stà,a rettore, a capitano del po-
leva distruggere Gubbio, ma s. Te- polo un nobile guelfo da Gubbio.
baldo che n'era allora il vescovo Nel i3oo a' 23 maggio cadde la

fece cambiare divisamente a cesa- città nelle mani di Uguccione del-


re. Sembra che fino da quest'epo- la Fagiuola, di Federico conte di
ca gli eugubini incominciassero a Montefeltro, degli aretiui, e di al-
tenere per l'impero, e sebbene qual- tri ghibellini nemici della santa
che volta tornavano a parteggiare Sedei Sentita una tal novità Boni-
per siccome stettero per
la Chiesa, facio VIII, che allora [trovavasi in
Innocenzo III o meglio per Ono- Ànagni, nel dì 27 seguente con
rio III, contro Federico li, tutta- sue speciali lettere dichiarò il car-
via lo spirito della città fu per cir- dinale Napoleone Orsini non solo
ca uu secolo e mezzo ghibellino. rettore in spirituale e temporale,
Tennero per Corrado IV e Man- ma insieme legato apostolico nel
fredi contro Innocenzo IV., Ales- ducato di Spoleto, Marca Anconi-
sandro IV, Urbano IV, o Clemente tana, e contado di Perugia, ad ef-
IV; ma dopo la rotta di Beneven- fetto specialmente di debellare la
to e la morte di Manfredi cerca- città di Gubbio, quam hostes nu-
rono di tornare in pace con la perrime subjecerùnt; siccome in
Chiesa. Urbano IV per togliere gli fatti col suo valore e con l'aiuto
eugubini a Manfredi cercò di as- dei fedeli della Chiesa in poco tem-
solverli da ogni censura, e di più po la ricuperò a'24 giugno. 11 car-
quasi in premio della loro sommis- dinale concesse un diploma d' in-
sione accordò loro la investitura dulgenze allo spedale di s. Lazza-
della città di Cagli con un breve ro verso il 3 1 marzo i3oi dimo-
dato da Montefiascone a' 2 febbraio rando in Gubbio. In quest'anno
1 263. Nel seguente secolo e dal egli terminò la legazione e la ret-
|234 incominciano le notizie cro- toria dellaMarca, per lo che ai
nologiche i52i, fatte su
sino al 18 giugno Bonifacio VIII creò ret-
Gubbio dall'abbate Lue' Antonio tore in temporale Pietro Gaetani
Gentili, nella sua Lettera contenen- suo nipote, e in spirituale maestro
te la disamina delle memorie sto- Andrea da Gubbio: il suo succes-
riche di Pergola, con un compen- sore Benedetto XI nel i3o3 co-
dio cronologico degli avvenimenti stituì rettore nel temporale Rem-
della terra di Pergola di Gubbio baldo da Trevigi. Nelle antiche
dall'anno 1234 al i52i, Venezia memorie di Gubbio si trova avervi
J7 3 7- risieduto talvolta i legati pontificii;
Bonifacio Vili a' 22 novem- l'epoca più. rimota risale all'anno
bre 1297 confermò il suddetto 11 00. Nel i3o2 in Firenze Caute
breve di Urbano IV. Nel secolo Gabrielli sentenziò barbaramente
XI V allorché iu Gubbio restò vitto- ad esser bruciato vivo il sommo
,,

GUB GUB t6 9
poeta Dante Alighieri, se fosse mai fece governatore e vicario perpetuo
Tenuto in potere della curia, che nello spirituale e nel temporale.
imputavalo di baratterie per odio Dopo la morte se ne fece
di lui
maligno di fazione. Dante si por- tiranno il vescovo medesimo Gabrie-
tò a Gubbio ove ebbe ospitale e le Gabrielli, onde per evitare mali
generosa accoglienza dall'eugubino maggiori il Pontefice Bonifacio IX gli
Rosone, nella cui casa compose una concesse ancor lui la città in vicariato.
gran parte della Divina Comme- L'occupò quindi Antonio I Montefel-
dia, di che rende testimonianza tro settimo conte d'Urbino, per cui
l'onorevole iscrizione posta nella ne passò il dominio ne' successori
torre dei conti Falcucci. Feltreschi e Rovereschi, onde Gub-
La famiglia Gabrielli divenne bio segui le sorti ed i destini del

celebre per lo studio delle leggi ducato d' Urbino (Fedi). Nel i/±ia
onde i suoi individui erano dalle Gubbio fu onorato dalla presenza
città e luoghi ricercati ad eserci- di Papa Martino V, che da Firen-
tare la distributiva giustizia : di ze si portò in Roma ove entrò ai
tale ascendente alcuni abusarono 9 settembre. Nel i^Sj questa cit-
e Jacopo Gabrielli nel i336 spinse tà fu assalita da Boccolino da Q-
tanto la tirannia da lui esercitata simo, il quale erasi dichiarato prin-
in Firenze , che questa repubblica cipe nella sua patria, ma fallì nel-
emanò un decreto col quale proi- l' impresa. Il Pontefice Giulia II

bì di conferire non magistrature essendo il suo nipote Francesco


solo ai Gabrielli, ma a qualunque Maria I della Rovere duca d' Ur-
altro cittadino di Gubbio. Eppure bino, si portò in Gubbio. Final-
a reprimere l' anarchia fu il me- mente morte di Francesco
per
desimo Jacopo richiamato di poi Maria Rovere, ultimo du-
II della
il quale preparò la via all'odiosa ca di Urbino, avvenuta a' 28 apri-
dominazione che vi esercitò poscia le i63r, questo ducato e la città
il duca di Atene. Verso la metà di Gubbio ritornarono al pieno
dello stesso secolo XIV, profittando dominio della Chiesa. Urbano Vili
delle fazioni , e della residenza dei spedì il suo nipote d. Taddeo Bar-
Papi in Avignone., Giovanni Ga- berini prefetto di Roma e gene-
brielli sottopose al suo dominio la rale di s. Chiesa a prendere pos-
propria patria. Accorse il cardinal sesso di Gubbio, dichiarando lega-
legato Egidio Albornoz, e ricuperò to di Urbino il proprio fratello
alla Chiesa la città di Gubbio. V. Antonio Barberini cardinale del
Guerriero Berni gonfaloniero di titolo di s. Onofrio. D' allora in
Gubbio, Chronicon Eugubinum ab poi Gubbio restò soggetta al go-
anno i35o usque ad an. 1^71 verno de' legati o presidenti di Ur-
italice scriptum mine pri/num pro- bino e Pesaro. Nel 1797 i repub-
diit a mss. cod. vat. Exstat inter blicani francesi occuparono la cit-
Rer. Hai. script, t. XXI. Poco do- tà, dopo averla fatta insorgere,
po che la città era ritornata al come praticavano da per tutto ; indi
dominio della Chiesa, Gabriele de fece parteregno italico nel
del
Gabrielli vescovo di Gubbio su- dipartimento del Metauro.
scitatenuove turbolenze se ne im- Restituito Pio VII nel 18 4 ai 1

padronì , per cui Urbano VI lo suoi dotninii, Gubbio rientrò sotto


,

170 GUB GUB


quello pacifico della santa Sede ; della Chiesa. Il p. Sarti nella sua
e quando nel 1841 il regnante eruditissima opera De episcopis
Papa Gregorio XVI intraprese la Eugubini, sembra credere che Gub-
visita del santuario Loreto la
di , bio fino da tale epoca avesse il

eillà spedi in Fabriano una depu- proprio vescovo , speditovi forse


tazione, composta del gonfaloniere dallo stesso principe degli apostoli
e di due anziani ,
per umiliare al s. Pietro, e può desumersi dall'e-
Pontefice i di voti sentimenti di sua sordio della famosa decretale di s.

fedele sudditanza ; omaggio che fa Innocenzo I a Decenzio vescovo di


accolto con particolare benignità. Gubbio. Il medesimo p. Sarti ri-
Per la storia di Gubbio , oltre i prova T opinione di quelli che sen-
citati autori e quelli che poi no- za critica pretesero riporre nel ca-
mineremo, possono consultare i
si talogo de' vescovi della chiesa Eu-
seguenti. Giovanni Blavio, Thea- gubina i Secondino ed Agapio
santi
truni civitatum, il quale riporta la martiri, consacrati dal Papa s. Dio-
descrizione di Gubbio fatta da Vin- nisio circa l'anno 261, dei quali si
cenzo Armanni. Antonio Concioli, parla nei celebri atti del martirio dei
Eugubinae civitatis hono rifica , et ss.Mariano e Giacomo appartenenti
brevis descriptio. Exst. in Statu. alla metà del terzo secolo. Neppu-
civ. Eug. i685. Marcello
edit. re accorda all' Ughelli che sedesse
Franciarini, L'antica città d' Igu- in questa cattedra Leonzio ordina-
vio, oggi Gubbio neW Umbria, no- to dal Pontefice s. Silvestro I l'an-
minata da Strabène e Tolomeo no 324, che si crede abbia assistito
nelle loro geografìe, dissertazione: al concilio romano convocato da
si legge nel tom. VII degli Opu- quel Papa. Da questo vescovo ne
Calogerà, iy3i.
scoli scientifici del incomincia la serie [' Ughelli nella
Bonaventura Tondi , L' esemplare sua Italia sacra t. I, p. 602 e
della gloria, ovvero i fasti sacri seg. Vuoisi che a Leonzio succedes-
politici e militari della città di sero Probo, Tunnio, Paolo, Feli-
Gubbio, Venezia i684- Angelo Tor- ce, e Dionisio, i quali però il p.
sano, Orationes auae de Umbriae, Sarti li dice sognati da alcuni
ec. Giorgio Marchesi, Della città estensori del catalogo de' vescovi
di Gubbio, ove i Bentivogli, i Bi- eugubini del secolo XVII. E certo
scaccianti della Fonte, ed i Branca e senza controversia l'episcopato di
sono singolarmente ricordati, nella Decenzio, essendo notissima la de-
sua opera intitolata, La galleria cretale scrittagli da s. Innocenzo I
dell'onore. Nell'Elogio sullodato di eletto Papa nel 4° 2 > ul extat in
Sebastiano Ranghiasci Brancaleoni, decretai, dist. Quis nesciat, et
1 r
,

a p. 11, si legge il titolo delle o- dist. 23, e che non uno, ma più
pere che stampò, ed a p. i5 l'e- e più ne fossero stati i predecesso-
lenco delle opere inedite, nella ri, de' quali si menzio-
fa espressa
maggior parte riguardanti la storia ne senza nominarli in detta decre-
di Gubbio, sì le prime che le se- tale. Nomineremo tra i successori
conde. di Decenzio più celebri per san-
i

La luce del vangelo e le verità tità, zelo, ed altre qualità. Il Pon-

della fede furono quivi predicate tefice s. Gregorio I deputò Gau-


a' tempi apostolici , nei primordi dioso vescovo di Gubbio, a cui
GUB GUB 171
alcuno dà l'epiteto di santo, a vi- come sopra dicemmo, com- cui fu
sitine la chiesa vescovile , il clero messo il processo di s. Giovanni
e popolo di Taino o Tadino come da Lodi. In seguito nell'anno 126 1

vescovo viciniore, e per presiedervi leggesi vescovo di Gubbio Stefano,


al nuovo vescovo, il quale si crede quantunque sia ignoto V anno pre-
fòsse s. Facondino. Fiorentino che ciso di sua elezione. S. Ubaldo che
intervenne al celebre concilio la- dicesi della nobile famiglia Baldas-
teranense., tenuto dal Papa Stefano sini nobile di Gubbio e tuttora
111 detto IV nel 769. Bennato, che esistente in Pesaro ed in Jesi, fu
nell' anno 826 sottoscrisse al con- allevato nella canonica de' ss. Ma-
cilio romano. Domenico che fu a riano e Giacomo, terminando gli

quello adunato da Adriano II nel- studi nel seminario di s. Secondo.


1*871, o meglio da JNicolò I nel- Nell'anno 1 1 18 già Io vediamo prio-
l'86i. Benché il p. Sarti sia di re del capitolo della cattedrale, e
contraria opinione pure il dotto riformare i disordini eh' erano tra
preposto Reposati ha provato che i canonici : ne indusse tre a vivere
fu vescovo di Gubbio il b. Lodolfo in comune con lui, ed il loro esem-

Patnphilj eugubino del 1 oog, fon- pio ebbe in poco tempo molta
datore del celebratissimo eremo di forza sugli altri. Ubaldo si recò
s. Croce di Fonte Avellana, che fu ad istruirsi sulla disciplina regola-
un seminario di santi e di uomi- re nel monistero di s. Maria in
ni illustri. A lui successero nel Porto de' canonici regolari, esistente
io32 Giuliano, enei 1049 Teobal- nel territorio di Ravenna; prese
do o Tedaldo, ambedue eremiti avel- la loro regola, e la portò a Gub-
lanensi ed a questi Guido e s. Ro-
; bio, ove gli riuscì di farla adottare
dolfo, la cui vita riporta il p. Sar- dal suo capitolo. Incendiata la ca-
ti a p. 3 1 e seg.., aggiungendovi sa canonicale e il chiostro del
a p. 49 quella di s. Pier Damia- capitolo, Ubaldo ne rifabbricò una
ni, il quale essendo stato maestro più bella, e la vita regolare e co-
del santo vescovo ne scrisse an- mune vi fiorì : il Gara in pi nelle
ch' egli la vita insieme a quella di sue Memorie discorre della vita
s. Domenico Loricato, ed è ripor- comune osservata dai canonici , e
tata tra le sue opere. Verso il di varie loro pratiche. Onorio II
1068 fiorì Mainardo, altro religio- nel dispensarlo dalla sede vescovi-
so del monistero dell'Avellana. Al le Perugia a cui era stato eletto,
di
vescovo Piusuco nel 1 io5 successe volle che fosse vescovo della sua
s. Giovanni di Lodi priore del- patria nella circostanza che reca-
l' Avellana, la cui vita scritta da tosi in Roma per definire le ver-
un monaco eremo è ripor- di tal tenze del clero sulla elezione del
tata dal p. Sarti a p. 64 mori : successore del vescovo Stefano mor-
d' anni 80, e Pasquale II commise to circa il 1128, lo riconobbe ri-

il processo delle sue gesta e mi- pieno di Spirito Santo, come di-
racoli al cardinal Giovanni da ce Tebaldo suo successore che ne
Gubbio. scrisse la vita, e io stesso Papa
À s. Giovanni da Lodi successe che lo consacrò , non come altri

altro Giovanni, uomo per virtù e scrissero Innocenzo II : di questo


per dottrina esimio, quello stesso, Papa, e del suo successore Celesti-
i
72 GUB GUB
no II PUghel li riprodusse due let- vescovo nel 1171 , cui successe
tei e dirette a Benedetto prepo- Benti voglio nel 11 88, sotto del
sito, ejusquc fratribus in ecclesia quale imperatore Enrico VI con-
l'

episcopalis sedis beati Mariani Eu- cesse un diploma di privilegi agli


gubinae cwitalis Domino familiari' eugubini, riportato dall' Ughelli, in-
tibus. Dopo aver Ubaldo sedata sieme a quello di Celestino III col
una fiera sedizione insorta nella quale questi ne accordò altri ai
città, la salvò dall'eccidio cui la vescovi di Gubbio. Nel 1 io,3 fu
minacciava Federico I,il quale avea vescovo Marco monaco benedettino
fatto saccheggiare Spoleto. Vene- dell' Avellana, che intervenne con

rato da tutti per le beneficenze altri dodici vescovi alla consacra-


fatteagli eugubini, per Io spleudi- zione della chiesa dell'Avellana,
do novero di sue virtù, mori co- fatta da Giulio cardinal legato. In-
me visse santamente a' 16 maggio nocenzo III riprovando l'elezione
1160, quindi Celestino 111 nel del vescovo Rinaldo eletto dai ca-
li 92 solennemente a
lo canonizzò nonici, nel 1206 invece elesse il b.
richiesta del vescovo, clero e pò- o s. Villano, sotto del quale l' im-
polo di Gubbio. Il suo corpo nel peratore Ottone IV rilasciò un
tempo in cui fu vescovo Bentivo- diploma di privilegi agli eugubini,
glio, che ne promosse la canoniz- presso l' Ughelli : il b. Villano fu
zazione, fu portato nella cima del uno di quei vescovi che in s. Ma-
monte Ingino, ove si venera tut- ria degli Angeli promulgò V iu-
tora con un continuato miracolo dulgenza della Porziuncula, e mo-
intatto. Paolo V con bolla de' 26 ri prima del 1240. Paolo Alberti

ottobre 1606, Bull. Rom. tom. V, fiorentino dopo di lui fu elevato


par. Ili, p. 160, ordinò che la all'episcopato, sotto di cui l' impe-
sua memoria fosse celebrata dalla ratore Federico II nel 1244 ema_
Chiesa universale nel giorno di sua nò un diploma col quale confermo
beata morte con rito semplice ad a Gubbio la signoria su varie ter-
libitum , che poi l' urbinate Cle- re. Fr. Benvenuto francescano nel
mente XI nel 1701 prescrisse di 1278 fu consacrato vescovo da Ni-
rito semidoppio. Fra le vite di colò III, il quale diresse ad Ubal-
s. Ubaldo principale protettore di do priore, ed al capitolo della chie-
Gubbio, ve n'è una in italiano di sa Eugubina dell' ordine di s. A-
Federico Falcucci, stampata in Pe- gostino , la lettera Petitio vestra.
rugia nel 1606, ed un'altra di Mi' Nel 1295 ne divenne successore
chelangelo Eugenio di Gubbio , l'eugubino Ventura, scelto da Bo-
pubblicala in Roma nel 1628. In nifacio VIII che rigettò le richie-
ìatino Teobaldo priore
la scrisse ste del capitolo in favore di altri
dell'Avellana, e immediato succes- soggetti; a queste però nel i3o2
soie di s. Ubaldo siccome questi cedette per morte di Ventura, ed
avea profetizzato , e si legge nel- a favore di Francesco priore della
l'opera del p. Sarti a p. g3. Veg- chiesa, che fece consacrare da Tom-
gosi i Bollandisti, Ada ss. ad d. maso vescovo di Cagli, allora det-
XVI maii, De gloria postuma s. to C'witas Papalis : Francesco nel
Vbaldi. seguente anno a' 21 febbraio con-
Offredo o Offreduccio divenne voeò un sinodo diocesano, ove de-
GUB GUB i
73
cretò utili costituzioni. Nell'anno abbazia dell'Avellana. Si meritò il
13^6 Giovanni XXII a questa nome di padre de' poveri e di ri-
trasferì da Fossombrone l'eugubino fugio degl'infelici, e rinnovo nella
Pietro Gabrielli ;' indi furono ve- cattedrale il pavimento; laonde di-

scovi Gubbio, nel 1370 fr.


di venuto perfetto modello de' vesco-
Giovanni Aldobrandino nel 1379 vi, nel i53oy Paolo III lo creò
Gabriele de Gabrielli eugubino cardinale, dignità che accettò per
monaco enei 1 384 Lo-
avellanita, obbedienza, e fini di vivere uni-
renzo Corvini romano, ambedue venalmente compianto nel 1 54'»
nominati dal legittimo Urbano VI, venendo sepolto nella cattedrale,
mentre a questa sede l'antipapa ove la città di Gubbio gli eresse
Clemente VII in Avignone dichia- onorevole monumento,
rò vescovi di Gubbio prima Ada- Paolo III gli die a degno suc-
mo parigino, poi Arnoldo. Inno- cessore il celebre cardinal Pietro
cenzo VII nel i4°7 promosse al Bembo patrizio veneto, ma per
vescovato Francesco de Biliis eu- alcune differenze nate tra il car-
gubino , abbate de' benedettini di dinaie e gli eugubini, nel 1 544-
s. Pietro, che morì nel 1 444» cin '1 Papa lo trasferì a Bergamo :

successe Antonio Severio urbinate delle sue gesta , come di tutti i

vescovo di Cagli. Sisto IV nel cardinali, ne trattiamo alla sua bio-


i475 nominò vescovo il proprio grafia. Paolo III trasferì allora dal
segretario Leonardo Grifo, ma a- vescovato di Reggio a questo, Mar-
vendolo poi traslatato a Benevento, cello Cervini di Monte Pulciano
nel 1482 fece amministratore di cardinale del titolo di s. Croce in
questa chiesa il nipote cardinal Gerusalemme, che maggio ne nel
Girolamo Basso della Rovere, che prese per procura , indi
possesso
la governò sino al 1^2, nel qual nel fine dell'anno si portò alla
tempo subentrò a governarla Fran- visita della diocesi. Trovandosi in
cesco della Rovere pur di Savona. Gubbio intento alla riforma del
Di questa città fu pure Antonio clero, i554 Giulio III lo chia-
nel
Ferreri che Giulio II fece vescovo mò in Roma, per fare altrettan-
eugubino nel i5o4, e nel seguen- to col romano e colla corte. Nel
te anno cardinale. Nel i5o8 Giù- seguente estate si restituì a Gub-
lio II deputò amministratore della bio applicato con zelo al be-
sede Federico di Campo Fregoso ne della diocesi , che dovette ab-
genovese, arcivescovo di Salerno, ad bandonare per morte di Giulio III,
istanza di Guidubaldo duca d' Ur- e nell'aprile i555 fu sublimato
bino suo zio materno; quindi sotto al pontificato col nome di Mar-
dì lui e ad istanza di Francesco cello II, ritenuta però anche .la
Maria I duca d'Urbino, Leone X chiesa di Gubbio. Fu benemerito del-
con la bolla Constitutus in specula la diocesi e della cattedrale ,
per
del i5i4, secolarizzò i canonici re- quanto superiormente dicemmo,
golari del capitolo della cattedrale onde il popolo eugubino per rico-
in numero di undici con un pre- noscenza gli eresse una statua, co-
posto : nel i535 Paolo III lo fece me scrive l' Ughelli. Morì dopo
effettivo vescovo eugubino, ed ab- ventidue giorni di pontificato, e
bate commendatario della pingue Paolo IV che gli successe , a' 29
,

a 74 GUK GUB
inaggio dichiarò vescovo di Gub- la prima pietra nella fabbrica del
bio il cardinal Giacomo Savelli convento de' cappuccini , come si
romano: Pio IV lo trasferì nel vede dall' iscrizione posta nella
j 56 all' arci vescovato
1 di Beneven- facciala della chiesa di s. Nicola.
to, sostituendo alla sede eugubina Urbano Vili nel i638 o 1639 lo

il di lui fratello Mariano Savelli, trasferì alla chiesa di Todi , di-


rotto di Ini il medesimo Papa ai chiarendo successore Orazio Mo-
4 giugno 1 563, colla bolla Super nabli perugino, vigilante pastore,
universa.*; ,
presso il Bull. Roni. ed a questi concesse l' erezione del
tom. IV, par. II, p. 4 r 7> eresse collegio de'canonici secolari della
in metropoli la chiesa di Urbino, chiesa del Corpo di Cristo, ossia
e tra le sullraganee che gli asse- di s. Cristina, con la bolla Exibita
gnò , comprese Gubbio ch'era
vi idibus
sìquideni, octobris i64'
esente ed immediatamente soggetta Quindi Urbano VIII nel 1644 gli
alla Sede apostolica, purché vi acce- die a successore il celebre e bene-
desse il consenso del vescovo di merito Alessandro Sperelli patrizio
Gubbio, per cui il vescovo Maria- d'Alisi, già vescovo d' Ortona, e
no finche visse non volle mai ri- sufFraganeo del vescovo di Velle-
conoscere Urbino per metropoli, tri. Egli fu largo di molte bene-
Inoltre sotto il di lui vescovato, ficenze con la sua chiesa, e le prin-
per le preghiere di Guidubaldo cipali superiormente le notammo,
quarto duca d'Urbino, il Pontefi- Il commentatore dell' Ughelli dice,
ce Gregorio XIII, col disposto della che fu sommamente caritatevole,
bolla Injunctum nobis opostolicis che costruì due cappelle nella cat-
servìtutis , data 7 kal.decembris tedrale, istituì tre canonicati, edi-
1571 , dichiarò che niuno poteva fico le chiese di s. Maria in Prato
essere preposto o canonico della e di s. Nicola ; eresse I* orfanolro-
cattedrale di Gubbio, senza essere fio, migliorò il seminario, donò al
nato città. Mariano mo-
in questa pubblico la biblioteca, e fu autore
ri a' 19 settembre 1599 e fu se- di quelle opereche enumera, le qua-
polto nella cattedrale, ondeClemen- li con più diffusione riporta il p.
te Vili nel seguente anno nominò Sarti a p. 244- H Novaes nella
a questa sede Andrea Sorbolonghi vita di Benedetto XIII narra che
di Fossombrone. Urbano Vili nel lo Sperelli nel 1660 mosse lite

1628 fece vescovo Pietro Carpe- contro la metropoli d'Urbino sul-


gna romano, e per sua morte nel V esenzione della propria chiesa
i63o il di lui fratello Ulderico avanti la congregazione de' vescovi
Carpegna, che nel 1 633 creò car- e regolari, la quale non avendo
dinaie: questo egregio pastore nel risoluto cosa alcuna, si credette la

1G3 e nel 638 celelDrò il sino-


1 1 chiesa Eugubina interamente libera

do che fu unitamente stampato in dalla giurisdizione metropolitica dei-


Perugia ; restaurò e stabilì a sue l'arcivescovo d'Urbino. Mori que-
spese il seminario che ridusse a sto gran vescovo d' anui ottanlatre,
perfetta disciplina. Nel suo vesco- XIV kalendas februarii 1672.
vato fu stabilito in Gubbio il tri- Nel 1690 Alessandro Vili di-

bunale dell' inquisizione, avendo si- chiaro vescovo di Gubbio Sebastia-

no dal 1 63 1 con solennità gittato no Pompili Bonaventura nobile


,

GUB GUB i
75
d'Urbino e canonico di quella natis suffragane^, Urbini 1727, ty-
metropolitana, e fu benemerito del pis ven. cappellae ss. Sacramenti
seminario. Nel 1706 Clemente XI apud Antonium Fnntuzzi. Non me-
lo trasferì alle cbiese di Montetia- no erudita della precedente è que-
scone e Corneto, ed a Gubbio die sta dissertazione , ove con sfoggio
per pastore Fabio Mancinforti no- di dottrina il prelato dimostrò, che
bile di Fermo, agli 11 aprile 1707, dopo la bolla di Pio IV, e l'altra

dichiarando non intendere pregiu- di Benedetto XIII dev'essere sog-


dicar la sede e quella di Urbino getta la chiesa di Gubbio all' altra
sulla litependente del suffragana- di Urbino, come a sua metropoli-
to. Finalmente questa decise Be- tana, dandosi sfogo nel corpo della
nedetto XIII a' 23 maggio 1725 dissertazione alle contrarie ragioni
con la bolla Circumspecta, presso antecedentemente prodotte a favo-
il Bull. Rom. tom. XI, par. lì, p. re di Gubbio dal profondo giure-

417. Con essa confermò il decre- consulto cardinal De Luca. Note-


tato da Pio IV, e dichiarò la chie- remo, che la chiesa di Gubbio fu

sa di Gubbio soggetta al diritto nuovamente dichiarata immediata-


metropolitano d'Urbino , imponen- mente soggetta alla santa Sede
do sulla questione perpetuo silen- come lo è tuttora, dal Pontefice
zio. Non volendo Fabio pregiudi- Pio VII, con sua bolla Ecclesias
care alla libertà della chiesa eu- illas del 12 dicembre 1818.
,

gubina, la rinunziò, e fu fatto ar- Dopo la morte del vescovo Caval-


civescovo titolare Neapolitano. Quin- li, Benedetto XIV a'20 novembre

di Benedetto XIII nel concistoro 1747 esaltò a vescovo di Gubbio


de' 26 settembre 1725 nominò ve- il concittadino Giacomo Cingali di
scovo di Gubbio fr. Sostegno Ma- Bologna. A questi XIIIClemente
ria Cavalli dell'ordine de' servi di nel 1768 diede in successore Pao-
Maria, nato in Ovilio, diocesi di lo Orefici di Faenza ; ed a lui
Alessandria della Paglia. Sulla me- Pio VI nominò Ottavio Angelelli
morata questione sono a vedersi bolognese, nel concistoro de' 14 feb-
le due seguenti opere. Giusto Fon- braio 1785. Indi Pio VII a' 26
tanini, Commentatiuncula de am- settembre 18 14 fece vescovo di
plitudine peculiaris provinciae stim- Gubbio Mario Ancajani di Spoleto.

mi romani melropo-
Pontificis, ut Lo stesso Pontefice Pio VII nel
de qua episcopatu eugubino
litae, concistoro de* 27 giugno 182 1 di-
in eadem posilo 3 Romae 1723. chiarò successore monsignor Vin-
Dotto e ben condotto lavoro del cenzo Massi di s. Elpidio nell'ai*-

celebre prelato letterato, col quale cidiocesi di Questo degno


Fermo.
intese dimostrare essere inclusa la prelato, già vicario generale del suo
città e diocesi di Gubbio nella pro- immediato predecessore, colla sua
vincia romana, e perciò come di consumata prudenza e modi af-
questa è metropolita Papa, cosi il fettuosi, neir esercizio della carica
dal medesimo conchiude dover di- si procacciò la benevolenza del pub-
pendere immediatamente il suo ve- blico, in guisa che fu ascritto nel
scovo. Nicola Antonelli poi cardi- novero de' patrizi eugubini, di cui
nale, Dissertano de Eugubina ca- ne divenne il pastore quando mon-
thedra metropolitanae sedis Urbi- signor Ancajaui passò arcivescovo
,

176 GUB GUB


nella propria pallia. Adempì le nel ginnasio, decorato dalle analo-
parti di amorevole e zelante ve- ghe iscrizioni egregiamente compo-
scovo con tanto affetto al sue greg- ste dal pubblico professore di belle
ge, e singoiar cura delle anime, che lettereVincenzo Locatelli asisiate.
per non lasciare la sua diletta chie- Di altre dimostrazioni di profondo
sa, più volte costantemente ricusò cordoglio dei gubbini, del loro lo-
le offerte splendide cariche di le- devole desiderio di volere che le

gato apostolico in Sardegna, di ar- spoglie mortali del pianto pastore


civescovo d'Urbino e di Spoleto, riposassero nel luogo che gli fu
e di segretario della congregazione tanto caro in vita, e di altro che
de* vescovi e regolari in Roma, ca- riguarda l'encomiato prelato, ne
rica che porta ordinariamente alla tratta numero 16 del Diario di
il

dignità cardinalizia. Per volere del Roma del 84 1 A riparare tanta


1 -

regnante Papa Gregorio XVI mon- perdita per la sede di Gubbio, il


signor Massi accettò nel 1839 la Papa che regna, dopo avere nel
nunziatura apostolica di Torino mentovato concistoro fatto vescovo
presso la real corte di Sardegna in parlibus e vice-amministratore
laonde nel concistoro de* 11 no- il Giuseppe Pecci prevosto
conte
vembre lo traslatò alla chiesa ar- della cattedrale, che col suo zelo e
civescovile in parlibus di Tessalo- virtù rese meno sensibile l'assenza
nica, dichiarandolo un tempo ad dell'antico pastore, in quello 'del
amministratore della sua amata chie- primo marzo r 84 1 lo elevò a ve-
sa di Gubbio. Compianto e vene- scovo della propria patria che pa-
rato da tutti, morì in Torino a' io ternamente nello spirituale governa.
gennaio i84-i ove nella cattedrale
}
La cattedrale è dedicata a Dio,
metropolitana V arcivescovo Luigi sotto l' invocazione de' ss. Mariano
Fransoni a proprie spese gli fece e Giacomo martiri, ove si venera-
celebrare solenni funerali, dopo i no molte sacre reliquie, ed i corpi
quali recitò l'orazione funebre del di diversi santi, fra' quali quelli
defunto, lodandone altamente la dot- dei santi titolari sopraddetti, mar-
trina, la pietà, la modestia, e le tirizzati nell'Africa nel 25g. Mon-
tante preclare sue doti. Giunta a signor Dupuch vescovo d'Algeri ha
Gubbio T infausta notizia, i gubbi- scoperto un' iscrizione presso Co-
ni che con pubbliche preci aveano stantina, che sembra di quell' epo-
implorato da Dio la guarigione del ca, e che indica precisamente il
loro benigno pastore, nella catte- luogo del martirio dei medesimi
drale gli celebrarono pompose ese- santi. Egli fin dall'anno 1842 fece

quie. Monsignor Giuseppe de' conti richiesta vescovo di


all' odierno
Pecci di Gubbio vescovo di Cesa- Gubbio delle reliquie dei nominati
ropoli in partibus e vice-ammini- ss. martiri, le quali furongli ripro-
stratore della medesima chiesa, ce- messe come desiderava, subito ch'e-
lebrò la messa di requie, ed il ca- gli si porterà in persona, come scri-
nonico Antonio Menghini pro-
d. veva, a riceverle colle proprie ma-
nunziò l'elogio qual si conveniva ni. Un vicario curato ad nutum
a personaggio sì rispettabile. Il son- del capitolo, e coll'approvazione del
tuoso feretro l' ideò il cav. Giovan- vescovo, esercita le funzioni di par-
ni JNini professore di architettura roco in essa cattedrale. Non havvi
,

GUB fcufc 177


in èssa fonte battesimale, ma bensì miti agostiniani in s. Caterina, e
l'unico esistente nella città è nella fuòri di città; i riformati minori
unita chiesa parrocchiale di s. Gio. in s. Ubaldo, e in s. Girolamo ; ed i
Battista, dov' è pure altro vicario cappuccini in s. Nicolò. I moni-
curato o pievano. Il capitolo della steri delle monache sono Quelli di
cattedrale si compone della dignità s. Marziale, benedettine; di S. Spi-
del preposto, di quindici canonici rito, canonichesse regolari; di s. Lu-
comprese le prebende del teologo cia, domenicane ; di s. Benedetto, eia-
e del penitenziere, di otto mansio- risse urbaniste; della ss. Trinità,
nari, e di altri preti e chierici ad- dell'osservanza o riformale; del
detti al divino servigio : il prepo- Buon Gesù, Cappuccine; di s. An-
sto ed i canonici hanno l' uso del tonio di Padova, del terz'ordine di
rocchetto e della cappa . Questo s. Domenico. Come ancora vi sono

collegio di canonici è antichissimo, in Gubbio diversi sodalizi, oltre gli


ed un tempo siccome accennammo enumerati pii istituti. Quanto al se-
era governato da un priore, nel minario aggiungeremo, che sebbe-
numero de' quali fu il glorioso i. ne esso ivi si aprisse non mollo
Ubaldo. 11 lodato odierno vescovo dopo il concilio di Trento, cioè
fin da quando era preposto della uria casa di educazione pei chieri-
stessa cattedrale, compilò sopra gli ci,nondimeno il seminario propria-
autentici documenti dell'archivio ca- mente fu eretto a' 28 aprile i638
nonicale un esatto catalogo dei prio- dal vescovo cardinal Ulderico Car-
ri , e gli eruditi bramano
ne la pegna, nel soppresso monistero delle
pubblicazione. Il citato Garampi a monache di s. Elisabetta. Dipoi ri-
pag. 4°7 parla del castello di Be- conoscendosi angusto pel numero
gno in Montefeltro nella pieve di abbondante de' giovani, fu restau-
s. Leo, che nel i 1 36 era proprie- rato coll'acquisto di parecchie case
tà della canonica di s. Mariano, e vicine dal vescovo Giacomo Cingari
nel iqi88 già era passato iri do- riel 1746? come si legge nell'iscri-
minio deila cattedrale con altri luo- zione appostagli dal canonico Otta-
ghi di quelle vicinanze. L'episcopio, vio Angelini in allora rettore del
buon edifìzio, è prossimo alla cat- medésimo seminario. E fornito di
tedrale. Oltre di questa nella città Copiose rendite, di molti maestri, e
vi sono altre tre chiese parrocchia- posti gratuiti, due de' quali istituiti
li, s. Giovanni con il battisterio, dal vescovo Sperelli, e ne furono
s. Pietro, e s. Domenico; prossime alunni diversi illustri personaggi
alle porte della città sono le par- fra' quali a cagione di onore no-
rocchie di s. Secondo e di s. A- mineremo l'attuale vescovo. I frutti
gostino. Inoltre nella città vi sonò della mensa sono tassati ad ogni nuo-
otto conventi e monisteri di reli- vo pastore ne' libri della cancelle-
giosi, e sette monisteri di mona- ria apostolica in fiorini seicentotren-
che, dappoiché vi sono i monaci tatre, ascendenti a circa scudi due-
camaldolesi nel monistero di s. Pie- mila cinquecento di moneta roma-
tro; i canonici regolari laleranensi na, non gravati da veruna pen-
di s. Salvatore inSecondo; i
s. sione. Sui vescovi eugubini scrisse-

domenicani in s. Martino; con- i ro i seguenti autori. Giacomo Laz-


ventuali in s. Francesco; gli ere- zarelli, Catalogus episcopomm ci-
voi. XXXIII. 12
j
78 GUD GUE
vitatis Eugubii, Perusiae i65i. D, GUDVALO (s), vescovo di s.
Mauro Sarti monaco e cancelliere Malo. Era del paese di Galles, con-
camaldolese, De episcopis eugubìnisj sacrossi per tempo al servigio di

praecedit de civitate et ecclesia Dio, e divenne abbate di un mo-


eugubina dissertalo, Pisauri 1 7 55. nistero posto presso uno scoglio
Opera grandemente lodata per l'i- nella piccola isoletta di Plecit. Pas-
denticità delle notizie, dottrina, cri- sò in Cornovaglia, poscia nel De-
tica e perspicacia con cui è con- vonshire, ove fabbricossi un romi-
dotta. Del medesimo è la Lettera taggio che presto si cangiò in mo-
al giornalista sopra l'opera De epi- nistero, avendovi la sua specchiata
scopis eugubini. Exst. nel Giorn.dei virtù tratti molti discepoli. Non
lelt. di Roma dell' anno 1755, pag. molto dopo si trasferì nell' Armori-
248. In questa lettera il p. Sarti co, ossia nella Bretagna, ora pro-
va correggendo alcuni abbagli da vincia di Francia, e s. Malo lo e-

esso presi nell'antecedente faticosa lesse suo successore nella sede epi-
opera, e colla scorta della sua este- scopale da se fondata ad Aleth ,
sa erudizione altri monumenti pro- che oggidì porta il suo nome. S.
duce, che illustrano sempre più la Gudvalo resse l'episcopato con esi-
città e chiesa eugubina. Antonio mia santità: vi rinunziò poscia a
da Orvieto, nella Cronologia della cagione della sua età molto avan-
provìncia serafica riformata del- zata, e si ritrasse a Guern, nella
l'Umbria^ tratta del convento di stessa diocesi. Permise a molti mo-
s. Girolamo nella diocesi di Gub- naci di unirsi a lui; ma vivea iu
bio. Degli eremiti di s. Ambrogio una grotta da essi diviso unica- ,

presso Gubbio, che nel 1 348 rice- mente inlento a prepararsi alla mor-
verono la regola di s. Agostino dal te, cui soggiacque alla fine dei se-

vescovo Pietro, ne discorre il Ga- sto secolo o sul principio del se-

rampi a p. io3. guente, a' 6 di giugno, giorno nel


GUDULA (s.). Nacque nel Bir- quale è nominato nei calendari di
bante, ebbe per madre s. Amalber- Bretagua. Egli ha diversi nomi, se-
ga, e fu allevata nel monistero di condo i diversi paesi in cui viene
divelle presso s. Gertrude sua pa- onorato. Le sue reliquie, durante
rente e matrina. Morta questa santa le scorrerie de' normanni furono
nel 664, Gudula ritornò alla casa trasportate nel Gattinese, poscia a
di suo padre il conte Vitgero, votò Montreuil-sur-Mer, e di là a Gand,
a Dio la sua virginità, e condusse ove vennero collocate nel moniste-
un' auslerissima vita, fra l'orazione, io di s. Pietro.
i digiuni e la pratica di tutte le GUELFI, Ordine equestre. Isti-

buone opere proprie del suo stato, tutore dell'ordine cavalleresco ed


fino alla morte che avvenne agli equestre de' guelG fu il principe
8 di gennaio del 712. Il di lei cor- reggente d'Annover, poi re della
po è nella chiesa di s. Michele di gran Bretagna nel 1820 col nome
Brusselles, che la onora come sua di Giorgio IV. Nel congresso di
particolare protettrice. Nel Bracan- Vienna, ove le principali potenze
te ella è detta s. Goule o Ergou- dierono sesto alle cose degli stati

le> e in Fiandra s. Goelen. 11 dì 8 di Europa, l'articolo 26 trattò del


gennaio è segnala la sua festa. regno d'Annover. In esso fu sta-
GUE GUE i
79
bilito che il re del regno unito no anniversario della fondazione.
della gran Bretagna e dell' Irlan- Differenti poi sono le decorazioni
da, avendo sostituito al suo antico Le prime
pel civile e pel militare.
titolo di elettore del sacro romano hanno una corona di quercia, le
impero, quello di re di Annover altre una di alloro intorno allo
(Vedi), e questo essendo stato ri- scudo, tanto della medaglia, quan-
conosciuto dalle potenze europee, to della decorazione : in quella dei
e dai principi e città libere della militari due spade sostengono la
Germania, i paesi che fino allora corona della croce dell'ordine. Ol-
avevano composto l'elettorato di tre questa decorazione, la cui for-
Brunswich-Lunebourg furono mu- ma è medesima per tutte le
la
tati in regno. Il detto principe classi, e non differisce se non in

reggente poscia Giorgio IV re grandezza, i membri della prima


della gran Bretagna, per eternare classe portano una medaglia, com- ì

la memoria di questo avvenimen- mendatori una croce sul sinistro


to, come ancora per dare una ri- lato dell'abito, differendo così il

compensa pubblica a quelli che con civile dal militare. Tra la corona
segnalati servigi avevano bene me- e il cavallo bianco vedesi in mezzo
ritato dello stato, a'r2 agosto i8i5 allo scudo l'epigrafe: Nec asperd
fondò l'ordine de'guelfi. Con dar- terreni. Il nastro di seta da cui
gli l'istitutore un tal nome volle suol pendere la croce dell'ordine è
conservare le rimembranze dei ce- di colore turchino con fìbbia d'oro.
lebri suoi antenati, dappoiché essi In seguito il medesimo istitutore
vantavano discendere da quelli che dell'ordine fondò ed uni ad esso
seguirono le parti di Guelfo duca una medaglia peie sotto - ufficiali
di Baviera, il quale al dire di al- soldati che si distinsero in valore
cuni diede origine alla famosa fa- e prudenza sul campo di batta-
zione de' Guelfi (Fedi) ch'era con- glia. La medaglia contiene l'effigie
traria a quella de' Ghibellini (Vedi). del principe reggente da un lato,
L'ordine è composto di tre classi e dall'altro il motto: Verdienst
differenti, e di un numero di mem- ums Valeriana , cioè benemerito
bri indeterminato. La dignità di della patria.
gran maestro è sempre unita nel GUELFI. Famosa fazione che
re d'Annover. La gran croce non principalmente dal secolo XII sino
si conferisce che ad individui i circa al secolo XVI funestò Con quel-
quali hanno gradi di luogotenenti la contraria de Ghibellini (Vedi), la
generali, e per servigi prestati. Là Germania, e massimamente V Ita-
croce di Commendatore nel militare lia. Si diede poi il nome di Guelfi
non si concede se non a chi abbia a quelli che tenevano il partito
il grado di generale maggiore non : del Papa e della Chiesa, e si chia-
vi è ordine fissato per la terza marono Ghibellini quelli che segui-
classe, ossia per quella de' cavalie- vano le parti degl' imperatori fino
ri semplici. Tutte le persone in- dall'epoca in cui cominciò la cele-
signite di quest'ordine assumono la bre vertenza tra il sacerdozio e
nobiltà personale, i diritti e le pre- l' impero per le investiture eccle-
rogative inerenti. La festività so- siastiche. Varie sono le opinioni
lenne dell'ordine si celebra il gior- degli scrittori sull'origine delle fa*
-

i8o GUE GUE


zioni de' guelfi e de' ghibellini, e il padre contro il figlio, il fratello

molte ne riportammo ai relativi con il fratello facevano guerra, e


articoli. Il Denina, Delle rivoluzio- chi più poteva uccideva o scaccia-
ni d'Italia tom. II, 1. 9, e. 11, va l'altro, brugiando o atterrando
così scrive. » Fiorivano nella Ger- gli edifizi, le torri ed i palazzi del-
mania due principali famiglie, l'una la parte che rimaneva soccomben-
chiamata degli Arrighi di Ghibe- te. Ed a tanta cecità giunsero le

linga, e l'altra cte' Guelfi d'Altdol- città, i popoli e le provincie d' I-


fio, nella quale pel matrimonio di talia, che divise chi per l'uno, chi
Azzo d'Este con Cunegonda figliuo- per l'altro partito, tanto s'innol-
la di Guelfo III s'innestò la casa trarono accaniti nelle gare, che se
d'Este chiamata poi perciò Guelfa- una città confederata ed amica del
Estense, da cui discesero duchi i partito contrario si dichiarava ,

( di Ferrara,
Fedi), di Modena, e non solo ne diveniva la dissoluzio-
quelli di Brunswich e di Annover. ne della lega e dell'amicizia, ma
Dalla prima di quelle due fami- subito nasceva guerra, e si cerca-
glie, cioè dalla Ghibellina, erano vano fazioni contro di quella, quin-
usciti più re ed imperatori, come di desolazione di città e famiglie,
il terzo, il quarto, e il quinto Ar- ed esilii e confische alle parti soc-
rigo. Nell'altra detta de' Guelfi e- combenti, altri fuggendo e dive-
rano stati per più anni famosi du- vendo fuorusciti. Altri narrano che
chi, i quali gareggiando di poten- sino dalla differenza delle investi-

za e di credito cogli stessi impe- ture tra il Papa e l'imperatore, i

ratori, avevano molte volte turbato seguaci del primo presero il nome di
la quiete dello stato ". Ottone di guelfi, e quelli del secondo di ghi-
Frisinga, De gesl. Feder. lib. II, bellini ed aggiungono essere slata
;

cap. 2, parlando delle mentovate la parte della Chiesa più amata che

due famiglie, da cui vuoisi ripete- l'imperiale, perchè le città d'Ita-


re il principio delle memorabili lia con l'aiuto della Chiesa spera-

fazioni ,come si esprime.


ecco vano preservare la loro libertà,
w Duae romano orbe apud Gal-
in mentre sotto l' imperatore temeva-
liae, Germaniaeve fines famosae fa- no di perderla. Ghibellini pertan-
miliae hactenus fuere : una Henri- to erano per lo più quei marche-
corum de Gheibelinga, alia Guel- si , conti e castellani, ed altri
no-
forum de Altdorfìo. Altera impe- bili che godevano feudi dell'impe-
ratores, altera magnos duces pro- ro, per essere indipendenti dalle
ducere solita. Istae .... frequen- città libere che sempre miravano
ter se invicem emulantes, reipu- assoggettarli alla loro giurisdizione.
blicae quietem multoties perturba Alcune città però erano ghibelline,
runt ". Il primo de' guelfi , ceppo ond' essere ben trattate dagl'impe-
d'un gran numero di case prin- ratori, per aver bisogno di lor pro-
cipesche, fu contemporaneo ad Atti- tezione, e non essere ingoiate dalle
secondo Hurter. Lo spirito di parte
la, più vicine potenti. Generalmente
in poco tempo sì grandemente andò parlando, i nobili ed i signori ita-
crescendo, che non solo le cittì», liani ordinariamente aderirono al-

ma ancora i castelli e le famiglie l'impero, ed il popolo seguì la


infettò, talché odii funesti mossero Chiesa o la parte guelfa o naziona-
GUE GUE 181
le.Questa oltreché dai Pontefici, tanto a se stessi il dominio e go-
fu pure sostenuta dai re di Fran- verno delle città libere. Fin qui
cia e dai re di Napoli Angioini. il Muratori. Non manca chi affer-
Tante stragi, tante guerre talvolta mi, che i nomi di guelfi e ghibel-
sopirono zelanti vescovi ed eloquen- lini, d'origine tedesca, solo s'intro-
ti predicatori, non che religiosi di ducessero in Italia sotto Federico
santa vita; ma le tregue e le paci II, sebbene già preesistessero i di-
ebbero corta durata. versi partiti in favore e contro
Il Muratori, oltre quanto delle l'imperatore, seguaci della santa
due diaboliche fazioni scrisse nella Sede o dell'impero. Tali nomi si
par. I, cap. 3 1 delle Antichità E- udirono per la prima volta come
stcnsi, nelle Disseti, sopra le an- grido guerriero delle rispettive par-
lich. italiane ci diede la LI dell'o- ti, nella battaglia di Winsburg in
rigine e progressi delle fazioni guel- Svevia nel ii4o> ha • due rivali
fa e ghibellina o gibellina in Ita- al trono imperiale, Corrado duca
lia, che almeno per tre secoli la- di Svevia e Franconia, che preva-
cerarono le viscere di questo no- lendo fu l'imperatore Corrado III,
bil regno ; male popolare degli ed Enrico il Leone duca di Sas-
animi, che niuno per avventura sonia, della casa Welf che noi di-
fu più pernicioso e di maggior ciamo Guelfo, e perciò meglio co-
durata. 11 Muratori osserva che la nosciuto colla denominazione di
mania degli italiani fu talmente Guelfo VI duca di Baviera. E in
ostinata e furiosa, che pieno di fatti all'articolo Baviera, parlando

sorpresa e meraviglia non sa spie- di Welfo o Guelfo VI fratello di


gare come a tanta pazzia e delirio Enrico il Superbo duca di Bavie-
giungesse lagente d'allora. Egli ra, demmo un cenno sull'origine
dice che col nome di ghibellini o e tremende fazioni de'guelfi e ghi-
gibellini si designarono coloro, che bellini. Guelfo ch'era lo zio del
o seguitarono i discendenti di Fe- giovane Enrico, combattè in favo-
derico I imperatore, o affezionati re del pupillo suo nipote contro
agli altri augusti amavano la loro Corrado III,che avea disposto del
signoria e felicità: all'incontro quei ducato di Baviera in favore del
che abbonivano il loro dominio, suo fratello Leopoldo margravio di
troppo talvolta grave e molesto, Austria, dopo averne spogliato i
si chiamavano guelfi. Questa fu Guelfi, ed il suo nome fu il gri-
ne' piincipii l'intenzione e mira dei do di guerra ne' suoi seguaci; men-
primi professori e difensori di quel- tre quelli di Corrado gridarono il
le due rivalità. Col progresso poi nome di Weiblingen, che noi ap-
del tempo restarono così affascina- pelliamo Ghibellino, nome proprio
ti gli animi de' popoli, che senza d'una città delWurtembuighese,sed«
talvolta considerare onde fossero patrimoniale della famiglia sveva
nate queste fazioni, ne se favoris- d'Hohenstauffen alla quale Corra-
sero o contrariassero gl'imperato- do apparteneva ed ivi era nato,
ri, entravano e con pertinace odio per cui i suoi partigiani dicevansi
perseveravano in esse, l'un contra weiblingi o waiblingi, parola che la
l'altro sempre macchinando per re- pronunzia italiana fece cangiare in
primere gli avversari, e tirare sol- quella di ghibellini. La rivalità tra
i8a GUE GUE
le due case di Svevia e di Bavie- poiché una parte del collegio degli
ra divise per lungo tempo la Ger- elettori innalzò alla dignità impe-

mania. Siccome la prima incomin- riale Filippo duca di Svevia che

ciando da Corrado III e Federico era di sangue ghibellino, e 1' altra


I occupava il trono imperiale, la scelse Ottone IV che discendeva
seconda ricercò l'alleanza del Papa^ dai guelfi, che come tale fu pro-
e le contese successivamente insor- tetto e riconosciuto da Papa Inno-
te tra la santa Sede e l'impero si cenzo III, contro le pretensioni
confusero con la rivalità tra le prefa- eziandio di Federico II figlio di
te due case* dacché le guerre civili Enrico VI ed allora fanciullo. Cor-
di Germania si distesero sull'Italia. rendo l'anno 1200 Innocenzo III
Inoltre le controversie tra gl'im- creò cardinale il suo cugino Gio-
peratori ed Papi per le donazio-
i vanni Conti, che spedi legato apo-
ni fatte alla santa Sede dei terri- stolico in Orvieto, per comporre le
torii della contessa Matilde, cugina discordie tra le fazioni de' guelfi e
dell'imperatore, furono l'origine di ghibellini, de' quali erano capi le

gravi discordie per le pretensioni a due primarie famiglie Monaldi e


tali dominii degP imperatori, onde Filippi. Dipoi nel I2i5, insorta
alcuni dissero aver suscitato le fa- in Firenze grave rottura, siccome
zioni in favore dei Pontefici e de- leggesi da una storietta antica cre-
gl'imperatori. Il Manenti nella Sto- duta di ser Brunetto Latini, fra
ria d'Orvieto, all'anno 11 68 narra Buondelmonte Buondelmonti ed ,

ch'essendo partito da Roma e dal- Oddo Arrighi Fifanti, fu convenu-


l'Italia Federico I, fiero persecutore to che il primo sposasse una pa-
della Chiesa e de' Pontefici, nel cui rente del secondo. Ma Galdrada
governo l'anno i i5o, ebbero origine Donati avendo rimproverato il
le due fazioni, guelfa a favor della Buondelmonti come pauroso di
Chiesa, egibellina per l'imperio, gli Fifanti e degli liberti, il persuase
Orsini co' Savelli e il popolo roma- a lasciar quella prendere una
, e
no se la tennero sempre co'guelfi; de' Donati, e nella mattina degli
e che Matteo Orsini e Pandolfq sponsali un degli Uberti coli' Arri-
Savelli distrussero i palazzi de'Conti, ghi uccise per vendetta il manca-
de' Colonnesi, e dei prefetti di Vi- tor di parola } onde tutta Firenze
co, i quali avevano assistito Fede- fu sossopra, e divisa in due parli,
rico I nella sua permanenza in Ro- prendendo i nomi di guelfa e di
ma. Quindi nel i 179 avendo ten- ghibellina, e successero varie ucci-
tato i nominati personaggi di en- sioni. Fatta poi la pace tra i Buou-
trare armati in città, furono corag- delmonti e gli Uberti nel 1239,
giosamente respinti dagli Orsini e Riuieri uno de' primi die la sua
dagli altri guelfi. figlia in moglie a Neri Piccolino
Queste fazioni che furiosamente Farinata degli Uberti.
fratello di
avevano combattuto nel lungo im- Quindi accadde che gli Uberti ,
pero di Federico I Barbarossa , nel- Lamberti, Caponsacchi , Amidei,
la lotta col Pontefice Alessandro III, Contigagalandi, Bogolesi, e Fifanti
si riaccesero nei 1
1
98 dopo la andarono a Campi in servizio dei
morte del di lui figlio Enrico VI, e Bertaldi e Buondelmonti e loro ,

fliveiuiero nell'Italia generali. Dap- seguaci guelfi , e a tradimento fu-


,,

GUE GUE i83


rono assaliti ed uccisi. Onde i guelfi della prima casa d' Angiò, i mar-
dissero chiamiamoci parte della chesi d'Este di Ferrara , i Carra-
Chiesa o santa Sede, e i ghibelli- ra di Padova, e la repubblica fio-
ni si appellarono parte dell' impe- rentina . Nicolò da Jamsilla to-
ratore Federico II, per cui essendo mo Vili Rer. itaL, anno 1^65
all'

questi scomunicato da Gregorio IX, nomina guelfos et gibellinos roma-


vennero poi incolpati dell' eresia nos, con poscia aggiungere , Jaco-
de' patarini. Ritornati i ghibellini bum Napolionem, caput gì bellino-
in Firenze sconfitti, la guerra ci- rum Urbis, propter gibellinatem ab
vile subito incominciò con infinita Urbe dejectum. Quando Grego-
strage. Allora Neri mandò al pa- rio X si portò a Firenze per ri-

dre la moglie, come figlia di tra- conciliare i guelfi coi ghibellini


ditore, onde Panieri Buondelmonti per la frode usata dai primi ful-

la die al conte Pannocchino, ma minò l' interdetto alla città , e ne


dichiarando ella di essere moglie parli. Dopo che X impero , spenta
di Neri ,
gli permise il conte di la casa di Svevia, rimase lunga-
monacarsi rimase ostinata guerra
: mente vacante, i seguenti impera-
fra Buondelmonti, e gli Uberti e
i toribadando alle cose di Germa-
Filanti, e vennero ritenuti i guelfi nia lasciarono languire l' autorità
per traditori, e i ghibellini per pata- loro in Italia, onde i nomi di guel-

rini. Federico II riempì l'Italia di fi e di ghibellini perderono la loro


guerre , odii e fazioni interne , a originale significanza , e la causa
cagione di essere il «apo de' ghi- loro diventò contesa di personale
bellini , e questo fu il tempo in o municipale ambizione, con que-
cui queste fazioni s'ingrandirono. sto però che i ghibellini amavano
Alessandro IV per ridurre in pace il potere assoluto, mentre i guelfi
i guelfi e ghibellini di Firenze, vi erano fautori del governo popola-
spedi legato il b. cardinal Tesoro re, sebbene alcuni capi guelfi tiran-
Beccaria; ma i primi sospettando neggiarono le città , ed altri ghi-
che fosse favorevole a'secondi, nel bellini si mostrarono seguaci della
1258 gli mozzarono il capo. parte popolare. Talvolta le città e

Nel concilio generale di Lione I i privati variarono parte: Dante


fu deposto dall'impero Federico II, fu prima guelfo, e poi si fece ghi-
onde il suo figlio e successore Cor- bellino ; Ugolino prima ghibellino,
rado IV ed il nipote Corradino
, poi guelfo , indi ritornò ad essere
ultimo della casa d' Hohenstauffen, ghibellino; insomma, secondo le

sostennero le parti ghibelline: al- private passioni e interessi le città,


trettanto fecero Ezzelino da Ro- i popoli, e i nobili cambiavano fa-

mano, contro il quale mosse una zione secondo le circostanze. Tal-


crociata Alessandro IV, i Della volta come Federico I e Federi-
Scala in Verona, i Visconti a Mi- co II avevano fatto co' ghibellini
lano , e quasi tutti i signori o ti- di estendere cioè i poteri ed i

ranni d'Italia tennero le medesi- conquisti, i capi guelfi come Car-


me parti. Il Papa, capo del par- lo 1 d' Angiò e Roberto il Savio
tito de' guelfi, aveva sua alleata la re di Napoli, agognarono il domi-
lega delle città di Lombardia, ed nio d'Italia, quando la parte guel-
alleati pur anche i re di Napoli fa voleva la libertà e la repubbli-
1 ,

i8| OUE OUE


ca, e i ghibellini la tirannide, poi- sensioni e turbolenze fra gì' italia*
ché allora i legittimi principati in ni, e di recar la pace a tutti, senza
poche parti d'Italia sussistevano. impegnarsi in parzialità veruna.
Quanto fece Bonifacio Vili per Giunto in fatti a Milano, stabilì
sopire queste fazioni , Io dicemmo la concordia fra i Torriani guelfi ,

all' articolo Bianchi, col qual nome e i Visconti ghibellini. Alla morta
e con quello di Neri si chiamaro- di questo principe nel j 3 f 4 una
no o amalgamarono i guelfi e i parte degli elettori elesse in suc-
ghibellini. Inasprite le guerre ci- cessore Lodovico IV il Bavaro, che
vili per la Toscana, Romagna, e calando in Italia riaccese il fervo-
Marca Trevigiana, riaccese dai guel- re dèi partiti, aumentati dalle gra-
fi., ghibellini, bianchi e neri, Be- vi vertenze eh' ebbe con il Papa
nedetto XI per pacificarli spedì a Giovanni XX li che lo scomunicò.
Firenze per legato il cardinal di Col succedersi de' tempi furono
I?rato; ma questi vedendosi oltrag- veduti i Pontefici e gì' imperatori
giato fulminò l' interdetto alla cit- divenire in egual modo indifferen-
tà , ed il Papa scomunicò i guelfi ti alle contese de'guelfie de'ghibelli-
ed i neri. Alla sua morte fu elet- ni, senza che perciò quelle antiche
to a successore Clemente V , il fazioni si estinguessero. Comunque
quale vedendo 1' Italia dilaniata non avessero più. soggetto, gli otiti

dalle fazioni come de' guelfi e ghi- e gli affetti ereditari le mantene-
bellini ,Francia la resi-
stabilì jn vano vive: antiche vendette da
denza onde sette Ponte-
pontificia, esercitare o un' antica gratitudine
fici dimorarono ili Avignone. Ai pei benefizi ricevuti dalle genera-
rispettivi articoli massime delle , zioni precedenti, assicuravano la fé-:

città italiane, come Forlì, Urbino, deità de' gentiluomini due par- ne'
Ravenna ed altre nello stato pon- titi, ai vessilli che seguitati avevano

tificio, i principali
si riportano
av- i loro antenati. Si vedevano con
venimenti, conseguenze delle fazioni istupore ridestarsi guerre civili da
in discorso , e delle parti che se- lnngo tempo assopite, da che ca- i

guirono. 11 Muratori nella citata pi de' partiti facevano risuonare i

dissertazione enumera le città che nomi di guelfi e di ghibellini che


seguirono i diversi partiti, e, quan- più non avevano significato. Du-
do cambiarono.
li rante l'età minore de' figli di Gio.
Grandi e continui furono gli Galeazzo Visconti primo duca d'i
studi della potente repubblica fio- Milano dal i4p3 $\ '4 2 ° ^ a Lom-
rentina, per lo più. attaccata alla bardia fu posta sossopra da tanto
setta de' guelfi, per abbattere la spirito di partiti, che non si col-
contraria , per incitare i collegati legava ne con k]ee religiose, ne
ed anche i principi lontani a far con fini di libertà, ed il quale
fronte agi' imperatori , impiegando spiegare non si poteva, altrimenti
immense somme d'oro. Tanto spe- che per odio o vendetta. In Roma
cialmente operò quando nel 3 1 1 al principio del secolo XY esiste-
calò in Italia l'imperatore Enri- vano ancora le due fazioni : di
co Vii, collegandosi con Bologna quella de' ghibellini erano capi i

ed altre guelfe città. Intenzione di Colonnesi ed i Savelli, l'altra dei


cesare era eh quietare le tante dis- guelfi era principalmente diretta.
GUE GUE i85
dagli Orsini ; gli uni e gli altri ne, et infamia, sia licito le ima-
molestavano Innocenzo VII, che gini de'contravenienti dipingere sot-
fece di tutto per sopire «ì pestifere tosopra al modo de' perfidi, et cru-
sette. Nel detto secolo tuttavolta i deli traditori nella faccia del Cam-
nomi di guelfi e ghibellini diven- pidoglio, et in altri lochi pubblici
nero poco meno che ombra tradi- dal popolo frequentati in perpetua
zionale, sebbene vive rimanessero commemoratione , et testificatione
le conseguenze delle fazioni, e qual- de loro scelerata vita ". L' Azzari
che reliquia qua e là. In seguito nelle storie mss. della chiesa di
unitisi i Papi agl'imperatori per Reggio attesta che in quella città
estinguere i governi a comune in nel i5iq le dette fazioni non era-
Italia, le parti guelfe e ghibelline no ancora estinte. Più. tardi anco-
si spensero colle repubbliche popo- ra e fino al i53o tali nomi ripe-
lari, e solo qualche scintilla di tan- tuti vennero nelle ultime guerre
to in tanto surse a ravvivarne il civili di Toscana. Il Ghirardacci
nome ed i principia Dopo l' estin- scrivendo nel i5g6 le storie di Bo-
zione della casa Visconti nel mez- logna, dice che ivi ancora erano
zo del secolo XV, e dopo l'espul- reliquie di ghibellini e di guelfi.
sione degli Albizi da Firenze, ver- Conchiude Muratori che V una
il

so T epoca stessa, i duchi di Mila- setta portava le sue bandiere, le


no cessando veramented'essere sue vesti, il cappuccio o cappello
ghibellini, ed il governo di Firen- diverso dall'altra; e che avreste
ze d'essere veramente guelfo, l'an- distinto un guelfo dal ghibellino
tica rivalità venne a poco a poco dal colore e forma delle vesti, dal-
posta in oblio. Nondimeno il ma- lamaniera varia de' capelli o sciolti
resciallo Trivulzi nell' ultimo anno o legati in treccie, e dalla forino-
del secolo XV risvegliò ancora una la del saluto, e fino da certi riti
volta il partito guelfo, e l'armò in tagliare il pane e piegare il to-
contro i ghibellini. vagliolo. 11 Fioravanti, antiqui Rom.
Nel pontificato d'Innocenzo VIII, Pont, denarii, racconta ch'essendo
l'anno 1488, nel dominio della il leone insegna delle monete se-
Chiesa si rinnovarono i tumulti natorie romane, congettura averlo
delle fazioni, e quelle de' guelfi e i senatori di Roma adottato, come
ghibellini presentarono occasioni al- fece Brancaleone del ii5i ,
per
le città di Todi, Foligno, ed in aver i ghibellini preso l'aquila re-
alcuni luoghi della Marca di scuo- gina de' volatili per insegna, onde
tere l'ordine pubblico. Sotto il pon- i romani come guelfi pigliarono il

tificato di Giulio li seguì in Cam- leone re de' quadrupedi per distin-


pidoglio la concordia tra i primi tivo. Tuttavolta il p. Casimiro da
baroni romani guelfi e ghibellini, i Roma a pag. i5o nelle Memorie
Colonna, gli Orsini, i Savelli, i storiche d'Araceli, dice che Cle-
Conti, e gli Anguillaia: ne riporta mente IV concesse l'aquila per in-
il documento cavato dall' archivio segna agli esuli fiorentini della fa-
Sforza, il Ratti nel tom. II, p. a83, zione guelfa, perchè con Carlo I
Della famiglia Sforza. Questo do- d'Angiò aveva combattuto genero-
cumento termina cosi: » che in samente contro Manfredi naturale
perpetua et memoiosa damnatio- di Federico II. All'articolo Fjescri
186 GUE GUE
Famiglia, dicemmo delle insegne accanto all' altra ; i guelfi due
date dagl'imperatori ai loro segua- sole.

ci, che i ghibellini usavano per Sulle fazioni de* guelfi e ghibel-
istemma Y aquila nera con delle lini sono a consultarsi l' Istoria
sbarre o liste perpendicolari, e che della casa d' Annover, scritta da
iguelfi tali sbarre le ponevano a Scheidio, e Y Istoria di Alemagna
traverso, come fecero i Fieschi del p. Barre. L'origine de' guelfi
quando in Genova divennero capi e ghibellini e de' loro nomi è as-
di parte guelfa. Altri poi scrivo- sai bene dilucidata dall' illustrato-
no che fu pure insegna de' guelfi re degli Elementi della storia per
un leone diritto verso la parte de- la gioventù delle scuole, che fu il

stra in campo bianco; e de' ghi- gesuita Saracinelli , neh' occasione


bellini un leone diritto ma verso la di trattare di queste fazioni nella
sinistra in campo nero. Dell'insegna par. IV, cap. II, dell' Italia § 1,
guelfa de' fiorentini ne trattammo n. 6, della Toscana, che si stam-
all'articolo Firenze: della moneta parono dal Bettinelli in Venezia.
guelfa di Firenze ne parla il Vet- Inoltre sipossono vedere il Bion-
tori nel suo Fiorino d'oro illustra- do, lib. 2 Decad.) il Sigonio, De
lo. Il Cancellieri nel trattato delle regno Ital. 2; il Villani lib.
lib.

Campane 173, osserva che


a pag. 4, e. Spondano, Annali ec-
78 ; lo
non deve recare meraviglia la quan- cles. all'anno 1228; il cav. Fla-
tità di torri ancora esistenti in Ro- minio del Bagno nelle Dissertazio-
ma, ed in quasi tutte le città d'I- ni sopra Visiona Pisana, ivi 1761,
talia, avanzi sicuramente delle fa- tom. I, par. I, dissert. IV, pag.
zioni guelfe e ghibelline, le quali i5i e seg., e la classica opera
anche nelle loro torri ebbero cia- che si va pubblicando in Tori-
scheduna un modo diverso di ar- no, Monumenta historiae patriae
chitettarle, per distinguersi più. fa- edita jussu regis Caroli diberti,
cilmente, come può vedersi nelle nei tom. Ili e IV, sui travagli re-
Memorie genealogidie della famì- catida queste fazioni principal-
glia de Gondi orionda di Firenze, mente nel Genovesato, Liguria e
ove sono rappresentate le torri di Piemonte.
ambedue le fazioni, nelle quali a- GUERRA SACRA. V. Crocia-
veva preso alternativamente parte te, e per le guerre sostenute dai
questa famiglia. Questa varietà con- Papi l'articolo Milizie Pontificie;
sisteva nel numero diverso de' mer- di quelle combattute dai principi,
li: ve n'erano alcune dell'altezza di nella principal parte se ne tratta
duecentoquaranla piedi, e spesso ai rispettivi articoli degli stati e
di dueceutosessanta con muri di regni.
pietre di taglio di grossezza di GUERRIERI GONZAGA Cesa-
quattrocentocinque piedi. Non vi re, Cardinale. Cesare de* marchesi
eia altra apertura per poter sa- Guerrieri Gonzaga nacque in Man-
lire in cima che un buco, pel qua- tova da nobilissimi genitori a' 2
le e per una scala di corda sa- marzo 174*2, i quali lo mandaro-
livano quelli che le difendevano. no giovinetto in Roma per appren-
Ordinariamente negli edilìzi i ghi- dere un'educazione conveniente alla
bellini avevano tre finestre l' una sua condizione sì morale che stu-
,

GUE GUE 187


diosa nel dementino dei
collegio portantissimo argomento per cui fu
padri somaschi. Terminato il corso stabilita. Nel 1824 Leone XII suo
degli studi da Pio VI ascritto
fu intimo amico, lo promosse alla ca-

tra i prelati camerieri d'onore al- rica palatina di pro-segretario dei


lorquando lo destinò ablegato a memoriali, e per le sue preghiere
portare la berretta rossa in Ma- restaurò ed abbellì
antica sua l'

drid al di lui zio nunzio di Spa- chiesa diaconale di Adriano, che s.

gna, Luigi Valenti Gonzaga di Man- ne avea molto bisogno personag- :

tova, creato cardinale a' i5 aprile gio di grandi affari e parlatore, eb-
1776, per cui ricevette dal re Car- be egli sempre fama di religiosis-
lo III il donativo del proprio ri- simo non meno che di severissimo
tratto contornato di brillanti, come in tuttociò che si appartiene ad
si legge nei numeri 1 4^> e 216 del ogni maniera d'integrità e rettitu-
Diario di Roma di quell' anno. dine. Intervenne a tre conclavi per
Nell'epoca della prima e della se- le elezioni di Leone XII, Pio Vili,
conda invasione francese il prelato e Gregorio XVI regnante Ponte-
sirecò a Mantova , a Firenze e , fice. Amò assai la caccia, ne volle
ad Orvieto presso i marchesi Gual- giammai accettare protettoria al-
tieri suoi nipoti, coi quali poi so- cuna. Arrivato neil'età di ottanta-
leva passare il maggio e l'ottobre tre anni, e tredici di cardinalato,
nella villeggiatura di Corniolo si- fu colto da apoplessia in Roma
gnoria dei medesimi. Pio VII nel ove cessò di vivere la mattina dei
marzo 18 16 lo fece commendato- 6 febbraio i832, dopo aver bene-
re dell'arcispedale di s. Spirito in ficato alcuni suoi antichi famiglia-
Sassia, indi 8 1 6 tesoriere gene-
nel 1 ri. I di lui funerali furono cele-
rale, siccome fornito di molta atti- brati nella chiesa di Maria iu
s.

vità, ingegno e cognizioni econo- Trastevere, e vi celebrò la messa


miche ed amministrative. Nel con- e fece le solenni assoluzioni il car-
cistoro de' 27 settembre 1819 il dinal Giacomo Filippo Fransoni.
medesimo Pontefice lo creò cardi- Il cadavere, giusta la testamentaria
nale dell'ordine de'diaconi, assegnan- disposizione del defunto, venne tras-
dogli per diaconia la chiesa di s. portato nella chiesa di s. Bonaven-
Adriano al Foro romano, ed an- tura alla Polveriera de' francesca-
noverandolo alle congregazioni del ni, ed ivi fu tumulato con onore-
concilio, della rev. fabbrica di s. vole iscrizione, presso la tomba del
Pietro, del buou governo, delle cardinal Silvio Valenti, altro suo
acque, e di quella economica. Sic- parente.
come il cardinale essendo ancora GUEVAftA Ninno Ferdinando,
tesoriere era stato proposto da Pio Cardinale. Ferdinando Ninno de
VII alla presidenza de' catasti nel- Guevara de' conti di Onnate eb-
la congregazione da lui istituita, fu be per patria la città di Toledo
poscia dichiarato da quel Papa nella Spagna. Ammesso nella cor-
presidente della cardinalizia Con- te di Filippo II, dopo aver meri-
gregazione del censo ( Fedi) , al tata nell'università Complutense la
quale articolo si dice come di laurea di dottore in ambe le leg-
essa il cardinale ne fu benemerito gi, fu per la sperimentata sua pru-
sino quasi alla sua morte, nell'im,- denza, dolcezza e liberalità, eletto
,

i88 GUG GUG


presidente del regno di Granata redo di tante doti, si guadagnò
nel quale impiego die tanta sod- l'estimazione de' Pontefici, che suc-
disfazione al detto re, che a di lui cessivamente lo promossero a di-
istanza Clemente Vili a' 5 giugno verse cariche cospicue. Primiera-
i5g6, sebbene assente da Roma, mente fu fatto luogotenente del
lo creò cardinale dell' ordine dei tribunale dell'A. C„ indi assessore
preti, e poscia ebbe per titolo la del s. offizio ossia della sacra in-
chiesa di s. Biagio dell'anello. Di- quisizione, donde Benedetto XIV
venne inquisitore generale della lo trasferì a segretario della con-
Spagna ed amministratore della
, gregazione de' vescovi e regolari.
chiesa di Siviglia. Nella sua per- Clemente XIII a' 24 settembre
manenza in Roma fece risplendere 1759 Io creò cardinale dell'ordine
le sue virtù, e i talenti di cui era de' preti, e gli assegnò per titolo
fornito, nel buon esito degli affari la chiesa della ss. Trinità a Mon-
che trattò per la corte di Spagna : te Pincio. In questa sublime di-
anzi dice il Bentivoglio che ne'due gnità continuò nell'usato tenore di
conclavi di Leone XI, e di Paolo vita, sempre celando modestamen-
V, egli sostenne quelle parti che te i suoi meriti. Intervenne al con-
i cardinali protettori di Spagna clave in cui restò eletto Clemente
tennero ne' precedenti. Per l' inge- XIV, fu annoverato alle congrega-
nuità cui esponeva i suoi senti- zioni de' vescovi e regolari, dell' im-
menti fu caro ai Pontefici ed ai munità, della segnatura di grazia,
monarchi di Spagna; e rispettabi- della visita apostolica, della rev.
le per pietà, n>orì in Siviglia ne» fabbrica, e prefetto di quella della
primi del 1609, ed ebbe sepoltu- disciplina regolare. Fu protettore
ra nella chiesa de' gesuiti. di diverse congregazioni e soda-
GUGLIELMI Girolamo, Pier lizi , tra cui della congregazio-
Cardinale. Pier Girolamo Gugliel- ne de' chierici di s. Ippolito della
mi nacque da nobile famiglia in Carità nel Messico, e delle confra-
Jesi a' 4 dicembre 1694, ed ebbe ternite della Madonna della Mise-
per genitori Camilla Galvani, e il ricordia e di s. Pietro di Jesi, di s.

dott. Gio. Lodovico, il quale, valen- Maria delle Grazie di Senigallia,


tissimo in legge, ispirò trasporto e di altre. Giunto all' età di circa
ai suoi figli di studiare giurispru- ottant'anni morì in Roma a' i5
denza, per cui Pier Girolamo di novembre 1773, per breve malat-
buon grado vi si dedicò, siccome tia di febbre e catarro. I funerali
savio costumato faceva mostra
e furono celebrati nella chiesa di s.
di un ingegno adatto a lì grave Maria sopra Minerva, in cui can-
studio. Tale ne fu il successo, che tò la messa il cardinal Boschi, e
venne mandato in Roma a per- prestò assistenza il Papa Clemente
correre onorevole carriera nella pre- XIV. Lasciò alla famiglia di ser-
latura. Ivi in poco d'ora si fece vizio scudiduemila oltre il corruc-
ammirare non meno nella profon- cio e quarantena secondo i ranghi,
dità della scienza legale che nelle e a mezzo del patriarca monsignor
•virtù, essendo dotato d' aurea in- Lascaris esecutore dell' ultima sua
dole, morigeratezza, prudenza ed volontà. 11 suo cadavere privata-
umiltà. Venuto in fama pel cor* mente fu trasportato nella sua chie-
GUG GUG 189
%a titolare, ed ivi venne sepolto. la Sede pontificia, cacciarne i car-
Nella cattedrale di Jesi sua patria dinali, e sostituir loro quattro dot-
si vede un monumento marmoreo tori che avrebbero fatto quattro nuo-
eretto al cardinale ancor vivente vi evangeli. Nella biblioteca Am*
dal suo fratello Gaetano, nella ricca brogiana di Milano trovansi i pro-
cappella gentilizia già de' Balleani cessi fatti al finire del secolo XIII
e sacra a s. Gio. Battista, e con- contro Guglielmina e i suoi stolli

sistente in una iscrizione col ri- seguaci, dai quali processi il eh.
tratto del porporato. Il capitolo Puricelli ne ha tratta la vera sto-
della medesima cattedrale collocò ria di questa rea femmina, illu-
la sua effigie dipinta in tela nel- strata con una sua bella disserta-
l'aula capitolare tra le altre de've- zione, che pure conservasi mano-
scovi e cardinali, a lato di quella scritta nella stessa biblioteca.
del fratello Antonio arcivescovo di GUGLIELMITI o Eremiti di s.
Urbino, con analoga iscrizione ono- Guglielmo, Ordine religioso. Fu-
rifica. rono detti guglielmiti i religiosi
GUGLIELMINA o Guglielma fondati da s. Guglielmo di Male-
Boema, eretica e falsa taumaturga vai, confuso da molti con altri san-
del secolo XIII. Recatasi a Mila- ti del medesimo nome, cioè con s.

no, col linguaggio d'urta ispirata e Guglielmo istitutore dell'ordine di


col l'esteriore della più austera pe- Monte Vergine, con Guglielmo fon-
nitenza, seppe sì bene contraffare ,
datore de' canonici regolari della
che si procacciò molti proseliti par- valle degli Scolari, con Guglielmo
ticolarmente fra le donne, e morì I e IX duchi d'Aquitania, e con

con fama di santità nel 1281. Le altri. Gli stessi guglielmiti credono

sue furfanterie essendo state sco- che sia stato loro padre 1* ultimo
perte dopo la sua morte venne , di questi duchi convertito da s.
il suo corpo disotterrato e abbru- Bernardo, e della stessa opinione
cialo. False però furono le accuse sono ancora i padri agostiniani che
fatte alla di lei setta di atti ab- l'hanno espressa nelle lezioni asse-
bominevoli di lascivia: i suoi er- gnate nel proprio breviario per la
rori furono piuttosto pazzi aborti festa di questo santo. Affermano i

di fantasia e stolte frodi di don- critici che il vero fondatore de'gu-


nesche finzioni, le quali in quel glielmiti è s. Guglielmo il Grande
tempo trovarono fede e venera- eremita di Maleval o Malavalle, il
zione presso non pochi deli' igno- quale morì a' io febbraio 1 i5j
rante volgo. I suoi proseliti soste- nelle braccia di Alberto suo disce-
nevano ch'ella era lo Spirito San- polo, indi canonizzato nel 1202 da
to incarnato sotto il sesso femmi- Innocenzo III. Si pretende che sia
nile; morta soltanto secondo
ch'era stato un gentiluomo francese, il

la carne; che risusciterebbe avanti quale dopo aver menata una vita
il giudizio universale ; che salireb- libera nella milizia si convertisse a
be in cielo alla veduta de' suoi di- Dio, e nel 11 36 visitasse il san-
scepoli; e che per suo vicario in tuario di s. Giacomo di Galizia, e
terra lasciato aveva Maifreda mo- secondo alcuni quello pure di Geru-
naca dell'ordine delle umiliate: salemme, indi nell'anno 1 1 53 si

questa doveva occupare iu Roma portasse nella Toscana, cercando


,,

190 GtJG GUG


una solitudine per Dio e servire a no presso la di lui cella tumulato
farvi penitenza. fermò egli in
Sì nell'orto, diedero principio all'or-
fatto nell'isola di Lupocavio, nel dine de' guglielmiti, quale pre- il

territorio di Pisa, dove a lui si sto si dilatò per V Italia per la ,

unirono vari compagni, quali non i Francia, per la Germania, e per


volendo poi ascoltare ne suoi i la Fiandra. Nella origine non ave-
consigli, né le sue esortazioni, fu- vano questi religiosi altra regola
rono da lui abbandonati. Si ritirò che gli esempli di s. Guglielmo,
allora in una foresta del monte onde camminavano scalzi, digiu-
Pruno, dove parimenti gli si uni- navano continuamente, e pratica-
rono altri discepoli, che non dis- vano molte altre austerità. Grego-
simili dai primi giunsero ancora a rio IX moderò assai il loro rigo-
caricarlo d'ingiurie ed a cacciarlo re, permise ad essi di calzare, e li
da quel luogo. Tornò egli all'isola assoggettò alla regola di s. Bene-
di Lupocavio, ma i suoi primi se- detto.
guaci non avendo voluto riceverlo, Nel 1*248 Innocenzo IV con sua
se ne andò nel distretto di Siena, bolla diretta al priore generale e
e fermò la sua dimora nella dio- frati eremiti accordò loro molti pri-
cesi di Grosseto, in un luogo det- vilegi , e comandò che dopo la
to lo Stabile o la stalla di Rodi morte del generale il successore si

ossia Stabulimi Rhodis 3 chiamato eleggesse secondo la regola di s.

ancora Malavalle per l'orrore e spa- Benedetto da essi professata insie-


vento che ispirava. Stabilì Gugliel- me all' istituto di s. Guglielmo. Nel
mo quivi il suo soggiorno nel 1 155, 1236 Alessandro IV avendo fatta
non avendo da principio per suo l'unione di molti eremiti che pro-
ricovero se non una buca nella fessavano diverse regole ,
per for-
terra, in cui abitò finche il signore mar un ordine solo col nome di
di Buriano ,mosso a pietà di lui eremitani di s. Agostino, vi furono
gli fece fabbricare una cella. Per anche compresi guglielmiti, quali
i i

quattro mesi egli visse qui solo sebbene piegassero ed ottenessero


menando una vita asprissima ed di vivere secondo la regola di s.
ammirabile; ma nel 11 56 si fece Benedetto e 1' istituto di s. Gu-
suo discepolo il sopra nominato Al- glielmo, ciò non ostante gli agosti-
berto, nelle cui braccia spirò, ar- niani andarono al possesso di molti
ricchito da Dio del dono della pro- loro conventi. Urbano IV nel 1263
fezia e di altri, e munito de' ss. vietò a quelli che avevano profes-
sagramenti amministratigli da un sato nell'ordine de' guglielmiti di
sacerdote della vicina terra di Ca- passare tra gli agostiniani senza la
stiglione. Rinaldo ch'era stato me- permissione della Sede apostolica,
dico di sua ultima infermità si as- laonde alcuni che fatto aveano tal
soggettò all'ubbidienza di lui, e con passaggio ritornarono all'ordine di
Alberto ne ereditò lo spirito; am- s. Guglielmo, di cui il concilio di
bedue seguitarono a vivere secon- Basilea nel ì^5, prima che di-
do le massime e esempi di Gu-
gli venisse conciliabolo, ne confermò i

glielmo, e fabbricando un eremo privilegi: in quell'epoca l'ordine


angusto con una cappella sopra il era diviso in tre provincie , cioè
sepolcro del defunto, ch'essi aveva- di Toscana , di Germania , e di
,,

CUGi
9r
Fiandra convento del-
e Francia. Il che l'immagine del fondatore stam-
la stalla di Rodi o di Malavalle pata particolarmente in Francia
ch'era residenza del generale, ed lo rappresentava vestito d'una lo-
il capo dell'ordine chiamato poi di rica di ferro, con sopra una tona-
s. Guglielmo, essendo stato distrut- ca con pazienza, avente il capo co-
to nelle guerre senesi coi fiorenti- perto di morione di ferro, ed i

ni, e dopo che da orrido deserto piedi affatto nudi. Da questa egli

per industria de' religiosi divenne vuol dedurre che l'abito de' gu-
sito ameno, fu dato agli eremitani glielmiti una tonaca con pa-
fosse
di s. Agostino, e quindi in com- zienza bianca, come riferisce Chop-
menda nel i564 da Pio IV. In pino nel suo Monastico lib. I, seb-
Parigi avevano convento detto
il bene questi soggiunga che dopo la
dei bianchi mantelli, blancs-man- loro riunione agli agostiniani, l'a-
teauXy da certi religiosi dell'ordi- bito bianco fu mutato in nero.
ne de' servi di Maria., istituiti in Altri dicono che l'abito de' gugliel-
Marsiglia, che portavano mantelli miti fu simile a quello de' cister-
bianchi, i quali essendo stati sop- ciensi, e che si servivano del loro
pressi nel secondo concilio di Lio- breviario nell' ufficiatura. Sansone
ne, Filippo IV nel 1298 con ap- Hujo parigino, religioso di questa
provazione di Bonifacio Vili col- congregazione, nel 1 588 stampò in
locò nel loro monistero i gugliel- Parigi il libro De ventate vitae et
miti, che allora dimoravano nella ordìnis s. Guilelmi; diverse bolle
villa di monte Rosso, mons-Rouge, riferì il Mireo nel lib. 7, cap. 1 5,
presso Parigi. Da allora in poi quei dell' Origine benedettina; di que-
guglielmiti furono chiamati de'bian' st'ordine trattò ancora il Volter-
chi mantelli sino al 16 18, nel que- rano nel ed Onofrio nel-
lib. 1 1 ,

le anno vi subentrarono i bene- la cronaca all'anno 1160.


dettini di s. Vannes o Vanno di GUGLIELMO (s.), eremita di
Verdun, indi quelli della congre- Malavalle, istitutore dei guglielmi-
gazione di s. Mauro, alla quale ni o guglielmiti. Credesi che fos-
Gregorio XV con una bolla uni se nato in Francia, e che si fosse
questo priorato. Negli ultimi tempi dedicato alla milizia. Volendo po-
l'ordine ebbe circa dodici moniste- scia far penitenza de' suoi peccati,
ri nelle Fiandre, ed uno di mona- recossi a Roma, dove il Papa Eu-
che in Montpellier, essendo gover- genio III gli ordinò il pellegrinag-
nato da un superiore ch'eleggevasi gio a Gerusalemme. Guglielmo par-
ogni quattro anni col semplice ti- ti ii45> e passati otto anni
nel
tolo di provinciale. I religiosi di nei santi luoghi, ritornò in Euro-
Parigi possedevano una porzione pa, e si ritirò in un luogo deserto

delle reliquie del fondatore, e le della Toscana. Forzato di assume-


monache di Montpellier parte del re il governo d'un monistero del-
suo capo. Alberto compagno del l' isola di Lupocavio, nel territorio
santo venne onorato col nome di di Pisa, presto se ne allontanò per
beato. 11 p. Bonanni nel Catalogo la sregolatezza de' suoi monaci; e
degli ordini religiosi par. I, pag. passato sul monte Pruno , fu co-
CXVII, tratta di questo, e riporta stretto a fare lo stesso. Per lo che
la figura di un guglielmita, e dice risolse di menar solo una vita
tgi GÙG
cui erasi inutilmente adoperato di questo santo; e tal fu 1* origina
far condurre ad altrui, e nel i i55 deli' ordine dei Guglielmili [Fedi),
Fermò dimora in un' orrida valle o eremiti di s. Guglielmo.
posta nel territorio di Siena, nella GUGLIELMO (s.), arcivescovo
diocesi di che appella-
Grosseto , di Bourges, discendente dagli anti-
vasi allora lo Stabile di Rodi, no- chi conti di Nevers , fu educato
me che di poi venne cangiato in nelle lettere e nella pietà da Pie-
quello di Malavalle o Malevah tro 1' Eremita , suo zio materno ,
Guglielmo non ebbe dapprima per arcidiacono di Soissons. Abbracciò
suo abitacolo che una sotterranea lo stato ecclesiastico , e fu succes-
caverna ; ma avendolo il signor di sivamente canonico di Soissons e
Buriano non guari dopo scoperto, di Parigi ; poscia si ritirò nella
fecegli costruire una cella in cui , solitudine di Grandmont_, e vi me-
passò quattro mesi senz' altra com- nò austera vita. Una contesa in-
pagnia che quella delle bestie, vi- sorta tra i religiosi di coro e i

vendo di quel!' erbe medesime che fratelli conversi, avendo poscia tur-
vedea esse mangiare. Nel mese di bata la pace eh' ei vi godeva, pas-
gennaio dell' anno seguente rice- sò nell' ordine a de' cisterciensi
vette un discepolo per nome Al- Pontigny, dove fu priore. Nel 1 186
berto. Guglielmo consumava tutto fu eletto abbate di Fontaine-Jean
il suo tempo nella preghiera, nella nella diocesi di Sens, poi di Ghalis
contemplazione e nella fatica delle nella diocesi di Senlis. Mentre non
sue mani ; e trattavasi con tanto pensava che a santificarsi nel ri-
rigore che non
, estingueva giam- poso del chiostroj venne nominato
mai intieramente la sete nemmeno arcivescovo di Bourges nel 1200.
coli' acqua. Fu
onorato col dono Egli accettò questa dignità per so-
dei miracoli e con quello della la obbedienza, e spargendo copio-
profezia ; e morì santamente fra se lagrime nell' abbandonare la ca-
le braccia del suo caro discepolo ra sua solitudine. Fu pei suoi dio-
a* io febbraio i i 5^7. Venne cano- cesani ciò eh' era stato pei suoi
nizzato da Innocenzo III, e ricordasi religiosi , un modello perfetto di
il suo nome in questo giorno nel povertà, di dolcezza 3 di carità, di
martirologio romano non che in
, penitenza. Ebbe a provare delle
tutti gli altrii Un medico, nomato opposizioni per parte del suo ca-
Rinaldo, erasi unito ad Alberto poco pitolOj e degli officiali re Fi- del
innanzi la morte del santo. Essi sep- lippo Augusto; ne trionfò col-ma
pellirono insieme il corpo del loro bea- la sua fermezza, e più ancora col-
to maestro nel suo piccolo giardino; la sua profonda umiltà. Acceso di
attesero a conformare la loro con- zelo alla veduta degli eccidii che
dotta alle massime ed agli esempi cagionava 1' eresia degli albigesi,
che avea loro ; ed ebbero
lasciato ei ne convertì parecchi, e disegna-
la consolazione vedere molte di va di recarsi a far loro una mis-
persone divote unirsi a loro per con- sione, allorché la morte rapillo, ai
durre la stessa vita. Questi solitari, io gennaio del 1209. Il Papa O-
il cui numero aumentava di giorno norio III lo canonizzò nel 1218;
in giorno, edificarono un romito- ed il suo che conservavasi
corpo
rio con una cappella sulla tomba di nella cattedrale di Bourges, fu ab-
GUG GUG 193
bruciato dagli ugonotti nel i56*2. Un'altra volta chiuse in faccia al-
S. Guglielmo è onorato in molte lo stesso principe la porta della
chiese di Francia, e si celebra la chiesa, perchè avea esso condan-
sua festa il giorno io gennaio. nato molte persone senza osservare
GUGLIELMO di Norwich (s.), le forme della giustizia; ed avendo
martire in Inghilterra, il quale nel alcuni ufficiali del re sguainato la
duodecimo anno dell'età sua fu spada per punire un tale atto, il
vittima dell'odio implacabile degli santo vescovo porse ad essi il col-
ebrei contro la religione cristiana, lo, dicendo d' esser pronto a mori-

Essendo egli al servizio di un con- re per la causa di Dio. Ma il re


ciapelli di Norwich, gli ebrei se che avea somma venerazione per
lo tirarono in casa qualche giorno Guglielmo rientrò in se stesso, e
,

prima della festa di Pasqua del- fece penitenza del suo peccato,
l'anno 11 37, e dopo averlo cru- Quindi si adoperarono ambedue
delmente maltrattato lo conficcarono nel procacciare la gloria di Dio.
in croce, e gli trafìssero il fianco S. Guglielmo morì circa il 1067,
per mettere in beffa la morte di essendo già da quarant'anni eh' e-
Gesù Cristo. Il giorno di Pasqua gli era in Danimarca ; e la sua'
legarono in un sacco il di lui cor- festa è segnata il 2 di settembre,
pò, e lo portarono presso le porte GUGLIELMO ( s. ), fondatore
della città per bruciarlo; ma es- della congregazione religiosa di
sendo stati scoperti, lo lasciarono Monte Vergine. Nacque nel Pie-
,
sospeso ad un albero. Nel luogo monte, e in età di quindici anni
in cui fu trovato venne eretta una desiderando dedicarsi agli esercizi
cappella , conosciuta sotto il nome della penitenza si recò in pelle- ,

di 5.Guglielmo ai boschi. Il cor- grinaggio a s. Giacomo nella Ga-


po di questo santo, che fu glori- lizia. Ritirossi poi nel regno di Na-
ficato per molti miracoli , venne poli , dove visse sopra un monte
trasportato nel 1 144 ne l cimitero deserto, nelle austerità della più ri-
della chiesa cattedrale, e sei mesi gorosa mortificazione, e nell'intima
dopo fu collocato nel coro della unione con Dio. Essendo stato sco-
medesima. Il suo nome è nota- perto e perciò interrotta la sua
,

to ai 24 di marzo nei calendari contemplazione , si trasferì in un


inglesi. luogo chiamato Monte Vergine ,
GUGLIELMO (s.) , vescovo di posto tra Nola e Benevento; ma
Roschild nella Zelanda, il quale seguitovi dalla sua riputazione, non
essendo prima cappellano del re potè tralasciar di ricevere molte
Canuto, ed avendo accompagnato pie persone che domandavano di
questo principe in uno de' suoi vivere sotto la sua guida, e dì
viaggi dall' Inghilterra in Dani- praticare con esso lui gli esercizi
marca , ivi predicò il vangelo e della vita ascetica. In tal guisa eb-
convertì gran numero d' idolatri, be origine la congregazione detta di
Esercitò santamente il pastoral mi- Monte tergine (Fedi), che si collo-
nistero, e con petto sacerdotale ca nel m 19. S. Guglielmo morì ai
rimproverò a Svenone re di Da- 2 5 di giugno del 142, ed è men- 1

nimarca il suo matrimonio ince- zionato in questo giorno nel mar-


sluoso colla figlia del re di Svezia, tjrologk) romano. La sua congre-
voi. XXX1H. i3
, ,

,
94 GUG GUG
gazione, a cui non lasciò alcuna V estrema povertà della sua casa ,
regola scritta , fu assoggettata a e per una lunga serie di prove
quella di s. Benedetto dal Papa interne; ma egli trionfò di tutto
Alessandro UT. colla sua dolcezza e pazienza. Do-
GUGLIELMO (s.), abbate d'E- po aver governato la sua abbazia
scbil in Danimarca. Nacque a Pa- per ben trent'anni, morì santa-
rigi da nobili parenti , verso il mente nel i2o3, a' 6 d'aprile, in
iio5, e fu educato nell'abbazia cui se ne celebra la festa ; e fu
di Germano de' Prati, sotto la
s. canonizzato da Papa Onorio III.
direzione di Ugo suo zio che n'e- GUGLIELMO (s. ), vescovo di
ra abbate. Alla fine de' suoi studi san Brieux o Brioco in Bretagna,
ricevette il suddiaconato, quindi fu eletto verso
1220, il il quale avea
nominato canonico della collegiata molto faticato e con frutto nella
di s. Genoveffa , che non era an- diocesi sotto i suoi predecessori
cora regolare. I suoi confratelli ed erasi reso commendevole per
che avrebbero dovuto amarlo ed l' innocenza de' suoi costumi ,
per
onorarlo per le sue molte virtù la sua dolcezza , carità e amore
non le considerarono invece che alla mortificazione. Nel suo vesco-
come una censura della loro con- vato fece suoi tesorieri i poveri, e
dotta perciò tentarono di liberarsi
;
non contento di distribuire ad essi
di inducendolo a rinunziare al
lui quanto possedeva ,
prendeva an-
suo canonicato, e non essendo ciò cora a prestito dagli altri per soc-
loro riuscito , lo nominarono alla correrli. Ordinariameute dormiva
parrocchia d' Espinay , soggetta al sulla nuda terra. Assiduo alle fun-
loro capilofo. 11 Papa Eugenio III, zioni del suo ministero^ niente tras-
ilquale trovossi a Parigi nel 1 i47> curava che proprio non fosse a
informato della loro mala condot- nutrire in se stesso lo spirito di
ta, li scacciò , e sostituì loro dei raccoglimento. Morì circa l'anno
canonici regolari. Guglielmo ab- 1234, ai 29 di luglio, giorno nel
bracciò questo istituto , e meritò quale è posto nel martirologio ro-
d'essere eletto sottopriore. La ri- mano. Fu sepolto nella sua catte-
putazione di sua saggezza e di sua drale, e il suo corpo fu disotterra-
santità essendo giunta a conoscen- to nel 1248. Innocenzo IV Io ca-
za di Assalonne vescovo di Ro- nonizzò cinque anni dopo, secondo
schild nella Danimarca , il quale il Baronio.
|j aveva conosciuto nel tempo dei GUGLIELMO ( s. ) , arcivescovo
suoi sludi a Parigi , domandollo di Yorck, figlio del con le Erberto,
per riformare un inonistero di ca- e di Emma sorella del re Stefano.
nonici regolari della sua diocesi Rinunziò al mondo di buon' ora
nell' isola di Eschil. Guglielmo vi per dedicarsi unicamente a Dio, e
si recò nel 1162, e ne fu eletto impiegò le sue ricchezze a solleva-
abbate. Trasse ivi la sua vita nella mento de' poveri. Ricevuti gli or-
pratica di una continua preghiera dini sacri , fu fatto tesoriere della
e delle più austere mortificazioni. metropolitana di Yorck , sotto il
Ebbe a soffrire non poco per cau- pio ed erudito arcivescovo Tursla-
sa di alcuni polenti signori che Io nOj il quale avendo in seguito ri-
perseguitarono , come pure per nunziata la sede, vi fu eletto Gu-
,

GUG GUG i
95
glielnio nel 1 i44 dal maggior nu- sua rara perizia in ambo le leg-
mero de' canonici ; mail Papa Eu- gi nel 1073 fu da Alessandro II
genio III, trattoinganno per in creato cardinale diacono , e fatto
gl'intrighi dell'arcidiacono Osber- bibliotecario e cancelliere di santa
to, escluse Guglielmo, e collocò su Chiesa; quindi il successore s. Gre-
quella sede Enrico Murdach mo- gorio VII lo trasferì all'ordine dei
naco cisterciense. Guglielmo si ri- preti col titolo di s. Grisogono, e
tirò presso suo zio Enrico vescovo Io ebbe seco quando stipulò l'ac-
di Winchester, e passò self anni cordo con Landolfo principe di Be-
unicamente intento all' orazione e nevento nel medesimo anno 1073*
alla penitenza ; finché morto Enri- Sì trovò pure col Papa a Canos-
co di Murdach nel ii53_, fu elet- sa, e sottoscrisse una bolla confer-

to di nuovo arcivescovo di Yorck, mativa di tutti privilegi concessi i

e ricevette il pallio da Anasta- ai predecessori di Lamberto vesco-


sio IV, successore di Eugenio III. vo di Bologna. Ma abbandonato il

11 santo vescovo mostrossi pieno di Pontefice per seguire le parti di


carità verso i suoi nemici, ne fece Enrico IV, si gittò all'obbedienza
alcuna vendetta di coloro che avea- dell'antipapa Clemente III, onde
no con nere calunnie procacciata fu spogliato delle sue dignità, e
la sua esclusione. Ideò dei saggi fulminato della sentenza di anate-
regolamenti per Y utilità e la san- ma. Perseverò in tal miserabile sta-
tificazione della sua diocesi ; ma to sino al pontificato di Gelasio
non ebbe tempo di recarli ad effet- II, alla cui elezione nel iiiStro-
to, essendo morto poche settimane vossi presente, donde rilevasi che
dopo d'esserne entrato in possesso pentito de' suoi falli fosse stato re-
agli 8 di giugno ii54« Fu sep- stituito ai primieri onori da Pa-
pellito nella cattedrale, e il Papa squale II. Mori nel 11 20, e fu se-
Nicolò III lo canonizzò circa il polto in s. Sabina, al qual titolo
1280. Nel 1284 furono collocate probabilmente era passato. Scrisse
le sue reliquie in una cassa ric- questo cardinale le vite de' romani
camente fornita, e durante questa Pontefici da s. Nicolò I fino a Pa-
cerimonia si operarono molti mi- squale II. Si muove gran questio-
racoli. Celebravasi la festa di que- ne tra gli storici intorno a questo
sta traslazione a' 7 di gennaio, ma cardinale, che da alcuni, e tra gli
la festa principale si celebra agli altri dallOldoinOj e dal p. Jacopo
8 di giugno. La cassa di s. Gu- da Carlo nella sua Biblioteca
s.

glielmo fu rubata al tempo della pontificia, si crede essere lo stesso


pretesa riforma, però le sue ossa ,
che Guglielmo Gatedego parmigia-
rinchiuse in una scatola, si sep- no, nominato per cardinale dal
pellirono poscia nella navata sotto dottissimo Tiraboschi nell' Istoria
una pietra di marmo. dell' italiana il quale
letteratura,
GUGLIELMO, Cardinale. Gu- scrisse le Papi da s. Pie-
vite de'

glielmo cardinale prete di s. Sa- tro sino ad Innocenzo IV, o VI


bina, è registrato dia' cardinali di come altri vogliono. L' Oudin nel
s. Leone III del 795. suo Commentario degli scrittori ec-
GUGLIELMO o Pietro, Car- clesiastici tom. II, pag. 4 ,0 > P ro "
dinale. Guglielmo Pietro per la va e sostieue con buone ragioni,
t 96 GUG GUG
che questo Guglielmo Pietro non canonizzazione di s. Domenico, per

sia fiorito nel pontificato di Ales- la quale sostenne non poche fati-
sandro II, ina che debbasi ripor- che. Gregorio IX informato del-
tare all'anno 1 36o, avendo scritto l' immenso frutto riportato da Gu-
le vite de' Pontefici dopo il cardi- glielmo nelle mentovate regioni, lo
nal Nicolò Roselli, detto il cardinal rimandò di nuovo nel settentrione,
d'Aragona. accompagnandolo con efficaci brevi
GUGLIELMO, Cardinale. Gu- ai cristiani di quelle parti, dove ol-

glielmo, di nazione francese, da Ca- tre all'avere ridotto gran moltitu-


listo II creato nel ii23 cardinale dine di scismatici all' unità della
vescovo di Palestrina. fu presente Chiesa cattolica , riformati i co-
alla consagrazione della chiesa di stumi del clero, e confortati i prin-
s.Grisogono di Roma fatta dal Pa- cipi cattolici ad impugnare le ar-
pa a' 6 giugno di detto anno. In- mi contro gì' infedeli ribelli, cele-
di Calisto II lo deputò legato in brò il concilio di Scheltingen nel-
Germania, dove nel 1 1 33 consa- la Svezia, a cui si trovarono pre-
crò Brunone in arcivescovo di Co- senti il re Enrico XI, Jadero arci-
lonia, e prese cognizione in una vescovo di Upsala, e i grandi del
causa riguardante il vescovo di Er- regno , nel quale furono stabiliti
bipoli ; poscia passò nelle Spagne utilissimi canoni intorno alla di-
col medesimo carattere, e presie- sciplina ed al celibato de' chierici.
dè al concilio di Vagliadolid nel L'ardente suo zelo per la cristiana
i i 36 : fu presente a quello di Pi- religione lo rendè assai accetto ad
sa, e verso 4' terminò di vi-
il 1
1 Onorio III, Gregorio IX, ed In-
vere. Intervenne ai comizi d'Ono- nocenzo IV, ed ebbe la sorte di
rio II e d' Innocenzo II, e si leg- visitare s. Edwige duchessa di Po-
gono le sue sottoscrizioni in due lonia mentre era inferma, ed alla
bolle col nome di Willelmo vesco- quale comandò che nelle malattie
vo Prenestino. facesse uso di carne. In ricompen-
GUGLIELMO, Cardinale. Gu- sa de' suoi gran meriti nel dicem-
glielmo, di nazione piemontese co- bre del 1244 Innocenzo IV lo
me vuole l'Aubery, o lombardo creò cardinale vescovo di Sabina.
come scrive il Ciacconio, nel 1222 Indi riassunse la legazione,e per
fu fatto vescovo di Modena da O- sua opera la Svezia e la Norvegia
norio III, che per l'egregie sue do- si ridussero all' obbedienza della
ti, specchiata onestà di costumi, e santa Sede, ed impose solennemen-
non ordinaria dottrina, nel 1225 te la reale corona ad Aquino V
lo spedi legato nella Livonia e nel- re di Norvegia. Per attendere me-
la Prussia per predicare il van- glio alla conversione degl'infedeli,
gelo a quelle nazioni, con ampia sino dal i23i fece a Gregorio IX
facoltà di ordinare vescovi e di spontanea rinunzia del vescovato
erigere cattedrali, come di fatti e- di Modena, e carico di sante ope-
seguì, riducendo non pochi di quei razioni fu dal Signote chiamato a
barbari alla cattolica religione. Do- goderne il premio nel I25i, in Lio-
po la sua missione ritornato in Ro- ne. Ebbe sepoltura nella chiesa dei
ma fu nominato vice-cancelliere di domenicani, con un nobile e ma-
s. Chiesa, ed ebbe gran parte nella gnifico elogio. Abbiamo di questo
GUG GUG 197
cardinale una lettera riportata da grandi Biblioteche dei padri, e che
Mabillon ne' suoi antichi Analccti vennero altresì stampate molte vol-

a pag. 4$3, in cui dà notizia di te separatamente. 3. Un libro sulla


sua promozione. maniera di contemplar Dio: ope-
GUGLIELMO, celebre scrittene ra che venne attribuita a s. Ber-
eeclesiastico del secolo XII, nato a nardo, ma che 1' autore della Bi-
Liegi da nobili parenti. Abbracciò blioteca dei cisterciensi dimostrò
lo stato monastico, e nel 1 1 19 fu non appartenergli. 4- H trattato
elettoabbate di s. Thierri o Teo- della natura e della dignità dell'a-
dorico vicino a Reims. Prima an- mor di D'iOj eh' è una continua-
cora di farsi monaco legò con s. zione dell'opera precedente. 5. La
Bernardo quella stretta amicizia che fisica del corpo
dell'anima, o e
durò tutto il tempo della loro vi- trattato della cognizione di se me-
ta, sebbene non abbia mai potuto desimo. 6. Lo specchio della fede,
effettuare il suo desiderio di sta- il quale propriamente parlando è
bilirsi presso quel santo. Segnalò un trattato delle tre virtù teolo-
il suo zelo nel primo capitolo ge- gali. 7. L'enigma della fede: l'og-
nerale dei benedettini, tenutosi a getto di questo scritto è l'eccellen-
Soissons nel ii3o, coi saggi rego- za e la semplicità della fede. 8. Di-
lamenti che vi propose. Quattr'anni sputa dei padri cattolici contro i

appresso rinunziò la sua carica per dogmi di Pietro Abelardo. 9. Una»


ritirarsi nell'abbazia di Signy del- lettera indirizzata a s. Bernardo
l'ordine dei cisterciensi, dove con- contro gli errori di Guglielmo di
sacrò il restante de' suoi giorni nel- Conches, che voleva far rivivere
lo studio., nella contemplazione, in quelli di Abelardo, io. Una lettera
difesa e per gl'interessi della reli- sulla Eucaristia indirizzata all'ab-
gione. Fu il primo che fortemente bate Ruperto , e risguardante al-
si oppose alle erronee innovazioni cune espressioni del suo trattato
di Abelardo, siccome mostrò il mag- degli uffizi divini. 11. Un opuscolo
gior zelo anche contro altri nova- intitolato : Del corpo e del sangue
tori pericolosi del suo tempo. Vi- di Gesù Cristo. 12. Un commen-
veva ancora nel 11 4$, e non sap- tario morale sul Cantico dei can-
piamo nulla di certo intorno all'e- tici (imperfetto). i3. Un grao com-
poca della sua morte , se non che mentario siili' epistola di s. Paolo
precedette quella di s. Bernardo, la ai romani. 14. Uno scritto in tre
quale fu ai 20 agosto del 11 53. libri contro l'apologia di Abelardo,
Guglielmo è autore di molte ope- dopo la sua condanna pronunziata
re e quasi tutte eccellenti, che
, nel concilio di Sens. Guglielmo è
furono per la maggior parte rac- autore eziandio di altri tre com-
colte nel tomo IV della Biblioteca mentari sul Cantico de' cantici, e
a Bonne-
dei cisterciensi stampata di un libro sulla vita di s. Ber-
Fontaine nel 1669. Ecco l'ordine nardo, che mancano nella raccolta
dato loro in questa raccolta : 1. Il suddescritta. Oltre queste opere
trattato della vita solitaria. 2. Una stampate, si conserva ancora ma-
raccolta di meditazioni in numero noscritto il suo libro delle sentenze
di dodici, sopra diversi argomenti sulla fede, in cui seguendo s. Ago-
di pietà, che trovami in tutte le stino e Boezio, tratta dell' essenza
,

i
98 GUG GUI
e degli attributi di Dio, della tri- ste parole : Voor Moed , Bcleid ,
nità delle Persone divine e dell'u- Trow: cioè per il coraggio, la sag-
nità della loro sostanza, della crea- gezza, e la fedeltà : la croce si po-
zione degli angeli, dell' uomo, ec. ne sul petto sospesa ad un nasUo
Un altro scritto inedito di Gugliel- color d'arancio con orli di colore
mo è un trattato delle relazioni turchino scuro. Oltre a ciò gran i

divine, contro gli errori di Gilber- croci portano uno scudo o piastra
to de la Porrée: la biblioteca del d'argento ottagona dal sinistro lato
collegio di Luigi XIV a Parigi ne del petto, ed i cavalieri di secon-
possedeva un esemplare ricco di da classe hanno una croce d'ar-
note marginali del p. Labbé. Altre gento. I soldati tanto di terra che
opere di Guglielmo furono per- di mare, quali siano d'un grado
i

dute, e fra queste moltissime let- superiore all'uffiziale, qualora sono


tere ch'egli avea scritte a s. Ber- decorati della croce di cavalieri di
nardo e ad altri distinti personag- seconda classe ricevono l'aumento
gi.Logico sottile ed esatto, teolo- d'una metà del loro stipendio , e
go profondo, mistico ragionevole e del doppio quando vengono insi-

sublime, interprete savio delle di- gniti della croce di cavalieri di pri-
vine Scritture , scrittore chiaro ,
ma classe.
metodico, eloquente, pio, Gugliel- GUIBORATA o Viborata (s,).

mo è l'autore del suo secolo che Era d' un' antica famiglia della
somiglia piìi d'ogni altro a s. Ber- Svevia nell'alta Alemagna, e fino
nardo. dalla più tenera infanzia praticò
GUGLIELMO Ordine eque- I, gli esercizi della pietà cristiana.
stre, fondato da Guglielmo I re dei Essendosi suo fratello Ittone fat-
Paesi-Bassi, principe d'Orange Nas- to prete, ella ritirossi presso di
sau, allorché le antiche provincie lui, per aver maggior agio di ser-
unite de' Paesi-Bassi, e le già pro- vire Dio ed il prossimo, e fece-
vincie Belgiche formarono il regno ro insieme un pellegrinaggio a Ro-
de' Paesi- Bassi, secondo il decretato ma per visitare i sepolcri dei santi
del congresso di Vienna nel i8i5. apostoli. Dopo il ritorno persuase
Ne fu primo re tal principe, che vo- il fratello a ritirarsi nell' abbazia
lendo celebrare il suo avvenimento di s. Gallo, mentre essa continuò
al trono, ed istituire un premio per qualche anno a vivere nel
pei militari del medesimo regno, mondo, menando però vita ritira-
fondò quest'ordine cavalleresco, dan- tissima e penitente. Ad onta della
dogli il suo nome, e celebrandone sua austera ed irreprensibile con-
l'istallazione a' 3o aprile 1 8 1 6. dotta, fu accusata di avere avuto
Divise l'ordine in quattro classi, un commercio incestuoso col pro-
cioè di gran croci, di commenda- prio fratello; ma la sua innocenza
tori, di cavalieri di prima classe, trionfò della calunnia. Si rinchiuse
e di cavalieri di seconda classe in seguito in una cella presso l'ab-
stabilendo che la dignità di gran bazia di s. Gallo , e poscia in
maestro fosse sempre
devoluta al un' altra presso la chiesa di s. Ma-
re. Consiste la decorazione ed in- gno, dove visse trentaquattr'anni
segna equestre in una croce otta- iu modo più angelico che umano.
gona smaltata di bianco, con que- I suoi miracoli e le predizioni re-
,

GUI CUF ,
90
sero ben presto celebre il suo no- indi gli conferì per diaconia la
me. Ebbe due compagne, EU chi Idi chiesa di s. Giorgio in Velabro.
nobile donzella che visse seco lei Inoltre lo annoverò alle congrega-
santamente, e Vendilgarda nipote zioni cardinalizie del concilio, del-
di Enrico re di Germania, la qua- l'immunità, del buon governo, dei
le essendosi ivi rinchiusa credendo vescovi e regolari ; e lo nominò
di essere rimasta vedova, al ritor- protettore dell'università de' cap-
no del marito fu obbligata di ren- pellai-i di Ravenna, e di s. Leo;
dersi a lui. Avendo gli Ungheresi della collegiata di s. Lucia di Sa-
fatto nuove scorrerie nel paese, vignano , e della confraternita di
sorpresero Guiborata che pregava Maria Vergine Addolorata eretta
nella sua cella, e infuriati per non nella chiesa parrocchiale della ter-
averle trovato addosso denaro, l'uc- ra di s. Mauro. Dopo breve ma*
cisero con tre colpi di mannaia iti Jattia, nella fresca età di cinquan-
sul capo, ai i di maggio del 9*25. t'otto anni passati, e circa venti tre
Rachilde sopravvisse a lei ventini mesi di cardinalato, morì in Roma
anni travagliata da continue in- a' 23 aprile 1780, compianto per
fermità. Le reliquie di queste due 1' animo suo generoso ed altre bel-
sante furono deposte nella chiesa le doti che lo adornavano. I fu-
di Magno. S. Guiborata è no-
s. nerali si celebrarono nella chiesa
minata nei martirologi di Germa- di s. Marcello , ove cantò messa e
nia e in quello dei benedettini. fece le solenni assoluzioni il cardi-
GUIDI Romu aldo , Cardinale. nal Visconti; indi privatamente fu
Romualdo Guidi nobile di Cesena trasportato nella sua diaconale chie-
de' marchesi di tal nome, nacque sa di s. Giorgio in Velabro, allora
in quella città a* 5 febbraio 1722. de' religiosi agostiniani scalzi , ed
Dopo aver fatto i suoi studi con- ivi restò sepolto il suo cadavere con
venienti alla nascita, bramando di onorevole iscrizione. All'occasione
servire la santa Sede, fu ammesso della di lui morte in Cesena dalla
in prelatura , e fatto da Clemen- nobil famiglia Guidi fu celebrato
te X1I1 luogotenente del cardinal un solenne triduo di funerali ese-
vicario , indi segretario della con- quie in suffragio dell' anima del
gregazione del buon governo. Cle- defunto nella chiesa di s. Michele
mente XIV lo promosse alla cari- arcangelo, detta la Casa di Dio;
ca di commendatore dell'arcispe- e nel dì ro giugno 1780 dall'av-
dale di s. Spirito in Sassia , al vocato Tommaso Lacchiui nobile
quale recò considerevoli vantaggi, cesenate e pubblico lettore di giu-
facendo diversi acquisti , riforman- risprudenza neh' università della
do l'amministrazione, introducendo città medesima, fu recitata analo-
migliori discipline pei medici, chi- ga orazione funebre , !a quale fu
rurghi ed assistenti in beneficio fatta di pubblica ragione per le
degl' infermi ed aumentando il
, stampe di Gregorio Biasini.
museo anatomico. Con tali bene- GUIDI DI BAGNO Gio. Fran-
merenze poscia il suo parente e cesco, Cardinale. Giovanni Fran-
concittadino Pio VI, nel concisto- cesco de' conti Guidi di Bagno nac-
ro del primo giugno 1778, lo creò que nel i568 in Firenze , ma
cardinale dell' ordine de' diaconi oriondo dai marchesi di Monte-
2op GUI GUI
Jìello in Romagna; impiegò i suoi fosse fanciullo. Rassegnata la chie-
primi anni nell' università di Pisa sa di Cervia, nel 1 635 fu fatto
e di Bologna per istruirsi nelle vescovo di Rieti, dopo di aver in
discipline legali e filosofiche, sotto Cervia istituito il monte fui men-
Ja disciplina del famoso Giacomo tano a vantaggio della povera gen-
Mazzoni. Portatosi in Roma nel- te. In Rieti celebrò il sinodo che
l'età d'anni dieciotto, fu ammesso fu dato alle stampe, nel quale ri-
in prelatura, e segui Clemente Vili splende la sua vigilanza pastorale,
quando recossi in Ferrara , ed il e Io zelo che avea per Y ecclesia-
cardinal Aldobrandini legato a let- stica disciplina : ne visitò la dio-
tere in Francia. Tornato in Roma cesi, abbellì la cattedrale con no-
ottenne la vicelegazione della Mar- bile soffitto , aumentò le rendite
ca e della Campagna, ed il gover- della mensa vescovile, e ne ampliò
no di parecchie città dello stato ed accrebbe l'episcopio; finché giun-
ecclesiastico, e tra le altre di quel- to all' età di settant' anni, a cagio-
le di Orvieto, Fano e Fermo. Nel ne del clima che gli riusciva no-
1614 Paolo V lo incaricò della cevole , nel i638 rinunziò il ve-
yicelegazione d' Avignone , dove in scovato Reatino. Si restituì in Ro-
quel tempo trattenevasi per le dif- ma ove fu ascritto alla congrega-
ferenze con la corte di Francia il zione di stato, a quella del s. ofli-

celebre cardinal Richelieu, col qua- zio, ad altre delle principali ; ed


e
le strinse amicizia sincera. Gre- ivi morì neh' età d' anni settan-
gorio XV lo spedi nunzio straor- tatre, nel 164.1, con rammarico di
dinario a Parigi ; quindi col carat- tutti, massime de' letterati de' qua-
tere di nunzio ordinario passò in li fu protettore, e molti ne teneva
Fiandra alla corte d' Isabella d' Au- in propria casa- Il cadavere fu tu-
stria. Urbano Vili nel 1627 lo mulato nella sua titolare, venendo
fece vescovo di Cervia, indi lo ri- eretto alla memoria tra la
sua
mandò a Parigi per assistere il chiesa e la sagrestia un bel mar-
cardinal Barberini suo nipote , le- moreo monumento di eccellente
gato a latere al re di Francia. scultura, che lo rappresenta seden-
Imbattutosi per viaggio con un te suU' urna , vestito degli abiti
picchetto di soldati eretici, fu spo- pontificali con elegante iscrizione.
,

gliato di tutta la sua preziosa sup- Il Masini ed il Bayle fanno di lui


pellettile , ciò eh' egli soffrì con molti elogi ; e tale fu la sua di-
disinvoltura. Restituitosi nelle Fian- vozione verso la Beata Vergine, che
dre, passati sei anni fu trasferito 1' immagine che si venera nella
alla nunziatura di Francia presso chiesa di s. Maria de' Monti in
Luigi XIII, di cui guadagnatosi il Roma, essendo prelato l' adornò

favore, lo indusse ad impugnar le con magnifica decorazione d' ar-


armi contro gli eretici ugonotti. gento. generoso
Fece un testa-
^Alla fine Urbano VIII a' 3o ago- mento in cui lasciò la paga in vita
sto 1627 lo creò cardinale prete, a' suoi famigliari , e considerabili
e lo pubblicò a' 19 novembre 1629 legati al re ed alla regina di Fran-
col titolo di a. che
Alessio, dignità cia; ma quando si dovette esegui-
in una mortale malattia gli pre- re la sua volontà , fu la sua ere-
disse la propria madre, benché dità trovata sì tenue, che non fu
,

GUI GUI aoi


possibile effettuare le di lui dispo- ecclesiastica, in occasione dell'esilio
sizioni. Gabriele Naudè biblioteca- del celebre cardinal Mazzarini , e
rio di questo cardinale ci lasciò : della prigionia del cardinal di Gon-
Lessua in funere Jo. Francisci car- dy. Dopo aver compita tal nun-
dinali? a Balneo, Romae 1641 ; ziatura, in cui assistè alla corona-
e Liberto Fromondo teologo di zione di Luigi XIV, a' 9 aprile
Lovanio, Laudario funebris Jo. 1657 Alessandro VII lo creò car-
Francisci a Balneo Ut. s. Alexii dinale prete del titolo di s. Euse-
cardinalis academiae Lovaniensist bio, in un a vescovo di Senigal-
Antuerpiae 164 r- lia, chiesa che per la sua avanzata
GUIDI DI BAGNO Nicolò, Car- età presto rinunziò. Allorché il Pa-
dinale. Nicolò de' conti Guidi di pa iuvitò il sacro collegio a con-
Bagno, fratello del precedente, nac- correre alla guerra contro il turco,
que in Mantova, ovvero al dire del ilcardinale vendè le sue più rare
Battaglini ne' dintorni della città e preziose suppellettili, insieme al
di Rimini, dove la sua nobile fa- proprio palazzo e vigne che pos-
miglia godeva pingue patrimonio sedeva nel territorio di Albano,
di antichissimi feudi. Il cardinal^Gi- per cui offrì la somma di trent'ot-
ro 1 amo Colonna suo zio materno tomila scudi a generosa difesa della
gì' insinuò che abbracciasse lo stato causa cattolica, con singolare e-
ecclesiastico, ma
vedendo che
egli roismo. Finalmente pieno di me-
ciò avea fatto il fratello maggiore riti morì tranquillamente in Ro-
Gio. Francesco, cangiò idea, ed a ma d' anni i663, e
ottanta nel
persuasione de' parenti sposò Teo- fu sepolto nella chiesa de' cappuc-
dora Gonzaga nobilissima dama cini col solo nome e titolo cardi-
e datosi al mestiere delle armi mi- nalizio, scolpito in semplicissima la-
litò nell' esercito pontificio. Sotto pide.
Gregorio XV difese valorosamente GUIDICCIONI Bartolomeo, Car-
la Valtellina, ed Urbano VIII lo dinale. Bartolomeo Guidiccioni pa-
dichiarò generale delle milizie della trizio lucchese, illustre non meno
Chiesa nella Marca d'Ancona, e per la sua pietà, che per la peri-
poi in Ferrara, carico che sosten- zia delle scienze legali e teologi-
ne con fama d'integrità, valore ed che, alle quali congiungeva una se-
applauso de' popoli nello spazio di verità catoniana, con somma lode,
sette anni. Morta la moglie ed il prudenza occupossi lun-
integrità e
fratello cardinale , abbandonò la gamente nel servire in nobili im-
professione militare, e si appigliò pieghi il cardinal Alessandro Far-
di nuovo alla vita clericale per ,
nese, che conosciutone il merito Io
cui Urbano VIII gli conferì una fece vicario generale di Parma, go-
ricca abbazia goduta dal fratello, vernatore dell'abbazia di Subiaco,
lo elesse commissario delle truppe ed uditore generale della Marca.
papali nelle tre legazioni, lo spedi Bramoso di menare vita tranquil-
nunzio in Toscana, e nel 1647 In- la, si ritirò in patria nella villa
nocenzo X
Io trasferì con egual di godere della
sua proprietà, per
incarico a Parigi. Vi restò in tutto campagna ed abbandonarsi agli a-
il suo pontificato, soffrendo immen- mati suoi studi, e nella meditazio-
si travagli a difesa dell'immunità ne delle massime eterne. Divenuto
7.01 GUI GUI
il Farnese Pontefice Paolo IH, Io la consueta
obbedienza al Papa.'
chiamò subito a Roma, ma il Gui- Il suo cadavere , trasferito alla sua

diceioui modestamente si ricusò, ed patria Lucca, fu sepolto nella cat-


allora il Papa per espresso coman- tedrale con magnifico elogio scol-
do l'obbligò a recarvisi, e nel i539 pito in marmo d'ordine di Nico-
lo fece vescovo di Teramo e suo lò Guidiccioni suo nipote, che fu
datario, ed a' 12 dicembre lo creò replicato dall'altro nipote Alessan-
cardinale prete, assegnandogli per dro vescovo della medesima. Scris-
titolo la chiesa di s. Cesareo. Lo se il cardinale diversi opuscoli che
nominò prefetto di segnatura , ri- passarono inediti nella biblioteca
formatore del tribunale della rota, Barberini, e venti voluminosi trat-
vicario di Roma, e penitenziere tati o commentari sull'uno e l'al-
maggiore. Nel i544 1° dichiarò tro diritto, posti nella biblioteca
amministratore di Chiusi, e nel vaticana. Uomo giusto, di caratte-
i546 vescovo di Lucca, chiesa che re integro e schietto, nulla muo-
dopo quattr'anni rinunziò col be- vendolo i riguardi dalle leggi del-
neplacito apostolico al nipote A.- l'equità e del dovere. Il Castaldi,
lessandro, avendo rassegnato al Pa- il Caro ed altri
Vestrio, Annibale
pa anche quelle di Teramo e di ne fecero splendidi elogi, e quan-
Chiusi, su di che viene lodato da do morì, Paolo III disse essere
Paolo delle Preci ne' suoi diari. morto quello che meritava succe-
Tanta era l'estimazione che Paolo dergli nel pontificato, siccome spec-
Ili avea pel cardinale, che nulla chio di virtù, d'illibati costumi, e
nel suo pontificato intraprese sen- vaso di scienza e di erudizione.
za consultarlo, come pur
fece quan- GUIDO (s.), abbate di Pompo-
do approvò la compagnia di Ge- sa. Nato nel villaggio di Casama-
sù, per la quale destinò una con- re, poco distante da Ravenna, eb-
gregazione di cardinali. Alla di lui be da' suoi genitori una educazio-
perspicacia si deve che Trento ne cristiana, la quale sviluppò le
fosse scelto a luogo pel concilio felici inclinazioni eh' egli avea per
generale, per maggior comodo del- la virtù. In un viaggio fatto a
la nazione alemauna e delle altre Roma ricevette la tonsura clerica-
regioni transalpine che mandar vi le; ritornato in patria si pose sot-
dovevano i loro vescovi. Egli inol- to la direzione d' un santo eremi-
tre fece parte principale della con- ta nominato Pietro, il quale tre
gregazione di cinque cardinali sta- anni appresso lo mandò nell'abba-
bilita da P«<olo 111 sugli affari ri- zia di Pomposa nel Ferrarese, di
guardanti tal concilio. Colmo di cui era investito, e che faceva go-
meritinon meno che di gloria, in- vernare da un altro in sua assen-
contròla morte con volto ilare e za. Guido passò per tutte le ca-
con animo tranquillo, in Roma, riche di quel monistero, fino a che
in età di otta n t'amai, nel F&4$ a fu obbligato di assumere il gover-
cagione d'una caduta da lui latta no di quel di Ravenna. Verso il
per essersi impacciato nello strascico 998 fu richiamato a Pomposa in
della cappa del cardinal Sant'An- qualità di abbate. Egli vi fece fio-
gelo, nella cappella pontificia, men- rire la pietà, locchè attrasse sotto
tre portavasi al trono a rendere la sua disciplina un gran numero
,

GUI G.UI 2o3


di persone, tra cui si contò Al- sciarlo tornare a Laken. I disagi
berto suo padre, e Gerardo suo fra- del viaggio e gli altri mali sofferti
tello. Fece erigere un nuovo mo- gli cagionarono una gravissima ma-
nistero per ricettare tutti i suoi di- lattia , di cui morì ai 1 2 di set-
scepoli, che guidò nelle vie della tembre 1012. I suoi resti riposano
perfezione co' suoi discorsi e co' suoi nella chiesa che gli fu innalzata
esempi. Morì a' 3i marzo 1046, a in Anderlecht ,
presso il suo se-
Borgo s. Donnino , mentre reca- polcro.
vasi a visitare l'imperatore Emi- GUIDO (b.), canonico di Cimisi.
co III a Piacenza. Questo principe Nacque a Cortona , e fu uno dei
lo fece trasportare a Spira, la qual discepoli di s. Francesco d' Asisi
città lo scelse a suo prolettore, in che lo formò alle pratiche della
considerazione de' gran miracoli vita religiosa, e commise di an-
gli

che Dio operò per sua interces- nunziare la divina parola. Anima-
sione. La sua festa si celebra il lo dallo stesso spirito del suo pa-
3i di marzo. dre spirituale, operò delle meravi-
GUIDO o GUITTONE (s.), co- glie colla semplicità ed unzione dei
munemente detto il Povero d' An- suoi discorsi. La santità della sua
derlecht. Nacque di poveri genitori vita, massime le
e sue grandi au-
in un piccolo villaggio vicino a Brus- sterità, davano nuova forza alle
selles, e fu allevato nella virtù. Un sue predicazioni. Morì a Cortona
dì ch'ei pregava nella chiesa della ai 12 giugno i25o. Il Papa Gre-

Madonna di Laken , a mezza lega gorio XIII permise di farne l'of-


da Brusselles , il curato rimase ficio nella sua patria, la qual per-
stupito a vederne la pietà ed il rac- missione fu poscia estesa a tutto
coglimento, e gli propose di rima- l'ordine di Francesco, che l'o-
s.

nervi in qualità di bidello, ciò nora nel giorno 12 di giugno.


eh' egli accettò di buon grado. Ol- GUIDO, Cardinale. Guido car-
tre di adempire colla massima esat- dinale vescovo Ostiense fiorì nel
tezza tutte le parti del suo uffizio, pontificato di Giovanni IX del-
passava sovente le notti intiere in l'898, perchè si trova sottoscritto
orazione , e castigava il suo corpo ad un privilegio accordato da quel
con rigorose penitenze. Un mer- Papa alla chiesa di Lucca non ,

cante di Brusselles avendogli pro- nel 904 in cui Giovanni IX era


posto di prenderlo a socio nel suo morto, come si legge nell'Ughelli :

negozio, perchè fosse in grado di sarà forse nel 900, epoca in cui
soccorrere i poveri com'era incli- morì il Pontefice.
nato Guido lasciossi sedurre ed
, , GUIDO o WIDO, Cardinale.
abbandonò la sua chiesa, dove pe- Guido o Wido fu creato cardina-
rò ritornò ben presto dolente del le da s. Leone IX del 1049, del-
suo fallo. Intraprese poscia il pel- l'ordine de' preti, col titolo de' ss.

legrinaggio di Roma e di Terra- Calisto e Giulio., o sia di s. Maria


santa, dove recossi per ben due in Trastevere , ed intervenne al
-volte . Ritornato in patria dopo concilio di Laterano tenuto da Ni-
sett' anni di assenza, il sottodecano colò II. Il Panvinio ne' cardinali
del capitolo di Anderlecht lo al- di Alessandro II che nel 1061 suc-
loggiò in sua casa , né volle la- cesse a Nicolò II, ricorda un car-
204 GUI GUI
cìinale Guido del titolo de' ss. Sil- conferì la legazione diGermania a
vestro e Martino a' Monti, che non Corrado III re de' romani, quali i

si conosce se sia questo od altro. lo avevano chiamato in Italia con-


GUIDO, Cardinale. Guido pro- tro il Pontefice. Ma cesare accolse
babilmente monaco di s. Savino con distinzione il legato, e gli con-
di Piacenza , fu creato cardinale cesse tutto ciò che bramavasi dalla
prete del titolo di s. Balbina da santa Sede. Vivendo Innocenzo II
Pasquale II , in morte del quale nel si trovò al concilio di Pisa, nella
1118 intervenne all'elezione di qual città edificò la chiesa di s.

Gelasio II. Sottoscrisse a tre bolle Torpete. Morì in Roma nel 11 53,
di questo Pontefice spedite in Pisa, dopo essere intervenuto alle ele-

e con lui si ritirò nelle Gallie, dove zioni di Celestino 11, Lucio II, ed
nel monistero di Clugny procede coi Eugenio sua
III, e fu sepolto nella
colleghi ad eleggere il successore titolare, avea fatto costrui-
in cui
Calisto II , nel cui pontificato mo- re un ricco ed elegante ciborio, ed
li. Il Poggiali nella Stona di Pia- alla sua tomba fu scolpito un lun-
cenza tom. IV, p. 93, afferma che go epitaffio in versi. S. Bernardo
terminò di vivere nei 11 25, ed il lo disse uomo per consiglio, pru-
Campi nella storia di tal città lo denza, dottrina, grandezza d'animo,
crede piacentino. e preclare azioni celebre ed insigne.
GUIDO, Cardinale. V. Cali- GUIDO, Cardinale. Guido da
sto li Papa. ministro dell' altare lateranense fu
GUIDO, Cardinale. Guido ve- da Innocenzo II nel ii3o o 11 33
scovo di Tivoli fu creato cardinale creato cardinale diacono di s. A-
da Onorio II, e ad una sua bolla pollinare, altri dicono di s. Adria-
dei ai luglio 11 26 sottoscrisse. no, ovvero prima lo fu d' una dia-
GUIDO da Vico, Cardinale. conia poi dell' altra : il Ciacconio
Guido da Vico o de'conti Capro- registrò le che sottoscrisse.
bolle
na, pattizio pisano, insigne per pietà Morì probabilmente dopo il 11 38.
ed erudizione, nel ii3oo 11 33 In- GUIDO da Castelfidardo, Car<
nocenzo II lo creò cardinale diacono dinaie. Guido nacque a Castelfi-
de' Cosimo e Damiano. Fu in-
ss. dardo nella Marca, da ministro
caricatocon Matteo vescovo cardi- dell' altare lateranense fu da In-
nal Albanese, e con s. Bernardo nocenzo II nel ii3o o 1 1 33, o
a quietare i tumulti eccitati in Mi- nel 1 i4o al dire del Novaes, crea-
lano dall' intruso arcivescovo An- to cardinale dell'ordine de' diaconi.
selmo, e dopo aver felicemente ciò Trovossi presente alle elezioni di
eseguito venne spedito legato in Celestino II e Lucio II, non che a
Francia, ove ricevè una lettera di quella di Eugenio III, nel cui pon-
s. Bernardo contro 1' eretico Ar- tificato chiuse in pace i suoi gior-
naldo da Brescia; indi nel 11 46 ni verso il 1 i45.
intraprese di nuovo la legazione di GUIDO, Cardinale. Guido, fran-
Lombardia d' ordine d'Eugenio III cese di nazione, chiamato da s. Ber-
che lo promosse alla carica di can- nardo uomo pieno di zelo e di
celliere di s. Chiesa , vacata per religione, tempora dell'av-
nelle
morte del cardinal Roberto, e co- vento 11 44 fu da Lucio II creato
nosciutolo per uomo di valore gli cardinale diacono di s. Maria in Por-
1 ,

GUI GUI ao5


tico, o come pretende il Frizonio conosceva fermezza e
la slabilità
da Eugenio III in Viterbo. Dopo del vacillante suo trono , si diede
essersi trovato presente alle condi- a perseguitare fieramente i vescovi,
zioni della pace stipulata tra Eu- e a violare l'ecclesiastica immuni-
genio IH e Federico I Barbarossa, tà, del che con lettere fu da Cle-
mori nel 1 56. Sottoscrisse alle mente IV acremente ripreso. Il
bolle di Eugenio III, Anastasio IV Meursio ed il Pontano errarono
ed Adriano IV, e trovossi presen- confondendo questo cardinale con
te ai comizi dei due ultimi. Guido vescovo cardinal di Sabina.
GUIDO da Crema, Cardinale. Il primo narra che il cardinale
V. Pasquale IH Antipapa. intimò un congresso o concilio in
GUIDO o GUIDONE, Cardi- Slesvico, dove il re e la regina ri-
nale. Guido o Guidone fu da A- cusarono di portarsi, col pretesto
driano IV nel marzo del n5g che quel luogo non fosse per essi
creato cardinale diacono di s. Ma- sicuro. Del che forse sdegnato il
ria in Aquiro, e sottoscrisse una di cardinale, tanto più che il re se
lui bolla a favore di Enrico pa- ne appellò al Papa, si condusse
triarca di Grado li i3 gennaio come legato a Lubecca, seguitato
ii5g: il Ciacconio con buone ra- da alcuni vescovi, dove fulminò
gioni lo crede lo stesso Guido da sentenza d' interdetto contro il re,
Crema. e contro tutti coloro che avevano
GUIDO di Borgogva Cardi- , ricusato di portarsi a Slesvico, la
naie. Guido francese di Borgogna, quale sentenza fu estesa alla dio-
essendo abbate di Cistello, porta- cesi Burglanense, in punizione del-
tosi a Roma per alcuni affari del la violenta morte data da quei
suo monistero, Urbano IV in Vi- cittadini al loro vescovo Olao. Com-
terbo nel dicembre 1262 o 1263 piti in Danimarca gli affari di cui
lo creò cardinale prete del titolo di era stato incaricato, si trasferì col-
s. Lorenzo in Lucina. Qual fosse il lo stesso carattere in Germania, e
merito di questo degno personaggio celebrò nel 1267 il concilio pro-
si rileva dalla lettera che il Papa vinciale di Vienna , nel quale si
nel promoverlo scrisse al generale pubblicarono alcuni canoni di ri-
e capitolo del suo ordine , ove Io forma, che sono diffusamente ripor-
chiama uomo angelico, illustre per tati dal Lambecio e dal Labbé*
lo splendore della scienza , oliva ove è sbagliato il nome di Guido
fruttifera degna di essere trapian- o Guidone con Simone; quindi
tata nel giardino della Chiesa. Cle- passò in Polonia, dove fu ricevuto
mente IV lo spedì legato in Dani- ed accolto con venerazione da Bo-
marca, ad oggetto di sedare le di- leslao V detto il Pudico, e dal ve-
scordie civili da cui quel regno era scovo di Cracovia; quivi parimen-
lacerato e sconvolto, Io che esegui ti nella città di Breslavia convocò
con pari valore e prudenza, aven- un concilio nazionale nel giorno
do celebrato un sinodo in Lubecca, della Purificazione di Maria , col-
e riconciliati gli animi de' grandi T intervento di otto vescovi di quei
e degli ottimati col re Enrico VII, dominii, a fine di ottenere soccorsi
il quale anziché mostrare la sua per Terrasanta. Dopo di che il
gratitudine alla Chiesa, da cui ri* cardinale ebbe ordine di passare
206 GUI GUI
nella Svezia, Francia e Sassonia, e Pietro, e ciascuna avea il suo no-
nell'alta e bassa Germania, dove me come descrive il Mallio. La
in Colonia e nella provincia di prima esisteva dove al presente è
Brema tenne un sinodo per la ri- la porta santa, e chiamavasi porta
forma del clero, a cui intervennero Guidonea, perchè vi stavano alcu-
tutti i vescovi di que' luoghi. Chia- ni deputati detti con voce longo-
mati quindi a Vienna i vescovi di barda Guidoni, come si può ve-
Praga, Passavia, Frisinga e Rati- dere in Attilio Serrano, De 7 ce-
sbona, quei di Brixen e di Lavant cles. Questi offiziali guidavano i
con gran numero
'

nella Carinola , pellegrini e forestieri all'altare de-


di abbati, arcidiaconi e decani, ce- gli apostoli e per la chiesa, inse-
lebrò un secondo sinodo provincia- gnando loro i corpi santi , i sepolcri
le, in cui furono pubblicati diecino- de' Pontefici, de' cardinali, degl'im-
ve canoni, simili a quelli ch'erano peratori^ dei re, delle regine, ec,
stati stabiliti nell'antecedente sino- e le cose più notabili ; i quali pel-
do di Colonia, pubblicati dal cita- legrini alle volte erano condotti in
to Lambecio. Chiaro finalmente chiesa in processione con candele
per meriti e per gloriose fatiche, accese in mano, per cui a questo
si riposò nel Signore nel 1272 o effetto sotto al portico e campani-
1273, dopo di essere stato uno le vi etano i venditori di candele.
de' sei cardinali all'arbitrio de'qua- Al dire del Mallio ciò praticavasi
li il compromise l'e-
sacro collegio anche ai d'Alessandro III
tempi
lezione di Gregorio X, quantunque del 1 1 59. Sopra la porta Guido-
forse occupato nelle legazioni non nea Pietro II re d'Aragona fece
intervenisse a quella di Clemen- appendere qual trofeo lo stendardo
te IV. e la lancia tolta a Miramolino re
GUIDONI,Guidones. Ministri de' saraceni nella vittoria che ri-

del palazzo papale , quali aveva- i portò sopra di im-


essi. Enrico III

no la cura di guidare i pellegrini peratore avea fatto altrettanto con


alla visita dei luoghi sacri della la bandiera, lancia e corona prese
città di B.oma. Il collegio di questi ad Alboino re ungaro.
ministri era chiamato ScJiolae Giri- GUIENNA. Provincia della Fran-
donimi, come si legge nel diario cia , che comprende quasi tutta
mss. di Cencio Camerario; onde 1' Aquitania, che romani divisero
i

nella basilica vaticana vi era una in tre provincie, cioè molti brani
porta nomata Guidonea, della qua- della prima Aquitania, della secon-
le parlammo all'articolo Chiesa, di da, ed interamente la terza delta
s. Pif.tro in Vaticano, per la qua- Nóvernpopulonia. In quest'ultima
le erano introdotti da questi mi- nell'anno 1073 si celebrò un con-
nistri Così il Macri
i pellegrini. cilio chiamato di Guienna o di Nó-
3
nella de vocaboli cccl.
Notizia vernpopulonia sopra varie lagnanze
Francesco Maria Torrigio^ Le sa- esposte al Papa s. Gregorio "VII.
cre grotte valicane, nello spiegare Pagi, ad lume ami. , e Lenglct nel-
cosa significhi la voce longobarda le Tavolette cronologiche.
Guidoni, narra a p. 582 quanto GUIGNERO ( s. ). V. Finga-
segue. Ancora anticamente erano RO (s.).

cinque le porte della basilica di s. GUINAILO (s.), abbate di Lan-


GUI GUI 9.07

devenech nella bassa Bretagna. Era di nacque a Joinville nella


Scozia,
figlio di Romolo e di Letizia, amen- Sciampagna a' 17 febbraio i5?.5.
due chiari per nobiltà; fu allevato Fino dall'adolescenza si dimostrò
nell' abbazia di Landevenecb, e ne virtuoso e sapiente nemico dei :

divenne poscia abbate, carica che sollazzi e de' passatempi , nei te-
accettò a condizione di rinunziarvi neri suoi anni altro piacere non
in capo a sett' anni. Passato que- mostrava che nella conversazione
sto tempo si recò in Inghilterra di uomini dotti e letterati ; fruga-
con dodici religiosi, vi predicò la le. nel vitto, umano e gentile, oue-
fede di Cristo, convertì un gran sto di costumi, sensato nel ragio-
numero di peccatoti e di pagani, nare, divenne l'oggetto dell' ammi-
e ristabilì la regolarità in molti razione universale. In età di tre-
monisteri. Tornato nella Bretagna, dici anni fu da Paolo III promos-
un signore della diocesi di Quim- so nel 1 538 all'arcivescovato di
per, nella quale era posta l' abba- Rcims, dove fondò il seminario, e
zia di Landevenech ,
gli donò un nel 1 548 vi eresse 1' università, ed
fondo di sua proprietà per fabbri- un nuovo e pingue canonicato pel
carvi un monistero ; e un altro ne penitenziere. Quindi colla reale \m-
fondò pure nell'isola di Groie. zione consacrò successivamente re
Quindi il desiderio di un'assoluta di Francia Enrico li nel i5|'",
solitudine lo fece passare in Cor- Francesco II nel i55o,, e Carlo IX
novaglia, ove costretto a prendere nel i56r. Altra università fondò
sotto di sé dei discepoli, fabbricò a Pont-à-Musson , e ne diede il
un romitaggio, nel quale morì ai governo a' gesuiti, e d'ordine regio
3 di novembre del 570. Le sue intraprese la riforma della Sorbo-
reliquie, dopo varie traslazioni, fu- na. A' 27 luglio i547 Paolo III
rono nel 1007 collocate in una lo creò cardinale assente dell' oidi-
chiesa eretta in suo onore a Cor- ne de' preti col titolo di s. Cecilia,
beil ; e la cattedrale di Vannes si e nel 1 548 coadiutore del vescovo
gloria pure di possederne una di Metz, di cui prese possesso nel
parte. i55o, oltre la provvista di otto
GUIRA o GIRA. Sede vescovile delle più pingui abbazie di Fran-
della Numidia in Africa di cui era eia. Enrico II, per le cui istanze
metropoli. Trovasi notata col no- era stato elevato alla porpora , Io
me di Gurra nella tavola Penti- spedì ambasciatore di obbedienza
geriana, e qual città vescovile nel- al Papa, dopo di che con molti
la Notizia n. g. Luciano suo ve- vescovi si condusse al concilio di
scovo fu nel 4 1 r a " a conferenza Trento, dove mostrò tutto il suo
di Cartagine; e Marziale altro ve- Nel i564 celebrò
zelo e dottrina.
scovo fu di quelli che nel 4^4 H concilio provinciale in Reims, e
esiliò Unnerico re de' vandali. nel 1572 il sinodo diocesano. Nel
GUISA-LORENA Carlo, Car- 1570 in s. Dionisio di Parigi im-
dinale. Carlo Claudio di
figlio di pose la real corona alla regina di
Loreua primo duca di Guisa, e Francia Elisabetta d'Austria, alla
di Antonia di Borbone, fratello dei presenza dei cardinali Borbone,
cardinali Giovanni e Lodovico, e Guisa, d'Este, e Pelievè. Interven-
di Maria moglie di Giacomo V re ne nel i55o, alla lega di Cambrai,
2o8 GUI GUI
e fu uno degli ostaggi della sta- la, servendo i pellegrini a mensa ,

bilita pace. Fu pure al colloquio in tempo quale faceva legge-


della
di Poissy , dove seppe sostenere re libri edificanti. Impiegava mol-
con intrepidezza e valore la causa to tempo nelle orazioni, e morti-
della cattolica religione contro gli ficava con cilizi la propria carne ;
sforzi degli eretici, e non potè con- e nelle calamità della Francia,
tenersi di dare uno schiaffo all' e- nelle pubbliche processioni ince-
reticoTeodoro Beza, che proferiva dette a piedi nudi per placar l'ira
orrende bestemmie. Discopri una divina. Accolse pel primo in Fran-
congiura degli eretici contro Fran- cia i cappuccini, e fabbricò loro il

cesco II, cui volevano togliere la primo convento di Meudon. Di


vita. Per vantaggio del re intra* questo gran cardinale, lume chia-
prese molti viaggi all'imperatore, rissimo della chiesa gallicana, e
alla repubblica veneta, e ad altri fermo sostegno della fede ortodos-
principi cattolici con ottimo suc- sa, Francesco de l'Isle ne scrisse
cesso. Divotissimo della Madonna, in francese la vita che pubblicò in
ogni sabba to l'onorava con rigoro- Reims nel i5j6', l'Alby ed i Sam-
so digiuno. Si trovò presente ai martani Io ricolmarono di lodi il :

conclavi di Giulio III, Marcello II, suo ritratto si trova descritto da


e Paolo IV che lo dichiarò legato Nicolò Boucher nel libro intitolato
a lalere nella Francia; fu assente Caroli Lotharingi litterae et arma,
da quelli di Pio IV e di s. Pio Parisiis 1577.
V, e non giunse in tempo a quel- GUISA-LORENA Luigi, Car-
lo di Gregorio XIII che trovò e- dinale. Luigi di Guisa, nato in
letto. Alla fine pieno di gloria mo- Joinville, principato della casa di
rì in Avignone a'26 dicembre i5jh Lorena, fratello e nipote de'cardi-
in età di cinquantanni non com- nali di questo nome, nell'età d'an-
piti, ov'erasi portato ad incontrare ni diciotto o piuttosto di ventuno
Enrico III reduce dalla Polonia, e Paolo III nel i5/\.5 lo fece vesco-
fu sepolto nella cattedrale di Reims vo di Troyes, e nel i55o Giulio
con onorevole elogio inciso in un III arcivescovo d'Alby, ed a' 22
mausoleo di marmo nero ch'erasi dicembre i553 lo creò cardinale
fatto costruire. Elegante nella per- diacono di s. Nicolò in Carcere, e
sona, di maestosa figura, fornito di poi prete di s. Tommaso in Pa-
molte eccelse prerogative, eloquen- rione. i56o per rinunzia di
Nel
te, d'animo grande e generoso, eb- Alby, Pio IV lo trasferì alla sede
be però viva passione di domina- arcivescovile di Sens, di cui si

re, fu geloso delle sue opinionied spogliò nel i563 a favore di Ni-
alquanto orgoglioso; il perchè Pio colò Pellevè; indi nel i568 s. Pio
IV lo chiamava il secondo Papa, V lo dichiarò vescovo di Metz.
anche per trecentomila scudi di Nel i575 in Reims consacrò in
benefizi che godeva, mentitegli a- re di Francia Eurico III, perchè
veva il solo del pontificato; e s. il suo nipote arcivescovo di tal
Pio V soleva chiamarlo il Papa chiesa non era stato ancora con-
d' oltrenwnli. Adempì tutte le par- sacrato. Ebbe molta parte negli
ti di zelantissimo pastore, predi- affari del suo tempo; fu ai concla-
cando con fervore la divina paro- vi di Paolo IV e Pio IV, ed in
2

GUI GtJI fedg


età di cihquantasei anni morì a mila persone, che portavansi a vi-
Parigi nel 1578, e fu sepolto nel sitare la Madonna della Spina nel-
coro dell'abbazia di s. Vittore, al la diocesi di Chalons o quella ,

manco lato dell'altare maggiore. della Letizia nella diocesi di Laon.


GUISA-LORENA Lodovico, Car- Essendosi col duca fratello portato
dinaie. Lodovico di Lorena dei al congresso di Blois contro la vo-,
duchi di Guisa nacque in Dam- lontà della madre, siccome il det-
per, o meglio in Joinville a' 6 lu- to re odiava duca per far parte
il

glio i553 , fratello del cardinal della lega famosa che voleva esclu-
Carlo e nipote del cardinal Luigi, dere dalla successione al trono En-
la cui famiglia era congiunta a rico IV allora re di Na varrà ed
quella regia di Francia. Prima di ugonotto , d'ordine d'Enrico III
arrivare agli anni della pubertà fu fu carcerato insieme con altri ve-
arricchito delle più pingui abbazie scovi e principi Fatto consape-
.

del regno, e nel i5ji Gregorio vole della morte che gli sovrasta-
XIII gli conferì l' arcivescovato di va , si confessò all' arcivescovo di
Reims, dove quantunque non aves- Lione compagno in prigione, e nel
se ricevuto il pallio, per speciale di 24 dicembre 1 588, al modo che
indulto pontificio convocò nel i583 dicemmo all'articolo Francia, rimase
il concilio provinciale : non potè barbaramente trucidato a colpi di
però consacrare Enrico III, come lancia, nella robusta età d'anni
abbiamo narrato all' articolo pie- trentacinque o trentasei , dopo
cedente; quindi il detto Papa ai aver poco prima avuto il ram-
21 febbraio 1^78 lo creò cardi- marico di veder ucciso il duca
nal prete , e siccome non si recò fratello. Il cadavere fu posto nella
mai a Roma, non ebbe il titolo, calce, e le ossa ridotte in cenere
né il cappello ed altre insegne furono sparse al vento. Gli auto-
cardinalizie. Celebrò la prima mes- ri del barbaro sacrilegio non an-
sa nella metropolitana, ove ad in- darono impuniti, Sisto e tutti V
sinuazione dell' Alano poi caldina- i cardinali ne furono addolorati, ed
le , e da lui fatto canonico con inutilmente il re spedì a Roma il

pensione di cento scudi, nel i584 vescovo di Le-Mans per giustificar-


fondò in Reims un collegio pei si. La morte di questo cardinale fu
sacerdoti esiliati dall' Inghilterra ,
sentita con orrore da tutti i buo-
dal quale sortirono molti soggetti ni, perchè la sua condotta vuoisi
chiari per integrità , dottrina 3 e che corrispondesse agli alti suoi
zelo per la cattolica fede , a cui natali ed allo splendor della por-
sacrificarono la propria vita, come pora. L* Aubery riporta contrarie
si legge nel catalogo che ne fece testimonianze, dicendo che viveva
il Marlot nella Storia di Reims da militare.
tom. II, p. 83 7 Il re Enrico III
. GUISA-LORENA Carlo, Car-
lo decorò dell'ordine dello Spirito dinaie. Carlo di Lorena de'conti
Santo, e Sisto V
della legazione di Vandemont, fratello di Luisa
d'Avignone. Fu autore delle prò- moglie di Enrico li, nacque a'

cessioni dette bianche, nelle quali aprile i562. Applicossi sin da gio*
talvolta si videro insieme divota- vine con tal fervore allo studio
mente congregate sino a settanta- della teologia, che potè con ap-
VOt. XX xift. i4
,

2 IO GUI GUI
plauso sostenere in età di sedici, letto vescovo dagli eterodossi, an-
anni pubblica conclusione nell'uni- zi l'Amidenio dice che mai ne ot-
versità di Pont-à-Musson, la quale tenne il possesso. La specchiata sua
dedicò a Gregorio XIII. Questi ad prudenza e gran spirito di religio-
istanza di Enrico III, in detta età, ne determinarono Clemente Vili
a* 21 febbraio 1578 lo creò car- a destinarlo legato a latere dei ve-
dinale diacono, e al dire del No- scovati di Toul, di Verdun e di
vaes, con la berretta gli spedì pu- Metz, e ne'ducati di Lorena e Bar.
re il cappello rosso; nel i58o lo La paralisia da cui fu sorpreso
fece vescovo di Toul, e nel i584 l'obbligò a guardar quasi sempre
di Verdun e di Castres, decoran- il letto, e dovendo uscire in pub-
dolo il. re dell'ordine dello Spiri- blico si faceva portare in lettiga.
to Santo. Sisto V gli conferì la Divotissimo della Madonna inviò
diaconia di Maria in Domnica
s. al santuario diLoreto ricchi e pre-
che poi cambiò col titolo della ss. ziosi doni, e fondò a Pont-à-Mus-
Trinità a Monte Pincio. Per la sua son una casa per alimentarvi do-
tenera divozione alla Beata Ver- dici giovanetti della diocesi di Metz
gine offri al santuario di Loreto perchè ivi si applicassero agli stu-
una lampada d'oro, con dote pel di, e nel 1 583 vi edificò un col-
mantenimento del lume. In giova- legio pei gesuiti. Morì nel 1607
nile età a' 3o ottobre morì nel d'anni quaranta in Nancy, ed eb-
1587 ° i5S*8 in Toul, da dove be sepoltura nella cattedrale, dove
il suo cadavere fu poscia traspor- gli fu eretto uno splendido mauso-
tato nella chiesa de' francescani di leo.
Nancy. GUISA-LORENA Lodovico ,

GUISA-LORENA Carlo, Car- Cardinale. Lodovico di Lorena dei


dinale. Carlo il giuniore de' duchi duchi di Guisa, figlio del duca En-
di Lorena, principe di egregia in- rico ucciso a Blois, e perciò nipote
dole, di soavi costumi, di esimie del cardinal Lodovico seniore, fin
virtù, fornito di non ordinaria let- da giovinetto fu provveduto di
teratura, essendo canonico di Tre- pingui abbazie, e tra le altre di
veri, di Strasburgo e di Ma gonza, s. Dionisio, di Clugny, di s. Re-
succede allo zio cardinal Luigi di migio di Reims, di Corbeil, di
Guisa nel vescovato a di Metz, Orchamp, di Dervy e di s. Ur- ,

cui fu promosso nel 1578 da Gre- bano, quantunque non sembrasse


gorio XIII, ed ivi sotto di lui fu- inclinato allo stato clericale. Nel
rono introdotti i religiosi minimi i6o5 ottenne da Paolo V l'arci-
e cappuccini. Provveduto della ric- vescovato di Reims di cui era coa-
ca abbazia di s. Vittore di Pari- diutore, e dove fondossi poscia a
gi, a'i4 dicembre 1589 Sisto V suo tempo un famoso collegio di
lo creò cardinale diacono di s. A- gesuiti, da Brularzio abbate di Re-
gata, il cui tempio abbellì con fab- giavalle. Il detto Papa a' 2 dicem-
briche e pitture; e nel i5§i Cle- bre 161 5 lo creò cardinale, ad i-
mente VIII lo fece vescovo di stanza del re di Francia Enrico IV,
Strasburgo, chiesa che lungamente il quale lo dichiarò protettore del
gli fu contrastata colle armi da regno, quantunque mai si portasse
Gio. Giorgio di Brandeburgo e» in Roma. Paolo si pentì di a-V
GUI GUM 2 m
verlo promosso alla porpora, per- mondo nazione francese, o co-
di

chè mai ne volle assumere le di- me altri dicono alemanno, ovvero


vise, anzi si crede dai Sa rumar ta- italiano, fu uno degli uomini più
lli, nel tom. IX, p. i58, che si eloquenti del suo tempo. Vestì la
sposasse a Carlotta di Essark don- cocolla monastica di s. Benedetto,
na di Enrico IV, dalla quale ri- e poi da Alessandro II nel 1061
portò alcuni figli, essendo solo sud- venne creato prete cardinale e ve-
diacono, o diacono secondo il Ciac- scovo d' A versa nel regno di Na-
conio, per lo che il Cardella teme poli. Ricusò un pingue vescovato
della verità di tal connubio. Non offertogli da Guglielmo re d'In-
essendo vescovo non potè consacra- ghilterra, e scrisse tre libri pieni
re Luigi XIII re di Francia, ciò di dottrina e di erudizione contro
che fece in Reims il cardinal di l'eretico Berengario. Da Pietro il

Giojosa. Nel 1612 col consenso venerabile questo cardinale viene


del suo capitolo e del re, ad istan- preferito a Lanfranco, che a quel-
za di Alberto arciduca d'Austria l'epoca fioriva per dottrina. Colmo
e d'Isabella sua moglie, fece ese- di meriti, di virtù e d'anni, mo-
seguire la traslazione del corpo del rì nel 1084.
santo cardinale e martire Alberto, GULMARGA. Sede episcopale
dalla metropolitana di Reims aBrus- de' giacobiti sotto Mafriano, vicino
selles. Dipoi fece fare nella sua ab- a Sigara, di cui nel 709 era ve-
bazia di s. Dionisio la campana scovo Giona.
maggiore, ed ordinare l'archivio; GUMA. Sede vescovile de' gia-
intervenendo nel 161 4 all'assem- cobiti nella diocesi d'Antiochia, e
blea degli stati Pieno di
generali. Dionigi o Matteo suo vescovo fu
spirito guerriero, d'elmo
armato trasferito ad A leppo.
e corazza, seguì Luigi XIII nelle GUMAL . Città vescovile dei
battaglie, e si segnalò in molte mi- giacobiti soggetta a Mafriano, nel
litari imprese, ed una volta poco territorio di Maraga , di cui fu
mancò che non si battesse a duel- vescovo Aitallaha , ordinato nel
lo col duca di NeverSj per la que- 629 dai vescovi orientali, i quali
stione di conferir il priorato detto pure ordinarono Marutha, gran
della Carità. Per la qual cosa il metropolitano d'oriente ovvero Ma-
re lo fece rinchiudere nella Basti- friano, nella città di Tagrit.
glia, e poi nella torre di Vincen- GUMMARQ (s.). Nacque nel
nes per alcun tempo. L' Amidenio villaggio di Emblehem nel Bir-
scrisseche più volte fece a duello, bante, da nobili genitori che si
che dilapidò i beni ecclesiastici in presero cura di coltivargli la men-
ispese indegne, mantenendo due te collo studio delle lettere, e lo
femmine, ad una passava diecimi- allevarono in pari tempo nelle mas-
la scudi all'anno, all'altra trenta- sime del vangelo. Allorché Pipino,
mila. Morì a Saintes a'21 giugno ch'era suo parente, da prefetto del
1621, d'anni trentanove, pentito palazzo divenne re di Francia, lo
della scandalosa vita da lui mena- chiamò alla corte, e gli commise
ta. Trasferito il cadavere a Reims, le cariche piti importanti. Gumma-
fu tumulato nella metropolitana. ro fedele a tutti i suoi doveri, e
GU1TMONDO, Cardinale. Guit- d'indole generosa, fortificava coi
212 GUM GUR
digiuni e coli' orazione la sua in- Gummi che brigava la dignità di
nocenza e la sua pietà contro la primate.
corruzione generale. Ebbe molto a GUNAGITA, GUNA1TA o GU-
soffrire a cagione di sua moglie da NUGI. Sede vescovile della Mau-
lui affatto diversa. Essendo stato ritiana Cesariana nell'Africa occi-
obbligato a seguire il re Pipino dentale, sotto la metropoli d'Adra-
nelle diverse che fece in
guerre mito. Plinio ne parla come di una
Lombardia, ed in A-
in Sassonia colonia. Aurilio suo vescovo nel
quitania, stette necessariamente lon- 484 fu esiliato da Unnerico re dei
tano da lei per lo spazio di ot- vandali.
t'anni. Al suo ritorno trovò mag- GUNELA. Sede arcivescovile di
giori materie di disgusto; quindi Africa nella provincia proconsola-
fatta edificare nella sua terra di re, e Pascasio.suo vescovo nel 4#4
JVivesdone una cappella ed una cel- fu esiliato in Corsica da Unnerico
la, vi si ritirò col consenso di sua re dei vandali.
moglie, per non più occuparsi che GUNTLEO (s.), figlio primoge-
di Dio. Ebbe finalmente la conso- nito del re dei dimezianij che abi-
lazione di vedere la conversione tavano al mezzodì del paese di
della moglie, e mori santamente Galles. Dopo la morte del padre

nel 774* M villaggio di cui era si- divise il regno con sei suoi fratel-
gnore, che portò successivamente i li che Io riverivano come loro so-
nomi di Nivesdone, di Ledo e di vrano. Sposò Gladusa^ figlia del
Lira, si mutò in città dal con- principe Braghan, dalla quale eb-
corso di popolo che la divozion be s. Cadoco, fondatore del cele-
vi traeva, e nella chiesa collegia- bre monistero di Llan-Carvan nella
ta vi si conservano le di lui reli- contea di Glamorgan. Dopo aver
quie. La festa di questo santo, o- praticato sul trono tutte le virtù
norato con grandissima venerazio- cristiane, lo abbandonò per chiu-
ne nel Brabante, è segnata agli dersi in un romitaggio vicino ad
1 1 d'ottobre. una chiesa da lui fatta erigere.
GUMMI o GUMMASA. Città Ivi menò vita assai austera, e con-
vescovile della provincia Bizacena sacrata alla contemplazione e alla
nell'Africa occidentale, detta pure preghiera, fino alla sua morte, che
Gummula, sotto la metropoli di avvenne verso la fine del quinto se-
Adramito. Giovanni suo vescovo nel colo. Fu glorificato da Dio con
4n intervenne alla conferenza di molti miracoli, e la sua festa si

Cartagine; Massimo altro vescovo celebra ai 29 di marzo.


nel 4$4 fu esiliato dal re deman- GURGAITA o GURGITES .

dali Unnerico; Sabiniano fu nel Sede vescovile della Bizacena nel-


52 5 al concilio di Cartagine; e l'Africa occidentale, sotto la metro-
Stefano sottoscrisse nel 63 1 la let- poli d'Adramito, detta ancora civi-

tera che il concilio di Bizacena di- tas o pagus Gurzensis. Felice suo
resse all'imperatore Costantino fi- vescovo nel 255 intervenne al con-
glio di Eraclio, contro gli errori dei cilio di Cartagine sotto s. Cipria-
monoteliti. Nel pontificato di san no; ed il vescovo Primiauo subì
Leone IX, tra i cinque vescovati nel 484 l'esilio per ordine del re
esistenti in Africa, eravi quello di de' vandali Unnerico.
GUR GUR 2i3
GURK (Gurcen). Citta vesco- no delle rovine, credono es- che si

vile con residenza in Klagenfurt sere quelle dell' antica Tiburnia ,

nella bassa Carintia, nel regno il- e vi sono ancora delle miniere.
lirico dell'impero austriaco. Gurk, Questa città cadde nel 1797 in
Gurcum, già città illustre, ora bor- potere de' francesi, che nel 1809
go dell' Illirio, sulla riva destra del vi entrarono di nuovo, e vi de-
fiume del suo nome, conta più di molirono le fortificazioni.
cinquecento abitanti, e contiene una Il Pontefice Alessandro II nel
bella abbazia di canonici regolari : 107^ a* 2 maggio eresse la sede
Gurk o Gurck altre volte fu det- vescovile di Gurk per le ripetute
ta Guilkhoven, ed è distante da istanze di Enrico IV re de'roma-
Klagenfurt otto leghe. La città di ni , e di Gebhardo arcivescovo di
Klagenfurt o Clagenfurt, Claudia, Salisburgo, cui alcuni danno il tito-
già capitale della Carintia, nella lo di beato, applicandovi le rendite
parte più boreale del regno illiri- di un doppio monistero, che ivi era
co, ed capoluogo del circolo
ora stato fondato verso l' anno 1 o45
del suo nome nel governo di Lu- dalla b. Emma,
per settantadue
biana, è situala sul fiume Gian, religiose e venti monaci, sotto la
a due leghe dalla riva sinistra del- regola di s. Benedetto. 11 moniste-
la Drava^ e ad una lega e mez- ro delle monache fu soppresso
za all'est dal lago Worth, di col nel 1120, e le rendite dell'abba-
quale comunica mediante un ca- zia unite al vescovato; ed i mo-
nale. E vescovo di
residenza del naci non molto tempo dopo di-
Gurk, e di un tribunale di appel- ventarono canonici regolari sotto
lo pei tre ducati di Stiria, Carin- la congregazione di quelli del ss.
tia e Carniola , non che sede di Salvatore lateranensi di Roma. A
una intendenza e di un tribunale questi fu concesso il diritto di e-
delle miniere, e di una camera delle leggere il loro preposto, il quale è
monete. Ha quattro porte ed al- altresì arcidiacono del vescovato,
trettanti sobborghi, e può dirsi ed il loro decano, ma non hanno
benissimo fabbricata ; le strade parte alcuna nell'elezione del ve-
sono larghe e regolari. Vi si os- scovo : la chiesa cattedrale di Gurk
serva il bel castello imperiale, il fu dedicata alla Beata Vergine. Il
palazzo degli stati, e sulla gran vescovato fu dichiarato suffraganeo
piazza del mercato le statue eque- dell'arcivescovo di Salisburgo, del
striiu bronzo di Leopoldo I e di quale lo è tuttora, ed il vescovo
Maria Teresa. Questa città possie- fondatore Gebhardo o Gerardo
de sette chiese, un monistero di lasciò il diritto di nomina ai suoi
orsoline, il liceo, la biblioteca, il successori, a condizione che il ve-
museo di pittura e scultura, il ga- scovo di Gurk presterebbe agli ar-
binetto di storia naturale, il gin- civescovi di Salisburgo il giura-
nasio, la scuola normale, la socie- mento di fedeltà pei feudi che da
tà d'agricoltura e di arti, due ospe- essidipendevano; locchè praticossi
dali, un orfanotrofio pei figli dei sino al tempo dell'imperatore Fer-
soldati,una casa pei pazzi, uno dinando I del i558, il quale ma]
spedale per le puerpere, una casa •offerendo che un principe stranie-
di sanità, ec. Ne' dintorni si vedo- ro esercitasse atti di sovranità nei
214 GUR GUR
suoi stati, fece un accordo coli' ar- Lorenzo di Qranung inviato dal
civescovo di Salisburgo, in forza duca d'Austria al Papa Benedetto
del quale l'arciduca d'Austria no- XII in Avignone, dove morì nel
minerebbe due volte di seguito il i33y. Corrado di Trautmausdorf,
vescovo di Gurk, e l'arcivescovo di presidente della camera d'Austria,
Salisburgo soltanto la terza volta* vescovo di Gurk, poscia nel i4i°
Ciò fu regolarmente stipulato nel di Frisinga, mori assassinato nel
i568 sotto Massimiliano II, essen- 1412. Leonardo Wismayr tirolese,
do Urbano vescovo di Gurk. Nel- canonico di Brixen ossia Bressan-
l'opuscolo del conte Galeazzo Gual- one, cancelliere dell' imperatore
do Priorato, Relazione dell'arci- Federico III, eletto vescovo di
vescovato e principato di Salisbur- Gurk nel i4^°> m opposizione al
go ec, Colonia 1668, a pag. 5
y
si Pontefice Nicolò V, per cui otten-
legge che Gebhardo de' conti di ne il vescovato di Coirà nel 14^2,
Helffestein fondò il vescovato di e nel i4^4 quello di Gurk, mo-
Gurk, e che nella nomina del ve- rendo nel i4^9 ° i46°« Raimon-
scovo alternano l'imperatore come do Perauld di Siergeres in Fran-
duca di Carintia, con l'arcivescovo cia, vescovo di Gurk nel 1488 e
di Salisburgo, al quale però spet- poi di Agria, che nel i49^ Ales-
ta la conferma del nominato da sandro VI creò cardinale diacono
cesare. Il vescovo di Gurk era di s. Maria in Cosmedin, celebre
principe dell' impero compreso nel- per le opere che scrisse e per le sue
la matricola, perciò l'augusta casa legazioni. Girolamo Balbo domeni-
d'Austria faceva le contribuzioni cano veneto, prevosto della colle-
pel vescovo, avendo giurisdizione giata di Presburgo, consigliere del-
ne' paesi ereditari, per cui non ave- l' imperatore Carlo V, mori nel
va il vescovo voto ne sessione alle i535. Urbano vescovo di Gurk
diete imperiali. Pio VII conservò poscia di Laybach, amministratore
la nomina del vescovo di Gurk, e del vescovato di Vienna dal i562
la sua istituzione canonica all'ar- al i574, epoca di sua morte, era
civescovo di Salisburgo; nel 1827 stato predicatore di Ferdinando 1 e
il vescovo trasferì la sua residenza Massimiliano II. Sebastiano conte di
a Rlagenfurt, ove ha palazzo epi- Lodron canonico di Trento, grau
scopale. maestro della casa dell'arciduca Leo-
Primo vescovo di Gurk fu Gon- poldo, morì nel 1 643. Francesco con-
lerioKrapfeld ordinato nel 1073, te di Lodron, fratello del precedente,
morto nel 1084. Eldebordo od II- canonico di Salisburgo e di Tren-
debordo suo successore mise nella to, espulso dal vescovato dagli sve-
cattedrale i canonici regolari in desi, morì a Trento nel i652. Si-
vece de' monaci benedettini, e mo- gismondo Francesco arcidiacono di
ri nel 11 32. In quanto agli altri Austria, figlio di Leopoldo arcidu-
vescovi di Gurk nomineremo i più ca d'Inspruch, e di Claudina de
distinti. Giraldo canonico di san Medici, fu vescovo d'Augusta nel
Bartolomeo a Fresach, il quale 1646, di Gurk nel i653, e di
fondò la chiesa collegiata di s. Ni- Trento nel i65g: abbandonò nel
cola a Klagenfurt nella sua dio- i665 tutti i benefizi ecclesiastici
cesi, e cessò di vivere nel 1 333. per sposare Maria Edvige princi-
GUS GUS 2i5
pessa palatina di Sultzbach , ma citati gran nome e pari
acquistassi
morì nel medesimo anno prima merito ; onde in premio della sua
di effettuare il matrimonio. Ven- sperimentata probità e dottrina, ad
ceslao Gioseffo de' conti di Thunn istanza del re Filippo II, a' 5 giu-
di Trento fu fatto vescovo di Gurk, gno 1596 Clemente Vili lo creò
poi vescovo e principe di Passavia, assente cardinale prete, e poi ebbe
e preposito di Salisburgo. Giovan- il titolo di s. Silvestro in Capite,
ni de' baro ni di Goessen, nato vi- e la protettoria della Spagna pres-
cino a Brusselles, nominato vesco- so la santa Sede . Vero esemplare
vo nel 1675, ristabilì il palazzo di ecclesiastica disciplina, zelantis-
vescovile, fu uno de'plenipotenziari simo della cattolica fede , tenace
dell'imperatore Leopoldo I alla custode de' sacri canoni, nemico dei
pace di Nimega, e nel 1686 Inno- raggiri, pieno di sincerità, di cor-
cenzo XI lo creò cardinale del ti- tesia, di liberalità e d' insigne eru-
tolo di s. Pietro in Molitorio, e fu dizione. Fu ascritto alla congrega-
ambasciatore imperiale in Roma, zione del santo offizio e ad altre,

ove morì nel 1696. Ottone ab- ed intervenne ai conclavi di Leo-


bate di s. Pietro e s. Dionigi a ne XI e Paolo V, ne' quali ebbe
Bautz dell'ordine di s. Benedetto gravi contrasti col cardinal Pietro
in Austria, consigliere dell'impera- Aldobrandino per la sua eccessiva
tore, nominato nel 1697. Quanto buona fede, onde fu giudicato non
alla serie de' vescovi del secolo pas- essere a proposito nel ministero che
sato e del corrente, è riportata nel- fungeva , e perciò soggetto ad es-
le annuali Notizie di Roma, e gli sere ingannato. Morì piamente in
ultimi tre sono: Giorgio Mayr na- Roma nel 16.06, e trasferito il

to in Treffen nella Carintia, fatto suo cadavere in Ispagna, fu collo-


vescovo a* 19 aprile 1828; Fran- cato nel sepolcro de' suoi mag-
cesco Gindl della diocesi di Seco- giori.
via nella Stiria,traslato da Brun GUSMAN Enrico, Cardinale.
in Moravia nel 1841» e l'odierno Enrico Gusman de Aros, nobile
monsignor Alberto Lidmansky fat- spagnuolo di generosa ed antica
to vescovo per morte del prede- prosapia, nell'età di vent' anni era
cessore ai i3 maggio 1842. talmente inoltrato nella cognizione
GUSMAN o GUZMAN France- delle scienze ecclesiastiche, che non
sco, Cardinale. Francesco Gusman vi avea santo padre o teologo di
nobile spagnuolo, natoinAvila, e cui non avesse perfetta cognizione.
perciò chiamato anche con tal no- Fatto prima canonico di Siviglia
me, avendo compiuti gli studi nel e poi di Toledo, ad istanza del re
collegio di s. Giacomo dell'univer- FilippoIV, a' 19 gennaio 1626
sità di Salamanca, fu fatto prima Urbano Vili lo creò cardinale dia-
canonico e poi arcidiacono della cono assente, e passati appena cin-
metropolitana di Toledo , inquisi- que mesi morì in Madrid con ge-
tore della fede nella stessa città, nerale rammarico d'ogni condi-
commissario generale della crocia- zione di persone , per l' incompa-
ta, e consultore del supremo tri- rabile sua magnificenza, affabilità

bunale dell'inquisizione; ne' quali e mansuetudine ; virtù che gli ave-


impieghi da lui egregiamente eser- vano guadagnato i cuori di chi lo
, ,
,

ai6 GUT GUY


trattava, massime i poveri co' quali nai fece la traslazione delle reli-
divideva le proprie sostanze, molti quie di questo santo, le quali fu-
ne manteneva, e lasciò suoi eredi. rono uu' altra volta visitate nel
Fu sepolto nella chiesa del colle- 1 444- La sua festa è segnata il

gio di s. Tommaso. giorno 3 di luglio.

GUSMAN Diego , Cardinale. GUTLACO (s.), eremita. Servi


Diego Gusmari de Aro o de Haro, negli eserciti di Etelredo re di
nobile spagnuolo oriondo d' Avila, Mercia, fino all'età di ventiquat-
nato di generosa stirpe nell' Anda- tr' anni, poi si consacrò alla peni-
lusia, ammesso nella corte del re di tenza nel monistero di Kepandun.
Spagna, fu fatto cappellano del regio Dopo due anni, nel 699, col per-
palazzo, consultore dell' inquisizio- messo del suo superiore passò nel*
ne ,
presidente della crociata ,
pa- V isola di Croyland con due com-
triarca delle Indie , e precettore pagni. La sua virtù ricevette un
delledue infante di Spagna Anna novello splendore dalle tentazioni
Maria e Margherita, non che ar- e dalle prove che dovette soste-
civescovo di Siviglia. Ad istanza di nere . Edda vescovo di Dorchestei
Filippo IV il Papa Urbano Vili che andò a visitarlo, ordinollo sa-
a' 19 novembre 1629 lo creò car- cerdote. Gutlaco visse santamente
dinale dell'ordine de' preti assen- in quell' isola per quindici anni, e
te. Partito Spagna per ac-
dalla morì agli 11 d ?
aprile del 7i4>
compagnare la nuova sposa regina quarantesimosettimo di sua età.
d'Ungheria, mentre stava in pro- Molti miracoli furono operati per
cinto d'imbarcarsi in Ancona, mori sua intercessione ; e la predizione
nel i63i in età di ventiquattro eh' ei fece al principe Etelbaldo
anni, e due soli di cardinalato. il quale andava spesso a visitarlo
Restò sepolto nella chiesa de' ge- durante il suo esilio, cioè che a-
suiti
?
per essere poi trasportato vrebbe regnato sopra i merciani
nella Spagna, come venne eseguito si avverò nel 7 1 9.

in Madrid. GUYONGiovanna Maria Bou-


GUTAGONE ( s. ) , nacque in viers de la Mothe, donna famosa
Iscozia o in Irlanda. Benché di egualmente pei suoi scritti, che per
regio sangue , rinunziò al mondo le sue disgrazie, nata nobilmente
e menò rigida vita in mezzo a a Montargis il i3 aprile 1648.
non interrotti esercizi di penitenza Sposò un gentiluomo dello stesso
e di orazioni. Passato indi in Fian- luogo, chiamato Guyon, ed essen-
dra, visse rinchiuso col b. Gillo- do vedova in età di ven-
restata
rie eh' erasi a lui unito. Ambedue tott'anni, andò a Parigi, dove mon-
scelsero per soggiorno il villaggio signor d'Arenthon d' Alex vescovo
di Oostkerk situato sul canale di di Ginevra invitolla a stabilirsi
,

Bruges alla Chiusa. S. Gutagone nella sua diocesi, con molte altre
mori nella sua celletta presso Kno- pie matrone che dovevano fondare
cken dal canto del mare; e fu una nuova comunità a Gex. Ivi
sepolto nel cimiterio di Oostkerk, ella recossi nel 1681, lasciando i

ove sonosi fatti molti miracoli per suoi beni ai figliuoli, solo ritenen-
sua intercessione. Ai 3 di luglio dosi una mediocre pensione; ma
del 1059 Gerardo vescovo d\ Tour- non piacendole |e regole della nuo-
GUY GUZ 217
\a comunità, passò presso le orso- Questi trentaquattro articoli si tro-
line di Thonon, quindi a Torino, vano nella grande istruzione pasto-
poscia a Grenoble , finalmente a rale di Bossuet contro gli errori dei
Vercelli. Fu durante il soggiorno quietisti, che Fénélon rifiutò di ap-
in quei paesi che compose le ope- provare, come narrammo alla sua
re intitolate : Modo
breve e facile biografia. La sommissione della
di far orazione, ed il Cantico dei Guyon alle decisioni de' vescovi fu
cantici interpretato secondo il sen- edificante, ma non fu che passeg-
so mistico , che furono ambedue, giera. Avendo don\matizzato di nuo-
siccome spiranti l'illusione del quie- vo, fu presa verso la fine del 1695,
tismo, condannate da un mandato e condotta a Vinceunes, poi nel
di monsignor d'Harlai arcivescovo convento di s. Tommaso a Vaugi-
di Parigi nel 1687, e da molti al- rard, e finalmente alla Bastiglia.
tri vescovi. Quindi essendo la Gu- Rimessa in libertà si ritirò a Blois,
yon andata a Parigi, fu rinchiusa dove mori a' 9 giugno 17 17, di
per ordine del re presso le figlie settantanov'anni. Oltre le due ope-
della Visitazione. Ottenne poscia la re succitate lasciò altresì le seguen-
libertà per la mediazione di ma- ti 1: L'antico e nuovo Testamen-
.

dama diMaintenon, e le fu per- to,con spiegazioni e riflessioni che


messo d'andare a s. Ciro. Legossi risguardano la vita interiore. 2. Due
allora in amicizia con Fénélon (Fe- volumi di discorsi cristiani e spi-
di), e con diverse altre persone di rituali. 4- L'anima amante del suo
distinzione, che quantunque favo- Dio. 5. La sua vita scritta da lei
rissero la sua dottrina, non hanno medesima. 6. 1 Torrenti spirituali.
potuto impedire che insorgessero 7. Alcuni cantici spirituali. 8. Un
nuove opposizioni contro di lei ;
volume di versi mistici. La tenera
locchè le fece prendere il partito divozione di madama Guyon scap-
di confidare tutti i suoi scritti a pa fuori fra da tutte
i suoi sogni
Bossuet, e di sottometterli al suo le sue opere, che sarebbero attis-

giudizio. Dopo un esame di molti sime ad inspirarla altrui, se mano


mesi che quel prelato fece con de intelligente trascegliesse da esse tut-
Noailles vescovo di Chàlons poi to ciò che può favorire la divozio-
cardinale, con Fénélon e coli' ab- ne, senza insinuare Y errore negli
bate Tronson, vennero stesi tren- spiriti,

taquattro articoli, creduti sufficienti GUZABETA.


Sede vescovile del-
a distruggere la falsità e mettere al l' Africa , Numidia. In-
forse della
coperto la vera spiritualità i quali , nocenzo suo vescovo nell' anno 4 l •

furono sottoscritti ad Issy dai quat- assistette alla conferenza tenuta in


tro esaminatori il io marzo 1690. Cartagine.
1 ,

2l8 II AD HAD

H
H ADITHA. Sede vescovile del-
Mosul nella diocesi
bia interna al
Bizacena (Vedi)
sud. La provincia
la provincia di preudeva il no-
de' caldei, di cui» si conoscono die- me dalla sua città capitale e ve-
ci vescoviprimo de' quali si
, il scovile suffraganea di Hadramito,
chiamò Maranzacha sotto il catto- la quale avea cento venticinque se-
lico Salibazacha. Oriens christ. t. di vescovili suffìaganee, che regi-
II, p. 1225. stra Commanville a p. 1 5o, e seg.
HADITHA. Sede episcopale dei óeWHisloire de tous les archéves-
giacobiti nella Mesopotamia sull'Eu- cìtez, e noi ai rispettivi articoli.

frate, ebbe per vescovo Giovanni Nota il Lenglet, Tavolette cronolo-


del 1229, e perchè non volle abiu- giche, che in Hadrumeto furono
rare suoi errori morì in prigione
i tenuti due conci Ih sopra la disci-
a Costantinopoli. plina ecclesiastica: il primo nell'an-
HADITHA. Sede vescovile gia- no 347, di cui tratta il solo Ardui-
cobita sotto il Mafriano, nel Se- no nel toni. I, il secondo nell'anno
gestan ; ebbe nel 1 55 per vesco- 894, di cui riportauo le notizie
vo Aronne che si fece maometta- oltre l'Arduino, Regia toni. Ili, e
no, poi ritornò al cristianesimo, ma Labbé tom. II. Il Morcelli, Africa
non potendo ricuperar la sua sede, Christiana voi. I, pag. 67 e seg.,
andò in Costantinopoli ove appro- dice che questa città fu chiamata
vò il concilio di Calcedonia. Ri- Adrumeturn, Adryme et Adrume-
tornato in Siria, si ritirò a far pe- tits dai greci, e che i suoi cittadi-
nitenza al Monte Libano. ni verniero appellati coloni coloniai
HADRAMITO o ADRAMITO Concordiae Ulpiae Trajanae Agii-
Hadrumctum seu Hadramitum. Se- 9tae Frugiferae Hadrumetinae. La
de metropolitana della provincia pone situata presso il mare, con
Bizacena nell'Africa occidentale, cui insigne porto chiamato Cothonem,
Commanville crede che la sua cit- ove approdò la nave che conduce-
tà sia situata ov' è ora il borgo va s. Paolo apostolo che dalla Si-
chiamato Manometta nella reggen- ria si recava in Listri. Hadramito
za di Tunisi dice inoltre che nel
: ebbe la sua zecca per le monete ;
IV secolo divenne metropoli eccle- e ne' fasti ecclesiastici fiori per di-
siastica, e nel V metropoli civile, versi santi martiri, come Bonifacio,
siccome città principale della pro- Tecla, Mavilo, Verulo con ventidue
vincia Bizacena , antica provincia altri martiri, come pure Vittoria-
dell'Africa propria, conosciuta da- no. I suoi vescovi fiorirono sino
gli antichi autori, e principalmen- dal terzo secolo, e Policarpo fu al
te da Strabone e Tolomeo: aveva concilio di Cartagine tenuto nel
la Tri poli tana all'est, l'Africa pro- 255 sotto s. Cipriano. Innocenzo
consolare o cartaginese al nord, la che visse ai tempi di Diocleziano.
nuova .N'umiditi all'ovest, e la Li- Abundauzio che intervenne al con-
,

HAE HAE 219


cibo di Cartagine nel 349. Fio- a quella di s. Anastasia;
an- come
renzo che fu al concilio di Cabar* cora lo annoverò alle congregazio-
Misa nel 393. Filologo che sotto- ni cardinalizie de' vescovi e rego-
scrisse al concilio cartaginese del lari, del concilio, della rev. fabbri-

397, tenuto sotto Aurelio episco- ca di s. Pietro; ed inoltre lo di-


pio plebis Adrumetinae. Nel con- chiarò protettore dell'arciconfraler-
cilio di Calcedonia l'anno fói vi uila di s. Maria Salus infirmorutii,
fu Aurelio episcopus civiialis Adra- e ss. Ivo, Egidio e Ginnesio, della
mytenae. Felice esiliato da Gense- quale parlammo al voi. XIX, pag.
rico nei 453, ovvero nel 4^4 P a " 38. del Dizionario. Non solo il re
ti tal pena. Primasio fu al conci- Massimiliano nella dignità cardi-
lio di Costantinopoli, celebrato nel nalizia lo confermò in inviato straor-
55 1 dal Papa Vigilio. dinario e ministro plenipotenziario
HAEFFELIN Casimiro, Cardi- di Baviera presso la santa Sede
nale Casimiro Haeffelin nacque
. ma altrettanto fece il re che regna
in Minfeld nel ducato di Due-Ponti Luigi Carlo Augusto. Dopo essere
nella Baviera, ai 12 gennaio 1737; intervenuto al conclave in cui fu
il duca elettore Massimiliano Giu- eletto Leone XII, nel pontificato
seppe lo fece suo regio biblioteca- di questo, a' 1827, di 27 agosto
rio, ed essendo fi*, cappellano del- una febbre nervosa morì iu Ro-
l' ordine gerosolimitano nella lin- ma nella grave età di novantuno
gua bavara, il medesimo lo no- anni. Coll'usato treno, seguito dal
minò nel i8o3 ministro plenipo- corteggio de' gentiluomini dell'ec-
tenziario presso la santa Sede, on- cellentissimo corpo diplomatico, fu-
de Pio VII lo elevò alla dignità rono trasportate le di lui spoglie
vescovile, col titolo in partibus di mortali nella sua chiesa titolare di
Chersoneso; e divenuto nel 1806 s. Anastasia, ed ivi nella seguente
il detto duca elettore re di Ba- mattina gli furono celebrati i so-
viera, lo confermò col medesimo lenni funerali, in cui cantò la mes-
carattere con lo stesso Pontefice , sa di requie
il cardinal Falzacap-
ed altrettanto fece quando Pio VII pa. cadavere fu tumulato in tale
Il

dopo la deportazione si rista bili in chiesa, a sinistra dell' altare di s.


Roma, dappoiché durante essa il Torribio, dove gli eresse un ono-
prelato visse ritirato a Napoli, don- revole deposito di marmo il di lui
de ritornò nel i8i5. Nel di lui degno nipote cav. Francesco de
pontificato e regno di Massimilia- Mehlera, attuale segretario della le-
no, Casimiro conchiuse col cardi- gazione di Baviera in Roma, nella
nal Consalvi il concordato tra la quale onorifica qualifica esercitò
Baviera e la Sede apostolica , che l'uffizio anche sotto lo 'zio, che lo
riportammo nel voi. XVI, p. 47 lasciò suo erede, assegnando il car-
e seg. del Dizionario, e dal prela- dinale la pensione vitalizia alla fa-
to sottoscritto a' 5 giugno 1817. miglia non appartenente all'anti-
Pei suoi meriti nel concistoro dei camera, cioè a quei famigliari che
6 aprile 18 18 Pio VII lo creò lo avevano servito avanti il cardi-
cardinale dell'ordine de' preti, con- nalato, l' intera paga che godeva-
ferendogli poscia per titolo la chie- no, e la metà a quei famigliari
sa di s. Sabina, donde poi passò che entrarono al suo servizio dopo
S2o HAL HAL
l'esaltazione alla porpora; l'antica- rovine di Pheugarum. Prima poi
mera godè la spartizione di due di essere cinta di mura e di fosse
mila scudi. Nel numero 69 del era stata abbruciata da Enrico il

Diario di Roma del 1827 di que- Leone duca Brunswick. L' im-
di
sto cardinale si legge il seguente peratore Lotario II nel 11 34 vi
elogio. » La. sua memoria sarà tenne un'importante dieta coi prin-
sempre in grande onore presso tutti impero. Fu assai maltrat-
cipi dell'
coloro che hanno in pregio la re- tata dai francesi e suoi alleati ne-
ligione, la beneficenza e le lettere : gli anni 1757 e 1758, enei 1759
sarà cara all'augusto suo monarca, dalle truppe imperiali. Nel 1809
a cui il cardinal Haeffelin rese in fu presa d'assalto dal duca di Bruns-
tutta la sua lunga carriera impor- wick-Oels, che vi fece prigioniero
tanti e fedeli servigi : come caris- un reggimento westfalico. Fu il
sima fu sempre la persona sua alla capoluogo del principato dello stes-
Santità di Nostro Signore Leone so nome appartenente alla Prussia,
XII, che nell'onorevolissimo mini- e che avea rimpiazzato lo stato
stero regio, di cui il defunto fu de- episcopale di Halberstadt, ceduto a
corato presso Sede, ne la santa questa potenza nel trattato di West-
ammirò sempre e lodò benignamen- falia nel 1648, in correspettivo
te lo zelo, la rettitudine e la pie- della parte della Pomeriana , cioè
tà ". Il cardinale fu decorato de- dell' isola di Rugen ed altre signo-
gli ordini equestri e religiosi di rie cedute agli svedesi ; ed è per-
bali dell'ordine gerosolimitano, e ciò che questo vescovato venne se-
di gran croce del merito di Ba- colarizzato, ed eretto in principato
viera. a favore di Federico Guglielmo
HALBERSTADT , Halbersta- elettore di Brandeburgo , in ri-
tlium. Città già vescovile degli stati compensa del ceduto. Il principato
prussiani, nella provincia di Sasso- formò dal 1807 al 18 14 una gran
nia, o bassa Sassonia, reggenza. parte del dipartimento della Saale
Posta in paese fertile e delizioso nel regno di Westfalia.
sulla riva destra dell' Holzemme, e La sede vescovile fu fondata per
sulla stradada Brunswick a Lipsia, opera di Carlo Magno verso l'an-
è assai antica, murata, e cinta da no 787 ad Osterwick che poi si
tre sobborghi: l'interno è molto chiamò Seligenstadt o Salingstat,
vasto, e le case sono tutte dì go- dove fece fabbricare una chiesa in
tico stile. Vi sono chiese cattoli- onore di s. Stefano suffraganea ,

che e luterane, non che due sina- della metropoli di Magonza : ma


goghe diversi stabilimenti ed edi-
; essendo quel luogo troppo malsa-
fìzi, e tra questi i più osservabili no, la sede vescovile venne tras-
sono la magnifica cattedrale , la portata ad Halberstadt nel!' 809.
casa della città, ed una sinagoga ;
II primo vescovo fu s. Ildegrino;
la cattedrale ha una scuola, ed una morì nell'827, e la sua festa si
biblioteca di ottomila volumi, con celebra a' 19 giugno. Gli successe
gabinetti di storia
naturale e di il nipote s. Dietgrino o Tiagrino;
fisica. Credesi che abbia preso il indi nell'84i «• Aimone discepo-
suo nome da Alberto duca di Sas- lo del celebre Alcuino, ed uno dei
sonia, che la fece fabbricare sulle più distinti scrittori del suo seco-
HAL HAL 221
lo: mori nell'853 a'27 marzo, gior- conclusione dei trattati di Westfa-
no in cui celebrasi la sua festa. lia, in conseguenza de' quali, come
Altri vescovi più distinti sono : s. dicemmo, questo vescovato venne
Bernardo Buchon benedettino, ve- ceduto all'elettore di Brandeburgo,
scovo pure di Osnabruck fondò : e convertito in un principato se-

in diocesi l'abbazia d'Issenbourg, e colare. La cattedrale, amplissimo


fu ucciso nel 1088 in un tumulto edilìzio, è dedicata alla Beata Ver-
che voleva sedare. Ulrico od Ul- gine ed a s. Stefano. Eravi un ca-
derico prevosto della cattedrale, e- pitolo di trenta canonici con otto
letto nel ii4<3 : m m questo tem- dignità, cioè il prevosto, decano,
po che il suddetto Enrico il Leone cantore, tesoriere, teologo, cellera-
saccheggiò la città, incendiò la cat- rio, vicedomino, ed il prevosto del-
tedrale, e condusse prigioniero il la collegiata di s. Bonifazio della
vescovo, che tornato poi alla sua stessa città; ma dopo il 1648 la

sede venne deposto nel 1161 dal- quarta parte de' canonicati venne
l'antipapa Vittore IV; restituito soppressa ed unita al vescovato. I
alla detta sede nel 177, morì nel
1 cattolici al presente solo godono
1182. Sotto il vescovato di Sigis- due terzi delle superstiti prebende,
mondo figlio di Gioachino marche- l'altro terzo appartenendo a quelli
se Brandeburgo, tra gli anni
di della confessione augustana. Il ve-
i552 e i556, fatalmente in Hal- scovo godeva il titolo di principe
berstadt fu introdotta la riforma dell' impero, col diritto di sedere
protestante ; ed Enrico Giulio duca nelle adunanze del circolo della
di Brunswick e Luneburgo suo suc- bassa Sassonia, con voce nelle die-
cessore fondò l'università protestan- te. L'esercizio della religione cat-
te Helmestadt nel ducato di
di tolica è in Halberstadt tollerato.
Brunswick, sposò nel i585 Doro- V. il Mi reo, No tùia episcopat. p.
tea figlia dell'elettore di Sassonia, 338.
e mori nel 161 3. Gli succedette- HALGRIN Giovanni, Cardina-
ro i Enrico nel 16 1 3
figli, Ro- , le. Giovanni d' Halgrin Holle-
dolfo nel 16 15, e Cristiano nel grin di Abbeville della diocesi d'A-
1616. Quest'ultimo come il padre miens, colà nacque da nobile e di-
ed i fratelli protestante, siccome stinta prosapia. Fattosi monaco nel
gran nemico de' cattolici, essendo monistero di s. Pietro d'Abbeville
pur duca di Brunswick e Callen- della congregazione cluniacense, ne
berg, prese Paderbona, saccheggiò divenne priore, oratore egregio, ed
i tesori delle chiese , fece fondere eccellente nella scienza delle Scrit-
le statue d'argento ed altre cose ture, quindi pubblico professore di
preziose per battere moneta, e mi- teologia nell'università di Parigi,
nacciato dall' imperatore fuggi in onde acquistossi in Francia il cre-
Olanda, ove mori nel 1626, dopo dito di uomo dottissimo. Da deca-
di aver desolato colle sue truppe no della chiesa di Amiens, che poi
il vescovato di Munster. In sua arricchì di preziose reliquie e sa-
vece Urbano Vili nominò vescovo cri arredi, verso il 122 5 fu con-
J
Leopoldo arciduca d Austria figlio sacrato in Reims arcivescovo di
di Ferdinando II imperatore, che Besanzone. Indi Gregorio IX Io
restò nella sede sino alla fatale trasferì alla chiesa patriarcale di
»m hal li A L
Costantinopoli, quando portatosi in mente colmo di meriti nel 1236
Koma a rinunziare tal dignità, il o 1237 morì, lasciando una eru-
Papa che lo avea conosciuto nelle dita spiegazione sulla Cantica, che
scuole di Parigi, settembre
nel nel i5ii a Parigi
fu pubblicata
17.27 1° creò cardinale vescovo di con altre opere, il cui catalogo ri-
Sabina, e nel 1228 legato nella porta l'Oudin a p. 43, e si legge
Spagna a Giacomo I re d'Arago- pure nel Bellarmino a p. /[j. 1 del
na per predicare la crociata con- libro sugli scrittori ecclesiastici. Mo-
tro i saraceni, e per mantenere il stra in esse il cardinal Halgrin
buon ordine in quelle chiese, nelle grande dottrina, buon discernimen-
quali celebrò diversi sinodi. Passò to, e sincera pietà e divozione al-
quindi in Portogallo dove in un la Beata Vergine.
sinodo fulminò l'anatema ai rei di HALIA, Halyensis-, Sede vesco-
violata immunità ecclesiastica, e vile di Cappadocia, dell' Armenia
contro quelli che avevano contrat- minore, nella provincia di Ponto
to matrimoni vietati dalla Chiesa. Polemoniaco, sotto la metropoli di
In Aragona tenne un concilio nel- Neocesarea, eretta VI secolo.
nel
la Tarragona, per esami-
città di Commanville la chiama Halye,
nare il matrimonio celebrato dal dell'esarcato di Ponto; cosi il Mi-
re con Eleonora figlia di Alfonso reo, Notitia episcop. pag. 106. Al
IX re di Castiglia, i! quale fu di- presente un titolo
è vescovile in
chiarato nullo, perchè i due coniu- partibus, egualmente sotto l'arcive-
gi parenti in quarto grado; indi scovato in partibus di Neocesarea
nel sinodo di Lerida riformò al- nella Cappadocia, che conferisce la
cuni abusi introdotti nel clero. Non santa Sede. Il regnante Pontefice
essendogli riuscito portare Ro- in Gregorio XVI a' 2 2 giugno i832
ma nel suo ritorno s. Raimondo di fece vescovo di Halia monsignor
Pennafort predicatore della crocia- Teodoro Abukarim ed insieme vi-
ta, ne fece a Gregorio IX i più cario apostolico per i copti nell'E-
alti encomi, il quale lo chiamò in gitto; e lo è tuttora.
Roma e lo esaltò al cardinalato. HALIFAX ( Halifaxien). Città
In seguito Giovanni fu spedito a con residenza vescovile della Nuo-
Federico II, il quale più per timo- va Scozia nell' America settentrio-
re delle armi de' confederati che nale, nei possedimenti inglesi , re-
per provvedere alla propria coscien- gione discoperta dopo il \5i^ dal
za, avea mandati al Pontefice l'ar- fiorentino Giovanni Verazzani, spe-
civescovo di Messina,, e il gran ditovi da Francesco I re di Fran-
maestro dell'ordine teutonico, per cia : prima le fu imposto il nome
ottenere l'assoluzione della scomu- di Acadia, indi dopo il 171 3, che
nica, dalla quale fu prosciolto dal fu aggiudicata alla Gran Bretagna,
legato nella cappella di s. Giusta le fu dato il nome di Nuova Sco-
di Ceprano, dopo averlo costretto zia. Halifax o Hallifax, città capi-
con giuramento ad ubbidire alla tale della Nuova Scozia e della
Chiesa, a restituirgli il tolto, ed contea di questo nome, trovasi co-
a richiamare. i vescovi, i monaci, struita su di un'angusta penisola
ed altri prelati alle sedi e moni- che alle falde di una collina si

steri da cui li avea cacciati. Final- estende sull'Atlantico verso la me-


II AL II \L 2?5
là della costa orientale. E regolar- fioston, con Nuova- York, colle An-
mente fabbricata , ha rettilinee le t il le Bermude. Le comu-
e colle
rie, ma le case nella maggior par- nicazioni sono pur frequenti nella
te sono di legno: due notabili sob- buona stagione col Canada ed in ,

borghi ne dilatano il recinto. Il tutto l' anno col nuovo Brunswick


palazzo del governo è un gfandioso e co' paraggi di Terranuova e ,

edificio in pietra, ed il prospetto delle altre vicine isole, senza men-


è ornato di vaghe colonne d'or- tovare la navigazione a vapore, e
dine jonico , e si ritiene il miglior quanto va ad effettuarsi per age-
pezzo di architettura dell'America volarle. È ridotto ormai a compi-
inglese : ivi risiedono gli uffizi di mento il canale di Halifax , me-
amministrazione, i tribunali, le sa- diante il quale si eseguisce dalle
le per le assemblee, e la pubblica navi un corso di cinquantaquattro
biblioteca. Fra i molti templi cri- miglia inglesi, e da Halifax si rag-
stiani di rito diverso si distingue giunge Shubenacady, e si per-
il

per ampiezza e bellezza la chiesa viene alla vasta ansa denominata


dai cattolici edificata. Oltre l'ospe- Bassin de Minas nella gran baia di
dale, nel 1820 vi fu fondato un Fandy. Le fondamenta di Halifax
collegio alla foggia dell' università si gittarono nel i749> quando i

scozzese, con vari altri stabilimenti nuovi coioni inglesi presero terra
minori di pubblica istruzione; e in quel lato, combattendo le tribù
dal 1822 in poi vi fiorisce una selvagge dei mickmachesi , e pri-
società per Y insegnamento e pro- ma di un secolo tocca I' apice del-
gressi del commercio, essendovi la floridezza e dell'opulenza, già
pure un vasto cantiere reale. Age- ascendendo gli abitanti a più di
vole è P ingresso nello splendido dieciottomila. Generalmente si par-
porto in ogni stagione , dimoran- la la lingua inglese; in qualclie di-
dovi sicuri nel vastissimo bacino i stretto P idioma francese.
bastimenti mercantili e le flotte: La sede vescovile fu eretta dal
cento vascelli di linea vi possono regnante Pontefice Gregorio XVI
stare comodamente e vi. trovano nel 1842; non è fatta ancora snf-
tutto l'occorrente. Il forte Giorgio fraganea di alcuna metropoli, ma
sorge nell' altura a tutelarlo in un se verrà celebrato il sinodo pro-
co* nuovi baioni di nel sobborgo vinciale di Quebech, il vescovo do-
meridionale costruiti. Tutti questi vrà accedervi. La cattedrale è sa-
vantaggi hanno reso Halifax uno cra alla Beata Vergine. E inoltre
de* migliori punti di comunicazione Halifax residenza del vicariato apo-
fra il vecchio ed il nuovo mondo, stolico della Nuova Scozia , eguai-
ed il più gradevole soggiorno fra mente istituito dal Papa che re-
le colonie inglesi : i pacbebotti del gna : l' attuale vicario però risiede
governo si dirigono regolarmente a in Antigonisch, villaggio vicino al
Falmouth una volta me-
in ogni fiume di tal nome. Monsignor Gu-
se, e quelli della compagnia com- glielmo Fraser scozzese, vescovo
merciale di Halifax vanno a Li- Tanense in partihus e vicario apo-
verpool nello stesso periodo e vi- stolico dai 3 giugno 1825, è stato
ceversa ; vi è pure la corrispon- traslatato dal lodato Pontefice a
denza settimanale delle navi con questa nuova sede episcopale ; quin-
,,

2^4 HAL HAL


di a' i5 febbraio 1842 il Papa gli Nuova Scozia , ed essendo questo
ha dato per suo coadiutore con territoriomolto esteso, il Papa
futura successione monsignor Gu- Gregorio XVI, con breve de' 27
glielmo Walsh , facendolo vescovo settembre i844> na diviso la Nuo-
col titolo in partibus di Massimia- va Scozia in due diocesi, una det-
nopoli. 11 vicariato comprende la ta di Halifax col suo distretto e le

Nuova Scozia ed il Capo Bretone. occidentali o meridionali contee, e


Prima del 18 17 faceva parte della principalmente le isole Bermude ;

diocesi di Quebech ; Y isola del Ca- Y altra comprenderà le tre contee


po Bretone vi fu aggiunta nel lu- orientali di quella penisola , chia-
glio 1829 per decreto della con- mate Sidney, Guisberugh, Pictou
gregazione di propaganda fide. La e tutto il promontorio britannico
popolazione della Nuova Scozia ossia il Capo Bretone.
ascende a più di duecento quaran- HALL, HALLA, o Schwabisch-
tamila persone : dèi Capo Bretone Hall, Hata Svecorum. Città della
settantamila; cattolici ottantamila. Svevia nel regno di Wurtemberg
Le chiese sono circa trenta, ed al- in Germania, circondario del Jaxt,
cune legno nella parte occiden-
di capoluogo di baliaggio sul Rocher.
tale: più vaste sono quelle di
le Ha tre sobborghi ed è cinta di
Halifax, la chiesa di s. Margherita grosse mura fiancheggiate da torri,
Anligonisch, e quella vicina a Pictou e circondata da fosse. Gli edifìzi

eh' è la seconda città della regione pubblici più osservabili sono il pa-
dopo la capitale. Il recentissimo lazzo della città, il ginnasio, e la

stato di questa diocesi ci notifica chiesa di s. Michele eh' è d' una


inoltre esservi in essa trenta preti, bella architettura gotica. Tacito fa
de' quali sei al Capo Bretone , e menzione delle guerre che i catti
tutti vivono delle pie oblazioni dei e gli hermunduri si fecero, onde

fedeli. Il vicario apostolico per la rendersi padroni delle sue impor-


scarsezza de' preti serve a più par- tanti saline derivanti da sorgenti
rocchie: nel i836 la congregazio- salse. L' imperatore Lotario II l' as-
ne di propaganda fide sottopose sediò nel.i i3o. Fu motivo
guer- di
alia giurisdizione di questo vicaria- ra nei secoli seguenti, e molto sof-
to le isole Bermude. Vi sono di- fri specialmente nel secolo XVII,
versi pii stabilimenti , cioè alcuni essendo stata spesso presa e ripre-
monisteri di trappisti del terz* or- sa. Nel 1610 fu quivi concluso il

dine, chemalgrado le iterate istan- trattato di unione fra i principi


ze non sono mai stati approvati : protestanti dell'impero. Appartenne
.'«i stabilirono in questa regione nel al numero delle città libere ed im-
1825, e sono soggetti alla giuris- periali, ed oggi forma parte della
dizione del vicario apostolico. Un confederazione germanica. Della sua
collegio in Halifax che nel 1840 celebre zecca ne tratta il Vettori
fu eretto in università per un atto nel Fiorino aV oro p. 4^3.
del corpo legislativo. Nello stesso Il concilio di Hall, secondo il p.
luogo si è fabbricata una grande Mansi nel tom. II del suo Suppli-
J
scuola per le fanciulle, la quale in plimento alla raccolta de conci Hi
avvenire sarà diretta da religiose. col. 675 e 676, fu una riunione
Trovandosi poi Halifax nella od un concilio tenuto ad Hall
HAL HAL aa5
nella provincia ecclesiastica di Mag- r arciduchessa Margherita , vi en-
deburgo, da Vigmanno arcivescovo trarono in uno le sorelle superstiti
di quella metropoli nel 1 176. Nar- con alcune nobili donzelle, nella
ra pertanto , che avendo tal pre- seconda domenica dall' avvento ;
lato inutilmente scomunicato quelli mentre nell'altro i gesuiti fecero
che continuerebbero a battersi nei il loro ingresso nel dì sacro a s.

tornei, trovossi nella necessità di Nicola. Queste vergini professavano


riunire un concilio nella sua pro- voto solenne di castità perpetua, e
vincia per decidere del modo di promettevano alla loro superiora
comportarsi nel caso di un signore povertà ed obbedienza non avea- :

morto delle ferite ricevute in un no clausura, ed uscivano ad ascol-


torneo. Aggiunge che la sepoltura tar la messa, confessarsi e comu-
cristiana non gli fu accordata se nicarsi nella chiesa de' gesuiti. Il
non dopo di aver provato il di lui loro abito consisteva in una veste
pentimento, ed a condizione che lunga di lana nera con strascico;
tutti i signori, i quali sollecitavano coprivano la testa con velo bianco
quella grazia , promettessero con cui sovrapponevano un berrettone
giuramento di abbandonare essi nero. In vece di questo usavano
pure per sempre i tornei, e d'im- un cappello azzurro, con una man**
pedire ai loro dipendenti di com- telletta che scendeva fino alla cin-
battere in quelli sotto qualunque tura, quando comparivano in pub-
siasi titolo; finalmente che si do- blico. Scrissero di queste vergini il

vesse ottenere anche il consenso Janningo, in Actis ss. /unii to-


del sommo Pontefice per la sepol- mo IV , p. 317 ; il Sacchino r
tura del defunto. Hist. soc. par. 3, lib. 5, num. g/J?
HALL , Congregazione di ver- ed il Bonanni nel Catalogo degli
gini. Desiderose di rinunziare alle ordini relìg. ec. par. 3, p. XXXII»,
pompe del mondo, e vivere sepa- che ne riporta anco la figura.
rate dalla corte imperiale, le arci- HALL1CIA, HALICZ o HA-
duchesse d' Austria Maddalena, E- LITZ (Halicien). Città arcivesco-
lena e Margherita, ne inclinando vile del regno della Galizia polòno*-
ritirarsi in alcun monistero di re- a us triaca , è posta in una deliziosa
ligiose per non privarsi della dire- situazione, sulla riva destra del
zione de' gesuiti da loro vantaggio- Dniester, al confluente del Lukew.
samente per molti anni sperimen- Ha una chiesa cattedrale cattolica
tata , risolvettero di fondare in romana, una greca, e due sinago-
Hall, Hala ed Oenwn , città del ghe. Vi sono sorgenti salse ne'suoi
Tirolo, una casa nella quale po- dintorni. Hallicia, Halitìa, era un
tessero vivere insieme con altre tempo chiamata Galitsch-Tcher-
vergini di nobili famiglie , e fon- vinsky o Galitsch en Meriage; dal
dare anche un collegio pei mede- suo nome è derivato quello della
simi gesuiti dai quali fossero nello Galizia o Gallizia. Questa città
spirito governate. Ottenuta perciò capitale di un piccolo paese del
la facoltà da s. Francesco Borgia, medesimo nome, era assai più che
allora compagnia
generale della al presente considerabile: ora con-
di Gesù , edificarono due collegi ta più di tremila abitanti, compre*
compiti nel 1569. Essendo morta ai molti ebrei*
voi. XXXIIf. 15
226 HAM HAR
La sede vescovile appartenne an- stirati i frati minori riformati del-
ticamente alla provìncia della Po- l'osservanza dell'ordine di s. Fran-
lonia-Russa. Luigi I re d'Ungheria cesco, di aver predicato nella città
e di Polonia, dalla santa Sede vi di Lubecca che tutti quelli i qua-
fece trasferire la sede di Leopoli li morivano coll'abito del loro or-
nel i375, quindi il Papa Gregorio dine erano sicuri di essere eterna-
XI l'eresse in arcivescovato ; ma mente salvi, ec.

gravandosi la nobiltà polacca di HARA. Undecima provìncia del-


tale trasferimento, nel pontificato la diocesi de' caldei, e credesi che
di Giovanni XXIII fece restituire sia Aria città della Battriana sul
a Leopoli la sede nel 1 4 » 4- & G* a ' fiume Ario. Fece parte del Cho-
corno di Strepar (Fedi) ne fu ar- rasan, e la chiesa del Sagestan gli

civescovo. Nel secolo XIII vi fu era soggetta. De' vescovi di Hara


pure istituito un vescovo di rito si conoscono, Giona che assistette
greco, sotto la metropoli di Rio- all'elezione di Giosuè, cattolico ncl-
via. Così Comman ville a p. 12 3, r.820; ed Abramo ordinato da
228, e della tavola alfabetica 1 17, Marea II, cattolico nel 1000. O-
dell' Hist. de tous les archev. Al- riens christ. t. II, p. 1264.
tri scrivono che la sede di Hal- HARGANUM. Sede vescovile del-
licia fu trasferita nel i56o a Lem- l'Armenia maggiore sotto il catto-
berg ossia Leopoli. Nelle annuali lico ed il patriarcato di Sis. An-
Notizie di Roma del secolo passa- drea, uno de' suoi vescovi, sotto-
to, Hallicia venne registrata sotto scrisse ad un concilio di Sis.
Riovia metropolitana della Russia HARDASCIR. Sede vescovile del-
di rito greco-ruteno : in quelle del la diocesi de' caldei, di cui si co-
secolo corrente Hallicia è posta sot- noscono due vescovi: Mares nativo
to Leopoli, pure di rito greco- ru- di questa città, al quale Iba di E-
teno. Al presente è arcivescovo dessa indirizzò la famosa lettera
degli arcivescovati uniti di Leopo- che fece tanto strepito nel quinto con-
li, Hallicia e Ramenec monsignor cilio generale; e Maanes nestoria-
Michele Lewicki traslato dal re- no, che fu eletto XVIII cattolico.
gnante Gregorio XVI da Premis- Oriens christ. tom. II, pag. 1 3 1 6.
lia. V. Leopoli. HARET-BARET. Sede vescovile
HAMBURGO o AMBURGO, della piccola Armenia, nella diocesi
Hamburgum. Città già arcivesco- giacobita d'Antiochia , della quale
vile, grande, forte e ricca città furono vescovi Mosè nel 1029,
anseatica, che oggi fa parte della Giovanni del 1
49 Giosuè del
1 >

confederazione germanica col titolo 1 180 , Basilio del 1222, Dioscoro


di repubblica di Hambourg, di del 1253, il quale fu eletto Ma-
cui demmo un cenno all'articolo friano ma rinunziò, e Giovanni II
Amburgo (Fedi). Qui aggiungere- del i583. Oriens christ. t. II, p.
mo, che il p. Mansi nel suo Sup* i5o5.
plimento, tom. Ili, col. 771 e 772, HARLEM o HAARLEM, Har-
cita un concilio provinciale tenu- lemium. Città vescovile dei Paesi
to in questa città nel i4o6, da Bassi, capoluogo del governo set-
Giovanni Slamestorp arcivescovo tentrionale della provincia di Olan-
di Brema, nel quale vennero ceu- da, di circondario e di cantone,
II AR HAR 227
posta in una bella pianura sullo Questa seconda città dell'Olanda
Spaarne, presso al lago del suo no- fu primieramente chiamata Hara-
me. È residenza del governatore Ihem, ed ignorasi l'epoca precisa
della provincia, di altri magistrati di sua fondazione; ma è certo che
e di diversi tribunali. La città è al tempo di Thierri VI conte d'O-
grande, cinta di buoni bastioni fian- landa, e nel 1 1 55 era già popola-
cheggiati da toni e da fosse, ed ta , ed assai bene fortificata. Nel
assai ben fabbricata. I più belli 12 7 borghesi di Harlem accom-
f i

edilìzi sono il palazzo reale e quello pagnarono Guglielmo I nell'impre-


pubblico ha nove chiese cattoli-
: sa di Terrasanta, ed è noto che
che; la cattedrale è riguardata co- molto si segnalarono nelle guerre
me maggiore dell'Olanda, e rin-
la dell'oriente, contribuendo possente-
chiude una collezione di oggetti mente alla presa di Damiata sotto
del tempo delle crociate, ed un or- s. Luigi IX nel 1249 Fu quasi
gano eccellente. Inoltre vi sono cin- totalmente distrutta da diversi in-
que chiese calviniste ed una lute- cendi, e specialmente da quelli de-
rana, oltre diversi stabilimenti scien- gli anni i35i e 1387; ma
1347,
tifici e di beneficenza. Questa città nel i4oo
molto ingrandita. Il
fu
si gloria della invenzione della stam- Pontefice Paolo IV ad istanza di
pa, che però Magonza e Strasbur- Filippo II re di Spagna, a' 12
go le disputano, attribuendone l'o- maggio i559, colla bolla Super U-
nore a Lorenzo Koster, al quale nwersa, eresse in Harlem la sede
si eresse una statua sulla pubblica vescovile , componendo la diocesi
piazza del mercato, e nel 1823 ce- con dodici terre lunghe novanta
lebrarono una festa secolare, quan- miglia, e trenta larghe : la dichiarò
tunque alcuni autori attribuiscono sutTraganea della metropoli di U-
a questo soltanto l'invenzione del- trecht, assegnò al vescovo per men-
le lettere alfabetiche incise in le- sa tremila ducati d'oro dalle deci-
gno non già
, caratteri mobili.
i me, e millecinquecento dal mede-
Harlem è rinomata pei suoi im- simo sovrano, cui die il diritto di
biancatoi di seta e filo fa un gran : nominare alla chiese. Nicola Nieu-
commercio delle sue manifatture e lant fu il primo vescovo , e vi
di bellissimi fiori. E patria ancora pubblicò delle ordinanze sinodali
di Vander Helst, di Wouvermans, nel i564- Nel 1572 gli abitanti
ed altri pittori distinti; di Corne- di Harlem, avendo scacciato il se-
lio Schrevelio dotto ellenista, di condo vescovo, si sottomisero al
Giovanni Hoornbeck, di Giacomo principe d'Orange. Questa città as-
Trigland, di Giovanni di Baan, ed sediata da Federico di Tolosa fi-
altri. Questa città nomina due de- glio del duca d' Alba, non avea
putati agli stati della provincia. Nel- che milleottocento uomini di guar-
le sue vicinanze si trovano le ro- nigione; ma trecento donne ed un
vine della fortezza di Brederode, le gran numero di abitanti animati
cui alte torri di un rosso cupo dal loro esempio presero parte nel-
presentano un quadro imponente. la più coraggiosa difesa; ciò non
I dintorni sono amenissimi, ed il pertanto dopo sette mesi di resi-
bosco chiamato ITailemmeer-busch stenza vigorosissima fu obbligata
ha un bel castello regio. ad arrendersi al duca d' Alba il
228 HAR HAR
giorno i3 luglio iSyS , il quale, della diocesi,ma molto più colla
malgrado la promessa di un gene- condotta irreprensibile d'un incon-
rale perdono, fece perire più della taminato costume, per cui si rese
metà degli abitanti nei supplizi più al suo gregge modello di vita ve-

orribili, in vendetta dell'aver essi ramente ecclesiastica. Amò il de-


rotolato una botte in tempo del- coro della casa di Dio, e la salute
l'assedio con entro undici teste di delle anime, tenendo sempre aper-
spagnuoli > a cagione dell'averne te come le orecchie per ascoltare,
questi gettata una d'un prigioniero così le mani per provvedere alle
nella città; di più sopra la botte necessità de' poveri. Reduce dal
vi scrissero che dieci erano pel conclave per Clemente IX, mori
duodecimo denaro, ed una per l'u- nel 1667 in Vienna, d'anni settan-
sura. Poco dopo i confederati o- tadue.
rangisti ripresero Harlem^ e nel HARRAN. V. Carra.
1578 vi commisero grandi disor- HARRAN o HARAN. Sede ve-
dini. Indi segui i destini dell' 0- scovile dell' Osroena giacobita, di
landa (Vedi). cui fu vescovo monotìsita Giovan-
HARNUA. Sede vescovile gia- ni del 5 18, prima che tal setta
cobita, sotto il Mafriano del Cho- fosse comparsa. Egli fu scacciato
rasan, e vescovato de' nestoriani. dall' imperatore Giustino I, e gli

HARRAC Ernesto Adalberto, successero Sergio nel 54.6; Simeo-


Cardinale. Ernesto Adalberto di ne I nel 6J7; Simeone 11 nel 729;
Harrac, nato in Germania di no- Giovanni I che succedette ad A-
bilissima prosapia, addottrinato nel- tanasio terzo patriarca nel 7 4o ;

le scienze germanico
del collegio Simeone III nel 746 ; Isacco nel
di Roma, meritò che Urbano Vili 755, strangolato subito per ordine
prima lo facessecameriere segreto, di Aba Almanzor re degli arabi ;

t e poi a* 19 gennaio 1626 lo creas- Dionigi I nel 755, che fu al con-


se cardinale prete assente; indi gli cilio di Mabreg nel 759; Dionigi
conferì per titolo la chiesa di s. II nel 768; Pietro che ordinò nel
Prassede, e lo fece arcivescovo di 1004 il patriarca Giovanni VIII;
Praga, dove ebbe molto a soffrire Tommaso; Isidoro; e Giovanni II
dagli eretici , in occasione delle morto nel 1263. Oriens christ. t.

guerre di Germania , e singolar- II, p. i5o4-


mente nell'assedio di Praga fatto HARTFORD (Harifordien). Cit-
dagli svedesi. Nel 1666 dal capi- tà con residenza vescovile nei ter-
tolo di Trento fu domandato in ritorii di Connecticut e Rhode ne-
vescovo di quella cattedrale , la gli Stati-Uniti d'America, vaga cit-

quale governò appena un anno. tà ed uno de' capoluoghi del Con-


Intervenne a tre conclavi; dimesso necticut, ne' quali si tengono alter-

il primo titolo passò a quello di nativamente le sessioni legislative.

s. Lorenzo in Lucina, e governò È posta la città propria alla de-


con incomparabile prudenza e zelo stra del fiume, che dà nome allo

i popoli a lui affidati. Introdusse stato, ma comunica mediante un


nel suo clero la canonica discipli- ponte colla riva sinistra, ove al
na, non solo colla celebrazione del confluente dell' Hockanum evvi la
sinodo, e con le frequenti visite comune di Hatford-East, che può
,

HAR HAT 229


dirsene la continuazione. È altresì villaggio di Berlino. Dividesi lo
Hartford , Hartfordia , capoluogo stato dell'isola di Rodi in molte
della contea che ne porta il no- isole, essendone la principale quella*
me. Diritte ed ampie, ma senza la- che ne nome: havvi la
porta il

strico, sono le vie, cui danno or- città della Provvidenza con la chie-
namento le case regolarmente fab- sa de' ss. Pietro e Paolo ; la città
bricate in mattoni. Il suo porto di Newport con la chiesa di s. Giu-
fluviale riceve comodamente i na- seppe ; la piccola città di New-
vigli che vi rimontano la corrente Shorcham, e l'isola Block o Ma-
per sedici leghe. 11 collegio Wa- nisses. La cattedrale di Hartford è
shington, 1' ospizio de' sordi-muti, sacra alla ss. Trinità ; la diocesi è

l'arsenale ed il palazzo delle assem- suffraganea della metropolitana di


blee dello stato, possono dirsi i più Baltimore.
ragguardevoli edifizi . Ha inoltre HATACHA. Sede vescovile gia-
due mercati ben costruiti, il mu- cobita della diocesi d'Antiochia nel
seo, la biblioteca, e sei templi pei Diarbeckir in Mesopotamia, di cui
diversi culti. Gli olandesi nel i633 fu vescovoSimone, il quale nel
gittarono su quest'area stessa le 1293 intervenne al concilio dove
fondamenta d'un forte, e dierono restò eletto Ignazio V.
così principio alla città. Nel villag- HATTEMISTI eVERSCHORI-
gio orientale sonovi quattro altre STI. Due sette fanatiche dell' O-
chiese, e molte manifatture di lana, landa. La prima ebbe per capa
cotone e di altre cose. Fa un com- Ponziano Van-Hattem ministro nel-
mercio attivissimo cogli stati del la provincia di Zelanda, seguace
sud e colle Antille. \i si novera- degli errori di Spinosa, per cui
no circa diecimila abitanti, ed è venne degradato. La seconda de-
distante novantacinque leghe al rivò da Giacomo Werschoor di
nord-est da Washington. Fiessinga, il quale nel 1680 per
La sede vescovile è stata eretta una perversa mescolanza àV prin-
dal regnante Pontefice Gregorio cipii di Coccejo e
di Spinosa pre-
XVI, che a* 18 novembre i843 tese diformare una nuova religio-
ha dichiarato per primo vescovo ne egualmente stravagante ch'em-
monsignor Guglielmo Tyler, prete pia : i suoi seguaci oltre il chia-
addetto alla diocesi di Boston, cui marsi col suo cognome si appella-
appartenevano i luoghi di questo rono ebrei, per l'assiduità con cui
nuovo vescovato. La diocesi è for- studiavano il testo ebraico della sa-
mata dai territorii del Connecticut cra Scrittura. Queste due sette dif-
e dell'isola di Rodi. Dividesi lo feriscono qualche punto della
in
stato del Connecticut nelle otto loro dottrina, il perchè Van-Hat-
contee di Fairfield, Hartford, Licht- tem non potè ottenere da Wer-
fìeld, Middlesex, New-Haven, New- schoor di formare co' suoi discepoli
London, Tolland, e Windham. I una sola e medesima società, ben-
principali luoghi sono le città di ché ambedue appartenessero alla
New-Haven, che ha la chiesa del cosi detta religione riformata.
Cad-
ss. Salvatore, New-London, e Mid- dero ambedue nell'ateismo, nega-
dletown la comune di Cornwal
; rono la differenza tra il bene ed
quella di Bristol , e l' importante il male, e la corruzione della na-
,

2 3o HAV II EI
tura umana : conchiusero quindi ino vescovo fu Dudone nominato
che gli uomini non sono obbligati nell'istessoanno da Cesare; gli suc-
a" farsi violenza per correggere le cesse verso il 980 Elderico, e tra
loro prave inclinazioni in obbe- gli altri vescovi noteremo per di-

dienza alla legge divina ; che la stinzione Anselmo dottissimo e gran-


religione non consiste nell'agile ma de amico di s. Bernardo, che lo
nel soffrire, giacche la morale cri- guari miracolosamente, fu ordina-
stiana si riduce a soffrir paziente- to circa l'anno 11 32 da s. Nor-
mente luttociò che succede , senza berto arcivescovo di Magdeburgo
perdere la tranquillità dell'anima. disputò a Costantinopoli nel i55 1

Inoltre gli hattemisti sostennero al- contro i greci presente


impera- l'

tri errori, dicendo che Gesù Cristo tore, e fu traslatato a Ravenna. I


non ha soddisfatto alla giustizia di- primi vescovi di Havelberg appar-
vina, né espiato i peccati degli uo- tennero ai canonici regolari pre-
mini co' suoi , ma che
patimenti monstratensi, che uffiziavano con un
colla sua mediazione ha voluto far- preposto la cattedrale, dacché s.
ci intendere che niuna delle no- Norberto introdusse la riforma nel
stre azioni può offendere la divi- capitolo. La serie de' vescovi come
nità. questa sede ebbe termine verso la
HAURA. Sede vescovile giaco- metà del secolo XVI, quando se
bita nella diocesi d' Antiochia , di ne impadronirono i protestanti;
cui fu visitatore Giacomo Zanzale laonde nel 1598 il capitolo fu se-
nel 539 ; nel 740 n' era vescovo colarizzato, e i beni della mensa
Giovanni, che divenne successore furono concessi alla casa di Bran-
d'Anastasio III nel patriarcato, col deburgo, per cui in oggi il re di
nome di Giovanni II. Prussia conferisce i canonicati a
HAVELBERG, Havelberga. Cit- dei ministri e professori acattolici.
tà già vescovile degli stati Prussia- HEBRON. V, Ebron.
ni, provincia di Brandeburgo, e HEIDELBERG, Hcidelberga. Cit-
reggenza, nella bassa Sassonia. E tà del granducato di Baden, circo-
situata sulla riva destra del fiume lo del Reno inferiore, capoluogo di
Havel, da cui prese il nome, presso un baliaggio di città e di territo-
al confluente di questa riviera e rio, a' piedi della Konigstuhl, chia-
dell'Elba, distante dieci miglia da mata da altri Kaiserstuhl , sulla
Magdeburgo. La sua bella catte- riva sinistra del Necker, che si

drale, dedicata alla Beata Vergine, attraversa sopra un ponte di pietra


è posta sopra un'altura : evvi un'al- di dieci archi. E cinta di mura
tra chiesa, un ospedale, ed alcuni rovinate , ed ha due sobborghi .

stabilimenti. Nelle guerre di Ger- Fu già 1' antica capitale del Pas-
mania fu questa città molte volte tinato, ed in essa vi sono tre chie-
presa e ripresa, e finalmente fu se protestanti e tre cattoliche , ol-
ceduta all'elettore di Brandeburgo tre la sinagoga, un palazzo di città e
nella pace di Passavia. quattro ospedali. La sua università,
La sede vescovile fu fondata nel- la più antica ed uua delle più di-
l'anno 946 dall' imperatore Otto- stinte di Germania fondala nel ,

ne I, e falla suffraganea della me- 1 386 , o 1346 al dire del Mirco


tropolilaua di Magdeburgo. 11 pri- in Notizia episcopatuiun , da Ilo-
BEI HEI 2 3i
berto il Rosso conte palatino e colo XVII, ne fu dall' elettore
duca di Baviera, e confermata nel Carlo Luigi sostituita altra non
i386 dal Papa Urbano VI, adot- meno grande di rame cerchiata di
tò nel secolo XVI la pretesa dot- ferro, che contiene circa ottocento
trina riformata: indi fu stabili- barili di vino , e che per la sua
ta nel 1748. Oggidì il granduca singolarità e grandezza eccita tut-
di Baden n' è il rettore , e conta tora la curiosità de' viaggiatori. Al-
circa trenta professori , oltre uo tri dicono contenere la botte soli
numero variabile di professori stra- cincjiiecentovent' otto barili. Que-
ordinari , e sette a ottocento stu- sta botte , per quanto gigantesche
denti ; essa possiede un teatro ana- sieno le sue dimensioni , non pub
tomico, stabilito nell'antico moni- tutta volta stare a confronto eoa
stero dei domenicani , un nuovo quelle eh' esistono in Londra nella
istituto clinico-medico-chirurgico ,
grande birreria di Barclay Perkins,
ed un istituto di ostetricia, un gin- piene di birra che ivi fermenta
nasio o liceo misto di protestanti lentamente. Il famoso castello, già
e cattolici, una biblioteca con più residenza degli elettori , nella parte
di centomila volumi , ricca per la più antica dicesi fabbricato nel se-
collezione di libri manoscritti e colo XVI dal conte palatino Ro-
stampati conosciuti sotto il nome berto; ma la più bella parte dal-
di parte della Biblioteca Palatina, l'elettoreOtto Enrico: ne fu an-
che fu tolta dall'elettore Massimi- che benemerito al principio del
liano di Baviera durante la guer- secolo XVII l'elettore Federico IV.
ra de' trent' anni. Dell'altra par- Rimarchevoli sono le sue rovine, e
te poi di detta biblioteca, eh' esi- nella sontuosa sala detta de'cavalieri
steva come tuttora esiste nel medesi- si vedono colonne di granito che
mo locale dell'università, e portante portano l'impronta di variati stili di
eziandio il nome di Biblioteca Pa- architettura ; statue mutilate degli
latina, ne tratteremo in appresso. antichi elettori e conti palatini. E-
Nella città vi sono inoltre un ela- sisteva un castello più antico e più
boratorio di chimica, gabinetti di elevato sulla roccia, ma essendosi
storia naturale e di fìsica, un isti- una delle sue torri convertita in
tuto delle foreste e d'agricoltura, magazzino di polvere, a' 7 aprile
ed un giardino botanico e di eco- i537 il fulmine l'incendiò, con
nomia rurale. Si pubblicano a rovina del sottoposto magnifico ca-
Heildeberg molti giornali letterari!, stello e della città, ed innumera-
e vi si tengono le assemblee perio- bili furono le vittime di sì orribile
diche della chiesa protestante. Que- catastrofe. L'elettore Luigi V ap-
sta città produsse molti uomini pena abbandonò il suo gabinetto que-
dotti, e fra gli altri Alting, Beger, sto crollò. Dopo altre vicende il ca-
Junius , e Gerardo Vossio. stello fu restaurato, ma dopo l'in-

In vicinanza, sopra un sito eleva- cendio del 1764 prodotto dal ful-
to, stanno ancora le rovine imponenti mine, fu abbandonato affatto.
dell' antico castello elettorale, nelle S' ignora V epoca precisa della
cui cantine si conservava quella fondazione di Heidelberg ; si sa so-
celebre botte di enorme grandezza, lamente che non era se non un
che guastata nelle guerre del se- semplice borgo nel 1226. Il conte
232 HEI HEI
palatino Roberto 1* ingrandii nel cattolici la chiesa principale di
1 362 , dicono nel 1 392 , ed
altri Heidelberga, ad essi tolta da mol-
allora la sua importanza si accreb- to tempo pregandolo inoltre di
,

be. Sotto Lodovico conte palatino non permettere nell'inferiore pa-


e duca di Baviera, e nel principio stinato, che fosse osservato il Re-
di giugno i4 r 5> f" mandato pri- cesso di religione già pubblicato
gione in questa città Baldassare dal fratello elettore Gio. Guglielmo
Cossa, già Papa Giovanni XXIII, nel 1705, e dalla Sede apostolica
dal concilio di Gostanza, in cui era condannato. Contemporaneamente
stato deposto , ed ivi guardato dai Clemente XI raccomandò all' im-
soldati del conte, finche fu trasfe- peratore Carlo VI di liberare l' e-
rito a Monaco. Molto soffrì la cit- lettore Carlo ed i cattolici dalle
tà durante le guerre di Germania, vessazioni che minacciavano i prin-
massime religiose , essendo stata cipi eretici per tale restituzione.

presa e ripresa e sempre danneg- Intanto per le sciagure sofferte dal-


giata. Allorché era conte palatino la città essendo di molto deca-
?
Federico elettore, il duca di Ba- duta, 1 elettore palatino trasferì la
viera Massimiliano il Grande prese residenza che faceva in essa a
la città che fu devastata dalle Manheim 17 19, togliendo così
nel
truppe bavaresi sotto ilcomando ad Heidelberga l' importanza che
del conte di Tilly nel 1622; la- avea per la presenza sovrana sino
onde essendosi impadronito il du- allora goduta. V. Germania.
ca della famosa biblioteca, grato a-
gli aiuti che avea ricevuto da Pao- Altre notizie intorno alla biblioteca
lo V, e da Gregorio XV, a cui Palatina di Heidelberga.
istanze 1* imperatore Ferdinando li
gli conferì la dignità di elettore, Nei luttuosi avvenimenti che se-
dopo averne spogliato il ribelle pa- guirono la pace di Tolentino, con-
latino, donò la stessa biblioteca chiusa tra governo francese e la
il

alla santa Sede, e fu collocata nel- santa Sede 19 febbraio 1797, do-
li

la Vaticana, come dicemmo al vo- mandò quel governo tra gli oggetti
lume V, p. 220 del Dizionario. I di arte anche cinquecento de' più
francesi saccheggiarono la città nel preziosi e più antichi codici della
1689, e nel 1693 vi misero an- biblioteca Vaticana. Trent'otto di
che il fuoco gli stessi francesi essen-
: questi codici erano estratti da
do comandati da Turrena e Melac, quelli già appartenenti alla cele-
diedero tanta importanza al bom- bratissima biblioteca Palatina. Veg-
bardamento del castello d'Heidel- gasi Recensio mss. codicum, qui
berg, che tra le pubbliche dimo- ex universa biblioteca Vaticana
strazioni di gioia fatte a Parigi, vi selecti fussu Pii VI P. M. prid.
fu quella della coniazione di una id. julii an. 1797 procuratoribus
medaglia coli' epigrafe : Rex dixii, Gallorum fare belli, seu paclarum
et factum est. Allora regnava Lui- induciarum ergo, et initae pacis
gi XIV il Grande. Il Pontefice traditi fuere.Acc. Index librorum
Clemente XI con ricono- scrisse tani itnpressorum quani mss. bibl.
scenza Carlo palatino
all' elettore Vadc. et vaso rum etruscorum, ac
del Reno, per avere restituito ai nummorum iisdcm procuratoribus
4

HEI HEI 233


exhìbitorum. Lipsiae i8o3. Più pace di Tolentino; ma il governo
tardi nel trasporto di tutti gli ar- francese s'oppose costantemente a
chivi e biblioteche di Roma in cotesta domanda, benché fosse sta-
Parigi, per comando di Napoleo- ta appoggiata dalle potenze allea-
ne passò ivi anche la parte mi- te. governo di Baden reiterò di
11

gliore della Palatina. Non sì tosto nuovo la sua istanza mediante gli
che Napoleone fu dichiarato cadu- ambasciatori delle potenze alleate,
to dal trono francese, le potenze i quali inviarono Santo Padre
al
alleate richiamarono dal nuovo e Pio VII un'umile rappresentanza
legittimo governo tutti i monumen- onde fossero esibiti suddetti co- i

ti ed oggetti d'arte, de'quali erano dici. Pio VII li cede in grazioso

stati spogliati dal conquistatore. La dono nel mese di novembre 181 5.


santa Sede sotto Pio VII spedì a- Resosi ardito il senato accademico
dunque a tal uopo due commissari di Heidelberga per questo grazioso
in Parigi, cioè monsignor Marino dono del Pontefice, fece sotto li 8
Marini attuale prefetto degli archivi marzo 18 16 un'altra istanza a Pio
segreti della santa Sede, ed il ca- VII, perchè fosse ceduta in dono
valiere Antonio Canova scultore, tutta la biblioteca Palatina, già ri-
onde ricondurre in Roma tutti i cuperata da' francesi, e riportata in
tesori de'monumenti d' arte e di Roma, la quale istanza venne an-
letteratura; cioè al prelato commise che caldamente promossa dal con-
Pio VII tuttociò che riguardava le te di Lebzeltern ambasciatóre ce-
scienze, e al cavaliere quanto ap- sareo, e dal cavaliere Ramdohr
parteneva alle belle arti. Monsi- segretario della reale ambasciata
gnor Marino Marini sino dal 18 1 di Prussia, in nome de'loro rispet-
era stato incombenzato del ricu- tivi governi e di quello di Baden.
peramento di tutto ciò che di pro- Pio VII volle anche in questa cir-
prietà della santa Sede era stato costanza dare una ben chiara pro-
trasportato da Roma a Parigi; va della sua insigne liberalità pon-
quindi nel 181 5 fu dichiarato e restringendo la suddetta
tificia,
commissariò a rivendicare gli ar- domanda, cede in grazioso dono,
chivi vaticani, e tutti gii altri ar- oltre vari codici greci e latini, tut-
chivi dei dicasteri ecclesiastici di ti i manoscritti tedeschi della Pa-
Roma, cinquecento mss. della bi-
i latina, che contenevano gli antichi
blioteca vaticana ceduti nella pace autori della letteratura alemanna
di Tolentino, gli altri trecento del medio evo, onde agevolare lo-
sessanta mss. sottratti alla medesi- ro lo studio della letteratura na-
ma Vaticana nella seconda inva- zionale, e indirizzò pertanto li 16
sione francese, libri stampati, ed maggio 18 16 un breve al senato
altri oggetti. accademico di Heidelberga. Il nu-
Il governo di S. A. il grandu- mero de' codici che furono così do-
ca di Baden s'approfittò di questa nati montano a ottocentoquaran-
occasione, e fece calde istanze pres- tasette. Monsignor Marino Marini
so il nuovo governo francese, affin- che nel 18 17 era stato incaricato
chè gli fossero consegnati i men- da Pio VII d'una terza missione
tovati trentotto codici Palatini tras- in Francia pel completo invio a
portati io Parigi in seguito della Roma degli archivi ed altro, cse-
234 HE! HEL
giù ia cessione per ordine del Pa- rum vota pctitionesque vestras ha-
pa di una parte de' niss. o codici beamus. Deuiuui Patri Misericor-
delia biblioteca di Heidelberga, che diarutn sup[)licamus, ut suis vos
furono ricevuti dal professore Wil- bonis compleat, et perfecta nobi-
ken. 11 breve è del seguente tenore. scurn charitate conjugat. Datuui in
arce Gandulphi Albaneusis dioece-
Honorabilibus viris prò rectori sis,sub annoio Piscatoris die XVI
et scuatui universitatis litterariae maii MDCCCXVI, pontificatus no-
Heidelbergensis stri anno decimo septimo.

Pius P.P. VII. Dominicus Testa.

Honorabiles viri salutem. Latte- Veggasi


il p. Agostino Gheiner,
rà» vestras VIII kal. inaili i datas La donazione della biblioteca Pa-
reddidit nobis Fridericus Wilken, latina fatta da Massimiliano il
dignissimus jam universitatis ve- Grande duca ed, elettore di Ba-
strae pro-rector. Ex ipsis intellexi- viera, al S. P. Gregorio Xf/ )
con
1
inus quam benevolo in nos animo appendice de documenti originali,
sitis, ex quibus humiiitatem uo- Monaco 1 844-
stram laudibus elFerendam censue- HELYOT Pietro. Religioso del
ritis, quibus tamen laudibus nos terz'ordine di s. Francesco, cono-
prorsus indignos, easque dexterae sciuto ancora sotto il nome di p.
Domini, quae fecit virtutem, uni- Ippolito. Nacque nel 1660 buo-
di
ce tribuendas esse senti mus. Prae- na famiglia di Parigi orionda in-
claris autem vestris erga nos sen- glese, vesfì l'abito francescano tra
sibus cupienles non verbis modo, i presso Parigi nel i6S3,
piepus
sed re etiam respondere, plurimi ed morì nel 17 16 d'anni cin-
ivi

codices, quos magnopere cordi vo- quantasei, dopo aver fatto due viag-
bis esse cognovimus, ut sine mo- gi a Roma. Lasciò diverse opere,

ra ad vos mitterentur libenter essendone la più celebre la Storia


indulsimus. Alia praeterea quinque degli ordini monastici, religiosi e
mauuscripta, quae memoratus uni- militari, e delle congregazioni se-

versitatis vestrae olim pro-rector colari dell'uno e deli altro sesso.


(lagitavit, eidem ad augendam ger- Questa è una delle opere migliori
manicae li Itera turae bono biblio- che abbiamo sopra sì vasto ed in-
tliecam vestram alacri animo tra- teressante argomento, se non è la
didimus. Novis bisce subsidiis, lit- principale anche per la diligenza
terarum, bonarumque ai ti uni stu- e discernimento con cui fu scritta.
dia uberius excolere, et splendidio- In essa oltre le diverse fondazioni
rem in dies gloriam universitatis degli ordini e congregazioni, loro
vestrae comparare poteritis . Ex progressi, decadenza, soppressione
prompta vero nostra vobis grati- o riforma, si tratta della vita dei
ficando et summis principibus, im- rispettivi fondatori e riformatori,
peratori Auslriae, regi Borussiae, con figure rappresentanti il loro
magnoque duci Badensi domino abito. Il primo volume si stampò
vestro obsequendi voluntate, faci- in Parigi nel 1714» S^ a ^ selte 1 ''

le perspicietis, quo in pretio ipso- dopo la di lui morte, e compita


UER UER 23 5
fu l'edizione nel 1719 in detta della guerra. Soffri molto altresì
città. 11 p. Giuseppe Fraueesco Fon- durante la guerra delle due case
tana milanese, chierico regolare di York e di Lancastro, e duran-
della congregazione della Madie di te anche il regno di Carlo I , in
Dio, egualmente in otto tomi tra- modo che i bastioni ed il castello
dusse in italiano dal francese l'o- che la difendevano furono intera-
pera del p. Ilelyot, che fu stam- mente distrutti.
pata in Lucca nel 1737. La sede vescovile di Hereford
HEREFORD o HERFORD ,
nell'antico regno di Mercia, fu e-
Htrefordia. Città già vescovile del- retta nei primi secoli della Chiesa,
l' Inghilterra, capoluogo di contea, indi fu ristabilita dai re del pae-
huudred di Grimsworlh. Sta in se, verso la fine del settimo seco-
posizione alta e sana presso la lo, dichiarandosi suffraganea della
riva sinistra del Wye, che si at- metropolitana di Cantorbery. Tra
traversa sopra un ponte di pietra i suoi vescovi nomineremo s. Tom-
di sei archi onde portarsi ad un maso di Chanteloup detto volgar-
piccolo sobborgo. Vi si contano mente di Cantalupo, famiglia orion-
molli osservabili edifizi pubblici, da della Normandia. Nel 1274 fu
come la cattedrale, chiesa antichis- al secondo concilio generale di Lio-
sima, il cui interno e la facciata ne, e nell'anno seguente fu eletto
del uord sono ammirabili, come vescovo di Hereford. Essendosi por-
pure il palazzo vescovile, quello tato in Roma, morì in Monte Fia-
pubblico, la prigione, il palazzo scone a' 2 ottobre 1282, altri di-
della contea colla facciala di stile cono a' 25 agosto, ed il cadavere
dorico, l'antico mercato, edifizio in fu trasportato in Hereford, e de-
legno assai curioso, ed i nuovi mer- posto nella caltedrale ove si vene-
cati. Si osserva altresì il pubblico ra. Giovanni XXII nel 1 3 1
7 o
passeggio che sta sul luogo dell'an- i320 in Avignone solennemente lo
tico castello, secondo alcuni eretto canonizzò a' 1 7 aprile, come si leg-

dai normanni, e secondo altri da ge nella costituzione Unlgeiiìtus


Edoardo 111 il Confessore. Questa Filius, presso il Bull. lìom. tom.
Uà contiene sei parrocchie, ma
ci Ili, par. II, pag. Dopo la
178.
non ha che sole tre chiese parroc- beata morte di s. Tommaso i ve-
chiali ; contavansi vari luoghi di scovi di Hereford portarono sem-
culto pei presbiteriani, melodisti, pre le armi della casa Chante-
«juacheri, e cattolici romani. Evvi loup.
pure una biblioteca pubblica, ospe-
dali e case di carità in gran nu- Concilu di Hereford.
mero. La città manda due mem-
bri al parlamento. Hereford, che Il primo fu tenuto nel 673 ai

al dire di alcuni fu eretta sulle 24 settembre, con l' intervento di


rovine di Ariconium, era per lun- cinque vescovi. Ivi s. Teodoro di
go tempo un porto militare im- Cantorbery vi propose dieci arti-
portante pei sassoni ; fortificato e coli estratti dai canoni, cui tutti

situato sui limiti del paese di Gal- i vescovi promisero di osservare.


les , nelle contestazioni de' due po- Il primo riguarda la Pasqua, «he
poli rivali fu il teatro coutiuuo si deve celebrare la prima dome-
236 HER li ER
nica dopo il i4 della luna; il ze, e versato nella giurisprudenza,
quinto canone censura i chierici nel pontificato di Clemente XIV
vagabondi, e prescrive che non si a' 26 febbraio 177 1 divenne udi-
debba ricevere veruno senza lettere tore del sacro tribunale della rota
commendatizie del suo vescovo. Re- per la nazione tedesca in Roma.
gia totn. XV; Labbé* tom. VI; Indi meritò che Pio VI a' 1 2 luglio
Arduino t. Ili; Anglic. tom. I. 1 779 lo creasse cardinale dell'ordine
Il secondo concilio venne cele- dei preti, conferendogli per titolo la
brato nell'anno 680 da tutta l'In- chiesa di s. Croce in Gerusalem-
ghilterra nel pontificato di s. A- me, e per congregazioni quelle del
gatone. Vi presiedette Teodoro ar- concilio, di propaganda fide, dei
civescovo di Cantorbery, e vi fu- vescovi e regolari, e dell'indice.
rono censurati gli ariani, i mace- In tutto il pontificato di Pio VI
doniani, gli eutichiani, i nestoria- fu protettore dell'impero e de're-
ni, e tutti gli altri eretici condan- gni e stati ereditari austriaci de-
nati dai cinque primi concilii ge- gli imperatori Giuseppe II, Leo-
nerali, che furono pienamente ap- poldo II e Francesco li presso la
provati. Angl. tom. I; Beda lib. santa Sede, e loro ministro pleni-
IV Hist. cap. 17 e 18. potenziario in Roma. I quali sovra-
HERMONTHIS o HERME- ni lo ebbero a consigliere pure
THES. Sede vescovile della seconda secreto in esercizio, e venne distin-
Tebaide nel patriarcato d'Alessan- to colla gran croce dell'ordine un-
dria, eretta nel IV secolo sotto la garico di s. Stefano. Durante la
metropoli di Tolemaide. Gli ara- sua lunga dimora in Roma coo-
bi chiamano al presente questo però all'abbellimento della nazio-
luogo Arment. Si conoscono quat- nale chiesa di s. Maria dell'Ani-
tro de' suoi vescovi, cioè Cales me* ma, di cui parlammo all'articolo
leziano, Plenes che sottoscrisse la Germania. Divoto di s. Giovanni
esposizione della fede dei sacerdo- Nepomuceno, fece abbellire la di
ti della chiesa di Ancira, Basilio lui cappella in detta chiesa. Arric-
giacobita, e Pamone pur giacobita chì la sagrestia di preziosi arredi
del 108 1. Vi fu ancora un vesco- sacri ; fece ripulire gì' interessanti
vo pei copti. Oriens christ. tom. monumenti ch'esistono nella detta
II, p. 610. chiesa; al pavimento di mattoni
HERZAN de HARRAS
Fran- malconcio fece sostituirne altro no-
cesco, Cardinale. Francesco Herzan bile di marmi di diversi colori,
de Harrasde'conti del suo nome, nac- nella qual circostanza fece rinno-
que in Praga, capitale della Boemia, vare tutte le iscrizioni sepolcrali
a* 5 aprile ij35. Egli discendeva ch'erano nel vecchio pavimento.
da nobile ed antica famiglia boe- Egli trovossi alla trattazione di
ma, possedilrice della importante tutti i gravi affari ch'ebbero luo-
signoria di Milleschau e di altri go tra Pio VI e i lodati impera-
beni ; che si eslinse nel
famiglia tori, massime ecclesiastici. Quando
i843 colla morte del conte Carlo Pio VI nel 1782 si portò a Vien-
Federico, benemerito della patria, na dall' imperatore Giuseppe II,
massime negli anni 181 3 e i8i4- poco dopo vi si recò anche il car-
Educato alla religione ed alle scial- dinale, ed ivi assistette il Pontefice
,,,

HES HIL 23/


nelle diverse funzioni sacre che vi te all'elezione di Macliica II ; Em-
celebrò, non che al concistoro pub- inanuele che trovossi a quella di
blico. Restituitosi il Papa in Roma, Jaballaha III; e Gabriele che nel
fece altrettanto il cardinale. Nel se- 1616 abiurò il nestorianismo nel
guente auno Giuseppe II vi si con- concilio di Amida.
dusse improvvisamente per restituì- HESPtON. Sede vescovile dei-
re la visita a Pio VI, smontando ai la diocesi de' maroniti, dove si pre-
23 dicembre all'abitazione del car- tende che ancora si conservi la
dinaie. Intervenne al conclave di lingua caldaica o siriaca, malgra-
Venezia per l'elezione di Pio VII, do quella che vi vollero introdur-
nel quale, al modo che dicemmo re i saraceni. Ebbe per vescovi
al voi. XXIX, p. 85 del Dizio- Giovanni I detto Leopardo, autore
nariOy il cardinale diede in nome d' un trattato sulle contraddizioni
dell'imperatore l'esclusiva al cele- dell'Alcorano, dell'ordine de' predi-
bre cardinal Gerdil. Il nuovo Pon- catori ; e Giovanni H sul declinar
tefice Pio VII, nel concistoro che del secolo XVI. Altri la chiamano
tenne in Venezia a' 12 maggio Kesron del Monte Libano, oK.es-
1800, preconizzò il cardinale in ruan eh' è un paese della Turchia
vescovo di Sabaria nell'Ungheria; asiatica nella parte meridionale del
quindi 18 maggio in s. Giorgio
a' pascialatico di Tripoli, verso il con-
Maggiore il Papa solennemente lo fine del pascialatico di Acri, facen-
consacrò vescovo con la messa let- te parte della catena del Libano
ta. Intervennero a questa funzione ed abitato dai maroniti e dai dru-
diecisette cardinali, molti vescovi si. Informato il Pontefice Clemen-
e prelati, essendo stati vescovi as- te XII per lettere del patriarca dei
sistenti i cardinali Antonelli, e Giù- maroniti Giuseppe Gazeno, che in
seppe Doria, e vi concorse numerosa quella nazione si erano introdotte
nobiltà ed ogni ceto di persone, molte corruttele nell'ecclesiastica di-
Lodalo per zelo pastorale, per in- sciplina per porvi efficace riparo
,

gegno, ed altre belle qualità, es- spedì ai maroniti per legato apo-
sendo entrato nel settantesimo an- stolico nella Siria il dotto prelato
no, mori in Vienna il primo giù- Giuseppe Assemani, il quale con-
gno 1804, dopo penosa malattia, vocato un concilio a Kesron nel
Il suo corpo fu trasportato nella Monte Libano , restituì all' antico
sua chiesa vescovile di Sabaria, splendore la pericolante disciplina
ove gli furono celebrate le solenni de' maroniti.
esequie, restando ivi sepolto nella HHADET. Sede vescovile de'ma-
cattedrale^ com'egli aveva disposto, roniti, celebre nella loro storia per
A* 18 giugno i monaci cisterciensi la resistenza che fecero gli abitan-
do s. Croce in Gerusalemme cele- ti ai saraceni, nei sette anni che
brarono i funerali in suffragio durò l'assedio della città,
dell'anima del medesimo defunto HILDESHEIM (Hildesliemìen).
titolare. Città con residenza vescovile, gran-
HESNA. Sede vescovile de' cai- de e forte della bassa Sassonia
dei poi eretta in metropoli, chia- nel regno d'Anoover, capoluogo di
mata pure Hesen Cephra. Sì co- governo del principato del suo no-
noscono i vescovi Elia che assistei- me , di una giurisdizione urbana
a38 HIL HIL
e di nn baliaggio demaniale. E si- scovo di Mendcn. Fu quindi di-
tuata sopra uu piano inclinato pres- chiarato decaduto dai suoi titoli ed
so la riva dosila del fiume fnnerst. onori, e proscritto dall' impero, do-
Vi risiedono le principali autorità po avere ricusato le proposizioni
del governo, ed liavvi un concisto- offertegli dall' imperatore Carlo V,
ro. Hildesheim, Hildcsia, fu altre e perdette tutte le terre, eccettuata
volte libera ed imperiale. E fab- la città Hildesheim, ed castelli
di i

bricata irregolarmente, ha vari pas- di Royne, di Steyerwald e di Ma-


seggi sul luogo delle sue antiche rienburg, che suoi nemici chia-
i

fortificazioni, un castello, una cat- marono quindi per derisione il pic-


tedrale grande edifizio gotico in cui colo vescovato. Per convenzione fat-
si osservano dei belli quadri, e la ta a Quidenlinbourg nel i523 tut-
colonna detta d'Irmen che sostene- te le terre che il vescovo perdette
va un tempo la statua di Arminio furono distaccate dal capitolo e
o Herman famoso capo germa-
de' dalla città di Questa Hildesheim.
ni, e vincitore dei romani coman- convenzione venne confermata dal-
dati da Varo. Vi sono altre chie- l' imperatore Carlo V a Pamplona
se cattoliche, quattro templi lute- a' io ottobre di detto anno, e la

rani, tre orfanotrofi, molti ospeda- casa di Brunswick possedette po-


li, ginnasio cattolico, scuole ed al- scia per più di cent' anni la parte
tri stabilimenti. Il palazzo vescovi- migliore del vescovato. Il magistra-
le, quello del consiglio, V arsenale to di Hildesheim abbracciò la con-
ed il tesoro sono gli edifìzi più fessione augustana nel i54-3, laon-
osservabili. È patria dei giurecon- de la maggior parte de' suoi abi-
sultiHahnius ed Oldekops, non che tanti sono luterani; ma i cattolici

di altri uomini illustri. In vicinan- vi conservarono la cattedrale, oltre


za vi è un luogo chiamato il Berg, diverse chiese, monisteri e conventi.
che si considera come un sobbor- Nel 1629 Ferdinando vescovo di
go, ed una grotta detta la grotta Hildesheim ed elettore di Colonia,
de' nani, in cui formasi una spe- profittando dei disordini della guer-
cie di sale di Glaubero. Fece par- ra che desolava allora tutta la

te quest'antichissima città di quel- Germania , ottenne dalla camera


le appartenenti ad Enrico il Lione, imperiale di Spira un decreto che
e quindi fu una delle anseatiche. lo ristabilì ne' diritti appartenenti
La città vecchia di Hildesheim ri- al vescovato. I duchi di Brunswick-
conosceva il vescovo principe del- Luneburgo, dopo aver nel paese
l' impero per suo sovrano, senza stabilito il luteranismo, convenne-
però prestargli giuramento di fe- ro finalmente nel 1642 e 1643
deltà.La diocesi soffri molto pel in forza detrattati di Goslar e
cambiamento della religione, e pel- di Brunswick, col prefato vesco-
le massime del i5ig. Il
guerre vo elettore, che il vescovato d'Hil-
-vescovo Giovanni duca di Sassonia desheim sarebbe ristabilito nel prin-
Lauwenbourg ebbe la temerità di cipato e stato ecclesiastico indipen-
dichiarare la guerra ad Enrico ed dente, al modo come trova vasi nel
a Giovanni il Giovane duchi di i5io„ ma che i quattro baliaggi

Brunswick e di Annover, e nell'an- di Colding.ii , di Luttrern , di

no seguente i5io a Francesco ve- Baihrcnberg, e di Wesierhof loro


,

HIL HIL *3 9
apparterrebbero come fendi dipen- borgo reale, a motivo del soggior-
denti dal vescovo. Simile transa- no fattovi da quell'imperatore. Nel-
zione fu confermata nel 1648 col l' anno 81 4 Lodovico il Pio suo
trattato di Osnabruck,
Westfìilia o figlio trasportò il vescovato nel
nel quale venne pure stipulalo, che borgo di venne
Hildenrchee, che
i nove monisteri situali nel vesco- in progresso di tempo chiamato
vato dì Hildesheim, e ceduti con Ilideseum od Hildesìiemium, Hil-
particolari condizioni dai duchi , desheim. Il primo de' vescovi di
sarebbero riservati ai cattolici, fra i Hildesheim fu Gonterio, nominato
quali si compresero i monisteri di da Lodovico il Pio nell'8 4> e mor- 1

s. Godehardo e di s. Michele nella to nell'835. Gli successe Ramberto


città d' Hildesheim, il secondo dei che occupò la sede per poco tem-
quali era stato fondato dal vescovo po; indi Ebone od Ebes arcive-
s. Bernwardo. Il Leibnizio pubblicò scovo di Reims, il quale fu poi
la abbazia nel t.
cronaca di tale deposto da quaranta vescovi per
II, 399, Script. Brunswick, ed
p. aver cospirato contro il medesimo
altrettanto fece Meihomio nel tom. Lodovico I. Ricorse Ebone al Papa
Ili, p. 577, Rer. Gemimi. Si può Sergio II che gli negò la sua pro-
inoltre vedere la cronaca del roo- tezione. Tuttavolta Lotario I in
nistero di s. Godeardo, fondato nel seguito gli procurò le abbazie di
1 1
32, quasi cent'anni dopo di quel- Stavelo e di s. Colombano a ti-

lo di s. Michele , apud Leibnizio tolo di sussistenza, e nell'861 il

p. 4°4> colla storia delle persecu- vescovato di Hildesheim. Gli suc-


zioni che soffrirono religiosi di i cedette s. Alfrido monaco benedet-
s. Michele dal canto dei luterani. tino di Corwey, che morì nell'877.
Fra i monisteri della diocesi di Nel pontificato di Agapito II , ri-

Hildesheim restituiti dai luterani, porta il Novaes nella sua vita, ch'es-
faremo menzione di quello di Lamp- sendo in Francia gran controversia
spring, fabbricato per religiose nel- pel prelato di R.eims tra Artoldo
T847 da Rigaro conte di Win- ed Ugone, il Papa per terminarla
zenhurn, in favore di Richburga spedì legato Marino vescovo Poli-
sua figlia che ne fu prima badessa : marziense, il quale nel 948 tenne
era stato secolarizzato dai luterani, un concilio in Inghelheim, non in
ma Ferdinando elettore di Colo- Hildesheim come scrisse alcuno.
nia, amministratore del vescovato Quanto agli altri vescovi di Hil-
di Hildesheim lo donò ai benedet- desheim citeremo i più celebri e
tini inglesi col consenso della con- benemeriti.Nel 99! fu eletto s.
gregazione di Bursfield nel 1643, Bernwardo o Bernardo conte di
e ne fu primo abbate Clemente Sommersburg, precettore di Ottone
Reyner, autore dell'opera intitola- III, il quale si giovò poi della sua
ta Apostolatus benedictinorum in saviezza, dichiarandolo cappellano
Stiglia. e cancelliere: ristabilì la disciplina
La sede vescovile fu fondata da ecclesiastica , fece fiorire le leggi
Carlo Magno sotto la metropoli di le scienze e le arti , fu padre dei
Magonza nel 798, nel borgo di E- poveri, e come principe temporale
tiz o Elts, ovvero Kònigsaal , e provvide alla sicurezza del suo po-
che chiama vasi allora Aulico, cioè polo contro ogni insulto nemico.
3

240 HIL HIL


Fondò il monislero di s. Michele, duca di Mecklemburgo , il quale
gli donò i suoi beni patrimoniali, era vescovo di Schwerin : i due par-
vi prese l'abito religioso nell'ul- titi vennero alle mani, e cagiona-
timo anno di sua vita, e vi fu tu- rono gravi danni in tutta la dio-
mulato dopo il 20 novembre 102 1, cesi. Henningio prevalse, ma cede

altri dicono 26 ottobre 1022 o la sede a Bertoldo barone di Lands-

1023; la città e il vescovato gli berg nel 148 r, che morì nel i5o3.
devono suo maggior lustro, e
il Valentino Teutleven canonico di
Celestino III lo canonizzò nel 1 193 Hildesheim, e vicario generale del
o 11 g4- Altro insigne vescovo fu cardinal Alberto di Brandeburgo,
s. Gottardo o Godardo conte di fu eletto nel i53y, ma venne cac-
Scheyren, abbate benedettino , che ciato dagli abitanti che ricevettero
nel 1023 fondò la chiesa collegia- la confessione augustana, e morì
ta di s. Croce ad Hildesheim , e a Magonza nel i55i. Giuseppe
l'abbazia di s. Maurizio pei bene- Clemente duca di Baviera, arcive-
dettini, la quale in seguito diven- scovo di Colonia e vescovo d' al-

tò collegiata con un'altra del me- tre sedi, fu eletto coadiutore di


desimo ordine ad Haldthausen nel- Hildesheim nel 1694: però dopo
la sua diocesi; egli morì nel io38 la morte del suo predecessore Ed-

a' 5 maggio, ed Innocenzo II lo mondo di Brabeck, succeduta nel


canonizzò nel 1 1 3 1 nel concilio di 1702 , l'imperatore Leopoldo I
Beims veggansi i Bollandisti ad
: impedì al detto principe Giuseppe
diem 4 raa j» P a g« 5oi, nella storia il possesso del vescovato di Hil-
di questa canonizzazione. Aselino desheim perchè alleato della Fran-
cappellano dell'imperatore Enrico cia nella guerra per la successione
111 mori nel io54: fu durante il di Spagna; quindi l'elettore di
suo vescovato che i canonici della Annover s' impadronì della città,
cattedrale abbandonarono la vita e delle dipendenze del vescovato.
comune e religiosa, per vivere cia- Il zelante Clemente XI prese le

scuno privatamente. Bernardo con- difese della chiesa di Hildesheim,


te di Rothenbourg, prevosto della rivolgendosi nel 1704 all'interposi-
cattedrale, fondò l'abbazia di s. zione dei cardinali Rollonitz e
Gottardo dell'ordine di s. Benedet- Lamberg, non che ad altri poten-
to ad Hildesheim, e morì nel 1 153. ti prelati; indi nel 1707 riprovò
Henningio van Haussen gran il trattato conchiuso tra il capito-
decano di Hildesheim fu eletto da lo ed duca d' Annover, col qua-
il

una parte de'capitolari nel 1 47 J ^ le questi mediante una somma di

dopo la morte di Ernesto conte denaro otteneva dai canonici le


di Schawenbourg, mentre gli altri terre e proventi della mensa ve-
eleggevano Ermanno langravio di scovile, e parecchi brevi scrisse

Assia, e canonico di Colonia, di cui all'imperator Giuseppe I, ai cardi-

fu poscia arcivescovo. I due parti- nali tedeschi, ed ai tre elettori ec-


ti si appellarono alla santa Sede, clesiastici, condannando il trattato
Ermanno rinunziò, ed Henningio con la bolla Ubi primum de' 1

vi fu ordinato. Ma i canonici del- marzo 17 12, ed il vescovo intruso


l'opposto partito fecero una nuova dal duca. Il capitolo si sottomise,
elezione, in favore di Baldassare si scusò, e benedì lo zelo del Pa-
,

HE! HIM 241


pa, il quale fece quelle altre cose Hildesheim, eletto dal capitolo, il
che riportammo all'articolo Anjvo- quale alla morte di esso procedet-
ver. I suoi sforzi furono coronati te all'elezione dell'odierno monsi-
da felice esito, e tutto venne dal- gnor Giacomo Giuseppe Wandt di
l'elettore di Annover regolarmente Dingelstadt diocesi di Paderbona,
restituito nel 171 3, in forza dei che il medesimo Pontefice pro-
trattati sanzionati colla pace d'U- mulgò vescovo nel concistoro de'2 3
trecht. Quanto alla serie de' suc- maggio 1842.
cessivi vescovi sino a noi, è ripor- La cattedrale è dedicata alla
tata nelle annuali Notizie di Ro- B. Vergine Maria, non che ai beati
ma. Dopo le politiche vicende de- apostoli Pietro e Paolo , ed è un
gli ultimi anni del decorso secolo, edifizio di buona struttura , alla
notate all' articolo Germania, nel quale da ultimo fu rifabbricata là
1802 il territorio di Hildesheim torre campanaria. Il capitolo si
fu ceduto al re di Prussia: dal compone della dignità del decano,
1807 fece parte del regno di West- di sei canonici comprese le pre-
falia, e nel 18 15 il congresso di bende del teologo e del peniten-
Vienna lo accordò al regno d'An- ziere, di quattro vicari , e di altri
nover. Nel 1789 succedette per preti e chierici per l'ecclesiastica
coadiutoria al vescovato di Hilde- uffiziatura. L'antico capitolo com-
sheim Francesco Egone Furstem- ponevasi di quarantuno canonici
berg di Husten, ed al quale Pio capitolari e di cinque domiciliari
VI nel 1784 die in suffraganeo, con le dignità del prevosto, del
col titolo vescovile in partibus eli decano, del cantore, del tesoriere,
Basinopoli, Carlo Federico Wendt- del cellerario, del teologo ^ e dei
"Wiedenbruke Papenhausen : nel prevosti delle collegiate di s. Gio-
vescovato di Francesco ebbero luo- vanni, di s. Croce, e di s. Mauri-
go le accennate vicende, e lo spo- zio. Nella cattedrale la cura delle
glio al vescovo dominio tem-
del anime si esercita da un prete de-
porale. Indi Leone XII nel con» putato; vi è il fonte battesimale $

cordato conchiuso col re di Anno- venerandosi tra le reliquie il capo


ver provvide alla chiesa di Hilde- di s. Bernardo, ed il corpo di s.
sheim, e la dichiarò immediata- Godardo, ambedue già vescovi di
mente soggetta alla santa Sede; Hildesheim. L'episcopio è molto
laonde per morte del vescovo Fran- distante dalla cattedrale. Oltre di
cesco, ed in vigore della bolla da questa nella città vi sono altre tre
lui emanata nel 1824 septimo kal. parrocchie, decorate del battisterio,
aprilis, Impensa Romanorum Poh- quattro confraternite, ospedale, se-
tifieum, il capitolo e canonici del- minario, ed altri pii stabilimenti.
la cattedrale elessero in nuovo ve- La diocesi è molto ampia , cori
scovo Godeardo Giuseppe Hostaus centosettantanove parrocchie. I frut-
d'Hildesheim, che il Papa approvò ti della mensa sono tassati ad ogni
e preconizzò nel concistoro de' 2 7 nuovo vescovo in fiorini 756, ve-
luglio 1829. Il regnante Gregorio rus autem illortim valor est qua-
XVI nel concistoro degli 1 1 luglio tuor mille thalerorum monetae con-
i836 pubblicò vescovo Francesco venlìonalis seu seni. rom. 2100.
Ferdinando Fritz benedettino di HlMEtUA, Sede vescovile d' A-
vot. ***iH. *6
242 H1M HiR
sia nella provincia Osroena , dio- bri delle divine Scritture, die sono
cesi e patriarcato di Antiochia, riportati dal Bellarmino nel suo
sotto la metropoli di Edessa, eret- libro degli scrittori ecclesiastici col
ta nel quinto secolo. L'imperatore supplemento del Labbé.
Giustiniano I fece rifabbricare le HIPPOS o HIPPENE. Sede ve-
sue mura e la fortificò. Si cono- scovile della seconda Palestina nel
scono sette vescovi che ne occu- patriarcato di Gerusalemme, sotto
parono la Sede. Eustato o Eusta- la metropoli di Scitopoli , eretta
zio; Giobiano o Gioviano che in- nel VI secolo al dire di Comman-
tervenne al primo concilio genera- ville. Già famosa pe' suoi orti,
le di Costantinopoli ; Antonio che giacque di là dal mare di Gene-
si uni agli orientali nel concilio di saret nel prospetto di Tiberiade.
Efeso, e fu scomunicato; Uranio Pompeo il Grande, restaurò la cit-
che assistette al concilio d'Antiochia tà dai danni sofferti dagli Antio-
nel 444» e al brigantaggio d'E- chi, non meno che dalle scorrerie
feso, ma abiurò poi i suoi errori degli arabi. Ottaviano Augusto in
nel concilio di Calcedonia;Marco, considerazione di essere gli abitanti
cacciato dalla sede per non aver in origine greci, l' aggiunse ai do-
sottoscritto T Enotico di Zenone; mimi dei seleuci , onde poi insor-
Giovanni eretico espulso dall'im- sero gravi disordini tra essi e gli

peratore Giustino I nel 5 19; e ebrei, di cui furono bersaglio i mi-


Sergio che fu al quinto concilio seri hippeni, che di loro si vendi-
generale. Oriens christ. tom. II, carono quando fuggendo da Ve-
p. 983. spasiano si volevano rifugiare tra
HIMONIDE Giovanni, Cardina- essi. Da Hippos ebbero origine i
le. Giovanni Himonide o Hymo- ss. Eugenio e Macario fatti mar-
nide, uomo eruditissimo e infiam- tirizzare da Giuliano l' apostata.
mato nell'amore degli studi, e di Furono suoi vescovi , Pietro che
acuto e penetrante ingegno, essen- assistè al concilio di Seleucia nel
do monaco cassinese Giovanni Vili 359 ; Conone o Cono che sotto-
dell' 872 lo creò cardinale. Per scrisse la lettera sinodale di Gio-

consiglio del Pontefice nell' 875 con vanni di Gerusalemme a Giovanni


grande accuratezza scrisse la vita di Costantinopoli contro Severo di
di s. Gregorio I Magno , eh' è in Antiochia nel 5i8; e Teodoro o
fronte alle sue opere, e secondo Teodoto che sottoscrisse nel con-
l'opinione del ven. cardinal Bellar- cilio di Gerusalemme, sotto il pa-

mino dedicolla allo stesso Giovan- triarca Pietro del 536. Siria sa-
ni Vili; indi ad istanza di Gau- cra p. 277; Oriens christ. toma
derico vescovo di Velletri com-
, III, p. 709.
pose eziandio la vita del Papa e HIRSAUGA o HIRSAGUA. Con-
martire s. Clemente I, che rimase gregazione monastica di Germania,
imperfetta. Ebbe amicizia intima fioritissima un tempo; ebbe prin-
con Anastasio bibliotecario, e pro- cipio verso il 1080 per lo zelo di
babilmente finì di vivere nell' 8 79 s. Guglielmo che fu il restauratore
o nell'880. Inoltre questo cardina- della monastica disciplina in quelle
le scrisse alcuni commentari sul regioni. L' abbazia fu capo di tale
Pentateuco, ed altri su diversi li- congregazione, ed il conte Erlafri-
, ,

HTR li IR a43
do la fondò nella diocesi di Spira. le non volle occuparne il posto
Divenne uno de' più ricchi moni- che dopo la morte di Federico, ed
steri d' Alemagna, ed in principio allora si fece benedire dal vescovo
vi furono collocati dodici monaci di Spira. Guglielmo con la sua
di Fulda con Luitperdo per ab- prudenza , pietà e zelo per la mo-
bate, consagrandone solennemen- nastica disciplina fece fiorire il mo-
te la chiesa Otgaro arcivescovo di nistero , emancipò dall' autorità
l'

Magonza , in onore di Dio e del arrogatasi da Adelberto, e nel 1071


principe degli apostoli s. Pietro. fece consacrare la nuova chiesa dal
Vi fu collocato il corpo di s. Au- vescovo di Spira. I religiosi creb-
reliano vescovo di Rediciana in bero a centocinquanta, e fra questi
Armenia, trasportatovi dalla catte- personaggi di rango elevato, ad
drale di Vercelli dal vescovo No- onta che spesso s. Guglielmo spe-
tingo figlio di Erlafrido, il quale diva buon numero di discepoli ad
nel donare il monistero ai monaci altri monisteri per riformarli : a-
obbligolli osservare la regola di s. dottò le costumanze di Cluny, e
Benedetto, lasciando loro il diritto di ridottele in modo confacente al
eleggere l' abbate ed un protettore. suo monistero , l' espose in due li-

Sino al 988 la disciplina venne bri, e li chiamò Statuti et Hirsau-


osservata; ma insorta la discordia, ga. Egli inoltre fondò e riformò
tre religiosi invitarono il conte Cal- molti monisteri , de' quali i piti
vo ad impadronirsi del monistero, ragguardevoli furono quelli di Ric-
ed interamente lo spogliò; indi chembarch , s. Giorgio nella Sel-
soggiacque alle depredazioni di E- va-Nera, s. Martino in Baviera,
berardo eletto abbate in compe- Erford nella Turingia, Zwifalten.
tenza di Corrado scelto dai reli- nella Svevia eh' eresse dalle fonda-
giosi zelanti, il quale tornò al mo- menta, o riformando
ristabilendo
nistero dopo la morte del suo com- quelli di Petershausen
Schaffusa ,

petitore; ma il conte Calvo vi Camperg, Altorf, ec. In progresso


esercitò tali ulteriori desolazioni di tempo la regolare osservanza ed
che il monistero restò abbandona- i celebri statuti andarono dimenti-
to. Allorché Leone IX nel 1049
s. cati, quando Volfrano 38.° abbate
era in Germania, commiserandone potè introdurre nel monistero di
lo stato fece ricerca del corpo di Hirsauga la riforma di quello di
s. Aurelio nascosto nelle scorrerie Melek, e quando vide che questa
de'normanni_, e ritrovatolo ordinò congregazione non poteva sussi-
al nipote Adelberto conte di Cal- stere le fece abbracciare la rifor-
vo di restaurare il monistero ro- ma di Bursfeld. Giovanni Tritemio
vinato dai di lui avi, non che la ci diede la cronica dell' abbazia
chiesa. Nel io65 vi furono posti d' Hirsauga , la quale contiene an-
dodici religiosi dell'abbazia sviz- cora importanti notizie riguardanti
zera d' Ensidlen o Madonna degli l'istorie di Francia e Germania.
eremiti, a cui fu dato per abbate HIRTANAAMIS. Sede vescovile
Federico : questo deposto dai mo- dell' Assiria de' giacobiti soggetti al
naci fu invece eletto s. Guglielmo Mafriano, chiamata pure Naaman,
bavarese, religioso nel monistero di dalla dimora che vi fece Naamau
s. Emmerano in Ratisbona, il qua- figlio di Monderà il quale abbrac-
244 HIS HIS
ciata la religione cristiana, vi fece sono fiancheggiate da torri, ma
costruire diverse magnifiche chiese. non munite d'artiglieria , e sono
Ne furono vescovi Teodoro nel interrotte da tre porte. L'interno
55 1, cui successe Achudem fatto della città è osservabile pei pub-
Mafriano nel 55oy Giacomo Zan-; blici che ancora si vedono:
edilìzi

zaleo, Giovanni del 65o, e Giorgio. fra i monumenti che danno una
Orìens christ. tom. II, p. i586. idea dell'amico suo splendore va
HISPAHAN o ISPAHAN (Has. nominato il Meidan, gran piazza
pahctn). Città vescovile e grande che serviva a corse di cavalli ed
della Persia, antica capitale di que- a combattimenti di tori ; ed al sud
sto regno, ed ora capoluogo dell'I- si osserva il portico esterno della
rac-Adjemi e di un governo o moschea reale, la più grande e
begler-beglik, giace in una vasta magnifica d'Ispahan. Al nord di
pianura presso la riva sinistra del questa piazza sta il Kaisseriè, il

Zendeh-rud o Zeyendeh-rud. Que- cui porticato decorato di pitture


sta città sotto Sah-Abbas il Gran- non è meno mirabile di quello
de eia forse la più vasta e la più dellamoschea; all'ovest è il Sefi
florida città del mondo, perchè di- o palazzo reale, che per la gran-
cesi dai geografi che conteneva i52 dezza ed eleganza de' suoi princi-
muraglie, 1802 caravanserai, 273 pali edifizi, pel numero e bellezza
bagni, 48 collegi, molti ponti su- dei padiglioni sparsi nei deliziosi
perbi, 100 palazzi uno più bello giardini, non cede in magnificen-
dell'altro, quantità di magnifici ba- za ad alcun altro soggiorno reale ;

zar, strade fiancheggiate da cana- in uno di questi padiglioni, trova-


li,per non dire di altri pregi. si famosa porta di Ali, che Ab-
la

Al presente però è assai decaduta bas Grande, per soddisfare ad


il

dal suo antico splendore, attese le un popolo superstizioso, fece tras-


guerre di cui fu sfortunatamente portare da Nedjad ad Hispahan.
il teatro; i persiani le davano al- Il palazzo nuovo eretto in altra
lora dodici leghe di circuito, ed situazione da Hadji-Mohammed-
oggi la parte abitata ne ha appe- Hussein-Ran governatore della cit-
na tre, essendo il restante di esso tà, merita pure di essere nomina-
spazio coperto di rovine ed avanzi. to soprattutto per la bella sala del
Il sobborgo di Abbas-abad, uno dei trono che racchiude. Si rimarca
più belli, e che occupava tutta la egualmente il viale magnifico di
parte occidentale della città, e quel- Tcharbagh che si prolunga da
lo de'guebri, mezzodì
situato al Hispahan sino al ponte di Julfa,
scom-
sulla riva destra della riviera, il qual ponte è il più bello di quel-

parvero del tutto; più non rimane li che attraversano il Zendeh-


che quello di Julfa, assai bene fab- rud, avendo mille piedi di lun-
bricato, posto pure sulla destra ghezza, e trentaquattro arcate bel
sponda della riviera, il quale es- lissime. Malgrado il «uo stato di
sendo colonia armena, da dodici a decadenza, la città conserva ancora
sedicimila abitanti che contava, ora una gran parte della sua indu-
appena ne ha circa mille. Le mu- stria, e vi sono pure abili artefici,
ra in terra che cingono Hispahan che fanno eleganti opere in legno
cadono rovinose in molte parti; e metallo. Il commercio tuttora è
HIS HIS 245
considerabile per la favorevole po- late capitali del mondo. .
Char-
sizione della città fra l'India e la din che visitolla di Ab al tempo
Turchia., il centro di quello del- bas ne calcolò la popolazione
II,

l' impero; tutti i bazar veggonsi ri- a seicento mila abitanti, ed altri
pieni di merci dell'India e della pretesero che ascendessero ad un
Persia, esercitandovi il monopolio milione. Questo stato di splendore
il governatore. La popolazione fu restò offuscato dopo che nel 1722
calcolata con esagerazioni, il nu- cadde in potere degli afghani, bar-
mero maggiore gli assegna circa bari che distrussero un gran nu-
centomila abitanti, altri la metà, mero de'suoi più sontuosi edifizi.

altri il doppio. Nadir-Sah la riprese nel 1727,


Hispahan non sembra essere sta- ma non cercò di renderle il suo
ta una città molto importante nel- antico splendore. Da quell' epoca
l'antichità. Alcuni autori la prese- Hispahan cessò di essere la capitale
ro per I'
'

Hecatompylos (città delle del regno, ed i torbidi che agita-


cento porte) dei greci, ma la sua rono poscia la Persia, e de' quali
situazione corrisponde piuttosto al- fu spesso la vittima, la condussero
l' Aspadana di gradatamente a quello stato di de-
Tolomeo, Aspa-
chan Cedreno, ed
di Aspada
cadenza in cui si trova al presen- del-
l'anonimo ravennate; gli abitanti te. V. Persia.

la chiamano Sfahan e Isfahan. La sede vescovile d' Hispahan


Soltanto sotto i califfi di Bagdad è chiamata pure d' Hìspahan-Jul-
essa divenne il capoluogo della fa o Giulfa, dalla residenza che
provincia d'Irac, e da quel tempo nel sobborgo di Julfa fece il ve-
prese un grande accrescimento, e scovo di rito latino, e da quella
divenne ricca e commerciante che vi fa il vescovo o arcivescovo .

Questa nascente prosperità ricevet- scismatico armeno sotto il patriar-


te un colpo terribile durante l'in- cato di Ezmiazin o Ecsmiasin (Fe-
vasione di Timur che la prese nel di), sobborgo ben fabbricato, abi-
1 387, e vi fece perire circa settan- tato principalmente dagli armeni,
tamila abitanti : essa si riebbe a che vi hanno diverse chiese e mo-
poco a poco dalle sue perdite sot- nisteri, che Commanville a suo tem-
to i sofi, che ne fecero anco la se- po dice essere stati venti, aggiun-
de del loro impero. Precisamente gendo che giorgiani abitavano
i

sotto il regno di Sah-Abbas- Pri- altro sobborgo col loro vescovo.


mo, il più grande de'principi di Anticamente la provincia ecclesia-
questa dinastia, essa acquistò il ti- stica d'Hispahan sotto il detto pa-
tolo di capitale della Persia, e fu triarcato di Ecsmiasin ebbe il suo
abbellita di un numero infinito di arcivescovo residente a Julfa, con
edifizi Questo sovrano
magnifici. quattro suffraganei vescovi., uno
vi chiamò con ogni sorte di mez- de' quali era quello di Pharia, non
zi, negozianti, artisti, operai, ed che dell' arcivescovo onorario di
agricoltori da tutte le contrade del- Cpar nella provincia di Schirvan.
l' Asia, dimodoché al fine del se- Uno de'suoi vescovi armeni chia-
colo XVI era divenuta il magaz- mato Stefano, nel 1699 brigò ed
zino più considerabile dell'oriente, ottenne la dignità di cattolico. Nel
ed una delle più floride e popo- pontificato di Paolo V penetrarono
,

a46 HIS HIS


in Persia i frati carmelitani scalzi, di qui poi nacque l'occasione di
che sino dal 1604 erano stati spe- lite fra i due vescovi. Dappoiché
diti da Clemente Vili ad istanza nel lungo tempo in cui la Persia
del re di Persia } e si stabilirono in fu senza vescovo, quello di Babi-
Hispahan , bene accolti da Abbas I lonia estese la sua giurisdizione
il Grande: fabbricarono convento e oltre i propri confini, autorizzato
chiesa che dedicarono alla Beata dalla sacra congregazione, venen-
Vergine . Dipoi vi si recarono i dosi in tal modo a confondere
religiosi agostiniani di Goa , i l'anteriore divisione, per cui allor-
gesuiti ed i cappuccini di Francia, ché il vescovo d'Hispahan andò
tutti però col carattere di amba- alla sua residenza, pregò quello di
sciatori, i primi del Papa, i secon- Babilonia che volesse contentarsi a
di dei re di Polonia, Portogallo e limitarsi negli anteriori termini
Francia. Non andò guari che tutti assegnati, al che non volendo ac-
furono espulsi per le mani d'un consentire, fu portata la causa al-
potente ministro, che stimò essere la congregazione, che decise do-
la città divenuta immonda a ca- vere ambedue i vescovi regolarsi
gione del vino che bevevano i secondo l'antica divisione.
cattolici; gli ultimi a partirne fu- Si legge nella vita di s. Cle-
rono i carmelitani scalzi. In progres- mente XI, che questi nel 1 jo5 ri-

so di tempo quasi tutti vi fecero spose alla letterache il re o sofi


ritorno. Urbano Vili nel 1629 di Persia Hussein avea scritto al
o nel i632 erasi risoluto ad istan- predecessore Innocenzo XII istitu-
za del re di Persia, fatta a mezzo tore della sede vescovile d'Hispahan,
del p. Gio. Taddeo di s. Eliseo al quale quel principe dichiarava
carmelitano scalzo, dare un vescovo la sua amicizia, la brama di con-
latino alla città d' Hispahan, onde trarla co' principi cristiani, e la be-
pel primo elesse il detto religioso, nevolenza con cui trattava i mis-
ma per diverse ragioni non potè ef- sionari latini ne' suoi stati. Clemen-
fettuarlo. InnocenzoXII ciò fece nel te XI consegnò la risposta al ve-
1694. Nello stesso anno i632 Ur- scovo d' Hispahan che da , Roma
bano Vili a mezzo della congre- tornava al proprio seggio, ed in es-
gazione di propaganda fide supplì sa raccomandò il medesimo vesco-
a' bisogni di quei cattolici, depu- vo e i cattolici, gli esternò la sua
tandovi il vescovo di Bagdad o gratitudine sincera, avvisandolo dei
Babilonia, Ma siccome nella pro- donativi che gli inviava. E sicco-
vista delle due chiese d'Hispahan me in Hispahan e circostanti re-
e di Babilonia furono assegnati i gioni gli eretici massime armeni
termini della giurisdizione di ca- travagliavano i cattolici, questi rac-
dauna, cioè al vescovo d' Hispahan comandò alla repubblica di Vene-
tutta la Persia, da quella parte in zia,al granduca Cosimo III ed al-
fuori d'Assiria ch'è soggetta al l'imperatore Leopoldo I. Nel 1712
medesimo re, l'Armenia maggiore la persecuzione divenne maggiore,
e minore, tranne la Giorgia e la perchè eccitata dal patriarca ar-
provincia di Naxivan; ed a quello meno scismatico di Ezraiazin, le
di Babilonia, l'Assiria, la Mesopo- cui conseguenze durarono molti an-
tamia, Bassora , Mosul ed Emid, ni. Usurpato il regno da Rulikan
,

HOB HOB 247


eccitale inaudite crudeltà, quasi residenza vescovile nell'isola o terra
tulti i cattolici emigrarono, e del- di Van-Diem ossia Tasmania, del-
la fiorente missione non restarono la Nuova Olanda ossia Australia
che miserabili rovine: beni, case, od Oceania centrale. È capitale
chiese, tutto perì. Nel 1783 si fece della ragguardevole isola Diem
premura di riaprire la missione, Diemen o Diemenia del grande
ma inutilmente. Il Pontefice Cle- oceano australe, e capoluogo della
mente XIII fino da' 2 ottobre contea di Buckinghara, non che se-
1758 Hispahan fr.
fece vescovo d* de del governo e di tutte le ma-
Cornelio da s. Giuseppe carmelita- gistrature superiori della colonia.
no scalzo milanese, che ne portò il Giace nella parte meridionale del-
titolo lungamente sino ai primi an- l'isola, lungo il corso e sulla riva

ni del pontificato di Pio VII. Ai destra del Derwent, non distante


nostri giorni il Papa Leone XII, ve- dalla sua foce, ove apresi in fondo
dendo un raggio di speranza, con re- l'ampia baia Storm o Sullivan-Co-
scritto del febbraio 1824 fece am- ve, determinata all' est dalla pe-
ministratore del vescovato latino nisola di Tasman, ed all'ovest dal-
d'Hispalian monsignor Pietro Ales- l' isoletta Bruue nell'estremità sud-
sandro Coupery o Coupperrie, che est della Diemenia; a qualche di-
Pio VII fino dagli 11 maggio 1820 stanza si trova il monte Welling-
avea nominato vescovo latino dì ton o della Tavola, che s'innalza
Babilonia o Bagdad (Vedi) nel- tremila novecento ventisei piedi so-
l'Asia. A questi successe monsignor pra il livello del mare, ed è co-
Pietro Domenico Marcellino Bona- perto di nevi durante sei mesi del-
mie della diocesi di Cahors , cioè l'anno. Diemen o Tasmania della
tanto nel vescovato di Babilonia che grandezza dell'Irlanda fu scoperta
nell'amministrazione della chiesa di nel 1642. Nel 1804 ne presero
Hispahan, destinatovi dal Papa che possesso gì' inglesi, dividendola in
regna Gregorio XVI, a' 9 aprile due contee: Georges* Town e Ho-
i832. Il Pontefice die a lui per bart-Town ne sono i capoluoghi.
successore l'odierno monsignor Lo- I cattolici dell' isola ascendono a
renzo Trioche fraucese, già missio- più di settemila: vi sono quattro
nario in Bagdad, fatto vescovo li chiese,una delle quali è in Ric-
i4 marzo 1837. Per il vescovato mond. Hobart-Town è fabbricata
di Hispahan il vescovo di Bagdad su due colline, fra le quali scorre
ha le medesime facoltà che per la un grosso ruscello, che scende da
sua diocesi. Al presente nella dio- tal monte e va nel Sullivan-Cove;
cesi Hispahan non
d' trovasi che questo ruscello è attraversato da
alcune poche famiglie latine, le molti ponti, uno de' quali di un
quali vengono assistite dai missio- solo arco, ed in pietra e mattoni,
nari lazzaristi. Vi sono ancora del- è molto Questa città
osservabile.
le famiglie armene cattoliche assi- ogni giorno si va ampliando ; v i
stite dai monaci' armeni antoniani. sono molte belle case in mattoni,
Per le altre notizie ecclesiastiche il restante è ancora tutto di legno.

ne parleremo all'articolo Persia. Gli edilìzi pubblici, quasi tutti si-


HOBARTOWN o HOBART- tuati nella strada principale detta
TOWN (Hobartunien). Città con di Maccaria, sono assai bene fabbri-
,

348 HOB HOE


cati ; consistono essi nella chiesa, sendone Hobart-Town la città prin-
nel palazzo del governatore , in cipale. Riguardo al clero che vi è,
quello di giustizia, nella prigione, altro per ora non si sa, se non che
nei magazzini del governò, nella il vescovo vi ha condotto qualche
caserma e nell'ospedale: vi si co- monaco benedettino inglese ,
per
struì pure una gran chiesa presbi-
?
1 assistenza dei cattolici deportati
teriana. Questa città ha una so- in detta isola dall'Inghilterra per
cietà di agricoltura, e stabilimenti delitti. Inoltre nel 1842 furono
di beneficenza, di manifatture, e spediti da Roma in qualità di mis-
commerciali. È inoltre questa città sionari apostolici quattro religiosi
il magazzino dell'olio di balena che passionisi!, con la facoltà di eser-
i navigli che vanno a questa pesca citare l'apostolico ministero in tut-
in quelle spiaggie quivi spediscono, ta Y Australia occidentale, Nuova
e che si manda poscia nelle Indie. Galles meridionale, ed altre provin-
ÌPer essersi accresciuto il commer- cie che formano il vicariato apo-
cio, il governo per facilitarlo nel stolico della Nuova Olanda, le quali
1824 autorizzò lo stabilimento di presentemente formano l'arcivesco-
un banco che sconta e mette bi- vato di Sydney , ed i due vesco-
glietti in circolazione. Il suo porto, vati ad esso suffragane*!, chiamati
eli cui devesi ad Entrecasteaux il Hobart-Town ed Adelaide.
discuoprimento, è celebrato in tut- HOESCA o HUESGA (Oscen),
ta V Oceania. Vi si pubblicano tre Città con residenza vescovile della
periodiche gazzette, havvi regolare Spagna, Aragona, capoluogo del-
in
servizio postale , e piti di sei mi {a suo nome, giace
la provincia del
abitanti, i quali però ogni giorno in mezzo ad una pianura sul de-
si aumentano. Le prime fonda- clivio d ?
un' altura, presso la riva
menta di questa città furono git- destra dell' Isuela, ed è sede di un
tate nel 1804 dagl'inglesi domi- governatore civile e militare. Go-
natori della contrada. de un'amena veduta sulla campa-
La sede vescovile in Hobart- gna vicina, e di un clima dolce e
Town l'eresse il regnante Papa salubre. È circondata da antiche
Gregorio XVI nell'aprile del 1842, mura che cadono in rovina; fra
quando divise il vicariato aposto- le sue strade, che sono belle in ge-
lico della Nuova Olanda Au- nerale, distinguesi quella detta del
stralia nell'arcivescovato di Sydney, Coso che attraversa la città. Gli
e nei vescovati di Hobart-Town e edifizi più rimarcabili sono la cat-
di Adelaide, i cui titolari hanno tedrale di gusto gotico e bene or-
pure le facoltà di vicari apostolici. nata, il palazzo pubblico, il colle-
Per primo vescovo di Hobart-Town gio reale di Santiago, quello di s.

il medesimo Pontefice deputò vi Vincenzo e l'altro dei Bernardini,


l'odierno monsignor Guglielmo Wil- il palazzo dell' università ,
quello
son, della congregazione anglo-be- del conte di Huaza, la collegiata
nedettina, fatto vescovo a' 22 apri- di s. Pietro, ed i conventi de' do-
le 1842, dichiarando la sede suf- menicani e francescani. Possiede
fraganèa della chiesa arcivescovile diversi stabilimenti di beneficenza
di Sydney. La diocesi comprende ospedale, ospizi, ec. L'università vi
pisola e terra di Van-Diemen, es- fu fondata nel i354 da don Pie-
HOE HOE 249
tro IV d'Aragona, e ricevette
re la, e mori durante l'assedio a' 4
grandi privilegi da molti re di Spa- giugno 1094. Il suo successore nel
gna: da questa università uscirono regno d' Aragona e di Navarra don
dottissimi professori di filosofia, di Pietro I continuò l'assedio, ed a-
teologia, e di altre scienze. Il gran vendo vinto diverse battaglie con-
collegio Santiago deve la sua ere- tro i saraceni , la riconquistò nel
zione a Carlo V; quello di s. Vin- 1095 o 1096 con la vittoria d'Al-
cenzo fu fondato da don Jayme coraz, indi vi fissò la sua corte.
Callen nel 1587; altri collegi por- La sede vescovile fu [eretta nel
tano i nomi di s. Orosia e di s. quarto o quinto secolo, e durante
Cruz. Questa città, quasi intera- l'invasione de' mori nell'Aragona
mente consacrata alla pubblica i- fu l'unica sede che vi rimase. Un
struzione, è poco industriosa e com- tempo fu trasferita a Jacca o Jaca
merciante. E patria di s. Orencio città principale de' jaccettani , cui
e di molti uomini dotti, e fra gli la favola die Racco per fondatore,
altri di Martino Cleriguet e Can- e la storia Pompeo il Grande^ che
cer, e di Vincenzo Giovanni di La- almeno la ristorò; ma nel 1094
s tari osa. venne ristabilita ad Huesca. Fu
II nome di questa città è di fatta suffraganea della metropoli-
origine araba, ed i romani la chia- tana di Saragozza, e lo è tuttora.
marono Osca; fu pure detta anti- Il primo suo vescovo fu Vincenzo,

camente Saturnia ed Illergetum, e che occupò la sede dal 553 al 569


persino Faventia. Appartenne ai in cui mori santamente, essendosi
vescitani, e fu grande, ricca e bel- particolarmente distinto nella ca-
la. Nell'anno di Roma 557 Elvio rità verso i poveri : in alcune chie-
e Q. Minucio riscossero dai suoi se è venerato per santo. Meritano
abitanti somme considerabili. Un'ac- special menzione i seguenti vesco-
cademia o pubblica scuola di gre- vi. Gabiuo che trovossi al concilio
co e latino nell'anno 681 di Roma di Toledo degli 8 gennaio 589.
vi fu istituita da Sertorio, il quale Ferriolo o Ferreolo dell' 809 go-
venne proditoriamente ucciso entro vernò ancora la città di Jacca, la
le sue mura, sebbene poi fosse se- quale fu presa dai saraceni nel
polto a Libora oggi Talavera della medesimo anno : fu fatta la sepa-
Regina. Giulio Cesare gli diede il razione di queste due chiese da
nome di Vittoriosa, per cui le me- Gregorio XIII nel i573 ad istan-
daglie di questa città pubblicate za di Filippo II re di Spagna.
dal p. Florez, rappresentano la te- Fortuno o Fortunio dell' 889 mo-
sta di Ottaviano Augusto nipote rì in odore di santità nel 906.
di Giulio nel dritto, ed hanno nel Stefano II fiori verso l'anno 1 100, e
rovescio un cavaliere armato di fu dotto prelato. Riccardo del 1 187,
lancia, coli' epigrafe : urbs victrix a cui istanze Alfonso II re d' A-
osca. I mori s' impadronirono di ragona confermò privilegi accor- i

Hoesca nell'anno 719 di nostra dati a Jacca. Vitale di Centellas


era ; quindi fu eretta in regno da professore di diritto civile e ca-
un principe moro nello smembra- nonico, dottissimo, del 1237. Do-
mento della monarchia andalusa. menico Sola gran teologo e predi-
11 re don Sancio Ramirez assediol- catore, meritò la stima di Akssau
,

2^o HOE ROE


dro IV, e governava ancora nel Maria Saenz de la Guardia della
1253. Giacomo Rocca cancelliere diocesi di Calahorra, fatto vescovo
d'Aragona assistè in morte il re nel 181 5 da Pio VII, il regnante
Giacomo I, e mori nel 1277 in Papa Gregorio XVI gli diede in
buon odore di santità. Fr. Adema- successore nel concistoro de' i5 a-
to domenicano fióri per santa vita prile i833 l'attuale monsignor Lo-
sino al i3oo. Martino Lopez d'Ai- renzo Ramo de San Plas de' chie-
zor arciprete d Huesca, chiamato il rici regolari delle scuole pie, della
padre de' poveri, terminò di vive- diocesi di Temei.
re nel i3oi. Gastone di Moncada La cattedrale è sacra a Gesù.
cancelliere di Giacomo II mori nel Nazareno. II capitolo si compone
i325. Pietro de Urrea de' conti di sette dignità, la prima delle quali
d'Aranda, prudente e caritatevole, è il decano, di ventidue canonici
mori nel i336. Pietro Amariz gran comprese le due prebende teolo-
cancelliere d'Aragona, sotto del qua- gale e penitenziaria, di trenta por-
le Pietro IV accordò particolari zionari, e di altri preti e chierici
privilegi Huesca
all'università di addetti al divino servigio con suf-
morì nel i36o. D. Giovanni d'A- ficiente provvisione. Prima il capi-
ragona e di Na varrà nipote di d, tolo era composto o dividevasi in
Ferdinando V, visse e mori santa- nove dignitari, venti canonici, sei
mente nel i526. Pietro Agostini prebendati, otto cantori e dodici
di Saragozza del i545, dotto e elemosinieri. Nella cattedrale la cu-
piissimo, intervenne al concilio Tri- ra d'anime si esercita dal cappel-
dentino. Pietro Frago prima ve- lano maggiore, una delle sette di-
scovo di Jacca fu trasferito ad Hue- gnità del capitolo ; vi è il fonte
sca nel 1574, ed era stato a detto battesimale e diverse sacre reliquie.
concilio, compianto particolarmente Contiguo alla cattedrale è l'episco-
dai poveri. Diego di Monreal nel pio, solido e decente edilìzio. Ol-
1594 fu traslocato da Jacca ad tre detta parrocchia, nella città vi
Huesca; fece fabbricare un grande sono altre quattro chiese parroc-
spedale pei poveri, e mori nel 1607. chiali, tutte munite del battisterio.
D. Ferdinando de Sada ed Azcona Vi sono altresì otto monisteri e
dall' arcivescovato di Daroca nel conventi di religiosi, sei monisteri
i656 fu trasferito a questa sede, di monache, diversi sodalizi, semi-
e morì assai lodato. Nel 1686 fu nario con alunni, ed il monte di
fatto vescovo il dotto Pietro Gre- pietà. La diocesi è amplissima, con-
gorio d'Antillon. Nel 1738 Io di- tenente centotrenta luoghi con pro-
venne l'agostiniano Placido Bailes prie parrocchie decorate del sacro
celebre predicatore e teologo. An- fonte. I frutti della mensa ad ogni
tonio Sanchez Sardinero, fatto Te- nuovo vescovo sono tassati ne' li-
scovo nel 1744? governò con zelo bri della camera apostolica in fio-
e prudenza: nel 1776 Pio VI gli rini2600, ascendunt ad praesens
die a successore Pasquale Lopez ad 70,000 regalium, monetae de
1

della diocesi di Huesca, traslata to Vellon noncupaL petisionibus gra-


da Jacca. Gli altri vescovi si pos- vali.
sono leggere nelle annuali Notizie
di Roma. Per morte di Edoardo
HOL HOL 2m
Concilii di Huesca. bano Vili nel 1629 Io spedì in
Polonia ablegato al nunzio Amenio
Il primo fu adunato nell'anno Santacroce che creò cardinale , con
5q8 sotto il re Recaredo , e vi si la berretta cardinalizia; e nel i636
formarono dieci canoni, il primo il cardinal Barberini Io fece biblio-

de' quali ordina ai vescovi di ra- tecario della sua libreria, e gli ot

dunare ogni anno gli abbati, i preti tenne un canonicato di s. Pietro


e i diaconi in sinodi, per insegnar Innocenzo X si mostrò benevolo
loro la norma di una vita frugale con Luca, lo dichiarò custode del-
e continente. II secondo ingiunge la biblioteca vaticana, e dicesi che
ai vescovi d' informarsi se i preti, volea crearlo cardinale, per essersi
i diaconi e i suddiaconi osservano posto a mediatore tra lui ed i

la continenza. Regia t. XIV; Lab- Barberini. Egual favore incontrò


be' t. V; Arduino t. III. con Alessandro VII che lo mandò
secondo concilio venne con-
Il ad Inspruck per ricevere l'abiura
vocato nel i3o3 sotto il re Gia- del luteranismo di Cristina regina
como II, per mettere energico ri- di Svezia, ed ammetterla nella co-
paro ai disordini cagionati dai sa- munione cattolica. Ebbe altresì
raceni. Aguirre t. III. grandissima parte nella conversione
HOHANAW. Borgo dell'arcidu- di Federico langravio di Assia
cato d'Austria in Germania, al di- Darmstadt. Morì in Roma nel 1661,
sotto dell'Ens, circondario inferio- d' anni sessantacinque, lasciando la
re del Manhartsberg, sulla riva si- sua libreria al cardinal Barberini ,

nistra della March. Nell'anno 1178 il quale gli eresse un marmoreo


in questo luogo vi fu tenuto un monumento nella chiesa di s. Ma-
concilio, i cui atti non giunsero si- ria dell'Anima ove fu sepolto. Dot-
no a noi. Labbé* t. X; Arduino tissimo delle antichità ecclesiastiche
t. VI. e profane, aveva un penetrante di-
HOLSTENIO o OLSTENIO Lu- scernimento, critica esatta; scriveva
ci. Nacque in Amburgo, ed ivi ed con purità e precisione, per cui si
jn Leida fece i suoi studi. Dopo di- acquistò fama europea. Non com-
versi viaggi , alcuni de' quali fece pose molte opere, ma fece note ed
con Cluvier, si portò a Parigi ove osservazioni esatte e giudiziose che
fu nominato custode della biblio- furono nella maggior parte stam-
teca del presidente di Mesmes, nel pate dopo la sua morte , od inse-
qual tempo si pone la sua conver- rite dai suoi amici nelle loro ope-
sione al cattolicismo, ed ivi fu rac- re. Quando morì stava preparando
comandato al cardinal Francesco un'edizione del codice delle regole
Barberini legato in Francia per lo monastiche di Benedetto d'Aniano,
zio Urbano Vili. Nel 1627 si che doveva ornare con note e dis-
portò in Roma ove venne allog- sertazioni, la quale poi fu eseguita
giato dal cardinale nel proprio pa- in Roma nel 1660, ed in Parigi
lazzo, e fece relazione cogli uomini nel i663. In Roma
venne altresì
che fiorivano in dignità e scienza. nel 1662 pubblicata una collezione
Il cardinale fattosi suo mecenate di canoni ed atti de' concilii, delle
gli procurò diversi benefizi sempli- lettere de' Papi, ed altri monumen-
ci e canonicali in Germania. Ur- ti ecclesiastici da lui raccolti ed
252 HOM HON
ordinali con note piene di erudi- nopoli al patriarca, riguardante Se-
zione. Inoltre tra le sue opere de- vero d' Antiochia.
vono distinguersi due piccoli trat- HONITA. Sede vescovile di As-
tali sopra il ministero e la forma siria nella provincia Adiabena, nel-
della confermazione presso i greci, la diocesi de' caldei sotto la me-
,

impressi nel 1668, e poi ristam- tropoli d' Hazza e di Arbela. Que-
pati con le opere postume del p. ste tre città formavano una volta

Moria dell' oratorio , al quale fu un solo vescovato. I vescovi di


utile. Honita furono: Acepsima, martiriz-
HOLWAN. Ottava proviocia del- zato sotto il re di Persia Sapore,
la diocesi de' nestoriani , di cui nel 37. ° anno della persecuzione
Holwa, città vescovile di Babilonia da lui suscitata contro i cristiani :

verso l'oriente, q'è la metropoli, se ne celebra la festa a' 27 aprile;


essendo distante sei giornate da Dindoe vescovo di Honita e di
Bagdad. In questa città vi soggior- Maalta unitamente; Sergio che fu
narono califfi per godervi la fre-
i suo successore; Rostanio ordinato
scura nella stagione estiva, ed è co- metropolitano d' Arbela ; Ebedjesù
nosciuta anche sotto i nomi di fia- che assistette al concilio riunito dal
la e di Halac- Il suo vescovo gode cattolico Timoteo. Oriens christ.
la prerogativa di trovarsi presente tom. II, p. 1234-
ajP elezione La sua
del cattolico. HONORATI Bernardino, Car-
metropolitana fu trasferita ad Ha- dinale. Bernardino Honorati nac-
madana nel 11 75; e i dieci ve- que in Jesi a' 17 luglio 1724, dal
scovi che conoscono sono i se-
s» marchese Giuseppe e da Maria An-
guenti. Il primo fu Surino metro- na Cima nobile di Rimini. La sua
politano di Nisibi, che nel 754 fu famiglia illustre per quelli che vi

trasferito ad Holwan ; Tommaso fiorirono nelle prelature, nelle scien-


dell' 852 ; Stefano dell'860; Jesuiab ze, nelle armi, nella toga, è oriun-
dell' 893 ; Emmanuele del 900 ; da francese di Avignone, che da quat-
Giovanni I del 962 N. che nel; trocent'anni si è stabilita in Jesi,
1020 impose le mani sul cattolico venendo poscia fregiata del titolo
Jesuiab IV Abdelmissa cui suc-
; , di marchese imperiale dell' Aquila
cesse Giovanni II che trovossi pre- bianca dal re di Polonia Uladi-
sente all' ordinazione di Malachia I slao VII nel 1640 circa. Bernar-
nel 1092, ed a quella di Elia II dino fu mandato dai genitori io
nel uri. Oriens christ. toni. II, Roma nel collegioNazareno, ove
p. 1248. fece singoiar profitto. Terminati ivi
HOMONA o ONOMADA. Sede gli studi attese a quelli della giu-
vescovile della Licaonia nell'esar- risprudenza, e un elo-
pronunziò
cato d'Asia, sotto la metropoli di quente discorso avanti il Papa, i
Iconio, la cui erezione risale al V cardinali e quelli che hanno luogo
secolo, ed ebbe i seguenti vescovi. nelle cappelle pontificie, nella festa
Cirillo che trovossi al primo con- della cattedra di s. Pietro. Per
cilio generale di Costantinopoli ;
quattro anni fu segretario presso
Tiranno che fu a quello di Calce- il prelato Mellini decano degli udi-
donia ; Fotino che sottoscrisse la tori di rota; indi quando Benedet-
relazione del concilio di Coslanti- to XIV creò cardinale Armando de
,

HON HON 2 5i
Rohan nel fjij, nominollo came- della s. Casa. Quanto facesse, e
riere d' onore ed ablegato apostoli- quali alfari trattasse in Firenze, si

co a portargli la berretta cardina- può conoscere dal libro che com-


lizia. Ritornato da questa missione pose e pubblicò colle stampe inti-
con soddisfazione del Pontefice, do- tolato: Relazione della nunziatura,
po avere ottenuto la laurea di di Firenze. Da questa il Pontefice
dottore, possedendo le rendite
e lo trasferì a quella della propria
opportune, fu da Benedetto XIV patria Venezia. Da Pio VI prima
ascritto nella prelatura, e dichiara- fu fatto segretario della congrega-
to referendario delle due segnatu- zione de' vescovi e regolari, poi nel
re. Quantunque prelato difese di- 1777 a* 23 giugno cardinal prete
verse cause, e con tanta rettitudi- de' ss. Marcellino e Pietro , ed ai
ne , eh' egli di se stesso dice nel 28 luglio vescovo di Senigallia
proprio commentario : ita sapienter annoverandolo alle congregazioni
dirimebat, ut utrique parti casus ,
de' vescovi e regolari , della disci-
acceptasque redderetur. Nel ij5o plina, della lauretana, e delle in-
fu fatto ponente del buon gover- dulgenze e sacre reliquie. Nel suo
no, e successivamente fece le veci episcopio ebbe Y onore di ricevere
del cardinal Riviera protettore del nel 1782 Pio VI , e nel 1800
collegio Piceno in Roma ; indi ven- Pio VII. Zelante vescovo riordinò
ne promosso a vice- legato di Ro- molte cose nella diocesi, ed arricchì
magna, mentre il legato cardinale l'orfanotrofio, oltre quanto si legge
Bolognetti era gravemente infermo ; nel libro da lui composto che por-
ed il cardinal Enriquez che gli ta per titolo: Bernardini cardina-
successe, essendo mancato di vita lis Honorati commentarius de re-
dopo circa sedici mesi, Bernardino bus suis, stampato in Senigallia dal
dovette governar solo la provincia, Lazzarini. Intervenne all' elezione
ciò che disimpegno con lode di di Pio VII, fu lodato per un com-
Benedetto XIV. Questi lo nominò plesso di virtù ed egregie doti , e
commissario apostolico della santa mori in Senigallia a* 12 agosto
casa di Loreto, ove il prelato tolse 1807, venendo esposto e sepolto
le questioni che solevano insorgere in quella cattedrale. Il di lui ge-
tra* suoi predecessori ed il vescovo. nitore fu grande amatore e culto-
Nella sede vacante per morte di re delle belle arti , distinguendosi
Benedetto XIV, tra' cardinali che nella pittura. Nella cattedrale di
ospitò in recarsi al conclave, vi fu Jesi eresse una sontuosa cappella
il cardinal Rezzonico, che divenuto dedicata a s. Lorenzo martire, con
Clemente XIII, e grato alle atten- bellissimi marmi ed eccellenti pit-
zioni avute, lo spedi nunzio a Fi- ture r collocando ai lati i monu
renze. Ricevuti i sacri ordini da menti sepolcrali degli avi. Ora in
monsignor Bacchettoni vescovo di questa cappella nel 1779 fu collo-
Recanati e Loreto, nel concistoro cato un monumento con iscrizione
de' 28 gennaio 1760 il Papa lo pre- in onore del cardinale. Esso vi-
conizzò arcivescovo di Sida in parti- vente fu protettore del collegio di
bus; e fu consacrato vescovo dal me- s.Bonaventura e della cappella
,

desimo monsig. Bacchettoni per pon- in s. Maria Maggiore di


Sistina
tificia concessione, nella cappella Roma; della terra di Salterà, e
7 54 11 ON HON
coni proiettore della città di Cori- mò il p. ab. Biagi camaldolese^
naldo, e della società georgica dei quelle persone dispensate per mol-
Sollevati di Treia. ti giusti titoli dal buon criterio di
HONTHEIM (de) Giovanni Ni- bibliografìa, innalzarono al settimo
cola. Nacque a Tre veri a' 1 7 gen- cielo l'incognito autore come som-
naio 1701, e successivamente di- mo giureconsulto e quasi un Gro-
venne decano del capitolo di s. zio, un Puffendorf, un Barbeyrac.
Simeone, consigliere di stato e can- Scopertosi poi che Giustino Febro-
celliere dell' università di Treveri. nio era il vecchio Giovanni Nicolò
Benedetto XIV nel concistoro de' 2 ab Hontheim. vescovo suffraga neo
dicembre 1748 lo dichiarò vescovo di un elettore e principe del sacro
col titolo in partibus di Miriofidi, romano impero sempre più au- ,

e suffraganeo di monsignor Fran- mentarono quelle persone a loro


cesco Giorgio di Sconborn arcive- sognato vantaggio il sognato me-
scovo ed elettore di Treveri. Ivi rito del libro, la cui parte più no-
nel 1750 pubblicò la Storia diplo- tabile sono i principii che profes-
matica di Treviri col proprio no- sava l' autore , e la maniera con
me, la quale gli acquistò molta cui imprese a sostenerli. Si era
stima e celebrità in Germania. Gli proposto , com' egli dice , di resti-
si attribuisce pure il libro Prin- : tuire l'unione alla Chiesa, ma in
cipiorum furti pub. ecclesiastici ca- vece vi gittò il pomo della discor-
tholicorum , ad usum Germaniae. dia. E in fatti, era un buon mez-
Se non è suo, egli però convenne zo di pacificare la Chiesa, l'inveire
nelle erronee massime che contie- contro il venerabile suo capo, Y i-

ne, e T adottò. Egli è principalmen- spirare a' suoi figli una diffidenza
te conosciuto per la male augurata inquieta e gelosa per il loro padre
opera intitolata con falso nome: comune , ed il procurare con ma-
Justini Febronii J. C. de statu niere aspre ostilità continue contro
praesenti Ecclesiae et legitima po- la santa Sede e l'unità cattolica?
testale romani Pontificis, liber sin- Qualunque cosa vera che disse
gùlàris, ad reuniendos dissidentes l'autore fu da lui tolta in parti-
in religione chrislianos compositusì colare dai teologi francesi , e ciò
di prima edizione comparve
cui la che disse d' inesatto e di erroneo
a Bouillon nel 1763. Questa ope- fu tratto dai protestanti é da scrit-

ra condannata e in qualche modo tori che cercavano di affliggere Ro-


ritrattata, deve la sua famosa ce- ma in tempo di discordie. Tanti
lebrità non all' ingegno o alla eru- diversi materiali, che non era-
fatti

dizione dell'autore, meno provisto no per stare insieme, vennero com-


dell' uno che dell' altra , ma alle pilaticon poca arte dal preteso
misere circostanze de' tempi. Nel- Febronio. Egli pose vicino de' ma-
l'Europa in quell' età molte per- teriali che si distruggono l' uno
sone pubbliche e private erano di con l'altro; cadde in contraddizio-
animo insofferente dei legittimi di- ne, e negò in un passo quanlo
ritti della Sede apostolica , legitti- avea affermato in un altro. Baste-
mamente dalla medesima esercita- rebbe paragonare soltanto titoli i

ti. Alla comparsa di questo pseu- delle sezioni e dei capitoli dell' o-

donimo giureconsulto, come lo chia- pera, per essere persuasi che l'au-
HON HON 2 55
tore non intende sé medesimo, e l'abbiano ad usufrutto. Amplifica
che non è d' accordo con se stes- poi Febronio la episcopale autorità,
so : la poca delicatezza del Febro- facendo di ciascun vescovo un Papa
nio suir articolo della sincerità ven- nella sua diocesi. Dice egli che ogni
ne a lui rimproverata particolar- vescovo in essa può dispensare da
mente anche dai suoi fautori. Fu qualunque legge ecclesiastica, an-
biasimato con giusti rimproveri per che de' generali concilii; e che sen-
la maniera disprezzante con la qua- za dipendere dal romano Pontefi-
le religiosi, non addicen-
parlò dei ce, ordinare '
può de' vescovi per
dosi ad un vescovo copiare su tal originaria podestà da Cristo rice-
materia le lagnanze e i motteggi vuta.Nega egli a' vescovi singolar-
dei nemici della Chiesa romana. mente considerati il dono dell' in-
La parte più curiosa dell' opera di fallibilità; ma
concede loro l'auto-
Febronio è il terzo ed ultimo ca- rità di condannare l'eresie, cioè di
pitolo, in cui egli si occupò seria- definire autorevolmente quale pro-
mente d'insegnare la maniera di posizione sia eretica: affare ch'esi-
formare uno scisma discendendo , ge l' infallibile autorità ; e ad eser-
in ciò alle più minute partico- cizio diquesta dona loro la podestà
larità. autorevole di esaminare le pontifi-
Scrive il p. ab. Biagi che lo sco- cie definizioni. Al romano Pontefi-
po primario dell'opera, cui colli- ce sembra egli concedere un pri-
mano naturalmente tutte le parti mato autorevole in tutta la Chie-
della medesima, è quello di sner- sa, ma realmente non gli dà se
vare il divino primato del roma- non quello di generale ispezione,
no Pontefice, e di stabilire nella cura e sollecitudine. Lo fa mae-
Chiesa un governo pressoché re- stro e pastore di tutta la Chiesa,
pubblicano. Febronio per non vo- ma solo distributive non collecti-
ler esso fare la comparsa di anti- ve. All' imperatore fa dono della.
pontificio, incomincia dallo stato podestà di convocare i concilii ge-
della Chiesa. Stabilisce egli da prin- nerali,imponendogli solamente la
cipionon convenire alla Chiesa al- obbligazione di comunicarne la no-
cuno degli stati politici, cioè né tizia agli altri principi cattolici.
monarchia, ne aristocrazia, ne de- Sostiene che il Papa non ha auto-
mocrazia. Forma della Chiesa una ritàné infallibile, né ultima, ne
specie di collegio ; non vuole che puramente monarchica ; ch'egli non
sia uno stato; ma si differenzia l'ha di suo diritto, ma dalla con-
dagli eretici, e si contraddice, do- cessione de'concilii e de* vescovi,
nando a quel collegio la forza coat- come l'autorità delle riserve, delle
tiva, che quelli negano. Per isfug-
le dispense e de' benefizi, e di giudi-
gìre egli la natura di un sempli- care delle cause contenziose de've-
ce collegio, che alla Chiesa dà Puf- scovi e de' chierici. Aggiunge che
fendorfio, cade egli, o non voglia i vescovi hanno per errore concesso
voglia, nel Richerismo, dicendo che ai Papi delle riserve ; che i Papi si
le chiavi, cioè la podestà, è data sono arrogati delle autorità vescovi-
primamente e propriamente al cor- li, come lo è quella di mandare
po, non al capo della Chiesa, per- nunzi con autorità pontificia dele-
chè essa ne deputi i ministri che gata a diminuzione deirepiscopale;
2$6 HON HON
quella delle congregazioni romane, sistere i corpi religiosi; ingiuriando
e l'altra eli appellazione di varie la loro condotta, sottoponendoli al-
cause al tribunale pontifìcio; ed as- la civile autorità per sottrarli dal-
segna di tuttociò primamente per l'ecclesiastica, e biasimando sino la
cagione le decretali Isidoriane, ed santa legge del celibato, sì utile al
altre inette ragioni che non meri- clero come alla società intiera; in-
tano d'essere menzionate.
Tale è troducendo mille altri disordini di
in compendio l'opera del mentito cui sono piene le storie del decorso
Febronio, libro che al dire del Ber- secolo e di quello corrente. Fino
castel divenne il codice disciplinare dall'anno 1764 il Papa Clemente
dei giansenisti, dei falsi filosofi, e XIII, con breve de' 1 4 marzo, indi-
dei realisti, cioè di quelli che at- rizzato a Clemente Venceslao dei
tribuiscono a' principi o governi duchi di Sassonia vescovo di Fri-
parte della potestà ecclesiastica. singa ed amministratore di Rati-
Nel 1767 Febronio fece una se- sbona, condannò il libro, ed ener-
conda edizione della sua opera au- gicamente Iagnossi che Febronio si
mentata di tre appendici, in cui fosse in certa qual maniera incari-
pretendeva di rispondere agli scrit- cato di ripetere e di promulgare
ti pubblicati contro di lui; modi- le declamazioni dei protestanti e
una o due as-
ficò in tale edizione dei nemici dichiarati della santa
serzioni che i migliori suoi amici Sede. Clemente XIII scrisse pure
biasimato avevano nella prima, ma ai tre elettori ecclesiastici di Ma-
lasciò sussistere la sostanza de'suoi gonza, di Colonia, e di Tre veri
principi]. Le conseguenze dell'inse- che allora era Gio. Filippo di
gnamento Febroniano furono pron- Walderdorff, al cardinal de Rodt
tissime a cagione delle vicende dei vescovo di Costanza, ai vescovi di
tempi. Non solo vari magistrati ci- Erbipoli e di Augusta, ed all'arci-
vili allora e poscia esattamente se- vescovo di Praga , ai quali racco-
guirono neir illegittima e troppo mandò di contrapporsi al dissemi-
biasimevole resistenza alle saggie namento di quest'opera >» esiziale,

disposizioni e necessarie leggi della atta più a pervertire i cattolici, che


santa romana Chiesa ; ma molti a convertire gli eretici ; e diretta
privati sollecitamente calcarono le a rovesciare dai fondamenti la cat-
pedate di Febronio , ed amplifica- tedra romana con dottrine assurde
rono i mezzi da lui proposti per tolte dagli uomini
eretici , e da
iscuotere l'obbedienza, al supremo nemicissimi Sede »
della santa .

capo della Chiesa. Vedendo essi Non solo Clemente XIII con detto
che il clero secolare e regolare so- breve condannò siffatta opera, che
no un grande teorico- pratico so- furiosamente impugnando i diritti

stegno della pontificia autorità, per della Sede


santa , con temerario
mille vie si scagliarono contro del- ardire procurava di sciogliere l'u-
l'uno e dell' altro clero. Incomin- nità della Chiesa; ma la fece in-

ciarono ad attaccare le così dette serire nell' indice de' libri proibiti,
mani morte, ossia le più vive del- la cui congregazione la proscrisse

la repubblica, togliendo loro il pos- con decreti de' 1 7 febbraio 1764,


sesso de' beni temporali, senza di e 3 febbraio 1766, approvati da
cui moralmente non possono sus- Clemente XIII, e con decreti del
,

HON HON 257


i^i e del 3 marzo 1773, appro- vatìones summariae ad JustinìFe-
dati da Clemente XIV, cioè non brùnii ec, 1764, del p. Giuseppe
solo il primo libro e le appendici, RIeirter gesuita, e professore di teo-
ma anche le diverse edizioni. L'ar- logia ad Heidelberg. Dello stesso
civescovo di Colonia
ed i vescovi è l'opuscolo, Unio dissidentium ec.
di Augusta , Liegi , Ratisbona, e L'uno e l'altro furono ristampati,
Wùrtzburgo pubblicarono la cen- formando la prima parte Opuscu-
sura del Pontefice Clemente XIII, lorum criticorum contra Justinì Fé-
è pronunziaronsi contrari all'opera. bronii Jcti librimi de legitìma potc-
Nel 1765 l'università di Colonia e- state stimmi Pontificis , che colla
saminò l'opera di Febronio, e die- falsadata d'Amsterdam s'incomin-
de un giudizio accademico confor- ciarono a pubblicare nel 1765.
me a quello del Papa. L'assemblea Siccome Febronio si sforzò inutil-
del clero di Francia consultata sul mente nella riproduzione del suo
Febronio, rispose che quest'opera libro fatta a Francfort di risponde-
poco conosciuta fra loro, passava re, pronti furono altri con confu-
per sommamente inesatta, favoriva tazioni a combatterlo. Due di essi
le novelle opinioni, e si scostava con finti nomi pubblicarono nel
dalla dottrina e dal linguaggio di 1765 le seguenti opere. Epistola)
cui la chiesa gallicana aveva tante Ladislai Simmeschovini Tusci-Ro«
volte fatto professione sul primato mae, et a Sorbona Lutetiae Pari-
de'Papi, e sull'autorità della Chie- siorum probata nunc primum pati*ì

sa romana. cis muta±


intuita circumstantiarum
Frattanto gli eterodossi ne'Ioro tis, in lucem atque ad
Ju- ci. v.

giornali letterari fecero superbi en- stinum Febronium Jctum emanata


comi opera Febroniana, ed in
all' Sienae. L'altra voluminosa : Vindi-
Portogallo la lodò il noto e famo- ciarum adversus Justinì Febronìi
so p. Pereira nelle opere che scris- Jcti de abusu et usurpatione sum~
se contro la santa Sede. In alcune mae polestatis pontifìciae librunt
università, e presso diversi princi- singularem liber singuralis, aucloré
pi cui accomodavano i principii di RR. DD. Gregorio Trautweìn. Pre-
Febronio^ questi divenne un ora- gevole è pure altra operetta intito-
colo, ed il Mentore nelle questioni lata , Universitatis Coloniensis dà
di diritto ecclesiastico. Questa falsa proscriplis a ss. D. N. Clemente
gloria presto si dissipò, per un XIII Actis pseudosinodis Ullra/e-
gran numero di scrittori cattolici ctinae, ec.Anche l'eruditissimo p»
che sino dalla sua apparizione si Francesco Saverio Zech gesuita
scagliarono valorosamente a confu- professore di diritto canonico ad
tarla, e vi riuscirono con felice Ingolstadt, confutò Febronio nel-
successo, laonde nomineremo quel- l'opera De judiciis ecclesiasticis ad
li ch'egregiamente si distinsero, fu* Germaniae caiholicae principia et
stimano Frobenio ossia il eh. A- usum pubblicati nel 1766 in det-
ì

mort fu il primo, o anzi il p. ta città nel cap. XIII De schisma-


Sappelio di cui è l'Epistola ad ci. te. Nel seguente 1767 altre due
v. Justinum Febronium ec, 1764: opere stamparono, una del p.
si

breve epistola ma piena di buone Sappel recolletto, Liber singularis%


ragioni. Più copiose sono le Obser* ec. , e d. KauffmannSj Pro stata
yol. ixxin. '7
*5S HON II ON
Ecclesiae, ec. Il p. Traversala sci- privata del Zaccaria, a lui scritta
vita in Faenza die alla luce una ed a solo suo vantaggio. L' italia-
confutazione. In Firenze nel 1765 no, secondo il buon ordine della
pubblicassi il libro, De legittima carità, primieramente pensò all' u-
pò testate et spirituali monarchiae lile de' suoi nazionali, massime per
lì. Pontìficis adversus Febronium contrapporla al velenoso libro del
Jcltim, dal p. Raimondo M. Corsi Febronio. Quindi l'infaticabile Zac-
riprodotto nel 1767 a Venezia in caria essendo stato pregato da te-
italiano Proposizioni apologetiche
1 deschi e da italiani di tradurre ad
della potestà legittima ec. A. Ve- universale utilità in latino linguag-
nezia dal dotto p. Sangallo mi- gio la sua opera, vi accondiscese,
nor conventuale inquisitore d'Adria e coi tipi del Basini stesso in Ce-
venne pubblicato, Dello stato del- sena la pubblicò nel 1772 con
la Chiesa, e legittima potestà del nuove aggiunte. Non solo il Zac-
romano Pontefice, ec. libro apolo- caria trionfalmente confutò l'opera
getico contro il nuovo sistema di Febroniana, ma ancora uno dei
Giustino Febronio : quest'opera fu suoi difensori, eh 'erasi celato sotto
tradotta in tedesco col titolo Ati- il nome Theodorus a Palude,
di
tifebronio. Dipoi nel 1770 in Luc- essendosi aumentata di giorno in
ca fu stampato del medesimo : giorno sino a cinque volumi , per
Saggio compendioso della dottri- le insulse risposte che il mentito
na di Giustino Febronio, e confu- Febronio dava a' suoi invitti cen-
tazione della medesima» In questo sori. Nel 1768 il dotto cappucci-
argomento si distinse pure il p. no p. Bartolomeo da Cocalio die-
Valsecchi domenicano professore di de in luce le sue lettere latine :

Padova. Ilalus ad Febronium J. C. de sta-


È classica, e da tutti venne ap- lli Ecclesiae, colla data di Lugano,
plaudita l'opera dottissima del ce- di cui furono fatte due altre edi-
lebre ex gesuita Francesco Zacca- zioni, in cui risponde alle risposte
ria, col titolo : Antifebronio o sia date da Febronio a' suoi confuta-
apologia storico-politica del pri- tori, e di questi difende le dottrine.
mato del Papa, ec. Pesaro 1767. Inoltre nel 1768 pubblicò pure la

A richiesta di alcuni gabinetti, se- risposta a Febronio il dottissimo e


guaci delle erronee massime del insuperabile sacerdote veronese Pie-
finto Febronio, benemerito auto- il De polestate ecclesia-
tro Ballerini,
re perdette il posto che godeva di sticasummorum Pontificum, etc,
bibliotecario del duca di Modena, una cum vindiciis auctoritatis pon-
e da questo fu esiliato dai suoi ficiae contra opus
ti Justini Febro-
dominii, siccome rileva il Novaes. nii, coll'appendice De infallibilita-
Questa opera , sopra le altre te- te eorumdem Pontificum in defini'
muta dall'avversario, fu ristampata tionibus fidei , appoggiata princi-
con notabili aggiunte nel 1770 in palmente alla prima sua opera :

Cesena per Gregorio Basini. Si la- De vi, ae ratione primatus Rorna-


gnò subito Febronio che Zaccaria narum Pontificum etc, opere che
risposto avesse in italiano ad uno non hanno mai toccate nemici i

scritto latino, quasi che l'opera in di Roma, perchè né hanno né pos-


quattro volumi fosse una lettera sono aver denti da mordere. La-
1I0N HON 259

Sfiatisi alcuni che non si fosse ri- ne di quella congregazione unita al-
sposto al terzo libro di Febronio, Je istanze dell'elettore fecero che sì

il Zaccaria ebbe la pazienza eli scri- alla fine nel 1778 mostrossi l'Hon-
vere e pubblicare ancora nel 1774 theim disposto a ricredersi. Diccsi
il libro intitolato: In tertium Ju- che nel mese di luglio di detto an-
slini Febronii tomum animadver- no facesse egli una dichiarazione, la
siones romano-calholicae, tribus e- quale però non fu giudicata sufficien-
pistolis eomprehensae. Ed avendo te in Roma; venne quindi invitalo
egli nella sua prefazione, scritta a a presentare un atto più preciso e
nome dello stampatore Zempel, di- più strettamente opposto all' erro-
mostrata co' testi di s. Cipriano nea dottrina del suo libro. Egli
l'analogia delle opere ereticali con dunque sottoscrisse il primo no-
quella di Febronio, ha in fine del vembre 1778 una ritrattazione ra-
volume aggiunto il libro dello stes- gionata, solenne e libera della sua
so s. Cipriano, De imitate Eccltsìae, opera, nelle più ampie forme, con-
da lui illustrato con annotazioni. fessando sinceramente in essa ch'e-
Nel medesimo anno 1774 il sacer- ra caduto in errore, e che ricono-
dote Francesco Maria Pedrazzi par- sceva i diritti della santa Sede da

roco di Fano pubblicò in Pesaro: lui precedentemente impugnati od


UA ntifebronio in difesa dello sta- obliati. Un avvenimento sì fausto,
to della Chiesa, e della podestà e per sempre memorabile nei fasti
del sommo Pontefice romano. Di della Chiesa fu comunicato al Pa-
quest'opera nel 1784 ne fu fatta pa dal medesimo elettore di Tre-
altra edizione: Anlifebronio ec, con- veri, con lettera dei 1 5 dello stesso
tro condannata opera di Giu-
la mese. Ricevette Pio VI la lettera
stino Febronio contro il commen-
, e la ritrattazione del ravveduto
tario alla sua ritrattazione. Final- de Hontheim, e siccome colmo di
mente, per non dire di altri, l'in- religiosa gioia pel trionfo della Chie-
comparabile e dottissimo p. Tom- sa cattolica, credette di dover dare
maso Mamachi domenicano, in tre una certa solennità alla emessa abiu-
volumi stampati nel 1776, ci diede ra. A tale effetto non nella notte
Epistolarum ad Justinum Febro- di Natale, come dicemmo altrove
nium, de ratione regendae christia- sull'autorità del Novaes tom. XVI,
nae reipublicae deque legitimae R. § XLH, ove tratta eruditamente di
Pontifìcis potesiate. Febronio, ma sibbene nella matti-
Divenuto sino dal 1768 il sud- na di Natale, come si legge nel nu-
detto Clemente Venceslao di Sas- mero 4 8 * del Diario di Roma del
sonia arcivescovo ed elettore di Tre- 1778, lo partecipò al sacro colle-
veri, cercò di ricondurre il suo suf- gio. Pertanto Pio VI, dopo aver
fragane© de Hontheim al retto sen- celebrato pontificalmente, convocò
tiero, ed all'abiura de'falsi suoi pria- nella camera capitolare della sa-
cipii. Intanto il Pontefice Pio VI grestia della basilica vaticana i car-
nominò una congregazione presie- dinali in concistoro, e da monsi-
duta dai cardinali Boschi ed Anto- gnor Stay segretario de' brevi ai
nelli, per un rigoroso esame del li- principi fece leggere la ritrattazio-
bro di questo vescovo mascherato ne, unitamente alla lettera dell'e-
col nome di Febronio: la decisio- lettore, con cui pregava il Ponte-
?.6o HON HON
fìce di assolvere il traviato prelato appellazioni di tutte le cause ec-
dalle incorse censure, per cui Pio clesiastiche. Che riguardo alla fe-
VI con apposita allocuzione parlò de, a' sacramenti , alla disciplina ,

con molla energia a' cardinali del- alla podestà ecclesiastica, ha il pie-
l'avvenimento, lodando nel tempo no diritto di pronunziare, ec. A' 3
stesso la mediazione dell'elettore, e poi del seguente febbraio il vesco-
la docilità del ravveduto vescovo, scovo Hontheim mandò la sua ri-

che sprezzando i riguardi umani, trattazione, cogli atti del concisto-


era tornato al fonte della verità la ro, al clero ed ai fedeli della dio-
santa Sede, per la quale docilità cesi di Treveri, unendovi una let-

cristiana il santo Padre riammise tera pastorale , nella quale confes-


alla comunione de'fedeli l'Hontheim. sava eh' erasi lasciato traviare da
In pari tempo vennero fatte a que- opinioni pericolose, e nella quale
sto prelato le maggiori felicitazioni le abiurava nuovamente, e rinun-
per un passo che consideravasi e- ziando per sempre a quanto aveva
gualmente consolante per la Chie- detto nel suo Febronio, s' impe-
sa, quanto onorevole pel vescovo. gnava a combatterlo : notificò pu-
Gli atti del concistoro furono stam- re un ordine
dell'elettore di Treve-
pati, e mandati in Germania ed ri, che proibiva di leggere o di ri-
altrove, per così cancellare ogni tenere il suo libro. Dipoi avendo
qualunque impressione avesse po- alcuni malevoli sparso che la sua
tuto fare in quelle contrade la fa- ritrattazione gli era stata estorta
migerata opera di Febronio. per seduzione e con minacce , e
La ritrattazione del Febronio con- che le sue confessioni non fossero
teneva diciassette articoli. Egli con- state libere interamente, egli ai i
fessava di essere caduto nell'errore, aprile 1780 pubblicò una dichia-
e pregava il Papa ad avere riguar- razione, che inviò al suo arcive-
do al suo pentimento. Riconosceva scovo dove 1' assicurava
elettore,
che le chiavi della Chiesa furono che la sua ritrattazione era stata
date ad un solo , e nello stesso sincera, e ch'egli prometteva di
tempo all'unità. Che il primato del confermarla in un'opera, sulla qua-
Papa è primato di giurisdizione, e le allora travagliava. Tale dichia-

dev'essere perpetuo. Che la Chiesa razione, che in lingua latina e fran-


ha diritto di determinare il senso, cese fu pubblicata dai giornali e
e di giudicare la dottrina delle pro- gazzette, la riporta il Bercastel nel
posizioni. Che si deve un'intiera voi. XXXIV, p. 2o5, edizione ve-
obbedienza alla bolla Unigenitus. neta dell' Antonelli. In fatti nel-
Che nascendo qualche dubbio sullo l'anno seguente 1781 die alle stam-
stato della Chiesa, si deve ricorre- pe in Francfort il libro: Justini
re al Papa. Che il concilio di Tren- Febronìi J.commentarius in.
C.
to era stato libero , e che savia- suam retractationem, Pio VI Pont,
mente aveva fatto nel riservare al max. hai. novemb. submissain. L'au-
Papa certe dispense. Che bisogna tore sviluppa la sua ritrattazio-
riguardare come illegittimi i vesco- ne in trentotto articoli o propo-
vi che da lui non sono riconosciuti. sizioni, la conferma di nuovo quan-
Che giusta cosa fu il riservare a to alla sostanza, ma ad alcuna di
lui la canonizzazione de' santi, e le esse diede delle interpretazioni, e
6

HON HOR 26r


delle modificazioni che molti han- cosa certa, ritornò al suo
vomito,
no creduto contrarie all' atto del e morì nella sua eresia. Nel Supple-
primo novembre dell'anno 1780. mento del giornale ecclesiastico di
Veramente in questo Commentario Roma dell'anno 1792 si tratta qual

molti luoghi vi sono , ne' quali si sia la ritrattazione di Giustino Fe-


ravvisa l'imbarazzo ed il raggiro bronio; si riporta la sua lettera scrit-
di uno scrittore , che non vuole Martino Gerbert principe
ta al p. d.
interamente abbandonare le prime abbate diSelvanera; si parla della di
sue asserzioni , che ritiene da uua lui opera riprovata dal clero gal-

mano ciò che cede dall'altra, e licano nel1775, e della ritrattazio-


che snerva con restrizioni parziali ne del medesimo procurata dal se-
le confessioni che fa, ed i principii renissimo elettore di Tre veri. Ecco
ai quali sembra di ritornare. Co- l'elenco delle altre opere di Gio.
munque però sia della sua sinceri- Nicola de Hontheim. i.° Decas le-
8
tà in quest' ultimo libro , egli vi gum Tre veri 1736.
illustrium, 2.
fece inserire in fine gli atti con- Historia Trevirensis dogmatica et
cistoriali de' 25 dicembre 1778, il pragmatica, exhibens origines Tre'
breve che Pio VI gli avea indi- viricas , Gallo - Belgicas 3 Roma'
rizzato , la pastorale da lui stesso nas, Francicas etc; jus publicutti
pubblicata, e 1' estratto di un libro particulare archiepiscopatus et eie-
pubblicato a Roma, nel quale si ctoratus Trevirensis y sed et historiani
voleva provare che la sua ritrat- civilem et ecclesiasticam ab anno
tazione era sincera, opera del sul- 4 1 8 ad antiurti 745, Weithem
1 1 7 5o

lodato Zaccaria. ed Augusta 17^7 : opera la più com-


De Hontheim finalmente mori a'2 piuta che esista sulla storia del ve-
settembre 1790 nel suo castello di scovato di Treveri. 3.° Nova agen-
Montquintin nel ducato di Luxem- da prò archidioecesi Trevirensi,
bui'go, in età di quasi novant' an- Augusta.
ni, dopo l'infausta gloria e lagri- HORMUTZ od HORMUZ. Se-
mevole rinomanza di aver contri- de vescovile della Caramania, in
buito ad intorbidar la Germania, e fondo del golfo Persico, la cui cit-
fortificato in questo paese un par- tà dicesi fabbricata da Hormisda
tito a lui favorevole.^. ìeMémoìres re di Persia a , motivo degli ar-
pour servirle, dell' ab. Jauffiet t II, mozei di cui parla Plinio, i quali
p. 221 e seg. Nel tom. X delle andarono a stabilirsi nella parte
Testimonianze delle chiese di Fran- dell'Arabia Felice, vicino a quel
cia sopra la così detta costituzio- golfo ed in faccia alla Caramania,
ne civile del clero, decretata dall'as- quindi nell'isola Ogiri che chia-
semblea nazionale, raccolte e tra- mavasi Zaran, cui fu poscia dato
dotte dall' ab. Serafino Viviani ro- il nome di Hormutz. I nestoriani

mano (fatto da Pio VII cameriere vi ebhero dei vescovi, e ve n'era-

d onore, da Leone XII canonico della no ancora negli ultimi secoli. Il


basilica lateranense, e dal regnante cattolico Elia lagna vasi nel 161
Gregorio XVI prelato domestico) col Pontefice Paolo V, per le ves-

ce, che furono stampate in Roma da sazioni che facevano i portoghesi a


Giovanni Zempel nel 1792, si leg- quelli della sua comunione, che aA
ge che il Febronio, come si dice per bitavano in Hormutz, a Goa eo}
,

262 HOS HOS


anche più in là, interrogandoli sul- ebraica, soggiunge il Macri, si de-
la loro credenza, abbenchè fossero ve pronunziare Hosciluutna, poi-
ignorantissimi. Furono vescovi di che Hosciha significa salvifica, e
Hormutz, Gabriele che sedeva ver- l'iuteriezione Na vale tanto quan-
so Tanno 54o, e scrisse contro i to appresso i latiui Quaeso, e ap-
manichei ed i caldei, e Teodoro presso gì' italiani di grazia. Il Sar-
mandato dai cattolico Jesuiab III nelli nelle Lettere eccles. tom. VI,
per ricondurre sotto la sua obbe- lett. Vili, nel trattare dell'Hosan-
dienza i vescovi della metropoli di na e suoi significati, dice che dalla
Persia, i quali eransi sottratti dal- settuagesima sino a Pasqua si met-

la giurisdizione del cattolico di Se- te nelle laudi salmo Confitemini


il

leucia. Oricns christ. toni. II, pag. in luogo del salmo Jubilate> per
j 3 1
7. denotare doversi istruire i fanciul-
HORNE Arnoldo, Cardinale. Ar- li, acciocché sappiano cantare le
noldo de' conti di Home tedesco laudi nella domenica delle palme,
da vescovo d' Utrecht fu trasferito perchè questo salmo appartiene a
alla sede di Liegi, che non ottenne quel giorno, come scrive s. Giro-
senza gravi contraddizioni, essendo lamo uelT epist. i45 a s. Damaso
stato Clemente VII
dall'antipapa I Papa, spiegando la parola Ho-
proposto altro soggetto al governo sanna, che registrò s. Matteo e. 21,
di quella diocesi. Arnoldo seguen- v. 9, descrivendo l'ingresso in Ge-
do l'obbedienza del legittimo Pon- rusalemme in detto giorno di Ge-
tefice Urbano VI, questi nelle tem- sù Cristo, a cui le turbe incon-
pora dell'avvento del 1 38 1 lo creò trandolo, e seguendolo con rami di
cardinale di santa romana Chiesa. palme iti mano, ripetutamente e-
Ma a cagione del fiero scisma Hor- sclamarono Hosanna fdio David,
:

ne rese al Papa le dovute grazie, come volessero dire, Signore, con-


ricusò di vestire la sacra porpora, servate questo figlio di Davidde, col-
e mori d' anni cinquanta. Trasferito matelo di favori e di prosperità.
nel territorio di Home, fu sepolto Gli ebrei chiamano Hosanna al-
nel monistero delle monache cister- cune preghiere ch'essi recitano nel
ciensi, detto Keserbos, fondato dai settimo giorno della festa dei ta-

suoi antenati. chiamano Hosanna rab-


bernacoli, e
HOSANNA, HOSClANNA,0- ba, o grande hosanna la festa me-
SANNA. Acclamazione festevole, for- desima dei tabernacoli, perchè ri-
inola di benedizioni o di felici au- petono più volte la parola Hosan-
gurii, parola ebraicache significa na. per domandare la benedizione
fa salvare adesso, o fa salvare, e di Dio sul nuovo anno. Il Baro-
derivante da Hosci-anna. Il Ma- nio ed il Rinaldi all'anno 36, nutn.
cri nella Notizia de vocaboli eccle- 5, 6 e 7 dicono che gli ebrei
,

siastici, alla parola Hosanna dice quando portavano rami delle pal- i

che s. Ilario, come poco pratico me, dei salici od altro nella festa
della lingua ebraica, stimò che Ho- de' tabernacoli , i medesimi rami
sanna significasse redenzione, come chiamavano Hoscihanna, dalla qua-
scrive s. Girolamo, e nel medesi- le antica consuetudine dipoi chia-
mo modo la spiegò s. Ambrogio: marono gli ebrei Hoscilianna il ra-
secondo la vera regola della frase mo, anzi nelle preghiere quaudo
,

HOS HOS 263


dicono la detta voce alzano il ra- Leon de la Rose, «/. C. regius in-
mo. Ecco le parole del Rinaldi : gressus in urbem Hierosolyma ,

« L'essere nominati Hosciahanna i Lo»dini 1721. Conchiude il Sar-


rami soliti adoperarsi in quella so- nòtlli, noi diciamo due volte nella
lennità, non d'altronde a giudizio santa messa questa acclamazione
nostro procedeva, perchè aggiran- Hosanna berama, cioè Hosanna
dosi gli ebrei intorno all'altare, can- in excelsis ,
perchè Salvatore na-
tavano ad alta voce le parole del scente, salus incoelum usque, idest
salmo 117: O Domine, salvimi edam ad pace
cxcelsa pervenerit;
me fac; o Domine, bene prospera- fticla non solum in terra, sed et
re, come testimonianza ne rendo- in coelo, ut jam dici aliquando
no i rituali ebrei ; tra le quali pa- cessaret : Inebriatus est gladius
role si esprime la voce Hosciahan- meus in coelo. Isaia 34, v. 5, dice
na } replicata in ogni verso de' set- il lodato s. Girolamo. Altri spie-
te che cantano nel settimo
inni gano Hosanna in altissimis, scili'

dì, la quale -quante volte s' into- cet audiatur, ut terrena salus jun-
nava, tante alzavano il ramo di- gat coelestibus. Su\Y Hosanna scris-

cendo Hosciahanna, onde il ramo sero diversi autori. Bechman- J. C.


stesso fu detto Hosciahanna ". Per- ni, Conseclanea de Hosanna, Fran-
ciò vuoisi che dicendo Hoscihan- cofurti 1662. Dan. Wintezer, De
na al figlio di Davidde, sia lo stes- votiva acclamatone Hosanna, Li-
so che dire, diamo rami di salci, psiae 1677- 1763. Th. de Mal tenda,
palme, trionfi al figlio di Davidde De hebraea voce Hosanna. Si trat-
come a vero Messia. E in fatti ta De Vacclamation Hosanna nel
leggiamo presso gli evangelisti che Journal de Trévoux, mese di feb-
i farisei e gli scribi si commosse- braio 1706. C.M. Pfaft', De Ho-
ro a sdegno perchè videro il po- sianna, Tulliagae 1749- Ferr. Ern.
polo credere che la profezia del Frideric. Vensodorf, Commentano
salmo fosse compiuta sopra Cristo, de prece Hosanna, efusque in li-
e i fanciulli gridare Hosanna filio turgia usti, Vittembergae 1763, e
David; benedictus qui venit in no- fra i Commentar ios ejusdem de li-
mine Domini : Hosanna in altissi- bris minoribus Bremae vulgatis ,
mi. Inoltre gli ebrei alle loro pre- 1765. Epistola XV Damasi I Pon-
ghiere e litanie rispondono Hosan- tificis ad Hierouymum, Quid apud

na, eh' è come quando noi dicia- hebraeos sonel Hosanna, perspicue
mo, libera nos Domine. sibi explicari rogai. Rescriptum
Questa voce Hosanna , plauso Hieronymi, De Hosanna. Coustant,
ed evviva festoso , soave segno di Epist. Rom. Pontif. p. 573. Sel-
allegrezza, rimase tanto nella chie- deno, De synedriis hebraeorum, lib.
sa greca che nella latina. Si dice 3, cap. i5. Sinagoga hebr. cap.
nella messa due volte al termine 21. Barbosa, De sign. myst. offìc.

del Prefazìo (Vedi), una in nome div. p. i3i e i32, scrive: *» Per
degli angeli , I* altra a nome degli verba Osanna in excelsis usque ad
uomini ( Gemm. 1. I, e. 42 )» m finem confitentur homines fidem in-
memoria dell' acclamazione fatta carnati Christi, et utramque naturam
dalle turbe con rami verdeggianti divinam et humanam 5 divinanti di-

di olivo a Cristo trionfante. V. cendo, Osanna in excelsis 3 idest


-,

?64 hou HOU


salva nos praecainur in coeloj Q- al divino servizio , senza dir nulla
sauna enim componitur ab olì, id- ad alcuno prese 1' abito di s. Do-
est salva, et anna idesf praeca-y
menico in Cremona, avendo circa
jjiur. Cppfitemur naturam huraanam quindici anni di età. In seguito par-
ex iilis verbis, Benedictus qui ve- tecipò tale risoluzione q\ governa-
nit etc.desumptis ex psalm. 117. tore di Milano , onde quietare i
Replicatur Osanna in excelsis si- regi ministri che si querelavano
gnifìcapdo quod cxpectamus salvi dell' accaduto. I parenti a mezzo ,

esse et gloriosi in anima et corpo del cardinal Francesco Barberini


re. Et cuna sacerdos subjungit ver- protettore d' Inghilterra , impegna-
ta Benedictus qui venìt, cirqum- rono in quest' affare il cardinale
stantes signantur signo crucis, quia Pamphilj nipote dell' allora re-
talia verba summuntur ex evange- gnante Innocenzo , ed il cardi- X
lio , quo continet Christum ,
quj nal Antonio Barberini protettore
triumphavit in cruce, in qua nos dell'ordine de/ predicatori. U primo
triumphaturi sumus contra hostes 17 luglio i645 d'ordine
scrisse a'
postros ". Inoltre si possono con- del Papa
al cardinal Monti arci-
sultare Frane Ferrarius, De vete- yesqoyo di Milano , essere volontà
iwn acclamationibus et, plausu, Me- del Pontefice, che chiamato 1' Ho-
diolani 1627. Laur. Pignoli?, Mi- vard si prevalesse delle censure e
sceli, elogiorum et acclamatìonum della forza per farlo uscire dal
JPatayii i635. Benedetto Mariottj, convento, e lo ritenesse presso di
Blogiastica, encomiastica, et accla- se sino a nuove disposizioni. Ma
matola institutio ) Pisis i638. io\\. il giovine essendo fermo nella sua
Schlemmius , &e acclamat,ionibus vocazione, i di lui parenti replica-
yeterum, Jenae i(365. rono istanze ad Innocenzo X, che
HOWARD o HOVARD F». commesso l'affare ai cardinali delia
11PPO Tommaso, Cardinale. Filippo congregazione di propaganda , il

Tommaso Houvard o Hovard dei novizio fu condotto in Roma nella


duchi di Nortfolch conti d' Aron- Casa de' filippini, ove confermò la
dei, primi duchi, pari, e mare- veracità e costanza di sua religiosa
scialli perpetui d' Inghilterra, nacque vocazione, onde il Papa ne rimase
in Londra a* 21 settembre i63o, soddisfatto, e chiamato il p. Mari-
da una famiglia imparentata colla ni vicario generale de' domenicani,
regia. Ancor giovinetto fu manca- gli die ampia facoltà di ammet-
to in Francia per apprendervi Jq terlo alla professione, che Filippo
scienze, e profittare nella religione fece nel 1646 in s. Sisto. Quindi
quale non potendo egli
cattolica, la fu mandato a terminare gli studi
pubblicamente professare in Inghil- in Napoli nel convento di Maria
s.

terra, dove ayea fatto ritorno, sen- della Salute, i quali compiti, ed
za incontrare gravissimi rischi, fug- essendo morto Cromwel| , potè ri-
gi in Piemonte, e per mezzo della tornare in Inghilterra, chiamatovi
corte di Spagna vi ottenne il gra- da Caterina di Portogallo moglie
do di capitano della cavalleria del del re Carlo \l , che lo dichiarò
duca di Savoia. Desiderando poi suo grande elemosiniere- In quel
di sottrarsi ai tumulti del secolo, tempo di turbolenze e di dissen-
e menar vita quieta ed applicata sioni è ipcredibi|e quanto l'Ho-
HOU li UT 265
vard si adoperasse in promovere tro stesso della fede, potessero poi
la religione cattolica, aiutando i di procurare con efficacia la conver-
lei confessori tenuti in carcere, sione dei loro connazionali ; però
ministrando loro in abito scono- dopo la morte del cardinale i fra-
sciuto e mentito i divini sacramen- ti nel 1694 abbandonarono il mo-
ti, e confortandoli sino al patibolo nistero , che fu dato ai sacerdoti
nell'atto in cui stavano per ver- della missione, e poi ai passionistì.
sare sangue in difesa della reli-
il La sua mensa era sobria e fruga-
gione cattolica romana. 11 suo ar- le, e la pensione annua di dieci-
dente zelo lo determinò a fare mila scudi che gli veniva sommi-
istanza al parlamento regio per ot- nistrata dal pontificio erario , la

tenere un decreto, per cui fosse impiegava tutta intera in elemosi-


permesso ai cattolici di poter rice- ne,' principalmente a' poveri ingle-
vere ed amministrare i sacramenti si, de' quali era protettore presso
per tutto il regno, ciò che ottenne la Santa Sede sino dal 1686, fatto
con sua gran consolazione. Ma un da Innocenzo XI per cui come ,

decreto sì favorevole ai perseguita- dicemmo all' articolo Collegio In-


ti cattolici ebbe corta durata per glese, questo e la contigua chiesa
le gagliarde opposizioni del parla- rifabbricò. Venne dichiarato arci-

mento, per cui l'Hovardnel 1674 prete della basilica Liberiana , ed


dovette involarsi al furore del po- ascritto alle primarie congregazioni
polo, e si ritirò in Brusselles do- cardinalizie. Dopo essere intervenu-
ve fondò un monistero di sacre to a tre conclavi ed aver procu- ,

vergini. A fine poi di provvedere i rato, sebbene inutilmente, il ristabi-


cattolici fuggitivi da quel regno di limento sul trono di Giacomo II ,
un sicuro asilo , dopo avere edifi- morì piamente in Roma a' 17 giu-
cati parecchi monisteri nelle Fian- gno 1694, d'anni sessantaqualtro,
dre, determinò di portarsi a Ro- e fu sepolto nella chiesa di s. Ma-
ma. Or mentre s'incamminava ver- ria sopra Minerva, titolo a cui era
so la Francia per attenderne la passato, con nobile ed elegante i-
facoltà dal suo p. generale, all' im- scrizione.
provviso seppe che Clemente X ai HOZEL. Sede vescovile della
27 maggio 1675 l'avea creato car- terza Palestina , nella diocesi di
dinale prete. Giunto a Roma tra Gerusalemme , sotto la metropoli
i generali applausi, ricusando l' a- di Petra, vicina al monte Sinai.
bitazione nel palazzo pontificio, si HUSS Giovanni. Famoso ere-
ritirò co' suoi frati nel convento di siarca del principio del secolo XV,
s. Sabina, e ricevette per titolo la i cui seguaci chiamaronsi Ussiti
chiesa di s. Cecilia. Menando vita ( Vedi ).

religiosa, tra gli esercizi di profon- HUTEN DE STOLZEMBERG


da umiltà, continuò neh' impegno Francesco Cristofaro, Cardinale.
di ridurre gli eterodossi alla co- V. Stolzemberg.
gnizione delle cattoliche verità. Ot- HUTTITI. Eretici anti luterani,
tenne dal Papa il monistero de' ss. e discepoli di Giovanni Hutt , i

Giovanni e Paolo pei missionari quali dicevano essere figli d' Israele
del suo ordine e nazione, affinchè venuti per sterminare i cananei ;

bene informati ed istruiti nel ceri- andavano fanaticamente predican-


266 1BO ICM
do che il giorno del giudizio uni- d'uopo preparatisi mangiando e
versale si avvicinava , e eh' era bevendo allegramente.

I,BERIA. F. Giorgia. l'arcivescovato pure in partibus di


1BERNIA. V. Irlanda. Amasia.
1BJD1JNGA. Sede vescovile d' I- IGMARO Cardinale
, Ictna- .

sauria , nella diocesi d' Antiochia, ro francese, amico di s. Bernardo,


sotto la metropoli di Seleucia. Ba- monaco di s. Martino de'Campi pres-
silio suo vescovo sottoscrisse i ca- so Parigi, indi passò al monistero
noni del concilio Trullano. di Cluny, e per la sua straordina-
1BONA o 1BORA. Sede ve- ria virtù e dottrina fu eletto gene-
scovile dell' Elenoponto, nella dio- rale di tutto l'ordine, non che abbate
cesi di Ponto, sotto la metropoli di s. Maria Nuova nella diocesi di
di Amasia, eretta nel quinto se- Poitiers, e di quello della Carità sul
colo.Fu pur chiamata Pimolissa fiume Loira. Innocenzo II nella qua-
ed lbyra, secondo Commanville e resima del i \^i lo creò cardinale
la notizia di Leone. Fu patria di vescovo Tusculano, e colle sue ma-
Evagrio, zelante seguace della dot- ni lo consacrò nel patriarchio La-
trina di Origene, come si ha da teranense. Lucio li lo spedì col ca-
Sozomeno, il quale aggiunge che la rattere di legato in Inghilterra, do-
città era situata in riva al mare. ve tentata la sua costanza per mez-
Ne furono vescovi, Arassio che die zo di sontuosi regali e di somme
sepoltura a s. Macrina sorella di considerabili di denaro, affinchè pro-
s. Basilio e di s. Gregorio Nisse- nunziasse un' ingiusta sentenza, non
no ; Pantofilo che gli successe nel- si rimosse dalle leggi della giustizia.
l' anno 38o; Uranio, uno dei fon- Neil' elezione di Alessandro III, ben-
datori del monistero d' Amasia o ché assente, ebbe la debolezza di
Atnasea, quale fu rappresentato
il aderire all'antipapa Vittore IV det-
dal sacerdote Paolo al concilio di to V, al quale in Pavia coi ve-
Calccdonia, e sottoscrisse la lettera scovi di Ferentino e di Melfi im-
dei vescovi di sua provincia al- pose solenuemente le inani, per cui
l'imperatore Leone nel /$.5$ 5 Teo- Alessandro III lo colpì colla sentenza
doro fu al sesto concilio generale; di anatema, e lo spogliò di tutte le
Fozio sottoscrisse i canoni in Trul- dignità. Presto conobbe il suo fallo,
lo ; Paolo trovossi all'ottavo conci- imperocché nelle Gallie detestò Io
lio generale; e Nicola interven- scisma, e venerò per legittimo Pon-
ne al concilio di Fozio. Orkns tefice Alessandro III. Mentre seguiva
christ. 532. Al presente I-
t. 1, p. l'antipapa, scrive il Guichenon che
bona od lbora, Ibonen seu Iboren, a Piacenza fosse assalito a mano ar-
è un titolo vescovile in parlibus mata dal preposto o rettore della
che conferisce la santa Sede, sotto città seguace di Alessandro 111, spo-
,

ICO ICO 267


alialo di quanto aveva , e assai trentamila abitanti, maggior par- la
maltrattato nella persona. Versato te mussulmani. Conich, l' Iconium
nella scienza delle divine Scritture degli antichi, era una città impor-
compose alcuni eruditi commentari ; tante sotto i greci e sotto romani, i

intervenne all'elezione di cinque Pa- divenne perciò la metropoli dei sul-


pi, e morì nel i 164 o 1169 nel tani Seldjukidi. Dopo la distruzione
monistero di Cluny che lasciò erede di questi principi fatta da Tchin-
di sue facoltà, ed ivi rimase onore- ghiz-Kan stette per qualche tempo
volmente sepolto. A lui s. Bernardo in potere di Houlaku minor figlio
scrisse le lettere 2 19, 229, 23o, 23 1. di quel celebre conquistatore. Sot-
ICONIO o CONICH. Città arci- to Bajazetto fu unita all' impero
vescovile della Licaonia, nella dio- ottomano, perdette il titolo di me-
cesi d'Asia nella Cappadocia. Questa tropoli, ed incominciò l'epoca di sua
cittàdella Turchia asiatica, capoluo- decadenza.
go del pascialatico Caramania, e
di Quanto alle notizie ecclesiastiche
del sangiacato del suo nome che d'Iconio, ivi trovavasi 1' apostolo s.

comprende l'antica Licaonia ed una Paolo nell' anno ^.5 di nostra era,
parte dell'antica Isauria,è situata in e vi converti molti giudei e gentili :

una pianura bene irrigata, essendo sembra che sia stato nel primo suo
residenza di un vescovo greco, e di viaggio fatto a questa città che con-
un pascià dipendente da quello di vertì s. Tecla, sì celebre pel suo mar-
Kutahieh. Ha dei sobborghi consi- tirio; ma alcuni giudei increduli sol-
derabili, ed è cinta da alte mura levarono i gentili contro s. Paolo
fiancheggiate da torri, e circondata e s. Barnaba, e poco mancò che
da una larga fossa. Questi baluardi non venissero oltraggiati e lapidati,
sono l'opera dei sultani Seldjukidi, la qual cosa obbligò i due apo-
di circonferenza circa d'una lega, fu- stoli a fuggire e mettersi in salvo
rono eretti colle rovine della cele- nelle vicine città di Listri e Der-
bre e bella Iconium. Il palazzo del ben. Nell'anno 5i s. Paolo fece un
pascià è di legno, ha poca apparen- secondo viaggio ad Iconio, ma non
za, ma rinchiude qualche avanzo di se ne conoscono i particolari. Quan-
elegante architettura araba del pa- to patirono i ss. apostoli in Iconio,
lazzo degli antichi sultani di cui Io narra il Rinaldi all'anno 47»
occupa il luogo. L'edifizio il più no- uum. 1 e 2. Iconium divenne me-
tabile è la tomba di un santo per- tropoli della Licaonia nel IV se-
sonaggio. Tra le sue numerose mo- colo, nell'esarcato d'Asia, ed esar-
schee si distingue quella del sulta- cato della Licaonia nel secoloXIII,
no Selim, eretta sul modello di quel- con le seguenti sedi vescovili per
la di s. Sofìa a Costantinopoli. Vi suffraganee. Misthia poi arcivesco-
sono pure molte grandi e belle scuo- vato, Listri, Basada o Onosada,
le pubbliche, due chiese greche, ba- Amblada, Manada o Onomada
gni pubblici, bazar, caravauzerai,ec. Tribilum o Berinopoli, Siuatera o
Conich o Cogni pei maomettani è Sabatra, Carila o Canna, Laran-
una città santa, e per conseguenza da, llistrum, Passala o Patala, Ba-
un luogo di pellegrinaggio assai fre- rate, Isaura o Isauropoli, Hyde ,

quentato. I suoi dintorni sono pie- Ai aua, Derbe, Gadamautus, Perle


ni di tombe, la città conta più di o Phria, G albana o Eudocia, Bir-
268 ICO ICO
gè, e Tibassada, come novera
le dannò questo concilio, e le sue de-
Comrnanville. Sotto l'impero di cisioni. È però vero che questo abu-
Valente, che regnò dal 364 al so pratica vasi nella Cappadocia per
378, il vescovo d'Iconio esercitava costume immemorabile. Euseb. p.
la sua giurisdizione non solo sulla i43, 2, a; Firmil. p. 2o3, 2, d.
Licaonia, ma pure sulle provincie 2; Reggia t. I; Labbé t. I. Il pri-
di Pamfilia e di Pisidia, come se mo vescovo d'Iconio fu Sosipatro,
ne fosse stato il metropolitano. cugino e discepolo di s. Paolo;
IVell' indice latino dei padri del suo successore fu s. Terenzio o
concilio Niceno, Eulalio d'Iconio è Terzio segretario del medesimo a-
nominato come primo vescovo di postolo, la cui festa si celebra ai
Pisidia, quindi seguono indifferen- 21 giugno. Terzo vescovo fu san
temente i vescovi di Pisidia e di Caronato o Cornuto martire, al qua-
Licaonia. Inoltre il vescovo d'Ico- le il preside Perennio fece troncare
nio avea altresì cura della chiesa il capo a' 1 2 settembre, come si leg-
d' Isauria. Anche Fqzìo nel cod. 52 ge nel martirologio. Per gli altri
dice che Amfilichio vescovo d'Ico- vescovi d'Iconio, fino a Silvestro
nio avea tenuto un concilio a Si- che ne occupava sede nel 1721,
la

de nella Pamfilia, per reprimere e ch'è il trentesimosesto in serie,


l'eresia de' massaliani, ciò che di- veggasi il p. Le Quien, Oriens
mostra che la Pamfilia era eziandio christ. tona. 1068 e I, pag. seg.
soggetta alia metropolitana d'Ico- Al presente Iconio è un titolo ar-
nio; ma quest'autorità dei vesco- civescovile in partibus inficUlium
vi d'Iconio svi quelle diverse pro- che conferisce la santa Sede, Ico-
vincie fu temporanea , ed ebbe nien, sotto del quale sono i titoli

luogo soltanto in quel tempo in, vescovili pure in partibus d' Isau-
cui l'onanismo desolò le provincie ropoli, di Laranda e di Listri. Gli
medesime. Coll'occupazionedei mus- ultimi arcivescovi titolari d' Iconio
sulmapi la spde, come la fede cri- furono, Pietro Caprano romano
stiana vennero distrutte. fatto da Pio VII, e da Leone XII
Nell'anno 23 o 235 ovvero nel 1 creato cardinale e pubblicato a'i5
256 fu tenuto un concilio in Ico- dicembre 1828; Nicola Candoni
nio contro il hattesimo degli ere- di Corfù, nominalo dal regnante
tici, e contro i montanisti, da mol- Gregorio XVI a* 12 marzo 1837
ti vescovi di Cappadocia, di Cili- colla coati iutoiia con futura suc-
cia, di Galizia, e delle altre pro- cessione alla sede arcivescovile di
vincie vicine d'oriente. Questo con- Naxos. Essendosi ciò effettuato, e
cilio è chiamato Iconiense et Syn- quindi restato vacante il titolo arci-
twdense. I vescovi dichiararono nul- vescovile d'Iconio, questo il mede-

li battesimo de'catafrigi, l'ordi-


il simo Pontefice nel concistoro de' 22
nazione e gli altri sacramenti con- maggio 842 lo conferì a monsignor
1

feriti dagli eretici, della cui nulli- Giovanni Geissel di Gimmeldingen


tà molti dubitarono. E siccome vi vescovo allora di Spira, dichiaran-
fu deciso malamente che bisognava dolo insieme coadiutore con futu-
ripetere il battesimo a quelli che ra successione all'odierno vescovo
lo avevano ricevuto fuori della di Colonia.
Chiesa , il Papa s. Stefano 1 eoa» ICONOCLASTI. Eretici del set-
,

ICO ICO 269


timo secolo, che si suscitarono con- degno vescovo di Gierapoli, il pri-
tro il culto che i cattolici rende- mo che negasse il culto delle sa-
vano alla Croce Pedi ), ed alle
( cre immagini, dicendo ancora non
sacre Immagini Vedi ) di Gesù
( doversi dipinger gli angeli in sem-
Cristo , della Beata Vergine , dei biante corporeo, ed essere cosa pue-
santi e delle sante. Questo nome rile l'odorare lo Spirito Santo in
d' Iconoclasti viene dal greco eicon s forma di colomba, perchè non era
immagine, e da clazò , spezzare o colomba. All'anno 726, num. 3
infrangere ,
perchè gì* iconoclasti e 4> osserva il Rinaldi che dal ,

distruggevano le sacre immagini gran male dell' eresia degli icono-


ovunque le trovavano. Dipoi si clasti Dio ricavò un gran bene
,

diede questo nome a tutti quelli riducendo i monoteliti all' unità


che si sono dichiarati contro il cattolica; ed all'anno 727, num. 3,
culto delle immagini, ai pretesi ri- dice che questi eretici furono pure
formati , e ad alcune sette dell* o- chiamati Stagio/naci pei loro errori
riente , che 1' esclusero dalle loro intorno all'invocazione e reliquie dei
chiese. Gli antichi iconoclasti ab- santi.All'anno poi 754, num. 37,
bracciarono quest'errore, alcuni per scrive Rinaldi con l'autorità di s.
il

compiacere ai maomettani che ab- Giovanni Damasceno, De haeres.,


boniscono le statue, e che le rup- che avendo i mal valgi iconoclasti
pero da per tutto; altri per pre- ignominiosamente trattate le sacre
venire i rimproveri degli ebrei che immagini, le spezzarono, le ridus-
perciò accusavano i cristiani d' i- sero in minutissimi pezzi, e getta-
dolatria. Sostenuti dapprima dai Ga- rono nel fuoco, e quelle ch'erano
llili saraceni, e poscia dagl' impera- dipinte nelle pareti si cancellarono
tori d' oriente ,
questo desolarono con acqua calda o con calcina od
colle turbolenze , colle discordie e inchiostro. Allora questi eretici fu-
coi massacri, eh' ebbero le più fu- rono chiamati Tunoleonti, perchè
neste conseguenze. Gli iconoclasti ferivano e con supplizi grandi tor-
furono pur chiamati Iconomachi, si- mentavano quelli che avessero ri-
gnificando iconomaco 3 quello che cevute o salutate le sacre imma-
combalte contro le immagini ; è a gini. Finalmente narra il Rinaldi,
un di presso sinonimo d'iconoclasta. che Y eresia degli iconoclasti fu
In vece gli eretici iconoclasti ca- piantata dagli eresiarchi antichi ,

lunniosamente chiamarono i catto- cioè dai marcioniti, dai manichei,


lici Iconolatri od Iconduli , cioè da Pietro Fullone e da Severo.
adoratori delle immagini. Narra il Dopo Costantino il Grande fa-
Bernini nella Storia delle eresie talmente quasi tutti gì' imperatori
che primario autore dell' eresia de- greci s'ingerirono nelle questioni
gli Manete, il quale
iconoclasti fu insorte tra i per
cristiani , alcuni
asserendo che Cristo non avesse ve- politica guadagnati dai loro
, altri
ro corpo, inferi conseguentemente ministri ed eunuchi, i quali li de-
non potersi dipingere; dalla cui terminavano o a sostenere la ve-
setta Fausto che riprovò
poi uscì rità o a proteggere l'errore. I cor-
le immagini di Dio, e Xenaia. Il tigiani che volevano tirarli a pa-
Rinaldi all'anno 485, num. 1 5, di- trocinare un partito , rappresenta-
ce che fu il persiano Xenaia, in- rono loro essere ben fatto eh' e-
,

a7o ICO ICO


stendessero la loro autorità nelle con cui ordinava che si abbattes-
questioni religiose, e trattassero le sero per tutto le immagini, per cui
dispute dei teologi rome affari del- d' allora in poi fu chiamato Leo-
la maggior importanza, e propria ne I' Fcorwmaco. Alla pubblicazio-
a render eterna la gloria del loro ne dell'editto il popolo di Costan-
regno. Si giunse dagl'imperatori a tinopoli si rivoltò, ed il patriarca
ritenere ventura l'avere in
per si oppose all' esecuzione ; ma Leo-

tempo suo regno qualche ere-


del ne fece incalzare il popolo, le im-
sia, o qualche disputa teologica, la magini furono distrutte, ed il pa-
quale facesse strepito. Leone V Isaii- triarca s. Germano deposto que- :

rico, cosi detto per essere nato da sti, s. Giovanni Damasceno e mol-

una vile famiglia d' Isauria, da ge- ti altri, presero la difesa delle sa-

nerale delle truppe dell' imperio cre immagini. Leone spedì poscia
si fece proclamare imperatore, e fu l' editto a Roma per farlo esegui-
coronato ai i marzo dell'anno re, ma s. Gregorio II ( Vedi) gli
716, giurando in mano del pa- scrisse con molta fermezza e zelo in
triarca san Germano di mantenere favore delle immagini, egli attestò
e proteggere la religione cattolica : che il culto che popoli rendevano i

il patriarca diede di ciò avviso al ad esse non era idolatra; inoltre l'am-
Papa s. Gregorio li, che se ne ral- monì che spettava ai vescovi non
legrò, ed approvò la confessione di agi' imperatori giudicare i donimi
fede trasmessagli dallo stesso Leo- ecclesiastici e che siccome
, vescovi i

ne; il Pontefice scrisse da per tut- non si mischiavano negli affari se-
to in favore di lui, ed operò che colari , così conveniva che gì' im-
in Italia ed in Roma si ricevesse- peratori si astenessero dall' intru-

ro con gradimento le di lui imma- dersi in quelli ecclesiastici. Leone


gini come d' un cattolico monarca. irritato dalla resistenza del Ponte-
Per sua educazione era affatto fice, spedì assassini a Roma per uc-
incapace di poter prender parte ciderlo; ma popolo scoprì
il si- i

nelle questioni teologiche , e pur cari, e li fece morire: tutta l'Ita-


volle farlo per vanità , affinchè si lia si sollevò allora contro Leone ,

dicesse come de' suoi predecessori il cui governo duro e tirannico


che avea protetto la Chiesa, fatte aveva disposto tutti gli spiriti alla

delle regole sulla religione, e con- ribellione; ed avendo s. Grego-


servata la avea molta
fede. Egli rio li sciolto dal giuramento e
instrinsichezza perchè
cogli ebrei dai tributi gì' italiani ,
questi in
gli aveano prognosticato 1' impero, gran parte si eressero in signorie
e coi saraceni , i quali come di- private, ed il ducato romano si

cemmo erano nemici delle imma- sottopose volontariamente verso il

gini, e Leone li avea intesi parlar 73o al Pontefice, e perciò sotto s.

dell'uso dell'immagini come d'u- Gregorio II ebbe origine il domi-


na idolatria, quindi aveva ricevuto nio temporale della santa Sede.
impressioni e principii falsi e con- Queste turbolenze, nate per un
trari al loro culto. Credette per- rito che all'imperatore non appar-
tanto di segnalarsi coli' abolire le teneva di condannare, quando an-
immagini, e nel decimo anno del che fosse stato riprensibile, non di-

suo regno pubblicò un empio editto, stolsero in niun modo Leone dal
,

ICO ICO ijt


progetto di abolire le sacre im- ficare immagini, e che quelli
le

magini ; egli fu tutto il resto del- che le onoravano ricadessero nel


la vila nell'impegno di far esegui- paganesimo. Dalle ragioni passaro-
re il suo editto, ma non potè riu- no alle autorità , ed allegarono i

scirvi in Italia. Inoltre l'imperatore tratti della Scrittura, nei quali è


vedendo che anco s. Gregorio III, detto, che Dio è uno spirito, e che
eletto nel 73 1, si opponeva alle sue quelli che lo adorano, debbono a-
pravità, per vendicarsi usurpò gli dorarlo in ispirito ed in verità;
antichissimi patrimoni della Chiesa che Iddio non è stato mai veduto
romana nella Sicilia e Calabria. da alcuno, e che ha proibito al
Per meglio opporsi il Papa al- suo popolo di farsi degli idoli di
l'iniqua eresia degl'iconoclasti, col- rilievo. Finalmente si appoggiarono

locò nella basilica vaticana le im- in quel concilio sulle testimonianze


magini del Salvatore e degli apo- de'padri, ma quelle che furono ci-

stoli da una parte, e dall' altra tate nulla concludono con-


affatto

quelle della Madre di Dio, e delle tro l'uso delle immagini nel modo
sante vergini. Indi nel 782 avan- che si ammettono dai cattolici, poi-
ti la confessione della basilica vati- ché o sono falsificate o mutilate.
cana celebrò un concilio di novan- Dopo queste ragioni ed autorità
tatre vescovi, coll'intervento di tut- il concilio di Costantinopoli vietò
to il clero, de* nobili e de'consoli a tutti di adorare o mettere nelle
oltre il popolo, e vi fu decretato chiese e nelle case particolari al-
la conferma dell' antica tradizione cuna immagine sotto pena di de-
sul culto delle sacre immagini, e posizione se fosse un prete o un dia-
vennero scomunicati tutti gl'icono- cono, e di scomunica se fosse un
clasti. Procurò Leone che il re dei monaco o un laico. Il concilio vol-
longobardi Luitprando invadesse lo le che fossero trattati con tutto il

stato della Chiesa, il quale pronta- rigore delle leggi imperiali, come
mente dovette evacuare, a ciò co- contrari alla legge di Dio, e ne-
stretto da Carlo Martello. A Leo- mici dei dommi dei loro maggiori.
ne l'Isaurico nell'anno 74 successe ' Questo conciliabolo celebrato in Co-
il figlio Costantino IV Copronimo, stantinopoli nel 754 fu condannato
il quale seguì il progetto del pa- e rigettato dal Papa Stefano li det-
dre, e per meglio stabilire la di- to III, il quale adoperò ogni mez-
sciplina che voleva introdurre, fe- zo per ricondurre al retto sentiero
ce adunare un concilio o concilia- l'imperatore ; ma l'autorità di que-
bolo in Costantinopoli , in cui si sti fece ricevere il conciliabolo, e lo
trovarono più di trecento vescovi. fece eseguire nella maggior pai te ^el-
Questi vescovi riconobbero i sei le chiese d'oriente ; quindi vennero
primi concilii, e pretesero che colo- banditi, esiliati e condannati a mor-
ro che autorizzavano il culto delle te tutti coloro che si opposero al

immagini rovesciassero 1' autorità falso concilio e all'editto dell'impe-


di que'concilii ; e che le immagini ratore contro le immagini. Siccome
non fossero tra le tradizioni venute i monaci erano i più ardenti di-

da Gesù Cristo, dagli apostoli o immagini, così Costan-


fensori delle
ammese dai greci; che non vi e- tino fece un editto che vietava a
rano preci nella Chiesa per santi- chiunque si fosse di abbracciare la
272 ICO ICO
vita monastica: la maggior parte I, per adunare un concilio genera-
delle case religiose furono confi- le, che apertosi nel 786 in Costan-
scate nella capitale , ed i monaci tinopoli, fu trasferito nel 787 in
furono costretti ad ammogliarsi, ed Nicea, e fu composto di più di
anche di condurre pubblicamente duecento cinquanta vescovi ed ar-
per le strade le loro spose. Tutte civescovi. Vi si lessero subito le

le obbiezioni poste in campo nel lettere dell'imperatore e dell'impe-


conciliabolocontro le immagini, ratrice, le quali dichiaravano es-
furono poi ripetute dai protestanti sersi adunato il concilio col consenso
ed altri della pretesa chiesa ri- dei patriarchi, e lasciavano un'in-
formata. tera libertà ai vescovi di dire il

Copronimo mori nel


Costantino loro parere. Molti vescovi di quel-
775, e Leone IV Cazaro suo fi- li che avevano condannato il cul-
gliuolo gli succedette. Inutili erano to delle immagini, confessarono il

riuscite le premurose cure di s. loro fallo, e furono ammessi nel


Paolo I per convertire Costantino, concilio. Si fece vedere in esso che
esortandolo efficacemente a lasciar l'uso delle immagini non era con-
l'eresia degl'iconoclasti; ma Kaugu- trario alla religione, come avea pre-
sto disprezzando le paterne solle- teso il concilio di Costantinopoli, e
citudini del Pontefice, ostinato nel- che poteva essere utile. Questo si
l'errore maltrattò i legati apostolici, provò coli' esempio dei cherubini
che in nome del Papa e del clero dell'arca, con dei passi di s. Gre-
romano lo supplicavano a riab- gorio, di s. Basilio, di s. Cirillo, i

bracciare il dornma cattolico del quali suppongono che leimmagini


culto delle sacre immagini. L'im- fossero in uso nella Chiesa ai tem-
peratore Leone IV dopo aver ter- pi loro, e per conseguenza i padri
minato guerra co'saraceni, e se-
la del concilio Costantinopolitano a-
dato alcune ribellioni , rinnovò gli vevano mal ragionato sopra i pas-
editti padre e dell'avo contro
del si della Scrittura, che vietavano fa-

le immagini, e fece punire con ec- re degl'idoli, quando avevano con-


cessiva severità quelli che vi si cluso che fosse un delitto il farne.
opponevano. L'odio dell'imperatore Il concilio dopo aver provato che
contro le sacre immagini e loro l' uso delle immagini non era reo,
veneratori divenne furore a segno provò che la tradizione lo auto-
che non volle aver più commer- rizzava da tempo immemorabile,
cio coli' imperatrice Irene , perchè che i cristiani non adoravano le
aveva trovato nel suo gabinetto immagini come adoravano Dio,
,

delle immagini, facendo perire nei ma che le abbracciano, le salutano


tormenti chi gliele avea date. Leo- e rendono loro un culto per at-
ne IV morì poco dopo nel 780, testare la venerazione che hanno
e Costantino V Porfirogenita suo per i santi che rappresentano. Fe-
figlio gli successe. Non avendo che cero eziandio osservare i padri del
dieci anni, la madre Irene prese le concilio che i passi l'autorità dei
redini del governo. Essa che avea quali avea prodotto il concilio di
conservato la divozione per le im- Costantinopoli, non attaccano se non
magini, volle rimetterne il culto. il culto idolatra, e non già il culto
Scrisse pertanto al Papa Adriano che le chiese cristiane prestano al-
,

ICO ICO 27.Ì


le immagini, e fecero anche vedere farle togliere dalle chiese, e per
che vescovi di Costantinopoli a-
i proibire che fosse reso loro alcun
vevano spesso falsificati i passi dei culto. Michele II il Balbo che gli
padri da loro prodotti. Il concilio succedette nell' 820, siccome nati-
dichiarò dunque che si potevano vo d'Armorio, città della Frigia
situare delle croci e delle immagi- abitata principalmente dai giudei
ni nelle chiese e nelle case ed
, e cristiani cacciati a titolo di ere-
anche per le strade, cioè le imma- sia , si era assai imbevuto del-
gini di Gesù Cristo e della Ver- le loro opinioni, osservava il sab-
gine, degli angeli e dei santi che bato de' giudei, negava la risurre-
servono a rinnovare la loro memo- zione de' morti, ed ammetteva mola-
ria, ed a far nascere la brama di ti altri errori condannati dalla Chie-

imitarli; che si può baciarle e ri- sa; laonde volle fare esaminare di
spettarle, ma non adorarle con ve- nuovo la questione delle immagi-
ra adorazione, la quale è dovuta ni; ma le turbolenze che insorsero
solamente a Dio; che si può ab- nell'impero gì' impedirono dimet-
bellirle, perchè l'onore che si ren- tere in esecuzione il suo disegno.
de loro passa all' oggetto, onde Teofìlo suo figliuolo montò sul tro-
quelli che le rispettano, rispettano no nell'829, perseguitò i difensori
quel che ne viene rappresentato. del culto delle immagini, ma l'im-
Al citato articolo Croce abbiamo Teodora che governò l'im-
peratrice
parlato della specie del culto che pero dopo la sua morte, nell' 84?-
gli si rende, e di quello che gli si fece celebrare in Costantinopoli un
tributa nel venerdì santo. concilio a favore delle immagini;
Il concilio di Nicea II, eh' è il richiamò tutti i difensori delle
settimo generale, non fu egualmen- medesime, e bandì gì' iconocla-
te ben ricevuto da per tutto, e poi sti ; cacciò dalla sede costantinopo-
diremo come fu ricevuto in occi- litana il patriarca Giovanni , e vi
dente. Costantino V, che non sa- sostituì Metodio monaco zelantissi-
peva perdonare a sua madre Ire- mo del culto delle immagini ed ,

ne il matrimonio che gli aveva fat- allora secondo concilio di Nicea


il

to contrarre con una fanciulla di che ne avea approvato il culto


bassa condizione, nell' anno 790 la ebbe forza di legge per tutto l'im*
spogliò della sua autorità, e vietò pero. Il partito degli eretici icono-
che si obbedisse al concilio di JNi- clasti restò interamente distrutto
cea li. Niceforo dopo aver nell'802 sotto l'imperatrice Teodora, dopo
deposta Irene, che sino dal 797 era aver durato centoventi anni. Il p.
ritornata al potere, come impegna- Luigi Maimbourg scrisse la storia
to negli errori dei manichei , ed degl' iconoclasti. V. Petavio, TlieoL
occupato a difendere l'impero, tras- dogm. tom. V, lib. 4 ca P- H; e
curò la disputa delle immagini. Sfondrati in Gallia ^indicata diss.

L'imperatore Leone V, che dopo 2, § 2, p. 399. Il Muratori nel


Niceforo, Storace, e Michele I Cu- rispondere al protestante Wind-
ropalata montò sul trono nell'8 1 3, heim, col suo libretto: De noevis
appena finì la guerra coi bulgari in religione m incurrcntibus , e te.
e saraceni, si applicò ad abolire le scrive che « inter catholicos firma
immagini, e pubblicò un editto per slat senlentia invocationem
voi.. XXXlll. 18
274 ico ICO
sanctoruna laudandam quidem, u- getti ch'esse rappresentavano, e ad
tilemque esse, sed nulla lege prae- estrinseche dimostrazioni di tali sen-
scriptam populo, exceptis iis, qui ex timenti. Nell'occidente dove le arti
clero ad divina officia obligantur "; erano ancora bambine, ed i prin-
in favor della quale verissima sen- cipi erano conquistatori barbari, l
tenza a pag. Su cita Suarez, Pe- quasi simili ai loro soldati, non si
tavio, i fratelli di Walemburch, facevano gli stessi onori ai capi dei
Bannez , Natale Alessandro, Bos- popoli, ne ai principi o coman-
suet, il cardinal Gotti , il p. ab. danti si ergevano statue , come ai
Trombelli, e Giovanni Gasper; ed sovrani d'oriente. Tali omaggi era-
è appunto ciò che scrisse il p. An- no assolutamente ignoti nelle Gau-
tonio Bouet gesuita, nel libro stam- le o Gallie, le immagini si usaro-
pato in Tolosa nel 1691, De calta no solo per insegnare ai popoli i
religioso, dissert. 3, p. ig3. punti principali della religione, né
In quanto a ciò che si pensasse in si rendeva culto se non alla cro-
occidente intorno il culto delle sa- ce. Cosi quando Papa Adriano I
cre immagini, mentre era su que- spedì il decreto del secondo conci-
st'articolo turbato l'oriente, è noto lio Niceno in Francia , i vescovi
che l'uso delle immagini si era sta- restarono scandalezzati degli onori
bilito in occidente in egual modo che si rendevano in oriente alle
che nell'oriente, ma non si rende- statue degl' imperatori. I vescovi
va loro alcun culto. Il p. Mabil- dunque delle Gaule trovarono as-
lon, Praef. in IP saec. Benedici., sai strano che i padri del concilio
congettura che la differenza degli di Nicea II autorizzassero un tal

orientali e dei francesi in questo culto da prestarsi alle sacre imma-


punto sia nata dalle diverse ma- gini. Restarono principalmente of-
niere con cui si onoravano gl'im- fesi dalla parola adorazione usata
peratori ed i sovrani in oriente ed dai padri niceni per disegnare il

in occidente. In oriente e per tutto culto da prestarsi alle immagini,


1 impero romano si celebravano poiché questa parola usata in o-
delle feste in onore degl' impera- riente per significare un attestato
tori, che le avevano meritate dal di sommissione e di rispetto , non
popolo. La memoria delle virtù e era in uso nelle Gaule che per
delle beneficenze degl' imperatori esprimere l'omaggio reso al sovra-
animarono i popoli; la riconoscen- no. Non si credette pertanto che
ti ornò le statue, indirizzò loro la parola adorazione fosse suscetti-
ringraziamenti ed elogi, le circon- bile di buon senso, quando si trat-
dò d' illuminazioni, e questi onori tava d'immagini; ed il concilio di
furono resi alla statua di Costan- Francfort del 794» ov' erano con-
tino Grande, che Giuliano
il l'a- gregati i vescovi delle GalJie e del-
postata poscia rimproverò ai cri- l'Alemagna, quando Adriano I man-
stianicome un'idolatria. Quando dò loro gli atti del concilio Nice-
dunque l'uso delle immagini fu sta- no li rigettò, perchè credette il

bilito nella chiesa orientale, era na- concilio che avesse il Niceno ordi-
turale che i fedeli passassero dalla nato adorare le immagini come a-
contemplazione delle immagini a dorasi la ss. Trinità; ma bentosto
sentimenti di rispetto verso gli og- dileguossi una tal prevenzione, per-
,

ICO IDA 27 7

che i padri niceni non aveano in- ria Vergine cominciò a celebrarsi
teso per adorazione un culto di la- per comando del concilio provin-
tria. I padri di Francfort temeva- ciale tenuto in Colonia nel i4i3
no che i neofiti convertiti alla fe- contro i medesimi ussiti , i quali
de da s. Bonifacio ricadessero nel- con sacrilego furore laceravano le
l'idolatria a vista delle immagini al- immagini della B. Vergine di do-
le quali si rendesse culto, e perciò lore trafitta. Fra i nuovi iconocla-
si contentarono di esortarli a non sti, oltre i nominati si possono an-

profanare le immagini, senza molto noverare gli eretici petrobusiani, t


esortarli a venerarle. zuingliani ec. 1 luterani più moderati
Nel principio del IX secolo e di essi, conservarono nella maggior
nelP 8^4 fu tenuta in Francia parte delle loro chiese le pitture sto-
un'assemblea di vescovi in Parigi, riche, e l'immagine del Crocefisso
i quali decisero che non con veni* (Vedi). Il culto da noi reso alle
va vietare l'uso delle immagini, ma sacre immagini non è un'idolatria,
neppure onorarle. I vescovi di Fran- e non ha nulla di vizioso che se :

cia e di Alemagna restarono an- talvolta venne considerato come


cora per qualche tempo in tale uso; pericoloso, lo fu soltanto a motivo
ma finalmente il culto delle imma- delle circostanze ; i protestanti eb-
gini essendo ben diffuso da per tut- bero torto ad ogni riguardo di
to, ne essendo più da temersi l'i- farne un argomento di scisma.
dolatria, si stabili generalmente ed Tutti gli scrittori eterodossi e po-
in pochissimo tempo, e nel prin- lemici sono pieni di rimproveri
cipio dello stesso secolo Claudio ed accuse d' idolatria alla Chie-
vescovo di Torino fu condannato sa romana sul culto delle imma-
dai vescovi per aver spezzate le gini. Tra gli uomini più distin-
immagini , e scritto contro il loro ti della pretesa religione riforma-
culto, il quale poi si stabilì gene- ta, che si sono sforzati avvalo-
ralmente nelle Caule prima del X rare tale accusa , nomineremo il

secolo. I valdesi che pretesero rifor-^ Da Ileo, De immaginibusj Span- lo


mare la Chiesa sul principio del XII chenio, Esercitationes historìcae de
secolo, gli albigesi e quella folla di origine et progressu controv. Icho-
fanatici che inondò la Francia, rin- nomachiae saecul. Vili, oppostiti
novarono gli errori degl' iconoclasti Moimbourgo et Nat. Alexandro ,
e dopo essi Wiclefo, Calvino e gli i685; Forbesio, Jnst. t. II, 1. 7;
altri pretesi riformatori attaccaro- Basnagio, 22, 2 3;
Jffist.
I. eccl. t. I,

no il culto delle immagini, ed ac- Priservatif réunion de


con tre la
cusarono la Chiesa romana d' ido- VEglise romaine par Lenfant, t. II,
latria. Martino V
nel i4"22 indus- p. 3; Lettre de l'idolatrie de VE-
se l'imperatore Sigismondo a ban- glise romaine j e Riveal, Dissert.
dir la guerra contro gli eretici us- historiq. dissert. 4*
siti, che comandati dall' empio Zi- IDA (s.). Figlia di un conte che
sca perseguitavano crudelmente i godette il favore di Carlomagno,
cattolici di Boemia, distruggevano seppe sprezzare le grandezze del
le chiese, profanavano in modo mondo, e non islimare altri beni
inaudito gli altari e le sacre im- che quelli del cielo. L'imperatore
magini. La festa dei dolori di Ma- Carlomagno la sposò a un signore
4, ,,

276 IDI 1DO


della sua corte, nomato Egberto, marzo, maggio, luglio ed ottobre,
dandole una ragguardevole dote. ne* quali cadono a' 5, perchè que- i

"Visse ella con suo marito nella sti quattro mesi hanno sei giorni
più perfetta unione, facendo a gara avanti le none, e gli altri solo quat-
tra loro nella pratica delle buone tro. Presso gli antichi romani si

opere ; ma non andò


molto che ri- contavano otto giorni per le idi ;

mase vedova. In questo novello suo così l'ottavo ne' quattro nominati
stato raddoppiò il fervore per la mesi, ed il sesto negli altri otto,
propria santificazione. Le sue pe- contavasi l'ottavo innanzi alle idi
nitenze erano più austere di quel- e parimenti diminuendo fino al 12
le che si praticavano ne' chiostri ovvero al i4 che chiamavasi la
e spendeva le sue rendite a sol- vigilia delle idi, e nel 1
3, ovvero
lievo de' miseri. Fece costruire una nel i5 secondo i differenti me-
piccola cappella nella chiesa che a- si , venivano le idi. Questo mo-
veva fondata vicina al luogo in do di conlare è ancora in uso nel-
cui abitava nella diocesi di Mun- la curia e cancelleria romana , e
ster, affine di potersi liberamente pel calendario del breviario. Le
dedicare alla preghiera. Sant'Ida an- idi incominciano l' indomani del
dò a godere il premio delle sue esi- giorno delle none e durano otto ,

mie virtù un poco prima della me- giorni, di modo che le none di gen-
tà del IX secolo, ed è onorata a' naio essendo il quinto giorno di
di settembre. tal mese, la data del sesto scrivesi
IDA o HYDA. Sede vescovile octavo idus jantiarti, otto giorni
della Licaonia nell'esarcato d'Asia, cioè prima delle idi di gennaio
sotto la metropoli d' Iconio. Fu che debbono cadere nel giorno tre-
eretta nel IV secolo, ed è chiama- dicesimo. L'undecimo di gennaio è
ta anche Gadamautus. Furono suoi ter Lio idus ì il terzo giorno avanti
vescovi Teodosio che fu al primo le idi ; il duodecimo pridie idus ì

concilio generale di Costantinopoli, il giorno avanti le idi ; ed il tre-

e Rufo che intervenne a quello di dicesimo, idibus januarii, il giorno


Calcedonia. delle idi di gennaio, così dicasi de-
IDBERTO (s.), monaco di Fon- gli altri mesi. F*. Calende, Gior-
tenelle. V. Vanbregesilo (s.). no, e Mesi.
IDI, Idus. Termine di calenda- IDOLATRIA. Idololatria, Dal
rio che usa per contare e distin-
si greco eidolon, idolo, e da latreuó,
gue certi giorni del mese; voce de- adorare. L' idolatria è propriamen-
rivante secondo alcuni dal latino te il peccato grandissimo, per cui
idus, o dall'antica parola toscana si rende agl'idoli od a qualunque
ìduare, che significava dividere, a altra creatura l'onore supremo^ il

cagione che divideansi i mesi in quale è dovuto solamente al vero


due parti quasi eguali altri la fan-: Dio; quindi dicesi idolatra colui
no derivare da idulium, ch'era il che adora i falsi dei, le creature,
nome della vittima che offerì vasi le opere della mano dell' uomo, e

a Giove nel giorno delle idi. Vi tributa loro gli onori dovuti sol-

sono otto idi in ciascun mese, che tanto al vero Iddio. Fra le cause
ordinariamente cadono nel giorno principali dell' idolatria noteremo
i3 d'egui mese, tranne i mesi di l'idea indelebile della divinità, tra voi»
IDO IDO 277
tn e guasta, che spinse l'uomo a ren- gioso; ed è probabilissimo che que-
dere un culto superstizioso a ciò sto disordine incominciasse avanti
ch'egli amava, o che stimava ec- il diluvio universale. Dopo il dilu-

cessivamente; l'attaccamento ecces- vio l'idolatria diventò più comune,


sivo alle cose sensibili; l'orgoglio e quasi direbbesi la religione do-
e la vanità dello spirito umano, minante del mondo, e chiamossi
che confuse la verità colla favola ; politeismo la pluralità degli dei.
l'ignoranza dell'antichità ; lo stile Tutti convengono che il culto
delle lingue orientali, figurato e e l'adorazione prestata agli Idoli
poetico, che personifica tutto l'a- ; (Fedi) sono l'immagine di
che
more smoderato, e la soverchia falsi dei, risale ad un'antichità re-

venerazione delle cose o delle per- motissima, non sapendosene bene


sone che ci sono o furono care ; l'epoca in cui fu stabilito tal cul-
un rispetto, l'ammirazione e la ri- to', e da chi propriamente venne
conoscenza, in modo esagerato; la introdotto; questa è una cognizio-
temerità di certi uomini che hau- ne che si perde nell'antichità, e
no voluto passare per divinità, ec. nella oscurità de' tempi, ma può
ec. L'idolatria è un grandissimo vedersi l'articolo Immagine. Racco-
peccato, giacché è un delitto di le- gliesi però dalla sacra Scrittura,
sa maestà divina, il di cui culto che 1' idolatria era già sparsa nel-
incomunicabile si trasferisce a delle l'Asia e nell'Egitto sino dai tempi
vili creature. Gli scrittori non van^ di Abramo e di Giacobbe adora-
no d'accordo sull'origine dell'ido- tori del vero Dio. Secondo gli sto-

latria.Yossio l'attribuisce all'in- rici greci potrebbe riguardarsi


,

venzione dei principii, l'uno del l'Egitto come la culla dell'idola-


bene, l'altro del male. Gli uomini tria; ma da questo non può infe-

avendo veduto che il mondo era rirsi che dall'Egitto si diffondesse


tutto pieno di beni e di mali, in- il culto degl' idoli in oriente ed
ventarono due divinità di egual occidente, perchè potè benissimo
possanza, alle quali attribuirono dall'Egitto diramarsi 1' idolatria in
delle funzioni affatto differenti. Il una gran parte dell'occidente; ma
primo principio autore del bene forse nell' oriente era più antica, e
creò il mondo ; il secondo princi- di là passò anche nell'Egitto. Si
pio autore del male, diffuse in es- crede che i greci ricevessero ©im-
so tutti i mali di cui è pieno. Al parassero il culto degli idoli dai
culto dei due principii succedette fenicii, e quindi lo comunicassero
quello degli spiriti, e sopra tutto ai romani, dopo di averlo tuttavia
quello dei demonii ovvero dei ge- arricchito di molte ingegnose fin-
ni, in seguito venne quello delle zioni. Forse i greci contrassero l'i-
anime degli eroi, delle persone il- dolatria non tanto per le relazioni

lustri. Altri invece opinano che i quanto per il loro com-


co' fenicii,
pi imi oggetti del culto degli ido- mercio con altri popoli orientali,
latri siano stati il sole, la luna e e i romani la ricevettero da tutte
gli astri. Il loro splendore, la lo- le nazioni più antiche, ed in gran
ro bellezza, la loro utilità fecero parte dai greci e dagli egizi. Il
si, che venne loro attribuita una Boileau parlando de'tempi più re-
virtù divina, quindi un. culto reli- moti, dice che tutto fu posto in
a78 IDO IDO
opera per sedurre i mortali; che conservare incorrotti i cadaveri
a tutti gli esseri si diede un cor- con la conditura de' balsami diede
po, un volto, un'anima, uno spi- occasione all'idolatria, perchè il

rito; che ciascuna virtù diventò una vedersi avanti gli occhi i corpi
divinila., e così Minerva fu la pru* de' defunti, che avevano amati ed
denza, Venere la bellezza ; non fu- onorati in vita, o rappresentando-
rono più il tuono e il fulmine si gli uomini come se fossero vivi
prodotti dal vapore, ma Giove se con statue o pitture, eccitava a
n'armò per atterrire gli uomini, e far verso di essi atti di venera-
ima tempesta orribile sul mare si zione, la quale crescendo a poco
disse Nettuno che sollevavairato a poco arrivò ad essere perfetta
i fluiti. Sull'origine ed altro ri- idolatria. Così l'abbiamo espressa-
guardante l' idolatria diverse eru- mente uel libro della Sapienza e. i4
dizieni si leggono nella Collezione e i5. Prima però del diluvio, se-
classica ossia tesoro delle antichi- condo s. Tommaso d'Aquino, non
tà di Giuseppe Gaetano Martinelli, ci fu idolatria, per le ragioni che

il quale affermando essere il peccato riporta, 2, q. 2, q. 94, art. 4 ad 2;


dell' idolatria antidiluviano, e che In prima aetate non fuit idola-
eccitò anch'esso lo sdegno d'Iddio, triam propter meinoriam crcalionis
dice che prima del diluvio era sta- mundi, ex qua adhuc vigebat co-
lo sacrificato ai venti, già deificati gnitio, unius Dei in mente homi-
e personificati, da Ussao ossia Os- num. E quello che per amore dei
sone discendente di Caino. Aggiun- figliuoli fecero i padri, fecero scam-

ge che dopo il diluvio si riprodusse bievolmente figliuoli per affezio-


i

l'idolatria da Cham figlio di Noè, ne e riverenza de'padri, onorando


ìndi da Thare nella terra di Se- i cadaveri che conservavano in ca-
naar e nell'antica Frigia, luoghi sa, o le statue ed immagini che
reputati da alcuni le prime sedi li rappresentavano, per cui ebbe
dell' idolatria. E siccome essa fu origine e si propagò l'idolatria se-
consigliata dai demonii, ammiriamo condo il p. Menochio. Nel tom.
la benignità dell'Altissimo che per Ili, p. 123 della citata Collezione
mezzo degli angeli contrapposti ai del Martinetti, si legge che i de-
demonii, insegnò ad Abramo, Isac- funti consacrati con la morte, di-
co, Giacobbe, Lot, Elia, ed altri venivano quasi sempre i dei La-
patriarchi la vera religione, allor- ri o penati della famiglia. Si dedi-

quando s' immergeva il mondo cava un oratorio privato a questi


nelle teuebre dell' idolatria, che esseri, ed il fuoco perpetuo dove-
avrebbe sovvertito tutto il geuere va entrare anco tra i riti privati.
umano. Verano alcuni schiavi, e talvolta
Il p. Menochio nelle sue Stuo- liberti detti janitores, la principa-
re tom. II, p. 626, tratta dell'uso le attribuzione de' quali era il cu-
degli antichi di ungere i cadaveri stodire il fuoco perpetuo in hono-
con unguenti aromatici, balsamo, rem Larium. Anzi divenne insepa-
mirra, ec. per conservarli dalla pu- rabile il fuoco dagli dei penati,
tredine, e dell'idolatria che da perchè si credette il loro genio. Ed
questo uso ebbe la sua origine. era così radicata l'idea che fosse

Égli dunque scrive che l'uso di il fuoco il genio de' Lari o dei
IDO IDO 279
penati, che Servio Tullio si appel- in forza di severissimi editti del-
lo un Lare vivente, perchè la sua l'imperatore Teodorico il Grande.
madre concepì nel fuoco, ed isti- Il Marangoni, Delle cose gentilesche,
tuì perciò giuochi e le feste com-
i parla come durasse
dell' idolatria
pitali in onor dei Lari, indi nacque in Roma imperio del no-
sotto l'

l'etimologia òì focolare, quasi Fo- minato imperatore, e sino dopo


cus Laris. Ma per una contraddi- Teodorico II, non tolta affatto, se non
zione bizzarra, dopo che si aveva- coli' invasione de' goti e dei van-
no in tanto pregio dei pena- i dali distruttori dei templi superstiti
ti, non si sgomentavano gli stessi agli ordini di Teodosio II, che avea
cultori di venderli e darli in pe- comandato che i templi degl' idoli
gno come pecore e giumenti. Sui parte si diroccassero, altri conver-
Lari o Penati il Cancellieri a pag. ti ti in chiese, ed i materiali dei
46 e 47 delle Sette cose fatali di demoliti applicati fossero alla fab-
Roma riporta notizie bibliografiche brica di nuove chiese. Rimasero
degli autori che scrissero su tali nulladimeno alcune reliquie dei-
dei domestici. Il p. Mamachi_, Dei V idolatria, e qualche tempio di
costumi dei primi cristiani, nel gentili in molte parti d' Italia, nel-
tom. I, pag. 268 e seg. discor- la Germania ed altrove, ed in quel-
re com' essi furono contrari all'i- le settentrionali l'idolatria vi du-
dolatria, e quali mezzi adoperalo- rè quasi a tutto il secolo Vili,
no per toglierla e sradicarla af- Giuseppe Luigi Traversali pubbli-
fatto dai cuori degli altri uomi- co in Faenza nel 1778: Disserta-
ni, ch'erano dediti alla supersti- zione suir origine dell'antica ido-
zione. Tra le altre cose dice che latria, de primi ido-
e sulla forma
i primi cristiani non solamente latrici simulacri. Osserva l'annali-
non adoravano le immagini degli sta Rinaldi che veramente l'idola-
dei, ma neppure ardivano di farle tria cominciò a venir meno nel
per curiosità, o per esercitarsi nel- fondarsi dal principe degli apostoli
l'arte della o della scul-
pittura s. Pietro la Chiesa romana; che
tura. Sebbene non negavano che grandemente diminuì nell' impero
dovessero essere venerati gli ange- di Traiano, e che il demonio si
li e i santi, con tutto ciò stavano sforzò a introdurla nella Chiesa
attenti a non prestar loro il culto cattolica per l'eresia d'Ario. Al-
di latria, che si deve unicamente l'anno 253, num. 18, dichiara qua-
a Dio. Riguarda vansi eziandio i li tra i cristiani furono gì' idolatri o
cristiani di non nominare alcun sia caduti nella persecuzione, chia-
falso Dio ne'loro discorsi e collo- mali sacrificati, turificati, libellati-
qui. Non giuravano pel genio, né ci, essendo propriamente appellati
per la fortuna di cesare. Non vo- idolatri quelli che pubblicamente
levan chiamare Iddio col nome di aveano dato agi' idoli alcun culto
Giove. Nemmeno
per curiosità si di religione. V. Lassi.
portavano a vedere i templi e i IDOLO, Idolus. Significa in ge-
sagrifizi de' gentili. L'idolatria do- nerale immagine, figura, rappre-
po avere dominato il mondo, non sentazione; un seuso più pro-
in
fu intieramente distrutta nell' im- prio è una immagine d* una falsa
pero romano se non nell'anno 423, divinità, cui si tributauo gli onori
,

280 IDO IDO


divini, (lavatili la quale si abbru- zìoni , dice che gì* idoli quanto
cia l'incenso, si fanno dei sacrifi- più sono antichi tanto più di fre-
zi, si innalzano altari in templi al- quente si trovano effigiati col ca-
la medesima dedicati. I Pagani po col, petto ed anche , talora
(Fedi) avevano idoli d ogni sorta ?
colle braccia umane ,
poi osservasi
?
e di ogni materia 1 oro, il bron- : che dal capo o dal petto in giù
zo, V avorio, la pietra, il legno, la si stringevano, ora in una colon-
creta , ec. ne furono la materia ; netta quadrata cornei Termini, Dei
gli astri, gli spiriti, gli uomini, le antichissimi tutelari de' campi , e
bestie, i fiori , le piante ,
gli ele- l
?
Erme colle quali si rappresenta
menti , ec. ne furono il soggetto comunemente Mercurio Viale o
ed il modello. Ciascuna divinità presidente alle vie ; or in un ci-

aveva i suoi idoli particolarmente lindro tondeggiante egualmente, o


distinti: cosi Giove presso i greci che verso la base si restringe qua-
rappresenta vasi col fulmine; Marte si in foggia di cono, e con tal fi-

colla lancia e coir elmo; Nettuno gura conica frequentemente termi-


col tridente , ec. I primi idoli di nano gli Osiridi, le Isidi ed altri
cui è menzione nell'antico
fatta antichissimi idoli egiziani; così an-
Testamento sono quelli che Laba- che terminava il celebre simulacro
ho teneva in sua casa. Havvi ap- di Diana efesina, così il Palladio
parenza che tali idoli fossero quei idolo fra i più antichi , così l' an-
medesimi Dei figurati e domestici tichissimo ed immondissimo idolo
di cui parlammo all'articolo Ido- Priapo, 1' antichità di cui si ricava
latria (Fedi), chiamati dai paga- dal farsene menzione anche nel li-

ni Penales dalla parola latina pe- bro terzo dei re pure erano
: così
nus, eh/ è relativa a quanto trova- effigiati i Lari antichissimi idoli do-
si nella casa. II Sarnelli nel to- mestici degli antichi; così finalmen-
mo X delle Lettere eccles. p. go, te altri idoli dell' età più remote
narra che a tempo dell' imperator i quali poi in progresso di tempo,
Costanzo nel 356, essendosi tolta perfezionandosi l'arte della scoltu-
l' idolatria dalla città , erano gì' i- ra, cominciarono a formare da-
si

doli adorati nelle ville dette Pagi, gli con tutte le parti ri-
scultori
e gl'idolatri pagani. Ognun sa che cavate dalla materia di cui erano
i più antichi simulacri degl' idoli fatti i simulacri. Si deve di que-
erano semplici pietre quadrate, al- st' antico uso di formare gli idoli
le quali poi furono aggiunte la rifondere l'origine nell'imperizia
testa e le braccia, su di che è a dei primi secoli ancora rozzi , che
vedersi il Bidcrmanni, De divino la- cominciarono a dare onori divini
pidimi cultu commentano, e Seba- alle colonne o anche a* pilastri, sui
stiano Ciampi nel breve Prospetto quali fosse rozzamente effigiata a
dell'origine della statuaria, delle modo di capitello l'immagine del
varie materie in diversi tempi ado- volto di qualche celebre personag-
perate per le statue degli Dei e gio defunto , onde poi fu creduto
degli uomini, nel tom. XV del necessario e quasi arcano di reli-
Giornale della collez. di opusc. gione il formar gl'idoli senza gam-
scient. e letter. Il p. Lupi nel be, per così dire fasciati a modo
tom- II, p- 78 delle sue Disserta- di colonne , anche dopo che ere-
,

IDO IDO 281


sciula la pratica dello scolpire si tribuire a' goti ed altri barbari
era qualche poco migliorato il gii- avendo Dio dato poscia Roma in
sto dell' arte. Adunque gli antichis- potere di coloro, acciocché la pur-
simi idolinon avevano piedi, e se gasserò affatto dai simulacri dei
li aveano non li adoperavano per fìnti Giovanni Marangoni ,
Dei.
camminare, come dice Davidde di nella sua opera Delle cose genti'
alcuni che con essi si effigiavano, lesche e profane trasportate ad uso
Il Rinaldi negli annali parla de- ed ornamento delle chiese, erodi*
gì' idoli che alla venti-
in Egitto tamente tratta i seguenti punti ri-*

ta di Gesù Cristo da sé stessi croi- guardanti gl'idoli. Tolta la loro


larono e caddero, e dice che gli a- figura, gli idoli si possono adope-
postoli non predicarono contro di rare in usi sacri. Effigiati presso
essi nel principio della predicazio- le immagini de' santi martiri, sona
ne. Esiccome più cristiani mossi simboli della costanza de' medesi-
dall' esempio di s. Eulalia vergine mi. Loro immagini proibite da Dio
fanciulla , spezzarono e disfecero agli Loro statue sempre e^
ebrei.
le statue degli idoli, per cui furo- schise dalle chiese.Loro simulacri
110 uccisi non piacque a' vescovi
, come trattati nell' impero di Co-
che l'azione fatta con privato im- stantino il Grande e de' suoi fi-?

pulso divino da s. Eulalia si fa- gliuoli, ed esposti per ischerno nei


cesse da tutti gli altri importuna- pubblici luoghi. Loro stato sotto
mente, laonde nel concilio Illibe-? l'imperio di Giuliano l'apostata, il

ritano o sia d'Elna, per evitare le quale rimise in piedi il culto àe*
stragi de' cristiani e moderarne il gli idoli, levò la croce dal labaro,
fervore, fecero questo canone. « Se e collocò colla sua le loro iinmagi-
alcuno spezzerà gl'idoli, e saravvi ni; impresse la sua effigie col voi-»

ucciso, perocché ciò non è scritto to di Serapi , incrudelì contro i

nel vangelo, ne mai si trova esse- cristiani , collocò la sua statua nel
re fatto dagli apostoli, non sia ri- sito di quella di Gesù Cristo, ven-
cevuto nel numero de' martiri » . ne fulminato dal cielo, e morì
Il Baronio riporta questo decreto infelicemente. Stato degl'idoli sotto
all'anno 3o5. Avendo trionfato la gì' imperatori Valentiniano, Valen?
religione cristiana per volere di te, Graziano, e Teodosio I. Perchè
Costantino, questi fece distruggere tanti idoli si ritrovino e si conser-
i templi de* Gentili ( Vedi), ed e- vino a'nostri giorni nei pubblici e
spose i loro idoli allo scherno dei privati musei , di materia diversa ;

popoli. Teodosio I in Roma privò ciò avvenne perchè i gentili a tutr


gì' idoli di venerazione sopprimen- to loro potere procurarono nascon-
do il loro culto abbominevole ; derli, salvandone quanti loro fu
soppresse i sacrifizi idolatri e le possibile fra i più segreti luoghi
feste profane ; fece spezzare e gua- delle loro case , o nel seno delle
stare le statue degli idoli , tranne loro campagne e don- possessioni,
quelle lavorate da eccellenti artisti, de poi furono ritrovati , e perchè
le quali fece collocare ne' luoghi non v'ha più pericolo ch'esiger
pubblici per ornamento della cit- possano culto veruno, si serbano dai
tà. Sicché la distruzione delle ope- fedeli come trofei della religione
re di valenti artefici si deve at- cristiana ad getitilium religionis ir-
?6i IDO IDO
rrsionem, ed anche per studio del- late in bocca, mentre gridavano di
l' arte di cui sono formati. Inol- esser cristiani, e che in appresso te-
tre ilMaraugoni discorre come gli stimoniarono il loro dolore coli'a-
idoli non mai furono collocati nel- bito e colla di vivere, non
maniera
le nostre chiese; idoli ed Immagi- devono essere privati della comu-
ni (Vedi) in che differiscono; idoli nione, se sono immuni da colpa.
espressi presso alcune immagini dei Can. 4- Quelli che dopo aver sa-
martiri per simbolo di loro for- grificato per fòrza ,
parteciparono
tezza e costanza nel rigettare ed inoltre alle mense degl'idoli, se slet-
ahborrire qualunque segno di cul- tervi in abito di festa, e con alle-
to, al quale erano persuasi dai mi- grezza, saranno per un anno ascoi'
nistri dell' empietà , e spronati con tanti, per tre anni prostrati, per
minacce della loro vita, per cui in- due anni parteciperanno solamente
n u mera bili furono i cristiani marti- nelle preghiere, e poi saranno rice-
rizzati per essersi ricusati di adora- vuti alla comunione perfetta.Can.
re gl'idoli in qualsiasi modo. Co- 5. Ma se assistettero a quel con-
me possono impiegarsi gli idoli in vitto in abito di lutto, o se per
usi sacri , cioè tolta la forma si tutto il pranzo non fecero altro
può servirsi della materia. 1 pri- che piangere, dopo che saranno per
mi cristiani facevano dai novelli tre anni prostrati, saranno ammessi
convertiti alla fede spezzare gì' i- alla preghiera senza offrire. Che se
dolid'oro e d'argento, impiegan- non hanno mangiato, non saranno
done la materia in alimento dei prostrati che per due anni, e uno
poveri. ne staranno senza offerire, e in ca-
Riporteremo i canoni de'concilii po a tre anni avranno la comu-
contro gl'idoli, e delle pene contro nione perfetta ; ma i vescovi avran-
coloro che hanno sagrificato agl'i- no facoltà di allungare o di ab-
doli. concilio Ancirano dell'an-
11 breviare questo tempo , e di usar
no 3i4, col can. i decretò, m Ai indulgenza secondo la maniera, onde

sacerdoti che hanno sagrificato a- i penitenticondurranno durante


si

gl'idoli, e che sono ritornati al con- la loro penitenza. Can. 6. Quelli


flitto di buona fede e senza arti- che hanno sacrificato cedendo alla
fizio, si conserva loro l'onore e il minima minaccia del supplizio ,

diritto di seder nella chiesa dopo della perdita dei loro beni, ovvero
i vescovi, ma si proibisce loro di dell'esilio, e che non avendo fatta
offrire, di predicare, né di far nes- penitenza sino al presente, si pre-
suna funzione sacerdotale. Lo stes- sentano per occasione di un con-
so è ordinato dei diaconi : ma il cilio, protestando di volersi con-
concilio permette ai vescovi di ac- vertire, saranno ricevuti ascoltan-
crescere o diminuire secondo il ti sino al gran giorno di Pasqua ;
fervore della penitenza. Col canone poi staranno tre anni prostrali.
i. Quelli che sono fuggiti, ma Dopo due anni comunicheranno
furono traditi dai loro domestici, tre volte senza offerire, e tutta la
che hanno perduto le sostanze loro penitenza sarà di sei anni.
,

sofferti ì tormenti o la carcere, ai Quelli che si troveranno in peri-


quali fu messo in mano per la colo di morte saranno ricevuti se-
iorza l'incenso, o delie caini ìnuno- condo la ì egola. Can. 7. Quelli
IDO IDU 2 83

che a una festa profana hanno 1DROMITI. Ministri ed antichi


mangiato nel luogo destinato ai gen- ufiìziali subalterni della chiesa gre-
tili ma cibi che aveano seco re-
, ca, i quali erano incaricati di fare
cati , dopo essere
saranno' ricevuti la benedizione e V aspersione deb
stati due anni. Can. 8.
prostrati l'acqua benedetta, quindi distribuir-
Quelli che hanno sacrificalo per la al popolo. L'antichità di questa
forza due o tre volte, saranno quat- funzione presso i greci prova che
tr'anni prostrati, due anni senza of- 1' uso acqua benedetta non è
dell'

ferire, e si riceveranno il settimo, una pratica inventata recentemente


Can. i del concilio d'Elvira tenu- dalla chiesa latina, come pretesero
to nel terzo secolo. Chiunque dopo i protestanti ed altri eretici.
il battesimo, avendo l'uso di ra- 1DROPARASTATI. Eretici i qua-
gione sarà venuto a un tempio li offrivano pura acqua nella mes-
per idolatrare, e lo avrà fatto, non sa, perciò detti acquari. ancora
riceverà la comunione nemmeno Essi furono sedotti da Marcione, il
al fine della vita. (Le frequenti ca- quale erroneamente insegnava che
dute ond'erano testimoni du-
stati il vino non era che il sangue del
rante la persecuzione, potevano ob- diavolo, credendo alla favola che
bligare a questa severità verso quel- trasformatosi in serpente ed uni-
li che aveano apostatato volonta- tosi alla terra in figura di donna,
riamente). Can. 5o,. Proibizione ai avea prodotta la vite; favola da
cristiani di ascendere nel Campi- cui ebbe origine l' errore dei ma-
doglio de'pagani, nemmeno per ve- nichei, i quali asserivano essere il

dere il Se un fedele il
sacrifizio. vino fiele del diavolo, per cui non
facesse è condannato a dieci anni consacravano sotto le specie del
di penitenza. Can. 17. Proibizione vino. S. Giovanni Crisostomo ed
alledonne di dar gli abiti loro per Ireneo ne fanno autore Ebione.
ornamento di una pompa secolare, Furonvi eziandio altra sorta d'I-
vale a dire pagana, sotto pena di droparastati od acquari, ch'erano
essere private della comunione per però cattolici ; ma messa che
nella
tre anni. Can. 4** Si esortano i celebravano la mattina, perchè l'o-
fedeli a non tollerare idoli nelle dore del vino non li scuoprisse ai
loro case, per quanto sarà possibi- persecutori della fede , offerivano
le, e che almeno conservino puri acqua per vino, il quale però of-
sé stessi. Can. 60. Se alcuno farà frivano nella messa vespertina.
in pezzi gì' idoli , e sarà ucciso sul IDULFO (s.). Nacque a Rati-
fatto non sarà ammesso nel nume- sbona da una delle più illustri fa-
ro de' martiri, ec. Concilio di To- miglie della Baviera, e fino dagli
ledo an. 6o3. Can. 2. Tutti gli anni più giovanili, rinunziando al-
avanzi dell'idolatria sono proibiti, le speranze lusinghiere che gli of-

come onorar delle pietre, delle fon- friva il mondo, scelse di consa-
tane, degli alberi, di osservare gli grarsi al servigio di Dio. Divenuto
auguri, o di far uso d'incatesimi." arcivescovo di Tre veri , adempì a
All'articolo Catecumeno ed altrove, tutti i doveri di zelante e vigile
si parlò degli ascoltanti o ascolta- pastore. Verso l' anno 665 intro-
tori, dei prostrati o gemiflettcnti, dusse la regola di s. Benedetto nel
ec. inoiiistei'o di 5. Masòimino, ne ac-
,,

*84 IGI IGL


crebbe l'entrate, e vi stabilì una note ad Eusebio Hist. eccl. li- ,

esemplare regolarità. In seguito, bro 4> ca P- XI; Giangiorgio Wal-


ri n iniziata la sua sede, entrò egli chio nella Storia eccl. del II se-
stesso nel medesimo monistero; ma colo p. ed 847 , altri pretendono
vedendo che nella sua diocesi non che Cerdone non fosse scomunica-
gli conceduto starsene celato
era to, ma che da sé si ritirasse dalla
come egli bramava, si ritirò circa comunione de* fedeli , prevenendo
il 6y i in mezzo alle montagne dei così il giudizio della Chiesa. In tre
vosgi, sulle frontiere della Lorena. ordinazioni nel dicembre s. Iginio
Quivi fabbricò il monistero di Mo- creò sei vescovi, quindici preti, e
yen-Moutier, cos'i chiamato per es- cinque diaconi. Governò tre anni,
sere posto in mezzo ad altri quat- undici mesi , e ventinove giorni.
tro, e che divenne abbazia molto Patì gennaio del i58. Gli
agli 1 1

celebre dell'ordine di s. Benedetto. antichi come Eusebio in


storici ,

Allorché s. Idulfo vide quella so- Chron.j e s. Cipriano nell' epist. 74,
litudine ripiena di religiosi, depose non lo fanno martire, perchè l'im-
il governo di essa nelle mani di peratore Antonino Pio raffrenò la
Leutbaldo, il quale essendo mor- persecuzione contro i cristiani, in
to nel 704, Idulfo il riprese , e grazia principalmente delle orazio-
conservò fino alla sua morte, cioè ni apologetiche di Giustino. Fu se-
liei707. Il suo nome non è nel polto nel Vaticano. La santa Sede
martirologio romano; ma si trova vacò tre giorni.
liei calendari di Francia, di Ger- IGLESIAS (Ecclesien). Città con
mania, e dell' ordine di s. Bene- residenza vescovile in Sardegna
detto, venendo onorato agli 1 1 di divisione del Capo Cagliari , capo-
luglio. luogo di provincia e di distretto, e
IGINIO (s,), Papa X. Prete greco residenza delle principali autorità
di Atene figliuolo di Filosofo, o della provincia del suo nome, in

piuttosto egli stesso di condizione una posizione elevata e salubre


filosofo, fu creato Pontefice ai i3 non lungi dalla baia segnata dal
gennaio dell'anno 1 54- Distribuì Capo-Altano, e dalla punta di Ra-
i gradi del clero , cioè certi uffizi ma nella parte meridionale della co-
a' chierici, onde molti argomentano sta occidentale di Sardegna. Le sue
il principio de' cardinali. Gli viene antiche fortificazioni sono in gran
attribuito il decreto di aggiungere parte rovinose. Rinchiude un bel
al ministro sagramento del
del palazzo vescovile, una cattedrale di
battesimo un uomo e una femmi- antica struttura, e diversi stabili-

na che servano da padrino e da menti civili e religiosi. I dintorni


madrina. Scomunicò Cerdone, au- sono fertili e bene irrigati. Fra
tore degli errori de'marcioniti, che Iglesias ed il Monte Ferro all' ovest
nel suo tempo venne in Roma, il si scopersero abbondanti miniere di
quale affermava due Dei f uno , piombo bianco, e pietra calaminare.
buono, l'altro crudele, e negava Iglesias o Villa de Chiesa, Villa
che Cristo fosse vissuto in carne, Ecclesiae, fu fabbricata colle rovi-
essendo stato, secondo lui, un me- ne dell'antica Sulcis, ed è la pri-
ro fantasma. Veggasi il Baronio ma città di cui s' impadronì nel
ad ali. l4^> 1^5. Il Valesio nelle i323 l'armata aragonese del re
IGL IGN 285
Giacomo II, allorché sbarcato aven- 1800 Nicola Navoni di Cagliari;
do a Palmas, si avanzò sopra Ca- e nel 1 8 19 Giovanni Nepomuceno
gliari onde scacciarne i dap-
pisani, Ferdiani di Cagliari. Dopo la mor-
poichè Iglesias si trova cinque mi- te di questi, per rinunzia di Gio-
glia distante dalla costa occidenta- vanni Stefano Masala, ch'era stato
le dell' isola Sardegna , e ven-
di nominato a questa chiesa il re- ,

t' otto miglia a maestro di Cagliari, gnante Papa Gregorio XVI nel
I pisani uniti ai cittadini fecero vi- concistoro de' i5 gennaio 1 844
gorosa resistenza, ma alla fine do- preconizzò in vescovo 1' odierno
\ettero cedere : i pisani vi aveva- monsignor Giovanni Battista Mon-
no stabilita la zecca. Vuoisi che vi- tixi di Cagliari canonico di quella
cino sorgesse altra città, cui die- metropolitana.
rono i latini il nome di Metalla, La cattedrale è dedicata a Dio
o piuttosto deve un tal nome ri- in onore di s. Chiara vergine. 11

ferirsi alle circostanti mentovate capitolo si compone di due dignità,


miniere di piombo e pietra. la prima delle quali è l'arciprete,
La sede vescovile di Sulci eretta di quattordici canonici comprese
nel VII secolo, per la distruzione le prebende del teologo e del
della città, il vescovo riparandosi penitenziere, non che di beneficia-
ne! villaggio di Tratalias, verso il ti, e di altri preti e chierici ad-
i5o3 Giulio li la trasferì a Villa detti al divino servigio. Nella cat-
della Chiesa o Iglesias , indi nel tedrale tra le reliquie si venera il

1 5i 3 fu unita alla metropolitana capo ed un braccio di s. Antioco


di Cagliari, il cui arcivescovo vi martire patrono della città e del-
deputò un vicario generale. Ciò la diocesi. Nella medesima è il

accadde mentre era arcivescovo di fonte battesimale, e la cura parroc-


Cagliari Giovanni IV Pilares, nel- chiale viene affidata ad un canonico
la serie de' vescovi di Sulci chia- dello stesso capitolo. L'episcopio,
inato Giovanni II. V. F. Antonio moderno edifizio , è prossimo alla
Felice Mattei, Sardinia sacra p. cattedrale. Oltre di questa nella
1 38. Dipoi ad Iglesias fu dato il città non vi sono altre parrocchie,
proprio vescovo , e la sede fu di- bensì vi sono tre conventi di relr-

chiarata suffraganea della metropo- giosi domenicani, conventuali, e


litana di Cagliari. Riporteremo la cappuccini ed un monistero
, di
serie de' suoi vescovi, secondo quel- Clarisse, diverse confraternite, mon-
ti registrati nelle annuali Notizie te di con alun-
pietà, e seminario
di Roma. Clemente XIV nel con- ni. I frutti della mensa ad ogni
cistoro de' 7 settembre 1772 fece nuovo vescovo sono tassati ne' li-
vescovo d' Iglesias Gio. Ignazio bri della camera apostolica in fìo-
Gautier di Mondovì. Pio VI neì lini centocinquanta, ascendimi vero
1775 Francesco de Plano del ca- ad bismille plus minus sentala
stello di Pauli diocesi di Cagliari ;
monetae romanae , oneribus de-
nel 1783 fr. Giacinto Rolfì agosti- ductis.
nia no di Mondovì; e nel 1792 Giù- IGNAZIO (s.), vescovo d' An-
seppe Domenico Porqueddu di Se- tiochia e martire soprannominato ,

norbi diocesi di Cagliari. Pio VII Teoforo. Credesi che fosse sirio di
dichiarò vescovi d' Iglesias , nel nazione, e giusta gli atti del su©
,

9.8G IGJV 1 GN
martirio fu discepolo di s. Giovan- soavità tutta divina a disprezzare
ni evangelista. Venne collocato da- la vita presente , a non agognare
gli apostoli sulla sede d'Antiochia che i beni avvenire, e non avere
verso T anno 70 di G. C., dopo la giammai timore dei mali passag-
morte di s. Evodio. Il Grisostomo geri questa terra. Le chiese di
di
ce lo descrive come un modello Asia, non contente d' aver depu-
di tutte le virtù episcopali ne' qua- tato per onorarlo alquanti vescovi
rant'anni che governò quella chie- e preti a farsegli incontro com- ,

sa ; perocché durante la persecu- misero eziandio a più fedeli d' ac-


zione di Domiziano non ristette compagnarlo il rimanente del viag-
mai di vegliare il suo gregge e di gio. Arrivato a Smirne, e avuta
incoraggiarlo colle sue esortazioni licenza di smontare, s'intrattenne
e preghiere. Avendo la morte del con s. Policarpo allora vescovo di
persecutore tornata la pace alla quella città, e già discepolo sicco-
Chiesa, ei n' ebbe grande allegrez- me lui di s. Giovanni evangelista.
za per l'amor che portava ai fe- Ivi accolse i deputati di varie chie-
deli ; ma nellostesso tempo rat- se , e scrisse quattro lettere , indi-
tristossi di non aver avuto la sor- rizzate a quelli di Efeso, di Ma-
te di suggellare la sua fede collo gnesia , di Tralles e di Roma , le
spargimento del proprio sangue. Se quali ci danno a conoscere il suo
non che la persecuzione tornò a spiritoveramente apostolico. Parti-
incrudelire in alcune provincie sot- tosida Smirne navigò per la Troa-
to l'imperatore Traiano, ed essen- de, da dove scrisse altre tre lette-
dosi questi recato in Antiochia nel re alle chiese di Filadelfia e di
gennaio dell'anno 107, condannò Smirne , ed a s. Policarpo , nelle
Ignazio ad essere condotto in Ro- quali osservasi lo stesso spinto che
ma per esservi divorato dalle fie- nelle precedenti. Avrebbe voluto
re, e servire al popolo di spetta- scrivere anche alle altre chiese del-
colo. 11 santo vescovo fu accom- l' Asia , se le sue guardie glielo a-
pagnato dalla Siria sino a Roma vessero conceduto ; pregò quindi
da Filone diacono e da Agatopo- s. Policarpo di scrivere per lui.
de, che credonsi gli autori degli Finalmente giunto a Roma il di
atti del suo martirio : altri cristia- 10 di dicembre, ultimo de' pub-
ni d'Antiochia lo precorsero per blici giuochi, venne condotto nel-
aspettarlo a Roma. Durante il suo l'anfiteatro, ove esposto a due fu-
viaggio, che, senza sapersene ben riosi leoni ne fu tosto divorato.
la cagione , fu allungato d' assai Ciò avvenne nell'anno 107, essen-
studiavasi a trovar modo di con- do consoli Sura e Senecione secon-
fermare nella fede le chiese delle do, come notano positivamente i
città per le quali passava. Nelle suoi atti, benché alcuni dotti por-
istruzioni che loro dava insisteva tino la sua morte all'anno 116.
particolarmente sulla fuga dagli Le ossa rimaste di questo santo
scismi e dalle eresie, non che sul- martire furono portate come in
la necessità di attenersi inviolabil- trionfo da Roma in Antiochia , e
mente alla tradizione degli aposto- dopo molto tempo trasferite a Ro-
li. S. Gio. Grisostomo aggiunge ma di nuovo, dove furono collo-
eh' egli pur confortava con una cate nella chiesa di s. Clemente I
,

IG\ 9.8-

Popa martire. Va pero notato che svenfnrata imperiale famiglia ab-


per venerarsi nella chiesa del Ge- bracciarono lo stato monastico , e
sù de' gesuiti il di lui capo, molti Niceta, che avea allora quattordici
scrissero esservi tutto il suo cor- anni, assunse il nome d' Ignazio, e
po, quando che il resto di questo divenne abbate. La bontà, la pru-
veramente si conserva in quella denza e la carità con cui governò
di s. Clemente. I greci celebrano la il suo monistero, e lo zelo col qua-
sua festa il 20 dicembre, ed i la- le istruiva i suoi fratelli, gli pro-
tini il i.° di febbraio. Oltre le cacciarono l' amore ed il rispetto
sette lettere di sopra citate, ve ne universale. Neil' 846 fu tolto dalla
sono altre otto che portano il no- sua solitudine e collocato sulla se-
me di s. Ignazio; ma queste, se- de patriarcale di Costantinopoli ,
condo la più attendibile opinione, ove oltre a tutte le virtù di un
sono supposte. Vi sono di quelli perfetto religioso , fece risplendere
che le ammettono tutte , ed altri quelle di un vescovo pronto sem-
che tutte le rigettano. Furono molte pre a dar la vita per gì' interessi di
volte stampate, e le migliori edizioni Dio, della religione e del suo greg-
sono quelle di Amsterdam, 1667 ge. E ben dimostrollo all' occasio-
in foglio, colle dissertazioni di Us- ne di una contesa conBarda fra-
serio e di Pearson, e quella di Co- tello dell' imperatrice Teodora, tu-
telier ne' suoi Padri apostolici, in trice di Michele III di lei figlio.
greco ed in latino. Le lettere di Questo Barda essendosi lasciato
s. Ignazio sono stese con uno sti- vincere da un amore incestuoso
le semplice, ma apostolico, e piene per la propria nuora, s. Ignazio
eli quel!' ardente zelo eh' era pro- ne lo rimproverò vivamente, e gli
prio dei primitivi cristiani. Egli vi negò la comunione il giorno del-
raccomanda la pace I' unione la , , l'Epifania dell'anno 857. Barda
vigilanza Y obbedienza ai pastori
, per vendicarsi persuase il giovine
la carità, Y umiltà, la castità, l'at- imperatore a scuotere il giogo di
taccamento alla tradizione degli sua madre Teodora, e ad ordina-
apostoli, la fuga dalle eresie, e vi re al patriarca di tagliarle i ca-
dà molti ottimi consigli che non pelli unitamente alle principesse
respirano che la pietà ,
1' unzione , sue sorelle, per consacrarle alla vi-
l' amore di Gesù Cristo e della ta monastica. 11 santo prelato ri-
Chiesa. cusò di prestarsi a quest' atto di
IGNAZIO (s.), patriarca di Co- violenza, non meno contrario alla
stantinopoli. Egli chiamavasiprima giustizia che alla religione. Barda
Niceta ebbe a padre Michele mae-
: dipinse all' imperatore questo ri-
stro del palazzo imperiale, che fu fiuto coi colori i più odiosi , ed
poscia collocato sul trono dopo la accusò anche Ignazio di accendere
morte dell'imperatore Niceforo, ed a il fuoco della ribellione, per cui
madre Procopia figliuola dello stes- fu scacciato dalla sua sede, ed esi-
so imperatore. Neil' 8 3 1 Leone liato nell'isola di Terebinto. L'eu-
Y Armeno usurpò il trono a Mi- nuco Fozio (Fedi), che col mezzo
chele, e rese eunuchi i di lui figli di Barda fu intruso in sua vece,
perchè non potessero lasciare po- volendo costringerlo con mali trat-
sterità. Tutti i membri di questa tamenti a rinunziare alla sua di-
,,

288 IGN IGN


gnità, dopo averlo fatto passare di per molto tempo costretto ad er-
prigione in prigione carico di ca- rare, oppresso dalla miseria, ora in
tene ordinò che fosse condotto a
, un' isola, ora in un'altra, nascon-
Mitilene; ma perduta ogni speran- dendosi nelle caverne o sopra de-
za di una dimissione volontaria serte montagne, fino a che un ter-
spedì deputati a Roma per pre- remoto che si fece sentire in Co-
gare il Pontefice Nicolò I di man- stantinopoli venendo dal popolo,

dare dei legati a Costantinopoli. attribuito alla persecuzione che


Giunti che furono i legati Zacca- facevasi soffrire al santo patriarca,
ria e Rodoaldo, Fozio e V impera- obbligò Michele III e Barda, spa-
tore si adoperarono con ogni in- ventati anch'essi, a permettergli di
gegno per guadagnarli e vi riu- , ritornare al suo monistero. Frat-
scirono.Il sinodo che si divisò fu tanto il Papa, informato di tutto
radunato nella città l'anno 86 1, ciò eh' erasi fatto, riprovò la con-
e s. Ignazio ivi condotto venne dotta de' suoi legati, e dichiarò che
ignominiosamente deposto. Fu po- egli non avea dato loro il potere
scia rinchiuso in stretto carcere di deporre Ignazio, e meno quello
nel quale uno dei suoi custodi, si collocare Fozio sulla sede di lui.
presagli per forza una mano ,
gli Nullameno costui si sostenne an-
fece formare una croce sopra una cora fraudolentemente per qual-
pergamena, affinchè si potesse dire che tempo. Finalmente succeduto
eh' egli avea sottoscritta la sua con- a Michele III l'imperatore Basilio
danna. Fozio stese su quella per- detto il Macedone, cacciò Fozio in
gamena una dichiarazione nella esilio , e richiamò s. Ignazio , il

quale egli facea dire al santo di quale fu con gran pompa riposto
essere stato giustamente deposto. sulla sua sede ai 3 novembre del-
Dopo ciò s. Ignazio ebbe la liber- l' 867. Dopo ilsuo ristabilimento
tà di ritirarsi in una casa di sua domandò all' imperatore ed al Pa-
madre a Pose. Essendogli ivi sta* pa la convocazione d' un concilio :

to permesso di respirare alcun po- questo fu tenuto nella chiesa di s.

co, colse il momento per notificare Sofia di Costantinopoli, ed è l'ot-


al Papa tutto ciò eh' era accadu- tavo generale. Papa Adriano II vi

to. Lo scritto fu firmato da dieci presiedette per mezzo dei suoi le-
metropolitani, da quindici vescovi gati : vi condannò ciò eh' erasi
e da gran numero di preti e di fatto nel sinodo di Fozio, e vi ci-
monaci. L' usurpatore s che non si tò questo scismatico stesso, il qua-
credeva ancora in sicuro, consigliò le dopo essere stalo ascoltato più
1' imperatore ad esigere da Ignazio volte venne scomunicato. S. Igna-
che leggesse 1' atto di sua condan- zio d'allora in poi governò la sua
na nella tribuna della chiesa degli chiesa con saviezza e santità sem-
Apostoli, e ad ordinare che dipoi pre maggiori; e morì ai 23 di
gli si mozzasse la mano e strap- ottobre dell' 878, in età di circa
passe gli occhi. Il giorno della ottant' anni. Tanto i latini che i

Pentecoste una compagnia di sol- greci ne celebrano in detto gior-


dati circondarono la casa del san- no la festa.

to patriarca ; ma egli salvossi fug- IGNAZIO di Loiola (s.), fonda-


gendo travestito ila contadino. Fu tore della compagnia di Gesù. INac-
IGN IGN 289
que nel i49*> iu quella parte del- gamba mentre una palla
sinistra,

la Biscaglia spagnuola che si sten- di cannone gli ruppe quella diritta.


de verso i Pirenei, e che presen- La guarnigione, veggendolo ferito,
temente chiamasi Guipuscoa. Bel- perdette il coraggio e si rese a di-
trando suo padre, signore di Ognez screzione. I francesi trattarono be-
e di Loiola, teneva un alto grado ne i prigionieri e specialmente I-
tra la nobiltà del paese, e sua ma- gnazio, del quale ammirarono la
dre Marina Saez o Sanchez di Bal- prodezza ; lo portarono al quartie-
do non era di meno illustre ca- re del loro generale, poi lo man-
sato. Ignazio fu l'ultimo dì tre fi- darono in una lettica al suo ca-
glie e di otto figli che ne vennero stello di Loiola. Quivi i chirurghi
alla luce , e fin dalla sua fanciul- credettero necessario di rompergli
lezza dimostrò vivacità d' ingegno di nuovo la gamba, essendo stata
ed indole coraggiosa. Fu allevato male raggiunta questa crudele o- :

alla corte di Ferdinando V re di perazione lo mise agli estremi, sic-


Spagna, ove fu posto in qualità di ché furongli somministrati i sagra-
paggio, sotto la guida di Antonio menti nella vigilia de' ss. Pietro e
Manriquez duca di Naiara e gran- Paolo. Nullameno egli guari con-
de di Spagna, suo parente, il qua- tro ogni aspettazione, e riguardò
le veggendolo inclinato al mestie- come miracoloso il suo risanamen-
re delle armi, fecegli apprendere to, attribuendolo alla intercessione
tutti gli esercizi appartenenti ad di s. Pietro, al avea avuto quale
L'esempio de'suoi fratelli
uffìziale. sempre gran divozione. La sua gam-
che si erano segnalati nelle guer- ba per altro rimase deforme, spor-
re di Napoli, accrebbe il suo ar- gendovi infuori un osso che gl'im-
dor per la gloria. Entrato nell'ar- pediva di calzar bene lo stivale, e
mata, si fé' molto onore all'assedio perciò egli, che bramava compari-
di Naiara, e benché avesse avuto re avvenente , volle farsi tagliare
gran parte alla vittoria, non volle quest' osso ;
poscia essendoglisi a
averne al bottino. Egli avea mol- cagione di questa operazione ri-
te belle prerogative ; ma il suo tratta una coscia , si sottopose a
contegno era tutt' altro che mori- violenti stirature, ma restò con
gerato; e seguendo le false massi- la gamba alquanto più corta. Es-
me del mondo non avea il pensie- sendo obbligato a guardare il let-
ro che alla galanteria ed ai sollaz- to per molto tempo, si mise a
zi. Amava la poesia, e quantunque leggere in mancanza di altri libri
non avesse alcuna tintura di lette- le vite de'santi. A poco a poco vi
re, buoni versi spagnuoli,
faceva trovò piacere, e si destò in lui il

e si componesse un poe-
dice che desiderio di seguirne gli esempi.
ma in onore di ». Pietro. Allor- Già proponeva di visitare i luoghi
ché i francesi nel i5ii assediaro- santi, e di chiudersi in un romi-
no Pamplona, Ignazio, che ivi tro- taggio; ma questi buoni disegni
vavasi, fece quanto potè per inco- svanivano presto la sua ambizio- :

raggi re gli assediali a difendersi, e ne il ratteneva, e n'era sviato an-


diede prove di estremo valore ; ma cor più da una segreta passione
nel bollor della pugna una grossa che avea per una dama della corte
scheggia di pietra lo colse nella di Castiglia. Finalmente la divina
VOL. xxxui. »9
?9° I GN ICS
grazia la vinse, ed egli ne segui quale abbiamo pai lato all'articolo
con ardore gì' impulsi. Risanatosi Gesuiti [Fedi). Indi recossi a Ro-
incominciò sua penitenza col pel-
la ma, e poscia visitò i sacri luo»
legrinaggio al santuario di Nostra ghi di Gerusalemme. Al suo ri-
Signora di Monserrato, ove fatta torno incominciò i suoi studi a
generale confessione de'suoi peccali, Barcellona, ove una dama vir-
*i consacrò al Signore col voto di tuosa per nome Isabella Rosei si

perpetua castità; poscia nel giorno incaricò di provvedere ai suoi bi-


dell'Ànnunziazione del i52 2, dopo sogni ; li proseguì ad Alcala, a Sa-
essersi comunicato , appesa la sua lamanca ed a Parigi, ove giunse
spada vicino all' altare, vestita ru- in febbraio del i528. Fu colà che
vida tela, ciuto il fianco di cor- inspiralo da Dio di stabilire una
da, col bordone alia mano, la zuc- compagnia d'uomini apostolici, si
ca a lato, il capo scoperto, partì da associò sei compagni, Pietro le Fè-
Monserrato colf intenzione di re- vre, Francesco Saverio , Giacomo
carsi aGerusalemme. Giunto a Man- Lainez, Alfonso Salmeron, Nicola
resa, vi si fermò ritirandosi in Bobadilla e Simone Piodriguez, coi
quell'ospedale in qualità di men- quali consagrossi a Dio il dì del-
dicante. 1 digiuni, le veglie e le l'Assunzione i534, nella chiesa di
altre mortificazioni che ivi praticò, Montmartre, facendo voto di recarci
resero suo aspetto così ributtan-
il a Gerusalemme per convertirvi g!i
te e ridicolo, che allorquando com- infedeli del Levante, o dovunque
pariva nella città per mendicar- il sommo credesse bene
Pontefice
vi il nutrimento , i fanciulli lo di inandarli. Siccome alcuni di es-
mostravano a dito^ gli gettavano si non avevano terminato ancora
dei ciottoli , e lo inseguivano a il corso di teologìa, Ignazio stabi-
fischiate. Ignazio sopportava con lì un certo tempo pel restante dei
gioia' tutti questi oltraggi, ed av- loro studi, cioè fino ai 2 5 gennaio
vedutosi che veniva poscia trattato i537. Intanto teneva con essi del-
diversamente, poiché resi forse ac- leconferenze, affine di mantenerli
corti quegli abitanti dell' esser suo nel loro '
fervore ;
prescrisse degli
gli dimostravano ammirazione e esercizi regolari, e procurò di te-

rispetto, audò a nascondersi in una nerli insieme uniti coi legami del-
caverna un quarto di lega distan- la carità. Ma egli fu poco dopo
te. Trovato un giorno mezzo mor- costretto a separarsi da essi la :

to, per le soverchie sue austerità, sua venne a sconcertarci


sanità
sulla bocca della caverna, fu ri- per modo che i medici gli proi-
condotto allo spedale di Mauresa. birono di soggiornare a Parigi, e
Quivi dimorò dieci mesi, travaglia- lo consigliarono di andar a respi-
to prima da scrupoli ed oppresso rare l'aria natia. Quindi posti i

da melanconia ; ma poi con-


tetra compagni sotto la direzione di Pie-
solalo di lumi celesti e di spiritua- tro le Fèvre, ch'era il solo pre-
li favori, cominciò a travagliare per te tra ed il più vecchio,
loro,
la salute delle anime, esortando i si partì per la Spagna al co-
peccatori alla penitenza e alla vir- minciar dell'almo i535. La sua
tù, e compose il suo eccellente li- famiglia fu oltremodo lieta nel ri-
bi o degli Esercizi ;pii duali t
del vederlo , e lo strinse fortemente
1GN IGN 291
perchè andasse al castello di Lo- zione di vederla sparsa per tutto
iola ; ma fu impossibile indurvelo, il mondo prima della sua moi U\
che invece si andò a mettere nello che avvenne il 3i luglio i556, 111

spedale della città di Aspezia. La età di sessantacinque anni. Iddio


veduta dei luoghi in cui aveva me- glorificò il suo servo con molti mi-
nato una vita mondana inspirogli racoli che
confermarono la sua
,

il pensiero di rinnovare le sue pe- santità. Fu da Paolo Y


beatificato
nitenze. Prese un aspro cilicio, si nel 1609, e canonizzato nel 1622
cinse ai fianchi una catena di fer- da Gregorio XV. Il suo corpo si
ro, e maltrattò il suo corpo con venera nella chiesa di Gesù in
tanto più rigore, quanto più sen- Roma ; e la sua festa si celebra
tivasi rimesso in salute. Nel prin- ai 3i di luglio. Altre circostanze
cipio del 1 537 si ritrovò co'suoi della sua vita, spezialmente riguar-
compagni a Venezia e ricevette do a quanto operò per la foudu-
con essi gli ordini sacri ; s. Igna- zione della benemerita sua com-
zio, pel sacro timore che gl'inspi- pagnia, e nel governo della mede-
ravano i divini misteri , fu l'ulti- sima, si possono leggere più dif-
mo di tutti a celebrare la messa, fusamente al citato articolo GEsunr.
avendo voluto aspettare fino a Na- A questo articolo parlammo anco-
tale per più degnamente disporsi. ra di quelli che ne scrissero la
Quindi con Le Fèvre e Lainez si vita, laonde qui aggiungeremo che
portò a Roma, ove si procacciò la i suoi Esercizi gli abbiamo in di-
protezione di Paolo III. Quando verse lingue ed edizioni: citeremo
credette tempo opportuno di sta- le più recenti. Gregorio Rossigno-
bilire il suo istituto, e di formarne li, Notizie memorabili degli eser-
un ordine religioso, convocò a Ro- cizi spirituali di s. Ignazio, Ro-
ma gli altri suoi compagni, il nu- ma i835 in due tomi.
Exercitia •

mero dei quali erasi di già au- spiritualia s. Ignatii de Loyola ì


mentato di altri quattro, cioè Clau- Romae 1837. Exercitia spiritua-
dio le Jay, Giovanni Codure, Pa- lia S. P. Ignatii de Loyola cum
scano Brouet, e Francesco Strada: versione literali s ex autographo
essivi si recarono sul finire di hispanico notis illustrata, Rouiae
quaresima dell'anno i538, ed ap- i838. Si dice lavoro dell'odierno
provarono il suo disegno. Poscia s. p. preposito generale della com-
Ignazio presentò al Pontefice il ri- pagnia di Gesù. Esercizi spirituali
stretto del suo istituto, chiedendo- secondo il metodo di s. Ignazio
ne l'approvazione, la quale fu pie- di Loiola, ordinati dal p. Luigi
namente accordata da Paolo III Bellecio della compagnia di Ge-
con bolla dei 27 settembre i54o, sù, tradotti da Giuseppe Arcange~
dando a quest' ordine novello il li, Roma 1840.
nome di Compagnia di Gesù, giu- IGNEO (s.), Cardinale. Igneo os-
sta le intenzioni del santo fondato* sia s. Pietro denominato Igueo nac-
re. Egli ne fu eletto generale, mal- que in Firenze dalla famiglia Al-
grado la sua resistenza , le diede dobrandino come vogliono alcuni,
delle regole e delle costituzioni sa- e tra gli altri 1' Orsolini be' Car-
vissime, governolla con ammirabi- dinali fiorentini p. 2 23; il p. d.
r
le prudenza, ed ebbe la consola- Fedele Soldani nelle Questióncs p al-
292 IGN IGN
lumbrosanae part. 2, quaest. 2;' il fu chiamato dalla prova del fuoco
Baronio all'anno io63, ed il Broc- Igneo. Si rese illustre per le le-
chi, Vite de santi fiorentini par. I,p. gazioni d' Italia ed Ale-
, Francia
i43, confutati dairUghelli nella se- magna addossategli da
Gregorio s.

rie de' vescovi di Albano al dire VII, e poscia da Vittore III. Chia-
del Novaes, e Prenestini secondo ro per prodigi non meno che per
il Cardella, e dal Pagi nel t. II, p. la innocenza della vita, in età cir-
1 92 del suo Breviario storico. Che ca di ottant' otto anni , e otto di
s. Pietro fosse della famiglia Aldo- cardinalato si riposò nel Signore
brandini o Aldobrandeschi dei con- nel 1088 , in Vallombrosa come
ti di Soana, lo credette anche il vogliono alcuni (il Riccy nelle sue
cardinal Pietro Aldobrandini nipo- Memorie della città di Albano lo
te di Clemente Vili, che fece di- dice morto nel 1087), o nella sua
pingere questo santo cardinale nel- diletta abbazia di Fucecchio, se-
la sontuosa sala Clementina del condo l'opinione più probabile con-
palazzo vaticano colle insegne della fermata da un antico mss. conte-
famiglia Aldobrandina. Il nostro nente la vita del santo cardinale,
Pietro ebbe per padre Desiderio che si conservava nella chiesa di
conte di Soana, come afferma il s.| Grisogono di Roma, e fu se-
Brocchi; professò quindi da fanciul- polto nel monistero di Vallombro-
lo la vita monastica in Vallom- sa. II breviario monastico de' val-

orosa, dove sotto la disciplina di lombrosani gli prolunga la vita


s. Giovanni Gualberto suo con- sino al 1094. Il suo nome è re-
giunto fece rapidi progressi nelle gistrato nel martirologio romano
religiose virtù , e singolarmente agli8 febbraio col titolo di beato,
nella umiltà, base e fondamento di Clemente X con decreto de'4 mar-
tutte le altre. Per lo specchiato te- zo, e de'2 settembre 1673 concesse
nore del suo vivere eletto priore all'ordine vallombrosano, e al eie-
ed abbate di molti monasteri, fi- ro di Castel Fiorentino, che poi e-
nal mente contro la sua volontà da stese con decreto dei 16 maggio
s. Gregorio VII nel 1079 fu crea- 1676 a tutto il clero della diocesi
to cardinale vescovo di Albano. Non di Firenze, come si legge nel Lam-
mancò Iddio di autenticare la san- bertini , De canon, ss. lib. IV, p.
tità del suo servo per mezzo di II, cap. V, l'uffìzio e messa di s.
strepitosi miracoli, tra' quali fu sen- Pietro Igneo. E sebbene il Castel-
za alcun dubbio segnalato quello lini? Ind. ss. canon, p. 44 2 > su ^"
che operò , allorquando essendo l' autorità del Adriano Carari
p.
tuttavia monaco, per obbedire a s. abbate di s. Michele che ne pubbli-
Giovanni Gualberto in singoiar ma- co la vita in Roma nel 1702, lo
niera da Dio ispirato, passò ille- dice canonizzato, tuttavia ne dubi-
so per un immenso fuoco acceso tano i Bollandisti in Act. ss. febr.
presso il monastero di Settimo, a die 8, p. i5i né alla vita del
:

fine di convincere Pietro di Pavia Ciprari si deve prestar fede, come


eletto simoniacamente vescovo di lungamente persuade il p. Vitale
Firenze; e siccome nel passaggio Marzio monaco camoldolese nella
gli cadde il fazzoletto, torno addie- risposta alle questioni del citato p.

tro a raccoglierlo intatto, per cui Soldani. Inoltre l'abbate Diego de


ILA ILA 293
Franchy pubblicò la vita del santo che fosse ancor laico confortava
cardinale unitamente a quella di gli altri alla virtù, e li rendea fer-
s. Giovanni Gualberto. mi nella credenza dell'adorabile
ILARINO (s.), martire. Era un mistero della Trinità, che gli ere-
santo monaco, il quale sotto il re- tici impugnavano colle loro be-
gno di Giuliano l'Apostata, fu pre- stemmie. Venne scelto per unani-
so per motivo di religione, insieme me consentimento a vescovo di
con s. Donato vescovo di Arezzo, Poitiers l'anno 353. Dopo la sua
dal prefetto imperiale della Tosca- consacrazione si separò da sua mo-
na; e perla sua fermezza nel con- glie, e visse sempre in appresso in
fessare la fede fu fatto spirare a una perfetta continenza. Predicò i
colpi di bastone. S. Donato dopo santi comandamenti della sua leg-
avere coraggiosamente sofferto di- ge con uno zelo instancabile, con-
verse torture, consumò il suo mar- sacrò la sua penna alla gloria del-
tirio per la spada. Questo avven- la religione, e fu uno dei più fer-
ne nell'anno 36 1. Le reliquie dei vidi difensori della dottrina catto-
primo sono state trasferite ad O- lica contro gli ariani. Questa sos-
stia ; quelle del secondo si custo- tenne vigorosamente nel concilio
discono nella cattedrale di Arezzo. di Milano l'anno 355, ed in quel-
Ambedue sono nominati nel mar- lo di Beziers l'anno seguente, in
tirologio romano sotto il giorno 7 cui per le brighe dell' empio Sa-
d'agosto. La festa poi della trasla- turnino fu esiliato in Frigia d'or-
zione delle reliquie di s. Ilarino dine dell' imperatore Costanzo gran
ad Ostia, è segnata nello stesso fautore dell'arianesimo. Ilario oc-
martirologio ai 16 di luglio. cupò '
il tempo del suo esilio a
ILARIO (s.), vescovo di Poitiers, scrivere molte dotte opere, la prin-
dottor della Chiesa. Sortì illustri cipale e più stimata delle quali è
natali nella detta città, da geni- ilsuo Trattato della Trinità. Nel
tori pagani, ed impiegò la sua gio- quart'anno del suo esilio fu dai
vinezza nello studio dell'eloquenza. semi-ariani, che speravano di tirarlo
Siammogliò, ed ebbe una figlia per al loro partito, invitato al concilio
nome Apra od Abra. Egli conob- che l' imperatore fé' radunare a Se-
be per la forza del suo intelletto leucia colla mira di annientare i

che il politeismo era un ammasso canoni di Nicea. Egli vi si recò:


di mille assurdità; che non vi po- giustificò altamente i vescovi delle
tea assere altro che un Dio essen- Gallie che gli ariani aveano dif-
zialmente eterno, immutabile, on- famati come sospetti di sabellia-
nipotente, e causa di tutti gli es- nismo, e levossi contro le empie-
seri. Con queste disposizioni si mi- tà che quegli eretici osarono di
se a studiare i libri santi; quindi pronunciare nel concilio contro la
conosciuta la verità della nostra divinità di Gesù Cristo. Seguì po-
religione, accrebbe il numero de' di- scia i deputati del concilio a Co-
scepoli di Gesù Cristo col ricevere stantinopoli, ove dimandò all'im-
il battesimo, unitamente alla pro- peratore una pubblica conferenza
pria moglie e figlia. D'allora in con Saturnino ; ma gli ariani che
poi la sua vita fu tutta regolata ne paventavano le conseguenze,
sulle massime dell'evangelio, e ben- adopraronsi perchè fosse rimanda-
294 ÌLK ILA
lo a Poitiers. La prima cura di s, frammenti del libro contenente la
Ilario fu di riunire un concilio nel- storia dei concilii di Ri mini e di
le Gallie,che portò più felici i Seleucia. Sono perduti i suoi com-
effetti. condannarono gli atti
Vi si mentari sopra Giobbe., e sulla prima
del concilio di Rimini, che aveva epistola di s. Paolo a Timoteo; il li-
ommesso il termine consustanziale; bro ch'egli avea intitolato: Dei Mi-
si passò in seguito all'esame del steri; e molte delle sue lettere. Le
processo di Saturnino che fu sco- edizioni più riputate delle opere
municato e deposto; gli scandali di s. Ilario sono quelle di Cou-
cessarano, e la fede fu rimessa in stant benedettino della congrega-
tutta la sua purezza. Nel 364 ?ece zione di s. Mauro, Parigi i6o,3;
un viaggio a Milano: ebbe una ivi e del marchese Scipione Maffei,
disputa con Aussenzio, che aveva Verona 1730. La maggior parte
usurpato la sede di quella città, e dei padri fanno più pomposi elo- i

Jo costrinse a confessar pubblica- gi di s. Ilario: s. Agostino Io chia-


mente i suoi errori. Avendo poi ma vescovo venerabile, invitto di-
quest'eresiarca presentata una con- fensore della fede, illustre dottore
fessione di fede equivoca, egli ne della Chiesa; e s. Girolamo lo
dimostrò l'iniquità e l'ipocrisia; paragona per la sua eloquenza al
ma nemici della Chiesa dipinsero
i Rodano, che nella rapidità delle
Ilario come un turbatore della sue onde trascina tuttociò che se
pace, laonde l'imperatore gli ordi- gli fa incontro.
nò di uscir di Milano. Fu egli ILARIO (s.), arcivescovo d'Ar-
dunque costretto di tornare aPoi- les. Nacque verso l'anno 4OI cre " >

liers, ove mori l'anno 368. La sua desi sui confini della Lorena e
morte avvenne ai i3 di gennaio, della Borgogna, da ragguardevoli
o al primo di novembre, perchè parenti, e molto profittò nella let-
il suo nome è notato nell'un gior- teratura, massime nella filosofia e
no e nell'altro in martirologi mol- nell'eloquenza. Amò prima il mon-
lo antichi; il Breviario romano fa do, e andò in traccia degli onori ;

la sua festa a'i4 gennaio 3 giorno ma Onorato, allora abbate di


s.

in cui forse si fece alcuna trasla- Lerino, ch'era suo parente, lo tras-
zione delle sue reliquie, che ere- se a vita penitente nel suo moni-
desi sieno state poscia abbruciate stero, ove in poco tempo divenne
dagli ugonotti. Le opere che ci modello di perfezione. Essendo s.
rimangono di s. Ilario sono : un Onorato stato eletto vescovo d'Ar-
Commentario sui Salmi; uno sul les nel ^i6 t
Ilario lo seguì ; ma
vangelo di s. Matteo; dodici libri non istetle molto a pentirsi di aver
della Trinità; un libro dei sinodi abbandonato la sua solitudine, e
o della fede degli orientali; l'apo- fece ritorno a Lerino. Non andò
logia del libro stesso ; una lettera guari però che s. Onorato obb Pi-
ad Abra sua figlia un inno del mat- ; golio a tornar secolui e dopo la ;

tino, composto per la medesima; due morte di questo santo vescovo, che
libri diretti all'imperatore Costan- avvenne verso l'anno 4^9, fu mal-
zo, ed un terzo ch'è un'invettiva grado la sua ripugnanza destinato
contro il medesimo principe; un a succedergli. La dignità episcopa-
libro contro Aussenzio ; diversi le diede nuovo lustro alle viri ti di
,

ILA ILA 29$


s. Ilario: egli continuò le sue au- avvenne il 5 maggio del 449- S.
sterità, i suoi digiuni, le sue ve- Onorato di Marsiglia suo discepp-
glie, le sue orazioni ; travagliava lo, che ci ha tramandato la sua
indefessamente per la santificazio- vita, riferisce ch'essendo ancor sulla
na del suo gregge, e viveva in una terra operò molte miracolose gua-
strettissima povertà per poter soc- rigioni. Il suo nome è inserito nel
correre i bisognosi : vendette per- martirologio romano al suddetto
fino i vasi sacri della chiesa per giorno. metà del XII secolo
Alla
riscattare gli schiavi. Fondò molti le sue reliquie furono trasferite da
monisteri, e vi fece osservare la s. Onorato, dov'era stato sepolto,
più perfetta regolarità. Presiedette alla chiesa di s. Croce della stessa
al concilio di Riez dei 4^9» al città d'Arles; ma ora non ve ne
primo d'Orange del 44 *> a quello rimane quasi più, per le molte di-
di Vaison del 44 2 e 'probabil- >
stribuzioni che ne sono state fatte.
mente al secondo d'Arles del 44^> S. Ilario aveva composto una spie-
ed al suo zelo e prudenza vuoisi gazione del simbolo, sommamente
dare il principal merito dei cano- lodata dagli antichi.; ma quest'ope-
ni di disciplina che furono stabili- ra si è perduta, com'anco le sue
ti in questi concili» . Avendo s. omelie sopra tutte le feste dell'an-
Ilario deposto il vescovo Chelidonio no. La migliore edizione di quan-
per due irregolarità, questi si ap- to è rimasto delle sue opere, è
pellò alPapa s. Leone I, che fece quella che fu fatta a Roma nel
tenere un sinodo per giudicare in 1732 da Giovanni Salinas., in se-
proposito. S. Ilario si recò a Ro- guito al Commonilorium di Vin-
ma esso pure; ma il Pontefice, che cenzo Lerinese.
era stato prevenuto contro di lui ILARIO (s.), martire. K Flo-
annullò tutto quello che avea fat- re*? tino ed Ilario (ss);

to. Questo metropolitano si trovò ILARIO (s.), Papa XLVIII. Ori-


imbarazzato in un altro affare che ginario da Cagliari in Sardegna, e
incontrò la disapprovazione di san chiamato anche Ilaro ebbe per ,

Leone. Essendo ammalato Proiet- padre Crispino o Crispiniano. Per


to, vescovo della sua provincia, egli le sue eminenti qualità meritò che
ordinò prontamente quello che de- s.Zosimo Papa del 4 1 7 1° creasse
stinava a succedergli; ma l'am- diacono cardinale di santa romana
malato guarì, e la stessa sede ven- Chiesa, indi s. Celestino I col ca-
ne ad avere due vescovi. S. Leone rattere di legalo lo spedì al con-
dichiarò irregolare l'ordinazione del cilio generale di Efeso. Pei pericoli
successore, e proibì ad Ilario di scampati in questa legazione, nel La-
ordinare alcun vescovo per l'avve- teiano eresse due cappelle in onore
nire. Il santo soffrì il divieto sen- dei ss. Giovanni Battista e Giovanni
za fare il menomo lagno, e riparò Evangelista, comesi disse nel voi. XII,
colla sua pazienza il fallo commes- pag. 18 del Dizionario, Dipoi an-
so; laonde il Pontefice ne concepì che s. Leone I lo inviò legato
la più alta idea, e in una lettera apostolico al concilio di Calccdonia.
che scrisse dopo la morte di esso, Per la morte di tal Pontefice fu
lo nominò come uomo di santa, eletto in successore a' 1 2 , e con-
memoria. La morte di s. Ilario sacralo a' 17 novembre del fòi.
, ,

396 ILA ILA


Nell'anno 4^3 ordinò a Vittorio coraggio all'imperatore d'occidente
d'Aquitania, celebre matematico di Antemio che seco avea condotti in
quei tempi che componesse un
, Roma alcuni eretici macedoniani
canone Pasquale , con cui si de- i quali favoriti da cesare volevano
terminasse il disparere allora nato introdurre le loro adunanze , che

tra gli orientalied occidentali nel- l'imperatore vinto dal santo Pa-
la celebrazione della Pasqua. Nel dre, gli promise con giuramento
concilio romano celebrato nel gior- sull'altare di san Pietro di rivo-
no anniversario di sua consacra- carie, e di non più permetter-
zione, a' 17 novembre del 465, fra le. Neil' epist. i3 di s. Gelasio I,

gli altri decreti di ecclesiastica di- presso il Labbé col. 1208, si ram-
sciplina, determinò che niuno fosse menta la stessa costanza dei santi
ordinato, se non era in qualche Pontefici Simplicio e Felice III

maniera fornito di lettere; che nel riprendere per simile cagione


niun vescovo fosse parimenti ordi- Basiliscoe Zenone imperatori. In
nato senza il consenso del suo me- una ordinazione nel dicembre or-
tropolitano, ne dopo eletto s'eleg- dinò ventidue vescovi, venticinque
gesse per sé medesimo il successo- preti , e sei diaconi ; altri dicono
re. Confermò i concilii generali Ni- ottantasei vescovi, cinquantotto pre-
ceno, Efesino, e Calcedonese, e la ti, ed undici diaconi in tre ordi-
celebre lettera di s. Leone I, epist. nazioni. Governò cinque anni, no-
24, De incarnatione Verbi, presso ve mesi e ventinove giorni. Mori
Labbé, Concil. tom. IV, col. 368 a' io settembre del 4^7* e fu se-
a s. Flaviano vescovo di Costanti- polto accanto a s. Sisto III, nelle
nopoli, chiamata da s. Gregorio I, catacombe appresso la patriarcale
lib. 6, epist. 2, tomo e definizione, basilica di s. Lorenzo fuori le mu-
nella quale tutta la controversia ra. Era magnificentissimo ,
princi-
dell' Incarnazione viene esaminata palmente alle chiese. Vacò la san-
e definita ; gli errori di Nestorio ta Sede nove giorni.
ed Eutiche vi sono condannati, e ILARIO, Cardinale. V. s. Ila-
posta in chiaro lume la dottrina rio Papa.
cattolica.Veggasi il p. Sangallo, ILARIO, Cardinale. Ilario pre-
Gesta de' Pont. tom. IV, p. 3o8, te cardinale di s. Lorenzo nel ti-

ove fa l'analisi di questa lettera, tolo di Lucina, visse nel 494 sot *
che il Zaccaria nel tom. V della to il pontificato di s. Gelasio I.

Storia letteraria d'Italia, p. 362 ILARIONE (s), abbate ed isti-

e seg., egregiamente difende dagli tutore della vita monastica in Pa-


assalti degli eretici medesimi, per lestina.Nacque verso l'anno 291
quel che riguarda all' autorità pon- Tabata , di-
nella piccola città di
tificia. stante cinque miglia da Gaza. I
Ordinò s. Ilario che i vescovi suoi genitori, eh' erano pagani , lo
anno concilii; sco-
celebrassero ogni mandarono a studiare la gramma-
municò nuovamente Nestorio, Eu- tica ad Alessandria , ove avuta la

tiche ed i loro fautori j e nella


, bella sorte di conoscere la religio-
basilica Lateranense pose due bi- ne cristiana, ricevette il battesimo.
blioteche, ed edificò tre oratorii. Ri- Avendo poscia udito parlare di s.

sistetle il santo Pontefice con tanto Antonio, il cui nome eia celebre
ILA ILD 297
in Egitto, andò a visitarlo nel de- dici crude; poi per altri quattro
serto, e si diede ad imitare la sua non prese che sei oncie di pane
maniera di vivere; ma siccome quel d' orzo ogni giorno, e un poco di
luogo era assai frequentato da per- foglia cotta senz'olio. In seguito,
sone d'ogni classe che andavano sentendo annebbiarsi gli occhi ed
a ritrovar s. Antonio, e desideran- empiendosi il suo corpo di certe
do egli di vivere in perfetta soli- macchie rosse, aggiunse dell'olio
tudine, se ne partì con alcuni al- alle sue erbe; e dai sessantacjuat-
tri monaci. Ritornato nel suo pae- tr'anni fino agli ottanta, che fu il

se, e trovati morti i suoi genitori, termine della sua vita, visse di una
donò i suoi beni ai propri fratelli specie di minestra composta di fa-
ed ai poveri, senza riserbarsi nul- rina ed erbe peste, che non ecce-
la per se, e si ritirò in un deserto deva mai lecinque oncie. In tut-
ch'era a sette miglia da Mamma, to il corso di questa lunga carrie-
situato tra il mare e le paludi. ra, Ilarione ebbe a sostenere dei
s.

JVon aveva egli allora che quindi- forti combattimenti contro il ten-
ci anni : in sì tenera età e con tatore che l'importunava sovente.
una complessione assai delicata si Fece una quantità di miracoli ;

sottopose alle più. aspre penitenze. stabilì diversi monisteri nella Pa-
Il suo vestito consisteva in un sac- lestina e nella Siria ; e fece un
co, una tonica di pelle che gli avea viaggio in Egitto per assistere al-

donato s. Antonio, e un corto man- l' anniversario della morte di s.

tello. Per sei anni non prese cia- Antonio. Poscia si ritirò in una
scun dì per suo nutrimento che solitudine vicino ad Afrodita; di
quindici fichi, cui mangiava dopo là passò nel deserto di Oasi; quin-
il tramonto del sole. Lavorava di di imbarcossi alla volta della Sici-
continuo , orando e cantando le lia. I suoi miracoli scoprendolo
lodi di Dio. Cavava la terra, op- dappertutto, e volendo egli sempre
pure, ad esempio dei monaci d'E- nascondersi, andò nell' isola di Ci-
gitto, per procu-
tesseva sportelle pro, ove nell'anno 371 o 372 finì

rarsi le cose che gli erano neces- la sua austerissima vita , in un


sarie. Coricossi sempre sulla nuda luogo solitario dodici miglia lon-
,

terra, o sopra una stuoia di giun- tano dal mare, fra sterili e sco-
chi. Nei primi quatti*' anni del suo scese montagne. Il suo corpo fu
ritiro, egli non ebbe per guaren- trasportato nella Palestina dal suo
tirsi dalle intemperie, che una ca- discepolo Esichio , che lo seppellì
pannetta tessuta di giunchi ; indi nel suo monistero, poco lungi da
si fabbricò una cella che pareva Mai urna. S. Girolamo, che ne scris-

piuttosto un sepolcro, non essendo se la vita , riferisce molti miracoli


larga che quattro piedi , alta cin- operati per intercessione di lui.

que, e poco più lunga. Dai ven- Sappiamo da Sozomeno, che nel
tuno ai ventiquattr' anni non man- quinto secolo celebravasi con mol-
giò altro che erbe immolate nel- ta solennità la sua festa, la quale
l' acqua fredda , e i tre anni se- è fissata il 21 d'ottobre.
guenti visse di solo pane con acqua 1LDA (s.), badessa in Inghilter-
e sale. Dai ventisette ai trent' uno ra. Ebbe per padre Ererico nipote
cibossi d' erbe salvatiche e di ra- di s, Edwino re dei uortumbri ;
,

298 ILD ILD


fu battezzata da s. Paolino in età di naie . Fedi s. Gregorio VII
di quattordici anni , e conservò Papa.
sempre senza macchia la sua in- 1LDEFONSO (s.), vescovo di
nocenza. Abbracciato lo stato mo- Toledo. Era un dotto benedettino
nastico, divenne badessa di una d' integerrima vita , il quale era
numerosa comunità a Hèortea , stato prima abbate del monistero
oggidì Hortlepool nel Nortlium- d'Agli, posto in un luogo fuori di
berland, e poscia fu scelta a fon- Toledo. Fu eletto vescovo nel me-
dare un doppio monistero a Strea- se di dicembre del 657, e morì
neshalch, oggidì Whitby nella pro- ai 23 gennaio del 667. Il mar-
vincia di Yorck. Ilda divenuta ce- tirologio romano fa menzione di
lebre per la sua santità e per la lui sotto questo giorno. Sant' Ilde-
sua prudenza nella condotta delle fonso ci ha lasciato parecchi scrit-

anime, fu stretta con santi vincoli ti, il più noto de' quali è il libro
con molti vescovi , e soprattutto Della virginità perpetua della Bea-
con s. Aidano. I principi stessi so- ta Vergine^ eh' egli compose per
vente la consultarono sopra affari confutare Elvidio, Gioviniano e un
i'più difficili ed importanti. Ella giudeo. Abbiamo ancora molte sue
aveva una rara prerogativa nel sa- lettere e alcuni sermoni sulla Bea-
per ravvicinare gli spìriti divisi, e ta Vergine, pubblicati dal p. Flo-
terminare le discordie. Morì nel res nella sua Spana sagrada.
68p j in età di sessanta tre anni ILDEGARDA (s), badessa in
dei quali ne avea passati trentatre Germania. Nata da illustre famiglia
nello stato monastico; e il suo nella, contea di Spanheim, nel bas-
corpo fu portato a Glastembury so palatinato del Reno, fu messa
dopo che fu distrutto il suo mo- all'età di ott' anni nel monistero
nistero dai danesi circa l' anno delle vergini del monte s. Disibon-
tpo. La sua festa è segnata ai 18 do, ed ivi consagrossi al Signore.
novembre. Eletta badessa, malgrado il suo a-
JLDA (s.). V. Lutrude (s.). more per la contemplazione, atte-
1LDEBERTÒ (s.), monaco di se ai bisogni delle sue figlie spiri-
Fontenelle. V. Vandbegesilo (s.). tuali come ciò solo occupasse tutti
ILDJEBERTO, Cardinale, lldel- i suoi pensieri. Essendosi la sua,
berlo fu creato cardinale prete dei comunità fatta assai numerosa, si

ss. XII Apostoli dal Pontefice A- ritirò 148 a monte s. Ru-


nel 1

lessandro III, e pose la sua soscri- perto presso Binghem. Fondò po-
zione ad un bolla spedita da lai scia il monastero di Eibingen o
Papa nel 1177 in Venezia, a fa- Binghem nella diocesi di Magonza,
vore della chiesa di s. Maria del- e morì ai 17 di settembre 11 79,
l' organo. nell'anno ottantesimosecondo di sua
ILDEBRANDO, Cardinale. Il- età. Santa Ildegarda non fu mai
debrando cardinale vescovo di Sel- solennemente canonizzata; ma è
va Candida, è registrato tra car- i onorata in molte chiese partico-
dinali di Sergio IH del 904, dal lari e il suo nome leggesi nel
,

qual Pontefice ottenne un privile- martirologio romano. Ebbe delle


gio a favore della sua chiesa. visioni per le quali fu tenuta in
JLDEBRAiNDO da Soana, Cai- grandissima considerazione : san Ber-
ILD I LI 299
nardo avendo lelto alcuni dei tore sul trono, e sottoscrisse la de-
suoi scritti conobbe esser ella a- posizione d'Ebbone arcivescovo di
n innata da spirito profetico , ed Pieims. Trovossi in seguito a di-
approvolli. Il Papa Eugenio III versi altri concilii, ma non fu tra
fece il medesimo nel concilio di quelli che assistettero al concilio
Tre veri tenuto nel 1 147 ° a ' prin- di Beauvais dell'845, locchè fa giu-
cipio del ii 48. Ildegarda non a- dicare ch'egli non vivesse più allo-
veva allora pubblicato che una par- ra. I martirologi di Francia e del-
te delle sue Rivelazioni ',
che co- l'ordine benedettino celebrano la sua
minciò a scrivere nel ii4 r > e fi" festa agli 8 dicembre. Il suo corpo
ni nel ii5i. Nel terzo libro di era nella chiesa dell' abbazia di s.

queste rivelazioni vi sono delle co- Luciano, nei sobborghi di Beauvais.


se incerte e immaginate dopo il 1LDEVERTO (s.), vescovo di
fatto, le quali furono aggiunte da Meaux. Fu allevato da s. Farone
altra mano. Questa santa era in vescovo di Meaux, al quale Adal-
relazione di lettere coi più grandi berto suo padre lo affidò. 11 santo
personaggi del suo tempo: tali lette- vescovo, innamorato delle sue vir-
le furono stampate nella Biblioteca tù e del suo , ingegno
fecelo en-
dei Padri e nella grande Raccolta trare nel suo clero,
ed ordinollo
di Martene ; versano sopra sog- prete; onde poi divenne compiuto
getti mistici, morali e teologici, e modello di ecclesiastica perfezione.
sono molto utili alla cognizione L' umiltà, la dolcezza, la carità e
della disciplina e della storia di il che in lui risplen-
disinteresse
quei tempi. Scrisse inoltre la vita devano, meritarono d'essere il
gli

di s. Disibondo, quella di s. Ru- successore di s. Farone; ed alle


perto o Roberto conte di Bingbem, funzioni dell'episcopato seppe sem-
un commento sulla regola di s. pre aggiungere lo spirito della pre-
Benedetto, e dei discorsi. Tutte le ghiera e del ritiro. Mori ai 26 o
sue opere vennero in luce a Co- 27 maggio, verso l'anno 680, e fu
di
lonia nel i566. riposto in una chiesa da esso fatta
1LDEMANNO (s.), vescovo di fabbricare ad una lega da Meaux,
Beauvais. Fece professione della donde fu poscia trasportato nella
vita monastica nell'abbazia di Cor- cattedrale della stessa città. Verso
bia, nella diocesi di Amiens, sotto la fine del XII secolo le sue reli-

la disciplina del santo abbate A- quie furono portate nella città di


delardo, e fu collocato sulla sede Gournai sull'Epte, che lo elesse a
di Beauvais Tanno 821. Assistette patrono, e furono collocate nella
al concilio di Parigi dell' 829. Fu chiesa collegiata di s. Guitmaro
accusato di essersi dichiarato contro che poscia prese il suo nome. S.
l'imperatore Lodovico il Pio, e di lldeverto è invocato contro l'epi-
aver seguito la parte di Lotario suo lessia e la demenza : oltre la sua
figlio, eh eraglisi ribellato. Perciò festa principale, che cade ai 27
fu trattenuto nell' abbazia di s. di maggio, si celebra la sua tras-
Vaast d'Arras, fino al concilio di lazione ai 2 5 di agosto.
Thioville, tenuto ncll' 835, in cui ILIO o ÌLION. Sede vescovile
si giustificò pienamente, unendosi dell'Ellesponto nell'esarcato d'Asia,
ai vescovi che rimisero 1' impera- sotto la metropoli di Cizico, eret-
3oo ILI ILL
ta nel quinto secolo. Città possen- Iliosono Orione che intervenne al
te al sud dello stretto di Ellespon- concilio Niceno ; Leucadio che sot-
to, chiamata successivamente Teu- toscrisse la lettera degli ariani riu-
cri;!, Dardania, Pergama e Troia, niti a Filippopoli ; Teodosio che fu
diversa dall'altra antica Troia, da al concilio di Calcedonia Giovanni;

cui stava lontana circa trenta sta- che si trovò presente al V genera-
di, all'est del monte Ida. Sembra le, come rappresentante d'Eupeprio
abbia avuto per fondatore Teucro di Cizico suo metropolitano; Nice-
oppure Scamandro, il cui regno ri- ta che fu al VII concilio genera-
sale all'anno i552 prima dell'era le, e Giorgio che intervenne al-
nostra, e da Ilo prese il nome di l' Vili. Oriens crist. t. I, p. 775.
Ilio. Priamo l'ultimo de'suoi re vi ILISTRA o ILISTRUM. Sede
fece erigere una cittadella sopra u- vescovile della Licaonia, nella dio-
na montagna che chiamò Pergamo. cesi d' Asia, sotto la metropoli di
Al tempo di questo principe si Iconio, eretta nel V secolo, e chia-
trovava essere la capitale di un mata pure Helistra e Lystra. Ne
regno esteso e molto florido, com- furono vescovi Martino che si re-
prendendo la Misia e diverse iso- cò al primo concilio d' Efeso, ed
le, ed avea numerosa popolazione Onesio che fu a quello di Calce-
e potenti alleati. Molto tempo dopo donia. Oriens christ. 1087.
t. I, p.
la' distruzione di Troia, nel 1209 1LLESCAS, Borgo
Illarcuris.
avanti l'era cristiana, formossi colle della Spagna ove sono case ben
sue rovine una nuova città, non fabbricate, e nella chiesa del con-
nel luogo medesimo, ma un poco vento si venera l' immagine della
più al nord, ai di là della con- Beata Vergine, che dicesi essere
giunzione dello Scamandro e del stata nell'oratorio di s. Ildefonso,
Simoenta, e più in vicinanza al- per la popolo ha gran di-
quale il

l' Ellesponto che non era l' antica. vozione. Era anticamente una cit-
Non era che un borgo quando tà, che si pretende fondata da al-
Alessandro il Grande vi giunse do- cuni sacerdoti greci chiamati Cu-
pò la battaglia del Granico: sa- reteSj e ch'essi le abbiano dato il
grificò a Minerva, ed ordinò l'in- nome ò* Marcili is che si conservò
grandimento del borgo , il quale sino al IV secolo. Molto soffrì du-
venne considerabilmente accresciuto rante le guerre degli anni 1808
dopo che romani che lo fortifi-
i al 1814. Nel 1379 vi fu tenuto
carono, come originari dell' antica un concilio contro l'antipapa Cle-
Troia lo esentarono dalle imposte. mente VII, al principio del gran-
Da quest' epoca il borgo fu anno- de scisma d'occidente. Aguirre to-
noverato tra le più distinte città, mo III.

ed Augusto che fu in pro-


dicesi ILLIDIO (s.), vescovo di Cler-
cinto di trasportare ad Ilio la se- tnont in Alvergna, che fioriva nel
de dell' impero. Questa città sog- quarto secolo. Ci sono ignote le

giacque anch'essa in progresso per particolarità della sua vita , solo


gli eiletti del tempo; e sotto Mao- sappiamo che fu innalzato a quella
metto IV si vedevano ancora varie sede per la specchiata sua santità;
belle colonne, che furono traspor- e che liberò dallo spirito impuro
tate a Costantinopoli. 1 vescovi di la figlia di Massimo imperatore.
,

ILL ILL 3oi


Collocasi la sua morte nel 385, ai Filippo assoggettò gll'illirii meridio-
5 di giugno, giorno in cui si ce- nali, formò del loro paese una
e
lebra la sua festa in Alvergna. È provincia della Macedonia che si
nominato il 7 di luglio nel mar- estendeva dall' Epiro al Drin, e fu
tirologioromano. Le sue reliquie chiamata Illiria-greca I romani .

si custodiscono con grande vene- non soggiogarono questi popoli tan-


razione nell'abbazia del suo nome, to facilmente, che furono anzi ,in

appartenente alla congregazione di vari incontri sconfìtti da quelli.


s. Mauro, e posta in uno dei sob- JVel tempo di Giulio Cesare ritor-
borghi di Clermont. narono alle ostilità, fino che venne-
ILLIRIA od ILL1RIO. Contra- ro da Augusto intieramente sog-
trada dell'Europa dagli scrittori la- giogali, avendo trionfalo degli il-
tini detta Illirìcum, dai greci Illy- lirii dopo la disfatta di Antonio. Il

ris e da Stefano geografo Illyria. regno d'Illiria era stalo distrutto


E una provincia la quale ha avuto dal generale romano Anicio l'anno
vari confini in differenti tempi 586 di Roma, 168 prima di Ge-
onde dai geografi vengono notati sù Cristo, lo che non impedì che
molto diversamente, ed anche per- il suo nome non comprendesse sem-
chè il nome d'Illirio fu comune a pre la stessa estensione di paese,
vari paesi, fra'quali comprendevasi e gl'illirii composero le migliori le-

la Liburnia, la Dalmazia (Fedì), gioni dei romani. Tiberio e Ger-


e l' Illiria propria che formava da manico sedarono le ribellioni de-
se stessa una gran parte della grande gli illirii, ed in tal modo anche
Illiria. Sì narra che gli antichi il- l' Illiria barbara fu ridotta a pro-
Ii ri i, fossero forti e valorosi, ma as- vincia romana. Niente fu quivi
sai dediti alla pirateria, per la qua- cangiato sino al tempo di Domi-
le si servivano di barche leggieris- ziano, il quale comprese sotto la
sime , chiamate Liburnie, essendo denominazione d'Illiria molte pro-
in ciò favoriti dal gran numero vincie che non ne avevano mai fatto
d'isole che la maggior parte cinge- parte. Quesle provincie, chiamate
vano le loro coste. Altri dicono poscia diocesi, furono divise in pic-
che sotto il nome
non fu d'Illiria cole provincie, ciascuna delle qua-
conosciuta anticamente che una li ebbe un governatore separato,
piccola porzione della Dalmazia si- sottoun governatore generale chia-
tuata fra Narenta ed il Drin,
la mato vicario} due o tre diocesi
e cosi nominata dai suoi abitanti formarono insieme un gran gover-
che presero il nome loro da llli- no sotto 1' autorità d' un prefetto
rius figlio di Cadmo. I re di que- del pretorio. La Illiria divenuta
sto paese avendo esteso il loro do- sotto l' Adriano uno di
impero di
minio, diedero poscia il nome d'Il- questi gran governi, comprese nel-
liria a tutta la contrada da essi la sua vasta estensione diecisette
conquistata, cioè alla Dalmazia in- provincie in due diocesi, cioè Pu-
tera ed alla Liburnia, in modo lirla occidentale e l' Illiria orienta-
che questo regno si estese lungo il le. La prima comprendeva dieci
mare Adriatico, dall'Arsia ove ter- provincie, cioè le due Noriche, le
minava l' Istria, sino al Drin che due Pannonie, la Valeria, la Sa-
la divideva dalla Macedonia. 11 re va, le Dalmazie, la Mesia, e le due
Ibi ILL ILL
Dacie. La seconda conteneva le te dopo la decadenza dell'impero
altre sette, cioè la Macedonia, la romano ed in tempi ancora poste-
Tessaglia, l'Acaia , il primo Epiro, riori il paese compreso sotto un
il secondo Epiro, la Prevalitana, e tal nome
contenesse ciò che fu po-
l'isola di Creta. chiamato con più moderni no-
scia
La Notizia dell'impero sotto Co- mi la Dalmazia, la Croazia, l'Istria,
stantino il Grande fino ad Arca- la Servia, la Schiavonia, la Bosnia,
dio ed Onorio divide l'Jlliria in la Bulgaria, l'illirico greco o Alba-
tre diocesi ; cioè in quella di Ma- nia settentrionale, la Stiria, la Car-
cedonia, in quella di Dacia , ed riola, una porzione dell'Austria, e
in quella dell'Illiria propria. Il pre- parte dell'Ungheria. Quanto all'Ar-
fetto del pretorio d' llliria non a- cipelago illirico formato da circa
veva sotto di sé che le due prime ottanta isole assai vicine le une
diocesi, mentre la terza era sotto alle altre , e situate nel nord-est
il comando del prefetto del pre- del mare Adriatico, sulle coste del
torio d'Italia, e quest' ultima dio- regno illirico e della Dalmazia,
cesi comprendeva solamente la se- esso è diviso due parti;
in cioè
conda Pannonia, la Sava la pri- , nelle isole del Quarnero che stan-
ma Pannonia la Dalmazia il , , no all'ingresso del golfo di questo
Norico Mediterraneo, ed il Norico nome e dipendono dall'Illiria, e nel-
Ripense. Onorio ed Arcadio figli le isole della Dalmazia. Alla caduta
e successori di Teodosio, avendo poi dell'impero d'occidente, tutta
tra loro diviso l'impero, l'IIIiria eb- l'IIIiria si trovò compresa nei pos-
be i due nominati prefetti del pre- sessi degl'imperatori di Costantino-
torio, e per meglio dichiarare ta- poli. Verso il VI secolo alcune co-
le giurisdizione e divisione ad in- lonie slave , sortite dalla Russia e
telligenza della storia ecclesiastica dalla Polonia, tolsero ai deboli im-
e geografia sacra , aggiungeremo peratori greci alcune porzioni di
che il che comandò per
prefetto questo paese, e fondarono i regni
l'impero d' occidente non ebbe nel di Dalmazia e Croazia. Narra il

suo dipartimento che le provincie Rinaldi all'anno 548, num. i, che


delle due Noriche, le due Panno- sotto 1' impero di Giustiniano I,
nie, la Sava, la Valeria, e le due l'esercito romano ebbe dai goti in
Dalmazie. Si fecero due diocesi di diversi luoghi d' Italia nuove rot-

quelle che furono attribuite all'im- te, ed agli danni si aggiunse


altri

pero di oriente, l'una chiamata di che i popoli schiavoni passando l'I-


Macedonia , de' due Epiri del- , stro occuparono 1' Illirico, come
l' A caia, della Tessaglia, dell'isola dilfusamente descrive Procopio, De
di Creta, e di porzione della Ma- bello goth. lib. 3. Ai tempi di s.
cedonia Salutare; l'altra chiamata Gregorio I Magno del 590 la Chiesa
diocesi della Dacia, oltre una parte romana possedeva già pingui pa-
della Macedonia Salutare compren- trimoni : il XVI era quello di Dal-
deva le due Dacie, la prima Me- mazia, e il XVII l'Illirico.' A cia-

sia, Dardania, e la Prevalitana.


la scuno di patrimoni dai Pa-
questi
Ripetendo che l'IIIiria ebbe dei pi si dava un distinto amministra-
limili più o meno ristretti, sembra tore col nome di difensore o ret-
potersi concludere, che specialmen- tore, che soleva essere uno de'pri-
,

ILL ILL 3o3


mari chierici della Chiesa romana. rico, una gran parte della Croazia
I veneziani e gli ungheresi s'impa- civile, la Croazia militare, il lilto-

dronirono verso l'anno 1090 di rale ungherese regno di Dal- ed il

qualche distretto della Illiiia. Nel mazia. Le lingue in uso in questo


1170 un'altra porzione formò il regno sono la tedesca e 1' italiana,
regno di Rascia, che duecento an- però nella Carintia e nella Car-
ni dopo si confuse nella Bosnia. inola, oltre la tedesca, si parla l'i-

Nel XV secolo i turchi invasero dioma vandalico , e nel territorio


pure una porzione di questo pae- di Gorizia il dialetto friulano. Il
1
se,che fu compreso nella Bosnia, regno d Jlliria si divide in due
la Servia e 1' Albania. I veneziani governi, che hanno ciascuno la loro
del territorio illirico più non con- amministrazione civile ed il loro ca-
servarono che la Dalmazia , e poluogo da cui prendono il nome;
gli ungheresi la Sehiavonia e la essi si suddividono in circoli. 11
Croazia. governo di Lubiana comprende
Il nome d'IUiria era quasi oblia- quelli di Adelsberg Klagenfurt ,

to, o almeno non serviva che a Lubiana, Neustadt e Villacco il ;

designare le provincie austriache governo di Trieste rinchiude cir- i

alla destra della Drava , allorché coli di Gorizia e d' Istria ; la cit-

Napoleone imperatore de' francesi tà di Trieste ed il suo territorio


Io fece rivivere formando il gover- vi formano inoltre uua piccola di-
no delle provincie Illìriche sogget- visione particolare. Il regno d' II-
to all' impero francese. Formato liria forma la porzione occidentale
questo governo nel 1809 non com- della monarchia ed impero au-
prendeva da principio che l' alta striaco; non fa interamente parie
Carinlia, la Carniola , l'Istria au- della confederazione germanica, dap-
striaca, il Friuli austriaco, il lilto- poiché non vi entra che per le
rale ungherese, e la Croazia meri- porzioni da lungo tempo soggette
dionale, contrade da lungo sogget- . all' Austria. Sotto il rapporto mi-
te all'Austria; nel 18 io fu au- litare questo paese dipende dal
mentato coli' Istria veneta, colla comandante generale di Gralz. La
Dalmazia veneziana , con Raglisi popolazione dell' Jlliria è calco-
e Cattaro, che l'Austria non pos- lata più d' un milione e cento
sedeva se non pel trattato di Cam- ottanta mila abitanti . La reli-

po Formio del 1797. Comprende- gione cattolica è la dominante


va le città di Trieste, Fiume, nell' Jlliria, e quelli che la. pro-
Carlstadt, Lubiana, Rlagenfurt, Vii- fessano dipendono dai vescovi di
lacco, Gorizia, ec. Le provincie che Gurk, Lavant, Lubiana, Gorizia ar-
componevano un tal governo era- civescovato unito a Gradisca, Trie-
no sette, cioè la Carintia, la Car- ste unito a Capo d'Istria, Pa-
niola, T Istria, la Croazia civile, la renzo e Pola unito , ec. Fedi
Croazia militare , la Dalmazia e Chiesa di s. Girolamo degli Schia-
Ragusi con Cattaro. Nel 18 15 il voni in Roma ove si parla del-,

congresso di Vienna restituì al- l' antico ospedale di san Girola-


l' Austria questiche for- paesi, mo degli schiavoni ed illirici in
mano presentemente nell' impero Roma. Agli articoli Collegio Cle-
austriaco quasi tutto il regno illi- mentino, e Loreto , si tratta del
, -

3o4 IIj.L ILL


collegio illirico istituito nel 1^79 diocesi dell' Illiria, la quale, come
in Loreto per gl'illirici da Gre- pure si notò, era dipendente dal
gorio XIII, ristabilito nei 1626 nel prefetto del pretorio d'Italia. Per
pontificato di Urbano Vili, e nel gli affari della Chiesa ciascuna di
i835 nell' odierno pontificato di queste tre diocesi aveva sotto di
Gregorio XVI. sé un metropolitano, ovvero pri-
mate. Quello dell' Illirio proprio era
Breve cenno delle notizie ecclesia' il vescovo di Sirmioj e nel conci
stiche dell'antica Illiria. lio d' Aquileia tenuto l'anno 38 r,
per cura di Ambrogio metropo-
s.

La luce del vangelo fu portata litano del vicariato d'Italia, come


nell* Illiria dall'apostolo s. Paolo, arcivescovo di Milano, si vede pres-
come lo dice egli medesimo nel- so di lui Anemio vescovo di Sir-
l' epistola ai romani e. i5, v. ig; mio. Questa città era la capitale
si può ritenere che avendo il san- dell' Illiria tanto pel civile, quanto
to apostolo ricevuto in Roma
pò- per gli affari della Chiesa ; ma fi-

co tempo dopo glorioso martirio nalmente la sua autorità di metro-


raccomandasse le chiese che avea poli fu divisa fra le città di Lau-
foudato nell* Illiria alla chiesa ro- riaco o Lork metropoliPan- della
mana. E in fatti fu senza dubbio nonia, Acrida metropoli della
di
per questa ragione, ch'essendo in- Dacia, e di Salona nell' Illiria oc-
sorta una difficoltà nella chiesa di cidentale metropoli della Dalmazia.
Corinto, riguardante alcuni vesco- La seconda diocesi ovvero la Da-
vi e sacerdoti che meritavano di eia comprendeva i paesi situati tra
essere deposti , fu l' affare portato la Macedonia ed il Danubio , ed
a Romaper essere ivi definito. Su aveva per metropoli Sardica me-
quest'argomento abbiamo la rispo- tropoli della Dacia mediterranea,
sta a' corinti Clemente I
di s. Teodoreto parlando nell' Hisl. eccl.
quarto Pontefice, dimo- la quale lib. 2, cap. 2, del concilio de' ve-
stra, che subito dopo la morte di scovi d' oriente ed occidente tenuto
s. Paolo i vescovi di Roma avevano in detta città , aggiunge, Sardica
giurisdizione su quelli dell'Illirico, essere una città dell' Illiria, e me-
lale giurisdizione venne in seguito tropoli della provincia di Dacia. La
dai romani Pontefici affidata al- terza diocesi che portava il nome
l'arcivescovo di Tessalonica, che di Macedonia, ovvero d'Illiria orien-

divenne perciò il loro vicario. Di tale, comprendeva tutta la Grecia,


ciò ne trattammo all'articolo Ita.- ed aveva per metropolitano l' ar-
ni, ed il Zaccaria nel toni. II, civescovo di Tessalonica.
pag. 75 del suo Anù-Febronio. Di- Quesla divisione rispetto ai due
cemmo più sopra che nella divi- imperi non avea per nulla cangia-
sene dell' impero romano, Arcadio to anche nel governo ecclesiastico,
che regnò in oriente, ritenne per ed Pontefici conservarono la giu-
i

sè tutto ciò ch'era sottoposto al risdizione sopra tutta T Illiria, eia


prefetto del pretorio d' Illiria, cioè confidarono all' arcivescovo di Tes-
le due Macedonia e
diocesi di salonica come loro vicario, che l'e-
della Dacia, ed Onorio che regnò sercitava fino nella Morea. Tentò
in occidente non ebbe se non la 1' imperatore Teodosio II di dar
1LL ILL 3o5
iìne a questo diritto con una co- patriarca di Costantinopoli, che vi

stituzione contraria all'autorità del stabili metropolitani , arcivescovi


Papa neir llliria, coli' occasione di e vescovi. Dopo che i greci levaro-
Perigene di Corinto, investito del- no al Papa la giurisdizione della
la sede di Patrasso dal vescovo di parte dell' llliria di cui era vicario
Corinto. I corinti medesimi poco il vescovo di Tessalonica , che fu
dopo ricorsero alla santa Sede per una delle tante deplorabili conse-
l'approvazione d'un vescovo che guenze dello scisma tra i latini ed
avevano eletto per occupar quella i greci, il Pontefice s. Nicolò I del-
sede. Invano sotto pretesto degli l' 858, nella lettera che scrisse al-
antichi canoni, i vescovi tentarono l' imperatore Michele III V Ubriaco,
di trasportare alla sede di Costan- relativa alla deposizione di s. Igna-
tinopoli i diritti della sede di Ro- zio patriarca di Costantinopoli, fat-
ma, come se il primate della Chie- ta dal concilio ivi tenuto, doman-
sa avesse a soffrire i medesimi cam- dò fra le altre cose lo ristabilimen-
biamenti dell'impero; ma il vescovo to della giurisdizione della santa
Bonifacio sostenne primato della il Sede nella persona del vescovo di
sua sede , e confermò a Rufo di Tessalonica, come suo vicario nel-
Tessalonica l' esercizio d' una au- V Epiro, dell' llliria , della Macedo-
torità di cui quella chiesa aveva nia , della Acaia ,
Tessaglia , dell'

goduto sotto i Pontefici s. Dama- della Dacia , della Mesia , della


so I, s. Silicio , e s. Innocenzo I. Dardania, e della Prevalitana. 11
Fu verso l' anno 38o che s. Da- p. Daniele Fallati della Compa-
maso I costituì suo vicario nelle gnia di Gesti profittando di quan-
provincie dell'Illirico orientale Aco- to avea raccolto sulla storia sacra
Jio vescovo di Tessalonica. Tale au- d' llliria il dotto suo confratello p.
torità egualmente la conservò il Ricepati, e di quanto egli stesso
Papa s. Sisto Ili del 4-3^, e diede avea cumulato di materiali per ta-
ad Anastasio vescovo di Tessaloni- le storia, quindi a forza di tem-

ca la medesima autorità che i pre- po e di coraggio potè comporre


cedenti Pontefici avevano accorda- la storia ecclesiastica della Dalma-
to ai suoi predecessori. Nella fa- zia, opera altrettanto interessante
mosa controversia dei Tre capitoli, che dotta, onde nel 7^ in cin- 1 i

i vescovi africani ed illirici ad e- que tomi s'incominciò a pubblica-


sempio del Papa Pelagio I del 555, re in Venezia con questo titolo:
desistettero dalla ostinata difesa dei Illirycum sacrimi.
medesimi; ma i vescovi dell'Istria, Qui noteremo che Giovanni VIII
di Venezia e della Liguria rima- Papa dell'872 concesse alla nazione
sero pertinaci in difenderli, e però illirica il rito slavo-latino coll'idioma
sì formò lo scisma che durò più schiavone letterale, dato loro dal
di cent' anni. Nel secolo Vili per dottore s. Girolamo , ciò che con-
le note violenze dell* imperatore fermarono Urbano Vili ed Inno-
Leone l' Isaurico capo degli ico- cenzo X, i quali fecero stampare
noclasti , le chiese dell' Illirico si il messale e breviario nella stessa
sottrassero dall'obbedienza del som- lingua. Dipoi essendosi introdotti
mo Pontefice loro antichissimo me- alcuni abusi , mischiandosi alcune
tropolitano, e si assoggettarono al orazioni nell' idioma schiavone voi-
VOL. xxini
3o6 ILL 1LL
gare , e dicendosi dai sacerdoti il- lii ultimamente tenutisi in Roma
lirici al fine della messa il vange- e nelle Gallie, che una sola è la

lo di s. Giovanni in latino, come stessa sostanza del Padre , del Fi-


pure il salmo Lavabo, per toglie- gliuolo , e dello Spirito Santo in
re siffatti abusi Benedetto XIV tre persone, vale a dire in tre
con la costituzione Ex pastorali perfette ipostasi ". I vescovi del-
de' i5 agosto 1754, ordinò che i l' Illiria scrissero a quelli d'Asia
sacerdoti slavo-latini nella messa intorno a tale argomento, ed i ve-
e nella recita dell' uffizio dices- scovi dell' Italia scrissero a quelli
sero tutto in idioma slavo-lettera- dell' Illiria facendo ad essi le loro
le-girolamino , senza mutare cosa congratulazioni. Reg. t. Ili; Labile*
alcuna. Nella celebre tipografia del- tom. li; Arduino tom. I; Diz. dei
la congregazione di propaganda fi- concilii.

de in idioma illirico e slavonico Il secondo fu tenuto nell'anno


sitrovano i seguenti libri. Bellar- 4i5 da Perigene, ordinato vescovo
minus doclrinae christ. Breviarium di Patrasso.Diz. de concilii.
rom. Directoriuni sacerd. Epistole 11 ebbe luogo nel 5i5 o
terzo
ed Evangeli, ec. Instructio de sa- 5i6 contro gli eutichiani. Giovan-
crarli. Ars bene moriendi. Expo- ni di Nicopoli, e sette altri vesco-
silio symboli apost. Theologia mo- vi vi dichiararono la comunione cou
ralis. Missale rom. Officia sanct. s. Ormisda Papa. Baluzio, e Diz.
Pascolo spirituale. Professio ortho- de* concilii.
doxae fiati. Rituale rom. 11 quarto, non riconosciuto , si

adunò nel 55o dai vescovi difen-


J
Concilii d Illiria. sori dei Tre capitoli 3 i quali vi
condannarono Benenato vescovo del-
primo Fu adunato nel 372 o
11 la prima Giustiniana. Baluzio, e
nel nel 375, per or-
374 ovvero Diz. de' concilii.
dine di Valentiniano I, e compo- ILLUMINATI. Eretici di Spa-
sto di un gran numero di vescovi gna chiamati dagli spagnuoli Alum-
d' Illiria. Dopo un lungo esame vi brados, ch'ebbero origine verso il
riconobbero e confermarono la 1570, indi dispersi dopo la morte
consustanzialità delle persone divi- dei loro capi, condannati dal tri-
ne ; rigettando assolutamente colo- bunale dell'inquisizione di Cordo-
ro che insegnando e confessando va. I loro capi erano Giovanni di
la consustanzialità ,
pretendessero Villalpando prete di Garachico nel-
non essere obbligati che a ricono- 1' isola Teneriffa, ed una carmeli-
scere una somiglianza di sostanza, tana chiamata suor Caterina di
e a credere solamente che il Fi- Gesù, i quali però si ritrattarono.
gliuolo fosseuna creatura più ec- Questi eretici rinnovarono gli er-
cellente altre. Teodoreto è
delle rori dei l>eguardi e delle beghine,
quello che ce ne ha conservato la ed aggiungendone de' nuovi si ab-
memoria, lib. 4> c 7> P- 667. ^' - bandonavano ad una spiritualità
fecero un decreto, contenente una eccessiva, concedendo più efficacia
confessione dì fede conforme a alle preghiere che ai sagrameli ti ;
quella di Nicea, nella quale disse- sostenevano che 1' orazione menta-
ro, h Noi crediamo, come i conci- le è di precetto divino, e che ba-
ILL ILL 3o 7
sta sola per aver bene adempito ai far tuttociò che gli dettava la sua
doveri religiosi, per cui non erano coscienza che Iddio non amava
;

necessarie ne le buone opere, né i che se medesimo; che nello spazio


sagramenti ; che in un certo stato di dieci anni la loro dottrina sa-
di perfezione vedesi Iddio faccia a rebbe stata ricevuta in tutto il

faccia come in cielo ; che l' ora- mondo, e che in allora non vi sa-

zione e 1' astinenza non possono rebbe più bisogno ne di sacerdoti,


sussistere lungamente, quindi biso- né di monaci, ne di parrochi, ne
gnava far uso di abbondanti cibi ; di vescovi o altri superiori eccle-
che perfetti possono abbandonar-
i siastici : facevansi beffe delle peni-
si alle impurità senza peccare ; ri- tenze , delle discipline e dei di-
cusavano l'obbedienza a' superiori giuni.
ecclesiastici, qualora non fossero il- ILLUMINATI o MASSONI. Set-
luminati , e dicevano che giunto tari. V. Massoni.
1' uomo al grado di perfezione non ILLUSTRE e ILLUSTRISSIMO.
doveva più obbedire ai comandi Titoli d' onore che si danno alle
della Chiesa onde col mezzo di
: persone ragguardevoli per nobiltà
una divozione mal intesa ,
questi o altro. Illustre è addiettivo di chia-
eretici, piuttosto accecati che illu- ro, celebre, in latino illustris. Illu-
minati , rovesciavano i precetti e strissimo è superlativo d'illustre, in
l' economia di tutta la religione latino illustrissimus. Il Parisi nei
cattolica. Ricomparvero questi ere- tom. Ili, p. 28 delle sue Istruzio-
tici in Siviglia, ad onta delle co- ni perle segreterie, tratta del tito-
stituzioni pubblicate da Gregorio lo illustre. Quali personaggi presso
XV contro gli eretici. Una simile gli antichi romani erano contrad-

setta d'illuminati fu pure scoperta distinti col titolo d'illustri viene co-
in Francia nel i634- La Piccardia piosamente riportato dal Cujacio
ne fu infetta per la prima pegii e da Donello. L'illustris è l'aggiun-
errori che vi seminò Pietro Guerin. to che usa il Papa a tutti i re ,

parroco di s. Giorgio di Roye : i che non hanno quello di Cristia-


suoi discepoli furono chiamati Gueri- nissimo, di Cattolico, di Fedelissi-
neli, Guerinets vennero confusi, e mo ; e perciò al re di Polonia scri-
cogl' illuminati, tutti però distrutti veva: Carissimo in Christo /ilio

nel i635 dallo zelo di Luigi XIII. nostro N. Polonia regi illustri; e
Tra le diverse stravaganze de'gue- così ai re di Sardegna, di Napoli,
rineti essi credevano che Dio aves- d'Inghilterra, ec. Secondo il titola-
se rivelato a fratello Antonio Jiuc- no dei primi imperatori il titolo
quet una pratica di fede e di vi- di Magnifico (Pedi) equivale al-
ta sopprimente, colla quale in bre- l' illustre, uno dei tre titoli di pri-
vissimo tempo potevasi acquistare ma classe. In un istromento del
il medesimo grado di perfezione io3o estratto dall'archivio di s.

e di gloria della Beata Vergine; Prassede di Roma, presso il Gallet-


che i dottori e gli apostoli non ti deìPrimicero pag. 269, leggesi :

avevano mai saputo cosa fosse spi- Domna Bona illustrissima foenù-
ritualità; che tutta la Chiesa era na soror Domini Johannis illustris.
ignorante della vera pratica del In un diploma del 1 1 91 si trova:
Credo ; che 1' uomo era libero di Isabella quondam illustris Amai-
3o8 ILL ILL
rivi regi* jerosolomitani Jilia ; ed sta cortesia a' gentiluomini anche
in un documento del 12 16; A qualificati Bernardo fecero e Tor-
Domìni Leonis illustrissimi regis quato Tasso, con dire V. : S. illu-
Arminiae avunculi mei, et rogata stre. Così il Fabricj signor di l'ei-

piissimo Domino Hugonis illustris re«c a Giambattista Gualdo gen-


regis Cipri mei sororii, presso il tiluomo veneziano, nelle Lettere de-
Muratori, Rer. hai t. VII. V. No- gli uomini illustri. Torquato soleva
va collectio formular. Baludana. Il scrivere anche Molto reverendo ed
Vettori nel Fiorino d'oro p. 449> illustrej\\ Vannozzi per altro, ch'e-
dice che il titolo d'illustrissimo era ra maggior baccalare in caeremo-
altre volte glorioso agli imperato- nialibus, dà la mano all' illustre

ri, ai ad altri
re, e sovrani d'Eu- e molto reverendo j ed il cardinal
ropa, come ne fanno fede incontra- Barberini nipote d' Urbano Vili
stabili documenti e monumenti. I dava il Molto illustre e molto re-

primogeniti de' gran principi verso verendo ai quattro patriarchi, con


l'anno i325 si contentavano di ti- un Affezionassimo per servirla. I
tolo molto più mediocre, come fu cardinali nipoti di Papi ai nunzi e
dato a Carlo duca di Calabria, fi- vescovi scrivevano: All' illustre e
glio di Roberto re di Sicilia: llki- molto reverendo signore come fra-
stris ac magnijìcus vir. Si è reso tello, e cosi le congregazioni car-
poi comune nel secolo passato il dinalizie, che tutl'ora lo conserva-
titolo d'illustrissimo, non solamen- no, e generalmente i cardinali quan-
te al grado cavalleresco, ma anco- do, come diremo, aveano i titoli

ra ai più ricchi, senza distinzione. d' Illustrissimo col Reverendissimo,


11 Garampi nel Sigillo della Gar- davano ai prelati il titolo di Mol-
fngnana, 67, narra che nei se-
p. to illustre e R.mo Sig. mio P.ne
coli XV
e XVI siccome ai princi- Oss.mo
pi e gran signori laici si dava il Trattando il medesimo Parisi ,

titolo d'illustri e illustrissimi, cos\ p. 3o, del titolo Illustrissimo, dice


a poco a poco si attribuì il mede- che ne' bassi tempi esso ebbe origine,
simo titolo anche ai cardinali, aven- cioè quando 1' illustre si era reso
done egli veduto esempi nelle car- troppo comune: in fatti nell' 843
te antiche sino dal principio del si trova Stephania illustrissima foe-

secolo XVI, nel di cui decorso per mina vidua Hadriani nobilis viri,
illustrissimi e reverendissimi mon- presso il citato Galletti pag. 199.
signori s'intendevano senza altro ag- Nel 1004 Illuslrissimus vir Domnus
giunto i cardinali di santa Chiesa. Johannes, si legge in una perga-
Nota il Parisi che nelle segreterie mena dell' archivio del monistero
de' sovrani difficilmente si altera il di Campo Marzo. Nel 101 e io 12 1

trattamento; ma nelle altre l'illu- abbiamo Constantia et Theodora


stre andò offuscandosi insensibil- illustrissimae puellae , et Marinili
mente. Pietro Bembo a messer illustrissimus vir: Domnus Johan-
Francesco Guicciardini nobile e go- nes Marchio cuin sua conjugc Hilta
vernatore di Bologna, ed a molti illustrissima Ducalrice, nel Gallet-
altri scriveva illustre signor mioj
: ti Gabio pag. 120 e 123. Nel
in
tale fu il trattamento assegnato ai 1291 Johannes Colupna almac
gentiluomini sino dal 161 5 , e que- Urbis illustrissimus senator , nel
ILL ILL 3of)

testamento di Pietro Colonna. Nel ratore ed i re, e la differenza re-


i555 l' Illustrìssimo sig. gonfalo- stò in tal guisa terminata. Aumen-
niere dell' illustrissimo Populo Ro- sempre più l'esuberanza dei
tandosi
mano, si ha nel Zappi istoria mss. onde distinguere
titoli, cardinali i

di Tivoli. Torquato Tasso non sen- Urbano VIII a' io giugno i63o
za ragione preferisce Y Illustrissimo tolse loro il titolo d' Illustrissimi,
al Serenissimo. Casa chiama Il-
Il e sostituì quello di Eminenza o
lustrissima Signoria , e Bernardo Eminen fissi mo ( Vedi).
Tasso Illustrissima Repubblica Ve- I Papi però continuarono a chia-
neta. Il Borghini disse al duca di mare i cardinali col titolo di Re-
Toscana Eccellenza Illustrissima. verendissimi (Vedi). Dirigendo poi
Verso il fine del secolo XVI il ti- i Papi bolle, brevi, e lettere lati-
tolo d' Illustrissimo ed Eccellentis- ne ad uno dei sei cardinali vesco-
simo [Fedi), che già fu attributo vi suburbicari usano la formula
di soli principi sovrani, si era tanto Venerabili fratri nostro, agli altri
prostituito,che sino i nobili d' in- cardinali Dilecto filio nostro, ben-
fimo rango lo pretendevano. L'Il- ché sieno vescovi di giurisdizione.
lustre ed il Molto Illustre che sul Quando il Papa parla collettiva-
principio dello stesso secolo soleva mente al sacro collegio, o nomina
darsi a' principi cadetti, era pas- una qualche congregazione cardi-
sato ad onorare la plebe. Quando nalizia usa le parole Venerabiles :

Filippo Spagna per porre


II re di fratres, venerabilium fratrum no-
rimedio a tanto abuso vietò a' suoi slrorum sanctae romanae Ecclesiae
sudditi dare titoli a voce ed in cardìnalium. La distinzione di chia-
iscritto a veruno, ma il solo nome mare il Papa Venerabili fratelli
e cognome, onde togliere i litigi i cardinali componenti l'ordine dei
che nascevano per la nauseante vescovi , forse avrà avuto origine
ambizione di eccessivi titoli, Sisto da essere l'episcopato d'istituzione
V con decreto de' 27 giugno 1587 divina, mentre essendo d'istituzio-
vietò sotto pena di scomunica ai ne pontificia la dignità cardinali-
cardinali di ricevere e leggere let- zia, il Papa chiama i cardinali del-
tere scritte loro dai principi, le l'ordine de' preti e dell'ordine dei
quali non avessero nella soprascrit- diaconi Diletti figli; e infatti quasi
ta i titoli d' Illustrissimo e Reve- tutti i cardinali si sottoscrivono ^z-

rendissimo, e che tali lettere do- gli scrivendo al Pontefice , ed a


vessero lacerarsi o restituirsi alla quello che li ha creati cardinali vi
posta. Saputo ciò il re di Spagna, aggiungono e creatura. Siccome
dichiarò non essere stata sua in- poi anco l'ordine presbiterale è
tenzione nella prammatica de'titoli d'istituzione divina, forse i Papi
comprendere quelli dovuti agli ec- avranno cominciato a dare il Ve-
clesiastici, e specialmente a' cardi- nerabiles fralres ai cardinali del-
nali, come non intendeva
ancora l'ordine de' vescovi, perchè il ca-
includere nella prammatica gli am- rattere vescovile non è dissi mi le in
basciatori i quali avevano luogo essi da quello che lo stesso Papa
nella cappella pontifìcia. Per la riceve nella sua consacrazione quan-
qual cosa il Papa si dichiarò avere do non è insignito della dignità
inteso d'escludere soltanto l' impe- episcopale. V. Diletto, e Venera-
,

3io ILL ILL


bile. Osserva il Vettori, che dopo Però la causa rimettiamo all' uso ".

il decreto di Urbano Vili i pre- All'articolo Eccellenza e ad al-


lati passarono al titolo d'Illustris- tri di titoli onorifici parlammo del
simi, che sino allora col Reveren- grandissimo abuso di essi, massime
dissimi era stato distintivo de' car- dell' Eccellenza che a tutto pasto
dinali , ed i vicari de* vescovi a senza quasi distinzione oramai si
quello de' loro principali, onde an- va dando per adulazione o per
cora ne' secolari fu pervertito l'or- grande ignoranza pressoché a tutti,
dine. /'. Mabillon, De re diploma- ecclesiastici e secolari, nobili di qua-
tica lib. Il, cap. Ili, § IV, p. 70. lunque specie, particolari, ec. I car-
Nella vita di Alessandro VII Chi- dinali danno V Illustrissimo e Re-
gi si legge, ch'essendo egli
nunzio verendissimo Signore ai patriarchi,
in Colonia,benché di soave ca- nunzi, inclusive a tutti i prelati di
rattere, non rese mai risposta a mantelletta: la distinzione tra i di-
varie lettere di un principe italia- versi gradi l'usano soltanto nel ri-

no di prima grandezza, perchè non petere o no nel corpo della lettera


gli dava il titolo d'Illustrissimo, Mostra Sig. III. ma e R.ma od }
il ti-

con cui l'onoravano gli arciduchi tolo d' Ill.ma solamente, ed anche
d'Austria, e gli elettoli del sacro coli' usare questa o quella forinola
romano impero, non facendone pe- nella ripetizione in (ine della lette-
rò querela, e trattando cortesemen- ra. Altra distinzione i cardinali l'u-
te col suo ambasciatore. Giusto sano nelle espressioni della chiusadel-
Lipsio dopo aver discorso nella la lettera, ed in quelle della sottoscri-
Istituzione epistolica delle forinole zione. Ai prelati di mantellone i car-
costumate anticamente, scrive nel dinali danno Xlll.mo Signore; cosi
cap. II. » Ego hodie temperem ai canonici delle patriarcali e cat-
ad usum nostri aevi, et alieno in- tedrali cospicue, dignità di capito-
genio inlerdum serviam potius li, e vicari generali di chiese di-
quam meo. Ad doctos, probos, sim- stinte; agli altri vicari generali , e
plices, simplicia haec serventi. Ad dignità di secondo rango il R.mo
magnates ali ter, uec temere nonien Signore. Ai vicari generali, dignità,
ineum praeposuerim, et appellandi e canonici di diocesi, terre e città
formula potius scripserim. Maxime di terzo rango i cardinali scriven-
rex, illustrissime princeps, amplis- do loro usano i titoli di Molto Il-
sime domine, etc. " Ma oggi gli lustre e Molto Rev. Signore j al-
converrebbe riformare nuovamente trettanto ai parrochi e sacerdoti,
il cerimoniale, molto più nello scri- ec. ec. Ora eh' è invalso senza
vere volgare, come porta l'usanza, distinzione il titolo di Eccellenza,
il comodo ed il bisogno , perchè questo i cardinali lo danno agli am-
Apollo rescrisse al memoriale di basciatori di principi, al senatore
Stefano Guazzo, il quale lo prega- di Roma, ministri primari di corti
va che volesse moderare la stra- regie, grandi di Spagna, cavalieri
vaganza de' titoli, scrivendo esso del tosone d'oro, non che alle loro
lettere d'officiosità e complimento mogli ec. ; tutta volta va uotato che
ad Annibale Guasco : sino a' nostri giorni tali personag-
*> Padre di vani titoli è l'abuso, gi furono dai cardinali trattati coi

Né v'ha ragione la ragione istessa, titoli di Illustrissimo ed Eccellen-


ILL 1LT 3i x

tissimo Signore; in corpo della let- Baudisio scrisse una dissertazione


tera Mostra Eccellenza^ sotto di de tilulis Illustris, Spectabilis, Cla-
prostra Eccellenza. Ai cavalieri e rissimi, Magnifici.
dame di primo e secondo rango 1LTRUDA (s.). Era figlia del
scrivono i cardinali. Illustrissima, conte Guiberto gentiluomo del Poi-
ò Illustrissimo Signore; in corpo tou, e fuggi dalla casa paterna per
V. S. Illustrissima j sotto di V, S. sottrarsi a un matrimonio che le
Illustrissima. Agli avvocati distinti, era stato proposto, essendo ella ri-

e gentiluomini secondo il f or mola- soluta di consacrare al Signore la


rio de' cardinali, questi gli scrivo- sua virginità. Avendo poi sapulo
no, Illustrissimo Signorej V. S.; che lo sposo propostole avea im-
di V. S. Illustrissima: ad altri palmato Berta di lei sorella, ritor-
Molto Illustre e Molto Eccellente nò appresso il padre, che lasciolia
Signore, ovvero Illustre ed Eccel- in piena libertà. Ella andò pertan-
lente Signore. A persone di rango to a chiedere il velo al vescovo di
inferiore danno V Illustre Sig. Ma Cambrai, e si ritirò in una cellet-
anche il formolario de' cardinali in- ta vicina alla chiesa del monistero
sensibilmente ha sofferto qualche di governato da suo
Liessies, ch'era
notabile variazione per abbondan- fratello Gontrado. Vi fu bentosto
za di benignità, per condiscenden- seguita da parecchie persone del suo
za e larghezza de' rispettivi segre- sesso che tendevano alla perfezio-
tari, e per altre ragioni. Conchiu- ne, e che essa riunì in comunità.
do, che l'Illustrissimo senza distin- Quivi visse rinchiusa , unicamente
zione comunemente si dà per uso intenta all'orazione e alla penitenza.
e senza riflessione quasi a tutti, an- Dicesi ch'ella morì alla fine del-
corché di sfera inferiore, e vi si l'ottavo secolo, e fu sepolta nella
aggiunge il Signore e Padron Co- chiesa di Liessies. La sua festa è
lendissimo (Vedi), abbreviati, senza notata giorno 27 settembre.
il

riflettere al vero significato di tali 1LTUTO (s.). Uscito di nobile


termini e titoli onorifici, trascinati famiglia della contea di Glamorgan,
più o meno o dall'abuso
dall'uso servì per qualche tempo negli e-
e prodigalità di titoli ormai dive- serciti del re Arturo , di cui era
nuta nauseante. Altre notizie ed parente, e meritossi fama di valo-
erudizioni sull'uso dei titoli Illustre roso. Quindi si consacrò al servi-
ed Illustrissimo si possono leggere gio divino, e ricevuta la tonsura
nel che in piena cognizione
Parisi, passò molti anni sotto la disciplina
dell'argomento, dice a chi compe- di s. Cadoco , allora vescovo di
iesi, scrivendo nel tona. Ili, a pag. Llandaff, e si addottrinò assai be-
44 cn e circa il valore de' titoli No- '
ne nelle scienze ecclesiastiche. Fon-
li lis, Illustris, Perillustris, Specta- dò poscia un monistero vicino a ,

bilis,Magnifico, Onorando, Sere, Llan-carvan, che diveune celebre


e Messere possono consultarsi il Ti- per la sua scuola, e da lui prese
raquell, ed Excobar, De Nobilil.; il nome di Llan-lltut. Alle* veglie,
Nastrili., De Magistr.; cai d. de Luca, al digiuno, alla preghiera, accop-
De Teslam. disc.84, de praeem. disc. piava egli il lavoro delle mani ; e
3o et 35; Rot. cor. Falconer, De per vivere più. austeramente appog-
donat. dee. 1, uum. 22 et seq. 11 giò il reggimento della sua scuola
>86032
3i2 ILU IME
ad Isciamo, uno de' suoi discepoli, assistette al concilio di Fozio sotto
e si ritirò io una solitudine , ove il Papa Giovanni Vili. Oricns chrisl.
stette tre anni. Il desiderio di vi- t. I, p. 812.
sitare i suoi discepoli e i suoi ami- IMBALSAMARE. V. Cadaveri,
ci lo fece passare nella Bretagna ,
Egizi, Lavanda de' cadaveri, Ido-
e morì a Dol correndo il sesto se- latria e Funerali.
colo. una chiesa
Egli è titolare di IMBROS o 1MBRUS. Sede ve-
della contea di Glamorgan, da lui scovile nell'isola delle Cicladi, nel-
originariamente fondata, ed è ono- l'Arcipelago, nella diocesi d'Asia,
rato a' 6 di novembre. sotto la metropoli di Rodi , che
1LUSA. Sede vescovile della Fri- chiamossi anche Embro, e Mar-
gia Pacaziana nella diocesi d'Asia, mala dalle ricche cave di marmo
sotto la metropoli di Laodicea, e- che ivi si trovano. Nel secolo XI li
retla nel quinto secolo, e chiamata in questo luogo si osservava il rito
anche Ilusi ed Helasa. Furono suoi latino, dipendeva dall'arcivescovo
e
vescovi Evagora che venne rappre- di Paronaiia, poscia divenne me-
sentato al concilio di Calcedonia da tropoli di rito greco. Furono suoi
Nunechio di Laodicea; Macedonio vescovi Gioachino ed Atanasio.
che sottoscrisse nel 5i8 la relazio- 1MERIA, Himeria. Sede vesco-
ne del concilio di Costantinopoli al vile di Mesopotamia, al presente
patriarca Giovanni, risguardante Se- titolo vescovile in partibus che con-
vero d'Antiochia ed i suoi aderen- ferisce la santa Sede, sotto la me-
ti ; Pallido che si trovò al sesto tropoli pure in partibus di Efeso.
concilio generale; ed Eustazio che V. Himeria.

FINE DEL VOLUME TR1GESIMOTERZO.


BX 841 .M67

Anda mungkin juga menyukai