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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLV.
La presente edizione è posla sotto la salvaguardia delle leggi

vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui


l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

TES TES
1 ESSALOMCA, T1ic<;salonìca, riva al mare, hanno nome di fortezza; il

Thcrniii. Sede arcivescovile dell'aulica occupa la


castello delle Sette-Torri, che
Macedonia, aulica e celebre cillà, situa- sommità della montagna, è male armalo
la in fondo del suo golfo Termaico, ora e signoreggiato dalle vicine allure. Salo-
chiamata Salunichi o Salonicchio, città nichi, benché considerata come una delle
della Tutchia europea in Romelia, capo- più belle città della Turchia, non è per-
luogo del sangiaccalo e della giurisdizio- ciò meno irregolarissima ,
per le sue vie
ne del suo nome, uno de'più popolati del- angustissime, tortuose e non insiniciate,
l'impero ottomano, a i5 leghe da Co- i per le case mal costruite e per l'aria mal-
stantinopoli, ed a 70 d'Atene. Costruita sana, ad onta d'ima certa polizia. L'ac-
sulla china d'una montagna a guisa d'an- qua bevibile vi si conduce per canali da
lìtealro, n'era la vetta difesa da una cit- una montagna vicina, laghetti della qua-
i

tadella di vasta estensione. Residenza d'un le gelandosi nell'inverno somministrano

pascià a 3 code, d'un gran n)ollah,e d'un il ghiaccio per l'estate. Vi si coniano 10

nrcivescovo greco con 8 suftVaganei e 70 grandi moschee e alcune pir;cole,tra le qua-


preti, e del gran hakam degli ebrei che li le
7 primarie furono tutte
antiche chie-
vi sono numerosissimi, le sue cupole, gli se; la moschea di Cassini è l'antica chiesa
alti suoi minareti, le case circondale da di s. Giorgio, l'Eski-Djarai o vecchia mo-
giardini piantati d'alberi, tra'quali pre- schea composta di due templi e ricoperta
dominano i cipressi, i suoi bastioni, le tor- di porfido e di diaspro, è la celebre chiesa
ri e il castello, le danno dalla parte del di s. Demetrio martire ili Tessalonica. La
mare un aspetto imponenlissimo. Il re- missionede'calloliciè affidala a'Iazzarisli;
cinto, che può aver 4ooo tese di circon- ne parlai nel voi. XVIII,p. o8,e
i la chiesa
ferenza , è di mattoni fiancheggialo da
, di s. Luigi già de'gesuili,dislrutta da un in-
loi ri e interrotto da 5 porte; 3 di esse tor- cendio, fu ultimamente rifabbricata. Di-
ri, più dcH'altre considerabili e situate in pende dal vicario apostolico de' latini di
4 TES TE S
Costanliiiopoli. luoltie visono varie chie- era chiamato 21ieniui.e\\ era un villag-
se greche, iix-lle sinagoghe, 9 bagni pub - gio quando Cassandro figlio d'Antipalro
bhci, molti han, un bel bezeslan.la scuo- re di.Macedonia, dopoAlessandro il6'/v/«-
la ebraica con bella biblioteca in
vi fiorì df^ falle varie conquiste nella Grecia, a-
notabile edificio, fu celebre ed eia con- bolita la democrazia d'Atene, fatta mo-
siderata come una università. Si trovano rire Olimpia madre d'Alessandro e spo-
molle antichità, essendo le più interes- sata Tessalonica sua sorella , ingiatidila
santi, i Ippodromo,
Propilei dell'antico considerabilmente Tcnna e trasportati-
la Rotonda sul modello del Paulheou di vi gli abitanti delle città vicine, le die ii

Roma, e gli archi trionfali d' Augusto e nome di sua moglie. Cassandro cessò di
di Costantino I. Adorava questa città va- vivere 3oi anni avanti l'era cristiana. Al-
rie false divinità, ed a parecchi impera- lorché fula ìMacedonia conquistata sopra

toli rese culto pubblico. Giove era prin- Perseo suo ultimo re, da Paolo Emilio
cipalmente onorato a Tessalonica, come co'romaniji 68 anni innanzi la detta era,
padre d'Ercole, ceppo della famiglia rea- fu divisa in 4 parti, e Tessalonica stabilita
le. Anche Apollo era rappresentato sopra capitale della 2.^ 11 governo particolare
i suoi monumenti. Un Cabiro vi avea un della città era regolato da magistrati chia-
tempio, e furonvi rappresentati i giuochi niatiPolilarchi,e dipoi sotto l'impero gre-
cabirici ed i onore de' Cabiri, co-
pitici a co continuò ad essere diretta dal proprio
me gli olimpici a onore di Giove. Avea senato. Nel lenipo del suo esilio, Cicero-
questa ricca e polente città, pegli spelta- ne ne passò una parte a Tessalonica. Vi
coli e passatenipo de' cittadini, un anfi- dijiiorarono alcuni imperatori romani, e
teatro in cui davansi combattimenti di Valeriano e Gallieno, dopo la metà del
gladiatori. ed un circo pe'giuochi pubbli- HI secolo, le dierono il titolo di colonia,
ci. Sainnichi, ad eccezione di alcune fab- come portava quello di Neocori, per a-
briche di coperte e tappeti di lana, non ver avuto il privilegio di celebrare solen-
ha manifatture propriamente dette, ma nemente le feste e i giuochi omonimi in
è il centrod'ungian commercio, ed ècon- onore degl'imperatori ogni anno, e le città
siderala come la città più importante del- che n'erano decorate ricevevano daKoma
la Turchia europea dopo Costantinopoli. l'immagini de'nuovi imperatori, oltre al-
Hiceve da quasi tulle le parti deirim[)e- tri privilegi, e ponevano il titolo del Neo-

10 produzioni greggie che sparge poi pei* coralo sulle loro medaglie e monete, che
tutta l'Europa. Sta il commercio quasi in- coniavano nella celebrazione delle feste
teramente nelle mani de'greci e degli e- e giuochi. Aveano propri sacerdoti chia-
brei.e la maggior parte de' turchi viene mati pure Neocori, incaricati delle prin-
considerala di loro razza e sono chiamati cipali funzioni ne' sagrifizi. Le sole città
mamini per distinguerli dogli altri mao- più popolate erano insignite del Neoco-
mettani; come pure in quelle de'negozian- anche replicatamente,
rato, e l'ottennero
ti fiancesi, inglesi, tedeschi, italiani e o- comeEfeso, Smirne, Sardi, Pergamo, Ni-
landesi, che tulli vi tengono consoli e fat- comedia e Tessalonica, per avere eretto
torie: i francesi ed i tedeschi vi faimoil de'teinpliagl'imperatori e perciò merita-
Iranico più impoi tante. Questa città non to il ìNeocoralo. Su questo gli antichi ci
ha \eraniente porto, una rada eccti- ma lasciarono poche notizie, ed i moderni non
ienle.e conia quasi 00,000 abilauli,cofn-
1 dicono molto veramente preciso e si-
di
piesi molli stranieri. Sono ne'conlorni
i
curo. Nel 3qo avvennela famosa strage
alcune miniere d'argento poco ricche, e di Tessalonica, d'ordine di Teodosio 1 ii
bagni d'acr|ue termali nell'estate frequeii- 6'/v///r/r.Duterico comandante delle trup-
Iblibsiiui. Straboue dii^ft che questo luogo pe d'llliiia,chc taceva lu sua le^ideuza iu
TES TE S 5
Tessalonica, avea fallo carcerare un coc- l'indugio, tolsero la vita ad ambedue.Que-
cliiere addelto al circo, per aver sedotto sla tragica scena ricolmò di dolore s. Am-
una giovane fantesca di sua casa. Il po- brogio e gli altri vescovi. Il santo credet-
polo gli domandò la libertà del cocchie- te tuttavia di dover dissimulare per qual-
re, affinchè potesse comparire nel circo un che tempo, Teodosio l venendo
allineile
giorno di festa: il che non avendo potuto a fare delle cousideiazioni, potesse rien-
ottenere, montò sulle furie e si abbando- trare in se stesso. L'imperatore non era
nò agli ultimi eccessi. In questa sedizio- allora a Milano , ma dovea tornarvi fra
ne parecchi ufFjziali furono uccisi a colpi pochi giorni. Il santo lasciò la città per
di pietre, e strascinali i loro corpi per le non trovarvisi con lui, ma gli scrisse u-
vie della città: Buterico pure perde la vi- na lettera piena di alfetto. Dopo averlo
ta. Questa notizia fece montare in colle- esortalo a far penitenza, gli dichiarò che
ra l'imperatore, il quale, sebbene virtuo- non poteva ricevere la sua offerta, né of-
naturalmente focoso. A prò de'col-
so, era frire i di villi misleri alla di lui presenza,
pevoli s'interposero s. Ambrogio vescovo finché non abbia soddisfi Ito la giustizia
di Milano, con alcuni vescovi intervenuti divina. Aggiunse, d'esser pieno di rispetto
a!sinodo in quella citlà,e Teodosio I, sem- verso l'imperatore, ma che dovea la pre-
pre inclinato alla clemenza, promise loro ferenza a Dio, e che l'amore che gli por-
la grazia: mail famosollufino, allora mae- lava dovea conciliarsi colla salute di sua
stro degli uflìzi , e altri cortigiani gli fe- anima.Uitornatos.AmbrogioinlMilanoed
cero cambiare risoluzione, sotto pretesto essendosi l'imperatore presentato per en-
che l'insolenza del popolo era stata trop- trar nel tempio secondo il costume, il santo
po grande; che l'impunità sarebbe peri- l'incontrò nell'atrio e gli vietò di avanzar-
colosa, e che un esempio di severità era si di piij, dicendogli : » Signore, pare che
man-
necessario in quella circostanza. Si voi non conosciate ancora l'enormità del-
dò adunque un ordine al comandante d'Il- la strage commessa per ordine vostro. Lo
liria, per mettere a morte settemila uo- splendore della porpora non videveimpe-
mini di Tessalonica, il quale ordine fu e« dire di riconoscerela fralezza di questo
seguilo colla più grande barbarie. I sol- corpo magnificamente vestito. Voi siete
s'i

dati colsero il momento in cui il popolo composto di fango, come vostri sudditi: i

era radunatone! circo, e trucidarono tut- non vi ha che un Signore e padrone del
ti che poterono e che incontrarono
quelli mondo. Con quali occhi considererete voi
per Questa strage durò 3 ore e pe-
la città. il suo tempio? Con quali pieili calpesterete
rirono 7000 uomini senza distinzione (Va il suo santuario? Arduete voi, pregando,
gl'innocenti e colpevoli, e tanta fu la bru- d'innalzare verso di lui le vostre mani an-
talità de'soldati, che uno schiavo fu tru- cor grondanti d'un sangue ingiustamente
cidalo per essersi offerto in luogo del suo sparso? R.Ì tiratevi adunque di qua, e non
padrone. Si dice parimenti che un padre vogliate al vostro delitto aggiungerne iiu
vedendo i suoi due figli pronti a ricevere nuovo. Accettate con sommis-ione il giu-
il colpo mortale, si gettò a'piedi di quelli go che il Signore v'impone. Esso è duro,
ch'eiano per vibrarlo, e li commosse sif ma salutare, e procura la guarigione del-
fittamenle colle sue lagrime e con I' of- l'anima. "Avendo detto il principe, per i-

Iella di tulio l'oro che possedeva, che gli scusarsi, che David avea peccato; il ve-
promisero di lasciarne vivere uno a sua scovo gli rispose, che giacché l'avea imi-
scelta. Quest'infelice padre, a cui la sua talo peccando, dovea altresì imitarlo nel-
tenerezza impediva di fìrne la scelta, cor- la sua penitenza. Teodosio I si sottomise
levn a'suoi figli l'uno dopo l'altro, senza e accettò la penitenza canonica clrjgli ven-
p jlcrsi decidere; e soldati impuzienti del-
i ne imposta. Uitirossiuel suo palazzo, dove
G T E S TES
piissn 8 mesi senza antlore alla chiesa, in- permettergli l' ingresso in compagnia di

ttiaiiienle occuj^alo nella penifenza [)iib- .\o cavalieri. iMa giunto Enrico alle porte,
Mica. Venuta la festa di Natale, radilup- i soldati invasero la città e imprigionaro-

piò le sue layi iuie, pcnsamlo ch'eia esclu- no il conte. L'imperatore armò cavaliere
so dall'adunanza de' fedeli. Rufino 1' in- il Demetrio e lo fece coronare,
fanciullo

dusse a recarsi in chiesa per domandare e Margherita d' Ungheria sua madre fu
l'assoluzione, feimandosi nella sala d'u- messa alla testa della reggenza, ed otten-
dienza, ove s. Ambrogio gl'ingiuMse di col- ne la protezione di Papa Innocenzo III,
locarsi fra'penilenli. Ivi l'iinperalore fece ed allreltanlo fece il successore Onorio
[ìubblica confe>si()ne del suo peccato., si IH, che pose il regno sotto il patrocinio
Ijallè \\ petto e si sciolse in lagrime. Prima della santa Sede. Nel 12 19 Teodoro La-
che s. Ambiogio gli dasse l'assoluzione, scaris imperatore di Nicea, tiiltavia con-
volle che ordinasse con legge di sospen- quistò il regno di Tessalonica, e Deme-
dere per 3o giorni l'esecuzione delle sen- trio si ritirò nel Monferrato, domandan-
tenze concernenti la vita e la confisca de' do aiuto dagl'italiani e dal Papa. Morto
beni de'cittadini. Finalmente l'imperato- l'imperatore nel 1222, gli successeli ge-
le ricevè l'assoluzione, ma non cessò per nero Giovanni Duca, e fremendo di sde-
tutto il resto di sua vita di detestare ilIaU gno Teodoro Alessio Angelo parente del
lo nel (juale era caduto per inganno, e ad defunto, ed a cui toccava l'impero, intra-
istigazione degli altri. Vedasi l'annalista prese la conquista del regno di Tessaloni-
Rinaldi, an. 890, n.°i e seg. Nella divisio- ca, e dopo molli combattimenti s'impa-
ne dell'impero romano, Tessalonica re- dronì ancora della capitale Tessalonica,
stò congiunta all'impero greco e ne seguì Inorgoglito de'prosperi successi, prese la

le vicende. Guglielmo 1 redi Sicilia, vo- insegne imperiali e si dichiarò imperalo-


lendosi vendicare dell'imperatore greco re;e non potendo indurre l'arcivescovodi
Emanuele Comneno, s'impadronì di Tes- Tessalonica a coronarlo, ricevè le inse-

salonica, e ricuperala dopo la sua morte, gne imperiali e la corona per le mani del-
nel I I
79 die per dote a sua figlia Maria il l'arcivescovo di Bulgaria. Così l'antico im-
legno diTessalonica,nellosposarlaaRai- pero greco si divise in 4 imperi; il Lnti-
niei i marchese di Monferrato, nel quale )ioi\\ CostdiilinopoH, quello di .V/r(v7 de'
artico!© riportai le notizie di vari ledi Tes- Lascaris, quello di 'Trclìisoiìda de'Com-
sal(jnica della potente famiglia di Monfer- ueni, e quello di Tcssaloniraj \(nui\\ im-
rato. Il celebre marchese Bonif.icio III pu- peri per la loro debolezza ebbero corta du-
re ne fu rc,e contribuì al concpiistodi Co- rata, finché si ripristinò l'anlico. Nel 1 243
stantinopoli fatto da'Iatini francesi e ve- coronandosi Baldovino IIimperatore
in
neziani, e allo stabilimento im- ilei loro Ialino, confermò le ragioni del regno di
pero, inarilando la fig'ia .Maria ad En- Tessalonica in favore di Eleiia di Monfer-
rico 2.° imperatore latino. Morendo Bo- rato nipotedi Demetrio, maritatasi a Gu-
nificio HI nel 1207, lasciò al figlio De- glielmo signore di Negro[)onte, ciò che
metrio di 3 anni il regno di Tessalonica, confermò pure nel 244 1*<'P''< Innocenzo i

e amministratore il pai ente conte di Rian- 1V, contro Teodoro Comneno cieco, che
diate. Questi, mollici rino, voleva conse- se n' era impadronito, dopo averne cac-
gnare il regno al primogenito Guglielmo ciato il proprio fratello Emanuele. II re-
V 1 marchese di Monferrato. Avendo sco- gno soggiacque a varie vicende e venne
perto il disegno l'imperatore Enrico, si re- del tutto meno in tempo di Giovanni fi-
cò coll'csercilo a Tessalonica, e sebbene glio diTeodoro; poiché l' imperatore ili
il tonte ne avesse chiuse le porle, riuscì Nicea Giovanni Duca, irato con lui per a-
al kgalu poulilicio Cououe di Delhuue di vcr preso la porpora e il titolo d' iuipc-
TE S TE S 7
latore, lo spogliò delle insegne imperiali lonicensì, che perseveravano nella fede,
e (lei regno che conquistò. Guglielmo VII m.ilgrado le persecuzioni; però molti si

il G'/Y/»(^/f marchese di Monferrato, aven- aflliggevano troppo per la morte de' lo-
do maritato sua figlia Jolanda ad Andro- ro parenti, altri non erano abbastanza i-

nico Il Paleologo imperatore di Costan- struitiintorno alla venuta del Salvatore


tinopoli, per dote gli cede i propri diritti e intorno al giudizio universale; l'avvisa-
al regno di Tessalonica. Quest'imperato- rono pure che alcuni erano oziosi, cu! io-
re, al dire d'alcuni, nel 1 3 i 3 fece cessione si,inquieti. Ed è perciò che poco dopo s.
del medesimo regno alla repubblica di Ve- Paolo scrisse la sua ."epistola a'tessalo-
1

nezia, che meglio secondo altri neh 423 Tiicensi, ch'è pur lai. 'delle da lui scritte.
ne divenne signora: fu l'imperatore Gio- Egli vi consola i fedeli, ne loda il fervo-
vanni 111 Paleologo che vendè Tessalo re, la costanza, la carità verso tutti i cri-
iiica a Venezia, alla quale la tolse prima stiani della Macedonia; dà loro alcuni av-
della metà del secolo XV, o nel 43o «Io- f vertinienli intorno alla santità del ma-
po assedio, l'imperatore de'turchi Amu- trimonio, alla fuga dell'ozio, la manieia
rat II, il Maometto II im-
cui successore di piatigerei morti, le precauzioni che con-
padronitosi nel 1453 di Costantinopoli, viene porre in opera per non essere sor-
liiuiì all'antico impero il regno di Tessa- presi dall'Anticristo, e sopra alcuni altri
lonica, e tuttora è nel dominio ottoma- argomenti. La 2. "epistola a'tessalonicensi

no, seguendo destini della Turchia^dì cui


i fu scritta per rassicurarli contro i timori
fa parte. ch'erano stati loro inspirali sulla fine del
La fede cristiana fu predicata in Tes- mondo.Egli Jiuovamente condanna l'o- vi

salonica dall'apostolo Paolo. Co'suoi s. zio, ed esorta i lessalonicensi ad un'in-

discepoli e cooperatori, Timoteo e Si- s, vincibile pazienza, qualunque sia la per-


la, s'imbarcò per la Macedonia nell'an- secuzione che possa loro sopraggiungere.
ìio 02, e promulgò l'evaugelo in Tessa- Ebbe questa cospicua città la sede vesco-
lonica sua capitale, dove gli ebrei avea- vile per istituzione di s. Paolo, e vi furo-
no la sinagoga. Vi predicò 3 giorni con- no vescovi greci, armeni elatini. Sino dal
secutivi, ma gli ebrei avendo mosso con- I. "secolo della Chiesa i vescovi di Tessa-
tro s. Paolo ed suoi compagni il popolo
i lonica furono soggetti al patriarcato ro-
ed magistrati, fedeli furono costretti di
i i mano e divennero metropolitani, nel IV
condurli fuori della città. Essi recaronsi secolo esarchi dell'llliria, e nel Xli della
a Berrea, dove gli ebrei li ascoltarono con Tessaglia. Furono loro sulfraganei ve- i

'^ioia e molli di loro si convertirono, co- scovati di Berrea, Erisso, Servia, Citnim,
mepurenon pochi gentili, tra'quali mol- Campania, Petra, Ardamiri o Herculia,
le donne di qualità. Gl'i ebrei di Tessa- Platamon o Pianiamone, Poliann, Cas-
lonica avendo saputo che s. Paolo co'suoi sandra, Lita,[lenclina,Diuin, Stobi, Dea-
compagni trovavansi a Berrea, vi si reca- boli o Deboro, Parecopoli, Torone, Era-
rono e suscitarono un tumulto. Avendo clea, Taso o Tasso, Primula, Zappara o
;.l'aolo dovuto partire dalla città per re- Zapara,Drygobizia ed altre. Nelle IVoti-
iMtsi in Atene, per mezzo di Sila e di Ti- zic ecclesiastiche, l'Illiria era divisa in 3
moteo che avea lasciato in Berrea seppe diocesi ecclesiastiche: la 3.' di esse por-
[)oiche cristiani di Tessalonica soifri-
i lava il nome d\ 3Iacedonia ovvero i.\' fi-
vano persecuzioni. Allora s. Paolo man- ///7V/orientale,comprendeva tutta \aGfc-
do loro Timoteo, per confortarli e ren- cia. ed avea per nietropoli Tessalonica
derli piìifcrmi. Indi passato s. Paolo a Co- che esercitava per il Papa, come suo vi-
rinto, vi si recarono Timoteo e Sila, con- cario apostolico, la giurisdizione anche
jlaudolo con riferirgli lo stato de'tessa- sulla Morea e suir£/,'?V'o(/ .). La giuris-
8 TE S T i; S
dizione lUioque dell'arcivescovo di Tes- role che quasi spada a due tagli ferisco-

sidouica come vicario del Papa, si eslcii- no egualmente la chiesa bizantina e quel-
deva nella Crei iti, ììtW'/lliria. nella Ma- la delregno ellenico. La Grecia pro[)ria-
ct'iloniaA\e[\'Ei)iro,in:\\a Tessaglia, iiel- mente detta (egli scrive) dipendeva dal
r Acaia, di cui Atene era la metropoli, Vicario del Papa residente a Tessalonica,
nella Dacia, nella Mesia, nella Darda- e Leone Isaurico imperatore iconoclasta
niaavenlea metropoli Scopia, utWd pro- fu (juegli che tentò di sottrarre tpieste cou-

vincia Pre\-alitana, e nell'isola di Cre- Iradealla giurisdizione del Pontefice Gre-


ta o Ct'ndiaff '.). la tali arlicjli e ne're- gorio il per farle passare sotto il patriar-
lativi parlai della vaslagiurisdizione del- ca Anastasio infetto anch'egli della stessa

l' arcivescovo di Tessalonica, priucipal- eresia. Cosi, dice Farmacide, fu un impe-


ineule per l'eniineule qualifica di vicario ratore eretico che tolse queste diocesi alla
ilella s. Sede, ()er aveie Papi loro coui- i giurisdizione d* un Papa ortodosso, per
jnesso le proprie veci sino dal IV secolo sottometterle ad un patriarca eretico co-
e con podestà esarcale sopra i vescovi e me lui. Questo brano che tolgo dalla Ci'
i uielropolitani delle ricordate provincie, \'iltà cattolica, nella rivista dell'opera lo-
cioè negli articoli Illiria e Macedonia, e data e intitolata L' Eglise orientale,
: par
ti. Sisto III e altri difesero i diritti del- Jaccpu's Pitzipios, R.ome i855, fece ad
l'arcivescovo di Tessalonica. 1 greci per essa giustamente esclamare: » Vedete se
lo scisma e per le violenze dell'iconocla- non è questo il proverbio che nulla è più

sta imperatore Leone 111 Vlsauiico, sot- forte della Verità, la quale sa tiionfire
trassero dall'antica giurisdizione pontifi- ancora degli animi più ostinati nell'im-
cia, esercitata con facoltà delegata dagli piignarla!" Dopo che l'empio Leone III
arcivescovi di Tessalonica, quella parte sottomise al [latriarca di Costantinopo-
dell'llliria di cui esso era vicario aposto- li le Provincie discorse. Papa Imioceu-
lico, e s. Nicolò 1 nell'858 ne domandò zo III le restituì all'ubbidienza della san-
il ristabilimento, frastornato daH'inifjuo ta Sede, quando conferì il pallio all'ar-
Tozio, ed Alessandro 111 concesse all'ar- civescovo latino di Tessalonica. Peiò do-
civescovo di Tessalonica il privilegio di po la conquista de' turchi, 1' arcivesco-
farsi precedere dalla croce astata, e lo ri- vo greco scismatico si sottopose al simi-
levai nel vol.XVlll,p. 260. Notissime so- le patriarca di Costantinopoli, col tito-

no le acerbe controversie suscitatesi in lo d'esarca di Macedonia o piuttosto di


ijuesti ultimi anni tra il |)utriaica di Co- Tessaglia. Ih ."vescovo greco di Tessalo-
stantinopoli e il cleio di Atene (lutti e- nica fu s. Aristarco discepolo di s. Paolo,
leiodos^i),il <|uale pretende distabilire la ordinato dallo stesso apostolo, che soffrì

ina religiosa indipendenza sopra 1"


indi- il martirio nella persecuzione di Nerone,
pendenza politica del regno di Creda, ed il martirologio romano lo registra a'4
quasi che la soggezione o libertà religio- agosto. Suo successore fu Caio, di cui è fit-
sa sia un corolliu 10 della soggezione u del- ta menzione nell'epistola a'romani, e che

la libertà civile. Tra le scritture die dal- Origene dice che fu vescovo di Tessaloni-
l' una e dall' altra parte si publ>licaro- ca, seguendo la tratlizione del suo teni|)o.
no, tiene luogo principalissimo un'opera Indi Achilleo, nella cui epoca fiorì s. De-
iitampala in Atene nel i8jÌo dall'arcbi- metrio martire di Tessalonica, chiamato
iiiandiila Farniacide professore di teolo- da'greci il gran inaitire, poiché nel 3o7
gia neiruniversilà d'Atene. Ora volendo presentato in Tessalonica all'imperatore
<|uesti dimostrare la vanità delle preten- ]Mas-.imianoErcole(|ual militare che aveu
sioni del patriarca bizantinosopra la cliie- abbracciato il cristianesimo, lo lece chiù-
sa ellenica, si lasciò sfuggile alcune pa-
T E S TE5 9
ciiii all'ali fi teatro, e trafiggere a colpi di N. verso il
479, Andrea per aver abbau-
lancia, e così riportò la corona del mar- donato lo scisma d'Acacio di Costantino-
tirio. Strascinato da'cariiefici il cadavere poli, gli scrissero lodandolo s. Felice 11 e
[ler la piazza, alcuni fedeli segretan)ente s. Gelasio I Papi. Nel 5i 5 Doroteo ere-
lo seppellirono fuori della città, e circa lieo per comunicare con Acacio, nondi-
I oo anni dopo Leonzio prefetto del pre- meno scrisse una gi'atulatoria a s. Ormi-
torio d' llliria vi fece sopra edificare una sda per l'elevazione alla SqCìg apostolica,
bella chiesa, riedificata poi dall'impera- perle cui sollecitudini tornò all'unità cat-
tore Basilio Macedone, per la gran co-
il tolica. Elia si trovò neh' aliare de' Tre

pia de' miracoli co' quali Dio avea illu- Capitoli s. al costituto fatto da Papa Vi-
strato il frequentato sepolcro di questo gilio nel 55o in Costantinopoli, ed al V
eroe. 1 greci ne fanno la festa a' 26 ot- sinodo rappresentare da Benigno
si fece
tobre, i latini 18. il vescovo Alessandro d'Eraclea. Biasimevole fu l'arcivescovo
fu ul concilio JXiceno nel 32 0; Giovanni Taleleo, che visse a tempo di s. Grego-
è mentovato nell'epistola del concilio di rio I, il quale scrisse al successore Euse-
Filippopoli; nel 347 intervenne a quello bio. Papa s. Martino 1 nel 649 scomu-
di Sardica Aezio, e nel SSg a quel di Ri- nicò nel concilio di Laterano Paolo ere-
mini Eremio. Celebre per santità e pel tico monotelita. Giovanni II intervenne
suo attaccamento alla fede cattolica fu A- nel 680 al VI sinodoesisottoscrisse,/ort/i-
sconio o Ascolio,a cui dalla chiesa di Go- ìiesmisericordia Dei episeojms Thes.m-
zia fu scritta l'enciclica sul miulirio di s. lonicae, et J icarius apostolicac Sedis
Saba nel 372, e mandalo il suo corpo, co- et Legatariiis : quest'ultima voce si di-
me narrai a Svezia, e di questo vescovo ce usurpazione. N. del 7 1 6, Teofilo sot-
fecero elogi s.Ambrogio.Dimo-
s. Basilio e toscrisse al VII sinodo, Tommaso trasla-
rando Teodosio 1 in Tessaionica nel 38o, lo da Alessandria, e fu nel 787 al con-
ammalatosi gravemente, volle essere i- cilio Niceno 11. Gli successero Giuseppe

struito nella religione cattolica e riceve- studita, poiN., indi luiovamente Giusep-
re il battesimo da questo santo vescovo, pe nell'808, che perdifendere il cidto del-
il quale morì verso il 383. l^apa s. Da- le ss. Imniagini patì molto e fu cacciato
maso 1 nel 38o l'avea costituito suo vi- in prigione. Giovanni eretico partigiana
cario nelle provincie dell' Illirico orien- diFozio,come lo fu Leone. Da Creta ven-
tale. Dignità die il Papa confermò al suc- ne trasferito l'ateniese Basilio I di santa
cessore Aiiisio, e altrettanto fecero i Pa- vita, e perciò morì tra'lormenti, celebra-
pi s. Siricioes. Anastasio 1. Di Anisio per lo ne'iMenei greci il 1 ."febbraio. Teodoro
la sua santità se ne legge la men)oria nel fu all' VI 11 sinodo, ove l'indegno Fozio fu
martirologio romano a'3o dicembre. Nel fitto patriarca; indi Paolo II, Anatolio,
fio Rufo, al quale scrisse Papa s. limo- Teofauio, Prometeo poi deposto. Teodo-
ceiizo 1 nel 4 '2, costituendolo suo vica- lo, Niceta 1 trasferito da Marronea, nel

I io nelle provincie che enumerai nel voi. I i56 Basilio II di cattolici sentimenti, per
XL,p. 232; podestà che confermò Papa cui scrisse a Papa Adriano IV. Insegui-
s. Douifacio 1. Nel 4^1 fo al concilio di to Costantino I, Eust.izio ilotto già elet-
Efeso e poi morì. Anastasio egualmente to di Mira, ornalo ili molle viitìi. Mi-
fu da s. Sisto 111 dichiarato vicario apo- chele Chumni, Costantino II Mes(jp(»la-
stolico nelle provincie illiriclie, con epi- inita, familiaie d'Isacco Angelo Comne-
stola scritta al sinodo adunato in Tessa- no imperatore, ricusò dare le e perciò si

ionica nel 43 5, morì dopo quello di Cal-


e insegne imperiali (lell'impero di Tessaio-
cedouia e di altro nel 45 tenuto in Tes- ' nica al fralelld Teotloro Alessio Angelo,
talouica. Quindi furono vescovi Eusiteo, onde questi si fccecorouarc da Demetrio
io T E S TES
mei vescovo di Bulgaria, come nniroi; ov- to e fece la professione di fede cattolica.

vero come liferisce il p. Le Quieti, ^Z/-- Nel I 5G4 lo era Teona,nel ijyc) Joasaf-
< liicnìscoj)it/n Tlu'xsaloiiiccnscni Theo- (o, indi Melrofane; Gabriele 11 nel i .Tpo
doro coronnm ideo iniiìoiwre renuisse, traslato a Costantinopoli; Paisio;nel i634
nuod lcgiuimu.<! Thcasaloniccnsis ìmpe- Atanasio di Creta, che recatosi in Roma
rii licwrcs in Ilalùim ad Jfonoriiim III fu da Urbano Vili ammesso alla comu-
Pnpain,ìiti(]uepcrr('Xcrat.Vd\ec\\eTeo- nione cattolica; Giacomo, Callinico, Me-
doio mandasse in esilio Costaiilino II, per lezio del 1672, Neofllo nel iGf)4> che do-

e<setsi ricusalo di ungerlo. Manuele Dy- po 3 anni fu deposto da'turchi e condan-


sip;tl() fu rimosso doll'inìperatore Miclie- nato a' triremi; Metodio lo fu 6 anni, I-

le Paleoloi5o,-ioslituendogli Giovanni Cy- giiazio lo era nel 1740, quando il p. Le


doiie, al qiiide e agli alili metropoliti o- Quien scrisse la cronologia de'prelali di

lieti tali scrisse Gregorio X per I' unione Tessalon:ca,neirO/'zV/i.y christianns t. 2,


della (.hiesa greca colia latina. A Deme- p. 27, e nel t. i, p. i44^ registrò Isaia
trio I successero Igna;,i.). iVicela II di Mi- vescovo di Tessalouica armeno, che inter-
tileiie, Giacomo Geremia di santa vita, venne al concilio di Sis; e Commanville
del 322,(iiovanni IV, Giovanni V, Ma-
I neir riistoirc de toiis les archcvc.schcz^
cario superiore de'roonaci del monte A- dice che Saloniki o Tessalonica, nell'e-
ilio, DdU^etrio 11, Nilo Cahasilas deli 34o, sarcato di Macedonia, sotto il patriarca-
acerrimo avversario che mollo de'Iatini, to di Sis armeno, nel secolo XIII per gli

scrisse sugli errori di sua nazione. Gre- armeni divenne arcivescovato onorario.
gorio Palauias monaco del monle Albo, La sede vescovile di Tessalonica degli ar-
Compose anch'egli diversi scrini contro i meni nel secolo XIII divenne arcivesco-
Ialini sulla processione dello Spirito san- vile. Dopo che i Ialini s' im[)adrouirono
to, e per difendere ropinioue di (juelli che di Costantinopoli in principio del secolo
dicevano che la luce che gli Apostoli vi- Xlll, vi stabilirono un vescovo Ialino del
dero 6ul monte Tahor era una luce in- loro rito con autorità d'Innocenzo IH, e
creala. I seguaci de'suoi errori si dissero NivelodeCherisy,già vescovo di Soissoiis,
dal suo cognome palamiti. Dopo ili 354 fu nominato arcivescovo di Tessalonica
promosso alla sedi; di Costantinopoli, gli nel 12o5, ebbe dal I*apa il pallio, e mori
successe in questa di Tessalouica Nicolò a Bari nel 1207, ritornando a Costanti-
Cahasilas, poi Isidoro autore d'operejGa- nopoli dovecontluceva alcune truppe riu-
hriele I ornato di virtù lodò con orazio- nite in Francia per soccorso de'Iatini. Nel
ne funebre l'imperatore Emamiele Pa- 1208 Innocenzo 111 con sua lettera eles-
mori nel 1429; Simeone, al cui
leologo, e Piemonte abbate de'certosi-
se Pietro di
tempo turchi espugnarono Tessalouica
i ni del monastero la Ferie, potente in o-
marzo i43o; Gregorio 11 monaco;
a' "ZQ pere e sermone, già vescovo d'I vrea, nel
ÌNifo nietiopolila di Tessalouica ed esar- i20f) traslato a patriarca d' Autiuchia
ca di Tessaglia, poi patriarca di Coslaii- perchè non avea accettato la sede di Tes •

linopoii; Giovanni VI sedeva all'epoca saloiiica. Nello stesso 1208 lnnocen/,o III
della celebrazione <lel concilio di Firen- a postulazione de'ranoiiici di s. Sofia di
ze, per la riunione delle due chiese, ed al Tessalouica, e di .Margherita vedova di
«juale intervenne l'arcivescovo di Kioi'iu lionifacionidi Monferrato, e de'magna-
[
I .) [sidoro di Tcs.snloidca (F.) chcEu- li Guarino vesco-
del regno, gli sosliluì
geino IV creò cardinale. Occupala la cit- vo Verisiense, e gli confermò privilegi i

1.1 e la regione da'turchi, non si Irovaiio della chiesa di Tessalonica. Formò inol-
jiiiri arcivescovi sino a Macario II, che tre la provincia ecclesiastica di vescovi
nel 1 j5i fu ammesso nel concilio diTrcu- bulhagauei Ialini, colle sedi di Cilrum,
TES TES II

Dcnoa, Campnnia, Servia, Petra, Plafa- de di quella regia biblioteca, già dallo stes-
nion, Ardamiri, Cassandra, Vardarieii- so Gregorio XVM fatto suo prelato do-
se,Laiigardensee Nerisieiise, alcuni nomi mestico e protonotario apostolico, stalo
delle cjuali per incuria degli anaanuetisi istitutore de'reali figli di Francesco I re
sono coiiotti, pei- cui come spesso avvie- delle due Sicilie, con quell'elogio che si
ne nella nomenclatura di non poche del- legge nella proposizione concistoriale. Pin
l' antiche diocesi, non si può stahilire il VII l'avea nominato prefetto della Va-
vero noa)e,essendo con altri chi.imale da' ticana, ma non accettando gli surrogò il

geografi sagri, ilche rileva anco il p. Le non meno sapiente mg.' Mai poi cardina-
Quien. Il Papa invitò al concilio generale le, e fu ancora vicario apostolico de'gre-
di Lalerano IV l'arcivescovo e vescovi ci qua dal Faro, cui fece ac-
d'Italia di
della provincia Tessalonicense. NehaSg cettare BenedettoXlV, e com-
la bolla di
N. arcivescovo di Tessalonica accompa- missario della bolla della crociata in Na-
gnò nel'a spetlizione di Palestina l'impe- poli. La sua profonda dottrina, l'elenco

ratore latino Baldovino II. Nel 1345 Cle- delle sue opere, e il novero di sue virti^i,

mente VI fece arcivescovo fr. Lodovico { è celebrato nella necrologia, riportata nel
d'Orvieto fiancescauo. Ijonifaclo IX nel 1. 1
,p. 298 degli Amialì delle scienze re-
I396 Iraslatò da Antivari a questa chiesa ligiose compilati dal prof. Arrighi. Inol-
Lodovico li Donalo (T'.),e poi neliSgc) tre Gregorio XVI avendo destinato nel
hi iriisfer'i a Pisa, e nel 4o8 divenne car-
1 1845 nunzio apostolico di Snagna(h .)
dinale. IMartino V neh 4' 8 fece arcive- mg,"^ Giovanni Brunelli romano, segreta-
scovo fr. Paulo da Roma francescano, che rio della congregazione di [)ropaganda fi-

successivamente avea occupato lesedid'I- de, con breve apostolico ebbe il titolo ar-
sernia e di Monreale, ed al quale eragli civescovile di Tessalonica, ed il regnante
stata commendata la chiesa di Tebe. Al- Pio I Xi5 marzo 18^3 lo creòcardina*
a'

tri non si leggono neW Orìens dir. t. 3, le, pubblicandolo a'7 marzo 853; per ti- 1

[). I ego. Imperocché conquistata neli43o tolo gli die la chiesa di s. Cecilia, e lo fece
Tessalonica da'lurchi, fu interdetto co- prefetto della congregazione degli studi.
me altrove a'paslori latini tli risieilere nel- TESSIEa Pietro, Cardinale: Nac-
le diocesi; laonde Tessalonica, Thcssalo^ que nella città di s. Antonino, diocesi di
ìiiccii,divenne un titolo arcivescovile /'/« Cahors, ove ottenne un priorato, dottore
jxirlibus, che conferisce il Papa, co'simili in gius canonico e cappellano di Giovan-
titoli vescovili da esso dipendenti diErisso, ni XXII, neh 3 17 questi l'inviò nunzio
Apollonia, Lita, Deboro, Parecopoli, To- in Sicilia (al qual articolo parlando di
i
rune e Tasso. Furono per idtimo insigniti questa missione lo chiamai Testori*), con
del titolo arcivescovile di Tessalonica i (lUglitilmo vescovo di Troyes, alla corte
seguenti. Per morte di mg.' fr. Ignazio di di Federico II per stabilire la pace col re
s. Gaetano, Gregorio XVI a'22 novem- R.ol)erto; ma
una tregua di 3 anni, il
fu
bre i<S39 lo conferì all'ottimo mg.' Vin- 2.°non mantenendo il convenuto. Nel me-
cenzo Massi vescovo di Gubbio (J.), scio- desimo! Siy fu destinato con (ìalhardo
gliendolo dal vincolo di quella chiesa, ed vescovo di Riez, Pietro de'Prati poi car-
i
eccellente nunzio diTorino presso il re dinale, edaltri, a formare il processo con-
di Sardegna (l.). Per la pianta sua mor- tro alcuni malefici cospiratori controia vi-
te, il medesimo Papa nel concistoro de' ta del Papa e de'cardinali, per tentativi di
gennaio 1844 dichiarò arcivescovo di
?,?, veleno. In premio di sue fatiche nel 1 3 i 8
Tessalonica il celebre e dotto autore d'o- otteiuie l'abbazia dell'insigne chiesa di s.

I
pei-eprcgievoIimg.'AngeloAnlonio Scot- Saturnino di Tolosa, ed a' 20 dicembre
ti di Procida arcidiocesi di N<ipuIi,cuslo- i32o Giovanni XXII lo creò cardinale
12 TE S TE S
piefedi s. Stefano al Monte Celio, colla come leggo nelle Notizie di Roma; indi
carica di vice-cancelliere di s. Chiesa. Sic- passali (> mesi lo promosse nel 1801 a de-
come profondo teologo e canonista, ebbe legalo apostolico della vasta provincia di
tU\Papa r incombenza di scrivere sulla Macerata, e lo attesta Leopardi, Serica
cpiestione allora agitata singolarmente Rectoruni Anconitanae Mctrchiae, ove
nell'ordine francescano, intorno al domi- vieppiìi esercitò le sue virtù, sapere e co-

nio di Ciislo e degli apostoli, circa le co- noscenza delle pubbliche cose,qualità che
se che (iervivano al sostentamento della univa a prudenza, giustizia e singolare
vita. Dopo aver esaurito l'incarico, raor\ cortesia; esercitandosi da lui la carica eoo
in Avignone nel 1 325, altri prolungando- magnificenza e decoro, riuscì d'univer-
gli la vita. sale soddisfizione della provincia, e mo-
TESTAFEIIRATA SCEDERRAS dello a'zuagistrali, per cui le popolazio-
V AUR\zio, Ctii-flinfilc. Nacque in Valletta ni lo piansero allorché il Papa lo tolse dal
capitale dell'isola di IMalla, a' "ìo aprile suo mirabile reggimento, preconizzando-
I 7'78,dachiarae ragguarilevole famiglia lo nel concistoro de'20 settembre 1802
per antica nobiltà, magnanime virtù e arcivescovo di Derito inparllbiis, per in-
ricchezza. Furono suoi genitori Pasqua- viarlo nella Svizzera nunzio apostolico.
le barone di Cicciano e Lucrezia M.M' Au- R.icevè l'episcopale coiisagrazione dal car-

reli, quali osservando nel figlio animo


i
dinal Giuseppe Doria Pamphilj vescovo
genUle e assai composti costumi, divisa- di h'rascati, e nel declinar dell'ottobre
rono di collocarlo a eilticare in qualche i8o3 parù per Lucerna. Narrai a Sviz-
nobile e rinomato istituto dllalia, ove il zera come l'illustre prelato, in mezzo al
cuore e l'ingegno si culti vassero, e gli fos- commovimento e perturbazione guerre-
sero istillali nell'animo sani principii di sca di tutta Europa, funse il dilllcile inca-
pii-tà. A tale ell'elto scelsero il collegio rico, e nella deportazione di Pio VII eoa
Clc/iiciitino (di cui riparlai a Somasciu) quello ili Vienna mg.' tSVvr/'o// furono gli

di Roma, dove si raccoglieva il fiore del- unici nunzi che restarono al posto loro
la nobiltà italiana. Ivi egli ben presto die (trannee in parte per quello pure di Spa-
a conoscere la dolce indole di cui l'avea iarla mg."^ Gravina). In tanta dillicoltàdi
dotato natura, e mostrò intellettoad ogni tempi e mentre la s. Sede era tanto mal-
nobile scienza; imperocché percorsa con menata, egli seppe acquistarsi la stima e
sotnmo onore la carriera studiosa, si for- l'alFetto delia signoria del cantone ove ri-

mò bella reputazione per l'alma città. Sen- siedeva, non menocheil rispettoe la consi-
len<losi inclinalo allo stato clericale lo derazionedegli altri cantoni elvetici. Sen-
abbracciò, ed in fresca età Pio VI lo an- za ingerire sospetti, con prudenza zelò gli
noverò tra'suoi camerieri segreti sopran- interessi della religione, e con saggia av-
numerari, e poi lo fece prelato domesti- vedutezza potè tenere in riverenza pres-
co,conservandogliil [."udìzio: tale era an- so la nazione svizzera la sua rappresen-
cora nel jqS, come ricavo dalle Notizie
I tanza e il potere della chiesa romana, ed
(li Jloina. iJa essepuie apprendo che suc- il) epoca in cui infelicemente si deprime-
cessivamente lo destinò governatore nel va l'autorità del supremoCapo dellaChie-
1 ySt) di Narni, nel 790 di Città di Ca- i sa, massime in Italia, Francia e Spagna.
stello, e nel 179^ ti' Fano: Io era pure Anzi ottenne dalla dieta generale della
nel I 7f)S r|uando il Papa fu portato pri- confeJerazione,che monasteri dellaSviz- i

gione m Francia, ove gloriosamente mo- zera non dovessero essere gravali di tas-
ri. Eletto nel 1800 a successore Pio VII, se [)iù degli altri cittadini, ad onta ch'e-
questi poco dopo lo nominò delegato a- rasi stabilito di laglieggiarli forte, e per-

postolico di Cu(ncriiio e sue dipcndeuzc, chè non si leulusse sopprimerli, ;^Ii riu-
TE 3 TE S i3
SCI di non potersi ciò eiretluare senza il mata sede, se non che per giovare a'suoi
pontificio beneplacito. Ritornalo Pio VII figli, e per intervenire a' conclavi in cui
liioiifànte alla sua sede, volendo preDiia- restarono eletti Leone XII, Pio Vili e
re il prelato che con tanta fedeltà e no- GregorioXVI,niuuode'(iuali furono me-
biltà avea per ben i3 anni sostentilo in no di Pio VII io ammirarlo, per 1" im-
Isvizzera la dignità di nunzio apostolico, menso bene che faceva, e di buon grado
con notabile ritardo alla sua giusta ele- vi contribuirono. Siccome questo lo de-
vazione, lo richiamò in Roma, lasciando scrissi aSiNiGAGLiA, meglio e dettaglia-
un nonieamatoestinia-
egli tra gli svizzeri tamente lo celebrò con edificanti partico-
lo. JXeli8i6 giunto in Roma fu ben ac- larità r aurea penna del prof. Giuseppe
colto ed encomialo dal Papa, e da lui ne' Montanari, nel Breve comwcnlario del-
primi di marzoi8i6 venne promosso a le cose operate in Si/ifi;/ìglia dal car-
segretario della congregazione de'vesco- dinale, provocato dalla divola alfetluos;»
vi e regolari, primario uflìzio che ezian- riconoscenza del suo l)enefìcalo cancellie-
dio esercitò con moltissima lode. Final- reLivio Bruschettini sinigagliese,eda lui
mente Pio VII, che nel concistoro degli dedicato al rispettabile poi poratocol suo

8 raarzoi8i6già lo avea creato e riserva- ritratto in fronte, col precipuo intendi-


lo in petto cardinale dell'ordine de'preti, mento di palesarci moltissimi e gì andis-
in quello de'6 del seguente aprile lo pul> simi benefìzi compartiti alla sua [)alria,
blicò, nominandolo insieme vescovo di Si- in che fu corrisposto nobilmente e con e-
nigaglia, conferendogli per titolo la chie- leganza di dettato, inoltre Livio imito al
sa di s. Pudenziana, e annoverandolo al- padre e ad altri della curia, pubblicò pu-
le congregazioni de' vescovi e regolari, re colle stampe un magnifico elogio bio-
propaganda ftdc, fabbrica di s. Pietro, e grafico in istile lapidario. Per non ripe-
buon governo; e poscia fu dato in pro- tere dunque il descritto a Sinigaglia, gio-
iettore alla terra di Morrò nel distretto vandomi del Commentariu[i\\ cui die un
di Jesi e nella sua diocesi, ed alla confra- saggio Francesco M.' Torricelli neW 11-

ternita delle s. Stimmate di Filottrano. limi di Roma t.


9, p. i i i, e rilevando:
Portatosi in Siuigaglia coll'animo pieno Nel commentario impareranno i giovani
di evangelica carità verso il gregge alle l'arte di bene scrivere, grandi l'arte di i

sue pastorali cure aflldato, senza fasto e fare il bene), mi limiterò qui ad accenna-
con modesto decoro, l'indicibile sua alfa- re, che il cardinal Testaferrata, modello
bilità e lemagnanime sue azioni presto d'ogni più bella virtù, lasciò in tale illu-

superata la comune espetlazione gli gua- stre città e diocesi njonumenli indelebili
dagnarono tulli cuori, e nell'universale
i della sua sapienza e della sua industrio-
si nominava ad esempio de' vescovi ze- sa e inesauribile carità. Riaprì in fatti a'
lanli,solleciti e benefici. Tulto a tutti, sen- chierici il seminario, ampliato e miglio-
za distinzione amorevolmente accoglieva rato; affidò alle monache benedettine l'i-

ciascuno in qualunque abito, singolar- struzione delle fauci ullejriaperseque'mo-


mente poveri, di cui fu vero padre, e co-
i nasteri cui beni non erano stali venduli
i

loro che conosceva bisognosi di soccorso nella dominazione francese; ripristinò le


o di consiglio. Nelle slesse punizioni, ch'e- collegiate della diocesi; istituì del proprio
ra costretto inlliggere, il faceva con amo- un monte di pietà; die nuovi chiostri al-
re, considerando virtuosamente un figlio le orfane e alle esposte, facendo rifiorire
nel colpevole. Non è a dire com'egli co' l'ospedale degl'infermi; ornò templi ma-
suoi caritatevoli modi si affezionò soa- gnificamente, e nella cattedrale, olii e di-

vemenle i diocesani d'ogni grado e con- versi nìiglioramenli e doni di utensili sa-
dizione. Non si diparli inai dalla sua a- gri^ costruì ricca cappella, facendo orni»-
li T E S TES
jedi corone preziose l'iinniai^iiii dellalMa TESTAMENTO, Tcstamcnfwn, Tu-
tloiiiia e del divin Figlio; chiamò le so- Indac Testamcnlariac. Alto di ultima
relle della Carila a reggere le oi fanelle, e volontà, nel quale si costituisce 1' erede,
i fraltlii delle scuole cristiane 1' orfano- Tcslntio mentis, formandone l'etimolo-
liododa Idi fonilalopegli orfani, i:he por- gia e la definizione, cioè un'esplicita di-
la il suo nome : InUociò resterà perenne- chiarazione della propria volontà, di tut-
menle impresso ne'cnori de'snoi diocesa- tooiò diesi desidera succeda dopo la Mai-'
ni, che per organo del nuinicipio gli de- te (/.) intorno alle proprie sostanze. Aio-
cretarono vivente l'onore dell' eHlgie in destino aulico giureconsulto roma no, nel-
inai nio,ton corrispondente epigrafe nel- la legge I, (F. h. t.,ne fa questa definizio-
la sala coiuiinale. Quella ricorderà le sue ne: T'oluìitatis nostrac j'iista scntenùa
moitcpiici egeneroseazioni,esercilale lar- de co quod vis post, mortem suam fieri
gmienle con tante beneficenze sopra la {'elit. Dunque il testauienlo è una giusta
(liietlissinia snagregge,le ptihhlicheepri- disposizione della nostra volontà (alme-
^ate Jiniosiiie, elargite pure alla peiico- no deve essere), su ciò che ciascuno vuo-
liinte onestà per condnrla ad onore; e che le che sia fritto dopo la sua morte. Il le-
.•[)iì sempre a tutti le viscere di sua pa- sta mento si fa per lo più per iscriltura pub-
tema pietà, regolata da spirilo di sincera blica con rogito di notaro, commettendo-
religione. Oltre icpiolidiani soccorsi, di- ne l'esecuzione agli eredi, o all'esecutore
slnbueniloli anco di propria mano, par- testamentai io che ha meritato la fiducia
ile olai mente in tempo della s. visita o del- del testatore. Chiamasi testamento per si-

la villeggiatura, aiutava mensilnienle4oo gnificare ch'è una dichiarazione della no-


fimiglie, che altrimenti sarebbero slate stra volontà fatta alla pre^eI)za de'lcsli-
{ibiiiindonate nella miseria, in lutto riful- nioni, i quali attestano e fanno fede del
ge il< lo oli imo ed e.->i mio pastoie, onde chia- seguito atto. Il testamento comincia ad
rii benedetta resterà sempie la sua me-
e avere il suo elTeltu subito dopo la "morte
moria. Giunto alla grave età di 86 anni, del testatore, e può sempre essere da lui
|'(,clii giorni dopo il suo ritorno dalla vil- livocalo fino all'ultimo istante di sua vi-
leggiatura di Vaccarile , ed assistilo dal ta, sebbene Morilioiido (/^ .), ma sano di
suo ospite cardinal Alessandro Snoda le- mente e intelligente. Al testau)enlosi pon-
gato di Folli, cessò di vivere in Siniga- no fare delle aggiunte o cambiamenti con
giia a'3ago>lo 84 3,n)ezz'ora dopo il mez-
i olire disposizioni chiamate Codicillo, co-
>< di, mentre si celebrava la t'.miosa (ie- dieilli, tabella,perchèCoc/fXanlicamen-
la, come notifica con isplendide parole il le fu detto il lestamenlo, rendendo ragio-
n.^GS del Diario di Itnnia, tra il pian- ne della voce il Donati, De' Diitici, p.i8.
to e commozione universale de'snoi de- Il lestamenlo è inoltre un atto che deve

.solali diocesani, gareggiando negli onori e>sere conforme alle formalità prescritte
funebri e nelle alleltuose dimostrazioni dalla legge. Afllnchè una persona sia ca-
(li duolo. La funebre orazione pose nuo- pace di far testamento, bisogna che ab-
Minieiile in chiarii luce una vita beneme- bia le qualità lichieste dal diritto natu-
imtisNima, che si spense Iranfjnillameu- rale e umano in generale, quanto dalle
le nella pace del Signore, e che fu tutta leggi o statuti particolari de'luoghi in cui
lina continuazione il'ogni opera di carità \uole essa fare il suo lestamenlo. Le oc-
t di religione; essendo altresì stato l'am- correnti (jualilà sono l'uso della ragione
plissimocardiiial vescovo decoroso orna- e (li celli sensi, l'età, la proprietà, ed il

luenlo del sagro collegio e dell'episcopa- libero possesso de'beni de'quali intende
to. La sua salma fu deposta nella sua cap- di dis|)orre in via di lestamenlo. Per con-
l'clla dellu calledrule con onoi ifica lapide. seguenza sono incapaci di testare i furio-
T E S T E S 1 5
si, gl'insensati, gl'iinbecillijipiodiglii.gl'in- stenti e non più esistenti, parlai de'Ioro

tculelli dall'autorilà pubblica; non pon- speciali notali. Diconsi Libali pii (f .)

ilo egualmente leslaiegl'impubfiijequeb le disposizioni fatte dal testatore per l'a-

li cliesono raorti civihnente. Negli stati dempimento di qualche opera pia, in fa-

in cui è conservata la patria podestà ,


i vore della chiesa, de'monasteii, degli o-
figli di famiglia non ponno testare, eccet- spizi, degli ospedali e altri benefìci stabi-

tuato il caso in cui non siavi peculio ca- limenti, ede'poveii. Anche i legali depre-

sti euse, cioè acquistato in guerra, o quasi- catorii, essere obbligatorii per gli eredi, i

castrense, cioè acquistato con qualclie ca- quali debbono impiegare i legati pii ri-

I ica, o per l'esercizio d'una professione di pudiali in altre opere pie. La Congrega-
iililiià pubblica, come di avvocalo, medi- zioiie della rev. fabbrica dis. Pietro(1 .),

co, uolaro, ec. I migliori scrittori sosten- vigila all'esatto adempimento dei legali
gono che l'origine de'teslamenti, quanto pii; e per RoJiia più specialmente la Con-

alia loro natuia, sta nel diritto delle gen- gregazioiie della visita ai;ostoliea e a-
ti; tua che i regolamenti sulla foimadei dewpimento de' legati pii di Roma (V.).
testamenti, la capacità attiva o passiva, o .
Sui legati anche vedere Con-
pii si pt;ò

altre condizioni del testamento, sono di di- gregazione DEL Concilio, Congregazione
ritto civile. Ragionai a NotaRo, l'antico de' vescovi e regolari, ed altri relativi
Scriniario (V.j, del suo grave, delicato, articoli, come Ceni di Chiesa e Rendita
onorevole e responsabile ministero, qua- ECCLESIASTICA. A Legati PI!, oltre l'aver

le geloso custode delle pubbliche e priva- parlato del più principale che riguarda
te azioni degli uomini, ministro e deposi- l'argomento, disM pure dell'origine delle
tario della fede pubblica, manteuitore del- pie lascile, e dell'anlichità di far donati-
le facoltà altrui e testimonio inefiagabi- vi per testamento o per codicillo, degli
le de'pubblici e piivali interessi, fia'qua- romani pagani ecri*
ebrei, egiziani, greci,
lì i testamenti, legati,! codicilli, dove v'in-
i stiaui, longobardi e franchi: delle facol-
tervenga l'autorità del principe e il vigo- tà concesse a quelle che si facevano Ee-
re delle leggi. Ivi accennai, come aulica- ligiose e Monache (T\), per disporre del-
mente si stipulavano gli atti, le donazio- la 3.' parte di loro sostanze in opere pie:
ni e i testamenti de'chierici dal Primice- riportai le antiche formole usale nelle pie
rio della s. Sede (l\) e da'suoi notar), disposizioni: Per la redenzione de'pec-
e poi si fece anco da altri ecclesiastici. Ivi catij per la salvazione dell'anima pro-
notai, e ripetei ne'vol. LIX, p. yy.LXI, pria e di alleile de'parentij-forntoìe che
p. 9, che il Papa Pio IX affidò al Sena- consimili o varianti riprodussi in diver-
to Ronioìio la cura e sorveglianza dell'ar- si analoghi articoli, ed a Regalia. Nell'ar-
chivio e deposilo degli alti notarili di Ro- cibasilica Lateranense , celebrandosi gli

ma. Che nel palazzo Sah'iati^ova del go- AìUìiversari di Suffragio a' V< fanti, nd
verno, vi è l'archivio Urbano, eziandio imitazione de'sagri Dittici (T .), dal più
cogli alti pubblici di que'notari i cui uffi- antico de'pi eli beneficiati, dalla partedel-
zi furono chiusi, ed ancora di quelli esi- r evangelo e dopo 1'
OJJertorio , si pro-
stenti per esuberanza de'medesimi: gli at- nunzia con voce chiara il nome del testa-
ti de'uotari capitolini,! cui uffizi cessaro- tore, in di cui suftiagiosi offre il s. Sagiifì-
no, si conservano nell'arciiivio di Campi- zio, e dicendo: Praesens Anniver.sariuia
doglio. La raccolta esistente nell'archivio celebra tur prò anima iV. iV. etutprcces
Urbano rimonta ad un'epoca anteriore al no.stras Deus eocaudire dignetur, conjes-
1744» e di recente fu bene riordinalo e sionem agamus. Confiteor Deo omni-
classificato, a vantaggio del governo e del due beneficiati recitano
potenti, etc. Indi
pubblico. Negli articoli òetrìl/iuiali^esÀ- due Pater ed Ave, uno per la remissio*
iG T ES TE S
ne (Ielle colpe del ca|>itolo, l'ald'o pel no- mono le avessero apprese da'iliscendcnti
minalo ilefìinlo. Talvolia recitnnsi pure di C^am. Nel libro del profeta Ezechiele
o il Dcprnfuiuìis, o il Misererà, ec. L'u- si pirla egualmente di eredità e di lega-
so cie'leslatnenli è della più remota aiUi' li. Trovasi Geremia una prova dell'u-
in
ciiilù, e la loro origine dee riferirsi al di- so che aveano
gli ebrei di faie un dupli-

ritto della natura e delle genti, e non già calo de'contratti civili, di cui uno resta-
al diritto civile, poiché essi fjcevansi an- va aperto nelle mani dell'acquirente, e
che ne'lenipi in cui gli uomini altra leg- l'altro sigillato veniva depositato in luo-
ge non aveano non quella della natu-
se go sicuro. Però avverte il Bergier, Dizio-
ra. Al iliritto civile devono soltanto rife- ìiario enciclopedico, che il termine Te-

rirsi leformalitii e le regole stabilite per stamento negli scrittori ebrei non fu a-
la confezione de'teslatnenli. Si legge nel- doprato nel senso di dichiarazione del-
1j Cronaca d'Eusebio, che ^'oè divise la l' ultima volontà. Che se il solo esempio

terra cli'egli conosceva tra' suoi tre figli che trovasi presso loro patriarchi d'un i

.Sem, Cam e Jafet, e che dopo aver dichia- Testamento propriamente detto è quel-
ralo il riparlo da esso fallo a'medesitni, lo di Giacobbe, che al letto di morte ma-

trovandoci presso il fine di sua vita, sle- nifestò a'siioi figli l'ultimo suo volere, ma
se quella sua volontà in uno scrilto, che questo era piuttosto una profezia quan- di
sigillò e consegnò a Sem. Da questo si ri- to loro dovea avvenire, e di ciò che Dio
leva pine quanto sia antico l'uso del Si- avea deciso sulla loro sorte, anziché una
gi/lo (I .) . per segnare e legalizzare gli disposizione libera e arbitraria di Giacob-
alti pubblici. Abramo ancora, mentre non be. Di più dichiara Bergier, che (pianto
avea alcuna prole, proponevasi d'isliliii- alle uhi me parole di Giuseppe, Mosè, Gio-
le suo erede il figlio di Eleazaro, suo in- suè e David, non può dare loro il no-
si

tendente o ministro di tutti i suoi alfari. me di se non in un senso


Testamentn ,

In appresso lasciò tutti i suoi beni ad Isac- assai improprio; ciò che ripeto a Testa-
co suo figlio, e soltanto ordinò alcuni le- mento Vecchio «Nuovo, per la spiegazio-
gati particolari a' figli della sua concu- ne etimologica de' vocaboli. I legislatori
bina o moglie di 2.° ordine. Isacco, per in- greci viaggiando neirEgitto,avendoneap-
gegnosa industria di Piebecca, die al se- preso le migliori leggi, quindi fu introdot-
condogenito Giacobbe la sua benedizio- to il regolare ii<o de'testamenti a Sparta,
ne, lasciandogli come creduto Esaù pri- in Atene e nell'altre città della Grecia.
mogenito il godimento dei suoi possedi- Tra'roraani, nella legge delle XII tavole
menti più fertili, e benché sopravvenuto eia ristretta ne' soli padri di famiglia la

Esaù e conosciuto l'inganno e da lui sol- facoltà di far disposizioni testamentarie e


lecitato grandemente a riformare la sua di assegnare o ricevere legati; ma il dirit-
ultima disposizione, non voile gianunai to di far testamento era già radicato e
rivocarla. Giacobbe dispose siu)ilmenle sparso nell'uso presso i romani, e tra lo-
colla celebre sua benedizione l'ordine di ro riguardavasi come un onore l'essere
successione tra 'suoi figli, ed assegnò al mi- partecipe in caso di morte delle liberalità
nore Giuseppe la porzione doppia che ap- degli amici, e così l'esclusione da quelle
parteneva al primogenito Piuben. Gli e- disposizioni riguardavasi in qualche mo-
gizi impararono la maniera di disporre do come vergognosa. Riferisce Plutarco,
de'beni loro per testamento dai figli e ni- chementrei romani erano ordinati in bat-
poti di fiiacobbe, gl'israeliti o ebrei, che taglia e pronti ad imbrandire gli scudi e a
soggiornarono buigamente in Egitto. Al- cingersi delle loro vesti militai i, costuma-
ti credono che gli egizi già conoscessero
i
vano di fare il loro testamento anche sen-
l'uso delle dispusizionilcslaiuentarie, oal- za alcuna scrittura, uumiuandu soltanto
TE S TE S 17
il lofo erede alln presenza di 3 o 4 lesli- no. Le dichiarazioni che fanno per mez-
si

moni, il che dicevasi Ialinamente, tosta- zo de'testimoni, sono il genere di prove il


mento fatto nel procinto di combattere, più antico presso tutte le nazioni. I roma-
in nrocìnctn facta. Trovo però nel cita- ni ficevano anche i testamenti, radunati
to Donali, die i soldati romani fino sul- i comizi in pracinctnper acs,etlibrani,
la sabbia scrissero i loro testamenti olo- presente l'antistato, l'erede come imma-
grafi col gladiiim. Dicesi olografo, gre- ginario compratore dell'eredità, il pub-
cismo de'Iegali, il testamento, codicillo o blico pesatore, e 5 testimoni uomini, pu-
simile, ch'è scritto di proprio pugno del beri e cittadini romani. Tra di essi, se una
testatore, il Cancellieri nelle Disscrt. e- moglie rinunzia va 1' eredità del marito,
pistolari l)ìl>liogrq/icJie,a p. 8, riportai! sulla sua Sepoltura (1''.) si poneva ima
diritto e privilegio concesso a'militari, in borsa con entro le chiavi di tutte le co-
procincfuet in expedi tiene a\\ convalida- sedomestiche, che per averne cura avea
re im leslanientoo codicillo olografo, pri- ricevuto dal marito nel giorno dello spo-
"vo di tutte le necessarie e legittime solen- Questo costume si mantenne in
salizio.

nità; insieme ad un elenco di scrittori clie Francia nel medio evo. Leggo nel Gua-
lianno trattato del testamento militare e sco, / riti funebri di Roma pagana, p.
del testamento marittimo fiuto sul mare, I I , che quando l'infermo con mortali se-
la cui forma è prescritta dalle leggi del gni (che secondo le curiose osservazioni
governo del testatore, che dcbbonsi osser- di Plinio erano, il ridere nella violenza
vare sotto pena di nullità. Il testamento del male, l'adattarsi l'orlo della veste, il

olografo, non firmato alla presenza d'al- ripiegare e increspare le lenzuola, il non
cun ufiJziale pubblico, è quello che ven- voler essere scosso dal sonno, il giacer con •

ne interamente scritto, colla data e colla tinuamente supino, l'aver il polso disegna-
firma di propria mano del testatore, sen- le e formicolato, e altri che si manifesta-

za alcuna addizione di mano straniera; vano negli occhi e nel naso) indicava vi-
poiché se vi fossero delle cose scritte da cino il suo trapasso, si facevano avvisare
;illra mano,ciò produrrebbe la nullità del i congiunti, radimati i quali il moribon-
testamento. La sola formalità richiesta do o leggeva o f.iceva leggere il suo te-
per questo genere di testamento, è chesia stamento scritto sopra le tavole cerate te-
tutto scritto colla data e colla firma di stamentarie (al modo detto a Scrittura}:
mano propria del testatore, senza addizio- terminata la lettura, pronunziava ad al-
ne alcuna di mano straniera. Nello stato ta voce, sela veemenza del male non glie-
pontificio però non ha eflìcacia il testa- lo impediva, queste parole. Haec uti in

mento olografo, se dal testatore prima di his tabulis cerisi'e scripta sunt, ita do,
sua morte non viene consegnalo ad un ita lego, ita le-itor: itaque k>os, Quirites,
pubblico notaio in presenza di due testimo- testimonio praebetote.(lvie^laa\ineMO era
ni; salvo il caso se si trattasse d'un testa- la formola usata ne'testamenti,che si fi-

mento che chiamasi inter liberos,o ad cevaoo calatis Comitiis. Il moribondo


causas pias,\ quali ponno aver eincàcia chiamava quindi il suo erede, e gli por-
per privilegio, rapporto al i. "secondo il di- geva gli anelli, che avea in dito, o ch'e-
ritto ci vile, e rapporto al 2.°in forza del ca- ra solito portare, servendo anche di sigib
pitolo Relatum. Inoltre Cancellieri, Dei lo. Questa ceremonia di consegnar all'e-

misteriosi attributi de' numeri ternario rede propri anelli appunto derivava
i ,

e setfen/71-io, a p. 75, dicendo dovere es- perchè siccome uno di que'cerchietti con-
sere 7 testimoni necessari perla validi-
i teneva il sigillo, col quale si chiudevano i

tà della consegna della propria ultima vo- contratti e le letlere,*così conveniva che
lonlà,ricorda diverse opere che ne tralta- il testatore cedesse nell'alto della dona-
VOL. LXXV. 2
i8 TE S T E S
zinne le sue divise, come clii clona un for- rane privi di figli; gli Eumichi non po-
ziere o altra cosa simile , cede anr.he la tevano adoltarne, e colui che voleva a-
chiave che lo npre. Adempiuti così gli dottare, bisognava che avesse 8 anni di i

oljbliglii propri dell'uomo did)bene,quaii- pili del figlio che adottava. L'in)perato-
do si avvedeva d esser negli eslienii rao- re Adriano preferì i figli adottivi a'iiatii-
nìcnti s'accomiatava da'Mioi paienli e a- rali, perchè cpielli, diciva egli, si sceglie-
niici. Moglie,Jìgli, anìici, addio, ^-ivi le, vano, e questi li dava il ca^o. A INbe^-
state sani Jiuehì- io \'i ri\'eda eolaggiìc TE, dicendo tle'gradi di parentela, ripar-
negli Telisi. JNell'alto d'esalar Io spinto, lai dell'adozione. Tulli i popoli inciviliti
un j)ai ente conginngendo alla sua la pio- conobbero l'iinporlanza e i vantaggi del-
pria bocca, con pielcsissinin ufìlzio, ne li- le disposizioni testamentarie , e toltile
eevea l'estremo fiato vilale, ed un altro praticarono variando solo le formalit.'i, co-
gli chiudeva gli occhi. Nel 7Wo/o(/ .)( he me può vedersi specialmente nel Nieu-
lomani cuslodi\ano nel Ter?ii)io(/ .) di
i poi De ritUnis
t, roìiiaìioriim, ed in tul-
Saturno, eravi ancora il deposilo in cui li gli altri scrittori dell'antichità. Co'lan-
si riponeva il ventesimo di tutte le suc- tino I nel Zio per togliere le cagioni del
ce>sioiii, che si riscuoteva da lutti gli e- litigare detern)iiiò,che ne'tcstamenti non
redi, fuorché da' figli de' defunti. Sicco- fosse necessaiia alcuna forma di paiole ne!
me l'adottare è lo sle>so che prendere uno ftr l'istituzione dell'erede, e che bastasse
straniero per suo Figlio, inellerlo ne Ila che il testamento fosse scritto in qualun-
sua famiglia, e destinai lo alla sua succes- que malei ia, usandosi per antico [)ifi fie-
sione, così i figli adottivi presso i roma- quentemente di scrivere in tavolette di
ni dividevano tutto co' figli naturali del legno, come notai a Scbittura, onde di-
Padre adottante: ed è appunto per cjue- cevano darsi la possessione eonfra tahìi-
slo che prendevano il nome e il sopran- las, eontra ligmi/n. Testamenti scritti o
nome di colui che lì adottava; ma per in- scolpiti in pietra trovansi iie'celebri mar-
dicare la loro discendenza e la loro nasci- mi di Faros, e in tempi posteriori si scris-
la vi aggiungevano il nonie della stirpe o sero testamenti sopra diverse materie, fio-
il sopiiirinome di rjucl ramo di famiglia che più comune d'ogni altro divenne l'u-
dond'essi erano nati. Vi erano tra'roma- so della pergamena, che si proli asse, mas-
ni due specie di adozione, una che si fa- sime per quella sorte di alti, sin oltre il
ceva innanzi al pretore, e l'altra nell'as- secolo XIV, ed alla quale successe la car-
send)leadel [ìopolo romano in tempo del- ta. L'erodila, //<7r/-(Y///<7.v. pigliasi pe'beili
la repubblica, mentre ne'tempi posterio- stessi che si ereditano, o pe'diiilti die si

ri mediante rescritti imperiali. Oc-


fetesi hanno sopra un defunto, h'tie-
i beni di
correva òhe il padre naturale emancipas- (ìejuieres, è quello che ha diritto di suc-
se il suo figlio, ed acconsentisse che pas- cedere ad un altro nel possesso di alcuni
sasse nella famiglia di colui che lo adot- beni, e se ne distinguono di più soi la. Vi
tava.L'adozione di pei sona libera chia- sono gli eredi legillimi ed i presuntivi, i

mavasi airogazione. 1 figli adottivi non quali hanno un diritto acqiiistatoalla suc-
erano punto distinti dagli altri, ed entra- cessione del defunto; tali sonoi figli rispet-
vano in tutti i dii itti che dà la nascila a'fi- to a'Ioro padri e alle loro madri. Si cliia-
gli, lelalivaroenle a' loro [)adii adottivi ma\ano [iure eredi ali intestato, pevchò
soltanto; poiché non ereditavano alfallo succedono di pieno diritto, e senza che
dagli avi, né dagli zii, a meno clie que- siavi testamento in loro favoie. Vi sono
sti non avessero acconsentilo all'adozione. gli eredi testamentari, che sono chiamati
L'adozione era nn'imitazionedella natu- all'eiedilàin tutto e» m parte al testamen-
ra, inventata per sollievo di coloro ch'e- to. Sonovi eredi estranei che non sono in
TES TES 19
nessjinmodo solida giurisdizloiiedel Ic- bile, gli esiliali, i colpiti d'una sentenza
stalore, eredi de' pioiMi, eredi di acqui- iiifautaule,quelli che perseguitavaiiiti car-

sii, eredi beneficiali o per beneficio d'iii- dinali, gli scomunicati denunciati, i ba-
\eMlano,i quali accellano una siiccessio- stardi, i colpevoli d'incesto con persone
ije, senza essere obbligali a'deliili, se non religiose, i rei di lesa maestà, i simonia-
die alla concorrenza della so>>lanza lascia- ci. La diseredazione o privazione delj'e

ta, con obbligo di farne inveiilario, e poi redilà, exhaeredatio, è una dispo>izionc
ripudiarla, subentrando nel possesso ere- i per la quale escladesi dalla successione o
clilori; ovvero non è obbligalo di soddi- da porzione di essa, quello cui è duvula
sfarli se non alla concorrenza di quanto ed a[»parliene per legge e per uso. Secon-
Ila ricevuto. Visone eredi fiduciari, ese- do le leggi romane la diseredazione non
cutori delle segrete disposizioni del testa- può esser fatta che per teslamentu, per-
tore. Sonovi ancora eredi legatari, cui il chè non si può istituire erede che per le-
flefunloha lasciato qualche legalo di do- stamenlo. Giustiniano I proibii a'paJri e

nali vo; eredi sostituiti all'erede legillinio, madri il diseredare i loro figli senza giu-
supposto ch'esso non possa o clie non vo- ste cause espresse nel testamento, e delle
glia accettare l'eredità; eredi àn' Fidi-com- quali l'erede istituito deve farne prova do
messi (T\) che islituisconsi per lasciare pò la morte del testatore. Queste cau-<e

la successione ad un altro. Finaluieute vi Giustiniano I le stabilì nelle segueuii. 1!

sono eredi degli ufiizi , di cariche, di di- padre e la madre pomio


e altri superiori

gnità. Egli è questo il diritlo che la per- diseredare i loro figli: se essi hanno al
sona provveduta d'un uflìzio, d'una ca- tentato alla loro vita; se essi gli hanno per-
iica,d'una dignità, ha di trasmettere quel- cossi o hanno fatto loro qualche oltrag-

lo a'suoi eredi o successori. Questo dirit- gio o qualche grave Difesa; se essi non gli
to ebbe probabilmente la sua origine nei hanno liberati dalla prigione, obbligan-
regni e i\Q principati, che si vollero ere- dosi di pagar per essi, secondochè pote-
ditari, e si allargò poi grandemente nei vano permetterlo i loro beni; se essi gli

Ijassi tempi, allorché si istituirono \ feu- hanno lasciati in cattività, potendoli ri-

di, i quali per la maggior parte da prin- scattare; se il padre essendo stato deinea-
cipio non erano se non che le cariche ed te, essi aveano mancato di rendergli que-

ullizi, per lo più di governi. Si goduno gli che tale stato poteva donaiiJa-
gli uffizi

uffizi ereditari per concessioni sovrane. I re; secon alcune violenze o per nllra cat-
Papi crearono le cariche ereditarie di tiva via, Io aveano impedito di disporre
Principe assistente al soglio pontificio, de'suoi beni per testameulo; se essi si so

di Maresciallo di s. Chiesa e del Con- no resi loro accusatori di tuli' altro de-

s. Chiesa (V.),td
clave, di Vessillifero di litto che di quello contro il principe o con-
anche di Gonfaloniere del senato e po- tro lo slato; se avea commesso
un figlio

polo romano {T .). Gli eredi sono tenu- incesto colla sua madrigna; se si era im-
ti, sotto pena di peccalo mortale, d'esegui- pegnato in alcune abitudini con iscelìera-
re la volontà del testatore, di osservare li e ne segui va la vita; seavea abbraccia

i suoi coalratti legittimi, di pagarne i de to una professione inlame che non fosse

bili secondo l'estensione dell'eredità, d'a- quella del padre; se una figlia preferiva
dempiere i voti reali, come sono leofTer al matrimonio una vita infame. Secondo
te, ma non i come digiuni,
personali, i i alcuni giureconsulti, si volevanoduecou-
pellegrinaggi, ec. Secondo il diritto comu- dizioni per la validità della disereilazio-
ne non potevano essere ìslituiti eredi gli ne in paese di diritto scritto. La i.' the
eretici ed i pagani, i fautori e nascondi- fosse fatta con testamento in buoni for-
tori di eretici, gli apostali, le società proi- ma, di maniera che uou era valevole se
20 TE S T E S
veniva fi Ila da un codicillo, ed anclie da si di quello, che è inleramenle scrilto e

un Ie<t;inipnlotl>e non fosse sosleniilo die pugno del testatore me-


sottoscritto di
dalla clausola codicillare. La 2/ die ti te- desimo, oppure è scritto di mano di al-
slanieiilo contenente la diseredazione sus- tra persona di fiducia e sottoscritto dal
sistesse; per cui quando l'erede isliluilo lestaloie: se il testamento è tutto scritto
mancava prima del testatore, il lestamen- di pugno del testatore, chiamasi anche o-
lo non polendo sussistere, la diseredazio- loi^i-afo. 11 /nmrupativo.iWcesi quello nel
ne svaniva, e il figlio diseredato raccoglie- quale non v'interviene alcuna scrittura,
va la successione (il> inlislalo. Era la stes- ma il testatore colla sua voce nomina e
sa cosa quando l'erede istituito ripudia- istituisce lerede. Il misto, che dicesi an-
va l'eredità ocirera incapace a raccoglier- co nuncupativo implicito, è quello che
la. Non succedeva lo ste:-so ne'paesi d'u- partecipa e dello sci ilio e del nuncupati-
so; la diseredazione poteva esservi fatta vo, e che avviene quando il leslafore scri-
con un semplice alto. La diseredazione ve di propria mano, o sottoscrive il testa-

die fa un padre d'un figlio, non può e- mento, poi lo sigilla dichiarando a testi-

stendersi a beni sostituiti, perchè essa non moni essere quella l'ultima sua voIonl;u
può aver maggiore estensione dell'istilu- Questo testamento misto, è quello che si

zione.Ora beni non ponnogiammai esse-


i f<i presso il nolaro e i testimoni, col qua-
re compresi uell'islituzione; quia .scilicct le il testatore esterna la sua volontà. O
Iona sithstìtiita non jurv liacreditario, il notaioo altra persona di fiducia del te-
s('(l Jìirc sa?if;nìiiìs ad filiian pertincnt. slatore redige in iscritto la disposizione
Cliiaoiasi poi diseredazione ofìiciosa quel- di sua ultima volontà. Quindi la scheda
la the torna in vantaggio del figlio disere- testamentaria chiusa e munita dT 7 sigil-

dato, e clie le leggi romane consigliano li, dal testatore in presenza di teslimom
a'padri saggi eprudenti.Taleèquellache viene consegnata al nolaro che ne stende
un [ìadre fa, allorquando avendo un figlio il rogito. 11 lestalore nel consegnare la sche-
dissipato, lo disereda e istituisce i suoi ni- da deve dichiarare al nolaro ed a' testi-

poti,non lasciando a tale figlio die il go- moni insieme presenti, che in essa è scrit-
dimento di sua porzione ereditaria, per to il suo teslainento; giacché in questa es-
goderne in vita, a titolo di pensione ali- senziale formalità consiste l'implicita nun-
mentaria colla clausola ch'essa non po- cupazione, ed è basata la validità del te-
trà essere lolla da'suoi creditori. Alla di- stamento. Morto il teslalore,ad istanza di
seredazione o pretei izioiiede'lialeliiodel- chiunque, può procedere all'apertura
si

le sorelle, il diritto romano non accorda e pubblicazione del teslamenlo. Conviene


loro la doglianza d'inoUiciosità, che allor- però adire l'autorità giudiziaria, se il te-
quando uno di loro, a pregiudizio degli slatore non abbia espressamente facolliz-
altri, ha istituito una pei sona infame. INIa zato il nolaro a pubblicare il testamen-
in paese regolato da particolari statuti non to senza mandato e presenza di giudice,
si poteva, senza giusta causa, privare i col- ma alla sola presenza di due testimoni.
laterali de'[)i (pi ibeni.se do ven no loro ap- Al testatore poi è permesso ritirare in vi-
partenere per disposizione degli statuti in ta quando vuole la scheda testamentaria
cuieraiiosilnali. Ora colpruK Vermiglio- dal notaio cui l'avrà consegnata, ed in
li, Lizioiii di dìiitlo canonico, lib. 3,lez. questo caso deve per alto pubblico, da ro-
2G, De
Testamenti ed altre ultime vo- garsi dallo stesso notaio alla presenza di
lontà, di questo argomento vado a dame due lesti moni, ri lasciargliene ricevuta, on-
un estratto. de in perpetuo consti tale fatto. Ritiralo
Il testamento si divide in sciitlo, in che sia il testamento non ha più alcuna
nuneufjati\o, e in misto. Lo sailto, dice- eflicacia, se non venisse di nuovo coDse-
TE S TE S 21
gnato nelle forme prescritte. AfTuichè sie- ne da un notaro a perpetua me-
in iscritto

no validi i detli leslaineuti, conviene vi moria dell'atto, e se testimoni ad una- i

coMcoiiano certe furmalilà e solennità vo- nimità asserissero alcuna cosa, che fosse
lute dalle leggi, che sono interne ed ester- in contraddizione collo scritto, si sta al det-
ne. Le interne sono comuni a tutti te- i to di questi, e lo scritto non ha alcun va-
stamenti anclic privilegiali ; l'isliluzione lore.Può dirsi, che i! testamento si è con-
dell'erede, e se è testamento paterno, la segnato ad un amico , se si spiegherà se
menzione de'figli, o come eredi, o come sia scritto di proprio carattere, si diviene
diseredati con causa,o legittimati; {'ester- in tal caso alla ricognizione, e se nulla a-
ne, l'intervento in un sol tempo di 7 te- vesse detto deve riportarsi all'onoratezza
stimoni pregati all'uopo, questi devono dell'amico, in cui ripose fiducia il testa-
vedere il testatore, udirne la voce chiara- tore. l\Ia tale maniera di testare, secon-
mente, e se è di notte vi occorrono 3 lumi do le leggi dello stato pontificio, non ha
accesi. Deve farsi il testamento in un so- valore. Noterò, che i testatori illetterati
lo atto e contesto, ed in tempo continua- non ponno fare che il testamento nuneu-
to, permettendolo lo stato della malattia patii'o, ossia il meno solenne, giacché nel
del testatore. E' comune al testamento solenne si richiede la loro firma, o l'in-

scritto, nuncupativo e misto, che ad essi tervento d' un 8.° testimonio, il quale si
intervenir non debbano né i parenti del- richiede anche nel testamento del cieco.
l'erede, né l'erede stesso, né i parenti del 1 testimoni poi devono essere letterati, os-
testatore, e neppure ponno essere testimo- sia debbono firmarsi in tutti i testamen-
ni: cioè quelli che sono in potere del te- ti, e lo spacco della croce pe' testamenti
slatore o dell'erede. Il di Ini padre che non è valido. Dello spacco della croce,
lo ha sotto il suo potere, né fratelli, che i valido per altre sottoscrizioni, ne riparlai
sono sotto la podestà del medesimo padre. nel voi. LXIII, p. i >. Non può morirsi
Gli altri consanguinei ed adìni del testa- con più testamenti, ma l'ultimo legalmen-
tore o dell'erede, i servitori, udiziali, mi- te fatto prevale; come neppure può mo-
nistri e domestici ponno essere, ed anche rirsi parte testato e parte intestato, e se
i fratelli emancipati, e pure il padre nel si dassequestocaso l'erede nominato pren-
testamento del figlio emancipato; il ma- deintera l'eredità. Il dirittociviie ammet-
rito nel testamento della moglie, e tutti te i testamenti privilegiati, come il milita-
questi ponno essere cessando la ragione re; quello che fa il padre versoi suoi di-
legale, i •vincoli cioè dell' unità nascente scendenti legittimi; quello insinuato nel-
dalla patria potestà ponno essere nel te- l'archivio del principe;(juelIo fatto in cam-
slamento d'un 3.° Non ponno essere testi- pagna; quello in tempo di peste (quan-
moni gl'impuberi, le donne, i muti, cie- i do nel 1837 il cholera afflisse Roma, con
chi, i sordi, le persone dichiarate itifami, editto del cardinal vicario, ad esempio del
e tutti quellicui è interdetta la libera am- praticatosi nella Pestilenza sotto Ales-
ministrazione de'propri beni; ponno esse- sandro VII, si concesse da Gregorio XVF
re i legatari, i fidecommissari particola- a' parrochi e confessori le facoltà di ro-
ri, ed anche loro parenti. 11 testamento
i gare i testamenti, e così neppure in que-
scn'tlo deve il testatore scriverlo, o per lo gli estremi momenti defraudare il desi-
meno sottoscriverlo, non e non sapendo o derio de'moribondi); quali privilegiati te-
jìotendo scrivere farà la sottoscrizione im stamenti sono esonerati, o di tutte o d'al-
8.° testimonio e il notare. Lo devono sot- cune delle solennità esterne. Il prof. Ver-
toscrivere testimoni, e devono apporvi
i miglioli si limita quindi a trattare di quei
i loro sigilli, ed uno solo è per tulli ba- testamenti prescritti e ordinati dal dirit-
stante. Il teslameuto /luncupalivo si po- to canonico, col quale per altro an#rchè
22 TE S TES
pfssa lesinisi n causa profana, non resta li agli Spogli ccrlcsiasliri. In tale ar-
(li-rognto alle iliS()(>sÌ7Ìoni dtl tliiillo ci- ticolo ho parlato con qualche dilhisione
^ile, eresiano in pieno %ig<)re, ma volen- ilelle disposizioni teslamentarie ilegli ec-

dosi prevalere del lesianienlo canonico clesi.islici d'ogni grado soggetti allo spo-
deve farsene espressa menzione. IVr pri- glio o esenti da esso per indulto aposto-
vilegio delle l)olle di Alessandro \l, Giu- lico o per seguile composizioni colia rev.
lio ìli, Fio IV, Sisto V e Paolo V, pon- camera degli spogli; non che di quanto ri-

ilo testare i cardinali (quanto al hreveper guarda i cardinali, il loro breve di testa-

disporre de'Inro beni e de'sagii utensili, re, i frulli arretrali non percetti, e gli ii-
anche pel decretalo dal regnante Pio IX, tensili sagri. Secondo il diritto pontificio
ne tenni proposito nel voi. LX, p. ig?- e vale il testamento fallo avanti al parro-
seg.: de' carclinali celebri e generosi coi co o ordinario confessore, con 2 o 3 te-
loro fiitnigliari con magnifici testamenti, stimoni, ed è più vale- ole se fatto a cau-
trattai alle loro biografie e specialmente sa pia,come se venissero istituiti eredi i

di diversi ne feci onorata menzione nel Pnwri, la Chicsa^W MonasU'ro (T^.),'^&'


voi. XXIII, p.i3i. Anche il Nardi, De condo il cap. Riladtnii de Tcstameiit. i

fu/rrodii, g6, dice eh' è validis- Si fa questione in questi testamenti, se


t. 2, p. i

>imo il testamento olografo d' un cardi- ponno essere testimoni le donne. La più
nale. A n'articolo Lutto parlando di ([uel- assennata opinione è la negativa, mentre
lo de' cardinali, dissi pure del compen- si ricercano due testimoni legittimi, che
do pecuniario che in morie lasciano a'Io- non sono le donne, nel teslamento. Il di-

lO famigliari per corruccio o vestiario e rittocanonif'oderoga alla solcnnitìi del di-


fpiarantena, enei voi. XXIII, p. 3o, del- i lillo civile in quanto al numero, attenen-
le pensioni e spaili/ioni di scudi 2000, dosi al detto della s. Scrittura, in ore dico-

e 3ooo se principi, che assegnano a'me- rimi v(d friiimslal ornile ver!)iii>i; ma non
desiroi. Nel decorso secolo i Di(frl di Ho- deroga alla qualità. La donna non può
rnii pubblicavano il tenore de'testamen- essere testimonio nel teslamento per la

li de'ciirdinali, prelati e signori laici), tul- .sua fragilità, che milita in qualunque
il

li i vescovi assistenti al soglio, ed alili testamento. Stabilisce ancora il diritto


ecclesiastici (cioè di (juelli che notai a'Io- pontifìcio, che se invece del parroco v'in-

ro ailicoli, i Comlavisti e Dapiferi go- tervenissero altri due testimoni legittimi,

dendo privilegi riguardanti i testamenti; e il testamento sarebbe valido, mentre essi

ipielii de'famigliai i ponli[icii,se loro viene farebbero le veci del parroco, e sarebbe-

speditoli breve de'privjlegi loro spellanti, ro d' un' autorità maggiore del parroco
liiipoi tainel vol.XMll.p. i02,io3eseg.), stesso, e sembra che questa massima pos-
e le sn[ipelleltili sagre de' ve-covi e ret- sa aver luogo soltanto ne'tesfameiiti a cau-
tori di chiese devonsi non agli credi, ma sa pia. Secondo il diritto ilei Regolainen-
alle rispettive loro chiese, giusta la bolla lo legist(Uì\-o giudizi/ir io di Gregorio
di s. Pio V. Gli ornamenti della cappel- XVI, sono validi i testamenti per i/iipli-

la, i calici, lecrocide'curiali episcopali, dei (ila Niineiipazione, quando siano scritti
raidinalie altri benefidali, che muoiono interanjente, datali e sotloscrilli di carot-
in l'orna, secondo la bolla di Giulio III, iere del testatore, presenti due testimoni
spettano alla sagrestia della cappella pon- iill'atto della consegna nelle mani di pub-

tificia. Ria di questo meglio ne trattai nel blico nolaro, quale consegna deve conte-
citalo luogo, riferendo le disposi/, oni di nere la dichiarazione del testatore. Che la

Pio IX. E qui aggiungerò, che gli eccle- schedola chiusa e sigillata è scritta, data-
siastici IJcni'fii itili (J\) non ponno testa- la e soltoscrilla di suo carattere, ed an-
re senza fncoitù, altrimenti vanno sogget- che l'atto di conscRiia dovrà essere sotto-
T E S T E S 23
scritto dal testatore, da due teslimoiii e de è la base e il fondamento della testa-
dal tiutarochese ne rogherà. Modifica \l mentaria volontà, ed essendo solennità so-
detto Regolamento il lestauieiito secon- stanziale è di necessità assoluta in qua-
do la forma del cap. Ctini csscs,e%\ ren- lunque allo di (dlima volontà anche pri-
de valido soltanlo quante volte sia frit- vilegiala, ancorché sia in piena facollàdel

to negli esplodali, ovvero da persone ma- testatore d'islituire erede chiunque abbia
iale e una campagna, ovillag
defunte in la facollà passiva di testare. Tuttavolta il

gio lontano più di 3 miglia da'Iuoghi ove testatore, che abbia soggetti al patrio po-
risiedono ptdjblici notari, ed iti tali casi tere i suoi discendenti, deve necessaria-
devono osservarsi le regoleslabilileda Be- mente nel testamento o istituirli eredi, o
nedello XIV nella sua Istituzione cecie- diseredarli nominatamente per giusta cau-
siastieaìo5, Quarnvi.s- conscntaneiun. Il sa da provarsi; se avrà preteriti i discen-
leslamento,secondo tale prescrizione, deve denti emancipali, il giudice darà a que-
essere rilevato; questa rilevazione però, se- sti il possesso de'beni contro il testamen-
condo l'opinione della s. R.ola, si esige di to. Ojtinano alcuni, che secondo il dirit-

necessità, quando il testamento sia fatto to canonico non sia necessario che il pa-
seinpliccnienle e ^'crbal/iienteìo f iccia del dre istituisca erede il figlio, o nominata-
parroco e testimoni, e ciò per una mag- mente lo diseredi, ma che valga il testa-
giore e sicura prova della volontà del te- uiento se lo preterisce nella qualità ere-
statole, e per ruiiuovere le frodi e raggi- ditaria, purché gli lasci qualche cosa a ti-
ri. 1 leslamcnti in favore della causa pia tolo di legalo o donazione. Ma la più as-
restano tiel loro vigore, a termini del pre- sennata opinione è che i figli devono isti-
scritto dal duilto canonico. La disposino- tuirsi eredi, diseredarsi per giusta causa,
ne testamentaria non deve dipendere dal- o legittimarsi a titolo d'istituzione. Una
l'altrui arbitrio e volontà, e ciò è espres- volta la legittima (cioè quella parte del-
samiMite riprovato dal diritto civde. Ciò l'eredità de'genitori, che non può torsi ai

nondimeno l'equità canonica ammette, figli, per accordargliela la legge) non do-
che chi lascia all'arbitrio e volontà altrui vea essere meno della 4-' parte sulle so-
in favore della causa pia, non dicesi mo stanze de'genitori; in oggi se i figli sono
rire intestato. Alcuni dottori opinano do- 4 o meno, si dà per legittima il triente,

versi piuttosto intendere del dare esecu- cioè la 3." parte e tutti vi hanno luogo, e se
zione alle ultime volontà, come accade sono 5 più si dà il yc/nisse, cioè la metà
nell'erede fiduciario, che della disposizio- dell'eredità: se co'figli concorressero i ni-

ne. Come pure è cotilio verso, se un le- poti, questi succedono in .s'^/r/^/, quelli in

siamento fatto a causa non pia sia vali- cdpi. Che se meno si lasciasse della legit-
do nel furo di coscienza se mancassero le tima, si può agire non colla querela di te-
solennità esterne ordinale dal diritto po- stamento inofficioso, ma per la costituzio-
sitivo, quali secondo la comune opinione ne di Giustiniano I; quale azione non si
in tale alto nasce l'obbligazione natura- eslingue col quinquennio, come la que-
le, la quale ancorché non partorisca azio- rela d'inofficioso, dura 3o anni come
ma
ne civile, tuttavia le solennità di diritto tutte l'altre azioni personali. Questa le-
ne' testamenti si richiedono acciò facciano gittima dev' essere interamente libera e
fede nel f jro esterno, e per togliere qua- senza onere. Se figli eredi sono gravati
i

lunque falsila, frode ed inganno. Queste dell'onere di restituire l'eredità, eoo sosti-
tolte e assicui alo tale essere la volontà del tuzione fidecoramissaria universale, han-
testatore, ad evitar qualunque dubbiez- no il diritto alla percezione della legit-

za di coscienza, dice il prof Vermiglioli, tima e della trebellianica (vale a dire la

dovrebbe eseguirsi. L'istiluzioae dell'ere- 4.' parte, che all'erede è permesso di ri-
24 TES TE S
tt'ueisi nel resliluiie i fjJecominlssi uni- alti d' ultima volontà devono eseguirsi ,

\t'i>ali), eJ anco se l'eieclità fosse grava- ariiiicliè non resti delusa la disposizione
lidi legati oltre il dodrante(inisiirii),lian- d'un defunto, dagli esecutori i quali sono
iio il benefizio alla clelrazione anciie del- o gli eredi istituiti u altri, sia l'esecutore
Ki fiilcidia, eccettuati i legati pii, e altri che testamentario asit'^xìdlo dal testatore, sia
laleggea laldelrazione non auinielte. An- quello stabilito dalla legge e che dicesi le-

che il vescovo da'Iegati lasciati alle chie- gilti/no.ovvero dal giudice e chiamato
se di sua diocesi ha il diritto alla detra- dativo. Questo incarico in principio, ed
zione, che dicesi porzione canonica, ed è a cosa integra può ricusarsi, accettato può
TBiia secondo la consuetudine de'luoghi, costringersi a proseguire, dal vescovo del-
t non ne sono esenti neppure le chiese [)ii- la diocesio dal suo vicario, e anche dal
vilcgiate. Non si deve tal porzione se i la- sovrano secolare, come materia di misto
kcili iguaidano ornamenti, fabbriche, ce-
I foro, i)er reirettuaziune della volontà del
l'ì,lumi e altre pie cause, cou)e per ali- defunto. Se non è nominato l'esecutore,
naentare i poveri, per maritare e collo- può costringersi dal vescovo l'erede anche
care povere donzelle in monastero. Nasce colle censure, e se ricusa si può interdir-
ili^piita fra'dottori, se il testatore lascias- gli l'amministrazione de'beni del defun-
m; al vescovo qualche legalo, se esso ab- to, e privarlo d'ogni comando e vantag-
bia il duitto di percepire anche la porzio- gio che gli si dovesse per titolo del testa-
ne canonica: la pili plausibile o[)inione si mento. 11 vescovo è l'esecutore dell'ulti-
è, che se non fa menzione del-
il testatore me volontà , stabilito anche dal concilio
hi porzione canonica, pub delrarla. Non di Trento, laonde i vescovi agiscono co-
è vietato al testatore, all'erede o eredi i- me delegati apostolici ne'casi dalla legge
sliluiti, unoo più eredi sostituii e. La so- concessi, quali esecutori di tutte le pie
stituzione è diretta e i/ulii'ctta o obli- disposizioni tanto derivanti da ultima vo-
(jiui. La diretta è quella che si ordina lontà, (juanto da alti fra vivi. Queste teo-
colle parole dirette, e che si fa dipende- rie sui teslamenli e altri alti d'ultima vo-
re dal fdtlo [)roprio la tradizione dell'e- lontà, si ponilo applicare a'tidecommissi,
redilà nel sostituito; ì'indirclta u oldicjiia legali, codicilli e donazioni per causa di
è quella che con parole obli({ue u
si fa morte. Nella lez. 27,11 prof Vermigliuli
[irccarie, che dicesi anco /idecoiiuiiissa- ragiona, L>('//rt successione intcstala.K"\'i
ria, ed è quella che ordina il testatore, dice che può andarsi al possesso d'una e^
che la trasmissione dell'eredità dipenda ledila, o per testamento o senza: non può
dal fatto dellerede istituito. Inoltre la di- ac(piistarsi l'eredilà, uè per patto, né per
n/la si divide in volgare ,
perchè è co- contratto. La successione intestata è un
mune n tutti quelli che lianno l'azio- diritto accordato dalla legge d'ac(juista-
ne attiva e passiva di testare; \npnpiliii- re il dominio di lutto quello che spetta
re, esemplale, eoinpendiusa, recìproca ad un uomo a cui si resta congiunli coi
o brevilocpiii, e iiiilitare. La sostituzione vincoli del sangue, secondo l'ordine sta-
può essere espressa o taciti/. Il sostitui- bilito dalle leggi, e che si è lasciato in mor-
to succede in tutti i diritti dell' istituito. te senza disporre, e cjuando non si fece af-
Facendosi più sostituzioni di seguilo lu- fatto testamento, o si fece illegalmente,
na all'altra, il chuunato iiell'ullima sin- cioè senza le solennità volute dalla legge,
lentie sohliluito anche all'erede nomina- ovveroche fatto il testamento poi si rom-
to, quando maiicliino i sostituiti inlertne- pe, e si rende irrito e mancante dell* e-
di. Il pi of. Vermiglioli pa>sa (juitidi a spie- rede. La successione intestata, rapporto
gare le divisioni delia costituzione <//V(7- ai beni de'secolaii, si delei isce in primo
lii. ludi dichiuia, che i Icblutueuli calili luojiu u'diaueuUculi legittimi, o ai leQilU-
TES TES 2j
mali per susseguente mairi cnonio. Man- la successione intestata si ammeltono an-
caiidu (lisceiitlenli,si dà luogo aj^liascen-
i che i religiosi professi non mendicanti, e
denli, salva la prerogativa del grado, co- l'eiedilà l'acquista il suo ordine. Se inuo»
sicclièi pili prossimi al defunto escludono re prima d'aver piofessato, se non ha te-
j più remoti: la divisione *i fa per sV/'/yj/, stato prendono l'eredità gli eredi legit-
non per capi. iNon trovandosi né discen- timi. Altri giurisperiti, quanto alla succes-
detiti,nè ascendenti, né collaterali, succe- sione testamentaria, ecco in breve quan-
donsi a vicenda il marito e la moglie di to riferiscono. Successione dicesi della sur-
legittimo matrimonio. Se il coniuge su- rogazione, che si fa di tulli i diritti e pe-
perstite fosse stato contemplato nel tesla- sid'un defunto nella persona del suo e-
cuenlo, enon avendoavutoquanto la leg- rede. Vi sono varie sorla di successione,
ge gli accorda, avrà diritto al supplimen- cioè: la lestameiitaria, quella ch'é devo-
lo. Quando non sia vi succesiione a cui per luta all'erede istituito; la legittima o ab
diritto competa l'eredità, succede il f" isco iiìtcstato, quella ch'é devoluta dalla sola
(/ .) . il quale succede pure a esclusione disposizione della legge agli eredi del san-
di tulli all'eredità de'rei di lesa maestà, gue; la chiamata nude vir et iijor, ch'è
che a'nostri giorni fu limitato al solo uii- quella per la quale, allorché il dehmto
sfaito di perduellione ossia delitto di sta- non lascia parenti ingrado succe^sil)ile, uè
lo; d'eretici non tollerali; di (pielliclie non fjgii naturali, i beni della successione spet-
avessero vendic;ila la morie del loro au- tiiuo al consorte sopravvivente;successio-
tore avanti i tribunali qualora non fo>se ne del fìsco è quella eh' è devoluta allo
stata naturale, se avesseroimpedilodi fir stalo.
lestamento. 11 fisco peiò resta escluso dal- L'albinaggio o l'albinalo, la cui eti-
la chiesa, dal monastero, dal collegio, did mologia deriva da alibi iiaLiis, o da ali-
corpo militare e da un numero di perso- bi nasci o da ach'cna, è quella legge o di-
ne , a cui sia slata fatta in comune una ritlo in forza della quale il fisco d'un pae-
donazione dal sovrano, nella successione se succede ne'beni d'un forastiere morto
iutestala d'un chierico, monaco, o addet- nel paese medesimo senza che vi fosse na-
to a collegio o sodalizio. 1 beni de'pelle- tur;ilizzato, sempre che il defunto non ab-
grini che muoiono in lontani paesi, dopo bia disposto de' suoi beni, e non abbia
fatte tutte l'indagini onde ini venire gli e- ivi fra'suoi concittadini alcun erede ne-
redi, non succede uè l'ospedale, né l'ospi- cessario. L'origine di (|ueslo diritto risale
zio, né l'albergo in cui niorirono, ma si a'tempi remotissimi ne'cpiali gli stranieri

competono al vescovo per erogarli in cau- erano considerati come nemici presso le
se pie, come approvò Onorio HI. Circa i pili colte e potenti nazioni deirautichità.
heni de'rnorieuti negli spedali de'poveri e Sono note le inumane leggi fatte dagli a-
de'pellegrini, sembra a tali luoghi devo- leniesi in odio di quelli che non nasceva-
luti, e si può vedere cosa rispose a'dubbi no entro il territorio della loro repubbli-
la congregazione del concilio l'S maggio ca. Sembra naturale il credere, che que'
i683. A'beni patrimoniali d'un chierico romani stessi, i (juali contendevano agli e-
succedono discendenti, e in mancanza gli
i stranei, pcrcgriiiis, la facoltà di condur-
ascendenti, ov vero i collaterali, e in loro re in moglie la figlia d'un cittadino ro-
mancanza la chiesa a cui prestava il ser- mano, la capacità di aspirare alle cariche
vizio. Vi sono casi in cui il peculio del chie- dello stalo, e persinoil diritto di succe-

rico si divide tra il vocovo, la chiesa, i deie co(ne eredi ocoine legatari ne' be-
poveri ed parenti. Morendo un bastar-
i ni d'un cittadino romano,/»^ quii'itiun^

do o un naturale senza lestamento e pa- avessero con più forte ragione ad opporsi
ieuli, bucceJe airciedilà il priucipc. Al- a che uu c»Uuncu pulessc mureudu Ira-
26 T E S T ES
snit'Ucre !c proprie ricchezze agli abitato- distribuita in diverse nazioni, ne venga di

ri di legioni non sottoposte alla romana conseguenza che ognuna di esse abbia la

cloininazione, o chianiare al godimento di facoltà di regolare colle proprie leggi ead


e8>e nel romano territorio una generazio- arbitrio le successioni e il commercio de*
ne (li persone che destava gelosia e difìì beni , e di distinguere , allorché trattasi
tlenza nella conqni-.tatrici-' del mondo. Al- d'accordare il conseguimento de'diiilti ci-

lorihe dopo l'irruzione de'barbari in Eu- vili che debbono essere esercitati ne'limiti
ropa pullularono gli ordini fendali, al- del di lei territorio, la condizione del cit-

lorché gli abiiuri, i carupi, le vettovaglie, lailino da quella del forasliere. Avvisano
le consorti, e le vite de' sciagurati Sm'i altri che una nazione non abbia siili' e-

e / assilli (J '.;, venivano giudicate una slraneo se non che r|ue'soli diritti che la
proprietà de' pochi e polenti oppressori, propria sicurezza può renderle necessarii,
Donerà «l'aspettarsi che questi tlimostras- e che i beni che sotio di proprietà dell'e-
iero maggiore indulgenza verso gli stra- straneo non cessino d' appartenergli per
nieri, di quello che fosse per loro usata ver- essere posti fuori del territorio della sua

so i propri concittadini. Aggiuìigasi che patria, o pei ch'egli ne >ia accidentalmen-

la necessità di tenere in freno i sudditi e te lontano. Montesquieu non dubitò di

mantenersi colla forza nell' usurpazione chiamare insensati diritti sui beni del fo-
i

delle I egie prerogative, sottoponendoli a raxiiere morto e su quelli de' naufraghi.

grave dispendio, li rendeva acutissimi in- Ove poi deviando dalle astratte specula-
tlagalori di luiti gli spedienli the vales- zioni,si consideri che l'esercizio d'un sìo-

sero ad ampliai e il tesoro feudale, fra'qna- dioso diritto, lungi da es^eredi giovamen-
li non era cerio il più illegittimo quello to alla nazione che se ne prevale, riesce
(l'iippro[)riaisi : beni de'furastieri che fos- il più ilelle volte alla medesima pregiu-
sero morti nella giurisdizione de'lorodo- dizievole; imperocché seda un lalo il fi-
Djinii. In fine la disperazione delle classi sco di lei s'impingua colle successioni de-
conculcate, lapreponderante fermezza de' gli estranei, dall' altro ne viene grave il

principi e i progressi della civiltà grada- deiriraenlo a'membri stessi che la com-
tamente riuscirono a far crollare presso pongono, i quali per giusto titolo di re-

il maggior numero delle nazioni un tal si- ciprocanza vengono esclusi dalle succes-
stema di violenza. Fu abolita 1' infamia sioni nel paese a cui gli estranei appar-
di tener l'uomo Schicivn (7.), venne io- tengono; ove si consideri che una tale e-

li cjdotta l'equalilù nell'amministrazione sclusione ingenerando la diilidenza e il di-

della giustizia civile, ritornarono a' reg- sgusto ne'foraslieri che ne sono percossi,
gitori de'popoli que'privilegi che I oligar- diminuisce le relazioni sociali e di com-
chica prepotenza avea tolti da essi; ed an- mercio fra'diversi stati ne' quali è divisa
che il diii'lo d'albiiiaggio nato dall'egoi- l'umana generazione, troverassi ben giu-
uno degli antichi, e sanzionalo dalla fcu- sto il temperamento introdotto ne'tempi

dile rapacità, fu in questa sociale rifor- a noi vicini da'più illuminati principi, di
ma dalla legislazione di alcuni paesi con- rinunziare per mutui accordi al diritto di

servalo a' loro principi per timore forse albinaggio, riserbandosene soltanto l'eser-
che l'abolizione scemar potesse la nazio- cizio verso quelle nazioni le quali si ri-

nale prosperità e agiatezza, impadionen- fiutano di pareggiare gli stranieri a'Ioro

dosi il fisco de'beni de'furastieri defanli. sudtliti nel goihmenlo de'dirittidi succes-
L'opinione de'()ubbricisti è divisa intor- sione. Ecco un elenco di reciproche con-
no al punto se il diritto d'albmaggio sìa venzioni per leabolizioni fra'nspeiti vi sta-
o no findato sull'ordine naturale. Affer- ti de'dirìlti d'albiiiaggio, che ricavo da-
mano ahiini che essendo l'uMiana Società gli Annali iV Italiii del eh. Coppi. Nel
TES TE S 27
I 7^3 fra Sardegna, e l'impera-
il re di il rediSarclegna,quoIIodi Wurlemberg,e
trice regina d'Ungheria e di Boemia. Nel il duca di Lucca. Nel 1827 tra il re di Sar-
1768 Ira Francia e Toscana, acciò lo- i degna e Amburgo. Neli83o tra il redi
ro sudditi potessero lilìerainente succe- Sardegna equello di Baviera, conferman-
dere nell'eredità loro devolute nello sla- do col duca di Modena l'abolizione del-
to dell'altro. Nel 1772 tra la Sardegna e l' albinaggio con Massa e Carrara. Nel
la Baviera. Nel i 782 Ira la Sardegna e la 1 835 granduca di Toscana dispose.»» A.-
il

Spagna, stabilendo fra' rispettivi sudditi vendo rivolta la nostra sovrana attenzio-
un'assoluta eguaglianza e intera recipro- ne alle veglianti leggi che per diritto di
cazione in fallo di successione, dichiaran- retorsione escludono gli esteri dalle suc-
dosi espressamente che i beni ereditari cessioni inToscana, abbiamo riconosciuto
tanto nel possederli che nel venderli ed che la loro conservazione è essenzialmen-
esportarne il prezzo non fossero soggetti te contraria a' veri interessi dello stalo, e

a pesi di sorte alcuna, lolti quelli a'qnali perciò siamo venuti nella determinazio-
sono tenuti i sudditi propri e naturali del ne d'ordinare: Gli esteri, a qualunque na-
paese in cui si trovano le devolute succes- zione a[)parlengano,saranno auìmessi nel-
sioni. Nel 1784 ti'a l'Austria e la Tosca- l'avvenirea succedere in tutta l'estensione

na pel Milanese e Mantovano. Nel 1787 del Ieri itorio de'nostri stali nell'eredità te-
tra la Sardegna e il Portogallo. In Fran- slateed intestate, e ad acquistare per qiia-
cia fu abolito nel 1791 dalla Convenzio- lun(|ue litolo,ancheIucrativo,alla paride'
ne, dichiarando che la costituzione non nostri sudditi e nel modo stesso ed a'me-
ammeltevaalcundirittod'albinaggio.Ncl desimi elfelti, senza che ad alcuno di essi
ibo6 tra Francia, regno d'Italia e Par- possa opporsi 1' esi>lenza delie leggi che
ma. Nel 8 [ofra'regni d'Italia e di Napo-
I inabilitano i toscani a succedere eil acqui-
li. Nel 18 12 fra il regno d'Italia, col prin- stare nello stato a cui appartiene. Nel ca-
cipato di Lucca e Piombino, colla Prus- so di divisione di una successionedeferita
sia e colla Svizzera. Nel 18 (7 tra il redi per alti di ultima volontà, o per dispo-
Sardegna, il duca di Modena e la duches- sizione della legge, ad eredi toscani e stra-
sa diParma. Ne! 1818 tra il re di Sarde- nieri, e composta di beni situati parte in
gna con Toscana, Massa e Carrara, il re- Toscana e parte in estero dominio, gli e-
gno delle due Sicilie, e lo Stato pontifì- redi toscani potranno prelevare sui beni
cio : fra l'Austria e Parma: Ira il re del- situati nel granducato una porzione egua-

le due Sicilie e la Prussia, dichiarando le in valore a'beni posti in paese stranie-


il re che 1' albinaggio non sarebbe eser- da quali pe le le
aa
o, e o statuti di quel
citato relativamente a' sudditi di quel- paese vengono esclusi. E tale disposizio-
le potenze, le qu;di per parte loro non lo ne ne' casi analoghi si applicherà pure a-
esercitavano verso quelli del regno delle gli eredi per titolo singolare ed a' lega-
due Sicilie; per conseguenza gli stranieri fari." Nel Sardegna conven-
1837 il re di
comincierebbero a godere degli elfetti ri- ne con quello Annover, e col princi-
di
sultanti da questa disposizione dal giorno pe d'HohenzolJern-Sigmaringen, l'aboli-
in cui la potenza alla quale apparteneva- zione dell'albinaggio fra'rispettivi suddi-
no avrebbe manifestato di non esercitar- ti. Neh 838 il re di Sardegna concluse al-
lo contro i sudditi del regno delle due Si- trettanto col regno del Belgio, con Hohen-
cilie; indi molto potenze dichiararono per zollern-Hechingcn,ecoirelettore d'Assia.
reciprocanza di non esercitare tale diritto Neli83c) re di Sardegna col granduca
il

e di considerarlo soppresso pe'stiddlli del- di SassoniaWeimar-Eisenach,ecol gran-


le due Sicilie. Nel 1825 tra il re di Sar- duca d'Assia. Neh 841 il redi Sardegna
degna e quello di Sassonia. Nel 1826 tra e l'imperatore di Russia ratificarono le

28 TE S T E S
ilichiaiazioni del i Sag.suirabulizionedel rislrello la storia del suo ponti ficaio, è
dirilto di detiazione già esercitato a pro- chiamato suo leslamenlo. Leone X asse-
fitto dellci corona sull'esportazione e lias- gnò beni delle Mcrclrin[1 .)\f\x Roma,
i

uiissione della eredità e di allri beni ap- che morissero ab intestato. a\ monastero
partenenti a' loro sudditi, e stabilirono. delle Convertile, di cui riparlai nel voi.
» Gli stranieri essenilo aoKnessi nell'itn* LXXU, i8g, dicendo che Clemente
p.
pero di Russia e nel regno di Polonia a Vili confermò il disposto, ed aggiunse che
raccogliere le successioni, ed il diritto di facendo testamento, dovessero lasciargli
albinaggio non essendo in vigore in quegli almeno la 5.' parte de'Ioro beni. Clemen-
slati, limperatore obbligarsi di non sla- te VII vicino a morte esclamò: Scil pon-
bihrlo in avvenire, né di esercitarlo sul- tificato si conferisse per eredità, nomi'
l'eredità che fossero devolute ne'suoi sta- nerei nel mio testamento per Successore
ti a' sntldili sardi. Heciprocanieule il re (V.) ilcarclinal Farnese. Gli successe do
di Sardegna obbligarsi a non esercitarci! pò 17 giorni col nome di Paolo HI. Nel
diritto di albiiiaggio verso i sudditi del- citato articolo riportai il novero di que'
l'imperatore di Russia. Questi potessero Papi, che disegnarono nel punto eslre-
pertanto raccoglieie l'eredità che fossero mo il successore, come per disposizione
loro devolute negli stali sardi. Intendersi testamentaria. Cenedello XIII edificò e
che tali stipulazioni non derogassero alle dotò \' Ospedale di Gallicano (/'.), de-
.?,

legislazioni pai licolari degli slati delle par- cretando che al medesimo dovessero ri-

li contraenti, in (pianto concernealle con- cadere tulle l'eredità di quelli che muo-
dizioni, mediante le quali è permesso a- iono in Roma uh intestalo e senza legil-
gli stranieri in generale di ricevere in e- mi eredi. Clemente XIV moribondo fu
redilà beni stabili, o allri immobili qua- slimolato a fne il testamento, ma egli si

lunque." Dopo tali e altre stipulazioni di contentò rispondere : ì^a roba anderà a
reciproche convenzioni, è da speratsiche chi tocca. Quando Pio VI si recò a Vien-
fra non molto la legge inumana dell'al- na, prima di parliredièa'suoi nipoti il suo
hinaggio' venga interamente cancellata testamento sigillato, dicendo loro: Ecco^
dal diritto pubblico europeo. De' testa- se io morrò in questa ^ita, U ultima mia
nienti e altre ullime volontà, come eser- volontà: ricordatevi di me nelle vostre
cilate dagli antichi e dalle odierne nazio- orazioni. Sul clamoroso testamento di d.
ni, in molli de' loro articoli lo accennai, Amanzio Lepri a favore di Pio VI, ripar-
così ile'leslamenli curiosi e singolari, co» lai nel voi. LUI, p. 9I Pio VII neli8o3

medi ali;unedis|josizionislravai;aiili. Nel- ordinò agli abitanti di Roma e dell'Agro

le biografìe de'Papi e negli articoli Pro- romano.che facessero testanieiilo,una sov-


fessione DI FEDE, Penitenziere maggiork, venzione aW Ospedale di s. Spirito ( f.),
Sepolcro de'Pontefici, parlai de'Ioro te- non minore di paoli to.vSu questo vasto
stamenti, e delle ullime loro disposizioni e iiuportante argomento ponilo supplire
dichiarale moribondi. Solo qui dirò, che quegli autori cb^ trattano de'teslamenli
Onorio IV, fu l'esecutore testamentario nel corpo del Diritto, come Bartolo, Bal-
del predecessore Martino IV. Gregorio do, Heiueccio, Donneilo, Ciijacio, De Lu-
XI nel suo leslamenlo rivocò e abrogò ca, Brunemann ed i seguenti autori. Fran-
qualun(|ue cosa potesse aver dello, noa cesco Thirion, De testamento ologra-
come Papa, ma come un uomo privato, pho, Argenlorati 7 I I 3. Job. Geilkirche-
controia callolica fede, per isbigliodi lin- rus. De testamento militari, Ingolsladii
gua , ovvero per fpialche perturbazione. 1577. Jo. Henr. Bergen, />/.7'- de Jare
11 lungo discorso fatto da Nicolò V a'car* militum circa, tesianienta, S'iltember-
diuali, vicino a morire, e chcooDlieue io gae 1691. Carlo Vander Ileydcu, Dis-
TES TES 29
scrt. de militum testamenta'
pvivilcs,iis che li solo esempio che trovasi veramen-
l'US, Lngiltini Jjiitav. 1695. Ferdinando te presso i patriarchi d' un Testamento
Hoininel, Dv diffcrcntia cxigua iiiter [T .) pi ripriamente dello, è quello di Gia-
test, niilif. et tfstanicntnm pagaimm, in cobbe, che al letto della morte manife-
Jlostko ronditum, Lipsine l'j'ì'J- Jo. stò a' suoi figli l'ultimo suo volere, e ri-
Christ. Treilliiiger, Disscrt. de militihu.'i guardante le loro Ti'ilnc (T'.jj ma que-
jure niilitari testaufibiis , Argentorali sta era una profezia di quanto dovea loro
1752. Pietro Magdaleno, De numero te- avvenire,ediciòche Dio a ve va deciso sul-
sliitin Vene-
in testameìitiiin requisito, la loro sorte, anziché una disposizione li-

liisi586. Gio. Tahoris, Dissert. de se- bera earbitraiia di Giacobbe. Ed inoltre


ptenario testiuin te'^tamenlorum nume- dichiara, che quanto alle ultime parole di
ro. Argentorali 1639. Samuele Sanlyn, Giuseppe, Rlosè, Giosuè, Davidde, non si
De testìbus in testamento necessariis, può dare il nome di testamento, se non ia
Lllrajecti 1707. Calcagnini, ultima De un senso assai improprio; qualificando o*
i'oluntate, Piomae. Gaspare ^rTan^i, Tra- pera apocrifa composta in greco da un giu-

ctatus alisolutissimus de testarne/ito va- deo convertito al cristianesimo ne' primi


lido vel invalido, Bononiae i843. Ber- tempi della Chiesa, il Testamento de' XII
nardino Ijfdsetti, De testamentis, Ro- Patriarebi figli di Giacobbe. Aggiunge
niae 698. Emanuele Dunii, De veteri ac
1 che la parola ebraica Beritb significa in
novo jure eodieillonun eommentai'ius, generale, disposizione, istituzione, tratta-
Romae 752. Giusto Bohmers, Disputa-
( lo, ordinanza, alleanza, comepure una di-
tio de eodirillis. Quaglia, Pratiea lega- cliiarazioiie di ultima volontà ;
quindi i

le sìdledonazioni tra vivi, e de' testa- traduttori hanno comimemente tradotto


menti, Torino. Francesco cardinal Mnn- quel vocabolo per qoello di Testamento,
l\ca, De eonj'eeturis ullimarum volunta- sebbene alla lettera significhi piuttosto
?/<«?,Romaei 58o,Veneliis i6o5. Capra e un' alleanza, un trattato solenne col quale
Bolognini, Z>c testamentis et substitutio- Dio dichiara agli uomini le sue volontà,
nibus.Tovie,De pactisfuturae suecessio- le condizioni sotto le quali egli fa loro le
ColoniaeiGgg. Bruni, De statutis a
h/.?, sue promesse, e vuoie accordar loro suoi i

successione f
Geminas, necnon cognato- beni. Dio si ilegnò più d'una volta di fare
rum lineani excludentibus curo aliis. tali trattati cogli uomini, facendo (7//<'rt/?-

De executoribus iestamentariis et
Cavp't, za con Adamo, con Noè sortilo dall'arca,
comniissariis, Romae 1672. Grossi, De con Àbramo; ma non si dà a quegli alti
suceessionibus ab intestato.'^ca^oW 1678. solenni il nome di alleanza o testamento:
T. Daniliouderi, Pupillorum patroci- il nome di testamento fu espressamente
nium, Venetiisi 572. Galganetti, Z>f' tu- riservalo alle due alleanze posteriori, a
telaet cura tutoiibus eteuiuitoribus,Ye- quella cioè che Dio conclude cogli Ebrei
iietiis 1617. Patini, // notaro ben istrui- a! monte Sinai co\ ministero di DIosì-, ed
to, di cui vi sono diveise edizioni. a quella ch'egli fece con tulli i Cristiani
TESTAMENTO VECCHI O E NUO- colla mediazione di Gesù Cristo.W quale
VO, Testamentum t'etus et Novum. 11 la fermò nel |)rezioso suo Sangue, spar-
termine di Testamento (7 .) in Ialino e so per la redenzione di lutti gli uomini, e
in altre lingue significa propriamente l'at- durerà quanto il mondo. La prima chia-
to col quale si dichiara l'ultima volontà masi Yantica alleanza oi]\\ l'ecchio Te-
per la disposizione delle sostanze e altro; stamento, e la seconda è \a nuova allean-
ma dagli antichi scrittori ebiei non è a- za ossia \\ Nuovo Z'e,y^7/7?f/( ^.Essendone*
doperà lo in questo senso, secondo il Ber- disegni divini l'antico testamento un preli-
gier, Dizionario enciclopedico^ dicendo minare, una figura e un preparatone de
3o TE S TE S
nuovo feslnniento, «mìi I)en coiiveniciile massime nc'sagri 7V//jy.'//, nelle Cafacnn:-
«Ile Dio ne fìiresse uielteie in isciillo le /<', ne" r//////*'//, per esprimer vi il confron-
disposizioni e le promesse, e die queste ci to tra la figui a e il figurato. I saggi ammo-
fissero lrasn:esse dullo slesso Mo-è, e da- niscono gli artisti, specialmente i pittori,

gli <t1ii i iioniiiii da Ini ispii ati^siccoinescei- di fuggile nelle loro lapiU eseiitazioni di
li pei ;iniiini7ÌMie lavila *()!oiil;i.Diocpian- filli sagri, missimenellecliies"-, quelli che
lo Jill'anlico tcfstanienlo relTeftiiò con 4 ^ iono lubrici in se, o cnstig une il coiicetlo
libri, i contengono le sole vere ori-
qtio!i per modo che non sieno mai d"inciaui[)0
gini del genere limano, e un'infinità di no- idi' occhio e alla mente de' riguardanti,
prime età del mondo;
li7Ìe sl<ii ielle sulle siccome sarebbe l'antro di Lot inebriato
e peniò interessano tulle qoanle le na- dalle figlie, e condotto nell'orrendo e ri-
7Ìoiii. Questi libri c'insegnano con cerlez7a provevole inganno; il gran cimento del
l'origine, i progressi, i diversi periodi del- virtuoso Giuseppe nella casa di Putifir;
la vera Religione (f^.): senza di essi tut- o la tradita ospitalilàde'Beniamili nel li-

to è tenebre, favole, sistemi frivoli, più David nel


bi o de'Giudici; l'inciampo di
facile a distruggeie die a coslruire. Il te- vedere Bersabea, o l'agguato a Susanna
slainentf) nuovo significa il nuovo ordine de'due iinpudici veccliioni di Daniele, e
di cose, die piacipie a Dio di stabilire per cosi d'altri fitti che si leggono nel diviii

mezzo di Gesù Cristo suo unigenito figlio, libro della Bibbia registrali a scuola e non
ossia la nuova alleanza cheba volutocon- mai a seduzione immorale de'feJeli. Nd-
trarre cogli uomini, colla mediazione di l'arlicùIoBiGBiAla dissi raccolta dclla.S'c/-/^-
quel divino Salva tare (\t\ genere uma- /»/Yi .sv7^'/v7, che coiiliene il Tcxta/nc/ilo
no. Questo testamento è nuovo non nel \Tcchio e il Tcstainrntn nuovo. Parlai dei
.senso cbe Dio ne abbia formato il dise- suoi libri chiamali à\\c\\^Canone(T.)^(A\Q
gno ieceulemente,seiiza averlo annunzia- la Chiesa ammette per canonici, nel det-
to ne'secoli precedenti, senza averne pre- to numero, sì dell' antico e sì del nuovo
venuto il genere umano, e senza averlo lesUimenlo: da chi e in quali idiomi scrit-
preparato; ma è nuovo nel senso die Dio ti dagli Scrittori sagri (F.). Dell' auto-
cioè ha dato per mezzo di Gesù Cristo rità, venerazione e bellezza della sagra
delle lezioni più chiare, delle leggi più per- Bibbia; di sua traduzione in pressoché
fette, delle promesse più vantaggiose, una tutte le lingue, e con dilTerenli e molte-
>peranza più sicura, maggiori motivi d'a- plici edizioni, chiamandosi il testo Iali-

more, grazie più abboiiduiili ditjuelleac- no della Bibbia, dichiarato autentico dal
cordate agli ebrei, e che perciò fgli esige concilio di Trento, col nome di T olgatd
da noi viriti iìkjIIo più sublimi. 11 dottore (J '.). Dissi delle riprovevoli società bibli-

delle genti s. Paolo in falli diiiima questa che, che alterando il senso della Bibbi. 1,
nuova alleanza FA'aiigcloo\a buona no-
\' la riempirono di errori, e così viziala con
vella, che Dio avea promesso pi ima per immenso numero di esemplari la dilfu-

mezzo de'suoir/Yi/t'^/ nel la sagra ScrittU' sero e dilfondono in tulle le lingue e ilia-

/YT.Le opere del nuovo testamento dichia- letti.ln queste traduzioni di eretici e [uo-
rate canoniche dal concilio di Trento sono testanti, essi .-cullano, mutano, aggiungo-
27. De'siin boli dell'antico vecchio lesla- no, precipuamente in que'testi, che citali
nieiifo, rappresentali da'primitivi cristia- a dovere sarebbero contrari alle loro fal-
ni lie'loro monumenti, per ispiegaie la fi- se dottrine; onde furono sollecili i l'api,

gura e il figuralo, ne ragionai a Simbolo per eliminarne le funeste conseguenze, di


e Sjmboi.ka. 1 falli dell'antico e del nuo- avvertire i cattolici di silfiUe i'.ilsifica/io-
vo testamento furono sino da'piimi tem- ni, vielando di ritenerle e leggerle sotto
pi della Chiesa espressi da tutte le aili, severa proibizione e con peua di scoiuu-
TE S T E S 3 r

iiica. Nell'arlicolo Scrittura sagra, di- Testimonio. Il libro della legge che sole-

chiarai essere designali con tal nome ge- vasi mettere sulla testa de* re di Giudea
nerale i libri dell'aulico e del nuovo le- nel giorno di sua coronazione, è pure chia-
slameuto , composti dagli scrittori sagri malo Testimoni unì, ed Isaia disse Testi-

ispirali dallo Spirito saiito^ che ivi eiiuiiie- monium uno scritto che avea composto
rai,per cui la s. Scrittura è la parola di per ordine del Signore. Si vuole che oltre
Dio scritta. Che il vecchio testamento con- le tavole della legge, fosse collocalo nel-
tiene i libri sagri scritti prinui di Gesù l'arca la verga del Sommo Sacei-dote \-
Cristo, nuovo testamento contiene li-
il i ronne che prodigiosamente avea fiorito,
bri sagli scritti dopo Gesù Cristo, e con- ed un vaso di quella manna, colla quale
tenenti la ìxi'^^e i\e\\' Evangelo f^'-). Chia- Dioaveanudiitogl'iNracliti per4'>anni nel
marsi la s. Scrittura anche Bibbia, // /?'-
deserto dell'Arabia. Sebbene molti scrit-
òro per eccellenza, e il libro de'lihìi. La tori alFermino che l'arca del Testamento
s. Scrittura dividesi in due parti, nell'an- s'ignori ove fosse Ira-portata, nondimeno
tico e nel nuovo Testa/neìito,e di questo si vuole essere precisamente quella della
vocabolo ne spiegai I' etimologia. Ripor- patriarcale Chiesa di s. Giovanni in La'
tai i canoni de'concilii di Costantinopoli e terano, come
Crescimbeni altri as-
col
di Trento, sull'autcnlicilà ecanonicità dei seriscono esistere nella medesima, l'arca
libri delle s. Scritture; i decreti de'Papi; del vecchio Test.'imento, il pastorale d'A-
come si classificano e distinguono i me- ronne e la veiga di Mosè. Memore s. Pie-
desimi dalla Chiesa, quale giudice inse- tro dell'arca di Noè, sotto il cui simbolo
gnante nella persona del soininoPontefìce, era figurata la Chiesa, e siccome in (luci-
maestro universale e infjllibile. R;igioiiai la, oltre la famiglia Noetica, che lalllgu-
ancora sulla lettura della s. Scrittura e del- rava la Sinagoga (T\), vennero racchiu-
la s. Bibbia, di loro sinistre e maliziose in- si tutti gli animali della terra secondo le

terpretazioni, e feci parola de'y?. o Settan- di verse specie,che nondoveano perire col
ta interpreti (7^.) dell'antico Testamen- diluvio, sotto la figura de'quali er;mo e-
to, che pe'primi lo tradusseio 277 anni spressi gentili, come più chiaramente s.
i

avanti Gesù Cristo, con mirabile unifor- Pietro slesso l'avea conosciuto nella visio-
mità. Kegli articoli Tabernacolo e Tem- ne del gran lenzuolo cogli animali, quan-
pio DI Salomone ripailai della prodigio- do egli chiacnò per divino consiglio nel-
sa arca dell'Alleanza e delTestanienlo, do- la persona di Cornelio il centiuione la

ve si deposeio le due tavole di pietra del- gentilità alla fede: memore ancora del-
la legge che Dio diede a Mese sul mon- l'arca del TeslamentOjdentro la ([uale si

te Sinai, scritte dalle dita di Dio, cioè per conservava la legge di Dio, ed il vaso del-
per la operazione immediata o da un an- la manna ch'era il simbolo della divina
gelo, e se da Mosè certamente per ispi- Eucaristia, per tanto e pe'misteriosi sim-
razione dello Spirito santo, e contenen- boli dell'arca, scelse s. Pietro per celebr.t-
ti i precetti del Decalogo oss,\ii dieci prin- i re il divino Sagrijìzio un'ara di legno a
cipali Coìnandamenti dì Dio {T .), cioè forma di arca, e al modo che accennai nel
le parole dell'alleanza da Dio conclusa co- voi. LVlll, p. 2 3, e narro a ss. Teste.
I

gli ebrei, e perciòl'Arca santa fu detta del- Riferisce il Crescimbeni a p.121, Stato
l' Alleanza e del Testami'nto. Fu an- della ss. chiesa papale Lateranensc.che
che denominata assolutamente Testimo- in un santuario di essa sono riposti l'ar-
niìim , perchè conteneva le dette tavole ca del vecchio Testamento, il pastorale o
della divina legge della testimonianza bastone d'Aronne, la verga di Mosè, e la

dell'effettuala alleanza. La Volgala leg- tavola della cena del Signore, le quali ve-
ge in Taheniacìdo, ma l'ebreo legge in nerabili reliquie si aioslrano il giovedì
,^

32 TE S T E S
Siinlo e nella festa di s. Tnmmnso aposto- Testamento: 2." BihliograJJa per intra-
lo, ardendovi conliiiuaniente innan/i Ire duzione allo studio della storia del \'er-
Iainpadp,per disposizione del cardi nalRa- chio T'estamento, ossia Indieetto ragio-
sponi. Si può vedere Predica, ove ripor- nato degli autori elle si possono consul-
tili le opere di diversi sagri espositori del- tare. Marco Mastrofini, liitratti poetiei,
la sagra Scrittura, la (piale si fa nelle cat- storici e critici de'persanaggi j)iic fanìo-
tedree nelle chiese. E (|ni diibclie la lettu- si del l'antico e nuovo Testainento.^owìa
ra dell'antico e nuovo Teslaniento si suol 1807. J etus et novum Testanieiituìn
fare anche nel molte corpora-
refettoi iodi graece,cxversioneseptuagintainlerprc-
zioni religiose. A hbiamodas. Giustino ciò tuni juxta esemplar Vaticanuni, Glas-
chefacevasi nell'adimauze e sagre Sì'/ms- guaei822. Lecchio e nuovo Testamen-
.v/ (/ .) de* piimitivi cristiani, e special- to secondo la Volgata,traduzionc in lin-
mente in quelle del Papa, alle quali esso gua italiana e con annotazioni di mg.''
interveniva. Prima di giungere all'azio- jlntonio Mardni, Pi ato 827-32. Biìdia 1

re immediata del s. Sagrilizio. il chieri- sacra Eulgataeeditioins Sixti Pont. V


co Lettore leggeva da'lihri dell'antico e Max.j'ussu rceognita,et Clementis T Ifl
delnuovo Testamento quanto corrispon- ouctoritate edita, Vesuntione 828. Mo- i

de all'oilierna lettura delia sagra Litur- naldo Leopardi, /«/o/vVz evangelica spie-
E
gia AeW pistola e deiryù'<7»^(7oy quin- gata, in italiano, Velavo ^Zi. Storia san- 1

di il Papa faceva seduto un' omelia, un ta dell'antico Testamento spiegata in le-


discorso a'fedeli congregati, su quel tan- zioni da vari celelai autori ,\^\e%c\a 1882.
to che aveano inteso leggere da'lihri san- Pasquale de Nardis, Fatti di maggiore
ti dell'antico e del nuovo Testamento, e- rilievo dell'antico e nuovo Testa mento^
sortandoli a riteneine gl'insegnamenti; Roma i836.Ab. Dassance, Les saintesE-
poscia seguiva l'oblazione deTedeli, e fi- vaugilestraduits de laT ulgate,illustrés
nalmente il canone eia consagrazionedeU par mni. Tony Johannot, Cavalier, Gè»
lespecieEucaristiche e tutte le altre par- rard-Segi!ÌnetBrevièrc,Pav\s iS36. Sto-
ti del Sagrifizio. Anche gli ebrei tanto nel- ria santa dell'antico 7\'stamento spie-
J'adunanzc dell'antica che dell'odierna AV- gfJta in lezioni da. vari celebri autori
7ia^o^a {T .), facendovi orazioni e diver- Granelli, Pellegrini, Barotti , Rossi e
se funzioni , viene loro spiegata la legge Zucconi, Brescia 8 3 7. Francesco Luca e
i

Mosaica e l'antico Teslameulo inteipre- Roberto Falesie , Sacrorum Bildioruni


tato i\iì' llahl>i/ìi (/^.). Ora ricorderò al- I ulgataeeditionisCoiicoi'dantiae adre-
cune edizioni riguardanti il Testamento cognitinnemjussu Sixti Pont. Max., V
vecchio e Testamento nuovo, e delle o-
il lusulis 838. Novum Jesu Christi Testa-
1

pere che ne trattano. Girolamo Natali ge- meli tiim T ulgalae editioidsjuxla exeni-
suita, Evaii'^clicne historiae iniagines ^
piar Vaticanum, Parisiisi837. G. An-
Antuerpiae 1(196. Agostino Calmai be- tonielli, Storia del vecchio e nuovo Te-
nedettino, I^a storia dcU'antieo e nuovo stamento, Foligno i844- Bihlia sacra
Testamento, traduzione dal franeese di T^ulgatae editiouis, ad exemplar Vati-
•Seh'ag;gio Canturani, Venezia 767. Na- i canum novissime expressa cura d.'' Jas.
tale Alessandro domenicano, ///v/o/'/<7 re- Fr. Aiuoli, latine et germanice,'L!in(iìS'
clesiastira veteris novìsque Testamen- liuti i84'>-46- Negli Annali delle scien-
ti s, opera et studio Constantini Ronea- ze religiose compilati dal prof. Arrighi,
glifi, aeredunt ainmadversiones J. D. nel 254, legge i-agio-
t. 3, p. t.
4> P- 3, si il

AJansi,\p.nc\\\% 1777. Francesc'Autonio namentodel eh. barnabita p. d. Carlo Ver-


Zaccaria, />/s.9f/7/7r.;o«/4'/7/-/V',rioma 17 80: cellone: Avvertenzecriticìie sulla versio-
I .' Sulla storia ccelcsiastica del veccldo ne greca dell' antico Testamento fatta
TES TES 33
fin Jaìtila. Nello-stes^of..^) P-'^i e349j prudente discrezione lascia leggere il testo

è riportata lii flotta aivilisi che con elo- latino senza note; poiché suppone che chi

gio fece il gesuita p. Giovanni Feiione, ha fitto i suoi studi fino a capire il latino

dell'opera del can. G. M. Maloii intitola- della Volgata, abbia abbastanza giudizio
ta: La lettura della santa Bibbia in lin- per non pigliar lecosea rovescio. Ma quan-
gua, volgare giudicata secondo le Scrit- do si tratta di quegli altri che non han-
ture, la tradizione e la sana ragia- no fatto studio di sorta, e non sono per-
ne. Opera diretta contro i prinripii, le ciò in caso di leggere la Bibbia in latino,

tendenze e difensori piii recenti del-


i non
essa ha ragione di credere che questi
le società bibliche; con una storia cri- debbono essereciraed'uomini. Perciò non
tica del canone de' libri santi del Testa- volendo proibir loro la lettura della Bib-
mento antico, delle versioni protestan- bia, la dà loro tradotta con note a pie di
ti della Bibbia e delle missioni prote- pagina, le quali spieghino luoghi che po- i

stanti trai pagani ,V,o'van\o i84fi- La trebbero essere interpretati male, e fra
Civiltà cattolica, 2/ serie, t. 4. P- 55 r, le buone e approvate traduzioni in ita-

fa la rivista della deplorabile ed enoiiea liano, bellissima e fedele è la ricordata di

traduzione, che ad onta di averla la Chie- mg. 'Martini arcivescovo di Firenze. Vie-
sa proibita sotto pena di scomunica, fa- ne lodata la recente opera assai popola-
talmente a piene mani si dona, e porta re intorno alle ceremonie della Chiesa e
partitolo,Nuovo testamento tradotto in Lecons sur la Bible
alla storia biblica:

lingua italiana da Giovanni Diodati, ou Ilistoire de Vancien et du nouveau


Londra od altrove, ec. Rammenta che si- Testament suivies de Vexplication des
mili versioni di Bibbie falsificate e per- céréinoniesde VEglisepar M. Gavniron
ciò non approvate, anzi condannate in o- ancienne maitresse de pensionai, Paris
gni Inogo, è peccato punito di scomuni- 1854.
ca dalle leggi ecclesiastiche il distribuir- TESTE GvGUZLMOjCardinale. Fran-
le. E" altresì peccato il ricevere tali Bib- cese di Condoni, illustre per chiarezza di
bie monche e fcìisate, il leggerle, il rite- sangue, per iscienza e virtù, arcidiacono
nerle.Se la Chièsa proibisce la versione di Comrninges, essendo nunzio in Inghil-

dellaBibbiadelDioda ti ed al tri eretici, non da Clemente V a'22 o 24


terra, assente
è già perchè voglia vietare la lettura delia dicembre 3 2 fu creato cardinale diaco-
i !

Bibbia, ma pevallre ragioni che principal- no, e per distinzione il Papa gli mandò ia
mente riduconsi a 3. La f .'si è perchè quel- detto regno il cappello cardinalizio; e poi
la versione è fiìtta da un eretico, e la Chie- lo dichiarò dell'ordine de'preti colla chie-
sa vieta tutte le traduzioni fatte da'pro- sa di s. Ciriaco per titolo. Da Giovanni
testanti; la 2. 'perchè è senza nota di sor- XXII, alla cui elezione si trovò piesente,
ta, e siccome la Bd)bia contiene molti luo- fu fatto I ."vescovo di sua patria, donde pas-
ghi oscuri, nioiti chea prima vista sono sò all'arci vescovato di Pieims, vescovati da
equivoci, e per chi non capisce pericolo- altri Mor\ in Avignone nel
contraddefti.
si, ese vi fossero note d'un Diodati non po- i32G, e come altri pretese-
non più tardi
trebbero essere che ereticali, come quello ro, insieme ad altre cose non vere.
che nel 1607 pubblicando la sua versio- TESTE DE'SS. PIETRO E PAOLO,
ne in Ginevra ov'era nato, lo ritenne uno Capita ss. Petri et Pauli magni Aposto-
de'mezzi per propagar l'eresia in Italia; li, custodes tutelares, propugnatores Ur-
la S.'perchèèin più luoghi ma- falsificata bis. Insigni e celebratissime reliquie degli
liziosamente e fraiidolentemente. Quan- eroici e trionfanti Principi (P ) romani
timcpie il sapere il Ialino non sia segno di e della terra, i ss. Pietro e Paolo princi-
grande sapienza, pure la Chiesa nella sua pi degli apostoli, fondatori di Roma cri-

VOL. txxv.
3 ; T E S T E S

sliana e suoi massìini prolelloii. Esse so' che nel suo predio !' avea deposto, e so-
no quelle sagre ossa quelle iDaiidiliole, ,
pra del (juale Papa s. Anacleto vi avea e-
qneMmli, qiie' ciani che furono già de- dificalo una nieuìoria. Delle due Lucine,
stinali ila Dio per vasi di elezione a pre- nel voi. Lll, p. 281, indicali luoghi ove
ditare la verità in tulio l'orbe. Allres'i so- ne parlo, essendo stale confuse, sebbene
no i gloriosi e principali trofei delia no- in assai diverse epoche ambedue fiorisse-
stra s. Pieligione.uiio de'[»iìi preziosi eiiie- ro. Il Severano nelle 3/eìnorie sai:;re.^).
slimabili tesori sagri che vanta possede- 38^7, riferisce che nell'area della basilica
re l'avventurosa ed eterna Ixtmn/ (/ .) pa- Ostiense eranvi gli orti di s. Lucina di-
li ia di tutti i cattolici j oggetti della pro- scepola de'[MÌiicipi degli Apostoli e di ro-
fonda venerazione di tutto il Cristitnicsì' mana famiglia senatoria, e dove essa sep-
//7o, esistenti nella i /chiesa del mondo la pelliva i coi pi de'mailiri, e il medesimo
sagrosantapalriarealcarcihasihcae Chie- fece con quello di s. Paolo, riponendo pe-
sa fli s. Ciovanni in Laterano {J .),trìiì- rò la lesta scparalameule dove fu poi e-
dre e capo di tulle quante le chiese l r- retto un altare aGregorio nell'en-
s. I ,

l isct 0/7)/.?,ecalledraIe del souimo l'on- trare in chiesa per la prilla grande a tle-
tefìce /// omncm gciitcìu Pritiìaluni ha- slra. In questo luogo, allerma mg.' Nico-
lui. Le sagre Teste de'ss. Pietro e Paolo, lai,Della hnsilica di s. Paolo, p. 37, fu
in uno a'Ioro Liniina Jpostolnrwn^l .), trovato il suo capo, secondo la memoria

che formano l'ornamento inconiparahiie precisa conlenuta in una iscrizione ivi col-
delle patriarcali basiliche ove sono i loro locala nel muro: ///'<• inventmìi fuit ea-
l)eati corpi, cioè la Chiesa di s. Pietro in imi s. Patdi apostoli. Di tutte le reliquie
f aticanofi\i.\Chicsa (li s. Paolo nella \'ia de' ss. Pietro e Paolo e del loro culto ra-
(ostiense [à'ìcw ri[)arlai aTEMPionel com- gionai ne'limghi ove si ptjseroe venerano,
piere la desciizione del risorto splendido e singolarmente nelle loro biografìe, do-
sagro ediflzio), in ogni len>po ebbe i fe- po che secondo alcuni s. Silvestro 1 le di-
deli d'ogni grado accorrenti, anche da re- vise, il (he ricordai anco nel voi. LXIV,
mote legioni, a sfogare la loro tenera pie- p. 97. Qui pure noterò, che passiuido in-
tà e divozione da cui furono e sono [)ene- nanzi alle confessioni ed agli altari papa-
Irali persi grandi benefattori universali, lidelle basiliche Laleranense, Vaticana e
('ostante, profonda e munifica fu la cura Ostiense,si deve fare la Genuflessione (f''.)
de' Papi, pel mantenimento e inciemen- indusivamenle dal Papa; e che Benedet-
lo dell'ossequio e riconoscenza \erso i due to XIV nel rendere [)iìi solenne tutta l'ot-
precipui campioni illustri della Chiesa, e tava della festa de'ss. Pietro e Paolo, or-
perciò gelosi nella custodia e conserva- dinò che nell'ultimo gioì 110 si celebrasse
zione dellesagre ceneri de'ss. Pietro ePao- da'cardinali avanti less. Teslequellacap-
lo.Imperocché, e come ripetei a Sepol- pella semi-papale che descrissi nel voi, IX,
cro de'bomani Pontefici, l*apa s. Anacle- p. i4o. a tale eirello erigendosi un aliare
to eresse in onore di s. Pietro lai.^ me- amovibile nella nave mezzo avanti le
di
moria; Papa s. Calisto Irasfer'i le spo- 1 ss. Teste. Inoltre lìenedetto XI V stabilì,
glie de'medesimi ss. Apostoli alle Cata- che dopo il ve'«pero dello stesso giorno,
(omhejePapa s. Cornelio con altra Tra- il senatore e i conservatori di Roma in
slazione le ricondusse a' luoghi illustra- rubboni d'oro e con treno pubblico (col
li dal loro martirio col ministero di Lu- corteggio di tutta la curia cajutolina e dei
cina giuniore piissima matrona romana, caporioni, finche esisterono), si portasse-
e quanto Paolo nel cimile-
al cf)ipo di s. ro a venerarle nella basilica, ovesono ri-
rio nondicjuella matrona, ma di altra s. cevuti alla porta nìaggiore da 4 canoni-
Lucina seniore e discepola dell'apostolo, ci, essendo le ss. Teste esposte per tutto
T E S T E S 3ì
r[nel giorno. Indire s. Silvestro 1 forino che rilevai ne! voi. LIV, p. 297, nella cap-
In meiisii (leUVr/Zc/re tiiiigiiiore con quel- pella dei Transito e Assunzione in cielo

lo ligneo dis. Pietro, ove sino allorn avea- della B. Vergine; ma l'iscrizione sepolcra-
noc<.'I<'l)rnlo quasi setnpre i Papi,raccliin- le da lui composta e ivi citala ove si ri-

(lenilolo nel medesimo, e lo descrissi nel porta, \\i levata e trasportala nella canie-
voi. XII, p. 22. In quest'altare, in cui non retla dietio l'altare senza stabile sisteina-
\\ ( elebra che il Papa o un cardinale au- zione.e ciò per ornare il paviuiento,ed ivi

torizzato da speciale breve aposlolioo, si- appena ne lessi il nome in piccole lette-'

no a Bonifacio Vili fn permesso per pri- re di melallo: Heic Fi\ Cancellieri. I de-
vilegio di celebrarvi a'7 cardinali Fcsco- creti de'principi, i monumenti i più soli-
\'i sidntrbìcfin' lì' Ostia .Porto, Selva CaJi- di della mano dell' uou^o, spesso da. chi
TusculoeAl'
diiìa, Sahiìia, Palcstrina, deveconservarli,non che dal tempo, ven-
ì>auo(T'.)nA\a ebdomadaria ufficiatura, gono distrutti. Solo la Storia, verace tut-
e perciò detti Ebdomadari [T .) Lalera- to tramanda, e il suo testimonio resta im-
ncnsi e collaterali del !^apa. Fra tolte le perituro sino alla consumazione de'seco-
cospicue prerogative di cjii è doviziosa- ii.Pe'grandi meriti del Cancellieri, sia con
mente decorala i'arcibasilica Laleranen- l'erudizione, coll'alina Roma, e con la ba-
se, la piìi singolaree illustre è senza dub- silica Lateranense, qui lo reintegro nel
bio l'anticliissio)o possesso delle veneran- tolto epitaliio, come una gloria nazionale,
de Teste de'priiici|>i degli Apostoli, poi- riproducendolo per grato animo e per am-
ché tra le reliquie insigni de' santi delle Franciscus Ilie-
mirazione.//<"/r situs est
quali si può fai ne 1' uiìlzio, la testa pri- ron. Cancellieri US Rom. qui
vixit ann.
meggia. La testa, r^7^of//, è la parte supe- LXXV niensis il dies xix. Decessi t ir kal.
riore e anteriore del corpo umano, la sua januar. an. mdcccxxvi. Huini sepultus
più nobile parie, la sede principale dell'in- prope Cenotaphiwn T'. E. Leonardi An-
gegno, del sapere e della bellezza,elo spec- tonelli Card, patroni benejicentissinu -
chio degli affelli interni. 1 soli bruii guar- Qui latein vivens haesi fere lustra per
dano sempre in basso, ma l'uomo di cui odo - Ipsc tuos recubo nwrtuus ante pe-
non è quaggiìi la beata patria, il sapien- des- Corporc duni tecum din virtutc re-
tissimo Facilore del tutto, nel crearlo se- sumpto- Perpetua liceat pace bonoque
condo la sua immagine divina, gli pose la frui.Sarebbe riuscita assai più utile la
testa in alto perchè mirasse lecose immor- 2/ edizione delle. l/c'/^o/'/V, pubblicata nel
tali e il Paradiso che lo attende operan- 853 in Roma dal tipografo Ferretti, con
I

do virtuosamente. I latini dissero capo m avviso bibliografico che si legge a p. i 09G


singiilos hojniues, in capita, viritim j e del Giornale di Pw ma, se illustrata col-
per capo dissero pure la vita o uiiiouedel- le memorale aggiunte dell' esemplare e-
i' anima col cor[)o. Francesco Cancellie- sistente nell'archivio Lateranense. Le ss.

ri sommo erudito ci diede le preziose i1/c- Teste già l'a^eano dottamente illustrale,

morie istoriche delle sagre Teste de'ss. oltre gli scrittori della basilica, il benefi-
Apostoli Pietro e Paolo e della loro ri- ciato della Giuseppe INL'So-
medesima d.
cogìùzìone nella basilica Lateranense ^ resini, De Capitibusss. Apostoloruni Pc-

con un' appendice di docianenti , Roma tri et Palili in sagrosancta Lateranen-

I806. Quasi duplicate con postille del me- si ecclesia, asscrvatis. Opusculuni, etc,

desimo,i suoi eredi le donarono, colla Sto- RomaeiSyS.Indifu compendialo dal cu-
ria de' solenni possessi de'sonmu Ponte- stode di Sancta Sanetnrum d. Giusep-
fici, egualmente arricchita dalle postille pe Pazzaglia, Compendio delle cose piìi
dell'autore, alla basilica Laleranense, per cospicue concernenti la Scala santa, e
esservi slato tumulato per distinzione, il le ss. Teste chili apostoli gloriosi Pie-
^G T E S TE S
Im e Paolo, tratto dalle oiìcic latine di madre e capo di tutte le chiese, e sede del
Giiisi'pjicMariaSorcsiiii,coiiiinsnnìma- Pontefice romano, in essa pose le loro ss.

/io di rclifiuic (ite \i conscn-aiio , e in' Ti'ste, e ivi dentro l'altare con altri sa-

(hdiiciizc chi' sono nel Saneta SaNcto- gi i pegni le depositò. Altrettanto ri|)or-
ni/i!.V\.omaiCì'j'.\.\uo\\te prima del Can- tano Baldcschi e Crescimheni nello >S7/7-

cellieri, il tloUissimo cau. d. Giovanni Ma- io della ss. chiesa Papale Lateranen-
langoni avea nel 1747 pubblicato in Ro- se. p. 96 Del trasporto
: delle sacre Te-
ma: [storia dell' antieldssinio oratorio o ste de'gloriosi apostoli Pietro e Paola
cappella di S.Lorenzo nel Patriarchio in questa ha si lira, e della loro venera-
Lalcraneiìse . comunemente appellato zione. Nella quale opera essi ci dierono
Saneta Sanctorum. Siccome in qnesla nel 1723 un breve e importante eslrallo
per vari secoli si custodirono le ss. Teste, del libro di Soresini. INel i852 il dotto
e siccome al santuario vi è unita la Scala archeologo mg.'DomenicoBartolini pub-
santa, così in quell'arlicoloe in altri, col blicò in Roma la sua Dissertazione so-
IMarangoni e col Cancellieri ragionai del- pra l'antichissimo altare di legno lin-
l'insigni reliquie medesime, laonde in bre- chinso nell'altare papale della sagra-
ve e per evitare ripetizioni vado a farne santa arcibasilica Lateranense. Do-
la licapitolazione,per poi col Cancellie- vendo in seguilo parlare di esso, conviene
ri proseguire la narrazione. L'imperato- che qui dia un laconico cenno della bel-
je Costantino I il G/Y///rA', divenuto cri- lissitiia dissertazione. Uiferisce il eh. pre-
stiano, ridonò la pace alla Chiesa, accor- lato,che Cornelio centurione, il i ."de'gen-
dò a'cristiani il libero esercizio del culto tili che entrò nella chiesa di Cristo, per
Joro, e circa il 3i3 donò a Papa s. ì\Iel- opera di s. Pietro che lo battezzò in Ce-
chiade parte dell'imperiale palazzo iWT.a- sarea, allorquando 1' apostolo si recò io
/(77///o.perdi lui uso e per quello de'suc- R.oma, Cornelio o l'accoiupagnò o lo for-
c.essori. Il Papa probabilmente nel remo- nì di lettere commendatizie per la sua no-
lo eslretno lato formò un oratorio per la bile famiglia de' Cornell Pudenti, dove
celebrazione del s. Sagrifizio e altri riti. potesse alloggiare; ed a Chiesa di s. Pu-
Certamente s. Silvestro I, ihe nel 824 gli DENziANA, a Terme ed altrove, notai che
successe, avendo ricevuto da Costantino iu tale casa si ospitavano i novelli cri-
I lutto intero il palazzo, vi formò la pon- stiani, massime i provenienti dall'orien-
tificia residenza o Patriarchio Latera- te. Avendo s. Pietro convertito i Pu-
nen.se (J '.), poi Palazzo apostolico La- denti, e nella loro casa stabilita la sua di-
teranense {T .). In essa dedicò una cap- mora e seile, ivi estese le sue cure pasto-
pella o oratorio, delta per eccellenza ba- rali su tulle le parti del mondo e vi ce-
silica, a s. Lorenzo arcidiacono delia chie- lebrò il santo sagrifizio. IMemore dell'ar-
sa romana e mai lire, e vi pose le sue re- ca di Noè, sotto il cui simbolo era figu-
liquie. Adiacente al palazzo l'imperatore rata la Chiesa, e l'arca del Testamen-
edificò l'arcibasilica Lateranense, nel Va- to dentro la quale si conservava la legge
ticano la basilica di s. Pietro ov'era sla- di Dio e la manna simbolo
Eucari- dell'
to sepolto, nella via Ostiense la basilica stia, scelse per la celebrazione della mes-

di s. Paolonelcimilerio dis. Lucina senio- sa un'ara di legno a forma d'arca, anche


re, e s. Silvestro I le consagrò, ma per l'O- pel suo facile trasporlo in que' tempi di
sliensecdubbiotal rito. Bensì ilPapa, giu- persecuzione, con furi in ambo i luti per
sta le antiche tradizioni, collocò nelle con- inlromcttei vi le aste per trasportai la da

fessioni delle basiliche Vaticana e Ostien- un luogo all'altro, mediante maniglie. So-
se i corpi dess. i'ietro e Paolo; ed aven- pra di essa celebrarono pure successo- i

do dichiarala l'arcibaiilica Lateranense ri, e s. Evaristo nel disUibuiie i titoli o


T E S T ES ^7
oratoiii tielle diverse regioni di Roma, or- sempre per divina provvidenza si è ser-
dinò die avessero aitai eli pietra e l)ene- i ])ata illesa e integia quella lacera
arca di
delti;però l'antica arca lignea si conti- legno vincitrice del tempo e delle bar-
nuò da 'Papi ad adoperare nelle sagre si- barie. Termina mg.' Cartolini con ram-
nassi a cui essi presiedevano, in riveren- mentare, quanto all'identicità dell'alta-
za a s. Pietro. Eretto il luogo da lui a- re di s. Pietro, avere Benedetto XIV de-
bifato in titolo e nella Cìiiesa di s. Pu- cretato:Che quando una reliquia da tem-
dfiiziana, Papi si conser-
ivi abitando i po antichissimo riscuote il culto de' fe-
vava l'arca di legno, come luogo residen- deli con non mai interrotta tradizione
ziale del vescovo di Rom;i, tranne tem- i della sua identicità, scienti e consenzienti
pi in cui si ritirarono nelle catacombe e i vescovi e i Papi, deve questa ritenersi
iie'cimiteri per le peisecuzioni,oin (|ual- come autentica, essendo sulllciente per de-
clie altro titolo da loro eretto, oe'quali cidere dell'identicilàdellereliquiela mo-
luoghi probabilmente trasferivano l'arca rale certezza. Sull'asserto di mg.' Barto-
come altare portatile. Donato da Costan- lini mi occorre di fare due dichiarazio-
tino 1 parte del palazzo di Lalerano a s. ni. La I. 'è sulla erezione della basilica
La-
Melcliiade, d'allora in poi ivi fu stabilita teranense, per quale non intendo ac-
la

la residenza papale. Crede mg.' Bartoli- cedere al suo opinaraenlo, ma solo di ri-
ni che il palazzo avesse la propria basi- portarlo, e ripeterò il protestato altro-
hca, e che s.Melcliiade la destinò pel cul- ve Chi narra dice un fatto, non con-
:

to cristiano, e che il successore s. Silve- ferma una sentenza. La 2.' riguarda la


stro 1 la dedicò al Salvatore, trasferen- cap[)elletta che mg.' Bartolini non rico-
dovi dalla casa de'Pudenli l'altare di le- nosce per confessione, benché molti scrit-
gno di s. Pietro e de'suoi successori, e ve tori con tal chiamarono, e su
vocabolo la

lo collocò solennemente,lasciandone qual- di questo pure non intendo farne que-


che tavola in quell'antico titolo, dove tut- stione, ma bensì noterò che nel suo alta
tora si venera, porzione avendone pure re vi sono delle reliquie, poiché il capi-
la basilica di s. Marco. Sostiene ancora tolo della basilica Lateranense ritiene pos-
il pi elalo, chela basilica Lateranense non sedervi corpi de'ss. Crisnntn e Daria
i

ha avuto mai confessione sotto l'altare già vestale, martiri, e ne celebra la festa.

in cui si custodissero le reliquie de'mar- So bene che pretendono


altre chiese ne
tlri, mai il sepoicrino di essi nella mensa, il possesso, e lo dissi conBuller nelle brevi

ma sempre si è celebrato il s. Sacrifizio sul- loro biografie, il quale agiografo narran-


l'altare ligneo, e di presente ancora si cele- do che loro corpi furono trovati nelle ca-
i

bra ivi sul nudo legno, mentre per legge tacombe Papa s. Da-
della via Salaria,
universale della Chiesa in tutto il mondo, maso I tomba e compose un
ne decorò la

secondo il decreto di s. E varisto, celebrasi epitaflloa loroonore. Dicendo poi ilButler


sugli altari di pietra che contengono nel- dell'invenzione delle A't'//V/?izV de'ss. Con-
la loro mensa le reliquie de'marliri. E' iugi e de'Ioro compagni, che in tale ar-
pregio singolare, unico ed esclusivo del- ticolo descrissi col p. Severano, Memo-
la basilica Lateranense, il celebrarvisi la rie sagre, sebbene dichiari che Stefa-
divina sinossi sopra l'arca su cui avea ce- no VI neir8j6 (non è giusta questa da-
lebrato la messa s. Pietro e i successori, ta, perchè il Papa fu creato neir88j)di
per esenzione dello stesso s, E varisto. Qui- questi ultimi soltanto ne trasferì parte
vi da s. Silvestro 1 lino a noi è stato sem- nella basilica Lateranense, e nella basi-
pre custodito quell'altare sagrosanto, e lica de'ss. XII Apostoli (per cui il Papa
nelle varie rovine e incendi, cui la basi- la rinnovò, come riferisce il Piazza nel-
lica fu soltoposia uel corso di tanti secoli, YErucrologio dìRoì/iaa p. 64^, parlau-
38 TE S T E S
di> de'ss. Coniugi che ilice vissuti vergi- sione Lateranense ebbe ed ha nel suo al-

ni, ma le relic|uie de'cjuali e non (|nelle tare le ss. Reliquie. Fiallanlo divenula
tle'conipagni egli inlencle^lraslerite nelle la cappella di s. Lorenzo roialerio pri-
delle basiliche, e che si venerano anche valo e domestico de'Papi, ebbe 3 altari,
in s. Silveslio /// Cajtiti), menUe quelle e nel G87 s. Sergio I vi collocò un rag-
de'ss. Ciisanlo e Daria nel!' 842 erano guardevole pezzo della vera Croce, che
slate portate nell'abbazia di Pruni, indi a'noslri giorni Gregorio XVI die in cu-
in quella di s. Avolo, e cita il [). ÌSlaliil- stodia alla basilica \ alicana, come nar-
lon, Ji tu Siiìicloìuni ord. s. JJciicd.'cti, rai hel voi. ^ lll.p. 3 14 *i altrove, descri-
secolo I\ p. 61 1. Il p, Severanoin par-
,
vendola. Essendovi slata collocata ncll'al-
te conviene col Dutler, senza e>plicila- lai e maggiore la prodigiosa immagine a-
menteihchiararsi, anzi con s. Gregorio di chcropila de! ss. Salvatore (la cui origine
Tonrs diceche Papa Pelagio (il fu crea- I raccontai nel voi. LXII, p. ^4) *^ della
lo nel 555, d 11 nel 578) concesse delle quale lo slesso Soresini nel 167 5 ci die,
loro reliquie a un diacono che partiva da JJc ì/nrtgi/tc ss. Salvatoris, dall'oralorio
Roma, e concilia il nuovo rinveniuienlo nel 752 Stefano li! con solenne /;/o<r.v-
seguilo solto Stefano VI, di porzione de' sioiic andò nella patriarcale basilica Li-

colpi de'ss. Crisanlo e Daria, e di queste beriana. La liadizione riferita da Gio-


una parte Giovanni X delgi4 ne donò vanni Diacono Lateranense, De ecclesia
a Ceieiigario I re d' Italia, e c[)e a >uo Latcraiieìisi, presso il p. Mabillon, Mu-
lenq)o Irovavansi a Iteggio {d\ Lombar- scuinltalicumi. 2,p. 570, diceches, Leo-
dia e lo notai in quell' articolo, dicendo ne III del 7C)5 ripose nell'oialoi io molle
le altre essere nelle due memoiale basi- ss. Reli(|uie, e nel 2." altare (nel i .°eravi
liche di iioma),t-(l il reslo rimase nel La- la nominala celeberrima immagine, il 3.°

teraiio, com'è solilo farsi in tulle le Iras- era quello del titolare s. Lorenzo) le sa-
lazioui. Però qui ancora conviene tene- gre Teste de' ss. Pietro e Paolo, ciò che
re pieseiile, che molli confusero la par- si Leone IV deir847.
volle allribuilo as.
ie col tulio, e [)onno benissimo venerar- Però il p. Gianuingo gesuita nel Coin-
si le loro reli(piie tanto sollo l'aliare del- mcntario {storico intorno alle ss. lit-li-
la confessione Lateranense, e saranno la qiiie de' Principi degli apostoli^ a'2g di
maggior porzione, (|uanto nelle allie /{. giugno degli Acta ss. de'B(dlandisii, va
chiese ricordale. Il p. Seveianu chiama la congliieltiiiaudo che la tiaslazioue delle
cappella sotterranea Lateranense, de'ss. ss. Teste dalla basilica Lateranense nel-
Ci isanlo e Daria, e confessione. Raccon- l'oratorio di s. Lorenzo del propiiwpio
ta che non solo vi fu venerala la veste di palriarc|iio, possa essere seguila ne!r8c)7
s. Giovanni apostolo ed evangehsla, ma a tem[)o di l'apa Stefano Vi dello VII,
ancora la dalmatica di Pascasio, la i|Uci- per cagione d'un orribile leiremolo che
le toccala da un ossesso restò subito li- rovinò tale basilica di Laterano, [ler ili-

bero dal demonio. Che l'una e l'allia e- fello ancora di coslruzione, dall'altare
ranu tenute in molla venerazione, ope- principale posto nel bel mezzo e sollo l'ar-
rando il Signore per esse molle grazie, co maggiore, sino alla sua porla; e che
per cui in tempo di siccità e d'inonda- perciò dovendosi rif.d)l)ricare, fu neces-
zione SI solevano cavar fuori, e si otleiie- sario di trasferire altrove le ss. Reliipiie
va il tlesideralo. Porzione d'ambedue s. ch'erano nel medesimo aliare, e perciò
Gregorio I dava a quelli clie domanda- insieme con esse anco le ss. Teste furono
vano reliquie, e perciò la superstite di s. collocale nella cappella pontificia del pa-
Giovanni trovarti mollo dimiuuila. Dun- lazzo Laleraiiense. ìNolerò, che l'aliare li-

que la cuppellclla suUerrauca ocoufcs- gneo di s. PieUo u quell'epoca era lode-


TES TE S Z^j

rato (li lamine crargento, circondato ne' gelista, come rilevai nel citato articolo,

4 angoli da allieltanle colonne di porli- che poi per la grande lunidità fu neces-
do S(jsreiienti l'elegante tabernacolo o ci- sario toglierla : inoltre un tempo si cuslo-
luirio. Avanti a questo eslendevasi ilpre- divano anche gli Olii santi, che ivi an-
t,i)iterio,cliius()(la cinta inarinorea,e den- nualmente si consagrano come cattedra-
tro il presbiterio l'altare dedicato a s. Ma- le del Papa vescovo di Roma. Egli inol-

ria iMaddalena, adorno pure di taberoa- tre opina, che invece di aprire la doppia
colo. Inoltre l'altare avea una tavola col- scala con balaustri e darle una forma
le iniruagini dipinte de'ss. Pietro e Pao- d'antica confessione di martiri (come fe-
lo. Fra l'altare e il coro 4colonne di me- ce Gregorio XVI e rinnovò più grande
tallo corintio scanalate sostenevano va- l'io IX), dovea chiudersi la cappellina e
ne immagini di santi, e ciascuna un pre- tornare la basilica nella sua intera inte-
zioso luminare cbe ardeva di baUamo o- grità, pelsuoimico e singolare pregio che
rientale, a piedi delle (piali i divoti ap- la distingue dalle altre chiese patriarcali,
jìeiulevanoi loro voti. 11 balsamo che nel- non che da quelle di tutto il mondo, di
le feste principali bruciava in dette lu- non avere confessione, vale a dire san-
cerne, solevano annualmente mandarlo tuario di reliquie di santi sotto la mensa,
gli orientali quale tributo alla chiesa ro- perchè suo grande santuario è l'altare
il

mana, benché Papa Formoso del-


sotto ligneo di Pietro. Nel disastro ricorda-
s.

rSg I , essi con denaro si alTraucarono da lodelI'Syg, rovinò il ciborio,egli altri or-
lai gravezza;e>iccomeofFrivanoauco de- nauìenti dell'altare nella più parte resta-
gli aromati, come garofani, per quan-
i rono distrutti. Dipoi compita la riedifi-

to dissi ne' voi. XI 1, p. 4o, e L V, p. 4 '


>
cazione della basilica nel 908, regnando
nella basilica tuttora con misteriosa be- Sergio i 1, e per sua munificenza con nuo-
1

nedizione si distribuiscono a* canonici e vi ornamenti d'oro e d'argento, con ci-


a tutto d clero Lateranense, prima della borio di stupendo lavoro tempestato di
celebrazione de'vesperi nella vigilia di s. gioie, in questa congiimlura si crede che
Gio, Battista, ioltoposta all'altare eravi fossero riportate nell'altare della basili-
la cap[)elladi S.Giovanni Evangelista eoo ca le altre ss. Reliquie, ma le ss. Teste si

Fenestrella (T'.}, ove si custodivano le ss. lasciarono nell'oratorio del patriarchio,


Ueliquie, leallre essendo chiuse nell'alta- che avea preso il nome di Sancta Saii-
re, per l'operato da s. Gregorio I, al rife- cloriim e lo ha ancora. Questo titolo gli
"^

rire di Giovanni Diacono. Ma, ripeto, mg. derivò dalle ricordale ss. lieliquie depo-
Bartolini ritiene, che la basilica Latera- stevi da s. Leone HI, le quali chiuse in
nense non ebbe mai sotterraneo e con- un'arca di cipresso, questa avea l'iscrizio-
fessione in cui si custodissero sotto l'al- ne di Sancta Sane to rum. Restò dun-
tare le reliquie de'mai tiri. Aggiunge che que all'oratorio il classico titolo, coraechè
l'esistente piccolissima cappella non è di divenuto cospicuo santuario, sia per l'ita-
antica data, e soloebbe origine in età pò- luagine acheropila del ss. Salvatore, sia
steriore,quando rialzato il piano della cal- per le Teste de'ss, Pietro e Paolo, sia pel
cidica o tribuna, venne sepolto iu buona numeroecomplessodelless. Reliquie che
parte il ciborio; allora fu che in quello visi veneravano, e tenuto quindi il luogo
spazio aiigu>to fra il piano antico e la por- piùsantoepiù venerabile di tutto il mon-
zione interrata del ciborio, venne cava- do. Essendo l'antica cappella di Sancta
lo quel piccolo andito con l'altare, indi Saiicloruni co' detti 3 altari e più vasta
per renderne sagro il luogo, vi fu conser- dell'odierna, nel voi. LXII, p. 60, 70 e
vata per qualche tempo la reliquia della 83, non che ne'molti luoghi relativi, de-
luuica di s. Giovanni apo.stoio edevan- scrissi le solenni pontificie funzioni, sagre
4o TES TES
ceiemonie e feste che vi cclebiaioiio i l'a- narrato a p. 64 e 68 del più volte cilalo

pi, inclusivameiile alla benedizione degli volume. 11 successore Onorio 111, dopo a-

ylgniis Z>('/{de'quali i ipiii laiaSuPERSTi- vere rinnovata la ca[)pelladi.S',///(7^i Saii-


2I0NE, perchè a questa la Ciiiesa \\ sosti- clcruin, pe'travagli della Chiesa, non so-
tuì), rinnovata da ultimo dal Papa che lo de'minacciati da Federico II, ma co-
regna (munifìcù col santuario della Sca- me leggo inUinaldi all'annoi 21 7, n.° 28,
la salila, per quanto riferii in quell'ar- per implorare da Dio il suo polente pa-
ticolo, e nel voi. LXVlI,p. i o5, ed in altri trocinio all'armi crociale d'Andrea 11 re
luoghi). Una di esse era quella del vener- d'Ungheria, di Leopoldo VI il Glorioso

«Pi santo, nel quale dall'altare de'ss. Pie- duca d'Ausilia, del duca di Moravia e di
lioe Paolo, rompendosi i sigilli, .siestiae- altri principi cristiani, nella sagra spedi-
\ano le loro ss. Teste, insieme a óiit Ciò- zione di Gerusalemme, per nuovamente
ti, e dal Papa si davano a baciare a'car- liberai la cogli altri luoghi santi dal cru-

limali ed a tutti gli ordini di coloro che dele giogo de'saraceni, non solamente or-
intervenivano, e poi ripoi.eva le ss. Teste dinò a'vescovi pubbliche processioni nel-
e una Croce nel suo luogo, che lornavasi a la 1.' 6.' feria d'ogni mese in ciascuna cit-
.vigillare, Croce presa da un car-
e l'altra tà e in qualunque luogo popolato, ma e-
dinale prete con essa in processione an- gli slesso convocato nella basilica Late-
tlavano nella basilica di s. Croce in Ge- ranense tanto il chiericato, quanto il po-

lusalcmme, ove si rendeva solenne ado- polo, a piedi nudi si recò nella basilica
1 azione alla medesima. INella festa dell'E- Liberiana con processione di peniteii/a,

saltazione della ss. Croce, il Papa ficeva portando avanti le Teste de'bb. Apostoli
la stessa e>«tiazione, consegnoi.do a' car- J'ietro e Paolo, per im[)eliare a'couibal-
dinali le ss. Teste, e il legno vivifico della tenti pel popolo cristiano e di Gesù Cri-
vera Croce, per trasportarsi alla vicina sto per riiilercessionedella sua ss. Madre
chiesa di s. Silvestro 1 presso la basilica, raiutodivino,conoscendo non essere suf-
onde venerarsi dal Papa^da' cardinali e ficienti i propri Dienti per ottenerlo. A.

dagli altri, indi processionalmente i car- Pr.ocHssioNiì ancora riportai quelle altre
dinali preti Seniori poi lavano le ss. Te- fatte da' Papi colle ss. Teste, narrando
ste nella basilica Lateranense, e scalzi ri- qiiandosicavavang dalla loro custodia per
tornavano nel palazzo a riporle nell'oia- farle venerare e baciare. Clemente IV cou
torio.iSello slesso voi. a p. 62, con LXll, suo breve a Isabella sorella di s. Luigi IX
Giovanni Diacono, notai le copiose e in- re di Francia, nel I 268 la disingannò dal
fcigni reliquie che nel 59 si veneravano 1 1 credersi posseditrice del capo di s. Paolo,
nella cappella di S'anela Saiicloìiun. per che gliaveanodonato corti greci con frau-
felenco che lòrmò d'oidined'Altssandro dolenta assicurazione, ovvero lo confuse-
III, comprese le ^s. Teste, ed a p. 69 re- ro con Paolo vescovo; breve che con al-
s.

gistrai (juelle non riportate dal dello scrit- tri documenti comprovanti l'idenlilà del-
tore. Tornato Filippo 11 Augusto dalla le ss. Teste può leggere nel Cancellie-
si

ciociata di Terra santa, fu ricevuto in Ko- ri. INicolò 1277 per la rinnova-
lll<lel
nia da Celestino 111, il quale gli lece que' zione del palazzo e dell'oratorio di San-
doni che accennai nel voi. LI, [). G9, e gli ila Sanclorian, tolse da esso eh notte le

lece nwjstrare le ss. Teste de'ss. l'ietro e ss.Teste e altre reliquie, e colle sue pro-
i'aolo, ed il l'ollu sanlo. Innocenzo 111 prie mani, in casse distinte, ledepositò ge-
dell 198 nell'armadio io cui erano ripo- losamente in altro lato del palazzo, e tioti

ste le ss. Te>le,(ece lavorare due sportelli nella basilica come dice il .Soresini, e poi
di metallo colle medesime scolpile, <la ve le riporlo nell'unico altare da lui fal-
chiuderò! eoa chiuNi e culeuacci,ul Uiodu lo costruire iuvecc dc'3 preccdculi,aveu-
TES TES 4r
clune rislrelta l'ai-ea e l'aulica forma, e ter eorruptìhiles, sopra l'autenticità del-
riiiuliiiise iiicasse d'argento. Pare che cle- le bolle [)onlificie dal sigillo di piombo,
liic.isse il nuovo ontloi io, ollrecliè al suo coirim|.rcssioiie delle ss. Teste, si leggo-
titolare s. Lorenzo, anche al ss. Salvalo- no nel Cancellieri. Inoltre nell'articolo
1 e, etl ci'ss. Pietro e Paolo, essendovisi fat- Sigilli roiVTiFicu riparlai dell'^://ir//o Pc-
to (li|iinf;cie in attodoifiiie una chiesa a .5-(V/to/7V>, altro sigillo papale, coll'edigiedi
s. Piclio, oltre l'iininagine di i|uesti e tli s. Pietro; e qui aggiungerò, che Eugenio
s. Paulo in musaico. Con altri dipinti fe- IV fece scolpire le ss. Teste nell'anellocol
ce esprimere le gesta e inariirio d' am- quale sigillava ìeh()\\ii,subCr//)iliunPri/i-
hediie, e i fatti rigtiaidaiiti le ss. Teste, e cipitni yipostoloriun. Nicolò III nel ripor-
fra di esse una Croce, essendo quella di je nella detta cappella di s. Lorenzo le ss.

s Paolo alla destra per quanto dichiarai lieliquie e le ss. Teste, per custodia di
ne' \o\. LUI, p. 22 e 23, LX Vi, p. 93 e queste s'r servi degli antichi sportelli, e vi
svj^.Aìccuiìo <\e Sigilli jìU!itifin!jàa[)po\- pose analoga iscrizione, che si può legge-

clic in tal modo in quelli di piombo del- re inMarangoni a p. 36, ove il Pa[)ala
le /olle pontilìcie, sono rappresentate le chiama iSixs volte basilica, e dice d'aver-
Teste de'ss. Pietro e Paolo, per dimostra- la consagrala.il cardinalStefaneschi nella
re i i^api con pubblica e solenne testiino- descrizione del solenne possesso preso nel
niiiiiza il loro speciale cullo alle medesi- I 2(y5da Boiiif icio V ! 1 ! della basilica La-
uic, da Papa s. Paolo 1 in poi (|uanto al- teranense, tra le sue reliquie enumerale
le immagini, e prima di Pasquale 11
loro ss. Teste: Et caput aetlicrei Petri, Pau'
colla ss. Croce che le separa, dimostran- licjue Celebris, Bonificio Vili unì al ca-
do non ostante che la maggiore onoranza pitolo Laleranense 1' abbazia nullius di
devcsi a s. Pietro. Però Cancellieri cre- Ferentino i^J .), colia giurisdizione ba-
de assai più remota l'inlroduziune delle ronale della contea: però il l'apa che re-

ss. Teste ne'sigilli pontificii per singolare gna separò dal capitolo l'abbazia e l'uni
distinzione de'Papi, onde autenticare Io- i al l'arci diocesi di i9yjoZc'/o(^7'. Inoltre Bo- ).

io solenni atti e diplomi, e ne riporta le nifacio Vili, toltala dignità di Pr/o/r(/''.)


diverse opinioni; dicendo che vollero per dalla basilica e Chiesa di s. Giovanni iti

ossequio e venerazione renderli legali eoa Laterano (T"'.),\\ sostituì il cardinal Ar-
tali ÌM)()ressioni, per ricordare anche la ciprete (F.), della qual dignità riparlai
loro residenza presso l'oratorio loro pri- a Preti CARDINALI. Nel I 3ut) mentre Cle-
vato di s. Lorenzo, ove si custodivano le mente Va vea trasferito la residenza pon-
ss. Teste, ed Innocenzo 111 e Innocenzo I V lillcia in nel maggio o giugno
Avignone,
con encicliche nolificaiono all'episcopa- Laleranense rieddlcala da [)o-
la basilica

to e alle chiese, simili sigilli formare l'au- chi anni da Nicolò IV, andò in fiamme
tenlicitiì delle ponlilìcie bolle [)er distin- colle sue adiacenze, restando le ss. Teste
guerle dalle false, anzi le medesime furo- illese nel contiguo oratorio di s. Loren-
no espiesse ne'loro denari e inoiwte, ed zo, preservalo prodigiosamente. Ora ec-
il N'eltori, nel Fiorino d'oi-o, p. 260, ne comi a riprendere la narrazione col Can-
jl porla molte colle ss. Teste si de' Papi cellieri.

clic di altri principi che ve le fecero scol- Per la lunga e de[)!orabile assenza de'
pire, e che perciò volgarmente furono Papi dalvoma erasi trascurato inqiie'lem-
tliiainate /c.vto/i/, e siccome il loro valo- pi torbidi e di fizioiie l'antico culto alle
re era di 3 paoli, tal nome è reslalo alle ss. Teste, che nondimeno sempre rima-
monete papali d'egual valore. L'encicli- sero nell'oratorio di Sancta Sanclonini.
ca d'Innocenzo \\ì Pridcnico Btdlac uo- Ma piacque a Dio che nel 3G2 fosse e- 1

^slrac, e l'euciclica d' luuoceuzo IV, fn- levalo al ponliiicalo Urbano V Grimoar-
4o TE S T ES
ceiemonie e feste che vi celebiaiono i Pa- nairato a p. 64 e 68 del più volte citalo
pi, iiiclusivaiuenle aihi benedizione defili volume. Il successore Onorio 111, dopo a-
j-lgmis 7J<'/{cle''quali ripai lai a Supersti- vererinnovnlalaca[)pelladi.S\//K7(^i Saii-
zione, perchè a questa la Cliiesa \\ sosli- ctoruiii, pe'lravagli della Chiesa, non so-

tiù), rinnovata da ultimo dal l^npa che lo de'minacciati da Federico II, ma co-
iL'gna (munifico col santuario della AV^- me leggo in Uinaldi all'annoia lyjU.^zS,
la santa, per quanto riferii in quell'ar- per implojare da Dio il suo potente pa-
licolo.e nel voi. LXVlI,p. i o5, ed in altri d'Andrea 11 re
trocinio all'arnii crociate
luoghi). Lna di esse era quella del vener- d'Ungheria, Leopoldo VI il Glorioso
di

«h santo, nel quale dallallare ile'ss. Pie- duca d'Ausilia, del duca di Moravia e di
tro e Paolo, rompendosi i sigilli, si cstrae- altri principi cristiani, nella sagra spedi-
\ano le loro ss. Teste, insieme a due Cro- zione di Gerusalemme, per nuovamente
ci, e dal Papa si davano a baciare a'car- liberai la cogli altri luoghi santi dal cru-

ilmali ed a tutti gli ordini di coloro che dele giogo de'saraceni, non solamente or-
inlervenivano,e poi ripoi.cva le ss. Teste dini) a'vescovi |)ubbliche processioni nel-

e una Croce nel suo luogo, che torna vasi a la i.' 6.' feria d'ogni
mese in ciascuna cit-
Croce presa da un car-
sigillare, e l'altra tà e in qualunque luogo popolalo, ma e-
dinale prete con essa in processione an- gli slesso convocalo nella basilica Latu-
elavano nella basilica di s. Croce in Ge- ranense tanto il chiericato, quanto il po-

rusalemme, ove si rendeva solenne ado- polo, a piedi nudi si recò nella basilica
j azione alla medesima. ìNella festa dell'E- Liberiana con processione di penitenza,
saltazione della ss. Croce, il Papa faceva portando avanti le Teste de'bb. Apostoli
lu stessa estrazione, consegnando a' car- Pietro e Paolo, per iin[)elrare a'combal-
dinali le ss. Teste, e il legno vivifico della tenti pel popolo cristiano e di Gesù Cri-
vera Cioce. per traspoitarsi alla vicina sto per linlercessione della sua ss. Madre
chiesa di s. Silvestro 1 presso la basilica, l'aiuto di vinojconoscendo non essere suf-
onde venerarsi dal PapUjdu' cardinali e ficienti i propri meriti per ottenerlo. A.

dagli altri, indi processionalmente i car- PnocnssioNE ancora riportai quelle altre
duiali preti seniori portavano le ss. Te- fitte da' Papi colle ss. Teste, narrando
ste nella basilica Lateranense, e scalzi ri- quandosicavavaiigdalla loro custodia per
lornavano nel palazzo a riporle nell'ora- farle venerare e baciare. Clemente IV con
torio. JNello stesso voi. LXll, a p. G2,con suo breve a Isabella sorella di s. Luigi IX
Giovanni Diacono, notai le copiose e in- re di Francia, nel 1 268 la disingannò dal
cigni reliquie che nel 59 si veneravano i i credersi possedilrice del capo di s. Paolo,
nella cappella di Sa/icla SuihIoìuiìì. per chegliaveanodonatocerligieci con frau-
lelenco che flurmò d'oidined'Alcssandro dolenta assicurazione, ovvero lo confuse-
III, comprese le ss. Teste, ed a p. 69 re- ro con Paolo vescovo; breve che con al-
s.

gistrai quelle non liporlate dal detto scrit- tri documenti conqirovanti l'idenlilà del-
tore. Tornato Filippo 11 Augusto dalia le ss. Teste si può leggere nel Cancellie-
crociata di Terra santa, fu ricevuto in lio- ri. Nicolò HI <lel 1277 per la rinnova-
ma da Celestino Ili, il quale gli lece quc' zione del palazzo e dell'oratorio di San-
doni che accennai nel voi. LI, p. Gq, e gli ila Sanctoi'uni, tolse da esso di notte le

Itjce mostrare le ss. Teste de'ss. l'ietro e ss.Teste e altre reliquie, e colle sue pro-
J'aolo, ed il l olio santo. Innocenzo 111 prie mani, in casse distinte, lede[)ositò ge-
<lel I 198 nell'armadio in cui erano ripo- losamente in altro lalo del palazzo, e non
4te le ss. Teste, fece lavorare due sportelli nella basilica come dice il Soresini, e poi
di metallo colle medesime scolpile, da ve le riportò nell'unico altare da lui fal-

chiudersi con chiuNÌ e caleuac»;i,ul modo lo cusUuire iuvecc de'S preccdculi,aveu-


1

TE S T E S 4
tlone lislrelta l'area e l'antica forma, e ter corruptiììilcs, sopra l'autenticità del-
rincliiuse incasso d'argento. Pare che de- le bolle pontificie dal sigillo di pioud)o,
tlicasse il nuovo oruloi io, oltreché al suo coll'impressione delle ss. Teste, si leggo-
titolare s. Lorenzo, anche al ss. Salvato- no nel Cancellieri. Inoltre nell'articolo
re, ed a'ss. Pietro e l^aolo, esseudovisi fat- Sigilli pontificii riparlai deiry-y/zc/ZoPc-
to dipingere in attoduilVire luia chiesa a iTrtto/70, altro sigillo papale, coH'edigie di
8, Pietro, oltre l'immagine di questi e di s. Pietro; e qui aggiungerò, che Eugenio
s. Paolo in musaico. Con altri di pai ti fe- IV fece scolpire le ss. Teste nell'anellocoi
ce esprimere le gesta e martirio d'am- quale sigillava ìeboWn^subCapitianPri/i-
bedue, e fatti riguardanti le ss. Teste, e
i cipuni Aposioloram. Nicolò III nel ripor-
fra di esse una Croce, essendo quella di re nella detta cappella di s. Lorenzo le ss.

s. Paolo alla destra per quanto dichiaiai Reliquie e le ss. Teste, per custodia di
ne' voi. LUI, p. 22 e 23, LXVI, p. 98 e queste sr servi degli antichi sportelli, e vi
seg.,dicendode'i.S7;i,'77// /vo/^/Z/Mz/j-dappoi- pose analoga iscrizione, chesi può legge-

chè in tal modo in quelli di piombo del- re inMarangoni a p. 36, ove il Pa[)a la
le hoilc pontificie, sono rappresentate le chiama due volte basilica, e dice d'aver-
Teste de'ss. Pietro e Paolo, per dimostra- la consagiata. 11 cardinalSlef ineschi nella
re i Papi con pubblica e solenne testimo- tiesci izioiie de! solenne possesso preso nel
nianza il loro speciale cullo alle medesi- 1 2C)5da Doiiificio VII! lidia basilica La-
me, Papa s. Paolo 1 in poi <|uanto al-
ila teraneiise, tra le sue relitjuie enumerale
le loro immagini, e prima di Pasquale II ss. Teste : Et caput aethcrei Petri, Pau'
colla ss. Croce che le separa, dimostran- licpie celebri.^. Bonificio Vili unì al ca-
do non ostante che la maggiore onoranza pitolo Lateranense 1' abbazia iinllius di
devesi a s. Pietro.Però Cancellieri cre- Ferentino (/ .), colia giurisdizione ba-
de assai più remota l'uitroduzione delle ronale della contea: però il Papa che re-

ss. Teste ne'sigilli pontifìcii per singolare gna separò dal capitolo l'abbazia e l'uni
distinzionede'Papi, onde autenticare i lo- all'arci diocesi di Spoleto (T".).\nQ\\.ve Ho-

ro solenni atti e diplomi, e ne riporta le nifacio Vili, toltala dignità di P/'/o/t(/''.)


diverse opinioni; dicendo che vollero per dalla biisilica e Cìdesa di s. Giova n/d iti

o^isequioe venerazione renderli legali con Latcrano (f'\),\\ sostituì il cardinal Ar-
lidi in)pressioni, per ricordare anche la ciprete (T'.), della qual dignità riparlai
loro residenza presso l'oratorio loro pri- a Preti CARDK\ALi. Nel 1 3u8 mentre Cle-
vato di s. Lorenzo, ove si custodivano le mente Va vea trasferito la residenza [)on-
ss. Teste, ed Innocenzo 111 e Innocenzo IV lilìcia in Avignone, nel maggio o giugno
con encicliche notificarono all'episcopa- la basilica Lateranense riedificata da po-
to e alle chiese, sinjili sigilli formare l'au- chi anni da Nicolò IV, andò in fiamme
tenticità delle pontifìcie bolle per distin- colle sue adiacenze, restando le ss. Teste
guerle dalle false, anzi le medesime furo- illese nel contiguo oratorio di s. Loren-
no espiesse ne'Ioro denari e moiicle, ed zo, preservato prodigiosamente. Ora ec-
il Vettori, nel Fiorino d'oro, p. 260, ne comi a riprendere la narrazione col Can-
riporta molte colle ss. Teste si de' Papi cellieri.

che di altri principi che ve le fecero scol- Per la lunga e de[dorabile assenza de'
pire, e che perciò volgarmente furono Papi daRoina erasi trascurato inque'tem-
chiamate /r.s7o/;/, e siccome il loro valo- pi torbidi e di fazione l'antico culto alle
re era di 3 paoli, tal nome è restato alle ss. Teste, che nondimeno sempre rima-
monete papali d'egual valore. L'encicli- sero nell'oraloi io di Sa/irta Sa/ietoi-uin.
ca d'Innocenzo \\\ Pridcinco Bullac 110- ]\Li piaccpie a l)io che nel 3G2 fosse e- 1

stracy e l'euciclica d' Innocenzo IV, /«• levalo al pontificalo Urbano V Griraoai-
s

4i T lì S T E S
di, il quale ligiiardiuxlo la tlignilà papale ienaloreeda'mngiiali della città. Recatosi
come esilialii ni eli l<i dc'iiKJiili, iiuii volle nella cappella di SancLa Sane tortini 0:1'-

nella coruiiaziouecomparire in cavalcala caudole ss. Rerupiie, Ira esse, e in sito re-
ad Avignone. Animalo da (|ue.>lo senti- condito sotto la colonna dell'altare, ritro-
nienin, cominciò a vincere la ripugnanza vò dentro una cas.>ella d'argento in due
di n)ulti cardinali, cli^ nella più pai le fran- vasi simili le Teste de'ss. Pietro e Paolo,
cesi non volevano abbandonare il delizio- e tulio commosso di divozione ne fecel'o-
so clima di Piovenza, ed a risolversi di stensione al popolo romano accorso nel-

cetleie alle replicate istanze del popolo ro- la sottoposta piazza. Poscia le fece mostra-
mano, alle pei suasioni di s Brigida di S\'C- re dal cardinal Guglielmo de Soiidrc ve-
zid, e alle «pieiele del facondo Petrarca, scovo d'Oslia e Vellelri e dal cardinal Ni-
die preso dall'anuirosoe nobile trasporlo coli) Cr/y^orr/ vescovo d'Urgel (non di Ver-

che avea per l'alllitta lìoma, ebbe il co- celli come diversi pretesero, non trovan-'
raggio di scrivergli: Qtio iiu/iinni, animo d(jlo alfatto tra' vescovi di Vercelli iiel-
Tu ad ripa/Il Rhodaia'y'^iil) auralìs tecto- V/talia sacra dell'Ughelli, uè nella Se-
riim laaiu'aiìhiiSy soinnum capix, et La- rie cronologica de\'csco\'i del cali. Duna;
teraiatni liiiniì jactt et Ecclesiariim .Va- errore che rimarcò anco il Caidella, nel-
ler oiimhun, tecto careiis et vcnlìs pa- le Memorie xtoriche de cardinali). Tra
U't, etpluviisj et Petn,et Paulisanctìs' le testimonianze prodotte da Cancellieri
siniae Doiniis tremunt, et Jpostolorum, sulla ostensione delle ss. Te-ile,osservo non
qiiae mine Aedes fuerat^ j'ani ruina est, poche coiilraddizioni di date, pe' diversi

inforinìsque lapidimi acen'us, lapidei tempi in cui si fecero, ed anco altri er-
tpioque peetorihus suspiria extorcpiens? rarono con anacronismo. O tre 1' Osten-
Si determinò dunrpie ili riunirsi alla sua sione descritta, si ricordi (juella del 1.

sposale di ricondurre la residenza pontifi- marzo 368, che 1 altri dicono meglio fal-
cia in /ìV>«/(7, ove giunse in trionfo sabato la a' 5, nella quale il Papa mostrò al po-
16 ottobre iSGy. Lazione più strepitosa polo il capo di s. Pietro, con inesplicabile
e memoiabde della sua breve dunora nel- allegrezza, ed il cardinal Capocci il capo
l'alma cillii, fu l'invenzione e la nuova col- di s. Paolo. Indi Urbano V volle che le
locazione delle ss. Teste nella baNÌlica La- !»s. Teste fossero di nuovo sigillate, co'si-
leianense, dii huiiaiidoii Papa essere con- gilli de'caidinali Rinaldo Orsini e A/ar-
veniente che 1 Capi (le'ss. Apostoli, i qua- co da f
iterbo, non che dal senatore di
liaccano piantalo co'loro sudori, ed ui- Uouia Biagioo Blascodi Fernandodi Bei-
iiaHiata col pro|)rio sangue la Chiesa cat- viso (parente del celebre cardinal Albor-
tolica, ripo<assero nella basilici Latera- noz, poi aiari;hese d' Ancona, rettore di
iiense,capo e madre di tulle le chiese, [)er Bologna e duca di Spoleto). Intanto il Pa-
prouuioverne la venerazione universale. pa volendo restituire alla [)ubblica vene-
Come ci(> segui, il Cancellieri con mol- iazione le ss. Teste, con riportarle alla
teplice ei udizione ne raccolse le prove, ri- b.isilica Laleraneiisc, ordinò che per lora

ferendo le rel.izioni >ci ilte da'conteuipo- nobile e decorosa cuslodiu si lavorassero


rauei, e raccolle da'docuuienli. Di tulio ilue mezze slalue o busti d'argento, ilei
trovo meglio darne un complessi voestral- [leso di 700 marche per ciascuno ( 200
I 1

to, seiiiplincando con più chiarezza il dii:ono bahleschie Cresciiubeiii), e che la

laceonlo, e rettificando le varianti e di- inedesime fossero adornee ricche di molte


verse cose con altri autori. A' 1 8 ottobre pietre preziose. In pan tempo commise eoa
I 367 sembra che il Papa visitasse la basi- un breve a Giovanni dì Sleiaiio da Siena
lica Laterunense, indi passò nel contiguo archilello e scultore (secondo l'asserto del
[)uluzzo uccumpuguulo du' cardinali, dui dolio artlieolouocomujeuJ.i'. li. \ isoou-
TE S TE S 43
li, clie inoltre riferisce aver coiulotto pu- cavi delle loro teste collocò i Capi de'ss.
le litvoii tli soultiira nel tliioiuo crOr\ie- Pietro e Paolo). In pari tempo dalla cap-
to, ilu\esi iioniiiia iiiqiiulità il'iucliileKo pella di Sa lieta Sanetoi-ia/i furono est rat-
neh 370, e [jerciò poleie ancora avere e- te le ss. Teste dall'altare di s. Ijoreii/o,
seyuilo sculture pel lalieriiacolo. Iti filli da'cardiiiali Francesco Te!>àldesrìii,V\Q.
j
Iffjjf^o uella Storia del duomo d'Orvieto tro Roger
Jllonstrio arciprete della ba-
di 1 p. \ alle, le sue iiolizie a (), i 1 7, 1 1 8 Lateranense e poi Gregorio XI, e
silica

e 286, che ili." agosto I 367 h\ preso ti. il- Rinaldo fV.v7/jz,coirassislenza del vicario
ju fabbrica per aichilello c<j11.i coucloUa del Papa Giacomo IMuti (Papazzurri) ve-
pei 6 ai)ni;e -siccome ini teinposi Iralleiuie scovo d'Arezzo (il Ponzetti, D<' 7 icario-
in i'ioina per aver mai ii)i,yli orvietani ri- rum Urbis, lo dice vicario di Gregorio
cui>eioalI*apa, inaegli si difese assai bene XI), e l'intervento del senatore, conser-
econliiiiiò neirim|)iegn olire il leiiipo con- vatori e caporioni di Roma,come di mol-
tenuto), r erezione della stupenda mole li sacerdoti, Irovundosi la cassetta co'diie
del ciborio e del tabernacolo marmoreo, vasi ehe leconlenevano co'sigilli impressi
die di gusto gotico racchiutle e sovrasta nel 1367 intalli. Portate le ss. Teste nel-
l'ullaie pi inci()ale che contiene quello li- la pcjiilificia residenza del Valicano, Ur-
gneo di s. Pietro, in cui stabili con debi- bano V alla presenza di molti distinti per-
! lo onore di collocare busti colle ss. Teste. i sonaggi, secondo aleuni a' 18 aprile festa
l'rcyòpoi il Papa principi ci isliani a con-
i di P.isijiia (veramente a' 1 6 aprile sene
coi lere negli ornainenli dc'busli d'argeU'- celeliia l'annivei sario, e meglio deve es-
lo. l'erciò Carlo V redi Francia olìTiilue seie avvenuto in tal giorno come pure af-
glieli d'oro, con gemme e pietre preziose ferma Marangoni, a' i 6 aprile 370) be- 1

del xalored'oltre 4,O0o fiorini, contrilHÙ ned'i i due busti e gli ornamenti, ripose
all' eiezione del gran ciborio e taberna- in essi i Capi de'ss. Pietro e Paolo, cia-
colo, e poi si recò a venerare le ss. Te- scuno in quello che li rappresentava , e
ste, («iovanna regina di Francia e iNavar- poi li consegnò a'cardinali Uinaldo Or-
ra ^e.ioè sorella del dello re di Francia, e siili, ed Angelico Grimoardi di lui fra-
moglie di Carlo 11 il Malvagio re di Na- tello (e non nipote), I (juali, insieme co-
Vl.i ia),doiiò una croce d'oio d'mestimabi- gli altri cardinali e molti prelati, col cle-
le v.ilure con Uiollc mai gai ile, Giovanna I ro e popolo romano, accompagnati da
lesina diSicilia dièuiiduideina realeador- nìolti lumi, con pubblica e solenne pro-
nu (.li ì>ellissime gemme preziose. 11 valo- cessione, per la città recarono alla basi-
re ile'tjuali doni ascese a 3o,ooo liorini. lica Lateranense le ss. Teste co'Ioio bu-
Queliti insieme all' argento, all'oro, alle sti, sopra due piedistalli di noce dipinti a
alti e gioie de'diie busti, secondo il comu- varicolori,e indoraticon orofinoedazzur-
ne [iireie fu di 3oo,ooo (iorini di came- ro, sotto baldacchino retto da 12 aste.
la. l^erò la complessiva valuta più [)ro- Giunti nella basilica, i cardinali deputati
liahile fu stimata i5o,ooo liorini, ossia collocarono busti colle i ss. Teste sopra l'al-

3o(),ooo scudi. Comjìito il lavoro de'bu- tare maggiore papale, nell'alto dell'eini-
sli lui gennaio SGg.altridicono nel i Syo,
1 nenle tabernacolo sovrastante al ciborio
ed a' i5 o 16 aprile, furono portali nel appositamente edificalo di firma quasi go-
\ alleano presso il Papa (e Maiangoni the tica, (juailrata e piramidabile,e sostenuto
con errore tipografico riporta al 3q4 l'in-
1 da 4 colonne del ciborio di marujo d'or-
veiizione delle ss. Teste falla da Urbano dine corintio con capitelli messi a oro, es-
iV, dice eh' egli slesso nei palazzo V'ali- sendo il luogo ove li deposero uno stanzi-
jcauo volle assislere alla disposizione delle no o camera quadrata o caj)pellelta cir-
gioie sulle grandi mt^ze statue, e ue'cuu- condata di grandi e forti ferrate. 11 lavo-
4'i T E S TE S
Cionìnlc di Ronui, di cui parlerò in fi- foglio senza affatto ninna insegna e in-
ne, si coinniisero alcuni efjiiivoci, clie ini teramente vuoti perchè non ne conobbe
j'Oi t;i esaminare. L()$leinin;i posloal fian- Io stemma, come un gran numero «li
di
co deirailare, nel lato (l(ir«'pislola,di nie- cardinali e perciò li mentre
lasciò vuoti;
talluduralo,Misostìliizione rect^nledi (|iif I- nella slessa p 220,n.° 8, fra 8 larghe di1

lo inariiKH eu della thic^a romana, si disse slemmi cardinali/i parimenti vuoti , ri-

dai CìornnIe.dt\ cardinal J^rifcglio giti porta soltanto quello del cardinal iNicoIò
iTu'ie ranicilciìgo. Invece lo slenuua di Capocci, tal quale come lo produsse Ciac-
cpiesli, (li cui riparlai nel voi. IH, p. iqi cotiio, c(m 4 sbarre aventi nel mezzo 3
e 202, si lornia di 3 glol)i o polle e di 3 rose. Quanto poi all' arma del carilinal
Meiie,di\ive nella mela della lari;a danna Gì-iinoardi. frater PP. Lrhaid A, dice
shaira. Lo stemma egmiie de'dne Agri- pure Panvinioa p. 229, ivi nel n.°i o nel
foglio, 2Ìo e nipote, dal Ciarconio, l itac suo slemma lo si vede precisamente egua-
J'niìt. et Card., si ripui la nel t. 2, p. 5o6 le a quello del Papa fratello, formalo d;i

e 5G6: il giimioiecoinecanierieiigodi Ur- fascia a 4 seghe, quale appunto si ha in


lano\ forsepoteva [lerciòavere laleoiio- Ciacconio, a p. 56 t, inoltre avvertendo
ie.TiiUa\olla essendosi da meesaminalo questo ultimo scrittore, che il cardinale,
(jueslo pnniodi araldica, e gli stemmi de' L rhaid V non fi a tris pliux, sed frater,
carilinali,piiieclie taieslenuna a|iparlen per le testimonianze che adduce. Tanto
ga piollosioaUnnnonnnalocaidinal Ugo il Ciacconio quanto il Paiivinio danno al
iiogf /'.imperocché I aniicoe ricordatoor- cardinal Ugo Roger il suddescrilto stem-
ramento marmoreo dellaltareavea dalla ma. Quiinto a quello del cardinal Allior-
parlecliegiiarila la nave grande gli sleoi- noz,\\ Paiivinio non loconolibe,ed il Ciac-
nii di r.regorioXI, di Ui L'ano V e del car- colilolodiècon una semplice sb.irra a tra-
dinal L'go /l'ogT/- scolpili in marmo. Ora verso, la quale forse essendo stata falla in
limosMi lede opera per sostituirvi l'idlra or< o con colori, e questi col tempo ve-
file poidii ò,fpiellodeiyii'ogr7 invece fu ese- nendo meno, opino che le piccole larghe

gnilo in metallo doralo e [insto nel suildtt- senza alcun segno fuse a luiapparlenghi-
lo fìdnco dell'aliare: antoreliè non si cre- no, uè mi fu duto vedere sul monumenlo
dette del A'oijr/". ma dell'. /g^/'//òg^//o.tn Ita- stemmi del cardinal d'.7g-;//(>g^//o. In fatti
vi;! lostemtna èdel/tOi^rv.H V\\\mi\^Fasù la riesci izioiie del tabernacolo eseguila dal
Caìdiìudiitnì, riproducendone gli>tem- IMillini, lo ripeto, non fa parola dello stem-
concorda con quelli diCiacconio.LV//-
liii, ma ò' Agrifoglio, hiHìSì de'cardiuali Ro-
ì uin di liomn, <li cui pure Girò poi ricor- ger e AUiornoz. E'verochenon ricorda
do, non solo ripetè l'asserto del Giornale, gli stemmi del cardinal Griinoardi, ma

di lioniay sullo stemma del cardinal d*^/- essisi vedono manifestamenle replicati nel

{yr''J"Slif>, ma aggiunse che desso e quello monumento, olire quelli de'ie di Fran-
delcaidinal (J /7///0(7/t// nipote («leve lieo- cia. Avendo Gregorio XI dichiarato col-

conieho giàawei li-


liosceisi perfratello, la bolla Super iau\'ersas OrìiisKcelesins,
to)d'tlrhano V elaltonel .3'j da Gì ego- 1 chela basilica Lateranense era la sede prin«
rio XI arciprete Lateranense, come altri cipale del sommo Pontefice, dipoi si la-
furono iiifeilelnientc prodotti dal Ciacco- sciò persuadere di ritornare in Roma per
liio, e trovarsi esatti nel Panvinio, che se- ristabilirvi la residenza pontifìcia, glorio-
gui l'autoi e dell'articolo del (Jioriiaie di samente vi fece il .suo ingresso la sera de'
lìoiiin.W Panvinio, Kuitome Poiitificunì, I
7 gennaio) 377,6 recatosi poi nella ba-
Cardiiialium iiisig//in,ói\ me riscontiato silica Lateranense, O.itensa Apnstolorinn
a p. 220 e 229, numeri! 4 e6, riporta gli Capita, plaudendo niaìdl'ii^ turba rej>a-
triat rum laelilia. Laonde osserva Can-
TE S T E S 4?
CpUicri, qneslo fu ih." Papa solfo di cui de»imo ciborio; et questo poco tempo fa

si Ila memoiirt die s' iiiconiincinsse l'uso (nel declinar del 1


649 circa), è slato di-

tli mosti are soleiinemeiile le ss. Teste nel- sfatto nella nuova restaurazione d'Inno*
la basilica. Nel 1889 Boiiilucio IX poco cenzo X." Adunque per tutto il narrato
dopo li» sua elezione, colla bolla Sincera sembra spiegato, dicono alcuni, perchè in
devo/io, e poscia colia bolla QuaiiKiiinin alcuni luoghi del tabernacolo Uibaniano
luiìversìf! Orhis Erclcsiac, dichiarò clie si videro alcuni stemmi de'Colonnesi: io

nella chiesa Lotcìaneiise, capo di tulle le però nelle accurate indagini che feci sul

altre di Roma e del inondo, si conserva- monumento, come ora trovasi, non mi fu
vano con ogni venerazione i Capide'due dato vederne alcuno. Divotissimo Marti-
jirincipi degli A postoli. Nel 1 4 o [tortalo-
' no V delle ss. Teste, morendo nel 143 l

si in Roma Luigi il ledi Sicilia, a'2 1 set- ordinò che si tumulasse avanti le mede-
tembre col legalo tii Giovanni XX 111 as- sime, e crederono tliversi Sicritlori e Can-
sente, e con molti baioni di casa Orsini, cellieri, che si fosse ciò eseguito e collo-

si reco a visitare le ss. Teste; ostensione cato nel deposito di mai n»o e bronzo, scol-
ripetuta a'i4 mar70 4 4 ^'' '^^ •'"P*'*"^'
1 1
pito da Simone fratello di Donatello, e
tore Veiueslao VI redi Boemia. WartmO da Antonio l'^ilarele fiorentini, scultori e-
^ Colonna, già canonico e arciprete del ziandio delle superbe porte di bronzo del»
la basilica Laleranense, riidzò il suo pa- la basilica Vaticana, come alfenna Vasa-
vimento nella nave di mezzo d'opera a- ri, il cui disegno circoud ito da architet-
lessandrina ad intarsio, leggiadraiuenle ture e ornato di sue medaglie, fi a le (piali

disposto in vari compartimenti ili piccole una colle ss. Te»te, riporl 1 il citato Ciac-

pietre a diversi colori, che fanno bellissi- conio a S^B. Nell'opera magnifica con
p.
mo elTelto; tolse gli amboni forse di Ser- La patriarcalr basilica
bellissimi i-aini.
gio 111, l'altare di s. AbiriaìMaddalena e il Tjnteraneiìse ilhistrnln per cura di A-
coro de*canonici,che essenilo iiin;mzi l'ai- gostiìio T^alc liti Ili, ^onvA 83 4,1 il disegno
tale papale, ne impedivano la vista com- del monumento si riporta nel t. 1, tavola
pleta, e perchè meglio si godesse isolato 3?. Come notai nell'articolo Chiesa bis,
il soM-astante tabernacolo e il ciborio che Giovanni in Laterano, la descrizione e
lo circonda. Inoltre e come dissi nel voi. illustrazione dell'encomiata opera è stu-
LXIV, p. io5,e alti ove, nella basilica Mar- dioso lavoro del eh. Filippo Gerardi. Ma
tino V fece altre opere, fra le quali pose per quanto narrai nel vol.LXIV,p. io5
sullo il propinquo tabernacolo delle re- e >eg., pare che il magnifico deposito non
li(piie da lui eretto, e sopra l'altare, una sia le miericercheon-
che un cenotafio, e
s. Maria Maddalena, forse per memoria de stabilire il luogo dove fu sepolto, in-
«lei rimosso altare, e per di dietro il pro- contrarono l'approvazione di qualche per-
prio ritratto in ginocchio, ambo dipinti souiiggio e altri antichi ecclesiastici appar-
da Scipione Gaetiìno. Trovo poi nel Bai- tenenti alla basilica, dopoché fu pubbli-

deschi e Crescimbenijche il quadro di s. cato il detto volume, e ad onta delle ossa


Maddalena fu posto ad altro suo altare e- che vi furono collocale dentro nel recen-
relto nella sagrestia debenefìciali dal ca- tetrasferimento del deposilo.di che pai le-
nonico Fui \ io Orsini, die morendo nel ròa suoluogo,lecjuali non si ritengono per
1600 vi volle essere sepolto innanzi. 11 dia- le identiche del Papa. Si vuole die Mar-
rista Gigli riferisce. «Le reliquie de'Sanli tino V fosse sepolto da un lato del taber-
stavano prima in altro ciborio, a niano nacolo, cioè nella cappella de'ss. Filip[»o e
destra di quello degli Apostoli, fatto già Giacomo di sua casa Colonna, a desti a del-
«la Papa Martino V,il ritratto del quale l'attuale cappella del coro d'inverno. Ve-
in atto d'orare, sta dipinto dietro il me- nendo poi murata la cappella,sicrede ra-
48 T E S T ES
gionevolmenle die le sue «pni^lie movlnli TI: a figlio il canonico Nicola poefa di va-
si tias|)Oi fiissero con (|uclle ilfgli iilti Co- i lore. A '3 I maggio 43 i '
»
ft:s'<i d' Penteco-
loimesi in taleciippella del coro, ncll'allra ste, l'imperatore Sigismondo, dopo essere
sepoltura gentilizia ili sua illustre casa(l'u- stato coronato in s. Pietro da Eugenio IV,
Ila e l'altra eretta dal caidinalAscanio Co- si recò nella basilica. Lateranense, ove gli

lonna, che assetino 1 1 lampade d'argento fiiiono mostrate le Te^te de'ss. Apostoli
pei pel ne alle ss.Tesfe,conie narrai nel luo- da IMaltinSoresini beneficiato custode del-
go esempio iniitalo dal bene-
citalo, pio le medesime, e poi canonico Liberiano. Ai

ficialo Girolamo Tciccalcielo, il cpiale do- 29 agosto 1436 venerò e vide le ss. Te-
nòi2 lampade d'ottone ben lavorate pe' ste il celebre patriarca / itelleschi, poscia
giorni feriali: contribuì pure all'erezione cardinale, il quale giunto all'arco di s. Vi-
della cappella il contestabile d.Fili[)po Co- to fu ricevuto sotto un drappo d'oro e ac-
lonna, elle ivi innalzò alla moglie un son- compagnato così as. Lorenzo in Damaso.

tuoso monumento). Ciò conferma il co- Ad onta delle somme precauzioni pre-
dice Vaticano 5994 contemporaneo allo se da Urbano V, le ss. Teste furono ripro-
slesso Papa, poicliè a p. 74 si legge bi vevole segno della rapacità iniqua e sa-
seguente epigrafe ritmica, composta dal crilega di 3 ladri, due de'quali Nicola Ga-
suo segretario, nella (juale èchiaramenle rofalo e G. Capocciola regnicoli, benefi-
dello essere Martino V
sepolto nella cap- ciali Lateranensi, e il manutengolo zio Ni-
pella di padronato della sua famiglia; e- cola di Valmoutone canonico della sles-
pi£:rafe favoritami dal eli. mg.' Pio ÌMar- sa basilica. due beneficiali a' 12 aprile
1

linucci 2.° prefetto delia bil>lioteca Vati- 1 438 lunedì di Pascpia.dopo aver mostra-
cana. Epytapliium Diìi Martini Pape lo le ss. Teste, nella notte diabolicamen-
Quinti obiit auteni ano Diii \^'6\ dn-fc- te ardirono di spogliarle di 2 balasci,d'un

hriiarii xxii, composi timi per clarissi- grosso zadlro, di 3 preziosissimi diamanti
ìiiutn viruni diium Antouiumde Luschis e di 12 grandi perle. Né contenti di que-
dniPapcsecrctariwn.-Sunimwn in gen- sto furto, nel giorno della festa de'ss. A-
ie dcciis ,
genuil qiicni clara Colunine- posloli a' 29 giugno, ne tolseio altre 18

Stirps antirpia, potejis, romani magna gemme, facendosi ascendere il furto fra
Et pars fida piis,acquintus ab
senatu.9 - lutto al valore di 3o.ooo scudi e più. Sco-
ordine Papa-JIic Martinus crai; pro- perto il delitto da un orelìce che a vea com-
prio epa membra sacello - Et superis a- prato per Seducati una perla di gran va-
lìimani terris per lustra politus - Reddi- lore, e da un pio e nobile veneziano che

dilj iitfaeta est sevis iam pena ij ra- avea acquistato una margarita pure di
mnisj - Coniposiùt iustosjct mundi regna gran valore perdonarla alle ss. Teste on-
redegit-El i'irlute sua pacato vijcit in de ricuperare la sanità, furono portali nel-
orbe. Apprendo dal Bonamici, Pont. E- le carceri di Campidoglio il canonico e i

pist. Scriplorilnis, p. iyo,edal Marini, ni[)oli beneficiati. Piicupeiate tutte li' gio-

Archiatri Pontificii, 1. p. 87, t. 2, p.


1 ,
i ie , con solennissima processione furono
!o3 eiio, che Antonio Loschi vicentino restituite a'20 agosto nel tabernacolo, con
fu illustre segretario apostolico, dicin- l'intervento del senatore che lesse pubbli-
rpie o sei Papi successi vaineiite,comincian- camente la tremenda scomunica di Ur-
do da Gregorio }v II, Alessandro V, Mar- bano V, control ladri ei manutengoli, che
tino V, Eugenio IV, ec, e tanto distinto deponeva qualunque ecclesiastico o laico
scrittore e poeta latino, che Lorenzo Val- dalle dignità, vietando loro di fir testa-
la l'antepose a Bartolomeo Poliziano. Eb- mento riè testimonianza, di essere ogni
,

J)e a fratello Francesco, dotto giurecon- domenica scomunicati, e in morte sotter-


sulto, poeta, oratore e segretario di Pio rali a"Casaliiii, come fu fatto. Il canonico
-

T E S T E S 49
bencliò avesse giurato al governatore tli sognò concedere al popolo romano di sa-

Roma di nulla sapere, fu convintoci rei- lire sul tabernacolo, perchè ognuno po-
tà, e co' beneficiali costretti a confessare tesse accertarsi co'propri occhi, che tut-
tutto, furono degradati nell'altare mag- te le gioie e perle erano stale rimesse ai
giore di s. Maria d'Araceli, e da Anilrea loro antichi siti. Per altro le ss. Teste re-
de Castro vescovo d'Osimo e vicario del starono illese e intatte, non essendo sta-
Papa, condannati a morte esemplare, do- te mai rimosse dairinterno del taberna-
po essere stati per 3 giorni e 3 notti tra colo in cui furono collocate da Urbano
la continua pioggia, in 3 gabbie di legno V; anzi il deplorabile avvenimento sor-,
poste su alte travi a piazza di Campo di ve di confutazione alla traduzione grec<i
fiore. Pertanto 8 settembre, il cano-
a' i degli alti del concilio di Firenze (V.) di
nico fu posto a cavallo d'un asino con in Cariofilo, il quale asserì che
g aprile a'

capo una mitra di carta co'diavoli dipin- 1438 nel tempio Ferra'
di s. Giorgio in

ti e colla faccia rivolta alla coda; e due i rn, ove ne incominciò le sessioni Eugenio
beneficiati legati in due tavole dietro al- IV, sopra l'altare maggiore eranvi le Te-
lo zio, furono alle code di due asini stra- ste de' ss. Pietro e Paolo ivi esposte fra
scinati per la città fino alla piazza Late- cerei ardenti, avendo nel mezzo l'Evan-
ranense. Ivi Nicola di Val montone, come gelo, onde altri asserirono che presiede-
meno reo, fu impiccato all'albero dell'ol- vano al sinodo trasferito a Firenze; men-
mo cbe stava nella medesima. A Garofa- tre a' 2 dello stesso mese n'era stata fat-
I

lo e Capocciola fu troncata la mano dritta ta la narrata ostensione, per cui furono

e per memoria furono chiavistellate nel- confuse le immagini delle ss. Teste colle
le pareti della torre presso l'olmo, accanto identiche reliquie, ad onta che narrò il

all'opera di metallo, che pare fosse stata diarista Marc'Antonio Valena, che furo-
famosa Lupa di bronzo clie allora a-
la' no da due sacrileghi rubbate per una not-
dornava la piazza colla simile statua eque- te, e che in un corridore oscuro dell'an

stre di Marc'Aurelio; indi ferrali insieme lieo patriarchio eravi stata dipintala sto-
ad un legno, furono ambedue arsi col fuo- ria, colla gran giustizia fatta sui rei tena-
co. Tutto ricavai dalle 3 relazioni de'dia- gliandoli. Giammai dunque queste ss. Pie-
visti contemporanei pubblicate dal Sore- liquie e i busti che le contengono sino al-

sino e da Cancellieri. Se non che, riscon- lora erano stati rimossi, poiché il diari-
trando il p. Casimiro da Roma, Memo- sta Infessiu-a registrò a'2 novembre i438
rie della chiesa di s. Maria d'Araceli, l'ostensione delle medesime e del Folto
egli riporta i veri nomi de' delinquenti, Trt/zfóye questo e quelle a' o ottobre 44 i r '

tratti dall'archivio Lateranense, comese- furono mostrati all'abbate di s. Antonio


gue: Domiiiicus de Tito Capocciola A- in Egitto, ambasciatore del Prete Janni
pulns, Joauues Christophorus Garofa- al Papa. Temendo! canonici secolari del-
lus Castri Vallis Montanae, Nicolaus la basilica,che Eugenio IV volesse sosti*
Andreuccius de Peroscia ex eodem Ca- tuire loro interamente canonici regola- i

stro. Il cardinal Foschi, ch'era allora ar- ri, artificiosamente sparsero la voce che
ciprete della basilica, in un muro di es- il Papa voleva ciò fare per non trovare
sa, presso la cappella Ceci vicino al taber- opposizioni di trasportare altrove le ss.

nacolo, a terroredi tutti e m perpetuade- Teste. Ma il Papa a confusione degli ac-


testazione di sì orribile sacrilegio, ne fe- cusatori, il t.° maggio i444 colla bolla

ce dipingere la formidabde punizione; la Quuni ad sacratissiìnam venerandam


pittura vi rimase sino al 1587, ma il di- 7yrt/c7'/7mv?.s(7«,onorificentissioiaperque-
segno si conserva nell'arcliivio. L'indegna- sta,afri(lòagli stessi canonici la custodia dei
zione contro i malfattori fu tanta, che bi- Copi de'ss. Pietro e Paolo finché fossero
VOL ixxv. 4
So TES T E S
\issuli, e loro mancando si devolvesse la ste, e l'imperatore si gettò a terra e bat-
cura a i o hlerici cilladini roDiani,a'(jua-
( tendosi il petto con gran divozione disse

Jì die il lilolodi rrohUori delle ss. Ile- 3 orazioni; poi il Papa gli mostrò tutte le

liijuic. assegnando loro uno stipendio dal- gioie e pie tre preziose de'busti, rimai can-

la camera aposlolicn. Con altra bolla poi dosi che lo smeraldo che il Papa teneva
de'i 5 gennaio 44'^-^^S''"'^ '^' piescris I
in dito, somigliava a quello piìi bello del

se il mudo con cui doveano cnslodirsi e triregno di s. Pietro. ZSel dì seguente si

moslrarsi le ss. Teste, e le ss. l'.elicpiietlie restituì Paolo 11 coirimperaloie alla ba-
alloia si consci vavano in un aliare con- silica per la festa della Circoncisione, e Fe-
tiguo, con)e lo ricordai parlandodi Mar- derico 111 in mezzo alla chiesa nel faldi-

tinoV, con altra bolla ripetendo gli en- storio presso quello del Papa con singo-
comi di questi sagri tesori. A' 22 marzo iar pietà venerò le ss. Teste e poi mol-
i452rederico 111, dopo avere ricevuto la te altre insigni reliquie d'altri santi. Si-

corona im[)ericile in s. Pietro da Nicolò stoIV colle bolle Quainvis del i47'>> e
V, portatosi con pomposa cavalcata alla QnamqìKtin deli 4^3, fece comineiuora-
basdicaLateraneuise, fu condotto sino al- zione cle'Capi de'ss. Pietro e Paolo, con-
l'altaremaggiore CajntumJpostolorunì, servati e venerali nella basilica Lntcra-
ed ivi venne fatto canonico della basili- nense sua sposa, specchio e capo di tot.

ca, venendogli imposta dal priore gene- te le chiese. A'26 agosto 1492 hioni476
rale de' canonici regolari la cotta, la cap- come [ter ei rore tipografico leggesi inCan •

pa e la berietla, e dato un ducato, distri- C(llieri), all' anticliissiiiie ceiemonie del


buzione di (juel giorno, nel modo che nar- Possesso de' Papi [T .) nella basilica La
rai nel voi. X\ li, p. 220 e altrove. Al- leranense, per Alessandro VI s'incomin-
lorquando Pio neli4C2 con sontuosis-
11 ciòad aggiungere la particolare ostensio-
sima Processione (J .) si lecòfinoa Pon- ne delle ss. Teste. Onde Cancellieri a p.
Ic j)lil\ io a ricevere la donata lesta ilei- 53 della Storia de' possessi [f>\e ancora
rajjostùlo s. Andrea, per accrescerne la molle nozioni riporta su queste s<. Pieli-

splendida pompa voleva condurvi i Capi quie), ciò espresse colle parole del celebre
de'ss. Pietro e Paolo, ma non potè ese- generale camaldolese p. ab. Delfini. Jd
guirsi la religiosa idea, perchè loro bu- i altaiein pri/nittn, cui supposita siint Ca-
sti non si potevano levare dal Inbernaco- pita Jposlolorum, Jleais genilnis, ora-

lo senza guastai lo e senza esporli a per- de more aeeepta^


K'itjpossessionegite loei
dere quiilclie gemma, ed anco pel gran populiim henedixit. Questo lodevole uso,
peso dell'ai gent(j,ch'egli dicene'suoirom- rinnovato neh 525 nella visita che Cle-
rnenUiii ascendere a piiadi 4^00 libbre, mente \ Il fece della basilica, non essen-
ed ancora per la dinicoltà di segare e di dovi memoria se poi realmente ne prese
muovere i ferri co' (piali erano fermati. possesso, quanto a questa funzione, il suc-
Onde si contentò ordì iiare,che quando fos- cessore Paolo 111 l'ii aprile! 53 5 ne ri-

se occorso portare la mattina in proces- pristinò la consuetudine, che ritenuta nei


sione la testa di s. Andrea fratello di s. successivi possessi, dura ancora. Di Pao-
Pietro, nelle ore pomeridiane si dovesse- lo 111 diUKjuesi legge: f/ide iiifonato jier

ro mostrare i Capi de'ss. Pietro e Paolo eaiitorcs liymno Te Deum , Papani ai!
nella basilica Lateranense. Nel 14^»^ 'o'"" lociini, uhi in loco praeparato gcnii/le-
nato Federico 111 imperatore in Pioma, a-us ostcnsn Capita Jpostolorwn ado-
nell'ultimo dell'anno si recò con Paolo II ravi t. Tnm ad altare majiis in faldisto-
alla basilica Laleianense, e mediante un rio oravil eie. Noterò, che dopo l'ingres-

tavolato e scala di legno ambedue enti a- so del l'apa nella basilica in sedia gesta-
lono De'caocelli Ita'quali erano le s-.. Te- toriuy uè discende per adorare il »s. Sa-
T E S TES Ti

gramenlosolennenjeiile esposto nella cap- te e tre, ivi mi godè l'animo di manìfe


pella del ss. Crocefisso e tleltu ili s. Seve- starlo con religioso giubilo, che qui cogli
per ;l]è edificala dal cardinal Saiilo- stessi sensi rinnovo lietamente; aggiun
iio aicivescovo deiroinoniina citlà, indi gendo quanto alle ss. Testede'principi de-
risale in della sedia, ne cala per venera- gli Apostoli, che in quella circoslauza a
re le ss. Teste, poi si ripone sulla gesla- scesi ancora taberua
alla cappellella del
toria, dalla quale discende perorare in- colo, per vedere in essa da vicino gli o
nanzi l'altare principale. E tjui aggiunge- dierni busti de'ss. Pietro e Paolo, con mia
rò, che per la fesla dell'Ascensione il l'a- gran compiacenza. Per mirabile li alto de!
pa cardinali e tutti quelli che hanno
, i la divina provvidenza, nel tragico, sacri
luogo nelle cappelle pontificie, dopoché lego e tremendo sacco di Ilo/ua del ^ìy, 1

il cardinale autoiizzato con apposito bre- in cui fdiono barbaramente depied.iti i

ve, prò iiìiica \i'cc tantiiin, ha celebrato sagri te(upli e le ss. Pieliquie, pure le ss.
la messa nell'altare papale, passano a ve- Teste furono rispellate, e rimasero intat-
nerare le ss. Teste con cortine aperte; il li loro pieziosissimi ornamenti. Le vi-
i

che ha pur luogo per la cappella dell.t fe- sitarono, neh 533 !Margheiila d'Austria,
sta della Natività di s. Gio. Ballista, ina e nel 1536 suo padre Carlo V impera-
il

dopo di avtMe veneralo il ss. Sagi amen- tore. Paolo III a'25 giugno 537 si re- 1

to e perciò avanti la messa. Per la fesla cò a celebrare messa nella basilica, e


la

di s. Gio. Battista del 18 55 fu stabilito, poi si prostrò avanti le ss. Teste, per iin
che il Fapa,i cardinali, prelati e gli al- i plorale il divino aiuto ne' gravi bisogni
tri che hanno luogo iii cappella, non più si della Chiesa colla mediazione de'ss. Pie-
dovessero recare nelle funzioni della ba- tro e Paolo. Pio IV non solo fece buona
silica Lateranensein sagrestia; ma entra- parte del soRìllo, e l'arco di travertino,

ti nel propinquo palazzo Lateraneiise, per sovrastante il ciborio, anticauieute chia-


la porta rispondente nella basilica, ossia mato del Salvatore per l'apparizione di
quella che conduce alla loggia perla bene- sua immagine quando s. vSilvestro con I

dizione, si portassero nella temporanea ca- sagrò la basilica; ma rialzò il pavimento


mera de'paramenli o cappellone che for- della nave maggiore, onde per questo e
masi dopo la cappella Torlonia, da dove per altro che ricorderò in seguito, cam-
poi il Papa cogli altri si recasse a vene- biò forma la cappellina sottoposta all'al-

rare il ss. Sagramento, esposto coll'alter- tare papale. Gregorio XIII nell'anno san-
nativa «iella cappella Corsini e nella del- to 1575 fece mostrare più volte straor-
ta cappella del ss. Crocefisso, e quindi ad dinariameule ilTe- f'olto sa/ito e le ss.

orare innanzi le ss. Teste, per poi passa- ste, ed altretlanlo praticarono Pa- di versi

re al presbiterio dell' altare pontificio. pi negli Anni santi da loro celebrati. Di


Tutte le altre volte poi che il Papa visi- più fece ridorare a nuovo il ciborio e il

ta la basilica per sua divozione colla sua tabernacolo.e tolse dinanzi all'altare mag-
corte, si tirano le cortine di seta cremisi giore le suddette 4 colonne scanalate di

che velano le ss. Teste. Nel voi. LV, p. bronzo dorato, che vi avea collocato l'im-
265, riportai l'invito che romani fecero i peratore Costantino I, e le p(jse per or-
ad Adriano "VI di recarsi dalla Spagna in namento dell' altare del ss. Sagramen-
Roma, dicendogli che non v'era cosa più to,che magnificamente compì poi Cle-
gloriosa, grata e beata, che il venerare e mente Vili, rialzando inoltre il pavimen-
baciare le ss. Teste de'principi deg!i Apo- Questo Papaa'i4 g"'i-
to della crocerà.
stoli e quella di s. Andrea. E siccome io gnoi5q2, mediante un palco e comoda
ebbi la consolante sotldisfazione di vene- scala di legno, volle entrare ne'cauoelli di
rarle da viciuo e baciarle di votaineate lut- ferro del tabernacolo, per venerare più da
52 T E S TES
\icino le ss. Teste. Quiiuli, afnncliì; tut- ce visitarci busti e le gemme che gli or-
to il limilo restasse più def enlemcnle or- navano, e da'suddetti Urbano e Benedet-
nalo, volle clic s'imlorassero le medesi- to iNIillini fece (are la descrizione de'me-
me ferrate, e che vi si ai^gimigesscro in desimi, e quella della struttura del cibo-
prospettiva immagini de' ss. Pietro e
le rio e del tabernacolo. Intorno a questo
l'aolo in velluto rosso. Essendo la cappel- ultimo il Papa fece eseguire una ringhie-
lina sotterranea dipinta con fioroni e un ra di ferro dorato, con lampade dorale
agnello nel mezzo, ed avendo sull'altare da ardere sempre, per mostrare al popo-
l'immagine del Sai valore con gloria d'an- lo le reliquie de' santi, le quali prima sta-

geli, Clemente Vili vi operò alcuni ab- vano in altro ciborio o tabernacolo fatto
bellimenti. Nella predella o scalino del- da Martino V, a mano destra di questo
l'altare papale fece eseguire 3 bellissimi de'ss. A[)ostoli. Abbellì tutte le parti del
quadretti a olio da Giovanni Balduccio tabernacolo che ne abbisognavano ,
per
Cosci fiorentino: in quello di mezzo e più cui fu posta un'iscrizione sui 4 lai' J' es-
grande espresse 1' ultima cena del Signo- so. Ps'el 16 )5,sotto Alessandro VII. venu-
re, ne'Iatera li s. Pietro che batiezza il Cen- la a stabilirsi in B.oma la celebre regina
turione Coiiielio, e Cristo che chiama a Cristina di Svezia, visitò le ss. Teste, e
se s. Pietro. Questi quadrelli e ben inci- nel suo soggiorno ripetè la sua venera-
si si ponno vedere nella ricordala opera, zione: altri sovrani che anteriormente e
La Patriarcali- basilica Lahranciisc il- posleriormente fecero il simile, li ricorda
lii.strafa. In seguito fuiono levali, e con Cancellieri.Alessandro Vllsi mostrò mol-
r aggiunta di due altri esprimenti Ana- to zelante del cullo delle ss. Teste, ordi-
nia e Zaflira die per aver mentito muo- nò il disegno di lutti gli ornamenti e la

iono a'piedi di s. Pietro, e il risanamen- delineazione del ciborio e del lal)ernaco-


to dello stor[)io da lui operato, si formò lo, e poi fece indorare cancelli di ferroi

l'odierno scalino delTaltare del coro del- con nobili intrecci di rami di quercia, fra
la tribuna. Altro ne fu sostituito all'alta- i quali torreggiavano nel mezzo 3 mon-
le papale, poi rimosso iieirullima sua ri- ti coperti d'oro, allusivi allo stemma di
duzione. Inolile Clemente \ Ili fece dal sua casa Chigi, avendo arricchito la par-
Cosci dipingere a fresco nella volta del ci- te interiore del tabernacolo da tulli 4 i
borio che sovrasta l'aliai e,le 4 Virtù car- lati con colline di velluto cremisi trina-
dinali, e ne'4 mezzi londi altiettante sto- te d'oro. Dipoi a'28 sellembre G~6 vol- 1

liette de' fatti de' ss. Piilro e Paolo con le salire egli stesso nello stanzino o cap-
gran diligenza eseguili. Urbano Vili nel pellelta delle ss. Teste, e venerarle più da
1624 tJidinò che sopra al ciborio e nel vicino. Inoltre nel 1GG7 ordinò che ne fos-
tabernacolo in cui sono le ss. Teste, niu- sero custodi due canonici da eleggersi o-
no vi potesse ascendere senza incorrere gni anno dal capitolo, i quali dovessero
nelle censure; onde neppure a'soviani fu custodire in sagrestia dentro una casset-
permesso entrare nel santuario, senza uu tina e chiusa con due serrature, la eh la-
Ijieve pontificio derogatorio. Lo slesso Pa- ve del tabernacolo, che deve ritenersi dal-
j)a nel 1G29 convertì in indulgenza ()le- lo stesso capitolo, e 4 volte l'anno in cia-
iiaiiii tulle le altre più limitate, conces- scuna domenica precedente la settimana
se da'pi tiiecessori a clii si porla a vene- de'qiiattro tempi, riconosceile e farle ri-
rare le ss. Teste. Innocenzo X a vendo in- pulire coH'intervento del iMaiii^iordonio
tiapieso la restaurazione della basilica, che custodisce la chiave del Papa, d'uno
onde quasi da laterizia la tra'sformò in de'conservatoii di lioma (ora alla magi-
jnarniorea con architellure del cav, Bor- stratura romana), e d'uno de' guardiani
romino, neliG.'igda mg.' vicegeienle fé* di Sancla Sanctwum (poi devoluta al
TE S TE S 53
clenulalo ecclesiastico ùeW Ospedale del chi e scale di legno, nei 1
674 fece fibbri-
s.t. Siilvalorc ad Sanata Sanctoruin). care due comode scale , con disegno di
Tanto il capitolo, quanto il maggiortlo- Basilio Bricci. Nel pontificato d'Innocen-
mo del Papa per questo, i conservatori zo XI, la faustissima memoria dell'mven-
di Roma, ed i guardiani già ciascuno a- zione e traslazione delle ss. Teste fu au-
\ea una cliiave per entrare nello stanzi- tenticata dalla Sedea'4 marzo 1677 eoa
s.

no o cappelletta interna del tabernacolo decreto della s. congregazione de'riti, con-


ove sono le ss. Teste, e per aprirlo con- cedendo al capitolo Lateranense la facol-
veniva la presenza di 4 <^'' ^^^'j come lo tà di celebrarne ogni anno a' 16 aprile
è tuttora; e quanto al Maggiordomo e speciale festa, con ullìzio e messa di rito
al Senato, in tali articoli ne riparlai, e doppio. InnocenzoXI nel davanti del log-
nel voi. Marangoni ri-
LXII, p. 6q e 77. giato fece pone un ben adorno armadio
ferisce che le uno spor-
4 cUiavi aprivano grande, con figure di divote immagini e
tello di ferro latto a grata, ov'erano4ca- intagli tutto dorato, per custodia delle ss.

tenacci ciascuno con sua chiave. Il Can- Reliquie che si venerano nella basilica, il

cellieri riporta il progetto del fantastico cui catalogo si legge a p. gS del libro di
Borroaiino per riformare nella sua biz- Baldeschi e Crescimbeni, ed a p. q5 sono
zarra foggia il ciborio e il tabernacolo, enumerati quelli che fecero lascite per far
che si propose di rifarlo di giallo di Sie- ardere continuamente intorno al taber-
na scanalato, coni 2 colonnette di verde nacolo e alle ss. Reliquie 4 1 lacnpade, ol-
antico, e scalini intorno di rosso, come se tre 3 del capitolo che anticamente pen-
fossero copeiti da un tappeto; con balau- devano dall'alto della tribuna per vene-
stri d'alabastro trasparente di Siena, io- razione all'immagine del Salvatore mi-
torno, sopra e sotto alla confessione o al- racolosamente apparsa. Sotto l'armadio
tare papale, ed avanti alla cappeilina vo- furono collocati due angeli di legno sor-
leva farvi un teatro. A questa voleva por- reggenti il pontificio stemma d'Innocen-
re la porticella di bronzo, già de! palaz- zo XI, egualmente intagliato,e messi a oro.
zo Lateranense e poi della sagrestia (e git- Nell'articolo Feivestrella dissi con altri,
tate da' nominati nel voi. Lll, p. s'Tg), cheCIemente VI II, oltre al tri abbellimen-
per sicurezza delle ss. Teste, che voleva ti,nella cappellina sotterranea di s. Gio-
pure circondare di cristalli; poiché nella vanni Evangelista avea fatto eseguire le
cappella sotterranea o confessione, come pitture da Brughi; ora mi rettifico colei-
suole chiamarsi, voleva apri re la porla che tato libro, Lo stato della s. Chiesa pa-
ad esse conducesse per una scala lumaca a pale Lateranense nelFanno 1^7.3, dove
tla cavarsi dentro imo de'pilastri. Tran- ap. t20 si dichiarano fitte da poco tem-
ne fondamenti, assicurò Borromino oc-
i il po. Clemente XII con breve de'sS giu-
correre 5,000 scudi. Queste spese fecero
I gno 73 i, l'indulgenza plenariachesi rin-
1

limitare il Papa a'narrati abbellimenti, e novava ogni I 5anni, la decretò perpetua


così il venerando monumento del taber- a chiunque si recasse a venerare le ss. Te-
nacolo, del ciborio e dell'altare restaro- ste. Nel 1735 per decreto della congrega-
no sai vi. Nel GySCIementeX concesse per
1 zione deputata da detto Papa, sopra la
j 5 anni indulgenza plenaria, a quelli che vertenza della ripulitura de'busti delle ss.

avessero visitate a' 16 aprile le ss. Teste, Teste e loro cappelletta o camera o stan-
indi fu rinnovata ogni i 5 anni; ed aftin- zino come si denominano da' vari scritto-
ché si potesse salire alla ringhiera o log- ri, fu stabilito: che i conservatori di Ro-
giato d'Innocenzo X, ed alla cappelletta ma e i guardiani di Suneta Saneturuni
delle ss. Teste, con maggior facilità e de- dovessero cedere dall'antica pretensione
cenza, senza costruire ogni volta de'pal- di precedenza sopra i canonici, ogniqnal-
i; T E s TES
volta avessero dovuto entrare ne' giorni Sette chiese, chiedendone [ìerù licenza al
consueti nel tabernncoio. Come Bencdel- capitolo che l'accorda per rescritto. Pon-
to XiV auiuenlò il culto delle ss. Tote ilo somministrare molto belle orazioni da
ludissi superiorniente;»Hl iuipegnatoa di- recitarsi avanti le ss. Teste, questi due o-
latarne la venerazione e accrescerne le glo- piiscoli: Oiuilioiies et ureccs in ve/ier/i-
rie, ordinò che argomenli di sto-
fra gli lioitcm .V.9. Jpostolorum Pelri et Palili,
ria ecclesiastica, che doveano trattarsi in ex calììolicac ecrlesiae litia-giis cxccr-
varie dissertazioni alla di Ini presenza nel- ptdc, Romaei752. Orcio precuni, qiiae
i'acradeniia pontificia/d i .'fossequellodel recitari poteriint in visitatioiie hasili-
ritrovamento delle ss. Teste. Il n)edesimo cariun Urbis, ex Psalterio, Sacrameli-
toccò a svolgersi dal dotto Gnelano Cen- tai'iis, et oratioiiihus aiitinuis disposi'
ni, che la lecito il I. "dicembre 7 55, ma I Ins, Uomae 178 5.
non fn stampata. Il Cancellieri non solo In molti articoli con dolore deplorai le
con ricco corredo ili erndizione prova l'i- triste e infelici vicende cui soggiacque /ìo-
denticità delle venerande Teste de'ss. l'ie- iiìi! nel declinare del secolo ilecorso, il suo
Irò e Paolo, ne celebra il colto e leglorie totaledepauperamento e generale spoglio
de'«.s. Apostoli, ma per vieppiù eccitare la di quanto [ìossedeva di più prezioso, mas-

divozione deTedeli verso medesime, e le sime Papi, le chiese ei santuari, anche


i

per ispirare in ciascuno un vero ardore del rimanente dello stato pontificio, in-
di santa fiducia nel validis-imo loro pa- clusivamente al tesoro di £ore/o, oltre il
tiociiiio, indica i giorni in cui si mostra- Tesoro Pontificio (F.)j .sia per soddisfa-
no al popolo, e che sono i seguenti, oltre re alle gravissime condizioni imposte nel-
I già mentovati. Nel n)artedì, giovedìe sa- la prepotente pace di Tolentino (U.) òiù
bato santo; nella domenica e lunedì di repubblicani francesi, onde ritardare di
Pasqua di Risurrezione; a' i 6 aprile per consumare l'intera e violenta occupazio-
l'anniversario di loro traslazione; nella ne del principato temporale della chiesa
mattina del martedì delle roga zioni; nel- romana; sia per le dilapidiizioni enormi
la domenica fra l'S/ del CoijnLs Domini, da'medesimi dopoaver invasa Roma
fitte
in cui il capitolo dopo 1' esposizione «lei eie altre provincie, proclamatala re[)ub-
ss. Sagramento sull'altare j)a pale, celebra blica, detronizzalo il magnanimo Pio V^f,

la solenneproce<<sione, coll'intervento del e strascinato prigione in Francia a'-xo feb-


Papa e de'cardinali, degli ordini menili- braio 798. Il resto lo fecero fanatici de-
I i

canti e degli alunni del seminario roma- magijghi deujocratici, la cui ra|)ace e ob-
no, al modo che la descrissi nel voi. IX, brobriosa avidità non rispai mio le Sepnl'
p. 67; a'29 giugno per la festa de'mede- ture, che spogliò frugandole [ler trarne i

simi principi degliApostoli;a'c) novendne pochi ornamenti de'cadaveri,e il [)iombo


per l'anniversaiio della dedicazione del- delle casse! Furono essi che nel 1799 *^'^'

la basilica; a'27 dicembre per la festa di predarono i\ue busti d'argento, spez-
i li

s. Giovarmi apostolo ed evangelista; nel zaronoe venderono, rubando altresì tut-


giovedì gì assodi carnevale pe'fialelli di-l- te le gemme preziose, solo lasciando le re-
rniaiorio di s. Filippo ISeri; dentro l'8. liquie, e quelle gioie che giacendo Ira la

dellaPasquadi Piisurrezionea'fralelli del- polvere del pavimento della camera qua-


'a conprt'gazione de'nobili esistente nella drata o cappelletta non furono vedute
,

chiesa del Gesù, sotto l'invocazione del- dalla loro avidità. Questa empietà non la
l'Assunta; nell'ultima domenica (f otto- commisero neppure furibondi i solitati lu-

bre, in cui suol farsi la comunioue gene- terani e queir altra parte di feccia d' e*
rale nella basilica; a tutte le confraterni- sercilochespogliòcriidelmente R.oina nel
te che vi si conducono per la visita delle ricordato infausto 1527; onde poi Carlo
TE S T E S 50;

V in ginocchio fece a Clemente VII quel- leTeste sagralissiuie de'due Apostoli. E-


la foin)aIe dichiarazione, che rammentai rano questi busti d' argento dorato con
anche nel voi. LXX, 49- riprovando
p. copioso ornamento di gioie... Onde ben si

le scelleraggiiii commesse da tal suo eser- può immagini medesime era-


dire che le
cito a sua insaputa. Narra mg.' Baldas- no (la se sole un vero tesoio. INbi ancor
sari Relazione delle avversità e pati-
, questo tesoro fu ghermito e distrutto e
ni enti di Pio TI, t. 2, p. 35o e seg., che dissipalo dalla rivoluzione". Alle poche e
grandissimo fu il bottino che fecero re- i generiche parole dell'accurato Cancellie-
pubblicani ne'monasteri, conventi, colle- ri, ho voluto supplire co'discorsi cenni per
gi e altri luoghi di pubblica utilità. » Ei detestare la sacrilega rapacità di chi si di-

calici, le pissidi, gli oslensorii, i reliquiari, ceva repubblicano cristiano,e forse ilCan-
le lampade, ed altre cose simili, che co- cellieri tenne quel prudenziale conlegno,
storo tolsero alle chiese di Roma, comin- che spesso devono usare gli scrittori con-
ciando dalle patriarcali basiliche fino a temporanei con pena e pregi mlizio della
quelle delie confi aternite laicali, ben si Storia, perchè viveano ancora in Roma
pu() dire senza esagera7Ìone che avrebbe- molli degli spoglialori della medesima. fi-
ro formato un monte d'oro e di argento. gli si limita a dire, che memore Roma del
Pure i ribaldi mai non direvauo basta: grave e salutevole avviso di s. Leone I il

perocché stavano aperte ad inghiottir te- G'r,7//(i?(', di superare nella divozione e nel-
sori due voragini senza fondo. Lai. "era- la pietà verso i ss. Pietro e Paolo le cit-

no i bisogni e le paghe de'soldati france- tà tutte del mondo intero, e di celebrar-


si, e l'ingordigia insaziabile de'capitani e ne con maggior solennità trionfi, con- i

commissari parimenti francesi. L'altra e- sumati nella capitale dell'universo, geme-


lano le spese della piccola repubblica di va amara(nenle sulla perdila de'ricchi e
Roma, fallita fin dalla nascita, e l'avidi- tanto preziosi busti d'argento, in cui dal
tà di coloio c!»e la governavano. Onde si 1870 al 1799 era rimasto gelosamente
arri\ò fino all'eccesso di rompere in mol- rinchiuso l'inestimabile tesoro delle loro
te chiese i sepolcri, e lasciarvi insepolte ss. Teste; oer cui le ss. Teste eransi do-
le ossa, per portar via le casse di piom- vute collocare involte in di appi rossi e
bo. Si parlò ancora di frugare entro i de- rinchiuse iti teche a forma di palle d'ar-
positi de'Papi, per aver le medaglied'oro gento dentro coperture di drappo bianco
e d'argento che si suole riporvi, ed altre tessuto in oro, e situate in una cassetta di
cose di gran prezzo, che si credeva vi fos- latta, con fitluccia e sigilli de'prelati Pas-
sero chiuse. Ria fortunatamente si giudi- sari vicegerenle, IMattei e Marini canoni-
cò che la spesa di scomporre ed aprire ci cameilenghi del capitolo, bensì riposte
quegli avelli sarebbe stata maggiore del- nel proprio tabernacolo e custodite col-
l'utile sperato, e il vandalico divisamento le consuete 4 chiavi. Tali teche e palle e-

non fu messo ad elfetto". Fra le rapine rano quelle identiche in cui sin dal 1270
sacrileghe enumerò mg."^ Baldassari i re- erano riposte a tempo di Nicolò III le ss.
liquiari d'oro e d'argento della ss. Croce, Teste, e che da Urbano V furono rispet-
del suo ss. Titolo, d'un s. Chiodo e di due tate. Ma la provvidenza divina, che tut-

ss. Spine, nella chiesa Sessoriana di s. Cro- to efficacemente e soavemente dispone,


ce in Gerusalemme, {iredati a' i 4 settem- convertì in gaudio il lullo de'divoti ro-
lire 1798; la cassa d'argento d'una por- mani, premurosi custodi di sì illustri sagre
zione del s. Presepio, nella basilica Libe- memorie, che eminentemente illustrano
riana. "La basilica di s. Giovanni in La- ìaluìa città, e fmno tanto decoro e ono
teraiio possedeva due busti colossali di s. re alla prima basilica Lateranense, ove si
Pietro e s. Paolo, entro i quali stavano conservano con sonama venerazione. Do-
56 TE S TE S
j)0 avere ispirato, a mezzo di mg.' Bene- volti e colli d'oro rappresentanti s. Pie-

tlelti Ctippcllelti caooiùco Liberiano e poi tro e s. Paolo, sopra basi di metallo, do-
cardinale, di ripararvi ad. Maria Ema- po che il cardinal Leonardo Anlonelli con
nuela vedova di Vil-
Fij^nattelli ducliessa ponlificia facoltà a'aS luglio i8o3, con ro-
la Hermosa, degna nipote del ven.p. Giu- gito notarile eformale, riportalo da Can-
seppe Pignallelli gesuita, benemerita pu- cellieri, fece la ricognizione delle ss. Te-
re delle missioni d'oriente per le grandi ste lavvolle in drappi di seta, onde for-
iimosine cb'ella fece, mentre la s. congre- marne le proporzionale e convenienti cu»
gazione di propaganda era stala depau- slodie. Ambo i busti d'aigenlo riuscirono
perala da'repubblicani; quando il prela- perfetti, colossali e maestosi, d'ottimo ed
to come ablegato apostolico di Pio VII elegante disegno, colle teste d'oro e me-
al nunzio di IMadrid Filippo Casoni, che diante lucchetto si levano le maschere au-
avendolo creato cardinale a'23 febbraio ree del volto (le quali maschere, median-
1801 , si recò in f|uella città a recargli te una molla, hanno il meccanismo sca-
la berretta cardinalizia non solamente ,
ricatore,che calando si vedono le ampol-
d;d re di Spagna Carlo IV ottenne che le ove sono racchiuse le ss. Teste), on-

il fratello re delle due Sicilie reintegras- de eslrarre ed esporre separatamente le


seilsuo capitolo delle annue pensionisul- ossa spezzale de' crani e delle masjcelle

le mense vescovili di Catania eJMazzara, di ciascuno, poste dentro ampolle di cri-

costituenti l'opera pia di Spagna a teno- stallo arrotale e ornate di simboli allu-
j e della bolla d'Innocenzo X, ma contrat- sivi (quando ebbi la sorte di baciarle e ri-
ta relazione colla Pignallelli duchessa ve- baciarle,mi fu insegnato cortesemente da
dova di Villa Hermosa, siccome matro- mg."^ Vaccari, che in quella di s. Paolo
na di singolari virtù e pietà, e d' incom* vi è pure parie del suo corpo), con pie-

parabilc zelo per la nostra s. Religione, di, coperchi e legature d'argento doralo.
loltinio prelato per la venerazione che a- Ognuna delle due leste d oro è ornala di
vea per le preziosissitne relicpiie della s. diadema aureola dorala, traforata e de-
Culla di sua basilica, della ss. Croce del- corala di varie gioie poste vagamente a
la basilica Scssoriana,edelle ss. Teste del- disegno. Ciascun semibuslo termina (ino
la basilica Lateranense, baibaramente sotto al petto, colle due braccia e mani
spogliale delle loro magnifiche custodie, dorale. Sono vestili, con clamide s. Pie-
gli riuscì di delcrminarla con eroico im- tro, e con tunica s. Paoloj ili.°in allodi
pulso e gloiia dei suo nome, a generosa- benedire colla destra, stringendo colla si-

mente 1 innovarle splendiditineule, come nistra le simboliche chiavi j il 2.° colla de-

rilevai «lel voi. LXVIII, p. 1 3(),e altrove, stra in alto, quasi predicando la dottrina
incaricando Io stesso prelato dell'esecu- evangelica, stringendo coila sinistra la mi-
zione. Tornato in Iioma mg."^ Cappellet- steriosa spada.L'uno e l'altro busto po-
ti e tutto uarrralo al Papa, ne allidò l'ef- sano sopra un basamento di melallo do-
lelluazione al genio dell' aichitello cav. rato, ed ornato inlorno con ro^e e festoni
Giuseppe Valailier che avea ereditalo la foinianlicorona,e (piali si vedono egregia-
celebre e paterna fonderia e olllcina d'ar- mente incisi a p. 52 delle Memorie delle
genlieie (visitando già la quale le zie di ss. Teste, tìì Cancellieri. Terminalo tulio
Luigi X\ ! proruppero in pianto, per so- il lavoro e trasportati i nuovi busti nella
migliare Giuseppe al virtuoso e sventa* basilica dentro la cappellaCorsini, a'3 lu-
iato nipote), ed il (juale in tulio corrispo- glio 1804 Pio Vii visi portò col suo se-
se colla sua perizia valorosamente. Quan- guilo [)er farne la solenne ricognizione, e
to alle ss. Teste, mg.' Cappellelli gli or- rini-hiudere le venerande ossa dentro de- i

•crilli vasi di cribUllo, per situarsi uc'ripo-


TES TES ^7
stigli a bella posta formati nellecavilà del- s. "Reliquia. Altretlanlo Pio VII eseguì per
le leste de'biisti.Tuttu fu eseguito colle più la testa di s. l'aolo. Da questa però, co-
y II gusle cereiiiotiie tu inula niente tiesciil te me dall'altra di s. Pietro, ne esitasse una
con rogito del notaio del capiloloeripro- particella, e ambedue consegnò a mg."
(lollo dai Cancellieri. Pinna die arrivas- Cappelletti per l'insigne benefallrice du-
se il Papa, il detto cardinal Anlonelli in chessa di Villa Ilermosa, la qiialeiinno-
piviale rosso e mitra fece la benedizione vò pure l'apparato interno del taberna-
de'due busti, Z^e Iinaginihus Sancioì'uin, colo delle ss. Teste, già fatto da Alessan-
del Pontificale romano, situate in mezzo dro VII, formandolo di velluto cremisi
a vari caudellieri, sopra altare apposita- con galloni d'oro a'4 lati e anco nella vol-
mente eretto; poscia passò all'altare di s. ta seminata di stelle d'oro ricamate, eoa

Andrea Corsini a benedire collo slesso ri- 8 bandinelloni d'ormesino cremisi da te-
to sopra la mensa due vasi o ampolle di i nersi tirali quando non si fa l'ostensione
cristallo, denlro i quali doveansi rinchiu- delle ss. Teste; oltre il baldacchino eoa
dere le ss. Teste e sigillarsi dal Papa. In- cascate didamasco trinato d'oro per le
tanto mg.' Malici in cotta, rocclielto e maggiori solennità, con corrispondenti pa-
stola rossa si recò all'altare [lapale a pren- rali di velluto cremisi pegli otto pilastri,
deie la cassetta colle ss. Teste, e le con- guarniti di ricami d'oro, con tiireguo e
segnò al cardinale, che recitamlo i salmi chiavi. Collocale le
s. ampolle ne' busti,

le collocò nel mezzo dell'aliare, le incen- Pio VII l'incensò duplici diiclu o^wuna,
I

sò, e furono recitale le preci. De[)osto il e dopo l'antifona Gloriosi Pri/icipcs cui
cardinale il piviale e assunta la cappa, an- "^. Iti Oììinem Icrrain, lesse 1' orazione.
dò a incontrare Pio VII, il quale dopo a- Deus, cujus dextera, e rilavatesi le ma-
ver veneralo Sagramento si condus-
il ss. ni die termine alla commovente funzio-
se nella cappella Corsini. Venerate le ss. ne.11 Papa dichiarò, che setini che a- i

Reliquie, udì la lettura dell' istromeiilo veano per 434 anni involtate le ss. Teste,
1
rogato sotto Urbano V per l' invenzione dovessero esseie tenuti in conto di reli-
le traslazione delle ss. Teste, e lavatosi le quie da venerarsi, purché munite de'si-
mani si portò a farne la ricognizione, fra gilli de'canonici camerlenghi fossero au-
r alternare delle antifone e degl' inni. 11 tenticate da qualche vescovo. Partilo il

iPapa aperta la palla d' argento dov'era Papa, due canonici con islole rosse ripre-
il capo di s. Pietro, sciolse l'interno in- sero le s. ampolle e temporaneamente le
!volto del setino rosso, e con somma sua portarono nella custodia della s. Tavola
[consolazione edi lutti gli astanti, preseri- in cui il Signore fece l'ultima Cena. In-
Iverentemente le s.05sa,cunsislenti in ver- di a'6 luglio ricorrendo l'S." de'ss. Pie-
l(;lira, inandibula con denti, varide'cjua- tro e Paolo, si recò Pio VII nella basili-
li sciolti, eporzione di cranio,ecolla mag- ca a tenervi cappella papale, avendo fat-
gior diligenza collocò tutto dentro l'am- to solennemente esporre innanzi la rin-
pulla , in modo che dal cristallo potesse ghiera del tabernacolo sotto maestoso pa-
1 sempre visibile a tutti, e così le vi-
listare diglione busti colle ss. Teste su ricca
i
,

di IO a'2 5 maggio! 85 1, e perciò più fur- ed elegante mensa erigendosi il trono ,

tuiialo d' un s. Gio. Crisostomo che ar- pontifìcio accosto alla nicchia ov'è la sta-
dentemente bramò di vedere le spoglie tua dis. Giacomo Maggiore, concedendo
jmortali degl'invitti Campioni della fede. indulgenza plenaria a chi confit^ssati e co-
[Chiusa l'ampolla col coperchio, l' invol- municati l'avesse venerate in quel gior-
ilo con un cordoncino russo, e da ambo no e ne'due seguenti in cui rimasero so-
Ile parti vi applicò sulla cera di Spagna il lennemente esposte, invila.KÌovi soda- i

Isuo sigillo, autenticando in tal forma la lizi a portarviai in processione. In quella


-

5ìi TE S TES
luailina pontificò la messa il cardinal ar- mente i ss. Apo^toli e creduto del rav.
ciniete, ed il capitolo ne'3 giorni celebrò d' Alpino, ma ora trovasi nella parte e-
uu triduo con gran pompa e immenso steriia sopra la porla d'ingresso alla cap-
cuiicirso di po[«olo e di personaggi, onde pella ilei ss. Crocefisso de'principi Mas-
fu pubblicalo il libretto: Orazioni , che simo, cioè dopo che lateralmente alla det-
si no t sono recitare nel triduo da cclc- ta cappella del Presepe vi furono collo-

irarsi nella basilica Lateranensc il ìTl cate le due tavole esprimenli s. Pietro e
6. 7 f 8 del corrente luglio, per ordine s. Paolo dipinte dal coinmend. Agricola
della S. di N. S. Pio TU, in occasione e già esisleiili nell' altare pontificio, per
dell' espor\.'isi nuovamente alla pubblica quanto dirò. Dopo situato il quadro, l'o-

K'enerazioue le Teste de' ss. 1postoli Pie- dierno princi^pe Massimo, patrono della
tro e Paolo, ne' ricchi busti pur ora/atti cappella, la medesimi Principi
dedicò a'

costruire di Ila pia munificenza di per- degli Apostoli, lasciando intatto il qua-

somi religio<;issinia. Terminalo il triduo, dro dell'altare espiinienle Gesù Croce-


nella notte furono tolte da'biisti les. nm- fisso, e ne'Iali la B. Vergine, s. Giovanni

pulie nella custodia del'a s. Tavola. Indi e s. Maddalena. Il capitrdo Laterauense

il l'apri Pce riattare la stanza rpiadrata o giubilante di vedere sempre più accre-
cappelleìla della sommità del tabernaco- sciuta la venerazione e il cullo alle sagro
lo, fici'iidi) indorare tutto il cornicione saule Teste, fece rinchiudere le porzioni
colle grosse ferrale, e quella di me7Z(» fa dtdie ss. Ossa date da Pio Vii a mg.' Gap-
tagliala per collocarsi due S[)orlelli di fer- pcllelli, in due peculi busti d'argento do-
ro doralo, da potersi aprire nell'espo'i- lalo, simili nel disegno a'giandi fitti dal-

zionedc'busli delle ss. Teste alla pubbli- la li man-


dui hessaPignaltelli,ed a questa
ca venerazione, concorrendovi nelle spe- dò dono accompagnati (lami pontifi-
in

se anche il capitolo. Finalmente colloca- cio breve onorificentissimo. Laonde la du-

ti i busti a'Ioro Inoglii, vi si posero le s. chessa ncH'ampliare suo palazzo di Ma- il

ani polle. De'depredali preziosi busti ^e ne drid, fece cosliuire un elegante oratorio
vede rinipoi tantissima memoria in due in onore de'ss. Pietro e Paolo, e vi col-

far simile di due quadri dipinti a olio, locò i busti loro ricevuti dal capitolo La-
esistenti nell:i cappella del coro d'inver- ternnense;ed suo arciprete cardinal An-
il

no in allo inconiro l'altare; e con essi in lonelli le dedicò le Memorie istoriche


qualche modo si prende un'idea del ma- dylle sagre 7'c?/t', stampate a sue spese,

gistero col qu ile erano slati foi mali i di- e composte dal suo maestro di camera e
^lrulli, mirabili altresì per la profusione bibliolecaiioCancellieri.il gran cardina-
dellegemmeedeile perle. Uifeiisce il Ge- le Antonelli,che celebrai in tanti luoghi
raicli, che in delta epoca di Pio VII si per le sue gloriose azioni, chiamava il vir-

k-vò dalla fet rata rispondente al gran co- tuoso e dolio Cancellieri, il migliore de*
ro della tribuna il celebre quadio in ta- suoi amici, e tale fu pure dopo morto;
vola, dipinto dal cav. d'Arpino, rap[)re- poiché non solo gli eresse un magnifico
sentante i busti dc'ss. Pietro e Paolo (cioè Cenotafio nella basilica Laleranense, e
le mezze figure loro, non gli antichi bu- quindi illustrò col libro intitolato Cenn-
sti gemmali), donati alla basilica d d suo ttiphiiini,iuaco\ bene[)lacit(j di LeoiieXII,
vicario mg.' Giacomo ("rispi ferrare>e, e si fece tumulare presso tal memoria di

the fu collocato in una parete della cap- graliludineedi amore,comedi sopra nar-
pella del s. Presepe. In questa cappella,si- rai. Anche il capitolo Liberiano grato al-
tualu a destra dell' ingresso della porta la munificenza della duchessa per la rin-
minore ilella basilica, per molti anni vi- novazione del magnifico ornato della s.
di la! quadro, r appiesenlanie semplice- Culla, le mandò in dono un nobile rcli-
T E S TE .S
59
quirnio ornalo di lapislazzuli e altre pie- sione,r7regorioXVI vi fece operare quan-
tre dure, con entro la reliquia della sles- to descrissi nei citati luoghi, restauran-
sa s. Culla, che Fio VII uìunì col s\io si- do alcune aggiungendone altre,
pitture,
gillo e accompagnò di sua autentica Tul- e rico[)rendo con marini quelle del Biti-
io questo venneancora descritto dal loda- chi non meritevoli di restauro, e percui
to uig/Baldassari, e da mg.' Francesco Li- nell'encomiata descrizione della Patriar-
verani nel suo doiloComnientrtrio rlcl no- cale hasilica Lateranense del Gerardi,
me di s. Maria ad Praesepe clic la ha '.i- si dichiara non darsene le tavole siccome

lira Liberiana portale delle rellarde del' malconce dall'umidità e perchè di niuii
la Natii'ità ed Infanzia del Salvatore merito in arte. Di più fece ampliare l'a-
"he conserva, e del quale feci nicn7Ìoue dito della cappella con un'area scavata,
:on oiioraic parole nella biografìa di Pa- ricinta e ornata di marmi colorati, con
pa Teodoro I (V.), al cui lem pò que'sa- balaustra elegante di metallo con orna-
jri tesori pervennero in Roma. Quanto al menti dorati, alla (piale si discendeva per
(Ummentovafo reliquiario della ss. Cro- due scale laterali con disegno del cav. Ca-
ie, ne li'atla il p. De Corrieris, De Sesso- nina, a foggia flelle confessioni, onde si
"ianis praeeipuis Passio ni s D. N. J. C. pose sul fiontespizio della cappella l'isi-ri-

"eliqinis Coni'mentarius.^eWa deporta- zione ricordante pure l'eseguitovi da Cle-


rione di Pio VII (T^.), sotto l'ammini- mente Vili e che riportai. Siccome que-
strazione imperialefrancese, che durò dal st' opere si fecero nel pro-camerlengato
1 8of) al 8 4, hiisti e le ss. Teste non
1 I ' del cardinal Lanibruschini, vi furono [)o-

si tolseio dalle loro custodie, e restarono sii di marmo il suo stemma e quello del
del tutto illesi e nella loro piena integri Papa. I\La per i grandi restauri di tutto il

là. Gregorio XVI fu benemerito della lia- monumento che vado a celebrare, furo-
silica Lateranense, pel narralo ne' voi. no tolti i duequaihi dipinti ti d commend.
XXIII,p.28i,XXXI[,p 32r,edaPAtAZ- Agricola, e trasportati nella cappella ri-

zo APOSTOLICO Lateranense da lui gran- cordata del Presepe, presso l'ingresso mi-
demente restaurato, fondandovi il Mu- nore della chiesa, tolta l'iscrizione « gli
seo Gregoriano Lateranense[J\),\\ che stemmi marmorei (di questi e di tpiella
aumentò il decoro dell'adiacente basili- poi parlerò), non che tolte le scale per più
ca. In questa fece restaurare lesuddetle ampie lavorazioni. Nella deplorabile e-
pitture a fresco del C'isci della volta del poca anarchica di Uoma, in cui i ilenia-
ciborio che sovrasta l'altare papaIe,alFu- goghi eransi impadronili del governo, ap-
micale e quasi perdute, onde nell'opera pena si proclamò ne'priuii del 1849 l'as-
[lelGerardi pubblicata nel i
834 si ^''^^ '^'"^ semblea nazionale o cosliluente ro(nana,
non si era potuto tentare di ritrarne i tlise- di cui parlai nel voi. LI II, p. 206 e 9.07,
jni: i quali lestauii furono eseguiti coH'o- saggiamenle il capitolo Lateranense, con
pera del valente commend. Filippo Agri- autorizzazione del Pa|)a Pio I\, ch'erasi
cola; e dal medcNimo Papa fece dipin-
il rifugiato a Gaeta, volle porre in salvo i

tele a olio due tavole rappiesentanti ss. i busti e le ss. Teste, e ne allidò la diflicile

Pietro e Paolo, che pose ne'due pilastri iri- operazione a 4 canonici, ed al sagrestana
lerni dell'aliare, rimovendo quelle che vi che prese in aiuto due suoi parenti. Seb-

jrano colorate a chiaroscuro, percui nel- beneprividelleallre 3 chiavi, soltantocoii


la volta vi furono dipinti due piccoli stem- una 5.^ e particolare che aprica la ser-
mi gentilizi di tal Papa e del suo celebre se- ratura e il catenaccio del cancello, inge-
gretario di slato cardinal Luigi Lambrii- gnosamente riuscì al sagrestano di a[)rir-
echini, tuttora esistenti.A vendo molto sof- |() (onde per memoria fu a lui data la ser-
ferto la sottoposta cappellelta o confes- ratura, colla chiave e catenaccio, che vi-
Go T E S TE S
di e baciai), e col niiìnifesto aiuto de' ss. la Chiesa, ne'giorni 26, 27 e 28 del cor-
Apostoli da tanta altezza con modi secu- rente aprile fece un triduo in onore de'
jìlici si pervenne a calare i pesanti gran due ss. Apostoli colla esposi/ione ilelle re-
liusli (per quante ricerche feci, non mi liquie medesime. La benedizione col Ve-
fu dato conovcerne il peso), e quindi fu- nerabile nel 1 .'^giorno fu com[)artita dal-

rono segretamente nascosti. Non tardò a l'Eni." e rm.° sig.' cardinal Barberini, ar-
proclamarsi a'9 febbraio la nuova repub- ciprete dell'arcibasilica ; nel 2.°dairEm.°
blica, che imitando quella del i
798, per erm." sig." cardinal della Gcnga Sermat-
ben 3 volte alcuni suoi individui si reca- tei.giàcanonicodi quel rm. "capitolo. Nel
rono alla basilica a farepremurosa ricer- 3.° giorno si cantò solenne Te Dcnrn, e
ca de'busti, forse per farne V uso prati- la benedizione fu data dall'Eni." e rni.
cato dalla precedente, ma inutilmente. sig."^ cardinal Patrizi vescovo d'Albano,
Questo giustificò la lodevole previdenza e vicario generale di Sua Santità. In que-
del capitolo, e cosi furono conservati in- st'ultimo giorno v'intervenne la Santità
tatti i busti colle ss. Teste. Allorché poi Sua, col sagro collegio. Ad accrescere la
a'3 lug!i<j le armi di Francia liberarono pubblica divozione ne' giorni del triduo
Pioma dall'anarchia repubblicana, il suo si recarono alla visita delle sagre Teste le
supremo couìandanle general Oudinof, confraternite, collo stesso metodo che pra-
sapendo pochi giorni dopo ch'erano stali ticano neil' 8.' susseguente alla festività

diseppelliti i busti, si recò a \enerare nel- de'ss. .'\posloli. Grande fu il concorso del
la sagrestia della basilica le ss. Teste chiu- popolo in lutl'i giorni. Immenso nell'ul-

se ne' volti d'oro, poiché i busti si diero- linio". Innanzi di descrivere il magnifico
no a ripulire. Quanto precedette, accom- restauro e abbellimento di lutto il gran-
pagnò e segui tale calamitosa epoca lo , dioso monumento marmoreo e isolalo,

iiairai nell'articolo l'io I X.. Questi rien- che nel bel mezzo e quasi sotto il gran-
trato trionfdmente in Roma a' 1 2 aprile d'arcodella basilica elevasi maestoso, for-
i8jo, fitta fermare la carrozza innanzi mato de'descritli cappellelta o confessio-

la basilica, ne discese e col corteggio no- ne, dell'altare papale, del ciborio e del ta-
bilissimo si recò a visitarla, adorandoli bernacolo che lo chiiul(nio,cuopiono e no-
ss. Sagra mento solennemente esposto, e bilitano: di ([ueste ultime parti co'suoi de-
poi venerando le Teste de'ss. Pietro e Pao- scrittori e con quelli della basilica passo
lo. Leggo nel n." 98 del Giornale di /lO- a descriverle brevemente, acciò meglio si

;«(^/ La patriarcale arcibasili-


del 18 jo: " conoscano le posteriori opere, tralascian-

ca Lateranense, madre e capo di tulle le do di ripetere molle delle cose riferite,

chiese dell'alma città e dell'orbe cattoli- tranne le piìi indispensabili, e limitando-


co, per divina provvidenza possiede le sa- mi al complesso di sua mole. Questa da
gre Teste del principe degli Apostoli s. Agincourl si divide in ciborio e taberna-
Pietro e del dottore delle Genti s. Pao- colo: chiama ih. "parte inferiore del mo-
lo. Nel teu)[)o dell'anaichia queste insigni numento, chiama il 2." piano superiore,
reliquie furono nascoste. I faziosi non chiuso da ferrate a custodia delle ss. Teste.

inancaronodi cercarle, coll'idea di rapir- Aduiupie l'altare papale Lateranense da


ne le preziose custodie, e forse disperder- Urh.uio V fu nel I 369 coperto e circon-

ne il sagro, come fecero altrove; ma tul- dalo con ampio ciborio di marmo di for-
le le loro pili minute ricerche furono va- ma quadra, sorretto da 4colonne,cioè due
ne. Il rm." capitolo Lateranense, in rin- di granito orientale, una di granito del-
graziamento a sua Divina Maestà per ta- l'Elba, e la 4. "di bigio morato antico, tut-
le preservazione, ed insieme per aver ri- te d' ordine corintio. Sono loro capitel-
i

donalo alla sua sede il Capo visibile del- li messi a oro di forme diverse, vale u di-
,

TES TES 6i
re i due bellissimi incontro alla tribuna di lutto rilievo in marmo e rappresenta-
lianno ciascuno 4 glifi che posano su fo- no: la B. Vergine, s. Gio. Battista che ha
glie d'acanto e sostenenti l'abaco o par- sollo il manlo una rozza pelliccia; gli e-

te supcriore del capitello, idiie limpetlo vangelisli s. Giovanni, Lu- s. Matteo, s.

alla porta sono d'ordine com-


pi incipale ca, Marco, ciascuno avendo in mano un
s.

posito e dissimili nella forma. Sopra al ci- libro chiuso, simbolo dell'Evangelo da lo-
borio s'innalza una specie di tabernacolo ro scritto; s. Pietro colle chiavi qual se-
j
con cappelletta o stanza quadrata, pari- gno di sua supiema autorità e con libro
menti di marmo, nell'esterno di forma allusivo alla dotlrina evangelica da lui in-
I piramidale e di architettura quasi goti- segnala; s. i'aolo colla spada e uu libro
ca, tutto all'intorno chiuso con grosse per indicare esser egli il dottore delle gen-
ferrate dorale, onde cuslodirele Teste de' ti. Queste figure, come tutte le altre scul-
ss. Pietro e Paolo che vi ripose lo stesso ture, sono di rozza maniera, proprie del-
Li l»ano V. INel disotto del cornicione che l'epoca del risorgimento dell'arti, e per-
s'alza sulle 4 colonne e che forma base ciò luite riprodotte dal d'Agincouit, in-
(o piedistallo come lo chiauìò Millini) del sieme all'aitai e, ciborio e tabei nacolo.Os-
tabernacolo, e recinto superiore all'alia- serva il Gerardi, che in mezzo alla roz-
re, si vedevano in faccia alla nave mag- zezza del lavoro, vi si rinviene una certa
giore l'arme di rilievo, messe a oro, lau- semplice imitazione del vero, laiche l'oc-
to di Urbano V, quanto
di Gregorio XI chio dcirintelligenle resta soddisfatto nel
che compì ornamenti dell'edifìcio.edel
gli riguardarle, e nel farne paragone colle o-
suo zio cardinal Roger. Sulla cima del ci- |)ere in seguito condotte in iscullura. Nelle

borio tra gl'nitercolunni e propriamente 4 facce dello slesso basamento del laber-

I
nella linea de'capitelli delle colonne, so- nacolosonovi in ciascuna 3 quadretti con
I novi 3 piccoli archi di marmo traforalo bellissime pitture aifresco assai antiche,

j
per ogni porle con due colonnelle qua- esprimenti alcuni tratti della Passione del
i drale isolale da quella della porla prin- Salvatore, della vita di Maria Vergine, e
ci[>ale, ed una per Iato dalle altre parli, l'effigie d'alcuni santi e sante. Ma le 3 pit-
tranne quella che guarda la tribuna,e lut- ture del lato incontro la porta maggiore

I
te terminanti in cespi di foglie frappale erano affatto coperte dal grande armadio
come descrive il Gerardij sopra i quali ar- di legno dorato, collocatovi da Innocenzo
chi eranvi learmi de'niemorali personag- XI per custodirvi le ss. Reliquie. Le pitture
gi, e de' cardinali Grinioaidi fratello di sonodiscuola toscana e reputale pregievo-
Libano V, ed Albornoz suo legalo e vi- lissinte, in parte fuiono iporlale dal d'A- i

cario generale dello stalo pontifìcio, lo gincouitcon tnolle Iodi, sulla tavola 129
sltinma del quale per le ragioni suespo- della Sezione di Pittura, come uno de'mo-
sìe sembia doversi riconoscere nelle lar- delli dello stile di pingere del secolo XI V^,

I
glie vuole sovrastate dal cappello cardi- e tulle furono ben incise nell'illuslrazioiie
;
iializio. Gli ubimi due archi però, chepiìi delGerardi, il quale le descrive con detlagli
sono vicini alla nave media, rimanevano egiegiamenle, e iiunendo erudite notizie
occupali da due piccole scale interne di sul tredutoautore Berna Sanese.'che Can-
legno falle da Clemente X per ascendere cellieri dice avere avuto a discepolo Gio-
sulla ringhiera che ciicondava il taberna- vanni di Bartolo, uno degli orefici autori
I
colo; la quale ringhiera esegnila d'ordine de'busli antichi de'ss. Pietro e Paolo, ma
I
d'hniocenzo X, avea lampade di conli-
le gli sono assai contrastate da'crilici; tulli
S
nuoardenti.]Ne'4fingoli di basamento del ! però convenendo del loro merito, massi-
tabernacolo sotto una specie di baldacchi- me quelle rispondenti alla nave media,
no, in ognuuo vi sono due piccole statue che sicconìe copeile finora dal ricordato
62 TES TE S
armadio, le preservò ila'pi egiudizicvoli ri Ste e del Salvatore; l'ultimo quadreltocon-
tocchi e replicali restaiii i che non poco le tieue le figure di due altri ilotlori di s.
guastaioiio, per ultimo nvciuio ciò fat- Chiesa, ciiiès. Bonaventura canlinale ve-
to nei I 8o4 Domenico Fiorentini di Sei- scovo d'Albano,es. Ago>tino vescovod'lp-
u^oneta. 1 ncomi nei. mdodiuKpie da Ile pit- pona. Verso la cima dtl tabernacolo si ele-

ture piti conservale della facciala della vano 4 frontoni coulornali nella cornice
confessione, dirò che nel mezzo è Gesù da gruppi di foglie frappate, nel oeutrode'
crocefisso, avendo a' lati la B. Vergine e quali si aprono 4 ^'i o rosoni rotondi e
s. Giovanni apostolo: nel quadretto a de- traforali, con entrovi una mezza figiu-a
stra vi sono espressi ss. Paolo e Giacomo i di marmo sporgente, ed esprimente cia-
apostoli : in quello a sinistra i ss. l'ielro scuna un Evangelista, ed all'intorno sono
e Andrea apostoli fratelli. Incontio alla le armi d'Urbano V e di Gregorio XI, del
porla minore della basilica si vedono 3 re di Francia Carlo V semiu ile di gigli, e
quadretti, ed in quello di mezzo è efligia- degli altri nominati cardinali. Inoltre a-
ta la Regina del cielo su maestosa sedia, g'iang(jli dello stesso tabernacolo ergonsi
col s. Band^ino sulle ginocchia, quale sopra al piedistallo pilastri con capitelli
il
4
sia beneilicendo un personaggio con au) e basi alla loro foggia, i quali poi s'innal-
pia cappa di porpora geun'lesso colle ma- zano in forma di piccole guglie di mar-
ni giunte, e credesi il cardinal Pietro Ro- mo in figura bizzarrissima, tutte frasta-
ger arciprete della ba>«ilica, e poi Grego- gliate secondo il gusto del secolo XIV, e
rio XI, che trovossi alia traslazione delle aventi in cima una stella di metallo do-
ss. Teste, ed a proprie spese ornò in |)iù rato, e contornano vagamente i lati del-
parti il moimmento, e forse fu egli clie fe- l'edificio. Nelle pareti interne di ciascu
ce eseguire le pitture, giacché in qiie'lem- no di essi, per moderna aggiunta, è ad-
pi e anco in seguito fu in uso di porre il dossata mezza colonna spirale girala di
ritratto di chi ordinava il dipinto in que- musaico che sorregge un leggiero archi-
sto slesso. quadretto che rimane a de-
Il trave, su cui riposano 4 archi e l'impo-
stra, rappresenta ss. Gio. Battista Pre- i sta della volta, chiusa da'detti trafori di
cursore di Gesù ('risto, e l'arcidiacono e marino e da arabeschi. Corona l' intero
inartiie S.Lorenzo; l'altro quadretto, cioè monumento ardita cusplile o punta di
a sinistra, con tiene S.Giovanni apostolo ed marmo, sormontata dalla Croce, e su per
evangelisla,e s. Stefano protomartire.Di- gli angoli le corrono gi'uppi di foglie frap-
limpetto all'apside o tribuna sonovi al- pate.
tri 3 quadrelli, e nel i." di essi rappresen- Il regnante Papa Pio IX, emulo de'suoi
tasi la B. \ ergine annunziala dall'angelo predecessori nella divozione e munificen-
Gabriele, che sarebbe madre del Reden- za per le ss. Teste e arcibasilica Latera-
tore del mondo; il 2.° quadrello che ri- iiense, nel i85o dopo alcuni mesi del suo
mane nel mezzo esprime la solenne co- flice ritorno in Roma, si propose in es-
ronazione in cielo della Madre di Dio, per sa di fire magnificamente restaurare e ab-
le ojani proprie del suodivin Figlio; nel bellire l'altaie papale, in modo che si ve-
3. quadi etto sono efljgiatis. Caterina ver- desse il racchiuso ligneo di s. Pietro e si

gine e martire, e s. Antonio abbate. Fi- tornasse a celebrare sulla sua nuda men-
lialmente incontro l'aliare del ss. Sagra- sa, di rinnovare la sottoposta confessione
mento, nel i
."
de'3 qtiadrelti sono dipinti con aui[)liazione, di togliere le opere ag-
i dottori di s. Chieda, s. Gregorio I Ma- giunte al ciborio che circonda l'ai lare stes-
gno, e s. Ambrogio arcivescovo di Mila- so, e di ornare il tabernacolo e custodia
no; il dijiitito che segue esprime il buoni^a- di dette ss. Pieliquie. Colla soprintenden-
sture colle pecorelle nella figura di que- za del cardinale Giacomo Anlonelli se-
.

TE S T E S G3
gretai'io di sialo e piefello de'ss. Palaz- brò il s. Sagrifizio l'apostolo s. Pietro, il

zi apostolici, il Pontefice ne commise i di- Papa si porlo a vtderlo e ordinò che un


segni e la direzione all'aichilelto cav. Fi- monumento tanto prezioso non restasse
li|)po Mai tinucci, sotto-fuiieie de'uiede- per l'avvenire nascosto alla divozione dei
simi ss. Palazzi , ingiungendogli allresì feileli. Trovo narrato nel Ginriialc de'3

priiicipaliuenle la delta i emozione di tut- dicembre i85o, che a'28 del precedente
te le cose aggiunte al ciborio e taberna- iiuvembre il Papa dopo avere nella ba-
colo, posteiiorrnente alla sua primitiva e- silica Liberiana posto i sigdli all'urna del-

iezione,a dannodellasua intera vista, del- la s. Culla (ehe ne'ti istissinii giorni che re-

la simmetria e allo siile del monumento, sero fatalmente mentorabile a Pioma il

iu parte occultandone le forme, gli orna- i849) era slata nascosta alla rapacità dei

ti e le pitture. Il cav. Marlinucci pose ma- faziosi, i quali inutilmente osarono fu-
no con impegno all'opera, coadiuvato nel gare tutto il sagro edifizio, per predare
l'esecuzione da egregi artisti , e portalo la magnifica urna donala dalla sullodata
tuttoa piosperoed encomialo compimen- duchessa Pignaltelli), si dilesse alla basi-
to, nella faustissima epoca in cui per la lica Laleranense per lo slesso motivo di
dogmatica definizione dell' Immacolata apporre in sagrestia i sigilli alle ampolle
Concezione (che con entusiasmo religioso contenenti le Teste de'ss. Pietro e Paolo,
descrissi, con quanto l'avea preceduta e le quali porse a baciare alla porzione (.lei

poscia seguì, nel voi. LXXllI, p. 4^ ^ seg. c<q:>itolo ivi presente, a' suoi firoigliaii e
co' Ccìiiii storici), convennero in Roma in olle guai die nobili ehe lo accompngiìava-
tiuito mimerò i pastori della s. Chiesa cai no. Il n.° 121 del Giornale del i85i di-
tolica, rese contezza di tutto con pubbli- chiara, che essendo sialo compito il re-
care in essa neh 854 ^ dedicato al som- stauro dell'aliare papale e suo tabernaco-
mo Pontefice, l'interessante, artistico ed lo ripristinalo neirantica forma, e riposlo
erudito:Breve Commentario intorno le nel I ."quello ligneo sul quale si crede ab-
reparazioni eseguite all' altare papale bia celebralo s. Pietro, a'2 3 maggio il Pa-
I.ateranense e suo Tabernacolo, con 3 pa recatosi nella basilica Laleranense a os-
tavole. Contiene lai ."l'elegante prospetto servare i magnifici lavori, uianifeslòla sua
della confessione e sua pianta; la 2.' il no- sovrana soddisfazione, vedendo busti i del-
bile fianco e prospello dell'altare papale, le ss. Teste diligeiitemenle ripuliti llipor-
colla pianta del tabernacolo e palle su- lati questi nel loro tabernacolo, a''ì5 del-
periore della confessione; la 3/ l'intero lo sles^o mese vi furono riposte le ss. Te-
maestoso e splendido prospetto dell'alia- ste. jNella mattina di quel giorno a tal ef
re papale nella basilica Laleranense, il di fello si portarono nella sagrestia della ba-
cui ciborio è stato adornato e restituito silica, ov'eiasi adunalo il capitolo, l'ar-
all'anticaforma dal Papa PiolX nel 85 i i ciprete cardinal Baiberini, mg."^ Medici
Puferisce l'oniciale Giornale di Roma dei maggiordomo, 3 conservatori di Roma, e
i5 ottobre 85o, che a' o del mede>imo
I I d. Carlo Corgnana ileputalo ecclesiastico
il Papa col solito corteggio si recò alla vi- dell'arcis[)edale del ss. Salvatore. Vene-
sita della basilica Laleranense,, e dopo l'a- rate le ss. Teste esposte nell'altare della
dorazione del ss. Sagramento, visitò la tri- medesima sagrestia, furono esse livereu-
buna dell'altare papale,quale a sue spe- il lemenle prese dal cardinal Barberini e da
se si restaurava e ridonava all'antica for- nìg,"^ Tizzani canonico della ba>ilica e ar-
ma; e che lavori iniziali promettevano
i ci veseovodiNisibi, piocessionalmente por-
l'adempimento de'suoi pii desiderii. Es- tale al tabernacolo e collocate ne'rispetli-
sendosi trasportalo in sagiestia l'allaiedi vi busti, per la ([uale leposizione era sta-
legno sul quale, com'è la tradizione, cele- ta eretta una temporanea scala di legno
C4 TE S TES
e palco simile, parali di damasclii rossi, nevano sconciamente occupali due in- 1

Cliinso r unico cancello di ferro colle 4 tercohmni che rispondono alla nave tra-
chiavi da'iiominati personaggi e da'due versa), l'armadio o custodia delle ss. Re-
camerlenghi del capitolo custodi delle me- liquie messo sulla ringhiera dalla parte
desime, rimasero le ss. Teste [)er tutto il della nave maggiore; cose tutte che oc-
giorno scoperte alla venerazione de'fede- cultavano la forma e gli ortiamentienuo-
h, in gran numero accorsi, come molti e- cevano all'insieme dell'edilìzio. »» l\esti-

lano pure intervenuti alla traslazione. luilo questo al suo [."e proprio aspetto,
Racconta il n.°i iSdeK^/o/vz^/rdellostes- si mostrò qual era e quale avrebbe dovu-
so I 85 i ,che a'29 maggiojfesta dell'Ascen- to esser sempre serbato. Le pitture, i fre-
sione, il Papa, i cardinali, la prelatura e gi, gli stemmijsi tornaronoa vedere. Quel-
gli altri elle vihanno luogo, intervenne- l'armonia, che pure secondo lo stile te-

ro nell'arcihasilica Lateranense alla con- nuto vi regna, tornòa comparire con gran-
sueta c.ippella papale. E siccome con 11- de vantaggio. Si venne allora a'restauri.
iiiversale soddisfazione si vide cou)|)ito il Questi, per generosissima disposizione di
sontuoso restauro eseguito nell'altare pa- Sua Santità, che tutta del suo proprio e
pale, e nel ciborio e tabernacolo per mu- privato peculio ne ha fatta la ben rilevan-
nificenza del Papa Pio IX, sotto la su|)e. te spesa, furono accompagnati da grandi
l'icire cura del cardinale Antoncili, i dise- e molti abbellimenti. Perchè oltre alle
gni e la direzione intera dell'andamento parti rifatte, alle dorature rinnovate, al-
dell'opera del cav. Martinucci cosi con , le pitture rimesse in islato coll'opera del
erudito articolo si encomiò il pensiero del valentissimo artista cav. Francesco Co-
Papa che l'antico edilizio d'Urbano V per ghetti (sopra tulle fanno di loro bella mo-
collocarvi le Teste de'ss. Pietro e Paolo, stra i 3 quadrelli rimasti per quasi due
non più si vedesse alterato in tanti uìodi secoli coperti dall'armadio delle ss. Reli-
dal primiero suo essere, non che si loila- quie, per freschezza e armonia dicolori-
lono le cos[)icue addizioni da lui ordina- lo);ben altre cose vennero eseguitea mag-
te (nel Importare il [)iìi importante di ta- gior decoro del sagro edifìcio: ben altre
le articolo, fra [)arentesi aggiungerò alcu- con nuova opera accresciute". Indi si di-
ni schiarimenti, parte de'quali li ricavo ce, come fu tolto un colore sovra[)poslo
dal Comnicnlario del cav. Martinucci). che ricopriva i marmi antichi, i quali tor-
Inoltre ivi si narra, che fu tolto uno dei narono a far bella mostra. Ma perchè nei
gradi aggiunto da Clemente Vili, rpinn- fondi il risalto delle tinte non si deside-
do pavimento della nave traver-
rialzò il rasse, vi furono incrostate lastre di smal-
sa o crocerà, con che si ottenne che più to turchino, che sembrano lapislazzuli,
sopravanzassero al suolo le 4 colonne sor- e vi furono posti rincassi di musaici. Le
reggenti tutta la mole, le quali per 4 p'd- ferrate antiche senza disegno, di semplici
mi erano state ricoperte, acquistando le sbarrediritteetraverse,si rifecero con mi-
coloime più sveltezza e proporzione (col- gliore analogia al limanenle, e con ricco
la grandiosità del monumento, avuto ri- ordine di bronzi lilevali e dorali. Quindi
guardo a'postcrioii rialzamenti del pavi- si passa a parlare dell'altare ligneo di s.

mento Clemente Vili, eda-


dello stesso Pietro racchiuso in quello di maimo, in
gli anteriori di Martino Vedi altri in tem- guisa che la niinsa è scoperta (in fatti di-

pi piii rimoti, per cui ora di due soli gra- poi , alzata la tovaglia potei baciare con
di è rilevato l'altare). Ch'erano state pu- venerazione il nudo legno), e dagl'inta-
re rimossele ringhiere di ferro intorno al gli trafiiiati nel C(jrpo dell'altare può an-
l)asamcnto, le scale e le altre parli di le- cora vedersi in parte la preziosa reliquia.
gno addossale alle colonne (per cui ritna- Essere ncll'innanzi(o paliollo) dell'aliare,
TE S T F S 6 j:
iiiconlio la (ribnna, 4 colonnine spirnli, me del cardinal Giacomo Antonelli, a de-
t;!i;ite(li iiMisaico, che due a due ortliiiale stra di quella d'Urbano V, alla cui sini-
pongono in mezzo nel maggior spazio la stra èquella del fratellocardinalGrimoar-
cioce cinta di raggi (di metallo dorato io dijCome leggo nel Comnic/itario dei cav.
cpiitio a rosone vuoto, sopra un fondo di Martinucci e trovai nelle osservazioni fat-

gro<!«o vetro turchino), e ne' due minori tesul monumento. Aggiungemedesimo, il

le statue in marmo de'ss. Pietro e Paolo che il fondomarmoreOjSoprail qualefau-


(queste graziose statuette, con quelle di no lilievo gli ornamenti descritti dell'al-
simile grandezza di s. Matteo apostolo e tare, è ordinato a disegni in traforo con
di s. Simpliciano vescovo, apparteneva- dorature di quella sobrietà che luogo sì
no alla non piùesistenfe Chiesa dix.Mat' venerando richiedeva e tutte le tavole :

fcn in Mcrulana, ne feci cenno a s. Mat- marmoree, che componevano l'antico al-
teo e meglio altrove: trasportate nella ba- tare, con altre memorie rimosse, furono
siliei furono tutte e
4 poste lateralmente trasferite nel chiostro della basilica e di-
ali altare del ss. Crocefisso, indi trasferite spostecom'erano antecedentemente. Di
nel chiostro della basilica, ove le vidi; poi murate nelle pareti, testi-
fatto le trovai
per ornare il nuovo altare papale oppor- monio irrefragabile del mio parere sullo
ttinamenle furono tolte quelle de'princi- stemma del cardinal Ugo Pvoger ivi esi-
pi degli Apostoli equivisituale.lnoltrenel- stente, tal quale a quello del nipote Gre-
la sagrestia de' beneficiati si vedono mu- gorio XI, e non mai del cardinal Agri-
rate nelle pareti le statue ojarmoree, più foglio, che facendo, il che già notai, per
jgrandi delle ricordate, ed anche ivi por- arme 3 palle e 3 stelle, divise da sbarra o
li
tate dalla chiesa di s. Matteo, e rappre- metà
fascia a della larga e non traversal-
sentanti s. Giovanni Battista, s. Giovanni mente, come le insegne gentilizie de'Pvo-
;
apostolo ed evangelista, s. Marco e s. Lu- ger formate di 6 rose separate da sbarra
ca evangelisti, e s. Lorenzo). Dall'oppo- o'fascia traversa, la dilTeienza tra 1'
uno
sto lato (nella fronte dell'altare) che guar- e gli altri è troppo patente). Il lavoro de'
da la nave grande, è l'arme del regnante bronzi dorati dell'altare, come di tutto il

Pio IX di metallo dorato (la (juale è po- rimanente, fu eseguito nell'officina e stu-
sta nel centro di rosone vuoto di grosso dio di Pietro Paolo Spagna; quello deinu •

vetro turchino), fra colonnine eguali alle salci lo diresse il cav. Michelangelo Bar-
descritte, in mezzo alle simili d' Urbano beri; i fratelli Sante e Giuseppe Cianfara-
Ve Gregorio XI (fiancheggiate da altre ni eseguirono ogni opera in marmo (tutti
jdue simili colonnine spirali, onde la detta quanti operarono stupendamente). Nel
jfroule è partita in Squadrati). A'duefian- n.° iSg del Giornale dei 1 85 1, si ripor-
'chi minori poi dello stesso altare sonovi ta un estratto della dissertazione recitat;i
gli stemmi (di metallo dorato nel centro nell'accademia romana d' archeologia a'
ili rosoni vuoti di grosso vetro turchino), 5 giugno dal commend. Pietro Ercole Vi-
claila parte del vangelo, della real casa di sconti commissario dell'antichità e segre-
Francia, da f|uella dell'epistola, del car- tario perpetuodella stessa accadeinia:!^/^^-
dinal d'Agrifjglio (non ci posso conveni- l' Aliare papale, Ciborio eTabernacolo
•re pel dimostrato superiormente, e in ve- della basilica Lateraiiense. Dichiaròdo-
|ce la ritengo per l'arme del cardinal Ugo versi impedire le alterazioni de' monu-
Pi0ger),e si aggiunge: che che ne sia stato menti, massime i sagri, e perciò celebrò
da altri scritto in sentenza contraria, (Nel che si rivendicava quello Lateranense.Di-
1.° degli archetti dell' intercolunnio del viso l'argomento in 3 parti, nella i.» disse
prospetto della confessione, nella targa di sua origine nelgennaio 369, produ- i

d'uno stemma cardinalizio fu scolpita l'ar- cendo un breve d'Urbano V, col (|uale Vi-
VOL. LXXV.
G<\ T E S TE S
iialmenle rese noto il suo architetto nel l)nno V, e del cardinal Grimoardi : nel
s.'ineseGiovanni di Steflino, che siccome frontone sopra l'Evangelista una corona
pure scultore può avervi o[)erato anco con reale, e lateralmente al rosone in basso
quest'arie. Die nuove notizie di Giovan- duearmi di Francia seminale di gigli. In-

ni di Bartolo orafo e scultore, e delle mez- contro la porta minore della basilica, su-
7e statue stupeudanienle operale perle ss. gli archetti gli stemmi del cardinal Albor-
Teste. Parlando delle pitture chesono nel roz, ma senza la traversa, d' Urbano V, e
basamento del tabernacolo, escluse alTat del cardinal Grimoardi ; nel frontone .so

to cije ne fosse autoie Herna da Siena, il pra l'Evangelista l'insegna della chiesa ro
che neliSGc) dipingeva in Arezzo, e che mana, e lateralmenle in basso al rosone
secondo Vasari u)ai si recò in Roma; con due armi d'Urbano V.Ritnpetto alla tri-
Aitando inoltre il Rocca che l'avea attri- buna, sugli archetti gli stemmi del car-
buite a Leonardo da Vinci. Stabilì a quali dinal Grimoardi, d'Urbano V, e del car-
cardinali si dovessero assegnare le armi dinal Roger: nel frontone sopra l'Evan-
rappresentate in diverse parti del ciborio, gelista il triregno colle chiavi incrociate,
come del tabernacolo (che però dal ri fé e lateralmente al rosone in basso duear-
rito nel Giornale, non si nominano), che mi Giegorio XI. Nel lato inconlio al-
di
ad altri alcuni scrittori l'altribuirono sen l'altare delss. Sagramento, sugli archet-

7.1 guardare la storia e meno l'araldica. ti gli stemmi del cardinal Albornoz, e-
Si dice che nella 2.^ parte, espose le al- gualmenle senza la traversa, d' Urbano
terazioni alle quali il mnnimiento era an V, e del cardinal Grimoardi ; nel fron-
dato soggetto, e come lo avessero reso di- tone so[)ra l'Evangelista nulla, e late-
verso dali.° disegiiojeche nella 3.' trattò ralmente al rosone in basso due armi di
degli operati restauri, facendone conosce Gregorio XI. Finalnienle nell' aliare gli
le i pregi. Nel n.'iy dell' .///^?/w di Ro- stemmi già descritti. Nel n.^aSydel G/or-
ma de' 17 del medesimo giugno, si ripor- 7//7 A', riferendosi il celebratoaiiniversario
ta un articolo intitolato: fJ Altare papa- della dedicazionedella chiesa Lateranen-
le della hasiliea Lateratìeìise,co\ dise- se, a'g novembre 85i, I si notifica che in

gno del prospetto di tutto il monumento, tale occasione, dopo il grande restaurodel
lice si riprodusse l'articolo pubblicatone! ciborioUrbaniano,si era scoperto il celebre
n.°i Giornale di Roma, di cui so-
23 del vetustissimo altare di legno di s.Pietro,sul
pra diedi un sunto, manifestandosi esser- quale ordinò s. Silvestro I che ninno fuori
neautore l'encomiato commend. Viscon- de' romani Pontefici vi potesse celebrare.
ti; indi si aggiunse un ristretto della dis- Si legge nel n.°io2 ddGiornale di Roma
sertazione ricordala del medesimo archeo- dell 853, che a'5 maggio, giorno dell'A-
logo, esplicitamente nominandosi le armi scensione, per la ."volla comparve
i al pub-
«•ardinaliziecìie sono nel monumento,cioè blico nella basilica Lateranense l'amplia-
de'cardinali Grimoardi e Agrilbglio, di- zione della confc'^sione dell'aitare papale
chiarandosi infedelmente prodotte dal per munificenza del Papa Pio IX, poiché
Ciacconio, e trovarsi esatte nelPanvinio, quella ristietta costruita da non molti an-
che il disserente seguì. Ma anche su que- ni da Gregorio XVI, poco ormai confa-
sto punto provai superiormente,che in ciò cevasi alla ricchezza del sovrastante co-
non errò Ciacconio,e che nelPanvinio non spicuo altare. E poiché la restaurazione
esiste l'asserto. Avendo attentamente e- ileimedesimo, aflldata già al cav. Mar-
saminalo gli stemmi del ciborio e del ta- tinucci, riuscì non solamente di piena sod-
bernacolo, ho trovalo, the nella parie li- disfazionedel santo Padre, ma unitamen-
spondcnlealla na\ e grande, sugli archetti te riscosse le lodi e l'ammirazione del pub-
sotJovilearmidclcaidinalAnlonelli.d'Ur- blico, a lui fu parimenti commessa Tese-
- -

TE S T ES 67
cii^Innp dell'opera aggiuntaci. Imperoc- di Gregorio XVI (e del cardinal Latn-
ci.è v'impiegò sensatezza di disegno, ai bruschini, ambedue eseguiti dopo la re-

nioniosa disposizione negli oinainenli di mozionedelleloro armi marmoree situa-


]u eziosi mai mie bronzi, con accrescimen- te esternamente, le quali ho trovato mu-
ti) ulteriore di decoro alla i /basilica del- rate nelle pareti del chiostro, presso quel-
l'oriìe cattolico. Ora col lodalo Co/ìuiien- le dell' antico altare papale) ; e so|)ia la
{./rio del cav. Martioucci supplirò alle porla la memoria de' rinnovamenti che
mancanti notizie del sin qui narrato. II eh. vi fe'operare (cioè nell'interno della cap
' autore nella descrizione de'reslauridel la pella, poiché l'iscrizione di metallo do-
bernacolo marmoreo e de'monumenti a- rato di Gregorio XVI, che ricordava pu-
diacentij premile brevemente la storia di re l'operato di Clemente Vili, fu tolta: la

essi, onde meglio dichiararne lostalo pre- sostituita è dipinta del seguente tenore;
sente. Egli comincia dajla confessione, che Gregorms XFIP.M. - S.P.Aniio XIII
forma e abbellimenti degni
inlcse darle PerAloysium Lamhruschinuin - Firum
jdeir augusto tempio e della mole di cui Eminentissimum- Ej). Sabine n. A Cons.
fa parte. Perciò attenendosi alle norme Sanct. - S. E. R. Pro Camerarium- Ve-
delle consuetudini ed a'caooni dell'arte tustatis injiiriasuhlata-Pro loci flig?n-
Architettonica, la estese nella lunghezza tate- Omni cultu-Exomavit). Nell'ab-
tlipalmi 16 verso la nave media e si ap- bassare che si fece l'area della confessio-
profondò di palmi 2. '--E' cinta la confes- ne si discoprì per la i
.^ volta il piano di
sione d' un nuovo parapetto in marmo antica via che corre parallela alla nave
[lunense, dis|)osto a quadrali chiusi da a- traversa dal settentrione al mezzogiorno,
ìiabeschi di metallo traforati, che conli- formata di poligoni irregolari e fi^ncheg
jnuano il tipo del monumento principa- giata di marciapiedi in pietra tiburtina.
le. Il piccolo cancello, che ne chiude l'en- Sotto la soglia poi dell'ingresso della cap-
ti ala verso la porla principale della ba pella fu rinvenuto un pertugio corrispon-
silica. è similmente di metallo in foggia di dente a lungo sotterraneo formato di due
I osone. Si discende nell'area per mezzo grandi sale a volta di ottima costruzio-
di doppia scala dii4 giadi ciascuna, di- ne, lunghequautola nave traversa equa-
jfesa da parapetto a piccoli balaustri di si intieramente colme di macerie. So-
Ijérro fuso doiato. Le pareti sono rivesti- pra della volta che guarda ad oriente ba-
te di marmi colorati a riquadro, e la fron- sano le due colonne del tabernacolo che
te che sorregge il tabernacolo è architet- sono verso 1' abside, le altre due colon-
tata di 6 colonnelle in mezzano rilievo, ne piantano sopra il muro del rinveuu
rbe dimostrano sostenere il fregio sul qua- to edifizio imminente all'antica via. Per
le posano gradi dell'aliare superiore e
i ultimo nell'area stessa si liasferì il depo-
le basi delle colonne del medesimo taber- sito di IMartino V, che dianzi era lungo
nacolo. La porta della cappella è a sesto la nave, e si rinvenne vuoto. Alcuni eru
acuto, adorna di coruicea guscio con due diti delle patrie antichità per tale l'avea-
bastoni a compartimenti dorati: ed il suo no". E qui pubblicò l'inedita epigrafe rit-

cancello di metallo è pure nuova opera mica, che ricevuta da me anteriormente


lavorata a rose dentro di rombi col fon- dalla gentilezza del di lui degno fratello

do di cristalli colorali (riceve pure luce n»g.'^]\larlinucci,riprodussipiìi sopra, nel-


da una piccola ferrata, posta sotto ìi
1° la quale è detto essere Mailino V sepol-
de'3 scalini dell'altare pontificio). L'inte to nella cappella propria di sua famiglia ...

liore della cappella si è lasciato come an- proprio qui met!iì>ra sacello... Recldidit.
tecedentemente era colla volta dipinta a "Continuate per altro le ricerche, sotto il
chiaroscuri.e nel mezzodì tssa lo slemma paviu)culo alla profondità di circa 4 l'^''
68 TE S TES
mi (alla presenza del nobilissimo paren- tantCjchea giudizio de'periti in simili ma-
tiido di quel Pap.n^fiirono rinveniile mol- terie addimostravano straordinaria anti-
te ossa umane da poleine {'uiiDaie uno cliilii. Fra i vari strati di tavole si seno-
stljelelro intiero, ed erano disposte che s'i priiono riposte moltissime monete del se-

i piedi dello scheletro corrispondevano al colo XIII al XVI. Rimosso il paliollo, gli
punto superiore in cui vedevasi il capo specchi laterali, i 3 strati di tavole, si vi-

del l'ontefìce Martino V nelT elligie di de a nudo una cinta di abete per 3 Iati
bronzo. Entro il deposito suddetto sono aderente a .\ altre cinte di legno antichis-
state riposte le rinvenute ossa, e lasciala sime e logore, che racchiudono, o per dir
memoria dell'eseguito rimuovimento col •
più esalto, foderano gli avanzi dell'albuo-
Martini V R. P. condì torium
la scritta: cio selvatico ond'era tbrmato l'altare di
marmoreis cmhlcmatilnts ornatimi, ae- s. Silvestro. Nello specchio di fronte è la
neo occlusimi operculo Simonis Jloren- croce latina di tarsìa in legno giallogno-
tini arte caelato anno 433. Pio IX P. i lo e biancastro a guisa di mosaico, conia
]M. seclusum,et opcrtum, e tessellato Ec- già si è detto. Anche nel piano giacente sot-
clesiae pavimento Ime translatimi est 6 to l'altare si rinvennero monete di Pon-
idus fcbriiarias iS53". Ecco poi come il tefici e di città italiane. Tutte queste me-
cav. Marlinucci descrive l'altare ligneo di morie, gelosamente esaminate e custodi-
s. Pietro, chiuso nel nuovo suddescritto, te , sono state novellamente riposte per
e la forma in cui fu trovato." Il piano su- entro il nuovo altare, fermatele per mag-
periore era composto di 5 tavole di cipres- gior cautela con due lamine d'ottone, che
so, quindi si prolungava di i3 tavolette abbracciano tanto a destra che a sinistra
di castagno poste verticalmente alle già l'altare, la tavola superiore e la cassa in
indicate. Di (juestea destra ed a sinistra fondo, suggellale cogli stemmi di Nostro
erano aderenti due mensolette. 11 paliot- Signore,edeirE.uio Antonelli prefetto dei
to fu ritrovato composto di cornice d'al- sagri Palazzi apostolici". Narra inoltre il

buccio, che stringeva una lunga rete di cav. Marlinucci, che si i ipniirono e dora-
cordicella annodata a'quadrilateri oblun- rono a nuovo i capitelli delle colonne, e
ghi; di mezzo a'quali scorgevasi una cas- queste lustrate, vintele didìcoltàdel mar-
sa con croce nel mezzo formata da tarsìe mo e delle posture; egualmente ripuliti
ad angoli acuti in colore bianco e giallo- e dorati gli archetti di marmo traforati,
gnolo. Negli specchi laterali erano dipin- ed incassati per risalto degli ornamen-
te le immagini di s. Pietro e di s. Paolo, ti alcuni smalti che imitano i lapislazzo-
in tutta persona , coperte però in parte li. Che fu nuovamente ornato l'architra-
dalle due indicate mensolette, lequali in- ve del ciborio per 3 Iati di lista a colori
oltre ascondevano due iscrizioni. Legge- in musaico, ed in quel lato che sovrasta
vasi in quella a cornuEvangelii: Sanctus la confessione fu posta per memoria del-
óilvester Papa
Primiis pontificia san- le riparazioni eseguile la seguente iscri-

ctione statuii ut si cpiis praeter roma- zione in lettere di smalto doralo. Plus
num Ponlijicem in hoc Altare Missam IX Pont. Max. in vcterem formam re-
celehrasset anatìiema csset: ed in quel- ac splendidiori eiiltii inslauravit
stituii
la a cornu Epistolae: Sanctus Silvester anno mdcccl. Tulle le parli maigiorcc
P-itpaPiimus Altare ligneitm in quo s. e superiori del tabernacolo, con I' aiuto
Petrus et reliqui ante se Pontlfices sa- della chimica, furono scoperte e rinfresca-
era fecerunt lionoris eausa hic colloca- te di nuovismalti. Nelle pareti interne dei
vii. Tolte quindi le indicate tavole, altre 4 pilastri con capitelli e basi, che solle-
due di ci[)iesso ne si rinvennero: e dopo vandosi terminano in guglie, fu addossa-
queste, 4 tavole di noce aderenti ad allret- ta a ciascuno mezza colonna sj[)irale gi-
TES TET G<j

rala iV\ musaico, die sostiene leggiero ar- vere assistito a'24 giugno alla cappella per
cliilrave, su cui riposa l'imposta della vol- la festa di s. Gio. Iiallista,si portò all'al-
ta, il che già rimarcai. Ad ognuno de'4 tare di Francesco a venerare le ss. Re-
s.

]ati della cap|)elletla (|ua(irata che rac- liquie dell'arcibasilioa, ed osservando re- i

chiude le ss. Teste, furono poste a riem- stauri fatti alle custodie e il resto, espres-
pirne gli spazi 1 6 c.obuiielte di ferro fu- se la sua [)iena soddisfazione.
so, intonacate di lamine di metallo in par- TETCITA. Sede vescovile dellaBiza-
te durale, con simili aral)esclii ornamen- cena nell'Africa occidentale, sotto la me-
tali; e da queijato cli'èdi fronte alla nave tropoli d'Adrumeto,
suo vescovo Ru- e il

inagi-ioie pontjo contemplarsi i due bu- stico fu esilialo nel 4'^4- '^'^ Unnerico re
sti iiL'Vjuali si conservano iCapi de'ss. l'ie- de' vandali, perchè doverosamente si di-
tro e Paolo. Quivi essendo l'unico cancel- chiarò cattolico, nella conferenza de'dona-
lo chiuso da 4 chiavi diverse, per cui si tisli in Cartagine. Morcelli, Afr. dir. 1. 1.

possa penetrare nella cappelletta o inter- TETRADITI. Nome di molle sette di


no del tabei-nacolo. Restituiti in tal guisa eretici, cos'i chiamati pel superstizioso ri-

ol prin)ilivo aspetto il ciborio e il taberna- spetto chealfettavanoper il numero quat-


colo, compito il monumento di quegli ab- tro, come i Sahbatai-i (f^.) perchè cele-
Itellimenti diesi desideravano nell'altare bravano la Pasqua nel giorno xiv della
e nella confessione per l'armonia ilell'in- luna di marzo, e perchè digiunavano ne*
sieme, sagro e celebre ediflzio per la
il
,
mercoledì eh' è il Z^.." gior/io della srtti-
inunificenza del Papa Pio IX ordinatore inana; cos\anco Manichei (V.) e loro
i i

dell'opera, per l'intendimento e gusto del settari, perchè ammettevano in Dio 4 per-
cardinal Antonelli che ne fece eseguire i sone in vece di 3 seguaci di Follone, ; i

voleri, per avervi egregiamente corrispo- perchè aggiungevano al Trisagio (J\)


sto l'archilelto cav. Marlinucci, ritornò a alcune parole colle quali insinuavano che
fare di se decorosa e splendida mostra in non fu una sola delle tre Persone della
mezzo al santuario, che qua! (.'chiesa del- ss., Trinità che avea patito per noi, ma la
l'universo per antonomasia fu chiamata Divinità intiera ; e Hnalmente anco i Se
Chiesa apostolica Romaiui. Dirò per ul- K'eriani(F.) furono denominati telraditi,
timo, che riferisconon.' 4^ e i52 del i i secondo l'annalista Rinaldi. Altri voglio-
Giornale di Roma del 1 855, die il capi- no che discepoli di Tetrardio, seguace di
i

tolo Lateranense ha fatto recentemente Severo capo de'severiani, si chiamarono


restaurare e indorare la bellissima custo- ^ci/-mv//V/; questi eretici pretendevano col
dia o armadio delle ss. Ilelit(uie, che fat- loro eresiarca, che il corpo di Gesìi Cri-
ta lavorare da Innocenzo X.I, per circa due sto fosse stato corruttibile e soggetto alle
1 secoli era stata sul gran ciborio dell'altare passioni, come quello del restante degli
I papale, e la collocò sull'altare della cap- uomini.
! pella ddle Stimmate di s. Francesco d'A- TETRAPOLI, Tetrapolis. Voce gre-
I
sisi, di consenso della principessa Rlassi- ca espressiva di quattro città, e fu dato
I
ino Lancellolti patrona della stessa cap- a'regni divisi in 4 parti, ed alla Seleuci-

I
polla. Gli estremi lati della custodia fu- de, antica parte della Siria, lungo il ma-
j
rono allungali e ornali d'intagli simili ai re, fertilissima e popolosa, formata prin-
preesistenti pregievolissimi; essendosi pu- cipalmente dalle 4 città di Antiochia (di
re disposti all'intorno due angeli che so- i cui meglio a Siria), Apaniea, Laodicea
I

stenevano l'arme d'InnocenzoXI, anch'es- e Seleucia{r.). Osserva il Terzi nella Si-


si ridi)rali,ed ora sorreggono imo la Cro- ria sacra, che la s. Scrittura chiamò la
ce, l'altro la palma, e de'cornucopi ezian- provincia dellaTetrapoli,Celesiria,vocec-
dio messi u oro. il Papa Pio IX, dopo u- quivalenle aCuva o Curva Siria, ne descri-
70 TET TE U
verampiezz<i,lecillàclie comprese, i «noi l)ilì chei suoi figli avessero: Antipn la te-
confini e la regione. Inoltre il nome iliTe- trarchia della Galilea e della Pelrea ; il

trapolifudalo ancora n4cillà dei non! del- regnodi Giudea Archelao;FiIi[)po la Tra-
l'Altica, ricordale dal Uandrand nel Le- condite, la Gaulonile eia Datanea, ch'e-
jìcoìi gvou^rdjihìciim. inoltre Tetrnpoli resse in tetrarchia; die poi a Salome su?»
venne appellala Anlioiliia, perchè divisa sorellaJamnia,AzoteFasaelidecoii 5o,ooo
in 4 ^"•''''•'eri principali, clic foi mavaiio monete. Ma malcontenti i principi di tal
per coM dire altrellante città, quando e- divisione, ricorsero ad Augusto, il quale
racioè nel suo splendore e 3/ citlà del ro- concesse ad Archelao la metà del regnodi
mano inipero dopo Roma e Alessandria. Giudea sotto ii titolo di enarchia , e gli
Dipoi il regno e 1'
isola di Sicilia (f.), promise di stabilirlo re se colle virtù lo
(piandosi denominava Trinacria, fu di- avesse merilalo: divise 1' altra metà tra
visa da Coiiifacio IX in .°
4 parti o Telrur- Filippo e Anlipa, cioè il i ebbe la Ba-
chic per mantenere le laijioni della s. Se- tanca o Batabea, la Tracondile e 1'
Au-
de, assegnandone il governo a 4 potenti ranidite, ed il paese di Zenodoro; il 1.°
conti con annuo censo, e che sommiui- la Galilea col paese al di là dal Giorda-
An-
stras'-ero aiuti di galere e cavalieri. no. Ad Archelao [ìiopriameiite die la Giu-
ticamente chiamò Tetrarca, Tctrar-
si dea, l'Idumea e la Samaria; a Salome con-
cha, vocabolo greco formato da quarto fermò e ampliò Io statuilo dal fr.ilello.

e da coniando, quegli che comandava la Questi principati furono delti Telrar-


4
4." paried'un regno o contrada, perchè cliie. I latini dierono a'ietrarchi il titolo
ilgoverno d'un regno diviso ia 4 parli di Re, come apparisce dall' orazione di
nominò Tetrarchia e Tctrarcato il
.si
, Cicerone per Dejotaro, che non era se non
governo o douìinio del tetrarca. Altri ri- se tetrarca della Galazia, accusato d' a*
feriscono cheletrarca significa un Signo- ver allentato alla vita di Cesare. Anche
re, che ha la 4-" parte d'uno stato in pie- abusarono del titolo di tetrar-
gli ellenisti
na sovranità. Dice il M;igri verbo Te- , ca, e lo davano a'governatoi delle pro- i

Irarcha, che questo fu il titolo d'unii di- vincie. Fu anche dato il titolo di telrar'
gnità chegoverna va la 4-" parte d'un rea- ca a chi possedeva la metà o il 3.° d'u-
me, il capo di es>a, e che cos'i gli evange- no slato.
listi chiamarono i discendenti di Eroile, TETRARCA. F. Tetrapom.
governatori o signori dellaGiudea (T.;, TEUCHIRA oTAOCHARA.Sedeve-
divisa da'roinani in
4 governi o princi- scovile della Libia Penlapoli nel patriar-
pati. Erode Antipa fu gialilìcato da Au- cato d'Alessandria, sotto la metropoli di
gusto coi governo della 4' parie del re- Cirene, eretta nel V secolo, e chiamata
gno di suo padre,sollo il nome di tetrarca; pure Arsinoe. Zenone suo vescovo jiar-
nondimeno s. Matteo lo chiama re,quim- tigiano d' Ario, assistè e sottoscrisse nel
hmque non ne avesse la dignità cui per 43 I ii concilio generale d'Efeso. Oricni
altra aspirava nella sua ambizione. Si chr. 623.
t. 2, p.
legge nel p. Calmet, Storia dell' antico TEUDALDO, Cardinale. Fioi'i nel
e luun'o Testamento, lib.
7, che Erode e pontificato di Benedetto IX e nel io44>
suo fratello Fasaele fui ono fatti lelrarchi sottoscrivendo il privilegio accordato al
degli ebrei da Ma re' A Ionio; indi Erode11 patiiarca di Grado.
recatoci in Roma fu dicliiarato le degli e- TEUDERIO (s.), abbate. Uscito d'u-
brei , ed Angusto aumentò ii suo regno na delle migliori famiglie di Vienna nel
con alcune [novincie. Erode detto il Gran- Delfiiiato, si segregò dal mondo, e dojìO
de^ prima di moiire cambiò il suo lesla- essersi esercitalo akpianlo tempo nello
inciilojdivise il uguoiii Ictiarchie, e sta- pratiche della vita religiosa, P*ce ritorno
TE U TE U 71
in piitria. Avendogli le sue TJrltj procac- attribuivano gli effetti a' cattivi demonii,
ciato buon numero di discepoli, fabbri- invocandosi gliDci infernaliei malefìcige-
cò diipprirua delle celle per essi, poscia nii,con arte empia edetestabi!e,esercitata
(ondò un monastero presso Vienna. Es- specialmente dagli Strrgo/a'e dalle Stre-
jicndovi colà il particolare costume di sce- ghe (F.)j e la magia benefica, che appel-
glie re un monacogrande riputazione
di lavano Teurg'ìa, cioè operazione divina,
di santità, che volentieri menasse vita da colla quale s'invocavano genii buoni. E- i

rinchiuso, e che confinato in una cella, ra questa la sola magia di cui facevano
con orazione continua e con rigorosi di- uso saggi del paganesimo, riguardando-
i

giuni implorasse la misericordia divina la per arte divina che non serviva che a

per se e pel suo paese, fu eletto a ciò s. perfezionare lospirito, e a render l'anima
Teuderiojil quale esercitò la funzione di divina. Quelli che arrivavano alla perfe-
cui era stalo incaricato con tanto fervo- zionedella teurgia,aveanoun iutimocom-
re, che non pose alcuna misura alle sue mercio cogli Dei, si credevano rivestiti del
lagrime e alle sue mortificazioni. Mori loro potere, e si persuadevano che nulla
circa il 57 5, celebre per miracoli, e fu sep- fosse loro impossibile. Ma per giungere a
pellito nel monastero di s. Lorenzo, Le quello stato di perfezione, era d'uopo di
sue reliquie furono dipoi trasportate iu sottomettersi a parecchie ben difficili pra-
una chiesa collegiata di cui è patrono, e tiche; passare prima di tutto per l'espia-
che diede il nome alla piccola città di s. zioni, farsi poscia iniziare a'piccoli miste-
Teuderio, distante 8 leghe da Vienna nel ri, digiunare, pregare, vivere in un'esat-
DeKinalo. Questo santo è nominato nel ta continenza, purificarsi. Allora veniva-
martirologio romano a' 29 ottobre, no grandi
i misteri, ove più non trattava-
TEURGIA o TEURGICA. Arte di ar- si che di meditare e di contemplare tut-
rivare ad alcune cognizioni soprannatu- ta la natura ; imperocché non avea essa

ed operare delle cose meravigliose,


rali, più nulla di celato, dicevano eglino, per
deiMiracoli {f •), e delle cose divine col- tutti quelli i quali eransi a tali prove sot-
l'aiuto degli spiriti o genii, che pagani no-
i toposti. Credeasi che in forza del potere
minavano Dei, e che i padri della Chiesa della teurgia Ercole, Giasone, Teseo, Ca-
a ppellaronoZ>e/«o/«>Y/'.j. Quest'arte im- store e Polluce, e tutti gli altri eroi del-
maginaria e d'i Siifjerstìzione (f'.J, è sia- la favolosa e immorale Mitologia, operas-
la sempre icercata e praticata con miste-
1 sero que' prodigi di valore, che tanto in
ri arcani, da un buon numero di filosofi, loro si ammiravano per finzione de' poe-
Platonici e Piltagorici, eque'del III e IV ti. L'invenzione disila teurgia si attribui-
secolo della Chiesa che presero nome di
il sce ad Orfeo,conosciuto per uno de'faino-
Eclettici o di nuovi Platonici, come Por- si maghi teurgici. Insegiiòegli inqual nn»-

firio, Giuliano r ApostataGiamblico, , do si doveano servire gli Dei, placare il


Massimo, ec, ne furono principalmente loro sdegno, espiare i delitti, e le malat-
prevenuti. Eglino si persuadevano checon tie guarire. Fra la
magia teurgica , e la
alcune formole d' invocazione, con certe religione misteriosa del paganesimo, ei-a-
pratiche, si poteva avere commercio fa- vi una gran conformità, vale a dire quel-

migliare cogli spiriti, comandare ad essi, la che concerneva i misteri segreti, di cui
conoscere e operare col soccorso loro del- parlai a Setta, a Sacerdozio, descriven-
le cose superiori alle forze della natura. do quello degl'idolatri, e ne'relativi arti-
Ella in sostanza non era altro che la Ma- culi;usandosi formule che derivate dalle
gia (f.Ji ma questi filosofi ne distingue- lingue egizia e caldea, greci e romani i i

vano due specie, cioè la magia nera e ma- conservarono molle parole originali per-
lefica che chiauuivano Goe/ut, di cui ne
rjl T E U TE U
piclcsi genii motori della natura clie ne lora se ne concepisca il significato, tutte

animavano tulle le parti, non avea per sono mirabili lezioni di morale e di vir-
piova verun sodo ragionamento, né alcun tù. La Chiesa adora Dio, l'onora, e rende

l'alio certo ; era una puia immaginazio- tril)uto di iauJi al suo divino Sposo, di
ne fondata sull'illusione, sul!' ignoranza cui è la diletta, con gì' idiomi di molle
delie cause flsiclie e del mecc:misino del- nazioni; e con la varietà di riti e di cere-
la naturajquesto nondimeno è tulio il fon- monie gli presta ipiel cullo che gli é do-
damento del Politeismo (f\) e i\e\[' Ido- vuto; e Dioé egualmente lodalo e ono-
latria (y.). Il popolo cieco attribuì fal- rato in qualsivoglia conveniente rito gli
samente ad alcune intelligenze particola- si renda quell'omaggio di soggezione si

ri, ad alcuni spirili dispersi in ogni luo- interno che esteruo,che Tuomo deve tri-

go, fenomeni, che Dio solo autore e go-


i butargli.
vernatore dell' universo, opera o per se TEUTONICO, Orui.ve religioso e
stesso o per le leggi generali del moto che MILITARE. Ordiiùs Militiac. B. Manata
ha stabilito e conserva; e lilosofi sveu- i lirginis Tlu'utonicoriim. Nobilissimo,
turalamenle, invece dicombultere questo antico e già sovrano e potente ordine e-
pregiudizio, lo adottarono e lo resero più questre, denominato pure Ordine della
incurabile, perpetuandosi l'errore per tra- JLidoima del Monte di Sion o di i. Ma-
dizione e per gl'insegnamenti di molli ira- ria di Gerusa lemme, dì cui p. Ilelyot il

La
pijstoii. teurgia vieppiìi divenne co- nella Storia degli ordini religiosi e mi-
mune dopo lo slabilimeulo del cristiane- li tai'i, t. 3, cap. 1 6: De'caK'alieri dell'or-
simo, poiché con essa vollero i filosofi pa- dine Teutonieo, dice che le divisioni in-
gani distruggere l'impressione stupenda sorte nel medesimo, e l'ambizione colle-
che aveano fatto su tutti gli spirili i mi- gata coll'eresia, hanno fatto tale ingiuria
1 acoli di Gesù Cristo, degli Apostoli e dei alla di lui gloria, e ad un tale stalo ridot-

primi cristiani. In generale essendo la tolo, clie dillìcilmente si crederebbe, ch'e-


teurgia viziosa, come alto di (loliteismo e gli fosse un tempo stato il terrore de' re
d'idolatria, que'che vi si abbandonarono più potenti, se la storia non ci facesse pie-
furono a un tempo insensati, impostori na fede della possanza di quest'ordine, ri-
ed empii. Alcuni maligni incretinii e i dotto al suo leinpo al possesso d' alcune
])iotestanli, calunniosamente osarono di- commende, sufìlcienti appena al mante-

le che la più parie delle veneiande Cc- nimento del gran maestro e de'cavalieri.
iciiìoiiiv (/ .) del cristianesimo non sono L'ordine teutonico, del quale vocabolo
dilfereiili insostanzadalla teurgia, se non parlai nel voi. XXIX, p. i 2 i e altrove, eb-
ne'sagramenti, nelle benedizioni, negli e- be sotto il suo assoluto dominio la PruS'
sorcisini, ec. Dio prescrisse le
Lo stesso sia reale e ducale, la Livonia, la piccola
sagre ceremonie per mezzo di Mosè agli Pomerania, la IMarca nuova di Drande-
ebrei, e le ceremonie cri.>tiane per mezzo Lurgo, l'Estonia, ed i ducati di Curlan-
di Gesù Cristo, degli Apostoli e ilella Chie- dia e di Semigallia, provinciedi vasta e-
sa, cui lo stesso Gesù promise il suo spi stensione, ed altri dominii, i quali si esle-

l'ilo, il suo soccorso e la sua assistenza; ed sero dall'Oder al golfo di Finlandia. L'or-
iiiveced'aver avuto alcuna intenzione d'i- dine de'cavalieri teutonici deve la sua o»
milaie i pagani, la Chiesa al contrario eb ligine alle Crociale {f non meno che .),

}»e il proposito d'allonlanoi e e prcserva- quelli degli ospitalieri da' Gerosolimita-


je i suoi O^li dagli abusi e dalle super- ni nA a' Templari. Verso il 27 o il 28 i i i i

hlizionidc'l p;igaiiesimo. Tutte le ceremo- un icco particolare alemanno, che avea


I

nie ed i
///.'/' (/ .) cristiani spirano la pie- slalnlila la sua dimora a Gerusalemme,

tà, il rispetto, la cunlideuza in Dio; e qua- comiuciava a raccogliere in casa sua pu- i
TE U TE U 73
veti pellegi'mi della propria nazione, tra- Gerusalemme, d'Enrico re di
patriarca di
vagliati dalle malattie o dalle fatiche del Gerusalemme, degù arcivescovi di Naza-
lungo epenoso viaggio. La moglie dicjue- reth, di Tiro e di Cesarea, de' vescovi di
slo carilatevole alemanno istituì quindi Betlemme ed Acri, de' gran maestri dei
un 2.° ospizio allato ali.", per accogliervi gerosolimitani e templari, e di molti dei
le povere donne della sua patria. Tali li- loro cavalieri, di Piidolfo signore di Ti-
deilalenianuo non potendo
uiiti rispetti beriade e del suo fratello Ugo, di l\inal-
bastare al suo zelo, fece costruire a pro- do signore ili Sidone, di Cimaro signore
prie s[>ese un ospedale, e ottenne dal pa- di Cesarea, e di molti altri principi e si-
triarca d'unirvi una cappella dedicala a gnori del regno diGerusalemme,come an-
Maria Vergitse. In seguilo vari gentiluo- cora d'alcuni signori alemanni, i quali si

Uiiui alemanni e non poclii [)arlicolari del- trovavano all'assedio. Essi furono Corra-
la stessa nazione si dieroiio cura d'aumen- do arcivescovo di Magonza, Corrado d'Er-
tar la fondazione, votandosi al servizio dei bipoli cancelliere dell'impero, WolsOge-
poveri e de'malati di loro nazione. Come ro vescovo di Baia via. Federico duca di
oggetto del pellegrinaggio loro era quel- Svevia, Enrico di Walpot conte del Pie-
lo di coudjattere contro gl'infedeli, a ciò no e duca di BrunsAvick, Federico il Cat-
si obbligarono con un 2." voto, prenden- tolico duca d'Au>tria, Enrico di Brabau-
do a modello la regola de'templari. L'o- te, e molti altri principi e signori, qua- i

spedale alemanno ossia teutonico di Ge- li |)revedendo di quanta utilità poteva di-

rusalemme non fu distrutto, come quel- venire l'istituzione, furono di parere che
lodi Giovanni de'gerosolimitani, allor-
s. il duca di Svevia inviasse deputati al fra-

ché Saladino re saraceno diSoria,dopo la tello Enrico VI imperatore, aitine di pre-

battaglia di Tibeiiade, a'2 ottobre i 187 garlo d'ottenere da Papa Celestino HI la


prese Gerusalemme; ma solamente il vin- conferma dell'ospedale. Alcuni riferisco-
citore non vi tollerò che quel numero di no che fu Fedeiicudi Svevia, che per da-
persone ch'erano assolutamente necessa- l'è slabile forma allo stabilimento, imma-

rie al servizio di esso. Questo stabilimen- ginò d'islituire un ordine di cavalieri, ad


to pio viene riguardalo come la più rimo- imitazione di quel li de'gerosolimitani e de'
la originedell'oidine teutonico. Intrapre- templari; divisamento che vuoisi applau-
sosi poi da'cristiani l'assedio di Tolemai- dito da lutti i nominati, e che i vescovi
de ossia s. Giovanni d'Acri nel i i8q, si compilarono una regola tratta dagli ospe-
vide tosto rinnovare lo stesso alto di ca- dalieri gerosolimitani, perquanto riguar-
jrilà nel campo loro per essere l'esercito dei da la cura de'malati, e da quella de'tem-
I
crociati desolalo dalla fame e dalle raa- plari per ciò che si riferiva alla milizia e
lallie. Mentre i cavalieri gerosolimitani a- alla particolare disci[)lina. Aggiungono,
\eano preso cura degl'italiani, ed i cava- che dopo di essa, il duca di Svevia solen-
lieri templari de'francesi, isoli tedeschi e- nemente eresse il nuovo ordine, a cui do-
lano miserabilmente rimasti privi di qua- nò a titolo di fondazione l'ospedale leu-
lunque aiuto. Allora alcuni benefici citta- tonico ossia alemanno di Gerusalemnie,
dini di Brema e dì Lubecca, com[ìasiio- e che allora impetrò dal fratello la san-
Bando le miserie e i bisogni de'soldati te- ziuneaposlolica. Clemente III inen Ire sta-
deschi infermi e feriti, i quali per man- va per approvare l'istituzione moi"i, on-
canza di soccorso morivano, candiiarono de il successore Celestino Ili neh 1910
le loro tende, fatte di vele da nave,in un o- nel 192 confermò l'ospedale e ristiluto,
1

spedale, in cui davano ricetto a'feiiti e ai erigendolo in online ospitaliere e milita-


jmalati, che con molta mnillìi e cai ila soc- re sotto l.i rcircjla dis. Amjslino, orilinan-
SGiie vano: ciò loro guadagnò la stima del
74 TEU T lì U
gerosolimitani nel governo e servizio dei tura anche nell'atto di celebrare! divini
iiiiilali e i!e'|joveii, e gli slaliili cle'leiu- ulllii, cioè colla corazza e la spada al fian-

plaii quanto ull'esseie di militari e di ec- co, ()er essere sempre pionti ad opporsi
clesiastici; che facessero voto di difendere al nemico. In tempo di pace cappella- i

la Chiesa, Palestina o Terra santa,


la ni dimoravano ne'convenli in numero di
le vedove e gli orfani; e che il loro abi- 6 con I 2 cavalieri; ecjuandoi cavalieri riii-

to consistesse in un ma niello bianco, or- nivansi per l'elezione del gran maestro,
nato d'una croce nera: concesse all'ordi- fra gli elettori era vi sempre un frale cap-
ne le stesse indulgenze, privilegi ed esen- pellano. Circa al gran maestro dell'ordi-
zioni già accord.ite dalla s. S>n\^ agli or- ne, narra che Celestino 111 die facoltà d'i-
dini ospedalieri ed a'ieniplarij e per arine stituirload Enrico di l fa Ipot cowle del
stabilì una ci oce piena di panno nero in Reno, ch'era stato eletto nel campo d'A-
cainj)ubiiinco, alla quale, dicono alcuni, fu cri gran maestro dell'ordine. Che poi il

a^giullla la croce potenziata del regno di 3.° gran maestro aggiunse alla croce ne-

Gerusaleinine, pei concessione di (piel re ra un'altra doro, per distinguersi da'ca-


Enrico, o del le Giovanni da Drieniie al valieri a lui subortlinati, o meglio la con-
dire di allri. L'imperatore accordi) a'ca- cesse il suddetto re Giovanni al 4-° giau
valieri il diritto di possedere in perpetuo maestro, testimonio delle valorose azioni
le terre e le provincie, che avessero con- de'teutonici, distinzione che restò a'snc-
quistalo sugl'infedeli. 11 p. Bunanni, Ca- cessori; che Papa Onorio ili versa il ( 220
talogo cicali ordini t(/iicstri e militari, gli concesse il titolo di principe, allri di-
a p. 1 I 6 e >eg. riporta le figure del cava- conoche inoltre gli donò un anellodi graa
liere teutonico, del cavaliere teutonico ec- prezzo, che trasmise per njenxnia a'suc-
clesiastico, e dei gran maestro teutonico, cessori; Federico il imiieralore, non so-
ma^niis niagisttr Tcntonicoru/n.Quiìu- lo lo dichiarò in uno a'snccessori princi-
lo al cavaliere teutonico, riferisce che gli pe dcl'i'iinpero, ma inoltre gli accordò l'a-
fu [)rescrilla una croce nera contornata quila imperiale da porsi nell'arme, e s.

o filettata d'argento sopra abito nero, e Luigi IX re di Francia all'estremità del-


ujaiito di lana biatica, onde furono ca- i la croce vi aggiunse gigli reali. Per cui
i

valieri anco chiamali cavalieri di s. Ma- ilgran maestro portava sopra la veste di
ria e crociferi, ed a p. 162 riproduce al lana nera e stesa sino al ginocchio la cro-
n." 06 la forma della croce equestre de-
I ce patente, nel cui centro sopra uno scu-
nominata patente. Del cavaliere teutoni- do era ra(|uila imperiale, e al manto di
co ecclesiastico o cappellano, dice il p. Bo- lana bianca, lungo sino a terra, nel sini-
nanniche l'ordine è diviso in cavalieri mi- stro lato era aAissa la medesima croce. Il

liari ed ecclesiastici, e l'uflìzio de'secondi gran maeslroavea sottodi se il g/-anco/ii'


era ^anlalini^trare sagramenli agl'infer- i ineiidalorc, i ."uffizialedeH'ordinejilgTrt/j
mi dell' os[)edtde, come pure a'cavalieri maresciallo ,c\i>i risiedeva a Ronigsberg;
d'armi, recitare i divini udlzi nella chie- il ^l'ciu snedaliere, che dimorava inEI-

6:1, e aver cura del decoro e splendore di bing; \\draj)j)iei-e,C[.\\ incombeva la prov-
essa; siccome ancora ammaestrare nelle vista degli abiti; ed il tesoriere, che do-
cose spettanti alla religione i cavalieri e vea continuamente dimorare nella coi te

serventi lutti dell'ordine. Che portavano del gran maestro. Oltre a questi l'ordi-
pel' insegna la croce stessa, la veste nera ne asea molti commendatori come di ,

lunga e il mantello bianco egualmente Thorn, Culli», Brandeburgo.Konigsberg,


lungo, il tutto di lana piij grossolana. Al- Elbing e di multe altre città ragguarde-
lorché erano in guerra, i cappellani teu- voli. Eranvi pure de'commendalori par-
tonici ebbero fucullà d indossare l'arma- liculari destinati al governo dc'castelli e
T E U T E U 7 1?

forle/zi; degli avvocali, clti'provveclltoii, forziere o cassa serrata a chiave, per non
tle'ca validi i quali sopiiiilendevanoa'ino- dai- motivo di sospettare che vi si nascon-
liiii ed a'viveri, e molti allrj iiniziali. Do- desse denaro o altra cosa n(jn permessa.
po la pontifìcia approvazione dclTordine, Quanto aveano tutto possedevano a no-
il re di Gerusalemme, duca di Svevia
il me dell'ordine o del ca[)itolo, né lo pos-
e gli alti i signori che ne aveano procura- sedevano che per distribuirlo a'poveri, a-
to la conferma, vollero colla loro presen- gl'infermi,oa quelli dell'ordine che ne
za rendere più maestosa la cereinonia, nel- aveano bisogno. Alcuni scrittori afferma-
l'accettazione de'prinii cavalieri. Presen- no, che ili. "gran maestro ordinò a'cnva-
tatisi 4o alemanni pcrcssere
nobili ascrit- lieri di recitare ogni giorno e in tutte le
ti all'ordine, riceverono l'abito da altret- notti 200 volte l'orazione domenicale, il

tanti ^ignori, ed i cavalieri presero il ti- simbolo degli apostoli, e la salutazioneaii-

alemanni, Cavalieri del'


tolo à\ fratelli gelica: la regola non prescrive di ta-
però
la casa e dell'ospizio Teutonico di Ge- li preciun numero cos'i copioso. Le loro
rusalemme, 3Iariesi, e d i O speda lieri del- celle doveano essere continuamente aper-

la Madonnadegli alemanni, perchè nel- te onde si vedesse ciò che facevano, né


,

l'ordine non si doveano ammettere chea- cosa alcuna rimaneva occulta agli occhi
lemanni,ondechi(uiqiiesi presentava per del superiore, ch'era ordinariamente un
dovea giurareil'essere a-
esservi ricevuto, commendatore. In ciascun con vento di mo-
lenianno nato da idonea fa-
di nazione, e ra va no 2 cavalieri in onore de' 12 Aposto-
I

miglia nobile, di non essersi mai coniu- li, ed il gran maestro Wmrico di Knipro-

gato, di voler vivere ce!d)e, di sottomet- de ordinò che oltre i i 2 cavalieri, vi abi-
tersi a tutte le regole e leggi dell'ordine, tassero ancora 6 cappellani, l conventi e-
di prestare esatta ubbidienza al maestro rano circa 4o,e in un medesimo luogo ve
deirospedale,di consagrarsi principalmeu- n'era più d'uno, cornea lAIariembm-goove
le al servizio di Dio, degli ammalati, dei se ne contavano 4- H lo'O letto si fjrma-
poveri di loro nazione, alla difesa di Ter- va del detto semplice pagliariccio. Le lo-
ra santa, delle vedove e degli orfani, e di ro armi non doveano essere né dorate, né
vivere d'una totale S[>ropriazione. L'or- inargentate. Letà dalla regola piescrilla
dine non era tenuto asomministrargli al- per essere accettato nell'ordine era quel-
tro che pane e acqua, e vestilo; né in al- la di I 5 anni; doveano però essere i cava-
tro veramente consisteva il loro vitto sul lieri aspiranti di forte e robusta comples-
cominciar dell'ordine, né altro letto lu- sione , capace di resistere a' disagi della
singava i loro riposi, che un rozzo paglia- guerra. L'ordine era diviso a somiglian-
riccio. Le altre antiche osservanze dell'or- za del Gerosolimitano in 3 classi: i cava-
dine, liferitedal p. Heiyot, sono leseguen- lieri con baliaggi e commende, i cappel-
ti, professate pure da'cavalieri di Livoiiia lani, i frati serventi. Eianvi altresì delle
dopo la loro incorporazione tra'teuloiii- persone coniugale, cui permettevasi por-
ci. Per togliere loro ogni occasione di mac- tare delle mezze croci. L'ordine ebbe an-
chiare la castità giurala, proibiva ad es- che delle ed eravi prescritta la
religiose,
si laregola qualumpie conversazione eoa forinola d'orazioni che si recitavano nel
donne, specialmente giovani, uè era per- dare ad esse l'abito. Il gran commenila-
messo ad un cavaliere il baciare sua ma- tore presiedeva a tutti i consigli, e gover-
dre nell'alto di salutarla. Era s\ rigorosa nava la provincia in assenza dei gran mae-
la povertà che professavano, che non po- stro; soprintendeva al tesoro, alle biade,
tevano possedere cosa alcuna in proprio, alla navigazione; ed i frali cappellani, e i

senza licenza del gran maestro o altri su- serventi d'armi, i qualidimoravano nel
periori; poiché non potevano tenere alcun I. "convento, a lui ubbidivano. Dovea il
•j'ò TE U T E U
gran maresciallo provvedere quanto ap- pò morie del gran maestro, del cui de-
la

parteneva alla guerra, e tutù cavalieri i cesso rendeva consapevoli maestri pro- i

eriiiiu temili a ubbidirlo in assenza del vinciali, e fissava il giorno dell'elezione,


gran maestro; provvedeva loro le armi e acciocché essi vi si trovassero con uno o
1cavalli, quali però non comprava sen-
i due cavalieri. Si distribuivano tulli gli a-
za licenza del gran maestro, e senza le cui bili del gran maestro a' poveri, uno dei
lìicoUà neppure poteva licenziare dal- quali alimentavasi per un intero anno, e
l'armata alcun cavaliere, ne dare alcuna per 40 giorni ciò facevasi alla morte di
Ij^ittaglia. In tempo di pace il gran com- un cavaliere. Nel giorno dell' elezione si

mendatore gli precedeva, ma in tenipodi celebrava la messa, dopo la quale legge-


guerra egli lo pi ecedeva. Allìdali alla cu- vasi gli statuii dell'ordine, indi i frati re-

ra del gran spedaliere erano i poveri e citavano 5 volle l'orazione domenicale,e


I

lutti gli spedali; a lui spellava il dare gli poi si dava da mangiare ai3 poveri. E-
oiditii o[)poi tuni agli spedalieri inferiori, leggeva il vicereg^ente un cavaliere di
uè era lenulo a rendere conto delle spe- gradimento ilell'assemblea, per commen-
se che faceva ; e quando gli mancavano datore degli elettori. Questo commenda-
den ili o altre cose necessarie [)egli speda- tore prendeva un altro cavaliere per col-
li e pe'poveri, toccava al gran commen- legi, e questi due ne eleggevano un 3.",
datore a provvederle: prima dimorava a e questi 3 un ^.",6 così proseguivasi fin-
Elbing, ma dopoché fu ceduta alla Po- ché giuiigevasi al numero di 3. Tra que- I

lonia, trasferì la sua sede a Drandebur- sti elettori eravi un cappellano, 8 cavalie-

go. 11 drappiere avea la cura di tuttociò ri e 4 l'^l' serventi, facendosi in manie-

che spettava agli abiti de' fra li: se davasi ra che lutti gli elettori fossero di differen-
un pezzo di panno a'cavalieri, non lo po- ti Provincie. Fatta l'elezione il vicereggea-
tevano ritenere senza licenza del drap- leconducevaaHaltare il nuovogran niae-
piere. Se il [)ezzo di panno dato a un ca- slro. cui do[)0 aver rappresentalo le ob-
valiere bastava per fare due mantelli, ne bligazioni di sua carica, consegnava l'a-
riteneva la inelìi per se, l'altra davala al nelloeilsigilloaiUdatogli dal defunto pre-
drii|)piere, al quale pure spettava prov- decessore, e quindi l'abbracciava. Tanto
vedere l'occorrente a' viaggi de'cavalieri il gran maestro, quanto il suo coadiutore
che da un convento passa vano ad altro. Il devono essere onninainente cattolici.
tesoriere per essere sempre pronto a di- Espugnata nel luglio i 191 Toleinaìdc
stribuire ciò ch'era necessario, dimorava o Acri{T .) dall'armata cristiana, il gran
presso gran maestro, a cui tutti
il no- i maestro Walpot comprò un pezzo di ter-

minati grandi ufllziali erano tenuti a ren- ra fuori della città, incontro la porta di s.

dere conto in ciascun mese delle spese Nicolò, ove fece erigere una chiesa, e un
che aveanofilte, tranne il gran spedalie- ospedale con ispaziosa abitazione, rice-
re. Circa all'elezionedelgran maestro, ec- vendo ines>oi inalati con grandissima ca-
co (pianto anticamente praticavasi. Es- rità, e destinò quest'ospedale per prima-
sendo il gran maestro vicino a morte, po- ria residenza de'cavalieri. Walpot alla te-

teva dare a quel cavaliere che piii a lui sta de' -.noi cavalieri combattè valorosa-
piac<-va, l'anello e il sigillo di sua digni • iiienle contro i saraceni, che ponevano a
tà, acciò lo consegnasse al successore. Il guaslo la Siria, fino alla morte avvenuta
cavaliere che ricevea tali insegne era di- a'24 ottobre 200; fu sepolto nella detta
i

chiaralo vicereggente, e governava l'or- chiesa, ove pure furono tumulati due i

tline sino alla nuova elezione; ma s'egli suoi immediati successori, e Federico du-
non possedeva la grazia di tutto il capi- cadi Svcvia morto aiich'egli in Terra san-
tolo, eU'ggevasi un ullro vicercggentc do- ta, hi dà d"8o uuui fu dello gran maa-
T EU T EU 77
Siro Ottone di Kcrpen tli Rremn,che si aggiunge, come immediatamente dipen-
tlisliose per la sua carità e governò l'or- dente dalla s. Sede. Salza fu pure uno di
dine con saggezza. Morto nel 1206 gli suc- quelli che contribuirono in gian parte a
cesse Ermauìio di Biirdt. die per le fe- riconciliare l'imperatore con Papa Gre-
rite ricevute cotubaltenclo all'assedio di gorio IX, il quale poi scomunicò Federi-
Tripoli contro il suitanodi Cogni, insieme co II qual persecutore della Chiesa. Nar-
al re d'Armenia e a'cavalieri gerosolimi- rai a Prussia che Corrado duca di Ma-
tani, cessò di vivere nel i 2 lo.nientreror- sovia e di Cuiavia o L ladisla^'ia ( l.) in
dine non ancora avea fatto progressi con- Polonia, non solamente contro gl'infede-
diSdlza an-
siderabili. L'eletlo/i777/r//;7/o li prussiani, che commellevano frequen-
zi io trovò molto affievolito per le soffer- ti e crudeli irruzioni, avea istituito l'or-
te perdite, ma in poco tempo, sotto il suo dine militare de'cavalieri tVOhrino (/^ .),

magistero, prodigioso ne fu l'incremen- a somiglianza de'cavalieri di Cristo di Li-


to, e ricolmo di benefizi e privilegi da'Pa- voiiia (/.), deltianche Porta Spada o
pi, dagl'imperatori e da vari principi, to- Spadaccini di Livoina (T.); ma perchè
sto si trovò in islato di tentare le più gran- gl'idolatri e barbari prussiani ponevano
di imprese. La saggia e accorta condotta vieppiù il paese a ferro e fuoco, trucida-
di Salza salvò l'ordine dall'infelice stato vano sacerdoti sugli altari e calpestava-
i

cui l'aveano ridotto gl'uifcdeli,che minac- no divini misteri, e le sue terre eranodi-
i

ciava estinguersi, e nel suo governo di 3o vcnute bersaglio della loro furiosa labbio,
'

anni divenne celebre la fama del di lui no- niun vantaggio ritraendo dai cavalieri
me. Nel 1217 combattè contro gl'infede- d'Obrino, invotò l'aiuto deVavidiei teu- i

I
li co're d'Ungheria e di Gerusalemme, e tonici, per la ftima che godevano di va-

I
si distinse massimamente nel 1219 all'as- non vi si deter-
lore e di possanza. Salza
i sedie di Damiala, ove cavalieri teuloni- i minò che dopo aver consultato il Papa e
j
ci ed i templari ebbero la gloria di sal- l'imperatore, i quali 1' incoraggiarono a
vare col coraggio loro l'armala cristiana. tentare l'impresa, promettendogli anche
; Dopo lo sventurato fine della spedizione grandi soccorsi. Il duca Corrado fece do-
de'crociafi in Egitto, Salza passò in Ita- nazione perpetua all'oidine delle proviu-
lia, egtiadagnalasi la confidenza e la gra- cie di Culnia e Lubonia o Livonia inva-
zia dell'imperatore Federico 11, lo deter- sa da'prussiani, e gli donò quanto i cava-
minò a sposare Jolanda di Crienne, ere- lieri avessero potuto conquistare nella
de del regno di GerusaIemme,coirinten- Prussia. Gregorio IX, a cui l'ordine era
dimeulo d' indurlo a soccorrere con più immediatamente soggetto , confermò le

ellìcacia laTerra santa. Federico 11 si gio- donazioni falle dal duca, e ordinò che si

vò del gran maestro in tulle le negozia- predicasse la crociala contro i prussiani,

\
zioni più iualagevoli, e segnatamente nel- esortando con lettere circolari tulli i fe-

le sue controversie con Papa Onorio IH, deli di quelle vicinanze a regolarsi in tut-
il quale acconsenti di rimettersi nel giu- te le loro inlraprese col consiglio de'ca-
dizio arbitrale di Salza quanto alle sue valieri teutonici; ed accordando a'r/'ore-
\
dillerenze con esso. Egli si regolò con tan- signati indulgenze concesse a
le stesse
ta equità e destrezza in congiiuitura co- quelli delle crociale di Palestina. L'impe-
\
sì delicata, eli' entrambi lo colmarono ratore ancora conferì piena sovranità al-
di benefìzi, di cui già parlai rettificando l' ordine sul ricevuto dal duca di Maso-
'

il Bonanni; e Gregorio IX
riferito dal p. via,e sull'intera Prussia se potevanocou-
colla hoWa Etsi ncque, f\e l'è luglio 1227, quislarla contro i pagani. Salza scorgen-
Bull. Ho/lì. t. 3, par. i 248, confermò
, p. do il proprio ordine assai numeroso, edi
all'oidinei privilegi clìe godeva e altri ne poter assalir la Prussia senza abbandonar
78 TE U T E U
la difesa Terra saiiln, elesse il cav. Her-
tli ciistianesimo nel nord, il Signore ne Irns-
man Jjalka a capo dell'iinpiesa con lito- so la sua gloria. Nel 2 33 i il gran maestro
Jo tli piovvcdiloie e inaestio provinciale si recò nella Prussia a ricrmo'^cerne lo sta-
di Prussia, lialka adunalo un esercito, nel lo, ed a'28 dicembre pubblicò le prime
laSi (alni vogliono alcuni anni prima) sue leggi e ordinò la coniazione della mo-
passò la Vistola, e pose il campo sull'op- neta. I cavalieri aiutati da Enrico marche'
j>osta sponda. Dopo avere riportati non .sedi Mi-inia, conquistarono poi la provin-
pochi vantaggi sui prussiani, fece ingran- cia di Pomernnia, e neh 7,37 il maestro
dire e fortidcareil suo accauipanienlo
,
provinciale fece gelfare le prime fonda-
convertendolo poi in seguilo ut una città inenfa delia città d'Elbing. l teutonici sol-
ch'ebbe il nome di Tliorn (poi patria di tomi.sero inseguito completamente la Po-
Copernico); ed ottenute ne'duc anni se- inerania,ele provincie di ^Varlnia, Nat-
guenti nuove vittorie , fondi) le città di Inngia e Bartonia coli' aiuto d' Ottone 1

r»//;/^/ (altri dicono che esisteva ila poco: duca di Brunswick; dimodoché nello spa-
l'avi à ingrandita, poiché vuoisi ceduta dal zio di circa g anni (piasi la metà della Prus-
tinca di I\Iasovia, e non I\I<jSi:ovia com'è sia fu rischiarata dalla luce dell'evange-
dello nell'indicalo articolo; anche l'ori- lo, !a predicazione e la spada contribuen-
gine della sede vescovile nella medesima do a vicenda alla dilfusione del cristiane-
è contiasJitlOjchi l'anticipa al c)65, echi simo, e riconobbe la sovranità dell'ordi-
]n ritarda al 1222 e al i
243), e di Marien- ne teulonico. Intanto l'ordine di Cristo dei
werder. il ìjt:vcai[t\, Storia del cristia' Porta-Spada di Li vonia, avendo colle ar-
jirsimo, parlando dello stabilimento dei mi acquistalo vasti dominii, andava inde
teutonici nella Prussia, racconta che in bolendo non meno per le vittorie che per
principio fu insufljciente la loro somma le perdile, così i cavalieri vedendosi ini-
potenza. Dopo il loro arrivo in Prussia, potc^nti di difendcic i livonii cattolici con-
i pagi! ni, così antichi conje apostati, si sol- tro gl'infedeli, fecero istanza d'esserecon-
levarono tutlia un trallo,erecipiocamen- ceiitrati nell'ordine teutonico, e nel 1 287
le istigandosi si recarono sulla frontiera, ciò fu concesso dal gran maestro Salza e
e v' niccndiarono più di io, eoo villaggi da (Èiegorio IX, ed in tal modo la Livonia
con molli monasteri e chiese. La devasta- divenne soggetta a' teutonici e restò nel
zione fu così orrdjile, che i fedeli non eh d'iUiinio loro (juasi Beo anni. Anche l'or-

l)ero altri luoghi che le foreste per abi- dine d'Oblino passòfra'teutonici.e in tal

tare e celeljrare 1'


ulllzio divino. Più di guisa terminò. Si vuole piuttosto deriva-
2o,ooocri>tiani reslaioiio immolali, sen- zione de'cav;dieri di Livonia, che assolu-
za contare gli schiavi che i loro [tadroni ta fondazione del duca Corrado. Grego-
facevano perire a forza di fiitithe ecces- rioIX in Viterbo a' 4 maggio 1 fece la ce-
sive. Lasciavano morir di fame, oppure remoniadi sciogliere deputati i dell'ordi-
trucìdavanoi vecchi. Sagrificavano lefan- ne di Cristo di Livonia dal loro i.° voto,

tiulle nel fuoco a'demonii, dopo di avtile e fece loro pronunziarci! nuovo, riveslen-
coronate ili fìoii. Impalavano bambini, i dolidell'abilo dell'ordine teutonico: com-
ovvero gli schiacciavano contro agli albe- mise a'stipei sliti cav.dieri di farealtrettan-
ri ed a'macigni. li Papa informalo di tulli to, ed emanò bolle della seguila incorpo-
questi orrori, fece commutare i voli de'cio- razione. Le incessanti sollecitudini de'Pa-
ciati poveri o infermi di quelle vicinanze, pi [)er la conversione degl'idolatri prus-
jier mandai li contro a ijuesli forsennati e siani, e per l'incremento dell'ordine teu-
leioci nemici del nome crisliano. Aggiun- lonico, con molte notizie che lo riguarda-
ge il Dercaslel, qualunrpie si fossero que- no, avendole riportale a Pnussn, convie-
sti mezzi di conversione e de'piogiessi del ne tenere sempre predente quell'articolo,
TE U TEU 79
ove pur dissi die i teutonici foncìnrono 4 dere la pariglia, sorprese Snrlowilz ca-
\escovali in Prussia e 5 in Livonia. Lega- slello di SAvantopelco, il (piale dolente di

to del Papa presso l'ordine fu il cardinal questa perdila radunò numeroso esercito
Guglielmo vescovo di Modena. Quindi per ripararvi. Ma il maresciallo assaliti i

Salza nominò il benemeriloBalka cotìqui- poroerani li pose in fuga, ne uccise 900, e


slatoie della Prussia, al governo della Li- costrinse il duca a levar l'assedio di Culm.
vonia in qualità di provveditore o pre- I cavalieri collegatisi col duca di Cujavia,
cettore, e nel i ^38 concluse un trattato di Kalisch e della gran Polonia, presero
d'alleanza con Valdemaro I! re di Dani- Nackel e saccheggiarono laPomerelIia.il
marca , al quale restituì Revel capitale duca lemendodiDanzica sua capitale, nel
dell'Estonia, non meno che una parte del- 124^ domandò e ottenne la pace, dando
l'Estonia slessa, che i cavalieri Porta-Spa- MeslAvino suo pri-
in ostaggio a'teuloiiici
tla a veano conquistata sui danesi. Fu ap- ir/Ogenito.Siccomela più parte della Prus-
punto verso quest'epoca che il ca[)0 del- sia era ancora sepolta nelle tenebre del-
l' oi dine teutonico fu denominato gran l'idolatria. Papa Innocenzo IV neli243
maestro, ossia maestro generale, per in- ordinò che si dividesse in 4 diocesi di Cul-

iluaie la di lui superiorità sui precettori ma, di Pomesiana nella Prussia ducale, di
tli Prussia, di Livonia e di Germania, che Warmia e di Siimbia (questa ultima si unì
c(;!ìiinciaronoadassnu)ere il titolo di mne- poi a 7^/ oPomeriana
(7/7;//V/,ePomt'rania
stii, aggiungendo il nome della provin- o Pomesiana con residenza a Marienwer-
cia alla cura loro commessa. Nel t.i6 del- der fu unita nCiii/iin nel secoloX Vl),e vol-
l'. Y;7r di verificare le date, vi è la cro- le che le terre conquistate e da conquistar-
nologia storica di 5o maestri provinciali si fossero divise in 3 porzioni, cioè due pei
di-ll'ordine teutonico inLivonia. Erman- teutonici e la 3." pe' vescovi e loro capi-
no diSalzn, colcredilo d'imo de'piìi gran- medesimo anno e per quanto no-
toli. INcI

di uomini del suo secolo, morì nelisSc) tai nel voi.LXIX, p. 277, Innocenzo IV
nella commenda di Barletta, e ivi fu se- prese la Prussia come diritto e proprietà
pollo. Fu nominato gran maestro Cor- di s. Pietro, e la donò a'cavalieri, alìln-
rado di Turingia figlio di quel landgia- chè la possedessero liberamenle, serven-
vio, vedovo d'Agnese figlia dell'impera- dosi della formola: Aiiiatln nostro iìivc-
tore Federico ll,(juandoS\vantopelco du- stiìnii.s, per investirne il gran maestioCor-
ca della Pomerellia di Danzlca, o piccola rado, il quale morì nel 1244 e fu sepol-
Pomerania (l'altra Fomeranla ha perca- to nella chiesa dell'ospedale teutonico a
pitale Slettino, e ne ragionai a Svezia e Marpurgoo Marburgo nell'Assia elettora-
Prussia), regione della Prussia reale, in- le, che per un tempo fu residenza del grau
vidioso de'progressi dell'ordine, eccitò a maestro e commenda dell'ordine. Qui di
sollevazione neofili della Pomesiana, del-
i nuovo avvertirò, checonviene tener sem-
la Warmia, della Natlangia e della Bar- dre presente quanto descrissi a Prussia, sia
Ionia. Questi prussiani quindi abimando perquanlooperarono Papi a suo vantag- i

la religione del vero Dio, guidati dal du- gio, sia per altre notizie del conquisto e
ca si gettarono nella parte bassa della dominazione del celeberrimo ordine teu-
Prussia, e di là nella Pomesiana e nel pae- tonico. suo gran capitolo radunato a
Il

se di Culm, masseicrando lutti i crisliani Venezia, non si potè accordare intorno


che incontrarono, e ponendo a guasto niol- alla scelta del gran maestro, per trovar-
ti castelli. Le sole fortezze d' Elbing, di si i Enrico d' Holieii-
suffragi divisi Ira
Balga, di Reden, di Gulm
Thnrn du-e di /o/;<'e Luigi e mancato poi a'vi-
di Quede,
rarono salde contro que'fmibondi. il ma- vi quest'ultimo, qualche mese dopo ca- i

resciallo dell'ordine, volendo ad essi len- valieri della bassa Alemagna dierono ad
8o T EU T F. U
TlohenloVie nn nitro competitore In Oa- teutonici, soccorsi da vari principi dell'im-
glielino d' Uieinhacli.Però questo aiUi- pero, li costrinsero a tornireall'ublìiilien-
gian maestro, appena conosciuto di no- za; e l'irrequieto Swanlopelco, che avea
me, non potè impeilirechellolienlohe non ricevuta un'altra sanguinosa sconfitta,nel
venisse riconosciuto in Prussia, in Live- I 2 53 dovè rinnovar la pace sotto condi-
nia, in Germania, e finalmente da lotto zioni umilianti, e così terminò una guer-
l'ordine e dall'imperatore come solo e le- ra di I 3 anni. Le armi de'leutonici di Li-
gittimo gran maestro.Alcuni antichi scrit- vonia corsero fortuna ancor piìi felice,
tori dell'ordine, volendo togliere la ricor- dacché il maestro provinciale di Livonia
danza di tale scisma alla posterità, non Andrea Stuckland costrinse colle sue vii-
fecero menzione d'Holienlolie, il che pro- torie.Mendog granduca di Litiianin a chie-
dusse confusione nella storia. Il duca di der pace, e lo persuase ad abbracciare il

Pomerellia,che avea sottoscritta la pace cristianesimo. promettendogli di fargli ot-


nnine di prepararsi a romperla utilmen- tenere dal Papa il titolo di re. Infitti In-
te, di nuovo levò a rimiore gli apostati nocenzo I V aderendo all'istanze di Sluck-
della Prussia, e fece stinge d' un distac- land e di IMendng, prese la Lituania sot-
camento di 4oocavnlieri teutonici presso to la protezione, e come diritto e proprie*
il lago di Uensen. Allora i cavalieri ridot- tà di s. Pietro,ed eiigeinlola in regno.coro-
ti agli estremi in Culm, ne uscirono con mise a'vescovi di Prussia e di Livonia di
un pugno di genti per assalile il ducale consagrar Mendog, il quale fu colla sua
esercito, uccisero i5oo pomerani, e in- spo<a coronato pel I25r dal vescovo di
seguirono i vinti cos"i vivamente clie la Culm colle insegne reali nel pontificiono-
più parte affogò nella Vistola. Tale perdi- me. In Palestina cavalieii teutonici pu- i

ta costrinseSwanlopelco a rinnovare l'ul- gnarono vfdorosamente sotto gli occhi di


tima pace, ma solamente per infranger- s. Luigi W durante l'infelice sua spedi-
la una 2.' volta. Il legato ilella s. Sede fe- tione in Egitto; e questo gran redi Fran-
ce quindi predicarla crociata conti o il du- cia lionoròdisiiigolaradezione.Moiì Ho-
ca di Pomerellia e contro i prussiani, ed i henlohe circa il 1 2 53, fu sepolto nella chie-
teutonici sbaragliarono il duca sotto le sa del castello di Meigenlheitn o iMarien-
mura di Sclnveilt,e poi anco in campo a- thal.da lui donata all'ordine, e gli successe
perto.Quesledue vittorie costarono al ne- Popone d'O sterna. Nel i254 Prirnislao
mico 3ooo uomini. Ad interposizione di Oltocaro II re di Boemia on 4o, 000 uo-
Federico il Bellicoso duca d'Ausi ria, nel mini entrò in Prussia e battè i sambii, ob-
124'^ si rinnovò la pace. In seguito leu- i bligandoli a sottomettersi all' ordine, il

tonici fabbricarono la fortezza diClirist- quale per tenerli in soggezione fabbricò


burgo, e il duca di Pomerellia, rotta di nel I 2 55 Konigsberg, che di venne metro-
nuovo la pace, si collegò co'prussiani per poli della Prussia ducale o orientale, eco-
assediarla.! cavalieri battendo l'antiguar- sì chiamò in onore di detto re di Boe-
la

do armala andò in
de' prussiani, la cui mia amico dell'ordine, vale a dire Mon-
rotta, ruppero pur quella de'pomerani; tagna del Re, Regius lìlons. Essendosi
laonde temendo il duca fedifrago di re- poi riuniti i cavalieri di Piussiae di Livo-
star preso, implorò di nuovo la pace, che nia nel I2 5c). furono vinti a Durben dai
si concluse nel novembre i^H i colla me- lituani ribelli al sovrano loro, avvenimen-
diazione di Jaco|'0 Pantaleonc legato a- to che ispirò ai prussiani il pensiero di
postolico e poi Piipa Urbano IV, il qua- scuotere il giogo. Intanto re Mendog pen-
le inoltre a'y febbraio 249 "lumeggiò un 1 sando di rij)rendere il culto degl'idoli, fo-
accordo Ira'cavalieri e prussiani, che pe-i nici! tò occultarne n te la ri beli ione de'prus-
lò lostameute lo nippeio. Finalmente i siaui, la quale scoppiò neh 2G0. Spalleg-
TE U TE U 81
giali (la lui capUanaiidoSOjOOoarmati, in- schiarala dal prezioso lume della fede, fu
sorti massacrarono tulli cristiani in die i per intero sottomessa alla sovranità del-
si abbatterono, né rimasero fedeli chele l'ordine teutonico. Nell'anno slesso i ca-
sole Provincie di Culm Pomerania.
e di valieri volsero le armi contro lituani, e i

Avutala peggio i teutonici neh 261 a Fo- le ostilità durate oltre un secolo, venne-
kai-vis, nel segiienteanno soccorsi da'con- ro in seguito più volte rinnovate. Nel 1 289
li Marck, resero a'sambii la
di Juliers e di lanuova cospirazione de'prussiani fu su-
pariglia con l'uccisione di 3ooo. Durante bito estinta, e nel 290 Burcardo si recò
1

il lunghissimo assedio di Konig^berg, i a soccorreie Acri che i saraceni minaccia-


teutonici operarono prodezze degne di e. vano d'assediare; però vinto dagl'infede-
terna memoria, ma il gran maestro Po- li, morì dalle ricevute ferite nell'isola di

pone non vide la (Ine di tanti mali, aven- Rodi. Corrado di FcucJiiwangen òWixi
do per la grave età abdicato nel 262. Gli 1 successore, ebbe molla parte co'suoi ca-
successe Aimone di Sangershaiiscii, sot- valieri nell'ultimo assedio d'Acri, e allor-
to~l quale i cavalieri di Konigsberg rup- ché fu presa nel 1291 , avendo perduta
pero per ben 3 volte i sambii, e nuova- quella residenza, stabilì la sede dell'or-
mente li sottomisero; ma nel 263
1 i teu- dine nellacommenda di Venezia, per tro-
tonici furono sbaragliati a Lobau e co- varsi in grado di adoperarsi nelle nuove
stretti ad abbandonare molte piazze for- imprese che poteano tentare per la ri-
si

tificale. Numerosi eserciti lituani e samo- cupera di Terra santa, e per essere mal-
gizi, unitisi a' ribelli per saccheggiar la contento della dissolutezza de'f rateili o ca-
Prussia, resero questo sciagurato paese per valieri di Prussia. Dopoché i saraceni si

lungo tempo il teatro di orrori e stragi. stabilirono in Acri, i cristiani furono ban-
I cavalieri or vincitori, or vinti, mostra- diti da tutta la Soria, con sommo cordo-
rono sempre la medesima intrepidezza, e glio del Papa Nicolò IV e ne accelerò il
terminarono con riportar sui prussiani 3 suo fine. Nel 129^ tornati a insorgere i

vittorie così sanguinose, ch'essi finonoco- prussiani, la cospirazione fu sopita colla


1273 a rientrare nell'ubbidien-
stretti nel punizione de'capi, e fu l'ultimo loro ten-
za. Morto Annone d'alti meriti nel 1274 tativo per riabbracciare l'idolatria.! gran I

e deposto in Marburgo, gli successe Art- maestro, ch'erasi recato in Prussia, partì
inanno di Hcldrungtn. Questi trovò che per la Boemia, e mancalo in Praga nel
in sole 3 provincie «li Prussia i cavalieri 1297, fu sepolto nella chiesa del castello
non aveano ancora portalo le armi. La di Dragowilz. Gli successe Godi/redo o
Scalovia e la Nadruvia però furono sol- Goffredo dVIohenlohe nipotetlel6.''gran
ton)essein nienodi 3 anni,eueli278 ica- maestro, elelto dal capitolo dell'ordine
valieri attaccarono la Sudavia, contrada raccolto in Venezia a' 4 settembre, e po-
1

prussiana di tulle più popolosa e polen- scia il commendatore o maestro provin-


te. Questa guerra fu condotta con som- ciale di Prussia. La guerra civile fra'ca-
ma attività, ma il gran maestro non ne valieri di Livonia e l'arcivescovo di Rif^fi
vide il termine, morendo nel 1283, dopo (nel quale articolo riparlai de'cavalieri
aver comincialo la costruzione della ce- Porta-Spada, ed ancora vi esiste l'anti-

lebre fortezza di Marienburgo , ed ebbe co castello ove risiedè gran maestro o il

tomba nella chiesa di Mergenlheim. Elet- meglio il maestro provinciale di Livonia)


to al mngistero BiircardodiSchwenden, scoppiò intanto con un furore indicibile;
poco dopo i cavalieri compirono la con- guerra funesta che durò molto lungo tem-
quista della Prussia, soggiogando la Su- po e produsse le più terribili conseguen-
davia: così soltanto dopo 52 anni di tra- ze, che accennai anche a Prussia. Lo sci-

vagli e di combattimenti, la Prussia ri- sma sorto nell'ordine ueIi3o3, fu pron-


VOL. LXXV. 6
82 T E U J E U
lainciile csllnlo ilalla s.iggczzj del com- \'\\. Quiiuli scoigemloi cavalieri tornare
peliloit', che una parie deVavalieri avea inutili le vie della conciliazione co'polac-
Jalo a notlifretlo, il quale cesso di vive- chi, presero le armi e terminarono la già
re nel I 3o(ì e Cu sepolto n IMailniigo. .S7- Cominciala conquista della Pomerellia.
^cfrcdo di l\ii(lit\y(iirj;c!i. dello già da Questo evento divenne sorgenle di lun-
unaparlede'cavajieri vivente il predeces- glieguerre fra l'ordine e la Polnnit/ (/'.).
sore, avea riguardala quest'elezione couie Do[)oaver fatto erigere una nuova città
nulla, né volle prendere le redini del go- a Danzica, ca[)itale (.lei ducalo, Sigeh'e-
verno senoncliè do[)o essere stalo di nuo- do nel I 3 1 2 meri a IMariembiirgo e fu se-
vo unaniu)eDienle eletto. Abolì Y uHlzio pollo a Cumlsee, residenza del vescovo di
di maestro provinciale di Prussia, e tra- Culo), e nella sua cattedrale. C///7r)f//Z?('/^
sferì la sede principale dell' ordine e la fr/rl di Treveri gli successe, e spinse vi-
propria residenza a IMaiienihurgo o Rla- vamente la guerra contro la Lituania.
rienburgo nella Prussia occidentale (ira- Continuando le controversie tra l'arcive-
sferiuienlo clieallri attribuiscono al pre- scovo di Riga, unito a'vescovi di Livonia,
decessore), tlie divenne la capitale della contro i teutonici, i livonii partigiani del-
Prussia occidentale, cessando i maestri l'arcivescovo, ricorsero a Pa[»a (jiovanni
provinciali ili Prussia, poiché i gran mae- \XII, facendogli credere che i cavalieri
stri governarono da [)er loro la provincia. impedissero a Gediinino granduca di Li-
iMaricnburgo, l/r/.'/V/c/jV/zY,'-;/.'//. era il luo- tiiitìiit! di abbracciare il cristianesimo. In-
go d'una fortezza, onde nel 128 cava- I i tanto Uladislao IV re di Polonia inlen-
lieri teutonici vi fabbricarono la città, al- lò all'ordine una lite inloinoalla Pome-
la quale dierono il nome clie [)orta in con- rellia, e Papa Giovanni XXII, al quale le
siderazione dun'inioiaginc di Maria Ver- parti ricorsero, elesse a giudici della con-
gine che ivi si venerava. Essa è cinta di troversia 3 polacchi, 1 de'quali vantava-
mura, con due sobborghi e chiese catlo- no de diritti cavalieri. Le prole-
contro i

hdie, e vi è il vecchio castello, antica re- non impedirono che


ste de' teutonici i

sidenza de'gran maestri dell'ordine teu- nunzi pronunciassero neli32'2 una sen-
tonico. Mentre con gran calore si tratta- tenza, che condannò l'online a restituire
va il gran processo per 1'
abolizione dei la Pomerellia, e alla rifazione de" danni
templari, Federico arcivescovo di Riga e interessi. 1 nunzi inviati dal Papa a Ri-
Avignone daClementeV, ten-
pollatosi in ga per accertarsi de'ricordati reclami dei
tò d'inviluppare anche teutonici neila i livonii.li trovaronoinsu'*sistenti,elo
pro-
medesima proscrizione. Però ad onta di vò Gedimino con criulelmenle saccheg-
tulle le sollecitazioni e le querele, il Pa- giare le frontiere ilella Livonia e della Po-
pa si hmitò con bolla de' c) giugno 3f)Q 1 1 lonia, |)er la sua avversione al cristiane-
a ordinare indagini, che ruiscirono sen- simo. Il gran maestro si recò in Avigno-

za elìètto. Morto senza discendenti legit- ne, ove risiedeva il ''apa, reclamò sid de-
timi Mestvvino, ultimo duca della Ponie- cretalo, onde restò senza effetto, e vi gua-
rellia, i polacchi con diveisi pretesti s'im- dagnò varie liti importanti; ma avendovi
padronirono di sua eredità, ma i n)argra- contratto una malallia, ripalriò in Tre-
vi di Brandciìhurgo^ già da gran teen- veri e ivi morì nel 13^4 in seno di sua
po costituiti dagl'imperatori quali signo- famiglia, ed è probabile che restasse se-
rifeudali de'duchi di Pomerellia, riven- pollo nella gran commenda dell'ordine
dicaiono questa successione come feudo in quella città. A'6 luglio gli lìi sostitui-
a loro devoluto, e venderono gran parie lo / 1 ciì/criì ^'(hsc/ri/, ed avendo il re
della Pomerellia all'ordine leu tonico, col- polacco assalilo l'oi dine, l't/Slilità median-

l'approvazione dell' imperatore Eni ice te tregua si sospesero fino al Natale i32G.
TE rj TEU 83
]ì re Uladisliio IV profittò dell'intervallo armi, ivi morì nel i333. Sul cominciare
per iiideboliiC gli alleati de'teulonici,e Ilei del seguente anno gli fu surrogato Teo-
I 3^6 orribilmenle saccheggiò il Brande- dorico d' AllcììdiHi i^o burgravio di tal
burghese. Nel i 827 i cavalieri s'iinpadro- paese, ottuagenario, in tempo del (piale i

uiroiio di molte piazze della Polonia , e re d'Ungheria e di Boemia, di nuovo scel


nel 1328 il re entrò in l'russiacon poten- li ad arbitri, nel 1 335 pronunziarono una
tearmata, sebbene dovè retrocedere sen- sentenza in fot za della quale la Pomerelli.»
za successo. P^ecatOii Giovanni di Lussem- venne aggiudicata a' teutoni, ma conce-
burgo re di Boemia in aiuto dell'ordine, pila in modo che il nuovo redi Poloni.i
la guerra divenne piii sanguinosa, e solo Casimiro 111 dovea rinunziarne formai
fu sospesa neli33o per la tregua, duran- niente il ducalo. Non volendoli re adem-
te la quale dovea>>.i rimettere le questio- piere tal condizione, ricominciò leostdità,
ni fra l'ordine e la Polonia all'arbitrio di mentre il gran maestro era occupato in
detto re e di Carlo 1 re d'Ungheria. JNel- una spedizione nella Lituania; senonchè
l'anno stesso fu il giau maestro assassi- i re d' Ungheria e di Boemia, nella loro
nato a INIariemburgo, e fu sepolto a Ma- qualiiìi di giudici arbitri, ordiuaronouna

lienwerder nella cattedrale del vescova- nuova tregua fino al giorno di s. Giovan-
to di Pomesiana. ni del 1337. Il g'''in maestro, malgrado la

Ne! i33i l'i I febbraio fu eletto gran sua età,animoso nel 338 si pose alla lesta
i

maestro Lutero o Liulero di Brunswick dell'armala teutonica, e battuti lituani i

figlio del duca, che per non aver avuto li costrinse a levar l'assedio di Bayern: tal

luogo il detto giudizio arbitrale, spirata vittoria fu seguita da altra riportata dal

la tregua si apparecchiò alla guerra. Nel maresciallo dell'ordine. Ricusando Casi-


medesimo anno formidabile esercito teu- miro III di sottomeltcrsialla sentenza de
tonico invase la Polonia e le diede il gua- gli arbitri , ricorse cogli stati di Polonia
sto, e nella battaglia di Plowcze si com al Papa Benedetto XII, accusando i re-
battè due volte nello stesso giorno: nella ligiosi teutonici di smodata ambizione,*per

i.'i teutonici furono battuti per tradi- avere invaso armala mano alcune delle
mento del palatino di Posuania, che tro- più ragguardevoli signorie di Polonia e
vavasi nella loro ainiata; ma nella 2.' essi fra le altre la bella provincia di Poinerel-
ruppero si compiutamente l'esercito re- lia " in pregiudizio alla chiesa romana,
gio, che poterono conquistare una parte egualmente che al nostro regno, il quale
della grande Polonia,senza che il re si tro- si fa una gloria di esserne tributario, e di

vasse in istato di prestar soccorso alle piaz non riconoscere alcun altro supcriore do-
Ee, onde successivamente ne venne spo- po Dio." Benedetto XII col parere de'car
glialo. Però Uladislao IV nel 332 aven- 1 dinali inviò due nunzi a prendere sulla
do ricevuto un potente soccorso dagli un- faccia de'luoghi le opportune informazio
gheresi, volle rendere la pariglia a' teu- ni su tali querele, ed a correggerne gli a-
tonici, emosse verso la Prussia per ricu- busi. I nunzi fecero citare innanzi ad essi
perare il tolto. Sul punto di combattere ilgran maestro e cavalieri teutonici, e no
i

convenne col gran maestro ad una tregua minatamente 2 3 commendatori. Il prò


duratura sino alla festa della ss. Trinità curatore dell'ordine comparve in loro no
del 333. Lutero dopo aver fatto gettare
I me, e siccome teutoni che avea no per se
i

le fondamenta d'una nuova cattedrale a causa vinta, ripugnavano di correre il ri-


Konigsberg ( nei sotterranei della quale schiod'una nuova sentenza, il procurato-
si vedono sepolcri di diversi gran mae-
i re proteslòcontro la commissione de'nun-
stri dell'ordine), per grata memoria de' zi, appellò al Papa stesso, e improwrsa-

felici eventi che Dio avea concesso alle sue mente si ritirò seuza prendere congodo.
H T E U TE U
1 nuDzi giiulicaiido illusoria sifQitla appel- prenderel)bero giammai questo titolo ne-
hizioiu;, piocedetlero per coiilumaci;i su- gli atti loro.Meditando poi il gran mae-
( ondo le furale contro al gran niaeslro e stro una spedizione contro la Lituania,!
a'coinniendalori, poi li dichiararono sco- le d'Ungheria e di Boemia, il marchese
niiinicali, e li condannarono a restituire di Moravia, il conte d'Olanda e altri prin-
le terre invase. co'frutti ne che in seguito cipi, si recarono in Prussia per prendervi
avevano percepito, unitamente a'danni e parte; ma l'inverno del i 344 venendo al

interessi.il tulio fu tassalo a 194,3 00 aiar- i34j' fu cos'i mite che i ghiacci non so-
chi d' argento, a cui ne furono aggiunti stenevano, e divenne quindi impossibile
altri 1600 per le spese. In modo diverso si di traversare il fiume e le maree; così que-

racconta il risultato. llBercastel riferisce, sti non ebbero che l'incomodo del
principi
the con religiosi armati, totalmente di- viaggio, e l'ordine non trasse alcun frui-
Tersi da'pacifìci solitari degli antichi tem- to da sì grande armamenlo. Dopo grave
pi, era cosa assai più facile il pronunzia- malattia, trovandosi Ludolfo indebolito,
re la sentenza, che metterla in esecuzio- abdicò nel 1 345 e indi a 3 anni morì, ve-
ne. Denedelto XII non fu uhbidilo,e sot- nendo sepolto in INlarienwerder. A' i3
to il seguente pontificalo di Clemente VI, dicembre gli successe Enrico Diisener
i cavalieri teutonici, sostenuti da Lodo- d'.'Irfùerg, che rese illustre il suo magi-
vico V il Biivaro , forzarono la dieta di stero con due memorabili vittorie ripor-
Polonia ad abbandonar loro definitiva- tale sui lituani. Neh 347 comprò
il du-

mente la Pomerellia. In vece 1' ylrtc di calo d' Estonia daValdemaro IV re di


verificare le date, nella cronologia sto- Danimarca per 9,000 marchi d'argento,
»

rica de' gran maestri dell' ordine teuto- e nel 35 anch' egli abdicò; si crede che
j I

nico, di cui mi vado giovando, narra: Che morisse nell'anno stesso e fu tumulalo a
il Papa fatta esaminare la causa e la setr- Marienwerder. Venne scelto a successore
teuza da'cardiuali, dichiarò che il giudi- 7^7 iiirico di Kniprodc di Dusener, e il

zio era ingiusto, e consigliò il re a venire Papa Innocenzo VI inlimò all'ordine di


ad un accomodamento. I re d'Ungheria restituireliiga al proprio arcivescovo. Go-
e di Boemia, dopo essere stali giudici, fe- swino maestro provinciale io Livonia noa
cero allora l'ufìizio di mediatori; e si era credè ubbidire, poiché gli abitanti della

già punto di cominciar le conferenze,


al città aveano dato terribiiraeule il guasto
allorché il gran maestro mori a INIariem- alle terre de' cavalieri e pretendevano
,

burgo a' 1 4 giugno 34 e fu sepolto nel- i


1
, potersela trattenere a titolo di conquista.
la chiesa sotterranea da lui costruita per Quindi nel i354il vescovosvedesedi We-
tomba 1342 venne elet-
de'successori. Nel steras commissario pontificio dichiarò ,

to Qian n\aes{io Lodolfo Koing di Jì eit- Goswino, il maresciallo e commenda- i

z</j/,dopo un interregno di più di 6 mesi, tori di Livonia tutti scomunicati. Casimi-


e nel 343 si concluse la pace fra l'ordine
1 ro IV obliando giuramenti falli a Ra-
i

e la Polonia : i teutonici restituirono le lisch, neh 3 56 riprese il titolo di signore


conquiste fatte nella grande Polonia sot- e di erede della Pomerania, in un trattalo
to il magistero di ErunsAvick, e il re Ca- concluso coll'imperatore Carlo IV contro
simiro III 1*8 luglio solennemente rinun- l'ordine teutonico e contro la casa di Ba-
ziò a Ralisch ad ogni pretensione sui pos- viera, il cui oggetto tendeva alla loro ro-
sedimenti dell'ordine, ed in ispecie sul du- vina. R.estata la lega senza elfeito, l'ordine
cato di Pomerellia o Pomerania piccola, rimase in pace colla Polonia. Il gran mae-
e si obbligò a far cancellare il titolo in- stro non cessando di proseguire la guer-
ciso sul gran sigillo della Polonia, pro- ra con furore a danno de'liluani, ne fu-
metleudo per se e suoi successori, che uoo rono principali eveuli l'assedio e presa di
TE U T E U 81
RoAvno nel i 363, e la giornata di Rudau dal duca di Opelen, il che grandemente
nel I
3 70, nella qual battaglia Winricocon dispiacque a' polacchi. Siccome poi i pi-

4o,ooo uomini disfece 70,000 fra litua- rati vitali!, ch'eransi impadroniti dell' i-

ni, russi e tartari che ne lasciarono


1,000 I sola di Golhland, ledevano sommamente
sul campo e ne perdettero maggior nu- il commercio della Prussia, il gran mae-
'
mero nella fuga. Questo principe, che fu stro armò una flotta contro di essa e li cac-
uno de'piii grandi personaggi che gover- ciò. Allora la celebre Margherita regina
nasse l'ordine, mori neh 382 e fu sepolto di Danimarca, Svezia e Norvegia, spedi
a Marieinburgo,dopo aver veduto il prin- anch'essa una flotta per riunire il Golh-
cipio del desolante e lungo >cisraa clie^^i- land alla Svezia; ma i teutonici sostenen-
vise la Chiesa tra'legiltimi Papi di Roma do Wisby un assedio, fecero abbando-
in
e gli antipapi d'Avignone, l'ordine restaa- nar l'impresa. Avendo però l'imperatore
do sempre ubbidiente a R.oma ove tene- Venceslao olFerta la sua mediazione, nel
va un suo rappresentante. Gli successe congresso tenuto a Helsimburgo nel i 3q8,
Corrado Zoliwr di Rotenfiteiii, che con- fu convenuto che i teutonici restituirebbe-
tinuò la guerra in Lituania, sebbene riu- roil Golhland alla Svezia, e che la regina

nita alla Polonia, e verso il i388 fondò pagherebbe le spesedella guerra: indi pas-
l'università di Culni,il cui perfezioiiacnen- sati a Copenhagen gli ambasciatori del
to fu impedito dalle successive turbolen- gran maestro, fecero un trattato d'unio-
ze. Morto nel 1390 a Christburg, ven- ne fra'3 detti regni del Nord e l' ordine
ne sepolto a Mariemburgo. NeliSgi e- teutonico. Nel402 il gran maestro com-
1

letto Corrado di TVallcnrod, continuò prò la nuova Marca di Brandeburgo da


la guerra contro lituani, e sebbene nel i Sigismondo margravio di Brandebur-
i3q3 allestii un formidabile esercito di go e re d' Ungheria, e con tale acquisto
4o,ooo uomini di truppe ausiliarie, ter- si assicurò una comunicazione colla Ger-
minò la campagna senza notevoli fatti mania indipendentemente dalla Polonia.
d'armi. Fino al gran maestro Corrado i Nel 1 4o4 lennesi il congresso di Racziansz,
cavalieri teutonici eransi contentati del ove Uladislao V o Jagelloue re di Polonia
titolo di frati, come usavano il mae-
1^
cede il ducato di Samogizia all' ordine,
stro provinciale e i commendatori, ma lo che in iscambio gli rilasciò la provincia di
tralasciarono per assumere quello di Si- Novogrodeck che avea già conquistata.
,

gnori. Corrado Zulner erasi opposto a Con altri atti i teutonici restituirono Do-
questa novità, siccome contraria agli sta- brzin, e il re rinnovò la pace di Casimiro
lu'.i dell'ordine, ma prevalendo lo spirito III, il gran maestro ricevendo poi Uladi-
d'ambizione, Corrado di Wallenrod non slao V a Thorn. In tal modo la sovranità
solo nel 1391 approvò il titolo di signori dell'ordine si estese dall'Oder fino al gol-
preso da' cavalieri, ma volle ancora che fo di Finlandia. I cavalieri teutonici, do-
si prestassero alla sua persona onori con- po aver assunto il titolo di signori, nel lo-
venienti a'piùgran principi. A vendoLean- ro portamento ordinario si abbandona-
dro, già eretico albigese, adottatigli erro- rono ad un'eccessiva pompa, e fu neces-
ri (li Wiclef, per la connivenza del gran sario nel capitolo dell'ordine tenuto nel
maestro fece de'proseliti in Prussia, e poi i4o 5 Mariemburgo, di fare un decreto,
a
perì miserevolmente: non dissìmile fu la in cui proibiva ad un semplice cavalie-
si

fine diCorrado, poiché morì d'un accesso re di mantenere pii^i di o cavalli, e ad un 1

di frenesia nel 394. Eletto gran maestro


i commendatore l'averne piùdi 1 00 persuo
a'3o novembre Corrado di Jnngingeii, uso, non meno che per servizio delle per-
ricusò la dignità fino al successivo anno. sone di suo equipaggio. Corrado ebbe
Nel 1 3(j6 acquistò la provincia di Dobrzin qualche dissapore culi' Inghilterra pel
85 T E U TEU
ruuituercìo de' suoi &t;i(i. il quale crn sii tori,dI commendatori de'caslelli,d'8
1-6 t

che molle
fiorente, cillìi della Prnssiaan- spedalieri.di 3i maestri di conveuli,di 6:>
davanool pari colle [)iùcommeicianlideU cellerari, di 4o. maestri degli spedali, di 7
!c uosle del Dallico. Questo saggio graa piovvedilori,di 18 panallieri, di 3() mae-
riiaestrojcheavea innalzalo l'oi dine al più stri della pesca, e f)3 maestri di molini. E-
Sublime grado di ()olenza e di grandezza, ranvi 700 semplici frati, i quali come liberi

tiapassò piamente neIi4o7 e fu sepolto d'ogni impiego potevano maneggiar l'ar-


a Maiiemhnigo. 11 suo fratello l Iricn di mi, 162 sacerdoti o frati da coro, quali i

Juni^ingc/ig\\ snccessea'27 giugno. Incor- portavano la croce,e 6200 servitori o do-


se una controversia co'polacclii per San- mestici Di più eravi il maestro provinciale
tock e Driesen, cittadella nuo«a Marca; dell'ordine teutonico in Livonia che la go-
e Vitoldo, a cui il re di Polonia avea con- vernava. Il conte Enrico di Plattcìi, che
ferito in feudo la Lituania, tolse la Samo- avea coraggiosamente difeso Mariembur-
gizia a'teutonici d'accordo collo stesso re, go, fu nello stesso novembre eletto gran
il quale in un pnjclama riassimse il titolo maestro, e co'leutouici in breve ricuperò
di signore della Poraerania. Riusciti mu- tutto il perduto. Per la pace di Tliorn del
tili i tentativi per aver giustizia, il gran I
.° febbiaioi4i •; 'I 'e di Polonia rinun-
maestro con un esercito s' impadronì di ziò dinuovo alla Pomerania, riconoscen-
v.irie piazze di Polonia; ed il re di Boe- do com'ella dovesse appartenere all' or-
mia fatto arbitro dalle parti, sentenziòin dine egualmente che l'altre provincia, ai-
fdvorede'teutonici, ma Uldislao V ricusò Ire volle contrastale, e s'obbligò a lasciar
«li sottomettersi, entrando in Prussia con i prigionieri senza riscatto. I teutonici sol-
formidabile esercito di i5o,ooo uon»ini tanto accordarono che li Samogizia si go-
e composto di polacchi, lituani, saraogizi, desse dal re e da Vitoldo, vita loro du-
lussi e tartari. II gran maestro, sebbene rante. Appena il re concluse il trattato si

deluso dal re d'Ungheria col cpiale avea ricusò si soddisfarne le principali condi-
<fincluso un trattato, incontrò il nemico zioni, riprese il titolo di signore della Po-
relle pianure di Tannebeig a' 5 luglio i merania, e si collegò coiriraperatore Si-
4 'o con 8.3,000 uomini. Dopo aver fat-
) gismondo per distruggere l'ordine. Aven-
to macello dell'ala destra, il gran maestro do poi Sigismondo cambialo d'avviso ed
stava già per ottener vittoria, ma mentre eletto dalle parli giudice arbitro, ordinò
adoperava ullimo sforzo per raggiun-
I' a UladislaoV l'esecuzione del lo stipulato
gerla , la perde in im colla vita. La sua a Thorn,manon lardò con raggiri a spie-
caduta fu il segnale della rotta de'teuto- gar nuove pretensioni sulla Pomerania.
nii.che divenne compiuta. Essi però non >el trattato di Tliorn compresosi il ve-
rimasero soccombenti senza gloria, per- scovo di Wladislavia, l'ordine fu tenuto
chè è comune opinione che vi morii-ono a rendergli ledecimeapparlenenliallasua
tiella battaglia i 00,000 uomini, fia'quali chiesa. Il gran maestio che avea ben me-
GojOoo Ira [«^lacchi eloroalleaii. Quindi ntalo dell'ordine nella difesa di iVIariera-
molte piaz7e della Prussia aprirono le por- borgo e pel modo come condusse il ^ìne
le a'vincilori, e il le assediò Mariend)ui- della guerra, si rese poi odioso colla sua
gn, «he dovè abbandonare do[)0 Sy gior- mala condotla e piìi ancora col fivorir ,

ni per tornar in Polonia, ove si videscn- l'eresia di Wiclef, della quale non andò
7a esen-ito. Gli scrittori dell'ordine in que- neppure egli esente. Lo scontento alloni
sto rifi[MÌsc<.no ch'esso si componeva, del giunse al colmo, e in una grande adunan-
gìan maeslro,del grancommendatore,del za del capitolo venne destituito agli r i

gran maresciallo, del gran spedaliere, del ottobre f4i3- Indi a'f) gennaio 4 '4 '''" r

diappicre,dellesr)riere,di 18 couimenda-
T E U T E U 87
lìc Slcììiibcrg, che trovò l'osLliiie molto car pregiudizio, attesoché i nunzi non a-
clectukito nella disciplina. Frallanlo l'ar- vevano veduti titoli sui fpiali il re fon-
i

civescovo di Striguiiia commissario im- dava le sue pretensioni. L'imperatore Si-


periale, pronunciò nuova sentenza arbi- gis'Hondo, scelto anch' egli nuovamente
trale a favore de'cavalieri; ma i polacchi adaibitro fra le due parti, giudicò la cau-
aspirando sempre siila l'omerania, al pae- sa interamente a fivore de'teutonici, con
se di Culm e a IMichalou, corsero di nuo- sentenza del gennaio 1420. 11 re di Po-
vo alle armi. Postosi Uladislao V alla te- Ionia, ch'erasi sottomesso a questo arbi-
sta dell'esercito il più formidabile chela trale giudizio col più solenne compromes-
Polonia avesse niai allestito, devastò il so, tentòallora pured'eludererelfelto del-
paese di Culm e le provincie vicine; se- la sentenza, ricorrendo di nuovo al Papa;
nonchè il gran maestro che tenevasi sulla ma non volendo i cavalieri essere piùcon-
difesa , destramente attirò tutte le forze dotti di Iribunaiein tribunale da'Ioro av-
ncmiclie avanti la fortezza di Strasbur- versari, protestarono con tanta maggiore
go o Brodnitz, vaglieggiando il re d'in- ragione, in quanto che l'imperatore col-
signorirsene. Il gran maestro tanto fece, l'assenso delle parti avea ordinalo ch'esse
che armata sì florida fu distrutta dalla fa- pagherebbero una multa di i 0,000 mar-
me pe'viveri intercettati e dalla dissente- chi d'argento per ogni contravvenzione
ria. Quindi il vescovo di Losanna legato alla [)ace,non meno per qualsiasi briga per
di (iiovanui XXllI,givmto in tal tempo, ottener modificazioni alla sentenza. Fa-
indusse il le e il gran maestro ad una tie- talmente nemici più formidabili minac-
gua di 1 anni, ed a rimettere la decisio- ciavano all'ordine nuovi disastri, cioè la

ne di loro controversie al sinodo di Co- divisione insorta fra'cavalieri e lo spirilo


stanza, di cui riparlai a Svizzera, il re tol- il'indipendeiìza, il quale si può riguarda-

se l'assedio per ritornare in Polonia, ed re come il germedella rivoluzioneciie co-


il gran maestro ebbe la gloria, senza in- minciava a esfendere i suoi progressi nel-
sanguinare una spada, d'aver dissipato il la Prussia. gran maestro ne provò tan-
Il

più potente esercito che nemici avesse- i to rammarico, che abdicò nella (juaresi-
ro niai posto a fronte dell'ordine. Nel con ma 1^11. A' IO marzo gli fu surrogato
ciliodi Costanza i polacchi attaccarono vi- Paolo Belligero di Rnsdorf, e nello stes-
vamente teutonici, ma ogni procedura
i so anno un'armata di 100,000 uocnini al-
cessòquando cavalieri stanchi di con-
i lestita dal re di Polonia, il quale senz'al-
trastare, domandarono che in piena ses- tro motivo, tranne quello di compiere il

sione fossero letti i loro titoli. Peiò i rag- disegno che avea da limgo tempo forma-
giri de' polacchi impedirono a'teulonici di to di sterminare l'ordine, si gettò nel de-
compierne la lettura, e cosi il concilio nul- clinar di luglio sul laPr ossia, abbandonan-
la potè decidere. Nel 1419 Papa Martino dola a uno spaventevole saccheggio, con as-
V delegò nuovi nunzi, adJnchèsi adope- sedi!, massacri e incendi!. Come poi ! prus-
rassero a terminare i litigi fra l'ordine e la siani sopportavano con cuore esacerbato
Polonia. Si tenne inutilmente una con- questi mali, che sì di sovente si rinnova-
ferenza a Guiewkow ,
poiché i polacchi vano, il gran maestro col trattato de'27
non vollero prestare orecchio a veruna settembre fu costretto rinunziare al du-
proposizione. I nun/i, esaminati! titoli de' cato di Samogizia e al Suderland, ed ab-
cavalieri, non poterono rifiutarsi dall'e- bandonare inoltre alla Polonia la fortezza
iiiettere un alleslato, il quale pose la gin- di Nessaw con tolte l'altre terre situate
stizia di loro causa in piena evidenza ; ma nella Cujavia, che duchi di Masovia a- i

il Papa vivamente sollecitato da! re Ula- veano precedentemente donate a'cavalie-


dislao V, dichiarò l'atto non potergh re- ri; laddove poi in compenso la Polonia as-
88 T E U TE U
sicmòdl nuovo all'ordine ilducalodi Po- a' 19 aprile fu eletto Corrado di Erlì-
merania, non meno die il paese di Culm ihshnuscii, saggio e prudente: mantenne
e di RliclialoLi, a'quali non avea mai ces- la pace co'vicini, ma non potè ristabilirla

salo di rinunziare e di aspirare a vicenda. né nella Prussia, né nell' ordine. Il raui-


Questa fu lai. ''pace in cui l'ordine teu- marico ne accorciò il vivere, che cessò a*
tonico fu costretto ad abbandonare una 6 novembre i449- e fu 1' ultimo graa
parte de'suoi dominii. L'esercito polacco maestro sepolto a Mariemburgo. Il nipo-
nella spedizione commise tanti eccelsi, che te Luigi di Erlicìishaiiscn ^Wmccesit nel

il re fu costretto chiedere al Papa l'asso- i4^o. iVeli4j'i ebbe luogo a Volraar un


luzione dalla scomunica in che erano in- accordo coU'arcivescovo e col clero di Li-
corsi suoi soldati, con sacrdegiiemisfutti
i vonia, quali si obbligarono fra le altre
i

enormi. Tuttavolla ricominciata la guer- cose a vestir l'abito e seguir la regola del-
ra neli43i, i cavalieri fecero un'incur- l'ordine teutonico, rinunziando i cavalieri
sione in Polonia: 24 c\y[li furono coslret- alla visita delle chiese. Neh 4^3 poi con
le aprir loro le porle, ed essi vendicaronsi Tallio trattato di Rircliholm fraGio vanni
sulle campagne d'una parie de'mali che di Mengden maestro provinciale di Livo-
i polacchi aveano fallo sollrire alla Prus- nia e l'arcivescovo di Riga, fu convenuto
sia, il re chiamati allora i feroci eretici ?^9- che avendo essi egual diritto sulla città di
,s/// in suo aiuto, devastò con loro mise- Riga, il possesso e il governo di essa si ter-
revolmente la nuova Marca di Brande- rebbe comune. Papa Nicolò V
fra loro in

burgo e la Pomerania; ostilità che fini- confermò l'accordo, e commise a'vescovi


rono colla tregua di 12 anni stipulata in di Pomesiana, di Curlandia e di Sambia

dicembre e poi convertita in pace perpe- che vegliassero all'esecuzione, e adoperas-


tua a'3 dicembre 1436 ntlla conferenza
I sero le censure eci:lesiasliche contro la |par-
di Brzesc, sotto Uladislao VI. Prima di te che Io trasgredisse. La Prussia essen-
tale epoca e nel 1426 l'arcivescovo di Ri- do sotto l'alto dominio della s. Sede, il Pa-
ga Hetuiing di Scharfemberg, entrato in pa vi teneva un commissario, e di quan-
discordia co'cavalieri per non più volere do in quando ne concedeva il godimento
sebbene ne fosse
vestir l'abito dell'ordine, all'ordine teutonico militare e regolare,
sialo membro, ne fece lagnanze con Mar- ch'era sotto la prolezione di s. Pietro; ed
lino V, il quale però nel 1428 ordinò che è perciò che Nicolò V per le dissensioni
tutti gli ecclesiastici della Livonia doves- insorte fia'prussiani e i teutonici vi spe-
sero portare l'abito teutonico, oltre altre dì per legato il celebre cardinal di Cusa,
disposizioni. Crescendo intanto la divisio- che colie censure ecclesiastiche costrinse
ne nella Prussia, e con essa disordini , i i prussiani all'ubbidienza de'cavalieri.Ma
il gran maestro slabih un nuovo consi- i prussiani neh 453 iie!i4')4. dopo es-
glio pio vinciale,concedend<)gli grande au- sersi assicurati dell'aiuto polacco, si ribel-
torità; condiscendenza che non fu sulli- larono, eil re Casimiro IV che avea non

cienle a ristabilire buon ordine. A ven-


il poche volle rinnovato il giuramento di
do nobili e alcune cillàfjrrnala una con-
i mantenere l'ultima p ice cuU'ordine, ac--
federazione pel conservamento de' loro colse l'omiiggio de'ribelli, e li s[)alleggiò
privilegi, il savio gran mae>>lro, trovan- con tutte le forze del regno. Allora i leuloni-
do ben fondata una parte de'Iagni loro, cijcuinon più rimaneva che qualche piaz-
slava già per rimediarvi; ma una polente za dopo la rivoluzione, non si scoraggia-
fazione sorse contro di esso, egli riuscì tan- rono, e dopo aver ipotecata a Federico II

to doloroso, che a'Gdiceinbiei44o abdi- elettore di Rrandeburgo la nuova Marca


cò, e morì a'2«j dello stesso mese aElbing di tal nome, uell' anno stesso riportaro-
e fu sepolto iu IMariemburgo. Nel i44' no un'insigne vittoria a Comitz, ove Ca^-
TEU TEU 89
simiro IV vi perde la libertà, non però di Nicola Tungen che aspirava al vesco-
la vita, come vuole VArte di verificare vato di Warmia; ma non avendo Maltia
le date. Per un lungo corso di anni seguì inviati i promessi soccorsi, nel 14^0 fu co-
una serie di rovesci e di vittorie dall'u- stretto a rinnovar la pace colla Polonia,
na parie e dall'altra; questa guerra miele ed a rendere omaggio al re Casimiro IV
3oo,ooo uomini, e si contarono fino a per la Prussia. L'arcivescovo di Piiga Sil-
18,000 villaggi per essa dati alle fiaai- vestro insistendo nel volere disciolto il

ine.Per colmo de'mali, la peste congiun- suddetto trattalo di Rirchholm, pure riu-
se la sua desolazione a'furori della guer- scì a Bernardo di Borch maestro pro-
ra; ciò non ostante il gran tnaC'Nlro si so- vinciale di Li venia di fare un accordo per
stenne 3 anni contro
i tutti gli sforzi della riuìanere tranquilli per 60 anni. Nondi-
Polonia e de'prussiani ribelli; fiualmenle meno Silvestro poco tlopo gli suscitò con-
fu d'uopo cedere, e venire ai trattato ro- tro molti nemici stranieri, e il maestro pa-
vinoso di Thorn. La Prussia fu allora di- zientòjfìnchè indispettito pel trattalo con-
visa indueparli: V occidentale Aie conte- cluso daSilvestro contro l'ordmecon l'am-
neva la Pomerania piccola o Pomerellia, ministratore del regno diSvezia nel 1479,
passò sotto la dominazione del re, e per- nonché con alcuni arcivescovi del mede-
ciò prese nome di reale; e Vorientale
il simo, s'impadronì delle fortezze dell'arci-
restò in mano del gran maestro e fu della vescovato, prese e incendiò il castello di
ducale, con obbligo per altro di farne o- Kokenhause, ove Sdveslro erasi chiuso,
maggio feudale alla corona di Pulonia.di- lo cacciò in carcere, e die l'amministra-
venendo cavalieri suoi vassalli feudatari.
i zione de'beni dell'arcivescovato al proprio
Siccome poi Marieaiburgo cadeva nella fratello Simone di Borch vescovo di Re-
porzione de'polacclii (che altri dicono ad vel capitale dell'Estonia esuffraganeo di
essi Vendola da'capilaui de' soldati mer- Riga (già di Lunden quando fu eretta la
cenari che r aveano ricevuta per malle- sede vescovile nel 1280 ). Papa Sisto IV
veria di loro paghe), il gran maestro tra- pubblicò una bolla fulminante contro il

sferì la sede dell'ordine a Ronigsberg, o- maestro Bernardo, scomunicandolo e or-


ve morì a'4 aprile ^Gj e fu sepolto nella
1 dinandogli di lasciar libero Silvestro, i-
cattedrale.Fu eletto vice gran maestro il gnorando la sua morte. Questa conosciu-
conte Enrico Renss diPlaueii.e resse con ta, IV elesse l'arcivescovo Stefmo,
Sisto
tal grado l'ordinesinoa'aooUobre 146910 con che si aumentarono le dinicoltà,e l'im-
cui fu innalzato alla dignità di gran mae- peratore Federico HI sostenendo Riga es-
stro. Muri poco dopo a Morungen, essen- sere feudo dell'impero, assunse la difesa
do stato colpito d'apoplessia a Thorn, a'2 di Bernardo. Risiedendo in Pioraa il pro-
geniiaioi470, mentre ritornava dal ren- curatore dell'ordine, nel 1 484 intervenne
dere omaggio al re di Polonia, e fu sepol- formalmente nella cavalcala pel possesso
to in Konigsberg.Gli successe Enrico Ref- d'Innocenzo Vili. Morì il gran maestro
Jle di Richteniberg, che si condusse con Giovanni nel 1489, e fu sepolto in Ko-
molla prudenza, peiò censurato per aver nigsbergjCome il predecessore. Giovanni
spinto troppo la severità col vescovo di di Tiefen che gli successe, resse l'ordine
Sambia, che morì in carcere, il quale fa- teutonico con molta saggezza e modera-
ceva la sua residenza a Ronigsberg. Mor- zione. Però avendo condotto alcune trup-
to neli477> (y\e.\t\.\.o Martino Truchsess pe ausiliarie al redi Polonia, per una spe-
di TI etziiaiisen^ il quale si adoperò per dizione contro r ospodaro di Valacchia,
iscuotere il giogo della Polonia, stringen- morì di dissenteria a Lemberg nel 1497,
do alleanza con Mattia re d'Ungheria, e ed il cadavere fu trasferito a Ronigsberg
parteggiando contro i polacchi a favore nella cattedrale. Asuo tempo l'ordine per-
9« T E U T 1: U
de il baliag^io di Sicilia, ad onta di luUe pieslar oniiiggio alla Polonia, il re zio a'

le cure che si die per conservarlo. Nel 28 iliccmbiei5i 8 gli dichiaiò guerra, e
i4q8 scelto a gran maestro i! duca Fede- durò fino al 1 52 i,in cui l'iinpcratoreCar-

rico di Sassoìda, si recò a prender pos- lo V e Uladislao II re d'Ungheria, inter-

sesso della digiiilà a' 2r) settembre. Egli postisi fra le parli belligeranti, l' indus-
costanteinenlesi rifiulò di prestar omag- sero a conchiudere una tregua di43nni.
gio alla l^oloiiia ,
procurandosi gii aiuti Alberto avendo ricevute grosse somme
«leli'impeio, se si fosse voluto coslringer- da Gualtiero diPlettemberg maestro pro-
\e!o. Mori a'i4 dicenibrei 5 i o, e fu se- vinciale di Livonia, neli52i gli conces-
polto a Meisscn nella tomba di sua fami- se l'indipendenza, cioè il diritto d'eser-

glia. A'suoi tempi Ivan III gran principe citare la sovranità in proprio nome egli

diMosca tentò con 4o,ooo russi d'inva- ed i suoi successoli colla libertà dell'ele-

dere la Livoiìia, ma Guglielmo o Gual- zione. Nel i522 Gualtiero concluse un


maestro
tiero o "NValtero di lMctlein')erg trattalo con Basilio IV gran principe di
prounciale dc'cavalienleulonici di Livo- IMosca, nel quale venne qualificalo prin-
nifijdopoaver costretto alla fuga due vol- cipe di Livonia. Alberto nel i524 prestò
te i russi, ne! Sor riportò una 3.' villo-
I ilgiuramento di fedeltà all'impero nella
ria così completa presso Pleskow, che 1- dieta tli Norimberga,e prese sede tra'prin-
van 111 giudicò meglio concludere tregtia cipi ecclesiastici dopo gli arcivescovi e pri-

di 5o anni. Imperocché nella battaglia di ma di tutti vescovi dell'impero. Neh 52 5


i

Pìeskow, Gualtiero uccise 4o,ooo nemici, essendo vicina a spirare la tregua colla
l'esercito de'quali com|)onevasidi go,ooo Polonia, si tennero conferenze a Presbur-
moscoviti e di 3o,ooo tartari. Altri lo fe- go, nia riuscirono inutili; e poscia a'9 a-
cero ascendere a 3o,ooo combattenti, e i
prile in Cracovia Alberto prestò a Sgis-
mentre (juello del maestro era di soli moi'do I fede e omaggio di vassallo per
i4:000. Di lutte le narrate controversie la Prussia orientale da lui governala, di

e guei re tra la Polonia e il celebre ordi- cui fu dichiarato (."duca ereditario, e per-

ne militare e regolare teutonico, convie- ciì) allora la regione fu propriamente det-

ne avvertire che rispettivi storici difese-


i ta Prussia ducale^ per avere già aposta-
ro la parte che seguirono con parzialità, talo al modo riprovevole riferito a Prus-
e viceversa gravarono l'altra. sia. Imperocché narra pure Bercaslel,che
Neh 5i AV<crtodiBr,iiLdchnrgoùc
I l'empio Lutero (/^.) frate apostata, dopo
margravi o maichesi di tale illustre ca- il suo sacrilego maritaggio, avendo con

sa, canonico di Colonia e figlio della so- impndenle sfactialaggine scritto al car-
rella di Sigismondo re di Polonia, nella 1 dmal Alberto di Drandeburgo, arcivesco-
speranza che questi restituirebbe all'or- vo di IVIjgdebiirgo e Magonza, che la vo-
dinegliusur|)ali dominii in considerazio- lontà di Dio era che ogni uomo avesse
ne del nipote, fu eletto gran maestro. E- lina compagna, eche il vivere solo era un

yli emise il proprio voto a Merg«ntheiai, tentare il Signore, per la qual privazio-
«;ve ricevè l'atto di sua nomina, e fece l'in- ne facile era il cadere e perdersi; il sag-
gres>oaRonigsberga'22novembrc 5 12. t gio prelato e zelante cattolico non rispo-
Nel seguente anno procuratore dell'or il se all'eresiarca apologista dellincontinen-

cline dimorante in lioina, col vessillo del za che col silenzio e col disprezzo. Ma il

Il D. Vergine de'teutonici, cavalcò nella di lui parente Alberto gran maestro del-
solenne funzione del jjossess(j tli Leone X, I'okIìiic teutonico, cede più facilmente a
dopo il gonfiloniere del popolo romano, tjueste lezioni di libertinaggio. Il lubrico
ed insicuie al procuratore dell'ordine gè- vecchio avea fìc) anni, quando violando
jobuiimilano. Essendosi poi rifiulalo di lacasltà religiosa che avea professala eoo
TE U TEfT cjt

vo»o solenne, «posò Dorolea d' Holslein de inMergenlheim o ìMergenthal o ]\]a.


figlia del re di Danimarca Federico a* I rienthal, Margenthcmuni, città già da

24 giugno 526, 1 e visse altri 3o anni. In Enrico d' Hohenlohe donata all' ordine,
seconde nozze sposò Anna figlia d'Erico allora della Franconia e poi del regno di

I il T'ecchìo duca di Di unswick-Lune- Wurtemberg,sidla riva del Tauber,con


Lurgo. Ebbe due figli da ciascuna, e Al- bastioni, ed a pochissima distanza sulla
berto Federico nato dalla 2/ gli successe montagna di Rilzl)erg vi è il castello in

nel ducato, il qualealla sua morte fu riu- cui fecero la loroordinaria dimora i gran
nito a'suoi stati dall'elettore di Brande- maestri dell'ordine teutonico. I cavalieri

borgo, anch'egli apostata e seguace de- esistenti in Germania pensarono a costi-


glierrori di Lutero. L' ex gran miiestro tuirsi un capo. Thierri di Cleen maestro
Alberto pel trattato col re di Polonia, ri- di essi e de'cavalieri d'Italia, ed in (|uesta

conosciuto duca ereditario di tultociò che sua qualità principe dell'impero, ben si

l'ordine teutonico possedeva in Prussia, avvide che non satebbe potuto forma-
si

tanto per se, quanto pe'suoi fratelli e loro renna conveniente reudita al nuovo graa
successori, a patto di ricevere 1' investi- maestrOjSenzaunirea questa dignilà (luci-

tura dal re e riconoscersi suo tributario; la ch'egli godeva, per cui ruìunziò la di-

fattosi forte d'un gran numero di polac- gnità maestro di Germania e d'Italia,
tli

eli;, pigliò possesso del ducato, si attri- la filiale venne concentrala con quella

Imi la miglior parte del tesoro de'cava- del gran maestro. Herconsegueiiza Cron-
lieri,distruggendo tutti i privilegi dell'or- berg assunse il titolo di amministratore
dine, cacciando d >lla Prussia tutti i com- dell'udicio di gran mnestro di Prussia e
nìendalori, i cavalieii e gli uflìziali del- di gran maestro dell'oi lime teutonico ia
l' ordine, e con essi tutti i cattolici. La- Germania e in Italia. L'imperatore Car-
sciato l'abito teutonico, si dichiarò fana- lo V confermò Ci ouberg nella dignità, e

tico luterano, e aperto nemico della re- neh 53o gli conferì la solenne investitu-
ligione cattolica di cui ne avea giurata la ra nella dieta d'Augusta, de'territorii che
difesa, premiando con commende eredi- l'ordine possedeva, massime nel 1 ircolo

tarie (pie'cavalieri che per le loro passio- di Franconia. Cronberg cominciò il giu-
ni aveano con lui abbracciata la funesta dizio che l'ordine stimò doversi intenta-
eresia. Alberto disprezzò l'esortazioni de* re ad Alberto, portò le sue querele al con-
Papi e dell'imperatore, e neìl' assemblea siglio aulico dell'imperatore, il quale fa-

ò'.^iiguxta fu d<posto dal magistero, col- cendogli ragione, casNÒe annullò il trat-

l'unanime consenso de'principi si lutera- tato fallo tra il re di Poloni. 1 e Alberto


ni che cattolici. INel i522 Guglielmo di di Crandeburgo. Questo perciò venne po-
Biandeburgo arcivescovo di Riga si di- sto al bando dell'impero, e proscritto dal-
chiarò pel luteranismo, e il popolo ne al> la camera impeii^dedi Spira, quale in-

braccio colla sua pretesa riforma i per- giusto detentore della Prussia; ma le gra-
niciosi errori: dipoineli56i R.iga si sot- vi turbolenze dell'impero, suscitate da'
topose alla Polonia. Sigismondo re di I luterani, che presero il nome di Prole-
Polonia fu censurato, poiché avendo vi- stanti(T'.),no\\ permisero di dare esecu-
vamente supplicato la s. Sede per la sop- zione alla sentenza. Cronberg non rispar-
pressione dell'ordine teutonico, comechè miò né ragioni, né fatiche, uè travagli per
sempre infesto al regno, cede poi infeu- rientrare al possesso della Prussia, ed in
do la Prussia all'apostata Alberto che la essa ristabilire la bandita religione cat-
fece divenire eretica. Verso la fine di a- tolica. Ricorse egli a quesl'elIeUo a'Papi
gosto 526 fu eletto gran maestro JT al-
I Clemente VII e Paolo III, e quasi a tutte
tiero di Cronbcrg, e slabirj la propria se- le corti della cristianità, ma inutilmen-
9^ TEU TEU
te, non polendo fare reintegrare l'ordine re nella sua qualità di religioso. Gualtie-
delle perdile solTerle, morendo a'4 aprile ro, lodato come uno de' piìi grandi uo-
1 543aMergenlheiir>ovefii sepolto. Qu.tI- mini del suo secolo, morì nel 1 535, col-
che mese dopo gli successe / ^ oljti/igo la taccia d'aver favorito e professato per
Srliuzh(7r(\e\\.u.Uil(li/iiìg, i ."comnienda- politica il luteranismo che in principio
lore d'Assia, il (piale nel i
544 licevè dal- avea avversato. Gli successe il marescial-
l' imperatore nella dieta di Spira la con- lo di Livonia e suo coadiutore Bruggeney,
feirna e l'investitura della dignità. Car- che morì nell' orribile peste del 1549.
lo V intimò al jnarcliese di Brandebur- Gli successero, nel detto anno Giovanni
go di re>tiluire la Prussia all'ordine teu- di Recke; neli552 Enrico di Galen che

tonico, ma non essendo l'ingiunzione ac- ricevè 1' imperiale investitura della Li-
compagnata d.j podeioso eseicito, restò vonia, Estonia e Curlandia; nel 1 557 '^

senza Wolfmgo piesiò aiuto colle


elTelto. coadiutore Guglielmo di Furstemberg,
sue genti a Carlo V ptr tutto corso della il de'qiiali feci parola all'articolo Prussia,

guerra co'proteslanlijclie andavano sac- dicendo che alcuni storici riguardarono


cheggiando possedimenti de' cavalieri
i nel 1 525 separalo l'ordine de'cavalieri di
teutonici in Germ;uiia,e non mostrò me- Livonia dal teutonico e i maestri provio-
ro zelo del suo predecessore per il risla- ciali di essa divenuti gran maestri. Essen-
bilimeutodcirordinein Prussia, però con do già spirata la tregua di 5o anni che I-
successo egualmente infelice. Gualtiero van II 1 di R ussia avea concluso con Gual-
di Plettemberg erasi airrancalo dalla di- tiero di Plettemberg maestro provinciale
pendenza del gran macitro, rispetto al- di Livonia, a questa nel 1 558 dichiarò la

sercizio della sovranità ne' doininii del- guerra nel magistero di Furstemberg, e
l'ordine in Livunia, insieme colla libertà vi entrò con 4o,ooo russi, che orribilmen-
dell'elezione, dicesi per preservare la re- te la desolarono in parte, ripigliando il

gione dall'introduzione dell'eresia, quan- disegnodell'avo suo inlornoalla Livonia.


do già ne vedeva infetto il gran maestro Furstemberg col suo capitolo fece ricono-
Alberto. Neil 529 egli e i successori fu- scere Gottardo Reltler commendatore di
rono innalzati alla dignità di principi del- Fellino a suo coadiutore. Indi 100,000
l'impero, con f.icollà di battere moneta. russi assediarono e |)resero Derpt, dopo
Nelle diete il maestro di Livonia sedeva essersi impadroniti di diverse fortezze ab-
immediataniente dopo Brema ePiiga, pre- bandonate da' teutonici o espugnale. Il
siedeva a'4 vescovi di Livonia ed al ve- coadiutore riportò qualche vantaggio sui
russi, quali però nel 5 ^9 in numero di
'

scovo d'Eicbstetl,e ad altri vescovi prin- i 1

cipi dell'impero. Pare inoltre che sedes- I So, 000 passarono presso R.iga per dare
se vicino al gran maestro dell'ordine teu- il guasto alla Cui landia, ma riuscì a Cri-
tonico, il quale seguiva gli arcivescovi e Mecklemburgo, coadiutore del
stoforo di
precedeva lutti i vescovi principi dell'iin- suddetto Guglielmo arcivescovo di Riga,
pero. Nel 1 'j^S Ferdinando I re de' ro- con tenui forze di fuli ritirare. iVel gen-
mani confermò Ermanno Bruggeney di naio di tale anno Furstembierg si spogliò
detto AV7.vf//AYAwy;,incoadiuloiedel mae- inleramenle della dignità a prò del suo
stro di LivoniaGualtiero, il (piale lo avea coadiutore, e scelse per ritiro la città di

domandato coli' assenso del gran mae- Follino riguardata inespugnabile. A' 3r
stro Cronberg. Cosi sebbene indipenden- agosto Reltler fece iu Wilna un trattato,
te quanto alla sovranità e alla libertà col (piale si pose sotto la prolezione del
dell'elezione, il maestro di Livonia tut- re di Polonia, salvi i diritti dell'impero,
tavia riguardava sempre il gran maestro e gli die in pegno un distretto ragguar-
dell' ordine come proprio suo superio- devole con molte piazze per guarentirlo
TEU TEU 93
dalle spese della guerra. Il re Sigismon- Svezia. Nel giorno della festa di s. Giotan-
do Il si obbligò a difenderlo contro i rus- ni, il commendatore della cittadella di
si, e a dividere con lui le con([uisle che si Revel fu quindi costretto a renderla agli
fosse potuto fare sui nemici; ma questo svedesi, ilopo averla valorosamente dife-
principe che non pensava che a prolìtlar sa. Kelller disperando ormai di salvar la
de'inali della Livonia, non glisommini- Livonia, non perde di vista il proprio in-
strò soccorso veruno. L'i i novembre, es- teresse : abbracciò apeìtamenle il lutera-
sendo il maestro di Livonia venuto alle nismo, ed a'28 novembre 56 1 1 lasciò al-
mani co'russi pressoDerpt,riportò un rag- la Polonia tutte ie possessioni dell'ordi-

guardevole vantaggio, ma poi fu obbli- ne, a riserva della Ciirlandia e della Se-
gato a rinunziare i propri disegni intor- migallia, delle quali prestò omaggio al re
no tal piazza, per timore di venir preso Sigismondo II, che a di lui favore le eresse
in mezzo. Dopo un inu-
ciò Kelller fece in ducalo secolarizzato e feudo ereditario.
tile tentativo sopra Lays presa da'russi, i Così l'ordine teutonico perdette quanto
quali nel gennaio 56o espugnarono per
i gli rÌQ)aneva in Livonia, al modo stesso
capitolazione IMarienibuigo. A' 5 aprile che avea perduto la Prussia, vale a dire
Kelllei-, che bramava insignorirsi d'una per l'aposlasiaela diserzione di Gottardo
parfedellespoglie delstioordine,concluse Kelller, ultimo e So.^o maestro provin-
un patto con parecchi de'principiili com- ciale di Livonia ei.°duca di Ciirlandia,

mendatori, col qualesiobbiigòa impiegare che introdusse il luteranismo in tutto il

iogni sforzo a favore dell 'online e del pae- paese, il quale dipoi fu riunito allaRussia.
se ; e se ciò non riusciva, dovea esser libe- Perduti dall'ordine gì' immensi dominii
ro di prender moglie e formarsi un prin- che possedeva in Livonia, gli restarono
cipato ereditario. A'a agosto nella batta- sollanto que'che avea nell'impero di Ger-
glia d'Ermes, cavalieri furono intera-
i mania. Il gran maestro Schuzbar morì
mente sconfìtti, perdendovi il fiore del- nel I 566, e fu sepolto a Mergenlheim. Il
l'ordine, e que'che caddero vivi nelle ma- succes^oveGiorgioIliiìul di J f ciiclhciin,
ni del nen)ico, condotti a jMosca b;irba- poco dopo ricevè l'investitura nella die-
ranieiile si fecero perire tra'più crudeli ta ti' Augusta dall'imperatore Massimilia-

supplizi. I vincitori si mossero contro Fol- no II. Frattanto Papa s. Pio V fece solen-
lino, ov'erasi trincierato il vecchio signo- ne prolesta per la Prussia, lolla all'ordi-
re di Livonia,e lo presero.chiudcnilo Fur- ne teutonico, che per investimento della
stemberg a Lubino,dopo averlo fatto ser- s. Sti\e la possedeva, la quale perciò nel-
vire di spettacolo al popolaccio di ftbjsca. la niedesin)a teneva un commissario pon-
Kelller spedi allora deputali a Gustavo 1 tificio residenziale, e rinnovavo di lenipo
re di Svezia, il quale avea dato qualche in tempo, li gran maestro Giorgio non
speranza di soccorso, ma Io trovarono mo- cessò mai di cercare aiuti per ricuperare
rienle, e il Erico XIV
di lui successore la Prussia e la Li venia, e morì in Mergen-
occupato da pensieri ben dilFerenti.il gran lheim nel ì5']i. Eurico di Bohcìtiinu-
maestro dell'ordine teutonico Sthuzbar, sen gli successe a'6 agosto, al quale Gre-
che si dava tulle le possibili cure per in- gorio XIII colla bolla Exiiiìiii.i\^'Z mag-
durre principi dell'impero a soccorrere
i gio i 57 3, ^n//. Ti'ow.l. 4, par. 3, p. 365,
la Livonia, non avea miglior successo in conferniò i privilegi concessi all' ordine
Germania pe'prolestanti. Sul cou/inciar da'suoi predecessori. Allorché la diela di
del giugno i56i, Revel e la nobiltà del Ralisbona propose si trasferisse l'ordine
ducato di Esfonia rinunziaiono formal- sulle frontiere dell'Ungheria per contrap-
mente all'ubbidienza che aveano giurata porlo a'progressi de'lurchi, il gran mae-
al maestro di Livonia, e si dierouo alla stro raccolse il copilolo nel i577> alliue
94 T E U T E U
(li consultare intorno a silT.Uta pi'oposlaj vati. L'ordine perde inleranjenle il ha-
e spedì nel I 578 nll'iinperalore Roilolfo jiaggio d'/ Irccht (T'.) ne'Paesi Bassi, e
Jl un elenco non sularuente delle [)erdite Massimiliano vero modello di virtù mo-
che cavalieri aveano provate in Prussia
i rì Vienna a'a novembre! G 8, e fu se-
in 1

e in Livonia, ma eziandio in Germania, pollo nell'imperiali tombe. Gli succes>'e il


in forza dell'infelice introduzione del lu- cugino arciduca Carlo d'Austria, dopo
teranismo. Quindi l'imperatore scorgen- essere stalo prescelto a coadiutore nel pre-
do che tale disegno poteva condurre l'or- cedente settembre. Questo principe pos-
dine alla sua rovina, ces>>ò di |)Ìli inquie- sedeva i due vescovati di Breslavia e di

tarlo su tale proposito. Nel 1 jS^ Boljen- Bressannoiie,maPaoIo V lo dispen>ò a ri-


liausen creò suo coadiutore l'arciduca tenerli insieme al magistero teutonico.
Massimiliano (V Anxtria, figlio deiriiri- Urbano Vili colla bolla Dccct, de'g gen-
peratore Massimiliano II efratello di Ro- naio 16 ?.4, ^"//- /lom. l. 5, par. 5, p. 179,
dolfo II, allìd mdogli una parte delle cu- confermò all'ordine suoi privilegi. Nel-i

iedeli*an)ministrazi()ne,senza però rinun- lo stesso anno Filipijo IV re di Spagna

ziare alla sua dignità di gran mae>lro. chiamò al governo del Portogallo l'arci-
IMorlo poi Stefano Datori redi Polonia nel duca Carlo, e recatosi perciò a Madrid vi
1 5yG, l'ordine vide rinascere le sue spe- morì a'28 dicembre e fu sepolto all' E-
ranze di ricu[)erare la Prussia, poiché una scuriale. A* g marzo 1 62
1 Giovanni Eu- ti

parte de' polacchi elesse il p!Ìncipe coa- stachio di rj'cstcrnacli, ^rau coinmeo-
diutore Massimiliano, e l'allra porse i d.itore del baliaggio di Eranconia,fu e-
propri voli a Sigismondo HI allora prin- lelto gran maestro per la singolare ripu-
cipe di iVtr-zV/. Tali speranze tosto svani- tazione che godeva, avendo impiegato la
rono, per essere stato l'arciduca due vol- sua vita al servizio di casa d'Austria, così
te battuto e fatto prigione, ciò che lo co- in guerra come nelle negoziazioni più dif-

strinse a rinunziare a'ie sue pretensioni ficili. IMorì nel 1627 d'82 anni, compian-
sulla corona polacca, e Sisto V s'impegnò to d.dl'ordine e dall' ira[)eratore Ferdi-
))er f.ngli ricuperare la libertà. IMorlo Co- nando ed ebbe sepoltura in IMiMgen-
II,

benhausen nel iSg") a Cronveiseoibur- ihcim. 11 gran commendatore del baliag-


go, ov'erasi ritirato, e sepolto nella chie- gio d'Alsaia Gio. Gaspare di Sladion
sa dell'orilinedi tal città, l'arciduca si tro- gli successe, somigliandolo nella virtù e
\o in possesso della dignilà di gran mae- nell'ingegno. Nel i6>9 egli col capitolo
stro. Eletto genei'.de in capo dall impe- nominarono coadiutore l'arciduca Leo-
ratore fratello, egli combattè con meno poldo Guglielmo d'Austria figlio di Fer-
fortuna che ingegno, essendo stalo sbara- dinando II, il (juale giovane principe po-
glialo a Rcre-ìle da'turchi nel 1 ogG: 1 00 sto dall'imperatore Ferdinando Ili suo
cavalieri e4oo uomini a cavallo mantenu- fiatello a capo d' un' armata contro gli
ti dall'ordine, combatterono con lui nel- svedesi, lo fece accompagnare daStadioii,
l'esercito imperiale. 1 catubiamenli pro- Ja cui destrezza militare era conosciuta.
vati da'ieutonici esigevano che altri pu- IMa egli morì d' ajioplessia nel villaggio
re se ne introducessero nel loro governo, d'Ammeren a'2 1 novembre i64', '"di
non essendo più numerosi in
i ca valici i ilcadavere trasferito a Mergentheim, fu
modo da poter condurre una vita in co dL'posto nella chiesa del convento de'cap-
Illune, come aveano pi ecedenlemente puccini da lui eretta. Leopoldo avendo
praticalo, per cui Massimiliano nelifìoG abbandonato armi, riunì al'a dignità
le

rinnovò gli slatuti con quelle modifica- di gran maestro quelle di vescovo di Pas-
zioni che le cii costanze resero necessarie, savia, Stiasburgo, llalbersladt,01mulze
e sono fjue' tnedesiuii in seguilo osser- liresla via,e governò Paesi Bassi dal 1 G47
i
T il U
nUG'')Cì. Nel ta[iitolu die tenne n' i
7 a- L egiediMunstcr.preposto d'Elwangcii,
nrile 1G62, nominalo suo coadiulore
fu vescovo di Worms e coadiutore dell'e-
l'ai-ciducii nipote Curio (jitiscfiric cU Au- lettore di Magonza a'[)iiini del 1 C)()\. Eb-
stri/i figlio dell' inipcialore Feidinando be qualche voce in sui; favore pel vesco-
HI, e n)on a Vienna il 20 del successivo vato di Liegi, mori a'4 maggio 169 4 e fu
iiovenihre. Osserva il p. IIeIyot,che l'or- sepolto in Dusseldorf A' 3 luglio gli fu 1

dine pel uianleniuiento delle lene e del- sostituitoli fratello Franci'sro A,»/^'/ con-
lecouimende ch'eiangli testate, non so- te Palatino e vescovo di Bresla via, suc-
lamente procurava con prudente condot- cedendo pure nella sede di Worms e nel-
ta conservarsi nell'amicizia de'princi[)i e la piepositura d'Elwangen.NcI i 70 i pio
signori nelle quali esistevano, ed in quel- clamato Federico 111 elettore di BiMiide-
le de're e pruicipi vicini, ma era solleci- buigo re di Prussia aKcjuigsberg, il gran
to di promuovere a gran maestri [)erso- maestro prolcstòcontid tal [)romidga7.io-
naggi dicasesovrane.il gran maestro Car- ne, reclamando diritti dell'ordine su
i

lo Giuseppe era ancor minorenne quan- quello stato. Egli venne in ciò f ivorito da
do successe allo zio, pei cui l'oi dine scelse Papa Clemente XI, il quale riproviindo
Gio'i'niiiiì Cfispaic d' jlinpriiii^cii com- il titolo assunto a pregiudizio deirordi-
mendatore del baliaggio d' Austria, ad ne teutonico, scrisse ili versi brevi all'im-
amministratole deiruU'icio, finche avesse peraloie Leopoldo I, ed agli altri princi-

raggiunto l'età maggiore, alla quale uou pali Sovrani, per indurli a ricusare il ti-

pervenne, essendo mancato in Vienna a' tolo regio a Federico, ma i di lui eccita-
A
27 gennaio 664- '20 marzo gli fu sosti-
1 menti restarono senza effetto, quanto Ic-
tuito l'amministratore d'Auipringen,indi neigiche pratichcdelgran maestro. Que-
Clemente IX culla bolla Ad Fdslorale, sti a'5 novembre I 710 fu creato coadiu-
de'9 giugno 16G8, Bull. Poni. t.6,ipav. 6, tore dell'arcivescovo elettore di ìMagoii-
p. 264, confermò i privilegi dc-H'urdini'. za, edivenuto poi a'20 febbiaioi 7 G ar- 1

Il gran maestro ad esempio del Pa[)a in- civescovo ed elettore di Tieveri, rinunviò
viò soccorsi a'venc7Ìaii:,già da lungo tem- allora alla carica di governatore della Sle-
po assediati da' turchi in Candia, e nel sia, eh' egli avea esercitata dopo la mor-
iGrS fu cicalo viceré d'Ungheria, e poi te del gran maestro d'Am[)iingpn. Papa
governatore di Slesia. Anche Innocenzo Innocenzo XllI aì\ istauya del cardinal
XI volle riconoscere e confiTiiiare le pre- Schoebron commendatore dell'ordine
rogative e i privilegi dell'ordine leutoni- teutonico e ministro del gran maestrOjCol-
(n,c()I disposto della bulla Mllitaiilìs.i\{t\- la bolla Iiiscrutdhili. de'24 luglio i 7?- 1

l'iS gennaio 1 (17 7, Bull. Barn. 1.8, p. 2 1. Btdl. Boni, t.i I, par. 2, p. 226, confer-
^'el 1G79 il gran maestro si elesse coa- mò all'ordine tutti i suoi antichi privile-
<liuIore J.id^i Aidnido conte Palatino, fi- gi concessi da 'Pontefici predecessori. In-
glio di Filippo Guglielmo duca di Neu- di colla bolla Uiliftrnlix. de' io novem-
buigo, e tes»ò di vivere a Bieslavia ii'() bre, Biilì. cit. p. 228, confermò la bolla
llembre!684, venendo tumulalo nel- di s. Pio V del l 'ìQ'^, colla quale veniva-
la chiesa del convento dell'ordine a Fi en no esentali cavalieri dalle gabelle, de-
i

denthal nella Slesia. Luigi Antonio nel- rime ed imposizioni reali e personali. Gi?i
la coadiuloria pili volle si ilislinse all.i le- il p. Ilelyot avea pubblicato la bella Sto-
sta de'cavalieii leulonici, e nell'assedio ruì drilli ordini Vilii^ioyi e nii!i,',n-:, nel-

di Vienna fatto da'iurchi. Quoto prin- la quale egli dice che allora l'ordine teu-
abbracciata la vita ecclesiastica, di-
cipe, tonico non avea che 2 provincie, cioè di 1

venne abbate comnundatai iodi Fecau'p Alsazia, Torgogna, Ausilia, Coblcnlz ed


in Normandia, canonico di Colonia, di Ealeijloquali aucoia si chiamavano del-
96 TEU TEU
la giurisdizione di Prussia-, le altre prò- concluso un accordo, pel quale il re ahoPi
•vincie essendo quelle di Gerniania, cioè nel suo sialo, e il gran maestro negli siali
di Francia, Assia, Bissen, Weslfalia, Lo- dell'ordine immediatamente soggetti al-
rena, Tiuingia, Sassonia ed Utrecht, ma l'impero, il diritto del principe sulla suc-
che di lullociò che l'ordine possedeva nel- cessione degli stranieri, chiama lo albinag-
l'ult ima,n erano padroni sii olandesi. Ci
no pacnv gio e di cui parlai a Testamento, a favo-
scuna provincia avea le sue commende re de'rispetlivi loro sudditi. iMorì a'4 lu-
particolari, delle quali era crealo com- glio 1780 nel castello di Terwuren, e fu
mendatore provinciale il commendatore sepolto in s.Gudula diBrusselles. Ai suc-~
più antico. Esse erano tutte insieme sog- cessore Massimiliano indirizzò Fio VI il
gette al gran maestro di Germania, co- hvevePraeclarac rei;iae,àe 5 settembre,
me a loro capo, ed erano tenute a rende- Bull. Rom. cent. l. 6,p. 289: Lululluni
re a lui ubbidienza. Questi 12 commen- non emittendiprofessioneni reguiarem^
datori provinciali formavano il capitolo, ac vota solemnìa per alias niagnos mi-
e quando erano convocati aveano il di- litiac B. Mariac Firginis Theutonico-
ritto d'eleggere gian maestro, il quale
il rum eniitti consueta, et nìkilominus ju-
godeva 20,000 scudi d'annua rendita per rìhus, privilegiis, et indultis uti magno
mantenersi decorosamente. Finalmente magìstro militiae praefatac competen-
il gian maestro Francesco a'^f) gennaio tihus uti, etfruipossit, et valeat. IVIassi-

1729 fu eletto arcivescovo ed elettole di luiliano entrò in possesso del magistero


IVIagonza, e mori a Breslavia nel marzo e della gran signoria dell'ordine a'2^ ot-
o 732. A' 12 luglio fu eletto
nell'aprilei tobre a Mergentheim, e a'29 dicembre
in successore Clemente Angusto Maria 1781 il conte Kaunitz-Rillberg cavalie-
dì Baviera, e\c\.tove e arcivescovo di Co- re dell'ordine e ministro plenipotenzia-
lonia^onsagratodaBeuedettoXIIl inVi- rio di Massimiliano, come gran maestro,
teibo, vescovo di INIunster e Paderbona, ricevè a nome di esso dall'imperatore Giu-
d'Hildesheim e d'Osnabruck. Questi re- seppe Il l'investitura de'feudi immedia-

clamò a'duitti dell'ordine sulla Curlan- tamente soggetti all'impero. Massimilia-


clia,allorchè morto Ferdinando ultimo di- no scelto a coadiutore dell'elettore arci-
scendente di Gol tardo Kettler, Carlo Cri •
vescovo di Colonia e del vescovo di Mun-
stierno duca di Sassonia fu investilo di sler nel 1780, pervenne al possesso delle
tal ducato. INIoiì a'4. febbraio 1761 nel due dignità a' 5 aprilei 784- ^ T^^^^t'e-
1

castello d'Ehrenbreilstein, residenza del- poca l'ordine formavasi de' seguenti ii


l' elettore di Tievei i, e fu sepolto ncl'a Laliaggi. Alsazia e Borgogna, Austria,
metropolitana di Colonia. A'3 maggio fu Coblentz, Etscho Tiralo, Franconia, As-
creato in Mergentheim cavaliere teuto- sia. Paesi-Bassi denominato del vecchio
nico Carlo Alessandro di Lorena fia- g^7/^«ro,Weslfidia,Turingia, Lorena, Sas-
lello dell'imperatore Francesco I, feld- sonia; dappoiché il baliaggio d' Utrecht
maresciallo dell'armata imperiale e go- era ntera mente
i se[)a rato da irordine,seb-
\ernatoi e generale de'PaesiBassi austria- bene sino agli ultimi tempi ne avea rite-
ci, e nel dì seguente fu eletto gran mae- nuto il nomee la forma. Ne'baliaggi d'As-
stro. Avendo egli adunalo un gran ca[)i- sia, di Turingia e di Sassonia erano am-

tolo dell'ordine aBruxelles, fu a'3 ottobre messi i celibi protestanti; in tutti gli altri
i769elettoa unanimi voti coadiutore l'ar- era indispensabile il professare la religio-

ciduca suo nipolee fratellodell'imperalo- ne cattolica; come indispensabilmente


reGiuseppe li, Massimiliano Francesco cattolici dovevano essere il gran maestro
Saverio fC Austria. India' 7 aprilei 774 1 ed il suocoadiiitore.Appartenendo il gran
tra il gran tnaestro Carlo e la Francia fu maeslro tra'membri dell'impero del cir-
TEU TEU. f)7

coiodi Fi'nnconia,neI lyg'ì i suoi posses- ormine 180 5. A'26 di tal mese, in conse-
si consistevano nel £:;ran mneslrato tliiMer- guenza della guerra tra la Francia e l'Au •

gentheiinoMaiicnthal, in 3 leiritoiii im- stria, la pace fu conclusa a Presbuigo, an-


mediatamente, e in altri inediatanienle tica capitale dell'Ungheria, e coll'artico-
dipendenti dall'impero. Massimiliano ten- lo 12.° fu dichiai-ato la dignità di gran
ne sua residenza fieqnentemente a Don-
In inaestrodell'ordine teutonico passare nel-
na ed a Vienna. Per l'nniune di sue di- la casa imperiale d' Austria, ereditaria e
gnità, di poleree di rendite, accrebbe l'in- per investirne uno de'suoi arciduchi. Ne-
flnenza di sua casa d'Austiia nei^li all'ari gli stati della confederazione del Pieno,
dell'iinpero germanico. Allorché i fran- Napoleone I imperatore de'francesi, con
cesi nel 1
7g4 s'impadronirono del suo e- decreto de'24aprile 1809, soppresse l'or-
lelloralo.egli riparò a Mergentheini, in- dine teutonico, Mergentheim toccò al re-

di si ritirò a Vienna, e morì a Ilel7,end<jrf gno di Wiirlemberg, tutti gli altri terri-

presso quella cillà, a'26 luglio 1801. Per torii diventarono retaggio de'principi del-
la pace di Luneville,de'g febbraio! 80 r, la confederazione negli stati in cui si tro-
egli avea veduto l'ordine teutonico per- vavano, e questi si obbligarono ad asse-
dere i Icrrilorii di Coblentz, d' Alten- gnare pensioni a quelli tra' loro sudditi
biesen, di Lorena, ed una parte di quel- che in qualità di Qìembri dell'oriline era-

li dell'Alsazia e della Borgogna. In vece no stati in possesso de'beni dell'ordine me-


gli'si dierono per compenso i capitoli, le desimo. Anche l'Austria riconobbe que-
abbazie e i conventi del Vorarlberg nel- stedisposizioni, con l'articolo 4-°della pa-
la Svevia Austriaca, e in generale lutti i ce di Vienna de' 1 4 ottobre 1 Soc), per ri-
conventi ancora disponibili delle diocesi spetto a'beni dell'ordine situati fuori del-
d'Augusta e di Costanza della stessa Sve- l'impero austriaco.l beni dell'ordine posti
via, tranne quelli di Brisgovia. A Massi- in Sassonia furono nel 8ettembrei8i ulal
miliano, e come notai nel voi. XXIX, p. re Federico Augusto impiegati a stabilire

186, dal capitolo dell' ordine fu ilaio in un assegno alle università di Lipsia e di
successore il celebre arciduca Carlo Lui- Vittemberga, ed ai collegi di Pforta, di
gi d'Austria fratello dell'imperatore MisniaediGrimma. A' 18 maggio 18 t si i

Francesco II, il quale a'i4 ottobre 80 1 [ convennea IMergenlheim, tra le corti che
approvò r elezione del capitolo. Tra' 3 aveano interesse sugli antichi possedimen-
stali ecclesiastici di Germania cui il decre- ti dell'ordine teutonico, quanto occorre-

to deli 8o3 prolungò la durala, fu com- va per regolarne gl'inleressi relativi al-
preso quello del gran maestro dell'ordi- l'ordine: esse furono Baviera, Wiirlem-
ne teutonico, in considerazione de'servi- berg, Baden, Assia, Nassau, e il grandu-
gi militari resi da' cavalieri. L'arciduca cato di Francfort. Il congresso di Vienna
Carlo rinunziò il magistero a'3o giugno con l'articolo 5i,e mediante protocollo
I8o4) e fu poi governatore e capitano ge- de' IO giugno 181 5, fallo da'plenipoteu-
nerale del regno di Boemia, feld-mare- ziarii d'Austria, Russia, Inghdterra, Prus-
sciallo dell'impero austriaco; combattè sia e Francia, chiarì e (issò le analoghe

valorosamente contro Napoleone I,e u)0- convenzioni, le quali a' 1 5 giugno furono
n nel 1847, come narrai nel voi. LV, p. argomento di particolare Iraltalo tra tali

63. A' 3o dello stesso giugno i8o4 di- potenze. Indi Pio VII emise quelle pro-
venne gran maestro il fratello del prece- teste che riportai a Germania, contro le

dente, l'arciduca Aiitoìiio P itlorio d' Au- disposizioni prese nel congresso di Vien-
strie, poi viceré del regno Lombardo- na, su lutti i beni ecclesiastici di Germa-
Veneto. Quindi Badeu s'impossessò de'be- nia, ed in conseguenza di quelli pure già
Ili dell'ordine nel suo territorio, a' 3 di- appartenuti ali' ordine teutonico. L'As-
VOL ixxv.
.,S T E U TE C
sia elelloiaIe(1i(!ii;u-n poi con ortliiie del- lissinie foltezze e castelli. Con savia legis-

rS ollobre 8 6, dio eli tlirilto essa siic-


i i lazione assiemarono lo stato tianquillo
ccdcvanl rrdiAVcslfalia ne'hcni (ìciroi<li- de'ciltadiiii, svincolarono l'industria e a-
iicrh'eiaiio leccali a quest'ultimo. L'Au- prirono un fiorente commercio in paesi
jilria possiede con dii ilio sovrano la casa ove la moneta era appena conoscitila. Cir-

dell'ordine leiilonico a Fiancfoit sul [Me- condati però i teutonici d'ogni parte da

no, come pure i tlominii, le rendite e i pri- potenti e bellicose nazioni, invece di po-
vilegi clie gran maesiio
ne dipendono. 11 ter godere pacificamente il frullo di loro

gode le rendite delle posses>ionidi Frane- fitiche, furono quasi sempre obbligali a
fori, delle signorie di Soppau e Ratscli, stare colle armi in mano, comb.iltendo
(Ine dominii dell'ordine nella Slesia prns per molti secolijOra contro [lolacclii, ora i

siana. Per morte dell'arciduca .\nlonio, contro i lituani, ed ora contro i russi, che
nel I 836 fu fatto gian maestro dell'ordi- invidiandone la gloria, ne vagheggiava-

ne teutonico I' odieiiio arciduca l/r/v,v?- no con cupidigia dominii. Il coraggioi

iinlinnn Giuscpjn' d' .lustri.'! de'duchi di dell'inclita nazionegcrmanica non •i mo-

^fodcìin e 7.Ì0 del regnante Francesco V, strò forse mai come in questo illustre or-

clic riabbracciò in Modena nel fcbliraio dine con maggior forza ed energia; e la
i85i. Non solamente l'ordine teutonico descrizione de! le guerre chebbe a soste-

esiste nell'impero d'Ausli ia co'suoi beni, nere giustifica pienamente l'epigrafe che
ma senza relazione con esso esiste pure nno de' suoi storici gli applicò: Similis
nel territoriod'Utrecht e ne'Paesi Bassi. facliis est leoni in Oju-rilni.'; suis, ci sicnt

11 nobilissimo, sovrano e celebre ordine catuliix Iconis ntgicns invciiatioiic. Fi-


teutonico, fondalo dallo spirilo di carila, nalcnenle l'ordine teutonico giunse all'a-

di virtù e fralernilà, si obbligò con volo pice della sua gloria e potenza, ed allora
di combattere grinft;fleli invasori di Ter- appunto fu, che secondo il consueto antla-
ra santa. 1 suoi cavalieii furono a un tem- mcnto delle cose umane, cominciò esso u
po umili serventi negli ospedali, e inlie- declinare; solili rapidamente disgrazie e
pidi guerrieri in campo. Divisero cogli al perdile, quante priuia erano state le sue
tri celebri ordmi gerosolimilanoe de'tera- fortune e conipiiste, finché gli sforzi di
plari le prodezze, la gloria e i pericoli ne' quelli che aveano congiurato alla sua di-
rombattimenti.Cliiamati i teutonici a fre- struzione, il tradimento e l'eresia gli die-
gare le invasioni eie stragi die gl'idolatri rono l'ultimo crollo. Tuttavia si conser-
prussiani commettevano in Polonia e nel- va l'ordine ne'suoi pochi decorosi avan-
le contrade circoslanli, col valore loro zi, e se gii sfuggì di mano lo scettro, le

Irionfarono, bagnando la Prussia del san- sue onorate e invitte insegne decorano
gue loro, finché la sollomisero. Nel me- ancora distinti nomi di Germania. Ma del-

desimo modo s'insignorirono di Livonia le glorie e fasti dell'ordine teutonico me-


e di altre provincie, e tulle le loro con- glio trattarono i seguenti scriltori. Uai-
quiste furono seguite da immensi vantag- iiiondo Duellio, llislorin ord. equilum
gi che ne derivarono a'popoli conquista- Tlii'ulonicorum iiospilalis s. Marine V.
li, oltre il prezioso lume (Iella conoscen- J/irro.soliiìii(aiìi,'\'\tnnaekui,\v\ne i
727.
za del vero Dio. Dessi furono che fecero Jiicertiautoris Cliroiiicon equeslri.s ord.
per lai. "volta conoscere i piìi dolci costu- Tliculnnici ex rnss. Trajectcìmm t. 5
mi ne' piìj orridi climi, che distrussero Jiialert. feteris nevi Ant. Matthaci,
templi fumanti di sangue umano, ed ove llagae Comitiim 1738. Essai sur L'Ili-

prima non eranvi che umili e poche ca- de Vordre Teutonirjue pariinchc'
s taire
panne, fecero sorgere magnificile città, valier de Vordre, Paris 780). Statata 1

alcune delle quali ancora floride, muni- et yleta jnddica varia ord. Theutoniei
T E U TE V <)9
I

/// Joh. Crist. Lunigs Continuat. Speci- cono che il Tevere fu padredi Oeno,ch'e- |

/,.rr.
.p. 356, et in Conti/1, f. 2, p.
(,ccl. 1. 1 gli ebbe da INIanto, e che edificò la città 1

3 8. Pietro Dusbourg, Clironicon Priis-


I di Dlantova, così chiamata dal nomedel-
v/V?(% colle ]Votc e le Dissertazioni di la propria madre profetessa d'Italia, che |
Ilarlknoch. Enrico L. Schmvfleiscb, //z- altri mitologi confondonocull'antica Man
storia Ensiferorwn ordiiii.s Tlieutonici to figlia di Tiresia e gran profete<sa co- j

Livonoriim HeìS'faeJIistoire de l'Empi-


. me il proprio padre. vSi vuole che Man-
j

re t. 2. Fa vili, Théiilre dlionneur et de tomadredi Oeno sposòTiberinored'Al- !

cJwi'alerie t. ?,, e pei" non dire di altri, ba, che per aver dato il suo nome al fiu-
.'
gl'istorici degli ordini militari e religiosi. me, si disse moglie di questo. L'iconolo-

TEUZZONE oTEUTO^E,C^/Y///^.7- già Io personificò sui monumenti e sulle


^^ Prete del titolo de'ss. Gio. e Paolo di medaglie, sotto la figura d'un vegliardo
Urbano 11 del io88,col qualesi trovò nel- maestoso coronato di fiori e di fruiti, ed
le Gailie, allorquando quel Papa esami- Bucod'alloro simbolodelle vittorieripor*
nò i privilegi della cbiesa di Toins, ed ap- tate daromani, e semisdraiato. Tiene e-
pose neh 096 il suo nome ad una bolla gli un cornucopio per denotare la ferti-
dal medesimo emanata in Poitiers; indi lità del paese e delle terre che bagna: il

nel I IDI sottoscrisse la bolla da Pasquale vomere che ne fregia la cima, mostra che
H spedita in Monte Cassino a favore del- non giova la fertilità del suolo senza la-
la chiesa di Troia. gricoltura. Gli fu dato un remo per in

TEVERE, Tibris, Tyberis, Tiheri.<f. dicare eh' egli è navigabile e favorevole |

Fiume famoso nella romana storia e di ni commercio. Si appoggia ad una lupa, I

cui tanto favoleggiarono i poeti, che ba- presso la quale stanno i gemelli Romolo '.

gna e divide Roina (T'.), la quale chia- e R^emo ancor bambini, poi fondatori di
mata regina dei mondo, perciò il decan- Roma, per ricordarecheesposti sulle sue
talo Tevere da più storici fu chiamato fiu- ripe,mentieeranoalquantoiuondate, nel j

me reale, e da'pceti enfaticamente, Teve- sitoche oggi si appella Velabro, furono ;

re Fiume de' Regi e He de' Fiumi, per es- da quella fiera sagra a Marte lor geni
sersi eziandio veduto più volte il suo al- tore allattati. La maestà del sembiante
\eo o letto carico delle più nobili e ricche fa conoscere, ch'egli è il Padre Teìno,
spoglie delie vinte nazioni, e andò super- come lo chiamò Virgilio; ch'egli è il fiu

bo per la sua profondità di ricevere sul me trionfale che irriga la capitale del
suo dorso ogni sorta di navi, comechè più mondo, ralma Roma. Infatuali i viaggia-
ricco di acque, co'capolavori della Gre- tori delle sue glorie e rinomanza, resta-
cia, i giganteschi Obelischi (P.) òeW'E- no in vederlo diverso in pio[)orzione dai
gitto. Colonne, Pietre, marmi e bronzi la fama che ne corre (cioè se lo si fa sen 1

preziosi per natura e Scultura (V-). Il za esaminarlo), come gli antichi re>;taro-
Tevere colle sue non arginate acque so- no sorpresi in vedere Alessandroil Gran
stenne, oltre i legni de'primire di Roma, de, nomine magnus, corpore prirvns. Il
molte prue e molte piccole navi che ap- fiume dagli antichissimi abitatori d'Italia
partennero alla successiva repubblica fii appellalo Albula (a Tivoii tratto del-
,

trasportò molli imperatori, trasse a Ro- le acque omonime) in origine, dal colo
ma le ambascerie di tutti i principi e po- re biancastro tendenle al ceruleo che ha
poli, spinse i legni barbari e stranieri, e presso R.ooja, quando non venga intorbi-
la più famosa per boma,
fu nell'epoca il dato dalle pioggie e dalle cretose argille
fiume più frequentato e il più ricco , il mescolate. Ma allorché le pioggie Io gon-
più augusto e il più sospiralo eziandiode- fiano primieramente le accpie cambiaiisi
gli avvicinamenti ed arrivi. 1 mitologi di- in rossastre e quindi in gialle, donde de-
-

1 00 T E V TE V
jivò l'epitelo comunemente datogli ili /7<^- chiaDiano il monleFumaioIo).Questogio-
\'i!s dagli nnliclii, e di /'/n/?r^o da'inodcr- go altissimo è posto quasi a ceiitrodell'l-
ni. Di Albula canihiò il nome in Ti/cri.^, talia,poiché di là ad occhio nudo scor-
donde noi abbiamo fallo Tcvitc, secon- gonsi ambedue mari, che fiancheggia-
i

do la tradizione più comune, dopoché Ti- no la bella penisola. A levante di questo


lt rio o TU crino re d'Alba Longa vi ri- monte, che presenta un ciicnilo d'oltre
mase annegato altre leggende antiche
; 5o miglia, ameuissimo per l'abbondan-
però derivavano l'climologia di (jueslo no- za e freschezza de'pascoli, e per la sua vi-
me posteriore, da Tlì)liris personaggio gorosa vegetazione, trovansi le sorgenti del
di forme gigantesche della schiatta de'si- Tevere.Propiianìenteesfo nasce in 3 fon-
culi, da \'irgilio chianìati sicani; altre da tane diviso nella macchia delle Balze, po-
Tyì'cri (iglio di Giano e di Camesone,che desteria di Veighereto e diocesi di Sar-
vi rimase spento; altre tlnahnente da Dc- .sina. ìVato appena questo fiume, Tiene il
>i(!>ri o lììt'lìii re de'veienti. T. Livio e volume delle sue acque aumentato dalla
Dionigi d'Alicarnasso tentano di smentire derivazione de'vicini ruscelli, e quindi ri-

che il fiume ritenesse il nome di Tiberi- cevendo sempre nuovi accrescimenti scen-
no re degli albani dopo che vi perde la de lungo cordini di J'ov(v/7?<7. tra versando
i

vila,sostenendochegià l'Albulaaveacam- impetuosamente la Valle Tiberina, e del-


I)iato in Tevere la sua denominazione a- l'^ iiihria, dove entra negli stati romani,

vanti l'esistenza d'Alba Longa e de'suoi presso /^or^'-o s. Sepolcro. Innalllale quin-
re. Altricon più probabilità credono con di le valli dell'Umbria, Città di Ca-^tel-
Virgilio, che da Tliyhris o Tiberino, che lo.Pcntgi/t, dove da varie e molte acque
dicesi re degli etruschi, e dalle piraterie ed in particolare del Chiagio notabilmen-
che vi commetteva, assumesse il 2.° nome te ingrossalo, stende rapido il corso pe'ter-
che gli crestato. Di questa opinione è l'Ai Todi e di Orvieto. Quindi acco-
rilorii di

veri, dicendo che il fiume si chiamò Teve- gliendo non lungi da Baschi la Paglia, e
je da un re di Toscana di tal nome, che da Oi-te presioOtricoIi la iXera (della qua-
infestando con varie incursioni il Lazio, le e del Velino trattai a Rieti e Terni,
fu ucciso alle sue rive;nè tace la tradizio- con nozioni interessanti il Tevere e le sue
ne che lo vuole denominato da Tiberino antiche inondazioni), e dividendo dai Pa-
re degli albani che restò sommerso neh' Al- trimonio r L/nhri(i e la Salina (nel qua-
bula. Servio riferisce che questo fiume learticolo descrivendo pure la città di Ma-
ne'rituali designavasi col nome di Serra, gliano, dissi che a questa anticamente il

sega, dal rodere che faceva le ripe, e nel- Tevere servuli porto, ed ivi parlai del suo
la lingua comune del Lazio primi ti vo,/iu- propinquo corso e del l'onte Felice sot-
Jìiou per la stessa ragione. Deriva la sor- to il quale scorre in nuovo alveo), viene
gente del Tevere in quella parte dell'A- incontrato presso Ponte Salaro dal Te-
pennino, di dove la trae ancora 1' Arno, verone (o Aniene,di cui ragionai a Sucia-
ilMontonee altri fiumi minori. Le sue sca- co e Tivoli). Il Tevere, tra il Patrimo-
turigini si riconoscono nelle montagne nio q\\ Z/^/z/o, torbido e gonfio, entra mae-
deirAlverniainToscana,che formano par- stoso a dividere lioma dal nord al sud, e
te della catena Apennina, e quella parti- quindi scorrendo per l'Agro Piomano (di
colarmente da dove cominciano a mo- cui a Roma), do[)0 il suo continuo giro
strarsi le sue acque dicesi di Fallerona nel tortuoso (dice il Pascoli, di ben 4oo mi-
Casentmo (Calmdri dice che il Tevereco- glia, col ricco tributo d'8o e più fiumi; m'i
mincia da una fonte dell' A pennino nel comunemente si ritiene ascendere a cir-
monte Coronaro, all' opposto della qual ca 7.70 miglia il suo corso, formato dal
fonte altra dù principio all' Arno: altri tributo di 40 fiunii, come dichiara l'Alve-
TE V TEV 10.
lì nella Roma in ogni statoja^^hin^e Pa- ria, il rivo di Licenza, la Fara, l'Imella
scoli, in due rami diviso con l'uno a Por- in Sabina, il rivo della i^Lirrana in Ro-
to, coU'allro a Ostia va a morite nel Tir- ma, e la IMagliana al di sotto della città.
reno, cioè in quella parte del Mediterra- Di quasi tutti tali fiumi e rivi parlai de-
lìeo chiamata Marc Tirreno, e perciò il scrivendo luoghi che bagnano e scorro-
i

fjuuie fu pur detto Tyrrcuiis Ti/>cj-,[ìev no. L'alveo navigabile del Tevere si di-
jjifluire nel quale e per la sua derivazio- vide in due tronchi, superiore e inferio-
«e veime anche chiamato Toscano, Tu- re, il superiore è quello che da Ponte Fe-

scimi), va a scaricarsi nel Mediterraneo lice, presso Otricoli (di cui riparlai a Spo-
ad Ostia e pel canale di Fiumicino, divi- leto e Terni), giunge a Ripa Grande. Il
dendosi a Capo due Piami poco prima di tronco inferiore è quello che correda det-
giungervi. La parte piana sulla ripa de- ta Piipaalla foce di Fiumicino, presso/'o/'-
stra del fiume fra'Colli del Gianicoio ed to. Nell'articolo Ostia ,
già città celebre
il Tevere anticamente costituiva princi- e antichissima, e ora vescovato suburbi-
palmente la regione di Pioma designata cario, con Saline (J\), pi esso la foce o-
col nome di Transtihcriinjnome però che rientale del Tevere in un angolo, distan-
Boti sempre si restringeva a questo trat- te da Piomai5 miglia e quasi 3 dal lito-
to, tna che alle volte indicava in genere rale odierno del mare Mediterraneo, ed
]a contrada sulla riva destra del Tevere, ivi detto Tirreno, dichiarai che l'edificò

anche ad una distatiza considerabile da Anco Marzio dopo aver esteso limiti del i

Roma come può , vedersi in Tito Livio dominio romano sino al mare. Che per
nel lib. 8,c. i4- Della regione di Trasteve- essere la città in ore Tihcris, fu detta O-
re ragionala Chiese di Roma, Mura di Pio- stia e Ostia Tiberina, (\Via%\ porta, foce,
ma, PoBTEDI Roma, Ponti di Pioma, Fon- bocca o apertura della navigazione del
tane Roma, Pxioni di Roma, Strade di
di Tevere; però ignorarsi se già il Tevere a-
RoMA,ec. ec. Dice il march. Melchiorri, \ea i due rami di alveo, pc'quali anche
nella Guida di Roma, il quale come Pli- oggi si formando l'Iso-
scarica nel mare,
nio bene scrisse del Tevere, che il cor- la sagra di Porto. Che il ramo destro fu

so tortuoso del Tevere dalla sorgente si- per lungo tempo il meno praticato, fin-
no al confine dello stato papale viene cal- ché r itnperatore Claudio vi fabbricò il
colato a circa miglia 5i (leghe 17); di là Porto, che die il nome all'omonima cit-
sino a Roma 224 miglia (leghe 73); da tà. Che nel tempo più antico il ramo si-

Roma al mare miglia 2 6(leghe 9 ciica): nistro era il più frequentato, e come più
totale del suo corso quasi 3oo miglia pa- aperto e più comodo alle navi; e per que-
ri a leghe 100 di Francia. Aggiunge che sto Enea approdò quando venne nel La-
Plinio contò ^o fiumi tributari delle lo- zio [F.) a stabilire i primi fondamenti
ro acque al Tevere, ma osserva, o che vi della potenza romana: non essendo però
comprese i piccolissimi rivoli, o che mol- l'alveo di questo sinistro ramo troppo a-
ti deviarono nell' alto corso. Gli attuali gevole a transitarsi con navigli di qualche
egli li divise in due classi, maggiori e mi- portala, Anco Marzio vi fabbricò l'am-
nori. 1 tìiaggiori fiumi che confluiscono pio porto o rada e la città, cioè servì per
nel Tevere sono: la Nera, il Velino, l'A- porto la bocca slessa del fiume, la
quale
nieiie, il Chiasio, la Paglia, le Chiane ed non chiudeva e otluravacolle arenedel
si

il Clitunno. Fra'minori si annoverano: mare, né il Tevere veniva per questa par-


la Soara, il Pibico, il Nicone, il Nestore, te a profondarsi e disperdersi iu istagni
r Asiniio, la Fratta, la Carpina verso la e paludi prima di giungere al mare; di
Toscana, il Topino, il Carignano, la Tri- maniera che per mezzodì remi vi entra-
glia nell'Umbria, il Farfa, il Laia, la Fo- vano grosse navi da carico, le altre restan
102 TEV TE V
ilo nel sicuro porlo quiintuiique vi domi- Mg.' Nicolai, Della basiUra di i. Paolo,
iiosi>e il \tnlo occidentale, peiòle iiitvi più avverte che le terre poste tra la chiesa u
glandi erano obblii;atc leneiMin alloiua- il (lume, non sono di\ise dal piccolo Ai-
)e, essendo riempila la bocca. Tale sen- mone, il quale traversa l'attuale via e va
io fu spesso di grave incomodo allo sca- a scaricarsi nel Tevere verso Pioma. Se
lito del Tevere in modo, che molle volle, l'aulica Ostia ricevè ih. "suo deteriora-
«•econdo alcuni, pi odusse inondazioni e ri- mento all'apertura del Porto di Claudio,
stagni, onde le navi doveansi alleggerire la moderna Ostia cadde in abbandono pel

[)er entrare nella foce, tirandosi fino allo- riaprimenlo della foce deslra del Tevere,
ma per C)0 stadi. ^ eramenle, e
i come poi ossiaFiumicino, fitto nel 6 2 da Pao- i i

lipeteiò, il vento non trattiene leac(|(ie loV. Negli ultimi tempi Oslia si rese nuo-
del Tevere in modo da produrre inonda- vamente rinouiata |)eg!i ubertosi e im-
zioni, ed il celebre p. Doscovicli gesuita portanti scavi di monumenti antichi, in-
trattò con somma dotlrina di cpieTeno- trapresi da Pio VI, e principalmente da
iiieni. Così si aumeiilò ilcomododel com- Pio VII , non che dal vescovo cardinal
mercio [jcr acqua e fornì a Piotna un por- Pacca e da pai licolari. Nel corrente i8ti5
lo marittimo, precisamente costruendo- d'ordine del regnante Pa|)a Pio IX, e
si dove il Te\ere scaricava le sue acque per cura e spesii del ministero del com-
nel mare, dal quale ora è lontano pel suo mercio, lavori pubblici e belle arli, si ria-

posteriore riliiamento. Ivi a[)piodav;mo prirono i doviziosi scavi, onde rividero la

le I ornane flotte e le navi d'Asia, e ne li- luce altri monumenti pregevoli per l'e-

portai più esempi; ma coli' andare del rudizione e per l'arte. Lo notificò il cooi-
tempo il tragitto di questo ramo sinistro raeiid. Visconti commissario dell'antichi-
del Tevere incomodo, e la città di
si rese tà, nel Giornale di Roma, e coi n." dei
abbandonata. A ripararvi,
O.ilia fu (piasi 3 luglio rese conio delle cose trovale. Fra
Claudio fabbricò il suddetto Porlo dalla queste sono rimarchevoli un pavimento
parte desila, per la quale il viaggio per di musaico pei fellamente conservalo, ed
Roma era più breve, ed il canale di Fiu- eseguilo con franco e grandioso disegno,
micino, ancora in attivila, onde riparare esprimente in figure nere sul campo bian-
all'interramento che ficeva il Tevere al co, Nettuno trailo da 4 ippocampi, meu-
porto d'Ostia, non polendo più da esso tre tranquillo scorre le onde. Un'iscrizio-
le navi cariche di viveri piogreili'C per ne, tra le altre, ricorda Vitellioche nel-
lloma, che liduia perciò patì CUI eslia.^al•- la colonia ostiense esercitò l'onore quin-
laiquindi quanto romani ed i i Papi fe- quennalizio. E fra' marchi delle figuline
cero a vantaggio d'Ostia e del suo por- è singolare per rarità il bollo dell'oflìci-
to e foce. Notai i l*api e altri personag- na,clie ricorda L. Emilio Giuliano sacer-
giche pel porto d'Ostia a[)prodaroni) ui dote del Sole e della Luna, di che è forse
RoDia o viceversa da questa veleggiaro- da stabilirne in Ostia il culto e il tempio.
no nel mare. Il Tevere passando assai vi- Tutto questo e gli altri importanti ogget-
«ino al Tc/iìfìio (/ .) della basilica di s. ti rinvenuti, fanno ragionevolmente spe-
l'aolo, ne'tempi di mezzo formò presso rare ulteriori scoperte. Leggo poi nel n.
di esso una specie di canale e poi lo, do- 234 di detto Gioriudr, che il Pa|)a Pio
ve appiodavano da Ostia que'cheperla IX l'i ollubreiSS'T si recò ad
I Ostia, ri-

via ili mare lecavansi in Roma, e ne par- cevuto nella chiesa di s. Aurea dal vesco-
tivano qiie'che passavano in Ostia egual- vo cardinal .Alacchi, e da'cardinali Anto-
mente per navigare nel mare; e l'antica iielli e Ivoberti, non che da' prelati Mer-
via Osliense pa:,sava fra la Ijasilica e suo lel ministro dell' interno e Milesi mini-
portico, ed il Tcveie, radenJoue la riva. stro de'luvori pubblici. D;jpo ricevuta la
TE V TEV loJ
Ijciietlizione col Santissimo, passò ad ora- minare sulla foce del Tevere, donde O-
le nella cappella ili s. Mutiica madre del slia prese ilnome, e perchè servi va egual-
yrau doltore s. Agostino, per cui da quel uieiile per le due sponde del fiume. Che
luoi;o sagro trasse il Papa argomento per inoltre si denominò Porto Romano di ,

«lire brevi, ma affettuose parole agli alun- Roma e de Romani, per la sua celebrità
ni del Seminario Pio, che da Fiumici- e quale I. "ingresso del Mediterraneo alla
no eransi recati ad ossequiarlo. Nell'epi- gran metropoli del mondo, Porto f//C/rf«-
scopio osservò le sculture e le iscrizioni dio, Porto d'Augusto, Porto di Traia-
antiche, de'mariui scoperti negli scavi fat- no, e Porto del Tevere siccome eretto nel -

ti in passalo, e in quelli già ricordati e da la sua riva presso la foce. Che Traiano
lui ordinati, con piena sua soddisfazione. apr^i il canale fra Porto e Ostia, omle >i

]*assò <|uindi a osservare restauri da lui i formò l'Isola sagra, ricinla da due brac-
falli nella Rucca, destinata pe'condanna- ci che forma il fiume a Capo due Rami,

li a' lavori pubblici, onde in buona sta- e dal mare. Che cogli avanzi dell'antica
gione adopriuli in opere agricole e di al- città si formò la borgata di Fiumicino, e

tra pubblica utilità. Ivi il couìuiend. Vi si riempirono le palizzate che servono a

jicunti umiliò al Pontefice alcune iscrizio- regolare il corso del fiume. Che la foce
ni stampati-, che si leggono io vari punti destra del Tevere è artificiale,
chiaman-
della Rocca, insieme a quella incisa io dosi Fiumieino o Porto Canale di Fin-
marmo nel baluardo moggiore,che ricor- niieino. Discorsi inoltre, cogli autoriche
da 1 detti rcstauri,(piale la riporta il Gior- hanno Te-
trattato della questione, se il

naif. Inoltre il prof. Giorgi, ingegnere in vere sboccasse sempre nel mare con due
capo di Roma Comarca, ebbe 1' onore
e foci, ovvero se sboccando originalmen-

di esporre al Papa diversi lavori esegui-


i te con una, I' altra sia stata aperta dal-

ti nella Rocca e quelli che fa continua- l'arte onde agevolare lo scarico delle ac

re, riportandone piacevole approvazione. que nel mare , ed avere al tempo stesso
Dalla Rocca si condusse il Papa a visi- alveo pili regolare e più adatto alla na-
tare il siunmentovatoscavo, fatto sotto la vigazione. Che il dotto Fea fu ili.°a ri-

«lirezione del cominend. Visconti e del conoscere autore della foceartilicialeTia-


cav. Guidi ispettore onorario degli scavi, iano , e scavate fosse nel Tevere le fece
e vide i materiali e i marmi che ne sono sboccare in mare, liberando R.oma dal pe-
tratti, e gli avanzi d'un grandioso sepol- ricolo d'inondazione, e poi fece la fossa e
cro verso l'antica parte della città. Osser- canale esistente di Fiumicino, anche per
vò pure la vastissima area dell' edifizio, agevolare la navigazione del fiume. Che
già ospedale di Ostia, e non mancò di vi- l'ultima memoria della navigazione del
sitare l'altro scavo di !Monticello,ove osser- canale Poi tuense è deli i i
8, poiché ab-
vò l'encomiato musaico e l'altro che anda- bandonatasi la foce si tornò a frequentare
vasi scoprendo. Indi nell'episcopio il Papa quella più larga d'Ostia come ne' tempi
ammise alla sua mensa gli encomiati per- primitivi, e perciò minore di Porto fu la

sonaggi, la sua corlee altre distinte perso- delta Fiumicino. Che abbandonata la na-
ne, restituendosi nella sera «Roma. Nell'ar- vigazione del Tevere, l'ingresso nel fiu-
ticolo PoRTOjgià porti e città celebri e anti- me dal canto del mare diventò pericolo-
chi, e ora vescovato suburbicario, presso so, fu riapertaTraiana, o ramo la fossa

la ri va destra del Tevere e dove questo fiu- destro del Tevere o Fiumicino, da Gre-
me ha foce artificiale nel Mediterraneo, gorio XIII e piti completamente da Pao-
1 impetto a Ostia situata sull'altra spon- lo V, ma con bia-
riuscì pregiudizievole
da, lungi da Roma circa miglia 4 1/^, dis- i simala divisione dell'acque unite del Te-
isi che si chiamò Porto d'Ostia per ter- verca forza di passonale, riuscendo qiiin-
104 TEV TEV
disovente malagevolea'navlgnnliclal ma- cav. Linotte fu stampalo: Sull'esistenza
re TiDgresso nel fiume, per cui essendo delle due foci del TcK'crc prima della
la sua imboccatura assai peiicolosa, i na- coslruzione del Porto Claudio, Roma
vigliper non naufragare sono regolati dal 1824- Nel t. 8 dtWe Dissert. della pon-
piloto del governo. Riportai finalmente tìfìcia accademia romana di archeolo-
tutle le notizie riguardanti s"i importan- gia, si riporta la Dissert, sopra uìia iscri'
te aigomenlo, il Porto, la foce del fiume zioìicantica dell' imperatore Claudio
e la sua navigazione, e dell'operato dagli trovata in Porto; e la Dissert. della Fos-
antichi romani che ivi con 3 porli ne for- sa Traiana e di (fucile che Vimperatone
marono il loro navale. Narrai inoltre che Claudio fece scavare dal fiume Tevere
nel 1828 per disposizione di Leone XII al mare a cagione del porto da lui fon-
giunse alla foce di Fiumicino ili. "battel- dato, nonché del nome di Augusto dato
lo a vapore che si vide sul Tevere pel ri- ad esso porto, arnheàue del segretario
nuirchio delle barche, invece de'bulfali, della stessa accademia commend. P. E. Vi-
ma poco durò l'impresa. E lèci onorevo- sconti eruditissimo archeologo. E' cosa es-

le ricordo della dotta opera idraulica del senziale per maggior cliiarezza a notarsi,
romniend. Cialdi, sia suU' introduzione che alla distanza di 3 miglia circa dal ma-
ilcllebarche a vapore nel Tevere operata re,ed a miglia 21 circa da Roma, il Te-
stabilmente da Gregorio XVl, sia sul mo- vere si divide in due canali, il ."canale a 1

do di rendere più sicura e più agevole la sinistra, ed è il maggiore, dà passo a due


navigazione del Tevere e deila sua foce terzi dell'acqua del Tevere, e si apre fo-

in Fiumicino, cioè il rendere più sicura ce ad Ostia; il 1° canale a destra convo-


l'entrata de'legni in c|ue! canale e più a- glia l'acqua del fiume al mare, cioè l'al-

i-evole il risalirlo sino a Ripa Grande, me- tro terzo dell'acqua sbocca al sito di Fiu-

diante un porto di rifugio o rada artifi- micino. Questa 2.^ foce è distante dall'al-
ciale,con frange-onda o molo o antemu- tra d'Ostia, che restale al sud, e sopra
rale galleggiante; e degli alti encomii che la corrente litorale circa metri 3ooo, pa-
gli lese l'esimio ingegnere veneto Giovan- ria miglia una e 5 ottavi geografiche. Quei
ni Casoni prima chesi stampasse, con bel- due rami ed il mare circoscrivono il DeU
lissimoe dotto ragguaglio, l'ubblicata l'o- ta Tiberino, cui è dato il nome d'Isola sa-

pera colle stampe e dedicata allacame- gra di Porlo. Nell'articolo ]Mari\a, in bre-
ra primaria di comn»ercio di Roma, me- ve trattai quanto comprende questo vo-
ritò che (juesla decretasse una medaglia cabolo e la nautica, i navigli delle princi-

onorai ia inoro all'autore commend. Cial- pali specie e di quelli moderni a vapore,

di, notificandolo col n.°2i del Diario di del quale riparlai nel voi. LXX, p. 102;
Roma del \'6\'j ; e che il eh. p. France- delle principali marine militari ecominer-
sco Loudjardi co.oventuale ne dasse pre- ciali, delle quali trattai pure a'speciali ar-

gievole contezza, facendo rilevare l'uti- ticoli delle città e nazioni, e più partico-

lità dello scopo co' dovuti elogi, comesi larmente della marina de'romani e della
può leggere nel suo bello articolo inseri- marina pontificia (della (|uale riparlai a
Io neir Album di Roma, l. i3, p. «6'). Soldato, ed a Tesoriere generale per la
Inoltre dell'opere del cav, Linolte; e di- so[)rintendenza e raulorilà che vi ese'rci-

cendo delie jVtn'cllc del Tci'crc dell'avv. lò, e per quella restata all'odierno mini-
Fea, notai essere egli di contraria opinio- stro delle finanze, e che essendo, oltre la

ne che il Tevere anticamente ebbe una commerciale, divisa in 4 classi, dichia-


sola foce, e su altri punti; un estratto si rai propriamente quelle che dipendono

può leggerlo nel Giornale Arcadico, t. da'minislri delle armi e del commercio).

i l,p. iGi, e t. ?.3,p. 4G. A parte poi e del Parlai dell'ampia pianura di Uuiua chiU'
T E V TEV loj;

mala Navaiia, dopo che venne deslina- di 8. Paolo, si lecò a benedirla Sisto IV
j
la alla coshuzioiie e custodia delle navi, in uno a due bandiere della mcdesiuia,
I
ed airappiodo delle burelle che risalivano prima di partire a conibalterei turchi, iuì-
I
dai mare il Tevere, cioè non lungi dalla b.ircatosi perciò il l'apa in Roma a Ripa

jiorla Trigemina , come rilevai nei voi. Grande, allora come accennai nel voi. L,
j

! LI V, p, I C)5 (enutnerai.do le porle di Ro- p. 49, ap[)ellala l{i]>a linniea, sopra de-

ma poste .sulle due sponde dclTeveie,sini- coroso legno dello Bucenloro, e nujiitatu
I
sda e destra), presso d luogo deltoIMaiLOo- sulla capitana esegui la cerenionia; e nel

I
lata, ove si slahili lo siiiuco de'marmi che voi. XV HI, p. 61 .ricordai la fiotta di 23
i
sono condulli dal mare a Ruma montan- navi inviala contro gli slessi turchi da Al-
do il Tevere, e ne riparlai in più luoghi, f )nso V
retli Portogallo, e prima manda-

: come ne'vol. XLVII, p. 3o, LIV, |). 27 i i la nel Tevere per ricevere la benedizio-
:
ei()4. Degli Ellelti ilice, che l'antica Ro- ne di Sisto II j ed alla sua biografia no-
ma ebbe sul Tevere due porli, uno fuori tai che per recarsi ad Ostia s'imbarcò coi

di porta Trigemina, l'altro fuori di por- cardinali a s. Paolo. De' Saraceni (f .)


ta Flaminia nel sito di Acqua Acetosa, e che rimontarono il Tevere per aggredire
!
lo notai nel voi. 194- Parlando
LIV, p. i luoghi suburbani di Roma, e ponendo

I
dell' Ohciisco Latcraiicnsc, dissi che la a (pjesta l'assedio, ne parlai a qiiell'arli-
\
nave su cui era caricato pel Tevere lo pò- colo, ad Ostia e altrove. Delle pontificie
{se a terra nella via Ostiense, vicino al con- provvidenze emanale sulle cose naufra-
I
fluente dell'acque Salvie col fiume. Ora gate. Delle navi a vapore, insieme al na-
leggo in Nibby, AiKiiisl de dintorni di viglio ponliiicio che il commend. Cialdi
(
UonuiA. 3,p. 49 '> '^'"^ secondo Ammia- introdusse nel Tevere co' massi degli a-
no, l'obelisco rimontando il corso del Te- labaslri presi in Kgitto (J .) per la ba-
vere venne sbaicato /;t / icuni Alcxdu- silica di s. Paolo (per la medesima giìi
(Ili tritio lapide ab urbe .srinnctti/njóo' avea fallo galleggiare sul Tevere mas- i

ve, posto sopra curuli, fu tiralo placida- si per due colonne dell'arco di Piaci-
le

mente, per la porta Ostiense e la Pisci- dia, il Paci di Grollammare, che lodai nel
na [ìubblica, e inlrodullo nel Circo Mas voi. LXVll, p. 83), dopo aver con esso
isiino. Egli (|uindi crede, clie le 3 miglia pel primo mirabilmenleapprodato alla 1.'^
Idalla porla antica assegnate comedistanza cataratta del INilo, essendosi recato (jre-
Alessandro co\tìc\i\i\uo preci-
Idei / ico di gorio XVI a vederli nel canale presso s.

ifiamentepoco dopo il caricatore della poz- l'aolo in una delle barche a vapore da lui
zijlai!a,e perciò è cerio che quel vico fu in fatte acquistare , il che ricordai eziandio
<|UL',lo punto, situato in luogo opportuno, LIV, p. 95, ammirando le belle
nel voi. 1

giacché iruvavasi al bivio,dovela viaLau- macchine degli slessi piroscafi. Terminai


lentina diramava alla sinistra de!la O- l'articolo Marina pontificia colla stalisti-
isliense,epressoad un porlo o[)ern)cgliodi- ca tle'suoi legni d'ogni specie, pel com-
jie approdo naturale del liuuie. De'prefct- mercio e per la pesca, e col fir cenno ilel-

iti navali antichi, mentre degli antichi col- le leggi marittime. All' articolo i'oRTO
legi óc'naviciilari, òiì jalni lun'ali , del E Porti dello stato Pontificio, luogo
corjìus suburrarioriiin per le navi die do- di sicurezza per ricovero delle navi, dis-
•veano entrare nel Tevere, feci parola nel siche 1' imboccature ile' fiumi furono i

voi. Lll, p.iirij, e si può vedere Univer- primi porli de'paesi e de'luoghi,colle no-
sità" ARTISTICHE. Di più nell'articolo Ma- zioni relative, e fra'porti piìi celebri ri-
BiNA parlai della fiotta delle galere pon- cordai pure quello d'Ostia. Feci menzio-
tilìcie militari, che essendosi portata vi- ne i\{i Consoli esteri in Roma pe'porti di
lUna Griiiulct:di nijjellit^ cpcrullripor-
. u'3 TE V TE V
li (k'IIu stillo poiilifiiio; delle disposizio- ridile colonnello della marina inililarc
ni lie'Papi ili Idsoie tle'iKuifra^lii, e del poiUifieia, agli amatori del bene di Ro-
ie principali icgi^i tiiaiilliine, aiiclie pon- ma e dello stato. L'imlicai parlando del
tificie, e delie >anilarie. Quindi cui Ca- Porto di Ripa Grande e del Porto d'An-
liadri ripotlai rennnieraziune e classìfi- zio nell'articolo in discorso; inoltre ivi ri-

cazionede'porli de lo stalo papale, fortua- cordai Schiarimenti sul Tevere, sul-


gli

lidalla naltiia odall'ai le,ne'suoi lidi ina- la linea pia conveniente per V unione dei
I illuni de'due mari Adriatico e Mediter- due niari,e sulla marina, mercantile del-
raneo, ricordando quello d Ostia per a- lo stato pontificio delcnmmend. A. Cini'
silo a' piccoli legni, e ipiello di Fiumici- J/, Rinna 1847. Nel conriilto dunque, sul-
no porlo di Uoina sulla foce del Tevere, la preleienza da darsi ad uno de'due por-

ed in Uoina per tale fìiiiue ilescrissi i 3 li di Civitavecchia (((Ualificato dal Cial-


seguenti porli fluviali, i .°ll Porlo di Ripa di colle paroleche ho riferito nel voi. LI V,
Grtindc, incontro a Marniorata, Tibcris p. 194), " d'Anzio, per essere il porto di
Ripa, dicendo che baslinienli di gran i Roma, il commenti, l/ialdi, amatore del-
mole provenienti dall'Aiìriatico e dal Me- la sistemazione del Tevere e la possibili-

diterraneo, che approdano alla foce del tà di renderlo navigabile per lungo trai-
Tevere a Fiumicino, non potendo rimon- lo, come in antico, quando le barche giun-
tare il fiume, di là con navi pialle ranno gevano quasi vicino a Perugia, sostemia
trasportare in Roma le loro merci, ma che il Te ceree il suo Porlo di Ripa Gran-
che le navi minori, sehbene cariche, ap- de sono tali da di ventre ficilmente atti

prodano sicuramente al poito;echei pi- a convenientis>iina inliaprc'a commer-


roscali a vapore ponhficii sono destina- ciale, eziandio prefeien(.lo(|uesla via coiii-

li a risalire il Tevere, non solamente da mercialealla Sli-adit.diJ'?rro{J daPor- .)

Fiumicino a detto j)orlo, ma anco lino a lo d'Anzio a Ptoma. E ciò perchè il Te-
Ponte Felice e sotto Magliano ri"n»or- , vere è un fiume adatto alla navigazione,
chiando bastimenti mercanldi. Cos'i del
i suscettibile di ricevere i legni d'una con-
lutto fu liinosso il tiro degli uomini pei veniente grandezza: e che se Roma deve
piccoli baslimenti, e quello pe'legni mag- avere un porlo, questo dev'essere quello
giori de'bovi e de'buli'ali (i quali secondo di Ripa Grande, che ha il vantaggio di

Paolo Diacono furono introdotti in Ita- trovarsi entro le mura dell'eterna città.
lia 5q5); del quale tiro feci ricordo
nel Jl eh. Giuseppe Solfredini pubblicò quiu-
ne'vol. X'XIX, p.ayq.XXXVll, p. 8, i i di, Dell' eccellenza, utilità e necessità
LIV, p. 20C)e2i8. iNello slesso articolo del fior lo Neroniano in Anzio, Roma
descrissi i da In-
miglioramenli «;p'.;rali 1847 -Gli •i'^poi'i ilcommend. Cialdi con
nocenzo Xll,e (juanlo fece Gregorio XVI l opuscolo. Osservazioni idraulico-nau-
al Porlo di Uipa Graiule, riferito ancora tiche sui porti Neroniano ed lunoeen-
dal II." 7 3 del Diariu di [ionia del 842, i zi ano in Anzio, ^oy\i.ì 1 848. Di più volle in
ove si legge l'iscrizione posta sul pronao esso ricorda re quello delI'avv.Rlasi,Z^t'//a
del furo, e quella fatta incidere dal cum- strada ferrata Pia-Cassia da Città del-
meiid. Cialdi e da' suoi ulllziuli nel sud- la. Pieve a. Civitavecchia, e del restauro

detto piroscafo da lui asceso nel recarsi a del porto Nei'oniano in Anzio, Roma
s. Paolo. >'el 1. 13, p. 2 jy {\A\' Allntni di I 840. Riferisce il card. Morichini, Z^^'g"/"/-

Roma si vede il disegno del l^orto di Ui- stitiili di Roma, K. 1


, p. 26, che importan-
pa Grande, e si legge: Quale debba es- tissimo potrebbe essere il commercio di
sere Porlo di Roma, e ciò che meglio
il Roma che ha mare
breve distanza,
il in
convenga a Civilawcehia ed Anzio. Fa-I- e un bel fiume navigabile per quasi 100
ter a del comuiend.Alessaiulro Cialdi te- miglia, il quale può reggere navigli ca-
TE V TEV 107
j)aci 190 tonnellate. L<\ tonnellata ò il
di valleggieri, che condottò Pio IV. A Pon-
1
peso d'un metro cubo d'acqua, ed ecjui- ti DI UoMA dichiarai, ch'essi rendono più
'

vale a un milione di gi"an)nii, ossia 2042 ficili i contatti fra le due parti della città
libl>ieei4o»cie francesi, pari a libbre ro- separata dal Tevere: descrissi i suoi 8 [lou-
mane 29496 un'oncia. 2° U Porto di Ri- ti, duedc'cpiali però distrutti, e uno de'6
pella, } eteri iiavium staU'oiie, lo dissi ri- superstiti il Po/;to Rotto, fu rialti vatocoii
i
dotto colla spesa di 60,000 se. duClenien- supplirsi agli archi mancanti col ponte di
te XI al modo die si vede, e posto nella ferro, che descrissi nel voi. LXX, p.i4 J^,

riva sinistra e minore uibaiia del Teve- pagandosi discreta tassa di pedaggio; ma
re, per la navigazione superiore del fiu- i 3 ponti sospesi di ferro che si volevano
me., ed a scarico delle barelle con legna- erigere innanzi a' 3 descritti porti flu-
me, carbone, vino e altre vettovaglie pro- viali di Pioma, come riportai a Ponti di
venienti dalie provinciedi Sabina, del Pa- Roma, finora non furono eseguiti. Xello
Iriinonio, dell'Umbria, ealtre terre eluo- stesso articolo ricordai, che forse l'idea del-
ghi verAO Toscana, situato incontro la l'invenzione de' ponti di ferro derivò da
Chiesa di s. Girolamo degli Schiavoiii, quello fitto eseguire sul Tevere nel 1 434
della quale e della contrada riparlai nel da Francesco Sforza con grossissimi ca-
voi. LXII, [). 1 65 I 6^. Che ivi nelle due napi. Inoltre nello stesso articolo ragio-
colonne milliari sono scolpile l'aUezze del- nai di alcune inondazioni del Tevere, e
l'inondazioni del fiunie,av venute dal 149^ de'principali danni che recarono a'ponti

I
al 17 JO, delineate da mg."^ Bianchini, e di Roma nelle maggiori escrescenze.
I
|)oscia dal cav. Linolle in poi si notano De' fiumi dello stato pontificio, e de'
j
nell'idrcnnetro ch'egli collocò d'orduiedel principali delle altre regioni ne parlai a'
. governo in questo niedesiuio porto. An- loro articoli. Per quelli dello stato pon-
I
ticamenle l'inondazioni notavansi alla fac- lificiosi può vedere ilCa li nd ri, ^(^/^'•ji;/o.vto-
ciata esterna della chiesa di s. I\Iaria so- tistico storico del Pontifìcio Stato. In-
pra Minerva, dove esistono ancora 5 me- nanzi di parlare del fiume Tevere, di sua
morie marmo.ed in altri luoghi della cit-
in topografia relativamente al suolo di Ru-
tà. 3." Il
Porto Z,eo/iz/;o,silualo alla destra ma, della qualilà di sue acque, del suo cor-
del Tevere, incontro il Palazzo Sah'ia- so nella ciltà, del volume e larghezza, del-
ti (F.) nella via Lungara, ma non fu an- l'altezza, temperatura, pesci che produce,
cora destinato ad alcun uso. Leggo nella sua isola e mole, sua navigazione, inon-
Storia dcir acque à\ Fea,che nell'inon- dazioni e altre sue notizie, stimo oppor-
dazione del Tevere de'2 febbraio! 80 5 fu tuno dire poche parole generiche sui fiu-
rovesciato dall'actjua il muro, che faceva mi, ed alcune riguardano pure il Teve-
fronte alla piazza del [)alazzu Salviati. In re, Il fiume, Flunicn, si definisce, gran-
que>to stesso luogo Sisto V fece fibbri- de ammasso e adunanza d'acqua dulcc, '

care delle galere, Nel 1826 fu suggerito a che partendo da qualche sorgente s[)an-
Leone XII di ridurlo allo stato attuale, desi in un letto o alveo vasto e profondo,
per farne uno scalo alle barche, le quali continua menle correndo per andare poi
vi portassero legna, carbone, cummestibi- per lo più a gettarsi nel mare, cìi'è quel-
lì e altre merci per comodo di quella re- la vasta e immensa eslensiune d'acque
gione. Fu insieme pensato che fosse ne- che circondano la Z'c/vy? e occupano una
cessariauna Fontaria,\a quale fu fortna- gran porzione del globo terrestre,che clas-
ta col mascherone antico di marmo che sificai Tehremoto. Si chia-
nell'articolo
avea servilo al fonte nel mezzo del Foro ma o sinistra del fiume, quella
la dritta
Romano o Campo Vaccino, e per l'acqua parte che corrisponde alla dritta o sini-
»i profittò di quella clic viene da porta Ca- stra d'una persona che cammina nel scn-
io8 TEV TEV
so della coneiite. Foce, Ostinin , dicesi recando fertilità alle campagne e con es-
)u itbucoo del liuine nel ninie o in altro sa r abbondanza. E che colle loro diver-

liuuje, nel quale va a lermioare il suo cor- se altitudini si volle iiulicare il loro corso
so.Chiamasi fiume tributario (|uello che o placido e piano, o precipitoso e cadente
perde il suo nume neli'iuiirsi ad un altro. da' monti. E' indubitalo che fiumi par- i

il maqi^ioiedi tulli i fiumi del globo è l'A- teciparono anticamente degli onori tribu-
luazzoiie, detto anche Maianon, nell'A- tati alla Divinità, e questo avvenne pres-
uierica meridionale, ed il maggiore del- so quasi tulli i popoli antichi, massime i

l'Europa Volga nella Russia europea.


è il persiani. Secondo la mitologia greca e ro-
La niilologia chiama (lumi figli di Teti i mana, ogni fiume avea un Dio partico-
e deir Oceano ed Esiodo ne enumerò ,
lare, al quale si olfrivano anche sagrifi-
3ooo. I |)it(ori ed i poeli rappresentano zi, e talvolta gli si eressero templi ; coma
comunemente i fiimii con la figiua d'un il Tempio Alinone (F.) suburbano a
d'
vecchio rispettabile, di folta e prolissa bar- Roma e dedicato da'romaui al fiume pic-
ba, di lunga e sciolta capigliatura che giun- colo di tal nome, come sagro a Cibele, il
ge fino a terra, e coronalo di giunchi: sta cui simulacro a' 27 di marzo si portava

sdraiato sopra canne, e si appoggia ad un' da'suoi sacerdoti, insiemecogli utensili del
luna che spande acqua, donde si forma il culto, a lavare al confluenle dell'Aimo-
fiume'che rappresenta. Secondo le speciali ne nel Tevere. Grandissima in particola-

sue condizioni, si aggiinigouo altribtUi e re fu la venerazione de' lacetleinoni per


siiviboli per caratterizzarlo. Gli antichi l'Eurota, degli ateniesi per l'Ilisso, degli
cristiani colla loro Siin!>olica, nelle pit- argivi per l'Inaco, degli arcadi per l'Al-

ture e ne'musaici, significarono col rap- feo, degli elolii per l'Acheloo. de'messeni
presentarci fiumi del Paradiso (/^)ler- pel Painiso, de'beozii per l' Asopo, de'tes-
reslre, e chiamati Fison , Gehoii, Tigri, sali per l'Alsone, de' tarsensi pel Cidiio,
Eufrate, i 4 Evangeli o Evangelisti, e pel de'siciliani pel Crisa, degli umbri pel Cli-

monte da cui scaturiscono Cristo, io fi- tunno, e per non dire di altri, de'romani
gura d' Agnello o della Croce, l delti 4 pel Tevere. 1 romani |)er solfrir meno i

fiumi si spiegarono per quelli della gra- calori dell'eslate, a'7 di giugno solevano
ziache scaturiscono dal fonte perenne del- celebrare i giuochi delti pescalorii, in o-
lo Spirilo santo, ed irrigano le 4 pa'l' del nore del Tevere, dal pretore urbano. A'
inondo antico, co'doni suoi e co'sagra men- i4 giugno per la festa della Fortuna For-
ti, massime del ballesimo. De'significali te, istituita da Servio Tullio, i plebei e
sagli e profani, secondo lediverse rappre- (jiielli qualche arte, ban-
che viveano di

sentanze e [)ersoni(icazioni de'fiumi, tratta chettavano allegramenle lungo il Te-


il lìuonarolli nelle Osscrvazioid dcva^i vere, e con altri piacevoli divertimenti,

ajitichi di vclro, e nelle Osservazioni so- parte a piedi, parte in barchette delizio-
lira, i /ncdai^lioni antichi. Egli crede che sainenle si sollazzavano, allo spirare de'

una delle più antiche /V/r^/(^/;/-/<'de'popoli giocondissimi venticelli. Anche a' 23 di


sia la venerazione de'fiumi, per avere i luglio, lungo la riva del Tevere faceansi
vicini abitatori continuamente davanti a- i giuochi in onore di iNelluno dio del ma-
gli occhi i benefizi e utili grandi che ne re, con certe casette composte di verzu-
ricavavano, l'amenità de'Ioro letti, acque le, e vagamente ornate di fiori. Parlan-
e Furono poi scolpiti nelle
siti. medaglie do del Ponte Sablieio dissi delle solenni
informa umana.quantunque di versi scrit- ceremonie elicgli antichi romani faceva-
tori li dicono fatti con testa di bove o ili no in esso, ed annualmente agl'idi di mag-
toro, per denotare i sili felici delle città che gio le vestati gettavano nel Tevere 3o fan-

UH godono i vantaggi se da luio bagnale, tocci di giunchi espriurienli greci e chiù-


TE V TEV 109
mali Argei, costume inlrodolto da Erco- que che soverchiavano e che avrebbero
le, per abolire barbari sagrifizi umani
i impaludatole valli,ammaestrarle al corso
degli aborigeni, che gettavano nel fiiune e guidarle al loro centrocomune, peres-
3o uomini colle mani e co'piedi legati per seme tratte nuovamente con artificio mi-
placar Saturnoe in o<lio de'greci.A Ponti rabile di quella provvidenza che gover-
DI Roma narrai che da alciino di essi i fa- na il mondo. Ma 1' industria dell' uomo
I
cinorosi furono gettati nel sottoposto Te- che fa tutto servire a proprio vantaggio,
vere, ed anche diversi imperatori (oltre in progresso di tempo li padroneggiò, e li

l'esservi perito co' suoi tesori Massenzio assoggettò ad esseredomati dalle navi, di-
nella famosa battaglia in cui fu vinto da scesi e saliti a ritroso con vari mezzi, ora
Costantino I, u)a nel modo che indicai ne' più, ora meno conducenti a'suoi disegni.
vol.XIj p.266, LVIII, p. 228; e qui noterò Per superare la resistenza, che la corien-
che per singoiar coincidenza, pare eziandio le presenta quando si tratti di navigare
che il suo figlio Romuiogià fosse peritonei a ritroso, fu adoperata in tutti itempi e
Tevere.comenotai nel vol.XLYll!,p.i86, su tutti i fiumi la forza degli uomini o
onde Massenzio per celebrarne la me- quella delle bestie, istituendo sulle rips
moria gli edificò il circo, che poi prese il una strada di alaggio di alzaia; così con
nome di Caracalla, e in breve lo descrissi termine di marineria si dice l'azione di
nel voi. LVIII, p. 173 e altrove); e non alare o tirare con una corda un basti-
pochi ss. Martiri, dagl'idolatri essendori- mento per un fiume o canale, colla for-
putati 1 cristiani facinoi'osi e scellerati.il za d'uomini, di cavalli o altre bestie,
p.Severano nelle 3Ii'?no?-ie sagrca p. 355 ed il cammino destinato a ciò si chiama
riporta un bel numero di ss. IMartiri pre- strada di alaggio, strada di alzana ,
per-
cipitati nel Tevere. Osserva il Colucci nel- chè alzaia dicesi la fune,eheatlaccata al-
X Aìitichìtà picene, che resta indeciso se i l'alberij de'navicelli serve per condiulipe
fiumi dieroiio il nome alle contrade e alle fiimii contro la corrente. Ma dacché fu a[>-

città o luoghi, ovvero se da questi lo pre- plicala alla navigazione l'ammirabilefor-


sero quelli. Crede probabilecheda'primi- za del vapore accjneo.non s'indugiò a sosti-
tivi popoli delle regioni, e da'primi fonda- tuire il facilee potente sistema di limur-
loridelle città e luoghi sia stato imposto il chio co'piioscafi,al barbaro e incomodo ai«
nomea'rispetlivi fiumi che ivi nascevano laggio. Anche il Calindri appella i fiumi,
o li bagnavano. Se poi i fiumi già aveano canali o strade dell'acque scorrenti, però
nome proprio all'erezione delle città e de' ne dichiara tuttora incerta 1' origine. Vi
luoghi, allora essi gli comunicarono il no- fu chi disse che nati siano da un certo cam-
me proprio per adozione de'fondatori de' biamento casuale tra gli acquosi e gli a-
medesimi. Conclude, restate dubbioso il ridi luoghi; altri crederono essere venuti
decidere, se le città a'fiumi o i fiumi alle colla formazione del mondo, altri credet-
comunicasseio il loro nome. Con in-
città tero che siano istradati dopo l'universale
gegnosa definizione un filosofo chiamò i diluvio, ed altri che tutti venghino da ma-
fiumi sentieri che ca/nnii/iajio, cioè me- no d'opera. Su di quest'ultima opinione
glio le Strade terrestri
che altrettanto : vi sono molti esempi, come il gran canale
quasi può dire de'mari, se bastimenti
si i diGotha nella Svezia, che non è certa-
sono legolati dal vapore. Sembra in vero mente opera della natura, importante o-
che la natura non abbia destinato fiumi i pera destinata a liunireilCattegat al Bal-
in origine a tal fine; poiché princi pai scopo tico; il canale Reale di Francia, che dà la
per cui la mano dell'Artefice divino trac- comunicazione a'due mari, non fu aporto
ciò queste linee sulla superficie della ter- dal caso; la diversione d'una parte del-
ra, si fui! richiamare nel loro alveo Icac- rEufiate per l'irrigazione delle campa-
-

j 1 u T E V TE V
gne, roti è cliefrnllocìistulnfeoperejriil- die e il suo corso a' fiumi, e come l'ori-
tra (lerivazioiie del Flavo fu falla ila'po- gmc, anche il suo termine. Questa mas-
j-oli seri; così l'opera dei lago di Fucino sima d'unione viene confermata dall' e-
e dello di Celano, è prndollo di foilissi- sperienza. Tutta la Lombardia si vede già
rna spesale !o desci i^si nl^EsciNA (come feci tln gran tempo bonifi<-ata dalla unione ne!
allieltiinlo a'hinglii loro sia de'priiicipali Po di tutti i fiumi (di cpiestogran fiume
Jiiglii,<;iado'principali canali fluviali e rua- d'lliilia,chiamalo /•<• tìc'fìiuni, e del quale
iiltiiiii);rinmiersione(lelNilonellMare ros- parlai negli articoli che Io riguardano, ed
so, mediaiilealcunc fosse si oltenne; olire a Ferrara, dice il Degli ElTetli, che* ivi i

tanle allre simili meravigliose condotltue Papi con quegli argini seppero meltergli
di alvei fluviali odi Pahuli (f'.j^er uso di iceppi), che in quella immensa pianura
«liseccameiito, o pel beneflcio dell^irriga- dalle opposte Alpi si scaricano. E le 3 prò
zione,o pei- lo scolo del le campagne sopral)- vincie di Bologna, Ferrara e Uom.igna ,

boiidanti d'acrpie. Perciò ilCalindri ritiene, devono ormai la loro salvezza all'unione
che le opinioni abbiano pur
suesposte liue delle loro acque col Reno (d'Italia), che
luogoperpiìi fiumi etorrenli, anzi sembra- per il Primaro le porta al mare abbas-
gli che ogni ragione persuada a credere, sandosi di letto, contro l'opinione di chi
clieilDaiudjio iiiGermania,rEufiateinA- voleva, che si richiei lesse con molta mag-
sia,ilGange nell'Indie, Meandro ili Tes- il gior pendenza anche un alveo mollo mag-
saglia, Po in Italia, la Senna in Fiancia,
il giore. Tutti i fiumi producono dilFeieu
ed il Tevere eziandio in Italia, siano altret- ti e piìi o meno abbondanti qualità di
tanti canali, la cui via si è formala dalla pesci; ed a Ponti feci parola i\e\ j'iis j)i-

natura e dal caso. Io poi dirò, che i ca- seaiulì, coi\ a Piegaiia. Sui doveri de'i'u-
nali aperti dalla mano dell' uomo sono stodi de'fìumi, de'canali e de'porti dello
più docili che i fiumi, ma Dioperò fece Sulla
slato pontificio tratta mg."^ Nicolai,
i fiumi per alimentare i canali. Il Nico- presidenza delle strade ed acque. Se i

lai, Dc'boìiificaìncnti delle terre Pouli- fiumi sono pe'paesi che percorrono sor-
iìc.7\ p. 2 i4 osserva, che la massima del- genti inesauste di prosperità, se col loro
l'unione de'fiumi,cheora è universalmen- mezzo si facilita moltissimo il commer-
te costante,non era certamente tale ne' cio e la fortuna nell' interno delle cill:i;

tempi antichi. Si aveano intorno ad essa accade però che in certe epoche essi si tra

mille dinìcollà, e fino nell'anno 768 di sformano in fligello devastatore, clie an


lionia (u proposto in senato di divertire nienla in pochi giorni i rispirmi e gli it-
dal Tevere i iinmi ei laghi, da'qnali ve- tili di molli anni. E questi tristissimi ef-
niva ingrossalo, per moderare le di lui fetti sono oltremodo maggiori quando non
inondazioni; e forse piìi alla superstizio solo l'arte ncui accorre al riparo de' di-
ne, che ad altro, si debbe la vittoria del fetti della natura, ma gliuomini lungi dal
parere di Pisone, qui tu'l nuitanrhtni cen trarre da'fiumi tutto quel profittocheso-
.'ìU'/nt. Dal narrato di Tacito si deduce no pure atti a fornire, ne peggiorano anzi
ad evidenza, elle da tutl'altio,che<lalcre la condizione. A qiiesli pochi cenni sui fiu-
dere la pioposizione di divertire le actpie mi suppliranno i .seguenti scrittori^ vSi scol-
.svantaggiosa alla repubblica, e non pro- pirono fiumi cornuti e di guardatura bie-
i

fìcua alle inondazioni del Tevere, venne ca, come tori, quasiché il loro coiso al>-
i

il rifiuto del la medesima; e per cnnsegueii- l)ia del violento e del mugghiante.E forse
ya, che adottata non era la massima del- a'fiumi per (pieslo motivo sagiificavansi
l'unione defilimi, tuttoché si tenesse per i tori,come dice Omero dello Scaman-
principio indubitato aver la natura pro- dio. Nondimeno se ne vedono senza cor-
•vida cura delle cose, col dar le sue boc- na, che convcricbbeio piii all' Oceano,
TE V ^ F V 1 I I

i
essendo indoinaliile più cle'ljumi. Phiir- anrora. E' certo tbe il «no livello fu al-
I
ìiuli scu Coninti y de Natur. JJcoruin tissimo lelalivaniente a quello d'oggidì, co-
Commcnlarim, VeneliisiSo'). Golof're- me giiistanicnte riflcUeva il Brocclii, ap-

i do Braem, Vctcriim, scu de siipcrsli- poggialo alla din)oslia7Ìone dcTnlti an-


j
tìoso Afiufic apud vclcrcs cnlfu, et iisit, cora apparenti ; ma cpiella sua elevazio-
'
Disscrtatio, Ila Ine i Q)C)5. Disscrt. sur le ne rimonta all'epoca in che rpiesla con-
I
cidtv dcs Divinilc'Z dcx caiix par tah. trada era copei la dal mare, cioè ad oltre
de Fonh'ìui, daiis VTTist. de VAcad. des ì5 secoli avanti l'eia nostra. E' certo ni-

Iiìscript. ì. 6, p. 4o. Gio. G. Cosseck, tres'i da' falli storici dell' esistenza d'Aii-

Disserta de eultii /(utnininn apud Ac' temne e di altre cillà fondale da' siculi,
gypiios et Persas. Lipsiaei74o. C. Ar- dagli aborigeni e da'Ialini nella pianura
noldo, De religiosa vcìierationc Jlunii- che solca, e almeno da 82 secoli non ha
jium. Giovanni Doccoccio, De montHuis, varialo di molto quanto ni suo livello or-
f/uminihus.Bo
syh'isjjhiililius. laeulvs. dinario dello stalo attuale. Sulla riva si-

tonii 1481. Giovanni Loccenio, Z'r /«- nistra è il gruppo de'Colli o Monti di lìo-
re iiiaritiiun ef navali, Ilolmiae f652. ma (V.), sopra i quali si eslese la città, che
F. Miclielini, Trattato della direzione all'epoca di sua fi nd;izione ciano più alti

de' fiumi. Fii<ii7e 1664, Bologna 1700. e dirupati di quello the sono al pre^enle,
1). Giiglielnuni, /A7/(t natura de' fiunii^ poiché parte perla mano degli uomini che
lìoiogiia I Bqyrf 0// le auuol{iziouì di F.u- li ha falli più accessibili, parie per le 10-

stachio 3/aiìfredi, Bologna 1739, IMila- vlne degli edifizi che hanno coltnato le

no 1821. Vibiiis .*^<*(jneslcr, De /luniini- valli, hanno molto varialo di aspetto. Ri-
hus,joiìtiì)us. laeul<us.Vi.(^\e\oi\ r
7 1 i : Co' ferisce Caneellieri nella Lettera aopra,
foniììieiìti di J. J. Obeilini, Aigenlorali r aria Teverecon tortuoso
di Boìna. Il

1 778. DeNigio, Traetatus de jure ve- giro inegnahnente divide Pioma poiché ,

uaiìdi, aueupandi et piseandi, Conslan- enlrantlovi dal settentrione e uscendo-


\.'\ae ì6o7..CA)r$\n\, Apologe tiro del la eae- ne verso il mezzogiorno, ne bagna a de-
f/V/.Beiganio 626. Oppiano, />r//<7 pesca
I stra la parte occidentale, ed a sinistra l'o-

e della eaccia, traduzione di A. M. Sai- rientaJe. Le serve non solo di delizia, ma


\'m;,Fii-enzei728. Fv'd&chWy Jus /Inviati- di molla comodila pe'traspoiti sia di que.'

rum, sivedejureflununurn,fontiuin.pi- generi che vengono in giù dalla Sabino,


seationum, alluviouis. niolendinaruin, sia di tpielli che vengono contr'acqua dal
aquaedue funi, Jenae 1772. S. Bechi, f- mare, che non è né troppo vicino, né trop-
storia dell' orip;ine e piogressi della po lontano, come voleva l'ialone unaca-
nautica antica, Firenze 1785. Boudicr, pilale, acciocché per la tirippa vicinanza
Trattalo della navigazione tradotto . al mare non sia soggetta alle sorprese de'
df/l Jìrunacci. Livornoi 795. Bomngno.- nemici, e non si rienipia de'vizi di tutte
si, Sulle donazioni e sidle prede niarit- le genti, che vengono ad approdarvi; né
finrc de' fiumi. Prato i8/|0. Il valeiit«Mn- per la troppa lontananza resti priva del-
gegnere Kiia Lonibardmi pubblicò di re- l'iilililà del commercio e della pesca, di
cente l'ini poi tante Statistica de'fiunn. cui perciò in Roma vi fu sempre grande
Il Tevere el)be certjinienle una glande abbondanya, anche del fiume e de'vicini
intl(ieii7a nel dare al simln di lioma\^ lor- laghi. Dice l'Alveri, che alle rive del Te-
ma die ritiene, «onieileseriveNibby nella vere anticamente face vano corona soni no-
."
/{orna neUdui.'O 1 S'-)S, par. 1 fiiilicup. (ì, sis'^imi palazzi, delizio»e ville e amenissi-
dirliiarando eli'es<.()f(i (ina delle caiiccdel- mi La topografia di Roma re-
giardini.
I' filloiitannniento del mare, e dell;» eol- lalivameiite al Tevere 1' avv. Castella- ,

niuhi dellelene, e la sna axi<;nc cm Imiia no Ia) Slato Poìilifieio. la descrive io-
,
1 j

1 7. TE V T F V
me appresso. Papn s. Leone IV, trionfa- dalle antiche inondazioni, polche se I' al-
tore cle'saraceni, pose al coperto il Vati- veo del Tevere anticamente era più bas-
cano da ogni loro ulteriore aggressione, so, del pari lo era il livello del suolo della
racchiuflenclolo in murato limite oltre il città; l'ili veo non sembra innalzalo più di
Tevere, che per Ini si chiamò Città Lco- 3 palmi daTraianoa noi, secondo il p. Bo-
nììia (I .). che dipoi Alessandro VI ab- scovich, ed il suolo lo è molto di più, co-
battendo muri divisnrii l'unì al resto di
i me vediamo da tanti scavi; si può vedere
Boma. l'eiciò nella sinistra del Tevere il commend, Delle ì>ai-cìie a va-
Cialdi,
trovasi Roma propriamente detta, e con pare e la navigazione del Tevere.^. tìSg.
esso fiume contermini sono a borea suoi i Il Gnattani èdi opinione che il Tevere cop-

bastioni, avendo da quel lato la Po/-^^r/cZ ra sull'antico piano, provandolo colle pla-
Popolo, la Porta Salam, la Porta Pia tee de'ponti e l'imposte degli archi: se ciò
(del cui recente compimento e restauro si animelle, è di naturale conseguenza.clie
parlai nel vol.LXX,p. i 4j);f> levante dan- le antiche inondazioni erano assai più di-
no accesso la s. Lorenza Aa Por-
Porta di sastrose); onde non di rado la bassa città
la Magi^inrc, la Porta di s. Giovanni ricopresi d'acque, non essendo facile il
ad ostro la Porta s, Scl>astiano, la Por- porvi rimedio. Più volle fu progettata k
ta s. Paolo, e non lungi dall'ili li ma rag- deviazione della corrente al di fuori delle

giunge il muro la sponda del Tevere alla mura, ma sempresi oppose il timore delle
falda meridionale del Monte Testardo. mefitiche esalazioni. Siccome credesi che
La destra parie (lei fiume comprende il il letto del Tevere contenga tesori archeo-

RioneiW Trastevere protrailo sino al prin- logici, vi fu negli ultimi tempi chi si olfri

cipio della Città Leonina col mezzo della con macchine a fune l'estrazione con pur-
Stinda Lungara, che dall' arco aperto gare l'alveo, ma non senza sua vergogna
della Porta Seltimiana conduceall'ailro riuscirono inelTioaci. Verso la i.'metà del
della Porta s. Spirito, Al lato sud-ovest secolo passalo il cardhial Polignac avea
incomincia la muraglia , che ne serra il fililo il progetto di ripulire il letto del Te-
circuito, intersecata dalla Porta. Porteic vere, e di cavarne i marmi, le iscrizioni

e dalla Porta a. Pancrazio; prosegue poi e gli antichi monumenti nel suo fondo se-
mollo dilatandosi verso l'ovest, e termi- polti. Il cardinal Polignac avea immagi-
na colle fortificazioni di Castel s. Angelo nalo di deviare per circa due miglia il

medesimo Tevere,aven-
postoal rujrd sul corso del Tevere, il che fu riputato ine-
do su questo fianco la Porta Cavallei^- seguibile; e dato anco che con immensa
i^eri e la ]\n-ta Angelica. Il perimetro spesa vi fosse riuscito,immancabile sareb-
è di 6 leghe e 3 quinti, ma la parte abita- be stato un fiero contagio, per le pesti-

la, cli'è tutta al nord, nella pianura cir- fere esalazioni, per la pulref izione del lez-
costante al fiume non eccedei leghe, tro- zo che copre per qualche piede la sabhia
vandosi nel rimanente grandiose ville, e- nativa. Trovo nel Gualtaiii, che gli ebrei
leganli giardini, e molto terreno addetto altre volte fecero un'offerta alla camera
all'orticoltura e a'vigneti. Il graduato in- apostolica per la privativa d'una escava-
sensibile avvallamento de' colli le fre- , zione, ma sempre fu rigettata per timo-
quenti rovine degli edifizi, ed altrettali re d' epidemia. Egli tiene per fermo che
cagioni insorte nel lungo corso de'secoli facendosi nel fiume un ben ordinato sca-

hanno innalzalo modernail livello della vo, vi si troverebbero ogni genere di pre-

lioma. Così pure i'mlerramento del Te- zioseanticaglie;e che gl'idraulici olandesi
vere è andato sempre crescendo in guisa, vi riuscirebbero con facilità, e scavando
che più facili sono divenule le inondazio- a piccole porzioni senza alcun rischio. Dis-
ni (a me pare che poca differenza vi corra si già che l'aDlica bianchezza delle acqua
TE V T E V 1 3

Tevere,pi'0(lo(ta torse
dcl Tevere,pro(lo(ta forse tlall'ar Illa ere- che nel suo Dlercatn stampato nel S i r t

Iacea (abboiitlante è la creta eh produ- aggiunge che fino a questi ultimi tempi
ce Tevere, e serve per modellare e pei
ì! ne fecero uso leresianidelconvenlodella
i

altre cose) di cui abbonda il suo letto, fe- Scala e benedettini del monastero di s.
i

ce dare il nome di Albula al fiume e di Calisto, ambedue situati in Trastevere, ed

I
bionde all'acque. Dice il Melcliiorri, che i filippini della chiesa Nuova; bens'i tutti

per le acquede'fiumi tributari che vis'in- la facevano depurare per 6 mesi ne'pur-
Iroducono, vuoisi da molti chesommini- gatorii delle cisterne. Il Cancellieri ne ri-

,
Tevere alcune sostanze minerali,
strino al parla nella Lettera sopra V aria di Ro-
rendono le sue acque potabili.con-
Je quali ma a p. 68. Leggo inoltre nel Melchiorri,
lenendo iu se qualità depurative. Narra che sembra essere stato cosliuiie, usando
;la storia che realmente le sue acque fu- l'acqua delTevere,di farla deporre per va-
,
lono adoperate per bevanda da'primi a- ri giorni; però aveasi l'avvertenza di attin-
bitatori della città sino all'annodi Roma gerla aldi sopra de'ponli,valea dire supe-

44 1) "el quale Appio Claudio Crasso in- riormente alPortodiRipetta,dove il fiume


trodusse in città r Acqua detta Claudia non ha ricevuto lo scarico delle cloache e
dal di lui nome per le Fontane Idi Ro- dell'immondizie della città. llFea, Storia
mina. Anche in seguito durò It» reputazio- delVacque antiche sorgenti in Roma, a
ne di potabile all' acqua del fiume, e fi.i p. 5, anch'egli attesta, chedopo perduti i
talvolta reputata migliore delle avventi- grandi acquedotti, romani doverono ri- i

zie, e come tale preferita alle altre. Gli a- tornare a bere l'acqua de' Pozzi)a piovana
bltanti ne fecero sovente uso dopoché i delle cisterne, e l'acqua del Tevere, per lo
barbari guastarono gli esterni Acquedot- più bionda e turbolenta, che si depurava
ti, o per essere rovinati dall' incuria de* alla meglio in vettine perpochigiorni, e si
necessari restauri, per cui sino a Sisto V vendeva, ma con molto pregiudizio della
del I 585, che li riparò e arriccln la città salute. Poiché scrisse il Petroni e poi Lan-
coiracqiiaFelice,sivendeva perizoma l'ac- cisi medico di Clemente XI, che si rime-
qua del Teveie,dopo averla attinta nelle diava alla torbidezza dell'acqua del Te-
cisterne depuratorie, e si portava in ba- vere con 6 mesi di riposo, quindi si usa-
riletti co'somari per le case. Ne tratta A- va ;
purché però, dice il Petroni. sia ben
lessandro Pelioni medico e amico di s. I- purgata, la qual cosa rare volte accade
gnazio, onorario della famiglia di Paolo che possa esser prima che siano passati 6
IV e"medico palatino di GiegorioXIlI;
I. mesi. Aggiunge, che al tempo loro con-
De aqua Tyherina adJuliuni III Pont. tinuarono a fare elogi dell'acqua del Te-
J\lax., Romaeo52. R.ilevai altrove che vere, cos'i supposta depurata, il Fabricio,

alcuni Papi esclusivamente la preferiro- il Boissardo e altri. Al fine fecero ben co-
no alle altre acque. Clemente VI! a consi- noscere il vizioso dell'acqua il Gagliar-
glio del suo medicoCorli dottissimo, quan- delli, e prima Gio. Battista Modio nel suo
do nel i533 fece per mare il viaggio di libretto: // Tc^'cre, ove si ragiona di tutte
Marsiglia, ne portò seco buona provvista. le acque, ed in particolare di quelle del
Altrettanto fece il successore Paolo Ulne' fumé di Roma, ivi 1 556. Lo scrisse que-
suoi viaggi di Loreto, Bologna e Nizza, ri- sti a bella posta sotto Paolo IV, contro
lenendola perfettissima e migliore delle le opinioni di vari medici, fra'quali An-
altre d'Italia. Gregorio Xlll immediato dreaBacci(poi raedicodi Sisto V,che scris-
predecessore di Sisto V, la beve costan- se, Del Tevere libri tre. ne'quali si trat-
temente sino alla morte avvenuta nell'età ta della natura e bontà dell' acqua, e
d'84 anni. Ciò affermano molti scrittori specialmente del Tevere, ed acque an-
i
da me letti, inclusivaraente a Cancellieri. tiche di Ronra^m 558) 1 e Petroni, i quali
VOL. l.XXV. 8

r.M^^*
-

1.4 T E ^^ T r. V
ut facevano tali elogi, dii pr. fi i irla.) fjncl ma chi il fiume Ir.ivcrsi la città, e al di
la de'conilolli, a st'gno (lic :ii rivniniio i so'to <lel Porto di Ripa Giai>de, ajlorchè
jieisiiaddc (demente VII e l'aoji) ili di esce da'l'abitato. Uii;i libbra d'acqua de!
portarsela ne'ltuo viaggi, luollrc Feo n Tevere presa alPonteMil vio,coiiliene pol-
poilii la leslimonian?;! del Cainpana , il lici cid)ici ^, e47 centesimi di flu'di elasti-

quale dice chec<<luio i(jiiali eiaiuicoslief ci; e grani 4, e


79 centesimi di materie sa<
ti a bere ordinaiiaineiite l'acqua drl Te- Una libbra dell' acqua presa a Rina
line.

vere, si >piriineiilava in elTeUoche molli Grande coni iene pollici cubici 6, e \\ cen-
moiivano per male di renella da essa ca- tesimi di fluiili elaslici ; 80
e grani 4> e
gionalo. 'St:\\'Es(7m(' /ì.-n'ro-cliì/nì'ro rhlle centesimi di materie ialine. Furono potu-
acque potabili di Roma del d.'' Pietro te defernunare così mìnimamente queste
Carpi, Rotnai83r, e di cui feci onore- proporzioni, perchè fu fatta fespei ieii/.a

vole menzione a Fontane di Roma, non sopra una ma^sa di 100 libljie d' acipia.
trovo ad'.iUo ennmerala tra evse l'acqua Conclude ilChi!uenli,che le ragioni el'an-
dei Te>ere. Nondimeno il Cancellieri,.r.-Y- torità da lui aildolle a soslenimento del
tera sopra /" a/-iti di lloiua p. 68, rife- la salubrità dell'acqua Tilicrina, che dis-
risce: (he ne' primi del secolo decorso, setò alcune volte i romani, e che scorre
essendo stata analÌ7?ata qnesl' acqtui, e- in un fiume non meno di essi celebratis-

rasi rilevato, che la sua opacità, e il suo siuio, che credè potersi dedurre dalla sua
colore fangoso dipendono da particelle analisi, non furono da lui riportale Ci,n
calcarle, o piuttosto mainose. Due libbre disegno di rimettere in credito e in voga
e mezza d'actpia atlmla lungi sponda la (]uest'iicqua, mentre ne abbiamo dimoile
del fiume, ed evaporata, dierono un re- e eccellenti, ma bensì il fece al Solo fine
siduo di grani due e mezzo coujposto di di mostrare, clie in mancanza delle altre
finissima terra marnosa di color ceneri- è questa tal acqua da poter benissiuui ser-

no, che messa sulla lingua sviluppò imi vire u'bisogni della vita, com'è accaduto
sapore sensibile assai di miniato di stida alcune volte, e da non poter recar d/mno
o sia di sale comune. A'nostri giorni, co- a coloro, che tuttora necessariamente ne
me indicai nel vol.XXN", p. i6i,nel i83 i bevfìno, essendo questo l'uso di mollissi-
fu pubblicata in Roma DelV accnia
: del mi lavoratori in vicinanza del Tevere, e
Tevere, analisi ehiinie a di /littonio Chi- di coloro che scorrono ilfiume con bar-
menti poi professore dell'università ro-
. che sì da pesca, che di commercio. Tor-
tTiana. Risulla da questa analisi, che l'ac- nando a pai lare del corso e caduta delTe-
qua del Tevere non solamente è polabile, vere, corso non è veloce come riferiro-
il

roa è superiore ancora per le sue (|u.tlità no non pochi, cioè relativamente ad altri
fisiche a quelle della Senna e del Tamigi, fiumi navigìiti;essoan7,i putì dirsi per l'or-

che bagnano Parigi e Londra, che piu' ser- dinario di mite corso, quello dell'inonda-
vono all' uso degli abitanti di quelle piti zione essendo caso eccezionale lìa Orte
popolose d'Europa. Confessò il Toui-
cil là a Roma Tevere corre raggiiaglialaineit
il

noii, quanto alle acque potabili di Roma, le 3 miglia l'ora; da Roma a Fiumicino
che des^a ne ha ^o volte [)iù che Parigi; 2 e mezzo. Rensì il coi so e il voiiunedelle
la qual dovizia d'un sì necessario elemen- sue acque risii etto in uno spazio poco va-
to, è su|)eifluo il dite quanto giovi la sa- sto, mollo contribuisce a aimientarne la
lubrità del vivere, e quanta utilità reca. forza, e<seiido in proporzione diqiiellons
Ecco il risultato dell'analisi fatta dall'en- sai piofoiido il suo letto, che tale per le
comiato professore, defunto nel luglio sudfletle ragioni perennemente si mantie-
i83o, sopra due grandi quantità d'acqua, ne. Leggo nel commend. Cialdi, Selva-
prese al Ponte lUiMo o M(jlle, cioè pri rif/ie/iti sid Tevere, p. G e scg.. che la-
TE V T i:: V M T

gevolezza della navigazione in un rjuine senta minori diflTicollà da superare. Il suo


dipende dalla velocità e dalla massa delle i:orso entro la città, calcolato dalla co-
sue acque, ed il Tevere appuiitu possie- lonna inferiore al Porlo di Uipetla, sino
de qaesle due qualità nel massimo gra- al parapetto inferiore del Porlo di R.ipa
do eli convenienza. Il tb. autore ciò prova Grande, è di miglia 2 e canne 216 ar-
nnche ne! suo llagionamento delle l'ar- chitettoniche, pari a metri 346o.').4-7.
che a v(;pore e lei na^'igazione del Te- La caduta totale del suo livello ordinario
vere, citando con onore l'autorità del prof. presa alle rovine del Ponte Sublicio, ri-

I
Brighenli, il quale nel i 84^ spedilo dalla spelli va mente a Hi vello del ma re, per giun-
prefettura generale dell' acque e strade a gere al quale percorre una distanza di cir-

studiare quel trailo del Tevere ohe da Ro- ca miglia 21, è di palmi 2i.3.o, e pei-
ma ai niaie co ndu ce, ei Il nel suo rai ciò si calcola dagl' idraulici ad oncie 3 f

!
poito dichiarò: >'oii vi ha fiume piti allo a miglio nella traversa della città. Per
ì alla navigazione interna, di queslo Teve- l'esperienza fatta nel 182 i dagl'ingegne
j
re da Ruma a Fiumicino. IMa sulla cosli- ri pontificii sulla velocità del Tevere, ri-

tuzione del fiume, dice il coujiuend.Cial- sultano le seguenti osservazioni, misurale


di, essere incontrastabile che il disbosca- all'idrometro fallo collocare dal governo
! mento produce un sollecito deflusso del- al Porto di Ripella, sotto la direzione del
l'acque piovane, e quindi al divenire esse cav, Linolte, nel quale lo zero indica il li

rade o cessare, sembrei ebbe che pel Te- vello del mai^e. Essendoli 19 giugnoilfiu
vere, come per gli altri fiumi, dovesse se- me a metri 6.2,calcoI.ita la velocità media
guirne l'eirello di penuria d'acque. IMa al ili sopra del dello Porlo, dove il fiume
il Tevere, nato per signoreggiare sempre, entra incittà,fulrovatoesseredio.662.La
anche a dispetto dell'incuria degli uomi- sezione media di (jnell'epoca era di metri
ni, su tulli i fiumi del mondo, non poten- quadrali 218,779, eia quantità d'acqua,
do competere con e^si in estensione, la vin- che vi passava ogni minuto secondo, era
ce sopra gli altri in [lerennità. Egb in fal- di nielli cubici 244,o^i-4' f^ag'' stessi
li deve avere degl'invulnerabili serbatoi ingegneri si ebbero seguenti risultati iu
i

ben più efficaci de'boschi per conservar- torno al volume delle acque. Dopo la col

gli una tal signoria; corroborando il coai- locazione delTidroinetro fatte diligente-
mend. Cialdi la sua opinione col riferito mente ie osservazioni per un ottennio, dal
nell'utilissima Statistica de'fiumi àe\\"\n- 18223! 1829, risulta il quantilat vod'ac-
gegnere Lombardini, dichiarando che il qua, che ha avuto passaggio in ciascuir
magnifico Po deve cederla al Tevere in giorno e in ciascun anno. Da questi risul-
perennità ; fi^nomeno ch'egli pure spiega tatiprendendo la media, ilTevere traspor-
col supporre nelle viscere de' monti co- ta ogni anno metri cubici 283,o43,36ti,
stituenti il bacino del Tevere una quan- 26/ 00 d';icqua.ln ogni giorno metri cu-
I

tità enorme di cavità, nelle quali molta bici 773,342.52. La larghezza del Te-
parie dell' acque piovane o provenienti vere (l'Alveri dice che 1' antica era di 53
! dalla liquefazione delle nevi, si raccoglie canne) desunta dalle osservazioni fatte
;
come un ampio serbatoio per defluii e
in dagl' idraulici in varie epoche, cioè da-
! successivamente al fiume in forma di sor- gl'ingegneriCIiiesaeGamberini nel 1
771,
gente. Conclude, che il deflusso sotterra e dal cav. Linolte in queslo secolo, è sog
neo del Te vere non sia mi noie di trequarti getta a variazioni secondo le stagioni, e
del deflusso totale; ed il Cialdi aggiunge, stante che il fiume non ha alcuiM ar
che mentre esso è il più alto di tulli i fiu- ginalura regolare e continuata, tranne
mi d'Europa all' interessantissimo ramo quella delle abitazioni, che toccano le ac-
U'induslria della navigazione, inoltre pie- que. Sezioni misurale nel dicembre 1
']
'\\:
,,6 TEV TEV
a Ripetla palmi 278; al Ponte Trionfale sonale e la pubblica decenza, prescrive:
palmi f)4'1i; all'Isola Tiberina coni[)resa I. "Dalle ore 8 antimeridiane fino alle c)

l'isolapalmi 740; «He rovine del Ponte pomeridiane è permesso in ciascun giorno
Snblicin palmi ^o5; fia il palazzo Falco- agl'individui di sesso mascolino di pren-
nieri e il giardino delia Farnesina, mi- dere bagni nelle capanne presso la Re-
i

sura presa in aprile, palmi 253. Sezioni nella, presso s. Anna de' bresciani, e di
misurate dal cav. Linotte: alla punta in- fronte al Porto di Ripetta. L'uso de' ba-
feriore dell'Isola Tiberina, metri07.30; i gni presso la Renella e s. Anna è gratuito
incontro la cloaca Massima palmi 111.70, (per disposizione di GregorioXVI ema-
Altezza desunta come sopra nel dicem- nata a'24 giugno 1837 per organo di mg/
bre 1744= 3 Ripetla palmi 63 oncie 9; al Ciacchi governatore diRoma, per rimuo-
Ponte s. Angelo palmi 25.3.3; al Ponte vere annegamenti accaduti misera-
gli

Sisto palmi 25.6.2; a Ripa Grande pal- mente.a quelli che non volevano spende-
mi 58.3. o. Al palazzo Falconieri come so- re e per recarsi in luoghi pericolosi): quel-
pra nell'aprile, palmi 33.i.o; avanti lo lo di fronte a Ripetta importa una lieve
sbocco della cloaca Massima, maggior al- retribuzione da soddisfarsi a' proprietari
tezza metri 4-90> misure del cav. Linot- di quellecapanne,a forma ap- biella tarilFa

te. JNeir estate quest' ac(|ue sono d' una provata dalla Polizia. 2." Fuori dell'an-
temperatura ottima per bagni, che ven- zidette capanne è proibito bagnarsi in al-
gono reputati salubri ancora per le qua- tri luoghi lungo la riva del Tevere. S/E*

lità minerali che gli si attribuiscono, in vietalo l'uscire fuori de'recinti delle ca-
ìspecie per malattie di fegato, come leg- panne per nuotare, come del pari il far
go nel Guatlani. La sua tenìperatura nel- transito dal capannone alle capannelle, o
l'estate varia da' 8 a'24 giadi del termo-
1 dall'una capanna all'altra. 4-° E' proibi-
metro di Reaumui', e suol essere pili bas- to condurre cani ne' luoghi destinati a*
sa della temperatura dell'aria di 6 a 2 gra- bagni. 5° I conduttori delle capanne so-
di circa. Da ciò risulta che il suo tepore no responsabili della custoilia degli effet-
è favorevole a quelli checoncoriono a ba- ti de'bagnanti, non che del buon ordine

gnarvisi. Antichissimo è l'uso di bagnarsi nell'uso de'bagni, e la forza de'gendarmi


nel Tevere, praticato dagli antichi romani presta mano forte alle giuste requisitorie
tra gli esercizi ginnastici per essere destri de' medesimi: inoltre la forza pubblica,
nel nuotare e per fortificale le membra. anche mediante scorridore lungo il Te-
Altresì gli antichi romani per semplice re- vere, veglia all'osservanza di queste pre-
frigerio del corpo, per la sua nettezza e scrizioni. 6.°l barcaiuoli che trascorrono
per la sua salubrità costumarono bagnar- il Tevere devono tenersi in proporziona-
si nel Tevere. Bandita la semplicità di tale ta distanza da'locali de'bagni, onde noi»
uso, i cittadini della romana repubblica cagionare nocumento o molestia. I na-
cominciarono a fare Jìagni (!''.) nellei viganti inglesi danno le seguenti sempli-
casce nelle ville, formandoli privati e mo- cissime istruzioni a tutti (juelli, che non
desti, e poi sotto gì' imperatori smo- lo sapendo nuotare, cadono sventuratamen-
dato lusso li convertì in sontuosi e im- te nell'acqua, o vi si gettano apposita-
mensi edifizi chiamati Tenne (P'.). per mente per darsi la morte, e poscia pen-
la splendidezza delle quali le definì atto- titi si vorrebbero salvare. Ordinariamen-
nito Ammiano Marcellino: Lavaera in te chi trovasi nell'acqua e tenta di uscir-
inodtiin jìioK'ineiiirìim exlriiclti. Il go- ne, innalza le braccia al disopra della te-

verno presente,aninchè bagnanti si pos- i sta; ma (juesto invece è il più certo mezzo
sano giovare de'bagni nel Tevere, senza d'immergersi nuovamente, e morire an-
che ne sia compromessa la sicurezza pei- negalo. Innalzando le braccia fuori del-
TE V TE V 1.7
l'acqua la testa perde il suo equilibrio, e tana d' Acqua acetosa scaturiscono mol-
non essendo più contrabilanciala, discen- te vene di gas acido carbonico, che mi-
de conseguentemente al disotto. E" ne- neralizza quell'acqua acidula e salubre.
cessario quindi tenere e raani e braccia Il E.iccioli osservò, che quasi tulle le sor-
sott'acqua, e muoverle in qualsiasi senso genti di gas infiammabile trovansi pres-
o direzione, ed in allora la testa del som- so gli sbocchi delle cloache o ne'depositi
merso s'irmalzerà di tantoché potrà re- d'immondezze, ove il fiume quasi rista-

spirare libera mente. Movendo poi le gam- gna, e la corrente diviene debole e lenta:
be come se camminasse, o meglio ancora osservò anche cessare lo svolgimento del
come avesse a montare una scala, usci- gas, quando il Tevere povero di acque ne
rà colle spalle fuori dell'acqua in modo, lascia a secco le origini, le quali però an-
ielle potrà impiegar le mani per attaccar- che fuori di questo caso non sono peren-
si a qualsiasi oggetto cui per accidente si ni, ma intermittenti ad intervalli più o
trovasse vicino, o gii venisse lanciato da meno lunghi, tranne la più prossima a
chi fosse accorso sul luogo per salvarlo. Ponte Molle, ch'è perenne. Quindi il dot-
L'uomo il pili debole, come anche il piìi to Morichini con l'encomiata Lettera ex

timido, può mantenersi, usando un tal diede l'analisi cliimica di questo gas. Dif-
rimedio, qualche teujpo a fior d'acqua, fonde il gas un odor di petrolio, che si e-

finché possa essere soccorso. Un gran nu- stingue a lungo conlatto coll'acqua: ar-
mero d'individui caduti nell'acqua.consci de con fiamma turchina debole: una mi-
idi detta istruzione, si salvarono la vita. sura di questo gas con due di gas ossige-

Gli annegati nelTevere sono raccolti pia- no detonano: parti eguali in volume di
mente, seppelliti e suffragati daWArci- gas del Tevere e di clorino si combina-
\
confraternita di a. Maria dell' Orazio- no con leggero fremilo, depongono il car-
Ine detta la Morte, della quale riparlai bonio in forma di polvere, e mostrano ga-
nel voi. LVI, p. I i4- Il d.' Domenico RIo- leggiante una sostanza oleosa che rende
182 pubblicò in Koma: Let-
richini nel I odore di nafta: 100 pollici cubici di gas
: tera sopra il gas infìammahile del Te- alla temperatura zero, e alla pressione di

vere. Il Crocchi col Riccioli percorren- 76 centimetri, pesano grani 36.75 della
! dola riva destra del Tevere nel luogo det- libbra romana. Lo stesso gas intorbida

j
lo la Penna vide sorgere alcune bolle d'a- l'acqua di calce, che ne assorbe il 4-° del
ria, che facilmente riconobbe per infiara- volume, dunque contiene il 20 per 100
\
inabile, e continuando poi a visitare am- d'acido carbonico. In 100 misure di gas
bedue sponde del fiume, rinvenne sul-
le racchiuse per 24 ore nell' eudiometro a
la riva destra una copiosa sorgente pres- fosforo non avviene il menomo assorbi-
so il Ponte Molle, altre molte fino al di mento; dunque non contiene punto di gas
là del Praticello, sotto il bastione di Ca- ossigeno. La quantità de'principii infiam-
stello presso la Legna ra, fra la Farnesi- mabili del gas del Tevere fu dal prof. Mo-
'

na e porla Settimiana,e due miglia fuo- richini determinala per mezzo delle de-
^
ri di porla s. Paolo. Nella riva sinistra, tonazioni col gas ossigeno nell'eudiome-
al di là del Ponle Molle, nella riva della tro di Vuoila: egli non tenne conto del gas
Penna, presso l'arco di Parma, fra que- acido carbonico prodotto nelle detona-
sto e il Ponte s. Angelo, presso s. Giovan- zioni. Dall'analisi del gas infiammabile
ni de'fiorentini, presso la via dell'Arma- del Tevere si ricava, the i principii co-
ta, sotto gli archi dell' arciconfralernita stituenti il gas sono, gas idrogeno carbu-
della Morte, lungo le rive del rione E.e- rato 55, percarburalo 2, gas acido car-
gola, presso il ghetto degli ebrei, porta bonico 25, gas azoto 18: in tutto 1 00. Le
Leone e la Salara. Non lungi dalla Foq- rive del Tevere sono composte di sabbia
I ; 8 T i: V T E V
liiiudaj jnegna cVavan/i tli coipi oigntii bimcnlod'ogni specie d in)mondczze,clie
t:i deposti dall' inoncliizii ni, (itigli scoli per lo sfogo di tante acque. Abbiamo il

dcllecloiidieeilugli scaiiilii doU'iitiiJuiu. uioto-proprio di Pio \\ , Ejti nclionis


dezzc: da ciò dee lipcrcrsi la fnrmazio- ( 'fjii a inini inidìliariun TU e fis roncessns
ne e lo svilnjipo dtl gas. Il d." IMoiicliini 1,1 il lis alìuac ? /•//\, dato kal. jiin. i 563.
non crede the l'odore >pecinco nasca da Osservò il cardinal Moiichini, che i più
lina sorgente di petrolio scoperta pies>o vasti istituti de'po veri furono saviamente
s.Maria in Trastevere, ma sospetta con lucati lungo il fiume, poiché esso giova
fondamento, (he quest'odore pro[)rio di al!a nettezza e salubrità della città. Co-'
tutti gas inlìainmahdi dipenda da una
i uie lutti fiumi, anche il Tevere è ricco
i

debole cou.binaziune del gas acido carbo- di pesci (massime nel tratto che traver-
nico col gas idrogeno pei cabinato. Molte sa Pioma, per l'abbondante nutrimento
rose sidisserosulla .scoperta. Alcuni sif or- che vi trovano), i quali sogliono dividersi
inarono un idea cos'i gigantesca della (pian- in avventizi, perchè in epoche detcrmina-
tila delle sorgenti, e nientemeno formaro- te vi passano dal mare, ed in indi^eui flu-
no il progetto bizzarro di cavarne parli- viatili. 11 novero che ne fece il Mclchiorri
lo per illiin.inar la città. A!ti i biamaro- è il seguente. Gli avventizi sono (princi-
10 che ilTevei e f<jsse meno biondo e meno palmente). Lo Storione, Accipe user stu-
pingue, e non foimasse tanti stagni, seni e ,/o;Nibby confuta l'opinione di quelli che
aludi : che le cloache sboccassero dov'è Io credettero il pesce Lupus, mentre al-

più rapida la correntejed osservarono che tri credono corrisponda all' Accipeiisci'y
d preveniilosvolginientod' qnestogas in- al Silarus e al Tursio degli antichi, ma
teressa la sua analisi eh mici; che la sua senza certezza. Plinio ricorda come squi-
gravità specifica poco diUìrisie da rpiel- siti i Z«f//J/^^ycc.y presi fra'd ne ponti Pa-
la dell'aria atmosferica; e che in questo si latino e Sublicio. Pcrc^ Lc' La Spigola,
contiene probabimente il miasma gene- / /-tìrj;; Nibby dichiara sembrar chiaro per

ratore delle febbri inlermiltenli, delle ogni riguardo, che il Lupus tibcrinus %\i\
quali parlala Pestilenza. Altri finalmen- la spigola. La Laccia, Cuplca aiosa: no-

te, cioè i pescatori d'antichità, avendo in- ta Nibby che Pomponeo Leto e Platina

teso dire, che l'acqua a contatto di certi (lederono corrispondere anch'essa al Lu-
metalli si decompone, e se ne svolge il gas j)us. 11 Cefalo, I\higil ccphaliis. Il pesce
idrogeno, concepirono la pili certa lusin- Cane, JSutmiiis occUarius. Il Jozo, Gn-
ga di ritrovar fra poco nel Tevere il can- ìius ìiic;cr. Lo storione pel primo, per Li

delabro d'oro degli ebrei, o la cassa mi- sua carne molto delicata e per lo s(piisilo

litare di !Ma>-seiizio, ed altre cose sogna- suo sapore, forma la delizia delle mense
le. Colle cloache o acquedotti sotterra- montuose, e vi cresce smisuratamente fino
nei e scolatoi comuni per ricevervi e sca- al peso di più centinaia di libbre. Nel t.

ricarvi nel Tevere l'immondezze e le la- I S, p. I co AiAV Album di Roma si ripor-


ti ine, per dar scolo alle acque naturali e ta la figura dello storione comune, e la
•)v\enlizie, alle piovane, delle fontane e sua erudita descrizione secondo gl'ittio-

di quelle che hanno servito all'ubo degli logi. Ivi si dice, che questo pesce marino
abilaiili.gli antichi romani fecero opere prende il nome dalla sua abiludine di te-

mera vigliose, facendole confluire nell'am- nersi in fondo all'arqua (con etimologia
pio canale della cloaca Massima. Ui ipie- tedesca, onde è pur chiama to/>//y>/w/ Ce/'-
•«'a e delle cloache minori parlai a ho- inauuiu), (juindi abbandonalo il suo pio-
%M ed a Strada. Grandissima è l'utilità Tondo ritiro marittimo, ama di salire a ri-
die il Tevere ha sempre portato alla net- Iroso de'grandi fiumi, per depoivi |. sue
tezza e salubrità di Roma, sì per l'assor- uova in primavera, ed ogni flmuiiua ne
T i: V TliV .,9
noiiu ulineiio un inilioite del peau laluia historiii, neiupc cpiadrupcdu.'H, insccto-
eli 200 libbre. Qtiesle uova e il lalte dei ruf/ì, pisc.iunif varioru/mpie niariiioruni

maschi sono cibi multo sliuialijil cavia- corporuni,fossilium,planctarwnexoti-


le è composto di queste uovii. Nell'Est ne carum, ac pracsertini testaccoriun exi-
fu preso uno cht^ pesava 460 libbre, e fu stcntiuiniii niusaeo Kirchcriano, Rotnae
il più glande de'piCM ne'fìunii d'Inghil- 1773. Nel voi. LXIV, p. 57, parlai del-
leita; ma nel 1 758 ne fu pescalo uno nel l'antica prerogativagoduta sino a'nostri
Tevere 55o libbre, e venne
clie pesava giorni da'magistrali Conservatori di Ro-
presentalo Papa dal duca di Carpine-
al ma, di ricevere tutte le teste de'pesci gran-
to. Ponlopidannu alleima, che in Norve- di che pescavano nel Tevere, secondo
si

gia la lesta d'un solo storione dà spesso la misura marmorea di Campidoglio, si-
un barile d'o'io, e che si hanno pesci di no e inclusive a' pesci lunghi 5 palmi e
questa specie del peso di 1 000 libbre. Nel- un' oncia. Di questo tributo municipale
l'antica Roma, a tenqjo deirimperatore se ne pai la ancora nelWllìfiuìi di Roma,
vSevero, era tanto in pregio la vivanda 1. 1
8, p.2 39, riportandosi la seguente iscri-
dello storione, che la recavano a mensa zione mai inorea che si legge a mezzo del-
donzelli coronali di fiori, e preceduti dal le scale del palazzo di delti magistrati.
suono di musicali strumenti. I pesci nati- Capita Pisciwn-Coìi'iervatoribus Dan-
vi Tevere sono. Il B.irbo, C)'-
e pi opri del to - Fraudeni ne committito - Ignorantia
priiius harhus. La Regina, Carpio. La cxcusari ne eredita- Angelo Clavaria
Scnix\A(\,Erjtlii'OpJìt(il/nuscoiius.h'A.n- Francisco Cah'io - Curdo Sergardio
guilla, Murena anguilla. La Squale, Cy- Coss.- Instaura tum et erectumMTevere
priuus leuciscus. L'Alaiinoo Lattarino, h.ii suoi uccelli acquatici, come il Gaimo-
Àtlìcrìna lu'psetus. Più copiosa è la se- ne o Gabbiano o Corvo bianco, Larus i-i-
guente nomenclatura de' pesci che si pe- c/77>«/«rZ«.y, che appartiene alla famiglia de-
scano nel Tevere, prodotta dal Cancellie- gli Ai'cs Anscres, e da alcuni si confon-
E'
ri. Capidoglio, Bue, Canicula, Slurione, de coIl'Ardea bianca oAcchiappa pesci.

Ombrina, Tonno, Lecchio, Corvo, Spi- magro di corpo, con peone bianchissime.
gola o Lupo, slimato il migliore, Cefalo, Svolazza pai ticolarmeute quando minac-
Orata, Dentale, Fragoline, Salpa, Sargo, cia la pioggia, nel mattino, nel giorno e
; Ca[)pone, Laccia, Triglia, Sauro, Tracir- sull'i mbi unir della notte, con torti giri,
;
ro, Scombro, Asino, iMerla, Boca, Gobio, n:\tanle poi sulla corrente a fior d'acqua
Scropena, Perca, Occhiada, Rondjo, Pa- col rostro imbecca lamprede, roviglioni
sna. Foglia, Ciarla o pesce Tor- s. Pietro, e altri pesci piccoli, che sono nella super-
pedine, Ragia, Criigro, Muretia, Ago, An- ficiedell'acqua per cibarsi. 11 cav. Andrea
guille, Lampreda, Frutta, Tinca, Luccio, Belli ne fece la dccrizione in versi con
Regina, Burbaro, Tolpo, Sep[)ia Cala- , note bibliografiche a p. 5i del t. 2 i del
maio, Locusta, Ostriche, Salami. Trat- V Album di Roma. Aggiungerò, che Gai- i

tarono de' pesci del Tevere. Paolo Gio- moni l'estate lo passano nelle spiagge del
vio, Lihcllus ad Ludovicwn Dorboidum mare nelle altre stagioni sono nel Teve-
:

card. De roma/ds pi.9Cìbus,Bas\\eaei 5i f, re, ma la sera partono pel mare, e dor-


i^Si, 1578. Ma il Giovio confuse insie- mono sopra gli alberi e cordami de' ba-
me i pesci che vengono dal mare, con quei stimenti, lasciati illesi da'marinari,perchè
che si prendono nel Tevere. Fu trado'to da certi loro segnali apprendono l'avvici-
in italiano da Cirio Zancaruolu, col tito- narsi della tempesta; dopo l'aurora fanno
lo di Libro de' pesci roniaid, ed egre- ritorna nel Tevere. Delle piante che cre-
giamente stampalo a Venezia nel 56o.
1 scono presso le rive del Tevere, si ponnr»
(j\q. \ì\\.o\ì\o^ix\\.aì:a,Rcruni naluraliuni vedere il Maralli, Plantaruni Romulac-,
I20 TEV TEV
ci Satuiìiiar in Agro roinaiw cxlslin- la per riporli sul Irono dagli Aquilii, dai
//»/«, Romae 1772; e Sabliali, Synopsis Vitelii e da allri, per cui il senato decre-

plnntariini, quac in solo romano liixn- tò la confisca de'beni de'detronizzali,clie


riantur, Fenariae 1745. Una sola isola concesse al popolo, e le loro messi taglia-
ha il Tevere denlro la città, situala verso le lece gettare nel fiume, sebbene il rac-
la fine clell'ubitato di qua dal Tevere, in conto è cuncorde presso gli scrittori anti-

mezzo a Roma, classica per l'oi igiue che chi, ed il Kibby dichiara non improbabi-
accennai nel LYllI, p. i4i 6192, e
voi. le; inveceil Melchiorii il racconto e la suc-
inegliu negli articoli che citerò, ove rac- cessiva produzione fisica dell' isola ritie-

contai come si formò e monumenti che i ne favola die non trova più fede alcu-
la resero celebre, ancocon obelisco che ri- na. Egli pertanto osserva, che ivi il fiu-
cordai nel voi. XL\ 111, p. 182. Le biade me si divide in due rami, cui sono sovrap-
de'Tarquinii ivi gettale formarono pro- posti i due ponti, Cestio al destro e Fa-
babilmente una specie d'argine, die ar- brieio al sinistro; i quali due canali non
restando poi tutte le materie galleggianti sono eguali per mole d'acqua. Dice ch'è
the porta naturalmente il fiume, tali ra- provato per molte idrauliche osservazio-
duni a poco a poco composero un'isoletla, ni, essere stato anticamente più attivo il

la quale vieppiù crescendo e coprendosi braccio sinistro: il ponte sotto del quale
di boscaglia diventò permanente: aiutala scorre a sinistra essendo formalo a due
poi con soslruzioni artificiali di legno die archi, mentre l'altro lo è d'uno solo, dà
luogo a fabbriche sontuose, e quindi nel a conoscere questa varietà. Infatti gli ar-

495 di Roma consolidala da muri coper- chi del ponte Fabrieio hanno insieme u-
ti di massi di travertino, fu ridotta a fog- nitimetri 48.75 di corda sia di Juce,

gia di nave in memoria di quella che a- mentre l'altro non ha che metri 23.87.
vea traspoitato in essa il Dragone sagro Ora però il maggior confluente passò nel
di Esculapio. El)!je vari nomi, Tiberina ramo destro, e ne fu questa la causa. Al-
dal fiumetlie la circonda; /óo/^/, dalla sua l'estremità superiore dell'isola era vi di-
forma; Licaonia, dal tempio di Giove Li- staccalo dalla sua punta un isolotto, che
caonio; Sagra e à' E.sculapio, dal Tem- divideva acque molto più avanti, eie
le

pio (V Esculapio (f' .) eretto dopo 460


il dirigeva alla sinistra. Di quest'isolotto si
di Roma;y/YZ zV//<c Po//^'. per quelli che vede la figura in tulle le antiche piante
1' unisconoalle due ripe del fiume, cioè sino al 1788, nella quale epoca essendosi
il Ponte di y. Barlolumco Cestio (P'.J, per una forte alluvione distaccate dalla
e il Po///r Quattro Capi o Fabrieio ( T '.); ripa destra e dal Monte deCenei(.\ue gran
di s. Baitolomeo, dalla Cliiesadi s. Bar- falde di terra, (piellearene vennero ad o-
tolomeo (di cui riparlai nel voi. Lll, p. slruire e chiudere il canale, che divideva
226 e altrove), rimpetto aW Ospedale di l'isolottodal continente della ripa sinistra,
s. Giovanià di Dio de' Benfratelli (V.): e ve li unirono. Essendosi però avanza-
di altre denominazioni resi ragione a tali ta la detta ripa per l'aumento dell'isolot-
articoli. Nell'isola Tibeiiuafu puieil tem- to , e pe' successivi fabbricali ristretto il

pio di Fauno, e la statua di Cesare; oltre corso del fiume superiormente all' isola

la carcere pubblica, ove le persone d'al- Tiberina, le acque cambiarono in parie


to giudo vi restavano un mese prima di direzione, ed il loro maggiore volume
consegnarsi al carnefice. Indi l'isola diven- corre oggi a destra. La larghezza mag-
ne giurisdizione ed episcopio del vescovo giore dell' isola Tiberina è di metri 80.
di J'ort(j{r.). Ma quanto alla primitiva il l'onte Cesilo (da dove a tempo degli
iurmazioue dell'isola Tiberina, dopo l'c- antichi romani si gettavano quelli eh' e-^

spulsioue de'Tarquinii e la congiura ordì- ruuo presi dulia disperazioue) fu anciie


TE V TEV 121
chiama!oyrTr<7ro,poicliè come dissi al suo tribuendosi l'invenzionea Pilunno,ovve-
articolo, gli derivò tal denominazione dal- ro a Mileta, per cui derivò il vocabolo di
la quantità delle catene di ferro de' pros- Mola Ora 9 sono le mole sul
e lì/olino.
simi iiìiiiini galleggianti e pensili posti so- Tevere, ed appartengono a 4 diverse cu-
pra barconi che sono nel finnìe ; ed ivi stodie della soprintendenza del macinato
narrai, che per la i. volta furono nel 53 j di Roma. La custodia dell'Isola presso di
immaginati da Belisario, dopoché Vitige questa, ha mole denominate ss. An-
le

tagliò gli acquedotti che lì facevano agi- nunziata, Bartolomeo, s. Francesco, e


s.

re, sebbene il Fea non sembra persuaso Giuditta. La custodia di s. Bonosa presso
che Traiano facesse girare le mole del la chiesa omonima e tra'due ponti, ha le

Monte Giaiìicolo con l'acqua del suo ac- mole chiamale s. Agostino e s. Nicola. La
quedotto, e cos'i quelle acque potabdi di custodia del Sole presso il tempio di Ve-
altriacquedotti non crede che fossero im- sta,ove si venera la Madonna del Sole, al-
piegate per tale uso meccanico. Antica- la Bocca della Verità, ha s. Mauro. la mola
mente, riferisce lo stesso Fea, si macina- La custodia Mal va,vicino alla chiesa
delia
va il grano a mano, in molini o macinel- di s. Giovanni della Malva e presso pon-

li di pietra rossa, e chiamati mole a ma- te Sisto, ha la mola delta Fonlanone, per-

no, e 3Iolae trusatilesj vi furono mole chè ivi è la fonte così appellata. Alcuna
mosse da asini, e dette mole asinarie, vol- di queste mole, oltre il grano e il gran-
garmente a sangue; e ne'iemoti tempi si turco, macinano anche il sale.Siccomean-
pestò il grano nel mortaio per ridurlo a ticamente il grano alle mole e la farina si
farina e formarci poiil P(7/u'(/'.j. A Por- trasportava dalle mole a' forni con trup-
ta MAGGIORE descrissi il monumento del pe di cavalli e muli, ciascuno con un sac-
fornaio Eurisace, in cui sono rappresen- co contenente mezzo rubbio, che cagio-
tali gli usi della panificazione. Pare che navano disordini edisgrazie, così Sisto V
l'arte di essa fosse introdotta in Roma nel limitò ogni trasporto a soli 5 di tali ani-
suo anno 58o, secondo l'Alveri, il quale mali. A'nostri giorni riconosciutosi difet-
dice che le donne cuocevano il pane nel- toso tale sistema e indecoroso, si ordinò
le pile, ne'remoli tempi. lIGuattani, /\o- che alle mole e a'forni si portasse il gra-
ma descritta, dice che i molini furonvi no e la macinata farina con carri. Anche
sino dal tempo de' primi re di Roma, e con questo metodo se ne fece abuso, ca-
diversi autori parlano di molini futti ne* ricandosi con pesi enormi di grano e poi
fiumi, ma di que'composli soltanto di ruo- di farina con 3 o4 cavalli, con notabile
te esposte alla corrente, non de' galleg- danno de'selciali delle strade. A rimuo-
gianti a guisa di barche, che Procopio, verlo, di recente fu ordinato, che i carri
De hello gotliico, afferma essere sotti- da'forni alle mole, e viceversa, non po-
le invenzione di Belisario vir prnden- tessero trasportare più di i o sacchi di gra-
tìae singtdan's.FevoV A\vei\ ne dice in- no o farina.
ventori i goti e Belisario restauratore, e Navigabile fu il Tevere anticamente
che siccome prima erano le mole soste- per più lungo corso del presente. Leone
nute da corde soggette ad essere tronca- Pascoli neh 740 pubblicò in Roma e de-
te, anche dalla veemenza delle acque, e- dicò a Benedetto XIV, // Tevere navi-
gli le cinse con grossissime catene di fer- gato e navigabile, in cui si prova con au-
ro per resistere a qualsivoglia inipelo.A.g- torità evidenti e non sospette, che ne'teoi-
giunge che i molini anticamente erano pi passali sino dalla sua scaturigine si na-
fuori del fiume (e ve ne sono anche ades- vigava. Che al suo tempo si poteva na-
so), prendendo l'acqua dagli acquedotti, vigareahnenoda Orte a Ponlenuovolun-
falli aiiire da uomini o da cavalli, al- gida Perugia miglia 4 'Z^; e che alcuni
ii2 tì:v T r y
(Ic'moltissimi fiumi elicvi >Ij(jcoauo, [jar- Ftoiic. ncIl*0;v//;o a Paulo 111, Lombar-
ticolarnMUle il Cliiagio, la Paglia, la Ne- di nel Discordo f,u\ rimedi all'inondazio-
ra ed il Tevernne, che sono 4 piincipa- i ni ,
il cardinal Biscia nel Discorxo sulla
li, [).inmet)ti si navigavano. Vi aggiiin>e navigazione, il Bonini nel Tevere iurale-
3 discorsi, ti uè de' quali sulle cause delle /iato, ed il Meyer nell'w/Vc di restituirò
Tevere ede'rimedi loro;
iiif>i)da7,ioni del a Roma la tralasciata iiavigizionedel Te-
e l'altro de'riniedi per rinondazione del- vere, d;moslraronocon forti ragioni la ne-
la Chiana, con diversi nuovi [ìrogelli del cessità, l'utilità e i mezzi opportuni on-
medesimo, non meno che di altri, e halli de di nuovo ricondurla a Pontenuovo.
da"p ù celebri autori. Dagli antichi stori- Sino da'tempi più rimoti il Tevere ha di
quali Dionisio d' Ahcarnasso, da
ci, fra' sua nalura soverchialo spi sso le sponde,
Strahone, da Plinio il Fccchio, da Pli- e uscendo dall'ordinario suo alveo ha re-
nioil Giovane, che della navigazione del B.oma danni gravissimi. Molli dei
cati a

Teverene'Ioro tempi ci lascianjiio memo- memorali e altri scrittori che in fine ri-
ria, rilevasi clic il fiume con barche d'or- corderò, impresei o a trattare delle cause
dinaria grandezza navigav;isi fino a Pon- di questo naturale fenonìeno e sul modo
teniiovo, e con piccoli navigli si rimonta- di jiorvi riparo. La maggior parte conven-
Ta fino a Città di Castello, ed anche vi- gono nell'attribnire a doppia cagione le

cino alle sue scalutigini con piccole bar- straordinarie escrescenze del fiume, cioè
che, tranne restale. Questi navigli o pie al ventodi ovest, che alzando il livello del
cole b;irche erano semplici travate, sci i- mare spinge le arene Tevc-
alla foce del
veiido il naturalista, che la navigazione si le, e respinge le sue acque innalzandone
elicti uà \'ii, fj-a/iil'us K'eriii.i.nìinin ralibus; il livello. Ciò però avviene allorché i ven-
ed aggiunge inoltre , che allorquando il ti meridionali, veisando dirolle piog^ie,
fiume era povero d'acque, queste gli si col loro tepore sciolgono le nevi ilelle vi-
aumentavano coll'apcrlura delle raltenu- cine montagne. A queste due cause, bene
te da'fiuuìi in esso influenti, e con isirin- spesso ri unite, voglionsi attribuire le inon-
gerlo in canali per mezzo di pa'afìtteove dazioni, che hanno tante volle coperta la

l'alveo avea soverchia laighezza, efrena- sii|)er(ìcie del basso suolo della ciltà e del-
vasi all' opposto con de' sostegni ov' era le prossime campagne. Dice il Pascoli che
liop[io rapido e pericoloso. !Ma colla ca- le inondazioni ponno procedere: da piog-
duta del romano intpeio, (jiiando Roma gie eccessive e da quantità di nevi sepia-
\\ì invasa dall'orde de'barbari distruggi- gliale, per cui alzate le acque del Teve-
tori , il Tevere colla sua navigazione fu re, e da'venli australi impedite non po-
trascurato; e sebbene quasi indispettito coi tendo liberamente correre, sono costrette
dannosi e funesti straripamenti cercasse di ad uscire dal Ielle e a dilatarsi piìj o me-
richiamare a se la pubblica allenzionp,non no secondo l'eccessivilà dell'une e furia
fu se non dopo il corso di molli secoli, cioè degli altri: dalle chiaviche o cloache, per
all'uscire dalle barbarie, che si potè pre- le quali entrandole acque, e vers indo per
stargli ascoltoje sventuratamente era trop- le strade non ponno per la disegualilà dei
po lardi, poiché il di lui letto Irò vossi trop- sili dove alti e bassi, e dove larghi e stret-
po ingombro di melma e di materie ar- ti, ritornar tulle con quella facilità nell'al-
gillose, per cui non si poteva piìi rimon- veo, con cui ne uscirono; il che [ìrincipal-
tare che fino ad Oi te. Furono allora e sue- niente vediamo nelle chiaviche presso la
ces-ivamenie filli diversi piogetti per ri- pi;!/7a (Il s. Lorenzo in Lucina, e presso
uHioverue gli ostacoli, e ritoriiar'o navi- il Pantheon, e nelle cantine, ad onta che
gabi'e insiuo a Ponleuuovo poco disi tri- queste e le delle o altir cloache sieno al-

te d.> Perugia. Il ricordilo Dacci , mg.' qujiiio disi mti dall'alveo del T«vere, il
TE V T 1: V 1^3
niMle per vie sullernmee v'insinua le sue re, per le conllnue deposizioni ricordale
ncque, e quali luoghi bassi escono a inon- di cieta, arena, ghiaia e altro, e da quel-
lime anche i pianterreni e !c vie della cit- le che il mare vi spinge, non avendoessa
tà, ne'ricoidali e alti i luoghi: ilall'immon- forza di rigettarle; d;»! mare stesso che
ilezze che sovente per es>e gli si irasmet- agitato imperversa e qual forte argine ri-
fono, e per quelle ancora che vi si getta- tiene la corrente, obbligandola talora a
no per altre vie, che per le loro deposi- procedere a ritroso. Essendo talvolta in-
zioni lo fanno disegnale, e gli ritardano comprensibilecome possa ilTevere all'im-
perciò il corso: dalla quantità de'molini, provviso con violenza travasare, il Pasco-
che vi sono sfati ralti,ea'ciini a suo tem- li vi riconosce un castigo di Dio, e ne ri-

po con poca avvertenza: dalle scale, ler- porta due esempi, unonell'agonizzar del-
racci pilastri, frantumi e avanzi di fabbri- la repubblica romana, e per tale ricono-

che e di isolette, che contrastano il libe- sciuto da Dione; l'altro sotto Pelagio l, e
ro corso all'acque: dall'inegualità degli confessato per tale da Paolo Diacono, ed
orchi de' ponti, quando gli luii ne dige- accompagnalo da non meno terribile /'i'-
riscono Dìaggior corpo che digerir non stih'iiza, nel quale articolo notai le pesti

ponno gli altri, che incapaci a riceverlo prodotte dall'inondazioni. Queste poiiuo
lo respingono: dal poco numero degli ar- succedere inaspettatamente senza tempe-
chi slessi, che al Ponte s. Angelo di 7 che ste, senza venti e senza eécesio d'acf[ue
ne avea, erasi ridotto a 3 e iji, restando- piovane, per non conosciute o incerte ca-
ne parte sotto il bastionediCastello, e par- gioni, ed inutilmente si ricorre alle cau-
te nell'opposta sponda. Non putendo per- se naturali per filosofare. Conclude il Pa-
ciò così ristretto ricevere quel corpo lar- scoli, che fallaci sono le osservazioni d'al-
go d'acque, che ha nelle piene da Ponte cuni, che pretendono prevedere le inonda-
Molle al Teatro di Tordinona il Tevere, zioni dal ritiro degl'insetti che abitano le
ivi questo rincalzato dall'ui to di loro vio- sponde del fiume; e che si deve tenere che
lenza spande per Roma. Da cpieslo sles-
si più dalle narrate cagioni, che dall'acque
so difetto, che hanno gli altri ponti fab- della Chiana possanoderivare le inonda-
hiicati ne sili piìi stretti, tutto all'opposto zioni, il quale non è de' fiumi maggioii
di ciò che l'arte insegna, [)ouno proveni- che influiscono nel Tevere. Dichiara Ca-
rele inondazioni. Aggiunge il Pascoli, che lindri, che da Pioma al marcia penden-
dagli alberi grossi e da ali 11 legni che por- za dell'alveo del Tevere è molto minore
la la corrente, attraversandosi negli ar- d'un palmo per miglio, camminando ia
chi de'ponti le impedisce la velocità (seb- un letto di materie sottilissime. Ritiene
bet)e lungo l'alveo si vanno estraendo con che un minuto secondo porta d^acqua
in
lunghe cordicelle, talvolta fatali, per aver metri 244-o554; e che il suo livello dal
la forza e l'impelo della corrente strasci- pelo basso del mare, in Roma è di metri
nato nell'acque quegl' incauti, che se le I o. Opina Tevere danneggia R.onia
che il

legavano al braccio); altre cause essendo e le campagne adiacenti, pel vento sud-
le frequenti piegature, tortuosità e andi- ovest che vi domina, e molto più se s'in-
rivieni dell'alveo, dove le acque urtando contra r e[)Oca delle burrasche marine,
di petto sono costrette a retrocedere; le poiché le acque del mare s'introducono
continue deposizioni, che fa la stessa cor- nell'alveo Tiberino e ristagniino lo smal-
rente nel viaggio di abbondante ci età, timento delle acque dolci; e che egual
ghiaia, fango,arena e altro che porta seco danno vi reca lo scioglimento delle nevi

e la rendono più pesante. Altre cause da apennine. Molto adoperaronsi gli antichi
cui procedono rinouda/ioni, sono la dif- romani per liberare la città da (piesto fla-
licoltà dello sbocco de! la corrente nel ma- gello d'ogni tempo, e vari tentativi pia-
124 TEV TEV
tieniODO per irapeilirlo.Ebbei'operciò cu- ponevano comunicazione col mare, o-
in
ra Ji mantenere pi'ìucipalniente arginate perazioneconfermata dalla ricordata bel-
le sponde del fiume, ed a quest'elFetto e- la iscrizione scoperta negli ultimi anni a
raviunpailicolcuemagislialOjCui appar- Porto presso Fiumicino, ed ivi esistente,
teneva la vigilanza della cunseivazionedel dove si dice che con quelle fosse L'rheni
suo alveo, e detto Curatorcs alvei et ri- inundatioiiis pcriciilo liberavi l. Più di
panna Tiberis. ReTaiquinio Prisco a- mezzo secolo dopo limperatore Traiano
vea divisalo di cambiare il suo corso, di- per impedire le inondazioni ristabiPi il ca-
\idendoIoin più rami. Gualtani dice che nale destro alla foce del Tevere, che Clau-
il Tevere fu ralFrenato da' re, poi da A- dio avea aperto onde procurargli un e-
grippa,e che Svetonio lasciò scritto avere sito più facile, egli fece intorno una fos-
Augusto purgalo diligentemente e ani- sa iu cui scaricasse il supeifiuo, ma non
pliato il suo letto: di più l'imperatore bastò. Dice Melchiorri che si ricorse pe-
creò un apposito magistrato per averne rò sempre al migliore rimedio dell'argi-
cura SI dell'alveo che delie ripe, come del- natura, ed all'impero d'Au»
in fatti sino

le cloache della città. L' imperatore Ti- reliano (il quanto si ha da Vo-
quale, per
berio propose di deviare fiumi che vi i pisco, lo nettò di nuovo e gli fece in mol-
connuisconoedi f.uli correre altrove, ma ti luoghi sponde di muro, con che ancas-

il suo piogetlo andò a vuoto. Imperocché sò l'una e l'altra sponda, e cinse il fiume
nana Tacito. deputali del Tevere pro-
1 d'altissima arginatura, e così riparò Ro-
posero in senato, se per ovviare alle pie- ma, inculcando a'C«/v/to/c.v la più attenta
ne fòsse da voltare altrove i fiumi ed i la- vigilanza sulle sponde), verso il 2." perio-

ghi ond'egli ingrossa. Si udirono le am- do della mela del secolo III, le sponde fu-
bascerie delle terre e colonie. Pregavano rono sempre mantenute e reitaurale, e
i non si voltasse la Chiana dal
fiorentini così vennero minorati perniciosi e terri- i

suo Arno, che sarebbe la loro ro-


letto in bili elfelti dell'eicrescenze, le quali se nei
vina. Simil cosa dicevano que'da 7V/7//, tempi posteriori divennero maggiori, de-
che il più grosso terreno d'Italia andreb- rivò dalla piica o ninna cura che si eb-
be a male se la Nera si spartisse, come be ne'bassi tempi dell'alveo e delle ripe.
si disegnava, in più rii, e quivi si lascias- Le provvide cure de'Papi dissiparono ne-
se stagnare. Gridavano que'di Ridi, non gli ultimi tempi ogni timoredi vedere ria-
si turasse la bocca del lago Velmo che , novali questi straordinari e pregiudizie-
sgorga nella Nera, poiché trabocchereb- voli accidenti, a'qiiali, secondo Melchior-
be in que'piani. Avere la natura provve- ri, si potrebbe ovviare del tutto se venis-
duto alle cose de'mortali ottimamente, e se introdotto l'uso delle strade arginate
a'fiumidaloi loro convenevoli fonti, cor- lungo il fiume, a foggia delle città di To-
si, letti e foci. Doversi anco rispettare le scana bagnate dall'Arno, e di quelle d'ol-
religioni de' confederati, che consagrato trcinonti. Altri però sono di contraria o-

hanno a'fiumi di loro patrie boschi, al- pinione, riflettendo al caso di rotture d'ar-
tari e santità. Lo slesso Tevere non vor- gini, che avrebbero terribilissime conse-
rebbe senza la corte de'suoi tributari fiu- guenze; mentre le acque del Tevere nel-

mi correre meno altiero. Fosse il pregar l'escrescenze, non trovando opposizione,si


delle colonie o la religione, vinse il già dilatano gradatamente, e senza violenza
riportato parere di Fisone, che niente si hanno sfogo in una grande estensione,inas-
mutasse. Pochi anni dopo 1' imperatore siine nelsuburbio e nell'aperta campa-
Claudio fece scavare lesummentovate fa- gna. Conviene riflettere, che ne'bassi tem-
mose fosse, che dal Tevere couducevano pi le inondazioni furono frequenti, e che
l'acqua al Porto Romano, e da questo le ora Io sono meno, per essersi a bella pò-
TE V TEV 1^5
sta tìiveiilto fiume in origine, cioè alle
il que metri 8. E
maggiore fu
siccome la

Chi.inein Toscana, operazione di cui in quella del 598 di metri 15.287, soggiun-
1

più luoghi feci menzione. Dice Gnaltnni, ge che un'inondazione simile sommerge-
che sebbene si bada Plinio l'.illezza del- rebbe quasi tutta la città quindi è che ;

lesueantiche sponde, pure gli allagamen- ilregolamento del corso del fiume e una
ti si riproducevano atl ogni [)iccolo incre- via arginata s<il Tevei e.che francesi chia- i

tnenlo d'acqua, giacché secondo lo slesso mano quai, sarebbe della più alla impor-
Gualtani allora il piano della città era
,
tanza. La storia dell'inondazioni del Te-
da 3o a 4o palmi più liasso dell'ali naie. vere comprende quanto vi ha di più sin-
Egli altres") crede che lamaggior larghez- golare e grandioso negli annali di tutti i

za delTevere sia dalle 5o alle 56 canne ro- suoi movimenti : essa risale all'antichità
mane,ene'siti più angusti 4o. La profon- più remota,e per una serie di cosealquanle
dità, con Plinio, la dice non minore di volte intei rotle.scende fino a noi bene stu-
quella del Nilo, coll'esperienza déVObc- diata, mediante gli scrittori che ricordai,
lisca J <7//W7/?o(^/^"J portatovi da Caio Ce- e che in ultimo riporterò. L'Alve-
gli altri

sare, ed è il più grande degli esistenti in ri, Roma in ogni stato, 1. 1, p. 57 r, trat-

Boma (dopo l'obelisco Lalerancnse). In ta: Delle inondazioni del Tevere, e del-

tale articolo parlaidell'auipiezzadella na- le peste che hanno afflitto la città di Ro-
ve sul quale fu trasportato, quindi af- ma dalla sua fondazione fino /7Z1660.
fondata da Claudio per fondamento al Antonio Grifi nel t. 4> P- 29 e 390 del-
molo dei suo porlo. Osserva il cardinal V Àlbum di Ro/na ci diede l'eruditissimo
Moricliini a p. 207, che non deve recare articolo: ////«me Tevere e le sue pili me-
meiaviglia le frequenti e disastrose inon- moraìiili inondazioìd .^onenào\\ in fron-
dazioni antiche di Roma, imperoci^^hè il te la figura incisa del personificalo Teve-
piano antico della città era di 3 a 6 me- re. Il Melchiorri notò brevemente le inon-
tri più basso del presente, e rilevasi dai dazioni più terribili delle quali la storia
piloni degli antichi ponli,che il pelo d'ac- tramandò a noi la memoria. Co' nomi-
qua fiume Tevere ha di poco varia-
del nali 3 scrittori e con altri vado a fare al-
to, il che già notai pure con altri. Bastava trettanto anche io, cronologicamente esi-

dunque un' inondazione di 6 o 7 metri no all'ultiuia inondazione. Avendo l'en-


per mellere sott'acqua gran parte della comiato Grifi premesso delle nozioni sul-
città, e questo avvenne assai di frequen- le grandi cause del meraviglioso fenome-

te. Quindi è che nella parte più bassa di no, sulle opinioni de'naluralisli e idrauli-
Roma ci restano pochi antichi motuimen- ci tanto delle cause che lo producono,
,

ti ,
i quali certamente furono rovesciati quanto sul modo di rimediarvi, ed aven-
dall'onde. Roma moderna, sebbene di li- do lolle le sue osservazioni da'celebri p.
vello più elevalo, non è al coperto dell'al- Boscovich gesuita, e avv. Fea, prima di
luvioni. 11 conte tli Tournon, Eliides sta- raccotilare le inondazioni, intendo ricavar-
tìstiqiics sur Rome, riferisce che suppo- ne un breve cenno, per la grande impor-
nendo passare un jiiano all'altezza di 9.85 tanza del tanto discusso argomento^ sia
metri (che fu il livello della cresciuta del- da architetti idraulici, sia da'scienziati. A-
l'acque del 1702) sopra il pelo ordinario dunque osserva il Grifi, che il parere dei
dell'acque,si trovano ben 200 punti della più dotti convenga concordemente, che
città che ne sono inferiori, alcuni per 3 e quando il Tevere versa dalle adiacenti ri-

fino per 4 metri. Indi il cardinale ripro- pe le onde, o il vento di libeccio spinge e
dusse una tavola del Tournon, sulle più innalza sulla su» foce le arene e le acque
famose q inondazioni dali4c)5 al 174^, mediterranee, o piove il cielo dirotto, ed
misurale sopra il pelo ordinario deli'ac- i venli del mezzogiorno rompono per le
I ?.G TE V T E V
nionlngne tulli i gran g<'li, e f.miio scor- topo>ta, la I culle più veloce, onde lorn t

rere imineiisi li({ui(.li nel suo letto, dalut a searicnrseiie quanta ne viene. Però iu
tdciò dei ivano le inondazioni. Ili.°di tali q lesto alzarsi, quella vicino allo sbuco
fenomeni, eioè la resistenza dell'acque sal- serve d' mi nuo^o ostacolo che
all' altra
se alle dolci, può onde il Te- essere can>;;i viene aitprcNSo; la quale pur conviene che
vere non tra-corr.T. e perciò può inipedi- pi-iC!Ò s' alzi di più, e così distendendosi
re che quando le sue acque nouo altissi- l'i (Tetto del rigurgito a una gran distanza
me, queste sgonil)rino immantinente, e dallo sbocco, (piando la peutlenza sia pic-
\adano velocemente al consueto destino, cola, come
nel Tevere è piccolissima da
ma non è causa dell'inondazione delle me- Roma mare, avviene l'inondazione dtl
al
desime; perchè quando fosic così e (|uan- Tevere. Aggiungasi la forza altresì d'un
do il Tevere soverchiasse le sponde per un vento contrario, che spirando lungo lasu-
impedimento dell' uscila, le acque rista- perfìcie fiume incanti quasi il [)elo
ilei ,

gnerebbero ahneno, né trarrebbero seco delle sue acque e le respinga increspan-


loro le travi con impeto repentino; e l'A- dole, si concluderà che il non aver felice
iiiene prima di [)recipitarsi d.i Tivoli non esito sia cagione d'una maggior durata,
si dilaterebbe , come quasi simultanea- alla (piantila di quelle acque che non ven-
inenle suol faie, per le terree pegli am- gono se non dal cielo, e dalle disfille ne-
pi sassi, il p.Boscovich, profondo matema- vi e da'inonli. Laonde l'inondazioni del
tico, .<;pedilo due volle ad esaminar tali Tevere si devono altribuiie all'eccessive
sorgenti, .scrisse al cardinal Camerlengo, pioggie, mentre la loro ilurala e l'alzata
che allora soprintendeva allamirina e ai dipendono da' venti meridionali e dal ma-
fiumi. Non essere l'inimico vento la cau- re, .afferma il p. Boscovich, che nel tem-
sa, né le dilììcoltà dello sbocco; queste co- po in cui faceva le sue osservazioni e con-
se concorrere a manlcner l'inondazione templava il fenomeno, e mentre era asse-
vieppiù, ma propriamente derivale l'inon- diato dall'acque, vide manifestamente cre-
dazione dalle dirottissime e prolungale scere e scemare l'inondazione, col volta-
pioggie(il che di ho sempre osserva-
fìitlo re il vento verso le parti australi e alzarsi
lo anche io), che scendono a torrenti an- l'onde; all'opposto vide soflìar da terra e
co da'mcnti, e allora s'alzano le acque, il spianare il mare. Nel memorabile gionn»
Tevere gonfia il corso e quasi a cima del- per /ìo.'/?r/ (^ .), in cui furono gettali nel
le sue rive le naturali acque congiunge. Tevere i gemelli Romolo e Remo, che poi
l'iove a mezzogiorno mai sempre, il caldo la fondarono, é fama che l'acque traboc-
sofTiodel venloscioglieigcii e le nevi, man- cassero ne'piani, e che i bambini piegan-
cia a pie del monte lant'acqu che riem- i do al di là della riva, ritirandosi subito
pie le valli, ivi il Tevere straripa e sboc- il fiume, rimasero in secco presso il Vela-
ca allagando i cajnpi e i [)aesi. Se colle li- bro alle radici del Monte Palnlinoj quin-
Ijecciate e colle sciroccate gagliarde il vo- di una lui»a calata a bere dalle colline,
hmie lìume rum entra libero e intero
de! corse pietosa al vagire loro e appressan-
Sotto il peso dell'accpie marine, allora l'i- dosi colle maraiuelle gli allattò. Egli è per
nondazione maggioriìiente elevasi, conti- (piesta tradizione meravigliosa, ehe il Te-
nua e si fa universale. Per cui dice il [>. vere personificato dall'iconologia, si rap-
Loscovich, I' acqua trovando dilììcoltà a presenta quale in principio Io descrissi, a-

uscire perde la sua velocità minore, socn- venie accoltola famosa lupa, co'poiten-
ininislrandola sorgente più acqua di quel- t(jsi gemelli. Fatti adulti, lo zio Numilo-
lache si scarica in mare, subitauienle si re re d'Mb» Longa (di cui a L\zio), die
allagherebbe ogni cosa. .Ma fiallanfo l'ac a'gemelli nipoti alcine boi-gate lungo il

qua alzandosi e premendo di più la sol- Tevere, le quali poi essendosi auuicni.i-
T E\ TEV ,27
te, pn:ve coiivenÌLMUf aTratelIi di fonda zio. Ivifamoso fu puic il Iago di Giulur-
II' mia cillìi pressoi! luogo ève bambini na, presso il Te/npio di Castore e Poi-
t'iaiio siali raccolti, vicino al fiume. In- l ice. Da questi cennidunque ricavasi, che
sorta disputa tra loro, Romolo uccise il i |)rimitivi romani sin tlalla fondazione
fratello, e allanuova città die il proprio da'piimoidi dell'ingramlimentodiRoina,
nome, formandola con circondare (h Mn- si videro cinti da un fiume, da stagni e
777, aperte da 3 Porte, il solo Jfo/i.tc Pa- (lapalude. Ma non vitlero il j)adre Te-
Ialino, presso il fiume, gli stagni e la pa- bro venire co'suoi xortici nell'abitato, al-
lude. Mentre Romolo faceva la rassegna lagarci templi e le vie, consumarne le fon-
delle truppe in mezzo a un ori ibi le tem- damenta, scompaginarne rovinosamen-
e

porale, fu ucciso presso la palude ("iiprea, te le pietre. 1 consoli romani C.neo C,e-

firmata da'depositi lasciati dal fiume in nuzio ed Emilio ÌMamerronel 890 di R.O-
qnalclie escrescenza, con ristagni d'acque, ma, se Tito Livio non ha conosciuto le
e dipoi fu colmata. Si questiona sul silo precedenti inondazioni, narra nel lib.
7,
dtlla palude Caprea, e propendesi pe'din- ch'essi furono i primi a vedere t danni, la

torni del Tenijìio del Paulìieoii, die tut- violenza e l'imponente (orza ileiracf|ue
tora rimane la parie più bassa di Roma, tiberine, che allagarono tutta la ciltà. Nel-
come fan prova gli allagamenti quasi an- lospavento,stimandogli Dei irati, i conso-
nuali del fiume. E si vuole che per tale li istituirono nuovi sagrifizi, e poi procu-
tradizione Agrippa eresse il sontuoso edi- rarono ristorarne daiineggiamenli. An- i

fìzio e le contigue Terme (I .).Y\e. Anco licameiile il freddo di Lvoiiui era molto
Marzio Cosimi il suddt;llo porto alla foce |)ÌLi intenso di quello che proviamo nel-
del Tevere, peiciò detto Ostia; e Taripn- l'inverno, poichèsi app' ende daLi vio, lib.

iiio Prisco che gli successe diseccò la pa- 5,1 3, che nello stesso secolo Urbino l'an-

lude del Velabio, coll'arginare il fiume no 356 fu memorabile pel fieddo e ne-
e inalveare le acque sorgenti e le pluvia- voso inverno, sicché le strade eianochiu-
li nelle cloache, perciò cominciò la costru- se e il Tevere innavigabile. E nell'anno
zione dflla cloaca Massima, e al Tevere 482 pel fredilo gelò similmente il Te^'e-
fece quell'argine di grandi massi, detto re, perirono armenti per mancanza di pa-
i:iilehrìfm Utiis. Così pel diseccaraento scolo, e si sccc irono molti alberi, come «si

del Velabro che inondava le valli inter- ha diìFì-e\ufilì,SujK'jl./idLii'i:;nì,\\\). i5,5.


medie Monti Palatino, Aventino e Ca-
ai Orosio racconta lai." inondazione di R.o-
pitolino, mediante la mirabde costruzio- ma nel suo anno 5 12, in cui i littori ve-

ne dell'ampia tioaca Massima; e per aver gliando sull'avanzamento acque ne <leir


nstreìto 1' aeque del fiume, che da que- notavano gradi deirallagaincnlo Al tem-
i

sto lato solevano maggiormente inonda- po de' consoli Q. Faliio Massiaio e M.


re le dette valli, restarono difese le s[i()ti- M ocello nel 5'>6 di Roma, a! nascer del'
dc con argini composti di grandi ma^•i di la luna Tevere inondòtutta la ciltà, som-
il

pietra tagliala, onde ilalla bellezza della uierse le case,i templi, uomini e animali,
ripa e dal comodo che ne provenne fu del- i vigili annunziando con voce alta le ore

la bel lido. La palude del Velabro [irima per rimarcare il progresso dell'acque in-
del diseccamento impediva ia couiuniia- vadilrici, le quali si ostinarono sino al gior-
zione tra'detti monti, e peraudarvi occor- no. EiiLroj)io si vuole clie parli d'iin'inon-
reva la l)arca. Loslaguo che avea [)reso ilazione del ^Sg; bensì Livio ;dtra ne re-
il nome di lago Curzio, per l'avvenuto gistra nel 540, nel lib. 1^. Il p. Riccioli

a Mezio Curzio nella pugna co'sabini, si gesuita che nel l. 3,lnd. 3 della sua Cro-
narra che portentosamente poi si chiiise, i.oicgia, riporta l'inondazioni del Teve-
quando si gettò nella voragine Marco Cur- re, per !a i
."
registrò quella del 890 ossia
-

128 TEV TE V
364 8""' avonli di Gesù Crislo; per la là, e die dessa fosse con sagrlfizì solen-
2.' quello del 54o,coiiispoiidL*nle all'an- nemente purificata con Litslrazinni. Dice
no 1 i4 prima della venuta del Salvato- l'Ai veri, che il Tevere 1 1 volte uscì dal suo
re. Essendo consoli A. Cotta e C. Servi- letto, e rovinò il ponte Sublicio, e ne fra-
Jio, nell'anno di Roma 54>>, dicono il
p. nò altro, ed un gran sasso slaccalosi dal-
liiccioli e l'Alveri, che il Tevere crebbe le falde di Campidoglio uccise molli. Inon-
a tanta allezza, che circondò i monti del- dati i luoghi suburbani, spogliò i pecori-
Ja città, per cui fu ordinato a'saceidoli li e rovinò molte campagne. Livio nel lib.

du'religiosi romani, [)er


9 giorni che fa- 38 sembra che piuttosto al 565 riporti
cessero sagrifìzi agli Dei. Livio nel lib. 3o le 12 mentovale inondazioni, ne' luoghi
descrive, che nel 552 di Roma, quando bassi e nel Campo Marzo della città. In-
Cartagine ribellò, molti prodigi apparve- di nel 5qai il Tevere di sotto al fondo ri-

ro per la campagna di Roma, fra'quali per mescolò le sue arene, venne alla cima vor-
le dirotte pioggie sorse il Tevere in ogni ticoso e ondoso, sboccò e sparse l'acque
sponda, entrò con violenza nella città, per l'abitato, e servì più tardi per tema
riempi il Ciico Massimo, per cui gli spet- a Virgilio nelle sue sublimi visioni. Al-
tacoli e le allegrie che ivi si celebravano trettanto fece nel 65 1 . Sul finire del VII
a onore d'Apollo, si trasferirono fuori di secolo della repubblica, il senato si occupò
Porta Collina. Nel 557 Ro'"a i'"'» f"-
*-'' singolarmente di far separare le proprie-
riosa inondazione del Tevere devastò le tà pubbliche dalle privale ne" terreni in
biade e i raccolti: altrettanto fece nel 5 58 città e campagna; de' quali limili spesso
e nel 55f). In quest'ultiiua, riconosciuta se ne trovarono testimonianze nelle lapi-
anco dal p. Riccioli, dichiara l'Alveri, che di scritte. In particolare si ebbe cura del-

il Tevere si alzò talmente, che rovinò la le sponde del Tevere, sulle quali con se-

Porla Flaminia e molti edifizi per tutta natus-cousulto si fece fissare a ogni data
Ja città, onde furono rinnovati sagri fi i distanza de'cippi o termini di travertino
zi novendiali e consultati i libri SibilU- per segnare i confini de'lerreni adiacen-
iii. In questa inondazione e nella seguen- ti, in modo che restasse ad ima buona di-
te che dirò, assai patirono gli edifizi del- stanza libera la sponda del fiume per uso
Ja contrada Argilelo,.Y<'/«/«.v.//v:;77t'//,per- pubblico. Da uno di questi termini del
chè prossima al fiume e in silo basso, ov'e- 607 con iscrizione scoperto di là dal Pon-
ra la Porta Flumi'iitdna del recinto di te Molle, si riconosce la larghezza del fiu-

Tullio Ostilio, così detta come vicina al me presso a poco l'attuale, ma l'altezza
fiume e presso la rupe Tarpeia, chiama- della sponda assai maggiore; prova ancor
ta anche Porla Argiletana, contrada del- questa, secondo il riferito nel n.''44'J^''

le più frequentate di lioma antica, cioè le Notizie del idioma di Roma del 1819,
nella direzione della via di Ponte Rotto che si è alzato il letto del fiume e in pro-

ol'alalino. Nel 56 narra Livio, lib. 35. 9,


1 porzione le terre adiacenti, ed ivi si leg-

il censore C. Cornelio Celego fece il no- ge la detta lapide. Se Virgilio potè aver
\erode"ciltadinifheainmontòa 43,704» 1
inteso narrare l'inondazione del 592, ben-
e il fìtune traboccando allagò tulli pia- i sì vide quella sotto Augusto nel 781 di
ni di Roma : Livio dice acitidc in^cìilcs Pioraa, e da Dione Cassio descritta. Quan-
vaainiofitcrunt. Crollarono varie fabbri- do romani imputarono a Livia moglie
i

che alla Poi la Flumentana circonvicine, d' Augusto la morie del nipote Marcel-
e la Celimontana fu percossa dal fulmi- lo, l'intemperie della stagione la scusò e
ne. Vari altri fenomeni avvenuti sull'A- mise forti dubbi nelle opposizioni, per-
ventino, a Lanuvio, all'Alicia mossero il chè l'aria era contaminata e molla gen-
senato a ordinare supplicazioni nella cil- te moriva. Il Tevere veonc fuori dal suo
TE V TEV .29
lello alìbondiinte e altiero, il che super- per mezzo di uomini di grande ingegno,
sliziosainente predissero gli augtiii per es- di scavargli una doppia uscita, ciò ch'egli

sere capitato e foituilameiite restalo un aCapo due rami eseguì, proseguendo il ca-
lupo nella città. Cadde il ponte Sid)licio, nale suo fino alla foce di Fiumicino, e fu
e per 3 giorni lioma piena d'acqua fu (pia- chiamataFossaT'raiana.Neli iQenel 27 i

si navigabile. Nel 744*^'' Rooja l'inonda- vide Adriano due voluminose sortile del
zionefececadere il Teinpiodi Pesta, tras- fituiie: nella i." fu dubitalo che Pioiaa re-
se in rovina l'antica abitazione di re Nu- stasse lutla sommersa;nella 1." furono ab-
ma, la quale congiunta al tempio forma- battuti molti edifizi della città: pare che
\a come un portico alle vestali ivi stabi- anco neli 32 Adriano rivedesse questo ec-
lite per la conservazione del fuoco sagro. cidio.Essendo imperatoi'e Antonino, per
Questo era il tempio alla falda del l^a- l'inondazione del tSg, egli sparse straor-
latino verso il Velabro, e diverso dalie- dinarie beneficenze sul popolo: il disastro
sistente rotondo Tempio di T està sul Te- si ripetè neli4i e neh 5 1, come pure nel
vere. Ndjby con buone ragioni crede che j6i , segnalando l'anno della morte di
il guasto fallo al tempio e alla reggia di quell'egregio imperatore. Molti scrittori
JVuma, ambedue poi consumati nell'in- registrano l'inondazione del 228 con a-
cendio Neroniano, sia stato operalo dal- nacronismo sotto Marc'Aurelio, il quale
le piecedenli inondazioni del ySo e 781 era morto nei 180. P>egnava Alessandro
di Pioma, Severo, e perciò a lui si debbono attri-
Nell'anno seguente alla nascita di Ge- buire il merito della riedificazione delle
sù Cristo e 2.° di nostra, il Tevere inondò diroccale case sul fiume, ed il ripurgo
tutta la citlà con grandissima strage de- dell'alveo del Tevere eh' erasi riempito.
gli abitanti, per cui Augusto e il suo ge- L' Al veri, che pure nomina M. Aurelio,
nero Agrippa assunsero la magistratura dice che l'inondazione fu più terribile del-
di curatoli, e fecero quanto di già notai. le precedenti. Dopo il 268 sotto Gallieno,
Negli ultimi anni dell'impero d'Augusto e quindi sotto Macrino, il Tevere uscì dal
un'inondazione assab la città, e fra gli e- suo letto, e nel 268 in tempo del i.*' l'Ai
difiziche rovinò fu il ponte che il succes- veri registra una pestilenza di Pcoma; ed
sore Tiberio poi rifabbricò. Nell'anno 20 altro contagio nel 3 5, regnando Costalii
-

essendosi allagata la città sotto Tiberio, tino I che ridonò la pace alla Chiesa, e
fu decretato in senato che si chiamasse- partendo poi da Pioraa preparò il seggio
ro uomini periti, che rimovessero per l'av- della sovranità lempoiale a'Fapi.Nel 867
venire la cagione di simdi danni. Nel 4l nel pontificato di s. Damaso I grandissi-
a tempo di Claudio fuwi altra inonda- ma fu l'escrescenza del Tevere, e forse la

zione; la quale si rinnovò regnando Ne- maggiore di tulle le precedenti. Nel 4' i

rone nel 56, divenendo Pioma quasi tut- sedendo l'apa s. Innocenzo I l'inondazio-
ta navigabile, rovinando il ponte Subli- ne afflisse romani gli edifizi restarono
i :

cio ch'era stato rifatto di legno, e pe'ri- tanto danneggiali, che si temeva di reca-
stagni paludosi lasciati nella città vi fu re soccorso agli assediali dalle acque.L'Al-
pestilenza. Nel Q'Ò circa sotto Vilellio la veri riporta 1' inondazione ilei 497 sotto
veemenza dell'acque produsse gravi dan- s. Anastasio 11, e la peste che si rimiovò
ni. Più violenta ruisci nel 77 l'inondazio- nel 023 nel pontificato di s. Ormisda. Si-
ne all'epoca di Vespasiano, allagando le no al555 non vi sono memorie che del-
strade e i piani della città. Sotto il figlio la già deplorata sotto Papa Pelagio I, che
Domiziano nell'US. Il Tevere nel io5 al- supei ò mura della città (quando si par-
le

lagando le campagne e Pioma, fece conce- la di mura superate dall'acque del Teve-

pire all'ottimo principe Traiano l'idea, re, iocredo doversi intendere le mura dei
VOL. LXXV. 9
. 3o TE V T E \^

'uoglii bns^i le mura meno alte, ovve- le fu difeso dal dottissimo Fea iìe!le3'o-
ro le mura che forlifìcnvano eargiiiava- {clic (lei Tn'crc. Cittadino e nobilissimo
uo le sponde del fiume, il che è più pro- romano e illuminalo, già pieloie urba-
liahile) e fu segnila dalla peste; pr)icliè no, s. Gregorio I sapeva bene le leggi ri-

iiarra l'Alveri che dal mare s'inlrfxlnsse gorose per tener nello e piofondo il let-

in Roma nn dragone con una moliitndi- to del Tevere, in mezzo a un popolo sem-
ne di serpenti, i quali restando ne'vicini pre allaccatissimo alla conservazione dei
lidi e corrompendo l'aria generarono u- pubblici ornamenti della patria, d'anti-
na spietata pestilenza. Nel ^70,essendo Pa- chità e di belle arti, e sotto un impera-
pa Giovanni I II. rinondazione rovino gì an tore iracondo qual era Maurizio. Invece
parte degli edifizi; nel 586 a tempo di Pe- s. Gregorio I passando per le fabbriche
lagio 11, si rinnovò, per i diluvi d'accpia sonluo^e e Tempio di Troiano (7 .), nel-
caduta, che sembravano aperte lecalaral- i'ammirarle, si muoveva a pietà di (piel-
te del cielo; e l'annalista RinaUli all'an- l'impcralore, pensando alla sua anima, il

no 5Sc) diceche fu sterminala eseguila Papa non si occupava che a provvedere


dalla peste, mentre s. Grrgoi io di Tnui s il popolo di gì ai!o e d'altri capi di sussi-

la descrive avvenuta nel novembre 588 slenza, a risjircii e le mura della città , a
(daquantoleggonel Fea, questa pare una difenderla da'liingobnrdi per 6 mesi, co-
T." inondazione), e con tanla abbondanza me padre esovrano di fitlo;giainmai pen-
d acqua, che caddero gli antichi edifizi, ed sò allo spoglio d' infiniti monumenti, a-
ntterrati granai della chiesa romana, an-
i vanzi della roQiana grandezza, ed all'i-
darono a male alcune migliaia di moggia gnobile idea di nietlerli soli' acqua, do-

di fiumenlo. La peste il santo i'altribui- poché l'aveano risparmiali barbari nel- i

sce ad una moltitudine di biscie, con un la generale distruzione che operarono in

dragone gì osso come un grande trave, che Roma. Fu mos'^o il Fea a pubblicare le
dal liume portato al maie, essendosi af- No^'illc del T'ri'f/r,che V Elfhiwridi let-
fogali dall'acqua salsa furono ributtati al terarie di Roma del 182 2, t. g, p. i2r,
lido, e quindi produssero incontanente la chiama breve trasunlodi più antico e'piìi
luorìa delta dell'anguinaia, e il Papa stes- dotto lavoro dell'autore e inserito già nel-
so ne fu vittima. Osserva il Rinaldi che la Disscrt. xtdle roviiìe di Hnnia, e. solo
per dragone deve intendere un gran .ser-
si pubblicate nuovamente per disinganna-
pente boa, della quale specie lalvolla se re il bel sogno caduto in mente d'alcuno,
ne videro ue'Iuoghi vicini al Tevere. An- di pescare cioè nel letto del levere le im-
ihe Papa s. Gregorio I del ScjO parla di mense ricchezze che vi sup[)ose giacenti,
delta inondazione, che passò sopra le mu- sì di arte e SI di tesori. Perciò l'onesto Fea,
ra di Roma e gran paese allagò, e dell'm- (piai commissario dell'antichità di Roma,
lezione spaventevole. Calunniato s. Gie- levò alto la voce contro quelle vantazio-

gorio i da alcuni scrittori, i quali preten -


ni di ciurmatori, cui animi eiansi riscal-
i

dono essere stato autore della dislriizio- dali dall'avidità de! bottino, ed a suo luo-
ne de'monumenti dell'aite pagana, ed'a- go ne riparlerò. Quanto all'inondazione
>er fallo gettare nel Tevere le statue e al- del 586, riferisce mg."^ Nicolai che per ,

ti e sculture gentilesche, mallraltando gli le strabocchevoli pioggie patirono inon-


«•dilizi pubblici donde le tolse, [)ercli('' i dazioni quasi tulli i paesi d'Italia; il Te-
[>ellegiini che venivano in Roma a visiia- vere passò sopra le mura di Roma e som-
lei luoghi sniilij non si occu|)assero di ta- merse le più grandi regioni, rovinando le

li magnifiche curiosilìi profuie e l.ilvolla pioggie anche il territorio Pontino. Altra


scandalc>se, diviigfindosi dalla flivo7Ìone inondazione rin)arcabile non troxosinoa'
verso i sepolcri de'ss. Martiri, validamen- 685 sotto s.Cenedello 1 1, la qua
primi del •
T E V T E V . 1

le alliigò Ptoma con danno notabile degli il Tevereda'snoi termini per la porta Fla-
;i!jÌ1;uiIì, iquali commiseralid;d Papafii- oiinia,che levò da'fondamenti e la menò
roiio da lui con ogni cai ita aiutati e sol- sino all'arco delle 3 Favinelle (lo descris
levali dal miseio vivere in cui erano ca- si nel voi. L, p. 7^, e sorgeva innanzi il

duti. Ne! 7 I 7 nel pontificato di s.Grego- pa!a7Z0 Fi.nio), e trapassò in alcuni luo
rio 11, da cui poi incominciò la Sovrani- ghi sopra le mura, e ingorgando oltre la
tà deroìnanìPontcfi(i(T'.),%\ allagò per basilica di s. Marco, si diramò pel porti

5, ovvero come vuole ['latina per 7 gior- co Palatino e fece rovinare il ponte d'z\u
ni, tutto il piano della cillìi all'aUe/^ad'iìn tonino (poi Sisto), poi tomo nel suo letto.
uomo, con gran patimento degli assedia- Crebbe l'acqua nella via Lata piti di due
ti dall'acque, olire quello degli edifizi e stature, e allagò dal ponte di s. Pietro fi-

dellacampagna, incedendosi per la vasta no a ponte IMilvio, atterrò case, abbattè


Pioma navigando; indi fu pure misera- e diveise nellacampagna gli alberi, e se
iiiente dal contagio travagliata. Narra Ri- non cessava l'inondazione in breve sovra-
naldi, che l'inondazione entrò [)er la por- stava una gran tribolazione. Or mentre
ta Flaminia e in alcuni luoghi passò so- il fiume scorreva per Roma, come se la
pra muri che fortificavano la riva del
i città tutta fosse stato suo letto, persisten-
fiume si propagò per le piazze oltre la
; do Adriano I in umile e divota orazione,
basilica di s. Marco; per cui nella via La- il Signore l'esaudì, e dopo 3 giorni tanta

la l'acqua si alzò una misura e mezza, e calamità cessò, sebbene l'acrpia per altri

comprese ogni cosa dalla parte di s. Fie- dì tenne la città impedita, nel qual tem-
li o sino a ponte Molle. Atterrò case,sra- po Io stesso Papa somministrò colle bar-
ilicò alberi, gmisiò !a campagna e fece più che il sostentatnenloagliabitanli nella via
altri danni. L'acqua tenne allagata R.o- Lata, i quali non potevano uscire di casa.
ina 7 d"), facendosi intanto dal Papa con- L'Alveri descrivendo le chiese di s. Maria
tinue orazioni e processioni; di che mos- della Torre, di s. Cecilia, di s. Giovau
so a compassione Dio, fece tornare il fiu- Ili de'genovesi, di s. Salvatore al Ponte,
me entro al proprio letto. Nel 725 pari- ed altre del rione di Trastevere e vicino
menti governando s. Gregorio II, il fiume al Tevere, riferisce che s. Leone IV nel
debordò per la città e vi restò una setti- r848, volendo render sicura quella par-
mana. Alcuni scrittori confusero parti- i ie di Pioma da'nemici, massime Sarace-

colari di questa colla precedente inonda- Ili, colla fabbrica di diverse torri in vari
zione. Nel 7 78, regnando Adriano!, il Te- siti delle sponde del Tevere conegual di-
vere dirupò coll'allezza dell'acque di nuo- stanza e corrispondenti alla riva opposta,
vo la porta Flaminia da' fondamenti, e diverse ne edificò con catene grossissime
allogò in un momento la città : rovi- })er chiudere il passo a coloiocbe infesta-
nò molte fabbriche e il ponte Sublicio. vano Roma
con continue scorrerie anche
Grande fu la carità del Papa, perchè col- sul Tevere. La città ne intese gran sollie-
le diligenze da lui usate provvide all'an- vo, ma dopoché fu purgata la spiaggia
gustie in che si trovavano i romani. Indi marittioja da ogni nemica nazione, sia
Adriano Riaffililo nel 780 in veder Ro-
I con altre toni, sia colla marina militare
ma dominata dall'influsso di maligno che andavano Papi arniandoe perfezio-
i

contagio. Inoltre a suo tempo, trovo nel nando, principalmentcda Giovanni VII!
Lenglet, Tavolette cronologiche, che nel in poi(come riportai altiove, mentre ne!
791 Tevere inon<lò e sommerse mol-
il vol.LXlX.p. 81 6271 notai perchè Gio- ,

le case della città: dal Platina apprendo vanni Vili si sottomise di pagare tributo
che l'inondazione fu grande e durò 3 gior- a'saraceni, dal quale si sottrasse dopo a-
ni. Il Rinaldi dice che nel dicembre usci verpel i.°tra'Papi armato un regolare na-
,32 TEV T E V
\ig!io), le toni sul Tevere rimasero nb- minciò a chiamare s. Bartolomeo, e rpie-
bniidonale, disabitate, sprovviste ili ripa- slo stabilmente prefalse. Nel i ')7 inon- 1

1 i, e (ìnirono col cadere o con essere u- dando grandemente il Tevere, fu il corpo


nile ad altre fabbriche. Lo slesso llinab di s. Bartolomeo trasportato dalle acque
di all'anno 856, governando Benedetto eritiovnto in una chiesa antica della stes-
111, racconta che a"6 gennaio crebbe tan- sa i^ola, lutto intero e senz'aver soilerto,

to il Tevere che nsii da' suoi termini, e e fu restituito alla sua chiesa. Tale mira-
allagò Roma e la campagna, atterrando colosi rinnovò nell'inondazione del 1 5c)8,

case e guastando biade, abbattendo e di- nella quale l'acqua che cingeva l'arca del
vellendogli alberi. A ore o i salì sulla chie- corpo di s. Bartolomeo, non si accostò mai
sa di s. Agata, copri quella di s. Silvestro, per alcuni palmi. Anticamente nell'isola

inondò hi pia7.7a della via Lata e nella sua Tiberina vi era la chiesa di s. Giovanni
basilica di s. Rlaria s' introdusse. Ascese Battista, che bruciata da' vandali nel4ì5,

poi al clivo Argentario, e coprì il porti- rif-ibbricòPietro vescovo di Porto del46j>


co Marco. R.itiratosi il Tevere nel suo
di s. cioè nel sito ove poi fu edificat-i la chie-
letto, per la grande umidità lasciata, poi sa di Giovanni Calibita: eravi pure ni-
s.

venne la peste, che durò lungamente, pro- tra chiesa in onore di s. Maria, secondo
ducendo febbri e turando con flussione il Gaetani, ma confutato dal p. Casimiro
lei gola, levava prestamente la vita, onde da Roma, ìMeinoric islorielic delle cìiic-
vi fu gran mortalità. Nell'istesso anno un se della provìncia romana, cap, 1 Del' 1 :

Terremoto (T .) scosse tutta la superfi- la chiesa e del com'cnto di s. Bartolo-


cie della terra. Di più leggo in Rinaldi, meo neir Isola di Roma, il quale bensì
che sotto s. Nicolò I il Tevere crescendo afferma che vi fu altra e diversa chiesa di
tlisordinatanientesi spande dentro e fuo- s. Maria con monastero di monache be-
li di Roma
a'3o ottobre e a'27 dicem- nedettine. Altre inondazioni non si tro-

bre 860 con giandissimo danno, quasi co- vano registrate sino a quella del pontifi-
me l'inondazione accaduta in tempo del calo d'Onorio 111, per la furia delinqua-
predecessore Renedetto 111. 11 Papa non le cadde il ponte Palatino o Emilio, poi
lasciò di apportare i rimedi conforme al dello Rotto. Regnando l'immediato suc-
bisogno. Deplorai nelle biografie de'Fapi cessore Gregorio IX, nel 1229 il Tevere
Farinoso eStefano ^ //.l'inauditoebar- inondò la città di maniera che si dubitò se

barooltraggiochequesti fece a quello; do- dovesse restare sommersa,imperocchè Id-


po averne vilipeso il cadavere lo fece get- dio era sdegnalo contro i romani ribelli al

tare nel Tevere nell'SQG. Eletto nell'i^gS Papa,che a veanocostrettodi ritirarsi aPe-
Tror/o/o //e ritrovato da'pescatori il cor- rugia. L'annalista Rinaldi parla di questo
po di Formoso, lo restituì alla basilica Va- manifesto castigo e del gran diluvio d'ac-
ticana venendo salutalo col capo chino
, qua che produsse la sterminata inonda-
dalle Immagini che stavano nelle nicchie zione, cuuprendo sino tetti di molte ca-
i

del tempio, IS'el (jjS il contagio afflisse gli se, onde parecchie persone alfogarono, e

abitanti di Roma, e ripullulò nel ioo3. assai animali si annegarono, con immen-
Narra il p. Severano a p. 822, che nell'i- si guasti della campagna. Né con questi

sola Tiberina l'imperatore Ottone 111 e- mali ebberofìnelecalamilà, perchè il fiu-

dificò la chiesa di s. Adalberto e vi pose me lasciò nella città una immensa quiiii-

un suo braccio, e da Benevento preso il grandissime serpi, che morendo e


tità di

corpo di s. Bartolomeo apostolo e lascia- corrompendosi, infestarono l'atmosfera di


ta la sua pelle in quella città, e insieme pestifero morbo che fece Dìoltissime vit-
al corpo di s. Paolino vescovo, li portò in time umane e di bestie. Umiliali roma- i

Roma in della sua chiesa, la quale si co- ni invocarono perdono al Papa, e lo sup-
TE V TEV i33
plicarono a ritornale fra loro; ed egli be- celebri vej'si, vivente e dopo morta, che
nignauienlegli esaiiLPi.e donò loro gi'au- fu di peste nel 1348, nel giorno aimiver-
dissiuiaquanfilùdi fnnnenlo.Mi pare esa- sario in cui suo fervente e costante a-
il

gerato il riferito dall'Alveri, ciie la peste niante 1' avea veduta per la 1.' volta. Pe-
fu s'i atroce, che delie io parti degli uo- traica dovè soffocare un impuro amoi'e
mini, una ne lasciò in 280, go-
vita. iNel i senza speranza, sfogandolo colla sublime
vernando Nicolò li l,il Tevere crebbequa- sua poesia. Poiché Laui-a, sebbene in se-
siall'ullirao segno con gran danno e spa- greto lusingata dagl'incensi del poeta, e
vento de'roiuani, poi travagliati dal con- dalla rinomanza perciò piopagatasi dal-
tagio: l'acqua entrata nel Pantheon, ora l'ammiratrice Europa pe' versi del som-
Chiesa di .V. Maria ad Martyrcs, salì più mo vate, l'amoie de'suoi doveri pieval-
di 4 piedi all'altare maggiore, per tanta se,e la cura di sua reputazione trionfò sem-
altezza superando il pavimento. Dopoché pre tlella sua vanità. Le rese luminosa
a'5 giugno! 3o5 fu eletto il francese Cle- giustizia Io stesso Peliai'ca,nariandoi vari
mente V di Guascogna, avvenne il fatale suoi sforzi per sedurla, e quelli cui fece e-
alla Chiesa eali'llalia trasferimento della ziandio inutdmente per combatteie e per
residenza pontifìcia in Francia (non mai soffocare il suo cieco trasporlo. Un tempo
\aScde apostolica, come impropriamen- Petrarca per diaienticarla o per piangere
te vollero esprimersi taluni: la Cattedra isuoi amori, soggiornò nel vdlaggto di
di s. Pietro giammai fu trasportata da Valchiusa presso Avignone, accanto alla
Roma sua propria e vera sede, in niun'al- famigerata per bellezze natui-ali e solita-
tra parte), e poi in Avignone in Proven- ria fontana di Valchiusa, che soige in unn
za, posto sulla riva sinistra del fiume Ro- delle due grandi caverne al basso d'una
dano, che originando nella Svizzera (f' .) montagna, e poi forma il fiuuie Soi'ga,
scorre lungo le sue mura. Prima che il un bi-accio del rpiale attiaversa quasi
nuovo Papa avesse manifestato la strana per mezzo A.viguone. L' accademia d' A-
sua intenzione, di preferire pel ."tra'Pun- 1 vignoneda ultimo ivi fece erigei'e un mo-
teflci le rive selvagge del Rodano, come uuniento in onoi'e del Petrarca e di Lau-
le qualificò lo sdegnalo italiano Petrar- ra. Or dunque, sebbene al Peti-arca fos-

ca ammiratore delle grandezze di Roma, se diletto il soggiorno d' Avignone e lo

a' lidi fortunati del Tevere, 1' avea beu vagheggiasse, italiano e ammiratoi'e del-
penetrata il sagace cardinal Rosso Orsi- le grandezze di Roma, a far cessai'e la ve-
niromano e decano del sagro collegio, dovanza della chiesa romana, procui'ò col-
quando gravemente disse al famoso cardi- la sua miiabile eloquenza e aurei vei'si,

nal di Prato, che tanto avea inlluitoall'e- d'infiammare gli animi de' francesi Gio-
lezione di Clemente V: Joi avete otte- vanni XXII, Benedetto XII e Urbano V,
nuto il vostro intento. Noi vedremo pre- a restituire a Roma la papale residenza.
sto Rodaiiojese io conosco bene igua-
il Teuiporaneamente lo fece Urbano V, ma
seonin per lungo tempo il Tevere non ri- stabilmente e nel «Syy il glorioso Gre-
vedrà i Papi ! Il Petrarca, gran poeta, di gorio XI (a persuasione di que' servi di
spirito repubblicano, era stato condotto Dio che celebrai all' articolo Avignone;,
dal ghibellino padre colla famiglia a sta- e per quelle cause che descrissi a Sede
bilirsi nella contea d'Avignone, ed ivi ai apostolica, a Roma e in divei'si i-elativi
6 aprii»! 327 vide lai. ''volta la bella Lau- articoli), il quale approdando ad Ostia,
ra di Provenza de'signori di Noves, ma- pel Tevere sbarcò a s. Paolo, e trionfan-
ritata ad Ugo Sade dimorante in tal cit- te fece r ingresso in Roma. Uibano VI

tà. Ne restò [)olenlemente appassionato che gli successe nell'infausto iSyS, vide
d'dlecito utuoie, e la iminorlalò co'suoL a'20 settembre il principio del lagrime-
34 TE V T E V
vole Scis/aa, e 1*8 uovenibie Ki sp.tveii' gravi i danni e le uecessità che produsse,
lc\olc iiioiiilazioue del Tevere che si al- e non inferiore la [)rovvidenza pontili-
/'i> IO [jaliiii d;il jj'iaiio della piazza di s. eia, sebbene a tulio non potè rimediale.

Maiia su[jia IWineiva, nella cui facciala Sommerse tulli i luoghi piani della cit-

se ne vede la nietuoiia marmorea. Sic- tà, e poi produsse la peste. Sotto Sisto IV
..onies)i allribuì d nino del fiurne alle o- trovo nelZaccaria,.SVo/7<i lellevnviacVI-
razioni di s. Caleiina di Svezia, coii co lalia^ t. 3, p. 3iI, che nel 1480 per le

suoi storici nel voi. 64, la dis- LXXI, |). 1 pioggia il Tevere rimboccò, inondò cam- i

si avvenuta nel iSyg. A palmi 7 arrivò pi e fece danni. iN'el 149^ a'5 tiicembie
lu delta facciala, come si i'avvi!>a dalla la- Alessandro VI tremenda i-
fu afBitluda

pide, neir inondazione spaventevole del nondazione, che segui a e men- ciel sereno
i4i 2,in cui era inllonia Giovanni XXI II. In; il mare era quieto. Più memorie mar-

^el 1422, regnando Martino V,il Teve- moree si hanno di essa. A s. Giacomo de-
re uscì imponente dal suo letlo, e il Pa- gli spagnuoli in piazza JNavonaj a Castel
pa colla sua canti» accorse a riparare i s.Angelo di palmi 8 e mezzo; alla !\Iiner-
lianni recaliairaflliUaciUà.Kipoi la Can- va di palmi 16 dal snolo; dal livello ordi-
cellieri nelleMciiwiic delle, .ss. Tede, che nario del fiume palmi 23. io; a Piipetta
a'2 iiovendjie i438, sotto Euj^enio IV palmi 24^'"' livello; sulla chiesa di s. Eu-
as>enle, perchè in barca pel Tevere eia stachio palmi 8; al palazzo del cardinal
fui;gilo dagl'insorti romani, perla gran Gaetani palmi 16, secondo Melchiorri,
pioggia crebbe il fiume e die fuoii. iNel- 17 come vuole Alveri; e vicino al palaz-
r.-i/</iOir//ifó(in<|uestoarticolo,ed aPoR zo de Massimi paimiio. Desolò le cam-
TE SANTE nolai cjuando i Papi uà Giubi- paglie e i pecorili, e molti fabbricati at-
lei universali, a motivo delle inondazio- terrò, Nell'articolo Borgia, famiglia nar-
ni del Teveie che impedivano l'accesso rai, che Pier Luigi Dorgia dal suo padie
alla basilica di s. Paolo, vi sostituirono la Aless.indro VI fatto duca di Ueneveiilo
basilica e Chiesa di
Jlaria in TrasLe- s. e signore di Terracina a'y giugno 1
497»
icvr) i4l>o celebrato da Nicolò V, 87 per- pcjco dopo fu ucciso di notte, forse d'or-
sone caddero nel fiume dal ponte s. An- dine del famoso falello Cesare, e getta-
gelo per la calca, nell'andare e tornare to nel Tevere in una chiavica presso Ri-
das. Pietro, e li'ije loro magnifici funerali petla. Il Papa inconsolabile ne fece ripe-

come penitenti che a veaiio trovalo la mor- scare ilcadavere tulio lacero da 3oo pe-
te nell'esercizio della penitenza. Osserva scatori. 11 p. Gallico, De ilincribufi Rorii.
l'Alvei i, che il disastro avvenne per l'an- Pont. p. 6, riferisce che Alessandro VI
gustia del ponte ingombro di casipole che a'i4 uovembrei 497 cavalcò verso Oslia
ne impedivano il transito libero, e che con Scardinali; e poi tornò a Roma pel
molti nella calca perirono calpestati du' fiume in bai ca,ìiòr/ ice adliij)a/n in Trans-
cavalli e dalla moltitudine. Pio 11 neli4'j4 tjberint Urbe Leonina, ubi ascendit e-
partendo da iloma per porsi alla testa (jiaun et cani xu Cardinaliuni vcnien-
lidia crociala navale contro i turchi, a tibus ci obviani per viaia Traiislybcri-
ponte Molle sah iu una barca e approdò nani cquitavit ad Palatiuni. A' 1 2 di-
u Piano e Ouicoli, donde per terra prò- cembre i5i3 Leone X vide la repeoli-
segiù il viaggio pel porto d'Ancona. Uc- iia inondazione del superbo Tevere, re-
gna lido Sisto 1\ 1*8 aprile 1 4? *>, l'^ 'em- cando gravissimi danni, arrivando a 12
[lesla, lolgoii e terreUioli, hera inonda- palmi sulla facciata della IMinerva, ove
zione lece arrivare l'accjua a 8 palmi del e al palazzo Gaetani ne fu posla memo-
la facciata della Minerva, al segno mar ria : la descrisse in versi Luigi Alaman-
uioieo clic hi ricorda. Tu mollo tcmula. ni, A suo tempo fioriva in 1'i.oiua il ma-
TE V TE V 1 3 T

miifico Agostino Chii;/, il quale uella log- tutte si trovavano in deplorabile pover-
g.ettii sul Tevere della Farnesina die 3 tà, e fu cagione che molli per le acque e
regi convili al Papa e a' cardinali e una altri per fame morirono. Certauienlo
la

sontuosa cena, nella quale i piatti d' oro fu una delle maggiori inondazioni, equan-
e d'aigento appena serviti si gettavano to mai affliggeute e calamitosa: forse Ilo
liei fiume, lacculti però da una rete na- ma non sarebbe più,se non s'interponeva
scosta. Il successore Adriano VI, eletto il patrocinio della B. V^ergine. Diverse me-

mentre trovavasi nella Sjjiigua, per ma- morie riportò il Melchiorri, cioè quelle
re apprudò ad Ostia, da dove pel Te- scolpite in marmo alla Minerva colla da-
vere sbarcò a s. Paulo e si portò in Ro- ta del ben teiribileinnulzameuto.e la mi-

ma neli Sii. In tal atuio stette di ghiaccio sura dal livello del fiume palmi 3o.i,e
il Tevere 6 giorni, per modo clie sopra dal suolo palmi 5; a Castel s. Angelo nel
1

|;a->savano molte geuti, almeno verso Pe- torrione a destra palmi 5; a piazza Na- 1

rugia, come riporta il Bianconi nel bel- vonaiy; al porto di Piipetta palmi 3o.6;
l'articolo su Deruta, che si legge a p, 2 i
7, e giunse per anco a coprire l'altare mag-
I. 20 tMÌ'Alba/n di Roma, il Degli Ef- giore della basilica de' ss. XII Apostoli,
fi-tli, Memorie chi Soratte e de luoghi dopodiché ne fi saviamente alzato il pa
confidili, tra le multe notizie.che reca sul vimento. Altra iscrizione riporta Cancel-
Tevere e sua navigazione, a p. 228 dopu lieri nel Mercato a p. 21, collocata nel
nvere riportato il pas>o di Livio: Lisi- palazzo Caffuelli, poi Stoppani, a s. An-
gnis annns hieme gelida, et nivosafuil, drea della Valle. Inoltre il cardinal Auto-
adeo ut viae clausae Tiheris iniiaviga- nio del Monte a vendo fabbricato un pa-
lìilis fiierit. Annona ex convecta copia^ lazzo ove ora sorge il Palazzo B raschi,
nilul mutaK'itj dice che da questo si rac- sopra la testa della statua di Pasquino po-
coglie, la navigazione debba infen-
che se quell'iscrizione che riporta Cancellie-
dersi del Tevere sopra ad Orte, ch'è fa ri a p. I
7 delle Notizie delle due famo-
elle ad agghiacciarsi, massime verso Pe- se statue d'un Fiume e di Patroclo, det-
rugia e Todi, che dopo Orte per la vio- te volgarmente di Mar/brio e di Past/ui-
lenza della iNeraeTeverone non può suc- no, nella quale si rammenta il lagrime-
cedere, il virtuoso e grave Adriano VI, vole sacco di Pioma delijay, pianto (1

indignato dalle Satire (/ .) de' mordaci no d.d Tevere, che colle sue iuonduziom
romani, che si attaccavano al famoso si- giunse 3 anni do()o all' altezza della sta.
nudacro di Pasquino, risolse di furio get- tua di Pasquino. Leggo nel Laurenli,iS'/o-
tare nel Tevere. Però uno de'suoi gli rap- ria della diaconia e monisterodi s. ri-
presentò, che se avesse annegato nel fiu- gata alla Suburra, p.53, che Clemente
me Pasquino, egli si farebbe sentire più VII tornando da Ostia VS ottobre i53o
forte e loquace delle ranocchie dal fondo (ov'era andato a' 4 per prendere i\u po'
delle loro paludi. E che i poeti, per na- d'aria, ma la mancanza de'viveri lo co-
tura maledici, nel luogo del supplizio ogni stiinse al ritorno in Pioma.obblig »to a ca-
cUiuo ne avrebbero celebralo la memo- valcare colla corte sempre coU'acqui al-

ria,con lacerar la fama di chi ordiuò il la pancia de'ca valli, come leggo in .Mium-
supplizio.Governando Clemente Vii l'in- tori), e non potendo portarsi al palazzo

fausto pontificato, 18 ottobre i 53o a ciel Valicano (uè in Castel s. Angelo, per tro-
sereno e fuori d'ogni espettazioue si vide vare tutti i ponti o fracassati o coperti di
improvvisamente alzare \ì Tevere, e cosi acqua), a cagione d'esser la città inonila-
seguitare a grande altezza, cl>e le geuti la dall'escrescenza de! Tevere^ si fermò
non avendo provvisioni da potersi sov- per dae giorni nel palazzo diaconale di
venire, pel recente furioso sacco di Roma,
1 36 T E V T E V
Ili ricordanti riiiondazione furono poste cavallo. Egualmente furono rovinati, la
all'altezza nella quale montarono le ac- chiesa di s. IJartolomeo e il palazzo Gae-
que, cioè as. Giacomo degli spagnuoli in tani o C. tetani; ed 8 mole si allagarono,
piazza rVavona a 7 palmi da terra; sul
i come riporta il diarista Coleinc. Siccojne
cantone della chiesa di s. IMaria sopra Mi- notai con Alveri che l'inondazione venne
nerva; nella piazza del Popolo; e sopra con sereno di luna e senza causa apparen-
la lesta del simulacro di Pasquino, poi te fece navigabile la città, il Grifi la pen-
tolta nella costruzione del palazzo Bia- sa col Bacci, che abbia piovuto a dismi-
schi. Nell'opera, Z.z7t7Y/i'i-'///R7/;. t. 2, leti, sura o sui gioghi dell'Apemiino, o s\A co-
ad Alessandro de' Medici
r.llima, scritta minciamento deTiumi infiuenti nel letto
duca diFirenze e nipote diClemente VII, del Clilunnò e della Paglia, od abbia fat-
si fa ladescrizione del disastro. Il Tevere to grandi e maggiori la Soara, il Pibrio,
si dice cresciuto tantoché andò per tutta il IS'icone, il Nestore, l'Asinno o
Frat- la

Roma, e in alcuni luoghi l'acqua si alzò ta. Se avesse piovuto nella Sabina avreb-
dal piano della strada 8 palmi più alta be gonfiato il Farfa, il Laia, la Foria, il

dell inondazione accaduta sotto Alessan- rivo Licenza, la Fara, l'Iinella. Nell'Um-
dro VI, la quale era stala reputata gran- bria la Triglia, il Carignano, il Topino.
dissima. Le barche navigarono sino alla Perciò potè naturalmenteessere Roma se-
piazza de'ss. XII Apostoli, ed arrivarono rena e gonfiare nondimeno il Tevere. Ne
jinche alle scale di s. Pietro. Quasi tutti fece la lagrimevole descrizione mg."^ Lo-
furono sequestrati nelle case. Il danno fu dovico Gomez, Coiìiincìitaria clt prodi-
grandissimo e sembrò un altro sacco. Si giosis Tyhcris inundatioinbus ab orbe
perde il vino nuovo e una gran quantità condito liscine ad anno i53i , Komae
del vecchio; cos'i il grano, onde subito si i53i. Il lezzo e il puzzo lasciato in tan-
<|uadruplicò nel prezzo, e senza 1' aiuto ti siti sotterranei, produsse poi il contagio,
della Sicilia non si credeva in quell'anno quindi mali sopra mali.
poter vivere. Le biade, gli strami, la le- Paolo HI seguendo gli esempi de'Papi
gna, e un' infinità di roba fu perduta predecessori, occupandosi particolarmen-
guasta, la rapidità dell'itiondazione non te neh 545 dell'importante regolare na-
permettendo salvarla. Portò via il bestia- vigazione del Tevere, della custodia e con-
me e molte persone, che si trovavano in servazione delle sue ripe, e delia vigilanza
luoghi o case basse. Uscito il fiume (.lai la pii.1 esatta su lutlociò che influisce, tan-
letto a'7, crebbe r8,ea'g non si polè pra- to a fare risentire a Roma i larghi bene-
ticale per Roma senza barche : a' 1 o tor- fizi chederivano da questo fiume salu-
le

nò nel suo letto, lasciando le vie e le case tare,quantoa preservarla da'danni else la
in modo spaventevole. Rovinarono suc- sua forza soverchiamente auinentala èca-
cessivamente molle case, altre si puntella- pace arrecarle, riunì in una presidenza ca-
rono, avendo l'accpja scavati i fonilamen- merale tutte le relative ingerenze, e nel-
li, massime nella via Giulia e in Traste- r istituirla la chiamò Prcsiilciiza delle
vere. Cadde un gran fabbricato, e scppel- Jli/M'. Nello stabilire le sue cure, attribu-
li tulle le persone e animali che contene- zioni e giurisdizioni del tribunale,^segul
va. Dappertutto si vedevano rovine. Il fa- le traccie dell'operato dagli stessi impe-
moso ponte Palatino o Senatorio, poscia ra lori, eh e ne' va ri tempi deputarono com-
• tello Rollo, precipitò colla cappella de- missari a'quali adldaiono la cura delle ri-

dicata alla Ij. Vergine, onde puree chia- parazioni e lavori occorrenti al fiume, eil

malo [ionie di s. Maria. Rovinarono i ba- inoltre prollttando dell'esperienza de'se-


stioni di Castel s. Angelo, e solfri il pon- coli perfezionò i metodi precedenleinen la
te Sisto, niun ponte potendosi passare a in uso, e dcleruiinò quanto si appailcuu-.
TE V TEV l^7
va nuova tuagistratura, atlaltnndo
iilla i per notiti assicurati ealtre simili diffeien-
mezzi alle cose, e dicliiaiaiitlo un prelato ze, per condotture marittime, dal quale
[ler piesitleiile.E ({Ili aggi iiiig(iò,cl>e que- si devolve l'appellatione alla camera a-
ste (lisposi'/.iouidierono a tale azienda una poslolica, a quel chierico al quale in di-
maggiore regulaiilà, nell' economico e slnbutione sarà tocco il presiilentato di
nel giudiziai io; indi in iìcguitu si venne Ili|)a e Ripetla, et il medesimo cinetico
nei ò a conoscere, che i rapporti della na- tiene a Ripelta un giudice che ammini-
vigazione del Tevere erano cosi connessi stra giuslitia a'marinari e barcai noli che
colla tesoreria apostolica pel commercio praticano in quel luogo, el il signor car-
e approvigicniamento di Roma, che con- dinal camerlengo destina nel medesimo
sigliavano ad adldtire in vece al prelato luogo, con sua patente, un commissario
Tcsoiìi-ì'v ^cnrì'(iU'{f .) i lavori relativi, sopra le legna, acciò non sia fitto frauda
a/Ilnchèiohsero speditamente esegui li, spe- in piegiuditio de'oompratori."ln appres-
cialmente ne'particolari e tVeipieiiti biso- so il presidentato del tribunale delle ri-

gni di urgenza. Si adottò quindi la sag- pe del Tevere non si esercitò per turno,
gia provvidenza di dividere l'iiicumbenze ma per espressa nomina del Papa. Nella
della presidenza delle ripe, rilasciando ai- Relazione della Corte di Roma delcav.
Ja medesima lu c(jngervazione delle mac- Lunadoro aecrcsciuta da Zaccaria e ,

chie compresene! raggio di i 2 miglia dal- pubblicata nel 774> si legge. » Del chie-
i

l'una all'altra sponda, da Orle fino a Fiu- rico di cantera preside/ite alle Ripe ed
micino, la promulgazione delle leggi re- alle Acque. Un prelato ha la presiden-
lative alla navigazione,e l'attributo di giu- za delle ripe, ed è giudice', ordinario de'
dicare nelle contestazioni propriedel sog- mercanti di legna, carbone, vino, ec. e
getto; e si alìidò a mg.' tesoriere la cura de' n»arinai, che trasportano pel Teve-
del corso dell' ac(|ue e dello spurgo del- re ogni sorta di mercanzie, ed è segreta-
l'alveo, il tiro de'navicelli col mezzo de' rio della congiegazione isliluila per gli, if-

bufali, e la custodia delle ripe dintelli- fari di questo tribunale. Egli mcde>iino
genza con mg.' presidente delle medesi- sopranteiide alla conservazione ilelle fon-
me. Per non interrompere quesl' argo- tane del distretto e della città qual pre-
ntenlo, e non riparlarne che dicendo del sidente ancora dell' acque. Vi è pure la
secolo corrente, qui pure noterò che di- Co/tgrcfiazione dell' acc/ ne (f^-)-" Notai
poi la presidenza delle ripe e del Tevere nel voi. LI V, p.2 i6, che a Fiumicino ter-
fu con ferita ad un prelato Cliicrico dica- minava la giurisdizionedel presiilentedel-
ìiicra {/'.), linchè Benedetto XIV die la le ripe, e cominciava quella del commis-
carica al chierico di camera presidente sario del mare, utlizio esercitato talvolta
dell'acipie, co'titolie giurisdizionedi /vr- da un chierico di camera, tale altra dal
sìdfiitc si'f^i-cliirio delle ripe, ciuò segre- tesoriere. Ritornando a Paolo Ili, ancli'e-
tario del suo tribunale, come leggo nelle gliebbea deplorare rinoiidazionedel Te-
NoLìzie dì Hoiiui a tutto il secolo decorso. vere nell 547 a' I 4 setteuibre, e la me-
Già chierici di cameia nel [xjiitilìcato
i moria die si pose alla Minerva segua i
4
di Clemente Vili esercitavano l'udiziodi palmi: fece incaloolabili d.uini e generali
presidente delle ripe, poiché trovo nel con- rovine. Sotto Paolo IV a'i j selteinbro
temporaneo Lunadoro, Relutlone della 15T7 il Tevere con danni notabili alla-
Carte di Ro;im.» Del camerlengo di Ri- gò Roma, che in parte furono rimossi «lai-
pa. Vi è ancora a Ripa granile un ntae- la provvidenza di quell'accurato e dili-
£trato solito darsi a un gentiluomo roma- gentissimo Papa. Rovinò il ponte Sena-
no sotto il titolo di camerlengo di Ripa, torio in seguito detto Rotto, che Giulio
tiuultì eseiciliij^iuiibdiliuuc fiu'muiiuaii, llldiicceulcavcd rcìluuralo^l'uLqua saU
1 38 TE V T E V
(lai livello del fìuDìe palmi 3o.3, ei4 |J«1- abitanti de' patiti e gravi danni, con ge-
lui dal suolo, come si legge iiell.i iapitie nerosi aiuti. Gregorio XllI si recò a Ci-
della JMiiierva. Dice Casimiro da Ro- il p. vitavecchia coU'inlendiinenlo di formare
ina, the l'inondazioiie rovinò iiotahilmeii- un alveo navigabile pel Tevere, ma per
te nell'isola Tdjeriiia la chiesa e il con- consiglio degl'idraulici ne abbandonò il

vento di s. Bai toloaieo, il cui corpo colle disegno; laonde rivolse le sue cure a ri-

altre relicjuie furono trasferite con solen- stabilire il ponle Senatorio, ora denomi-
i)i>sin)a pompa nella basilica Vaticana, e nalo Rotto. Il meu)orabde pontificato di

poi nella stessa chiesa liportateoon egua- Sisto V fu anche segnalalo dall'inonda-
le solennilà a 27 luglio i5Go. La chiesa zione a'4 novembre 1089, e si ripetè a' 10
perde il baltisterio e molle bellissiuìepit- e I I dello stesso mese, un palmo d'acqua
Iure e musaici, e probabilmente ne avea di piLulcll'inondazionedi Paolo IV, e nella
anche la Imperocché leacque im-
facciata. viadeirOiSo una lapide accenna a palmi
petuose corsero pure pe'clivi della città, IO da quel suolo. L'Angeloni, Historia
e fecero ovunque memorabili guasti, colla di Tcr/ii,p. 229 e seg., discorre del Nera
niurte di iindla gente, un cupo orrore di che cade nel Tevere e lo rende vieppiù
morte dominando la città; tutti tremanti navigabile, e de' suoi pregi, e di quanto
e spaventali piangevano e si disperava- fece Clemente Vili neh' ingrandimento
no, calando nella nolle lumi dalle fine- della Cava Curiana, acciò il V^elino e la
stre per ntisurarne il desolalore innalza- iN'era non pili nuocc'isero a'reatini e a'ter-

mento. Per buona ventura l'inondazione nani, né alle inondazioni di Roma, me-
successe appena fatta la pace per la guer- diante un ponle regolatore. Ouanto fece
ra della Campagna romana, che descris- Clemente Vili [>erchè le acque del Ve-
si nel voi. L\\ ,p. ^34, altrimenti con po- lino e della iSer.i introdotte nel Tevere,
chi il nemico poteva occnpareRoma. Gl'ili- non potessero rinnovare le fUali inon-
grati romani dimentichi delle grandi vir- dazioni, lo celebrai a Rieti e Terni, on-
ili e de'grandi beiielìzi di Paolo IV, con de imjìLdire nelle grandi escrescenze la
iudiiferenza lasci.irono che in sua mortegli piena dell'acque. Reduce Clemente Vili
ebrei, eia feccia del [lopolo mossa da un in- in Roma a' 20 dicembre 1598, ilall' a-
degno partilo, obbrobriosamente facesse- ver preso possesso del ducato di Ferra-
ro in pezzi la statua erettagli dalla 1 icono- ra, riunenilolo al diretto dominio della
fccenza del senato e popolo romano, e ne santa Sede, il suo giubilo e quello de'ro-
gettassero la tesla alle vere, donde alcune mani loslo si converti in pianto. Per le
pie persone la pescarono, per non ricor- incessanti pioggie e per la veemenza del
dare altri infami oltraggi che riprovai in vento meridionale, per cui fu impedito
più luoghi. La sua memoria però fu re- lo scarico del fiume nel mare, a'24 dicem-
integrala da'successori e dal tempo. A'3 i bre terribile inondazione spaventò tutta
dicembre iDyi s. Pio V fu commosso in Ruma, e nel giorno di Natale quasi tutta
vedere il terroie de' romani, per la rinno- la città era solt'.icipia, compreso le parti
vata inondazi(;ue, scorrendo il possente e- più nobili, non essendovi memoria di sì

leuiento impetuoso per la città; egli però sterminata inondazione, la quale superò
pieno di fiducia neda misericordia di Dio 8 j)almi maggiore delle precedenti dd
la

e negli /Ignus Dei benedetti, che la Chie- i53o: dicono che salì a palmi 5 dal
altri i

sa avea sosliluito alla pagana Stincr.sli- suolo, e l'Alveri contemporaneo dicei 5 e


zioiic, fece gettarne uno da un arcivesco- mezzo al muro della Alinerva.ln questo la
vo, e ciò fallo il Tevere incontanente re- Iapidesegnapalini3 r.7 dal livello del fiu-
trocesse nel suo alveo. Quindi il benigno me: a liqjelta palmi 3:>..6.Cadilero nuova-
Papa tulio (pianlo si die a ristorare gli mente due archi del ponte Palatino Sena-
'1 E V ThV .3y
l()rii;,uic>l pinnlalosiiH) cliiH'tjiigine e per- zie a Dio, tulle rinondazioiii seguite dopo
ciò '^einprt; bersaglio tlcil' inuxilo tlell'e- (pu'sta infelicemente memoranda, furo-
sciesccnze,e ogni volla le ripaiaziuiii non no di poco moinenlo o di as-.ai meno fu-

eiiiiioiinscite solide abbasl.uizajcfn allo- neste conseguenze per llouia e suoi a-


ra [)ro|)iiameuleclieclilje il nome ili fiotto, bitanli. Nel ponlincato di Paolo V a'2
nt'ieliè cos'i restò sino a'nosd i giorni. Gii gennaio 1G06 iisù dal suo ietto il Te-
«[iisoilii del disaslio lacerano l'animo, va- vere e crel)l)e a 9 palmi ; l' allagamento
cillando crollanti le case, percuotendone produsse spavento, ricordevoli tutti della
l'onda le porle; le campane suonarono a rovinosissima recente inondazi^jiir, ed a'

stortno [)er avvisare il Ireuienilo fl. igeilo, danni accorse al riparo il maguanimoPou-
e deplorabili ne fmvnio le consegnen/e. teficc. L'operato da Paolo V a Fiumici-
Perirono nella città e nella cani[)agiia di no, c(»l divisauieulo di nìigliorare la na-
Roma" 5oo persone
1 alTogale, cioè nella vigazione del Tevere, l'indicai superior-
I. '700, nella 2. 800, oltre le [)ei ile di fa- mente: ingrandì e restaiiiò lecloacheche
ine. Morì nn numero grandissimo di be- conducono l'iiumoiidezze al Tevere, eoa
glianie, rovinarono edilizi, si dispersero notabile ulilità dell'aria di lloma. liife-

imn.ensa (luanlil.'i ili clletli, ili merci, di lisce Degli Ellelli, die Paolo V incaricò
vtllovaglie. Maggiorsliagenon poteva fi- Onorio Lunghi a proporre riuiedi per l'i-
re il più crudele >aci lieggio nnlilare. Cle- nondazione di R.oma, senza il pregiudi-
tneiite Vili, d'animo grande, c(jn esem- zio di sua navigazione, e di esso si ha: Di-
plarissima carità si apjilicò a soccorrere scorso del Tevere, della sua inondazio-
IMontamente i bisognoai, ed a provvede- ne, e suoi rimedi, .Milano 1G07. Aggiun-
le agl'iniuinierabili danni, e per poco nel ge l'opinamento del prelato allora vivente
jjoigcre gli aiuti non vi peiì su dello pcjii- Discia, poi cardinale, che cavandosi il let-

te li nipote cardinal l'ielro iVldobrandmi, to del fiume, reso più ca[)ace d'acqua, ser-
Indi colla bolla Mdiius Domìiii^ de' 2 3 virebbe non poco a impedire le grandi i-

gennaio ^99, Bull. Rodi, t. 5, par 2, p.


1 noiidazioni di lioma, e che ristrettoli lei'
a';)0, attribuindo piamente questo disa- lo vicino a Perugia, duvesi dilata, si gua-
stroso castigo a'peccati degli a!)i(aiiti, esor- ti igiierebbe mollo [)aese sterile e arenoso
tò tutti alla compunzione e alla penitenza, alla camera apostolica. Ampliando Paolo
alle opere sante e alle preghiere nelle ba- V Palazzo apostolica Quirinale col
il

siliche di s. l'ielro e dis. Alarla IMaggio- uionaslero de'benedeliiiii, iliè loro il P^-
re, nelle quali egli slesso inlervenne co* pa in compenso il palazzo di s. Calisto, e
cardinali, colla [irelalura e con tutta la una barca sul Tevere pe'lrasporli alla ba-
corte ponti llcia. Di questa mondazione ab- silica dis. Paolo. Rrgo uidoUibanoVIII,
l)iamo:l'aoio liciw^Ji-.corso primo .sopra due volle il Tevere inondò Roma, a'23
V inondazione del Tevere, UoiuaiSgg; febbraio 1628, e vi è meinoria alla .Mi-
Discorso secondo, liuiiia ^99. JacouD ( nerva di palmi G;ed a'22 febbraio iGBy,
Castiglione, A7/7//o//r//M70w del Teve- a Ripetta essendo segnalo palmi 26.6.
re, Roma 1599. Andrea Bacai, Del 'Te- L' Mveri dice della 1 .'che laciltàelacaui-
vere nitro rpuirto con un sommario di pagna in gran parte fu messa sotto acqua
in^.r Lodovico Goniez di tutte l'inonda- per la velocità e (|uanlilà dell' inondazio-
zioni dal principio di Roma, sino al 53o, i ne, ed il Papadièordmi prudenlissinii per
aggiuntevi r altre sino a(pu'st ultima del dimiiiuiie i patimenti dagli assediati dal-
I
599. lloma 099. Marsiglio Cagliali, A;
I
l' acque, facendoli con caritaievole dili-
Tilicì-is inundalione medica di.yiutatio, genza provvedere di vitto e di (jnanto!)i-
Roinaei.'}99.Giusei)pe Castalio, Tyberis sogna vano. Nel 1 G47 a'7 dicembre o a'24,
inuiulalioanid .Ui>/;c,lloiuue i )y9.Gra- bollo luuuccazu X,il Teveiecuopiìilsuu-
1
4o TE V TE V
lo di riiizza ]Vai'ona[ne\ quale articolo fu un combattimento tra una nave e le
parlo tleirinoiulazioiie che si f,i nelle fe- barche, che Paolo IH fece sospendere es-
ste d'agoslo coll'acqua di sue fuiilaue, e seiuhxpiaresima. 11 successore Giulio III,
di alile inondazioni eseguite coli' acque di lietoumore, soleva andare a prendere
di fonti in altri luoghi della città), ov'e- in una barca nel Tevere il cardinal Ni-
gli stava innalzando qi<;eg!i edilizi che ain- colò Gaetaiii che abitava all' Orso, cioè
nìiiianio, di palmi 2 e dal suo letto pal- presso s. Maria in Posterula, nel palazzo
mi r i, come si vede alla Minerva; minac- ì\q Cactani ove furono poste le rammen-

ciò peggio, ma presto tornò nell'alveo. tate lapidi, slato pure monastero de' Ce-
Alessandio VII dopo aver veduto la mi- Icstinij ed ivi nelle sere estive facevano
cidiale peste che fece strage, nel 6G0 da' 1 fra loro una geniale conversazione, e luti-

3 5 novemhre vide pure il Tevere i-


a' gainentesi trattenevano a prender fresco.
nondaie quasi due terze parli della città : Circa la tnetà del si-colo d'Innocenzo XI,
alla JMinerva fu segnalo palmi io, a Ri- si faceva nel mese d'agoslo sul Tevere u-
petta palmi 24, e io dalla sua superficie. na specie di regala, o gara o corsadi bar-
iNeli686. governando Innocenzo XI, fi- che, per arrivare al termine prefisso, Lu-
nondazioiiefudi palmi I 1 oltre il consueto dus Navicìdarii. Nella festa di s. Rocco
memoria di Uipella segna pal-
livello, e la a' 16 agoslosi correvano pel Tevere i pal-
mi 21.G. Nel voi. XVII, p. 24, e altrove ili delle barchette e de'nuotalori; altret-
notai, che Innocenzo XI convertì in favo- tanto si praticava in tal tnese, a' 2 5 per

re del Coiiser\'alorio della divina Fro\'- la festa di s. Bartolomeo, ed a'2C) per quel-
videiiza nella via di Ripetla, una contri- laili s. Gio. Decollato. A'iG agosto 1670,

buzione che dagli addetti di quel portosi secondo l'annuale festeggiamenloe dipor-
pagava perla fe^ta della propinqua chie- to delle ore pomeridiane, per la festa di
sa óeWarcico/ifrdternita di s. Rocco, pe* s. Hocco, innanzi la sua chiesa situata alla
giuochi pescatori!, palili e corse di barche, riva del Tevere, detta comunemente Ri-
e pegii slrappacolli de'paperi nel Tevere, petla, si fece il corso delle barchette nel
con altri simili tiastulli secolareschi. Di fiume con giuochi di lotta, e uccisione in-
questi giuochi e spettacoli fluviali ora ne gegnosa di vari animali terrestri e vola-
darò un cenno con Cancellieri che ne trat- tili, strappandosi il collo a' paperi, con-
ta nel Mcrcdlo. Egli ricorda che Foin- correndovi persone d' ogni condizione e
pilio Totti, nel Ritrailo di Roma auli- in tanto numero che riempi vano la con-
ca e moderna, dichiara i giorni destinati trada e le vicine rive con vaghissima vi-
a questi divertimenti, e notando che per sta e allegria universale (delle romane al-
l'occasione di pubbliche feste date sul Te- legrie che si celebravano nel mese di a-
vere, cominciò nel i 582 il passo della bar- gosto, riparlai nel voi. LXI V, p. 234, "^ ^'
chetta e chiamato traghetto presso la via gliospiegando il vocabolo Ferragoslo).
dell'Armata nel rione Regola. Prima si Per aulica usanza il chierico di cantera
trapassava il Tevere per mezzo de'peri- presidente delle ripe, per f.u' godere tali

colosi schifetti. Di tali passi di barchette festosi trattenimenti , invitava i prelati


e traghetti ve ne sono diversi sul Tevere. chierici suoi colleghi e diversi personaggi
Olirei giuochi e sollazzi fatti nel fiume da- in certe stanze e loggie che si solevano pre-
gli antichi romani, i moderni ne fecero al- parare appositamente sulla riva, lein[)e-
tri.A'2 marzo i54<) Hi fitta la caccia sul rando con rinfreschi il caldo che in quel
ponte, senza dir quale il diarista Colciiie tempo è più molesto. Mg.' Massimo mae-
che la ricorda, e si rappresentò Orazio Co- strodi camera di Cleiueiite X e presiden-
clite sul ponte respingente l'esercito etru- te delle ripe, secondo il suosplciulido ge-
sco; ed a 3o iuuuMzi Castel s. Angelo vi nio, olire i consueti invili, pre^ò il cardi-
T E V TE V I
i r

nn!e e i principi Altieri pni-pnti « lei Pa- triinonloeliioghi convicini, palìRoma una
jTi a interveiiiivi, licevendoli in delle a- straordinaria inondazione del Tevere.cbe
l)i( i/ioni adornate con [ìompa. Ad e'«si, si dislese per le campagne propinque con
lalle dame, a'cavalieri ed ,'dtii pci>oiiaggi danno notabile delle i'ibbriche e del be-
! fece distiiljiiire un magni fico e copioso l'in- stiame, e fu poi cagione di fiera epide-
ifiesco di frulli canditi, conf«lhiie e be- mia, per la quale molta genie si rifugiò
|Vande di latte e acfpie gelale soavissime; in IU)mn, sperando aiuto dal Papa, che
per cui il collega tng.' Coslagnti cliierico padiede'poveii lo iliè sollecito e copioso.
di cameia , in segno di particolare con- Avendo Papa fallo costruire nella via
il

tento, recitò un elegante epigramma in Flaminia una passonata avanti la villa di


llode (li Roma
con allusione al simbolo ,
Papa Giulio, sopra il Tevere in difesa del-
ihoina rcsui-i^cns, impresso nelle meda- la via, furono jìubblicafe queste due o-

glie di Clemente X. Proibì uiollrc Inno- pere. Carlo Fontana, Discomn sopra le
cenzo XI la caccia della biiflda che facevasi cause dell' inondazioni del Tevere nn-
11(1 fiucne per la festa di s. Bartolomeo, tietie e moderne a danno di Roma, e del-

considerandola altra inconveniente [)ro- l' insussistente passonata fatta avanti la

fallila, e si eseguiva rimpeltoal ponte Rot- villa di Papa Giulio per riparo della
to sul terrapieno sostenuto tlal muro. Per via Flaminia Pioma i6f)6. Francesco
,

particolari dimostrazioni di giul)ilo tal- M.'' Onorati, ^Ipolos^iu jwr la passonata


volta si fecero corse di barche velocissi- fatta, sopivi il Tevere fuori di porta del
me spinte da'iemigaiili dal ponte s. An- Popolo in difesa della strada Flaminiay
gelo al ponte vSislo, con pallii in premio con la dissertazione di Cornelio Me-
al vincitore [)iii celere; come fu praticalo jer.Wottìiì i6r)8.Clemenle XI quando nel
per la nascila di Luigi XiV dall' amba- I 700 celebrò l'annosanlOjConsagace pre-
j
sciatole d'Kstrée, con coi se di cavalli pei* videnza ordinò che soUo il ponte s. An-
la strada («iiilia ove abitava, luminarie e gelo vi fossero sempre pronte alcune bar-
le fuochi d'artincio. Nel mezzo del Teve- chette persoccorrere cpulli che per lii cal-

re fu fabbricala una sontuosa e ornata ca potessero cadere nel fiume recandosi


macchina, rappresentanle la famosa nave o venendo da s. Pietro; utile provviden-
d'Argo con Giasone e gli altri eroi argo- za che salvò quelli the realmente vi pre-

I
nauti che recavaiisi all'accpiislo del vello cipitarono. ISel declinare del 1702 il fiu-
I
d'oro in Coleo. Dopo gli alternali suoni me alzò le sue accpiea palmi 19 e 8 linee
! di trombe e tamburi, che ripercuotendo da quella linea intermedia che scorre a-
nelle ripe del fiume formavano bellissi- vanli il Si-pnlcro d'yhi!^iis/o,ova atdìlea-
I mo eco, si fece una splendida luminaria, tro e ne riparlai a Teatro, tale essendo
la quale ridellendo nell'onde, sembrava la memoria segnata a llipelta. Clemente
I
un lucido specchio e rappresentava un'al- XI per sollevare il popolo dalla miseria
tra nave. Imli seguirono per due ore gra- cagionala da taleslraordinaria inomlazio-
ziosi fuochi artifiziali, concorrendovi una iie, che per più giorni allagava Roma, fe-

moltitudine di popolo, che cadendo ta- ce moltissime orazioni e si recò pei ciò nel-
luno per la calca nel Tevere, faceva ri- la chiesa di s. Maria in Traspontina. JN'el-

dere e temere. Una commedia in musica, r atto che compartiva la benedizione al


cantala nel palazzo dell'ambascialore, dio popolo accorso, l'acqua in poche ore si ri-

termine agli spettacoli. tirò nel fiume, non senza meraviglia, che
IVella Sltìiid iV [iiiìorcìizo AY/. ripor- ben rimarcò il suo biografo Lalìleau. Cle-
ta il Novaes,che nel i(Jf)5, dopo un orri- mente XII per rendere fertile ilteriilo-

bile terremoto de' o giugiio,che riempì di i torio delleChiane ilivenulo palude, e si-
spavento e danneggiò la provincia del Pa- tualo presso il lago Trasimeno di Perù-
1-12 T E V 1- 1: V
gif/ e Cì(ti) (lilla rUvc (r.), ove il Cliìa- in piviale e triregno: dall'altro fu e5]ir('s<i(7
nn e la I';iglia imltoccann nel Tevere, va- il fiume Tevere che verxa l'acrpja dall'or

le a (lire ne' confini dello stato papale e na che scorre nel suo alveo, ed accanto
(Iella Tosiana, e restiliiir\i la saliiUriìà laLupaco'genu'lli RomoloeRemo. Uu'i-
dell'alia, vi niaiidò nel i "-o^n tale elfeilo noiidarionefu nel i 779, regnandoCU^ineu-
mg/ Gin. Gaclaiin Boi lari col dolio geo- teXIV, ma poco uoinl>de. Più significali-
metra Euslachio jMnnfifdi, ed anche a le fu l'avvenula nel 1780 nel poulilicato
visitare il Tevere da l^erii"ia sino aH'im- de! successore l'io VI, quasi siusile a (pici-
boccaliiia della Nera, per rendei lo navi- !adel 1750, ed il Papa con l'aiulo.delK;
gabile. per cui poi si pul)blicòdiessi:Z?(^//e barche fece somministrare soccorsi a cpicl-
cagioni e (h''rimi'(lii (leirinotiflnzioni del le fimiglie povere de'iuoghi più bassi di
Ti'\-erc. Roma 1746. Dollari fece aprire Roma e sue vicinanze bloccate dallti ar:-
un fosso fino al Tevere14 miglia, e ot-
pei- que nelle proprie case. Narra il couteoì-
tenne la bonificazione della palude. Quan- poraneo Novaes nella Stni-ia eli Fin J f,
to al remlere il Tevere navigabile da Ro- che questi col suo gemo intraprendente
ma fnio a Perugia, come per lo antico, vivamente nudrVil |uogetlo di unii e il la-
la dinicollà dell'impresa non permise a go Trasimeno col Tevere, per renderlo
Cleuieiile^wll il'inliaprendei la.lXell'istes- p'ù vantaggioso allo stato, con farlo im-
so anno a'6 maggio si attaccò il fuoco a boccare nel Chiana, (jiiindi firlo pili navi-
un castello di !< giia sid'a rijia del Teve- gabile con iiu più ftcile declivio. A tale ef
re vicino alla porta del Popolo, pel (piale fcltoil Papa spedi ilp Francesco INI. "Gau-
in 12 ore lesiò consunta la legnaia ivi e- dio delle scuole pie, professore in Rouia
sislenle con circa 60 case adiacenti. Il Pa- di malemaliche, a livellare il lago Tra-
pa sovvenne 4000 persone clic nella di- simeno e la sua acqua per tutto il terri-
sgra7Ìa restarono senza abitazione, e in torio Perugino, onde potere essere ^icu
cpiel luogo fececo.strnire nn grandioso cir- ro d' un esito felice prima d' intrapren-
cnilo di muro per conservarvi le provvi- dere la vasta impresa. Intanto Pio Vi ne
sioni della legna che vi si conduceva pel vagheggiò altro simile (vagheggiò pure
fiume, facendo api ire ^ino alla porta una di rendere nuovamente navig;ibile I' A-
via più comoda, che prese il nome di Ri- niene, come descrissi a Tivoli, dicen-
pa del Fiumej a' no-lri giorni ridotta a do degli altri Papi ch'ebbero eguale de-
passeggiata con alberi e sedili, quando siderio), di cui poi ne videin parte il com-
Giegfjiio XVI per ovviare siffatto infor- pimento. Conviene sa[)ere, ch'erano da
Ionio Ira^feiìil recinto della legiinra fuo- gran tempo dubbiosi i confini dello sfa-
ri di della porta, e coslrin nell'aie;i die to pontificio colla Toscana dalla parie del-
l'occupava un ampio edificio in forma d'e le Chiane, onde spes>o nascevano dissa-
iniriclo, nel (piale hanno stanza l'accade pori fia'limitrofi po|ioli, e riuscì al Papi
mie pontifìcie di s.Luca e di s Cecilia. ne) I
778 con atto solenne. In-
di stabilirli
]Vel ly^o celebrando Benedetto XlV \\ di Pio vi ui'li77f) propose al granduca
giubileo universale, restò afililto dall' i- Leopoldo I, il quale pure desiderava che
nondazione, che nella memoria di Ripet- l'acque del Trasimeno,'«pesso rigurgitanti
ta è segnata in palmi q.8. Il successore dal loro alveo con notabile danno delle
Clemente XIII fece espurgare il Tevere sottoposte campagne, fossero imboccate
nel 1763 a vanliiggio della navigazione, nella Chiana, la quale introdotta nell'Ar-
e tuttora nella zecca pontifìcia si con>>er- no, aprisse un commercio per mezzo di
va il conio della medaglia perciò liattula barche tra il suo slato Toscano e il Ro-
con l'epigrafe: Na\-igatioiic Tyhci-is Jlr- mano. Il Papa perchè il progetto venisse
sli/iita. Da un lato vie l'efligie del Papa felicemente di concerto eseguilo, nominò
T E V T E V I
i3
• I ; MIO commissario il govnnnlore rli ni positive alla ^tOlia idrograficn di quel-
l'i monsignor Ferratile Lollredo, e
I
iiLMa la tonlratla, ma sino all'evidi-n/.a diuio-
]Hi matematico il can. Pio Patitoui. 1\t slrato il al male della Chia-
vero rimedio
i:i suri parte Leopoldo 1 iiomiiin percoiii- na. Quale prodigioso cambiamento fu o-
riiis»aiio il marcliese Benvenuto Benve- peralodopo il óo ifìno al |823 nelle pia-
i

nuti, per matematico (Imseppe Ferroni, nure della (Ihiano, per la quantità de ter-
V per ingegnere G iusi-ppe Salvetli, utii- reni emersi dall'onde, pel totale risana-
taiiMiileal p. l'eytinger «Ielle scuole pie, mento di m'Ite terre, pel più ficile e re-
(111 (l'ipo il lungo governo di rettore dei golare scolo dell'acque, lo dichiararono

jio Tolomei di Siena, passò a pro- ad evidenza le due opere ricordate, e le


ile della provincia di Toscana. Tutti Carteidrattliche sullo stalo aiiticoe mo-
.,..< ^li vaienti professori stimarono il prò- derno della J alle di Chi finn, pubblicale
gelld di somma nlilità edi sicma riuscita; 18^3
nel dal cav. Alessandro Maiietli. Dal
ti. a dice il ISOvacs, non fu condotto ad ef- 1789 in poi igranduchi di Toscana [iro-
fVlIo, lutloclièanibo le alle parli ne aves- seguiiono il bonificamento, do[)Ocliè il
sero il maggior, imppgtio. Leggo però poi punto culminante, ossia divisione dell'ac-
11(1 prezioso Dlzioiuirin della Toscana, que della Chiana fra l'A rno e il Tevere,
<lel mai aMiastanza lodalo è'benemerito fu stabilito con Pio VI nel 780, fissandosi i

lie|)etli, ('Ile la (!hiana, fiumana più die al Callone di là da Chiusi 1' argine di se-
fiume, già torbida e frigida palude, ora parazione, e insieme linea di <Iemarcazio-
per meraviglia d'arte fu lidolla in gran ne a'confìui de'due stati. Trovo inoltre iii
pai tea recipiente d'acque ciliare in un ca- Novaes, che Pio VI nel 1791 per l'abile
nale maestro <lie cune fra uberlosissime archilei lo JV itale ìMaiiui fece eseguire lo
olmate, longitudinale alla valle più cen- scavod'un ramo del Tevere sotto il suolo
trale d'Italia. Questo fiume un tb navi di Roma, che fino allora erasi credulo im-

gabile, non pelò senz' arte, ma in virtù possibile, per essere ingombrato dagli a-

(li cbiuse o sf»stegni, mentre tutto inlieio vanzi d'antiche rovine e fibbriche, par-
(la'contorni d'Are/zri dirigevasi attraver- ticolarmente dal plalealo del Teiitro di
so del lago di Chiusi per unirsi dopo 5o Ball-o (/ ,) adiacente al Monte de' Cenci
miglia di cammino alla Paglia edi là scen- dominalodal palazzoeretto nel secolo XV
dere nel Tevere; questo slesso fiume, acni e ora disadoino (della già splendida e me-
fu dato più d'una volta il titolo di palu- morabile famiglia Cenci, singolare penar-
de, e che bipartito si cbiamòcoi plurale cliilettura, ricco e magnifico colonnato,
nome di Chiane, presenta un fenomeno coronato da im cornicione forse il |)iù bello
-«ingoiare, (piello cioè d'aver invertito po- dopo quello del palazzo Farnese, mira-
co a poco la maggior parie «lei suo corso bile Arco de' Cenci, semplice,
essendo 1'

per Iribular leacque non più a ostro ver- grandioso e solido anche la via e la piaz-
:

so il Tevere, ma scaricarle a settentrione za propiiupia portano il nome di Cenci,


nell'Arno sotto la città d'Arezzo. Le Me- delle cui memorie strepitose riparlai nel
morie iflraidico-storirlie xnnia la fai voi. LXXlll, [). 2o3), e tla' fuidamenli
di Chiana, neliy8f) pubblicate dal cav. della casa del famoso IribunoCola di Uieu-
Fossombroni, (ui f^ì bella appendice l'il- zo (ohe descrissi nel citalo voi. a p. 3o'>),

hisl razione d'un doiMimenlo del medio e- figlio d'una donna lavandaia che vende-
\0, onilededurre l'originario rapporto Ira va per la città l'accpja. «piando si beve-

le ncque della Chiana, cpielle del Tevere va «piella del Tevere. Il iMarini per que-
e dell'Arno, inserita neliH-z.^ ba le Ale- sta operazione inventò una macchina del-
morie della società Ilaliaiìa,\\aì\\\oa\t- le più facili e nello stesso. tempo delle più
non solamente splendoie e nezio*
}>orlalo efficaci, la «jnale agiva permezzodella cor
i44 TEV T E V
lente del Tevere, e per es^n si rese ac;e- zinne mboocatura del fiume nel ma-
dell'i

voleiiitiocliii re le iniiiesolto l'acqua, con re fra le torri Cìementiua e s. Michele,


lispaiuiio notiibilissiino di spese, onde ter- che fauno risalire le acque del Tevere e
minala quest'impresa in poco piìi di 6 me- impediscono la foce del mare; cagioni che
si, venne a sgravarsi la camera apostolica nega perle molteplici sinuosità del corso
dell'annua s[)esa, che si richiedeva perla del Tevere da Roma a Porto solo am- ,

manutenzione deirnilro ramo del Teve- nieltendo per la vera causa dell'inoiula-
re , adiacente alla clausura degli E/irci zioni la frecpienza delle pioggie nella par-
(^.). Menlre Pio Vii Irovavasia Pari- te ov'egli nasce. Osservò co'propri occhi,
^i. ai
fel)l)raio 8o5, e non altrimenti,
I che in una notte tutto il quartieredi Ri-
il Tevere allagò due terze parti di Pioina, petta rimase coperto d'acqua, eia cam-
come riferisce il Novaes, e la memoria di pagna opposta rassomigliò ad un altro
Ivipelta segna palmi i/^.d, o metri i ^.4.2. am[)io fiume. Il Tevere travolgeva nelle
Demolì il suddetto muro ov'è ora la fon- gonfie sue acque alberi, masserizie, carri
lana, e le gradinate del Porto Leonino. e bestiami coltiairimprovvisonellacain-
Leggo nel Pistoiesi, Vita di Pio VII, t. pngua (solite devastazioni). Desolati i se-

I, p. 240, che nell'assenza del Papa i ro- questrali abitanti della via dell'Orso (al-

mani nel 8o5fuiono danneggiati dall'ac-


I tra parte assai soggetta all'inondazioneco-
que del Teveie, che inondarono sotter- i methè vicinissima alla ripa), fu mir.ibile
ranei, le campagne, le strade, e molte ca- spettacolo vedere il cardinal Consalvi in

se della cillà, massime a'2 febbraio; indi porpora , coraggioso e acciò ninno fl)sse

per r intercessione della B. Vergine di- dimenticalo, su fragile barchetta porlar


Tuinuirono, avendo snpeialo l'inondazio- loro quel pane che anelavano e da tulli be-
ne deli G86. In tale calafiiilosa circostan- nedetto; esempio che non tardò ad esse-
za i magistrati fmono zelanti nel sussidia- re imitalo da altri romani, e tutti gareg-
re colle barche e portatori le povere fa- giarono in zelo per assistere gl'infelici a-

miglie isolate, che ne'Iuoghi più bassi tro- bitanli bloccati dall'acque, fi a'quali pie-
\avansi in mezzo all'acque; e si pubbli- no di nobile ardore si distinse il giovane
carono opportuni provvedimenti dal go- principe d. Francesco Aldobrandini in

vernatore (li Roma mg/ Cm'alcliiìii a'i provvedere i suoi famigliari abitanti nel-
febbraio, da'chierici di camera mg/ Lo- l'adiacenzedel suopalazzoljorghese,elulli
caiclli presidente delle strade a' 3, e da gli abitanti delle vicine contrade. L'otti-
mg/ Naro presidente delle ripe n5. In- mo Aria ud lodò i capi del governo pe'pra-
di si associò il fondato timore della peste licati alti d' umanità, e la piìi pericolosa
suscitatasi inLivorno di febbri bilioso-ma- missione di portare il pane a 1000 e più
ligne, onde 1' energico cardinal Consalvi contadini chiusi ne' villaggi suburbnni,
segretario di slato e capo del governo, pre- accompagnata da edificanti ecclesiastici.
se tutte le precauzioni per impedirne la L'atmosfera era abbastanza chiara, e ad
comunicazione »iel pontilicio dominio, e ore24de'2 febbraio un grido generale di
stabilì un cordone satiilario. Con partico- gioia e di speranza salutò il 1 ."sintomo di
lari descrisse l'inondazione l'Arlaud, SlO' decremento; ma il fiume ch'erasi alzalo
ria di Pio 1 II, 1.
1 , p. 3G8. Dice che co- pahni 24.65 come dalla memoria di Ripet-
minciò al principio di febbraio i8o5, per ta,nel ritirarsi lasciòcomesenqireun gran
aver il Tevere straripato a'3 gennaio, e 1 sedimento di creta e di fango denso e mal-
cagionò a r>oma disastri e gravissimi dan- sano, che prontamente fu tolto e gettato
ni. iNon conviene con (jucTisici che opi- nell'alveo del fiume. L'allivitàdel cardi-
navano cagian;Ui questi straripamenti nalConsalvi riparò tosto ogni disaslro,e fe-

dall'azione de'veuti sud-ovest nella due- ce distribuire vari soccorsi di denaro. Il


T E V T E V 14^
PnpnafnitlissìmoinPaiigidi talcnlamit*i, nati per quel ramo
Tevere da Pio del
restò poi consolato quando conobbe l'o- IV, Urbano Vili, Benedetto XIII e Be-
perato dal previdente ministro, e si feli- detto XIV, con alcune modificazioni, e il
citò in possederlo. Anclie l'ab. Bellonio, regolamento pel tiro delle bufale dal Ca-
nella Coìitiimazione della storia dclrri- po due Rami a Ripa Grande. Altre dispo-
stincsiino, nei t. r, p.i 92, volle ricordare sizioni de'predecessori e successori di Pio

quest'inondazione, ma non fa com'egli VII, e di lui stesso, già avvertii di averle


dice,che avea superata qualunque altra riferite a Marina pontificia. Nel 1818
avvenuta a memoria d'uomini, se pure pubblicò colle stampe in Roma B. G.Na-
non intende parlare di quelli che videro ro, Jlanifes'to di associazione per la pri-
leprecedenti. Deportato a' 7 luglio 1809 vilegiata escavazionc nel Tevere.^w con-
Pio VII da' (Va noesi, perciò non vide nep- tro questa che si scagliarono i già ricor-
pure l'inondazione de'2 1 dicembre 8og, 1 Però il Naro, sicuro che il
dati scrittori.
io cui l'acque ascesero a metri : 5.4? so- padre Tevere contenga cose preziose nel
pra il pelo del mare, e recò non pochi dan- profondo e limaccioso suo seoo,rammenta
ni. Nel 18 12 fu fondata in R.oma l'illu- l'idea immaginata dal sunnominato car-
stre e tuttora fiorente accademia Tiberi- dinal Polignac; e l'escavazione nel 1773
na, cui mi pregio appartenere,laqua!eha tentata dal p. d. Alfonso Bruzzi curato di
per impresa la figura del Tevere corona- s. Carloa'Catinari, sotto la protezionedel
to d'alloro, con im ftscietto di spighe nel- principe Altieri e del cav. Gio. Battista
la mano sinistra, e l'epigrafe ^t/Z/t'/vV/.y^/c Cenci, della quale si ha la relazione stara-
alleva poscit opem. L' imprime nel ro- pata di Bernardo Podi , col sistema de'
vescio col nome del presidente e l'anno cassoni, e quanto rinvenne servì a rico-
della fondazione dell'accademia, nelle 3 prirsi delle spese. Il Naro sostiene, che con

annuali niedaglie, che dopo d' averle u- metodo facile e con macchine atte a sca-
niiliate al Papa che regna, distribuisce a' varne il letto, si poteva sperare feconda
membri del consig'io,e dispensa ai Sacca- riuscita, chiamando ricco l'alveo del fiu-
demici che nel corso dell'anno maggior- me tra il ponte Milvio e la Porta di s, Paolo
mente si distinsero. Un esemplare lo de- o Ostiense. Ritiene che romani nell'in- i

posita nel proprio archivio, altro nell'i vasioni barbariche preferirono di gettare
biblioteca Vaticana, e altro nel museo Ca- nel Tevere le loro ricchezze, alle depre-
pitolino. L'encomiato Pistoiesi, t. 4.p- 74 1 dazioni di esse, e che annegandosi in es'^o

e 209, riferisce le provvidenze di Pio VII Massenzio col suo esercito e tesori, e per
prese sulla navigazione delTevere da Fiu- la tradizione che nel Tevere furono nel-

micino a Pioma.Neli8i 7 proibì a'piloti di lo stabilimento del cristianesimo gettali


prendere prezzo maggiore dello stabilitoo i simulacri degl'idoli, sotto Benedetto
tliformareconlrattidilFerenti dalla lari Ih, XIII si volevano profondere somme e-
e loro ingiunse di trovarsi sempre pronti normi per ripulire e ricercarne il letto.

allorché bastimenti devonosalire


i retro- Pertanto egli si riprometteva felice risul-

cedere. Indi nel 18 1


9 col mezzo del cardi- tato, e ottenuto il privilegio da Pio VI[
nal camerlengo ordinò 1' osservanza del per la protezione del cardinal Consalvi ,

disposto sull'istituzione del piloto di Fiu- mediante convenzioni in favore del gover-
micino e sui pilotaggi (sopra di questi o- no, pegli occorrenti 36,ooo scudi vi for-
ra si è pubblicato-. Pilotaggio. Memo- mò! 00 azioni, ma non corrispose
l'esito

riadel prof.dolt. Vincenzo Gallo,Ti'\e' a quanto sperava, e perciò fu censurato.


sta i855: e ne dà contezza la Cronaca Dopo l'esaltazione di Pio VII al pontifi-
di Milano del eh. cav. Ignazio Cantìi a catOjSuI prelato chierico di camera e pre-
p. 882), confermando regolamenti ema- i sidente delle ripe,e presidente dell'acque,
VOL. LXXV. IO
,4r, TEV TE V
lece alcuni caaibianieiili ncìlc disc'^iliiic vare la navigazione Tevere, ed il por-
«lei

Jel tiibiinaleepicsic]cii7a(1e!lerii)e,eiicl- to e canale di Fiumicino. Insorta dub-


l'ortliue giucliziai io,e Delle Notizie di Ilo- biezza, se la conservazione delle ripe e del-
tìni non chiamalo anche segielario.
fu più l'ai veo del Tevere, per l'interno commer-
In seguito essendosi riconosciuto die il cio e trasporti, continuar dolesse a cura
concorso di due autorità ne' lavori del •del tesoriere, o fosse proprio della prefet-
Tevere, cioè del pi esidenle delle ripe e del tura, GregorioXVI dicliiarò. Appartene-
tesoriere, produceva diversi inconvenien- re alla prefettura i lavori diretti alla na-
ti nell'econoniia e nella necessaria s[)edi- vigazione del Tevere nel suo corso da Ro-
tezza de' medesimi, si trovò opporluno ma a Fiumicino, ed al tesoriere appar-
da Leone XII (il ipi;de a |)orla del Popo- tenere il corso del fiume dal ponte l'eli-

lo, dal lato ilei Ttvere, a vantaggio della ce sino a Pioma, per l'interna circuì izio-

pubblica sanità, provvidissimamente co- ne de' prodotti e de' trasporti, restando


struì lo stabdimentodi mattazione di itit- pro-presiiiente delle ripe, e responsabile
tigliaiiimali,descrillonel vol.XXXVlII, de'Iavori relativi al corso interno del Te-
p. 8 I ),i be nello stesso mg/fesoriere si riu- vere dal ponte Eelice sino a Roma; e da
nissero gli altrdjuti e la qualifica di pio- questo punto sino allo sbocco del mare,
presidente delle ripe per la cura del corso la navigazione co' relati vi lavori essere af-

d'un fiume, dalla regolarità del cpiale di- fiti. iti alla prefettura deirac([ue e strade.
pende sotto più rapporti la salutee la quie- Dipoi nel i83ti Gregorio XVI attribuì
te della città. Quindi Leone Xll TB gen- al tesoriere l'amministrazione governati-
naioiS^qdicbiaiòmg.'MariolMaltii teso- va, economica e municipale di Fiumici-
liere generale, anche pro-presidente del- no. In tale anno, nel iBSg e iieli84i il

le ripe, allincbè quel ministro che ha i Papa si recò a Fiumicino, e nel 1839 ad
mezzi pronti allo scopo, avesse altresì la Ostia a vantaggio del canale e foce del Te-
cura d'impiegarli, e la rcpon^alìilità del- vere e per migliorare la condizione d'O-
la diligente esecuzione dell' incarico, bi stia, essendogli molto a cuore la naviga-
fatti oltre i rapporti finanzieri che ha il zione del Tevere, facilitando il regolamen-
corso interno e le ripe del Tevere colla te- to dell'acque del fiume nel canale di Fiu-
soreria, pel commercio e pei la tutela de' micino per mantenerlo al conveniente li-

diritti di dazio sulle merci che s'introdu- vello, e impedire i depositi di arena alla
cono per acqua, v'hanno essi altresì un sua foce. Nel n.° 3 del Dinrio di Roma
conlatto necessario per 1'
importanti^si- del I 838 si legge un estratto della disser-
n)o oggetto d' approvigionamenlo tiella tazione letta nell'accademia Tiberina, sul
città, siccome ne'generi cereali delle Ilia- modo di migliorare la navigazione delTe-
de e farine, in quelli degli olii, vini e al- vere da Uoma al mare Mediterraneo, dal
tro; così principalmente ne'combuslibili, mai obese Luigi delGallo. In sostanza [)ro-

ossia nella fascina o legna da ardere, og- getlò, che riconoscendo doversi percor-
getto di prima necessità per tutti gli usi rere 2 j miglia da Roma al IMeililerraneo,
della vita in una città popolosa, e quasi con letto irregolare e tortuosi giri, egli

mancante di boschi in vicinanza. Grego- slimava opportuna la formazione d' un


rio XVI a'agdicendjiei H32 nell'ordina- nuovo canale naviga bile artificiale col no-
menlo del lesorierato non alterò punto me di Gregoriano, per la lunghezza di 1 6
quanto trova vasi disposto sulla piesiden- miglia. Nel n.°6delle 7\'o//:7(' del giorno
za tlelle ripe. l'eiò l'S giugno i833 nel del I 843, si dice che a'5 febbraio diluviò
regolamento dal Papa dato alla prtfellu- per molte ore, a'G continuò la pioggia ca
ra generale dell'y/rr/m^ r óì/v/r/r, dichia- dendo neve sui vicini colli, da ciò ne ven-
rò appartenerle i lavori diretti a con<cr- ne che il Tevere nella sera usrìdal letto.
T E V TEV .47
e nel (L seguctile allagò i campi che dal gennaio 1841 in un punto, che seguendo
ponte IMilvio si estemiono alle laide del la linea dell'acqua non dista dalla foce me-

monte Mario e a Castel s. Angelo: nella no d'83 7 miglia romane. La ?,.' spedizio-
città inondò pai te delle vie del Coiso, di ne ebbe in mira di accrescere il coinmer
Ripetla e dell'Orso, della piazza del Pan- ciò, di migliorare co'battelli a vapore la

theon, e de'rioni di Pvegola e di Ripa. Con- navigazione del Tevere, e facilitai ne la co-
tinuando la pioggia e i venti meridionali mnnicazionecolle piovincie. II medesimo
che facevano lifjuefare le vicine nevi, si commend.Cia Idi d'ordì nediOregf.'rioX VI
temè ulteriore escrescenza; tua a'g un'o- partitosi di Roma poco dopo il suo ritor-
ra avanti mezzodì im ominciò il Tevere a no dall'Egitto, per visitare nella Francia,
ritirarsi, e nel corso delia giornata rien- nell'Inghilterra e nella Scozia i principa-
trò quasi dovunque nel proprio letto. Nel liempori di commercio e porli, esrimi- i

l'altezza massima 1' idrometro di Ripetla nare le macchine applicabili alla naviga-
segnò metri 5.4°, cioè le acque tanto si
i zione e all'industria, conoscere metodi i

alzarono sopra il pelo basso del riflusso onde tenere netti i porti e i fiumi, e final-
del mai e,o metri 9.60 (circa palmi 4'^ 1/2) mente osservare le costruzioni e le spese
sopra il pelo ordi-iario dell'acque. Erano di inanlenimento pe'Iavori idraulici in ge-

34 anni che Roma non avea patito simi- nerale, commise a'migliori artisti la co-
le inondazione, né mancarono danneggia- struzione de'3 piroscafi pontifìcii l'Archi-
luenli. Con le belle e veridiche Notìzie ì- mede, Blasco de Garay, e il Papin, col-
il

storiche di Gregorio XT I, del eh. mg. le loromacchine a vapore desliutiti al ,

Fabi Montani, in onore di quel gran Pa- riinurcliiu, non meno che ima pirodraia,

pa, della marina pontificia, e del com- ossia macchina effossoria pure a vapore,
mend. Cialdidal medesimo Ponteficede- che per lo spurgo del fondo de'fiumi e dei
coralo di tal titolo e insegne equestri, e porli,fu da lui proposta al governo per co
del grado di tenente colonnellodella stes- nosceriie l'utilità, appresa nelle su^ navi-
sa, meglio che di sopra farò qui ulterio- gazioni marittime e fluviali. Mentre si ese-

re ricordo delle spedizioni navali in E- guivano tali lavori, il Cialdi misea profit-
gillo, in Inghilterra e in Francia, ambe- to il tempo, si fermò a Parigi e co! patro-
due da lui comandate con felice succes- cinio pontificio potè iud.igare dal mini-
so. Encomiò il prelato il Cialdi per pe- stero de'Iavori pubblici, se fo>seeseguibi-
rizia nautica e singoiar coraggio addimo- le il suo piogelto, di correre cioè latta la

stralo più volle fino sulle coste d'Ame- Francia co'battelli papali. Preso l'equi
rica. Colla i.^'spedizione in Egitto, ove la paggio in Civitavecchia sua patria, ed ap-
descrissi, oltre il trasporto degli splendidi prodalo in Londra a'ag maggio 1841, <liè
alabastri orientali donati dal viceré a Gre- l'acqua a'baltelli, co'quali valorosamen-
gorio XVI per la basilica di s. Paolo, si tetraversala laFrancia dull'OceauoalMe-
fece insieme un vero viaggio scientifico e diterraneo, accorrenti di vote le popolazio-
artistico ad istru/jone degli officiali della ni per venerazione a Gregorio XVI a ve-
marina e del genio, percorrendo il coman- dere i suoi battelli con vero edificarne en-
dante in quest'occasione a motivo di stu- tusiasmo, rivide Civitavecchia a' 19 ago-

dio una terra classica e ricca di memorie sto, enavigando pel Tevere giunse a Ri-
antichissime, colle tarlane s. Pietro,s.Pao- pa Grande, compiendo con gloria un no-
lo, ed il mistico la Fedeltà armato (li 4l»e vello viaggio, che non mai tentato da al-
trieri e di un cannone da 4- La Fedeltà cuna squadriglia formò l'ammirazione u
quindi a memoria d'uomo fu l'unico le- niversale, e di cui resero conto anche i

gno europeo che navigasse fino alla i .'ca- giornali politici, scientifici, marittimi e co-
laralla del Nilo, gillaiido l'ancora a' 21 loniali d'oltremoutc. Quello intitolato,
i48 TEV TE V
Courrier de Saóne et /.o/rr. nell'ailicO' nemeriti del governo e della popolazio-
lo: Un finitile Romaiìie à Clialnus-sur- ne gl'individui de'coipi della .17/Y/-?V7^k);?,-
Saune, disse: Ce qui a surtout ìuilé sa tificia. specialmente de'carabinieri e dei
marche^ e'egt rempressement tles ìiahi- dragoni guidati da'loro uflìziali; àe Pom-
tants des villes et villages n\'erains, des pieri pou/if/eii (J\), al comando de'qua-
caneaux.quiaccorraient eufonie et s'nc- lisi videro principi d. Camillo Aldobran-
i

chaieutpar centaiues aux corde.s des ha- dini colonnello onorario, e d. Giovanni
teaux polir aquérir, disaient-ils,le droit Chigi tenente colonnello; e della marina
de pouK'oir qfjirmer à lenrsdesceudants militare, che colle lance de' vapori ven-
qu'ils avnicut halé les hateaux du Pa- ne personalmente diretta dal tenente co-
pe. Il Papa rimeritò il couianiianle e la lonnello Cialdi, tanto nell' interno della
sua schiera, compiacentlosi tlegli onori o- città, quanto recandosi a portare soccor-
•vuntjiie resi alla piccola sqiifuira ponti- si e provigioiii agli abitanti di Fiumici-
ficia. 11 Cialdi nell'opuscolo, />('//(• bar- no. Né minor encomio si fece a molti di-
che a i'apore a p. 2 rende ragione per-
i stinti personaggi, fra'quali il principe d.
chè impose delti nomi a'3 piroscafi, co'
i Ria re' Antonio Borghese, per aver essi pre-
quali ftuono benedetti a Ripa Grande. murosamente recato aiuti ove se ne co-
Narra pertanto, che Archimede prima nosceva il bisogno. Per tale infortunio,
d'ogni altro, 240 anni avanti l'era cor- impedito ancora il passaggio a Ponte Fe-
rente, riconobbe ed esperimentò nel va- lice, i corrieri ordinari di ritorno da Bo-
pore una potentissima forza espansiva ; logna trovarono preclusa la via alla con-
che Blasco de Garay pel i." nel i 543 in tinunzione del viaggio, ed uno di essi, ben-

Barcellona, alla presenza di Carlo V, ap- ché trovasse rotto il ponte al Metauro ,
plicò alla navigazione un apparecchio a coraggiosamente attiaversò il fiume su
\apore; e che Papin neli6go inventò lo d'una barchetta. A' 12 mercè la divina
stanlidfo e le valvole di sicurezza nella provvidenza, non ostante la continuazio-
macchina a vapore, paili principali del- nedella pioggia, le acque quasi totalmen-
la raedesiina. te lientrarono nel loro letto. Il Papa no-
Trovo nel n.*'g9 del Diario di Roma minò ima de[)utazione,presieduta dal car-
del 846 descritta la .^inondazione acca-
I i dinal Patrizi vicario di Roma, {>er racco-
duta nel pontificalo del legnante Pio IX. gliere questue e obblazioni, e a distribui-
Ivisi riferisce, che per le dirotle pioggie la re soccorsi a' poveri danneggiati in Ro-
piena dell'acque del Tevere avendo inon- ma e suoi sobborghi. Ne pidjblicò il ren-
dato tutt'i quartieri più bassi della città, a* diconto, co'nomi de'componenti la tiepu*
IO dicembre ad un'ora pomeridiana l'i- tazione, ilSupplimento al n,°23 i]e\ Dia-
drometro di Ripetta segnò metri 6.25, e 1 rio di Roma 847. Tutte le somme
del 1

seguitò fino alle 3 ore pomeridijine e fu incassate furono di scudi 22,5 18, l'ero-
quasi comel'inondazionedel i 8o5;quindi galescudi 28, 3o t, quindi resiò in disbor-
principiò a diminuire in mndo,chela mat- so la deputazione di scudi 5,783. 11 Pa-
tina degli 11 nlle ore 8 antimeridiane se- pa olFiì scudi 2066, cardinali 700, quin-
i i

gnava metri 5.3 1 I. La costernazione ge- di ogni ceto della gerarchia ecclesiastica
nerale per questo subito innalzamento del secolare e regolare, la nobiltà, i cittadini,
Tevere fu assai manifesta, né le provvi- e persino il claustro israelitico di Roma
de sollecite cure del goveino mancarono che somministrò scudi 52 i. l soccorsisi
al soccorso de'cittadini e degli abitanti del- distribuirono in 38 pairoccliie, allregli
le campagne, onde ovunque rendere me- ebrei, a 5 06 1 famiglie, e furono denaro,
no sensibile questo grave disastro. In tale pane, letti, vestiari, e rifazione di attrez*
dispiacente avvenimento si resero assai be- zi e oggetti d'industria. Nel t.i3, p. 357
TE V TEV 149
deW.lUntin di Roma fu pubblicata un'in- ciò, bensì premessi! necessari bonificii pel
cisione di disegno rappi-esentante il por- tratto di fiume che da esso va a Fiumi-
lo di Ripelta allagato nella memoranda cino, ossia per 2 3 miglia, e queste nel pla-
inondazione de* io dicembre 1846. Qui- cido tronco inferiore del Tevere, poiché
vi pur si legge una eriulilissima Lettera solo traltòdel commercio del marea Ro-
de' l'i dicembre 8 ^6 del commend. A-
\ ma con migliorarne la navigazione, eooa
lessandro Cialdi tenente colonnello del- alfatlo della bonificazione del Tevere an-
la marina militare pontificia in risposta che sino a Orte, che volle addebitargli
a quella diretta al cai'. Giovanni De l'avvocato. Indi il commend. Cialdi pro-
Angelis direttore proprietario dell'Al- va, che se coll'industria il Tamigi di Lon-
bum, che ha per titolo: La ragione del dra fu reso fiume del mondo dagli
ili."

pillano ^delVavv. Giuseppe Sarzana,in- inglesi, com'essi lo chiamano, il Tamigi

serita in questo giornale ne'n.i 4o e 4 toltone il beneficio della marea è molto


del corrente annoi8^6. Iti questa lette- inferiore del Tevere, come lo è della Sen-
ra vi sono molte nozioni sul Tevere, de- na che bagna Parigi: questa convoglia ia
plorandosi la decadenza dal suo antico mare metri cubii83.o5 per ogni minu-
splendore, cbe principe una volta de'flu- to secondo, e siccome il Tevere ne con-
nii, quindi abbandonato a se stesso dila- voglia 244^ ^' conseguenza esso è un 4-
tò soverchiamente le sue acque, e che si maggiore della Senna nel suo sboccare ia
formò in esso il deposito di tutte le im- mare, e tale è pure prima d'entrare la

mondezze e macerie; onde caduto in di- Roma, non ricevendo altri influenti fino
sistima si ritiene come impresa impossi- al mare; perciò il Tamigi è moltissimo

bile il farlo rifiorire, e porlo a livellod'al- inferiore al Tevere,che inoltre sembra ve-
Iri fiumi, i quali quantunque minori di rosimile di ricevere il principale suo ali-

lui son pur celebri pel commercio. Esse- Dientodalle viscere della terra su cui scor-
re cosa sorprendente, che mentre gli stra- re, poiché le magre straordinarie che
nieri restano meravigliali delle preroga- qualche volta si verificano in altri fiumi,
tive del Tevere e e' invidiano un tanto non sono a temersi nel Tevere, il cui gra-
tesoro, alcuni de'nostri lo ritengano come do di perennità e di deflusso è triplo di
oggetto su cui è invano l'occuparsi a suo quello del Po, per quanto e meglio dichia-
vantaggio, e deturpando la verità grida- rai di sopra. Nelle importantissime note
no doversi abbandonare a se slesso, come della Lettera di cui fu cenno, si deplora
feceravv. Sarzana, travisando in un mo- che dal Tevere non se ne ritrae qiie'van-
do singolare le Lettere sul Tevere, del taggi che potrebbero in eminente grado
commend. Cialdi, che di sopra ricordai: procacciarsi, ed invece per 1' abbandono
Quale debba essere il porto di Roma, e in cui si lascia, se ne sperimenta gli elìet-

ciò che meglio convenga a Civitavecchia ti i più perniciosi, pe'damii e desolazio-


ed Anzio; ed quale colla lettera al cav.
il ne di cui l'autore tu testimonio nell'ulti-
De Angelis, per mantenere il vero senso di ma descritta inondazione: danni che fa-
tal sua Lettera, volle rettificare le strane cilmente potrebbero diminuirsi di molto,
opinioni che fantasticamente prelese at- e che con ciò si darebbe al tempo stesso
tribuirgli l'avv. Sarzana, ch'egli giammai vita alla ricca industria della navigazio-
espresse in favore del porto d'Anzio so- ne. Ricorda poi l'autore il dimostrato nel
pra quello di Civitavecchia, esopra quel- suo dotto libro: Sulla navigazione del
lodi Fiumicino e il Tevere; ripetendoche Tevere, cioè che per nostra colpa le inon-
il porto di Roma dev'essere a Ripa Gran- dazioni diesso divengono sempre più dan-
de, nel centro slesso della capitale, come nose alla città, e sebbene l'ultima inon-
l'hanuo diverse città celebri pelcoramei- dazione per l'altezza e massa d'acqua fu
I 5o T E V T E V
ii-.ìiiuie Ji I
7 cenlimetri da f|ticil<i tlcl gli si accinse alla non lieve fatica di con-
1 80'), pure fu [)iìi prtgiiulizievtile nel suo ^(dtare e svolgere gli camer-
archivi del
complesso; feiionieiio che il Ciaicli spie}»;i, lengalo, onde persuadere con questo do-
per r aumento degli ostacoli dali8o ji in cnmtnto il pubblico, che la marina poa-
poi atlraversali al libero corso del fiume, tiflciaè tull'aitroche infingarda e incapa*
per l'aumento degli >carichiilelle immon- ce di progres-io, trovandosi invece in uno
dezze e macerie, e pe'Iavoii abusiv.imen- stato il n)eglio costituito per l'unione dei
le praticali nell'alveoclie traversa Koma. due mari, per la linea che colla maggior

Poscia fu pubblicato, Sul Tv\,-ere, sulla convenienza d'ogni altra li ponga a con-
linea pili cpiiveiiicntc per fimioiiedcduc tatto, l^ubblicò pertanto. 1 ."Lo Stato del-
r/u/ri, e sulla marina mercantile dello la marina mercantile pontificia al 1. "gen-

Stato Pan tifieio al signor (l.rCfi rio Frul- naio 1847, confi ontato con quello de'3i
li, Scliiarimenti del eoniniencl. A. dal- dicendjre 1837. 1.^ La Statistica gene-
di, Roma 1847. Anche in questo bel la- rale della marina mercantile dello slato
voro il eh. autore dichiara, che essendo pontifìcio all'epoca del i.° gennaio 847, 1

il Tcvereqiiella via di acqua che lega l'in- confrontala coll'esistenza a'3 1 dicembre
terno commercio dello stato conRorua,da 1837. 3.°La Statistica /;rt/-?Vz/(' della ma-
cui appunto come da ca[)itale derivano! rina mercantile dello slato pontificio nel
principii vitali per tutto Io stalo, doveasi JJediterraneo, all'epoca del i." gennaio
da ogni statista tener cara questa via; e I 8 4 7, confronta la colla esistenza al 3 r di-
quindi egli come
dovea sostenere la
tale cembre 1837. 4° La Statistica parziale
navigazione del Teveie, e diftndcrla da della marina mercantile dello stato pon-
tanti supposti insormontabili ostacoli, che tificio nell'^/c//7V7//Vo,airepoca del 1 ."gen-
preteodevasi opporle. Quanto alla con- naio 1 847jConfroolala coll'esistenza a'3 i

giunzione e passaggio de'due mari Adria- dicemln-e 837. 5." La Slalislica


1 /;<^//--7V/ /e

lieo e RI ediferraneo già Mare Tirreno, pel del i.°circondariodeirAdriatico.6.''Q'iel-


I portod'Ancona, pel 2. "quel-
."dichiara il la del "2." circondario ilei medesimo. 7."
lo di Civitavecchia, il quale si pretende- Quella del 3." circondario dello stesso A-
va awiliie e dare la preferenza a Foiio driatico. Tutte dell'epoche e confronti
d'Anzio. Egli scucprì la verità, vendicò mentovali. Da tali interessantissime stati-
la marina pontificia dalle oppostele in- stiche si rileva ancora quanto si guadagnò
giuste laccie, mostrò la vera fonte de'suoi sulla moralità del personale della mari-
difetti,onde [xrsuadere ognuno, che noi na mercantile pontificia. Quindi saggia-
•A pari d'ogn'altro popolo siamo capaci mente il ministero del commercio e lavo-
d'elevarci adegni splemiorc di vita com- ri pubblici continuando il bel lavoro sul-
merciale. Gli sembrò a ciò conducente so- le slesse basi, pubblicò in Roma nel 18^2:
pia ogni altra cosa il mù<«trare I* accre- Prospetti dimostranti il personale e ma-
scimento della marina pontificia, in mez- teriale della marina mercantile ponti'
zo al suo slesso stato d'abbatliinento, e fida, e il moi'iniento della navigazione
scmbiò pure al eh. autore una taU- dimo- tan to genera le ne^por-ti dello s tt i to,a uan •

non potersi meglio ridurre al-


^trazione lo parziale de'legid pontifìcii in alcuni
l'evidenza che pubblica rìdo una slalislica porti e steri. Ver dar una semplice idea del-
completa, la qualecomprendesse il nume- l'incrementodella marina mercantile pon-
ro, la qualità, il tonnellaggio de'legni,e tificia riprodurrò una tavola. A'3 dicem* i

il numero e la qualità del peisonale che bre 1837 essa era costituita nel personale
noi rd)bi;imn tanto sull'Adriatico, quan- da G87G individui, nel materiale da 1 18G
to sul iMediterraneo. Siccome pertanto si baslìiuenti che ammontavano a tonnella-
mancava di questa statistica completa, c- te 2o,5o4A'3i dicembre 1B46, il perso-
TE \' TEV i5i
ii.ile ascese a 8o8(5 individui, i liasliuieii re, i ponti entro e fuori di Roma, vi ag-
ti a I 323, e le tonnellate a sGj'iSo. A'3 i giunse la presidenza delle ripe, la quale
dii:en»brei85i , il personale si compone- perciò cessò di esercitarsi dal tesoriere,
va di 91 IO individui, i bastimenti ai 667, come governo di Porto e Fiumicino, che
il

le tonnellate a 3o,q83. Lo slesso aiini- attribuì al presidente della Coniarca di


stero poscia pubblicò neli853: Prospet- Roma. Indi il Papa col moto-proprio dei
ti diiiioslrantì il personale e materiale 20 dicembre 1847 sui Consiglio de' Mi-
della ì/iarina inereaiitile pontificia, ec. nistri, istituendo quelli del commercio,
al 3i dicembrei852. Il personale som- e de' lavori pubblici, attribuì al i. "la na-
tnòa 9328 individui, bastimenti a i858, i vigazione nell'interno ed all'estero, la ma-
Je tonnellile a 32,028. Altre analoghe e rina mercantile, i capitani de'porti; attri-
anche posteriori notizie sulla marina pon- buì al 2.°i porti,! ponti e condotti non pro-
tificia divisa in 4 classi e compresa la fi- vinciali, né municipali, ilTevereesue ripe,

nanziaria e la militare, si ponno leggere eia bonificazione pontina, cessando così il

nell'articolo Tesori K RE GENERALE. Mentre tesoriere d'essere pro-segretario o presi-


esercitava tale carica mg/ Antonelli,co dente delle ripe del Tevere. Avendo poi il

me pro-presidente delle ripe a'i2dicem- Papa riunito i ministeri del commercio e


l)rei846, in occasione della descritta i- de'Iuvori [)ubblici,conediltode' loseltein-
nondiizione,con notificazione rammenlò: brei 8")0 delcardinalAntonelli pro-segre-
Che in virtù delle legS' e editti ripali, tario di stato, SalV attribuzioni de' niiid-
chiunqne ricupei a robe di qualunque sor- stri , confermò quelle riportate per tale

te naufragate, o portale via dall'alluvio- ministro del commercio e de'lavori pub-


iie del fiume Tevere perl'intera estensio- blici. A p. 7(^4 ilei Giornale di Roma dei
ne di esso sino al mare, è obbligato dar- 17 agosto i85o, si avvisò dalla direzione
ne l'assegna o all'officio della presidenza delle dogane e per ordine del ministro
delle ripe o al ministro della presidenza delle finanze, che in breve andavasi a ri-

medesima nell'uffizio doganale di Ripet- prendere nel tronco superiore del Teve-
ta , e ne riporterà il solito premio d' un re il servizio de'piroscafi a vapore pel tra-
I 5 peri 00 std valore della roba. All'op- sporto delle merci e passeggieri. Le par-
posto contravventoi
i saranno soggetti i fen7e da! porto di Ripetta in Roma ver-
alle pene comuìinate nelle leggi e editti so Ponte Felice si fissarono ne'giorni di
suddetti. Nel maggio 1847 '^ macchina lunedì e di giovedì a levata del sole. Le
elTussoriachiamala pirodraga o piiodraia, partenze da Ponte Felice verso Roma si

di cui già parlai, fu donata dal Papa Pio fissarono ne'giorni di martedì e venerdì
IX alla provincia d'Urbino e Pesaro, ed all'istessa ora. Oltre gli scali diRipetla e di
il commend, Cialdi fu incaricato di con- Ponte Felice, nel tratto intermedio se ne
segnarla al cardinal Ferretti allora lega- stabilirono a Fiano, Montorso, Torrita,
to della medesima. Il trasporlo lo effet- Ponzano e La Rosa. Ivi pure si pubblicò
tuò da Roma a Sinigaglia rimorchiando- la tariffa delle tasse di trasporto m disce-
la col piroscafo l'Archimede. Pel risulta- sa, sulle merci e passeggieri nel tratto su
to del lavoro in quel porto,si può vede- periore del Tevere. A p. 812 del Gior-
re suo opuscolo. Sui porti Neroniano
il nale di Roma de'4 settembre 1 85 1 si av-
e Luìoeenziano in Anzio, p. 4? e seg. Il visò dalla nominata direzione delle doga-
Papa Pio IX col moto-proprio de' 12 giu- ne, che per la navigazione de' battelli a
gno 847 sul Consiglio de'Ministrij nel
1 vapore, a vieppiù agevolare le comunica-
confermare le altribuzioni del cardinal zioni ci trasporti fra'Iuoghi lungo il tron-
prefetto dell'acque e strade, sui porti e ca- co superiore del Tevere e Roma, e così
nali marinimi dello stato, il fiuineTeve- viceversa, avere il ministro delle finanze
i52 TEV T EV
agli scali esistenti sulle sponde del (lume tendente a'vapori e di altri personaggi. Fu
jii^giunli quelli del Passo di Corese, Poi- questo ili. "lavoro, che si può dire (piasi
licciuulo di Nazzano e di Coloune, slabi- di costruzione sorlilo dall'ai senale roma-
Jcudosi i giorni secoudo le stagioni, e la la- no ,
poiché venne prohmgato
il battello
ri Ila pe'passeggieri e le merci. Nel u.° 38 di circa palmi 33 e riparalo nel corpo a

del Gionuih- ài Roma de' 17 febbraio modo, che appena un 5.° dell'antico fu
i852 si narra come il minislero delle fi- conservato perchè in istalo buono. Il capi-
nanze ripaiò danni recali dalle calami-
i tano del porto di Ripa Grande e costrut-
tà de'tcmpi politici del 184^ e 1849 al ser- tore Candeloro Luzzetli, ed il meccanico
vizio de'batlelli a vapore natanti sul Te- de'vapori Giovanni Mazzocchi ebbero la
vere, e come il servizio procedesse quin- direzione del lavoro, che sortendo solido
di innanzi con maggiore ordine e regola- ed esalto, incoraggiti dall'esito di tale espe-
rità. Provveduto alla controlleria e alla rimento, si aggiunge che senza indugio an-
tlireziooe del personale regolato dalla so- davano a dar principio alia costruzione
printendenza de'vajìori pontificii, dipen- d'un interamente nuovo scafo in ferro per
dente dalla direzione generale delle doga- un battello a vapore, che deve far la navi-
ne, si riattarono i burchi e i piroscafi, fia gazione del tronco superiore del Tevere. Il
istituito presso l'arsenale un laboratorio i\.°'65 d^\Giornalc cURoina àe.\ i855pub-
di riparazionijOltre altro locale perle mac- blicòper ordine del minislrodei commer-
cbiue, si acquistarono nuove iniicchine di cio e lavori pubblici lo stalo generale del-
susliluzione, si costruì uno scafo di (erro, la marina mercantile pontificia, ed il suo
si riordinò il periodico rimui cliio de'Iegni costante incremento flnoa'Si dicembre
niaritliini, si riattivò il corso da Roma a 1 854- t)a esso ricavasi, che sul Tevere, ol-
Ponte Felice, e si aprirono nuovi scali sul tre i piroscafi ed i brulotti di proprietà
Tevere, con meglio intese tarille e stam- del governo, esistono nel tronco superio-
pato regolamento disciplinare intorno al re da Ponte Felice a R.oma 34 legni di
servizio. Seuerimarcanoiconsegniti van- tonnellate ,538.95: enei tronco inferio-
1

taggi, cessali i reclami del commercio sul re da R^oma a Fiumicino 22 di tonnella-


tronco inferiore del Tevere, l'uflluenza dei te 982.26 comprese le navi
: esistenti sul

passeggieri e delle ukmcì nel tronco supe- Po, si calcolò esistere ne'due fiumi 1 4o le-

riore. Che mediante strada in costruzio- gni di proprietà di sudditi pontificii, tutti
ne, lo scalo di iMoiitorso si porrebbe in insieme portanti tonnellate3,654-28. Nel
comunicazione con Poggio Miileto, Ca- n." 237 tiel Giornale di Roma ile' 17 ot-
stel rs'uovo, ben aliti 5 paesi e con Rieti.
1 tobre i855, si dice che in altro numero
11 movimento de'passeggieii sui piroscafi del medesimo erasi fatta conoscere la si-
del Teveie nel 85 1, fu nel tronco supe-
1 tuazione del personale e del materiale
riore da R.oma a Ponte Felice e vicever- dellamarina mercantile pontificia nel
sa di 74G8, quelli del tronco inferiore da 1854, e che nel citalo numero s'indicava
Roma a Fiumicino e viceversa 836o. Ri- anco il movimento di navigazione per lo
lèrisce li n.°33dcl Gioinaledi Roma del stesso anno, tanlo generale ne'porti dello
I853, che a'9 febbraio nell'arsenale fuo- sialo pontificio,quanto parziale ne'porti
ri di Poi la Porleseebbe luogo il varo d'u- esteri, (]uiiuliinovimentu niarittimo del
il

no scafo di ferro costituente un battello 1854 in confi unto a (piello deli8)3, da


a vopore(cioè il suddetto RlascodeGaiay, cui lisulla, che le navi e il tonnellaggio
di molto allungalo e notabilmente mi- hanno subilo una diminuzione a Ironie
glioruto),alki presenza del commend. Gal- dell 853, a cagione della micidiale guer-
li pio-ministro delle finanze, del vicedi- ra d'oriente, la qualeha sottratto al com-
rettore generale delle dogane, del sopriu- mercio molti legni pontificii di grossa por-
TE V TEV i53
lata per servizio dell' armate alleale di si non fossero accorsi coraggio-
coloni, se

Francia, Itigliilleria e regno Sardo. Si os- samente gendarmi e le altre persone che
i

servò pure diininuzione nei i 853 a fron- stavano sulla barca, con che veniva fat-

te dei854, sid movimento delle navi di


1
ta la distribuzione del pane. L'inondazio-

commercio entra te a UipaGrandeinRoma ne nelle campagne cagionò qualche gra-


i854fu diySanavicou
liiiperoccliè nel ve danno, col portar seco capanne e al-
4,378 uomini d'equipaggio e un carico Magliana (luogo già di di-
tre cose. Alla
di 3g, 122 tonnellate; e quello delle na- porto di Leone X e altri Papi nella pri-
vi uscite fu di 75i navi con 4>34' no- mavera, posto sul Tevere a 5 miglia da
mini e 38,853 tonnellate. Noterò che al lioma) perirono diverse centinaia di pe-

presente su! Tevere sono 7 piroscafi a va- core, che in que'dintorni stavano pasco-
pore, cioè V Aiclùniede, il Bliisco de Ga- lando. Già a' 19 febbraio l'acque eransi

icty, e il Papiii de' quali parlai più so- improvvisamenie ritirale entro le pro-
pra ; ilRoma
pure acquistato da Gre- prie sponde. 11 fiume a' 17 ascese all'idro-
gorio XVI nel
i844i d s. Giovaìiin e il melro di Pupetta a melri i4-90, cioèc).go
Tcvci-c neh 853 acquistati dal Papa che sopra il pelo ordinario dell'acquo magre.
regna, ed il commend. Cialdi fu incari- In Pvoma abbiamo la società romana di
calo di prenderli a Londra ov'erauo sta- Navigazione, la quale a'26 luglio i855,
ti costruiti, e di condurli a Civilavecciiia. come si ha da' n.*" i68 e 169 del Gl'or-
Si legge ne'n.' 3c) e 4o del Gioriude di naie , fece benedire a Ripa Grande la sua
Roma deh 855, che le continue e dirot- I ."nave che ha costrutto.dandole il glorio-

te pioggie Tevere di
aveano ingrossalo il so nome di s, Pietro apostolo.La sagra ce-
modo che straripando verso la metà di remonia fu eseguita dal curato di s. Ma-
fehbraio, inondò alcune strade e piazze, ria della Luce, coll'assistenza di molti gio-
specialmente le piazze del Pantheon e di vani dell' ospizio apostolico di s. Miche-
s. Lorenzo in Lucina, le vie di Ripelta e le a Ripa, e alla presenza di grande mol-
(|uelle del clauslro degli ebrei. 11 gover- tiludine. La operosa società è intenta a
no provvide per mezzo delle presidenze costruire allre navi, e cosi potrà giunge-
de'riuni tutte le famiglie che in cillà e ne' re a capo de' suoi desiderii, che sono di
dintorni erano sequestiale dall'acque, la aprire colla navigazione nuove sorgenti
violenza delle quali strascinò nella sua di ricchezza allo slato papale. Riferisce
corrente una mole da molino galleggian- il cardinale Morichini, Dcgl' islitud di
te al ponteQuattro Capi o Fabricio, e pubblica carità, 206, che noa
t. i, p.

urtando violentemente ad esso ne guastò gli riuscì di nomi de'pii bene-


trovare i

il parapetto. Nella perdita di tale moli- fattori che generosamente stabilirono le


no sarebbero perite miseramenle diver- distribuzioni del pane a'poveri nelle stra-
, se persone senza il pronto ed efficace soc- ordinarie contingenze di straripamen-
i corso de'gendiirmi delle brigale de'rioni to del Tevere, e di copiose pioggie o ne-
i s. Angelo e Uipa e di alcuni cittadini, i vi neir inverno. Imperocché da quanto
I
nomi de'quali furono pubblicali con lo- egli potè sapere, questa carità che si fa

de. 1 gendarmi della brigata del rione di dal governo, ebbeorigineda lascili priva-
I

i
Trastevere salvarono al piano delle Due li, avvenuti in tempi antichissimi. Quan-
j
Torri fuori di purlal'orlese più di 3o per- do dunque nell'inverno nevica o piove
sone Ira pecorai e contadini, E presso vil- lungamente, sì che lavori di campagna
i

la Massimi, Cuori di porta del Popolo, un restano sospesi, io Roma si fa una di-
carrettiere sarebbe infelicemente perito stribuzione di pane nel Colosseo. La pre-
col suo cavallo e carico, nelle crescenti ac- sidenza dell'annona (finché esistette, ed a
que, come ancora sarebbero periti di ver* cui successe il municipio di /iq//ìì«, come
j 74 T L V T E V
rilevai nel voi. LlX,p. 76, cJ .il quale il incule spavento e produce rovine, e ne'
]*apa allribu"i quanto spella alle alluvio- passali tempi cagionò quc'disastri che non
ni e alle inoudazioiii del Tevere per soc- senza pena deplorai. L' onnipotente Id-
cui rere cilladini) provvede il pane, e la
i dio tenga sempre divise le acque da lui

direzione generale di polizia incarica i CI eate,e domale conservi ne'suui alvei col-
suoi ministri di dispensarlo, alla ragione la poderosa sua mano sapiente e consola-
di due libbre a lesta, a lulli que che cun- trice ; ne freni il corso impetuoso e tra-
lorrono di qualunque eia, sesso e condi- boccante, lo conservi placido nel suo lel-

zione. Prima si dava a'M)li lavoratori ili tu, e cosi tolga per sempre dalla mia a-
campagna, ma Gregoi io XVI orduiò che r.iata [latria questo formidabile flagello
Si eslenilesse a tulli gli accorrenti alla di chediflìcilineute l'uomo può fuggire, mas
^lril)u^ione,la quale prosegue a fusi fin- siine se l'ha provocalo. Altri scrittori sul

ché l'aria non sia divenuta più benigna Tevere e sulle sue inandazioni sono i se-

e permetta la prosecuzione de' lavori sì guenti. Filippo M.' Bollini, // Tevere in-
cauipf>tri che urbani, eseguiti a cielo sou- cute/iato, ov\'ero Varie di frenar
l' aeque

Egualmente una distribuzione di


iierlo. Rooìa (663. Luca Danesi, Del'
enrre/iti,
pane ha luogo quando il Tevere esce dal rìnniidazìone del Tevere, del Cavo Con-
suo letto, li segnale del principio di tal tarino, ec, Ferrara 1679. Diseorso so-
benefica dispensa è quando il (ìucue gon- pra le ragioni dell'inondazione del Te-
fiatosi per dirotte piuggieo per nevi sciol- v'c/Cj Roma i5g6. Cesare Domenichi ,
te SI air.iccia al Panlheon o chiesa della Dell' inondazione del Tevere e suo ri-
Pioloiida, e giunge al ciglio della colun- medio, trattato, Roma 1609. Girolamo
angolo destro del vestibolo di
iietta all' Maggi, Traetatns de alveo Tyherìade
quel tempii). Allora l'annona provvede- et Insulis. Basileae 572. Agostino Mar-
1

\a (e ora d municipio di Roma) subilo il tinelli, Descrizione di diversi ponti esi»

pane, i presidenti regionari (de'rioni al- slenti sopra i Jìunii Nera e. Tevere, con
lagali) allestiscono carri e barchette (con iiu diseorso particolare della naviga-

iscule),e si reca il pane agli abitanti fuori zioae da Perugia a Roma, ivi 676: Sta- 1

le porle l*0( tese, di s. Paolo, Angelica, e todel ponte Felice rappresentato agli
del Popolo, e se il bi>ogno lo richiede per Eminentissimi sigji cardinali della s.
le vie inlei ne del recinto israelitico, di Ri congregazione deli AecpieiContinuazio-
petta, dell'Orso e di ljorgo,e in qualunque ne dello stalo del ponte Felice, Bomu
idlro luogo della città, se allagato. Una lib- 1 682: Ragguaglio delle mutazioni e pre-

pane >i dà ogni giorno a ciascuno de-


])ra di giudizi fatti dal Tevere nelle ripe su-
contrade soll'acqiri, fin
gli ab'.lanli delle periori al ponte Felice. Roma 684 E- 1 :

che liura l'inondazione. Nel i83i sotto spe.rienza maestra delle operazioni da
(«regorio XVI,sidierono per tal modo cir- farsi alle ripe del Tevere, Roma 685. 1

ca 3ooo scudi di pane, e fu la massima ili- Cornelio Meyer, U


arte di restituire a
slribuzione avvenuta negli ultimi anni Roma la tralasciata navigazione delTe-
(«ilanqìò !'o[)era nel 1842): neh 836 che vere, divisa in 3 parti, i . GV impedimen-
fu la minintissima se nodierono26o(non ti, che sono nell'alveo del Tevere da Ro-
però per inondazione). Si calcola che la ma a Perugia, e suoi rimedi. 2. Le di/-
iosa importi all'eraiiojchefi la spesa, per Jlcoltiì, che sono nella navigazione del
lermuie medio 600 scudi l'anno, perche Tevere da Roma sino al mare, e suoi
^i sono degli anin in cui non occorre di ri/m di. 3. Nella quale si discorre per-
firla, non avendovi né nevi, uè pioggie Roma è stata fabbricata e mante-
eli--

dirolle e continuate, né inondazioni <lel nuta sulle sponde del Tevere, e si trai-
Tevere, Questo fiume quando uigro^sa la d'alcune altre proposizioni profìcue
T II A THT loi
per lo stato ecclesiastico, Roma i68t^. THEMAXON. Sede vescovile della
Ferdinando Cosimo Muti, La Tiheria- diocesi de'Caldei nell'Assiria, al di là del
(l'f.ov'c si tratta del modo di rendere na- Tigri. Ebbe a vescovi; Ebedjesus che as-
Tevere, Velletn 167 i. Filip-
Ki'gahile il sistè all'elezione del cattolico Ebedjesus
po Raggi, // Tevere incatenato, ovvero 111, e 32 anni dopo a quella d' Elia li,

Vacane correnti, Ro-


l'arte di frenare ovvero era un altro vescovo dello stesso
[
ma 662. Carlo Lombardo, Discorso so-
1 nome; Giovanni sedeva verso ih 100, e
pra la cagione delV inondazione di Ro- fu trasferito in seguito alla metropoli ili

ma, 160 .Onofrio Castelli, Z^e/rmo/i-


ivi 1 Mosul; Darsuma, ordinato dal cattolico
dazione del Tevere col disegno de'pae- Elia li, ed a questi successe in tal dignità
si, r acque de' quali vengono in Ro- alla sua morte. Oriens dir. i337. t. 2, p.
ma, 1608. Gio. Carlo VespignaMÌ,Z>i-
ivi THEMIZOMO. Sede vescovile deliri
scorso sopra il Tevere: è nell'opera ci- Frigia Pacaziana, sotto la metropoli di
tata del Fontana. Di mg."^ Vespignaui ab- Laodicea, eretta nel secolo V, e presso i

biamo pure: Discorso sopra il ponte Se- suoi conlorui.Maltia suo vescovo nel 4^'!
natorio detto Ponte Rotto, Roma 1692. intervenne al concilio generale di Calce-
Agostino Steuco, De restituenda navi- donia. Oriens dir. 1. 1 , p. 8 i 3.

gatioìie Tyheris, Lugduni 1 547- Pianta THEODOLI. r. Teodoli.


del corso del Tevere e sue adiacenze, THE[;A,THERMIAoTERMIA. Se-
dallo shocco della Nera fino al mare, e de vescovile dell'esarcato di Macedonia,
profilo di livellazione del medesimo, di- sotto la metropoli di Alene, eretta nel VI
segnato l'anno ij^^ da Andrea Chiesa secolo e poi divenne arcivescovato ono-
e Bernardo Gamharini ingegneri, col- rario. Trovasi nel niaie Egeo nell' isola

ta descrizione delle cagioni e de'rime- Calistao Cylhiios, oggi Thermia, una del-
di dell'inondazioni di detto fiume. Pie- le Cicladi. Negli alti del VI concilio ge-
tro Lanciani, Sulla necessità di riniuo' nerale si legge che v'intervenne Giorgio
vere l'impedimento al corso del Tevere, vescovo di Thera.
Roma 1829. THECDA. Seùe vescovile della pro-
THALMUD. F. Taimud. vincia proconsolare dell'Africa, sotto la
THAMSIOFOLI o TEMISONIUM. metropoli di Cartagine. Ebbe a vescovi;
Sede ve^covile della FrigiaPacaziana, nel- Urbano che fu alla conferenza di Carta-
l'esarcato d' Asia, sotto la metropoli di gine del 4' '5 Habeldeus fu esilialo nel
Laodicea, eretta nel V secolo, chiamala 4^7 con altri vescovi da Genserico re de'
pura Thampsium e Tìiemissus. ^i cono- \andali, e l'altro re Unnerico fece il si-

scono due vescovi; Zosiuio che nel45 isot- mile con Vittore nel 484) P^f non aver
toscrisse il concilio di Calcedouia, e Gio- voluto seguire il parlilo de'donalisti alla
vanni che tiovossi al VII concilio gene- conferenza di Cartagine. IMorcelli, yJfr.
rale. Oriens dir. 1. 1 , p. 82 i olir. 1. 1.

THANE. Duca feudatario di castelli THEUZA o THEUSITA. Sede ve-


e signorie ò'Ingliiltei-ra (T\) e di Scozia scovile dell'Africa nella provincia Biza-
(J .). Ve ne furono di differenti specie, e cena, sotto la metropoli d'Adrumelo. Il

ne parlai ne'vol. XVII, p. 288, XXIV, suo vescovo Decimo nel 484 venne esi-

p. 23 e I altrove. Vi furono gran thani, i liato per opporsi a'douatisti e per soste-
anche governatori o Lord (T .). Thaiies nere i dogmi cattolici. Morcelli. Africa
si dissero pure gli ufficiali e graduati; ed i i dir. t.i.
ihanes delti della messa dipendevano dal- TllEVlN. r. TuiN.
la Chiesa. THIABE o THIAVE. Sede vescovile
THAU.' r. Tau. della iMauriliana Cesariense, sotto lame-
i56 THI T H I

Iropoli di Giulia Cesarea. Ad Onorato suo comandò eoa


ricevuti nella Chiesa di Dio,
Tescovo del 4'28, di santa vita,scnsse una pena scomunica, che tutte si toglies-
di

impoitantissima lettera s. Agostino. Mor- sero, restituendo nel Messale le ceremo-


celli, Jfr. dir. 1. 1. nie universalmetile seguite dalla Chiesa.
THI ARDDE CISSY Enrico, Cardi- Indi nel 1713 pubblicò il Breviario e il
naie. De'cunli del suo nome, nobilissinio Bituale, emendalo e riformato.Tra gl'im-
di Doigogtia, sino dall'adoiescenza dedi- niensi vantaggi recati alla sua chiesa, ri-

catosi olla milizia ecclesiastica, fu airic- corderò, che raccolse nel 1724 in un sol
cliitodi benefizi ed'abbazie, indi nel i G87 volume i decreti sinodali de'suoi anteces-
promosso da Innocenzo Xi al vescovato sori, e vi aggiunse i propri. Rivolgendo
di Toni, rinunziando poi neliGgS la me- quindi le sue cure al materiale della pro-
tiopolitana di Bordeaux. oiVertagli dal re. pria chiesa, fondò uu nuovo sontuoso al-
Celebro in Toul il sinodo, che Benedetto tare che airicclù di preziosi ornamenti,

XIV ricordò nell'opera De Syiiodo Dioe- e vi rinnovò la cattedra episcopale, non


ccsaiui. Quindi nel 1704 Clemente Xl mancando al tempo stesso di riparare e
lo trasferì alla sededi Meaux, vacata per accrescere le altre chiese parrocchiali del-
jnorte del celeberrimo Bossuet, ordinan- la diocesi, e di abbellire l'episcopio. Fe-
do il Papa la gratuita «.peilizione delle bol- ce pubblicare la Storiti dclUi chiesa di
Ie,acui nel 1
7 I 7 fu aggiunta l'abbazia di Meaux del p. Toussaint Du Plessis bene-
«.Germano de'l'rali. Ad istanza di Luigi dettino, che nel 1781 fu dedicata al car-
XIV, a'29 mangioi 7 I 5 Cleoieute XI lo dinale. Assegnò la rendita perpetua di
creò cai di naie prete de'ss.Quirico eGiuli t- ySoo lire, da erogarsi parte iu sovveni-
ta,e decorato di sì eminenledignilà si tro- menlo de'poveri, parte ir. sollievo de'mi-
\ò presente a'2 5 ottobre 722 alla solen- i
uistri del santuario. All' abbazia ancora
ne unzione di Luigi XV in Pieinis., Te- dis. Germano fece s[)erimeutaregli effet-
nacissimo della dottrina ortodossa,! iguar- ti di sua generosa carità, ordinando che
dòcon orrore gli empi dogmi che serpeg- i chierici poveri della medesima fossero
giavano in Francia, e ne perseguitò aper- mantenuti nel seminario a sue spese, al
tamente seguaci i e fautori, singolarmen- quale eiletto lasciò al seminario di s. Sul-
te nel 1727 in cui presiedè all'assemblea pizio l'annua rendita di 5ooo lire, e altre
de' vescovi in Parigi nel suo palazzo di s. 10,000 ne stabilì a favore della parroc-
Germanode'Prati,in cuiftuono jiroscrit- chia di s.Sulpizio,a(iliichè si dovessero im-
li alcuni errori eli'eransi sparsi intorno al piegare in sostentamento de'sacerdoli,de'
sagiilìzio della messa, alla ss. Eucaristia, poveri e de'faiiciulli delia medesima e bi-
all'autorità della Chiesa e al primato del sognosi d' istruzione. Contribuì somme
Papa, i cui decreti furono confermati nel- considerabili per la fondazione del semi-
le ris[)ettive diocesi da molti vescovi di nario di s. Spirito nel sobborgo di s. Mar-

Francia, ^'è di ciò contento, die alla luce cello di Parigi, e lasciò il mantenimento
alcune memorie contro gli appellanti dal- perpetuo per alimentare 5 poveri ciechi.
la bolla Lni^cnitns al futuro concilio, In una parola, impiegò tutte le reudite del
stampate 729. Essendo nel 1710 sta-
nel 1 suo vescovato a sollievo de'poveri, de'qua-

to pubblicato Messale per usodella cliie-


il li meritoss-i il cognome di padre. Contri-
sa di Meaux, di cui il dottissimo prede- bui col suo suffragio all'elezioni di 3 Papi,
cessore Bossuet avea data cura ad alcutii e [)ieno di ineriti consumò il corso di que-
canonici della cattedrale, e non essendosi sta breve pellegrinazione in Parigi nella

ancora compito, il cardinale volle che si sua abbazia di s.Germano nel 1737, d'8 £

portasse al suo fine. iMa avendo trovato anni non compiti, e trasferito a Meaux
iu esso molle cose coulraiie a'rili antichi ebbe sepoltura uelia calledrale,QeIla tom-
THT TIII i57
ba falfa da lui costruire per nocogliere le lare la di\isione de'snoi stali tra' propri
mollali spolpile de'vescovi dcCunli. intervenendovi anche de' vescovi. Dp-
figli,

TlilliAKI. Sede vescovile dell'Africa pò l'estinzione de'Cai lovingi, apparten-


nella provincia Bizaciria, sollo la metro- ne snccessivamenlea'conti diLucembur-
poli d'Adidoeto. Yiticenzo suo vescovo go, a'duclii di borgogna, alla casa d'Au-
trovossi al concilio di Carta-^ine del 255, stria eil a're di Sjiagna. Il duca di Gui-
eVittoro assistè alla conferenza ivi tenu« sa la prese d'assalto a' 23 giugno i558,
ta nel 4' •• Porcelli, Jfr. dir. f. i. ma net seguente anno fu resa agli spa-
THIEUY {}go. Cardinale. /.Caro. gnuoli. ^'ellG39 i francesi in numero di
TflIINISA. Sede vescovile dell'Africa 1 3,ooo,coniaiMlalidaFeucpjieres,ratlaC'
nella provincia proconsolare, sotto la me- careno, ma fu vinto e fatto prigioniero
tropoli di Cartagine. Vcriiuuio suo vesco- da Piccolomiiii, accorso in aiuto della cit-
vo fu al concilio tenuto in tal città nel tà con numeroso esercito. La ripigliò il

255, Colonico segui il partito dona- de' gran Condé nel i643, restò quindi alla
tisti nella conferenza diCartagine del4i '
>
Francia e divenne la capitale del Lucem-
Dalmazio fu esiliato da Uimcrico rode' burgo francese, l'altro spettante a' Paesi
\andali nel 4<^4 [>er esscisi ricusalo sot- Bassi (J .j.Nel 1
792 la bombardaronogli
toscrivere l'erronee proposizioni de' do- austriaci indarno per4^ giorni; dipoi fa
natisti. iMorcelli, Jfr. dir. t.i. bloccala e bombardala nel 8 4, '«a "on 1 1

TU 1 ^ V L L¥.lTìu'odonis Filla.QW-
1 presa. KeliBiS vi entrarono prussiani i

tà forte di Francia, dipailioientodellalMo- in conseguenza d'ini trattato. InThion-


sella, capoluogo di circondario e di can- ville furono celebrati i seguenti 5 con-
tone a 6 leghe da Metz, in una pianura cilii. Ili."neir8i4 f fi^'ore de' sacerdoti

sulla sponda sinistra della Moselia che la il 2. "neirSi


perseguitali, sullo stesso ar- 1

separa dalla cilladclla, colla (juale comu- gomento, ecomposto di 32 vescovi,che vi


nica per un ponte di legno con pili di pie- fecero delle leggi contro gli oppressori de'
tra, che si può a un bisogno disCiue. Ila uìinistri della Chiesa, le quali furono con-
tribunali di i. 'istanza, diversi uflizi e sta- fermate con editto da Lodovico I il Pi(K II

bilimenti, ed è piazza di guerra di 3. clas- 3.° nel febbraio 835, composto di più di
se, le cui fdililìcazioni sono in buono sta- 40 vescovi, i quali vi dichiararono nullo
to di difesa, e vi si entra per 6 porte. Ila luttnciò ch'era stato fatto contro l'impe-
bella piazza d'armi, chiesa parrocchiale ratore Lodovico 1, che condussero nella

degna d' attenzione, bella cavallerizza, caltetlrale di Metz, per rendere più so-
iTieicato coperto, sala per gli spettacoli, ar- lenne la sua riabilitazione, la «piale si fe-

senale. collegio comunale che occupa l'an- ce nella domenica di quinquagesima alla
tico convento degli agostiniani, l'ospeda- messa. Dopo il ritorno de'vescovi a'fhioii-
le e la prigione militare. Possiede diver- ville, vi furono deposti gli assenti Ago-
se fabbriche, è un emporio di grani, e ne' bardo di Lione, e Bernardo di Vienna, e
dintorni sonovi ricche cave di pietra da più solennemente degli altri Ebbone di

lavoro, e sorgenti minerali. Fu patria di iìeims presente, per aver cospirato con-
Pietro Stator letterato, di Francesco di tro l'imperatore; Ebbone acconsentì alla
Lodi .storico, e di altri illustri. Risale l'ori- sua deposizione, e rinunziò per sempre
gine delia città alla i ."stirpe de're di Fran- l'arcivescovato. Il 4" "fll'B 4in "'lo'^'^> j

cia, cheebbero un palazzo: Pipino il


vi nel luogo chiamato///(^//(/'////. in oggiJust,
Breve vi tenne la corte, e Carlo IMagno presieduto da Dragone vescovo di Melz.
piacendogli il soggiorno vi fece adunare Vi furono fatti 6 canoni relativi alla pa-
i concilii, o piuttosto assemblee co'prin- ce e concordia tra'principi cristiani, sulla
cipali signori del suo impero, per rcgo- nomina de'vescovi alle sedi vacanti, per-
,

j
~8 1 H M TH U
che si reintegrassero delle loro seili gli e- altri vescovi callolici, ed il martirologio
spulsi, per iin[)e(Jire l'tisiirpazione de'be- romano ne fa memoria a'2 1 marzo. Al-
ni ecclesiastici, specialraetile tle'beiii del- tri vescovi di Tlimnis furono, Tolomeo
lecoiporaziuiii religiose, a conilizione pe- che sotloscrisse la forinola ari.i uà di Gior-
lò the sommiiiislriissero allo stato i stis- gio d'Alessandria e di Acacio di Cesarea
sic'ii uecessarii. I figli del defunto Lodo- nel concilio di Selcucia; Aristobolo tro-
vico I pacificali, Lotario I, Lodovico li e vossi al concilio dEfeso del 43 i ; Vienna
Carlo il Ciih'o. promisero d'osservare fra giacobita sedeva nel 760; Elia fu vesco-
loro un'amicizia fi aterna, e di ristabilire vo nel secolo X! sotto il patriarca Ci'islo-
lo slato della Chiesa che colle loro discor- diilo; DanicL' giacobita fu all'assemblea
die aveaiio turbata, proiueltendo ancora tenuta a .Misra per ordine dell'emir d'E-
l'esecuzione de'canoni fatti. Il 5.° fu te- gitto, ec. Oriciìf: chr. t. 2, p. 538.
nulo nel 32 in favore del capitolo di s.
I I THNEFOPSICIIITI. Eretici che altri
Die nella Lorena. Reg. t. io; Labbé t. 7; chiamano Tnctopsichici, simili alla setta
Aiduino t. 4; alartene, The\aiir. [. i^. degli arabici del secolo III, i quali inse-
TH.MUIS oTlIMOUlSoTHMOUI. gnavano che l'anima nasce e muore col
Sede vescovde del Basso Egitto, una del- corpo , ma che risusciterà con esso. Nel
le principali città del medesimo, posta nel concilio tenuto cogli arabici Origene li

Delta a fpialche disianza dal ramo Men- convinse, onde abiurato l'errore torna-
desio del Nilo, quasi nel centro della pia- rono alcaltolicismo. I Thnefopsicl»iti cre-
mna,tra esso e il ramoTunilico, e le sue devano l'aiiiina dell'uomo siibile a quel-
rovine sono testimonio di sua antica gran- la della bestia, ed erroneamente insegna-

dezza. Questo vescovato del patriarcato vano ch'essa moriva col corpo, e (ler cre-
d'Alessandriadell'Augiistamnica i.',fue- dere la mortalità dell'anima furono chia-
letto ne'pi imi secoli della Chiesa, suffra- mati con detto nome. Li confutò s. Gio-
ganeo della metropoli di Pelusio. Fu re- vanni Damasceno, liner. 90.
sidenza d'un vescovo greco, e di un ve- THOME'. /".S.Tommaso.
scovo copio. Ne fu I. "vescovo s.Fdea mar- THONON. r. Savoia e Svizzera.
tire, di cui il mai lirologio romano fa men- THUCCA.Sede vescovile della provin-
zione a"4 febbraio; indi gli successero s. cia Mauritiaiia d'Afiica, sotto la metro-
Donalo martire, Caio che intervenne nel poli di Silifi. Onorato suo vescovo fu al
325 al concilio Niceno,s. Scranìonc (T'.) concilio di Cartagine nel 22^, ed Uzulo
zelante difensore della fede contro gli a- pe' suoi fermi sentimenti cattolici fu nel
riani ed i manichei, già stato superiore 484 esiliato d-i Unnerico re de' vandali
d'un gran numerodi solitari, e amico par- per essersi opposto agli errori de'donali-
ticolare di s. Antonio quando vivea riti- sii. Porcelli, Jfr. chr. t. i.

rato nellaTebaide. Avea Serapione Io spi- THUCCABOR. Sede vescovile della


rilo mollo ilhiuiinato, ed era assai elo- provincia proconsolare d'Africa, sotto la

quente, donde gli derivò il soprannome metropoli di Cartagine. Al suo concilio


di Scolastico , cioè dotto. Ordinato ve- del 2 55 si trovò il vescovo Fortunato; Me-
scovo da s. Atanasio nel 34o ,
assistè al gasio co'vescovi donalisti vi si recò nella
concilio di Sai dica, e fu deputalo dal san •
conferenza del ^m; Stefano sottosciisse
to con 4 vescovi e 3 preti presso l'impe- la lettera che il concilio proconsolare man-
latore Costanzo, che allora Irovavasi in dò nel 646 a Paolo patriarca di Costan-
Italia, per calmarne lo spirilo tutto de- lino[)oli contro monoteliti.Morcelli, Jfr.
i

dito arianesimo e perciò contrario a


all' dir. \. I.

s. Atanasioche vigorosamente Io combat- TIIUNN OvwywRKtBO, Cardinale. Na-


tevo; ma s. Serapione fu esilialo come gli to nel Tirolo di nobilissima prosapia, di
T II U 'I il L
I
lyjinnifii provvislo d'ini canonicato iiel- S disburgo di mui te naturale, cagionata-
,
la iiielropolitana di Salisburgo, di cui in gli da fèbbre acuta. La fredda sua spo-

seguito divenne decano. Dopo aver ap[)li- glia fu accolta tra' recinti di sua chiesa,

; calo in Roma con successo nel collegio e collocala avanti l'altare di s. Francesco,
germanico all'acquisto delle scienze, si ac- ove al destro lato gli fu eretto magnifico
j

'

cinse al viaggio delie piiucipali provincie avello, colla sua statua espressa in prezio-

! d'Europa, a fine d'eiudusi ne'coslumi e so marmo e fiegiata d'onorevole iscrizio-

iie'lingujiggi (Ielle diverse nazioni. Eletto ne. Fu lodato come fornito d' eccellenti

I
neli()>4 arcivescovo di Salisburgo, cliia- virtù, esemplare per verace religione, me-
j
niòda tutte le parti uon)ini integri e dut- cenate inqiegnalissinìo de'ietleraii, padre
! li, de'quali giovossi nella visita della dio- alfabile e munifico de'iniscrabili. Di que-
i cesi enei governo di sua cbiesa, per cui sto cardinale e di sua nobilissima fami-

I ggio pror
vanlasigio ligi) e stabilì ottime leg- glia abbiamo di Vincenzo Armanni: Deh
i
gi. Rivolse quindi la pastorale sollecitu- la jìobi le e antica famiglia deCapizuc-
j
dine all' ornamento e restauro de' sagri chi baroni romani, diramata da unme-
j
tenipli.e nella metropolitana, lasciata im- desimo stipite con quella de' conti T\'n,
perfetta dal suo predecessore, impiegò so- prosapia grande e famosa della Ger-
I
pra a 60,000 scudi, ornando eziandio con mania, Roma 1668. .Ippendice, Roma
1 sontuosa magnificenza la facciata con ista- i68o.
I
marmo bianco, ecompien-
tue colossali di THUREY PiETRo, Cardinale. 1 . Tu-
j
do due campanili, che ricoprì di rame.
i REYO.
Oltre a ciò v'innalzò due magnifici por- THURLES. Città d'Irlanda, provin-
liei laterali, ^ella fal>brica del proprio pa- cia di Miinster, contea di Tippernry, ba-
lazzo, che al)benì di splendido e grandio- ronia d'Eliogurly, a ^G leghe da Dubli-
so edilizio e con ampia specola di marmo, no, in paese (ertile sulla Suire, che la di-
I profuse più di Te, 000 scudi. Per orna- vide in iSwc parli eguali. Piicola, ma be-
mentodellacillìi,rece costruire nella piaz- ne fabbricala; la chiesa, il mercato, e In

I
za vaga e superba funte di fino e candi- chiesa signorile della famiglia di Landalf,

i
do marmo, che riuscì meravigliosa. In presenlemenle onverlita ( in caserma, «le

Sali.shur^o (f .) accolse con regia mmii- sono gli edifizi più belli. Assai attivo è il

flccnza r imperatore col seguilo di 700 suo commercio colle città vicine, teni n-

persone e di più che 1000 cavalli, e vi dovisi 3 fiere l'anno. Dà essa il titolo di

opeiò (pianto altro notai in quell' arti- conte ad un membro della famiglia d'Or-
colo. Nel iGf)0 battezzò in Monaco con mond. Vicino ed all'est si vedono gli a-

gran solennità Adelaide primogenita del vanzi d'un convento di carmelitani.Tluir-


dnca di Baviera, che poi sposò il Delfino les è Ola divenuta più celebre pel rino-
'
di l''raiici.i, e trovandosi nella dietn di Ita- mato e importaiili^siino concilio naziona-
I
lisbona ritornò a Monaco per supplii e al- le, ivi lenutonel 1 Suidairepiscopato sem-
le cereinonie del battesimo d( 1 piimoge- pre edificante d'Irlanda, per rilevantissi-
I

I
iiitodidetto duca.Oilpiineiii seguilo I am- mo e vitale argomento, onde riuscì uno
luinistrazionc della chiesa di Ratislx'Ua, de'principali Sinodi {1 .) tenuti di reren-
e in nome dell' imperatore presied<' alla le, e servirà d'appendice il racconto al-
dieta convocata in quella città. Alessan- l'articolo lBi,A\nA;di (piella regione cli'è
dro VII a' 1
4 gennaio G(34 i lo creò cardi- l'esemplare e fortissimo baloardo insupe-
nale prete e lo pubblicò a' 7 marzo; ma rabile della fede cattolica tra la Scozia
."
halznto da camallo mancò di vita nel 1 e V fiighil'erni (/ .),ove pine fu aduna-
gÌHgnoi6G8, nella robtisla età di Ti ^in- to il concilio in s. Maria d'OscotI, del qua-
ni. Però y Hansizio riferisce the mi.iì io le feci ricordo al citalo articolo Si.nodo.
.Ho TIIU T IIU
E(l nncora, perchè hi questione sul fata- clamarono contro colle più vive istanze,
le insegnamento misto, non fu solo pro- mostrando gravi i pericoli a cui andrei),
pria dell'eroica Irlanda, nia divenne eu- bero soggetti giovani in sillalte istituzio-
i

ropea, e fu dibattuta anche neirilaiia per ni, per le quali non si faceva alcuna men-

sua sventura. Prima riporterò quanto mi zione dell'istruzione leligiosa, anzi teni-
fu dato raccogliere dalla periodica stam- va studiosamente bandita. I zelanti vesco-
pa cattolica, quindi rifei'uò il j)rodollo vi ricorsero alla s.Sede,chiedendole come
delle mie ricerche a genuine fonti sul gra- si dovessero diportare in tali circostanze;

•vissinioe memorabile avvenimento. Nar- e fu loro risposto a'f) ottobre i847,.con let-

ra la Civiltà cattolica, I. i, p. 6c)0.'»ll tera della s. congregazione di prrìpngan-

22 agosto si die principio al sinodo dei da //VA'(airarci vescovo diCashel mg.'SIat-


vescovi cattolici d'Irlanda da tenersi in tery, riportala a p. 279 de'cilati Anna'
Thurles. Tutti i vescovi in numero di l'è li, insieme ad altra che dirò, ed in uno a
•vi trovavano ciascimo accompagnato
si quella diretta all'arcivescovo di Armagli
da un teologo. Il solo primate d'Irlanda mg."^ Cullen),che non solamente si disap-
Cullen, nella sua duplice qualità di lega- provava piano d'insegnamento propo-
il

to apostolico e d'arcivescovo d'Arinagh, sto dal governo, raa venivano esoitali an-
era assistilo da due teologi. Le radunan- cora i vescovi ad emular l'esempio del
ze si fecero al collegio di s. Patrik, ma- vicino Belgio (del quale meglio riparlai
gnifico fabbricato costruito da pochi an- a Paesi Bassi), e fare ogni sforzo per sta-

ni co'mezzi principalmente d'un fondo di bilire un'accademia o l iiiversità catto-


1 OjOoo lire legate a quest'elTelto dal dot- lica. Essendo stale nel 1848 proposte dal

toreEverard aiilicoarcivescovodi Casliel. governo inglese alcune modificazioni del


La cattedrale di Thurles è attigua all'e- progetto d'istruzione, le quali principal-
difizio. 1 provinciali de'diversi ordini eb- mente consistevano nella nomina d' un
bero il diritto di assi-slerci e discutere in ispettore religioso, che invigilasse sui buo-
ciò che concerne le loro comunità. Que- ni costumi e suH'islriizioiie religiosa de-

sto è ili. "sinodo convocato dal Papa in gli alunni de'collegi, alcuni de' vescovi si

Irlanda dopo il XIII secolo. Molti altri credettero in ilovere d'informarne la s.Se-

sinodi provinciali vi avevano però avuto de. Tutta la questione venne di nuovo di-

luogo". iVegli Annali delle scienze reli- scussa, e dopo matura deliberazione, la
giose, 2." serie,t.
9, p. 290, si legge un stessa s. congregazione con lettera dell'i
...
l

articolo: Sìii Collegi della Regina in Ir- ottobre 184B, condannò con più esplici-

landa. che sono ormai scorsi


Ivi si dice, te parole i proposti Collegi della Piegina,
7 anni, dacché governo inglese mosso
il come pieni di gravi ed intrinseci perico-
da molte domande d' un sistema esleso li alla fede ed a'costumi de' giovani die
d'insegnamento superiore pe'giovani cat- li frequentassero; di più vi fu aggiunta una
tolici dell' Irlanda, propose a tal line la più calda esortazione a stabilire una u-
fondazionedi alcuni collegi (in Cork, Bel- niversilà cattolica. Volendo accudire a sì

faist e Gaiway). Così per una legge san- giusta brama del sommo PonteficePio IX,
cita nel 1845 venne autorizzato il gover- e insieme soddisfare al proprio obbligo di
no a fondare 3 collegi in diverse parli del- provvedere all'istruzione necessaria alle

l'Irlanda, incni la gioventù irlandese,sen- lorogreggie, i vescovi irlandesi nel sino-


73 alcuna distinzione di religione, riceves- do nazionale da loro celel)rato a Thur-
sel'istruzione intuiti rami dell'insegna-
i les nell'agosto esettembre 18 5o, conside-
Dieiilo superiore. Appena venne alla no- rando che rirl.inda, senza una convenevo-
tizia de' vescovi irlandesi l'abbozzo di que- le istruzione religioso-scientifica, avrebbe

sto progetto di legge, che molli di essi re- potuto dilliciliacnle difendere dall'opposi-
T H U THU 161
tioni npmlclie la siin fede e la stia vera chie- vano. La quale doppia figura non può,
sa (chiunque volontariamenle o si dipar- se guardi alla storia della Chiesa, appli-
te o non entra nella chiesa cattolica, non carsi che alla sola Chiesa romana. Nel-
può entrare in Paradiso extra Eccle- : l'ultima parte il ragionamento un po'più
siam non est salus infallibile sentenza, disteso a provare la convenevolezza del-
che ripetei nel voi. LXXl, p. 84= ora leg- 1 la ragione con questa dottrina, può ri-
go nella Civiltà eattolica, 2/ serie, 1. 12, dursi a questo punto. Nella sola Chiesa
p. 109, il sunto della dissertazione letta in romana trovansi quegli evidenti motivi
noma a'2 agosto I 855 nell'accadeuiia di di credibilità esterna che rendono ragio-
religione cattolica, dal p. ab. d. Teobaldo nevole l'ossequio della nostra fede, e qua'
Cesari procuratore generale de'cistercieu- mezzi intrinseci di salvezza che sono sa- i

si, il quale prese a dimostrare che la mas- gramentiji quali aiutano sostanzialmen-
sima fuori della Chiesa non v'e salute, te la nostra fragilità al compimento de'
è fondata nella Fede e nella Seri t tur a, cristiani doveri; quando fuori di essa ir-
ed è conforme alla retta ragione.» S'a- ragionevole è ogni credenza, perduto o-
pri la via alla dimostrazione col dichia- gni vero uso de'sagramenti. Chiudendo
rare che la sola Chiesa romana può e de- l'autore la sua dotta orazione, manifesta
ve dirsi Cattoliea. Ciò fatto entrò nel- con accese parole il voto del cuor suo che
l'argornento, e in primo luogo dichiarò la chiesa cattolica trionfi in tutto il mon-
che quella massima è fondata nella lede do, e la speranza che questo trionfo sia af-

con lungo e sapiente ragionamento, il cui frettato dall'ossequio che la chiesa catto-
nerbo ciediauio possa ridursi a questo en- lica rende a Maria ss.Immacolata"),eche
timema. Nel fondare laChiesa ildiviuKe- i cattolici frequentando collegi misli,ove i

d(nitore die la missione agli Apostoli di se è dubbio il progredire nelle scienze, è


promettere la salute a chi credesse alla certissimo che vi pericolanonella fede,no-
loro [)redicazione. Dunque non vi può es- ininarono una commissione di 8 vescovi e
sere salute che solo in quella Chiesa, nel- altrettanti sacerdoti e laici, i quali pren-
la quale si conserva la successione e la dessero quelle misure che fossero espe-
predicazione apostolica, qual è solamen- dienti per dare l'iniziativa as\ nobile im-

te laPiomana. In secondo luogo cos'i di- presa. Gli 8 vescovi pubblicarono senz'al-
mostrò il fondamento che dà la Scrittu- tro mi indirizzo al clero e popolo irlan-
ra alla medesima verità. JNel nuovo Te- dese, esponendo la necessità e vantaggi i

stamento Gesìi Cristo nostro divin mae- di tale istituzione; e non cessarono poi di
stro chiamò gli Apostoli e in loro i suc- adoprare tutti mezzi utili a portarla ad
i

cessori degli Apostoli, luce del mondo, effetto. Le contribuzioni che riceverono
.sole della terra, e tralci della vite uni- a tal fine dal novembre i85o all'aprile
ti al tronco: c\un([iìe c\V\ t fuori dellaChie- i85i superarono un milione di franchi,
sa romana, ove solo la successione apo- somma enorme se si consideri la povertà
stolica si conserva, non sarà preservalo della nazione, cui l'ha ridotta il prolestan-
dalle tenebre, dalla corruzione, dall'ari- tesimo inglese, ed i grandi disagi che o-
dità. E ciò
dimostrano eziandio le figure gni classe vi ha dovuto soffrire attesa la
dell'antico Testamento che presentanola carestia e gli al tri flagelli che afflissero spa-
Chiesa tliGesùCristo siccome la città dove ventosamente l'Irlanda fin dal 1846, ed
giorno e notte assicurasi la salvezza a chi vi accennai nel voi. LUI,
90. L'indiriz- p. J

si rifugia, siccome la pietra fondamentale zo fu sottoscritto a'9 settembre i85o dai


sopra la quale si fonda l'edifìzio che uni- seguenti prelati. Paolo Cullen arcivesco-
sce la terrena Gerusalemme alla celeste, vo iV Arìuagh e primate d'Irlanda. Da-
e contro cui ogni cozzo nemico urla iii- niele Murray arcivescovo di Duìdino. Mi-
VOL. ixxv. 1 I
,i).' T H U 'J II U
( liflc Slnllery nioivosrnvridi CasJìc I.CAo- d'America". Quindi l'indirizzo sviluppa
Villini Mnp Ilnle nrcivpscovo di Tiianì. egregiamente la raccomandazione della
(liovanni CìuiIavcIIvescovo di iMcnlli. s. Stòe per erigere una univeisità catto-
Francesco Haly vescovo di KHdnrc e hci- lica in II landa, il dovere della Chiesa per

i;hUn. Nicola Forati vescovo di /A atcr- risliiìzioiie, r esempio dell'antica chiesa


fnrd e Z,?Vmo/T. Giovanni Deny vescovo irlandese, la necessità d' una università
di Clonfcrt. L'indirizzo pubblicnlo dagli cattolica, i danni dell'insegnamento laica-
elessi yì anali, \>o\\iì il l'\[o\o: In riin'zzn del- le, le circostanze speciali dell'Irlanda per
la ronìT)ììssìoiie per Vitniversità eatfoli- provvedere all' istruzione religiosa della
1(1 n'catloliei d' Irlaiìda. Il discorso nie- gioventù cattolica, la risposta alle obbie-
liminare lipiodusselesegnenli paioledcl- zioni de'proleslanti ede'cattolici irlande-
l'indiiizzo sinodale pnbhlicalo da' padii si, e l'esortazioni onde aiutar l'impresa.
ladnnali nel concilio nazionale di Tlinr- II dotto e zelante mg. XiiIIen arcivescovo
les, con unanime accordo risoluto da quel dArmagh, fu destinato dalla provviden-
venerando consesso ,
sullo slahilinierilo za a scjslenere con braccio vigoroso gl'in-
dell'uni versila cattolica in Irlanda.» ]Non leiessi spirituali dell' aOidatagli fimiglia
è d'uopo, giusta la nostra opinione, l'assi- cattolica, escortar'a a più felici destini nel
curarvi die ogni cosa risguardanle il vo- mezzo di tante dilììcoltà e pericoli che la
stro ben essere,e ravanzamcnlo de'voslri travagliava. La grande (jiieslionedell'ia-
interessi temporali ed eterni, sarà porta- segiianienlOjche di sua natura vuole es-
ta a termine colle nostre più diligenti cu- sere diretto dalla Chiesa e da essa dipen-
re, che non vi sarà fatica né sagrifìcio , dente, il prelato la svolse con forza di au-
compatibile col dovere, che noi non fare- torità e di raziocinio da non potersi desi-
mo con piacere per migliorare la vostra derare di vantaggio, colla mirabile Let-
condizione e promuovere la vostra prò fera Pastorale al clero delCareidioce-
spelila. Come pegno della nostra siixe- si d' Jrìnn^h. de'26 noven)bre i85o, e
1 ila per sifialii sentimenti, noi abbiamo riprodotta dagli Annali delle scienze re-
(leterminalo di fare ogni sforzo possibile ligiose, 1* serie, t.
9, p. 429, f- ' o, p. 284.
onde stabilire un sistema fondamentale In essa viene dichiarato, come da tanto
ed esteso d' istruzione universitaria , da tempo e con tanto studio si alFatichino i

tombiiiare tuttociòcheè pialicamente ti- nemici della religione ad emancipare po- i

lde nel presente sistema collo spirito pti- poli dalla materna autorità della Chiesa
10 ed edificante della dottrina religiosa. nel fatto dell'istruzione della gioventù,
Una commissione è stabilita da questo si- perchè apra formare della parie
la via a
nodo per esaminare i particolari del men- più interessante della società un gregge
tovato inteiessanlissiiiio piogetto e por- di figli prodighi che s' iiicaniminano a
,

tarlo poscia ad esecuzione. Grandi sono dissipare in poco tempo il ricco patri-
le difiicollà da superarsi, ma se noi le af- monio della religione. Ad esempio de'ze-
fionliamo aniniati dalla lede, se noi ope- lanti vescovi diFrancia che tantoalto han-
riamo con cristiana uiTunie, esse ben le- no gridato contro le detestate norme d'in-
sto svaniranno. Per condurre a lertnine segnamento statuite ed applicate in quel
questo negozio abbiamo grandi risorse vasto regno, eseguendo altri nobili esem-
nello zelo, nella scienza, ne'talenli e nei pi che ne ha dato l'episcopato di altre na-

mezzi pecuniari che da noi stessi potran- zioni, volle il primated'lrl.inda che echeg-
no portarsi a contributo, ed a'«pettai si d;ii giasse in tutta l'estensione dell'isola la^sua
nostri fratelli, che sono sparsi imn sola- voce, onde ammaestrare tutti sopra un
mente per i begni-Uuili e nelle colonie oggetto di cos'i grande rilievo. Di tal gui-
Britanniche, ma pur anco pel continente sa alle cose già dette d'accordo cogli al-
1 H U TH U iG3
fii pastori nel suinmenlovato Indirizzo, la storia dell' isola. Fu confidato a! pri-
colla pastorale gli si die l'occasione di tor- mate mg."^ Cullen di redigere il progetto
nare (lire contro i collegi co!«\chiama- d'organizzazione dell' università da pre-
li Regina e di
della mista istruzione, che sentarsi nella prossima riunione che do-
j! Thurles vietò a'caltolici di
concilio di vea aver luogo a'i 2 agosto 1 85 1 . Per al-
frequentare. L' Osservatore Romano del lora non si pensava a fondare un edilìzio,

i85r ,a p. 67, riporta le parolecolle qua-


1 finché non giungevano raccolti fondi suf-
li nel parlamento il lord John Piusseli. ficienti, e l'Inghilterra e l'America non
n>inislro del regno, avversò il concilio di avesse risposto all'appello della carità. Né
Tlmrles, ch'egli disse il r. "convocalo do- l'edifizio è ciò che costituisce l'università.
po la rivoluzione religiosa , cioè a dire Si voleva prendere a fitlonn locale in Du-
quando 1' Inghilterra e la Scozia abban- blino, onde nell'iinminenle ottobre si po-
donarono infelicemente la religione catto- tessero aprire i corei, nel medesimo tem-
lica de'Ioro padri, e 1' indirizzo statuito po in cui si aprono all'università mista del
dal sinodo al clero e popolo irlandese, per governo. In questa riunione si credeva che
l'eiezione d'una università cattolica. Di- verrebbe pubblicala l'approvazione pon-
chiarò che la lettera sinodale era stata a- tifìcia del concilio di Thurles, vale a dire
tlottata alla maggiorità d'un voto, inve- la condanna dell'università mista. Rife-
ce i segretari del concilio di Thules pro- risce la Civiltà cattolica nel l. 5, p.6g5.

varono, che fu votala all'unanimità dei «I giornali di Dublino annunziano che il


voli. A p. -ìoo i\t\\' Osservatore Roma- primate d'Irlanda ricevette da Roma gli

no, si riporta il seguente brano di lette- alti del concilio di Thiu-les approvati dal
ra dell'arcivescovo di Tuam a lord Riis- santo Padre. QuA conciluj avea fra leal-
sei. colla quale reclama l'onore per l'Ir- trecose deciso che i cattolici non poteva-
linda di partecipare alla sorte d'Inghil- no frequentare l'università della Regina.

terra. "Il modo con cui l'Iilanila ha rifiu- riguarda la pubblicazione <liquei
Il T/V^/^'.s

tato la facoltà incredula del governo, lo decreticomeuiì colpo mortaleall'univei-


.spettacolo consolante e maestoso della sua sita mista. Credono mo'li che il gabinetlo

{inlica gerarchia nel concilio di Thurles, inglese facesse di tutto per far passare il

la sua risoluzione ferma ed inallerabiledi bill de' titoli (cnntro nuova gerarchia
la

fondare un'università cattolica malgrado ecclesiastica d' Inghilterra ) prima della


l'estrema sua povertà, sono questi i de- pubblicazione di questi alti: giacché il mi-
litti che hanno provocato la vostra colle- nistero pretende potersi opporre poi alia
ra, meglio ancora che lo stabilimento del- convocazione de'concdii, ed alla pubbli-

la geraichia inglese (di cui a Westmiiv- cazione de'Ioro alti in fìiza di quel bill".
ster), a giudicarne dal luogo che queste INel852 divenuto mg.' Cullen arcivesco-
I

(juestionioccupano nel vostro discorso. vodi Dublino capitaledill'Irlanda, ivi si-


L'Irlanda può bene esclamare me, me, : no dall'agosto del pi'ecedente anno si fir-

adsum qui feci; e quindi e>sa richiama mi) un'associazione per la comune difesa
la sua parte di pericolo e di gloria nella del caltolicismo, essendosi uniti i catloli

persecuzione che ci minaccia ". Final- ci irlandesi, e gl'inglesi avversati per la


mente a p. 637 àe\\' Osservatore si dice: gerarchia ecclesiastica ristabilita da Pio
Sono scorsi appena nove mesi, l'episco- IX, con vincoli assai più stretti di carità,
palo irlandese formava il progetto di fon- ed il prelato ne fu fatto presidente. Ne dà
dare un'universilà cattolica, ed il proget- contezza laC/V/7/^7 cattolica nelt.8,p. i o i

to era prossimo all'esecuzione. L'episco- Riportali gli aggravi che pativano i cat-
pato irlandese essere degno di tulli gli en- tolici irlandesi sotto la pressura di leggi e
comi, ed il suozelo risnanà [lerpetuonel- di ordinamenti statuali che mal consuo-
i64 T II U TU u
•invano colla pei fella liberi;) ilei cotloli- Come pure la reazione prolestanlica e per-
co,guarenlila loiotlairenìatici[)a7Ìoiie(lel seculrice delle liberlà religiose a' cattoli-
i82t), enumera l'imponenle niiriiero di ci, con freddo calcolo della politica intesa
personaggi di clie compose, cioè di 3i
si a frenare condure leggi lo slancio che da
prelati, 23 lord, i o baroni, 33 nieiubii del qualche tempo essi aveano preso, conse-
parlamento, i5o iiflìziali della giustizia di guenze tulle tlella rabbia anglicana con-
pace, e aUpianle migliaia de'piìi ragguar- li(j i prosperi progressi del cnllolicismo.
devoli soggelli, chierici e laici. La glan- liifcrilo il ricavato dalla pubblica stam-
de associazione cattolica si propose, con- pa, ora, come notai in principio, passo a
tro la chiesa ufiniale del governo, a dife- riportare quanto polei apprendere nelle
sa della religione de'suoi [»adri. i ."Adot- legali mie indagini; però non riuscirà su-

tale Igni mezzo costituzionale per otte- perfluo il già narralo, poiché chiarirà al-
nere l'abolizione del bill sui titoli eccle- cune delle cose che dovrò ripetere , sui

siastici, e di tulle che inceppano


le leggi motivi per la celebrazione del sinodo di
la liberlà data acattolici. 2. "Togliere al Thurles, e (pianto in esso fu trattato e de-
popolo cattolico d'Irlanda il peso di gui- cretalo.
derdonarci ministri anglicani: peso enor- Tre secoli della più cruda persecuzio-
me perchè assorbe il più dell'entrate dei ne religiosa, cui rillustre eediiìcante na-
particolari, peso ingiusto perchè dà mer- zione irhiiidese è stata soggetta, natural-
cede a'minislri d'un culto straniero al po- mente recò grave detrimento alla disci-
polo: peso irragionevole perchè paga chi plinaecclesiastica. Imperocché tolte ai

tende a corrompere la fede e la religione cattolici le loro chiese, ed a' sagri mini-
del paese. 3.' Proteggere poveri irlan- i stri le loro entrale, popoli e pastori colpi-
desi contro il sistema del proselitismo pe- ti per tanto tempo dalle più severe leg-
cuniaiio, pel quale smugnesi l'indigente gi, non era possibile che l'amministrazio-
aflln di comprarne l'apostasia. 4-° Assicu- ne delle cose sagre seguisse precisamen-
rare a tutte le classi una istruzione cat- te il prescritto da'canoni ecclesiastici. Per
tolica, fondando, giusta l'insinuazione del la necessità, alle ordinarie leggi sotten-
sommo Pontefice e il decreto del concilio trando la consuetudine, quesla di frc(pien-

di Thurles, una grande accademia o uni- le suol durare pur anco cessate le prime
versila cattolica, opponendo a'collegi mi- cause che l'aveano inlrocloUa. Così come
sti di Cork, Belfarst e Gahvay, istituzio- accadde in tante altre regioni, avvenne
ni dotte e religiose. 5.°
Contribuire al mi- anche nell'Irlanda, dove certi usi ne'sagri

glioramento morale del popolo, e avvan- riti incoujinciali per necessità, seguitaro-
taggiamela condizione ci vile,afijne di pre- no a costumarsi per una certa abituale
servarlo dalla scostumatezza e dall'indi- usanza. E' fu questo appunto uno de'pri-
genza. 6.° Soccorrere e proteggere eflica- mari motivi, che determinarono la con-
cemente tulle le fondazioni caltoliche,per- vocazione del memorando concilio di
che esse possano far sperimentare a'po- Thurles. Altro poi e più immedialo fu
poli la benefica influenza della carità edel quello di deliberare sui mezzi d'aduprar-
zelo cristiano. La Civiltà cattolica dà si dall'episcopato irlandese, rapporto al-
quindi ragguaglio dei risultamenli , che la discorsa grave questione d'insegnameo-
tanto dovranno influire sulla condizione to che preoccupava l'Irlanda. Dessa, co-
non che di quanto riguarda l'u-
dell'isola; me narrai, originòdal progetlo di fonda-
niversitàcallolica, di cui fu nominato ret- re alcuni collegi provinciali misti per l'è»
tore il celebre p. NeAvman, e la pubbli- ducazionc della gioventù irlandese, pro-
cazione de'decreli del concilio di Thur- posto nel parlamento nel i84j. Questo
les, massime a p. 693 del citato volume. provvedimeoto,chc sembrava ottimo in
TH U THU iG>
asliatto, tosto si riconobbe sommamente menti della s. Sede, per tutelare la puri-
pericoloso, pel modo con cui dovea at- tà dell'insegnamento cattolico, dalla per-

tuarsi. Giacché, invece di allattare il pro- niciosa influenza de'collegi misti o di si-
gettalo sistema abbisogni della gioventìi mili aggressioni de'nemici della fede cat-
cattolica irlandese, i promotori di esso si tolica. Tra'suggerimenti della s. Sede, li-

adoprarono di piantarlo sulle basi d'ima no fu quellodell'erezioiied'una universi-


: completa indilFerenza religiosa. profes- I tà cattolica. Quindi per rimuovere sì gra-
sori [)otevano essere di tutte le sette, e vi ostacoli e per agevolare 1'
esecuzione
nulla dovea ammettersi nella forma d'in- delle disposizioni della s. Sede, non che
1
segnamento che potesse offendere le dot- di migliorare lo stato della disciplina ec-
trine o i pregiudizi d'alcuna delle sette clesiastica, fu deliberato da'vescovi irlan-

religiose, tutte venendo ricevute in que desi di celebrare un concilio nazionale, se-
I
collegi. Siffatto progetto, naturalmente condo le regole de'sagri canoni. Appro-
I
eccitò i pili forti reclami della gran mag- vando las. Sede i voli dell' episcopato ir-

gioranza de* vescovi, del clero e del po- landese, fu nominato presidente del sino-
I
polo. Vi furono però fatalmente alcinii, i do il sullodato edottissimo mg.' Culleu
quali allucinati dalle promesse lusinghie- arcivescovo d'Arniagh, anche nella qua-
j

I
re de' promotori del pericoloso sistema, lità di delegato apostolico. Il sinodo co-
j
ne divennero caldi sostenitori; quindi si miuciòa'a^ agosto i85o nella chiesa me-
suscitarono gravi dissensioni, le quali tan- tropolitana di Cashel, e durò per 3 setti-
t'olire procederono, che si ripurtarono mane circa. In esso furono pienamente
alla cognizione della .santa Sede, l'er es- trattate tutte le materie per cui fu con-
sa la s. propaganda /c^Ze
congregazione di vocato. Il numero de'decreli e la sapien-
j
se ne occupò con gran diligenza, e dopo za che in essi vi risplende, prova eminen-
'

lungo e maturo esame di tutto 1" alfare, temente lo zelo dell'egregio presidente e

a'q ottobre 1847 emanò il decreto,;» ppro- de'suoi degni colleghi, col quale attesero
vato dal Papa Pio IX, col quale dichiarò alla nobile impresa a cui il sagro loro uf-
tali collegi provinciali misti pericolosi al- fizio e la voce del soin(no Pontefice li a-
la fede.Questo decreto fu ricevuto con ap- vea chiamati. I decreti del concilio si pon-
plausi nell'Irlanda, nondin)eno bentosto no distinguere in 3 classi: primi riguar- i

sì tentò eluderne la forza mediante n)o- darono l'esecuzione de'mentovati decreti


dificazioni introdotte nella disciplina de' della s. congregazione di propaganda //(/cy
medesimi collegi. Ciò fu un nuovo mo- i secondi l'università cattolica e le scuole
tivo di dissensione tra'cattolici, e la cau- preesistenti; e gli ultimi la riforma della
sa fu nuovamente portata al giudizio del- disciplina ecclesiastica. Riguardo a'primi,
la s. Sede, la quale con decreto dell'i i dichiararono i padri del sinodo la loro
ottobre 1848, non solo confermò la con- piena adesione emanati sui col-
a' decreti

danna de' collegi misti, ma dichiarò che legi misti dalla s. Sede. Il motivo da cui

le vantate modificazioni nulla toglievano deriva tal dovere, è appunto l'ubbidien-


il veleno, di cui il già censurato sistema za e ossequio dovuto al sommo Pontefi-
fu qualificato infetto. In tal modo termi- ce, ed ecco le parole in cui splende la fe-

nò, con singoiar consolazione della gran de irlandese dopo 3 secoli di persecuzio-
maggioranza della nazione irlandese, la ne. Cimt in Romano Pontifìce^ Cliristi
que.aione di diritto riguardo a'memorati in terris Vicariuni, et s. Patri successo-
istituti. Però e pel calore delle precedenti reni agnoscanius ac veneremur, cui di'
discussioni, un certo spirito di partito re- viiiitus niiuius optiniis doctrinis,fidele.':
gnava tra non pochi, che producevano o- institucndi, et apestiferis et veneno i/i-

slacùli air esecuzione de' savi provvedi- fcctis pascuis arccndi cotnniisswn est.
-

i66 THU T n u
Quiiuii 1 vescovi iiiculcuiio culle piìi gra- statuti furono falli, per far sempre più ri-

vi paiole l'osservanza de'decieti della s. splendere neir episcopato e nel clero ir-

cungiegaziooc, iiiliuiaDdo al clero la so- landese le virtù, la dottrina e buon esem-


spensione /po/J/r/o, da iiicorieisi nel ca- pio conveniente all'alto grado di chi de-
so che alcuni di esM accetlasse (|nalsiasi vono essere a'fedeli maestri di perfezione
carica ne'collegi misli; ed al popolo la gra- cristiana.Per pi omuovcre cpieslo fine, fu
vissima obbligazione di tener lontani i stabilito che nelle singole diocesi si fosse-

pi opri figliila lali isliluti, per esseie la \'c- ro con fieqiienza fatli esattamente gli e-

de un dono il più piezioso, e d'antepnrsi a sercizi spirituali per tutto il clero, e le con-

liiUi i vantaggi terreni, raritnent: riguar- ferenze teologiche, cui tutti e compresi i

do a'.lu 2.' t!as>e de'decreli, con eguale


a- religiosi avessero da assistere. Fu vietalo

i:iciilà i padri decretai ono l'erezione del- a'sacerdoli di prentlere in alììtlo più di i5
l' uni versi t acattolica, per vai idamen le pre- iugeri di terreno, per non dar luogo a oc-

munirsi contro le incessanti iiisidiede'pro- cupazioni estranee al loro sagro ministe-


lestaiiti contro la (ede della gioventù cat- ro. Riguardo alla fabbrica di nuove chie-
tolica che frequenta lorostabiliinenli d'i- i se fu stabilito, che nessun parroco o altri

struzione. La slessa diligenza i vescovi di del clero l'incominciasse senza sottomet-


mostrarono ne'decreti fatti rapporto alle tere prima all'appi ovazione del vescovo
scuole nazionali, le quali una volta luio- la pianta della medesima, che dovea pu-
no anch'esse il soggetto di gravi contro- re approvai si da un perito, onde le pie
%eisie.Tra'|)rov\eiliinenli adottati riguar- olilazioiii de'fedelinon venissero scialac-
do a queste scuole, è dd notarsi quello che (piale, come S[)esso crasi veduto negli edi-

prescri\e, che tutti i libri da usarsi nelle fizi eretti senza le regole architettoniche,
scuole anche in lilUris debba
/zf////<7/i/.?, e il debito decoro che nel tern[)io del Si-
noapprovcusi da'rispettivi ordinari; il che gnore deve rispleiidere anche nella parie
chiaramente dimostra quanto s' impe- materiale. Furono rinnovale le pene con-
gnassero! vescovi per la preservazione del- tro tutti cuielli che si ascrivessero alle so-
la fede della gioventù, trattandosi di scuo- cietà segrete, condannate da'Papi. hiolìre
le erette dall'autoi ita [ìubblica in un pae- si formarono utilissimi decreti per la con-

se ove il governo è eterodosso. Quanto ai servazione degli archivi sì episcopali che


decreti sanciti per la riforma nella disci- parrocchiali. Siccome per le leggi inglesi

plina ecclesiastica, i vescovi si applicaro- le chiese cattoliche nulla poiino possede-


no con grande impegno per introikirvi re come chiese, i vescovi adottarono al-
que'miglioiamenti compatibili colle cir- cuni decreti per supplire a questa ingiu-
costanze de'tempi. Indi adottarono diver- stizia, approvando i regolamenti pe'dde-
si decreti diretti a richiamare alle chiese commissari, i quali tengono in nome lo-

l'amministrazione de'sagramenli, che con ro i beni delle diverse chiese, onde evita-
lio[)pa facilità e (lequenza talvolta si per- re alla meglio qualunque inconveniente
mettevano nelle case particolari, special- che uma-
[)otesse nascere o dalla malizia
u.ente della penitenza e della ss. Eucari- na o dairim[)rovvisa morte di ([ualcuno
stia, e per vieppiù provvederne al deco- de'medesimi lidecoinmissari. Finahnenle
ro. Vari provvedimenti furono jiarimen- per impediiegl'inconvenienti che poteva-
li fatti, per assicurai e anche il decoro del- no nascere dalla diversità de'pareri intor-
sagramenlo del tua-
la cilebrazioiie del no alle cose di pubblica autorità ecclesia-
liimonio; per impedire matiimoni dei i stica, fu sancito che nessun vescovo potes-
cattolici co'prolestauti, dichiarandosi es- se nell'avvenire ai celiare alcuna legge fal-

fccie solo competenza della suprema au- la dall'aulorità civile riguardo alle coso

toiilà del l'ap.j il dispensarvi. Parecchi religiose o spcltauli alia pubblica islruzio-
T H U T I A 167
ne o simili materie, quando una tal leg^e feiuiare gli statuii del concilio di Thur-
riguaickisse lutto il regno. In tal caso fu les.

deliberato che nessun vescovo polessedar- TI A iV A, T')'rr/2/?, C/i/'j'-i- toyjt»//.'.'. Sede ar-
vi il suo consenso finché la cosa non fos- civescovile della Cappadocia nell'esarcato
se ben esaminata da^^li altri vescovi e dai di Ponto, nell'Asia minore, già città cele-

medesimi approvata. Fu piovvediito an- Icbre presso e alle radici del monte Tau-
che al caso di dispareri tra'vescovi, decre- ro, e patria del famoso Apollonio. Eretta
tando padri che in tali emergenze biso-
i nel secolo III in sede vescovile e suffra-
gna riferire l'affare alla s. Sede e aspettar- ganea di Ce>niea, indi l'imperatore Va-
ne la sentenza; dichiarando, così volere la 364 e mor-
lente, associato all'impero nel
consuetudine della chiesa universale, non to nel 378, avendo divisola Cappadocia
solo, n)a eziandio gli antichi usi e canoni in due provincie, eresse Tiana in metro-

della chiesa d Irlanda dal medesimo suo poli della Cappadocia 2." per affliggere

apostolo s. Pattizio introdotti." Tota con- s. Basilio il Grande vescovo di Cesarea,


troi'L'rsia ad Seder/i apostolicam dcfc- che combatteva gli errori degli ariani, dal-
ratur jiixta veterem canoiicm Ecclcsìac l'imperatore protetti, e nel secolo XII di-
Hiherniae a s. Patritio latum.y> Si quac- venne esarcato della stessa 2.' Cappado-
stionesìn hac insula orianturad Sede ni cia. Ebbe a suffraganee le sedi vescovili
apostolicam referantur, etjuxta consue- di Cibistra ,
poi arcivescovato onorario,
iudincni Ecclesiae universa lis". Cau. s. Faustinopuli, Sasimo o Za/ima, e Balbis-
Patrilii apud Wilkms, Con. M. Brit. t.i, sa o Barbilissi. Sembrami che il Terzi nel-
p. 6. Questo memorando conciliodiThur- la Siria sacra la chinini Tiene, per cui
les fu approvalo con decreto della s. con- le notizie riportale in quell'articolo, in
gregazione di propaganda fide-Ai'ò mag- parte credo che spellino a Tiaiia. Tiaiia
gio 85 1; e in modo più solenne dal Pa-
1 è inoltre inrinomanza pe'molli suoi mar-
pa Pio IX, con breve deaS marzo i852. capo de'quali fu s. Oreste, sotto l'im-
tiri,

Come supplemento di questo si nodo, fu pero di Diocleziano; la loro memoria è no-


celebrato un i.° concilio de'vescovi stessi tata a'g novembre nel maitirologio ro-
d'Irlanda in Dublino nel maggio 854. A. i mano e ne' menelogi ile' greci. Nel 867
(|uesto pure presiedè l'ottimo mg.' Cul- vi fu tenuto un concilio, con l'intervento
len, già traslalo a quella sede, in qualità ili Eusebio vescovo di Cesarea e de've-
di delegato apostolico. Per la generosità scovi .Atanasiod'Ancira, s. Pelagio di Lao
de'caltolici d'Irlanda, e di alcune oblazio- dicea,s,Gregorio Nazianzeno padre tlel il

ni de'fedeli d'altri paesi, fu raccolta una santo omonimo, e con molti altri, tjuali i

somma sì cospicua, che i vescovi potero- aveaiiu fatta professione della consustan-
no finalmente in questo sinodo decretare zialilà del Figlio di Dio al suo divino Pa-
l'apertura delluniversilàcattolica, la qua- dre, nel concilio d'Antiochia nel 363. Vi
le ebbe luogo nel seguente novembre. Co- si lessero le lettere di Papa s. Liberio
me rimarcai superiormente, il dottissimo e de' vescovi d'Italia, di Sicilia, d'Africa
p. Newman dell'oratorio ne fu costitui- e della Gallia, da loro scritte per can-
to rettore, ed un competente numero di cellar la vergogna e rimediare agli er-
professoli furono nominali a insegnare le rori del coucihodi Rimini ( J.) j \& (.maW
scienze, quindi uno stuolo di fiorita gio- lettele cagionarono grande allegrezza in
ventù cominciò a frequentare le scuole, tulli i padri del concilio. RislabilironoEu-
che sono in lodevole incremento. Anche slazio di Sebaste, ch'era slato deposto, e
in questo sinodo di Dublino furono fatti scrissero a tutte le chiese d'Orientedi leg=^

parecchi canoni, quasi tulli però diretti al- gcre i decreti de'vescovi d'Asia, e di fare
luscopodi sempre più appoggare e con- riilcs-sioiie lopra il loro numero, di lesti-
1

i68 T I A T A I

nioiiiare colle loro lelteie ch'egliiio era- alla solenne restaurazione del culto delle
no del senlimeiito di que'prelali, che ab- ss. Immagini, ordinata dall' imperatore
biacciavaiio il concilio di ^Jicea I, e riget- Alessio i Comnenoe dal patriarca Nicola
tavano quello di llimiiii; fiiialineiite l'e- ilGrammatico. Indi furono arcivescovi
sortarono a entrare nella loro coraunio- Giacomo, e neh i43 Basilio che si recò al
i)e, e a dichiararlo in iscritto. 11 1.° vescovo sinodo di Costantinopoli del patriarca IMi-
di Tiana fu Eupsichio, che nel 325 in- chele Ox-ita, di santa vita e zelante con-
tervenne al suddetto concilio JViceno. Gli tro gli eretici bogomili. Michele neh 197
successe Teofionio partigiano de^li ere- fu presente al concilio di Costantinopoli
liei ariani, il quale trovossi al concilio del patriarca Giorgio Xilllmo. N. si recò
d'Antiochia nel 34 .Essendo vescovo A n-
i neh 35 1 a quello del patriarca Calisto. N.
leniio o Antimo, nel 372 Valente fece la ordinalo dal patriarca Melrofane nel se-
narrata divi>ione della Cappadocia e l'e- colo X\'. Tiana ebbeallresìalcuni vesco-
rezione di Tiana in uielropoli. Indi ne oc- vi armeni, ma non si conosce che Nier-
cuparono la sede Eterio, Teodoro I, Cal- ses, il quale trovos.si al concilio di Sis, del
liope, Longino, Teodoro II, Eulero e- cui patriarcato era sulfiagaiiea la sede ,

1etico che deposto nel 43 dal concilio i sebbene divenuta nel secolo Xlll arcive-
d'Efeso, appellò a Papa s. Sisto 111, (ua scovato onorario. 0/ve/i.y c/ir. 1.
1 , p. 896
non lo favor") perchè pertinace continua- ei44'^' Tiana, Tvanen, divenne un ti-

va a seguir gli errori de'nestoriani; fu ri- tolo arcivescovile i/i pc7rtihiis,c\ìe cotìfe-
legato a Scitopoli, indi fuggendo in Tiro risce il Papa, e sollo il quale sono i si-

ivi morì, il nome del sostituito nel 43 mili titoli vescovili di Cibislra e di Fan-
al deposto Eutero non si conosce. Patri- slinopoli. Fra(|ueili che per ultimo ne fu-
zio nei 44*^ ^' *'^*^*^ ^' concilio di Costan- rono insigniti, ricorderò Giuseppe de Ca-
tinopoli, ed a quelli d'Efeso e di Calce- rolis di Pofi neh 725 consagrato da De-
donia nel 4^1 ', sottoscrivendo la lettera nedetlo Xlll, e fallo vescovo d' Aquino
idi 'imperatore Leone per la morie di s. I e Ponte Corvo. Pio VI neh 775 lo con-
Pioterio d'Alessaiidria. Ciro eretico, av- ferì a Carlo Bcllisoi/ii dì Pnvia nunziodt
verso al concilio di Calcedonia, visse nel Colonia, che pubblicò cardinale neh 794»
declinar del V secolo e ne'piiini del se- e nel 1
795 fece vescovo della propria
pa-
guenle. Ciriaco fu al sinodo di Coslanli- tria Cesena, e per poco non fu eletto ia
nopoli del 5 8, seguace degli errori di Se-
1 vece di Pio J II. Questo Papa nel 1
S'i l

^erod'Antiochia,poi gli abiurò. Paolosot- ne dichiarò arcivescovo Giuseppe Barto-


inscrisse nel 536 il concilio t.li Costanti- lomeo Xerri di Malta. Per sua morte es-
nopoli, del palriaica Menna. Giustino lir- sendo il titolo vacante, Gregorio XVI nel
niò gli atti tiel sinodo Trull;ino. Paliiu- concistoro de'23 giugno 1 834 l'i'Hribui
zio fiorì nel VII o neli' Vili secolo, e si a mg.' Giuseppi; M." de'conli Vespigna-
ricorda nella relazione dell' invenzione ni romano, canonico della patriarcale ba-
del capo di s. Longino. Pel metropolita silica Laleranense e prelato domestico, fa-

W. nel VII concilio generale sottoscrisse il cendone I elogio nella [)roposizioiie con-
monaco Nicola. Leonziosi trovi) pieseule cistoriale, ludi lo stesso Papa avendolo a'

al sinodo pel ristabilimento di Fozio, do- 3.4 gennaio 84?- trasieritoallaseded'/^^/-


I

po la morte di s. Ignazio. Giovanni nel \'ii'IOy che degnamente governa, nel con-

f)()7 fu alconcilio di Costantinopoli, sollo cistoro de'an gennaio i845 dichiarò ar-
il patriarca Sisinnio. Costantino I inter- civescovo di Tiana l'oilierno mg. Fran-
venne a (juello del [)atriarca Alessio. iN'el cescoGenlilini di Sn(>lclo,Q\a vescovodi
1069 N. si recò al sinodo del patriarca /iimiiii di cui ampliò il seminario e lunse
Giuvuuui Xilìliuu. Cualautiiio libi tiuvù ludevoUuculc il aiiuislcro, ui mudo do--
T 1 A T 1 ìì iGg
scritto Papa nella proposizione conci-
<l;il verio Gargiiilo napoletano, canonico del-
sloricile. Questo rispellaUile prelato è inol- la iiietKjpolitana di Napoli, ed eteniosi-
tre canonico Valicano, consultore del s. nieie delia regnante regina delle due Si-

olii/io, e sef^ietaiio della s. congregazio- cilie, ornalo dnpielle egregie doti dal Pa-
ne (Itli'esunie de'vescovi. pa enumerale nella proposizione conci-
TIARA, Tliinvd. Omaiuento del ca- Giornale di Roma de'
storiale. Nel '.>.<S

po Saccrdnli (J .j deqli ebrei, loima-


ùti settembre i8:">'), riportando gli alti del
ta d'una specie di corona di tela di bisso, concistoro tenuto nel medesimo giorno
ossia lino finissimo. Il Sommo Snccrdo- dal Papa Pio IX, si dice conferito il ti-

Ut (J '.) de'in<'desinii ne portava nna dif- tolo vescovile di Tiatiia a nig."^ Giusep-
leieiite, la (piale era di giacinto, circon- pe del Prete di Venafro e canonico di (|uel-

<latad*i una triplice corona d'uro, e guar- la cattedrale; però leggo nella corrispon-
nita sul davanti d'una laminetla d' oro, dente |)roposizione concistoriale, che a tal

su cui era inciso il nome santo di Dio. La prelato fu dato il titolo d'lp|)ona, pari-

Tiara o Mitra (f.) di figura conica, tur - menti in parLibus iiifidcliiim.

binata e oruilla d'una sola corona, e poi TlBAUA.Sede vescovile della [irovin-
di due, fu j)er molti secoli l'oiiiauiento eia proconsolare d'Africa, sotto la metro-
del capo del romano Pontefice; allorcliè politana di Cartagine, di coi fu vescovo
\\ fu aggiunta una 3.' corona prese il no- 8./'V//Vr(7 .^chepalì il martirio nel 3o3.
me di Trirvi^iio (/ .). Il Prrjcllo di fin- I suoi atti sinceri si leggono in Llaroiiio

mi/ (/ .) usava uu berrettone in forma di e Uuinart, ma altri lo (anno vescovo di


tiara. T Unir. '•ira.
TIATIRA. Sede vescovile della pro- TI 131] A (s.), vergine. Parente delle sau-
vincia di Lidia, nell'Asia minore, sotto la le Ki nel) lirica. Kinc.swida e Kinedrida
luetropoli dì Sardi, nella diocesi d'Asia, ( / .) figlie di Penda re di Mercia, i coi pi

e fu nominata da s. (iiovanni Ira'y An- delle quali furono trasportali a Pelei bo-
geli dell'Apocalisse, o una delle 7 chiese rough, dove anlicameiile se ne faceva la
dell'Asia, cliiamala pure Pelopia e situa- festa a' 6 di marzo. Con esse onora vasi
ta alle foci del (ìumeNermo. La sede ve- ']'ibba, la quale mori a' 3 di dicembre, 1

scovile fu eretta nel 1. "secolo della Chie- dopo aver passato molli anni nella soli-
sa, ed ali. "suo vescovo iN. il detto evan- tudine e negli esercizi della pietà cristia-
gelista ebbe Tot dine da Diodi scrivergli; na. Riferisce Camden cheaveasiiina vol-
Carpo fu martire, ed il mailirologio 10- ta molta divozione per questa santa nel
U)ano ne fa menzione a' 3 aprile; Sozo- 1 bor^o di Rihai, fabbricalo sulla sponda
iie nel 32TÌfu al concilio di Micea l; Fo- del VV^ish, nella contea di Rutland.
sco as^istè e sotto>crisie la lettera del con- TIBERl Francesco, r(7/7////(/ A'. Nac-
cilio di Lidia all'iiuperatore Leone I, re- que in Conligliano, cospicuo luogo della
lativamente all' assassinio ili s. Proterio i5V/////;(7 (situalo secondo alcuni sull'antica
d'Alessandria; N. intervenne VII con-
al Culilia illustre città ilegli aborigeni, e spec-
cilio generale; LJasilio fu al sinodo di Fo- chiasi nel vicino lago cui in oggi ila il no-
zio. Oriciisclir. 1.
1 , p. ByG.Tialira, Tliyn- me, da Plinio, Virgilio e Varrone ere-
e
tircii, è un titolo vescovile /// parlilms, tinto rombellico d'Italia, sì celebre presso
del simile aicivescovalodi Sarili,che con- gii antichi scrittori per l'isola natante, o-
ferisce il Papa. N'acalo per morte di Lo- \e mori Vespasiano, e pel foro di Decio,
dovico O'Don nel vira rio apostolico iliTer- forse esistente nell'opposta sponda: di Con-
ra Nuova nell' America setleiilrionale, ligliano, di Culilia o Colili:i, e deli' oin-
Gregorio XVI nel concistoro de'22 giu- bellico d'Italia dissi altre parole ne' voi.
guo i J343 lo ulliibu'i u iiì'^.' Fiaucescu Su- h\ 11; p. 2iij e iJ..\^ L\,p. 18, 3?, e ul-
\

170 T 1 n T 1 B
Irove) nella ilelegazioni; di Rieti, tla no- nò il prelato e riassunse la carica di vo-
lùie eagiiila famiglia ascnllaal patriziato tante che con pubblica soddisfazione deb
di ([uella città e regione e di s. Marino, lacuria avea esercitato, e nell'agosto fu
a"4 gennaio i yyS. I siiui genitori cav. An- annoveralo tra'protonotai apostolici so- i

gelo e Teresa Orsini di eguale lignaggio, prannumerari. Per l'accpiisiatasi riputa-


fin uno avventurati nella pro'e, anche pe- zione di saggioealFi-'zionaioalgovenio pa-
gli altri figli cav. Bernardino e cav. Ti- pale, apjicna la s. Sede ricuperò ne! 1 8 i .'>

lìeriojcliesi distinsero il 1. "nelle inagistra- le JMarche, fu nel luglio destinato dele-


liire, il 2.° nella milizia e fu alla batl.i- galo apostolico straordinario con ampie
glia di Lipsia; e desiderosi d'informare facoltà, »li Macerata, Camerino e Loreto,
Francesco per tempo alle lettere e alle cornei egislrò Leopardi, 'i'^r/V? Ixcctoruiu
scienze, rinviarono tVS anni in Pionta nel- Ancoiiitauac jì/archiae provincie che ,

l'allora fiorentecollegio Calasan/io de"p|». resse con gran senno, giu-ilizia e pruden-
delle Scuole pie, ed ove il giovinetto, ol za. l*io VII vulendo giovarsi di lui ino-

Ire gli slndi elementari, v'imparò le belle [)ere maggiori, nel luglio 8 16 1 lo dicliiarò

lettere, il greco, la Illnsofia e matemati- uditore di rota, ed a' 16 diceiidire inco-


ca. Inizialo nella via ecclesiastica, vi a[)- minciò ad esercitarne il cospicuo olìlzio,

prese pure la teologia dogmatica e mo- e si legge nelle Notizie di Roma. In (jUel-
ia le,e(l appartenne all'accadi'una de' Varii r eccelso tribunale presto si ac(|uistò fa-

islituila in (|uel collegio. Di pronto inge- ma d' integrila e di sapere; in»peroi:chè

gno, e più porlatoaile cose solidi e specula- con diligenza e impiguo studia va le cause,
live,sostcniR' pubbliche dispute nelle (ìlo- non pei donando a liavagli e fatiche, uè
soficiie e teologichediscipline,chegli frut- a consultazioni per aiieinpiere scrupolo-
tarono applausi ed estimazione. Uscito di samente il sagro uilìcio di giudice, onde
collegio, si dedicò alla giurisprudenza, e il suo nume sarà sempre in onore in quel

meritò neh' università roniana la laurea tribunale, per le elaborale e pubblicate


ad honorcni; indi si esercitò nella pratica suedecisioni. Divenuto peranzianità il 2."

presso il celebre e profondo giureconsul- uditore, ebbe luogo tra'consultori de'riti,


to mg."^ Riganli poi cai dinaie. Bramoso e nel 1823 fa deslii)at(j a reggente della
di dedicarsi in servigio della s. Sede, per peni tenzieria apostolica. Eletto Leone 1 1

processo fu ammesso nella prelatura nei e volendo motu-propri dal


rifìjimare i

1790, onde divenne referendario delle predecessore emanati nel 18 iGc nel 1817,
due segnature nel pontificato di l'io \ I, ne adidò l'esecuzione ad una commissione
il cjuale tosto lo nominò consultore della ili valenti giureconsulti, fra'quali vi com-
congregazione dell'inilulgenze e sagi e re- prese il prelato, ed il nuovo codice ven-
lniuie, e poscia ponente ili (pielia del buon ne pubblicalo nel 1 8 i4-'^"""" '""-'"'' ^*'^'

governo. Nel 1800 il Papa l'io VII lo |)a I suol pi ;1 concistoro de'2 otto-
promosse a volante della segnatura di bre 1826, ed essemlo soltanto suddiaco-
poco dopo lo fece canonico Li-
giustizia, e no, lo preconizzò arcivescovo d'Alene //«
beriano, in che si mostrò indefesso a'di- jìai'tilius, con quell'elogiochesi legge nel-
vini ufiizi e funse le primarie cariche del la proposizione concistoriale, nel la qua Ice-
suo capitolo. Invasa Roma e loslatopon* numeraiulo le cariche da lui lodevolmen-
lilìcio dagl'imperiali francesi, nel 1809 te esercitate,ed attualmente sotto-deca-
deportato il Papa, soggiacque alla stessa no della rota, l'encomiò per la gravità,
vicenda anche il prelato, rilegalo prima u prudenza, dottrina e ottime (jualilà ino-

Piacenza, poi in Coi sica, e con viiluosa ras- rali;indi dichiarò nunzio apostolic(»di;Md-
begnazioiie ne tollerò i patimenti. Ue>li- tlrid. A'2(3 diceuìbre ricevè l'episcopale
liuto Pio VII nel 18 i4 a lìoma, ivi rilor- cousJgraziouc nella chicSJ do'ss. Dome-
T I D T I B . 7 .

nico e Sisto, dui caicliiial Ca-.lii^Iioiii \e- leCelio.InoltreCregorio XVI lo annoverò


scovo (li Fiascali e poi Pio Vili, e lo ri- alle congregazioni de' vescovi e regolari,

feii>ce il n."! i\t\ Diiiìio di Roiiuu^i'j. dell'im munita, ile's. riti, e deila cousui ta;e
Kanai a Spagna, che [)aiù per e^^a a'g successivauiente lofcce prolettore dell'or-
rnaf'gio, ed i motivi che ne lilaidaroiio ili ne della Mercede;de'soda li/ idelIcs.S ti m-
l'ingresso; superale le diiricollìi CNlrance maledir«ieli,ede'ss. Piocco e Sebastiano ui
alla sua peinona, fu ben accolto ila Fi-r- s. MariuiViiova diocesi di Jesi; delle mona-
diiiando VII, e nel 82») per allevialo d'a- i che roccheltinedellaSlella di >>pideti; del-

more vole estimazione lo decoi ò del la -jiaii le comuni di Torri, Musciano e 'Mfjnte Ca-
croce della s>. Concezione, ordine deno- . rotto; delle città di Rieti, di Civita Ca-
minato di Carlo III per averlo istituito, stellana edel capitolodella cattedrale, co-
essendo già frigia lo de'cavalierali di Ala Ita mechè avea sommamente a cuore tutto-
e del s. Se|)olcro. In qne'teuipi turholen- ciò che riguardar pote-.se la religione e il

liscimi , colla sua prudente liesliezza si bene ile popoli. Portatosi alla sua diocesi,
rese caro e benaccellonon meno alla cor- che anziosamenteraltendeva, notai a Jesi
te the al corpo di|)lou)atico, avendo con che subito vi esercitò il suo peculiare zelo,
perizia appieso l'idioma spagnuoloje nella adempieiiilo scrupolosamente i iloveri e-
sua nimzialnra pioinngala a circa 8 aniu, [liscop.di, ìMa l'umidilàdi quel clima noc-
grandi cose operò a vanliiggio della s. Se- qiie non poco alla sua vista già deterio-
de. A rimunerarne le heneiuereiize, Ci e- rala, che iliminuetidogli di giorno ingior-
gorio X\ 1 nel concistoro de'3o selleiu no, impetrò e ollenned'esserne esonerato
bre i83i lo creò e riservò in petto car- l'i luglio 836. Tornato in Roma, ed es-
I I

duiale dell'orduie de'preli, pubblicando- sendo vacata a'i4 settembre la prefettu-


lo in ijuello de'2 luglioi832, e coji qnc' ra della Negualuia di grazia, per morte del
singolari encomii che si leggono nelhnìro- cardinal Luigi Bottiglia, Gregorio XVI
posizione e nell'allocuzione stampale, lo gliela conferì. Intanto godeva vita tran-
preconizzò e traslalò al vescovato di Jesi quilla e riposata, occupilo ue'suoi piace-
e pubblicò cardinale. Raccontai pure a voli sludi, e spesso consultato in impor-
Si'AGNA ed a Jesi, per quili ragioni con- tantissimi negozi dal l'apa. La sua (lori-
lirinò a dimorare in Madiidcol titolo di dez/.a, robustezza e vigoria fieeva credo-
pro-nunzio sino a quasi la 1.^ mela del re che sarebbe giunto a l;irda vecchiezza,
i834) inviando intanto alla sua chiesa quando oltrepassati di poco gli anni 6 j,
lettere pastoiali, piene di zelo, ed espri- a'7 gennaio i83g gravemente si amm.dò;
mendo il desiderio vivissimo di recarsi al tuttavolta si riebbe, finché perdute le fa-

più presto mezzo al suo gregge ddetto.


in coltà intellettuali e caduto in cronicismo,
Ililornaloin Uoma, appena si recòa visita- perde la vita in Roma nella iioltedel 28
re il Papa, senza averci piecedenlemente al 29 ottobre, e passò al ri[)oso de'giusli
alcuna ser\ilìi, a mia cunfusitme e con pa- mimilo di tutti coiifiirti della religiomj
i

role onorevoli graziosamente m'invitò a ilalui ardentemente richiesti, con un,i e-


scegliere [)er lui un maestro delle ceremo- semplarilà ed edili* azione coriispoiideu-
nie. l'rocurai modestamente d'esseie di- te all'esimie virtù di cui era adorno, co-
spensato, u)a egli pi r riputarmi eruddo me annunziò il n." 87 del Diiirio di Uo-
nelle sagre e civili ceremonie,vijlleche as- ma ; indi il n." 88 uè descrisse i funerali
solutamente ne a[)[)agassi il desiderio, e celebrati nella basilica dis. Lorenzo in Da-
convenne ubbidire. iNel concistoro [xibbli- maso, cantando la messa d cardinal Pai»
co de'aG giugno icevè il cappello cardina-1 zacappa camerlengo del «agro collegio. Il

lizio,e nel segreto del 1.' agosto gli fu confe- cadavere fu lra>ferito nella sua chiesa ti-
rita per titolo la chiesa Ji s.Stcfaiiu al.Mou- tolare, ed ivi tumiilatu cou latina iscri-
172 TIU T I D
zioue dettata dall' aurea penna di mg/ pilastro sinistro dell'arcone di mezzo, di-
Luca Pacifici , secondo la leitainenlaiia nanzi al quale fu «epollo.
sua disposizione, ed ove nipoti i mg/ Lui- TIDER! ADE. Sede vescovile della 2/
gicanonico Liberiano, prelato domestico Palestina, nel patriarcato di (jcrusalem.
e ponente di consulla (poi dal Papa Pio me. E situala sulla sponda occidentale
IX nel 1846 fulto commissario apostoli- del Iago omonimo, detto anche lago o ma-
co della s. Casa di Loreto), e rnarcliese re di Galilea perchè la circondava al nord
Angelo, gli avrebbero eretto un decoroso e all'oriente, e detto pure di Genesareth,
monunienlo, come dichiarò il cav. Fabi di f)rma circolare; estendesi per 11 mi-
Montani. !l cardinale dicliiaròd i/eclie a- glia all'oriente, e per i3 di lunghezza al

vea educato, suo esecutore testamentario, setlenlrione di Tiberiade, nella tribù di


per averlo con grande amore assistilo, né Neplitali : le sue ac|ue sono buonissime,
dimenticò poveri, la basilica di cui era sta-
i
eJ eccellenti suoi pesci. Costumarono
i

lo canonico, la chiesa di s. Pastoreiu Sa- gli ebrei di chiamar mare una gran ra-
liiiia, già sua abbazia, ed il 1/ tempio di dunanza d'acque, e questo di Tiberiade
sua [)atria; ed a vantaggio di cjue^t'ulti- è propriamente un lago d'acqua dolce,
lU) stabili annue doli [)er le zitelle, e il che ha l'origine dal fiume Giordano; è
ina nielli mento agli studi d'un giovane che profondo ecapacedi sostenere navigli. Fu
f unito d'ingegno mancasse di mezzi per su questo mare o lago che Gesù Cristo
apprenderli. Pio, giusto, d'intemerati co- chiamò s. Pietro, il qualedilfidava del suo
stumi, pazientissimo neira|)plicazione, vo- divino Maestro, temendo di sommerger-
leva lutto da se esaminare e sentire. Cau- visi camminando sulle acque. Su queste
to nel risolversi, era fermo nel suo opi- spondegiàaveachiamatoii fratello s. An-
iiare.Grandefula penetrazione della men- drea, e poi fece altrettanto co'ss. Giaco-
te, prodigiosa la memoria, e conoscitore mo e Giovanni. Fu ivi che tali apostoli
degli uomini, assai di rado s'ingannava. gettate le reti d'ordine del Redentore, ne
Ebbe erudizione varia e non comuue, par- trassero tanta qiianlità di pesci, che te-

lava e seri vea con laconica precisione e merono di annegare. Ed ivi ancora Ge-
chiarezza. Inlendenlissiino delle cose eco- sù Cristo, ili mezzo alla tem;)esta, cal-
iiomiche,assunse rammiiiislrazione di va- cando l'onde a [liedi asciutti,C(jmparve a'

ri patrimonii disestati, e con felice succes- suoi disce[)oli. Il Terzi nella Siria sacra,
so. Abbiamo la V ita del card. France- dice cliet|ui il Reilentore chiamò dal te-

sco Tibcri scritta dal caw Francesco lonio o banco s. ALitteo, e saziò con 5 pa-
Fabi Montani, Roma 1840, col ritratto 5ooo persone, onde poi s. E-
ni e 2 pesci

litografico del cardinale e intitolata a'di lena per stupendo miracolo eress e ia

molto
lui loilati nipoti. .Meritò d' essere quel luogo un superbissimo tempio. A l-
encomiata nel 20 del Diario di Roma
n.° tri vogliono, che rim|)eratrice l'edificasse
del 1840, ed io ne ho proPittato con pia- nel sito dove Gesù Cristo costituì s. Pi e-
cere, e aumento di ammirazione pel eh. Iro suo vicario, dicendogli (|uelle memo-
aulore. Recatomi però nella chiesa di s. rande [larole: Tu sei Pietro, e sopra
Stelano Rotondo per descrivere l'enun- (j ne sta. pietra cdificìierì) la mia Chiesa.
ciato monumento, con pena non lo tro- Dell'antico tempio ve ne re<ta una parte,
vaiancora innalzato, e probabilmente per cli'è la chiesa di s. Pietro de'caltolici. La
essere morto il prelato Tiberi nel i 847 ® città è antichissima, dicendola il Terzi
sepolto nella basilica Liberiana; onde non ampliata da Erode Antipa tetrarca diGa-
vi è nulla che ricordi il porporato, e nep- lilea, tra il fianco del monte e le sponde
pure un'iscrizione sepolcrale, solo pende del mare, e in onore dell'imperatole Ti-
il cappello car.lmaluiu dal capitello del berio la chiamò Tibcria e poi fu dcuu-
T I C TIB 173
Sminata Tiberiade: in vece Giosefro la vuo- poi di Scilopoli. ignorasi il nome del ve-
ile fondata dal lelraica nejl'aano 17019 scovo greco, che ne occupava la sede a
jdi nostra era, e dedicata io anni dopo. tempo ili Costantino {.Giovanni suo suc-
}La costituì metropoli della provincia per cessore nel 44o assistè al brigandaggio
renderla ragguardevole, un tri- vi eresse d'Efeso, e si dichiarò in favore degli ere-
ibunale di giuslixia con autorità suprema tici, ma due anni dopo fece la sua ritrat-
anco nella Traconilide, e vi fal)I)ricò un tazione nel concilio di Calcedonia e losot-
magnifico palazzo, e così vasto, che Agrip- tosciisse. Indi altro Giovanni nel 5i 8 sot-
)pa contemporaneamente vi accolse 5 re, toscrisse la lettera sinodale di Giovanni
Antioco di Comagene. Sasiceiamo di E- patriarca di Gerusalemme, scrittaa Gio-
mesa, Chonmod'Armenia, Polemoiie di vanni patriaica di Costantinopoli, con-
Ponto, e il (ialello Erode che regnava a tro Severo d'Antiochia. Giorgio assistè nel
Calcide.Ma avendovi fatto dipingere del- 553 al V concilio generale. Basilio vivea
le figure, ed essendo esse interdette dal- sul declinar deirVllI secolo. Indi la sede
jla legge, furono cagione di altissime la- vescovile di Tiberiade nel secolo XII di-
jgnanze del sinedrio di Gerusalemaie, il venne a l'ci vescovato ono,iario. Anche a-
ìquale vi spedì buon corpo di uiilizie,e col desso vi risiede un arcivescovo greco sci-
fuoco ridussero in cenere il palazzo. Nel- smatico. All'epoca delle crociale vi fu pu-
la guerra giudaica, Ve'>pasiano avendo re il vescovo latino, sudraganeo del simile
'preso Tiberiade, in considerazione d'E- arcivescovo di Nazareth, e si conoscono i

rode, si contentò di abbattere una parte seguenti. Erberto del ! i i 5; U. del 1170;
delle sue mura. 1 giudei di Galilea furo- N. morto a s. Giovanni d' Acri durante
no da principio soli che abilaronnla cil-
i l'assedio di quella città fatto da Saladi-
Ità, ad esclusione di qualunque altra na- no nel F iqo. Iguoransi anche i nomi di
zione, sino a Costantino I, nella qiial e- 3 vescovi che occuparono la sede (ino al
jpoca vi si stabilirono i Siccome
cristiani. 1 laS.Euslorgio morì nel i
273, Gugliel-
dopo la distruzione di Gcnisaleaime vi mo I di Saloniki gli fu sostituito e morì
isi ritirarono alcuni dotti ebrei, essi vi get- nel 1274; Guglielmo II cancelliere d'Ar-
tarono fondamenta d'una scuola che
le menia fii nominato neh 274. Diversi di
diveonepoi celel)ratissima, e durò più di questi vescovi portarono il titolo di Ti-
3 secoli e mezzo, poiché divenne la prin- berias e di Tabariè. Oricns dir. t. 3, p.
cipale residenza de' capi della religione 706 I 3o2. Tiberiade, Tiìieriadcn, è uà
de'giudei, e la sede della letteratura lo- titolo vescovile in partilnis, dell'eguale
ro; per cui il Talmud considera Tiberia- arcivescovato di Nazareth, che conferisce
de come ima città santa, e tuttora vi è il Papa. Leone XII nel concistoro de' 3
'una sinagoga collegio di ebrei. 1 crocia- maggio 1824 nominò vescovo di Tiberia-
li sotto GoflVedo di Buglione se ne impos- de mg.' Riccardo Dammers preposto del
isessarouo, ma non potendo conservarla capitolocattedrale di Ralisbona e vicario
per lungo tempo, nelle guerre restò ro- generale della stessa diocesi, poi sulTraga-
vinata. Conquistata da'turchi,la chiama- neo di Paderbona, chiesa a cui lo trasfe-
rono coll'altro nome giù in uso di Tnha- rì Gregorio XVI a'23 maggio 1842. Nel-

r/r, e fa parte del pascialatico d'Acri, da lo stesso concistoro conferì il titolo a mg."^
cui è distante 16 leghe; e ne'dintorni vi Rodolfo libero barone di Thysebaert di
èuna sorgente termale stimatissima. San- Salisburgo, canonico scolastico della cat-
tificato il lago e dintorni da Gesù Cri-i tedrale d'Oliiìiitz, della quale metropoli-
sto, e dagli apostoli che vi furono pesca- tana lo dichiarò sulliaganeoe lo è ancora.
tori, nel IV secolo vi fu eretta la sede ve- TIBERIO (s.), martire. Fu messo in
scovile sotto la metropoli di Nazareth e prigione per la fede, mentre era ancor
174 T I b T I n
giovinello, con un alfro cristiano di no- frn^nntur, mg/ Gabriele de Mucliis di
me IModeslo, ove si fecero loro provare Cassano, e di greco rito, gi;i professm-e di
lutti i rigori della
fame, e furono posti a lingua greca ne! C(d!egio di Adriano ar-
s.

tei riUili torture; ina non giovando né le cidiocesi di Rossano, arciprete e predica-
Gaiezze, né le minacce a smuovere la lo- tore, e perito nelle sagie funzioni del suo
ro co>lan7o, furono decapitali. Una don- Ilio.
na chiamala Fiorenza, h, quale si conver- TinERIOPOM oDIONlSlOPOLl.
Iniiiiando la loro costanza, fu a pai le de' Sede vescovile della 13. issa Mesia o 9,.' pro-
loro comh.illimeiili e delle loro corone. vincia di Mesia, nel |)atriarcato diCo'sIan-
Kssi soffrirono il martirio sullo gl'impe- linopoli, sotto la metropoli di Nicopoli, e
ratori Diocleziano e Massimiano nel prin- retta nel \' secolo. Ebbe [)ure altri nomi,
cipio del IV secolo, nel luogo detloCes iStiidììTìiitza da'bulgari, Crunos, Oth-s-
serone o Cessarione, tra Agile e l'ezenas, sus e 7 (irriti, essendo la città di Bulga-
a ciica 3 leghe da Beziers. Verso il seco- ria sopra i fiumi Slnmone ed Assiu, e se-
lo Vili ivi si fabbricò un monastero in condo altri fiume Zira che si get-
presso il

loro onore, ohe divenne abbazia de'be- ta nel Ponto Eusino, alcune miglia più
Dcdellini. 1 Ire santi martiri sono inseriti lunge, a' confini della Tracia. Pare che
nel niailirologio romano a' io noveiu- corrisponda alla moderna Varna. E ce-
l)re, e in (pielli di Adone e di Usuardo. hdire [)er la battaglia perduta dagli un-
TIDEUIOl'OLI. Sei\e vescovile della gheresi nel i44'i)'" cui Uladislao loro 1

Frigia Pacaziana i.-», nell'esarcato d'Asia, 1 e fu ucciso, insieme col cardinal Ccair'-

sotto la metir)poIi di Laodicea, e poi di ni legato contro gli «v.s///, e figurò poi
quella di Gerapoli, eretta nel V secolo, e ne'le guerre tra' russi e i turchi. Si cono-
così chiamala la città dal nome dell'im- scono i seguenti vescovi. Teottisto chr fu
peratore Tiberio. JN'e furono vescovi; Eu -
al concilio di Co.stanlinopoli pel ristabili-
stazio che assistè al concilio di Costanli- mento di Eozio; N. contemporaneo diTeo-
nopoli sotto Menna; Sila fu al V concilio filaloarcivescovodi Bulgaria; Anania sot-
generale ; Anastasio sottoscrisse canoni i toscrisse la deposizione del patriarca Jo-
in Trullo; Michele intervenne al VII con- safat nel 1 564- Oltre i vescovi greci, vi

cilio generale; Teottisto si recò al sinodo fecero residenza 6 vescovi Ialini. (hn'ii<!
tli Fozio. Oriens chr. t.i, p. Hoc. Tibe- dir. I. I
, p. 14^4-
liopoli, Tibc'nopolìtnii,è un titolo vesco- Tir.ET o THIBET. F. Vicariati .*-

vile in pnrlilms, che conferisce il Papa, POSTOLICI.


dell'arcivescovato simile di Gerapoli, co- TIBILIS. Sede vescovile della Numi
me si legge nelle due pio[)osizioni conci- dia, sotto la metropoli di Girla Giulia, i

storiali pe'seguenli. Leone XII nel conci- cui vescovi, Simplicio donatista fu alla
sloro de'i 7 sellembre i 827, essendo va- conferenza di Cartagine dei 4' '>^ Sìmj-
cante il titolo di Tiberiopoli, 'nili (ircliic- plicio cattolico venne nel 4^4^'*'''*'^** •^'^

vbcojìo Ifici (ipoliliinn^ per morte tli Sle- Uiinericore de' vandali, per essersi oppo-
ftrioGos/lonyi, vi nominò mg.' Paolo A- sto agli errori de'doiuilisti. Moi celli, y^Jfr.

l)ella dilNIadnd pie[)<)SÌlo della congiega- chr. 1. 1 .


*

zione dell'oratorio di tal cillà, deputan- TIBURSICA o TLBURNICA. Se^ìe


dolo in su 111 aganeo dell'arci vescovo dlTo- vescovile diNumidia, della metropoli di
ledo. Indi Gregoii(j XVI
a' 5 aprile 8 ^3 i 1 Girla Giulia. Ne furono vescovi: Forlu.
lo trasferì alle sedi di Calahorra e Cai- Ilio verso la fine del IV secolo; Mauren-
rada; e poi nel concistoro de' 2 3 giugno zio intervenne al concilio tliCarlagine nel
1834, dichiarò vescovo di Tiberif>poli, 407; Fruinenzio o Formcnzio fu esilia-
(^nae c/rchicpisropo Iliirajjolittiiio siij- lo nel 48 '{da Unnerico re de'vaiulali pe'
T I n T I D i-"ì

snilimenli cattolici co'<juaIi si oppose a' confessi') Cesìi Cristo, liporlandn con essi
«loiuilisli. Morcclli, Afr. dir. l.i. la «Olona del martirio l'anno iiy. Alcu-
TIIJL'HSICA. Sedf. vescovile dell' A- ni autori dicono che soffersero in Sicilia,
fiic;i proconsolare, sotto la nietiopoli di ma è più probabile a Uoina. Fui ono sep-
Cartagine, ebbe a vescovi: Felice marti- pelliti nel cimiteiiodi i'reteslato, che pre-
le nel 3o3, cbe altri dicono di Tìhara se poscia il nome di Tibur/io.ed era con-
(1 Scrvus Dei nel 4"^'» Riparalo Iro-
'.); tiguo a quello di Calisto. Papa Gregorio
vossi al concilio di Cartoline nel S^.o; 111 rislauiòiiel 740 la tomba de' santi mar-
Valerio sottoscrisse la Irllera cbe il con- tiri, termine dello slesso secolo
e verso il

cilio pioconsolioe nel G^G diresse a Pao- Adriano edilicò m loro onore una cbie-
I

lo patriaica di C(islanliiio[)oli contro i sa. loK» corpi furono trasportati a Ro-


I

Uionoleliti. Mordili, ylfr. (In-. \.ì ma da l*aS(|uale I, con quelli di s. Ceci-


TI15URZIO (s.), martire. Figlio di A- lia e de'ss. Papi Uib.mo e Lucio I. Ce- I

prestio CiDtnazio, ch'era vicaiiodel [ire- lebre è il loro culto egunlmenle fra'gieci
••-
fello di Rotna, e che in tale iidlzio con- e fra'Iatini, e se ne fa la festa a' 14^1'

dannò n molte molti cristiani regnando piile.

Carino, e ne*5 primi anni di Dioele7.ia- Tir.CRZIO, Crdinfìh: Nel 1179 f>
iio; ma poi convertitosi iinun7Ìò alla sua neh 180 Alessandro 111 lo creò cardinale
Cinica, divenne il rifugio dei perseguitati diacono, indi lo destinò col cardinal Ar-
cristiani, e morì sanlainente. l s. Oro- . dizzone diTeodoro, legalo a Emanuele
s.

M \7.io. Tiburtio fu oi dinato suddiacono, Comneno imperatole greco. Pare che fos-
e poco dopo essendo stato preso da'per- se nomo di gran conto, nèaltro si ha di lui.

secnlijii come «'ristiano, fu condannato TIRUZARETA o TIliUZAliA. ^tòa


(dia mot ted(i|)oaver sotferto svariate tor- vescovile dell' Africa occidentale, di cui
tore, (ili fii troncato i!capo ciica 3 mi- non si hanno n«)lizie,se non « he il suo ve-
glia fiioii della città, sulla via Lavicana, scov«) Marliiiiano si trow) nel 4' '^o do-
nell'anno 2H(), ed ivi fu eretta poscia una nalisli alla conferenza diCartagine.Mor-
cliiesa sotto la sua invocazione. Nella cat- celli, /Ifr. dir. l.i.

tedrale di Soissons conservasi una parte TUTELI A. S,t(\e vescovile della Libia
dellesue reliquie. Egli è nominato in mol- Penlapoli, nel patriarcato d'Antiochia,
li martirologi, come lo è pure suo pa- .sotto la metropoli di Cirene, eretta nel

dre s. Cromazio, agli i i agosto. V secolo. Ticelia, Ti celie 11, è un titolo ve-

TinUUZlO, VALERIÀNO e MAS- scovile //( pnrtihus. del simile arcivesco-


SIMO (ss.), martiri. 1 nomi di questi san- vato di Cirene, che conferisce la s. Sv:i.\e.

ti martiri sono sempre stali in grande TICUALTA o TlOUALA.Sede ve-

venerazione nella Cbiesa. Valeiiano a- scovile dell'Africa, nella provincia 13iza-


vendo sposala s. Cecilia, fu convertito da cena, sotto la metropoli d'Adriimeto. Ne
lei, ed acconsentì fino dal i." giorno del furono vescovi; Cnjano che I'u co'donii-

suo matrimonio di vivere con essa in per- tisti nel"393 al concilio di Cabarsussn; As-
petua continenza. Egli trasse dalle tene- munio o Sonnio nel 4' • trovossi co'cal-

bre del p;iganesin»o suo fratello Tibmzio, totici alla coiifeieiiza di Cartagine ; Ma-
il cpiale pure albracciò la fede cristiana. gnenzio venne esilialo nel 4^1 <bi Uiine-
Arre'>lati entrandji come cristiani, furo- rico rede'vandali per aver negalo ili sot-

no condotti dinanzi al magistrato, che li toscrivciT l'erronee proposizioni de' «Io-


(ondannò a perdere la testa. L' officiale na listi. Morcclli, .///•. ehr. 1. 1

«he II condusse al supplizio, cbe chiama- TIDIDITA o TISEDITA. Sti\e ve-


vasi Massimo, i'u così tocco da'Ioro discor- scovile dell'Africa occidentale nella Nu-
si e dal loro coraggio, che si convertì e midia,sollo la metropoli di Cirla CìuIm,
i-r, TiD TT F
(li furono vescovi; Donato del SGa;
cui verno Cior^ia (T.) e già capitale del
di
Lanipadio elle nel 4' tiovossi alla con- ' regno della medesima, non che del di-
ferenza di Cartagine; Abnnclio esiliato nel stretto del suo nome, a 60 leghe dalla co-
484 da Unneriro re de'vandali qual ze- sta oiieiilale del mar Nero, eil a distanza
lante cattolico. Morcelli, ^Ifr.chr. t.r. quasi eguale dalla costa occidentale del
TIDOAE o GUIDONE, Cardinale. mar Caspio, a 480 leghe da Pietrobur-
Vescovo di Selva Candida e bibliotecaiio go. Giace alle radici d'utia nmiitagna,cni
di s. Chiesa, sottoscrisse nel q6c) al smodo la cittadella incorona, sulla sponda de-
romano di Giovanni Xjll a favore del- stra del Ktir che corre ra[»idainente stret-
la chiesa di Henevenlo, per nn piivilegio to tra rupi e la separa tlal sobborgo di
concesso all'arcivescovo Landolfo. Aviabar situato sopra una collina scosce-
TIENE. Sede vescovile della Siria, nel- sa, ed a cui la riunisce un ponte di legno
r esarcato di Ponto, sotto la metropoli d'un solo arco. Cnila di mura e inoltre
di Cesarea nella .' Cappadocia, e poi di1 difesa da torri e fortini, ha la forma d'un
Tarso nella i.'Cilicia. imperocché riferi- triangolo irregolare, la cui circonferenza
sce il Terzi nella Siria sacra, che l'im- si avvicina ad una lega. Sominaineule an-
peratnre Valente in odio di s. Basilio il guste ne sono le strade, non permettendo
Gr/7«rA',inipngnatore degli ariani,da Ini le piìj larghe il passo a due carri. Le case,
protetti, con dispotico editto eresse Tar- il cui tetto termina a terrazzo, sono an-
so o meglio Tiene in metropoli ecclesia- cora di gusto persiano, ma di breve du.
stica,anche per compiacere Antimo che rata, e l'aperture delle finestre hanno car-
reggeva Tiene, cui prelati però ubbidi-
i ta inoliata. Possiede Tiflis da 20 chiese
rono Ola a'melropoliti di Cesarea e ora greche, dovecelfbrasi il cultodivino.com-
a quelli di Tarso, e talvolta si arrogaro- [)iesa la cattedrale di Sion, vasto e bel
no il titolo arcivescovile da se stessi reg- monumento ili buona archi tellina, re-
gendosi indipendenti. La città di Tiene staurata oltimameiite nel secolo corren.
era distante egualmente me- d'ambo le te dal principe Tzitzianofchc comanda va
mon-
tropoli per y 5 u)igliii,alleradici del l'esercito russo di Giorgia, 1 5 chiese ar-
te Tauro, in silo aperto e ameno. Fon- mene, chiese cattoliche, due moschee, unti
dala da Toante si denominò Toaiia, poi pe'persiani e per la setta d'Ali, l'allra pe'
liana, indi T/V'/?f', il che fortemente ini tartari sunniti. Vi è la ilelle mone-
corte
fadubitareche sia stala confusa colla ve- te, un nobile ginnasio, numerosa scuo-
la

ra Tiana {1''}, anche per altre partico- la degli addetti allo slato maggiore del
larità ri porla te dal Terzi, e proprie diTia- corpo tlel Caucaso, l'arsenale e il super-
na. Sia comun<|ue, ora Tiene, Tii'ncn,è bo s[)edale, ambedue eretti dal generale
un titolo vescovile //?/w/-f/^?/.f, dell'egua- in capo Tormassofjdue bazari con più di

le arcivescovato di Tarso, che conferisce 700 botteghe i)enissimo provvedute di

la s. Sede, mentre leggo nelle Notizie di mercanzie due ca-


di Persia e dell'Indie,
/io//7rt deliSj i,a p. i89,tra'vicari apo- ravanserragli pe'persiani epe'turchi; ma-
stolici d'Asia, mg.' EfisioChiais dell'or- nifatture di seterie, ed uno stabilimento
dinede'minoii osservanti, fatto dal Fapa di bagni fabbricato in pietra con molta
Pio IX vescovo di Tiene a' 24 gennaio magnificenza e sormontato da graziose
1 847, vicarioapostolico di Xensi nella Ci- cupole,alfpianto però decadulo.quantun-
na, succeduto per coadiuloria. que gli grande uso, so-
abitanti ne finno
TlEiNEI Ur,o, Cardinale. V. Bobo- prattutto donne che restano interi gior-
le

NE Ur.o. ni ne'bagnijove si fanno recare da man-


TIFLIS o TEFLIS. Città arcivesco- giare e da bere. Gerle vasche distribuite
vile di Uussia in Asia, capoluogo del go- nelle diverse sale sotterranee sono piene
TI F TIF 177
d'acque leggermenle solforose, più o me- ne cognizioni utili e mss. gi'eci che tra-

no calde, condotlevi e rinnovate per mez- dussero nella loro lingua. Il più laborio-
zo di tubi. Le quali acque hanno fama di so di tali traduttori e insieme il più dot-
possedere le virtù medicinali di quelle che to era Pielruccio il Filosofo. Ben pre-
sono più rinomate in Eluropa, e perciò vi sto i lumi si diffusero io quel paese non
trovano il doppio vantaggio di poterse- ha guari barbaro, ed il regno della re-
ne seivire per dilello e polizia, non me- gina o tzarina Tamara venne a consoli-'
no che per la guarigione da diversi mali. dare que' felici principii. Da ogni can-
Il commercio è allìtlato iu mano degli ar- to sorgevano scuole, il numero de'buoni
meni, tartari e giorgiani, ma de' primi libri cresceva; la protezióne ch'essa al sa-
principalmente, e consiste in mercanzie pere accordava, ed i fatti clamorosi del
di Russia, Persia e Germania; gli abitan- suo regno, giustamente le procacciarono
ti sono armeni, giorgiani, mingreli, per- il titolo di Grande. ]\Ia poco dopo la sua
i
siani, tartari o lesghi. La cittadella fu edi- morte, devastata da Gengis-Kan,co'suoi
t
fjcata neh 576 da'turchi, allorché s'im- tartari e mongolli, la città di Tiflis, ina-

;
padronirono della citlà e di tutto il pae- bissò il una barbarie forse più
regno in

i
se, dopo parecchie vittorie da essi ripor- profonda donde tratto lo avea
di quella
tate sotto gli ordini del famoso Muslafà lo tzar Davide surricordato. Né valse che
,
pascià generalissimo delle truppe di So- alcuni giorgiani cercassero di conservare
;
limano ILLa città di Tiflis attuale è lon- il fuoco sagro della scienza in alquanti

tanissima da quella che anticamente era, conventi mezzo al-


isolati e in siti forti in

1 ed anzi non piùd'un'ombradi quella che le montagne, dove celaronsi de'mss.; im-
1
descriveChardin nel suo viaggio del 678, 1 perocché le guerre continue, i civili di-
I appena un S.^essendosenerifabbricatodo- sordini, il giogo de'musulmani, i cui pos-

, pò la malaugurata catastrofe, avvenuta sedimenti da tutti i lati quelli circonda-

j
nel declinare del secolo XVIli; ma non- vano della Giorgia, né le lasciavano qua-
dimeno la buona disposizione dell'opere, si nessuna comunicazione colla Grecia, il

la sua forza naturale, le mura, le torri ed cui trono vacillante presto poi si sfasciò,
I

I
i castelli che tuttora sussistono, ne fanno queste cause tutte unite riuscirono d'o-
! una massa e un insieme imponenti. Que- stacolo invincibde ad ogni buon volere.
sta città, il cui nome deriva dalle sorgen- Nel 1 076 il nominato Mustafà prese Ti-
ti termali che iacclì\u(.\eTpJulis K'alekir flis, e dopo laloro sommissione alla Per-
(città calda), fu un tempo capitale della sia, i giorgiani e specialmente que'di Ti-
Giorgia e residenza de're di Cartalinia, o flis si applicarono alla letteratura de'vin-

Giorgia o Grusia. Se ne fa risalire la fon- citori, ed allora i pochi amatori della na-
dazione al 455 od al 469,6 si attribuisce zionale letteratura si trovarono confinati
alfamoso Vaktsug o Vakhtang, potente ne'mouasteri; né cominciò questa a rifio-
sovrano e vittorioso, chea quel tempo sog- rire se non tardissimo, sotto il regno del-
giogò tutto il paese situato tra il mar Ne- lo tzar o re Eraclio II, per la protezione
ro e il mar Caspio, e vi stabilì la sua re- che alle lettere,da lui medesimo coltivate
sidenza.Comuntjue sia, Tiflis già nel IX con felice riuscita, accordò Antonio I Cat-
secolo era una delle più belle piazze e im- tolico de'giorgiani nel secolo decorso. E
portanti di quella parte dell'Asia, ed il re lo stesso Eraclio lì fondò in Tiflis una
o tzar David il Ristauratorc, che vi re- stamperia in caratteri giorgiani; stabili-
gnò dalio8q ali 1 3o, cercò di farvi fio- mento poi ampliato per cura di Gaius ar-
rire le scienze, al qual fine mandò dodici civescovo di Penza, che fece alla nazione
giovani di buone famiglie a studiare ad il dono d'una tipografia che possedeva a

Atene, i quali ripatriarono riportando- Alozdoc. Intanto sopravvenne Agà Mehe-


VOL. LXXV. 12
178 TIF T l F
met-Kan a mettere nello scorcio del se- migliorare la sorte de'glorgiani,de'quali
colo passalo il colmo alle sciagure de'gior- seppe acquistarsi un amore illimilato.Fu
giani ; che recatosi a marcie forzate da per lui che surse l'ospedale regolato al-
Gangea a Tiflis con esercito numeroso l'europea, ed una pubblica scuola, i di cui

sorprese lo tzar Eraclio 11, il quale quan- allievi tosto si fecero onore. L'ottima mo-
tunque in età di 90 anni, combattè da e- glie non isdegnò di occuparsi a spargere
roe e fece prodigi di valore, senza poter tra le avvenenti giorgiane modi e le co- i

salvare che la propria persona e la fami- stumanze europee, ed intertenevasi serah


glia sua; devastala la città di Tiflis, arsa e mente a conversare colle signore discen-
quasi demolita, tulli principali abitanti, le ì denti dagli antichi principi. Andiedue i
donne comechè bellissime specialmente, coniugi fecero di tutto per civilizzare viep-
furono menati in ischiavilù.In conseguen- più un popolo, che pochi anni addietro
za di tanti disastri, la Giorgia clie da mol- avea fatto venale mercato co'turchi, de'
to tempo erasi posta sotto la protezione propri figli, mogli e sorelle; costume bar-
della Russia, mediatile trattato di Eraclio baro, dissoluto ed eminentemente immo-
Il si sottomise al suo padronato, per cui rale. Il cholera nel i 83o vi esercitò le più
d' allora in poi il sovrano fu riguardalo grandi sii agi,e vi perirono più dÌ2terzi de'
qual vassallo dell'impero russo. Morì E- suoi abitanti. Nella micidiale guerra che
radio II, ed allora si riaccese la discordia ora arde tra la Russia,elaTurchia alleala
Ira'vari competitori al lrono,che per dirit- a Francia e lughilterra,Tiflis capitale (Iel-

to di primogenituraapparteneva a Gior- la Transcaucasia, una delle 4 fortezze e


gio XI Eracliewich figlio maggiore del- piazze d'armi più importanti delle Pro-
l'ultimo sovrano, e già Omar kan degli vincie russe in tale regione, situala tra il

avari faceva un'irruzione nel paese, ed a- mar Nero, mar Caspio e la Persia, è al*
il

. vrebbe indubitatamente proliltato della tiesì considerata come un punto strategi-


guerra civile per soggiogarlo interamen- co di somma importanza. Perla sua vi-

te, se l'invocato esercito russo, entratovi cinanza a'confini dell' impero, la città è
contemporaneamente, disperse non aves- il magazzino intermedio più importante
se le truppe di quel kan e ristabilita la perle munizioni. L'arsenale, rofììcinailel-
tranquillità per ogni dove.SentendoGior- l'artiglieria e altre olTicine militari prov-

gio XI Eracliewich approssimarsi la sua vedono gli arsenali lungo la via del Cau-
fine, e prevedendo mali inevitabili che i caso. A togliere però le difhcollà ne'tra-
la morte sua riprodurrebbe nella sven- -sporti di munizioni da Tifiis nell'Iinere-

turata sua patria, definitivamente me- zia, nella Mingrelia e nell'Abcasia, è sta-

diante convenzioni si sottomise con tutti to piantalo un piccolo deposito interme-


i principi di sua famiglia, grandi ed i il po- dio a Redut-Kalè, posto sulla costa del
polo all'imperatore di /ìiissia (/ .) Pao- mar Nero, ed è facilmente provveduto da-
lo I, che fece pieodere possesso del regno gli arsenali marittimi di provvisioni da

di Giorgia, pubblicando apposito mani- guerra e da bocca. I russi tendono da mol-


festo a' 8 gennaio 80 ,che effettuò il suo
1 1 1 ti anni a soggiog.ire compiutamente tut-
figlio Alessandro l,il quale nel 1802 lo di- ti ipopoli guerrieri de'due versanti del
chiarò provincia diRussia. Il distinto mar- Caucaso. Ciò fatto, tutta l'Asia occiden-

chese Paolucci di Modena, generale al ser- talee meridionale, compresovi l'InHoslan


vizio della Russia, dopo aver segnalato o Lidie On'ciilijlì, è aperta a'Ioro attac-
nelle file dell'armata italiana il suo valo- chi. Il principe WoronzolF, sino dal 1 854
re e coraggio, rivestilo nel 181 2 della lu- essendo governatore generale dellaTrans-
minosa carica di governatore generale di caucasia, dopo aver fatto edificale in Ti-
Tiflis, contribuì con lutti i suoi sforzi a flis un teatro russo, neh 8^2 nr fece co-
T I F T I G I
79
'

slruire un 2.°, dove saraouo rappresenta- e cappuccini precipuamente, al decreto


i
te esclusivanienteproduzioniscritleolra- di unione di Eugenio IV, alla prefettu-
j
dotte in lingua gioì giana, e si dovea inau- ra apostolica de' cappuccini esistente in
I
curare con una commedia scritta da Mir- Tiflis, con chiese e missionari cattolici, e

! zaFeth Ali nato in Tiflis da parenti tar- ne riparlai nel voi. XLV,p. i54- I cat-

I
tari, e membro distintissimo della socie- tolicisono giorgiani, armeni edi altre na-
I
tà geografico della città. Nel I 854 '' Cau- zioni. Il governo russo accorda in appa

caso, giornale di Tiflis, pubblicò un ap- renza a'cattolici la libertà del culto, ma
pello alle popolazioni del dominio russo non lascia occasioni per opprimerla, e di
al di là del Caucaso, nelle lingue russa, fire proseliti, con lusinghe e minacce, nel-

; grusiniana, armena e tartara, col quale l'errore di credersi e vantarsi ortodosso.


I l'invitò a prender parte nella gran lotta Tiflis ebbe pure de' vescovi latini residen
!
che combalte con tanto valore ed ac-
si ziali sinodalsecoloXIV.edilp. LeQuien
t
canimento. nel t. 3, p. I 368 notò di tal rito i seguenti.
La fede cristiana s' introdusse nella Fr. Giovanni I di Firenze domenicano,
Giorgia nel secolo IV, anche per le solle- uno de'compagni del b. Bartolomeo WPìc-
citudini dell'imperatore Costantino I il colo arcivescovo di Naxivau , del quale
Grande. Tiflisdivenne sede vescovile di tornai a ragionare nel voi. LI, p. 3 1 6; fu

I
vari riti, della diocesi d'Iberia, d'un ar- nominato vescovo di Tiflisdal Papa Gio-
jcivescovo giorgiano, e d' un arcivescovo vanni XXII neh 329, indi morì a Pera
'

armeno sotto il patriarcato d'Ez/nìaziu nel 348. Urbano V neh 36G fece vesco-
I

io Ecsmiasin. L'arcivescovo giorgiano di- vo fr. Bertrando Teutonico domenicano,


i venne metropolitano nel secolo IV,e nel il quale cessò di vivere nel 1 387. Bonifa-
jX si elevò alla dignità di Cattolico; in- cioIX gli sostituì neh 391 fr.Renard o
di il regno ebbe quegli altri vescovi^ che Chenardo di Villaco domenicano. Nicolò
notai all'articolo Giorgu, potendosi ve- V verso ih 4^)0 elesse fr. Alessandro del
dere anche Mingrelia, e altri articoli re- medesimo ordine. Pio neh 4^2 gli die li

Le Qitien neh' Oriens diri-


lativi. Il p. in successore Enrico l, che morendo po-
chiama Tiflis, T/iiplis, Tlieplìs,
stiaiiiis, co dopo, nell'istesso anno gli surrogò ii\
anche Artaxata, e nel t, i, p. 34 1 ricor- i Enrico II VVonst francescano, morto nel
da un vescovo di Tiflis chiamato Jeshi, 1469. In questo Paolo II destinò vesco-
iche occupava la sede neliG^g, ma igno- vo di Tiflis fr. Giovanni II Imicli agosti-
irasi di qiial comunione fosve. l giorgiani niano, che vivea ueli476 sulh-aganeodi
j sonoqiiasi tutti cristiani,tranneqiiellisog- Paderbona. Alessandro VI neh49^ no-

I
getti alla Persia, i quali come quandoquel minò vescovo di Tiflis e sulTraganeo di Co-
! sovrano teneva un viceré a Tiflis, per ap- lonia fr. Alberto Engel francescano. Te-
jparenza professa vano il maomettismo,sel- flis, Tcpidisensi'!, d\veiM\\o un titolo ve-
I
ta per altro sempre contrariata dalla na- scovile in partihiis, conferito dalla s Se-
izione, e perciò in processo di tempo si po- de, poscia fu elevato a simile titolo arci-
I
se sotto la protezione della Piussia scisma- vescovile,comeleggo ne' registri concisto-
|tica; imperocché i giorgiani cattolici se- riali, ma senza titoli vescovili suffrag.inei.
iguironc per tempo gli errori dell'insorte TIGABITANA.Sede vescovile d'Afri-
eresie e scismi , eccettuate alcune inter- ca nella Mauritiana Cesariense, sotto la
ruzioni che il zelo de'Fapi richiamò al- metropoli di Giulia Cesarea. Ne furono
l'ubbidienza della vera Chiesa, ed al ri- vescovi: Primoso che tiovossi nel 407 al
conoscimento della s. Sede; relazioni che concilio di Cartagine; Palladio si recò nel
riportai a Giorgia, in uno a' missionari 4 18 a Giulia Cesarea per assistere iiHa
più volle speditivi da' Papi, doaienicani confereuza tenuta da s. Agostino col do-
i8o TIG TI L
jintista Emeiilo; Ciesccnle nel 48 1^ ven- tropoli di Cartagine, ebbe a vescovi, Ro-
ne esilialo (la U linci icore de' vandali, per- gaziano die nella conferenza di Carlagine i

rliè si oppose a'donatisli nella conferen- del 4' ' sostenne i suoi colleghi callolioi,
\

za di Carlagine. Morcelli, Afr. chi: t.i. e rs'abigio che sottoscrisse la lettera cheil
TIGAIMlEENA.SedevescoviledeH'A- concilio Proconsolared'Africa mandò nel
frica occidentale nella Mauriliana Cesa- 646 a Paolo patriarca di Costantinopoli
riense,soUo la raelropoli di Giulia Cesa- contro gli eretici monotelili.I\Iorcelli,yy/r. !

iea,ebbea vescovo IMassenzio esilialo da dir.t.i. '

Unnerico re de'vandali nel 484j P^'' "O" TIGISITA. Sede vescoviled' Africa nel-
aver voluto approvare l'erronee proposi- la Mauriliana Cesariense, sotto la metro-
zioni de'donalisli nella conferenza di Car- poli di Giulia Cesarea. Ne furono vescovi,
tagine. INIorcelli, Jfr. dir. 1. 1. Solennio, pel quale sottoscrisse Reslitu-
TJGEPvNAKE (s.). vescovo. Figlio di lo, nella conferenza di Cartagine del 4 1 i,

Corbro, celebre generale d'armala, e di e Passilano esiliato da Unnerico re de'van-


Dearfraycli figliuola d' un re d' Irlanda dali nel 4B4t;orae zelante cattolico. Mor-
chiamalo Eocliod, ricevette il ballesirao celli, yJfr. dir. t, I.

da Conialo vescovo di Kildara, e fu ra- TIGISITA o TIGISI. Sede vescovile


pilo nella sua giovinezza da'corsari, che dell'Africa occidenlalenella Numidia, sot-
lo condussero nella Bretagna. Un re di to la metropoli di Cirta Giulia, ebbea ve-
quest'isola, nelle cui mani era venuto, fu scovi; Secondo primate di Numidia del
mosso a pietà della sua sorte, l'amò per 3o 5; Gaudenzio donatista che fu alla con-
le sue virtù, e lo pose nel monastero di ferenza di Cartagine nel 4' i;Domnicoso
Bo«nar.Tigernake, istruito alla scuola del- o Donnicoso e-^iliato nel 4^4 come catto-
le tribolazioni, comprese la vanità de'be- lico dal re de'vandali Unnerico; e Paoli-
ni del mondo, e cercò la vera felicità nel no ricordalo i

servigio di Dio. Ritornato in Irlanda, fu yjfr. dir. t.i,


suo malgrado coiisagralo vescovo, ma non TIGN ICA. Sede vescovile d'Africa nel-
volle assumere il carico di governare la la Nuoiidia, sotto la metropoli di Cirta
chiesa di Clogher, di cui fu eletto pastore Giulia, il cui vescovo Anfldio nel 4' i tro-
nel5o6 dopo la morte di Maccarlino.
, Tossi alla conferenza di Carlagine. Mor-
Fondò l'abbazia di Cluauois ossia Clones celli, ylfr. dir. I.i.
nella contea di IMonaghan, e vi pose la TIGRANOCEP.TA. F.SuERxeSut-
sua sede episcopale, che piesenlemente è TANIA.
unita a quella di Clogher. Divenuto cie- TI LBERTO (s.), vescovo di Hexam io

co nella vecchiezza, passò il resto della sua Inghilterra. Successe a Alcmondo, che s.

vita in una piccola cella, unicamente in- morì verso il 780, e governò quella cliie:
lento alla preghiera e alla contemplazio- sa per più di 3o anni, seguendo le orme
ne. Usserio mette la sua morte nel 55o, del santo suo predecessore. La storia nul-
e la di lui festa è segnata a'5 di aprile. la ci dice né dell'uno né dell'altro di que-
TIGILLABA. Sede vescovile d'Africa sti due santi. Le loro reliquie furono por-
nella Numidia, sotto la metropoli di Cirta tate a Duibam nel secolo XI, ed onora-
Giulia, si conoscono i vescovi, Regino in- te sino alla pretesa riforma, eia loro fe-

tervenuto nel 4' I alla conferenza di Car- sta è segnala a'7 settembre in molti ca-
ne, e Juniore nel 4^4 mandalo in esilio lendari d'Iiigbilterra.
dal re de'vandali Unnerico fautore de'do- TILLOlNE (s.), monaco di Solignac.
nalisli. Morcelli, yifr. dir. t.i. Nalo in Sassonia da genitori idolatri, lu
TIGlMiMA. Sede vescovile d'Africa, in tenera età involato da'malandrini ol-
nella provincia Proconsolare, sollo lame- ia casa paterna , e venduto per ischiavo
T I M T I .^i 1 8 i

ne'Paesi Bassi. Egli ebbe la fortuna di es- cui sede a furia di cabale avea usurpata e
sere liscaltalo da s. Eligio, che dopo bat- perciò n'era stato esiliato dall'uiiperatore
lezzalo lo mandò alla sua abbazia di So- Leone I,a cui ricorsero tante chie>e perchè
Ijgnac nel Limosino, perchè fosse alleva- punisse sì orrendo delitto, Timoteo COQ
to negli esercizi della pietà cristiana, e nel- unoscrittodireltoall'imperatoreLeone I,
lo studio delle sagre lettere. Qualche tem- avea sostenuto gli errori condannati degli
po dopo s. Eligio lo fece veniie a Parigi, Avendo poi sedot-
euticliiani o nionofisiti.
perchè apprendesse il mestiere dell'ora- to r empio imperatore Zenone fanatico
fo. Quando questo santo fu eletto vesco- eutichiano, fu richiamato dall'esilio eoa
vo di Noyon, ordinò Tillone sacerdote, e molto onore, e nel ^j5 cacciato dalla se-
lo incaricò di predicare il vangeloa Tour- de d'Alessandria il cattolico patriarca Ti-
uai e in altri luoghi de'Paesi Bassi. Do- moteo, nuovamente vi s'intruse Timo-
po la morte di s. Eligio ritornò Tillone teo Eluro. Recatosi in Costantinopoli vi
a Solignac, e si ritirò in una solitudine vi- fu ricevuto quasi in trionfo dagli eutichia-
cino all'abbazia, ove ricopiò la vitade'più ni, e vi ritornò per istigare l'imperatore
rigidi anacoreti, e passò alla beata eternità Basilisco cognato di Zenone, ed anch'es-
in età di 94 anni, nel yo?.. Molti miraco- so eutichiano, contro cattolici, entrando
i

li operarono in virtìi delle sue reliquie.


si nella chiesa de'quali si ruppe una gam-
Havvi in Fiandra, in Alvergna e nel Li- ba. Inoltre l'indusse a fare una costitu-
mosino diverse chiese sotto la sua invo- zione contro il concilio di Calcedonia. Re-
cazione, e se ne celebra la festa a' 7 di stituito Zenone all' impero usurpatogli

gennaio. da BasiIisco,credendo Timoteo che si fos-


TIMANDA. Sede vescovile della pro- se reso cattolico, per disperazione prese il

vincia di Pisidia nell'esarcato d'Asia, sotto veleno e ne morì nel 477 > esecrato pe'
la metropoli d'Antiochia, eretta nel V se- grandi mali che avea fatto alla Chiesa. I
colo, il vescovo della quale Longino assi- seguaci del malvagio Timoteo seguen-
stè al concilio di Costantinopoli, in cui done l'eresie, scrisse eruditamente contro
Eoliche fu convinto d'eresia. Orienschr. di essi SamueleSoriano prete della chiesa
1.1, p. 1061. d'Edessa.
TIMBRIADE , Tymhrias. Sede ve- TIMOTEO (s.), discepolo di s. Paolo.
scovile della provincia di Pisidia, sotto la Nato da padre gentile e da madre ebrea
metropoli d'Antiochia, diocesi d'Asia, eret- nomata Eunice, era di Licaonia,e proba-
ta nel secolo VII e chiamata pure Timo- bilmente di Listri altri lo pretendono
;

viaria. Ebbe a vescovi : Costantino che nato in Antiochia, confondendolo con s.


nel 680 sottoscrisse il VI concilio gene- Timoteo (F.) martire che per di R.oraa,

rale tenuto in Costantinopoli Giovanni ; essere stato sepolto presso corpo di s. il

in Nicea fu al VI! nel 786,eTeodosioin- Paolo fu creduto da alcuni il suo disce-


tervenne al concilio di Fozio nell'Svg do- polo, come dissi nel voi. XII, p. 204 e
po la morte di s. Ignazio. Orìens dir.t. 223. Sua madre avea abbracciatola re-
I , p. 1 060. Timbriade, Tìiyinhrien, è o* ligione cristiana, come anco Loida di lui
ra un titolo vescovile inpartihiis,^e\VQ- avaj e s. Paolo loda la pietà di queste
guale arcivescovato d'Efeso, che conferi- due donne. Applicossi Timoteo fino dal-
sce la s. Sede. la fanciullezza allo studio della s. Scrit-
TIMOTEANI o TIMOTIANI. Ere- tura, e le testimonianze favorevoli che
ci seguaci di Timoteo Eluro, eretico Eu- s. Paolo ebbe di esso, quando si recò a
lichiano o Blonofisito (P.), autore del- predicare in Licaonia 1'anno 5i di Ge-
l'assassinio di s. Protcrio [V.) patriarca sù Cristo, Io indussero a prenderlo per
à'Alcssandria d'Egitto (f^.)ftìel 4 3 7, la compagno delle sue fatiche apostoliche,
.S2 T 1 M T I M
ili luogo di s. Bii'ii-iba. L'Apostolo per- suo maestro. Timoteo avea allora forse
corse col suo discepolo il lim.Mienle del- 4o anni. Notai nel voi. XII, p. 20/), che
l' Asia, poi s' iiuhai'cò per la Macedonia, vuoisi avere s. Timoteo, con s. Lucina se-
l'anno 52, e predicò il vangelo a Filip- niore, sepolto il corpo di s. Paolo nella
pi , a Tessalouica e a Berta. Coslrel- basilica fuori delle mura di Roma ove si

lo dal furore de' giudei ad abbandonare venera. Fu sempre riguardato come ili.°
(|uesl'ultinta ciltà, vi lanciò Timoteo per vescovo di Efeso, e gli antichi martirolo>
1 assodare nella fede i novelli cristiani. gi gii danno il titolo di martire. I suoi at-
(«ìunto ad Alene, gli ordinò di raggiun- ti, che sembra sieno stati sciilti Efesoin

gerlo; ma dietro alla notizia che i fetleli nel VoV I secolo, riportano che a'22 gen-
di Tessalonica soffrivano una crudele per- naio dell'anno 97 di Gesù Cristo, i pa-
secuzione , lo maiulò ad essi per confor- gani mentre celebravano una festa delta
tarli e rafforzarli. Timoteo andò poi a tro- Cata^Oi^iti (nella quale portavano in pro-
vare s. l'aolo, ch'era a Corinto, per ren- cessione i loro idoli), uccisero Timoteo
dergli conto della liuscita di sua commis- a colpi di sassi e di mazzuole, perchè vo-
sione, nel qual tempo l'Apostolo scrisse leva opporsi alle loro abbominevoli su-
la suai.' lettera a qne'di Tessalonica. In perstizioni. Le reliquie di s. Timoteo fu-
seguito s. Paolo incaiicò Timoteo di pre- rono solennemente trasportate a Costan-
ti derlo con Erasto in Macedonia, per far tinopoli nel 356: s. Paolino afferma che
preparare le elemosine destinate a soccor- si facevano de' miracoli in tutti luoghi i

rere i Gerusalemme. Ordinò


cristiani di ove ci avea anche la piìi piccola parte di
poscia particolarmente a Timoteo di lor queste reliquie. Altri credono che si ve-
nare a Corinto per correggervi alcuni a- nerino ancora nella suddetta basilica di
busi, e nella lettela che sciisse a'corinlii, s. Paolo. Celebrasi la sua memoria il gior-
raccomandava loro caldamente il suodi- no 24 gennaio.
scepolo. Timoteo accompagnò poscia s. TIMOTEO (s.), martire nella Pale-
Paolo in Macedonia e in Acaia, lo lasciò Confessando coraggiosamente la ie-
stina.
«Filippi, indi il riiggiunseaTroade. Sem- de, mentre infieriva la persecuzione ge-
bra che fosse imprigionato coIl'Apostolo nerale di Diocleziano contro i cristiani, fu
a Cesarea, poiché è mentovato nell'epixto- per ordine di Urbano presidente della Pa-
If^ ch'esso scri'«sea Filemone, a que'di Fi- lestina crudelmente flagellato. Poscia di-
lippi e a qne' di Colossi nell'aimoGi steso sopra il cavalletto, gli furono lace-
Gì di Gesìi Cristo. Timoteo fu ordinato rate le coste con pettini di ferro, e dopo
vescovo in conseguenza d' una profezia, (piesto supplizio fu abbruciato a fuoco
e tornato che fu s. Paolo da Roma inolien- lento nella città di ili,°di maggio Gaza
te nell'anno 64, lo lasciò in Eft-so a go- 3o4- La chiesa greca e la latina onora-
vernare quella chiesa, e per opporsi a co- no la memoria di questo santo martire
loro che vi seminavano una lalsa dottri- a'if) di agosto.
na, non che per ordinarvi de'preli.dei dia- TIMOTEO (s.), mar tire a Roma. Non
coni, ed anche de'vescovij giacché fu a lui vi sono monumenti autentici donde trar-

jifTìdata la cura di tutte le chiede dell'Asia. re le particolarità della sua vita. L'opi-
Inoltre Paolo grimliiizzò da Macedo-
s. nionepiù probabileèchesia venutod'An-
nia la ima delle sue lettere, e la secon-
|.i tiochia a Roma, che vi abbia predicato
<la da Iloma, alloichè trova vasi in cate- il vangelo per un anno circa, e che vi sia

ne, scongiurandolo di venire a trovarlo, stato decapitato per ordine del tiranno
onde a ver la consolazione di vederloun'al- .Massenzio, figlio di Massimiano Ercole,
tia volta prima di morire; ed è probubi- tlopo gravi tormenti, nell'anno 3 1
1, per
le ch'egli vi si recasse per conferire col ordine di Tarquinio prefetto di Koma. Il
T 1 M T I N i83
ijinrlirologio romano ne fa menzione il del ginnasio e le mura di cinta, ed ivi ^

22 agosto. Usuo culto è antichissimo nel- il convento della Madonna colla chiesa di

la Cliiesa, ed era già celebre a Roma al- s. Maria in Tindaro, che dà il suo nome
la metà del IV
Questo santo det-
secolo. ad un piccolo porto situato al sud-est del
to d'Antiochia, corno narrai a Chiesa di capo Tindaro. Cicerone chiamò Tindari,
s. Paolo nella via Ostiense fuori le mu- noìiilissiìnacivitas, e Plinio racconta che
ra DI Roma, per la particolare divozione il mare ne avea inghiottita più della me-
che avea verso il s. Apostolo, volle esse- tà. Il Pirro, Sicilia sarra t. i, p. 4^^»
re sepolto presso il di lui corpo, onde il dice che la sede vescovile fu eretta nel V
luogo fu chiamato anco Ciììiilcrio dì Ti- secolo sotto la metropoli di Siracusa, e
moteo; per cui Sisto V dopo i cambia- riporta i seguenti vescovi. Severino Tyii-
menti fatti nella basilica, neUSSy lo fe- {laritaiius episcopus, 'm\Qv\enne al con-
ce riporre nello stesso silo e dentro urna cilio romano adunato da Papa s. Simma-
di terra cotta. Inoltre riportai nel citato co nel .^o Eutichio sedeva nel ^<^-h e ad
I ;

orticolo le iscrizioni di rame e marmo essos. Gregorio scrisse alcune lettere,£-


I

che vi pose quel Papa, trovate a" nostri 60, Iiidict. I ,lib. 2, congratulandosi
pisl. I

giorni, e l'iscrizione aggiuntavi da Gre- con lui per aver distrutto gì' idoli e fatto
gorio XVI nel 1840. fiorire il culto cristiano; Teodoro trovossi
TIIMOTEO (s.), martire a Reims. In nel 649 al concilio di Laterano, celebra-
odio alla fede cristiana, ch'egli predica- to contro i moiioteliti da s. Martino 1.
va a Reims nel III o IV secolo, fu pre- TI NE [Tiiicii). Isola con residenza ve-
so e condotto dinanzi al giudice, il qua- scovile del regno di Grecia, denominala
le gli fece soffrire diverse torture. La vi- anche Ti/ioe Teiios, dell'Arcipelago gre-
sta della sua costanza e di alcuni miraco- co o mare Egeo, nel gruppo delle Cicla-
li ch'eglioperò per virtù divina, conver di e parie della divisione amministrativa
ti Apollinaie, uno de'suoicarnerici,e mol- de! governo omonimo delle Cicladi set-
le altre persone. Chiusi lutti in prigione, tentrionali,al sud-est dell'isola di Andros,
Apollinare e quelli ch'eransicon lui con- da cui è separata mediante la Bocca Pic-
vertiti, ricevettero il battesimo in tempo cola, ad una lega e un 4-° da quella di Mi-
di nette, da unsanto prete chiamato Mau- cone o Miconi. E" un'isola delle più fer-
ro, il quale versò con essi il sangue per tili e amene della Grecia, di clima eccel-
Gesù Cristo. Il giorno appresso ch'era , lente. Poco ritagliale sono lecosle,enon
il 22 agosto, furono decapitati; ma Ti- vi si rimarca che il porto Kolimbilra sulla
moteo ed Apollinare non ottennero la co- costa settentrionale, e quello di s. Nicolò al
rona del martirio che il dì susseguente. sud, e non sono buoni. Il suolo in gran parte
La loro festa è indicata a'aS d'agosto ne- montagnoso e coperto di roccie, trovasi in-
gli antichi martirologi. Dedicatasi ad es- naffiato da gran uumerodisorgenli,ed ot-
si una chiesa , sotto Carlomagno si fece ti ma mente colli vaio; le sue principali pro-

la traslazione delle loro reliqne, delle qua- duzioni consistendo in orzo, seta, vino di
li la città di R.eims possedè ancora la mag- Malvasia, fichi, melarancie e miele. Ab-
gior parte. bondano i buoi, le pecore,lecapre,gli asini
TINDARO, Tyndarìs.CWìA vescovile ed iLe montagne somministrano
muli.
non più esistente di Sicilia, le cui rovine il marmo bianco e nero, ed un po'di ver-

sono presso il capo omonimo e forma la de di buona qualità; in altri tempi si sca-
punta d'un promontorioconsiderabile,sul- varono miniered'argento. Attivissimo n'è
la costa settentrionale della Sicilia, nella il commercio, ritenendosi l'isola essere la

provincia di Messina. In mezzo a tali ro- più importante dell'Arcipelago. Gli abi-
vine si distinguono gli avanzi del teatro, tanti sono quasi tutti greci, laboriosi, gè-
)84 TIN TIN
iieialmenle agiati e ospitali. Il capoluogo pio era poco distante dalla cattedrale, la
è la città di s. Nicolò. Si accorciano gli sto- qualesolto l'invocazione di s, Nicolaè nel-
rici nel riferire che l'isola anticamente e- Vojìjìiduni Oxohtiì-gi, o città di s. Nico-
ra piena di serpenti prendendone anzi
,
lò, il capitolo si componeva di 6 canonici
il nome di Ophiussa, e dando in Grecia colla sola prebenda del penitenziere, ma
alla vipera quello di f(7<v»V7.Vi erano cos\ nulla essi percepivano.Due preti depu-
copiosi e di tanto pericolo, che gli abitanti tali dal vescovo esercitavano in essa la cu-
sarebbero stati costretti ad abbandonarla, ra d'anime, essendovi il baltislerio. Nel
se venuto in loro aiuto Nettuno, non ne suburbio è l'ospizio de'tninori osservanti

li avesse liberali. Innalzarongli quindi un ed una confraternita. Ogni nuovo vesco-


tempio magnifico in un bosco vicino alla vo è lassato ne'libri della camera aposto-
città di Tiiico 7V/i0.f,onorandovisi il nu- lica in fiorini 33, simt aidcnii'òo sciita
me come un gran medico e celebrando- lìionetite illiiis loci, cioè valutata la men-
aìsì festead onore di lui. Tale tempio avea sa. La diocesi comprende l'isola di Tine,
diritti di asilo estesissimi, che furono poi e la prossima isola di Jliconc {/ .), e ia
regolati da Tiberio, al pari di quelli on- ambedue sono greci e Ialini, sì catto-
vi

de godevano tanti altri fuoghi della Gre- lici che scismatici, il vescovo intitolandosi
cia. Fu pure quest'isola chiama ta//)Y//-»i'- di Tiiic e Micoiic.Cosi la delta proposizio-
say stante l'abbondanza delle sue acque. ne. Le altre notizie posteriori sono, che la

I veneziani la dominarono per alcuni se- popolazione era più di 29,000 individui,
coli, e tra leCicladi era l'unica ad essi re- della quale piìidi 9000 cattolici. La calte-
stata quando fu loro tolta da Acmet III. I draleessere dedicala a s.Gio.ljaltista,cioè
turchi la soggiogarono nel 7 1 8, e i la chia- nel Borgo sotto il castello, ed oltre ad essa
marono Isleiuli/jfece per gran tempo par- esistono le chiese di Nicolò, di s. France-
te deTeudi d'ima famiglia ottomana, al- sco, di s. Antonio, e de'gesuiti. I france-
l'estinzione dellaqnale la zecca di Costan- scani riformali vi hanno due ospizi colle
tinopoli ne fece l'iicqi listo: cos'i prima del- due chiese di s Francesco e di s. Antonio; i
la rivoluzionegrecadel 1 82 Irovavnsi sot-
i gesuitiuna casa, le orsoliiie una casa, così
to la dipendenza inìincdiala del detto sta- le terziarie di s. Francesco, le quali reli-
bilimento. Non pagava allora a'turchiche giose vivono in perfetta comunità per soli
36,000 piastre per lutili diritti: oggi l'im- IO giorni dell'anno, non sono ammesse
posta fissata dal governo reale ascende a a' votiprima di 4o anni, ed istruiscono
60.000 piastre, non compiesa la decima le fanciulle. Ne'villaggi sono spensi circa
e altri balzelli; perciò non fu l'insurrezio- 3o cappellani, quali i godono diritti par- i

ne tanto a questi isolani proficua quanto rocchiali e si cambiano ogni biennio. Vi


parca si sperasse. Nessun turcoabita va nel- sono scuolepe'chierici, ed il governo gre-

l'isola; l'imposta era levata da un agente co mantiene una scuola di mutuo in-
vi

che a tale ellelto vi si spediva ogni anno, segnamento e un liceo. Vi si parla la lin-
e che tosto terminata l'operazione se ne gua greca volgare e 1' italiana. Il vesco-
tornavaa Costantinopoli. Vi risiedeva l'ar- vo è sulFraganeo dell'arcivescovo di Na-
civescovo gieco scismatico, ma il regio go- xos, ed ha le ficoltà della formola 2.' Il
verno l'abolì. Ola vi risiede soltanto il ve- capitolo non ha prebende, e vi si rifuggì
scovo latino cattolico, il quale abita nel da Candia, dove avea suoi beni, de'quali i

villaggio di Cozonara, secondo le ultime s'impadronirono turchi, quando occu-i

Kolì-iv delle missioni di propr/ga/ida paiono l'isola. La rendila della mensa è


fide. da cui dipende; ma nell'ultima pro- di scudi i5o; la s. congregazione però di
posizione concistoriale leggo insieme alle propaganda alle istanze del vescovo som-
altre seguenti particolarità, che l'episco- uiiuibtru generosi sussidii. Vi sono molli
8

TI N TIN i85
Ìefi/Oii pii. AI maestro essa paga annui scu- Via di Scio vescovo inpartihu^àWvuspe.
di 60. 11 Terzi nella Siria sacra, crede Succeduto nel 76:», gli fu accordato per
1

che l'isola di Micone sia la famosa Delo coadiutore nel 1796 fr. Giuseppe Tobia
(F.), ina non è vero ;
poiché Delo, ora minore conventuale di Trapani, vescovo
thianjalo Sdili Piccola, è un'isola diver- di Daron inpartibiis, e divenne effettivo
sa, esoi gè tia quella di lMi(:one,e di Sdili vescovo nel settembre 799 Pio VII a'

Grande o Rlioiea, coUivala in parie da* 16 £uarzoi8i8 riempì le vacanti sedi di


Micone. Tine ebbe vescovi greci si-
greci di Tine e Micone, eleggendo in vescovo Gio-
no dal VI secolo, suilragaiiei dell'arcive- vanni Collaro della stessa diocesi, che in-
scovo greco diRodi, nella i/proviiicia delle oltre dichiaròamministratore della chie-
Cicladi, dell'esarcato d'Asia. Si conosco- sa d'Andros. Per di lui morte Leone XII
no Ceciilio che assistè al V concilio gene- a'3 luglio 826 non)inò Giorgio GabinellL
1

rale nel 553, Deinelriofiial VI generale della medesima diocesi già alunno del ,

nel 6S0, ed Euslazio al VII nel 786 co- collegio Urbano di propaganda e vicario

mincialo in Costantinopoli e terminalo in capitolare nella sede vacante. Gregorio


Nicea. 1 vescovi latini cominciarono nel XVI a'i5 febbraio 1842 gli die per coa-
secolo Xlll, e la loro sede vescovile fece diutore mg."^ Francesco Zaioni vescovo di
parte dell'llliria occidentale, suffraganea Bibli in partibus , il quale nell' ottobre
dell'arcivescovo latino di JNaxos. Il 1 .°de' I successe nelle sedi di Tine e Mico-
843
\escovi latini fu Giovanni, che lo fu pu- ne, che tuttora governa. Questo prelato
re di Micone come i succes>ori, per lu- viene lodalo dalla Civiltà cattolica per
iiione che Bonifacio IX fece delle due se- lo zelo col (pialecelebrò colla possibile ma-
di nel i4oocon diploma c!e'3 1 marzo, am- gnificenza la festa dell'Immacolata Con-
bedue le isole essendo allora sotto il do- cezione a'sq luglio 855, dopo 1 il decre-
minio della repubblica di Venezia. Nello lalodogma, mediante trì-
nella cattedrale
slesso anno il Papa per sua morte gli die duo; solennità che annunziò a tutti 28 i

in successore Marco Palmieri dome-


fr. I villaggi ne' quali sono scompartiti i cat-
nicano; ma avendo avuto poca premura tolici dell'isola, perchè tutti si preparas-
di far spedire le sue bolle a tempo debito, sero in pai ticolarecon Iriduano apparec-
Bonifacio IX nominò in di lui veceilcor- chio. La voce del pastore venne accolta
religioso domenicano fr. Giacomo IGu- con grande alfetto, sì che in tulle le chiese
drighelli di Lavazola. Martino V nel 1
4 1 si adoperarono quelle pie pratiche che me-
elesse fr. Antonio da Ti voli, indi nel 1428 glio si atfacevano all'uopo, specialmente
10 trasferì a Città Nova nell' Istria a'a i con l'universale accostarsi a'sagramenti
maggio, nel medesimo giorno provveden- della confessione e comunione. La sera de*
do le sedi di Tine e Micone, Tliienenscm et 28 luglio si fece geneiale illuminazione,
Jìlichoiicnscmccclcsiariuji iii\ Giacomo fr. e persino le montagne parevano in fiam-
11 da Venezia, altro francescano, che mo- me. Nel dì seguente domenica di buoq
i43o. In questo a'25 ottobre il dello
rì nel mattino si videro avviarsi nel Borgo, do-
Martino V gli surrogò (r. Marco II fran- v'è posta la cattedrale, uomini, donne e
cescano di Sciavo oSelarodi Candia. O- fanciidli d'ogni condizione, fino alla di^

rienschr. 954, t. 2, p. 1059. Nelle


t. i,p. stanza di 3 ore d'aspro cammi .0. Dopo
Notizie di Ro/na si cominciarono a ripor- il soleime pontificale e un ragionamento
tare vescovi di Tine nel 1784, e peli."
i sul dogma definito.fu cantato il Te Deuni^
Nicolò Cicala da Santorino. Da questa se- seguito dalla benedizione e da una ma^
de nel 1738 vi fu traslalo Luigi Guarclii gnifica processione per le strade di Borgo,
di Scio, a cui fu dato per coadiutore con durando le sagre funzioni per oltre 7 ore.
futura successione nel 17 5? Vincenzo de II Te Deiun fu anco cantato in tutte le
-- 1

i86 T l N T ! P
chiese de* villaggi, ove s'illuminarono le gcographiciinij Com man ville, Histoire
prospettive delle chiese e ì campanili. de ioiis Ics Arclieveschez et Eveschczj e
T1^'E, 7'////(v?. Titolo vescovile //i/wr- Le Quien, Oriens cliristiamisj e mentre
tibus, che conferisce la s. Sede, sotto il si- tuttora esiste la sede latina, e fu rispettata
mile arcivescovato di Ridi secondo al- , anche dominando i turchi. .Stringo il mio
cuno. Non sideve confondete colla sede dire, col dichiarare, che sebbene a Rodi
vescovile di Tinia o Tiiiay (^A .J, la qua- annoverai Ira i titoli 7//7)/7/7//i?rv sotto di
le non è titolo /// partiì'Us, come fecero e>so Tine, ponderata meglio la cosa, cre-
le yotizie di Roma dal i
844 '" po', n*^' do non doversi ritenere per tale, facen-
registrare a Slrii^oiiia ilsuirraganeomg."^ «lo contraddizione, che un medesimo tito-

!IMi>kolc2y, menile dal 84 i ' l'aveano giu- lo e d'una medesima sede sia ad tm tem-
stamente dello sino allora vescovo di Ti- po di sede residenziale e di semplice tito-
nia, e per talea quell'articolo continuaro- lo, tanto più che Tine ora non è più nel-
no a ripetere contemporaneamente; ab- le parti degl'infedeli, ma nel regno di Gre-
baglio, che seguendole feci io pure a Stri- cia, per altro eterodosso.
GONiA, e qui lo rettifico colle stesse Noti- TliXGE TINGIS o TINGE, TAN-
zie di Roma, all'articolo Tinia. o Tinay, GITANA o TINGITANA. Sede vescovi-
e colla pioposizione concistoriale di Gre- lee provincia d'Africa. /'^.Tanger bMau-
gorioXVI, che nel concistoro de' 4 di- 1
RiTiANA Tingitana. Ne'regislri concisto-
cembre 840 preconizzò mg/ Miskoiczy
I riali leggo, Tinge, Tingieii,ci\itas Mau-
vescovo Ecclesiali Tinninieiiseìii olini rilianac. titoloarcivescovile i/i partibus,
^rdula mmcupata provincia Croatiae, col di[)endente titolo vescovile 7n ortrft'-
Cclocensi arcìiiepiscopo snffragatiir. 11 bus di Bugia (F.).
p. Parlato, Illyrici sacri, 4> P- 280, ri t. TINIA o TINAY, volgarmente Knin
jiorla la storia del vescovato Tiniiinicìi- (!'.). Si può inoltre leggere Tine, 2.° ar-
'je.yjede'suoi vescovi cominciandodaMar- ticolo.

co delio5o a Giuseppe deli 7 55. Pio VII TIO o TEIO, Ti'im, Teium. Sede ve-
colla hoWa SUidium paterni a^ffectus,àe\
, scovile di Bitinia, nella provincia Onoria-
20 settembre 182 i, BnlL Rom. cent. t. de, esarcalo di Ponto, sotto la metropo-
i5, p. 449> istituì il vescovato di Tyni- li di Claudiopoli, eretta nel V secolo. Eb-
ce,Tyniccnsis, poi un ito a Tarnovia (P^.), be a vescovi: Apragmonio, che nel 43
ìiomenclatiua che avendo relazione con n'esistè ol concilio generale d'Efeso, e nel
Tinia, Tinicìi, potrebbe indurre a con- 45 1 a quello di Calcedonia; Andrea sot-
fonderlo con essa. Per morte di mg.' IMi- tosciissela rei. 'ione che il concilio di Co-
skolczy, il Papa Pio IX nel concistoro dei stanlinopoli fccea Giovanni patriarca del-
15 mai zo 8 52 preconizzò vescovo di Ti-
I la medesima, relativamente all'eresia di

nia,volgarmente A'//m in Croazia, perno- Severo e de'suoi settatori; Eugenio sot-


mina dell'imperatore Francesco Giu^ep- toscri.sseaI concilio di Costantinopoli sot-
])e I, l'attuale Giuseppe Krautmann
mg/ to Menna; Longino fu al VI concilio ge-
di Bec7kò diocesi di Nitria, canonico del- nerale; Michele al VII, e Costantino al-
lo metropolitana di Strigonia e vicario l' VI II. Oriens chr. t. i, p. SyB.
generale dell' arcidiocesi, rettore del se- TIPA SA. Sede vescovile di Numidia
minario e abbate di s. Spirito di Bath- neir Africa , sotto la metropoli di Girla
Monostra. Quanto al titolo vescovile di Ti Giulia. Ne furono vescovi Rustico esilia-
ne sotto il titolo arcivescovile di Rodi, non to come Unnerico re de' van-
cattolico da
si può dire che derivi dal vescovo greco dali nel 484) eFermo che trovossi al con-
«ti Tinr (/'.) non più esistente, per quan- cilio di Cartagine nel 5i 5. MorccHi, y///'.

to rilevai onoDaudrand,/Vb^'«/« Lexicon chr. \. I.


T I P TIP 1R7

TIPASA. Sede vescovile della Moiiii la fede, dell'imperatore Costante Il,quau-


I liana Cesariense, nell'Africa occideolale, lo gli altri Editti \tn^er\a\\ e pur condau-
I
sotto la metropoli di Giulia Cesarea , il nati,cioèr/t//o^/ro(^/'.JdiZenone,er£'cte-

cui vescovo Repaialo fu esiliato da Un- si (r.) di Eraclio. Costante 11 lo pubbli-


neiico re de'varidali, per essersi ricusalo cò in occasione delle turbolenze suscita-
sottoscrivere l'erronee proposizioni de'do- te L]a' 3Iojioteliti [l.), per imporre a'cat-
natisti nella conferenza di Cartagine del lolici ed agli eretici. Fu chiamalo Tipo^
484- Tipasa fu altresì celebre nella sto- cioè forma, modula o modello, perchè era
ria ecclesiastica per un miracolo ivi suc- una specie di forma o formolario di fe-
ceduto in detto anno, per conseguenza de, o piuttosto la forma sidla quale do-

della crudele persecuzione del re de'van- vea regolare ciascuno la propria condot-
idali contro i Ricusando di ap-
cattolici. ta. Questo editto col pretesto di conci-
provare gli errori sostenuti da Unnerico, liare la pace tra'callolici e i monolelili
j

je persistendo nel confessare la divinila di impose silenzio tanto a quelli che alfer-
Gesù Cristo, molti di essi ebbero per or- luavano una, cornea quelli che asseriva-
dine di quel re tagliata la lingua. Sei au- no due volontà e operazioni in Gusù Cri-
tori contemporanei, 4 de'ijuali testimoni sto. Questa è la dilFerenza fra Y Ertesi e
'

oculari, raccontano che que' confessori il Tipo, come dice Petavio Theologia ,

benché così mutilali, continuarono a par- dogmatica, t. 4, lib. 1, A- Incarnat. cap.


lare distintamente e liberamente come 2 i; vale a dire, VEctesi vietava di affer-
: prima; che si ritirarono a Costantinopo- mare in Cristo sì una, come due opera-
li, doveTiraperatore Zenoneariano etut- zioni, in cui tuttavia confessava una vo-
ta la sua corte furono testimoni di quel lontà; laddove Tipo proibiva d' affer-
il

prodigio. Le testimonianze di detti scrii mare in Cristo sì una, come due volon-
tori trovansi raccolte in una Dissertazio' tà e operazioni. Il Tipo si legge nel Lab-

ine stampala a Parigi nel 1766. Tipasa, bé, Concilior. t. 6, p. 232, e nell'Ardui-

Tipasancn , seti Tlpasitan, è un titolo no, t. 3, p. 823. Siccome il Tipo, pub-


I
vescovile inpartihits, sotto il simile arci- blicato a istigazione di Paolo patriarca di

j
vescovato di Giulia Cesarea, che conferi- Costantinopoli,era pernicioso con ammet-
! sce la s. Sede. Neil' articolo Cesarea di tere la dottrina d'una sola operazione, e
i
Cappadocia, seguendo un registro conci- perchè sembrando di correggere il utale

I
storiale, ripelei tra'titoli ve?,co\\\\iiipnr- non fece che accrescerlo, poiché metteva
\
tihiis sotto di essa questo di Tipasa, equi- a livello della verità l'errore, così né i cat-

voco avvenuto dal chiamarsi in esso Giu- tolici, ne i monolelili lo accettarono. Co-
lia Cesarea^ soltanto col nome di Cesa- stante II, ecco come in esso si espi esse.

rea^ come praticarono diversi scrittori, «Noi proibiamo a' nostri sudditi cattolici,
il che die luogo all' errore, essendo esso di dispulare per l'avvenire di qualiunpie
manifesto dall'osservare in tale registro, maniera, riguardo ad una o due sia ope-
che tutti gli altri titoli sono di antiche razione, sia volontà; senza pregiudizio di
sedi vescovili di Palestina, Cappadocia e ciòch'è slato deciso relativamente all'lu-
Siria, soltanto le sole Siga o i^igea^ e Z'i- carnazione del Verbo. Vogliamo che slia-
y^rt.s'*?, appartengono all'Africa, laonde oc- si colle s. Scritture,co'cinque concilii ge-

correva qui farne emenda. 11 Papa Pio IX nerali, e con que'soli passi de'padri,lacui

a*i3 agosto 1846 fece coadiutore del vi- dottrina è la regola della Chiesa, senza nul-
cario apostolico di Colondjo e vescovo di la aggiungervi o togliervi, senza spiegarli
Tipasa in partihus , mg."^ Giuseppe M.'' in sensi privati; ma vogliamo che si resti
Bravi della congregazione àe' Silvestrini. nellostato in cui erasi prima di queste tli-
TIPO, Tfpus. Editto famoso inloruo .spute, come se le medesime non fossero
i88 TIP T I P
siale suscitate". Stabilisce poi contro ai vano la loro illegittima elevazione. E per-
trasgressori, che se medesimi saraoDo
i chè Paolo avea provocato, colle suesug-
Tescovi, o in qualunque altro ordine del gestioni, da Costante li la promulgazio-
chiericalOjVeiigauo deposti; imouacijSco- ne dell'editto Z'/y?o, lo condannò e depo-
[uuiiicali e cacciati dalle loro abitazioni; se, condannando altresì il monotelismoe

le persone in carica, private de'Ioro im- il Tipo j indi con somma diligenza pro-
pieghi; i soggetti ragguardevoli, privati curando di estinguere anche V Ertesi d'E-
delle loro sostanze; gli altri, castigati cor- raclio. Pirro portò subito neh' oriente il

poralmente e banditi. 11 Piipa Teodoro I suo sdegno e il suo furore; e Paolo irri-

(/ .), che avea già ricevuto molte que- tato, rovesciò l'altare che il Papa avea a

rele contro al patriarca Paolo, e che inu- Costantinopoli nel palazzo di Placidia, e
tilmente lo avea amnionilo e con lette- fece proibire a'suoi legali di celebrarvi i

re sinodali e per mez/.ode'suoi legali, cre- santi misteri, egli afnisse colle verghe, col-

dette di non dover più dilferire la di lui la prigione e con l'esilio: di più involse in
condanna, con quelle solennità che ripor- queste violenze parecchi vescovi e laici ze-

tai nella sua biografia. E' opiniouecomu- lanti, che perseguitò, indegnamente trat-

ne, come dirò che questa si facesse nel


, tò, pose in carcere e straziò di colpi. Po-
tempo stesso che (juelia di Puro prede- co dopo nel 649 "«ori Teodoro I, ed a'5
cessore di Paolo, il quale immediatamen- luglio gli successes. Martino I {/'.), eh' eia.
te dopo la sua ritrattazione fatta in Ro- stalo legato in Costantinopoli. L'impera-
ma al Papa, da lai città passato a Ra- tore sdegnato dell'operato da Teodoro f,

venna, professo rmovamenle il monote- richiese il successore di sottoscrivere il suo


ìismo per cui era «.lato deposto, sedot- Tipo, come per guiderdone d'avere ac«
to, secondo tutte le apparenze, da quel- consentito alla sua elezione, ed a tale ef-
l'esarca Teodoro l Calliopa, colla speran- fetto glielo inviò. Nell'ottobre il Papa, vo-
za di rientrare nella sede di Costantino- lendo invece anatematizzare im- l'editto

poli, Sdegnalo Teodoro 1 d'una recidiva periale, i de'mouo-


suoi fautori e l'eresia
così rapida, dopo averlo trattato con tan- lelili, celebrò il concilio di La te r a no [f^.)

ta benignità, e che rendeva il colpevole si coni 01 vescovi; alcuni de'qual idei la Gre-
ragionevolmente sospetto d'ipocrisia e di cia e dell'Oriente, non intimoriti dell'ini-

spergiuro, nel concilio del 64^ tenuto in peralore per la fede, come romani mo- i

8, Pietro, pronunziò la deposizione di Pir- strarono la maggior intrepidezza e l'ar-


ro con anatema. Informato oltre a ciò dal- dore il più santo. Nel concilio si lesse il
s. Sofronio [)atriarca di Geru-
l'inviato di Tipo, in cui rivocavasi ['Eclcsi. Lodò il
salemme, Stefano vescovo di Dora (dal concilio la buona volontà di Costante II,

quale e come narrai nella biografia del Pa- ma condannò la fraudolenta maniera di
pa, avea ricevuto le ss. Reliquie della Na- Sopprimere la verità, sotto il falso zelo di
tività e Infanzia del Salvatore, che ripo- sopprimere la menzogna, onde col Papa
se nella basilica di s.Maria Maggiore), che condannò tutti monoleliti, \' Ertesi e\[
i

il patriarca di Costantinopoli Paolo erasi y/y>»o. Furono dicliiarati em[)i, e nomina-

arrogato contro a'canoni il vicariato del- tamente deposti e scomunicati Teodoro


la sede di Gerusalemme, fece uso di tut- di Faran.Ciro d'Alessandria, Sergio, Pir-

to il potere che in questa congiuntura gli ro e Paolo successivamente patriarchi di


dava il suo primato, e fece Stefano vesco- Costantinopoli, che approvavano il Tipo^
vo di Dora medesimo suo vicario nella massime l'ultimo come più colpevole per
Palestina, con facoltà di depone i vescovi le narrate violenze contro cattolici, e (jna-
i

irregolarmente oidinati, se almeno non le vero autore del Tipo a sua suggestio-
abiuiavauoquelle novità dacui ricouosce- ne pubblicalo. Si stabilì la prova della sua
TIP T l P I 89
ostinazione nell' errore, e dello scandalo sl'alto di vigore contio un edilloimperia-
con cui oiostravasi incorreggibile, malgra- padri non avendo avuto alcun riguar-
le,i

do tutte le ammonizioni che avea ricevu- do verso que'furbi che inducevano pa- i

to per lettera e per mezzo de'legati. Qoao- droni del mondo in abusi cotanto perni-
to al Tipo, i padri dichiararono unanimi, ciosi della loro potenza; dopo di aver det-
che sotto un'apparenza di bene, il mede- to anatema a chiunque non ammettesse
simo produceva gli effetti più pernicio- i in Gesù Cristo due volontà e due opera-
si,onde dichiararono.'jElla è certamen- zioni, la che liceves-
divina e l'umana,
te cosa buona il far cessare le dispute; ma se V Ertesi o Tipo che vengono dichia-
il

'è dannoso il sopprimere il bene col ma- rati empi, videro con soddisfazione la se-

le, la dottrina de'padri cull'empielà del- guente sottoscrizione del sommo Ponte-
l'eresie. Ciò, anziché estinguere le dispu- fice s. Martino 1.» Martino, per la grazia
Ite, è un perpetuarle; poiché i pastori han- di Dio, vescovo della s. Chiesa cattolica ed
I
no ricevuto dal supremo Signore l'ordi- apostolica della città di Roma, ho sotto-
ne d'insegnare, e per l'altra parte le pe- scritto come giudice questa definizione, la
corelle fedeli, che detestano l'eresie, non quale conferma la fede ortodossa come ,

ponno essere indifferenti fra la dottrina pure ho sottoscritto la condanna di Teo-


salutare e la voce della seduzione, A noi doro già vescovo di Faraii,di Ciro d'A-
t
è comandato fuggire male e fire il be- il lessandria, di Sergio diCoslanlinopoli, di
I
ne, e non il uno e 1' altro. La
rigettar 1' Pirro e Paolo suoi successori, de'loro scrit-
'

Toce della minaccia e dello sdegno deve ti eretici dell'empiaiif/f.?? e d«".l Tipo che
'

dunque indiriz7arsi non già a coloro iqua- hanno pubblicati; giusta le sottoscrizioni
! li co'pastori cattolici riconoscono in Gesìi degli altri vescovi in numero diio5". Il
j
Cristo due operazioni e due volontà, ma Papa non dubitò di mandare gli atti del
bensì a quelli soltanto, che non confessa- concilio di Laterano, con santissime let-
no ciò che i padri della Chiesa hanno con- tere, non solo a tutti i vescovi della chie-
fessalo. Tino proibisce di parlare s\ di
II sa cattolica, ma persino all'imperatore Co-
due volontà. come di una sola: ora il non stante li che avea pubblicato il Tipo. La
confessare la volontà della santa umani- condotta deli' iniquo imperatore trasse

tà di Gesù Cristo, è, giusta s. Dionigi Pa- sempre più sull' impero i colpi vendica-

pa, un convenire che la medesima è sen- tori della giustizia divina. Quel giovane
za volontà e senza operazione, vale a di- principe, naturalmente imperioso e duro,
re senza sostanza e senza essere; egli è un salito sul trono fin dalla sua infanzia, non
distruggerla e un annientarla
imperoc- : avea mai incontrato che schiavi soggetti
ché il Papa s. Dionigi insegna chiaramen- a tutti suoi capricci. Confuse con que-
i

te, che un' anima senza operazione non ste anime vili il vicario di Gesù Cristo, e
ha un essere stabile, non è alcuna sostan- riputò un oltraggio l'opposizione di s. Mar-
za, non è cosa alcuna;giacchè la natura non tino ad un rescriltoche rovesciava fon-
1 i

è sostanza che per la naturale ed essen- damenti del cristianesimo. A forza di men-
ziale virtù di operare, che n'é inseparabi- zogne, di finzioni, di violenze e di sper-
le. Quindi, mentre lodiamo la buona in- giuri, a mezzo dell'esarca Teodoro 1 Cal-
tenzione dell'imperatore, rigettiamo le di- liope, trovò maniera di rapir da Roma
19 giugno 653 il successore di
sposizioni del suo Tipo, siccome quelle che a' s. Pie-

non si accordano colla regola della Chie- tro, e dopo indicibili e lunghi strapazzi,
sa, la quale non condanna al silenzio se di farselo condurre a Costantinopoli, ove
non ciò ch'è contrario alla sua dottrina, gravemente infermo fu cacciato in una
e proibisce l'atfermare e il negare nel tem- prigione, e poi ad imitazione diGesù Cri-
po stesso l'errore e la verità". Dopo que- sto fatto spettacolo d'ogni ingiuria e trai-
19') T I P T R I

tato come uno scellerato; pascendosi l'ein- TIPOGRAFIA, r. Stampa e Stampe-


pio imperatoreclalle siiefiiiestiedi <1 bar- ria.
bare scene, gustando tutta !a soddisfazio- TIRANNICHE (s.), vescovo di Tiro e
ne d'ut! tiranno. Findmenle, ricusando martire. Fu testimonio del trionfo di mol-
il Papa con tnirabile costanza le seduzio- ti invitti confessori, che dierono la vita per
ni per comunicare co'uovatori e corrut- Gesù Cristo, soffrendo svariati supplizi a
tori della Chiesa e di Costantinopoli, fu Tiro, sotto Diocleziano nel 3o4, egli a-
esiliato e relegato nella Crimea, ed ivi re- vea incoraggiati a combattere per ]a fe-
se gloriosamente l'anima a Dio, memo- de senza alcun timore. Condotto da Ti-
rabile esempio di pontificia costanza e for- ro in xAntiochia, insieme co! prete Zeno-
tezza d'animo, e di eminente santità. Mor- bio,dopo diversi tormenti, fu gettato ia
to Ira'rimorsi il patriarca Paolo, rientrò mare, o piuttosto neh' Oronte. Zenobio
Pirro nella sede e morì di 5 me- in meno spirò sopra il cavalletto, ove i carnefici gli
si. Pietro che non meno di
gli successe, aveano lacerato fianchi con unghie di
i

bii fautore de' moiioteliti sperando di , ferro. Ciò avvenne nel 3 10, e contempo-
sorprendere la vigilanza di Papa s. Eu- raneamente altri santi, che la Chiesa ono-
genio I, gli spedi l'epistola sinodale pie- ra nello stesso giorno, riportarono la co-
na di astuzie e di sentimenti dolosi, sulle rona del martirio. Silvano vescovo di E-
volontà e operazioni di Gesti Cristo. Com- mesa nella Fenicia, fu dalle bestie divo-
mosso il clero e popolo romano di sauto ralo nella città episcopale, con due altri
zelo conilo il suo contenuto, non peimi- confessori. Peleo e Nilo sacerdoti d'Egit-
SCIO al Papa dicelebrareins. Maria Mag- to,non che alquanti altri cristiani, peri-
giore, se prima non prometteva di riget- rono nelle fiamme a Cesarea nella Pale-
tarla, per cui la dichiarò occultameiitee- stina. Silvano vescovo di Gaza fu dappri-
retica. Nel GSy elevato al pontificato s. ma condannalo alle cave, e poscia venne
Tltaliaiin^ colla sua sinodica invitò Co- decapitato con altri 89 fedeli. II martiro-
stante li ad abbandonare i monofeliti, e logio romano nomina s. Tirannione a'20
benché eretico nella sua venuta in Rocna di febbraio, con quelli che soffrirono a Ti-
lo accolse onorificamente. L'imperatore ro nel 3o4. Gii altri hanno de'giorni par-
spogliala la città de' suoi più rari orna- ticolari, cioè s. Zenobio pr.";te e medico di
menti, indi passato in Siracusa, fatto se- Sid one, a 29 di ottobre: s. Silvano d'E-
gno all' odio universale, come fratricida mesa, cui il menologio de'greci dà molti
e come il più perfido tra'princi[>i eretici, compagni, a'6 di febbraio; e s. Silvano di
fu assassinato nel bagno a' 5 luglio 668. i Gaza, a'4 di maggio.
Eletto l*apa nel 678 s. Agatone, nel si- TlR\'SN0,Tirnnnus,Tfram.nu.9.qi\e-
nodo che celebrò in Roma nel 679 con- sto termine si prende ordinariamente in
dannò monuteliti e spedì legati pel
i , i un senso odioso nella nostra lingua, per
\F concilio generale in Costantinopoli ,
un principe cioè, che abusa della sua au-
d'accordo coll'imperaloie Costantino III torità, per un principe crudele, o per quel-
Pogonato, a cui aveacon lettere esposta lo che violentemente ha usurpalo un do-
la vera e sana dottrina de' cattolici con- minio e lo ritiene ingiustamente: Ina ia
tro l'eresia de'monoleliti, che per più di greco e in Ialino usa vasi di sovente in buo-
4o la Chiesa. Adunque
anni travagliava na parte; ed anticamente noneravi alcu-
nelG80 in detto concilio ecumenico, da na (liflereiiza tra il significato di tiranno,e
285 padri soleimemenlefurono condan- quellodi/it'0'S'ot'rrt/7/;(7'.).Diciamoanche
nati i famosi editti Kctcsi e Z'//;o,edin- despota quel monarca assoluto, che non
siea?<5 i monotelili, contro de'quali fuio- ammette limili nell'autorità sua, mentre
no d:^^iiarate due volontà in Gesù Cristo. col vocabolo Despota, uu tempo si quali-
T 1 R TIR .9,
, fico un Signore di dignità ragguardevo- lieo Sahba-zacha, al quale successe in tal

\ Je principesca nell'inipeiiale corte gre- dignità nel 73 1; Mila sedeva nel 746, Sa-

i
ca, e talvolta un signore d'alcuna provin- ìiba nel 767,60. O/vVv/v r/(r. t. 2,p. i 167.
I
eia. In seguito il nome di tiraiuio diventò TIRO, Tyrus. Città arcivescovile del-

I
odioso, soprallullo nelle città governale la Fenicia, indi della Turchia asi.itica in

i colle proprie leggi. Gli scrittori sagri qual- Siria, pascialalico ad 8 leghe al nord di
!
che volta si servono del nome di Tyiiin- s. Giovanni d'Acri, già l'antica fu tra le

;
nus, per indicare un principe, un le, co- più celel)ri, potenti e floride, epcr l'esten-

I
me ne'libri d'Ester e d'Ezechiele. INe li- sione delle sue navigazioni chiamata la
I
bri sagri in greco, come la Sapienza, l'Ec- fu'^i/ici del mari. L'attuale Tiro, deno-
clesiastico ed iMaccabei, 7j7V7/?////v pren- minata Sur e Funi-, è situata ali' C'^tre-
desi ora in buona, ora in cattiva parte, milà d'una penisola di sabbia, che ha la
come negli altri autori greci. Alcuni vo- forma d'un triangolo equilatero, ciascun
'
gliono, che Nembrod figlio di Chuse ni- lato del quale è lungo circa 1200 passi.

pote di Noè, fosse il


\° che stabilisse la Non occupa essa che una piccola parte del
tirannia sulla terra, cioè il i ."ch'ebbe l'ai'* sito dell'amica, nulla conservando della
te di soggettare gli uomini alla sua volon- sua magnificenza, ed ha quasi l'a'^petto
tà arbitraria. Valido e potente cacciato- d'un villaggio. Le case in numero di più
!
re, di carattere focoso, sanguinai io e ti- che 200, sono edificate colle rovine degli
j
rannico, si crede che prima si formasse un antichi edifìzi,con appena 1000 abitanti.

piccolo numero d'uomini, di cui si servi Possiede una nioschea, 3 chiese, [)ubbli-
per ridurre a Schiavi/h^e che do|)0 ci bagni, ed alcuni bazar; tuttavia si va
'

altri
'

di avere riunite forze sufficienti, di que- progressivamente ampliandosi a danno di


I
sti si valesse per soggiogare le nazioni e Sidone (1 .), a cui «leve la sua fondazio-

fondale un impero, in questo modo abu- ne e la sua pristina gloria. Sidone, già il-

sando egli della debolezza di quegl'infe- lustre e famigerata metropoli della Feni-
lici, stabilì un dominio sino a quell'epo- cia marittima, divenuta l'antica Tiro più
ca sconosciuto nel mondo ,
poiché violò potente, gliene disputò il diritto: per la

i diritti di anzianità e di paternità che e- loro vicinanza, ricchezza, commercio ma-


sistito aveano in addietro nelle fiuniglie, rittitno, efamose tintorie della Po^iorn,
distrusse l'impero patriarcale, che avreb- sovente furono prese l'una in iscambiodel-
be dovuto risiedere in Noè , che ancora l'altra, avendo comuni gli usi, costumi i

vivea a'suoi tempi, o almeno del suo avo e l'industria. Il resto della penisola con-
Cham o del suo padre Chiis. Egli usur- siste in campi e giardini, ed appena vi

pò il trono, stabilì una sovranità separata, restano gli avanzi dell'antica muraglia,
soggiogò il rimanente delle tribù e di- , che in parte la circonda, un gran ninnerò
venne con questo mezzo il ." tiranno del i ili bellissime colonne rovesciate al suolo
Micndo. Dalla storia ebraica [)as>ai)du alla vicinoallaspiaggia.eframmenli ancora in
profana, il primo che sembra avere stabili- piedi semicopeiti da molti secoli dall'ac-
ta lo tirannia è Teseo, e il secondo èFala- cumulala sabbia, dimostrano la fiagiliìà

ride d'Agrigento. In Italia i prepolenti si- delle umane grandezze. 11 Terzi nella Si-
gnorotti diesi usurparono il dominiodel- ìia sacra riferisce copiose notizie su Ti-
la patria, si chiamarono tiranni, tirannelli ro, ed a suo tempo dice che sul mare e-
e tirannetti. ranvi ragguardevoli avanzi d'un tempio
TIRIIANA. Sede vescovile dell'Assiria già sostenuto da 12 colonnelli marmo.col-
di là dal Tigri, nella provincia patriar- la tradizione che ivi la donna dicesse al
cale della diocesi de'caldei. III." vescovo Redentore: Bcatus vcnler, qui tcporta-
fu Fctione o Pelone, ordinalo dal callo- i'it, et ubera, quae suxisù. Ricorda pu-
ìc)?. TIR T 1 R
la il meraviglioso edilìzio che sorgeva Barhaln, nel golfo Persico, le città di Fa-
quasi nel centro della città, per nrchitet- ran e Pliocnicuni opnidit/ìi^snì ìNIare R.os-

tura, vaghezza e ornainenli singolare, con so, già rovinate altempo de'greci, prova-
nobili e spaziosi portici, i quali chiude- no che que'di Tiro frequentarono ben lun-
vano ampia mezzo eleva-
piazza, nel cui gamente prima gli spazi navigabili del-
vasi la celebre colonna di bronzo istoria- l'Arabia e del mare dell'Indie. La Bib-
ta, ove l'imperatore Massimiano fece af- bia contiene su questo soggetto de' rag-
fìggere il rigoroso editto contro i cnstia- guagli e relazioni distinte, altrettanto più
ni,esorlando il popolo diTiro a bandirli ed preziose in quanto che olirono di que'se-
estirparli, riducendogli a memoria la no- coli remoti un quadro de'movimenli ana-
bilia di sua origine, i fatti egregi de'mag- loghi a ciò che scorgesi ancora a' giorni

gioii, la gloria della nazione, e la tutela nostri. In essa leggono rimproveri di


si i

del suo principale nume Giove. iVon ri- quelle colpe che le cagionarono la suala-
mane alla già splendida, popolosa e opulen- griraevole decadenza, e la condussero al
te Tiro, se nonciòchenon fu dato agli uo- presente stato abbietto, vaticinato da E-
mini di torle, la rinomanza, le n^.emorie zechiele. » Perchè Tiro ha detto di Ge-
sloriche, e la gradevole situazione su d'u- rusalemme: Bene sta; sono spezzale le por-
na spiaggia deliziosa,che le montagne pro- te de'popoli: tutti verranno a me, io mi
pinque riparano dalle settentrionali bu- empirò, ella è deserta. Per questo cos'i ,

fere, e quasi in seno al mare, con un por- d ice il Signore Dio: Ecco che io vengo con-
to piccolo, protetto da meschino castel- tro dite, o Tiro, e manderò sopra di te

lo, il quale non può accogliere che navi molte genti, come flutli del mare in tem-
pescanti poca acqua e a stento, comechè pesta. E abbatteranno le mura di Tiro,
ripieno di sabbia edi materiali d'ogni spe- e distruggeranno le sue torri, io ne rade-
cie. L'antico porto era spazioso e sicuro, rò fin la polvere e la ridurrò un tersis-

e in cui le tempeste non potevano inol- simo sasso. Ella sarà in mezzomare uà al

trarsi. E' abitata da arabi mathuali, da sito da asciugare le reti, perchè io ho par-

greci-melchiti eda alquanti maroniti cat- lato, dice il Signore Dio: ella sarà preda
tolici. Il commercio fra Tiro e Alessan- Le figlie ancor di lei, che sono
alle genti.
dria consiste in seta e tabacchi di poca nella campagna, periranno di spada;e co-
eiililà, pel cambio di fichi secchi, carbo- nosceranno che io sono il Signore E —
ne e legna da fuoco. La [)riinitivaTirofu farò che più non si sentano i tuoi can-
la più celebre [)iazza di commercio del- tici, esuono delle tue cetre più non si
il

l'antichità, e in origine f ibbricata sul con- udirà. E


li renderò un tersissimo sasso,

tinente; ma dopo che fu distrutta da' re e sarai un luogo da asciugarvi le reti, e


d'As>iria, foiulossi una nuova Tiro sopra non sarai più edificata, perchè io ho par-
un'isola, a brevissima distanza dalla ter- lato, dice il Signore, ec."Tiro di Fenicia,
ra, e qui;sta ecclisvòiii breve la preceden- dall'auge di maestoso splendore, divenu-
te. Il potere di Tuo sul Mediterraneo e ta sepolcro di rovine, merita un tributo
nell'Occidente è troppo notorio; Car- di compassione. Pailrona del mare, cen-
tagine, litica e Cadice, colonie da essa tro delcommercio dell'universo, da ogni
fondate, ne sono celebri monumenti. E- contrada traendo a'suoi mercati tuttociò
slendeva le sue navigazioni fino all'Ocea- che poteva arricchirla perla vendila o pel

no e le portava al nord oltre l'Inghilter- cambio degli oggetti che maggiormente


ja , ed al sud al di là delle Canarie. Le contribuiscono al lusso, alle vanità, alle
sue relazioni in oriente, quantunque me- dovizie e alle comodità della vita; dive- i

no conosciute, è indubitato ch'era no mag- nuta necessaria e formidabile a tulli i pò- ,

giori. Le isole di Tiro e di Arado, oggi poli, Irallando le altre oazioni come ud
T I R T I R 193

insoUnIc ilominnfore equasi schiave ilei inerì, è colonne di fino oro e tempestate

suo noleie. Facendo un tlispeUoso e ver- di smeraldi. Elevò le mura della città al-

"O"iioso Iraffico (Kill.'i fuituiiae cella viia l'altezza di I 5o piedi, fiancheggiate di i6


non scio de'suoi nemici, ma de' suoi al- gr;uii lorri, dilatò con sodi e smisurati ma-
leati medesimi, insidiò alla disgrazia di cigni le bocche de'due porti che la città

Gerusalemme, spingendo l'empietà lino aprivasi per ostro e settentrione , e sve-

a spogliarla e depredarne il Tempio àe gliò con egual magnificenza la meraviglia


piìi preziosi tesori, per farne omaggio alle ornamenti di cui arricchì il
di lutti iiegli

infami divinità da essa adorate; essa me- tempio d'Ercole nell'antica città. Il tem-
lilo infineche il cielo ficesse scoppiare su pio di Castore e Polluce fu tenuto e vene-

di lei le minacce dell'ira sua. Autori di sì rato per asilo, ma Demetrio re di Siria,che
vi recò come luogo sagro, fu inseguito e
grande e orgogliosa città, a relazione di si

Trogo e di GioselFo ehreo, fjrono si- i ucciso da'nemici. Tiro ebbe una serie di

donii, popoli famosi dell'istessa provincia, re,il i.°de'({uali fu AbibaI fiorito 1 080 anni
allorquando vinti e fifgali dal re degli a- avanti la nostra era, al quale successe nel
spiegando le veleal vento vi ap-
scaionili, io4o di tal epoca il celebre ricordato Hi-
prodarono co' loro navigli, l'anno del mon- ram. Inoltre Hiram mandò ambasciatori
do 2800, secondo Scaligero, avanti la no- a Davide per congratularsi della sua vit-

stra era anni 1 1 84) che Gellio dice 5 i 1 toria riportata control jebuseijed appe-

per crederne più antica l'origine, e coin- na morto quel re si legò in amicizia col

cide cogli annali de'fenicii, i quali l'atlri- figlio Salomone.e gli mandò in dono una
huiscono a Tiro settimogenilo di J^ifet. gran quantità di legno di cedro e d'altri
Scaligero narra che Isorano fabbricò al- materiali per la costruzione del Tempio

cune abitazioni di giunchi edi membra- al vero Dio; così gli fu pure di non pic-

ne d'alberi, che distrutte dal vento e dal colo soccorso per le spedizioni marittime
fuoco, egli inlese a ristabilirle piùsolide. per Tharsis e per Ophir, di che feci pa-

Osserva Terzi, che sono conciliabili sensi i rola nei voi. LXXll, p. 'Jt85, e altrove,

degli autori, col liferirsi a due città omo- lequali avendo luogo ogni triennio, por-

nime, l'unr. sul contmente, l'altra nell'i- tavano oro, argento, denti d'elefante,
sola eda quella disgiunta di 700 passi. scimmie e pavoni. DopoHirain si riporta-
Quella del continente avea senza dubbio no per re di Tiro, nel 976 Baleazar, nel
compresa 969 Abdaslrate. Nel 960 vi fu anarchia
pili antica origine, leggendosi
Canaan, det-
nella divisione della terra di e durò fino al anno salì
948, nel quale

ta perciò da'greci Pale-Tfrn-;, cioè an- sul trono Astarìe, nel 906 Aserim nel ,

tica Tiro. Era divisa da un fiume, lon- 927 Pheles, nel 926 Hobal I, neh' 894
tana dal lido circa 3 stadi, vasta circa 19 iìadezor, nell'888^\Talgeno, nell'879 Pig-

miglia, secondo Curzio, se pure egli non malione, nell'832 Pafo, nel 726 Eluleo,
vi comprese l'altra città fondata nelT iso- e fino a Hobal li, che cominciò a regna-

Di (]uesla riferisce Arano, che nel get- re nel 'jqi innanzi Gesti Cristo, non si co-
la.

tarvi i fondamenti, fu con solenne sngri- noscono altri re. Sotto Eluleo Tirofu vi.
fizio d' un' aquila consagrala ad Astarte rilmente difesa contro leostilità di Salma-
dea de' sidonii o Venere, e che da lei si nasar re di Nini ve; ma sotto Hobal II a«

dovesse il nome di J'/ro, che tra'fenicii si- vendoNabucodonosor 11 re d'Assiria asse-


gnifica 7v/^jp. Quivi si adorarono Giove O- diata Tiro, dopo 3 anni la prese nel 572.
I

limpico, Agenore, Asturie ed Ercole, a' Gli abitanti si ritirarono nell'isola vicina

quali Iliram.che regnò a tempo de're Da- e abolirono la monarchia, divenendotri-


vide e Salomone, eresse sontuosi templi, butaria la città del conquistatore. ConTi-
ornali con eccessiva munificenza di simu- ro nuova cominciò nel detto 372 l'epoca
e

'14 T 1 11 T 1 Lì

(k'solTeli o giudici, e pe'piiiDi Diinl, Ec- sullo; l'empio Porfirio discepolo di Pio
nlhal e Cliell)is, a'quali poi nel 562 suc- lino e condiscepolo d' Origene (il quale
cessero AbibaI Geraslialo e Miigorie fi- vuoisi morto a Tiro, e dove nel 100 aio- i

no al .554, in cui fu eletto re Baiato r, in- stravasi un sepolcro che credevasi suo),
di nel 553 Mcibal,iiel549lronijncl 52r) che quanto nobile d'ingegno e di lignag-
Mapene, nel 4" 5 Stratone, nel 333 A- gio, altrettanlo fu di costumi perverso,
yelcuico. A rpusti Alessandro il Grandi' sempre infesto al nome crisliiino,scriveu-
re di Macedonia, bramando di sciogliere do più bestemmie e di ve-
libri pieni di

un voto nel tempio di Castore e Polluce, leno, a'quali Melodio, Eusebio e Apol-
pe'stioi legati fece domandarne il permes- linare risposero con 3o apologie. Ne'pri-
so; ma il re rispose die lo avrebbe con mi tempi di Tiro, suoi savi portarono a'
i

cesso nel tempio dell'antica città, secon- greci l'astronomia e l'aritmetica. Quivi si

do Giustino. Altri invece narrano che a- vuole invernala la Po/yjo/v/ (/ ,)j- edi Ti-
vendo Alessandro mandato suoi legati i ro fuAdemone, che ancor fanciullo sciol-
per esigere omaggio da Tiro, ad esempio se sottilmente aSalomone sofismi egli i

dell'altre città fenicie, essi furono crudel- enigmi delle sue parabole. La sua im-
Tuente uccisi e gettati nel mare, il che e portanza scemò alquanto sotto l'impero
sacerbò fieramente l'animo d'Alessandro, de'greci; ma soggiogala do' saraceni ec-
il quale la cinse d' ogni intorno d' asse- clissarono le sue bellezze. All'epoca della
diOjCongiunsel'isolaalconlinenle col niez- I.' Crociala de'latini,Tiroa|)pena ram-

7o d'una gran rialzata e d'un molo, e con mentava l'idea di quella città sontuosa, i

frequentissimi assalti in y mesi l'espugnò cui ricchi mercanti, al due d'Jsaia, erano
nel 332. IMemoiabili furono particolari i principi; però si riguardava come la più
«leir assedio, e tali che sebbene Alessan- popolosa eia più commeiciantedelle cit-

dro per la vigorosa resistenza fu in pro- tà di Siria. Ergevasi su deliziosa spiaggia,


cinto d'abbandonarlo, però l'onta di con- che le montagne mettevatio al C()[)erlo da-
lessarsi vinto mentre a lui nulla resiste- gli aquiloni settentrionali; essa avea due
va, lo sostenne in mezzo a'piìi duri lavo grandi moli, che simili a due braccia, [)ro-

li. I vedendosi abbandonati dagli Dei


tirii tendevansi nell'onde per chimlere un por-
e dagli nomini, perchè Cartagine sua co- to in cui le buri lische non aveano accesso.
lonia mancò i soccorsi promessi, ccdero- La città di Tiro, che avea sostenuti più
iio dopo gloriosi combattimenti. La città assedii famosi, era difesada una parte da'
111 sacciieggiala, sconvolta, incenerita e di- mare, e dall'altra da triplici mu-
flutti del

strutta. ISell'istes<;o anno fu rislabdilo A ra sormontale da torri. Dopo essersi con-


7(lmico, e quindi non fa piìi cen-
la storia quistala Gcrusalcììitìic da Godredo di

no de're di Tiro sino ad Erode il Graiì- liuglione, il di lui successore re Baldovi-


<h'; a quest' epoca governava Maiione ,
no 1 nel I 1 17 inlra[)rese co'crocesignali
cioè 40 anni avanti la nascila di Gesù Cri l'assedio di Tiro, che durò 5 mesi, dopo
sto. Dopo molle vicende Tiro pel favore i quali le sue bandiere e quelle del doge
«li lunga pace si ristabiTi, e poscia Pom- di Venezia ondeggiarono insieme sulle sue
peo il Grande la liilusse nella domina- turrite mura: i cristiani vi fecero il loro
zione romana, sotto la quale godendo per- trionfante ingresso, mentre gli abilanli
fetto riposo, il suo incremento e splendo- in Seguilo a capitolazione ne uscivano col-
re si rinnovò, e tornò ad essere potentis- le loro donne e fanciulli. Per una bizzar-
sima nell'armi, e fiorentissima nelle Icl- ria singolare, si fu il caso che decise l'as-
tere, Tra'suoi illustri piincipnlmente van- sedio di questa lillà. Mentre i crociali sta-
no rammentali, Massimo detto 77/vV) fa- vano in forse, se avesseio ad assaltare A-
moso geografo; Ulpiuno celebre giurecon- scalon o Tiro, due biglietti in carta peco-
T I R T I R 19»
ra sili nimli erano sciilfi i nomi delle «Ine egli sarebbe andato superbo di potersi dire
città, furono collocali sull'altare del s. iS'r'- figlio d'un martire; che somma nulla
in

palerò, ed in mezzo ad una folla di spet- arresterebbe i suoi colpi. Dopo questa ri-
lalori, un orfmello si avanzò ne pre^e , sposta i soldati di Saladino ripigliarono
imo, e la sorte decise per la ciilà di Tirn^ i loro assalti, e i tirii si difesero con ac-
die fu presa. Conquistata clie fu, Baldo- canimento. 1 cavalieri gerosolimitani, i

vino piantò nel vicino monte Sandalio


I templari, ed i piìi valorosi guerrieri che
un fortissimo castello, e dipoi bastò da se fossero allora in Palestina, tutti erano ac-
sola ad opporsi a tutte le forze riunite di corsi nelle mura di Tuo per dividere l'o

.Saladino re di Soria, ch'erasi impadro- nere d'una sì bella resistenza; distinguen-


nito di Gerusalemme a'2 ollohrei 187, dosi particolarmente tra'crociati uno spa-
ed avea guadagnala la famosa battaglia glinolo chiamato il cdvalici-c dell'anni
di Tiberiade. Egli avea radunato *\nQ vol- vei'di, che respingeva e sbaragliava in-
le le sue flotte e te sue armate per assal- tere squadre, ed atterrò i più intrepidi
tar Tiro, di cui ardentemente bramava la mussulmani , facendosi ammirare dallo
conquista ; ma tutti gli abitanti aveano stesso Saladino. Non avea Tiro cittadino
giurato piuttosto di morire, che di arren- che non sapesse maneggiar le armi ;
gli

«lersia'mussulmani. Questa generosa ri- stessi fìinciulli erano allreltanti soldati, le


soluzione fu opera di Corrado, figlio del donne animavano i guerrieri colla presen-
inaiiiliesedi IMouferrato, giunto ili recen- za e colla voce, sull'onde e a pie delle mu-
te nella piazzi, e che pareva dal cielo man- ra incessantemente combatlevasi. Ovun
dalo a salvarla; poiché prima del suo ar- que i saraceni s'imbattevano in eroi cri-
rivo la città avea spellilo deputali a Sa- stiani, che tante volte li fecero retroce-
bi'liuo per capitolare, ma la presenza del dere. Saladino vedendosi senza speranza
prode Corrado, celebre per le sue valo- di vincere Tuo, si risolse di levar l'asse-
rose gesta, rianimò il coraggio di tutti, dio per attaccare la piazza di Tripoli. Al-
e lutto cambiò d'aspetto. Fecesi afììdare ternandoTiro combattimenti aiutata da' i

il comando della città, i fossi vennero al- crociati, nel 129 fi saraceni dopo avere e
largati, le fortificazioni riparate e risto- spugnato Acri o Tolemaide, nello stesso
i:ile, eabitanti di Tu"o assaliti per ter-
gli giorno tirii montati nelle navi lasciaro-
i

la e per mare, divenuti ad un tratto in- no la città, onde liberamente l'occuparo-


vi ncibi li guerrieri, impararono sotto suoi i no vincitori senza tiar colpo di spada e
i

ordini a combattere le armate e leflotte senza tumulto di guerra, entrandovi sa- i

Saracene. Saladino disperando d'espugna- raceni nel dì seguente, e fu allora Tiro


re Tir<\ offrì a Corrado, se ne apriva le da loro interamente rovinata, restando
porle, di restituirgli il padre fallo prigio- per sempre sotto il giogo maomettano.
ne nella battaglia di Tiber!ade,edi dar- JXella spedizione d'Egitto che Napoleone
gli ricchissime possessioni in Siria: con- intraprese perla repubblica francese, pres-
temporaneamente lo minacciò di collo- so Tiro guadagnarono una bat-
i francesi
care il vecchio genitore innanzi alle file taglia sui turchi a'3 aprdei799.
de'saraceni, peresporlo a'dardi de'nemici tirii, che sotto
I principi Maccabei a- i

nssediati. Corrado rispose con fierezza ,


veano licuperata una parte del loro an
ch'egli sprezzava i doni degl'infedeli, e che lieo splendore, ma che tulfora adorava-
la vita di suo padre, tuttoché lo amasse no i falsi numi, e principalmente al cui
più di se slesso, gli era meno cara della lo d'Ercole sagrifìca va no,rice veliero pro-
causa de'cristiani, e che se i saraceni erano babilmente da s. Pietro, che ordinò il lo-
barbari a segno di far morire un veglio ro i.° vescovo, la luce del vangelo dopo
ch'arasi arreso a discrezione sulla parola, l'Ascensione del Signore, ed abbracciaro-
.
OG TI R T I U
no il ciisliaiiesinio lla'priini. Già il Sai- Bolra, J'/ipoli, Archis, Àrnda.Jn.'
/•/(),

valore avca piedicalo e fìllio alcuni mi- Itiriuhi o Tortnsa e altri. CommanviUe
racoli nelle vicinanze di Tiro, anzi s. INlat- ag2,'niiì^eBcrifn,OrfosìaSyrni>ìììion,T'i'
teo dichiara che fu a Tiro ed a Sidone. fv/.vGcij^arla. Go/iòsatis, Villa. TrienSf
AllorchèEgli, disceso dalla montagna, pro- J Uhi. Poliliaiia, Saicpta. Arnchlea seii
nunziò (juelle parole sì nuove pe'suoi u- I\l<iraclea. Nella sede vacante d' Antio-
dilori:'-- Felici coloro che piongono; felici chia, l'arcivescovo di Tiro n'era l'ammi-
coloro che soihono; felici i poveri di spi- nistratore. Ignorasi il nome del i ."vesco-
rito" che circonda vaio era per la
la folla vo greco di Tiro, ordinato da s. Pietro; del

maggior parte delle città di Tiro e di Si- successore Cassio parla Eusebio nella 19/0-

d(jne. Quando s. Paolo passo per Tiro, an- ria ecclesiastica, in uno a Alarino duran-
dando da Cesarea ad Antiochia, quivi tro- te la persecuzione di Decio, e s. Tirannìa-
vò molle famiglie cristiiine e dimorò con /;< che patì con altri il martirio in quella di
esse 7 giorni. Ispirati cristiani di Tiro i Diocleziano. Successe s. jletodio dottore
dallo Spirito santo, gli dissero di non an- della Chiesa, mai ti rizzato anch' esso sol-
dare a Gerusalemme, ma s. l'aolo volle toDiocleziano. il Terzi fa predecessoredi
partire e fu accompagnato sino fuori la lui il martire Nilo, ed altro martire non
città j dove avendo piegato le ginocchia della stessa persecuzione, ma di Giuliano,
n terra fecero la preghiera, e scamhievol- dice il Doroteo, creduto da'gre-
prete s.

menteahhracciali, l'apostolo salì la nave, ci vescovodiTiro. Altro marliie fu s. Vul-


e i cristiani fecero ritorno alle loro case. piano sotto Valeriano, sommerso in ma-
La religione cristiana vi fece successiva- re racchiuso con un cane e un aspide, tor-

mente un grande progresso, che gli a-


sì mento stabilito dalle leggi contro pa tri- i

bilanti furono sempre esposti al martirio, cidi. Gran splendore recò alla sua cliie-

massime suoi vescovi. Questi incomin-


i
sa Paolino del 33 j, chiamato da Eusebio

ciaronocol nascimento delia Chiesa, e per- nella Pi/a di Cnstrniliiio f, nuovo Zo-

ciò Tiio fu tosto ornala del seggio vesco- robabele; impeiocchèdalla sua pietà e va-
vile , nella giurisdizione del patriarcato lore fu eretto il celebre e sontuoso lem-
d'Antiochia (di cui meglio parlai a Siria); pio metropolitano, in sostituzione di (pial-
nel V secolodivennemetropoli della pro- lo umile edificato da'priuii fedeli e ab-
vincia della Fenicia Marittima, e nel se- battuto da'nemici. Ridusse l'edifizio in un
colo VII prototrono, ossia I. 'sede del pa- perfetto quadrato, col prospetto esterio-
triarcato antiocheno, ed i vescovi nell'a- re rivolto all'oriente, ornato di altissimi
dunanze de'concilii sederono nel i. "luo- portici sostenutida colonne di fini mar-
go dopo gli ("><^//rA/o7jr////^/// di detto pa- mi avendo per propugnacolo un vasto
,

triarcato. Ciò fu coerente all'antiche leg- recinto di mura. Ornavano la parte inter-
gi della provincia, perchè Strahone che na 4 ordini di navi e gran numero di co-
sciisselesue geografìe ne'primi anni del- lonne proporzionate. Nella parte più in-
l'impero di Td)erio, trattando di Tiro e tima racchiuse il santuario, ricco di fre-
di Sidone, lasciò indeciso a chi di loro si gi e lavori di vari colori. Nel mezzo col-

dovesse il titolo di nittropoli della Feni- locò l'altare principale, ne'Iali due altari

cia, ed il Noris lasciò scritto: Tjri nic- minori, e nel resto ripartì i luoghi essen-
Syrìacj Cristiano
trojiolcos fjitac ìììinia ziali pel pastore, pel clero, pel popolo fe-

Lupo poi chiamò l'arcivescovo di Tiro dele e pe'penilenti. Zenone, secondo Ter-
prototrono della Siria ossia primo metro- zi, successe a Paolino, ma dicendolo in-
polita. Dice il Terzi che a lui uLbidiva- tei venuto al concilio di Nicea 1 del 32'>,
i)0 i vescovi di Jcrio Toleiìuiidi,ror- od a quello di Costantinopoli, e che visse

fu io, Sidonia, Cesarea del LibaiiO} Di- fluo a Teodosio I de! 3t«Jj trovo anacro"
T 1 R TIR i97

nisiuo. 11 p. Le Quieti invece dà più va- 10 d'Antiochia. Ebbe a suffragane! i ve-


eioiievolmeiite in successoli a s. Metoilio, scovi di Sidone, Bcfito, ToL'inaide o s.

Doroleo, I^aoliiio, Zeno I o Zenone, Pao- Giovanni d\-lcri. Panca o Cesarea, Sa-
lo che fu al conciliajjolo ove iiigiustaineo- rcpta, DH)lo, Botra, Tripoli, Orto sia,
te si coiidatuiù s.^'^^w^c/w). Vitale inter- Archis, Aradas, Antaradaa o Tortosa,
venne a (jiiello di Filippopoli, Uranio sot- DIaraclca o Mara tea. Il i.° a rei vescovo
toscrisse il sinodo di Seleucir.. Poscia (jo- latino fu Odonedeli i 12, morto due anni
1 irono Zeno II, Diodoro assi>lè al conci- dopo; il 2. "Guglielmo I deli 127, inglese
lio di Costantinopoli, Reverenzio già ve- e priore del s. Sepolcro, nobilissimo per-
scovo di Arces, Ciro fu al cuncdio d'Efe- sonaggio d'eminenti virili, che coraggio-
so nel 43:, Beroniciauo, indi Ireneo re- samente viaggiò più volte in oriente e ia
legato a Peti all'Arabia, essendo sialo de- Francia quale legato apostolico, per ani-
posto nel brigandaggioo conciliabolo d'E- mare i principi cristiani alla conquista e
feso: a lui si attribuisce una raccolta di liberazione di Terra santa, come riferisce

inonumenti riguardanti Nestorio, col no- il Terzi; il quale aggiunge, che benedi l'e-

me di Tragedia^ e anche di Syiiodicoii sercito di Goffredo, e de'collegati re d'In-


Ircitaci. Riferisce Terzi cheireneointru- ghilterra e conte di Fiandra, segnandoli
so nella sede di Tiro, nel 44^ ^i* depo- con differenli croci, ili. ''di color vermi-
sto per decreto di Teodosio 11, come tur- glio, il 2.° di color bianco, il 3.° di color

bolento, incostante, bigamo scandaloso, verde. Lo avrà latto prima dell'arcive-


e fanatico seguace di A'estorio. Poi fu ve- scovato, poiché Goffredo era morto nel
scovo Doroleo, cui l'imperatore Leone 1 I 100. Altre sue notizie egli le confonde
scrisse relalivauienle all' assassinio di s. con quelle di Guglielmo li. Nel 1 32 o 1

Proterio d'Alessandria, come avea prati- 1 33 fu arcivescovo Folcherio d'Angou-


1

cato cogli altri metropolitani d' oriente, lèine, pio, letterato e amatore delladisci-

per sapeie la loro opinione sull'autorità plina ecclesiastica, indi nit\i i45tras!atu
del concilio di Calcedonia. Giovanni Co- al patriarcato tli Gerusalemme. Gli suc-
donato Iraslato d'Apaaiea, Epifanio ze- cesse Pietro 1 di Barcellona, priore del s.

lante cattolico Eusebio fu presente nel


, Sepolcro, a cui i63 gli fu sostituito
nii\i

553 al V concilio generale tenuto in Co- Federico vescovo di s. Giovanni d' Acri
stantinopoli e lo sottoscrisse ,
Tommaso di Lorena. Nel 74d celebre Guglielmo
1 1

intervenne all' Vili in cui fu condannato 11 detto di Tiro, arcidiacono della stes-
Fozio Saba eunuco fu fatto per volere
,
sa chiesa, francese di nazione, si distinse
deirimperaloreAlessioCouuienoe poi pa- per scienza, per pietà, e per le destre sue
triarca di Gerusaleuime,Fozio,Cirillo tra- negoziazioni; lodato qual principe degli
sferito poi ad Antiochia, Sofronio già ve- storici delie crociate, siccome autore del-
scovo di Mopsuesta. Seguono due arcive- l'opera De bello '^aero, tenuta la miglio-
scovi di cui s'ignora il nome. Geremia del re sulla sagra guerra: intervenne nel 1 1 70
1673 viene cpialifìcato metropolitano di al concilio generale di Laterano V, e inori
Tiro e di Sidone. Orieiis chì-istiamis, t. dopo ili 1 83, lasciando di se gloriosa me-
2, p. 802. Tuttora Tiro è arcivescovato moria. Giuseppe o Jorico, già vescovo di
ancora deMciroìiiti,e de Greci Melcldù s. Giovanni d'Acri, anch'esso fu a dello
(^/^'.j. iNeli837 fu fatto arcivescovo de'gre- concilio, e presa Gerusalemme da Sala-
ci melchiti Ignazio Karut, e lo è tuttora. dino, ne scrisse la calamitosa notizia a Pa-
In tempo delle crocitiic fu istituita la se- pa Urbano nelii87
III stesso. Ad istan-

de arcivescovile di Tuo pe'lalini sotto il za di Corrado marchese Monferrato, di

patriarcato di Gerusalemme, ma espulsi concesse a'genovesi col cousenso del capi-


i cristiani da tutta la Siria, pa>sò in quel- tolo, di cdilkarsi nella cattedrale una cap-
,

i<j3 T I R I 1 li

pella iiuzioiuilf , con pariocu cauouiro. Nel li 2." In nel 335 e conciliabolo conti o
I2i3 Papa Innocenzo III scrisse all'iirci- l'invitto s. Atanasio patriarca lV Alessan-
vescovo K. Nel 1217 seclevaSimone,il cjua- dria d'Editto (f'.), come difensore del-
le d'ordine d'Onorio II si recò in Fran- I la coiisuslanziiililà di Gesù Cristo. Furo-
cia per coaiuiutare il volo d'alcuni ero- no gli Euscbiaui {f.) che ne otlcnueru
cesif^nali, e nei 1227 fu proaiosso a [)a- la celebrazione in Tiro, Iraslalo da Cesa-
Iriarcii di Co^tanlinupoli. Nel i 244 l'itlro rea, in grazia dei credilo clic Eusebio di
li de Sergines, ucciso dai suldauo di Ba- Nicomediii godeva pi esso Coslantino I. Il

j^ilonia preSNO Ascalona, pare in un coui- prelesto della convocazione fu di liuniru


I)allimei.lo neh -244 *'^sso a' 18 ollohre; : vescovi divisi, ma collo scopo di oppri-
altri strissero che fu imprigionato, e che mere l'ottimo s. Atanasio. Questo conci*
1 ucciso fu l'eletto di Tripoli. Nel 25 Ni- 1 i liabolodivenne famoso per la maniera in-
cola o Pietro 111 Larcat. Neli2j3 Egidio tlegna e irregolare onde le cose passaro-
giàar^ivescovo Daiuiala, iodi Giovan-
di no, e per l'ingiusta condanna di chi era
ni, e nel Giovanni Bonaccorso de
1272 fr, il più invincibile appoggio della fede cat-
Saint ÌMessan domenicano. Oiic/isc/ir. t. tolica sopra la divinità di Gesù Cristo. I

3, p. 3i 3. Tiro, T) reu, divenne poi un


I vescovi che c'intervennero per ordine del-
lilolo arcivescovile l'/i uailihus, che con- l'imperatore, erano siali scelti a genio de-
feiisce il Papa, sotto al quale sono i se- gli eusebiani, e perciò vi dominai ono gli

guenti titoli vescovili i/i nartibiis. Acco- Ariani (J .). Si radunarono da tutte lo
liti C iwd ani d'Acri o Toleinaide
o .y. parti dell'Egitto, della Libia, dell'Asia, di
Bolla, Panca, Porfirio, Sarcpta,
JJiblo, Europa,
tulle le Provincie d'Oriente e di
Sidonia, Arada, Trijjoli. Pio VI a'2 i Dia per maggior parte erano ariani. più I

aprile i
794 'tee arcivescovo di Tiro An- rinomali erano due Eusebi,Teognide di
i

nibale della Gciiga e nunzio apostolico Nicea, Mario di Caicedonia Ursacio di ,

Papa Leo/it A//


di Colonia, poi card ina le e Singidone, e Valente di Mursa; eranvi al-

(V.). Pio VII a'i4 aprile 1817 nominò tresì alcuni vescovi contrari alla fazione
arcivescovo e nunzio di Spagna Giacomo degli eusebiani, come s. Massimo di Ge-
Giustiniani (l.), che a'2 ottobre 1826 rusalemme, Marcello d'Ancira, Alessan-
Leone XII creò cardinale. Questo Papa dro di TeSsaIonica,ec. L'imperatore v'in-
nello slesso gioì no e nel medesima conci- viò il conte Dionigi per mantenervi l'or-
storo preconizzò arcivescovo di Tiro mg."^ dine, vale a due secondo l'usoche gli eu-
Cai Giuseppe Eenedetlo de'conti d'Ar-
lo sebiani ne se[)[)ero fare per opprimere la

genleau di Liegi, prelato domestico e prò- libertàchedovea regnare nel concilio. Era
lonolario apostolico, vicario della basili- egli accompagnalo da ulllziali di eserci-
ca di s. Lorenzo iu Oamaso e nunzio di to, e da soldati, ovvero piuttosto gli eu-
Baviera. sebiani davano gli oidini,e il conte era
Concila di Tiro. esecutore de'Ioio voleri. Se alcuno de've-
III. "nel 332 di vescovi dell'oriente, i scovi esponeva qualche buon consiglio, il

quali mossi dalla necessità di esaminare conte ne impediva l'eiretto, e subito i pre-
e delìiiire molle controversie dogmatiche lati erano condotti via da'soldati. Pressa-
suscitale nella chiesa d'Egilto, conveune- lo s. Atanasio dagli ordini e dalle minac-
10 in Tiro a celebrarvi un concilio, con ce di Coslantino I, videsi costretto con-
l'aulorilii di Papa s. Silvestro 1 adi Co- tro sua voglia a portarsi al concilio. Con-
«tlantino I impeialore, di cui si legge in dusse seco 49 vescovi di Egitto, e altri a-
Eusebio un'oidzionef Illa a'padri, e vii u- fi icani, tra'quali s. Paiamone e s. Pafiiii-

- errori zio, celebri per la santità della vita. Pài


Terzi, Siria ..ucrn. di 5ooGo \escoviuriani Uovarousi a quo-
-

I TIR TIR 199


6lo concilio. Si ebbe riguardo di accusa- vendo l'onore di portare le slesse vesti-

re s. Atanasio intorno alla fede, e che in- gia, sicconje voi, de'patimenli sofferti per
segnasse un (|ualclie errore; ma si diceva Gesù Cristo, non posso soffrire di veder-
: ch'egli avea ucciso colle arti magiche un vi sedere in un' assemblea di furbi e di
vescovo chiamato Arseniojeche avea rot- malvagi, e tener posto tra gli operatori
I lo un calice. Quand'egli comparve noll'as- d' iniquità; " e avendolo fatto uscire, lo

isemblea, lungi dall'accordargli la premi- istruì di tutte lecose, e lo unì persempre


iiienza, come esigeva la dignità della sua alla comunione di s. Atanasio. Fin dal
cospicua sede, fu obbligato a stare in pie- principio della sessione, i vescovi d'Egit-
di, come accusalo, mentre Eusebio di Ce- to aveano ricusato gli eusebiani per boc-
sarea e gli altri slavano sedendo in qua- ca di s. Atanasio, sostenendo che nondo-
I
Illa di giudici. Il vescovo d'Eraclea s. Po- veano essere suoi giudici; sì perchè era-
liamone, illusile confessoreche durante la no nemici suoi a motivo dell'eresia aria-
persecuzione avea perduto un occhio, ve- na, cui difendevano, sì per diverse altre
dendo un tialtamento sì indegno, scan- cause, ond'eglino accusavanlo; ma non si
dalezzato non potè trattenere le higrime, ebbenessmi riguardo al loro rifiuto. Nar-
e pieno d'indegnazione esclamò. » Come, ra Sozomeno, che s. Atanasio comparve
Eusebio, voi siete assiso, e Atanasio inno- spesso in questo concilio, protestò energi-
,cente cjual è, se ne sta in piedi per esse- camente contro l'incompetenza del foro, e
reda voi giudicato? Chi può solTrire sì in- si difese in una maniera meravigliosa; die-

'.

degna cosa? Eh! ditemi un poco, non e- de egli in (|ueiraS5endj!ea d'iniquità del-

! ravamo noi in carcere insieme durante la le prove di sua tlolcezza e di sua modera-
i
persecuzione? Quanto a me ci ho perdu- zione; ascoltò egli pazientemente tuttociò

I
lo un occhio per la verità; ma voi panni che si disse contro di lui; confutò con mi-
I che non ci abbiate perduto nessuno dei rabile lran([uillilà e prudenza una parte
1 vostri membri; né si vede nessun vesti delle calunnie, onde lo caricavano, e do-

j
gio, che abbiate solFerlo mai nulla per Ge- mandò tempo per verificare le risposte,

j
sii Cristo. Eccovi pieno di vita: come a- ch'egli faceva agli altri. Ma i suoi netni-

I
vele potuto uscire di carcere in questo ci non furono paghi di sostenere le calun-

j
Se non perchè avete promesso di
stalo? nie eh' esso avea già confutate, osarono
commettere delitlo, a cui gli autori del-
il inoltre accusare la purità di s. Atanasio
j
la persecuzione volevano costringervi, o con delle accuse infami. Fecero entrare
perchè già lo avete commesso". Eusebio ima donna dissoluta da loro subornata,
punto da questi rimproveri, e sentendo la quale impudentemente sostenesse che

quanto stri ngenle tasse il discorso di s. Po- il s. vescovo le avesse tolto il pudore; ma
tamone, di-ise ch'era gran temerità par- (|ueiringannn triviale fu tosto scoperto.
I lare a lui di quel modo, e luppe la sessio- Avendo s. Atanasio avuto notizia di que-
I
ne. In questa sessione medesima s. Pafnu- impegnòTimoleo,uno dei
sta falsa accusa,

i zio,aUro illustre confessore e vescovo tlel- suoi sacertloli,a rispondere per lui; in gui-

i
laTebaide,clie nella persecuziouediMas- sa che la rea femmina essendosi presen-
simino li perduto avea Tocthio destro, ed tata per lagnar>i contro s. Atanasio, Ti-
eragli slato arso il garello sinistro onde moteo rivolto a lei così parlò: Come pre-
era rirn<«slo zoppo, e per cuimezzo Dio tendi tu dunque, ch'io abbia fatto violen-
operava de'miracoli, vedendo s. Massimo za al tuo pudore? La donna credendo che
di Gerusaleme assiso co' nemici di s. A- fosse s. Atanasio che le parlasse, rispose:
lanasio, la cui semplicità gli faceva igno- Sì, tu sei quello, mostrandolo col dito; tu
rare i loro pravi disegni,andosseiie a pren- sei «piello che nel tempo e nel tal luo-
tal

der Massimo per mallo, diccìidogli: '» .1- go mi hai tolto l'onore. La qu dcosa rietn-
20 T 1 l't T 1 R
p"i (Ji coDlusioiie gl'infami accusatori, die torno a 5o vescovi prote>tarono contro
fecero subito uscir la duntia, ad onta del- questa staniialcsu e riprovevole assem-
l' opposizione di s. Atanasio die voleva blea, uno de' principali conciliaboli che
farla arrestare per interrogarla , e saper Chiesa di Dio, iMa cattoli-
alllissero la i

l'autore d'una riprovevole falsità sì de- ci vescovi africani, più spettatori che giù-
gna di castigo. I nemici del santo furono dici dell' ingiusta condanna, rituin.iti ìq
tijperli d'una confusione ancor [)iù umi- Egitto si radunarono iuyi (V.s.s<//;r///<f, pro-
liante, quando vollero rinnovar l'accusa testarono altamente contro gli alti delcoa-
dell'omicidio d'Arsenio, secondo essi uc- ciliabolo di Tiro, si dolsero amaraiuen-
ciso da lui, itnperoccliè avendo aperto la le presso Costantino I delle violenze e ca-
cassetta dove aveano riposto un braccio lunniefcibbricale dagli ariani eeusebiani,
reciso, che dicevano d'Arsenio, dissero a con deposizioni di falsi testimoni, e ne die-
s. Atanasio: Questo braccio è il vostro ac- rono poi parte a tulle le chiese d'Orien-
cusatore. Allorail s. vescovo a vendo clue- te, ed al Papa s. Giulio I. Questi accolse o-
stosilenzio,domandò se alcunodell'adu- norcvulmente in Iloma s. Atanasio, l'as-

nanza avea conosciuto Arsenio? e parec- soUè interaiueute dall'accuse del conci-
du avendo risposto allcriDutivamente ,
liabolo di Tiro, e fece radunare il cele-
mandò subito a ricercare d' Arsenio, il bre concilio di Sardica (f\),n\cu.\ lumi-
fjiiale sottrattosi dal carcere ove l'avea- nosamente apparve l'innocenza e la saii-

no posto gli avversari, comparve agli oc- lilà di s. Atanasio, la purità di sua dot-
chi di lutti vivo, e mostraudu audjo le trina, e l'iniqua empietà degli eretici ve-
Questa furberia così sco-
l>raccia intatte. scovi suoi nemici. Terzi, ^S'/'/vV/.T^Tcvv/ylleg.
perta avrebbe dovuto obbligargli accu- e Labbc, t. i; Arduino, 1. 1 ; Rullino, I. a,

.satori a ritirarsi per celare la loro infli- e. I


7; Sozoineno, 1. 1 i , c.i5; Teodoreto, I.

inia, nondimeno altro non fece che accre- 1, e. n^; Tillemonl.


.scere il loro livore. Eglino accusarono s. , Il 3." concilio fu tenuto inTiro nel 448,
Atanasio d'esser mago, e furono sul pun- per esaminare la causad'lba vescovodE-
to di farlo in pezzi, se gli ulliziali impe- dessa, accusalo dal suo clero d'essere ere-
riali non avessero arrestato il loro furo- tico Ncslorìano, e d' avere ripetutameo-
re, strappandolo dalle loro cnani. I suoi te proferito la bestemmia: Non iimclco
nemici finalmente luronoridotli all'accu- Chris U)facto Dcoj in quantum cniin ipse
sa d'aver fatto rompere il calice di Ischi- fadu.s est, et c^o factus snin. Per esami-
ra, e come non aveano alcuna prova, fa narla e condannarla si unirono in Tiro
comantlatoa quelli ch'erano più dichia- il suo vescovo Fozio, Euslazio di Rerilo

rali neuìici contro il santo, di andarne e Uranio d'iuieria. Assisterono come te-
a far gli esami sojna luogo nella Mareo- stimoni fiscali 3 diaconi di Edessa, i qua-
lide. Questi fecero deporre ciò che volle- li pur troppo licenziosamente esageran-
ro, e al loro ritorno [)ubblicarono falsa- do per la città l'errore d'Iba, cagionaro-
n)ente, che lo aveano riconosciuto reo, e no non piccola commozione nel popolo
il conciliabolo pubblicò solennemente la tirio. Laonde prudenlissimi [)adrisi tra-
i

scDlenza di deposizione contro s. Atana-- sferirono a Uerito, ed ivi in più sessioni


sio dalla sede patriarcale, come convin- esaminarono il merito della causa, pro-
to d'una parte de'delitti che gli si obbiet- nunziando per sentenza, che Iba solen-
ta vano. Il s. vescovo si vide costretto a nemente dichiarasse la professione di fe-
lasciar la città di Tiro, dove tra mille in- de pitscritta dal concdio iXiceno, il chea-
tidie non era sicuro, e scrisse a Costan- vendo eseguito, fu assolto, riconciliato col
lino I domandando giu^lizia contro gli clero e ritornò alla sua chiesa. i\Ia poi coi
cuscbiaui, e quella del cuiilcDionigi. lu- noliòsimi Ttc Caj)iluli (f^-) , cuuleuuli
T 1 II T 1 11 201
nella lettera scritta al persiano Mail, tra- formano un limite il Pieno e il lago di Co-
smise a'posteri lunga serie di malie la- stanza. Dappertutto è questo paese is[)i-

t;iiiiievuie scisma. Terzi, óV/vV/ sac/'a^Kes,. do di montagne, la maggior parie allis-

t. i; Labbc', t. 3; Aiiliiiuo, t. i. sime. dii np;ile e formanti anguste valli e


11 4-° f" convoC'ito nel 45'» pe'litiyi profonde, rivestile di ghiacciaie e nevi
insorti tia Foziodi Tiro e Eustazio di Be- perpetue, come uikj de'piìi montuosi di
rilo,ciica i termini divisorii di lorodioce' Europa ; ovun(|iie s'incontrano i siti più
si. Inipeioccliè essendosi quelli già pre- pittoreschi di romantico aspetto, i più mi-
sentii nel concilio Niceno, come d'ogni al- rabili conl|•a^li tra la natura silvestre e
tra chiesa, voi le tuttavia l'impeiatoi e Va- rainenl>-iimo paese. Attraversa il Tirolo

lenliniano \\\ erigere Belilo in una nuo» dall'ovest all'est la catena ileirAI[)i llezie,

va provincia ecclesiastica, dichiarandola e se ne slacca sulla frontiera orienlale del-


metropoli, per cui venivano sottratte al- la provincia 1" importante ramo dell'Alpi
cune chiese a questa di Tiro, l'er ovvia- Noriche, dove rimarcasi 1"
alta vetta del
re a tale sconcerto convennero ivi molti Gross-Glockner; nell'Alpi Rezie si fmnu
vescovi provinciali, e con decreto finale poi distinguere lOrller, punto più alto del
annullando quanto senza legittima auto- Tirolo, e altre sublimi eminenze. Appar-
iità era sta lo fa Ito dal l'impera tot e con no- tiene il Titolo a'3 bacini de' mari Nero,
vità, riilussero nel pi imiero stato i limiti del Nord e dell'Adriatico, con importan-
della chiesa di Tiro. Terzi, Siria sacra, ti affluenti. Vi sono molti laghi, essendo
il 5 8, metà cattolicoe
5.° concilio nel 1 il più notevole l'Achen-see, gran nume-
metà dappoiché ricevè il concilio
eretico, ro di sorgenti minerali fredde. Viva e pu-
di Calcedonia e condannò Severiani e i ra è l'aria nella massima parte del paese,
gWEìitichiani, e per aver de ter ai inalo va - freddissima ne'cantoni alti, ma talvolta lo
rie cose contro la chiesa romana. Vi si scirocco vi esercita il suo influsso: l'ati-

confermò tra le acclamazioni del popolo Innno è la più bella stagione dellanno.
tuttociò ch'erasi fatto a Costantinopoli ai Ad onta della natura montagnosa del Ti-
30 luglio. Reg. t. io; Labbé, t. 45 Ardui- rolo, ogni angolo di terra coltivabile vie-
no, t. 4- ne posta a pioiltto, e vi hanno molti prati
T1R.0, Tyraewn. Sede vescovile del- naturali. 11 vino dà un importante pro-
la provincia di Pisidia, nell'esarcato d'A- dotto nella parte meridionale; ne'canto-
sia, sotto la metropoli d'Antiochia, eret- ni bene esposti vi sono fruiti eccellenti,
ta nel IV secolo. Ne furono vescovi Era- cornei rinomatissimi cedrici pomi di Me-
clide che nel 38 i assistè al i. "concilio gene- ran, antica capitale del ducalo di Mera-
rale di Costantinopoli; Teotteno che nel nia: il tabacco, il lino e la canapa sono

45 I fu a quello di Calcedonia; indi Giu- altri prodotti importanti, ed il legname


seppe, Costantino, e Anastasio che inter- generalmente abbonda, vegetando nelle
venne al concilio di Fozio. Oriciisckr. t. sue annose e ampie selve. 1 bestiami e par-
I, p. 1048. ticolarmente gli armenti formano la prin-
TIPiOLO, Tirolis. Provincia della par- cipale ricchezza del paese, e nel circolo di
te occidentale dell'impero d'Austria, con Roveredo allevasi molli bachi da sela.
titolo di contea Comitntus , Tirolc/isis. Forse in niuna parte d'Europa si alimen-
Trovasi in Germania limitalo al nord dal- tano tanti canarini come nel Tirolo, e ser^
la Baviera, all'est dall'arciducato d'Au- vono ad un Iralìico as>ai considerabile.
stria e dal regno d'illiria, al sud-est, al R.ÌCCO è regno animale, e si trova pura
il

sud e al sud-ovest dal regno Lombardo- un poco d'oro, argento, rame, ferro, piom-
Veneto, all'ovest dal principato di Lich- bo ecalamina stimatissima, saline impor-
teublciii e dalla St'aiQia^ verso la quale lauli, gesso, pietre da mucina, iiiuimo. Vi
-

202 T 1 R T I R
sono alcuni grandi sialjilimenli d' indu- niiglie ili malrimoìiio, e tutta
la conlra-
stria, come concie di pelli e di aliida, buo- d.i dal 1288 governata da uu
in poi fu
ne linluiie, fabbriche di seta adi velluti, solo capo. Margherita Mauitasche, ulti-
di tele dipinte, filatoi di cotone, f.ibbii- mo membro di lai famiglia, lasciò la sua
clie d' utensili di legno da trastullo. I successione alla casa d'Austria {r\) nel
corsi d'acqua mettono in moto gran nu- I 366. iMelle prime campagne contro l'Au-
mero di ruote utili agl'uigegnosi abitan- stria, fece il general Bonaparte traversare
ti, cartiere e alquante vetraie. 11 Tirolo a suoi eserciti l'aiigiisle gole del Tirolo.
sidivide in 7 circoli, ed ba per capoluo- I trattali del 1797 e del 1801 lasciarono
go Innspruck. Gii abitanti dalla parte che il paese in potere de'suoi antichi posses-
tocca all'Italia, parlec.pano a'coslumi ita- sori; ma tlupo che il general Ney l'inve-
liani, e sono gentili. Pas>atoTrento e pe- sti a'7 novembre 80 7 co'francesi, la pa-
1

netrando nel cuore dell'Alpi si trova uu ce di Presburgo nel 1806 lo foce passare
popolo franco, religiusamente attaccato parte alla Baviera, doveformaronsi i cir-
idl'anticlie consueluduii, ed a'suoi sovra- coli deirinn, Eysach e dell' Adige,
dell'
ni ereditari, distinto per le sue affezioni parte al regno d'Iialia, onde si formò il
donìcsliche, pe'coslumi semplici e fruga- dipaitimentotlell'Alto Adige. A* 19 mag-
li, essendo originale il vestito de'contadi- gio! 809 scoppiala un'insurrezione, fran-
ni. E il tedesco che parlasi generalmeu • cesi e bavaresi furono foi-zati ad andar-
le nel Tu'olo, l'italiano lo è in alcune par- sene, ma poco doptj rientrarono da viu-
li del sud. La .nusica de'lirolesi ha uu ca- citori, a'28 luglio fecero un generale di-
rattere semplice e melanconico muri ; i sarmo, e rimasero padroni del paese sino
delle case sono coperti di ss. Immagini e di al 181 5 che l'Austria lo ricuperò, il no-

divozionali, lITiroloha dt-gli slati rappre- me di Tirolo deriva da (juello d'un bor-
sentativi, d cui stabilimentoi i>ialeal i ^2.0, go e d'un castello situali iu vicinanza di
e si compongono di 4 ordini, il clero, la Meian, sulla sponda sinistra dell'Adige.
nobiltà, i deputati della città, e quello dei liTirolo contiene i vescovati d' Linspruck,
contadini. I lu'olesi sono coraggiosi, ap- d'i fìrcssaimoiie e di Trento (/^.). I suoi
j)assionali per la caccia ed eccelienli tira- sono Innspruck, che ha per ca-
7 circoli
tori, edifendono valorosamente le loro poluogo la citlàoinonima; Innthal Supe-
montagne, co(uechè alti a sostenere la pic- riore, che ha pere ipoluogo luist sulla de-
cola guerra. monte Brenner è la fron-
Il stra spondei del Piger; Innthal Inferiore,
tiera, che separi! dal Germanico il Tuo- con Schvvatziii riva all'lnn; Bolzano std-
Jo geograficamente Italiano. Il Tirolo fi- l'Adige, con Bolzano al confluente del-
cevaanticamenleparledella Rezia, di cui l'EiSdch e del Talferj l*o5terlhal,con Bru-
jiarlai a Svizzera, la quale tra per la dif- iiecken, iu riva al Rientz; Roveretlo, col-
licollà dell'accesso e per lo spirito indi- la bella città omonima sulla riva sinistra
pendente degli abitanti, oppose si lunga dell'Adige; Trento, colla celebre città di
1 esistenza a'roniiuii. Nella confusione che tal nome; Vorarll)erg,con Bregeuz iu ri-
segui la catluta dell'impero romano, (pie- va al lago di Costanza.
sto paese si trovò diviso tra piìi signori, T1R.SO (s.), martire. Fu martLi'izzalo
che riconobbero la supremazia «leduchi ad Apollonia in Frigia, dopo aver soffer-
di Baviera. All'estinzione della casa dei to molti tormenti, insieme con Callinico
Guelfi nel secolo XII, i tirolesi divenne- e Leucio, durante la persecuzione di De-
ro sudditi dL-ll'impero di Germania e vi cio. R.iferisce Sozooieno, che Cesario , il

<lominaiono due case signorili soltanto, q naie era stalo preletto e console, fece fib
«juella de'duchi di Merania e l'altra dei biicare una magnifica chiesa fuori le mu-
conti del Tirulo uuiroiui queste due fa- : ra di Costauliuupoli, sotto l'in voca^iuuc
1 1 11 T I T 2o'J

di s. Tiiso, che fu arricchita dipoizioiie cero premura di apprestargli ogni ma-


delle sue reliquie. iN'olusi iie'Meiiei, a'i4 niera di soccorso; ma egli non volle rice-

dicembre, che v'era uu' ultra chiesa di s. vere neppur quello ch'era nece-.s;irio a'

Tirso nella slessa città. Anche nella Spa- suoi bisogni. Uimesse le cose in buon as-
gna vi suno multe chiese che [)urt.in(j il setto,Tito andò a raggiungere il suo mae-
suo nome. Esso è uno ilc'piotLltoii del- stro, cui rese conto del felice successo di
la cattedrale di Nostra Donna di Siileroii SILI missione. Qualche tempo dopo fu ri-

e d'una chiesa di Liinugcrs. 1 s^. Tiiso, Leu- mandalo nella slessa città per raccogliere
cio e Callinico sono iiienziotiuti nel mai*- le limosine destinate ai poveri di Gerusa-
liiulogio romano a'28 di j;e«inaio. lemme. Allorché s. Paolo USCI di prigione,
TIRSO (s.), diacono e martire. /'. Aa- e potè abbandonar Pioiua, tornando in O-

DOCHIO (s.). riente,si fermò nell'isola diCi etaoC/z/f^Z/V^


TlSAiN'l A. Sede vescoviled'Africa, ap- per predicarvi l'evangelio. Ma siccome i

partenente forse alla provincia di Numi- I/isogiii delle altre chiese lo chietniavaiio
dia, il cui vescovo Liheranzio nel 41 m- ' alli ove.ortlinòTilo vescovodi tutta l'isola,

lervenne alla conferenza di Cartdgine. e gli all'ulò la diradi compire l'opera ch'e-
JMonxlli, Jfr. dir. t. 1. gli avea cominciatii.S Paolo però non potè
TlSiLI o TISILITA. S>ide vescovile le.ilare a lungo privo d'un tale compagno;
d'Africa della provincial*roconsolare,sot- laonde nell'autunno dell'anno 64 gh scris-
to la melroiìoli di C^irlagine. Ehhea ve- se l'Epistola che f» parte delle divine
scovi, Donato che nel 4' i f*^' ''"«i confe- Scritture, e gli ordinò di venirlo a trovare
renza di Cartagine, e Fiorentino che sut- a Nicopuli in Epiro, ov'egli avvisava di
losciisse il concilio di Cartagine nel 52 5. passare linverno, tosto che fossero arri-
Morcelli, Jfr. clir. t. i. vati Artema e Ticliio, ch'egli mandava
TITIASSA oTOTl ASSA. Sede vesco- a rimpiazzarlo. L'anno 65 lo inviò a pre-
vile di Pisidia, sotto la n)etio[)oli d'An- dicare Tevangelio in Dalmazia, la quide

tiochia, nella diocesi d'Asia, eretta nel se- non solo lo venera per suo apo^^tolo, ma i .

.**
colo V. Stefano suo vescovo sottoscrisse i ancora ()er ritenere che consagrasse il 1

canoni in Trullo, e Pietro assistè VII al suo vescovo o arcivescovo ili Siiloiui, di
concili<j genera le. O/vV'/i.yc/i/-. t. i,p. io4^» cui meglio riparlai a Simlatro, nella rpuile
TITO (s.), discepolo di s. Paolo. Nac- Poco tem-
fu trasferita la sede episcopale.
tjue da genitori idolatri, e pare che sia po dopo Tito tornò a Creta, ed ivi mu-
stato con verlitoalLi fede dal medesimo .1- ri in età assai avanzata, di c)4 (inni secon-
postolo, poiché esso lo chiama suo figlio. do i greci moderni, ilopo aver saggia-
Lo dice anche suo fratello e cooperatore mente governata quella chiesa, e sparso
delle sue fatiche, e ce lo dipinge come un il lume della fede nelle isole vicine. Il sue»

uomo tutto acceso di zelo per la salute coi[io era un tempo custodito nella cat-
delle anime. L'anno 5 idi Gtsìi Cristo lo tetlrale diGorlyne, l'antica metropoli ilrl-

condusse seco a Gerusalemme, ove assi- l'isola, lungi 3 leghe dal monte Ida, che
stettero entrambi a un concilio che ten- l'onorava come suo 1 ."arcivescovo.Aveii-
nero gli Apostoli [ter decidere la questio- do i saraceni rovinato ipiella eitlù nel-
ne insorta sul proi)OSÌlo delle ossei vanze V'Ò-ì'j, non si trovò [)iìi delle sue reliquia
legali. Vers(j la line del 56 s, l'aolo man- altro che la sua lesta, che inappres>ohi
dò il suo discepolo da Efeso a Corinto, portata a \'enezia, e deposta nella basili-
per riparare a parecchi motivi di scau- ca di s. Marco. Celebrasi la sua festa il 4.

dulu, e Unire le divisioni che inijuietava- gennaio.


no quella chiesa. Vi fu accolto con ilimo- TITOLARE, Timlarcs. Quello clnj
kliaìiuui di rispcllu, u lutti i fedeli ai fc* hu uu TiLoLu Clericale (J'.) iti virtù del
2u4 T 1 T T 1 r
quale possiede un Benefizio ccclcsiasticu Cadevano in mano
come riferì-del/zòYO,
(_/,), sia ch'egli ne adempia o no gli ob- scono Ambrogio lib. i, Epist. 4. e s. A-
s. 1

blighi, è sempre lale lìnchè ne ahhia fat- ^li d'ino i II Psalm. 2 i, expos. 1, ponendo-

Ui la sna Rinunzia, e finché questa sia vi nel mezzo l'immagine del principe o

slata ammessa. Titolare si denomina il scrivendosi il di lui nome, e tpieslo chia-


SanLo{J .) sotto la cui invocazione è una mavasi titolo fiscale, pel poiìsesso che ne
chiesa, e dicesi anche patrono e ProkL- prendeva il fisco; dilferenza che nolo an-
torc, al quale articolo parlai del rito pro- che il Baronio: camfuisse inter Fela, et
prio del culto loro, come titolari e palro- Titulos diffe.renliam, quod in Keli's ima'
.lii. Titolari chiamano ancora cardina-
si i go esset depicta impei-atoris, in Titulìs
li dell'ordine de'preti, ohe hanno Titoli i iiomen ejiis iascriberetur. Cos\ pure co-
Cardinalizi (T^. }, chiese di Roma che per- felumarodo i primitivi cristiani alle Por-
ciò si appellano litolari. te delle f/i/V'.«; ch'erige va no in onore dei
TITOLI CARDLXALIZI, Titilli Prc- ss. Martiri, con appendervi alcuni veli,

.shyteriiniCardinaliuni. Chiese insigni e ne'quaii era dipinta l'immagine o descrit-


auliche di Roma, che per titolo si confe- to il nome di quel martire al quale era-
l'isoono dal Papa a' cardinali dell'ordine uodedicale, e si chiamarono Tiloli;\\(\\Q
de preti di s. Romana Chiesa, con giuris- chiaramente si raccoglie das. Gregorio di
dizione. 11 vocabolo Tituliis appropria- Tours, lib. 4i Mirac. b. Mar tini, e das.
to alle chiese litolari de' cardinali, Ono- Paolino allorché cantò: Qui pulchra te
frioPanvinio, Inlcrprctatio nialtaruni gentis- J^ela fuerunl foribus, seu pura
vocimi ecclcsiasticnriun^o spiega: Oniiics splendida lino, - Sive coloralis textuni
quuin Ecclesiae esscnt, vel Tem-
Titilli, fucata figuris-IIi leves Titulos lento pO'
pia Divis dicala, nomeii sortili sunt vel liiint argento, - Sanctaq uè praefixls oh-

a Sanctis, (juibus dedicata crani, ut s, ditcant limina lami ds.^ii solamente pre-
Cluy sognai, s. Cacciliae .... et siniiliuin, sero i primi fedeli questo nome e costu-
pel ab iishoininilnis, qui ipsaerexeriinl, me d'anporre i titoli alle chiese ch'erige*
ut Callisti, Damasi... et similium.W Piaz- vano in onore de'ss. Martiri dall'uso au-
za, La
Gerarcliia cardinalizia, dice che lico de'romani gentili, tolto da'titoli fisca-
chiamaronsida'oostri maggiori ne'primi- li, imperocché quando s'incorporavano i
livi secoli liei la chiesa nascente Titoli beni al fisco, vi si poneva in segno di pub-

quelle case de'fedeli più ricchi, che dalla blica autorità da'minislri fiscali una tabel-
loro pietà erano convertite in uso sagro, e la, titolo o velo, chiamato dal citato s. Am-
si applicavanoal cullo divino; le quali, ac- brogio Cortina regia; ma lo presero dai
ciocché da tutti si conoscessero per tali, Testainetilo vecchio, in cui nella Genesi
nel dedicarle che facevano, v'innalzava- e. 28, si legge che Giacobbe eresse una
no sopra per titolo una Croce, e quindi pietra in Titolo, nei luogo appunto in cui
ne nacque, come argomenta il Baronio, uvea ricevuto la visione angelica della mi-
ylnual. crei. an. i i 2, n.^j e 6, che fu de- steriosa scala, come seguo, indizio e me-
cretalo da'sagri canoni de'concilii, come moria di quel segnalato favore. Quincìi il
di Orleans, che ninno potesse edificare metlesimo Giacobbe unse d'olio il detto
67t/L'vr, se prima il vescovo della città non titolo da lui pi.intato e lo consagrò in al-
vi piantava in segno della santità del luo- tare, onde fu l'istesso dire Titolo, Alta-
go da dedicarsi la Croce, Trassero questo re o Memoria {V.). Cosi i primitivi cri-
loro uso i primi cristiani dal costuoie de- stiani ad esempio Giacobbe chiamaro-
di
gli antichi romani, quando beni di qual- i no titoli le loro chiese, dal titolo o segno
cuno pei- delitto commesso o per qnalsi- o vessillo della s. Croce, titolo de'litoli per-
voj^lia ultra causa prcsciilUi dalle ieij^i chè porla i'intiuu^iue e il nome adoralo
T I T T l T 9.0T

del S;(Ivnlorc crocefisso, Ro flo'ifqi e SI- falosi dit'cris'iani il piaticatoco'titoli fi-

giiOK; (IcMomiiinnli, soUo di cui come di scali, con erigere una croce per titolo al
suo cnpo e sposo si la Clii«sa. Il govenin luogo stabilito al divin culto, soggiun-
Magli piiaia del Piazza, nella Vo/iziadci ge Magri che tali luoghi si dissero scigli
vocnìioli ecrlcsìa.slici, veibo Tiliilus, a- titoli, perchè cardinali preti prcNeio il
i

vea dicliiaralopssersi applicalo ad alcune nome da tal chiesa loro assegnala, come
chiese di Uorna, le quali aiilicatncn!e e- ancora iisavnsi chiamarli a suo tempo nel-
rano case private, e deslinale al culto di- la metà del secolo X\ II, onde si diceva
vino nel lenìpo delle A7-.sr(7/r./V)/// (-/('//,'/ cardinal s. ( )nofrio,\ì cardinal s. C ior-
i I

C/»^.<(7,pei-lactIebrazione della sagra .SV- gin, il cardinal s. SisInM cardinal d'A-


nassi (1 .j;otide restò poi il titolo di Pa- raceli, cardinali cioè che aveano per ti-
i

stoie alla Chiesa di s. Piidenziaim, e di tolo o diaconia le memorate chiese (i car-


alhi propriefaii delle stesse case, ovvero anticamente invece del cognome,
dinali
fondatori tielle chiese, cosi dicesi titolo di comunemente venivano cliiamali anche
Eiidossia la Chiesa di s. Pietro in Vin- col nome di loro patria o del loro vesco-
coli, dal nome della fondatrice, e da Ci- vato). Dice pure, che Tilnhis Christia-
riaca o Domenica che edificò la Chiesadi nitalis, si denou>iiiava la tavoletta che si

\s.3faì-ia fu denominala in /)o//iiiiea.Le^- attaccava sopra i ss. Martiri, mentre e-


jgo nel Da\ainai\, iVnlizie de/la hasilien ranotoimenlati, scrivendosi in essa la cau-
idi .y. Prassede ,72, che rpiesta Fli la
p. sa della morte: ilell'islesso costume parla
casa e Terme f/'.jcW Pndente, converli- Eusebio, nella Storia eceiesiastica, ra-
[
ta in chiesa col titolo di l'udente, porcile gionando de'martiri di Lione. Questo ti-

tutte le chiese nella prima loro fondazio- tolo si praticò nella crocefìssioue di Cri-
ne litenevaiio deloro padroni e
il titolo sto, sopra il cui capo fu posto il ss. Tito-
de:' cittadini che concedevano il sito per lo dell// Croce(J .^1, che conteneva la cau-
edificai lii,e l'entrale pel suo mantenimen- sa di sua ingiusta condanna. Il Carletti,
to; quando la Chiesa poi cominciòa gode- Memorie della chiesa di s. Silvest?'o in
re qualche poca di libertà sotto il gover- Capite di Roma, a p. i6y, ragiona tie'ti-
no de'piincipi cristiani, si mutò siile e le Ioli cardinalizi, giacché la chiesa di s. Sil-
si dierono titoli de'ss. Apostoli, che pe-
i vestro goile cpieslo decoro, e riporta va-
rò anche il titolo di l'udente incontrò il rie opinioni sull'origine del nome Titolo
meilesimo stalo. Ma s. Pas(]nale che n'e- I applicalo ad alcune chiese di Roma, e dei
ra sialo titolare, nel riedificar la chiesa, vari significati di tal voce, tra leciuali quel-
e per divozione a s. Pra>scde, e forse per- la del Berli, che parlando ile'titol' ci istia-

chè la chiesa non fa alcuna commemo- ni, anchegli ()ratorii(l .^sarebbero ti-

razione (li s. l'udente, le die o confermò toli, perchèinessi ne'primnrdii dellaCIrc-


il titolo di s. Prassede. Che fu solilo dar- sa si celebravano le sagro adunanze, o Di-
si allo stesso titolo vari nomi, non però vini uffizi o Servizio di\i/io( f . i,conrau)-
tempo, lo spiega il p. Se-
(lue nell'istesso ministiazione <\ti Sttgranìcnti (J .j, efor-
velano, Memorie saere , parlando della oaronsi prima delle pubbliche chiese ,

Chiesa di s. Schasdano. Anche il Magri nelle Catacomheene Cimiteli ( / .), luo-


conviene, che il vocabolo tilolo dato ad ghi di Sepoltura {/'.) degli antichi cri-
alcune chiese di Roma, fu preso dal pra- sliani. Dichiara il p. Severano, ragionan-
ticato colie cose e titoli fiscali, alle quali do della Chiesa di s. Maria in Taraste-
si ponevano i delti segni, per dimostrare vere, la 1 .'[uibblicamenle nel ?.44 eretta
ch'erano divenute della camera imperia- iniloma per rescritto imperiale nel pie-
le; onde nel liegislro di s. Cingono l,il no vigore del paganesimo, che giù e pri-
nome 77////<^//»,v significa conficcalo. Imi- ma di s. Pio I del I ÌH eranvi nell'alin.i
2(,6 'J" I T
ciltà molti di simili titoli e ciliege priva- zio, di Pudenle, di Vestina, di Pamimo-
te: i quali titoli o chiese e oratorii erano chio, di Lucina, ec. Altri ciò desumono
Inoghi parlicolnri e privati ed occulti , da un segno esterno che avessero, cono-
de'crisliani, e sebbene formati con molta sciuto solo ila'fedeli, in tempi di persecu-
segretezza in tempo delle persecnzioiii del- zione: quest'idea, egli la crede più pi oba-
la Chiesa, erano alquanlonriiati con quel bile. Considerali però i titoli de loro fon-
decoro che rirhiedeva l'uso cui serviva- datori, ritiene Nardi, che questo nome di
no. In piova, si limila a riprodurre la Titolo venga cUtiifrla. Poiché soggiun-
sicura testimonianza dell* enq>io ateista ge, Tiituliis per Tiliihis, dissero gli an-
Luciano, bestemmiatore di Dio e de'san- tichi, e viene a ti tendo. Quindi Tifiilns
ti, e neuiico capitale de'crisliani, il quale per Monumento, non è che un Iraslato,
per burlarsi di loro, racconta nei suo Fi- e invita a consultare il Sipontino, Cor-
Inpa tra, che Crilia essendo stato condot- nucop..o\e. trovasi di ciò molte cose. Si-
to da un cristiano ad un luogo dove cri- i gnifica, a parer suo. proprietà. Lascian-
stianiconvenivano, dopoesserpassato per do qualche poteuteciistiano ad uso e pro-
alcune porte di feri'o, che aveano stipiti prietà della chiesa una casa in Roma, di-
di bronzo, e di aver salito molle scale, fu veniva proprietà ossia cosa titolata della
introdotto in una stanza che avea il soffit- chiesa, ed era anche tutelata, sinonimo
to doralo, e vide in es'sa certi uomini pal- di ^/Vo/fir/rr, dal donatore che gentili igno- i

lidi colcapo inclinato, ridendosi non me- ra vano essere cristiano.!. Ila Passione an-
no dell' ornamento del luogo, che della tichissima di s. Cecilia abbiamo: suì> de-
modestia e umiltà di que'santi. Il p.Gat- feusione sui nonìinis, doinum s. Cacci-
tico, De Ornton'ì.s domesticis, osserva che liae suo nomine titidavitclarissiniusvir
in Homa nel principio del cristianesimo Ciordianus. Pensa Nardi, chéGordiaiio
eranvi molli oratorii domestici nelle ca- per salvar dalla profanazione la casa in
se private, consagrali al cullo di Dio e ner cui soffri il maitirio s. Cecilia, la quale
la sagia sinassi, chiamati Tituli, cui era- sarebbe cadula in potere del fisco, che
no addetti molti sacerdoti per la celebra- tolse tutti i beni della niedesima, 1' ab-
zione della Liturgia, diversi de'cpiali fu- bia comprata, donata alla chiesa, e cos\
rono poi ridotti in vaste ciiiese. Degli o- difesa e tutelata col suo nome, rispettalo
latorii privali e domestici di Roma, nei dal volgo, che non lo credeva cristiano.
])rimi tempi della < hiesa, e quando essa Di pili, riporta Nardi, che sino nel Regi-
era perseguitata dal fanatismo de'genli- .^^rodis. GregorioI, 1. 1 , 63, si legge: Do-
Ji, tratta ancora d. Giuseppe de Doiiis, mum Petronii a Constajitino defensorc.
J)c (ìratnriis privatis comiììciifarius
,
irrafionahilitertitulatam, deposito titu-
iVIediolani i7<So. Inoltre il pairoco d. lo sinc mora rcstituas. Era divenuta ti-

Luigi Nardi, De' Farrorhi opera di , tolo ecclesiastico, ossia proprietà ecclesia-
antichità sagra e disciplina ecclesia- stica; e comandò il l*npa che fosse resti-
stica, parlando deh. "secolo della Chie tuita.Opina Nardi per sopra più che , i

sa in cui ancora non erano stati div^i in proprietari dellecase, in una città immen-
Pionia i sagri titoli, dice, alcuni credeie sa come Roma, tanto più che ciò era u-
«he il nome di lutalo venisse dall'essere sato anche altrove, avessero ciascuno sul-
luoghi intitolati ossia consagrati a Dio la porta o dipinto o in marmo scolpito il
,

ma CIÒ pare contrario


a'uionumeuti an- loro nome, pronome eagnome, eclieanco
tichi, quali ci mostrano, che prima (he
i
in questo senso potesse appellarsi titolo
fossero intitolati a Dio in onore di qual- ne'monumenti che una tal pa-
ecclesiastici,
«he santo portavano il titolo del loro fon- rola adottarono. Gordiano mise suo no- il

datore o dfjnatore, come titolo di Kqui- me alla c;i-ia di s. (Cecilia, e fu tolto il no-
1*1 T T I T 20-

me eli Pnlìiìììonio c.cclrsitlslìcn da quel rola.Oraqiiel biografo, dopo a ver mostra-


la (li l'clronio. Il luogo essendo doto in lo nella llfa di s. Evaristo, che liliilos

fatela a un prete carilinnle, scmpie più in f'rhe Roma di\'isit presliyteris. sog-

gli conveniva il noirtedi lilolo. Il dare dun- giunge nella /^'/Vr/ di s.Marcellol, che que-
que uno di questi iteli era un daine la l sti viginti qiiinque tilulos in Irle Roma
cura a uu prete cardinale; e nel 74? "^'* cnnslituitquasi dioceeses propler hapfi-
la Muialori (il quale come
DixserlJ^Z di smum etpoenilentiam miiltornm qui con-
rimarcò Cenni, con allii confuse Titoli i verteìuin tur expagmiis.et propter sepol-
coWe Parroci II !v)^\\o\h Nardi: Grego- turas Ifarh ri'in. Erano pertanto in Ro-

ìius.Prcsliylcìalnuic Sidisylpostolicac. ma i titoli cjuelle cinese che aveano uu

titilli s. C/( nicìitisgcrcnsciiniru, e s. Cle- clero loro addetto, dove i sagramenli del
mente non fu mai pairocchia,giuslarocn- Pidltesimo e della Penitenza (^/.j parti-

le egli rile%ò. Egli dottamente provò, che colarmente si amministravano, e dove pu-
giammai furono panoclii i cardinali ti- legli ultimi uffizi rendevansi, specialmente
tolari, nei cardinali diaconi, ne'Ioro tito- a coloro che per la professione della cre-
li e nelle tliaconie, sibhene vi esercitaro- denza cristiana morivano; onde Nibby ri-
no quell'ampia giuiisdizione.clie poi dirò. tiene, con grande argomento di verosimi-

Il cardinal Albizi, De jurisdictìoiic Car- glianza, potersi asserire che originalmen-


(linalcsi'i Jùc/cm'ìs sitoium Piti/loriiin, te per Z'/7f//.'/.v una chiesa intendevasi mol-

tra le varie spiegazioni die dà al vocabo- ta analoga a quelle che oggi diciamo 7^<'7/"-

lo 2 itolo, dice die significa onore, e de- rcceliia. Diversa adatto del lilolo era la
rivare a Tuìaiulo. Il cardinal Antonelii, Diaconia (T'.),cos\ chiamandosi un ospi-
De Titulis roviaiiis Presi yleiis. li chia- zio, dove da'diaconi regionari alimenta

ma loca sacratili quìbus cliristiaiii coii- vansi le vedove, i pupilli, e i vecchi pove-

veniehant ad sacras peragendas Syna- ri della regione; l'oratorio annesso a tale


xes, et s. J-Aclesiae Saeranienta e Sa- ospizio, diverso bene in 01 igine dallcchie-
rerdoliini inanilms percipieìida^iit idem se, e dove particolarmente la distribuzio-
j)rorsiisj'ìtissecciiseani ntqiie Ecclesias, ne facevasi, fliù coU'aver solo il nome di

tjuasinine parochiale.s \'oeamiis. A. Nib- Diaconia, del quale troviamo nel IX se-
by. Dissert. degli anticln Uinpli cristia- colo insignite 24 chiese diRoma.Fe'l neghi
nia enumerando i nomi co' quali furono sagrinominali dagli scrittori sagri lati-
distinte le chie-ie diverse, possa a dire di niOratoriiim ed Oraculiim, con tal de-
quelle menrionateco'nomi Tilidiis, Dia- nominazione intendevano un luogo o ca-
conia, OraloriuDi o Oi-aeidiim, e ne da- mera isolala o atlinenle a fabbriche e a
rò un estratto. Circa il .", del quale an- i chiese, dove non si celebravano sagi ifr/i,
cora si conseivano le tiaccie ne'tiloli car- non si amministravano sagramenti. non
dinalizi, fiequentenienle s'incrnlia negli si leegevf.no le s. Scritture, ma soltanto
scrittori ecclesiastici latini . e molti passi si orava, da che il luogo traeva il nome,
trovansi nel C lossariuni i\e\ Du ("auge, e vi cantavano salmi, come dice s. A-
si

il quale con gran precisione espose le va- gostino, Epist.\i\ e altrove. Notabile è
1 ieetimologie che di essoadducono dai si la distinzione che si deve fare Wn' Titoli

moderni, tutte a parere di Nibby dipeso cardinalizi propri de'rardmali dell'ordi-


cos'i leggero e cos'i stiracchiate da non me- ne de' preti, e le Diaconie cardinalizie
ntale d'essere riferite; ed è jieiciò die io pi oprie de'cai dinali dell'ordine de'diaro-
non ne riportai die le principali. IMo ciò ni, che talvolta con pena intesi gli uni e
< he si Ifgge in Anastasio Diblioteiariopuò re impropriamenteconfusi, con dila-
le ali

tornire lume onde conoscere, se non 'a e- niarsi titoli anco le iliaconie, con imper-
limologia, almeno il signiflcnto della pa- donabile errore, il che sempie distinse-
e

2o8 T I T T I T
rogiiistamenleglisciillori ccclcsiaslici,ri- postoli, o porcile il titolare nngli alti dei
provancli) rjitnaknma fiilliice chediessisi concilii e nelle bolle si sot'osci iveva arci-
leccio nelle quali ficnziniii delle diaconie prete della basilica. J.ei-^o nelt'annalisla
coi nome di 2 itoli. Il Magli nel vocnlio- Rinaldi all'anno '«59, che i Papi Pelagio
lo Cardiiialis ^ lagionondo de' cardinali 1 cGiovaiini ili rifabliricaron'ipiù magni-
diaconi, didiiaia doversi correggere gli ficamente la chiesa de'ss. A[)(isloli, in o-
abusi inliodoUi per ignoranza da'nolari nore di tulli i Xll Apostoli nel natale dei
e da a Uri in alcune scriUni e moderne, nel- ss. Filippo e Giacomo, e facendola tito-

le davano il titolo a'cardinali dia-


quali lo cardinalizio gii assegnarono la parroc-
coni, non considerando che tanto vale ti- chia come aveano gli altri titoli. E sicco-
tolo quanto parrocchia, perchè le chiese me la bolla di Giovanni III, che compì ì|

de' diaconi si nominano diaconie e non comincialo da Pelagio!, principia colle pa-
mai //.'0/7 (noterò che molli titoli e diaco- role: Gio\'!inni vescovo servo de servi di
nie sono oggi anclie parrocchie.dipenileii- Dio,(ri diletti figliuoli Cardinali e chie-
doi parioclii dal cardinal P icaiiodi Ro- rici della chiesa degli Àpostoli. \\ Rinal-
ina), dovendosi scrivere: N. Miscvatione di rilevò die in un solo titolo talvolta e»
J)i\'ina s. Jlariae in Dniimica diaronns ranvi piti preti Però si legge
cardinali.
.9. lìoinaiìac Jù-clc^iac Cardinalis N. (i nel Crescimbeni, [storia di s. Giovanni

cardinali dell'ordine de' preti usarono avanti Porta Latina, p. 3G8, che car- i

questa formola: IV. Misera lionc Di\'ina dinali titolari delle chiese si chiamavano
Tiluli s. N. s. Romanac Ecclesiae Pre- preti del titolo, gli arcipreti e i preti del
sÌ!YterCardinalisN.A.\ presente pareche niedesimo in non erano cardi-
Titillo, e
si tralascino le parole iMiseradoiie Di- nali titolari. Ivi riporta un catalogo dei
vina: ecco la formola che Gregorio XVI titoli e diaconie inserito da Giovanni Dia-

usava da cardinale, Nos d. Blaurus or- cono del secolo XII nella sua Storia mss.
diìds a.Benedicd,congregatìonisCamal- della basilica Lateranense,dove sono 28 i

didensix, Titidi s. Callisti, s. Romanae titoli qualificati ognuno: Presh. Card, tt,

Jùclesiae Preshy ter Cardinalis Cappel- s. _Tj e le 18 diaconie: Diaconus Card,

lari, .9. Congregadoìds de Propaganda tt. s. N. I due //. sono arbitrari dello scrit-

fide praefectus). Inoltre Magri dice, che tore, né devono dare autorità, poiché so-
i cardinali vescovi suburhicari ei cardi- no cornimi a'iilolari e a' diaconi. iNarra
n.'di diaconi non hanno titoli, ma solanien- l'Adami, che in quabnique titolo non so-
te i cardinali preti, tranne (piellodelln ba- lo eravi il prete caidi naie arbitro alfilto
silica e Chiesa de' ss. XI [ Apostoli Ma . signore di esso, ma più preti che pren-
in quell'articolo dichiarai che la chiesa fu devano la loro denominazione dal titolo

compresa tra' j 5 ovvero 23 titoli cardi- e chiamavansi preti di esso. Ciò nasceva
nalizi costituiti o riconosciuti da s. Mar- da due ragioni, la i.' perchè i cardinali
cello I, e siccome anticamente eravi una preti erano destinali totalmente alle fun-
collegiata di canonici, onile il cardinal ti- zioni ecclesiastiche, alla cura dell'anime,
tolare si appellava arciprete e vi nosnina- all'amministrazione de'sagramenti,e per-
va per vicario un prelato, probabilmen- ciò non polendo da per adempiere
se soli

te piolonotario apostolico; talvolta gli fu a tuttociò.pel quotidiano incremento dei


contrastala da nitri cardinali titolari la fedeli, né comunicare ad altri le prero-
prerogativa dell'uniziatura ebdomadaria gative sacerdotali, conveniva che altri di

nella basilica di s. Maria Maggiore, cioù egual carattere, non però dignità, porges-
in lutti i giorni di domenica: forse per que- sero loro aiuto: la 2. è che anticamente
sto il Magli, con manifiislo abbaglio, e- non si dava prete senza titolo di qualche
scluse Ira le titolari la chiesa de'ss. XII A- chiesa, e benché molte fossero le chiese,
T I T T I T 2og
I

nondimeno non erano tulle destinole per chiese col Fonte sagro ( T^.). Leggo nel p. 1

tilolojma un certo numero sollanto. Tut- Chardon, Sioria de's/'granienti, 1. 1 , lib. \

ti |)oi prendevano il lilulo dalla medesi- I , Gap. : o: Del luogo ''n cid si conferiva •

ma cliiesa,dislinguendosi il Prcshyic- lì- il hnìlesìnio,r\\e ne'primi secoli i'ammi- i

ttilì, eil era il prete t.idiiiato col titolo, ed nislrazioiietlel baltesimo essendo riserva- j

i Presbylci iu iiiulo, cb' erano quelli to o'vescovi, in toltele diocesi non era- |

che doveansi ordinare, e non aventlo li- vi che un solo fonie ballesimale, cioè nei ;

to!o proprio, erano deslinail in qualche luoghi ove risiedevano, ed era accanto al-
titolo. D. più il iVlagri nell'arlicolo Tiiu- la chiesa principale, ove il vescovo dopo

liis , nel ii[)elere che i cardinali diaconi avei- baliezzalo uno, continuavano i sa-
non hanno liloli, ma diaconie, e percò ilo- cci doli delle pai rocchiea baUe7zare;lran-
versi correggere l'abu-io tli certi nnlari e ne Homa oveeranvi sino da'primi lem-
cancellieri poco pralici.che ncllescrilture pi molti Rnliisleri nelle principali chie-
daviuio i! lilolo a'cardinali diaconi, e al se. Quando poi anche i rustici d' vennero
cardinale de's'S. XI l Apostoli die non l'a - cristiani , si eressero battisteri eziandio
"vea,allegamlo le »oltoscrizioi)i delle bol- fuori delle città episcopali nelle P/Vv/ e al-
le antiche e moderne; anzi preteode the ti e pan oc hie,e nel le città erige vasi ilbat-

aniicamenle neppure il cardinale della lislerio nella chiesa prim ipole. E queste
basilica e Chiesa di s. Maria in Tias- chiese in cui erano i b.illisieri, si chiama-
tevete non avesse titolo, mentieil Piaz- vano Til(di Bnilesimnli, per distinguer-
za lo registi a pel [."e già decorala di ta- le del quelle che non l'aveaoo. Nel mede-
le prerogativa nel 4995 ^^ '' M<»ielli nel- simo dislreìlo non potevano esservi mol-
la Notilia Cardiiioliiini Tilulariiini iti- ti liloli ballesi'oali, chiamandosi le altre

sigìiishasillcae s. Marine Trans Tybe- chiesech'e.aoo senza il ballislerio,cappel-


rini., incomir)CÌa la serie de'litolari della le o oratorii, e non eravi permesso d'eri- >

medesima da Calepodiodel 22 | circa.


s. gei velo, uè di stabilirvi il parroco o tito-
j

Avverte il Piazza, che pi ima del Magri, lare. I fedeli chesi ccjngiega vano nelle cap- '

il cardinal Baionio rin»provei ò l'ignoraa- pelleonraiorii.doveano 3 volle l'anno per


za d'alcuni nolari che cfinfonilevano nel- la Pasqua, r^en'ecosle e Natale recarsi al
le loro narrative curiali i titoli colle dia- li'olo ballesiiiiale inoltre denominato
,
1

conie, essendo antico cosluaie nominarsi mai lice, |)ieve e Oi acida, e farvi Tobia- 1

il cardinal prete, per esempio: Abandiiia zione. I liloli ballesimali godevano le de- \

Preshyter Cardiiialis TiiuU s. Marcel- cime e allre preiogalive, vi si ponevano I

li j e nelle diaconie: Anastasius DiacO' le ss. lieliquie, e per la venerazione in cui


niis Cardinalis s. Agalline, ovvero come erano tenute lali chie-e, era vielaloii sep-
ne'prinii lem\n, Diaconus Cardinalis in pellirvi i defunti. L'\J%oa\o,Hi stori adel-
Regione Quiula, Sexta, etc. Anche il ge- le Siniioni di Vujmn. p. 8, osserva, che
suita p. Pleltenherg, N'otiiia Curiae Ilo- nella nascente chiesa in Pioma si battez-
manne § 6. De Erelesiis et Titulis Car- zava nelle carceri, nelle grotte, ne'clrai-
'

dinaliu/n,avvei'l'\:Diaconiae anann'is es- Ieri, in ogni luogo; eretti poi i Titoli come ^

sent aedes saerae in honorem SanctO' diocesi, in essi si amminislrù il battesimo,


rum dicatae, tamen non diceban-
Titilli per comodità di que'che quotidianamen-
tur, quia Diaconi, qui earunipraefecd te dal paganesimo venivano alla fede. II

erant, aniniaruni nnram. non habebant, Sarnelli, Leti, ecclesiastiche , t. 5, lelt. ,

sed alia demandata sihimunia in suaRe- 56: Del sabato e domenica in Albis, e i

gione obibanl,et Pontifici sacris operati' deirorigine degli Agnus Z?e7 (de'quali ri-
ti praesto erant. Col vocabolo Titoli nei parlai a Superstizione, alla quale la Chie-
primi secoli della Chiesa si chiamarouole sa li sostituì), parla delle vesti bianche
VCL. LXXV. '4
2IO T 1 T T 1 T
che portavano i novelli battezzali, col- Davanzati dà 11 primato tra esse alla chie-
le quali recavansi nella domenica in Al- sa di s, Prasstde, e la priorità anche su
il vescovo esortandoli che
bis alla chiesa, tutte le altre chiese di Roma, per avervi
ilcandore doveano serbar nel cuore allor- s. Pietro fabbricata la chiesa, ed eretto il

ché le deponevano, ed allora dava loro titolo di Pastore. L'Ugonio dicechequan-


delle cere bianche benedette, da porsi al do fu poi commesso a ciascun cardinale
collo per ricordar la cri>tiai)a innocenza, prete la cura e il governo simile all'epi-
che sludiosaniente doveano custodire, ed scopale tiel suo titolo, e la contrada a lui
erano in altra forma degli Jgmts Dei be- raccomandata come propria diocesi, ciò
nedetti dal Papa; ed aggiunge che nel ri- si fece secondo gli ordini e l'operato da
ceversi essi da'cardinali nel sabato iiiJl- s. Pietro, stabiliti e aumentali da'succes-
/v/.vdal Papa, ricordi il rito antico di quel- sori. Os'^erva Piazza con Pauvinio, che i

li che ne'Ioro titoli distribuivjirio anco i titoli ebbero in Roma la loro origine al-
cardinali a'uovelli battezzati nella dome- lorquando i Papi cominciaiono a ordina-
nica in Albis^ in luogo delle bianche ve- re preti, il che fecero s. Pietro e il succes-
sti deposte. sore s. Lino, i quali naturalmente l'ese-
Il principe degli Apostoli s. Pietro re- guirono destinando lorode'litoli, onde da
catosi in Roma a stabilirvi la cattedra a- es>i originarono si può dire titoli presbi- i

poslolica , ed a piedicarvi la dottrina di terali, e perciò sin dalla Chiesa nascen-


Gesù Cristo, fu ospitato prima in Traste- te, e furono ili. "fondamento della Gerar-
vere, luogo allora destinato agli ebrei di chia! caidinalizia. Piìichiaramente si e-
sua nazione; indi avendo convertito Pu- s[)rime il p. Tamagna, Origini e prero-
dente senatore romano, questi lo condus- gative de' cardinali della S.R. C., par.
se nella sua casa situata nel l^icus Cor- .',cap. 4>'"'t-
I De'preti cardinali, e de'
' '•

ìiclioimn o Patrizio, alle radici de'monti loro titoli cardinalizi. Dopo avere ri-

Viminale e Esquilino, ove poi furono e- cordato, che nel nascere della Chiesa i po-
retti i titoli di Pastore e di Pudente. Ivi chi cristiani delle città non obbligarono
s. Pietro fermata la sua dimora e sede ,
i vescovi a erigere e consiigiare più case
di là estese la sua cura pastorale su tutte al cullo divino, poiché la sola in cui egli
le parti del mondo, inviando operai e- col suo Presbiterio presiedeva era suff.-
vangelici per ogni parte; quivi consagra- cientissima a tutti i religiosi bisogni de'
•va i vescovi, ordinava i sacerdoti, e ce- fedeli; quindi dice che il vescovo cui in-
lebrava il divin sagrifizio sull'altare li- combeva la cura della diocesi, poteva be-
gneo che ora si venera nell' arcibasilica nissimo co'suo'preti vegliare al suo greg-
Lateranense nel ciborio sovrastato dal
, ge civico, lasciata in parte la cura del ru-
tabernacolo che racchiude le ss. Teste rale a que' preti, che perciò Parrocid si

(r.J sua e di s. Paolo. Alcuni afferma- che s. Pietro, il quale non so-
dissero. Ria
no che s. Pietro abitasse ove dipoi s. Pio lamente dovea presiedere a una quasi pro-
I eresse il titolo di Pastore, o chiesa dis. vincia nell'immensa città di Roma, e di
Pudenziana, altri con Davanzati attribui- più dovea subir la cura di tutto l'orbe cat-
scono a s. Pietro l'erezione deli." titolo tolico al suo Primato da Cristo stesso af-
di Pudente o chiesa di s.Prassede. Per con- fidato, divise subito la sua Roma in Diolle
cordare le diverse opinioni dissi a Terme parli a molte città equivalenti, vi fondò
e altrove, che le case de'Cornelii Puden- del le chiese, e del suo Presbiterio si valse
ti si estendevano in ampiezza dalle radici alla direzione di queste, ed a'consigli che
del Viminale a parte deirE>quiliiio,ove pel regolamento di tutta la cristianità e-
precisamente sorgono le due nom.inate rangli iiecessarii. Laonde p. Tamagna il

chiese, comprendendone le loro arce; ma crede da tal piesbilerlo romano derivali


T \ T T l T a i 1

i cariliiiali di Uoniana Chiesa, almeno


s. nata al numero de'crisliani che ne abi-
nella più ben fondata probabilità. Pero s. tavano i luoghi, assegnaiidoaci:iSCUMa un
Cleto 2° successore di s. Pietro, ed eletto ììotai-o regionario per lacompilazionede-
nell'anno 80 di nostra era, divise Pioma gli atti de'marliri, i quali fjruiando poi
in varie chiese (cioè al dire di Novaes ,
collegio col Priiniecrio della 9. Sede(F.)
Sfarla de' Pniitcfici, d'ordine di s. Pie loro capo, dierono origine ìì Proloiiolarì
tro ordinò s'ì preti in Pioina, ossia la di- apostnUci (del breve di Pio IX su di essi,

vise in altreltan'e parrocchie, perchè si parlai nel vo!.LXXI,p. 8,comcpubblica!o


crede ch'egli fosse vescovo coadiutore del dopo tale .trticolo). L'operato da s. Cleto,
inedesimos. Apostolo ne'sobborghi diRo- dice il p. Tamagna, fj confermato da Pa-
ina), ed a ciascuna il suo prete assegnò; pa s. Evaristo del i 2, e poi da Papa s. 1

dichiarando con ¥. VsiS^\, in T ilns. Cicli, Igino.chc distribuendo certi uffizi a'chieri-

appoggiato all'autorità di molti scrittori ci, e aggiungendo in ogni titoloaltri preti,

e del libro Pontifìv.'^tlc, c\\ei')im-o\\o\e molti argouientaronoil principio de'car-


chiese fissate da s.Cleto,numero chef A n- dinali; però altri asseriscono già in uso,
lonelli didiita potersi precisare. 11 Lau- e Tamagna conclude, cheochè sia del
il p.
renti, Storia della diacoìda cardinali- nome, osserviauio la sostanza. Il comune
zia di s. Jgata alla Siihiirra, dice che degli scrittori ecclesiastici ritiene, che cre-
s. Cleto divise Roma in 2 5 porzioni, ed sciuto il numero de'fedeli, vedendosi non
in ciascuna vi stabili un lilolojericordan- poter essi convenire in un medesimo luo-
do le opinioni di diversi autori, soggiun- go all'adimanza comune per la celebrazio-
ge doversi credere che il nome di Car- ne de'divini misteri in detcrminata chie-
dinale s'introdusse eoa 1' istituzione de' sa, o luogo sagro di convegno col Papa,

titoli, affine di distinguere il preteche lì s. Evaristo distribuì i titoli, ossia fece gli
presiedeva, dagli altri ch'erangii subor- oratorii nelle diverse regioni della città
dinati. Col Tomassini deduce 1' appella- stabilmente benedetti, e consagrati al cul-

zione di dalla fermezza e itn-


r'r/;Y///;(7 /e. to nelle case de'fedeli più ficoltosi della
niobililàde'cardinichesostengonola por- chiesa romana, che doveauo servire co
ta; di fitti il cardinale era sempre per- me a parrocchie o piccole diocesi , nelle
manente in ima stessa chiesa, all'opposto quali si aminini->trava a'convertili il sa-

di-gli altri ministri che potevano essere


, gramento del battesimo, ed a' cristiani

trasferiti in un'allra. Crede Laurenfi, che quello della penitenza, e si celebrasse dal
errò il Rellarmino, che suppose vi fosse- prete che presiedeva al titolo in altari di

ro chiese dette cardinalizie, perchè gode pietra benedetti il divin sagriflzio; seni
vano di que'iliritti che di presente chia- pre però rimanendo radunanza princi-
miamo parrocchiali, e che in progresso pale dei presbiterio pontifìcio ch'era pre-
cardinali furono nominati i ministriad es- sieduto dal Papa. Della distiibuzioneedi-
se addetti. In vece vi sono molle ragioni visione gerarchica a'pretide'lito!i,o chie
per ritenere, che dalle persone siasi ap- se di R.oma che poi divennero insigni, fat-

plicato tal nomeallechiese, per cui si dis- ta da s. Evaristo, incerto essendo che fos
sero chiese cardinali quelle ch'erano go- sero propriamente 2 5, ragionai in piìi luo-
vernate da' preti cardinali, alle fpjali e- ghi, come ne'vol. IX, p. 27 5, LI, p. 241.
lano incardinati. A Regione, a R.to!vi di Di più s. Evaristo ordino anche nella chie-
BoMA, ed a'ioro analoghi articoli, narrai sa romana 7 diaconi per assistenza del Pa-
che Augusto avendodivisoRoma in XIV pa , e perchè avessero cura e aiutassero
regioni, Papa s. Clemente I, che nel qS co'tesori della chiesa i fedeli poveri, le ve

successe a s. Cleto, ripartì la città in 7 re- dove eipupilli. Papa s. Fabiano del 2 "^8
gioni ecclesiastiche, e ciascuua propoizio- regolarizzando meglio la divisioue eccle-
2.2 T I T T I T
siastica i1e!le 7 regioni di Roma, assegnò inl('rprc^l)yterosd!vIsil. Papa s.IMarcelIo

a ciasciiiio de'7 diaconi un'abitazione in I del 3 04. restrinse il numero aumentato


ognuna, onde eitbero origine le regiona- de'tiloli o parrocchie di Roma a 25, altri
rie Diacniiic Cardimi lìzìv (liBoindi^V ^, vogliono che le riducesse a 1 5 (ed il Piazza
alle quali più lardi furono aggiunti i /-)/- ci dà i uon)i de' 1 o tolti); invece alcuni di-
fcn^ori (Iella Cìn'csa ì uiiìona (/^.)j delti cono che ne aggiuuse,coine il Plelleiiheig,
peiciò difensori regionali. In<ìllre s. Fa- che lil'erisce, Manclhisidciiidcw liiu-

biano a' 7 nolari regionari aggiunse al- luni addidil ; nelle (piali parrocchie i loro
trelìanii Siuhrn/ioiii( I .j, acciò loro so- pteli tiliilcii i amminisli ascerò il haliesimo
printendessero sotto la direzione ile'dia- lenza, ed avessero cura ilellese-
coni regi(inari,a'(]uali Ini uno essi lUili in a- pollui e ile'marliri. Questa restrizione to-

iulo. A'diaconi ed a'suddiaconi si assegna- loinarouu vieppiù ad aumen-


sto ccs»n, e

rono nelle diaconie, parimenti per loroa- tarsi dopo il 3 3, pei avere Costantino I I

\u\.o, 'j Avioliii I ey^ioiKiri, e ne liparlai a il Grande d.ilo pace alla Chiesa divenu-
SuuDUCONo.Già iiliaconi regionali etano to ciisliaiio, ed accordalo a'fedeli il libe-

appellali anche diaconi cardinali, peicli- ro eseicizio del cullo religioso, comincian-
stingueili dagli altri, che tanto ad e>si do da Papa s. Silvestro I, e [)rogressiva-
quanloa divecechiesediUoma fnronoas- menle vennero accresciuli da' suoi suc-
segnali. Hileva il Lamenti, che la 1 .'volta cessori,edas. Giulio del 336, al cui tenr»- I

che e^plicil.iniente si trova usalnil nome po ei ano gi unii a 28, dimodoché anco dal
di cardinale a'diaconi. è nel concilio ro- concdio romano del 4^)*.) di s. Simmaco s4
mano celebralo nel 3-25 da s. Silvestro I, raccoglie ch'erano 28 i liloli cardinalizi,
in cui fu stabilito e come di già in uso : il ( ui novero, uia m niimeio di 25, trai-

Dlacoiios non e.ssciil pltiics per paro- lo da Pi iiivinio |)u blilicò come [)iù au-
chiartmi cxameii nlii (Iito,c'icar<lìnaìe.<; leniico il Pia?za, ed è il seguente, i. s.

Lrhis Romae non nisi .seplcni. A'preli, Calisto o s. Giulio, o s. Maria in Traste-
a'diaconi, a'siuldiaconi si concesselo per vere; 2.° s. Grisogono; 3."s. Cecilia; 4-
aiutarli nel ministero ecclesiastico per le s. Anastasia; 5."s. Damaso, poi s. Loren-
donne, le Presìn/eres.iCj le Diacoi/csse, zo in Damaso; 6.° s. INJarro alle Palatine;

le Suddìaconcssc ('f'.j. Successe nel 2 54 7." ss. Silvestro e Marlin(),pi ima di «.Sil-
a s.Fabiano, Papa s. Coi nelio,al cui tem- vestro e di liquizio; 8." s. Sabina; c)." s.

po eiaiivi in Pionia l\6 preli con altret- Prisca; 10." s. Emiliana; i i.°ss. JNeieo e

tante parrocchie, 7 diaconi, 7 »uddi;iconi, Achilleo o Fasciola; 12.° s. Sisto o Tigri-


con quegli altri numerosi i hierici che in de; i3.°s. Marcello; 14.° s. Susanna ad
più luoghi ricordili, come nel voi. XI, p. ddos Latiro'^, alle due Case e di s. GaW-
26G; tulli mantenuti dalla chiesa, oilie iiio;i5."ss. XII Apostoli, già de'ss. Gia-
le vedo ve e moltissimi poveri. IS'el2 70 Pa- como e Filippo; I G." s. Ciriaco; 1 7.° «.Eu-

pa s. Dionisio léce una nuova disti ibuzio- sebio; 18.° s. Pmlenziana, alìax di s. I^a-

ue delle parrocchie di Uoma,e(las>egnò slorees. Pudenle; 1 y.'ss. Gervasio ePro-


certi limiti a'preli, i quali eransi pertur- lasio o di Vestina, poi s. Vitale; 20.° s.

bati nella per>ecuzione di Vaici iaiio;de- Crescen/iana 2 .° Clemente; 22. s.


; 1 .s.

lerminaudo pure che i preli de' titoli a- Prassede; 23. "s. Pietro in Vincoli odiEu-
\essero ancora cura de' cimiteri, onde le dossia ; 2 ^.'' s. Lorenzo in Lucina; 2 5." s.
relicjiiie de'n. aitili fossero meglio custo- JVicoiiiede. Aggiungerò (p»elli di s. Mar-
dite. Pailaiidoilp. Pleltenlieigdi «.Dio- cellriili Lucina,de'ss. Gio.e Paolo di Pain-
nisio dice: Niimcriisvcro Ti liiloruni pan- macchio, e di s. Matteo in Merulana. Av-
ia tiin inircvil .s crii nel uni j) rapala lioncni vertirò, che non solo a Chiese di Roma
Jidci.Dionysiu.s Papa XI f dt'Jitàvil. et trattai colle speciali notizie di ciascuna
TIT T I T 2 1 3

chiesa lilolare, ed anco delle non più e- scovi la comunione dalle sue mani, onde
Bistenti, avendo fatto il simile colle chie- conservare l'antico rito tipo di uiiilà nel-

se delle diaconie cardinalizie; ma ne li- l'unico SHgrifi/io col vescovo. Allrellale


pailaionellebiografiede'santidi cui por- assislen/.a i cardinali fucevano nelle Sia.-
tano il nome, o descciveiidogli ordini re- zio/ìi sagre delle chie.se di Pto/na (T\),
ligiosi a cui apiuirlengotio, o collegi che le quali gndono que'liloli e tliaconie che
riiaiino il) Cina, eil ancocd negli allii ar- ivi uomitiai, ed in esse puie avea luogo
ticoli che li riguardano, come di (|uelle la comunione; i cardinali preti, amiuen-
chiese eh' ebbero contigui i Pdlrr.-J a- le jir<sn Ponlif/cis^ davano al popolo il

posloUtì (f .). Dopo l'accennala epoca Corpo del Signore, e i caidinali diaconi
di Coslanlino I anche le diaconie ebbe- distribuivano al medesimo il suo Sangue
ro notabile incremento, de' diaconi re- prezioso,piima agli uomini e poi alledon-
gionali e cardmali ; abitazioni, ospizi e ne. Celebianilo dunque il Papa solenne-
ospedali de' poveri, denominali anche mente, col ^ixoPreshilerio e popolo fedele,
Mariiiìi, dopoché s' introdusse di con- a consolazione degli altri fedeli che noa
servare nelle diaconie molte reliquie e i polevanoinlervenirvi,per me/.zodegli^A'-
corpi de'ss. Martiri, negli oraloiii conli- c'o//7/, mandava l'Eucaristia da lui consa-
gui che vi si costruirono, i qittdi diven- grala allechiese lilohii ienon lilobri, tan-
nero presto a Ilretlan le chiese insigni. Que- to pe'preli minori delle medesime che pe'
stioratorii delle diaconie, ed altri che vi fedeli, la quale serviva di pio pascolo a
erano per Roma, ritiene Laurenli che in quegli ecclesiastici e fedeli che nouavea-
principio non servissero ad altro uso, che no potuto intervenire all'adunanza pon-
per celebiarvi delle mes«e private; men- tificale e per loro consolazione, e la por-
tre per compiere le divine lituigie, rice- zione che si conservava serviva pel viali-

vere la ss. Eucaristia, il ball esimo, e per co de' tnoiibondi. Il Papa mandava an-
tulio altro, intervenivano i fedeli alle ri- che l'Eucaristia agli ebdomadari che ce-
spettive pai cocchie chiamale titoli e pre- lebravano in Ire o quattro luoghi desti-
siedute da'cardinali preti, istituite prima nali, perchè si ricordassero che celebra-
delle diaconie. Il p. Chaidoa nel lib. 3, vano per connivenza del Papa. All'arti-
cap. r i: Dc\'a riusi della ss. Eucaristia colo Arciprete delle chiese e basiliche
fra gii aiitichi, che i vescovi se la man- D1R.0MA riprodussi il nome delle 26 chie-
davano reciijrocamente in segno di co- se titolari e collegiate esistenti in Roma
muìiione, ed in Roma il Papa la manda- nel 492 sotto s. Gelasio con arcipreti
I,

va a (nife le chiese fi talarij lo dice uso iu capi de'canonici, a' quali sovrastavano i
trodollo da Papa s. Melchiade, rinnova- pieli cardinali come loro titoli.

to econferinafo da Papa s. Silicio. La ss. Allrechiesedi Roma sovrastile da'car-


JEucnrislia. il Papa la mandava ogni do- dinali, mediante i cardinali arcipreti, so-
nienica alle chiese litolari dentro il cir- no le basiliche patriarcali Lateranense,
cuito di Roma per Tii'ulos, in segno di Valicdiia e Liberiana. Aniicameiite le ai-

reciproca comunione e unione, e dipoi fu- Ire due basiliche patriarcali di s. Paolo e
rono sosliluili i Pani benedeiti o Eido- di s. Lorenzo, ambo fuori le iiìura di Ro-

gie [f .). Questo punto fli disciplina ec- ma, furono alìbazie cardinalizie, non per-
clesiasiica lo spiegherò meglio col Nardi. chè gli abbati regolari de' due contigui
Ne'primi secoli e nelle feste, fuori de'car- monasteri fossero per privilegio cardina-
dinali ebdomadari delle patriarcali basi- li nati, ma perchè prendevano tal titolo

liche, gli altri cardinali preti non cele- dallo stretto senso del vocabolo cardinU'
Ijravaiione'loro titoli, ma si trovavano al- Icy cioè di primario principale, ossiano
la messa del Papa, e ricevevano co' ve- abbati principali tra gli altri di Roma per
2 14 i l T T I f
la cospicuilu di tali basìliche, sontiiosilà se staìiilita nella sua alsida riu\'cuuta
degli annessi monasleri, e insigni preio- ne ir a /aio i85o, dall' architetto Paolo
galive che questi godevano. Inolile tuli Belloni romano, Roma tipografia Fo-
abbati luiouo chiamali et! hciti cardina- rense 853. Avendo in essa il eh. autore
1

li, peicliè 01 dinariaoientc erano essi ele- (di cui parlai nel voi. LXXllI, p. 78), do-
vati al cardinalato, ovvero pei che le due lio gli i85o, col con-
eseguili scavi nel
abbazie si solevano dare in ciiraocom- fronlo de'monumenti contemporanei, e
iDenda de'soli cardinali. All'iibbale di s. con l'aiuto di antichi scrittori, polul<i,sta-
l'aolo fu concessa la facoltà di conferire bilire e determinare la forma, grandez-
a'propri n)onaci,sudiiiti e diocesani la eie- za e disposizione della primitiva lujsilica
sinia ed i
4 ordini minori, e di celebrare creila da Coslanlino 1 nel 824 (come dis-

sull'altare papale jicr la festa della Con- si a Chiesa di s. Paolo, e non nel 3()4
versione di S.Paulo apostolo [J'.),tc. Al- come per erroie tipografico è detto nel
l'abbate di s. Lorenzo, come ripetei ne' voi. LXXllI, p. 353); cioè disposta da o-
voi. XII, p. 64,eLV, p. 245, competeva rientea occidente nella pianura compre-
anco il liiolo di Priore, e nella Corona' sa fra il n)onle e il sinistro lato dell'an-
zione e Possesso del Papa
cantava (T .) tica via Ostiense, nel podere di s. Luci-
le Laudi {T .), ciò che ora nella i.' fun- na seniore, e sulla tomba dell' Apostolo
zione eseguisce il cardinal 1 ."diaconOjCliia- dellegenli;e perciòconl'ermatoqiialefu a-
inato ancora Prim e, e nella 2. '
i! cardi- vanli il posteriore iirgiaudimentodi <|uel-
nal 1 ch'ebbe pure tal titolo. Ol-
."prete la che distrusse il fatale incendio del 1 82 3.
ire le due nominale abbazie cardinalizie, Della ])Ieiìinria, per la sua importanza,
eranvl in Roma 20 ^Ibbazic privilegiate, ne ricavo un brevissimo cesmo, di più non
gli abbati delle cpiali assistevano al Papa permettendolo questo articolo riguar-
quando celebrava ponlificalmenle, ccjuie dante esclusivamente le cardinalizie chie-
fanno tuttora gli abbati mitrali. Diverse se titolari, ed anco le chiese diaconali. E-
ihiese ili dette ;ibbazie in seguito diven- gli riportò le opinioni de'descrittori e il-

nero titoli e diac<jiiie cardinalizie, come lustratori della basilica, compresi il com-
Ira'prinii le chiese di s. Alessio, di s. Lo- meud. Canina, Kicerche nell'architettu-
renzo in Pane e l'eina, di s. Prisca, di s. ra pili propria de' templi cristiaid, ba-
Pancrazio, di s. .Silvestro in Capile, di s. sale sulle prime istituzioni ecclesiasti-
Gregorio al Celio; tra le seconde le chiese che e di/nostrate ec, Roma 1846 (2.^6-
di s. Cesareo, e di s. Agata allii Suburra. dizione); e mg.' Bai tolini, Dissertazione^
Anche gli abbati delle (\i\e nominate pa- come Costanlino Augusto imperatore in-
triarcali di s. l'aolo e di s. Loienzu in- nalzasse in Roma i primi sagri edifizi
lerveni vano alle solenni funzioni celebra- del culto cristiano, Roma 843. Quindi 1

le dal Papa, e piecedevano gli abbati di r architetto Celioni rileva che tale illu-
delle 20 abbazie privilegiale. Olire cpian- stre pi elato fi il I ."a designare il vero luo-
to poi dirò sulla 2/ basilica, ora convie- go della basilica, diceni!(jla simile a quel-
ne che per lai. Sfaccia la seguente breve la s. Lorenzo fuori
parie della basilica di
digressione, che in qualche parte riguar- le mura, che oggi forma il presbiterio,
da pure s. Lorenzo. Dopo aver stampa- la quale prima dell'aggiimla falla da Pa-

lo all'articolo Temiio la continuazione pa Adriano I costituiva l'intera basilica.


della descrizione dell'oilieina basilica di Questa opinione si verificò 7 anni dopo
s. Paolo, sino al maggio i855, venni a neli85o, quando nel farsi cavi per get- i

conoscere l'eriidilissima e inleressantissi- tar le fondamenta delle 4 colonne d'ala-


Dta Me/noria sulla s^ritndezza e dispo- bastro orientale, già donate dal viceré
sizionc della jìi':inili\'a hasiliea Oslie/i- d'Egitto a Gregorio X\ I,per decorare il
T I T T 1 T 2l5
»niu\u ciborio o b;tItlaccl»itio che sovia- interni pilastri dcll'apside, per memoria
slii la tomba di s. Paolo, si riiiveiuie l'uii- della consagrazione e solenne dedicazio-
lica iijjside, la (juale si trovò essere rivol- ne eseguila dal Papa Pio IX, insieme
ta all'oliente; ed il suo dorso corrispon- colla gerarchia ecclesiastica. Per l'ingiu-
deva sulla via Ostiense antica adiacente ria de' tempi e per l' invasioni barbari-
alla riva del Tevere (/ .), a seconda del- che, restale abbandonate alcune chiese
le lettere imperinli sulla riedificazione e litolari, da' Papi fu soppresso il titolo e
ainpiiazione del tempio stesso. Questa trasferito in altre chiese. Sotto s. Grego-
preziosa scoperta delei minò la vera f^ia- rio I de! 590 essendo restali so[)pressi i

citnra e grandezza dell'antica basilica fon- titoli di s. Emiliana, s. Crescenziana, s.

dala (la Costantino {.Dalla stessa gran- TS'icomede, s. Matteo in Merulana, e di s.

dezza pdi dell'apside, il eli. Belloni potè Caio, il Papa nel sinodo romano del 600
stabilire, che la l)asilica Ostiense fu nel- vi sostituì le chiese di s. Balbina, de' ss.

le sue proporzioni e simmetrie pressoché Jlarcellino e Pietro, di s. Croce in Geru-


eguale all'altra dal medesimo imperato- salemme, di s. Stefano Rotondo, e de'ss.
re fondala in Jgro Ver a no in onore del Quattro Coronati. Soppresso il titolo di
ricordato s. Lorenzo, e perciò di picco- s. Caio, Calisto III nel r4^B lo trasferì
lissima mole, la cui giacitura poi si com- nella chiesa di s. Calisto. Dipoi i Papi tras-
prese nella lunghezza della nave traversa ferirono i titoli in altre chiese, come Si-
della gran basilica rifabbricata daValen- sto IV quello di S.Ciriaco nella chiesa de'
tiniano II, Teodosio I e Arcadio, e com- ss. Quirico e Giulitta (ora in restaurazio-
pita totalmente da Onorio, imperatori, a- ne,essendosi foi malo il pavimento di mar-
vendone delineato la simmetria con pian- nio,abbellita la chiesa con ornati e dipinti
ta. Dipoi il Belloni potè stabilire, che al- a fresco nella volta del cav. Gagliardi, che
la basilicaCostantiniana non poteronoap lodai nel voi. LXII, p.i 68); soppressioni,
parlenerelegrandi colonne di paonazzet- traslazioni e sostituzioni, che non mancai
to, credute tolte dal mausoleo d'Adria- rimarcare neMescrivere le chiese che per-
no, le quali opina piuttosto impiegate derono o acquistarono tale prerogativa,
da Costantino 1 nella basilica Vaticana, né mancano esempi che in alcune chiese
per la vicinanza a tal monumento, se pu- furono ristabiliti titoli soppressi. Inol- i

reancora esistevano in esso al dire di Pro- tre Sisto IV aggiunse il titolo di s. Nico-
copio, dichiai'ando essere probabile che lò Ira l'Immagini. Leone X nella celebre
le colonne collocale nella primitiva ba- Promozione di 3 icardiaali,falta ili. "lu-
silica fossero lei 2 ineguali con cui Bene- glio i 5i 7, diede il titolo cardinalizio pre-
detto XIIJ eresse il portico (in vece del- sbiterale a I I chiese, cheCrescimbeni qua-
l' antico cpiadriportico rovinato), tante lifica delle più cospicue che allora fosse-
essendo cp.jelle die costituiscono la basi- ro in Roma. Pertanto restituì a quella di
lica di s. Lorenzo, e perciò a 3 navi era la s. IMatteo il suo antico titolo, e dichiarò
primitiva basilica Ostiense. Non reputa titoli carilinalizi le chiese di s. Giovanni a
in fine, che s. Siricio la consagrasse, ma Porla Latina, di s. Cesareo che poi tornò
più verosimilmente che innalzando la i.' nd essere diaconia, di s. Agnese a piazza
colonna della nave minore ne facesse scol- Navona,indi Iraslato dove poi dirò da Io-
pire, vicino al sommo scapo, la memoria nocenzoX,di S.Apollinare che poi soppres-
per la celebrata ce\emon\a.\\G {ornale di se Sisto V, di s. Lorenzo in Pane e Per-
lìonin de'2 luglio i855 riferisce le pro- na, di s. Silvestro in Ciijute (ma il Car-
gredienti lavorazioni pel compimentodel- letti vuole che lo fosse prima che s. Gre-
la basilica di s. l'aolo, e riporta la magni- gorio I ne fregiasse la chiesa, per cui de-
fica marmorea iscrizione, collocata ue'6 ve riconoscersi per rinnovazione), di s.
2i6 Tir T I T
Tommaso in Pallone, di s. Pancrazio fuo- V'intervennero i conflati del ss. Rosario
ri delle mura (il che non si costumò nel- e di s. Caterina,, tutti gli ordini mendi-
ranlicbitìi, tulli i titoli es«endo -siali sta- canti, il seminario ron)ano, i capitoli del-

biliti denlio la città), di s.Barlulnmeo al- le 4 collegiale di s. Maria <i<ì Mdilyri'Sy

l'Isola, di s. Maria in Ai aceli; e la chiesa s. liustachio. s. Maria in Via Lala, e s.


di s. Onofrio, Leone X l'eies^e in diaco- IMaico, più vicine alla chiesa, i parrochi
nia, poi lidolta a titolo da Sisto V. Nel (Iella ciìlà, la magÌNlialiira romana colle

i553 Giulio 111 aggiunse tiluli presbi-


i bandiere de'rioni, il cardinal Della Geo-
terali di s. Mai ia in Via, di s. Ijaib.ua (di ga Seiuiallei prefetto de' vescovi e rego-
cui ripiuiai nel voi. LXIX, p. 9,2 i
), e di lari, accompagnato da vari prelati, i ge-

s. Siuìeone profeta. Paolo IV nel iS'^S nerali e procuratori degli ordini leligiusi.
eresse in titolo cardinalizio la chiesa di s. La consagiazione dell'altare, la [)oinp<isa

JMaria sopra Minerva, in riguardo al car- processione, e il solenne triduo poi cele*
dinal Chislieri de'doaienicuni cui ap|)ar- bi aio, venne descritto da'n. 70 e 8 r 1 1

tiene, al (juale lo coii!ieri,e i'u poi s. Pio V. del Giornale di Doma i8>5; ilalla C/-
^'el voi. LXXllIjp. 3 'o, ragionai de'gran- villì'i caliolica. 1." serie, l.i 1, p. 47J; e

tli restauri ora falli da' (.lomenicaui alla dal n.° 26 deir.y///f//?/ di Roìiiu e con di-

chiesa di s. Maria sopra Minerva di gu- segno es|irinienlela processione, e dal n.°

sto gotico e ogivale, con ingente dispcn 28 colla descrizione de'magniHci leslau-
dio, siile che duunnava ijuanclu fu intra- ii,eil di>egno elei grande a!i-.idc e dell'al-

presa la sua pieceilenle iicoslruzioiie,ed tare maggiore, scritta ilal eh. Q. Leoni
io p.ogics-o le foi me Ciano siale niodifi- con molla intelligenza, erudizione e sa-
calegi adaiainenleallegi eco Ialine, laon- vie osservazioni. Inolile il medesimo scrit-

de ssi reslilu'i al piiunlivu caiallere. Sic- tore co'n.' 32 e 34 ilello stesso Alhum ci
come accennai che dovea riapi iisi per la diededue altri ioiporlanli articoli a com-
festa di s. Don'enico, e che il Fapa Pio IX pimento della sua ciitica descrizione. Il
voleva cons-agraie l'aliare maggiore, li o- i.°co'disegni de'4. Proliiii dipinti dal Hic-
vo o|)porluno d'agguaigeie che si eficl- cardi nella medesima chiesa, artista che
luò. Il Papa a'4 agoslo ii355 eseguì tal encomiai volume; nel 2.° con
nel citato

consagi azione, e comparii la solenne be- (ji-elli di 4 ss. Apostoli, ragionando pure
nedizione. Indi ctlebiò la nìcssa sull'al- di (jue'dipinli da Carlo Gavardiiii di Pe-

tare e vi comunicò i novizi dell' 01 dine, saro, (he pure lodai in dello luogo, anzi
assistendo [)oi alla messa d'un ca|)pella- (pii aggiungo, aver egli notirìcalo nel n."

nosegieio. lìecatosi nel contiguo conven- 'òò(\t\\' AUìiiih: the sebbene assunse l'im-
to, il p. Gaude piocuialore generale del pegno graluitamenle per condurre a ter-
l'ordine diresse paiole di grande ricono- mine le piltuie del defunlo Uiccordi, la
scenza al Ponlefice, il degnò ri-
(juiile si di lui vedova volle retribuirlo largamen-

spondere con singoiar benignità; lascian- te. Nel 3." degli articoli i\v:\\' Allnun, ossia

do alla chiesa tulli gli arredi sagri ado- nel n.° 34, si dice che continuava la de-
perali nella messa, oltre una magniiica scrizione del Leoni, ma non posso ri-
io

tovaglia ricamala in oro. Nella seguente cordarla [ìCÉchè sugli stamponi ho ag-
donienica 5 agosto si fece la solenne pro- giunto cpiesti cenni nel declinar di otto-

cessione,nella quale venerande relu|uie le bre I 85 il, senza che WJlhitiii abbia anco-
di s. Caterina da Siena vergine domeni- ra pubblicato tal continuazione. Beiis'i di-

cana, fui ODO ti..sfeiile solto il nuovo e rò, che anco \' l-'j)lacoi(lo a p. 8G e 90,
bellissiuioaltareniaggiore e col loca le den- stampò d'una signora italiana un interes-
tro ricca urna d'argento, sulla (piai tomba •sanle articolo intitolalo: La chiesa di s.

ilscuatui'uuiuuooUii un bellissimo calice. .yaiiu òopra MiiLerva. piUnrc di Tom»


T I T T I T 2.7
I maso Greggia genowse, Filippo Balbi liloll cnrdinalizi le seguenti chiese: del-

I
tiapolcUino, Bernardino Riccardi da la ss. Trinità al Munte Pincio, di s. Sal-

Parma, e cav. Carlo Cabardini da Pe- vatore in Lauro, di s. l\Jaria del Popo-
saro. L'angustia del luogo e del tempo lo, di s. Maria della Pace (della quale
lìiialiiicule,<i|ipei)a mi pei melte ricorda- ripailai nel voi. LXIV, p. 17), di s. Ma-
le i seguenti due opuscoli ptilj|>ruati do- lia ili Trasponiina, di s. Pietro Monte-
po e in questo punto. Memorie ixtoriche rio, di s. Agostino (trasferendovi il lilolo

(Iella chiesa di s. Maria, sopra Miner- tli s. Triiijne. Si dice che ormai sembra
\.'a e de' suoi moderni restauri, pei- il p. stabilito che nel piincqiio deli 856 s'in-
lettore Pio Tommaso
Masetti dell'or- comincierà il rnagnillco suo abbellimen-

dine de' predicatori, aggiuntevi alcune to, e si aggiunge che desso verrà esegui-
notizie sul corpo di s. Cateiinn da Sie- lo colle pie oblazioni falle da' fedeli al-

na e sulle varie sue traslazioni, lloma l'insigne e celeberrimo santuario cheoon-


i 85 Orazioni panegiriche delle in Ilo-
1. liene la chiesa di s. Agostino, colla prodi-
Illa nel tempio dis. Maria sopra Miner- giosissima immagine della B. Vergine del
va dell' ordine de' predicaiori rpuiudn Parlo, coronata colilivin h^iglio solenne-
riaprendosi dopo comjnuli i restauri al mente con corona d'oro, come narrai a
cullo divino con triduo solenne sijestcg- S/5GBiST> DKL Pipa, quale amministrato-
giava il trasporto al nuovo altare mag- re di delle olleiie, ed in parie dicesi an-
giore del sagro corpo di Caterina da s. cora che vi contribuirà il conliguo con-
Siena, Roma 055. Nel 563 Pio IV di-
i i
vento degli agostiniani, cui appartiene la
cbìarò titolo la nuova chiesa- di s. Maria chiesa. Dicesi inollre, che la spesa su[)e-
degli Angeli. iVel h.^i^o del Gior/tale di i eia la somma di 60,000 scudi, e che con-
Roma dell 855 si riferisce la visita fatta sislerannole injbilissimedecorazioni e or-
dal reguanie l*io IX alla certosa di s iMa- namenti: nel ridune lutto quanto il pa-
lia ilegli Angeli, ammirando nel rliioslro vmienlo in marmo; nel formare di mar-
coti l'aicljilelluia di Miclielangelu i re- mo le basi ed i zoccoli de'pilaslri delle 3
centi dipinti e>egui!i da Filippo Lìalhi na- navi.i quali pilastri e le colonne si ciiopri-
poletano, esterii.mdo al Ijtavo artista la ranno di scaglinola; nel dipingere a fre-
sua alta sodilisiazione. Di l:di tlipinli giù sco con l* opera del magistrale [lennello
con elogi ne avea fatta la i)elhi descrizio- del cav. Gagliardi le pareti e le volte; e

ne il n.° 33 (\e\V Album, del eh. Gaetano nel fare (|uelle altre S|)leiidide lavorazio-
Ciucci, riportando il disegno del dipinto ni, richieste d<d complesso del generale
col quale espresse fr. I^'ercoldo cr)ii verso risloramento della chiesa. Faccio fervo-
certosino e padre di Papa Clemente IV, rosi voti, percliè tulli questi dicesi ah-
in allo diadditaie rimmagiiie del suo lj- biano felice e reale elfello, in onore del
glio,pufe eseguila ilal valente artista. Nel venerando simulacro tiella ss. Vergine,
i567 s. Pio V elevò a Idolo la chiesa di inesauribile e feconda miniera d'ogni
Gu-olamo degli Scliiavoni (della quale
s. grazia), di s. Biagio dell' Anello, de' ss.

tornai a ragionare ne' voi. IX, p. i23, Alessio e Bonifacio (di cui pme nel voi,
LXll, p. (65 eiGy pel suo recen le splen- LXVII, p. ic)i), e di s. Onofrio ch'era
dido ahhellimenlo), e quella di s. Eu- diaconia. Al dubliio insoiio e molivalo
femia. Sisto V nel i585 avendo decre- nella bolla di Sisio V, perchè essendo
tato colla bolla Po'^tipiani^ che il sagro stabiliti 70 cardinali, i titoli di essi co'
collegio de' cardinali fosse composto di vescovati e diaconie trovarono 7 r, ciò
si

6 vescovi suburbicari, di 5o preti e di avvenne perchè la Chiesa di s. Loren-


i4 diaconi, perciò colla bolla Religio- zo iìi Damaso, propria in perpetuo pei*

sa Sanctorwn Poutificuni, aggiunse a' bolla di Clemente VII del cardinal Pi-
, -

2.S TIT T I T
rc-CmiceUìvvc di s. Chiesa, a seconda p.ioi eseg., mentre a p. io3 e 343 ri-
dell' ordine cui egli appartiene , come levai i magnifici restauri ed abbellimea-
iiolai a' suoi luoglii, diviene commenda ti che vi si vanno eseguendo, dipingen-
s'è vescovo sidjinbicario, titolo o diaco- done a tìesco la tribuna e le pareti il cav.
nia se dell'ordine de"[)reti o de' diaconi, Gagliardiealtriegiegipitlori). !'er lasop-
come spiegò Si-ito V nella sua boH.i, e h3 pressionedel titolodi s. Salvatore iii Lau-

avverte il p. Teri»pesli,AVo/7Vz di Sisto J ',


ro, Clemente X dichiarò titolo la chiesa di
t.i,p. 4o I. Indi lo stalo delle chiese pres' s. Beinardo alle Tenue (T la quale dal . ).

Ijilerali Clemente Vili nel


fu fìssalo da Pa[)a regnante a mezzo del ministro del-
i6o2,econfeicnatoda Paolo V nel 1618, le belle arti e lavori pubblici, ora venne
lipoitandone il novero il p. Tamagna a restaurala nella gran volta che minac-
p. i4o, che nana avere Uihaiio Vili ri- ciava rovina, e nelle pareti e altre parti
piislinato quello di s. Caio, cioè non il ti- importanti. I monaci cisterciensi poi che
tolo, ma la chiesa, che nn'i a (piella vicina l'hanno in cura, [tei- vieppiù abbellirla,
della ss. hicai nazione delle Carmelitane restaurarono completamente il coro, ri-
dette le Bai-I'crinc. Questo Papa, al dire pristinando le 8 statue colossali, gli stuc-
del Ciacconio, eresse in titolo la chiesa de' chi e monumenti che vi servono d'or-
i

ss. Ambrogio e Cnrlo al Corso, soltanto namenlo, non che restaurando bellissi- i

per conferirlo al cardinal Scaglia; ma il mi altari fitti di preziosi marmi antichi.


Lardella rifci isoe che fu tumulato in tale Distrutla la chies i di s. Matteo in Meru-
chiesa, e per titolo gli dà s. Clemente: per lana, Pio VII colla bolla Christiani gre-
lale lo leggo pure nel Rondinino, De s. gi.s- Pastor,c]e-23 dicend)rei8oi, Bull.
Clcnieìil(cjits(/iic basilica, però soggiun- Ronì.cont.X. i i, p. 274)'" ^"^ ^^ce eres-
ge, che passò al titolo de'ss. XII Aposto- se in titolo cardinalizio la chiesa di s. Ma-
li, mox ad aliitm s. Caroli in i-ia Cur- òe Carmelitani scalzi.
ria della Vittoria
sii.s iiìigravit. Meglio, quanto alle notizie Gregorio XVI, secondo il disposlodi Pio
della chiesa, ne tratta \\ Piazza a p. 8 I i VII, colla bolla Romani Ponti/ices, de'
dicendo però non esattamente che Paolo 28 giugno 18 39, soppresse il titolo car-
\' so[)presse il titolo di s. Biagio dell' A- dinalizio di s. Eusebio, ed in suo luogo
nello e invece iNtituì quello de'ss. Ambro- elevò la chiesa de'ss. Andrea e Gregorio I
gio e Carlo che conferì al cardinal Sca- al monte Celio in titolo presbiterale. Ecco
glia nelitSaG, nienti e il Papa era morto le chiese di Roma cheal presente (ottobre
nel 1621. Paolo V soppresse il titolo di I
8)'') in cui è giunta la stampa) sono in-
s. Biagio, ma eresse quello di s. Carlo a' signite del titolo presbiterale cardinali
Catinari, unendovi la denominazione del z:o, secondo l'ordine ora tenuto da'car-
soppresso. Fuialmente Urbano Vili nel- dinali preti viventi, che le hanno intito-
l'est inguer lo gli surrogò quello de'ss. Am- lo altualniente: s. Lorenzo in Lucina, s.

brogio e Carlo, che finì colla vita del suo Maria in Trastevere, ss. Silvestro e Mar-
unico titolare cardinal Scaglia neli63g lino a'i\lonti,s. Maria della Vittoria, ss.
a'22 Imiocenzo X dalla chiesa di
luglio. Andrea eGregorio al monte Celio, s. Gi-
s. Agnese in piazza Navona, padronato rolamo degli Schiavoni, ss. Quattro Co-
della sua famiglia Painphilj [e. ne ripar- ronati, s. Marcello, s. Pietio in Molitorio,
lai in quell'articolo e nel voi. LIX, p. 33, s. Beinardo, s.Bartolomeo all' Isola (di
quiaggiungendo che ora fu rifatta la sca- cui riparlai a Tevere), s. vSisto, s. Prasse-
la di travertino con magnifica cancellala de, >«. Maria in Porlico (diaconia ed ora
di feno), trasferì il titolo nella chiesa di teinporaneaiueiite titolo per quanto dirò),
s. Agnese fuori le mura (sulla quale può ss. Trinità al monte Pincio, s. Agostino,
s>. Bonifacio e Alessio, S.Stefano al mon-
T IT T I T 219
te Celio, s. Pietro in Vincoli, Maria de-
s. rio della Menlorella) si lavora il pavimen-
gli Angeli, s. Marco, s. Maria sopra Mi- to di pietra, cioè marmo e bargiglio, col

nerva, ss. Marcellino e Pielio, s. Maria vespaio per rimuoverne l'umidità: vi è

del Popolo, s. INlaria della Pace, s. Silve- stata tieviata una chiavica di spurgo, la

stro in Capite, s. Calislo, s. Pudenziana, qualetraversava lachiesa; nella parte su-


s.Maria in Trasponlina, s. Clemenic, s. periore fu tolto il terrapieno, f)nnniulo-
Maria in Via, s. Agnese fuori le mura, s. si la volta; e l'aitare inaggiore, il quale era
Onofrio, «.Cecilia, s. Croce in Genisalem- fondamento, venne rin-
sulla terra senza

n)e, ss. Nereo ed Achilleo, ss. XII A|)<)Slo- forzato con un gran pilastro di ramo. Si
li, s. Grisogono. Titoli vacanti: Maria s. dipingerà la volta con ornati lumeggiati

in Aracoeli, s. Lorenzo in Pane e Perna, a oro, e le pareti ed i pilastri si colori-

s. Balbina (presso di essa il Papa Pio IX ranno a lucido, imitando diverse pietre,

ha fondato la casa di detenzione de'aii- parimenti lumeggiate a oro, come s' in-
iiorenni,a line di togliere i giovanetti dal durci anno gli stucchi e la trabeazione del-
pericolo di iiiagi;ior corruzione nelle car- le cornici. Nella sagrestia si rinnoverà il

ceri comuni, afljdandola alla cura de'fra- paviuiento, e si abbelliranno le ed


pareli;

telli della Rladonna della IMisericordia, al campanile si rimuoverà il pericolo da


istituto assai benemerito speciaiaiente nel cui è minacciato. In tutte le diaconie so-
Belgio, per la religiosa assistenza che pre- no 1 5. .Vile quali 48 ti- aggiungendosi i

sta a'delenuti nelle prigioni, come e me toli, la chiesa di Dama>o, s. Lorenzo in

glio riferisce il Giornale di Ro/na del ed 6 vescovati suburbicari, formano il


i

1854 col n.°i i 5, ii[)ortando la pontifi- numero 70, ch'è il pieno del Sagro Col-
cia visita), s. Tommaso in l'arionc, s. Pri- legio de' cardinali. Rimarca Piazza, per
sca (per la quale può vedersi l'accennato maggiore venerazione degli antichi titoli

nel voi. LUI, 233), s. Susanna, s. Pan-


p. e diaconie, che per lo piìi tutti i santi de*

crazio, ss. Quirico e Giulitta, s. Anasta- titoli e delle diaconie cardinalizie sono
sia (pel ripristinato capitolo vedi il voi, comjìresi nel canone della messa, come-
LUI, p. 229), S.Giovanni a Porta La- chè furono i primi ss. Apostoli, Martiri e
tina, in tutti sono 4^ t''o'' cardinalizi. Vergini, e martiri solamente, imperocché
De' 43 cardinali preti viventi, 3 non han- de'confessoii, per diversi de'primi secoli
no il titolo, non essendo venuti in Ro- la Chiesa non fece né commemorazione,
ma a riceverlo. Attualmente la basilica né festa, né si eressero loro uè titoli, uè

di s. Lorenzo in Damaso è commenda, a Ilari, né chiese, nési veneravano in pub-


perchè il cardinal vice-cancelliere è ve- blico le loro reliquie, ([uautunfpiede'cor-
scovo suburbicario. Le diaconie poi at- pi e cose loro se ne tenesse da'fedeli gran
tualmente occupale sono quelle di s. Ma- conto e divozione, .\lcune chiese titolari
ria in Via Lata, s. Eustachio, s. Angelo in e alcune chiese diaconali sono filiali delle
Pescheria, s. Adriano, s. Nicola in Carce- basiliche. A non dire di tutte, ma solo di
re, s. Cesa reo, Suburra, s. Ma-
s. Agaia alla qualche esempio, osserverò. Che l'arciba-
ria inDomnica, s. Mariain Aquiro,s. Ma- silica Lateranense ha per filiale la chiesa
ria della Scala, s. Maria ad Marffrcs,U\a- litolare di s. Giovanni a Porta Latina. La

conie vacanti: s. Maria in Cosmedin,ss. basilica Vaticana ha per filiali la chiesa


Cosma e Damiano, ss. Vito e Modesto, •«. litolare di s. Balbina, e la chiesa diacona-
(Giorgio in Velabro. Qui noterò, che pie- le di s. Agata alla Suburra. La basilica
senlemenle nella chiesa di s. Eustachio Liberiana ha per filiale la chiesa titolare
(delle cui bellissime campane parlai nel di s. Pudenziana (sulla quale può vedersi
voi. LI X, p. 33, e de! santo an: he nell'ar- ilvoi. Lll, p. 71), non però la chiesa dia-

ticolo Tivoli descrivcudo il suo santua- conale de'ss. Vito e Modesto come alcuni
220 T T I TI T
pretendono; im[)eroccliè il capitolo non che con qualche nozione appartenente a'
solo non vi fa mai l'uOicialuia, ma essen- cardinali vescovi suburbicari, ed a'cardi-
do riniasla senza alcuna comuni là religio- naii diaconi ; nelle quali intlicazioni ag-
sa, Leone XII sollanto la stabilì per suc- giungerò pure altre notizie, che iiìi dispen-
cursale alla parroccliia tli s. ìMaria Mag- seranno ripailarne, ed anco [)er richia-
giore, per cui è assegnata al solo parroco mate luoghi ove ne ragionai, siccome
i

per le rnu7Ìoni parrocchiali che non si intrinsecamente riguardanti l'aigoinenlo


jìoiino celebrare Uflla ba>ilica, cocne lo è vasto che vado svolgendo. Segoemlo l'or-
s. Giovanni in Fonie [)er la basilica La- dine cronologico del riferito negli artico-
teranense, e ss. IMicliele e Magno, tiella h che ricorderò, le aggiunte le collocherò
(juale riparlai a Sf:*T.*. Per queste fi- all'opportuiiilà.
gliuolanzedi titoli e liiaconie alle basili- A Chiesa, a Tempio, a Chiese di Roma,
che, più volle in>orsero<|uesrioni di com- trattai copiosamente di loro stiutlura, o-

petenze giurisdizionali tra le chiese ma- ligine, pregi, e (piali sono le più antiche;
trici che vollero sostenere il proprio/^v, nelladescrizione clelleqiiali, ancorché non
e le chiese liliali per le prerogative che più esisteuli, rilevai la derivazione de' i^y-
godono i cardinali preti e diaconi delle prannoiiii de'titoli e diaconie de'cai dina-

niedesimeje talvolta le chiese matrici con- li, All'arlicoloCARDiNALi Dis. Iìoma.naChib-


IrasUinmo a'medesimi cardinali l'erezio- SA dissi composto il Stigi-o CoUci^ìo (J,)
ne del baldacchino al trono ne'Iuro titoli di 3 cospicui ordini gerarchici,cioè di Pc' i

e diaconie, pre'enileudo doversi conten- scovi Suì>ufhic(iri, à\ Preti, e &\ D/'aco- \

tare di sole Scià' col dossello. Mi è noto, ni (T.): i \fiicov\ co' / (scoi'alì suburbi- \

che per alzaie il Irono al titolare d'alcu- cari, i preti colle Chiese (fi Roma titO'
na chiesa filiale di basilica uìalrice, vi vo- lari, i riiacoui colle Chiese di Roma dia-
leva il permesso del suo capitolo, e il solo conali. Che [)rimi cardinali erano cu-
i i

do»^ello•«euza baldacchino tanto pel gior- rali (ma a Parrocchie notai, che JN'ardi
no della festa titolare, quanto per le qua- nella stia dotta opera De' parrochi, ne-
ranl'ore, poiché in delti giorni v' inler- ga che fossero tali i cardinali con prove)
•viene il medesimo capitolo processional- o titolai i delle chiese di ItiMua, che essen-
niente a cantare le messe. Pel possesso a- do le principali si dicevano C<irdiiiali;
vendolo preso il cardinale odierno tito- nome che passò ancora a coloro che vi \

lare in pri Villo, fu eretto il trono tulio presiedevano, denominandosi cardinale


compilo nella sagrestia inlerna del mo- o priiieijìale, come piti degno degli altri '

nastero adiacente a tale accennata chie- preti addetti al medesimo tihdo. Pallai
sa, e ciò lu eseguilo senza pi-endere alcun dell'origine de'litoli presbiterali cardina-
permesso. A vendo l'alto ricerchesnlle pre- lizi, e delie Diaconie cardi/inlizie [V-jt
tensioni delle chiese matrici, per dignità non che degli ulìizi esercitali ne' titoli e
e decuro tiel sagro collegio pare che poi nelle diaconie da'cardinali preti e da'car-
si definiianno, e naturalmente a f.ivore dinali diaconi. Che anco altre chiese cat-
de'cardinali perla piena giurisdizione che tedrali e metropolitane insigni ebbero i

godono ne'Ioio titoli e diaconie, e perchè Canonici (1 '.) fregiati per distinzione del
la (ilialilà non distingue le ihieseche lo titolo di Cardinale, anzi Ravenna (K)

sono dagli altri titoli ediacrjnie.lnnanzi di ebbecanonici cardinali colle proprie chie-
trattare di <pianlo riguarda i titoli pres- se titolari. Cardinali non solo si chiama-
bilerali carclinalizi, ad evitare ripetizio- rono canonici delle chiese nell'articolo
i

ni, qui lamtnenlerò in breve quanto e con ricordati, ma ancora quelli che in altri ar-

piìi dilfuiioiie ne ragionai in alc(uii arti- ticoli notai, Come Rieti, R.imini, ec. Seb-
coli che vi hanno stretta reluì^ioue, un- bene il titolo di Ce;/ v////ci/t'ue'cauouici non
TIT TIT 111
javea nulla di comune
sublime di- colla della creazione de'cardinali, allorché va-
gnità caidinalizia della chiesa romana,ca- cava alcun titoIoodiaconia,nel notificarsi
,po e cardine di lutte le chiese, nel con- anteiiora)ente i nomi al popolo dal let-
icilio lomaiiodi Stefano 111 fu pioihito a' tore, s'interpellava seavea(|uerele da fa-
(Vescovi, preti, monaci, ed anco a'laici,di re (come praticasi pegli aspiranti all'Or-
isalirea'giadi maggiori della romana chie- r///^(" sagro e pegliiS'^;o.y<7//:/),contio quello
isa, cioè tli cardinali preti e diaconi; e s. cui il Papa voleva creare cardinale prete
jPio V con holla (de' i
7 febbraio 1 ')6'j se- diacono, per un titolo o diaconia vacan-
icondo il Piali, o de' 5 febbraio
1 1 568 al le,olrdsffrue(l;dla propria chiesa a un'ab
, dire del p. Tamagna) abrogò qiialun(|ue tra un cardinale prete, diacono o suddia-
privilegio che qualnn(|iie chiesa vantas- cono. Intel pellazioni che poi il Pa[)a stes-
se, e volle che nella sola chieda romana so faceva nel pubblicare tali cardinali do-
sussistesse come la sostan7a, cos'i il nome po la Colli'lln della M'.s.sy/(/ .), e se niu-

idi cardinale, abolendo siffatte denomina- no si presentava a reclamare, |)rocedeva


izioni e vietando che ninno si arrf)gasse alla piibl)IÌLazioiie, creazione e 01 dinazio-
jun eminente titolo solo proprio de'vene- ne, colle lòrmole riportate nel voi. IX, p.
jiandi componenti il senato apostolico, e- 3o2.Alle Orilìiiazioni dePonlefici (F.),
lettori e insieme eleggi bili óe\So/uì/ìoPon- successero poi le Proiuozioni Pohtiflcie
I

Itejtcc. Che i titoli giunsero al tnimero di (F.) che si filino \\\ Concìsloro (/ •), nia
|5o, ed i cardinali oltreché si soltoscrive- senza pid)blicaie il nome del titolo pres-
jvano e solloscrivono col nome della lo- biterale o della diaconia, cui è destinato

1
ro chiesa titolare o diaconaIc,e sino al se- relelto,dicen(losi dal Papa soltanto l'ordi-
j
coloX V II cardinali preti venivanochia-
i ne de'preli o de'diacoui al quale deve ap-

. mali col nome di loro chiese titolari in partenere, tanto s'è creazione con riserva
1
vece del vognoine,coù i ve-^covi, cos'i i dia- in pel to,qunnlo s'è creazione e contempo-
coni, e questi anticamente pure col norae ranea pubblicazione; poiché il titolo pres-
j
della lU'^ìOì/e che eziandio sovrastavano biterale e la diaconia si conferiscono in

jcon giurisdizione inclusi vamente sul cle- altro concistoro con tutte quelle ceremo-
j
IO. Però avvertii nel LV,p. 88, che
voi. 1 ì niee fuiiuole che riportai nel § VI, n.° III,
cardinali preti di s. romana chiesa aggiun- dell'arlicdo Cardinale, notando che tal-
; gevano il titolo di loro chiese, come un'ag- volta il Papa in sua camera, e non in con-
; giunta posteiiore alla sostan/a della di- cistoro, asscgnòa'cardinali i titoli e ledia-
'
giiità. Che vi furono alcuni cardinaliiy^/^/- conie, e impose loro Anello cardinali-
\'

iliacoìdi^T .) di s. romana chiesa. Che i ti- zio (T.), col quale intende congiungere
toli cardinalizi erano riguai (lati quasi dio- e sposai e il cai dinaie colla sua chiesa [ires-

cesi, ed i cardinali preti nelle loro chie- biterale o colla sua chiesa diaconale a cui
se godevano d'un diritto quasi vescovile, l'ha preposto. Leggo in Nardi, che il car-
e lo ripetei a Penitenziere maggiore; e dinal Dicchieii nel teslamentochefèrenel
che cardinali diaconi nelle loro diaconie
i 1227, (hiamò il suo titolo de' ss. Silve-
potevano usare quasi episcopalegiuiisdi- stro e Martino Sponsa inca. A'soli car-
zione. Del numero de' cardinali compo- dinali presenti in curia, conferendosi il ti-

nenti il Sagro Collegio in varie epoche, tolo presbiterale o diaconia, agli assenti

e perciò (pianti titoli presbiterali erano oc- cardinali di stirpe regia, i Papi per specia-
cupati. Enumerando i cardinali creati in le distinzione con l'invio altresì del Cap'
giovanile età, rimarcai esempi de'ti- gli pel lo cardinalizio (f^.) e dell'anello car-
loli presbiterali loro conferiti, sebbene per dinalizio, conferiscono il titolo presbite-

l'ordinario si creavano dell'ordine diaco- rale o la diaconia. Riportai i 3 ultimi e-


nale. Dissi che tra le ceremouie antiche seinpi, il più recente essendo quello del
e

?.i2 T 1 T TIT
caii]'\na\ Ranieri [7 .)iiici(luca cVAusliia, vescovato, titolo o diaconia di cui è de-
crealo cardioale da l'io VII ne!i8ig,coii corato. Sulla Cnnsagrnzioiie del Papa
l'allocuzione Qiidfn ililcclissiniiis-. pres- nuovo, non è Sacerdote, Diacono n
se
so il /jiill. Ixoììi. cont. 1. 1
5, p. 2 I 4-Uri al- Suddiacono, ancorché dell'ordine pres-
tro cle'3 fu il cardinal Gio. Teodoro di Ba- biterale, Irnllai in quegli artii:oli. Dissi
iii'ia. il quale essendo divenuto i ."dell'oi- del privilegioche godesi da'primi 2 car- i

cìine di;'preli,egualn)eiile assente fu tras- dinali vescovi e preti, sebbene non inter-
ferito in concisioio al titolo di s. Loren- venuti al conclave, con ogni novello Pa-
ìo \a Lucina, che [)ei- l'oidmaiio si attri- ]ia, per la nomina e piesenlazione all'of-
buisce al 1 ."cardinale deli'orduie presbi- ficio di Palafreniere (T .) pel suo servi-
terale. Nelle biografie de'cardinali rimar- zio, d'uno de' servi più antichi di livrea
cai <|uelli di stirpe soviana che ricevero- della Famii^lia de Cardi nali[T\),ì qua-
no i titoli e le diaconie sebbene non ve- li se non vogliono lasciare il loro padro-
nuti in Pioma, ad unta che ogni cardinale ne, ricevono un compenso diioo scudi;
sia obbligato recarvisi per ricevere il cap- che nelle vacanze de'palafrenierati poii-
pello, il titolo, la diaconia, 1' anello, per lifloii nominano successi vamente gli altri

cui chi non vi si reca, neppure pel Cou- cardinali preti che in ordine succedono al-
cltu'cfì .^,n)uoie senza tali principali in- l' ultimo cardinale presentatore. Riferii
Scgnedel cardinalato, e senza titolo o dia- quale com[)enso anticamente aveano gli

conia, come avvenne al cardinal Richc- altri donteslici de'cnrdinali,a'padroni de'


licii ad onta di sua celebrità e possanza. quali non era dato fare tale nomina. Che
IN'on inancanoesempi,epuiino vedersi nel- i caidiDuli preti e diaconi, rilenendo i lo-

le biografie, di cardinali di singoiar me- ro titoli e diaconie, con indulto pontifi-


rito, che senz' essere di lignaggio regio, cio ponno essere anchearcipreli delle pa-
senza portarsi a Roma, cui scmo obbligali triarcali Bttsilicìic di Roma, delle (juali
anco per la visita a' LìminaJpostoloruni riparlai aTEMPio, e l'odierno esempio del-
(T .), Papi loro mandarono il cappello e
i l'ai cibasilica Lalcranense lo registrai nel
l'anello cardinalizio, inunoal conferimen- voi. LV, p.igo;così i vescovi suburbica-
to del litoloo della diaconia.Qui solo ram- ri, e ne abbiiimo due attuali esempi nelle

menterò (he ciò fecero, ^'icolò V co'car- basiliche di s. Pietro (il cui arciprete fu
dinali 7io///i vescovo d'.\uluii,e Cusa ve- chiamato Proto- Preshjter e Prinius-
sco\odi Bicssannoiie; Paolo nicol cardi- Presì yler) e di s. Maria Maggiore. I car-
nal r'(7i7'/;/legalodir.einiania e poi I/cìt- dinali vescovi subiirbicari talora ritengo-
cello IL E singolare il caso del cardinal no in Commenda (V.) il loro anteriore
Ciceri vescovo eli Como, poiché sebbene titolo. Il cardinal Annibale Albani prete
si recasse in Roma pe'cotu:lavi in cui fu- di s. Cleiuente, divenuto vescovo siibur-
rono eletti Alessandro Vili e Innocenzo bicario, ritenne il titolrj in commenda,
XII, non ebbe il titolo cardinalizio, che da esso venne continualo a chiamarsi//
in laicongiuntura sogliono ricevei ei car- cardinal di a. Clemente. Si legge nel
dinali che si pollano in Roma. A meglio 4 7 ti»-'' Diario di Roma del 847, che
11.° 1

assicurarmi di ciò, esaminai l'Ughclli, il nel concistoro dell' i giugno fu preco- i

Cardella, Guarnacci ove les-


il Novaes, il nizzato vescovo subui bic.u io di Sabina il
si che real-
l'epilaflio sepolcrale, e trovai cardinal Giacomo Luigi Brignole, il qua-
mente fu a'due conclavi e moTj senza ti- le essendo già titolare di s. Giovanni a
tolo presbiterale. Nell'articolo CAtiDiNAH Porta Latina l'avea ritenuta in commen-
inoltre narrai, che seguila VFAezioiie del da quando passò al titolo di s. Cecilia, e
Pfi])a[1 .). si pubblica al popolo il cardi- nel dello concistoro dimessa la commen-
nale esallulOj facendosi menzione del suo da, in vece lilennc per tale il titolo di s.
I
-J- i T T I r 2^3
;
Cecilia. Un caiclinale prete dunque [uiò esempi anche di laici graduati, e di
slmili

,tjllre il suo litoloaveiiie altro in coiuiuen- un Eustazio duca donatario della basili-
da, come pur fece il caidinal Fcscli (T .)' ca e diaconia di s. Cosmedin,
Maria in
Il cardinal Giovanni Conti prete de' ss. il cui cardinal diacono l'avea nominato
Nereo ed Achillcu.'passò al titolo di s. Vi- Z?/.Ny;e/;.s7Zto7' provveditore della mede-
tale e assunse in coiomenda la diaconia sima. Questa diaconia nel i
55') fu data
|di s. Adriano. Il cardinal Nicolò Caddi per titolo presbiterale al celebre cardinal
vescovo di Feituo, ma non consagrato, Reginaldo Poluj e prima di questo tem-
diacono di s. I\Liria in Via Lata, questa po e nel j4<)9 'anche il cardinal Raimon-
ritenne allorché passò all'ordine de'pre- do Pt/'(7?//fZ ottenne in titolo presbitera-
ti, quale titolo presbiterale per autori- le la diaconia di s. Maria Nuova. Ritiene

tà pontifìcia. 11 cardinal Matteo Ln/igio Adami che nel secolo XIII o poco pri-
,

vescovo di Gurckfu fatto da Giulio li nel ma fu introdotto l'uso di tenipoi alleameli'


i5i I diacono di s. Angelo, indi otten- te dichiarare titoli presbiterali le diaco-
ne da Leone X, finche vivesse, che tale nie, per mancanza di titoli o per divozio-
[diaconia fosse titolo presbiterale, al qual ne del cardinale che bramava d'esserne
lordine era passato. L'Adami, Ricerche insignito. Nel j 748 il cardinal di Yurk pas-
\del carcere Tulliano, pai landò di cer- sando jiU' ordine presbiterale, con bene-
ilo Romano Procurator \'cl Rcctor, et placito di Benedetto XlV,riteime per ti-
\Preshyter in Ecclesia, della diaconia di tolo la chiesa di s. Maria in Porlicn seb-
js. Nicolò in Carcere (de' ciw grandi re bene diaconia: come a'nostri giorni fece
istauri che vanno ora operando trai
ivi si il cardinal Altieri colla stessa Chiesa dì
Hai nel voi. LXXlll, p. 3o8 e seg.), egli s. 3Iaria in Portico, già diaconia, in cu-

crede che per la sua pietà e ricchezza fos- ra de Chierici regolari della Ma tire dì
I
se stalo fatto dal cardinal diacono dispen •
Dio (T,), e lo appagò Gregorio XVI, il

isaloreo provveditore della diaconia, oche che notai nel voi. L, p. 82. Sulla prece-
[la godesse in amministrazione e in com- denza (\e Cardinali, ivi dissi che pnnno
menda, che quanto a dire in qualità
va! essere vescovi sia di carattere, sia di giu-
d'economo; imperocché osserva, che do- risdizione, ed i primi talvolta haimo,se
po il secolo VII crescendo fedeli econ- i già cardinali, un titolo //; partihiis, cioè
;
seguentemente il bisogno degli operai, se essendo dell'ordine de'preti vengono
non essendo più capaci di tanta quantità ordinati vescovi per esercitare le funzio-
idi preti i titoli presbiterali, i quali dovea- ni episcopali, il quale titolo poi tralascia-

ino pure vivere dell'altare cui servivano, no, come il ricario di Roma e l'abbate

I
ritraendo molte loro
la sussistenza dalle commendatario e ordinario di Stibiaco, i

j
fatiche, dalla Sportula (f.),o altro n»o- cui ultimi esempi notai nelle biografie dei
|do di Rendita ecclesiastica {f .), si pas- cardinali Ziirlii e Polidori j mentre in
j
so da'Papi a destinarli alle diaconie, an- quella del cardinal di York riportai uno
I
zi divennero necessaii per la celebra7Ìo- de'casi speciali. Che i cardinali preti nel-
ne delle n)esse, che già dalla pietà dfTe- le Caj)julle pontifìcie (T .jcelebranopon-
deli si cominciavano ad aumentare nel lificalmente la messa e altre funzioni, ciò
numero. Dipoi ealmeno nel secolo X, per ch'è vietato a'cardiuali diaconi, sebbene
la molteplicità de'preti. cominciò il biso- per carattere preti, e vescovi anche di giu-
gno di destinar quelli che doveausi ordi- risdizione, non potendo essi pubblicamen-
nare con qualche Titolo Clericale (T.) te fare sagre funzioni non inerenti all'or-
alle diaconie ancora. Crede dunque che dine diaconale, occorrendo altrimenti la
Romano fosse uno di essi, e perciò fiori- pontificia autorizzazione. Arroge che an-
,
to nel secolo X, Di più 1' Adami riporta co qui ricordi il singolare caso del cardi-
2?.i TIT T I T
nal Cnilo O uà ì ticri \cicovo di Fermo e ni all'ordine de'preli, i quali colla prero-
diacono di s. Pancrario, cliiesa piesbile- gativa del salto prendono il posto d' aii-

lale divenuta pei' lui dÌHC()nia,e>isentlo oc- ziaoilà, ecome essi oliano a'vescovali su-
cupale al suo lenipo tulle le lilol;ni, clie burbicari. Che i paS'iaggi nalurali dall'or-
pii>sò al titolo (li s. Eusebio, nell'oc-ra-io- dine de'preli a quello de've>covi si ponno

ne cl)e essendo mancalo nelUi coppella ricusare, a meno


Papa non brami
che il

ponliHcia dovea celebrai la n)essa,e


clìi opressainenle che abbiano iuugo. Le re-
Irovandosi che non l'aveo cele-
egli s«)lo golari ozioni derivarono dal giande Sci- ,

brala, Clemente IX per non allei arci ri- .s///c7( A.) d'occidente, nel (|ualea un lem-*

ti lo dicbiaiò dell'orduie de'preli, onde no divisi fedeli iieHubbxlienza a Papa


i ,

procetie«se alla celebrazione. Discorsi del -


Gregorio XII, ad AlessandroV elellocon- j

VOzìotic[l .). aspiro e passaggio da un ve- Irò ili lui nel Sinmlo (^ •)<li Pifta, edal-
scovato suburbicario ad altro, da y\{\ ti- l'anlipapa Denedello XIII, e ciascuno di ,

tolo adda una diaconia ad altra, da


altro, essi avendo creati cardinali e anlicardina- 1

un ordine ad altro; ozione die può f>irsi li de'medesimi vescovati suburbicari, li- i

in concistoro non solo d;dlo ^te^S(J cardi- Ioli e diaconie, occupati da altri, essendo

nale in esso presente, ma ancbe ila'cardi- 3 collegi cardinalizi, Alessandro V col-


i

nali assenti a mezzo d'altro c.irdimde de- le ozioni volle riparare al mosti uoso di-
putato in procural(jre. Dtd i.°caso l'ulti- sordine, cioè cu'cardiiiali che lo riconob-
mo esempio lo riferisce il n.°287 del G/w- bero e che aveano abbandonato il vero
nale di lìonifi del i853, dicendo «he in Papa e il falso Papa, molti de'quali avea-
quello de' g dicembre il cardinal Adi ia-
i no il medesimo vescovato, titolo e diaco-
no Fiesclii presentatosi a'piedi ilei Irono nia. L' ozione per qualche tempo non si

per chiedere di poter la^ciare la diaconia mantenne stabilmente, ma dipoi fu sta-


di s. Muìlyrcs. e oliare al ti-
.Maria tul bilita con provvide leggi ponlilicie. I noa
tolo di Maria della Vittoria, il Papa
s. presenti in curia non ponno oliare, senza ,

benignamcnle annui. Del i.° caso l'ulli- dispensa del Papa. Piilornando all'artico-
ino esen)pio lo riportai a Ozione, in uno lo CARniNALi, raccontai che sino al decli-

alle relative forinole, dicendo del cardi- nare del secolo decorso in Co /ristoro, ove
nal Macchi che per l'infermo cardinal Mi- neri|)rodiissi le furmole, facevano il /-*/'C-
cara, e pi esente in Pioina,oIlò al vescova- ro/»'o(/^) anche i cardin.di preti nel pre-
lo suburbicario d' Ostia e V'elletri. Ora conizzare i vescovi e gli abbati nullius
leggo ne'n.' 17.1 e 228 del Gioriinle eli dioccesis.eà i vescovi in parlifms, massi-
lioiiìa, the nel concistoro de'2b) settem- me i cardinali Prote ti ori {^1^.) d'imperi,
bre 855,
1 il cardinal Patrizi a nome del regni e nazioni, il cardinal Cnnier/cngo <

cardinal Fransoni (presente incuria, ma del sagro Collegio {f^.); e che Urbano
indisposto) oliò al titolo dis. Lorenz^ in VII! concesse al cardinale ."prete di f ire 1

Lucina (vacato morie del carclmulpei' < )- il processo delle chiese suburbicarie e di
pizzoni), dimeltendo cpiello di s. Maria in proporle, privilegio poi passato ne'cardi-
Aracoeli; e che a'3o sellembre il cardi- nali Fieari di Roinn. Uicordai l'insegne

nal Fransoni prese possesso in forma pri- eledislinzioni cardinalizie, le f^'cv^/ usua-
vata nella sagrestia di s. Lorenzo in Lu- li e sagre proprie di ciascuno de'3 ordini;
cina di cpiel i.° titolo presbilerale, a cui le facoltà de'cardinali per disporre in fa-
avea oliato in dello concistoro. Ozione vore de'Ioro titoli, diaconie e altre cine- '

chiamasi pure, quando cardinali pre- i se, de' loro sagri Utensili (K) alla loro

ti o diaconi, nel dimettere i loro liioli o morie, senza le quali facoltà divengono!
diaconie, talvolta oliano di ritenerle in proprietà della Sagrestia pontifieia a ti-
commenda. Come nel passaggio de'diaco- tolo di Spogli ecclesiastici {y.)i\ic\- f^^''^\
T I T T I T 225
ne tpnnl proposito nel voi. LX, p.igi, e cnni erroneamente pretesero, ne sarebbe
specificai le qualità delle SuppcUcltili sa- derivata la strana conseguenza, come be-
gre, colledebite eccezioni. Terminai l'ar- ne notò il gesuita p. Oldoino nelle note

! liccio €ap.di\ali, con pai lare del Piatto al domenicano p. Ciacconio, Pitae Pon-
'
r/7;-<7/«r?//z/o
f/'.^j"
de' cardinali deposti tiflciim et Caidinaliuin. che nella stessa
I dalla Porpora [l^.), da' vescovati, tiloli chiesa titolare vi sarebbero stati talvolta

I e diaconie, ed esclusi dal concorrere alle- sino a 3 preti cardinali msieme, cosa alie-
I
lezione pontificia; de' cardinali celebri e na dal costume della chiesa romana, per
j
de'loro/w//«'/Y///.NeirarticoloPRETiCAR- quanto in contrario ne scrive Laderchi,
'
DiNALi, rammentati i pi incipali articoli nei nella Dissert.de s. Basilicis ss. Marcel'
i
quali ragionai di loro,dicliiarai che il no- li/li et Petri, A Preti GARomALi rimar-
me Sacerdote si usa nella chiesa per
di cai che gli antichissimi ordini gerarchici
I
.tignificare il Prete o sagro ministro del- de'cardinali preti e de' diaconi sono ante-
i
l'altare, eziandio non provvisto di veru- riori a quello de' vescovi suburbi cari, qua- i

i na Dignità, Benefìcio, Titolo clericale li però già trovansi nel 769 fiire il servi-

I
e Prebenda, e che cardinali titolari del-
i ùoEhdoinadario (/^.),celebrando pel Pa-

!
la romana piuttosto sono stati chia-
chiesa pa nell'altare pontificio dell'arcibasilica e
i nìati /;/r// che mrerr/o//. come piìicospi- Chiesa di s. Giovanni in Latcraiio. E-
i
cuo nella chiesa, lasciato il 2.° come più gualmente nelle patriarcali basiliche, cioè
i
comune a tutto il clero: /?/f //come pro- Chiesa di s. Pietro, Chiesa di s. Paoloy
prio della legge nuova, sacerdote come Chiesa di s. Maria Maggiore, Chiesa di
universale e già comune agli ebrei ed ai s. Lorenzo fnori le mura[F .),\n ciascuna

pagani. Tornai a spiegare il vocabolo Ar- nell'altare pontificio celebravano pel Pa-
ciprete del pre?!)iterio del Papa ossia sa- pa ogni giorno l'ufliziatura ebdomadaria
gro collegio. Che arciprete di s. romana 7 cardinali dell'ordine de'preti e di quei
chiesa chiamò ih, "de' cardinali preti,
si titoli che nominai in tali articoli, tranne
dalla remota antichità sino ai secolo XII, in quella di s. Lorenzo e per la quale qui

in cuicominciò a intitolarsi Priore (nel vi supplisco. Il cardinale prete titolare di


quale articolo riparlando del priore 01.° s.Prassede celebrava la domenica, quello
cardmale diacono, rammentai le sue pre- di s. Pietro in Vincoli il lunedì, di s.Lo-
rogative antiche e attuali), e col titolo di renzo in Lucina il martedì, di s. Croce
I ."prete della Chiesa di s. Lorenzo in Lu- in Gcrusalemmme il mercoledì, di s. Ste-
dna. E qui con Cardella, J\Iemorie sto- fano Piotondo o al monte Celio il giove-
riche de' Cardinali, ìovno ad avvertire, dì, de' ss. Gio. e Paolo il venerdì, de' ss.

che gli altri arcipreti de'titoli non erano Quattro Coronali il sabato. Di questa uf-
propriamente e veramente cardinali, ma fiziatura ebdomadaria nelle dette 5 pa-
preti minori a'cardinali titolari e ad essi liiarcali bnsdiche , tratta il Piazza nella
soggetti, poiché anticamente titoli car- i Gerarchia ecclesiastica, ed il Borgia nel-
dinalizi nella piìi parte erano anche Co/- la FaticanaConfessioh.Petri.Qytauio al-
legiate (^ .)di canonici secolari, con pre- la b.ìsilica patriarcale di s. Lorenzo e suo

ti e diaconi. Distinzione che fecero, oltre Ciiniterio pubblico, ne riparlai ne' voi.
il citato Crescinibeni, il Tamagna e il Nar- XIII,p.i53,LXIV,p..49ei6i,LXXIII,
di, i quali pure notano che il cardinale di- p.349> dicendo ancora che il Papa Pio IX
ce vasi prete del titoloj gli arcipreti, ar- ora ha datoa'cappuccini in custodia la ba-
cipreti nel titolo; i seniplici preti subor- silica e il cimilerio. In prova di che riferì
dinati, y7/r///?<'///Vo/o. Che se gli arcipre- il Giornale di Romaàe^W^oiiohve 855 1

ti de'titoli cardinalizi, e i preti minori dei essersi neh." di detto mese recato il car-
titoli tutti fossero stali cardinali, come al- dinal Patrizi vicario di Roma alla basili-

VOL LXXV. i5
0.26 T I T T 1 T
ca di s. Lorenzo fuori delle mura, ove fe- fitte dal 1848 in poi, dopo che per so-
ce leggere alla presenza del magistrato <li vrano di lui volere una tale amministra-
Roma il breve col quale il Papa Pio IX, zione passò sotto la dipendenza del comu-
previa cessione volontaria de'KR. Cano- ne diRoma: poscia s'intiatletuie sul va-
nici Laleranetisi, dispose che quella ba- sto campo scompartito in granili riquadri
silica sia aflidata alla custodia de'RR. pp. intersecati da viali, e su tutlociò che ri-

Cappuccini, unitamente pubblicoCimi al guarda progetto di sistemazione del det-


il

terioadossa attiguo. Che da quel giorno è to luogo sacro alle ceneri de' trapassati.
stabilito colà una sufìiciente famiglia di Mentre il Papa esternava la sua a[)prova.
delti religiosi cappuccini per uffiziare tan- zionesid nuovo igienico metodo di seppel-

fo nell'antichissima b;isilica, quanto la limento a sterro, introdotto fin dal giugno


chiesa del cimilerio. Quindi il n." 235 del 1 85 1 ,e commendava le cure del cav. Ami-
Giornale pubblicò: Che nelle ore pome- ci consigliere deputalo del cimilerio, non
lidianede' IO ottobre I 855 il Papa Pio IX cessò di manifestare il suo fervente deside-
si recò nella basilica di s. Lorenzo fuori riodi vederequant.o prima ridolto(}ueira-
le niuia , ricevuto dal p. Clierubino da silodi morie nella forma di vero Campo-
Ligorelto cappuccino sopeiiore e pai ro- santo cristiano. Anche l'isolamento della
co della basilica, e dagli altri cappuccini basilica dalla soprastante collina, princi-
(ormanti la nuova famiglia, la quale con pialo dal governo e continuato dal comu-
breve apostolico de'i3 luglio fin dal i." ne, richiamò la pontificia attenzione, per-
ottobre trovavasi stabilita nel luogo per chè così (piel prezioso monumento della
adempiere le funzioni parrocchiali, udì- cristiana antichità sia prc'^ervalo da'dan-
ziare la basilica , e custodire l' annesso ni di smottamenti e di umidità, e da 0-
Camposanto, come pure per esercitare gni lato campeggi più maestoso. Trovo
in esso tutti gli uftìcii di religione verso i poi annunziato dal u.° i.^G del Giornale
defuntiche vengono sepolti. Il Papado-
vi di Roma, l'invilo per l'impresa della co-
po aver venerato il ss. Sagramento, di- struzione del muro che deve ricingere il
scese nella cappella della confessione, do- pubblico cimilerio al Varano presso la ba-
ve trovansi fin da'tempi di s. Ciriaca e di silica di s. Lorenzo, per 1' erezione della
l'elagio II, i corpi del santo titolare e del nuova cappella e di altri manufatti da e-

protomartire s. Stefano. Quindi osserva seguirsi nel pio slubilimento, a cura del
la la recente escavazione fatta eseguire dal comunedi Roma.Rilornaiulo al cenno sul
comune di Roma di due delle 3 navi mi- ricordato articolo Preti Cardinali, dis-
nori di quella parie di basilica, ascese alla si inoltre anche in quello che i cardina-
già canonica de'canonici regolari Latera- li preti e diaconi nella chiesa romana, ap-
ora lidotta a convento per la no-
iiensi, partenenti al Prcsìiitcrio jìontificio, fu-
minata famiglia di cappuccini; e traver- ronosempre affatto diversi dal numeroso
sando corridoi e le stanze, osservò le ri-
i stuolo de' preti e diaconi minori addetti
duzioni ed ristauri che vi si vanno ese-
i olle chiese di Roma per la diurna e not-
guendo per ordine suo ed a sue spese. U -
turna Salmodia, pel servizio ebdouìacla-
scito poi per la porta che mette al Cam- rio in comune e pe' bisogni del popolo.
posanto, primieramente fermò si in quel- L'arciprete 01 ."prete cardinale nonavea
l'altura sotto cui corrispondono le cata- wn titolo fisso e proprio deh ."dell'ordi-
combe e il cimiteriodis. Ciriaca, ove l'ur- ne presbiterale, come non eravi diaconia
."
chitetto comimale conte Virginio Vespi- o regione speciale per l'arcidiacono o 1

gnani, direttore do'l avori che si esegui- de'cardinali diaconi, poiché la chiesa di
scono in (piel luogo, ebbe l'onore di po- s. ìMaria inDomnica lo fu solo in antichis-

tergli dare spiegazione sulle ampliazioni simo tempo.llPiazzanellaGrr/7rr///// tv//-


TI T T 1 T 227
I
(li/uilizia, riconosce per i ."titolo presbite-^ ria in Trastevere (f.), e perciò, di venuto
rale riiisìgne basilica e Cìiicsa di s. Maria vescovo suburbicario, continuò ad abitar-
in TrastcK'crc, per le pieiogati ve anche vi, con autorizzazione pontificia. Paolo V.
neirarticolo in tliscorso indiiate e ne'vol. per ingrandire il palazzo Quirinale v'in-

LXIV.p. 294,LXXIlI,p.85.T..ltavolta corporò nel 1608 l'ospizio e chiesa, che


dalla corisiiclti(Jjiie fu .stabilito che al car- ivi aveano Cassinesi (T.), ed in com-
i

tliiial I ."prete venga conferita per titolo la peuNO die loro il palazzo di s. Maria in
Chiesa di s. Lorenzo in Lucina; ma tal- Trastevere e lo rifabbricarono, conce-
volta i cardinali cui toccava preferirono dendo il Papa con suo moto-proprio al
rimanere nel precedente loro titolo e non cardinal titolare annui scudi 4'>-o per in-
vi oltarono. E' diritto de' soli cardinali dennizzo, e per le ragioni che sul mede-
presenti in curia l'ottarea detta chiesa se simo edifizio avea il capitolo della basi-
divenuti primi dell'oidine de'preli,il che lica, gli assegnò annui scudi 00. Passato 1

non pouno se assenti come per ultimo , il titolare, a cui era stato accordalo il com-
avvenne al cardinal Brancadoro. Ripar- penso, al vescovato di Frascati (pare che
lando del palazzo contiguo già de'titolari sia il cardinal Pierbenedetti: meglio eva-
e da loro edificato, dissi che Piazza rife- dere Moretti, i\"of/7/(7 Cardinalinni Ti'
il

risce ricevere il cardinale ."prete ch'è in-


i tulariwn insignis Basilicae s. 3Ianae
signito del titolo 800 annui scudi diVChie- Trans Tyherini a p. 43 e seg.), Paolo V
regolari ìninori che l'hanno incura,
i-ici con altro suo moto-proprio hberò 1' era-
per compenso del palazzo. Ciò sarà stalo rio della camera apostolica dal peso del-
anticamente e prima che acquistasse il pa- l'assegnt) da lui fatto a fivore del titolare
lazzo rOttohoni fanìiglia {T^.), la quale j»'0-ten?poi'e, ma restò e 1 està tuttora in
somministrava a! cardinal titolare una vigore fanello di scudi 00 annui in favo- i

somma d'antnii scudi; finché la riobilefa- re del capitolo. Il Palazzo apostolico di


miglia volendo redimersi da tal canone, s. Marco [T.) presso l'omonima chiesa
convenne col cardinal Opizzoni titolare lo edificò pe'successori il titolare di essa
della chiesa per un compenso, la quale cardinal Barbo poi Paolo II, onde il pa-
somma fu dal porporato convertita io tan- lazzo divenne pontificio. Pio IV, che pure
to consolidato romano a favore suo e dei l'abitò, ne destinò p;irte al cardinal tito-

aggiunge inoltre,
successori nel titolo. Si lare di s. Marco, e il resto donò alla re-
che il principe Ruspoli ancora paga an- pubblica di V^eiiezia,per cui ne prese il no-
nui scudi 83, per le case contigue al suo me. L'ultimo cardinal titolare che abitò
palazzo, che limane rimpetto di fianco al- il suo appartamento fu il cardinal Flan-

la chiesa, coniechè a questa appartenenti, gini, indi nel 1 80 1 fatto patriarca di Ve-
ossia al titolare. Qui noterò che antica- nezia. Sui palazzi contigui alla chiesa dei
mente i cardinali titolari eicardinali dia- ss. XII Apostoli, eh cui riparlai a Palaz-
coni aveano l'abitazioni propinque a'ioro K<j APOSTOLICO de'ss. XII APOSTOLI, nelle
titoli e diaconie, e molti di essi vi fabbrica- preziose MeniorieColoiuiesicom[Ti\\ale ed
rono de'palazzi, il che riportai alle loro ora pubblicate dall'indefesso e eh. Coppi
biografiejaltri li restaurarono e ampliaro- (e delle cpiali l'egregio Prinzivalli ne dà
no, come fecero i cardinali Savo Millini interessante contezza nel n.°24 e seg. del
(F.) col palazzo del suo titolo di s. Pietro %\ìoEptacordo), trovo le seguenti nozio-
in Vincoli, fabbricato da Giulio I[(L'.) già ni. Martino V Colonna con alto de'i3 ot-
suo titolare pe'cardinalititolaridella stessa lobrei4'9 concesse a Giordano e a Lo-
chiesa acciò l'abitassero; e J/o/'o/z/ (/''.) col renzo suoi fratelli in enfiteusi perpetua
palazzo del suo titolo di s. Maria in Tras- un palazzo contiguo alla chiesa de'ss. XII
tevere, già Palazzo apostolico di s. Ma- Apostoli per essi e loro eredi e successori.
20-8 T 1 T TIT
coll'annno canone di io lilìbiedi cera al le nel giorno 1. "di maggio al cardinal li-

cni'dìnal prete del lilolo di essa basilica. tolare di quella basilica: il succesNore Leo-
jVon vi è meinoi in sull'epoca anleiioie e ne X ampliò la concessione di Giulio 11,

piecisa, in clie i Colonnesi incon>inciaro- in favore di Fabrizio e Pios[)ero Colonna.


iioad abitare presso la delta cliicsa. Mar- Sisto A^velle che il cardinal Ascanio Co-
tino Y fece racconciare il palazzo de' ss. lonna gli vendesse il palazzo adiacente al-

7\ postoli e l'abitò nella più parte del suo la chiesa dess. XII Apostoli, detto del Va-
pontificato, ed in esso morì, venendo se- so o della Torre (pel vaso marmoreo ivi
polto nella basilica Lateranense(diche ri- esistente e per la sua torre), e per uso del
pai lai a ss. Teste), ritenendo positivamen- Collegio eli s. Bonaventura (1 '.) fondato
te il Coppi, cbe di tale Papa fu lo sche- dal Papa. Al presente il solocardinal vice-
letro trijvalo nel i853 nel trasporto del cancellieregode eabita il magnifico palaz-
suo inoiuinienlo sepolcrale, e perciò ripo- zo della Cancelleria ,
adiacente alla sua
sto sotto il medesimo (Ma avendo io te- chiesa di s. Lorenzo in Damaso. Molti pa-
nuto proposito ragionato sulla identicità lazzi de' cardinali litolari furono incorpo-
ilei supposto scheletro di Martino V, con rati a' conventi e monasteri costruiti ac-
chi presiedette agli scavi, e col chirurgo canto alle chiese presbiterali. Riparlai a
palatino Luigi Rocchi, destinato dal car- Preti Cardinali delle loro commende, dei
dinal segretario di slato a periziare il ca- cardinali diaconi che ad un tempo furono
davere pontifìcio che credeva trovare
si vescovi ordinari e abbati //»///« v,de'diaco-
nel monumento o sepolcro, in aggiunta al ni cardinali che si ordinarono preti senza
da meriferitoa Sepolcro de'romaSi Pon- entrare neirordine,de'cardinali dell'ordi-
TErici, ed a ss.Teste, posso dichiarare.Che ne presbiterale che riceverono il sacerdo-
nulla rinvenne nel monumenlo, onde
si zio dopo molti anni, delle diaconie confe-
continuandosi gli scavi, si trovarono tra rite leinporaneameiite per titoli. Che il

° come
la terra un metro sotto il monumento va- cardinal i prete, il cardinal i ."dia-

rie ossa nude, senza alcun segnale ponti- cono non godono il titolo >\\Prior Prcshi-
fìcio, e anzi mancanti nel preteso schele- teì'oruni e di Prior Diai onorimi, se as-
tro di Martino V; e d'altronde se ne rin- senti da Roma, supplendoli chi viene lo-
Tennerodellesupeiflueein più, cioè un o- ro appressojossia il più antico tra'residea-
mero, una fìbula, una tibia, una rotula, ti in Roma. Che i cardinali preti, se insi-
un astragalo, e varie ossa del metatarso e gniti del carattere episcopale, ponno con-
falangi , unitamente a vari denti equini. sagrare in Roma e altrove i vescovi, su di
Tutte le quali ossa furono poste nella cas- che può leggersi il voi. Ll,p. 3oo: ponno
sa di cipresso, apparecchiala all'uopo, che ancora esercitare altre funzioni proprie
poi fu messa in altra di piombo. Quindi del grado vescovile, come narrai a'ioro
si trasportò la cassa nel mezzo della nuo- luoghi, ed usare la Croce jiettoì-ale (/ .).
va confessione della basilica, e sopra vi si Che Pio VI dispose, che in mancanza vlel
collocò l'antico o sepolcro).monumento più antico cardinal prete della Marea, da
]Nel 5o6Marc'Ant()i)io Colonna sposòLu-
I Sisto V dichiarato piotelloi e della sua
creziaGara della Rovere figlia di Lucchi- cappella Sistina di s. Maria Maggiore, e

na sorella di Giulio li, il quale Papa per- de'collegi di S.Bonaventura di Roma e di

ciò concesse allo sposo ili eiifìteusi un pa- Monlalto di Bologna; olire la prolezione
lazzo che da cardinale avea fatto costrui- della chiesa di s. Salvatore e collegio Pi-
re fra le rovine d'un antico palazzo Co- ceno (come rilevai pure nel voi. LV, p.

lonnese al lato settentrionale della chiesa 336), il cardinali." prete fosse protetto-
de'ss. XII Apostoli, e ciò coll'annuo cano- re della cappella Sistina di s. Maria Mag-
ne di 4o ducali, da pagarsi annualmeu- giorcjil cardinal protettore de'iniuori con-
T I T T IT 229
ventuali lo fosse ilei collegio di s. Bona- zione, l'esequie e la tumulazionede'cada-

ventura; e protettore ilei collegio Mon- veri de'cardinali e come vestiti, dissi che
tallo fosse il cardinale eletto dal rettore se i cardinali che muoiono in Roma non
e dagli alunni del medesimo. Ma quanto hanno sepolture gentilizie, e se non dispo-
al protettore della cappella Sistina, tro- sero altrimenti, si seppelliscono ne' loro
vo uti Diali di Rollili, che Gregorio XVI titoli o diaconie; che se vengono tumulati
con biglietti di segreteria di stato nominò ne' sepolcri gentilizi, o in chiese da loro
proiettori, neh 838 il cardinal Grimaldi, destinate nel Testamento, talvolta si suo-
e neh 84^1 il cardinal Tommaso Riai io- le depositare ne'Ioro titoli e diaconie i \o-

Sforza, ambedue dell'ordine de'diaconi, vo Precordi [F.),o in altra chiesa se cosi


ih.° marchegiano di Treia, il 2.° di Na- disposero. Anticamente i funerali de'car-
poli. Nel voi. lll,p. 73 notai, essere i car- dinali preti e diaconi si facevano nelle lo-
dinali titolari de'ss. XII Apostoli e de'ss. ro chiese, il che si pratica ancora quando
Marcellino e Pietro, giudici e conservato- esse sono situate ne'Iuoghi centrali della
ri della basilica di s. Francesco in Asisi^ città, e sono sufficientemente ampie per
della ([uale riparlai ne' voi. XXVI, p. 70 la celebrazione della cappella papale. Nel-
e seg., LXIX, p. 1 73,LXX, p. 34.Nolai a la Sede vacante (/ .), assumendo il sa-
PnETf, che a Capvelle pontificie, ed in gro collegio l'esercizio del laiN'(ji'/'rf/i//à,ed
tutti gli articoli in cui descrissi le sagre governo del dominio temporale della s.
il

funzioni, riportai (pianto spella a' cardi- Sede, per tutto il tempo che dura lo fa
nali preti presente o assente il Papa, e che per turno esercitare da' 3 cardinali capi
anticamente nelle solennità celebravano degli ordini de'vescovi, de'preli e de'dia-
col Papa. Perchè nelle solenni funzioni coni. Ora vado ad accennare le giurisdi-
pontificie i cardinali vescovi suburbicari zioni e prerogative che godono cardi- i

assumono il Pi%>ialc, i preti la Pianeta. nali preti ne'Ioro titoli, ci cardinali dia.
Che anticamente nella messa pontificale coni nelle loro diaconie, e del possesso
ricevevano la comunione dalle mani del ch'essi prendono degli uni e delle altre.
Papa i cardinali vescovi, preti e diaconi: Non solanienle i cardinali esercitaro-
poscia i vescovi distribuivano il sagro pa- no giurisdizione ne'Ioro titoli e diaconie,
nea'fedeli, e i diaconi il sagro calice, cioè ma anche sulle cappelle, oratorii o chiese
quando era in uso a tutti la Coutunionc minori assegnate da'Papi alle chiesepre-
colle due specie sagramentali. Come in sbilerali e diaconali, e chiamate chiese fi-
mancanza de'cardinali diaconi supplisco- liali, come appartenessero a una diocesi,

no incappella pontificia cardinali preti i una specie di chiese Succursali o Sussi-


e in abiti diaconali, però dopo il cardinal diarie fi.) j laonde essi di sponessero delle
diacono presente. Come siedein detta cap- medesime, come fanno vescovi ne'Ioro i

pella e incede nelle processioni co'cardi- vescovati, il che si osservò sino da Papa
naii preti un cardinale diacono. Di tutte s. Dionisio del 261; e dice Nardi, che mor-
le funzioni e assistenze proprie del cardi- to il cardinale litolare, il C/z/_;/to/o del ti-

nah.° prete nella medesima cappella col tolo subentrava nella giurisdizione quasi
Papa e in altre solennità, ne' pontificali episcopale. Nel voi. XI, p. 2G4p'»i'lai dei-
facendone le veci un cardinal vescovo su- la ufficiatura ne'tiloli, innanzi l'istituzio-
bui bicario, ne'quali i 3 ultimi cardinali ne de' capitoli. Nelle forinole colle quali
preti ricevono e danno il bacio e l' am- i Papi conferiscono titoli e le diaconie, i

plesso al Papa. Che in concistoro dopo il dicono al cardinale o al suo collega pro-
cardinali ."prete, sederono i primogeniti curatore: Ad honorem Dciomnipotentii,
de re e le regine. A Funerale e Sepoltu- ss. Ajìostoloram Pelei et Pauli, et s. V,
SA, oltre tultuciò che riguarda l'esposi- (il sauto del titolo), conunitlinius libi Ec-
a3o T I T T 1 T
tlesiaiìi s. y., Clini clero, et pòjudo , et lochi attuali di Roma il vero clero /e</ /e
citpcllis sids, eie, paiole che si oimnet- della s. Sede, ed i cardinali iloro/' appr
tono nel conferirsi le diaconie, come no- .untanti. In Roma ealliovenelsecolo XII
tai uel voi. IX, p. 3 I 7. llCalalai)i,Com- s'introdussero le parrocchie, mutazione
iiH'iit. ad Siicraiuiì! Ctici-cni. S. R. E. che viebbero gran parte i capitoli, ne'qua-
t. i,p. 812, dopo avere ripoiialo la for- li pochi ascendevano agli oriliui sagri, mol- '

inola tieil'assegnazione del titolo, avverte: ti abbonivano la fatica del s.igro ministe-
In Diaconis autcm idem scnvilur, nisi ro. I preti cuslodi degli oratoriiochiesuo-
i

(juod non dicit,T\liìh,ncc addiintur Ca- le, ch'erano piccolis>ime cose,aveanogià


peiiae. Cioè secondo il lesto del Patrizi, cominciato a celebrarvi, e questo era uu .

Sacra rum Caerenioniarum lib. 1, De gran passo di separazione del popolo dalla
dandìs Tilidis, et anmdis noi'is Cardi- cattedrale; il resto facilmente venne die-
nalibus. Poi il Catalani vi agi^iungeil suo tro in vista anche de'bisogiii del popolo.
dotto conuntnlo. Già feci la distinzione 1 capitoli reclaoiarono, i P.ipi nel soste-
tra' titolielepanocchie antiche che mol- nerli difendevano l'antica disciplina, ma
ti confusero, mentre Pa[)a S.Innocenzo I prevalse l'uso contrario. 1 cuslodi degli o- ,

del ^oi aperlamente distinse i titoli dalle ralorii di Roma erano chiamali preti cap-
pai rocchie, scrivendo a Decenzio vesco- pellani, amovibili e dipendenti dalle vici-
vo di Gubbio, che a'titoli e non alle par- cine collegiale; e rilevasi dalle ilecrelali,
rocchie egli mandava il Fermento ossia che anco in principiodel secolo XIII icar-

rEucari.-.tia. Ed un secolo prima, sottos. dinali erano quelli che mettevano preti i

Mai cello I, i titoli riguarda vansi già yurt.si nelle cappelle dipendenti da' loro tiloli.

dioeceses propter haptismwn, et poenì- Questi cominciarono, come in altre cillà,

tciitiam niiiltoriim , end convcrtehantur ad alzare il capo, ed arrogarsi de'dirilti


expaganis, propter sepoltiiram mar-
ci chenonaveano,ecos"i un poco un poco per
tyriim. Il Nardi vuoi provare, che nella volta ne nacquero de'pairochi. Eugenio
disciplina antica, contro il narrato da Mu- III nel145 nell'epistola 4 a lutto il clero
1

laloii nella Disscrt. 6 i : Deirorigiiie ed romano, fu costretto scrivere contro tali


isliliizioiu de' cardinali, che fu di questi cappellani , i quali Cardinalil/tis atcpic
i parrocchi e rettori delle chiese parroc- Arcìdpreshyteris suis (delle collegiate)
chiali e battesimali, di non trovarsi esem- obedientiam et reverenliam pronu'tteie
pio parrocchiale e parr<jchi di città pri- et exhìhere eontradicnnt. Il Papa chia-
ma del 1000. Nardi eruditamente e co' mò scisma arroganza e in versione'
silF.illa

monumenti antichi sostiene, che sino al di cose, fomentando queste ribellioni l'e-
secolo XII non vi furono parrochi in R.o- resiarca Arnaldo da Brescia. Rilevai già
ina, né pariocchialità nel senso che s'in- che anco le Diaconie, le quali erano case
tende, e molto meno cardinali parrochi. o luoghi pii, cheaveano pure oratorio
Ne'priini secoli, olire i cardinali pretiedia- cappella (senza cura d'anime, dice Luna-
coni, erauvi in Roma delle centinaia di dor.o), ed ivi si mantenevano i Po\'eri(P'.)
preti e diaconi non cardinali pel servigio e gl'infermi in ospizi o ospedali, e distri-
minore, per l'cidiziatura delle chiese, per buendovi i cardinali diaconi le limosine
anime, ma lutti diversi
l'assistenza ddlle per le regioni, ond'eranochiamati perli-
in varie c(jl!igiate canonicali, facendo il lolo d'onore e di ministero. Padri de'po- :

sei vizio secondo le forme aiìùcUe per i'/- veri. Abbiamo da s. Gregorio I,lib.c), /i"-

ce.s- el lichdunitidiis alla chiesa e al popolo. jiist. 24, la formola che si praticava neli
Indi confuta il fiinoso Tamburini, che sui conlisrire le diaconie: Te IV. lY. religioso i

cardinali antichi dis.se tante bugie gian- intentionis tiiae studio prevoca ti, nien-l
ituislithe fjuaule parole, facendo i par- sis panpcrunifCt exhihenduc DiacQiiiuc\
TI T TIT 23
cUgiinus praci)onendit/ìì. ÌÌZaccaàa nel- cesani nelle loro cappelle; e che i cardi-
le noie alla Riduzione della corta di Ro- nali diaconi ponno baltezzare, congiunge-
ma del cav. Lunadoro, riferisce che car- i re in matrimonio, celebrar messa in pub-
dinali preti nelle loro titolali cliiese go- blico se sacerdoti, ma con pontificia di-
dono diritti quasi vescovili, per concessio- spensa), usare gli abili pontificali, poiché

ne d'Onorio III, cap. llis (juae, ci iDe aggiunge Laurenti, l'uso de' ^S'^?/;r/<///, che
ì/iaj'or.etohcd.jneWe loro diaconie i cardi- da principio fu un distintivo de'soli dia-
nali diaconi poterensaredella stessa quasi coni cardinali di Roma, fu da s. Grego-
vescovile giurisdizione per privilegiodella rio I concesso a quelli di Siracusa, e da
bolla Religiosa di Sisto V, potendo inol- altri Papi a diverse chiese: ne'primi 3 se-

tre i cardinali ne' titoli e diaconie e ne' coli i diaconi non portavano che la sola
loro circondari! scomunicare e benedire. Stola pendente sulla spalla sinistra, s. Sil-

Ne' primi secoli e singolarmente nel VII vestro 1 introdusse la Dalmatica per que'
i diaconi aveano nelle loro diaconie tanta di Roma, che poi divenne comune, e nel
ampiezza di giurisdizione e comando, che couciliodi Firenze fu permesso usar la Mi-
secondo il Panvinio, Intcrpr. voc. EccL, tra a' diaconi cardinali (ma quanto a'

verbo Diacouus, non erano in obbligo di Sandali, notai in quell'articolo che car- i

rendere conto della loro amministrazio- dinali diaconi non ne hanno l'uso, e che
ne ad che a Dio e al Papa, quan-
altri si seppelliscono colle Scarpe riere ), dar

do da non ne fossero esentati, come


esso la solenne benedizione come i vescovi e
rileva Baronio, in noi. Marlyrol. 8 aii~ gli abbati monastici (essendovi contro-
gusti. Ma col tratto successivo del tem- versia, se potessero cardiuaH diaconi dari

po, degenerando (jualche diacono dalla lo- la trina Benedizione solenne colla forino-
ro prima integrità, gli furono apposti de- la, Sit noinen Domini henedicticm, Cle-

gli amininistiatori e de'reltori, diche u'è ineiile VII deciseaffermativamente), pub-

esempio il riportato di sopra e quanto al- blicar nelle loro chiese l' indulgenza di
tro si legge in Adami. Dichiara il citalo ICQ giorni, ed anche giudicare nelle cau-
Laurentijla giuriidizione de'cardinali dia- se meramente civili: non potevano però,
coni nelle loro chiese e distretti era quasi come osserva il cardinal Brancaccio, Z?t'

episcopale, e simile a quella de'cardinali oplione Cardinalinin y far leggi perpe-


preli ne' loro titoli, meno che nelle fun- lue,congregar sinodi, né dispensare o mo-
zioni incompatibili col carattere di dia- dificare gli statuti della chiesa diaconale.
cono. Essi potevano visitare le diaconie, Se i cardinali diaconi godevano tante pre-
correggere i costumi del clero e del po- rogative, i cardinali preti ne esercitavano
polo de' rispettivi distretti, conferire be- delle maggiori ne'Ioro titoli, da'quali non
iielizi ecclesiastici, fulminare scomuniche, potevano esentarsi, così diaconi dalle dia-
i

sospensioni e interdetti contro i delin- conie. Raccontai in p\ii luoghi, che s. Leo-
(juenti, predicare, dare lai .'tonsura egli ne IV nel concilio di Roma deir853 sco-
ordini minori a'Ioro sudditi e famigliari, municò e depose Anastasio (da molti con-
s' erano sacerdoti (però ne' voi. X, p. y, fuso col celebreAnaslasioBibliotecario au-
XLIX, p. 69, notai, che avendo ciò vie- tore del libro Pontificale, il quale in ve-
tatoli conciliodiTrento,gravissimi dottori ce racconta il fatto) Bibliotecario dal gra-
sostengono non intendersi l'indulto rivo- do di cardinale prete di s. Marcello, per-
cato pe' fimigliari de' cardinali titolari e chè avea abbandonalo il suo titolo per 5
diaconi, perchè essi nelle loro chiese go- anni; e siccome il titoloda diversi scrittori
dono giurisdizione (juasi vescovile, men- con Muratori viene detto parrocchia, per
tre i cardinali suburbicari ponnoconferi- quanto discorsi conviene che conNardi ag-
re Ui.'lousuraa'piopii dipcndcuti edio-
232 T I T T I T
che s. Leone IV Romadel-
nel concilio tli senso, e per essersi unito a' cardinali del
l'8 dicembre 853, a cui iuleivenueio 67 conciliabolo di Pisa). L'indegno Ana^ta-
vescovi e curditiali, dopo aver fuimalo
i sio neir 855 insorse contro Benedello 111

42 canoni disciplinari ìelùpcr Diaco/ios e divenne Antipapa XIII, il che toccai


s. et itm\'er.-'alis Sc(Ii<! ^//j(;vZo//tv7e, passò eziandio nel voi. LV, 223; commesse
p.

a giudicarla causa d'Auaslasiocardinale, molte inic|uilà fu cacciato, indi perdonato


ni) omnibus canonicc est deposìtus eo da s. JNicolò I, e per nuovi gravi falli ven-
quod Paroelii(i/n suam per annos quiii- ne da Adriano 11 nuovamente scomunica-
que cantra canonuni statata deseruit^et to nel concilio romano deir868. In quaa-

in alienis usqiie hodie dvnioratiir. Sog- to agli obblighi de'cardinali preti verso
giunge Nardi, se vi è cosa provala con e- i loro titoli, e de'cardinali diaconi per le
Tidenza inateuialica si è quella, che la pa- loro diaconie, specialmente perciò che ri-

iola Parucliia significa Diocesi nell'an- guarda il decoro del cullo divino, e la ri-

lichilà, e lo notai anch'io ne'due articoli. parazione del materiale delle rispettive
Onde il reato d'Anastasio non era quello chiese, ci provvidero il concilio di Basilea
di avere abbandonalo la sua chiesa par- nella sess. 23, prima chediveiiisse concilia-
rucchiale, ed egli non era parroco, ma di bolo; il concilio generale diLaterano V.ce-
ONCie abbandonalo Roma, ch'era la sua lebralo da Leone X, nella sess. 2 5, e SisloV
diocesi, senza licenza del Papa; e per- colla bolla Religiosa ss. Pontificu/n 5 1 1,
chè richiamatovi dal medesimo, fu disub- Bull. Roììi. t. 4.pa»"- 4>
P-
'i'Q^'.Prae/initio

Ijcdiente e non volle ritornarvi. Dell'ob- Titulorum, elDiaconiarwn prò S.R, E,


Ijligo della Residenza {/.) parlai nel voi. Preshyteris,etDiaconilnisCardiiuìlit>us,
IX, p. 288 e seg. ed altrove. cardinali I Il canone del concilio Laleranense dice,

non ponno partire da Pioma senza licen- "Visiteranno una volta l'anno o per se, o
za del Papa. » Cardinales lenenlur resi- per mezzo del loro vicario, se sono assenti,
dere in Urbe, sub |)oena privalionis io- le chiese del loro titolo o diaconia; avran-
dullorum,nisi cum lirenlia Papae ex|)res- no cura de'bisognidel clero e del |)opolo,
8a, absinl, vel in Ecclesia resideant." Rot. iasciaiulovi un fondo per mantenere un sa^

Caputali, decis. 86, /i.° Prima


1, par.-ì. cerdole, o facendovi qualche altra fonda-
tli questo concilio n'eranoslati tenuti due zione;non dispenseranno imporlunameU'
altri meno solenni pel cardinal Anastasio, te i ma ne f iranno buon
beni delle chiese,
il quale non volle intervenirvi; il Papa più uso; avran cura che le chiese cattedrali,
v(jlte gli scrisse, ed egli rimase ostinalo, che avranno in commenda, sieno servite
rifiutandosi ancora all' asnbasceria di 3 da vicari vescovi suifraganei; avranno uu
vescovi, e da lutto questo si noti che ri- numero sulhcienle di religiosi nelle loro
guardi i l'api aveanope'cardinali. Anche abbazie, e le fabbriche delle chiese sarari-.

l'imperatore a istanza del Papa deputò uu no ben mantenute." Dice la bolla di Si*
vescovo e un conte, perchè recatisi nella sto V, tanto pe titoli quanto perle diaco»
provincia d'Aquileia, lo persuadessero a nie.»Sic igitur ipsi cardinales, quibushu-
iihl)idire, e che sarebbe tutto oblialo. iMa jusmodi Lcclesiarum rcgiinen,curael ad->

egli inquieto, testardo e audace passò in minislratio prò tempore coinmissa erunt,
vece a Chiusi. Dopo queste cose, con- il eas in spiritualibus, el temporalibiis so-
cilio romano venne alla de[)Osizione, pili licite, fideliler et prudrnler regant, et

in penadella supeiba ostiiiiizloue,chedel guberiient, ac jtixta conslilulionem piaa


i.^fillo (lell'asscAiza (|»crò neli5i 1 Giu- meni. Leoins l'.ipae X [)raedecessoris no-
lio Il depose i\.\\ cardinalato il iVancese stri, in concilio Laleranensi novissime ce»
cardinal de Prie vescovo di Dayeux per lebralo, edilam, freqnenter visitent, cir-«

esseie parlilo da Koiua senza il suo cuu- cu cullutu divinum luvigilcat, luures m
TIT T I T 233
vilain cleri, et populi eis subjecti diligen- dinalizio),nel ristoramentodi molti sagri
ter explorent, eosque ad recle, el honeste edilizi. ÌNeldescriverea'loroorticoIi lecliie-

viveiiclum pateruo luoueant allectu: bo- se presbiterali e diaconali, celebrai i Fa-


iiuruo), ac teinpuralitun recldiltuim cu- pi, i cardinali titolari ed i cardinali dia-
luin gerani, sic ad Dei gloriam, et fidelis coni,che furono di esse generosamente be-
populi aeddicationem, pia, et iiiagnifica nefici e munifici, in vita e in morte, come
sliuclura, et fabiica, suas quiqiie Eccle- tuttora annuirà nell'innuuierabili loro
si

i\ai iostauraie studeaut, et exciniaie, et splenditle memorie, e per le reudite di cuL


tam in vita quaiu iu inoitis ailicido, pio furono larghi pel mantenimento del cul-
divini cultus aiigraento, et salute anim.»' to divino. Notai i cardinali che dallechie-
rum suarum, ac congrue susleulanduin se titolari e diaconali furono innalzati al
oliquen» presbyteruiu, qui iuibi in divi- governo della chiesa universale, ed alcu-
iiis deserviat, sive alias erga ipsas Eccle- nis'imposero il Nome delle medesicne. Al-
sias, si reparatioiie iudigeaut ve) alia sub- tre eguali notizie riportai nelle loro bio-
ventioiie, de bonis sibi a Deo collalis,pront grafie, e ne'Iuoghi relativi, enumerando-
cuique prò modo facultatum conscieiitia ne le beneficenze (in tutto e alliettanto
dictaverit, mmiificos seexbibeant,etnbe- praticai colle basiliche patriarcali e loto
rales, ut earundeui Ecclesiarura decora, tre cardinali arci[)reli).l moltissimi privi-
et oruauienta, tantorum Fraesuiurn re- legi e le giurisdizioniche cardinali gode- i

gpoiideaut diguitali , ac ipsae Ecciesiae vano ne loro titoli e diaconie, come vesco- i

tatusublimibuspersonisgaudeaiilsecom- vi godono nelle loro diocesi, in seguito fu-

niissas, eteorum amplitudine illuslratas, rono mollo ristretti e limitati, s[)ecialmen-


iidemque Cardinales exinde ipsius S.R.E,, te perciò che riguarda la cura d' anime

cujus nobilissinia membra sunt, majesta- divenuta privativa delcardinal vicario di


pruden-
leni, sua pietate, solicitudiiie, et Roma, ed il conferire gli ordini minori,
tia indiesuìagis extollant, et reverenliam purché cardinali fossero almeno preli. In-
i

omnium geiitium erga illam exemplis bo- nocenzo Xll colla bolla Roiiutiius Poti'
norum operum insigniler augeant,ac de- tifcx, de' J
7 sellembie 1 692, Bull. Roin.
iiiquepiaeleraeteroaerelribulionisprae- t. f), p. 271: AbolL'iitui' omnia Trìbuna-
mia, digna quoque laudum praeconia a liu, et Judices particulares cinti sai.sfa-
Sede valeant proine-
]\obis, et Apostolica cidtalibus, nel § 9 tolse l'autorità e quei
reri'Mjenedetto XI V, ad esempio de'suoi privilegi, pe'(juali poteva nascere compe-
predecessori, considerando che l'ornato di tenza col Irilninale del vicarialoe della vi-
l\oma,centro e metropoli del cristianesi- sita apostolica, e furono lasciate a'cardiiia-
mo, ne'auoi sagri templi, era uno de'con- li preti e diaconi lesole onorificenze.Quan-
facenti apparecchi per la maestà e deco- to agli ordini sagri, apprendo dal n.''4<3
ro ùeW'AiìiìO saiitoiySo che voleva ce- del Diiuio di Roitia del 8o4, che il car-
i

lebrare, a' 3 marzo 1749 "«^^ concistoro dinal Caselli vescovodi Parma, nella mes-
pronunziò l'eloquente allocuzione, ^/«/««.y sa che celebrò nella sua cappella dome-
JiihiUu'i, che si legge nel suo Bull. t. 3, sticaconferì l'ordine del diaconato al suo
p. I 2 I , colla quale ellicacemenle eccitò i gentiluomo can. Piatti di s. Lorenzo in
cardinali ariparareeabbellire, ove ne fos- Damaso. Dice il Lauienti,che a'cardina-
se il'uopo, i loro titoli, diaconie, e le altre li titolari e diaconi nelle chiese de'regu-
chiese delle quali erano Proteltori (^P\), laii non è loio rimasta altra giurisdizio^
esorlandoli particolarmente coll'esenipio uè, che di semplice onore, cioè il'inierve-
ch'egli a tal iine avea dato e proseguiva nirvi con Rocchetto(^y .) sco[)erto e Jìloz*
a dare (inclusi vamente alia basilica di s. zetia {f'-) sopra; alzar trono, dar la so^
Ci"oceiaGerusalemiiie,5Ììi suo titolo cai'» Icuue bcuedi^iuue, e pubblicare Tiudul-
e

234 TI T T 1 T
geiìza. Si può vedere il cardiiial De Lu- ni, se autorizzali dal Papa a fare le sagre
ca, Dejunsclictìoiu\ iliscp. 3; e meglioZ^t» funzioni in cui i cardinali preti adoperano
CarcUnalis clìg/iitatc et officio J. Piati il pastorale, in tali casi n'è loro lecito l'u-
e S. J. tractatus a J. Andrea et ìVico- so. Leggo nel n." 3 7 del Diario di Roma
lao Tria addictionìbus aitcfits, Piomae del i83o, che il cardinal Zurla titolare
i836, principalineiile ;» p. 'j 6: De mime- della basilica di s. Croce in GerusaleiiT.ne,

re CardinaliumPreshyterorii/n, et Dia- nella festa dell'Invenzione delia ss. Croce,


connrmn ratione ordinis Preshyteralis, dal trono intuoiiò il solenne vespero , e
etDiaco/ìaliija p. 288: Synopsix S.R.E. terminalo comp.uli al popolo la trina be-
CardiiialiiunCoiigrcgatioimiii,aHoruin- nedizione; indi asceso alla cappella inter-
ijue Magistratuuiìi Papaej eù a p. 387: na delle ss. Relicpiie, ne fece l'osteusione

•.'iynopsis praecìpnarwii praeeiaiiienlia- a'fedeli, che nuovamente beiiedì con quel-


rum, et pri\-ilegiorwn S, R. E. Cardi' la della ss. Croce, li nel n.°i63 del Gior-
iialium. Quanto ?k\V Iiididg.-iiza,i\\%?^\ in /la le di Roma del 1810, che celebrando-
tale articulu, die i cai-diuali preti ne'Ioro si l'annua ricordauìa della manifestazio-
titoli, ed i cardinali diaconi nelle loio dia- ne della ss. Vergine in Portico delta ora
conie poiMio concedere 100 giorni d'in- diCainpilelli, nella sua chiesa, i primi ve-
dulgenza nel possesso che prendono di la- speri furono inluouali tlal litolare carili-

li chiese; ed i cardinali preti anche tutte nal Altieri, il quale nella seguente m.il-
le volle che pontificano o assistono ne'Io- liiia vi si condusse in treno, e pontillcata
ro titoli in giorni della sagra o anniver- li solenne messa, comparti la consueta iu-
sario della dedicazione, nelle feste de'san- dulgeiua; ma si deve aggiungere dopo a-
ti litolari e in altre siuidi finizioni. Allret- ver benedetto il popolo. Credo opportu-
lanloponnoconcedere ndlediaconiei car- no di qui notare, che rimarcai a Semin\-
dinali diaconi, se assistono in detti giorni Rio Romano, accennando la solenne festii

e feste nelle medesime. Inoltre a 13e\edi Iriduana celebrata nelli sua chiesa di s.

zioNE, co'gravi autori che citai, dichiarai Apollinare nel 1847, e che vesperi del i

che fin dal 1668 fu risoluta la questione 2. "giorno e la messa solenne del 3. furo- '^

in favore de'diaconi cardinali, per dar la no cantali e pontificati dal cardinal Pa-
benedizione S(jleinieujenle nella propria trizi vicario di Roma, a cui con rescritlo

diaconia colla formola Sit iiomeii Do-


: particolare il Papa Pio IX degnossi con-
mini heiiedictum, nel modo che fanno i ceilere, che celebrar potesse tali funzioni
vescovi nelle cattedrali e i cardmali preti con (juello stesso ceremoniale che godo-
iie'titùli, l)enchè non sieno sacerdoti, non no cardinali ne'Ioro titoli. Assisterono
i

])er l'ordine, ma per la giurisdizione; poi- quindi ilcirdinale mg.' V^iccari come /^re-
ché i cardinali preti e iliaconi tengono nei Zi' assistente, mg.' Lucidi come diacono,
loro titoli e diaconie il luogo del Papi , mg.' Pentini come .9»rZr//V/ro/fo((juesti so-

ed esercitano qualche autorità ordinaria, no gli attuali ministri delle cippellepon-


cniiferendo i benefizi ecclesiastici e facen- tidcie, de'(juali riparlai a Suddiacono, ma
do altre funzioni spirituali. Però i cardi- sebbene ciò riferisca il n.°i6 del Diario
n,ili ponno benedir solenne-
diaconi non di Roma del 847, farò osservare che non
1

mente popolo, come sacerdoti.alla pre-


il i è solilo che tali ntinislri assistano i titola-
senza de'vescovi, e solo il ponno se auto- ri nelle loro sagre funzioni): sedevano ai
rizzali dal Pa|>a. Pastorale rilevai che A lati del trono i mg." R.ossi e Angelini. Il

l'usano cardinali preti, ancorché non ve-


i collegio de'professori del seminario vesti-
scovi , nelle vestizioni e professioni delle li degli abili sagri, gli alunni e i chierici
/i<7/),'/o.?r', e qu.mdo danno la benedizio- in cotta, sedevano ue'lati dello spazioso e
ne ne'Ioro titoli; e che i cardinali diaco- nobile coro. In molle biogralic dcoardi-
T
T 1 T T 1 235
iialì iucconlai la loro fiequenza ne'propri Icnne CaK'alcata, il Papa discendeva da
l'itoli e diacouie, a celebiuie ed assistere cavallo innanzi alla porla principale di s.

le sagre funzioni, a pi editare e persino ad INIaria sopra Minerva , e pervenuto alla


insegnare la dottrina crisliatia, con gran- soglia di essa genuflelleva sopra un cu-
de edilìcazione dei popolo, in chesi ilistin- scino, nell'alto che il cardinal litolare, o
sero i piissirui cardinali Nobili, Baroiuo in sua assenza il più aulico de' cardinali
e b. Toiìimasi (1 \), ed altri. Noterò, che preti, gli dava a baciare la Croce. Alza-
i cardinali facendo la P/'cY//m ('/^J ne'Io- tosi il Papa in piedi, il cardinale gli pre-
ro titoli, sul rocchello e sotto la mozzella sentava il cucchiariiio per porre l'incensL»
usano la iS'to/fl: fuori di Roma tanto i car- nel turibolo, indi gli porgeva l'aspersorio,
dinali (juanto i vescovi, predicando ado- col quale il Papa segnalasi
la fronleasper-

perano la stola, i primi sulla mozzelta, i gevagli astanti, e veniva incensalo dal cai'»
secondi sulla niantellelta o sulla niozzet- dinaie. Allrellanto si faceva per la cap'
ta se leligiosi. Piimarcai a Cappa de'car- pella della NiitÌK'ità, quando a vea luogo
DiNALi,e nel voi. IX,p. 142 ei44) descri- la solenne cavalcala a s. Maria del Popo-

vendo le cappelle carilinalizie di s, Bona- lo. Ora recandosi il Papa alle cippelledi
ventura in ss. XII Apostoli, e dell'Esulta- delle due chiese, viene ricevuto alle poP'
zione della ss. Croce in s. Marcello, che i lerie di cia>cuna da' cardinali litolari in
cardinali invitali e poi ringraziali da'car^ mozzetla e maulellelta , che aprono lo

dinali protettori del collegio di s. Bona- sportello della carrozza, e poi lo chiudo-
ventura e dell' arciconfraternila del ss. no nell'accompagnarlo dopo la funzione.
Crocefisso, v'incedono io cappe paonazze, La messa spetta a pontificarla agli stessi
ma i litolari in cappe rosse, perchè per la Andando il Papa acele-
cardinali titolari.
loro giurisdizione sempre in essi usano brare messa bassa in qualche chiesa lito-
vesti e cappe rosse, tranne ne'finerali, e lare o diaconale, tocca al cardinale prete
siedono nell'ultimo posto, vendo però coi
a o diacono di riceverlo e di presentargli
protettori ricevuti i colleghi. Avvertendo, l'aspersorio, e nel partire l'accompagna.
che se ne'tempi dell'avvento, di quaresi- A chi spella levare e rimettere la Stola
ma, di tempora (tranne (juelle che cado- al Papa,enclla Lavanda delle mani por-
no in feste di rito doppio, come la fe-ila gergli l'asciugamano, lo dissi in quegli ar-
di s. Matteo, ed il simde negli altri tem- ticoli. Nella Relazione della. Corte di Ro-
pi vietati), di vigilie comandate o di gior- ììia delLunadoro, dell'antiche edizioni,
ni di digiuno per Giubilei straordinari, trovo le seguenti notizie sui cardinali ti-

si celebrassero ne' titoli delle funzioni o tolari o diaconi. Trovandosi un canlina-


processioni, compresa 1' esposizione delle le nella chiesa del suo titolo o diaconia
Qu«r^/f^'ore,allora cardinali litolari in- i nella festa di essa o nel giorno della sta-
dossano vesti e cappe paonazze; se però ri- zione, intervenendovi altri cartlinali, deve
corre la festa del titolare, vi si recano col- poi accompagnarli sino alla porta; se pe-
le vesti e cappe rosse. Rilevai pure, che rò assiste alla funzione o celebra, rnandii
colla cappa e col cappuccio di essa in le- il maestro di camera o altro della fimi-
sta , i cardinali litolari nelle loro chiese glia nobile a far loro uci complimento. Il

comparlono la Irina e solenne benedizio- cardinal titolare nella festa del titolo vi
ne con indulgenza, la quale pubblica un andava ad assistere messa cantata da alla
canonico o sacerdote delle medesime. Tut- un vescovo, stando in cappa il cardinale
lociò che ho dello de' cardinali preti, si rossa insedia so lto^r/W(/«7jmo, e da un;i
pratica anche da' cardinali diaconi nelle banda per ordine prelati che v'interve-^i

loro diaconie. Quando per la cappella ni vano, sedendo in banco coperto di pan-
(Iella ss. AiuuuiziaUi. uvea luogo lu so- no. Quaudo la fcsla avea l't).' il cardiua-
-

236 T T 1 T 1 T
le dovea assistere al vespero, e nella mat- dere la mano destra. Quando in una chie-
tina soleva banchettale i prelati e i mae- sa titolare si celebra cippella papale or-
stri (Ielle cereiuotiie. Il giorno della sta- dinaria, anche in assenza del Papa, com e
zione dovea assistere alla inessa nel mo- già iliSabina nel d'i delle Generi, nella
s.

du indicato, e fare il banchetto. Il cardi- chiesa di s. Maria del Popolo per la Na-
ual titolare deve usare sempre il baldac- ti vilà, e nella chiesa di s. Maria sopra i- M
chino nel modo detto, porche all'altare nerva per la ss. Annunziata, ocelebran
dove si canta la messa vi sia il baldacchi- dosi vigilie, o esequie d'altri cardinali o
no; non essendovi non può usarlo il car- principi defunti con l'assistenza de'car-
dinale sopra la sua sedia, ma solo dietro diuali, il cardinal titolare usa lo stesso a-

di essa la cascata del baldacchino , cioè bito degli altri e siede nel luogo di sua
il dossello o postergale. Venendo il caso, piomozione e non nell'ultimo (poiché la
che più cardinali assistino insieme alla cap()ella pipale dilferisce dalla cappella
messa, e che la chiesa non sia titolo d'ul- cardili dizia), e ciò anche se fosse giorno
cniio, e sebbene da uno de'Ioro cappel- festivo e tempo pasquale, cosi i protetto-
lani si celebrasse u servisse la messa, in ri egli arcipreti. I cardinali arcipreti del-
og li modo nel dare a baciare il libro del- le 3 basiliche patriarcali, per privilegio e
l'jE'.^Wifc/o, eneldare la Pace dcllanics- c<jnsuetudine hanno molte delle preroga-
iciy si deve dare al cardinale (."in ordine li ve d'usare in tali chiese quanto i cardi»
e poi a^li altri graduatamente: avverten- naii titolari usano nelle loro chiese tito-

do che il cardinale in casa sua e nel ti- lari, ed anco altre loro specialmente pro-
tolo proprio deve dare la precedenza ad prie; non però vi panno usare il trono, il

ogni altro cardinale; buona rego- ma la pastorali^, la pubblicaiione deHiiululgen -

la si è, che quando sono più di due car- ze, ec. Bensì spetta loro il ricevimento dei
dinali non si dà a baciare l'Evangelo a Papi e cardin ili, l'uso del colore della cap-
iiiuno e solo la Pace a lutti (mi sembra pa come i titolari, il sedere nell'ultimo po-
strana tale regola: opino che anco l'Evan- sto quando non è cappella papale. Cos'i i

gelo si deve dare a baciare). I cardinali cardinali protettori nelle loro chiese non
residenti nelle proprie cattedrali o chiese godono le prerogative e privilegi de'car-
litolari devono usare la cappa rossa nel- din ili preti e diaconi ne'loro titoli e dia-
r assistere solennemente ai divini ulh/,i, conie. l cardinali co Jimeiulatari nelle chie-
e nelle processioni solenni ordinarie e se che già tenevano in titolo o diaconia,
sliaordinirie, e(|uaiito al colore a secon- giiilono di tuUi i privilegi de'titolan e dei
da dell'avvertito di sopra, dalle quali re- diaconi. l cardinali llidigio->i(F'.) non mii -
stri/.ioni sono esenti i cardinali legati de lano colore negli abiti, e (juando usano
Latere fuori d'Italia. Ctjlebrandosi mes- i paramenti sagri in luogo del Rocchet-
sa o vespero solenne in alcuna chiesa ti- to adoperano la Cotta: nel venerdì san-

tolare col cardinal titolare presente con to devono indossare la cappa di lana del
altri cardinali ,
potrà il titolare usar la solito colore dell'abito delproprio ordi-
cappa rossa, tranne le memorate eccezio- ne regolare, e non di ciambellolto a on-
ni, ancorché gli altri cardinali vestino le de. Lun idoioche lìor'i ne'primi anni del
tappe paonazze, il cardinal titolare sie- secolo XVll il novero delle 5o
riporta
de iiell'ultimo luogo, non benedice mi- i chiese tilo!ari,e per prime registra s. Ma- le

liisli i della messa , né dà la benedizione ria in Trastevere e s. Lorenzo in Lucina,

solenne. S'egli però celebra può benedi- e delle i4 diaconie per le prime registra
re. iNell'iogresso de'cardiuali li riceve al- s. Maria in Via Lata es. Eustachio, il Lo-

l.i porta della chiesa e accompagna al


gli uigo oiilemporaneo del Lunadoro nel ,

Lauco ove si siede, diudoloro ncll'iuoe- suo opuscolo, Delle vesti ijurpuree, u p.
T I T T I T 237
DeCardinalì ne loro tìtoli e dinali diacojii godono giurisdizione nei
35liolla:
diaconie^ quando in essi ponno portare loro titoli e diaconie quasi episcopale, ma
colle narrale limitazioni. Nelle chiese ba-
le cappe rosse in ogni azione, con l'eccet-
siliche e collegiale, cardinali litolari e
luazioni di usarle, analogo al riferito da i

Lunadcro. Aggiungerò poi coILonigo, che diaconi delle medesime, come i cardina-

nel pigliar possesso de'titoli e delle dia- li tengono un


arcipreti delle basiliche, vi

conie, i cardinali portano le vesti del co- prelato per vieario del capitolo, a capo
lore conforme al tempo e al giorno cor- del quale siedono nello Stallo [r.) del

rente, cioè vesti e cappe paonazze ne'tetn •


Coro vestiti coll'abilo prelatizio (quando
pi eccezionali, e nel resto dell'anno vesti lo fiuono della diaconia di s. Maria in Via
e cappe rosse. In questo falla il Lonigo, Lata gli odierni cardinali Altieri e Sisto

perchè pel possesso, in qualunque tempo Piiario, essendo allora camerieri segreti
accada, usano sempre le vesti e le cap-
si partecipanli e perciò con abilo di Man-
pe rosse, siccome è un otto solenne. Al- neWa rappresentanza di vicari fu-
fellone,

le stazioni de'titoli e diaconie fra la qua- rono dal Papa autorizzali a indossale le
vesti prelatizie della jnantelletla). ed al
resima e l'avvento, alle messe, a'vesperi
e ad altio, vesti e cappe paonaz7e; nelle quale ordinariamente lasciano la metà
stazioni fra l'S." di Pasqua e di Natale, ve- della prebenda canonicale che godono. I

sti e cappe rosse. INel giorno dtl santo del cardinali preti e diaconi, come gli arci-

titolo o diaconia, ancoicliè ricoria in qua- preti nelle basiliche, traime l'eccezioni no-

quattro tempora tate nel voi, XIX, p. 277 e altrove, con-


resima, avvento, vigilie,

e di venerdì, vesti e cappe rosse, ma fuo- feriscono canonicati e altri benefi/i eccle-

ri di tali chiese del colore paonazzo. Nel- siastici di dette loro chiese, e si può ve-

l'entrare i cardinali nelle loro chiese ar- dere il breve di Clemente XIII, Qiiani
cipretali,presljitera]i e diaconali, sulla por- Pontificiae charìtatis, de' 16 settembie
ta assumono la cappa, dovendosi guarda- I 'j5'è,Bull. Rom. cont. 1. 1 ,p. 36, § 2. Pri-

re d'incedere per la chiesa col rocchetto ma diverse tra lechiese titolari e diaconali

scoperto, perchè desso è abito domestico, aveano anche altri benefizi


fuori di esse
ecclesiastici, si concedevano dal
che pure
mentre la cappa è quello vero di chiesa.
Nelle cappelle papali e semi-papali inti- titolare e dal diacono, edora sono rima-
sti a pochi, ed alcuni rammentai nella de-
male per eiirsorem, come nelle ricorda-
te chiese, e per la cappella di s. Tomma- scrizione delle chiese. Di pivi, anticamen-

so d'Aquino, e nell'esequie de'principi, i te cardinali titolari e diaconi nomina-


i

cardinali titolari e diaconi vestono con- vano a qualche benefizio anche in allie

forme gli altri cardinali esledono nel luo- chiese cospicue, ed un esempio tra'super-

go ordinario di loro prouìozione: così gli slili in vigore lo registrai ne'vol. XII, p.

arcipreti delle basiliche, quali hanno gli i 3 16, XIII, p. 126 eallrove. I cardinali ti-
stessi privilegi e facoltà (ed anche in parte tolari e diaconi, col beneplacito apostoli-

cioggiori), de'cardinali preti e diaconi ne' co, nelle loro chiese presbiterali e diaco-

loro titoli e diaconie. I cardinali protettori nali vi fondarono rimossero capitoli,

nelle loro chiese o commende vestono del •v'introdussero o tolsero corporazioni re-

colore conforme al tempo e al giorno cor- ligiose, o fecero sostituzioni, comesi può
cappa paonazza tranne 3 vedere a'ioro articoli. Il Nardi, che pub-
rente , e la ,
i

giorni di Natale, Pasqua e Pentecoste, e blicò l'opera neli83o a Pesaro e dedica-


ta a'vescovi della chiesacattolica, ecco co-
Deir8.' del ss.Sagramentoalla processio-
ne, messa o vesperi che si cantassero in me palla della giurisdizione e prerogati-

dette chiese, ne'quali assumono le cappe ve de'cardinali preti e diaconi ne'loro ti-

cardinali preti ed car- toli e diaconie, ma sembrami avervi com-


rosse. Del resto i
i
238 T I T T I T
pi esopine gli anliclii privilegi, e convie- re, istituire, destiluire ec, benché quel-
ne tener sempre presente l'articolo Dia- la loro chiesa sia collegiata o di regolari,
coNiECAnniNAiiziE.su questo e sopra quan- o parrocchiale ec. Vi ponno in somma ciò
to altro riguarda caichnali diaconi. Di-
i che può un vescovo nella sua diocesi, quan-
ce nel t. 2, p. ioS.'jIVI i. ".secolo adunque to a giurisdizione. Vedete Barbosa Pi-
,

non vi sarebbe stata divisione di titoli. E chier ec. Ponno farvi leggi, visitare, con-
notisi cbe vi sarebbero stali i titoli senza fessarvi, se sono preti, assistere a'maiiimo-
i preti; giacche per lai.%olta s. Evarislo ni, darvi a'ioro sudditi la tonsura e mi-
li distribuì a'pieli. Questi titoli, nori, dispensare da'vnti in tutti
e le dia- i casi nei
conie destinatea'bisogni temporalide'po- (piali i vescovi ponno di-pensjue; ed an-
veri, de'reddili ecclesiastici, a'suddiaconi che farvi queste cose, ed altre che accen-
e notari regionari per la collezione degli neremo poscia, per mezzo d' un vicario,
alti de' Martiri ec, rappresentano a pri- che ponno deputarvi quando credono, o
ma vistauna certa partizione di città. Pei to//V'.v <jr;/o//V.v o stabilmente. Vi ponno
.

titoli almeno essa è apparente, e non di- predicare: concedere indulgenza di 100
versifica ilall'odierna disciplina, nella qua- giorni: disporre de'Iegati, ed anche com-
le i cardinali preti hanno i loro titoli, e mutale (salva la proibizione del Pa[)a) le
i diaconi le loro diaconie, senza che per ultime volontà: ponno giudicarvi le cau-
questo sienoparrochi. Esercilanoivi ispe- se de'Ioro titoli o diaconie: esigervi il ca-
zione alla, giurisdizione vescovile riceva- rit.ilivo sussidio: deputarvi predicatoli e
la dal Pontefice, vi hanno Tu'^o de'pon- confessori. Ponno tenere presso di se un
tifìcali, vi scomunicano, correggono, vi- canonico o due (se è collegiata) , i quali
si la no le chiese, benedicono pontificalmen- godono la prebenda benché non vadano
te, cfiiigiungono in oiatriiuonio, danno i incoro, non godendo però le distribuzio-
minori ordini ec, ciò ch'è conforme all'an- ni fz'/^/crn/'/rr vr///r. 9 j. Esercitano giurisdi-
tico sistema, di poter fare cioè i membri zione anche sui regolari del titolo , spe-
tlel presbiterio ciò che occorre assente il cialmente in i:iò che riguarda il servigio
• "vescovo, ed in Roma per la sua grandez- della chiesa: presiedono anche al popolo,
za lo facevano anche presente in P.oma il clero, e chiese soggette a quel tal titolo
J^apa. In alcuni di questi titoli (anche nelle o diaconia, come vedesi anche nella ses-
diaconie) oggidì vi è un parroco, in altri sione 2 3 del concilio di Basilea, nella ses-
no". Aggiunge a p. i 9^, in nota.» Noi ve- sione9 del concilio Lateranense sotto
deinmo l'antica giurisdizione de'cardinali Leone X, e nella costituzione di Sisto V
iie'Ioro titoli e diaconie. Non sarà discaro sulla prefiiiizione de' titoli e diaconie ,

un cenno sopraquella che vi esercitano al- §12. Quindi il cardinal vicario del Papa
tualmenle. l*rote^to che siccome lascierò per la diocesi di Pioina non ha giurisdi-
molle loro prerogative, le fjuali non mi zione sui titoli e diaconie. La desuetudi-
sono note, così intendo di far menzione ne d'alcune di queste cose non togliereb-
solo di quelle delle quali sono certo (egli be a'cardinali il diritto che hanno a Ju-
in parie erra,non conoscendo le restrizio- re, e non nuocerebbe a quelli che ne vo-
ni, né la bolla d'Innocenzo XII rammen- lessero usare. E tulle queste facolUi non
tata). I cardinali adunque, anche os"idì, spirano in Sede vacante; ma si esercitano
hanno ne loro titoli o diaconie giurisdi- (le esercitabili)da'loro vicari. Vedete l'o-
zione episcopale. Vedete la bolla di Paolo pera del predetto cardinal Albi/i. Usano
IV, Cuni J cnerahilisj Onoiio III in e. già, come si disse, le vesti pontificali nei
Jfis fjune de mnjorìlatej il cardinal Al- loro titoli, e vi danno la solenne Irina be-
ìnUu^Dcjìirisd. Card. in Tilidis^Womue nedizione, come vescovi ìienché sieno
i ,

i66b. Ivi ponno scomunicare, sospemle- diaconi. In fine della messa, e col ss. Sa-
T .

T 1 T T 1 239
giamento ]a tlaniio trina in UiUoil mon- giori) è da aggiungersi, che questo privi-
do; coinè la tlamio colla mano i cardina- legio ponno comunicarlo a'ioro fimiglia-

li diaconi Legati {T .). Osserva s. Anto- ri commensali, i quali fanno la Pasqua


nino che non ponno bene-
gii arcidiaconi nella cappella del cardinale, che è, per
dire (3 p. Iit.i4, c.i6,§ 9), ma the ben così dire, il loro pastore, e li punisce an-
lo poimo diaconi cardinali. Vedete an-
i cora correzionalmente, se così richiede il

che il Magli, V. Diaconus. E' osservabi- bisogno. 1 loro ecclesiastici commensali


le ancora che cardinali diaconi nsano
i ponno uniformarsi al cardinale nell'uffi-
piviale e mitra ne'Ioro titoli. E" anche no- zio divino. E' validissimo il Testamento
to che cardinali come prelati maggiori
i
olografo d'un cardinale. Vedete il Ferra-
(vedi anche il detto da noi, parlaìido del ris. Defunti, debbono seppellirsi nel loro
sagrauiento della penitenza) si confessa- titolo o diaconia, e fuori di Roma nella

noincpialiinqne partedel mondo da qna- chiesa digniore, cioè cattedra o collegia-


hin(|ne sacerdote ^oglif'no:ch(•h.lnno l'al- ta.Quanto allo sposare ne'Ioro titoli o dia-
tare portatile per celebrarvi ovu iitjne: che ponno fai e non solo in per-
conie, essi ciò
danno minori i a'ioro famigliari e a qnel- sona, ma anche per mezzo di qualunque
li del 1> ro titolo ce. Molli altri privilegi altro sacerdote. Guala Bicihieri cardina-
vorrebbeionn la\oioa pai te. Il l'apa nel le fece testamento nel 1227, ed il proprio
breve a'caidinali nuovi dice di aver fatto titolo cardinalizio de'ss. Silvestro e Mar-
il tale cardinale di s. Chiesa de T enera- tino lo chiama Spoiisa /^?r<7.Ughell. Ep,
hiliumFra tìimi nostrum S. R. E. Cor- Fercell. Chiuderemo qne>-la lunga no-
dinolium Consilio et asseusu... ad assi- ta col far osservare, che Ferdinando Paez,

stendinn nohis in regimine ej'usdcm lun- in cap. 7lf/ó.T<7."f<r7rro«.«C7'., dopo a ver det-

K'crsalis Ecclesiae Jpostolicae. Vedi A I- to che il solo vescovo in fine della messa
bizi ivip. 44- Hanno alcune esenzioni nel- può inluonare il Sit nomen Domini be-
lo stato pontifìcio, e pai lecipano al Ro- nedictiim, aggiunge che, presente un car-
tolo (di cui riparlai nel voi. Lll, p. 276, dinale diac no, il celebrante non deve be-
ed a SAGnoCoLLEGio),«he cos'i chi a ma ti- nedire (he colla di lui tacita lirenza,cioè
si certe propine che si distribuiscono dal- chinando il capOjC b( nedic endodi fianco".
la congregazione concistoriale a'cai dina- Dopoché i cardinali deli'oiduiede'pre-
li , che presenti in curia fitticano per ìa li e dell'ordine de'diaconi hanno ricevuto
chiesa generale. Oltre la giustizia, in que- dal Papa una chiesa di Roma per titolo o
st'opera si sono accennati esempli simili per diaconia, si recano ii essa a prendervi il

della più alta antichità. 1 benefizi mag- Fossesso(T .j,privato o solenne. Incomin-
giori tbiamansi concistoriali, e sono i ve- cierò a riportare l'erudizioni cheho riuni-
scovati e abbazie, da'quali vengono cer- to su questo argomento, col ceiemoniale
ti proventi. Riguaido alla visita del loro che ricavo(aggiungendovi qualche schiari-
titolo, il concilio Lateranense del i5i4, mento intrinseco) da Francesco Sestiiii,7Z
sess. 9, prescrive almeno che la facciano Maestro di Camera, colle note di Sci-
una volta all'anno, o da sé o per mezzo pione Amati, opuscolo dedicato al car-
d' un virario, e che veglino sul costume dinal Ginnasi decano del sagro collegio,
del clero e popolo non solo del titolo, ma Dioi to nel I 689, e pubblicato in Liegi nel
eziandio del clero e popolo delle chiese dal 1634 (lall'Hartes. Altra edizione è dedi-
m edesimo titolo dipendenti. Sulla confes- cata al cardinal Carlo de Medici. Cap. >. i

sione ch'essi porno fare in qualuncjue par- Del possesso de' cardinali nelle cliiese
te del mondo da qualunque prete, non deloro titoli. G\im\o il cardinale alla por-
oppro vaio dal proprio vesrovo(privi|f gio ta della chiesa (in treno di gala di più car-
antica mentecomunea tutti prelati mag- i rozze ,
preceduto da' servitori a piedi , e
a4Q T I T T IT
coli'accnmpnfrnn ili vescovi e prelnfi), tle- dinalizioola mano, il lembo della sagra
jiosle la mozzetta e la ni;inlelleUn, assu- porpora). Dopo tale ossequio, se èdi n>nt.
me la cappa; indi ne! limitale della porla lina, si dice la messa solenne o semplice,
s' inginocchia sopta t;ip[)eto e cuscino, e se è nelle ore pomeridiane il vespero ola
gli viene data a baciare la Croce dal più compieta a piacere del cardinale. Termi-
degno prete della chiesa, veglilo di piviale, nala la fun7Ìone, il cardinale si porta nel
poi copeilosi di belletto, riceve dallo sles- mezzo dell'aliare, e col cappuccio della
so prete il cucchiai ino per porre rinceiiso cappa in testa comparle la l)enedizione
ìlei turibolo. Scopertosi il capo,preiide da cantando, e si pubblica l'indulgenza che
ta prete raspersorio
I con l'acqua benedet- Concede (di 00 gioini). Avverte l'Amati,
1

ta, e segnatasi la fronte asperge gli astan- che la benedizione solenne non si dà mai
ti. Tenendo il cardinale la berretta fra le cantando nel line della compieta, ma nel
mani,vieneiiicerisalo 3 volledal preteme' fine delle laudi, della messa e del vespe-
tiesimo. L'Amati osserva, die lo sposo re- ro cantati solenneniente.Che se si sarà can-
candosi dalla sposa, prima si lava e poi tata la messa o il vespero solenne, potrà il

profuma, e siccome il cardinale mediante cardinale compartire la benedizione soleii-

l'anello cardinalizio fu sposato dal Papa necanlaudo.Se polsi sarà delta messa bas-
colla chiesa del suo tilr)lo, cos'i prima d'en- sa, potrà il cardinale dar la solenne bene-
trarvi piglia l'arcpia benedetta e l'incen- dizione, ma non cantando. Qualora si sa-
so. Ciò fililo s' inluoiia dal prete il Te rà tietta o cantata la compieta , dice che
JJcitììì, e processionalmeiite si reca il car- il cardinale non deve dare la benedizio-
diiialeall'altare maggiore, innanzi al qua- ne ninna maniera. Loderebbe però il
in

le s'inginocchia sul genullessorio a bre- cardinale, se nel compartire la benedizio-


vemente orare. Terminato l'inno, il prete ne solenne dopo la messa o il vespero, la

dalla parte dell'epistola dice il Pater iio- dasse sempre nell'altare posto in modo da
xte.r,ion alcuni versetti e orazioni. Ter- avere il popolo dinanzi, altrimenli stime-

minate le quali il cardinale va a sedere rebbe meglio che si dassedal Irono. Quan-
.sopra sedia coperta di drappo rosso, sotto to all'indulgenza, aggiunge l'Amati, che
il trono sovrastato da baldacchino, e dal si potrà pubblicare nel fine della messa se

iiotaro o da altri si legge la bolla colla qua- solenne, allriuienli no, perchè ordinaria-
le il Papa lo destina titolare della chiesa mente l'indulgenza si pubblica nella messa
in governo e cura colle annesse prero-
,
solenne. A'vesperi, alle compiete.ancorchè
gative. Po<icia il clero della chiesa va a ba- solenni, dice mai pubblicarsi l'uidulgen-
ciargli le mani o la porpora, eccettuato il fa. Avverte inoltre, che se nel giorno del
principali.' che il carilinale riceve ^7c/ ovcu- possesso del titolo o diaconia, nella chiesa
linn naci.s (quando il vivente cardinal Be- vi fosse l'indulgenza plenaria, non si do-
nedetto Barberini nel 1829 prese solenne vrà pubblicare l'indulgenza in nome del
possesso del suo titolo, nella chiesa di s. cardinale.Compila la funzione, il cardi-
INlaria sopra Minerva de'domenicani, se- nale depone la cappa e assume la moz-
dendo in trono, a destra avea il prociwa- zetta, e con rocchetto scoperto incedendo
tore generale dell' ordine , a sinistra un per la chiesa va benedicendo colla destra;
oltre superiore del medesimo, e sedenti, indi visita la sagrestia e le ss. R.eliquie,e

mentre il vicario generale sedeva sul ri- nel partireprende la mantelletla.Se il car-
piano del trono come il cardinal 1° prete dinale è un diacono che prende possesso
al trono del Pa[)a. Quando si dovè pre- della diaconia, non recasi all'altare a dai*

sta re l'ubbidienza, il cardinal ricevè all'ab- la benedizione, e neppure la coraparteper


Lraccio il superiore maggiore, agli nitri la chiesa (a quell'epoca, come dissidi so-

gradatameiilc die a baciare l'anello car- pra, non ero slata risoluta la questione del
T T 1 T I T 24t
poter benedire), ma nel medesimo Irono croce del capitolo, andò il cardinal all'a-
ove siede si cava la cappa appena termi- dorazione del ss. Sagramento, e portatosi
nata la messa o il vespero, riprende la moz- al bacio dell'altare maggiore, salì quindi
zettaecol rocchetto scoperto va a fare an- al trono, dove intuonato prima dal deca-
eli 'egli le dette visite, e nel partire assu- no il versetto Protector noster, coll'ora-
me la mantelletta. Ora andrò riproducen- zione Deus fidclium Pastor, e letta dal
do esempi di vari possessi, piima de* ti- notaro la bolla pontificia della collazione
toli, poi delie diaconie, con differenti no- del titolo, si cantò da'musici il Te. Deum,
zioni e particolarità notabili. Cap- Il can. nel (jual tempo canonici andarono al ba-
i

pello della collegiata di s. Anastasia di Ro- cio della manodelcardiualeealsoliloam-


ma, nelle Brevi notizie della medesima, plesso, e il cardinale scoperto li ricevè be-
a p. 6 descrive il solenne possesso che di
1 nignamente. Terminato l'inno, il cardina-
questo titolo prese il cardinal Nuno da le tornò all' altare maggiore, e genufles-
Cunha de Altayde a'2 luglio i 72 Ar- i i . so intuonò l'orazione propria di s. Anasta-
rivato il cardinale con nobile treno di 36 sia, Z?^i qìiaesumus o/nnipotens Deus,^o-
e più servitori vestiti di ricchissime livree, sleuendogli il messale mg/ Gamberucci
col seguito di I I sue nobilissime carrozze l.°maestro delle ceretnonie del Papa, la
e altremolle di corteggio, accompagnato quale finita e pubblicala l'indulgenza, il
da molti prelati equanlitàgrande di gen- cardinale colla cappa in testa (cioè il cap-
tiluomini e litolati,nelia piazza della chie- puccio di essa) die in piedi la solenne be-
sa fu onorato col suono di tutte le cam- nedizione al popolo, col suono delle cam-
pane, trombe e tamburi. La chiesa era pane, delle trombe e tamburi, e lo sparo

stata sontuosamente apparata di setini de'mortaretti. Il cardinale accompagnato


rossi e gialli dalle travi grosse a' capitel- dal clero visitò gli altari delle ss.Reliquie,
H delle colonne, poi tutte le colonne e na- e ringraziato a nome di tutto il capitolo
vate piccole erano ornate degli stessi se- da mg."^ Olivieri (che avea celebrato la
tini. Tutta la crociera era addobbata di da- messa e pubblicato l'indulgenza,come leg-
maschi rossi e cremisini trinali d'oro con go nella relazione del possesso nel n. 74^
fregi di velluto, e la tribuna anch' essa ócìDiai'io diRoma del 172 i)sagrista pon-
era eccellentemente vestita di bellissimi tificio e canonico della collegiata, parfida
velluti rossi. Il baldacchino colla sua ca- essa tra gli applausi del popolo, lasciando
scata era di velluto, e il trono con 4 gi'a- copiosa limosina a'poveri. Dipoi il cardi-
dini coperti di panno rosso. Sopra la pra- nale donò al ceremoniere un anello pre-
della dell'altare maggiore con tappeto di zioso del valore di 260 scudi (ora il cere-
diversi colori, e gii staili canonicali para- moniere che assiste il cardinale nel pos-
ti d' arazzi, dalla parte destra sedevano sesso, suole ricevere in dono un orologio
poi i prelati, dalla sinistra i canonici. Tut- d'oro, una scrivania d'argento, altre co-
ti gli altari erano superbamente ornati, sedi valore),a"musiciio5 scudi, a'cappel-
con nobili tovaglie e sontuose mute di lani e altri ministri della chiesa scudi 5o,
candellieri con croci d'argento. Distingue- a'fratelli del ss. Rosario 200 scudi, a'suo-
va si fra tulli r altare maggiore, per or- natori scudi 24,a'servi e cocchieri de'pre-
namento d'argenti, per quantità di lumi, lati, canonici, titolali e gentiluomini, uno
e per abbigliamento di fiorì d'oro e d'ar- scudo per ciascuno. Inoltre il cardinale re-
gento. Entrato il cardinale in chiesa, il ca- staurò ed abbellì con generosa munificen-
nonico decano secondo il costume gli die za la chiesa- Trovo nel n.° gcjG del Dia-
a baciar la croce, gli porse l'aspersorio e rio diRoìiui del 784,che il cardinal Mar-
i

l'incenso.Quindi cantatasi da'musici l'an- c' Antonio Colonna titolare di s.Maria del-

tifona Saccrdos et Pontifcx, mossasi la la Pace, avendo in concistoro oliato e cou-

VCL. LXXV. 16 •
1^-y: T 1 T T I T
seguilo il lilulo di s. Lorenzo in Lucilio, le loro portiere erano esposte nelle chiese
cuniecliè divenuto i." prete, nelle eie po- per abbellimento a motivo di loro elegan-
mendiiuie di venerdì () luglio vi si recò a za e ricchezza, oppure si custodivano in
prendere possesso pri\ato, essendo tutta- deposito ne'cijutigui monasteri. Ossia che
volta slato nobilmente apparato. Fu ri- qualchecardinale le lasciòiudonoalla pro-
cevuto da' chierici regolari minori, ed o- pria chiesa, o prelciidemlo gli addetti alle
rato avanti il ss.Sagiamenlo passò in sa- chiese spettare ad essi le portiere per di-
grestia, tutta vagamente ornata di ilarua- ritto consuetudine, se muore cardinal il

sdii e velluti trinati d'oro. Si assise in lio- nel tempo che sono presso le medesime,
no,e dopo letta la bolla pontificia ainiiii- diversi in vari tempi pretesero apparte-
seall'ulìbiclienza tutti i religiosi, a'quali ner loro, e mossero liti agli eredi de'car-

fece un zelantissimo discorso, e gli rispose dinali defunti per ritenerle. Ignoro in che
colle più vive espressioni di riconoscenza fondino la vantala e antica pretensione,
il p. vicario generale. Indi il cardinale salì non avendolo trovato ricordato da alcun
nel di lui appartanienlo,e servilo di lauto monumento, e solo conosco per tradizio-
rinfresco, si restituì poi al suo palazzo. INel- ne,che morto il cardinal Carlo Livizz mi
la seguente mattina il cardinale mandò in il I.' luglio I 8o2, le sue portiere che tro-
regalo a'rcligiosi una vitella mongaua vi- va vansi ancora in attualità tli esposizione
va, e quantità di scello vino. Da una nota sulle pareli del suo titolo di s. Silvestro in
di spese occorse nel i 7f)4 '•' cardinalFiaii- Canile, le monache del contiguo mona-
cesco7Vi,'^//r/^/r/// pel [)oSSeSSo preso del li- stero se le ritennero, e la congregazione di

lolo di Maria del Popolo, trovo che in-


s. propaganda sua erede non le ript-tè. Inol-

combe a'cardinali pagare il proprioiS7<'///- tre so bene, che morendo neìiSSy a'i6
ma che si eleva nella facciata esterna de' novembre, vigilia della festa di s. Grego-
titoli e diaconie, del proprio IVilvaUo e di rio Taumaturgo,il cardinal GioigioDoria

(]uello delPapa regnante, che si espon- Pampini), menile le sue nobili portiere e-
gono nell'interno di tali chiese nelle feste. rano in attività nella chiesa di s.Chiara (di

li caidinalPigiiattelli pel possesso otliì del- cui parlai nel voi. XXVI,[).i8S, ed al-

la cera alla donò agli agostiniani


ciiiesa, ti e notizie relative le riportai nel voi.

che l'hanno in cura una vitella mongana LXXll, p.i8S e altrove: ma minaccian-
e due barili di buon vino, e fece dispen- do rovina e mentre s'incominciavano le

sare a' poveri limosine. Ogni anno per la riparazioni, nella mattina de'22 ottobre
festa dava scudi 4o, ed al curato soccorsi i855 crollò all' improvviso il tetto e la

per le povere zitelle della parrocchia, l'iìi volta senza alcuna vittima grazie alla di'
o meno allretlanlo oggidì si pratica da' vina provvidenza. Imperocché mi narrò
cardinali preti e diaconi, alcuni sommini- il sacerdote genovese che s'incaniiniim-
strano annualmente 5o scudi per la fe- va per celebrarvi, di trovarsi vicino alla

sta,ovvero per l'esposizione pubblica tiel porta col chierico e un muratore esami-
ss.Sagramento per (^>///7/y7// ro/<', alle cui nando in quale altare avrebbe potuto dir

processioni mandano i servitori colle ler- messa, quando vedendo essi cadere al-

cie, e talvolta fanno essi la funzione o vi quanto calcinaccio, ritiratisi pronlaineii-

prestano assistenza. Per le quarant'ore e te verso la porta, precipitò il sollitlo, re-

per la festa i cardinali preti e diaconi man. stando innocui tra la slessa porta e le ro-
dano alle loio chiese due nobili Portiere vine) deirarciconfralernita di s. (iiegorio
(7 .), aventi in mezzo il proprio stemma Taumaturgo, della quale era protettore,
gentilizio ; altrettanto fanno i cardinali il sodalizio le prelese come appartenergli:
protettori colle loro chiese. Talvolta è av- si dice che ricoise alla congregazione ce-
Venuto che i cardinali sono morti, mentie icuioniale, e si vuole che abbia risposto
TI T T I T 243
negalivameiite, onde le ricuperò l'eretli- vandosi a vendere,il prezzo ricavatosi di-
tà. Tultavolta alcuni sostenendo, che l'e- viderà tra il capitolo e l'erede del cardina-
redità avea fatto transazione e convenu» le. Però a molivo della condizione delle
to a iw compenso, di questo ricercatone portiere,noh essendosi ancora potute ven-'
il sodalizio, trovai che nulla apparisce da' dere, restano tuttora presso il conte Albor-
registri e libro maestro del medesimo. Di ghetti. Dipoi moiì nel 853 il cardini! Bri-
1

più volendo verificarlo presso i nobili e- gnole commendatario del suo antico titolo
redi, in vece ho saputo, che a' i
7 novem- di s.Cecdia,ove dispose essere tumulato, e
bre 887 1 si pagarono scudi cinquanta al- custodendo le sue portiere nobili le mo-
J'arciconfraternita per elargizione accor- nache benedettine cassinesi del propin-
data dal cav. Doria come esecutore te- quo (nonastero,che hanno in cura la chie-

stamentario del definito cardinal fratel- sa, e delle quali il cardinale era prolet-
lo, in occasione della festa del centena- tore, anch'esse ricorsero perchè a loro ri-
rio dell'erezionedel sodalizio (la cui pom- manessero in proprietà, fondandosi nella
pa descrive il n° gS del Diario di Ro- consuetudine che propriamente dalla ge-
ma), quindi furono ritirate le portiere. neralità s'ignora. Quesle controversie or-
Adonta di questo recente esempio, mo- mai si dibattono con qualche frequenza,
rendo nel 1842 il cardinal Agostino Ri- nientie nelle ullime disposizioni sug'i u-
varolai. "diacono di s. Maria ad Marty- lensili sagri de' cardinali, su[)eriormente
rcs^mentre in quella diaconia soltanto lainmenhile, pe'cardinali defunti, non si

temporaneamente conservavansi le sue fa parola d.^Ile Siccome le


loro portiere.
nobili ma vecchie poi fiere, ed erasi sul portiere del cardinal Rrignole non erano
punto di restituirle all'abitazione del car- in opera nelle pareli della chiesa di s. Ce-
dinale, essendo n(fatlo terminata la loro cilia, ma sempliceinentecustodivansi dal-
esposizione, nondimeno il Pvmo Capito- le religiose allorché cessò di vivere il car-
lo della chiesa si rifiutò di consegnarle dinale, e perciò non poteva sosteneisi la
all'erede delcaidinale, sostenendo appar- consuetudine, pure gli eredi per ritirar
tenergli per consuetudine. Questa fu im- le di crono nobilmente in compenso al mo-

pugnata dall'erede, anche per non esse- naslero scudi 200,aveudo conlribnito ad
ve allora le portiere attaccale nella chie- esso lo zelo di mg.' Luigi Colombo vica
sa, per cui se ne fece questione tra loro. rio del monastero medesimo. Dille no-
Fu depulalo ad emettere il suo parere zioni che raccolsi su questo argomenlo,
mg.' Corboli-Biissi; quindi il suo opina- non trovai esistere diritto scritto in fi-

menlo venne passalo all'esame di mg.' vore delle chiese sulle pareti (bile (piali

Simonetti poi cardinale, il quale dopo sono attaccatein opera le portiere de'ear-

avere trattenuto presso pcnden- di se la dinali alpuntodi loro morte, masollanto


7a circa un anno, emise un volo non to- un'antica consuetudine di rilasciarsi tal-
talmente chiaro e piuttosto irresoluto,an- volta alle stesse chiese. Da questo derivò
7Ì alquanto contrario al capitolo. Tutta la credenza, che qualora le portiere de'
volta in base delle ragioni esternate da cardinali litolari, diaconi o protettori, so
tal prelato, e per conciliazione del con- no attualmente appese alle pareti delle
te Alberto Alborghetti, come esecutore loro chiesee propriamente in opera, uieti
testamentario del cardinal Rivarola, fu treessi muoiano, debbano restare in pio-
poscia convenuto tra le due parli: di con- ptielà delle chiese medesime, il che vie-
segnare le due portiere allo stesso conte ne loro contrastalo dagli eredi, ond<' sa-
Alborghetti qual custode e conservatore rebbe bene definire silì'atte questioni, che
delle medesime, rilasciandone egli lesti- hanno sostenitori prò ci cantra. Conver
raouiauza al capitolo, col patio che Iro- rcbbe dunque provare, che le chiese ab-
1
1

244 T T I T 1 T
l)iano il iliiillo di ritenere le porliere, nel lolare.Porlalosiqiie>;li nel monastero, il p.
raso più volte ricordalo; diiitlo the al- abbate gli presentò una belli«(S>ima map-
cuni slimano non siilìicicnlemenle pro- pa di fiori di seta, e una dozzina di ri-
valo. 11 principio fondato sulla giustizia tratti di S.Bernardo, e poi lo fece servire in

rcs clniiiat ad domììiuin è inconlrasta- uno alla sua corte di rinfresco, il lutto gra-
Lile, e per invalidarlo non sono sullicien- dito dal cardinale, che nel partire fu ac-
ti nno o due fatti. Quanto a' possessi de' compagnato alla carrozza dal p. abbate e
cardinali litolari, ricavo dal n.° 4? ^^^ da'monaci, lasciando abbondante limosi-
Diario di Roma del i<So4, clie dome- na a'poveri. Notai tra le mie memorie mss.
nica IO giugno il cardinale Callo Opiz- sul cardinal d. Mauro Cappellari mio si-

zoni titolare di Bernardo, si recò nel-s. gnore e poi glorioso Gregorio XVI, che
la sua chiesa a prendere il privato pos- sabato 2 settembre 826 si portò a pren- 1

sesso con treno. Ricevuto dal p. abbate dere possesso privato del suo titolo di s.

presidente generale in abito abbaziale, e Calisto ciisto(li;Jo da'monaci cassinesi. Es-

da'monaci cislerciensi in cocolla, coU'a- sendo tal chiesa lontana dalla sua residen-
spersorio che l'abbate gli presentò segnò za di Propaganda, servitori nell'andare i

se slesso, V oifii abbate e asperse gli


all' e nel ritorno che devono procedere a pie-
astanti. Venerato ilss. Sagramento, passò di e coll'onibiellino innanzi la 1 .^carrozza,

in sagrestia, e .sedendo in nobile Irono, il smontarono soltanto rimontarono die*


e
iiolaro lesse il breve apostolico, dopo di troie cai rozze a ponleSislo.il modesto tre-
che il cardinale ammise all'amplesso il p. no si formò di duecarrozze di gala; e si usò
abbate, il p. procuratore generale, e altri la saccoccia della cappa, l'ombrellino e il

5 abbati, al bacio della mano tulli i mo- cuscino di colore rosso. 1 1 caudatario vestì

naci e al bacio della s. porpoi a i conversi. sottana violacea e ferraiuolone di seta ne-
Tornati ciascuno al suo posto, il cardi- ra, e poteva assumere anche la croccia. ,

nalefeceuna beo sensata ed elegante allo- Non s'invitarono i due prelati d'accompa-
cuzione, esternando il suo piacere per la gno come si usa nel possesso pubblico.
, ,

scelta del tilolo (i novelli cardinali preti Giunto il cardinale alla porla della chie-
e diaconi sogliono privatamente far sup- sa, al suono di sue campane fu ricevuto

plicare il Papa di conferirgli per titoli e dal p. ab. di s. Paolo e da'monaci. Depo-
diaconie le chiese da loro indicate, e ordi- sta la mozzelta e la raanlellella, assunse
nariamente vengono esauditi; cardinali i la cappa (sulla sollana, poiché come già
antichi in concistoro da per loro o per monaco non avca l' uso del Rocchetto,
mezzo d'un collega procuratore fanno l'o- di che parlai pure all' articolo Religio-
zionedi passaggio ad altro titolo o diaco- so), e preso 1' aspersorio dal p. alìbate si

nia, ed anche dallordinediaconaleatpie- segnò la fronte e asperse gli astanti. En-


shilerale, come alle commende), esaltan- tralo in chiesa oròalqoanloavanti l'aliare
do i mei iti del fondatore s. Bernardo e le maggiore, e levatasi la cappa, ripresa la

glorie del suo ordine cisleitiense, di cui sola n)ozzella, passò in sagrestia. Asceso il

si dichiarò sempre stalo allezionatissimo, trono, il notaro lesse la bolla pontificia del

protestando di voler sempre aver a cuo- conferito titolo; indi il cardinale ammise
re non solo i vantaggi di quel monasle- all'amplesso il p. abbate, i monaci al bacio

io,ma anche di lutto l'ordine; e finalmen- della mano,ei laici oconversi a quello della
te lodò e approvò le cuie del p. abbate porpora; dopo di che fece breve e analo-
per r intrapreso restauro delia chiesa e ga allocuzione, alla quale il p. abbate ri-
monastero. Indi alzatosi in piedi il p. ab- spose con termini concisi. Asceso il cardi-
bate fece in breve un conveniente com- naie nelle camere della procura generale
plimento e ringraziamento al cardinal li- del contiguo palazzo, fu Irullalo di rinfre- 1
TIT T I T 245
SCO colla sua corte.Ringiazialo il p. abbate fu letta la bolla pontificia di collazione, e

ei monaci, palli uscendo tlalla porla graa- quindi egli indirizzò a' canonici regolari

de del palazzo, per cui non ebbe luogo il che gli facevano corona, comtnovente o-
suono delle campane, lasciando convenien- razione latina, notabile per eleganza e per
te limosina a'poveri. Nella funzione fu as- la nobiltà de'sentimenti espressi. Il detto
da mg.' De Ligne maestro delle cere-
sisto p. abbate rispettosamente non meno che
monie pontificie. Per la fesla di s. Calisto dotta mente rispose, esponendo co' pregi
il cardinale somministrava 5o scudi alla della basilica, che formano prezioso mo-
chiesa. Ivi ritornò per assistere alla Con- numento il divoto
di storia ecclesiastica,
clusioiìc (che descrivendola in taleartico- attaccamento dell'ordine de'canonici re-
lo, vi riportai notizie su tali atti, se si fan- golari al Papa e al cardinale. Tra'perso-
no ne propri o negli altrui titoli o diaco- naggi piìi distinti che assisterono all'au-
nie) e disputa di niosofia, a lui dedicata gusta ceremonia, diretta da mg.' Renazzi
ed egregiamente sostenuta dal p. d. Ma- ceremonieie pontificio, vi furono l'amba-
riano Falcinelli A ntoniacci ora vescovo di sciatore di Francia e l'uditore di rota del-
Forlì, della cui consagrazione feci cenno la medesima. Poscia il cardinale trattò di
nel voi. LXXIII, p. 365 e 366. 11 n.°i4 lauto pranzo i personaggi, i
pp. abbati de*
del Diario di rwina del 1828 riferisce il canonici, e allii; ragguardevoli persone.
solenne e pubblico possesso presodal car- Dal n.° 93 del Diario di Roma, del i83o
dinal VincenzoMacchi, lunedi febbraio, i i abbiamo descritto il possesso formale, ma
del suo titolo de'ss. Gio. e Paolo, con no- privato, preso raarledi 6 novembre della 1

bile treno nelle ore pomeridiane. Fu ri- commenda di s. Lorenzo in Damaso e del-
cevuto dalla numerosa conjunilà de'pas- la carica di vice-cancelliere e sommista di
sionisti che Iha in custodia, alla quale poi s. Romana Chiesa, dal cardinal Tomma-
diresse un eloquente e commovente di- so Arezzo vescovo suburbicario di Sabi-
scorso, godendo d'essere in mezzo a si e- na. 11 cardinale dopo aver prestalo il con-
sempla ri religiosi, ed il p. preposito gene- sueto giuramento nelle mani del Papa,
rale rispose con sinceri e riverenti ringra- corteggiato da vari prelati discese dalla
ziamenti. Ricorrendo in quel giorno la vi- camera del suo adiacente palazzo nella
gilia della commemorazione della Passio- detta basilica. Alla porla principale fu ri-

ne di Gesù Cristo, sotto la quale milita l'i- cevuto dal capitolo, e adorato il ss. Sa-
stituto religioso , ij cardinale pontificò i gramento, e venerale le reliquie di s. Lo-
primi vesperi, e nello stesso modo cantò renzo e di s. Damaso I, si trasferi nella
la messa nella seguente mattina enei po- sagrestia, ove asceso al trono prese il pos-
meriggio intuonò secondi vesperi. Tulle
i sesso nelle solile forme. Prestali a lui i de-
le sagre funzioni, dirette da mg."^ Branca- bili atti d'ossequio dal capitolo, il cardi-
doro maestro delle ceremonie pontifìcie, nale presentò ad esso mg."^ Zacchia udi-
riuscirono con sonìmo decoro e generale tore di rota come suo vicario, e quindi
edificazione. Nel n.°i 8 del Diario di PiO- pas*ò nella cappella della ss. Concezione
///«del 1828 si legge la descrizione del for- (della quale riparlai nel voi. LXXIII, p.
male possesso preso nella domenica de' i o 47 e 83), a venerare l'antica e prodigio-
febbraio, dal cardinal Gioacchino Gio. Sa- sa s. Immagine, ed entralo nella sua con-
verio Isoard del suo titolo di s. Pietro in tigua sagrestia ammise all' ubbidienza i

Vincoli, in cura de'canonici regolari La- deputati del nobile sodalizio della mede-
leraneusi, il cui p. abbate generale lo ri- sima, di cui è sempre protellore il vice-
cevè capitolarmente alla porla della basi- cancelliere. Recatosi dipoi nella sagrestia
hca riccamente addobbata. Sedendo il car- della cappella del ss. Sagramenlo, ricevet-
diaalesul troaodei luaesloso presbiterio, te gli alti dovuti di napello dagl' indi-
246 T I T T 1 T
viJiii ileir aicicoiifialcriiita ivi esisleiile. ria iu Trastevere, dopo il bacio dell'ini-
J'ai lilodiilla chitaa si tliiesse al jiiano su- magine del Crocefisso, asperse il popolo
periore del projjinquo palazzo della Can- con acfjua benedetta, e ricevuta la turi-
telleria, incontralo al ripiano del portico ficazione, si condusse ad adorare Sa- il ss.

da'preliitiabbreviatori del parco maggio- giatnenlo. Ptissò quindi alia tribuna, e do»
re e da tulli gli ulliziali della cancelleria. pò la recita de'cousueli versetti e orazio-
Assunta l<i cappa, si condusse alla grao ni, ascese al trono, ed allora si eseguì la
sala del parco, coll'accoujpaguo de'nonii- ^ lettura della bolla e si rese l'ubbidienza
nati prtlali e ufllziali. A>ceso il Irono a- consueta. Cantalo il Te Dcinn con mu-
vea a destra il reagente e a sinistra il sot- sica strumentale, 1' antifona, i versetti e
to -somniisla, il presidente del piombo e l'orazione di s. Cecilia, il cardinale dall'al-
altri ulliziali: i prelati abbreviiitori erano tare compartì al popolo la solenne trina
nel parco. Leila e pubblicala la bolla di benedizione e concesse la solita indulgen-
provvisione di vice cancelliere e di sommi- za diioo giorni. D(jpo tale allo possesso-
sta, furono acnmcssi all'auìplesso gli ab- rio, il cardinale si lestituì al trono, ed as-
brevialori,e tulli gli ulliziali tributarono suntisi da'capitolari di Maria inTrasle- s.

al caidiuale i consueti alti di ubbidienza. vere i paramenti sagri, venne egli rivestilo
Furono poi dall'abbreviatoremg.' Vanni- de'pontificali, assistito da'nominali pi'elati

celli lette le regole della cancelleria, do- eda mg.'^Aniiibale Ginnasi suo vicario del
po di che il cardinale segnò varie bolle e monastero, e pontificò solenni vesperi i

sottoscrisse alcune sup[)liclie. Data da es con musica. Nella seguente mattina, festa
so in fiiiela facollàagli abbrevialori di far della santa, il cardinale ritornò nella chie-
ciò in appresso, si restituì nelle sue carne sa con 4 prelati, as<isrilo ancora da'capi-
re, ove genlibnenle ringraziò prelati, e i tolari di s. Maria in Trastevere co'para-
lutti gli altri che l'aveano accompagnato. menti sagri, e pontificò la solenne me^^sa.
Nel n.° ()G del Diario di Roiiia tlel i 838 Non si creda che la chiesa di s. Cecilia sia
si dice, die il Papa dopo aver conferito al filiale della basilica di s. Maria in Traste-
cardinal Giacomo Luigi Crignole la pro- vere, per l'iiilervento del suo capitolo a
Icttorìa del monastero di s.Cecilia, gli piac- tal posse.sso. Esso ebbe luogo, e con per-

tpie altresì che assumesse il titolo cardi- messo del cardinal titolare a premura ,

nalizio dell'unita chiesa, onde il cardinale d'un canonico del capitolo ch'era confes-
oliò a tale lilolo e Io conseguì colla riten- sore delle monache di s. Cecilia. lln.°57
zione in conwnenda del piecedenle di s, delDiario di Roma del 83c) riporta, che i

(.iovanni a Porta Latina liliale della ba- martedì 6 luglio il cardinalGabriele Fer-
1

silica Lateraiien<e,di cui era sialo vicario, retti [>rese solenne possesso del suo lilolo

per la di vozione the iMJlrivn perlalechie- de' Quirico e Giulilta. ulllciato e cu-
ss.

sa. Avendo il cai dinaie già preso possesso stodito da'domcnicani, con nobile tieno
della pioleltoiia del nionaslero, si deter- e accompagnato da 3 prelati. Assunta la

minò di prendere il reale, formale e pub- cappa, col consueto lito fu ricevuto dal
blico possesso del nuovo titolo nel [lome- religioso parroco, non che dal p. genera-
riggio di mercoledì 2 I novendjie, vigilia le domenicani e da scello numero di
de'
«Iella festa di s. Cecilia. Portatosi pertanto religiosi. Entrato in chiesa fu dal coro ,

il cardinale con nobile treno e l'accompa- ile'musici cantata l'antifona: Ecce Sacer-
gno di 3 prelati alla chiesa, per l'una e dos 3Ia^nus, e quindi dopo le solile ce-
l'altra ciicoslanza vagamenle parala e di remonie, il cardinale diresse dal trono al
copiosa ili unii nazione decnral.'i; ivi giunto, clero e al numeroso popolo un commo-
assunta la cap[)a <m\ limitare del lempio vente di.scorso, in cui tra le altre cose ri-
e presente cil iisxislcnteilcnpitolodi s.i\la- tucmbrò essere appunto (piel sagro tein-
T I T T 1 T 247
[)Ìl), ili cui iie'priini aiiiii del sacerdozio a cui die breve 1 is[)osta il can. curalo e
er.isi est'icilato nelle opere dellapostoli- vicario perpetuo. Ammise quindi il car-
co ministero. In^li cantalo il Te Deiun ^ dinale i canonici al bacio della mano e al-
terminò la funzione colla trina benedizio- l'amplesso, e gli altri del capitolo al ba-
ne del cardinale e la pubblicazione della cio ilella s. porpora. Inluonò poscia il Te
consueta indulgenza diioo giorni. Il n.° Demn, che venne eseguilo con iscellissi-
53 del Diai-io ili /lO/.'/,-/ del i 843 narra, ma musica a organo, in uno alle due ati-

che ilouienica 25 giugno il cardinal Fran- tif»ne de'ss. Titolari della chiesa. Si chiu-
cesco Villadicani arcivescovo di Messina se r augusta funzione col compartire li

SI recò a prendere possesso del titolo de'ss. cardinale la pastorale benedizione, e 1 in-

Ijonifjcioe A lessio,cb'eragli stalo assegna- dulgenza consueta a! numerosissimo po-


to dal l*apa in concistoro 3 giorni innan- polo, che avea assistito alla sagra Funzio-
zi. Accompagnalo da un arcivescovo eda ne. Il h.^Bd del Giornale di RoniaAé
'1 pi ciati e da distinte persone, fu ricevu- 18 52 descrive il solenne possesso preso
to alla porta dal [). abbate superiore ge- la mattina de' 12 aprile del titolo presbi-
nerale de'girolamini, che gli die l'asper- terale di s. Onofrio, decorosamente ad-
sorio; e dopo avere orato avanti ilss.Sa- dobbato e giorno in cui ricorreva la sta-

grauiento, e all'aliare in cui erano espo- zione, dal cardinal Carlo Luigi Monchi-
ste le ss. Reliquie, si recò in sagrestia, e ni,che vi si recò con nobile treno. Rice-
assiso in trono, il notaro lesse la bolla del vuto dal superiore e monaci girolamini
conferimento del titolo; cjuiudi il cardi- addetti al cullo della chiesa, indossata la

nale ammise al bacio della mano p.ab il cappa baciò prostralo il Crocefisso, e spar-
hate, e tlell'anello la religiosa comunità, sa l'acqua lustrale, dopo le altre ceremo-
e poi con brevi e dignitose parole palesò nie, fu letto il Irasimlo della bolla del
il suo grato animo al sommo Pontefice, forujale possesso, tutela e patrocinio del-
e memoria che conserverà pel suo ti-
la la chiesa anidatagli dal Papa. Indi il car-
tolo. Dopo essere asceso nel superiore ap- dinale ammise all'amplesso e al bacio del
partamento , nel partire fece dispensare s. anello il superiore e i monaci, e con pie-
copiose limosinea'poveri.lln.°8 delle iVb- no accompagnamento d'orclieslrafu can-
tizìe del giorno del 1847 contiene la de- tatoli TI'/)rr<'«/intiionalasi ranlifona del
scrizione del solenne possesso preso dal saolo Titolare, e adempitesi con decoro
cardinal Carlo Acton del cospicuo titolo tutte l'altreceremonie del rito,il cardinale
di Marco, avendo lascialo quello di s.
s. compartì la benedizione a'circostanti e si

IMaria della Pace, con divola e magnifica promulgò l'indulgenza dir 00 giorni. Dal
pompa, dopo il vespero della festa della n.'ioodel Giornale di Roinaàt\ i853
ss. Purificazione e con nobile treno. Pvi- si ricava che a'3o aprile nelle ore pome-

cevuto alle porte della basilica dal capi- ridiane, ricorrendo la vigdia de'ss. Filip-
tolo schieralo, nel portico adorò il Cro- po e Giacomo apostoli comprotettori di
cefisso, e dopo l'altre ceremonie entrò pre- Roma, cardinal fr. Giusto ReoaMati de'
il

ceduto dal capitolo nel tempio adorno de' cappuccini si recò con nobile treno a pren-
più preziosi addobbi,co!ne si cosliuna nel- der possesso solenne della basilica de'ss.
le grandi solennità. Venerato il ss. Sagra- XII Apostoli suo titolo, corteggiato da un
merito eorato all'altare di mezzo, si assise arcivescovo eda due pi-elati. Ricevuto dal
sulla cattedra pontificale, donde dopo la p. ministro generale de' minori conven-
lettura della bolla, diresse al capitolo che tuali e dalla religiosa famiglia , dopo le
faceagli corona, un breve e coni moven- consuete ceremonie il cardinale assiso in
te discorso, ringrazianilo il Papach'erasi trono, si lesse la bolla pel conferito titolo
degnalo accurdaigli uu titolo così illustre, cardinalizio. Indi egli rivolse a' religiosi
2 48 T I T T T I

(lotta e commovente allocuzion€,alIa qua- della comunità religiosa per avere un m


le con espressioni analoghe rispose il p. illustre litolare che risvegliava metno- la

generale. Assunti poi gli abili sagri, tanto ria del genitore stato titolare anch' esso
il cardinale clje i religiosi ,
pontificò so- nell'età più verde della medesima chiesa.
lennemente primi vesperi i della festa, nel- Terminata la funzione,co'medesimi onori
la mattina della qnale celebrò inoltre la il cardinale fu accompagnato alla porta
messa pontificale. Quanto a'possessi presi glande della chiesa da tutti i religiosi, ai

da'caidinali,per procura d'alcuni de'loro quali poi mandò un generoso regalo di


colleglli, assenti daRoma, opre>enli eim- commestibili, olire d'aver fatto distribui-
])0tenti, come il cardinal Gardoqui , ec- re abbondante limosina alla moltitudine
cune un esempio cheeslraggodal n."! 07 de'[)Overi. Inoltre abbiamo esempi di car-
del Diario di Roma del 1802. Nella do- dinali preti e diaconi residenti in B.otna,
menica mattina de'3 gennaio, in vigore i quali fecero prendere cou loro procura
ilimandato di procura spedito dal cardi- il possesso de'loro titoli e diaconie da al-
nal di Borbone infantedi Si)agiia,di\ciìV- cun prelato e da'maestri delle ceremonie
dinal de Lorenzana, questi un'ora avanti pontifieie. Ricorderò sultanlu, che nel
mezzodì si recò colle sue carrozze e livree 1844 '' cardinal Fabio M.' Asquini fece
n(>bili alla chiesa di s. Maria della Scala, prendere il possesso del suo titolo di s. Ste-
la quale essendo diaconia cardinalizia pel fano al Monte Celio, da mg.' Giuseppe
cardinalBorbone era stata dichiarata tito- de Ligne prefetto de'maestri delle cere-
lo presbiteraledaPioVlI,comeavea prati- monie pontificie; e nel i84'> '1 cardinal
cato col di lui padre Clemente XIl, titolo Giacomo Piccolomini deputò suo procu-
che ad ambedue da tali Papi era stalo con- ratore a prendere possesso nel proprio ti-

feritocoH'anelloecappello senza recarsi in tolo di s. Balbina, mg."^ Lodovico Branca-


Pioma. La chiesa era stata nobilmente or- doro, poi anch' esso i.°de' maestri delle
nata con molta copia di cera, e all'altare di ceremonie pontificie e come il preceden-
s.Teresa era slata esposta l'insigne reliquia te prelato domestico. Quando alcun pre-
delpieile della santa. Giunto alla porla di lato o maestro delle ceremonie prende
essa il cardinale, per prenderne il possesso possesso de'titoli o delle diaconie, per de-
pel cardinal Borbone e in suo nome, al putazione del cardinale titolare o (lei car-
suono giulivo delle campane e dell'orga- dinal diacono, la funzione è più sempli-
no. Tu ricevuto da tutta l'intera comuni- ce. Imperocché il procuratore deputato
tà de'teresiani che l'hanno in custodia, pre- recasi alla chiesa, colla carrozza nobile
sentandogli ra>per>orio il p. vicario ge- del cardinale e due de'suoi servi con li-

nerale. Il cardinale fatta l'adorazione al vree di gala, oltre il suo domestico, in a-

ss. Sagramento, orato all'altare delTitoio bito prelatiziooallrodi lui proprio. Vie-
ed a quello di s. Teresa, passò nella sagre- ne ricevuto alla porta della chiesa dal suo

stia lutla riccamente ornata di damaschi clero, uno del (juale gli presenta soltan-
e galloni d'oro. Postosi a sedere sotto ma- to l'aspersorio, ludi visita l'altare del ss.
gnifico trono, fu letto il mandalo di pro- Sagranjento e quello del s. Titolare, e
cura e la bolla pontificia:, quindi il car- passato in sagrestia siede in sedia came-
dinale anunise all'abbraccio il p. vicario rale senza dossello. Allora il notaro leg-

generale e suo (le(ìuitorio,edal baciodel- ge la procura di delegazione per prende-


la mano tutta la religiosa famiglia, e cou re il possesso, e poi la bulla del conferito
nn dotto e fervoroso discorso risveghòsem- titolo; terminale tal" lelture.il procuratore
pre Teresa lo spirito del-
pili ne'figli di s. riceve all'abbraccio il clero della chiesa,
la loro gran madre. Rispose il detto p. vi- e gl'inferiori di esso al bacio della mano.
cario con esprimere la gioia straordinaria Ora passo a riprodurre alcuui esempi de
T
T T I T 1 249
possessi presi da' cardinali diaconi nelle «neta indulgenza di 100 giorni. Deposta
loro cliiese diaconali. Apprendo dal n.° lacappa, ed assunta la mezzetta, prese an-
1790 Diario di Roma deli yg^, che
del che possesso della nominata arciconfra-
nella domenica di quinguagesima si por- ternita, il cui presidente n)g.'^I\I(iccioIi ve-
tò a prendere possesso della diaconia di scovo d' Agatopoli presentò al cardinale
s.Cesareo,vagan)enleapparala,e ornata il il libro dello statuto, e da essoco'guardia-
cardinal Fili[)poCatnpanelli, Fu ricevuto ni fu ricevuto all'amplesso, e al bacio del-
dal p.d. AntonioCavalieri rettore del pon- la s. porpora vennero ammessi tulli i con-
tifìcio collegio dementino, alla testa dei frati. Passò quindi il cardinale nella casa
pp. somaschi e di alcuni cavalieri convit- arci[)retale, ove dopo d'aver presentalo al

tori del collegio slesso, a cui appartiene la capitolo in suo vicario mg.' Carlo Luigi
custodia della chiesa. Dopo breve orazio- Morichini, ch'era uno dc'prelnti dell'ac-
ne il cardinale si portò al trono e postosi compagnamento , di lauto rinfresco fece

a sedere fu letto il breve pontificio sul servire i prelati , il capitolo e clero, ed i

conferiaiento della diaconia, e indi colle guardiani. Finalmente col medesimo tre-
prescritte formalità e ceremonie prese il no, e fra gli omaggi della folla popolazio-
formale possesso, esternandone somaschi i ne accorsa alla funzione, il cardinale si re-
moltissimo piacere. Leggo nel n.° Sy del stituì al palazzo di sua residenza. Il n.''i48
Diario di Roma del 834, che il carilinal 1 del Giornale di Roma del i853 narra,
Nicola Grimaldi avendo determinalo di che ricorrendo a'2 luglio la festa della Vi-
prendere il formale possesso della sua dia- sitazione della 13, Vergine titolare della
conale chiesa di s. Nicola in Carcere, con diaconia di s. Rlaria in Aquiro, il cardi'
nobile treno nella domenica 6 luglio vi si nai Domenico Savelli diacono della me-
portò accompagnato da un arcivescovo e desima vi si condusse con nobile treno a
da due prelati. Era essa magnificamente prendere il possesso, accompagnato da 3
addobbata di parali e in ispecial modo la prelati. Alla porta della chiesa fu ricevu-
cappella dell'arciconfraternita del prezio- to dal p. superiore della religiosa famiglia
sissimo Sangue di Gesù Cr'sto, di cui si somasca, il quale gli die a baciare il Cro-^
celebrava la principal festa. Giunto il car- cefisso colle solite formalità. Dopo di a»
dinale alla porla del tempio , assunta la vere adorato il ss. Sagramento, il cardia
cappa, venne incontrato da lei pi tolo,e dal- naie passò al coro, e compiutasi la lettu-
l'arciprete gli fu presentalo a baciare l'im- ra della bolla, asceso al trono ammise al-
magine del Crocefisso; indi da esso ricevè l'ubbidienza i pp. somaschi , il clero e il

l'aspersorio con l'acqua benedetta,col qua- collegio degli orfani. Più tardi il cardina-
le si segnò, ed asperseli capitolo e il po- le assistè in cappa alla solenne messa can^
poIo,e poi fu dall'arciprete incensato. Por- tata dal p. provinciale, e dopo aver coni-
tatosi ad adorare il ss. Sagramento, e ad partita la trina benedizione pubblicò la
orare innanzi l'altare maggiore, mentre solita indulgenza. Il tempio era ricco di
ivi era genuflesso si cantarono i consueti drappi e splendente per luminarie; la mu-
versetti e l'orazione prescritta dal ponti- sica della messa fu scelta , straordinario
ficale romano, Asceso il cardinale al tra- il concorso del popolo. Per la somiglian-
uo, e lette le lettere apostoliche, ricevet- za che passa tra le prerogative de'cardi-
te all'ubbidienza 1' intero suo capitolo e nali preti e diaconi ne'Ioro titoli ediaco^
clero.Venne poscia, con iscelta musica, nie, cogli arcipreti delle biisiliche patriar-
cantato il Te Dcum, e l'antifona co'ver- cali di Roma, e per notare le differenze
setli del s. Titolare e l'orazione propria. delleceremonie ne'Ioro possessi, riporte-
In fine il cardinale comparii la trina be- rò due esempi de'possessi presi da quelli
uedizione al numeroso popolo colla con- della Laleranense e della Vaticana , per
-

2 io T 1 T T I T
< iriUiinre promesso allrovc. Troro nel
i! 7Ìonf' nll'allare, salì a baciarne la mensa,
11. ° 07 del Diario di Roma del 802, che
1 1 e poi ammise al bacio della niano i cap.
a'3 gennaio, oliava della fesla di s. Gio- j)ellani della medesima cappella. Da cpie-

v.'iniiia|)ostolo, allcoici 7 il cardinal Leo- sta si trasferì in cappa a prendere ezian-


nardo Atilonelli arciprete dell'arcihasili- dio possessodella protettoria dell'arcicoii-
ca Laleninense vi si recò a preniicrne il fiaternila del ss; Sagramento alle Aìr/A^

possesM). Incontralo fino alla carrozza di .


./,7/<- (^'.). nell'oratorio annes-^o, ove fu
3 maestri del 'e cercmonie, nel portico si ricevuto dal [iriinicerio mg.' Oilescalchi,
pose la cappa rossa, ed enlrò per la por- da due maestri di ceremonie e da quella
ta niacgiore, ricevuto da tolto il ca[)ito- fratellanza insacco, che ammise genufles-
lo, all'ingresso porgendogli l'aspersorio sa al bacio ilella mano. Registrerò alcu-
dcll'acqna santa ini canonico arcivescovo. ni uileressanti particolari che leggo nel
Fatta orazioneall'allare del ss. Sagramen- possesso preiedenlemenle preso dell' ar-
to, pas->ì) in sagrestia, ove si assise sopra cipretura Laleranense domenica 3 marzo
mia sedia elevata, restandogli all'intorno 177 I, e descritto nel n.°8246 del Dia-
sedendo in doe ali canonici, ed in piedi i 7'ìo (li Roma, dal cardinal IMario Mare-
tla mia e l'altra parte il resto del capito- foschi Compagnoni nel pomeriggio. Visi
lo. Quindi dal notaro fu falla la lettura recò con nobile treno di carrozze e livree
della bolla pontificia con cui il Papa l'a- di gala, in mantellella e mozzella, chede-
vea dichiaralo arciprele della basilica, in pose per assumere cappa , preceduto la

luogo del defunto cardinal Zelada. Poscia dalla mazza d'argento elevala. Dal più
fece un tenero e i.>truttivo discorso sopra degno canonico gli fu presentato l'asper-
j titoli e i pregi della ba^ilica, i meriti e le sorio, ed accom[)agnalo da due canonici

glorie de'due Giovanni, Ballista ed Evan- anziani e da due maestri di ceremonie si


gelista, i propri doveri e quelli del clero. portò ad adorare il ss.Sagramento, seguito
Dopo di che, dichiarò per suo vicario mg.' da lutto il capitolo. In sagrestia si pose a
Antonio M." Otiescalchi arcivescovo d'I- sedere avanti l'altare di s. Clemente in no-

conio e maestro di caiDera del Papa, in- bilesedia,ed ivi alFabilmente ricevè alba-
di colle prescritte formalità prese il pos- ciò della mano e all'amplesso i canonici
sesso della sua arcipreliira, ainmeltendo in piedi; al bacio della mano i beneficia-
nll'amplcsso, prima mg."^ vicario e tulli i ti, i chierici beneficiali, e cappellani ge-

canonici perordiiie d'anzianità, poi al ba- nuflessi; ed ai bacio della sagra porpora
cio della ninno e genuflessi i beneficiati, i musici e gli altri ministri della basilica
j chierici beneficiali, i mansionari, mu- i egualmente genuflessi. All'altare papale
sici, i seminaristi del seminario romano, lanciò l'oblazionedentro una borsa decen-
ed i penitenzieri della basilica. Finita que- temente ornata, e passato in coro assistè
sta ceremonia tornò in chiesa, ove dopo al soletme vespero, unitamente al capito-

l)ieve orazione al ss. Sagramento, ed al lo, e in tale occasione dichiarò vicario del
le s». Teste de'principi degli Apostoli, b.i- medesimo mg.' Cesare Lambertini pro-
« io la mensa dell'altare papale, ove fece nipote di Benedetto XIV, ed essendo as-
la solila oblazione, e poi passò ad assiste- sente da Roma, deputò a farne le veci mg/
re alla solenne messa cantala nel coro d'in- patriarca Mattei canonico della basilica.
verno. Finalmente e restando in cappa, Essendo vivente il cardinal Andrea Cor-
nudò a prendere possesso della prolello- SMii protettore della cappella di sua fami-
lia dell'insigne cappella Corsini, in man- glia, il cardinal Marefoschi non vi sì re-
canza d'un cirdiiiale di tal nijbilissima fa- cò, bensì passò a prendere [lossessodel me-
miglia, secondo la disposizione del fonda- moralo sodalizio |)re>.sfi il santuario della
tore Clemente XP. Ivi terminala 1' ora- Seda santa , i cui coufruli [)er segno di
,

T IT TIT a^i
giubilo fecero eàcguiiv mi gran «sparo di per procuratore, ed il n.°70 del Diario
morlaietli,e da uu'uiclieslra fuori deiro- di Roma deli 838 riporta, che il cardi-
latorio sinfonie cogli strumenti musicali. nal Nicola Grimaldi divenuto protettore
Il n.°54tlel Diario di Roma del 1 887 de- della cappella Sisrmn,e dimorando inFor-
scrive il possesso preso dell' arcipretura lì quale legato,si fece rappresentare nel so-
«Iella basilica Vaticana, dal cardinal Gia- lenne possesso dal cardinal Pulidoii a tal

como Giustiniani. Appena giunto col suo fine specialmente deputato. Vi si recò eoa
nobile treno nella magnifica piazza Vati- nobile treno, ricevuto alla cancellata dal
cana, lecampane della basilica annunzia- preposto, e cappellani e altri del collegio

rono al capitolo il suo prossimo arrivo. Sislino.Dopo le consuete fìjrmalità, ado-


Disceso il cardinale al portone degli sviz- rato il ss. Sagramento e venerato il cor-
zeri pontifìcii, fu da questi accompagnato po di s. Pio V, il cardinale si recò nella
a'cancelli del portico della basilica, dove sagrestia della cappella, ove si pose in luo-
assunse la cappa, e quindi da'maestri del- go a tal fine decenlemente ornato, pre-
leceremonie venne condotto alla porta via la lettura fatta dal tiolaro del bigliet-

grande della chicca, ove era riunito lut- to di nomina del cardinal Grimaldi alla
to il capitolo per riceverlo. Entrato il car- protettoria. Il cardinale Polulori (juindi
dinale nella basilica, fu accompagnalo dal ammise all'amplesso il preposto, e al ba-
capitolo all'adorazione del ss. Sagramen- cio della mano i beneficiati e chierici be-
to, indi nella sagrestia, ove assiso su no- neficiati, e pronunzie) un discorso analo-
bile sedia arcipretale, e circondato da tut- go alla premura del prolettore verso la
ti i canonici, fu letto d.d notaro l'atto del cappella e il collegio, (pie>to eccitando al-
possesso. Poi il cardinale ammise i cano- l'esalto adempimento del suo ministero.
nici al doppio nraplesso, i beneficiali e Pe'titoli e diaconie cai diualizie, oltre i ri-

chierici beneficiali al bacio della mano. cordati scrittori, si ponno leggere: Cardi-
In tal circostanza il cardinale pronunziò nal Francesco Albizi , De jiirisdictione
un breve e commovente discorso, dopo cjuam haheiit S. R. E. Cardinales in Ec-
il quale recossi collo slesso accompagna- clesiis siiorwn Titulorum Disceptalio,
mento a fare gli atti possessorii all' alta- novis allegationibus aiicta, et addita
re del ss. Sagramento,alla Confessionedei Quaestiuncula. An Cardinales Diaco-
ss. Apostoli, ed alla cap[)ella del coro, ove nis in suisDiaconiis passini .wlemnein be^
assistette alla messa conventuale; termi- nedictionem impartiri. Una cnni respon-
nala la quale si restituii alla sua residen- sione ad ca,
prò parte fratrum in
cjuae
za, lasciando in tutto il clero Valicano la convcntu s. Mariae in Via degenfiwn
più viva compiacenza vedendosi presie- et eidem Ecelesiae Ti talari inservieìi'
duto da un sì ragguardevole porporato. tinnì late fiierunt adversus diclam di'
Le ceremonie colle quali l'arciprete di s. seeptationem adducta, Rornaei 668. Pe-
Maria Maggiore prende il possesso, sono rò il dotto p. Zaccaria avverte doversi leg-
quasi eguali alle accennate, ed invano le gere la risposta dei Pitoni, De eontrov.
cercai ne'fogli ufficiali di Roma pergli ul- Patron, allcg.^i ,n." 3 i eseg. Cardina-
timi G arcipreti. Bensì a Protettore nel le Nicolò Anlonelli, De Titulis cpios s,

descriverne i possessi, olire i riti propri dei Evaristus Romanis Presbyteris distri'
santi titolari e patroni delle chiese, par- huit Dissertatio, Ronìae 72 5. Cardinal 1

lai di quelli delle due magnifiche cappel- ^^o%\\no\ altv'so.Dc occiipationibwiCai--


le esistenti nella medesiuja basilica, de- dinale diacono dignis: si legge anche tra
notuinate Sistina e Paolina, e lai.\leco- i Discorsi del cardinal Mai a p. 159 dei
rata di altro altare papale. Anche pos- i Sermones latini. Gio. Lorenzo Certi a-
sessi di tali protettori si ponno prendere gosliuiano, DcTitolidiitrihnilidn % E~
232 T I T TIT
varisto Papa a preti di Rnina : si legge V secolo furono ordinati diversi preti sot-

tra le sue Prose volgari, Firenze 7 Sp. 1


to un medesimo Titolo o Chiesa T/'to/rf.

Andieiicci,/?/.v.ver/. de Cardinalibus.O- re (/^'.); ma che sebbene fossero molti pre-


nofiio Piiiiviijio, De Episcopatibiis, Ti- ti nella slessa chiesa, non celebrava il Sa-
tiilis,etDiaeouiisCardinaliuin, Venetiis gri/izio che un solo, cioè il vescovo, il

iSSy e altre edizioni. CnitliualDe Luca, titolare della chiesa col quale tutti gli al-

// Cardinale della S. lì. Chiesa prati- tri insieme nel medesimo tempo celebra-
co. Michele Benveriga. Eminenza della vano. Tale pratica nella chiesa romana
dignità cardinalizia e suoi titoli per o- erasi continuata sino al IX. secolo, come
gni sorte di gente, eolla definizione del- si fa ancora nella chiesa greca, e nella Ia-

la nohiltà, Monlefiascone 1716. lina nellesole ordina/ioni de' vescovi e dei

TITOLO CLERICALE, Titnlus Clc preti; ovvero nella moltiplicazione de'sa-


ricalis. 11 titolo clericale o sacerdotale è cerdoti.senon celebravano una sola mes-
necessario per entrare negli ordini sagri, sa insieme, si davano a vicenda l'un l'al-

Titulw; ecclesiastieus, ed è di 3 sorta : Anticamente vi furono


tro l'alternativa.
quello d'un benefizio, quello di patriino- pure gli Ebdomadari, quali in giro ce- i
|

nio, e quello della povertà religiosa o del- lebravano una settimana per ciascuno. I

la religione. Il titoli) del benefizio e del Aggiunge poi che ili." a introdurre l'a-
patrimonio, èdiffcrente secondo l'uso del- buso di fare ordinazioni de'chierici sen-
la diocesi e la tassa de' vescovi: il titolo za titolo fu Alessandro vescovo di Liegi,
dell'online religioso o della religione con- da Innocenzo II deposto nel concilio di
siste nella professione religiosa d'un or- Pisa nel 34, e per il pessimo esempio
i 1

dine che somministra l'alimento a tutti i del quale la prevaricazione s' introdus-
suoi membri. Fu d concilio di Calcedo- se in altrechiese,percuiil concilio di Lon-
iiia che vietò l'ordinazioni senza litoloao- dra del 1123 avea ordinato Nidlus in :

che de'chierici. Secondo l'antica discipli- Preshyterwn, nullus in Diaconum nisi


na non ordinavasi alcuno senza obbligar- ad certuni titulum ordinetur, qui vero
lo al servizio d'una chiesa, e per conse- absolule fuerit ordinatus sunipta careat
guenza non conoscevasi altro titolo cleri- dignitate. E siccome l'antipapa Anacleto
cale, fuori della chiesa alla quale un ec- II promotore de'chierici libertini senza ti-
clesiastico era attaccato per la sua ordi- tolo, mosse il suddetto concilio di Late-
nazione,per servirsi perpetuamente e trar- rano 111 a stabilire che vescovi dovesse- i

ne la sussistenza. Questa disciplina durò ro dare gli alimenti «'diaconi e sacerdoti


finché il conciliodiLaterano 1 1 l,celebrato ordinati senza titolo di qu.dche chiesa, fin-
neh lygda Alessandro III, dichiarò che ché ne fossero stati provveduti, non com-
se un vescovo ordinava un diacono o un presi però quelli che potevano alimentar-
sacerdote senza un certo titolo bastante si col proprio; il concilio di Trento rinno-
per la sua sussistenza, il vescovo sareb- vò le penedegli antichi canoni coiUroquel*
be obbligato a somministrarglielo fino a li che con molti artifizi e inganni fingono
che glielo avesse assegnato in qualche d'aver un benefizio o un Patrimonio ec-

chiesa, ovvero avesse con che vivere del clesiastieo (V.) bastevole pel manteni-
suo patrimonio. L'ultime parole di que- mento loro. Il Papa s. Pio V colla bolla
j

sto decreto servirono d'appoggio per sta- lioinanus Po/<///t'X, dice che essendo con- |

bilire apoco a poco l'uso delle ordinazio- tro il decoro, che quelli che sono eletti a
ni senza chiesa, contentandosi d'una ren- servir Dio negliOrdini (F.) sagri, siano
dita sufficiente, sia in benefizio o in pa- costretti a mendicare per procacciarsi il
trimonio. 11 Cerlendì Delle ohlazioid
, sostentamento, o a campar la vitainqual-
a//'<//^a/('j dice che Uuo dal principio del cheimpiego syidido,c iu nessun modo eoa-
TIT T T I 2^3
venevole a un chierico, è sfato ordinalo Rcx Judaeorum. Dice s. Marco cap. i5:
dal s. concilio di Trento, che nessun seco- Erat tituluscaiisaeejus inscriptus: Rex
lare, quantunqueavesse tulle lealtiequa- /z^r/r/fO/7/w.Queslo tiloloTu scritlo,al rife-
lità necessarieper essere ordinalo, non può riredi S.Giovanni cap. 19; licbraice,grae'
esser promosso agli ordini sngri, se non fa ce et lati/ie.e come si scorge dalla notabi-
prima constare ch'egli ha un benefizio ec- le parte che si venera in Roma nella C/t/e-
clesiastico o un patrimonio sullìciente pel sa di s. Croce in Gerusalemme [7^.). Se
suo mantenimento; volendo e dichiaran- questo titolo fosse solamente allisso alla
do che le ordinazioni, che saranno siale croce con chiodo (come rilevai parlando
fatte sul titolo di falso patrimonio, ren- delless. Spine), ovvero portato avanti al

dano le persone, che le avranno cosi ri- Redentore,mentre andava al monte Cal-
cevute, incapaci di esercitar le funzioni de- vario, non si conosce con certezza, non
gli ordini sagri. Un litoloclericale non pub dichiarandolo negli evangelisti, negli an-
essere tolto, e nemmeno alienato, tranne tichi padri. Nondimeno si crede comu-
ii caso in cui il sacerdote abbia altri be- nemente, che il titolo fosse affisso sull' e-
ni per vivere,o sia titolare d'un benefizio stremità della croce. ! giudei fecero gran-
qualunque. di istanze, che si mutassero le parole del
TITOLO DELLA SS. CROCE, Ti- titolo, e si dicesse che non era re de'giu-

titlus ss. Crucis. Reliquia insigne saiili- dei, ma che allettò di farsi re de'giudel.

fìcata dalla passioneecrocefissione di (ie- PeròPilato rispose: Quod scripsi,srripsiy


su Cristo, formalo dalle ^avoW-.JesusNa' e non volle mutar nulla, forse perchè da-
znrcnus Rcx Judaeoriim,
iscrizione che ta una volta la sentenza, della quale era
fu posta incima delia si.Croce(r.).Con- il titolo un brevissimo sommario, non si

viene sapere ch'era consuetudine de'ro- poteva fare più in essa mutazione alcu-
tnani, quando alcun reo si condannava a na, e il p. Menochio riporta in conferma
morte, ovvero ad allio grave supplizio, 3 leggi ronìane. Alcuni credono che anco
si pubblicasse al popolo il debito, o colla le croci de'due ladri, fra' quali fu croce-
voce del banditore, o con iscriltura chia- fisso il Redentore, avessero o uniti o stac-
mala Titolo o Tabella, o Album Pre- cali i lorolil(j|i. Quelli che sono di con-

toris. Si pubblicava poi alle volle il de- adducono per ragione,che


traria opinione
litto pel quale si castigava il malfattore, non praticandosi l'uso de'liloli co'delin-
o con iscrivere sopra una tavoletta, che queiili per delitti conosciuti da tulli, ri-

se gli portava innanzi, o con altro modo tengono che a'due ladroni non fu posto
simile, come mettendo sopra della croce il titolo sulle loro croci. Il Marangoni,

o della persona slessa paziente una scrit- L'ammirabile conversione di s. Disma


tura, che dichiarasse la causa, per la qua- detto volgarmente il Buon Ladrone, ùv-
le fosse stato condannato. Ciò fu prati- ee nel lib. cap. 1. >• E quantunque er-
I ,

cato non meno da' romani co'loro paga- rore quasi comune egli sia del pennello
ni, che con quelli che andavano al marti- o del capriccio de'moderni pittori nel rap-

rio. Gli esempi li riporta il p. Menochio, presentare immagini de'Iadroni croce-


le

i5V«07r,cenluria 4>cap- \l^: Alcune osser- fisse loro corpi non soste-
con funi, ed i

vazioni circa il titolo clellaCroce diCri- nuti da chiodi; nondimeno egli è certoche
sto Nostro Signore. Cosi fu praticato con tulli i rei si affliggevano con chiodi". Al-
Gesù Cristo dopo essere stato condanna- tri rilevano dall'operato di Pilalo,che nel
lo al supplizio di essere Crocefisso (V.), titolo volle notare la causa del suo sup-
sopra la croce, pel quale titolo il roma- plizio, con che Gesù di Na-
far credere

no preside Pilato fece scrivere, come si zareth (onde 7\''<7s<7/T/»" furono chiamati
ha da s. Matteo cap, 27 Hic est Jesus : i suoi discepoli) fu condannalo a morte
2T4 TIT TIT
per aver aspiralo alla sovraiiitìi de'glu- A CnocE VERA, parlando della sua inven-
dei, il tlisposlo piiiltoslo Ja'coiisigli del- zione fatta dall'imperatrice s. Elena sul
la divina provvidenza; poiché Gesù Cri Calvario, insieme col ss. 77/o/oegli stru-
slo i:ra in elicilo il nuovo re de' giudei, menti della Passione (ì\ Gesù Cristo, no-
de'gieci e de'ioinani, e come lale il tito- tai che s. E lena mandò porzione della ss.

lo era stalo sciillo nel linguaggio de' 3 Croce nella basilica Sessoriaiia o Chiesa
popoli, ond'essi potessero leggerlo, e tri- (li s. Croce in Geriisalcniine di Roma,

butare i loro omaggi che avea


a (piello da lei e dal figlio Costantino I edificala,
diritto di esigerli. Si può vedere s. Pru- e scrivendo di tal chiesa dichiarai che l'un-
denzio, ylpnth. ad<.\ gentcs v. 38 .Qnau
i

peratore Valeotiniano II vi collocò la più
lopoi all'ordine delle 3 lingue nelle qua- parte del ss. Titolo della Croce, che pure
li fu scritto il titolo, la Ialina ebbe il i.° e s.Elena avea mandato o portato a Ro-
più degno luogo, ed era inimediatanìen- ma. poiché nell'iscrizione posta nella cap-
te sopra il capo di Cristo (secondo la sen- pella sotterranea di s. Elena si legge: Frt-
tenza cotninie che il titolo fu posto nel- lentinianns II imperator in solidionem
l'eslrenìità della croce), e sopra di essa la voti sui, ne niatris Placiiliae, et Ilono'
greca,epoi rel)raic<i;pcr cui anche il Ba- riae snroris, onere verniiculatoeam eX'
ronio negli .'hiiìi7h',i\rì. 34, osserva che il ornavit (la basilica); inde Titnlus vcrae
luogo più nobile del titolo soprapposlo al Crucis ah IIelenaniRoìnanidelatus,qui
sommo della croce, era quello più vici- saprà arcuai major evi istius hasilicae in
no al capo di Cristo, cioè l'iscrizione Ia- parva fenestra plwnhea iheca muro la^
lina, ch'era la i .^, e l'tdtifna l'ebraica re- tcritio clausus tamdiu latuerat, musivia
putala da'romani inferiore alla greca, e tamen litteris ah extra id referentihus,
barbara. Si rimarca che l'iscrizione ebrai- (piodillicTitulusstaret.Qm conviene fa-

ca partecipa della lingua siriaca, giacché re diverse avvertenze, sebl>ene l' iscrizio-

coir andare del tempo la lingua ebraica nefu posta dal cardinal Bernardino Car»
si rese familiare colla siriaca e con essa vnjal titolare delia chiesa, e successore im-
si mischiò. L'iscrizione del ss. Titolo che mediato dell' altro cardinale Rlendoza
si conserva nella della chiesa diR.oma,è in morto nel 4c)5,dopo avere avuto la con-
i

minio rosso, sopra un le-


lettere tinte di solazione di ritrovare nella sua basilica
gno imbiancato, quali colori sono di mol-
i l'insigne monumento. Molti vogliono che
lo iilangiiitlili e appannati, e si vuole che s.Elena dopo a ver ritrovato integralmen-
le p:\nAcJrsiise Jiidircornm non vi appa- te nel s. Sepolcro il ss. Titolo, Io ripones-

riscano più. Tanto le parole Ialine, qunn- se nella chiesa magnifica che vi fabbricò
to le greche dell'iscrizione, cominciano sopra della Risurrezione,e [)0Ì lo portasse
dalla mano destra, confirme all'uso de- in Roma e collocasse nella chiesa di s.

gli ebrei, e vanno a finire alla sinistra, il Ci'oce inGerusalemme. Quindi l'impera-
qual modo di scrivere non è airuio sen- tore d'occidente Valeotiniano III e non
za qualche esempio presso i greci, per le 11, vedendo invasa l'Italia dalle orde bar-

testimonianze riferite dal p. Menochio. bare degli unni e de'goti, per salvare il

Poscia anco co' ss. Martiri si costumò di glorioso Titolo dalla loro rapacità, lo na-
punirli col titolo che conteneva la causa scondesse nell'abside della basilica nella
(li loro condanna. Narra Eusebio, /list, parte superiore. Su di che si può vedere
cccl. lil). 5, cap. I, che s. Aitalo martire il Panvinio, Severano, Lamberlini e al-
a Lione, fu condotto intorno all'anfitea- tri die dilfiisamente trattano di questa

tro, e gli si portava davanti una tavoletta preziosa reliquia. Il ss. Titolo che si ser-
o tabella, Sopra lu quale erano scritte que- ba nella chiesa di Nostra Donna la Dau-
ste parole: llic csl Jtlalus cìivi'iLiaiius. rade di Tolosa, è un'imitazione di quel-
T 1 T T 1 T 2 : :

lo c:l)'c in Rouìci: l'isci izione de! i ."è in j li- Corrieris ne tratta e v'\puvla'\\ facsimile»
tlel 2.°nonè che di 3. Ma il
nee, dove quella dicendolo scritto: Titidi characteres ru-

j
p.DeConieiis-Schehnis dotto cisteicien- bri in plioenieiiim, seu castaneiun colo-
;
se, neir eruditissimo e critico Coinmen- rem modo ei'aserunt, ac quaedani tan-
! tarius de Scssorianis prtiecipiiis P,is- tum pliuìtheo-nigrae maeidae aline ce-
I
sioiiis D. N.J. C. reliqui{s,à\c\\\a\a: Ti- riisòiie ejfusioacni iiidicaiit. L'iscrizione
tulus,(fiiiin Ihlosana ecclesia dicìtur as- ebraica la credecomposfo di siriaco o siro-
servavi, falsitatis nota lahorat.Q p.233 e gerosolimitano. Che il ss.Titulo è di le-
seg.;quin aiicioruin,guiTituli particulas gno o di corteccia d'albero, non mai di
vel ad Tolctanatn,vel ad Tolosavam ec- caria come pi etendono alcuni, però con-
clesias missas esse autumant, refelliliir futatida altri, come ezi-nndio lo fuiono
opinio, a p. I i5 e seg. Bensì il p. Corrie- quelli che sostennero che ognuna delle 3
ris riconosce il fi ammentoche Innocenzo lingue ebbe il titolo,menlre è provato che
V ni donò air.nnibascialore veneto Giro- uno solo fu il titolo in cui furono dipin-
lamo Donato, il quale lo regalò alla chie- te le 3 iscrizioni. Quanto alla grandezzti
sa della C. Vergine de'religiosi serviti di del ss. Titolo esistente in s. Cioce, ecco
Venezia. E l'olito frammento che i cano- quanto dice il p. De Jeruni
Corrieris. »
nici regolari, che anticamente avevano iii ijiiiim Biircìundi{\\Mìe%\.io delle ceremo-
cura la basilica di s. Croce, portarono a nie che fu pieseute quando Innocenzo
quelli della chiesa di Luc- s. Frediano di Vili si recò a vedere il ss. Titolo, lo toccò
ca. Imperocché narra il Besozzi che ca- i e lo descrisse), et Sarzaiicusis (Leonar-
nonici regolari,che dopo Alessandro li fu- do diSarzana the die conto della scoperla
rono stabiliti in s. Croce, erano appunto presso il Marini, Archiatri I. 2, p. 2 3c))
di detta celebre congregazione di s. Fie- aiictoritas, nipote qui Titulum vel cer-
dinno, e per molto tempo cardinali li- i tissime proprius inspexerunt, vel ej'us
tolari furono della medesima per privi- illtistralioni sedidam contulerunt opc~
legio pontifìcio confi rmato da Alessandro ram, caeterorum senlentiae longe ante-
III. Delle particelle del ss. Titolo si vene- ponenda sii in propatulo habemus, tiuic
rano in più chiese, come nella basilica La- Titilli partcni, quae reliqua erat, he-
leranense, e donala dal cardinal Lanj- braicc, graece et latine. Js Njzarenus
bruschini, il che registrai nel voi. XII, p. Re prae se tidisse tantummodo vei'ba,
2 I . La I .''invenzione del ss. Titolo, il p. De ejiisquc longitudinem uno panilo miniis
Corrieris Talli ibuisce al titolare cardinal palmo /iltitiidinem vero orto eireiter un-
Caccianemici, che neh i44 divenne Lu- eiis concludi. Il Papa Innocenzo Vili a'
cio II, che vi oppose i suoi sigilli. Msn- 1 2 marzo, dopo aver visitato la chiesa di
tre il cardinal Pietro IMendoza arcivesco- s. Gregorio,! di cui licorreva la festa, vi si

vo Toledo e litolare di s. Croccio Ge-


di recò a venerarlo con tutto il sagro colle-
rusalemme, in questa faceva eseguile va- gio, ed il cardinal Mendoza fece collocare
ri restauri, in cima dell'arco della chiesa, il ss. Titolo in una custodia d'argento. Con-
nella parte superiore della cupola sopra temporaneamente al ritrovamento del ss.

il coro e l'apside fu ritrovato a'27 gen- Titolo, giunse in Roma la fausta notizia
naio 1492 il ss. Titolo della croce in una della conquista di Granata auwUoì mo-
cassa di piombo con 3 sigilli e iscrizione, ri, ed i preziosissimi donativi di Bajazet II
che il Bosio nella relazione circostanziala al Papa, cioè la ss. Lancia (/ .), e le ss.

della scoperta, nel suo trattato De Crii- Canna e Sjìonga (/"'.) consagrate nella
re trillili jìhaiìte. dice lungo Passione di Gesù Cristo. llCancellieri, )9/s--
g pollici e ; .

Giusto Lipsio nel libro De Criire, crede scrt. episl. bibliografiche, a p. 2o4 e 406
che debba essere stato di 1 2. IMeglio il p.De 1 ipoila le relazioni dello scoprimento del
5.10 T 1 T T I T
s*!. Titolo, con altre criulite notizip. Indi \ì,Liì)elliis de Titulo et Fnscrintione sa*
A lessaiulio V 1 colla hoWn AdinirahiU' Sa- liitiferae Cr«r/.y, Basileae i
'j49-^'"**^Pp2
criinicntuni \'ÌK'ifìcae Crucis, de' 2r) lu- M.' Caraccioli, De titulo Crucis dissert.
glio 1496, Bull. Rom.t. 3, par. 3,^.237, e sacrae, et profanae historiae inonU'
concesse l'indulgenza plenaria e lu remis- mentis. Neapolii643. Onorato Nicquet,
sione di tulli i peccali, a quelli che aves- /Ustoria et mysteriwn tituli s. Cruci.<>

sero visitato laCroce in Ge-


basilica di s. D. N. J. C, Parisiisi648, et cum Lipsio,
rusalemme nell'ultima domenica di gen- De Cruceetejusdeni f/V«/f////.Antuerpiae
naio, anniversario del felice ritrovamen- 1670. J. Giorgio Wilke, De Cruce Cliri'
to del ss. Titolo. Il cardinal Desozzi, La sti, de genere supjìlicii ej'us, fuerint ne

.storiti della basilica di s. Ge-


Croce in judaeis nsitatuni,de altitudine, itenifor'
rusale/n/nc, dedicala a Denedetlo XIV, ina titulo ac im'cntione, vul<^o Ilelenae
Del novero di sue insigni reliquie registra: adscripta, i655. Giacomo Ueichmann,
Tre pezzi del legno della ss. Croce, ripo- De titulo Crucis J. C. praefi.to, Wil-
sti ivi da Costantino I ; il ss. Titolo die tembergae 655. 1 J. Giacomo Freislebius,
fu posto sopra la detta Croce di Gesù Cri- De titulo Crucis Christi, Lipsiaei6G4.
sto, scritto con parole ebraiche, greche e G. Daniele Hnakius, De titulo CrucisDo-
Ialine; uno de'ss. Chiodi e due ss. Spine, ininicae, JenaeiGya. Valentino Alberti,
co'quali fu crocefisso e coronato GesùCri- De inscriptione Crucis Christi, Lipsiae
sto; e la traversa della Croce del buon la- 6qo. Samuele Reyher, De Criicifìjci Je-
1

drone s, Disma, ec. Il p. De Corrieris de- su /?7a//.y, Kiloni694- Matteo Hiller, De


scrive il reUquiario o teca d'argento nel- gemina iwrsione tilidiCrurisCliristi,'Ii\~
la quale il cardinal Mendoza racchiuse il bingae 1696. Wesselio, Oratio de titil-
ss. Titolo, e quello rinnovato e ornalo nel lo Crucis Christi, Lugduni Balav. i 7 2. 1

182') dall'altro titolare cardinal Zurla, Ragionamento sul titolo dellaCroce,fra^


benemerito della basilica. Il Novaes, che treRagionamenti spettanti alla Pas-
ri[)orlò nella Storia de' Pontefici varie sione di G.C, Perugia 1793. Domenico
• nozioni sul ss. Titolo, di cui mi giovai al- M.-Manni, De titulo Doniinicae Crucis
trove, dice che il Bercastel lasciò scritto, archetypn, Comnientarius: nel t. ix del'
the ancora si dispulava sull' autenticità le Simhole del Gori, e con giunte del-
«lei ss. Titolo della Croce, poiché osserva Vah. Zaccaria, De
inventione s. Crucis
essere tale la sorte generale di quasi tul- dissert., Firenze 1732. Lambertini, De
le le reliquie della santa umanità del di- canon, ss., Defestis Christi, lib. cap.7. 1 ,

vin Salvatore, per cui conclude. Assicu- Lupi, Theses hist. philologicae ad vitani
rati come siamo di possedere Gesii Ciislo Constantini I Magni, Florenliae 1752.
tutto intero nella ss. Eucaristia, in questa Onorato di s. Maria, ^-7^/ regni, critic. lib.
sorgente inesauribile d'ogni virtù, abbia- 5, dissert. 4- H Matrili nella Storia del
moon(lea[)pagare l'esercizio del cidlo no- tempio della Risurrezione,(ìesciìve la cap-
stro religioso, piultosloche impegnarci in pella di s. Longino, altrimenti detta del

discussioni e in dispute, che quasi sem- Titolo della Croce, perchè per qualche
pre pregiudicano la carità e spesso anco- tempo ivi si venerò il medesimo, colloca-
ra alla semplicità della fede. Ma ormai, tovi dopo di esserestalo trovalo nel s. Se-
ed anche pel dello Coninientarius (ìe\ p. pnlcro, co^\ì altri strumenti della Passio-
]Je Corrieris, è universalmente ricono- ne. Vi è V Imago triumphalis Tituli ^'i'
sciuto che la basilica Sessoriana di s.Cro- vificae Crucis D. N. J. C. quali s hodie
ce in Gerusalemme possiede l' identifico Romae apud cistercienses, intra has. s.

ss. Titolo della vera Croce, sid qualescris- Crucis in Hierusalem, scu intra cappel»
sero purei seguenti autori. Giovanni Ri- lain ss. Rrlifpiiarum conspieilur.
TIT TIT 3^7
TITOLO D'ONORE, Dignità.^, Ti- dividere l'araldica in due parli : lai.'''ri-

fii/iis ìioiìnrarius. Nome di dignilà, gra- giiarda i predicati d'onore, i titoli di No-
do, o nome che indica tali cose per ono- biltà (^F.). gli attributi di ciascuno di que-
rificenza. Il titoloè il nome di alcuiieqna- sti secondo le nazioni e le loro costuman-
lilà dà per onore aPriiicijn (J '.)
che si ze; come pure si estende a'privilegi e alle
e a'grandi Sigiioi-i (T.). Si dà per esem- prerogativechevalgonoa distinguerei va-
pio a^V Lupe va tori e a Re (f .) il titolo ri gladi di nobiltà. La 1.'' parte tratta del-
dì Maestà, Augusto, Cesare, Sire {f^.); le armi e stemmi gentilizi o sia del bla-
a'principi titoli di Altezza e di Scre?ìis-^
i sofie, delle insegne e distintivi delle fa-
sinio (f^.)j agli altri titolati i nomi di Ec- miglie. La significazione di predicato ri-
cellenza e Illustrissimo [T.). Nella Ge- guarda quell' aggiunto o addiettivo che
rarchia Ecclesiastica[ /- .),alFapa si dan- sì dice o si predica del nome sostantivo.
no i Santo PacIre,Santità, Bea^
titoli di Allorché si accenna la qualità d'una per-
Nostro Signore (P.): essi
tissiino (/'.),di sona usiamo dire: il tale è in buono o in
poi per umiltà s'intitolano Servus Ser- cattivo predicato d'onore, s'intende quel-
i'orum Dei (P-). S\ (ih a' Cardinali [f^.) la qualità che giusta il volgar modo di par-
il titolo di Eminenza e Eminentìssimo lare dislìngue iGe/z?//«ow//»" (F.) da'ple-
{ì'.); a Prelati (F.) i titoli à' Eccellenza bei, e nobiltà sìchiama che considerata;

Rci'erenclissima o d' Illustrissimo e Re- nel suo genere non ha nome proprio, ma
verendissimo (F.) e di Monsignore {F?j. nella sua specie designa ecapisce que'gra-
Al clero secolare, Don, Reverendo, Re- di,che comprendonsi co'predicali onorifi-
vereiuliisimo,Abbate[F.),cos,\\ altri ag- Signore, Don, Messere, Ser o Sere,
ci di

giunti propri della Dignità (E.). Al cle- Donna, Dama, Madonna, Madama, e«
ro regolale, Erate, Fratello, Don, Ca- gregio, Magnifico , a m6\\.o Magnifico ^
nonico. Padre, PaternitàjReverendo, Re- spettabile,Nobile o Patrizio, Nobiì Uo-
verendissimo (F.). Alle Religiose, Suor, mo, Gentiluomo, Cavaliere, Illustre o
]\Iadre, Canonichessa, Ahhadessa [F.).
'
perilluslree molto \\\{i^We, Illustrissimo^
Dell'origine, significato, ed a chi spettano Chiarissi/no, Osservandissimo, Colen-
(|uesti ed altri titoli, a'ioro numerosi ar- dissimo , Diletto, Caro e Carissimo,
ticoli ne trattai con particolarità e qual- Eccellentissimo ed Eccellenza (F.), sic-
che di(rusione,anchede'tiloli d'onorenon come componenti le monarchie e prin- i

più in uso; ed analoghe nozioni si ponno cipati; più altre inferiori dignità e titoli,
leggere a Nome. Cognome e Sopranno- che hanno in se certa preminenza o qua-
me. Il nome assoluto di Dominus e di Si- lità civile, attribuita dal consenso delle
gnore (F.) si conviene a Dio (/^.); quello genti ad alcuni sopra i molti. Non avendo
di Nostra Signora [F.) per eccellenza si fallo articoli pe'titoli d'onore e predicati
dà a Maria Fergine (F.) Immacolata di Egregio e Spettabile, ne darò qui un
(del (piai vocabolo e singolare pregio, ra- cenno. 11 titolo e predicato di Egregio, a
gionai nel voi. LXXllI, p. 42). IMolto si grande riputazione era salilo negli andati
occuparono intorno a'titoli gli antichi i- tempi, derivalo dal latino egrcgius, qua-
taliani e altri popoli, anche con eccesso, si ex tofo grege electus ejceellens emi'
onde si formò il tilolario o libro e regi- nens, tanto che egregi o perfettissimi ve-
stro de'litoli, per servire di regola all'e- nivano chiamali difensori delle città, cioè
i

tichetta della scienza araldica e del bla- a dire que'giudici. cui spellava la tratta-
sone, arte e cognizione che tratta piinci- zione del le cause di somma minore a sca-
palmente di quanto spetta a'titoli e pre- di 3oo d'oro. In tal numero furono anno-
dicati d'onore, agli S lemmi (F.) gentili- . velati ìmagistrati municipali.i decurioni,
zi, alle leggi e regolamenti di essi. Si suol ed i pretori che non aveano mero e mi-
VQL. LXXV. '7
2j8 11 T T T
1

sioiiiiperOjina'iniitafn giiiii>dizioiiCjmen- s.Sede governavano le pi'ovincie, e dijKii


Ire i picluri con tale iiiiloi ita a\eaiio fi- passò pure a'cnpitani di guerra e ad altre
rollà (li |innii-e colla moile. e allie juidì- classi, come de'coliocali in eminenti di-
i-ioni potevano iiillii;f;''rc. Anllcanicnle il gnità alla corte, nelle provincie e negli e-
juetlicalo ili egregio fu comune a'[jiiniaii serc! ti. Coni poteva a'conli pai. il ini, e a 'dot-
juelali calile persone incigni, ed anco par- tori (piando avessero letto dalle caitcdie
ticolare distintivo de'principi, comesi leg- pel corso di io anni. Allorché duchi i no-
ge sulla lotìi\):ìót-\\\gr('giii'-Dofnìmi':ìjo- mavansi spetlabili, la loro anloiilà con-
nifucio padre della Sti-ciìissimnc Dorili- cerneva un'autorità semplice a mini nislra-
ìKie Coiiìitisxac Matilde. Egregi erano tiva. Tali erano con titoli} di speltaliili i

predicati ancliei principi della casa d'Esle governalori delle provincie, a beneplacito
nel I 33 1 , dati dal Dandolo doge di Vene- de'sovrani. L'imperatore l'usava colla re-
zia. IMatleo Visconti confermato vicario pultblica di Genova, cogli stati de' regni
imperiale nel i agS, fra'[ireJicati di cui e- di Dalmazia, Crouzia e Schiavonia, non
gli si onora, [)0itn fjuelio d'egregio nomo, che versoi comitali d'Ungheria. Nella clas-
1
non rij)roduire molli altri esenijìi.
er se degli spettabili <Miumeiavansi in altra
Continuando tal predicato dovnucpie in età marchesi e baroni cpiando se gli con-
i i

Icilia, si ddRise a denotare le persone d'ai


1
- cedevano feudi e titolo di baronia; e S[)el-
la condizionee di nobiltà cospicua. Al di- tahili si nominavano nobili della repub-i

le del Crescenzi, n*i\V Anfiteatro roma- blica di Lucca, e senatori di Milano, va-
i

no, egregio e Spctl^.'/'ilc suonano Io sles- lendo secondo alcuni (juanto quello di ba-
so in titolo d'onore. Sotto l'impei oroma- rone e di nr^biltà insigne. A tulli i titola-
no entrava l'egregio fi a' titoli illustri in- li conti del regno di Napoli competeva il

trodotti da Costantino I. 11 predicato si e- predicato di spettabile. Desso fu di gran-


>lese anche a persone celebri per fatti e ge- de distinzione e fregio lino al secolo X Vi, "

sta illustri. Pe'gruduali in alcuna scienza, ed ora egli non è piìi caratteristico di no-
vostiiui vasi all'egregio il molto eccellente. biltà, ma viene assunto a semplice ono-
( ome tutti gli altri titoli anche l'egregio re da' decani dell'universilà di Pavia. A'
si rese meno distinto, usandosi in vece de' loro articoli trattai de'tiloli di Tetrarea,
S'iperlalivi Signor Signor Padrone Co Tiranno, Snltano, Satrapo, Dura, Ar-
l'iidissiino. 11 titolo e predicato di Spet- ciduca , Granduca, Despota, Principe,
l:dnlc. ripete l'origine, come quelli d'e Marchese, Margravio, La/igravio, Bar-
gregio e d'illnstic, (inoda'lempi degli ul graAo (di questi ultimi due titoli ne par-
limi im|)eralori ron)ani , e foise fu uno lai a Margrwio), Contestahile, Conte

«le'4 allora in cosluiiie. Se nedecoraro- Palatino, Conte (notai nel voi. LVI, p.
l'O talvolta i senatori, poi i proconsoli del- 2 8, che il territorio governalo dal conte
I

le [)roviucie, i vicari del prefetto del pie si chiamò contado, e gli abitanti conta'
Iorio e altri semplici ufllziali. 11 Panciro (lini, vocabolo che esprime pure i lavo-
lo ne fa compartecipi il pretore di Roma, ratori della terra delle possessioni del con-
il prefetto devigilij i proconsoli, i legati, tai do e altre terre), Visconte, Barone (in
ii prefetto d'Egitto, i duchi, i marchesi, Germania per baroni liberi inlendesi
) conti e altri principali che riconosceva- quelliche non dipendevano che dall'im-
»io la dignità dall'imperatore. Cos'i anche peraloreo dall'impero), Cavaliere, Tha-
li a gli spettabili annovera vansi allora i ve- ne. Lord, ec. ec. Sdissi articoli anco sui
scovi, i senatori di Roma, ed altri costi tiioli della dignità, ollìci e cariche anti-
tniti in dignità maggiore a'chiarissimi, e che e moderne di quasi tulle le nazioni,
minore digrilinsli i. Lo spellabile inoltre sì civili, che militari e religiosi, la cui sem-

conferivasi a (jiielli the ne'dominii della plice enumerazione diverrebbe non poco
T I T T 1 T ?. 19
prolissa. Solo flirn ohe se nella chiesa la- e cos'inegli scritti de'greci si trovano spes-
lina dopo il Papa e i Cardinali succedo- so i seguenti dati a'vescovi: Beatissinvc^
no Patriarca, Primati,
il Metropo- i i Religiosi ssimus. Dea a mal-ilis. Sanctis-
litani, gli Arcivescovi Fcscovi anche , i simus, Deo dilectissinius, ed altri simili.
in partibus, gli Jhbati (T'.)ec. ec.; nella De'quali titoli quanto furono facili a darli
chiesa orienlale olirei titoli e dignità di i cattolici, altrettanto fiuono ristretti gli

Patria rea, i\\ 3Ietropolitano,i\ì Ài'cive- eretici, come notò s. Gio. Crisostomo. Il

scovo, di Vescovo^ di Abbate, secondo i titolo poi di Santissimo fu riservato so-


diversi riti vi furono gli Esarca, i Pro- lamente al Papa, restando a'vescoviquel-
ìotrono , i ISIafriano , i Cattolico (T-), lo di Reverendi ssimo e a\\v\ 'i\vn\\'\.Fuòi\-
titoli d'onore ecclesiaslici corrispondenti to puie il titolo di Santissimo agl'im-
o maggiori de'precedenti. L'imperatore o peratori quantunque idolatri e di corrot-
Czar (V.) delle Russie, quale capo della tissimi costumi, non solo secondo l'uso, ni.-ì
chiesa greca Eterodossa, ha il titolod'^/»- per la podestà ricevuta da Dio per gover-
ioerata. cl>e spiegai a Piussia. De'molte- nare, il quale la concede non solo a'buo-
plici titoli onorifici dati a' Papi ragionai ni piincipi, ma talvolta anco a'viziosi per
a* loro diversi articoli, come di Fiearin castigo de' popoli.E siccome il titolo di
di Gesù Cristo, Successore di s. Pietro, Santo Santissimo sono sinonimi di Ve-
e
supremo Gerarca Sommo Pontefice , nerabile e Fenerabilìssimo (V.), .sem-
{/^'.)ec.ec.; di quelli dati al Sagro Col- bra che in questo senso fossero chiamati
legio Aq Cardinali, ne parlai anche nel g'imperatori ancorché pessimi, pel cari-
voi. X, p. I t. Il p. Menochio,iS'/7/07'e,cent. co e officio che sostenevano, degno di l'i-

c), cap. 72: De' titoli d'onore dati ad al spelto e venerazione. Inoltre a'|)iù cru-
cune dignità ecclesiastiche, dice che ti- i deli e indegni imperatori fu dato il titolo

toli che si danno ad alcune persone per di Divino, Divo e Divini ssimo. All'ai» 1-
onorarle, o convengono per la dignità e colo Sovrani notai i titoli d'onore e di
per l'onicio che hanno, ovvero per ragio- dignità concessi loro da' Papi, e come ta

ne [ìarticolnre del loro valore o merito lora ad altri essi glieli vietarono e tolse-

j)ersona!e. Osserva poi che nell'antica re- ro; meglio ancora ne ragionai a Stati ri

pubblica romana rare volte furono in u- REGNI TRIBUTARI DELLA S. SePE. L'ultiuiO
so i titoli annessi agli offici e dignità ci- esempio lodiès. Pio V con elevare a gran-
vili; e che il medesimo si praticò nel prin- duca il duca di Toscana, per togliere le
cipio della nascente chiesa, quando i ve- questioni di precedenza cogli Estensi du-
scovi , i Papi, e gli altri ecclesiastici nel chi di Ferrara, titolo egualmente com-
rigore delle persecuzioni erano ordinaria- partito tla'Papi. Papa s. Leone III rinno-
mente vittime della fede cristiana, ed at- vò in Carlo Magno l'impero d'occidenie
tendevano più ad animarsi e mantenersi e il [\\o\()(\' Imperatore romano: come se

nella vera religione, che ad onorarsi con ne alfrontarono gì' imperatori d' oriente
titoli massime perchè abbondavano di
, lo notai a PiE, dicendo del titolo di Jia~

quelli che si devono alla virtù della per- siléi's di cui si fregiavano, negandolo a-
sona, onde più facilnienle potevano pro- gl'imperatori d'occidente. Papa Vittore
cedere parcamente negli altri che vanno li proibì a Federico I re di Castiglia tl'uì-
in compagnia della dignità. Così s. Cipria- titolarsi Imperatore, ed altrettanto lece
no scrivendo a s. Cornelio Papa, usò (pie- (jiegorio X con AlfonsoX redi Castig!i;i
sto saluto Cyprianus Cornelio fratri
: e di Leon; tultociò, per quanto narrai ft
suo salutem. ^'introdussero poi ragione- Spagna. Clemente V con una bolla dichia-
volmente titoli d'onore, perdarsi acliiun-
i rò, che se la s. Sede e il Papa nomina al-

que fosse in posto e dignità ecclesiastica, cuni principi a voce o per lettere, eziaii-
oGo T I T T I T
dio scienf emonie, col l'itolo di reo di qua- sa chiamarono paternamente col nome
Idiiqiio nlfra dignità sovrana, non peiqtie- di Fii^/io (/'.) anche redi i ]''ri;ii(in[F.)^

sto s'intende confermato in lui il diritto anzi col litolodi //i^li prinìogcnili della
che crede avere, e ad esso ninna nuova Chiesa ^co\ quale talvolta chiamarono an-
ragione gliene deriva. Raccontai a Scozia, coi'a gV fnijìeraloì-i[ P'.y\\Cernitiiiia[l'.),

che il successore Giovanni XXll nelle di- Eziandio diversi Papi dierono a' T'esco-
spule di(|uel regno traOdoardolI red'In- \'i (r.) e ad alcuni arcivescovi di Raven-

ghillerra e lloberto I, scrivendo a que- na il titolo di Figli; poiché i vescovi so-


sti nel iS'ao si scusò se non
dava il ti- gli no fratelli delPapa nell'ordine episcopale,
lulo reale. MaPvobertoI protestò che mai a- ma figli e inferiori nella giurisdizione. In-
Mchbe ascoltato parole di pace, né ricevu- oltre Papi concessero il lilolodi Cristia'
i

to le lettere pontidcie, ove non fosse chia- iiissiiììo (/^^)a're di Francia, di CattO'

malo re. Vedendo il Papa compromessa lieo [F.) a re di Spagna, e di Fedelis-


la sua dignità, in una lettera de'2 otto- i simo (/^.) a're di Portogallo, che fu l'ul-
bre aggiunse il chiesto titolo, protestan- timo ad accordarsi da Benedetto XIV. li
do ciie con ciò non intendeva diminuire successore Clemente XllI, come dissi an-
e pregiudicare le ragioni di Odoardo li; che nel voi. LXVII , p. 257 rinnovò e
,

ed in altra lettera gli spedì copia della bol- confermò ncgl' imperatori di casa d'Au-
la di Clemente V, dichiarando che ad es- stria il titolo di Jjìoslolico. come re d' l il-

sa egli uniforma vasi, scrivendo nello stes- gJìcria (r.),al quale lo avea concciiso Sil-
so senso a Odoardo li. Avendo Filippo vestro 11. 11 re d' Inghilterra {F.) ebbe
li re di Sj)ai;na [V.), per eliminare l'ec- da'Papi il lilolodi Difensore della Fé-
cessivo abusoacuieranogiuntii titoli d'o- de {F.), ed i cantoni cattolici della S\'iz-
nore, pubblicata una y;r<77;z///<7//r/7 ordi- zera (F.) quello di Difensori delVeccle-
nando che a voce e in iscritto non si das- siasliea libertà. Talvolta, come nel con-
sero altri titoli che il nome e cognome a' cilio diTrento, insorsero dispute Ira gli
non titolali; Sisto V se ne dolse amara- ambasciatori di Francia e di Spagna, sul-
mente, e ottenne dal re la dichiarazione r anteriorità del ricevuto titolo di Cri-
eh' egli nou avea comprenderci
inleso i stianissimo e di Cattolico da'Ioro re, quin-
cardinali e gli ecclesiastici. Innocenzo X di da tali epoche volevano stabilire la pre-
decretò, che i cardinali, sebbene per li- cedenza. Scrisse Guglielmo de Peyrat, La
gnaggio e altre dignità cospicui, si con- preuve des titrcs da Tres-Chrétien, Fils
tentassero del solo titolo di Cardinale e di aincdc l'Eglise Cattolique, etDefenseur
lùniiHìilìssiino, e non dìyJltczza (l.j, poi de la Foi,appartenansauroi de Fran-
da altri ammesso, senza veruna aggiunta ce Troyes 1622-29. Carlo Bulleau nel
,

di dignità secolare, e di ornare i loro stem- 1675 stampò un trattato circa la prece-
mi col solo cappello cardinalizio. Nona- denza de're di Francia sopra re di Spa- i

Tende mai voluto Papi riconoscere il ti-


i gna. Dipoi il duca di Saint-Agnan amba-
tolo di Czar e iì' Imperatori ne' sovrani sciatore del re di Francia Luigi XV al sa-
di Paissia, né di redi Prussia negli elet- gro collegio nel 740, pel conclave in cui
i

tori di Braiìclcbia^gn, finalmente Pio VI fu eletto Benedetto XIV, nelfallocuzionc


riconobbe l'uno e l'altro, in Caterina li che pronunziò, disse che il re suo padrone
e in Guglielmo II. Anche Gregorio XVI solo avea il diritto di [tendere il lilolodi
dichiarò con una bolla, che intendeva di Figlinolo pi-iniogen ilo della Chies/j.e che
riconoscere ne'liloli e nell'autorità i so- ne avea il possesso da parecchi secoli. Fu
prani di fallo, senza pregiudizio di chi si ciò cagione d'una Lettera che poi si pub-
appartengono i titoli e il regnare per di- blicò nel 1745 e ristampò nel 1754 eoa
ritto. IPapi sino da'primi tempi deilaChie- questo lilolo: Lettera dell' Jb. IV.al sìg.r
T IT TIT 261
N. jV. in proposilo dcllnprivaln'a del ti- pologisla a dimostrare contro l'auloredel-
tolo di Priinogeiiilo della Chiesa, attri- la Lettei-a. i. Che le ragioni da lui recate

buito al re di Francia dal sigS duca di per contendere al re di Francia il titolo


Saiiit-Agnan, suo ambasciatore al con- di Primogenito della Chiesa, ed attri-
clave dell'] ^ojiella sua allocuzionefai- buii lo all'imperatore, nulla concludono.
taal sagro collegio. In essa l'autore vol- 2. Che l'epoca da esso fissata dell'acqui-
le provare, che questa privativa abbiaiila sto di ([uesto titolo fatta da' re di Fran-
piuttosto gl'imperatori, esseiiilo il primo cia, è piì^i che falsa. 3. Che la sua impresa
Figliuolo che fia'soviani della terra ab- non è in alcun modo plausibile. Chi poi
bia avuto la Chiesa, l'imperatore Costan- volesse esaminare le ragioni di queste due
tino I il Grande che tal glorioso titolo di Lettere, veda la Dissertazione critica so-
Primogenito della Chiesa ti astnise a'suoi pra i titoli di Primogenito della Chie-

successori, i quali pe'due seguenti secoli sa e di Cristianissimo del re di Fran-


innanzi di Clodoveo I redi Francia, tro- cia,colla risposta (dia /nedesi/na, Koma.
vansi perciò appellati ordinariamente da* iyòy.della quale vi è un bell'estratto nel
sommi Pontefici Figliuoli e Cristianis- t. I o della Storia letteraria d'Italia del

simi , e continuarono anche in appresso p. Zaccaria, a p, 224 e seg.


a dar loro un simile titolo. Anzi soggiun- IMenochio nella cent. 12, cap. 1'^:
II p.
geva, nel Ceremoniale usato dagli stessi Della vanità, de'liloli co'qualigli uomi-
Pontefici nel rito della Coronazione de- ni vogliono essere onorali, dice ch'è sem-
gl'imperatori (^ •), il Papa adottava so- pre stato costume o meglio abuso degli uo-
lennemente per figlio rimperatore,il qua- mini di porre grande premura ne' titoli

le rito non trovasi chesi sia mai praticato d'onore, che slimano convenir loro, luche
con altro principe dellaChiesa. Dopo molli siccome non devesi biasimare che a cia-
argomenti, contrari alle pretensioni della scuno si diano quelli che per rispetto al-
Francia, conclude l'autore.che primi ve- i la noliiltà, a'gradi e oilici che hanno gli
stigichesi trovanodel \.\\.o\o(ì\Pri/nogeni- sono dovuti, cosi è vituperevole e ridico-
to della Chiesa dalo a' re di Francia, so- lo l'essere in ciò troppo sottile ed esigen-
no versola metàopoco prima del secolo te, ovvero anco l'attribuirsi per gonfiez-
XVII, siccome ne fa fede Gio. Giacomo za e superbia quelli che in niun modo gli
Chilllel nel trattato, ri/uliciacllispanice. convengono, nel cheanticaiiienlealcunire
Ne! l'accennata ristampa della Lettera, uscì barbari arrivarono a tale eccesso che non
insieme una F>.isposta,la quale ristabilisce si pouno leggere senza riso que'litoli coi

ilcombattuto diritto de're di Francia, ri- quali pretendevano essere onorati dagli
conosciuto ne'medesimi da Giorgio Die- altri, e che da per loro stessi si attribui-
trich nelle sue3^o^t' sulla bolla d'oro, da vano. Riferisce Appiano, /list. 7, che lib. i

Gio. Cristoforo Ceemann, da Ernesto Co- Sapore l vendo a Costan-


redi Persia seri

kelio, da Corrado Schurzlleisch, e quello tino I imperatore, cominciò con questi ti-
ch'è più importante dagli stessi Papi co- toli la sua lettera: Sapore re de re, com-

me chiaro apparisce dalcap. 9 del Con- pagno delle slelle,fratello delSole e del-
cordato tra Alessandro VII e Luigi XIV la Luna, a Costantino mio fratello sa-
re di Francia, stabilito in Pisa nel 1664, Iute. Racconta il greco Teofilato, Ilìst.
e dall'operelladel cardinal Celestino Stou- cap. 7, lib. 4, *:he il principe Varamo ri-
Legalio marcìnonis Lu.-
drati intitolala: belle di Cosroe 11 re di Persia, gli dires-
vardLnillomamJYlaXQ Risposta a vea per ti- se una lettera che cominciava con queste
deliAb.N.N.al sig.rN.Kin-
tolo: /^rt/c/t ampollose parole: Varamus Deorunia-
torno la Lettera ec. in data di Pioma 24 mie US, vici or, illustris,tyra.nnor uni inimi-
aprile 1754- Tre cose prende l'aulure a- cus (al ricordalo articoloTxBAiVi\o dissi che
262 T 1 T T T 1

fu piae lilolu ptiiicifjesco), Salraim pio- /// Prete Janni), Imperai: re, .la
(forse il

leru/n tiuUu.. Vt-rslcaruin copiar lun Ini- de' Re, Signore de' cristiani, de'giuùei e
ptraluf, sapicui- Priiictps, /liigiosusJn' de' turchi, amico degli Dei. Ecco poi cu*
«ulpabilìs, bea lui, \>oli contpos, wiicran - mescrisseal potentissimo imperatore ere
du.s, aecoiiuniicus, i)ro\'idus\ ntiliy, hu- Carlo V, il borioso Sultano de' turciù
manus. Cliosioac. fforniisdae (ilio. In- Solimano II. ^y Carlo J imperatore seni'
\ect: il suo re Cosioe II, die di lui avta pie Augusto, il suo contemporaneo So-
tituure e dcsiilerava plucuie, ecco i titoli limano della vittoriosa e nobilissima
che pose in fronte alla sua lettera. Cìios- stirpe degli Ottomani , Imperatore dei
rocs lù'X Rcgurit, ci Doiniiuis Doiiii- lurchi,Re dc^ Re, Signore de' Signori, Im-
nanliui/i, populorum doniinux, princvps peratore di Trebisonda e di Costantino-
fiacis, Iwiniuuin salus, ìntcì'Dcosquidciii poli, Dominatore del mondo, domatore
homo bonus et aclernusj iiiter homiiics della terra ec. Mentre silTatti stomache-
aiUcinDeus illustrissiinus^ vietar longe voli titoli sono da deridere e riprovarsi,
glorio.sit,sinius, Clini sole eXGricns, noeti non si devono biasimare rpielli che per ra-
oeulos (cioè le stelle) largicns, a iiiaiori- gione della nobiltà o dell'eminenza della
bus /lobilis, Jlcx belli osar, bencnierens dignità sono propri di alcuni. Anche gli
ileomnibus, Asonas mercede conducens, antichi ecclesiastici furono solili non so-
et Regiiuni Persis cuslodiens. p arano -lamenle d'usare i piO[)ii lit(jli, ma il'esse-
Persai-ii/n Duri, amico nostro. Neil' I- le abbondaiilissiiiii in darli ad altri, mas-
sloria. del lanicio, t.i, il le di Bisuaf^ar sime gli asiatici. Scrivendo s. Ignazio di-
oAiiuguundey iieiriiidojìtan, stalo del iN'i- scepolo degli Apostoli ad Herone diacono,
zau), il cui regno cou)(Mendeva tutto il così comincia la ìtlieva\ Ignatius,(pii et
Carnale, si attribuisce questi titoli, con Thcophorus, a Deo honorato, cxopta-
tutta l'ampollosa (gonfiezza asiatica ridi- tissimo, ornatissinio, Christo, spiri tiKpic
cola. Sposo della buona ventura, Dio di pieno, germano /ilio infide, et diari ta-
gran Provincie, Re de'pih potenti Re, Si- te Ileroni diacono Cliristi, famulo Dei.
gnore di tutte le cavallerie, Maestro e Altri esempie forinole riportai a'ioroluo-
ilottorc di (pie' che non sanno parlale, ghi. Egualmente ne' loro articoli parziali
Imperatore di 3 Imperatori, coiupiista- riportai tildi che assumono Papiri Car-
i i

tore di tutto ipiello che vede e di tutto <///?^/// (anche aTiToLiCARDiNALizi),i l'e-
Vac(jnistato , Conservatore il (piale te- scovi e tutti gli altri primari della gerar-
mono 8 parli del mondo, Cavaliero che chia ecclesiastica; così i Sovrani e Priii-
non ha pari, Fincitore di (pialwupie al- lipi, e <pie' [)ersoiiaggi costituiti in eiiii-
tro pia forte e robusto. Cacciatore d'e- uenli olllci. 11 Parisi nelle Islruzioni per
lefanti, Signore dell'oriente e dell'au- la ,«'g-/r^c'/7V/, tratta delle contese lettera-
stro, del settentrione e delUoccidenle, e rie sui titoli onorifici in genere, i quali e-
di tutlo(pianlo il mare. 11 uoii meno va- gli dice, se pur sono qualche cosa, altro
noso solduno d'Egitto scrisse al redi fii- non sono che enti ioimaginari usciti dal
siiaj'ar, meno ventosi e orgoglio-
con non seno della vanità e dell'adulazione. Pur
ai titoli: Salamaadro onnipotente prima nondimeno sono condannati i Segretari
di Cartagine, Signore del Giordano, Si- ( y.) ad abbracciare queste nuvole, a spre-
gnore dell'Oriente, Signore di Betlem- mere questo fumo, e ad imbottar questa
me, Signore del Paradiso, Prefetto del- nebbia! I primi scrittori italiani amanti
l' Inferno, Soninio Imperatore diCosla/i- della semplicità e altrettanto nemici del-
Iniopoli, Signore della secca ficaia, Pa- la goullezza e dell'inverosimile, esprime-
dr(nie di ipuinlo caniniina il sole e la lu- vano naturalmentcesenz'alterazione nu- i

na, piuLcUore deli." sacerdote Giovati- mi, l'ai laudo i\ii solo e coli un solo, udu*
-

T 1 T T 1 T 203
pelavano il minor miiuero; cosi pratica visti slati d'Italia, di porvi alcun rimedio,
rono Uiinle, DoccacciOjGio. Villani e al- il titolo d' [llustriasinin ed EccfUcnli-^-
tri di loro eia. Nelle lelleie eli fr. Guilto- siino, che già fu atlributo de' soli prin-
ue trovasi talora dato (.lei fui ad mia so- ci[)i sovrani, erasi tanto prostituito, che
la persona, Ala l'ambizione per una par- fino i nobili dell'infimo grado Io pi eten-
i te, e la villa deyli adulatori per l'altra non devano, ed i nobili provinciali lo preten-

j
islelterocpji. Parve poco ingrandir la per- devano anche nel secolo decorso, in cui

I sona coll'uso del maggior numero, e trop- visse -il Parisi. Che direbbe s'egli vedesse
!
pa confidenza il parlare direttamente al- che strazio e come si prostituisce da mol-
la [)ersona cui si scrivea. Piacque dunque tianni non solamenle e con tutti il tito-
di ricorrere agli astratti ed alle terze per- lo d' Illustrissimo, ma quel eh' è peggio
sone, e s'introdusse tal costumanza nelle anco il titolo di Eccellenza, a voce e in
lellere italiane, come già si era introdot- iscritto, e tanti allri titoli, de'quali trat-
ta nelle latine ne'tempi della corrotta e tando non mancai deplorare l'enorme a-
Lassa latinità. Quindi sorse lunga <pie- buso e r umana pretensione e leggerez-
slione tra'Iellerali del secolo XVI (clie ta- za. Vanità che si rannoda alla smania e
li erano per lo più in quc'lempi i ministri cupidigia di pescare decorazioni equestri
delle segreterie de'principi e de'cardina- e poi vantarle! (ciò che riprovai nel voi.
li), se si dovesse lasciar correre questo ce- LXVllI, p. 25 1 e in ahri luoghi relati-
reinoniale co'tiloli di Signorux, di £VtY /- vi) non che al deplorabile Lusso (f.) ,

/c'«c^7, di ^//C3:;rty oppure, per appressar- ed al Lutto (f'.J censuralo anch' esso
si nel miglior modo alla proprietà e can- da' saggi in chi non gli sarebbe permes-
didezza de'latini, parlare e scrivere in se so. L' Illustre e il 3Iolto Illustre, che
conda persona? ClaudioTolomei, Cornar sul principio del secolo XVI soleva darsi
do Tasso, Gio. Francesco Duii, Luca Con- u'piincipi cadetti, er,i passato nel decli-
tile, AnnibaI Caro, Jeronimo Muzio fu- nar di tal secolo ad onorare la plebe. Ciò
rono per la seconda pei sona. A questa o- però fu la sorgente d'innumerabili con-
piuioncsi opposero GiroIamoRu>celli,tli- lese. Il conte d'Olivares viceré di Napoli
naldo Corso, ed altri difensori àcW&Sigiio- pubblicò un edillo, vietando ogni titolo,
vie. Ma per quante buone ragioni addus- e oidinando che nelle mansioni o sopra-
sero i nemici di esse, l'uso nondimeno dei scritte delle Lettere epistolari (f.) o di
più tirò anche loro a far contro il proprio spacci, si scrivesse soltanto: Al sig.'' Du-
Sentimento. Il ristoratore dell'italica fa- ca _V., j-Il sig.)' Principe, Marchese, Con-
vella cardinal Pietro Bembo non fu ri- te, Dottore, gì:. Passòqueslodi vieto in Mi-
troso in usar le terze persone, anzi iu uu lano, del pari come
due Sicilie sogget- le

testo a penna delle sue lettere corretto to alla corona di Spagna, ma poco fu os-
di propria mano, in molle e molte lette- servato. In Roma ed in altri stali si ri-
re, ov'egli usava la seconda persona, ha sero di tal prammatica. Neli6o3 il duca
emendalo e sostituito la terza, ed titoli i di di Sicilia fece un altro di-
Feria viceré
astratti di Signoria e slmili. Toi(|Uato vieto, e vicomprese anche gli ecclesiasti-
Tasso si lasciò anche guidare dalla con- ci, del che si risentì Clemente Vili con

suetudine, ed accetiò nelle sue lettere le un breve scritto da Silvio Antoniano poi
terze persone e le Signorie, riuKJvendo- cardinale. Neh 620 la ce rie di Spagna de-
ne il /""o? sì familiare a Bernardo suo pa- cido una nuova prammatica contro ti- i

dre. Neli:H)6 essendo cresciuto a dismi- toli. Il Cresciuibeni nsW istoria della \'ol-
sura lo scialacquamento de'litoli,la cor- gar poesia, riconosce questa corruttela
te di Spagna, alla quale gl'italiani ne da- coetanea all'altra di decorare con titoli

vano la colpa, tentò, e massime ue'suoi JiiipMllosi e pieni di vanità i fronlespizi


,

264 1' 1 T T I T
de' libri, nata circa la mela del secolo Illustrìimi, Clarorum, Spectabilium,ro/«.
XVII. Il Parisi però la ritiene piìi auli- pellaliones j oiiin Priiuipibus tanlnin ,

ca, giiiccliè Latino Latini scrittore veri- Regibusque. ae Senaloribus romani con'
dico nel secolo XVI si higna diqnesl'a- ccssas in Scholani transtulerunt. Fi^
buso io due lelleie scrilte a Camillo Ga- deas hodie, ut loquitur elegantis inge-
leotto nel i590,in cui gli >\\ct:De currupta niivir Lilienlal de Maeli. lil.p. 53, muL i

reccnliuni in scrihcndo con sue Indinej a ni tos \,>ocari \'elle Clarissimos ,


qui extra
ex quo Tridentini Synodus coacta E- moenia civitatis prorsus sunt ineogiùtij
piscoporiun hi.spanoruni frequentia pe- IMagnillcos, quos urget res angusta do-
ne fine ludbdtj tneinlnitine ah amico ino- mij Gonsultissimos, quibus par uni, aut
uiluni{c[m interEpiscopos honestissiinum luhilconsiliij Excellentissimos, quos veL
locoin lenebat) miilluruni offensioneni tyro antecelleret scientia. Enini vero
pntiuscjuani benei'olentiani /nihi conci- cumolini Carolus M. Roni.ImpJniscri-
liatnruniy eliaìnsi egregiis eos laudibus plionc libri, queni de fniaginibus contra
omassem, itisi a/npullosis, ut ila dicani, graccos scripsisse traditur viri excel-
et ^'cntosis tilulis oiwrasscìn. Ma se vo- leudssimi, etspectabilis elogio mactetur,
gliasi rintracciar l'origine del fasto degli ecquis est hodie inler doclores umbrati-
massime de'superlalivi, si tro-
attributi, e cos, quibus t[c." 11 Cancellieri nella Let-
verà nac(|uedopo estinta la romana
ciie tera sopra l'origine delle parole Donili
repubblica, e cbealiuientossi e crebbe col ìius e Domnus, e del titolo di Don, chia-
principato, per cui scrisse Vegezio Rc- : ma il trattare de' titoli d'onore sterile e
gnantiuin testinioidis cre\'it etoqucntia, spinoso argomento, e si può aggiungere
duni ìionculpatur audacia. Aggiunge il pure odioso se si vuol dire la verità, che
Parisi, cliecirca il medesimo tempo Fran- non permette d'innestarvi alcun fiore che
cesco Peranda segietario celebre della dilettar possa colla sua vaghezza, poiché
principesca casa Caelani, in una lettera nell'antichità erano semplici ed ora sono
ad Antonio Andjrosi e pubblicala nel ,
lull'altro. Sulla strabocchevole inondazio-
.1 6o prova the al duca Caetani è dovu-
I
,
ne de'titoli, estesi anche aU'mlìine perso-
to il titolo di Jùcellcnza. Ed in fine si ne, giustamente lagnò anche il p. Dres-
si

lagna: » Clie i titoli sieno trascorsi in li- selio, Auriford, par. 3, e. 8." Ingens hac
cenza, e clie quelli, cbe anticamente con- teinpeslale liluloruni est i asole iitia, et
venivano a' re, convengono oggi a'[ni va- coiifusio, Iiicrenientis illi mirandis au-
ti uomini ed alla plebe; e per avventia- gentur.Jani eliani imi subsellii I'iros,ct
la i primi titoli {"mono tie're, e non d'al- Strenuos, et Nobiles, et Praeuobiles, lU
tri, e i primi re non ebbero titoli .... non- compella-
lustrcs, Perilhistres, Gratiosos
dimeno liloli vanno con quelle cose, che
i mus. Quo dcnium al ti ludinis per tinge ni?
sono buone e convenienti non per natura Bernardi aevo lieebat dicere Domine ,

o logge, ma perchè o il leaipo o la con- Papa. Tu j'ani de ceteris conjecta. " U


suetudine, o altra causa li fa esser tali." In- Cancellieri dimostra, chel'alterazione dei
veisce anche colla solita sua graziosa mor- titoli d'un rango di persone produce quel-
dacità contro l'ambizione della mania dei la degli altri subalterni e inferiori, come
titoli,che padroni esigono da' servi, o
i avvenne quando l'///(/s7r/.v.v////o e il /ìcrc-

ricevono dagf iguoranli, dagli adulatori re/idissi/no neliG34 ihju erano piii titoli

e da quelli che sono strascinati a farlo dal- di pri vali va de'cardmali, laonde furono co-
la corrente, contro il proprioconvincimen- munemente e coslanlemente dati a'cano-
lo, il Menchenio, Orai, de Charlal. E- non meno che a'vescovi, ed a qua-
uici,

rudil. « Saepe ulitpie niiratns sani Pa- lunque altro prelato. Il p. Calogeià, ( )•

fru/n nvilrurunt unibilioncni^tpdppe qui puscoli, 1. 1


j p. 4 1
y, riporta lu dissci'U'
T T I T I T 2G5
iione di Domenico M." Manni inlilolata: fattogli uomini in simili cose versali. Pas«
Lettera di TubalcoPtaiicliio Pastore ar- sando poi a far vedere donde traessero o-
cade in difesa deli' uso promiseuo del rigine i titoli, che in j.' persona in astrai»
Vostra Signoria e del Joi, in data di Fi- lo si danno, e (|uaiito diverso sia il valo-
renze 2 ottobre 17^5; e siccome tratta an- re del Voi,fx\ il giuoco ch'egli fa, da queU
cora de'liloli, ne darò un breve cenno. Co- Io che viene immaginalo dagli opposito-
mincia coi dichiarare, tlie le letlere epi- ri, dice esser cosa ornai pii^iche nota, che L

stolari sono un ritratto al vivo di chi le titolali ne'leuipi piìi remoti, quelli eiano
scrive detta, per cui egli procurava sem- solamente ch'eransi guadagnato 1'
onore
pre di contenersi con soverchia brevità, co'sudori delle loro fronti, riproducendo
alllnchè vi comparissero meno le molle il dichiarato da Pelreio Tiara, De verae

impeifczioni del loro originale. Quindi Nobili t.» Clarus erat, quia fortis erat^
racconta il dibattimento insorto tra alcu- quia credi tus armis - Laedere posse ho-
ni amatori delle buone lettere e posto in stem, posse juvare suosj-Hacc veteris
gran dubbio , se si possa in una dedica fons est, haec nohilitatis origo,- Noniii-
d'opera a peisonaggio ragguardevole u- finiti jugera eulta soli". Considera che i
sar del Voi, uno di essi francamente dis- titoli, i quali conie afferma mg.' Della Ca-
se di no. Silìf'alte (jueslioni si fecero altre sa nel Galateo, solevano tieterminare [)ei'

volte, ed a'tempi d'Aulo Gellio, tra lui e privilegio del l^apa, o deiriiiiperature;ecl
Apollinare Sulpizio fu proposto e discus- i quali veramente non si [potevano tacere
so, se fosse più lodevole il dire, Haheo senza oltraggio ed ingiuria del privilegia-
cura/ìi veslri o pure vestiiun. Nella metà to, né per lo contrario attribuire senza
del secolo XVi lungamente fu disputalo, scherno a chi non avea quel colai privi-
come già col Parisi accennai , se fossero legio ; riceverono poco a poco propaga-
da porsi in disuso i titoli di Signorie e mento, più dall'adulazione, che dal biso-
di Èceellenze^dsL sommi letterati, i quali gno che vi fosse tra gli uomini d'un mag-
furono di diverso parere, ed alcuni disse- gior distintivo. Un poeta greco per cava-
ro essere contro la civiltà e il dovere l'a- re da un tale alcuna cosa, pensò di ilargli
doperare il Voi coi peisonaggi di conto, una volta del Signore! Federico Ubaldi-
diminuendo il loro carattere. Altri poi af- ni crede, che neli'alfare de'liloli gran ma-
fermaronOjChe il /^oie per conseguenza il no vi avesse nella nostra favella 1' impeto
possessivo Vostro accompagnato col V, e il delirio, diciamo cosi, de'poeli innamo-
S. discorda dalle buone regole dello scri- rali, i quali in vero per innalzar le loro
vere toscanamente, sia che si parli in 2.^ donne, indiiili strabocchevoli epiteli an-
sia in 3.' persona. 11 Manni è contrario a davano lro[>po di leggieri per le rime pro-
tale opinione, ed incominciando dal ri- ferendo. Ed in falli gli esempi de' primi
cordare che il dottissimo mg.' Della Ca- autori, che tra noi la Signoria usarono,
sa nello scrivere a Carlo V la sua forbi- prima di Rinaldo Corso, ricercali, e poi
tissima orazione intorno alla resliluzione dall'Lbaldini vedono essere di
riferiti, si

di Piacenza al Papa, gli die del Voi e del- poeti, stati dipoi secondati, benché rara-
la Vostra3Iaestà,c\u\aiì\ il suo corrobora mente, dal Boccaccio. Scrisse Bernardo
sentimento col riportare un autorevole e Tasso ad Annibal Caro, che se si IruvaS'
copioso novero di grandi lellerati chedie- sero le lettere del Petrarca, del Boccao»
rono unicamenledel /^oz' nelle Icltere de- ciò e di quegli altri divini spiriti di quel-
dicatorie scritte a sovrani, a potenti signo- l'età, la quale non eia ancora piena de'
ri , e ad enunenti personaggi; ripetendo vizi, de' (|uali era piena la sua, come e
col Salvini: Che ove si Iralta di favella, più lo è la nostra, non si leggerebbero
fjììiu^ua sLarscuc al i^iuùi^iu cUt: uè Uuu ^icr culro i loro cuucelU uè Signorie, uè
aGG T l T TIT
Jicccll<'?ize, e quelle poche che se ne ve- scambievolmente a riverire con artificio-
tlimo senza qiie>ti scogli, piene di pin ila si modi, fuori del convenevole, ed a chia^

e cU semplici là, ce ne fan no feti e. Dice Clau- inarsi Padroni e Signori tra loro, inchi-
dio Tolomei, nelle prose ili Danle,clcl Doc- nandosi e storcendosi, e piegandosi in se-
caccìo, ili Gio. \ illani e di altri buoni au- gno di riverenza,escuoprendosi la testa,
tori , non si leggono gì' infrasoatnenli di e nominandosi con titoli s(|uisitì, e bacian-
Sig/ìuric. d'Eccellenze, di Maestà, che dosi le mani come se essi l'avessero a gui-
si lisa a tulle l'ore pai landò e scrivendo. sa ili sacerdoti consagrale; vi fu alcuno che
Ma qualunque ne fossero le sorgenti, si riprovandosi stolla usanza, luchiamòce-
vidcsraUirire un iRunero imlicibile di su- reinonia di strazio e di beire.^Per tal mo-
perlativi e di altri titoli, e collo sbandir- do, dice il Salviati, il favellare e lo scri-
si i nomi venerabili iX\ fratello eA'ciiìii- vere divenne men significante, men bre-
co, quello di Sig/iore fu sostituito, dap- ve,men chiaro, men bello, men vago, meii
prima sì esorbitante, olie Tiberio impe- dolce e men puro, che quello non era, che
ratore non soffriva di sentirselo attribui- si parlava esiscriveva nel lempodel Boc-
re; Doniìnus appcllatus a (jitoclani de- caccio", il Maniii dopo aver dell'ombra
niintlavitjiie se anipliits contumcliae cau^ e fumo de'titoli parlato, con riportare le

sanoniiiiaret. Anzi prima di lui Augusti»: autorità di altri gravi autori, dice che la

Domini apiìellationern ut maledietuin, saula lingua non conobbe questi titoli in-

et opprohi-iiiin seniper cxhorruit. Intan- ventati dall'orgoglio e dall' ailula^ione ;

to il nome di ly/^'/zorc talmente s'intro- pnichè l'essenza ileiruoino, immagine di


dusse, che gli nomini poco meno die sen- 13io, è poco inferiore alle intelligenze cele-

za alcuni specifica dilli'ienza, a guisa dei sti, e già seiii'altri titoli, di gloria e d'o-
lattanti finciiilli, quali non distinguen-
i nore coronalo, FiiMliuenle conclude, dal-
tlo chiamano, a chiunque e di qualsivo- le molte cose delle con numerose auto-
glia spregevole mestiere dierono signoria, revoli te.iliuionianze, che non è, né può
la quale pel molto uso restò del tutto av- essere giammai contro le leggi d'un de-
vilita. Laonde il satirico Ferrarese ebbe a coroso e ossequioso trattamento, l'uso del
seri vere:Signor diroj non s'usa più fra- loia personequalificate, uè errore gram-
tello,- Poiclù- la vile adulazion spagnuo- maticale adoprandolo di concerto col T\
la - Messo ha la Signoria fino in bordel- S. o cou P. S. Illustrissima, o con V.
lo. La qual cosa mollo piìi in seguito si Eccellenza, o con Prostra Altezza e Fo-
verificò, dicendo il Davanzali : Chi più s Ir a Eminenza ec. IMa quando per con-
liasso è, più empirei titoli vuole; [)rufuini fiirmazione dii:iònon bastasserole addot-

e invenie di cereinonie, da Tacito chia- teprove e autorità, si coronino esse eoa


mate innnia. Forse non rimane a dar del una nuova ragione non indegna a saper-
Signore chea'biuli ed alle cose inanima- si, ed è elle questo giudizioso necessario mi-
te , come lo die [ler belfe il principe di sto di persona e di qualità, viene ad es-
Condè, per confondere il lezioso [larlare sere ricchezza e fregio del nostro idioma,
d'uuignobii persona, che favellando seco, comechè è stato formalo per antico e per
caricava di Signoria i propri genitori. novello tempo cou espressione e con va-
L'invasione deliCiS'/^/ior/cinltalia,ilIMau- ghezza, ed anco per una tal quale neces-
ni la crede derivata dalla Spagna, per es sità, sull'esempio e sull'aulontà d'uomi-
ser stata questa per secoli dominata dai ni, che per essere di maestrìa e di buon
cerimoniosi e ampollosi arabi orientali, gusto nell'idioma nostro forniti, son quel-
tutti con orientale adulazione parlando in li che dierouo perfezione alla lingua to-
3." pei sona. Osservò mg. '^

Della Casa, che scana, ed hanno assoluta podestà d'iutro-


di quando g'i iiumiui si cumiuciaronu duncjcd in secondo luogo pcrchòqucsli-
T l T T 1 T a(J7

ilesst. si va facendo in un linguaggio vi- llepuhhlica che dichiarai in tale orticolo

1
venU-, e solilo già da gran tempo di lieo- e a RoMA.De'titoli d'onore in genere trat-
i
veraie cojicise, leggiadre e spieganti voci tarono i seguenti. Guiilo Pancirolo, No-
'

e forme «.li un liugoag-


dire forestiere; in tìtia dì^idtatuni utriusque Iinperii, 0«
1 gio die essendo figlio del latino non sa , rienlis scilicel, et Occidentis, Conimeli'

j
dcgeneiare da quello, se non che in luag- tarium, GenevaeiGaS. Del medesimo vi

j
gior bellezza, riocliczza e brevità onde , è pure un trattato (\q Titoli delle digni-
giustamente si pregia di non avere da che tà, con annotazioni del p. Stanislao Sanli-
invidiare le favelle primarie, nonché le nelli, nel t. 2 òt Supplementi al Giorna'
altre volgari sue sorelle. Termina il Maii- le de' Letterati d Italia. Glolz, De titu-
ni con dire, che sebbene erasi proposta in lis honorifìcis ,G\e^sae 1661-71 .Giovanni
brevità, lion riflettè che sovente, colla pen •
Seldeno, De titulis honoris, Francofur-
na in mano: ]\Iaji/jia de iiiliilo nascitur li 1696, Giorgio Fe\lnr.m,De titulis hO'
lii.'.loria. Nel secolo XVll il Sestini pub- /tonali, Bretnae 1672-gi. Federico Ni-
blicò r opuscolo: // 3Iacstro di cainera, Izsch, De titulis DIagnatuin realihus ,

e nel cap. l\.i tratta, Della prcccdt'jizu. Giessae 1682. Lodovico Piodolfini,Z><:' o-
Si protesta, che restando a dire de'litoli rigine dìgnitale, etpotestatem Dìiciini T-
d'onore, btnchè sia materia propria non ti/liae, cjuibus regalìo, juraque imjìei-ii

ilei maestiodi camera, ma del segretario, competimi. Cristiano P'rancesco Paolini,


nondimeno importa ad esso che lo sap- De pviscae sìmplicitatis titulis, Giessae
pia,toccando molte volte al maestro di i6c)4' Cristiano Tomasio, De jure circa
camera, priiu'anche del padrone, di trat- tilulos honorum, Halae 1697. Adaa>o
tale in diverse occasioni con ogni sorte di Rechenbergio De titidorum indole et
,

personaggi, de''juali gl'incombe il sapere usuvario, LipsiaeiGgS. David Scheine-


come più o meno li debba onorare, tan- marni, Z?e \'erhisIionoris,Ti\h'ìn^iìe 1702,
to più che a' titoli ordinariaiueute con i- Gioacchino SchopfTer, De verbis hono-
spoudono le precedenze, come sono quel- ris, Kndgo Complimenti, Rostochii 709. i

li cui si dà il titolo d'Eccellenza, da (juel- Enrico Carlo Iieeg,Z?c Titnloniauiaera^


liche si chiamano Illnstrìssinii.Sì astie- ditorurn, Rostochii i 742. Agostino ì^ty-
ne dal pronunziarsi, come odioso argo- &tv,Dissertatio de titulis honoruni,W'i[-
mento, che piacendo agli uni, disgusta gli tembergae 'J/^S. Kirchmajero, De titulis
l

altri, per le pretensioni che ogni celo a- aliquos honorum ex antiquitate eruto-
spira più del conveniente; mentre negli rum,3cnae 1
7 52. Gabriele Verri, De titu-
ecclesiastici mai insorgono tali questioni lis et insigniis temperandis, IMediolani
di precedenza, ognun sapendo il luogo che 1 748-5 i.F. Saverio Quadrio, Lettera in-
gli spetta: per cui si limita a parlare dei torno a' titoli d'onore,M\\aao ly 5 .k.dì- 1

principi forestieri e de' loro primogeniti sloforo Plaz, De natura et usa titulorum^
che si recano a Roma, colla voce Titolo quipersonis tribuuntnr, 674. G. Filip[)o 1

esprimendogli ordini, con quella di Gra- Schmid, De nominum, variariunque ap-


do il più o meno di loro superiorità, la pellationum lionoriflcarum, tam princi^
quale dice consistere nella sostanza del pihus ,q\uvn pri\'atis imponi solitariinio-
pi i nei palo. Neil e repubbliche popolari non rigincy Rostochii 7 S.GIatigny, Discor-
i i

si ammettono titoli d'onore e insegne gen- si sui titoli d'onore, Parigi i 757. Loren-
tilizie, essendo comune eguaglianza e il zo Quintana, Istruzione teorica e prati^
nome di cittadino a tutti; sebbene l'anti- ca di scrivere lettere col Titola rio, Na-
ca repubblica romana ebbe i suoi nobi- poli 722. Tomm?iiO Aj-zw, Discorso del-
1

li, i suoi cavalieri, i suoi senatori e ordi- le prerogative de'ciiriali e cortigiani, e


ni, perchè uppailcuuc u quella specie di de liioli di qualunque persone, Venezia
268 T1T TI V
1600. G. Francesco Del Bue, Dell' ori- lo trasferì a Lerida; indi nominò Nicola
gine dell'araldica, nobiltà, titoli, pre- Gatto di Palli, e Leone XII a' 17 novem-
dicati d'onore, ec. Lodi 1846. bre 182 3 lo traslocò alla patria
sede.L'uU
TITOPOLI. Sede vescoviledella pro- timo vescovo diTitopoIi fu mg.' Giorgio
vincia d' Isauria, nella diocesi d' Antio- Papas, vicario apostolico degli armeni di
chia, sotto lu metropoli di Seleiicia, eret- Costantinopoli.
ta nel IV secolo. Dice il Terzi nella ^SV- TITULITA o TITULUM. Sede ve-
ria sacra, che chiamò pure Titiopoli,
si scovile della provificia proconsolare d'A-
fu credula colonia romana, prossima al frica, sotto la metropoli di Cartagine. Si
monte Amano, a 3 miglia da Diocesarea. i conoscono i due vescovi, Cresconio cat-
Ke furono vescovi: Artemioche interven- tolico che Irovossi alla conferenza di Car-
ne nel 38 al concilio generale di Costan-
t tagine teiiufawjel 4 'j e Crescitoro esilia-
i

tinopoli; Mampreo fu al concilio di Cai- to da LJnnerico re de' vandali nel 4*^41


cedoiiia nel ^^i;q Doinizio sottoscrisse perchè non sottoscrisse l'erronee propo-
i canoni in Trullo nel 680. Oriens chr. sizioni de'donatisliMorcelli, .///•. t7t/-. t.r.

t. 2, p. I 024. Titopoli, Titopolitan, è un TIVOLI (r/7>»/-//4Cillà celebre e an-


titolo vescovile in partibas, sotto il simi- tica, con residenza vocovile, del gover-
le arcivescovato di Seleucia, che conferi- natore dialretluale di i ."ordinCje delle au-
sce la s. Sede. Fra que'che ne furono in- torità civili e militari. Questa città, lai.'

signiti ricorderò Nicolò Stenoue di Da- della Cotnarca di Roma (r.),cov\ gover-
nimarca vicario apostolico, che per le sue no distrettuale, è capoluogo del distret-
grandi virtù e profonda dottrina meritò to circondario del suo nome, olire il qua-
che Domenico ÌM."" Manni neh 773 in Fi- le si compone il distretto, de'governi di
renze ne pubblicasse Vita del lettera- la 2." e 3.°ordine d'Arsoli, di Genazzano,di
tissiino mg.'' JYicolò Stenoue di Dani- Galestrina e di Palombara, avendolo pu-
marca ^esco^'o di Titopoli e {'icario a- re Monte Rotondo; i quali tutti vado a
postolico. Si legge ancora nelle T itae I- descrivere, prima della città edel suo fer-

•taloruni del Fabroni, e d'ambedue se ne tilissimo territorio. Il distretto conllna al-


legge un estrallo nell' E/fenieridi lette- l'est con quello di Subitcco, al sud colla
rarie di Roma del 17733 p. 228, e del delegazione di Frosiiioiie, al nord con
1 776 a p. I g. Nato Stenone in Danimar- quella di Rieti, all'ovest colTAgro roma-
ca neli6''>8, venne in Italia nel 166G, e no, il (juale descrissi a Uovi a. 1 loro abi-
nel 1667 abiuralo il luteranismo si fece tanti derivano principalmente dagli an-
cattolico in Firenze, ove riniase per mol- tichissimi e famigerati Sicani o Siculi,
tissimo tempo, e (]uindi fu fatto vescovo de'quali parlai anche a Sicilia; dagli E-
e vicario apostolico dal l^apa, Applico.ssi qui o E(pdcoli, di cui ragionai a Sudia-
egli principalmenteaglistudi d'anatomia co e altrove; Aa Latini, de'quali trattai a
e fu il i.°a scuoprire il condotto salivate Lazio e a RomAjC da' Sabini, che descrissi
esterno, e determinò felicemente la strut- a Sabina. Aduncjue procedendo con Vuìlì-
tura delle glandule e de' vasi che prepa- moRiparto territoriale delloStato Pon-
rano quell'umore Fece
e la di lui origine. tifìcio, pubblicalo dal governo neh 836,
altre bellissime scoperte anatomiche, de- vado a tener proposilo delle comuni e
terminando moti e la forza de'muicoli.
i principali appodiali, che si comprendono
Come [)ure fece utilissime scoperte nella in ciascuno de'6 nominati governi; e se-
storia naturale, e specialmente nella zoo- condo tal Riparlo il distretto di Tivoli
higia, e scrisse ancora dottamente in ma- contava allora 55,82^ abitanti, che forse
tiiiia di religione. Pio VII fece vescovo di orasi ponilo calcolare circa 6o,ooo.Com-
Titopoli liuiauucle de Villur. e uchS iG preudcudu l' iaiporlaule disUcllo molli
TI V T V I 269
I

'
luoghi illustri per anliclie memorie^ per castelli nominali, erano allora de' mo-
le loro iiiferessaiili notizie ed eniclizioni naci di 9. Paolo di Roma. Nel territorio

iniseiviiò precipuamente de'segueiiti au- vi sono grandissimi avanzi di ruderi del-


tori. Piazza, La G erarcìiia cardinalìzia. l anticliemagnifìcenze romane: i più bel-
Coisìs,nanì, Reggia 3farsi( a na o Mcmo- li e conservati sono di bagni, templi,
, rie della provìncia de' Alarsi e di Va- strade e acquedotti. Comunemente tut-
!
leria. P. Casimiro da Roma, Memorie te queste vestigia sono appellate col no-
1
istoriche delle chiese e de' conventi de' me generico di Ahii'accia, ninna tra-
\
frati minori della provincia romana.Ve- dizione conservando di esse i pochi abi-
'
lnw,3Ienìorie prcnestiiie Speraiidio,iSVr- . tanti, comechè tulli furastieri, rarissimi

I
bina sagra e profana. ^'\h\yy,Jnaliside' essendo i nativi dei luogo. Questo castel-
i
dintorni di Roma. Calindri, Saggio sta- lo è situato a oriente dell'Agro romano,
[
tistico-storico del Pontifìcio Stato.Ca- su d'uno scoglio di tufo terrigno, ed iso-
! stellano. Lo Stato Pontifìcio. Maroceo, Iato per mezzo d'un gran taglio. Vi si ac-
Moia/menti dello Stato Pontificio. cede per un [ionie di materiale, surroga-

i
Distretto di Tivoli. to all'antico e levatoio. Il paese ha forma
I Governo di Tivoli. di ferro di cavallo, con fabbriche molto
! S. Fattorino. Appodiato diTivoli nella comode, e congiunte insieme presenta l'a-

sua diocesi, dal quale è distante poco più spello d'un anhteatio con l'apertura in
i
die 5 miglia, con lei rilorio fertilissimo po- fondo d' una magnifica veduta dell' A-
sto su di ameni colli, ed una bella val-
in grò romano, de'vicini castelli e di Pioma,
ile divisa e innaflìala da un torrente che Ha una suflicienle chiesa parrocchiale, la

j
produce gianci e roviglioni squisiti. Due quale in uno alle possessioni appartiene,
di tali colli con la sottoposta valle sono con s. Maria in Ca;npo Orazio, di cui fa-

I
rivestiti di olivi, quali vi prosperano fe-
i rò parola dicendo di Poli, al baliaggio
'•

licemenle e danno olio eccellente, in che istituito da Urbano Vili in Oivore della

I
consiste il maggiore raccolto del paese. Il sua famiglia Barberini, alla quale la ter-
baco da seta pare che quivi sia indigeno, ra da'Colonnesijche n'erano i proprieta-
;
per quanto si allieva bene e per forma- ri, passò insieme con Palestrina e altri luo-

le solido il suo bozzolo, onde di pieferen- ghi. La delta chiesa è sollo l'invocazio-
;
za agli altri sono ricercali. I frutti d'o- ne di s, Villoiino vescovo d'Amiternoe
I
gni specie vi maturano a perfezione, ma mailire (sotto il titolo del quale s. Re-
I
non si valutanoda'pochi suoi al)itanti che nedetlo fondò un monastero presso Su-
i appena superano il numero di 70, forse biaco, di cui parlai nel voi. LXX, p. aSa

I
per l'aere malsano della stagione estiva. e 256), la di cui bella eHìgie si ammira
Un tempo il luogo fu comune, e ne'lem- nell'altare maggiore in allo di supplicare
baronali ebbe il proprio governatore, la ss. Trinità per la prolezione del luogo,
e godeva delle franchigie: ora non è che che in piccolo vi è rappresentalo. Nell'al-
lina parrocchia di campagna. Nelle inte- tare dalla dell' evangelo vi è di-
parte
ressantissime Meìììorie Coloniiesi.com- pinta Vergine del Rosario, allVesco
la lì.

pilafe e ora publ>!icale dal dolio Anto- bello, non mollo antico e ben conserva-
nio Coppi, leggo che nel i4t i Papa Gio- lo. Dalla parte dell'epistola l'allro aliare
vanni >v.\lll conces'.e a Giovanni della ha dipint(j s. Francesco d' Asisi in tela,
Colonna il castello di Passei ano colla sua d'antica fattura, in campo d'oro e di mol-
rocca, ed i feudi di Corcollo e tli s. Vit- to pregio secondo grinlelligeiili. Vi è il

torino per i4 anni, il (luale spirato tale baliistero, ed il rettore curalo ha il lito-
tempo continuò a possedersi da'Coloune- Io d'arciprete, e viene presentato al ve-
si. Apprendo inoltre dal Pclrini che 3 i scovo tlal bali patrono. Nell'estate non vi
-

270 T I V '1'
I V
ii>ie(lp pel clima iioiivo, e pei In quasi fo- ma del.nsfollodi Poli data nrlqq?, di Ot-
faleilisei-7Ìone dcgH abilanli. E' sullicien- tone Illa! monastero de'ss. Andrea e Gre-
leniciile fornita di sagri arredi, ed anche gorio al Clivo di iScauro, fra'confini no-
d'argenti per munificenza del baPi pa- minati vi è Casape. indicato col nomedi
trono. Casa Coriciiuj come nel io5i torna a
CdSfìjK-. Comnne dollii diocesi di Ti- ricordarsi col nome di Casa Corìndi, pu-
voli, con terriloi io in colle, e con medio- re qual confine di Poli, nella locazione
cri fìilibritali, al dire di Calindri, in di- fatta (la Renedetto abbate di detto mo-
me sano. Abbonda d'acijiie di f(;nti pe- nastero a Giovanni conte, documenti ri-

leimi ne'diiiloini, ed il tt-rrilorio produ- feriti negli Aiìnalfs Canialdnlciiscsì.^^


ce olio, mollo vino, ghianda e poco gra- p. 6o4 e6i2 dcirA|)pendice. Il luogo eb-
no. Gli abilanli sono mollo robui^ti, e rie- be comuni le vicende colla terra di s. Gre-

diti all'agricollnra e a'p''i"^fol' f lje forni-' gorio, cioè dopo il dominio monaci
d*^'

sce il territorio. Secondo ÌN'iljbv e Maroc- passò successivamente in potere degli Or-
co, che lo visitarono in uno alla contra- sini, de'Colonna, indi nuovamente degli
da, dipende dall'altro comime di s. Gre- Orsini, de'Sautacroce, de'Conti, de'Bai
gorio. E' all'oriente di Roma, sopra uno berini e de'Pio. Le denominazioni A\Cii-
de'contraH'orli tufacei della punta dilNIen- sa Cnn'nili ed'i Crtsvz Co/-A»//, forse cor-
lorella, ch'è la punta più alta del dorso rotte ambedue da Casa Perìtuìi, diero-
detto di Guadagnolo, distante da Roma 110 origine oli' attuale nome di Casape,

J>er la via di Tivoli 28 miglia e ptr quel- e fecero credere al Cassio, nelle Memorie
la di l'oli 24» ^^ appartiene, al riferire di di s. Silvia p. 24, elicivi fosse una villa

JNibby, alla casa P/o, il cui palazzo baro- di Corbulonp. Nibby crede certo, per mia
nale sotto un arco traversasi quando si via antica di traversa, che ivi si dirige e
entra nel paese dal canto di s. Gregorio, clietendepers- Gregorio a s. Maria Nuo-
e forma la sua porta. E nn fal)hricato an- va e alla valle degli Arci, che questo ri-

tico con [)ila.>tri e ornati di peperino, al- piano non fu trascnrafoda'romaiii,e piut-

quanto vasto. Una sola strada costituisce tosto che una villa si formò una stazio-
il perchè d'ambo! lati sovrasta
castello, ne, edopo q'iesta un vico, donde derivò il
ad alte rupi, onde non vi sarebbe modo villaggio moderno. Si vuole, dice Maroc-
a ddatarlo. Chiuso che sia il detto unico co, che anticamente fosse il luogo chia-
suo ingresso, è inaccessibile per ogni la- mato Casa ^'y/m»"o, o secondo altri Ca
Io. La chiesa parrocchiale, golia e ristret- sai d'Api. Andando ila s.Gregorio a que-
ta, è intitolata a s. Pietro, esistendo in es- sto villaggio, si discende rapidamente al

sa la memoria, che d. Giovanna de La- rivo di s. Gregorio, e quindi risalesi, gi-

cerda-Spinola-Pio le lasciò un benefico rando intorno a una con valle; dopo si per-
legalo: altra ricordando, che l'arciprete viene a un bivio ov'è una cappella sagra
Giacinto IM.' Reggi l'ornò. INella sagrestia alla R. Vergine: la via a destra mena a

esiste un s. Pietro di legno antichissimo, s. Salvatore, quella a sinistra a Casape, e


di metliocre sculluia. Casape si mostra lungo questa strada o piuttosto sentiere
sotto ogni aspetloconie un antico vico for- Irovansi frequenti tracce dell'antica via
mato dalla sua unica angusta vìa, e da menzionala di sopra. Poco prima di ar-
corrispondente area chiamata piazza. Le rivare a Casape si tragitta un rigagnolo
case essendo generalmente di costruzio- che ivi fa una piccola caduta, e quindi si

ne saracinesca, mostrano che fu intera- entra nel villaggio.


menle riedificato nel secolo Xll I, quan- Castel Madama. Comune della dio-
lun(pie si hanno certe memorie che fino cesi di Tivoli, con fertile territorio in pia-
dal.'.ccolr)X esistfS'e. Poiché nella.confer- no e in colle, dal quale «ìi ritrae pi incipab
TI V T IV 27.
metile o!ive,tJve e ccrciili, non cìie FimUì. voli. Nniia Nibliy, che il luogo ove sor-
Ha buoni fabbricali cinti di tnnia, lor ge Castel Madama, può riguardarsi co-
manti un perimetio circolale, fra' quali me rappresentante degli oppidi tiburtini
si dislingue il maestoso pala7Zo baronale. Empuliim e Saxiila. e del i.^comechè
Vi è un borgo di fìgina quadrilateia fìtb- già possidenza de'monnci di Suìiaco.'wx
bricalo nel 1700 dal principe Pallavicino ne feci alcune parole. Qui conviene che
di Parma, a cui ap[)iii tiene il paese, già ne aggiunga allreinsiemea Saxula.^m-
suo fèudo, avente nell' interno una bel- pulum o yiinpiglione o Casti-uni Spol-
lissima piazza. Situato sulla riva sinistra lona, da'romani fu preso a'iiburtini nel-
dell'Aniene, quasi 5 miglia distante <la l'anno di lioma 4oo o 4o dopo la guer- i

Tivoli e circa 24 da Roma, laccliiudepiù ra guidala da M. Valerio Publicola. Pro-


di 2000 abitanti, cortesi eos|)itali. La cliie- babilmenle distrutto, il luogo servì poi
sa parroccliiale e arciprelale è grandiosa, per costruire vil!emngi)ifìche,e nel secolo
di buon disegno in forma ettagona con VI costituirono la mas>a Apollonio dal
iiìaestosa cupola coperta da tetto. E sotto nome del proprietario origiiuile,dal qurile
l'invocazione di s. IMichele Arcangelo, e passò in retaggio a s.Siliia madre di s. Gre-
contiene un quadro diPieIroLabruzzi sul- gorio I.Qutsli nel 5q4 '<> concesse a'mo-
l'altare maggioie, un ovato di s. Filippo naci sublacensi, a cui nel q58 la confer-
]Neri di Agiicola nella cappella Ricci, ed mò Giovanni XII, e cominciò a chiamar-
una prolomedi gesso di s. Ignazio Loiola si per coriuzione Ampig!ione,dopochè fu
sulla porla minore con iscrizione, dalla eretto il castello nel secijlo XI. Neh 124
quale apparisce che fu tratta dal venera- insorte guerre contro il monastero sul)la-
bile suo cadavere, e ivi posta in ineoio- cense, e specialmente dil canto de'tibur*
ria dell'avere quel santo ristabilita la pa- tini, dessi come più polenti s'impadroni-
ce fra il popolo di questa terra e quello rono della, metà del castello, in unione a
<li Tivoli. Leggo nel Ci occhiante, ÌJ isto- Gregorio signore tl'Aiilicoli e col consen-
ria delle chiese di Tivoli ,
parlando di so di P.ipa Onorio li. Irnprigionnli gli a-

quella di s. Gio. Evangelista , die fuori bitanli, poscia furono distrutte le mura
della porta di Prati seguì il grande ec- del castello. Divenuto Papa Innocenzo 11,

cidiodegli abilantidi Castel Madama, per ricuperò Ampiglione e Ruberano o Bar-


averla essi incendiala di notte neli54o. barano già incendialoda'tibiu tini; ed in-

AflJne d'eviJare fra le due parti gli orni- sistendo monaci per riaverlo, ([uantun-
i

cidiijfuronocoslrelle di non offendersi sot- qiie distrutto, il Papa neh 43 ne ordi- 1

to pena di 6000 ducali d'oro di camera. nò la restituzione. Nel ito l'abbate Si- r

Morto Paolo 111 e neli55o eletto Giulio mone lo die in pegno a roGiani, e circa
III,non ostante la sicurtà della multa, se- declinar del secolo seguente venne in pò-
guì in Tivoli grande uccisione de'castel- teredegliOisini, the riedificarono le mu-
lani,a'quali fu dala sepoltura in della chie- ra eripopolaronola lerrajma insorta guer-
sa. E fu allora chesedate le dillérenze, me- ra fra questi ei tiburtini, CasteirA[)óllo-
diante 1' interposizione di s. Ignazio che nio fu per la 2.^ volta distrutto nel 1 3oo,
trovavasi in Tivoli, e quella pure de'cap- come si creile, egli abitanti superstiti si

puccini, i tiburtini in memoria del gover- ritirarono fra le rovine del \iciiio Castel
iialore perpetuo cardinal Ippolito d'Esle, s. Angelo oggi Madama, il cpiale nel 1 3oB
che si adoperò acciò non pagassero la pe- fu da Riccardo e Poncello Orsini riedifi-
nale, dipinsero sulla porta di Prati la sua cato. Però trovo nel p. Casimiro da Ro-
arme con l'epigrafe: fgnitas Porta<; cx- ma, che altra anteriore distruzione del ca-
liiìxit sanguine Tilnir.' Altre analoghe stello d' Ampiglione era avvenuta nella
notizie le riferirò ne'cenui storici di Ti- festa di s. Rlartino del i 257, parte col fer-
272 T 1 V TI V
IO, parie col fuoco, nel breve spazio di 6 cui gtiardia sì formò sin dairVITI secolo
«jie, per la lagione che estesauieiile nar- un caslello dello slesso il quale vie- nome,
ra il p. Riicliei-, Latìiir/ì p. i
79 e scg. Al- ne licordalo tiella confifrma de'beni del
cune poclie lamiglie sopra wissiule alla IO- monastero sublaccnse, data da s. ISicolò ,

Tina della pnliia. non mollo dopo peiisa- 1 neir8'i4, e fra'f(Midi coslilucnli la mas-
lono lifidjbiicailo nelloslessosilo, ma un sa sinomina luogo dello /ionia /li.Qiìe-
il

vicino romito clie avea in cura una chie- slo medesinm fondo si nomina pure nella
suola di s. Angelo, persuase loro di edi- bolla di Giovanni XII del C)')8, coli' ag-
iicaie lanuova pallia presso il suo lotni- giunta d'una chiesa di s. Angelo, dalla qua-
laggio, per eminenza del silo, sì per
s'i
1' leebbe pocodopo origine il caslello omo-
la dolcezza del climn, sì pel maggior van- nimo. Nel diploma d'Ollone l del 967 a
taggio, che ivi meglio che allrove ne a- favoredel monastero, si diviseli fondo Ro-
trfbhcro riportalo. Si arresero tali fami- mano in due, maggiore e minore, e solo
glie alle persuasive del buon servo di Dio, la metà delminore viene indicalo come
onde nel 1contavano già 2 fuochi
268 si i .spellante amonaci. Nella bolla di Bene-
situati vicino al romitorio, donde il nuo- detto VII del 978, riportala dal Marini
vo castello pre?e il nome di s. Angelo; e ne' Papiri diploniafirijlendenleii deler-
peliSoS da Fortebraccio ()rsini, signore nìinare i confini e la giurisdizione del ve-
di esso, fu cinto di mura e forlillcato con scovo di Tivoli, si nomina fra le altre ter-

una rocca. Indi ^'ibby descrive gli avanzi re un fuìidus Ca Siro Clan Ecclesia s. An-
dell' antico caslello e delle sue ville ro- geli in Balarcesc. cioè in J alle Arccn-
mane. Quanto a Saxulao Sassula, così qual Castro non polè essereche quello
.s/.il

chiamata dalla natura del suolo sassoso, che pocodopo per la chiesa slessa di s. An-
la città di considerabile grandezza e cin- gelo fu denominalo Castrum s. Angeli.
ta di mura, situata nella slessa direzione Quindi conclude Nibby, essersi il caslello

d'Empulum.fu lolla da'romani a'tiburti- formalo nell'intervallo fra il 958 ^1978


ni nel 4oi circa, e le altre loro terre a- nel fondo Romani, e poi divisom /low^»
. vrebbero incontrata la stessa sorte, se tut- ni niaioris, e Romani niinoris.Cluesì.\ fon-
ta la nazione deposte le armi non si fosse di furono occupali da'romani guidali dal
messa nelle braccia del console romano. famoso Crescenzio N<nnentano^;/Yy('//o di
Le operazioni di (picsla guerra ebbero per Roma, e li saccheggiarono. Troncata la
iscopo d'aprire per seuìpre a' romani la lesta a Crescenzio d'ordine d'Ottone 111,

strada degli ernici per la valle dell'Arci, entrarono in possesso di essi suoi figli. i

via che i liburtini aveano chiuso a'coii- che nelio38 li resero in parte al nìona-
soli C. Sulpicio Petico e C. Licinio Cal- stero, come si trae dal Mabillon, ^/i/irt-
vo leduci dall'impresa di Ferentino nel les ord. Bened. l. 4- Nell'atto ivi inserito

SqS, e causa principale di quella guerra vengono indicale due parti del caslello

medesima che durò circa 9 anni. Saxula nuovo, qiiod vocatnr s. Angeli, come per
surse fra Tibur e Ciciliano, e di sue ro- le due parti de Romano malore et mino-

vine e ruderi tratta egualmente Nibby. re. Risulla da questo documento, che il
Questo descrivendo Castel Madama, gli fondo nel quale fu edificato il castello eb-

sembra che un colle così vistoso come rpiel- be nome di Romano, che
il il castello

lo sul (juale siede la terra, non potesse ri- trasse nome dalla chiesa di
il s. Angelo,
Dianere oblialo da'romani durante la lo- esistente fin dal 9'j8, intorno a cui si for-

ro potenza e che qualche villa doviziosa mò, e finalmente che questo caslello es-

ivi sorgesse, ma non ve ne sono memo- sendo designato coll'epitetodi nuovo nel-

rie. Censì esistono le narrate sulle terre l'atto del o38, era slato di recente edifi-
i

intorno formanti la massa JjwlloniifiWa cato. Una parte era venuta in quell'anno
T I V T 1 V 273
nelle mani de'inonaci, l'ailra fu loro do- ratasi poida questo 2.° noarito, dopo a-
nata iieiio49 tla Emilia vedova di Do- ver governato per qualche leni pò le Fian-
tiadeo dtj'Crescenzii; ma con lultociòi mo- dre, venne a posarsi in questa terra, alla
«aoi non ebbero altro dominio, che sulla quale alfezionalasi die un grande accre-
metà del castello, poiché nella bolla di Pa- scimento, onde in benemei euza allora fa
squale li dell I i5, con che furono con- dato il suo nome al castello, chiamando-
fermali i monaci sublacensi, noa
beni a' lo Castel Madama, come in Roma l'u-

si nomina che la metà di castri s. An- vea acquistato la Piazza omonima, co-
geli cwnccclesiis et fundis et massis et me rimarca il p. Casimiro, o per averci
pertineiitiìs eoram. L'altra metà era del abitalo o per aver edificato il palazzo a-
comune de' liburlini, quali nel 1120 i diacente ora del ministero delle finanze,
tolsero a'monaci la loro. Innocenzo 11 la di cui parlai nel voi. LXXl V, p. 36 .Do-
1

riprese sui tiburlini, e die l'intero castel- po la sua morte tornò a' Farnesi, e Pia-
lo a' sublacensi nel ricordalo i i43. La nuccio lì duca di Parma, per quietare le

prossimità però del castello d' Apollo- pretensioni di Pallavicino sopra la terra
nio, pure spettante a'monaci, fece rimaner dello slesso nome nel ducalo di Parma (a-
deserto questo, e cos'i si rimase per tulio vrà cambiato nome, poiché non lo trovo
il secolo XIII. iul declinar di quello elet- né nel Dizionario geograjico lum'ersalcy
to nel127 7 Nicolò HI, donòa'suoi nipoti né nel T ocaholario topografico dc'du'
Orsini la massa e castello d' Apollonio. cali di Parma, Piacenza e Guastalla)^
Questi rolla guerra co'liburtini, esposero cedette Castel Madama al marchese A-
il castello di Apollonio ad essere inlera- lessandro Pallavicino, e cos'i questa fami-
inenle distrullo nehSoo.Gli Orsini vo- glia ne venne al possesso. Tre epoche si

lendo ritenere il dominio di quelle terre, in conoscono nel fabbricato di questa terra:
luogodi riedificare il castello d'Apollonio, lai. ^comprende il cos'ideilo Castellncio^
rifabbricaronoqueIlodis.Angeloneli3o8, opera di Riccardo e Poncello Orsini; la
e sulla porlaLuigia diCastel Madama con- 2.',ch'è il 1 ."recinlo,appartiene a Marghe-
servavasi la lapide originale di tal riedi- rita d'Austria, ed é deli55o; l'ultima è
ficazione, la quale fu opera de'ramnien- quella fatta costruire da Alessandroll Pal-
tati Riccardo e PoncelloOrsini figli diFor- lavicino nel principio del secolo passato.
tebraccio, lapide che andò a finire in un Ciciliano. Comune della diocesi di Ti-
granaio del feudatario. Rlolle carte spel- voli, con territorio in disteso colle e pa-
lanti a questo castello si conservano nel- scoli, i cui maggiori prodotti sono il gra-
l'archivio della nobii fauuglia Orsini io no, il granturco, e in parte l'olive e le ca-

Pionia, tutte pertinenti a'secoli XIV eXV^. stagne. La terra^iace in vetta del colle di

Nel 5o4, essendo sempre


1 in potere degli vivo scoglio, con alquanto esteso fabbri-
Orsini, fu da Gioidano dato in dote ad cato, anche di comode abitazioni e traccia
Alfonsina Orsini per 24,000 scudi, allor- di mura castellane, in clima molto ossige-
ché questa sposò Pietro de Medici. Da es- nalo, lungi 8 miglia da Tivoli e 27 circa
sa passò a Lucrezia de Medici sorella di da Pioma, sovrastante praterie e campi al-
Leone X, secondochè apparisce da un i- borali e vitali. La strada per andarvi da
stromento perglialti di Stefanode Aman- Tivoli rimonta il corso del rivo denomi-
uìs, e durò nella slessa famiglia fino al nato l'Arci, seguendone la riva destra fi-
i538. in cui fu parimenti dato in com- no alla sorgente sotto la Rocchetta, ed è
penso didoteaMadamaMargherita d'Au- quella slessa che porla ad Empulum ed
stria, figlia naturale di Carlo V, vedova a Sassula. Il colle in cui siede è interme-
d'Alessandro de Medici, e destinata sposa dio fra'dorsi di Guadagoolo e del Serro-
U'Ollavio Farnese duca di Parma. Sepa- ue di Saracinesco, onde si trova come a
VOL. LXXV. 18
074 T I V T 1 V
cavnilo.e nel nodo della strada da Tivoli bnrtini chiusero loro le porte, offesa clic
a Sambuci e Saracinesco; da Tivoli a Cer- mosse i romani a dichiarare definitiva-
iclo, Geiauo, Tuccianello e Subiaco ; e mente la guerra a'iiburtini, nella quale
da Tivoli a Pisciano. s.Vilo.Olevario.ec: 7 anni dopo s'impadronirono di Einnu-
un senliere pure si distacca di là da Ci- hiin e di Sa.vula città de'medesimi, che
ciliuno a destra, che scavalca il dorso di a p[)unto domina vano questa strada fra Si-
Cuadagnolo, e discende a Poli. Or que- ciliano e Tdjur. Come antica è la strada
sto nodo di vie intorno a questo punto da Tivoli a Siciliano, e da Siciliano per
diuiostrirlasua impoi tiuiza, e siccome so- l'Arcina/zoe Anticoliad Anagni e Feren-
no tulle strade aperte con gran fatica en- tino, cos^i pure antichissima è la città dalle
tro monti, certamente non ponno attri- cui rovine è sorta la terra moderna. Di-
buirsi a'tcmpi di mezzo,rilenendosi il pae- chiara Nibby che il nome di Siciliainun
se antichissimo, e da Marocco forse deri- ricorda l'antica gente de'siculi, che occu-
vato dalla celebre famigliaCecilia che nel- pò questa parte d'Italia, e [)arlicolarnjen-

le sue vicinanze probabilmente vi avrà le Tivoli, come si apprende da Dionisio,


avuto una villa, sebbeneegli ricono>ca che il quale dice che questi etlificarono parec-
l'etimologia gli derivò da'.-iculi che vi si chie città e fra queste quelle ancora abi-
rifugiarono, onde fu ed è chiamato anco tale a' suoi tempi di Anieiiuie, Tellene,
Siciliano . Cicilianuni e Siriliamini. 11 Fieulea eTdjur,dove ancora inque'tem-
Cecconi nella Storia di Palcslrina. an- l'i ima parte della città avea nome di AV-
cor egli ritiene che la nobilissima fami- t ( lioii{c\oi Siculio Siculeto); quindi può
glia Cecilia, oriunda di Preuesle, abbia l'irsi che ancora questa nel nome ricor-
dato il nome a Ciciliane per posseder- dasse quel popolo antico ; e di quello si

vi magniGca villa. Altri chiamarono il fi'ce ne'tempi bassi Siciliaiiitm, travolto


castello Ccciliano e Bicilianwn. Osser- in Cirilia/iuni, comedi Sicilia si fece Ci-
vando Nibby, che la strada di Sicilia- cilia da'noslri storici del secoloX 111. Chia-
no a Cerano conduce ancora a Rocca s. re poi sono le vestigia di (piesta terra dei
Stefano, dove scavalca Colle Secco, scen- siculi, poiché a mezza salita ìnconlransi

de al fosso della .Mola, ne rimonta la a destra mura di poligoni politi nella fac-

sponda sinistra fin sotto Alife, dove la ti a- cia esterna, di quella specie che si attri-

versa, e continua a rimontarlo, ma sulla buisce a' pelasgi, e al di sopra di tpieslo


sponda destra (ino alle sorgenti; e sopra a presso la torre moderna, dove è una ca-
«jueste scavalca il contrafibrte del Reda- sa diruta, verso oriente vedesi un pezzo di
fano, e penetra nel ripiano dell'Arcinaz- muro di poligoni ancora piìi grossi, lascia-

?u: e quindi vaicando il nionte Arciano, ti rozzi nella parte esterna, indizio di mag-
ed il monte de'Cappuccini d'Anlicoli,per gior antichità echeponnoriguaidarsi co-
questa terra si dirige a destra ad Anagiii, me vestigia della terra primitiva de'sicu-

a sinistra a Ferentino, cioè nel cuore del li.Que'massi sono grandissimi, e conti-
paese degli ernici; consideiando pertanto nuano nella direzione da nord a sud, do-
questo andamento, seuìbra a JNibby di ri- minando la vnlle del Guivenzano, ossia
conoscere in esso la strada, the l'anno di fosso di Sambuci. Marocco opina che l'o-
Pioina 3c)3 seguirono i consoli C. Sulpi- dierno paese, come le alile vicine castel-
ciò Pelico e C. Licinio Calvo. Narra Li- la. fra le quali il florido ed elegante Castel
vio, nella Sluria Ronunia, che questi a- Madama, che loda pure per amenità di
vendo condotto l'esercito contro gli erni- campi, felice posizione e civiltà de'popo-
ci, e non avendo incontiato nemici in i lani, abbondante di tulio il necessario al
campagna, presero d'assalto Ferentino lo- sosteiilamenlo,possa aver avuto principio
ro città, donde tornando verso Piouìa li- i dopo la distruzione della nobilissima città
T I V T I V 275
di Empulum. Inoltre Marocco con par- calo di qualche considerazione e appar-
ticolarità descrive le sorprendenti anti- tenente a'l*ascucci, fu già de'Colonna co-
cliilìichetrovansi nellesue vicinanze, cioè me si vede da uno stemmadi Martino V

olle falde del colle ove giace, nel piano e di tal famiglia. Coppi nelle iì/c/ìiorie
Il

in altre eminenze, e consistenti in i luleri Cnloìiiicsi riferisce, che Pietro Colonna


di sepolcri e di grotte, in conserve d'ac- signore di Genazzano con testamento del
qua, ed in avanzi d'acquedotti e altri mo- 1373 tra'possedimenti che lasciò a'suoi
numenti, d'opera sicula e romana. Vedesi figli vi furono Ciciliano, Pisciano e s. Vi-

l'opera ciclopea in lunghi tratti di mura, to. Indi Martino V nel 1421 oneIi4?.3

ch'egli crede avercostituilo il recinto del- liberò dal pagamento del sale, del foca
la città a grandi massi poligoni, e in qual- lieo eda qualunque peso, i castelli di Ci

che somiglianza a quelli dell'ernica Feren- cibano. Pisciano, s. Vito e altri de' suoi

tino trovasi l'opera reticolata; quella pu- Cotonnesi. Nel riportare Coppi la divi-
il

re a spica, e la laterizia con molta intel- sione de'beni e fidecommisso diMartinoV,


ligenza d' arte costruita. Puporta alcune dice che il Papa nel ì^'ì-'J
stabili indivisi

iscrizioni suburbane, una delle quali nel ad Antonio, Pros[)ero e Odoardo Colon •

sito detto Io Spedale di s. Maria Madda- na, Ciciliano, I^isciano, s. Vito e altri ca-

lena, eretto neli4oo per ricovero de'po- stelli. Apprendo da Petrini,che nel 1 486
veri passeggieri. Parla di avanzi di mu- continuando le dissensioni fra i Colon-
saici e sculture, avanzi di magnifici pa- nesi e gli Orsini, accadde un fatto d'ar-
lazzi di ville e delle notabili anticaglie tro- mi presso il castello di Ciciliano, allo-
vate negli scavi, i quali se rinnovali noti ra proprietà de' primi, ove perde la vi-

mancherebbero d'essere feraci. Di fronte ta Oddone Verri da Gonazzano e prode


a Ciciliane soige l'alto monte della IMen guerriero di que'lempi. Ed aggiungo col
torcila, punto di vista che forma la
ed il citato Ceccuni, che ribellatisi i Colonnesi
rupe, chiamata pur di s. Eustachio, è ve- a Paolo III pel dazio imposto su! sale, il

lamento pittorica pel paesista, che cerchi Papa spedì contro di loro Pier Luigi Far-
veder il bello che offre la natura. Nel ri- nese con 10,000 uomini, e nel 1 541 cad-
manente null'altro presenta il luogo at- dero in potere delle milizie pontificie Ge-
tuale degno d'essere ricordato, come pu- nazzano, Paliano, Ciciliano e Roiano (o
re ninna memoria
rimane dell'antica
ci meglio Pioviano), ed ogni altro castello;
città i.\\Siril!aìiiaìì.ha terra moderna for- tutto però restituì a'Colonnesi Giulio !IT
mossi di nuovo dopo la devastazione dei nel i5io. 11 Coppi che narra tal guerra
Saraccìiì del IX secolo, ed appartenne a danno d'Ascanio Colonna, guardando
al monastero di Subiaco fino al secolo XV, Paolo III di mal occhio la potente sua fi
come si trae dalla cronaca sublacense. In miglia, per avere in allri tempi fatto fron-
seguito l'acquistarono i Colonna, da'qua- te a'suoi predecessori, dice che molte a-
li lo com[>rarono nel i 563
Massimi i , i zioni guerresche furono fatte sotto Palia-
quali nel i 572 lo venderono cons. Vito e no, e sotto Ciciliano, a cui nello stesso tein
Pisciano al prelato Girolamo Tlieodoli pò fu messo 1' assedio. Dopo gran tem-
con titolo di contea e fendo. 1 nobili mar- po il Farnese s' impadronì di Paliano e
chesi Theodoli, de'quali e loro possiden- della sua cittadella, di Ciciliano, di Ilo
ze parlai nel voi. LXX,
224eseg. ed p. Viano e d' ogni altro castello posseduto
altrove, ancora lo ritengono e vi hanno un da Ascanio nello stalo ecclesiastico. D'or-
palazzo baronale, fabbrica dignitosa, de- dine del Papa furono quindi smantellale
corata agli angoli da4torioncel li, due qua- da'fondamenti le loro fortezze. Anche il
drati e due rotondi , di solida struttura Coppi aggiunge che Ascanio alla morie di
perchè formalo a guisa di rocca. 11 fabbi i- Paolo III ricuperò i suoi domiuii, i <{ tali
276 Ti V T I V
ereilitaJi da Marc'Antonio figlio tì'Asca- Ficulea e Til)ur, e perciò non cade que-
Ilio, per levarsi i deUili palerni e ilolaie stione, che con lai nome gli antichi rico-
le sorelle, neh 653 vendè a Domenico di noscessero le 3 punte acuminate del grup-
Massimo Capranica, Cicigliano, Pisciano po monti calcari al nord-nord-est di
de'
e s. Vito pel prezzo di 3o,ooo scudi, e Pio Roma, sulle quali sorgono le terre di s.
IV confeirab tali alienazioni, derogando AngeloinCopoccia e Monticelli, ed un dì
agli esistenti fidecommissi. Ad una sola quella di Poggio Cesi intermedia ad esse.
parrocchia, consagrala all'Assunzione di Il p. Casimiro riferisce che Poggio Cesio

Maria Vergine, è soggetta la laboriosa e per l'addielrosi chiamava Sabino, sopra


ospitale popolazione, ed è in questo tem- del quale era fabbricato un castello abi-
pio oggetto di rimarco il bel quadro che tato tla molle persone, che l'abbandona-
la rappresenta, di Gio.ljaltisla da Navar- rono dopo la pestilenza deli 656. Corni-
la. e restauralo dal celebre barone Ca- culum pertanto che dava o traeva no- il

muccini,il quale lo giudicò di mollo pre- me da questi monti, di necessità dee cer-
gio. Tra gli illustri diCiciliano ricorderò il carsi sopra una di queste punte. Ora Dio-
vescovo diocesano diTivoli,mg/Nicola de nisio,narrando la spedizione famosa in-
Cesari, che il Nicoderai chiama Janesio. trapresa da Tarquinio Prisco re di Roma
J/<///^ù<'///. Comune della diocesi diTi- contro Ialini, mostra come quel re pri-
i

\oli,con territorio in colle producenle tut- mieramente si mosse contro gli Apiolam,
to il necessario alla vita, massime in o- e dopo aver presa, incendiata e smantel-

live, cereali e pascoli; con cave di marmo lata la loro città, si rivolse contro i cru-
somigliante al liburtino, anzi vuoisi d'un slumeriiii ed i nomentani, che si arrese-
grado migliore come più compatto, e del ro a discrezione 'e furono con umanità
sasso bianco calcare apennino dir /qua- trattati; poscia andò contro Collazia po-
lità, su cui è posta la terra, si fa una cal- sta sulla riva destra dell'Osa, fra questo
ce ottima, che serve d'oggetto di commer- fiume e l'Aniene, IO miglia circa lungi da
cio. E' situalo fra il Tevere e l'Aniene al Roma al Caslellaccio dell'Osa; prese an-
Dovd-est diRoma,dacui èdislanleiS mi- cor (juesta e la die in governo ad Arun-

glia e 6 da Tivoli, in aria pura comechè te Tarquinio suo nipote, che divenne co-
in sito elevato e imponente, sopra la pun- s'i lo stipile della famiglia de'Collalini; e

ta più orientale delle 3 principali de'mon- quindi marciò immediatamente contro di


ti Corniculani. Da l\oma si va per due Corniculum, e dopo aver dato il guasto
vie, per la Tiburlina uscendo da porta s. alle terre a [)pressò l'esercito alla città, che
Lorenzo,e divergendo a sinistra al y.^mi- presentò perla sua fortezza una valida di-
glio presso l'osteria del Forno, ed è la via fesa. Ma dopo molti assalti, il redi Ro-
antica che i moderni chiamano Cornicu- ma l'espugnò colla forza, ed in tal con-
lana; e per la via Nomenlana divergen- flitto pei'i il fiore de'citladini; il resto col-
do a destra circa il 6.° miglio olla tenuta le donne e co' fanciulli fu venduto, e la

di s. Basilio per la strada delle Moiette. città dopo essere stata saccheggiala ven-
Essendo ambedue mal conservale e inco- ne data alle fiamme. Stando pertanto a
mode, più amena è quella che vi conduce questa narrazione econoscendosi la situa-
da Tivoli, che valicali due j)onticelli co- zione di Collazia, dice INibby, d' uojio è
mincia a salire le pendici del monte, sul riconoscere Corniculum sulla punta di
quale è la terra, e in gran parte piantalo Monticelli; imperocché il re di Roma pas-
d'olivi. In questo luogo suole collocarsi satola ri va sin isti a del l'Aniene presso Col-
Corniciilnm, di cui feci molto a Sabina e ora Lunghezza e Lunghezzina, tro-
lazia,
in altri luoghi, illustre citlà degli antichi vossiimmedialameii nelle terre de'cor- '

Ialini. Dionisio pone monti Cornicolifra i uiculaui. D'altronde la Jòrma della puD-
T I V T I V 277
ta <Il ^Monticelli è quella che presenla l' e- terizio ornalo di pilastri corinlii, analogo
timologia più diretta del nome Comica- per lo siile e per la costruzione ad altre
Inni, dividendosi appunto come due cor- edicole del i ."secolo dell'impero, esistenti
na, quella cioè su cui è posta la terra, e presso Roma, come quelle che si vedono
quella sulla quale è ilconvento di «.Miche- sulla via Latina e il Jt-/»/"© del preleso
le de'frati minori, a motivo del quale il p. Din Rt'dicoln. Altri avanzi non esistono
Casin)iro da R.oraa ci die interessanti noti- nella terra, uè nel suo circondario, alme-
zie su Monticelli. Aggiunge il dotto reli- no alla distanza d'un miglio. Perito poi
gioso, che lo slemma del comune di INIon- ilgran colosso del romano potere, come
ticelii consiste in una cornacchia volante pure in altri luoghi avvenne, di villa pri-
sopra3 verdeggianti monti,percui il popo- vala tornò ad essere una terra abitata,
lo credeva essere stato appellalo cornicu- cambiamento che lunto più di buon'ora
lano da quell'uccello, poiché in altri lem- si fece, perchè il sitooiTriva nel secolo X
pi sui detti monti di frequente vedeansi una non comune fortezza, chiamala dal
svolazzare le cornacchie. La storia di Cor- p. Casimiro fortissima rocca, e piantala
iiiculum è scarsissima, poiché oltre que- sulla cima del monte, il che a suo tempo
sto fatale avvenimento, cioè della sua pre- riconoscevasi ancora dalle superstiti mu-
sa e distruzione fatta da Tarquinio Pri- ra minaccianti imminente mina. Il suo
sco, altro non se ne legge. Tito Livio so- nome che attualmente porta si trova fila
lo la ricorda fra le città prese da Tarqui- dal secolo XI, allorché la terra si era di
nio, e la nomina per la i .'; ed egli e Dio- già formala e apparteneva al monastero
nisio poi riportano !a tradizione, che in di s. Paolo fuori le mura, al quale fu sul
quella presa fatta prigione la moglie del principio di quel secolo medesimo usur-
principe di Corniculum morto nella pu- pata da alcuni polenti abitatori del luo-
gna, fu portata a Pioma incinta, e venu- go, che circa il 1001 vi racchiusero nella
ta nella reggia di Tarquinio ivi partorì rocca Pietro XXII. "abbate diSubiacoe ve
Servio Tullio, poscia successore di Tar- lo fecero morire, per quanto narra il p.
quinio e 6.° re di Roma. Plinio ricordò Casimiro,i leni corpo fu sepolto nella chie-
Corniculum fra quelle primitive città del sa di s. Vincenzo, situala coll'annesso mo-
Lazio, eh' erano perite senza lasciar ve- nastero alle radici di Monticelli rimpet-
stigia. E' naturale credere, che una po- lo a Casabalista, alcuni marmi della qua-
sizione così elevala, amena e salubre non le servirono alla fabbrica del convento
venisse trascurata da' romani nel tempo de'francescani. La chiesa ancora esisteva
del loro lusso e della loro munificenza, e nel io3o, nella quale epoca eravi pure
che circa tempi di Augusto sul sito del-
i l'antica chiesa di s. Tommaso, la quale pa-
la distruUaCornicuIum fosse edificata una ga va alla camera apostolica il censo d'u-
villa, come Strabene aflerma essere or- na libbra di cera all'anno. La morte del-
dinariamente accaduto di altre città an- l'abbate Pietro viene contestata dal Ba-
tiche ne' dintorni di Pioma distrutte, ed ronio e dal p. Mabillon ne'loro Annali.
a questa villa appartengono frammen- i Marocco rimarca d'incoerenza il p. Casi-
ti antichi che ancor si vedono nella ter- miro sulla persona dell'abbate, cioè Pie-
ra, nella strada per cui si sale alla rocca, tro XX.° abbate e nonXXn.°La rocca fu
cioè una colonnetta e un capitello, una celebre altresì per esservisi rifugiato Eu-
lesta di marmo incastrata sopra una por- genio III 3 giorni dopo la sua elezione, se-
ta ce, indizi di fabbriche e ornamenti dei guila a'26 027 febbraio I i43;poichèsuc-
tempi imperiali. Nella rocca stessa, ch'è cedendo egli a Lucio II, morto nel repri-
di costruzionedel secolo XIH, rimane an- mere la ribellione de' romani per slabi-
cora sulla sua sommità un tempielta (a- lire più che mai l'autorilìi del senato in
278 T 1 \ T 1 V
Caiiii)ii]<-'glio, incoila Vitale uellu Storia ruiyncrlux coincs TUnirlinus. Non si co-
iU-'.sciuilori di lìo/ìui, iireiilre dispoiieva- nosce da chi fossero mandali questi conti
fi il l'apa nella prossima domenica a ri- per governare i popoli a loro commessi,
cevere la consagiazione in s. Pietro, inte- né (pianto tempo durasse il loro unìzio;
ro che i senatori niet-lilavano di o[)porsi perchè sebbene il signore legittimo diIMon-
,.d'impugnare la di lui elezione, qualora ticelli monastero di s. Paolo fuori
era il

1 confermare coH'aiilorilà apo-


icusasse di le mura di Roma,
monaci però per uài

tolica la rinnovazione da loro fatta del- lungo tempo non ne ritennero che il so-
l'antico senato; in tempo di notte accom- lo titolo, essendo questo loro castello ogni
pagnalo da molti vescovi e tla pochi car- giorno occupalo e rapito da qualche nuo-
dinali segretamente usci di Pionia nel si- vo usurpatore, come lo fu il cardinal Gio-
lenzio ed occulto, e si ritirò nella rocca vanni Colonna nel armigero e par-
1 24 1
,

di IMonlicelli,^zr/yir<T.v ÌÌIontisCcllii, on- litanie del persecutore Federico II, con-

de non vedetsi costretto a confermare in- tro il Papa Gregorio IX e romani, in- i

giustamente il senato e le sue pretensioni. sieme con Palestrina e Ponte Lucano. 11


Da tal nome rimarca Nibby,che pare co- cardinale, celebre per magnanime impre-
n)e la terra derivasse da un Celio, che vi se, si era ritirato in Palestrina disgusta-
avea la villa ne'lempi antichi. Poscia nel to col Papa, perchè avendolo nel 1289
dì seguente congregati Papa gli altri
il spedito nella Marca per opporsi a'movi-
cardinali (nella gran camera che prese il tnenlidel re Enzio, naturale dell'impera-
nonie di sv/A/ del Pdjìd e cadde nel se- tore,concluse con esso una tregua. I delli

colo passato), die per timore dell'infuria- luoghi dal cardinale occupati e immiti de*
to popolo eransi qua e là dispersi, se n'an- suoi armati, oltre il Mausoleo d' Augusto
dò al celebre monastero di Farfa nella in Roma, furono poscia espugnali da' ro-
limitrofa vSabina, e quivi ai 4 marzo, gior- mani. Perciò eziandio il'castello di Mon-
no domenica, fu solennemente consa-
di ticelli ritornò poi in potere de' romani,
grato. Won molto drìpo, cioè nel 1^9, da 1 ed Enrico di Castiglia senatore di Roma
uo allo riportalo dal Muratori, Rcriiiìi I- nel 1267 vi fece rinchiudere e trasporta-
lui. .scrijil. I. 2,p. 678, appai isce che que- re dalle carceri di Campidoglio Napoleo-
sta terra, come Tusculo, Palombara eTi- ne e Matteo Orsini incolpati di cospira-
voli, aveu il suo conte, che Comes 3/o/ìli- zione d'alto tradimento, essendo allora te-

<(7/<7/.v/.s dicevasi. Pare che lo fosse ilcar- nuto Cttsti'uiiì fo riissi limili, anzi sembra
irnialOtfavianode'rV)////Tusculani deno- che circa quel tempo la rocca fosse ridot-
uiinatodi ;l/o////( r/Zo, il qiiaieè verosimile ta nello stato attuale. Circa l'anno 1807
the sia stato uno di quelli che segui a Mon- n'era conte Gollifredo, la cui moglie d.

ticelli e a Farfa Eugenio Ili; ma mentre Aldruda coìuilissa si ricorda come reli-

a') cardinali eleggevano Alessandro III ,


giosissima e benefica nel necrologio di s.

egli an^bizioso da due soli cardinali, altri Ciriaco in Via Lata. I monaci non ricu-

dicono8,si fece eleggere in antipapa a'7 perarono Monticelli, finchèiicardinal VI-


selleiubiei 59,eda'4oltobresifececoro-
i telleschi colla fòrza delle armi avendo ri-

nare inFarfii col noniedi littore J .Osser- cuperato alla s. Sede e alle chiese parti-
va il p. Casimiro, che il detto governato- colari i propri beni, occupati violentemen-
re o i aslellanodi Monticelli nel secolo W\ te da vari tiranni, lo restituì all'abbate di

era chiamato col titolo di conte, come ri- s. Paolo. Alloramonaci col beneplaci-
i

stilla da un decreto d'Ottone conte l'a- to di Eugenio IV stimarono meglio di,

emanato neh ly, in cui fra'tcsli-


lalino 1 venderlo a' 20 luglio i43(), insieme con
muni si nominano, Olio coincs l\I(>iilìccU Monte Albano, terra contigua oggi de.ser-
lc/i\isj DcUniiiiiHs roincs Paluinliuriac^ ta, CHIÙ cornili J'orluUlii.s; ci Clini oiitni'
T 1 V T l V 279
bus et singnlis jui-ibiis, ciiiu (Ufiiaruni giaceauo al mona-stero di s. Paolo, ma gli

ductibiiSj sil^'isj pratariiSf paxcuis, ino- assolvè ancora ediminuì per qualcheteoi-
lendiiiis, eie, per 10,000 fiorini a Gio. po le gabelle che per lo passato erano stati
Anlonio Orsini conte di Tagliacozzo e poi soliti pagare. Non ostante il disposto di
prefetto di Roma. Alla sua morie nel 455 1 Paolo II, i di lui successori altrunenti di-
insorse fuueslissima guerra per la Campa- sposero di Monticelli. Primieramente Si-
gna di Roma, fra 'due Orsini, Everso di stoIV a'iq gennaio 1472 l'itnpegnò per
Anguillara e ^^^poIeone, perla successio- 6000 fiorini al cardinal d'Estouleville, e
ne del caslello, clie il 1 ."pretendeva per la neh 483 alla sua morte a Pietro da Vi-
sua nuora unica figlia del defunto, e il 2.° cenza per avergli imprestato 3ooo «luca-
per legge ereditaria. Il popolo di Roma ti. Ma nel 1 4^4 aventlo Sisto IV intima-
soggiacque per tal conlesa a gravissimi to a Pietro di rendere Monticelli allaChie-
danni, il perchè appena eletto fio li a- sa, e ritenere per se solamente la rocca,
vendo spedito a'guerr'eggiauli il cardinal Dionigi fratello di Pietro, che vi dimora-
Rarbo, questi stabilì fra le parli una tre- va, osò di cacciare colle armi le genti del
gua di 3o mesi, non anni come si legge Papa, il quale irritato fece carcerare ai
tì(ì Coinmeiitan dì Pio II e nel Nicode- 22 giugno in Castel s. Angelo, Pietro e
nii. In breve il trattalo per la mala fede Francesco del Bufalo, come si legge nel
d'Everso fu rotto e risoluto di non cede diarista Infessurae nel notaro dell'Ante-
re il suo diritto che vantava su Monticel- posto. Questo vocabolo spiega il p. Ca-
li, colle armi e colla perfidia se ne impa- simiro dicendo, che nel secolo XIV spe-
dronì nel declinar di detto anno, e lo go- cialmente in Roma eranvi due collegi o
dè sino a'3 settembre 4^4 '" *'"' morì. I magistrati con tal nome chiamati. III."
Regnava da poco Paolo II, che da cardi- sicomponeva di 4 nobili uomini, chia-
nale avea concluso la tregua, il quale di mali Antepositi fc'licis socie tatis Bali-
non volendo più tollerare
alti spirili e i starionini,etPavesatoruin. Il2.°era for-
gravi adronli che sino a quel tempo a- mato di 3 soli e detti Anlepositi super
vea ricevuto da Eversola sovranità pon- guerris, et pace, con amplissima autori-
tificia, né ulteriormente permetleregl'in- tà. Laonde vanno corretti quelli che ripor-
sulli e le violenze che contro suoi suddi i tando la nanazione di detto uotaro lo ,

ti e forestieri ancora usavano i figli del chiamano iVantiporto. Nantiportico e An-


defunto conte, commelìendo sui viandan- tiportico; e Marocco che prese il Del Bu-
ti pubbliche Grassazioni, massime nella via falo pel notaro. Eletto Innocenzo Vili ai
di Roiiciglione, pieno di sdegno inviòcon- 29 agosto I 48 4>tlonò Frasca-
IMonticelli,
tro di loro pii^i squadre di soldati nel i ^65, te Ho e s. Angelo in Capoccia al fimoso
ed in pochi giorni tolsero loro Giove, Car- cardinal Giovanni Balve (e non al cardi-
bognano, Capranica, Caprarola Ronci- , nal Luigi d'Aragona come altri scrissero,

glione, Vetralla, Dieda, Viano, Monlera- avvertenza pure del p. Casimiro), la cui
110, Cerreto, Carcaro, Severa, e Monticel- arme si vede scolpita sopra una porta del-
li che si rese a'22 giugno 4^5. Così tor- 1
la rocca, cioè un cavriolo (non animale,
nò Monticelli sotto il dominio diretto del- ma quella figura che con vocabolo bla-
la s. Sede, ed il Papa col breve Aposto- sonico così chiamasi) con tre teste di leo-
liche Scdì's del I. "settembre: Dilcctisfi- ne linguaio. Morto a'5 ottobre 1 49 1 > «ac-
liis l niversitad Casti-i nostri Ulonticel- cedè nel dominio di Monticelli il cardinal
li, che Casimiro diligentissimo ripro-
il p. Gio. Battista Orsini, il quale avendo piìi

dusse a 74) no" solo confermò agli a-


p. I di tutti promosso l'elezione d'Alessandro
bitanli tutti privilegi che aveano sino al-
i VI Vìi agosto 149"^, e gli «'ea donalo il
lora goduti, eziandio nel tempo che sog- palazzo che allora godeva in Roma la sua
28o TIV T I V
famiglia Borgia, il Papa gli die Monticel- neralmenle presentano la costruzione sn-
li e gli restituì Soriano. ^\ suo tempo fu racinesca de'secoli XIII e XIV, ed il pae-
rinnovala la chiesa dentro la rocca, ove se ha la forma piramidale, un tempo cir-

si dipinsero molti santi a fresco, e Jaco- cuito da loirioncelli quadrati. L'unica sua
po Alzina di Barcellona ginocchioni avan- porla è ben costruita, al cui destro fian-
ti la B. Vergine ch'era castellano e go- co vi è la chiesa arcipretale di s. Gio. E-
vernatore di Monticelli, morto nel 1497 vangelisla, con dignitoso prospello, ed in-
e sepolto in s. Giovanni Evangelista con terno simile , eretta con nobile disegno.
epitaflio che si legge nel p. Casimiro. Ca- E magnifica per architettura, e pe'suoi
duto il cardinale in disgrazia d'Alessan- stucchi e ornati. Ha una sola nave con 3

dro VI, lo fece porre in Castel s. Angelo, cappelle per parte , con quadri del cav.
dove mor'i forse di veleno nel i5o3. Ales- Stern. L'altare maggiore è di tnarmi finis-

sandro VI o Giulio II infeudò di Mon* simi; grazioso il deposito marmoreo col

licelli, s. Angelo in Capoccia e Fiascatel- ritratto di Vincenzo Siuibaldi e iscrizio-


lo, il nipote del 2." Nicolò della Rovere in- ne, la quale insieme colle altre della fac-
sieme a'discendenli in[)erpetuo,con l'an- ciata che ricorda la ricvlifìcazione della

nuo censo d'una tazza d'iirgento del peso chiesa eseguita nel 1710, nonché colle al-

d'una libhra, da pagarsi alla camera apo- tre lapidi sparse [)el paese, ed alcune ce-
stolica nella festa de'ss. Pietro ePaolo; con- lebranti gì' illustri mouticellesi,edi piin-
cessione checotifermò Giulio II a'io no- cipali avvenimenti del luogo.si [)oniio leg-

ienibrei5o8,quando la camera apostolica gere in Marocco. II piazzale della chies.»


si sgravò del peso di mantenere la rocca di è decorato da buone fabbriche, ed è va-
Monticelli coll'entrate della salara; e per- sto: incontro sorge il palazzo del principe
chè Nicolò non fosse coMeiio piopiio sli- Borghese. La rocca quasi in forma roton-
pendio militare^ et ut Arccin ìpsam di- da, che guarentiva Monticelli, è sulla ci-

ligcntcr custodirent , fu ordinalo al ca- ma del monte; fu fortissima come fabbri-


merlengo di pagare a luì ogni mese ^5 cala sul vivo scoglio e con ertissime mu-
ducati d'oro di camera in oro, da trarsi ra,ma assai guasta dal tempo, e da essa
dall'ancoraggio delle barche e di altri le- sigode r immensa ed estesa vista delle
gni, che sarebbero approdati alla riva del campagne, delle colluie e de'monti. Esi-
Tevere. La disposizione pontificia fu scol- ste il circuito delie mura, il terrapieno,
pila in marmo, e il p. Casimiro la copiò ed avea 3 ingressi. Del maschio resta un
e riprodusse, dalla dijgnnn vecchia di Ro- lato abbellito di pietra liburlina, la (pia-
ma ove la trovò. Durò la signoria di Mon- leformava un lempietloantico, che vuoi-
ticelli nella famiglia Rovere sino al 55o,
1 si Giano e adornato di coloime ora gia-
di

in cui Giulio figlio di Nicolò la vendè ai centi incontro la chiesa di s. Maria del

17 marzo al cardinal federico Cesi per Gonfalone. Inoltre il p. Casimiro celebra


5ooo scudi, ed altri 4c>o da pagarsi o- isegiienti illustri di Monticelli. Dernarili-
gni anno durante la vita di Giulio. 11 car- no l^anicola vescovo di R.avello e Scala,

ilinale ne ottenne da Giulio III rinvesti- celebre giureconsulto: già parroco della
tura pel nipote Aiigclo,eda'3 marzo 1678 patria restaurò la chiesa di s. Lorenzo nel
passò il douiiiiio da' Cesi a'priiicipi Bor- jtj^.f), nella quale chiesa colle debite fi-
ghesi che tuttora lo posseggono. Anche collà tenne la sagra ordinazione e confe-
Marocco riferisce inleressanli notizie su rì la cresima ad alcuni fedeli, tumulato iu
Monticelli, lodando la robustezza, fermez- s. Francesco a Uipa eli Roma. Angelo Fin-
'/a e urbanità degli abitanti, la bellezza e chetti vescovo di Nusco, morto nel i6C)8
il brio delle dfjiiue che vestono con lus- in Roma e sepolto in s. Carlo alle 4 fon-
?o, qua*i all'uso frascatano. Le case ge- tane senza memoria. Anlouiu Suvu uipu-
TI V TIV 281
te del Panicola , tcscovo di Termoli e cudirvi, perchè la chiesa era in luogo sco-
morto nel 1 688. V. Gio. Antonio Filippi- sceso e incapace di labbricarvi un conven-
ni priore generale de'carmelilani, illustre to, di che peneliato l'animo generoso di
per virtù, e benemerentissimo restaura- Marco Valenti di Monticelli, cede quan-
tore della chiesa de'ss. Silvestro e ìMar- to possedeva sul monte Albano insieme
tino a'Moiitìjdi cui pubblicò un opusco- alla chiesa di s. 31icheleda lui fabbrica-
lo, ove però leggo ch'egli si diceromano. ta nel 167 5, per cui il comune neli6g3
Della fau)iglia Rusconi, e di altre egual- di nuovo invitò i minori osservanti a por-
mente fiorirono egregi uomini. Da Mon- tarvisi in numero di 1 2 con licenza del ve-
ticelli per mezzo d'una piccola valle si pas- scovo. Indi nel 1707 fu fabbricalo il con-
sa al monte Albano, su cui è fidjbricatoil vento, in seguito aumentato, e nel 1724
convento di s. Michele Arcangelo de'mi- fu gettala lai. "'pietra della chiesa attua-
Hori osservanti, per descrivere il quale il le, l'anteriore essendo troppa angusta. la

p. Casimiro illustrò prima colla sua bel- Monticelli vi è la chiesa suburbana di s.

la erudizione il paese. Egli dice, che tro- Maria Nuova con belli dipinti del Cades,
vasi menzione del Mons Albamis in una esprimenti s. Francesco d'Asisi, s. Anto-
bolla di Calisto 11 spedila nel i l'Z^: allo- niodi Padova, e l'invenzionedellass. Cro-
ra eravi un castello del quale era signo- ce per opera di s, E lena, mirabile per l'ec-
re Gregorio, che insieme con Giovanni cellente distribuzione delle figure e pel co-
di Oddone, secondo INibby ,"rubabilmen- lorito. Di non minor pregio è il quadro
te signore di Monticelli, infestava le ter- dell'altare maggiore, nel cjuale il valente
re del monastero di s. Ciriaco e singolar- Corvi dipinse l'Assunzione della Vergi-
mente Ruplo nella strada
la villa di Pilo ne cui è dedicato il tempio. Nel territorio
di Tivoli. Dopo
metà dello stesso seco-
la si olirono allo sguardo le sostruzioni di 3
lo n'era signore un Giovarmi presso il ,
antichi monasteri, di s. Stefano de'mona-
quale si ritirò Giovanni di Slruniio o an- cisublacensi, di s. Vincenzo distrutto dai
tipapa Calisto III; però Nibby crede che Colonnesi quando trionfarono degli Orsi-
il p. Casimiro abbia confuso monte Alba- ni, di s. Severino di cui appena resta il

nodi Monticelli, con Albanoo il suo mon- nome.Ne'dintorni di Monticelli continua-


te ove sembra meglio che si rifugiasse il mente si rinvengono anticaglie, che pro-
pseudoFapa. Anche il monte Albano,co- vano r esistenza primitiva di grandiose
me Monticelli, era de'raonaci di s. Paolo, ville de'romani; vasto è il tratto di fabbri-

a'quali Io confermarono con bolla Inno- ca tra Monticelli e la Marcellina detto le

cenzo neli2o3, Onorio III nel 1218


III grotte, che sembrano quasi avanzi d'an-
e Gregorio IX nel 236. Ma nel 241 fu 1 1 fiteatro. La Marcellina, Marcellinnm, si

preso e incendiato da Federico II impe- vuole una stazionealmeno del secoloXll I,


ratore, e quindi rimase per sempre deser- e il nome pare derivato da un predio spet-
to. Sulla schiena del monte Albano tro- tante a una Marcellina. Per l'amenità del
vasi la chiesa di s. Maria in cura della sito certamente qualche magnate roma-

compagnia del Gonfalone, in cui circa il no vi edificò una villa: ne riparlerò a s.


1595 furono collocati minori conventua- i Polo de'Cavalieri; e presso di essa sopra
li per ofliciarla , e poi la lasciarono nel un colle è un castro de'lempi bassi detto
1 636. Allora il comune diMonticelli pen- Torri ta.
sò seriamente a provvedere a'bisogiii spi- S. Angelo in Capoccia. Comune del-
rituali del popolo, che con grande inco- la diocesi di Tivoli, con territorio in mon-
modo era costretto portarsi a s. Angelo te, che produce in piìx olive, ghianda, gra'
in Capoccia, a Palond^ara e altrove. Ili- no, biada e pascoli, con mediocri fabbri^
cubatesi diverse coiuuuilìi religiose di ac- cati. E' sulla cima boreale de'monti Cor-»
aSi T 1 V T l V
iilcolaiii a 4 l'iiglia circa ila Moullcelli e bloccarla, e pervenne a persuadere gli n-

5 da Meiilana, l'aulica Nomento, in un bitaiili a non far novità. l\Ia la guerra


orizzoiile ile'più singolari d'Italia, come scoppiò più forte sotto il successore An-
lo qualifica Caliiulii che mollo ne paila. co iMaizio, il quale dopo la pre-ia di Tel-
Assai ventilalo e di aria saliìbie,iie corona- lenc, Ficana e Politorio,e In distruzione

no le falde be li oli veli. Le rovine di auna di (piesl'iiUinia città, incalzò i Ialini fin

costiulledi massi puliedii inegolaii (cioè sollo Medullia, li mise in piena rotta, e
corpi solidi compresi da plìisu|)erficie pia posto l'assedio alla città, che Sanili iiinan-
Ile), che sono pressu di esso, dimostrano 7\ era stata occupata da'latini, nel 4-*' se

in ([iiesto luogo l'esistenza d'uii'anlica cit- ne impadronì per assillo. Piiaccesasi la


tà de'pnsclii Llini, f(ir»e Mcilullit/, secoli- guerra sotto Tarijninio Prisco fra'rotua-
do Aibity, per le r.igioni che porta topo- ni e i sabini, questi tirarono al loro par-
graficlie, conlro quelli che la vollero Ira- tito tutte le città latine a settentrione di
sporlarenel Lazio manltimo. Siacomnii- Roma, ha le quali anche Medullia, che
que, du[)0 il ratio delle Sabine, Romolo fu insieme colle altre presa dal re di Ro-
diresse le sue genti contro quelle città cir- ma. Dopo quell'epoca Medullia liniase fa-

convicine, che le prime [)reseio l'armi con- delea'romani fino al 262 di Roma, in che
tro i loinani per vendicare tale affronto, avendo sabini mossa la guerra a Roma,
i

cioè Anlemne, Genina e Crnstnmerio, e i medulliani defezionarono e si collegaro-


\i dedusse colonie romane. Medullia, che 110 co'sabini.Aon si conosce bene come ter-
ogni ragione porta a credere che fosse nel •
minò la guerra, poiché verso quel tempo
la slessa direzione, ossia verso il con 11 ne avvenne la famosa ritirala sul Monte Sa-
sabino, già colonia fondala da Latino Sil- gro; sembra però che terminasse araiche-
vio 3.° re d'Alba, apr'i volontariamente le voliuente. né poi più si ricorda Medullia.
porte, rice\è anch'essa una colonia roma- M,ì sibbene apparisce che da essa deriva-
na, e tale fu la (ìdiicia ispirata dal re di va la gente Ottilia, come la non meno il-

rioma,che Ostilio nomo nobile e per ric- liislre fiiniglia Furia, il cui stipite Sesto
chezze potente, trasmigrò in Pioma e spo- Furio Medullino Fuso ebbe l'onore dei
sò Ersilia, rpiella stessa che insinuò alle fisci l'anno 166; e questo stipite poi si

.••abine di farsi mediatrici fraroinani e i divise iie'raiiii de'Pacili, de'Camilli, dei


sabini loro parenti. Venuta la guerra sa Phili, de'Crassipedi, de'Purpureoni e dei
bina contro Roma, Grillilo cadde nella pu Brocchi. Conclude Nibby, che le rovine
glia a pie del monte Palatino, etl ottenne di Medullia debbonsi rintracciare nelle
l'onore del sepolcro nel luogo più cospi- vicinanze <li Nomeuto e de'monti Corni-

cuo del foro, con una colonna che ricor- eulani; debbono inolile presentare l'ap-
dava il suo valore. Lasciò morendo un fi- parenza d'un I città, che secondo Fjivio e-

glio, che poi fu padre di Tulio Ostilio 3." ra luta miuiitioiiìhus , e questi caratteri
re di Koma. 11 comune però degli storici si trovano bene in s. Angolo in Capoccia,
f.miioErsiliri moglie di Romolo, e n'ebbe dove fuori d(;ir abitato attuale presso la
figli come dis-i a Roma; altri credono che chiesa e convento di s. Liberala, 5 miglia
la cede!<se a Ostilio. Nel regno di Noma lungi dall'antica Nomento e più di 3 da
non ebbe Medullia occasione di miiover- Cornicnlum, sono considerabili avanzi di
si, ina in (juello del successore Tulio O- ruderi che evidentemente si riconoscono
fctilio che n'era oriundo, dopo la dis-truzio per quelli d' una città delle più antiche
ne d'Alba, riguardata allora da'latini per d'Italia, alla il paese attuale servi-
quale
metropoli loro, Medullia volle entrare nel va avanzi che Geli attribuì
di cilladella;

la lega latina, stretta per riconoscere il do- piuttosto a Coi niculum, e portò Medullia
ininiu di lioma. Tulio però si rivolse a fra i*alombara e s. Polo troppo lungi da
-

T I V f 1 V 28.3

^.i!lleulo e CrusUimeiii. Il Calinilri rifo- edificato. Neil 19 era alquanto depopo-


i

Iisce che s. Angelo in Capoccia o in munte lalo, e posseduto per metà da'tnonaci su-
Palulo, rOsteiio la creile l'anlica Corni- blacensi e per metà da' tilnirlini, i (|uali

cuium,e Sebastiani l'anlica Cenino, il cui invasero l'altra parte. Divenula la lena
reAcroae fu vinlo da Romolo e ucciso. parte delle possessioni de'liburlini, andò
Che vi sono molti avanzi di mura ciclo- soggetta al saccheggio de' romani nella
|j)ee, falle a massi grandi di pielra calca- guerra ch'ebbero col comune di Tivoli,

rea, e presso Valle iMara si Uovano i ru- a'tem|)i diTebalilo pi efello di Ruma. Nel
iddi de'solterraiiei in forma di grolle ar- pontificalo d'Eugenio III, l'abbate su bla
icuate di nolidjile eslensione , che alcuni cense Sinnjne Corelli poi cardin.ile, che il

pretendono fosse la villa di C. Mario, con p. Casinaro chiama .Sangriiii, liseuoteva


un leone di non ispregevole scalpello. Ol- le decimedonalealsuo monaslerodal ve-
un miglio dal paese trovasi una ter-
:lre scovo di Tivoli, non meno in questo ca-

ime che locali dicono stagno, la cui fur-


i stello che nel caslel d'Arci(jne e in altri

iala rotonda hai oc palmi di diametro e luoghi vicini, \ersoili207 il castello di

Ì20 d'altezza, essendo il muro circolare s. Angelo fii compralo, insieme con Men-
i
grosso 5 palmi; opera ben conservala, in tana, Grolla Marozza e Castel Arcione da
cui le acque s'introducono per largo ca- Raniero Capocci di famiglia oriunda dal
nale. Forse questo stagno è quel baratro regno e poi cardinale, e dal cognome di
I
naturale chiamalo la\ oragine, e ricorda- essa il castello prese l'aggiunta //i C^^/y^.'JC-

I
to da Nibby. Alcuni scavi falli nel decli- ciii. Crede Nibby.chepropiiamenteil ca-
nar del secolo passalo, dierono grosse an- stello d'Arcione fii sul eolle da'Capocci e-
fuie di creta colta assai dura, monete, mar- dificalo sul finire del secolo XIII. Secon-
mi di giallo e verde antico, pezzi di mix- do il Sans(jvino, Nicolò III donò s. An-
s:iico, vasellami di creta lavorali con mi- gelo, castello in quel tempo ujollo onora-
I abile maestria, de' pezzi d' incrostatura lo, al nipote Orso Orsini figlio di Napo-

di muro di vivacissimo colore rosso, e al- leone e vescovo di Teano; n»a pare che
tre anticaglie: avanzi di mura creduli del- Io ricuperarono i Capocci, e lo ritennero
ia villa d'Agrippina madre di Nerone, e per tulio il secolo XIV. In falli, il cele-
avanzi di strade consolari nericcie. Resto bre cardinal Nicolò Capocci ordinò nel
i
sorpreso, come INibby e Marocco che vi- suo lesl'^niento rogalo in Monlefiascone
'

sitarono queste contrade prima di descri- ani Iuglioi368, che ogni anno a 5 zi-

ville, nulla dicano del riferito da Calili- telle di s. Angelo, e allrellanle di Mon-
(In. L'erudito p. Casimiro da Roma ci ticelli, si distribuissero due vesti del va-

(Ile di s. Angelo in Capercela belle notizie, lore di6 fiorini, e inoltre 20 lire di mone-
IH ir illustrare la chiesa e convento di s. la romana. Quanto a Castel Arcione, con-
Liberala de'siioi minori osservanti. Do- liiMiandu ad essere de'Capocci, neli4o6
[M> avere avvertilo, che il luogo non va fu preso da Ceccolino ca[)o-banda, il qua-
coiiliiso con s. Angelo poi Castel Madama, le secondo il costume ili que'ioibidi lem-
(lue che venne mollo tempo innanzi ad pi si mise a tormentare i vicini ed a ves-
( >M< lM)bricalo,e sempre In chiamatocol sare i onde libiirtiiii che ri-
viandanti; i

iKiiDC che porta. Lai.' iiotÌ7Ìa che si ha sentivano grave danno dall'esistenza di
di (pje->to castello è del secolo \, leggen- (|uesto castello, lo distrussero nel 1420.
dosi nella cronaca snblacenseche il fimo- Nel 435 tornò in potere della Chie>a, ed
I

so Crescenzio Nomenlano prefello di Ro- Eugenio IV Io concesse a Gio. Antonio


ma o(hì due porzioni de aistcllo ìio\-o e Rinaldo Orsini, pel canone tl'un cane
(juìvotutlur s. .Inumili a\ monaslerodi Sii- da rete ed una relè da presentarsi per la
biaco, laonde è ehi. 110 ch'era di recente lesta ili s. l'ietr-i: loiiiò allora a divider-
284 T I V Tl V
si, e successivamente passò co'lalifoiidiai ca rocca, e poi fu ridotto nella forma che ,

Cesai ini, a'Rucellai e a'Maffei, flucliè nel si vede. La chiesa parrocchiale di s. Mi- j

1622 i piincipi Borghese comprarono la cheleArcangelo, secondo Calindri, fu con- ;

posizione che racchiude l'antico castello, sagrata nel I 1 5o da Eugenio 111. Dice Nib-
e l'altra a'nostri giorni il duca Grazioli. by, che nella sagrestia vi sono due tavole
]l castello di s. Angelo in Capoccia nel se- dipinte nel di Nicolò de Pi-
1490 d'ordine |

colo XV ritornò in proprietà degli Or- romnibus, che sono degne di memoria :

sini, e perciò ebbe a patire mollo nella una rappresenta s. Antonio abbate, l'al-
guerra del i486, poiché a' 26 aprile fu tra s. Sebastiano ed è la più conservata.

preso da'nemici il castellano che stava a La strada più comoda per andarvi è quel-
custodire la rocca, ma cpiesta inutilmen- la di Mentana, e ad un 4.° di miglio si pas-
te si alfaticarono ad espugnare, finché sa presso il convento abbandonato già de'

giunte 3 scpiadre de' signori di Correg- cappuccini, e poi degli agostiniani scalzi,

gio e molti slradiotti (o balestrieri a ca- che volgarmente dicesi il conventino; esso
\allo, milrs graecaiiìcus) e fanti, se ne fu eretto nel i Sgo da IMichele Perelti pro-

impadronirono. Fatta la pace tra il re nipote di Sisto V, insieniecolla chiesa de-


di Napoli, il duca di Milano e fiorenti- i dicala alla B. Vergine ed a s. Francesco
ni , Innocenzo Vili inviò un suo scu- d'Asisi, e rimase deserto 1690 per
fin dal

diere a Tivoli, ordinando alle milizie di insalubrità. Poco più oltre si giunge allit
partire, ma nella via di Ciciliano f(uono chiesa di s. Maria degli Angeli con con-
assalite da que'di s. Angelo, di Castel Ma- vento de'uiinori rifo;mati,erelto nel 1 63o
dama e di s. Polo, uomini di casa Orsini, da Maria Cesi moglie di detto principe Pe-
e benché il cominissaiio si adoprasseper retti, ed ivi si gode un delizioso boschet-

quietarli, gridando la conclusa pacee mo- to. Della chiesa e convento di s. Liberata

strando il breve pontificio, nondimeno uc- de'fraiicescani, narra il p. Casimiro, che


cisero molli soldati e lo slesso commissa- dopo la metà del secolo XV, pochi passi
rio. Notai a 3Ioiitìcelli', che con questo e lontano da questo castello fu edificata la
Frascatello, fu s. Angelo donato da In- chiesa in onore di s. Liberala vergine e
nocenzo Vili al cardinal Balveji quali martire, non senza particolare disposi-

castelli neli5o3 da Alessandro VI, o me- zione e assistenza del cielo. Imperocché
glio da Giulio 11, furono infeudati a Ni- tormentalo il popolo di s. Angelo da fie-
colò della Rovere e suoi discendenti eoo rissima pestilenza, per consiglio d'un sa-
annuo censo, e come ricaddero in pote- cerdote estraneo che ivi si trovava , fece

re degli Orsini, vedendosi nella cappella ricorso a delta santa e promise a Diodi
di s. Croce, della chiesa di s. Michele, un fabbricarle una chiesa, qualora si fosse

quadrodel Barocci esprimente la B. Ver- degnato allontanar da esso il crudo fla-


gine che allatta il di viu Figlio, in cui si leg- gello che minacciava disertare lutto il

ge una iscrizione del i552 di Camillo Or- paese. A intercessione della santa Dio e-

sini, dopo la cui morte la signoria di s. saudì il popolo, che senza indugio volen-
Angelo pervenne alla moglie Vittoria del- do adempiere promesso, né sapendo ove
il

la Tolfi marchesa della Guardia, la qua- erigere il nuovo lempio,commiseroa3 fan-


le con codicillo de' 2 febbraio iSyS la- 1 ciulli provveduti di zappe,che in quel luo-
sciò il castello al cardinal Flavio Orsini, go la terra cavassero, ove a Dio più grato
da'cui eredi l'acquistarono nel secoloXV li fosse d'essere onorato nella sua santa. I

i Cesi duchi d'Acquaspai la, e da essi pas- fanciulli non senza divino aiuto percos-
sò a'principi Borghese che ne sono gli at- sero più volle la terra, ed ivi si gettaro-
tuali signori. Il loro palazzo fiancheggia- no le fondamenta della chiesa, enei (|ua-

to da torrioni rotondi costituiva 1' auti- dro dell'altare maggiore fu rappresentala


TI V T I V 28J
la santa (che 11 p. Gonzaga, De orlg. .SV- breve descrizione a Conti famiglia, e di
raph. /\p//g^.,erioneaniente chiama s.Li- questa e He' suoi feudi copiosamente ne
heralo) colla palma in mano, e in alto una parlai in tale articolo, nelle biografied'IiV-
destra in allo d'ingliiilandaila; et! a pie NocENZo III e d'iNNOCEjJzo XllI, due de'
un sacerdote in cotta con multe
di, essa molli Papi delia medesima, e in lutti gli
persone de' due sessi supplicanti del suo articoli della fan)iglia Sforza-Cesap.im,
patrocinio, per rammentare la grazia ri- nella quale passarono le possessioni e le
cevuta. Se ne celebra la festa di ."maggio, prerogative de' Conti, col retaggio pure
benché il marlirologioromano ne fi» men- de'Conli <li S\'gni(J .); avendo duchi di
i

zione a'20 luglio, volendosi che la santa Poli in l'ioma dato nome al Palazzo Po-

non sia diversa da s. Vilgeforle detta pu- li e alla Piazza Poli (7 .). Poli e il suo

re Liberata. Accanto alla chiesa neh 582 appodiato Guadagnolo, con titolo auibe-
fu cominciala la fabbrica d'un piccolo con- due di ducato, avendoli acquistali il du-
vento pe'minori osservantijdalia marche- ca d. Giovanni Torlonia, l'assegnò al suo
sa Vittoria delia Tolf.i Orsini, contribuen- primogenitoduca d. Marino Torlonia, as-
dovi ancora comune; uìa per la sufi pic-
il sai benemerito de'due luoghi, del quale
colezza dimorandovi soli 5 religiosi, nella in Roma sono il Palazzo Torlonia in
soppressione delle piccole case religiose via Condotti e il Palazzo Torlonia già
falla neliG52 da Innocenzo X,con pena Fcrosjìi nel Corso (ì' .). Nello sposalizio
il popolo vide partire i francescani. Il per- del suo figlio d. Giulio colla principessa d.
cliè ftlle poi mollepraliche, risolvè in un Teresa Chigi (the ricordai nel voi. LXIX,
consiglio deliGyS di assegnare 3o scudi p. i36), duca d. Marino gli conferì il
il

annui, adinchè potessero ritornare i reli- titolo di duca di Poli e Guadagnolo. Per-
giosi, e per mezzo del duca d'Accpiaspar- tanto mi limiterò ad aggiungere, quanto a
ta, signore in quel tempo di s. Angelo, Poli, alcune altre notizie non riferite ne'
l'oltennero da Clemente X. che commise citati articoli. II colle sul quale sorge que-

la reintegrazione al cardinal Santacroce sta terra è di tufi litoide di color lionato,

vescovo di Tivoli, mediante 8 religiosi, che presenta la pianta d'un triangolo, il

il guardiano e i conversi. Ritornali i fran- cui vertice è verso la strada romana, e la


cescani Ira le pubbliche allegrezze, colle base è occupata dal palazzo Conli, oggi
pie limosine del comune e di altri bene- Torlonia, grandioso e di buon disegno,
I
fattori restaurarono e ampliarono il con- come tutti i jialazzi baronali delle terre
I
vento; poscia nel lySy per le generosità intorno a Roma, ili prospello all' imica
del p. Giuseppe Maria da Evora, poi ve- lunga via di n)ezz<>;desso apparteneva eil
I

! scovo di Poito in Portogallo, con nuova era abitato da'moriaci sublacensi, coll'an-
fabbiicas'mgrandì e migliorò il convento. nesso Olio già giaidino. Ha diversi appar-
Poli. Comune della diocesi di Tivoli, tamenti, elegante ca[)pella con un buon
con territorio in monte, producenle spe- fresco di Giuse[>pe Arpiuate, esprimente
I cialmente olive, uva e pascoli, con nu- s. Francesco d'Asisi. La gran sala è vaga-
merosi e buoni fabbricali, distante daTi- mente dipinta a paesaggio con varie bat-
I

voli 12 miglia.da Gallicano 8, e altrettan- ed in punti diversi stanno


taglie, cailelli

te da Palestrina perle montagne, 24 da con molli morali, ed all'inlorno vi sono


Roma, nell' antico paese degli equi o e- lutti gli stemmi delle famiglie colle qua-
I
tjuicoli, come lo sono Guadagnolo, s. An- li s'imparentò la nobilissima casa Conti.

I
gelo, s. Gregorio, Castel Madama e altri Si vedono pure efiìgiati molti personag-
circostanti luoghi. Siccome appartenen- gi, ed in una camera annessa sono dipinti
te alla nobilissima famiglia Conti della ?..* i falli militari di Torquato e Appio Con-

linea de'duihi di Poli, del paese ne feci ti. Egualmente in un luagnifico quadro
2Hr> T I V TI V
stiMgrande sono dipinti molli soggetti clel- Coutij
rilkislie famiglia. Il paese è però circon- da tiltimo abbellita dal duca d. Marino,
ilato da alte montagne, che rende l'aria che in alcuni tempi dell'anno ne fece la
umida specialmente di buon'ora e la seia, sua villeggiatura, ne parleròa Villeggia-
come rdeva Marocco, clie con dettaglio TunKDR'PAPi, comepromisi nel vol.XVH,
descrive Poli e tulle le sue parlicolarità, p. 80, facendo parola di tal gita, per la
iivendo pure pubblicalo le iscrizioni che quale fu migliorata la strada che da Ro-
ivi esistono. Da a(nboi lati fl)rma il colle ma conduce a Poli, e restaurato nobilmen-
spaventose e alte rupi, vi sono decenti fib- te il palazzo baronale, li duca di PoU Lo-
iM-iche, e nell'uiferno manca il paese non tario Conti e il suo figlio Appio principe di
d'acque perenni e buone, couìe due la- le s.Gregorio,avendo per l'istruzione de'Ioro
terali nel piazzale del palazzo in due sar- popoli introdotti in Poh gli scolopii e fab-
cof.ighi di marmo,descritti daNibby elMa- bricata la detta casa, Appio e il fratello p.
rocoo. Il tempio principale e dignitoso è Oddone gesuita alla le cam- chiesa rifecero
«ledicatoa s. Pietro con arcipretura, eretto pane e vi corpo di s. Fla-
collocarono il

da'Conli come rilevasi dall'iscrizione che via Vittoria donatogli da Alessandro Vlf,
corona lacinia della torre campanaria for- ponendolo in ui-na marmorea sotto l'al-
mata a somiglianza di tpiella di s. Stefa- tare maggiore. Diversi della nobile fimi-
no di Vienna. Vi sonodiveisebuone pit- glia Conti furono tumidati in s. Stefano,
tui'e, ed un bel bassorilievo ovato iu mar- e Marocco ne riporta gli epitaffi, dando
mo ed espricnente s. Carlo Borromeo. A in breve la storia genealogica della cele-
fianco di questa chiesa vi è un locale di- bre famiglia, chedice esimia nel I 806 col-
ruto, che fu antico dotnicilio de' sozzi e la morte di d. Michelangelo Conti duca di
malvagi eretici Fraticelli (T''.),àA Paolo non per agnazione, ma
Poli, ed alla quale
1! castigati, esiliatie imprigionati in Cam- per cognazione subentrarono nel godi-
pidoglio, mentre in Castel s. Angelo fece mento de' beni le piincipesche famiglie
porre Stefano Conti che li pioteggeva;e la Sf'orza-Cesarini e Ruspoli; poiché l'altra
terra morlifìoò con una penitenza, che poi linea d<^gli Anndjaldeschi Conti della Mo-
si rese perpetua. Sovrasta Poli dal lato di lara (de' quali nel voi. XX VII, p. 1 7 l e
tramontana un alto monte, sul quale so- altiove) erasi estinta nel 1763. Ma no-
no miserabili avanzi d'una chiesa e con- terò col Piatti, Della fa ini'^lia Sforza,
vento di s. Francesco, rletfa di s. Maria che fino dal 574^00 testamentoGio. Ral-
1

del Monte, già de'minori conventuali, di- lista Conti, ultimo della linea de'signori
slriTtfa circa il 1649 d'ordine d'Innocen- di Segni e di Idlrìionfone, adoWo nella
zo X, In amena posizione pochi passi fuo- propria famiglia il nipote materno Fede-
ri di Poli vi è l'elegante casa de'pp. <lelle rico Sforza, e lo costituì erede coll'obbli-
scuole pie, la cui 1. "pietra getiò il f)nda- go di portare il suo cognome e arme, co-
lore loro s. Giuseppe Calasanzio a'7 otto- me dissi nel voi. XXXV, p. 2 i 3 e altro-
bre 1628. Ad essa appartiene l'adiacente ve, ne'Ruspoli essendo passala la dignità
chiesa di s. Stefano antichissima, poiché di I\Iaestro del s. Ospizio (/ .) E sicco-
esisteva nel i 1 38 in cui fu consagrata e fu me il duca d. Marino sposò d. Anna Sfor-
\un arciprettu-a : la precisa sua fon'lazio- za, ed il loro secondogenito d. Giovanni
ne risale al i 082, e fu odiciata da'monaci (di cui ne! voi. LXlll, p. I23 e altrove)
lienedellini sublacpnsi,cheal)ita vanoii pa- si imi in matrimonio con d. Francesca Ru-
lazzo baronale. Nell'erigeie la casa fu re- spoli, così le due linee cognalizie entra-
stamela, e poscia visitala da Innocenzo rono nella nobile famiglia Toilonia. Ag-
IXIII con tutta la sua corle a' 2 maggio giunge Marocco, che resta nondiinenosu-
1723, delia quale pontificia visita^ conio pcrslitc dello stipile comune de'Cuuli, un
T I V T I V 287
liiiiio (ìeii»aiile ila duca Tiasmomlo Ili be nella Villa Ustica presso Licenza. Il ca-
(II.Spolctoe colile di Marsi, diviso ne'mar- stello di s. Giovanni passò in potere de'
«liciti d'Inliodacc]ua e iie'baroiii di Mira- Colonna signori di Paleslrina, comesi leg-
l)(llr), come rilevai nticlie nel vol.LXIX, ge in Petrilli, e nel I icjo alle ninnai hcdi
|). 'S8. Dice A'ibJjy. r|tiantuii(HU' sia prò- s. iSVArv//o in Capile per disposizione di
'

l)al)ile che ne' teiii[)i ìhiIÌlIiì dov'è Poli Pietro Colonna parente della b. Marghe-
SOI ges«e uij oppido dipeiuJcnle da frene- rila fondatrice del n»onaslero ,
la «piale
sie come città i)iìi vicina (liferiscono Pe- accolse sul monte Preneslino e curò una
li ini e Cecconi, che nella tremenda pcsic donna lebbrosa di Poli cacciala dalla sua

656, per aver raceonlando inoltre che nel i633


'

d(l I gli abitanti di Poli da- patria;


to il passaggio sulle loro terre per anda- fu dalle monache venduto il caslello e il
i( alle mole di Corcollo, il cheaveanone- lenimento^ situato ne'ierrilorii di P«di e
i-'a'o per timore d'infezione i gallicaiiesi, di 6V7///(r///o. a'principi Barberinicuian- ,

il magistrato di l'alesti ina grato a'niolti Cora app.'irtiene. Sembra clie Poli in parte
Slmili di amorevolezza licevnti da'polani nel I yo4 appartenesse a'monaci di s. Pao- ]

e dal (.luca loro, aggregarono alla cilladi- lo fuori le mura. Neil 3q Pietro abbate i

iiaiiza di Paleslrina lutti gli abitanti diPo- di s. Gregrdio di Uoma ricoricai crmci-
li), s'ingannai uno que' moderni che per lio generale di Laleiano li, jìdimafo da
ima somiglianza di nome, più o meno ap- Innoccn/o Oildone di P(j1ì, for-
II, contro

pi()>simativa. credelleio che ivi sorgesse se de' Conti Tusculani. quale invasore
JNdilorium, Empulum , Pulusca e Dola Gnadagnolo, ter-
di Poli, l'aiistiniano e
(pielensioni che confala pure Marocco); re monastero di s. Giegnri(j.
tutte del
iiiiperiiocclnì Polilorium fu una citlà la- Oddone avendo tutlavolla ritenuto Po-
tin» prossima a Roma; le vestigia di Em- li fino al I I
57 ,
poco dopo la sua fi-
[iiiliimrimangonoancora nella valle Em- iTiiglia lo ricuperò, e nel 1208 Oddone
piii, ma, come notai di sopra, cioè fra Ti- ni[)ole del precedente e figlio di Grego-
voli e Ciciliano; ed il Poluscamol-
sito di rio, n'era in possesso o come proprieta-
10 più lungi fu nel lenimento di Casal del- rio o come enfiteuta. Però gravato di de-
11 Mandria nella direzione d'Anzio; final- l)iti verso la s. .'^'cde non avendo allia
e
melile liola o Vola fu proliabilmente a prole che la figlia Costanza, con venne con
Li igi la no. Poli dunque ebbe il suo nome da l^apa Innocenzo III di dai la in moglie a I

cpiellodi Castillum s. Pditli, PrJiili.e[^n- Giovanni secondogcnitodiRiccaido conte j

sria Cdslntm Polis. Polniu nc'bassi tem- di Sol a e fratello del Papa, purché Riccar-
pi, V già nel secolo X n'erano padroni i do estinguesse i suoi debiti. Pentitosi poi
n, Oliaci del moiiastcrode'ss. Andrea eGre- Oddone del conveunto, non solo aniiulbS
gol io al Clivo di wScanro, i quali nel i o^i il trattato, ma sollevò il popolo di Roma
lo dieiono Giovanni conte
in enfiteusi a e mise Poli sotto il dominio del senato ro- |

( joi-e d'un ramo de'Conli TuscuIani)con mano. Vinto però dalle milizie ponlifi- |

liilie le formalità legali, insiemecol castel- eie, vide occupar nel i 208 tutte le sue ter-
lo j^iìi popolalo econligiiodi S.Giovanni in re e Poli da Riccardo medesimo; onde il

( auip(.()iazio sovrastalo dalla ihiesadis. Papa die tali signorie in deposito a Ric-
IM.ii ia delMonte,S(bbeneil nomerebbeda cardo, il quale prestò giiirainenlo di fe-
una (li lesa di s. Giovanni e la contrada da deltà allaChiesa:^;/v) ì\>/o.cf aìin terra,
«piello diCampo Orazio per mi qualche nude olì'ni (ìii't Odiìoììis de Polo, che ,

luiidoche vi possedè la gente Oiazia, o come la più vicina probabilmente fu Giia- '

secondo Peirini du alcuni con pocofonda- dagnolo. ^'into Oddone dalla forza, tor-
innilo si pretende e crrdesi vi ^so la villa nò al pi imilivn trattalo, e cosi questa ter- '

d'Orazio Elacco, che ^'il;by stislicnc eb- ra divellile retaggio de'Conli di Segni, co-
288 T I V TI V
me cliiaratucnte espone il Rntli citato, e ne di castelli. Sarebbe idoneo a telegra-
j

di cui mi giovai in tulli gli articoli riguar- fiche osservazioni, e potiebl)esi riputare
j

danti l'eccelsa famiglia. inespugnabile se fosse munito di rocca.


Giiadagìiolo. A[)podiato di Poli nella A^lle poche parole dette su Guadagnoloe

diocesi di Tivoli, situato sulla cima del- sul santuario della Mentorellaa Conti fa-
l'ai lo e disastioso monte Volt niella oIMeii- miglia, aggiungerò qui alcune allre no-
torelIa,il quale contemplandosi dalle sot* zioni.Le vicende di Poli furono comuni
loposle praterie forma una soipiendenle Q Guadagnolo, loro dominatori signo-
i

pilloiica veduta pegli enormi scogli die reggiandoli ambedue. iNeli i3c) per lai.*
sembrano cadenti e quasi peipendicolaii. volta s'incontra il «uo nome nella suddetta
La sua come più alta di quella
elevazione, querela mossa da'monaci de' ss. Andrea

del monte Gennaro o Lucidile, che in- e Gregorio sul Monte Celio, ad Innocen-
nalza la sua cuspide 3q55 piedi sul livello zo II nel concilio di Lalerano II, contro
del mare, di conseguenza è la punta più Oddone usurpatore e defynlore della sot-
elevata di quelle che imuìedialamenle do- toposta terra di Poli, di Guadagnolo e di
minano la Campagna di Roma. Conlìna Fausliniano. Oddone de'Conti Tusculani
conPoIi.dacui èdistante5miglia;co>ìdas. probabilmente, pei l'occupazione di Poli,
Gregorio e 3 da Pisciano, da'quali luoghi fu designato col nome di Oddone di Poli,
partono le vie per ascendervi, dall'ultimo e questo titolo fu ritenuto ancora da'suot
essendo la via più agiata: da Roma è lungi Grave fu il giudizio contro
successori.
3o miglia circa. Così aspra è la cima di Oddone, che Papa scomunicò solenne-
il

Guadngnolo, così incomodo il sdirvi, e mente nel giovedì santo del i4o nella i

miserabile il prodotto delle terre, che cer- basilica Lateraiiense, e colla forza gli fe-

tamente non potèoffrireatlrattiva agli uo- ce cedere il castello di Fausliniano, e pro-


mini, che nelle circostanze più disastrose, mise inoltre di pagare co libbre di denari i

come un asilo sicuro, onde crede Nibby prò .\V///V.v.Odtlone però non pagò di quel-
che il villaggio siasi formato nel vortice la somma che 4 MU"'ti- Goslrettodun(pie i

delle devastazioni, clie coprirono di stra- Oddone Fausliniano, poco do-


a restituire j

gi e di rovine, non solo la Campagna ro- pò pare che lo rioccupò o riotlenne nel
mana, ma le montagne circonvicine, e si- I 143 da Celestino II cogli altri castelli in
curamente non prima del secolo X. Ma- questione. Adriano IV rivendicatore de' |

rocco riporta l'iintica tradizione sull'ori- dominii della s. Sede, in que'lempi di di- |

gine del nome del luogo, la (piale lo vuole sordine edi prepotenza, ottenne nel 1 1 Sy
dciivato da una piccola o>teria [losta alle che Oddone donasse a s. Pietro e alla chie-
laide del monte, dove pochissimo era il sa romana tutto il suo stalo, compostodel-
guadagno per alcuni passeggieri che vi le Guadagnolo, Faustinia-
terre di Poli,
transitavano, e perciò detto Guadagìio- Monte Man-
DO, Auticoli, Rocca de'JNibli,
lo. Fu ancochiamato Locus parvi Incrus, no, Saracinesco, Rocca de'Muri e Castel
I popolani coltivano i terreni, ed una par- Nuovo; ma Oddone si fece contempora-
te di essi vive applicata alla pastorizia: il neamente dare l'investitura di questi stes-

loro fisico è robusto e giungono a decre- si feudi a se ed a'suoi successori. Guada-


pita età, ad onta del quotidiano e ripe- gnolo pertanto rimase feudo di questo ra-

tuto ascendere del ripido monte e carichi mo de'Conti Tusculani fino al principio
di pesi. La chiesa arcipretaieè sotto l'in- del secolo seguente, in che con Poli passòj
vocazione di s. Giacomo apostolo. L' o- nelle signorie de'Conti di Segni, al modo,
lizzonteè vastissimo, scoprendosi perfino narrato nel precedente articolo, un ramo
il mare Tirreno, oltre le campagne ro- de'quali, ch'èstato l'ultimo superstite, gli,

mane e Roma slessa, con una molliludi- ha ritenuti lino all'estiiizioue della fami-i
TI V T 1 V 9.89

glia, avvenuta a'giorni nosUi.Dopo qnel- stiano, e con esso la moglie Taziana, che
i
l'epoca pa-.saloGuadaf;rioIo per coaiprita poi si nomò nel battesimo Teopista , ed
nella nobile famiglia Turloiiia, è il titolo Agapito e Teopisto loro figli. Ritornato
ducale dei piimogeiiito della famiglia, co* sul luogo della meravigliosa apparizione.

I Die io era negli anteriori signori, ed alcu- Gesù Cristo gli predisse tutti i disagi che
]
Ili che lo portarono si resero celeljri per avea da patire. Dopo i j anni di travaglia-
:
gloriose azioni, come Torquato Conti, che tissima vita, avendo l'unperatore Adria-
colle sue prodezze suscitò in Germania no saputa la sua conversione e quella del-
: l'antico valore italiano. la famiglia, tutti nel Colosseo fece espor-

I
Meìitorclla o T'ulturella. Luogo ce- re alle fiere le quali non ardirono toc-
,

I
Jebre pel santuario insigne che racchiu- carli e mansuete lambirono loro piedi. i

I
de, ed è la punta piùalta del dorso di Qua- Di che infuriato Adriano, a'20 settembre
i
dagnolo, chiamato in origine con voca- del 120 fece porre Eustachio, la moglie
ì bolo gotico TVultuilla. o TFulh'ìlla, e e figli dentro un bue di bronzo infoca-
i

j
con successive alterazioniformò l'odiar-si to, ove gloriosamente riportarono il mar-
I
no. 11 romito santuario lungi un miglio tirio. I loro corpi riposano sotto l'altare

I
da Guadagnolo è chiamato volgarmente maggiore dell'antichissima Chiesa di s.

j
la Madonna della Mentorella, costruito Eustachio, diaconia cardinalizia (di cui
I
a similitudine dell'antica basilica di s. tratta la 5.' parte ilei libro del p. Rir-
i Paolo fuori le mura (la cui descrizione cher, e ne riparlai a Titoli Cardinalizi),
compii nel voi. LXXllI, p. 35^,6 nell'ar- la quale die il nome al Rione di s. Eu-
i ticolo Titoli Cardinalizi), specialmente stachio , che insieme alla chiesa ha per
I
riguardo alia mirabile travatura. In uno insegna e stemma la testa del cervo col

I
ai luogo fu illustrata colla rara opera Crocefisso tra le corna. Molte notizie so-
1 (pregevolissima per l'importante genea- pra s. Eustachio , signore dei distretti
I
logia de'Conti di Segni, di Poli, di Val- d' Empolo, di Sassola e della sua villa,
j montone, del Tuscolo) del dotto gesuita p. nel distretto del castello di s. Gregorio,
I Atanasio Rircher: Historia Eustachio si ponilo leggere in Alberto Cassio, Me-
Tdariana, llomae 665. Narrai nella bio-
1 morie istoriche della vita di s. Silvia,
I
grafia di s. Eustachio e altrove, eh" egli colV illustrazione de' beni e castelli nel
' nobilissimo cavaliere romano della cele- Lazio ornati da% acquedotti, che por-
bre famiglia Ottavia (dalla quale deriva- tavano a Roma le remotissime acque
rono le famiglie Anicia, de' Conti Tuscu- Marcia, Claudia e le due Aniene, pae-
I
lani, di Segni e di Poli, Pier Leoni e i i siper prima patrimoniali del glorioso
!
Frangipani), chiamato prima della con- martire s. Eustachio dove avea la. sua
versione e del battesimo Placido, fu gran villa con bagni scoperti neh 'j^^,'Koma.
capitano e condottiero di eserciti, sotto Ve- 1755. Vuole la tradizione e il narrato
spasiano e Tito, onde vide l'esterminio di dal p. Kircher e da altri, che nel sito do-
Gerusalemme e della Giudea. Ritornato ve seguì la mirabile apparizione nel mon-
in Roma e recandosi in questo luogo a te delia Vultiuella, l'imperatore Costan-
caccia,sopra un eminente scoglio vide uno tino I nel IV secolo vi eresse la chiesa in
smisuralo cervo,che tra le corna avea l'ef- onoie della B. Vergine, la quale fu con-
fìgie del Crocefisso, e dal quale udì dir- sagrata a suo tempo da Papa s. Silvestro
si: Placido, perche mi perseguiti? Io sO' 1,6 divenne in grandissima venerazione.
no Gesii Cristo, che liberar ti i'oglio da Decaduta per le ingiurie del tempo, dice il
Satanasso. Tocco e^ìi da sì strano avve- Piazza neir Emerologio di Roma a'20
nimento, e illuminato nel cuore dalla di- settembre, per divozione il p. Kircher la
vina grazia,restituilosi in Kooia si fece ci i- ristorò e restituì all'aDlico splendore. Ai-
VOL LXXV.
290 T i V T I V
tri ristami li ricevè tlall'iinperatore Leo- a Eustachio, e che nella grotta a pie di
s.

poldo I (cioè il p. Kircher colle sue pie- e.vsa rilirossi nel 1. "periodo del secolo
VI
mure ottenne diill'iaipenilore la leslau- s. Denedetlo, prima di andare a medita-

razione, e per sua cura fu eseguita), e da re la fondazione del suo ordine monasti-
f|uegli altri personaggi che ricordano le co aSubiaco.Vi sono certissime memorie
lapidi esistenti nel santuario e riprodot- chela chiesa di s. IMaria esisteva nel 594i
te da Marocco, iusienìe all' epitallìo del quando s. Gregorio 1 donò all'abbate su-
cardinal Cernardo Conti fratello dliino- blaceuse tulio il monte, ch'era proprietà
cenzoXllI,a vendo ordinato che da Roma di sua famiglia, il quale nel 908 sembra
\i si trasportasse il suo cadavere, come che i monaci sublacensi l'avessero aliena-
venne Cbéguito. Alili personaggi divoli del to, perchè nella bolla di GiovaniiiXIl con*
santuario gli fecerogeuerose oblazioni, fra fermatoria de'beni del monastero di Su-
le quali ricorderò l'imperali iceM. Teresa biaco, monte non viene indicalo che co-
il

d'Austria. A'nostii giorni Gregorio XVI me confine. Infatti poco dopo nel 984 ap-
aflìdò l'amministrazione de' suoi beni al parisce come proprietà d'ima Rosa nobi-
pio e virtuoso duca d. Marino Torlonia, le dama romana, la quale fra'molli fon-
the nella sua esemplare religione restau- di che donò al monastero di s. Gregorio
rò il santuario e vi fece rifiorire il divia di Roma nomina pure il monte per inte-
culto. Cosìun luogo orrido per natura, ro, (fili dìcitui- J iilliirclla, ili quo est ec-
divenne casa di Dio e santuario della B. clesias. j'l/if?/7V/('j e questo con tulle le sue

Vergine, che ispira religioso raccoglimen- dipendenze viene determinato, come po-
to e venerazione a chi lo contempla e vi- sto circa il miglio i\ da R.oma nel terri-
sita. IlIMarocco riporta ancora la descri- torio tiburlino entro i confini del casale
zione delsagro luogo dell'erudito arcipre- Bisciano, oggi Pisciano (tiescrivendo il

te di Poli Fattori, nella quale si ricorda quale nel 282, notai che
voi. LXX, p.
la protligiosa apparizione ivi avvenuta del vi fu trasportata dal saiiliiai io una cele-
Salvatore a s. Eustachio fra le corna del bre campana), e di altri luoghi, iin ca-
«cervo, l'edificazione della chiesa fatta da stello detto caslruin Morellae; fjrse fon-
Costantino I,e la consagrazione eseguita dato da' signori di Poli, in questi din-
da s. Silvestro I; la posteriore storia del torni fu lascialo per teslauiento nel seco-
p.Kircher, ed il di volo poema latino com- lo XllI a'monaci sublacensi, e questi eb-
posto in onore della chiesa ivi fondata bero perciò a sostenere una lite verso il

alla IMadoniia. U JXibby dichiara la pun- i25o. Negli yìnnalcs Cainaldulenses si

ta di Menlorella la più alta di tutte quel- riportano la donazione di Rosa e l'esame


le della catena degli Apennini,e che da de' testimoni per i' insorta questione. La
essa gode una veduta incantevole e va-
si chiesa di s. IMaria, che per la sua archi-
stissima, di tutta la pianura e di tulli i tettura gotica è uno de' monumenti piìi
monti che la circondano, come pure ver- importanti che ci rimangono, e che si di-
so oriente di tutte le cime, che coronano rebbe riedificata circa il secolo X insieme
la valle dell'Aniene: è uno spettacolo dif- col n>onastero annesso, nel quale un tem-
ficile a potersi descrivere, e ridesta care po vi furono i benedettini sublacensi, al
e gravi riminiscenze storiche. Che il clima riferire del Cassio cadde in abbandono do-
è freschissimo nell'estate, e l'aria fina e po il I 390,ed era in piena rovina nel 660,
1

salubre, ma ollremodo incomoda è la si- allorché per le premure Kircher fu del p.


tuazione. Aggiunge che un'antica tradi- restaurata dall' imperatore Leopoldo I.
zione lifeiila dal Cassio ueWa jìlc/noric ili Circa 5 miglia distanti da Meutorella so-
s. Sih-it/, accreditala presilo gli abitanti, no gli avanzi d'una villa romana, diedi-,
porla che ivi sulla iu|)e apparve il cervo cesi la villa di s. Eustachio, ed ivi fu nel
TI V TIV 291
secolo VII etlificala una chiesa a onore di e piccola tribuna analoga però al detto ,

S. Silvia madre di s. Gregorio I, insieme simidacro, si eleva all'aitare maggiore, ab-


con un ospizio pe'tnonacijma verso il 386 r bellita da fiscia a musaico sorretta da co-
appiccatosi il fuoco rimasero l'una e l'al- loiìnette di maimo bianco, a foggia di bel
troconsunti. La chiesa, secondo il cav. Bel- tem[)ietto, con una cancellala ben intesa
li, è come vado a dichiarare. Essa è suf- di ferro, avente sopra una croce fodera-
fjcienlemente vasta comechè lungM palmi ta con lamine di argento, i cui fogliami so-
148 e larga Go , tutta coperta dal nudo nosuperbissimi. Dalla parte di Gesù Cro-
tetto. La nave
di mezzo è divisa da 3 ar- cefisso e alle estremità della croce sono
chi sostenutida 4 colonne striate e tortuo- le figure in bassoiilievo della B. Vergine
se; ampia è la tribuna una volta coro dei e di s. Giovanni, un angelo con corona di
monaci che l'aveanoincurajla poita gran- fiori in mano, e sotto a fiori esce il capo
de è all'occidente, e 3 sono principali al- i del serpente infernale. Dall'altra parte è
tari laterali. Sono degni di consideiazio- l'Agnello pasquale, contornato da'simbo-
ne una scultura in legno, che i popolani li dell'Apocalisse. Nella cappella del Cro-
chiamano quadro, esprimente la dedica- cefisso dietro la tribuna vi è al muro uà
zione e la consagrazinne di s. Silvestro I bassorilievo alq<ianto consumato dai tem-
a richiesta di Costantino I; questo lavoro po, rappresentante s. Silvestro [ che ce-
è ex qiienio Ugno. Vi sono 3 croci, una lebra la messa, assistilo dal diacono, dal
grande lignea nel coro, altra di argento, suddiacono e da'chierici, aven<lo a tergo
altra di mistura: un candelabro di rame un cervo fra le cui corna vedesi la figura
per 7 torchi alto palmi 6. Interessanti per del Salvatore, chiamandosi la cerva di s.
l'epoca sono parecchie pitture a buon fre- Eustachio cui apparì; anzi vuoisi che in
sco, ma molto deperite. Dinanzi al tempio questo preciso luogo seguì gran mira- il

viè un atrio corrispondente.Eoco poi come colo che l'indusse ad abbracciare la reli-
Marocco descrive santuario della Meu-
il giotie cristiana (ma poi lo stesso Maroc-
torcila, con poca chiarezza, laonde m'in- co, secondo la relazione del Fattori, dice
gegnerò per renderla meno oscura. La che dietro la chiesa, sopra lo scoglio ov'e-
chiesa è formata di 3 navi, delle quali la rano le campane, le vestigia d'una came-
media è bastevo!men(e larga; è ad archi retta ricordano il luogo ove dicesi esser-
quasi acuti, ricevendo la Inceda diverse si fermato il cervo, tra le corna del quale
finestre, e da un occhialone costruito al- apparve il Salvatore a s. Eustachio). Sotto
la gotica sopra l'ingresso principale. Al de- tale bassorilievo si legge: Magister Guil-

stro lato incomincia la nave colla ca[)pel- lelmus ferii hoe opus. In mezzo alla chie-
letta di S.Silvestro I, espresso in un fresco sa esiste un antico candelabro di rame, già
lappresentante il battesimo di Costantino dorato egregiamente, a 7 fanali e riduci-
1 per immersione e aspersione, e quindi bile in pezzi, mirabile per la sua forma; il

si vede la consagrazione ch'egli fece di que- piede è di marmo bianco, ed in gotico si

sto tempio. Nella nave media, sotto l'im- legge: Brachio fortis.ln sagrestia vi è un
magine della B. Vergine dipinta sul mu- anticoornamento di metallo dorato in for-
ro, in carattere gotico legge: A. Barto- si ma di mezzaluna, forse già ornalo del ci-
lomeo de Suhiaco An. Dui. Mcccxm
... borio, di singolare interesse. Vi sono e-
ìnent. septemhris die prima. In bona fé- spressi XII Apostoli e XII Profeti mag-
i i

depinxivi o donna ... ajtateme. Dlcrccde giori, col misterioso Agnello e l'epigrafi:
e chista che ve domando. La ss. Vergine Agnus Dei Sanctus Dominus: Ego sani
è figurata con un'antica statua di legno ottiumin ovile oi'/jw?." oltre diversi mot-
rinchiusa in una custodia purdi legno do- ti scritturali ed i nomi de' prof(;ti. Neil,»
rata, e da cristallo guarentita. Un'antica parte opposta è s. Pietro in abito ponti-
291 T I V T I V
ficaie, oon l'iscrizione: Pasce grcgcs rftiia stampò una storia, e vi fondò una mis-
in niillis cpiilis ci^cs. Unita alla chiesa vi sione, ed appiè della ss. Vergine lasciò il
è una comoda abitazione che servì a'uio- suo cuore in perpetuo attestato della sua
naci benedellini. Di dietro al tempio si divozione alla Madre di Dio". Riprodu-

passa in una grotta naturale dello scoglio, ce quindi quanto dice lo slesso p. Kircher.
e vi si entra per una stretta fessura a in- » Eliam in die 29 seplembr. s. Michaelis
torme angolo acuto, non si sa per quiil Arcangeli sacro ingenti mullorum mil-
causa così unita e aperta, mentre chi o- lium hominum ad communionem, ut di-
pina che ciò accadesse pel terremoto, al- ci solet, generalem quotaniiis eo in loco
tri per un miracolo operato dal santo, e institui solitam confliixu frequentantur".
nella quale ancora esiste un altare in mez- Questa missione ebbe cominciamentonel
zo. Si pretende che servisse pel cullo del- 1669, e fii arricchita d'indulgenza ple-
le ss.Immagini quando gl'iconoclasti le naria da Alessandro VII. Il giorno innan-
perseguitavano. Quindi si può salire alla zi a tal festa parecchi p. gesuiti muovo-
cnppelletta detta di s. Eustachio, ov'egli no dal collegio diTivoli alla volta del mon-
è dipinto a fresco genuflesso innanzi alla te della Menlorella; e infanto le turbe noa
cerva, adorando la ss. Croce, e di prospet- pur dalle finitime tene e castella, ma da
to vi è pur dipinto il Salvatore. Sorpren- lontanissime parli eziandio vi convengo-
de l'altezza della rupe dal lato che guar- no premurosamente, e per viaggio in va-
da il piazzale della chiesa guai entità da ridrappelli cantano laudi a Maria. Inol-
muro, e dall'alto dello scoglio si spaven- ile dice il p. Kircher.'! Cum vero pridie
ta losguardosesi guarda a basso. Per una festis oranes fere conveniant, ut locuai
e fiancheggiata ubi pernoctenlurhabeantjin ecclesia coni-
agiata scala di 74 gradi
da solido muro vi si ascende. Il cav. An- inorari cogunlur, ut ad initium surgen-
drea Belli nel 18.48 pubblicò in Roma: /^^ lis aurorae missarum solemnilms, qiiae
J't'sta dell'arcangelo s. Michele sulnion- usqiiead meridiem continuantiir, una e-
Ic della Pidturella presso Giiadagiin- xorli, omnes coelesti Pane rel'ecti, tem-
10 nel nuovo Lazio. Dnpo avere erudi- pestive poslmodum ad propria reuieare
tissimamente parlato, oltre del s. Aican- queant: tota vero noclecontinuis pietatis 1

gclo, delle località e di Guadagnolo e suo exerciliis tempus Iransigunl, pervarias 1

insigne santuario, da lui visitali nelle sue in liuiic finem oialiones iiislitulas , nec
peregrinazioni Laziali, riporia il seguen- non perconliniium rosarii, et lilaniarum, 1

te tratto del dotto gesuita p. Mazzulari, inDeipaiaehonoiem, recitationem, quas j

non menocelebtee benemerito del [>• Kir- sacerdoles advenae veluti in vigiliasquas- |

cher, tratto dal suo 0/V7//o.y^r70.j' Abbia- dam distributi, tota noeta populo alla vo-

mo una mollo insigne memoria di s. Eu- ce praelegere solenl". Nel giorno della fe-

stachio nel Lazio inun n)onte detto Vnl- sta di s. Michele, che talvolta si prolun-
tuilla, e volgarmente Menlorella, dove si ga ad altri giorni per le processioni vo-
accenna il luogo nel quale gli apparve il tive de'circostanti paesi, mentre i fedeli

cervo coH'immagine del Crocefisso tra le vanno espiando le loro colpe in circa 12
corna: qui in appresso di tem|)0 gli fu e- tribunali di penitenza si fanno acconci ,

relto nn nobile tempio, edetlicatoalla ss. sermoni per infervorare più migliaia di
Vergine: il tempio è antichissimo e lo vo- persone a degnamente ricevere la ss. Eu-
gliono Costantiniano, ed è consecralo da cai islia e ad acquistar l'indulgenza plena-
6. Silvestro I Papa. I monumenti che si ria, e la giornata si compie con un reli-

adducono in prova sono assai rilevanti. gioso cantico d'esultanza e di lode a Dio,
11 celebre p. Atanasio Kircher fu insigne- in /non le saneto ejus.

meulc benemerito di questo lcmi)io: ne iSunibuci. Comune dello diocesi di Ti-


T I V T I V 293
voli) con feiTÌfoiio in colle, cui maggio- i stesso leggesi nella bolla d'Onorio III dei
I
ri prodotti sono le uve, il grano, la gliisin- 2 giugno I 2 I 7. Secondo il Corsignani pa-
da e buoni pascoli, oltre quanto è neces- re che nel secolo XIV con altri castelli di-
sario alln vi ta. Siede sopra un lidenlecol- venisse signoria del conte Corrado poten-
le poco lungi da Cicilianoeio miglia da te cricco, della farnigliinegia d'Antiochia,
i Tivoli, in aere dolce e lempeiato. Il suo il quale die cagione a'tiburtini di cimen-
|

I
norae i5'c//;'/'?u?//?;w deriva evidenlemen- tarsi con lui in sanguinosa guerra nel
I secondo iNibhy, da stinìhucitsoss\a dal-
te, 1870. Dopo essersi armato co'marrsi, fu
I
l'albero ben noto del sambuco il quale , forzato a combattere con INIeolo d' An-
però non alligna facilmente sui monti, ma dreozzoR.icciardi capo della milizia tibur- \

ama i luogbi freschi e innafìiati, e special- tina, che dopo averlo vinto restandovi uc-
mente il corso de'rivi; e in falli questo vil- ciso a'20 dicembier 872, la patria l'ono-
laggio è posto sulla riva destra del Giu- rò con onori funebri nell'antica cattedra-
venzano, ruscello che mesce le sue acque le ove restò sepolto. R.iferisce Crocchian-
all'Aniene sotto l'orrido monte di Sara- tCjChefu motivo della guerra l'essersi An-
cinesco, e che dalla circostanza prende il Corrado ricusato per molli anni di
ticoli

nome di rio di San)buci. La situazione è pagar la gabella del [lassodi Tivoli, an-
amena, poiché lecieste di Ciciliano e del ch'esso signoreggiato dal conte Corrado.
monteCrufo, distaccandosi sensibilmente, Ma a'22 gennaio r 38 r ottennero i tibiu-- ,

aprono una vallata che viene irrigata dal tini contro di lui tal vittoria, che restato
detto ruscello, vallata ch'è oltren)odo a- prigione l'obbligò a far capitolazioni van-
prica. Quanto all'origine del paese, si ha taggiosissime per Tivoli neh 383, che ri-
'

che fin dall'<S64 il Papa s. Nicolò 1 con- ferirò a suo luogo. Della prosapia del con-
fermò al monastero sublacense un casale, te d'Antiochia nella chiesa di s. Pietro a- J

qui vocatur Ursano et Sanibnci colla , postolo parrocchiale di Sambuci si con-


chiesa di s. Tommaso che si dice iji clc' serva un fraqimenlo d'iscrizione : I). O,
scrtis posita. Nel 978 Benedetto VII no- 71/. Familia ex stirpe regia de Antio-
mina fra'fondi della chiesa tiburtina an- chia ... Corsignani assicura che la vide più
che Samlmciilits, sia che foSse questo me- volte quando vi si recava a villeggiare col
desimo casale, sia che fosse un casale atti- cardinal Fulvio Astalli decano del sagro
j

nente;e come a qtiell'epoca esistevano Ro- collegio, morto nel i


72 i, alla cui patrizia ;

viano e Rovianello, poterono pure esiste- famiglia romana spettava Sambuci. An- j

re Sanihiici e Si7ììihuculii.<!. Riflette Nib- che nel secolo precedenteSanibuci era feu- ]

Ly, che leggendosi Saiubitculv nom'ma- do degli Astalli. Imperocché raccontai nel- ]

ta fra le terre del monastero nella lapide la biografia di G-.wmWo Astalli, che Inno-
sublacense del 1 0^2, crede di non errare, cenzo X disgustato col proprio nipote,s'in-
se considera in due diiferenti modi d'in- vaghi talmente di Camillo, che a un trat-
dicare questo villaggio,e che piuttosto nel- to nel 1 65o lo creò cardinale, l'adottò per
la bolla di Renedelto VII s'indichi la di- nipote colle onorificenzee rendite ineien-
pendenza spirituale di esso dal vescovo ti- ti, il cognome e l'arme iW Painphilj. Ma
burtino, di quello che considerarlo come non andòguari chefu lagrimevole vittima '

parie de'fondi di quella sede. Dice il p. Ca- dell' invidia. Spogliato della qualifica di
simiro, e ripete Marocco, che nella crona- nipote e sue prerogative, per avere ricu-
ca sublacense neh i33 viene nominato Ira sato la chiesa di Ferrara offertagli dal Pa- ]

le terre delmonastero anche Sambuci; e pa, questi lo rilegò nel suo feudo Sam- di :

nella bolla di Clemente HI de'20 agosto Luci, e vi restò sino a"7 geunaioi 655 in '

I i8c) tra 'castelli che godeva il monaste- cui morì Innocenzo X. Questi inoltre l'a-
ro di Subiaco si nomina Sambuci , e lo vea fallo processare con tanto rigore, sul- <

VOL. LXXV. 19* I


2()4 ^ ' ^ T 1 V
Id >ujj|jo>lc sue colpe, chele investigazio- malrimoniocon altri fuori del paese, qua-
ni si e>lescro fiuosupia i Irascorsi giova- siché vogliano senza mescolanze conser-
nili; lu caricato iugiiistameule d'altri de- vare la loro razza. Tra loro vi è perfet-
Jillieci'iiifeilellà. Nulla provandosi, la sua ta unione, e guai se alcuno viene oifeso
innocenza mosse il cardinal Paiiciroli se- da un estraneo, sorgendo tulli per oppri-
{^relaiio di sialo a nliulare le rendite ec- merlo. Gli storici tiburlini riferiscono, che
clesiasticlie conferite a lui, come suo suc- a saraceni sfuggiti alla strage loro recala
cessore iie'liloli pretesi vacanti, non po- presso il castello di Garigliano ed a Vi-
lendone essere spogliato senza il ricono- covaro, dalle milizie comandate in perso-
aciaienlo dell'incolpazioni in pieno couci- na verso il 910 da Papa Giovanni X, fu
sloro. Dice ÌNIarocco. che in Sainhuci vi concesso di edificarsi il veci hio castello e
è un convento de'niinori osservanti con perciò chiamato Saracinesco, oggi detto
loro chiesa. La chiesa arci[)relale e ma- ilCaslellaccio, lungi alcune miglia da Ti-
trice è la suniuieutovata di s. Pietro apo- voli. Appartenne agli Orsini, e nella pa-
stolo. ce fatta neh 382 tia'tiburtini ei mede-
Surticìiicsco. Comune della diocesi di simi, Rinaldo Orsini vendè al comune di
Tivoli, con territorio montuoso, piodu- Tivtdi il castello per Syoo ducali d'oro.
cenle grano, ghianda, legna da taglio e Ivi restarono gii abitanti sino al 1391,
da combustione, a 3o miglia da Roma. quando il comune retrovenduto caslel- il

E'siluato sopra un monte molto alto di fi- lo a Giacomo e Antonio Cocanari, gli a-

gura conica, coperto di bosclii, sulla spon- Ijilantidi notte improvvisauienle evasero
da siuisliu deJl'AnieiiCjdirimpetto al con- con tutte le loro suppellettili, e valicala
fluente del rivo Digenlia in cjuel fiume. il fiume costruirono l'attuale Saracinesco,
Questo paese fu Confuso coll'autico di e- o come alili più probabilmente vogliono

gual nome, e di più la sua origine fu nar- lo aumentarono, giacché si crede che an-
rata iu più modi ; perciò trovo indi- co gli abitanti di Caslellaccio originasse-
spensabile liportarne i diversi racconti. ro da'saraceni. II Viola nella Stuiia di
Questo nome di Sarucciiisciun o Rocca Tivoli, racconta che gli Orsini conti di
Siirrtici'iiiscu/n, è parlante, ricordando le Tagliacozzo nel 1082 fecero a' tiburlini
terribili scovievltiòe Sur acc ni, i quali cir- Cessione di quella parte del castello di
ca r876 devastarono questa valle, sicco- Saracinesco che ad essi spellava; ma sic-

me fan fede le lettere di Papa Giovanni come R^inaldo Orsini signore di Moniti
VI 11. Furono sconditi dalle imperiali mi- PkOtondo avea su di ([nello delle prelcu-
lizie comandale daCarlo C(^/AT),che atter- i 1 sioni, cosi nacque controversia, la cui de-
rato da Almonle generale degl'infedelijSa- cisione fu rimessa al conle Adinolfo di
rebbe restato morto se non vi accorreva Valmonlone. Dopo maturo esame que-
unode'suoi in aiuto,uccideiido il saraceno sti altrijjui a Tivoli l'intero possesso del
capitano.Forse la sua origine a quella scor- castello, ma per le ragioni che concorre-
rei la si deve, quasi che una colonia di quei \ano a favore di R.iiialdo, giudicò che lu

saccheggialori si annidasse su questa im- città dolesse sborsare la somma di 0700


ponente piiula, incoi è penoso il salire. fiorini nei termine di due anni. Il paga-
Osserva JNibby che dà peso a tal conget- ineiito della 1." rata si fece con puntuali-
tura il trovare fa ([ue'abilanli cognomi tà, rna nella 2.' scadenza trovandosi esau-
tl'oi igine araba, fra'quali Almaiisoi ,!\lor- sto il pubblico erario, la comune delibe-
ganle, Morgulle e simili. Gli abitanti so- lò alienare il castello, il quale nel 1391
no di statura vantaggiosa e belli, con al- fu comprato da Jacopo e AntonioCocana -

cun che relativo all'origine saracena, ed ri.^Però gli abitanti o per non piacer loru
e smtjoidic che dilli. iluiculccouliaggouu Idsiguunadc'uuovipadiou;, o perchè op'
T 1 V T I V '9
pressi da gravissime conliibuzioni e im- na questa ferra insieme con altre come di
uosli', o per altro molivo non bene co- pertinenza del monastero. Ma poco dopo
uoj.«.iuto,Io evaciioiono improvvisamen- venne in altre mani, e nel i 1^7 Saraci-
te, e con tulli gli edelti mobili e semo- nesco eca d'Oddone signore di
in potere
venti, valicato l'Aniene, si iitlu»>eio sul- Poli, i! quale ne fece omaggio ad Adria-
la vela d'un monte altissimo degli equi- no IV, e poi ne fu infeudato. Tornò po-
coli, I 2 niiglia distante daTivoli, ove fab- scia in potere de'monaci, i quali lo riten-
bricarono un altro paese, che anco oggi nero fino al ponlificatodi Paolo II, il qua-
porta il nome d\ XiiQvo Sii rari ncsco.L' ab- le lo liiuù alla camera apostolica, come
bandoiialo Saracinesco vecchio con l'an- vuole iS'ibby. In fatti leggo nella vita di
nesso territorio si divise successivamen- quel Papa, tra'luoglii da lui ricuperati al
te in diverse linee della fajniglia Cucuna- dirollo dominio della s. Sede, la fortez-
li {iropi ielaria. 11 Corsignaui invece nar- za di Saraceno. Casimiro inoltre rac-
I! p.

ra, che avendo i luoghi de'bunedellini su- conta, che iS^//v;r//»'.5^r«w apparteneva al
hlatensi patito grandestruge in tempo dei monastero di Monte Cassino, cui fu con-
.saraceni, per eternare la memoria diero- fermato da Onoiio III nel 1216. Che do-
no il nome a un castello presso la via Va- po questo tempo passò la signoria di es-
leria, ov'eransi fortificali, di Castello Sa- so in Corrado d'Antiochia, il quale pos-
racinesco o Sa rad uese, il cpiale venne poi sedeva altri feudi, onde neli3oi si tro-
in potere d'Oderigu e Rinaldo conti dei va chiamalo anche Comes Castri A nli-
IMarsi, i quali in st-guilo lo donarono ai culì. I successori di Corrado venderono
benedettini. Ma semlisa quasi ch'egli par- la mela di Saracinesco nel i?36 a Fran-
li d'un castello omonimo ne'Maisi, poi- cesco Orsini abbate di Farfa; nella qua-
ché aggiimge che i saraceni erano venu» le epoca la famiglia d'Antiochia godeva
ti nella regione de'iMarsi e di Carsoli, per in Iiomail giuspatronnlo della cappella di
essere vicino a Pioma, e perchè ardeva la s. s. Lucia
Alessio, posla nella chiesa di
guerra tra Manfredi che avea assoldati in Colonna, poi Maria Maddalena del-
s.

multi saiaceni, e Carlo 1 d'Angiò. Il Ca- le Convertite. Ilicorda Nibby la grotta che

lindri, quanto alla derivazione del castel- comincia da questa montagna, e sotto il
lo per tal guerra ,
pare che si avvicini a fiume risuona al rumore delle acque che
tale opinione, dicendo che gli abitanti in- trapelando vi formano un piccolo laghet-
segnano il campo ove seguì la battaglia to presso s. Cosi malo, e sbocca nel fossa
fra Carlo I e Ptoggiero, e che dopo esse- di Caiita'upo. Si crede scavata da' sara-

re slaro edificalo Sai acinesco vecchio nel ceni per combattere gl'imperiali di Carlo
gì 6, per le vicemle de 'tempi rovinalo ven- il Calvo e le milizie papali di Giovanni
ne rifabbricato nel 3q a tempo di Co- i i Vili, e pel frastuono e rimbombi clie si

uifaciolX. Marocco ripetè aitretlanto, no sentono, la credula superstizione la fa a-


tando che prima della i iediiicazione esi- bilala da spirili. La chiesa arcipretale è
steva un'alta rocca sull'ai ea della quale sotto r invocazione di s. Michele Arcan-
luruno fiibbricate le sussistenti abitazio- gelo.
ni, cinte di muia. Certo è che aulicamen- S. Gregorio, Comune della diocesi di
te Saracinesco vecchio appartenne al mo- Tivoli con territorio ampio in colle, il
,

nastero sublacense, e la i.^nenioria di tal massimo de'cui prodotti sono gli olivi ab-
dominio apparisce dalia lapide esistente bondanti e d'eccellente (jualità, le uve, il

liei monastero di s. Scolastica a Subiaco grano, i pascoli, le frulla d'ogni specie e


delio52, e ivi chiama vasi Rocca Sarra- mollo delicate; abbonda d' acque all'in-
iciiiscnni. Nella bolla di Pasquale 11 in- torno,ma terrose, ed è circa 8 miglia di-
E' siluatosul riniaiiod'u-
icrita nella croQuca bubluccnse si numi» slaute da Tivoli.
296 T 1 V T 1 V
"il fìmbria tufacea della cresta occiclen- «ìarebbe capace di contenere circa 5000
taledi iMentorelIa. do:r)inalodallo sciroc- persone, perchè sono due lunghe bor-vi

co e in aere alquanto uiuido, circondato gate e ali re fabbriche convenevoli in gran


da' monti che gì' impediscono la visuale parte abbandonate. La chiesa arcipreta-
de' paesi. Questo ripiano vtdcsi tagliato le è s. Gregoi io I, piuttosto gof-
deificata a
ad aite intorno da lutie le parli, meno fa e con travatura di gusto gotico due :

verso oriente, (lo\ e trovasi congiunto con altari sono abbelliti di !uarmo,e(l è rimar-

una specie d'istmo alla falda d'un monte chevole il quadro della PiSiirrezione. Co-
del gruppo di Casape, scorrendo a' suoi me in altri paesi (lel^i^ diocesi, vi è una
piedi un ruscello detto il Fosso delle noci maestra pia per l'educazione e istruzione
di peroravo, e si scorge il paese appena maestro che istrui-
delle finciulle, ed x\n
salilo il monte di s. Maria JN'uova e com- sce i fanciulli sino alla grammatica. Ma-
parisce per una linea retta. 1! detto lavo- rocco racconta, che ^01. anni avanti la
ro mostra ad evidenza the ne'lempi an- fondazione di Roma, Catillo fratello diXi-
tichi questo punlo non fu trascurato e , burle e di Corace, volendo gareggiar le

che forse come Empulum eSaxula fu uno glorie del i. "fondatore di Tibur, anch'e-
degli oppidi eretti da' lihui tini a difesa gli [)rocurò immortalarsi con edificare al-

delle loro terre da questa parte verso i tra città e superarlo nella pietà con eri-

pieueslini. Ma dichiara Nibby, ninna me- gere anch'egli un sontuoso tempio ad Er-
moria fino a noi ne pervenne, e solo ta- cole Sassone, e ad essa il nome del nume
le congettura deriva dal fatto. Il Caliridri, impose, cioè di Saxula o Sassola, per ri-

seguilo da IMarocco, crede che nel terri- cordare a'posleri il distintivo attribuito
toiiosienvi reliquie di Sassula, consisten- a quel semidio, per la prodigiosa pioggia
ti negli avanzi di molti acquedotti molto ograndinedi pietre, colla quale il suo pa-
alti emolto laighi, pe' quali ritiene che dre Giove oppresse Albione e Bergione
furono da Claudio istradate leac(jue chi figli di Nettuno, quando vollero impedi-

Iago di Fucino, che descrissi nel voi. LII, re di passare il Rodano a Ercole, che con-
p. 217. Il palazzo baionale fa pompa di tro di loroavea esaurito le sue freccie. Due
sua grandezza, con muri erti quasi 6 pal- miglia lungi da Gregorio, Sassola sor- s.

mi, secondo Marocco; ha un largo piaz- geva ne! luogo chiamato CAvV/^.e sul dor-
zale di prospetto e diverse buone fabbri- so del monte Mercorano esisteva la fede-
che, con istrade pulite, vago essendo il ca- rata città di Empulum. Gli abitanti di
sino de'Belli dimoranti in Tivoli. Anco- Sassola respiravano aria pura, con peren-
ra esiste nel palazzo il ponte levatoio so- ni fonti d'acqua limpida. Alla sua pendi-
stenuto da catene, che abavasi quando i ce cominciava la spaziosa campagna di
signori del luogo volevano impedirne l'in- Fausliniano, donde i ciltadini raccoglie-
gresso. 11 suo intereio olire molte stanne vano vini superbi, e dal vasto territorio
a volta, graziosa cappella, e un gran sa- traevano copiosi cereali. Governandosi i

lone mal dipinto a fresco: la stanza del- sassolani a forma di repubblica, furono
ta del cardinale prese tal nome per aver- soggiogati da'roinani con Tibured Em-
la abitata il cardinal Santacroce, e fu di- pulum. 1 libuitini scuotendo l'estraneo
pinta dal Zuccari. Nella medesima si leg- dominio, mossero Empulum e Sassola a
gono memorie di avere il cardinale gel- imitarli. I romani piombarono sugl'in-
tato i fondamenti della rocca , edificnto sorti, e per aver Sassola resistito con più
rofìlcina olearia, tagliato la grandissima di ostinazione, superata che l'ebhero l'a-

monte altissimo, fatto una stia-


selva sul dequarono al suolo. Inoltre ritiene Ma-
da comoda pe'lcrrazzani docili e rispetto- rocco, che i superstiti abitanti fibbrica-
si, e ampliale le case del castello, il ({uale rouo nella regione di Fausliniano un pie-
TI V T I V 297
colo castello, con una torre per esplora- sto ecco quanto dice il dotto Nibby. Ces-
re e difendersi, che costruirono più tar- sato lo stato di ostilità di queste contra-
di ne'bassi tempi, e lo chiamarono Fau- de co'romani,airoppido eretto antica men-
stiniano e poi prese Grego- il nome di s. te da'tiburtini successe probabilmente u-
rio, per ad'elto verso Papa s. Gregorio F, na villa, poiché il suolo non è ingrato, ed
alla cui casa il fondo apparteneva e da lui amenissima è la situazione, a segno che
donato a'nionaci benedettini verso il 5q4; ne'mesi estivi è una delizia il dimorarvi.
onde in breve distanza fu a lui intitola- Ma declinalo l'impero, queste contrade
ta una chiesa denominata, dopo l'erezio- andarono soggette alla devastazione e al-
ne della già ricordala, s.GregorioVecchio. l'abbandono, e special mente dopo le scor-
IMarocco sostiene il suo narralo cilandoil rerie de'Iongobardi guidati dal fiero re A-
Cassio, Memorie di s. Silvia, ed il ms. stolfo, che misero a ferro e fuoco nel se-
del medesimo esistente presso i
pp, di s. colo VII! tutti i contorni di Roma e par-
Maria jNuova, oltre una dissertazione di ticolarmente tutto il paese fra Tivoli e Pa-
Janilli ms. Che il Faustiniano fu occupa- lestrina. Il Cassio creile che la terra di s.

to da'Conli, e poi nel i2 3o passò in pro- Gregorio si formasse di nuovo nel secolo
prietà de'monaci di Gregorio di Roma,
s. XII dagli abitanti di Castel Faustiniano,
contro i quali lo rivendicò il monastero che ivi si ritirarono, e Nibby non vi discon-
di s. Angelo in Valle Arcese possessore viene. Infatti comincia a comparire dopo
del monte Aflliano edi castel s. Angelo,al quell'epocale col nome d\Castrums.Gre'
quale lo confermò Onorio IV. Ma per la goìii leggesi in un documento deliaSo
sregolata condotta de'monaci, venendo e- riferito nel t. 4 degli Aiinales Camaldu-
spulsi dal vescovo di Tivoli nel 3oo, Bo-
1 Icìises,dove viene designato come con-
nifacio Vili concesse il monastero di Val- finante col territorio d'un altro castello
le Arcese a' cistcrciensi. Questi però nel chiamatoMorella.Poco dopo venne in po-
i3i8 lo cederono alle francescane di s. tere degli Orsini, che lo ritennero fino al
Lorenzo in Pane e Perna, restando il mo- declinardel secolo seguente, in diesi tro-
naslero e la chiesa in custodia di eremili va in possesso de' Colonnesi, ed in fatti
che li dilapidarono. Marocco è oscuro poi- leggo nel Coppi: che Giovanni e Nicolò
ché nuovamente soggiunge, che il Fausti- della Colonna signori di Palestrina, col-
niano dopo averlo Conti posseduto sino i legati con Onorato Caetani conte di Fon-
al 1280, fu quindi ceduto al monastero di di e fautore acerrimo dell'antipapa Be-
€. Gregorio di Roma che lo ritenne sino nedetto XIII, il Papa Bonifacio IX pro-
al 1 38o.Che pare essere principiata la ter- curò di ritrarli da tale alleanza, ma Ni-
ra di Gregorio nel 1280, e che gli abi-
s. colò nel gennaio i4oo entralo in Roma
tanti Io chiamarono con tal nome in me- per la porta del Popolo, con una turba
moria del gran Pontefice ch'era stato lo- d'armati ne percorse varie contrade gri-
ro signore, e per gratitudine a'monaci ili dando: T'iva il popolo, e muoia Boni-
s,Gregorio di Pioma eressero la chiesa facio IX tiranno. Tentò d'impadronirsi
maggiore in onore di s. Gregorio I, oltre del palazzo senatorio di Campidoglio, e
altra di s. Biagio , essendo pur divoti di del convento d'Araceli, ma ne fu respin-
s. Silvia madre di tal Papa, la quale ere- to e dovè ritirarsi dalla città, ed i romani
ditò da'suoi maggiori i beni già apparte- giustiziarono 3 i de'suoi seguaci. Indi Bo-
nuti a S.Eustachio, la cui villa e bagni nifacio IX spedì a'Colonnesi per richia-
furono scoperti nel territorio de! castello marli dall'errore. De Afflictis vescovo di
di s. Gregorio come si può leggere nel
, Polignanoeamuiinistralore della diocesi
Canio jiìle/norie di s. Silvia e de'paesi j)a- di Palestrina, ed essi l'arrestarono e ri-
triinoniali di s. Eustachio, Di tutto quc» tennero. Allora il Papa fatti processare
298 T V
I T I V
Giovanni e Nicolò della Colonna, Il sco- la che nel ripianoebbe Faustina, mo- vi

municò, dichiaiò rei di lesa maestà, pri- glie di Marco Antonino, di cui rimango-
vò in uno a'discendenti di qualunque o- no avanzi considerabili, e secondo il Cas-
iiore, e ne coi>(is(;ò beni. Poi con bolla i sio apparteneva io origine a Faustino a-

de'7.4 niiiggio soltopose all'inlercletto ec- niico di iMarziale.Come sulle rovine {\' Ac-
clesiastico l'.tlcslriiia, s. Gregorio, Galli- suln sorse la villa Faustiiiiaim, così su
cano e altre lei re tie'due Colonncsi, con- quelle di questa formossi nel secolo XI il

tro i quali piomulgò la crociata. Questa castello più volte già ricordato, e n'è re-
composta di 2000 ainiali, assediò inutil- siduo la torre denominala Torretta. La
mente Pa!esliina e devastò le circonvi- possederono i monasteri
di s. Paolo e di

cine campagne. Tultavolfa su! principio s. Gregorio di Roma, finché se ne impa-


del 1 4o I i due Colonnesi, confessati a Bo- di-onì Oddone di Poli. Ritornando aGe-
nifacio IX i loro delitti, ne chiesero per- ricomio , offrendo il sito un ritiro a chi

lìono, ed ottennero piena assoluzione e vuolsepararsidal mondo, il cardiualSan-


reintegrazione dolio stato, oompresa la tacroce ne fece il suo riposo, riducendo-
terra di 8. Gregorio. Questo pare dipoi lo a villa sontuosa; costruì il casino oggi
occupato nuovamente dagli Orsini, 1 qua- casale e lo chiamò ospizio deliri ^'cecilia-

li cessarono di dominarlo dopoché nel ili. Di questa villa il cardinale fece bat-
I 420 fu assalito e preso da Onorato Cae* tere una medaglia col suo busto nel drit-
tani,eda Nicolò e GiovanniColonna. Que- to, e col prospetto della villa nel rovescio.

sti lo possederono fino morte del lo-


alla Morto il cardinale nel i 5'^'Ò, la villa fu ab-
jo Martino V avvenuta neli43i. Nelle ])andonala, quindi venduta a'Conti du-
vertenze subilo insorte tra il successore chi di Poli, e da questi a'Barberini, indi
Eugeniol V, ed i Colonnesi signori di Pa- alla casa Pio, e poi fu ridotta a vignato.

lestrina ,
questa terra fu occupata dalle Marocco poi racconta, che il cardinale or-
grnti di quel Papa, che nel 1439 la con- nò la terra di fdjbriche e del vasto pa-
cesse a Rinaldo Orsini per rimunerarlo lazzo baronale, ovvero lo restaurò e ab-
del suo attaccamento. Così il castello di bellì; a[)rìiina strada finoalla Gè-
villa di

s. Gregorio tornato in poteie di quella fa- ricomio e fece altre cose utili. Nondime-
miglia, andò soggetto a tutte le vicende no si tentò di ucciderlo, ma i delinquen-
chederivarono dalle polenti inimicizie fra ti furono filli morire, e tagliale le mani
gli Orsini ed Colonnesi. Teinporanea-
i vennero inchiodatesopra una tavola di le-

n)ente lo godè in vicarialo Pietro Borgia, gno. E siccome il paese era consapevole
cui neli4T''^ I" conferì lo zio Calisto III. del bai baroaltentato,il cardinale condan-
Signoreggialo nuovamente dagli Orsini, nò la comune alla multa di 10,000 scudi
pare che gli abilauli non solliissero le ti- d'oro, con che domò lo spirilo di ribel-

innnie di Cesare Horgia, in riguardo di lione. L'erede Tarquinio Santacroce nel


nveili dominati suo parente. Nel 1567 il 1 1199 vendè il castello di s. Gregorio per
Gio. Giordano Orsini vendè il castello al iSo.ooo scudi a'Conti, quali nel 1637 i

cardinal Prospero Santacroce, insieme al io venderono insieme con Casa[)e a Tad-


casale di Gei iconiio poco distante, posto deo n.w'berini. I\Ia non corsero molti an-
sopra un colle che domina il sito dell'an- ni che neliG55 l'acquistò la casa Pio di
tica Acsnla o Colle Faustinidiio, come Savoia. Il cardinal Carlo lo comprò con
lo chiama Nihhy, dicendo che in Acsula Casape, e da'C(jiiti acquistò la villa di Ge-
fu un'arce de'romani e poi una loro co- ricomio: fra questa e Casape, con gran-
Ionia, distrulla nelle guerre civili e più dissima arte e grave dispendio, apii una
parlicolannente nella Sillana;eche il no- stradi magnifica, ombreggiata da olmi e
Xiìii di Culle Fdustiitidiin ricorda la vil- da (picrcic pel trailo di 4 iDÌg'ia, donde
TI V T 1 V 299
si gode una vasta e stupenda veduta del- vh cinti di mura, come dice Calindri. E'

la Cam palina romana; ornò di giardini il situato sopra un ripiano altissimo della
sobborgo della terra, e chiamò ad accre- cima deiion)inata la Morra di s. Polo,ch'è
scerne la popolazione 90 famiglie, accor- una delle 3 punte del monle Gennaro, il
dando premi e franchigie. Inoltre riedi- contradorte più alto e più vicino a Pioma,
ficò da'fondamenti il vecchio convento di dopo la cresta del monte Vulturella, del
s. Maria INuova de' religiosi agostiniani dorso che gli antichi chiamarono monte
scalzi, posto sidla cima dim monle d'a- Lucretile, e che fu celebrato da Orazio:
nienissiuia veduta e di clima salubre, ba- solinga ed amena è la sommità di que-
slevolmente vasta, con alcune statue di sto monte imponente e vestito di boschi
stucco di buona maniera: il c;u-diiiale la d'alberi secolari, donde si gode una va-
fornì di magnifiche suppellettili, e consa- stissima e immensa veduta. La terra mo-
grò nell'almo santo iGyS. Fu sotto di lui derna fu fondala nel secolo XII da'mo-
fabbricato il lungo boigo che forma due naci di s. Paolo fuori le mura, che gli die-
ale, e che comincia dopo la piazza che sta rouoii nome di Castruin s. Palili, poscia
innanzi al palazzo baronaie. Dell'dlustre mutato in Castnnn s. Poli, e finalmen-

casa Pio l'ultimo a signoreggiare il castel- te s. Polo, come apprendo da Nibby. Il

lo fu Gisberto V, e ne fu benefico come fondo però già apparteneva a'delli mo-


si legge nella lapide che sovrasta la por- naci nel secolo precedente, in cui s. Gre-
ta principale, perchè concesse Wjushac- gorio VI confermò a'inedesimi.Da una
I lo

rtiUtatis agli abitanti del comune, me- protesta fatta dall'alibate Azoal concilio
diante la corrisposta annua di scudiS. Mo- di Laterano II nel 3q, contro tiburti-
1 i i

ri in Madrid a'2 gennaio 1 776, istituendo ni che aveano occupalo il castello, desso

erede de'suoi beni la cappella del suo pa- chiama vasi ly^?/^/o Polo in Jaiia o Jaiies,
lazzo di quella capitale, sotto il titolo del- Fra'beni di detto monastero di s. Paolo
la ss. Concezione. In mancanza di linea il castello si nomina nelle bolle d'Inno-

mascolina raccolse la successione d. Isa- cenzo 111 dell 20 3, d'Onorio III dell 1 18,
bella Pio moglie di d. Antonio Valcarzel, e di Gregorio IX deh 206. Sul finire del
e da essa passarono le possidenze di s. secolo XIV nel pontificato «li Bomfacio
Gregorio nella nobile famiglia spagnuola IX fu da'monaci conceduto a Jacopo Or-
Frias. 11 Nibby tratta ancora del summen- sini, e come m'istruisce il p. Casimiro da

tovato monle Allliano, Mons AejLianus, Pioma, sul) titillo nierae, viirae, et irre-
Monte Angelo, Blonte Fiacco, ove aa-
s. vocabilis donationis, iusiemeco'castelli e
licamente fu il tempio della Bona Dea, e tenute de s. Marine de Monte Domini'
prese il nome di s. Angelo dalla chiesa di ci, de Turrita, et Mareellini. Altri alfer-
s. Maria e s. Michele Arcangelo, le cui mano che Bonifacio IX con breve de'.?.?,
vestigia con quelle dell'ospizio si vedono inaggio 3()o, lo concesse a Giovanni Or-
I

abcora. Si l'una che l'altro furono edifi- sini, in con) penso de'servigi da lui resi al-

cati circa ili 180 da'ricoidati cisttrciensi la s. Sede. Pare che gli Oisini già lo [>os-

che l'occuparono per un buon secolo, e sedessero per quanto vado a nariare.Leg-
poi abbandonarono, finché il cardinal Gia- go nella Storia di Tivoli dcU'avv. Vio-
conjoColonna nel 3 8 l'ottenne col mon-
i 1 la, che alcuni cattivi cittadini di Tivoli
le, e tutto cede alle suddelte monache. nel 389 mililavauo sullo le bandiere del
I

S. Polo de' Cavalieri. Comune della capitano Nicolò di Lauro na[)oletano, che
diocesi di Tivoli, con territorio in colle si faceva parente del Papa Urbano VJ,
producente grano,oli ve, grani ureo, ghian- ed era castellano di Lariano.Avendo ipicl-

da e pascoli, 7 tuiglia distante da Tivo- li fatta un'incursione nel territorio di s.


li e 26 du Roma, con fabbricali, non pe- Polo, spellante agli Orsini, vi recarono
3oo T V I
T I V
de'tianni; laonde gli Orsini ne fecero cal- laRocchade SanctoPolo all'anni deDlo
de rimostranze, giacché essendo in pace Mccccxxxrnii in die mensis novehris
non potevano soffiire con in-
co'tiburtiiii, die xxrii lìlaetlu'i's de Sig/ia. Vi si tro-
dilTeienza fatti di tale natura. Giovanni vano rimasugli di mura pelasgiche, e le
Orsini pertanto 1' 8 luglio dall' Aquila orme di 5 castelli distrutti, i quali dcno-
scrisse a'magistiati di Tivoli danni fat-
i
minavansiTorrita,Castellaccio(di cui par-
ti e le gravi olTese recate a' propri sud- aucUeaSaracinesco^edesso pure chia-
lai
diti da alcuni liburtini, e che a'reclami i mato contal vocabolo),!MonteVerde,Po"-
magistrati eraosi scusati condire che nul- gio di Roma, e Spegna. Ma la certa ori-
la sapevano, per cui tanto egli che il fra- gine del paese, dice Calindri, che si è per-
tello conte Ruiaido lutto aveano soderto duta con gl'incendii accaduti nell'archi-
pazientemente per non alterare la buona vio che vi esisteva. Leggo in Marocco, che
armonia esistente col governo di Tivoli. anticamente veniva detto s. Paolo, e la
Ora conoscersi, che alcuni tibuitini fuor- sincope avvenuta nell'odierno nome di
usciti, ili Tivoli concertarono l'olFese re- Santo Polo, si vuole derivata dal vocabo-
cate ad alcuni individui di s. Polo a'6 lu- lo francese ^y^///^ PrtvZ, avendosi per co-
glio; perciò meravigliarsi della condotta stante tradizione, che due cavalieri fran-
del magistrato, e pertanto essere costret- cesi (altri dicono tre), ivi si rifugiarono per
to a sospettare della purità di sue scuse loro funeste vicende, e d'allora in poi fu
d'inscienza; quindi pregare, pel manteni- LÌeUoSantoPolo de' Cavalieri. Anche nel-
mento della pace, di fare indennizzare l'inveì no nel salire il monte su cui è po-
que'the aveano sofferto danno, altrimen- stoconviene sudare, per essere moltissimo
ti si sarebbe lagnato del suo contegno.
I Mi narrò uno del luogo,
alpestre e erto.
magistrali all'istante adottarono serie mi- che la peste v' imperversò talmente dal
sure contro malvagi e banditi cittadini,
i
giugno 656, ohe tulli ne morirono e re-
I

e ordinarono loro il risarcimento de'dan- stò interamente spopolato; ed essendo


iii recati. E per far conoscere agli Orsini, morto l'arciprete Fusarelli morti noti fu- i

che la città non avea avuto alcuna parte rono regolarmente registrati, e solo si co-
negli avvenimenti seguiti, furono spedili nobbero 2 74 vittime, gli altri essendo fug-
all'Aquila due pubblici inviali, i quali cal- giti. Mentre il contagio flagellava gl'in-
marono risentimento degliOrsiui e ter-
il felici abitanti, i tiburtini per non contrar-
minarono le contestazioni. ndi s. Polo nel 1
lo nel soccorrerli, in un convenuto luogo
principio del secolo XVII fu venduto a' portavano loro i cibi e altre cose. Ma poi
principiBorghese.che ancora lo ritengono. essendosi accorti i liburlini che non era-
Trovo pure in Calindri, che appartenendo no stati ritirati, congetturarono che tut-
a'monaci di s. Paolo, si chiamava s. Paolo ti fossero morii, com'era fatalmente av-
m Jana. Che nel territorio si trovano qua venuto. Tultavolta fu in seguito ripopo-
e là de'bei ruderi, che sono l'avanzo di an- 3 o 4 famiglie
lato da'forastieri, e dalle
tiche ville, fra le quali opina taluno che che aveano giàemigralo, ed ora conta più
vi fosse qiiella di Marcellino, poco lungi OD abitantiji
di I I quali comechè derivan-
in una valle, con fabbricati eretti dopo ti dalle nominate famiglie, loro cognomi i

la distruzione della Nel palazzo ba-


villa. si restringono a pochi, e principalmente
ronale è un'antica cisterna colla seguen-
vi i Meucci,Trusiani, Faccenda ec.La chie-
te iscrizione -*|«- Jo ma:itro Guy le Imo Dei sa parrocchiale è sotto l'invocazione di s.
Benardo da Sara-Dclla falle de Ju- Nicola. Quel Pietro di s.Paoloche a Medi-
gana dello parenlato de.lli Apostati co dissi archiatro di s. PioV,eradis.Polo,
Lombardo Fornì defare la Cisterna del' (Continua l'articolo nel voi. seguente).
fJNE DEL VOLUME SETTANTESniOQUtNTO.
BX 841 .ri67 1840
sncR
Moroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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