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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
Ar PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA EO ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXXIL

IN VENEZIA
DA LI. A TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL VII.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere 11 diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUMZIOWE

STORI CO -ECCLESIASTICA

IJ

U P, ?, UBB

U,BBIDIENZ4 e UBBIDENZA o appagare coloro che volevano rendergli


OBBEDIENZA, Oicffc/iZiV/. L'ubbidire, tale ossequio; ed il santo per non disub-
oljbligo degl'iiifeiion verso i «naggioii e bidire e ad onta di sua profonda umilia vi
superiori, de'siidtliti col sovrano. L'ob- si adattò. Siccome osservante tenacissimo

bedienza è anche una viilìi per la quale dell'ubliidienza, nel partire da Roma pre-
eseguiamo volentieri gli ordini de' nostri gò il Papa a volergli deputare uno,secon-
superiori, in tuttociò ch'essi comandano do i cui co/nandamenti egli ordinasse la
di giusto e di ragionevole. 1 Religiosi e le sua vita. Ed Urbano II gli assegnò Edine-
Religiose [l^.) fanno il J ola (/ .) solen- ro, suo segretario e poi scrittore di suu
ne d' ubbidienza, che si può definire per vita. Indi s. Anselmo non feceaicnna ben-
un legame spirituale, come gli altri loro ché mmima cosa senza ubbidirlo, e con
voti, che gli obbliga ad ubbidire a' loro tanta slima e precisione, che avendoIoE-
superiori in tulle le cose ch'essi hanno di- dinero messo a letto, non solamente non si

ritto di loro comandare. IMoIli servi di Dio levava senza suo comandamento, ma né
furono ubbiditi da'sovraui, anche barba- anco si volgeva da un Iato all'altro. 11 ce-
li, e Ki ne riporta diversi esempi.
storia lebre cardinal di Cusa in un sinodo pro-
L'arcivescovo di Canlorbery s. Anselmo vinciale che nel i4^o radunò in Magde-
ci lasciò un meiDorabile esempio di mo- burgo, come legato a laiere di Nicolò V,
destia. Accolto in Roma, ospitato e ono- essendogli domandalo, s'era lecito al re-
ralo da Papa Urbano li, e veneralo da ligioso andare a Ironia senza licenza pei*
tulli, onde veniva appellalo il sanCuoino, acquistare \\Giuhìleot\t\Y À imo sa/ito^ ri-

nel recarsi alla stessa città diversi inglesi, spose: Che il Signore apostolico PapaNico-
volevano baciargli i piedi come si fa al Pa- lò V avea detto: Melior est Ohedieiitid,
pa, il santo fuggì nella parte più segreta ijuam Indulgenlia. Ubbidienza si disseio
della casa, ciò che saputosi da Urbano II, i Benejlzi ccclesiastiei chiamali Cella,
e ammirandone l'umilia, gì' ingiunse di Preposi tiirfiy Grangia, Priorato {^ )•
4 UB E U BC
.Se ne tiovn falla rrienzione nel concilio nali in Crorr/<7 per ordine d'nn-
sci olla,

tli Dairan, cnp. n, De stata niotunh. De' zianilà, prima vescovi, poi |'/reli, indi
i i •

benefizi ecclesiastici lienoiniiiali ulibi- diaconi, appena seguita 1' Elezione del
dienza ne godevano pure i declini ani, ce- Papa a questi, veslito di mozzetta e sto-
\o ecclesiastico della cljiesa di Milano, di la e sedente sulla sedia Gestatoria avan-
cui riparlai nel voi. LXIX, p. i 80, e ad ti r aliare, in formale riconoscimento di
Uffizio Ambrosiano, perchè vuoisi che souHDo Ponlefioe, con prostrarsi a ba-
per loro (ale celo dalla nietropoliiana ciargli i piedi, che già ha calzalo le scar-
passò alle altre chiese della città. Ubbi- pe crucigere e le quali coslaideinenle usa
dienza dicesi ancora quell'atlo d'omaggio sempie, eziandio domesticamente, e con
e venerazione che rendono i Cardinali e esse il suo Cadavere viene esposto nei
altri al Papa, argomento in gran parie primi 3 giorni da' Funerali Novendiali,
già discorso negli articoli cheindicheròin e poi vi viene deposto nel Sepolcro. Indi
corsivo, per cui qui mi limiterò ad accen- i nuovo l'apa
cardinali alzatisi baciano al
Marcil più principale. L'ubbidienza di ^• la mano, ed abl)racciandoIo il volto da
tìorazione che sì rende al Papa da'car- ambo le parti in segno àìpace. 11 Papa in
tlinali, dice il ven. cardinal Bellarmino, tale allo corrisponde loro con un abbrac-

De Siimni. Pont. lib. 3, cap, 1 8 e seg., è cioj e doppio bacio di pace nel volto nel-
un allo di profondo rispetto e venerazio- le due guancie. Questo riverente allo di
jie, conia P icario di Gesù Cristo, il qua- solenne riconoscimento chiamasi lai.'^ub-
le non ha nulla di comune
col Culto che bidienza di adorazione che i cardinali tut-
prestiamo a' Santi del cielo, come preten- ti presenti all'elezione rendono all'eletto
dono protestanti e altri ostinati calun-
i Pontefice, per dimoslruzione ossequiosa
niatori de'rili della romana Chiesa. Ve- come a Vicario di Dio e successore di s.

dasi il Catalani, Sacr. Caerevìoniarum Pietro, e per segno di loro concorde ub-
S. Row. PlccIcs. 1. 1 , lib. 1 ,lit. i ,§ 36: De bidienza. Come ognun vede non hawi
induvientis elccti, et prima ^'ciieratione nulla che pai tecipi di culto esterno di du-
a Cardinalihus ei facienda.^3'j Di- : lìa, per laliZ?/7r?etali(^f'/;»/A'.v\/'on/,come
scensus novi electi aclEcclesiam s.Petri, osano malignare gli avversi al pontifica-
et rìtihus ibidem servandis. 1 più possenti to romano. La funzione ha luogo nella
Sovrani (nel quale articolo ragionai al- cappella degli Scriiti/iii dei Quirinale, e
tres'i de'Ioro molleplici ossequi resi a'Pa- prima nella Sistina del Vaticano,ove nello

pi, cui fecero i loro Stati tributari ) in slesso giorno da'cardinali vestili di Cap-
ogni tempo si prostrarono divotamente pa rossa sciolta, si rende la 2.°semipul>-
al Bacio de' piedi de Papi, i quali vir- blica ubbidienza di adorazione al Papa,
luosaniente adottarono e introdussero la vestito del Manto pontificale e della Mi-
figura della salutifera Croce sulle Scar- tra, sedente sopra un cuscino in mezzo
pe, aflinchè l'omaggio rispettoso a cui so- alla mensa dell'altare, rinnovandosi i no-
no tenuti tutti i cattolici di qualunque di- tati atti di venerazione. Dopo di che il

gnità ecclesiastica e civile, fosse tutto in- Papa viene portato in sedia gestatoria
dirizzato a Gesù Cristo di cui fanno le ve- nella contigua basilica Vaticana, e collo-
ci in terra. E siccome i l'api portano il calo a sedere sopra un cuscino in mezzo
glorioso segno anche sulla sommila del alla mensa dell'ai tare pontificio ( Bene-
Tr/rrg^/iO pontificale, manifestamente di- deltoXIll volle sedere dalla pailedell'E-
mostrano, eh' essi sono interamente da vangelo, per rispetto alla parte più sa-
capo a piedi professori della vita e della gra dell'aliare), da'inedesimi cardinali e
dottrina di Cristo. Chiamasi ubbidienza colle cappe sciolte gli viene resa la 3. 'ub-
di adorazione quella the rendono i cardi- bidienza pubblica d'adorazione, ed anche
U B D U B B 5
in nmljedue queste pubbliclie adorazioni ibidem primitiis celebrata, tractant de
il V:\\M\ a ciasctinocli loro ila l'abbraccio e Electione. Et perscrutata Cardina-
il duplice bacio di pace. Queste 3 prime liuiii voluntate ah aliquibits de ipsis, in

adoriiziotù le descrissi anche nel voi. Vili, quein major et melior pars convenerit
p. 5q. Si sogliono rendere in un mede-
I Cardinaliuin,prior Diaconoriun ipsuni
simo giorno, ma se l'elezione procedette pluviali ruheo ammantai, et idem Eie-
nello scrutinio o accesso pomeridiano o cto nonten iniponit,ipsumque deinde duo
vespertilio, l'adorazione semi-pubblica e de majorihus Cardinalibus addextrant
la rendono nel d\ seguente.
pubblica si iisque ad Altare, ubi prostratus ado-
Talvolta benché l'elezione segui nella rai, Primiceriocum Schola cantorum^
mattina, nel d\ seguente ebbero luogo le et Cardinalium cantanlihus Te Deuin
adorazioni semi-pubblica e pubblica. Be- laudamus. Quo facto ab Episcopis Car-
nedetto XllI eletto un'ora avanti notte dinalibus ad Sede/n ducitur posi Alta'
nella Sistina del Vaticano, subilo ivi ri- re, et in ea^ ut dignum est, collocalur ;

cevè la I.' adorazione e la 2.' adorazione in qua dum sedei Elcctus recipit omnes
semi- pubblica, e quindi fu immediata- Episcopos Cardinales, etquos sihi pia-
mente portato nell'adiacente basilica di cucrit ad pedes,post/noduniadosculunt
s. Pietro ad un'ora di notte, e perciò il- pacis. Neil' Ordo Romanus Xlì^ del
luminata con torcie, ove ricevè la 3.' e cardinal Giacomo Gaelani Slefaneschi
pubblica adorazione. Antichissimo èque- del I 2gìi, presso il IMabillon, Musei Ita-
storito,che il p. Plettenberg, iVb;///(7, Cii- lici f. 2,p. i^o: De inveslilione Papatus^
riae Ro/nanae, in breve descrive. Ponli- si dice che eletto il nuovo Papa, il car-
fex dedactas ante altare sedeiis in ca- dinal priore de' diaconi, imponendogli il

thedra suscipit SalulationeniyK'ulgo A- manto, diceva : de Papaia


Investio le

dorationeiìi, oscido pcdiim, niannnni et Romano ut praesis Urbi et Orbi; indi


oris... Panilo post revertunturCardina- gl'iinponeva l'anello del predecessore e la
les ad capellam, et sectuidain faciunt mitra, e l'interrogava qual Nume voleva
Salutationeni, scu Adorationeni Papae assumere. Il che fatto si faceva porre sulla
habitu pontificali iaduto. Qua finita ... sede per calzare rubea calceamenla pa-
portatar in sede pontificali ad s. Pe- palla, e quindi i cardinali per ordine, ve-
trulli, poniturqae supra altare inajus, scovi, preti e diaconi, veniunt corani eo
uhi tcrtia vice salntatur osculi pcdisy Jlexis genibus; ci idem eleclus ij)so or-
maniis et oris modo snpradicto a Car- dinate ad pcdcm recipit et ad. pacis o-
dinalibus. Interini cantatnr a rnusicis sculum, necnon et omnes alios capel-
liynmiis Ainhrosianns. Peracta adora* lanos suos, ac ceteros clericos et laicos
(ione et finito liynmo cantal s. Collegii venienles ad ejus reverentiam, infimoSy
decanus K'crsicidos qiiosdani et oratio- ìiinjores,etmediocres. Ma questo omag-
neni. 11 rito antico di questa adorazione gio è ancora assai più antico come rilevo
non era dissimile a quello,che oggi si pra- nel Cenni, De osculo pedum Romani
tica come si legge nel ceremoiiiale compi- Pontificis, Dissertazione C* Parlando
lato dal cardinal Cencio Savelli, che nel egli dell'adorazione che si fa al Sommo
I2i6 divenne Onorio MI, presso Bol- i Poìilejice col baciargli umilmente il pie-
la udisti, Ada SS.Maii t. 4,*p. 4^3. Mor- de non solo dalle più eminenti dignità
inoRomano Pontifice, et sepulto,omnes dulia Chiesa, >\à Patriarciù, da' Pri/naù\
Cardinales ad propria re^'ertuntur se- dagli Ai-civescovi e da' Vescovi, ma e-
cundum antiquani consnetndinem. Se- ziaiidio das}' Lnperalori, da' Re e da al-
cunda vero die conveniiint in Eccle- tri Principi; prova che ossequio così sin-
sia congregali, et missa sanati SpiriUis golare dovuto de fare da lutti i fcdeU al
6 U Fi D U B B
supremo Crrcira^ sempre praticalo
U\ ruerunt. Quindi il bacio del piedi; fi' l'os

da essi per tanti secoli, e non nasce già.da sequio ordinariamente ili tutti i princi[ii,

islilU7Ìonepontificia, die anzi Papi sdii- i come difTusamente narrai ne'citatiarlico-


varono sen>[)re quanto ridondar potesse li, Papa, e si chiamò consueta a-
verso il

\\\ loro privata venerazione, ma dallo stes- dorazionej al quale ossequio essendo an-
so s. Pietro. Questi vivente, per tesliuìo- teriore quello dell'uflìzio di Palafienie"
Viianzadi s. Luca, fu adorato da Cornelio re al pontifìcio Cavallo, e questo non
qual Vicario di Dio. Nota poi clie Vado- volendosi praticare dall'altiero Federico \
rare, osculari. e salutare non solo vai- col Papa Adriano IV, sebbene gli avesse
gono il medesimo presso i greci, che col- già baciato il piede in Sutri, questi si li-

la sola parola Kinciii l'esprimono, come cusò d'ammetterlo <7rZ o.yr«Z»A?i o/v'.v e di
rt'plicalamenle e dill'usamente moslrù s. dargli il bacio di pace, come gli altri so

Tarasio vescovo a Costantino V ed Irene vrani. Perciò Federico I fu costretto dal


augusti, trattando delle ss. Iiumagini ;
giudizio di lutti i principi dell'impero di
masi vede anche praticato in ordine al- rendere al Papa il consueto omaggio di

l'adorazione pontificia, aielle vite de'Pa- .S'Z/7/^e/-c', introdotto da'suoi predecessori


pi e altrove. Dall'antico Ordine Romano e fino da Costantino I, da' quali ebbe la

raccolto da s. Gelasio I Papa del4q2,iu Chiesa difesa e onore. Nella Coronazione


cuisi contengono riti de' primi secoli,
i si delV Imperatore, nella Coronazione del
apprende che non solanientc quando fu Ree. di altri sovrani, 1' Imperatore e il
commesso al diacono l'uHizio di leggere Re piti volte baciava i piedi e la mano al

r Evangelo, ma sino dalla i


."
istituzione Papa, anche il petto, e riceveva il bacio
di leggerlo nel diviu sagiifizio, baciava- di pace,ch'egli restituiva. Allorché s. Pio V
prima piedi al Pontefice dal Lettore,
.si i coronò e dichiarò Cosimo I granduca di
Quindi trovasi vari esempi in Anastasio Toseana nella cappella Sistina del Va-
Yj\\)\\o\.eca\\o,DcTit{sRomanoramPon- ticano, sedendo in essa fra'due ultimi ciir-
tificum, di tale osseipiio ora col notne di dinali di.iconi, appena gl'impose la coro-
y/(/or/7t7o?/(% ora di Salutazione, cl\ ora na, Cosimo I stando genuflesso baciò il

di Bario del piede. In fatti portatosi nel piede e il ginocchio del Papa, il quale chi-
525 S.Giovanni I a Costantinopoli, vi li- natosi lo baciò in ambedue le guancie,
cevè sommo onore da tutti, ma special- All'offertorio nel presentare Cosinio I al

niente dalla i. "dignità secolare della ter- Papa magnifici doni, gli ribaciò il piede
la : Justinus I Augustur, dans honorem e il ginocchio, e s. Pio V tornò a baciargli
Deo hnmiliavit se proniis, el adora\'it la faccia ne'due lati. Anche le regine e le

Bealissimwn Papani Joanncnt /. Non imperatrici riceveano in ginocchio la co-


molto dopo segui nel 536 simile dimo- rona e baciavano i piedi al Papa. Qnanto
strazione a s. Agapito I nella medesima all'adorazione generale del Pontefice e-
corte, dopoché ebbe abbattuto e confuso letto, riferisce il Cenni, che per le vicende
l'eretico Antimo, mewKvo.: PìissimusAu- de'tempi essendo perite le de^ciizioni dei
^ustus JusUnianits Igaudio ì'epleluslm- riti usali co'primi Papi nella loioassun-
miliavit se s. Sedi Àpostolieae, et ado- zione al /'o/////àY/to, soltanto trovasi la
ravit Sanetissimus Papani Agapitum I. j
.'^
volta ricordata nel 686 per l'eleziono
Anche Giustiniano II nel 7 i in Nicome- i diCenone: Onines Judices una eumPri-
dia adorò il Papa Costantino: In die au- matihus cxercitus ad ejusSalutatioiwni
tem qua- se inviceni \'iderwit, Augustus venientcs in ej'us laudcs aeelamaverunt.
Christianissimus euni regno in capite La quale poi viene spiegata in termini piìi
se se prostra\it,pedcs osculansPoìiti/ì- chiari nella creazione di Valentino nel-
cisf deinde in amplexuvi inutuum cor- l'ti^y, e di s. Leone IV neir844-. leggeu-
,

u D r? U BB j
rìosi di Qui mo rem cnnse.n>antrs
questo: saviamente soggiunge : Ita amicum va-
antiquuin omnes o.iculatis siint pedes; luit excepisse, ut tamrn non rerusaret
e eli quello più dilTusamente: Condignis ab ilio, inirno exegerit quae debcretur
glorine Inudihus, hac ìiniioris arnnlifu- Apostolico culmini reverentia in pedina
dine, ad Laternnense Patri nrchiiini a1> osculo ex more ab omnibus etiam Ar-
ipsis deductiis, et in Pontificali est pO' cJìiepiscopis cxbiberi solilo. Sono queste
ab oninì
xitus Throìio. Cuj'us ok'anter le origini, dice il Cenni, della generale
Ronianonini Senatu pedihus oxcidatis, costumanza di lutti i principi, e di tulli
et omnibus quaecxplendne eranf, ec.Nè gli arcivescovi e vescovi, dell'ossequio sta-
solamente il clero e il popolo si umiliava- bilito neir universale al Vicario di Cri-
no sino da' primi secoli all' adorazione sto, mentre ne' principii dell' Vili secolo
del Pontefice, ma ancora i vc'scovi o gli i vescovi iugeiendosi nell'elezione de'Pa
arcivescovi. De'primi è palese dalla ricor- pi, ad essa era unita la salutazione o ado-
dala adorazione col bacio de' piedi fatta razione o bacio de'piedi, come successore
a Valentino da tutti quelli aveano
die l* «li s. Pietro e Vicario di Carisio, cioè Capo
eletto, tra' quali erano in primo lungo i visibile della Chiesa e sopremo arbitro
y vescovi suburbicari. E piii evidente- dclh» religifMie. Perciò il Cernii dichiara
mente ancora si ha nella vita di Benedet- vana qualunque altra origine che voglia
to III deir855. poiché i due vescovi Tu- ("ndiigarsi, fuorché da Gesù Cristo mede-

dt-riinus et Portnensis unitisi con altri siiiKi più volte prima della sua passione,
n creare antipapa Anastasio, indi a poco e da s. Pietro che pel ,° de' Papi fu ado- 1

pentitiunaninies con\'encrnnt, et pro- rato. I cardinali piocedono m 3 modi al-

cidentes vestigia ipsins (di Benedetto) o- l' del Papa: (."per quasi ispi-
/'^lezione
scìdari coeperitnt, E in ordine agli arci- la/ione e acclamaziotie, che pur dicesi a-
vescovi sembra al Cenni, che per tempi clorazione; ?.." per compron>esso; 3." per
così antichi, in cui s' incontrano sì rare sciutinio ed accesso, ch'eia più comune
vestigia in Roma medesima, possa servir e ordinaria, e questi diversi usi come si e-
d' esempio per tutti s. Bonifazio arcive- seguiscooo de'icrissi a tale articolo. Quan-
scovo di MagJinza, il quale così si esprime to >d I. modo anche a Siiccessoi-e, e si

a s. Zaccaria Papa del j^i : Non aliter effettuò più volle con (pie'Papi che notai
(juani litanie vestigia ve.ttra genicnlan' nel fletto articolo, cioè per subitar»ea ispj.
tes, intiniis siibnixe flagitanius preci- razione de'srign elettori che acclamarono
bus, ec. Quindi è che venuto in Roma colla voce il nuovo Papa, o eoo prostrar.si
Lanfranco arcivescovo di Cantorbery e a'suoi piedi e baciandoli «li comun con-
primate d' Inghilterra, a tempo d' Ales- senso, o ad esempio del cardinal Decano
sandro II Papa del 06 e insigne per san-
i i iuiilato «la lutto U Sagro Collegio, come
tità di vita, il quale era stato suo discepo fece il cardinal Carata con Marcello fi;
lo nel u>onastero, ebl)e dal Pontefice uu questa adorazione che si fece nella cap-
istraordinario accoglimento, con dichia- pella degli scrutinii, talvolta ebbe luogo
razione però, come attesta il Malmesbii- nella Cella dei cai-dinale diesi volle su-
rieuse presso il Baronio, liane venera- blimare al triregno, ed anche con recai--
lioneni non se illius Archiepiscopatuiy si in essa t(ilti i cardinali a baciargli la

sed niagiste.rio literariim defcrre, e con mano. Tuttavia l'elezione per adorazione
soggiungere immantinente: se fecisse essendo tenuta per pericolosa e tumul-
quod esset honoris, illuni debere face- tuante, Gregorio vi provvide e d'al-XF
re quod esset j'ustitiae; ut prò more o- lora in poi non fu più praticata. C/<?m(r«-
mnitim Archiepiscoruni s, Petri Ficarii te /^//elettone! 52 3 per adorazione, flc-
i

%'estigiis advolveretur. Onde il Baronio cellò il pontificalo; ma rinunziando al di.


-

8 Ur, T3

rilto ncqnisfalo volle che si procedesse coi si pone a sedere nella sedia, e riceve al-
libeio metodo dello scrutinio segreto, e- l'ubbidienza i cardinali, che nel partire
spoiiendosi ai pericolo di non essere coi>- da'loro stalli hanno consegnati a' propri
fermato, ma lo fu concordemente. Anche caudatari i loro berrettini e berrette ( il

altri Papi eletti per ispirazione e acclama- singolare cardinal Grange nonagenario
zione furono poi confermali co'voli aper- e padre della regina di Polonia, oltreché
ti o come Pao-
sigillati dello scrutinio, volle vestire sempre di rosso, essendosi
lo IH, Giulio IH, Paolo Il\ Pio ir, fatto cucire sulla pirrticca il berrettino
Sisto F, Urbano VII, Gregorio XV. rosso, ceremoniere indarno tentò le-
il

Nel i55o nello scrutinio mancando due varlo nel recarsi all' ubbidienza di Cle-

voti per l'elezione del cardinal Po/o, car- i mente XI), ed avendo premessa a pie del
dinali volevano procedere alla sua ado- trono profonda riverenza, giunti sul ri-
razione ; ma essendosi fatto notte, il car- jìiano di esso in piedi vestiti colla cappa
dinale pregò i colleghi a dillerire pel dì sciolta, gli baciano la manodc'itra coperta
seguente, e questo bastò a' contrari per- dall'atuifrigio del.l/<'7/t<o,ossiadel suo fre-
chè non più si eifettuasse. Eletto Adria- gio ricamalo, e Putoun passo addietro ri-
no il mentre assente dimorava nella petono una profonda riverenza, inchinano
Spagna, avviatosi a Roma sbnrcò a O- idue cardinnli diaconi assistenti e discen-
stines\ fermò nel monastero della basi- dono dal trono; indi Patriarchi ,^\'\ /irei i

lica Ostiense di s. Paolo, ove i cardinali gli i'eseovie Vescovi iì^s\s\en{\ e non assistenti
Jwiciarono la mano nel chiostro, e passato al Soglio, puie in cappa, ma non isciolla,
in chiesa gli resero l'ubbidienza di adora- premessa a pie del trono profonda rive-
zione. Oltre le narrate 3 ubbidienze di a- renza, genuflessi gli baciano il ginocchio
dorazione che il sagro collegio rende al destro; e gli Abbati ujitrati col Commen-
Papa da Ini eletto, nel giorno della Co- datore di s.Spìrito,ve<^[\\\ questo di man-
ronazione gli rende la 4-^ e ultima. Per telietta e quelli dimozzettae mantelletta,
questa funzione,che descrissi nel voi. Vili, genuflessi gli baciano il piede destro. Il

p. i6o, il Papa giunto nel portico Vati- Novaes, Dissert. sulla solenne corona-
cano asceso in trono vi riceve l'adoraAio- zione de'Pontefiei, t. 2,p. ero, aggiunge i :

iie dal capitolo di s. Pietro, il cardinal etl altrettanto f^mno i Penitenzieri Vati-
arciprete in cappa, dopo d'aver pronun- cani, vestili di pianeta, e tutti questi de-
ziato un' orazione gratulatoria, gii bacia vono premettere sugli scalini del trono 3
il piede, mano, e riceve il duplice am-
la Genuflessioni, c\oit una nel i. "gradino del
plesso. Poscia il Papa ammette al i)acio trono, l'altra all'orlo del ripiano, e t'ulti-

del piede tutti gì' individui dei capitolo ma quando s'inginocchiano. Tutti quelli
colle loro insegne corali. Entralo in chie- che hanno reso quest'ubbidienza, tranne
sa, il Papa si reca nella cappella Clenicn- gli ultimi che giù 1' hanno assunti, si ve-

lina della stessa basilica Vaticana, che in stono degli abiti sagri loro propri. Note-
questa circostanza serve a ricordare l'an- rò che veramente i penitenzieri in que-
ticoSegretario o Sagrestia, ove Papi i sto luogo e per questa circostanza non
solevano assumere paramenti missali. i baciano il piede al trono di Terza ; infat-
Quivi ricevea gli omaggi de'diaconi, det- ti, nell'ultima simile finizione pel regnan-
to perciò luogo anche sahilatoriuin,
il te Pio I X e descritta dal n." 5o del Dia-
coirispondendo in paite un tal saluto al- rio di Roma del 1(^^.6, soltanto si dice:
l'ubbidienza che nelle Ci/jìpelte pontifi- Cile baciarono la mano i canlinali, e sus-
cie presta da' cardinali al Papa ; quivi
-f^x seguentemente il piede i monsignori pa-
(ìiialinente intuonava l'ora diTerza .Vììv- triarchi, arcivescovi e vescovi, i quali
tanlo il l*apa asceso il Irono di tal nome, tulli poi assunsero gli abili sagri, Hispet-
U I] B U C C 9
fanclo Novaes e per essefé preciso nel-
il riverenza suddetta, genuflessi gli baciano
la descrizione, mi recai dal p. rellore de' il piede e il ginocchio destro, e come i car-
penitenzieri Vaticani, e gli feci il quesito: dinali fanno gli altri inchini, e cosi i se-
Se nel portico Valicano e nel trono di guenti; gli abbati mitrati, il commendato-
Terza nel di della coronazione, i peniten- re di s. Spirito, eil i penitenzieri Vaticani,
zieri Vaticani baciano il piede al Papa. genuflessi gli baciano il piede soltanto,
RIi rispose negativamente. E mi soggiun- premesse le 3 genuflessioni agli scalini del
se. 1 penitenzieri Vaticani vestiti di pia- trouo.Tranne questi ultimi, tutti gli altri
neta, dopoché i cardinali e i vescovi han- usando la mitra la sorreggono con ambo
no resa 1' ubbidienza ed assunti i sagri le ntani per le code, ed i cardinali vi pon-
paramenti, prendono luogo nella proces- gono dentro il berrettino cardinalizio. Di-
sione, dopo la cpiale e prima della mes- poi i cardinali al medesimo Papa rendono
sa pontificalesono ammessi al bacio del la descritta adorazione, premessa la rive-

piede, come poi ripeterò. Duncjue su que- renza a pie del trono, nel Concistoro se-
sto particolare deve emendarsi il rife- greto quando sono preconizzati vescovi o
rito dal dotto Novaes. I minestri delle sonolraslati ad altri vescovati, e nelle O-
lereinoiiic pontifìcie prestano assisten- zioni de titoli e diaconie cardinalizie ; nei
za all' ubbidienza, curando che i lunghi Concistori pubblici nel ricevere la croce
strascichi delle cappe cardinalizie non di Legato a Intere, e nel ritorno dalla le-
sieno ad alcuno d' inciampo, poiché il gazione; non che nel ricevere il Pallio
cardinal Guidiccioni nel i54q morì per dalle mani del Papa.l cardinali nuovi, pre-
la caduta dal trono, avendo inciampato messe le 3 genuflessioni, rendono 1' ado-
nella cappa del cardinal di s. Angelo; ed razione al Papa, nel ricevere genuflessi
il cardinal Finoccliielline.\ recarsi egual- dalle sue mani, dopo avergli bacialo il
tnenle all'id^bidienza cadde inciampando piede, la Mazzetta e la Berretta cardi'
nello sira^icico della cappa, si ruppe la gi- ?ializia,ed alzatisi in piedi gli baciano la
rella del ginocchioe ne inori nel i
793. Il mano,e sono ammessi al duplice amples-
Papa inluona l'ora di T*irza, veciivk Sal- i so;quando paròla berretta l'aveano rice-
mi preparatori! per la messa, assume gli vuta fuori di Uoma, ueW Ingresso soleri'
ornamenti pontificali per celebrar!a,e ter- ne in questa, dalla Pilla di Papa G//i-
minatasi la detta ora processionahnente //o ///erano condotti colla carrozza del
recasi all'altare papale, avendo pure ve- segretario di stato, giunti al palazzo apo-
stito gli abiti Sagri i cardinali, i patriar- stolico deposto l'abito viatorio, /7mer/7/o.
chi, gli arcivescovi e i vescovi assistenti e assumevano la sottana, la fascia, la man-
non assistenti, gli abbati mitrati e il com- telletta e la mozzelta paonazze,oltre il roc-
mendatore di s. Spirito. Giunto il Papa chetto, e per recavano
la scala segreta si

innanzi all'altare papale, se è giù vescovo, a rendere al Papa il detto omaggio d'ub-
comincia l'introito della messa, riceve il bulienza, inceilendo poi in Caiuilcatada]
PalHo{à\ cui riparlai a Triregno), e pas- convento di s. Maria del Popolo al palaz-
salo al Irono grande collocato rimpelloal zo pel ricevimento del cappello nella inut-
medesimo altare, postosi a sedere riceve lina a ciò assegnala. Nel concistoro pub-
r ultima adorazione, l cardinali dopo la blico pel ricevimento del Cappello car-
della riverenza, genuflessi gli baciano il dinalizio^ da'cardiiiali si rinnova l'atto di
piede, e alzatisi gli baciano la mano e sono adorazione, cioè premesse 3 prolijnde ri-
ammessi al dnp 'oe amplesso, rinnovando verenze falle in vai'io disianze, a^ce^i il

la riverenza e ficendo inchini a'cardiiiali trono s'inginocchiano avanti il Papa, gli


assistenti; i patriarchi, gli arcivescovi e i baciano il pieile e la mano, e sonoammes-
vescovi assisteuli £ uuu assistenti, dopo la si al duplice am^ilcsso, ripetono la rive-
m U B D u n B
len/n -il Papa, ne faDiio pine a* due car- stimonoi sagri parainenli. Entralo il Pa-
dinali assistenti, e scesi dal hono si fer- pa nella bnsilica, a <uo tenìpo riceve se
mano a pie di esso iispeltnndo oliegli nitri dente in trono la solita ubbidienza dai
nuovi cardinali facciano le azioni descrit- cardinalijche gli baciano la mano coperta
te. Indi questi cardinali, dopo aver inchi- dal fregio del manto o piviale, distribuen-

nato il l*apa con profonda riverenza, si do il Papa a ciascun cardinale due Me-
lecanoagli .S'/<////de'oMr(linaIi antichi pei daglie d'argento, appositamente coniate
scandjievuli anìples>i, dopo di che siedo- e in tnemoria dell'aulico Preshifcrio,che

no a' loro stalli. All'avviso poi del cere- pone neir apertura delle loro mitre, nel
nioniere, uno ad uno si portano al Irono, (|uhI alto i cardinali gli baciano la mano
consegnandola berretta e il berrettino al nuda (questo secondo bacio non dierono
caiiiialario. Prima di salirvi fumo al Pa- i cardinali a Pio Vili, per recargli meno
|)a IMI [ncìnnazione profonda, eginnti sul incomodo),
ripiano s'inginocchiano avanti a lui e ri- Le ubbidienzeordiiiarie si rendono dai
cevonodalle sue mani sulcapo il cappello cardinali per ordine e anzianità al Papi
cardioidizio. Alzatisi, fanno profonda ri- in ogni cappella poutilìcia,di messa, di ve-
verenza Papa, inchinano cardinali as-
al i S[)ei o o di altra funzione ch'egli assiste o
^istenti e discemlono dal trono. Il prefetto celebra, vestito del manto o pi viale e mi-
delle cereuionie Chiapponi, negli Ada tra, oltreché ne'concistori pubblici, e ne*

Canonizittioiiis Saiictorum, descrivendo ponlificali in cui la rendono pure i patriar-


le narrate azioni de' cardinali nuovi, lati- chi, gli arcivescovi, i vescovi, gli abbati mi-

namente dice: Tnmno^nis Cardìnalìsso- trali, il commendatore di s. Spirito, ed i

luSf conscensis Solii graclihiis in geiiua penitenzieri della patriarcale basilica ove
j)ro\'olutus, oscula tus cs( pedeni, dciiidc si celebra. Però in un medesimo giorno,
iìianuìii niidain Papac,qiiieutnadoscn- tranne quello della coronazione e sudde-
lumoris cxccpit. Inoltre cardinali nuo- i scrilta, si rende l'ubbidienza che una
non
vi rendono l'adorazione al Papa genufles- S(jla benché più funzioni in esso si
volta,

si, col bacio del piede e della mano, e ri- celebrassero; neppure si rende alla messa
cevendo il doppio amplesso, nel concisto- o pontilicale della notte del s. Natale, se
ro segreto allorché il Papa assegna loro il già fu resa. Non si rende l'ubbidienza nei
Titolo o la Diaconia cardinalizia e loro 3 Mattutini dell' Uffìzio delle Tenebre,
impone V Anello cardinalizio.^eWs fun- non nel J'enerdì Santo ( nella maglina
zione del Possesso del Papa,2^\^\u\.o que- ancora, nella quale prima il Papa usava la
sto nel portico della basilica Lateraneuse, falda di lana, come cardinali adoperano i

dopo aver baciato la croce, ascende in lecappe di saietla, e la cap[)a di lana ros-
Irono, assume gli abiti sagri, e seduto sul- sa con mitra; enoterò che CenedeltoXllI
la sedia riceve la presentazione delle chia- volle celebrare la funzione, che spella al
vi della medesima che gli fa cardinal ar- il cardinal peuiienziere,nel i 7260 nel 728), r

ciprete, dopo avergli con orazione latina non nel ilattiilli/io pev \a Commemora'
gratulatoria dichiarata la liliale sua vene- zione de' fedeli Defunti, non nel Mattu-
razione e quella del capitolo, e gli rende tino A^W^ notte del s. Natale, non nelle

genuflesso l'adorazione col bacio del piede messe Funerale^ nelle quali non si ba-
di

e della mano, ricevendo il doppio am- cia il piede al Papa, né la mano al cele-

plesso; indi il Papa ammette al bacio del brante, benché assente il Papa. Perciò
piede tulio il capitolo, vestilo delle in- anticamente il Papa incedeva in cappella
kegne corali, ed i Penitenzieri Latera- perdetti mattutini colla Faldae Cappa,
ìtensi \n coX\.i\; mentre intanto lutti i car- J'ertanlo leggo nelle Brei'i indicazioni
dinali, l'episcojtato e g'i abbati mitrali as- per Ir atirilnizioni di esercizio dc.'cerc-
,

U Ti B , ^ U C 15 .

fìioìihri pontifìcii, che quando il Papa ch'essi nvenclolescioIle,come il cardinal i."

pe'3 maUulini delle tenebre, e per quelli dell'ordine de'P/r//aUro assistente al tro-
de'defunti e di Nalale indossava la cappa, no. Il Lunadoro che nel 64^ pubblicò la 1

in qiiest' ultimo di velluto cremisi e negli Relazione della Corte di Roma, riferi-
altri di lana rossa foderata d'armellini, i sce: » Ad ogni cappella si rende ubbidien-
camcrieri segreti e di onore, gli avvocati za, e se si fa la cappella la mattina, e poi il

cnncistoiiali, i cappellani segreti e gli a- giorno mattutino. si dà solo l'iibbidien-


sia

iutanti di camera doveano portare i cap- za la mattina, non dovendosi dare due vol-
pucci voltati a rovescio, cioè colla pelle di te al giorno-Nell'entrare che farà i! cardi-
nimellinoal disotto o coperto. 11 Papa si naie in cappella quando è incominciata,
copriva la lesta col cappuccio della cap- non deve inginocchiarsi in mezzo, ma solo
pM, e così coperto entrava in cappella, e entrare dentro alla porta due passi e fare
spettava al prefetto delle ceremonie co- un poco d'oratione, alzarsi in piedi, far
prillo e scoprirlo di cappuccio. Di sotto prima riverenza all'altare, esenza dimora
vestiva l'amitlo, il camice, il cingolo e la andare a rendere l'id)bidienza,se si deve
stola. Negli ufìizi delle tenelire non era rendere, altrimenti si saluta Sua Bealitu-
pieceduto dalla croce pontificia nel re- dine, et a'signori cardinali nell'andare al
r.arsi in cappella, né benediva. In tali nf- luogo, solo con occhio basso si fa segno di
1Ì7.Ì e nel maltullino de' defunti, due ca- Saluto jeì essendocominciata la cappella,
merieri segreti sostenevano le findjriean- deve mandar gii:i la cappa, e se entra in
teriori della cappa, e l'estremità i due più cappella mentre si dice la Confessione, o
anziani vescovi assistenti al .soglio, sul laGloria, o l'Evangelo, o il Credo, o che
quale non siedevano i due cardinali dia- sirenda l'ubbedienza, fatte le dette cose,
(Olii. Nella mattina del venerd"» santo pe- deve stare alla porta, dove si saràinginoc-
lò i detti cardinali prestavano assistenza, chiato, drillo in [»ieili.coIla cappa a basso,
il Papa in parte funzionando, come nella e finita che sarà quest'obbedienza di quel
notte di Natale, perciò assumeva pure la cardinale, presso al quale esso cardinale
lidda,«nentre nominate due volte,
le altre seguita per ordine, deve aiutar esso all'ob-
che pure incedeva in cappa, non la pren- bedienza, e poi andeià alla l)anca nel suo
deva. I detti cardinali in tali mattina e luogo; avvertendosi, che (piando il Papa
notte sostenevano nell'accompagnarlo le è in piedi, non piglia mai obbedienza. De-
fimbrie della cappa, quelle della falda ve il maestro di camera, quando il suo E-

sorreggendosi da due protonotari aposto- tuinenlissioio Cardinale va a palazzo per


liei. Adunque : pel mattutino de' defunti andare in cappella, mandare a vedere an-
si praticava l'usato di f|iiello delle tene- ticipataraente se il Papa è in cappella, et
bre ;
pel mattutlino della notte del s. Na- essendoci, luamli piìi persone innanzi e
tale, come per la mattina del venerdì san- indietro, e vada temporeggiando, che il
to; ma cappa di vel-
nella detta notte la suo Eminenlissimo arrivi m cappella,che
luto la deponeva prima della messa per trovi il Papa che stia a sedere, acciocché
assistervi in piviale, ed allora precisamen- possa andar subito a dar l'obbedienza, e
te i due cardinali diaconi si recavano al non gli tocchi a stare in piedi in mezzo ai-
trono per 1' assistenza. Fu Paolo 11 del la cappella, per fare la penitenza di essere
1464 che prescrisse l'assistenza al trono arrivalo tai di.. Ma si dee sforzare ogni car-
de'due cardinali diaconi seniori edei car- dinaie di arrivare a palazzo piima che il
dinali.° prete,come rileva p. Gallico, il Papa cali per andare incappella. Entian-
Aeta Caerem. Dovendo essi agire non do cardinali incappella devono fare ri-
i

hanno le cappe sciolte,conie tutti gli altri veienza all' aliare colla testa discoperta,
cardinali, uso non molto antico, prima au- poi al cardinale o prelato celebrante, indi
12 UBB UBB
finilare al suo luogo, et ivi inginocchiarsi, roi>beclienza quando questa sia slata già
ficendo un poco (romlione, e poi alzarsi prestala. Quest'alto si eseguisce sempre,
in piedi, e slare nel luedesiuio modo fin- in qualunque momento che giunga il car-
die sieno passati lutti Pa-i cardinali, eli dinaie, purché non sia cominciato WPre-
j>a; et in quel tempo ogni Caudatario y^itr/o. Finché il Papa non sia seduto e non

deve spiegare molto bene la coda della faccia alcuna azione non si conduce al tro-
cappa del suoEminentissimo, per andare no, trattenendosi intanto nell'ingresso
poi a rendere l'obbedienza a suo leuipo, della quadratura.
I cancelli o porta di
alla quale si va con la cappa tutta lasciala questa non aprono nel tempo della Pre-
si

andare; ma dinanzi s'aggiusta, che sia al dica o sermone. Perciò il cardinale che
pnrode'piedi,e si tiene stretta con le mani arriva in quel tempo in cappella, aspetta
per non v'iiiciaoipare, o mettervi i piedi fuori (ìnchè Papa abbia data la benedi-
il

cli sopra, e le mani vanno tenute alte e zione, né si conduce al trono finché ler-
larghe l'una ilall'altro, e nel rendere l'ob- minata la recita del simbolo non sono al
bedicnza si fa profonda riverenza con la loro stallo cardinali ed il Papa seduto. Il
i

te"*la voltala all'altare: poi si volta verso maestro di cereraonie che nell' ingresso
il Papa, si sagliono li scalini del trono in della quadratura riceve icaidinali incap-
prospelliva. dov'è la Sedia, con Sua San- pella, ivi resta per accompagnare all'iib-
tilìi, a cui anco si fa una simile riverenza, bidienza icardinali chegiungonodopo; ne
poi gli bacia la mano portali da Sua San- parte dopo 1' epistola nelle messe, e dopo
lilà sotto il piviale, e tirandosi indietro il i.°salu)o ne'vesperi. Siccome avanti la

due passi, un'altra riverenza simile


si fa cattedra pontificia vi è un gradinetto a-
alla prima, poi un poco di saluto colla te- movibile, il prefetto delle ceremonie lo
sta a'diie cardinali assiìlenli, i quali de- leva per l'ubbidienza de'cardinali, acciò
vono stare in piedi e discoperti finché meglio si avvicinino a renderla, e termi-
dura a darsi l'obbedienza da'cardinali, nato taleomaggio rimette il gradinetto al
et anco far di lesta agli ambasciatori (per- suo luogo. Sebbene ogni cardinale è oh-
che allora assistevano al !Z'/o/zo ponlifi- bligalorenderel'ubbidienza al Papa nelle
ciò), etalli principi del Solio, dalla qual cappelle e ne' concistori, pure trovai che
banda si cala per le scalinate (per hrcvio- il cardinal Martini^ dopo lunga malattia
rem Ira'conservalori di Pion)a). Resa la essendo tornalo in cappella, sedette in
obbedienza, si torna per la parte destra luogo non suo e non rese l'ubbidienza ad
del Solio al suo luogo, salutando li cardi- Alessandro VI, probabilmente come af-
iiali con inchinare il capo. Non vi essendo franto dalla patita infermità che tosto lo
il Papa in cappella, giunti li cardinali in fece scendere nella tomba. Del resto l'ub-
essa s'inginocchiano all'alture, poi fauno bidienza ordinaria nelle cappelle di mes-
rivereiiza, con inchinar la lesta ad esso se e vesperi, ed altre funzioni, con quelle
aliare, indi a'cardiuali, poi vatuio al loro jìarlicolarilà che notai descrivendo lai."
luogo ". Leggo nelle ricordale Brei'i in- resa nella mattina della coronazione al
dicazioni de cercinoiiicri, che entrando trono di ler7a,e nel modo riferito nel voi.
un cardinaleincappella pontificia comin- Vili, p. i\^ e luoghi relativi; ed a p.
ciala la messa, se nel suo ingresso si fa la 2C)5 notai che sino al pontificato di Cle-
Confcssionc o i\t\\ce.\' Orcinus^W Gloria niente XIV, prima della solenne bene-
c; il C/rf/o,d(ipola breve orazione nel luo- dizione che il Papa comparle nella gran
^u slesso fa in piedi la confessione col ce- loggia V alicana nel giovedì santo, in essa
remoniere genuflesso, dice collo slesso in dopo avere il Papa deposto i sagri para-
piedi il CloriacW C/T^/o, e quando i car- menti bianchi ed assunti i rossi, i caidinali
dinali vanno al loro stallo si conduce al- in puruuieuli sagri lendcvauo l'ubbidicu-
3s

u e e U C D 1

7.a al Pnpa setlenle in trono, e perciò non pala riceveva tla'cardinali in cappa, dai
ìi\ prestavano nella precedente messa, se- patriarchi, arcivescovi e vescovi in cappa,
j^iiendo quindi lu formale leltina e pub- dagli abbati mitrali in mozzetta emanlel-
blicazione della Sromiiiìica ossia della letla, dal commendatore di s. Spirito in
bolla in Cocna Domini, un Uditore di cappa; i quali lutti indi deponevano tali

Rota leggendola in latino e un cardinole vesti e assumevano paramenti i sagri. Or-


diacono in italiano, gettando il l'apa -la dinariamente però l'ubbidienza in cappa
candela nella piazza, e indi dava la bene- la rendevano soli cardinali, gli altri non
i

dizione. Laonde dal 1770 in poi l'ubbi- aveano luogo a tale ossequio. 11 prefetto
dienza nel giovedì santo non fu più resa delle ceremonie Chiapponi, negli ,4cla

,
nella delta loggia, ma al principio della Canonizationis SanclornnK ecco come
messa, more solito. Tra le funzioni pon- latinamente descrive tale ubbidienza dei
tifìcie straordinarie in cui si rese da' car- nominali, nel pontificale della Canoniz'
dinali r ubbidienza al Papa, ricorderò zazionc, resa al trono grande e più son-
f|uelie eseguite per le solenni benedizioni tuoso e magnifico dell'ordinai io de'pon-
lòtte da'Papi Gregorio XVI e PiolXnella Papa, Soliiun con.sccndit, se-
lificali. il

basilica Liberiana, della campana mag- dilque inexcelso adora ndaepontijìciae


giore della Torre campanaria òeWame- majestatis throno. Vicaria in terris Chri-
desinia; e quelle rese nella basilicaOslien- sii potcstate lune massime perfiinctu-
se a Gregorio XVI per la consagrazione rus, mediiis inter Cardinales clarissi-
dell'altare papale e benedizionedella cro- ma mundi lumina in sunimo Ecclesiac
cerà tra versa,ed a Pio IX per la consagra- vertice divini tìis collocata, tot inter E-
zione della medesima basilica e dell' al- piscopos rerum sacraruni principes, et
tare della Conversione di s. Paolo, di che Ecclesiae doctores: Ciimque parumper
trattai ne'vol. Xl,p.25i , LXXni,p.36q. consedisset, Cardinales, Episcopos as-
IVleroorabile fu la 2. pei' lo straordinario
'

sistentes et non assistenlcs, yJhbates, et


numero ch'erano presenti in
de' vescovi Poenitentiarios exccpit ad ohediejitiam.
lioma, quali la resero in uno agli abba-
i Primi per latum a Solii gradibiis ad
ti mitrali, in cappe, in mozzette e in man- eorum suhsellia intervallum,areaincjue
tellelte. Ne'vesperi e messe pontificali or- theatri superiorem, incedcntes unuspost
tlinari e straordinari, celebrati da'Papi, alium, ad Arac majoris conspectuni
l'ubbidienza rende ne'vesperi al trono
si eani humili corporis inclina tione reve-
grande, e nelle messe soltanto al trono rebantur j inde conversi juxta antico
di terza, colle ceremonie in parte dichia- Solii pontificii gradus,Sanctitatis Suae.
late di sopra, dicendo del pontificale per praeslabant reverentiam : Mox ascen-
la coronazione, e descritte nel voi. IX, p. 16 dentes nianiim sub ora pluvialis dexte-
e 74 ; cioè da'cardinali che gli baciano la rani oscidabantur Pontifici. Deinde so-
mano sotto l'aurifrigio del manto; da'pa- la capitis inclinatione erga Cardinales
triarchi, arcivescovi e vescovi assistenti e assistentes diaconos salutatione pera-
non assistenti al soglio,che gli baciano il gi- età, ad sedilia per gradus laterales re-
nocchio; e dagli abbati mitrati, compreso vertebantur. Episcopi genua, et Cruci,
il commendatore di s. Spirito, e da'[)eni- et Papae submittentes, SanctitatisSuae
tenzieri della basilica ove si celebra il ve- gemi dexterum: Abbates etPoenitentia-
speroola messa pontifìcale,che gli baciano rii pedeni similiter dexterum oscula-
il piede: tulli nominali sono vestili de'sa-
i bantur. Piilevai nel voi. LXXI V, p. 249»
gri paramenti loro propri,e del colore che che i Papi talvolta per l'avanzala età nei
richiede la festività. Fino a' nostri giorni pontificali oin misero il canto dell'ora di
ne'vesperi poulificali l'ubbidienza il Pa- Terza, e solo al Irono di lai nome riceve-
.
\ u n r. u v> V,

l'ono riibbiilieiiza, nnzi questa puiefjnal- de il l)acio s' impriiiìeva sulla crore. Nel
clie rara volta del tulio tlispeiisaioiio per poiilificale del seguente INatale il Papa
cilibieviaie la lunga funzione. Trovo ne- pralicò altrettanto. Nelle sagre funzioni
gli anlichi L'/(7/7'rZ/ /lOWf'/, che nella Pa- della Purificazioni' per la dislribuzioue
squaiyaa cantò messa nella cappL-lla Si- delle Candch',^Qv rim[)obizione delIeC;-
stina cardinal Tanara decano del
il sa- «r/-/, per la distribuzione delle PaZwr, per
grò collegio, indi si recò in essa Inno- quella degli Agnus Dei benedetti (dei
cenzo XIII, ammise cardinali ali' ub- i quali riparlai nel voi. LXXI, p. 67 ), de-
bidienza, e poscia si portò nella gran log- scrissi come si ricevono al trono pontifl-
gia Vaticana e comparti la solenne i)e- ciò dalle mani del Papa, e quale ossequio
iiedizione. Continuando Innocenzo XIII si deve fare da' cardinali, da' patriarclr,
ad essere indisposto, poche sagre funzio- dagli arcivescovi, da'vescovi, dagli abbati
ui celebrò nel 1723,6 la messa di Pasqua mitrati, dal conunendalore di s. Spirito,
la fece celebrare da uucaidiuale vescovo da' penitenzieri Vaticani, dalla prelatu-
iiella eappella Paolina del Quirinale, fi- ra, da tutti quanti coloroche hanno kio-

iiita la quale visi condusse cricevèall'ub- go in cappella, edai distinti forestieri che
bidienza i cardinali, passando quindi nel- sono ammessi a simili distribuzioni. Gi:i
l'adiacente loggia a dare la solenne bene- nel voi. Vili, p. 7.48, ed altrove, resi
dizione. Avverte l' Amali nelle note al ragione perchè il Papa nelle messe colla
Maestro di Camero del Seslini (però il mitra in capo e sedente in Trono riceve
Manni crede censore del Sestini, Nicola la i. "eia 3.^ //^f•<''^,s•(7Z7'o/^e triplice dal car-
Aldini, come può vedersi Opuscoli negli diiial i. "prete genuflesso all'ullitno gradi-
dei Calogeri! t. 44? P- 5o5), che se alcuno no del trono, cioè per dimostrare che nel
de'vescovi che intervengono a'pontificali Sommo Pontefice si riconosce la suprema
in paramenti non sono ancora consagrati, dignità di capo della Chiesa cattolica e
e sono auìmessi con dispensa dal Papa l'autorità temporale di principe sovrano
Ira' vescovi cogli abili sagri, come eietli dello Slato Pontificio. Finalmente i car-
devono baciareil piedeenon il ginocchio, dinali rendono l'ubbidienza al i^ipa nei
perchèil vescovouinanzi alloconsagrazio- Co/zc/yror/ pubblici per l'imposizione del
ne è semplicemente eletto .Gregorio XVI cappello rosso a'nuovi cardinali, nel con-
pieno di venerazione[)e'vescovi e insieme cisloro pubblico per le Canonizzazioni,
di virtuosa umilia, poneva sul ginocchio e per allre circostanze, che il Chiapponi

destro una delle estremità della stola, ac- descrive. Il Papa sublime Soliuin con-
ciò nel baciarlo, baciassero la croce, al- sceiidit; et sedens Eniinentissinios Pa-
zando alquanto il ginocchio verso di essi tres ad osculimi manus sub ora phu'ia-
per un riguardo. Il regnaiitePio IXl'S di- lis ante pecfus defluenti phiygio npere^

cembre 854, nel pontificale in cui prò-


I et Iinaginihns Sacris acn praestanti
undgò r imuìortale decielo dell'Imma- pietà ( ora sono pochi manti o piviali i

colato Concepimento della IMadre diDio, pontificii fregiati dalle sagre Immagini,
essendovi intervenuti gran numero ili ar- come il rosaceo), recepii. Actio liacc di*
ci vescovi e vescovi, e tra essi cospicui per- citur, Obedientia-, quae semel tantum in
sonaggi, che enumerai nel voi. LXXIII, die^etiarnsi plures conventus, vel cap-
[).68.e(l( brando il glorioso avvenimento, pellac celchrarentui', a Sacro Senalit
nell'ubbidienza che gli resero, pose (liste- sumnio Pontifici praestalnr. J\i'hiì)it(i

sa la sua manoilestra sul corrispondente obedientia ad suasedilia inter collegas


ginocchio, e sopra di essa una dell' eslre- ilari diaconi assistentes debitix reveren-
niilà della stola che alzava un [)OCoquan- tiis rcccsserimtc lalcj-e pontifìcio, ec. II
do i prelati gli l^aciuvauo il ginocchio, on- ricordalo p. Pleltenberg ragionando dei
U B D U B D . T

concislori per le canonizzazioni avveile, per quasi 5o anni durò lo scisma, erano
che pel pubblico e solenne, consuetam o- perplessi e non sapevano! fedeli propria-
hcdientiam praesliuil Ponlifìci cardi/la- mente chi fosse il legittimo Papa, se il

lesj ina nel concistoro semipubblico, cui vero di Roma o il falso d'Avignone. Im-
Ponti/ex interest ciirn rnilra et pluviali perocché Papi e gli Antipapi furono cia-
i

simplicc, et in hoc cardinalcs non prai'' scuno riconosciuti da diversi sovrani e


stant ohedientiam. Equi dirò per ame- nazioni, e creando Papi cardinali e gli i i

na erudizione de' Pre.'^r/g^/ fausti, che tor- Antipapi gli anlicardinali, si dissero i col-

nato dalla sua legazione di Germania il legi de' primi dell'ubbidienza di Roma,
cardinal Parentuccllisiiel concistoro pub- ed i collegi de' secondi dell' ubhidienzit
blico in cui Io ricevè Eugenio IV, nell'at- d' Avignone. E siccome principi e popoli
to che a questi rendeva l'ubbidienza cad più d'una volta abbandonarono un'ub-
de dalla testa del Papa la mitra e si fer- bidienza per sottomettersi ad altra, per
mò sulla testa del cardinale, onde Euge- crederla più sicina o pe' loro vantaggi,
nio IV gli predisse il pontificato, e real- ed il simile fecero pure cardinali e anli-
mente lo successe col nome di Nicolò V. cardinali, si crede che derivassero le fre-

Il cardinal Facchinetti mentre rendeva quenti ubbidienze che i cardinali rendono


l'ubbidieir/a a Gregorio XI V, sul proprio al Papa, onde conoscersi pnbblicanienle
capo cadde e si fermò la pontificia mitra, la macchinavano
fedeltà di ciascuno e se

e in fatti Io successe immediatamente col di sotlrarsene. Urbano VI creò cardinale


nome il'liniocenzo IX: in tale esaltazione e poi depose il friulano Pietro de Peata,
il caidinal Gaetani gli doniiindò grazia il quale però bruciò pubblicamente il cap-
per d. Giannantonio Orsini, offrendo di pello cardinalizio, onde l' antipapa Cle-
pagare per ammenda certa somma di de- mente VII gliene die altro con 1' anticar-
naro; ma il Papa prontamente rispose : dinalato, ed egli colla sua destrezza ri-
Nnii voglinnìo denari, ma id)hidienta. dusse alla sua ubbidienza diverse cill'i

Fu di presagio infausto verificato l'av- dello stalo pontifìcio. Ma morto Urba-


venuto ad Alessandro Vili, poiché nel no VI e riconoscendo nel successore Bo-
3 settembre 1690
concistoro pubblicode' i nifacio IX, nel dai 4 (^indinali
1389 eletto
nel ricevere all'ubbidienza d'adorazione dell'ubbidienza romana, la parte piìi sana
i cardinali Barberini e Altieri per impor e sicura, si sottrasse dalla scismatica e si

loro il cappello osso,gli cadde


1 la mitra dal sottomise alla sua ubbidienza. Laonde
capo e indi mori il i
.° febbraio 1
69 1 . Nei venne ripristinalo nella dignità con nuo-
funesti Scismichiamarono Ll>hidien-
si vo cappello cardinalizio. Pe'3 ricevuti, fu
ze diverse, l'ubbidire il Papa vero e il se- indi denominato il cardinale di treCap-
guire il partito deirAnlipapa,come e prin- pelli. Nel i4o4 sette o nove cardinali del-
cipalmente nel grande, lungo e pernicio- l'ubbidienza del defunto Bonifacio IX, e-
so scisma d'occidente. Ad Urbano Vi, le- levarono al pontificato Innocenzo VII, e
gittimo Pontefice, si ribellarono molli quindi nel i 4o6 quattordici cardinali del-
cardinali nel 3^8, benché canonicamen-
i la sua ubbidienza, che si trovarono inRo-
te l'avessero eletto. Peifidamente prele- ma nel suo decesso, di comune accordo
sero di depoilo, ed osarono di scismatica- gli dierono in successore Gregorio XII.
mente eleggere l'antipapa Clemente VII Bla questi non osseivando il giuramento

di Ginevra, che recatosi in Avignone vi di non creare caidinali fino all'estinzione


stabilì una cattedra di errore, e nella qua- dello scisma,l'abbandonarono in numero
le ebbe (\v,e successori pseudo Pontefici, di i4 e si recarono a Visa per celebrare
Benedetto XIII de Luna e Cilemente VIU un Sinodo. Imperversando loscisma, per-
iMugnoz. Nel leuipo che deplorabilineule chè in Avignone molto Clemente Vii 20
7-

i6 un V. u r. n
anticnidinali ili sua nlihiillenza nvenno ro 13 cardinnli tle' collegi delle 3 uIjIjì-
siinogato il pseutlo ljene'.IelloXlll,f|uesti ili«ii/e, alla cui tesla era il decano car-
cieòmolli aiiticaidiiiali, e sebbene abbaii- dinal Brogiìicr; ma fu Gregorio XII, il
donato neH'nbbidienza da Francia e altri più legittimo degli altri, clie fece ridurre
regni, che vollero restare neutrali lincile l'aduuiita asseud)lea a l'oruia di concilio
un concilio decidesse sulla legittimiti! del generale, in questo egli virtuosauìenle
vero Pontefice, perchè si contrastava a rinunziò il Giovanni XX.III
pontificato,
Gregorio Xll, sosteneva per ambizione fu deposto, l'enedelto XI li scomunicalo
con ostinazione il ile[)loral)i!e scisma. A- e dichiarato deviato dalla fede, neh 4'
•vendolo abbandonato i o anlicardinali, si venendo eletto Martino V,che riconosciu-
unirono a que' dell'ubbidienza romana, lo dalulli estinse lo scisma, riconoscen-
e celebrarono il detto concilio nel 1409, do per cardinali 8 anlicardinali aderenti
da altri tenuto conciliabolo per la legil- allo scisma di Cenedetlo XIII. Tuttavia
limila di GregorioXll.Lo presiedèil car- adulato quell'antipapa da 4 anlicardinali
dinal /lA^/t'.^T, come decano d'anzianità rimastigli e dagli aragonesi di sua ubbi-
de'duecollegi, prima dell'ubbidienza ro- dienza, morendo in Paniscola ordinò sol-
mana, poi dell' avignonese che avea ab- lo pena discoujuuica a'due anticardinali
bandonata; ed il cardinal Filai-go del- ch'erano presso di lui, di procedere al-
l'ubbidienza romana e arcivescovo di Mi- l'elezione del successore, onde gli sosli-

lano fÌ3ce il discorso d'apertura per invi- tuirono l'antipapa Clemente Vili, che
tare i padri ad accodile seriamente ali'u- creato un anticardiuale, fini con rinun-
iiione della Chiesa. Deposti Gregorio XII ziare in TortosaaWtiXnwtvo pontificato,
e Benedetto XUI, detti cardinali a' 26 i ed i 3 anticardinali di sua ubbidienza
giugno elessero il cardinal Filargo. Fre- fecero tra loro un iscrulinio, dichiarando
so da questi il nome di Alessantiro V, legilliuio Martino V che regnava da 12
pronunziò un sermone col testo di s.Gio- anni.
\nnW\: Fictiiiiuìn Ovile et imiis Pas(o?\ Egualmente dagli Si^ismi ebbero ori
e per la pace della Chiesa riconobbe per s^\\\&'^\\ Anibascialori d' Uhbiclienza,c\\Q
cardinali i IO anticardinali, e con Ozioiii vado a narrare. Elevalo alla cattedra a-
tolse la mostruosità che i cardinali delle postolica nel 1073 il magnanimo s. Gre-
due ubbidienze aveano un medesimo ve- gorio VII, applicò il suo incomparabile
scovalo, o litoloodiaconia. Lusingavansi zelo all'estinzione della Simnnia che am-
i fedeli diveder in tal guisa termuiato lo morbava il condannò V Inve^titu-
clero, e
scisma ma tosto si rammaricarono dì
, /•('crr/r'.s/V/.^i/r/it', che Enrico IV re dero*

movo, mentre in luogo d'un solo che si mani pretendeva dare a'vescovi e abba-
voleva, tre Papi insieme rimasero, trai- ti, colbaculo e con l'anello; per cui que-
tandosi ciascuno nella sua ubbidienza co- sii divenuto persecutore del Pa[ìa e del-
me tale; anzi morendo nel i4'o Alessais- la s. Sede, insorse la deplorabile dilFeren-
dro V in Bologna, iiG de'aS cardinali di la tra il Sacerdozio e 1'
Impero, che so-
sua ubbidienza ivi presenti, gli soslilui- slenula dal di lui figlio Enrico V durò più
lono Giovanni XXI II, il qualecolla crea- di 5o anni con funestissime conseguenze
iione di 16 cardinali rese più dillicile l'è- e scismi.L'imperturbabile S.Gregorio VII,
stiiizione dello scisma, che lacerava la che fu l'ultimo Papa alla cui Co/i.^rzg^rrt-
Chiesa e teneva iliviso il cristianesimo in zinne assisterono gli ambasciatori impe-
3 ubbidienze, l'mahnente per ridonare la riali, ricuperando la Chiesa la sua anii-
j)ace e unità al cnltolicismo fu adunato
I
ra libertà (solo poi originò pegli scismi
il (iimosd crincilio di CusUmza, di cui l'avvertenza dell' Esclusiva che si fa al

ii[>arlai a Smz/ep.a, nel (piale inlcrvcunc- Sagro Co//ri,'/t),raediaulegli ////i^rtic/a-


u B n '
une 17

('o// slraoriVmari al Conclave, otl nodie piosi commestibili agli ambasciatori d'ub-
a ine/zo d'un cardinale nazioiiale, massi- bidienza e altri nel loro arrivo in Roma;
nio (|iiaiido eranvi i cardinali 7'/o/<7/o/i ed imbandir loro ospitale trattamento, se
iWliiijjcri , Regni scomunicò
e Nazioni), per via di niare approdavano a Civila-
e depose Enrico IV, e questi in un con- vecchia. A.rrogecbe io riproduca un bra-
ciI;abolo fece dichiarare decaduto s. Gre- no del dotto cardinal De Luca, Relatio
gfino VII e gli fece eleggere contro l'au- Jionianae Cuviacforeiisis^{\\i.i'j,[ì!iV. 2,
tipapa Clemente III; mentre Enrico V al- disc. 45: De Oratoribits Regum,et Pi in-

la sua volta fece antipapa Gregorio Vili, cipnni, ac Repuhlicaruin^ et Civitaluin.


Cdiilro Papa Gelasio II, il cui successore Inter illas,publicas,cL coiispicuas per-
Calisio II colla P^/rf conclusa con Enri- sonas, quae in Curia magnani faciunt
co V, chiamata Transazione Callistina e f/giiram, atcjue Mitgislratuiini speeiem
ì° Concordalo della s. Sede, teruiiuò la rcdolere videntur y cani ipsiits Carine
grave contesa. Dall'accennale turbolenze iìtagnodecore,ac majeslate. Merito ccn~
dunque, nate in tempo d'Enrico IV e so- scudi veidimt , Iniperatoris, et Reguni,
slenute pure dal figlio Enrico V, derivò aliorwnquc Principnm et Repuhlica- ,

il costume ne' sovrani e repubbliche di rum, ac aliquamniClvitatiiniOratores


mandare a Roma gli ambasciatori d'ub- apud Pontificem. Istique sunt duplici.<i
bidienza, de' quali scrisse una Disserta- generis , alii cnini extraordinarii <-//-
Cristiano Gotllieb Rudero, stampa-
::/o»<' cantar, qui mittuntur, ut Pontifici 110-
ta aJena nel ySy. Pertanto ad ogni nuo-
1 viter creato, ipsoruni Regum, et Priii-
\o Papa, sovrani, le re[)ubbliche, l'or-
i cipum, aut Repahlicaruni nomine, ohe-
dine Gerosolimitano, ed anco le città, in- dientiam praestent, illumque in B. de-
viavano a Roma ylinìia sciatori straordi- trisuccessorem,et Christi Vicariumre'
nari, diversi da quelli di ordinaria Resi- cognoscant. Alii vero ordinarli, qui a-
denza, che facevano l'Ingresso solenne pud ipsum Pontificem ejusque Curiam,
in Roma con magnifica Cavalcata, de- prò suorwnrespectiveRegtiniyWl Prin-
scrilta in questo e altri articoli; ed qua-
i cipum, aut Repuhlicarum ne.gotiis assi-
Il porta valisi poi con altro solenne Treno stunt, ut generaliter in Imperatoris, ac
i\\ palazzo apostolico per la formale e pub- Reguni, et Principuni, et Repuhlicarum
blica t'(.'.'V//rY7 in concistoro pubblico, pie- Curiis , iste promiscuus Oratorum u-
slando solennemente l'ubbidienza in no- sus liahetur. Differunt auteni, exlraor-
me de' medesimi sovrani e repubbliche, dinarii, ah ordinariis in aliquis prace-
con approprialo discorso, riconoscendo il minentiis , vel honorijicis tractatihus.
Papa qual Vicario di Cristo e capo visi- quihus primi, non autem alii potiuntar.
bile della Chiesa, e con baciare genufles- Tane circa rcccptionis vel audientiac
,

si alPapa il piede, e poi talvolta anche ynagnani solevmitatem,in puhlico Cow


la mano, venendo allora ammessi al dop- sistorio, praevia duplici solemni equi-
pio amplesso. Rilevai nel voi. LXXII, p. tatione, una scilicet in ingressa Urbis,
99,che gli oratori de'cantoui cattolici del- et altera prò admissione ad audien-
la Svizzera presso la s. Sede, non solo non tinnì cum occursu , et associatione re-
arringavano in pubblico, lieli' esibire la spective familiae Papac aliorumque ,

loro pronta ubbidienza, ma venivano praelatorum,etnohiliuni,)uxtaeaquae


manteiiuli in R.oma a spese della camera supra agendo de collegio Protonotario-
apostolica. pei' le ragioni ivi notate. WMae- rum, ac etiani infra agendo de hujus-
stro di casa de' ss. Palazzi apostolici, modi solemnibus equitationibits recen-
sìno a tutto il secolo passato, soleva pre- serunt. Tum ctiani, quod ex ipsorwn
seulare in nome del Papa donativi di co- Principwn diversa qualilate, vel praee-
\0L. T.xxxir. __^^^^ 2
i8 U B B UB B
minentia^in rlh'ersis Regiis, vel Ducali- tae Civitatcs nimium nohiles, et quali-
bus aulis recipiuntiir, atqiie ad Poiiti- ftcatae sint, atque aliquam considera-
Jìcìs mensam aclmittimtur, aliosque ho- hilem habeantditione, vel provinciam.
norijìcos tractatus reciphmt, nipote O- Attamen comparative, minores, vel par-
ratores magis soleinnes, ratione sole- vae dici possunt tam scilicetfacta com-
ninìoris 7icgotiì,quodperagiint.Jc etìaiii paratione populi, ac baroimm, magna-
quìa uhi de Vicpuhlìcaruni vel Ch'ita-
, tuin, et nohilium, ipsarum Civitntum re-
tum Oratorihus agi tur, ordina rii sunt spective, quam etiamfacta coìnparalio-
sirtgidares, nempe iiniis tantum, qui a- ne ditionis, vel provinciae, cuj'us respe-
piidPontificeni assisti. Extraordinario- ctii, vel de j'ure, vel de facto, ea sii me-
rum vero numerus est major, dum ad tropolitica et caput. Siquidempredic la-
UJiii'crsilalem denotaiidum, quatuores- rum civitatum, pì'0vincia,vel dictio re-
se solent. Ordinariorum vero honorifi- spective, longc niinor est, quam sit o-
ca tractamentavaria sunt, prò ipsoj-um mnitnn minor magisque exigua prò-
,

Principum diversa qualitate, ac majo- vincia, ex duodecim, ex quibus illud re-


ri, vel minori praeetninentia. Tarn cir- guuni constituitur. Et tamen istae Civi-
ca, modani fannlìariter aUoquendi in ta tes cum magno decore , quandani
,

aula Summorum Pontifìcum, sedendo Principum, vel Republicarum fgurant


super scahello,et capile cooperto ad in- faciendo, qualuor oratores obedienliac
star Cardinalium, vcl respective stan- novo Pontifici transmittnnt, atque or-
do capite discoopcrto. Quam circa a- dinarium fi xiun oratorem , apud enint
lia, quae'ad caeremoniarwn magistros retinent, qui ad audientiam Papae sta-
potius pertinent, atqueCuriam caere- tutis diebus, ad instar oratorum Princì-
monialem percutiunt. Ac etiam circa e- punì cum decenti tractatu, admiltuntur
xemptiones, et inimunìtales,quas de ju- (cum ea tamen dijTerentia, quaefacien-
re, vcl de facto ohtinent ex aliqua tale- da est inter subditos , et non subditos
rantia, ctquarum expressio solum inde temporales). Atque in dics , tractando
relationi congruit. Ad hunc autem ef- cum Cardinalibus, aliisque curiae ofjl-
fectum, alia hujusmodi distinctio ca- cialihus, privi legiorum,ac jurum prò-
di t, sive sint ordinarii, sive extraordi- priae vacant,et
civitatis conservationi
narii,intcr illos scillcet, lìeguni, et Pria- querelas, vel recursus opportune porri'
cìpum, ac Republicarum, in quihus re- glint adversiis gravamina quae reci-
cognilio, prò sola spirituali superiori- pian tur a Lega tis, aliisque qffìcialibus^
tate pontificia fiat, vel suhjcctio cadat, quibus non modicum fraemim id inferi.
ahsque acluali subj'ectione in tempora- Commcndatione vero dignu.<; e converso
lilmsjuxta distine tionein de qua supra non videtnr ille styliis Neapolilanae ci-
halietur agendo de Pondftcis potestà-
, vitatis, etsimilium, transmit tendi solum
te. Et Oratores Civita tum suhditarum ad proprium Principem, onilorem ex-
Papacin tcmporalihus. Utsum tam or- traordinarium,pro extraordinariis oc-
dinarii quam extraordinarii Oratores casionibus tiuerelarum et rccursuum,
,

Civita tum BononiaectF'errariae, quan- per quandam specieni odihilis ac non ,

tum nohilis et generosus stjdus, perpe- exisliinabilis accusatoris vel insiigato-


tua quidem commcndatione dignus est, ris, quam redolcrc videtur, idcoquc in-
adalicptain coiifusionem (ex zelo, et he- convenientibiis non occurrìtur.nt oppor-
ncvole/iliae motivo insi/niatam) nliqiui- tune occurreretiir,si fixus,etordinarius
rum. magnarum , et metropolilicaruni Orator in curia Rcgis teneretur, ncque
Civitntum sulidilaruni et praesertini
. ita Proregcs aliique magistratu-; cou'
Neapolilanae. Si quidcìu licct praefii- quercìuli occasiomni halxnnt, ei.iqìie
U B B tJBB 19
mftjusfracmmiiirfi'rreturAnA'i ilDeLucii ti e svariati pubblici omaggi di venera-
riporta altre inleiessanti nozioni sulle e- zione resi du'sovrani a'Papi); non che gli

senzionieallro rigiiairlante gli ambascia- ambasciatori de'duchi di Milano, <li Sa-


tori pressa la s. St^de. il p. l^lettenbeig par- voia, di Borgogna, di Bretagna e diFer-
lando dell'ubbidienza che prestavano al rara; de'marchesi di Mantova , Monfer-
Papa i Legali regi ne'pubblici concisto- rato e di Monte Beliti; e delle repubbli-
ri riferisce. Hahentiir deinde Coiisisto- che di Venezia, di Genova, di Firenze, di
ria pnhlica,riitnintrodiicitur noviis Le- Siena, di Lucca e della Svizzera. Riporta
gatiis^ aut Orntor alicnjiis Regis, ant inolile l'Amati chegli ambasciatori d'ub-
magni Prinripis ad ohedientiam Poii- bidienza ficevano due cavalcale, 1' una
praestnnda/n, alia^'e majoi-is mo-
ti/iri nella loro venula e ingresso in Roma, l'al-

menti negotia in Curia pertrnctanda. tra nella mattina che si recavano nel con-
adornatili' in gratin Legati bis sole- cistoro a renderla. Che ficevanola caval-
nini'! erpiitatio, citniiiinìirnni ingreditur cata gli ambasciatori di Bologna, sebbe-
solemniter lJrhem,et cuin ad Consisto- ne non aveano 1' udienza nel concistoro
riani admittitur. L'Amali nelle note al pubblico, come senza di questo la fecero
citato Sestini: Delli Concistori pubblici per l'assunzione al pontificato di Grego-
che si danno agli ambasciatori quando rio Xlll e Gregorio XIV (o meglio XV),
vanno udienza del Papa per ren-
ali' per congratularsi e rendergli ubbidien-
dergli solennemente V ubbidienza , di- za. Aggiunge che gli ambasciatori dell'or-
chiara quali l'aveano con precedente ca- dine Gerosolimitano o di B.odi, e poi det-
valcata. Narra che il ceremoniere Firma- to di 3Ialla, per molti anni fecero la ca-
no nel Diario deli Sya parlando della ,
valcala, sebbene non ebbero mai il con-
vennta io Roma degli ambasciatori di cistoro pubblico, ed invila a leggerei Dia-
Lorena pel nuovo Papa Gregorio Xlll, ri àe\ Burcardode'23 gennaio 485 1 e dei
dice che si accordava il concistoro pubbli- 4 marzoi494- P^ire trovo che più tardi
co a tutti gli ambasciatori di que'princi- gli fu concessa, poiché nell' Aggiunta al
pie repubbliche che non conoscevano su- n.^ySo del Diario di Roma del 1722 si

periore, vale adire ch'erano indipenden- legge la relazione dell'udienza data da In-
ti; tuttavia osservò che a suo tempo gli nocenzo Xlll nel concistoro semi-pubbli-
ambasciatori del duca di Ferrara, del du- co, all'ambasciatore straordinario della
ca di Mantova e del marchese di Mon- religione di Malta fr. Gio. Battista Spi-
ferrato, lo aveano (ma probabilmente se- nola, col discorso che pronunziò, e la ri-
mi-pubblico, poiché il pubblico spettava sposta fatta anome del Papa da mg.' Sca-
agli ambasciatori regi), sebbene ili. "era gliosiSegretario de' brevi a'principi. Di
feudatario del Papa, e gli altri erano feu- più leggo ne'n.i 2 16 e 2 25 de' Diari
1 i

datari dell'impero. Quegli ambasciatori di Roma del 1781 la Relazione del so-
cheioo anni addietro (l'opera si stampò lenne e pubblico ingresso in Roma , del
nel 634) godevano l'ammissione nel con-
1 bali fr. Teodoro Ermanno barone di
cistoro per rendere l'ubbidienza al Papa, Schade, già ambasciatore ordinario ge-
erano quelli dell'imperatore, del re dei rosolimitano presso la santa Sede, onde
romani, de're di Francia, di Spagna, di spiegare il carattere quale ambasciatore
Portogallo, d'iiighilteira, di Polonia, di straordinario d'ubbidienza del suo indi-
Ungheria, di Scozia, di Sicilia, di Napo- lo ordine militare al nuovo Papa Clemen-
li, d' Aragona e di Danimarca ( l'ordine te Xll,perdichiarargli l'immutabile som-
della precedenza Sovrani, tratto dal
d*i' ma venerazione dell'ordine per la s. Se-
ceremoniale di Giulio 11, lo riprodussi in de e [)el Vicario di Cripto. La descrizio-
quell'articolu, ove inoltre enumerai i uiol- ne della magnifica pompa della nume-
20 U B B UB B
rosn cavalcala, col solito intervento del co,ov era sedente il I^apain tronocircon-
J\faggiordoìno, Ah' Te scovi assistenti al dalo dal sagro collegio , dalla prelatura,
Soglio, ótProtonola/'i apostolici par- famiglia nobile e nobiltà roniana. L'auì-
tecipanti, Ae Famigliavi del Papa delle basciatore fece 3 genufl essioni, e baciò il

3 classi di cappellani comuni, cameric- piede a Clemente XII nell'atto di pre-


ri extra e scudierij *\q cavalleggieri, de- sentargli la lettera credenyiale del suo e-
gli svizzeri e dei mazzieri del Papa; ol- minenlissimo gran maestro dell'ordine e
ire i maestri delle ceremonie, le mule no- della s. Religione Gerosolimitana, pro-
bili de'cardinali, i loro gentiluomini a ca- nunziando (juel breve discorso riprodot-
vallo, eie loro mule ornate con finimen- to dal Diario, col quale dichiarò in no-
ti paonazzi e cavalcale da'jja lafrenieri coi me dell'uno e dell'alila l'omaggio della
cappelli cardinalizi pontificali rossi die- più sommessa filiale ubbidienza e insie-
tro le spalle pendenti, ed i gentiluomini me al tributo delle più ossequiose con-
degli altri ambasciatori, principi e nobil- gratulazioni per la sua gloriosa esaltazio-
tàromana a cavallo, quali ancora man-
i ne ai sommo pontificato. Il Papa dopo
darono le proprie mule pel corteggio. Co- averlo ascollato benignamente, diede la
me partì la cavalcata dalla l illa di Pa- lettera credenziale, scritta in italiano, a
pa Giulio III, del copioso numero dei mg."^ Majella segretario de'brevi a'prin-
componenti colle loro vesti e insegne, si- cipi, acciò la leggesse ad alta voce, come
no al palazzo dell'ordine in via Condot- fece, dopo essersi l'ambasciatore colloca-
ti, ove tuttora esiste il sagro convento col to inginocchioni con l'oratore cav. Bo-
ven. ball luogotenente dell'ordine (della naccorsi , quadratura dei
nel fine della
cui temporanea cliiesa conventuale in R.o- banchi de'cardinali. Questa lettera , che
ma parlai nel voi. LXXVIU, p. 67), in- come l'allocuzione e risposta che dirò si

cedentlo l'ambasciatore a cavallo con i- ponno leggere nel Diario, i\^\ gran mae-
splendido accompagnamento di sua cor- stro dello spedale e del s. Sepolcro di Ge-

te, di 5 commendatori, e di i 8 cavalieri rusalemnie fr. d. Antonio Manuel de Vil-


del proprio ordine. La Pielazione delle bena, contiene riverenti e caldissime gra-
formalità colie quali il medesimo barone lulazioni, proteste di ossequio, e che im-
di Scliade ambasciatore gerosolimitano pedito di esternarle colla sua voce, sup-
straordinario d' ubbidienza a Clemente plicava il Papa di accoglierle da quella del

Xll,con nobile treno di carrozze prece- bali deSchade, da lui e dal suo consiglio
duto dall'ombiellino e seguilo dalle mu- eletto ambasciatore straordinario ad u-
te de'cardinali, ambasciatori, prelatura e miliaile, ed insieme in suo nome e in quel-
nobiltà romana, coloro gentiluomini, a- lo dell* ordine di rendergli divolissima-
vendo invitalo peraccotnpagno nella sua menle la dovuta ubbidienza; e termina
liccbissima carrozza tirata da due bellis- con raccomandare di continuare a ri-
simi cavalli morelli con nobili finimenti guardare la sua persona e l'ordine eoa
e fioccbi d'oro, un arcivescovo, un ve- particolare bontà, e di degnarsi prestare
scovo e due protonolari apostolici dal , benigno orecchio alle ra[)presentanze che
suo palazzo si recò al concisloio semi pub- gli avanzerà rainbascialore,ed umilmen-

))lico nel palazzo apostolico Quirinale per te prostrato baciava al Papa i ss. piedi.
la piibldica pontificia udienza. Termina- Finita tale lettura, il cav. Bonaccorsi re-
tosi da Clemente XII il concistoro segre- citò un' allocuzione Ialina , dichiarando
to, I' aml)asciulore accompagnalo dalla l'inesprimibile gioia dell'ordine per l'as-
guardia svizzera e preceduto da'mazzie- sunzione alla cattedra apostolica di Cle-
ri pontificii, d.-i' maestri delle ceremonie mente XII, alla cui lutcla era commesso,
tu intiodolto nel coucisloi'o semi-pubbli e perciò raccomandarsi al pontificio pa-
U B e UDB 21

Irociaio e tlifesa del medesimo. Celebrò nunziala dal commendatore Altieri, e la


fasti immollali di sua famiglia Corsini, risposta di mg.' Luccbesini segretario dei
i

e disse conlidaie nelle sue palenie solle-


brevi a principi iunotne del Papa; il qua-
le poi nel 1747 accordò gli onori di am-
citudini uel pacificare principi cristiani, i

l'ordine nel prestargli ossequiosa ub- basciatore regio al Gerosolimitano, come


die
bidienza, si ollViva a sua disposizione in si ha dal n.''4^5o del Diario di Roma.
sangue de'ca vaJieri, cbe concistori ne'quali si riceveano gli am-
uno alla vita e al I

basciatori d'ubbidienza non tenevano


prostrati al bacio de'piedi si raccomanda-
si

in una medesima sala. Nel Palazzo apo-


vauo alla sua benigna benevolenza. Ri-
spose, parimenti in latino mg.' Majella, stolico Praticano, in cui le descrissi, nel-
la sala Regia si teneva il concistoro pel
con esternare il gradimento del l^apa pei
rassegnali omaggi di congratulazione, di ricevimento, oltre de'più polenti sovrani,

di vozione e di ubbidienza alla s. Sede; di- degli ambasciatori dell'imperatore e dei

chiarò elogi all'ordine benenieri lo del cri- re, eda Pio IV che l'abbelb, in poi, quel-
stianesimo.e promise curarne l'incremeu- lipure della repubblica di Venezia, co-
to e lo splendore, bidi l'ambascialore, sen- me notò Mucanzio nel Diario de 7 ot-
za replicare le genuflessioni, e solamen- tobre 1072; nella saia Ducale, si teneva

te salutando i cardinali sedenti lateral- il concistoro pel riceviuiento degli am-


mente trono e ribaciò il piede
tornò al
basciatori d'ubbidienza de'principi sovra-
,

al l^apa,supplicandolo di ammettervi pu- ni e de'duchi, che nel ceremoniale si chia-

6 coinuiendalori e 28 cavalieri del- mano duchi di maggior potenza, e tali


re i i

l'oidineche l'aveano accompagnalo, coi principi stessi, non che le repubbliche di


grado. Papa onorava gli ambascia-
suoi nobili famigliari, e prontamente fu tal Il

tori straordinari d'ubbidienza, con tener-


esaudito. Ritiratosi il l'apa nelle sue stan-
li una volta a mangiar seco; distinzione
ze, r ambasciatore complimentò tutti i

cardinali, e visitali i cardinali Corsini ni- che non rendeva agli altri ambasciatori
pote del Papa e Dancbieri segretario di ancorché straordinari, non solamente in
stalo, rimontato nella sua carrozza, col
Roma, ma neppure nelle villeggiature di
Frascati Castel Gandolfo ove erano
medesimo nobile treno si restituì al pa- ,

lazzo dell'ordine, ove trovò festevoli suo- trattenuti alla mensa del cardinal nipo-
Papa, nel recarsi a visitare questi,
ui di tamburi, trombe e timpani. Imban- te del

dito un sontuoso prauzo a 5o couvitali, come leggo nell'Amati annotatore erudi-


to del Solini. Anche nel Palazzo apo-
nel pomeriggio collo slesso treno e cor-
manina portò a visitar la stolico Quirinale vi è la sala Regia, e per
teggio della si

sala Ducale servì la sontuosa, che lunga


basilica Vaticana, facendo dispensare ab-
galleria separa dall'altra. In queste due
bondante limosina a'poveri; dopo di che
Sale eiruabuentesi ricevevano formalmea-
si condusse a visitare il cardinal Darberi-
te in conci-toru principi sovrani e gli am-
iii sotto-decano del sagro collegio, facen- 1

te le veci del decano; e ne'seguenti gior- basciatori d'ubbidienza, secondo le loro

ni proseguile altre v'zszte d'uso. 1 n.i 38 jò gradazioni. Della venuta in Roma de'^S'o-
e 386 I iìe Diari di Roma del 1742, ri- \-rani e Regine , come di altri Principi^

portano larelazionedella Cavalcata Clel- ne trattai in quegli articoli e ne'relativi,

ia Ambasciatore (al quale articolo la com- dicendo pure delle pompe del loro In-
pendiai) bali fr. Guerin de Tencin del ,
gresso solenne in Roma,àe\ ricevimen-
Papa sia nella stanza d' Udienza
solenne ingresso in Roma, d' ubbidienza to del

ordine Gerosolmilano a Denedetto (articolo che interamente si rannoda con


dell'

XI V; quella di sua andata in treno al con- questo per l'analoghe nozioni),sia nel C'o/z-
cistoro seiui-pubbiico, i'allucuzioue prò- cistoro soleuueiaeute, presti audosisem-
x% U B e UB B
pie al bacio del piede, ad onta che i Pa- perator sive Romanus, sive Constanti-
pi volessero impedirlo alzandoli e abbrac- nopolitanus graecorimi , uhi reduccrc'
ciandoli palernissimamenle,edel magni- tur ad obedienlianiy et unionem Roina-
fico ospizioloro dato dalla generosità pon- nae Ecclesiaej Rex insuper, aut Filius
tificia , e di loro ammissione ne' solenni Icgitimus Impera toris, Regina, Soror^
Pranzi. Il p. Ga\.i\co,Acta scicela Cae- ani Filia eorumdcm noviter veniunt ad
remonialia cxi'aiiis mss. Codicibus, ri- Curiam^ omnes Cardinales in Curia e-
ferisce a p. 91, parlando àt Rcx quibiis xisfentes dehent eis exire obviani extra
ohviatar ad Aulam Pontifìcìs vcnieiis. T Ulani ^di Papa Giulio III, e quanto al-
Item cimi Cardinales lcgatis,vcl Nnn- l'ingresso,, ricevimento e trattamento del-
tiis, vel qui diiUius abfuerunt, recedunf, la ceiebreCristiua regina di Svezia, aquc'
vel revertuntur ad Curianij \'el Impc- st'articoloampiamente ne ragionai, rice-
ratores, Rcges, velcorutn Filii vciiiiuit, vuta da Alessandro VII, che salutò e ve-
velreceduìUad Curiam Cardinalescon- nerò con 3 genuflessioni, gli baciò il pie-
siieverunt eos associare. Et sic cimi as- de e la Dìaiìo) per magfiu/n spatium, an-
sociant non consuevit esse Consistoriwn. tequani Ulani ingredianlur. Et ista sen
Curn vero assocìant venientes non est vantur solimwwdo in Principihus saecii-
Consistoriiun ah ncgandiun, sed orcli- larihus , qui sani in statibus , et digni^
nariwn ad ncgotianduni j sed receptis tatihua praenominatisj quia siessent al-
praedictis veiiicntihus in puhlico , quia teriiiscujuscumque, essentque aequalis,
in puhlico rccipi consua'crunt per Du- imo et majoris potentiae, aut generosi-
minuni Papani adpedeni, et osculimi ^
tatis, quani praedicti , aut quoniodoli-

quos vellet, et aliis ipsoruni familiari- het ab ipsis descenderent quantumeum^


bus ad pedcm et praelatis adpedcm,
, que propinque praemissa nullatenus
,

etosculuni, et aliis niajorihus ad pedcm, scrvarcntur. Indi si dice clie l' impera-
et osculimi, quos vclit Papani honorarc tore o il re è accompagnalo nel conci-
deipsa familia deinccps onines a Hi a
, storo in mezzo a tìue cardinali diaconi.
Consislorio excludiaitur reniaiieiitibus Ilem cimi appropinquabuntPapacprae-
solimi simiino Ponti/Ice Cardinalibus, scntiae, Cardinales ipsos coinilantes de-
et praedictis Imperatore , Regibus , et hent ire ad facienduni sihi reverentiani
cor imi Filiis per tnodicam Jiorani in a- solitam (a\ Papa sedente in trono), et
liqidbus aff'abilihus, etcurialibus collo- tane loco cor uni lolidcm de aliis dia--
catìonihus : qui post modum primo die conis antiquioribiis, vel eis deficientibus
praecedentc a praesenlia Papae asso- de prcshytcris juiìioribus post dietos
ciar i debenta duohiis diaconis Cardina- concomitantes modo simili assistere de-
libiis usque ad ostiumjvcl usqucquofa- beni, eosqiie coucomitari usque ad prae-
miliam haheant.El etiam qiuindoqiic in scntiam Papae j sed antequani ipsi ap-
primo advcntu usque ad domimi suani propinquct, dehent adminus una vice gè-
associantvcnientcni.Etrcgulai'i ter stan- mia flcctcìe siami iter proscquendoj et
te quandoquc in Consìstorio vel Cardi- Clini directe, et in cospectu Papae fuè-
nalcs venienti vel reeedunt, vel redeunt rint genii/lexi, dehent primo pcdem, se-

praedicti Imperatores, vel Regesy asso- cundo manimi, et tertio os oscidari. Quo
ciaridebcnt a duohiis diaconisCardina- facto dehent perdiclos Cardinales ipso
libiis usque ad ostiimi canicrac, vel us- concomilanlcs Icvari, et duci ad locuin
que ad (ìuandoque etiam ob.sci-
siios. scdium pcrtincnlcììi ab ipsos. Quofacto
non sacpc veniant Filii Im-
valiirj sed. vcnient ad Papae revercntiain ipsoriini
peratorum, vii lìcgum. iodi a p. 25(» ri- Sodi, et Familiarcs , qui ad cani ve-
porta, Sciendtmi est, quod qiioties Ini' nire volucrint, ordine suo, quos etiuin
U B D U B D 23
Papa mìniim lionoii-
recipict magis, vcl il loro carattere, presentare le credenria-
fice, secwidum quod ipsorum qualitas li , ec. Quanto alle città e luoghi dello
rcquiret^ quia aliquos adpedem^ et ina- stalo Pontificio ,
pochi altualmenle in-
ìium, et osj aliquos ad pcdem, et ma- viano a Roma speciali deputazioni , ma
numj aliquos tantum ad pedeni, ci hoc ne incaricano alcuno de'Ioro n(jbili o pri-
totum stahit in disposilione, et arbitrio mari cittadini, massime ecclesiastici e pre-
siiis. Indi traila dell'ordine di sedere in dimoranti in Roma, perl'omaggio di
lati

Concistoro e nelle Cappelle degl'i ni pe- ubbidienza e di sudditanza al Papa So-


lalorie delle iinperalrici, dei re, delle re- vrano.
gine e de'principi reali. In soslanza, se- Ecco poi alcuni altri esempi degli an-
condo il codice del Gallico, nel concislo- tichi ambasciatori d' ubbidienza, spediti
ro r io)peralore e il re doveano sedere dci'monarchi a' novelli Pontefici. Prima
in sedia al dcsUo lalo del Papa in ca- , debbo notare che Nicolò V concluse
,

thedra sine .scalcilo (e ne' ponliflcali e il celebre Concordato Germanico nel ,

allre funzioni sagie, calhcdrani non de- quale tra le alti e cose fu statuito di esclu-

hct esse ibi parata sed tantum super- , dersi le Preci Primarie , cioè l'indulto
p.nnilur uiius cus.siiaisjj i figli e fiatelli agl'imperatori di poter conferirele digni-
de' re dovefino sedere Ira'due primi car- tà ecclesiastiche, vacanti lui. volta dopo
dinali vescovi; se i re o altri sovrani non la loro elezione, previa la petizione al Pa-
erano di gran potenza, sedevano lia'due pa per tale indulto. Nondimeno recatosi
primi cardinali diaconi, ovvero tali re in Federico IH a ricevere la corona impe-
cathedra apposita in sinistraparte Pa- riale da Nicolò V, da questi ottenne poi
pae: le imperatrici e le regine non sede- nel 1454 con deroga al concordalo, il ri-

vano in sedia, ma Ira'due primi cardina- stabilimento dell'indulto delle P/'etzP/v'


li vescovi; le loro sorelle o figlie, secondo /?2rt/ve, colla condizione di non accordar-
la gradazione de' padri loro. In cappella si se non dopo aver l'imperatore per mez-
poi re sedevano in sedia nuda o con cu-
i zo d'un istraordinario ambasciatore reso
scino, a destra del Papa presso cardina- i ubbidienza alla s. Sede. Questa dipoi re-
li vescovi, ovvero traessi, e peli."ricevea se in Roma anche al successore Calisto
lapace dal cardinale che la prendeva dal III, a mezzo dell'ambasciatore Piccolo-
Papa. 11 ceremoniale sul sedere in conci- mini, poscia Pio II, che pronunziò l'ora-
storo e in cappella fu vario, e lo notai ai zione ubbidieiiziale con magniloquenza.
luoghi loro. Inoltre in molti articoli par- Nel 14^8 eletto Papa Pio li, recandosi
lai degli ambasciatori d'ubbidienza invia- esso al congresso di Mantova per con-
ti in Roma pel nuovo Papa da' sovrani certare la guerra sagra contro la Tur-
e dalle repubbliche, dalie città e luoghi chia, fermandosi alquanto in Siena, nar-
del principato temporale della s. Sede, e ra l'annalista Rmaldi, ivi giunsero gli am-
da' feudatari della medesima. Ora ordi- basciatori dell'imperatore Federico IH,
nariamente suppliscono gli ambasciatori del redi Castiglia Enrico IV, del re d'Un-
spedili al Conclave, nel quale articolo ne gheria Mattia, del re di Portogallo Al
descrissi ilcome eseguiscono la
treno e funso V,del redi Boemia Giorgio, del du-
loro diplomatica missione. Quanto a quei ca diBorgogna Filippo, del duca d'Au-
principi che non mandano inPioma ap- stria del marchese di Brande-
Alberto ,

positi ambasciatoti o ministri, deputano burgo Alberino Federico H. per adorare


con nuove credenziali loro preesistenti i e rendere ubbidienza, secondo l'antico co
di Residenza, i quali si portano forraal- slume, al Vicario di Cristo. Però Tamba-
menle &\\' Udienza del Papa, poi a quel- scialore dell'imperatore Burcardo W^eis-
la del Segretario di stato, por spiegare briucb ,
poi cardinale, cou due suoi col-
24 LCD U B V,

leghi prima rimasero alquanto in Firen- li reali, rispose il Papa, ch'egli avrebbe
ze, dolenti perchè il Piipa avea ricono- conseguito il suo intento, se avesse eslir-
sciulo Mattia per re d'Ungheria, e the i p;ilo in Boemia l'eresia, e glielo dichiarò
suoi ambasciatori avessero ricevuto gli o- anco in iscritto. E siccome Procopio non
nori propri degli ambasciatori regi. Pio avea ricevuto rendevano
gli onori che si

Il venuto di ciò in cognizione, disse ingiu- agli con allr.a


ambasciatori regi, Pio II

ste tali lamenlanze, perchè era costume lettera dimostrò come non conveniva ,

della s. Sede di appellare re chi teneva d'esser accolto quale ambasciatore reale,
il rigno di fatto, e perciò il predecessore chi non confessava in pubblico d' esser
Calisto 111 l'avea chiamato re. Soddisfat- mand;ito dal re alla s. Sede a prestai le
ti! Weisbriach di queste s[)iega7.ioni, in no- ubbidienza. Ne! medesimo secolo, in mez-
me dell'imperatore Federico 111 gli pre- zo al furore delle fazioni, che agitavano
stò pubblica ubbidienza nella chiesa del- diverse regioni, in mezzo alla rusticità e

la ]M;ulonna. Indi Fio li scrisse a Fede- crudezza de'c<)Slumi,che lottavano col ri-

)ico 111, egli portò le ragioni perchè a- sorgimento delle arti e delle scienze, pe-
vea an>messi all' ubbidienza gli amba- rò popoli erano pieni di fede, fiorivano
i

sciatoli del re d'Ungheria. 11 redi Boe- virtìi grandi sapienza e magnanimità.


,

uiia Giorgio contaminato dell'eresia de- Tutti» l'Europa era cattolica, tranne gli
gli ussiti, avendo molti baioni contrari, eretici Ussiti, e tanta era la riverenza in
diversi ne guadagnò mostrandosi pio, an- che si avea la Chiesa cattolica, la s. Sede
che per avere segretamente reso ubbi- e la persona de' successori di s. Pietro,
dienza a Calisto 111. Sperando altri van- che ad ogni nuova elezione di Papa lutto
taggi, spedì una simile and)asceria a Pio il ujoiulo era in movinieuto per onorar-
II. Ciò egli fece per consìglio degli elet- lo e professargli sommissione e ulibitlieu-

tori dell'impero Lodovico duca di Jjavie- za. Alloia dir Papa, e dire il Vice Dio in
la. Federico duca di Sassonia, e Alberto terra esprimeva lo stesso, e tanto era pro-
o FY'deiico II marchese di Brandeburgo, fonilo e sincero l'ossequio che gli si pre-
i quali in un parlamento fatto in Egra, stava dalle umane podestà, che il Papa
lo persuasero come il suo regno si sareb- era tenuto in conto di padre universale
be stabilito, se l'avesse fondato nella re- di tutta la cristianità, pendendo da'ceii-
ligione cattolica, ed egli (osse stato ubbi- ni della Sede apostolica monarchi più i

diente alla Sede apostolica. Capo dell'am- sublimi e potenti, che lo facevano arbitro
basceria di Giorgio fu Procopio proto- di loro più gravi dilleieuze. Ma nel seco-
iiotariodi Boemia, il quale rifiutò di pro- lo seguente Lutero , Calvino e altri cre-

mettere la fede e far la riveienza per par- siarchi, appropriatisi gli eirori de' // /c/t'-
te del suo re al novello Pontefice pubbli- fìsli e di altri empi eretici, con quelli e-
camente, all'ubato modo degli anibascia- gualmenle perniciosi che vi aggiunsero,
lori d'ubbidienza. L'eseguì bensì nel con- formarono un erroneo falso sistema reli-
cistoro segreto ,
per non concitare con- gioso che prelesero onorar del nome di
ilo Giorgio gli ussiti. Egli fu ricevuto con riforma, ponendo fitalmenle a soqquadro
molla benignità, e domandiiudo il salva- il cristianesimo, e riempiendolo di lutl)0-

condotto jte' boemi ch'erano per recarsi lenze, di disordini e di confusione, con di-
al Miletinc parlamento di Mantova Pio , screditare con riprovevoli calunnie la sau-
Il glielo diede;. ma non nominò pubbli- lissima dignità papale. Nel i 484 '^PP''"*
camente Giorgio redi Boemia, perchè non eletto Iimocenzo Vili si recarono in Ro-
avea prestjilo l'ubbiilieiiza in pubblico; e ma a venerarlo gli ambasciatori d'ubbi-
domaudando Proco[)io, che co^a dovesse dienza dell' imperatole Federic<j III, di

l.ir Giorgio per avere palcsciucnlc i lito- Fcrdiuaudu V re di Spagna, Giuvauni 11


u n D U lì B ij
redi Poi Icgallo, Carlo Vili re di Fiancia, sciatore francese ne fece rogare pubblico
Mi.ciinlo 111 re il'lnniliillei in, Madia re islromenlo. ludi a'aS ottobre entrarono
(IL iii;!if ri», Ladislao li redi D(ieinia,Ca- in Roma con grandissimo onore 4 amba-
siiipiio IV re di Polonia, Steiioii I aiii- sciatori di Francia d'ubbidienza, de'prin-
II) ini M latore di Svezia, Giovanni redi Da- cipali di quella corte, ed a'aG ebbero con-
iiiiiwiioa, delle cillà libere, de'principali cistoro pubblico e baciarono i piedi, le
ei:cl«^^ia.sli<M e secolari di Geroiauia, delle mani e il voltodi Giulio 11 a nome di Sua
ri'|)Mbl)licliee de'princij/i italiani. Andja- Maestà Crisliaaissima. A'i4 dello stesso
sc.iiitori tulli d' ubbidienza, clie decoio- ottobre vennero in Roma 8 audjasciato-
s.iiìienle con i>[)lendida magnilìcenza Ci- ri della serenissima repubblica di Vene-
g'iiavano nella metropoli del cristiane- zia e del doge Leonardo Loredano, ed eb-
simo. Pubblicala il i." novembre i5o3 bero udienza dal Papa nella 3." sala, pre-
r ilezione di (iiulio 11, lacconla il con- standogli ubbidienza. Similmente il i."

ttiDporaneo scrillore de' Coiichn'i de. giugno entrarono inRoma 3 ambasciatori


lioiiianì PonUjici, e già ne feci parola di Emanuele re di Portogallo (due dice
nel voi. XV, p. igj, e qui meglio dirò, il portoghese Novaes, e furono Jacopo de
che a' 2g entrarono in l\oma due ora- Sousa vescovo di Silves e Jacopo Paceo-
lori di Ercole I duca di Ferrara, e nel co insigne giureconsulto), e nel cavalca-
cijinistoro pubblico dell' ii dicembre, re per la città, nacque una gran contesa
nella piccola cappella piestarono secondo tra l'ambasciatore di Francia e quello di
il solito solenne ubbidienza al Papa. la Spagna, poiché d. Francesco Royis, im-
due giorni diversi del gennaio i 5o4, gli portunissimo spagnuolo, voleva cavalca-
«mbasciatoii di Siena e di Firenze pre- re coll'arcivescovo Todense, per non ce-
starono separatamente ubbidienza per le dere al vescovo di Rennes amb, lisciatore
loro lepubbliche a Giulio II nel conci- del re di Francia, e vennero a tali estre-
storo segreto. Nella i .^domenica di qua- mi, che si percossero l'un l'altro co'cap-
resima fecero l'ingresso in Roma due am- pelli. Il maestro di ceiemonie scrittore
basciatori della repubblica di Genova^do- della predente narrazione, pare il famoso
n. inala allora ila Francia, per lendere la Rurcardo, s'intromise mollo fra di loro
ciiiisueta ubbidienza al nuovo Pontefice. per pacificarli, durò fatica a metterli d'ac-
A' 19, di maggio entrarono in Pioma per cordo, e finalmente si quietarono al suo
1;> porta di CeU edere 3 oratori d'Enrico giudizio : Che il vescovo Xebridieose ca-
\ 111 re d'Inghilterra, ed a'20 preslaro- valcasse col Trabolense, prelato pal.itiuo,
lu) idjbidieuza al Papa nt Ila 3." sala, e pre- e perchè fosse il
1. "l'ambasciatore di Por-
sentarono le lettere credenziali del loro togallo, e dopo questi vescovi, che rispel-
re, nelle quali di sopra era scritto : Hcii- lo alla dignità il vescovo Arilonense an-
rico per la grazia di Dio re d' Inghilter- dasse in mezzo, tra l'ainbusciatore di Spa-
ra e di Francia, e duca (V [herida. Mg." gna ,
che tenesse la mano dritta, e quello
Boberlo vescovo di Rennes, ambasciatore di Francia la mano mauca. Li predetti
del re di Friuicia, buttatosi ingiiioccliioni air<basciatori pieslarouo 1' ubbidienza a
avanti Sua Santità, la pregò islaiilemen- Giulio il nella sala regia. A vendo Euri-
te a non permettere che gli oratori in- co Vili re d'Inghilterra apostatalo dal
glesi prestassero ubbidienza alla Santità catlolicisiuo, sottrasse 1! regno dall'ubbi-
Sua con titolo del suo re Luigi XII, la dieiiza della s. Sede, ed il figlio Edoardo
quiile grazi. egli ottenne da Giulio
i 11. On- VI continnòiiel lagi imevolescisma.INbjr-
de gli ambasciatori inglesi prestarono ub- to neli5ji3, gli successe la Sorella Maria
bidienza semplicemenle a nome del re che avea conservata l'osservanza della fe-
d'Uighillerrae duca d'iberuia, e l'uinbu- de ijullolica, Perciò Paj^a Giuho ili udo^
26 U B D U B B
però tulio il suo 7.elo, acciocché l'illustre Irò gì' iniiuensi benefizi tJalla nietiesima
regno, abbaiulonalo lo scisma e l'eresia, si con parole unìilissiine olTriro-
ricevuti, e
liunisse nuovamente aHobbiclienza della no ubbidienza perfetta, e domandarono
cliiesa romana. Mentre il Papa attendeva perdono, l'assoluzione dalle censure e la
una solenne ambasceiia destinata dalla benedizione apostolica . Alle quali cose il

pia regina a consolidare ne'suui dorninii dotto ed eloquente Paolo IV rispose con
ii rÌNtabilimentudella veia religione, e per meravigliosa facondia in latino, piena-
rendere in llonia al legillnno Capo del- niente esaudendoli, e incurvandosi in al-

la Chiesa quella divola e intera ubbidien- to di padre timoroso gli alzò da terra, co-
za die si deve da lutti i cristiani, di cui mese alzasse in quel punto il regno d'In-
è padre comune e pastore universale, uio- ghiiterrada un abisso di mali, onde moi-
ri nel 1 555. Sublimato al Irono pontifi- te lagrime si sparsero dai circostanti,
cale Paolo IV a'i'ò niaggio, nel medesi- Quindi tenne solenne cappella^ ove il Pa-
ino giorno entrarono in iloma 3 amba- j;a nella messa per ribenedire quel regno

sciatori inglesi d'ubbidienza con 200 per- recitò una nuo^acolleltada se composta,
sone di seguilo, onde il Papa pensò subi- terminando colle [Mìioìe et merito et lui'
to al modo proprio di farli ricevere, an- mci-o populus tibi scn'ìens aiigentur. Il

zi volle onorarli con pompa straordina- Papa bensì volle la restituzione de' beni
ria, e perchè amuiirasseio la maestà pon- ecclesiastici, la ripristinazione del Dcna-
tifìcia, li fece incontrai e s|)lendidainente. ro di s. Pietro, e trattò del resto gliam-
Avendo la regina Maria col suo marito basciatori con ogni maniera di finezze e
Fili[)po 11 re di Spagna piegato il Papa di distinzioni. Tanto ricavo dalla Storia
ad erigere in regno l'Ibernia o Irlanday di Paolo IF ^ di Broinalo ossia il p. Car-
die re d'Inghilterra aveano acquistato
i rara. Il p. Bonannì, Numismata Poiiti-
per opera della s. Sede, ed lintico Vili ficuiiì, liporta e illustra la medaglia co-
e Edoardo VI senza licenza di essa ne a- niata per celebrare l'avvenimento, espri-
veano preso il titolo regio, Paolo IV l'è- niente il Papa sedente in trono nell'atto
sandì erigendo col diplotua lilius per di benedire gli oratori genuflessi al bacio
(jiieni Ecgcs rcgnaiit, l'Irlanda in regno, del piede, col motto: ILicresi Rcstincta.
senza pregiudizio di qualsiasi ragione del- Dopo la famosa guerra della Campagna

la Sed(^ apostolica. Gli ambasciatori d'ub- romana, sostenuta da Paolo IV contro Fi-
bidienza,clieaveano temporeggiato a ren- lippo II redi Spagna, e combattuta dal
derla, per nominare i lorojiiincipi sovra- feroce duca d'Alba viceré di Napoli, che
Ili giugno
d'Inghilterra e d'Irlanda, a'2 I descrissi nel voi. LXV, p. 234, fatta la pa-
pubblicamente reirelliiaiono nella sala ce, l'altiero capitano fu ricevuto in pub-
regia del Vaticano, dove co'caidinali e- blica Udienza alla presenza di 20 cardi-
rasi radunata multitudine di nobili e cit- nali, si prostrò a'i)iedi di Paolo IV, li ba-
tadini, per vedere l'inclita nazione torna- ciò e riprovando gli oirori commessi nel-
re alla pontificia ubbidienza dopo2oan- la guerra, fu ammesso all'amplesso dai
ni di funesta separazioneeorribilescisma, cardinali, e ricevè poi dal Pap.i molle o-
CoDipariiono 3 oratori innanzi algra-
i norificenze. L'7///^x'/y?/o/y" appena dello
AC Puulefice, sfavillante di sorprendente inviava in Roma pel Papa la letlera de-
dignilosa miiestà , ed inginocchiali a' di gli elettori dell'impero colla pai tecipazio-
lui piedi, confessarono con solenne abiu- nedella seguila elezione, ed un ambascia-
la in nome
reame d'Inghilterra, lui-
del tore per olteiieiela conférma dell' im-
ti ad uno ad uno gli errori e orrori coni- perlai digniiìi , non che prestargli ubbi-
tnessi contro In s. Sede nel deplorando dienza, ed in s'uo nome faregimamen-il

periodo, detestai ono ringralitudiue cou- lo di fedeltà alla Chiesa romana e al l'a-
U B B UB B 27
na; il che ad esempio tli Massimiliano II poterò de'ss. Pietro e Paolo. Nella Villa
suo patii e non avendo nel 576 eseguito
1 di Papa Giulio III gli ambasciatori rice-
Rodolfo 11, il Papa Gregorio Xlll gli ri- verono lesolite discorse gratulazioni,e col-

cordò l'obbligo d'inviare d suo ambascia- la consueta riferita pompa fecero a ca-
tore a Pioma per icon(jscere la s. Sede, e
1 vallo il loro solenneingresso in Roma, in-
prestarle la d(;bila idjbidienza e sogge- cedendo in mezzo di arcivescovi e vesco-
zione con orazione ubbidienziale. Uodol- vi. Tulle le strade di Roma si videro or-

fo li a tale edelto vi manilò l'ambascia- nate a festa, e tutta quanta giubilante la


tore Zenner, ma Gregorio
Xlll avendo popolazione, pel singolare avvenimento
saputo che nell'orazione iibbidienziale a- che tanto onore faceva alla venerazione,
Vea mutalo il consueto vocabolo ubìd- maestà e decoro della s. Sede. A Castel s.
dicnztìy in quello d'os.'ieatuo, ne fece re- Angelo furono salutati da replicate salve
clami a Rodolfo II, il quale si contentò di cannoni e moschetti. Nella sala regia
d'essere chiamalo nell' orazione, Figlio del Valicano, stipala dal fiore della pre-
ubbidientissimo di Sua Santità. Gregorio latura e nobiltà ron)ana , in concistoro
XIII inoltre aniinise con molta benigni- pubblico e alla presenza del sagro colle-
tà l'ambasciatore Le Gardie, da Giovan- gio, Gregorio XIH commosso teneramen-
ni Ili re di S\'eziii mandato a Ron)a, per te li ricevette da padre uni versa le.G li am-
trattare il ristabilimento del callolicìsmo basciatori colle lettere regie credeitziali in
nel regno. Quantunque fu ricevuto in mano, si recarono con gran riverenza al
concistoro pubblico, l'ubbiilienza consue- pontificio Irono, e baciati divulamente i
ta la rese nellacamera del Papa e con sagli piedi al Papa, questi benignamen-
gran sommissione alla presenza di molli te s inchinò ad cdjbracciarli ad uno ad imo
cardinali. Coronò il termine del glorioso due volle colla faccia rigala di lagrime
ponlilicato di Gregorio Xlll l'ambasce- d' amore. R^esa l'adorazione, gli amba-
ria d'ubbidienza di 3 re del Giappone, scialori per inlerpiele dichiararono esse-
in conseguenza delle j\Jissioiii poiilifìcìe re oggetto di loro venula, rolTriigliiii no-
de'gestiìtì, eseguita da 3 principi di san- me de'propri re, vera, perpetua e fede-
gue reale dopo 3 anni e 32 giorni di viag- le ubbidienza, cornea Vicario iinn)edia-
gio e di 21,000 miglia, per quanto rilè- lo di Cristo ed a supremo Pastore di tut-
risce il p. iMaffei negli Annali di Grego- ta la s. Chiesa cattolica. Alche avendo il

rio XIII, perciò fu la più remola delle Papa risposto con gravi e amorevoli pa-
giunte in Roma; imperocché se nell'im- rolejiicevèquindi le regie credenziali, che
pero d'Augusto vi pervennero gl'inviati ad alta voce e tradotte in italiano lesse
dell'Indie orientali per istabilire con esso mg/ Boccapaduli segretario de' brevi ai
amicizia, i giapponesi sono di regione as- principi. Dopo di che, il p. Gonsalvo ge-
sai pili lontana. Il Papali fece incontra- suita salilo sul pulpito, in nome degli aia-
re e onorare sino dal confine della pro- bascialori giapponesi pronunziò una elo-
vincia di Viterbo, siccome provenientida quente orazione latina ubbidienzale; cui
Toscana e sbarcali iu Livorno, e poi an- rispose nel pontificio nome mg.' Bocca-
che da due compagnie della pontificia paduli, dicendo che Gregorio Xlll e car- i

guardia de' cavalleggieri. Alloggiali no- dinali volonlieri abbracciavano le dichia-


bilmente nella casa del Gesù dal p. Aqua- rale regie proteste di fede, ubbidienza e
viva preposito generale della benemeri- divola volontà, desiderando che a loro c-

ta società omonima; non è a dire quan- sempio altri principi e le, lasciata l'ido-
ta fu la consolazione e la gioia del Papa latria,conoscano Dio vero e Gesù Cristo
e degli ambasciatosi, pel sospirato arri- mandalo da ini, che tu ciò consìste la vi-
vo nel centro del callolicìsmo, a ugustoi-S'e- ta eterna. Le lettere, l'oraz-ione, lu rispo-
aS U 15 B U B B
sta si ponno leggere nel p. MalTei. Piiba- m(i del 1738, e pel cardinal Orsini nei
ciali dagli ambasciatori i poiinncii piedi, u.' 6642 e 664^1 de\Diario di Roma del

visitala la tomba de'Pi inuipi degli Apo- I 760), i cardinali non poterono uè pon-
stoli, fuiooo dal Papa trattati di magni- no tare in Roma
da ambasciatore d'alcun
fico ospizio nel Valicano, e ricevuti iu do- sovrano o repubblica, ma soltanto da mi-
mestica udienza, fece da iiiteiprele lo stes- nistri diplomatici o da Protcttoi'i d'im-

so p. Madei. Morto poco dopo Gregorio peri, regni e nazioni, come dichiarai iti

Xill, il degno successore Sisto V gareg- tale articolo e altrove; avendo pure av-
giò col predecessore nell'ouorare tali uo- vertito, che se chiamai talvolta col tito-
bilissitni ainbascialori,di che e di loro par- lo d' ambasciatori alcuni cardinali, ciò
lenza parlai in pi il luoghi. Nel iGoSPao- fu soltanto per seguire il iVovaes, ma
lo V
provò grande consola/ione, per la n(jn doversi loro tale titolo, e solamen-
venuta in iluuia di Carlo Gonzaga duca te quello di ministri. Aggiungerò che il
di Nevers, spedito dal re di Francia En- Cohellio, Notiiia CardiiialatusCardì- :.

rico IV il G/v/n<^Zt% con titolo d'aiubascia- nalus iwiìdue alicujas Principis laici
lore per rendergli ubbidienza , e conte- LegaUoiif. perfungi non debent, riferisce
stargli riverenza edosseciuiojCome in pub- a p. 171: Quid auleni si Cardinalis a
blico concistoro eseguì. Aedo stesso tcai- Principe Luco rcquiratur, ut Legalio'
po giunse iu Roma d. Antonio marche- ncììi suo nomine ad alium Principcm,

se di Funesta moro, (|ual oratore del re edam Romanwn Pond/icem snscipiant,


di Congo o Bassa Guinea nella costa d A- numcpdd agerc, illaq ;fungi debeatPne-
fiica, per mezzo del quale il re d. Alva- gad\,x respondeasj ita eniin prudentis-
ro volle con particolar maniera dimo- deEstouteuilCar'
sinius {'irCuglielinus
strarsi nuovo Ijglio liveieule del Vicario a Carolo T II
dinalis Rollioiiiagensis
di Cristo e prestargli ubbidienza. Di que- Francoruni rege rogatus^ut unain cuiii
sl'ambasciatore ragionai altrove, cornea alus,quos Romani miltebat, Legatus ire
Udienza, dicendo della medaglia monu- non gravaretur, respoiidit, nec debere,
ujenlale perciò coniata, pe'missiouari in- nec solitum esse Cardinalem, nisi prò
viati da Paolo V iu delta regione, e pel Romano PoiUifice, Legadone accipere.
nionumeuto sepolcraleereltogli nella ba- Fcderieus III (pioque Roma/ioi-uni Ini-
silica Libeiiana, essendo morto in Uoma. pcrator petens aNicolao[ò\ Cusa) Car-
JN'el 1 74'2 eletto imperatore Carlo VII, no- di ualiss. Petriad T incula in Germa-
nnnòambascialore straordinario per ren- nia tane agente, ut Legatus suus eonven-
dere ubbidienza a Beucdello X.1 V il car- tu; lùitisponensi iiiteresset, ob causani

dinal Borghese, ciò che eseguì solenne- fidei indicto, respondit Cardinalis, id
inente, e lece cjiiiudila sup()lica dellePre- sibi, nisi concedere Pontifex, nullo /no-

ci Priiìiaric. Tranne queste ambascerie do licere j nec antea Imperatori assew


straordinarie per l'ubbidienza da render- sii, quam scriptum esset Nicolao et V
si alias. Sede, o per la presentazione del concessio impetrata, ut Cardinalis Pa-
TribiUo della CluiiCti,^ per l'in vestitura pic/isis (Aiumanuali) tcstatur in episto-
del regno delle due ly/t/Z/c, la (|uale tal- la 48 apologetica apud Cardìnales dì-
volta hi prese nel concistoro pubblico tnisso consi.stoi'io contea Joannem Car-
anche ah.uu cardinal deputalo procura- dinalem Attrebatensem (GeoIlVoy) vi-
tore, mediante omaggio e giuraineulo, denda. Dirò per ultimo, che il n. 198 del
bacio del piede e della mano del Papa, Diario di Roma de' 24 novembre i8oa
il quale l'ammetteva al duplice amples- ripoil.i. Avendo Papa Pio VII dispen-
so (come si può vedere pel caidinal A- sato did pubblico ingresso il conte de Sou-
qua\iva uel u." 324'nlel Diario di Ro- lix e IJulbleiu aiubuscialoie slruuidiuaiiu
U V, n 29
tli Malia I regina di Portogillo alla s. Sc- cavallerizzo in abito di gala sopra un ca-
ile, ed accordalo al medesimo di porlaisi vallo vngaitienle guarnito con fantini ai
domenica mallina 21 del coiiente alln lati. Venivano poi altre 4 'carrozze, nella

sua 1/ udienza, l'ambasciatore ne fece i."" delle quali eranvi mg."^ IVadiiii ,d. Gi-
precorrere gl'inviti a' cardinali, al corpo rolamo de Souza Hol-
Altieri, d. Pietro
diplomatico, prelati, principi e altra no- stein consigliered'ambascata (figlio del-
biltà, ad effetto di mandare le carrozze coi l'ambasciatore e poi duca di Palmella) e
loro gentiluomini pel nobile corteggio, Giuseppe Sutterman maestro di came-
come segm verso le ore i 5, clie in buon ra, ludi incedeva la carrozza del genero
numero si portarono al palazzo dell'am- dell' ambasciatore conte d' .Alva in uni-
basciatore incontro la chiesa di S.Loren- forme e proprie livree,avendo seco d. Raf-
zo in Pane e Perna,dove furono dall'am- faele Guarneira incaricato d'alfari di Por-
basciatore falli servire di squisiti rinfre- togallo presso il redi Sardegna. Dopo di

schi. In quell'occasione l'ambasciatore questa veniva altra carrozza ov'erano i

d'ordine della regina insigiù dell' ordine cavalieri Alvarez, Pappiani e de Rossi, e
di Cristo Domenico Pappiani console e Gioacchino Saverio («omez segretario,
agente regio, e della croce dell'ordine di INcll'altre carrozze dell' ambasciatore a-

s. Giacomo della Spada Gherardo deUos- \eano preso lungo nobili addetti allacoio-
i

si direltore dell'accademia di Portogallo iia di Portogallo, sacerdoti superiori della


i

in Roma. Il lutto disposto, all'ore 16 1/2 regia chiesa di s. Antonio de'portoghesi,


l'ambasciatore s'incamminò veiso il pa- e la famiglia nobile dell'ambasciatore me-
lazzo Quirinale col seguente ordine.Pre- desimo. Con (presto nobilissimo treno «
cedeva uno staffiere di vanguaidia,quindi accompagnamento, e sempre in mezzo a
l'altro che pollava l'ombrellino con fioc- mia folla di popolo, giunse al palazzo a-
chi d'oro avanti la vaga berlina di van- poslolico Quirinale, ove colle consuete
guardia ov'era il gran cuscino (colle cre- formalità fu licevuto dalla famiglia no-
denziali). Indila staffieri con ricca livrea bile pontificia, e quindi fu inlrodollnda
di panno verde e can)icioIa di scarlallo i]ue maestri delle ceremonie pontificie
rosso guarniti con gallone d'argento, e all'udienza del Papa. Dopo aver baciato
cappello pure gallonato d' arg«rito con il piede e la mano, e di essere sfato am-
peiinacchiera bianca. Succedeva a questa messo all'amplesso, cominciò genuflesso
lina bellissima slufa vagamente ornala il suo complimento presen'ando aPioVII

con metalli dorati e ricca doratura, dove le lettere credenziali del serenissimo reg-
avea preso luogo l'ambasciatore in gran- gente Giovanni VI figlio della regina. Il

de iitiiforme di comandante delle guar- l'apa fece cenno airand)ascialore che si

die del corpo della regina ed insignilodei alzasse e sedesse. Prosegiù il suo discorso
suoi ordini, con in carrozza i prelaliSer- esponendo la causa flella straordinaria
lupi, Frosini e Pereira, ed a'Iati di
que- nnibasciata diretta a felicitare il santoPa-
sta, oltre deldecano e sotto-decano in a- die in nome del serenissimo reggente per
Lito nero, marciavano paggi a piedi con i la sua esaltazione al pontificato, e per ren-
vago abito di velluto verde e camiciola dere una nuova pubblica testimonianza
di ganzo d'oro tessuto in cremisi, guar- i del filiale rispetto, della somma divozio-
daportoni colle loro ricche tracolle,e due ne e fedeltà della real corte di Portogal-
volanti riccamente vestiti di scarlallo ros- lo alla s. Sede, implorando pel serenissi-
so con gallone eguale a quello delle livree mo principe reggente, per l'augusta fe-
e cotolini di seta rossi C(jn gran fiocchi delissima regina, la corte reale, e tutti ì

d'argento alle bande, e berrettoni colio sudditi portoghesi la benedizione aposto-


Stemma dell'ambasciatore. Succedeva il lica. Pio VII rispondendo con senlimen-
3o U C B U B E
ti afTelUiosissimi , esternò il sincero gra- fnmhuii delle milizie, recatisi a festeg-
tlimento cleiranimo suo per quest'alto di ginrio. Nella stessa sera e nella seguente
religiosa venerazione prestalo alla s. Sede l'ambasciatore nel suo appartamento il-

dajla real corte di Portogallo; e facendo luminato ricevè le visite tifile di calore,
un pubblico distinto elogio all' angusta inlrammezzate da continui rinfreschi di
fedelissima regina, al seienissitno leg- gelati e biscottinerie. Dipoi questi tre-
gente, ed a tutta la famiglia reale per le ni degli ambasciatori andarono in disuso,
luminose replicate prove della cristiana e solamente si rinnovarono per gli an»-
loro pietà, incaricò l'ambasciatore di ac- basciatori straordinari al ConrlnveAiìol-
certaie sempre più il serenissimo princi- tre si semplicizzarono i ceremoniali, con-
pe della paterna sua dilezione, e del re- sislendo ora il treno degli ambasciatori
cipioco singolarissimo suo attaccamento in piìi nobili carrozze co'cavalli guarniti
a tutta la corte reale di J'ortogalìo, In di fiocchi e l'insegna dell'ombrellino, co-
fjne concluse con obbliganti espressioni me iP/vV/r/y» romani. Conviene e impor-
(li stima e di afTelto verso la persona stes- ta tenere pieseute per tutto l'articolo,
.sa ilellauibasciatore, per le molte virtù, quelli indicati in corsivo, e per gli ^rn-
che oltie i nobili$si(ni suoi natali lo ren- bnsciaton\ oltre questo, Udienza e Re-
devano accetto, caro e distinto. Termi- sidenza, e gli articoli de'rispeltivi slati e
nata la risposta del Papa,si tratteiinecon nayioni.
esso solo l'ambasciatore all'udienza, e pò- UI5I31D1ENZA DEGLI AMBASClA-
scia Pio VII an)misebeuigiiamente al ba- TOlll. /". Ubbidienza.
ciò del piede tulio il suo corteggio. Li- UBBRI AGREZZA e UBBRIACO, f.
cenziatosi l'ambasciatore, si trasferì a vi- Vino,
sitare il cardinal Consalvi segretario di UBERTI Bernardo (s.). Cardinale.
stato. Dopo di ciò col medesiu)o treno, Nacque in Firenze di chiara e antica pro-
l'ambasciafore percorrendo buorìa parte sapia,e seppesino da giovinello congiun-
della via del Corsosi portòalla visita della gere l'illibatezza del costume all' appli-
basilica di s. Pietro, e nell' uscire lasciò cazione degli sludi. Però il Brocchi, nel-
copiosa limosina a'poveri. Indi l'amba- le Fite de santi fiorentini, ]^?iv.\ ,^.\Soi^
sciatore si recò a visitare, in luogo del riferisce che in gioventù si die alle vanità
decano del sagro collegio , cardinal Al- del mondo e alla vita libera e sciolta, ma
bani impedito, il sollo-decano caidinal non viziosa. Ricusate 1' onorevoli nozze
Anlonelli, il quale accompagnato da'pre- che i parenti gli aveano procurato, e ri-
lati Pallotta, Tesini, IMa'itai eTiberi l'in- tiratosi quasi prodigiosamente nel io85
contro fino alla sala, e l'uilrodusse nella nel monastero di s. Salvi de'vallombro-
cameia di ricevimento, dove si trattenne Siini, dopo averdato luminosi esempi dei-
in iscambievoli discorsi, nel qual lem[>o le piùstd)limi virtù, vennecoutro sua vo-
il cardinale fece servire l'ambasciatore e glia nel i oqy elellogenerale di lutto l'or-
li suo corteggio di abbondante rinfiesco dine di Sy anni, e nel teiiq^o stesso Ur-
di cioccolata e di varie sorte di gelati; e bano II lo creò cardinale prete, dignitù
con ciò l'ambasciatore die principio alla che da lui sinceramente ricusala, accettò
visita del s. collegio, facendo ivi pine di- poi per ubbidienza col lilolo di s. Griso-
slribuire nel partire limosine a'poveri ac- gono. Sostenne con immensa sua lode e
corsi. Restituitosi l'ainbascialore al prò- vantaggio de' popoli parecchie legazioni
prio palazzo imbandì un lauto pranzo a apostoliche per la pace d'Italia, singolar-
chi l'avea corteggiato. Nel pomeriggio fé- mente nella provincia di Lond):ir(lia, od
ce dare molte altre limoline a'poveri, e oggetto di slerminare l'allora dominan-
nella sera rinfresco e mancie alle bande e le simonia, e per convertire gli scismali-
6

U B E U B E 3r
ci o almeno per fienaie la loro lemerilìi. mosiiie del pio cardinale, lo fecero aggra-
Ebbe commissione d'assistere co'suoi con- vare di debiti. IMirabile fu il zelo suo per
gran contessa Malildc (A.), die
sigli la la cattolica religione e pel ravvedimento
già da qualche tempo avea richiesto al- de'peccatori, e profonda la sua umiltà. A.

la s. Sede, di cui fu eroina e benemeren- sua intercessione e vivente, Iddio operò


tissima (e meritò d'esser chiamata da s. strepitosi miracoli, fia'quali si narra che
Gregorio VII e da Pelagio II, la Dchora col segno di croce fece retrocedere il fì'.i^

del Testamento nuo^-o ), un consigliere me Po, che gonfio d'acque, rotti gli ar-
che tenesse presso di lei le veci del defun- gini inondava spaventosamente le cam-
to s. Anselmo vescovo di Lucca, che l'a- pagne del l'armigiano. Ricco di meriti e
'
\ea guidata nell'esercizio delle virtù e per- di virtìi, mor\ santamente in Parma, co-

fezione cristiana; onde contribuì alia con- me supernalmente illuminalo avea pre-
ferma ed estensione de'dominii tempora- detto, a'4 dicembrei i32 secondo la più
li dalla gran conlessa donati al Patiimo- vera o[)inione.oa'3 dicembrei i 33 e d'an-

iiio di s. Pietro. In questo tempo il santo ni 72 come apparisce dalla lamina di


,

cardinale si porlo a Parma per richiama- piombo trovata nel suo sepolcro nella cat-
re all'unità e alla comunione della Chie- tedrale, ove fu deposto con breve iscrizio-

sa coloro che aderivano allo scisma, e ce- ne. Nel 1,543 fu dall'antica tomba trasfe-
lebrando nella solennilà dell' Assunta la rito in più decente luogo, e poi collocato
inessa nella cattedrale, dopo l'Eviingclo sotto un altare denho preziosa urna. La
predicò al popolo per invilario a detesta- Chiesa ne registrò il nome nel Martirolo-

'
re lo scisma. iMa avendo nel fervore del gio romano a'4 dicembre. Tntlavolla os-
discorso proferite alcune proposizioni con- serva il Castellini, De certitud, glor. ss.
Enrico IV, nemico
trarie all'imperatore p. 434» ^^'^ s'ignora ancora da chi que-
della Chiesa romana e fautore acerrimo sto santo fosse solennemente canonizzato,
dello scisma, quella parte di numeroso |)er cui quando vallombrosani fecero
i

popolo che empiamente aderiva all'ini- istanza alla congregazione de'rili per l'e-

quo principe, si scagliò furiosamente con- stensione a tutta laCliiesadeiruilizio ch'es-


tro il santo cardinale, e strappatolo con si ne facevano, fu rigettata nel 7 4, per- 1 1

violenza dall'aliare, lo pose in carcere, con chè non constava della sua formale ca-
animo di procedere ad altre crudeltà, de- nonizzazione, sebbene constasse della san-
predando i vasi sagri e i preziosi arredi. tità e del suo culto immemorabile. Infat-
La conlessa Matilde udito l'orrendo e sa- ti, Alessandro VII con decreto de'2 1 no-
crilego attentato, si condusse a Parma al- vembre 665 avea concesso per
1 le dioce-
la testa di sue truppe, del che atterriti i si di Firenze e Parma l'unizio e messa,
parmigiani, senza attendere il suo ingres- indi da Clemente IK amplialo a'28 gen-
so nella città, prontamente consegnaro- naio 1668, come rileva Lamberlini, De
no a'messi da lei spediti il cardinale, re- Canon, ss. lib. 4, pai'- 2,cap. 5, n. 3 e 6.
stituendo pure tutto l'involato. Il cardi- Se ne celebra la festa con indulgenza, an-
nale s'interpose con l'irata contessa, e ri- che nella chiesa di s. Prassededi Pioma.
sparmiò la vita agli autori del nii^filto. Scrissero di questo santo cardinale a lun-
Destata perciò in tolti ammirazione e ve- go, oltre il Brocchi, Muratori, Annali, t.

nerazione,nel i 1 06 rimase concordemen- 6, par. 2, p. 1 00 ; Orsolini, De' Pontefici


te eletto dal clero e popolo in vescovo di e Cardinali fiorentinij Eggs, Porpora
Parma, che ridusse all'ubbidienza di Pa- dotta, Supplemento, p. 36: ne scrissero
squale li. in Lom-
Questo Papa passando la Fila, s. Atto Pacense e pubblicata dal

bardia, si Parma e colle sue ma-


recò in p. Tesauro Veli valloinbrosano in Ilonia
ni Io consagrò vescovo. Le obbondanli li- nel 1 1 2, ed il p. Allò, Vita dis. Bcrnnr-
32 u r. E U V, E
do degli Vhcrti alihatc dì Fallornliro- me suo fondatore e i.° vescovo, onora s.

sa ('cardinale di s. Cliicsa ^Vavtna 788. i Lamberto per suo principale patrono, li-

UDElìTO (s.), vescovo di Liegi. No» berto penetrò ne'Iuoghi più aspri e lonta-
si hanno sicure notizie della sua vita fino ni della selva diArdenna, e vi distrusse il

i\\ tempo in cui al^bandonando le vani- cullo degl'idoli. 11 suo zelofu da Dioavva-
tà del mondo, si dedicò al divino servi- lorato col donode'miracoli. Seppe per ri-
gio sotto la disciplina di s. Lamberto ve- velazione il tempo di sua morte un anno
scovo di Mastiiclit, Sembra peiò cli'egU prima, e raddoppiò il fervore per dispor-
uscisse di nobile casato dell'Aquilania, e visi. Neil' occasione della consagrazioue
passasse la sna giovinezza alla coi te del re d'una nuova chiesa a Fur,egli [uesecom-
Tierrico oTeodoricollI,efurseancbe per riiato dal suo popolo con un discordo; subi-
fjualcliptempo a! servizio di Pipino di He- to dopo fu presoda rebbre,e mori nel sesto
lislaljchenel 68 divenne maestro del pa-
1 giorno della sua malattia a'3o maggio del
lazzo d'Aiistrasia. Narrasi ch'egli amava 727. Il suo corpo venne poi lato a Liegi,

olliemodo la caccia, e condnceva ima vi- e deposto nella collegiata di s. Pietro ,

ta affatto mondana; ma tocco dalla gra- donde neir825 fu trasferito alla badia
fia, prese la risoluzione di non vivere che di Andain nelle Ardenne, la quale ora
per Gesìi Cristo, e tolse a maestro della porta il suo nome. Molli pellegrini con-
via della salute san Lamberto, ch'era in corrono a visitare l'arca di s. Uberto, il

grande estimazione di virtù. Il suo fervore quale è invocato soprattutto contro la rab-
e i suoi [)rogiessi nella perfezione e nelle bia, eper sua intercessione sono operate
scienze ectlcsiastiche, gli merita lono d'es- molle guarigioni miracolose. La sua festa
sere innal'/ato al sacerdozio, e poco dopo si celebra a' 3 di novembre, certamente
il santo vescovo associollo al governo della pei'qualche traslazione delle sue reliquie.
sua diocesi. Dopo che s. Lamberto fu in- UBERTO o ILDEBEPtTO, Cr7/v//W-
degnamente assassinato,venne eletto li- /('. Alessandro li del io6i nel principio
berto nel 708 709 vescovo di MaUricht. del suo pontificato lo creò cardinale dia-
Egli si mostrò vero seguace del suo mae- cono, e poi vice-cancelliere di s. Chiesa.
strOj di cui invidiava la fine. Le più a- Panvini'o e altri scrittori non ne fanno
Iroci ingiurie altro non ficcvano che in- menzione.
fuocate il suo zelo per la salute de pec- UL5El\T0,C<^//v////rtZ('. Suddiacono car-
catoli; pieno di carità pe' poveii, distri- dinale di s. Chiesa, (lori sotto Alessandro
buiva loro tutte le sue rendite; imlefesso Il del 106 r, che r inviò legalo in Inghil-
nell'esercizio del pastorale ministero, a- terra, indi appose il suo nome al decreto
depravasi efficacemente ad abbattere il sulla primazia di Cantorbery su York; le-
\Ì7Ìoead estirpare gli avanzi dell'idola- gazione che meglio sembra essersi esau-
tria; predicava il Vangelo con molta for- rita dal celebre cardinal Uudjerto vesco-

za ed unzione, ed alimentava il suo fer- vo di Selva Candida. D'ordine di s. Gre-


vore con continui digiuni ed orazioni. Nel gorio VII ritornò legato apostolico in In-
720 trasportò il corpo di s. Lamberto da ghilterra ,
per esaminar la causa del ve-
Waslrichl a Liegi, che non era allora che scovo di Dot, e per ammonire il re Gu-
un villaggio sulle rive della Mosa , e vi glielmo 1 a rivocar la proibizione fatta ai
fece labbncnre una bella chiesa ncllii0''u
o vescovi de' suoi dominii di portarsi alla
slesso ove il santo avea versato il proprio visitade sagri LìiiÙiki. In t.de occasione
sangue, la quale divenne cattedrale al- ordinò, che da ogni melropolilano fosse-
lorché la sede di Mastiicht fu Ira'.fcrita ro mandati due vescovi al i ."concilio da
Liegi, cioè nel 721, dal qua! tempo la celebrarsi in Roma. Da alcuni si pretese
chiesa di Liegi, che riguarda s.Ubei lo co vescovo di Riiidid o di Pidcsiriiui. Vi-
UB E UBE 33
vevn ancora nelioSi, indi non si cono- quest'ultimo però non può esserlo stato,
sce altro tli lui. pcroiic Gerardo V era morto nel i475,
URERTO o RODERTOo VITALE, onde ilp. Ilclyot opina, che la fondazione
Cardinale. Prete del titolo di s. Sabina, seguì nel i44Ì ^ ^^^ i44^- T'''' scrittori

fu presente neli io6 al concilio di Gua- non si accordano neppure nel descrive-
stalla, e nel i i 12 a quello di Luterano, re la figura del collare dell'ordine. Dicu
celebrati da Pasquale II, ed a[)provò con Schoonebeck, ch'era composto di molti
giuramento quanto avea o[!erulo tale corni da caccia, da cui pendeva una me-
Papa intorno alle investiture ecclesia- daglia coll'immagine di s. Uberto. Giu-
stiche. stiniani pretende ignorarsi la divisa del-
UBEPiTO, Cardinale. Nel dicembre l'ordine. Mirco nulla ne dice, sebbene as-
1 I 22 o neli 123 Calisto II lo creò cardi- sicura che gli sla-tuti scritti in tedesco si
nale diacono di s. Maria in Via Lata, e conservavano mss. nella casa di Cortera-
sottoscrisse la sua bolla spedita in Late- baclis, e presso altri col catalogo de'cava-
I ano nel 1 1 23 a favore del vescovo di Gè- lieri lino 0I14B7, tra'quali coati di Lim- i

uova. burgoTeckeuiburgo edi Nassau; baroni i

UBERTO (s.), Ordine equestre e mi- di Merod, Falleuce, SombelF,Bugel,Wal-


litare di Baviera. 11 p. Helyot, Storia len, Blungart e altri. Il p. Bonanni, che
degli ordini religiosi e militari, t. 8, nel Catalogo degli ordini equestri e mi-
cap. 60 : De' Cavalieri dell'ordine di s. litari, ne riporta la figura a p. 5i, riferi-
Uberto, narra che morto Rinaldo III sce che fu '"^ Ravesperg
istituito nel 144^*
duca di Juliers e di Gheldria nel 4x3, gli 1 di vVeslfalia,e vi auìmeltevauo soltanto
si

successe Adolfo II duca di Mons, il quale nobili e che l' insegna era una collana di
;

nel 1425 ricevè l'investitura de' due du- oro coll'immagine di s. Uberto in atto di
cati dall'imperatore Sigismondo. Ma Ar- adorare il Crocefisso fra due corna di cer-
noldo d'Iìgiuont che avea delle preten- vo. Né ciò fu senza mistero, poiché raccon-
sioni su quelle Provincie, s'impadronì del ta il Surio nella Uberto a'3 no-
vita di s.

ducalo diGheldria, ed entrò con truppe vembre, che dice figlio Bertrando duca di
in quello di Juliers, il che obbligò Adol- d'Aquitauia, come essendo ancor pagano
fo II a trattare con lui un accordo, colla occupato nella caccia, gli apparve il Cro-
cessione del ducato di Gheldria, oltre cefisso fra le corna d'un cervo (come di
! 0,000 fiorini per l'altre sue pretensioni, s.pjustachio meglio narrai nel voI.LXKV,
e fece coi) esso tregua per 10 anni. Morto p. 289) e gli comandò che andasse a tro-
Adolfo II senza figli, ed essendogli suc- vare s. Landjerto vescovo di Mastriclit,ed
ceduto nel ducato di Juliers nel 1437 Ge- avendo egli ubbidito, fu da quello am-
rardo V suo nipote, Arnoldo d' Egmont maestrato nella fede e battezzato. Reca-
rinnovò le sue pretensioni su quel ducato, tosipoi in R.oma ad Liinina Apostolo'
vi rientrò con un'armata nel i444> '^^^ f"^' rum, fu eletto vescovo in luogo di s. Lam-
disfatto da Gerardo V, che riportò una berto defunto. Aggiunge il p. Bonanni,
celebre vittoria a'3 novembre, giorno del- che cavalieri di s. Uberto nelle feste so-
i

la festa di s. L bertoni-' .) vescovo di Lie- lenni doveano tutti vestire abito nero al-
gi. In memoria pertanto di questa vitto- l'usanza spagnuola, ornato della suddetta
ria,dicono alcuni storici, fra'qualiSchoo- collana, da cui pendeva la croce patente
nebeck e il p. Bonanni, che Gerardo V gioiellata e larga 4 dita, il cui disegno ri-
istituisse un ordine di cavalleria sotto il porta anche n p. i5i. In lutti gii altri
nome e protezione di s. Uberto; ed altri, giorni portavano una fascia di seta lossu
come Mirco e Giustiniani, pongono l'isti- pendente dalla spalla sinistra al fianco
tuzione dell'ordine nel i473 i477- '" destro, a cui era appesa la croce equestre
VCL. LXXXII. 3
34 u R E u n E
r;i;:;gianle, avcnle nel meyzo I' imtnngine peralore Giuseppe 1, la detta carlcn d'ar-
(lei Crocefisso collocalo fra le corna d'oii cimaeslro, ch'era slitta unita all'eletto-
ciMvojedi più nella paite sinistra del pel- rato di Baviera, venne restituita dallo
fo aveano ricamala in oro e argento la stesso Giuseppe all'elellorcPalalinoGio.
I

nìedcsima croce, ovvero l'ovato raggian- Guglielmoduca di Neohurgo (de' quali

te col motto in tedesco: Sta saldo nella avvenimenti meglio a Baviera e Palati-
fede: Tu fide sta finniter, S'mcomu\\c\ue, N^To), che per conservare la memoria,
lipiglia il p. Helyotjdopo la nioiie di(iio. volle come duca di Juliers ristabilire l'or-

(idglielmo duca di Juliers, stante le dif- dine di Uberto da gran tempo abolito,
s.

ferenze insorte per la successione tra l'e- del quale si dichiarò supremo magistrato o

lettore di Drande!)«rg e Wolfango Gii gran maestro. Ne rinnovò neh 708 gli sta-
glielnio duca di Neobwrgo, quegli due tuti con questo titolo; Statuta Ordinis

principi fecero Ira di loro un accordo, inilìtaris s. Ilubcrti a Sercnis. Princip.


pel quale il ducalo di Juliers toccò al Jo. Griil. CofJìit. Palatino Rheni S. R.L
duca di Neoburgo. IN'el i G85 essendo mor Elcct. Questo principe conferì l'ordine a
lo senza figli Carlo conte Palatino del molli signori di sua corte, a' quali asse-
Reno e 8.° elettore dell' impero, Filippo gnò delle pensioni considerabili, colla con-
Guglielmoduca diNeohurgoe di Juliers, dizione che fossero tenuti a darne la 10.*

avendo nell'istesso anno ereditato il du- palle pel mantenimento de'poveri dell'o-
calo di Cleves, col flivore dell'inìperalore spedale, e che inoltre sborsassero nel gior-
I.eopoldo l,che avea sposala una flelle sue no della loro accellazione neiroidinei 00
figlie, successe al palalinalo tiel Reno e ungari d'oro. Quanto al vestiario e in-
alla dignità di elettore. Era stato quest'e- segne, dice il p. Helyol, che i cavalieri nei
lettorato stabilito in favore di CarloLuigi giorni solenni vestivano di nero e alla
conte Palatino del Ueno, conforme al trat- spagnuola,ma non portavano la goliglia.
tato di Miinster del 164^5, l)enchè in vi- Portavano al collo una catena d'oro, da
gore della bolla d' oro non vi doveano cui pendeva la descritta croce, e sull' a-
essere più di 7 elettori dell'impero ; ma bitoil detto ovaio o cerchio atlorniatoda
questo fu l'espediente che si trovò pei- pa- raggi, nel cui mezzo in fondo rosso erano
cificare i due rami Palatini, mio dello le parole in alemanno: Pcrse^'crale co-
Hidolfìiio de'conti Pala tini ( A^), l'altro stante nella Fede. Fuori de'giorni di ce-
detto Guglicdiiìino o de' duchi di Bavie rcinonia e delle feste solenni non polla-
r^ (^'.), i quali erano slati messi al pos- vano collare, usando s-.igli abili ordinari

sesso della dignità di elettore, di cui Fer- un nastro rosso che dalla spalla sinistra
dinando V conte Palatino del Reno era scendeva all'anca dritta, dal qual nastro
sialo privalo dall' imperatore Feidinan- pendeva la croce, e nella parte sinistra

do 11 nel 1623, per aver accettala la co- dell'abito eravi il descritto ovato. Altri
rona di Boemia oftertagli da' ribelli del scrittori vogliono, che i cavalieri portas-
regno. Nell'istiluirsi l'S." elettorato erasi sero un colletto d'oro, ornalo dell' inse-

sitnihnenle slabilila la carica di gran te- gne de'caccialori, d.d (piale pendeva una
soriere dell'inipero, nitri dicono ristabi- medaglia figurante s. Uberto, che cadea
lita la dignità d'arcidapifero del medesi- loro sul petto. Secondo gli statuti dell'or-
mo, lolla a Federico V e confcM ita a Mas- dine, numero de' principi inend)ri del
il

similiano il Grande duca di Baviera, il medesimo è indetermiuatojquello de'con-


quale, secondo altri, ebbe la di lui carica ti e baroni formanti il capiloh), uniti a
d'arcimaestio del palazzo annessa all'e- un gran commendalore, fu fissato a 12,
Iclloralo Palatino, e che venendo Massi- Per morte di INlassimiliano Giuseppe III
niilianoprrvatodel stio elelloralo dall'ini- duca ed elettore di Baviera, li^ruiinundo
-

U B E UBE 37
con lui il i.°raino della casaPalalina,Cnrlo de dcHNirdiui' dopo la ri voluzione francese
Teodoro diSullzbac eletlorePalalino,dii- a vvenulii nel declinar dello scorso secolo,
cadi Julierse Beig,e capo del 2. "ramo, gli futrasferila nFrancfort^e chcLuigiXVIII
successe negli stali ediguitìi.Mortoanch'e- I e di Francia lo riconobbe nel 8 6. 1 1 Ma
gli senza piole,ebbe a successore il duca di è noto che nelle rivoluzioni del 1
789 e del
Due Fonti ]\]assimiliauoGiuseppe,cho poi itS3oin Francia, tranne la Legione d'o-
di venne i.° re di Baviera col nouie dilNI.is. nore {f^-), furono soppressi tutti gli ordi-
siniilianol. Questi confermò l'ordine di ni equestri che descrlsNÌ a' loro articoli, e
s. Uberto come il principale del regno, i lo fu pure questo di s. Uberto. La sua ori-
suoi statuti e privilegi, et le Ha de telle gine risale a'3 1 maggio 4 1 '
6, e venne isti-
sorte à l'ordre du inerite ch'il de la con- tuito da 45 principali signori del ducato
roìine de Bavière (/u'il avaitfonde (cioè di Bar, nella Lorena e nella Champagne,
V ovò'xxiQ A\ Masstniiliano Vedi^òt\ meri- ^ ora dipartimento del Mosa nella Fian-
to civile, avendo pure istituito l'ordine di ciii, riuniti in Car-le-Duc, capitale del Bar
Massimiliano, f^'edi, dei merito militare, rois, alla prcNcnza del loro princi[)e edu-
non che confermato e ampliato l'ordinedi ca di Bar, cardinal Landolfo o Lodovico
s. Michele^ Tedi), que capitidaires sont Barry, del <piale riparlai nel voi. Ili, p.
aussi grands-croijc de l'ordre du meri- 22'), ma in ambedue i luoghi per errore
le c/i'/V, ils ani le pas sur Ics autres allora non conosciuto fu detto de' duchi
gramh-croìx de l'ordre de s. Hubert, et di Berry. Il fine precipuo di sua fonda-
qué les 12 niembres duchapilre de l'or- zione fu di por fine alle guerre che tra essi
dre de s. Hubert doi^-'ent e tre choisis par- ardevano, ed in vece impiegare gli eser-
mi les coinniandeurs de l'ordre du me- citi a porre la corona de'due ducati diBar
nte civìl qui ani les qualités requises et e di Lorena sulla testa di Renato d'Aiijou
remplissent 6 ans rette place. Per dispo- nipote del cardinale, il quale voleva spo
sizioni regie più recenti non vi sono che sarlo a Isabejla primogenita di Cirio I

i sovrani e i principi regnanti che ponilo duca di Lorena, come effettuò. Perciò l'or-

ricevere l'ordine di s. Uberto, come pu- dine piese allora il nome della Fedeltà,
re i loro agnati e parenti in linea masco- adottando per insegna de'cavalieri un le-
quils ne sont pas au service
lina, tant pre bianco avente al collo la collana d'o-
étrangerj ou les étrangers que le roi cu ro, sulla quale era il motto: Tout Uug.
reconnail particulicrement dignes, ou L'ordine dovea essere temporaneo e du-
ceux à qui il est conferépar leurs dans rare 5 anni, ma che recò al
pe' vantaggi
Vechange d' ordres étrangers. Il capi- duca, nel i4^2 fu dichiarato perpetuo e
tolo dell'ordine si aduna a' 12 ottobre. posto sotto la protezione di s. Uberto (^f^.)
La leggenda della decorazione è: In tran vescovo di Liegi, la cui immagine fu pre-
i'ast. Nel rovescio vi è l'epigrafe comme- sa per distintivo, in vece del lepre, pen-
morativa del ristabilimento dell' ordine: dente da una collana sul petto, altra sua
In memoriam recuperatac digìùtatis figura ricamala ponendosi sull' abito e
avitac I 708. sul mantello. In memoria
cambia- di tal

UBERTO (s.), Ordine equestre, già di mento i cavalieri istituirono una caccia
Francia e Germania, che il eh. Gaetano
di di lepri che celebrarono sino all'anno
Giucci nella sua Iconografia storica de- 1789 nella vigdia della festa del sauto
gli ordini religiosi e cai'allereschi, con patrono. Per essere ammesso nell'ordi-
figure, dice esistente, senza dire in quale ne, conveniva esser titolali o aveie reso
stato. \J Almanach de Gotha pour l'an- segnalati servigi allo stato, o avere fat-
née 83y Ordres deC]wK'alerie,\o ripor-
1 : to imprese celebri ; mentre per 1' am-
ta nel regno diFrancia, rifereudo chela se- raissìone era necessario l'intervento del
36 UBE U B I

f^ian mnestro, e eli 8 o io de' primi si- pesa olla boUoniera dell'abito con cate-
tenori, oltre r ailesione del sovrano. In na d' oro. I gran croce, ed i commenda-
principio ii capo dell'ortlintì^ebbe il lilolo tori portavano oltre la croce una piastra
di re, neh 42-2 ottenne (juelio di grancac guarnita d'argento, attaccata dalla parte
ciatore, e veniva eletto anniialnienle, in- destra dell'abito e del mantello, in mez-
di dopo il iGif) fu chiamalo gran njae- zo alla quale era il mollo : Firtus et IIo-
stro,efinalmente per gli statuti deh 788 sì nor.
rese inamovibile in uno a'grandi officiali UBERTO (s.) o GRAN CACCIA, o
dell'ordine. L'ordine di s. Liberto si inaii- AQUILA D'ORO, Ordine del Meri-
tenne nel suo pienosplendore, anco quan- to (/^.) civile di il' iirtemberq.
do ducato di Bar e quello di Lorena
il UBIQUISTI o UBIQUITARI. Lute-
furono ceduti alla Francia, e Luigi XV rani i quali erroneamente sostenevano che
con sue lettere del lySB conservò a' ca- il Corpo di Gesù Cristo è presente nella
valieri tutti i loro privilegi. Allorché per Eucaristia [F.) in virtù della sua divina
ia ricordata rivoluzione l'ordine fu sop- presenza dappertulto,Ji/;/(ytfc. Aveano essi

piesso in Francia, si mantenne in Germa- maliziosamente abbracciato questo senti-


nia e ne fu centro Francfort sotto 1' am- mento a fine di non esser obbligati ad
ministrazione del barone di Crolbois di ammettere la Transustanziazione, cioè il
Scewald. Riordinato neliS 5, ne fu am- i cambiamento di tutta la sostanza ùe\Pa-
ministratore il conte della Morre, eletto nc e del Pino {F-), oel Corpo e nel San-
poi gran maestro interino, cui successe ii gue (^'.)di Gesù Cristo. Dicesi che l'ere-
gran maestro perpetuo duca d'Aumont, siarca Lutero sostenne tal sentimento pel
e nel marzo 1816 re Luigi XVIII rico- corso di due anni. Altri ne fanno i.° au-
nobbe l'ordine e per la 4-" volta si rinno- tore Giovanni di Vestfalia, detto il T'esl'
varono gli statuti. Consistevano l'insegne falò e ministro d' Amburgo nel i552,
dell'ordine nella croced'oro a 4 hranche che si rese famoso pe' suoi scritti contro
smaltata di bianco e guarnita d'oro, nel Lutero e contro Calvino. Altri invece pre-
cui centro era una medaglia o targhetta tendono che fu Breuzio discepolo di Lu-
coll'immagine di s. Uberto genuflesso di- tero, ma che non pensò sempre come il
nanzi alla Croce splendente fra le corna suo maestro, e che propagò questa falsa
d'un cervo; nel rovescio eravi la medaglia opinione nel i56o. Ebbe a seguaci Flavio
col fondo azzurro cogli stemmi del ducato lllirico,Osiandro e altri eretici. Sei di que-
di Bar e l'iscrizione: Ordo nobilis s. Hit- sti dottori neh 577 si unirono nel mona-
berti Bavensis, institiitiis aimo ì^\&. sterodiBerg.edivi dichiaiarono il dogma
Questo distintivo equestre pendeva da dell' Lhiqidlà del Corpo di Gesù Cristo
nastro verde-cupo listato di rosso. I ca- come un articolo di fede. D'altra parte
valieri grancroce usavano un grande na- l'eretico Melantone scagliossi contro que-
stro di detto colore, che passava dalla sta dottiina dal primo suo nascere, e so-
spalla dritta al fianco sinistro, in fondo stenne ch'era un introdurre, sull'esempio
al quale era attaccata la gran croce. Si- degli Eiiticldani[F.), una specie di con-
mile nastro aveanoi commendatori, me- fusione tra le ihxe nature di Gesù Cristo,
no laigo e con cioce di minor grandezza, attribuendo all'una le proprietà dell'al-
distinguendosi commendatori dignitari
i morte in questa
tra, e persistello fino alla
relle liste più larghe. I cavalieri semplici maniera di pensare. Le università di Vit-
portavano una croce e un nastro simile Icmberga e diLipsia abbracciarono inutil-
peiù men grande e attaccato
al descritto, mente il partito di Melantone, il numero
a un bottone dell'abito. Gli olficiali u^a- degli ubiquisti aumentò e il loro sistema f
Tano l'ordinaria croce dell'ordine eap- prevalse per lungo tempo (va' J.k (crani e
1

u e I U D A Zj
altri Protcslanli\V.). Que' diSvezia, so- duca di Svevia e d' Alsazia, nacque nel-
stenendolo, si divisero in due partili: gli r893,e fu educato nell'abbazia di s.Gallo,
uni pielesero che durante la vita fuorta- ove si distinse colla vivezza dell'inseano.
le tiel Salvatore il suo corpo era dapper- congiunta a innocenza di costumi e a pietà.
tutto; gli altri dichiararono che non ebbe Falli rapidi progressi nelle scienze, suo
un siil'atto privilegio se non dopo l'Ascea- padre lo mandò in Augusta, ponendolo
sione. Sembra che in oggi questa opinio- sotto la disciplina del vescovoAdalberone,
ne non abbia più alcun partigiano fra i il quale conosciuto il di lui merito, ben-
luterani; si sono essi ravvicinati a'calvi- ché non avesse che 6 anni, 1 lo fece came-
nistì,e pensano coaiiinemeiite che ilCorpo riere della sua chiesa, il cui ullizio era di
di GesìiCristoè presente col panesoltanto distribuire gli oruamenli degli altari e i
nella comunione, enei momento che Io si vestili de'chierici. Poscia lo promosse a-
riceve. L' Ubù^uità di Dio si s[)iega: Dio gli ordini sagri , e gli die un canonicato
è dappertutto, conosce tutto, vede tutto, nella cattedrale, il giovane ecclesiastico
sente lutto, è padrone di tulio, e provve- pose ogni curj nell'adeonpiere doveri del i

de a tutto. Ubiquista, in termine dsll'u- suo stato; divideva il tempo fra lo studio
niversità di Parigi, era un dottore di teo- e la preghiera, e i poveri godevano la mag-
logia, il quale non era attaccato ad alcuna gior parie delle sue rendite. Trovavasi a
casa particolare, che non era né di Sor- Roma quando moi i Adalberone, ch'eb-
bona, né di Navarro, ec. Gli ubiquisti di be lllino per successore. Tornato in Au-
delta università chiamavansi semplice- gusta, continuò nella slessa maniera di vi-
mente dottori in teologia, mentre in vece vere; anzi sempre più cresceva il suo fer-
gli altri vi aggiungevano, della casa di vore e si avanzava nelle pratiche della
Sorbona, o di Navarra, ec. morli(jcazione.Era in età di3 i anni quan
UCITANA. Sede vescovile dell'Africa do per morie di lllino nel 924 •^''^'-'""^

proconsolare sotto la metropoli di Car- vescovo di Augusta, nominatovi dall'im-


tagine, nella città d' Ucitana maggiore, peratore Enrico I l'òVceZ/^^z/orcrediGer-
essendovi pure la città di Ucitana mino- mania, e fu consagrato nel giorno de'ss.
re. Ebbe a vescovi Ottaviano che nel 4 1 Innocenti. Avendogli ungheresiegli schia-
fu alla conferenza di Cartagine; Caio e- voni poco prima saccheggiato e incendia-
8Ìlialo nel 4^4 <^'''* Unuerico re de' vandali to la cattedrale , fece fabbricare in fretta
pel suo zelo cattolico; e Ti ipolio che sot- una chiesa per riunirvi il popolo, e pater-
toscrisse la lettera del concilio Proconso- uanieute provvide a riparare i pubblici
lare, mandata al patriarca Paolo coutro infortuni. Allegò molti pretesti per iscan-
i uionolelili. IMorcelli, Afr. dir. 1. 1. sarsi dal seguire la corte , conoscendo
UCULA. Sede vescovile d'Africa nella quanto la presenza di un vescovo sia ne-

provincia proconsolare della metropoli cessaria alla sua diocesi, e (juanto impor-
di Cartagine. Si conoscono due vescovi, ti ch'egli di per se stesso vegli alla c(jra
Ceiicio che nella conferenza di Cartagi- delle anime. Nella sua qualità di principe
ne del 4i I fu rappresentato da Vittore dell'impero era obbligato a mantenere
d'Lilica ; e Crisconio o Cresconio, nouii- delle truppe e mandarle all'armala; ma
nato fra'padri del concilio Proconsolare ne die tulio il carico a suo nipote, ed e-
che nel 656 scrissero a Paolo patriarca di gli tulio si dedicò alle funzioni spiritua-
Coslanlinopoli una lettera contro i uio- li e alle opere di carità. Lavava ogni gior-
uuteliti. Moroelli, Afr. chrA.x. no i piedi ai 2 poveri, a'quali dispensava
UDALaiCOo CLDARlCO(s.),vesco. abbondanti elemosine; confortava i ma-
vo d'Angusta. Figlio del conte Cbaldoe lati e gl'istrui va; dormiva sulla paglia, nms
fiatclludiLuiigarda moglie di lìuicaidoU ficcva uso di liuo; iu quaresima raddujj-
38 udì udì
piava le sii« aiìstei ila; ogni anno vigilava go, dote le persone [xilibliche ascollnno,
)ii sua diocesi e teneva due sinodi. Toi- Auditorium. Udietiza iliciamoaMcIicalle
nula la Iranquillilà dopo varie vicende persone adunale per ascoltar predica, o
pulilicliejfecc fabbricare la calledrale con altra cosa simile. Dare udienza pubblica,
grande luagnifìcenza, e dedicolla di nuo- ad puhlicuin colloffuium adniiltere. Da-
vo a:j. Afra, ch'era stala martirizzata nel- re udienza segreta, ad secreturn,vcl pri-
la persecuzione di Diocleziano inAugiista, \uTtum collocjuium adinittere. Dare u-
di cui è patrona. Veilendosi avanzalo ne- dienza a'domeslici o forastieri, adnutteiu
gli anni, avea dimesso il vesc(n alo colla dis^audiendisque domestici, vel cxteris
permissione dell'ini [leralore, cedendolo ad operam ddve. Domandar i\i\\^ma,admis'
Alberone suo nipote, per ritirarsi nell'ab- sìonem vel colloquium postulare, secre-
Lazia di s. Gallo. Ciò 111 disapprovalo dal- tum vel puhlìcum. Anticamente il luogo
la maggior pai le dc'vocovi: Udubico fu destinalo ne! palazzo apostolico all'udien-
cilalu a Ingellieim nel 972 per rendervi za delle cause, si chiamava Auditorium,
tonlodisuacondotla,ecuMf>:ssbumilmen- donde derivò il nome a'giudici Uditori
le di aver peccalo contro la legge della r// iiof/^/(/,), che ivi udivano le informa-
Chiesa, aggiugnendo che il solo desiderio zioni e i ateriti delle cause, come rileva
di ritirarsi dal pjondo gli avea fallo com- Bernino; ed i curiali o procuratori presso

uiettere questo fallo. Fece dipoi un altro il medesimo si dissero Procuratori di


pellegrinaggio a Pioma, ove il Papa gli die- collegio del s. Palazzo apostolico[f^^.).
de grandi contrassegni della sua slin)a ; 11 luogo poi dell'udienza del Papa, argo-
anche in Ravenna fu accolto assai ono- mento di quesl* articolo, si chiamò Cu-
levolaienle dall'imperatore e dall' impe- bicolo. Camera, Cappella, Concistoro^
r.-iliice. La sua salute andò sempre più Presbiterio (F^.), ora stanza o camera di
dtclinando dal mese di uuiggio del 972, udienza, cioè pubblica e ordinaria o do-
ed avvicinandosi al suo fine vieppiù li suo mestica. La camera per 1' udienza pub-
fervore infuocavasi. Negli ultimi istanti si blica è la stanza della del Trono, sul qua-
fece collocare sulla cenere colle biaccia le siedePapa nell'ammellervi al iJ^/c/o
il

slese in forma di croce, e così spirò in mez- del piede (del quale omaggio meglio a
zo al snoderò a'4 luglio 97 3, in età pres- Scarpa e ad UbdidieiNz a, il quale ultimo
so gli 80 anni. Fu sepolto nella chiesa di articolo e quello di Visita, si rannodano
sant'Afra, che prese poscia anche il suo e compenetrano con questo, onde convie-
iiume. La sua santità fu lesliuioniata da ne tenerli sempre predenti), ordinaria-
ciiracoli, e Papa Giovaimi XV locano- mente vestito colle scarpe crucigere,sot-
nizzò nel 993. Questa è la (."canonizza- tana, fascia, rocchetto e mozzetla; mentre
zione che solennemente fu celebrata da' ricevendo all'udienza, o per ossequio oper
l'api, secondo il comune consenso. Cele- visite principesche, nella camera domesti-

biasi la sua fesla il 4lL>o''t>,gioruo di sua cadiordmaria dimora, siede allo scrittoio

morte. sotto baldacchino, vestilo di scarpe o pau-


LDIEINZA oUDlENZl A, Audientia, lofolecruci-ereezinunarra,con quelle va-
Admissio. L'udire, l'ascoltare. Dare u rietà,anche di vestiario, che dirò parlan-
dienza,vale slare ad i\»co\\.aie,audire, au- do de'ricevimenti per l' Udienza e fisila
sculture. Dare udienza si dice propria- di principi sovrani, i quali sono semplici
melile de'P///a//;/, o altre persone ili di e insieme dignitosi, in una parola (juali

slinzione, <pjando ascollano chi \a loroa si convengono al padre comune de'lcdeli


parlare: e chiedere o avere udienza, >i di- e al \'icario di disio che iu li[)odi umil-
ce del [)rocniaie o olteneie d'essere a là; nel icslo per onorare quelli che si rc-

Scoluilo. Udienza diciamo anche al luo- canu dal Papa per l'udicuia o por vene-
UD I UD l 39
l'azione, secondo i gradì, non sì manca lume LXXlX,p. 78. Gl'infedeli ancora e
per decoro eziandio della maestà ponli- talvolta anche gì' idolatri, si procurano
flcia,di praticarsi convenienti cerenionia- tale onorifica soddisfazione, ricevuti an-
li di cui parlerò, I cattolici ricevono con- ch'essi graziosamente e con carilà.E quin-
tiiKiameiile consolazioni, conforti e onore di, etrodossi, infedeli e idolatri ricevono
in essere paternamente accolli dall' au- dimoslrazioni piene di bontà dal supre-
gusto Capo della Chiesa, haoiandonei pie- mo Gerarca de' cattolici, ed anco donati-
di, ricevendone l'apostolica Bcncdizio- vi proporzionati alle loro condizioni. In
iie(P .), esentando coll'oracolo di »ua vi- generale, cattolici, cristiani eterodossi e
va voce parole sempre benevoli; ricolmali altri confessano, che la sensazicwìe pro-

altresì di grazie spirituali e di sagri dona- fonda e inesprimibile che provano tro-
tivi di divozionali, come Rcliciuii', Coro- vandosi innanzi all'augusta presenza del
ne, Croce fi s.^i Q Medaglie bcìiedcltc [f'.) romano Pontefice, non ha confronti im- :

con indulgenze, oltre 3Icdaglìe pontifi- le perocché le sue semplici, soavi e digni-
r7>(/ .),ed oltre que'divoziouali che in gran tosemaniere, talmente ne colpiscono l'a-
copia 1 cattolici si fanno benedire'pe'loro nimo, che riescono in modo del tutto su-
congiunti e coinpatriolti divoli, che le ri- .[leriore e diverse da quelle che si sento-
cevono come oggetti preziosi e d' inesti- no nelle presentazioni a' più potenti e
mabile valoie. Nelle pontificie udienze più grandi sovrani secolari, Innumerabi-
sempre Papi furono solleciti di appagare
i lo è poi il novero di coloro che trovaronsi
le pie brame de'riverenli callolici,e quel- confusi al cospetto d'un Papa, per quanto
le persino de' loro parenti e amici, beni- vi si fossero o[)portunaiiiente preparati;
gnamente ascoltandone i bisogni, e ralle- come pure di quelli che ben a ragione re-
grandoli con umanissimi parlari e colle putarono tal giorno e tali circostanze, l'i-

grazie del tesoro inesauribile della Sede stante più fàusto e più bello di loro vita,
Apostolica. Pertanto la molliludiue dei facendogli tale una profonda impressione
forestieri che recansi nell'eterna Pvoma, o uell'animo da non mai più cancellarsi, né
pc •
ammu'arne e goderne le grandezze, o da potersi a'obastanza esprimere con |)a

pe> sentimento religioso onde venerare i iole, come ingenuamente e nel suo bel
Liinina Aposlolornin (/^.), sono viva- cuore non dubitò di ripetere a Grego-
mente ansiosi d'esser ammessi all'udien- rioXVI il regnante imperatoredelle Rus-
za ik'l Papa e baciarne piedi, e ne sono i sie Alessandro li, che chiamerò il Paci/i-
esauditi. Questo tiesiderio è anche comu- co pel narrato a Turchia, ove celebrai gli
ne agli eterodossi che visitano la gran cit- omaggi resi personalmente in lioraa dai
tà. Essi amano ossequiare il Soniino Pon- gran pascià ottomani a tal Papa e al ve-
tefice cììtì coula. 200 milioni di figli. Nella nerando successore che regna. Egli è que-
più parte [irovano forti emozioni in tro- sto il possente e portentoso ell'etto che pro-
varsi alla sua presenza, ma poco comuni duce negli animi la nostra ss. Religione i:
sono i casi che ne proliltiiio per superare un complesso di gravi riflessi, nel consi-
i gravi ostacoli de'rispetti umani, come- derarsi riunire nella sagra persona del Pa-
chè non convinti aljbastanza, per di loro pa, il Sicario di Cesìi Cristo ( / •) io ter-
sventura, che fuori della Chiesa cattoli- ra, il Successore (A.) di s. Pietro, il Pa-
ca non vi è l'eterna salute; terribile senten- dre comune de'fedeli d'ogni grado e cou-
za e dottrina tradizionale, che non lascio dizione, ed anche il sovrano dell'alma /lO-
di ricordare all' opportunità per tentare ina (/'.) e di florido illustre dominio. Oc-
d'illuminare alcuno de^li etrodossi e altii cupati iFapi incessantemenleallecuredel
the ne abbisognano, ed ancora una volta KiChiesa universale cai temporale gover-
cou santissime e autorevoli parole nel vo- no del principato, nell'udienza ricevono
4u U D I U D I

e7Ì,-inclio i ministri a laii alTari preposti, luogo e fonte di grazie spi rifilali e tempo-
co' qualidiscutono e risolvono, ovvero
li rali, e tribunale supremo degli affari del
mediante Rescritti {F.) ex yJudicnlia mondo cattolico e specialmente del domi-
Sa>i(lissi/}ii j ed anco verbalmente i Pa- nio della s. Sode. Il p. Menochio, Stuo-
pi impongono loro disposizioni e ordini, re, t. 3,cent. i 2,cap. 24 Della facilità
: e
x'ivae vocis oracii io {[rase che spiegai nel difjicoltà dell'udienze de'principi, rife-
voi. LXXlVjp. 255). Inoltre nell'udien- risce. » E mollo degna di lode la costitu-

ze approvano i Con-
decreti delle sagie zione che fece Costantino I imperatore
f^rcgazioni Carclinnlizic {^J ,), delle Se- verso il 33i, ed è registrala nel codice
i^rctcric della s. Sede (^'.) e de' Tribu- Teodosiano lib. 1 , tit. de 0/)'. reet. Pro\'.^

nali di Roma (/ .), alìini tulli die anli- col quale ralTrenò i magistrali posti al go-
camenle si trattavano nell'udienza pub- verno delle Provincie dall'aggravare in-
J)lica del Co7zc/.v/07o(/.). Alcuni Papi co- debitamente popoli, in cui fra le altre
i

ruinciaiono le loro bolle o altri pontifìcii cose vieta che si dia prezzo o donativo a
«liplonii colla paiola Aiidientiam, lichia- quelli che stanno alle portiere per essere
juando il tenore dei Iratlalo nella mede- introdotti all'udienza del principe o del
Muia. lìicorderò 3 soli esempi di Uenedet- giu<!ice. ]\on fit veiuiles jndicis velum,
to XIV. Ad caidieiitiaiìi ìiostraiìi,c\\ è non ingressus redempti. Non infame li-
Ja I 2.' costituzione del Bull. Be.nedicli citationibus Secrelarium, non visio ipsa
XI F, t. 4- J^ella penultima udienza, pracsidis rum prelio.S'i chiamò Segreta-
tli'è la 53.' In una delle solite udienze, rio (P.) luogo dove il principe o il giu-
il

th' è la 55.^ Dalle udienze de' l'api ori- <lice dava l'udienza. Dice dunque Costan-

ginarono alcuni de' detti tribunali, gli tino 1, che tale luogo non dev'essere ìn-
yJiiditores o ricordati uditori della s. Ro- iììMna licitationihus, il che allora avviene,
ta; mentre udienza del principe o conci- quando Admissionales, che sono quelli
storo fu detto il tribunale della Segna- che stanno alla portiera, o senza saputa
tura di giustizia ( F'.). Roma centro e n'ie- del principe o col consenso di lui, il che
tiopoli del cattolicismo, e residenza del sarebbe cosa molto piìi riprovevole e in-
vescovo L/iiversalc[l .), vede conlinuo- fame, pigliano denari o presenti per am-
jDcnte da ogni parte del mondo accorrei e mettere alla presenza del padrone liti- i

Pescosi d'ogni rito e nazione, non sola- ganti o quelli che hanno negozi, che que-
mente a venerare il Sepolcro de' ss. Pie- sta è l'isio Principis cum prelio, et in-
:

tro e Paolo, ma la Cattedra apostolica e gressus redemptus. Alessandro Severo


Chi in essa vi siede, ricevuti all'udienza buon imperatore, fu lodalo da Lampri-
fon fraterna cordiale elTusione. Oli quan- dio, perchè era facile in accordare l'udien-
to immenso bene ricevono tutte le greg- ze, evisi penetrava colla stessa facilità che
gi cristiane dal colloquio de' loro pastori si entrava da qualunque senatore. Dice
col /'«.y/orc'(^.)de'pastori. In essa sirap- il p. Menochio, che la difncollà del dare
presenlano dallo zelo e vigilanza de'primi udienza, se nasce da quelT avarizia, che
i bisogni spirituali delle medesime, a cui Costanlino 1 nota e corregge colla sua co-
il secondo sempre sollecito proweile elìl- glilu/ione, è cosa sotdida e infume. Seda
caccmenle. Questa preziosa liunione in- tedio l'udir le querele altrui è viziosa im-
licr>a del capo colle membra del misti- pazienza, perchè sebbene è un gran fla-
co corpo della Chiesa, produce meravi- gello del principe il sentire (piello che di-
gliosi e ubertosi elFelti, e conferma la te- cono i supplicanti, 1 applicarvi ranimu,
nera divozione, ubbidienza e annessione l'intenderlo e risolvere il rimedio, che si

deirE{)i>copnio colla s. St.de. Per lutto il hu d'adoperare per l«;vare 1 disordini, im-
uairulo, chiauieiò 1'
udienza pouliliciu, pedire gli aggravi degl'innocenti, e pone
[J D I U D I 4[
fai concerto nelle cose, che si osservi la gese re de'parti, pretese che Tiridate fos-

gìiislizia, in pace e non si lurbi lu tranquil- se trattato al paro de'consoli di Roma, né


lila della repubhlico; ad ogni moclocjtie- dimostrasse verun atto di soggezione,co-
sta è rolj!)lif^azione del principe,dalla qua- ine il deporre la spada oil far anticamera.
Je non deve soUrarsi, perchè l'esser prin- L'Amydeno che neliG^j pubblicò. De
cipe non è sola dignità, ma è insieme of- Pietaic Romana jpait. 4, cap. 2; De Au-i

ficio, ministero, e se vogliamo dire il vero dienlia RI agi slr alunni corani Suninto
una pubblica servitù. Glie *e la dinioollà Ponlifice quibus vis gladii, et in sonlcs
nasce da superbia e da alterigia, o da opi- aniniadversio ,{.\\Q.\\\di\a Inter plures quos
.

nione, che l'esser facile in auuneUere al- enunieravimua niagislralus qui rcos pie-
l' udienza qualsiasi sorte di persone, sia cluni, aliqui dìcunlur judices ordinarii,
un avvilirsi, è dettame e costume bar- praefeclus Urbi sive i^ubernalor,audilor
baro, qual era quello della corte del re di camcrae, vicarius populi seualor, e.lgii'

l'ersia, del quale diceva la regina Ester, bernalor Urbis Leoni nac. Hisingulisheb-
come si ha dal cap. 4 di sua istoria : O- domadis sialo die ordinariani corani
lìiiics servi Rc^is^cL ciiiictav,(jnnc sub di- sumino Ponùfice habelur audienliain ,
tioiic c/US siuit, nomili provi nciae, quod ipaunique oinninni qnnc ineorunigerun-
sive vir, sivc mitlicr, non vocaliis, iute- tur Iribunalibus rcddunl ccrliorem, quos
riti.s atrinnircgis intravcril,ahsqiieulla habcant carcere delenlos, quibus prò de-
ciinctalionc xtali/n ìnter/ìrintur. Io ho liclis,quidreusfassus sil,quid leslibus pro-
udito dire, che nella corte d'un gran prin- baia nulli in/ligi lur poena (salieni gra-
cipe s'usa oggidì (morii! p. IMenocliio au- vis), nisi hoc Pontifili adaniussini fuerit

tore di molle opere nel i65G in Iloma )


exjìoslluin. Poulifex nunquani poenas au-
con quelli che dimandano udienza, cor- gel, scd easdeni ut pluriinuni mitigai, et
tesia grande, senza distinguere il povero quando alrociora incìdunl ne jusliliani
dui ricco, poiché si costuma di notare in subvertat, magistraluuin judicio animad-
un libretto tenuto dal Jìfucsùro di Ca- versioneni secunduni leges relinquit,quos
meni, o da chi sta alla portiera, il nome iteruin,alquc iteruin inonel, caveanl a se-
e cognome di chi domaiula udienza, no- vi lia, et nequemquani quovis praetexlu,
tando anche il giorno che la domandò, e vel in minimo scienles, vel incuria lae-
conforme a (juesl'ordine dell anteriorità danl. Recensenduin hoc loco anliquissi-
nel chiederla, s'usa d'introdurli al prin- niuin AulaePonli/leiae iuslilulum,cujus
cipe, osservando in ciò il detto de' leggisli caussam exislimo non omnibus nolani.
e la regola loro, che: Quid est prior lem- PoiilifeX Clini Return Oraloribus, sive
pore, polior est Jurc. Se questo per or- Cardinalibus recenter in Sacritin Colle-
dinario si osservasse sarebbe rimedialo giuin coaplalis, publicuin Concisloruuii
a molte amaritudini e mormorazioni di praescripta cousueludine exìiibet, et tos
quelli, pe'quali le portiere del principe so- aliqnando per aliqnol Icuiporis spaciuiit
no come di bronzo, o come quella poi-la praeslolelur necessesil: nequicquainolio
ferrea, della «pjole si fa menzione negli delur advocaloruni concislorialis Aulue
Ani ylposlolici''. Leggo neh' Istruzioni iinus corata eo luculenlam, qua alrocis-
del Parisi, parlando dell'onorificenze di simui/i quodque /ìngil crimen luibel ora-
trattamento che i principi credono loro iioncin, palrein a Jilio invnanissime pe-
convenire, e le (]uali trascurandosi re[)u- reinpinm,fralrein afralrc veneno subla-
tDno avvilita la loro dignità, che (piando luinj slupruin virgini indigne exlorlum,
Tiridate re d'Armenia si portò in Uomaa vini inipolenter dlalain, majeslalem suoi-
ricevere da Nerone la corona, lacconla mo sedere laesain. Proposilum casuiii
Tacilo, che il di lui iVulcllo Aisatc \'ulu- mulùiù ralioiubu. exj^geratj ni Ponli/i.-
42 UDÌ U D I

teni ad vìikÌì ciani juxla leges ìmpellnt ze doniesliclie pontifìcie, e da cpiali per-.

(«);i psco dopo Uil)!ii)o Vili rimosse l'uso »one, n»ilÌ7Ìe e cubiculari sono giiamilo
e più nobili allnljuzioiii die agli avvocali e occupale, per sicurezza e decoro tiella
coDcisloiiali, nell'udienza soleotiedel con- reggia papale, Nella r." gran sala sempre
tisloro pubblico, che noverai ojeglio nel custodita dalla guardia Svizzera poiili-
\ol. LXXX, p. 127). El hoc non alia de ficia(f'.),f>\ feroianoi domestici di livrea
caiissa (juam ul rontìficibus suo ìngenio di quelli che si recano all'udienza del Pa-
viiùbus aculeos acuat, eis(jue legiiin se- pa. Nella 2." sala sonoì Pai afrcnicri^f.)
vcrilalem Urbi logatae necessariani edam esediari col decano, e due ordinanze a
n!qiie eliam consicto sedere comniendal, caviillo dragoni della Milizia ponti/ìcia.
III si poslea quid simile vere conlingant Visi trattengono i decani de'cardinali ve-
sacerdotali pittale conlrarium suggeren-r stiti di nero e detti di collare. In tempo
le iniilluin non praelermillant. Et liaec dell' udienze ordinarie e pubbliche, dei
(jKod ad Urbein Fwmani; quod vero ad concisloiij delle prediche, delle congrega-
proviììcias illi subjeclas special, illas di- zioni che lengonsi innanzi al Papa,deire-
versis pvaesid'.hiis cotnniissas sitpra o- sauiede'nuovi vescovi^ delle ca[)pellepon-
stendiiniis: quibus jus quideni, sicarios, lificie, per la lettura de'decreli per beati^
ìiomicidas, aliosque delinqiienles vincu- fìcazioni, pe' ricevimenti de' monarchi e
ìis coercendi, processimi in eos fahrican- principi reali, e per 1' imposizione della
di,nonlamen ex lege anirnadverlendi j ino7zelta e bei reità a' cardinali nuovi, le
linde processuni Iran^ntitlunt ad s. Con- alile stanze sono guarnite e corteggiate
snllani, de qua snpra habiiiinus sermo- da'stguenli. Tutte le udienze ordinarie e
neni, qneni Jlluslnssinii Fatres subldis- le altre accennate funzioni e adunanze
sima indagaiione exaniinant, coque exa- hanno luogo la mattina; nelle ore poine-
jninato, cantra vel prò reo dccernunt. lidiane e nella sera soltanto si guarnisce
Decrelum Patriim, secrelarius nferlSan- il pontifìcio appiu tomento pe' vesperi e
ctissiino, qui qnandoque ex caussa sibi nulle del s. Natale, [)e'delii cardinali nuo-
lene visa illud nioderatur, immulat, vel vi, e pe'ricevimenti de'principi, se in tali
penilus tollit, et deniuni non nisieo scien- ore SI fanno, eziaridio si guarniscono e cor-
te el connivente sorlilur ejjecluni. Ex bis teggiano da quelli che vailo a notare.Nel-
lector videas licet,quatn prò niiracido la camera dopo la sala de' palafrenieri
habendum sii sumnnini ronti/icem tot dalla Milizia pontifìcia de' gendarmi
curis dislenlnni, parva qnaecuìi.que ad della brigala palatina, già carabinieri pel
saìuttni morlalnun sptclanlia^ nedum narrato nel voi. LUI, p. 2 i4e 227; oltie
adverlere, sed sumnio studio curare^ ut due sentinelle svizzere. In quella che se-
ìcli'g'Ose credi po'isil, euin ( nisi prae- gue dalla guardia palatina, formata dal-
ieiilius assisterei Nttmen ) tot laboribus l'antica Civica scelta e dalla milizia ur- m

ìiiortalern excedcnlibus, imparern fore. bana dtCapotoìi, della quale tenni pro-
La residenza oidinìtiia del J'apa è iiiRo posito nel »ol.L,p. 202; e da unode'coiu-
ma nt Palazzi apoilolici, cioè iìe\Palaz- inissari battistrada, de' quali riparlai nei
zo apostolico f alicano e nel Palazzo a- voi, XI, p. 2r), XLI, p. i43e297,LXXIX,
poslolico Quirinale {^ •), nella nilcggia- p. 272, 274 e 2 75, da antichissimo tempo
tura nel Palazzo apostolico di Castel precedendoessi prima in calessee da mol-
Gandolfo {T'.). Nel descriverli dissi pine ti anni a cavallo Tre/ti {f\) del Papa.
i

degli appiiilanienti pontificii, delle sale In questa si fermano i camerieri, i cap-


nobili del Irono per la pubblica udienza, pellani, ì caudatari de' cardinuli, prelati
iliiiranlicaineie segrete die precidono la e altri. Nella seguente stanza è il segre-
"^
Lciincia dell'udienza ordinaria nelle slau- tario eccleyidstioo di luii maestro di cu-
U D I UD I
43
nicia, due Bussolanti (P.), cioè uno par- maggiore (pel nuovo vestiario di questi
tecipante e l'alUo soprammiDcrario, cu- (lue ulliuii è a vedersi il voi. LXVIH ci-

jjiculari che già formavano 3 classi, le talo), il capitano degli svizzeri, il Canda-
ailie essendo i Ccnncrìcri cxtrct e gli lario e il Crocifero (/ .), oltre il prefetlo
Scudieri [f .), V aiulanle magj^iore del- i\^' Maestri delle cercmonie pontificic[ / .)

la detta guardia palatina, e 1' ollìziale se i sovrani e annunziano co-


le sovrane si

ik'lla guardia svizzera quando però il ; me lali, altrimenti se viaggiano con altri
luino degli ofllziali cade nel tenente o titoli, il solo maestro delle ceremonie pon-

nel soltolenente, essi lioiino luogo nel- lilicie Segretario della congregazione ce-
ranlicamera nubile e d'ontjie, delta del renionitile,\[ (.[uriìe inlorviene sempre in
s. OfìJzio, ed il capitano nell' anlicanieia tali udienze e inclusi vamenle se è invilato

segreta, Nella della tyilicainera si tratten' ilpiefello. I maestri delle ceremoniehan-


gono i maestri di camera e gentiluomini no luogo neir anticamera segreta, ed in
de'cardinaii, principi, aniLascialori e altri, quella d'onore il caudatario e il crocifero,
Segue la stanza ove sono le Guardie no- ed anche gli aiutanti di cannerà se vi vo-
bili nonti/ici(',An\\e cpiali riparlai nel voi, gliono andare o se debbano aumentare il

LXXlX,p. 274)*^"' p'0[)rio cadetto: an- corteggio. In alcune circostanze, come


ticamente in vece di esse eranvi le Lau- per la processione òtW Arciconfratei nilcl
de spezzate e(\ i Ca\>alleggieri. Neil' an-- del ss. Nome di Ilaria, che ha luogo nella
ticameia nobile e d'onore, e sala del Iro- ilomenioa dell'S.^ della festa del ss. Nome
no e di udienza pubblica risiedono Ca- i di il/aria, recandosi nel pumerii^gio dal-
lzi f rieri d'onore in abito paonazzo (^ •), la sua chiesa alla Chiesa di s. Maria del-
ed i Camerieri d'onore di Spada e Cap- la J ittoria, entrando nel cortile del pa-
pa supraimumera-
(de' quali e degli altri lazzo Quirinale per ricevere la benedi-
ri, pelnuovo vestiario, tornai a parlare zione dal Papa, che la coinpaite dalla
Del vol.LXVIIijp. 3), e nominati lenen- i loggia sotto l'orologio, oltre l'anlicauìcra
te o sottu-lenenle degli svizzeri, Final- doppia s'invitano ancora i pi elati sosli-

mente nella pricna anticamera segreta, tiito della segreteria di slato Segretario
elle precede la camera ove risietle. studia dellaCiJìa,\[ Segretario de' brevi a' princi-
e dà udienza il Fa[>a, sotto baldacchino pi, il Segretario delle lettere latine, V U-
e dossello, si Irovaui): l'esente delle guar- ditore del Papa, il io\\.o- Data rio, W Mae-
die nobili,Camerieri segreti soprannu-
i stro del s. Palazzo, il prefetto de' cere-
merari, Camerieri di Spada e Cappa
i monieri pontificii, ed i cardinali Palati'
soprannumerari, Cantei ieri segreti par- i Ili. Nelle udienze ordinarie della sera, ol-
tea pa lì (i^i: il prelato /l/rze^/^o di Camera ire gli svizzeri,! palufVenieri,e l'ordinanze

(/ .). Anni adilielroeranvi pure i CHvaiie- de'uragoni, per 1' anticamere veglia uno
li GerosoUiiiiianì {^J .)novizii professi, pel Scopatore segreto (^.), che accompagna
riferito Del voi. VII, p. 4o e4'2.Nu(eròche chi viene all'udienza al cameriere segre-
di tutte le ricordate classi dei Bussolanti to partecipante di setlimana che intro-
e Camerieri del Papa, di servizio di setti- duce dal Papa, e non avvi altri. Dalla sala
mana, tranne i priuji, ve n'è sollanlo uno de'palal'renieri per un passetto si perviene
per specie. Fe'ricevimenti de'monarchi e alla stanza degli scopatori segreti e quindi
princi[ii reali, i detti individui sono in nu- nell'intima seconda anticamera domesti-
Uiero doppio, il che dicesi anticamera ca e segreta del Papa, egualmente muni-
doppia, ed allora intervengono ancora ta di dossello e baldacchino, per la (|ual8
iieiranticamera segreta il Maggiordomo, gli ammessi all'udienza tempo ch'essa
ili

il vescovo Eltmosinieie,\\ vescovo Sagri- vaca, sono introdotti al Papa dal came-
• sta, il Foriere maggiore, il Cavallerizzo riere segreto di settimana, e in sua as^cn-
44 udì udì
za (\a\ì'Jiitlaulc di camera del Papa[V.), Prefetto de' ss. Palazzi apostolici^ V.), so-
li quale per essa in liiUe le ore e in ogni [»riiiteiidea'mcilesimi palazzi cilall'iiilera
tempo coiiiluce dal Poiilelice clii riceve corte efatiiiglia pontificia. In falli per uili-
privatamenle. Quasi tulli i nominali, se dio mg." Francesco ile Medici de'principi
non abitano nel |)aIazzo ove risiede il Va- d'Ottaiano,dalPapaPio IX prima da niae-
j)a, in esso sono condoli! da'liulloni pa- Siro dicamera fu avanzato a maggior-
Jalini, e poi con essi riportali alle loro a- domo, sostituendogli il cameriere segreto
Jjilazioni. segretario d' ambasciata mg/ Edoardo
Poco dopo l'origine delD/Vzr/o(i//iow^, Borromeo Arese di Milano, ed avendo ai

cli'i'bbe [)i incipio nel 7 6 e fu il /'gior- i 1 i 1G giugno 856 crealo cardinale diacono
1

naie ulHciale del governo, periodicamen- mg' de Medici, a cui poi conferì la dia-
te si pubblicavano le udienze ordinarie conia di s. Giorgio in Velabro, dichiarò
che il Papa accordava a'cardiuali. amba- maggiordomo mg.' Borromeo e fece mae-
sciatori, governatore di Roma e mi-
altri .stro ili oan)era l'attuale mg.' Bartolomeo
iiislri, oltre i ricevimenti de' monarchi e l'acca di Benevento canonico Vaticano,
principi sovrani, e degl'illustri forestieri; già uditore e segretario del tribunale della
in seguitosi restrinse la pubblicazione segnaturadi giustizia (di cui parlai nel voi.

dell'udienze a quelle di qualche personag- LXXIX,p. 17 ealtrove). L'onorevolissimo


gio straniero, oltre le delle visite prin- e distinto uflìzio di maestro di camera del
cipesche, a quelle delle deputazioni e cor- Papa equivale al gran ciambellano e in-

|)orazioni religiose, de'cardinalie primari IroduUore degli ambasciatori de'sovrani


vescovi provenienti dall'estero, e pel rice- secolari, simile a' dignitari degli antichi
violento dogli ambasciatori d' Ubbidien- imperatori, Praeposili Cabiculi e flJagi-
za{^T".)y(\*ìs}\ Ambasciatori e Ministri(ì\- sttr Adinissionum. Anticamente e nel
'

jilomalici di Residenza {f'.), nel presen- principiare del secolo Vii fungeva co'Pa-
lare le loro ciedenziali. lì lìJaeslro dica- pi il corrispondente ullizio di maestro di
jnera del Papa è il 2° prelato palatino, canieia il Secondicero della s. Sede(^f^.);
che [>rcsiede al ceremoniale della fami- ed inlrodultore ne'Com;;/a o A/iOf^/ (/^.)

glia e corte pontificia. per l'ammissioneal- romani eia anticamente il Priinicerodel-


l'udienza del Papa, e delle sue anticame- la s, Scdc{^f\). Molti scrittori ecclesiasti-
re; in Roma purea quello de' 7VtH?"(^'^.), ci usarono del vocabolo Observo pei si-

Cai'alcate, e ad ogni accompagnamento gnificare l'aspettare, come si legge nelsi-


e corteggio del Pontefice allorché recasi nodo romano celebrato da s. Bonifacio li

in alcun luogo, e ne' Flagizi e /ill^ggia- l'apa del ,>3o, dove ildiacono il quale as-
ture in quella parte che gli spella. In- sisleva alla porla avvisò i padri comeTeo-
tioduce all' udienza o visita del i*apa dusio metropolita slava aspellando per
Sovrani, Principi, Andjasciatori (/ .) ed esporre la sua causa a quella sagra adu-
idlripersonaggi sì laici che ecclesiastici nanza. Era ullìcio de' Diaconi l' intro-
c regolari, oltre prelati e ministri che
i dtnre coloro che desideravano l'udienza
jinncipalmenle nella mattina hanno l'u- ne' sinodi. Laonde vescovi dell' Egitto i

dienza ordinaria o straordinaria. Per as- condannarono il conciliabolo diXirocon-


senza e impotenza del maestro di camera, gregato contro s. Atanasio, perchè il car-
per ammissione e introduzione all' u-
1' cerifereammetteva quelli quali voleva- i

tlienza e in altro, supplisce il cameriere no l'udienza. Del medesimo verbo si ser-


fetgrelo partecipante di servizio di setti- ve la / o/^M/<z in questo significalo: Obser-
liiana. Talvtjlta viene crealo cardinale o vat ad postes ositi mei. S.\>ìvìì\o [\\\y,ì^.\u\\-

promosso allacarica ih i\l aggi or dumosi ^ .) ciò I del 2 li 7,ad esempiodi s.Evaristo Pa-
i."prclutjpalaliuo,chcuradopoilcarUiuul pi deli i->, ordunlo che 2 preti e 3 diu-
udì U D I 41;

coni nrcnmpagnasseioil Pnpa e i voscovi, airudlpnrn.Cheil medesimo segrcfnrio ri-

pi.-r servire di teslimoiii delln loro vita, ceve nella sjiddetla ramerà dchussolanli
contro i sospetti e le caluiiuie degli ereti- tuli e le persone a ri) messe a H'uilienzajtjoi li-
ci e scismatici, quindi i vescovi tennero di le là introdurre da'bussolanli nellanli-
seco loro un ecclesiastico che gli acconi- camera d'onore,questi annunziandole per
pngnavano dapperlullo. Era tesliitionio nome a'camciieri d'onore, quali ne pre- i

di loro orioni e dormivano nella medesima vengono il cameriere segreto, e questi le

stanza deW Episcopio, e. per (pieslo moti- nolifira al prelato maestro di camera. Il

vo si chiamò óV«cf//o (/.). Il paliiarrndi segielaiio in delta camera riceve ancora


Costantinopoli ebbe piìi sincelli, il i. 'dei le persone che vengono a domandiir l'u-

quali chiama vasi Protosinccllo [/'.). D\- dienza (ciò che anticamente facevano i

versi cancui de'concilìi stabilirono che i bussolanti), se pure non recansi a ciò fa-
vescovi non ricevessero all'udienza donne re nella residenza di monsignore suo pa-
senza la presenza d'alcuni preti e diaconi; drone. Che esse debbono esibire nozioni
ne'tempi an lichi i vescovi più che al pre- idonee di loro, e indicare da chi sono co-
sente doveano ogni giorno e ogni mo- nosciute, per essere poste in nota; questa
mento ascoltare uomini e donne. Certa- poi prima che termini l'anticamera lo
mente tra gli antichissimi Cuhìciilari[f .) stesso segretario porta al prelato, e da es-

del Papa, dimoranti nel suo cubiculo o so riceve l'incarico di spedire i biglietti a
camera intima di residenza e riposo, uno quelli che il Papa ha ammessi per le fu-

de' primari avrà esercitato 1' incarico di ture udienze, sottoscritti da monsignore,
introdurre alla sua udienza, il quale in e li ricapila a mezzo de'suddetli dragoni.
progresso di tempo fu chiamato col no- Che per l'udienza poi delle sigoorc(le qua-
me di Maestro di camera, Mogistcr Cu- li come avvertii nel voi. L, p. 206 e al-

biculi, Alngisler Aulac. Al mio articolo tro ve, non si ani mellono allatto nelle stan-
narrai tutte le onorevoli allribuzioni che ze pontificie, godendo l'eccezione tra le

esercita e le distinte prerogative die gode, donne le sole sovrane e le principesse di


fia le quali è ragguardevole la custodia sangue regio colle loro damedi compagnia:
del Sigillo {F.) pontificio dell' Jncllo però mentre il Papa è assente da Pioma,
Pescalorio. Quanto all'udienze ordinarie anche dalle signore si ponno vedere gli ap-
del Papa, raccontai come invila quelli partamenti e giardini pontificii, ovvero
i

surnmentovati pel servigio di turno, on- quelli d'un palazzo mentre il Papa abita
de guarnire l'appartamento pontificio, l'altro, mediante biglietti di permesso del
sia di guardie che di cubiculari. L'ora maggiordomo) e signori che ricevonsi nel-
dell' apertura dell' anticamera segieta le ore pomeridiane di alcuni giorni, in al-

jiontiliciache ; al maestro di camera l'e- tri luoghi del palazzo abitalo dal Papa,
sente consegna i 3 rapporti de'3 corpi mi- che indicai nel voi. L, p. 25 1 , ossia nel
litari esistenti a' loro posti; che il di lui Caffearous del Quirinale, e pel Valicano
segretario presenta al prelato la nota de- a p. zCh), ove Gregorio X\ l fece colloca-
gl'individui cubiculari che guarniscono le re i (ac-siroile de'pilaslii delle loggie di
diverse anticamere, e la nota in doppio co' Radiiele da lui acquistati, ed a p. 286 o
nomi e qualifiche delle persone ammesse casino di Pio IV. Talvolta nel Quirinale
all'udienza nella slessa mattina, con l'av- i l'api riceverono nella sagrestia della cap-
vertenza se alcuno le prescnta,oltre la no- pella Paolino Vaticano nella sagre-
; e nel

ia di quelli che domandano rudien7a;che stia anche nella


della cappella Sistina, ed
queste note, ritenuta una copia della i
.", biblioteca Vaticana. La nota di tali signori
le umilia alPapa e dal ((uale i ice ve gli orti i- e signore ammesso all'udienza slraordi-
ui su quelli che iiuplurauu 1'
ammissione naiia pomeruliiina, il maestro di camera
46 U D t
'
. udì
la consegna al cameriere segreto pni feci- co, le domanda al Papa il cardinal Sg-
panie di sellitnnna, il <]iialf assiale il j^a- grclrtì-io di Slato (/'.), il quali; con suo
pa con un suo collega. Inoltre corteggia- biglietto ne dà parte al oiaeslio di came-
llo il Papa un aiutante di carniera uno , ra, rimarcando se in foru)d privata qua-
scopatore segreto, il decano e due pala- lora sieno ferie o vacanze. Che recando*
frenieri. Se dette udienze sono per prin- si dal Papa sovrani e sovrane ,
principi
cipi o principesse reali v'interviene anco e principesse reali, come già riportai di so
il maestro di camera. Tuttora si ricevono [ira, il maestro di camera invita anticame-
{dl'tidienza le signore al Quirinale nel Caf- ra dop[)icrj cioè il doppio delle guardie e
feanms,alVaticano nella sala abbellita da' de'cubiculari dell'udienze ordinarie, in
suddetti pilastri tratti da Piallaele. Di più uno al /ìlaestro di cereinonie segretario
dissi,cheda mg/maeslrodi camera il me- della congregazione ceremonìale,ed-ììì-
desimo cameriere segi eto ricevt- la nota clu- il prefetto delle ceremonie ponlillcie,
delle personeammesseall'udienza ne'tem- se i sovrani e le sovrane si recano co-
pi di vacanza, ovvero ne previene l'aiutaii me tali dal Papa e non incogniti sotto
te di camera m è un'ora in cui tale cu- altri nomi, incoudjeudo ad esso prefetto
biculario non vi sia, o il Papa lo dispensi di annunziarli a voce alta. Che uotiQca-
dal trovarcisi. Imperocché della famiglia to»i dal segretario di stato a rug."^ raae-
iiobile pontificia de' cubiculari, i soli aiu- stio di cauìera il vicinoarrivo in Pvoma
tanti (li camera prestano un continuo e d'tm iS'oi7V7/?o o d'una iyaiT<7/irt',che viag-
non mai iiiteirotlo servigio, di giorno e giiio come tali, il prelato recasi diverse
di notte: essi vegliano sulla sagra perso- miglia distante ad incontrarli, insieme al
na del Papa e sue domestiche stanze, fa- detto segretario della ceremoniale ,
per
cendo chiudere le altre quando non av- complimentarli al modo riferito. ludi ri-

vi r ordinaria o altra particolare udien- torna in lioma a darne notizia al Papa,


xa; assistiti e coadiuvali da' lamigli inli- ed appena giunti in essa i reali [)ersonag-

mi pontifìcii , che jiel loro abito impro- gi, si porta nuovamente a complimenlar-
priamenle sono denominati scopatori se- li, e stabilire il giorno e l'ora perl'udien-
greti. e da essi dipendono (perciò conver- za o ricevimento pontificio. Il Maggior-
lebbe loro il titolo di sollo-aintaiiti di domo anch'egli recasi a visitarli, e quan-
ra/nera. erroneamente da alcuno volgar- do si portano dal Papa gl'iucontra a pie-
mente dicendosi solloaiulanteW secondo di delle scale del palazzo apostolico , ed
«iulanle: non vi è stalo mai, come si può a[)re lo sportello della carrozza che nel
,

vedere dalle Notizie di Rowadaiii 781 in ritorno chiude, avendo seco il vescovo sa-
poi, il sotto-aiutante; bensì dopo il primo, grisla, il foriere maggiore, il cavallerizzo
il secondo, il terzo, ilquarto e via dicendo njaggiore, il segretario della ceremonia-
sino al decimo, e foise un tempo furono le, ilue camerieri segreti, uno soprannii-
nnche dodici : Pio VI trovandoli ridolli a inerai io, l'altro di spada e cappa d'onore,
fi ne leu ne 4). Grave è pei ciò laresponsabi- un cameriere segreto soprannumerario e
lilà degli aiutanti di camera, e devono es- due bus-
altro in abito paonazzo, di più
sere sagaci e prudenti per regolarsi secon- solanti, nonché alcuni svizzeri. Che il

do le circostanze, nell'accogliere le istan- maestro di camera riceve sulla porta del-


tanee domande d'alcun personaggio, ujì- In sala pontificia i sovrani e le sovrane, cui
iiistro pontificio o altri iuilividni, cui al- vescovo elemosiniere, co'camerieri segreti
cune urgenze rendono necessaria l'udien- sopramiumerari e d'onore in abito pao-
za stiaordinaria del Papa, in (jualutupie nazzo, e tlne camerieri di spada e cappa,
giorno e ora [uivalamente. Che le udien- cioè uno segretosopranuumerarioelalti o
ze per gl'individui del corpo diplomati- d'oncMC^ il caudalarioe il crocifero, e due
udì udì 47
hiissolaiìli. E (la notarsi clie de'iiominali rali alle Scdiv [)a[):>Ii ohe stanno soUo i

ci.il>iciilari,coI maggiordomo vanno gl'in- hald.u.cliini. Neil' udienze e ricevimenti


vitati pei ranlicamci a doppia, col maestro die dà il Papa, la sedia a biacciuoli dora-
di camera i culiicnlaii di settimana. I ca- ta e coperta di velluto o damasco cremi»
merieri segreti paitecipanfi, l'esente delle si dà a'sovrani e sovrane, principi epiin-
guardie nubili, il capitano degli svizzeri cipesse reali: quella de'piimi è piìigiau-
non si muovono dall'anticamera segreta; de, minore quella de'secondi.I sovrani e
cos'i gli altri capi de' corpi e le guardie, soviaiie però di i.°oidini' >itdono sopì.»
S(jIlanlo gli svizzeri ricevono alla carroz- sedie eguali a quelli del Papa. 1 sovrani
za e poi accompagnano alla medesima; e le sovrane siedono [ìiesso il Papa sotto
cioè 6 gì' imperatori e le imperatrici; 4 '1 medesimo baldacchino; i principi e le

j re e le regine, ed altri sovrani; 2 i prin- principesse reali alquanto discosti da es-


cipi eie principesse reali. Notai nel voi. L, so baldacchino. vSe il Papa riceve tali ec-

p. 2o6, che negli ap[>ai lamenìi pontificii celsi personaggi nella carnei a di ordinaria
eranvi grandi bussole di noce intagliata, sua residenza, si toglie da essa lu scrittoio,

con 3 aperluie: in quella di mezzo |)as- Se alla presenza di sovrani e sovrane si


sava il Papa, ed i sovrani e sovrane re- auimelfono ancora cardinali e ambascia-
gnauli soltanto, tutti gli altri da una del- lori, questi siedono in detti sgabelli co-
le due laterali; e che anticamente nella perii di velluto o di damasco senza po-
parte di mezzo vi passavano ancora fra- i stergale, il Papa ne'suoi appartamenti
tellie nipoti del Papa vivente. Debboav- sempre siede sotto baldacchino, tanto nel-
verlire che ora sono state del tutto lol- le udienze ili furinalilà, che nelle pubbli-
te, inclusivamenle alle altre due bussole che e private. JN'e' ricevimenti e udienze
ch'erano in fondo dell'anticamera nobile de' sovrani e sovrane, principi e princi-
del Irono nel palazzo Valicfino, una sei- pesse reali, veste con iscarpe crucigere,
vendo per udirvi il Papa la predica dal soltana, fasnaco\\{ìoc<:\\\dL'o\o,rocchet'
Predicatore apostolico {f-ì, e l'altra di to e mozzetto secondo i tempi: in quest'a-
simmetria. Per udire la predica n'èsta- bito, col camauro in testa e sedente, ne
ta fatta altra più piccola e amovibile, che riporta la figura il Conanni a p. 366 dei-
si pone in opera per la medesima. Uile- la Gerarchia ecclesiastica, chiamando-
vai ancora, che negli appaitamenti pon- lo abito d'udienza. Talvolta per le piin-
non essendo ammesse le sedie, Iran-
tificii cipesse e principi reali di minore rango,
ne nella camera da letto del Papa e al- veste con delle scarpe, soltima e fascia
tra domestica, invece erano banchi gran- soltanto. lu tutte le altre udienze, come
stemmi
di e piccoli di legno dipinti cogli dissi, veste le scarpe o pantofole crucige-
€ nomi de'l^api regnanti; quindi Giego- ree la zimmarra : nell'udienze privale, se
rio XVI nelle camere d'udienza e nelle gli piace, usa la vesleda camera. Quando
camere più nobili, come nell'anlicamere l'uso della Mitra (/'.) era piìi comuue, i

segrete, introdusse piccoli banchi impel- Papi riceveano all'udienza coperti diessa,
licciali di bei legni, de' quali unosollan- Tornando all'articolo IVIaestiso di Camb-
io e per una sola persona è nella came- ra, anche ivi feci avvertenza, che i came-
ra d' udienza per chi è permesso sedere neri segreti partecipanti, l'esente delle
innanzi al ponlifìcio scrittoio incontro al guardie nobili in servizio e il capitano de-
Papa, che siede sotto Baldacchino, con gli svizzeri non incontrano né accompa-
diie sgabelli laterali di legno tornilo e do- guano i sovrani e piiucipi reali dei due
rato, senza postergale o spalliera, coperti sessi, ma restano nell'aulicamera segreta
di velluto o damasco cremis, guai itili con presso il Papa, così pure, se v'interviene,
trine e fiangie d'oro. Essi sono pure late- il prefetto delle ceremonie. Siccome in
48 U D [ U D I

«jticsledosciizioni ho prociii'nlo con mn;^- ra del Papa, sono da lui accompagnali


gioii tlel tagli e pai'ticoi.ui di cssoio piìi sin dove gli ha ricevuti, il nìaggiordomo

esallo, così sono stale iiievilal)ili alc;n- e il maestro di camera co'Ioro corteggi
ve ripetizioni. Quando i principi o le fanno altrettanto, questi sino alla porta
principesse reali si recano a visitare il della sala pontificia, quello sino alia car-
Papa, il maggiordomo li riceve in ci- rozza. Nel partirei [iriiicipi eie principes-
ma alle scale sulla porta della gran sala se reali dalla stanza del Papa, questi gli ac-
degli svizzeri, col niedesioio accompagna- compagna fino fuori la porla di essa , il

mento de'sunnominati soggetti. Il mae- maestro di camera col dello seguilo fino
stro di camera riceve sulla porta dell'an- alla porta d'ingresso dell'anticamera no-
ticamera d'onore, col menzionato cor- bile d'onore, il maggiordomo fino sulla
teggio, i principi e le principesse reali. I porta d' ingresso della sala degli svizzeri.
sovrani se recansi formalmente dal Papa, I sovrani e le sovrane di notte sono ri-
ad esso gli annunzia il prefetto delle cere- cevuti e accompagnati da 6 torcie di ce-
monie; gli altri , le sovrane, i principi e ra accese portate da' palafrenieri, e da
principesse reali annunzia e introduce il 4 i principi e le principesse reali. I came-
maestro di camera. Il Papa riceve i prin- rieri segreti di spada e cappa, tanto so-
cipi e le principesse reali sulla soglia di praiiuumorari che d'onore, ciascuno por-
sua camera, i re e le regineo altri regnan- ta due caudellieri d'argento con candele
ti, piìi o meno, alla metà dell'anticame- di cera accese, dalla sala pontificia sino
ra segreta, gì' imperatori sulla porta di all'anticamera segreta, e viceversa nella
questa. 1 sovrani e le sovrane, i principi partenza degli eccelsi visitanti, li Papa
e le principesse cattolici, appena sono al- se di notte torna al palazzo col treno di
la presenza del Papa si prostrano per ba- trottnta è incontrato da 4 torcie, e da 8
ciargli i Ubbidienza { V.)
piedi e rendergli se con altri treni, numero che usa se va
quali figli della Chiesa, che devono edi- a visitare il s, Sepolcro e le Quarant'ore
ficare sudditi, se vogliono esser da lo-
i nella cappella Paolina, e quando nella
ro venerati. I Papi sono paternamente notte del s. Natale recasi nella cappella.
solleciti per impedirlo. Se regine e prin- Quando il Papa è incontrato alla carroz-

cipesse graziosamente sostenendole, se re za è accompagnalo sino alla sala da 4


e principi all'ettuosamente abbracciando- torcie dalla sala alla sua camera lo pre-
;

li. Parecchi sovrani e sovrane, principi e cede un aiutante di camera con due cau-
principesse baciano la mano, altri assai dellieri d'argento con candele accese;
pii onninamente vogliono prostrarsi e ba- ovvero due di essi e con 4 candellieri, s'è
ciare il piede. Vi furono sovrani e prin- servito da 8 palafrenieri colle torcie. Co-
cipi acattolici che vollero baciar le mani. sì nell'andare e nel ritorno da dette cap-

Così fece il possente imperatore dellellus- pelle, sempre però pel solo appartamen-
sieNicolòl aGregorioXVI.A|)pena si tro* to. Mentre sono all' udienza del Papa i
vò da lui incontrato, gli baciò ainbo le sovrani e le sovrane, i principi e le prin-
mani. Allora il Papa alfeltuosamente gli cipesse reali, ed i cardinali, nel mezzo
die il doppio amplesso, e 1' imperatore della sala pontificia sul torciere si pone
commosso gl'impresse due fòrti baci nel- una torcia di cera accesa. Nel partire
le due parli del volto, lo eia accanto al dall'udienze notturne i cardinali, gli am-
Papa e restai sui[)i eso di tenera ammira- basciatori e ministri, i prelati di Hoc-
zione.\j imperatore nel partire rinnovò elicili ed i patriarchi, sono accompagna-
l'omaggio de'4 baci, e li ripelè nel ritor- li alla carrozza da due palaiienieri con
no, e per la 4-' volta nel riparlili; ! ÌNel torcie di cera accese. A' sovrani e alle so-
p.uliic i sovraui e le sovrane dalla carne- vrane cattolici regnanti, come imperia-
,

udì udì 4cj

li, reali, granducali, ec. il Vapa resliiuì- per le sue particolarità e rigorose etichet-
sce lu vistila, ai luudu riferito nei più vui- te, in progresso modificate e simplicizza-
te ricurdalo articolo e altri relativi, co- le, per cui ne darò un ceuuo,di quello cioè
me Ruma, e in quelli degli stati diceu- che reputo conveniente sia perleceremo-
do de'loro soviaui recatisi in tale duini- nie, sia pe'diversi confronti, riguardanti i

nanle. I sovrani iucoutranoii Papa a pie dillerenli ceremoniali per le poutilicie u-


delle scale, e nei partire l'acconìpagnano dienze, alcune pratiche e osservanze es-
alla carrozza; le sovrane l'incontrano in sendo ancora in vigore.
cima alle scale, l'accompagnano nel
ed ivi I camera Tommaso
prelati maestri di
partire. 1 sovrauie lesovrane,tantoquaa- Ruffo nnoceuzo XI 1 del 1 69 e di Cle-
d'I 1

do stanno per partire dal Papa, come nel mente XI del 700, e Francesco Pianai'
I

partire di questi da loro, gli don^andano tellUW Pio VI del lyyS precipuamente,
il permesso di presentargli per ossequiar- poscia ambedue cardinali compilarono ,

lo, e se cattolici coi bacio dei piede, i loro in 5q capitoli istruzioni pe'loro successo-
cavalieri, dame e altri della corte. Egual- ri, onde regolare l'anticamera pontidciae
mente in sul partire de' principi e prin- le udienze. Mg.' PiulTo comincia dui nar-
cipesse reali, invocano altrettanto dal Pa- rare come procedette la conferma o nuo-
pa. In tempo che i soviani e le sovrane, va nomina nella carica che gli fu conferi-
i principi e le principesse reali sono in col- ta anco da Clemente XI, ad onta di po-

loquio col Papa, i loro cavalieri e dame tenti aspiranti alla ujedesima, l'ingiunzio-
d'accompagno si trattengono nell'antica- ne del Papa di ripristinare l'aulico cere-
mera precedente, ossia la segreta, se d Pa- mouiale in uso, le qualità che si richie-
pa li riceve nell'ordinaria sua stanza d'u- dono nel fedele esercizio del geloso e o-
dienza. Ordinariamente il Papa non re- norifico uffizio, principalmente la vigilan-
stituisce la vìsita a' sovrani e sovrane a- za e la prudenza. Che non si potevano
caltolici; ed i cardinali visitano i princi- portare Guanti da chiunque nell'antica-
pi sovrani cattolici e non gli acattolici. mera nobile e nelle segrete del Papa. Le
]\on ostante Pio Vili, poco dopo la sua regine stesse, oltre le loro dame, lascia-

elezione, si recò a restituire la visita alla vano 1 guanti, il ventaglio e il manicot-


granduchessa Elena di Wiiiiemberg to nell' ultime anticamere; e quanto ai

moglie del granduca Michele fratello del- suanti, così facevano anche i cardinali e
l' imperatore delle Russie Nicolò I : forse giiambasciatori. Era cura del maestro di
ciò fece, perchè essendovi pure in Roma camera di fare osservare indistintamente
il re di Baviera Luigi I , erasi portato a da tutti quest'atto d' ossequiosa venera-
rendergli la visita. Notai (Inalmeule al- zione al Papa, dandone riucombenz,a al-
l'articolo Maestro Camera que'bene- di le lancie spezzate e camerieri segreti ; e
meriti de'ceremouiali, che formarono i se talvolta conveniva a lui slesso farne av-
registri ed libri esistenti presso il mae-
i vertenza, l'eseguiva con maniere destre e
stro di camera /j/o tempore, contenendo gentili. Tutte l'ambasciatedisoggetti rag-
istruz.iuni e memorie analogheper l'eser- guardevoli, per lo più e potendosi, le ri-

cizio della carica, per l'uniformità de'lrat- cevea immediatamente il maestro di ca-
lamenti e distinzioni, i migliori ntelodi e mera; se impedito,ne dava talvolta incon)-
regolamenti introdotti successivamente; benza a'camerieri segreti. Innocenzo XII
col registro eziandio de' ricevimenti dei e Clemente XI non riceveauo istanze e
sovrani e sovrane ,
principi e principesse suppliche per l'udienze di sovrani, cardi-
reali, non che di tutti gli ammessi alla pou- nali e ambasciatori, in tempo che in an-
tiOcia udienza. Di tali libri mss. posseg- ticamera non eravi il maestro di camera,
go copia del più antico, inleressaulissimo bramando che tulle l'udienze si slabilis^
\UL, LXN.XI1.
5o V D l U D 1

sero colla notizia ilei piela!o, clic dovcn troidiiie del Papa, liiceva il Rcscn'tlo il

tener conio di tulli gì' inìpcgni presi. Il segretario de' memoriali. Una guarilia
perchè , Irovando i Macslri dì camera svi/.zera si collocava nella sala , altra di
de'M)vrani,caidinari e ambasciatori chin- cavalicggicri nella i/ anlicaniera, co'l)ns-
sa l'anlicauiera lìonlificia , si porliivano solanti e un cameriere segreto, il quale
neirap[)ai tamento del |)relalo niaeslrodi faceva entiare gli accorienti di volla in
Ciinieia, il quale avea lulla 1' atlenzioiìe volla, avendu lignardo a'siiddili toreslie-

in riceverli [ìronlanìeiile, e nolavasi in mi ri (vale a dire delle prtjvmcie e così cre-


iibrello lutti i ricordi necessari. Capo G: dogli stranieri). Gli svizzeii ilipendevano
Vcllenza pubblica. Innocenzo Xll l'usò da dello cameriere, tulio regolando il
due volle al mese, udendo in essa per due maestro di camera. Questi al principio e
oje benignamenle Uilta la gente che pò- fine dell'udienza pubblica, che durava 3
leva. Assistevano in vicinanza del Papa, ore, leva va e poi limellevain capo al Pa-
li niaesliQ di camera, V L dilore del Va- pa il camauro, e gli porgeva sì prima che
pa e il Segretario de' Memoriali. Cle- dopo una cartella, per la recita delle con-
inente XI tuttoché indefessamente dasse suele orazioni.Capo 7: Desdnazioiic di
udienza, si astenne di concedere la pub- due giorni la settima/ia per li ministri
blica ne' primi 4 S""' del poulificalo; la dei Pajìa. Innocenzo Xll dava udienza ai
slabi-lì ne! principio del 5." con una noli- suoi ministri ne'oiercoledi e sabato, udeu-
fìcaz ione stampala, pel 1." lunedi d'ogni do mg." Goviritatoi'eent^.' Tesoriere,
mese, e ritrovandosi in esso qualche im- l'avvocalo del Fisco e il Comnilssario
pedimento di concistoro o cappella, se- della Camera reiteratamente ne' due
guiva nel martedì iuuiiedialo, Volledar- giorni. Tulli gli altri ministri venivano
la nella sala del concistoro, sotto baldac- parte il mercoledì, altri il Siibalo, secon-
chino, sedente su sedia sopra la predella do la distribuzione fatta dal maeslio di
(naluraln)ente vestito di rocchetto e moz- camera. Clemente XI nel principio del
Zilla, come lo espresse il ricordalo Bonan- ponlificalo voleva udir tulli replicala-
ni) coperta di velluto cremis, e i solili si- uitnlc nel mercoledì esabato; veden- ma
mili sgabelli u'fìanchi. Con vari banchi, do poi che non si potevano spedir tutti
come praticasi ne* concistori, si divideva e molli restavano [)er ultimi, ordinò al
dalla gran sala l'adito, dove restava-
|)er maestro di camera di farne la divisione,
no 4 t) 5i di quelli the doveano lecaisi ai laonde colla ponlilìcia a[)pi ovazione ven-
piedi del Papa, e ivi durante l'udienza re- ne stabilita l'iulienza. Pel mercoledì, il

stare in ginocchio, premesse le 3 Ceint- Gos'crnalore di Roma,


Uditore del- l'

//«•.vò/o///(/^ .). Entravano dall'aditogian- la Camera coi s,\\o [\ìica\e, il Senatore


de mezzo, e uscivano per altri due nji-
di di Roma col suo Oscale, il Tesoriere
nori laterali. Fuori dello sleccalo, do|)o col Com/nisstnio della Canwia, il óV-
la lunghezza d'un banco, se ne tramezza grettvio di Consulta, il T'ieegerente, il
vanoaltri dall'una e l'altra banda; restan- 7^/f.s7V/(///r della Grascia, il Presidente

do per le lancie spezzale, camerieri d'o- delle Strade, il Prefetto dell'Annona, il


nore,prelali, unìzialieca[)itanidelleguar- Segretario della l'isita, il Segretario
die lulla la camera di là, e di qua [)er la del Buon governo, il Segretario /Iella
Camera segreta ( / .) , ministri e maestro /ri'. Fidda-ica, l'avvocato de'i^cnr//. Pel
di camera che restavano ajipoggiali al UHI- sabato, il Covernalore di Roma, il T'e-
ro , e lutti in lontananza ila non sentile scuiere, Viìwocnloòcì Fisco, \\ Commi.\-

le preghiere e ra|)presentanze di chi 11- sario della Camera, il Segretario di


correva alla benignità o giustizia del Pa- Consulta, Segretario dell'Immunità,
il

pa, e le ris))usle di questi. Sulla Supplica, il Ficcgerente, il Segretario del Cunei-


U D l Odi 5i
lro,'\ìcommissario dell'armi oMUiziepon- $i Iralteneva alc|uaiito nciranticamcru se-
lificic, il Sc^rcldriodc.'Jìifl, il Segreta- greta, VI si tollerava perchè poteva esse-
rio de f^cscovi. Pel lunedì dopo prauzo, re ricluaiiiato dal Papa e per urbani ri
il Segretario di Propaganda fide. Pel guai di. Il cardinal [no-lhitario reca vasi
mercoledì dopo pranzo, l'assessore del s. all'udienza in tutte le mattine ch'eravi
'
Ollizio o s. liuiuisizioiie. Il governatore Dateria, e&\ avvisava in tempodella mes-
mandava il martedì e venerdì in sala pon- sa del Papa, onde al suo fine trovarsi in
tificia per sapere dal decano a che ora po- anticamera. 11 cardinal Segretario dei
teva venire nel dì seguente, il quale deca- JJrevi si asteneva dal venire il martedì e
no la ricevea dal maestro di camera , e giovedì, e tutte le altre mattine che non
questi si regolava in tutte le stagioni in veniva il pro-datario. Essendo ambedue
modo di far trovare in anticamera i mi- cardinali entravano secondo la loro pre-
nistri prontipoco prima che terminasse cedenza, ed aveanol'istesso avviso. Al pre-
la messa del Papa, dopo la quale soleva lato segretario de'bievi si mandava la so-

principiale l'udienza. Tulli gli altri mi- lita notizia che partecipavasi alla camera
nistri poi mandavano insala del governa- segreta, cioè l'ora dell' alzata dei Papa,
iore^c\\ei\Kìi\\ y iecCaìiierlengo di s.Cliie- dandosi ih. "avviso al maestro di camera
.s/z(/'.)precede lutl'i prelati, per sapere l'o- e camera segreta, sagrisla e cappellani,
ra ch'era loro stata assegnata, onde rego- quando cominciavasi a vestire. Il "2." av-
larsi nel portarsi all'udienza. Nondimeno viso quando si lavava; il 3." allorché sla-
sotto innocenzoXll eCleiuenteXl,il mae- va per entrare il conieSiore e che il Pa-
stro di camera direttaniente avvertiva i pa prepara vasi a conlessarsi ; e tuttociò
pielali a venire in tempo all'udienza per- a fine che ciascuno si trovasse pronto al
chè non venisse interrotta. Restavano i servizio. Ne'giorni di mercoledì e sabato
nominati prelati nell'anticamera nobile, il pro-datario, il segretario de'brevi, an-
detta anche della bussola di damasco, e corché prelati, entravano prima del go-
si chiamavano nella segreta di mano in vernatore, in mancanza del (piale suppli-
mano che si dava luogo d'entrare ilal Pa- va il fiscale nell'udienza, e ciò praticava-
|)a, lasciando in essa le berrette e i her- sianche sempre che l'uditore della came-
rcttiniy non che i guanti. Perchè il Papa ra impedito avesse comunicalo suoi ne- i

non aspettasse neppure un momento, il gozi al fiscale. Ouolidianamenle nelleore


maestro di camera faceva entrare nell'an- pomeridiane il Papa sentiva il cardinal
ticamera segreta quel prelato che dovea Segretario di stato e il Segretario de'
succedere a quello ch'era in udienza. Si di- Memoriali, e nella sera l* Uditore e V ELc-
stinguevano nella precedenza dell'udien- inosiiiiercj e ciò ben inteso che gli affari
te del mercoledì e sabato, il governato- lo ichiedesseroo il Papa li bramasse. Ca-
1

re,r uditore della camera col fiscale, iU po 8; Trattamento clic fidava a' re e re-
senatore, il tesoriere e il commissario di gine, che trovandosi in Roma volevano
camera. Tutti gli altri prelati entravano visitare il Papa. Doveauo le Maestà loro
per ordine di loro anzianità, e non altri- mandare il proprio maestro di camera
me>nlidi carica, precedendo in tutti gli al- nciranticamera pontificia, aOinchè si sup-
tri ministeri lordine del patriarcato, ar- il Papa per l'udienza. Ricevea l'i-
plicasse
civescovato, vescovato, protonotanato, stanza mg.' maestro di camera, che por
chiericato, ed anzianità di prelati, nel cui talala al Papa, si rispondeva con assegnar-
ordine precedevano quelli che aveauo gli l'ora e il giorno per venire,ovvero che

l'uso del Rocchetto (f.) agli altri senza ne avrebbe avvisalo le loro IVlaeslà,ilche
locchello tuttoché più anziani. Se qual- poi esegui vasi a mezzo d'un cameriere se-
che prelato uscito dall'udienza pontificia greto più anziano. Per tale ricevimento il
52 udì U D I

maeslrocli camera invitava tulli i P?^cìa- benediceva nell'alto che genuflettevano,


//domestici, cameiicritl'oiioree altri del-
i con qualche diniosUazione di slin)a, ac-

l'anticamera e di palazzo; e da mg/ mag- compagnando movimento del braccio


il

giordomo s'invitavano Patriarcìiie f c- i con alti d' umanità e paterna clemenza.


scovi assistenti al soglio, ed i Protono- Nel tempo che sovrani baciavano il pie-
i

tari apostolici, disponeudoche si facesse- ile al Papa, maestro di camera genu-


il

ro rinfresclii di cioccolate e varie sorla di flesso alzava leggeimeute il lembo della


sorbetti e acque, collocandosi la bottiglie- pontifìcia veste, fìnchè si scuopi va i la ero»
ria io una camera vicina all'anlicaaiera, ce delle scarpe. Ciò fallo, si dava al so-
in cui non si portavano rinfreschi che dai
i vrano la sedia preparala di velluto trina-
soli camerieri segreti pe' re e le regine, e ta di seta, e assai più bassa di quella dei
dopo s'introduce vano all'udienza, porgea- Papa, la quale si collocava sopra io stra-
dosi alle Maestà loro la salvietta dal mag- to, ma fuori della predella ov'era la sedia
giordomo. Tali sovrani essendo io istra- Papa slesso. Quan-
pontifìcia, a dritta del
da mandavano la i /ambasciata di loro ve- do sovrani incedevano per istrada in se-
i

nuta, e dovea mg/ maestro di camera in- dia nel recarsi al palazzo apostolico , si

dagare se le scaie le voleano salire a pie- mandava incontro al silo del corpo di
1' accompagno
di o in sedia, onde regolarne il ricevimen- guardia 8 svizzeri per e ,

toe predisporre rocconente. Venendo in mg.*^ maggiordomo si faceva trovare coi


carrozza, Irovavasi all'ultimo branco di riferito accompagnamento, ove discende-
scale del palazzo apostolico mg/ maggior- vano dalla sedia,che per lo più soleva esse-
domo cu'vescovi assistenti e prolonotari: re nella sala, e pocodopo ilmaetttro di ca-
egli complimentava i monarchi allo scen- mera col suo seguito li complimenta va. Al-
dere di carrozza. Dopo ili. "branco delle trettanto pralicavasi nel ritorno de'sovra-
scale si trovava mg.*^ maestro di camera ui dall'udienza del P:ipa, cioè nel parti-
colla prelatura domestica, camerieri d'o- re, fermandosi ali. "branco delle scale ii

nore d'abito paonazzo e altri prelati di maestro di camera, e il maggiordomo si-

palazzo non vescovi e godenti gli onori di no alla carrozza, co' medesimi accompa-
prolonotari, ed ivi i sovrani riceveano dal gnamenti. Qualora ascendevano
in sala
prelato il 2.° coD)plimenlo , restando in in sedia, ivi il maestro di camera si licen-
questa congiimtura il maggiordomo sulla ziava, restando il maggiordomo finché i
urtano dritta del monarca, e sulla sinistra sovrani erano parlili, dovendo ili. "sem-
il maestro dì camera. Indi si aprivano tut- pre dar minore trattamenlo del 2.° (per
te le bussole, ed entravano per esse nel- essere in servizio presso il i'apa, e quan-
l'apparlameuto pontifìcio, come pratica* to al 1° come quello che fa gli onori della
vasi col Papa, in vicinanza della camera reggia pontifìcia). Prima di partire , so*
d'udienza, il maestro di camera recavasi Jevanu sovrani domandare
i al l^apa di fa-
a darne avviso al Papa e tosto sollecita- re entrare a baciargli il piede i loro ca-
mente tornava dal sovrauo,senza cheque- valieri e dame, anche in quest'occasione
sii mai si fern)asse, e l'introduceva a'pie- il maestro di camera alzando un poco
di del Papa. Entrato il sovrano nella ca- l'estremitù anteriore della sottana ponti-
mera d'udienza s' inginocchiava, e falla fìcia. In tempo che sovrani si trattene-
i

poi l'altra genuflessione, alla Z* baciava vano col Papaje dame restavano nell'ul-
il piede ela mano del Papa, il quale coi tima anticamera, ossia nella segreta, i ca-
sovrani abbracciavanoe baciavano, col-
si valieri nella precedente nobile della bus-
le sovrane lacevasi il solo allo dell'abbrac- sola di le bus-
damasco, lasciandosi tutte
cio. Papa ricevendo sovrani e le
]1 i so- durava la visita. Cos'i
sole aperte fìnchè
vrane uou si partiva dulia sua sedia , li Ycuue prulicalo cou Ciistiuu regina di
IT
DI udì 53
Si'czia (r.) che fu la i .'a godere l'ono- cede gli altri prelati, i patriarchi e gli ar-
re della sedia di velluto, giacché antece- ci vescovi. Perciò anticamente l'uditore ge-
dentemente dava un solo sgabello
se le nerale della camera suppliva il maggior-

di legno dorato con appoggio e col cusci- domo in ricevere e accompagnare sovra- i

no di velluto (su di che meglio è vedere ni alla carrozza. All'arrivo d'un re e d'una
il magnifico ricevimento che le fece A- regina in Roma, essi ne facevano parte al
lessandro VII, che con dilFusione descris- Papa, e questi il faceva complimentare da
si al citato articolo, colle diverse udienze mg." maestro di camera in abito e roc-
concessele dal Papa, e la descrizione del- chetto, che essendo in istrada faceva avvi-
l'ingegnoso sedile, che non era né sedia, sare del suo arrivo sovrani, e dalla detta
i

né sgabello, inventato dal celebre Berni- regina di Polonia venne ricevuto e fallose-
ni, perché essa allora per la sua rinunzia dere in sedia eguale con l'appoggio, stan-
non più regnando non le competeva piìi do quella della sovrana sotto baldacchi-
la sedia co'bracciuoli); e colla regina M." no e su predella, benché non più regnasse.
Casimira vedova di Giovanni III redi Po- Dalla stessa regina di Polonia pretesero
lonia, la quale soleva visitale Innocenzo egual trattamento gli ambasciatori regi,
XII e Clemente XI, nella sua dimora in ma ricusandosi la regina, essi non la visi-

Roma, nelle feste di Natale e Pasqua, e tarono; onde la regina volendo cambiare
nel dì anniversario dell'assunzione al pon- il trattamento del prelato,il PapaClemen-
tificato, oltre in altre circostanze (il che te XI restituiva il complimento delle visi-
costumano fare, più o meno, que'sovia- te annuali, per mezzo del cameriere segre-
ni sovrane, princi[)i e principesse rea- to segretario d'ambasciata. Capo g : P^i-
li, che hanno stabilito la loro ditnora in sìta che suol fare il Papa alle regine
Roina)X,^ regina di Polonia qualche vol- che si trattengono in Ronia,cìoè a'tera-

ta conduceva da Innocenzo XII la pic- pid'Innocenzo XII e Clemente XI. La re-


cola principessa sua nipote (cioè Maria gina M.^ Casimira di Polonia si mostrò
Clementina Sobieski, figlia di Giacomo sensibile e dispiacente, perchè Innocenzo
principe reale di Polonia e suo figlio, XII non l'avea mai onorala di visita nel
poi moglie di Giacomo III re cattoli- suo palazzo, mentre benignamente lo a-
co d'Inghilterra), che si faceva sedere veano praticato colla detta regina di Sve-
su due cuscini vicino alla sedia della zia, zia i predecessori Alessandro VII, Cle-
alla quale alzavasi lo strascico dell'abi- mente IX, Clemente X e Innocenzo XF.
to dalla sua prima dama finché entrava Ciò die motivo a Clemente XI di non a-
nella camera del Papa a vista di questi. spettare simili doglianze, e dopo d'aver-
In tali accessi della regina M." Casiraira, la ammessa al bacio del piede per 3 vol-
secondo I' antico costume, il maestro di te ne'primi mesi di sua esaltazione, deli-
camera invitava il Maestro del s. 0<!pì- beròdi darle un attestato di sua benigni,
z/o(/^.), afliachè si trovasse col maggior- tà, non però appositamente per non in-
domo a riceverla , per quindi darle il trodursi l'uso di restituire le visite a'so-
braccio, non porgendolo i prelati. In man- vrani stabiliti in Roma,ma secondo il pra-
canza del maestro del s. Ospizio, dava il ticato dagli antecessori farlo come in un
braccio alla regina il pioprio maestro di passaggio dal palazzo loro. Infatti Ales-
camera. In mancanza poi del maggiordo- sandro VII dimorando al Quirinale, nel-
mo, il maestro di camera deputava a sup- la domenica delle Palme mandando al-
plirlo il primario prelato palatino, dopo la regina Cristina dal cameriere segreto
di loro, ciò che prima e a tempo della re- coppiere la palma benedetta, le fece sa-
gina di iSvezia taceva l'uditore della ca- pere che recandosi nel marted't santo al
mera, che tranne il vice-camerlengo, pre -
Vaticano per le funzioni della settimana
UD I

santa, nei paesaggio aviclthe vcJuJa sua erano ti due sgabelletti trinati d' oro col
Maestà. Pertanto nel dì dell'Ascensiont campanello. Fu consegnata a mg.' mae-
del 1701, recandosi dal Valicano alla ftm stro di camera la chiave della porta che
/ione nella basilica Lnteranense, Chemen corrispondeva dalla camera dell'udienza
te XI pa'isn noi a pinnro al Quirinale, e all'appartamento delle dame, e restaro-
nella sle'isa mattina il niaeslio di came- no a di lui disposizione tutte le anticame-
ra mandò (l'ordine del Papa lui camerie- re, nelle quali, secondo il costume pala-
re segreto alla regina di Polonia, eon im tino, non permise che si portassero i rin-
tondino di fravole primitive tlel suo giar- freschi, ma che si servissero in altro ap-
dino ov' erasi fermato, con dirle che nel partamento vicino per servizio di chi vo-
ritorno rA Vaticano nel passaggio ì' a- leva gustarli. Dopo il trattenimento ili

vrebhe visitata , con indicibile soddisfa- un'ora, il Papa ordinò al maestro di came-
zione della regina. Prima della partenza ra di far venire la suddetta principessa ni-
dal Quirinale, il maestro di cameia in- pote della regina e le dame al bacio del pie-
giunse ai capitani de' ravalleggieri che de.Ciò fattosi, il Papa scese dal trono e rice-
mandassero 2 I soldati alla i .^anticamera vuto in capo il cappello dal maestro di ca-
della legina, ed insieme v'inviò 12 bus mera, fu servito sino alla sala dalla re-
solanti pei la 2.^ anticamera, formando gina, che nuovamente s' inginocchiò nel
della 3. dimora della camera se- limettersi il Papa nella sedia, e poi vol-
'
()oi la

greta, e per la propiia la 4-^ H Papa rin le richiudere lo sportello, anzi per due
graziò i cardinali palatini dal solilo ac- volte mostrò di voler seguire la sedia, e
compagnamento, non volendo cli'essi re solo si quando il maestro di ca-
arrestò
stasseio nell'anticamera della regina ad mera le il Papa altrimenti sa-
disse che
itspel tarlo. La legina ricevè nel cortile il rebbe nuovamente uscito di essa. Nella se-
Papa, che es«endo in sedia coperta appe- guente mattina la regina mandò a pren-
na la vide fece fermarla. La regina vol- der le notizie del Papa e a ringraziarlo,
le assolutamente aprirne lo sportello, e al (jiial complimento fu corrisposto con
prostiatasi gli baciò il piede e la mano. l'invio ad essa d'un cameriere segreto au-
Uscito Clemente XI dalla sedia, restò al ziano. Trovo conveniente di qui riporta-
suo fianco la regina; e il nìaeslro tli ca re, Iraendolo iW Diari di Roina.W rice-

mera collocossi alla sinistra per dargli il vimento da Clemente XI nel 1719
fatto

l'raccio ealzai e il lembo della sottana nel alla principessa M.^ Clementina Sobieski,
salire le scale, e giunto il Papa nell'ulli- nipote della suddetta regina, e futura spo-
ma anticamera gli levò il cappello e gli sa di Giacomo 111 re cattolico *.V fngìiil-
mise camauro. Gli svizzeri si fermaro-
il tcrra. Appena giunse in Roma, il Papa
no nella sala pel buDU ordine, essendo
,
le mandò 52 portate di commestibili, do-
accorsa numerosa nobiltà. Era la stanza po averla fatta complimentare da mg.'
dell'udienza nobilmente addobbala, e pro-maestro di camera. Nella 3." matti-
sotto il trono sorgeva su predella la sola na dopo il suo arrivo, la principessa eoa
sedia pel Papa, il quale dopo aver nuo- due carrozze si recòalla pontificia udien-
vamente ammesso ivi la regina al bacio za, passando per la scaletta segreta del
del |>ieile e della mano, ordinò al maestro giardino Quirinale, venendo ricevuta alla
di cameia ili lai portare una sedia per la carrozza da mg." llasponi cameriere se-
regina, e tpieslii forse fu eguale o piii bassa greto coppiere e da un maestro di ceremo-
di «juella che solevasi darle nella stan- nie. A capo della scala fu incontrata da
za pontificia, ma si trovò idipioprio (!), mg.' pro-maestro di camera , benché in
ch'eravi nii;i tnnetta d'oro, invece di es- altri simili ricevimenti quivi si trovasse T
sere <li scia. A'IhIi della sedia del Pa[>a vi pure il maggiordomo. Introdotta lapriu-
U D I u D I i;*;

(ipcssn tlal Papa e fìilte le 3 solite genu- dello Stosso Quirinale, d maestr,j di ci-
flessioni, linciò il piede eia mano al P.i- merà gì' incontrava alla mela della stan-
pa, il quale Wncliè la [)rincipessa conser- za de' bussolanti, sino alla bussola ilelln
vasse lo stretto incognito ordinò la se- , i^ran sala oscura ov'eraiioi cavallesraieri.
dia che nell'udienze dava a'persoung-
si Quando il Papa voleva ricevere i cardi-
gi reali, triilinndola perciò da regina. Po- nili nell'appartamento delle stanze di-
scia f(U'ono ammesse al bacio del piede pinte da Pialfaele .d Vaticano, il prelato
ledame ilei seguilo, indi i cavalieri. Quc- gl'incontrava con tutta la camera tle'bus-
sii sortiti, la principessa continuò il suo solanti e gli accompagnava a tutta la ca-
colloquio col Papa, a cui poi ribaciata la mera de'cavalleggieri, situata iminedia-
mano e id piede, uscì dnlla camera d' u- tamcntea quella de'bussolanti, ossia l'ul-
dicuza accom pugnandola aig."^ maggior- tima ov'è dipinto riuoeiidio di Borgo. La
domo ad allra vicina, ove gustò il rin- diversità del ricevimento e accouipagiia-
fresco presciitalole da mg.' coppiere, par- mento derivava dalle diverse distanzedel-
tecipandone ancora il suo corteggio. Ac- lesale. I cardinali si trattenevano uell'an-
compagnala indi nel modo com'era sla- licamcra, finché il Papa avvertito del lo-
ta ricevuta, fece ritorno al monasteiodel- ro arrivo si preparava a riceverli. La lo-
l'orsoliue ove risiedeva. Quando poi ven- ro anticamera era quella immediata al-
ne in Roma Giacomo III, fu da Clemen- l'altra della bussola di damasco, per di-
te Xi ricevuto come la principessa, già stinguerli dagli ambasciatori che si trat-
divenuta sua consorte, e trattato in tutto tenevano nell'anticamera antecedente.Iu-
come essa. Fero il re entrò pel i ."dal Pa- trodotti dal Papa, dopo 3 umilissimi in-
pa, fece le 3 genuflessioni, baciò il piede chini, si ficevanosetlere negli sgaiìtlli di

e la mauo , e fu ricevuto all'amplesso, legno coirap[)oggio, già collocati al solito

ecpiindi do[ìO breve udienza si feceentra- luogo, sedendo a ilrilta i cardinali preti,
re anche la regina. Gap. i o: Trattaincii' a manca i cardinali diaconi, se si trova-
lo clic si dava agli E.'i^i Cai (liliali. So- vano insieme ; altrimenti non essendovi
levano i cardinali domandar 1' udienza, altri, il cardinale sedeva a dritta del Pa-
sempre che avessero adfari da rappreseii- pa, a dilFereuza degliambascialori che se-
lare al Papa, in ([uesfo caso mandavano devano a manca e dopo av»er bacialo il

neiranticnmcra pontificia il proprio mae- piede.GIi sgabelli de'cardiuali e degli am-


stro di camera a farne istanza, e il Papa basciatori erano eguali, se non che si di-
gli assegnava il giorno e l'ora, ovvero fi -
stinguevano qiie'de' cardinali per alcuni
ceva rispondere che gli avrebbe avvisali piccoli lavori d'intaglio nel finimento del
per mezzo d'un palafreniere mandato da po*tei'galej e Clemente XI ordinò che si

nog."^ maestro di camera. Nel giorno as- conseivasse tale antico costume. Alcuni
segnato, e mentre erano per via, i cardi- cardinali creature del Papa regnante >>

nali mandavano a tal prelato la (."amba- aventi con esso particolar servitù, sole-
sciata di loro venuta, ed avvicinandosi al- vano ie prime volte baciargli il piede iii

la sala delValicano venivano incontrali da vece della mano (su' diversi baci si può
camera de'bussolanti, che gli ac-
tutta la vedere UbbidiEiNZa). Nell'udienze private
compagnava per tutta quella de'cavalleg- ciò facevasi, ma in pubblico por non sin-
gieri sino alla bussola. Al Quirinale ve- golarizzarsi si seguiva il custuiìic. Como
nivano incontrati nell'appartamento d'e- il maestro di camera ricevea i nuovi car-
state, passata la metà della camera dei dinali provenienti di fuori, dopo il loro
bussolanti e cavalleggieri perchè ivi sta- In^rcaso solenne in Rouki^ e come gl'in-
vano insieme, sino a quella de' palafre- troduceva all'uilienzadel Papa, lo narrala
nieri. Nell'appartamento poi d' inverno, tale articolo. 11 maestro di camera deve
56 udì U D ì

salutine i cardinali, con levarsi il berrellì- Trattamento che suol darn a'jìrinrìpi
no e senza licenza rimetterselo, il che non di Altezza. Avverte mg."^ PiufTo, che non
praticasi cogli ao)bascialori ealtri;lrannei può darsi notizia più propria del tratta-
cartlinali, nelle stanze pontificie non è per- mento che ricevono principi sovrani dal
i

messo ad alcuno coprirsi di berretta. Pa- Papa,^di quello individuale praticatosi


rcelle al maestro di camera fosse permes- all'arrivo di essi, poiché questo rango por-
so, se i cardinali nel Iratteniroenlocopri- che senza confusio-
ta seco £»ran divisioni,

vansi con berrelfe.Partendo di notte car- i ne non può stabilirsi con una sola regola,
dinali dalle stanze pontifìcie, da udienze Arrivo del granduca di Toscana Co-
o congregazioni, erano accompagnati per simo HI
in Roma. Sospirava questo prin-
le scaleda 4 palafrenieri con torcie acce- cipe di recarsi ad ossequiar InnocenzoXU,
se: avendo cereraonieri proposto l'accre-
i per la profonda venerazione che gli por-
scimento di due, non si aderì pel riflesso tava, e più volte disse a mg." RutFo,quan-
che l'avrebbero subilo preteso gli amba- d'era nunzio presso di lui, che non avea
sciatori, e quindi conveniva pure prati- desiderio maggiore di questo, e di volerlo
tarlo co'principi d'altezza. Il Papa a mez- effettuareappena avesse potuto. L'innol-
zo del camerieie segreto d' ambasciata ,
trata età delPapa e la sofferta pericolosa
soleva inviare doni a' cardinali, e visitar malattia, lo fecero decidere nel 1700 ad
gì' infermi. Al cardinal Spinola storpio appagarlo. Pertanto si mosse colle sue
(credo Gio. Battista Clemen- il seniore), galere da Livorno, il che saputosi da In-
te XI peimise che all'udienza fosse con- nocenzoXU, lo fece'incontiaredalla squa-
dotto sino alla camera del trono in sedia dra navale della marina pontificia e ser-
(a'cardinali vecchi o convalescenti i Papi vire sino a Civitavecchia, e poi a Porto
sogliono dalla carrozza sino alla sala ,
e d' Anzio, ovQ il grandtica volle portarsi [>er

vicevei sa nel ritorno, farli recare in Por- riferire poi al Papa lo slato di esso dopo
tantina, e in tempo dell'udienza li fauno il da lui operato in quello. Ivi Cosimo ll[
sedere in sedia co' bracciuoli ), e che se- fu ricevuto e trattato da mg."^ governato-
desse sopra sgabello fatto apposta con te- re di Campagna, indi giunse in Roma ai
la che reggeva un cuscino invece della ta- 23 maggio totalmente incognito. Appena
vola, senza che si vedesse. Ivi si recò il Pu- arrivato alla sua villa Medici spedì ilcom-
pa a udii lo, indi partì e poi il cardinale mendalor Del Bene suo maestro di came-
com'era venuto. Essendo stato gravemen- ra adarne parte al Papa, esponendo il de-
te infermo il caidìnnl Nerli per distin- ,
siderio che avea di porsi a'suoi piedi : su-
zione Clemente XI reduce dalla cappella bito fu appagato dal maestro camera.
di
di s. Giovanni fece fermare la carrozza Però tra le <lilÌicoltà che s' incontravano
innanzi al suo portone, per informarsi di pel trattamento di Cosimolll,eranvi quel-
sua salute, ed i parenti e il medico avvi- le per avere di recente ottenuto il titolo
sali trovaronsi pronti a soddisfarlo. Il car- (.VAltezza reale dall'imperatore, onde
tlinal Carlo P)arl)eriiii essendo moribon- si credeva aspirare ad esigenze; ma in ve-

do, Clemente XI volle visitarlo l'i mag- i ce il granduca se ne mostrò allatto alie-
gio I
704: il maestro di camera mandò a- no, e solo piamente bramoso di dichiara-
vanli le guardie e dispose dell'anticame- re la sua viva divozione a un tanto Pon-
le. Il l'apa consolò e confortò il cardina- tefice. Si lilevò da un ceremoninle, che il
le, e gli lasciò un Crocefisso d'oro da lui suo avo fu ricevuto e ospitalo splendida-
benedetto. Solenne fu la visita fatta da niente in palazzo per tutto il suo soggior-
Clemente XI, con 35 cardinali, all'iufer- no; che fu incontrato alla carrozza la i.'

tuo e celebre cardinal Gaspaie Carpegna, volta che venne per la [)aitedel giardino
mi J'a/tizzu Ctirpcgna (/^'.), Cap. i5: du u»g.' maggiordomo; che sedette e M
e

UD I U D I 6:7

copi'i avanti il Papa e trattalo col lilolo no e al dtiplice amplesso. Ciò fallo, disse
tl'altezza. Con rjnella traccia, si mandò in qualche parola in piedi, e poscia venne
prima nel dì Negiicnte mg.' maestro di fatto sedere sullo sgabello de'cardinali e
caniai-a in rocchetto e mantelletta a ral- coprire, trattandolo il Papa col titolo di
legrami col granduca pel felice arrivo, Altezza Sercnissìtnn. Restò coperto per
nel pontificio nome, com' erasi praticalo un sol momento e poi per rispetto siscuo-
nel I 610 con Tommaso di Savoia fratello prì. Durò il tratlenimento due buone
4.° genito del dura Carlo Emanuele l,nel ore, e ribaciato il piede e ripetute le ge-

i6tìo co' principi Mattia e Leopoldo de nuflessioni, partì servito sino a capo del-
Medici 3." e 4-" genito di Ferdinando II le scale dal maestro di camera calla car-
granduca Toscana, e nel 690 col prin-
di 1 rozza dal foriere maggiore, e cogli altri
cipe Filippo Guglielmo di Neoburgo 6." medesinji accompagnamenti. Nel tempo
genito dell' elettore Palatino, i quali in che rimase in Roma Cosimo III 3 volle
casa loro aveano dato la mano a mg/ tornò dal Papa, sempre collo slesso ce-
maestro camera. Ma il Papa volle die
di remoniale. Desiderò nella i.' visita che
fosse trattalo con qualche maggiore ri- non si trovassero genti nell'anticamera,
guardoCosimo 111. Il prelato mandò Tarn- il che non fu osservalo nell'altre volte.
Itnsciata per istrada, ed entrando nel pa- Dopo la I. "visita, secondo il consueto, il

Iaz20 fu incontrato da due cavalieii alla Papa pel Maestro di easa de' ss. Pa-
carrozza, dal commendatore Del Bene a lazzi apostolici (F.j ^'\ mandò il dona-

capo delle scale, dal granduca in mezzo tivo di 100 nobilissimi bacili di comme-
dell'ultima anticamera, trattato con tito- stibili, a cui il granduca die un anello di

lo tV fllustn'^si/no e sedie eguali, e dispo- diamanti del valore di 100 doppie. Di più
ste in modo che non potè vasi conoscere il Papa gli fece que'sagri e rilevanti do-

il t.° Dopo un lunghissimo discor-


luogo. nativi che descrissi a Toscana, insieme ad
so il prelato si licenziò, accompagnato altre notizie sul di lui soggiorno in R.0-
sino alla porla della sala dal granduca, ma, e che fu fatto canonico Vaticano. In
dal Del Bene a capo le scale, e da'due ca- vece Cosimo III donò a Innocenzo XII, a
valieri alla carrozza. Venne statuito, che mezzo del conte Fede, un prezioso qua-
il granduca si recasse al Quirinale pel cor- dro di pietre commesse, rappresentante
tiletto jlella panetteria e pel giaidino in la ss. Annunziata, che io riconobbi anco-
carrozza fino alle scale della loggia o ter- ra esistere come rilevai nel cilatoarlicolo,

razzo scoperto, ove fu incontrato da 3 ca- si amuiiia nella camera d'udienza


al Qui-

merieri .segreti nazionali, dal foriere mag- rinale, una giara d'ambra lavorata con ri-
giore e dal maestro di ceremonie. SaPi lievo, e una superbissima coperta da letto
Cosimo III vestito di nero per la scaletta di pelli d'armellino. A'3o maggio il Papa

segreta corrispondente all'anticamera no- die la solenne benedizione dalla gran log-
ovvero della bussola di dtimasco del-
bile, gia del Quirinale, e il granduca volle ri-
l'appartamento d'inverno. A capo di essa ceverla dall'appartamento di mg."^ mae-
fu incontriitodal maestro di camera con stro di camera, servilo alla carrozza nel-

altri della camera segreta, e dopo averlo la venuta e nella partenza dal foriere mag-
compii mentalo, postosi alle sue spalle e giore e da molti camerieri d' onore e di
preceduto da tutti gli altri prelati e came- spada e cappa. Ricevè ivi moltissimi per-
rieri segreti, l'introdusse dal Papa. Dopo sonaggi ragguardevoli, e si servirono co-
la 3." genuflessione il granduca gli baciò piosissimi rinfreschi e quantità di dolci.
il piede, e Innocenzo XII senza partirsi L'apparlamento contro lo stile di palazzo
dal trono nell'alto delle genuflessioni lo fu nobduiente mobigliato. Parti il gran-
|jeneJì; indi lo ricevè ul bacio della nia- duca da Roma verso la metà di giugno,
'?8 udì udì
senz'alfio complimento per pnrie clelP.i- ci C-jiln IH), ed eziandio fece sapere il

pa, che nell'udienza di congedo ammise suo arrivo al cardinal Cibo sei^ielariodi
a! bacio del piede tolti i snoi cavalieri e stato, llgioiiio dopo il Papn mandò mg/
famigliari, meno f|ue"di livrea. Cosimo IH Miigiasca suo coppiere, che per la pro-
edificò Roma colla snn gran pielàe divo- mozione già seguita del maestro di ca-
zioiie, e incontratosi una volta nella basi- niera Piguatlelli a! cardinalato ([)0Ì Inno
lica Liberiana col Papa in sedia, essendo cen/o XII) ne esercitava le veci (d che mi

egli genuflesso incognito, fpiando Inno- conferma mio opinamenlo e non può
nel
cenzo XII fece fermare la sedia per be- esserealtrimenti), a complimentare ildn-
iiedirlo particolarmente, egli colle ginoc- ca ed esibirgli l'alloggio nel palazzo a[)o-
chiasi strisciò sinoa baciargli i piedi, sen- stolico. Sua Altezza gradì tutto, ringraziò
7a volersi alzare. Osserva |)0Ì mg.' Ruffo, vivamente, seiiz' accettar l'invito. L' u-
che se fosse venuto in Roma il principe dienza fu segnata a un'ora di notte. A-
ereditario di Toscana, non doveasi faie scesa la scala a lumajca del Vaticano, tro-
tutto il trattamento praticato con Cosi- vò vicino 1' ultimo scalino 4 palafrenieri
mo 111, moderarei donativi esopratlutto con torcie accese e lo servirono. A copo
non doversi farlo coprire innanzi al Pa- le scale fu incontrato da monsignor cop-
pa, al padre spettando trattamento mag- piere con alcuni camerieri segicli e pre-
giorede'tìgli. Che i suddetti principi Mal- lati domestici. Due camerieri segreti si

lia Leopoldo furonoincontrali dal mae-


e fecero trovare alla porta del passetto con
stro di camera al modo praticato cogli duecandelliericoncande!eaccese,eloser-
ambasciatori regi, e che lo sgabello non vironosinoallacamera ove il Papa pranza,
lo trovarono preparato, ma si portò loro p;issandoper la bussola di fianco, ed ivi fu
dopo il bacio del piede. Avverte, che nel da'due maestri ceremonie Dona e Fan-
di
passare dalle bussole di noce (ora rimos- ti condotto a piedi del Pontefice, che lo

se), così il granduca, come tutti gli altri sentì nella camera ove dormiva. Fece le
principi sovrani, a riserva de' re e delle 3 genuflessioni, baciò il piede e la mano,
regine, si trovavano le porte di mezzo ealzandosi fu ricevutoall'amplesso. S'in-
« huiseesi passava da fpielle di fianco. Che ginocchio poi nuovamente cominciando
il Pajia licenziò il granduca, dandone il a parlare, e Sua Sanlitcà lo fece anche di
^egno col campanello, il che praticav.isi nuovo alzare, e poi sedere in uno sgabel-
pure co' re e le regine (ciò si pratica tul- lo cardinalizio, preparalo innanzi il suo
lora,ma non col cantpanello a mano, col arrivo alla sinistra del Pa[»a, facendolo
tiro de'coi(loni). Inoltre riflette mg/Ku(- anchecoprire e trattandolo ool titolo il'A 1-

lo, aver i l'api trattato egualmente leca- tezza. Dopo aver discorso per qualche
8e de duchi di Savoia e de' granduchi tempo in questa forma, il duca s'alzò di
RledicijO perciò il suddetto principeTou»- se, e scopertosi si accostò alla sinistra del
maso di Savoia ricevè quel trattamento Papa, come fanno cardinali i in concisto-
falto poi a Mattia e Leopoldo. Arrivo in ro, e discorse coi Papa ihie ore e mezza.
Roma del duca di Mautnvti. e di /ìlo/t- Licenzialo dall'udienza ai suono di cam-
Ji'rralo a' 6 aprile 1620. (iiinise total- panello, enliarono i maestri di ceremo-
uìenle incognito e mandò subito un gen- nie, gli fecero di nuovo baciare il piede
tduomo dal maestro di caujera, pregau- al l'apa e replicare le 3 genuflessioni. Fu
dolo di umiliiue il suo [uofondo ossequio accompagnato da mg.' coppiere capo
a le

al Papa (Paolo V se quella data fosse ve- scale, e con quant'allro si fece prima, i
4
ra, ma dal contesto pare Itmocenzo XI, palali enieri accompagnandolo colle tor-
perchè il cardinal Cibo di questi fu se- eie muu alla carrozza. vSe gli fece il solito
gielario di sialo, ed allora regnava ildu- regalodi commestibili pel oiaeslro di casa.
udì udì Tf)

un quadro di bnsso rilievo d'argcnlo vn- valore di scudi i io; iin.ì coionn di scudi

lutato sondi 207, una corona di scudi 70, 70; un Cnipo santo, e degli /Igims Dei.
ed alla duchessa mi Corpo santo in \\\y,\ Il dnc;i di IModena Rinaldo iV Este, già

cassetta coperta di raso cremesino. Altra cardinale, ne'primi del 1


704 si ricovrò in
volta venuto in Pioma altro duca dilNIati- Bologna per timore de'francesi, cheavea-
lova, sedè in cappella sopra l'ultimo car- no occii[)ala la capitale. Clemente XI gli
dinaie diacono. Sotto Alessandro VII non fece sapere die recandosi in Roma dovea
fu dato da sedere al fratello dell' elettore visitare il sagro collegio nella persona de'
di Baviera, ma nel ritorno tla Napoli gli 3 cardinali rapi d' ordine, che Francesco
fi» concesso, e trattato come gli ambascia- II, il duca di iMantova e Cosimo III ne

tori regi. A' 3 fi atelli dell' imperatrice, aveano ottenuta dispensa, in pregiudizio
princi])i di Neohni-go, sotto Innocenzo XI della preminenza del senato apostolico,
non fu dato da sedere; ma tornati in Ro- Il duca vi accudì e giunse in R^oma il 3 i

ma considerati eziandio quali fratelli del- febbraio, in incognito col titolo di conte
l'elettore regnanle Palatino, fu loro ac- di Sassuolo, dandone parte al Papa nel dì
cordalo, l fiatelli si considerano nel già- seguente pel suo maestro di camera mar-
do di figli. Nel 1690 si recò a Roma in chese Coccapanni; e mg.' Massei coppiere,
principe Filippo Guglielmo essendo indisposto mg. Rullòolosi finse
"^

incognito il

di Neobiirgo figlio 6.° genito dell'elettore per ritenere che gli competeva la destra
Palatino. Alessandro Vili dopo l'avviso dal duca, lo portò a cognizione del Papa,
mandò il suo maestro di camera, ch'ebbe il qnnle 1' inviò a complimentarlo, rice-

la dritta e fu accon)pagnato fuori della vniocon disliozioni e introdotto dal du-


porta della sala e i geniiliiomini sino alla ca clic lo fc^ce coprire e sedere, indi l'iic-

carrozza. Recatosi all'udienza, falle le 3 compagno perdiverse camere, e lo fu fino


genuflessioni baciò il piede e il Papa l'fd»- alla eai ruiiza da'siioi. L'udienza la ricevè
braccio, Io fece alzare e poi sedere scoper- in tulio col iraltamento descritto pel du-
to. il n)aestro di casa gli [)orlòildonativo ca di Mantova, entrando perdi fianco
de' commestibili condotti daaS facchini, mezzo nella
nella bussola senza aprirsi di
Arr'n'o in Roma di Francaco II duca consueta camera del Vaticano. Dipoi il
di IlJodcìia a' 5 noi>enìbreì6S6. Essen-
ì maestro di casa gli portò in regalo 45 ba-
do in incognilo. nel tli seguente mandò un cili commestibili e 4 casse di vino. Vi-
di
gentiluomo a partecipar l'arrivo neli'an- sitò [)oi Sua Altezza 3 cardinali capi d'or-
i

ticamera d' Innocenzo XI, ricevuto dal dine e ritornòdal Papa a'4 niarzo in lem-
cameriere segreto coppiere mg.' Mogia- pò che mg."^ Rtilfo erasi ristabilito in sa-
sca, vacante maestrale di camera di cui
il Iute, col solito tialtanunto. Però nell'u-
faceva le veci, il quale per parte del Pa- dienza de'3o maggio al Quirinale, il mae-
pa si portò a complimentare Sua Altezza, slro di camera disse al pretèllo delle cere-
ricevuto con distinzione, fatto sedere e co- monie Cassina non doverlo incontrare co
prire, e accompagnato da tutta l'anlica- me lo zio Francesco II alla sala oscura, e
mera. Attesa l'indisposizione d'Innocen- molto meno accompagnarlo fino alla sca-
zo XI, ricevè lai.' udienza a' 6 gennaio la a lumaca: il ceremoniere fu di [)arero
1G87 al Quirinale nelle ore pomeridiane, che 1' incontrasse a metà di detta ^ala, e
Fu ricevuto da mg.' coppiere co' caine- uig."^ Chiapponi 7..° ceretuoniere opinò

rieri segreti fuori dellu sala oscura, e fu iloverglisi il tratlameolo consueto a'prin-
accompagnato poi a capo della scala a hi- cipi di e al granduca, che il
Lombardia
maca, col di piìi praticatosi col duca di duca Rinaldo ben conosceva. Coll'assen-
Manlova. il Papa gli donò iiu quadro ili- so del Papa, fu preso l'espediente di rice-
pinto in rame espuimente la Pietà, ilei vtrlo nellappartaineuto d'estate e di far
6o udì UD I

In venire per la scaletta segreta rispon- menti e onorificenze. Inoltre dirò qui, che
dente dietro la camera d' udienza. Ncl- i viceré di Sicilia si trattavano nell'udien-
l'appartamento terreno, ove si facevano za come semplici grandi di Spagna, en-
le congregazioni, si fece trovare mg. 'Gas- trandovi con ispada e cappello in mano,
sina con alcuni bussolanti, i quali si fer- ma senza ammetterli a sedere allo sga-
marono in compagnia colla famiglia del bello, il concedeva neppure
quale non si

riuca, e questi fu ricevuto a capo della sca- a' viceré che non erano slati
di Napoli,
letta dal maestro di camera. Così venne ambasciatori inRoma. Il duca Ranuccio l
praticato in occasione d'altre udienze,'di- neliGoo sedè in cappella sotto l'ultimo
vcrse volte duca passeggiando col Papa
il cardinale diacono. Neh 689 fu mandalo
nella galleria, venendo intanto trattenu- mg. maggiordomo a Caprarola a levare
"^

ta la sua famiglia da qualche lancia spez- il duca Odoardo e condurlo in Roma nel

zata. Nello stesso giorno che il duca do- palazzoaposlolico.ove fu trattato da prin-
mandò l'ultima udienza, Clemente X[ cipe, ma non intervenne in cappella per
gli mandò per un cameriere segreto più non voler sedere dopo l'ultimo cardinal
iniziano una cassa con un Corpo santo co- diacono, mentre sopra di questi soleva
perta di raso guarnita con piccolo pedino sedere il duca di Mantova. Di frequente
d'oroj un'acquasantiera di pietra da te- anticamente i principi d' Italia recavansi
nersi vicino al letto, del valore di scudi a prestare pubblica ubbidienza al nuovo
260, con quadretto di pietra esprimente Papa, cioè innanzi che s. Pio V conferisse
Un' umetta d'argento colla reliquia di s. il titolo di granduca a'Medici di Toscana,

Clemente, sovrastala da piccola croce col con maggior trattamento del loro in cap-
s. Legno; una corona alla cavaliera di la- pella, per cui adottarono il costume di
pislazzuli con medaglia d'oro del valore portarvisi privatamente e di non accettar
«li scudi 4o; due corone, una per la du- l'alloggio nel palazzo apostolico. Neh 700
chessa di Modena, l'altra per quella d'An- giunse in Roma Antonio Farnese, fratello
nover, del valore circa di scudi 60 ; e 2 del duca di Parma Francesco, e si portò
l)acili iV Agnus Dei. Seguono le Riflessio- da lnnocenzoXII,il quale volendolo trat-
ni sul duca di Parma, feudatai io della s, tale d'Altezza, ne lo dissuase il rigido for-
iSfde. Ne' pontificati di Clemente Vili e malista mg.*^ Ruffo. Ebbe il trattamento
Urbano Vili recaronoaRoma incogni-
si quasi degli ambasciatori regi, e perciò
ti i Parma, alloggiati in
F'arnesi duchi di incontrato dal maestro di camera nella
palazzo: mangiarono in pubblico col Pa- camera de'bussolanli, trattenendolo indi
pa nella forma diesi praticava col Pran- in quella della bussola di damasco, fin-
zo (/ \) pe' v\ce.rè di Napoli, e visitarono ché venne l'avviso per essere introdotto
tutto il sagro collegio, accompagnati per dal Papa. Fatte le 3 genuflessioni, baciò
Iloma dalla guardia svizzera. Questo trat- il piede, disse qualche parola genuflesso,
tamento davasi pure agli altri principi indi fu lutto alzare e sedere allo sgabello
d'Italia, agli elettori dell'impero, ed ai degli ambasciatori, e trattato nel discorso
viceré di Napoli ne'3 ultimi giorni di loro in 3." persona. Nel pontificato del succes-
fermata in Roma per recarsi in quella sore Clemente XI, questi provava dini-'
città, ne'({uali abitavano ed erano trattati colta di dargli lo slesso traltaiuento di
nel palazzo apostolico dal maggiordomo: cui era già in possesso, e ad onta eh' eru
se alcun antbascialoredi S[)agna presso la divenuto principe ereditarlo, finche per
«, S(n\e veniva destinato viceré di Napoli, questo idtiino riflesso e dopo alcune con-
i 3 ullicni giorni della sua dimora in Ro- giega/ioni tenute nelle stanze di mg.Tìuf-
ma passava ad abitare nel palazzo apo- fò, coir intervento tie' ceremonieri, fece
stolico e ricevea lutti i mentovali Uatta- stendere il decreto di dargli da sedere suo*
,

U D I LDI 6i
pcrto, come avea praticato il predecesso- wick figlio naturale di re Giacomo II

re. Contribuì a tale disposizione l'esempio d'Inghilterra, ma non furono fatti sedere;
d' Innocenzo X. Avea questi ricevuto il ed il 3.° per la frequenza de* suoi accessi
principe diBi'uuswick passeggiando come per adempiere le paterne commissioni,
2." genito; indi divenuto principe eredi- venne ricevuto passeggiando. Gap. iG :
tario 2 annidopo gli diede da sedere. Cle- Traltamento che .soleva darsi agli am-
mente XI dunque vi acconsentì colla di- basciatori rtgiy ordinari e straordina-
chiarazione, da non passar in esempioagli ri, e loro arrivo. All'arrivo loro in Roma
altri fratelli cadetti di principi suvrani, doveauo darne parte Papa, a mezzo di
al
se non nel caso di essere eredi presuntivi, mg.' maestro di camera, col (|uale[>oi si
e coll'obbligo di visitare onninamente il intendevano per fare l'entrata detta di
sagro collegio, o almeno, per la brevità campagna, diversa dair///^/e*.<o solenne
del tempo, i 3 cardinali cupi d'ordine, il in Roma mediante
(/ .), la Cavalcala
•vice-cancelliere e il camerlengu. 11 princi- degli ambasciatori (/'.) d' ubbidienza.
peAntouio visitò tutti i cardinali neh 70 1 Nella I ."visita dell' entrata di campagna,
e dal Papa fu ricevuto nella stessa forma, ciano gli umbascìatori accompagnali dai
ofiiendosi nel suo Possesso a servirlo di- cardinali nazionali per essere ricevuti alhi
•votamente da Cavallerizzo o da Pala- 1." udienza pontifìcia privala, >se non e-

freniere [F.) per tutta la cavalcata, cioè raiio dispensati dal Papa da tale forma-
di tener il freno e la stalla del suo cavallo lità, la c|uale però non soleva accordaisi
e di condurlo per le redini. S' inclinò ad agli ambasciatori d'L7'Z»/W;eMS«(/ '.).Qnc-
accettare la 1 .'esibizione, ma siccome tuli sta venuta dicevasi di campagna, perchè
uflìzi esercitatiun tempoda'sovrani, allora gli ambasciatori fìguiavano come allora
si fungevano dagli ambasciatori, e dispia- incogniti, e incedendo in abitoda campa-
cendogli al veneto Erizzo di essere pospo- gna; ma cardinali che li accompagna vano
i

sto, come istruito di non intervenire solo, non potendo (iguiare quali incogniti, do-
perchè gli ambasciatori imperiale e spa- veano incedere in fìcjcchi. Erano ricevuti
gnuolo eranoancora incogniti, fece crede- dal prelato maestro di camera, al Vali-
re die gli sarebbe riuscito di farli interve- cano pel passetto, al Quirinale per l'an-
nire, se fosse sicuro die non fosse venolo ticamera pubblica dell'apiiartametito di
il principe di Parma. Questi presa co- estate. Entravano prima dal Papa i car-
gnizione del trattalo tralasciò di portarvi- dinali,e gli ambasciatori Irallencvansi nel-
si, e finì, per 1' artifìcio dell' Erizzo, che l' anticamera pubblica ossia nobile della
niuno di loro v'intervenisse ; laonde par- bussola di damasco, in com|)agnia di del-
ie per questo puntiglio, e parte perle pre- lo prelato finché veniva inlrodolto all'u-
cedenti e posteriori p^elen^ioni, gli ylni- dienza. Indi il Papa licenziava prima l'am-
bascialori [r .) cessarono poco dopo an- basciatore e poi il cardinale nazionale.
che dall'intervento delle Coppelle pan-' Ordinaiiamenle seguiva poi con altro
tifìcie, per le pretensioni dell'altro amba- treno o colla delta cavalcata l'udienza
sciato veneto INani, di non voler jiassar pubblica. Gli ambasciatori domandava-
la pace nella messa al Principe assisten- no all' occorrenza l'udienza del Papa a
te al Soglio (F.). Il trattamento accorda- mg.' maestro di camera per mezzo dei
to al principe di Parma, poiché allora loro maestri di camera, e poi dopo che
l'etichetta minuziosa era spiula ad una era stata assegnata mandavano i loro de-
specie di contagio e manìa che pativano cani in sala pontifìcia per sentire l'oia
tutti, mosse le pretensioni del prìnci[ie dal decano del Papa. Tralascio di rife-
d' Armstadt, parente dell' impeiatrice e rire le diverse pretensioni in proposilo
della regina di Spugua,e del duca diVu- U'akuQÌ umbascialuri,pciciicaadrei tr(>p-
62 V D I U D I

pò per le liiiiglie, come di domandaila già. Di notte i palafrenieri gli accompagna-


quasi sempre con uigeiiza indicando loro vano colle torcie sino alla carrozza, e chi
stessi il giorno, che maeslri di camera i Alessandro Vili in poi sino agli ultimi
procmavuno prudenletneiile d' eludere, portoni: mai si accompagnavano con cau-
perchè non passasse in abuso, indi per dellieri nell'appartamento. Gl'individui
un palafreniere co' loro coniplimenli ta- dell'anticauiere degli ambasciatori si fer-

cevano sapere agli auìhasoialori il giorno mavano nella 1." anlicamera, i loro mae-
e l'ora assegnala per l'udienza. Gli atn- stri di camera e genliluomini in altra : i

hascialori ch'erano incoginli vi si recava- paggi degli ambasciatori put)blici in (p»el-

no per lo più con 4 carrozze senza fioc- la de'bussolaiili. 1 paggi ne'treni dell'u-
chi e senza mule, salendo per le scale a dienze ordinarie incedevano a piedi vici-

lumaca tanto al Vaticano che al Quui- no alla carrozza dell'ambasciatore, il qua-


nale. Erano ricevuti dal maestro di ca- le conduceva il suo cavallerizzo a cavallo.
mera alla porta del passetto, al Valica- Alcuni ambasciatori ne' loro treni nobili
no corrispondente all'anlicamera d'ono- portarono sino a 12 paggi, i4 genliluo-
re o nobile o del Irono, detta pure de! s. nuni con abili ricchi e maniche ricamale,
Olìizio, ch'era la loro ordmaria di trai- e sino a 60 livree di scarlatto. Talvolta i

teiìimento; al Quirinale corrispondente nuovi ambasciatori erano presentati dai


all' anlicamera pubblica, ove restavano. loro antecessori. Gli ambasciatori ordi-
Indi venivano introdotti dal maestro di nari e straordinari, ollenula lai. ^udien-
ramerò, previe le Sgeuullessionie il bacio za, riceveano d'ordine di nig.'^ maggior-
del piede, scoprendolo il prelato con alzar domo a nome del Papa, dal maestro di
il lembo dell.» veste. Lai. 'volta bacia vano casa de' ss. palazzi apostolici, un regalo
anche la mano, e indi erano ammessi al- di commestibili di circa 3o portate ;dopo
ram[)Iessoo abbraccio; nell'altre baciava- l'ultima udienza, nel partire da Roma,
no soltiinto d piede. Mg.' coppiereo altro riceveano pure da parte del Papa altro
cameriere segreto poneva a manca del donativo da un cameriere segreto, con-
Papa lo sgabello, ove all'invilo del Papa sistente indue bacili d'Agnus Dei, m un
sedeva, inoltre la i
."
volta vi assistevano Corpo santo in cassetta coperta di raso
i maeslri delle cereinouiej per istruire gli guarnita d'oro, una corona alla cavalie-
Jimbasciatori di quanlo doveano fare. Li- ra con medaglia e breve d'indulgenze, ed
cenziava il Papa gli ambasciatori col suo- un quadretto d'argento o acquasantiera
no delcamp.uieilo, e il maestro di came- nobilmente lavorata del valore di circa
ra aperto unode'lìanchi della bussola, gli 5o o 60 doppie. Avendo l'ambasoiatore
accompagnava al (nedesiino luogo ovegli moglie, prima della [)ai lenza se gli man-
avea ricevuti. Costumava la repubblica dava degli Agnus Dei, ed una corona di
di Venezia di far assistere all'udienza del pietre preziose col breve dell'indulgenze.
suo ambasciatore il segretario regio. Es- JNell'uliima udienza di congedo, gli am-
sendosi dismesso 1'
uso sino da Clemen- basciatori introducevano al bacio del pie-
le IX, l'ambasciatore Morosini ne otten- de la loro famiglia, ed i llgli se neaveano,
ne la ripristinazioneda Clemente XI. Que- ma non si auiDJettevano i loro figli ancor-
sto segretario seguiva 1' aml).iscialore, e ché primogeniti, e così de'principi, colla
per tutto il tempo dell'udienza reslava spada e il cappello, massime col secondo
genuflesso a fianco dello sgabello dell'am- in mano. Dettosi degli amba»ciatoi i regi
basciatore, ancorché durasse più ore. Gli incogniti e pubblici, conviene trattare
ambascialo! i pollavano l'insegna del- dell'udienza, accompagno e Ireno dc'se-
l'ombrellino, ma nel palazzo apostolico c<indi, sempre cui iiiss. de'maestn di ca-
non p(jtevaiio aprirlo luppure [»ci piog- mera del l'apn. Essi ave.uio l'udienza
U i) I li D I 63
cnliiiaria e la btiaoitliiiaiia. L' oicliiiarìa chec^valiereche mandava apposilam&u
eia oyiii io yioiiii nel vciier(.lì e sabalo. te col carattere d'inviato.Se l'avesse man-
JNei venerdì i' aveaiio gli atubascialoii dato avrebbe ricevuto il trattamento pra-
dcH'imperatoie, di Franciu, di Portogal- ticato cogli ambasciatori di Savoia e di
lo, di Venezia, di Torino o Savoia, e del- Toscana. Questi come gli altri davano
l'ordine SuvruDo di Malia. Nel sabalo l'a- parie ilei loro arrivo, come gli altri tio-

veaiio gli ambasciatoli di Spagna, l'olu- veano far l'cnlrata delle carrozze, e nel-
iiia, Genova e Toscana. Menile uiaestio il la slessa forma de'suddetti ambasciatori
di camera accompagnava l'ambasciatore se gli stabiliva l'udienza, e se gli faceva
che usciva, se dii.° rango, mg.' coppie- la parata dagli svizzeri e la i .'volta colla
re ne iulroduceva altro dal Papa. Per penna al cappello. De* giorni dell' ordi-
r udienza ordinaria non mandavano i narie udienze lo dissi, non potevano ma
maestri di camera, ma decani nella sala i incedere colle mute e solo con due ca-
pontificia dal decano del Papa per sen- valli le carrozze, bensì co'fiocchi. Mai a

tire se Sua Santità dava udienza e in tali ambasciatori fu permesso di restar

quale ora. Il decano loio rispondeva a iucognili. Il maestro di camera li riceve»


seconda dell'istruzione di mg.' maestro di va a metà della camera della bussola di
camera. JXelle udienze ordinarie gli am- damasco e gli accompagnava sino alla por-
basciatori regi procedevano col treno di 4 la di essa, il Papa gli ammellevaal ba-

mule, la carrozza di vangiuudia a Gcaval- cio de'piedi come gli altri, n)a senza sga-
li,ollie altre carrozze a due. 11 maeslro di bello, onde doveano stare in piedi du-
camera gl'incontrava alla camera de'biis rante l'udienza. Noterò, che divenuto il

solanti, termandosi nell' anticamera no- duca di Savoia re di Sardegna, il suo am-
donde venivano introdotti dal Papa,
bile, basciatore ebbe il trattamento regio.Con-
aprendo la bussola di damasco un came- viene poi avvertire a quanto riporterò al
riere segreto, ciò die facevano L\ut: pe'car- cap. I c). Gap. 8
1 : Trattamento che si da-
dinali ; così neirusciie, e in loro assenza va ali' ambasci alor e dell'ordine sovra-
supplivano (|ue' d'ouoie. Gli ambascia- no Gerosolimitano dilllaltn. Sé gli per-
tori pubblici che bramavano 1' udienza melleva la solai.^volta l'ambasciata (Is-
straordinaria, la domandavano pel mae- sa coll'ora determinata, e nell'altre vol-
stro di camera; e vi si recavano col treno te che domandava 1' udienza il maestro

in fiocchi a due cavalli, ricevendo il con- di camera rispondeva che venisse il tal
sueto trattauieiito. Bramamlo il Pa[>a di giorno, che sperava poterlo servire, sen-
vedere alcun ambasciatore, al suo mae- za dargliene sicurezza ; ma in ciò proce-
stro di camera lo faceva sapere per i\n deva coU'inlelIigenza del Papi, senza far-

palafreniere pouliflcio mg.' maestro di lo conoscere, come praticava cogli altri.

camera, insieme al giorno e l'ora. Ogni Non era incontrato dal maestro di ca-
nuovo cardinale lai.' volta che ricevea mera, ma trattenuto in anticamera da
gli ambasciatori regi indossava il rocchet- un cameriere segreto, il quale poi 1' ac-
to.Gap. y TralLaiìiciilo che si dciva
1 : compagnava da lai prelato, che rincon-
agli aììihasciatori di Gcno^'a, Sctvoiiì o trava alla mela della bussola di dama-
Torino, e Toscaim. Dopo che la repub- sco. Gli svizzeri nel fiigli l<i parala non
blica di Venezia ricevè la distinzione di inellevano la penna al cappello la i .''vol-

trattare i suoi ambasciatori cogli onori ta. Non assi.>leva sotto il trono in cappel-
di que* regi, la repubblica di Genova si la, come ilopo gli ambasciatori regi al-
astenne dall'inviare a Roma i suoi am- teriiativamenle facevano que' di Savoia
basciatori, tacendo trattare suoi alfari i e Toscana. Noterò che l'ordine gerosoli-
o da un caidiualo iiaziuuiik o da qual- mitano mandava decorosamente amba-
64 tJ D 1 V D 1

sciatori d' Ubbidienza (T .)j e che Dene- che si dava agi inviati di qualsiasi re. e
dello XIV accordò all' ambasciatole di principe sovrano. GÌ' inviali de' princi[)i
Melila gli onori de' regi. Gap. 19: Trat- non aveauo trattamento maggiore degli
taintnlo clic si dava a' Residenti di Sa- altri cavalieri. Si recavano in anticamera
voia. duca di Savoia uou potendo tol-
11 senza alcuna precedente intelligenza, la-
lerare che in Kotua suoi audiasciatorii sciando la spada e il cappello, e non po-
fossero trattati cou tanta disuguaglianza tendo aver l'udienza vi ritornavano. Non
da'regi, vi mandava un ministro col ti> si praticavano formalità né nella i.' uè
loto dir Residente. Questi a poco a poco nell'altre udienze, e in quella di congedo
colle sue pretensioni erasi procuralo le riceveano dal Papa una corona alla cava-
distinzioni coiue l'atiibasciatore di Mal- liera di diaspro o altre pietre con indul'
ta, tranne l'entrata delle carrozze. Co- genze senza breve. Ad alcuno fu permes-
minciò a portare il cappello in mano, e so di portare la sola spada, altri ebbero
poi anche la spada come prerogativa in- il regalo di qualche bacile di commesti-
feriore all'altra; vestì di nero il suo de- bile. Gl'inviati di Leopoldo duca di Lo-
cano, pose i Hocchi alla 2..' carrozza, e co- rena vi si recarono accompagnati da due
minciò a servirsi di qualche paggio. Non cavalieri, dal decano vestito di nero, da i4
contento dell'udienza che se gli accorda» staflìeri vestiti di panno rosso trinato, con
\a come all'ambasciatore di Malia, u)os* 3 carrozze proprie e 2 del cardinal Nerli.
se pretensioni sull'ora certa il conle Gra- Ebbero nel partire i delti doni, e la loro
iiieri, ma conìpromise e fu richiamato
si l'anticamera fu ammessa al bacio del pie-
dal suo duca. Gap. 20 TraitanicnLo die : de. GlementeXI inoltre inviò in dono alla
AI dava agli anibascialoì'i di Bologna duchessa una nobilissima corona di lapis-
e Ferrara. Ad ambedue la solai. "volta lazzuli del valore di scudi 80 ; e al duca
se gli concedeva l'udienza determinata, una corona alla cavaliera della stessa pie-
ìndi l'aveano ogni 1 5 giorni, quel di Bo- tra con medaglia di cristallo guernita a
logna il sabato e quel di Ferrara il ve- due faccie di diamanti e smeraldi,e dentro
nerdì, con carrozze a due cavalli cou fioc- tal cristallo un reliquiario simile con croce

chi e rouibrtllino. JNou s' inconliavano formala del s. Legno. Gap. 22 Traila- :

dal maestro di camera, ed erano tratte- mento che davasi al senatore di Roma.
nuti in anticamera da uu cameriere se- Egli in cappella precedeva al soglio gli
greto. Entravano dal Papa senza cappel- ambasciatori regi , ma
tempo di Si* in
lo, ili. colla veste senatoria e però sen- sto V avendo l'imperiale preteso non do-
za spada, e s'accompagnava dal prelato vergli cedere, d'ordine del Papa il sena-
un buon passo fuori della bussola di da- tore si astenne dall'intervenirvi. Avea la
masco ueir anticamera nobile. L'aulico suddetta udienza il mercoledì dopo l'udi-
presentava al Papa il uuovo ambascii- tore della camera, vestilo di toga e per-
lore bolognese. Nel domandar l'udienze ciò senza spada, lasciando in anticamera
straordinarie si facevano venire, con as- il cappello foderato ; il che avrebbe do-
sicurarli che si sarebbe procuralo sod- vuto esser di regola alle primarie case
disfarli. Poi pretesero gli ambasciatoli di di Roma, ma nondimeno lo stile loro era
Baiatila e Ferrara (P.) d'esser trat- al contrario: il camera lo trat-
maestro di
tenuti in anticamera anche nell'altre u- tava d'eccellenza senza accompagnarlo.
dienze da un cameriere segreto, ma re- Cap. 2 3; Trallanienlo che daiuisi a'prin-
starono inesaudili per non praticarsi col cipi assistenti al soglio, grandi di Spa-
senatore di Roma, co' principi assislonli gna., duchi, pari e altri primari titola-
al soglio,eco'conservaloridi Roma che ad ri d'Europa. Non si ammetteva amba-

essi preccdevauo. Cap. 21; TraUamenlQ sciala di loro vcuula all' udienza e que-
U D I UD I 65
sia non si fissava, benché Io pretendes- oflìciaii delPapa pel suo servizio, e non
sero per l'esempio tintone da alcun de- per ornamento, cioè a'gencrali e nHiciali,
bole nr)aestio di caineia. Si ammetteva- vice-castellani, capitani di compagnie di
no a'piedi del Papa colla spada e il cap- leva, genliluomini della camera ( forse
pello, prerogativa che pretendevano anche deve intendersi camerieri di s[)ada e cap-
pe'loro primogeniti titolali e amhiogliati, pa), e lancie spezzate. Anticamente la por-
senza persuadersi eh' essi figli doveano tavano i soli capitani di guardia. Si ne-
aver minore trattamento d'essi padri, ciò gava tale prerogativa alle cornette, alfieri
elle qualche maestro di camera permise e sergente. Anzi ne'precedenli tempi la-
eallri negarono come l'aierrimo n)g/Piuf- sciavano la Spada (/".) nell'entrare dal
fo.Egli non istabiliva mai ad essi l'udien- l'apa gli stessi re, il che pratica vasi ancora
za rispondeva alle domande Vengano
; : sotto Alessandro VI del i49^'- Che en-
quando vogliono, che volentieri li servi- trando in Co/z(7rfA'c l'imperatore Giusep-
rò, quando e sempre che possa. Imper- pe II se la voleva levare, e così il fratello
turbabile, con fi anca energia e nobili mo- granduca Leopoldo I, lo rilevai ancora
di, sosteneva le consuetudini e ceremo- i nel voi. LXVIll,p. i, col.'i .',ove la cita-i

niali, non declinando a fronte di alte rac- zione del voi. LXlil, p. I 77, per fallo ti-
comandazioni. In 3 modi si ammettevano pografico é indicata col XLllI, per essersi
i nominali personaggi: con ispada e cap- posto L dopo X. I polacchi sempre pii e
pello in mano, non coprendosi neppure gli divotissinii della suprema dignità ponti-

ambasciatori; con ispada e senza cappel- ficia, benché palatini, primogeniti, gene-

lo; senza spada e senza cappello.lmperoc- rali ec, mai prelesero distinzione, e sino

che non potevasi osservare uniformità a a m^.' Uudoogni volta aveano deposto la
seconda di particolari concessioni odi con- spada e il cappello nell'entrare dal Papa.
suetudini invalse. Si ammettevano daCle- Lord Salisbury acattolico inglese dimo-
niente X^con ispada ecappello il contesta- rante in Pioiua sotto Clemente XI^ pro-
bile Colonna principe assistente al soglio mosse la pretensione che tutti i lord fos-
(la cui casa allora godeva sola l'assislen* sero trattati cornei grandi di Spagna e
tato, indi ripristinalo negli Oisini dal lo- gli altri sunnominati, ed ammessi dal Pa-
ro benedetto XIll), e que' principi che pa con ispada e cappello. Si oppose for-

quali nipoti di Papi lo erano stati. A'prin- temente nig."^ Ptulfo, per l'anteriore pra-
cipi, duchi, pari e marescialli di Fiancia, ticato, e pel riflesso che in Inghilterra.
grandi di Spagna e altrinon sudditi, do- Scozia e Irlanda tutti quelli che godono i

mandando tale prerogativa non si nega- titoli di conte, marchese, duca o princi-
va, purché fossero decorati de' titoli di pe sono lord, tanto se sono della i." che
principe o duca, e capi di cospicue fami- della '2.' o 3.' riga di nobiltà. Bensìopinò,
glie; però a' loro primogeniti coucedevMsi che non si dovesse negare a'Iord cattolici
portare la sola spada, la quale permette- di primaria famiglia d' uno de' 3 regni,
vasi pure ad altri principi e duchi di non ma giammai concederlo a chi fosse acat-
primarie famiglie; tra gli ordini equestri tolico. Tuttavia si negò a lord Cardingan
godendo la prerogativa i cavalieri diJMal- cattolico di 3.^ sfera con titolo di conte,
ta (poi l'ebbero quelli di s. Stefano I, co- e dovè contentarsi di portar la sola spa-
me notai in tale articolo, e portano la.5yj/^z- da. A' procuratori di s. Marco si permet-

da anche i Maurizio e
cavalieri de' ss. teva l'entrare dal Papa in ispada e cap-
Lazzaro), come religione puramente del pello, come avvenne col veneto loro con-
Papa, e per aver giurato portarla sempre cittadino Alessandro VIII con 3 procura-
in servizio e difesa della fede cattolica e tori. Avendo poi il Papa decoiato Lando^
della s. Scile. Si perraelleva la spada agli uno di essi, del cavalierato dello Speron
VCL. ixxxit. 5
6G udì udì
lYoro (f.), e ciiitaf;li ili sua mano la spa- iiell' anticamera nobile della bussola t!i

(la in presenza dii Gcaitlinali, stitìsòquin- damasco. In ([uesla si haltenevaiio i con-

dì nig.' RiìlFo non poloigHsi negare cbe jeivatori di llon)a pei le delle (unzioni,

con e.ssa si recasse all'udienya, e sedè a- ma nel lilorno enliavano cu' nominali
vanti al Papa. Aggiunge, che a niun altro nella prima anticamera segrela. Osserva-
nobile veneziano poteva competere tali si che alcuni stili conviene custodirli sen-
i)rerogalive della spada e cappello nella za ricefcaiiie il perchè. Nuovamente in

pontificia udienza, dopo non essere slate questo capo s'ingiunge: Niuno di qualsi-
permesse a'procuratori della repubblica, voglia condizione, qualità e grado, sovra-
A'patriarchi, arcivescovi, vescovi, prelati nilà e altro può portare guan.li in anlica-

e preti di qualunque grado non si


nobile, mera Papa. Le regine slesse se li le-
del

permelteva di recarsi all'uilienza del Fapa vavano; e se qualche cardinale o aniba-


con berretta e cappello in mano. Si per- sciatore se ne dimenticavano, gentiliueii-
mise solo suddetto principe d'Armsladt
al le doveano avvisarli il maeslio di camera

il cai)pello, mentre avea le altre narrale ci maestri di cerenionie. Le laiicie s[)ez-

prelensioni.Dovendosiinlroduiieiiisieme zale, o cavalieri di guardia, avverlivano


Papa una dozzina di cavalieri foraslie-
tlal quelli cbe li portavano in mano, e allret-
ri,ilmaeslrodicamerachiamavaicapitani tanto doveano fare i camerieri segreti,
de' cavalleggieri e gli ulTiziali svizzeri di Que' religiosi che nell' inverno usavano
guardia ad assistervi per decoro e sicu- quel mantello, che non adoperavano nel-
rezza del piincipe (come si fa in cap|)ella Testale, doveano deporlo pi ima d'enti a-
da'capilani ed esenti delle guardie nobili, re dal Papa,il che precipuamente si fa-

chesischieranoda un lato del trono, men- ceva da'cappucciui, minoii osservanti, ri-

tre foraslieri si recanoa ricevere dal Pa-


i formati, minimi, agostiniani rouutaui (
o
pa le candele, le ceneri, le palme, gli meglio gli scalzi), ed altri inclusivauìente
jdgiius Da benedetti), ed in questo solo a' generali e allo slesso [)redicatore apo-
easo rilenevano la spada e il cappello, slolico, poiché mantelli che si poimo la-
i

Quanto alla precedenza nell' introduire sciare non sono considerati come veiia-
air udienze, prima entravano gli amba- bili regolari, dovendo questi comparire

sciatori e ministri de' sovrani, poi i pa- dinanzi al Papa col solo abito essenziale
triarchi, arcivescovi, vescovi, prelati di- di religioso. Alcuni generali religiosi so-

stinti per cariche e nascila, principi, du- levano mandare abusivamente dal mac-
chi, altri prelati, cavalieri, e di mano in camera, per sentire (|uauilo pole-
stro di
mano persone secondo la loro cjua-
l'altre vano umiliarsi all'udienza (Kl Papii ma ;

lilà. Se però il Papa voleva alcuno prima il prelato rispondeva di contentarsi di fàr-
d'ogni altro, non si osservavano formali- glielo sapere dopo giunli in anticamera,
là. Il maestro di camera colla sua equità In congiuntura òecupiioli ^enernli, co-
e accorgimento talvolta preferiva a' pre- slumandosi ammellire al bacio del pie-
lati e cavalieri quelle persone di minor de tutti i frati vocali o capitolari, si asse-
condizione, che da mollo tempo aspetta- gnava loro il giorno, per non fuli piìi
vano erano ritornate per avere udienza, volte vedere per Roma incedere processio-
1 generali d'ordini religiosi cospicui en- naUnente ; e se s'incontrava qualche <"(7/;-

li'avano dopo i vescovi. Il principe assi- ^;e'//^, nella medesima si ric;eveano termi-
stente al soglio, gli ambasciatori e il go- nata la funzione. Capo 24 Personaggi :

vernalore di Roma, se venivano per ser- che entrarono con ìspada e cappello iti

VirtW Papa nelle cappelle, si trattenevano mano all' udienze di hinocenzo Xfl tCle-
nella i
."
anticamera segrela ; (juando poi mente XI, essendo inaalro di ciimeta
lecavansi per l'udienza doveansi fermare mg.r Ioni/naso HnJJo. Sono notali: prin- i
I 1

udì u D r
67
cipi e ducili (molli lìe'qunli ^inndi di sendnsi nascosto il cappello sotto il fer-
Spagna) Colonna, l'ioinbino, OdeM^alcI)!, laiolo gli fu fallo lasciare e allora egli de
Caserta, Palestriiia, Chigi, Soia, Rospi- poso anco la spada. Il princi[)e Vaioi. Il

glioi^i, Giusliiiiani (die fu anco al soglio), duca Salviati, né gli valse per portare il

Savelli (appoggialo da due cainerioii se- capfiello la presentazione di brevi co'qua-


gielie ricevuto da Clemente XI allo sci il- li Clemente \ Il dichiaro i suoi antenati
loio aflìiicliè si appoggiasse, giacché non p;iienli (lo foiono pure di Leone X), [icr
si reggeva in piedi), di Caibognaiio (ve non essere mai stali al soglio. Il [iiiiici-
10 ceppo di casa Colonna il cui padre fu pe della Guardia primogenito del duca
al soglio di Clemenle X), Poli (che sem- di Maialone. Il principe della Molla pri-
pre n'ebbe la prerogativa qual maestro mogenito del duca della B.ignara e ni-
del s. Ospizio), Altieri, Borghese, Die- pote di mg."^ Rulfo. Il duca di s. Giovan-
tiichsleiii. Due Ponti, Pescara più vol- ni. Il cav. di IMalta Car.ifa, governatore
te, Santobuono, l'opoli di casa Cantei- della scpiadia delle galere di Sicilia. Il

mi, i\lonleIeone,Airolo di casa Caracciolo, conte di Lcmbergh primogenito dell'am-


Castiglione, Laui enzana di casa Caetani, basciatore imperiale. Il princi[)e Herco-
belvedere, Norfolk di sangue regio d'In- l.nii. Il conte IJorromeo pricnogenito. Il

ghilterra, della Mirandola, il conte diiS^o- primogenito del pari e duca Viliars. It
vellai a come sovrano de'suoi feudi. L'Ab- marchese della Pier savoiartto, hiogote-
bate di Pompona con ca[)pello, amba- neiile generale dell'armi di Savoia, per
sciatore di Francia a Venezia, che prete- intercessione del cardinal Barberini. Il

se lo «igabello, ma non fu dato come trai- [uimogenito del duca di Gordon cattoli-
lamento insolito pegli ambasciatori regi co scozze>e. M/ di Mursin luogotenenlii
destinati ad altre corti regie, benché si generale dell' armi di Francia in Italia,
lamroenlò il praticato co' viceré di Sici- iii[)ote di madama de Mainlenon : inu
lia, e specialmente col Gramoville am- lil/nente pretese il ca|)[)ello. duca di Il

basciatore di Francia a Venezia, nel i 6:^1 IMugnano. Il principe di Sermoneta pri-


condotto a palazzo dal cardinal Dichi. mogenito del duca diCaserta col padre. D.
Questi entrò da Innocenzo X con ispada ('a rio Grillo figlio del marchese grande di
e cappello, e fu inteso in piedi appoggiato Spagna. Il duca Biancacci difensore di Ca-
ad un tavolino, stando anche il cardinale dice. Lord Calle». Il conte Lagnascki in-

in piedi; ed in altre lunghe udienze restò viato del redi Poloni?». Cap. 26: Personnt^-
pure in piedi, sedendo il Papa nel trono. gi di cjntdilà auinicssi all'udienza di Cle-
11 Papa gli donò una corona, e dal maestro mente XI senza spada e senza cappello. 1

di casa palatino gli mandò due bacili di Marchese Navaiella consigliere regio di
agrumi e sparagi, 4 di dolci e una nobile Napoli. Il figlio del generale di Sassonia.
cassa di cioccolata. Cap. 2^ : Personag- Il general Grimaldi. D. Domenico Rocco
gi entrali con i<:pada senza cappello al- maestro di campo. Il senatore Gonzaga.
l' iidu-nze d' Innocenzo XII e Clemen- Il procuratore di s. .Marco Confai ini, co-
te X , essendo niaestro di camera mg.'' gli altri nobili veneti Foscari e Morosini.
Ruffo- Il principe d. Augusto Chigi pri- Il procuratore di s. Marco Zeno, già am-
iiiogenilo. Il principe d. Emilio Altieri basciatore veneto a Vienna. Il conte di
con l'avo. duca d'Acquasparla. Il prin-
Il Archien cavaliere del Toson d' oro. Il

cipe di Forano. Il duca Sforza Cesariui, principe Jablowsky e 3 principi Samoski.


ad onta che per portare il cappello ad- Il Palatino di R.ussia. Il principe di Bel-
dusse d' averlo sempre portato dopo es- vedere prete senza furmalilà, benché da
sere stato ambasciatore per la presenta- secolare Innocenzo XII 1' avea ricevuto
zione del Tributo della Chinea [f^.) : es- con ispada e cappello. Il duca di Pagami-
68 U D T VD I

ca cavalier del Toson marche- d' oro. II pnnli doveano assistere alla portiera e
se dì Scialò. Il piimogcnilo del duca d'Ac- porla contigua alla camera ove il i'apa
quasparta,benchè prese il lilolo di duca di dava udienza; nell'udienze e funzioni pub-
Tiignano, perchè il padre portava la sola bliche doveano esservi tutti. 1 camerieri
spada. Il pi incipedis.Ai>gelo.l ligli del ge- d'onore d' abito paonazzo vegliavano al
neral Lubomii>ky polacchi. Lord Hamil- servizio della bussola di damasco, ed essi

ton. 11 secondogenito del prìncipe Rospi- soli alzavano le cortine (queste portiere
gliosi.cotne tulli i secondogeniti delle pri- non più esistono). Con essi assistevano nel-
lìiariecase. Il duca
principe di Casolito. Il r anticamera nobile i prelati domestici.
Muti. 11 duca Sannesi. il conte di Starem* Una 3.^ parte di bussolanti dovea assiste-
bergh.U duca Maltei (però dipoi Clemente re all' anticamera della bussola di legno
XI gli concesse di presentarsi alla pontifi- contigua all'anticamera di quella di da-
cia udienza anche coi cappello in n)ano,il masco, e portavano l'ambasciate a'came-
che notai nel voi. LV, p. 2 3o). Il duca rieri d'onore, che le comunicavano a'se-

di Monfort. Il duca di Galizia. I prinio- greti, quali le partecipavano al maestro di


i

genilide'IordRoxbrugh e Benienon acat- camera. Alti elianti camerieri extra e scu-


tolici. Lord Waldegrane nato da una fi- dieri assistevano al servizio e custodia del-
glia naturale diGiacomo il. Capo 09: le porle della camera de' liussolanli loro
Istruzioni del 1790 sul praticato nella residenza. I bussolanti, i camerieri extra,
corte pontifìcia particolarmente da. Be- gliscudieri pel disposto nel 167 Sservi vano
nedetto XI P^ a Pio fi inclusive. Conte- per turno ogni 3. ''settimana. I camerieri
nendo cose già riferite, riporterò soltan- extra e gli scudieri col mezzo de'bussolan-
to quelle che non lo furono o meritevoli si doveano mandare le ambasciate, ed in
di menzione. Dopo i particolari minuzio- loro assenza supplivano i camerieri f'X^ra.
si de' diversi incontri e accompagni dei I capitani de' cavalleggieri e le loro cor-
maestri di camera,con que'personaggi che nette, gli uftiziali svizzeri e le lancie spez-
lìgodevano nell'udienze, ne'pa la zzi Vali- zate,assislevano nell'anticamera della bus-
cano e Quirinale, colle loro diversità; in sola didamasco, passando nell'anticame-
lalecaposiavverte,chenellai. 'anticamera ra segreta quando il Papa ammetteva al
segreta non s'inf roduceva verun estraneo, bacio del piede una comitiva di forestieri
che veniva per l'udienza, né ambasciato- o le famiglie degli ambasciatori. Gli aiu-
re, né principe.Essa avea la bussola di le- tanti di camera del Papa doveano essere
gno, che rispondeva all' anticamera no- di guardia almeno due per giorno, uno
bile della bussola di damasco. Indi si dice di (.'guardia, l'altro di 2.^ Il i.° non do-
che alle dame titolale sidavano cuscini vea mai partire dalla camera dietro quel-
per sedere in numero di due o tre, ed an- la nella c|uale dava udienza il Papa, e l'al-
che quattro secondo l'età e condizioni del- tro dovea trovp.rsi pronto nelle ore piìi
le medesime; le non titolate non siedevano necessarie a! servizio del Papa, come di
mai avanti il Papa, regolandosi tale u- vestirlo e spogliarlo, e nel tempo in cui
dienze con istruzione del maestro di ce- il primo anilava tempo del-
a pranzo. In
remonie. Non s' introducevano dame dal l'udienza gli scopatori segreti non poteva-
Papa se non erano condotte dalle dame no penetrare nell'anticamere, ma restare
sue parenti,© dagli ambasciatori o dalle nella loro stanza di guardia per ubbidire
principesse serenissime. Se durante l'u- a'cenni degli aiutanti di camera. Questi
dienza suonava \'/4i'e Maria, entrava dal per ambasciate al maestro di camera e
Papa il maestro di camera per avvisarlo, camerieri segreti, per parte del Papa, si

onde alzarsi in piedi e recitare V Angelus recavano nell'anticamera segreta, il ile-


Domini. Due camerieri segreti parltci- cano pe'bussolanli passava le sue amba-
U DI udì 69
sciate, e se occorreva parlare al maestro cedente splendore tli treni, di abbiglia-
^^i camera recavasi nella stanza defili sco- mento e di corteggio. Indi per le nuove
patori segreti. I famigliari intimi cuhicti- circostanze deplorabili della 2.'^ occupa-
lari del l'apa erano subordinati al mae- zione de'dominii tiella s. Sede e deporta-
stro di camera ; i famigliari palatini al zione del Papa, dopo l'altra restaurazio-
inaggiortlon)o, COSI i palafrenieri, ma nel- ne della Corte di Roma (vocabolo di cui
le cose di servizio del palazzo, ed egual- riparlai a Sede apostolica), pel progre-
mente i bussolanti, camerieri extra e scu- diente spirilo pubblico del secolo manife-
dieri, tramie il tempo delle udienze. Nel stamente propenso alla libertà e alle no-
quale dipendevano dal maestro dicame- vità, che alterò persino le convenienze
la eziandio tutte le guardie, nel resto di- del Saluto [K) e per lo Starnuto (^.),
pendenti dal maggiorilomo. In attualità vieppiìi si ommise rilevante parte delle
del servizio de' treui, la scuderia che vi costumanze antiche di civile convivenza
si impiegava dipendeva dal maestro di gerarchica e graduatoria, e s'introdusse-
camera, nel rimanente dal maggiordomo. ro forme piìi semplici e di lieve distinzio-
In seguito l'udienze continuarono ad esse- ne ; mentre dall'altro lato e in generale,
ledislribuite quasi in tutto come per l'ad- con solenne contraddizione, si cadde in
dietro. Occorrendo al Papa di mandare pregiudizievoli e miserabili eccessi, sia pel
un'ambasciata ad alcun personaggio, in- fatale, immorale e rovinoso Lusso (^^.),
viava un cameriere segreto, e talvolta un anche di Lutto (^'^•); sia pel ridicolo e pro-
bussolante idoneo. Alessandro Vili si ser- digo cumolo de' Tìtoli d'onore (^'.); sia
vi d'un bussolante per un' ambasciata a per la quasi generale profusione di Or-
d. Ferdinando Vnldes naturale di Filip- dini a Decorazioni e insieme di gradi e-
po V e generale d'artiglieria. Vi andò con questri, e talvolta non senza esposizione
un frullone [)alatino e due palafrenieri. di chi li sebbene nella piti parte
riceve,
Facendo annunziare il suo arrivo, fu ri- direttamente o indirettamente sono pro-
cevuto alla carrozza da due gentiluomi- vocati da loro stessi con insistenze vane ed
ni, e incontralo in sala da d. Ferdinando ambiziose, per reputarsene degni e me-
che gli die la destra, indi lo fece sedere ritarli. Quanto all'udienze del Papa, s'in-
e cuo[)rire. iNel partire fa accompagnato trodussero que'seinplici ceremoniali di cui
fino a capo le scale. trattai a'propri luoghi, e che accennai qui
Per le strepitose politiche vicende che in principio, oltre quanto mi resta e va-
grandemente aflliisero il fine del secolo do a dire, l prelati maestri di camera so-
passato, e stranamente travolsero tutto gliono stampare per regolamento dell'an-
l'ordine ptd)blico in Europa, prevalendo ticamera pontificia la tabella da loro sot-
lo spuito democratico all'antica aristocra- toscritta de' giorni d'udienza e delle va-
zia calle norme araldiche, quasi dapper- canze. Dalla collezione che posseggo dal
tutto si dismisero buona parte de'pesanti, i83i a oggi, comincierò dal riprodurre
eccessivi e minuziosi ceremoniali di eti- lai.^ pubblicata con approvazione di Gre-
chetta e di trattamento. Depauperato lo gorio XVI da mg.' Pdudolfi-Alberici poi
slato pontificio dagl'invasori francesi e dal- cardinale, e quindi farò delle osservazioni
l'elìluiera repubblica, negl' inizi del cor- delle altre, per la soppressione d' alcuni
rente secolo Pio VII fu costi etto restrin- ministri e sostituzione d' altri, oltre alcu-
gere il numero e le provvisioni della Fa- ne variazioni; e su quella in vigore. £/-
miglia Pontificia (/ .),efece sempliciz- dienze destinale, da Nostro Signore a' qui
zare diversi ceremuniali di trattamento descritti, i quali tutti hanno articoli. Lu-
civile e così (juello dell'udienze, ed il re- nedì nella mattina, cardinal segretario
slaule della romana corte restrinse il pie- dc'uieiuoi'iali, geuerali e procuratori 30-
70 udì U D I

ueiali religiosi, e secolari clieraveano iiii- di s. M.'' degli .Angeli o pia casa d' indii-
lilorala: ncìhsera i mg. ri segi elenio del vliia, ogni i5gioini. L'ora in cui si apre
toucilio, e de' brevi a' principi. iMartedì l'udienza è alle 3 antimeridiane nella mat-
nella ìnallìna , cardinal pro-datario con tina; nella sera all'Ave Maria o ore 2/\.
mg.' sotlo-datario, cardinal segretario dei Giorni nt''(jiiali vara i' udienza. Ctewnaxo^
brevi, a)g/ segrelario della concistoria- s. Antonio abbate. Cattedra di s. Pietro

le, mg.' elemosiniere, p.maestro del s. in Roma, ss. Fabiano e Sebastiano, Cou-
Palazzo: nella stia i rrig.ri maggiordo- \ersione di s. Paolo. Febbraio, Cattedra
mo, segrelai io di coiisiiUa, segretario de di s. s. IMattia apo-
Pietro in Antiochia,
gli a/lari ecclesiastici. Mercoledì nella inal- stolo. Marzo, s. Tommaso d' Aquino, s.
tl.'ia, i
mg.i'i governatore di Rema, udi- Francesca romana, s. Gregorio Magno. 1

ti le della camera, tesoriere, segretario Aprile.s. IMaico. Maggio, s>. Filippo e Gia-

del buon governo, presidente dell'almo- como, Invenzione della Croce, s. Pio V.
na e gì ascia, presidente degli ai chi vi e Giugno, Cominemorazione di s. Paolo.
ipoteclie, presidente delle strade ed ac- Luglio, Visitiizioiie della D. Veigine, s.
que, presidente della zecca : nella sera i INlaria ^Maddalena, s. Giacomo apostolo,
uig.ri assessore del s. offizio, e segretario s. Anna. Agosto, s. Pietro in N'incoli, IMa-
delle lettere latine. Giovedì nella mani- donna della Neve, s. Lorenzo, s. Rocco,
na, congregazione del s. ollizio alle 2 an- s. Bartolomeo a[)oslol(), Decollazione di

linieiidiane, innanzi o dupo la (jualehan- s. Giovanni Eatlista. Settembre, Esalta-

ntj l'udienza i cardinali prefetto di pro- zione della Croce, s. IMalteo apostolo. Ot-
paganda, e vicario di Roma; cjuandu non tobie, s. Fiancesco d' Asisi. Novembre,
vi è una congregazione vaca 1' udienza : s.Martino vescovo, s. Caterina, s. An-
Della icra mg. li uditore del Papa, e se-
i drea apostolo. Dicembre, s. Lucia, S.Tom-
gi etario de'bievi a'priucipi. Venerdì nel maso apostolo. Inoltre vaca l'udienza
la manina, cardinal [)ro- datai io con mg. in tutte le feste di precetto ed in tutti i

sotto-datario, i cardinali segrelario dei giovedì deiranno, in tutti i giorni di cap-


brevi e segrelario de" memoriali, i
«ng.ri pella papale (eccettuate le sere delie do-
commendatore di s. Spirito, e segretario meniche di quaresima e dell' avvento ),

de' l'iti: nella sera il cardinal penitenzie- pel concistoro (cioè in tulli i concistori
le maggiore, e mg/scjjretario de'vescovi pubblici, e pei segreti la sola mattina ),

e regolari. Sabato nella maUina, i mg." per l'esame de' vescovi, per le congrega-
governature di Roma, tesoriere, econo- zioni avanti al Papa Corani SSaio, per
mo e segretario della fabbrica di s. Pie- le prediche in palazzo, dal i.° lunedì di
tro, e presidente dell'armi, senatore di carnevale inclusive lìuo al mercoledì del-
Roma, conservatori e loro fiscale : nella le ceneri, dal martedì santo inclusive fino
sera i mg.ri segretario delle lettere latine, al lunedì in Albis, dal sabato di Pente-
e promotore della fede, maestro di casa coste inclusive fino a tutla l'S.', dal gior-
de'palazzi apostolici ogni 5 giorni. Do- i no tli s. Francesco fino a (|uello di s. Mar-
menica nelia uiallina, vaca 1' udienza : lino, cioè ila' 4 ottobre inclusive all'i i

nella sera mg.ri segretario di propagan-


i novembre, dalla vigilia di Natale inclu-
da, e uditore del Papa, amministratore sive fino al giorno dell' Epifania. Nella
generale de'lolti ogni i 5 giorni. 1 cardi- riferita tabella e nelle altre non sono ac-
nali cauierlengo, piefelii delle congrega- cennale le udienze domandale al Papa
zioni, pi esidcijtedc'susM(lii [lolrauno ave- per organo del segrelario di stato dal
le l'udienza ogni giorno, tranne il lunetlì corpo diplomatico, uè quelle ili altri che
e i giorni di vacanze Mg.' presidenle di 1 invocano pel maestro dicainera: neppu-
s. IMicIicIe, e mg.' presidente dell' ospizio re lo sono l'udienze quotidiane dc'cardi-
udì udì , 7,
naii segret.uio ili stato, e segretario [)t'r di questo ^ V amarezza j la Calledra di
gliiidaii (li stato interni istituito nel i 833, s. Pietro e circondata di pungolij e il

tranne il giovedì, jier impotenza o assenza peso e tale, che opprime gli omeri pài
<leV|nali aveano l'udienza i sostituii, co- robusti! Finalmente Papa è verace- il

me si pratica in quasi tulle le altre cari- mente quale virtuosamente s' intitola :

the. I segretari di stato e loro sostituti a- Siri^'us Seivoruin A?c'/ (A.). Nel 832 di- 1

veano l'udienza ordinai ia nella niatliiia venuto maestro di camera mg."^ Fieschi
(la siraortlinaiia essendo libera a tutte ora cardinale, pubblicò la tabella delle
l'ore), prima dell'udienza ordinaria, in- udienze e delle vacanze, dalla quale ri-

trodotti dagli aiutanti di camera per la cavo le seguenti aggiunte e varianti. Lu-
a/ anlicciuiera segreta; cioè il segretario neilì innttitnn, udienza al cardinal presi-
di stalo i U)artedì, veneidì e duu)enic:i, il dente de'sussidii : nella sera al cardinal
segretario (ler gli alliiri di sialo inteini i piefelto di segnatura. Martedì seva, 11-
lunetlì, mercoledì e sabato, solo vacanilo dienza al cardinal presidente (.Iella con-
nelle feste di Pasqua, ss. Pietro e Paolo, giegazione della revisione de'conti. Mer-
e s. INiilale, pe' ponlincali che deve cele- coledì mattina, udienza al cardinal pre-
brare il Papa. Sebbene in tabella pel mag- fetto dell' immunilà. Sabato sera, cessò
giordomo fosse stabilito il martedì sera, l'udienza al maestro di casa de' ss. Pa-
Giegorio XVI 1' uilì ogni mattina, tran- lazzi, per le frequenti e (piasi rpiotidiane
ne le feste e alcune vacanze, e occor- udienze accordate al maggiordomo. Do-
rendo a qualunque ora, introdotto da- menica sera, udienza al presidente di s.
gli aiutanti di camera nella mattina (m- Micheleogni 5 giorni. Divenuto tnaestro
i

duiariamente avanti i delti cardinali se- di camera mg."^ Pallavicino, poi maggior-
gretari. Veramente i Pouteflci, e credo domo e di presente arcivescovo di Pirgi
che ninno piìi di me possa airermarlo ,
in parlihus, nel 1 840 pubblicò la tabella
non conoscono di fatto mai vacanza, non dell'udienze e delle vacanze In questa os-
hanno ne giorno né ora pro[)t-iamente servo concessa l'udienza nel lunedì mat-
liberi e d' intera quiete, essendo più oc- tina a mg.' segretario ilella disciplina re-
cupati, generalmente parlando, ne'gioi ni golare, e tolti i nomi (le'geneiali e procu*
delle seilicenti vacanze. Sempre senza in- ratori generali, e de' secolari generica-
terruzione di giorno e di ora,i l'api iiule- mente, (piali tutti venivano esauditi nel
i

fessamente iujpiegano il prezioso tem[)0 domanriarla per detta o altra mattina.


o nel ricevere all'udienza o nell'applicare Nel martedì mattina, tolta l'ordinaria u-
agli affari della Chiesa e del principato dienza al segretario della concistoriale,
temporale, o nel celebrare e assistere le trasportala al mercoledì sera, e invece so-
sagre lunziuni, o nell'esercizio molteplice, stituita e trasferita quella di nig.'^presiden-
gravissimo e laborioso della sublime du- le di s. Michele ogni 5 giorni 1 : nella sera
plice rappresentanza. Gli stessi riaggl e levata l'udienza al segretario degli afìfari

/' illfggiature (/'.) pe'Papi sono una con- ecclesiastici e trasportata al mercoledì se-
tinuazione di udienze, e di continue oc- r^^.Nel mercoledì /;/.'Z///«<7,Iolta al cardinal
cu[)azioni e prestazioni, di atti di benefi- prefetto dell'inimunità, al segretario del
cenza, nelle cjuali si fauno tutto a lutti. buon governo ed a'presidenti delle strade
La comlizione del Papa quale la
(/'.) è e della zecca, ed in vece concessa al cardi-
descrissi e celebrai in iimumerabili arti- nal prefetto dell'acquee strade : nella ie-
coli, (juale la delinirono Adriano IV e ra aggiunte le dette udienze de'segretari
Marcello II, ed arroge che io anco qui il degli affari ecclesiastici, e del concistoro.
ripeli : Che ninno e piìi mi serabilf delio iNt:l giovedì sera accordata al direttoredel
mano Pontefice [f".) j Uilla la feUdià debito pubblico. Nel sabato scra,io\h\ l'ii-
-

72 udì udì
dienza oiclin;iiia al proiuulore della fede, giugno 1847, sul consiglio de' niinislri,
ptjiòda ilouiiunlarsi al bisogno, ed invece decretò: § 38 e seg. ministi cun^eivano l i

."•tabilila a'cartlinaii camerlengo, e vicario il privilegio tlell'udienza sovrana: lo con-


di lloMia. Le udienze della malltiia si fis- servano pure i capi de' dicasteri, qualora
saronoaorea 1/2 antimeridiane. iNotero ne godano altualnienle. Ogni ministro
che le riportate variazioni hanno origine farà rapporto speciale al sovrano degli
anteriore, che non posso stabilire per a- alfari dipendenti dal suo ministero, pro-
vere smarrito la tabella pubblicata du posti e deliberati nel consiglio ; quindi
mg/ Massimo, successivamente maestro parteciperà le risoluzioni sovrane al se-
di camera, maggiordomo e cardinale. Nel grctario, per parteciparle a'singoli mem-
184?- fitto maestro di camera mg.' de bri del consiglio medesiujo. Tutti mi- i

JMedici, ora cardinale, il 1 ."gennaio 1


847 nislri e tulli i capi di dicastero che godo-
pubblicò allra sua tabella per l'mlienze e no il privilegio dell' udienza sovraoa, do-
vacanze collo stemma del regnante Pio LX. vranno riferire al cardinal segretario di
the l'approvò. Eccone le variazioni. Lu- stato le decisioni e gli ordini del sovra-
iiedì inallina, l'udienza fu levala al chr- no. Quindi con l'altro cnolo-proprio dei
duial presidente de' sussidii e trasferita al iq dicembre 847? egualmente sul consi-
i

martedì 5e/V7, ed in vece concessa una voi- glio de'minislri, dispose cogli art, 8g ec)o; ]

la al mese al cardinal prefetto del buon 1 soli ministri seguitano a godere rego-
governo (canea poco dopo cessala), ed ai larmet\le dell' onore dell'udienza sovra-
«ng.ii promotore della felle e avvocato dei na, la cpiale cessa per lutti gli altri capi
poveri: nella 5e/Yi fu trasferita quella del- di dicasteri subalterni ed annessi a' mi-
r economo e segretario della fabbrica di nisleri. L'udienza è ordinariamente una
s.Pielro che l'avea il sabato manina. Mar- volta per settimana a ciascim ministro;
tedi *erfl!, trasferiti il detto presidentede' eccettuali que'tninistri pe'quali ilsovia-
sussidii, e mg."^ commendalore di s. Spi- nodispongadiversamenle.Divenulomg-'^
rito una volta mese, questi [)rima go-
al Borromeo Arese maestro di camera, il
ilendo l'udienza il venerili mattina. IMer- i

agosto 85o slaujpò la
i tabella dell'u-
coledi /«^//Z//if7j le udienze de' mg.ri pie- dieuze e delle vacanze coli' assenso del
sidenti dell'annona e grascia, e degli ar- Papa, ed è la seguente altiialmenle in vi-
chivi e ipoteche ridotte a una volta ai gore. Lunedi inaUina, carilinal scgreta-
inese. Nella domenica sera fu concessa rio de' menmriali, ministro delle armi,
stabile a mg.' segretario degli sludi. L'o- mg.' segretario della disciplina regolare
lario si fissò, per le congregazioni avanti il i.°e 3.° lunedi del n)ese, mg.' promo-
al Papa oreg anlimetidiane,e le io l'u-
le tore della fede il 2.° hmedi, mg.' avvo-
dienze giornaliere della manina^ conti- calo de' poveri il 4-'' lunedì, mg.' presi-
iiuandosi quelle delia sera all' Ave Ma- dente dell'accademia de' nobili ecclesia
ria. Si dichiarò, che l'udienza pubblica siici il J. "lunedì : di .ve/'flf, cardinal [u-efelto
si teneva due volte al mese di gioveilì di segnatura, mg."^ segretaiio del conci-
allec) antimeridiane, e quando cadeva la lio, mg.' ecomjino e segretario ilella rev.

congregazione avanti Papa doveasi tra-


al fabbrica di s. Pietro, mg.' segielaiio dei
^ferire al giovedì seguente. La descrissi brevi a'[)rincipi. Martedì maldna, cardi-
nel voi. XLl, p. i3c), ma poi cessò. Ivi nal segretario de'bievi, cardinal pro-da-
dissi pure dell'udienza pubblica accorda- lario con rag.' sotto-datario, cardinal vi-
la una volta al mese alle dorme nel Cuf- silalore dell' ospizio apostolico ili s. IMi-
/eauiiis delgiardino Quirinale, e come elicle 1
."
e 3." martedì del mise, mg.' ele-
procederoiio le due ch'ebbero luogo. Il mosiniere, p. uìaestro del s. Palazzo : ili

ir^HUMle Piu IX, Col mulo-proprio de' 1 1 icva^ qig.' coui menda loie di s. Spiiilu 3/q
udì udì 73
Dmited'i, n)g.'segrelario{li consulta. Mer- nlTincIiè tutti coloro che sono addetti al
coledì maltiiui, ììViìù^Uo ile'lavoii pubbli- servizio dell'Anticamera Pontiiicia vi si

ci, luinislro (leiriiilei no, mg.' vice-camer- possano conformare, 1. Non sarà permes-
lengo iliieltuie generale di jjolizia, mg.' te- so ail alcuno che |)resta il servizio nellan-
soriere ministro delle finanze:di.yerrt,mg.' ticamere ne'giorni d'udienza di penetrare
assessore del s. Oiliziojmg."^ segretario ilei in (juella segreta, pria che il maestro di
concistoro, mg.' segretario degli all'uri ec- camera si presenti al suo posto. 11. Cia-
clesiastici, mg/ segietario delle lettere la- scheduno dovrà occupare 1' anticamera
tine. Giovedì mnlUna, congregazione del con ispondente al grado, senza confonder-
s. Oflìzio : di stia, '"g-' uditore di Sua si cogli altri dell'anticamere diverse. III.
Santità, mg. segretario de'brevi
^' a'|)rin- Le ambasciate saranno passate da an-
cipi, mg."^ sostituto de' sagri riti i." gio- ticamera in anticamera col mezzo di co-
vedì d'ogni mese. Venerdì mattina, car- loro che prestano il respettivo servizio, ed
dinal segretario de'brevi, cardinal pro- in tal modo giugneranno insino al maestro
datario con mg/ sotto-datario, cardinal di camera : qualora si trattasse di sog-
segretario de'meinoriali, mg."^ segretario getti che dovessero [uemiuosainente par-
de'riti: diserà, cardinal penitenziere mag- largli, ma che non godono dell'onore di
giore, nig."^ segietario de' vescovi e rego- entrata, allora accuinpugnati dal busso-
lari. Sabato inalima, mg.' vice- camer- lante fermeranno nell'aulicarnera d'o-
si

lengo direttore generale di polizia, mg."^ nore, ove il maestro di camera si recherà

tesoriere ministro delle Gnanze (nig."^ mi- per sentirli. IV. Non tutte le persone che
nistro di grazia e giustizia, n»inislero poi sono ammesse all'udienza haiuio la slessa
riunito a quello dell'interno): di sera, qualità, io stesso grado, e godono gli stes-
canlinal vicario, »ug.' segretario delle si privilegi ; etl è perciò che nel palazzo
lettere Ialine, mg/ segretario della vi- sovrano vi è la distinzione delle diverse
sita apostolica il 3.° sabato d' ogni me- anticamere; quindi nell' anticamera se-
se. Domenica di sera, mg/ segretario di greta, oltre gli £iBÌ. eRini. signori Cardi-
propaganda, mg."^ uditore di Sua San- nali che vi passano di diritto, possono a-
tità, Uig.' segretario degli studi. Nel re- vervi r ingresso i patriarchi, gli arcive-
sto per le vacanze si continua ad osser- scovi e vescovi, i prelati di manlellelta, il

vare il precedente e siiddescrillo siste- maestro del s. palazzo apostolico, i came-


ma. Mg.' de Medici ili/ gennaio i843 rieri segreti partecipanti in abito paonaz-
pubblicò stampato il Regolamento per zo (raiTimento che fra di essi, oltre quei
il seri/izio interno dell' Anlicaniera Pon- di lai nome, si comprendono ancora l'ele-
tificia ne' giorni cV udienza. Questo è del mosiniere, il segretario de'brevi a' prin-
seguente tenore. » Anticbis>iii)e sono le cipi, il sostituto della segreteria di stato,
prescrizioni che hanno regolato in tritìi i il sotto-datario, il segretario delle lettere
tempi il servizio interno dell'Anticamera latine), i camerieri segreti soprannumeri
Pontifìcia, ed èslato riconosciuto sempre in abito paonazzo, i camerieri segreti di
utilissimo a! buon andamento di rinno- spada e cappa,! cereinonieri pontificii, i

vellarne di tratto in tratto la osservanza: cavalieri gerosolimitani, i principi assi-


quindi è, che il Maestro di Camera di iXo- stenti al soglio, il senatore, i conservatori,
stro Signore, tenendo fermo alla massima i principi, gli ambasciatori, i ministri e in-
di doversi stare strettamente a quanto tro- caricati ilelle [)otenze estere, i generali
vasi stabilito dagli antecessori, che per d'armata: tutti gii altri costiluili in digni-

orale tradizione si trasmetteva a' Maestri tà, o gradi, o titoli debbono prender po-
di Camera prò tempore, rende pubblico sto nell'anticamera d'onore: e da ultimo
eplie ilatupe li incseule Ueyolamealo, coloro i quali vauuo cumi^nesi nella cltis-:
r4 UDÌ U D l

se connine si dehlìono fermnie iteli' ;in- ma serve per inleiligenza della sentinella,
lirameni d<''bi!ss(j|fmli, e al iitomeiito ilol perchè non si opponga all'entrata di co-

l'iulicii/.a l'mi linaio r iiltro vcn ;nino in- loro che hanno libero l'accesso. Vili. La
Irodolti come iip[)resso. V. L' udienza seiitinel'a della civica scelta (ora guardia
sarà legolota nel seguente modo. Li biis- palatina) postata alla porla dell'onticame-
fcolaiili ricliiederaniio alle persone non ra de' bussolanti, non palmellerà 1' ac-
coslilnite in dignità, che si presenteranno cesso nella stessa ad alcun cameriere che
nella loro anlieamera, il biglielto d' u- segue il suo padrone: ne' casi solamente
(lieiiza, a meno che questa per !a slrellez- di sagre funzioni nell'appartamento, nei .
*
za de! (eaipo non sia stata accordata a (piali gli Emi. e Rmi. «.ignori Cardinali
voce, ed in questo caso interpelleranno il nella della anlicamera de' bussolanti in-
segretario del maestro di camera : e^si dossano le cappe, e di poi terminata l<i

accompagneranno le persone ammesse funzione, dimettendole, riprendono le

insiuo alla bussola dell'anticamera d'o- maiilellette (e le mozzelte), essendo ben


nore, e ilopo averne indicato al camerie- dovuto che i camerieri (de' cardinali ad
re d'onore il nomee la qualità, lilorne- essi) prestino i loro servigi, la sentinella
ranno al loro posto: il cameriere ti'onore, permetterà loro che entrino nella ripe-
giusta la prescrizione dell'articolo IV, se tuta anticamera, e dopo adem[)iulo il lo-
le persone introdotte godono dell' am- ro ufìlcio ne sortano, rimanendo nell'an-
missione neir anlicamera segreta, le ac- ticamera guarnita dalla civica scelta, ove
compagnerà sino alla bussola stessa, in- deljbono rimaniMe del pari i caudatari, a
dicando al cameriere segreto soprannu- seconda della distinzione e gradazione che

merario il nome e la qualità: se poi le per- si fanno nelle anticamere de'signo-


stesse
sone non godono di tale onore, preiide- ri Cardinali, giacché nell'anticamera dei
laniio posto nell' anticamera d'onore. busNolanti vi si tiallengono i genliluomi-
VI. Al momento deil'udiciua il maestro ni e maestri di camera de' lodati signori
di camera indicherà al cajneriere segreto Cardinali, ed ivi ,>iono pure il capitano a-
soprannumerario il soggetto che dev' es iulante maggiore della guardia ca[)ilo!ina
sere ammesso; qualora questi si trovi nel (non piìi pel narrato superiormente, ma
l'anticamera segreta, il cameriere segreto raiotanle maggiore della guardia palati-
soprannumerario lo inviterà ad accostar- na ), e r ulllziale della guardia svizzera, ti

si, ond'esscre introdotto; trovandosi ne! IX. Circa il termine dell'udienza il ca-
l'anticamera d'onore, ne passtrà l'avviso meriere segreto soprannumerario, pre-
a! cameriere d'onore, e se poi trovasi nel- vio il permesso ottenuto dal maestro di
l'anticameva de' bussolanti, il cameriere camera, passerà l'avviso al cameriere d'o-
d'onore ne passerà l'avviso, VII. La senti- nore per approntarsi il frullone ( onde
nella delle guardie nobili postata alla bus- riportarli alle loro abitazioni ), e ({uesli

sola dell' anlicaaiera pro'^sima a quella a'bussolanli, die ne avvertiranno il com-


tic' bussolanti, non periuelterìi l'ingresso missario battistrada. X. In tutte le sor-
iieiranlicamera d' onore ad alcuno, che lite di Sua Santitàappartamenti dagli i

non accompagnato da'bussol.uiti co-


sia : camerieri segreti soprannumerari, dietro
loro che non vanno soggetti a tale forma- gli ordini del maestro di camera, passe-

lità sono gli slessi conlem[)lati nell'arti- ranno l'avviso a' camerieri d'onore, que-
colo IV, e [liìi i palatini in generale, e quei sti a'bussolanli, e ciascuno ueiranlicame-
diesi trovano in attua! servizio : questa ra respettiva a|)rirà le bussole di mezzo
eccezione però non esclude l'olìbligo che (di recente lolle). XI. Si spetta a'bussolan-
liiinno i bussolanti di accompagnare tutti li di presentare al cameiicre il'onore, e
iiiio alla bussola dell'anticamera d'ouoi e; quelli al segreto soprannumerario le co*
UDÌ U D I
75
rone da benedirsi da Sua Sanlilà, e con gendarmi e le due sentinelle svizzere), fa-
Io slesso ordine leli ogrado liporlarsi nel- ranno parata a tulli gl'individui nomi-
J' anticamera de' hussolaiili per coiise- nati di sopra, e più a'personaggi qui sot-
giiaisi al decano. XII. Tulle le volle che to descritti , a' cuonsignori governatore
Sua Sanlilà per funzioni in palazzo di' (ora vice-camerlengo direttore generale
scende, li bussolanti di servizio alla qua- di [)()lizia), uditore della camera, tcso^
dialuia (della cappella pouliiicia), ed alla riere e presi<Ienle dell' armi (ora al mi-
sedala (dentro la quadialura slessa)deb- nistro delle armi laico), a' conservatori,
bono presentarsi nell'aulicanìera, ed ac- al generale comandante in capo le truppe
compagnare il corteggio tanlo nel discen- di linea, ed al pro[)iio couiaiidante iu ca-
dere, che nel salire. x\lll. Quante volle po. Gli onori scambievoli tra coipo e cor-
Sua Sanlilà passa nell'aiiticauicra del tro- po saranno regolali nel modo seguenle.
no (cioè in quella mentovala d'onore), sia La civica scelta e la guardia capitolina
neirocca>ione de' concistori segreli, esa- ( ripeto ora guardia palatina ) faranno
me de' vescovi, congregazione de' sagri parala colle armi portate, nel passar la
liti, sia per allie circoslan/e, tulle le an- guardia nobile; questi due cor[)i poi si

ticamere passeranno indietro collo slesso rendei'aimo gli onori scambievoli com'è
oidine: terminala la funzione ciascun cor- prescritto dall' ordinanza militare. L'u-
po tornerà al suo posto. XIV. Nelle anti- nità del comando, com' è necessaria iu
camere pontifìcie ciascuno si nel parlare, ogni sistema militare, così in quello che
che in altro userà riguardi ben dovuti
i riguarda il servizio nell'anticauiere poti-
al luogo ove risieile il soviano (aggiun- lificie; cpiindi tutti i capi de' corpi mili-
giamo, e sommo Pontefice). XV. Per tari in esse di servizio ilevono essere su-
conservarsi la esattezza ticlia disciplina bordinali al comandante della guardia
ne' diversi corpi militari che trovansi nel- nobile, e oltre all'essere da questi ispezio-
ranlicamerepontificie,resente della guar- nali, debbono dargli il rapporto di tut-
dia nobile di servizi(j, di lem[)OÌn tempo, tociò ch'è relativo al servizio stesso, e da
durante le ore dell' anticamera, ne pas- lui solamente debijouo ricevere gli ordi-
serà la ispezione, non perinellendu che le ni che il maestro di camera gli comuni-
; sentinelle passeggino, né che lenghino cherà. Sortendo Sua Santità, i distacca-
l'arma a terra, ma al braccio durante il menti di cavalleria che la scorteranno,
tempo della fazione. Lo slesso invigilerà saranno dipendenti dal comandante il di-
perchè sieno resi da'diversi picchelli gli staccamento della guardia nobile,dal (pia-
onori dovuti a misura del grado e della le riceveranno gli ordini, ed a cui faran-
dignità di ciascuno nel modo come ap- no il conveniente rapporto. Qualora uno
presso. La guardia nobile faià parala di {juesti corpi avrà bisogno di fir [)assa-
colle armi agli Ead.ePuni. signori Cardi- re amhasciate nell'interno dell'anticauie»
nali, a S. E. mg.' Maggiordomo di Sua re, lo farà per mezzo del proprio capo-
Santità,airillmo. e Kmo. mg.'^Maestiodi posto, che ne passerà la domanda a([uello
camera, Sovrani e Principi reali, agli
a' che gli sta avanti, onde si serbi dovuta
la

Ambasciatori, a' Principi assistenti al so- trafila. XVI, Il maestro di camera nel
glio, a'comandanti della guardia stessa,ed rinnovare quest'antichissime prescrizio-
agli ullì/jali del projtriocorpo farà pata- ni, non ha altro scopo, che di risve-
ta senz'ardii. La
civica scelta e la iiuar-
o gliare iu tulli r obbligo dell' adempi-
dia capitolina (la (."slava nell'anticamera mento, che il correre de' tem[ii ha fat-
dell'altuale guardia palatina, che fu so- to in parte obliare j persuaso d' altron-
stituita ad ambedue, la i' o capotori ri- de che tutti si faranno un dovere di scru-
biedevauu nella 1.'' aulicaiuera ove sono i polosamente eseguirle, e che oiascuuo
^6 udì 11 D I

nella pni'te che lo rigtiaicln concorrerà al anche all' aiulaiìle ninggiore tìella no-
niitiileiiiuientu di (juel liisli'o e decoro minala i^uardia [sidaliiKi. Notai giìi che i
iiionii (.lei trono ove siede il sommo l^on- guanti sono vietati a tutti {|uelli che vengo-
lefìce"', no ammessi all'udienza del Papa, ed anti-
Nel voi. LV, p. I 5o riportai il decie- camente anchealleprincipessereali. Si os-
to della congregazione ceiemoniale, e- serva che gli ambasciatori e ministri de'so-
manato nell'anno i85i,snl modo co- vrani, impalmano un gnantoe l'altrolen-
nie cardinali e prelati debbono vesti-
i gonoscioUo. Si vuolecheqne'mililari gra-
ie nel recar«.i all'udienza ordinaria eal- duati a cui è permesso presentarsi al Papa
l'udienza privata del Pontelìce. Oltre i colla spada al (lancoed cappello in mano,
sovrani e principi reali, i principi, gli am- se hanno l'uso de'guanti, come finimento
lj;isciatori e ministri de' sovrani, i mar- dell' uniforme, li possano impalmare. Ai
diesi di baldacchino che ili Roma godo- soli cardinali in abito cardinalizio è per-
no i privilegi de'principi, i camerieri se- messo d'eiitiare all'udienza colla berretta
greti porìeripanti di spada e cappa, le in uiaiio. 1 vescovi e i cubiculari pontificii
guardie nobili pontificie,! generali mili- si presentano all'udienza del Papa colle
tari, sono ammessi all'udienza del Papa \esU loro proprie. Gli ecclesiastici ed i re-

ein^endo la Spada e portando in mano golari viumoalla pontificia udienza colle


il ciippello. Così i grandi di Spagna, nou vesti talari e religiose ; i litolati con abili
che i ciambellani d'alcune corti e i gen- di formalità oda città, o uniformi se ne
tiluoniini di camera, come di Spagna e godono l'uso; gli altri nobili ciascuno se-
tU;lle iloe Sicilie, il senatore e conserva- condo il proprio rango; etl particolari i

tori di Roma, il senatore di Bologna. Il vestili tutti di nero, e da qualche tempo

cappello devesi lasciare in anticamera e ancheco'pautaloni, mentre prima dovea-


iion reggerlo alla presenza del Papa, dai si onninamente incedere con calzoni corti,

militari uffiziali dal maggiore sino al gra- calxe nere di seta, e scarpe nere con fib-
<lo di generale, i quali ritengono la sola bie. L'uso degli occhiali è interdetto a chi
spada. La ritengono ancora i suddetti ca- si presenta al Papa, e se alcuno non può
valieridi Malta, di s. Stefano e de'ss.lNIau- fariiea meno, odeve leggere, convieneche
lizio eLazzaro (1* A rtaud vi aggiunge i ca- dotnandi il permesso, i cardinali, i princi-
\aiieri della Concezione di Carlo 111 ); i pi, gli ambasciatori e ministri de'sovrani,
primogeniti de'principi, i nobili titolati in i personaggi d'alto rango, i vescovi, i pre-
nnifoime, i camerieri segreti soprannu- lati, i camerieri segreti o soprannumerari
inerari e di onore di spada e cappa. JNi'l si d'abito paonazzo che di spada e cappa,
vol.XLI,p. iS (narrai cumeGregorio X\ I i generali uiililari ed altri signori distinti

introdusse la benigna consuetudine di ri- godono la prerogativa di trattenersi nel-


cevere al bacio del piede, terminata l'ulti- l'anticamera segreta; gli altri gradata-
ma udienza d'ogni sellimana,quelli che in mente nell'anticamera d'onore o nell'an-
essa erano siali di servizio nelle anticame- ticamera de'bussolanli. Si legge nel /'/o-
re,cioè il cameriere segi elo p,aiiecii)anle,e spello delle prcrogalh'c onorifiche del
quelli soprannumerario e il'uuoie di /»<-?'i- Senalo Roi/iano, non solo che viene am-
tellonej cameriere segreto soprannu-
il inesso nell'anlicamera segreta pontificia,
inerario equello d'onoredi spada ecappa; ma che avrà la precedenza, quando sia
l'esente delle guardie nobili, e rudiziile uniloal Senatore di Roma, ueireulraro
digli svizzeri, itp.ialiullitni insieme ai det- all'udienza sopra i prelati, meno mg.' vi-
ti c.imericri di S[)ada e cappa, porl.iuo la cc-camerlengo. Al Senalo lli^niano, non
.«ijtaih e il cappello, siccome inattualità ili essendovi il senatore, la precedenza gli

Servizio. OrjA è stalo concesso tuie uuore cumpcle, ma dopo i primi \ prduù ossia
UD I L n l 77
(ìi fìocclictli. Ncir enh'nie all' mlienzn i un (anlo rimorso; ed egli ò queslo clie mi
ciiidiiiali, col capo scoperto e lu l)eii(;lla agita e (Hjnlui'ba, sempre che io ponga il
e il l)ei renino in mono, l'anno imi piofm- piede neir antie:au!era segreta! Aiitica-
(lo inchino al l'apa e gli baciano la mano, menle Cnnierieri del Pana {^'.), sia di
i

indi si coprono col beriellino e siedono. ManUilone die di Spada e Cappa {f''^.)t
'
Tranne i cardinali, lutti gli hIIiì devono anche soprannumerari e d'onore, non <li)-
tare tre genuflessioni e quindi baciate il mandavano l'udii-nza, ma solo si prescu-
piede al Papa, restando in ginoccliio (in- camera per es«,ere benigna-
lavaiio in ani
die non (il il Pa[)a cenno d'alzarsi. Il Pa- mente ammessi. La benemerita ArcivoH'
pa suole fare sedere (|ualche vescovo o fra ferii ita dif. do. Decollato della della.
personaggio per distinzione, diversi pre- Misericordia, di cui meglio ragionai nel
lati, come quelli di nocclieltì, i primari voi. LXXVIII, p. 65, siccome assiste i

segretari delle congregazioni, l'assessore condannati all'ullimo supplizio, gli aiuta


del s. ofiizio e altri, massime nell'udienze a ben morire e seppellisce, gode il privi-
della sera, in cui devono leggere a lungo legio,che uno de' conflati invialo dal
nel riferire gli a(lari,il sostituto della se- provveditore al l\<pa, per la proroga
greteria di slato, e per lo stesso motivo il dell'esecuzione della giusli/ia, onde aver
direttore del debito pubblico, carica ora tempo di ridurre al buon sentiero e di fa-
vacante. Dopo i consueti ossequi siedono re gli atti religiosi ad alcuno ricalcitran-
nncora gli ambasciatori e ministri de' so- te, ch'è già stato perciò consegnalo ai con-
vrani. Dagli antichi Diari di Roma rica- frati, possa entrare subito all'udienza pon-
vo, che i cardinali e gli ambasciatori so- lificia, ancorché in essa siavi dal l'apa un
levano fìire rinfreschi, se recavansi con sovrano; tanto impoi landò al padre co-
qualche formalità all'udienza del Pa[)a. mune de fedeli la salute eterna dell'ani-
Comericeveanoessi le l'isile o personag- ma, ancorché dell'uomo più scellerato. 11
gi all'udienza, in lale articolo Io dico. Leg- Papa paternamente e con clemenza suole
go i\Q^'\ Archiatri di Marini, che il celebre accordare la proroga, anche piìi volle, e
cardinal Sanlorio teneva de' libri in cui il confrale si reca quindi a noliijcarlo al-
segnava lutto quello che faceva o diceva, l'autorità cui spetta di far eseguire l'e-
niassimameate nelle frequenti udienze strema sentenza o temporeggiarne per di-
co'Papi. L'angelico cardinal Carlo Ode- verse ore l'esecuzione, al più tardi fino
scalchi, morto gesuita in l)uon odore di verso sera. Diversi Papi rinnovarono l'u-

santità, si presentava all'udienza de'Papi dienza pubblica, ma per gl'insorti abusi


sempre mesto e riconcentralo. Per la de- do\erono tralasciare d'accordarla. Udien-
gnazione colla quale mi riguardava, un ze pubbliche e solenni erano quelle nelle
giorno osai domandargli conto di sua sa- quali ilPapa v\cevea ne\ Concistoro pub/di-
lute, facendomi pena in vederlo in tal gui- co sovrani e sovrane, principi e principesse
sa. Ed egli benignamente noi rispose: L'a- reali, cardinali reduci dalla loro legazione
spetto col quale mi vedete non deriva da a sovrani e repubbliche, e ambasciatori
incomodi fisici, ma dall'agitazione morale à' Llibidieiìza, eóeWe quali riparlai con
che sento e sempre provai tutte le volte qualche dilìusiune nel ricordato ai ticolo,

che dovei e debbo presentarmi all'udien- in cui nariai o rammentai i luoghi ove ne
za de'Papi. Trepidai, e trepido e sono agi- descrissi i nobilissimi Treni; ed in questo
tato dal pensare, che con una parola io feci la descrizione di quelli recenti del-
possa danneggiare e pregiudicare un in- l'ultimo cardinale legato a lalere invialo
dividuo, un padre di famiglia, chiunque. all'imperatore Napoleone HI, pel quale
Laonde mi preparo a porvi tiitta la possi- però non ebbe luogo uè la destinazione ,

bile circospezione e cautela, per evitare uè il ricevimenlo nel concistoro pubbli co.
r8 udì udì
Nel ms. (li mg/ Ruffo si iaccoiiln,clie li- ?}iiUì Cardinnlcs-^ct omiies Romani Ma-
tornalo (la iXapoIi il i;ii(.liii;il Lrgatoi^/'.) gislmtits. in qua lidclalnr de coimiìUiii
Cfu lo Bailjerini, CleiiiL'iite XI lo ricevè a omtìiniii Roniae dedendum ac exlerno-
nilieii7.a nel concisloro pubblico. Vi si nini itlUilale ac salute. Jerurn hacc aii-
pollò il caiditiale con numerosissima ca- diendu dependetoniiiino ab arbitrio Poh-
valcala, precedeniJo i! suo nobile treno tijìcisf quando et qiioties eani concedere

di 38 cai riaggi con ricchissime Portiere Chiapponi, //c/rt Canoriizationis,


velit. 11

( d(^lle {jtiali riparlai nel voi. LXXV, p. ben descrive le dette udienze per esse, ri-
24^) ricamate d'oro, iiuumnosì palafie- levando che a'coiicistori cardinah e gli i

nieri, 12 paggi, molli geiililiinmini e ca- altri sono invitali da' Cursori apostoli-
iiierate, la maggior parte della nobiltà ex textili laneo induii
ci [/^.), i'iolacca

romana, i i\ne nllimi nipoti del Papa, un veste, etvirgulam nodosani nigro colo
gran numero di prelati, con i2cardina- re ind)utaniprae /nanibus galantes^men-
li. Si presentò avanti il Irono o\'era il Pa- tre nel secolo XV colla palatina Campa-
pa. egli rese conto di stia legazione con na magna Consistorialis^ % invitavano i

erudili>sima orazione. Cienienle XI cor- cardinali e gli altri all'udienza del conci-
rispose con pochi periodi, assicurandolo sloro, anche segreto, ne'quali il Papasen-
del suo intensissimo amore, e della slima ti va all'orecchio o in [)ubbHco il parere
cheavca verso un uiinislro della s. Chic- de' Cardinali (7.) per ordine d'anziani
sa così degno, divisando rpiella che dovea là, la qual campana suonava pine nel

eziandio aveie il sagro collegio per le di sabato santo all' intonazione del Glorici
lui singolarissime iloli, che non meno in in excehis Deo,o\lve \a pan'ae campa-
quello, che in lutti li suoi maneggi avea nae. Per l'udienza de' Tribunali di lìo-
fallo comparire d'avvantaggio. Lodando ma (7^'.) tuttora suona la campana della
pai licolarmeiilc qui Ila della sua [lietà , Curia Innocenziana, e altrettanto fece
siiigolar deslrcz/a e liberalità. La funzio- quella della Curia Capitolina finché agì<
ne terminò con universali acclamazioni, Nell'udienze de' concistori, dal Custo.i
esecondo il costume, subitochè il Papa si Consistorii y si escludono dal concistoro
asside al soglio, mm degli avvocati conci- tutti, onde il Papa resti co'soli cardinali,
storiali propone a mente (Gregorio XVI e ne' concistoii senii-[)ubblici co' vescovi
permise che si leggesse) qualche causa e i ministri propri dell'azione, con dire
de'sanli, fìnch(è vengono i cardinali iiuo- con voce alla: Extra omnes, e di lui trai-
vi a ricevere il cappello o i cardinali le- lai nel voi. XV, p. iS^. Nell'articolo Am-
gali; acciò il Papa non ubbia ad aspel- basciatori § 6, parlai del modo come si
tare un momento senza fare alcuna a- portavano alle udienze oidinarie del Pa-
zicne. Siflatla solenne udienza degli av- pa, con accompagnamento di prelatura e
vocali concistoriali tultoia si pi'atica, ed cavalieri, e supeibo treno di carrozze, ed
il pi C'felld delle ceremoiiie gl'invila ad a- i cavalli della i." ornati con fiocchi d'oro;
vanzar>i al trono, dicendo a voce alta, /4c- equi aggiungerò che tali fiocchi spetlava-
cedant, e lìecedant [Kv nùmm. ISe'con- no anche a' cardinali ministri in Roma
cislori .semipubblici perla Canonizzazio- de' sovrani, lienchè nel sagro collegio i

ne de' Santi, \\ Papa sente con udienza fiocchi di seta framoiisla all'oro sono
soicnnei cardinalie i vescovi. Nel parlare propri soltanto del cardinal decano e dei
di delle solenni udieirze il p. Plettenberg, cardinali di lamiglie principesche, e de'
jXotilia(uriae Roinanae,iì"i^\uìì''i:Prae- marclusi di baldacchino. Ivi accennai la

ter consisloria publica dare quoque so- prerogativa particolare dell ambasciatore
lei Ponlijex in fine cujusVdìCt mensis di /V//r:;;Vi. d'essere alla presenza de'car-
publicain audienliam^citi intersunt non- «liliali vcneli o anche nobili, creato dal
V D r n D I
79
Piipa vestilo di mozzelln o sloln, Milite l'invito fallo dall'ambasciatore, moltissi-

auieato ossia Cai'nliercditWu Speron d'o- me carrozze tirale da 6 cavalli de'cardi-


rOj inedianle coll.in;» d'oro col l'odig'e drl riali, ambasciatori, ministri regi, princi-
Papa, e con r|iioll(i foiuinlilà solenni ilc- pi, prelati e altra nobiltà, co' respettivi lo-
scriUe ili tali articoli e altrove, ma per ro gentiluomini, si portarono al palazzo
]a omniissioiie della parola A e/?es/<z sem- dellacamera apostolica fuori di poi la del
bra che fosse privilegio di lutti gli am- Popolo nella Villa di Papa Giulio III, a
basciatori, di che fo avvertenza. haSpa- complimentare siiaEccellenza l'ambascia-
da soleva cingerla il Papa ovvero il fra- tore a nome de'Ioro signori, e indi corteg-
lello o nipote del P;ip;i ^tes^o, od altro giarla nella sua forniate entrata in Roma.
princiue, e gli Speroni il ca[)ilanoi\eCa- 11 cardinal Pallavicino segietario di sialo
vallt'Sigiei i, o il ca])ilai)o della guardia gli uiandò la sua carrozza nobile tirala da
Svizzera, o secondo i Diaridi mg/ Cas- () bizzarri cavalli, con entioii suo maestro
sina, ap[)arteiieva ad aii»liedue i capilani, ili camera, co' soliti lacchè vagamente
e ciie l'ani bascialore maiulava innanzi la vestili, il quale nel detto palazzo com[)li-
spaila e gli speroni. Oltie di che l'amba- nieiilò l'ambasciatore a nome del cardi-
sciatore veneto ricevea pure de' nubili e nale. 11 treno (piindi si apri da due balli-
sagri donativi come gli allri ambascia- slraila ventiti con milordino "iallo trinalo
tori; e nella i.'' udienza veniva condotto per tutte le cuciture, e camiciolino turchi-
-ilal Papa e poi riportato al suo palazzo da no gallonato d'argento. Seguiv;ino quin-
un cardinale concittadino. A me sembra di due postiglioni con milordino rosso
:

lUerìfarsi ri[)orlare qui riunito il com- gallonalo d'oro con tracolle di seta bleti ;
plesso di tante distinzioni, c(j|la descrizio- due trombe con livrea di panno turchino
ne de! pnbblico ingresso (he fece in Ro- trinata per tutte le cncilure con sue ale
ma nel 1781 r aiubasciatore ordinario alle spalle simili, e in mezzo della tromba
della nobilissin)a e pos'-ente repubblici lo stemma del Zulian; due artisti, mani-
ili Venezia, cav. Girolamo Zulian ;
1' ii- scalco e sellare in abito compagno cene-
dienza pubblica accordatagli da Pio Vf, rinfi;due coirieri della serenissima repub-
l'udienza di confido nel ir Sa, la crea- blica di Venezia riccamente vestiti; 4 ^-''*~

zione in cavaliere aureato, ch'eia l'uni- valli da maneggio co'suoi valdiapponi di


ca decorazione equestre straniera che la panno turchino con punto di Spagna di
sagace repubblica permetteva ricevere ai argento; 4 postiglioni con n)ilordiui gialli
suoi rappi esentanti diplomatici, eTinvio trinati per tutte le cuciture, e casacchiiio
de'consueli donativi poniificii. Tutto rica- turchino con gallone d'argento, che con-
vando 668,670,7460 748 de Diari
da'n. ducevano i detti cavalli da manecisiio ; il

di Roma di tale epoca. Tranne quanto capitano della piazza con abito di panno
riguarda il conferimento del cavalierato, cenerino gallonalo d'oro ; due guarda-
{e altre cerenmnie erano comuni a si/Ialte portoni in livrea di panno turchino trina-
solenni udienze degli ambasciatori ; gli la per tutte le cuciture, con cafuiciola di
ambasciatori poi slraoidinaii d' Ubbi- panno giallo gallonala d'argento, con Ira-
dienza neir ingresso in Roma facevano colle gialle rabescate d'argento; ^4 staf-
la solenne Cavalcata. Avendo il Papa lieri in livrea da cam[)agua di [tanno si-
Pio VI accorciato nella domemca aomag- mile alla già detta ; il <lecano in abito di
gio 1781 al nobile veneto Girolamo Zu- panno cenerino tutto guainilo d'argen-
iian ambasciatore ordinario della seie- to; 6 aiutanti di caoìera in abito di panno
nissima repubblica di Venezia presso la color di marasca, tulli gallonali d'argen-
santa Sede, di fare il pubblico ingresso in to; il maestro di casa dell'ambasciatore,
Roma, perciò verso le ore 20 e secondo sopra. bizzarro e ben bardato cavallo, con
So udì udì
al)itonno(li ponilo verde gfillonaln d'oro; colse l'a mi )f» «sciatore (die bnciò 11 pìrdo e
6 paggi coiiabili (iircliiiii ecnniicioln gial- la mano e fu ammesso dal l*apa all'ain-
!a, lutti gallonali d'argeiilo. Indi \eiiiva plesso, fitiindi in ginoccliio fece il compii-
la nobile carrozza del cardinal Palla vici- mento; il Papa lo fece indi alzare e porre
no circondala a'Iati da 4 lacchè dell' am- a sedere stdlo sgabello portatoda un ca-
bascialore vagamente e riccamente vesti- meriere segreto: rpieste ommissioni del
ti, con berrettoni collo stemma de'Zulian Diario di Roma sono intrinseche e per-
d'argenlo, e da altri 4tlel porpoiato [)nre ciò vi supplisco, anzi noterò che il cere-
riccamente vestiti. In es-ia sedevano, il moniale era comune agli altri ambascia-
cardinal Carlo Rezzonico nnzionalejl'am- che non a veano cardinali na-
lori, e quelli

basciatoreZulian,mg/Flangini uditore di zionali,erano accompagnati da'cardinali


rote, mg/ Carrara segretario del concilio, Prottltori) con atti parziali di paterno
ili." veneziano e il 2." bergamasco, perciò amore, avendolo trattenuto con somma
nazionali, e il maestro di camera del cardi- benignità per qualche tempo in discorso,

nai segretario di stalo. Immediatamente a Indi l'ambasciatore si portò (col cardinal


cjuesta muta a 6 succedevano a vicenda le Rezzonico, dopo aver questi deposto la

altremute, cioè quella del cardinal Rez- mozzetfa, la manleiletta e il rocchetto,


70nico con entro il segretario regio della ed invece assunto il ferraiolone rosso) a
icpnbblica, ed i maestri di camera del visitar il cardinal Pallavicino, dal quale
caidinale e dell'ambasciatore. Inappresso fu ricevutocon molla gentilezza e allabi-
\enivano altre 3 mute dell'ambasciatore lità.Quindi il cardinal Rezzonico ricon-
con nobili finimenti e con 3 vaghe stufi- dusse nella propria carrozza, con torcie
glie, avendovi preso luogo la sua corte no- accese portale dagli staffieri d'entrambi,
bile, con cocchieri colla livrea simile agli l'ambasciatore al suo palazzo, ove fa rice-
staffieri, ed i cavalcanti vestiti simili ai vutonel cortileal suono di trombe e tam-
postiglioni, che conducevano i cavalli da buri, e nella vasta sala con quello di nume-
n"ianeggio collo slemma d'argento de'Zu- rosi strumenti. Nella sera il maestro di casa
lian al braccio, e cappelli gallonati d'ar- de'ss.Palazzi apostolici Frattini gli presen-
gento con piume. La carrozza del principe lo a nome del Papa il solito regalo di 3o
Kezzonicosenatore di Roma con vari gen- portate di commestibili, e l'ambasciatore
tilnomini nazionali, ed il carrozzino da gli donò un orologio d'oro di particolare
•viaggio dell' ambasciatore tirato a 4 ca- lavoro, olire le consuete nìanciea'portato-
valli, ed un calesse con postiglioni simili ri; altro orologio d'oro regalò al maestro
a'nominati,e 3 carriaggi con copertoni di di camera del cardinal Pallavicino. Ne'
scarlatto estemmi de' Zulian. in mezzo seguenti due giorni di lunedi e martedì,
a numeroso popolo e nobiltà, perven- l'ambasciatore ricevè le visite dette di ca-
ne l'ambasciatore al palazzo veneto di s. lore, dalla prelatura e nobiltà. Otlogior*
I\Iarco,ed ivi smontato, intanto che dal ni dopo Pio VI avendo accordato all'am-
."
cardinal Rezzonico si dimetteva l' abilo basciatore Zulian la i udienza pidjbliea,
viatorio (assumendo il cardinalizio), fu- questi per Icore pomeridiane di domeni-
rono dispensati nell'anticamere copiosi e ca 27 maggio fece precorrere 1' invilo a*
squisiti rinfreschi a lutto il corteggio; e cardinali, ambasciatori, ministri regi, pre-
dopo ciò il cardinal prese in carrozza sen- lati, principi e altra nobiltà, ad eiretto di
za fiocchi l'ambasciatore, e unitamente mandarle loro carrozze co' propri genti-
col seguito delle loro carrozze e famigliari hiomini pel nobile corteggio, come segui
si condussero al Valicano all'udienza del verso l'ore 21 in grandissioio numero. In-
ra[)a, il (piale (era vestilo di rocchetto e nanzi l' ambasciatore di partire (eoe di-
niozzelta, e ricevè prima il cardinale) ac- spensare nelle vaste aiUicauiere del paiaz-
1

udì udì 8

rx) (li s. IMarco grandioso e riì)honclnnfe camera dcll'amliasciatore. Con si nobile


rinfresco eli più sorte di gcln-'i. Indi col treno e accotnpagnamento, sempre tra la

suo ricco e nobile treno delle mute s'av- moltitudine del popolo per goderne la

viò verso il suddetto palazzo apostolico, bellissima comparsa, oltre della nobiltà
preceduto dall'ombrellino co'fiocclii d'o- che ne fu spettatrice a' balconi de' pnl;iz
ro e da una bellissima berlina diFrancia di zi e dalle proprie carrozze, giunto l'am-
ollimo gusto per vanguardia, oveeravi il basciatore al Vaticano, venne introdotto
solo gran cuscino. Seguivano 24 slallleri diPioVf,
colle solite formalità all'udienza
con ricca livrea di scarlatto rosso guarnita unitamente al segretario regio, accolto
in tutte lecucitnre d'un vagogallone d'ar- con atti di parziale paterno amore, e do-
gento intersiatodi fiori a vari colori, e ca- po di esservisi trattenuto per qualche spa-
miciola con fondo di seta gialla con no- zio di tempo, passò alla visita del cai-di-
bile gnarnizionecorrispondente in tnttoal ual Pallavicino segretario di stato, rice-
giustacuore. Succedeva una vaghissima vuto con gentili maniere. Finalmente col-
Slufifflia nobilmente ricamata d'oro con la stessa nobile comparsa fece ritorno al
tersi cristalli, con gran f|iiantilà di me- palazzo di sua abitazione, con l' accom-
talli dorati e dipinta a varie figure dal fa- pagnamento delle torcie per essersi f.itto
moso palermitano Desiderati. Fn questa sera, ricevuto, comenell'uscire, col suono
."
eravi ini luogo l'ambasciatore in abito di strumenti datamburi ; e quin-
fiato e
nero ambasciatorio tutto riccamente for- di cortesemente ringraziò 5 prelati che i

nito di merletti, con 5 prelati che furono l'aveano favorito nella sua carrozza. Nel
Mattei arcivescovo di Colossi, Volpi arci- 1 782 avendo la lepubblica di Venezia ri-

vescovo di Neocesarea, Galletti vescovo chiamato l'ambasciatore Zulian, egli do-


di Cirene,Flangini uditore di rota veneto, mandò e ottenne da Pio VI l'udienza di
e Carrara segretario del concilio. A' lati congedo, dopo la predica quaresimale. A.
di essa, oltredecano e sotto decano ,
il tenore degl'inviti da lui fatti pel corteg-
marciavano 6 paggi a piedi con vago abi- gio, nella mattina di mercoled'i 20 feb-
to di raso violetto guarnito a punto di braio si adunarono nel palazzo di s. Mar-
Spagna d'argento a diversi colori, con co! gentiluomini de'cardinali, ambascia-
camiciola corrispondente. Li guardapor- tori, ministri regi, prelati e altra prima-
toni colle loro ricche tracolle, e 4 volanti ria nobiltà, andati colle carrozze de' ri-
bizzarramente vestiti di scarlattocon gal- spettivi padroni per l'accompagnamento,
lone eguale a quello della livrea e eanii- i quali furono serviti d'abbondante rin-
ciolinicompagni, suoi cotolini di seta con fresco adatto al digiuno della corrente
gran fiocchi d'argento alle bende, e ber- quaresima. Indi l' ambasciatore ascese
rettoni collo stemma de'Zulian. Succede- nella muta nobile, e con esso presero luo-
va indi il cavallerizzo in abito nero da go i monsignori Galletti vescovo di Cire-
città sopra nobilecavallo riccamente bar- ne, Flangini uditore di rota^ e Carrara
dato. Venivano poi altre due nobili car- segretariodel concilio, pi ecedulodal men-
rozze, quasi simili alla precedente e per tovato corteggio e seguito da altre due
la ricchezza de' ricami e per l'ottime pit- mute, oltre di quella di vanguardia, e da
ture e per la copiosità de'metalli, tirate da 8 carrozze a coda con paggi a piedi e nu-
6 belli cavalli frigioni, nelle quali vi pre- merosa servitù in livrea di gala. Giunto
sero luogo il segretario regio della re- al Vaticano, fu ricevuto dal Papa all'u-
pubblica, il maestro
di camera e diversi dienza di congedo con atti di singolare
succedendo a questealtre
nobili nazionali; paterno amore,e in tale occasione Pio VI
8 carrozze a coda a due cavalli, per ser- si degnò ammettere al bacio del piede il

vizio della corte nobile e degli aiutanti di Zuccati segretario regio, al quale regalò
VOI,. T.XXXII. 6
82 L D I UD I

lina prcziosn cnjona legnt.i in oro, con me del Papa la spada al!'ambn<;piatore3
medeTgiia simile nriiccliila di mnlle iii- od il cav. .Tndoco Pfyrierd'Allisliofen ca-
diili^ciize, e paiimenliomfniseal hncio del pitano della guardia svizzera, che egual-
piede hilta la Ihmiglia nobile «lell'ain- mente fu destinalo dal Papa per porre al
l>asciatore incln^ivamenle agli aiiilanli medesimo gli s[)eroni «l'firo. Trovandosi
di camera ; e eiò ferminalo fl-ce rifoi no ailonque unito il detto nobilissimo con-
alla sua residen7a. Videndo Pio VI daie sesso, ed essendo anco presente tutta la

un vero alteslato del suo paterno amore corte nobile pontilìcia, tanto quella che
airand)ascialore venetoGirolanio Znlian, compone la catuera segreta, quanto i ca- ,

determinò dicrearlo cavaliere aurealo, e merieri d'onore, appositamente in«


tulli 1

per tale funzione deslinn la domenica tiuiati, Pio VI seguendo il rito prescritto

mattina de'24 febbraio, dopo aver assi- nel pontificale rouìano (che riportai nei
stito alla cappella papale. Ver cui l'am- articoli), sostenendo il libro nig."^
citiiti

basciatore, previa la dispensa di lauto Marcncci patriarca di Costantinopoli, e la


rinfresco nel suo palazzo a' prelati e no- candela mg.' Beni vescovo di Cnrpcntras-
biltà veneta, ivi recalisi per cortegginrio, so, ambo
assistenti al soglio, creò cava-
in abito senatoiio nero, solilo usarsi nel- liereaurealo l'ambasciatore Znlian, po-
le pidibliclie udienze, parli d;illa sua re- nendogli colle consuete ceremonie, dopo
sidenza col treno nobile detto di fiocliet- la Sj)ada dal Papa benedetta, la ricca col-
iì (consisteva ordinariamente ili (^carroz- lana tl'oro, dalla quale pendeva sul petto
ze, i cui cavalli ìiveano, rpielli flella 1
.*
i la nìedaglia pur d'oro, in cui era espressa
ilocchi d'oro, quelli della 2/ di seta color l'edigie ilei Salvatore in atto di portar la

d'oro, fpielli della 3.'^ di seta e oro, quelli croce, e nel rovescio il ritratto dello sfes-
della 4- c-^- di seta neia.le alt re senza fioc- .(io Pio VI. Finalmente dopo letta la con-
chi) e con numerosa sei vitii. avendo preso sueta formola, gli furono posti gli Sjiero-

luogo nella ."carrozza coH'anibasciatore


1 i ni. Adempiutosi a tutte le solite ceremo-
delti pielali Flangini e Carrara, e nelle nie, l'ambasciatore resedistintissime gra-
allre 6 carrozze di seguito l'altra nobiltà zie al Papa per
onore ricevuto, e gli
1'

nazionaleelesuecappenere.Giunto l'am- baciò ss. piedi. Il Papa deposta la stola


i

basciatore nel palazzo Valicano, colle so preziosa, per mezzo del cardinal Orsini,
lite formalità fu inconlialo e trallenuto si ritirò nellesiie camere. Indi 1' auìba-

dal mae^tro di camera mg.' Doria nella scialoie rese le dovute grazie a'cardinali
I ."anticamera. Indi da dixe maestri dice- che l'aveano onorato colla loro presenza,
lemonie pontifìcie a suo tempo fu intro- così col contestabile Colonna e col cav.
dotto nella sala del concistoro, dove si passando nel contiguo ap-
Pfyffer; indi
trovavano i caidinali Albani decano del partamento, depose tutte le dette inse-
sagro collegio, Cailo Rezzonico, Colonna gne, accompagnalo da mg.' maestro di
vicario , Pallavicino segretario di stalo, camera. Poscia nel medesiuio modo con
Girand pro-uditore. Conti segretaiio dei cui era venuto, si restituì al palazzo del-
brevi, Borghese, Orsini, Gio. IJatlisla Piez- la sua repubblica, dove ricevè compli- i

zonico e Altieri, tulli in rocchetto, man- menti de' prelati e nobiltà che l'aveano
lellelta e mozzelta, i quali e come palati- favorito, tra il snono giulivo delle trom-
ni e come nazittnali o ascritti alla nobil- be e de' tand)uri, de' cavalleggieii, delle
tà veneta, fiu'ono fatti intimare con par- corazze, del popolo romano e della sol-
ticolarischedule dal Papa; ed a tal fun- datesca, tutti regalando di generose man-
zione furono pure presenti d. Fili|)po Co- eie. Nell'istessa mattina Papa per mg.'
il

lonna gran contestalnle e principe assi- Dini prefetto delle ceremonie mandò al-
steuteal soglio, prescelto a cingere in no- l' arid>nsciatore la collana d' oro dentro
e

udì udì 83
iiohile custodia col diploma pontificio, blicocol PLtcito e ne' Coiicisloriff.) ren-
il pielalo ricevè in regalo una bellissima devano giuNtÌ7.ia con una paternità del
mostra d'oro. I soliti donativi che i Papi tultopntriarcale.sollecitae alI'ettuosa.Col
solevano fare agli ambasciatori in occa- eh. llurter celebrai Innocenzo IH del
sione deli' udienza di congedo, furono I
198, per quanto indefessamente si ap
presentali al cav. Zulian da mg/ Avo- plicava agli affari, e nelle udienze tanto
gadro segietario d' ambasciata, quali i nc'quotidinni concistori, i quali 3 volte la
consisterono, in un quadro tessuto in a- sctlimana erano pubblici, quatito in udi-
razzo rappresentante s. Pietro apostolo re attentamente in particolare udienza
con vaga cornice con cristallo, in un cor- chiunque a lui ricorreva, quindi con es-
po di s. l'io martire, e in due grandi ba- so dirò poche altre parole. Recata iu con-
cili ò' Jgmis Dei. L'ambasciatore regalò cistoro una causa, le parti, che per lo più
un orologio d'oro al prelato, e generose frovavansi presenti, aveano piena facoltà
mancie a'portatori. Altre solenni udien- <li dire, in dimanda e in replica, tultociò
ze de'Papi sono quelle nelle quali danno che meglio slimassero a stabilire il pun
il bastone della dignità al Fice-Camer- lo della questione; poiché nessun giudi
Ifìgo, lo sccllro d'avorio al Senatore dì zio dovea pronunziarsi, se non dopo ma
Roma, il rocchetto, la luautelletta e la turo esame, e molto meno poi condan-
croce al Conimeiidaloredi s. Spirito yF.). narsi alcuno senza prima essere ascolta-
Come i cardinali in tempo di Sede va- to, fosse anco per col[)a d'apostasia. Udi-
cnnte e di Conclave, ricevono all' udien- te indi le patti, Imiocenzo III ritiravasi,
za gli ambasciatori e ministri de' princi- per solito, con alcuni cardinali in una
pi, i prelati e gli altri, premessa la tri- stanza vicina, dove di nuovo si esamina-
plice genuflessione, lo dichiarai in que- vano, e diligentemenle, le carie, e talvol
gli articoli. ta era chiamata l'utiit o l'altra delle par
Nelle biografie de' Papi ragionai del- ti a poi'gere schiarimenti, ammonita in-
l'udienze da loro date, con modi affabi- nanzi dal Papa a non discoslarsi dalla ve-
li, paterni e amorevoli; qui però riunisco rità; poi tornava nella sala d'udienza, e
olciuie generiche erudizioni , con alcune assiso in trono co'cardinali allato, in mez-
ulteriori nozioni relative alle narrate. zo a profondo silenzio premesse le ne-
,

L'annalista Rinaldi all'anno 65o, parlan- cessarie spiegazioni, concedeva agli avvo-
do di Papa s. Martino I, osserva eh' era cati di espor di bel nuovo le ragioni di
stimato eccesso grande, venendo a Ro- se diritto; il che talvolta, secondo la gravi-
ma alcun forasliere, non domandasse, a- tà de'casi, richiedeva parecchi giorni. Fi-
Tanti ogni altra cosa, l'udienza del Pa- nalmente quando la causa gli pareva ab-
pa per fargli profonda riverenza e l' o- bastanza chiarita , essa era confidata al
maggio della sua ubbidienza filiale. Nel giudizio di 3 ecclesiastici, fia'quali un car-
voi. LXnf,p.ic)i, raccontai che nel iG'Z i dinale, o anche due secondo l'importan-
Enrico II re d'Inghilterra visitò in Bob- za della questione, e la sentenza loro ve-
bio Papa Alessandro HI; si fece cadere niva indi sottomessa per la sua sanzione
a' suoi piedi, li baciò, otTrl ricchi doni e e approvazione. Durante la ventilazione
fu ricevuto al bacio del volto. Rifiutò della causa, Innocenzo III chiamava an-
quindi di sedere nel faldistorio prepara- che spesso nel suo studio quella delle due
togli, e volle umilmente sedere co'baro- parti che per la probità sua o pel suo di-
ni suoi in terra intorno a'piedi del Papa, sinteresse gl'inspirava maggior fiducia, e
liuianzi che fossero stabiliti Tribunali i ragionava benignamente con lei, mostran-
dì Roma e le Congregazioni cardinali- dolecome gli stesse a cuore l'affare suo, e
zìe {f .), i Papi supremi gmdici in pub- facendosi porgere schiarimenti su tultociò
84 L Df UDI
clie nelle relazioni non gli paresse a suf- cadi loro ricl popoìo.Y.^\ quindi dicMvi-
ficienza spiegnlo, e informandosi di tul!e ra. Sebbene il volgo è sciocco, e spesso per
le circostanze di faUo e di diritto, racco- ignoranza o malignità sente e parla sini-
mandatole innanzi soprattutto d'esser sin- stramente de' piincipi, quali però non i

cera. Con pari bonlà prestava ascolto al- devono curarsi delle vane dicerie, che sen-
la povera vedova the non sapea pure e- za fondamento si spargono fra la plebe; ad
spor le proprie ragioni, sempre in tutte ogni modo perchè pare che la verità (dif-
tjuesle udienze e colloqui adoperandosi fìcilmente tiovasi fra tre persone , forse
percondurre i litiganti a un componimen- fra nove si rinviene) e la sincerità sia e-
to. Quando poi la cosa era ridotta in ter- sclusa dalle Corti (/^.), dalla fìnta e bu-
mine cli'altro non rimaneva se non il suo giarda adulazione, dalla bassa invidia e
giudizio, egli il pronunziava ogni volta dalla vile gelosia dell'alimi virtù, è mal-
con quella profonda cognizione del dirit- to lodevole co^a che li principi e gran si-
tocanonico nel quale superò (crede l'Hur- gnori siano solleciti di sapere in qual con-
ter) tutti i predecessori e successori suoi, siderazione sieno fia'suddili.e che cosa si

e con quell'acumee rettitudine di coscien- dica delle loro azioni e governo, e la fa-

za e amore della giustizia die destava- cilitàd'accordare l'udienza può essere uà


no la universale ammirazione. Dopo il buon mezzo, usato sagacemente. Il car-
suo modesto desinare e dopo breve son- dinal s. Pier Damiani racconta che Ober-
ro, ascoltava chi avesse ottenuto udienza to marchese Toscana andava talvolta
di
da lui. Innocenzo VII del i4o4perilo nel- solo e sconosciuto o con un solo de'suoi,
la scienza legale e praticissimo negli affa- ponendosi a ragionare co'conladini e pa-
ri della s. Sede, di maniere dolci e afla- stori sul governo del marchese biasiman-
bilì,fu anche commendato per la sua man- dolo. Invece udiva rispondersi, essere fal-

suetudine, per la pietà che usava verso gli se tali inipulazioni, come padre de'pove-
afirtitli, per la prontezza e pazienza nel da- ri, governante giusto e benedetto da'siid-
re l'udienze a chiunque le richiedeva, e diti, quali facevano voti a Dio per la sua
i

pel desiderio di far bene a tulli. Eugenio lunga vita. In questo interrogare il mar-
IV del 143 manlenitore della pace edel-
I chese imitava Cristo , che per ammae-
la giustizia pronto in ogni occasione al
, stramento de'grandi interrogò suoi di- i

soccorso cWPoi'Cì-i, ebbe la gloria di es- scepoli, che gli dicessero che opinione di
sere l'unico Papa a cui ricorsero due im- lui fosse nel popolo tuttoché come Dio
,

peratori greco e latino, Giovanni Ilio IV non gli fossero nascosti pensieri i di lutti,
Paleologo e Federico III, per riconoscer- non che le parole e la fama che di lui si

lo padre e pastore universale. Come in spargeva. Esopo, che sotto la scorza delle
Ferrara il Papa fece incontrare e rice- favole insegnò molto bene la filosofìa mo-
ve Giovanni III o IV, il patriarca di Co- rale, finge che andasse una volta INIercu-
stantinopoli e altri greci, quali omaggi gli rio sconosciuto in forma umana nelhi bot-
resero, ecom'essi ed i latini sederono nel tega d' uno scultore, e domandò il prez-
concilio generale , lo riportai nel voi. zo di diverse statue di numi. Vedendo poi
XX I
V, p. 98 e 99. Eugenio I V tra'pochi la propria, disse allo statuario quanto vo-
suoi fan)igliari,i dottili voleva seco allor- lesse, credendo che maggiore ne fosse la
ché cenava, per sapere da essi liberamente pretensione, come esprimente il nume che
cosa si diceva del suo governo, per correg- reca l'ambasciate degli Dei ed è patrono
gersi segiustamente censuralo. Il p. Me- de'traflìcanti; ma si trovò ingannalo per-
nochio nelle Sluorc scrisse nella centu- chè risjìose l'artefice: Se tu comprerai al-
ria 2 il cnp. 8: Che li principi doverci-
1 I cuna dì queste altie, che qui vedi, ijucsta
hero procurare di sapere che cosa si di- di Mercurio le la darò in dono, perchè
UD I UD I 85
oon ne grande stima. Soggiunge il
faccio stizia e l'equità. L'eloquente e profondo
p. Menocliio, non dubitare, che se alcu- erudito Pio 11 del i^'iS, era facile nel da-

fii domandassero di se in che concetto so- re udienza ancorché maialo, parco nelle
no presso le genti, e fosse loro detta sin- parole, di gioconda e faceta conversazio-
ceramente la verità, non fossero per ndir ne, nemico de'falsari e de'delatori. Faci-
cose, che sgouibrasse dalla mente loro la le aperdonare le ingiurie, non riprese mai
grande persuasione e opinione che hanno chi di luì sparlava volendo che in una
,

di se, di essere cioè grandi uomini. Sarà città libera tutti fossero liberi a parlare.
dunque buon consiglio, che chi vuole a- Gli successe il magnanimo Paolo II, che
ver notizia non solo del sentimento della avendo inteso l'imprecazione d'un norci-
plebe o voglia conoscere se slesso, procu- no, il qualegiuocando a palla, nel man-
ri disaper quello che si dicedi se couiu- darla fortemente per aria avea detto: Oh
neniente, nascondendosi come quel famo- poless' io mandar
Paolo II rise del
così !

so pittore (Apelle), dopo della tavola da temerario giuocalore, ed altre prove die
se dipinta ,
per udire la franca sentenza d'animo solFerenle. Egli dopo la sua ele-
degli accorrenti a mirarla, per farci le op- zione seguì l'uso di vegliar la notte pran-
portune mende. Le persone grandi di sta- zando a ora di vespero (e spesso co'car-
tura non si ponno facilmente nascondere dinali, ambasciatori, prelati edotti), e ce-
fra la moltitudine, senza esser vedute e nando poco prima dell'aIba,oiid'èche dif-
notate, come ponno far quelli che o so- Hcilmente sentiva alcuno all'udienza pri-
no pìccoli di corpo o non eccedono la me- ma di notte. Facile al pianto, procurava
diocrità: così li gran personaggi, come so- colle lagrime ottener ciò che non poteva
no li principi, tanto spiccano sugli altri, persuadere colle sue ragioni. S' indusse
che ciascuno del popolo vede e osserva i con ripugnanza a creare cardinale Balve
loro andamenti e costumi, e loda o ripro- (/'.), perchè l'ambasciatore francese nel
va quello che merita commendaziotie o discolparlo dalle imputazioni di cui era
biasimo. Gli uomini di mediocre condi- gravato, scaltramente narrò al Papa aver
zione hanno a far molto perchè sia cono- egli inleso dire che Paolo II non ammet-
sciuto il loro valore e la loro virtù , co- teva all'udienza, o almeno non senza gra-
m'anco non sono osservali li loro vizi; ma vissima dillicoltà, e che mostravasi oltre-
non è così de'grandi,de'quali facilmente raodo ritroso nell'ascoltar le suppliche dei
sì notano le viriti e lì vizi, e molto o in ricorrenti, imposture tutte inventate dal-
bene o in male se ne ragiona. Nicolò V la malignila e smentile dal fatto. Quin-
deli447j 1» cui memoria sarà in eterna di soggiunse, che non era possibile, che uà
benedizione ,
per la congiura di Stefano re come Luigi XI, così addetto alla
s. Se-

Porcari, mentre sino allora avea benefi- de e lanlo divoto al Papa, gli propones-
cato i romani, dipoi si portò con essi con se un soggetto indegno per la cardinali-
riserva e più cauto; e se prima più degli zia dignità; e in tal modo Paolo II d'al-
altri Papi si faceva vedere per Roma, ra- ti spiriti, rimase circonvenuto e inganna-
re volte lo fece poscia, non che più tar- lo dalle astuzie diplomatiche. Per aver
do si rese con tutti e più diificde nell'am- Paolo II insignito Borso d'Este II mar-
ineltere all'uilienza. 11 successore Calisto chese di Ferrara , del titolo di duca
111, ad onta della sua grave età, facilmente nella pubblica udienza del concistoro,
dava udienza a chi la richiedeva, in cui fi- fu coniata la medaglia, pubblicata e illu-
gurava la sua mirabile proi>tezza,uoQ la- strata dal p. ^Quanvix, Namismata Poh-
sciando mai partire alcuno dalla sua pre- tìficuìii, l. I , nella quale si vede il Pa-
senza sconlenlo,se ciò che domandava era pa sedente in trono con Borso prostralo
oueslo e giusto, risj^)Ieudendo in lui la giu- che gli bacia il piede,cou l'iscrizioue: Au--
86 V D 1 U D I

ditnlia Piihlka Poi//. .lA/.r. A vendo ;iu- Marcello ll,alzavasi buon'ora senza ser*di

nieiilale le pierogalive Òl Cardinali, e virsi d'alcun famigliare, e dopo la messa

coucesso loro bandii più alti ne'concisfo cominciava nell'udienze la spedizione de-
ji e nelle cappelle, si balte una medaglia, gli affari co'suoi ministri, iiidi dopo pran-
parimenti riportata e illustrata dal p. Bo- zo sentiva i cardinali, gli ambasciatori e
ttanni, cspiinienle il concistoro [inbblico quanti altri ne domandavano l'udienza.
col Papa sul soglio e i cardinali nell'ele- Leggeva ponderatamente le lettere, e
vato stallr>,con l'epigrafe : Saci-iuii publi- prendeva volentieri consiglio dagl'istrui-
riini y/nostolicii/ìì Consisloriit/n Paidits ti e da'probi. Le belle speranze su di lui

f encliis PP. II. Altra metlaglia presso concepite restarono spente con 22 giorni
il p. TJonanni rappresenta Paolo II clic di pontificalo. Degnamente gli successe

in concistoro dà T udienza pulìblica agli Paolo IV, d'animo grande, di severe vir-
oratori di Rodi prostrali, o meglio al de- tù e integerrimo vendicatore de' vizi. Isti-

spola Tomnìaso Paleologo fratello del- tuì la (rjngregazione del terrore degli
l'ultimo imperatore greco e suoi figli, o iifJJzidli di lionia, la quale in un giorno
spilatigenerosamente in Roma fino da di ciascun mese dovea dai e udienza pub-
Pio 11. Come Innocenzo Vili ricevè in blica a tutti, sentirne le querele, ricever-
udienza pidjblica del concistoro , dopo ne le suppliche e prontamente provvede-
Y Ingresso solenne in fìo/na, Gem o Zi- re, senz'alfalto rispelli umani. Pe'benefl-
zim, fratello di Da jazet II sultano di T(a-- zi largheggiati a'romani, nobili forma-
i

ihia, e quali omaggi esso gli fece, meglio rono una compagnia per servirgli o per 1

inqiiesl'arlitolu lo narrai. L'ottimo Inno- giorno di guardia particolarmente nel ,

cenzo VI 11, mansueto, dolce e a llabile, nel tempo dell'udienze, e da essi derivarono
l'udienze o concedesse o negasse, niuno le Lande spezzate. Paolo IV punì il se-

da lui partiva dolente e mesto. IS'eli 49'2 gretario de'memorialiOsio vescovo diRie-
gli successe Alessandro VI, che stabili o- ti, por la sua alterigia e maniere villnne
martedì per date udienza a tutti, sen-
giii colle quali dava udienza a'supplicanti, Be-
tendo egli stesso le querele e facendo giu- nevoloco'cardinali, spesso li sentiva e vo-
stivJa in un modo pronto e ndiabile il , lontieri ricevea a udienza, e tratteneva a
the gli guadagnò l'amore del popolo. jMa desinare. Lonfìgliazzi ministro di Cosimo
dovendo partire da Roma colle milizie per 1 in Roma, nell'udienza ricorse contro il

reprimere ribelli commise la camera


i , nipote cardinal Caraf.i, soprintendente di
sua e il palazzo apostolico a Lucrezia Rcir- tutti gli altari, per la sua dispotica auto-
gia sua figlia, pei duchessa di Ferrara, rità, e pel' avergli chiuse le [lorte in fac-

ove ella indi die udienza e trattò gli afTa- cia quando si recò a reclamare per l'im-
li, con autorità d'aprire le lellere a luì posizioni poste sul clero di Toscana. Pao-
direlle,potendosi all'occorrenza consirlia- lo IV che già avea ricevuto denunzie sul-
ve col cardinal Costa portoghese e con al- la condotta biasimevole del cardinale e
tri. Leone X, ch'ebbe la gloria di dare il degli altri suoi nipoti, eroicamente tulli
proprio nome al suo secolo, era benigno privò delle dignità ed esiliò da Roma, ben-
nel licevereairudienzaepazienle nel sen- ché avanzalo nell'età d'83 anni avea bi-
tir lutti quelli che la braraavano.Perlasua sogno degli aiuti òe parenti. Fu ])er que-
integrità, spesso nell'udienze raccoman- sti che Paolo IV sostenne la deplorabile

dava al caidinal Pucci penitenziere, che guerra della Campagna romana contn»
non gli facesse concedere grazie da cui ne riinpcralore Carlo V e Filippo II re di
ri<londasse pcntiinc nli,f.ebbenealcuiii (;u;- Spagna suo figlio , che descrissi nel voi.
ciarono il canlinale «Tessersi abusato dei LX V, p. 234 e seg. Ivi narrai conie il fie-
suo lavore. l'.ltviito al triregno neli5;j5 ro duca d' Alba viceré di Wapoli, co-
udì udì 87
iiuiiiilaiile cieli' esercilo iieiuicu, Uopo la sulaiueule a loro dava udienza. Eil ivi e-

nace, licevulo a uiliciiza [)iiljblica ila l'ao- laiio preseiili i giuilicì, per essere ile'uìc-

lo IV, sebitene avesse poc'anzi fallo Ire- liti delle caine infoi nialo; e se li liova-
inarellomaelo sialo jionlificioili costei- va in Lillo con acri paiole li riinpiove-
nu/;ione, sebbene assuefatto da lungo lem- lava e punivali seveiainenle. Un i^ionio

pò alla familiare conversazione di Carlo uientie ilava nilienza al T^-suricrc (A.y,


\, il [)iù formidabile e potente sovrano Dio gli uianifeslò la strepitosa vittoria na-
d'Eiiropa, sebbene fin dagli anni giova- vale riportala da' cristiani contro Tur-
nili si fosse eseicilato sempre tra le armi dda {f-'.). Appena neh 372 divenne l*a-
c Ira gli orrori di sanguino>e battaglie, pa Gregorio XIII , allineile ciascuno fa-

riondimeno avvenne in lui l'accaduto m cilmeiite potesse licorrerea lniep,dcsar-


iiiolti altii d'aili spirili. Alla vista tlella gli i suoi aggravi e le sue necessità, sta-
maestà ponlilìcia sbigottì, s'intese man- bibun gioì no tlellaseltinianaper l'udien-
cur l'animo e la voce, e provò tali sensa- za pubblica, nella quale egli si prestava
•/ioni di stupore, che non dubitò scriver- con singolare pazienza; e dalla (jufile non
lo alla duclie>sa moglie , confessando di partiva, se pi ima non avea mandato i ca-
giammai avei provat(j tal fenomeno. IJa- tnerieri alla bu>sola [)er vedere se vi fosse

Cloe ribaciògeuuflesso i piedi ,c!iieseper- 10 altri che volessero l'udienza, poicliè so-
dooo, riprovò il mal fitto, si dichiarò col leva dire: Che llnahneiite il Pontefice non
Mio le lìglio e servo ubbidienlissimo del- è altro che un servo onorato. Questo gran
la s. Sede e del l*apa; il quale lo abbrac- Papa si mostrava nell'udienzesempresof-
ciò, assolse e beiiedì con somma pietà e ferente nell'ascollare, giudizioso nel de-
dilezione, indi lo trattò magnilicamenle finire, grave nel parlare, opportuno nel
e onorò in più modi. Suiralibatlimenlo rispondere ed in ogni tempo benigno e
,

d'animo tiel valoroso duca d'Alba, il cai- misericordioso. Poneva I9 sua gloria nel
dinal Pallavicino ueWa Storia del conci- dispensar favori, e teneva perduto quel
Ho (li Trc/ilo , confutando il Soave che giorno in cui non poteva crjrrispondere
tutto allribiù alla grandezza fastosa di alla sua innata benelicenza. Gregorio XllI
Paolo IV, il cuicos[)ello riem(n di stupo ricevè a pubblica udienza il gran mae-
rc il coraggioso duca, l'altribuisce con piìi stro dell'ordine GcrosoUiiiiluiio fr. Gio-
ragione alia santissima dignità Papale, vanni l'Evéque de la Cassiere, recatosi da
53 Fu ascosa forza di quello ch'è, e ches'a- Malta in Roma per giustificarsi da diver-
dora nel Pontefice di divino, al quale niu- si dissenzienti dell'ordinCjSecondochè uar-
na maestà umana s'agguaglia, e nessuna rai in qneirarlirolo. Il successore Si'>toV
animosità umana resiste " (l Papa s. Pio ! nelle udienze era enfatico, maestoso ed e-
V era dotato di tal tenace memoria in loquente; dava ancora le udienze pubbli-
guisa, che dopo lunghissimo tempo rico- che, per reiuleie giustizia a lutti impai •

tiosceva qualunque persona da lui una sol zialnieute. Avendo proibito con pena di
\olta ricevuta in udienza; laonde nel 1." morte la delazione dell'armi, a tal pena
Solo anno del suo pontificato [)rese pie- condannòRanuccio i duca di Parma, per
Ila cognizione degli affari del suo stato e essergli caduta una pislolelta all'udienza
di quelli degli altri. Leggo ael suo bio- mentre gli baciava il piede. Con quale
grafo Catena, fitd del Papa Pio A, p. blratagemnia evitò il supplizio, lo dissi nel
55, che avea tanta carila verso le pove- voi. XV, p. 20 i. Di piìi ne' voi. XLVIII,
re persone, da lasciar»! spesso loro vede- p. i6t, e LXVII, p. io5,e relativiartico-
le perchè ne'ioro bisogni potessero libe- li, raccontai come Sisto V per l'alfare del
lamente e coinodaineute ricorrere a lui. Nunzio negò l'udienza al Pesa-
di Parigi
e desliuò uu giorno del mese nel quale uéainbascialoie d'Enrico IH redi i^/'a/i«
88 udì U D I

eia, ce) a motivo della lega callolica per graziosa pronunzia sauese , e il parlare
quel regno tlue volte licenziò dairudien- latino purgalissirno, riusciva d' ammira-
za rOlivaies ambasciatole di Filippo li zione a lutti neir udienze. In queste co-
re di Sjjagìia. Siccome di lernperameii- nosceva perfettamente l'animo di chiun-
lo focoso, quando rimproverava sembra- que che gli si presentava, e neh. "collo-
va clic fulminasse. Nel i 5f) i eletto Inno- quio accortamente scopriva le macchine
cenzo IX , e concorrendo nelle prime u- di quelli tramavano. Piicevea tulli
che le

dien/e diversi cardinali da lui per pre- con tanta umanità che senza olFendere ,

garlo, secondo il solilo, di (|ualche grazia, la maestà del su[>reino suo grado, ognu-

egli si ricusò a tutti di farla ,


protestan- no vedea che non dimenticava gli uffizi
dosi nulla volere risolvere improvvisa- propri della civilià. La celebre regina di
mente, uè senza matura riflessione. Poco Svezia Cristina, benché piena di spirito,
dopo infermatosi, si trovò obbligato a da- d'animo elevato,pol!glolta esapiente, nel-
re in letto le sue udienze con sollecitu- la I. udienza ch'ebbe dal Papa, con elici-
dine paterna, morendo con due soli me- lo non mai provato si smarrì alquanto
^i ptiulifìcalo.ComeClemente Vili ac-
di nelle parole premeditate. Alessandro VII,
colse in solenne udienza gli ambasciatori senza far mostra d'accorgersene, con gra-
tlel sjfidi Persia, lo dissi nel voi. Lll, p. ziosa cortesia l'interruppe e rinfrancò nel
120. 11 p. Bonanni riprodusse illustrata dire. Il cardinal Pallavicino nella Descri-
la medaglia coniata per celebrare la riu- zione del contagio die da Napoli si co~
\i\o\\itL\it RiiU'ìii (f\) iiWa chiesa cattolica. innnico a Roma nel i656, celebrala di-
In est.a si vedono espressi genuflessi, ri- ligenza, l'accortezza, la capacità, l'integri-
cevuti in pubblica udienza nel concisto- là e la carità del genovese Gastaldi, poi
ro, con l'epigrafe: lìuthenis Ecccpli.s.Vuo- cardinale, da Alessandro VII preposto per
lo V si fece aiimiirare anche fin dalle u- sollievo di Roma, all'inlienamentodi <juel
dieuze dateappena eletto, poichèsi asten- travaglioso e spaventoso infortunio. 11 Ga-
ne nel bollore delle felicitazioni dal dispen- staldi ne'primi giorni del pontificato chie-
sar favori, dicendo che troppo facile era dendo la [ìrelatura, avea scontralo qual-
in quel tempo il chiedere e il concedere che dilllcoltà pel notabile diletto d' uu
disavvedutamente.Nelle successi ve udien- occhio perduto, ed egli s'era ingegnalo di
te comparve sempre oltremodo all'abile iiottriirlu alla vista del Papa, quando era
e facile con tutti; ma grave all'occasioue, ito a baciargli il piede, lenendo sotto spe-
pe'giusli riniproveri fatti nell'udienza al cie di riverenza sempre il volto fisso iu
cardinal Orazio lìJafJ'ri, questi ne fu vit- terra, sicché Alessandro VII non avea po-
tima, per avergli ótUo: pocnilcl me fecis- tuto, come s'era proposto, scorgere quan-
ie liuinineìii, essendo stato da lui creato ta fosse per verità quella bruttezza, ma
cardinale. Paolo V
Caduto in disgrazia di suspicando, e piacentlogli untale scaltro
il cardinal Tonti ^ nel partire da Roma e innocente artifizio, e per altro soddisfal-
domandò con grande istanza d'essere ri- lo del suo parlare ed informalo del suo
cevulu all'udienza, ma il Papa gli fece di- sapere, avevalo annoveralo nella segna-
re: Che alla valle ili Ciosafatsi sarebbe- tura, eijuivi uditolo poi con approvazio-
ro riveduti. ISeli 655 divenuto Papa A- ne. Indi appoggiatogli quell'importaulis-
Icshandro \ 11, apri l'udienze ogni giorno, simo e nodosissimo ministero, sperimen-
nelle quali im[)iegava 607 ore fra la mat- tò con pidjblico giovamento, come talu-
lm;j e ti dopo pranzo, assegnando per l'u- no vede più con uu occhio, che altri eoa
dienza pubblica la mattina della dome- due; e che gli uomini, a guisa de' hulli, non
nica, COMIC giuino piìi comodo al [)opolo ben si sliinano dal colore. Siccome nelle
baibu e u' poveri. La iua eloquenza e la Pet-Ulenzc il sospcudouo le udienze, in
U D I udì 89
queir ai lioolo notai come si regolò Ales- Hn'i con dichiarare il Papa nella nuova ga-
suikIio vii, olire altri Papi; e <|uaiito al- bella non esservi esso e i cardinali com-
le Iteiieiuereuze e virtù d'Alessantlro VII, presi, come e meglio narrai nel voi. XX,
per tale grave ilisa^tro, riparlai nel voi. p. ibo Conanni descrisse
e altrove. 11 p.
LIX, p. 34. Il successore Cleuienle IX,cli e pubblicò due medaglie d'Innocenzo XI,
mirabile pietà e di rettisititna giustizia, eoa fatte coniare pel ricevimento in udienza
singolare edidcazioue amministrava il sa- pubblica degli ambasciatori del rediSiata
granieiito della penitenza in uu confessio- e del Tuukino, che si vedono genuflessi a
nale della basilica Vaticana che subito , piedi del suo trono, con l'epigrafi: Veni-
dopo la sua coronazione si fece destinare. opera Domini. Laonde nel-
te et \>idete

Come ciò procedeva, e di altri Papi che tomba del Papa si


l'iscrizione incisa sulla
esercitarono [ìubblìcamente il n)inistero legge: Idolatria/Il in Siami et Tunchi'
del Coiiji'xsorc, in (juesto articolo lo di- ni Legatia prevoliitain ad pedes pater-
chiarai, comedi Clemente Vili, Clemen- neeoiiipìexus invitat ad/idem. Innocen-
te XI e Benedetto Xlll. Inoltre Clemeu- zo Xll fu il padre de'poveri, e per tutti
le IX non contento di udire tutti nel tri- ebbe all'abilità a segno che a niuno sep-
bunale della penitenza, per sentire fuori pe negare amorevole udienza nel hmeili
ili esso le persone di qualsiasi condizione, d'ogni settimana, al dire di JNovaes; ma è
assegnò due giorni d'ogni settimana per da preferirsi la testimonianza di mg."^ Ruf-
le pubbliche udienze; e si prestava tanto fo, col (juale di sopra dissi dae volte al
alacremente per soddisfare quanti le do- mese. Con notificazione pubblicata nel
mandavano, che un giorno dopo essersi 1692 dichiarò il Papa, che sapendo noa
trattenuto per molte ore in questo pazien- aver tutti la possibilità di sostener le li-

te esercizio,rilirandosi alle sue camere ud\ ti andare da'giudici, egli avrebbe senti-
e

un povero uon^o che lagna vasi di non es- to chiunque d'ogni condizione all'udien-
sere stato ascoltato , e questo bastò per za, in tutti lunedì non impediti da con-
i

tornare indietro, mettersi di nuovo a se- cistoro o da altra funzione. Per questa
dere e sentii io ad udienza con somma af- udienza pubblica fu battuta lamedaglia
fabilità, onde reciproca fu la soddisfazio- nella quale si rappresenta il Papa in tro-
ne. Colle frequenti visite che faceva ne- no co'supplicanli a'piedi, e da un lato i

gli Ospedali grande sollievo recava a-


,
prelati as>istenli. Dice l'epigrafe: Bealus,
gl'infermi, che con carità udiva. Malato- ani iìdelligit super egenuni , et paupe-
si gravemente , a letto fece concistoro e rum. Il p. Bonanni ne fa la descrizione,

promozione di cardinali, fra'quali il mae- insieme all'altra medaglia esprimente In-


stro di carnei a mg.' Altieri, che gii succes- nocenzo XII, che in solenne udienza dà

se col nome di Clemente X, secondo la sua laCroce a'missionari alunni del collegio
predizione. Nel suo poutillcato avendo il Urbano, che invia nell'oriente alla pro-
nipote cardinal Palazzi- A lue ri imposta pagazione del vangelo. Dice il motto: An'
nuovagabella, senza eccettuare cardina- i multiate Inter Gentes.Vev\e pretensioni
li e gli air.basciatori, questi ultimi prin- dell'altiero ambasciatore imperiale Mar-
cipalmente ne gravarono ed inutilmen-
se linitz, che riportai nel voi. XXIX, p.iGg
te. Perciògli ambasciatori imperiale, fran- (ma la citazione del voi. II, p. 3o2, è er-
cese, spaguuolo e veneto cercarono udien- rata: deve dire l,p. 3o3)ealtiove. Il man-
za dal Papa e dal cardinale. Non solo non sueto IiMiucenzo Xll, che non negava l'ac-

furono appagati, ma
vennero chiuse le cesso all'udienza al più infimo povero,coQ
porte del palazzo, onde insorse grave dif- animo forte sempre la rifiutò all'amba-
ferenza, incolpando il cardinale il corpo sciatjre, che dovè partire mortificato da
dijìlumalicu d'abusuie delle frauchijjie, e Roma, senza ueppur conseguire l'udien-
c,o U D I U D 1

za di CDiigeilo. Della fricilitìi colici (|U;iIo didusiinieiile narrato da Cancellieri, i pre-

CleaienleXi aiiirnetleva all'udicaiz;!, an- dicanti luterani del seguito iiitiinorili di


»;lie pubblica, già ne ragionai, senlen- sua prubaliile conversione, linsero ù es-
cio volentieri parlicolarmenle i più al)- sere succeduti de'lorbidi nel legno per di-
Ijielli, verso de'quali ninno lo superò in sviarlo dal viaggio di Roma, ove il car-
nlFahililà e |)ronlez7.a, talvolta protraen- dinal Grimiini d'ordine di Clemente XI,
dosi l'udienze pnbbliclie oltre la consue- gli avea preparalo maguiljco alloggio nel
ta ora del suo desinare, i'er tenere in sog- palazzo ora tle Corsini alla Lungara; di
gezione i suoi ministri era solito dire: Es- che reslòanco amareggialo Clemente Xi,
sere dovere d'un principe il sapere lulto, che avea concepito furli speranze di gua-
lua non praticare ogni cosa, (acendone dagnarlo alla vera Chiesa, avendo a que-
liso opportuno alle circostanze. Cleaien- sl'elfel lo ordina lo, non solo quanto stima-
le XI era dolalo di tanta ilolcezza, che se va necessario per allettamenlo leui[)orale
inai per non lasciar impunito il vizio era d'un re, ma anco per consolazione spiri-

costretto a riprendere «pialctnio, lo face- tuale d'un cattolico. Dopo avere il l^apa
va sempre d'un tuono si poco iin[)eri<)so, inviato a inchinarlo in Bologna due suoi
cbe ben dava a conoscere il suo dispiace- nipoti , col regalo di diversi libri e carte
re; e però sovente accadeva di fare richia- geografiche, lasciale da Cristina regina di
mar quelli che già avea congetlalo dopo Svezia, perchè se ne dilettava a>s<u, onde
averli ripresi, per farli convincere, con i nipoti ebbero dal re in donativo gioie e
nuova accoglienza, che nel suo
J'allabile altre galiiiilerie;si recò ad os-^ervare il sud-
cuore non gli restava amarezza alcuna detto palazzo, e ordino giuochi, balli e fe-

contro ili loro. ì'er questa naturale sua stini per Irallenerlo nel soggiorno Ro- in

dolcezza nelle udienze, sapeva ben egli u- ma. » Al qual ellello doveano fusi con
iure maestoso contegno d'un principe
al molta [>ouipa tutte le feste de'saiili che ,

amabile, una grazia insinuante nei suo correvano nel tempo di Ha sua dimora; e
conveisare, che lo rendeva sempre più si andavano anche accordando col cere-

caro a tutti, uè gli maiicavaiio all'occasio- iBoniale le altre cose [liù dillicili per il

ne (pieMetli arguti, che autenticavano il trattamento che dovea daisegh dal Fapa
suo gì ali talento. La ficililà di Cleaiente eda'cardiuali. Anzi che fu richiesto il vo-
XI Dell'ascoltar tutti ebbe per conseguen- tu di molti virtuosi, e fra gli altri se ne J|
za, come in altri pontificati, che i inagi- villeuno molto erudito del ceseuate Gio.
sliati tanto di Roma che delle proviiicìe Battista Braschi vescovo di S(7rsi'na, in
si contenessero uell'eserciziude'propri mi- cui mostrava, che il Papa poteva ammet-
i»isteii,e senza riguardo a'privali motivi, tere il re al Bacio del piede (in diversi
che sempre sogliono nuocere al pubblico luoghi dissi che fecero tale omaggio sara-
bene, rendessero giustizia a lutti; e cosi ceni, turchi e altri infedeli, eretici e sci-

non aveano luogo uè clamori, uè mal- smatici), e dargli anche la Benedizione di-I
contento, pronto essendo il rimedio ap- Sommo Ponte/ìec[tns\ ipi.dearlicolo rain-
pena il l'apa ne venivaiiicog .i/.ioiie. Fe- inenlai quelle date da Benedetto XIV a
ci cenno a Danimarca che l'acattolico re due personaggi luterani, e da l'io VU ad
l'edcrico IV avea divisalo da Venezia e un agguardevole protestanle). In che pe-
I

lìologiia recarsi neh 708 a Roma, e deb rò non veniva seguitato dagli altri, ben
l'crudilisMine Nvlizic clie ne pubblicò che le prove da essoilt-ilolte erano erudi-
Cancellieri. Di queste arroge per questo te e forti". Era allora piefctlo delle cere-
arlicolo che io (pji riferisca. Inclinando il monie [lonlilicie mg. CaiidiiloCassina,che
re per la sua pietà alla religione cattoli- iie'primi di lebbraio 1709 daClemente X t
ca, e perplesso sull'cteruu sua salute, pel cuusultalu sul modo da tepersi uella ve*
udì UDI yl
nntnin Roma di FetleiicoIV, scrisse a lui se a pigione per 3 mesi. Di permissione
quanto ripoilnne'suoi pieziosiD/V7/7inss., di Sua Santità fuiono a servirlo il conte
cln'quali l'estraggo e ora pitbblico,coii al- di Vasnò cameriere d' onore di spada e
cuni indispensahili schiarimenti. Po»///t'X ca[)pa e i'aolo Falconieri. Vide il con-
mandavil nobis Caerem, Magistri.s , ut cistoro stando dietro al Ixtncode'card ina-
videremus quid agcnduin sii siforte Rex li preti, come pine vide tutte le funzioni
Daniae Vcneliis mine commornns Ro- della medesima Santità Sua : così vide li

ìììam i'enirct, ut fcrtiir. Slatini a pran- palazzi e giardini [)onlificii, ov' ebbe li

dio liane adnolationeni confcci,et mane solili riiifieschi. Fu regalato g volle con
set/uenti Ill.mo Pracfcelo Cubiculi Iran- gran magnificenza di diversi ccnnmestibi-

smisi, (/ai Ulani SanelilatisSuae ab tuli t. li, che Nostro Signore, senza essere lui no-
» Non si rilrova ojemoria che sieno ve- minalo, gli fece mandare col mezzo di det-
nuti in Roma re infedeh, bensì più vol- ti signori, l'arti 28 aprile soddisfattis-
li

te anibascialori, conte del giaii (ureo, li simo pe' tanti onori ricevuti. Il principe
i4 marzo i48c) (pnlev.i aggiungeie clie Carlo secondogenito di detto re di Dani-
\i risiedeva a (iiifll'epoca il fratello ed e- marca vetiiiea lioma li 20 ottobre 1698,
rnulo al Irono dello stesso gran turcu Ci- ed alloggiò al Monte d'oro in piazza di
jazet li , Gein o Ziziin); del Prete
cioè Spagna jSolto nome di con te del Noid. Sua
Gianni {r'.),\\ 28 gennaio 53o; del gran- 1 Santità ordinò all'ambasciatore di Malta
duca di Moscovia o/i^.s.s/V/, li 26 febbra- che assistesse al dello principe, con fargli

io 58 I, i3 setlendire 1382 ei8 agosto


I vedere le cose più ragguardevoli di Ro-
jGyS; del re del Giajìpone, li 11 tniirzo nia,coinc fece con tutta attenzione per tut-
i585; del redi Persia, li 5 aprile 1601, to il leinpo che si fermò in R.oina. Sua
23 agosto 1609, e 11 luglio 1622; del le Santità per mezzo di detto ambasciatore
diCongoo BassaGiiinea,a'g uiaggio 648 1 feccia I. "volta legalare il principe con di-
(anche e Ubbidienza, J edi, a l^aolo \^
di versi commestibili d'i i jiorlate, e lo re-
nel i6o8,ed il p.Oonannici diede la meda- galò diverse altre volle; e il 24 novembre,
glia perciò coniala, esprimente il Papa col dopoché era stato a Napoli, parli daRoma,
triregno sedente in trono, in atto di be- e mandò il conte d'Alfelt suo maggiordo-
nedire il prostralo oratore, e col mollo: nioa compiile e ringraziare l'ambasciato-
Et Congii agnoscit Pastoremjj del re di re de'favori fatti al principe (cioè a -se sles-
Siam, li 20 dicembre i688. Sono bene so) per parte diSuaSaiititàjCon termini ob-
stati ammessi all'udienza alcuni principi bligantissimi ed espressioni d'inlinito ri-

eretici, facendo le 3 solile genuflessioni e spetto estima verso la Santità Sua. Venen-
baciando il piede a Sua Santità ; così se- do adesj o,non principe ma re di Danimar-
guì del principe di BrunsAvick l'i i gen- ca, quando paresse a V<jslra Sanlilà, sa-
naio 1687. Ma però li 23 aprile 1690 non rebbe bene l'ordinare a'governalori l'an-
fu ricevuto il primogenito del duca d'Ol- dargli incontro, l'fjirrirgli l'alloggio e rega-
sazia perchè ricusava di fare le 3 genu- larlo, ed ordinare che sia servito con 0-
flessioni. 11 principe Cristiano Federico gni esattezza e ponlualilà per dove passe-
primogenito del re diDanimarca(Crislier- rà. Non convenendo che in Roma Vostra
iio V) venne a Pionja sullo nome di con- Santità gli faccia dimosliazione alcuna,
te di Canenbergh (era bensì già stato io massime di quelle diesi fanno a're,per es-
Italia incognito e col nome di conte d'Ol- sere eretico: potrebbe però ordinare al
dendjourg, secondo Cancellieri, il quale duca di l'oli maestro del s. Ospizio, che
però non fa parola di tal sua venula in già lo visitò (|aamlo venne a Roma prin-
lioma), ed alleggiò nel piccolo palazzo di cipe, il quale gli restituì la visita, il ser-
Carbognauo in piazza di 5ciarra clieprc- virlo di continuo e rei-ahulo con modo
93 udì UD I

|iÌLi particolaie". Leggo nel diarisla con- pevoii ecclesiastici invece delle prigioni
teinporaueo Cecconi, che ne! 1 7 1 7 si re- ordinarie istituì l'ergastolo di CorncLo.
cò in Uoma e vi si trattenne un tempo in- Di troppa buona fetle e privo d'esperien-
cognito, il pritnogenilo del czar di Rus- za,l'u assai ingannato da indegni e avidi

sia, e d'ordine d^ Clemenle XI fu servi- miuistrìj che alla gloria e decoro del prin-
to da unode'siioi nipoti. Nel
1721 successe cipe anteposero l'arricchire con modi il-

a Clemente XI, Fapa Innocenzo Xlìì di leciti. Clemente XII restituì alla nobiltà
casa Conti de'ducUi di Poli romano. Con romana gli udlzi delle lancie spezzate, e
tutti mantenne un portamento grave e ripristinò i carnei ieri di spada e cappa»
maestoso, volendo rialzar la maestà del tolti dal predecessore Benedetto XIII; ed
principato, al dire del Novaes biografo dei ai conservatori di R^oma stabilì regolar-
Papi, cli'egli credeva un poi:o abbattuta mente un giorno della settimana per dai*
dall'aif<d)ililà de! suo predecessore. INoJi loro udienza. Regnò quasi io anni,de'qua-
permise ad alcuno, fuorché a'cardinali e li circa 8 cieco, ma sempre discretamen-
ainjjascialori, che avanti al Papa siedono, te rigido co'delinquenti, liberale co'biso-
che nella i." udienza si alzasse da ginoc- gnosi, clemente cogli umili, e facile nel-
chioni. Ne'coraplimeuti di congratulazio- l'ascollare ad udienza. Questa l'assegnò
ne rispondeva con serietà, a quegli an- in ciascun lunedì a chi la bramava, e ne-
cora di confidenza. Non gli mancava la gli altri giorni dopo sbrigati gli affari del-
modestia e l'uaiiltà, ma slimava la uìa- la Chiesa e dello stato: nell'udienze non
gnilìcenza dei suo carattere, per cui niu- sapeva negare (luatito trovava giusto. Si
no meglio di lui seppe conservare la di- ammirò il dotto Benedetto XIV, costan-
gnità pontificia. Con poche pai-ole e gra- temente allabile nell'udienze, d'ameois-
vi, senza mai alterarsi, con prudenza ri- sima conversazione, prontodi argiite,sen-
spondeva nell'udienze, e felicementesbri» lenziose e spiritose risposte; dolce nell'a-
gava qualunque affare. Nel 1728 ebbe a scollare, e manieroso uell'insegnare, nel
successore Benedetto XIII, che fu la man- comandare e nell'esortare. Venuto in Ro-
sueludine personificata , volendo vivere ma Clemente Augusto di Baviera, come
con troppa semplicità, fare spesso gli uf- ElctLorc e arcivescovo di Colonia, reca-
fizi del vescovo e vestire l'abito del suo tosi all'uilienza di Benedetto XIV, assun-
antico ordine domenicano, al cui genera- se [)rima Tabi lo rosso, compresa la moz-
le permetteva gli baciasse la mano, per zelta, nelle stanze del cardinal segretario
poi baciargli esso la sua, riconoscendolo di slato , intli accolto colle maggiori di-
sempre per superiore, e col suo consenso mostrazioni di stima e d'amore. Nel dì se-
accettò il pontificato. Ne' primi 3 giorni guente il pro-maggiordomo, in nomedel
fece sempre orazione e non die alcuna u- Papa, gli inaudòda'palahenieri, pel mae-
dienza. Regolò poi le ordinarie udienze, stro di casa di palazzo, 48 portate di com-
il lunedì per la prelatura, il martedì pei' mestibili, ricevendo dall' elettore tal mi-
gli ecclesiastici, il mercoledì pe'religiosi, uisiro palatino una scatola d'oro, oltre la
il venerdì [ìc'secolari, e il sabato per quei mancia i palafrenieri. E qui dirò d'aver
che chiamava. Veneratore della dignità notalo ne'vol.XLII, p. 52, e LVI, p. 76,
1

episcopide e sacerdotale, nell'udienze fa- che nel 1844 lecandosidal suo fortissimo
ceva seilere in lui banco come i cardinali, propugnatore Gregorio XVI,l'arcivesco-i
tulli i vescovi, e nel |jonlificale della co- vodi Colonia mg.' Droste, V .lUtiuisio di
ronazione nelle UbhitUciizc d'adorazio- Gcrnuiitìa, si portò all'udienza con abi-j
ne volle che baciassero il solo ginocchio. to paonazzo e mozzetto, essendo cessata!
Kon permise mai che i sacerdoti nell'u- la dignità elettorale. A Benedetto XIV]
dieuze gli parlassero genuflessi, e pe'col- successe Clemcnlc XUl degnamente, lui-
udì UDÌ 93
l'abile per insigni virtù, che rncchiuiìeva donde recando sopra una
usci tantosto,
l'aureo suo animo, mentre l'esterno del sottocoppa un rosario, da cui pendeva una
corpo era alquanto difettoso. Piacque medaglia d'oro, che presentò al Santo Pa-
Leone XII cav. Ar-
all'egregio storico di dre. Il Pontefice lo prese in mano, e me
laud (che defunto celebrai con più fi an- lo poise in dono. INel riceverlo dalla sua
ca espansione nel voi. LXVIl, p. 179), mano, io osai baciarla: quest'alto fece sor-
di riportare nel t. 2, cap, 9.6 della Sto- ridere il Pontefice e le persone che lo at-

ria, il seguente brano del l iag^io d'I- torniavano. Appena uscito di là, chiesi al

talia di Dnclos (Carlo Frinau bretone di prelato che mi accompagnava qual po-
Dinant, storico arguto e filosofo di spi* tesse essere il motivo di qne'sorrisi. Egli
rito, di libero e franco parlare,che qua- mi disse, innanzi a tutti gli nlliciali del-

le storiografo di Francia successe a Vol- l'anticamera, che mi era arrogato un pri-


taire! Fu citato sovente il suo detto su- vilegio riservato a'cardinali, ch'essi solo
gli uomini potenti che non amano let- i ponno baciar le mani del Papa. Il mio at-

terati: temono come ladri te-


Eglino ci i to cardinalizio era divenuto un subbia-
mono le lanterne). » Mi portai all'udien- to d' innocente piacenleria". Il glorioso
za di Clemente XIII, e dopo avere se- , Pio VI, per confessione degli stessi suoi rie-

condo l'eticlietta, deposto cappello e spa- roici, si mostrò sempre con tutti umano,
da , venni introdotto da mg.' Borghese accessibile nelle udienze, laborioso e tem-
prelato domestico di Sua Santità (arcive- perante: la sua alfabilità a tutti fu comu-
scovo di Teodosia e maestro di cameni). ne. Non v'era forasliere alcuno, eh' egli
Feci le 3 genuflessioni, baciai la mano del non ammettesse alla sua presenza, nella
Pontefice alla 3.'; il Pontefice tosto rial- quale restava ognuno sorpreso de'suoi ra-
zorami, e la conversazione cominciò .... ri talenti, e dellegraziose accoglienze, con
Farò qui osservare, ch'io gli parlai pri- che ricevea tulli. L'incisore inglese Mar-
iTiameiitein italiano; ma megliocompren- chant che due volte si portò dal Papa
,

deiidolodi quello che lo parli,quandolor- per meglio riusciie nel fargli il ritratto,
navami più comodo adopera va la mia lin- lo trovò colle più dolci maniere, dicendo-

gua natia, e per permettermi ciò, dissi al gli Pio VI: Quanto è facile ad un pillo-
Pontefice - So che Vostra Santità cono-
: re il copiare al naturale l'immagine dei
sce peifeltamenle il francese, ed io spero suoi simili ! Ma quanto meglio e più uti-

che troverà giusto che il segretario del- le sarebbe, ch'egli potesse 1 icopiare il lo-
l'accademia francese parli qualche volta ro cuore! Seguitate il vostro lavoro, che
la propria lingua. - Sì, mi rispose egli pa- niente m'incomoda, quantunque mi pre-
catamente. - Io mi servii pertanto indif- me più il nome, the il mio liirallo. Que-
ferentemente or dell' una , or dell' altra sta sua adabililà era veramente sincera,
lingua. Egli mi avea già data uii'udien- come ingenuo era egli nella spiegazione
za di una mezz'ora; epperò gli dissi: - San- ilei suo cuore e del suo alfello, per cui
to Padre , per non abusare della bontà l'imperatore filosofo Giuseppe li, che il

di Vostra Santità, io prenderò congedo conobbe interamente, lo die hiarò d'otti-


(osserva l'Artaud, Duclos qui piese un mo cuore. Quandoera d'uopo però, nin-
grande abbaglio; né dal Santo Padre, né no forse seppe come Pio VI rappresen-
da're si prende congedo: sono essi quelli tare la maestà del romano Pontefice e la
che in qualche modo accennano essere sublimità del suo grado. Il perchè si rese
l'udienza finita) ma la supplicherò dap-
: venerabile sin cogli eretici e gli spirili for-
prima di concedermi la [laleiua di lei be- ti, da'quali riscosse giustamente nell'u-
nedizione. - Aspelli - , e dato seguo ad un dienze ammirazione e compunzione in-
pielaìo, quesli entrò nel suo gabinetto, sol ita. Di buon animo e con buona già-
94 tJ D I II D I

zia nelle medesime ascolinva fnlte le do- comandante, il quale pronunziò un coiti-

ni anele, i ricorsi ei reclami tie'suoi middili. plimenlo rispettoso. Pio VII ringiaziòe
L'encomialo A rtaud nella sua bella iSVo/vVz poi disse: Bella, bella gioventù. Certamen-
di Pio ITT, 1. 1, cap. 26, racconta un epi- te riceveranno con piacere alcuni rosari
sodio dell'udienza accordata agli olTi7Ìali per portarli alle loro m;ulri e sorelle, lu'
della marina francese, clic in nome deli." di colle sue mani preso un involto pieno
console Napoleone portarono in dono al di rosari, li distribuì a'francesi a misura
Piipa i due brìcks di guerra desliiiati a che gli si presentavano. Poscia parlò con
prf.teggere ilcouìmercio pontificio,! qua- voce pili alla, lochmdo il coraggio de' fran-

li l'iirono nomati s. Pietro e s. Paolo. L'Ar- cesi mostrato in tante battaglie, e vantò
laud stesso segretario di Cacault ministro poi con un alletto del lutto tenero, pro- i

di Francia indisposto, scrisse a mg.' O- gressi scientifici de'marinai che conduco-

dcscalchi maestro di camera, d'implora- no e proteggono i n)issionari nell'Indie.


re da Pio VII l'onore di presentai-gli lo Dipoi a mezza voce disse all'Artaud: Fa-
stillomaggiore di tali equipaggi, e n'eb- remo scrivere in favore di questo prode
be die li riceverebbe con mol-
in risposta comandante, perchè abbia uu avanza-
to piacere. Uecatosi l'Artatid al Quirina- menlo; e vi diremo ancora una cosa che
le cogli uOìziali, essendosi loro uniti lut- ci è sommamente grata. Il conte di Sou-
ti gl'impiegati de' diversi iidlzi a bordo, za vuole un giorno a pranzo lutti que-
comparvero quasi un esercito. Giunto nel- sti signori: sarà nostra cura di ringrazia-
le stanze pontificie, fece depone le spade re assai questo ambasciatore di Portogal-
e i cappelli a tutti, tranne al comandan- lo. Lo stato maggiore si riliiò nell'orilme

teDornaldegny ma trovò clie il prelato,


; prescritto dall' introduttore, ed il Pap;t
credendo egli di venire in tempo, erasi portossi quasi sino ali. I porta, e con ambe-
dimenticato farne avvertito chi ne faceva due le mani li accomiatò salutandoli nel
le veci, il quale stupì vedendo tanta gen- modo il più cortese. Sempre grazioso e
te. Tuttavia questi cortesementedisse, die divoloa'Papi rArtaud,nelht citata Storia
il Papa ne sarebbe soddisfatto.'» indi spie- di Leone XTf, narrando l'udieuzeche da
gò a'francesi come bisognava entrare, co- lui ricevea come t.''segrelariod'ainba<cia-
me uscire, e molto bene gli ammaestrò ta di Carlo X redi Francia, riferisce che
in questo genere di luaiiovra. Ho inleso, (piel Papa nelle medesime udienze: «Alle
sclama un giovinetto provenzale, ch'era parole di congedo, abbnudoiialo ad un
fra gli aspiranti: come alla guerra -sem- Iratloil linguaggio olllciale, che fa parlare
pre innanzi e senza mai voltar le spalle in plurale alla prima persona del singola-
anche nel ritirarsi". L'introduttore, ch'e- re, per esprimersi meco con maggior fa-

ra ancora un poco fuori di se, dimenticò migliarità e tenerezza, aggiunse: Addio,


di pievenirne il i'apa, e fianco aperta la so che voi mi amale. Il Santo Padre nel
porta del gabinetto pontificio, annunziò congedarsi congiunge sempre le sue ma-
il solo Artaud. Il Papa era sedente scri- ni. E questo il suo saliilo ordinario, e la
vendo, e restò colpito di sorpresa di ve- sua benedizione di società. Approfiltan
dere invece d'uno tanti uniformi stranie- do d'un privilegio, che più vcdte già mi
ri che a un tratto riempirono la camera, sono attribuito, ho preso le sue mani co-

con aumento di sbalordimento, per sem- sì congiunte e le ho baciale; quuidi, men-


brare un' invasione. Allora 1' Artaud ri- tre ritiravamicol cereinoniale usato,ch'è
cordò l'ufìizio fatto con mg,' maestro di di ondare indietro, senza voltar le spalle
camera e In risposta. Ma tanti ! replicò al Santo Padre, questi mi disse ancora j

pacatan^cnle il Papa. Ripiesn spirito, si Il re avrà ricevuto nostri conqtlimcnii ...


i

alzò, ed appoggiato all'Artaud, salutò il Del resto io non saprei se. (piando dalla
udì UDÌ r,-;

più squisita ddicalezzo d'un Popa ci sen- dosi didi'.inticaniefa nerbile di entrare :i

tissimo dire: lo so clie voi mi amale, pò- baciare il piede al Pontefice, sempre ci ac-
Irebbesi evitare il pericolo d'avventurar- coglieva festivo, sempre usciva in grati di-
si all'alto cnrdinnliziOjdi cui il filosofo lìu- scorsi, né mai si udì ripetere cosa già di
clos diede nn pseinpio nel i ^T)? con Cle- lui detta. E ((nell'ultima volta in rbe eb-
mente Xlil". I! di. conte Friucesco Fa- bi colaleo»)()ie(moiì dopo 7 giorni), pia- I

bi-Montani (ora preUito),già ranierieredi cevolmente interrogandomi, siccomu so-


spada e cappa di Gregorio XVI, pnbbli- leva, intorno a' miei studi ecclesiastici, e
cò nel 1846 in Roma: Notizie istoriche rispostogli sci'iver io sul visitatore aposto-
di Gregorio XVI P. M. di santa me- lico spedito da Clemente XIU nella Cor-
ììwrifU Testimonio egli ocniare scrisse a morto vescovo di To-
sica (mg."^ Slriizieri

p. 3o. j) Mai non mancava alle sì conti- di, del quale pubblicò VElnqio storico)^

nne cappelle. Sembrava ch'egli colla sua piacquesi declamare un latino e[)igramma
maestà le riempisse, e fjiiel tenerissimo e sui casi di quella Iravagliatissinia isola,
inimitabile atto, con coi levando le mani epigramma che da lui udito in sua gio-
al cielo parca ciie appunto ilal cielo di- ventù lornavagli allora al pensiero". Di
staccasse la benedizione , sorpiendeva e quanto riguarda le udienze del regnanle
commoveva perfino gli eterodossi, i qua- Pio IX ne parlai ili sopra e in più luoghi,
li per ispontaneo movimento non potea- massime dicendo de' sovrani e principi
no fare a meno die non si prosti assero, reali d'a-nbo sessi che "li fecero oinasj-
i

e non sentissero interno giubilo d'essere gio. Essendo contemporaneo il resto del-
da sì caro e santo vecchio benedetti, co- l'analoghe notizie e ovunque conosciute,
me narrasi accaduto nel pontificato del- non è mestieri esporle in questo luogo. So-
l'immoi tale Benedetto X!V. La rpiale co- lo firn menzione di alcuni recenti ricevi-
sa eziandio avveniva a coloro, i quali am- menti, cominciando dal ricevimento del
messi a particolare udien/a, uscivano poi regnante d. Pietro Vie di Portogallo e del
magnificando la bontà e la piacevolezza suo fratello d. Luigi duca il'Opoi to, il di
del romano Pontefice". Indi a p. 3H e 3c) più potendosi leggere ne'n." u^tì e i4o
soggiunge.»» Gli stessi monarchi e princi- del Giornale, di Roma del i85t. A.' ?.6
|)ì reali che di frequente, come dissi, vi- giugno di tale anno il ree il «luca approda-
dca'suoi piedi, paitirousi mai sempre iu- rono a Civitavecchia, e immediatamente
ramoiali di Im. Coloro poi che per [uib- vennero coiuplimentati a bordo a nome
blicbe e privale incumbeuze avevano a del Papa da mg.' Borromeo A rese mae-
trattare con esso lui, ne anunirarono o- slro di camera. Nella sera seguente giun-
gnora que' modi dolci e piacevoli non , ti in Roma alla locanda d'Inghilterra, il

sempre costanti in chi di continuo agitata prelato tornò a com[)linieiitarli, nella mat-
la mente da gravissime cure non le vede lina appresso ficenilf)lo pure il cardinal
sempre riuscire a suo meglio. Sapea trai* Antoiielli segretario distalo. A mezzodì
pallilo dalle cose più piccole, e tornava il re educa si recarono col loro nobile
il

; con piacere a parlare assai spesso dello sua seguito al Vaticano per ossequiare Sua
congregazione (camaldolese), de'discopo- Santità, llicevuli a pie dellR scale da mg.''
li fatti, e segnatamente
avuti, degli sludi Medici maggiordomo e da diverse perso-
;
nellematematiche nt-lle quali fu valentis- nedeiranlicamera [loiitillcia, vennero da
simo, avendone ferme nella memoria le mg.' Borromeo introdotti presso il Sauto
più astruse e sublimi dimostrazioni. Del- Padre, che mosse ad incontrarli sulla so-
la quale sua ritentiva e piacevolezza di glia del suo g ibinctto, e si trattenne con
conversare fui ancor io testimone fre- loro a particolare colloquio, esprimendo
quente. Imperocché nel sabato costuaìon- V alta sua compiacenza nel vederli. Indi
96 udì UD T

furono prrsenfali ni P.ipal {ìislinli perso- sua rappresentanza. Kecossl indi alla ba-
naggi del seguito, e nel partire onorarono silica Vaticana a venerare le insigni re-
(li visita il cardinal Anlonelli. A'a luglio liquie de'ss. Pietro e Paolo, e pose ter-
il Papa si portò a far visita al re, incon- mine alla ceremonia colle altre formali-
tralo nel discender dalla carrozza dalle tà, solite praticarsi iu simili atti solenni.

persone del regio seguito, e tosto prescn- Si legge ne'n.'' 28 r e 286 del Giornale
tossi a riceverlo Sua Maestà unitamente (li Roma i856. Domenica 7 dicem-
del
al fratello duca d'Oporto, da'quali ven- bre dopo mezzodì la regina M.'^ Cristina
ne introdotto ne'Ioro appartamenti. Sua di Spagna recossi al palazzo del Vatica-
Santità si trattenne a lungo co'due per- no per complimentare il Papa Pio IX.
sonaggi augusti, e dipoi tornò alla sua re- Ricevuta nel discendere di carrozza da
sidenza. Ivi nella sera recarotisi dal Pa- mg.' Borromeo Arese maggiordomo, ven-
pa per la visita di commiato, ricevuti e ne introdotta negli appartamenti ponli-
infiodotti come nella venuta. Dopo esser- ficii, e da rag.' Pacca maestro di came-

si trattenuti a lungo in particolare udien- ra annimziala al Papa, che la ricevè in


za, accolli con sensi di vera consolazione, particolare udienza con tulli i riguardi
passarono a visitare i musei illuminati, in- dovuti all' augusta di lei persona. Dopo
sieme a'reali duca e duchessa diBrabau- lunga udienza, la regina presentò al Pa-
le. Nel dì seguente il re e il duca riparti- pa i personaggi del suo seguito, e collo
rono per Civitavecchia, preceduti, come stesso ceremoniale venne accompagnata
nell'arrivo inKoma,dal principe Massi- fino alla propria carrozza, facendo ritor-
mo soprintendente generale delle Poste. no alla sua residenza nel palazzo vSlop-
Pontifìcie (V.). Riferisce il Giornale di pani, ora Vidoni. Indi in questo sabato
Jìonia de'20 ottobre 856, che fino da' 1 i3 dicembre il Papa si recò a mezzodì,
20 maggio il conte di Colloredo di Wal- accompagnato dalla sua nobile antica-
see ambasciatore straordinario dell' im- mera, per restituire la visita alla regina.
peratore d'Austria, ebbe 1' onore in pri- Appena smontato dalla carrozza, il Pa-
vata udienza di presentare al Popa le let- pa trovò la regina, la quale circondata
tere del suo sovrano che lo accreditava- da tulio il numeroso suo seguito era di-
no in tale distinta qualilà presso la s. Se- scesa ad incontrarlo fino a'piedi delle sca-
de. Nella mattina poi de' 20 ottobi e, lo le. Accompagnalo nella sala del trono, il

stesso ambasciatore accompagnato da tut- Papa si trattenne colla regina e cogli al-
ti i rnen)bri deli' ambasciata, a mezzodì tri illustri personaggi, che facevano co-
si portò con nobile treno e in gran forma rona ; indi ammetlendo al bacio del pie-
puliblica al palazzo Quirinale, ove osse- de non solo il nobile seguilo della regi-
quiato a piedi delle scale da un ceremo- nn, ma anco qualche famigliare, partì
iiiere pontifìcio, veiuie introdotto negli benedicendo lutti. La regina quantunque
appartamenti del Papa Pio IX, che lo pregala a rimanere ne'suoi appartamen-
ricevè in solenne udienza cogli onori e le ti, volle accompagnare in fondo alle sca-

formalità che sogliono compiersi in tali le il Papa, che fece direttamente ritorno
circostanze (come l'anticamera doppia, al Vationnn.
cioè iu doppio numero i cubicidaii che VD\'^E (Utincììì. Città con residen-
sogliono assistere alle ordinai ie udienze). za arcivescovile, ca[)olnogo della provin-
Dopo l'udienza formale, l'audìascialore, regno Lombardo- Pe-
cia del Friuli nel
seui|)re accompagnalo dal peisonale del- reto. Avendo ragionalo dei principali
l'ambasciata, passò a visitare il carflinal ducati Longobardi d' fl(dia^ in diversi
Anlonelli segretario di stato, da cui fu ri- luoghi promisi di parlare in questo arti-
cevuto con tulli gli onori dovuti all'alta colo di quello del Friuli^ laonde l' e-
udì UD I
97
sognilo innonzi <li descrivere in l)reve Japygia, parte della Magna Grecia, for-
qiiiiiito rigiiardn Udine.il cui nome, come m.'it.i da una penisola, il cui istmo si esten-

sua antica metropoli, viene poitnlo dal- de da Tal auto sino a Rrindisi; chiamala
la provincia che abbraccia tutto l'antico pure Messapia, Peucelia, Salentina, e di-
Friuli, meno la parte piili orientale ag- cesi corrispondere a una porzione dell;i

crresata nW lllii'ift. cioè il Friuli Austria- Faglia o della CaLibrin), si abbassano


cn, ove sono i più pingui terreni e i rude- verso il u)are e sono facilmente supera-
li dell'antica Aqiiileia, neli8i5al!a for- bili. I primi che dall'oriente e dal setten-
mazione del regno Illirico, oltre (jualche trione vennero a popolare l'Italia, pote-
jKutedel Friuli Veneto. Il Friuli Austria- rono per colà penetrarvi. Di là è la via
eoe l'Istria Austriaca formano il gover- della Pannonia frequentata da'romani e

no di Lulìiann. La provincia d'Udine è da'barbari: tra le goledell'Alpi l'arte sola


la [)iìi orientale e la più vasta delle prò- pf)lè aprirvi il varco. La via che per Giulio
vincie venete del regno Lombardo-Vene- Gamico e per l,i valledel Moscardo mette
to. Comprende l'antico Friuli Veneto, e- va nella Zelia o Zeglia, o Valle Giulia, fu
sclusi 1 territori! di Monfaicone, Grado e COSI detta perchè dicesi aperta d<v Giulio
Portogruaro. E circoscritta ai nord dal Cesare. Quella meno antica che per la
Tirolo e «lalla Carintia, all'est dal circo- Pontebba metteva nelNorico,soloa'noslri
lo di Gorii.ia,al sud dal mare Adriatico dì fassi agevole e bella. Era (luesta la re-
edalla provincia di Venezia, airove>»t dal- gione degli antichi carni formò parte di ;

le [ìroviiicie di Treviso e di Belluno. La quella de" veneti, fu delta ancora Agro


popolazione ascende a circa 4oo,ooo n- Aquileiese dalla illustre metropoli A(pii-
bitanti, divisa inai distretti e 182 comu- leia, di cui pure ragionerò; trasse da Ce-
ni. I distretti sono: Udine capoluogo, s. sare stesso il nome di Foro Giulio, di cui
Daniele, Spili mbergo, Maniago, Aviano, parlai all'articolo Cividale, donde si di-
Sacile, Pordenone, s. Vito, Codroipn, Pal- latò e mantenne fino a'dì nostri il nome
ma, Cividale, s. Pietro, Faedis, Tricesi- di Friuli: e mentre le altre legioni eb-
nio, Gemona, Moggio, Tol mezzo, Ampez- bero il titolo di Provincie di Marca, di ,

zo, Rigolato e Paluzza. 4 ultimi sono I Contea, di Ducato questa serbò ([uello ,

situati nel paese detto Carnia o regionedei di Patria cioè regione del Friuli, in
,

Carni. Questa vasta pianura, che chiama- questa bella pianin-a de'carni, innanzi al-

si Friuli, resa più bella da vari amenis- la dominazione romana aveano galli , i

sinii colli, acceichiata dall'Alpi Noriche, d'oltremonte piantata una loro colonia
Carniche e Giulie, apresi in fort»ia di tea- e una loro città. La romana repubblica,
tro inclinato verso il mare. Il Timavo e i85 anni prima dell'era nostra, vi con-
la Livenza la terminano, l'uno all'oriente dusse una colonia latina. Aquileia, Foro
e l'altra all'occidente. Il Tagliamento e Giulio o Cividale, Giulio Gamico oZ«-
r Isonzo con molli altri fiumi e torrenti ^//o, conservano ancora i vestigi della ro-
injpetuosi, la solcano. Chiusa tra'montie mana grandezza, sotto le rovine che rana^
il n>are, la natura non vi apiì altro acces- mentano gli unni, gli eruli,gli ostrogoti,
so jibeio, fuorché dalla partedella Liven- gli avari, i quadi, iinarcomanni, gli scia-

za. Dalla parte del Timavo da quella del vi o sia vi, gli ungheri, i turchi. Dopo il tra-
Carso, antica Japidia (porzione del regno montodella romana monarchia, fu gover-
Illirico, fra la contea di Gorizia e il ter- nata da'goti, da' longobardi, da'franchi,
ritorio di Trieste, sulla costa Adriatica, dagli alemanni. Calato in flalia (/'.) Al-
composto d'una catena di montagne, ra- boino co'suoi Longobardi {^V.), se neira-
mo dell'Alpi Giulie, con precipizi e grot- padronì e se ne fece coronare re dopo ,

te famose. Non si deve confondere colla aver vinto e interamente sconfitto i gepi-
VOL. LXXXII. 7
^8 L D I
-
udì I
di, ed ucciso il re loro Cnnimondo sue- nienlo venne impalata. Le sue 4 fi~}^c

ressnre di Ardarico (i gp[>idi ruroiio oii- salvarono il loro pudore niercè un sagri-

lichi popoli della Saruiazia europea, del- fìoiocapace da laccaprici iiire cliiiinf[ue
la nazione de'daci e de'geti, che alcuno ardiva di avvicinarle. Grasulfo 11 dalG i, i

crede un medesimo popolo che longo- i come fratello di Gisulfo, tenne il ducalo
l)ardi,e forse ebbero origine comune). Fu del Fritdi peri o anni, dopo la diluì mor-
allora che si fonilaroiio i famosi ducali te, tanto qtial tutore de'suoi nipoti, quan-
longobardij uno de'quali fu questo del lo in suo proprio nome. Nel 621 abdicò
Friidi, i quali furono il [irimario fonda- in loro favore, con una generosità che
mento del sistema feudale. Grasulfo I ni- ha pochi esempi nella storia. Quindi ni- i

pote d'Alboino fu da questi crealo duca poli Taeone Caccone entrarono al pos-
e

del Friuli lostochè se ne fece dal re il con- ses'^o del ducato sovrano del Friuli es- ,

quisto. Fu egli il i ."de'loiigoliardi il qua- sendo ambedue ariani. Fu cosi sii ella la

le sia stato insignito di «pieslo titolo sul- loro unione che posseileiono il ducalo in

l'esempio de'greci. Prelende Maffei, che comune senza la menoma alterazione. Nel

il Friuli formasse già un ducato sotto la 62 t eglino si fecero coscienza di riprisli-


dominazionedi questi ultimi. Sia comun- nare nel trono Adaloaldo re de'longobar-
que, Alboino aggiunse a prò di suo nipo- di e loro supremo signore, che n'era sta-

le quaiitogii rimaneva de'suoi antichi do- to spogliato da Aiiovaldodi Lii cognato,

udnii olliamonte. Grasulfo 1 si mantenne Se non che la morie del .° nel 626 rese 1

termo ne'propri stati contro gli sforzi dei vana ogni loro disposizione. Nel 635 d'ac-
suoi nemici. Né meno dièopera per la cau- cordo con Dagoberto redi Francia, es- I

sa comune uno di
della sua nazione, e fu si penetrarono nel leriitorio degli sciavo-

quelli che maggiormente contribuirono ni o schiavoni, li prostrarono e li resero


ad estendere e rassodare l'impero de'Ion- tributari de'Ioro ducati. L'uno e l'altro

gobardi in Italia, e mori nel 590 in avan- però furono nell'anno stesso assassinali in
zala eia. Gli successe il figlio Gisulfo, dal Oderzo, per perfidia del patrizio Grego-
padre associalo al governo, ma nel 611 rio, governatore di quella città e dipoi e-
ki ucciso in una battaglia contro gli ava- sarcadi Ravenna. Perciò Grasulfo 11. per
ri o abari, quali aveano falla invasione
i la morte de'nipoli Tasone e Caccone, si

nel Friuli. Si crede che dessa fu lai. "voi- ripigliò il ducato del Friuli ,
perchè gli

la che gli avari si fecero vedere in Italia, altri due suoi nipoti non aveano ancor.!
Gisulfo lasciò 4 fig''' Tasone ,
Caccone, l'età sidliciente per governare. GiasulU»
Rodoaldoe Grimoaldo,conallrettanlefì- |] mor'i nel 6:)i,enon pare nel66r co-
glie, avuti dalla moglie Romilda,qua- la me pretendono Sigonio e Rossi. Gli suo-
le, morto che fu il suo sposo, riparò con cesse Agone, di cui s'ignora la derivazio-
essi Foro Giulio, ed ivi venne assedia- ne, e morì nel 663. Del pari è poco nota
ta dal kan degli avari, volgarmente chia- l'origine di Lupo. the gli successe nel du«
malo Cacano. Innamoratasi di questo calo del Friuli. Nell'anno stesso Grimoai-
principe, giovane e ben fallo, da lei os- do re de' longobardi, di lui cognato, gli
servato dall'alto delle mura, gli fece of- aflldòla reggenza de'suoi stali menlrere-
frirela pace in un colla sua ilestra. Accet- cavasi in aiuto del proprio figlio assedia-
tala ro(ferta,il knn già padrone di Foro to in Renevento. Lupo mal coi rispose al

Giulio, die sfogo alla sua crudeltà, sac- suo incarico, e minacciato al ritorno del
cheggiò il paese, e fece prigioniera Romil- monarca, gli si ribellò.Griinoaldochenon
da insieme co'figli e i primari cittadini, volea armare longobardi contro se stcs-
i

ì 4 principini presero per viaggio la fu- si, indusse il kan degli avari a fargli ro-

ga, e Romilda per prezzo del SUO tradi- gioite del ribelle, l'eri Lupo nel GG5 o
udì udì .99
^
6fi6 in una lìnltfi^ruicnnlroqne'ltaihnii, del suo ducato. Questi lasciò 3 figli, Rat-
ilopn avelli viiili in 3 altri coinhaltimcii- chisio o Katchis, Ralkait e Astolfo, avuti
ti. Kgli lasciò un figlio chiamato War- dalla virtuosissima moglie R^athberga: il

nefi icio, e una figlia Teodoracle giù ma- i.°e l'ultimo divennero duchi del Friuli,
ritata con Romoalilo duca di Heneven- indi re de' longobardi, e ne parlai in tan-
lo. iVel 6G6 venne quindi investito del ti luoghi, qnanloa Ratchis per essersi fat-
linealo Vectai'i, d* illustre casato e lom- to monaco di ìlfontc (T/j'v.smo. quanto ad
bardo di Vicenza. Egli ebbe ad antagoni- Astolfo per le violenze fatte a'Fapi,e per
sta Waniefrido figlio di Lupo. La contro- le cui usurpazioni de'dominii della So-
versia venne decisa colle armi, e Warne- vraiùtà della s. iSede^ restò invece essa
fi'ido morì in nna battaglia data al sno ampliata* Il primogenito Ratchisio ne!
rivale. Paolo Diacono encomia la dolcez- 737 fu investito da Liulpmudo, dopo la

za del governo di Veclari, e celebra an- destituzione del padie, de! ducalo del
tlie moltissimo il suo valore; ma saggi i Friuli. Egli coadiuvò quel monarca con-
die ne reca sembrano esagerali. Morto il tro Trasmondo II duca di Spoleto, ed a

duca nel 678, gli fii sostituito Laudari, di lui successe sul trono di Lombardia nel
cui s'ignora quanto visse. Il successoreRo- ^44- " fratello Astolfo nel 74^ non so-
doaldo, spoglialo de'snoi slati da Ansfii- lamente gli succedette nel ducato del
do noi 6q3, ih ristabilito nell'anno sfes- Fiiuli,n)a nel 749 nel regno longobar-
so da Cuniberto il Pio re de'Iongobardi. dico. Il di Itti cognato Anselmo, marito
IVIa |)oi per punirlo della sua trascuratez- della sorella Giseltrude, fu surrogato nel
za, fii dal re interdetto dalle sue funzioni ducato di Friuli. Ma nel 7'tÌi l'amor del-
clucalii Per conseguenza egli chiamò A- la abbandonare il mon-
solitudine gli fece
dono o Aldone fialello del duca, ad es- do e le sue grandezze, e si ritirò nel mo-
sere il mnntenilore del Friuli. Secondo il nastero di Panano entro le inonfa"ne del
Muratori,! due fratelli tnoiirono nel 694» Modenese. Qualche tempo dopo ottenne
altri dicono nel 6g5. Venne daCunibei'- dal re di lui cognato un angolo deserto,
to creato duca del Friuli Ferdulfo, nato ove edificò il celebre monastero di No-
io Liguria, uomo vano e altero, e poco naiitola. Dopo averlo retto santamente
misurato ne' suoi discorsi. Egli perì nel per lo spazio di Scanni, ivi morì nell'SoS
^06 in battaglia contro gli sciavi da lui ed è venerato per sauto. Nel 'j'yi fu crea-
fuor di ragione provocati. Gli fu sostitui- to duca del Friuli Pietro, nobile longo
to Corvoi o Corwiel ; ina poco dopo a- bardo, figlio di Munichis e fratello tli
vendo oireso Ariperto II re de'lotigobar- Orso duca di Cenedn, luogo silunfo ne-l
di, da questi fu fatto ai resfare, cavar gli Friuli e sede vescovile. Ignorasi pei- qua-
occhi e deporre. Laonde nello stesso 706 le spazio di tempo essi abbiano tenuto
Pemmone nativo di Belluno venne fatto il loro ducato, e qujindo siano morti
duca del Friuli da Ariperto II. Egli mar- liodgauso era duca del Friuli, cpiando
ciò contro gli sciavi nel 728 e iportò so-
1 Carlo Magno re de' franchi [ler punire
pra di essi 3 vittorie. Nel 737 fece rin- Desiderio re de' longobardi che perse-
chiudere in un castello Calisto patriarca guitava Papa Adriano I e minacciava lo
d*Aqnileia,che avea nel 730 trasferita la sterminio di Irn/nn, combattè e vinse il

sua residenza per violenza dal


in Ci vidale, re, facendo il conquisto della Lombar-
patriarca praticata a Fidenzio vescovo di dia, per cui cessò il regno de' longobar-
Giulio Gamico, ch'erasi riparato a Foro di e restarono tuttavia alcuni loro du-
Giulio. A Liutprando re de' longobardi cati in Italia, inclusivamente a questo
parve sacrilegio im tale imprigionamen- del Friuli. Nel 775 Rodgauso cospirò con-
to, e per conseguenza spogliò Pemmone tro Carlo Magno per favorire esostene-
loo UDÌ udì d
re Aclclclii Adalgiso figlio ili Desiderio, scin la loro capitale ossia la forlezza prin-

onrle ricuperare i! suo legiio. Però nel cipale, seco asporlando (pie! fiiuìoso leso-
77G Callo Magno pion)bao<lo sul Friii- ro degli l nni acciesciulo sulto il faino-
primavera, presentòbat-
lial principio di so loro re Attila delle spoglie delle pre-
taglia aRcdgauso, e questi peri nella pu- vincie degl'imperi d'occidente e d'orien-
gna. Altri dicono the f;»llo prigioniero, te, e lo mandò a Carlo Magno, il quale
venne decapitalo d'ordine del vincitore, ne fece recare una parte a Papa Adriano
]Nel 776 Markairo o Marcario francese 1 (e cos'i forse Roma rivide alcuna cosa di
\eniieda Carlo Magno soslituiloal defun- quello che da essa asportato altrove era
lo, e fuili.°duca del Fiiuli che venisse quindi stalo depredalo da que'barbaii),
incaricato di difendere le frontiere di 7V('- e dislribm il rimanente fra'suui militi. A-
viso, donde suoi successori furono inti-
i vendo gli unni rimbrandile le armi, do-
\.o\?iÌ\ due Ili del Friuli e ìli arche si di Tre- pò la partenza del duca di Friuli, mar-
l'/.so.Impcrocchè Carlo Magno delle gran- ciò egli di nuovo contro di essi in un al

di signoriede'longobardi, soltanto permi- giovine Pipino, unto re d'Italia d'Adriano


se ihe sussistessero quelle di Spoleto, di 1 e figlio di Carlo Magno, a cui servi di
5rm'r<'?//o (delle quali coniechè della So- luogotenente e di guida nella spedizione.
vraiìitù della v. Sede,W\ iieriparhii),del Essa riuscì più penosa, ma però non me-
Friuli e di Tre^-iso. A Ducato ilissi col no fortunata della precedente. Una 3.' da
Muratori, in che consistesse l'autorità di essi impresa l'anno seguente, finì di pio-

tali duchi, eche Carlo Magno dopo la con- strar gli unni, che spedirono deputali a
cpiisla d'Italia istituì la Marea del Fi in- Carlo Magno a recare il loro ossequio, ed
//, e che al governatore conferì il titolo di a chiedere il battesimo.Theudone, uno
duca e poi di marchese, al quale in segui- de' loro capi, non avea preso parte alle
lo per accrescergli la forza gli venne sol- loro mosse, e viveasi in pace con Carlo
loposto il ducato di Carinlia che con-
, Magno,avendoneanche abbracciala la re-
tiene i vescovati di Giirk e Lavaiitj ah\- ligione. Ma scorgendo la nazione degli un^
lato in principio dagli antichi carni de- ni vedova de' primari suoi capitani peri-
rivanti dalla Carniola, paese anticamen- li guerra, la eccitò nel 7^)8 ad una uno-
in

le abitalo da' carni che dierono il nome varibellione,ela indussead eleggerlo per
all'AlpiCarniche e dal quale derivò quel- suo re. Il duca del Friuli venne pure in-
lo di Carniola. Fu chiamata la Carniola caricato nel 70)9 di recarsi a sottouiet-
auche Marea Slavoniea per esser situa- tere i ribelli; ma appena raggiunto il ne-
ta a'coufini della Seliiavonia, e nel i
874 mico venne da lui commessa battaglia in
fu incorporata alla Carinlia, che al tem- cui perì in braccio alla vittoria. Theudo-
po di Carlo Magno e de' suoi successori ne allora fu preso, e pagò colla sua lesta
tu governala prima da'duchi del Friuli il fio della sua fellonia. Con lui fu spenta
e poi da quelli di Carinlia, ed ha per ca- la monarchia ossia repubblica degli un-
poluogo L»/>/V77^^v sede vescovile. Tornan- ni, dopo essersi conservata perqua>i \\uq

do a Markairo duca del Friuli, non è no- secoli e mezzo. Nel 791) successe ad Hun-
lo l'anno di sua morte. Ne fu successore rok I il duca Cadaloak, che severo sino
Hunrok 1 o Erico o Enrico 1, il quale co- alla crudeltà morì nell 8ic). Gli fu sosti-
slantetnente si conservòaltaccato a Carlo luito da Lodovico l il Pio nell'H y, Bai- 1

Magno, nelle cui guerre civili servì con deiico o Baedri, ma diillo stesso impera-
valuie. Nel 7q5 venne da quel monarca loie venne deposto nel I' 828 per essersi
invialo contro gli unnidiPannonia.dicui mal di portalo nel laCarinlia colle sue Irup-
furono da lui uccisi in battaglia due gè- pe alla visla degli abari. L'impeialoi e iii-

uerali, cioè Gagan e Juguire. Prese pò- vece d'eleggere un nuovo (bua del Fnu-
UDÌ udì 101
li, divise il die
lerriloiio in 4 cunlee, il 1*888 venne riconosciuto re d'Italia col
dillo almeno sino cill 84(>- Verso questo nume di lìercugario I verso la fine di feb-
tempo circfi, rimperatore Lotario eles- 1 braio, una parte della nobiltà italia-
ila

se a duca del Friuli e iiiaicliese di Trevi- na, divenne nel 916 imperatore e coro-
so, di cui era già conte, cognato Eberar-
il nalo da Papa Giovanni X, indi morì nel
do o Everardo, figlio del duca Hunrok o 924.
Enrico I. Lombardo di nascita, [ìossede- Dopo quest'epoca non vi furono al

va grandi ricchezze nel Celgio ossia Ger- tri duchi del Friuli. D.ippoichè per le li-
mania inferiore. D'accordo con Gisele di beralità di Carlo Magno, di Cerengario
lui moglie, figlia di Lodovico Giu- I e di 1, d'Ottone I, d'Olloiie II e fiuabuente di
ditta 2/ moglie di queirimperalore, nel- Corr.ido 11 principalmente, d'Enrico III

!'84r) fondò una collegiata a Cisoing, Ci- eil'Enrico IV imperatori, quasi tutto il

soiiiiaii, in Francia nella Fiandra france- ducato del Friuli, insieme col marchesa-
se, di[)arliinento del Nord, nella qualeim- Io d'/s7/7rA, e altre finitime regioni, a gra-
peliòe ottenne dalla s. Sede 16 anni do- do a grado venne in.soviaiiitù de'patriar-

po, clie da Roma vi fosse trasferito il cor- chi A' .'Innilciii; i quali successivamente
[)0 di s. Calisto 1 Papa, e gli dedicò la chie- risiederono, dopo la distruzione di ipiella
sa; come vogliono Frodoardo nella Sto- celebre città, a Grado, in Cormons, in
ì i<i (li Ri'i.'iìs, \ì\). 4, tap. I, e Muratori Ci\'i<lalc, in Udine, conservando sempre
nelle Dissi-rliizinni, dissert. 58. La ba- ihilolodi patriarca d'\(piileia. Cormons,
silica di s. Maria in Trastevere di Roma città e governo dell'lllino a 10 leghe da
>,i vanta di posseilere il cor|)o di s\ Calisto Ti ie-ife e piìi di 2 da Goii/.ia, giace a'pie-
I, e molle chiese le reliquie, riferite dil di il' alcune montagne. E cinta da yìtvi

Morelli, Oc s.CitlistoPP.elM.i'jusqnc vecchia muraglia, e difesa da un castello


Basilica s. HJariac Trans Tyberiin, p. fortificato. Hi conta qua-
filatoi di seta e

249 e seg. La collegiata di Cisoing nel si 4000 mezzo a ben col-


abilanli. Sia in
I I 2C) divenne abbazia di canonici rego- tivate terre e colline. Sulla cima d' un
lari, e nel suo [)arco è una [liraraide in munte circonvicino eravi un antico con-
tialzata in memoria della l.unosa batta- vento, donde si gode d'una superba ve-
glia di Fonlenay, perduta ii(ir84 ' ^'^ So- duta. Quanto a Cividalc, oltre il narra-
lario I e vinta du'fratelli Carlo il Cah'o e lo a! suo articolo, e quello che dovrò ri*
Lodovico il Germanico, la (piale stabili ferire, qui premetterò alcune altre impor-
i destini della duca Eberar-Ccrniania. Il tanti notizie, col dotto d. Lorenzo d'Or-
do neir8()8 o neir8Gf) morì a Maniastre, landi canonico di Cividale, che modesta-
cavi di campagna (Ifl conte diTreviso, ed mente occultando il suo nome, ci diede
il suo li"lio
D e successore Hunrok o Eiiri- l'erudito opuscolo intitolalo Lnneriale :

CO II, ne fece trasferire il cadavere nella lìccio Museo Voro Giuiw.se in Cividal
sua chiesa di Cisoing. Egli lasciò Heren- del Friuli. Osservazioni sali' antico
gario altro figlio e la figlia Ilalwige ino- Foroginlio in relazione alle due lapidi
gledi Lodulfo duca di Sassonia. Altri dan- marmoree scoperte in Cividaldel F/iu-
no a Eberardo due alti figli, Raide e A- i ///»'/ 1843^ Udinei8')3, tipografia Veu
clel.iiclo conte di Vermaudois, abbate di drame. Egli pertanto nell' illustrarle di-
fi. Quintino eziod'Ernienlrude moglie di chiara, che il presente Cividule sia il vero
Carlo il CaL'o. Il duca Hunrok o Enrico Foro Giulio, fondalo mediante colonia
Il morì senza figli maschi nell' 847. lo militare, co'suoi diritti e preminenze, co-
questo Rerengario secondogenito d'Ebe- me il nome lo indica, da Giulio Cesare,
liuilo, successe al fratello nel ducato del allìnedi porre a'quartieri d'inverno le sue
Friuli e nel tuarchesalo di Treviso. ìNcl- legioni, ritoruaudo dalle Gallic. Ciò di-
102 udì U D I

nioblia culi gravi leslioionianze ,


e con Cividale seu^pre conservò il nome impo-
ijiielle |3uie iIl-Ho flesso Giulio Cesare, e stole dal suo fondatore di Foium Julfi,

del celebre Ptiolu Diacono nativo di Ci- prima e anche dopo la caduta del roma-
vidale; colle ve>tigie roniiuie e colle ricor- no impero. Di che fa eziandio testimonian-
dale iiisigiii lapidi, rioveiiule nel i S/p nel za Cassiodoro nella sua SJ^ lelleia al re
riattare le fondatnenla del ponte di pia- Teodorico e in cui dice, ho.noialis posscs-
lle fiume JNati-
quadrale, sovrastante al soribiis ci curialibits Forojalicìisibus.

sone che scorre per uiezzo. Consistono Questo nome ancora trovasi ne' monu-
quesle in due grandi piedistalli niaimo- menti de'secoli successivi, massime negli
rei , ambo già sorreggenti la statua del- Vili, XI, Xll e segueuti. Che se talvol-
l'impeiatore romano a cui ciascuna veu- ta Cividale viene chiamala ciltà (lustrale.

jif coiisagrala. Essi futono adoperali nel- o i\' Jusliia, non lo fu già, come alciuii
l'eiezione del ponte, e collocati nelle fon- sognarono, a causa d'una regina d' Au-
damenta in^ece di pietra, e ben si può stria qui venuta, ma sibbetie dall'essere
credere die altri moimmenli venis^sero situata Cividale all'oriente rispetto a Fa-
straziali e rolli in quella e in alti e circo- \'ia, ca|)ita!e un tempo della dominazio-
stanze, se quesli fuiono cosi mallrallali. ne longobarda ; come si può veliere in ui\
La / lapide
I spelta a M. Aurelio Antoni- diploma di Pellegrino 1 deli (89, in cui
no Cui acalla, dedicala verso il 198 dal dice: Actuin in Ci\'italc /Jiistriali, Fo-
municipio del Furogiulio o Foroguiliese. rìjiilii in cappella s. Pauliiii patriav-

L'altra fu dedicata nel ^55 dulia citlà di chac (allora riposando le sue spoglie nel-
Furogiulio a P. Licinio Gallieno. Queste la cappella del patriarchio, ed ora nella
lapidi comprovano, che in Cividalee non collegiata), il che spiega una cosa e l'al-

in altri de\e riconoscere il Fo-


luoghi si tra.Dal fju qui esposto è cliiaro [lerchè
logiulio stabilito da Giulio Cesare nella venne detta Civitas Forijulii, e talvolta
piuviiicia del Friuli, ivi fondando una co- semplicemente Civilas da cui derivasi il
ionia militare qual citlà di froulima nel- moderno Cixndato Cividale j e quindi i
l'Italia. Ebbe la colonia le Uiagistrature suoi cittadini delli Civita te uscsj Ecclc'
cherano in Roma, come si ha dalle lapidi siacCivilatcnsis, per essere la ciltà in quei
e iscrizioni romane esistenti in Cividale, tempi capo provincia, sede de'duchi e dei
ed egualmenle riprodotte dal eh. can. patriarchi d'Aquileia. Il di più può ve-^

D'Orlandi. Da esse rilevasi, che la colo- dersi in Fili[)po della Torre vescovo d'^i-
ma avea il diritto di ciitadiiiauza ronia- dria (di cui u\eglio a Uovigo), De Colo-

iia, essendo ascritta alla tribù Scaiitia tra nia Foroj'ulicu'ii, il quale fu di Cividale,
le rustiche, e quindi delle più nobili, ed come lo furono Cornelio Gallo letterato
iigguiiila alia Mczin ranno di Iloma 4<j4> e poeta , conquistatore di Tebe e amico
nella «juale era volante l'iuiperatore Au- d'Augusto, ed il dottissimo e sommo Ja-
gusto per la sua famiglia Ottavia, e la no- copo Slellini. La sovranità de'patriarchi
lidissima colonia di Firenze. Eravi il col- d'Aquileia sul Friuli e altre regioni, du-
legio de'ponleflci, il magislralo giurisdi- rò piena dal XI al XV secolo, finche pas-
zionale de'cjuatuoi viri, ed altri collegi e sò net dominio della repubblica di Vene-
magistrature, i cui numi
da soiìo ricordati zia, eh eresse la fortezza di I*alma sulla
diverse ville adiacenti all'agro Forogiu- fine ilei secolo XVI. Palma o Palina No-
liese. Paolo Diarono iuoUie dislingue il va è rinomata lortezza a 4 leghe da li-

J'oruin Jii/iico\viiìi), ora Cividale, da Ja- dine , ed insieme capoluogo di distretto.


liuiii Curiiicum o Cai>tritni Julic/ist, cioè Sorge in situazione amena, in un suolo
/iiiilio (ì .) della Cargna, che pure rico- in pianura e fertilissimo , costruita con
nosce Giuhu Cesare per suo toudaloie. inolia spesa e magiiiflceuza onde hber.uu
l

udì U D io3
la provincia ilalle furibonile incursioni ilei danti sono frumento, il
gli altri vini , il

turchi; eil i lavori eli furlifìcaziotie fatti legname da coslruzione.oltrc altri produt
sotto il regno d'Italia iti aggiunta a quel- li. gelsi vi allignano bene
I e si vanno ,

li ili primitiva islituziune, la cusliluisco- moltiplicando. 1 bachi vi si coltivano fé*

no in un grado di rispettabile dife!>a. E- licemenle, ed eziandio in grande quanti-


slernamente è circondata da una gran fos- tà, e danno una seta luciilissima e ricer-
sa in cui l'acque >oiio perenni. La quan- catissima. Le manifatture sono poche; i
tità di pozy.i, e lutti di eccellente acq'ia, tessuti di canapa e di lino danno qualche
pone la popolazione in grado di non n)ai prodotto. Gli abitanti, specialmentequel-
temere la siccità per qualunque caso. E li delle zone superiori, sono agili e pron-
di furala esagoiia, con ampia piazza a cui ti di corpo e di spirito, soirerenti della fa-
fanno capo 3 borghi e 3 contrade. Le vie tica; non amanti della vita militare, pre-
sono spaziose, ed in mezzo alla piazza è sto vi si alfauno e di ventano atti alla guer-
IMIgrandioso |)ozzo a 3 archi che corri- ra; imparano facilmente le lingue. 11 Friu-
spondono a' 3 borghi. Sulla [liazza islessa li anticamente foimò parte della GalUa

evvi il regio duoujo, fabbrica di gran mo- Ti cispadana o Cisalpina, ed suoi abi- i

le, culla facciala tutta di pietra d'Istria, tatori si chiamarono Gallo-Carni, ed aii-
il palazzo del governature militare, il cor- cora co! nome di Carni si appellano quel-
po dì guardia , il piccolo teatro, e molti li che ne abitano la parte montuosa sel-
fabbricati signorili monte di , nonché il tentrionale, avendo la parte piana e me-
pietà modilìcalo con magnidcenza ne! ridionale subUo col trailo del tempo, co-
iB^q. Divisa in q bastioni, vi sono da ri me suole avvenire, il nome di Fi-iuli tìa
inarcarsi laraenale, le casermea prova di Foro Giulio, nome della colonia da cui
bomba, magazzini, polveriere, e i 3 dif- discende l'esistente Cii'idalc e già capi-
ferenti forti edilizi delle sue porte Maril- tale dell'antico ducato e sede patriarca-
lima, Cividale, e di Udine, capolavoro ar- le. Gli antichi Gallo-Carni, ora Friu-
chilcltonico. A 5 miglia da! canale dello lani, parlavano anch'essi come nel rima-
scolo dell'acque, è il porlo di Cervignaiio, nente dell' alta Italia la lingua Celtica,
e di 9 miglia l'altro detto Porlo Noga- ed è facile il persuaderseneall'eruditoco-
ro,a'((uali approdano barche cariche d'o- noscitore ilella lingua parlata oggidì pu-
gni sorta di merci. Un ramo dell'acque re in Friuli. Ed in Udine furono ristam-
dette rogia, che scorrono per Udine, vie- pate nel 1828 di Ermas di Colloredo,
ne a passare per la fortezza, e mediante Poesie scelte edite ed inedile in dialet-
caiiiili ben livellali l'acqua gira all'intor- to friulano, con aggiunte di P, Zarutli.
uo e pe'3 borghi. Maestoso è l'acquedol- Ambedue sono valenti poeti friulani vi-
locheconduce l'acqua in fortezza. 11 Friu- venti. I semi delle lettere e delle arti vi
li gode d'un aere temperato e salubre; il germogliarono sino dal secolo XIV, né
terreno è più ameno che ubertoso. L'a vi mancarono mai valenti pittori e altri

gricullura della provincia al principio di artisti, dotti scrittori e prodi uomini d'ar-
questo secolo ebbe grandi impulsi, ed ha me, quali mostrarono essere il Friuli una
i

fatto e va facendo ogni giorno assai lo- terra ferace danimi gentili e di pronti in-
devoli progressi. Il prodotto de'grani nel gegni. Molti fiorirono in santità di vita, e
piano basta al mantenimento dell'accre- nelle dignità ecclesiastiche,vescoviIe ecar-
sciuta popolazione anche nel monte, e il dinalizia, come de'seguenti cardinali, di
monte dà in compenso prodotti anima- cui scrissi lebiogralie. /^/('(7«f//o Girola-
li e legna. 1 vini del piano e del colle so- mo. Colloredo Leandro, nato in Collo-
no spiri tosi e saporiti, ed il refosco, il pic- redo feudo di sua fauiiglia d'onde essa pre-
coliUo, la rcbula vi primeggiano. Abbou- se il cognome, nella diocesi d'Udine.:1À//i-
io4 udì L' D I

licfL Francesce (un laiìio di sua famiglia pelili lo, lasciando alla della cliiesa die vi
si stabilì ili Roma, enei principiodel cor- rcsla^se appe'^o alle pareli, giusta ilcoslu-
leute secolo ne usci altro cardinal Fian- uie, il cappello caidinaliziu. Di sua la-
tesco Manina), Panciera o Panccrìni miglia Del Torso lìonrono allei 4 dislin-
Aiitonio. Porzia Leandro. Torre Miche- ti personaggi. Due zii del cardinale e Ilgli
le. Torso o Jacopo da LW//ie. Seguenilo di Martino del Torso, cioè Lazzaro lau-
il Caidella, poche notizie potei pubblica- reato in lllosofla e medicina a Bologna,
re ili lui; per sopperire alla breve bio- che ben accetto all'imperaluie Carlo IV
grafìa, a seconda del promesso, ijui nfe- ne consegui molti privilegi, Udine anco-
risco quelle che mi procacciai. Jacopodel ra valendosi del suo valore in molli aJla-
Torso liglio di Giovanni, di famiglia sio- ri impoilanli, sepolto in s. Pietro marti-
bilissinia etra le più auliche del Friuli, nei je della stessa ciltù; e Giacomo npnlalis-
I 387 ottenne la laurea di (llosolia nel- simo, il (jiiale con due altri nobili d' Udi-
lo studio di Bologna. Datosi prima alle ne, da «pieslafu inviato in Grailo nel 1 386
secolari faccende, vestì poi l'abito eccle- per concludere una lega colla repidjblica
siastico, e da Bonifacio iX (u noiniiiato di Venezia. Nicolò del Torso fratello del
Ccinonicod'Aquileia, e poi anche promos- cardinale, soggetto distintissimo e caro a
so a decano e ad abbate commendatario Filippo M." Visconti duca di Milano, che
dell'abbazia benedettina di s. ciarlino a la ie[)ubblica veneta dichiarò suo citta-
Belo e perciò della Belinense (poscia u- dino perpetuo con privilegio del godi-
nita a quella di s. Gervasio di Udine, co nteiilo delle relative [irerogalive, cilladi-
ine apprendo dal Lnbini Ahl>atiariini , nanza che allora non conceilevasi che a
Jtaluic). Si annovera Ira' pretendenti al peisonaggi nobilissimi e benemeriti della
patriarcato aquileiese nell' elezione del repubblica. Fr. Giacoma flgliodi Spiuel-
J'anciarinijCheessendo prevalsoebbe poi lo del Torso dell'ordine de'predicalori e
con esso qualche dissidio per certi diiil- del medesimo provinciale nella Venezia e
li ap[)artenential suo capitolo. Perciò veu- in Ungheria, tuoi lo in Udine nel iGi(). Vi-
lle da lui spoglialo di tulle le dignità che vono vari illustri [)relati friulani. III." è
godeva, ma d'ordine ponlilicio ne fu in- il cardinale Fabio Maria de'conli Asqui-
di reintegrato. Becalosi in lìoma, Grego- ni di Udine, nato in Fagagna (terra già
rio Xll lo fece udilore di rota e neli4o8 soggetta insieme con molte altre per an-
cardinale diacono di s. Maria JNuova; nel lica giurisdizione alla sua nubilissima fa^
j4io gli collier") il priorato di s. Paolo miglia), del titolo di s. Sufano al Monle
di IMalerno nella diocesi di Chiusi, el'ab- Celio, piefetlo ilella s. congregazione del-
ì)azia di Balnaria in quella di Messina. l'Indulgenze e ss. Belupne, protettore del-
l' inalmenle destinato legalo da Gregorio la congregazione di Monlc tergine ec.
XII alla repubblica di Venezia ,
per gli Finito ne'suoi verdi anni con dislinla lo-
VUari del suo spinosissimo pontificalo, per de e plauso il corso delle lìlosodche e teo-
Io scisma che vieppiìi infieriva , vivendo logiche discipline, fu ila Leone XII man-
a un tempo altro l'apa eletto conilo di datoa iNa[)()ii come addetto a ipielia inin-
hii e un antipapa, morì in Uimini,ove e- ziatiira , cnll.i qualifica ili suo cameriere
rasi rilii alo Gregorio XII, a'3 agosto 1 segreto soprannnmtrario. Successivamen-
i4'4> e fu sepolto nella cliiesa di s. Gio- te Pio Nili lo nominò vice-legato di /-'«•/•.

vanni degli agostiniani avanti T altare /«/•</, e di essa Gregorio XVI lo pi onios.
iitaggiore. i\el suo leslamenlo dispose Ira se a [iro-legalo , ed in seguito delegalo
le altre cose, che i ^\i\it shu\ Iralelli ÌNÌco- d'Ancona (di che si legge nel n." 3() ilei
Insio e iNicdlì) domandassero il suo corpo J)iiirio di lìoma del 807, avere (ire^^o-
1

pci lurlo Uas^jurlurc iu Ldiueei\i scp- ilo XN'l con breve deli 8 apule nomiua-
,

udì I .j 5

lo cotnmendalore clell'oiiliiie di s. Gre- quell'elogio che si legge nella proi)osizio-


gorio 1 JMai^iio il conte Vincenzo A!><|ni- nc concistoriale. Friulano è pure l'attua-
ni |)aiiÌ7Ìo d'Udine, fratello ili nij^.' Fa- le luogotenente del s. militare ordine Cc'
bio nielalo heiieinerito non meno [)ei la rosoliniilanod\ Mallti, il veii. bali Ir. Fi-

i)io-lei^azione da lui sostenuta in Ferrara lippo Colloredo. Fra'molti che scrissero


in circoslauze assai didlcili, die |)er l'al- del Friuli ricorderò:Fistulario,Z?;7/tì!^co-
livilà e saggezza onde si è diportalo nel- grafia aulica del Friuli dall'età remote
la delegazione d'Ancona durante l'inva- sino a' tempi di Coslitntino I il Grandcy
sione colerica che afllisse qiiflla città nel- Udine 1775. Gio. Giuseppe Liruli friu-
r iitino scorso), arcivescovo di Tarso e lano, De Seri'is nicdii aei'i in Foro Ju-
nunzio di Napoli, segretario della s. con- Hi, dissertalio, Rocuae 1752: Notizie di
giegazione de'vescovi e regolari, eil a'22 Gtinona, antica città del Frinii , Vene-
gennaio i 844 dichiarato patriarca di Co- zia 771 Notizie delle vite e delle opere
1 :

stantinopoli e insieme creato e riservato in de' letterati delFrinli, Venezia 1 760; Del-
nello cardinale, indi puhhiicalo a'2 1 a- la moneta pi'opria e forastiera eh' ebbe
nrilei84^- l'ielali friidani sono.Mg.'Gio. corso nel ducato del Friuli dalla deca-
Giuseppe Cappellari di Rigolalo arcidio- denza dell' impero romano sino al seco-
cesi d'Uiline, da Giegorio XVI nel i 832 lo X/ Venezia 74o- ^^- Girardi, Storia
, 1

|)reconizzalo vescovo di / iceiìza (f^-), he- fìsica del Friuli. F. Altan, Saggio del-
iienieientissimo p^istore. Mg/ Carlo dei l'antica storia civile ed ecclesiastica del
conti Delgraclo d'Udine e canonico onO' Friuli. P. Carlo Giuseppe da s. Fiorano,
vario della cattedrale, da Gregorio XV f Fondazione della cliiesa dlAniiileia, dis-
ammesso tra'prelali (!oine,->lici e i pioto- sertazione storico critica JMilaiio 1757. ,

liotaii apoMtolici, e f'ilto delegato di Pe- Paolo Diacono, Dellacliiesa d' Acptdeia
rugia. Il regnante Pio iX successivamen- dell'origine e fatti de' Longobardi, tra-
te lo pron>osse a chierico di camera, de- duzione di L. Domenichi, Venezia 548. i

legalo di Fermo ,
intei nim/.io apostolico G. O. Marzutlini, Collezione delle ope-
all'Aia nellOlanda, ed a' 28 sellemhre re de' Padri e di altri autori della chie-
1 855 lo promulgò vescovo d'Ascoli, (pon- sa /Iquileu-se, Udiiiei8A8. Gio. Doaie-
di cousagralo a' 20 gennaio 18 j(3 nella nico iicrloli, Àalieìiità d'Jquileia pro-
chiesa di s. Maria in Vallicella, al modo fane e sagre, Venezia I73(j. Girolamo
riferito dal n.° 1
7 del Giornale di Rotila, Tarlarolli, Dissertazione epistolare del-
dal cardinal Ascjuini, assistilo da mg/Sul- l'origine della chiesa d'Jcfuileia, Mila-
ler vescovo di ilosalia e vicario a[)osloIi- no 1759. P. Dande gesuita, Dissertatio
co di Tunisi, e da cug." Cariloni vescovo de Patriarchnlus Acinilejensis origine,
di Carisio presidente dell'accademia pon- progressu, et extinctionc ejusdeni recen-
tificia de'nohili ecclesiastici. ìMg.' Giusep- ter anno ly Si facta, nella sua Hist. U~
j»e IM.' Ri/.zolali nativo di Clauzetl(i, ve- UH', t. 2, p. 637. Di vari importanti ar-
scovo d'Aradia i/i par libus, (\ti'imnov\ ri- gomenti riguardanti le cose sagre ed ec-
lormali, nel 1889 da Gregorio XV*^! fat- profane e civili del Friuli e
clesiastiche,
to vicario a[)ostolico di Hu-Quar.g, nella d'Aquileia principalmente scrisse il cele-
cui vasli>sima provincia della Cina vi o- bre domenicano fr. (iio. Fiancesco Ber-
però un bene immenso, e dopo 3o anni nardo de Uubeis di fimiglia distinta di
di operosità in quelle missioni apostoli- Cividale,il (|u;de inerito che A posi olo Ze-
che, ora trovasi in Piouia. Mg.' Andrea no lasciasse in leslamenlo tutte le sue o-
Casasola nativo di Duj;i,iiel 1 856 dal re- j)ere stampale e mss. alla biblioteca del
gnante Pio IX degnamente dichiarato ve- convento de'domenicaiii di Venezia, allo
scovo deli aulica bcde di Concordia, cou dotte cure dcH'iUiigut; religioso coiillda-
io6 "
UDl U D I

la ; e di essere incaricato dall'iiltirno [)a- continuatore Nicolò Coleti, il quale nel t,

triarca cardinal Daniele Delfino ci ° ai- ! o, p. 207, riporta alctuie altre correzio-
civescovo d'Udine, ili recarsi in Ronia dti- ni. Coronò l'opera, diflicile per l'intralcia-
lanle la controversia dell'abolizione del ta storia, il eh. prete venezianoCappellelti
patriarcato d'Aquileia, per sostenere i di- colla sua: Le Chiese d'Italia dalla loro
lini della propria sede; tna egli prefeiì al- origine sino a' nostri giorni, ì. 8.° Dappoi-
lo splendore della negoziazione il rigoro- ché egli, come asserisce, fu felice di gio-
so genere di vita da Ini adoltalo, dividen- varsi coinodaoienle nella preziosissima
do cioè il suo leaipo fra lo studio e le pra- biblioteca J\Iarciana di Venezia.ovesicon-
tiche di pietà. L'encomiate opere del p, f,iivv ano \e ylggi unte mss, falle dal p, de
de E.nbeis sono le seguenti. Moimnieiiia Rubeis alle celebrale sue opere; non me-
JiccU'siae Aquilejensis, comineiilario hi- no degl'importanlissimi mss. lultora ine-
storico - chroiiologico - critico illustrata, diti ed ivi esistenti di Gio. Domenico Go-
cuin appendice, in qua i'ctiista Aquile- leli, nipote del mentovato Nicolò, sulle ag-
fcnaiuni Patriùrcharuin rerninqae Foro- giinite e correzioni all'Ughelli,anche pei'
H'ulicnsiurn chronicajemendatiora quae- la ebbe la for-
chiesa di Aquileia. Di più
tlani alia mine prlinnni in luccin pro-
, tuna e potè estrarre non poche notizie in-
deunt, Argentlnae (Venezia) 74o- In fi- I teressantissime e inedite, e forse anco in-
ne trovasi un'antica Cronaca de'patriar- cognite a molti, dalle preziose pergame-
chi d'Afpiileia. De Scìiisiiiate Ecclesiae ne de' due copiosi archivi di Cividale di
Aquilc/cnsis, liisiorica etc.Vcneliis ySi. i Friuli, ove per 5 secoli soggiornarono i
Animadversiones in Concilium a Grego- patriarchi aquileiesi,e dis.DiinielediFriu-
riani XII cclebraluni Fori-Julii seu in li, e nell'altro pure d'Udine ultitua dimo-
Cìvitate Austria, Venetiis 78 i. Disser- i ra de'ujedesiuii, tuttoché egli dice, que-^
dune
tatioiics ,
prima de Turanio sen , sii di lunga mano a quello di Cividale ia--

Tyrannio Rufino : altera de vetustis li- feriore. Imperocché chiama a ragione l'ar-
turgiis, Veneliisi 754. De IVunimis Pa- chivio del capitolo di Cividale, prezioso
triarcharuin Aquilejeiisiuni disserlalio, e ricco d'oltre 4000 importantissime per-»
'Veneliisi747- De Nunwùs Patriarcha- gamene.ec, di 1 08 bolle i)onti(icie, di mol-
rum Aquih'jensinm , dlssertalio altera, ti leggendari, passionari antichi e altri li-t

Venetiisi 794- H Muratori pubblicò, Fi- bri liturgici (contenente oggetti di belle ar-
tae Patriarchariiin Aquilejensiiuu, nel l. ti avanzo de'molti tesori
stimabilissimi),
1 6 della raccolta Rerum Italicaruni Seri- del patriarcato aquileiese, oltreil famoso

ptores. Comincia con s. Marco evangeli Evangelario creduto per qualche tempo
sta e conlinua sino a Nicolò I di Luxeoi- comprendere pure l'autogiafo e olografo
burgo che raor'i verso il 1357. Nel mede- di s. Marco (Cividale possiede pure il re-
simo tomo trovasi dell' udinese Antonio gio museo ordmato con generosa munifi-
Dellono le Fite de' Patriarchi d'Aquileia cenza dall'imperatore Francesco I, al can.
più diKuse e le quali arrivano al ;445. ti, Michele della Torre, con fondo annuo

L'Ughelli nel t. 5 dtW Italia sacra ci die- per l'accpiisto d'oggetti provenienti dagli
de: Provincia X sive ForiJulii Ducatus, scavi, stabilito per dispoiizione dell'arcidu-
uhi de Aqudcjensi Patria rchatu, c/us- ca Ranieri già viceré del regno Lombar-
dcinquc accurate Iractatur suffraganeis; do- Veneto; pittine di vane del-
merito in

quorum alii in hac ipsa pro^'incia, in fe- le sue chiese, un tempietto romano lon»
tirliis aliij aliique in Provinciis diversis gobai'do.il nobile e magnifico ponte di pie-
pxere sedes. Gunige fino al patriarca car- tre quadrate ec). Questo su[)posto l^an-
dinal Giovanni Delfino del 1 658, con altre gelarioé scritto in latino, versione di «piel-
notizie sul medesiuio del suo correttore e lo greco scritto da s. Marco. Prima «uu-
udì UDl 1U7
tilalotleirullime pagine, date Jalpalriar- re, canta Tevangelo e saluta il popolo, col
ca IN'icoIò 1 aHiniperaloie Carlo IV suo capo coperto d'ehno militare e tenendo
fratello naturale, chcyli dono alla catte- nella destra una lunga Spada (nel (piale

drale di Praga; poi per le guerre porta- articolo riportai costumanze analoghe),
le da'veneziani nel Friuli, i canonici d'A- sulla foggia dell'usate nel medio evo. In
quileìa avendo trasferito nel 141 B, come segno del leniporale dominio del patriar-
(i luogo di maggior sicurezza, lutti leso- i ca, nel suo pos^CMSu e seduto sul trono pon-

li di lor cliicsa nel ca[)itoIo dell' insigne tificale, gli si consegnava una spada sguai-
collegiata diCividale, e anche con essi il nata. Dissi più sopra intralciata storia,

rinomato Evangeiario, che conteneva i


4 non Solo poi dominio temporale esercita-
Jivangeli, ma (picllo ritenuto di s. Marco lo dal patriarca ò,' Aquileia, ma perchè da
privo della parie donata all'imperatore, questa chiesa apostolica, divenuta arcive-
ludi nel 1420 il doge Tomn)aso Moceni- scovile e poi patriarcale, sorsero succes-

go reputando l'Evangelo di s. Marco scrit- sivamente quella patriarcale di Grado,


to realmente da questi, l'ollenne per la poi riunita e nuovamente divisa da ,4qui~
Liasilicadi s. Marco di Venezia, cioè quan- leia, succedendo indi alla i.'^la patriarca-
to nell'Evangelario eravi rimasto in Squa- le di Venezia, ed alla 2."" posteriormen-
derni , che ancora esistono nel tesoio di te le due arcivescovili di Udine, edi Go-
detta basilica di s. IMarco, quasi però or- rizia o Gradisca [ùtWe quali riparlai a
mai dislrutlì dall'umitlilà. Cosi il prezio- Trieste), che nel giro di pochi luslii sog-
so codice di Cividale sullaulo contiene i giacquero a variazioni notabili.
3 Vangeli di s. Maltcu, di s. Luca e di s. Udine, Llìnumo L"///u% città regia,
Giovanni. Aggiunge il lodato Cappellet- ampia e bella, situala in vasta e fertile pia-

ti,che nello stesso archivio di Cividale vi nura, fra il Tagliamento e l'Isonzo, di-
sono codici mss. del rito particolare usa- stante 7 leghe d'Aquileia e dal mare, 3 da
lo nelle sagre ufllziature della chiesa A- Cividale e 23 da Venezia, in suo trinni
quileiese, d quale nomina vasi Patn'aichi- fere niiUiariuin ambila bisinillc ac ler-
HO, di cui parlai alUove, come a Rito (ove ceutma circiter contiiict demos, atqiic
per l'ommissioue dell' « dicesi Patriar- ah ultra viginti quatuor ìmllil>its inlin-
chio), e di cui giunsero traccie anche nel- bitatur cìvibus, come leggo nell' ultima
la chiesa di /'t^es/Vi, conservate siccome proposizione concistoriale. E bagnata da
derivale da qvielia di Gradu. Dell'archi- due canali d'acqua perenna, derivali dal
vio d'Udine abbiamo di Giusep[)e Bian- piccolo fiuoie Torre, influente nell'Ison-
chi , Thesaurus Jùcle^iac ylqudejensis, zo, che Gianlengono in attività i mulini e
opus sacculi XIF, Utini 1
847. I patriar- gli opificii; cinta di mura torreggianti,nel
chi d'Aquileia, oltre l'ordinaria amniini- cui recinto sono compresi i vari sobbor-
strazione pastorale sulla vasta loro arci- ghi, aperte da 9 porte, e nel mezzo, so-
diocesi e all'eslesissiaia giurisdizione me- pra l'isolalo colle, elevasi un maestoso e-
tropolitica sulla provincia ecclesiastica (la difizio chiamato Castello perchè innalza-
maggiore d'ilaliu, dopo Roma e Raven- to sulle rovine di antico castello giù resi-
na), a cui presiedevano, esercitarono per denza de' patriarchi, poi de' magistrali
più secoli anche giurisdizione civile e prin- veneti e del parlamento provinciale, indi
cipesca sopra vasto territorio, della quale del tribunale di giustizia, e finalmente
limane una memoria in Udine e in Civi- dopo il 1848 tramutalo dall'i, r. presidio
dale con rito bizzarro, nella 1," la notte austriaco della città in un forte. Ad esso
del s. Natale, nella 2/ nel giorno dell'E- vi si ascende per 3 vie, l'una di marmorei
pifania. Esso consiste, che d diacono ve- scalini, l'altra ricoperta da eleganti por-
stilo delle proprie insegne, recasi all'alla- tici, e la 3.' ben lastricala offre la con ve-
é

io8 udì UD I

iievole agiatezza. Alle falde del colle da le più recondite pai ti dell' Asia, consa-
un lato una pianura piantala d' alberi a grandosi al travaglio delle missioni, e la-

foggia di circo pel corso e pel passeggio, sciò scritta la serie de' suoi avvenimenti.
detta il Giardino; dall'altro la piazza di Le sue sagre spoglie furono trasferite nel-
s. Giovanni, bella per un portico degan- la chiesa parrocchiale della B. Vergine
tissioio,un maestoso palazzo della città, del Calmine. Vi è il convento ricostruito
una bella funlana, due colouise e alcune de' cappuccini, e il monastero delle fran-
statue colossali. Le strade sono spaziose, cescane di s. Chiara, iNel novembre 856 i

Ja piazza del Mercato nuovo regolare e fu eseguita la solenne apertura della ca-
ornata da detto forle,circoijdata da gran- sa de'pp, dell'oratorio, colla bella annessa
diosi fabbricali con piacevole euritmia. chiesa di s. Maria Maddalena delta dei
Anche la [)iazza del ftlercato vecchio, e la Filippini. Dopo la soppressione e l'mca-
piazza Contaieua già della del Vino se- iiìeramenlo di quella casa, un tempo sì

tondo alcuni, sono assai bene adornate. I florida, non avea essa mai più potuto ri-

molti palazzi, edifìzi privati e templi di sorgere lino a questi ultimi tempi, iìe-
bella forma, il colle, le acque, i giardini nonchè, avendo il benemerito [>. Carlo
danno alla città un appello ridente. Otti- Fdaferro della slessa congregazione, isti-
mo, ampio e niagnifico è l'edificio della tutore della pia casa delle Derelitte, de-
Ctilledrale metropolitana dedicata all'Aa- funto or sojio pochi anni, col più instan-
Duiizia/ioiie di Maria Vergine. Il capito- cabile zelo ed ingegnosa carità radunato
lo si compone dell'unica dignità del pre- de' fondi pecuniarii, con essi comprò uà
posto, secondo la più recente proposizione edificio annesso all'oralorio e alla chiesa,

concistoriale, ma vi sono anche le dignità e lo ridusse abitabile ad iisode'padri, do-


liei decano e del primicerio di recente ri- tandolo ancora di sue vistose largizioni ;

stabilite dall' oilierno arcivescovo; di 12 recentemente poi il p. Luigi Scrosoppi,


canonici prebendati, compresi il teologo fratello uterino dell'encomiato p, Carlo,
e il 6 canonici onorari.
penitenziere, olire die un nuovo efllcace slancio alla santa
Tulli sono prolonotari apostolici, de nu- opera col donare la somma di ig,ooo
mero par lecipaiitium, e ne godono le in- lire austriache da servire pel manteni-
segne ei privilegi. Di più vi sono 20 tra mento gratuito di 4 padri, e la casa fuco-
mansionari e ca[>pellani,e 12 chierici in- sì felicemente istituita ed aperta. I diversi
servienti a'diviin iiffi/i. La cura delle a- pii stabilimenti sono i conservatorii delle
nime è allidnla al ca[)ilolo, che l'esercita zitelle, delle dimesse, delle suore della
per 2 mansionari chiantati vicari curali, carità per l'assistenza degl'infermi nel-
amovibili ad nutiiin capituli. il ballisle- l'ospedale civico, il quale è vasto con casa
rio è nella prossima cappella capitolare. centrale pegli esposti, l'istituto della ca-
Il [lalazzo arcivescovile, grande e spleodi- rità delle rosarie, quello delle convertite,
tlu edilìzio, è alquanto distante dalla cat- l'asilo d* infanzia, la casa di ricovero, li

tedrale. Altro palazzo arcivescovile è nel seminario, nuovo e spazioso edilìzio, con-
villaggio di Rosazzo, già dell'aulica ab- tiene 200 alunni con istudi primani,giu-
Ijazia, comune di Mau/.ano a 3 leghe da nasiali,(ìlosonci e teologici : esso fu f »bbri-
Udine. ìNella città, tra le altre chiese, i o calo con sontuosa magnificenza ilal ve-
sono [)ai loccliiali, tutte nuinite del sacro scovo Lodi d'im[)eritura memoria. Vi è
fonte. La chiesa de' ca[)[)uccini di s. Fran- il sodalizio del ss. Sagramento, il monte
cesco conteneva il cor[io del francesca- di |)ielà bell'edifizio, vastissimo v magni-
no b. Odrjiico Mdtliussi di Porto IS'ao- fico essendoii cimiterio'puhblico.Nel 1 85i
ne o Porilenoue nel Friuli, che poco do- alla pia casa di carità, eretta per racco-
po Mai cu Pulu viaggiò [Jtr 16 auui nel- gliere e allevare il ligliu del povero, donò
,

udì udì 109


lire 28,120 il Finncesco Anlo-
nobile d.' proposta l'associazione Fi inlnna d'aprire
liiiii. L' istruzione pubblica è soslciiiita un podere modello, inlnnlo acquistato
con municipali e regie fonda/ioni, poiché un ampio orlo entro il cerchio della città,
olire i meojorati i>tituli femminili, vi è vi fu posto al governo peritissimo orti-

un collegio maschile, molle scuole pub- cultore, coll'incai ico cziaiulio d'educare
bliche primarie, un ginnasio e un liceo. all'orticoltura paiecclii giovanrlti orfa-
La sontuosa e pubblica biblioteca arcive- nelli speltnnli ni pio istituto della città.
scovile, eretta dall' arcivescovo Bartolo- In (juesta l'associazione pubblica ogni r 5
meo Gradenigo, ornata e arricchita d'ot- giorni il Bnllcllino dell' /Issocìazionc
timi libri e preziosi mss. dal successore ^'Jgran'a Friulana. Inoltre in Udine si
Gio. GirolauJO Gradenigo che inoltre ( stampano e dispensano ogni giovedì, :

edificò l'ampio seuìinario, che poi per le L' Annotatore Fi-ìiilano con rivista ,

•vicende de' tempi fu convertito ad altro politica: ogni domenica, UJlrliiinixtn


la /pietra al nuovo ospedale),
uso, e pose I Friulano, giornale di scienze. Nel 85^ 1

\enne ultimamente accresciuta colla li- il consiglio comunale definiti vamenteap-

brerìa Bartoliniana, perciò doviziosa di provò il progetto, onde in breve la città


codici e rare edizioni. E" pure pregievole la fòsse illuminata a gaz. Con sovrana riso-
biblioteca privala de'conli Florio. Possie- luzione dell'oltcjbre di detto anno, fu de-
de Udine un istituto filarmonico e dram- terminala la strada ferrala, che da Tre-
inalico, un gabinetto di lettura ; ha pa- v/50 e diretta verso l'Illirico, abbiada Sa^
recchi librai e stamperie, e non manca di cile (in quesl' articolo dissi con Ughelli
quanto altro conviene alla civiltà d'(ui'ib che fu già sede vescovile, il che nega il oh.
lustre città, L'Associazione Agraria Friu- Cappclletli)a passare per Fontanafiedda
lana fundata in Udine neh 845, a motivo e Pordenone, sino al ponte della Meduna,
de'forlunosi avvenimenti ebbeefFelto nel- da dove la linea retta dovesse rivolgersi
l'agosto 855. Viene assai lodata e se ne
1 per Codroipo, poi al nordovest per Udi-
rende ragione con articoli pubblicali dal- ne, e da questa discendere direttamente a
la Cioiiaca di Milano del cav. Ignazio Palma Nuova, e da colà sino a Gradisca
Canlù, per essere il Friuliil i.° paese del- sull'Isonzo. Quindi nel luglio i853 con
la Venezia e della Lombardia, che pensò altra sovrana lisoluzione fu permesso clic
all'attuazione d'un' associazione agraria, la porta della città d'Udine, che dovea es-
mentre in tutta 1' Italia ferve il lodevo- sere eretta in conseguenza della piogel-
lissimo amore per l' agricole industrie. lala costruzione d'una strada di comu-
]Ma nella medesima Cronaca si legge, nicazione dal centro della città verso la
quanto alla priorità, sebbene con altre detta ferrovia, porli il suo nome di Fran-
poco diverse denominazioni, esistere le cesco-Giuseppe. L'imperatore volle be-
società d'Incoraggiamento di Milano, non nignamente e di sua spontaneità assumer-
che di Padova, la quale iniziata nel 1 84 1 ne la costruzione, e donò i terreni neces-
ebbe azione nel 1846. Dell'associa-
vita e sari per l'erezione della stazione della fer-
zione agraria Friulana già ne sono be- rovia della città. In Udine nella stagione
nemeriti i presidenti conte Alvise Moce- della primavera 1 856 fu aperto il nuovo
nigo e conte Gherardo Freschi, ed il se- leatro della Minerva. E per nominare
gretario d.' Valussi. Ha per nobile sco- taluno fra' vai i uomini che illustrarono
po, l'esposiziotii d'animali utili e benefici, questa città, ricorderò il celebre predica-
di sericoltuia, di prodotti agricoli, e di tore Maflei, i due Lionardi da Udine, l'u-
nuicchiue e congegni rurali ; giiitlerdo- no in teologia, 1'
altro celebre in sagre
naiido con premii e con menzioni onori- lettere, Giovanni da Udine pittore (dei
iiclie i migliori concorrcnli. Essendosi cui famosi grolleschi riparlai nel volume
I IO udì udì
LXXIY, p. 9?.), GtTgnrio e Romoln A- eie per cuoi, che riescono benissimo, &
niasei Fiancfsco lìo'.^oi tello,
, Pompeo una grande raffineria per zuccheri, la

Calino, Tiberio Deciano, poeti i Erasmo (piide smaltisce da nn milione e mezzo


Valvasoiie, Eimas ili Colloietlo ìnilialet- di libbre cnetriche di zucchero lordo al-
lo (iiulaiio, Fraiigipaiìe senatore (li Ho- l'anno. Vi si fabbricano buone tele, drap-
Dia sii^iioietli Tarcenloe Castel Poipelo pi di lana e stoffe di seta. Si raccoglie dal-
nel Friuli (del ramo della celebre Rinii- l' ubertoso territorio copia di vino, e sfi

glia ili IÌ0ìut7,ne\ quale e in tanti altri ai- ne fa asportazione nell'altre limitrofe prò-
liioli ne ragionai, come nel voi. LXXIII, vincie dell'Austria. Vi è pure molto traf-

p. 162), Cornelio Frangipane giuiecon- fico di legname. Udine surcessead Aipii-


snlto elocpientee poeta, Claudio Cornelio leia nella dignità di metropoli dell'am[>iri
Frangipane figlio del precedente, magi- provincia del Friuli; il suo nome non
strato e letterato, Matteo da Udine teo- s incontra negli antichi monumenti se
logo, Daniele Floi io, lo storico patrioGio. non dopo il X secolo. Si vuole tuttavolta

GiuseppeLirutijZanon economista, il can* che la sua etimologia e quella del piccolo


FrancescoTrenfo autore di diverse opere, fiume o torrente Torre che vi scorre a
lodato per mirabile religione, sapienza e fianco, derivino da Odino e da Thor di

ingegno. Udine vanta ancora altri insigni lui figlio, divinità degli scandinavi, pri-
ecclesiastici fregiali delle piimarie digni- mi inquilini celti eh' ebbero stanza nel
tà della Chiesa, abbati mitrati, vescovi e Friuli cMteriormente a' romani. In Udi-
cardinali, i quali ultimi encomiai di so- ne, intorno al colle, girano de'soltenanei

pra. Ebbe pure parecchi di santa vita, a volto reale di pietre quadrate, opera

e di recente Papa Pio IX a' 27 setiem-


il ardimentosa e stupenda, ove forse prati-
brei 84^ confeimò il culto immemorabi- cavano i loro ritigli adoratori di Odino.
le della b. EIcna ila Udine della nobile Alcuni pretendono di attribuire agli unni
Famiglia de'Valenlini*, tnonaca romita- d'Attila la fondazione di Udine, ed altri

iia di s. Agostino. Udine è la residenza ritengono che già era nobile castello nel
d'una regia delegazione, d'un tribunale VI secolo. Con altri luoghi fu donata in
d'una camera di com-
civile e criminale, piena sovraìiità a'palriarchi d' Aquileia,

mercio, e di ogni altra magistratura pro- come poi dirò. Imperocché, per la lun-
vinciale, e manda un deputalo alla con- ga dimora che vi fecero essi, e perchè
gregazione centrale in Venezia, come la l'ultimo patriarca divenne il i.° arcive-
provincia ne manda due. Non è vero scovo d' Udine, secondo il praticato in
cheil terrenoche la circonda sia sleriledi altri simili articoli, in questo per unità
sua natura, come pietese qualche scrit- d'argomento mi proposi di riportare com-
tore; esso invece è fertile e collivatissimo, pendiosamente la serie de' patriarchi ili
e non si acquista che a carissimo prezzo. Aaidlcia, il che effettuo con più sicurez-
L'aria è pura, ed dominano. La i venti la za e soddisf.izione, ora che criticamente
sua posizione non è molto accomodata al la pubblicò rettificata il sacerdote Cap-
commercio, uè finora alcuna grandestra- [ìelletti, insieme a tutti i suoi documenti,
da commerciale l'attraversò; nondimeno memorie, bolle e diplomi ; e ciò nou so-
ha mollo traflico, e 3 mercati di biade lamente per supplire alla brevità di quel-
ogni «ellimaiia, uno di animali ogni me- l'articolo, ma eziandio per essere oppor-
se, e oliere annue vi danno molto movi- tuna a questo, nella cui storia si conqie-
mento. La piccola industria vi fiorisce ;
netra, ed oltres'i a'tanti altri che vi hanno
le grandi fabbriche son poche; havvi relazione. I duchi del Friuli longobardi
però molti telai per canapa e lino, e mol- e franchi, di cui superiormente riprodus-
ti filatoi per la seta, alcune grandi con- si In serie cronologica, e poi anche i pa-
U D l udì ih
liinichi (l'Aquileia seileUero n Civi<lale, cidato, e queU'urnii raccolse in Udine !e

finché jilia fine Uiline divenne meIin[)oIi sagre sue spoglie. die a vea egli nobilmente
<lel j)i incidalo sovrajio de' [ìaliiaiclii nel appiesla'.n per la traslazione de' gloriosi
secolo XIII, aveiido-'i il pilriarca Per- martiri, che riposavano in A<jnileia,diche
toldo o Bertoldo pel i.° trasferita la sua dovrò meglio riparlare. Ne vendicò Tese-
sede e la sua corte. Tosto Udine risplen- orando allentalo le pontificie censure di
delle in niodo, che le fti dato il nome di Clemente VI, e la spada della giustizia
Nuova Aijìiih'ui.^eWri stesso secolo e nel impugnata dal patriarca successore Nico-
seguente ciehhe la ciliàper molte nobili Io I, ondei rei subirono la meritata pena,
famiglie, die da lulla Italia accorrevano e non rimase pietra sopra pietra nelle lo-
n cercaivi rifugio. Accolse nelle sue mura io terre. Narra il eh. avv. Castellano nel-
Federico II imperatore, nienlredirigevasi lo Specchio f^eogiv/fJco-storicOy ch'egli
n Piotna, e poiallri sovrani ecelebiiperso- ottenne dal Papa Innocenzo Vld'innaU
naggiChe nel 3 19 Danle vi fu accolloda
I zare al rango di cattedrale la chiesa di U-
Pagano tlella Torre, lo ricordai nel voi, tliue,alteso il sempre maggior decadimen-
LXXV II, p. 3o. Il patriarca Raimondo
I I lo d'Aquileia; ma tale asserzione è ine-
della Torre o Torriani, ed successori nel i salta per quanto dovrò raccontare. L'av-
secolo XIV, ebbero ne(|uenti giieire or venitnentodi Cailo IV alla dignità itnpe-
con Treviso, or co'conti tli Gorizia, or coi rialecompì l'esultanza degli udinesi, che
I Caminesi signori di Treviso, di Fellre, solenne accoglienza gli fecero, in uno alla
diBdiunoj e conaltri. Ma fiiunmisehian- sua nobilissima corte, quando neliS'i'ìi
do lo spirituale col temporale potere, sco- si recò a Roma per ricevervi la corona. Di
municò tievigiani che non avea potuto
i poca conseguenza furono le contese ecci-
vincere colle armi, per cui colpiti dalla i tatesi nel Friuli sino aliSBi; ma in que-
terribile censura nel i 2()2 appellarono al- si* anno fatale, posti in amara collisione
la s. Sede. Fu Raimondo però, che la cit- gì' inleressi degli tidinesi con quelli del
td ed i borghi, già ben ordinali da Dei lol- patriarca, fu questa la fonte di rinascen-
do, cinse deiratluale muraglia, ed apri ai li sciagure. Ne fu causa il rifiuto di Pa[)a
Torriani proscritti da Milano un asilo,che Urbano VI nelnon voler confei'n)are l'e-
sollo il patriarcato di Pagano della Torre lezione di Lodovico proposto di Livv al
fu comune oltre a Dante, a Boccaccio, Pe- patriarcato, al dire del Castellano, o piìi
irarca, Gino e altri illustri ospiti, ch'ebbe- veramente Tristano Savorgnan,innalzan-
ro in quella corte nobde e generosa acco- do in vece a quella dignità e con titolo di
glienza.Le fazioni però che divisero l'Ita- aiiìminislralore il cardinal Filiipo d'A-
liain quell'epoca iiifausta,penetraronoan' lenson. Sei annidi sanguinosa guerra ci-
che in Udine, Guelfi e Chi/cl/ini, e iVima vile desolarono il Friuli, che in sostegno
sanguinosa mischia fra le due polenti fa- degli udinesi concorse Ungheria
il re d'
miglie Savtirgnan e Andieoti, ne fu lo e la repubblica di Venezia, mentre il Pa-

scoppio dal patriarca represso col sangue pa aiutato dalla contraria parte, non che
dfi'principali congiurati. Ma verso il i 34B da'Carraresi signori tli Pailovi e da' Vis-
arse più feroce la guerra del partito pa- conti signori di Milano, persisteva nel-
Inarcale contro quello de'viui feudatari e la sua scelta. Terminò la contesa col-
malcoulenti friulani, ed miseroe ottimo
il la volontaria rinunzia del cardinale, cui
patriarca b. Bertrando, che sotto buona venne canonicamente sostituito Giovan-
Padova al sinodo con-
fede erasi recalo in niV di Moravia, figlio naturale dell'im-
vocato dal cardinal di Boulogne legalo peralore Carlo IV. Non rispose però egli
pontificio, fu soUoSpilimbergodielroac- alle speranze degli angustiati udinesi,
canita zulFa da' ribelli barbaramente tru- poiché il suo fiero carattere suscitò nuovi
112 udì V D I

guai. L' nslio disfogato coiifro gli nmlci sede. Sì cerilo fratlanlo la guerra Ira .Si-

(Iella possente fimi iglifi Sa vorgiian, e l'in- gismondo imperatore e re d' Ungheria
sidiosa uccisione del piincipal niemliro colla repid:)blica di Venezia, né riuscì ai
tlì essa Federico, cagionò la più fuiiesla friulani di liinaneie attaccali agli a(nici
leazione, dalia quale il patriarca scaiiipò vicini, ma dovettero pi<gare dalla parte
colla Fuga; esel)l)eiie la mediazione della di Sigismondo; anzi alcuni pielendono
repubblica di Venezia avesse dato luogo che a sua istigazione fu eletto il patriarca
a componimento, non potè poi evitare il Lodovico II duca diTech e che parteg-
pugnale di Tiislano Savorgnan, che con giò per lui. Gli ungheri, come altre vol-
nuovo misfatto vendicò lo scempio pater- te, armata mano occuparono e desolaro-
no, siccome vuole il Castellano. Dopo il no il Friuli, ma ad essi oppose Venezia
breve tratto, in cui tenne Antonio Gae- 1 i prodi capitani Carloe Pandolfo Malate-
lani il patriarcato, rinunziato pel cardi- sta di Rimini, eil una tregua quinquen-
nalato a cui fu innalzato, la nomina di nale sopravvenne fi a'contendenti. Questa
Antonio Panciarini friulano a patriarca spirala, i veneziani si rivolsero energica-
neli4o2 di Ijonifacio IX, bandi ogni di- mente a terminar nel Friuli ogni dissen-
scordia e riempii popoli d'esultanza. Man- sione; e quantunque il patriarca avesse
tenne questo stalo Papa Inno-di quiete ottenuto conferma di Martino V, tardi
la

renzo VII; ma lo scisma d'occidente che invocandone la mediazione venne col ,

lacerava la Chiesa riuscì fatale anche agli Friuli Cdine ancora in potere della re-
udinesi, perchè suscitatosi ut^ contrario pubblica di Venezia, remlendosi al gene-
parlilo pose il Panciarini in disgrazia con rale Filippo Arceli e al provveditore iMar-
Gregorio XII, il quale giunse a scomuni- co Dragadin, con che Tristano Savorgnan
carlo e deporlo, surrogandogli Da Ponte I iciq)erò i confiscati suoi beni e suggellò
nel 1409. iMal sodrendo gli udinesi il fa- la riconciliazione de' popoli. Il patriarca
tale avvenimento, impedirono al Pap di 1 Tech fu espidso dalla sua sede, ed inutil-
tenere nella loro città il già convocalo mente si alfaticò [ter ricuperare la perdu-
concilio, e dojio le quasi precipitose o agi- ta sovranità.EugenioI V fece pali'iarca nel
tale sessioni tenute a Cividale, di che do- 1439 Scarampo Mezzarola e poi lo creò
\iò riparlare, dovè salpare sotto meniite cardinale. Sotto di (juesti e nel 1
44^ ven-
spoglie da Lalisana, ricondotto dalle ga- ne stipulata la famosa Transazione, con
lere di Ladislao re di Napoli ne'suoi stati. che definitivamente cessò il temporale
Aderivano intanto gli udinesi al sinodo dominio de'palriarchi, ed Friuli diven- il

di l*isa, adunalo contro Gregorio XII e ne dominio veneto. Udine, insieme col
r antipapa Benedetto XIII, ed due pa- i parlansenlo provincialee colla cittadinan-
triarchi disputaronsi per lungo tem[)0 il za, avea governato la patria sotto la so-

territorio. Benché Alessandro V eletto vranità de'paliiarchi, e dopo detta epoca


]*apa dal sinodo si mostrasse favorevole solto quella della [)ossente repubblica di
al Panciaruii. pure le divisioni fomenta- Venezia fino alla caduta di questa. Cosi
le dagl'imperiali, e riprodotte sotto Gip- il Friuli e Udine sua metropoli seguiro-
vanni XX ili, successore d'Alessandro V, no i destini, prinia de'palriarchi >y Jqiii-
l'indussero a ritirarsi in Roma accettando Ida e poi della repubblica di / cmzia,
(la quello il cardinalato, e trasferito da onde la storia di cpiesta e di quelli si ran-
Gregorio XII il Da Ponte ad Otianlo, se- noda alla loro, ulteriore motivo che pie-
condo il ih. Castellano (ma non pare, ci|)uamente m'indusse in quesl'tuticoloa
poiché l'Ughelli dice che tornò «Ila sua riferire la serie de'palriarchi, cui succes-
sede di Concordia, e il Cappelletti che sero gli arcivescovi d'Udine. Questa città
passò a quella di Zara), rimase libera la desolala dalla peste nel 1 5i i e nel iG56
udì . udì 1,3
hriiicipalinenle, non giunse [)iù nlla pri- lenente Barbaro imbandì lauta mensa,
inicra sua popolazione. JNi-I 1782 Udine Indi il Papa s'incamminò pe'confini au-
fu onorala delia presenza del l'apa Pio VI siriaci, giiir\lo aVjnali ringraziò inomina-
nel suo viaggio a Vienna. Narra mg.'Dini ti due procuratori, incaricandoli di vi va-

nti suo Diario, clie il Papa mercoledì i 3 mente rappresentare al senato veneto la
rjiiirzo ad orei5 partilo da Selcile per U- sua riconoscenzae diessere rimaslosen»;i-
(line, nel cui tragitto fu veramente mira- bilissimo per leallenzioni ricevute. Pio VI
bile lo straordinario concorso del popolo, nello slesso giorno pervenne a Gorizia,
più parlicolarmeiite nelia vasta pianura capitale della bassa Carniola ne'dominii
tl(;l rapidissimo Taglianiento, ove fu Irò- aiislriaci. Nel i
797 essendosi Mantova
vaia pronta per varcarlo nobile peola resa a' francesi, ne fu conseguenza i ne-
pel Papa, ed a servirlo il cav. Valvason» goziali fra l'Austria e la repidjblica fran-
A 22 ore il Sommo Pontefice feliccinen- cese per la pace, i cui preliminari filli a
te giunse in Udine capitale del Friuli Ve- Leoben, produssero le conferenze d' U-
iicto floridissima, e discese dalla carrozza dine, dove dimoravano pIeni[)otenzi;jri i

al nobile e magnifico palazzo del conte nuslriaci, e in Passariano o Passeriano


Antonini, fatto diligenlemenle preparare luogo del Friuli, dove abitava Napoleo-
dalla repubblica. Ivi fu incontrato dal- ne I3ouaparte comandante de'francesi nel
1' arcivescovo diocesano mg.' Gio. Giro- palazzo magnifico de'Manin. Ne fu risol-
iamo Gradenigo, da mg.' Bonifacio da tato il famoso Iraltalo segnalo a Campo-
Ponte vescovo di Capo d'Istria, dal nobile Formio, nello slesso Friuli, a' 7 ottobre i

Giovanni Ba-rbaio luogotenente nelFriu- da Bonaparte e dal conte di Combentzcl,


li, e da un gran numero di nobiltà con il quale fece cessare la repubblica di Ve-

isplendida formalità. Asceso Pio VI nel nezia, che colla più parte de' suoi stali,
suo appartamento, ammise a paiticolare compresi Udinee il Friuli, passò nel do-
udienza mg.' arcivescovo e il luogotenen- minio dell'Austria. Indi per nuove guer-
tedella piovincia,ed altri distinti eccle- re il Friuli e Udine fecero parie del regno
siastici ; e di[)oi ammise al bacio del piede d'Italia, ed Udine divenne capoluogo del
tulla la nobiltà, molti altri ecclesiastici e dipartimento italico di Passariano, nome
regolari, e finalmente soddisfacendo al- derivalo dal suddetto memorabile luogo,
r istanze del degno pastore, compatti al- e si formò di 4 distretti, suddivisi in ig
raffollalissimo popolo adunato nell'adia- cantoni formanti 1 3 comuni e con più di
1

cente piazza l'apostolica benedizione. Sic- 290,000 abitanti. Divenuto Napoleone I


come Papa ne' dominii veneti era ac-
il imperatore de'francesi e re d'Italia, di-
compagnalo da' procuratori cav. Pietro chiaro duca del Friuli il gran marescial-
Luigi Contarini e Lodovico Manin, con- lo di palazzo Duroc di Pont à Mousson,
siderando che nel dì seguente ne sarebbe poi ucciso a' 2 maggioi8i3 nella balta*
liscilo, per dimostrare ad essi paterno af glia di Lutzen. Nel i8 i4 Udine col Friu-
felto e riconoscenza, donò al cavaliere due li tornarono al dominio dell'auguslacasa

corone di lapislazzuli alla cavaliera be- d'Austria, e vennero compresi nel regno
nedelle, una per se e l'altra per la consor- Lombardo- Veneto. Nel 848 i insorta l'I-

le, e distinse il Manin col dichiararlo ca- lalia, anche Udine si pose in libertà nel
\aliere aurealo, nella forma medesima marzo, ma tosto tornò all' ubbidienza
che solevasi praticare in Roma cogli Aiu- imperiale.
àcW rdiciizn[l .)
luisciatori\ey\^\\\ìv\m:\ '
Aqidkia propugnacolo d'Italia contro
di congedo. A' 4 Pio V I ascoltò nelia me-
1 le irruzioni de'barbari, appellata allraRo •

tropolitana la messa celebrala dal suo n)a, sulla sponda del fiume Natisunee cir-
cappellano mg.' Ponzetti, ed il luogo- ca 12 miglia dall'Adriatico, già imperiale,
voL. ixxxir. - ..^ 8

flK^.u A.1MA WlA h


4

1
1
udì UD I

splendida per magnifici edifizi e pernu- gono 11 del 29^, Agapito del 3oo, Teo-
iiiei'oso popolo; invasa e distrutta dagli doro fu nel 3i4 al concilio d'Arles con-
unni, lifiiblu icala e poi alj|jaiulonata dai tro i donatisti. Benedetto del 332 inter-
snoi pastori , decadde talmente dal suo venne al sinodo romano di s. Giulio 1 nel
lustro, che ora trovasi ridotta alla condi- 337. Fortunato o Fortunaziano si sotto-
zionedi meschina città o villaggio del re- scrisse nel 347 al concilio di Sardica, ab
tano Illirico nel governo di Trieste, e mal- Jlalia de Acjitìh'ja^ lodato pastore che o-
sana dimora di pescatori e marinari. Si ha spitò s. Atanasio patriarca d'Alessandria
dalla C6>stante tradizione, convalidata da acerrimo impugnatore degli ariani, ed an-
mollecronache, che il principe degli apo- che Valente vescovo di Mursa e Ursacio
stoli s. Pietro inviò il suo discepolo s. Mar- vescovodi Singidon, che nel conciliodi Mi-
co evangelista in Aquileia, nell'anno /^o lano aveano per politica abiurato l'aria-
circa dell'eia cristiana, per promulgarvi nesimo, al quale fecero poi ritorno. Per
la fede di Gesù Cristo e piantarvi la se- frode degli ariani,com'altri,Foi timaziano
de vescovile, come eseguì, onde ne fu l'a- fu strascinato nell'errore, n»a sembra che
postolo e ili," vescovo. Quindi bramoso non fosse ariano, né sia morto nell'errore.
dopo un settennio di rivedere 1' amato Circa 368 fiorì s. V'alerianoe
il fu al si-
maestro, si propose di recarsi a Rouìa, e nodo romano del 36q; radunò e presiedè
prima di lasciar Aquileia vi stabilì suo nel 38iil concilio d'Aqnileia,e pel i.° lo
successore il discepolo s. Ermagora ad sottoscrisse. Nella lettera sinodale pel con-
istanza del jìopolo ; ma non volle consa- cilio tenuto nel 382 in Roma da s. Dama-
grarlo senza il pern)csso del supremo ca- so 1, viene nominalo prima s. Ambrogio
])0 della Chiesa. Perciò lo portò in Pioma, di Milano, eh' era intervenuto anche a
e ivi s. Pietro stesso gli confeiì l'episco- quello d'Aquileia, e poi s. Valeriano che

pale ordinazione, dopo di che tornò alla tì si 388 gli successe s. Cromazio,
recò.Nel
sua chiesa che vivau>ente lo desiderava. assai dotto, probabilmente consagralo da
IN'on mancano sostenitori, che celebrano s. Ambrogio, poiché per la disciplina d'al-
s. Ermagora fondatore del vescovato A- lora due vescovi d' Aquileia e Milano si
i

quileiese e suo pioto-episcopo. Moltipli- doveano scambievolmente ordinare s. :

candosi i fedeli, la persecuzione de' gen- Cromazio pacificò con s. Girolamo il mo-
tili tosto innaiìlò il suolo del glorioso e fe- naco Piufìno d'Aquileia, nato in Concor-
condo sangue de'martiri, essendone le pri- dia, dottissimo autoredi molle opere; ed
mizie le ss. Eufemia, Dorotea, Tecla ed inoltre fu benemerito della condanna de-
Erasraa nobili vergini. Anclies. Erniago- gli errori d'Origene, della difesa di s.Gio.
ra riportò la corona del martirio, forse G risostomo, e per Topere che scrisse. Nel
verso l'anno 70, in compagnia del suo 407 Agostino beneventano eruditissimo
jtrcidiacono s. Fortunato, che dalla fan- e zelante dell'ortodossia, fu eletto dagli a-
ciullezza uvea educato e designava suc- quileiesi tra le desolazioni che recavano i

cessole nell' episco[)ato. Ambedue sono feroci goti nelle piovincie da essi invase,

principali protettori dell'arcidiocesi d'U- e da' quali erano oppressi. Gli unni mi-
dine , la quale ancora ne venera le reli- nacciando imminente e sterminatrice ir-
quie. Altro illustre e glorioso martire fu ruzione, per lo spavento da cui erano com-
nei 167 il i*apa s. Pio I nato in Aquileia. presi gli aquileiesi, il provvido vescovo
Assai sconvolta è nell'antiche cronache la cercò loro un sicuro asilo nella vicina i-

immediati pastori, dopo s. Er-


serie de'7 soladi Grado, dislante4 leghe circa pi-es-

magora. IVel 274 circa, e dopo lunga ve- so le lagune di ]^fai-ano, già sede vesco-
dovanza della cattedra, si pone s. Ilario vile nella provincia d'Udine. Era Grado
inaitirc, indi Crisogono I del ^HT), Criso- sino da'iempi antichi quasi un soltborgo
udì udì h5
e porlo marittimo cV Aquileia, ove i pri- Aquileh. Nel ;)oo diventò vescovo !\Iar
mitivi cristiani aveaiio eretto oratorii e Cellino romano, che nel 5u3 fu in Pioma
chiese. Ivi il vescovo Agostino feceetlifl- al celebre sinodo Palmare, e di sovente
care molte case per abitazione del suo passava da Grado in Aquileia, ove gli a-
popolo, fofs' anche il castello, e perciò riani per la prolezione de'goli dissemina-
venne comunemente celebrato fondatore vano i perniciosi luio errori, onde impe^
delia città. Si distinse inoltre nel confu- dirne le funeste conseguenzf. Stefino I

tare gli errori de' Pelagiani, difendendo del DI 5, oriundo da Milano, esercitò si-
i dogmi cattolici. Gli successe nel 434 A- multaneamente il pasloral ministero in
delfo o Dolfino di Aitino, ed a questi nei Grado e in Aquileia. Gli successe nelTSt)
442 o 443 Massimo ; indi nel 444 Gen- Macedonio, e da esso derivò il deplorabile
naro, a cui scrisse s. Leone I perchè con scisma, che tenne separata per un secolo e
diligenza estirpasse dalla provincia aqui- mezzo la chiesa d'Aijuileia dalla s. Sede,
leiese ogni avair^^o d'eresia pelagiana. Di- allorquando egli e i vescovi della provin-
venuto nel 45 vescovo Secondo,
1 nell'an- cia metropolitana aquileiese si rillutaro-
no seguente con profondo dolore vide di- no di sottoscrivere la famigerata condan-
struggere dal ferocissimo Attila re degli na de' Tre Ctipiloli {f^.), pronunziata
lumi Aquileia, Aitino, la cui sede vesco- nel 553 o nel 554- Narsete patrizio e du-
vile fu poi trasferita a Torccllo, Opiter- ca, contro la memorata disciplina eccle-
gio ora Oderzo, Concordia, Padova e siastica, condusse Macedonio quasi a fòr-
J^oro Giidio o Cividalc. Non pare che za in Ravenna, sede del governo degl'im-
Aquileia restasse totalmente diroccata, peratori d'oriente, per consagrare Vitale
continuando a risiedervi Secondo, e il ve- in vescovo di Milano, nella qual città do
scovo s. Niceta greco che gli successe nel vea ciò eseguirsi. Tale violazione si ri-

453 o nel 434)'' q"'de però pose in salvo petè nel 5 jy, quando Vitale consagrò in
nel castello di Grado le sagre reliquie, i Uavenna Paoloo Paolino vescovod'Aqiii-
tesori di sua chiesa e le femmine. Sedati leia, ambedue scismatici e separali dall'u-
gli sconvolgimenti della terribile inva- nità cattolica, e Papa Pelagio I disappro-
sione, parecchi profughi tornati alle loro vò tale irregolarità canonica, perchè non
famiglie, comepianli per morti, alcune lo- fatta la consagrazione nella città del coa-
ro mogli erano passate ad altre nozze, per- sagrando, nella quale dovcasi poi'tare il

ciò reclamarono al vescovo. Questi consul- consagratore, risultandone cosi l'assenso


tò Papa s. Leone I, il quale sotto pena di del popolo e della chiesa, a cui dovea pre-
scomunica le fece ritornare a'propri mari- siedere il cousagrato. Vieppiù sotto Paolo

ti nel 458. A s. Niceta nel 4B5 fu sostitui- si rassodò lo scisma, e propriamente pel
to Marcelliano originario di Tessalonica, I
.° s'appropriò il titolo di Patriarca^neì
che fondò monastero Belinese e la chiesa
il quale articolo parlandone, seguendo altri,
dis. Martino, ove nascose corpi de'ss. A- i dissi che alcuni considerarono il prelato
quileiesi per toglierli dalle profanazioni \\' Acjinleia \.° prelato d' Italia, mentre
de'barbaii goti, che meditavano altre irru- desso dopo il Papa è l'arcivescovo di RU'
zioni. Di fatti nel 4^4 i' famoso Teodorico venna, perchè ne Sinodi o Concilii dopo
loro rearianOjeseguì la temuta invasione; il Papa e l'imperatore sedeva l'arcivesco-

laonde Marcelliano vedetidosi in periculo vo ili Piavenna, il -2.° luogo lo godeva l'ar-
od Aquileia, si recò a stabilire la sua resi- civescovo di Milano, il 3.° il patriarca di
denza net castello di Grado,in cui la conti- Aquileia, a seconda del decretato da C/c-
nuarono per più di ì\v\q secoli diversi dei mente II, e riferito ne'qui ricordali artico-
suoi successori, finché divenne altra cat- li in mancanza dell' imperatore e degli
:

tedra pati iurcale, distaccata da quella di arciveicovi di Ravenna e di Milano, sede-


Ji6 udì udì
loiio ne'concilii i patriarchi d'Aquileia e cìie ivi dicesi dal Pupa adunalo; laondirio
diGrado, il I ."a destra eil "S.^a sinisliadcl pailando di quel concilio col p. Mansi, lo
Papa), secondo 1' uso de* goli epoi anche dissi supposto; luttavolla il lodato scrit-
de longobaidi, di nominare patriarchi in- lore ne pubblicò gli atti secondo le varie
distintamente tutti i inetiopolilani,percui lezioni, però non riconoscendoli perau-
con questo titolo furono chiamati in quel- tentici. IS'el 586 eletto patiiarca Severo
l'epoca INIassimiliano di Ravenna e Lo- scismatico di Ravenna, ove l'esarca Sma-
renzu di Milano. Riferisce l'aHiialisla Ri- ragdo con violenza lo condus>e con altri

iialdi. che s. Giegorio di Tours chiamò 3 vescovi dell' Istria, cioè Giovanni di
patriarca s. Nicezio arcivescovo di Lione, Parenzo, Severo di Trieste e Vinilemio di
e cos'j il concilio di ]\Iacon appellò Prisco Cissa, ed in un concilio li costrinse atl ab-
pure arcivescovo di Lione. Aggiungeche iurare e condannare fimosi Tre Cani-i

ancora gli eretici ariani ebbero in coslu- Ioli; ma tornati alle loro sedi ricaddero
lue di chiamar patriarchi loro priucipa- i nello scisma, anzi radunatosi \\\ Marano
li vescovi, e cosi parimenti gli altri eretici uh conciliabolo, a cui intervennero quasr
separatisi dalla comunione cattolica di- lutti i vescovi sulfraganei della provincia
cevano patriarca il capo loro. In Italia aquileiese, ne ripristinarono la difesa per-
fino a quell'epoca non era slato dato il linacemente, e persisterono nello scisma
titolo di patriarca se non che al Papa,n)a pel favore dell' imperatore Maurizio, in
ì vescovi veneti, dell'Istria e della Liguria onta allo zelo di s. Gregorio I per estiu-
divisi nello scisma dalla chiesa romana, guerlo. Severo dopo aver mostralo pre-
si fecero Paolo d' Aquileia supremo pre- mura per rifabbricare la distrulla Aqui-
lato in luogo del Sommo Pontefice, no- leia, per ristabilirvi la cattedra, mor'i sci-
minandolo p7^/-/V7r(<7. L'uso del qual no- smatico nel 6o6, Per l'elezione del suc-
nie fu poi permesso dallo Sede apostolica cessore cominciò la divisione della sede
pel manteoiraenlo della pace. Paolo di- aquileiese in due parli, dappoiché insorta
morava parie in Grado e parte in Aqui- questione nel clero per la scella del pa-
leia; ma
temendosi l'irruzione de' longo- Iriarca, si formarono due partiti, l'uno
liardi, verificatasi con Alboino loro re, che di scismatici, l'altro di ortodossi. Quelli
nel 568 il nuovo ducalo del Friu-
stabilì in Aquileia elessero, con l'assenso di ^V-
li, Paolo trasferì stabilmente la
lo stesso gilulfo re de'longobardi e di Gisulfo duca
sua residenza in Grado, e come luogo si- del Friuli, l'abbate Giovanni I scismatico^
curo vi portò lutti gli avanzi delle sagre i cattolici in Grado elessero col favore dei-
reliquie e degli ecclesiastici tesori rimasti 1' Smaragdo, V ortodosso Candi-
esarca
nella desolata Aquileia. Morto nel 569, diano; ed enti-ambi all'ubbidienza del da
gli successe il patriarca Probino, pure sci- loro eletto si sottoposero, ciascuno inli-
smatico; indi nel 57 1 Elia, eletto soltanto lolandosi patriarca d'Aquileia, con l'ag-
da alcuni vescovi della provincia, che am- giunta ù^tW antica e della nuova Aqui-
pliò lo scisma, eresse in Grado la vasta leia, a tenore della diversa residenza. Mor-
chiesa di s. Eufemia che diventò la col- to in Grado nel 612 Candidiano, i callo-
ledrale, e il contiguo patriarchio, nonché liei ivi elessero patriarca d'Aquileia resi-
li monastero di s.Pictro per le sagre vergi- dente in Grado Epifanio, cui nel 61 Stir-
ili, e quello di s. Maria di Rarbana pei n>o- ca sostituirono Cipriano di Pula. Intanto
Jiaci.rs'on conviene il eh. CappelletlijchePe- allo scismatico Giovanni 1 successe ver-
lagio II abbia riconosciuta la traslazione so il 628 Marciano, altro stismalico, pa-
della sede d'Aquileia a Grado, come col triarca anch'egli il'Aquileia icsidente r,cl-

iWovaes riportai in quell'articolo, e crede l'antica Aquileia. Ma cessato di nìumc


ebieie alterali gli alli del concilio perciò circa il 628,6 altresì moito 1' oilotlo;,at>
1

udì udì 117


Ciprinno, insorse Io scismnflco Fniltina- faceva in quest'isola. Avendo tutta la pro-
to, che proietto da' longobardi occupò vincia a(piilciese due capi cattolici, ven-
colla violenza la sede aquileiese di (ir;i- ne necessaria una divisione, e che a cia-
do, e quindi riunì nuovamente in un solo scuno fosse canonicamente assegnata la
il patriarcato aquileiese. Fortunato re- sua propria diocesi. Pertanto Sereno li-
catosi a G4'ado, il cui clèro cattolico gli cevè il pallio da Papa s. Gregorio II, eoa
negò ubbidienza, ne saccheggiò le chiese ingiunzione di non molestare il patriar-
e fu costretto litirarsi nel castello di Cor- ca e la cliie^adi Grado, e continuò ad ave-
iiions, lungi i5 miglia dall'antica Arpii- re la sua cattedra pontificale in Aquileia
Jeia.Quindi il detto clero sci isse a l'apa con residenza Cormons, con giurisdi-
in
Onorio I, perchè l'aiutasse a liberarsi di zione entro dominio Lon-
il territorio del
Fortunato; onde il Papa versoli 63o in- gobardo, massime nel Friuli. A Donato
dirizzò lettere a' vescovi della Venezia e siassegnò la cattedra di Grado, ove di-
dell'Istria per esorlarli a cacciarlo dalla morava, smembrandola dalla provincia
loro provincia, ed a ricevere in vece per e dalla diocesi d'Aquileia, e formandosi
loio capo Primogenio suddiacono regio- la sua co' possedimenti e territorio della
nario della chiesa romana, che loro in- repubblica di f^enezia, in uno all'/iV/'/Vr,
viò. Fu ricevuto e riconosciuto patriarca egualmente per disposizione di s. Gre-
d'Aquileia con residenza in Grado, e fu gorio 11: così Donato fu in certo modo
il I
.° ad essere insignito dal Pa[)a del sa- il I." patriarca di Grado. Il titolo di pa-
gro pallio; esercitò la giurisdizione sui triarca derivò a'diie pastori delle chiese
eattolici dell'ampia diocesi aquileiese e la d'Aquileia e di Grado a poco a poco e in-
metropolitica nella provincia, come sugli sensibilmente, finché poi dall'uso e dalla
scismatici l'esercitava in ambedue Fortu- consuetudine fu loro confermalo, prima
nato. Successero a Primogenio e s'intito- a quello d'Aquileia, indi posteriormente
larono patiiarchi d' Aquileia, i cattolici a quello di Grado stabilmente dopoché s.

Massimo dalmata che nel 649 fu al con- Leone 111 mandò ì! pallio a Fortunato
cilio di Latcrano, Stefano 11 di l'arenzo dell' 8o3 e chiamandolo patriarca. Nel
del 670, Agatone di Trieste nel 6y5 che I I 55 patriarchi di Grado divennero pri-
I

sottoscrisse al sinodo romano del 679, mati della Dalmazia; finalmente nel 45 1

e Cristoforo del 685, tutti riconosciuti e per r unione della veneta chiesa di Ca-
sostenuti da' Papi, dagli esarchi di Ra- stello a quella di Grado, derivò l'attuale
venna e dalla repubblica di Venezia. Frat- diocesi patriarcale, metropolitana, prima-
tanto Fortunato Cornions e
rifugiato a ziale di Venezia (F,). Questa in ordine
proletto sempre da' longobardi, ebbe a alla gerarchia ecclesiastica, quanto al suo
successori altri scismatici, nel 649 Felice, titolo patriarcale, è la i."" chiesa d'Italia,
nel tS63 Giova uni ll,nel 680 Giovanni Ili, dopo la suprema Sede di Roma, benché
nel 698 PietiOjil (juale abiurò lo scisma e noi sia in ordine a preminenza e antichi-
rientrò nell'unità cattolica, succedendo- tà,imperocché la figlia primogenita del-
gli nel 7 I I Sereno. Dopo la morte di Cri- laSede Apostolica, la i."* dopo la Chiesa
stoforo, essendo già anche il clero del Romana, é l'arcivescovile di Ravenna.
pallilo scismatico divenuto cattolico, co- A Sereno verso il 726 successe il pa-
me lo era Sereno che s'intitolava patriar- triarca Calisto arcidiacono di Treviso, il

ca d'Aquileia e dimorava
Cormons, in quale nel 780 da Cormons trasferì la sua
verso il 716 fu eletto in Grado Donato, residenza in Ch'idale del Friuli o Città
che pollando il medesimo titolo, iropro- d' Austria, \>er cui i patriarchi furono pu
;pnamenle si chiamava da altri patriarca re delti Foro Juliesi e del Friuli. Egli
di Grqdo, per la materiale resideuza che rinnovò lequestiouidel predecessore con-
ii8 UDÌ U D I

no il palriaicii di Grado, per cui Pfipa s. fu il dolio s. Paolino di Premariaco me-


Gregorio 111 cii ca il 784 l'ammoiù e gii co glio di Cividale, che intervenne a'diversi
mandò di reslituire a quello i luoghi usur sinodi adunati a istanza di Carlo Magno,
pati di sua giurisdizione, al che ubbidì ed in quello di Ratisbona del 792 otten-
prontamente. Ristorò e abbelPi la basilica ne da esso ampio diploma, col quale con-
di s.Gio. Battista, e nella chiesa di sua resi- ferì al clero della chiesa d' Aquileia pie-
den7a,oggi insigne collegiata, fece cosimi re nissimo diritto e assoluta libertà di eleg-
il battisteriodi inainio, il quale tempietto gersi il suo patriarca per sempre. Con al-
fu riedificato nel declinar del secolo XV tro diploma Cai lo Magno confermò alla
ed è sagro alla B. Vergine. Nella della ce- chiesa d' Aquileia tutti i possedimenti e
lebre collegiata i patriarchi dAquileia privilegi ad essa accordali da' re e dai
vi prendevano il solenne possesso, dopo duchi de'tempi precedenti. Tenne s. Pao-
averlo preso nella loro metropolitana ili lino im sinodo nel 796 in Cividale, che i
Aquileia. In tale funzione il vice-decano padri in esso intervenuti chiamarono me-
del capitolo soleva consegnare al nuovo tropoli, Foiunijuliimi Muiiiciinuni Me-
patriarca sedente sul trono pontificale, tropoliin Jtfjidlcjcìisein, per la sede che

mia spada sguainata, qual seguo del suo i patriarchi vi aveano stabilito. Altro si-

principato temporale; ed il patriarca la- nodo celebrò solenne Aitino nel 799, in
sciava al capitolo la sua cappa magna e nel notificarlo a Cai lo Magno, l'istigò a
da lui indossata nel recarvisi. Ora la col- vendicare 1' iniqua congiura ordita con-
legiata di Cividale è ulTìziata dalia digni- tro s. Leone III, il quale neir8oo coronò
tà del decano e da canonici che hanno
1 1 quel principe imperatore d' occidente.
l'uso della cappa magna; e inoltre viene Sotto s. Paolino insorse questione coll'ar-
destinato dall'arcivescovo d'Udine in vi- civescovo di Salisburgo, per la giurisdi-
cario arcivescovile un soggetto a suo be- zione che ambedue pretendevano sulla
neplacito, il quale suole stare tra' cano- Carinlia.Morì santamente s. Paolino nel
nici, partecipe di prebenda e de' privilegi. gennaio 802, e si venerano le sue spoglie
Vi sono pure 4 canonici onorari, 8 man- nella collegiata di Cividale. Il successo-
sionari e 2 cappellani. Il capitolo gode del re Orso I procurò l'estinzione della que-
diritto d' inslituire e destituire i rettori stione giurisdizionale coll'arcivescovo di
delle parrocchie soggette alla giurisdizio- Salisburgo, decisione venne pub-
la cui

ne del suo arcidiaconalo, cioè 7 in città e blicata neir8 appena eletto dopo la sua
I I

24 fuori. IVel 762 già era patriarca d'A- morte Massenzio, mediante diploma di
quileia Sigualdo, e come il predecessore Carlo Magno che stabili i confini delle
ebbe a corepiscopo Giovanni, al cui tem- due arcidiocesi e le dichiarò divise dal
po furono fondali la celebre abbazia di fiume Oravo. Il patriarca Massenzio ot-
Sesto, poi de'vallombrosani e commenda tenne dal medesimo altro diploma, per-
soppressa nel 789, non lungi dal castello
t chè la chiesa d' Aquileia risorgesse dallo
di Cordovato nella diocesi di Concordia; squallore e povertà, cui l'aveano ridotta
e il monastero delle monache nel borgo le ripetute irruzioni de'goli, degli unni e
di Salto a 4 oiiglia da Udine, poi trasfe- di altri barbari; indi inviò a Carlo Ma-
rito in Cividale col nome di s, Maria del- gno le notizie sui riti del battesimo, da
la Valle, esistente con religiose benedet- lui richieste a tutte le chie.<e metropoli-
line,iviessendovi pure leorsoline.Nel 77G tane del suo dominio, ed morte l'im-
in

Carlo Magno recatosi a Cividale, visitò il peratore anche a questa chiesa lasciò un
patriarca Sigualdo nel declinar di sua generoso legato in denaro. Sino dair8o4
vita, e lo consultò sul successore che do- s. Leone III ottenne nel concilio d'Aqni-
veasi surrogargli. Questi oell'istesso anno sgrana, che le chiese dell' Istria pretese
UD I udì m .j

ila s. Paolino fossero restituite alla sede e l'imperatore Carloniamio spedì ani[)ìo
patriarcale eli Grado, a coi erano slate as> diploma conferma de' diritti e privile-
di
segnate nella divisione delle due sedi. La gi di sua chiesa. Valperto entrò in co-
controversia divenne famosa per averal- municazione epistolare con Fozio, famoso
treltanto reclamato Orso I, die ad ogni patriarca di Costantinopoli, probabilmen
costo voleva soppressa la metropoli di te per indurlo ad abbandonar le sue fal-

Grado e soggettati ad A(|uileia tulli i ve- laci dottrine; e circa l' 88o ebbe grave
scovati dell'Istria, e calorosamente pure controversia colla repubblica veneta, per
da Massenzio, il quale vedendo il l^apa le sue pretensioni a favore della sede d'A
favorevole a Grado, procurò die la que- quileia sulla chiesa di Grado, riconoscen-
stione a lui rimessa dagl'imperatori Lo- dosi appartenere aliar.' la Venezia ter-
ilovico I il Pioe Lotario I, fosse giudicata restre, alla 2.' la Venezia marittima, e la

nd concilio perciò adunato nelI'Szy a controversia stava per decidersi coli* ar-

Mdiituva (/ .), coli' intervento eziandio mi. S' interpose il doge Orso Partecipa-
de' vescovi dell' Emilia, della Liguria e zio, e perchè la questione era precipua-
della Venezia. Ad esso domandarono: il mente derivala più per tliritli civili che

piilriarca d'Aquileia, che le ctiiese di nua spirituali, indusse Valperto a convenire


y)rovincia dall'irruzioni barbariche allon- a un trattato di concordia. Per questo la

lanate dalla metropoli, t'ossero restituite repubblica di Venezia gli concesse la li-

alla loro primitiva dipendenza; il patriar- bertà di commercio e l' apertura d' un
ca di Grado, ricusando riconoscere i pre- porto, a condizione di non più molestare
lati a(|uileiesi, invocò la soppressione di la chiesa di Grado, e accordasse a' vene-
loro sede e che alla sua si attribuissero ziani, ne'luoghi del suo dominio, l'esen-
tutte le giurisdizioni di quella. Sentenziò zione da qualunque gabella ne'Ioro traf-
il concilio, che la chiesa d' Aquileia dis- fici. Papa Giovanni Vili esortò saloni- i

giunta io due metropoli, dovesse riguar- tani ad abbandonar lo scisma e rientra-


darsi, come dalla sua origine, primaziale re nel seno della cattolica comunione, e
e uìetropolilana; e che Massenzio e i suoi perciò nuovo arcivescovo che doveano
il

successori avessero il diritto di consagra- eleggere, non potesse consagrarsì che dal
re ciascuno de' vescovi dell' Istria, eletti Papa, per quindi ricevere il pallio. I sa-
dal clero e dal popolo,secondo quello che lonitani disubbidirono con far consagra-
esercitavano in tutte l'altre diocesi di lor re r arcivescovo di Salona da Valperto,
provincia. Così la preminenza della chie- il ([uale d'altronde ricusò di consagrare

sa d' Aquileia su quella di Grado fu san- il vescovo di Como per commissione del
zionata e definita. Avendo xMa&senzio ri- Papa. Perquesto rifiuto, e per aver abu-
portato diploma dalla benevolenza dei salo di giiu'isdizione con detta ordinazio-
due imperatori, indi terminò suoi gior- i ne, Papa Oenedetto IV gli scrisse rim-
ni; e forse neir834 gli successe Andrea, il proveri. Al patriarca Federico I delgoa
rjuaie venne esorlato, in uno al patriarca circa, Berengario 1 imperatore donò il ca-
d' Grado, da Papa Sergio 11, di desistere stello di Puziolo: fu lodato come valoro-
dalle scambievoli dìscordiegìurisdizionali so nell'armi, per aver umiliata la baldan-
e di rimetterle al concilio che si sarebbe za degli ungheri e ristabilita la pace d' I-

celebrato, che pare non si effettuò. Al


il talia da loro infestala. Leone, fiorito ver-
patri.irca Venanzio dell' 845 circa, suc- so il 9'22, per la libertà di sua chiesa fu
cesse ndl' 85o Teutiinaro, verso l' 856 ucciso dal longobardo Piodaldo, punito
Lupo 1, neir875 circa Valperto. A questi da'principi colla confisca de'beni a favo-
Papa Giovanni Vili dichiaiò riputarlo re della chiesa a(|uileiese. li patriarcaOr-
ìniiuuue delle dicerie sparse a suo carico, soli nel 928 ricevè un diploma di prole-
I20 udì U D 1

zione (la Ugo re d'Italia, il quale col suo altri doiuinii,e poi nel 983 gli confermò
figlio Lotario donarono alla sua chiesa il la signoiia su' 5 castelli del Friuli,Bu-
fiume Nalisone clie bagna Aqnileia, con gia, Fagagna, Groang, Ldcnc, Bratta.
tulli i diritti di navigazione, pesca, muli- Gli successe nel 984 Giovanni IV, da cui
ni e altri. Morto nel 93 occupò la sede
I ,
nel 993 fu lenirlo un piacilo in Vicenza
Lupo li, che poi nel 943 ripiodusse leso- e radunato un sinodo provinciale in Ve-
pile questioni pel diritto nielropolitico rona; altro simile celebrando in Cividale
sulla chiesa di (ìrado; e forte com'era per nel I o 5, riguardante priucipalmeute
I i

la sua civile giurisdizione, ne assali col- canonici e capitolo di s. Stefano, a' quali
l'armi la città e ridusse a mal partilo. Ne concesse parecchi possedimenli emoltis» I

prese pai le la repubblica di Venezia, pei" situi Anche l'impera-


privilegi distinti.
difliider la sua isola, residenza della pri- tore Ottone 111, fin dal 00 1, donò a'pa- 1

inniia dignità dello stalo, e senza far guer- Iriarchi e alla chiesa d' Aquileia la metà
ra ricorse all'usato mezzo validissimo, di del castello di Sillignano presso Gorizia;
pi oibire a' veneti ogni commercio col Friu- laonde sempre pi ì^\ progrediva l'estesa po-
li, specialmente il sale e tulli i generi di tenza eia sovranità di questi prelati. Nel
prima necessità, vietando insieme a'friu- 1019 sedeva il patriarca Popone nomi-
lani l'accesso nelle venete lagune. Tosto nato alliesì Wolfaugo, che profillando
pi r le lagnanze de' popoli, Lupo li fu co- della lontananza di OrsoOrseolo patriar-
stretto ricorrere al doge inulilmei)te,on- ca di Grado dalla sua sede, ne investì col-
de si rivolse alla mediazione dello stesso l'arini la città, devastò e derubò, portan-
patriarca di Grado, da lui molestato, e do quanto polè disagro e pro-
nel Friuli
con successo. 1 divieti furono ritirali me- fano. Non conlenloe premuroso di pie-
diante trattato, nel quale Lupo II giurò mii.'cnza sul patriarcato di Grado, e di
di non riprendere mai piìi l'armi contro ristabilire la città e sede d' Aquileia nel
il patriarca di Grado, né contro qualun- primitivo suo lustro, accompagnando nel
que dominio della repubblica, e di fare 1027 in Roma l'imperatore Corrado II,

alleanza co'veneti, obbligandosi alla pe- per ricevervi la corona inipeiialedaGio-


nale di 5o libbre d'oro violando il giura- vanni XIX detto XX, si maneggiò per
mento. Engelfredo del g44 ottenne mol- conseguire i suoi dc'^iderii. Per cui ivi fu
le immunità e privdegi da Berengario lì tenuto un sinodo, dal quale ottenne la
le d'Italia nel gSc, e nel 962 dall' impe- dipendenza di Grado dal patriarcatod'A-
ratore Ottone I, seguendo le cui parli qiiileia ; indi scaltramente insistette pres-
morì nel 963 in yio/«/7,ov'erasi recalo pel so il Papa per la spedizione della relativa
conciliabolo contro Papa Giovanni XII, bolla e gliela carpì. Il patriarca di Grado
ed ove fu eletto l'anlipapa Leone Vili. fece giungere le sue lagnanze al trono
Questi nel fluir dello slesso anno die il pontifìcio, onde Giovanni XX illuminato
jìallio al successore Rodoaldo, il quale nel dell' inganno sull'ingiusta sentenza, citò
9G5 consagrò la chiesa di s. ftlaria di l'a- ambedue i patriarchi al suo tribunale a
renzo, e assistè ad uno de' concilii radu- sostenere proprie ragioni. Orso obbedì,
le

nati in Ravenna da Papa Giovanni Xlll. tua Popone conoscendo il proprio torto
Ollone I arricchì la chiesa d'Aquileia e mandò a Roma un monaco per difendersi.
d [)iitriaica d'amplissima poilestii lem- A[)i)0.>itameute fu adunalo un sinodo per
poialc, nel Friuli e altrove, nel^ny con esaminar le|)retensiouide'duepa>lori, ma
donargli vari dominii e soggellaudogli il monaco procuratore conoscendo la reità
la liiiomala abbazia di Sesto. Il suo figlio del suo mandante, partì dalla città avanti
Ollone II, pure imperatore anch'egli, nel the il concilio decidesse. Fu pertanto dal
976 donò a Iludouldo e alla sua chiesa Papa pronunziala sentenza a itt^ore della
.

udì udì i2t


clliesa di Grado, e rlslahililo il paliiarca pregievole archivio un altro diploma di
iie'dii itti oietiO[)olilici.l*<j[)oiiecbl)e altra Ottone I Rodoaldo di con-,
al patriarca
controversia con Adalperto o Adalheroiie cessione per coniar monete; non che dena-
duca di Cariiilia, pe' diritti di temporale ri creduti più antichi di Popone. Avverta

sovranità, decisa a suo favore nel 1027 poi di non aver proceduto ad esame per
con sentenza dell'imperatole Corrado li, mancanza di tempo. Che del resto, egli
dichiarandolo duca del Friuli e uìarchoe osserva, denari erano le monete battuta
i

d'Istria. Questi inoltre nel i 028 concesse da'patriarchi, fatti di puro argento, assai
con diplouia alla chiesa d'Atpnleia ed a migliore di quello de'suoi tempi; che da
l*opone, di battere moneta d' argento una parte per l'ordinario hanno relTigie
ragguagliata al valore della moneta del- e il nouìe del patriarca sedente in abito
la marca veronese; privilegio circoscrit. pontificale, e dall'altra l'aquila, insegna
to alla città d'Aquileia, Urenlidin mone- della città d'Aquileia, o l'aruìa della fami"
tala jjidilìciiììi infra cìi'ilatt'ui Acini- glia del patriarca, o (jualche altro segno
h'jtiefacicndi. Avea il iMuialori riferito a piacere secondo i tempi, coli' epigrafe :

nella sua Disscrta:iio/ic 27." Della zec- Civitas Aquilegia. Corrado li nel 1029
ca, e del diritto o privilegio di battere di nuovi privilegi arriccia la chiesa d'A-
moneta, parlando d'Aquileia e suoi pa- quileia e il suo patriarca Popone, con di-
triarchi, che iihhiamo molte uìonele bat- ploma contenente ulteriori donazioni
tute in sì nobilissima e ragguardevole cit- Premurosissimo Popone del decoro e del
tà d'Italia, sotto i primi imperatori cri- lustro di sua città e chiesa, fabbricò in A--

stiani ; quindi Federico II imperatore quileia la metropolitana tuttora esistente,


concesse facoltà di battere moneta a pos- intitolata alla ss. Vergine ed a'ss. Erma-»
senti patriarchi signori dell'ampia e no- gora e Fortunato; accanto vi eresse mae-
bile [)rovincia del Friuli, confessando pe- stosa torre, ornò di eleganti edilìzi la

lò di non saper prima n'eser-


dire, se essi piazza, e con principesca magnificenza in-
citassero il diritto. Indi Muratori descri- nalzò il palazzo patriarcale; indi a' 1 3 lu-
^'e33 loro monete, nella piìi parte da lui glio io3i solennemente celebrò la consa-
vedute, cioè dal 1 220 al i44o del cardinal grazioiie del nuovo tempio, e perchè fos-
Mezzarota. Ma il p. Calogerà, Raccolta se decorosamente udizialo da un clero di
d'Opiixcoli t, 2 5, riporta a p. 1 1 7 la Let- 5o sacerdoli,con diploma donò loro la giu-
tera del conte G, R. Carli giuxlinojjoli- risdizione e le rendite di 9 grossi borghi
taiio intorno ad alcune monete cìie nel- o castelli liei Friuli. Anche le monache a-
le proi'i/icie del Friuli e dell' Istria cor- quileiesiebbero da Popone in dono molti
revano ne' tempi del dominio de'patriar- beni mediante diploma. Egli poi e la sua
chi Àcpiileiesi. lu essa dunque, sebbene chiesa riceverono la conferma de'loro he-»
giustamente si celebri il Muratori [)er le ni, con l'aggiunta di altri, per due diplo-
sue benemerite opere, le quali fanno ve- mi dell'imperatore Enrico III. L'ambi-»
dere al mondo cosa un uomo solo far zione e la scaltrezza di Popone sorprese
possa, e sebbene siche protesti dal Carli ancora Papa Benedetto IX, e gli estorse
sìgraiid'uomo non sarà mai da lui senza uuovo decreto pel quale la chiesa di Gra-
lode nominato, non potè dissumulare co- do tornò ad essere soggettata al patriarca
me cosa pubblica, che i patriarchi avea- d'Aquileia. Indi s'impossessòcolla violenza
no ottenuto molto prima tale privilegio e armata mano delia città, ove commise
dagl'imperatori, poiché nel de Rubeisleg- orribili eccessi : saccheggiate le case e le
gesi il diploma con cui Corrado II nel chiese, spezzali gli altari, rapili lutti i ten-

1028 concesse a l^ojìone lautorità di but- sori sagi i e profani, tutta (pianta mandò
Ipr denari, Aggiunge d' aver veduto ia in liamijuc. Commossi per laute empietà il
122 udì UD I

doge veneto Conlarini e il patriarca Or- felicemente ne abbracciò il riprovevole


so Orseolo, tulio poi tarono a cognizione partito e seguì con lui lo scisma; e lo sco-
tiel Papa e glicliieseio giustizia. Ad onta mimica lo Enrico IV, in premio con am|)li
tiel turbolento pontificato di Benedet- diplomi gli conferì o meglio confermò in
to IX, questi conosciuto rnigaiinodi Po- sua proprietà e de' successori patriarchi,
pone, nel io44 3f'iJ"ò il sinodo roma- la contea d'Istria e il marchesato tli Ca-
no, nel quale fu aiuìuliala la precedente rinlia, e inoltre ad esso e alla chiesa aqui-
senlenza,e riprovandocon condanna il suo leiese la contea o ducalo del Friuli nel
cperato, gli fu ingiunto di lestituire il de- 1077, annoili cui .Sigeardo infelicemente
predato e di riparare tutti i danni fatti, morì nello scisma in Ratisbona, e trasfe-
l'ratlanlo Popone morì all' improvviso rito in Aqiiileia fu tumulato nella metro-
,siiie confessione et viatico, come si espri- politana. Il successore Eni ico tedesco ar-
me la pontificia decretale, colla quale cidiacono d'Aquileia, nel 1078 ricevè il

Tenne confortato Orso Orseolo, e cos'i fu pallio Gregorio VII, si recò al sino-
da s.

ristabilita la calma alla desolata Grado, do romano del 1079, ove gli giurò ubbi-
la quale non potè più risorgere, e la sua dienza, indi iniquamente seguì lo scisma-
decadenza fu progressi va, per cui diventò tico Enrico IV e il suo antipapa Clemen-
sempre più gravoso e incomodo il dimo- te 111, ed ostinalo nell'errore morì nel
iarvi. INel I 045 Eberardo di venne patriar- 1084. In tale anno gli successe lo slavo
ca d'A(juileia, fu a'concilii diPavia e di Ro- Federico che nel loSSfu trucidato dai
II,

iDa, nel quale ultimo Clemente li decise la suoi, ignorandosene la causa. Voldarico I
questione di sopra ricordata io favor del- già abbate di s. Gallo, a lui sostituito, ef-
l'arcivescovo di Ravenna siìI .sedere nei felluò nel i 09 1 la fondazione dell'abbazia
sinodi. Nel I
049 111 patriarca Gotepoldo, di RIosacio, che avea allidalo al prede-
elle rinnovò le preleiisioni sulla città e cessore il conle Rancellino, e ben presto
chiesa di Grado, ma inutilmente per aver divenne rinomala e cospicua: neconsagiò
s.Leone IX fatto esaminare diligente- la chiesa e morì assai encomiato nel 11, i 1

mente le prove nel o53 e quindi decisoi : anno in cui avea ritenuto per se l'avoca-
Ut nova Acjuilcjn (cioè Grado) (otns T'c- zia della chiesa d'A([uileia, rinunziatadal
netìae et Ts trine cajìiitct rnetropolis ner- fratello Enrico duca di Cariiitia. Il suc-
jn-tiio haherelur: Forojttliensis vero cui- cessore Gerardo da Premariaco in dello
tistes tantammodo fìnihiis lonf^oliardo- anno concesse al capitolo di Cividale il

ritniessetcoiitentiis.Golepoldo fuancli'e- diritto di tenere il placito sinodale o si-


gli benefico e generoso colle monache di nodo inferiore al diocesano, e nel sinodo
Cividale di Maria in Valle, ed ebbe a
s. tenuto in Ravenna dal cardinale Pietro,
successori Kavengero morto nel 1068, e d'ordine d'Onorio II, fu deposto insieme
Sigeardo de'conti di PIcJimi. Questi die ai al patriarca di Grado Giovanni III Gra-
suoi parenti l'avocazia della chiesa d'A- deiiigo, che fissò stabilmente la sua
il i.°

qmleia, ossia li dichiarò Difensori e Giu- residenza in Venezia, quali seguaci del-
dici dtììiì medesima, coi diritto di giudi- l'antipapa Gregorio Vili, e quanto a Ge-
carne i vassalli, di difenderli colle armi, e rardo anche come allatto indegno. A sua
chiamarli alla milizia e alla guerra; li pose vece fu eletto dal clero e d.il popolo E. o
a [lailede'beui ecclesiastici con costituirli Egelberlo decano di Damberga, cna poi
leud.itari di sua chiesa. Nelle gravi ver- dal popolo insorto gli fu impedito di re-
Icozc fra Papa s. Gregorio VII, ed Enri- carsi alla sede. Restata cpiesta .^euza pasto-
co IV persecutore della Chiesa, Sigeardo re, circa il t i3o vi fu posto Pellegrino I,

nella deposizione di quel principe sosteu- che ottenne da Papa Innocenzo II il pal-
uc i'udJziu di Icijalo aposlolico, e poi iu- lio, e con ampio diploma la giuri&diziu-
udì udì 1^3
ne sopra i6 vescovati e 7 abbazie di sua le confermò i pubblici mercati accordali
provincia ecclesiastica. Furono vescova-i dal predecessore; alla sua cbiesa concesse
ti: Parenzo, Pedena, E-
Polli, Trieste, privilegi e varie donazioni , come il ca-

raclca o Ciltà IVoi'a, Concordia, Tre- stello d'Altemps; ed il Papa con sua bol-

Belluno, Feltre, Padova,


viso, Ccnedci, la confermò tulle le possessioni, diritti e
f icenza, Trento, Mantova, Verona, privilegi della cbiesa d'A<piileia, ad istan-

Como. Le abbazie: Osciaco, M()sacio,Ro- za del preposto e canonici di essa. Il pa-


sazzo, Beleno, Sesto, Piro, s. Maria del- triarca si adoprò pel ristabilimento del-

l' Organo. Tali giurisdizioni e privilegi la concordia tra il sacerdozio e l'impero,


furono confermati da Adriano IV. Pelle- e figurò nella pace seguita in Venezia tra
grino I fu benemerilodel patriarcato edel Alessandro III e Federico I, anche per
principato; però ebbe la debolezza di se- quanto narrai nel voi. LVI, p. 86. Es-
guir le palli dell'ini peralore Federico I sendo intervenuto in Roma al concilioge-
persecutore dt^lla CIiiesa,ed il suo scisma nerale di Laterano 111 nel i 179, ov'era
sostenuto dall'anlipopa Vittore V; con- presente anco Enrico patriarca di Gra-
corse in Pavia nel conciliabolo alla depo- do, si concluse stabile concordia tra i due
sizione del Papa Alessandro IH, da cui prelati e le loro cinese, ed innanzi ad A-
fu scomunicato, e mcjrì nel i 161. Il succes- lessandro III, a molti cardinali, vescovi
sore Voldarico Treven, su-
II de'conti di e prelati, fu solloscritlo il lungo e corri-
bito volendo profillare delle guerre die spondente trattato. Emanò Voldarico II

tenevano occupati veneziani, adunata in


i sapienti e zelanti disposizioni pel deco-
fretta genie armata da'teudalari del Friu- ro del (iivin cullo, 1' osservanza dell'ec-
li, per sorpresa occupò Grado, oggetto di clesiastica disciplina, e restauiò nel ca-
tante frequenti contese e violenze. Il doge pitolo de' suoi canonici le antiche re-
Vitale IMichieli mosse contro di lui per ri- gole della vita comune. Mancato di vi-

cuperare l'usurpato, con poderosa flotta ta nell'anno i 182, in questo dall'abljazia


circondò 1' isola di Grado, e sbarcate le di Sesto fu Iraslato al seggio patriarcale
sue truppe sconfìsse il neunco e vi entrò l'abbate Gotefredo di regio sangue; re-
vincitore, facendo prigioni il [lalriarca e staurò la chiesa di Cividale, ornò ed ar-
12 canonici, elle condusse in trionfo a Ve- ricchì il suo capitolo nietropolilano, cui
nezia con gran pompa, Voldarico II av- donò la pieve delle Ripe, confermando a
vilito e svergognalo, percliè gli fosse resa quello canonicale di Cividale i suoi diritti
raddoppiò supplicbee promes-
la libertà e privilegi. In Milano as>isliloda parecchi
se per lungo tempo rigettale dalla re-
,
vescovi coronò il figlio di Federico I im-
pubblica onde umiliarne l'orgoglio e am- peratore Enrico VI in re d'Italia, senza il

monire i successori. Finalmente gli fu consenso di Papa Urbano Ill,per cui questi
concessa, a patto di somministrare a Ve- ne restò sdegnato; altri vogliono che l'ar-
nezia in perpetuo nel giovedì di carne- civescovo di M da no eseguì l'incorona men-
vale, anniversario della vittoria, un toro to. Il dello Papa con bolla facoltizzò il

212 porci, quali simboleggiando ironi-


i patriarca a difendersi coll'armi spirituali
camente prigioni, servivano a quell'in-
i dall'ingiuste aggressioni e molestie, che
decente spettacolo cbe narrai nel voi. contro il territorio del suo principato e-
XXXI, p. yS. In esso si abballevanoan-
1 sercitavano i trevigiani , i coneglianesi e
cora per dileggio de'caslelli di legno, in altri. Gli animi però furono nel i 1 ^3 pa-
memoria de'debellali feudatari friulani. cificali nel concilio di Mantova, in conse-
Voldarico II fu fedele ad Alessandro III guenza di (jucllo d'Aquileia. A Gotefre-
e legato apostolico nelle sue parli, beue- do giù succeduto neh 19? Pellegrino If,
ilco colle bcuedetlìne di Cividale, al qua- sotto di lui Papa Innocenzo III con bui-
i-AJ U D [ V D I

iij impose silenzio al decano melropolila- d'Andrea li re d' Ungheria, alili il col-
no, sulla controversia insorta col prepo- lega Volrico. Portata la divergenza al gin-
sto ed altri canonici per l'amministrazio- diziodi Papa Onorio 111, Perloldo fu pre-
ne de'Ioro beni, contribuendo alla com- ferito. Si alleò con Padova e ivi fabbri-
posizione il patriarca. Questi si rese chia- cò ampio pal.izzo, ebbe dispule co' vene-
ro nel principato, per gueiracon Tre- la li e poi si pacificò; ma seguendo le par-
viso e I alleanza con Venezia da cui ven- ti dell'imperatore Federico comin-
II, che

ne favorito, restaurò la chiesa di Civida- ciava a perseguitale la Chiesa, Papa (ire-


le e l'ornò con preziosi doni. Egli, come gorio IX inutilmente
lo limproverò; on-
altri patriarchi, talvolta tenne la sua resi- de ottenne dall'angusto diplomi d'onori-
denza in Gemona j lungi più di 5 leghe ficenze e privilegi per se e la sua chiesa,
«lii Udine e ora capoluogo d'un distretto di confermandone la sovranità e le giurisili-
8coiniuii e vicariato foratìeo,sul rovescio zioni.Pare che propriamenlea suo tempo
occidentale del monte omonimo e sulla i patriarchi d' Aquileia sieno subentrali
grande strada dt» Venezia a Vienna, pres- nella sovranità del marchesato d' Istria,
so la riva sinistra del Tagliamenlo. E ben come rilevai a Trieste. Ivi pure notai che
fabbricata e fa u» gran commercio di dell'esercito del patriarca Bertoldo, che
transito. I patriarchi mollo arricchirono assediò Brescia neh 2 38, ne fu condutto-
e ornarono la sua bella chiesa arciprela- re Antonio Ravezza. Dissi pure che il ve-
le, e nel suo archivio si conservano mul- scovo di Trieste Giovanni IV prese |)ar^

ti e interessanti documenti antichi. Sulla le alle guerre del patriarca; ora peròlro-
cima dell'alto colle sono gli avanzi delle \o che pm probabilmente fu il vescovo
rovine d'un antico castello distrutto dal Volrico o Uodalico o Oldarico; e che per-
terremoto neh 5i i.La campagna de'din- ciò rlispendiatosi alienò alla città alcuni
torni è fertile in ogni genere di prodotti. diritti, di che luUavia si dubita per l'
i-

iVel I -204 i canonici elessero Wolfcheio denticilà del documento. vescovi diTrie- I

vescovo di Padova, ed Innocenzo III nel ste ne furono signori: Arlongo nel 1263
mandargli il pallio, gl'impose d' aggiun- prese il titolo di conte di Trieste, che pro-
gere gim-amento d'ubbidienza alla s.
al seguirono a portare i successori sino al
iSetle, la cliuisola d'ubbidire al Papa par- 1773. Qiianlo al patriarca Pei toldo, nel
ticolarmente negli.ilfari di temporale giu- 1240 avendolo il Papa Gregorio IX di
i'isdÌ7Ìone in occasione di controversia tra nuovo rimproverato e dichiaralo incor-
Iioma e I in)[)era!('re; giacché Wolfche- so nella scomunica, si riconciliò con lui.

io avea parteggiato per Filippo di Sve- Tutta volta neh 242 ottenne dall' impe-
zia pretendente tuttora all'iujpero vaca- ratole Federico II l'autorizzazione di di-
to per morte del fratello Enrico VI, men- struggere i ponti sulla Livenza, acciò non
tre la Seda fa voi iva Ottone IV, per cui
s. si potessero Vtdere a danno di luì i po-
era ttalo chiamalo in R.oma a giustilicar- lenti trevigiani, nella discordia co' qudi
si egiuiiiro di soggeltarsi al volere ponti- non era stata suilicienle la poutiiicia me-
fìcio. Sostenne poi onorevoli legazioni or diazione. Nel patriarcato di Perloldo co-
a nomede'principi al Papa, ed or di que- minciò l'ingrandimento e il lustro del ca- I
sti a quelli, ed otteime a'suoi canonici fa- stello d'Utline, ch'egli abbellì, decorò di
vorevoli diplomi da Ottone IV. Nel 1 2 1 5 fabbriche e scelse a patriarcale sua lesi-
intervenne al concilio generale di Latera- tlen/a, che più tardi venne ivi slabilmeu-
110 IV. Morto in buon odore di santità le fissata da'suoi successori. D'allora in
nel 1218, i canonici divisi sulla scelta del poi nacquero rivalità e lunghe guerre Ira
successore, alcuni volend(j i^ertoldoo ber- gli udinesi e i cividalesi. Vi eresie la chie-
toldo arcivescovo di Colucza e cogualo sa di s. Ulrico e ne cuininise 1' ulliziutii«
udì uni 1-21

in ail un collegio canonicale composlo , (e rappclletli tiaciuloli da un mss. Mhi


tl'un cuslode e 8 canonici capitolo die , biblioteca Marciana, colle aggiunte e ap-
in seguito fu riunito al preesistente nella jirovazioni Hc'posleiiori paliiaiclii, iusie-
chiesa divenula poi caltedi ale. Di volo del- me alle bolle pontificie che li conferma-
la C. Vergine, ne accrebbe il culto, con rono. Indi rileva, che da sì snpieiili co-
pie disposizioni approvale da Giegorio sliluzioiii capitohiri si apprende: Che ica-
JX. Con transazione del i
244 estinse l'an- rtonici erano soltanto ^.4; che la festa del
tica lite colla chiesa di Bandierga per di- Corpus Doiìiini celebravasi già da leru-
ritti diocesani. Al suo tempodi molti pos- pi remoti in questa chiesa, e perciò aii-*

sediuienli fu arricchita la chiesa d'Aqni- teriore di ujolto all'isliluzione solenne fat-


Itìia per la generosità veramente princi- tane poi da Papa Clemenle IV'; che la ba-
pesca del patriarca, e per la pietà di di- silicn metropolitana era intitolato alla Na-
versi signori eccitati dal nuinificosuo e- lività della Vergine; che alcuni canonici
sempio, onde furono donati feudi e ca- i m\ aveano stabile residenza , e altri per
stelli di Sedegliano, s, Lorenzo, Grillone, nlcuni mesi dell'anno, dispensati negli al-
Latisana, Linz ed altri. Con Maiiiardo il tri per l'insalubrità dell'ai in; che per la

vecchio conte di Gorizia, fu altresì Per- stessa cagione i manHionari vi aveano le-

loldo benefico colle monache di s. Maria sidenza alternativa; che rin)|>eratoie e il

d'Aquileia, e nel suo patriarcato Bei nar- conte di Gorizia vi tenevano ciascuno ti

tloduca di Carintia nel i 234 fondò il uio- loro vicario, il quale avea piebendii par-
naslero cislerciense del Fonte di s. Ma- Hcolare, ed erano addetti airudizialtiia
ria , il cui figlio Ubico fece altri doni e dopo canotiiei e prima de'mansionari>
i

fondò agli stessi monaci il Oionastero di che decano i. "dignità del capitolo non
il

Valle Gioconda. Morì Pertoldo o Berto I- era sempre un canonico; che canonici i

do nel I 9.5 I , lasciando al capitolo un fuii- dimoravano per Io più in Udine e ivi le-
do [)er sufiiagio dell'anima sua, disposi- nevano le loro adunanze capilolari nel-
zione che confermò poi Clemente IV. l'estate, (juando non erano obbligati ri-

Nel declinanti novembreisSi limo- siedete in Aquileia; che in modo singo-


cenzu IV approvò l'elezione del suo le- lare si traevano a sorte le schede, invol-
galo Gregorio da Monlclongo in palliar- te nella cera cnlio un calino d'acqua;
ca d Aquileia, il (piale nel capitolo di Ci- (he usavano l'almuzia i canonici e i uian-
vidale soj'presse la ragguartlevole e au- sionarì, con diversità nelle pelli; ch'erano
torevole dignità di pre|)Oslo, per tronca- puniti con rigore i violatoli del segreto
re le frequenti discordie che insorgevano ca|)itolare; e finalmente vi si dà notizia
col decano, pretendendo ciascuno la pri- sì ilella giniisdizione del capitolo di giu-
inaria giurisdizione sul corpo canonica- dicai e civilmente i canonici e i niansiona-
lee vita comune del medesimo, cui spet- ri, come di sua ficollà d'islilulre e desti-
tava provvedere al pieposto in imo al- tnire i vicini e i cappellani nelle pievi e
l'amministrazione delle rendite, non die cappelle; appai tenenti alla sua giiirisdiz.io-
confermare l'elezioni de'carionicali e d'i- ne. Dal decreto emanalo nel i 2G3 dal pa-
stiluire e deslituire i rettori delle chiese I riarca Gregorio, sull' attribuzioni e di-
dei capitolo. Gregorio osservando cadu- litii dell'arcidiacono d'Aquileia si racco-
la in disordine l'ecclesiastica disciplina glie, che in tale anno non era ancora fon-
nel capitolo metropolitano de' canonici data la collegiata di s. Ulrico d' Udine,
d'Aquileia, rifece neh a.KJ gli antichi sfa- che bensì egli fondò [liù tardi e già esi-
cooperazione ile'canonici, e liu-
luli colla .sleva nel 1278, quando il successore vi

scirono lodevolissimi e da servire di mi- slaìiilìopporlune discipline. Tra'vanlag-


rabile modello^ per cui li puLblitò il pre- gi e benefizi ricevuti dalla chiesa d'Aqni-
fì6 udì UD I

leia nel paliiarcato di Gregorio, devesì ra battaglia a Monfalcone, cìala da' Irle-

ricordare la donazione di Volricoduca di stini coll'aiuto del patriarca d'Acjuileia,


Carintia della cillà di Lahac o Lubia- del conte di Gorizia e di diverse comtmi-
na e allri luoghi; ed il possesso di molte tà, per cui nuovamente restò Trieste di-
\ille feudali nel terriloriofrevigiano e già pendente dal jialriarca. Morì Raimondo
de'Camin. A istigazione del vescovo di nel castello d'Udine nel 1290), e traspor-
Fellre,e pe'gravi dissidii ch'ebbe Grego- talo il suo corpo nella metropolitana d'A-
rio con Alberto conte di Gorizia, da «jue- quileia, fu sepolto nella ca[)pella da lui
slifu fallo prigioniero nel 267, ricupe- i edifjcata. Benemerito dell'ingrandimen-
rando dopo un mese la libertà per ope- to d'Udine, la sua elfìgie fu dipoi dipin-
ra del re di Boemia e dell'arcivescovo di ta nella sala del palazzo patriarcale , a-

Salisburgo, e per le alte lagnanze che ne dorna di coirispondenle iscrizione. Gli


fece Clemente IV. Mor'i Gregorio in Ci- stJccesse nelgiugno Pietro Gerra di Fe-
\idale nel 269, e fu dichiaralo successore
1 rentino, arcivescovo di Capua, che altri
Filippo duca di Carintia, già eletto di Sa- scambiarono con Corrado duca di Polo-
lisburgo, il quale dedito all' armi e non nia, per essere stalo circa lo stesso tem-
ncconcio al pastorale ministero ricusò , po deputatoalla civile prefelluradelFriu-
d'approvarlo Gregorio tpiando fu in- X li. Confermato Pietro da Bonifl»cio VIIF,
nalzato al pontificalo; ma già Fdippo a- fece il solenne ingresso in Cividale, ed an-
vea ridotto alla sua sovranità gran par- ch'egli dimoiò per lo più in Udine. Ebbe
te del Friuli, non però Cividale, e così gravi discordie co'da Camin, poi compo-'
restò la sede vacante più di 4 anni. Il ca- sta a mediazione d'Alberto contedi Go-
pitolo arpuleiese a'2 i dicembre isyS e- rizia. Morì neliSot in Udine, e secondo
iesse Raimondo Torriaiii milanese vesco- il da lui disposto fu sepolto nella chiesa
vo di Como, a cui detto l'apa mandò il
il ili s. Maria. Divisi i canonici nella scelta
pallio. Raimondo si pacificò col conte di del successore, alcuni volevano Pagano
Gorizia, che mantenendo patti, le nuo- i Torriani cationicodi Cividale,e altri Ot-
ve discordie si ricomposero dopo lunghe tone d' Ortemburgo. Ricusati ambedue
didicollà. Nel 1278 dello saggia regole o do Bonifacio VIII, egli nel i3o2 vi tra-
statuto per la chiesa collegiata di s. Ul- slalò da Padova Oltobono de'Razzi, che
rico d'Udine e pe'suoi canonici, la quale recatosi in Udine nell'agosto, 4 giorni do-
fu poi riunita alla chiesa che diventò nel po passò a Cividale: la vacata sede di Pa-
secolo decorso l'odierna metro|)olitana. dova il Papa la confeiìa Torriani. Figu-
Per regolare l'ecclesiastica disciplina del- rò nelle politiche vicende più che nell'ec-
la chiesa d'Aquileia e delle diocesi che ne clesiasticlie, bensì tenne un sinodo provin-

formavano la provincia, Raimondo nel ciale neli3o7Ìn Aquileia, ed altro in U-

1282 radunò nella metropolitana im si- dine nel i 3 1 o,ma gli alti d'ambedue an-
nodo provinciale, a cui intervennero ve- i elarono perduti, e lorimarca anche ilIMan-
scovi sulFraganei di Trento f^lccnza, , si. Nel i3i I si recò al concdio generale
Fcllrr, Belluno, Trieste, Capo d'Istria di Vienna in Francia, ove filialmente Cle-
(di cui riparlai a Trieste, come uni la mente V avea trasferito la residenza pa-
a quel vescovato), Parenzo, Ceneda, pale e la stabifi in Avignone. Tornato nel
Città Nova o Kvnclen, e Pedena., ol- Friuli intraprese altro viaggio per Ge-
tre a' procuratori di altri e degli abbati nova, donde tornando infermò in Arqua-
di vati monasteri. Gli alti si ponno leg- ta diocesi di 3 5 mo-
Piacenza,
etl ivi nel i 1

gere nell'encomiato Cap[)ellclli. I vene- rì Giovanni XXII ricusato


e fu sepolto.
ti avendo diverse volte «xrupato Trieste, l'eletto Gilo arciili;icono d'Aqmleia, nel

nel luglio I 288 scgii'i contri) ili loro lafie- loiG nominò Gastone Torriani urcive-
udì U D l F27
scovo Milano e gli conferì il pallio: 20
(li le la chiesa di s. Andrea nel338, dirit-
1

mesi dopo moiì presso Firenze per ca- tiche propugnò in piìi incontri con altre
duta da cavallo e fu deposto in s. Cro* guerre. !n questo definitivamente sop-
ce. Nel 3 9 gli successe il nipote Paga-
I 1 presse nella collegiata di Cividale, da lui
no Toniani, da Giovanni XXII trasfe- beneficata, la giù decretata remozione del
ritoda Padova. Ebbe discordie con Enri- preposto, alla quale dignità sostituì l'uf-
co duca di Carinlia e con Lodovico V il llcio di cantore ei?. prebendati col tito-
^rt'i'^/'O, pretendente all'impelo; si ricon- lo di chierici di s. Maria. Anche colle ci-

ciliò con Gl'iarda da Caniin e si alleò co- stcrciensi e le francescane Clarisse di Ge-
gli Scaligeri signori di Verona controGio- inona si mostrò favorevole e benefico l'ot-

vanni di Luxemburgo rediBoeinia. Mor- timo patriarca. Nel j34i fondò in Udi-
to a suo ten)po il b, Odorico, cbe teneva ne il monastero delle monache di s. Nico-
in singoiar venerazione, gli fece lavorare lò, nella qual città trasferì nel i342Con
elegante tomba di maimo e raccogliere solennissima pompi le ossa de' ss. Ilario

i suoi Meritò nel palazzo pubblico


atti. e compagni martiri, che riposavano nel-
d'Aquileia lapide come di esso benenie- la pati iarcale aqnileiese; eresse in Civida-
rilo , ed altra in quello della residenza le un'accademia letteraria, con approva-
patriarcale d' Udine. Pagano cessato di zione di Clemente VI; in Udine fece co-
\ivere a'iq dicembiei 33 i , restò vacan- struire elegante cappella, ricca di pittu-
te la sede sino all'S luglio i334, '" 'be re preziose, e princi[)iò l'erezione dell'o-
a cagione delle liserve sui vescovati fat- spedale pe' lebbrosi, condotto a termine
te da Giovanni XXII, questi nominò il da'successori, non che cooperò all'erezio-

guascone b. Bertrandodi s. Genesiopres- ne del monastero de' celestini. Lodevol-


so Cahors, già professore di sagri canoni mente sostenne legazioni pontificie, pei*
nell'università di Tolosa, decano d'An- conciliare gli animi discordi de' principi
goulème e uditore di rota del s. palazzo, cristiani. Nel 1348 un orribile terremoto
il quale a'23 dicembre anno e-
di detto distrusse la maggior parte della città d'A-
resse in collegiata la cbiesa Maria di s. quileia, onde l'afflitto patriarca si adope-
d'Udine e la consagrò a' 16 giugno i 335; rò a stabilire canonicamente in Udiiie la
vi accrebbe il numero de'canonici evi uiu residenza patriarcale, con autorizzazione
pure quelli ilelln collegiata di s. Ulrico. di Clemente VI. Nel 3 in intervenne iu 1

Notai già die la chiesa di s. Maria cre- Pado^'a alla solenne traslazione delle re-
sciuta in tal modo di dignità e denomi- liquie di s. Antonio di Padova fatta dal
nata s. Maria Maggiore, nel secolo passa- cardmal (\\Boiilngnc.e(i\ presente al con-
to fu elevata a quella di metropolitana cilioche quel legato a[)oslolico celebrò,
d'Udine, ed è la presente cattedrale ar- ed ove tentò di riconciliare Bei traodo con
civescovile della ss. Annunziata. Il pa- Enrico conte di Gorizia. Ritornando alla
triarca Bertrando, zelantissimo e virtuo- sua chiesa a Sacile fu all'improvviso as-
so pastore, annualmente tenne il sinodo salito dalle genti del conte, e nel combat-
diocesano, ed inoltre ne celebrò due pro- timento seguitoad Archivolt nella pianu-
vinciali, a'icj maggioi335 in Udine e ai ra di Spilimbergo, restò prigioniero e col-
25 apri lei 33c) in Aquileia:gli atti di (pie- pito da 5 mortali ferite a'6 giugno, del-
Sl' ultimo sono riportati anche dal rev. le quali morì nello stesso giorno, aggiun-
Cappelletti. Né fu meno sostenitore de'di- gendo sicarii all'assassinio il vituperio,
i

ritti del principato civile di sua chiesa, in onde poi patirono la vendetta divina, e con
difesa de quali si trovò costretto a im[)u- essi il conte e gli altri complici. Trasfc-ri-
gnaie le armi pel licupero del castello di to il cadaveiea Utiine nel dì seguente, con
Venzon, in cui poi consagrò solennemen- funebre pompa nella primaria chiesa e
15.8 udì U D I

presentptncnlecaHefliale, fulmniiìnfolra copo MorucUo vicario temporale del pa-


il piaiiln e la vt-nerazinne in umile lungo triarca e suo genero, il quale dicesi pu-
coni' egli avea niciinalo. Pel buon odore nito dal popolo di morte. Francesco I si-

(li sua santa vita, pe'miiacoli ila Dio o- gnore di r^Tdova nel i 356 pacificò il po-
perati per glorificai lo, il successore 3 an- polo col patriarca, e questi potè reslituir-
ni dopo fece collocarne il corpo, trovato si a Udine neliSSy. Rinnovatesi tra il ca-
intallo e incorrotto, nell'inna di marmo pitolo aqiiileiese e il patriarca le contro-
oinota di fiegi e staine, cli'egli avea fal- versie agitate per motivi di giurisdizione
lo costruire per porvi le reliquie de' pa- col patriarca Piaimondo, Nicolò I fu con-
troni i ss. Ermagora e Fortunato. L* U- discendente e con diploma confermò le

ne riporta il disegno inciso^ Fu


glielli prerogative de'canonici. Per ristorare l'ec-

quindi venerato per bealo, principnlmen- clesiastica disciplina, neh 357 celebrò il

1e in Udine e nella diocesi d'Acjnileia, e sinodo diocesano nella chiesa di s. Felice


tale lo riconobbe lienedetio XIV con e- d'Aquileia, e l'accuratissimo Cappelletti
«piipollente beatificazione; indi il veneto ne riprodusse gli atti. Morì Nicolò I nel
e già uditore Clemente XIII ne
di rota i358 in fìelluiio, e trasferito il corpo a
nuroentò il culto per Udine e sua diocesi, Udine ebbe tomba nella chiesa primaria.
con proprie lezioni e orazioni. Già nea- Neil' elezione di Lodovico 1 Torriani ve-
vea celebralo l'eminente dottrina eia san- scovo Corone, e già di Olona e Trieste,
di
tità di vita, e quale martire invitto e di- si vuole che ne fossero pretendenti Jaco-

fensore de'beni di sua chiesa, massimecon- po Caracciolo e Jacopo Colonna. Di sua


tro l'usurpatore di essi Emico conte di traslazione il patriarca nel i35(:) ne die
Gorizia, il l'ernino, // Tribitiiale della partecipazione da Avignone ove si trova-
s. Rota Romana, a p. 262 e seg. Nella sede va, al municipio di Udine; quindi si ado-
vacante per sì santo pastore, essendo gli però enicacemente a! ricupero de'beni del
elettori discordi divisi in due personaggi, patriarcato, onde il Papa lo raccomandò

a'?.2 ottobre prevalse Nicolò I di Luxem- a Carlo IV ed a Mainardo conle di Go-


])urgo, fratello dell'imperatore Carlo IV. rizia. Sostenne gravi discordie e guerre
A questi eran^i nella sede vncanle rivolti contro Rodolfo duca d'Anstria, per le re-
con successo gli udinesi, pei' implorarne la ciproche pretensioni, e si pacificarono in
protezione, contro le insidie e le violenze Vienna. Lodovico I oppresso dalla tristez-
del suddetto conte di Gorizia, che conti- za per le gravissinie tuibolenze che agi-
nuando le gi'avissiine dissensioni, avea tavano il Friuli, e ponevano a soqquadro
sconvolto le pubbliche cose, e attentava ogni civile ed ecclesiastica disciplina, mo-
al principato temporale del paliiarcato. rì nel I 365. Nelle sue monete e nell'iscri-

INicolò I, dopo aver preso possesso in A- zione posta sotto la sua eHlgie nel palaz-
quilcia del patriarcato, cooperò alla fon- zo arcivescovile d'Udine, si celebra pro-
dazione dell'università di Cividale, per la pugnatore armato e vittorioso de' dirilli
quale Carlo lY spedì un diploma, altro sovrani. Nel detto anno Urinano V gli so-
già avendone concesso Lotario I nell'BaS. stituì il nobilissimo Marqnardo Randek
Il patriarca accompagnò il fratello per le bavaro, che prese il possesso in Aquileia,
siieincoronazioni a Milaiioe in Koina, ma e fece il suo ingresso anche in Cividale,
nel 355al suo ritorno a Udine, parie del
1 e poi gli scrisse una lettera per riforuia-
popolo volle op[)orsi al rientrarvi, e nel re gl'introdotti abusi nella giudicatura ci-
tumulto gli uccise alcuni suoi ministri e vile e crimijiale. Il patriarca si lese assfti

nlliciali. Vuoisi che dassero motivo alla benemerito pe' molti vantaggi procurali
.srìlicvazione ledine forme di governo, col- alla sua chiesa e provinci.T aquileiese, ri-
le quali opprimeva Incitlà ei vassalli Ja- cuperando Toimczzo e suo lerrilorio i»-
udì udì 129
siupalo tlaVonii di Gorizia. Reslauiò la nicargli la pontificia volontà : parecchi
iiieli'opolitiiiin t.rA(Hii!eia, che danneggia- luoghi della diocesi lo riconobbero ,
gli

ta dal Icneinolo minacciava rovina; li- altri si lilìutaronoe principalmente la cit-

parò e forlidcó i caslclli della provincia, tà d'Udine; laomle il cardinale preferì di


e n'eresse uno a l'ortogruaro residenza prendere il possesso in Sacile. Derivò la
del vescovo di Concordia; rinnovò i pa- contrarietà degli udinesi ede'loro parti-
lazzi di residenza de'patriarclii, e soddi- un elFetlivo patriarca e
giani, per volere
sfece con rilevanti somme i debili del pa- non un commendatario, di più non Io vo-
triarcato colla camera apostolica. Frattan- levano cardinale; perciò fecero istanza al
to nel I
377 Gregorio XI partì d'Avigno- Papa [lerchè Filippo fosse dichiaralo pa-
ne e restituì la pontiHcia residenza a l\o- triarca o rinunziasse il cardinalato. Al-
ma; però morto nel 378, contro iisncces- 1 tro motivodi loro opposizione era il vo-
sore Urbano VI insorse il ^vau{]e Sri s ma lere a patriarca Tristano da Savoi gnan,
(/'.) d'occidente, sostenuto dall'antipapa che d'allronde Cividale ricusava. Inulil-
CleiBente VII, che in AK'ignonc stabi- niente per ridurre gli udinesi all' iibbi-
lì una cattedra di pestilenza, ingannaa- diei;za s'interposero il re d' Ungheria e
ilo diversi principi e nazioni che l'ubbi- Braiicliino vescovo di Bergamo legalo
dirono per vero Papa. Quasi lulla l'Ita- pontificio. Tranne Cividale e alcuni altri
lia, la Germania,
Boemia, l'Ungheria la circostanti castelli, ubbidienti al cardina-
e altri regni restarono fedeli all' Lbbi- le, lutti gli altri erano pertinaci; per cui
(licnza romana. Aveano veneti nel 36g i 1 il legato nel I 383 intimò le censure ec-

ripreso il dominio di Trieste, e lo man- clesiastiche ad Udine ed a lutti gli altri

tennero sino 1872, finché nel 879 ri-


al 1 luoghi disubbidienti, prelati e nobili di
tornò ancora una volta in loro potere. Su essi; né per queste [»ene canoniche si vol-
queste date e circostanze gli scrittori so- lero piegare. S' interpose con qualche
no discordi. Neli38o Trieste sottrattasi successo Francesco I signore di Padova,
da'veneti e tornata in potere de'patriar- ma quando i friulani s'accorsero ch'egli
chi d'Ar|uileia . questi la perderono per aspirava a dominar la loro patria, torna-
sempre nel 382, per essersi data uW Au-
1 rono a rivoltarsi contro di lui e II com-
stria, i cui duchi s'intitolarono Signori mendatario. Furono perciò essi di nuovo
dìTricflc. Il patriarca Marquardo allea- scomunicati e sottoposti all'interdetto: si

to diLodovico I re d'Ungheria, prese par- venne infine alle armi


combattè per e si

te alla famosa guerra che arse tra le re- alcuni anni. Per ultimo tentativo Urba-
pubbliche di Genova e Penezìa^'xa favo- no VI nel i386 mandò nel Friuli Fer-
re della I.'' Morì neh 38 probabilmen- 1 dinando o Frodimondo patriarca di Ge-
te in Udine, ove patriarchi continuava- i rusalemme, in qualità di rettore, difen-

no a stabilmente risiedere, e fu tumula- sore e goverfiatore d'Aquileia e della Pa-


to nella metropolitana basilica d'Aquileia. tria del Friuli, non che di vicario gene-
A cagione dello scisma che lacerava l'u- rale nel lem[)orale e nello spirituale del-
rità dellaChiesa, Urbano VI comedi va- la s.Sede; e col suo mezzo poterono al-
rie altre sedi erasi riservala l'elezione dei quanto accomodarsi le cose, riducendola
pastore aquileiese, e perciò dopo 34 gior- provincia ad una pace ferma ed unani-
ni destinòammìnistratore il cardinale Fi- me, essendosi dal Papa tolta l'ammini-
lippo d'^^/t'/iro// (le notizie de'cardinali sì strazione al cardinale. Quindi Urbano VI
ponno vedere nelle biografie) vescovo di colla sua bolla nel 1 387 dichiarò patriar-
Sabina, che nello sfesso anno si recò a ca d'Aquileia Giovanni V, il quale prese
prender possesso. Giunto a Sacile radu- possesso nel 1 388 in Cividale, nel 1 389 in
nò il capitolo melropolilano per comu- Udine, rilardo cagionalo dalle turbolen-
VOL. LXXXl[. 9
iòu udì U D !

?e die lullavia ngilavano il Friuli. Né vi udinesi non Anto-


vollero riconoscere
potè dimoiar più olire, jicicliè gli udinesi nio da Cividale ubbidito; si pru-
Ili,

lo sospettarono complice della morte di gettò una riconciliazione tra* due pa-
Fedeiico da Savorgnan, onde visse quasi Iriorchi, ma non vi si riuscì. L'aiilipa-
sempre parie nel castello di Soireiubeigh pa Benedetto XllI portatosi a Prr/>igiui-
e parte in Cividale. Ma tornato in Udine no vi leime un pseudo concilio per op-
sul principio d'ottobre 3g4r i'i a' 2 f^» I ' porlo all' assemblea che si adunava in

inicpianiente a tradimento ucciso e sepol- Pisa, e vi si trattò di dar pace alla Cliie-

to nella chiesa maggiore avanti il princi sa, sebbene egli restò nella sua ostina-
palealtare. Bonifacio IX nel gennaio ScjS I zione.Quanto a Gregorio XII, già ai i8
gli surrogò Antonio t^r?(^///»'i ornano, che settembre i4o8 denunziata la celebra-
crealo cardinale e rinunziato il patriarca zione d' un concilio, per o[)p()rlo al pi-

to nel i4o2,in questo nel terminar di feb- sano, da tenersi in un luogo del Friuli e
braio gli successe Antonio 11 Panciera o della diocesi d'Aquileia nella Fcuteoosle
Panceviìii o Panciariiii (WVgvXo^vkìavo. del i4o95 non iu Udine, cotne [»retesero
Ad esso e suoi sulì'raganei partecipò Ore- alcuni, bensì Si:risse ad essa e a Civid;»-

gorio XII la sua assunzione al pontifica- le lettera di partecipazione, ma gli ndine-


to, per esortarli a fedeltà verso di lui e si gli negai ono ubbiiiieiiza, seguendo il

avversione a Benedetto XMl successo nel- partito de! sinodo di Pisa, Indi nel mag-
l'antipapalo a Clemente VII. In quegl'in- gioi4o9 partilo Gregorio XII da lìii/ii-

felici teuipidi generale perturbazione per ///, si recò nel Friuli e ftjrmossi a Castel
lo scisma che infieriva funestamente, an- di Praia, distretto di Pordenone, ove al-

che la diocesi d'Aquileia fu sconvolta da cuni credono che coniinciasse il concilio


turbolenze e discordie. Que' di Cividale o almeno gli atti pi eparatorii. Passato in
accusarono Antonio li di non esercitar e- Cividale, di sua ubbidienza, nelhi della
quamente la giustizia, onde porzione del- festa ne fece l'apertura e celebrò la i /ses-
ia diocesi si ritirò dalla sua ubbidienza, sione ne'primi di giugno, ed a'22Comin-
anzi i con tante que-
cividalesi ricorsero ciò la 2.' In questo mentre i cardinali del-
rele a Gregorio Xil, che determinalo- 1' uhbidienza Bomana egli anlic.udinalr
no questi di deporlo a'i3 giugno i4o5. deH\i/'AzW/c«-^/ d'Avignone, col sinodo pi-
Indarno gli udinesi ne presero le dife- sano deposero Gregorio XII e Benedetto
se, mostrando l'ingiusta persecuzione XllI; indisi riunirono per eleggere il I'.»-

Dìossa contro il patriarca, sì al Papa pa in conclave, i cui custodi scrissero a-


e sì al sagro collegio, perchè Gregorio gli udinesi contro Gregorio XII, e crea-
XII già designava loro altro pastore. In- rono per tale Alessandro V. Non raggiun-
tauto cardinali ribelli a Gregorio XII
i sero lo scopo dell'eslinzione dello scisma,
recalisi a Pisa per tenervi il famoso Si- poiché tutti e tre si iraiiarouo da Papi e
nodo per l'estinzione dello scisma, pre- con propria ubbidieuzi. Gregorio XII sco-
sero a calcolo la protezione udinese a fa- tuunicò e depose Benedetto XI II e Ales-
vore del deposto, ed a cui il -zS giugno Sandro Y,<li cui annullò relezioue,e lultii
1409 scrissero lettera di conforto. Non- loro aderenti. Poi nella 3.^sessionea'5 sei-
dimeno gli conventie abbandonare la se- tembie promise rinunziar il pontificato,
de, e Gregorio Xll nel detto anno vi tra- se àue competitori facessero altiettan-
i

sferìda Concordia Antonio 111 da Ponte to de'Ioro prelesi diritti. Poco do[K> ve-
nobile veneto. Questa promozione fu cau- dendosi Gregorio XII abbandonato dagli
sa di uno scisma particolare nella dioce- sle>si cooìpatriotti veneti per la conier-
si d'Aquileia, che poi si compenetrò con mata depo.sizionediPnnciarini.pirsalviir-
tjuelloche Iraviigliava la santa Sede. Gli si dulie trame ordite da esso che domi-
UDÌ ' udì i3i
nava la più parie ilei Frinii, fngfjì tra- Udine Lodovico II, clie indarno ricorse a
vestilo da Civiilale, e per Gaeta ^i resti- Sigisnioiido e al concilio di Basilea, noo-
toì a Riniini da'Malatesla. Alessandro V rendo neli435r. Restò vacante la sede si-
licoMdbbe Panciarini per patriarca, ed e- no ali43q, in die Eugenio IV In confer-
s(]| lo le conmnilà e clero del Fi itdi a ub- ri al celebre padovano cavaliere gauden-

])idirlo, il 1 ."febbraio i4 IO, e morendo ai te e arcivescovo di Firenze Lodovico III

4 nìaggio i cardinali di sua iibbidieiiz;i gli jMczzaiola Scarainpo, che poi eò cai- (j«

sostituirono Giovanni XXIII. Tali esor- dinaie. Divenuto il concilio conciliabolo


tazioni non ebbero effetto, le scissure si elesse antipapa Felice V, il quale intruse
inaspiirono nel Friuli a segno che si frat- nella sede aq ni leiese AlessandroZanowitz
tò dindin re alla rinunzia due [)atriar* i de'duchi di IMassovia, vescovo di Trento
chi. Si ricoise pure alle ainii, fomenlan- che ritenne in amuiinisli azione, ma non
do cividalesi Sigismondo re d' Unghe-
i si recò a pienderne possesso e moiì nel

ila, e dall'altro canto gli udinesi invoca- i444- " cardinale, rinomato an<'he per
rono l'aiuto de'veneti che si adnperaro- militari imprese terrestri e navali, poco
no a pacificai' gli animi con tregua, oc- dimorò nella sua residenza, sapore visi
cordando sicuro asilo in Venezia ad An- recò, tenendovi per vicario generale il ca-
tonio HI. Giovanni XXIII citò cardina- nonico di Padova Francesco Alvaroti ce-
le Antonio II Panciarini per allontanar- Itbie gi(ueconsulto, e dopo di lui 5 ve-
lo dal Friuli: egli però ripugnando la di- scovi. Si coiiip(Jse colla repubblica di Vo-
gnità a tal C(jndizione, ne consultò il co- nezia ne! dogadoili Francesco Foscari, in
mune d'Udine che tanto vigorosamente concordia e pace sulla cessala sovranità
Tavea sostenuto e difeso, finché Giovan- temporale, onde al dogescrisse Papa Ni-
ni XXIII pei ridonare la tranquillità al- colò V lettera di gratulazione neli4^''
la provincia e diocesi aquileiese, vintela II cardimile confermò tutti i diiilli, pii-

sua costanza ed ottenne che nel I 4' 2 ri- vilegi e statuti del suo capilcdo, e il simi-
nunziasse e si A'6 luglio
recasse in Pioma. le fece quale morendo nel 14^*4
Pio 11, il

il capitoloelesse patriarca Lodovico li du- poco mancò che non gli succedesse, ed in-
cadi Tech, che prese possesso in Cividale; vece fu eletto Paolo II. Questi neli4^^
ma Giovanni XXIII non approvando la alla morte del patriarca non provvidexi-
scella si considerò la sede come vacante, bito alla sede, alfidandone l'aramiuislra-
Di venuto Sigismondo re dei romani, si a- zione prima al vescovo di Concordia A n-
dopeiò per la convocazione del fumosoLSìf- tonio Feletlo, e poi al vescovo di Feieii-
;iOf/o di Costanza, nel quale Gregei io XII tino Andrea Lorenzi, il quale restò vica-
I inunziò eroicamente, Giovanni XXIII rio del cardinal Marco I ^ar/^o nipote dei
fu deposto, Benedetto XIII scomunicalo, Papa, allorché lo fece patriarca e prese
e nel i4i 7 venneelello IMartino V.ch'eb- il |)osse^so nel i
47 • per mezzo del meile-
be la gloria d'estinguere lo scisma uni ver- simo, indi ebbe a vicari 4 'i'''' vescovi,
sale e quello particolare d'Aquileia. Im- Da lui cominriòla serie de'pairiarchi no-
peiocchè indusse Antonio 111 da Ponle a bili veneziani, la quale non cessò che ue-
rinunziar questa chiesa,e lo trasferì a quel- gli arcivescovi d'Udine successoti, all'e-
ia di Zara, dichiarando quindi patriarca stinguersi della repubblica. A suo tempo
Lodovico 11. Già accennai in principio, si celebrò un concilio provinciale, e poi fe-

che Lodovico II avendo im[)rndentemen- ce un decreto [)er eliminar i disordini iu-


te intrapresa la guerra contro la potente sorli nell' amministrazione delle rendile
repubblica di Venezia, questa s'impadro- capitolari, ed ottenne da Innocenzo Vili
ni del Friuli e spogliò i patriarchi aqui- bolla confermaloria al divieto di non po-
leiesi di loro au lica sovranità. Cacciò da tersi ammettere tra 'canonici chi non a-
1 32 udì U DI
vesse compito 8 anni. I Alci fo il cardina- successori contìnua inno sempre.t rilnsr'fnp-

le nel i4c) 'iInnocenzo \lll non volle al- re, anzi pare che ad Udine si donasse an-
tentlere la consueta nonnina tlel senato che la nuda riccamenle bardata sulla qua-
veneto, eli cui lo pregava rambascialore le incedeva il patriarca. Pidjblicalo car-
Ermolao I Jjai'haro,i\w. anzi con precet- dinale nel I 5^8, ottenne non senza difli-

lo cì'ubbiclienza volle di' egli stesso, de- coltà di rinunziar il paliiarcato, e l'ese-
gnissioM) com'era, ne accellasse la digni- guì nel 52f) con diritto
I di regresso in fa-

tà, da lui ricusata perchè la repubblica vore del fratello Marco II Griraani. Di-
proibiva a'snoi ambasciatori senza sua li- poi questi abdicò neh 533, onde il car-
cenza l'accettazione di qualunque onori- dinale riassunse governo
la dignità e il

ficenza slraordinariti: lutto ad essa scris- della chiesa d'Aquileia. Morto Marco U,
se Erinolaoe parteci^iò lostesso Papa con il cardinal Marino ollenne da Paolo III

bella lettera, mentre il senato di ciò igna- neli545di linunziar nuovamente il pa-
ro avea eletto Nicolò 11 Dona vescovo di ti iarcato a favore dell'altro fialello Gio-
Alinissa; e venuto in cognizione dell'ac- vanni VI Grimani, con diritto di regres-
ctid uto, se vera men t cingi unse adErm ola o so,ma morì nel 546. Giovanni VI di-
r

di rinunziare il patriarcato. Ermolao ub- stratto in rilevanti affari, senz' avere ri-
bi<lì, ma i! l'apa non volle accettar la ri- cevuto il bramato pallio, riserbaiidosi ri

nunzia, e la repubblica sostenendo rigo- regresso nel dicembre i55o rinun7iò la

luScimenle le sue pi etensioni, la morte dignità, e vi fu assunto Daniele 1 Barba-


d'Innocenzo Vili edcll'elelto troncò uno ro ambasciatore veneto inUngheiia. Mor-
spinoso aifare che sarebbe stato fecondo to questi nel i S'j^, dopo aver abdicato la

anco di più gravi dissapori. Nella biogra- sede,dovea il patriarcato tornare a Gio-
fia liportaiche fu cretilo cardinale, e che vanni VI, ma essendo caduto in sospetto
altri ciò negano, con un conflitto di date e di erronea dottrina sul dogma della pre-
di asserzioni sull'epoche di sua creazione destinazione non avendo potuto conse-
,

e morte. Il nuovo Papa Alessandro VI, guir il pallio neppure da Giulio III e Pio
preoccupalo in altre cose gravi, non vol- IV, gli fuelettoin coadiutore Alvise Giu-
le tener dietro alla vertenza, e nel \^CjZ stiniani colla speranza di futura successio-
riconobbe Nicolò li, ornalo di chiare do- ne. Senqilice chierico, gli fu solo conferi-
ti; dimorò in Cividale e mori nel i497' ta la giurisdizione temporale, esercitan-
Due giorni dopo la repubblica nominò il dosi la spirituale da Paolo Bizanti vesco-
neo-cardinale Domenico Crìtnani, rico- vo di Cattai 0, che visitò la diocesi e ten-

nosciuto dal Papa; dimorò per lo più in ne il sinodo diocesano d'Udine, a cui in-
RomaeneliSi 7 abdicò il palriarcalocon tervenne Cesare de Nores vescovo di Pa-
diritto di regresso al nipote Marino Gri- renzo in qualità di visitatore apostolico.
luani vescovo di Ceneda, che con questa Nel 1575 morì anche l'elettoGiustiniani,
nuova dignità continuò a sedere nel con- ed il Grimani che nello stesso anno avea
ciliogenerale di Lalerano V. Rlarino nel potuto veder dileguata la fìeia procella,
i524 con isliaordinaria pompa prese il da cui per tanti anni era stato travaglia-

possesso del patriarcato , non più in A- lo, si recò in Uiline e vi fece il solenne
quiieia come i predecessori, ma in Udi- ingresso; ma fatta nuova istanza pel pal-
ne, corteggiato dalle primarie magistra- lio, formalmente glielo negò Sisto V. Chie-
ture e da diversi vescovi, e poi fece il suo se e ollenne per coadiuloie, con ispeian-
ingresso in Cividale, donando ad ambe- za di llitura successione, Francesco Bar-
due capitoli la sua cappa magna se-
i
, baro arcivescovo di Tuo, dal quale ffce
condo l'antico costume da lui ristabilito, visitar la diocesi nel 1 5()3, e indiessoquHl
particolarmente quanto a Cividale, che i V isilatorenpostolicoinli a prese qi ielle» dtl-
udì udì i33
la Caniiul;», della Stiria e della Carinlia. lazzo per se e successori , e dove oggidì
hi ([desio ineuire muri Giovamii VI, on- continuano a risiedervi gli arcivescovi di
de nello stesso i5t)3 gli successe France- Udine, e ne fece ornare la sala coll'effi-
sco, elle nel seguente anno prese posses- giede'[)alriarchisuoi predecessori. Di più
so in Udine e poi in Cividale. Nel iSgS vi fabbricò la contigua chiesa ad onore

(enne il suoi, "sinodo nel castello di s.Da- della B. Vergineede'ss. Patroni della dio-
niele, reso linomalo dal dissidio iusoilo Donò pure la sua libreria
cesi aquileiese.

per la preminenza del posto, Jra'canoni- per uso pubblico, pel quale serve tutto-
ci d'Udiiìee ([uelli di Cividale. 11 patriar- ra. IMorl nel 6 G e fu sepolto nella chie-
1 1

ca con decreto sentenziò in favore del ca- sa di s. Antonio abbate d'Udine, come lo
pitolo di Cividale, ed accettò la protesta fu poi il Fratello Ermolao li che gli suc-
di i\ut\\oiWd\ue,M' Ili' cii/nscuiìKiueprae- cesse per coadiuloria, allorché il cadave-

jiidicio. Nel I 59G Francesco ottenne da re vi fu trasferito da Venezia, ove finì i

Cletncnte Vili per coadiutore e col lito- suoi giorni neliG22. Avendo egli altre-

lo arcivescovile di Tiro, il fratello Ermo- sì ottenuto il coadiutore in Antonio IV


lao Barbaro. Nel medesimo celebrò il
Il Grimaai, già vescovo di Torcelto , esso
sinodo provinciale iiiUdine,eivi poi stam- fece la sua solenne entrata in Udine e irt

palo, ove tra l'altre cose si trattò preci- Cividale neliGsS. Tenne il sinodo nella
puamente delloyservanza del rito rotna- delta chiesa di s. Antonio, e morì in Ve-
no ncir UlìtziaturadcUdChicsdf^ ì '.),rilo nezia neliGiS. Gli successe Agostino II
e liturgia che da lungo tempo erasi intro- Gradenigo, già suo ausiliare e vescovo di
dollo nella cliiesa atjudeiese, in luogo del Felire , beneuierito di sua chiesa per le

già ricordato antichissimo suo e denomi- molte opere di beneficenza e generosità


nato /Jrtf/vVzrr/imo. Questa si può dir l'e- che esercitò: morì nel iGaq in L*adova,
poca in cui la chiesa d' Aquileia abolì \\ suo donde le sue spoglie mortali furono re-
antichissimo rito, per abbracciare il ro- cate in s, Zaccaria di Venezia. Il paren-

Diano; iujperoccliè sebbene in essa e nel te e coadiutore Marco III Gradenigo, al-
la sua provincia ecclesiaslica fosse già sta- lora reggitore per la repubbHca dell'iso-
to catubiato sino dal lem pò del decreto la di Creta, ne occupò degnamente la se-

di s. l*io V, il quale ordinò a tutte le chie- de,beaemerito per avere felicemente com-
«e l'osservanza del solo rito rumano, tut- poste le gravissime discordie, che arde-
tavia non l'avea ancora accettato con e- vano tra il vescovo di Verona Marco Giu-
spressa dichiarazione, C(jnie non eravi per stiniani e il suo capitolo. Morendo nel
anco intervenuta la formale approvazio- 16)7 gli successe il coadiutore e fratel-
ne di tutti i vescovi comprovinciali. Inol- lo Girolamo vescovo di Fatuagosta, che
tre nel 1600 celebrò un sinodo diocesa- visse soli mesi, e morto in Venezia fu
i I

no in Cividale, e altro nel 1602 in Go- deposto in s. Clemente de'camaldolesi,ove


rizia pe'ledeschi e gli slavi che formava- erasi preparata la tomba. Gli successe il
no parte di sua gie^ge , ed ambedue si coadiutore vescovo di Tagasle Giovanni

slampatono. Fu il patriarca Francesco V I ! Dclfiiiù, che nel 1 658 prese possesso


benemerito anche per aver edificato ìd in Uiline e fece indi il suo ingresso for-
Udme il nuovo palazzo patriarcale e il male in Civiilale, meritando pel suo ze-
nuovo seminario pe'chierici. Sino al suo lo il cardinalato. Morto il fValello Danie-
lempc la residenza de'palriarchi era sta- le vescovo di FdadeKìa, ottenne a succes-
la stdl'alto del colle, ch'è nel mezzo del- sore il nipote Dionisio Delfino vescovo di
la città; ma quando la repubblica veneta Loria. Il cardinale piìi volte visitò la va-
volle quel luogo per fabbricarvi ima for- sta diocesi, tenne il sinodo diocesano nel
liizza, egli elesse dalle fòudameula il pa- jGGo e neh 669, e dopo \a auuidi pu
i34 udì UD I

tnarcalo moi'i nel 1699, ed il cailaveie palriarchi d'Aquileia ne perderono li so-?

fu purlato in t. iVJicliele di Miitano, ples- Manila. In conseguenza poi della famige-


so Venezia, nella londju dc"suoi maggio- rata lega diCanibray e guerra che ne d(-,ii-
ri Gli successe Dicjuisio, die cun solenne vò, alcuni luoghi del Friuli coll'anlica A-
ingresso enlrò in Udine e poi in Cividale, quileia passarono nella signoria di casa
visitò più vtjlle la diocesi, e radunò nel d'Austria, i cui imperatori mal soffrendo
1703 il sinodo in s. Anionio abbated'U- che vi esercitasse la podestà ecclesias'ica un
iline, ove restaurò la collegiata che gli ser- ordinario strauiero.gii arciduchi della me-
viva di cattedrale, ingrandì il palazzo pa- desima convennero colla repubblica di no-
Iriaicale e da'fondanienti edificò il loca- tnÌDailo alternativamente; ma introdotto
le p,er la bìb'iolcca. Die sagge leggi per l'uso de'coadiutori essi reslnrono delusi,
l'osservanza della disciplina ecclesiastica non potendo esercitare il diritto e sempre
e pe'uiona>ttri di moiiaclie, conces-e sta- essendo il patriarca un [)reIalo veneto.
bile dimoia alle salesiane del castello dì L'Austria iitutilmenle avmdo fatto ripe-

s, Vito, e in cpiL'l'o di s. Daniele contri- tute rimostranze, venne al punto di non


bui all'erezione del monte di pietà. Eb permettere a'paliiaichi l'esercizioxli loro

be a coadiutori Marco Gradenigo vesco- spirituale giurisdizione, restando i dioce-


vo di Titopoli, poi vescovo di Verona e sani privi del pastore. L'imperatrice M,''
patriarca di Venezia, ed il nipote Danie- Teresa e la repubblica di Venezia ricor-
le Il DclfiiiO vescovo d'Aureliopoli, che sero a Bencdello XIV quale giudice su-
gli successe nel 1
784 per sua morte. Da- premo della contioversia; sostenendo i ve-
niele II domandò e ottenne per coadiu- neti non interrotto possesso della nomi-
il

loie Larlolomeo Gradenigo vescovo di na, dirillo confermato da Giulio III e ,

Tialira; celebrò nel 1740 •! sinodo, clie l'imperalrice non ammettendo che la tol-
fu lodalissimoe stampato in Udine, indi leranza de'suoi predecessori potesse for-
Et nedetlo XIV lo creò cardinale. Bene- mare una prescrizione contro il dirillo del-
fìeentissimo e splendido pastore, in U- l'alternativa elezione.Benedetto XI V^ a-
dine fabbricò la casa della missione e il vendo attentamente esaminato il grave
monasleio di >. Caterina , ed in s. Vito affare, colla sua profonda dottrina e fe-
riedificò la chiesa primaria. Il cardinale lice sperienza, pesale le ragioni dell'alte
iy\ l'ultimo patriarca d'Aquileia e il i.° parti disputanti, senza pregiudizio di es-
arcivescovo d'Udine, per la soppressione se intanto risolvette di stabilire in Gori-
del palriaicato. Quanto precede, accom- zia , finché avessero proseguilo le diffe-

pagnò e seguì (jueslo memorabile avve- renze sull'esercizio della podestà ordina-
nimento, lo descrissi ad Aquileia, a Go- ria, un vicarialo apostolico pel Friuli Au-
rizia e articoli relativi, principalmente striaco del patriarcato, con libero eserci-
colla Sloiia dì Benedetto XII di INo vaes, zio di tutte le funzioni dell'ordine e del-
e colla Storia del Cristìanexituo di L)er- la giurisdizione episcopale; peròespressa-
caslel; laonde qui non mi rimane a rife- mente coll'obbligo nel vicario apostolico,
Iire che un cenno perchè meglio s'inten- di non procedere che in nome del Papa e
da quanto ha relazione ad Udine, che di- suoi successoli, e per autorità della s. S^-

venne meliopoli eccle>iastica del Friuli de ed a suo beneplacito. Perlanlo Bene-


Veneto, come Gorizia pel Friuli Austria- delio XIV col breve O/iiniiim ecelesiii'
co, notando però the il noveio delle se- ruiìi solieìtudinem , de' 29 novembre
di vescovili allora sudraganee del palliar- 1
749j Bull. Beiud. XU\ \. 3, .lj>j)en-
calo lo riportai al suo articolo. dix, p. 24^: Ereclio f icari/itui yJj)o-
Dopocliè la lejndjMica di \ eiiezia ac- stolid in parte dioecesix ^hfailej'ensi.'ìf
>jMislò iiduiuluio del Friuli,dibsi già che i Au li ideile (iimi/iae doiniuiu suijeilii.
udì UDI i3T
ludi COI) l'allocuzione Postqiiaiii ìiiilìo, liis opportunis disposilionihus. Già Be-
{)ionunzifiia nei concistoro del i

di di- nedi'tto XIV nel giorno precedente nea-
refidjie segiKMite, lo partecipò al sagro vea dato [>arlecipi\zione al sagro collegio,
collegio. Poscia col breve Puslijuain per coll'allocozione Perspectani /^'o/^jv, pres-
de'i 7 giugno 7 l^o, deputò in vica-
{itiai', i so il Bull. c\i. a p. 244- ^^' cardinal Del-
rio apostolico Callo Michele de Altemps, fino il Papa lasciò il titolo e le insegne
dichiarandolo vescovo I\]eiiiiilen in pai'- e prerogative de'palriarchi a vita, e di-
^/7«.y (nelle .Yotizie di Roma si legge di chii)ròarcivescovod'Udine(però nelle Vo-
Pcrganw). Questo breve e l'allocuAione tizic di Roma fu tolto dal novero de'pa-

ili riportano nel fiulL c\t.n p. 247 t: 246- triarchi); come nominò l'Attemps all'al-
Ria la repubblica veneta invece di mo- tra nuova sede di Gorizia, delle cui va-
strarsi contenta e grata al Papa per si sag- rie posteriori vicende ripirlai in piìi luo-
gio lemperauiento, si credè pregiudica- ghi e meglio sviluppai a Trieste. A'3 feb-
l<i ne'propri diritti, e adirata biasiinevol- braio 17 52 la repubblica di Venezia con
luente richiamò da Pioma il suo amba- supplica riportata dal Quirini, Tiara et
sciatore e licenziò da Venezia e da' suoi Purpura Veneta, p. 4'?-4> ituplorò da Be-
tloininii l'arcivescovodiCalcedonia nun- nedetto XI V,che Bartolomeo Gradeiiigo
zio apostolico. Sempre circos[ietto Bene- già coadiutore al patriarcato d'Aquileia,
detto XIV, contrappose a silFatto acer- lo fosse nuovo arcivescovo d'U-
ancora al

bo [uocedere, la dichiarazione di non a- dine, e il Papa


annuì colla bolla Ro-
vi

ver creduto coll'erezione del vicariato a- nianw; Po/?f//(^x, presso il medesimo Qui-
postolico di attentare a' diritti delle [)ar- rini. In conseguenza delle riferite dispo-
li interessate, perciò ritirarsi da quesl'af- Benedetto XIVcolla bolla Sacro-
sizioni
i'.ue, lasciando che la contesa si risolvesse sanctae Militantis Eeelesiae,{le 8 apri- i

tra la republ)lica e l'imperatrice. Frattan- le 1 702, Bull. cit. t.


4, p. I, eifettuò l'e-
to nig."^ d'Atleujps si presentò al capito- rezione dell' arcivescovato di Gorizia, e
Io aijuileiese, e (ecegli leggere il breve a- siccome Aquileia già da più secoli abban-
postolico, che gli comunicava la delegala donati dal suo pastore e ben di rado vi-
podestà sul Friuli Austriaco; ed il patriar- sitala dal capitolo metropolitano, era ca-
ca cardinal Delfino pubblicò la protesta duta sempre più nella desolazione e nel-
fatta alla s. Sede, da cui riputava viola- lo sfjuallore, il [."arci vescovo di Gorizia
li i suoi patriarcali diritti. Per sedare si trasferì il tesoro ilclle sue ss. Reliquie al-
gravi discordie ebbero luogo le pratiche la sua nuova tnetropolitana. Quindi Be-
altrove narrate, e si convenne la soppres- nedetto XIV colla bolla Suprema dispo-
sione del patriarcato d' Aquileia, dopo sitione, de' i
g gennaio 753, Bull.
1 cit. p.

I 7 secoli e mezzo d'esistenza, e l'erezione 20: In Utinensis Givi tate collegiata ec-
degli arcivescovati d' Udine e di Gorizia, clesia s, Mariae Majoris nuncupata in

dividendo tra essi il territorio patriarca- Archiepiscopalem Ecclesiam cuniomni-


le Veneto e Austriaco, e secondo tali ter- bus jurihus, praeanincntiis, ae privile-
rilorii assegnandosi alle due nuove me- giis erigitur. Chiesa che sino allora avea
tropolitane le sedi vescovili sulFraganee. servito alle funzioni [)atriarcali. Si formò
Perciò Benedetto XIV colla bolla I/ij'uii- l'arcidiocesi d'Udine del territorio aquile-
età nobis a supremo Pastoruni princi- iese, soggetto al dominio veneto, con giu-
pe, de' 6 luglio 1751, Bull. cit. t. 3, p. risdizione metropolitica all'arcivescovo
177: Aqiiilejensix PatriarehaUis el Se- d' Udine sulle chiese vescovili degli stali
dis perpetua suppressio et exlinctio j veneti, ossia furono assegnati per suli'ra-
nec non erectio duoruni Archiepiscopa- ganci i vescovati di Pailova,Piecnza,Vc-
tdu/n, fjtincnsis, et Goritiensis, cani a- ro/ia, Treviso, Ceneda, Belluno , Fel-
I 36 L" D I U D I

Concordia, Capo d' Lslria,Ciuà No-


//•(,", cardia J/f<</<rìj- e nell'esergo: Termi n!<!
va o Emonia in Istria, Parcnzo, Pota. ad Padiiiii Coiislitulis. La 2.' medaglia
Fu assegnata al nuovo arcivescovo cjiiel- ha scolpiti due arcivescovi in abiti ponti-
la porzione di rendila derivante da' be- ficali con doj)pia croce, che si congiuugo-
ni posti nel territorio veneto , ed inoltre no in concordia. Simboleggia la cessazio-
una delle due commende colle quali fu ne della grave controversia sul patriarca-
divisa l'abbazia di Rosazzo, l'altra essen- to d'Arpiileia, a cui pose fine il l^apa col
dosi conferita all'arcivescovo di Gorizia. sopprimerlo, econ erigere duearcivesco- i

.Si Foruìò il capitolo colle dignità del pre- vali d'Udine e di Gorizia,c3pilali ilei Friu-
posto colla rendita di 7G0 ducati veneti h Veneto e Austriaco. Vi è il molto: No-
di G lire e 4 soldi l'uno, del decano con va Ecch'siaritin Focdcrc; e nell'esergo :

65o ducati, e del primicerio con Syo: i TraiufuiUila'S Rcstiiiita. Tuttora conii i

canonici si stabilirono in numero di 24, d'andjedue le medaglie si conservano nel-


con 355 ducali per ciascuno;! mansiona- la zecca pontilìcia. Indi per decreto del se-
ri in nuu)ero di 12 con 187 ducali, e 8 cap- nato veneto fu stabilito in Venezia un tri-

pellani con 80 ducati per uno. Essendo- bunale o vicariato arci vescovile, perchè le

.^i fissata la rendita dell'arcivescovo a cau'je delle chiese sulfiaganee potessero

83 16 ducali, poiché a'7597 die rende- con piti fìicililà essere ricevute iu appello
va la mensa del soppresso patriarcato, ne all'occorrenza. Morì il cardinal Delfino
avrebbe accresciuti 917 la reptdjblica di nel i76'2, e fu sepolto nella chiesa ili s.

Venezia, alla quale Benedetto XI V die il ALiria Maddalena Foco vÌnso


de'fili[)pini.

perpetuo diritto di nouìinare l'arcivesco- il successore e già coaduUore Rarlolomeo


vo, le 3 dignità ei 1 canonicali, come al Gradenigo ,
poiché nel 1765 finì i suoi
capitolo la facollà di nominare il canoni- giorni nel castello di Motta, iloude il cor-
calo e prebenda Masolini, i mansionari e po fii trasferito alla metropolitano. Ebbe
i cappellani. Finalmente Benedetto XIV a successori, nel 1766 il parente Gio. Gi-
concesse al capitolo d'Udine le stesse in- rolamo Gradenigo, dolio e benemerito
segne corali accordate a «piello di Gorizia, pel narrato più sopra; nel 1 786 Nicolò .Sa-
cioè alle dignità e canonici l'uso de! roc- gredo, che rinimziò nel finir del 1791 e
cliettoe della cappa magna paonazza col- divenne vescovo di Torcello; nel 792 da 1

le fodere di pelli d'armellino, ed a'man- Ceneda vi fu traslalo Pietro Antoni.. Xo/-


sionari e cappellani quello dell'almuzia. -/ poi cardinale. IMoilo nel i8o3, pegli
l'er la ristabilita concordia tra la s. Stòn avvenimenti politici e successiva iiivasio-

eia repubblica di Venezia, IjenedeltoXIV ne restò vacante la sede sino al settend^re


fece coniare due medaglie colla sua edi- 1807, venendo eletto Balda^sare Rasiio-
gie. jNel rovescio della 1 .si espressero per- ni nobile di Piavenna, che inù di vivere
sonificate, la Cbiesa che lenendo la bi- nel 181 4- '" questo liloin.ito anche il
lancia dà la mano destra a quella della Uè- Friuli Veneto nel dominio dell' impera-
pubblica di Venezia coperta del berretto tore d'Austria, Francesco I dopo avere e-

ducale e con ramod'idivo nell'altra ma- retto regno Lombardo- Veneto, volle ri-
il

no: a lato della ." lìgura è un Angelo con


1 durre in osso a sole metropolitane eccle-
chiavi appoggialo allo stemma |)onti(ic,i{i; sia.liche le due capitali di Venezia e di

accanto alla ?,.^ è d Leone alalo di s. Mar- Rlilaiio, e di assoggcltar loro al modo del
co pomato sul libro. IN'el mezzo vi è tni ter- politico Icrritorio, tutte lecitlà che gli ap-
inine ljici|)ile. Questa meilaglia allude an- partenevano [ler civile dipendenza. Que-
cora alle cessate vertenze tolte per lo sta- sta memorabile diS[)osizione mentre am-
{jilìmentu dei reciproci confini slal)iliti pliò notabilmente la [trovincia uietropo»
presso il 1*0. Vi si legge l'epigralc: Con- lilana del palriaica di l'augia, amiieU'
udì udì i37
lo fjiu'IIii tl'Uiliiie, le cui chiese sulTr.iga- e 199 parrocclile. La diocesi di Celluliti
nee passiti ouo nel dello palriarcalo ed , poi, senza calcolarvi l'unila acijuc prin-
essa «ncdesiina lo divenne nella soppiei- r7y;^'//7r/- diocesi di Fellie, con ilello au-
«ione della dignilà di chiesa arcivescovile mento venne ad avere 63 pai ioccljie,coii
a Udine e di sua nielropulilica giuiisdi- cijca 224 sacerdoti e 10 j,024 «"'""C. Il
zione. Pio VII tutto canoiiicnineiile ordì- Papa l'io IX nel concistoro de'2 dicein- i

iiò colla bolla De saltile Donnnici gre- hre 1846 preconizzò vescovo di Udine
g'/V, del •."niaggioi 8 18, Bull, lioiii.cunt. Zaccaiia Cricito di Bas^ano diocesi di Vi-
t.i 5, p. 36. Indi lo slesso Papa avea nel cenza, arci|)rele della chiesa matrice del-
settembre accettato la nomina deli." ve- la patria città, facondo predicatore, ver-
scovo d'UdineGuaUardo Rulollì che muri salo nella teologia morale, neH'elotpjenza
nellostesso mese, e pi>i nel concistoro dei sagra e nella filologia greca che insegnò,
I 1819 [)reconizzò vescovo fr. E-
3 agosto degno pegli altri pregi narrali nella pio-
tuanuele Lodi domenicano di Milano, già posizione concistoriale; il c|uale si portò in
parroco de'ss. Gio. e Paolotli Venezia, lo- riuma,accompagnatotlalsacerdole d.Vin-
dato pastore ;inche per aver miglidrato i cenza Griglio nobile di 13 issano. Prima di
Leni della mensa e magnilìcamente ubbel- sua coiisagrazione il medesimii Pontefice
lita la resilienza abbazia le diRosazzo, la cui culla bolla Kx Callwlicac iinil!ili\,i.\e i^
conuDenda era stata nell'altra mela rioni- marzo 1847, riportala dal ililigenle Cap-
ta al vescovato di Udine, insieme al titolo pelletti, a compensare la diocesi d'Udine

itbbazìale, fin da quando la dignità me- non tanto della solFerta diminuzione di
IropoliiicadiGorizia fu trasferita nel I 788 parrocchie, quanto delle anleiioii e ben
a fjtdiiiiiut. Morto il detto |)astoie, nel piìi gravi perdite, mercè sopralt. ilio loze-

1845, durante la vacanza della sede, dal- lo indicibile e la mirabile perseveranza a

la tliocesi furono smembrate tutte le par- lanlo scopo messa in opera dal cardinal
locchie del Cadore, le quali formano i Fabio INI." Asquini de'signori di Fagagiia,
presenti dislrelti di Pieve e di
Auronzo. patrizio udinese, restituì al pastore la pri-
Conviene sapere, che appartenendo fino mitiva dignità arcivescovile e alla calle-
dal1806 tali distretti al politico leggi- diale la metropolitana, ma (piale grado
mento e amministrativo governo delia piirainente d' onore, senza melropolilicii
provincia di Belluno, e perciò separali giiirisdizionesopra qualsiasi diocesi sulfia-
per lunga distanza dalla vasta diocesi di guiea. Inoltre la chiesa d'Udine fu sol-
Udine, onde ne riusciva assai incomoda la tratta dal diritto metropolitano del pa-
comunicazione, supplicarono 1' impera- triarca di Venezia, conservandosi però
tore Ferdinando 1 Sede di essere
e la s. soltanto al cardinalMonico,allora patriar-
separati ila Udine anche nello
e di unirsi ca veneto, su di es«,a la giurisdizione di de-
spirituale a quella poco ampia diCelluno, legalo apostolico, durante la sola esisten-
c trovatasi ragionevole l'istanza, rollenne- za naturale ilella vita di lui. Ed ecco il

ro (lall'imperalore a'3 marzo 1846 e dal decreto concistoriale, che d'ordine del s.

Papa. Pertanto Gregorio XVI colla boi- l'adi e fu emanato dal cardinal Polidori
la Liiùvcìsdlis Eccle..'>iaeregiimn,i\ii"òo membro della s. congregazione concislo-
aprile 846, presso
1 il sacerdote Cappellet- 1 iale. " Ercctioitis in /ércliiepiscopatu/n
ti, sepalo dal vescovato d'Udine ledette ;l/e/ro/;o//^z/i»///. Utinenses Ci ves memo-
parrocchie delCadoree l'incoi poro a (juel- ria sedulo recolenles, cpiod in eoiuui Cl-
io di Belluno. Cosi Udine perde oltre le 30 vitate per plures anno» degere consue-
parrocchie, circa 94 sacenloli e 32c)3 a- verini Antislites insignis, Palriarchatus
iiime, restandonenondimeno di queste a Aqoilejensìs.quodein suppiesso,inibi,sul>
Udine 297,345, cuu circa ioyi sacerdoU auuo 1702 a Bcucdiclu PP. XIV ciccia
,38 udì udì
Inerii A^(;lliepi^co[nlIis Cpllietlra Melin- Iute flonirnirì grrgix, prò iis cnpililnH,
polilaiia culli tliioilecim ex iis episcopati- (piae liuj Lisce decreli dispositioiiibus sint
bus sullraganeis qui aiilea Pa!i iiuchalui contraria, [ìroiìideque conlrariis fpiibus-
Aquilcjeosi sulierant ila ut Archiepiscopi cuiuquc eliain speciali commeiiioratioua
Uuneiisesin partenì )urisdiclioiii->Patriar- dignis minime ol)slaiitibus, ex propria
cbaii) Aquilcjeiisium successeriiil, quod- sceiilia el Apostolicae potestatis pleiiitii-

que anno 1818 ipsa, pcculiaribus ex cans- dine, omnia baec quae sequnnlur, perpe-
sis a Pio VV. VII simplex epi«copn!is Ca- tuo modo deliberate d-crcvit, ut videlicet
ihedra Palriarcliali Venetiurum Metro- (naelodala Ecclesia el dioecesis Utinensis
politanae Ecclesiae suIlVaganea per Ape- ilesinat esse sulfraganea Palriarchalis Ec-
slolicis litleris, qnarnm iniiiiun: De sa- clesiae Veneliariini, et rurstis in Archie-
/;//(' (loDiinùi gì (gis, fiìdi'il declarala eo jiiscopatum Metropolilanuiii erigatur,ita
iugiler vota curasque inlerderuut, ut ea- lainen ut luillae ipsi adjiidicenlur Eccle-
l'em Cathedialis Ecclesia in prislinam siae sulFraganeae nulla pror?iisiinu)uta-
Aicliiepiscopalis JMetropolilanae dignità- lioneinductaquoad cclerasEcolesias oli in
lem rcvocarelur. Taiii vero, quuoj hàec ejusdem sulfraganeas, quae V'eneliaruui
oiiìniuui illustris illius Civilalis ordiinini Palriai cbitui subjectae uti in praesens
vota innotuerinl SS. D. N. Pio Divina suul perstabunl. Ila proiude SS. D, N.
providenlia Papa lutjusnoininis IX. ani- prò perpeluis futuris (einporìbus de sua
inadverleus ipse praeclaia quibus vel a potestatis plenitudincviecernente ac man-
priscis tetupui ibus Utinensis Civilascoin- danlesPi. P. D. Zacliariae Bncito, in con-
inendatur nomina, slatnmqiie djidem ec- sub anno 1846
sislorio dici 2 ideceuibris
clesiastici rei el capiluli principis dignità- ad eain regendauiEccle^iaui praeconiza-
te el ministrorum copia et sacrarum ae- lus, ccnseatur nomiiialur el sii ejusdeui
diuiu splendore, et instilntisin animai um Ecclesiae Archiepiscopus, qui aeque o-

salulem, reclauique adolescenlium edu- mnes ejus futuri successores Utinensis Ar-
calitinein addiclis florenlissimum, aliquo cliiepi->^;opus, nuncupalur, quiqueproin»
tandem modo piis electi illus gfegis desi- de ex liac Arcbiepiscopalistitoli jurium-

dejiisobsecuiidaie proea qua praeslat be- que reslilutione, calbedrali itideu» Ecclo-
DÌguitate decreviijhonoie Aicliiepiscopa- sia, ejuscjue Capitulo caelerisque ad Epi-
jis IMeliopolilauae sedis iteruui in Ulineu- scopaleiu sedein perlioentibus in melru-
sen> Ecclesiam collnlo. Quo circa, audilo polilicum nomen slalum el dignitaleui
Em.° S. Pi. E. Cardinali Jacopo IMouico revocati*, habeat ex Apostolica benigni-
Yenelae Ecclesiae palriarcba,collatisque late usum Pallii et Crucis, cum facullale
consiliiscmn Ferdinando 1 Austriae Ini- uteiidi, atque fruendi cunclis el singulis

peratore el Longobaidiae el Venetae di- quae Arjluepiscoporum Melropolilano-


cliouis Rege serenissimo, Bealitudo Sua, rum propria sunt, iisque juribus, graliis,
bisce alìisque lalioiiuai momentis ineutii privilegiis, praemiuentiis, praerogatìvis,
fìncm matura deliberatione perpensis, usibus, iusigniis alque indumenlis, quae
probe noscens, rem atl majoiem Dei glo- sive a jure sive a legitiiua consuetudine
riam,etiii maximum (Idclium boiium es- primilos gavisi ac usi sunt Archiepiscopi
secessuram Em." D. Fabio Maria Cardi- Ulinen»is, servalis tamenprius per ipsuiii
naii Asquinio Ulinensisua ac publica con- servandis quae prò Palili postulalione
civiuni studia referente, suppleto, quale- apuil Sauclam Apostolicam Sedem sunt
liu«.opus sii, quascumque omnium inte- praefìnila.Quaproplerexspeciali ejusdeiii
lesse habenlium consensu vel eliamdero- S.inctilalis Suae mandalo iiiAposlolicisile
gala de jure quaesito non tollendo regu- memoralo R. P. D. Zachariae Uricito in
la et piacscrlini Bulla supradicla: De su. Episcopum elccliouc liLlciis ad foi'Uiaiu
udì udì ,39
|iuju!)Le cunsistoi'ialis decreti, per SS. D. tluohiis lerliis parlibusprò Abballa s.
W. adpiobati uomine acliliilo iMclro[)o- IVlri de Uosaccio, super cujiis Abbatiae
Jilaiiis Aichiepiscopis UiìuciisÌn muicuprt- stalli saita Icctaqtie ess«i)e: ;^aiit etiain ia-

lur, ut servalis deiiJ serviiiidis possit L'o li- vore Archiepiscoporum Uliiieiiliuiu ea
tulo ac jure posses-sioneiu Eccle^iue sibi cuncla que Ifgiliine sive re sive lionore
conimissae rite adire poslquam Apostoli Episcopiis Utiiicnsisbacleuusrorsilafi ob-
cae lillerae de quibus inferius fueiint e- linuil. Denique idem SS. D. N. praecepit
xcipiulioni mauilalae. \'eri\ni ea est SS. haec omnia et sinyula superius decreta
D. N. erga Enì.i'-'n Cardinaìem Jacoiimn itiserantiir ii> Apostolica Ijidla inox, su-
IMonictMiiVencliaiuml'atriarcbaniobiri- per boc neyocio expe(bi;iid,i el cxcquii-
signia fjus merita paterna alIecliOjUt pe- lioni iiiandaiida a laudalo Ein." Munico
culiaribus favoribus publice ipsiui) lesla- iu id a Sanctitale Sua specialiler depu-
tam voleiis oiandaveril el decreveril prO' tale cum facidlalibus necess;iriis et op-
ul praesenti decreto mandai el deceniil, portuuis, subdelegaudi aliain personam
ut eidem Eni.° IMouico hodicmo l'atriar- in ecclesiastica digiiilale constiUitim, ad-
tlia specialis facidlas adtnbula edicatur jecla condilione, ut dein intra sex tiien-
qua poslhac tauiquam Delegalus Apo- sesomnium circa id aclurum et dccrelo-
stolicus Itgitime valtat super Uliuensi rum autentbicumexcn)plardiligeiitcr ad
Archiepiscopatu eam iurisdiclionem ec- S. Sedem trasmitlalur in liac s. Cougre-
tlesiasticau», qua prius ac uielropolitico gallone Cousistoriali de more custodieu-
jurepeiluiigebatui, rite exercei e, facili iu dum. Quare SaiiclilasSua jtissilboc edi
gravioribus negotii». bujusce specialis A- io eadem s. Congicgilione ibi-
decretuju
poslolicae Delcgalionis iiieutione. Cete- dem coiisei vaiidum, Dalum Komae an-
rnm quoad Capiluliun Aicbiepiscupalis no 847 sub die mensis Miiilii. India'G
1

Metropolitanae Ecclesiae Utiiiensis, Bea- aprile, come riporta il n."i4delle IVoti-


illudo Suae decrevit, illud eliam in pò- zie del giorno di Roma del i847)3.' fe-
sterura extare ex iisdem Canonicalibus sta di Pasqua, il cardinal Fabio Maria
eliam lionorariis, Mansionarii.-^, et Gap- Asquini patrizio udinese, assistito da mg.
pellaniis ab iisdem personis lespectiveie- Canali patriarca di Costantinopoli e vi-
tinendis, quaeiuinc in po.isesàioiicMiaser- cegereute di Roma, e da mg.' Ficlii arci-
vaio pristino stalu quoad dignitales, ti- vescovo d'Ellopoli, nella cbiesa di s. Ma-
tulos, gradus, praeminenlias, jura, olii- ria in Vallicella de'filippini di R.oma, so-
cia, indunieiila, et obligationes, praeser- lennemeute consagrò iu arcivescovo d'U-
lim circa aniruarum curam omnibus in- dine uig.' Bricito, coH'interveiilo di di-
super el singiilis honoiibus, insigniis, in- stinti personaggi, fra'((uali il contedi Liit-
dumenlis, juribus, privilegiis, praeroga- zow ambasciatore d'Au.ilria e ilconteCol-
livis, usibus, el consueludinibus legiiimis, loiedo altro patrizio udintsf e luogote-
graliis, indultis, et ceteris qudjuslibel ad nenie generale del s. ordine Gerosolimi-
Wetropolilana capitola perlineutibus ei- laiio. Si legge quindi ne'n.i 3o, 87647
dem Ulineusi Capilulo benigne coiicessis. del Dia/io di lioiiia del 1847, cbe il Pa-
Quibus posilis, quau;quam Ulinensis Ec- pa nel concistoro de' 12 aprile concesse il

desia bonoriflccntiorisdignilatis augtnen- pallio a mg.' Bricito, ed a'3o con suobre-


to splendidicis lune fueiil condecoiata, ve l'annoveiò fra'vescovi assistenti al so-
iianclitas Sua nihilo se ejus voluit esse iu glio pontifìcio. In un articolo onorifico
decrelis ut ejos taxa sii permaiieatque si- per la chiesa d'Udine si dichiara, cbe può

culi aulea in floix-nis auri de Camera mil- dirsi (juasi erede e figlia primogenita del
comprehensa videlicet laxa flore-
libus, patriarcato aquileiese, poiché prima del-
uorucu ceutum ocluagiuta trium cuiu la soppressione di esso fu la residenza dei
i4o udì UD I

j)atriiirclii;iii(li si liferiscechei! Papa Pio Fidia. L'altro verso della medaglia ha io


JX [)tv l'aiiticlie glorie dellti chiesa udi- stemma del cardinale, cui è dedicata la
nese, prese opportune intelligeure col-
1'
leggenda. Morto nel i85i mg.' Bricito,
1" imperatole Ferdinando I, per reinte- il medesimo Papa Pio IX nel concistoro
grarla deli' arcivescovato luelropolilano de'27 settembre 802 dichiarò arcivesco-
I

(come neli83o lo era stata Gorizia, ces- vo di Udine, gli concesse il pallio e poi fe-
sando l'arcivescovato di Lubiana) e de- ce assistente al soglio pontificio, Tattuale
corare del pallio il nuovo pastore. Tutto ottimo pastore mg."^ Giuseppe Luigi Tre-
questo avendo prodotto nell'animo degli visanatodi Venezia, che nel concistoro dei
udinesi e di tutti gli abitanti dell'arcidio- i5del precedente marzo a vea promulga-
cesi, colla più viva gioia inesprimibile ri- to vescovo di Teroìia, e lo prosciolse dil

conoscenza, il capitolo metropolitano e il vincolo di quella chiesa. Nelle due pro-


consiglio municipale vollero che si eter- posizioni concistoriali il P.qja gli fece de-
nasse sui marmi e sui bronzi la memo- gli splendidi elogi per la sua dolli ina, sin*
ria del sing«jlure benelicio. Di più dispo- golar zelo ecclesiastico, gravità, pruden-
sero die una particolare deputazione del- za, probità e felice sperienza con cui fun-
l'uno e dell'altro corpo rassegnasse a'pie- se gli udìzi principalmente di maestro m
di del Pontefice tali uidelebili sentinieu- sagra teologia nel seminario patriarcale
ti. A lai nobile tilììcio furono indi scelti, di Venezia, di canonico teologo in quel-
pel capitolo mg.' Belgrado chierico di ca- la basilica patriarcale, di lodato predica-
mera, e pel municipio il conte Ascanio di tore, diesaminatore pro-sinodale edi cen-
IJrazzà Savorgnan Cergneu patrizi udi- sore patriarcale. Antico aminiralore del
nesi, quali a'G giugno f'utono presenta-
i com[)lesso di tante virtù, grato per l'o-
ti a Sua Santità dal cardinal Asquinì, u- nore d'avermi invitato alla sua consagra-
iiiiliando alla uiedesiuia le riverenti lel- zione, chepe'miei studi non potei godere,
leie del capitolo e del municipio. Il Sau- ma però vado a celebrare, e facendo eco
to Padre gradì 1'
omaggio, li ricolmò di all'egregio storico Cappelletti, ripeterò
benignità e compartì ad essi e all'arcidio- con lui. 55 Iddio lo conservi lungamente
cesi udinese l'apostolica benedizione. Tro- al bene del suo gregge, ad ornamento del-

vo ì\eì\' O.'^scn'atore Romano del i852 l'ordine episcopale, ilegno per la sua virtù
a p. 755, che il capitolo ujelropolitano a- e per la sua dottrina diancor più elevato
\erido allogalo all'esimio incisore Anto- grado nel^ecclesia^tica gerarchia". Reca-
ino babrisit lavoro d una medaglia com- tosi anch'egli inlloma per l'episcopale con-

memorativa della ilignilà aici vescovile re- sagrazione, narra il n.°i 3 del Giornale, di
bliluitaa Udine, l'opera riuscì degna del- Roma deli8ò3, che a' 16 gennaio nella
la fama dell 'artefice e della memorabili- domenica che festeggiavasi il ss. Nome di
tà dell'avvenimento, e per rendeila più Gesù, il cardinal Asquini, coll'assistenza
pregevole pochi esem[»lari ne furono co- di mg."^ Cedini arcivescovo di Tebe, e ora
niali. Questa medaglia di gran modulo Segretario di Propaganda, e di mg."^ Ligi
lalligura ila un verso fra due prelati il Bussi arci vescovo d'Iconio e vicegerente di
Sommo Poutelice Pio IX, che porge la Roma, nella suddetta chiesa di s. Maria in
Lolla al cardinal Asipiini. La pergamena Valliceli.», loconsagròiu arcivescovo d'U-
non maggiore d' un' ala di ujoscherino, dine. All' augusta ceremonia, oltre i
pp.
contiene in lettere microscopiche tutte le dell'oratorio, assisterono il conte M.iuri-
note critiche del monumento. Le figure zio Esterhazy ministro pleni[)olenziario
sono ritratti animali. L'alto si compie in deliimperatored'Austria, il bali Collorc-
ima sala ilei Quirinale; e dilla finestra do luogolenenle Gerosolimitano, e mol-
b'iuliavcdc la bella piazza cu'DiUaCUii di ti alln lujiji^iiaidcvuli pciìuua^gi lumaui
ri DI UDI i4i
ni psfei'i ìnìspccie lonrilìardo-TenHì.IIn." Infnanche da questa la terra, solo vi tro-
()i tlcl medesimo Giornale cekhvn il suo varono nascosto un aicosolio, cioè un so-
arrivo in Udine, la solenne accoglienza e glio o urna composta di 5 tavole di mar-
il possesso preso a' 4 niarzo, con dimo- mo ben connesse,sopra della quale vedeasì
slrazioni di filiale riverenza e di venera- un arco Sta vaio nel tufo. L'urna stava rin-
zione alle sue eccellenti qualità. Egli è per chiusa in una mensa di marmo alla cui
fjueste , che leggo a p. 899 dello stesso estremità d'ambo i lati erano adisse due
(j inrnale, che l'arci vescovo avea assunto lucerne di terra cotta. Per prospetto poi
l'insegnamento delle lingue orientali pei avea una tavola marmorea con incisa la
suo seminario, nobile e uti-
cijierici del seguente iscrizione. Aclio Fabio Rcstitu-
lissima occupazione che ivi è degnamen- to (ìlio piissimo parentes fecerunt, qui
te rilevata per le feconde conseguenze. vìjcit annis octodecim, mensibus septcmj
Come l'arcivescovo, il Friuli e Udine ce- in Irene. 11 sacerdote incaricato di rico-
lebrarono il fausto decreto per la defini- noscere Sepolture e cavarne corpi se
le i

zione dogmatica dell'lnìmacolata Conce- da'consueli indizi appariscono esser corpi


zione, in breve lo narrai nel vol.LXXIII, di Martiri, recandosi a'a-z aprile alla cri-

p. 95. L'arcivescovo poi intervenne alla pta ordinò agli scavatori di levar la mensa
solenne traslozione in Fagagna de'corpi che copriva il sepolcro, il che eseguitosi si

de'ss. Fabio e Vincenzo martiri, di che trovò nell'urna duecorpi collocati in gui-
e di loro invenzione [)orgo notizia nel sache il capo di quello ch'era stato posto
seguente periodo. Ogni nuovo arcivesco- più vicino alla ficcia del sepolcro, ei pie-
vo è camera aposto-
tassato ne'iibri della di dell'altroche occupava la parie mte-
eoo, ascendendo le rendi-
lica in fiorini i riore rimanevano alla sinistra del riguar-
Xeadquaclraginta m il Ila libellaruin au- dante, il corpo di quel primo era d'un
i triaca rum, scu ad ultra .teamillCyCt ter' giovanetto, l'allro d'un fanciullo appena
cciita scutata romana mdla pensione
,
pubere. Questi dalla cima del capo alle
gravata, Archidioceeacos amhilns ad coscie avea l'ossa bruciale, e le restanti
cvntum pene rnilliaria prolenditnr, at- simili per bianchezza all'avoiio, quali e-

(fiie collegiatani ecclesiam, ac biscen- rano pure quelle dell'altro, cioè del gio-
tuin sub se complectitur paroccias. vanetto, presso al cui capo era stato posto
un vasetto tinto di sangue. Che questo
Traslazione de'corpi dé'santl Fabio
giovanetto fosse quel Fabio Restituto, al
e Vincenzo martiri in Fagagna.
qualeera stata aggiunta l'iscrizione, rima-
Ne'primi giorni dell'aprile i844)n"'''"' ne provato dall'eia stessa;al fanciullo poi
do per ordine di Papa Gregorio XVI gli fu dato il nome di Vincenzo, perchè com-

scavatori di Catacombe diligentemente battendo per Gesii Cristo da forte,otten-


facevano le loro ricerche nel Cimilerio di ne vittoria; poiché il sangue dell'uno, e i

s.trmele, presso l'antica via Salerà, ese- segni di crudelissima morte inerenti alle
guirono un' importante scoperta, di cui sagre ossa dell' altro erano testimoni cer-
scrissepure ilRuL^p. Giù seppeMarchi dot- tissimi di quel niarlirio che quest'invitti
tissimo gesuita di Tolmezzo, che celebrai campioni della cristiana fede sidjirono in
in più luoghi sommo archeologo, e perciò sul bel fiore di loro verde età. Indi i due
non ultima gloria del Friuli, conservatore ss.Corpi trasportati nella pontificia custo-
de' Siìgri Cimiteri di Roma. Trovarono dia delle Belirpiic furono poi da Papa
una via tutta ostiiiita di terra che per le Gregorio XVI dati in dono al cardinal
alluvioni eravi calata dal campo superio- P'abio Asquini che bramava regahirnela
re.Rimossa la terra apparve una porta terra di Fagagna, legala per tanti secoli
che ddva accesso ad una cripta, ed aspor- alla sua nobile famiglia, e nella quale egli
1 42 udì U DI
e il n-filello conte commptidiiforeA'^incen- cossi nella casn paterna, nella quale il no-
v.o elibeio i natali, etl avendo essi comuni bile fratello convilò lautamente tutto il

i nomi con quelli de' ss. Martiri. Pertan- numeroso e lispetlabile corteggio. Nelln

to il Cardinale nel giugno i854 parti da sera generale luminaria coronò la letizia «

Roma recando seco le preziose


pel Friuli, di si bel giorno. In seguito il Cardinale flj

spoglie de'ss. Fabio e Vincenzo. Giunto a' consagrò la chiesa di s. Giacomo, espaii-

)41""gi da Udine 8 miglia, fu incontralo ileudo anche tra le bellissime ceremonie


da due tieputazioni de'canonici della me- sagre il suo cuore, con toccante discorso A
in lingua friulana. A'27 del seguente lu-
"
trojiolilana e de'parroclii della città, e da
nig.'^TrevisanatoarcivescovOjClie ilCardi- glio i corpi de'ss. Fabio e Vincenzo mar-
naie prese nella sua carrozza. Entrato in tiri furono esposti alla pubblica venera*
j
Udine il Cardinale,chbeda tutti gli ordini zione sull'altare della chieselta di s. An^
iDollt'plici attestati di venerazione e d'e- Ionio abbate in due separate urne, gra-
Millanza; e dipoi pontificò la messa e i so- zioso lavoro del valente artista udinese
lenni vesperi nella metropolitana, per la Luigi Conti. Ne'3 giorni che ivi rimasero,
ss. Ermagora e Fortunato, eoo
festa de' continuo fu il concorso de' fagagnesi a
immenso concorso di fedeli, accorsi anco rendere di voto culto a'due ss.Martiri con
da tulli dintorni. Indi a'-2.5 dello
i stesso (piella vivezza di fede che fortunatamen-
giugno si recò in Fagagna. Lungo la via te trovasi ancora incorrotta in ipiel pae-
l'entusiasmo religioso fece tutti genuflet- se. A giusto pascolo della cristiana [ùclh
lere al [ìassaggio del porporato per aver- ne'3 giorni si celebrarono alcune messe e
ne la lienedizione. Il parroco mg."^ Giaco- verso sera si cantarono le litanie de'San*
mo Zozzoli con mollo clero, e con lutti i ti con l'apposito K\ O quosjm'cnt, e l'in- ^
signori e le persone delle principiali fami- tei vento in ciascuno del cardinal Asqui-

glie della terra con ben 3o cairozze l'in- nii insci di edificazione e insieme di coin-'

contiarono feslunti aUjuanle miglia di- mozione. Stabilitosi il giorno ic) pel so-

stante da Fagagna. Disceso il parioco col lenne trasporto de'ss. Corpi dalla chiesa
clero e tutti gli altri, ari ingò il Cardinale, di s. Antonio alla parrocchiale di s. Gia-
umiliandogli il patrio ossetpiio e la gioia como, le vie gremirono non solo del
si

generale. Condegne paiole, proprie della popolo di Fagagna, ma anche del circon-
circostanza, rispose il Caidinale, e fu un dario, olire molli forestieri, tutti ve-liti
momento coinniovenle. L'ingresso in Fa^ a festa e ciascuno [)ortando in mano fiori,

gagna venne festeggialo dal plauso rive- o rami d'ulivo, o candele accese. Alle ore
rente e affetluoso della popolazione e da -
5 pomeridiane circa, si recarono nella
gli abitanti delle convicine parli accorsi chiesa dis. Antonio il cardinal Asquini,

in folla, tutti penetratidisliaordinaria le- l'arcivescovo mg.' Trevisanalo, il clero,


tizia, avendo i faofi"nesi eretto un arco ed i confati del Santissimo colle loro
trionfale con iscrizione celebrante il fau- cappe. Venerale le ss, Reliciuie, mg.' Fo^
sto ritorno fra loro del Caidinale conter- rabuschi canonico della metropolitana
raneo. 11 Cardinale smontò alla nuova e indossò i! piviale, e la dalmatica vestirono
bella chiesa piarrocchiale di s. Giacomo a- 4 sacerdoti destinati a portare le sagre ur-
poslolo, riedificata di recente da'faga- ne. Cantala una strofa dell'inno s'avviò
gnesi, mercè lo zelo dell'encomiato egre- la processione [)er la chiesa di s. (iiaco-
gio parroco. l\i ricevè hi benedizione col tno. Precedeva la della confralL'ioita, in-
ss. Sngramenlo, e poscia per le vie acc^d- di incedevano i sacerdoti, poi una dozzina
cate e Ira le acclamazioni pubbliche, le di pai lochi in colla e stola, quindi i can-
dimostrazioni di rispetto e d'amore, on- tori e l'officiante canonico, seguili da'sa-
de le lincslre erano paiate d'arazzi, re- cerdoli co'ss. Corpi, procedendo a' lati j
udì UDÌ 143
pinziosi faDciiilIi vessilli di rosso con pal- sacerdoti somministrò la ss. Comunione
me il) mano. Chiiitlevano la [)rocessi()rie a (juasi lìn migliaio di persone, per l'ac-
il comu-
Cardinale coM l'Arcivescovo, e la (juisto ddl'imlulgeiiza plenaiia benigna-
nale raj)presentanza. Questa si compo- mente concessa da Sua Santità. Alle ore
neva del conte commendatore; Vincenzo IO cantò la messa solenne mg/ Frangi-
Asquini, di Domenico Bnrelli e Osvaldo pani canonico della metropolitana, col-
Ciani deputati, di Pietro IMissana agente l'assistenza in Irono del Cardmale, il qua-
comunale; non che della rd)briceria,cÌHè le teruiiiialo il s. Sagrifizio, ascese il pul-
del nubile Nicolò On('^li, Giuseppe iVi- pito e lesse un erudito e patetico discorso

f^ris e Domenico Scliiratli Lbbricieri.edi analogo in lingua friulana, lasciando l'u-

Foj lunato Tofloli esatlotedella fabbiice- ditorio nuovamente ammirato di tanta


ria. Tulli con candele e torcie accese, pro- precisione e chiarezza di dire nel patrio
seguendo sempre il canto dell'inno. La idioma, dopo un'assenza di parecchi lu-
processione pel giardino de'nobili As<|ui- stri, penetrato di religiosa riveionza pei'

Ili pervenne all'atrio di loro casa tutto la pietà che lo distingue e pel sagro do-
addobbato, ed ivi su palchetto infiorato nativo ricevuto in deposito, non meno
con eleganza, i sacerdoti deposero le sagre dall'unzione del porpcMalo dicitore, la cui
Ulne. Allora fu cantato il responsorio ri- adiibilee dignitosa presenza riempiva lut-
cordalo, messo il) musica dal celebre or- ti d'indicibile entusiasmo. Nel pomerig-
ganista di Civiilale ab. Jacopo Tomadi- gio cantali solennemente i vesperi, indi
iiijOiide implorare da Dio, per l'interces- dall' altare maggiore i ss. Corpi furono
sione de's-i. IMarliii, la sua benedizione ai portati processionalmente in giro nell'm-
nobili proprietari del luogo. Terminato terno della chiesa, da lutto il clero con
il responsorio, recitale le orazioni proprie candele accese fino all' altare a[)posila-
de'ss. ]Vlartiri,e Z)(_y<'«r/r, il [lopolosi rior- meute eretto in onore de'ss. Fabio eViu-
dinò, ed alternandosi i suoni della banda cen/o martiri, ove sotto la mensa il car-
musicale, col canto d'una strofa dell" in- dinal Asquini collocò le sagre urne, men-
no Codesti impavidi^, si riavviò la pro- tre i cantori ripetevano il responsorio,
cessione lungo tutto borgo detto Sacca-
il chiudendosi la festa col canto del TeDcìini
vano, e girando in fondo di esso a sinistra in ringraziamento Dioperaver concesso
a
pel borgo di Porta Ferrea, giunse alla a Fagagna le spoglie mortali di due glo-
parrocchia di s. Giacomo magnifìcamen- riosi Martiri, e con essi un nuovo e valido

le parata, leggendosi sopra la porta mag- presidio alla sua religiosissima popola-
giore un' iscrizione che invitava i fetidi zione; lieto giorno, che resterà sempre
ad accorrere a vcneiaie i ss. Martiri, che memorabile e di giuliva ricordanza per
dall'oscurità della cripta ivi venivano col Fagagna, alla cui parrocchia il canlinal
locali allo splendore tlell'altare, dal vir- Asquini ottenne dal Papa Pio IX la mes-
tuoso cardinale Ascpiini e dal fratello con- sa e l'uffizio proprio di rito doppio mag-
te commendatore Vincenzo eletti patro- giore pe' detti ss. Martiri patroni, con in-
ni, ed all'amata patria e religiosa popola dulgenza plcnaiia in pei[)etuoa lutti i fe-

7.ione dati a presidio. Arrivata in chiesa deli nella iV domenica d'ottobre, stabili-
la processione e deposte le sagre ui ne sul- ta per anniversario della solenne trasla-
l'altare maggiore, il Cardinale intuonò i zione di loro sagre spoglie mortali. La Ci-
solenni vesperi per la gran festa, die fu \'iltà Cattolica ne'3 primi voi. della S.""

celebrala nel di seguente 3o luglio con serie ci diede l'importante e studioso com-
diverse sagie funzioni tulle edificanti. pendio del commovente e pregievole libro
Alle ore 7 auluneridiaue lesse la messa il scritto da! dollissimo cardinal Wiseman
Cardinale, nella quale coadiuvato da due intitolato: Un romanzo storico di se ne re
i.U udì U D !

ìiìinvn, 0!?sin la Faliinln. Ma per i>.1i!igllo valevi, TTunr Guhernatori UrJ)i.<; creV'
l'illtistre porporato autore disse eiroiiea- rendimi tradir/i/, istum Auditori Caii^
inenle c!iea'?,2 apiilei8^.3 fu scoperta la saruni Camerae aposlolieae K'ibrandum
tomba di s. Elio Fabio Iieslitnto, e con omnium ren-
prcfneees.silate rommisitj
esso tiovato i! fanciullo di !"2 o i3 anni surarnni allcruin Vulranum et Fulmi-
anch'esso martire ; e clie i due corpi ripo- na torem, thdìelenim Auditor Camerae
sano sotto l'altare della cappella interna ampliasimam jurìsdietioiiem in omnes^
del collegio de'gesuiti in Loreto. Pel qui ut possi t ronlumarcs per fulmina, hoc
riferito (da me ricavato dagli Atti parroc- est Censilras et Fxeomunicatioìwm, ad
chiali di Fagagna, estratti dal suo parroco qf/ìcium eoinpellere. T''. Interdetto, Mo-
mg/ Giacomo Zozzoli), e pel decreto del- nitorio e ScoMu.v ICA. Il medesimo p. Plet-
la s. congregazione de' riti de' i 7 marzo tenberg dopo il cardinal Camerlengo a-

1 853, risultando incontrastabilmente,che vendo ragionato immediatamente di ing."^


ì corpi de' ss. Fnbio e Vincenzo non nel uditore generale della camera, quindi nel
1823 ma nel i844fi"0"o scoperti, indi §4^^ Cuber/iatore Urbis Romanae, di-
da Gregorio XVI concessi al cardinal A- chiara: Gubernator Urbis Romanaeest
squini, onde questi ne arricchì la sua pa- secundas Camerae apostolirae minister,
tria e terra gentilizia di Fagagna; ed in- cuicommissiis est gladiusEerlesìae teni-
vece che nel collegio di Loreto esistono i poralis,,cstque in Camera apostoliea
i corpi de' ss. Paternio e Fedele estratti Uiee-Camerarius^et Canierarii Loruni'
dalle catacombe di Ciriaca, non dovendo- tenens. Adeoque praelatus eximiis ta-

si perciò affatto confondere con quelli di lentis magnarpie experientia pr-aeditiis.


Fagagna, così nella slessa Ci\'illà a p. 78 Quanii'is vero dignior sit gladius spiri-
ilei voi. 3 citalOjCon approvazione del car- tualis datus Auditori, quo animadver-
«linal Wiseman autore della Fabiola., ne titin aiùmas^quani sit gladius tempo-
fu pubblicata piena rcttifirazioric, e que- ralis, quem slringit Gubernator tam-
sta fu pure eseguita nella traduzione spa- quam exeeutoi- braeltii teniporalis , in
gnuola di Pietro Calderon della Darca rorpora, idque Urbe duntaxat,et ad
in
ex ministro di stato a Madrid, e nelle al- quadragesimum ah Urbe lapidem, non
tre edizioni e versioni successive. in omnes i ndisrriminatim personas^pro-
UDITORE GENERALE DELLA ìUfacit Auditor Camerae, quiferit non
I^EV ERENDA CAMERA APOSTO- tantum habitantes in Urbe etvicìnia,sed
LICA, /lìiditorgencralis Causarum Re- in exteris etiametlonginqais- regionibus
vrrniflaeCa/nerae apostolìcae. Il primo rxistentes,adeoque Gubernator rationc
tra'prelati della Curia Romana {^P'.), ed offieii sui inferior sit Auditore. L'udito-
il secondo Prelato diJìocchetti[V.),\\o^o re della camera non precede nel posto di
il l'ire Camerlengo di s. Romana Chic' sedere e d'incedere WGovernatore di Ilo-
sa (F.), perchè questi rappresenta il car- ìna[U.),\\e\ quale articolo parlando delle
dinal Camerlengo di s. Romana Cìiiesa visite delle Prigioid dissi la parte che ne

(^.), già capo dell'ordinario Tribunale avea l'uditore della camera, per essere ad
di Roma (/^ .) denominato per esso del- esso unita la dignità di vice-camerlengo ;
l'y^. C, iniziali esprimenti AiulitorisCa- e nella gerarchia della Camera apostoli-
iiierae, con giurisdizione civilee crimina- ea figurano: 1° cardinal Camerlengo
le. Dice il p. Plettenberg nel cap. i4 ^e di s. Romana Chiesa, 2.° rire-Camer-
Canirrae apostolieae. § 3 De yl uditore lengo di s. Romana Chiesa, 3.° l dito-

Camerac: Summus Vontifex a Cliristo, re geiwrale della R. Camera apostoli-


ru/iiv in terris est Viearius^ dupliceni ea, 4-° Tesoriere generale della. R. Ca-
iiceepit gladiiim spirilualem et tempo- mera apostoliea (/'.), di cui riparlai nel
UD I udì ì'i-ì

Voi. LXXX, P-I99' Avverte però il Co- (dì fiocchetti) della corte pontificia". Nei
hellio : Auditor Camcrae apostolìcae ricevimenti di sovrani e sovrane falli dai
praeccdit in publicis, et privatis actibiis Papi in Udienza, incombendo al mag-
Tliesaurariumj at in Camera huic ce- giordomo d'incontrarli e accompagnarli
dit. Imperocché per disposizione di Pio alla carrozza, in sua assenza o impotenza
IV, l'uditore della camera nella Cappcl- suppliva r uditore della camera ; come
1(7 ponti/iria (f^.)\ananz\ al Papa,eiu «1- pure in simili occasioni suppliva in man-
tri atti pubblici e privati, incede ed ha canza del Maestro del v. Ospizio[P\), di
luogo dopo mg/ Vice-Camerlengo, et dare il braccio alle regine e altre sovra-
principuni oratores si praelatifiierintje ne nell'ascendere e discendere le pontifi-

per lo stabilito da Sisto V, l'uditore della cie scale. Nell'anticamere pontificie all'u-
camera, nell'uditorio o tribunale della ca- ditore della camera, e così agli altri pre-
mera apostolica, siede dopo mg/Tesoriere lati di fiocchetti (dislinguendusi il mag-
generale, per esserquesli amministratore giordomo con quella puie delle guardie
e depositario delle rendite de'dominii del- nobili), si faceva parata colle armi dallci
la Sos'ranità della s. Sede [T *), il di cui civica scelta e òacapotori o guardia ca-
Fisco è la Camera apostolica. Ma 1' u- pitolina, ed ora dalla guardia palatina
dilore della camera è l'unico prelato in in cui si fusero quelle guardie; Le molte-
Roma che gode il singoiar privilegio di plici e grandi prerogative, onorificenze e
alzare nella sala e nella camera d'udienza distinzioni, come della varia giurisdizio-
il Baldacchino [T.) paonazzo, e di pro- ne civile e criminale degli uditori gene-
cedere coli' Ombrellino {T.) di lai colo- camera, esistenti o abrogate, va-
rali della

re, oltre che sono a lui comuni le preroga- do a insieme ad alcune nozioni
riferirle,

tive degli altri 3 prelati di fiocchetti, in- sopra un novero di prelati che ne funsero
clusivamente al sedere e all' incedere con la ragguardevole carica, e coaiechè vici-
essi nelle Processioni e Cavalcate (^ .), na al cardinalato, a cui per l'ordinario si

ed in quest'ultime vestilo di soltana, roc- promuovono, dalle biografie de'cardinali


chetto, cappa ampio mantelloiie col cap- ne potrei cavare un numero assai mag-
puccio io capo, e cappello pontificale nero giore, se non fossi frenato dagli angusti
foderalo di seta paonazza co'fiocchi simi- limili che debbo osservare; e per ultimo
li, cavalcando cioè in mezzo al Tesorie- descriverò l'estinto loro tribunale dell'A.
re e al Maggiordomo ( F.), su mula o ca- C, avendo nel voi. XV, p. 3o8 dello del-
vallo con valdrappa di panno paonazzoe lemedaglie che con iscrizioni e proprio
fìotmenti con guarnizioni dorale. Ha \'U- stemma coniano gli uditori di camera in
dienza (^.)dal Papa il mercoledì matti- sede vacante, per servire di accesso al con-
na, se non è impedito da altra funzione o clave, privilegio che hanno pure quegli al-
vacanza; e prima se incontra vasi con mg/ tri ivi notali. Narra il cardinal deLu-
pochi
, governatore entrava innanzi dalPapa Tu* ca,// Cardinal pratico e. 4 Del Cardi- 1
,

dilore, ed anticamente vi si recava col fi- nal Camerlengo, che succeduto questo
scale della camera. Nel Prospetto delle al cardinal Arcidiacono della chiesa ro-
prerogative del Senato Romano, slabili- mana, di cui riparlai nel voi, LV, p. 244>
te dal Papa regnante, si legge. » II Sena- in lui si riunì la direzione e presidenza di
to Romano {^T .) avrà la precedenza,quan- que' ministri de' quali ragionai a Segre-
desia unito al Senatore, nell'enlraie al- tario DI Stato, che governavano gl'in-
l'udienza sopra i prelati, meno mg/ gover- teressi temporali della Camera aposto-

natore come vice-camerlengo di s. Chiesa. lica e del Fisco papale, così dell'uno co*
Non essendovi il senatore la precedenza me dell'altro principato eccìesiaslico e ci*
gli competerà, ma dopo i priiui 4 prelati vile. Egualmente al oamerlengu fu a(Iì-<

VCL. I.XXXII.
i46 udì U D 1

dato il governo Rorna e&uodistreUo,e


di inenle per distinguerlo dngli altri Udi-
anco rjtiaicite sopì intendenza in luHo lo tori che &\ andavano istituendo fu ehia-

Stato Pontifìcio, colla cognizione delle m.'ito [ ditore generale della res'eren-
cause nella 2/ istanza, delle .fpptl/azio- da Camera apostolica, cernesi può ve-

ni e de'tieorsi ;d Papa, che però si comin- dere nel cardinal Zabarella, In Decrc-
ciò a estendere anche alle cause del fòro tales et Clementinas. Ne Romani, § Eo
«cclesiaslico nel grado dell'appellazione, tameiiyiì" 3 De Electio. L'anlicliissimo
o de'ricorsi dagli ordinari o da'inetropo- Nomenclatore {U.), uno de' 7 uffiziali
Crescendo
lilani,eda'lcgali e altri prelati. maggiori del s. Palazzo apostolico La-
la moltitudine dagli alìari, non potendo il /<'7V7/«'«Tr, capo de* quali era \\ Primice-
•anierlengo attendere a tutti, cominciò a ro della s. Sede apostolica, e che esi-
istituire alcuni ministri eullìciali a luisn- stevano innanzi all'originedel camerlen-
l)ordinati acciò ne supplissero le veci; pel go, si vuole che con isponda al posterio-
governo di Roma e suo distretto deputò re uditore della camera, poiché ricono-
un l icc-Camerlengn j creò un uditore sceva le cause di coloro che ricorrevano
per generalmente conoscere le cause in- al Papa per ottener giustizia, ed a lai fi-

differenti, in principio tranne le camerali ne cavalcava vicino a lui per ricevere le

e quelle in cui il fisco avesse irileresse,cioè Suj)pliclu\ Di [iiù il ÌN'o menci al ore, col
che dovesse giudicare ini .''
istanza lecau- Sacce.llario (7 .), custode del tesoro del
se di Pioma e suo dislietlo, in 2.' istanza Fisco apostolico, terminava le cause por-
le cause di fuori, e introdotte in grado di tale alla decisione del Papa. Rilevo dal
appellazione o di ricorso, e per tutlociò Glossarium di Du Gange, Auditor in
divenne l'uditore del camerlen^'^o. Questi Curia Papae vocatur, qui i'ice Judicis
elesse di più il Tesoriere, l'avvocato e il alicujus causam vel causas audii : Au-
procuratore del Fisco, ed altri uniciali ditor Cannerai- Papae, epa' audit ncgo-
camerali. In seguilo divenuti tali uffici tia super thesauro Papae, et super his,
ragguardevoli e di grande autorità, e che fjuae ad Cajnei'am Papae per linent.]uo\-
per se stessi figuravano UaTriìunali eli Ire il cardinal de Luca, Relatio Romanae
7^o///rt (A.), quindi seguì che il Papa di- Curiae Forensis, Disc. 34: De Auditore
rettamente cominciò a nominarli e così a Camerae, ejuscpte Locinntenentil>us, di-
renderli indipendenti dal camerlengo, la chiara. Impropri uni e>iim. alias essef,
cui sterminata autorità a grado a gi-ado quod appclleturAitditorCanìcrae,quod-
andò diminuendo, pel proprio particola- qìw in Camera, sedeat, diim in cafisis,et
re tribunale stabilendo un Vtfilore del negotiìs cameralibus indiani hahct j'u-
Camerlengo (V .)À\e\nB,\e pure venne poi risdictionem, vel participalionem. Anti-
ed è nominato dal Papa. Quanto al titolo quuni autem estgf/ìcìum,duni deeo anti-
del prelato uditore della camera osser vei ò, qui seriptores meniionem faciunt. Ma-
che dal chiamarsi Anditoriuin quel luogo gna itaqitc est hujus qfficialis auetoritas,
della Camera apostolica destinato all'u- ac Jurisdictio, adco ut primus Curiae
dienza calla giudicattua delle cause o con- Praelatuscenseatur,omnesqueetiampa-
Iroversieforensijil Giudice [F.^ a ciò pre- triarchas praecedal,praeter illum prae-
posto per udire da' ricorrenti o da' Pro- latum, qui est Gubernator Urbis, exea
curatori [F.) ricorsi, le informazioni e
i praerogatii'a, quod ilio est Vice-Carne-
j meriti delle cause stesse, si disse prima rarius. Si quideni hic Auditor est ju-
Uditore del Camerlengo, e successiva- dex cotupetens, et ordinarius omnium
mente Vdilore del Papa {che poi fu par- praelatorum,etiam eorum qui patriar-
ticolare ed esistente distinto e onorevole chali, archiepiscopali et episcopali di-
uffizio), Uditore della Camera, e final- gnilale praefulgcant, illis exceptis, qui
udì udì i47
ex privi Icgù's, exempt'ionem ìiaheant^ ìtsussporlularum,seu propinarwn. Est
iitcjue prtrticularibiis subsiiit magistra- qfflcium venale, et de ejus valore, et
tibus vcljudìcibus. Ut ex. gr. suntprac- quando vacet. Ejus jurisdictio durai
lati camcralcs, et palatini. Imo ctiam Pacante Sede Papali. De censuris quae
est judex competens Cardi-
in caiisis ad hoc Tribunali relaxari solent. De
naliumy ut alibi in jurisdiclionali ma- axsidids lahoribus Locunitenentium, et
teria advcrtitnr. Seguono seguenti 3 (
i Auditoris domestici, ac de modo au-
articoli di sommario, che mi limiterò a diendi causas. '!^e\\'amìo[az'\one alla me-
Indicare. /« Curiaest judex in prima in- desima disc. 34 si tratta. .° De Tribu- 1

stantia, et habet cumidativam cimi qui- nali Auditoris Camerae. 1.° Quomodo
biisdam aliis magistratibiis. Sed priva- concedantur excmptioncs clericis aju-
tive est exeqnulor obligalionis infarina risdictione propriorum ordinariorum.
Camcrae, vel altcrius pacti cxequutivi. Avanti il cardinal de Luca pubblicò il

Kxtra Ciiriam est judex appellatioman Lunadoi'o la Relatione della Corte di


gcneraliter in omnibus causis. Sed non Roma. Nell'edizione del 1646 si legge a
procedit in causis primac instanliae, p.69. » Di Dlonsig. Auditore della Ca-
Quascausas cognoscat etiam extra Cu- mera. L'Auditore della Camera ha am-
riain in prima instantia. Est exeqnulor plissima giurisdizione per tutto, essendo
lilerarum apostolicaruni et quomodo. giudice ordinai io della Corte Uomana, e
Est etiam sententiarwn exequutor et di tutti li cortigiani, mercanti, e forestieri
quomodo. Procedit executive inter mer- che si trovano in Roma, baroni, princi-
catores, et omidbus casibus
i?i in qui- pi, ambasciatori, dignità, vescovi, arcive-
btis alter judex ita procedere potest. scovi, patriarchi, cardinali: et è anco giu-
Recipit appellationes interpositas ad dice ordinario di tutte le Appellalioni
Paparìi, omisso medio. Quos recursis dello Slato Ecclesiastico, e fuori, che at-
reeipiat a baronibus, etiam in
et aliis tengono al Foro Ecclesiastico; Esecuto
è.

prima instanlia. In quibus causis in Cu- re privative quo ad onines dell' obliga-
ria Auditor Camerae se non ingerii. lione Camerale, et cumulative di tutte le

Praesertini in causis beneficia libus, et Lettere Apostoliche, e di lutti l'istrumen-


quid in matrimonialihus. In quibus cau' ti giurati, e non giurali, e di tutte le sen-
sis spiritualibus senon ingerat. Et quid tenze de Parlibusfalminatae censurae,
incausis regularium.Ex quibus tribuna l etha amplissima autorità criminale, lia-
constiluatur. Locumlcnentes cum ipso vendo anco esso la prevenlione. Ha due
Auditore consti luunt unum IVibunal, et Luogotenenti civili, quali sono sempre
de effectibus. Adirne tamcn unus inhibct Prelati, et uno criminale, con molli giu-
alteriyVel ab eoreassumit. Sed unus non dici. Ha dieci Offilii di Notari,che si com-
revocai sentenliam altcrius. Quid ubi prano ciascheduno di essi quindici, dici-
recusantur suspecti. Distinguuntur Lo- dotto, fin vintin)ila scudi, ciascuno dei
cumtenentesy ac etiam Auditor doniesti- quali tiene uflitio da se,con due sostituti
cus. De Congregatione criminali, quam e dicidotloo vinti giovani, e sono per lo
tenet qualibet hcbdomada. Habet nota- più notari. L'Audilorato dellaCamera si
rios, et barisellum cum familia arma- compra ordinariamente sopra settanta
ta. De expeditionibus quae scribuntur mila scudi di moneta. Il denaro è di Sua
in albo. De Monitoriis Auditoris Came- Santità: frutta intorno a dodici mila scudi
rae quid contineant. De stylis, et fa- l'anno in circa, e tiene IJargello, con una
eultatibus. De stylo citandi in domo buona mano di Sbirri [P^.)". Il Cancel-
hnbìlalionis^et quando debeant esse ci- lieri nella Storia de' possessi a p. /^SS
tationes personales. An et quando adsii nel ricordare diverse delle bolle riguar-
.

i48 udì UD ì

danti l'utlilore della camera, rammenta maestro Paolo da Rieti canonico di "Mes-
puie. /éudiforis Ctimcrae Fnciiliatcs, sina e nolaro della camera, ambedue ri-
Borane 1 De Stylo Cii-
543. Jo. Bucca, cordali nel suddetto ruolo sen7a l'indica-
riac Aì(di(orìs Camcrac, Roniae 56 i 1 zione della carica. Tutto estratto dall'Ar-
Aggiunge, come era al suo tempo. » De' chivio Valicano. Nelle 3feinorie di ììfa-
quattro Iribunalijclie sono in Roina. que- tclica dell'arciprete Acquacotta a p. 92
sto è il primo, detto Urbis el Orhis, per- si parla del suddellu Guglielmo, db il gli

chè vi venivano le cause da tutto il mon- cognome di Pelei e lo chiama Uditore gC'
do. Il 2." è quello del cardinal T icario. nera le della Camera. Il 2." esempio lo

II 3.° del Governo. 114." t^el Campido- leggo nell'L'ghelli, Italia sacra, t. 5, p.
glio, ch'è il solo laicale. Benedello XIV 447> fia'^escovi di Padova, in Bernardo
ha fatto una bolla, De
Trihunalium IV Giovannini di Narbona, Camerae /4po-
p'rte.vtó7i/?rt. Vi è la cumulativa fraii Go- stolicae olim generalis Auditor, jtiris
verno e l'Uditore della Camera. Il Fisca- ittriusqiie celeberrimus doctor,^o\lo^lav-

le della camera è quello, che può trasfe- tino IV pure 1281 suc-
francese, che nel
rire le cause criminali da un tribunale Curia Celebris, e nel
cesse a Nicolò III, in
jill'allro". La prima volta che mi fu dato 1289 da Nicolò IV fatto vescovo di Pa-
trovare memoria dell' uditore della ca- dova. L'Acquacolta nelle citale Memorie
mera del Papa è nel ruolo che pubblicai dice che al Pelet fu successore Bernardo
della Famiglia pontificia {T .)à\ Nicolò canonico Agalense, il quale nel febbraio
III del 1277, la quale allora era trattata 1283 spedì una condan-
inibizione sulla
anche di mensa dal palazzo apostolico, na data a'matelicani dal rettore dellalNIar-
che in progresso di tempo cessando in par- ca, in seguito dell'appello da essi fatto al
te, dal Palazzo apostolico si sommini- predecessore Pelei. Probabilmente il Ber-
strarono a'famigliari diverse cose sotto il nardo canonico Agalense è lo stesso per-
nome di parte di palazzo o di pane e vi- sonaggio del Giovannini. L' Acquarolla
no d'onore, la quale sino al termine del a p.96 ricorda un allro uditore della ca-
secolo passato, che cessò per le vicende po- mera, Ugolino da Lucca, innanzi al cui
sempre la percep"! 1' uditore della
litiche, tribunale nel 1287 recarono altra loro
camera per figurare, ne'ruoli palatini da causa in appello. Morto Ugolino, si rivol-
ine esaminali originalmente, tra'piiraari sero i malelicani a Raimondo de Ponte
famigliari del Papa. Il nome dunque di Caprari cappellano del Papa e uditore del
quello di Nicolò 111, che figura il 5." dopo s. Palazzo, dal quale appellarono poi a
il camerlengo, anco soprintendente del pa- Nicolò IV, Nella bolla di Giovanni XXII,
Magister Guillelmns
lazzo apostolico, è Eatio Juris exigit, del SaG, Bull. Rom. i

Auditor Camerae II viandas o vivan- t. 3, par. 2, p, 95 Ordinationes,obser-


1 :

de. Du Gange nel Glossarium, alla voce vandae ab Aiiditoribus Causarum Ro-
Vianda, la spiega Cibaria e Vivanda,
: ìnanae, eorumque Notariis, cioè riguar-
iter facienti necessaria ad vietimi. In- dante il Tribunale della s. Rota Roma-
di è registralo pure il 9.° dopo il camer- na, sono nominati, Auditore vel Vice-
lengo, tra quelli che riceveano la preben- Auditore Curiae Camerae nostrae, i-
da dal Maresciallo del Papa, Imparo psiusque Notarii. Urbano VI emanò la
dal Mav\n'\, Archiatri Pontificii, t. 1, p. bolla Quamvis rt// o/n/?/, de' 10 dicembre
i4, che il dello uditore Guglielmo avea 1 383, Bull. Rem., t, 3, par, 2, p. 369 :

per cognome de Pilelo edera canonico di Reproba lio pignorum Sportularuni , seti

lVIans;suo Luogotenente [7 .) fa maestro occasione li ligior'um Judiciìnislù desia-


Giacomo da Parma canonico di Chalons, sticis nuovis modo exlubendoru/n. Inol-
il quale divenne chierico di camera coq tre Urbano VI pubblicò la bolla Aposlo-
udì UDI .49
lii'ne snllìciludinis- , de' 28 novemhfe ficìo l'arcivescovo Conzy camerlengo di
i385, Ball. cit. p. 374,in cui si parla del- s. Chiesa, e con bolla del 412 gì' ingiunse
1

J'iiJitoi'e della caraeia, della curia Capi- 1 erezione del tribunale del vicegerente
tolina e di altri giudici di Roma, per la dell'uditore dellacamera in Avignone, il
cognizione e definizione delle cause, aii- che effettuò nel 4 1 3. Martino V con bol-
1

clie ingrado d'appello. AlTerma il cardi- la data in Gallicano versoti 1424 nominò
nal Garainpi, Me/norie ecclesias delie, p. Giuliano Cei-^rmul seniore romano, pro-
526, che dal Regesto Valicano si trova fondo giureconsulto e di grande ingegno,
aver Bonifacio IX nel 1. "agosto iSgi fatto gi;i T^flitore di /xoZti, cluerico di
cameia
uditore generale della camera apostolica e canonico Vaticano,
Curiae Causaruni
Francesco da Mercatello, luogo del Pre- Camerae apostolicae generalem Audi-
ludalo della Massa Trabaria. Nel concor- torem. Indi a'24'«agS'o' 4^6 lo creò car-
dalo fatto rS agosto iSqS tra' romani e dinale, perciò e per quanto ho potuto
Bonifacio IX, pel suo ritorno a /?o//itìr(^''.), trovare, questi sembra il i.° uditore della
si converme ancora: Che cortigiani tan- i camera, che da tale carica pervenne alla
to chiei'ici che laici, ed chierici di Roma, i porpora. Di sue gloriose imprese parlai
come in criminale così in civile, non po- nella biografia ed io tutti gli articoli che
tessero essere chiamati che innanzi a'Ioro vi hanno relazione, ed altreltaoto ho fatto

legittimi tribunali, cioè i cortigiani chie- di tutti gli uditori della camera creati car-
rici avanti l'uditore della camera, quelli dinali. Riferisce l' Angeloui, Ilisloria di
laici avanti il maresciallo pontificio, ed i Terni, p. i
39, che Eugenio IV dopo aver
chierici di Ruma avanti il vicario delPapa nel i444 sistemato chierici di camera,
i

o altri giudici loro propri. Nella solenne dichiarò Giovanni Mazzaucolli di Terni
capilolazioneslipulalaa'ay ottobre i4o4> uditore della camera apostolica, carico
tra il successore Innocenzo VII e i magi- principalissirao e importante, per aver
strati di Roma, Vi furono inseriti i capito- egli in tutte l'occorrenze mostrato som-
li della precedente convenzione. L' allo ma prudenza e gran valore,dicendo di lui
intero lo riporta anche il Vendettiui, Del ilBiondo segretario del Papa, leguni et
Senato Romano, ove a p. 334 è detto : honorum ardimi sdidiis decorato. Il ci-
Chei magistrati romani non debbano a- talo Marini chiama il Mazzancolli domi-
gire contro i cortigiani che dimorano iu cello ternano, segretario d'Eugenio IV e
Iloma,o nella Città Leonina, o in Traste- dottore in legge, e che a' 1 5 aprile J
44/
vere, ovvero in qualunque modo abbia- fu fatto governatore di Città di Castello
no il domicilio, uè far contro di essi, ne da Nicolò V, destinatovi già da Eugenio
contro le loro case, diritti e beni dovun- IV, indi nel i449 d'henne nunzio apo-
que sieno; e similmente non possano in- stolico. Ma prima di lui, secondo il Ma-
tromettersi per qualunque cittadino ro- rini, fu uditore della camera il bologne-
mano abitante nella città Leonina, né per se Lodovico de Garsiis e non Grassi, co-
le cose loro debbano esser
: Che questi me avverte il Nardi, Cronotassi de Pa-
convenuti avanti l'auditore delia camera stori della s. Chiesa riminese, già cano-
apostolica, o il maresciallo della curia ro- nico di Bologna, fatto vescovo di Rimini
mana. Per cortigiani qui debbonsì inten- a' 27 ottobre i449> e morto nel giugno
dere non solamente gli addetti alla corte i45o. Perciò restato vacante l'uditora-
e famiglia pontificia, ma eziandio gli ap- to della camera, Nicolò V e non Eugenio
partenenti alla Curia Romana. Espulso IVneli." agosto 14^" 'o conferì al ?.Iaz-
da Avignone (/^.) l'antipapa Benedetto zunccUi, e in questa dignità stette fino ai
XIII, nel i4ii Giovanni XXIII nominò 12 dicembre 145^, nel qual giorno aven-
vicario generale di quel dominio pouti- dola esso ceduta, fu data da Pioli a Giù-
j 5o udì udì
corno Miiciarelli bolognese. Il Garanipi, ride Eci>. Caniemc Apostolicac. liino-

Sagsi di oxseii'azioni dclV antiche ino- cenzo V!II lochiama Cappellano nostro,
iieAe pontifide, p. i i,lo chiama deMuc-
i e l'ofiìcio deiriiditoi-atogeneraìe,-'^«cZù'/i-

ciarellis canonico bolognese, dottore nel tiae. Caiisarwn Ciiriac Canierae Apo-
le due leggi, cbiorico di camera neli448, slolicae, conferendo a lui e suoi luogo-
destinalo nel 145 1 a tesoriere di Perugia, lenenti la facoltà di conoscere le cause
poi canonico Vaticano, e a' 12 dicembre tanto civili che criminali, e di ricevere le

i458 ottenne il cospicuo uffizio d'i\dilo- appellazioni delle cause interposte s\ dai

re generale delli camera apostolica, va- giudici di Roma e sì da'giudici dello slato
calo per la riferita rinunzia; il (jualeof- papale; e gl'ingiunsein uno a'suoi luogo-
fìcio ritenne lungamente e fino alla nior- tenenti di giurare nelle mani del cardinal

te; risultando ciò dalla destinazione che caa)eileun;o, di giurare cioè d fedele eser-

Sislo IV 1476 delia per-


fece a' 10 aprile cizio dell'ufficio, con prontezza, diligenza
sona di Giovanni Giacomo Cesarini ro- e studio, moderazione e integrità, a^Z Z>(i

roano canonico Valicano al grado d'udi. laudeni et gloriarn. ac earwndeni Ec-


tore generale della cameia apostolica, co- elesìae, et Curiae honiini publicum, at-

ine vacante per ohilum in curia Jaeohi que decus, privatoranique conimodita-
de Mucciarellis. Diverse notizie del Ce- teni, et exeniplwn laudabile cedant,ec.
sariui ci die il Ratli, Della famiglia Nel voi.LXXVIII, p. 65, riparlando del-
Sforza, p'df. 1: Della famiglia Cesarini, V Àrciconfraternita di s. Già. Decolla-
p. 2566269. Lo dice nipote del celebre te della Misericordia di Roma, ivi isli-

cardinal Giuliano, che funse pure l' uf- luila per assistere i condannali all' ulti-

fìzio, ornalo di belle doli, già uditore di ujo supplizio, col Ricci, De' Giubilei uni-
)ota e singolarmente amato da Paolo 11. versali, notai che l'approvò Innocenzo

Per la sua scienza legale fu chiamaloy/t- VI II, e tra'privilegi che le concesse la à\-

ris Monarcìiam, solilo elogio de' piìi il- chiaròsottopostasolamente a mg. 'uditore
lustri giureconsulti, usato massimamen- della camera, e io è tuttora. Fu poi il Men-
te ne' due secoli XI V e XV, come rilevo zi vescovo di Cesena, cioè al dire dell' U-

dal Marini; anzi dirò che nel precedente ghelli, Italia sacra, t. 2, p. 463, all' r r

Innocenzo IV fu appellalo Monarca del- n)aggioi486, ma veramente a' 3 maggia


i

le divine e umane leggi, e padre del di- 14*^7. '"di dal Papa inviato per nunzio
litio.Mentre Sisto IV pensava di prò- a Ferdinando I re di Napoli, e più altri
muoverlo a gradi maggiori, Gio. Giaco- gravi alfari trattò felicemente; nel 14^9
ino morì nel 1478. Aggiunge il Garanipi, vicario della basilica Trovo
Liberiana.
che al Cesarini successe nel 1 478Giovaa- nel trattalo De Ilcariis Basilicae Fa-
niLoisio de Tuscanis milanese, che poco tieanae, nella serie riportalo Pietro Soz-
dopo terminò di vivere. Laonde Sisto V 1 ziromano, nuneupatus de Fieentia, ve-
a'24 ottobre dello stesso anno creò udi- scovo di Cesena, et Causarum Canierae
lore della camera Giovanni Prioris ca- Apostolicac Auditore, già vicario della
nouico di s. Maria Maggiore, che poi mo- Liberiana, ed a' 3 giugno 5o dal cardi-
i t i

vi circa i 22 dicembre 14^5, e pare che nai Lopez arciprete della basilica Vati-
inlervenissc alla cavalcata pel possesso di cana fallo di essa suo vicario. .^/r/iY>rc-
Innocenzo VI II. Questo Papa nello slesso shytcro autem die 6 sequcntis augusti
giorno gli sostituì Pietro Menzi da Vi- denwrtuo confestim ab Alexandro Pa-
cenza,ein detto giorno gli diresse la bolla pa y leonslituitur ejusdeniBasilieae h i
Appriine devotionis affectum, presso il carius Apostolicusjeoqueinmunere me-
Bull, lioni., l. 3, par. 3, p. 206: Jurisdi- inoratnr addienti c)febrnariii5o3. Pie-
ctiofacidiaics Auditoris Causarum Cu- Irò Sozzi detto di Vicenza nondimeno iu-
8

UD I udì ,5r
corse nella disgrazia di Alessandro VFche virtù, ed a p. 399 la descrizione dell'ese-
lo fece imprigionare in Castel s. Angelo, quie celebrategli onorevolmente in detta
liberato dopo y mesi dal sagio collegio chiesa sabato 1 ."marzo i5o5, ov' è detto
in tempo di sede vacante, avvenuta a' 1 vescovo di Cesena e uditore in uestale
agostoi5o3 per n)orte del Papa. Il suc- praete.rita de peste, tiiortuus, che sarà
cessore Pio III visse -ìG giorni, ondo no» stalo il motivo che non gli furono fatti*
potè reintegrarlo nella carica, e gli suc- con solennità. Onde conoscere quanto si

cesse Giulio II. Leggo nella Storia dei praticava ne' funerali degli uditori della
Conclavi, che si attribuisce al Burcardo, camera in ([iieirepoca, merita che io lo
die niercolcdì i6 febbraio i 5o4 Acpiino riproduca./^/i'zoi 5o5, i martii sahhato
da Coloreto cliierico aquileiese omicida lì. P. D. Petrux de Ficentia olini Epi-

del cardinal di s. Angelo fu ilegradato scopus Cesenalen,, et Auditor Camerue


sulla piazza ili <. Pietro in un palcoavaa- in aestate praclcrita de peste niortiius,
li le scale per mano di i"g/_ Pietro »e- hodie in Ecclesia s. lìlariae de Aracoe-
scovodi Civita Vecchia, per espressa com- lihahuit exerpiias salis onorahiles, ita
missione di Giulio li, alla presenza di Revere ndissiniis OD. s. Praxedis, et s.
monsignor A. C. La sentenza finita di leg- Crucis Ilierusalcni Cardinalibus, ac R,
gere alla presenza di mg.' Cesis suo luo- P. D. Jeanne Fanutio auditore Rolae e-
gotenente, stando il senatore di Roma coi xecutbribus /nandantilnis, et volentihics.
suoi ministri in mezzo sul palco rilevato; Quilius exefpiiispracdicti Reverendissi-
e perchè l'Aquino era suildiacono, men- mi DD. CardinaleSy Preshyteri siniul
tre gli fu ietta sopra la sentenza fu vesti- cum Reverendissimo D. Cardinali de
to de'suui paramenti ;e tale commissio- Columna rogato, interfucrunt dia ni no-
uè fu data ad Agapito Genesano nolaro mini suo invitati et rogati: et aliquiCar
dell' A. C, la quale finita di leggeiefual dinales miserunt Praelatos cani fami-
solito mollo degradato e consegnato nel- liisj videlicet Neapolitan. Canierarius,
le mani del senatore, che il sabato lo fe- Alexandrin. Interfucrunt et siniililer
ce decapitare sulla piazza di Campidoglio rogati onincs Auditorcs Rotae, onines
sua residenza. Giulio II a' 19 giugno 1 5o4 Praesidentes,cl Clerici, Notarli et Of-
restituì alla pristina e illustre dignità del- flciales Canierae. Iteinomnes Advocati
l'udito rato della camera il vescovo IVlen- Coiisistoriales, onines Procuratores Ro-
zi,ed a'22 del seguente forse si dimise dal taej deniipiefamilia SS. D. IV. Papae,
vescovato, per essere stalo io quel giorno videlicet Praelali, qid fuerunt numero
conferito al Sanlorio; indi poco visse, al deceni,et Cuhiculariiac Scutiferi niulti^
l'iferìre del Garampi, enunciandosi già et aia nohiles, praeter infinitos ronui-
morto a'novembre dello slesso anno,
f) nos, qui venerunt invitati a consangui-
stdl'autorilà de'monumenti cìell'archivio neis defune ti ... Ecci ponerc Inter cho-
Vaticano. Nondimeno non debbo lacere, runi {la relazione èdelceremoniere Paris
che forse morì nel detto luglio, poiché de Giassis) et altare in medio palatii
essendo stato sepolto nella chiesa di s. Presby feriiferetrufn quoddam, sivedc-
Maria d'Araceli, ilp. Casimiio da Roma, positum ligneum cum panno aureo te-
che ne pubblicò le belle Mc/iioric, a p.99 ctuni,cuni arinis in charta depictis qua-
riporta l'iscrizione postagli dalla sorella luor, et consni in panno ab omni parte
Margherita iìijcliciss. (con moaumeoto ad altera in hanchis praeforatis torcias
il cui disegno è nella biblioteca Albani), dece ni ab omni la te re, sic in totianvig ia-
nella cappella di s. Pasquale, già pubbli- ti. Jteni in candelabris lapideis super
cala inesalta dull'Ughelli, lodato per dot- cancellos octo libras quatuor quacli-
tissimo e iutegerrimo giudice, e di ct>iiuia bel... Palpi timi aliadparvwn feci prue-
•,

i52 udì UD I

parari. quod positi in apposito illiiis, rato vacante per morte de! vicentino Men^
quodest immobile et ordì nari iim ... Epi- zi, fu da Giulio II conferito ad Antonio
.^copusRojolanusPraelatusPani. D. Car- del Monte di Monte s. Savino, poi vesco-
dinalis s. Crucis cxecutoris praedicti vo di Città di Castello e arcivescovo di
fuiteelehrans Infine viissae facta est
.„ Siponto,promosso al cardinalato nel i5i i.

per Phaedra (Tommaso da Voi terra ca- JNella sua biografia lo dissi anche f/V///o-
nonico Valicano dolio ed eloquente, fu so- caduto in disgrazia di Giulioll
/•e r/f/'O^rt',

pifiniioniinalo Fedra,^tvc\\è rappresen- per aver sentenziato contro una causa da


tò questa persona nella tragedia {'Ippoli- lui caldamente e ripetutamente racco-
to di Seneca, recitata a Roma nel Teatro mandata; finché calmatosi il Papa, am-
avanti il palazzo del cardinal Riario)o/'rt- mirandone l'intrepida probità l'esaltò:
tio loeulentissima^adcniani aiidlendani tutto ho narrato al ricordato articolo. Il
rnultns conciirsus est factus populi, ita Bernino celebrandolo^ lo dice a un tempo
ut ab omni parte loca essent repleta uditore della camera e della rota, Came-
iisque ad apicem chori. Dura^'it horani rae /apostolicac, ac Rotae Auditor j e
Clan dimidio, omnibus id libentissime quanto al singolare avvenimento, ripete
patientibus: et in fine absolutio per Epi la sentenza di Plinio giuniore : 3Iaximuni
.-copos cuni uno responsorio facta est, bonae senteiitiae praemium est, bene
circunistantibus ad pulpi Inni fralribus indicasse. Al Del Monte, Giulio li sostituì
et cantanlibus: et illa die non adfue- nell'uditorato generale della camera Gi-
runt aia Caniorcs Papae, nec alii. De- rolamo Ghinuccì sanese, chierico di ca-
gli ordinari funerali degli uditori genera- mera partecipante da paiecchi anni, non
Ji della camera, ne parlo nel vol.XXVlll, che presidente della medesima, e nel 5 a 1 1

p. 67. vescovo d'Ascoli. Leone lo inviò nun- X


Verso quest'epoca fu uditore della ca- zio in Inghilterra, e dopo le altre dignità
mera il ferrarese e oriundo lucchese, le- narrate nella biografia ( nella sua bolla
gale e canonista di chiarissimo nome. Fe- Etsi procunctarum, de'28 giugno 5\ 5, 1

lino Sandei canonico in patria, da Inno- Bull, /io;;;., 1.3, par. 3, p. 40 1, sulla giu-
cenzo Vili (atto uditore di rota, da Ales- risdizione e facoltà del governatore vice-
sandro VI suo segretario, vescovo diPen- camerlengo in Roma e suo distretto, vi

iie e Lucca nel 5o , autore di pa-


poi di 1 i sono provvidenze che riguardano l'udi-
recchie opere di Giurisprudenza (scienza tore e i suoi luogotenenti), Paolo HI nel
di cui nuovamente ragionai a Tribunale), i535 lo creò cardinale, mentre tuttavia
il catalogo delle quali lo lessi nel Dizio- era uditore della camera, e lo rimarca il

naiio storico degli uomini illustri Fer- Garampi. Siccome vado osservando, che
raresi. L'Ughelli lo dice vescovo di Atri diversi uditori inviali nunzi ritenevano
e Penne 1495, Camerae Apostolicac
nel la carica, convien credere che baslassero
Auditor, neW Italia sacra 1. 1 ;p. 1 5o,ed i in tutto a supplirlo i suoi luogotenenti,
8 p. 827 lo chiama S. R. Rotae Auditor, 11 Papa gli surrogò nel cospicuo ufllzio
promosso nel 1481 da Innocenzo Vili, Pietro Paolo Parisio di Cosenza, insigne
indi Locumlcnens Camerae Àposlolicae professore di leggi, imperocché quel gran
Auditoris, per coadiutoria successe nel Pontefice, fra le altre gloriose cose del
1499 alla sede di Lucca, che venendogli suo memorabile pontificato, fece quella
tonlrastala, solo la conseguì nel 5o i i .Del- di chiamare al suo servigio e alle dignità
le due asserzioni dell' Ughelli, pare più della corte e curia romana i più celebri
prohdbile quella di luogoteucule. Quale soggetti del suo tempio. Indi Paolo III 1' 1 i

uditore di rota ebhe lodi anche dal Ber- gennaio 538 1 gli conferì la chiesa di Nu-
uioo. Sia corauu(|ue, è certo che l'udilo- sco, ed a' 2 dicembre 1
1 54o lo promosse al
^

udì udì 1 53
eardinalato; nel!' iidilorato gli sostitm il cuoi mesi l'iuliloralo medesimo, e inlaa-
geiiovese Giambattista Cicala o Cicada, lo ne fece esercitar le (uuzioni da Paolo
anzi al dire del Garampì con tal titolo Odescaiclii suo refei'endai io e collettore
ne'iegistri Vaticani trovasi già mentova- delle lettere apostoliche, e già dell'udito'
toa'y del precedente luj^Iio; indi lo fece JO Alberici, duin in humanis ageret, in
vescovo d'Albenga neh 544) e Giulio 111 civiliìnis Lociimtcnen., dandogli però il

nehSSo a'ao novembre, e non dicembre solo titolo di 7^7ce-L<^Z/7ort', come rilevasi
come vogliono Ciacconio e Cardella, lo dal moto-proprio presentato in camera
Quanto a Giulio IH del
creò cardinale. apostolica il i.°giugnoi558. 11 successore
Storia riferi-
3Io/ite,\\ ^'ovaes nella sua Pio IV, colla bolla Romanus Ponti/ex,
sce,che PaoloIII da prelato Gio. Maria- de' 4 "P' 'lei 56 1, j5?J/. cit., t. 4, par. 2,
1

l'avea richiamato dalla vicelegazione di p. 77 Suppressio officii Regcnlis Ca-


:

Bologna, per sostenere, come fece con nierae Aposloliciie, Sane tacque Roma-
somma lode, la carica di utiitore della nae Ecclcsiae Cardinali Camerario
camera apostolica, cheil Pialli dice udito- aliiscpte cjusdeni Canierae offìcialibus
redi rota, fra'quali non trovo che l'abbia restitutio facullatum juriuni et jurisdi-,

annoveriitoilBerninOje quindi nel 1 536 lo clionuni. Cos'i dopo breve durata, PiolV
creò cardinale. iXon saprei come concor- eslinse il nuovo ufficio di reggente della
dare col riportalo dall'accuratissimo car- camera, e reintegralo il soppresso udito-
dinalGarampi j basta, sulla fede del No- rato, questo conferì ili.°maggio i56l a
vaes io non dovea tacerlo. Giulio 111 do- Flavio Orsini romano, allora vescovo di
pò aver crealo cardinale Cicala, con boi- Muro, coli' esborso di 4o>ooo scudi pei
la de' 4 dicembre i55i nominò uditore bisogni del tesoro della s. Sede, nellostes-
generale della camera apostolica France- so giorno pubblicando la bolla Ad exi-
sco Alberici da Recauati, suo referenda- miae devotionis affectum, presso il me-
lio, correttore delle lettere apostoliche o desiroo Bull, a p. 80, allo stesso prelato
abbreviatole di parco maggiore, e reg- dìieUa: Jurisdictio,etfacultatcs Audi'
gente della cancelleria, e già commissario toris causaruni Curiae Rev. Canierae
in Bologna, ed aggiungerò col Calcagni Apostolicac. Indi Pio IV lo creò cardi-
illuslre patrio islorico di Recanati, nelle naie a' i 2 marzo 565, ed a'5
1 del seguen-
dillerenzelru'bolognesi e ferraresi, sepolto te aprile concesse la carica al prelato A-
in quella cattedrale con epitaffio che ri- lessandro /i/<7r/o bolognese, colla sommi-
porta, soviaslato dal suo ritrailo inbron- nistrazione a detto erario di 60,000 scudi.

7.0. Dopo la morte dell'Alberici, nel con- Pio IV va celebrato per la riforma dei
cistoro de' 28 novembre i558 Paolo IV Tribunali di Roma (F.), e pe' provve-
fcoppi esse rUnìzio di uditore generale del- dimenìi emanali per questo dell A.C.
la camera, o piuttosto lo incorporò a quel- L'uditore Riario fu fallo patriarca d'A-
lo del reggente della camera apostoli- lessandiia das. Pio V, nell'inviarlo nella
ca da lui nuovamente eretto, e in quel legazione per la guerra contro Turchia
punto conferito all' ottimo cardinal Al- col nipote cardinal Bonelli. Pare che in
fonso Cara/a, figlio d' Antonio suo fra- queslo tempos. PioV facesse uditore del-

tello; e dice il Noveas, che il Papa volle la camera il nominalo Paolo Odesoalchi
che l'uditore si chiamasse con lai nuovo di Como, divenuto per lui nel i568 ve-^
titolo, e che fosse carica cardinalizia, con scovo d'Atri e Penne, di cui parlai nel ci'»
V ingiunzione di esercitare l' uditorato tato articolo per (juanlo dirò, per quali-
per persona dal cardinal reggente depu- fìcarlo, lanloil Novaes che l'Ughelli, udi-
tala.Prima però di ciò eseguire, avverte lore generale della camera apostolica, co-
Gavaiupi, Paulo IV lasciò sospeso per al- me si Icgye ucU'epiUffio poblo al àuo se-
i54 udì UDI
polcro nel i 5S5 in s. Girolamo della Ca- rente dei cardinal Carafa, creato allora
I ifii di Roma e lipoilato dall' Uglielli, reggente della camera, per restringere e
benché f|nesti gii assegni l'epoca di Paolo abbassare l'autorità dei cardinal Sforza
I\ . L'Odescalchi fu iin|)iegato anche in camerlengo, contro del quale il Papa era
ra'^giiardevoli nunziature a'piincipi d'I- ancora inquieto per la famosa guena del-
talia per delta guerja da s. Pio V, e de- la Campagna romana (per quanto dissi
putalo ad acconjpagnare, infìamujare e del cardinale, nel descriverla nel volume
benedire in suo nome la flotta navale, che LXV, [>. 234), e riuscì col suo procedere
sui turchi vinse la strepitosa battaglia di a temperare i disgusti perciò insorti tra i

Lepanto; assai lodato per zelo e fervore due cardinali, de' quali meritò il favo-
nella difesa della libertà ecclesiastica dai re. Ad onta che Pio IV si mostrò severo
Ijernino, neWe Memorie dell'operato dai con liilli gli addetti a Paolo IV, conservò
Pontefici contro i turchi, e per la nuova Ugo nella vicegerenza del reggentato del-
campagna s. PioVtornò a spedirlo a'priii- la camera, e poi Io rimandò a Trento, in-
tipi italiani. Quanto al Riario, reduce vitando i legali nelle cose gravi a valersi
dalla legazione, fu impiegato con altri al- dell'opera sua; laonde toccò a lui rive-
ia riforma delle carioho e ullìzi della cor- dere ed esaminare tulle le proposte da

te romana, indi a'a i febbraio Sy 8 crealo


r farsi al sinodo, nel formare o rivedere o
cardinale da Gregorio XI II. Questo Papa, emendarne i decreti. Non solo credo d'a-
secondo il Movaes, essendo collaterale di ver chiarito le asserzioni del benemerito
Cuuìpidoglio e referendario, PaolollI nei Novaes, ma sparso al(|uanla luce sulla
1545 l'avea invialo al concilio di Tren- soppressione dell' uditorato e istituzione
to, in qualità di uditore della camera a- del reggentato. INel pontificalo di Gre-
postolica, e tornalo in Roma nel i
549 gorio XIII fu udilore della camera Gi-
10 fece luogotenente civile dell' uditore rolamo Ma Ilei von\i\no ,
già chierico e
generale della camera; e dopo altri inca- presidente delia camera, dal successore
richi, neh 558 Paolo IV gli conferì Tildi- Sisto V creato cardinale nel 1 586. Tro-
lorato e il vescovatodi Viesti, poi torna- vando questo Papa esausto il tesoro pon-
to a Trento e crealo cardinale da Pio 1 V. tificio e volendoelfeltuare i suoi vasti pen-
11 l^allavicino neW Istoria del concilio di sieri, volle riformare gli ullìzi Facahili e
Tiento, dichiara che Ugo Boncoinpagno, altri ne creò. L'uflizio di uditore generale
poi Gregorio XI II, fu abbreviatole della della camera, che consisteva nell'ascoilar
cancelleria in Trento, destinato da Paolo le cause della curia e ca.mera apostolica,
111, colla cura distendere le ordinazioni, era già vacabile e venale, avendolo Gre-
come ben addottrinato nella ragione ca gorio XI II conferito al milanese Agostino
iionica, con gradimento de' legali. Che Cusani chierico di camera per 60,000

fu pure nunzio a Ferdinando 1, e consi- scudi. Sista V


vedendo che procedeva e-
gliò Pio IV alla conferò». I del concilio. gregiatuente, lo mantenne nell'ullizio, fin-
^arra il p. ÌNIaffei, Degli Annali diGre- ché vieppiù conosciuto il merito di lui, ai
gorio XIIT, che fu mandalo al concilio 1 4 dicembre 588 lo creò cardinale, sosti-
I

di Trento come peritissimo ne' canoni e tuendogliOrazioBorghese romano, il qua-


njolloa proposito peraver parte iu nego- le dovè pagare la slessa soinm.i di 60,000

zi di tanla importanza, e trasferito il con- scudi, come si ha dalla boli i Ad tiii ge-
cilio a Bologna, per notificarlo con altri neri<- nobilit.,€d unemlogli l'altro ullizio,

prelati a Paolo Ili; i'uditor della caraera ch'era pure iu uso, delle Correltorie del-
Cicala, per la sua integrità e valore, pro- l'Archivio. Essendo Orazio morto giova-
curò sul)il(j d'averlo per .suo luogolenen- ne nel 1 59 considerando Gregorio XIV
I,

le civile. Pu'icia Paolo I Y lo fece vicege- che per I acquisto dell'uditoralo il di lui
udì udì i5T
padre Marc'Antonio, profondo giiirecon* in ftollicitnndo omnes alios qffìciales, ut
inlto e decano degii avvocati concisloria- sua exerceant officia debito modo, et in

li, avea venduto la villa di Cihbìnno non oniniI)iis aliis. Ita quod merito de eo di-
lungi da Buoncon venti), nello stato diSie- ci potest, quod ipse fit praeordinator in
na sua patria, per diminnirgli il duplice cunctis, et sibi debent omnes alii obedi-

dolore, richiamò dalla vice-legazione di re; et quia talis dcbct assumi, de quo
Bologna l'altro figlio Camillo Borghese Dominus piene coìifì da t , et de quo ve-
e lodichiarò uditore generale della catue- rosilirniter praesuinatur, quod omnia
ra : Clemente Vili l'inviò nunzio nella debet discrete dirigere, et ordinare, de-
Spagna, nel 1 5c)6 lo creò cardinale, e poi bet ista generalis regala de officio suo
nel i6o5 divenne Papa Paolo /'.Tra gli suffìcere. Quindi segue il dellaglio di sue
altri cardinali creati da Clemente Vili, vi inoUe[)lici incumhenze riunendo quelle ,

fu Alfonso Fisconli, già nominato da Si- pure poi atlrihuile al Maestro di casa.
sto V luogotenente dell'uilitore della ca- Faceva la prima figina nella corte car-
mera, e allora nunzio apostolico. Paolo diunlizia. Secondo il codice, sono poi re-
V elevò al cardinaialn due uditori della gisti ali: MinisteriamCapellanoruni, Of-

cjunera, nel 1 606 .Marcello Laute roma- jficiuni Secretariorum, Exercitium. Ifa-
no, già chierico camera; nel 16 1 Pie-
ili i gistri Aulae, ec. Il Parisi neW/struzio'

tro Paolo Crescenzi romano, senza che ni per la Segreteria, \. 2, p. 80, parla
primo fosse stalo chierico di camera. Pao- desìi uditori civili e criminali delle fami-
lo V creò inoltre cardinali alcuni che a- glie magnatizie che aveano feudi, per le

veano assistilo la sua casa Borghese, e con materie legali, Paolo Vfu uno de' Papi as-

breve carriera prelatiziitjfia questi ricor- sai benemeriti del riordinamento e rifor-
derò Cesare Gherntclì d\ Fossato, udito- ma iW Tribunali di Ronia[F .). Nella bol-
re del cardinal Borghese suo nipote. E qui la Uni\>ersi agri, del i ."marzo 6 i,Ball, 1 1

osserverò di passaggio, che nella Fami- Rom. t. 5, par. 4jP- "2


3, si traila nel § IV
glia dt Cardinali e Prelati (f^.), l'udi- De Auditore Cainerac,ct ejus Tribuna-

tole è più del Segretario {P-), ed è il t li, oltre quanto contiene in altri luoghi la

della famiglia nobile. Molti uditori per- bolla. Urbano Vili annoverò 3 uditori
ciò da'cardinali furono condotti in con- generali della camera ni sagro collegio-.nel
clai'e per conelavisti , e tra essi fioriro- 1629 Gregorio romano, già chie-
^'^rr/'O

no illustri prelati e cardinali. Il Gattico, rico di camera; neh 633 Marc' Antonio
Aeta Caeremonialia^a p. 278, riprodus- i^;f^/^t•?o/^/ lucchese, parimenti già chie-
se d codice Valicano del 1409 circa De : rico di camera; nel 1643 Mario Teodoli
qlJicialibus S, R. E. Cardinalibus, e pel romano, stalo pure chierico di camera.
1." De Auditore. Ivi si dice Ad ipsuni : Innocenzo X da'chiericali di camera in-
perùnet in genere cura, guhernatio , et nalzò alla porpora, nel 164? Cristoforo
rcginien totius domusj et est quasi ju- Fidman veneto,e nel 652 Prospero Caf- 1

dcx ordinarius totius familiae in civi- farelli romano. Altrettanto fece Alessan-
libus et crìniinalibus non enormibus j dro VII neli658 couOdoardo Pecchia'
fiuia potesl ainovere^corrigere et punire, relli realino, enei i 664 <^"" Pa\n77.o Pa-
secunduni quodei videbiLur cxpedire; si- luzzi romano. Clemenle 1 X nel 669 1 pro-
lique ìiabent omnes alii offlciales do- mosse al cardinalato Nicolò Acciajoli fio-

mus respondere de bora in horani, de rentinojuditoredellacaraera eprima chie.


die in dicni, vel de mense in mcnseni, se- rico della medesima. D'Innocenzo XI si

cunduin quodei placuerit,etbrcviter mo- ha, che creò cardinali gli uditori della ca-
re boni pa tris fami lias interest habcrc mera e già chierici di essa, tieli6Si Lr-
Curani de omnibus iamperipsum, quaui bauoiy^cr/ir^// romano, neh 686 Doaie-
i5G udì udì
nico M.' Corsi fiorenlino. Il simile pia- anni era slato luogotenente dell'udilnre
lieo Alessandro Vili creando caidirjuli, dellii camera , fatto da Alessandio VII,
nel i6go Carlo ì5/c7ìj sanese, nel 1690 indi uililoie di iota e nunzio in Francia.
Francesco Barberini romano. Lo stesso Clemente XI fece uditore generale della
Papa fece cardinale Bernardino Pancia- cameraGiuseppeGaetani napolelaooepa-
tici fiorenlino, di tale niiiabile e inflessi- triarca d'Alessandria;indi morì d'anni 7 i

])ile giustìzia, cbe preferì di rinunziare la nel palazzo delia Curia Innocenziana l'i (

agosto 1710. Da' Diari /nss. del .°


carica di luogotenente dell'uditore della i mae-
caniera,anzichè sentenziare sulla causa tra stro delle ceremonie Candido Cassina di
Clemente X e la casa Colonna, pel fondo Como ricavo le seguenti notizie. 11 suo ca-
di Carbognauo. Al laconismo delie noti- davere vestito di soltana, fascia, roccliet-
7.ie degli uditori della camera fregiati del- lo e mautelletta (ancora i palriarclii non
la dignità cardinalizia, poniio supplire le indossa vano la aioz?ella,concessa poco do-
loro biografie, ove narrai la loro carriera pò da Benedetto XI 1!), a due ore di not-
j)rel.itizia,qnaliPapi li promossero all'udì- le della seguente sera fu associato dall'ar-
turato, edi (|ualì pregi e sapere fiu'ono or- cìconfraternila delles. Stimmate, da inol-
iiali. Innocenzo XII non solamentefu be- li religiosi esacerdoli,e portalo nella cliie-

iiemerentissimo de Tribunali di Roma, sa di s. Maria della Villorìa, tutta para-


per la soppressione di tanti tribunali e la con panni neri e l'insegne del defunto,
giudici privativi, ricnetlendo le cause ai in uno al prospetto esterno. Il corpo ve-
li ibnnaii e giudici ordinari; ma eziandìo stilo di tutti gli abiti pontificali missali
per proibire interamenle la vendita degli paonazzi, con mitra ditela linea incapo,
iifìlzi camerali, anzi restituì le somme fu collocato sopra alto e grande letto co-
lagguardevoli e pagale da' chierici di ca- petto di drappo intessulo con oro, ed ai
mera tesoriere generale, uditore genera- piedi il cappello pontificale. Da' lati ar-
Era allora uditore della carne-
ie e altri. devano 70 ceri di 4 libbre. Fuori della
la Carlo Maria il/^/i/n' genovese, ed il balaustra dalla parte dell'evangelo fupo-
Papa gii denaro perciò sborsa-
restituì il stauna sedia con genuflessorio coperti di
tu sotto Alessandro Vili, e lo lasciò nel- panno paonazzo pel cardinal Spinola ca-
la carica: Clemente X! nel 1709 lo fece nierlengo (qui lanien noniniei'fuil),Q\o
suo maeslrodi camera, eneli 7 i51opub- stallo con un solo grado coperto di del-
hlicò cardinale. Inoltre Innocenzo XII a lo panno pe'cliierici di camera, che v'in-

comodo pubblico e decoro del tribunale tervenneru in numero duo e in cappa,


e notali dell' uditore della camera, e di Dalla parte dell'epistola fu eretto uu si-

altri, edificò il maestoso Palazzo della niile st;dlo per gli altri officiali camera-
Cufia Innocenziana {^ •), con nobile a- li, che furono mg.' Patrizi arcivescovo di
Ijilazione altresì de'prelati uditore della Seleucia e tesoriere generale in cappa.
Ciimera e suoi luogotenenti, e di altri an- Spreti avvocato de'povei'i con veste viola-
torà. Quanto al luogo ove prima risie- cea e cappuccio. Turchi commissario gè-
devano notari dell'uditore della carne-
i uerale deibi camera con veste rossa e cap-
rii,e dove e come furono traslati nel del- pnccio, et defnernnt relicjuis camerales,
to palazzo, ne riparlai nel voi LXXX,p. videliecL il governatore di Roma, il pre-
i33 e 187. Il tribunale, l'uditore e i luo- sidente della camera, l'avvocalo e il pi o-

goleuenli vi dimorarono sino alia recen- curatore generale del fisco. Da ambo le

te soppressione del tribunale medesimo, parti erano dietro gli stalli altri nudi pei
di che parlerò per ultimo nel renderne giudici, sostituti luogotenenti criminiili,
lagi(me.lnnocenzoXllcreòcardìnale(Jio. ed i notari del tribunale dell'uditore del-
Piclro Cavalierini ruipauo, che per 20 lu camera. Uno de'cappellanidel defuu-
U D I udì I T7

lo dispensò a'pielali candele cVi due lili- alla cavalcata nel possesso di Benedetto
bie, a'giiidici e iiofaii d'una lil)bia, ed a« XIV, il quale lo creò cardinale nel 1 743<
gli altri di mezza furono accese
libbra, e Questo Papa tanto zelante del riordina-

a suo tempo. All'altare maggiore arde- mento de' 7 V//'f//;/7// e// /Jo/j/i-/, gli sostituì

vano 6 candele di 3 libbre, e 2 simili sui neir uditorato Flavio Chi^i romano; lo
candelabri. JVegli altari laterali ardevano creò poi cardinale a'2fi novembre 1753,
6 candele di 2 libbre, negli altri 4 di 4 e gli die in successore Gio. Costanzo Co-
oncie. La messa fu cantata da'carmelita- i-acciolo de'principi di Sanlobono napo-
ni scalzi, a'quali appartiene la cbiesa, e lelano,che nel possesso perClemente XIII,
fecero Clemente XI invece del de-
il resto. dopo i vescovi assistenti al soglio caval-

funto dichiarò uditore delia camera Ni- cò in mezzo a mg.' Perelli tesoriere, ed
colò Gaetano Spinola genovese, già chie- a mg/ Colonna moggiordouio^ seguiti dai
rico di camera e nunzio, indi a' 6 dicem- 1 protonolari apostolici. Clemente Xlll lo
bre 7 5 lo creò cardinale. Indi il Papa gli
1 I annoverò al sagro collegio a'24 setteu>-
sostituì mg.' Caracciolo, che nel gennaio bre 17^9, dÌLhiarando uditore geneiale
I 7 18 tornando da A versa, fu soipreso in della camera Nicolò iSVrr^ genovese ar-
uno al suo cameriere da febbre acuta, ed civescovo di Metelino, già chierico di ra-
ambedue aiorirono, come apprendo dal merà e nunzio di Polonia, ed a'2 1 luglio

diarista Cecconi. Clemente XI allora no- 1766 l'elevò alla porpora, surrogandogli
minò ilcamera Camillo Ci!>o
chierico di Francesco Delci sanese, che cavalcò nel
de'principi diMassa e Carrai a, e lo fece possesso di Clemente XIV in mezzo a ,

pure patriarca di Gerusalemme; ma nel mg.' Braschi tesoriere e mg.' Rezzonico


1721 sotto Innocenzo XIII volendo ca- maggiordomo, dopo i vescovi assistenti

lorosamente sostenere alcune prerogati- e prima de'protonolai i. Quest'uditore ai


ve, rinunziò l'uditorato e si ritirò all'e- 26 aprile! 773 fu creato cardinale da Cle-
remo donde Benedetto XIII
di Spoleto, jnenle XIV, il quale promosse all'udito-
Io richiamò per farlo suo Mag^ìorclowo, rato Marc'Antonio Meli colini di Fano ar-

nella quale carica ancora ebbe gravi con- civescovo di Tessalonica, che Pio VI nel
trasti co'tribunali di Roma, per la sua giu- 1775 dichiarò presidente d'Urbino e nel
risdizione civile e criminale, il che acce- 1777 cardinale. La sua biografia la ri-
lerò la sua promozione al cardinalato,^;ro- portai nel voi. LX, p. 223, ed una inte-
I

I
vw^'eatur ut amoveatur , il che avviene ressante rettificazione nel voi. LXXVIII,
più volte. p.iq4, con altre notizie. Ne tratta anco-
Le Notizie di Roma, o almanacco, co- ra il conte Paolino Mastai Ferretti nelle
minciale a pubblicarsi nel 17 16, per la Notizie storielle dell' aeradcmic d' Eu-
prima volta vi comprese anco 1' uditore ropa e dell' aeeadeìnia noìdle eeelesia-
generale della camera e pel i .°mg.' Cibo, .9//'c<7,ap.i IO, perchè in quest'ultima nel
laonde in esse da detta epoca se ne può 741 passò dal collegio de'nobili di Mo-
I

ricavare la serie, e cos'i de' loro luogote- deDa,oveavea fatto suoi primi studi, che
i

nenti, ed io me ne giovai. In dì lui luo- nella cappella pontificia pronunziò l'ora-

go Innocenzo Xlll nominò uditore gene- zione funebre per Filippo V re di Spa-
rale della camera Prospero Colonna ro- gna, onde Benedetto XI V lo fece ponen-
mano già chierico di camera, e già lo era te del buon governo. Pio VI nello stesso
a* 16 novembre perchè lo tiovo nella ca- 1775 promosse all'uditorato Gregorio
valcata pel possesso di detto Papa; poscia Anton M.^ Sah'iati romano, già chieri-
creato cardinole da Clemente XII nel co di camera e lo era a' 3o novembre
,

1
7 3q, eleggendo ad udituie generale A n- perchè cavalcò nel possesso del Papa al-
Ionio t("J]o napoletano, the iulerveuue la destra del tesoriere Pallolla , mentre
1^8 L D I

il maggiordomo Aichinfo essentlo ni'oi- descritte le sue benemerenze per l'ener


vescovo di Filippi prese luogo Pia gli ar- già, zelo e diligenza con cui esercitò l'u-

civescovi assistenti. Pio VI avendolo feit- diloralo, da dove fu assunto al cardiua-


to cardinale a'aS giugnoi 777, indi con- lato a'IO marzo 1828 dallo stessoPioV IL
tinuò con titolo di pro-ndilore geneiiile, Per sua scella gli successe Giamballisla
fìiicliènel I
778 (nelqiial iinno lo trovo re- Bus>i romano, di f imiglia oriunda da Vi-
gisliato con tale qn:il:fi(a ne'iuoli pala- terbo ,
allora sollo-decaiio degli uditori
tini, per la parte di pane e vino che gli di rota, che Leone XII creò cardinale ai

competeva, formato il 1 ."maggio, e lìeila 3 maggio S2/^, dichiarando pro-uditore


I

categoria Ae Camerali peii.°), lo stesso generale Nicola G/'ì/h^W/, ch'era i.°luo


Papa gli surrogò Giovanni de Gregorio golenente civile dell'A. C. Neh 825 Leo-
messinese, aucli'egli stalo chierico dì ca- ne XII promosse il celebre Nicola Maria
mera, promossoal cardinalato a' 1 A feb- Nicolai romano chierico di camera a udi-
braio 1785. Pio VI nominò in suo luogo toregenerale della medesima, delle di cui
Raniero Finocchìelti pisano, puhblican- molteplici e importantissime opere pub-
17 dicembre 787,0 già
«lolo cardinale a' i blicale mi giovai in tanti articoli, magni-
lo era riservalo in petto nel conferirgli ficando a un tempo il suoaulore, nonché
questa carica. Gli die in successore Giu- a suo luogo ragionai delle altre sue pub
seppe Jlbani vomuno, di cui meglio par- blichebenemerenze sia per , le Paludi
lai in altri luoghi: per le infelici vicende Pontine e 7\'rracina, sia per le Strade
politiche de'tempi fu rilardala la sua pro- di Roma, sia per Tivoli, sia per l'Agri-
mozione al cardinalato, a cui l'esaltò Pio (olturai\e\\a Campagna di Roma, ec. Da
VII a'23 febbraioi8o dichiarando u- I
, molli anni egli lavorava ad un'opera di-
tlilore generale della camera Luigi Gaz- sinisuralaedi sommissima utilità, la qua-
zoli di Terni. Nel voi. XIX, p. 33, feci le era niente meno che la storia dell'o-
luenzionc della notificazione colla ([uale rigine e de'progressi della Camera Apo-
richiamò l'osservanza della decenza del- stolica, e meglio di lui forse niuno pote-
l'abito, nel presentarsi avanti a' giudici va farla; tanto per l'ingegno, atlitudine,
nelle pubbliche udienze i procuratori e felice pratica di circa53 anni in che ser-
nitri. Creato questi cardinale e pubblica- vì la Sede e sua Carnei a aposlolica
s. ,

lo l'i I luglio I 8o3, gii conservò la cari- (|uanto pe'mezzi ch'erano copiosamente
ca col titolo di pro-uditore generale. Que- a sua disposizione: opera però che rin)a-
slaPio VII dipoi concesse a Giovanni Cac' slasi inedita andò nella piìi gran parte
,

narjialti à\ INovara, fallo cardinale 1*8 fatalmente smarrita, il che può dirsi pub-
marzo 8 1 r6, promozione ritardata pe'no- blico danno, come lo qualifica il princi-
ti aweninvenli politici. Indi perlai pro- [)e Odescalchi (la cui bella necrologia col
ni07Ìoue gli soslitm Antonio PallotUt di ritratto, scritta dal eh. Pietro Diolchini,
Caldarola,dicui si dice nell'opuscolo An- si riporta a p. 3i3 del t. 23 iitiWAll'uni
tonio PrJlottae: «Dichiaralo SS. D. IV. di Roma) neW Elogio dell'illuslre prela-

ejusqtie R. C. A. geiieralis Auditor, che to a p. 24- Possano almeno le analoghe


intorno al Causa-
suo suggello s'inlilola, molteplici nozioni, che indefessamente e
rum Cnriae Camerae Apostolicae Gè- con costante amore a gloria della Came-
mraìis Auditor, estendendosi la sua giu- ra apostolica raccolsi e vado pubblican-
risdizione, non solo per lutto lo slato ec- do, supplire in parte e con minori pro-
clesiastico, ma eziandio per lutto l'orbe porzioni a lauta deplorabile dedcieiiz.i.

callolico, attesa la singolare prerogativa La sua lunga, svariata e laboruxa camb-


d'essere l'unico esecutore nato delle Bol- ra, da se medesimo la indicò nella bell!o-
le e Costititzioni apostulichc". Ivi sono pera, Sulla prcsidana (L'ile slmile ni
UD I udì 1
59
,ic(jm\ t. 2, p. 149. Il «.loUo principe ci. 2 2genn-.iior 844 annoverò al sagro colle-
l'it'lro Odescalclii pnliblicò 1' Elogio di gio col titolo di s. Croce in Gerusalemme,
mg.'' Nicola Maria Nicolai lulilorc gè- consagiò vescovo di Sinigaglia, ed ora è
ncralc della Rcv. Camera Jjwstolica, e vescovo Tuscolaiio e prefetto del concilio.
accademia
jìrcsitlcnfr della pontificia Indi il Papa nominò all'uditorato il cele-
romana d^arclieologia, JXoma 835. Mo- 1 bre mg.' Francesco Capaccini romano,
rì d'anni y 7 in Roma a' 18 gennaio 833, I sostituto della segreteria di slato e segreta-
ed il n.° 6 del Diario di Roma, nell'an- rio della cifra, interniinzio straordinario
minziaine la perdita, lo qualificò insigne e ilelegalo apostolico in Portogallo, pub-
chenenieiito prelato. Quindi nel Supple- blicalo cardinale a'2 1 aprile 1 845: essen-
Tìiciìtn del n.° 8, celebrandosi novero
il do graveolente infermo, il Papa deputò
liegl'incM iclii sostenuti, si pubblicò l'e- delegato apostolico a imporgli la Gozzet-
lenco di 12 opere da lui stan)[)ale. I so- ta, ed a recargli il beiiellino e la berret-
lenni funerali ebbero luogo nella tliicsa ta cardinalizia mg.' Domenico Bruti, che
pai rociliiale di s. Lucia del Gonfalone, e l'eseguì nella residenza del palazzo della
Secondo la sua testamentaria disposizio- Curia Innocenziana. Morì il cardinal Ca-
ne fu in essa sepolto, con onorevole isci i- paccini ji' 1 .5 del seguente giugno e fu se-

zione. Diario di ìloma de'6 febbraio


Il polto nella chiesa parrocchiale di s. I\Ia-

18 33 riferisce, die il PapaGregoiio XVI, lia in Aqniro con oiinievolissima lajiide.

con biglietto di segreteria di stato, avea Parlai di lui come abdis^iiiio diplomati-
nominato uditore generale della lev. ca- co ecclesiastico in più luoghi, e per la let-

Diera apostolica mg. 'Giusep()e della Po/- tera Cgià stampata fui dis|)iacentedi non
ta Rodiani romano, patriarca di Costan- rendergli mi tributo d'ammirazione e di
tinopoli e vicegeienle di Roma; poscia lo riverente adézione per quella benignis-
pubblicò cardinale a'fia[>rilei 835. Il Pa- sima ch'egli ebbe per me. Gregorio XVI
pa gli sostituì mg."^ Ales^-andro principe nominò uditore generale della cnmera
Ruspoli romano e uditore di iota, huli mg."^ Roberto Roberti di s. Giusto e sojfli-

nel febbraio SSy 1 gli sostituì Carlo Actoii tuto della segreteria per gli affari di sta-

nato in Napoli e segretario della discipli- to interni. Il regnante Pio IX, per quan-
na regolare, die pubblicò cardinale a'24 to narrai a tale articolo, n Tribun.mi di
gennaio 1842 e poi gli confierì il titolo ili Roma, e relativi, col r ."gennaio 847)"'^" 1

s. Marco, donde passò n quello di s. Ma- dianle O/r/Z/^er/Vco/rt/T del card ina IGiz-
ria della Pace, del quale non potei dar- zi segretario di stato, abolì il tribunale
ne la biografìa e celebrarne le angeliclie criminale dell'uditorato della can)era os-
vii là, percbè morì in Napoli a'23 giugno sia dell'A. C, così quello di Campidoglio,
i(S47 e tumulato in quella metropolita- riconcentrando le loro gimisdizioni lu-!

na, essendo giada 8 anni stampala la let- tribunale del Governo. Poscia col molo-
tera À. Nello stesso giorno dell'esallazio- proprioCo//?!' ì' Nostro,i\*ì i 2 giugno, sul-
nc del cardinal Acton, Gregorio XVI fé- l'istituzione del consiglio de'uiinislri, di-
ce uditore generaledella camera mg.'Pao- chiarò 4-° di essi mg.' uditore della came-
lo Orsi JÌJangelli forlivese e presidente ra, aflìdandogli il nuovo minisiero pergli
di Roma e Comaica, che pubblicò l'elen- affari di giustizia, colle stesse attribuzio-
co di tutti i Procuratori con quanto dis- ni che avea in questa parte il ministero
si nel voi. XIX, 46, indi a'27 gennaio
p. per glialfari di stalo interni. Dispose inol-
I 843 lo creò cardinale. In sua -vece Gre- tre il Papa,che da questo ministero di[)en-
gorio XVI confeiì la caiica a mg/ An- derà la direzione e la compilazione delle
ton M.^Cagianode Azevedo della diocesi slatisliclie giudizia.iie, e che gli elemen-
d' Aquino e segretario di consulta, che ai ti per la parte criniiuale gli sarebbero co-
iGo udì UD I

municnll dalla s. Consulta. Che mg/ u- hraio 1848 nominato secolari ad alcuni
ditoie (Iella cnmera e rag.' governatore ministeri, ed altri nel seguente marzo, ri-

di Roma cesseranno dalle funzioni giudi- porta il u.°3g della Gazzetta di Roma dei
ziarie, si;mn ci vili, siano criminali, comun- I o di tal mese, che per la rinunzia emes-
que esercihli da altri in loro nomee ve- sa da mg.' Roberto R.oberti di ministro

ce. Quanto agli affari da trattarsi dall'u- di grazia e giustizia, rimase uditore del-

ditore della camera ministro di giustizia, la rev. camera apostolica con tutti suoi i

gli fu ingiiuito di proporre le nomine dei privilegi.Quando il Papa perla rivolu-


presidenti e de'giudici de'tiihunali civili zione de' 16 novembre 848 si rifugiò in I

e criminali, de'presidenti e giudici de'lri- Gaeta, nominò mg."^ Roberti a far parte
bunali di comn\ercio nelle provincia, de- della commissione governativa, la qua-
gli assessori legali e giusdicenti, delisca- le per la crescente anarchia e successiva
li, de'giudici processanti, de'difensori dei repubblica non potè agire. Vinta la ribel-

rei, de'cancellieri, de'due primari impie- hone e restaurato il governo pontificio,

gali del suo ministero e del direttore del- mg/ Roberti conservando la carica di u-
le statistiche giudiziarie. Dichiarò per ul- ditore generale della camera, nell'agosto
timo, che aviebbe provveduto con par- 1849 fu fatto presidente di Roma e Co-
ticolari disposizioni alla presidenza de! tri- marca, ed a'So settembre i85o il Papa
bunale dell'A.C, all'esercizio della giu- lo creò cardinale diacono di s. Maria in
risdizione ecclesiastica nel ojedesimo tri- Domnica, ed in seguito gli restituì la det-
bunalejalla presidenza della congregazio- ta presidenza. Cessato l'uditore della ca-
ne camerale pel contenzioso amministra- mera di avere proprio tribunale, di che
il

tivo, ed alla presidenza del tribunale cri- vadoa trattare, non più ebbe la residenza
minale della cameia apostolica. Nel termi- nel palazzo della Curia Innocenziana,coa
ne dello slesso 1847, col moto-proprio quei formale possesso che riporterò per
Quando co'diic Moti-propri, de'iq di- ultimo. Al piecedente il Papa die in succes-
cembre, sul consiglio de'ministri, il Papa sore mg.' Domizio Meli-Lupi de'principi
]^io IX riformando i suoi ordinamenti, Soragna piacentino e segretario dellacon-
riorganizzò il consiglio de' ministri re- cistoriale e del sagro collegio. Dopo una
sponsabili, dichiarando per 4.° quello di lunga malattia, cessò di vivere in età ot-
grazia e giustizia dcll'uditoredella came- tuagenaria a' 16 ottobre 852, nel palaz-
1

ra. Stabilì le attribuzioni de'ministii, ed zo Gabrielli, ove le sue mortali spoglie


alcune speciali; pel ministero di grazia e rimasero esposte per 3 giorni su di fune-
giustizia le seconde furono:» il ministro bre letto facendosi continui sulfragi al-
,

di grazia e giustizia soprainteiide all'am- l'auima sua, e nella sera de'ig detto cir-
ministrazione della giustizia civile e cri- ca le ore 6 1/2 furono portate iu carroz-
minale dello stato pontificio. Sono perciò ceremouie dovute all'alto
za, e colle altre
da lui dipendenti tutti tril)unali e giudi-
i suo grado, nella chiesa parrocchiale dei
ci civili e criminali, i governatori per la ss. Celso e Giuliano, nobilmente e ricca-
parte giudiziale, le rispettive curie, can- mente ornata a lutto. Nella mattina se-
cellerie ed ofliciali ministeriali co' relati- guente, tra la celebrazione di copioso nu-
vi offici. Ad esso spettano inoltre, i." Le mero di messe, cantò la solenne e accom-
dimande in grazia dirette al sovrano per pagnato da'cantori della cappella ponti-
condonazione, diminuzione o commuta- fìcia, mg."^ Cornetti-Rossi arcivescovo di
zione di pena. 1° Le inchieste di estradi- jNicoraedia da cui vennero pur fatte le
,

zione de' rei; rivolgendosi però al mezzo assoluzioni intorno al cadavere. Assistè
del ministero dell'estero. 3.° Le dimande al pio rito il cospicuo collegio dei prela-
di abilitazioni ". A veiuH Papa nel feb-
il ti chierici della camera apostolica. Nel-
udì U D I iSt
le ore tarde della notte con modesta pom* tribunale cui spettava decretare la esecu-
pn venne la cassa moitnaiia trasporta- zionecoatliva delle Btdle pontificie, e del-
ta nella patriarcale basilica Laleranen- le Lellerc apostoliche a carico di que' ve-
se, per essere deposta nella tomba de'ca- scovi che per avventura ricusavansi ese-
nonici, che in vita aveano avuto per tan- guirle. Per l'antiche bolleerauoamplissi-
ti anni a collega l'illustre defunto. Il n," me le facoltà dell' uditore della camera,
24 1 Giornale di Roma del 852, che
del i perchè i s. Sede si estendeva-
diritti della
tultociò narra, soggiunge. » La morte di no a tutto il mondo cattolico in materia
questo nobilissimo prelato, dalla Santità di Appellazioni alla Sede Apostolica
di N. S. Papa Pio IX nel seltecnbre del [T.]. Ecco il perchè si diceva che la giu-
i85o promosso ad uditole generale del- risdizione dell'uditore della camera {)ole-
camera apostolica, è stala da
la rev. lut- va giungere sin dove era accesso alla Cro-
ti lamentata, ed in singoiar modo da co- ce. I Concordati (de'quali riparlala Pa-
loro che ne sapevano appieno le singola- ce e negli articoli degli stati co'(|uali fu-
ri virtù, fra le quali primeggiavano la e- rono conclusi) co'paesi esteri Imiitarono
semplare pietà e la beneficenza in verso l'esercizio di questa giurisdizione: a po-
de'poveri". La carica restò vacante diver- co a poco le appellazioni si portarono ai
si mesi, finché il medesimo Pio IK eoa giudici locali pevCommis.yione(^r.)^e ces-
stalode'iomaizo
biglietto di segreteria di sò l'ampiezza delle facoltà dell'uditore del-
1 853, nominò uditore generale della rev. la camera. L' ultimo era stato quello di
camera apostolica l'attuale mg.' France- Pio VI!, quello cioè posteriore al dilu^
sco M.' Giannuzzi nobile d'Anagni, già l'/o, come argutamente soleva dire il ce-
presidente della congregazione prelatizia lebre suo Segretario di stato CfU'dinal
del Tribunale civile di Ronia^ successo a Consalvi. Pio VII col suo codice di pro-
quello dell'A. C, nel quale il prelato era cedura pubblicalo nel 1817, osservato si-
stato luogotenente e vice-presidente del no al gennaio 182 5, e riattivato da Gre-
i.° turno della congregazione civile e di gorio XVI nel novembre 83 1 i , fissò le at-
quella prelatizia. Siccome era canonico tribuzioni tlell'uditore della camera, me-
della basilica Lateranense, e non poten- nomate notabilmente nell'odierno ponti-
do i prelati di fiocchetti essere canonici, ficato, colla estinzione tlel suo tribunale,
il Papa gli concesse l'indulto della riten- per quanto narrai e mi resta a diie, nel
zione del canonicato , finché non avesse riferirecoo)peodiosamente la giurisdizio-
altra provvista ecclesiastica, ma non in- ne e la sua procedura come Tribunale
terviene al coro per non cedere la mano a civile e criminale, ed anco Tribunale Ec-
mg.»* vicario della basilica; interviene so- clesiastico (/^). Di questo celebratissimo
lamente a' capitoli, come azione privata tribunale dell'A. C. non si ha però un par-
e che non si fa corani populo. ticolare storico e apologista, come la Ro-
ta vanta il Dernino, e Segnatura il Vi-
la
Tribunale dell'Uditore generale della
tale, per cui e sebbene non più esistente
rev.Camera apostolica ossia dell'ai. C.
procurai supplirvi colle dimensioni pre-
L'antichissimo e di recente soppresso scritte dalla natura di mia opera, anche
tribunale dell'A. C. era prima considera- per essergli succeduto l'attuale Tribuna-
to il primario tribunale del Papa, come le civile di Roma. Bensì ne trattano gl'il-
Primate d'Italia e Patriarca ò'occìden- lustratori de Tribunali di Roma, nel qua-
te; come quello del cardinal Ficario di le articolo riportandone principali, ri- i

Roma lo è qual vescovo di Roma e suo cordai eziandio le bolle e costituzioni pon-
distretto. Si disse ben a ragione il [."tri- tificie che vi hanno relazione, e di sopra

bunale del Papa, perchè era appunto quei pure rammentai quelle che riguardano
voL. ixxxn. I I
,62 IJ D I
IJ D I

1'
uditore generale della camera e il suo rono continuamente al tribunale di lui,
il)un;ile. Trattò vi deputa due ci vili luogotenenti tratti dal
iiulico e riiioinalìssimo li

il De modo proccdcndi in cau-


Tiberi, novero de' prelati, ed ini dottore crimi-
sis corani Jiidiforr Camcrae aguntur, nale (togato, perciò considerato il i . "tra i

riomaei6o2. WCohftWxo, Notida Roma- togati, e la prima cappa nera dello sta-
nac yJidac OjJìciaUhus, cap. ^i:Dege- to pontificio e curia romana, come rimar-

evali Auditori Camcrae. Il p. Pletten-


ì,
cai nel voi. XL, p. i68) cui Benedetto ,

berg, Noliùa Tribinuiliuni Ciiriac Ro- XIV ultimamente v'aggiunse due prela-
inaiiac, cr.p. 4: De Camera Jjwstolica,
1
ti assessori per la cognizione delle elimi-

§ 3De JndiloreCamera('.Lvnìaàoìo,Re' nali controversie; ed al medesimo udito-


/azione della Corte di Roma illustrata camera, non allrimeuli che al go-
le della

da Zaccaria, par. ?,, p. 25 1, cap. 32 : vernatore, v'assiste un destinato ordina-


Dell'uditore della Camera, de' Luogo- rio uditore, e prelato deltodell'A. C. Met
tenenti civili, detti dell' J. C, e dell'U- volgarmente, il cpiale ascolla le cause ed
ditore detto dell' J. C. Met, e delle Con- ordina gli atti forensi necessari invece del

gregazioni civUi e crinnnali dell' udito- principale uditore: 5 poi sono i Notari

re medesimo. Fu pubblicata in Roma nel (T .} di questo tribunale, chiamati anti-


i774j cil in breve die la seguente chia- camente Scìiaiari (U.). Alle congrega-
ra nozione dell' Uditore, de Luogote- zioni, che si tengono per gli a/l>iri civili
nenti {U.), e del Trihunale. » 11 cardinal dello stesso tribunale, \i presiedono l'u-
Camerlengo esercitava una volta priva- ditore, i due prelati luogotenenti civili, e

tiva giurisdizione in tutte le cause foren- l'uditore A. C. Met, che porge voto con-
?i e contenziose, che il Papa non poteade- sultivo soltanto; alle congregazioni poscia
fìnirCj siccome occupato da (olla di altri pe'negozi criminali v'intervengono, oltie
importantissimi affini. Lo stesso cardinal all'uditore medesimo, li due prelati asses-
camerlengo immediatamente duntpie per sori, l'uditore A. C. Met, l'avvocato del
procedere con ispeditezza alla deiìnizio- Fisco, l'avvocato de' i-'oir/'/, ed il procu-
ne delle medesime cause solca di propria ratore fiscale generale, il generale luogo-
.inlorilà eleggersi un uditore, di cui pe- tenente criminale, e più sostituti luogote-
lò dopo alcun tratto di tempo piacque al nenti , che danno solamente consultivo
l'ontefice medesimo di farne a suo arbi- suflVagio; v'intervengono di più, il sosti-
siccome oweite il cardinal
trio la scelta, tuto fiscale, e più altri sostituti luogote-
DeLuca,7ie/(7f/o Romanae Curiae, disc. nenti soprannumerari. Vedi la costituzio-

34; e siccome vediamo praticarsi a'dì no- ne 74 di Pio IV, e il Piidolfini, Praxis
stri. Sua Santità adunque presceglie perle Roiuanae Curiae, par. i, cap. i,n. tge
più tra il numero de'Cliieiiei di Camera 20. Questo tribunale abbraccia sì cause
(de (piali oltre il loro articolo riparlai a' secolari, che ecclesiastiche. L^autorità poi
molti che li riguardano) quest'uditore, e dell'uditoredella R. C. A. si dilfonde im-
lo costituisce in tale risplendentissimo po- mensamente, abbracciando tutte le cau-
sto vicinissimo al cardinalato ed il più se di ricorso sì sagre, che profane,
, e del-
luminoso tra la pielatura dopo quello del lo stalo ecclesiastico, e di tutti li paesi stra-
Governatore, perchè f'icc-Camerleiigo; nieri, che riconoscono la giurisdizione del-
e non altrimenti che il suddetto governa- la Chiesa. Egli giudica ancora di prima
tore esce egli in pubblico con Treno cox- istanza quelle cause,che mancano in qual-
leggialo da due Carrozze, ed in Hocchi. che maniera di giudice ordinario: è giu-
Sua Santità paiiiiu'uli pei alleggcriredet- dice competente, ina cumulativo, delle
to uditole dell'insolìiibile pt-,o, che seco
cause del cardinal /'/Vv/r/o, del Senato-
porla la farragim- delle cause, che ricur- rc^ Covcrnalorej e delle spettanti anco-
-

U D I udì iG3
la ad alili tribunali, prescindendo però olliìbre I '•04, Bull. cit. p. 190, tornò a
dalle parlicolaii cause loro piivalive. E- proibire i benefizi di confitlenza, li riser
gli è l'eseculore delle leltere apostoliche vò alla s. Sede, applicandoli alla carnei.-
e ilclle sentenze de'magistiati dello sialo apostolica, e infiisse pene a'colpevoli; e s.

ecclesiastico. Egli è privativo giudice or- Pio V colla bolla Iiitollerahiiis multo-
dinai i.iuiente di tulle le cause inunile rum j)er\'eìsitas , del i.° giugno TSo, i

d'obbligo camerale, a tenore della cosli- Bull. cit. par. 3, p. 67, dichiaiò che le
luzione 3 di Pio IV, e della 28 di f'aolo pene contro detentori de'benefizi
i di con -

V, e definisce di prima istanza medesi- fideiiza, colpivano tutti e inclusivameiite


luamente tulle le controversie de'merca- i cardinali. Per togliere il simoniacoabu
lanli, \t CiiUie deW Università artistiche so i delti Papi aveano delegalo in giudi
di Ruma, che pel criminale erano sog- ci delle confidenze, i vescovi e altri pre
gette al tribunale del Maresciallo, le lati ove tal vizio alliguiisse. Osservami^
cause di pensioni ovunque solvibili, e le Sisto V che tali provvedimenti non olle
liti contratte per obblighi; o per giura- nevano interamente lo scopo, creò colla
menti , comprendendovisi pure le cau- bollaDivina Dei providcntia, del .00- 1

se io ogni modo privilegiale; siccome vendite 586, Bull, cit; par. 4» p- 270,
I

per esempio o de'palalini o de'curiali, i r T ditore gerwralc delle Confidenze be-


quali cjuanlunque allori possono citare il nefiziali, hi giuilice perpetuo, con flicol-
reo a questo tribunale dcH'A. C. secon- tà, giurisdizioni e amplissimi privilegi, e-
do la costituzione Eugeuiana esposta dal molumenti e itnilite. Dichiarò l' idlizio

Sabellio, luci, matcr. vero. Eiigenian. E- / acahile pel piezzo di 200u ducali d'u
gli in fine dopo aver proceduto in tutte ro, pari a scudi 33oo d'argento, e lo die
le accennale cause secondo lo siile foren- per tal somma ad Alessandro Catalani
se riferito partitamente dal Danielli nel- prelato romano, per bontà e dollrina co
l'opera Ree. Praxis Romanae Curiac, spicuo. Nella bolla Decet Romanum Po//,

solto questo titolo, ha facoltà di promul- tifìcem d'Innocenzo XI, sulla riforma dei
gare Censure contro li trasgressori, d'in- tribunali di Pioma, Ira'giudici ordinari si

viai- alle parli e di fulminar quegli Ana- legge: D. Judex, vcl /luditor Confiden-
temi, de'quali il Sommo Pontefice, fuor ti tu um. Dipoi Benedetto XI II colla bolla

che in caso di morte, assolver può soltan- Romaiius Pontifex , dei i 3 novembre
to, secondo la citala costituzione di Pao- I728, Bull. Rom. t.i2, p. 328: Unitur
lo V ". Pio IV colla bolla Inter mulli- Ojjìciuin Auditoratus generalis causa-
plices,àt'ì giugno 562, Bull. 1 Rom. t. rum Con/identialium, Of/iciocausarunt
4, par. 2, p, 125: Reformatio Tribuna- Curiac Auditoratus generalis Catne-
lis Juditoriscausaruni Curiac Rcv. Ca- rae apostolicae. Adunque estinto l'udi-

merae Apostolicae. l\on potendo Papi i zio dell udiloiato delle confidenze, fu u-

per le loro immense occupazioni conosce- tiito colle stesse facoltà ed emolumenti ab
re da se slessi le cause di confidenza be- l'uditore generale della camera, di cui le
neficiale, cioè paltò illecito di godere in cause spetUinli ;d suo Iribuii.de, diverse
lutto iu parte deTrulli d'un Beneficio erano connes>e alle confidenziali. Dice il

ecclesiastico solto il nome altrui , senza Lunadoro nellii Relazio/w stampala nel
possederne il titolo, o di conservarlo per 1646: Del Giudice delle Confidenze. 1^
qualcuno, essendo proibita solto le slesse un odlzio vacabile che si acquistava per
pene delia Simonia (T.), come indegno 3 ovvero 4ooo scudi, rendendo tal som-
tralììco de'benefizi, deputarono un Ldi- ma annualmente VS per 100. Chi posse-
tore generale delle Confidenze. Pio IV deva l'offizio incedeva in abilo paunaz/'O
colla bolla Romannin Puntificcvi, de' 16 prelatizio con rocchetto, ed avea luogo iu
{

iGA UD I
U D I

ponlifii"ia. tlo|'o pi'olouotmi a- sliluivano prelati giudici dell'A.C: ndi-


1
cappella '

poslolici paitcc.ipauli. Sua cura eia il tle- lore generale della camera, i. "e 2." luo-
Rassegnozione ch'bene- gotenente civile, uditore civile, i.°e ^.''as-
culeie se nella
//-/,o pelili tilazioni in cause benefiziali, sessore eliminale, ch'erano pure ponen-
di consulla ed il togato luogotenente
ciavi alcuna coiilìilenza o simonia. Pel ri- ti ,

feiilo nel voi. IX, p.iot^, paie die fosse


criminale e dell'uditoiato delle simonie.

anco rhianiiilo giudice ilelle coiiliailclelle Dopo la riprislinazionedel governo poii-


e>iiiionie,(iiversoilali'f ditorc delUCon- lificio. Pio VII colla bolla Post diutur-

(rti(l(l('ltc{J .),echtsi\ea al cappello l'u- 7/<7.s',de'3o ottobre 800, Z?«//.7ìo///.ro;/^


I

so del fiocco di colore verde, come i vesco- Oe jurisdiclionihus Tribu-


t.i I, p. 4"^'

vi prerogativa che ora gode soltanto il nalium Civilium, emanò diverse disposi-
,

Begi^wntc Cancelleria (/^),per


(ìelitt zioni riguardo al tribunale dell' A. C. Si

concessione di ChMiien te XlI.Sembia che ammise lapprovazione del medesimo sul-

l'udiloralo delle contraddette e giudicato l'idoneitìi de'curiali onde agire in tulli i

delle simonie un tempo si conferisse ad tribunali di Roma, fuorché per quello del-

un Uditore di Hota.Consìene tenere pre- la Rota. Si approvò la continuazione nel

senti le bolle di Paolo V, Uni\'ersi agri, tribunale deli'A.C. della visita trimestra-
per la riforma de' 7>//'»/ir7/i'' di Roma, in- le degli odici, e si presero provvidenze sui
clusi vameiite a questo dell'A.C., e di Cle- Cursori [y.). De j'nrisdictionibu.f Tri-
mente 1\, /n hoc primo, e ricordata nel- hunaliumCriminalium.S\ ordinò che tut-
l'indicato articolo, sulla ginrisdiiione di te le cause provenienti dalle Curie 1 e-

1Ì0I20 o Città Leonina conferita all'udi- sco\'iH{ì .) si trasferisserodalla curia del-

tore della camera, tranne il tempo del con- Congregazione cardinalizia


l'A. C. alla

clave, e poi gli fu concessa ani:he in esso. de'Fcscovie Regolari V.), e tutte le ap-
Risguardano il tribunale dell' A. C. le se- pellazioni compulsorie, e inibizioni rela-
guenti 4 bolle di Benedetto XIV. i."P/^7- tive alle medesime cause dovessero accor»
itoralis reginiiiìis, de'3o marzo 1742, darsi per l'avveisire da mg.' / dilore del
iJtdi.Bened. \U\ l.l, p. 58: De non Papa, ingiunto il peso al fiscale genera-
iwpedienda executione cilalionwn^vìan- le eil al sostituto fiscale generale di com-
datorum aliarunujìie proi'isionum Ro- parile nella difesa delle medesime cause,
manne Curiae, seti Sedis Jpostolieae. come facevano in passato nel tribunale
2.' Ad wilitanlis Ecele.siae, de'3o mar- dell'A. C. Noterò, quanto al sostituto fi-
zo 742, Bull. cit. p. 60: De Jppellalio-
1
scale generale e suo uffizio, ovvero e me-
nibus, et i/diihitioniliux concedendis, \-el glio sostituto procuratore generale del
dcnegandis. 3." Rerum ìiumanarum, del y-'/vroedclla R. C. Apostolica, uffizio an-
1. "gennaio I 748, Bull. cit. t. 2, p. i6(5: tico quanto quello del fiscale generale os-
Reforma tiu Tribunalium VrhisinJudi' sia procuratore generale del Fisco e del-
ciis criminalibiis, et aiioad exjiediliones la R. C. Apostolica, ed ab immemorabi-
Commissìunum, rum oporlunis ordina- li èva iscritto nel ruolo del Tribunale del
tionilnis. /^.' yid coercenda dcliiupien- Governo, e nelle Notizie di Roma, tan-
tinm,(ìe 4 ottobre j53,Bnll. cit. l. 4,p-
i 1 to nella categoria i\e Sostituti Conanis-
f>^:Tribunaliyl lidi lori sgeneralisCame- saridellii R. C. ^-/^jos/o/zV*/ e di quest'ul-

rae apostolicae adduntur duo praela- tima, quanto nel Tribunale criminale
ti Assessores in catisis criminalibus de- dell' A. C. dopo il suddetto Luogotenen-
finiendìx,rer tacine methodus in hujusnu) te togoto o I ."cappa nera dello sialo pon-
dijudieiis eurtnn ipso A. C. instituendis, tificio. Simultaneamente al fiscale gene-
proseipu'udi.'i, et abxoheruh'! firniatur. rale esercitava le iiicumbenze fiscali pies-
Mei fine del pontificato di l'io \ì si ro .so i ii«.ppltivi tribunali di Roma, special-
udì udì i65
mente illsimpeguavale in luogo del fisca- di 770, al sostituto luogotenente 3oo, al
le avanti ruditore del Papa e il su()ietu() sostituto fiscale, o sostituto procuratore
ti'ibiniale di segnatura perciò che riguar generale del fisco 1 80, oltre a4o propria-
dava appellazioni, revisioni, restituzioni mente pel suo ulìizio. Si conservarono ai
in intero, come può vedersi nella Prati- 3 nominati ed a' notari dell'A. C. gli e-
cn ciiniinalcy t. 3, cap.i Sjdell'avv. Ala. inolumenli provenienti dalle caus'e d'ap-
Inoltre per la bolla in discorso venne chia- pellazione. Quindi nelle successive Noti-
mato, insieme allo stesso fiscale generale, zie di Roma si legge formalo il tribuna-
a difendete le cause criminali avanti la le dell'A. C: Prelati •giudici ilrW A. C:
congregazione de'vescovi e regolari. Di Uditore generale; i.°e?.."luogolcnenleci-
più lo slesso tribunale criminale dell' A. vile; uditore civile; i. "e 2." assessore cri-

C. veniva privativamente alìidato all'uf- minale; togato luogotenente criminale e


fizio del sostituto fiscale generale. Del suo dell 'uditola lo del le simonie; sosti luto luo-
vestiario parlai nel vo!. XL , p. 170. A gotenente. IlVillelti nel 17816 nel
797 i

tulli i tribiuiali si tolse la potestà coerci- pubblicò in Roma, Pratica della Curia
tiva ne'delitti comuni, tranne alcune ec- l\o//iana,eL\ il ristampò nel 18 5
figlio la i

cezioni di tribunali e di persone. 11 mi- per la 3." volta, con nuove osserva/ioni
nislejo particolare dell'A. C. avrà in \° e variazioni, cioèdopo l'altra restaurazio-
luogo un luogotenente criminale, il qua- ne del governo pontificio. Riprodurrò uu
le dovr?i essere ancora il relatore delle sunto di quanto riguarda il tribunale del-

cause crimifiali d'appello delle curie ve- l'Uditore della Camera ossia dell'A. C. iu
scovili , che si erano trasportate dal Iri- tale epoca, in cui lra'4 tribunali ordina-
buu.de inL'desi(no dell'A. C. nella congre- ri per la giudicatura tanto civile quanto
gazione de'vescovi e regolari, continuan- criminale, ili." era il Triifuuiile delCU-
do ad avere le medesime facoltà circa il dilore della Camera che diccsi dell' A.

regolamentodeirOrdinatoria, che gli so- C. o sia Aiiditoris Camerac, o di /lloii-

no attribuite dalla costituzione Àdcocr- te G7o/7o, così chiamato dal colle ove e-
ccnda/n ricordata di Benedetto XIV. A- levasi il palazzo della Curia Innocciizta-
vrà uu solo sostituto luogoleneute,la cui na. Gap. 2. Del Tribunale dell /J. Ce
incumbenza consisterà, come pel passa- sua giurisdizione Questo tribunale chia- .

to, nel compilare i ristretti per le cause malo dell'A. C. ha per capo mg.' udito-
di appello dalle curie vescovili da pro- re della camera ed ha giurisdizione civile
porsi nella delta congregazione cardina- e criminale. Alla giudicatura civile pre-
lizia, e nel formare i processi più gravi in siedono il detto uditore e due luogote-
fiervizio del tribunaie dell'A. C; avrà un nenti prelati, ciascuno de'quali è giudice
sostituto fiscale per gli altri processi, e fi- ordinario. L'uditore capo del tribunale
lialmente due notari. Si stabilì una con- giudica per mezzo d' un prelato uditore
gregazione composta òtt' i capi de'tribu- (distinto con l'aggiunta ò! A. C. Mei, per
naii ordinari, cioè cardinal vicario, udi* meglio significare la rappresentanza dei-
(ore della camera, governatore di Roma, la persona /«e^dell'uditore generale), che
senatore, del decano ponente di consulta, a guisa degli altri luogotenenti esercita la
degli avvocati de'poveii e del fisco, e del giurisdizione civile, fuorché nel sottoscri-
fiscale generale o procuratore del fisco, vere i decreti e sentenze, che iu sua ve-
la quale in ciascun anno potrà conferire cesi firmano dallo stesso uditore della ca-

gratuitamente due dollorati ad lionorciii mera. 1 detti giudici tengono l'udienza e


per voli segreti a due suggelli forniti dei l'informazione nel palazzo di Monte Ci-
prescritti requisiti. Si assegnarono al luo- lorio. Ha il tribunale 5 uflizi regolali di
golcueule criminale dell'A. C. auuui scu- 5 capi-uoldii, nel piaulcrrcuo del palai-
,66 udì udì
zo e laleralniente al suo ingresso. In eia- o da essi vanno i curiali a ncupcrailo col-
sono 3 sosliluli civili, o-
iciuio di essi vi la relazione dell'esecuzione, cioè colla le-
guunode'qnali serve ad uno de'3 prelati, de d' averle notificate alla parte citala,
cioè 2 luogotenenti e l'A. C. mei; per
i
cursoratoè Facahìlc,e[ìev-
L'uffizio del

ctii ciascuno de'3 prelati avea 5 sostila- ciò chiunque ha qualche vacabile di cur-
ii. Ognuno di questi sostituti ha due li- sorato può esercitar I' uffizio di cursore
bri: il /Ji()Iiai(I<>,\^cr notar le proteste, colla semplice licenza dell' uditore delle»

le produzioni delle scritture e altre com- camera. Dal numero de'cursori ch'eser-
parse diesi fanno da'litiganli; il Manna- citano, se ne sceglie uno in ciascun mese
le, per registrar le citazioni eseguite, e ri- per turno, che per quel mese vien chia-
picdutte co'Iorodccreli.Ne'mcdesimi uf- uìato .Maestro deCursorij e questi du-
i:/i \iè un aUvo Bioliardu chiamatodel- ranleil mese in nome del collegio de'cur-

le CoiitraddctU, in cui si registrano lui- sori esercita gli uffizi d'incassare le coni-
ti gli atti e le citazioni che si fanno iiicou- missioni, passare gli editti di subasta nel-
luniacia d'una delle parti, la quale cita- la Ay;o«7('/-7V?. f/ri<ir//(7 (Z^'.), intimare le

la ili jìarlihu.'' won s\)h\i\ in Roma costi- Cappelle pontifìcie e Concistori [f^.),f\s-
tiiito il suo procuratole; non che lecom- sistere alle funzioni del palazzo apostoli-
parse o Nihil fieri che si fanno, quando co, fare le proteste peTribnti (/'.) non
alcuno viene citato /// parliìnis a com- [)agafi alla camera apostolica, e cose siinir
parile avanti un giudice dell'A. C, ed il li. 1 giudici poi dell'A. C, cioè due i luo-
ciliilo non vuol consentire nella giurisdi- goteneiili e l'A. C. mei, tengono l'udien-
zione del giudice avanti il cpjale è slato za nelle loroc-imere in Monte Citorio iq
citalo. Vi sono similmente in ciascuno uf- tulli i giorni della settimana alle ore 21,
fìzio altri /] libri, che rinnovansi ogni aa- tranne giovedì e
i i giorni delle Ferie. Ma
no. Si chiamano: il .° Àccoinodatoruin, i mei il lunedi dopo pranzo non tie-
l'A. C.
pcr scrivervi le ricevute de' curiali della ne mai l'udienza, perchè in quel giorno
comunicazione fatta dal notaro di qtial- ordinariamente interviene alla congrega-
chcscriltura proflotla neglialti :il2." Zù- zione criminale del tribunale dell'A. C,
(eptorniii ,
per notarvi le spedizioni dei ma dipoi la tenne. L' A. C. tuet, ed un
n;andali,moiiitorii, ed inibizioni, che non luogotenente, abitano a manca dentro il

superano rimpoilo di bai. 45; le partile salone di Monte Citorio; l'altro luogote-
(le'pagamenli per l'esame de'testimoni, e nenie abita a mano dritta del medesimo,
le ordinazioni degli eshalli: il 3." J/rwo- La mattina de'nominali giorni, questi 3
//<//;/////, pei notarvi le sptdizioni de'inau- giudici tengono le informazioni, in cui si

dati,monitoi ii e altre, che superano l'im- esaminano le cause piùgravi,le quali ven-
portodi \)aì. fi.5: ^^ V E.rpeditionuiii, OMO gono difese da'curiali delle parti conlra-
-•«i riportano le stesse partite che si noia- rie colle scritture anticipatamente fatte,
no nel TI/c/v/o/vV;///////, a pubblico corno- ed esaminate dal giudice; ed in queste
'lodichi vufjlevedere e rincontrare atti o mattine essi compariscono avanti i giu-
spedi-zioni. Ila inolile il tribunale i suoi dici delle cause per sciogliere in voce le
Cursori, chiaujati Ciirsorrs Pontificii o-. dinicoltà prodotte dalla parte contraria
Sitinds.u'nii: questi oltre il seiviie il tri- nell'alto dell'informazione, e per meglio
buiiidedell'A. C. hanno il diritto di servi- esporre similmente in voce la loro ragio-
re aneoia a tutti gli altri Triennali di uè. Ogni maltiua de'iletli giorni è desti-
/if<///^.()ue!»li cursori si. inno in una stai» - nata all'informazioni delle cause in uno
/a vitina agli uffizi notarili di Monte Ci- de'5 .sosliluli dell'A. C. Vi è inoltie nel
tono, e ricevonolecitazioni, nionitoiii ed medesimo Uibunale l'uditore [ìrivulo di
.due cose simili per nolilicarle alle parli, mg.' uditore della camera, il quale ticuc
UD [ udì 1G7
l'udienza nelle di lui stanze ne'pomerig- bunali esecutori di lettere aposloliche,an-
gi de' giorni non feriali, cocetlaali i lu- corchèdi n)Hterie beneficiali, ha la cumu-
nedile giovciri.Giudi'Ca circa l'ainmissiu- lativa nel procederete se nelle delle lei
ne de'iicorsi da'giudicati de'giudici del- tere non vi sono esecutori destinali, l'e-

lo stesso tii!)unale nellecause che non su- seguisce privativamente. Non ha però al-
perano il valore di scudi i5, nella stes>a cuna giurisdizione per procedere nelle
guisa dell" Ldilore di Scgnatiiraj onde cause, nelle quali si traila del titolo os-
cumulali vaujente concede i ricorsi, e de- sia collazione o istituzione di qualche be-
puta ancora i giudici in luogo di r|uelli nefizio ecclesiastico e cose simili; come
che sono allegali sospetti. Giudica si-nil- neppure nelle cause privilegiate spettan-
niente nelle cause delle cessioni de'heni, ti ad altri tribunali privativi, cause di ma-
e nelle materie S[)etlanli alla visita de' leriecamerali chedebbousi esanimai' dal-
carcerati,coniesunole dilazioni che s'ac- la camera, e de'[)atenluti del s. Olllzio e
cordano a'dehilori in virtù delle lettere simili. Si astiene anche dal giudicar le

the a quesl'ed'etto si concedono dal tne- cause matrimoniali di validità o nullità


desimo uditor della camera. Questa giu- ilei luatrimonio, sebbene s'ingeiisca (pio-
risdizione però l' esercita non in Pioina, tidianainente nelle cause matrimoniali,
ma in lìurlibiis in vigore delle lettere ac- cpialora si disputi sul divorzio, di presta-
cennale, ch'egli dirige a' governatori de zioni d' alimenti, o di ossetpii matrimo-
pni-tilnis. Queste lettere si spediscono da niali. 4- anco ulteriore istan-
In seconda
un notaro ilei trihunale che si deputa dal- za in forza di ((ualche privilegio esamina
l' uditore della camera pru tempore , in e rivede tulli giudicali delle Curie ///
i

mano del cjuale se ne paga l'emolumen- partihus, di cui parlai a Curia e Tribù-
lo. Olirei ricordali ministri principali che mali DI Roma, ancorché questi fossero in
compongono il tribunale dell' A. C. , vi tal grado che costituissero la regiudicata

sono anche degli altri in ciascuno ufFiiio, (cosa già decisa per sentenza di tribuna-
cioè 3 giovani de'3 suddetti sostituti in lesupremo in caso simile a quello di cui
luro aiuto, e leggono avanti l'uditore del- si nuovo giudizio che prende nor-
tratta;

ia segnatura le citazioni, che si fanno a- ma da un altro già fallo), concedendo in


vanli (piel tribunale pegli atti del loro ca- tal caso incidentemente la restituzione
po-nol;u'o. Di più in ogni ufiizio vi è il so- in iiitcgrurìì. Visone però de'casi ne'qua-

stituto Istromentaiite, cui spella stendere lì è vietalo l'appeilare all' A. C. diffusa-


gì' islroinenli fanno pegli atti del
che si mente memorata costituzio-
espressi nella
suo capo-nolaro; un novizio ed un anti- ne di BenetìeUoWy, .^d mililantis- /ù-
iiovizio scrivono a dettatura de'curiali ne' clesiae. in forza di quella di ì^\o\\],Po^t
lìroliardi le produzioni ,
proleste e altre diittarnas,\e cause de parlil>ns non pon
comparse. Quanto a' unnistri criminali no né in seconda né in ulterior istanza

che servono al tribunale dell'A. C. si di- esser portale al tribunale dell'A. C.,se il

rà poi. La giurisdizione civile dell'A. C. si valore della causa non arrivi alla somma
stende a giudicare: i.°lu tulle le cause, tan- di scudi 100. I giudici di questo tribunale

to fra'laici, quanto fra gli ecclesiastici in uniti insieme costituiscono una congrega-
prima istanza , relativamente a tutte le zione , che si chiama la Congrcgazio/ic
cause di Roma. i. In tulle quelle gene- dell' j. C, nella quale hanno il voto de-
ralmente, nelle quali vi è di mezzo qual- cisivo mg.' uditore della camera e due i

che obbligo camerale. La giurisdiiiune luoirotenenti, mentre l'A. C. mei non ha


relativamente alle cause de parlibiis fu ivi se non il vulo consultivo. Però (jue-

limitata da t*io VI! colla bolla Posidiu- sta congregazione non ha certa e determi-

titnias. 3. Id eguaglianza degli altri tri nata giurisdizione, ma giudica solamente


-

j68 udì udì


in quelle cause tengono commes-
che le prendono; che non segue deiravvocalo
il

se tlal Papa, che d'ordinario sono cause e del procuratore del fisco, che vi assisto-
fra parenti. Simile congtegazionesi ladu- no finché è terminata la congregazione,
iia ad arbitrio di mg/ uditore della ca- jN'e'S uffizi dell'A. C. vi sono eziandio 5

mera, e mg/ A. C. met è quello che ha notali sostituti eliminali, a' quali spetta

la Cina di farla intimare, e di fare tutti per turno di settimana esaminare car- i

que'decretiche riguardano l'ordinatoria cerali che capitano nelle forze del tribu-

tici giudizio. 11 medesimo tribunale del- naie, formare processi e fare tutt'altro
i

l'A. C. ha pure un'amplissima giurisdi- che appartiene al notaro relativamente


zioue criminale, e riguardo all'esercizio alle loro cause. R.icevono da tulli indi-

di questa è composto dello stesso mg."^ : stintamenlele querele, e spediscono l'ap-


iiditur della camera, di due prelati asses- pellazioni ancorché non siano di sellima-
sori, di mg.' A.C. met, d'un luogotenen- na. Presso questi sostituti vie pure ilBro-
le criminale che fuori della congregazio- liardo, che ciascuno di loro custodisce. Il

ne crin)inale fa la figura di giudice or- tribunale dell'A. C. ha la sua giurisdizio-


dinario in tutte te cause crimmaii, e lie- ne nelle cause criminali tanto urbane che
jie udienza in tulli i giorni non (érialinel- forastiere, con questa distinzione, che nel-
le sue stanze. E (juesli hanno volo de- il le cause urbane procede cumulati vamen-
cisivo nella congregazione. Tre avvocali le col governo di Pioma nelle cause con
criinitiidi vi luinnuil lilulu di sostituii luo- tro de'laici, quanto contro degli ecclesia-
gotenenli e di giudici relatori. Le loro in- siici, e può il luogotenente criminale col-
combenze sono di dettare a'notari i prò- la sua ordinaria giurisdizione pienainen-
cessi delle cause più gravi del tribunale, le deciderle, ove non pena di ga-
vi sia la

formare i ristretti tanto di queste, quan- lera. Non così nell'altre cause, o che ven-
to dell'alti e che vengono ali'A. C. in gra- gono di fuori in grado d'appellazione, o
do d'appellazione, e di farne la relazione che restano commesse in seconda istanza
in congregazione. Anco questi inlerven- da'giudici d'altri tribunali di Roma; per-
gono alla congregazione criminale, ma vi che in queste il luogotenente criminale
liannoii solo votoconsullivo. Oltre sud- i non ha altra giurisdizione, se non quella
detli 3 giudici relatori vi sono anche al- d'ingerirsi negli alti meiainenle ordina-
tri *) sostituti chiamati soprannumerari, torii , dovendo il capo del tribunale col
i quali danno mano alla conipilazionede' voto de'suoi coiigiudici risolverle in pie-
pioces.ii, e sogliono entrar di numero al- uà congregazione. Se la risoluzione si

le vacanze. Intervengono alle congrega- prende con discrepanza di voli, può il soc-
zioni, ma .senza volare.A Ila della congre- combente chieder al capo del tribunale la
gazione vi hanno pur luogo mg. avvoca- '^
nuova udienza, senza che possa essergli
to fiscale e Roma, perdi-
mg.' (Ì5cale di negata. Se poi restano risolute a pieni vo-
fender le benché non ab-
ragioni del iisco, li, allora non compeleiulo un tal benefi-
biuno volo; mg.' avvocato de'poveri, ed zio, si fa luogo alla spedizione della causa.
i procuratori de'poveri intervengono si- A norma della costituzione Post diiitur-'
milmenle a questa congregazione quan- Hfif.yjal tribunale dell'A. C. fu toltala giu-
do vi siano cause di carcerali in curia risdizione in grado d'appello nelle cause
,

che non abbiano difensore particolare, criminali provenienti dalle curie vescovi-
Cosi ancora v'intervengono procurato- i li,e trasferite alla congiegazionede'vesco-
II speciali di chi vuol difendere a prò-
si vi e regolari, e tutte l'appellazioni coni
pi le spese; e tulli (|ucsti do|)o aver infor- dovranno
piilsorie e inibizioni relative
malo nelle loro cause devono parine, né aicoid.usi da mg.' uditore del Papa, in-
l)uuuo asiislcic alle risoluzioni the si gumlo il peso al fiscale gcucralc ed al »o~
-

udì
slilLilo fiscale generale di comparire nel- li e rimette la causa al giudice di prima
la difesa delle medesime cause, come fa- istanza. Se all' incontro comprende non
cevano in passato nel tribunale dell'A. C. enlriire la carcerazione, allora nmmette
Come allresì fu lolla la giurisdizione di l'appellazione, ed avoca la causa dal giù-
procedere in grado di ricorso nelle cause dice che ha proceduto in prima istanza.
criminali delle curie baronali, essendosi Da questa moderazione nonsi dà appel-

disposlo chesi conservino non solo alla liizione. comeordmariamentesi dà (juan-


congregazione di Consulta tulle l'atlribu- do il tribunale dell'A, C. ha deciso il me-
zioni di cui è stata sem[)re incaricata, ma rito principale della conlroversia, o con
appartenga privativamente alla medesi- assolvere o con condannare l'inquisito.
ma la cognizione delle cause criminali in Perotlener questa, conviene citare avan-
gradod'appelloo di ricorso dalle curie ba- ti a mg."^ uditore della segnatura: Advi-
ronali. Avverte il Villelti, che le risolu- dcndu/n signari coinnds siane, rum clan-
zioni della medesima congregazione era- sula de appeUationc ndversus judica-
no tutte stragiudiziali, per cui po- non si tnni tribunnlis A. C, ed ottenuto il soli-
tevano eseguire se non venivano auloriz- to decreto: Ohtinuitser^'aln forniaCon-
zaledal luogotenente,avanti di cuidovea sti/utioiium Apostolicaruni (!a <|ual cau-
citaisi:Execjui risoludoìiein editaiii in sa porta l'appellazione in devolutivo), se
Congregatione. Inoltre il tribunale del- ne prende la fede pubblica dal notaro del-
l'A. C. è giudice competente in seconda la causa, quale s'inserisce nella com-
la

islanza relativamente ancora a'giudicati missione che deve farsi girare come le al-
de'lribunali laici clepartibus, purché non tre delle cause civili, chiedendosi che ven-
si tratti di causa la cognizione della qua- ga la causa commessa: Alteri e.r Trihii-
le dipenda dal giudizio del pieno tribu- nalibns Collegiatibus Urbis. Tale era la
nale della s. Consulla. Finalmente avver- giurisdizione e tale la procedura del tri-
te il Villetti, che il tribunale dell'A. C. in bunale dell'A. C. nel 8 5, cui tosto sog- 1 I

virtù de'decreti di Clemente Vili, ripor- gincquea diverse variazioni, che vado ad
tati ueW Appendice del concilio di Roma accennare, insieme alla sua soppressione,
(del 1725), ha la facoltà di ricevere l'ap- derivandone l'odierno Tribunale ci\'ile
pellazioni a futuro grava/ni/ic, giurisdi- di Roma.
zione che non compete a verun altro tri- Pio VII col celebre moto-proprio,
bunale; per cui se una curia de partibus, Quando per ammirabile disposizione^
ecclesiastica o laica, ordina la carcerazio- de'6 luglioi8i6, Bull. Rem. conl.,t. i4»
ne d'alcuno, prima dell'adenj pi mento del- p. 47: Reformatio publicae administra-
la medesima, quante volle giustifichi l'in- tionis ad tribunalium ditionis Ponlifi.^
quisito trovarsi soggetto al pericolo di car- ciac. 11 titolo ?,.": Organizzazione dei
cerazione, con tal documento il tribunale tribunali civili, particolarmente contie-
dell'A. C. concede a lui le lettere compiti ne la proceduia del tribiuiale dell' A. C.
Boriali, colle quali si ordina al giudice de Dirò solo, che tra' tribunali d'appellazio-
vartilnis, che trasmetta gli atti nello sla- ne, per Uoma, furono dichiarati quelli
to in cui si trovano e che sospenda intan- dell'A. C. e della Rota, permettendosi a
to ogni innovazione: venuti tali alti, si e- tutti i litiganti di deferire ad essi le cause
samiua in piena congregazione non l'in- di appellazione, purché di comune con-
nocenza o reità del ricorrente, ma il solo senso. Quanto alla giurisdizione del tri-

titolo e gl'indizi che sostanziano la giu- bunale dell'A. C, salvo il disposto negli
stizia della comminata carcerazione. E se altri articoli del moto-proprio circa gli

il tribunale conosce tale giustizia, allora altri tribunali, fu dichiarato di prima 1-

moderale uiedtisiuie Iellerecou)pul:soriu- sluuzu nelle cuuau dei di&ticUu di Ruma


.^o udì UDf
tloiiiaicalo ncir annessa tabella, e di ap- gregazioiie, sarà in sua facoltà di fcuìu,ci|

itcllazione nelle altre cause nel modo ivi allora oon inteivenà l'A.C. met, che uel

c-piesso facile a potersi conosceie perchè caso, in cui il suo volo sia necessario per

j! molo-proprio fu stampato anco in libio compire il numero di 3 giudici, a causa ili

n|)posilamenle. Il numero de' giudici, in legillimo impedimento o di assenza di

vece di 2 com'era, fu coij)poslo di 3 giù- taluno de'luogoleuenli. Col dello rnoto-


diei prelati col titolo di luogolenenli, e proprio Pio VII volle stabilire con basi
d'im 4° S'"'''''^
^"^^^ polrà essere anche uniforuii l'organizzazione de' magistrati
un togalo col titolo di A. C. Mei, com'era destinati alla regolare amministrazione
sialo altra volta. Ciascuno de' luogole- della giustizia nelle materie civili ; quindi
iieiiti giudicherà singolarmente: nelle volendo dare un codice di legislazione ci-

cause d'un valore minore di scudi 82 5, vile uniforme, con melodi fìssi di proce-
che sarannodi sua competenza ini, "istau- dura da osservarsi nel corso de' giudi/.i,
za; nelle cause giudicale da' governatori adatti all'attuale for(na de' tribunali, e
della Coinarca di Roma, o-ssia dìslretlo questi riformare con leggi, con regola-
di ijuesla, in2." istanza; nelle cause d'un mento generale sulla tassa de' giudizi ,

valore inieiiore a scudi 3oo giiulicalo in tulio pubblicò col uìoto-proprio, Vc/Zo
1." istanza da uno de'suoi colleglli. Che stabilire, de' 22 novembre 1B17, Ball.
il tribunale dell' A. C. giudicherà ccjlle- cit. p. 44, *ifi^ stampalo pure a parle.Co-
gialmeule: in i.'istanza nelle cause della ujinciando sulla competenza de' giudici
Couiarca di lionia eccedenti il valore di elribunali, dispose: Che i giudizi dovran-
scudi825, edi valore indetermiiialo ; in no istruirsi avanti quel giudice otribima-
2.'^ istanza nelle cause d'un valore mino le, ove si trova domicilialo il reo convc-
re di scudi 82 j giudicate, sia da' Uibii- nulo, salvo il disposto ne'casi particolari,
iiali dii." istanza delle delegazioni di Pe- Se saranno piìi persone da convenirsi, e
sarò, Spoleto, Viterbo, Civitavecchia, Rie queste sieno domiciliate in diverse dele-
ti, Frosinonee Benevento, sia da'singoli gazioui, dovrà il giudizio istruirsi in Ro-
luogolentnti; in 3.^ istanza ne' giudicali ma avanti il tribunale dell'yV.G. Del resto
di/Toruìi pionunciati da' governatori in mi limiterò a riportare. iNcl lib. 4, lit. 2,
1 ."islanza,e da'singoli luogotenenti in ap- § Go, n. 782: Del TiiinuuiU: dcir A. C,
pellaziune; parimenti in 3.^ istanza uci sidispose.il Tribunale dell'A. C. è com-
giudicati dilformi de' luogotenenti nelle posto dell'uditore della camera, de' 3 di
cause di valore minore di scudi 3oo. Che lui luogotenenti e de' 3 loro assessori, il

quando il tiibunale dell'A. C. procederà capo di (piesto tribunale è l'uditore della


in grado di appellazione, o ricorso dalla camera, a cui appartengono le funzioni di
senlcuza d'miode'luogolenenli, sarà coni- presidente esercibili anche dali." de'suoi
posto dagli altri due e dall' A. C. mei. luogolenenli in sua assenza. Avrà il mede-
Quando procederà in 3.' istanza inordi- simo uditore delia camera la facoltà di re-
ne delle due sentenze difformi de'Iuogu- golare con opportuna notificazione il buon
tenti, sarà composto del 3. "luogotenente, ordine del tribunale, e le discipline da os-
che non ha giudicalo, dell' A. C. mot, e servarsi da'cancellieri e procuratori dcbi
dello stesso mg.' uditore della camera, il tamenle apjìrovatl.Proseguiràadavere la
quale però, volendo, polla suddelegare il fjcollàili giudicare economicanjenteescn-
suo uditore privato, o altro giudice in suo za citazione le cause il un valore non supe- •

luogo. In tulli i casi, sempre che il detto riore a scudi .). In tali cause dovrà prooe-
uig.' uditole della camera vorià intervc- tieic sentile stragiudizialmenlc le parli,
nire in persona, e giudicare nelle cause che farà chiamare per mezzo d'unodc'siioi
dcfcrilc al Iribiinalc culkijialc, Ossia con- pMilicri con scuiplicc biglietto prima di
UDÌ UD! ,71
pronunciale. Poliìi intervenire in liihu- jìello. 3." Dell'udienze collri^idll di 1.'

liale e dare il voto a tenore dogli articoli lUii/iza. 4.° Dell'udienze eoliei^iali uti-
44^4 ^''^^ inoto-[)i oprioile'Gliiylio i8 G le cause d' ii/ì/icllazioni. L'uditore della
in tulle le cause, ed in (juelle ove si riciue- camera non giudicava le cause ecclesiasti-
ùe di necessità il di lui vutu potrà inter- che pel molo-proprio in discorso. IMella
venire in sua vece il suo uditore partico- notillcazione de' 1
q agosto 1818, si dichia-
lare, o destinare altro giudice. Tutti gli ra dal cardinal Cuns.ilvi segretario di sta-
ultie spedizioni, compi eiisivaaienle ipiel- to, in nome di Pio \ 11, a m.iggior diluci-
le del tribunale collegiale, saranno inlilo- dazione d'alcuni dubbi insorti sulla pro-
lalecol nome dell'uditore della camera. cedura da osservarsi nelle cause di coiiipe-
Avanti gli assessori, dopo il nome dell'u- lenza del foro ecclesiastico: Che le cause
ditore della camera e del rispettivo luo- ecclesiastiche deferite al tribunale dell'A,
gotenente, si a[)porrù quello dello stesso C. SI ini." istanza che in appello, ([ualora
assessore. Li decreti definitivi, o sentenze non eccediuo la somma di scudi 82 j de-
de'delli assessori dovranno esiere (Irma- vono giudicarsi da'singoli assessori in nu-
le da' rispettivi luogotenenti per ludilo- me de'loro rispettivi luogolenenti.Le cau-
je della camera senza assumere cognizio- se che superano questa somma sono giu-
ue d'appresso il visa dell'assessore (uede- dicate collegialmente da' 3 luogotenenti,
simo. Li [)relali luogotenenti dell' A. C. salvo r ulteriore appello alla Rota, o ai
guidiclicrauno sempre collegialmente, giudici commissarii secondo lesomoicSe
cioè ini.' istanza nelle cause d'un valore mg. uditore della camera apponeva la

superiore a scudi 82 5, ed in ap|)eìlo nelle firma ailc sentenze [)er la loro autenticità,
piuse giudicate singolarmenle, come si lo faceva senza cognizione «li causa. Nelle
es[jriujein appresso, il di cui valore supe- Notizie di Roma 8 1 8, ecco come si de-
1

ra li scudi 3ou. l 3 assessori destinati dopo scrisse il Tribunaie dell' A. C. IMg.' Udi-
ilmolo-propiiode'Glnglio 8 16 a ciascuu 1 tore generale; i.°,3.''e3. luogotenente ci-
pi elato luogotenente in di loro sollievo vile prelati; assessori togati del i. ,2. e
giudicheranno siiigularmenlc nelle cause 3.° luogoleuente; I."e2.° assessore iucri-
di i." istanza d'un valore non maggiore u)inale prelati ; togato luogotenente cri-
di scudi 825, in appello, in c|ue!le giudi- «jinaledi detto tribunale e insieme dell'u-
cale in .' istanza da uno de'loro colleglli,
I ditorato delle simonie; soslilulo luogote-
the sieno d'uu valore di scudi 3oo, o mi- nente; ispettore di polizia. Leone XII tro-
nore; come pure in cpielle giudicale dai vò di doversi rifijrmare il surriferito mo-
governatori della Comarca. A' suddetii lo proprio sul codice giudiziario, e la pro-
assessori, senza pregiudizio del disposto ceilura e le tasse con altre provvidenze,
dell'art. 817 circa la Curia Capitolina, contenute nel suo molo-proprio, Z)cy;o le
apparterrà il giudicaresingolarmeiile tul- orribili calaniilà, de' 5 ottobre 1824,
che nelle delegazioni a tenore
le le cause, Bull. Roni. coni. l. l6, p. 128. Circa al
del moto-proprio i\e'6 luglio sono di com- li ibunale dell'A. C. dispose net tit. 2: Or-
petenza de'goveniatori ed a>sessori. iul- ^nuizzazionc de' tiihunalicii-ili. 11 Tri-
te le procedili e, che sono stale in tali giu- bunale dell'A. C. sarà composto di 3 giu-

dizi di sopra prescritte, si osserveranno dici prelati col titolo di luogotenenti. Fu-

a vanii li giudici singolari dell' A. C. Le mane soppressa in questo tribunale la


citazioni riguardanti simili giudizi do- rappresentanza di collegiale, e non visa-
vranno leggersi nella 1.' ora dell udienza ranuo piùgh assessori. 1 3 giudici prelati
unitamente a quelle d'urgenza. Seguono giudicheranno singolarmente ini.'' istan-
4 capitoli. I
.° Dell'udienze òiiìgolari. 2.° za: i.^Le cause della Ca[)itale per ipia-
Dell'udienze singolari in gnulu d'iij,- luuque somma e valore. 2." Le cause del-
,^2 UDÌ udì
)a Coiiiaica stiiteiioii al valore di scudi togati col titolo di consiglieri; di 3 prelati
?>oo. Sf-'^uoiio altre nonne. Dichiarò col luugolenenti. Ciascimo degli assessori co-

li!). 4, tit. 2: Del Tribunale


dclV/l. C. tiosce e giudica in i
.' istanza, i.° Tutte le

ISel Inlnmale dell' A. C, composto dell'u- cause di Roma e sua Comarca non mag-
ditore della camera ca[)o del medesimo, glori di scudi 5oo, e non minori di scudi
e de' 3 di lui luogotenenti, lo stesso udi- 200, a riserva di quelle che appartengono

toreavià la facoltà di regolare il buon a'tribunali civili di commercio, qualun-


ordiue del tribunale, eie discipline da OS- que ne sia il valore, a forma del § 20,
.«er vaisi da' cancellieri e procuratori de- n." i.^S.^e 4-°, edel§ 24, n.°2."'Tutte le
bitaniente approvati. Proseguirà ad aver cause di Roma, che nelle provincie sono
Ja facolìà ili giudicare economicamente di eoinpetenza de' governatori, a forma

e senza citazione le cause d'un valore non del§ i 5, come di alimenti dovuti, mercedi
fcuperiore a' scudi 5. Jn tali cause dovrà dovute agli operai e a'domestici, cause di

procedere sentile stragiudizialmenlo le danni dati, le cause di sommarissimo e


]iarti,clie farà chiamale per mezzodì uno inonientaiieo possessorio. I 3 prelati luo-
de'>uoi portieri con semplice biglietto. I golenenti ed i tre togati consiglieri riuniti

prelati luoguteneuli dell' A. C. giudiche- insieme formauo un tribunale collegiale


ranno sempre singolarmente tanto in i." col nome di congregazione civile dell'A.
istanza, che in appello, in tutte le cause di C. La congregazione civile sarà composta
loro competenza. colle procedure e meto- de'soli 3 prelati luogotenenti, perconosce-
di preseritli disopra pegli ali ri giudici sin- re e giudicare le cause ecclesiastiche, a for-
golari delle delegazioni apostoliche.! gior- ma contemporaneo regolamento. Vcv
del
ni e r ore tanto per l' informazioni, che le altre cause sarà divisa in due turni il :

per l'udienza saranno in R.oma destinali i.''sarà formalo da2 prelati luogotenen-
da'iispellivi capi de'lribunali, nelle dele- ti e da un togato consigliere; il 2.° da un

gazioni da' rispettivi ordinari e delegati prelato luogotenente e da due consiglieri


apostolici. Nelle Notizie di Roma del togati. I 2 prelati luogotenenti più anzia-
1825 si legge: Tribunale dell A.C. Ish^." ni per ragione d'uHìcioprenderanno il ti-

TJditorc generale; i ,°, 2.°e 3.° luogote- lolo di vice-presidenti. Ciascuno de' sud-
nenie civile prelati; i.^e 2.° assessore in delti turni conosce e giudica in i.'^ istan-
criminale prelati; togato luogotenente cri- za: i
."
Tutte le cause ili Roma e sua Co-
ininale di dello tribunale e dell'uditorato marca maggiori di scudi 5oo. 2.° Tutte le
delle simonie; sostituto luogotenente. Gre- cause, che a fui ina del § 20, n.° 2,3,4,
gorio XVI seguendo le traccie dell'oidi- sono di com[)etenza de' tribunali civili,
iiameiilo giiitliziario promulgalo da Pio Conosce ancora e decide in 2." grado di
VII, a mezzo del caidinal Bi^i netti segre- giurisdizione; ." Tutte le cause giudica-
i

tario di slato a'


5 ollobre 83 pubblicò 1 i le iii i.'' istanza da'governatori della Co-
li /IcgolameiUo organico per l'aniniini-
marca, da ciascuno de' giudici capitolini,
strazione della giustizia civile,i\pov[iì\.o dal giudice de' mercenari e dagli assesso-
«ella Raccolta delle leggi, l. 5, p.i. Do- . n. 2. "Tulle le cause non maggiori di scu-
])o essersi dichiaralo che anco il tribunale diSoo decise in i." istanza da' tribunali
dell A.C. amministra la giustizia civile ci vili e di commercio di Perugia, di Spo-
iie^3 gradi ordinari di guiiisilizione, e nel lelo, di Rieti, di Viterbo, di Orvieto, di
'.'',
"*''^ '"ogo, si dice nel tit. 6: Del Civitavecchia, di Prosinone, di Beneven-
*f
Inbunnle drW A. C. Il Tribunale del- to, edal tribunale del commercio di Ro-
J A. C. e com|»osto:Del prelato uditore mu. Finalmente conosce e giudica in 3.'
della cdumra.che n'èil capo e presidente;
ed ultima istanza: .''Le cause decise coni

ui due Iuguli Col titolo di


assessori; di 3 scnlcuic dilformi, iu i.'' grado da'gova-
uni ij D r ^''^

nalori dello Comarca, da'giudicl capifo- «po<to nrl G del conleinpnrnnm legn-
l?.
" Imi e dagli assessori, ed in 9:.° grado dal- laniento per lecause civili. Il prelato udi-
l'altro de' due turni, 2.° Le cause decise tore dellacamera conosce e giudica in .* i

con sentenze difformi, ini.° giadoda'go- istanza .°


:Le can>e enunciate nel n.° r
i

vernatori ed assessori delle provincie o del § 6 cumulativamente col Trihnnalr.


delegazioni di Perugia, di Spoleto, diRie- del cardinal J icario: 2." Le controver-
ti,di Vileibo.di Orvieto, di Civitavecchia, sie sulfesecuzione delle bolle e lettere n^.
di Prosinone, di Benevento; ed in 2. "gra- posloliche, e specialmente di quelle, ove
do da'tribiiuali civili residenti nelle stes- manchi l'cspie-ssa nomina di un esecu-
se Provincie. 3.° Le cause non maggiori tore. Giudica inoltre privativamente sul-
di 5oo scudi decise con sentenze dillormi, l'esecuzione de'rescrilti emanati dal'e sa-
ini. "grado da' tribunali civili e di com- gre congregazioni, che non hanno ginris-
mercio designati nel a.° 2 del § preceden- liizione contenziosa. Finalmenle conosce
te, e dall'altro turno in 1? grado. E ap- e giudica in 2.° giado di ginrisdizionctut-
plicabile agli assessori dell'A. C.il §1 '^del le le cause non uìaggiori di loo scudi, de- .

presente legolanienlo iuloinoalle senten- cise in 1.' istanza da'prelati vicegerenle e


ze de'governatori; ed alla rongrega?ione luogotenente civile del cardinal vicario,
civile il§ 22 intorno alle sentenze de'lri- e dagli ordinari diocesani dello stalo. La
bunali. Vi saranno due giudici supplen- giurisdizione di mg. uditore
"^

della canie-
ti presso ogni tribunale civile d'un solo ja, conie giudice di 2. "istanza, potrà esse-
turno 3 4 P'"6sso tribunali di 2 turni, e
i re esercitata in nome e vece del niedesi-
presso tribunali d'appello. Seguono le
i nio da'due asses'^ori togati. Gli assessori
disposizioni sulle cause d'appello penden- potranno conoscere le cause di 2." istan-

ti avanti la congregazione del buongover- za sino alla sentenza che decide il meri-
no e altre innanzi il tribunale di Campi- to, esclusivamente. La sentenza saia sot-
doglio, da decidersi dalla congregazione toscritta dallo stesso mg.' uditore fleila ca-
civile dell' A. C. ; cbe le cau^e pendenti mera, previo il che
visto dell' assessore,
innanzi a'giudici dell'A . C. io i." istanza avrà conosciuta la causa. La conniega-
ed in appello saranno riassunte e decise zione civile conosce e giudica in 3. '

ed ul-
dagli assessori, e dalla congregazione ci- tima istanza: ì.° Le cause non maggiori
vde, secondo il grado e la competenza ri- di 5oo scudi, decise con sentenze dillormi
spettiva. Segueil Regolamento per lecaii- ini." grado da' vescovi sufFraganei, ed in
se del Fiseo e della E. C. jpostoliea. 2.° grado da' metropolitani; 2," Le cause

Le cause Roma e sua Comarca si cono-


di che non oltrepassano la stessa somma,
scono e decidono dalla congregazione
si decise con sentenze diflormi, in i.° grado
civile dell' A. C. Da* suoi giudicati e da dagli ordinari diocesani, e da' prelati vi-

quelli de'tribunali civili delle provincie si cegerente e luogotenente civile del vica-
appella, se e come di ragione, al Tnliuna- riato, ed in 2.° grado dal cardinal vicario,
le della piena Camera. Il Regolamento o dal pielato uditore della camera 3.° ;

per cause civili nelle Curie ecclesiasti-


le Le cause della medesima somma o valo-
che, conùeae: Del Tribunale delC A. C. re, decise con sentenze did'oimi, in 1 ."gra-

]l tribunale dell'A. C. per le cause eccle- do dal prelato uditore della caniera, ed
siastiche è composto: del prelato udito- in 2." grado dal cardinal vicario. Le u-
re della camera apostolica; de' due asses- dienze per le cause ecclesiastiche si ter-

I
sori togati, che ne fanno le veci ne' casi ranno in giorni distinti: il cancelliere a-
e ne'modi che saranno stabiliti in appres- vrà un registro paiticolare degli atti e
so; della congregazione civile formata dai delle sentenze. Le leggi di procedura rese
soli prelati luogotenenti a norma del di- comuni alle cause ed allo curie ecclesia-
Leone XH nell'nif. 3 della criminale, snppliià le veci del mcdesiino
sliche (h i i i

eontinueiniiMO a ut) nluo mancanza e per


coiisigHcie. In
sua rifoiuìa "indiziai in

re"oIaiIc.S<^''uonoleapi)Ii(a7.ioni.Lecau- legiUiino inìpcdinienlo di qn dimquede'


luogo- gindici, sarà cliiaoiato a volare 3. "con-
se pendenti in i.''i>tanza avanti i il

tenenti ilell'A. C. >nranno riassunte e de- sigliere, e finalmente uno de'togati asses-

cise da ni".' uditore della camera. Quel- suri civili. Egualnicfnte a' 5 novembre

lepcndenli in grado d'appello innanzi i i83i si pubblicò I' Aj)pendice al Fugo-


n)ede>imi Inogolenenli, o innanzi i giudi- lamento organico e dì procedura crìmi-
ci del vicariato di Roma saranno riassun- naie per nonna delle curie ecclcsiasfì-
te e decise o dall'uditore della camera e r//c, riportata nella Ilaceolla citala a p.
suoi assessori, odal cardinal vicario, come 3o5. Ivi è dello, che l'uditore della ca-
eiudice di appellazione secondo le rispet- mera lia cumulativa giurisdizione col vi-
livecompetenze. Le cause non maggiori carialo [le' delitti comuni commessi dai

di scudi pendenti in 3.'^ istanza in-


5oo chierici ed ecclesiastici. Per altre contem-
nanzi giudici deirunoeraltrotribuiialc,
i
poranee e posteriori disposizioni sul tri-

saranno riassunte e decise dalla congre- bnnale dell'A. Ce gli altri Tribunali di
gazione civile. Per le cause pendenti sul- Ronia^ìn quest'articolo le riportai, ed il
l'appellazioni innanzi al tribunale di se- quale si compenetra con questo, il niio-

gnatnra si osserverà il disposto nei P§ vo ioipianto dei Iribiuiale dell'A. C. nelle


b6e 8-^ del regolamento contemporaneo, cause civili e nelle criiiìinali apparve nelle
A'3 ottobre
) 83 fu pubblicalo il /irgo-
1 I Notizie di Roma nel seguente modo.
lameìiln di procedura ne' giudizi civili. Tribunale civile dell' A. C. Mg.' udito-
che si legge nella citata Raccolta delle re generale della R. C. A. presidente. As-
leggì,\.5,\t.5^.^<i\\\\.r^DelTrihuna- sessori 2 togati, e un siqiplcnte togato.
le dell' A. C,
forma de' giudizi
vi è la Congregazione civile dell' A. C. Pritno
civili. Tit. '],Del Tribunale dell'A. C. liu-no. Piclalo luogotenente e vice-prcsi-
Gli assessori dell' uditore della camera dente, prelato luogotenente, togato con-
giudicano le cause di competenza ile'go- sigliere. Secondo turno. Prelato luogote-
•vernatori colle stesse regole stabilite per nente e vice-presidente, con i consiglieri
questi. 1 giudici togati distendono i d(dj- togati. Supplenti 4 togati. Congregazio-
bi ed i motivi delle sentenze della con- ne prelatizia dell' A. C. Il prelato vice-
gregazione civile dell'A. C. A' 5 novem- presidente del i.° turno, e vicepresidente
biei83i siemanò il7iVgo/^//?(V//o orga- tlella congiegazione, cogli allri 2 prelati
lìico, riportalo a p. i 54 della rilata Rac- luogotenenti. Supplenti 2 prelati. Tribù-
colla. Tit. 2, De' giudici e tribunali cri- naie Criminale. Uditore generale della
minali in Roma e sua Comarca. Com- R. C. A. presidente: i seguenti tutti iliver-
posizione della congregazione criminale si da'precedenti. Due prelati, i." e 2.° as-
«lell'A.C: Mg. uditore
"^

della camera ca- sessore. Il togato luogotenente di detto


]in e {'residente, 2 prelati assessori crimi- tribunale, dell'uditorato delle simonie, e
iiali, luogotenente criminale. Mg." udi- giudice relatore della s. congregazione dei
lorc potrà delegare le sue funzioni ili pre- \escovi e regolari. Il togato sostituto luo-
sidcnle ad uno de'preloti assessori eringi- goteneute. A'3 gemiaioi832 si pidjblicò
«ali, naisiio luogotenente, anche per soli l'editto del cardinal Bernetli segretario di
inleriogatorii. Le veci dell' assessore o slato, sulla Modilìcazioneinlornoalla per-
luogotencnle come giudice, saranno siq)- cezione delle Tasse o diritti di cancelle-
|)lite da uno de' togiili consiglieri della
ria ne' giudizi ci nli, con altre disposi/io-
• ongicga/ione civile. Nelle cause minori ne. Nel cap. 2, Disposizioni diverse^ vi è
gmdicalc ui I." grado dal luogotenente ilichiarata la giurisdizione degli assessori
.

ui^i uni ,77


{Idi' A.C. Quali cause del Campidoglio, gli accessi e fiilfc l'nllir openrioni clic
c<l il) qual grado di appello siano giiulicn-
ponilo essere delegale da uno de' giudici,
te dalla congregazione ci\i!e dell' A. C. a norma delle leggi di proceduia. Ne'casi
Giurisdizione dell' A. C. nelle cause dei di mancanza, di assenza odi legillimo im-
comuni della Comarca di Roma. Grego- pedimento de'giudici titolari, ne faranno
lioXVl indefessamente applicaloal hene le veci, ed avranno il voto deliberativo;
de'suoi sudditi, avendo promesso, che sid- uegli altri casi l'avranno soltanto consol-
le Itasi del Codice di procedura di Pio VII livo. >"e il bisogno lo chiegga, potranno
si farcLbe una nuova e completa compi- essere trasferiti dall' uno all'altro turno,
lazione delle leggi giudiziarie, col moto- Ciasruno de'turni della congregazioiieci-
proprio, Elevati appena, de'i oiiovem- vile dell' A. C. conosce e giudica in 1.''
i-
bre 834, presso la Raccolta delle leggi,
I stanza: i

le cause di Roma e sua Comar-
\. IO, p. r, pubblicò il celebre e vigente ca maggioii di 200 scudi, odi valore in-
licgolawcìito legislativo e giudiziario delerniinato; 2.° l'altre cause, chea forma
per gli affari civili. Tratta la parte 2.' del ij sgijU. 2.° e 3." sono di couìpetenzn
dcW Ordinamento ùuAo 1° giudiziario, de'tribunali civili delle provinole. Cono-
Dc' Giudici e tribunali del foro laico, sce ancora e decide in 9..° grado di giuris-
Sezione 6.': Del Tribunale dell' J. C. dizione: i.° le cause giudicale in [.""istan-
11 tribunale dell'A.C. è composto: del prc- za tlagli assessori e da' governatori della
lato uililore della camera, presidente; di Comarca; ?,.°lecaiise non maggiori di 5oo
3 pielati luogotenenti ; di q togati, 3 de' scudi decise ini.' istanza da' tribunali ci-
quali col titolo di consiglieri, 1 col titolo vili e di cotnmercio di Perugia, di Foli-
di assessori, e 4 col titolo di giudici udi- gno, di Spoleto, di Norcia, di Uieli, di Vi-
lori. Ciascuno degli assessori conosce e terbo,di Orvieto, di Civitavecchia, di Vel-
giudica in i." istanza le cause di Roma e letri, di Fiosinone, di Benevenl(\ dal tii-

suo particolare governo^ die uelle prò- boriale di commercio di Roma, dal Iribu-
vincie sono competenza de'governatori, a naie collegiale di Campidoglio, e quelle
forma de' §§ 2860 287. 3 prelati Ino- I pure giudicate dall' altio turno. Final-
gotenenti ed i 3 togati consiglieri, riuniti mente conosce e giudica in 3. ed uliima
insieme, formano un tribunale collegiale istanza: i.° le cause decise con sentenze
col comedi Congregazione civile del- dilinrmi, in i." gratlo dagli assessori e tla'

V /4. C. La congiegazioiie civile si divide governatoli della Comarca, ed in 1. gra-

in 2 turni. Il i." tuino è composto di 2 do dall' altro de' due turni; 2.° le cause

prelati luogotenenti e di un togato consi- decise con sentenze difTormi, in i. grado


gliele; il 2.' d'un prelato luogotenente e da'governatoiio assessori legali delle pro-
. di 2 consiglieri togati. Il prelato luogote- vincie di Perugia, di Spoleto, di Rieti, di
nenie, più anziano per ordine di nomina, "Viterbo, di Orvieto, di Civitavecchia, di
presiederà il i.° turno col titolo di vice- Velletri, di Fiosinone, di Hcnevento, e da

presidente ; il 2.° turno sarà presieduto ciascuno de'giudici capitolini, compreso


in ciascun anno a vicenda, con lo stesso quello de' mercenari, ed in 2." grado da'
titolo, da uno degli altri due huigotenen- tribunali civili residenti nelle slesse pro-

ti. I giudici uditori sono addetti alla con- vincie, compresi quelli di Foligno e di
gregazione civile: i primi 2 secondo l'or- Norcia, e dal tribunale collegiale diCam-
dine delle nomine siederanno nel i.°tur- pidoglio; 3.°le cause non maggiori di 5oo

no; gli altri 2 siederanno nel 2.° Assiste- scudi decise con sentenze dillormi, in i

rannoa tutte l'udienze: potranno c-sere giado dal tribunale collegiale di Campi-
incaricati di estendere gii opinamenli e le doglio, e dagli altri tiibunali civili e di

sentenze, di fare gli esauii de' testimoni, commcicio designati nel n." 2 del prece-
ìrG UDT UD I

(leritP^, eclnll'allm hirno in a.' grado.La cause non maggiori di 5oo scudi decise

r.ongiegazione civile tleli'A. C. sarà com- con sentenze difformi, ini." grado da' ve-
posta de' 3 jMelati luogotenenti e de'clue scovi sulfraganei, ed in 2." grado da' me-

più anziani consiglieri nell'ordine di no- tropolitani; 2." le cause che non oltrepas-
mina, allorché si dovranno giudicare le sano la stossa somma o valore, decise eoa
cau^e concernenti lo stato delle persone; sentenze dillormi, in i." grado dagli ordi-
sarà presieduta dal prelato vice-piesideu- nari diocesani e da' prelati vicegerente e
le del i." turno. Mancando alcuno dei luogotenente civile del vicariato, ed ia
giudici sarà supplito dal 3.° consigliere; 2.° grado dal cardinal vicario, o dal pre-

questi sarà rimpiazzato da un giudice u- lato uditore della camera ;


3." le cause
dilore. Titolo 3.°De' giudici e tribunali non eccedenti la medesima somma e va-
per le cause appartenenti al foro eccle- lore, decise con sentenze difformi, in i.
siastico, SerÀnne 3/ Del Tribunale del- grado dal prelato uditore della camera,
l'^. C. Il Irdnuiale dell'A.C. per le cause ed in 2. "grado dal cardinal vicario. Sono
eccloiastiche è composto: del prelato udi- addetti alla congregazione prelatizia due
tore della cauìera; de'due assessori toga- prelati con titolo di aggiunti. Questi do-
ti e d'un giudice uditore, che ne fanno le vranno Fare le veci de'prelati titolari ne'
veci, ne'casi e ne' modi che saranno indi- casi dimancanza, di assenza o di legitti-
cati in appresso, della congregazione civile mo impedimento. In mancanza, assenza
formata da' soli prelati luogotenenti. Il o impedimento legittimo del giudice u-
prela to uditole del la camera conosce e giu- ditore addetto al prelato uditore della
t!ica,in i .^ istanza: i .°le cause enunciate nel camera, si osserverà il disposto del § 349»
§ 358, n. I, cumula ti v:j mente col tribunale cioè sarà delegato dal governo a farne le
del cardinal vicario;2.° le controversie sul- veci uno de' giudici uditori. Nello stesso
la esecuzione delle bolle o lettere apostoli- 1. 1 o della Raccolta delle leggi, a p. 44^
che, e specialmente di quelle ove manchi si riporta l'editto de' 17 dicembre i834
l'espressa nomina d' un esecutore. Cono- del cardinal Gamberini segretario per gli
sce e giudica, in 2.° grado di giurisdizione, affari di stato interni di Gregorio XVI,
tutte le cause non maggiori di 5oo scudi e contenente l'ordinamento e la discipli-
decise in (."istanza da'prelati vicegerente na pe'magi«lrati e officiali addetti all'am-
e luogotenenlecivile del cardinal vicarioe ministrazione della giustizia. La Sezione
dagli ordinari diocesani dello stato. L'ese- ^.' Delie Cancellerie, ha nel cap. 2.°: Di-
cuzione de'resci itti delle s. congregazioni sposizioni particolari intorno alle cancel-
ecclesiastiche, le quali non hanno giuris- lerie de'giudici e tribunali di Roma. Ri-
dizione contenziosa, viene ordinala pri- guarda [)riiicipalmente il direttore gene-
Aaiivameiite dal pielato uditore della ca- rale delle cancellerie dell'A. C, ed i can-
mera. La giiuisdizione del prelato udito- cellieri del tribunale, i vice-cancellieri, i

le della camera, in tutte le cause enun- sostituti, l'archivio, il protocollo, i regi-


ciale superiormente, si esercita in nomee stri del medesimo. L'uditore della came-
vece del medesimo dal giudice uditore: ra ha il diritto di censura e disciplina sui
nelle cause di i
j' istanza potrà essere eser- cancellieri ed impiegati nelle cancellerie
citala, cumulativamente col giudice udi- dell' A. C. Le Notizie di Roma del 835 1

tore, da'due assessori togati. Gli assessori riportarono ilseguente nuovo impianto
toglili, nelle causedi 2." istanza, ed il giu- del trd)unale dell'A. C. nelle cause civili e
dice uditore in tutte le cause di i.° e di criminali. Tribunale civile delV A. CMg.'
2. grado, osservano la regola stabilita al uditore generale; giudice togato uditore
5 AGj. La congregazione civile prelatizia il medesimo; due assessori
presso togati.
fconosce e giudica, in 3." istanza: i." le Congregazione civile dell'A. C. I^ ri aio
U D I UDr 177
turno: prelato luogotenente e vice-pre- cedere in via di censura e disciplina, Gre
sìdeiile; pi elato luogotenente; togato con- gorio XVI a'4''etterabrci83G fece ema-
sigliere. Secondo turno : prelato luogo- nare dal suddetto cardinal Gamberini
tenente e vicepresidente; due togati con- r Istruzione declaratoria, che si legge
siglieri, e quattro togati giudici uditori. nella Raccolta, Ivi dichia-
l.
j4}P- 8g. si

Congregazione Prelatizia dell' A. C. : ra, Mg."^ uditore della camera è il capo e


prelato luogotenente e vice-presidente, il presidente del tribunale dell'A. C; lui-
due prelati luogotenenti; due prelati ag- tavolta non esercita personaloiente alcu-
giunti. Poi nelle successive Notizie si tro- na giurisdizione negli alfari civili. Negli
va anche un altro prelato aggiunto. Tri- allari civili appartenenti al furo ecclesia-
hiinale Criminale. Mg.' Uditore gene- stico viene rappresentato da un giudice
rale presidente; prelati supplenti \.° as- uditore e dagli assessori : è tenuto a sotto-
sessore, 1° assessore; togato luogote- scrivere le sentenze senza veruna cogni-
nente di detto tribunale, dell' uditora- zione di causa, tostochè gli vengono pre-
to delle simonie, e giudice relatore della sentate col visto degli uni o degli altri.

s. congregazione de'vescovi e regolari; so- Esercita personalmente la presidenza del


stituto luogotenente. Poi nelle successive tribunale criminale: quando non voglia
Notizie si liova imaiediatauente dopo o non possa esercitarla, il tribunale cri-
il togato luogotenente e prima del suo so- minale è presieduto da quello fra'prelati
stituto, il sostituto fiscale generale, quale luogotenenti che non esercita la vice-pre-
rappresentante di mg.' procuratore gene- sidenza della congregazione civile. Segue
rale del fisco e della R. C. A. In alcuni il novero dell'altre sue attribuzioni e fa-
casi, mediante pontificio chirografo, da coltà, colle regole della disciplina da u-
mg.' uditore fu delegato a far le veci del sarsi dal prelato per la repressione degli
luogotenente, ed anco d'uno degli asses- abusi del tribunale dell' A. C. In man-
sori prelati. Coinniissario speciale del canza, assenza altro impedimento di

governo presso il tribunale delU/4. C.: mg.' uditore della camera, le sue funzio-
nig."^ l'avvocato generale del fisco e della ni sono esercitate dal prelato vice-presi-
R. C. A. Direttore generale delle Can- dente del I." turno della congregazione
cellerie: il cancelliere della congregazione civile. Così procede il tribunale dell'.\. C.

civile. Poi nelle posteriori[iVb//z/c' si trova e l'uditore generale della camera fino al-
direttore eziandio dell'ufficio de' cursori. l'odierno pontificato di Pio L\, il quale
Cancelleria per le cause ecclesiastiche: per le provvidenze prese sui Tribunali
un cancelliere. Poi nelle successive Noti- di Roma, per quanto narrai a tali arti-

zie si trova qualificato del i


."
e 2." turno. coli, dispose di concentrare nel i." gen-
Cancelleria per le cause della congre- naio 1847 in un solo, ma diviso in due
gazione civile: un cancelliere. Cancelle- turni, cioè in quello criminale del gover-
ria per le cause degli assessori e degli no o Governatore di Roma, gli altri due
ajfari economici: un cancelliere. Cancel- tribunali pure criminali, che perciò re-
leria per le cause di coniinercio: un can- starono aboliti, dell' Uditore della ca-
celliere. Cancelleria per le cause crimi- mera ossia dell'A. C, e del Senatore di
nali: un cancelliere. Cancelliere proto- /?o/;2^z,ele loro giurisdizioni furono riu-
collista. Nella Raccolta delle leggi vi nite nel tribunale del governo, con Or-
sono altre disposizioni su tng.' uditore dine Circolare di detto giorno del car-
della camera e sul tribunale dell' A. C. dinal Gizzi segretario di slato ; dovendo
Essendo insorti alcuni dubbi suU' e>erci- procedere secondo le vigenti norme e a-
zio delle attribuzioni di mg."^ uditore ge- nalogaraente a' regolamenti in vigore. Da
nerale della R. C. A., e sul modo di pio- questo tribunale del governo derivò poi
VOI.. LXXXII. 12
, 7.S udì UD I

l'iiUiiale Tribunale Criminnh' di Roma. l'inlerno. Dell'omaggio che i capo-nolari


Dissi eli sopra, come il Papa con inoto- dell'A. C. coll'asscntista ogni anno face-

propiio <le'i2 giugno 1847, riportato dal vano al Papa, d'un calice d'argento, e di
n." 48 tlt-'l Piario di Uonia del 847, af- 1 sua cessazione , feci memoria nel voi.

fidò air iidilore della catnera il nuovo LXXX, 196. Terminerò quest'artico-
p.

ministero di giustizia, conservò al gover- lo con riprodurre il ceremouiale osserva-

natore di Roma il ministero della polizia lo dagli uditori generali della camera a-

e altre attribii7Ìoni, uui oidinò ad ambe- postolica nei possesso della carica, quan-
due che cessassero dalle ("unzioni giudi- do abitavano il palazzo della Curia Inno-
ziarie, siano civili, siano criminali, co- Genziana e presiedevano l'estinto tribuna-
Dìunque esercibili da altri in loro nome le dell' A. C. Dopoché il nuovo uditore
e vece. Dichiarò inoltre, die sarà prov- generale della rev. camera apostolica a-
veduto alla presidenza del tribunale del vea ricevuto il biglietto di nomina, in se-

goveino di Roma, alla presidenza del tri- quela <lel quale si spediva l'analogo l3re-

bunale dell' A. C, ed all' esercizio della ve apostolico, si recava a ringraziare il

giurisdizione ecclesiastica nel medesimo Papa per tale esaltazione, indi passava ad
tribunale, con paiticolari disposizioni. ossequiare il cardinal camerlengo di S. R.
Quanto al tribunale dell'A. C.,con Isfru- C, pregandolo a destinare il giorno e l'o-

zionc Circolare emanala dal cardinal ra per a u) metterlo al consueto giura men-
Gizzi a'?,6 giugno I
847 e pidildicata ilal to. iStabililo il giorno, mg." uditore pre-
n.° 53Diario di Ruiiia, venne oidi-
del cedeiitetnente per mezzo d'ima cappa ne-
nato che prenderebbe il nome di Tribu- ra invitava i componenti il collegio della
nale Cii'ile di Roma, e la presidenza at- piena camera apostolica ad assistere al-
tribuita ai prelato che presieile il i.° tur- l'alto, (Quindi vestilo dell'abito prelatizio
no, colle altre disposizioni che riportai di mantellella, senza rocchetto , accom-
nel vul. LXXX,p. 60, 161,1 63, 64,ove
i 1 pagnalo da una cappa nera e da due ser-
tlescrissi il nuovo impianto del Iribimale vitori, con legno ordinario si recava dal-
civile di Roma per le cause ecclesiastiche, la sua abitazione nelle sale del palazzo a-
ri vili laicali eil economiche. Solo qui deb- postolico,ove suole adunarsi il collegio dei
lu) aggiungere, che il cardinal Antonelli camera. Questi lo riceveano n-
chierici di
r I I marzo i854 pubblicò d'ordine del nit;tmente a mg.' avvocalo de'poveri, a
l'apa l'io IX, la notificazione con diverse mg.' avvocato generale del fìsco e della
disposizioni d'alcune parziali riforme nella R. C, .\., a mg.' procuratore generale del
pnjcedura de' giudizi civili, tendenti alla fisco e della R. C. A., a mg.' commissa-
maggior sicurezza ed economia delle parti rio generale della R. C. A. Ivi si ascolta-
litiganti, che si leggono ne'n.6o e6 idei va la s. messa, la quale terminata, si pas-
Ciornale di Roma. We'citali luoghi nar- sava nella sala delle congregazioni ov'e-
rai pure che il tribunale civile di Roma ra il cardinal camerlengo. Mg.' uditore
risiede nel palazzo dilla Curia Innocen- s'inginocchiava innanzi al cardinale, e let-
/iana, donde fu trasfL'rito altrove e col tosi intanto il breve pontificio della col-
suo ministero 'Tesoriere (^ .), ossia
il lazione della carica, da uno de'cancellie-
nell'antica residenza del governatore di ri e segretari di camera, dal cardinal ca-
lUima; che cessò di abitarvi anco l* udi- merlengo si ammetteva al giuramento
tore della camera, avendo linunzialo il con l'usala formola. Levatosi il prelato
ministero di giustizia e di grazia aggiun- in piedi, il cardinale gli poneva indosso il
togli ed invece vi si stabilirono co' lo-
; rocchetto e la cappa, gli dava il bacio di
ro mg/ vice-camerlengo direttore
uffici, pace, la quale mg."^ uditore compartiva
generale di polizia, e mg.' ministro del- a'meml^ri della piena ran)era. Questo giù-
udì udì 179
rameuto e nel narralo modo tullora si stato interni , cpiindi gli altri cardinali.
presta. Partito da detta sala il cardinal ca- L'uditore della camora, finché non avea
merlengo, uog/ uditore con nobile treno, preso possesso, non interveniva alle cap-
e l'accompagno della cappa nera e di un pelle pontificie.
gentiluomo, preceduto da due servitori a UDITORE DEL CAMERLENGA-
piedi e portanti l' uno il cuscino e l'altro TO, Audilor Civnciaiiis.RoinanacFìc-
l'ooibrellino paonazzo, e fiancheggiato a- desine^ scii Caincrdrialtis. Prelato apr
gli sportelli della carrozza , a destra dal partencnle al supremo tribunale della
decano vestito di nero col ferraioloiie, e a rev. Camera apostolica (^.), che l'au-
sinistra da un altro servitore n piedi, por- reo Morcelli disse Ialinamente, .1/f7ic9<^nw-
tavasi al palazzo della Curia Innocenzia- Llica Pont. ììlajc., che coadiuva il car-
na. Alla sua carrozza facevano seguilo due dinal Ca/ìH'i'lc/ìgo (li s. Uoinana Chiesa
altre: nella i. 'incedeva l'uditore partico- {^^•), già dal medesimo Morcelli (lualifi-
lare del prelato, vestito d'abito nero ta- cato, Praefeclas Deeuriae Curaloruiii
una cappa uera; nella i.' pien-
lare, ed Urbis etJ ecligaliuin, e lo rappresenta
devano luogo altra cappa nera, ed il ca- presso verbale scritta deputazione nel-
tneriere ccU'abito nero e ferraiolone: ai l'esercizio di sua dignità e carica, non pe-
latid'ambedue queste carrozze procede- rò facendone le veci per sua assenza o im-
va un servitore a piedi. Giunto alla Cu- potenza, in tuli casi, specialmente per as-
ria Innocenziaua, veniva il prelato rice- senza fuori di stato, esercitando l'uirizio
vuto alla porta della cancelleria, ove en- il cardinal Segretario di stato, ed in Se-
trava, ovvero nelle scale se il possesso lo de vacante, il cardinal pro-camerlengo
pigliava nel proprio appartamento, dai eletto dal Sagro Collegio.W cardinal ca-
prelati luogotenenti civili e criminali, da merlengo di s. Chiesa, antichissimi! e au-
mg/ avvocato generale del fisco nella torevole dignità della Sede Jposloliea,
qualifica di conunissario del governo pres- iiìccedulo aW ylrcidiaeoiio di s. Romana
so il tribunale dell' A. C, dagli altri giu- Chiesa o Priore [f.) de'cardinali dia-
dici, lutti uopo per una cappa nera
a tal coni, anticamente e per molli secoli fu il

già invitati non che dal direttore delle


, primario ministro della medesima e del
cancellerie. Nella camera destinala al pos- Papa, massime nella Sovranità (f^.). Im-
sesso, sedendo ciascuno secondo la digni' perocché, oltre al presiedere alla Qime-
là delsuo uffizio, mg.' uditore pronuncia- ra apostoliea, di cui tuttora è capo, e-
va un discorso allusivo alla circostanza, scrcilò la soprintendenza del governa-
con cui si rivolgeva a'prelati luogotenen- mento dello Stato pontifìcio, e òal Pa-
ti del tribunale, a'giudici e agl'impiega- lazzo apostolico; sussistendo la sua giu-
ti delle cancellerie. Ciò eseguilo, sempre risdizione in tempo pure della Sede va-
accompagnato come sopra, incedendo per cante e del Conclave (A^.), ed allora fa
le cancellerie e per l'ofliciode'cursori, con coniare e battere le sue Medai^lie e Mo'
lento passo andava alla sua abitazione. liete (ne'quali articoli dissi anche di quel-
Nel giorno del possesso, a forma della ta- le dell' odierno camerlengo), sebbene in
bella pubblicata a'3o gennaio 1 838 per tali epoche eziandiosia diminuita la pre-

organo della segreteria per gli affari di cedente autorità. Pel complesso e incre-
stato interni,) tribunali dell' A. C. e le mento della vasta giurÌMlizione, ragguar-
rispettive cancellerie erano chiusi. Nello devoli ingerenze e singolari pierogalive
stesso giorno o ne'seguenti, in forma pri- godute dal cardinal camerlengo, questi
vata e vestilo di manlellelta, mg.*^ udito- successivamente si fece coadiuvare dai
re si portava a visitare i cardinali segre- Chierici di Camera (/".), e da altri pre-

tario di stato e segretario per gli affari di lati e minislri, da'quali derivarono i pre-
i8o UDÌ udì
lati Vice- Camerlengo, Uclìlore della Ca- de fu un tempo l'autorità del cardinal ca-
mera^ Tesoriere, fl/aggiordonio (T .), e merlengo, e notabile proseguii sino a'no-
que'tanti altri primnri prelati e ministri slri giorni, per naturale conseguenza fu

di cui trattai ne'Ioro articoli; anzi lo sles- altresì menomata quella di mg.' uditore
so cardinal Segretario di Stalo (V.) da del camerlengato. Inolile anticamente il

esso ripete l'origine, e tra'Iaici mi limite- cardinal camerlengo egli offici del camer-
lo a qui ricordare il Maestro del s. Ospi- lengato aveano stabile e decorosa residen-
zio(P .J.Ufì prelato poi col titolo di Udito- za, prima nel palazzo presso la Chiesa di
re del Caiuerlengato, dopo che l'antico s. Apollinare, ora del Seminario roma-
suo uditore lo era divenuto generale della no (V.), poi nel palazzo che in seguito di-
camera apostolica, in seguito fu assunto venne Palazzo della Cancelleria apo-
dal cardinal camerlengo al disbrigo degli stolica (P'), in cui nell' ottobre i856
affari del medesimo; oltreché il cardinale furono trasferite molte Segreterie della
ebbe ancora due privati uditori, uno per s.Sede, al modo riferito dal n,°255 del
Je cause civili e 1' altro per le criminali Giornale di Roma, e finalmente nel ma-
del suo Tribunale di Roma , nel quale gnifico palazzo della Curia Innoeenzia-
articolo rammentai le principali bolle ri- na a Monte Citorio, oveavea anche l'a-
guardanti il già amplissimo Camerlenga- bitazione il segretario generale del camer-
lo di s. Chiesa e la Camera apostolica, lo- lengato. Attualmente la segreteria gene-
ro ministri e tribunali. Qui solo licorde- rale del camerlengato esiste in luogo par-
ib due bolle di Gregorio XIII, Qiiae pu- ticolare pagalo dal governo, locale situa-
hliea ittilia, del i ."ottobre i 574: De Je- to nella via de'Monterooi, essendone ca-
difìciis, elJnre congrui, ac jurisdictio- po il segretario del camerlengato, ulìizio
ne, et facultalibus S. R. E. Camerarii, che funge mg."^ Giovanni Corazza di Pog-
et Magislratorum Viarwn Urbis. E gio Mirteto e ceremoniere pontificio. Il

Qiiac a Romanis Pontip'eibus, òe' 5 (ì\- cardinal de Luca, Il Cardinale pratico,


cembrei584: De forma qua Clerici R. cap. 4': Del Cardinal Camerlengo ov-
C. ApostoUcae expcditione s Camerales vero Camerario, parlandode'diversi suoi
signare debent sub nomine et sigillo, , ministri e otllciali, riferisce che il tribu-
S. R. E. Cardinalis Camerarii. Nella nale del camerlengo si reggeva per un
l)ollad'Innocenzo XI, Decet Romanum uditore, che soleva essere un prelato ov-
Pontifìcem, de'28 giugno 1689 De Re- : vero un togato a suo arbitrio , cioè nel
Jbrmationis Tribunalium, nel novero de' 1675 quando scrisse il libro. Nella sua
giudici ordinari diRoma, pe' primi sono Relatio Romanae Curiae Eorensis,dhc.
nominali D. Cardinalis Camerarius,
:
ì I : De Cardinali Camerario, ejusque
ejus(pie/ludilor,Judices deputati, etiam qfjìeialibus, et tribunali, ragiona ancora
in criniinalibus. Tra le precipue cause De Auditore Camerarii, ejusque juris-
della diminuita podestà del cardinal ca- dictione, et quod cognoscat cansas fi-
merlengo, si devono noverare, l'ingran- scales, seu camerales, ed eccone il mo-
dimento delle menzionate cariche prela- do. Quo vero exereitium forensis , vel
tizie, già da lui direttamente dipenden-
contentiosaejurisdictionisilludìiabetur
ti, e poi nomi nate da'Fapi, inclusi vamen- per Auditorem particularem,ad hoc de-
te all'uditore del camerleng;tlo, massime putar isoli tum, qui ut plurimum est prac-
dopo l'istituzione de' / acabili (ì .j,cioè latus, sed qìiandoque etiam curialis, ac
quando divennero vendibili pei bisogni frequentius diversus ab ilio domestica,
della s. Sede; non che le vicende politiche seu aulico Auditore, quem quelibel car-
ile tempi che reclamarono un diverso
, dinalis habet , tanquam consiliarium,
ordinamenlo amministrali vo.Come gran seu sludiorum auditorem. prò negotiis
udì UDI 181
consìsloHalibus , et sacrarnm rongrc- putali, ciò che meglio stabiPi Denedetlo
gntionu/u, velprocausis commissariis^ XIV. Conviene però depu-
distinguere i

aliìsque occurrentiìs. Proiiidcquc istCy tati del conservatorio di Eufemia, e ts.

qui dicitur Auditori Carne rnrii,.<!eu Ca- deputati della depositeria Urbana, llcon-
mcrariatusy regit, ac repraesentat Tri- servatorio ha i suoi particolari deputati,
bunal Camcrarii, qui \'ole/is nonprohi- come tutti gli altri conservatorii, e que-
hetur faeere per seipxuni, id quodfacit, sti insigniti del sagro carattere sacerdo-
per dictuni Auditoreni, m'e aliquas eau- tale e colle incumbenze loro proprie,
,

sas pariiculari ter conimi itere aliif, lan- chiaramente espresse dal breve di Pio
quam per iniagineni Episcopi, et fica- \\U,Interpraeclara,{it2Si\gosloiS2g,
rii generalis. Originata la pubblica De- Bull. Rom. coni. t.i8,p. 54, sulla ripri-
posi teria Urbana ( / '.) da Gregorio XIII, stinazione de' Conservatorii diRonia,ove
slubilita per la custodia del pegno preto- si ìeg^e. Sedquoniant experienlia cou'
lialeo giudiziale a'aS maggio 574, per i stat istis puellaruin receptaculis prae-
impedir le frodi e l'estorsioni degli ese- ter sunimum Praesidem alios esse as-
cutori, onde eseguirvi all'incanto o suba- signandos spe.ctatissinios viros, qui ei-
sta i pegni che per mandato di qualun- dem Praesidi adj'utores, familiac vero
que giudice fossero siali presi, ne commi- curatores sint, cumque tara difjlcilc ne-
se l'amministrazione al rettore, provviso- gotiuni viros sacerdolio fungentes ma-
ri e oHìziali del s. Monte di Pietà di Ro- xime decere videatur , volumus ut uni-
ma (/^J, colla soprintendenza d'un chie- cuique harum familiaruni bini salteni
rico di camera con privativa giurisdizio- Sacerdotes Praesidis adjutores donna
ne.Paolo V nel 606 e poi anco nel 1 6 i
1 1 constituendae deputentur. Anche la de-
emanò opportune provvidenze, le quali positeria Urbana avendo suoi deputati,
i

nondimeno uon riuscirono sufTicienti al- ad essi, benché laici, ponno essere affi-
la sicurezza e custodia de'pegui. Indi Ur- dati a disbrigar gli aifari che apparten-
bano Vili nuovamente l'eresse ed isti- gono al conservatorio di s. Eufemia per

tuì, e dal suo nome


Urbana, de- fu detta la stretta relazione del medesimo colla
putandone prefetto il nipote cardinal An- depositeria. Ecco su tale proposito le pa-
tonio Caiberini dipoi camerlengo di s.
, Ani-
role del citalo breve di Pio Vili.
Chiesa, ilquale fece compilare nuovi ca- madvertentes autem Coenobium a s. Eu-
pitoli e ordini, che pubblicò a'20 luglio phemia dictum plura liabere negotia
1 629. Essendo il cardinale protettore del cum mensa Urbana depositoruni, haec
pio luogo o Coìiservatorio dis. Eufemia negotia viris laicis geremia commi iti
\U.), Urbano Vili col chirografo Aven- non prohibemus, et inslitutum j'ampri-
do Noi, de' 22 settembre i634, applicò dem ad hunc finem congregationeni ap'
al medesimo in perpetuo le reudite, utili probamus. Queste disposizioni sono tut-
ed emolumenti netti della deposileria ge- tora in vigore, poiché si legge nelle an-
nerale de'pegui, prima spettanti alla ca- nuali Notìzie di Roma. Depositeria Ur-
mera apostolica. Pertanto fu il cardinale bana de'pubblici pegni di Roma e sua Co-
dichiarato preletto della depositeria,e l'u- marca, ed annessi conservatorio di s. Eu-
ditore del camerlengato anuninistratore femia e monastero di s. Urbano: l'Em."
generale, non che il cardinal camerlengo cardinal Tommaso Riario Sforza (napo-
j)rotempore protettore del conservatorio letano e fatto camerlengo nel 843 daGre-
1

di Eufemia e del monastero delle Cap-


s, gorioXVI, per morte del cardmal Giu-
puccine di s. Lrhano, e di ambedue am- stiniani) camerlengo di S. R.. C, prefetto
ministratore il prelato uditore del camer- (non che protettore del monastero e del
lengato prò tempore, coadiuvali da' de- conservatorio); mg/ Gio. Domenico Va-
-

i82 udì U D I

lenl'mi (ili Civilavecchia fililo luliloie nel Villelti nellaPratica della Curia Ro-
j853 dal regnautcl'iolX,pcr promozio- maiìa, pubblicata nel 18 i5, par. 2.'\ p.
ne a delegato apostolico di Ravenna di 117: Del tribunale della Rev. Camera,
mg.' Achille M.° Ricci), uditore del ca- lo diceantichissimo e le cui cosliluzioni
nierlengalo, aniniinistratore generale. La furono confermale da diversi Papi da Eu-
depositeria Urbana è situala in via del- genio IV ed Innocenzo Vili in poi, e che
l'Impresa Vecchia, nel palazzo che indi- contiene in se vari altri tribunali e giu-
cai nel voi. LXI,
3o4j palazzo reso
p. dici camerali subalterni, fra'quali pel i.°

sventuratamente famoso, per essere ivi (juello del cardinal camerlengo. »j 11 ca-
Uìorto a'i4 gennaio! 798, vittima di sua merlengo giudica in materia di gabelle
audacia,Ugo Basville console della repub- ed altre privative camerali, riguardo al-

blica francese, per pretendere di rivolu- le quali ha la cumulativa con mg.' teso-
zionare Roma e proclamarvi la demo- riere. Ha inoltre la giurisilizione cumu-
crazia; imprudenza e morte fatale per le lativa non solo col tesoriere . ma anche
conseguenze, poiché servì a dar colore con lutti gli altri giudici camerali, tanto
alla stabilita occupazione dello Stato nelle materie conlenziose, quanto nell'e-

Pontifìcio e detronizzazione di Pio VIj conomiche, a riserva che col tribunale


a vveni mento che narra ine' voi. XX VII.p. delle Strade, come si legge diffusamente
io3,LlX,p. 44ì ed altrove. Innocenzo XI nel molo-proprio di Benedetto XIV dei
colla bolla Decet Rotìiainnii Ponli/ìccnì, l'i agosto I 74'- Giudica altresì della pub-
•le'28 giugno i68f), riportando il novero blicità delle strade, a riserva delle con-
de'giudici ordinari di Roma vi compren- solari nel distretto, e dellestrade della cit-
de: D. Cardinalia CamcrùìinSjCjnsfjiic tà di Roma, circa le quali appartiene al
j4 lidi love ,Jii(lici's deputa li vliam incri- , tribunale delleslrade la giurisdizione pri-
minalibus. Benedetto XIV pel buon re- vativa come si dirà in appresso; e delle
golamento di tulli Tribunali di Jloiita,
i materie relative alle Poste. nWe Spezi a
a'i dicembre 744 ^"^•^"ò la bolla Cu-
I I rie, alla ficoltà deM/cy/zV/, alle Vni<>'cr-
riae piaestautiata , in cui sonovi prov- sita , alla Depositeria Urbana, ec; ac-
videnze anche pel tribunale del camer- corda il privilegio de' 12 figli (di che ri-
lengato. Pio \ Il nel i8on colla bolla Post parlai ne'vol.LUI, p. 90, e LIX, p. 87), i

din! iirnas ,An.\\\a\h


il cardinal camerlen- edàli mandati di rilascio delle bestie alli-
go piivativo ministro della legislazione date dalla dogana del Patriuionio, dell' / •

economica, e capo di lutti gli ollìci came- ni\'er.sìlà artistica (Z'^.) degli Àfììdali. Il

rali , da cui perciò dovessero dipendere camerlengo giudica per mezzo d'un udito*
mg.' tesoriere e le presidenze de'chierici re prelato che si destina dal Papa; e que-
di camera, ninna ecccl Ina ta; che però que- sti è uditore della carica e non della per-

stapreminenza d' aulurilà non venisse sona, onde mancando il cardinal camer-
punto a scemare la giurisdizione de' ri- lengo, il pielalo uditore non si muta. Il
spettivi presidenti e di mg.' tesoriere, i tesoriere giudica per mezzo del suo udi-
quali fossero liberi e indipendenti nell'e- tore abbate; e giudica anche perse me-
secuzionedelle funzioni determinale dal- desimo in quelle materie, che gli piace di
le né fossero obbligati a farne re-
leggi, riservarsi. L'uditore del camerlengo tie-
lazione al cardinale. Pio VII prese pos- ne udienza due giorni la settimana, cioè
sesso neli8oij e mg.' Pio Ferrali udi- martedì e venerdì, ed il venerdì tiene pu-
tore del camerlengato cavalcò ili. Tra i re rinformazione, purché quesli giorni
itftreiKlari, sopra mule bardate di pan- non siano feriali. Servono a (juesto giu-
no paonazzo, vestiti di rocchello e man- dice per uolari tulli i .segretari di came-
tillclla, con (ì.pptUi scmipontincali. Il ra, ciuci (]uc':>ustiluli; che suuo in ciascuu
udì UDI ,83
iidìcio a tal cffelto destinati. Inollreavan- redel camerlengatOjedaU'uJitore duug.'
li questo giiulice nelle cause di riltattu tesoriere, secondo le regole e pratiche vi-
oi'ditiato da Giegoiio Xlll nella sua ce- genti". Inoltre il moto-proprio conservò
lebre bolla, scrive gli atti il notaio del Ui- la giurisdizione. » Dell'uditore del caiuer-
biinale delle strade, ed all'inconli'oil pre- lengatu negli atfari risguardanti i J/rrcU'
sidente delle strade, che giudica in grado lìdi Piazza IVavona (/'.)". Antichissima
di ap|)ellazi()iie dalle sentenze dell'udito- era la giurisdizione che <ng.' udiloie e-
le del cardinal camerlengo, si serve d'uài scrcitava in tale primario quotidiano
segretario di camera determinato". Pio mercato di Roma, poiché il cardinal de

moto- proprio de'6 luglio 181G,


"VII col léi\CiìyI{clnlìo,(lc Cardinali Caincrarioy
iN riformando la pubblica amministrazione riferisce: Pioute.liaiii,pracfccttLrinn, ci

e i tribunali dello stato pontificio, nel tit. it lido ri tale in haliti, conccdcndi, srii di'
i;Oi'ganizz(izìoiic de Irilmiiali cì\'ÌIì,Aq- strihuviidi usiiin aliquoriini .siluurii, scu
cretò." In lloma e sua Comarca continue- loconun fìuhlicornrn Urins prò vendi lio-
.''

ranno a giudicare le cause camerali di i ne i'iclnaliuni aliuruniffue rerum , et


,

istanza cumulativamente tug.'^ uditore praesertini in magna platea Agonis,non


del cameiiengalo, e l'uditore di mg."^ te- iinlem ad perpetnam oeenpationem,et u-
soriere ,
quando però le cause suddette sum privalurn, citm id fiat per aliud or-
conterranno un valore non eccedente li ganum, ut infra inruhrien Aedilitim.doX
scudi 825. Se il valore delle cause conte- tit. Organizzazioni de' trihttnali cri-
3:
nute nelle rispettive giurisdizioni degli minali, Pio VII decretò. Ne'contrabban-
assessori camerali oltrepasserà li scudi danno dell' erario procedo-
di e delitti a
200, e quelle di Roma e sua Comarca sa- no R.oma tribunali criminali del ca-
in i

ranno d'un valore eccedente li scudi 82'), merlengo e del tesoriere, a'cjuali si potrà
."
le cause suddette saranno giudicate in 1
portare l'appellazione dalle condanne de-
istanza da un tribunale composto colle- gli assessori del tesorieralo nelle provin-
gialmente da mg.' uditore del camerlen cia in devolutivo soltanto, ed in sos[)cu-
go, da mg.' presidente della camera,e dal- sivo se la condanna eccede la somma di

l'uditore di mg,' tesoriere. Questo tribu- scudi i5o. Il |)relato uditore del cainer-

nale sarà anche giudice di appello nelle lengato restò uditore civiledel uietlesimo,
cause giudicate dagli assessori camerali, e presidente del tribunale collegiale ca-
ed in caso di diflormilà di giudizio si po- merale, diesi formò de'giudici presiden-
trà ricorrere al tribunale della camera. te dell.» camera, uditore del tesorierato,e
Da'giudicati di i.'' istanza del tribunale avvocalo de'po veri qual giudice supplen-
composto come sopra, non che da'giudi- te: questo tribunale risiedeva nel palazzo
cati singolari similmente di i." istanza di Savelli Palomba ra, ove ora è la sutidctta

lug.' uditore del camerlengo, e dell'udi- Deposi leria. Urbana, ed allora esisteva

tore di mg.'^ tesoriere; l'appellazione si in via s. l'antaho. Indi Pio VII ripristi-
drfV.rirà al tribunale della camera... Col- nando il collegio de'fabbricatoii de'drap-

le disposizioni prese negli articoli antece- pi di Lana (/'.), lo confi^rmò nella pri-
denti non s'intende fatta alcuna innova- vativa giurisdizione del tribunale del car-
zione alla spedizione ed esecuzione de' dinal camerlengo. Col moto-proprio dei
mandati di mano regia, li quali per li cre- 22 novembre 18 17, sul nuovo codice di
diti fiscali provenienti da dazi e da rispo- procedura civile. Pio VII nel tit. 4,cap.
ste dovute all'erario, potranno continuar- I , Della competenza e proce-
dichiarò :

si a rilasciare ed e>eguire jx^r qualiuKfue dura nelle cause d'interesse dell' era-
somma, tanto dagli assessori camerali, rioj che il tribunale della Clamerà in Ro-
quanto cumulalivamenlf da mg."^ udilu- ma formavasi di due giudici singolari, da
j84 u d I
udì
piena ca- Rrgolanìcnto organiro per Vaninùni-
liibiinalo cr^llcgialce dalla
il
un
strazione della giustizia eivile confer-
mera; e che li due giudici singoiaii ei-ano
,

rug.' uditore del caraerlengalo e l'udito-


mò cumulativa giurisdizione del tribu-
la

tesorieie.NeliSKjPio VII col nale de! camerlengato e quello di mg.'


k; di mg/
.hirografo de'5 aprile, Bidì. Rom. cont.
Tesoriere (articolo che ha molla relazio-

«.iT, I). 207, diretto al cardinal


camer- ne con questo e va tenuto presente), per
Te- le cause di frodi e contrabbando, colle re-
lengo, prese alcune provvidenze sul
\;rr{F.). Poscia con legge de' 7 aprile lative norme di procedura. Compose la
couìuiissione generale del- congregazione del tribunale del camer-
i8?.o istituì la
de'mo- lengato:deI cardinal camerlengo presiden-
le lielle arti per la conservazione

Tuimcnti antichi, per gli acquisti d'ogget- te, d'un prelato chierico di camera ,
del

d'antichità ad ornamento de'pontificii preiato uditore del camerlengato, del luo-


ti

Diuscì, e per altre dipendenze di belle ar- gotenente criminale, autorizzando il car-
dichia- dinale a delegar le sue funzioni al chierico
ti, consultiva del camerlengato,

randone presidente mg." uditore del me- di camera o al luogotenente, ed allora sup-

Leone XII colla hoWtiQnod dn'i-


tlesiuio. plendo a tal prelatoaltro chierico di camc'
i>a Sa/)rciiti'a,iie'iS agosto 824,pi'esso la 1 ra. Inoltre Gregorio XVI pel riferito nei

Jìanolta delle leggi, t. 2,p. òj, sul retto i


voI.LXlII,p. 286, istituì la segreteria per

oidinamenlo degli sludi nello stalo ponli- gli adari di stato interni, e le attribuì di-

(ìcio, nuovamente dichiarò il cardinal ca- verse prerogative del camerlengalo.il me-
iDcrleiigp arcicancellieie àeW Università desiuìo Papa col Regolamento legislati'

lìomana , e presidente deW Aeeademia vo e giudiziario per gli affari civili, dei
di belle arti e deW Arelieologi,i{ V.) non ; IO novembre, nel t. io della cit. firtfcco/-
the la sua giurisdizione sui professori ta, dichiarò a p. 5: Le raccolte di ogget-
1

dell'arte medica. Indi col moto proprio ti d'arte non ponno assoggettarsi al vin-
de 5 ollohreiHal «olla riforma de'trihu- colo di (ìdecomraisso senza l'approvazio-
naii dello stato ecclesiastico, mantenne la ne del camerlt-ngato, e ciò in relazione al

giiuisdizione dell'uditore del camerlenga- riportalo nel voi. LUI, p.i 9.3,167, ed a
to nesli alTari ri"nardanti i mercati di Roma Quindi con editto del cardinalGain-
piazza Navona; e dichiarò che ne'dclilti berini de' 1 7 dicembre 1
834, cit. Raccol-
per contravvenzioni e frodi commesse a ta^ p. 44^' f" disposto a p, 526: Le de-
«lanno dell'erario, giudici competenti in i positerie de' pegni giudiziali di Roma e
I. "istanza Piuma liihunali cri-
erano in i dellaComarca dipendono dal cardinal ca- j
minali del camerlengato e del tesoriera- merlengo. Con l'ordinaineiilo delle carne- "
Io, a '(piali si poteva portare l'tippellazione re [)e'tribunali di commercio, presso il t.
dalle condanne de' luogotenenti, gover- I i,p. 34 della Raccolta, Gregorio XVI
natori e assessori delle provincie in devo- dichiarò appartenere al caraerlengalo l'e-

lutivo, ed in sospensivo se la somma su- same ed approvazione de'conti preventi-


perava l'Io scudi. Inoltre Leone XII col vi e consimtivi di delle camere. Ivi a p.

molo-proprio Quando le nostre speeia- 4'J è la notificazione de'i 5 febbraio 1 835


lij de'7, 1 dicemliiei B'zS, presso la Rac- ilei cardinal GalefU camerlengo, sotto-
(olla delle leggi, \. 2, p. 337, 'S^'^"' '^ .scritta come altre da mg."^ uditore del ca-
Cniigiegazioiie della lUvi sione [f.),\\ti\' merlengato, sulle norme regolatrici del-
la revisione de'conti e degli affari di pub- la depositeria Urbana di Roma, e dello
blir;i;unmifiislrfi7.iono,e riconobbe nel ca- deposilerie della Comarca circa pid)bli- i

ntpiliii^alo il diiilio isclusivo di pubbli ci pegni, per l'isti lu/.ione eziandio del dì
tjr leggi sii-li ìiilircs>i cainerali. Giego- rcllcjic iiniiicdialanieiite di[»endcnte dal
1 IO XVI nel pubblicali; a'T ollubrci83 i prelato udiloic Ivi pure a p. 2ij'' è l'Or-
udì udì i8j
cline circolare della segreleiia per gli af- Roma, sul consiglio de'
(li y1//rt;.s7/7, per
fari di slato inlenii, de'io giugno 835, 1 2." dichiarò il cardinal camerlengo, e che
in seguito ilella deluiiliva concentrazio- poteva essere in esso rappresentato da
ne ili un solo ministero delle due azien- mg/ uditore del camerlengato; dispose
de del ramo sauitatìo e della polizia dei pure, che il cardinale, oltre la prefettura
Porli (/ .), colle altiibnzioni ilei camer- del tribunale della piena camera, conser-
leiigato, relative alle disposizioni emana- vava le sue attribuzioni in conformità del-
leda Pio VII col moto-proprio de' 2i le leggi vigenti, e specialmente quelle che
gennaio 820,6 pubblicato \\t\Dull.Rom.
1 riguardavano il commercio, 1'
industria,
loiit, 1. 15, p. 265. INel t.ii, p. iG5 del- l'agricollui a, le arti, le antichità, gli sca-
la Raccolta è la nolifìcazioue de" 21 a- vi e le miniere dello stato; e che ((ueste

gostoi835, per la quale l'ofUcio del bol- dipenderanno esclusivamente dal suo mi-
lo dipendente dal camerlengato è inca- nistero. Le nomine dt'Consoli (/'.) pe-
ricalo di apporre bolli di premiazione ai
ì rò ne' paesi esteri d'allora in poisareb- si

tessuti di lana coU'assistenza d'un mini- bero proposte e spedite dalla segreteria
stro del lesorierato. Mentre a p. 364 si di slato. Che il cardinal camerlengo pro-
legge, che la sorveglianza esercitala dal- porrebbe nel consiglio de' ministri le uo-
la commissione sanitaria, e la presidenza uiinc del segretario generale delcamer-
d' annona e grascia sulla salubrità dei lengato, Commissario delle antichi'
tlel

commestibili esposti in vendita in piazza tà i-omanc (/ .), de'membri e del segre-


Navone, non deve pregiudicar l'allnbu- tario della commissione consultiva dello
zioni del camerlengato in quanto riguar- belle arti, di cui era presidente il prelato
da i rapporti concernenti l' interesse dei uditore del camerlengato, del direttore e
compratori, de'venditori e de'lerzi. Sic- ispettore del bollo degli ori e degli argenti
come Hn dal 1801 era cessata la giurisdi- (ora tal direzione venne unita a quella del-
zione ordinaria e straordinaria , o dele- le Zecche); e de' principali funzionari e
gata , del tribunale del camerlengato in impiegati di ciascun ramo del suo mini-
tutte le cause che non avessero per ogget- Stero, rs'arrai a Tesoriere (che ripeto ha
to Contravvenzioni o frodi a danno del- connessione con questo, anche per le mol-

l'erario,eneli835si fece eziandio cessa- teplici cose avvenute e variazioni notabi-


re in qualunque causa o materia, così con dopo la pubblicazione dell'articolo Ca-
li,

dispaccio de'20 febbraio i836 della se- merlengo DI s. Chiesa, onde profittai di
greteria per gli alFari di stato interni, ri- questo per notare almeno le principali),
portato nel i3, p. I 18 della Raccolta,
t. che a'26 giugno 1847 fu attribuito l'e-
la giurisdizione criminale del camerlen- sercizio della presidenza della congrega-
gato venne dennitivamenle trasferita al zione camerale pel contenzioso ammini-
nuovo Tribuiutle camtvaÌQ. Ivi a p. 12 t da mg. tesoriere, a
strali vo, già esercitata

sono le disposizioni sui mercati del foro mg.' uditore del camerlengato; e per com-
Agonale o piazza Navoua de'20 febbraio piere il numero di 5 votanti, fu disposto
i836 del cardinal Gamberini , in cui si che farebbe parie della congregazione il
dice che i ricorsi de'giudicali de! gover- togato giudice relatore nella sezione degli
natore di essa si portano a! camerlenga- appelli del tribunale criminale della ca-
to, da cui dipende in tuttociò che ri-
egli mera apostolica. Di più venne ordinato,
guarda il buon regolamento de'mercali, che il 2'/77y/<//</ /e; criminale camerale, isti-

e mg/ uditore del camerlengato rivede i tuito a' I 8 agosto 835, avrebbe una sola
I

decreti del governatore stesso. Il regnan- sezione composta di 4 g'"*^''''» c'ot^ d'uu
te Pio IX. col moto-proprio de' 12 giu- chierico di camera presidente, di mg." u-
s^MOi 847, l'ipui luto dal u.''4^ '^^^ Diario dilorc del cuiucvlcugalu e de'due logaU
.8G udì UD I

due sezioni alluali zioni restate a'cardinali camerlenghi, al


giudici relatori nelle
«lii.'istanza e di appello. Col moto-pio- camerlengato, ed a mg.' uditore del me-
prio de'29 dicembre i<S47> c''*^ '^i '«^SS'^ desimo, cos'i furono interamente perdu-
nel siippiimeiito al n.°io5 del Diario di te pe' medesimi. Laonde al cardinal ca-

lìo'iia, il medesimo Pio IX lifoiinò gli merlengo di s. Chiesa, oltre le prerogati-

ordini già ecnanali , coordinandoli colle veannesse ai Temi nenie dignità, de Ile qua-
nuova coiisulla di stato, li [)arleci[)a mg."^ uditore del camerlenga-
i>litii7Ìoni (Iella

nercLii a;ssarotio \ecuiìgrcgi!zioiìi('COiio- to, non restò che l'arcicancellieralo del-


inicìte e di rc\'isionc, e quella tiel buon l' romana, la prefettura della
università

go^'crno le cui allribuzioni si trasferirono depositeria Urbana, e le piotetlorie del

nel luinisleroilell'iulerno. Dichiarali i mi- conservatorio di s. eufemia, del mona-


nistri responsabili e da 7 aumentati a 9, stero di s. Urbano, e delle pontifìcie acca-

il 6." di essi fu il cardinal camerlengo, a demie de'nuovi Lincei e dell'Archeologia.


cui venne attribuito l'esislenle ministero Al prelato uditore del camerlengato poi
del commercio, belle arti, industria e a- non riniase, oltre l'indicato, che l'ammi-
gricoltura (ed ora riunisce pure i lavori nistrazioiie generale della depositeria Ur-
pubblici , che nel detto moto-proprio si bana, ed annessi conservatorio e monaste-
assegnarono al 7.° ministero,i;ioè \e.Slra' ro nominali, e di far parte della direzio-
J<' e quanto riguarda Ponti, W Tevere, i
negeneraledi sanità, la quale sino al mar-
e (pianto ;dlro raccontai in quegli artico- zo 18)6 comprese pure la direzione cor-
li), e si siabib: >> Appartiene a questo mi- sala dello carceri, case di condanna e luo-
nistero lultociò cheguarda il fiivoree l'iu- ghi di pena, a seconda del liferilo nel t.

tremeiilo dei commercio, dell industria L.\.XX, p. i65ei66, per essere stata as-
e dell'agi icollura; non che la conservazio- segnata la direzione di detli luoghi di
ne de'monumenti d'antichità e belle ar- pena ad un particolare prelalo direttore
ti. Sono perciò di sua pertinenza le ci- : generale; continuando però a far parte
mere di commercio; gl'istituti cuiumer- di tale direzione il presidente e il deca-
ciidi; le borse, sensali e agenti di cambio; no di Constdta, 1' uditore del camerlen-
la navigazione nell'interno ed all'estero; gato e gli altri. Esercitarono la carica,
la marina mercantile; capitani de' por- i già tanto ragguardevole e con giurisdi-
li; i brevetti d'invenzioni; le disposizioni zione d' uditori del camerlengato, mol-
generali sui pesi e misure; le manifattu- tissimi prelati illustri e dotti, un gran

re; gì' istillili ngricoli; le concessioni dei nuineio de'quali con onorevoli carriere
mercati e fiere. Inoltre soprintende agl'i- prelatizie meritarono il cardinalato, co-
«liluli di belle arti, aHaniichità e monu- me narrai alle loro biografie, e valga per
menti pubblici. Ma le politiche vicende tutti che io qui rammenti 1' uditore del

>ie[>più aggravandosi in Roma a danno cumerlengalomg.' Braschi, che da esso uf


della Sovranità della s. iVcr/e (A .), ces- fizio [)romosso a tesoriere generale, fu e-
sata la carica di Governatore di Roma e levalo al cardinalato, e sublimalo al pon-
restalo/' /<T-C(7/;2e/7r//^o (/'.), riporta \n tificato col nome glorioso di Pio fi,
Gazzetta Romana de' 1 2 l'ebbraio 1 848, UDITORE DEL CONCL.WE. T.
che per la spontanea rinunzia del cardi- Uditore della Segnatura, Conclave.
nal Riariu-Sforza camerlengo della S. l\. UDITORE DELLE CONFIDENZE.
Cinesa, della carica di ministro del com / . Uditore generale della Camera a-
lliercio, belle arti, inilustiia ed agricoltu- rOSTOI.!C\.
ra, il iiiiiiisleio fu conferito ad un seco- UDITORE DELLE CONTRAD-
lare, ed Ola l'esercita un prelato. Sicco- DETTE, .'auditor Contradieta rum sni
me tale ministero uvou riuuiloleallnbu- Contradictoriarum. Vveìaio già del Tri-
UD I UDI 187
biinaleòeWa Cancelleria apostolica (/^.), noi udienze assisteva ilnn-
4- Allcanlìche
giudice ordinario che decideva lecoiilrnd- taro. Di questi uffizi più chiara e sempli •

dizioni delle Bolle aposlo lidie (A^.),che ce idea si legge nella par. 1 del libro : Lo
quindi emendava il Cor rettore delle Con- stato presente della Corte di Roma, ivi
traddette, Cor recto r Li ter arimi aposto- pubblicalo nel i774i ossia la Relazione
licarum. Col Bovio, La pietà trionfante della medesima del cav. Lunadoro, illu-
e gli uffiziali della cancelleria apostoli- strata dal celebre Zaccaria. Dell' Uditore
ca, nel voi. VII,p. 188 e i8g, diedi un delle Contraddette, del Correttore delle
cenno dell'uditore delle lettere contrad- medesime, e di pài altre cariche e Vaca'
dette e suo tribunale formato da tal [jre- bili della Cancelleria. » Esiste pure in
lato, dal correttore e dal procuratore, i Cancelleria altro tiibunnle dello delle
quali aveauo altri udiziali subalterni, ed Coiìtidddelte. L'Uditore n'èil giudice or-
erauvi |)ure i lettori e il iiotaro delle con- dinario, che decide le contraddizioni; il

traddette. Dice il Bovio, nella cancelleria Correttore corregge le bolle;due Lettori


iiposlolica si spediscono non solo le lette- delti dell'udienza delle Contraddette scel-
re apostoliche graziose, tua altresì le ri- tidal niolodegli Scrittori apostolici [F.),
gorose, che riguardano la giustizia e so- due Nolari, ei4 Procuratori o siano di-
gliono spedirsi sotto la bolla di piombo. fensori delle cause, sono ulìiziali del me-
Perciò la uiedesitna cancelleria assegnò a desimo tribunale. Qui concorrono tutti
quest'effetto ap[)osili ulìiziali, che delie gli affari, che devonsi [inbblicare, di ras-
contraddette si chiamarono per la sola segne, o di lettere di giustizia, o di mera
ragione, che nascendo controversia tra grazia, nelle quali vi si destinano li giudi-
gl'impetranli circa il giuilice o il luogo, ci , o gli esecutori colla clausola vocalis
ovvero circa altie materie riguardanti la vocandis. In questo tribunale, detto an-
piovisione ottenuta dal Papa, quello che co\i\ Andito rio, si leggono le citazioni, che
vuole opporsi e contraddire alle spedizio- intimansi per editto pubblico, ed indi af-

ni apostoliche, in dello udizio si ascollava. figgonsi alle porle della Vaticana basili-
A questo fine furono istituiti l'uditore, il ca; e se il citato non conqiarisce , viene
correttore, il procuiatore,che concorrono giudicalo reo, che anzi questo uditore ha
a formare il giudizio e spedire le contro- facoltà appellata Processum per Audien-
versie de'litiganli. Forcuavano tre colle- tiaiii Contradictarwn, di citare li contu-
gi, e poi ne costituirono uno solo, poiché maci in giudizio. Da questo tribunale si

l'uditore presiedette a' procuratori , do- ottengono l'estrazioni, commissioni, con-


vendosi innanzi al medesimo trattare tut- ferine de'privilegi, ed altre cose di simil
ti i negozi riguardanti il collegio. Il cor- falla". 11 l^alrizi. fiorito nel declinar del
rettore non avea altro uffizio che di cou- secolo XV, nel Sacrariun Ceriinoniarunt
cortlare il Registro [F.) delle Lettere a- S. R.E. lib. 3, til. 5; De Pulitore et Cor-
posloliche, concernenti però la giustizia, reclore , riferisce. Auditor Conlradicta-
coU'originale delle medesime; e se da'pro- rum, et Corrector literaruni apostolica-
curatori chele trascrivevano era qualche nuli, suntanti(jiii offìciales rotnanae cu-
parola tralasciala o male scritta, egli avea riae, et ut legi in consiitntionibiis dirti of'

l'obbligo di correggerla, dal che prese il fidi Conlradicta rum per Eitgenuini II'
nomeJi correttore. Aggiunge il Bovio,che ' confi niialis , sub data Florentia 14^4
allora i procuratori erano 12, e facevano sextus idus frbriiarii. Statuii Eugenius
le spedizioni delle lettere che al collegio ir, Auditore praedictus in cappella ^ et

loro spedivala Dataria apostolica, ed a- in consistorlo, et locis omnibus jnxta laii-

veano proporzionato assegnamento; e che dabilcm curiae consiieliidinetn primuin


lutti gli uf'IJziali delle contraddette eru- locurn inlcr omnes archiepi scodo s epi' ,
1

ibs udì udì


ticopos el iiifcriores oralorihus priiici- l'intervento del solo uditore delle conlrad-
pufìij doininorum, seu comunilatum ex- dette, non più dopo i protonolari, ma ap-
ccptis, in eundo, stando, el sedendo obli' presso il coinniendatore di s. Spirilo, il

ìiere; poslqneni statini sequi validi Cor- reggente della cancelleria e mg/ uditore
lecloicni lileranim aposloUcaruni. Legi- delle contraddette, dopo i quali gli a!)ba-

ìnus cliani in plaribus Vbris cerimonia' ti generali degli ordini moDasticì. Delle
inni niiod in processiouibus ibant ini'
,
cavalcate ne riparlerò in seguito. Marti-
mediate posi prolhonotarios cani suis no V emanò la bolla In Jposlolicae, del

cappis laneis, posi Ponti/iceni edam si 1. "settembre 1428, Bull. Roin. t. 3, par.
fuissenl archiepiscopi, autepiscopi, nani 2, p. 4^8, nella quale vi sono provviden-
lune aia praelati praecedunl Papani ze sulla cancelleria apostolica, e sulT of-
(uni purainenlis,el mitris: qnod si prae- ficio dell'uditore e notari della cancelle-
lati aia non crani parati , sequehanlur ria. Fio IV colla bolla Universis gregis^
Papa/n post prolhonotarios et andito- , de'27 maggio 562, Bull. Ront. t. 4, pai".
1

reni, alane correcloreni, qui duo sedendo 2,p. 120: Reformalio ofjtciis Correctoris
seinper crani post prolhonotarios ante a- Cancellariae aposlolicae, el Literaruni
lio<i praelalos. De prothonotariis scinius minoris jusliliae , Contradiclaruni min-
decreliunfiiisse a Pio 1 in convenluMan- cupalaruni.ha bolla è sottoscritta dal Pa-
iuano, quod dcinceps non praecederel e- pa e da' cardinali. Era allora magistro
piscoposj ani superiores, et ila servalur. Paulo Odescalco, Cancellariae, et Lite-

De /l uditore, el Corrcclore praedictis meo rarutn hujusniodi moderno Corrcclore,


tempo nunquam fuil habila aliqua ratio il quale poi divenne Uditore generale del-

ììi cappella Papae, nenque praescriptus la camera, ove parlai di lui. Anche s. Pio
eis locus aliquis eundo, ani sedendo. Ilaec V colla bolla Romani Ponlificis, de' 2 i

oinina volai addidisse, ut neino videatur ottobre! SGg, Bull. Roni. t. 4, pai'- 3, p.
praclerniissusj quid dei ticeps servanduni 80: Reformatio officio Correctoris Can-
si/, inajores statuant. Nel citato articolo cellariae aposlolicae, elLilerarum mi-
jjarlai ancora dell' intervento nelle Cap- noris justìtiae , Contradictarum nuncit-

pelle pontificie e nelle Cavalcate ( /^',), del pal. Segue l'analogo moto-proprio Nu-
Rei^^ente della Cancelleria (/^.)edeiru- per certis. Sisto V allorché aumentò gli
dilore delle coutraddelle ,
poiché il coi- ufllzi l'acabUij già trovò fra gli altri e-
rcllore sembra che iti seguilo tralasciasse sistenti nella cancelleria apostolica, olire
d'inlervenii vi,aliucno negli ultimi tempi. il leggente, l'uditore delle conlraddellc,
canonizzazione celebrata nel 1712
rv'tila il coriellore delle contraddette, i3 pro-
da Clemente XI, sebbene non li trovi nel curatori delle contraddette, il iiotaro del-
Chiapponi rammentati, lessi altrove che le conti a<ldette. Il Lunadoro nella Rela-
v'mlerveiinero ambedue; n)a nelle pon- zione della Corte di Roma, stampata nel
lilicie funziooi desciitle nel linire del se- 1646, tratta degli uliìzi vacabili dell'u-
colo j)a>s,itodal Cancellieri, si nominano ditore e del correttore delle contraddette.
soltanto jiilerveiinti in esse inca[)pa e roc- Dice che l'uditore delle contraddette era
chetto, dopo i pi olonotari e prima de'ge- un ullizio molto antico che si pagava ,

iieriili regolari, il reggente della cancelle- 3ooo scudi d'oro, ma dava poco frutto
ria e l'uditore delle contraddette, e sede- per godere grandi esenzioni chi lo eser-
vano dietro il bilico o stallo de'cardiua- citava. Vestiva l'abito prelatizio paonaz-
li diaconi. Nelle Notizie di llonia del cor- zo, ed avea l'uso del rocchetto allora non
icnle secol.i, pubblicandosi 1' ordine ge- comune, avendo posto in cappella tra i

rarchico del sedere e delliiicedere nella prelati. Il suo ullizio consisteva nel met-
cappella poulilìcia, a tulio ihtìsllcggo tere mano iu tulle le bulle dove avcu luu^
udì udì i8c)
go la clausola Vocads , come a dire in lore era Gifficdn d'Anagni sino dal 1 27G
tutte le bolle dette Si in evidente e simi- sotto Giovanni XXI,e lo fu anche nel pon-
li. Indi dicendo del correttole delle con- tificato di Martino IV, e lo era nel 1282
traddette, lo qualifica come sostituto del- quando rinunziò il vescovato dì Todi e-
l'udilore.Si pagava nell'acquistarne l'uf- letto dal capitolo, essendo a' 23 maggio
fizioi2,ooo scudi, e ne rendeva di frut- da Martino IV mandato rettore nello spi-
to annui scudi 1200. Questi ancora era rituale e tempoiale nella Marca. Quan-
prelato, vestendone l'abito violaceo col to al correttore delle contraddette, il Ma-
rocchetto, ed avea luogo nella cappella rini confessa ignorai ne il nome. Appren-
i pontificia. L'uffizio suo era nel con egge- do dal Compagnoni, La Reggia Picena^
relè bolle che passavano per le mani del- che Gilfredo era della famiglia Gaetani,
l'uditore. A provare l'antichità dell'udi- cappellano e uditore delle contraddette
tore delle contraddette e degli altri di- di Martino IV, e lettore piu'eilella Mas-
scorsi uffizi, qui riunirò alcune notizie rac- sa Trebaria e della città e distretto d'Ur-
colte nelle diverse opere che citerò. Il soin- bino, altresì nello spirituale e tempora-
jno gitu'econsulto Sinibaldo Fieschi ge- le. Clemente VI in Avignone nel i342
novese, da Innocenzo 111 fu dichiarato ti- creò cardinale il parente Ahnerico de
ditore delle contraddette, da Onorio III Chatelus, vescovo di Chartres e uditore
eletto T' ice-cancelliere di s. Chiesa, da delle contraddette. Inoltre in Avignone
Gregorio IX creato cardinale, e nel ^43 1 furono creati cardinali gli uditori delle
divenne Innocenzo IF tutto narrando , contraddette, Eredio d' ì rieix o Elia di
Novaes nella Storia de Pontefici. Questo s. Yrier nel 356 da Innocenzo VI; e Pie-
1

Papa elevò nel 1244 ^1 cardinalato Gof- tro diSortenac nel SyS daGiPgorioXI.
1

fredo daTrani,^\ìx uditore delle contrad- Narra Marini, che Giobbe de Resti mila-
dette. Nellq biografìe de' cardinali non so- nese, abbrevialore di curia e segretario
lo riporto le nozioni di quelli che vado apostolico d' Alessandro V e Giovanni
nominando, ma eziandio di quelli che da XXllI,ebbe da questi anche la letloria

quest'uffizio pervennero alla sagra porpo- delle lettere contraddette, indi segretario
ra. 11 Marini, Degli Archiatri Pontifìcii, di Martino V. Inoltre Marini diceche il

con l'autorità de'registri Vaticani, affi^r- coniugalo douìicello genovese Pietro de


ma che Bartolomeo fu medico d'Alessan- Nobili di Noxeto, fu scrittole d'Eugenio
dro IV, ed è incerto se sia quel medesi- IV, abbrevialore e lettore delle contrad-
mo cappellano d'Urbano IV del 1261 o dette, custode della cancelleria; poi se-
del successore Clemente IV^ ch'era arci- gietai io segreto di Nicolò V, nel cui go-

diacono d'Amiense uditore delle lettere verno fu di grandissima autorità, ed eb-


contraddette. Nel ruolo della Famiglia be mano ne' maggiori e piìi importanti

pontificia{r.) di Nicolò 111, ivi trovasi nel- affari,perciò segno a quella consueta per-
la ca\.e^ov\a Cancellariis : Auditor Con- secuzione che accennai nel vol.XXlII,p.
iradictariim,v\0Ti che il Correclor, ed am- /)8. Anche Lodovico da Orle archialro

bedue sono ripetuti altre 3 volte, a secon- d'Eugenio IV fu scrittore e abbrevialo-

da delle vivande e delle parli del Palaz- re delle lettere apostoliche, e per morte
zo apostolico di pane e vino che icevea- 1 d'Agostino da Ferentino, lettore dell'u-
no da esso, come famigliari domestici del dienza delle lettere contraddette, riceven-
Papa. In un documento che produce il Ma- do il permesso di ritenere tali uffizi an-
rini, di Nicolò III del 1278, sono nomi- che nel caso di for moglie, come rilev.i
nati gli officiali della sua can>era , il vi- l'accurato Marini. Questi parla di Barto-
ce-canceUiere,/^j<f///on Coniradictaruni, lomeo Begas lettore delle letteieconlrad-
Correctori, ec. ;
quindi narra che 1' udi* delloriali,ed essendo poi divenuto Teso-
1

jgo UD 1 t] D I

ìicre, ivi ne riportai le notizie. Pnrln pu- potè di Clemente VIM, pronunziò l'or.i-
re il Marini (li Lioii.trclo Miih^z di Ba- zione funebre, ed in seguilo Urbano Vili
viera canierieie segreto di l'io 11. parro- Io sollevò alla porpoia. Nel possess<j pre-
co in Elam diocesi tli Ratisbona, piocu- so da InnocenzoX nel i644> cavalcaro-
latore dell'udier.za delle lettere coiihad- no AudUores Conlradlclai uni, Scriplo-
detle e scrilture apostolico; e di maeslro res Archìvii, Abhrevialores minoresAgiì'
Antonio Cluckel di Tomnay e canonico pilo Mosca olteruie la carica di corretto-
della cattetlrale, ch'elìhe neh 460 da Pio re delle conti addelle,cbe portando annes
Il la procura dell' udienza delle leltere saladignilà prelatizia, [icrispeciale indid-
contiaddelte, e poi lo scriltorato delia pe- genza ne fu dispensato da Innocenzo XII;
iiitenzieriae Taccolilato pontificio. D'am- divenuto il cugino Clemente XI, più lardi
lieilue ragionai nel pubblicar d ruolo del- Clemente XII perciòloci'eòcardinale.Nel
la Famiglia pontificia di Pio 11. InoIlie pubblicare il ruolo della Famiglia ponti-
(jiiesto Papa, come apprendo dal Cardel- ficia di Pio \'I, nella categoria: Diversi
la, avendo inviato in Germania Giovan- signori della corte, notai {'Uditore deile
ni libode, correttore delle lettere anosto- contraddette, e il Correttore delle bolle
liclie, gli die in successore Gianiballisla contraddelle , ambedue siccome aventi la
7I//7//«/,clje<!iè saggio d'intemerata equità parie di pane d'onore. Nel possesso pie-
egiusliziajC fti poieardinale.Nel 1
484 pre- so da Pio VII nel 1801, dopo protono- i

se possesso Innocenzo Vili, e la relazione tari apostolici cavalcò mg.' GiacomoGual-


della fnnzione npiodotla da Cancellieri di, dal predecessore Pio VI fatto uditore
nella Storia de possessi, è una delle più delle contraddelle. Seguivano i chierici di
impoiliinti, anche per incedersi allora in camera, tutti sopra mule bardale tli pan-
paramenti sagri. Dopo i protonolari è del- no paonazzo, vestiti di cappa e cappuccio,
lo; A ttdilor coiilrodwlarum
, ei Coiieclor coperti di cappelli pontificali neri. Mg.
titleranim apostolicarum hoc loro non Gualdi in tulle le posteriori IVotizie di Ro-
inccdchanl,citiumAiidilorfssetarchìepi- ma lo trovai registralo inclusivainente al
sropits, et ainis non adesset. Seguivano, 182^) indi l'uditorato delle contraddette
onines lobati f7/nj7/f5.Dal Marini appren ne riunì in parie le diminuite at-
cessò, e
do, die allora era lettore delle lettere con- tribuzioni il sostituto delle contraddelle,
ti addette il letlerato Agostino MalFei, fat- uflizio esistente nella Cancelleria aposto-
to neh 471 da Sisto IV, essendo già per lica, come rilevai in quell'articolo. Nella
favore di Calisto MI scrittore e Registra- Statistica di tntti gli uffizi del dominio
toìi' delle lettere apostoliche, lassatole o della s. Sede deWÒ^^, a p. 70 si legge:
matjslro del Piombo, ed in quesl' ulHcio Sostituto dell'officiale addetto delle spe-
soltanto lo nominò l'epitafilo nella chie- dizioni di bolle per contraddelle. Leone
sa di Maria sopra Minerva; Pliimbarii
s. X 1 col moio-proprio Dopo le orribili, de'
Fisci III Fir. Per sua rinunzia ebbe il 5 ottobre 824, 1 sulla riforma de'tribuna-
lettorato nel 1489 l'arcliialro d'Innocen- li dello stalo pontificio, nel til. 6: Dispo-
zo VII! Ferdinando Vonzelti, the Leone sizioni diverse , decrelò col § go. L' uso
X creò cai duiale. Domenico Pinelli vefe- delle Contraddette rimane abolito, si os-
rendario Pio V, fu da questi nomi-
di s. serverà quello deiraHiNsione con le rego-
natotorrelloredellelcttere contraddette, le prescritle in appresso. Dubito che per
e dopo felice carriera Sisto V lo crei) car- l'analogia tiel vocabolo, possa la disposi-
diniiie. Fabrizio erospi , essendo udito-
/ zione [ìiopriamente riguardare le iliscor-
le dfllr conlrnddetlc. ne.' Funerali cele- se contraddelle. Altre notizie, anzi mag-
brali nella cbu-s;, d'Ara.eli dal senato ad
giori, si ponno leggere ne' seguenti. Co-
Aldobramlmi gdiciidc di s. Chiesa e ni- hcllio. Notula Romanie. Aultir. Officia-
U D 1 UDI ,,^,

lihtts. In pnrte fu rcUificalo dal Ciampi' le confermarlo il nuovo Pa()a, come It;-

De S. lì. E, Vice- Cancellarlo. Sect.


Ili, ce il regnante con l'ottimo prelato che ne
20: De Audi lare, Correctoie,ac Procu- funge la nobilissima carica. Oltre Tono
ratore Contradiclarum.Seci. 26: De No' rario, prima e finche si distribuii, ricevea
tarlo Anclitnliac Coiitradictarurn. Plet- dal palazzo apostolico la pai te di pane
\.tiìhev^,NotUìa Trihunalium Curiati Ro- vino, propria de'pa Ialini, ed or>i parteci-
manae, cap. 1 o: De Cancellaria aposto- pa della dispensa delle candele, palme o
lica, § 6 : De Auditorio Contradiclarum. Agnus Dei benedetti , e delle medaglie
UDITORE DEL PAPA , ^(/r///or Al- d'argento.p prima l'avea d'oro,oltre i suoi
pine, l'relalu palatino, intimo del Papa, e competenti emolumenti. Anticamente as-
dellaFamiglia pontificia {/'.) ili.° pre- sisteva il Papa neir l dienza (J '.) pub-
latodopo il maggiordomo e il luaeslio di blica. E quando il Papa voleva tenere la
camera, clie gode i'al>iiuzione nel Palaz- congregazione della Stgiuitura di grazia
zo apostolico Quirinale, ove ha pure la (/'.), roditore ne pubblicava l'avviso, co-
segreteria e l'arcliivio, con suo arcliivi- me fra gli altri si può vedere ne'n.i 4^^7
slrt e segretario, ed il commesso, olire il e 4^9^ de Diari di Roma del 1 74^- ^-S''
particolare uditore. E chiamato e/iaiulio preventivamente destinava per la mede-
l di/ore di Sua Saiititàj L di tore di No- sima prelati votanti della Segnatura di
i

stro Signore ( Uditore Sant'ìssimo,\r>ci\\m- giustizia per ponenti. Inoltre spellava ai-
lo erroneo invalso dall'avere ilaliani/za- l'uililore I' autorizzazione di 1 icorix-re a

to la voce latina Audi'.or Sanclissnìi),tt\ tale tribunale, e stabilire quali cause vi

il Morcelli a seconda dell'antcrioi e giuri- sidovessero discutere. Clemente XII col-


sdizione contenziosa che esercitava, luli- la bolla /^/;o^/o/<i/a5 q///f/jif//, de'4 otto-
namentelo cWa^ejJudexsacraruni cogni- bre jZi, Bull. Roni. 1. 3,p. 3o2, decre-
I 1

tionunìy Cognoscens vice sacra. H.i l'or- tò. Et quia. Sede ì^acaule, ejns, qui niu-

dinaria udienza dal Papa nelle sere liei nus Auditoris dtfuncti Ponlificis olibat,
giovedì e della domenica. Fa parte della piane expirat jurisdiclio , indeque pia-
Camera segreta, e perciò in alcune cir- riunì causarwnforensium audicnlia,ac
costanze unisce ad essa per corteggia-
si j'ustitiae cursus non sine ingenti identi-
re il Papa, come ne'concistori, [ler la be- (leni litigantinni jactura inipediunlur j
nedizione che Sua vSantilàcouìparle al so prò tempore exislenti Auditori Signalu-

dalizio del ss. Nome


Maria nel c(ji lile di rae Justiliae , cujus cium CardmalaUis
Quirinale, e quando nell'omonimo palaz- dignilalejulgehamus , pnicfccturain g.-s-
zo si reca ad abitare dal Palazzo apo- siinus , earuiiidern tenore prae^eutiuni

stolico Valicano, o reduce dal J ioggio committimns et mandamus, danles et ad


o dalla ydlcs.giatura. Interviene nella hocfacultates necessarias et opportunas;
cappella pontificia, se appartiene ad alcu- ut citationes et recursus, qui corani Au-
no de' collegi pielalizi che vi hanno luo- ditore Ponlificis dffiincti tunc pendrre
go.Tuttavia trovo che nella cavalcata del reperiunlur, proni juris fuerit, expediat.
possesso preso da Clemente X nel 1670, Perciòil prelato uditore disegnahira s'in-
dopo mg.' guardaroba, cavalcarono mg."^ titola Uditore del Conclave ( V.).Vev l'ul-
Bottini uditore, ed i elemosmieree
prelati liraa brevesede vacante del giugno S.\G, i

segretario de' memoriali, il Papa lo sce- mg/ Domenico Consolini (attuale vice-

glie e nomina con biglietto di segreteria presidente del consiglio di stato) conie ,

di stato, cui segue la spedizione del cor- uditore della segnatura, assunse il titulo
rispondente breve apostolico, per dispo- di Uditore del Conclave, e ne esercilò le

sizione diGregorio XVI. Se non è pro- funzioni secondo l'attuale legislazione. Ne-
mosso ad altra carica o al cardinalato, suc- gli ultimi anni del corrente secolo fu a-
192 l' D I U D I

Lrogala la giuiisdizioneconlen^Iosa, co- soslifuto della Concistoriale è un diffcren-


me dirò soppriiuenclosi
. il tribunale ili le uffizio, per quanto anche qui dovi ò di-
mg/ udiloie riguardante il foro conten- re). Delli requisiti de' promovendi e del-

zioso, salve le attribuzioni non appaite- lo slato delle vacanti chiese, ne stende il

nenti ad esso. Nello Stalo presente o sia consueto processo un notaio deputatovi,
relazione della Corte di Roma del Luna- chiamalo notaro de' processi de' promo-
doro illustrala dal Zaccaria, e pubbli- vendi alle chiese vescovili ... All'uditore
cala neh 774>si leggenelia par. 2,p. 222, del Papa commettono le più gravi
si cu-
cap. 27 Dell' Lditoredi Nostro Signo-
: re, ed il medesimo suole aver parte nei
re.» Credesi, che l'uHìziodi uditore del più rilevanti affari del principato; s'ag-

Papa venisse adempito una volta dal giunge a ciò, che egli assiste alle cause, che
Penitenziere [f.) o dal Confessore del il Papa propone nella segnatura di grazia;
Papa [f.) , prima die fosse istituita la oltre che spessissimo a lui stesso, siccome
Coniar esazione della s. Inquisizione^ 1 .) ; a quello che rappresenta la figura del
ma siccome i Pontefici abbisognavano di principe in materia di giustizia, si ricor-
persona versatissinia nelle leggi per lo re al suo giudizio ed esan)e con istanze
studio delle moltissime cause, che a loro per l'appellazione conilo le sentenze d'al-
aveano ricorso, cos'i dovettero procu rar- tri tribunali e giudici (privativi e depu-
si un dotto giureconsulto scello dal no- tati specialmente dal Papa), o contro le

vero de'prelali o degli avvocali, destinan- risoluzioni delle medesime congregazio-


dolo loro uditore. Prestantissimo è il mi- ni; perchè venga rimessa la causa ad al-
nistero dell'uditore del Papa, poiché a lui tro giudice, sia riveduta di nuovo (cioè
tocca d'indagare li meriti delle persone, a dire, conosciutosi dall'uditore il grava-
che devono essere promosse a'vescovali, me, concede 1' appellazione o il ricorso,
o trasferite ad altre chiese, quale depu- deputando uno o più giudici secondo la
talo segretario della congregazione per li qualità delle cause); o perchè si prenda-
promovendi alle chiese arcivescovili e ve- no le necessarie provvidenze suggerite da!
scovili". A p. 47: Del Sostituto Concisto- Pontefice, o dall'ordinaria giurisdizione
riale nell'Uditorato di Nostro Signore, annessa alla propria carica di udilore del
riferisce. » Al sostituto concistoriale poi Sovrano Pontefice (non che per deroghe
dell'uditorato (questa proposizione non è a'testamenti e a'rescrilti dello slesso Pa-
giustamente espressa, sarà meglio legge- pa, oltre altre prerogative di sì gravissi-
re: Al sostituto poi del concistoro, ulH- mo e delicato uffizio; e siccome rappre-
ciale di mg.' uditore, altrimenti fcuebbe sentarne la figura del principe, in mate-
confusione col sostituto della s. congrega- ria di giustizia, da'fòrastieri fu chiama-
zione concistoriale), tocca di esaminare li lo Ministro di giustizia)". Il Falaschi,
processi e di riconoscere li recjuisiti dei La Gerarchia ecclesiastica, che npvoduS'
promovendi alle chiese arcivescovili, ve- se Lunadoro senza nominarlo, aggiun-
il

scovili ec. , e conoscere lo slato di dette ge, parlando dell'/ dilore di Nostro Si-
vacanti chiese; indi presenta delti requi- gnore. >• Egli dà sempre udienza in piedi
siti e processi nelle solite forme all' udi- vicino a una sedia dove si suppone se-,

tore di Sua Santità, cui perchè occupa- duto il Santo Padie, ed ha gli abiti pre-
to da mille interessanti affari in ciò sup- latizi. Ciò realmente avea luogo quando
plisce questo sostituto concistoriale (cioè cioè mg.' uditole teneva la pubblica u-
sostituto del concistoro, per il riflesso che dieoza pel contenzioso. Già il celebre car-
feci, e perchè cos'i Pa[)i chiamano que-
i dinal de Luca, stalo uditore, nella Jlela-
sto ulfizinle,
come si vedrà nel pontificio tio Romanae Curiac forensis,uvi:ii trat-
Lrcve che riporterò, ed aucoia pei che il tato Della disc. 8.'^ De Auditore doniesli-
-

udì u n I 193
co PiTpnc (jti-quc muncre , corno serene. ne rludiloris P.ipae. Ragionando de* Tr/-
Officinin /htdilorix chmeadci Papae^fst bii'inli i/i RniìKj, in tale arlicolo ricordai
de jtire, politts aulicuni , stii pimidim, le principali i)ol!e pontificie clic li riguar-
(juain publicuni, vel curiale, cluni npud «Ktuo, per le vniic riforme e «lisposiziorii
aiìliquos praclicos , alìofque dnclores, pe'medcsimi, e diverse riguardano pure
Jacìentes de Offìàalihus Va-
ìiienlioneiìi il tribunale e la giurisdizione contenzio-
pae, et Curiae, de hoc minislro non agi- sa dell'uditore del Papa. Perciò si ponno
tur, quonìani in .i^iiui aliquoruni Audi- vedere le bolle: Universi agri, de' tJ.

tor Pnpae est Auditor Camt-rae (licci pi o- inarzoiGt "Zjdi Paolo V, Bull. Rom. l. 5,
haì'ilior videalur sensui alioruin, quod p.ir. :\, p. 2 3. Dccet Ronianwn Pontifi-
/ludilor Caincrae esset potius Auditor ceni, At l'è giugno i68c), d'Innocenzo XI,
Camerarii, ut in sua sede), fstasquc par- Bull. cit. l. 8, p. ^27. Adradicitus,i\e\
tcs privati Auditoris Papae, anliquilus 3 I agosto.e Romanui Pontifcx,de' 1
7 Net
probahililcr implel dictns ìllagistcr s. Pa- lembreif)f)2, d'Innocenzo XII, Rull. cit.

lata ut siipra (pai liinclo del Maealro del t. f), p. 264, colla quale aboTi i tribuna-
s.Palazzo apostolico dice, quod antiqui- li e i giudici particolari, rimettendo tut-
tiistainquani Canonista quoque cxercc- te le cause a' giudici ordinari, secondo il

ret niunus Audiloris ... Idcoque nuniuni decreto della congregazione adkocAn lui

probabile est, quod idem Magister gere- istituita, di cui Faceva parte R. P. D. An-
ret eas partes, quas hodie gerit doniesti- saldus de A n saldi s Auditor Sanctissi-
CHS Auditor Papae, duni antiquuin cae- /;»'. Coufernu) l'abolizione di tali giurisdi-
remoniale reputabatur unus ex Rolae zioni Denedolto XIV colla bolla Quan-
Audiloribus. Nel suo arlicolo lo dissi isti- tum, de' 5 febbraio 742, e pel buon
I 1 re-

tuito neh 218, e venire consideralo per golanieutode'lribunali euìanò([iiella che


ollizio qaal teologo del Pjpa, e per ono- comincia colle parole Ronianae Curine,
re r|uale uditore di Rota). Istius auteni de' 2 I dicembre 1744» '^"^^' Benedicti
cffìcialis munus principaliter consistìt in XIV , t. I , co-it, 4, t- 'ì-, cost. I I ). Dissi

ad/uva jido Pontificeni in studiis, quan- a NoTARr, die Clemenle XIII colla bolla
do intervenial in Congregationibus, sive Licet curandum, de'28 dicembre 1762,
in aliis negolàs per seipsunt explican- Bull. Rotn. cont. t. 2, p. 373, sop[)resse
dis, in Consislorio ve.l in Aula ,
sive in i notariati vacabili flel tribunale dell'u-
Signaturae gratiae, eo modo quo faciunt ditore del Papa, e stabilì nuovo metodo
omnes Auditores Cardinalium, ac e.tiani per l'esercizio del loro iilfizio a'uon vena-
Praelatorum. Alque ab aliquo moderno li, come pure dispose pe'notaii degli U-

tempore, nostra aetale, illi injuncta est ditori di Rota (/'.). Pio VII colla bolla

cura se inforntandi de qualitatibus eo- Postdiuturnas, de 3o oliohveiSoo, Bull.


nim, qui Papae proponantur prò regi- cit. 1. 1 I, p. 48, riformò il governo tem-
mine Ecclesiaruni Cathedralium,et 3Je- porale della s. Sede e i suoi tribun.ili, ri-

tropolitanarum. In forensibus autent , jn- guardando diverse disposizioni l'uditore

xta par iter niodernam introduclionem ,e- del Papa. Ad esso fu atlribuilo l'accor-

jus munus principaliter versarivideturin dare qualche discreto aumento all'ono-


iis, qnae concernunt rerursum ad Signa- rario (ìe Procuratori, ed a'difeiisori del-
turam gratiae, ideoque de hoc agilur in- le cause. Che tulle le causecriminali pro-

fra in diclae Signaturae rubrica parti- venienti dalle curie de' vescovi si trasfe-

culari, àiic.3o: De TribunnliSignaturae riscano dalla curia dell'uditore della ca-


Papae, quae Gratiae dicilur. Annoi, ad mera alla congregazione de' vescovi e le-
disc. 3o De Tribunali Signaturae Gra-
: golari, e tutte l'appellazioni e inibizioni

tiaecum seqq. et defacuitale seii directio- relative dovranno accordarsi da mg.' u-

voi. Lxxxir, 1 3
,r)4 ^^^ U D I

ditole, ingiunto al fiscale generale e suo o le rimette alla segnatura di grazia : e


so^lilulo ili continuare a comparire nel-
quando è il tempo, che questa non si ra-
cause, coene in duna, le rimette a quella di giustizia, Zo-
la (Illesa (Ielle nuJesiine

dello triluniiilef.icevaoo prima. Che nin- co gratiae, e secondo la natura e qualità


dell'istanze, le rimette anche ad altri tri-
na inibizione o citazione, se non segnala
dimano di mg/ uditore, debba mai trat- bunali, e può deciderle egli stesso , non
tenere il corso dell'inquisizione, della cat- ricevendo le sue fncoltà altri che
limiti,

tura e del giudizio sino alla sentenza e-


(juelli della somma prudenza, colla qua-
sclusivamente.per l'ellettodella (juale de- le lodevolmente s'esercita questa supre-
via solamente aspettarsi la decisione del ma carica da chi n'é rivestito. E da no-

tribunale di pertinenza sulla promossa tarsi, che volendosi impetrar la licenza di

eccezione ec. Ecco come Irovavasi la pro- ritornare in segnatura di giustizia loco

cedura del tribunale dell'uditore del Pa- gratiae contro un rescritto da questa e-

pa, quando nel i8i5 fu ristampata con


manato, è necessario farne l'istanza direl-
giunte la Pratica della Curia Romana tamenle all'uditore del Papa, secondo la
(hi nilelù. Gap. 9: Del Tribunale del- più comune e più fondata opinione , la
l'Uditore del Papa. » L'uditore del Papa qiiaieè anche slata ricevuta dall'uso; ben-

giudica minitele sorte di cause, come giu- ché alcuni abbiano creduto, che essendo
dica il Papa stesso nella segnatura di gra- stata rimessa la causa alla segnatura di

zia, e lienc udienza nelle sue stanze del giustizila, l'uditore della medesima avesse
Quirinale un giorno della settimana a suo la facoltà di concedere la delta licenza. E
arbitrio, ed allora era il martedì. Perpo- da avvertirsi che ottenutasi la li-
altresì,

tcv citare avanti questo giudice, era ne- cenza di ritornale in segnatura di giusti-
cessario averne prima licenza, col P. L., zia loco grallae, bisogna fare un doppia

e questo solamente sipub tralasciare in deposito, cioè di 8 scudi". Quindi Pio VII
quelle citazioni , che devono necessaria- pubblicò il moto-pvopr\o Quando per ani- .

mente farsi avanti di lui. Questa propo- mirabile, de'iG luglioi8i6, Bull. Rom.
sizione dell' autore noerita un (jualche coni.t. i4iP- 47» sulla organizzazione del-

schiarimento, poiché da'giudicali del giu- ramminislrazione pubblica e lW Tribu-


dice de'mercenari,di mg.' governatore di nali di Roma civili e criminali. Poscia
Roma in questioni teatrali, di mg.' vi- col moto-proprio Nello stabilire, de' 22
cegerente ili cause d'alimenti, nelle quali novembieiSiy,^»//. cit.p. 44 4 > sul >"^"-

procede economicamente in forza della vo codice di procedura civile, dipose nel


Clementina, e due deputazioni Atmona- lib. 6, tit. 4 : Dell' Uditore del Papa.
ria e della Grascia, benché non si possa » Nelle cause dedotte al foro coulenzioso
licorieiese non che all'uditore del Papa, non sarà permesso di ricorrere all'udito-

ciò iKin ostante è necessario il P. L. , e re del Papa, se nou che esibendo ima spe-
solo non è ([UeNto necessario allorché si ciale remissione fatta al medesimo coi»

ricorre da' giudicati o decreti del tribu- rescritto di mano della Santità Sua. In
nale dell' agricoltura, del muggiordomo questo caso se la definizione della que-
e di mg.' vicegirente, come giudice pri- stione sarà stata a lui specialmente dele-
vativo de'iieodli. Si avverte, che le cita- gala dalla Santità Sua ,
si procederà a-
zioni avanti l'uditore del l'upa debbonsi vanti il medesimo previa la citazione del-
riprodurre, ossia porfareal nolarodel me- la parte, e sarà anche in facoltà delio stes-
dcsinìo uditore del Papa, nel gioì no che so uditore del Papa di rimetterne la co-

precede l'udienza, in cui nìdebbano leg- gnizione al tribunale della segnatura di


gere. Nell'istanze, che si propongono a- giustizia. La segnatura di giustizia non
-vanli questo giudice, o fa egli il decreto, potrà più rappresentare le patti dvlla se-
udì udì nfy
giialui-a di grazia, ma
dovrà sempre prò- «mn delle disposizioni di questo codice,
cedere come segnatura di giustizia, ben- che atlesla lo spirito di giustizia del San •

elle si trattasse d'un affare straordinario lo Padre, ed in forza della quale veniva
delegatole dallo stesso sovrano, o dal di no tolte le attribuzioni del tribunale det-
lui uditore per mezzo d'una speciale de- lo V L'diloralo Sdiuitsinio , il quale, iu
legazione. In tali affari, seguila che sia la nonie del Pupa, poteva cassare lutti i gin-
remissione al tribunale della segnatura, di/i degli alln trdnni.di. Questo glande
dovranno osservarsi le slesse forme e re ed immenso polare, di molto eccedei»le
gole,chesonostaleprescriUegeneraimen- quello Corledi Cassazionedi Fran-
ilelia
te per tulle le altre cau!,e". Anche Leo- eia, passava ad un'autorità menodipen-
ne XII volle migliorarci Tribunali di Ro- dente dal sovrano. Leone XII Irovavasi
tua, pel narralo a quell'arlicolo, col mo- sempre a capo il'ogni disposizione che f.i

to-proprio Dopo calamità^ dei


le orribili voiisse alla giustizia e ad una s.ivia libei •

5ollobrei824,^fi/Z.cil.t.i6, p. 128. Di- tà". Nel voi. X\III,p.ii7, «irerendoil


spose col § 74.'- Non sarà permesso di ri- fiiolo-proprio iliLeoneXII,sulla retta ani-
correre all'uditore del Papa nelle male- ministra/ione del palazzo apostolico, rile-
rie giudiziali, menochene'giudizidi com- vai che compose una congregazione pala-
petenza delle sagre congregazioni, e ne' lina, ed allra sindicaloria componenilo-
casi di ricorso da una grazia sovranaj e la de'prelali tesoriere, decano di cainera
le cause giudiziali allualmenle pendenti e ndilore del Papa. Allorché (it elevalo al
innanzi di esso s'intendono fin da ora de- pontificalo Gregorio X\ l,gli udiloi i uel-
\olule al tribunale della segnatura secon- lai.^idienza del nuovo Papa impetra va-
do le rispettive competenze. § 79. Viene noie seguenti facoltà. .Apposizione di e-
1

richiamato ad osservanza il pi ivilegiodel- conomi,e ren)ozionede'me4i simi. 2. Fa


ìa \t°Qe unica, Cocl. (jnando Iriipcrator in- colla alle donne di poter disporre oltre
*ter jmpillos et vidiias.Le vedove e pu- i la metà delle loro doti, (piando vi concor-

potranno adire in 1.' istanza, ed in


pilli ra un;i causa giusta o necessaria. 3. De-
grado d'appello la curia del princi[)e. Po- pulazionedi tutori e curatori alle donne,
Iranno anche avocare a detta cuna ligio- minori e pupilli, e mentccatli. 4- Surro-
dizi altrove intentali. Godranno dello sles- gazione de'medesimi lulori e curatori, lu
so privilegio le persone miseiabili, la di luogo de'leslamenlari o legillimi. 5. Dc-
cui poverlà rinianga provala dalle con- pulazione di giudici concilialori all'ellel-

cordi leslimuniali del vescovo e del ma- lo sollunlo di piocurare la conciliazione,


gistialo locale. Potranno m forza dello G. Facoltà di poter ordinare l.i cancella-
slesso privilegio le persone sopraindica- zione, restrizione e traslazione deil'iscri-
le adire in linea di avocazione il rispel- zioni ipotecarie, quando vi concorra il

livo tribunale vescovile, quale per altro consenso delle parli. 7. Facoltà di potere
adilo non sarà più in facollà loro di re- ordinare la cancellazione de'vincoli nel-
clamare l'avocazione alla curia del priu- le cartelle del debito pubblico, ipiando si

cipe. Il privilegio suddetto reialivameu- riconosca che non po-isa esseiedi pregiu-
le alla curia del piiucipeavrà luogo nel ilizioad alcuno. 8. Facollà di orilinare al-
le cause soliamo superiori al valore e le curie vescovili la tiasmi>sione de'pro^
somma di scudi 00 1
". Il cav. Arlaud nel- cessi criminali originali, quando si traila
laStoria di Leone XII, t. 2, cap. 27, lo- di cause di veri poveri, per rimeltcìsi iu
da le disposizioni del moto-proprio, ilice appello alla s. congiegazione de'vescovi
che il Papa fu ringraziato dulie pubbli- e regolari. 9. Deputazione del 5." giudi
che acclamazioni, e ne restò commosso, ce, quando ve ne sia necessità, dojju e-
ed aggiunge. -j Noi voghamo qui notare saurila la giurisdizione di mg.' udiloit^
.

icjG udì U D I

(Iella camera, io. Facollì» ili accordale forme giudiziali. Ne 'casi ch'esigo-
e senza

(jiiolclie proroga a'govei natoli, vicari, lii- no maggiore discussione, saranno rimes-
laurea clolloiaie. sial cardinale prefetto della segnatura,
f^nilà per preiulcie la i i

Facoltà tli accortlare la lesliUizione in in. perchè, inlese le parti nello stesso modo,
tieio per fare l'inventano tleireiedilà, se ed il parere de'prelali decano e sotto-de-
non è stalo coniiiicialoo compilo ne! ter- cano del tribunale, riferisca al Santo Pa-
iiiiiie stabilito dalle leggi. Ma colla legi- dre. Nelle questioni di competenza fia le
congregazioni e gli altri tribunali si
slazione in vigore tutte le facoltà cessaro- s. ,

no nell'iulilore del Papa, e ninna ne die- osserveranno norme stabilite nel § 26


le

de Gregorio XVI e il regnante Vìa IX al del contemporaneo Regnlnmento per le


presente prelato uditore; anzi con edillo cause civili iwlle curie ecclesia slicìu [che
del cardinal Antonelli segietario di stalo, si legge nello slesso voi. a p. 89, cioè le
giudicherà il prefetto di segnatura sopra
degli I I marzo 854, ^nHe riforme da
i
in-

trodurre nella procedura de'giudizi civi- semplici memorie, col voto consultivo del

li, e riportato ne'n.i 60 e6i del Giorna- decano e sotto-decano, previa relazione
le di Eonuj, fu lolla a mg."" uditore delPa- alPapa; cos'i le altre controversie relati-
pa anche la facoltà di permellere la di- ve a'giudicati proferiti in sequela delle ri-

strazione delle piccole doli di 3o e di 5o soluzioni emanate dalle congregazioni).

scudi. Tutto presentemente è materia d'u- Sono conservale all'uditore del Papa tul-

dienza; e mg.' uditore fa tanto, quanto le le altre facoltà ed attribuzioni nelle ma-
il Papa permette e vuole che faccia. Dap- terie non appartenenti al foro contenzio-
poiché magnanimo legislatore fu Grego- so. I chirograQ da segnarsi saranno spe-
rio XVI, e considerando che talvolta la diti e rimarranno depositati nella cancel-

parte soccon'Jiente si lagnava del tribu- leria del supremo tribunale di segnatu-
nale dell' uditore santissimo, per le spe- ra. Non saranno giudici particolari o
vi
*
ciali facoltà e privilegi che in parte an- privativi. Tutte le speciali delegazioni sia
cora avea sul contenzioso, generosamen- per giudicare una o più cause, sia per
te si spogliò di questi attribuii sovrani, transìgere sono revocate ". Quindi con
soppres«e il tribunale e la sua giurisdi- dispaccio de'aS gennaio 1 832 della segre-
zione nelle luaterie riguardanti il foro teria di stato al cardinal prefetto di se-
contenzioso, volendo che ognuno libera- gnatura, ed a mg."^ uditore della Came-
mente .sperimentasse le sue ragioni, on- ra, Raccolta cit. t. 5, p. 4^", furono di-

de rimuovere qualunque titolo al mal- chiarali quali alti della curia dell'udito-
conlento. Pertanto a'5 ottobre 1 83 1 fe- re del Papa debbano essere depositati nel-
ce pubblicare il Ixcgohiì/ìc/do organico la cancelleria della segnatura, cioè si ri-

per V amministraziom' della giustizia petè il riferito relativo. Dipoi a' 10 no-
civile y che si riporta nella Raccolta del' vembre 1834 Ii> stesso Gregorio XVI e-
le leggi, t. 5, p. I ,e decretò col §1 i.» La mauò il Regolaincìilo legislativo e giu-
giurisdizione contenziosa dell' Uditore, diziario per gli affali civili, lipiodotto
del Papa in qualunque causa e materia nella Raccolta, 1. 10, p. 1, e nella par. 2
è cessata : gli atti di questa curia saran- i\e\ì'Ordiìiaì/U'iìlogiudiz!ario,ù^- ' , si i'-

no depositati nella cancelleria del tribu- pelè il § 277- L' uditore del
di.^posto. »
nale supremo di segnatura. 1 ricorsi per Papa non esercita , uè può esercitare la
ollenere la revoca ut: Rescritti e Cìiiro- giurisdizione contenziosa in veruna cau-
g>77// pontificii, o il permesso di chieder- sa materia. § 278. Non è derogalo al-
la in giudizio con la clausola dtaperilio- le altre attribuzioni dello stesso uditore
/ao//.v, sai anno portali all'udienza di .Sua del Papa negli ailari non appartenenti al
Santità, inlese le parli economicamente, foiu contenzioso. Ichirograli che conleu-
U D I
IJ D I
,97
gono le concessioni sovrane, si spedisco- gnizioni sopra la sagra teologia, ovvero io
no e limniigorio deposiluti nella caiicelle- sagri canoni, istituì UiCor/^rc-^azione car-
ria liei lii!)iin;ile supremo Mi segnatuta. dinalizia clelT Esame. Indi in quest'ar-
§ 279. 1 ricorsi per oltenere la revoca dei ticolo narrai che gli eletti, dopo avere
,

resciilli o chirogiafì , ed il permesso di ricevuto da mg.' uditore (che fa palle del-


chiederla in giudizio con la clausola de la congregazione quale esan)inatore in sa-
<;/;^/77/o/;('o/7s',sa ranno portati all'udien- gri canoni, e perciò interviene all'esame
za sovrana del medesimo uditore, inlese e potrebbe esaminare) l'avviso di loro
prima le paiti economicamente e senza promozione, al medesimo prelato fanno
l'orme giudiziali. Ne'casi però che esigo- istanza per essere esaminali nelle facoltà
no maggiore discussione, potranno esse- da loro bramate, e ad esso pure la fili-
re rimessi al cardinal prefetto della segna- no ancora quelli che desiderano per ispe-
tura, perchè, inlese le parti nello slesso cial grazia d' esserne dispensali inlera-
modo , ed il parere de'prelali decano e menle,ovvero dall'esame pubblico innan-
sotto-dt^cano del trihtmale, ne faccia mo- zi al Papa, ma solo in particolare da un

tivato rapporto, e renda nota la decisio- cardinale (o da un consultore ossia altro


ne sovrana ". esaminatore, poiché in diritto anche l'e-
Quanto riguarda il prelato uditore del saminatore non cardinale può esaminare
Papa, circa i f' cscnvi aW Concistoro, lo in particolare, come più volle lece il ve-
trattai in tali e altri articoli, che cpii va- nerando p. abbate Capjiellari, poi amplis-
do a ricordare, non senza a''i''nnL;ere,an- simo cardinale e glorioso Pa[)a Gregorio
che fra parentesi, alcune analoghe nozio- XVI ; ma che ora gli esami
sta in fallo
ni di schiarimenti. A Congregazionec\r- particolari rimettono semprea'cardina-
si

OINALI7I\ SOPRA L ELEZIONE De'vESCOVI, la li). Che quimli mg.' uditore partecipa a
dissi isliluila da liniocen/.oXI perla pio mg." segretario di'.W fìsa/iir de' vescovi l.i

tnozione d'idonei soggetti perroUimo nota degli esainiiiandi e in quali facoltà

governo delle chiese, e che ne dichiarò ilevono esserlo. Che anlicameiitc il P.q)a
segretario ruditorede! Papa, onde il pre- dopo l'esame parleci[)ava all'uditori; gli
lato nella pontificia udienza [troponeva i esaminati approvati, e il prelato ne pub-
soggetti designali dalla congregazione. blicava i nomi. A CoPrr.REGAZKKVE CARDI-
Che questa essendo andata in disuso, Be- NALIZIA concistoriale, la dissi isliluila da
nedelto XIV la ristabilì confermando per Sisto V, per l'erezione delle chiese e prov-
segretario l'uditore del Papa; ma forse, visioni concistoriali, e per quanto altro ivi
a cagione de'cardiuali Proiettori (J\j de- notai. Sembra che poco durasse, perdile
gli stati e di altri cai'dinali che propone- il Fagliano nel cap. Ctiin jìridein de Re-
vano le chiese in concistoro, la congre- ntineiatione, n.° 65, che Urbano Vili e-
gazione tosto nuovamente cessò; re^tau- manò una bolla perristituziouedella con-
do al prelato uditore in gran parte la gra- gregazione concistoriale, nella quale trai
ve e delicata prerogativa di prendere se- consultori era vi lo slesso Fagnano. Eseb-
greta e diligente inforu)azione sui sogget- bene tale bolla non si rinvenga, pure dal
ti degni del escavato (>^^),e proporli
J' segretario del Sagro Collegio {^), che
al Papa nella vacanza delle sedi. llaccoU' fu [)oi segretario della concistoriale, mg.'
lai ad Esame, che Gregorio XIV prescris- Gio. Battista Lauri (per tale nominato nel-
se le norme per praticarsi co' /^e.9rot'/e- la bolla Adinonel iios, de' 1 5 dicembre
lelti, mediante la hulla Oiiiis //postoli- \C)i5, Bull. Rolli, t. 5, par. 5, p. 386,
cac sen'itiilis, de' 1 5 maggio 5g Ball,
1 1 , colla quale Urbano Vili istituì nel palaz-
lìom. t. 5, par. i, p. 26<S; e come Clenten- zo Valicano l'archivio del sagro collegi. j,

le Vili onde meglio conoscersi le loro co- //( ipio conservai i debeant •>erii>Uirae,( t
ig8 udì UD I

aliti aria mi ipsiti/i Collr^iu/n f/nonio- grelario dcH'esame il giorno in cui il Pa-
{/oli/ et , ine non processus
jH-rtincntia pa ha destinato tenerlo, colla nota degli
sìiìxT (pinlitati/nis pronio\'indoruni ad esaminandi. Che dal notaio del concislo-
Cathctlrali's lùclcsias , ci Monasleria ro e de' processi (importante e delicato
consistorialia corani dd. Cardinalibus officio, addetto anco alla Dataria aposto-
formati, Ar unio qffìcii secretarius con- licn, che ora si esercita dal cali. d. Cesa-

grega tionis Cardina Unni super provi- reo Fatigati; oflìcio di cui egualmente e
sionibiis consistoriali/ms dcputaloriini con qualche diffusione ragionai nello sles-
officio Clerici itali dicti Sacri Col le gii so articolo, cioè nel voi. XV , p. 233 e
sccretarii, A f|uesl'LiItimo e citato arti- seg., con quanto prowidentemente ordi-
ci'lo iniiii lai deC/iicrici del sagro col- narono i Papi da Alessandro Ili in poi,

l( g:o. l (.lelli processi, il segretario del sa- oltre il concilio di Trento; Aa\ citato Gre-
gro collegio li riceve dal sostituto del con- gorio XIV, da Gregorio XV col breve
cislui o e dal notaio de'processi per essc- Consuev'il Eoinanns Ponlifex, presso il

10 custoditi nell'archivio de' cardinali; e Bull. Roni. 5, par. 4> P- 3^7, che isti-
t.

da tale elìelluala consegna ne deriva l'ex- tuì l'ollicio medesimo, e col breve Pii'

pedianlv.r Bullae, mediante la leslimo- don, ivi riportato a p. BSg, nominò pel
iiiale che ne rilascia il segretario raede- I
,° il Tibaldeschi; e da Urbano Vili con
siino), si apprende che la congregazione V Istruzione ordinata pe'jirocessi, che si

concistoriale fu solennetnente restituita, legge nel medesimo Bull. t. 6, par. i,p.


e pi incipiò ad agire venerdì 8 settembre i yS , redatta e stampata nel 1627 dalla

|().i6 in casa del cardinal Ginnasi deca- congregazione concistoriale, come allei»
no del sagro collegio, per cui in seguito ma il Fagnano nel suddetto cap. e u. (^^)t
e quasi fino a'no?ti i giorni i cardinali de- si compilano innanzi mg."^ uditore ,
pei
cani ne furono pi eletti, e tra gli altri v'iu- vescovi e ordinari nnllius eletti d'U^dia
Icrvenne lo slesso Fagnano ch'era segre- e isole adiacenti, perchè tal prelato e co-
tario de' vescovi e regolari. Nell'articolo stituito dalla s. Sede qual giudice ordi-
(. oNcisToRo con dillusione descrissi (pian- nario per la loro confezione e revisione;
to in esso si fa, e quanto appartiene ai mentre per gli eletti d'oltremonte, e per-
[ii-lali uditore; e segietai io della coiici- ciò dimoranli fuori di Roma, ciò si fa dai
sloiiale e del sagro collegio (da alcuni nunzi e rappresentanti della s. Sede, o
iliì.imati o considerati segretari del con- da altri dal i^ajia deputati, da'quali re-
i istoro , MI di che però va letto il voi, datti, poi si trasmettono allo stesso mg/
L\', p. 2 1 7 e 2 I
8), e d'alcune cose e at- uditore, aninchè ne prenda cognizione di-
liil)u/ioni loro cuiuuialive. Clie a mg/ rettamente o a mezzo del sostituto del con-
ndilore a[>pailiene ogni nialeiia riguar- cistoro che gli esamina per vedere se vi
ilaiilc i provvediiiieiiii di chiese residen- sono difetti, nel quale caso occorre la sa-
ziali , ed aiiihe di semplici titoli episco- natoria. Che da'rislretti dello stato del-
pali ///y;rf/7/Z;«v,imperocchè l'uditore del le chiese vacanti, e delle qualità de'pro-
\\\\,a jnre proprio compilai processi an- movendi, a seconda del prescritto da'sa-
che de' vescovi solo titolari. Che perciò gri canoni e da'Papi per essere idonei al
« gli [)i eiidesigrela cognizione de'[)i omo- seggio vescovile, si (ormano dal sostilo -

vendi, sia per riferirli in hieve ai l'apa, lo del coucisloio le Proposizioni conci-
sia per poi lòiinaiiic il piocesso conci>to- storiali (/'.), denominale eziandio me-
liale. Che avvila i soggetti che il Papa moriali. Che appartiene a mg." uditore il

vuole pionuiovcic a' «escovali, con hi- pi esentare al Papa,(|ualchc giorno a\. ul-
gluilo se esisleiiti in Uuuia, e c<jii lei ter. i ti il concistoro, la nota delle cinese u ti-

se diiitor.inlialliuve.Clu partecipa al sc- toli in piirtilnis da precouizzarsi lu esso,


udì udì 199
culle pro[)nsi?.ioni slampale, ed il llbretlu Questa per sua mancanza, assenza o ini
col listiello (Ielle rueilesinie, denomina- potenza, si fa al vice-uditore o pro-ndi-
lo fogli concistoriali, che il l'apa leg^e nel ture, che suole essere l'uditore particola-
concistoro; i quali fogli redatti dal sosti- re di mg/ uditore per destinazione pon-
tuto del concistoro, da cpjesti colle prò- tiHcia, o altri dal Pupa deputalo. Però se
posizioni e colle allocuzioni che proiiun- il vice-uditore o pro uditore non è pi eia-
zia il Papa in concistoro, sono custoditi lo, ancorché avvocato concistoriale, ma
nel suo archivio, come faiuio ne' propri coniugato.non può ricevere la professione
i cardinali l'icf-Ca/iccllicrc, Caiiirrleii- di fede, la quale allora vescovi fanno nel- i

go del satiro collegio, e Segretario ilei le mani del cardinal decano, o del cardi-
JBrevi (/^'.), degli eguali libretti o fogli nai pro-datario, o d'un cardinal vescovo
concistoriali, che il sostituto ilelconcislo- suhurbicario. Gli assenti di Roma fauno
10 prima di questo a loro consegna. Del la professione nelle mani di chi gli fece il

ragguardevole e onorevole ulliziodel So- processo, il quale poi l'invia ali" uililore.
stilalo del Coneistoro, feci parole in ta- Nelle jìroposizioui concistoriali si speciii-
W due quanto al 2." nel voi.
articoli , e ca, se l'uditore o altro deiegito ha fitto
XV, p. 233, in uno alle Proposizioni o il processo e ricevuta la professione di fé-

memoriali, le quali dopo l'esame di mg." de, e se il processo l'ha fatto il pro-ndi-
udilore, ne o[)prova la licenza per stam- tore, da chi si è ricevuta la detta profes-
parle, per (juiiidi dis[)ensarsi «'cardinali sioiie. Che prima incombeva all' uditore
e agli altri cui spettano, formando iiiol- d'ian)orre le [)eusioni nelle mense catle-
tre il sojlitulo i decreti per quantoda've- diali di libera collazione del Pap L'iidi-
1.

ficovi e sulle chiese devesi fare, nelle co- tore, il sostituto del concistoro ed il nota-
se trovate mancanti, le quali ivi euume- ro de' processi, durante il concistoro se-
rai. Che i titoli delle chiese in partibus, greto devono trovarsi nelle stanze ailia-
anche assegnati con breve apostolico dal- centi per qualunque occorrenza , nel mo-
la Congregazione di Propaganda (F .)y do riferito nel voi. XV, p. ^36 e -ìm).
vengono stabiliti dall'uditore, il cui re- Insomma l'uditore del Papa è costituito
gislro tiene il sostituto del concistoro. E dalla s. Sede quale giudice orduiario per
intrinseco e della maggior importanza la confezione u revisione de' processi dei
che ciò si osservi, almeno die i ministri vescovi e ordinari aullius dioecesis. \\
della propaganila partecipino a mg." u- sostituto poi del cuiicistoio,peldetto pie
ditore i titoli assegnali da essi col ponti- lato, spetta la revisione di tutti i proccs-
fìcio breve, a'vicari apostolici e a'ioro eoa- si fatti tanto in curia che fuori di essa, in
diutori,perevitare la mostruosità chedue elusivamente pe' promovendi a'titoli in

vescovi portino lo stesso titolo, comechè partilnis per le sole qualità personali. Di
assegnatoa due diverse personedalla prò- lui e suo oflicio di suslituto coucistoria-

paganda e dall'uditore, confusione che le dell'uditorato nelle malerieconcisloiia


talvolta, per dimenticanza avvenne, e de- li, ragionai ne'Iuoghi ricordati. Egli è iti

vesi evitare a decoro della s. Sede. Che questo l' uditore perpetuo dell' uditore
r uditore concede l'abilitazione onde si j>ro tempore del Papa, sotto la cui dipen-
possa domandare il Pallio (di cui ripar- denza esercita le iiicumbenze accennate.
lainel voi. LXXXI , p. 38), nello stesso Questo sostituto del concistoro non si de-
concistoro della preconizzazioue. Innati- ve confondere coll'altro distinto ollicio del
zi a questa, già 1' uditore ha particolar- sustilulo di mg." segretario della congie-
inenle esaminato, secondo le leggi cano- gazione concistoriale e del sagro collegio,
iiiche, i promovendi presenti in Uoinu,o denominato anche so^lilulo della cunci-

iicevulo da essi la Profciniont di fede, storiale, liifcrisce il Gior/uilc di l'wina


200 U D I U D J

<le'7 iioveuibiei856,cheoia ilPapa nel- vendi a quelle ed a (jncsti, non ched'in-


lo ilcibilire e riunire nel Palazzo della quirire, se li slessi processi si trovino ela-
Cancelleria,! o segieleiie della s. Sede, borali a letioie del prescritto da's. cano-
u^siu delle congtegazionì cardinalizie, vi ni e da'decieti del s. concilio di Trento,
curnpiese la segreleria della s. congrega- conforme alla costituzione di Gregorio
zione coucislurìale e della compulisteiia PP. XIV di fel. rie, che incotuincir<: O-
del Siigro collegio. Le indicale preiogali- nus apostolicae stiH'itulis, de' 5 maggio J

ve del sosliluto del concisloiu, il quale ha iSqi, e secondo V Istruzione sui proces-
iin aggiunto soslilulo, sono espresse nel si da t'ormarsi emanala per ordine della

Lieve Hposlolico col quale lo nomina d pia mem. di Urbano PP. Vili, parimen-
l*upa,conie può leggersi nelseguenle bre- ti iNoslio predecessore, ed inoltre conce-
ve con cui Gregorio XVI conferì il sosli- dendoti consimili facoltà d' approvare e
lutalo all'attuale sostituto del concistuio far stampare li ristretti o succinte relazio-
d. Pacillco llluniiuali di Ripaliansoiic, ni, chiamale memoriali (ossia le Propo-
canonico dell' insigne collegiata panoc- sizioni concistoriali), sia dello stato del-
chiide e diaconia cardinalizia di s. Eu!>ta- le predette cliiese e monasteri , sia delle
tliio. » Gregorio PP. XVI. Dilello figlio, qualità di colorOjche debbono essere Ira-
.''alule ed apostolica benetlizione. Vacan- sCeriti e promossi a quelle ed a questi,
do al presente 1' oillcio di Sostituto del quali memoriali sogliono distribuirsi ai
Co//t7.s7c»/o,dappoicliè il diletto figlioGio. Cardin.ili di S. R. C, e di disporre, pre-
Giusej)pe canonico Canali, che n'era ri- parare e stendere tutto che dee trattarsi
vestito, è stalo da noi eletto vescovo del- nel detto Nostro concistoro, non che di
la diocesi di Ferentino (era anche segie- registrare e conservaregliatli concistoria-
lario del Vicarialo di Eloma, e dallo stes- li, giusta la prassi finora tenuta , ed os-
so Papa fu promosso a Fieegcrente di servata dal sostitulo^o/o tempore del me-
Roma e pali iarca di Coslantitiopoli), ab- desimo concistoro , con subordinazione
biamo credulo di conferire lo stesso oill- per altro all'Uditore Nostro, e del Roma-
cio a Te. della cui pietà, dollriua, ed in- no Ponlefìceyno /<7/?y;o/e esistente, di cui
tegrità di costinni icevenuno chiare te-
i negli alfari soltauloconcistorialiTi depu-
stimonianze. Laonde a (jueslo^olo riguar- liamo e facciamo / ditore perpetuo, fin-
do assolvendoti, e riputandoti assoluto da ché sarai in vita, e coll'autorità e tenore
tulle le censure, e pene della scomunica, predelti, Ti nominiamo, creamo e stabi-
sospensioneed inlerdelto.e dall'alti echic- liino Ufficiale Nostro e della s. Sede, fa-
.»>astiche sentenze in qualunque inotlo e migliale continuo Nostro, e del lloniano
per qualsivoglia motivo emanale, se a ca- Pontefice prò ien/pori,c,ou tutti gli ono-
so Ibsti in esse incorso, in virili delle pre- ri, oneri, indulti, [nivilegi soliti e consue-
senti lellere con
Koslra autorità apo-
la tiad aversi e godersi da lutti quelli, che
slolica Ti eleggiamo, tua vita durante, al sono adorni ili offici e titoli siffatti. Non
medesimo oHlcio di Sostituto del Conei- ostante tulio che può essei vi in contra-
sioro con li stabiliti onori, oneri, emolu- rio. Dato in lloma [)resso s. Pietro sotto
nienti, e concediamo insieme ogni facol- l'anello l^escaloiio il dì i 5 ilicendjie S:\o i

tà di rivedere processi tanto in Curia,


li del Nostro ponlilicato anno X. L. Caitl.
come fuori di essa formatile di redigere Landjrusciiini". Arrogecheio ripiodnca
»>opra lo stato delle metropolitane, arci- ancora congre-
il seguenle decreto della s.

vescovili , priniaziali , vescovili, ed altre gazione concistoriale riguardante il sog-


chiese e monasteri, di cui nel Nostro con- processo
g»-lto, che tleve riveilere il tielle
tistoro fu consueto provvcdeisi e dispoi- maggio
chicst;." Nel giorno i i i li K) :dli»
si, e sulle qiuliUi dc'tioakicnili cpiomo- caiduuil
prt3cn^.i dtllL.'"" e li.'"^ sig.'
L D 1
UDI 201
Chtitiljini, [)ieseiili li KR. PP. SS. Ma- rezzo, già professore di leggi in Pisa, fu
lalclu e'Fieiifanello, nella congiegazioiie segretario di Giulio II, uditore di rota e
tenuta futlecreìiilo. i.°Cl»e li processi del- anche suo udilore parlicoliire, creandolo
le cliieNCj le quali da Sua Saiililà vengo- cai di naie neh 'ì
i i .iSìcoVo Piintt(jl/ini Ciò-
no pioposle in concistoro, non si formino leiilino, fu dato [)er precellore da Sisto
in curia dalli sigg. cardinali [)roletlori, se IV nipote e fatto vescovo di Pistoia ;
al
non per comando o commissione od oi- divenuto il nipote Giu'io 11, questi lo di-
Sua Santità, comesi trova osser-
(line di chiarò suo segretario e uditore nelle cau-
valo in più processi falti sotto il pontifi- .^e più gelose e interessanti, ma non com-

calo della fel. me. (liUrbano Vili. i.^Cbe piacendolo interamente nelle sue opinio-
silKitli processi, sia formati come sopra in ni,si astenne dal crearlo cardinale, ciò

etnia, sia fuori di essa, debbano esser sem- che esegui Leone X nel 5 7. Francesco 1 1

pre riveduti dall'uditoi e del souiuiul^on- Cherubini di Montalboddo, aiutanle di


tefìce, o da altro ministro per lo stesso u studio di mg.*^ PainphiI) (piando era udi-
ciò .»|)ecialmente deputato, afììncbè Sua tore di rota, poi suo uililoie nelle nun-
Santità sulla validità e rilievi delli duUi zialure, e divenuto nel iG44 Innocenzo
processi sìa resa certa dal suo nunistro, X dichiaralo uditore ilei Pa|),i , e coinè
la tli cui fedeltà gli è più provata, prin- lille lo registrai per 3.° prelato pedalino
cipalmente percliè li slessi processi non nel ruolo che pubblicai nel voi. XXII I,
sogliono essere riveduti e soltoscrilti dai p. 82; indi neliò47 lo creò cardinale, e
sigg. cardinali capi d'ordine". L'uditorato litcnetidolo [)er cardinal pro-uditore in
del Papa in ogni tempo fu esercitato da luito il pontificalo, cioè sinoal iG Tj. Nel
tlislinti (irelati, dotti e pratici giurecon- Bull, lloin.t. 6, par.
4i [)• 33, è il breve
sulti della Curia Romana, molli de'cjua- di Alessandro VII del i655, Circuni-
li furono fregiali della dignità cardinali- sperta Romani Pontifici^ccA quale con-
zia, ed alcuni d'essi meritarono di resta- cesse i consueti privilegi a'suoi inlimi fa-
re pro-uditori e perciò cardinali P«/<^i//- migliari, cioè dal prelato segretario di
ìii, come si può vedere nelle loro biogra- stato, come era allora, agli aiutanti di
fie ove ne de9Cii>si le notizie, e come da camera inclusive, Cul>ìculi Nostri Adju-
(juelli de'segueiili che qui registro sem- iorihus. Fra' prelati è nominato Magi'
plicemente, insieme a'nomi di alcuni altri stroSU'pkano Ijgolino romano in utraff.
uditori pontifìcii, specialmente da'primi Sii^natura Nostra referendario, /ludi'
anni del secolo passato ad oggidì. Il i.° lori Nostro. Questo generoso e pio pre-
uditore del Papa che ne'miei studimi riu- lato nobilmente rifece e magnificamen-
scì a trovare, è Gio, Ballista ili/Z/m/ ro- te ornò con bei marmi ed eccellenti pit-
mano, correttore delle lettere apostoliche ture la tribuna e 1' altare maggiore del-
(uflìziodicui parlai a Uditore dellk con- la Cliicsa di .v. Maria in Accjidro. Cle-
ti'.addette), uditore del Papa e datario mente IX fililo Papa nel 1667 elesse u-
di Paolo cheammiraiidolo per le fran-
II, dilore mg.' Nestore Rita realino, e lo tro-
che op[»osizioni che all'occorrenza gli fa- vo nella costituzione Ci/cunispeeta ,u<:[

ceva, per la giustizia e senza rispetti uma- t. G, par. 6, p. iSG del DulL Roni. no-
ni, lo creò pure vescovo d'Urbino, colla ri- minato Aiulitori Nostro, Ira'famigliari
lensione di dette cariche, le quali gli con- cui concesse i solili privilegi , insieme a
servò il successore Sisto IV, che nel 1476 15enedello Ilila realino medico segreto,
l'elevò alla porpora, con incredibile plau- probabilmente suo parente, il successore
so di lutla Konui, che l'amava per la sua Clemente X appena eletto nel 1670 scel-
incoirotla integrità e (juale eccellente ca- se a udilore Prospero lìolliiii di Lucca av-

uouiòlu. òi vuole chePieUu^itxo/// U'A- voculo cuucislorialc, che cavalco ucl pos-
2o>. udì udì
sesso liei Papa. Inili ClemenleX neh 6- I mano oriuiulo di Siena. Lo sollevò nel

lofece canonico Laleranensee nel segueii- 1706 al cardinalalo, e in suo luogo vul-
te anno di s. Pietro, canonicato che poi le uditore il celebre Pier Marcellino Cor-
rasse"nò al pionipole, non che avvocalo ladini di Cori e nato io Sczzc (T .), ca-

promotore della i'nda in cui


del fisco, e , nonista e correttore della penitenziaria,
ebbe a coadiutore il gran Lninbci tini, e consagranilolo arcivescovo d' Alene. Nel
finalmente arcivescovo di Mira in par- 1
7 i 3 lo creò cardinale, e conferì l'udito-
iiljus, e nel 1675 rettore dell' università rato a Prospero illarcfoschi dì Macera-
romana. Di sua dottrina e opere si può ta e dichiarò vescovo in parlihiis. Mor-
vedere il Cancellieri, nelle note al Gru- Iq nel 1721 il Papa, Innocenzo Xlll cou-
//.7r7//o pel cardinal Uoltini. Innocenzo ferujò il Marefoschi nella carica , e eoa
XI prese a uditore il celebre giurecon- nnrabileesempiofecealtrettanlonel 1 724
sullo e luminare della romana curia, Gio, Benedetto Xlll, il quale ne premiò me- i

Battista Di' Luca


Venosa, che lo era di riticolla porpora a'20 dicembre dopo 7

della principesca casa Ludovisi,e l'ebbe mesi, rilenendolo per pro-uditore sino a
puie a segretario de' Mcnioriali, anno- partedeh 726. Cdi sostituì Giuseppe Ac-
velandolo al sagro collegio neh 681. In coraniboni di Preci, già uditore nel car-
8ua vece elesse uditore mg/ Arrighi, il dinalato d'Innocenzo Xlll, ch'era solto-
(juale poi colpito da gravissima infami- datario e arcivescovo di Filippi, indi a 20
là, dichiarò vice-uditore mg.' Giuseppe settembre 1728 lo cieò carduiale. In sua
Sagripanti ii'i Numi, sotto-datario e ca- vece scelse a uditole il rinomalo giure-
nonico Laleranense, più lardi da Inno- consulto mg/ Francesco M." Petonio o
cenzo Xll creato cardinale. Alessandro Pitoni romano, vescovo d'bncria e cano-
Vlll nella sua elevazione al pontificato, nico di s. Maria Maggiore, il quale poco

nel 1 G8f) dichiarò uditore santissimoMai- visse, morendo a'2 aprile 72q,e fu sepol- 1

cello d' Jslc romano, ch'era giudice del- lo in delta basilica; ontle Benedetto Xlll
la rev. fabbrica di s. Pietro e presidente dichiarò pro-udilore il cardinal Fiau-
della congregazione di s. Ivo della Citiia cesc'Anlonio Fini dì Minervino, e conti-
Roniuna (J.)j di più gli conferì un ca- nuò in tutto il resto del pontificato. Nel
iionicalo Vaticano, consultore di s. Olii- i780 il nuovo Papa Clemenle Xll dichia-
zio e volante della segnatura di grazia; rò uditore Marcello P^j^se/'i d'Ariano, da
poi crealo cardinale da Innocenzo XII. i3 anni suo udilore nel caidinalalo, e
Questo Papa iGgi alla sua elezione
nel conclavista per più d" 8 mesi; inoltre lo
nominò uditore Ansaldo Ansaldi fioren- promosse ad arcivescovo di Nazianzo e
lino, poi uditore di rota e decano del tri- canonista della penitenzieria, ed a'28 set-
bunule, assai celebralo dal Bernino, nel tetubrei733 al caidinalato, rilenendolo
suo libro: // Tribiinalv della s. liola Ho- per prò uditore finché visse. Morto il Pa-
inaiui. Eletto nel 7 00 Clemenle X] voi- 1 pa nel 740, il successore Benedello Xi V
1

le a uditore Gio. Domenico Paravicini; fece pro-uditore mg/ Martini, finché non
quanlo a Gabriele i'V//yjy>»Hrc/ di Macera- giunse da Bologna mg.' Gio. Giacomo
la, uditore del predecessore, lo fece vo- Millo di Casale suo vicario generale nel-
lante di segnaluia, e siccome Innocenzo l'arcivescovato di delta città, il quale e-
XII lo voleva iàr cardinale, questa digni- sercilò l'ullizio per 3 anni, dopo i quali
tà gli compartì, ma il vii liio>o prelato for- lo [iioinusse a dalariij flivoiilo e |)oi al
iiiidineiile 1 iimuziò la J'uipura (/'.). Di^- cani malato. Nel 1
744 s'' suiiogùCUmen-
»i col Novaes che Clemenle XI fece udi- le yy/-^'ivtv////tVòrom. ino, il quale era sta-
tore il Paravicini; sarà errore di stampa, lo suo conclavista nel conclave in cui fu
poiché fu Gio. Domenico Paracciant io- sublimalo al liire^no. Si uurra, che nel-
UD l
UDÌ o,o3
la noUe precedente all'elezione, il fnlii- siilcute. Perciò Pio VI nominb vice-uili-
IO Papa preoccupalo nel grave pensiero loie l'ab. Giovanni Donali »li Cento, e per
che nel ò\ segneote ilovea sobbarcarsi al lale si legge nelle .Yolizfr di Ram,i tlel
governo della Chiesa universale, non pò- i
7(j6, essendo ccs>alo il cardinal pro-u-
tendo prender sonno andava lossenilo. d ilo re; e così 0611797 01798, nel quale
Più volle il conclavista Argenvilliers si anno fa delroni/.zalo il Papa da' repnb-
recò al suo letto, per sentire se aveacpial- blicani francesi e deportalo a'20 febbraio,
che bisogno; finahnenle il cardinale poi Anche il Donali fo imprigionalo, e poi pò-
Papa gli disse; Sappi che domani, a Dio tè ripalriate. Fu indi presidente in Dolo-
piacendo,saròPapa,eludaavvocalocon- giia del tribunale d'appello nella repub-
cisloriale sarai pron»osso; or vedi se a- blica CiNpadana, per nomina di Napoleo-
desso li riuscirà a prender sonno! Veri- ne I, che lo dichiaiò cavaliere della i.oio*
fjcalasi l'esaltazione, lìenedello XIV fé- na di ferro. Muri nel 181 3, ed ilch.Gae-
ce Argenvilliers prelato domestico e ca- lano Alti ne scrisse onorevole biografia,
nonicoLaleranense, indi nel 1744 suo u- che pubblicò nel 1. 18, p. 284, dell'.//-
diloreeneli 753 cardinale col Millo, con- huin di Roniti, in mioalrilrallo,celebraM-
linuaudo nel pro-uditorato cardinale Cm- done la scienza legale nel diritto civile ed
thè visse il 58 morto Cene-
Papa. iVel 1
7 ecclesiastico, l'integrila (le'costumi, l.i giù-
dello XIV, il successore Clemenle XIII slizia ed altre virlìi. Eletto Pio VII, die
cles.se a uditore mg.' Andrea Ncgroiiì io- all'Erskine per vice-uditore il concilladi-
niano, allora votante di segnatura, e pò- no mg.' Alessandro Lacchini di Cesena,
18 luglio 763 lo creò cardinale, re-
scia a' I (jiiindi a'3 febbriiioi 8oi creò cardinale
8tando prò uditore sino al 17G7, in che l'udiloie n)g.' Erskiiie, e nominò alla sua
C'Iemenle XIll gli sostituì Gennaro An- carica nig." Lacchini, che poi fece cano-
tonio de Si/iioiw di Benevento, confer- nico Valicano, e l'esercitò sino alla de-
alandolo nel 1769 il successore Cleineule porlazione di l'io VII avvenuta a'G luglio

XIV. Questi nell'elevarlo al cardinalato 1809, o almeno portò il titolodi udito-


a'i5 marzo 1773 continuò ad averlo fin- re del Papa. Dappoiché li ovo nel suppli-
che visse per pro-udiloie. A'i5 febbraio mento al u." 4 del Diiirio di Roma del
1775 eletto Pio VI, nominò pro-uiliture 1882, nella Necrologia di Luigi Vasel-

li cardinal Dernardino Giiiind vomnwi, li sostituto della camera apostolica. Che


che funse la carica sino a'3 maggio 1782 ne! 1 808 essendo già uditore di mg." Pai-
iu cui morì. Allora il Papa fece uililore lolla uditore disegnalura, Pio VII gii con-
Filippo Canipane Ili i.\\ Matelica (al <jua- ferì la facoltà di decidere e spedire de«
le articolo riportai altre sue notizie), che nnilivanienle tutte le cause coininissarie
poi a'3o marzo 1789 creò cardinale; (d (e poi 1' eles-e revisore delle [)onlilicie
in sostituzione nominò il coucilladuiuAu- Commissioni). A nue'gioini, neldisordi-
relio 7torc'/('//(7 di Cesena, ed a'2 1 feb- nedi pubblicheepiivatecose, perchè 1 ar-

braio 1794 l'annoverò al s. collegio. Lo mi imperiali minacciavano sempre piLi

ritenne a pru-udilore, destinando a cpie- l'uccupazioue de'dominii della s. S^àt, lì

Carlo Erskiiic romano e


sta carica uig.' intralciavano l'esercizio della sovranità
oriundo di Scozia, per cui nel'e Notizie pontificia, da Fio VII furono affidate al

di Roma del 795si legge; 11 caidinal Ilo-


1 probo, de>tro e dotto giurecousulto Va-
verella pro-udilurcj mg.' Eiskine adi- selli, le funzioni cioè di uditore della se-
(ore dcòti/iato, poiché il prelato trovava- gnatura e quelle pure del piefelto del me-

in Londra rappreseiilante della s. Se-


tti desimo tribunale, e conferitegli anche le
de ad un cougiesso diplomatico, e restò facoltà dell'uditoie del Papa, iu lui si ac-
[lui iu quella curie colia qualifica di re- cumularono poteri i di supremo giudice.
udì U-D I
2o4
di Considta, al qual articolo dis-
Dopo avere nioUissimo sofferto per esse- qri'Cttrio

re virluo>a incute fedele a l'io


VII, 4nesti si che Gregorio XVI volendo crearlo car-
grave peso di formare un co- dinale, l'esaudì nell' esserne dispensato.
^\i aflitiò il

dice di civile procedura, di cui


già parlai, A ppeua eletto nel 1 829 Pio VI 1 1 scelse a
con rinocnato avvocato concistoria-
ed e"li laboriosamenle lo compilò uditore il

gran lode, e poi pubblicò il Foriiiolario le mg. Girolamo Bontadosi romano, con-
'^

sua carica d'avvocato de'poveri


di tutù gli ani. Nel maggio 8 4 tornan- ferendo
1 1
la

do il rapa gloriosamente a Roma, mg/ a mg.'Teodoro Fusconi di Norcia, e no-


Lacchini riassunse l'esercizio dell' udito- minandolo pure canonico Vaticaoo.Eletto
rato; ma alfraulo nella salute e per l'età neh 83 Gregorio XVI confermò nell'udi-
I

di anni, l^io VII gli die per vice-udi- torato l'egregio mg.' Bontadosi. Per l'io-
74
lore mg/ Giovanni Alliata di Pisa. Mo- ferma sua salute, ne fece un tempo le ve-
Roma a' 2 5 agosto ci il suo degno uditore avvocato Pietro
li n)g/ Laccbini in

i8 I 5 e fu sepolto in s. Stelano del Cac- Paolo conte Leonardi d'An)elia,e morto il


ce. A'27 il Papa conferì la carica a mg."" prelato nel 840, il conte Leonardi fu di-
1

Alliata, che con molla lode ne avea eserci- chiarato pro-uditore: come tale lo leggo

tato le veci. Ma anch' egli caduto infer- nelle proposizioni concistoriali de' conci-

mo, ringraziò Pio VII che lo volea creare stori tenuti a'i4ei7 dicembre 1840 ei."
cardinale; onde gii die in successore a'a marzo 84 1 «•Nello stesso 841 Gregorio
1

luglio 8 G l'egregio uditore di rota Ales-


I I
XVI dichiarò uditóre mg. 'Prospero Gate-
sandro M. Tassoni romano. Morto questi
'
rini d'Ouano,e successivamente lo fece ca-
a'3 maggio 8 8, il Papa scelse a udito-
I 1 1 nonico Valicano, protonolario apostolico
re l'ottimo mg.' Belisario Lristaidi ro- partecipante, e nel declinar di novembre
ma no,avvocato del fisco ,che nel 820 pro- 1 1845 lo promosse ad assessore del s. Of-
mosse a Tesoriere e fu modello di tale flzio: il regnante Pio IX neh 853 lo creò
ministero, poi cardinale. Degnamente Pio cardinale diacono di s. Maria della Sca-

VII gli surrogò il venerando mg.' Carlo la, e destinò visitatore apostolico della pia
Odcscalclii romano e uditore di rota, e casa degli orfini e del monastero de' ss.

ad onta della sua virtuosa ripugnanza, Quattro. Alla detta epoca Gregorio XVI
perchè vagheggiava d'entrare nell'esem- glisurrogò degnamente l'attuale mg.'
plare società di Gesù, a' 10 marzo 1823 Giovanni Janni di Vallerano, diocesi di
lo creò cardinale: dipoi con piìi di eroismo Civita Castellana (essendovi pure Valle-
rinunziò la /^o/y;o;-rt (/^.)e lealtredignilà rano d'Ascoli). Il conte Leonardi dal Pa-
per rendersi gesuita, e morì santamente. pa fatto avvocato concistoriale, fu anche
Ì*io VII fece uditore mg. Alessandro Rut- ' uditore di mg.' Caterini e di mg.' Jan-
laoni della Tolfà, ch'era rispettabile pro- ni, nel I ."mese del cui esercizio cessò di vi-

mulore della fede e avvocato concistoria- compianto per le sue belle qualità.
vere,
le, confiirinalo nel settembre dal nuovo Siccome il Papa Gregorio XVI neh846
Papa Leone XI 1, e morto a'4 aprile 8?.6. 1 inviò r illustre prelato mg.' Janni, con
Leone XII gli surrogò per degno vice-udi- mg.' Ildebrando Rulllni procuratore ge-
lore l'avvocalo Luigi Scaramucci di Nor- nerale del fìsco (poi direttore generale di
cia, che nelle proposizioni concistoriali dei polizia), alla visita de'tribunali dello sta-
coiicislori de'3 luglio e 2 ottobre 82G, pei 1 to, coM nella sua assenza da Gregorio XV l
processi da lui fatti, lo leggo rice-yliiili- fu incaricalo a disimpegnare la carica,
lurvsjìrcidliicr ad hoc (Ui>uLaio; indi e- qualilicaiidolo.vy;r(/ìz////('/i/f deputato, il
lesie per iidilore mg.' Francesco Isola ro- iispcllabilcdi lui uditore avvocalo Tom-
mano (come tale fece i processi pe'vesco- maso Liqti.Elello nel giugno 84*> il Pa- I

vidtlcouoisluiode'yapi ile 18 27), poi ó'( pa che regna , confermò uell' udiloralo
j

udì U D I 20
mg.'Jannij e nelle delle ntlribuzioniravv. do delegazioni e suddelega^ioni, e circo-
Lupi, che perciò figura nelle proposizio- scrivendo pure i giudicali. Dalla sentenza
ni concistoriali tle'concistori de'27 di questo uditore si poteva appellare al
'^'n''*^
ede'21 selleinbrei846, l ice- A udì loie, cardinal prefetto della stessa segnatura,
spccialitcr deputato in ahsentia R. P. D. od alla piena segnatura medesima; ma il
Joannis Janni Sanctilads Suac Audi- Regolamento organieo per V anvnini-
loris. Restituitosi a Roma il prelato, rias- strazione della gim tizia cii'ile. emanato
sunse r esercizio di sua carica. Ribellata neh 83 1 da Gregorio XVI, stabi Pi le nor-
Roma (V.) da'settari, il Papa ne parli ai me pel supremo tribunale di segnatura
24 novembre 1848, e rifugiatosi in Gae- di giustizia, e prescrisse ancora quanto
ta ivi celebiò più concistori di vescovi. Per riguarda il prelato suo uditore e le sue
quelli degli I i e 22 dicembre, nelle pro- attribuzioni, e procedura ne'casi di dif-
la
posizioni concistoriali si rileva fatti pro- i formità di decreti di mg.' uditore, ed u-
cessi da Xìì^J Janni anteriormente, per- ditote della prefettura. Altre dispo>izio-
chè restato In Ron)a. lodi il Papa pel con- ni sono nel Regolamento legislatì^'o e
cistoro de'2 aprile i 849 deputò ing."^ Lu- giudiziario per gli afj'ari ei^'ili, pubbli-
ca Pacifici prelato domestico, segretario calo eziandio da Gregorio XVI nel i834.
de'brevi a'principi e canonico Liberiano, ^t\ 2^4 Gregorio X nel regolamento pel
I

a formare il processo pel vescovo di Cuen- conclave, fra le provvide leggi da lui pre-
ca, il quale nelle sue mani emise la pro- scritte, ordinò che colla morte del Papa
fessione di fede. Per gli altri vescovi fe- cessino i tribunali d'agire, fuorché (|uel-
ce i processi mg."^ Janni, cos'i pel conci- li del penitenziere maggiore e del camer-
storo de' 20 aprile. Trasferitosi il Papa lengo. Pio IV nel I 5G2 decretò che i car-
a Portici, ivi pure tenne concistori di ve- dinali e prelati della segnatura di grazia
scovi. Per quello de' 28 settembre i84q e di giustizia nulla possano trattare iu
compilò processi mg.' Janni, tranne pei
i sede vacante. E Clemente XII neli732
vescovi di Marco e Bisignano, Bova,
s. dispose, che il prelato uditore della segna-
iSusco, Caserta, Dora e Ascalona inpnr- tura di giustizia continuasse le cause che
tibiis, perchè li fece mg."^ Pacifici, come pendevano avanti la curia dell' L tlilorc
dimorante presso Sua Santità. Pel conci- del Papa, e perciò s'intitolasse l.dilore
sloro óe5 novembre 849 mg."^ Janni fe- 1 del Conclave. In sede vacante disbriga
ce 5 processi, e pel vescovo di Melfi e Ra- gli aflàri restati pendenti innanzi mg/ u-
|)olla supplì mg.' Pacifici. Pel concistoro ditoie del Papa defunto; perciò essendo
cìt'j gennaio! 85o, che fu l'ultimo de'le- a quel prelato restata la pierogativa d'in
iiuti in Portici , lutti i processi li formò terporre i decreti d'interdizione e di ria-
mg.' Janni. bililazionejmg."^ uditore del concia ve,pre-
UDITORE DI SEGNATURA. F. U- via l'udienza de'cardinali capi d'ordine,
DlTOREDELCoiVCLAVE,UDITOBEDELPAPA,e sia nel tempo de'novendiali, sia in quel-
Segnatura di giustizia. Questo prelato u- lo del conclave, per loro autorità può
ditore e segretario di tale supremo 7"/7/'U- anch' egli interporre i nominati decreti.
naie diRonia[J .),definiva in esso le mate- Inolile continua pure ad esercitare le
rie proprie del tribunale,cioè determinava funzioni di uditore e segretario di segna-
quali sieno i giudici competenti nelle va- tura, tenendo le consuete udienze, ben-
rie conlroveisiejrimoveva i giudici sospet- ché il tribunale tace; come tacciono tulli
ti sostituendone degli allri,eccettuati quel- gli altri, tranne gli ordinari come sono il

li del Ficario,G Oi'crna tore, Uditore del- Irdjunale tiegli l di lori di Rota, «lopo
la Camera, e di Campidoglioj conce- che Gregorio XVI lo dichiarò tribunale
deva e negava le appellazioni, accordan- ordinario, essendo prima di commissio-
2oG udì udì
ne, et! i liihunali civiFe tli Roma, i cri- e decoro dell' encon/iato tribunale e dei
minali ec. Quello pielalu lia luogo nel- j^iudici che lo compungono, con essodnii-
le Ct/n/H-lic poiili/tcìc co' pielali /"o- que, colla iTo</7/V/ del Cohellio, culla fic-

tiiiìlì (li con essi tsercila


Sc^iuìtiua , e Ititio del cardiiud De Luca, colla Noli-
l'accolilalo apostolico. Vedasi il cardinal tia del p. Plclleiiberg , col Syllithiiiii

De Luca, Rclatio Ptonianac Curiae Jb- Jch-ocaloriwi s. Coiisistorii del Cai-


rcnsi.s, iinc. 3 i: De SiguaturaJuslìtiac, tari, col Bullarium, colla Slorin de'
cjusijiic slilìs. Plellenberg, Notilia Tri- sommi Pontefici del Novaes, e colle re-
ìiiìHilinm Curiac Rumanac, cap. 8: De centi i\Iemorìeà>Ad\. Dondini, giù segie-

Siii^iìalura Justitiac. VlUetti , P/Y?//<:a lodi Rota, principalmente procederò in


(Iella Curia Romana, caj». 7: Della Se- amasse poi vedere riu-
quest'articolo. Chi

irnatura. di giustizia. nili tulli i privilegi concessi daTapi al s.

UDITORI DI ROTA eTRlDLWALE tribunale e suoi prelati uditori , legga il

DELLA SAGRA UOTA ROMANA, /^z^ seguente libro autorevole, come pubbli-
ditorcs Rotae, Trihuiial Sacrac Rotae calo con l'approvazione de'uiedesimi pie-
/ìo/^^a/^/c. Collegio de'/*/T/c/// giudici di luti in soleioo cupie per diasi soltanto a
diverse nazioni , che in numero di XII ciascuno de' nuovi uditori, poiché lutto
conq:)ongono in Roma il Iribimale il piìi tjuanlo il contenuto fu ricavato dagli ar-
nnlico e il più celebre del mondo perla chivi Rotali espressamente. Breve espo-
giuiisprudenza civile e canonica; tribù- sizioiw cronologica de'privilegi confcri-
naie ap[)cllalo per eccellenza AsylumJu- ti da'sonuni Pontejici agli uditori del-
.s7//Ù7(' decano del medesimo il rino-
(dal la sagra Romana Rota, raccolti dal can.
inalo uig.' Coccino, a Gregorio XV già Pietro Tailctli romano,li\oma da\\ali[)u-
uditore di Rota, quandocol cardinal vice- grafia di B. Morini i854> Pertanto gio-
cancelliere ed i colUghi udi'.ori, vi si re- vandomi de'lodali e altri scrittori, lungi
tò IO giorni dopo la sua assunzione al dall'osare di svolgere l'ampio egrave ar-
pontificalo, nel discorso gratulatorio per- gomenlo, spropoiziunato alle mie forze e
ciò pronunziato); unico pel nubilissimo e al ristretto spazio di queste pagine, leu-
sagace uso che ha seinpi e conservalo, nel teiò didarne un'idea pel resto egregia- ;

far cGuoscereal pubblico le ragioni e i uio- mente supplendovi le loro opere e quelle
livi delle sue autorevoli decisioni. Laon- di altri che ricorderò in fine, non menu
tie a questo tribunale egiudici, spesso al- quantoandiò rammentando del già nar-
le sue sentenze ricorrono persone d'ogni rato altrove sopra questa cospicua, mae-
jiaite, ed i suoi decreti hanno quasi va- slosa, dottissima e antichissima giurispe-
Iure di leggi nello slat(j pontificio, e al- rita magistratura, sopra ogni altra cele-
tissinia considerazione [uesso ogni iiazio- bre e onorala. E dessa certamente una
ne. La sagra Rota romana vanta la sua delle piìi fulgide gemme del ponlificule
jjrimilivaoriginedall'iuimemorabile giù- triregno (che il prelato decano sorregge
dicatura de' romani Ponlefici, giudici e quando il Papa lo depone), siccome ce-
inaeslri supremi della Chiesa tallolica; e leberrima per secolari glorie, pel fiore di
inerilò d'essere chiamata da'Papi Pio 11, nobiltà, di prudenza e di »lollrina tiegli uo-
Sislo IV, Clecnenle X e Alessandiu Vili, mini che sederono nel ris[teltabile Iribu-
Tolius CItrisliani lìrhìs supremum Ti i- naie; pe'privilegi di cui gode, pel coinpjes-
Tanto
luiuil. rilevò il celebre Remino a so di sue singolari prerogative; tribunale
Clemente XI, nel dtdicargli l'opera col- venertUo non solamente in Roma e in ila-
la quale dollamente la de>cii>se. Essen- lia,maiii Europa e in altre parti, dapper-
dosi «gli più parlicolarmcnic dedicato lutto acclamato e famoso. I suoi fisti si

tun amore e riverenza al maggior lustro gloriano ancoia per uditori fioi ili pcrsau-
lilii di vita, per molti Papi, per Innume. Unto coniro la s. SmW; alla quale la Uo-
I-abili cardinali, arcivescovi, vescovi, imiii- la si è sempre, come deve, inoslrata os-
zi apostolici e precidi, non die fregiali se.p.iosissiuia, fu confutato dal gesuila p.
d'altre primarie caiiclie e dignità cede- Zeccai lu nell'. /////- /•V/V/ro'//c;, t. r, Intro-
siastiche; di maniera che può dirsi il tri- duiioue, cap. 2, nut. 32. Quoto dolli.,si-
bunale della Rota, fecondo seminario dei n»o, testimonio come l'Europa riguarda-
prindpali ministri della s. Sede, e le prò- va le decisioni del tribunale (juale rego-
ve sono in questa stessa mia opera, mas- la e norma de'giudizi, ne fece la segueu-
sime nella parte biografica. Gli oracoli le- le apologia.» Le decisioni rotali non sono
gali di questo ragguardevole senato di pa- già, come molti si pensano, un giudizio
dri illustri, hanno una tal quale forza di formalo , che si pronunci dal tribunale;
legge, che giureconsulti romani, statisti
i
sono, come ha osservato il celebratissimo
ed esteri, continuamente citano; comecliè cardinal De Luca, una raccolta de'ujoli-
sempre autorevoli, saggie, sapienti e gin- vi, omlei prelati volanti si sono indotti a
ste ne sono le decisioni, la cui raccolta è dare il voto o afl'ermalivo o negalivo ; e
preziosa, sebbene non tutte si conoscono questi molivi >i traggono dalle scritture
e moltissime si deplorano perite perle vi- degli avvocati ede'curi.di della parte vi n-
ccnde de' tempi. Tuttavia dal sagro tri ciirice,alle quali i prelati votanti han de-
bunale le sue decisioni non sono tenute ferito, aggiungendo alcuna volta qualche
in conto che di sem|)lici opinioni. Ma lor riflessione. Ecco che sia la comune-
quelli che sanno, considerano e rispetta- mente chiamala Dc( i.^ionc.E lauto è lun-
no le decisioni rotali, come il più princi gi, che ella contenga la sentenza de'[jre-
pale e sicuro fonte della giuiisprudenza lati, che anzi è ordinala a (ine, che liti- i

cristiana, e conservano qual tesoro di


si ganti perditori veggano le ragioni, pii le
diritto. Vuole il Beinino,che \e Decreta- quali i prelati hanno opinalo m lor disfa-
// e i decreti de' Papi provengano dalle vore, e possano con procacciarsi convene-
decisioni antiche della Rota, e gli stessi vole risposta adoperare, che i prelati ri-

suoi membri ne furono compilatori e Col- vochino ildato voto. Infatti accade non
lettori. Imperocché egli osserva , se dal rade volte, che i prelati in una Ruota ilia-

iiascere della Chiesa vi fu giudicatala nel no per le ragioni esposte nella deci>ione
crislianesinìo, certamente vi furono giù* il voto favorevole ad una parie, e in un'al-
dici in Roma, sopra cui raggira vasi ogni tra allese le nuove scritture de'perdituri
grande affare canonico e civile, e li decre- si dichiarino per la parie opposta. Quan-
ti edecretali chiarameiitedimostrano,che do poi in una causa sieno emanate piii

ne' primi 607 secoli vi fos5e Auditorio, decisioni conformi, viensi alla finale >eii-
oode i pontificii dottori procedessero al- lenza, e questa è Giudizio Rotale, che vic-
Per cui dice il cardinal De
le decisioni. ne dopo le decisioni. Ciò posto, in primo
Luca: Dccretalium Icnor o.sUnditj e con luogo nelle decisioni \\mW\ distinguere lu
lui quanti giurisperiti scrissero prima di sostanza dall'accidente, e per sosUiiLza
]ii'ì, comeueWa PracticainRoniaiiae yiu' intendo il complesso, o sia il grosso dei
/r/e^c//o«e7/ìilVestri,chedichiaia; ywcxZ motivi, che ha persuaso i prehili;per ne-
Canones ex Tribuna-
lutjus Rolae, seu ridiente intendo le varie proposizioni in-
lis Decrelisac dctei-iidiiationiìnis dc'
, cidenti, che ad oriialuin della decisione
pro/npli sitili. XvenàoDii lfon(hci/ii(^f'\)^ vi mette del suo il curiale slenditore. E
mascherato col nonie di Febbronio, do- certo accadet può che dallo stenditoiedtl-
po la metà del secolo passato vomiialala la decisione pongansi a riempitura eil or-
sua bileanco contro questo tribunale e le namcntoalcune cose meno esatte; le qua-
sue decisioni, per isfogare il suo mal la- li però esser non debbono poste a carico
5o8 UD I IJ Y) I

ilei Irihiinnle. In luogo secondo dille ^i rae apud Pythagoricns Jnit , ul nnllus
noia dette co'^e si f<i manifesto, che (juel- non satit esse pufet direre sic Rota de/i-

lo stesso, the pnò chiarnaisi sostanza del nivit. In lio< Auditorio cuncla ad doclri-
)a decisione, non è nn sentimento fisso, itam, prudentiani, inlegriialem ac san-
feinio. compilo, risohito,ediciam co^ìid- clitntent allmeniia sunt, ut vìrtulis quod-
timato del li ibnnalc; ma un sentimento, dani monuinentnni vocari j'ure pnssit. ho
che propensi a'iitiganti perditori, accioc- Scaccia poi nel lib. 1 , cap. 26, n.° 4. ceco
ché io esaminino, vi cerchino il difetto, C(jme si espresse. Cujus sententiae appel-
se v' è, e trovatolo il mettano in chiaro lanlur Dccisioncs, quae tanlae auctori-
|)er ottenere ragione, che loro si dà rcrcn- talis sunt, tit kabeanfur prò legibus apud
do a cìccisìs. Dal che in fine seguita, quan- onines natioiie<: Romano Imperio subje-
to a torto fieri qui, e altrove, da Febbro- f^/.s. Quest'aiiiichissima e nobilissima isli-

Ilio disapprovale e derise le Rotali decisio- luzioiie, che vanta i suoi primordii co'pri-
ni per alcuna cosa, che al curiale fosse mi tempi della Chiesa, per la sua non in-
scorsa meno accurata. E tanto più è pa- terrolta continuazione incontaminata, pel
Je'«e questo torlo, perchè le decisioni slam- suo incremento e trionfi progre-.sivo so-
pausi ad uso de'ciu iali, i quali già sanno pra tante altre simili isliluzioni, per quan-
«lirsi molle cose senza escludere le con- to egregiamente l'informa, pel suo mira-
suete limitazioni, che sarebbe fuor di ()ro- bile [)rocedere; porta l'impronta di quella -

jiosito inserire nelle decisioni. Merita be- sapienza, di (piella fermezza e di quello
ne gran lode il savissimo metodo usalo S[)iiito divino, di che vanno fermamenle
da sì rispettabile tribunale, perchè la ve- fornite le principali opere di Roma cri-

rità si scuopra, e si eserciti la giustizia". sliaiia. Silfillo tribunale furino iu ogni e-


L'altro gesuita p, Pleltenberg, Nolìliii poca r auimii azione dell' uni versale, co-
Trilnuuilitiin Curidc Romanae, cap. 1 5: niechè una creazione de' Papi precipua-
De Rota Romana, colle bolle di Pio IV nienfe intesa a giudicare sopra materie
e Paolo V, e col cardinal De Luca, la de- ecclesiastiche, le sue relazioni in cerio mo-
Unisce. Boia Romana esijudic'uim Sani- do presero il carattere di quell' infallibi-
mi Ponti/ìct's, quoil cognoscit caiisas u- lità propria della cattetlra apostolica da
tiut<i(jue fori, Eccltsiaslici f^iiident per cui emana. Crede il Hernino, che colla na-
iintvei snni Oibcm calhoLicum lamquain scente Chiesa i dottori e giudici che aiu-
tribunal ficarii Clirisli generalis , et tavano i Papi nella giutlicatura e compi-
J'^jìiscopi Ecclesiae uni\'eisalis. Fori ve- lazione delle decretali, furono indicali coi
ro temporalis et profani caiisas tantum nomi dì Seniores, Co'JSi/'VznV ((|ueslo vo-
civiles^ non criminales , iclque ul pluri- cabolo ebbe nel medio evo altro signifi-
munì via appellalionis ad se dtvotulas cato, e particolarmente prima fu proprio
lìijudicat taniquani dicasteriuni Princi- del Primicerio della s. Sede, lo fu pure
jìis temporalis Urbis Ronianae, ci illiui de'giudici, e poi del Superisla, pel riferito
quae Status Ecclesiasli-
Jlaliae dilionis, in tali articoli: altri esempi li ri[)orlai nel
cus nominalur, nec non civitalis Avcnio- voi. LV, p. 143, e LXin, p. aSg), Dcctt-
nensis, el comilatus f'enuxini in GalUa. rionei reipublicae, per le cause altresì
Prima degli encomiali scrittori, già l'iu- contenziose e dette forensi, formatori di
Mgnc giurisperito ricordalo Veslri non decreti e di statuti; mentre per l'arnuji-
tlubitò di alìcrmare in onoredelsagro tri- histi azione generale della Chiesa i Papi,
bunale, lib. 2, cap. 17. Ejus quanta sii specialmente sino da' suoi primordi el>-
anrloritas^ ncmo ncscius est, undt non bero a consiglieri Cardinali {f ), for- i

injnria divi potai, quod tanta est Àa- manti il senato aposlulico che poi si chia-
dilorunt Rotar opimo, quanta Pythago mò Sagro Collegio {f ), oltre i compo-
udì U D I
2...J
ueiili il rreshilerio[r.),[)o\(\enoConcì.'!to- giudicatura. Il numero de'giudici poi de-
ro(/''.),oa cuiqueitosuccesse.il Tribunale nominali uditori di liota, fu maggiore o
(/'.) ecclesiaslico d'origine divina, ileiivò minore secondo che comportavano tem- i

ancora da' piecelli degli Aposloli, e dal pi, regolandolo la prudenza pontifìcia; m.i
' principe loro S.Pietro. Il principio de' T)/- la base sulta quale il gran tribunale è
hunali di Roma { / .) si riconosce dal Pre- fondato, rimase sen)pre invariabile. Se-
sbiterio e dal Concistoro, ne' quali i Papi condo il riferito dal Dernino, dopoché
sino da'prinii secoli della Chiesa vi trat- l'imperatore Costantino I, diveiuito cri-
tarono e giudicarono gli all'ari del cristia- stiano, ridonò la pace alla Chiesa, ed ac-
nesimo, anche contenziosi e criminali; cordò a'già perseguitati crislianiil libero
non che dall' Udienza [P^.) eh' essi da- esercizio di loro religione, concesse circa
vano nella loro Camera, pronunziando il 3 r4 a Papa s. Melchiade parte del pa-
le sentenze anche nella loro Cappella, il lazzo imperiale di Lateraoo, per decorosa
che servi poi d'occasione a deputare alla abitazione sua e de' successori. Passali
cognizione e giudicatura delle cause ì Io- coàu Papi dalle Catacombe (di cui ripar-

io Cappellani, poi delti Audilores cau- lai Sepoltura ), nella reggia augusta,
a
sariim Palatii apostolici, indi chiamali che poi ebbero iuteiamcnle, vi formaro-
Uditori di Rota, ed ivi pure conlerma- no il Patriarchio Lateranense, ed ivi sta-
\ano le loro risoluzioni e sentenze. Il No- bilirono la loro ordinaria dimora colla
ììienclatore, antichissimo udlziale e Giu- Famiglia pontifìcia, co'principali ufliziali
dice Palatino, terminava le cause por- e giudici della s. Sede, i quali in origine
tate al Papa, e ciò in unione del Saccel- furono tulli chierici, che ad uu tempo as-
lario. 11 Primicerio della s. Sede era an- sistevano il Papa all'altare nella celebra-

che capo de'giudici palatini, ed il Primi- zione delle sagre liturgie, da me descritte

cerio de' Difensori, de' giudici e de' di- in tanti articoli, e nel governo della Chie-
fensori. Talvolta furono giudici anche gli sa universale, come a suo tempo eziandio
altri primari uflìziali maggiori del Pa- nel principato temporale. 11 luogo desti-
lazzo apostolico Lateranense, non che i nalo nel palazzo pontificio all' udienza
Nolari o Scriniari della s. Sede. E Judi- delle cause si chiamò Auditorium, ed il
ces de Aula pur det-
Ldierrt/ie«5i furono Bernino riporta la testimonianza del Ca-
ti gli non che Judex sa-
uditori di Piota, sella, Historia de primis Italiae incolis,

cri Palaia apostolici. Vócoido tulli que- che afferma sino dal tempo di Costanti-

sti vocaboli per avere trattato a'Ioro ar- no I l'Auditorio de'giudici essere fisso nel
ticoli dell'antichissima giudicatura apo- Laterano, quali facevano
i le sagre consul-

stolica e principesca, la quale compe-


si le e i giudizi ecclesiastici sotto la Confes-
."
uelra nel presente articolo, e vanno essi sione dell' adiacente basilica, cioè nel i
tenuti presenti per la relazione che vi han- piano sotto gradi dell' aliare, per dove
i

no. Vari furono i nomi portali da quelli si entrava al sepolcro de'Marliri. In (|uc-

che propriamente precedellero i Giudici ste origini il Bernino si dillonde con trop-

Palatini e òt\ Laterano, posc\sk eziandio pa sicurezza e poca critica, per cui mi li-
uditori di Rota, pe'quali il Papa manife- miterò ad accennarle, avendone già di-
stava la sua sentenza e giudicava nelle scorso ne' luoghi relativi. I diversi nomi
questioni che insorgevano nella crislia- portati ne' primi tempi dagli uditori di
nilà,e poi dopo l'origine della So^>ranilà Rota indicano gli ulìizi che funsero nelle
Papi e della s. Sede (/^'.), anche per diverse epoche, come di Cubiculari e
de'
1'aoiministrazione civile del principato Cappellani, per la custodia loro affidata

» temporale, oltre Placiti che Papi pre-


i i da Papa s. Leone 1 de'corpi de' ss. Pic/ro
siedevano, o ad altri ne commcllevano la e Paolo, il sepolcro de'quali fu dello Li-
VOL. I xxxu. 14
0.IO udì U D I

mina Jpoitolonm {V.), e ne riparlili n Eola nel palazzo apostolico o T'^atìcano ^

SlPOtCRO DE'noMANI MONTEFICf. l'ieSSO (Il o Quirinale. >• Cliiaiuan>i Auditori, per- j
essi ftiiono etlificale per loro dimoin ca- che anticamenie le cause si delegavano ;

mere, che si dissero Cuhiciila e Capei- a qualcuno di questi, chiamati Cappella-


la, tla'qiiali vocoboli restò loro (pieiii di ni del Papa, col resciilto: /Indiai N. j'ii-

ciilìiculdrì e cappellani de' i'npi, per gli stitiani faciatj e peichè per nome alimi
inlinii servizi che loro rendevano, Cubi' odono le cause, ma senza loro commis-
ciilarii Papae, Cappellani Papae. Altri sione non le |)onno dillerire, perciò chia-
vogliono che il nome di cappellani deri- niansi Auditoii generali del palazzo del

vasse loro dall'uso antico de' Papi di te- Sommo Pontefice; ed in vece di esso, esa-
ner udienza e di proniniziar le senter)7e minano, sentono e decidono ; ond'è che
nella loro cappella o sl.inzn ; nella qtiale hanno la giurisdizione abituale, ma 1' e-

erano deposti sagri arredi e paramenli


i sercizioè commissario, o dalla Segnatura
de'romani l'ontefici, depniando alla co- o dalPapa medesimo. L'originedi questo
gnizione e giudicatura delle cause, per le tribunale nacque, che usando almeno an-
questioni che da ogni parie del mondo ve- ticamente il Papa di conoscere e decidere «

nivano sottomesse al tribunale apostolico, col voto de'cardinali delconcistoro,quelle I


i loro cappellani, poi detti Atiditores can- cause nelle qoali o per ricorso oper appel-
sarum Palatii apostolici, perchè il luogo lazione o per coiiqiromesso, ovvero per le-
della giudicatura prese il nome di AikIÌ- gittima autorità si ricorresseal suooracolo
toiiurn, che tuttora porta, ivi adunando- da tutte le parti del nmiido cristiano catto-
si a rendere le loro sentenze, per cui cia- lico. uè potendosi in cjuel consesso decidere
scuno di essi fu appellato /ludi/orco I di- tulle le cause; però conoscesse e decidesse
(ore. Aggiunge il Bernino, che il titolo col voto, ed a relazione de'suoi cappellani,
di Ciibictdari pervenne agli uditori di iquali udissero le parti, e decidessero e-
Rota, dal luogo del pontificio palazzodet- zinndio senza partecipazione del l*apa ".
to anche Cubiculitni o\e si adunavano e Il brindini opina che il vocabolo Audito-
congregavano per discutere le loro cnii'^e rio, forse derivò dal celebrato .luditorio
ftirensi; e che anIicoQienle Cubiculunt fu del sapiente e modesto giureconsulto E-
sinonimo di Cappella, e tale era rpiella ntiho Papiniano, condiscepolo e amico
denominala Tluilumiis, in cui sopra un «lell'imperalore Settimio Severo, che da
alto lettosi conservavanoper ordine e ben avvocalo del Fi<!co lo fece Prefetto del
di>;posle le vesti sagre tiel Papa, quando Pretorio (f.) i^er la parte civile; e che
di esse egli si vestiva per lo pubbliche perciò in qualche parte venne imitalo
funzioni. Dessa «-onivponde alla Camera l'antico Auditorio romano in cui il Preto-
de'paramenti {J .), (hiainandosi l'alio re urbano non procedeva solo ne'giudizi,
tavolino ove si pongono delti |)arameiili, i ma era assistito da uomini sapienti e
Lello dr'Piiramenli (/ .). Tale stanza o onesti, co' quali non meno grandi che i i

<:appella era assegnala a' giudici cubicu- lievi all'ari discuteva e sentenziava. Quan-
lari come Auditorio del loro tribunale, to poi all'antichissimo nome di Rota e di
quindi fu eh' eglino veslironu e spoglia- Rotula, diverse sono l'etimologie più o
rono Papi degli abiti sagri, ed aveano la
i
meno critiche e probabili. Si vuole pro-
cura di conservarli, almeno un tenipo venuto dal modo cui siedono in circolo
;

mentre l'iinizio tiel vestire e spogliare il nel tnbunalee formano così la figura del-
Pupa tuttora 1' esercitano, ed anco per la rota; o pei che per vicendevole e rego-
questo conviene loro il titolo di cappella- lato turno vengono dagli uditori n mano
ni. Dice il Piazza, PÀtscvologio Romano
n mano proposte al tribunale le cause,
p -282, Del Collegio degli Judilori di che vi debbono essere agitale; o dal pa-
UD I udì 2,,
vimedto della sala delle sedute, nel quale vola Romana per distinguerlo da quelli
eiavi una rotf» porfìietica, o marmo por- a similitudine di questa n)assima istituiti
fido in figura di rota che die nome alla da' l'api in diversi lem[)i secondo le op-
camera dell'Auditorio; o dal tavolalo del- purtuuilà in molte allie città del domi-
la medesima, nel quale eia rappresentato nio loro, come |)recipuameulein Bologna,
in lavoro di tarsia una rota ; o dall'esse- in Perugia, in Avignone, in Macerata,
je stata la rota come emblema di pena in Ferrara, t:<\ in altre, come rilevai nei
afflittiva di morte pe'gravi delitti ;ovve- loro articoli e ripeterò in seguito; oieotre
jo dal presentarsi che si faceva loro delle della Rota che Cesare Borgia islitu"! in
scritture nella forma degli antichi folli- Romagna, parlai a Rimini. Anzi aggiun-
mi, ravvolte intorno a un piccolo cilindro gerò che un tribunale della Rota neh 77 1
di legno, poiché sostiene Dernino che Iti istituito in Madrid da Curio IH, com-

quanto presentemente dicesi Sciillura, ponendolo di giudici spagtiuoli per gli af-
l ohimè o Processo di cause, il quale si fari ecclesiastici della Spagna (f^.), con
presenta a' giudici da' litiganti in difesa autorizzazione del breve diClementeXl V
di loro ragioni, anticamente dicevasi Pio- de'?.()agosto 774, liservaiido al nunzio
I

ta, o Rollila o Rolulwn. Il Piazza diceche pontificio la giurisdizione contenziosa,


prese il nome di Rota, perchè gli uditori onde fu chiamato il Trihuiinle della Rota
stando ben esatta-
in giro, nel giudicare della Nunzialnra apostolica di iMadrid
mente scandagliano ed esaminano, senza Alle notizie riportate nel riconlato arti-
lasciar verun angolo e secondo tutte le colo, aggiungerò che Pio VII co' brevi
loro parli le cause. Quindi si dissero Au- Calholicoruni Principum, de' 28 luglio
ditores Rolae, forse secondo l' Emerix I 829, ed Exposituin Nobis, de' 29 gen-
per la ragione, quod in Orbem scdenles nai()i83o, Bull. Roin. cont., 1. 1
8, p. 48
controversias rotant et exaniinanl; e per e 84"- Dotalio Iribunalis sarrnc Ro'aepro
r inlegrità, sapienza e giustizia de' loro causis lani civilihus, qnani criininalibus
giudicati nel risolvere le più gravi e im- regularium, aliorunujut s. Sedi imme-
portanti questioni, che da ogni regione diate sub/ecloruni in regno Hispania-
copiosan)ente si portarono al loro tribu- rum Cornmutalio exacdonis annui sub-
:

nale ; e questo dall'universale venerato, sidii constituti prò stipendio Auditorunt

per antonomasia si disse Sagro e Sagra la Rotar Nunliatnrae in regno Hispauia-


Rota, anche per essere il liibunale pro- rum, et Sacrae Rolae Romanac. Dirò
prio forense del Papa, per cui giudicava- ancora che prima di dett;; epoca un tri-

no in nomine Papae, mentre ancora nel- biuiale della Rota fu istituito anche in
le commissioni Uotali si enunciavano 'e Firenze nel 5o2,e ristabilito nel 680 per
i 1

cause col titolo di Causae Sacri Palalii la Toscana {f^.y Quindi nella stessa al-

Apostolici. Aggiungerò col Piazza, che il tro se ne creò neli8i4 e df nominalo Ro-
tribunale viene chiamato sagro per l'abi- ta di Grosieto, comccliè destinato per la
to maestoso usato dagli uditori ne! giudi- provincia Grossetana, per la marittima
care, solito usarsi solamctile nelle sagre Sanese e per l' isola d' Elba. Nel 1 5o2 il

funzioni concernenti il divin culto, per- tribunale della Kota di Firenze era succe-
chè intenda non doversi nel giudicare
s' duto all'ufTlzio del suo podestà, investito
farsidominareda alcun motivo tempora- della giurisdizione civile e criminale,ed al

le e da rispetti umani, essendo sempre capitano del popolo. Si compose il Iribu-

sotto gli occhi di Dio giudice sovrano nale di 5 giudici, il cui presiilente, che iu

scrutatore degli animi e punitore de'pre- principio si cambiava ogni 6 mesi, riten-
varicalori. Finalmente si aggiunse a'no- ne un tempo il titolo di podestà. Nei 833 i

mi di Sagro tribunale della Rota, la pa- in Firenzeaucora esisteva il liibunalecri-

I
2. 1 2 udì UD l

minale della Rota. In Roma dunque sta- esso conservarono sempre quello di Cap-
bilito per i." tribunale forense del Papa pellani del Papa, come ecclesiastici re-
quello della Rota e con residenza e abita- golari e secolari che senza interruzione

zione de' giudici Aiidìlores nel palazzo continuarono ad assistere nelle sagre fuu»

apostolico, quando per le liti forensi altri zioni. Nondimeno abituandosi i popoli a
tribunali non esistevano, durando costan- riguardare ne'cappellani pontificii piut-

temente e con plauso la denominazione tosto de' giudici, in seguito ommesso il

di Rota, risolvette il sagro tribunale d'in- primitivo titolo di cappellani, nel secolo
nalzare per sua insegna e arme una rota XV e AaW Auditorio luogo dell'adunan-
denotante anche nel nome Sapienza e za e dal nome ormai invalso al tribunale
Dottrina, come quella che non rappre- di Rota, comunemente si chiamarono V-

senta rota materiale di legno, ma scrit- ditori della Sagra Rota o Uditori di Ro-
tura in forma di rota, che nel sigillo ri- ta, dal Morcelli latinamente detti ; A7/
prodotto dal Bernino si vede complicata f^ir Sacri Consilii Lilibus Judicibus j ed
in giro, e nel sigillo più grande aperta in il loro decano : Senior Sacri Consilii
\olume. In questo antichissimo sigillo si XII J ir Litihus Judicibus. In quel seco-
legge in giro in lettere gotiche: Sigillunt lo esistevano in Roma tra' principali tri-

Collega Audilorum Sacri Palatil Jpo- bunali, una corte d'appello, detta in an-
Molici. Nelmezzo del sigillo sono 3 u- i i tico Capella o Rota Romana, supreuìo
Rota sedenti in circolo, con s.
ditori di Foro della Chiesa cattolica; la Segnatu-
Caterina della Rota da una parte, e s. A- ra di giustizia C^.), e la Segnatura di
goslino apostolo àeW Inghilterra dall'al- grazia (F.). Riferisce il Volghi, riporta-
tra, ambedue protettori insigni del tri- lo dal Rondini, che in quel secolo gli Au»
bunale, e da lui scelti, la santa come mar- ditores Rotae erano stipendiati dal Papa,
tire nella rota, dal cuitormento però fu ma potevano essere di diversi paesi, per
miracolosamente liberata, e il santo vene- cui vi si trovavano già come giudici, oltre

rato per uditore di Piota. Queste due fi- gl'italiani, francesi, spagnuoli e tedeschi,
gure sono pure nel detto sigillo medio, in i quali ultimi furono allora in particolar
alto di reggere il volume in forma di ro- modo preferiti. Già godevano tutti quanti
ta, dietro alle quali si vedono genuflessi molle prerogative e franchigie, ed erano
gli uditori e 6 per lato. Nel sigillo piccolo quautoalle loro faccende di visi in 3 senati,
sono egualmente disposti in circolo a i i dove avea ognuno un relatore e 3 votan-
uditori di rota, come gli altri vestiti di ti. Oltre di essi, era nella Rota anche un
cocolla, essendo stati un tempo monaci, numero di Procuratori e di avvocati, per
ed in mezzo lo Spirito Santo raggiante mezzo de'quali le rispettive parli tratta-
che gì' illumina nella mente. Anche que- vano in giudizio loro affari. Così a que-
i

sti due ultimi sigilli hanno la riferita epi- st'ultime cariche, come a quelle di udi-
grafe, e con tutti il tribunale autenticò tori, non si ammettevano che uomini i

le sue decisioni. In processo di tempo i quali si distinguessero per dottrina e pra-


ponenti uditori, dopo il decano, co'propri tica, per fina circospezione, prontezza e
sigilli legalizzarono i decreti da loro ema- onestà. Ed oltre a ciò era difficile trova-
nali. I giudici cappellani scelti dal Papa re uomini di qualità cosifTutle per en-
al grave e delicato incarico, furono sino trare in Rota. Onde il Papa qualche vob
da'piimi tempi ammirali per autorità e la inconibenzavu 1' ambasciatore o ora-
distinti col nome di I\laestri\i\ giurispru- tore di Residenza o Ubbidienza (/'.)
{.Vi

denza della Chiesa romana titolo che , del celebre ordine Teutonico {U.), sul
meritamente loro dato, fu poi esteso al quale e sul di lui dominio temporale e-
resto della Prelatura della s. Sede. Coa sei'citava particolare podestà, d' invitare
udì udì 2i3
qualche dotto tedesco che potesse essere glievano argomenti e le prove; assiste-
gli
ioipiegato come uditore della Rota e ; vano verbalmente le cause, e talvolta si
d'altronde tenevasi da ognuuo a gran for- recavano in persona alle udienze del Pa-
tuna venire eletto dal Papa a questa cor pa siccome oratori e difensori de' loro
tedi giustizia. Neil 4^1 non essendo nella clienti, in presenza de'Iegati ovvero am-
curia papale neppure un uditore tedesco, basciatori, e si assegnava loro ordinaria-
perchè tutti erano stati vittima della Pe- mente uno stipendio annuo determinato
stilenza^ che afflisse Roma nel precedente di3o o 5o ducati. Ma questo era sola-
triennio,il dottissimo maestro Lorenzo mente un mezzo per impegnarli, perchè
Bluraenau, dottore della corte del gran poi, per certi loro speciali lavori e pre-
,
maestro teutonico di Prussia, il quale io mure, doveasi pagare ad essi altrettanto
quel tempo come uditore e consigliere sì in denaro che in regali. Aggiungasi che

stava presso il cardinal Scowinbergh ve- le parti litiganti, nel regalare loroavvo- i

scovo d'Augusta, fu da questo raccoman- cali, facevano sovente a gara a soperchiar-


dato a Nicolò V come degno della carica si e tirare a se i migliori ". Del resto, sali-
d'uditore di Rota e ne fu nominato; ed to il tribunale della Rota ed i orelati suoi
egli scrivendo al suo signore, riguarda fama,e stabiliti al numero
uditori in tanta
l'impiego come la fortuna più grande al- di XII, universale comune fu il deside-
la quale avesse potuto aspirare. Gli ora- rio di spontaneamente e con piena fidu-
tori o procuratori teutonici intervennero cia sottomettere all'Auditorio della s. Ro-
poi alle cavalcate pe'possessi d'Innocenzo ta Io scioglimento delle questioni che sor-
Ville di Leone X, e in questo col vessillo gevano nell'intera cristianità, non meno
dell'ordine. In quel tempo le attribuzio- nelle cose ecclesiastiche e canoniche, che
ni della Rota erano molto estese, perchè nelle civili pubbliche e private, massime
le venivano presentate, come a foro eccle- da Germania e Inghilterra, primachè la
siastico e secolare, dispute o questioni di eresia infelicemente vi penetrasse. Quin-
sì canonico che civile; mentre alla
diritto di non è meraviglia se diversi sovrani, re-
Segnatura di grazia, in cui il Papa pre- pubbliche e città d' Europa aspirarono
siedeva in persona, e dove i membri non ad avere nell' augusto consesso uno dei
potevano essere che cardinali scelti ed al- loro nazionali e concittadini ueli' oflìcio
tri prelati distinti, venivano solamente autorevole di uditore di Rota, col ragio-
portate a decidersi quelle cause in cui la nevole e utile intendimento, ch'egli gio-
grazia del Papa era richiesta; e la Segna- vasse co'suoi lumi i colleghi a giudicare le
tura di giustizia, oltre a diversi altri affa- cause de'conuazionali e concittadini, come
ri giuridici, avea a decidere specialmente conoscitore de' costumi e delle leggi del
intorno all' ammissione de!!' appellazioni proprio paese. E vari Papi concessero ai
al Papa.» Inoltre, la corte del Papa era sovrani, repubbliche e città 1' onore e il

circondata da gran numero di avvocati, privilegio di proporre loro tre o quattro


procuratori, sollecitatori, notai ed altri: propri connazionali o concittadini, per
alcuni de'quali aveano impieghi perma- sceglierne uno a uditore di Rota naziona-
nenti |)resso le autorità di Roma ; altri le, che insieme divenne il patrocinatore
1 iceveano annue pensioni da'clienli, o vi- de' suoi massimamente se
compatriotti,
veano del lucro delle loro occupazioni e la sua nazione non avea presso la s. Sede
de'donichericeveano. Questi diversi pro- il cardinal Protettore [P'.). Di più nell'as-

curatori non aveano azione diretta nelle senza de'ministri e ambasciatori de' loro
trattative, potevano bensì molto nelle stali, gli uditori nazionali talvolta nesup-
questioni legali ; con)pilavano le istanze plirono le veci, come pure presiederono
al Papa, al Collegio e a'Tribuuali; racco- e diversi presiedono uUe pie istituzioni
2i4 udì UD I

nazionali esisleuliin Romn, con lilolo tli scegliere gli uditori,» qualiordinariamente
piicoiceriogovernatore o altro, il che
,
si compongonodi 3 romani, d'un bologne-
geneialmenle è ancora in uso. Vollero i se, d'uo ferra rese,ù'on perugino o (escano,
Papi, che a somiglianza del sagro collegio d'uno per l'impero di' Austria (da alcuni
composto di cartlinali d'ogni na7.ione,si co- detto veneziano o milanese),d'un//'aHce5e,
i-lituisse il tribunale della Ilota, perchè lut- e di due spagnnoh. Qui mi occorre avver-
to il mondo ricorre ad esso per la decisione tire, quanto all'uditore per la Toscanao
delle cause, e si formasse d'una unione di Perugia, in aggiunta all'analogo riferito
dottori estratti dalle scuole più dotte dei in Sali articoli, che il granduca Ferdinan-
popoli. Da'Papi fu concesso il diritto di do nominò uditore mg.'^ Corsi, il quale
111

presentare i candidati per l* uditorato a iiou avendo couqjiti gli sludi, la Rota non
Milano ^a Venezia, aWà Germania, aWn l'accettò. Allora il granduca pregò Pio VII
Francia, alla Spagna uno pel regno di ad accettarlo, rinunziando all'alternativa
Casfiglia e l'altro per quello d'Aragona. che godeva con Perugia, e fu esaudito.
Firenze o 7o.?f««rt godè per qualche teiD- Gregorio XVI fece cardinale l'ottimo mg.'
po tale privilegioj o per consuetudine al- Corsi come decano del tribunale, e no-
ternò con Perugia la pi esentazione. Que- minò per uditore in suo luogo il perugi-
sta fu pure accordata a Bologna ed a no mg.' Baglioni. Morto questi, il regnau-
Ferrara, non che alla Piomagna coU'al- te granduca Leopoldo Il pregò Gregorio
fernaliva tra Ravenna e Foracelo narrai XVI perchè venisse eletto a successore il

negl'indicali articoli. Non si conosce però toscano mg."^ Del Magno. 11 Papa volen-
quali Papi concessero al re di Francia, dolo iu parte conleulare, senza pregiu-
al re di Castiglia ed al re d'Aragona la no- dicare la rinunzia emessa dal di lui geni-
mina o presentazione dell' uditore nazio- tore, lo nontiuò uditore di Rola per la

nale; similmente s' ignora a quale impe- Spagna allora vacante, dichiarando che
ratore e da <jual Papa tale privilegio fu ciò non dovesse portare pregiudizio a quel
accordato per la Germania, ed esercitato regno, quando le cose politiche si fossero
lìnihè durò Impero occidentale Roma-
\' accomodate, e fece uditore anche il peru-
no-Germanico, sciolto a' 6 agosto 1806 gino nig.' Autinori. Ecco come ora si com-
per la rinunzia di Francesco 11. Delle al- pongono gli uditori di Rola, secondo l'e-
tre concessioni dovrò riparlarne, come poca di loro ammissione ossia quando fu-
note, così d'una certa alternativa tra Pe- rono falli uditori. Sagra Rota Romana
iugia e la Toscana. 11 Rondini è d'opinio- Prelati l dilori. I. ]Mg.' Pietro de Silve-
ne che l'Inghilterra non godè del privi- stri di Rovigo, fatto uditore impero dell'
legio di presentare persone per l'Audito- d'Austria a' 4 h'glio i83B, decano, lì.
rio. Ed il milanese l*iazza sostiene clie Tu- Mg.' Ignazio Alberghili! della diocesi di
ditole milanese ei a [)er Milano e per tut- Bologna, fallo uditore bolognese a'2 5 no-
Lombardia. Negli ullimi ten)pi, per
ta la vembre i83G. III. Mg.' Gio. Alessandro
tante politiche vicende,non lutti conti- del Magno di Chianui diocesi di Volterra,
nuarono ad esercitare il privilegio della fatto uditorerom^«o{pel narralo nel voi.
presentazione. Prosegtiirono ad esercitar- LXXVIII, p. 76) a'5 maggio .845. IV.
lo, la Spagna almeno talvolta con un solo Mg.' Luigi Serafini di iMagliano in Sabi-
utiilore ; la Fiancia interrollamenle ; la na, fallo uditore //iZ/rt/ifie 1*8 luglio 85o. I

< 'CI mania o meglio l'imperatore d' Aii- V. Mg.' Luigi Antonio de Witleii di Ro-
J-liia, traendolo dalle sue provincie italia- ma, fatto uò\[oxe ferrarese a 5 maggio
ne Lond)ai (lo-\'enele, singolarmente dal i85i. VI. M".' Pietro Giannelli di Ter-
Veneto. Laonde restò al Papa in parlo ni, fallo uditore romano a' o giugno 18 T J.1

l'antica \\\m Ui t maggior latitudine uello \ì\. Mg.' Augusto JXcgroui di Roma, fui-
U D l udì 2,5
to uditore rowm/io il i.° luglio i 8 *)
3. Vili, somma lode, è slabililo die in qualsivo-
Mg.' Euea Sbaii-elti eli Spoleto, f.itlo uili- i^jia trallazioiie di causo siano lutti n»e-
(ore di Romagna per Ravenna e Forlì ai scolatameiite coll^idel•ali, e non si abbia
2o gennaio 1854. IX. IMg/EmanueleUo- alliodi mira die il turno quale licoire.
diiguez-y-Sandiez di Casabermeja ilio- « Dguale è in loro la giurisdizione. Così a
cesi di Malaga, fatto uditore spngnuoloca- mo' d'esempio in tempi più pi-ossiini,nel-
gennaio 18 j^4- ^* Mg.' Car-
j//ji,'//V7«oa'27 le cause le cpiali giungono insino a scudi
lo Amabile de la Tour d'Anvergne nato 5oo ha il tribunale giurisdizione ordina-
in Molines, fatto uditoie/'vz/iff fé a' ^4 ria, e questa ha eziandio aliorchè ({ual
novembre 856 (il Giornale di Ronidiìn'
1 tribunale di appello torna a rivedere le

18 gennaio i856 riferisce, che per la cause già passate per uno de' suoi due
spontanea dimissione di mg.' Gastone di turni. Il che avviene poi con una s[»ecie

Segur dall'ufficio d' uditore della s. Ro- di limitazione. Conciossiachè le delle


niaiia Rota, il l*apa crasi benignamente giurisdizioni restringonsi soltanto per ri-

degnato uoiniiiarvi mg/ la Tour suo pie- spello a quelle cause che proveiiguno dal-
lato domestico). XI. iMg."^ Antonio Pelle- le provincie aldi cjua dt'gii Apenuinì,
grilli Amailori toscano di Fiaiicastagna- mentre ai contrario quelle al di là de'me
io diocesi di Pitigliano, fatto utiitore lo- desimi monti vengono da essolui giudi-
scaiio il I
.° dicembre 8561 (cioè come ri- cale solamente in via d'appello, e come
ferisce il Giornale, di Roriia de' i"2 feb- in 3." grado di sua giurisdizione, cioè a
braio i856 per nomina del Papa, e pel dire dopoché neileaccennute parli le stes-
narrato nel voi. LXXVIII, p. 66 e 76, e se questioni sieno per l'avanli slate decise
non in luogo del perugino mg/ Anliiiori. con due dilFormi sentenze. L'anzianità e
Imperocché il Giornale ih Roma dc'j>8 la sola cagione che li dislingue tra se, ed

tlicembre I 855 notifica. "Il marcheseS[ti- è essa medesima, la quale pervenuta al


nello Anlinori di Perugia, che da vari più allo grado, costituisce il Decano. Il
anni avea l'onore di sedere fra gli uditori quale, in generale,non si dillercnzia dagli

della Rota romana, cioè da'9 maggio


s. altri ne' giudizi delle cause, ma ha sola-

1845, non essendo astretto da vincoli di mente alcune atti ibuzioui da soddisfare
sagri ordini, implorò dal Santo Padre la in modopiù principale. Cura che lecau-
grazia di dimettersi da quell' uffizio, ed se non si dimorino in lunghezze, ed in
abbracciare lo stato coniugale/La Santità pari tempo che la procedura si osservi.
di N. S. mossa dalle ragioni addotte da Poi vigila che dubbi, siccome e'convie-
i

quel prelato si è degnata condisceiulere ne, proponghino, che le cause si lap-


si

alla domanda, laonde si farà luogo alla portino, e che le decisioni si componghi-
uomiua di altro pielato che debba sue- no. Le deliberazioni del tribunale sono
cedergli "'. Noterò, che poi il Papa lo di- da lui considerale, non meno che il ojui-
chiarò suo cameriere segreto di spada e biamenlo de'voti, se occorre. Sopraltulto
cappa soprannumerario). XII. Mg.' Au- bada bene che massime nuove non sieno
Ionio Martin V illa eletto uditore spaguuo- ricevute, meno che per una strema ucces

lo aragonese (il Giornale di Roma de' 3 i sita, e che, all'incontro, tutte le nazioni

dicembre 854 •o dice nominato dalPapa


1 del tribunale sieno consentanee alle leggi
pieluto domestico e destinalo uditore pel ed alle consuetudini auliche, ad e^seoblte-
regno d' Aragona). Avverte il Boudiui, dendo senza lasciarne punto indietro ".

che la dillerenza della nazionalità negli Nel tribunale della sagra Rota aiilica-
uditori di Rota, per nulla altera la ma- mente erano ammessi, siccome d'ogni na-
niera di giudicare od tribunale. Poiché zione, così parimenti ancor.» d'ogni cou-

cou savissimo provvediuicnto e dc^no di dizione e sialo, purché fossero dullori,so-


-

2. fi udì U D I

l'one- giori del s.Palazzo Lateranense, pergiudi-


lo e principalmente riguarclandosi
li riconosce anche il Bernino, e giudici
stà cle'costiimi e reccellenza delln dottri-
ci

na, onde essere scelti da'Papi all'uditora- ordinari e dell'Aula Lateranense, che in
to. Ciò f icevano da tutti gli stati,clencale, seguito formarono per disposizione dei

irligiosoe laicale, col voto però ne' laici Papi altreltanli tribunali, e diversi loro
solamente consultivo, quando nel tribu- ullizi ftuono assunti dagli uditori di Ro-
come la personale assistenza al Papa
nale agitavansi materie sagre o ecclesia- ta,

stiche. In comprova di questo, osservai! nelle sagre funzioni. Si ha nell' Ordine


Vernino, che l'antichissimo liltro intito- Romano (^".),che ne' maggiori consessi
lato Orcio Hofiiatnts, la cui compilazione de' Papi gli auditori sedevano sopra un

attribuisce agli uditoti di Piota, ripone tappeto, onore non ad altri conceduto:
lia'cappellani de'Papi anche i laici, e fra i Sedebant nobiles Cubicularii super Un-
ruslodi cubiculari de' corpi de'ss. Pietro tenni villosum. Riconosce per uditore di

p Paolo, eranvi Inicos hominem. Perseve- Rota s. Paterio secondicero, e perciò uno
rarono i laici fra' giudici cappellani e cu- de' 7 notari regionari che formarono il

biculari del Papa, fino a'tempi di s. Gre- collegio de' protonotari, e da s. Gregorio I

gorio 590, quando questo Pontefice


I del da notaro apostolico fatto secondicero,
nella riforma del suo palazzo e Famiglia insieme a Giovanni difensore. Egli dice
pontificia, il) loro luogo introdusse chie- che Difensori regionari erano 7, cioè i
i

rici e fra questi quantità di monaci, onde Difensori della Chiesa romana (^'•), co-
rimanesse più onorevole e sagro il con- me di 7 si componeva tutto il corpo e tri-
sessodi un tanto tribunale, delqualeBer- bunale de'giudici palatini ; quali difen- i

nino riformatore. Conviene però


lo dice sori, come ponenti, portavano ed espone-

che in progresso di tempo in esso vi su- vano uell'Auditorio le cause e liti di cia-

Ijcntrò, sebben di rado, qualche chierico scuna delle 7 Regioni di Roma, e dall'an-
coniugalo quando il Celibato non era tichità furono chiamati AudUores e De-
(
J)ene stabilito, e quando ne' secoli più fensores primi, et seciindi gradus, secon-
liarbnri l'ignoianza era pressoché univer- do le preminenze di ciascuna regione.
sale), finché ne furono totalmente esclusi Dice inoltre il Bernino, i fiatelli de Ru-
1 laici nel secolo XI, dopo il (piale di essi beis, autori del libro intitolato Defensor
)ion apparisce alcun rincontro nelle me- nv//»'à'//.yj pretendono, che i difensori an-

morie degli scrittori. Che altrettanto tal- tichi non sieno gli uditori di Rota, ma
"volta avvenne tra gli uffiziali maggiori gli A\n'ocati concistoriali {àt (\nvk\\ in tan-

del sagro palazzo Lateranense, diversi de ti articoli riparlai, e qui per diligenza rai

quali furono giudici, cioè il Primicero del- piaceavverlire,chenel voi. Ill,p. 3 06 col.'

la s. Sede, il Sfcondicero, V J rcario oTe- I.', mancandola virgola tra l'avv." della
soriere, il Sacrellario, il ProÌQxcrinario, s. Congregazione cardinalizia della R.
il Primicero de' Difcnwri, il Nomencla- Fabbrica di s. Pietro, ed il Commissa-
tore /\n la\ì ml\co\\ lo rilevai riportando rio del Conclave, di anche nel voi. cvil

la serie di quelli le cui notizie giunsero XLI, p. 2f)'5, qui ve la pongo, altrimenti
sino a noi. Essi senza dubbio, dice il loro sembrerebbe che il detto avv.°sia sempre
dotto storico Galletti, erano chierici, ma commissario del conclave), la cui origine
d'un grado inferiore a' Suddiaconi C^.), in detto libro si deduce da s. Gregorio F,
«' dal Primicero, Secondicero, ec, deri- mentre il principio di insigne collegio s'i

vò l'anlichissimo e nobilissimo primario egli Io crede anteriore e d'istituzione qua-


collegio prelatizio i\e' Pro tono tari aposto si immemorabile, come quello dilla s.

/'<•'( /^.),8nch\issi giudici, e ne'lempi an- Rota. Si'bbene il Bernino nell' flistoria

tichi lalvolla coniugali. Gli uHi/.iuli mag- di lu'dc r/Icrcsie, seguì il scnlimenlo del
udì udì 217
."
Di'fensor redìviviis, asseieuclo die il i tal canonizzazione, e siccome viene chia-
difeiisoie fosse onticainenle il decano de- mato /hchicapptUanuin s. Palalii apo-
gli avvocali coiicisloiiali, nell' opera in stolici, lo crede e(|ui valente ai. "cappel-
discorsosi lilialla indulto da più matura lano ovvero decano de'cappellani e del-
ponderazione. Quindi riflettendo di lio- laRota. Papa Sergio li neir844 onorò
•vare enumeralo dall' anlicliilà il Difea- con una memorabile spedizione tulio il
ioreiìa 'j s^iudici palatini de Aula La- tribunale per incontrare Lod(jvicoIl che
ttraneiisi, si persuHse che l'antico difen- veniva a coronarsi in Roma, poiché scris-
sore sia uno di que' giudici che ora dicesi se l'Anastasio, che da tutti giudici fu i

uditore di Rota, a cui non appartiene co- incontralo 9 miglia lungi dalla città. Vuo-
me agli avvocali, il palrocinare, ma il le inoltre Bernioo riconoscere per y/rc/it-
decidere le cause, e ne porta le ragioni. cappellanus e anche totius Ecclesiacy
Tultavolta volendo conciliare un senti- ed insieme udituie e decano della Rota,
mento con l'altro opina; Chi dicesse che Giuseppe vescovo d'Ivrea, che nell' 85o
il i,° difensore fosse giudice palatino, e i presiedè il concilio di Pavia, col patriar-
l'imanenli 6 difensori altrettanti avvocati ca d'Aquileia e l'arcivescovo di JMilnno.
concistoriali, non andrebbe forse lungi Nel secolo X Stefano Judex Sacri Pa-
did vero. Ed è perciò che attribuisce a lata apostolici, per gravi alfari della 8.

favore de' giudici Lateranensi o antichi Sede fu inviato ad Osimo; anche di que-
Padri della s. Ilota, il diploma di s. Gre- sti piace al Remino di ravvisarvi un u-
gorio I che produce, e intitolato a Bo- ditore di Rota. Bensì con ragione confu-
nifacio Primo Difensori ut Deftnsoves ta il Magri, che pretese con allri erronea-
scplem exislanl, qui Regionariorum, et mente asserire che questo illustre tribu-
Nolariorum, et Subdiaconovum pr'ivde- nale riconosca la sua origine da Giovan-
giis utantur. Gli concesse l'onoranze e i ni XXII; abbaglio preso pure dal p. Fan-
privilegi, culla partecipazione delle no- toni neW Istoria d' Avignone, (Mcendo che
bili prerogative già da'suoi predecessori ivi istituì il tribunale con XII cappella-
accordate a'noininati cospicui collegi; no- ni pontificii. Anzi il Papa celebra il tri-

tando, che per le cause delle chiese i di- bunale nella sua bolla con queste paro-
fensori sono giudici, e per gli ossequi a le; In Romana Curia, communi quideni

Papi sono cappellani ; e che da tale do- patria, ubi estSummum Tribunal Judicii
conienlu rileva necessaria la presenza ia divinilus constilutum ,ei ubi lux etforma
curia del pretato decano della Piota. Nel j'ustitiae praeeminenl, et praelucent. Al-
G3c) Mauiizio che governava Rutna per lorché parlerò de' molti cardinali usciti
l'imperatore d'oriente, dopo aver nial- da esso, riporterò diversi esempi di cap-
tnenato co' suoi greci Papa Severino, de- pellani pontificii de' secoli anteriori a
predò il patriarchio Lateranense, e per- quel Papa. Convengo cui Bernino, che
ciò da'giudici palatini volle le chiavi del deplora la perdita de' monumenti, per
Vestiario o guardaroba de' paramenti incentlii dell'archivio e altre vicende, che
ponlificii, afiidati alla loro custodia come avrebbero potuto fornirci le notizie del

cubiculari e cappellani. Nel ygS Papa s. tribunale e degli uditori del medio evo e
Leone 111 spedì a Carlo Magno il giudi- de'bassi tempi. Allorché Gregorio X nel
ce Lateranense Hildebrando Sacri Pata- 1274 stabilì le leggi pel Conclave, nel
ta Cap/jellaiium, il quale fu il fondato- prescrivere la cess.HZÌone delia procedura

re della famosa libreria di Colonia. Con de'lribuMiili dopo la morte del Papa, vi
quelli che credono che s. Leone III ca- fucompreso questo degli uditori di R.ota,
nonizzasse [)el I.' s. Suidberlo, il Berni- Però li Dauielli nella Ree. Prax. Roma-
UQ celebra Ilildebraudui."piumolore di na Cuna, al titolo Auditores Rotae, e4
9.i8 udì U DI
il Uiganli ne'§§ 2 e 1 29 CommenL in Re- di gran zelo per la religione e per la gin*

t^nlds Conni. Canceìlariae apont. ,\.v»l\.?i- slizia de'tribunali, prendendo particolar


no della giurisdizione degli uditori di Ro- cura di questo della Rota, per decoro del-
\n, anche in Sede apostolica vacante. la pontifìcia giudicatura del suo pidjbli-
1/ eiiiditissiiuo Bondini riprodusse a p. co Auditorio a beneficio del cristianesi-
t5o un documento dal quale rilevasi, che mo, emanò la bolla Ratio juris exigil,
standogli ndilori di Rota nell'Auditorio del 1826, Bull. Roni. t. 3, par 2,p.iC)5;
a giudicare, fu annun7Ìala la morie di Ordinntionesobservandae ab Auditori-
Leone XI ; e siccome la metà delle cause hiis causnruni Romaiìae, eoruntque No-

(Ma già discussa, si continuarono a discu- tariis. Questa è la .^ bolla che si conosca r

leie anche le riraanenli. Nella sede va- riguardante gli uditori di Rota e il loro
cante siccome agiscono i Irihunali ordi- tribunale e giudicatura, e nella quale si

nari, come quello civile di Roma, ed i fa menzione ilell'Auditorio con dire: Dic-
tribunali criminali, oltre V Uditore del- bus slngulis juridicìs ad Palntiiim con-
l(t. Segnatura (^'^•ì, anco come Uditore veniant, et dietimi Palatium non exeantj
del Conclave, pel dis[)osto da Gregorio donec pnrles ec. Con questa bolla Gio-
XVI, che riferirò a suo luogo, ora agi- vanni XXII dispose che Auditores ince-
sce pure il tribunale della s. Rota, dopo dano sempre col Rocchetto e colla Cap-
averlo dichiarato tribunale ordinario, es- pa, che il Bernini dimostra in loro d'uso
sendo prima di commissione. Probabil- iuitico, doveri.-iede la curia romana, e lo-
mente nc'secoli XII e XI 11 costretti Papi i ro ingiunse diligenza nell'ascoltare e nel
adesuLucda Roma ('/'.jper le ribellioni, decidere le cause. Che ne'giorni giuridici
talvolta avendoli seguiti la Curia Roma- siedano per udire le cause nell'ora di 3.°
na (J .), con essa vi si comprese anche il dopo il suono della campana, dovendo
tribunale della Pvola, specialmente quan- osservare i giorni festivi stabiliti, senza
do passarono a dimorare in Uiterbo, Or- introdurne Se alcuni fossero fami-
altri.
vieto e altre città vicine. Ma eletto nel gliari de'cardinali, non perciò tralascino
i3o? Clemente V mentre trovavasi iu d'ascoltar le cause nelT ora detta. Sollo
/"/«(jc/V?, volendo stabilirsi in essa, vi chia- pena d'esser privali dell'ingresso nel pa-
mò i caidinali e tutta la curia inclusiva lazzo per un mese, non prendano niente,
mente al tribunale della Rota, che si fer- né direttamente, uè indirettamente, da'
mò in Avignone {y.), dal Papa dichia- litiganti, né pubblichino prima della sen-
rata icsideiiza pontificia, ed ebbe il suo tenza consigli de'Iorocoadmtori. Coloro
i

Auditorio nel [)alazzo a()oslolico per lut- che sono d'amnieltersi nel numero degli
to r infelice e liuìgo tempo che durò sì uditori giurino avanti il vice-cancelliere.
strana e deploranda trastnigra/ioiie, da Siccome é detto nella formola del giura-
cui derivarono funeste conseguenze. Sic- mento, giurino di rimanersi fedeli al b.
come il voto degli uditori di Rota fu ri- Pietro^ alla s. Chiesa, al Papa, e d'impe-
chiesto da'l'api ne'piùgiavi alFuri, dub- dire con tutte le forze che si faccia male ni
bi e controversie clamorose, per la dot- nominati; dover difendere il Pontificalo e
trina e rettitudine della giudicatura, du- la Regalia^ di non ricever doni e di non
bitando nuovamente f 'escovi (^.) di
i pubblicare i consìgli de' coadiutori. Il piti
calare di grailo, se promossi a Cardinali, antico tra cominci peli.° a ri-
gli uditori
Clemente V ne rimise la discussione del ferirea'suoi coadiutori, e successivamente
dubbioall'Audiloriodella s. Rota, il qua- gli altri. Prima diesi pronunzi la senten-
le delin'i : JS'on nolariin tali proniotione za >i riuniscano tutti i voti. Ciascun udì»
des<enHini. Il successore Giovanni XXII, tore non abbia se 110114 notari al più, fe-
[)romolort' degli sludi, di vasto liapere e deli e onesti, i quali poi scrivano da se e
udì udì 2UJ
non per mezzo altrui. Piovvedinogli luli- lulti gli anni nelle calende di ottobre si

lori che i notai i prendano quel tanto cli'ù leggano, e se allora sarà giorno festivo,
stato stabilito e tassato, e costringano ino- nell.i \
.'
udienza. Successo o Giovanni
adar gratuitamente la copia a coloro
lari XXll Avignone Bencdello XII, questo
in
che non la ponno pagnre. Gli uditori non Papa avendo inleso che il liibiuiale della
dieno nessun consiglio alle parli, neppure s. liola non gotleva presso l*api quelle i

per interposte persone. 1 ccjnsigli degli ii- onoranze di privilegi, che condecoravano
ditori, che si prendono nelle cause, si seri- la condizione e stalo degli uditori, a rein-
vino da'notari di quella causa, in cui sif- legrare il pubblico concetto, con niolo-
futli consigli si dannoesi nascondono.Nei pioprio del i.° novembre i335, esistente
punti ardui gli uditori esaminino i le^ti- nell'archivio della Rota e pubblicato dal
moni. 1 notari sieno diligenti e fedeli, ese Dernino, li dichiarò quali erano stati ri-
prendono alcun die oliie quello tassato, conosciuti da'l^api piedecessori,coii brevi
paghino il doppio. N»s>un notaro scriva e bolle smarrite, ed eccoiie il tenore. C««t
innanzi alcun uditore nel palazzo, se non sicitt acccpitniis, a nonimUis in dubiuni
prima esaminaloe approvato dal vice-can- revocetiir, ari dilecU Filii causarum Pa-
celliere. Dia il giiuaniento (la di cui fòr- latii Jposlolici Aiiditorex nostri fnmllia-
uiola si riporta nella bolla, di cui col Bon- res, domestici, commcnsalcs, ne nostri
dini vadoriferenilo i paragrafi in italiano, tis. Sedis Apostolicae '!p<-ciale<: et veri
secondo il suo savio proponimento, e lo Nos ad linjnsniodi dn-
offìcinrii existant.
seguirò nel metodo anche nell'altre da lui biuni totlrndum, Motu proprio, non ad
sommariamente tradotte) conlenente le alicujiis inslantiani,auctoritale apoitoli-
cose già suesposte circa la fedeltà, il segre- ca , tenore pracsentìurn declaraniusprae-
to, la diligenza, ed il percepire quel lanlo falos Auditores, a tempore qnoad api-
ch'è tassato. JNiuno denotali procuri che cein. fuinins Sitnuni Jpostolatiis assniit-
gli sia commessa alcuna causa a scrivere, e pli, noslros familiares, duniesticos, codi-
si studino d'essei- modesti e onesti in tutto, ntensales, ac nostros, et Sedis praedi^
11 notaro d'un uditore non possa esserlo clae speciales, ac veros ofjìciarios fuìs'
d'allro uditore. Non tengano concubuia, se^ ac elianiexistere,ac ipsoseliaminaS'
e se l'avessero, assunti al notariato la di- secutione bcncflcioruin ecclesia sticorurii
mettano. JNon siano procuratori di quelle apostolica auctoritale eis collalornnt, et
cause, le quali si agitano avanti il loro u- ///antca conferendormn omnibus prae-
dilore. Tengano tutte le cause nel rispet- rogativis, et gr-atiis gaudcre debere, aui-
livo libro de* registri cogli atti oiiginali ; bus alti veri familiares nostri, domestici,
il qual libro, se si allontanano dalla curia coniniensales gnudere possunl, et iilitn-
per sempre, lo diano ad altri. Si ponga la tur. Nulli eri^o etc. Aggiunge il Deinino,
tassa per le scritture, oltre la quale nien- che da questa ponlilìcia dichiarazione si

le chieggano: la prescrizione di essa com- può inierirechea'padridellas.RolajOcon-


prende §§ 25 e seg. inclusive al 34- Glie
i fermati o dichiarali allora commensali del
i notari non sieno prolissi nelle scritture, Papa, provenisse la parte a ciascuno di
e che mali/iosamenle non procrastinino Pancóni Palazzo apostolico (/ .J, detta
(d'assegnar le scritture alle parti. 1 notari Paneni honoris. Siccome queste parti in
egli uditori de' cardinali e di altri magi- alcuni derivarono dalla mensa quolidia-
strati giurino essi ancora. Si proibisce l'ac- tia che Iruivano dal medesimo palazzo

cettaziouc de'doui a' notari degli altri ma- anticamenle,cad altri per eisere stati con-
gislrali, e agli uditori. Queste leggisi e- siderali da' Papi loro intin.i cubiculari e
sponganu nella cancelleria, e si scrivano commensali, io pensoche gli uditori di Ro-
per intero ne' registri di udienza. E in la pel rilento disopra appai lenghino alla
,

220 ODI U DI
CHtegoria di quelli che riceverono la par- tona di simile proibizione. IlBernino lo
te per a vere goduto la mensa quali ell'etli- chiama privilegio raro, che ben distingue
vi dello Famiglia pontificia. In falli, non neir onore il tribunale primogenito dei
solamente in tale articolo nel pubblicare Pootefìci. Riferisce il Novaes, che Inno-
alcuni ruoli palatini vi si trovano conn- cenzo VI del i352 stabilì un assegna-
presi gli uditori, ma nel piìi antico, cli'è mento fisso ai prelati uditori di Rota,
di Nicolò Ili del 1-277, potei registrare 3 al cui collegio era appartenuto come pe-
noteco'notui ò&' Cappellani e i\\ìaì\\.o ri- ritissimo canonista e legista. Apprendo
ceveano dal palazzo apostolico, e dalla dal Piazza, che Innocenzo VI ordinò agli

sua cucina e altre officine della panetteria uditori di non ricevere doni o presenti :

V. boUiglieria o tinello. Neh i3o per In-


Ne largitionibus depravati in quaestio-

nocenzo Il fu istituito il collegio de' Pro- nibn.i cognoscendis de/icerent,famelicos


tura tori di Collegio dels. Palazzo apo- enini non facile ab alieno cibo abslinere
stolico {^'), de' quali riparlai nel voi. dicebal, si esset quoi'is modo edendifa-
LXIII, p. iSesor, pe' procuratori delle cultas ablala. Il Bernino osservando che
cause del medesimo, cioè le altitabili nei nel tribunale, anche ne' secoli posteriori
tribunali esercenti nel dello palazzo. Non al secolo XI, furono talvolta ammessi per

solamente Benedello XII die più stabile uditori da'Papi, de'monaci e de' fiali, in
forma al collegio, ma colla bolla Decere prova ricorda la bolla di Gregorio XI, in
necessarium, de'27 ottobre i34o, presso cui si dichiara che i cappellani regolari
il Bondini,per gli avvocali e procuratori del s. Palazzo apostolico, benché addetti
delle cause concesse i seguenti statuii per- al servizio prossimo della s. Sede, non
chè l'osservassero. In essi è detto. Il pa- per questo sieno esenti dalla giurisdizione
trono sia efficace nel proporre e nell' ad- de'loro monastici superiori. Questa bolla
durre le ragioni, e tolga le cose superflue. dev'essere quella riportala dal Bull. Rom.
Gli avvocali delle cause de' Poveri, ed i t.
354s fe^ Romani Ponti/i-
3, par, 2, p.
procuratori, gratuitamente le intrapren- cis, de'q novembre 373 Religiosi cu- i ;

dano e gratuitamente le trattino. Non juscumqne ordinis, etiain mendicaniiiini


assumano tanta farragine di liti, onde uou qnanwis Sedis apostolicae s'int Cap-
possano agir bene di nessuna di esse. Pri- pellani, eoruni Superioribiis subjecti re-
ma di prenderle, veggano se sieno giuste, maneanl. F^inalmente^ dopoché 7 Papi
e non ricevano le ingiuste. Pendente la aveano risieduto sulle rive del Rodano,
lite non prendano cosa alcuna, ancorché il glorioso Gregorio XI, parlilo d' Avi-
data spontaneamente ; né patteggino coi gnone, restituì a quelle fortunate del Te-
clienti. I patrocinatori infedeli e negligen- re/e e all'alma Roma la residenza papale,
ti si condannino dal P'ice Cancelliere e con recarsi ad abitare il Palazzo aposto-
dagli Uditori di Camera a risarcire le lico Valicano {V.) a' 17 gennaio 1377.
spese. Se alcim povero litigherà gli si dia La curia lo seguì, in uno al tribunale del-
dal vice cancelliere un qualche perito e la Rota, il quale in detto palazzo fissò il

vecchio avvocalo, ovvero dagli uditori, suo Audilorioe vi è ancora. Morto Gie-
f>ecoiido le qualità delle liti. Clemente VI gorio XI nel 1378 nel palazzo Vaticano,
ron bolla «lei 1

luglio i 34c), esistente nel- ivi gli fu dato in successore Urbano VI,
l'archivio della Uota, ordinò che contro contro quale tosto insorse il grande
il

gli uditori di essa non si potesse procede- Scisma (f\) d'occidente, sostenuto dal-
re da alcun giudice senza es[)resso con- ranli[)a|)a Clemente VII, che recatosi in
K'iilimeuto de'Papi, da esprimersi da lo- Avignone ere>se una cattedra di pesti-
vi

10 con documento preciso, incoi si faces- lenza, ed ebbe nella sua l'bbidicnza {/ .)
se disluitd ed espressa inenzioue deroga- gli anlicuidiuali da lui creali, principi q
udì UD! 22»
nazioni, ingannali nel crederlo legiltimo. di'gnlfatìs, del i," settembre i4i8, Bull.
Siccome in tulio l'antipapa, e cos'i i di lui Roni., l. 3, par. 9., p. 4^8 : Dt officio, el
falsi successori, imitò la curia romana, qnalitatihns Scriplonim et Abbrevialo-
probabilmente avrà istituito anche il tri- rum literanini apostolica rum j Custodi.^
bunale della Rota in Avignone, per quel que Cancellariae, ac Exnminatorum ,

dominio e pe' popoli di sua ubbidienza. BuUalorum, et Registratorum Audilo- •

Certo è che avendo in tale articolo ripor rumque, Procuralorum, et Notarioriini


tato le notizie de' pseudo-cai dinali, alcu- Rolae, et Advocatorum (onsi.storialium.
ni erano slati uditori di Rota, di quale Nulla il Papa trovando da lifjrmare nel-
però non saprei stabilirlo. In Roma, ad la Rota, solamente con
§§ pre-
s. di.>tinti
onta del pernicioso e lagrimevole scisma scrisse le degne qualità, la dottiiiia, l'o-
che divideva fedeli, coulinuò a fiorire il
i neslà e morali coslumi di cui ilevono es-
tribunale, eCosiino Migliorali fìtlto udi- sere forniti quelli da ammetleisi all'udi-
tore da Urbano VI, e crealo cardinaleda torato; l'esame che devono subire, le di-
Bonifacio IX, nel i4o4 losuccessenel pon- S[)ule e conclusioni che devono sostenere;
tificato col nome d' Innocenzo VII, ed che sieiio obbligali ciascuno a tenere pres-
annoverò al sagro collegio l'Egidj e l'Or- so di se la libreria, almeno fornita con
sini. Imperversando lo scisma, contro il ogni sorla di libri conlenenli la ragione
successore Gregorio XII fu celebralo il ordinaria della legge ; stabili la rota del
famoso Sinodo [T .) pisano, ove fu depo- sabato per lui della iìlartiniana, di cui
sto insieme all'antipapa Benedetto XIII, riparlerò; e finalmente prescrisse le qua-
ed eletto Alessandro V. Per lai modo si lità e quanto riguarda i nolari della Rota
formarono 3 ubbidienze, percliè ciascuno ed i procuratori rotali. Ma siccome nella
si riguardò il vero Papa. Alessandro V bolla erano comminate le pene di sco-
stabiPi di decorare con nobile privilegio muniche contro gli ufllziali di diversi tri-

gli uditori diRota,e morendo nel 1 4 o ne


' bunali di Roma, fra'quali pareva che si

fu impedilo.GIisuccesseGiovanniXXIII, intendessero inclusi i padri ancora della


the già uditore di Rota di Bonifacio IX, s. R.ota romana, essi avanzarono reclamo
dopo 8 giorni concesse il privilegio divi- per le parole: Essent animarum illaquea-
salo dal predecessore, col breve Ratione toriae, et de facili incurri possent quoad
congruil, riportato dal Bernino. Desso Personas Dominoruni Audito/ uni. Mar-
contiene la prelazione agli uditori a qua- tino V trovato giusto il lamento, ordinò
lunque beneficio rispello a qualsivoglia al vice-cancellieie cardinal Ariiieldi Bro-
prevenlore. Tia'suoi cardinali Giovauni niaco, che spedisce al s. tribunale della
XXIII comprese gli Rola Ca-
uditori di Rota la lettera testimoniale e revocalo-
sliglioni, Zabarella e Filuslerio. Per e- ria, che il Remino pubblicò ap. 6i,U-
slinguere l'infelice scisma si adunò il fa- niversis et singidis praestntes litleras in-
moso Sinodo di Costanza, nel quale Gre- specluris, de' 1 4 niarzo 4^2- Di i piìi iMar-

gorio XII virtuosamente rinunziò, Gio- tino V emanò la bolla Romani Ponlifì-

vanni XXIII fu deposto, e BenedelloXlII 1422 01424, Bull, cit., p. 477-


r/>, del

scomunicalo. Indi nel i4'7 di comun Slatuta et Ordmaliones nonnullae san-

consenso fu esaltato INIartino V, già udi- ciuntur ab Audiloribus Rotae Romanae,


tore di Rola di Bonifacio IX. Dopo si lun- Advocatisque, Procuratoribus, et Nola-
go scisma, di cui una trista reliquia era riìs ejusCuriae observandae quibus vita,
ancora sostenuta dall' antipapa Clemen- ìnoresque probi pratòcribuntur. Questi
te Vili, trovò Martino V gran materia di statuii, la cui osservanza commise al vi-

riforma ne'liibunali di Roma, onde con ce-cancelliere, sono del seguente tenore.
zelo promulgò la bolla In JposioUcac Si comanda agli uditori di vivere secon-
i

222 udì UD I

(lo le costituzioni pubblicate da'Papl pre- l'uditore della causa, sia tenuto il mede-

decessori, ouestamenle; al contrario fos- simo auditore di prellggere all' avversa


sero conetli, e non emendalisi, fra 3 me- parte un termine d'8 giorni, da esso, in
si sieii messi fuori. Sia auditore giisdice appresso, se fia d'uopo, da prorogarsi, li-
quegli, a cui pel i
."è stata preseiilala la no al (juale per suo diritto ed interesse sia
causa; e se vicade dubbio, sia giudiccau- tenuto d' insegnare legittimamente e di
ditore il più aulico. I notari degli autlito- far fede innanzi il detto auditore. Non si

li abbiano iS anni almeno, sieno onesti, coinniettino a' cardinali cause fra il va-
idonei. Non vendano loro uHìci né li i , lore di 6o fiorini d'oro. Trattata la cau-
diano a locazione, uè siano lungi dalia cu- sa , ed emanata la sentenza, si debbono
lla per 3 mesi continui; e se vi staranno, spedire le lettere esecutoriali: per queste
sieno cacciati. Portino un abito onesto. ancora si appone L'udienza del-
la tassa.

Sic'uo fedeli ne' propri uffici. Niente esi- la Rota si tenga, se alcuno de'3 giorni sta-
gano oltre il tassato. Scrivine gratis pei tuiti .sarà impedito, o il giorno di giove-
poveri, e così gratis per essi agiscano gli dì, o di sabato. Nulli ergo, etc. Si quis,
avvocati ed i procuratori. I procuiatori efc. Martino V inoltre voile coudecorare
egli avvocati, prima d'inlriipreudere cau- con nuovo privilegio gli uditori di Rota,
se, l'esaminino. Sieno modesti. Gli avvo- col breve Rontanum decet Poiitifìceni, del
cali ed procuratori difendendo non con-
i i4'28, in cui torna a dichiararli cappel-
siglino una parte e difendano uu'alUa. I lani, famigliari, domestici e continui com-
prociuatori, prima d'essere ammessi nel mensali del Papa. Il successore Eugenio
loro odicio, sieno esaminati circa la scien- IV a favore della Rota s[)edì il breve Pro-
za dal vice-cancelliere. Siano ornali di visionis nostrae,àt2'j febbraioi432, ri-

buoni coslumi. Non possano essere pro- ferito dalBernino col precedente, facen-
curatori cbierici aventi dignità nelle ba-
i do onorata menzione del tribunale; or-
siliclie e nelle collegiate. Se hanno conca- dinò che il p. Maestro del s. Palazzo a-
l)ine le dimetluio. Non fretjuentino le la- poslolico (/".) avesse sempre posto nei
J)erne, e vivino modestamenle. Si pre- concistori, atti pubblici e nella cappella
scrive l'ordine da seguirsi nella i .' istan- ponlificia, immediatamente dopo il deca-
za. Da seguirsi nella 2." Da seguirsi nel- no dellaPiota. Ma come riferirò a suo luo-
la 3.' Quattro sono i termini essenziali: go, dipoi Alessandro VII stabilì: S. P. À.
I
°
ad arlicnlanduni; 2." per dire contro Magisler idliinuiìi de more locnm post
gli articoli; 3.° a produrre ogni cosa; 4-" oriines Audilores ^(°/iC/25. Conoscendo an-
a dire contro le cose predelle. Uno di que- che Pio II le benemerenze degli uditori
sti pretermesso produce uullilà.Nclle cau- di Rota, e quanto il tribunale si rese uli-
se in cui .si procede giusta la forma del 1<; al pontificato nelle agitazioni de' con*
giudizio, si osservino i teruiiui secondo lo cilii e degli scismi, inclusivamente all'ul-
stile della curia. Si prescrive il modo da timo dell' antipapa Felice V di Sa\'OÌa,
seguirsi nella i. istanza. Da seguirsi nella eletto nel conciliabolo di Basilea ,
poco
2.' Da seguirsi nella 3. '

I procuratori sie- dopo la sua elezione gli onorò col distin-


no tenuti di fare realmentequello clic di- to breve Ronianus Pontijex, de' q otto- i

cono in parole. Il notaro fra 5 giorni fac- i bre 1 458. presso il Derumo, di gran lo-
cia ilregistro, e lo dia al suo auditore; da- de e di precedenza nell'inceilere e nel se-
to il quale, l'auditore tra due mesi lenni- dere a' suddiaconi sia nelle cappelle, sia
ni la cau-^aise però per arduità della cau- nelle processioni. Con altro breve poi a-
sa non abbia doiiuindalo il vice cancel- bililò gli uditori alle grazie aspellaiive,
lune d'un pui luugn tei mine. rJo|)Ocliè la V nel
jirivili'gii)eonIi;rinitt<Kl.iSislol i
\l
lettera arrcNlat;! sarà stata liporlalu al- col breve lluinani Pontificis fJiovidcnlia,
uni '
u D I i-iì
riportato dal Bei niuojfacenclo anche men- niedesiini padri, di poter spedire graùt
zionedeirindulto concesso agli uditoli da le lettere aposloliclic, che fu poi coiifer-
Paolo II suo predecessore. Quesl'idlituo mato da altri l'api. IVel possesso del sue
Papa perchè prima vacava 1'
uditorato cessole Innocenzo Vili , d. Antonio do
per la promozione dell'uditore al vesco- Gì dccanns Fwlaf, in superpelliao
assis,
vaio, ei;li dispose che perseverasse nel lobaleani ad coUuin habens prò mitra,
jiosfo col titolo di luogotenente. Scrive il cavalcava in mezzo a due camerieri se-
Bernino, lodando mirabile giustizia de-
la greti, e lo leggo nel Cancellieri , Storia
gli uditori, senza alcun riguardo: Didii- de possessi. Innocenzo Vili colla bolla
cus de Oixha Auditor, inde Episcopus Circumsptcla in omnibus, de'aS agosto
tempore Pauli II qui cani seiileiiliam , 1485, Bull, cil., p. 2o5, dispose che pa- i

contra ipsuni Papam lulisset,ob sui in- dri di questo tribuniilejiromossi a'vesco-
tegritalem idem Pontifex decrevit ^ per vati o arcivescovati, non polendo atlen-
proinotionait Audiloruni ad Episcopd- dere nel medesimo tempo al governodcl-
tus, illos non amovere, cum prius a<iìo lechieseeaironìciodeirii(liloiato,si eoa-
verentur^ \ed Locunitenentes in eadeni sideiassero vacanti iposli inllota e si eleg-
Rota appellari. Il numero tiegli uditori gesserò altri. Il Bernino osserva, che tale
di Rota non era stabilito. Nel pontificato disposizione della perdita deirolllcio ri-
di s. Damaso l,ora .Il ed ora 7 erano cpie' guarda i provvisti delle chiese rcsideii
consiglieri universali, membri del tribù- ziali, menlrc per (jtielli che non vi ha ta-
naie che amministrava la giustizia a tul- le obbligo, può restare l'uiliiore nel tri-
to il mondo, come vuole Bei nino. Il fa- buiialecon titolo ili luogotenente. Zelau-
slolo ne enumerò 2 i,il Bellamera (4, iu do Innocenzo Vili la giustizia e la solle-
una bolla ne sono solloscrilli 8 , Pio 11 citudine di essa pubblicò la bolla Fiiiein
ne ricorda I 3, e il cardinal De Luca ns- liiibus, de' i 3 gennaio 4ì^8, Bull.
i c\\..,]).

seriche talvolta giunsero fino (piasi a 3o. 218: Jurisdictio , et faculla les Audtto-
Benevolo Sisto IV col Irdninale, trovali- rum Rolae Roinanae in causis per eos
do che si cornpoueva dii4 uditori, li ri- cognoscendis. L'uditore a cui fu pei 1.

dusse e stabilì a 12, forse con quelle al- presentata una causa ritenga la giurisdi-

lusioni dette dal Bernino, de' 12 fratelli zione nel procedere e nel giiuliciue. L'u-
iino Patrc geniti, o de' 1 2 giudici delle tri- ditoie sapendo essere la citazione a noti-
hù d'Israele. Pertanto colla bolla /io.7/(Z- zia della parte citata proceda in causa.

ni Ponlifìcis, de' i4 ni^^gg'»' '47^5 Ball. Proceda nelle cause dc'pupilli e delle ve-
Rem. t. 3, par. 3, p. i32, volendo che i dove, e nonasceiidenlialla souuna di 5oo
suoi XII principali giudici eguagliassero fiorini, e nelle cause beneficiali. Si coll-
ii novero de'primilivi discepoli di Cristo, cedino alle parti le lettere deinis!<orie, e

di cui faceva egli le veci in terra, ridus- la dilazione alla causa. Si amineltiuo i

se il numero Rota a XII,


degli uditori di procuratori alla reiterazione de' termini
ordinando che non si possa aumentare, e male o non osservati. Prestino fede a're-

fu ubbidito; che gli uditori si esaminino gistri. Si proceda sopra l'ailicolu di gia-
poi dal cardinal vice-cancelliere, e che se vame, ommesso l'articolo d'apjiellazioiie.
gli uditori sono promossi nel collegio, per- Si proroghino nelle cause le cose fatali,

Severino nell'Auditorio e rimanghino co- o di u-jovo si concedino. E si ministri la


me luogotenenti. Nella bolla sono nomi- giustizia sopra l'interposta appellazione
nati XIV ch'erano allora, e Gaspare de
i dalla sentenza definiti va, decorso l'ultimo
Zerano o Theramo decano Rotde. Nel- momento di tempo a ciò per diritto pie-

l'archivio rotale si rinviene altro diplouìa fisso medesimo giorno ancora dell'ul-
(il

di Sisto IV per concessione d'iudullo ai timo momento) come se fosse stata inlc-r-
224 udì U D I

posta nel dcbilo tempo. E se la i


.'
o la 7." gono le solile bolle e si pubblicano le oen-
senleiiza si rinviene nulla a cagione d'un sure da due auditori di Rota, buttandosi
tlisoi'dinato processo, si procedi alla con- dal Papa il cereo acceso ". Però non mi
fermazione, all'informazione, rifatte le sensbra esatto, e trovo piìi veritiero l'af-

spese. Possa 1' uditore decretare libera- fermato dal Bernino.'» L'uditore di Rota
mente e lecitamente sequestri. Succe-
i legge in latino la bolla in Coena Domi-
dendo quindi gravi disturbi in Roma a ni , di cui alternativamente a periodo a
pregiudiziodella giudicatura romana, po- periodo si ripete la lettura in favella ita-
co meno cbe oppressa dalla prepotenza liana da un cardinale diacono". Nell'in-
de'malvagi, che alcune volle atterrivano dizione o promulgazione dell'/^/^/iO San-
i giudici con r armi, e sempre con 1' ar- to (del quale riparlai nel voi. Vili , p.
mi più spaventevoli delie minacce, pa- i 200, ed a Giubileo), che si fa per la 2.'
dri della s. Rota sempre fermi nel soste- volta nella 4<" domenica dell'Avvento, da
nere l'illibato loro tribunale, iiisolferen- due uditori di Rota vestiti di rocchetto e
ti dell'audace insulto che apertamente fa- cappa, altei-nativamente per capitoli vie-
cevasi alla giustizia de'jusdicenti, si uni- ne letta la bolla in latino e in italiano,
rono in vigoroso ricorso ad Alessandro presso la porta principale della basilica
VI, acciò egli con forte risoluzione soste- Vaticana, se il Papa abita il contiguo pa-
nesse io Roma l'indennità de'litiganti, e lazzo, o presso la porta del Palazzo Qui-
precisamente nel suo palazzo apostolico rinale, se il Papa risiede in questo (e nel
immime e libero il corso della procedu- luogo citato, sebbene è detto la 4-^ dome-
ra de'giudici. All'energica richiesta cor- nica dell'Avvento quanto alla pubblica-
rispose il Papa con istrepitosa costituzio- zione Vaticana, per svista o mia o tipo-
ne, nel cui principio e fine con meritevo- erroneamente si di-
grafica, la Quirinale
le encomio esaltò con lodi il tribunale domenica di Quaresima,
ce farsi nella 4-^
della s. Rota, prima attribuendo ad esso mentre deve dire anche in questa pub-
il zelo del ricorso, e poi costituendo i pa- blicazione Avvento, E anche inesatto il
dri come mallevadori, sostenitori e ban- riferito nel voi. II, p. io3, poiché la i.*

ditori della nobile bolla la eminenti Se- pubblicazione la fa in latino l'Abbrevia'


dis (ipostolirae, de'i3 aprile i5o 2, Bull. torc di Curia la mattina dell'Ascensione
cit., p. 255; Conila ojff.nchnles, per se precedente l'anno santo, la 2.' gli udito-
velaliurn liliganlef in Curia romana, eo- ri di Rota nella 4-' domenica dell'Avven-
rumque Jiidices, Jcii'ocalos, Procurato- to in italiano e in latino). Anche Alessan-
vts, Notarios, teslesque et alios. Questa dro VI confermò e rinnovò Tindulto del-
bolla, infelice monumento di quel depra- l'aspettative, agli uditori, il che parimen-

vato tempo, fu messa nella bolla di Sco- ti fece Giulio li col moto-proprio Ca-
munirà (/'.) la cui sentenza formai men- thedra praeminentiae, *\c\ i5o7, in cui
te il Papa promulgava principalmente nel colla bolla Romani Ponll/Icis, ampliò lo-
giovedì santo, sulla gran loggiii della ba- ro i privilegi di poter testare de'beni con-
silica Vaticana, e detta in Cotna Domin i. seguiti o posseduti da'ritratti ecclesiastici,
Si leggeva in latino da un suddiacono a- cioè la facoltà di disporre de'frutti de'be*
poslolico,e divenuti tali gli uditori di Ro- nefizi o degli slabili acquistati con questi,
ta, da uno di loro, e in italiano dall'ulti- o com'egli dice, intuitu Ecclcsiat acqui-
mo cardinal diacono, come aflerma Can- sitis, pel degno motivo : Atlcndentcs in-
cellieri uella Descrizione della Settima- defessos, et assiduos lahores, quos dile-
«a5r7/j/^.I\la leggo pure nel mss. di mg."^ eli Filli, Collegiurn, et Cappellani nostri
Rtido flitieslro di Camera d' buKjcenzo causarnm apostolici Palalii Audilores,
XII e CIeiucnleXI.»Sul logjiiouc si leg- torumque Locateiicnlcs perliilcruni , et
U D I U 13 I 2 25
jiigUer pcrfcrtint. 11 Deiiiino rimarcando la pluralità debencllzi ecclesiastici, pm-
la c.'iulela e segretezza colla (piale proce- cliè sieno com[)ntibili. Il diritto di nazio-
tk-rono i Papi in alcun all'ire di pregiu- nalità in tulli i regni, ad en'etto di poter
dizio al Iribimaie, narra die Giulio II pre- conseguire (pie' benefizi dovuti soltanto
vedendo qualolie com[)alil)iIe elicilo d'u- a'nazioiiali. La facoltà di ritenere [ler uu
manità iie'padri della s. Rola una cau- in settennio que'benefizi concessi per istitu-
sa da decidersi nel Iribunale, onde prov- zione o consuetudine a'soli sacerdoti. La
vedete ad ogni liiUuo discapito ne «u- fiicoltà degli ordinari circa l'assoluzione
spese loro la giuilicalura. E cciti breve, da' peccali ,
per le persone sottoposte ai
the a mezzo
decano Achille de Gras-
del loro benefizi. Di testare e di disporre dei
sii fece presentare agli uditori, impose sul- fiulti de'benefizi e de'beni acipiistali me-
l'avvenuto profondo silenzio; con questo diantegli stessi benefizi; madoversi alme-
farmaco modincantlo il disgustoso rime- no ricordare delle loro chiese. Di periuu-
dio recato al male. Inoltre Giulio II ìa tare, trasferire, e di rassegnare i benefi-
benemerenza a'bolognesi pel ritorno loro zi da loro posseduti in certe persone, sia
all'ubbidienza e fedeltà di sudditanza al- iu titolo o commenda, anche senza licen-
la s. Sede, quando con glorioso e felice za della s. vSede e dell'orilinario. La per-
successo cacciato da Hologna rusur|)ato- cezione delle rendite del beneficio, ancor-
re Giovanni II Benli voglio, avendo
il Pa- ché non vi risiedano, e di esercitare la cu-
pa ricuperalo dominio della città e con-
il ra delle anime col niezzo di vicari o cap-
tado, col terrore dell' armi e con quello pellani amovibili a loro piacimento. La
più formidabile del suo nome , verso il recitazione dell'idfizio divino, anticipate
I Soy assegnò ad un bolognese un luogo o posposte l'ore canoniche, anche iu com-
fìsso nella Rota romana, ed altro siiiìile pagnia d' una o più persone fiuiigliari
nel collegio degli avvocati concistoriali, (cioè poiinoa loro piacere anticipare e po-
jl quale pure si compone di diverse na- sporre fra il giorno la recita dei divino uf-

ri<jni e popoli. La concessione onorevole fìzio, ossia senza osservar l'ordine «li esso).

a Bologna di Giulio II, fu applaudita da L'elezione del confessore, che li possa as-
lulte le colle nazioni, siccome per anto- solvere da'casi riservati e ivi espressi, e-
nomasia chiamata docente e maestra nel- ziandio per la commutazione de'voti. La
la scienza delle leggi. Leone X colla bolla licenza di celebrare nell'altare portatile
Sedis Apostolicae,d(ì' 5 settembre 5 3, i 1 1 innanzi il giorno, ne'Iuoghi anche iuter-
Bull. Rorn. t. 3, par. 3, p. 369 Rolae : (avvertendo Piazza di valersi parca-
delli
Roinanae Audilorum prli'ìlegiuiit, qnod mente di tale indulto, per la pia ragione
a qnihusciiinque Ro-
literae Aposlolìcne allegata nel privilegio, che essendo Cri-
inanae Ciiriae Offìcialibus gratis prò sto il candore della luce eterna, non con-
eis cxpedianlur. Ma nessun Papa forse viene sagrifìcarlo nelle tenebre della not-
fu più benedco e magnifico cogli udito- te ma nel bel chiaro del giorno), e ivi
,

ri di Rota di Clemente VII, mosso anco- morendo si possa dar loro sepoltura eccle-
ra da gratitudine de'servizi prestati dal- siastica, premessi i funerali con f|ualche

l' antico e cospicuo tribunale alla s. Se- pompa. conseguimento dell'indulgen-


Il

de e a tulio il mondo. Volendo perciò za delieStazioni di Roma in Quaresima o


rimunerarli con onorificenze e privilegi, altri tempi, visitando la propria cappel-

ed encomiarne l'integrità e le incessanti la, o due o tre altari di qualunque chie-

fatiche, colla prolissa bolla Convenit ae- sa ad L'uso de'Iallaccini e uovi


arbitrio.

quitali, de'5 agosto I 52.5, Bull. Rorn. t. ne'terapi di digiuno in cui sono proibiti,

4, par. I, p. 52, loro concesse. La facoltà ed anche delle carni per consiglio de'me-
di ritenere più benefizi incompalibili,cioè dici, indulto estensivo a' loro famigliari.

VOL. i.xxxu. .5
9,2G tDi udì
11 privilegio tic-Ile grazie aspeltalive. Del- coronazione (lell'/w/perrt/o/v, dopo gli ali-
a' benefizi. Di ricevere le jjrevialori e scrilloii apostolici => in lungo
la prelazione
de'vennaiuli pndi sngia Ro-
bolle gmlis. Deiresenzione sì ile'beni che
i utlilori citila

ileila persona dalla giniisdizione


degli or- la, (piali <,i trovavano assenti perchè ri-

ilinuii, de' legali a lalere e altri giudici, masti a Roma, veniva il collegio de'dol-
tempo del tori leggisi! di Bologna, fatti con amplis-
Dalle decime e dalle gabelle (a
Bei-nino, ossia nel pontiOcalo di Clenien- simi privilegi di recente cavalieri e conti
dall'inìperalore quindi altpianli palii-
leXI. l'esenzione indeteiniinala dellega- ..

belle ascendeva ad annui senili Sodi coni- zi della città in abito senatorio: e poco

penso per ogni uditore), di qualunque spe- appresso il magnifico rettore dell'uni ver-
cie. Della partecipazione degli aliti privi- sita, decoroso per vesti purpuree ed il :

le-i concessi o"li altri curiali.sebbeue non podeilà Bologna a lui vicino ch'era av-
di

espressi nella bulla, di cui dicliiaròesecu- viluppato in un saio di teletta d'oro, e

\ov\\' Uditore della Camera, W Governa- con esso il seguito de'giudici della Rota
loie e il Vicario di lloma. Laerzio
Che- bolognese in abili propri e dignitosi. Sue-

rubini nelle postille del margine di que- cedevano poi molti prelati". Indi Paolo
sta bolla nelsuo Bullariuiii molli pri- , 111 colla bolla Romani Ponlificis, i\e i';

vilegi nota come rivocali dalle bolle dei u'^O'iU) l 'ìZn : Coii/irmatio,el nova conce.V'
l'api successivi, l^erò l'egregio giurisperi- sio priviltgiorum, et grntiarum, Judito-
lo e decano Rota Ansaldo de Ansai-
della rum Rotae Romanae. Dichiarò, che seii-

«lis, in difesa del suo tribunale fece quel za espresso consenso degli uditori di Ro-
giusto lamento e dichiarazioni, riferiti da la non può derogarsi a'Ioro privilegi. Se-
Bei nino a p. 87. Ed insegna Riganti, /?e- gne il nioto-[)roprio Attendeiites : Con-'
i^ul. 1 Canccll. 4, 1. 1, n.^i^^, c^he i be- cessio exewplìonis a gabella \'ini, Bull.

nelìzi degli uditori, quali ulliziali ponti- cil., p. 49 ei5o. Il Papa estese agli udi-
1

fìcii, divengono riservali alla s. Sede. Lo lori privilegi che sino allora erano sta-^
i

slesso Clemente VII a' 28 marzo i53o ti conceduti dalla s. Sede al collegio dei

concesse a Perugia{r.) il proprio tribù- prelati Referendari {F.) o fossero per ,

ììa\e dMa Viola: Instiltitio Rolae ad cali- concedersi da essa al medesimo ne'tem-
il confermare agli udi-
.sas et liles cognoscendas et decidendas in pi avvenire, olire
fii'ilate Pcrusiae, proi'inciae Helruriae, lori que'che già godevano, aggiungendo
il privilegio di far condurre in Roma eia-
in Staiti Ecclesiastico. Il successore Fao-
Io II col breve Ex inj'tinctOj ^ie^\ìl i lu- senno 5 barili di vino per proprio uso,
1

c,\\oi 535, Bull. Roni. t. 4)pai-i) p.121: senza pagar gabelle, e ciò in compenso di

i)eRo(ainstitutionein civitate Bononiae joio fatiche. Il Bondini spiega la parola


ptos-iitciae Loinbardiac, in Status Eccle- vcgetibus, per l'esenzione della gabella di
siastici, causiic/uecognosicndis, et tenni- i5 barili di vino. Il can. Tailetli rileri-
nandis in ea. Dice Bernino, che non fu sce che Paolo 111 permise agli uditori
cnsliluilalaRotadi Bologna da Paolo 111, d'introdurre in Roma ogni anno per pro-
ma riformala a istanza de'ciltadini, come prie nsoi5 Veggie di vino di qualunque
vogliono alcuni, e le prescrisse oidini più qualità senza pagare gabella alcuna. Coni-
conlijcevoli airainniinislrazicinedellagiu- menta poi il vocabolo / eggia . o botte
slizia. Infatti Cronaca
leggo nella bella in latino detta T'egex, per botte o teiui-
della unuta in Bolognadi Clemente f II ta d'una botte. Questa in Roma r.nnlie-

per la coronazione di Carlo /', pubbli- ne i6 barili. Quanto a' privilegi de' Re-
cala con preziose noie e documenti dal fcreudari, il can. Tailetli ppcndi' i\v.\V /f

eh. («ioidnni, e ivi seguita a*24 febbraio ce ne riporta i privilegi comechèestesi da


i53o,che nella trionfale cavalcala [)cr In i'aolo 111 a'paclri della s. Rota. Pciciò ci
U D l
udì ,17
Jiede un risfiettodella bolla D&bi/a con- sin bolla sottoscritta dal Papa e da'car-
sideralìone,(ì(:'3o luglio 54o, dello sles- i
dinali, contiene nell'esordio lodi del tri-
so Paolo da lui accorda-
III, co'piivilegi bunale, e siccome in molte cose si ripor-
li a'pielali refeiendaii di Stgnolnra- ed
ta all'arbitrio degli uditori e in prtite pre-
un breve cenno delle bolle e brevi ema- seli ve savie ordinazioni per la felice am-
nali a l'jro favore da'successoii. Tali co- ministrazione della giustizia, il Remino
slituzioni sono: Egregiis dtltclorum, dei qualifica la bolla più elogio che riforma.
i4 nriarzo 1668, di Clemente IX. Inlcr L'epitome di essa dall' encomiato
falla
grai'issii/inx, de'li lnglioi6()5, d'Inno- Rondini dice.Espone le facoltà dt-gli udi-
cenzo XH. lìoninmisPonlifeXydG'iS mar- tori circa le cause commesse in Rota. Proi-
zo i 70 1 ,ili Clemente XI. Romani Pontifi'- bisce di concedersi tanto (iicilinenle ìa
c/*jde'i2 luglio 1727, di Benedetto XI II. prorogazioni delle cose fatali (fatatiuutj.
Credilae Nobis, de'aS giugno l'j^i, di Non si prolleriscano le .sentenze, se la cau-
Clemente XII. Di più Paolo III colla bol- sa non sia stala proposta in Rota, e rac-
la Novetinl universi et singuli, de' 3 mag- 1 colti i voti. Le sentenze si sottoscrivino,
gio «547, confermò agli uditori di Rota e sieno pubblicate negli atti tra i 5 gior-
la spedizione gratuita delle lettere aposto- ni. Si riferiscano a' notari i termini e le
liche. Dunque Paolo III fu insigtìe bene- cedole delle sentenze. L'uditore non pro-
fattore della Rota, non riformatore dei nunci nella causa, se non terminato il re-
tribunale come
Novaes, per mez-
scrisfse gistro, ed esso riferito alla Rota co'delli
zo de'cardinali Guidiccioni e Del Monte de' testimoni. Si dia a' richiedenti copia
poi Giulio ìli ovvero debba intendersi
, delle decisioni. Le cause proprie degli u-
genericamente de' Tribunali di Roma, ditori,de loro f.imigliari, consanguinei eJ
de'cjuali eóe\\aGiurisprudenza[F.) sem- .ilììni, da computarsi canonicamente in-
pre furono benemeriti i Papi. Lo stesso fino al 2." grado, non si ponno conoscerrt
Novaes racconta di Marcello li eletto nel in Rota. Né tali affini o consanguinei de
i555, che nella sua severità, quando gli gli nditnii ponno essere avvocali o pro-
udi'.ori di Rota, giusta il costume, si re- curatori in Rota. Gli uditori non [)oniio
carono a congratularsi
o
di sua esaltazio- obbligar le parli ad assumere questo o
ne, fece loro chiaramente intendere,, che quell'avvocato o procuratore. Non faccia-
molto piìi gli avrebbe stimati, se ritira- no cosa alcuna contro il diritto. Si coman-
ti nelle proprie case, e trascurate le con- dino .solamente le nullità per difetto ili

venienze non necessarie, si applicassero giurisdizione, di citazione e di mandato.


soltanto allo studio delle cause loro com- Una volta soltanto sia lecito di appella-
messe. E qui dirò, gli uditori di Rota e il le dilla liquidazione de'frulti, e dulia tas-
decano non hanno udienza ordinaria dal sazione delle spese. Gli uditori non pon-
Papa, ben^ viene loro concessa quando no rimettere le cinse alla cancelleria, se
la domandano. Con mg."^ decano si pre- non avutane licenza dal Pontt^fice. Se sìa

sentanoin anticamera nel giorno seguen- conosciuto essere negli atti delitto, si ri-

te al s. Natale, festa di s. Stefano, per fe- metti la causa al giudice ordinario. IVou
licitare il Papa, e il simile praticano nel ponno gli uditori chiedere checché sia per
giorno anniversario di sua coronazione. ascoltare le cause, né cosa alciuia riceve-

Pio IV riformati tribunali di Ronia, a


i re oltre la tassa. Si prescrive la tassa per
prendere ancora qualche nuovo provve- le cause civili. Si prescrive la lassa per
dimento per questo della Rota pubblicò le cause criminali. Le sporlule poi si de-

la ^olla, fri Throno Juslitiae^óc'ì.j ò\- pongano pressoi nolari, dopo Iella laseu-

^ cembrei 56 1, Bull. Rom. t. 4, pa»'- 2, p. lenza dalle parti. Si scelgano notari ido-

97: Reformatoruni Rotae Roinanae.i^w- nei e fedeli. Questa bolla si leggi ogni
528 tJ D I UD I

anno nel principio tlell'udienze nella Ro- Rom. Confìrmalio con-


1,4, par. 3, p. 87:

»;i dopo le vacanze. Imli


colla bolla Dti- ac senlenliac la-
siilutionis Gregorii A'/,

(furn siquidem, de'ay Iiii;lioi 5Ga, Bull. tae in Rota Romana adfavoreni Sacro-

cit., p. i4?.,i^io VI definì che il decanato, sane lae Eccleaiae Lateranensis de Ur-
con {{ualsivoglia preminenza, de! collegio be, circa ejus praeminenliaw , elsuperio-

degli uditoli della Rota romana, in caso ritateni, ci praerogalivarn, siipra onines

di vacanzaappai tenga all'uditore più an- Urbis, et Orbis Ecclesias, ac Basilicam


ziano e antico, ma
presente in curia , o s. Petri de Urbe.
esistente fuori di essa per causa pubbli- Papa Gregorio Xlll dichiarò incom-
ca e per comando del Papa, afllnchè col- patibile l'uditorato di Rota o il chierica-
la mancanza del decano non nascano dif- to di camera col vescovato, per l'adem-
ferenze tra gli uditori in pregiudizio dei pimento dcgl' inerenti doveri. Crede il
litiganti. Osserva il Bernino, che essendo BcMoino che anco V Inghilterra [U.) go-
ciò già in parte decretalo das. Gregorio desse la nomina dell'uditore nazionale, iu

], la bolla di l'io IV si può dire coufer- che non conviene il Rondini ; ma pel fu-
maloria. 11 Papa procedette sul decana- nesto scisma separatasi dalla s. Sede per-
to della Rota, ad esempio de! disposto [)er de tale onore, che invece Sisto V nel 58 5 «

quello del sagro collegio dal predecesso- attribuii alla repubblica di /^e/jec/Vr, abi-

re Paolo IV colla bolla Cam T'encrabi- litandola a presentare 4 tlottori da'qua-


lis. Si legge nel Cartari, che anco gli jld- li il Papa scegliesse l'uditore. Avendo la

vocatnruìnCoiisistorialiiuìiDvcanatum repubblica nominato 4 idonei individui,


non consequiiiitur Ach'ocali ab Urbe Sisto V
ne rimise la scelta al tribunale
tihscntes.AcL'ocatorumConsistonalinm della Rota, il qualeelesse il friulano Fran-
Dccanatus incompalibilis cwn Praehi' cesco Mantica,che allora leggeva giuris-
tura. Lo stesso Pio IV nel 1 562 circa, in prudenza allo studio di Padova, e riuscì
attcstato d' amore e stima verso la sua degno di somma lode per dottrina e inte-
patria Milano, concesse a quel collegio grità, meritandosi il cardinalato. Colla
dottorale il privilegio di nominare tre bolla Laudabilis Scdis Apostolicae, dc'5
soggetti al Papa, onde scegliere 1' udi- febbraio 585, Bidl. I Rem. t. 4, pa«'- 4iP-
tore nazionale milanese. Altrettanto fe- 163, die la precedenza agli uditori di Ilo-
ce cogli avvocali concistoriali. L' una e ta sopra tutti que' protonotari onorari,
l'altra disposizione sono riportate an- che dopo rassegnato il lorooHlcio, non ri-

che dal Cartari. A Pio IV si deve l'isti- tengono di esso che l'insegne, i privilegi
tuzione del tribunale della Rota (\' Avi' e l'onore. Nel 1 58g Sisto V isti tu"i in Ma-
gnone (A.) per quella città e contado Pe- cerata il tribunale della Rota macerate-
naissiiio (/'.), dominii della s. Sede. Rin- se, per conoscere le lili della provincia
novatesi le antiche altercazioni di prece- della Marca; ed alla bolla d'istituzione
denza Chiesa di <. Gio-
tra le patriarcali. accennata nelT indicato articolo, qui in
vanni Lalerano (^.), ove si venerano
in aggiunta ricorderò il breve Pcrlatum
le ss. Teste de ss. Pietro e Paolo {f.\ e est, de'7 luglio I Rom. t. 5,
5r)0, Bull.
Chiesadi s. Pietro in Praticano [f'.), ove par. I
, p, 229: Praetori Rotar Macc-
riposa il suo corpo, Pio IV ne commise ratcnsis cnnccdiliir facnltas niodrran-
la decisione a Francesco Sarmiento di ex praerrpto
dis Ferias, practerqitani
Burgos decano dellaRota,ilquale col con- sanctac Ronianac Ecclcsiac indirtas.
siglio de' suoi colleghi avendo decretato Nel pontificato del successore Urbano
a favore della Lateranense, fu conft^rma- VII, vacato un uditorato per la mor-
ta la sentenza da s. Pio V colla bolla In- te del decano Giovanni Battista De Ros-
/ìrnia aevi, de'ii dicembre i '^Gy, Bull. si romano, che degnamente l'avea soste»
w

l^ D I udì 22,3
nulo per 34 anni, il Papa ne lasciò la no- mercede a lanto mei ilo di talica, onde i^
mina a'uiedesimi uditori di Uola, pei ciiè (iaiul)aia fece qne'l.iiiienli sulla soaiseK-
proponessero un soggetlo idoneo e nolo, za dell'onora rio, die riporla lo slesso ller-
per sì magno tribunali, soggiungendo : nino. Tuttora è modico poiché si dice ,

IVain licei nec ullo privilegio , nec lege, che ogni uditorato renda cu-ca annui scu-
iiec consuetudine id Juditoribui- contpe- di ?,5oo, oltreché gli uditori nazion ili go-
leret. sed polius voluntale praedecesso- dono assegni convenienti a titolo di cu-
rum fuerìl aliquando Iributum , ut J sa, da'loro governi città ; ma i prelati
ditores beneinsuni noininai'erent, nelle se devono mantenersi con proprietà e con
eos ea gratia privare. Morendo però i\o- grande decoro, e dare regalie annue di cir-
po pochi giorni, lasciò a Gregorio XIV ca scudi 1 i o all'aiulanle, di circa scuili Ko
I' esecuzione delia concessione che egli , al 1
.° segreto e di circa scudi 5o al n." se-
conferniò. Allora gli uditori, [)revio puh- greto. Bensì uno di loro è dal l'.ipa no-
blico giuramento di nominare il [)iìide- minalo alla caiica ragguardevole »li Heg-
gno, tra'molti aspiranti scelsero l'ompuo genie della Pcnilenzieria (/ ), ed ora lo
Arigoni e Gio. Garzia Rlillini. Il l*aj)a e- è il decano mg.' de Silvestri. Alcuni tidi-

lesse Millini, e pochi giorni dopo vacalo tori talvolta da'carJinali arcipreti delle
altro uditorato, vi sostituì l'Arigoni. Aiu- basiliche, da'cardinali titolari e ila'cardi-
bediie furono poi cardinali, che coni- il nalidiaconì,sono nominati loro vicari nel'
provola meritevole nomina rotale ed e- le loro chiese, e allora fruiscono la me!à
lezionepontilìcia.GiegorioXlV colla bi>|. della prebenda canonicale. Di presente
la f igilanlis Pontificii-, de' 16 f(;bbraio rng.' de Silvestri è vicario della patiiar-

i5qi. Dilli. Ilont. t. 5, par. i, p. 247 • t^'''*^ basilica Laleranense, e lug.' Gian-
Coiifirtnatio erectionis Rotac Avcnioncn' nelli dulia chiesa parrocchiale collegiata
siSyCnni restrictioiie facuUatuni Ordina- insigne e diaconia cardinalizia di s. Eu-
lioruni ad ipsain civitaleni Avenionen- stachio. Il precedente defunto decano
seni, (jnsqne lerriloriwn , et cimi taxa mg."^ tl'Avellàera vicario della patriaroa-
fportularuni Audiloribus pio causaruni le basilica Vaticana. Leggo nel libro pub-
diversitale pcrsolvendaruni. Questo Pa- blicalo nel 18 54, De /^^icariis Basilirae
pa rimise alla sagra Rota e ad una con- Faùcanae, che il ."vicario della mede- 1

gregazione di cardinali il voto sopra la sima uditore di Rota fu mg.' Francesco


rinnovazione dell'investitura del ducalo Sacrali arcivescovo di Damasco, fitto nel
di Ffrrrtr^J, richiesta dal duca Alfonso II 1(119 e poi cardinale; nel 745 divenu- 1

d'Esle a favore dell'illegitlimod. Cesare lo vicario mg.' Luigi Maltei ,


proinossu
d'Este, e non ostante pressanti impegni
i nel 1747 all'uditorato si dimise dalla vi-
a favore del duca, massime del cardinal caria e fu poi cardinale. L'uditore di Ro-
Pdolo Sfbndrato nipote amalo e polente la mg/
Francesco Serlupi, fatto vicario
tiel Papa essendo nato da Sigismonda
,
dal cardinal Braschi \Qn(vi confermato ,

d'f:^ste, la Rota decretò, che si rigettasse- da'cardinali Alessandro Malici e Galleffì,

ro le istanze, e Gregorio XIV confermò indi promosso al cardinalato. Nel i832

la sentenza. Narrai superiormente, che l'iidilore mg." Giacomo de (]upis fu oo-

Innocenzo VI assegnò al Iribiuiale annuo ujuiato vicario dal cardinal Gallelfi, e per

onorario, che da (iregorio XIV trovalo sua morte il cardinal Giustiniani gli so-

ascendere a soli 3ooo scudi con larga , stiuù nell'agosto 1837 mg.' Stefano del
munificenza l'aumentò ad annui scudi bufalo uditore e già canonico della ba-
6000. A "giunge il bernino, che altri va- ma nel novembre cessando di vi-
silica;

ganti e tenui emoliiincnli si contribuisco- vere, subentrò mg.' Pietro Giuseppe do

110 agli uditoli di Rota, e la dice piccola AvcIlà-y-Navauo, the rileunc l'attuale
aòo udì \}lì I

aiciprele caiilinal Mario Maltei fìucliò voluto, e fra le grazie che gli accordò isti-

visbe. Trovo inolile nel Beiiiino, die gli tuì laRota di Ferrara {/ .) colla bolla
uditoli di Rula uellu nìortede'Papi aveti- Jn supremo Jusliliae,(\e2() maggio Kjy, i

uo dalla caiutiii aposlolica il cotupeiiso Bull. Bom. coni. t. 5, par. 2, p. i^'j: la-
negli abili pai licoluii the usano (e descris- sliluùo Rolae in e ivi la le Ferrari ae Sta-
si ne' voi. Vili, p. 190, e XLll, p.i j8), tus Ecclesiastici ad dccidendas causas
di circa 5oo Scoruccioj
scudi , delti di illiiis Civita lis^ et terriloru, cimi iiuiuUo-

e per la custodia delle rote del Concia- rum concessione. Dichiara il Remino 11-

ye (F.) duo officia ex sex custcdibiis


, naloghe notizie, e che inoltre Clemente
Co/^r/rti'i* (ora come dissi a suo luogo cu- Vili die luogo nel tribunale della s. Piota
stodiscono col p. maestro del s. Palazzo romana ad un giiiris[»ei ilo ferrarese,e 1. il

le rote della «Scala regia); e nella creazio- lo fii già memorato Francesco Sacrali,
il

ne del nuovo Papa ciascun udiloie avia lieile sue decisioni chiamato ilDatuasceno
la regalia di scudi 200 d'oro. JMi occ<nre dal lilolo arcivescovile di cui fu insignito,
peiòcpii d'avvertire che il coiupenso per con i>plciidore della curia romana, poi-
le vesti di LuUOyUCU come ad aliri si tol- ché da lungo tempo in Ferrara fioriva-
se; che (juando fiiiino la guardia alle rote no tutte le scun'e scientifiche, ed illustri
del coiiclave,sono invitati a mensa, col p. e dotti cultori. Essendo morto l' uditore
jnaeslro de! s. Palazzo, dal lìlaggiorcloino della Rola romana Camillo Pellegrini ve-
(/ .) ; e che leggi» nella J^'^ota delle ipese ronese, il senato veneto pel ricevuto pri-

Jnili pei la soletiìie coronazione diGiego- vilegio propose a Clemente Vili, men-
/io A7 /: a'pielali uditoli di Rota pere- tre dimorava in Ferrara, 4 insigni dot-
largizione del Papa, per l'as>islenza pie- tori, e il Papa ne commise la scelta alla

siala alle rotedel conclave, scudi 3oo per Rota, partecipandolo al suo nipote car-
ciascuno, e in tutti scudi 3,3oo; più iu dinal Àldobrandini con lettera al decano
saldo di tale elargizione, scudi 4oo. Pii' divario Rezalio, raccomandando però il
pieiidendoil filo della narrazionedi que- l'rezzalo unode'candidati. La Rola allo-
sti miei cenni dirò che Cleuiente ^ 111, ra formò il decido: Nequis lilleiis coin-
ainniitalore del li ibiiuale della Ruta, nel- niendatiliis alicujus Principis, aul Car-
le più gravi cause della s. Sede ricorse dinalisrespondercl.lulaiìlo incaricò il de-
spesso al votodc'suoi padii, singolarmen- cano di rispondere al cardinale, in termi-
le nella strepitosa tra'cardinali Pi ed e i ni rispettosi, ma generali. Crebbero gl'im-
cardinali Diaconi . sopra \'
Oziane (/'.) pegni in modo, che il Papa comandò al-

dt f escala ù subui buari. I cardinali in- la Rola di ballottarsi il soggetto da eleg-


ioiDianti gli ndilori riceverono tutti la gersi per l'uditorato, in isciulinio segre-
sentenza, con modestia e vin-
i vincitori i to di fave biaiichee nere, il (piale riuscen*
ti con rassegnazione, con egual gloria dei do favorevole a Gio. Ballista Goccino ve-
giudici e delle parli, e dello slesso Papa neto, questi fu uditore e poi decano. A-
che appiovò la ilecisione. ÌNel suo ponli- venilo Clemente Vili promosso il decar
ficaio il cardinal Ascauio Colonna prc- Ilo divario a patriarca d'Alessandria iit
lelto della ciiiigreg;rzi(^ne dell'Indice, con pardl'us, colla ritenzione deirudiloiato,
lellei a lipoi tata dai Rei nino a p. 1 4^, af- i padri fecero istanza al Papa, so con lai

fidò al liibunale l'esame de' libri ili jus provisione s'intendesse ancora culla rilen-
caiionicu e civile, [)er emendarli iie'diii^t- zionedel decanato. Sanctissiuitts respou-
li che coutenesSeio. Per morie tl'Alfon- dit: ^(udiloresRolac habent suas Coti'
so 11, il ducato di l'\'irara iu da Clemen- stilulioncs j et ipsi hoc drclarabunt , ri-
te \ 111 iiuiiilo air inuiiedialo e ducilo i)i( Iteiido alla giudicatura degli uditori
di/H.inio lidia s. Sede, come ad essa de- ciò che spella\a a lui come giudice su-
udì udì 23i
premo ili essi. Agli onoii Clemente Vili l'ultimo prelato uditore romano, ogni an
wolle aggidngere altra dimostrazione. Da no in tal giorno inviava a tutti gli udito
imineniorabile tempo, nel mattino del- ri il due bottiglie, per cui i;li
[lasticcio e
l'iiltima rota di luglio il Papa imbandi- uditori solevano mangiarlo e beverie in
va agli lulitori nn lauto pranzo nellosles- un pranzo che davtmo al loro aiutante e
so palazzo apostolico, e ciascuno ricevea segreti. Tralasciata la consuetuiline per
i donativi che narrai nel voi. XLI, 5q.p. i le vicende politiche degl'inizi ilei secolo
Clemente Vili vi aggiunse altri doni,con corrente, mg.' Camillo di JNetio romano,
loo scudi d' oro per ciascuno e "zoo al ora cardinale, fitto uditore a'2 ? novem-
decano entro borse. Il benefico cosliinie bre 835, la ripristino;
1 ma poco dopo ces-
inalterabilmente fu continuato da' suc- sò quando rS luglio i83y fu nominato ar-
cessori, finchéInnocenzo XI! invece del civescovo di Cerito e nunzio di Napoli,
pranzo fece aggiungere a ciascuno due donde passò in Po/7ojjrtWo.iNoteròpoi,cln:
medaglie, una d'oro e l'altra d'argento. la famiglia Accoramboni non avea anco-

Oro nella I .^rota di luglio il Papa a u\ez- ra in tietta piazza acquistalo il Palazzo
zo di mg."^ tesoriere fa dispen^are 4 "Me- /^cro/awj^o/j',esseudo allora ili Ruslicuc-
daglie d'argento al decano e 2 a ciascun cimorto cardinale nel i6o3; probabil-
uditore di Rota. Tuttora poi il Macstio mente vi avrà abitalo. Di lui e sua illu-
di casa de' ss. Palazzi apostolici, colle stre famiglia tvatta l'iVlveri, Rnin.i in 0-
particolarità che narrai in tale articolo, gnì flato, t. 2, p. 37. Da iinmeinorabilu
I

porla al tribunale in detto giorno 2 bor- i epoca, ifogro chiama>.i l'auditorio del tri-
se co' mandati per le ricoidate somme, bunale, ed in quello del Palazzo aposto-
dividendosi inoltre gli esercenti quellede- lico /^a'.ìcano fu concessa la campanelli
gli eletti e de'vacanli. Di altro pranzo a- fuori lai -"camera dell'auditorio, ed er;i
gli uditori imbandito pel carnevale dal l'unica del palazzo, suonando f[uaiido a-

vice-cancelliere, feci parola nel voi, VII, giva il tribunale ne! (ine dell'adunanza,
p. 18 I Qui per analogia di rac
e altrove. per dare il segno al mansionario Vatici-

conto mi piace memoria anched'un


di far no di suonar la campana maggiore; an-
altro pranzo. Essendo uditore di RotaFa- tichissimo e singolare privilegio non go-
hio Aecoramboni romano di nobile fami- duto da ^e parhù nel voi. VII, p.
altri,

glia oriunda egubina , che da avvocato I 18. insieme alla campana della propin-
concistoriale fu ammesso nel tribunale nel qua basilica, detta «Iella Rota perchè suo-

1 542 e ne fu decano dal i 5)1 al 1 55f) in na nell'apertura del tribunale e nel de-
che moii (a cui Paolo IV die a rivedere corso dell'anno nel principio dell'adunali'
je celebri istituzioni di Gio. Paolo Lan- ze.prerogativa unica nel suo geneie,e con-
cellolti lodalissimo giureconsulto perugi- cessagli conica tribunale magistrale. L'au-
no), ed abitando sulla piazza Vaticana, ditorio Lateranense decadde come il Pa-
un giorno che gli uditori suoi colleghi per triarchio, non più abitalo, e l'Auditorio
la festa della cattedra di s. Pietro, ripristi- Vaticano sistemalo sotto Gregorio XI,
nata da Paolo I V, erano alla cappella pa- passò nelle stanze dette lunocenziane per-
pale in tale basilica, pel cattivo tempo dis- chè edificate da Innocenzo Vili. Esse pe-
se loro che potevano profittare di sua rò furono abbaltiile sotto Paolo V nel-
mensa. Accettata l'esibizione, riuscì di co- l'ingrandimento della basilica Vaticana,
mune piacere un pasticcio rifreddo per ,
ed eiezione di sua grandiosa facciata e-
cui il prelato nell' anno seguente per la steriia. Invece il Papa assegnò per Audi-

medesima festa mandò a tutti gli utlito- torio tempoiiiiico alcune stanze del ino-
)i un pasticcio rifreddo e due bottiglie, nMiìiivn i\c Canonici rtgolari Lalcrancn-
donde ebbe origine la consueludiac che SI contiguo alla Chicca di s. iVaria cA /
232 udì IJ D I

la Pace (/.), lincile fosse accomodatoli la, conservandosi la consuetudine di te-

luogo tiestinato nel Valiciino per nuovo ner le pubbliche dispule nella Cancelle-
Autliloi io, uel silo dello WTuieilo veccJiio. ria apostolica. La 1 .
'
rota poi del nuovo
Lai .'lola tenuta nel inoDasleio della Fa- Auditorio ValicanOjOSsia l'apertura, fu ce-
te fu a' IO novembre 1608. Quanto alla lebrata a'2 ottobrei620, previa la caval-
hala delle dispule, ch'era sopra l'Audito- cala e 1' orazione consuete. Amorevole
rio, coniechè iiubaiazzata di legnami per Paolo V cogli uditori di Rota, nella fesla
Ja fabbrica propose di tenerle nella
, si della Purificazione per la distribuzione
consueta chiesa di s. Euslachio (di tale delle Candele [f .)i\\\a prelatura, nell'av-
aulica consuetudine e con onorevoli te- NÌcinarsi il decano Goccino, per distinzio-

stimonianze per detta insigne chiesa, an- ne prese due candele gliele consegnò, di-
che il Cartari ne produce le prove a p. cendo con voce alta: Decantis Rolaede-
64 e 65, non *olatnenle tielle pubbliche bel habere duas candelas. E secondo il
dispute degli uditori di Rota, degli av- solilo fece dare agli uditori di Rota una

vocati concistoriali e di aliti letteralij ma cassa iV Jgtìus Dei benedetti. Gli udito-
ancora del confer iraeiilo de' dottorati e ri assistono alla loro beneilizioue; dell'ul-
J.itiree che pure da tempo antico si ese- tima parlai nel 83, e degli A-
voi. Lll, p.

guivano nella stessa cliiesa dì s. I^usta- gnus Dei tenni di nuovo proposito nel
chio: Tempio Eustachiano cui ej'ns ac- voi. LXXI, p. 67. Ora in quelle benedi-
(lem, qiiae in medio fere. Urbis u/iibi- zioni degli uditori di Rola han-
il c(dlc'gi()

lieo sita esf, nipote omiii/nis accoìiiodu no dal Papa in dono 2 12 Agnus Dei be-
Romano Gymnasio, (piasi Stoani Por- nedelti.Da Paolo V in poi sem|)re deca- i

tienili speciosa cìiristianoiiiin dicavit ni della Rola percepirono e ricevono tlal-


(intiquitns eie. Dei recente nobile e de- le mani del Papa due candele nella fun-

coroso restauro di lai chiesa, riparlai nel zione della Purificazione, in quella poi
\ol. LXXIX, p. lyS), ovvero nella sa- delle /'rt/wc benedette mg."^ decano rice-

la della propinqua Sapienza o Lnii'cr- ve dal Papa la palina simile a quella dei
siici Hontana, ma si tro\ò più conve- cardinali. Fratlanlo 1' uditore ferrarese
niente farle nell'ampia sala del Palazzo Sacrati, dopo 18 anni di conlintia assi-
della Caneelleiia apostolica (^ ), con slenza al suo ministero nella curia , nel
disposizione de'26 gennaio 1609, e così 1 b 2 con permesso
I di Paolo V si recò a
ebbero principio le ConeUisiomi^ 1 .). Tut- riveder la patria e i suoi, cpiando cioè va-
tavia leggo una congregazione rotale te- cava la giudicatura ne'graii calori ilell e-

nula nella detta università a' 28 luglio siale, ed era chiusoli tribunale. Durante
iGi^, Intanto Paolo V avendo inagnifl- la sua assenza morì in Roma a' 21 ago-
cameiile amplialo Palazzo apostolico
il sto decano Francesco Penna aragone-
il

Qnirinale (/ .), vi slabib anche in questo se, che con lode aveva sostenuto 16 un-
l'Auditurio perla Ruta, con propria cap- ni l'uditorato e 8 il decanaio. Subito vo-
pella dedicala all'Assunziuiie, e la descris- lò in iloma il Sacrati, che <p»al sotto-
si nel voi. IX, p. 16 1, in uno a (|uanlo in decano, gli competeva il decanato. Ma
essa si fa in tempo di Conclave. Il mag- gi;i per la sua lontaniiiza tlalla curia era
giordomo a'i5 inarzoiGi8 partecipò al slato prevenuto nell'islanza ilal Goccino
tribunale la disposizione |ionlilìcia, gli u- uditore veneto da 12 anni, come pie-
dilori ne ringraziarono Paolo V, il qua- senle in curia. Perciò insorse fra i iluo
le volle visitarne due volle le stanze e la prelati lite pel decanato, il di cui giudi-
cappella, dicendo loro: In noslris liben- zio Paolo V commise a' cardinali Lu-
ler \-(llenins \-os CnbieuUs aecipere pos- tl()vi>i e Lancellolli, già uditoli <li Ri)la,
icj ed a'aj anxiiu vi fu tcuula lai.' ro- e la bcnlcir^a lavori il Goccino , in cuU'<
L D I V D ì a33
fuiinilà clelU; bolle ili Paolo IV pel de- ra che gli avea dato a' gran maneggi ili

caiiiito del s-aj^ro collegio, e ili l*io IV [)er neg(!zi pubblici e privati del mondo, mo-
ijiiello della Rota. Paolo V per decorare sti andosi benignissimo cogli uditori. Era-
in qualche iiiaiiiera il posposto Saciati, gli stalo predetto in certo modo il cardi-
gli conferì il titolo d'arcivescovo di Da- nalato e il ponlincalo dal cardinal Bar-
masco Ila ul non AudUor^ sed Jiiduo-
: berini, poi successore UrbanoVI il, il qua-
ris Ficesgerens diceitturj aecoiìtìoìiì cor- le allorché inconlraiidolo al passeggio in
rente osservanza, che promosso un udito- remota parte, con allusione ali'inilefesso
re alla dignità episcopale, non più udito- studio proprio degli uditori, gli disse: //-

le, ma luogotenente o vicegerente si clua- brrrasti a debita via. Il Ludovisi giudi-


liia.E così il Sacrati nell'Auditorio cede candosi allora poco considerato da Paola
la precedenza al Goccino, sebbene arci- V, rispose: Jani din, errabundiix vagar.
Vescovo, usa fuori del tribunale rpiesti la Cui soggiunse il cardinal l'ai bermi: Bre-
cede a quello: allrellanlo si osserva se al- vi le non aberrasse lomperies. Il Cancel-

l' utiitore fatto Governalort di Roma, lieri, // /Ucrcato, p. 2,5 j e 2H8, rimarca,

]\Ja^giordoiìto ec, viene concessa la riten- che a (pjei tempi gli uditori di Rota gira-
zione dell'udilorato. In proposilo si pon- vano in carrozza per la città (noterò che
ilo leggere il Pleltenberg e il Cohellio il loro Treno, couìe meglio poi dirò,é più

che ne ragionai ono. Bundini a p. 35, che i decorosodiquello degli altri prelati), col-
tra le notizie da lui pubblicate e traile da' le bandinellecalale, chealzavanosolofuo-
Diari rotali e da'uiss, inedili del celebre ii delle porte urbane. Cosi incedeva l'u-
Coccino, riporta l' inedito Foltan Ili/ni. ilitore Ludovisi poi Papa. Rileiisce No-
Cardinfilis iManlica in causa Dccanaliis vaes che Urbano Vili amorevole col-
,

lìolae: Roinanae Decanalus Rolae.^à a r Umbria, concesse a Perugia (f\) che


j>. 1 63 il possesso del decanaio preso dal un suo cittadino fosse uditore di R.ota iti
Coccino, e il discorso [ìronunziato. Pao- perpetuo. Avendo colla ÌìiMìì Jmprrscru-
lo V colla bolla V niv ersi agri, (\e\ \ .°i\\av- labili divinoriini, i\{i 11 febbraio 1G24,
zoiGi'i, Ball. Rota. 5, par. 4? P- ^3,
\. Ball. Rara. t. 5, par. 5, p. 1
9 i , approva-
iiiurmò i tribunali di Uoina e suoi of- i lo e concesso privilegi all'oriline milita-
ficiali. Il § V De Auditorio Rotae, con- le della Dlilizia Cristiana, sotto l'invo-
tiene 36 articoli. Riguarda principalmen- cazione dell'Immacolata Concezione , e
te la procedura, e la conferma o estensio- perciò ne riparlai ne'miei Cenni s\x\\i\ \um-

ne delle cose già decrelale parlaiulone ,


desima nel voi. LXXIII, p.47, «diililò gli

con distinzione, e piuttosto che nuove ri- Rota all'abito e privilegi della
uilitori di

forme di altre prerogative l'accrebbe. E- medesima. Col breve Cam nos de' 2G ,

^li lasciò in ricordo a'ì»uoi nipoti, e fu imi- settembre, loco cit. p. 260, deputò l'udi-
tato da Innocenzo X, di procurarsi l'aC- tore Raldeschi in presidente e giudice
lello e tutela de'cardinali sue creature e probalionnm Enniluin Mdiliae CììriUia-
molto pili de'()relati da lui promossi al- naej e col breve Jlias supplicalìonibns^
l'uditurato della R.ola, per la gran ragio- de'2 4- '"aggio 1620, loc. cit. p. 329, con-
ne, che i primi potevano ben conservare fermò gli|slatuti dell'ordine. L'Auditorio

le loro facoltà che aveano; ma secondi i essendo restalo nel palazzo Quirinale, ri-

potevano non solo conservarle, ma o di- tornalo Urbano Vili ad abitare anche il
minuirle o accrescerle. Gli successe Gre- palazzo Vaticano, volendo sempre presso
gorio XV Ludovisi che pubblicamente , di se il tribunale, nel 1628 lo provvide
yttestò l'uditorato di Rota averlo innal- d'Auditorio stabile in esso, cooie innan-
zato al ponlilicalo, si pel decoro che il po- zi avea il temporaneo di Paolo V , con

klg gli uvea conici ilo. cutJie per l'apcrlu- cappella e aichivio,c \i fu cuUucala la
iZ\ IJ D 1 U D !

lunitlecherlpoila Coliellioa p. ao7,eBei- pia 3 scalini con spalliera, recinto alTiu-.


nino a p. iqOj ed essendo accaiUito nn Irxnocli parapetto, il tutlocli noce, su cui

quaslo al fornice della cappella neliG35, siedono gli aiiilitori di Ruota nel tempo
!i danno dell' altare e delle suppellettili, che si recitada uno di essi l'orazione la-
il bidello della Rota ne avvisò il decano, lina il giorno che si apre il tribunale della
da cui ne fu avvertilo il inaggiordonoo Ruotaalla presenza degli avvocali, curia-
li di collegio, ed altri che cavalcano quel-
i)er rimediarvi.
iVellci Descrizione del T'aticnno, di la raaltina per detta funzione. Vi, sono

Challard, t. 2, cap. 5i Secondo corti-


: inoltre ne'tniiri di testata due anlichissi-
/(' della Ruota, cosi dello per condurre me cattedre di noce elevale due gradini
all'Auditorio, sulla cui porta è l'accen- per ciascuna, con diverse intarsiature di
nata iscrizione, indicante avere Urbano legni bianchi all'uso antico, su le quali
Vili assegnato le contigue stanze al sagro sedevano ne'passali secoli gli auditori di
tribunale, il quale per la seguila demoli- Ruota quando giudicavano. La 2.' stanza
zionedel palazzo Innoceiiziano, in cui pi i- è apparala di broccatelli gialli e rossi con
ma esisleva,era rimasto privo di sua slabi- suoi cassabanchi dipinti all' intorno eoa
le e fìssa residenza, si legge, » Introduce tlue tavoloni, con solaro vagamente di-
quesla poi la nelle stanze delteilellaRuota, pinto, Esiste in essa un cammino grande
medesime in numero di 3 con la
esseii'Jo le adornalo nella luce da tutislra scorniciata

sua cappellella. Lai /stanza vedesi tutta di africano, situalo in mezzo a due fine-
addobbata di quadri concuriiici dorale(di sire similmente corrispondenti verso il

altro quadro dcH'Audilorio il Berninone dello Colonnato. Incontro alle medesime


riprodusse il disegno e descrisse,forsedono vedonsi due porle guernile di bussole,
di un vescovo uditurea vanti ili245_: rap- delle quali lai.' introduce nella contigua

presenta la B. Vergine col diviu Figlio, cappella vagamente dipinta ad uso di pie-
con s. Pietro a sinistra come luogo più o- tre, con due fìoesli e che prendono lume
Doralo nell'antichità, e lo ripelei nel voi. dal cortile de'Pulafrenieri. L' altare che
LXXVll, p. 125, e s. Paolo alladeslra,e in essa scoigesi eretto ad uso di tribuna,
lateralmente genuflessi gli uditori, 6 per fa parte anch'esso delle di lei maguilìcen-
parte, vestili di cappe, cioè alciuii con cap- due lalerali sqe parti
ze; essendovi nelle
pe rosse, e li dite gii uditori laici; allri di dipintoachiaroscuroun gruppodi Angeli
umbiatico onero colla tonsura monacale, per [)'utc. Il solr»io di questa cappella ò
cqnestidichiaragli uditori moiuici;aliri ili tutto lilettato d'oro, e nel piano di essa
fine di nero,cd in que^li vi ravvisa gli ucli- esistono due lunghi ginocchiatorii coperti
tori chierici o prelati. Ivi riferisce pure, es- di panno verde per uso de' sopraddetti
un
ser l'arma o insegna del tribunale, cioè prelati. La sopraindicata 2. porta dà l'in-

volume complicato e orbicolato in forma gresso ad un piccolo sito triangolare che


di rota, per ornamento radiala a guisa di serve per uso di sagrestia della ilelta cap-
jotadi carrozza, sovraslatadalla colomba pella. Dalla 2.' stanza si passa alla 3." il-

simbolo dello Spirito Santo) lutti d'una- luminata eziandio da due lloestre verso
lui'desima grandezza, rappresentanti i ri- jl Coloiniato corrispondenti. E la niede-
Iralti de'Sommi l'onlcfìci, che sono stali sima apparata tutta di damaschi cremisi
da jtrelali uditori di Rota, con iscrizione con (.lue ordini di cornici dorate, con ta-
iollo del nome e pallia lino al regnante volelle simili e lendine di seta. Viene al-
SommoPonlcTice(Clemente XIII). Esiste lieii dqnnta con somma vaghezza noi
nella parte destra incontro le 3 lìnestre su[)erior solaro. Un tavolone quadro scor-
coi i ispoiidenli verso il Colonnato di s. gesi nel mezzo di questa slan/a da nobil
l'idi un gum sedile elevato dalerra so- tappeto ricoperto per uso dclln: congriga-
9

UDÌ ' udì 2l7


Ktom-, etl accanto la metlcsimn stanza vi sotto le inedesitue pene ili sperginro e di
è ii ritiro pei' li coinodi, il (|ii,dc dal cor- scomunica huat sc.nteiUiae, wim potiel)I)e
lile del'alafienieii prende \\ luir.c".Nel andai e ad infoiniare sopra una causa che,
t. 3, cap. io: Corlde degli Jrchh-ii, lo essendo slata in Rota, fòsse pi obaI)ilnien-
Clialtard descrive quelli della Rola a p. le per ritornarvi, come a due nel IiìIk!-
jgo. Essi sono 4 con iscanzie perle scrii- naie di Segnatura per la lesliluzione in
ture e pe' [irotocolli, il .° f(jrnialo di he i inliero. Gli stessi uditori di Rota si asleu-
lanze, il 2." di due, così il3."eil4.'' Ur- guiio di dare il volo in quelle cause, eli
bano \ill zelando sempre piìi 1' onore, peravvenlura iiljbiano giudicato inqual-
la fuma e buon regolainenlo del tribù-
il che tribunale inferiore, prima di entrare
naie, col breve Cuni siciit nohis, de' nel sagro Auditorio. Suole ogni studio
maggio 1687, presso il Bei nino a p. 24'» ^''^s''
"dilori di Rola essere composto di
permutò nel nome e nel giorno alcuna un aiutante, di due segreti, così tlelti dal
iota, the da lui fu ditta Rota Urbana, segreto che giuimio tulli di conservare
Indiconallro breve E.ij)oni nobis^de 1 Cf sul volo delle cause, e perciò anche tali
Ilo veuibi e 1643, riportalo anche dal Bull, posti sono gelosi e onorevoli, e rie-.co no di
Pioni., t. 6, par, 3, p, 899 : Proibilio Au- un meraviglioso esercizio nella giurispru-
ditoribiis Sacrae Rolae Iio'nanae,ac co- denza, onde debbono esser dolali di pio-
nirn Localenenilbwi, et Sludii Ail]'uloìi- vaia inlegrilà e capacità. Già gli uditori
ne vola sua, vfl suoriini Coadjnlo-
liis^ godevano da tempo anlichissinio 1' uso
rum, et alia, qiiae in Rota Iractanlnr, del rocchetto, col qmde ecolhi ca[)|)aGio-
cuiquavi patcfaciant. Sebbene dagli udi- vanni XXII ingiuu>e die andassero co-
lori di Rola si dasse il giuramento di non perii nelle cappelle pontificie e nel Iribu-
palesarequellecoseche si operavano nella naie, poiché rappresentano nell'une la

Rota, pure talvolta si inaniRslavaiio, e io persona de'[)iifni cappcdlani del Papa, e


lispelloa'voli eziandio. Per porre un rime- nell'altro i primi giudici forensi del inoii-

dioa quesloniale, il Papa comandò in del- ilo. Innocenzo X memore d'aver appar-
to breve,che gli alti di questi uditori non si lenuto al tribunale, del rocclielto ne ani-
palesino non altrimenti che i voli,»otlo pe- pliò l'uso col breve onorifico, Duni assi-
na di spergiuro e di scomunica lalasenltn- f^«05, de'7 marzo iG4'J', Bull. Ront.,1.6,
?a. Il che ingiunse sotto le medesime pene par. 3, p. 23, ordinando di j)ortarlo ubi-

Ogli aiutanti di sludio degli uditori; e voi- rpte locorum, in Roma (poiché a motivo

le che gli uditori giurino di osservare ciò d' un decreto della congregazione cere-

prima d'entrare in grado. Dichiara il Uoii- tnoniale erasi vietalo l'uso del RorclicUo
dilli, che lale segreto rotale non solo si per R^oma a' prelati che ne goilevano) e
estende agli uditori e loro aiutanti di slu- in ogni altra città del mondo, avanti ai
dio, ma eziandio riguardo a'segieli ; poi Papi ed a rpialunque sovrano, ne'concilii
gli uditori hanno ancora un altro segreto ecumenici (gli uditori diRota inlerveiigo-

speciale intorno a molle cose ch'essi fanno no a lutti (jue'coiicilii ne'(|uali è [)iesente

e dicono nel Iribniudc. Ma in tulli (juesli il Papa), e in qualunque funzione e con-


casi la materia è delicatissima, cosicché gresso, infliggendo pene a coloro i ipiali

come Urbano VII! statuisce, né diretta- avessero osalo in ciò perlnrbare gli udi-

nieole uè indirettamente si ponno mani- lori di Rola. Per la fiducia che avea in

feslare i voli, ad ogni allro a[)parlenenle essi più volte ricorse al volo loro, e nella
all'Auditorio e agli altri studi. Anzi, a- grave causa insorta tra il Maraldi suo se-

vendo egli consultale persone ecclesiasti- grelario de'brevi, e Giuvanni l'^inerix che
thesapieiilissime e pie, poléconosceieche neliGGo fu ammesso fra gli uditori (Gia-

chiuuque addetto al Inbunule delluUota, corno Eoienx di lui nipote fu ammessa


236 udì U DI
nel 1668, divenne decano, e posseggodi pelerò, eli' ebbero la contrastala prece-
lui ms. ossia una delle copie del pregie- denza sui Chierici di camera (^'.), ces-

volissituo: Tractalus scu Nolitia Sacrae sando così le dispute fra' due collegi, e
Jìolae lioriinncecoiìgesCa), deputò la con- sopra i quali ultimi fu collocato il p. Mae-
troversia agli ndilut'i Francesco M/Ghi- stro del s. Palazzo ( nel quale articolo
slieri, Celio Bichi, e Oltoboni poi Ales- narrai^ come gli uditori con esso caval-
sandro Vili, ma come prelati extra Ro- carono ne' Possessi de' Papi), per cui que-
tarli, con grande onore del tribunale. Ve- sti d'allora in poi continuò a sedere e ad
nuto il Papa in cognizione che un udito- incedere cogli uditori di Rota, ma dopo
re era di sospetta fatua nell'amininistra- l'ultimo di essi; alla parte di pane di pa-
zione incorrotta della giustizia, subito vol- lazzo dal Papa fu aggiunta quella del vi-
le punirlo, salvando il decoro del tribu- no, ed alle vesti prelatizie nere, gli sosti-

jìale, ul quale ordinò la formazione di ri- tuì le paonazze come gli eoa altri prelati,

goroso processo e lo giudicasse, lua con si cordone e fiocco di tal colore al Cappello,
segielo procedere che sentenziò la sco- essendo questa prerogativa fino allora
munica a chiunque ne avesse parlato fuo- goduta dal solo collegio de' prolonotari
ri dell'Auditorio. Conosciuta la reità del partecipanti, come il più degno tra'pre-
prelato, con onorevole pretesto fu rimos- lati non consagrati; però ad alcuni udi-

so l'uditore, il quale [)er imprudenza es- tori non piacque la variazione del colore,
sendosene lagnato, si coprì di vituperio. perchè col nero antico da loro ritenuto
Avendo Innocenzo X destinato ad altro erano gli unici in Pioma a portare il roc-
liso le stanze date da Paolo V al tribuna- chetto, e perciò non aveano mai curato
le, questo neir estate per modo di prov- l'altro colore comune alla prelatura, anzi
visione si adimò nuovamente nel mona- per questo e per le loro singolari e molte-
stero della Pace, e poi passò con permesso plici prerogative erano chiamati i Cardi-
iV Innocenzo XI in tale stagione nella nali neri.ìì ì?ììIv'\z\, Sacraruin Cerinio-
Cancelleria apostolica {f^-), comechè gli niaruin S. R. Ecclesiae, tratta nel lib. 3,
uditori sono ulliziali della medesima nel lit. 2: De seri'ilio Sitbdiaconi Apostolici,
modo ivi riferito, ed il decano cogli altri De De HJagislro Sacri Pa-
Aiiditoribas,
uditori interviene alla formazione delle lata. Dice Lunadoro, Relazione della
il

sue/ic^o/^ydnchènel i6()2 InnocenzoXII corte di Roma, stampala nel 1646, che il


li reintegrò dell' Auditorio Quirinale. A- suddiacono apostolico vestito di sottana
Jessandro VII, come notai col Bovio nel paonazza, rocchetto e cappa di saietta di
voi. VII. p. 8g, ridusse
1 2 notari della i 1 detto colore, portava la Croce coll'imma-
Ilota a 4 (<|ut'Sla riduzione sembra meglio gine del Crocelisso li volti al Papa; il qua-
dovei si attribuii e a CleuicnteX, per quan- le ulìlzio essendo venale com-
e/'^r7C<z/;/7c',si

to xado a dire e riferirò verso il line ), e prava per 25oo scudi e anche 3ooo,e ne
tantisono ancora notari cancellieri, es-
i fiiiltava annui 8 ()er cento. Tia'principali
sendo situala la cancelleria del tribunale ulìizi de'suddiaconi era il fare da Croci-

in via della Rlissione n.°i4. Il tribunale fero, ossia il portare la Croce Pontificiii
ba pine il depositario e segretario. Ales- (/'.) innanzi al Papa cogli abiti sagri e
sandro VII nel riformare la cappella pon- prelati/i. e di presentarla avanti al Pap;i
tiflciii, soppresse nel 16)' il collegio de' all(jrchè comparte la beneili/.ione aposto-
Suddiaconi apostolici (/'.) istituito das. lica, e precedevano essi gli uditori diRuta,
Fabiano Papa dui gi38, edicliiarò.suddia- finché Pio 11 a quest' ultimi accordò l.i

coni apoMolici gli uditori di Ilota, con o- precedenza, come già dissi. Colla nuQv;i
iiorificenlissimo breve, e di lutto tenni prerogativa di suddiaconi apostolici, con-
pioposilu utl citalo articolo. Suluquiri- tinuarono gli uditori diRola a j^odcrcldu-
UD I U D I 9.37
ticn (li cappellani pontificii, la Croce por- vcrali Novendiali della Sede vacante.
tfintlosi clall'ultimo luiitore. Agli altri ii- Dissi pure come gli uditori seniori assi-
tlilo! i, lianne il ilecano, per turno incom- stono il Papa neir assumere e deporre i

be il fare da suddiacono nelle finizioni che sagri paramenti, e corno nell'asrendere o


pontificalmente celebra il l'apa. Per esev- discendere dal Trono gli danno il braccio
cilare le funzioni di suddiaconi apostolici e lo sorreggono. Riniarca il Bernino, che
ue'solenni pontificali del Papa non si ri- nel giorno delle Centri,\n cui il Papa re-
chiede altro dagli uditori di Rota, che sie- cavasi a fare la funzione in s. Sabina, ov'è
no di tal ordine insigniti. Tanto dichiaiò la Stazione di Roma, nella Cavalcata il

mg/ De Ligne prefetto delle ceremonie collegio e tribunale degli uditori, come
pontifìcie e segretario della ceremoniale, nelle altre, cavalcavano sopra mule b.u"-
con lettera diretta all' odierno mg/ de- dale di paonazzo, dopo i chierici di came-
cano, de' 17 dicembre i852. Onorevoli, ra, e col p. maestro del s. Palazzo, vestiti
distinte e molteplici sono le attribuzioni e co'Ioro 3Jaiitellonio gran mantelli, con
gli ulììci che gli uditori di Rota esercitano cappuccio e cappelli pontificali, segnili
nelle Capptlle PortN//r/e ordinarie e stra- dall ambasciatore di.Bologna, dal gover-
ordinarie, in tali articoli tutte quante mi- natore di Roma e dal principe assistente
nutamente descritte in uno a' loro posti al soglio; indi cavalcava l'ultimo uditore,
nel sedere e nell'incedere, e meglio ancora vestito con)e i suoi colleghi, in me^zo a
negli articoli relativi, come suddiaconi e due maestri O^Z/rt/-;/ (/.), portando la

come cappellani; come per esempio a To- Croce pontificia astata, e giunto al cortile
vaglia, per alcuni miei rilievi; a Pallio, della cliiesa di s. Sabina, un suo collega
perla distinzione sull'assistenza se il Pa- vestito di manlelletta e iocchello ricevea
pa non benedice pallii, e per l'interven- i la della Croce e proseguiva a piedi a por-
to d'un uditore se il Papa l'impone ad al- tarla innanzi al Papa, assumendo indi e-

cuno nella sua cappella segreta, e per la gli e gli altri la cappa ; e cìie nel fine della

cura che ha il decano de'due agnelli be- funzione il decano della Rota supplicava
nedetti dalla lana de' quali formano: si il Papa per l'indulgenza delle sagreSla-

per la Incensazione e laPtìre, egualmente zioni di Roma da lucrarsi nelle privale

anco in cjuesti articoli per la Cavalca' ;


cappelle degli uditori, il per finirla, ri-

to e pel Possesso dfl Papa (nel quale gli parlai de'sagri ministeri di questi prel.iti
uditori hanno il privilegio d'attenderlo a Proce-Ssioni, a GiUBiLEr, a CANOMyzA-
nella protobasilica Laleranense vestiti in riONt pe' processi che formavano gli udi-

abiti suddiaconati), anche aPRELATO; così toride'Servi di Dio, prima che fosse at-
a Mitra e Teibegno usuali, che sorregge tribuito alla Congregazione cardnializia
ildecano e in sua assenza 1' uditore più de' s. Riti (/'.), della quale sono sempre
antico; che ne 3Iatliinnì spellava agli u- consultori il decano e due altri de' più

ditori di Rota porre la Cappa al Papa. Di antichi uditori. Quandoun uditoreèpro-


lutti gli ufllzi e ministeri ecclesiastici ese- mosso ad altra carica (che suole jiortare

guiti dagli uditori diRota nelle sagre fun- al cardinalato), subito cessa nel tribunale
zioni cui assiste e celebra il Papa, ne ra- ad esercitare l'uditorato, e l'intervento al-
giona pure Bernino e gli enumera quasi
il le funzioni pontificie. Il prefetto delle ce-

tulli; e siccome egli eruditamente parlò remonie pontificie con ischednla stam-

delle vesti prelatizie e sagre da'medesioii pala avverte mg.' decano affìchè avvisi i
usale, io l'ebbi presente nel descriverle ai suoi colleghi, a'quali appartiene portare

loro articoli, anche pe' Colori ecclesiasti- la Croce, non interviene,


la HJilra, se esso

ci di ciascuna, e loro particolarità, di so- e le fimbrie della Papa (ullicio


Falda iie\

pra avendo licordate quelle usale ae'Fii- che siuoe dal Faldistorio incombe jl' Pro-
238 UD I D I

(onolai!), non die eseguire altre funzio- tessere. Ne' luoghi narrai, che il
citati

ni, e se cleljbano assniuere sul roo hello Papa manda al decano della Rota due i

la ovvero paramenti sagri della


colta, i agnelli che si sono benedetti nella Chiesa
Tiniìcella ec. Anzi Ifggo nel Diarista di s. /Agnese fuori le mura (^'.) nella sua
Ceccoiii, neliii descrizione del pontificale festa (ordinariameule il p. abbate de'ca-
per la coronazione di Denedelto XI 11, che nonici regolari Lateranensi che l'hanno
tutti i prelati uditori di Rota suddiaconi in custodia; il n.°i8 dei Gior-ma narra
apostolici erano parati di Tiinìcelle, oltre nale di Roma
1857, che dopo l'av- del
l'uditore suddiacono ministrante. Forse venimento avvenuto presso s. Agnese, ove
fu particolare desiderio di ([uel Fa[»a,che prodigiosamente fu in salvo la vita del
volle celebrare molte finizioni straurdi- Papa che legna e quella di inoUissiu;i
iiariee non piìi usate farsi da' Papi. Senza personaggi eccelsi, d.s me narralo nel
rientrare nell'ampio argtjujento, ho vo- voi. LXXni,p. I 02 e seg., perciò il Pa-
luto qui indicare i luoghi ove di proposi- pa in segno di gratitudine a Dio e alla
to feci la descrizione di quanto spella a Santa ordinò usagnifici restauri eorna-
questo esimio collegio prelatizio, ne'uù- menli al tempio di s. Agnese e memorie
t)isteri di primari cap[)ellani del Papa e monunieiitali nel luogo attiguo per eter-
di suddiaconi apostolici, nei dire quando nare la catastrofe e il prodigio ; laonde
riceverono questa insigne qualifica. Ri- chiusa la basilica pel* eseguirvi le ponti-
tornando alla narrativa compendiosa e fìcie munificenze, fu nuovamente serra-
cronologica de' princ![)ali fasti degli udi- ta nel fuvi poi il pavimento di marmtj^
tori di Uota,dirò che Clemente X confer- e quindi essendoci defiuilivameule ria-
mò e ampliò loro quanti privilegi aveano perta a'2 I gennaio i85y sagro a s. A •

ad essi concesso predecessori, e [)reci|)ua-


i gnese, il titolare della medesima cardi-
menle Giulio 11, Leone X,Clemeute VII, nal Girolamo d' Andrea fece celebrare
Paolo 111 e Alessantiro VII, col breve Ro- decorosamente a sue spese la festa, ed
niani Pontifìcis, de' 19 diceudire 167 i, assistilo da' medesimi canonici legol iri,
Bull.RouK^l.'j,^. 82. Afli'lò inoltre ad esM dopo cantata l'ora di Terza, pontificò la

la custodia de'sagri Paliti (di cui riparlai messa con musica, dopo la quale fece
nel voi. LXXXI,p. 38), senza pregiudi- egli stesso la solenne benedizione degli a-
zio di quella parie di custodia che spetta gnelli colla cui lana sono fatti i pallii), i

aW'J Ita ri.sia di x. Pietro (/^.), di cui ra- quali debbonsi uccidere il mercoledi san-
gionai anche a INlANSiorfARio, perchè uno to, e colla loro Intia intessersi i pallii, on-
di essi fimgeva 1'
nflìzio, sopprimendo e de a tale elletlo il decano della Rota suole
togliendo bensì agli altarisli l'emolumen- mandarli a un monastero di monache di
to di scudi 8 mensili, e trasferendolo negli Roma, affinchè vengano nudrili e custo-
uditori, per la conservazione di tali insi- diti. La concessione di Clemente X, osser-
gni ornamenti pontilìcali. Nella benedi- va Bernino, rinnovò la memoria della cu-
zione poi de' medesimi l'altarisla conse- stodia che ne'primi secoli ebbero gli udi-
gna al cainerlengo o tesoriere degli udi- Rota de'cor[)i
tori di de'ss. Pietro e Paolo,
torio altirj de'medesimi, i sagri palili, to- Di più Clemente X colla costituzione e
gliendoli fle carpare b. Pelri, per recai li molo pro[)rio, Romanus Poiì(ifex\i\6i.\
'A Irono ponlilicio per la funzione; poi- ottobre 67 I, Bull. cìi. p. i43: Ri:dnclio
1

ché al medesimo camerlengo appartiene Ofjìciorani Nolarioruin Sacri Palaiii


consegnare i palili, tessuti colla lana lo- Apostolici ; soppresse T'acahili de' /^S i

.sala da'snddelti agnelli, allo stesso alla- notari rotali eli ridusse a j, comunicando
risla, sebbene ciò ora si faccia dal prefel- loro i privilegi che godevano gli estinti ;

lo \.\c' maestri delle ccni/toiiic, che li fu li quelli poi degli uulichi che ricusa vahi>
i>^t>« udì .:j.)

cedere e vendere il loro ufFizio,piov\ ide al ac alia^pcnsionum hujiimwdicnparium,


modo narrato nella cnslituzioiie. Dunque eliain in ninriit m elenio corani nolano,
non sembra esalto il ricordalo riCeiito ci teslibus, ac cum alicii;'<i.<; Praelali,s('u
da! Bovio. Nel i
689 il tribunale fu ralle- personne in ecdesiaxtica di^^nitalc con-
grato ditiresallazione al ponlifìcalo d'A- slitiilnc inlcrventn transfcrn' [seivaia la-
lessandro Vlll.cbe un tempo degnameli- menfonna contlilu/iuni.i fri. record. limo-
le eravi appartenuto per 9 anni, equando ceniliXI, super transiationc pensioncm
gli uditori si recarono a tongratularsi.ac- <iediiac) libere, et licite posxinl, et valcani,
colli benignamente e con somma estima- tenore praesentium concedimus,elindn/-
zione, parlò del tribiwiule: disse pure te- geinns. Rifeiisce Novaes nella Storia di
nello prò nobiliari gemma suae Tliìa- Clemenle .\I/,dìt conce^^n uTotanti di
rae j esse dispositam et inclinalani ad Segnatura \\ inanlellone, il cappello pon-
faciendas omnes gralins lain tribunali, tificale,e gli altri oniamcnli ohe usavano
quam singulis nuddoribus. Cerlamenle nelle cavalcategli uditori diPiOta e i chie-
se Alessandro Vili non fijsse slato cosi liei di Camera; e che parimenti ordinò,
presto tolto dal mondo, di lui avrel)be la nella creazione dt^i^li avvocali concislo-
s. Rotache gloriarsi, pel mollo che a
di riali gli uditori di Rota proponessero 3
favore di essa nutriva nell'animo, por depiii degni avvocati della curia roma-
essere conginnla insieme all'inclinazione na, ed al l'apa ne appartenesse la scelta,

la potenza nel beneficare. Ma egli per salvo il diritto di qoellecillàe nazioni, alle
cos'i dire fu piuttosto mostrnlo che dato quali per pontifìcia grazia era concesso uit
al pontificalo, espaiì come lam[)0 di gran luogo nel collegio, il quale ora c^so stesso
luce, allrel tanto risplende n le che passeg ha il privilegio die godevano gli uditori di
gera. Il successore Innocenzo \11 bene- Rota, di presentire la terna nellerispi'llivt*
mevenùssìn^o (}(i' Tribunali di Honia [ai- vncanze. Indi Clemenle XII colla bolla
ticolo in cui vi sono notizie che si ranno- In Stannii PonliJicatus,àfi 7 novcndire \

dano a questo), nella grave discussione 1734, Bull. Roni., l.i^, 'j Qiiod De- \-). :

per la soppressione ile' Segretari apo- canatus Sacrae Rolae Auditoriiab lìpi-
stolicì, ne rimise al tribunale la deci- scopo eliani Tilulari optaci non posfil.
sione. Pietendendo l'avvocato fiscale del- Nec in Rota cognosci causae ipsoruni
la Camera la precedenza agli uditori di ^uditorum, eoruniqueconsanguinrcrnni
Rota, quando egli informava in casa lo- in primo gì adu. Causae ^'ero in Rota se-
vo per affari del suo tribunale, Innocen- mei induclae, avocavi ab eadeni neque-
zo XII decise in favore degli uditori, con- ant. Con queste disposizioni il Papa cliia-

cedendo solo all'avvocalo la preceden- 11 e sciolse alcune differenze insorte ira

za nell'ingresso. Clemente XI fualleltuo- gli uililori. Lat-'era^ se il decollalo della


so e benefico collaRota nel suo lungo pon- Rotasi po^sa oliare dal vescovo ancoiubè
tificato, ed a favor suo emanò breve il titolare? Poiché diveisamenle avea giù-
Creditae nobis, de' 19 novembre 7 16, i dicalo Pio IV, il quale sanzionò che il de-
presso il Berninoa p. 1 i i; concedendo a- canato non si conferisse al vescovo di Pe-
gli uditori, ancorché dimessi dairnfficio, rugia Giulio Oiadini perugino, e perciò
pensioncs annuas apostolica ubi aiuto- si dasse ad altri ; nienlie Benedello XII[
rilate super quibusvis fructibits ecclesia- agguulicò il decanaio a Pompeo Aldo-
slicis re.servatas, et prò tempore reser- vrandi arcivescovo di Neocesaiea in par-
vnndas, usque ad summam ducentoruvi tibus, e perciò lo leggo nelle Notizie di
ducalorum auri de Camera, duintaxat fionzrt del 1
727 colla qualifica Luogole-
ad favorem tmius, seti plurium perso- nente della decano della mede-
s. Rota e

nariirii ecclesiaslicarumjseuclericcrunii 5////^'. Quindi Clemente XII slalui se il


?, \o U D I U D I

decano il pronuìove a vescovo di f^iiiii'?- i noia ri con denaio proprio consegnasse-


dizioneo dì titolo diviene vacante il de- ro ne'regislii tulli gl'islrumenti prodotti
canato. La ?..' era, se le cause de' consan- dal 1
67 I al I 728,airnu;hè si conservassero
guinei d' un uditore si potessero agitare ne'protocolli a seconda del prescritlo da
in Rota? Ciò avea proibito Pio IV e con- Ceiie:delto XIII. Che rassegnassero nello
fermato Paolo V, ma non fu osservalo ; spazio d' Mti anno i registri pretermessi
uè Gregorio XV
e Alessandro Vili, ch'e- dal i7?,8 fino al presente. Facciano gli
rano stali uditori di Rota, non Io revoca- atti delle cause pe' registri, e se li fanno
rono. Clemente XII dichiarò che le bolle od istanza delle parti, ne prendino mer-
di detti predecessori doveano considerar- cede. Pe' registri formali dell'Auditorio
si lelative alle cause proprie deii;lì udito- degli uditori non prendano niente dal
ri di Rota ede'consanguinei in i.° grado, 1 735 ad ora. Pe'registri delle copie
lino
non di coloro i (jiiali intervengono agli stu- riassunte possano preuder mercede. L'e-
di degli uditori ode'propinqui in ulterio- sazione di (pieste mercedi compete all'ar-
ri gradi ; bensì giudicandosi le cause degli bitrio di essi. I dubbi delle cause da pro-
attinenti, gli uditoli dovessero uscite dal- porsi nell'Auditorio, sotto pena di nullità
l'Auditorio, onde non dar ombra ad al- non possano sottoscriversi, se negli alti di
cuno e la votazione fosse interauienle li- sottoscrizione nou sia stata esibita la fe-
bera (il Bernino che pubblicò l'opera sul- de dell' attuario del notaro all' mlitore
la Rota 7 anni prima, nell'encouiiaie gli
I ponente da darsi gralis^nttWn quale faccia
uditori seguaci invitti dell'aurea massima fede di tutti gli atti, trasposiziom di dirit-
di Catone, che: Mcigistraluf!, Jiiilcxt/iie to ec. Le rinunzie delle cause pendenti e
lite prò j'itslis ovaiidits, nec pio iiij'iistis da trattarsi nell'Auditorio, poimo farsi a
t'xorandiis, nota che né la giustizia am- piacere de'litiganti, fuori degli atti dei
nielle scusa, né l'ingiustizia preghiera. In- notari del medesimo Auditorio, [)resso u»i
di dichiara, essere verissimo, che non per altro notaro, purché frai5giorni si esibi-
diffidenza, ma per quella possibile alle/io- scano al notaro, il ipiale scrisse negli atti
ne, che r umanilfi di ciascuno potrebbe della causa.
avere o al parto del suo ingegno o alle par- Il Bidiarinni Benedicli AY/' contiene,
ti del suo sangue, si astengono gli uditori nel 1. 1, p.i 10 Corani Pontifice senten-
;

di dare il voto in quelle cause, o ch'essi tinin dif.it ìncauxa Conversana, di giuris-
abbiano patrocinato esercitando fa vvoca- dizione ha il vescovo e l'ordine Gerosoli-
tura, o che attinenti siano a' propri con- mitano. R.iferisce il n.^Sqj del Diario di
1

giunti ; ed in caso di tal voto si ritira l'u- Romaiche Benedetto XIV tenne avanti
ditore dali'Aiidiloi camera,don- io in altra di se una congregazione degli uilitori di
de rientra quando dal decano è fatto con- Rota, che siederono in isgabelli di legno
sapevole della risoluzione e del rescritto). intorno ad lui tavolone, vestili di rocchet-
La 3."
didèrenza era, se le cause una volta to e mantellelta, senza berretta. In essa
addotte o proposte in Rota, si possano si discusse una causa giuiisdizionale d'al-
quindi evocare ? Clemente XII ordinò e cune commende dell'ordine Gerosolimi-
decise: non potersi. Inoltre questo Papa tano, poste nella diocesi di Conversano, e
colla bolla Homamis Ponlifex,(.\e'7,'j ^en- fu gitulicata in favore del vescovo. Aven-
naio 74o, /ìulL
1 cit. p. 44'* = Approbatio do la congregazione ceremoniale nuova-
lionnuUnruni llesohuionuin congregalio- mente vietato d' incedere per Roma ai
ni'! parlicitlarisa SS.mo deputatae super prelati col rocchetto, tranne i pochi no-
Begì-Hns in of/tciis Nolarioriim s. Rotac minati nel decreto, questo riprodusse Be-
ylitditoriitnuinatlìritm. Dispose pertan- nedetto XI V nel hievc Praeclara delnlae,
to, per eliminare gl'introdolli abusi. Che de' 10 aprile! 74 3, l<JC. cit.,p. 1 22, poiché
.

udì udì 2 i

»ion ostxTnle concesse agli udiloii di Rota Cause sopra il yi/.///7>/Jo/j/o,esopra la nul-
di portarlo in tulli i luoghi, edam in ac- lità della professione Regolare. iVell'Au-
cessit ad Capellas, funcliones eie, et in dilorio della Rota,dopo la i .' e la 2.' pro-
recessit,faceudo un ispleodido elogio del posizione della causa nel turno ordina-
tribunale clie avea cominciato ad nmiiii- rio, se i suffragi sono pan, sarà da pro-
rare dalla sua adolescenza, e sotto la di- porsi la medesima causa, vedendola il j.",
sciplina dell'udiloreepoi cardinale Ales- il 6.° ed il 7," In quelle cause che si pro-
sandro Caprara. Dichiarò poi nella bolla pongono al giudizio di tutti [videnlibus
In Aposlolicae, de' 3 aprile 1 744> *""a i omnibus), l'uditore proponente dovrà di-
Penilenzieria apostolica e suoi ufficiali, re il voto o non darlo a secouda che il nu
nel §12 che dalla Rota romana per inve- mero de' voti degli altri sarii pari o di-
terata consuetudine i Papi sceglievano il sparo. iMonsi possono commettercall'Au
Reggente della Penitenzieria, nella per- dilorio della Rota le cause prelatizie, uv
sona d'un prelato uditore. Nel conferma- vero spettanti alla curia del Senatore dì
re Benedetto XIV, colia bolla Inter co- Roma (/^'.), se non per consenso di tulle
spicuos ordines, de'29 agosto 744, p»"'- 1 i le parli. Agli uditori di R<jta, come pre-
vilegi del collegio degli avvocati conci- Iati, non si potino commetlere le cause' di
storiali, al quale era appartenuto, dichia> loro natura rotali, nemmeno con consen
rònel § 12 Bolae Andilores elee fi hahi-
: so delle parti. Benedetto XIV colla bolla
litni Advocatoruni Coiisislorialiuin as- De jarisdictione
Episcopo Spireniis,*\c
sumere nequeunt, ahsque licentia colle- 16 novembre 1747» '«co ti'l-> P- i5(4, la
gii. Indi lo stesso Benedetto XIV pubblicò comincia colle seguenti parole di lumino-
la bolla Juslitiae et Pacis cusiodes, de'g sa onorifica testimouìanza del grande e
ottobre 174^5 Sidl. suo t. 2, p. 67 : Di- dotto Pontefice pel cospicuo e celebre
stinclio inter cansas Rotales, et Pratla- tribunale. Causarum Palatii Apostolici
titias, ac Jura Notariorum scribeiidi,el Auditorum Collegium, cjiiod vulgo Ro-
aclitandi in illis respective praefiniun- lani Romanani vocant, ex KII viris,ju-
tur: etnova melhodus slatuilur in Audi- ris civilis, et canonici scientiaaec^ue, ac
torio Kotae obsen'anda , prò celeriori probitate insignibus^ et e divcrsis terra-
caiisarum expedilione. Di questa distin- rum Orbis partlbus in liane Almam Vr-
zione tra dette causej della demarcazione bem accitis coniposilum. Romani Pouti-
de'diritti di scrivere de'notari e loro atti, fices praedecessores Nostri suinmo seni
e del nuovo metodo da osservarsi nell'Au- per in honore hahuerunt eosque in rebus
ditorio per la più sollecita spedizione del- ardiiis quandoque consulere, et eoruni
le cause, il Bondini fece la seguente epito- opera, alque industria in causis eoruni
me. Al tribunale della Rota nella 1.' i- se cognoscendis uti quoque consucverunt.
slanza appartengono le cause più gravi, Quindi dice di averli imitati oell'esempicj

le quali in R.oma sieno stale giudicate iu di rimettergli alia decisione gravi conti o-
I.' istanza avanti VL'dilore della Came- versie, con felice successo. INella bolla
ra [r.)e avanti il J icario di Roma [F .). Rerum Ecclesiasticarum, de' 12 agosto
Parimenti le più grave cause giudicate 1748 De Palla benedictione et
: tradì-
in partibus, e devolute alla curia per ap- tione, dice Benedetto XIV: Rolae Audi-
pellazione, o imniediataniente o dopo la tores in Subdiaconoruni officio Pontifi-
2." istanza innanzi l'A. C. ( tribunale di ci solemniter celebranti niinislrant, e per
dello uditore), o innanzi il cardinal Vica- detta funzione descrive quanto loro spet-
rio, ad arbitrio deiruppellaiile. Spellano ta. Eorum Decano traduntur Agni, ex
al tribunale della Piola, o alla Congrega- quorum velleribus sacra Pallia confi-
zione cardinalizia del Concilio (/ •), le ciuntur. di che già dissi alcun ceuuo cJ
vof.. I. XXX ir.
9.4?- l D I U D I

ove ne piirlai.TI successore Clt-mcnle Xlll, tica consuetudine, e lascia la futura nor-
memore «ì'aver seduto per molti anni nel ma di giudicare, nel predetto caso della
rispellabiie Iiibtinale, di «iia affezione e parità de'voti, nell'arbitrio degli uditori.
slima die chiare lestimonian/e. Prima- Statuisce che le cause minori non si pos-
mente colla coslilU7Ìnne e mnlo-piopi io, sano altrimenti commettere ad alcun u-
Fxpnrtc Collrgii t!iìettoriir/>,àt'3(i set- ditore senza il consenso d'ambedue le

tembre «709, Bull. EofìK cont., \. I, p. parli litiganti. Conferma la costituzione


3.|5, confermò tutti gli antichi privilegi, d'Urbano Vili, colla quale statuiva le
ripristinò l'antico metodo nel caso di [)a- persone addette allo studio di ciascuno
rilà di suffragi, ed emanò ordinazioni degli uditori. Amoroso colla nobilissima
circa la commissione delle caii«e meno patria Venezia, Clemente Xlll col breve
giovi, e intorno alle persdue addette al- ffì lioc gravissimo, de' io gennaio irbi
l'Auditorio. L'epitome del Bondini dire Bull. Rom. coni. t. a.p. 47» Lociini hi
come appresso. Benedetto XIV colla co- s. Boinanae Rotae Auditorio, quod Si'
sliluzioue de'qnllobrei 'j^Qaxen disfinto oclus T^, Eeiptihlicae f'cnelae concesse-
le cause, che si cfimmelle*ano alla sn2;ra prò uno ex \'enetis juris ulriìisque
ruiit,

Rota, e peiciò stesso a'suoi prelati conie clociorihusa Eenuhlica praescnlandis,et


uditori, da quelle che si commettevano nRonìdiìO Pontifìce scligendo,con/ìrnìal,
come solamente a prelati. E per la più etindnlgef, u1 futuris vacntionihu<: nnìtm
sollecita spedizione delle cause in detto lantuni nohilcni, vel honesluni venelum
Auditorio, avea confermalo l'antica con- cii-em, ìiiraqtie laurea donaltini, prae-
suetudine di proporre primieramente le seiìlare dchcal Respublica ipsn. Cosi con-
cause nel turno ordinario, nel cpiale 4 fermò a Venezia la facoltà di presentare
soltanto degli uditori dessei'o il voto. Fi- un SlIo cittadino all'uditorato. Indi il l*a-
nalmente avea voluto che si conservasse il pa colla bolla Etsi jusùtia, de' 27 luglio
medesimo numero di voli (ino all'estrema 17(12, Bull.cW. p. 36f), confermò il pre-
«pp<lÌ7Ìoue della causa. Avea voluto pari- cedente suo n)olo-proprio ùitorno a'pri-
mente, per sollecitar la definizione delle vilegi concessi da' predecessori agli udi-
lause, che rpjante volte le si fossero do- tori di Rota, ed approvando ogni legge,
vute conoscere dall'intera Aula, se il nu- stile, consuetudine, osservanza e uso ilei

mero degli auditori fosse stato pari, il pie s. ti ibiinale (contenuti ne Diari Rotali, e
lato ponente si fosse astenuto di dare il perciò essi con tale conferma vennero rico-
voto, e solo allora l'avesse dato quando nosciuti e legittimali) dichiarò. 1 Romani
gli uditori fossero slati di numero dispa- Ponleliciordinando ogni cosa per l'ani-
ro. In questo nietodo introdotto nasceva ministrazioue della giustizia, aveano co-
inromodo pe'liliganti, perchè assoluto il stituito il tribunale della Rota, e !o avea-
giudizio nella i
.'^
istanza eou 7 voli^ nel no avuto in sommo onore. Poscia aveano
grado ulteriore, e nel nuovo turno sì do- statuito un metodo certo per la gravità
veano chiamare a d.ire il volo nuovo i delle cause, da seguitarsi ne' giudizi rota-
due votanti, o più. Nasceva dalla
jiiinii li. Aver egli poi riformato questo metodo
mentovata costituzione Benedettina, poi- pel miglior esilo de' giudizi col ricordalo
ché era lascialo in arbitrio de'litig;)nti,che molo-proprio. Quindi comandò per mag-
si cctmoK Itessero aibitrariamenle le cau- gior fermezza delle cose dette, che si spe-
se, aneoiihè minori, ad alrun uditore discano le presenti lettere apostoliche. In
della s. Boia siecome a prelato. Fece Cle- esse confermò il contenuto del preceden-
liienle Xlll (|ucsta costituzione per loj^lie- te suo moto-proprio, e le aniiclie costitu-
re viagli accennali inconvenienti. Poiché zioni apostoliche riguardanti il tribunale
revtca nuovamente l'osservanza dell'an- e gli uditori. A «piesli giudici della Rota
udì UD I 043
concesse nuovi privilegi e prerogative dover conservare il libro degriucerli, e di
massime di tenere la cappella domeslica essi rendere r.igionc. Si danno piìi accu-
o oratorio privalo nella propria abitazio- rate prescrizioni pel ietto rendimento di
ne, ampliando l'esenzione da qualunque conto delle cose ricevute. Si assegna ai
tassa nelle provviste ecclesiastiche. Nello
notari rotali un un aiutante e
soslitulo,
stesso anno Clemente XIII volendo resti- un novizio, ed a questi si danno partico-
tuire il collegio de'nolari della Piota nel- lari attribuzioni. Una norma si statuisce
r antico stato, e statuire nuove leggi a per l'elezione de' sostituti, degli aiutanti
maggior decoro del tribunale e per sicu- e de' novizi. Si fanno particolari prescri-
rezza de' litiganti, emanò la bolla Licei zioni circa gli emolumenti dovuti al tri-
cnrandurn Pontifici, de iMxcemhve, Bull. bunale della s. Pota, sui proventi de' no-
cil. p. 373. Dice r epitome del Coudini. tari e sulla loro ammissiune. Si conserva
Eiasi costituita perl'avanti una partico- fill'Auditorio della Pota la giurisdizione
lare congregazione per fare nuove ordi- sopra le persone degli ufficiali, e s\ attri-
nazioni, e dare prescrizioni rispettive al buisce al prelato tesoriere 1' autorità ri-
collegio de'notari rotali. la quale avea E spello all'economia. Si allribuiscono ai
fatte le predelle cose, e sottoposte aveale notari rotalile medesime facoltà, di cui
all'approvazione del Pontefice. Era inol- vanno forniti gli altri Nolan [l .) di Po-
tre stato ingiunto alla suddetta congre- ma, e perciò con privilegio di potere ro-
gazione che proponesse un metodo per gare qualun(|ue islromento, e di essere
togliere la venalità degli ufilci del nota- riconosciuti per tali da (|ualun(]ue tribu-
riato rotale. Queste singole proposte del- nale (del collegio o università de'notari
la congregazione deputata si confermano tratta il Piazza neir/w/.vcto/.par. 2,p. 1 7 "2

colla presente, e si comanda che si osser- e seg.,ed io ricordai nel vol.LXXX,p. jy 1

vino. Si revocano l'antiche costituzioni, e e altrove). Nari aNovaesnellavyZon'rtf/iCVc


si sopprimono gli oilici Vacabili del no- mente XIII, che il Papa nel 1 768 reslau
tariato rotale, e si applicano alla caujera rò e ridusse con molla proprietà l'Audi-
apostolica (noterò che Sisto V quando au- torio del Quirinale, onde per gratitudine
mentò gli uflizi /^^acrtZ»///, 4 erano de' no- gli udilori a proprie spese vi fecero collo-
tari di Piota, ecz se ne contavano quando care un busto di metallo di sua effigie, o-
Innocenzo XI li tolse al vice-cancelliere, pera del celebre scultore cav. Le Druii,
poiché la loro vendita con altri formava con nobili ornali ed elegante iscrizione.
parte del suo appannaggio). Si deputa uno Tutto compito, gli udilori supplicarono
de'notari rotali a presidente degli altri e Clemente XI II,che ad esempio di Paulo V
dell' archivio, e si manifesta il modo da e d' Urbano Vili, volesse visitare le stan-
osservarsi nell'elezione. A.I medesimo no- ze da lui abbeliile; ciò che il Papa eseguì
tare presidente viene ingiunto l'obbligo con piaceie,accoinpagnato dalla sua cor-
di compilare in ciascun anno l'elenco dei te, ricevuto da tutto il tribunale, che de-

libri, delle scritture e de'documenli. Gli putò il decano ad esprimere i sensi di sua

si commette l'amministrazione di tutti i venerazione e riconoscenza. A (pieslo cor-


proventi deli vanti da' singoli offici sotto rispose Papa benignamente, e con e-
il

legge di renilerne conto. Si delertnina il spressioni di singolare stima e benevo-

modo d'eleggere in avvenire i notar! ro- lenza, non meno verso il tribunale, che
tali, e si designa quanto loro incombe. Si individualmenteper quelli che lo com|'0
comanda che ciascuno de'notari sia tenu- nevano. jNello .s»ess<j tean)o Clemente Xil I
to ad avere un registro delle cose rice- assegnò due comode stanze sopra la scala

vute, e di qneste renderne ragione al no- regia del medesimu palaz/.o Quirinale,
laro pri'sidenle. Il solo notaro presidente per l'archivio segreto della Piota, in luogo
244 u D f UD T

<ìi alcuni armadi ne' quali si custodivano e restituita porzione de' suoi stali alla s.

con angustia tutte le più gelose scritture Sode, il nuovo Papa Pio VII, a' 1 2 luglio
del tribunale, facendovi mettere sulla por- 1800 ripristinò la Rota di Macerata, cogli
ta esteriore una semplice iscrizione indi- antichi diritti e giurisdizioni concesse da
cante la qualità del luogo e l'epoca della Sisto V; ma colla nuova invasione dello
concessione.Clemeule Xi Vcol breveO/wi stato pontificio, presto cessò l'esistenza
prinntm, vnkal. juniii770: Confirman- di tale superstite Rota. Forse la Rota di

tur, et ampliantur privilegia, et facilita' Ferrara progredì per alcuni altri anni,
tes /d lidi tori i Caiisarnm Pai. Apost, cum poiché nella Pratica della Curia Roma-
nonnullis ordinationibus. Confermò ed na del Villetti, ristampata con giunte nel
approvò tutte e singole le bolle, brevi e 181 5, rilevo che tra' Tribunali partico-
costituzioni emanate a favore della s. Ro- lari dello Stato pontifìcio, novera come
ta da'Papi predecessori, e specialmente Rota di Ferrara e la Rota di
esistenti, la

da Martino V, Giulio li, Leone X, Cle- Macerala, ragionando d'ambedue.Quan-


mente VII, Paolo III, Alessandro VII, to al s. tribunale della Rota Romana,
Clemente X, Clemente XI, Benedetto non solo Pio VII la ristabilì, ma nella
XIV e Clemente Xlll. Di più volle, cbe bollaPost diulumas , de' 3o ottobre
ove gli uditori della s. Rota abbiano ad 1800, Bull, cit., t. M, p. 48: Super re-
ordinarsi in «flgm,sieno esenti dal consue- stauratione Regiminis Pontifìcii, De ju-
to esame; venendo eletti vescovi parimen- risdictionibus Tribunalium Civdium, di-
ti sieno esenti dall' esame. Concesse loro spose col § 9. Sia permesso per l'avvenire
le facoltà di leggere e ritenere i libri proi- a'iitiganti, le cause de'quaii in 2." istan-

ì>iti, comunicare quella di leggerli a'io-


e za sarebbero di privativa ispezione del
lo aiutanti di studio. Di poter godere de- Tribunale della R. C. e della Congrega-
gl'infrascritti privilegi quantunque a mo- zione cardinalizia dtlBuon governo(I '.^,
tivo di promozione cessino d'essere udi- di proporle a loro piacere avanti il tribù-
tori di Rota, come d' incedere con abito naie della Rota, purché siavi il consenso
prelatizio e rocchetto ; l'uso de'Iattaccini d'ambo le parti, e trattisi di somma rota-
ne* tempi vietati, secondo il bisogno; di le. Avvertendo soltanto, che rapporto al-
trasferire annue pensioni sinoa 200 scudi le cause provenienti dalla congregazione
d'oro di camera, d'erigere nella propria del Buon governo, la Rota debba proce-
abitazione l'altare e di potervi ascoltare e dere praeviis diiabus, et Appellatione

celebrare la messa, e questa valida ad a- remota^ e ciò per indennità delle parti, le
dempiere il precetto, anche alle persone quali, se fossero andate in Buon governo,
presenti, come ne godono il privilegio gli avrebbero dopo due risoluzioni confor-
uditori esercenti. Finalmente confermò mi ottenuto senz'altra indagine la spedi-
l'aggregazione fatta da Eugenio IV e A- zione della causa. Leggo inoltre, Dejn-
lessandro VII del p. maestro del s. Palaz- risdictionibus Tribunalium Criminaliimi
zo fra gli uditori di R.ota,e asseguòal me- § I I. Si avrà in conto di requisito per co-
desimo le funzioni nelle quali deve inter- loro che aspirano mettersi in Prelatura,
venire unitamente ad essi. Per le vicende la frequenza da essi praticata dello studio
politiche che nel declinar del secolo pas- (li alcuno de Ponenti di Consulla, come
sato posero a soqquadro le istituzioni an- lo è la frequenza dello studio d'un qual-
che dello stato ecclesiastico e ne diminui- che Colante di Segnaluraj e l'assistenza
lOQO il temporale domìnio, vi fu pure la in qualità di segreto presso gli Uditori di
soppressione de' tribunali delle Rote di Rota. Domata la terribile rivoluziunc di
Bologna, Ferrara, Avignone, Perugia e Francia da Napoleone Bonaparte, ilive-
Macerata. Riprisliuulo alquanto l'ordiue uulo questi 1," console della repubblica.
.

udì L' D I 24'>


Rota fiancese, nomi-
ristabiPi l'uditore di rint.ITonorcs suhscqucnli sunt laudcs,
nando Gioaccliino Giansaverio Isoard di easquc obfirmariint. Ex hoc Collegio
Aix nel 8o3, e l'S maggio 8o4 fu procla-
1 1 gravissimo undccint prodicrunt Ponti-
mato imperatore de'ftancesi. A' 5 del se- fices Maxi mi [ed io poi ne registrerò uno
guente giugno, trovo nel n.° 46 del Dia- di più), et ingens Purpuratorum Patruni
rio di Ronia,c\ie nell'aula della Cancel- numerus, aliique viri pracclarissimi.
leria sostenne le sue pubbliche conclusio- Qui Purpurae nunc dignilate prarful-
ni: Ex cap.De pio debilitate,^. De Offic. gcnt prò decima fere parte Sacrae Ro-
et Potest. Judic. Deleg. lib. 1, t. 29, di- tae subscllia olim occuparitnt,et ex ho-
vise in 7 punti, alle quali argomentarono riim numero fuis se a
Eniineiitissiiiium
gli uditori di Rota Rusconi, Bussi e Tas- Sccretis Status patriae meae amicissi-
soni, e l'avv, concistoriale Aogelotli. Pos- mum (il gran Consalvi romano e oriun-
seggo: Petit discours pronùnce aiix Con- do di Toscanella), cvjus laborcs, et vi-
clusions puhliques de Ulonseigneiir V Au- gilias Urbis tota miratur, non recor-
diteiir de Rote pour la France le ^ juin damur modo, sed et gloriamur. Pio VII
18o4, ci^'ec la Iraduclion latinedeS. P.S. col Expnni nobis, de' 2 agosto
breve i

A Rome de l'imprimérie de Louis Perego i8o4, Bull. Rom. cont.y t. i3, p. 36i :

Salvioni i8u5. Egli è questo un magni- Decano Rotae conceditur, ut post mor-
fico, giusto e veritiero elogio del supremo tem frui possct fructibus nonnullorum
e famigerato tribunale. Ripete perciò al- hcneficiorum adcjfectum dimillendi aes
cune sentenze ed epiteti co'quali fu appel- aUenutn quo gravatur. Indi prorogò la
lato il Tribunal Sanimi Pontifìcis. Tra i concessione ad altro decennio, col breve
quali, Prinnun in Orbe Tribunal Tri- : Exponi nobis, de' 20 marzo 8 5, BuU. 1 1

bunal Magistrale : Chrisliani Orbis su- p. 362. Ambedue sono diretti: Dile-
cit.

preniuni Tribunal: Sumniwn Tribunal do /ilio Magistro Francisco Cesarei


Judicii divinitus constilutuin, ubi lux, et Leoni Cappellano Nostro, et causarum
forma juslìliae praetninenl,et praelucent. Palata apostolici Auditori Decani. Il
Tanta esse auctorilatis, ut habeaniur ricordato Villetti, nella Pratica della
prò legibus apud oinnes nadones subj'e- Curia Romana, tratta nella par. 2, cap.
ctas Romano Imperio. Decretalinm te- 2 Della sacra Rota,d\ sua giurisdizio-
:

nore ostendere, qiiod canoncs ex hujusce ne e metodo di procedere, e delle diverse


Rotae, seu Tribunalis decrelis, ac deter- maniere di spedire le cause in Rota se-
minalionibiis deprompd sunt. Soggiun- condo la diversa loro qualità. Come dis-
ge poi l'ottimo prelato, indi ornamento si, i8i5 si pubblicò la 3.' edizione,
nel
del sagro collegio, confuso nella sua vir- ma contenendo il capo 2 pagine, non è i

tuosa modestia di vedersi far parte in possibile in breve darne un sudìcieiile


Scnatu ainpUssimo Duodecem- Viri . . sunto, e preferisco di spigolarlo poi in uno
Nulla est laus,(]uamPatres iaamplissi- al Bernino e al Bondini per qualche ge-
vium hiiìic consessum cooptati prò ipso- nerica indicazione, e ciò a suo luogo di-
rum l'ir tute, ac doctrina non omni aei>o cendo della procedura nella giudicatura.
meruerint. Sua ergo ipsos testimonia Pio VII col breve Romani Pontiji(\'-,
Pontifices continuo profuserimt. Exteri de'27 giugnoi8i6, Bull. cit. 1. 14» P" i '>'
quoque Principes honoris, et Jìduciae Provinciae Romandiolae Jus nomi/iaii-
cxemplaj'ugiter ipsis pracbuere. Ilitjus di Rotae Auditoremconceditur,praevi<ì
denique Areopagi majestatcm [^nmWìu- annuo stipendio ( pensioneni annaani
dine già usata da altri), et sapientiaiii duorum milliuin scutatorum monctac
mirati scriplorcs usque sunt, quia lau- romanaé) eidem per solvendo. Pel nar-
dibus unquam. praeconiisqae pepercc-^ rato, non credo in questo di dire altro.
.

246 udì Ti DI
IVell'islesso «lino Pio VII pei !u rifuima come lia sempre proceduto. Principal-
cle'hiljiiiiali dello st;ilo ponlifi ciò publjli mente sono a vedersi §§ 4 4^, 4^, 44> i 1 >

t'ò il tnolo-pioprio Quando per animi ed il cap. I riguardante le tasse de' giudi-
rabilc t/ìsvosizione^deG luglio, Bull, cif zi ed emolumenti, ed il cap. 2 concernen-

p.47- Pc
spianto riguarda la Rota, ri- onorari e spese delle cause. Avendo
te gli

corderò solo il § 47' Il tribunale della [lo- poiLeone Xll col molo-proprio Deside-
ia, così merilaiiienle dappertutto rispel- rando incessantemente, (\ei2 novembre
lato, seguirà ad esser composto dello sles- I826, Bull, cit., 1. 7, p. 8, riformalo le
1

so numero di soggetti, conserverà inte- tasse, le sportule e [iropiiie, eziandio del


ramente le sue onoiificenze, preminen- tribunale della Rota; indi colla notifica-
ze, prerogative e privilegi, di cui gode, zione Colla «o,s7/77,de'29dicembre 1827,
senz'alcuna alterazione; continuerà a pro- Bull, cit., p. 307, il medesimo Papa: Re-
cedere ne' suoi giudizi cogli melo- slessi integra tio jnris pereipiendis sport ulas,
di e colle stesse forme, con cui ha pro- et propinas in causis derìmendis in s.

ceduto in passalo, e procede presente- Rota, autorizzandola ad esigerle come la


mente, tanto nelle cause profane, quan- antecedenza al molo proprio. Gregorio
to neir ecclesiiisticlie, e tanto in quelle XVI a'5 ottobre 1 83 pubblicò il Regola- I

dello stalo, die nell' estere. Pel resto si mento organieo per L^ amministrazione,
può vedere il moto-proprio. Leone XI! della giustizia civile, che riportasi nella
per la riforma de' tribunali dello stato Raccolta delle leggi, t. 5, p. 2, e fra' tri-
ecclesiastico, de' giudici e de' giudizi, e- bunali che ne'3 gradi ordinari di giuris-
nianò il molo proprio Dopo h- orribili dizione, e nel 4-° se avrà luogo, si ammi-
(alai/u'là, de'o ottobre 1824, Bull. cit. t. nistra la giustizia civile, anch'egli vi com-
1
6, p. I 28. Circa la Rota dirò solamente, prese quello della Rota, ed il tit. 7 tratta:
parlando de'tribunali civili, che in tutto Della Rola Romana. « § 47- " tribu-
lo sialo dichiarò esservi due soli tribuna- nale della Rota romana conosce e giudica
li collegiali di appellazione, uno in Rolo- in 2.° grado di giurisdizione tulle le cau-
gna per le cause delle 4 Legazioni j altro se maggiori di 5oo scudi romani o di va-
in Roma, cioè la Rola, per tolto il resto lore indelerminato, decise in 1/ istanza
dello slato. § 39. Nel caso di dilFormilù dal tribunale di Campidoglio (del Sena-
de' giudicati del tribunale d' appellazio- tore di Roma), dalla congregazione civile
ne di Bologna, da que' de'lribunali di i."" dell'A. C, (dell'Uditore dellaCamera), dal
istanza,saranno le cause portale alla lio- tribunale di commercio di Roma e dai
ta, ove sarà pure in facoltà del soccom- tribunali civili e di couiniercio delle De-
bente ini." istanza d'appellare in luogo legazioni com\»n%e nel § 44) "•" 2' § 4^'
del tribunale d'app<;IIa2Ìoiie di Bologna. Conosce e giudica in 3." e ultima istanza:
§ 4o. La Rota sarà il tribunale d'appel- I
." Le stesse cause che da un turno o se-
lazione in Roma per tulle le cause supe- zione sonosi giudicale il 2." grado, a for-
riori al valore di scudi 825 fino a qua- ma del
§ precedente, con sentenze diffor-
lunque som ma,giudicateda'/'/('/o//e dal- mi da quelle di i.' istanza. 2," Le cause
le Curie Vescovili e /'rcivesrovili d\ tul- giudicale con sentenze dilformi, in i.* i-
le le delegazioni dello stalo, eccelluale le slanza da'tribunali civili, ed in 2.° grado
cause del detto valore in materia e Ira da'lribunali d'appello. § 49- Le cause che
leisone laiche delle 4 Legazioni, lequ;di si propongono al giudizio della Rola ro-
polranoo deferirsi al tribunale d'apjielio mana si dividono in cause maggiori e in
di Bologna. I', conservando la Rota tulle cause minori; sono cause maggiori quelle
lesile prerogative seguiterà a procedere che oltrepassano in capitale il valore di
con gli slessi metodi e colle slesse forme, 5(io Scudi roinuni, oche luiuuu un valore
udì udì .{7
ituleterminato: sono cause mino-
le allie conlenule
zioui in questo titolo, m con
li.
§ 5o. Le cause maggiori si propongo- servano le alluali regol.-, pralidi'e e con-
no colle solite formole de' dubbi, e si de- sneluduii concernenti l' ordifialoria dei
cidonoper turno da 5 uditori, compreso- giudici nel tribunale della Ilota ruma-
vi il ponente, che sarà il relatore e d irà il na " , A p. 38volume della llu:-
del cit.
suo voto. § 5i. Le cause minori si deci- colla vi è il Regolamento per le cause
dono dallo slesso numero di giudici per civili nelle Curie ecclesiastiche: Della
via di semplice memoriale, senza formo- Jìota Romana. » § Il trilxmale della
1 7.
le di dubbi e senza obbligo di pubblicare Rota romana conosce e giudica in .{."gra-
ie decisioni, ritetiuta per altro l'osservan- do di giurisdizione tutte le cause maggio-
za delle seguenti regole: i." Non potrà ri di 5oo scudi romani, ovvero qiialilioa-
proporsi la causa, che dopo scorso un ter- te come più gravi in materia ecclesiasli-
rniuenon maggiore di 4o giorni, e non mi- ca, decise ini." istanza dagli ordinari dio-
iiore d'un mese dal decreto del ponente, cesani, dal tribunale del Vicariato di Ro-
2." Se insorgessero ddlicoltà meritevoli ma, e da mg."^ uditore dellaCainiMM.§i8.
di schiarimenti, il tribunale ordinerà che Conosce e giudica in 3.' e ullima istanza:
si stenda una breve decisione, nella qua- i. "Le cause maggiori di dog scudi rema-
."
le dovranno esporsi le ragioni di dubitare, ni, giudicate con sentenze diii'ormi, in 1

e decidere in favore dell'una o dell'altra grado da' ve>covi sulfraganei, ed in 7.."


parte, aflìnchè l'una o l'altra possa con- grado da' metropolitani. 2." Le cause e
fularle. 3." Da questa decisione non sì guahnente maggiori di 5oo scoili, decise
chiede nuova udienza: la ciusa tornerà a con sentenze dilFormi, in .° grado dagli 1

proporsi dopo un termine non minore di ordinari, dal tribunale del Vicuialo di

20 giorni, e non maggiore d'un mese. P».oma, e da mg."^ uditore della Camera,
La parte ch'è favorita dalle ragioni di du- ed in 2.° grado da un altro turno rotale,
bitare non può distribuire nuova difesa: § ig. Cooosce e giudica in grado di resti
è in diritto però di rispondere alla (ne- tuzione in intiero, (piando abbia luogo,
moria dell'altra parte, che inipugna la tulle le cause di qualunque somma, (nag
decisione. 5.° Se il tribunale pronuncia a gioie o minore di 000 scudi, decise con
forma delle decisioni, non vi sarà bisogno regiudicata inappellabile da tutti i giudi-
ci' inserire i molivi nelle sentenze: negli ci e tribunali. § 20. Sono applicabili alle

altri casi le sentenze dovranno esser rao- cause ecclesiastiche i


§§ jo, ji, 5>, 53,
tivate. § 52. Si decidono dall'intero tribù j5 del coiHtinì[tQvaaeo Rrgolamento in-

naie: i.°Le cause sul valore de' AV.s'cr/Z// lorno al tribunale della Rota romana.
Q ChirograYì pontifìcii i\i\\e$seco\ìiicìiia- § 21. Nelle cause concernenti la nullità
so\ade aperitione oris. 2.° Le cause di de'matriuioni e delle prolessioni religiose,
lestituzione in intiero contro le cose gin- si osserva il disposto delle costiiu/.ioni di
ditate inap[)ellabili di tutti i giudici e tri- Benedetto XI V,cheincon)iuciano: Sid,t.-
bimali dello slato. §53. La Piota roma- tanij Dei iniseralionej e dal§ Grax'io-
na procede in tutte le cause come Iribu- res itidem causas^ dell'altra costiluzio-
lude ordinario: l'uso delie comujissioni è ne che incomincia Justitiae et Pacis ".
cessato (i Papi nello spedire le Coiamis- In qual modo e termini la Kota decide
sioni rotali usavano formola yludiat
la : le questioni sull'ammissione degli appel-
i1/<7g/.57(riy.i\".y. § 54. Nelle cause coni- li, inibitorie, esecuzioni pi-ovvisoriidi e
inerciali si osserveranno melodi stabiliti i cauzioni, è detto a p. 1 o \; mentre a p. 1 oS
dall'edittodeli. "giugno nS^i (liaccolla è la forma delle proposizioni de' dubbi,

delle lc2!'i, t.i, p. 325,5 33). ^ 5!j. In e delle sentenze nelle cause di restituzio-
\TII»I' l'V
lultociò che uou è contrario alle pre^cri- uè in intiero. Neil editto du J gennaio
248 U DT U D I

1832 ,Ei7croI/r/,ì.5, p. 376,51 legge, quan- do, a forma del § precedente, con senlen^
Rota giiulicii in 3." istanza le cause
flo la ze dirti)rmi da quelle di ." istanza. 2.° Le 1

non maggiori di scudi 5oo decise dall'A. cause maggiori o minori, decise con sen-
C, non che la conferma di sua giurisdi- tenze difformi, in i." grado da' tribunali
zione nelle cause rimesse da'iescrilti so- civili e di commercio delle provincie in-
vrani tamqiiam in prima. A
384. co- p. dicate nel § 3o2, ed in 2." grado da' tri-
me si proceda in contumacia, ed anco a bunali d'appello di Bologna e di Mace-
p. 4^^, cioè nella Dichiarazione della se- rata, e da quello pure che risiede in An-
j»reteriadi slato de'20 febbraio! 832. Nel- cona per le cause commerciali. 3.° Le
la Risposta di essa, de' o aprile 832, ! r ri- cause minori, decise con sentenze diffor-
portata a p. 4'>3, è riferito come siano ri- mi, in I
.° grado da uno de'due turni della
fnllibili le spese per le decisioni contu- congregazione civile dell' A. C, e dall'altro
maciali, quando si ottenga nuova udien- turno in 2.° grado. § 324- Conosce e giu-
za. A p. 473 trovasi la Notificazione di dica, nella stessa qualità di tribunale su-
mg."^ Alessandro Spada decano dellaRo- premo, ini."* e ultima istanza, le cause sul
ta, colle disposizioni riguardanti le adu- valore de'rescritti o chirografi pontificii
nanze del tribunale, relativamente al Re- rimesse colla clausola deaperitione oris^
golamento per la disciplina de' giudizi e ed in grado di restituzione in intiero, le
tribunali, de' 1 5 novembre i83i, ripro- cause decise, con sentenza passata in cosa
dotto a p. 3 8, con pontificia deroga sul-
1 giudicata, da'giudici e tribunali di Roma
le norme delle vacanze de'tribunali. Gre- e delle provincie. § 325. Tutte le cause
gorio XYI pel riferito a Tribunali di Ro- ©maggiori o minori si decidono per tur-
ma, a' IO novembre I 834 pubblicò il mo- no da 5 giudici, compreso il ponente, che
to proprio, Eìei'ati appena, presso la sarà il relatore, e darà il suo voto.§ 326.
Haccolla, 1. 1 o, p, I , col Regolamento le- Le cause enunciate nel § 324 si decidono
g'rxlath-o e giufliziario per gli affari ci- dall'intiero tribunale. § 327. La sagra
i'ili. IMi limiterò a riportare soltanto.Par. Rota esercita la giurisdizione ordinaria e
2, lil.De' giudici e trihiinali per
2, le la giurisdizione straordinaria. Piocede
raiisr apparlcucuti alforo laico. Sez. 7. come tribunale ordniario, e senza com-
Della sagra Bota. " g 32i. Il tribuna- missione, nelle cause di appello e di re-
Rota conosce e giudica in 2.°
le della s. stituzione in intiero di Roma e dello sta-
e in 3." grado di giurisdizione le cause to: procede come tribunale straordina-
che saranno enumerate ne' §§ seguenti. rio in virtù di sovrana delegazione, nelle
Tali cause si distinguono in cause mag- cause sul valore de' lescritti pontificii, e
giori ed in cause minori. Sono cause nelle cause de' paesi esteri, quando siena
maggiori quelle che oltrepassano il valo- portate al di lei giudizio. Tit. 3. De^ giu-
re di ')oo scudi romani, o che hanno un dici e tribunali per le cause appartenen-
valore indeterminato: le altre cause so- ti al foro ecclesiastico. Sez. 4- Della, sa-

no minori. § 322. Conosce e giudica in 2.° gra Rota. § 377. Il tribunale della s.
«.

grado le cause maggiori, decise in ì


.'
\^ Rota conosce e giudica, in 2.° grado di
sljtnza dalla congregazione civile dell'A. giiuisdizione, le cause maggiori di 5oo
<".,dal liibnnale collegiale di Campido- scudi romani, o di valore indeterminato,
glio, dal tribunale di commercio di Ro- e quelle che sono qualificate come cause
ma, e da'liibunali civili e di commercio più gravi in materia ecclesiastica, decise
compresi noi g 3 8,n.° 323. Conosce
1 2. § ini." istanza dagli ordinari diocesani, dal
r giudica, come tribunale supremo, in3.' tribunale del \ icaiiato di Roma e dal
."
!• ulluiiit islan/a.
Li- cnnsc che da un1 jiicliito uditore della Camera. 5 378. Co>-
'•uno totale sonosi giuili(;tlc ui 1." gra- nuscc e giudica in 3.' ed ulliuui iilanzu ;
udì udì 2^<)
1." Le cause maggiori di 5oo scudi giu- 3." grado di giurisdizione, sentenze dif-
dicale con sentenze difTormi, in .°
grado i formi dalle due precedenti ; le spese delle
da' vescovi sulfiaganei,ed in grado da'
ri." proposizioni contUDiacialì e degl'incidenti
luelropoliUmi. 2.° Le cause egualmente relativi. Del resto sono mantenute le for-
maggiori di 5oo scudi, decise con senten. me procediua vigenti nel
particolari di

ze dillornii, in 1 grado dagli ordinari, tribunale della Ilota, in quanto nonno
dal ttibunaledel Vicariato di Roma e dal conciliarsi colle leggi generali e comuni a
prelato uditore della Camera, ed in 2." tutti i magistrati giudiziari. E si dispose,
grado da un altro turno rotale. § 379. Co- che il tribunale della piena Camera con-
nosce e giudica, in grado di resliluzioue tinuerà ad osservare i metodi e le forine
in intiero, le cause nelle quali questa po- de' giudizi rotali. Si dichiararono giorni
trà aver lu(^go, come negli altri affari ci- feriali in onore di Dio, dal giorno 17 di-
vili.§ 38o. E
applicabile alle cause eccle- cetnbre inclusivauiente a tutto il giorno

siastiche il disposto nella sezione 7. del lit. dell'Epifania, dalla domenica delle Palme
2." in ordine alla s. Rota. § 38i. Nelle a tutta la domenica in Albis. Nello stesso
cause concernenti la nullità de'malrinio- t.io della Raccolta, a p. 44^^ ^ l'editto
ni e delle professioni religiose, si osserva de' 7 dicembre 1 834, colla pubblicazione
I

il disposto dalle costituzioni di Benedetto delle particolari disposizioni indicate nei


XIV, che incominciano: Si datamj Dei suddetto moto proprio ne' §§ 207 e 422.
ìinòcratioiicj e dal § Grai'iorcs ilideni Tit. 2. Della disciplina de' magistrati
caiisas dell' altra costituzione che inco- ed uf/ìciali dell'ordine giudiziario. Sez.
mincia /«.y^/^irte ctPacis... Til.i i. Del- 2. Disposizioni particolari pe' tribunali
la procedura delle cause di seconda e dellapiena Camera, della s. Rota e del-
ulteriore istanza. Se^. 5. Disposizioni la Segnatura. Si dice che tali tribunali
speciali sul modo di procedere ne' tribù- continueranno ad essere regolati, in ordi-
nuli della Rota e della piena Cano-
y. ne alla disciplina, dalle leggi speciali os-

ra. § 1028. Le cause maggiori di scudi servate il n ora. Nella Sez. IX.: Delle Fe^
5oo si proporranno ne* tribunali della s. rie. § 3 1 8. Le ferie generali per lutti i giu-

Rota e della piena Camera colle forrnole dici e tribunali, anche ecclesiastici, di Ro-
de'dubbi. § o25. Le formolo da propor-
1 ma e dello slato,\ncomiocianocoh .'d'ot-
si nel tribunale della s. Rota saranno trat- tobre e cessano col di i i di novembre,
tedalla domanda introdotta innanzi a'giu- salve le particolari disposizioni pe'giudici

dici di i.°grado nelle sole cause decise


: e tribunali delle provincie di Bologna e
dalla slessa Ruta sì proporrà la tormola : Ferrara. § 32,1 Nel tribunale della s.Ro-
un sententia rolalis sitconjir manda vel la si osserveranno intorno alle ferie le

infinnanda. La formola an conslet de : prescrizioni attualmenle in vigore. Nel t.

rejudicala^ scu potius de causis restitu- I 3 della Raccolta delle leggi, a p. i Sg si

lionis in inltgruniy è riservata per le sole riporta il dispaccio del cardinal segreta-

cause di restituzione in iutiero". Seguono rio per gli affari di stato interni, de' 1 6 a-

le norme, sulla proposizione e decisione prile i836, a mg."^ decano della s. Rota
delle cause non maggiori di 5oo scudi ;
sul dubbio insorto, se le norme intorno
l'istanze concornenli l'inibizione o esecu- alle cause di 2.' e ultima istanza sieno co-
zione provvisoria; le cause di restituzione muni a quelle di restituzione in intiero, e

in intiero; le nuove citazioni a' non com- si dichiara che sono applicabili. Indi nel
parenti ; la pronunzia della sentenza ; i 1. 16 a p. i4ifu dichiarato. Che il tribu-
iescrilli del tribunale sugF incidenti di nalesupremo della Segnatura di giustizia
delle inibizione o esecuzione; le cause di può accordare al soccombente il rimedio
fiuuimercio; che non può pronunziare iu blraoidmano della resliluzionc in iutiero
'2.5o UD I udì
stille cause commesse alla s. Rota invii"' il quale cessò dalle ftmzioni giudiziarie,etl
lo cranticlii rescritli, sempre che concor- il già suo tribunale delTA. C. prese il no-
rano i motivi d' ingiustizia necessari ad me di Tribunale Civile di Roma. Al ri-

accordarlo. Così Gregoiio XVI dichia- stabilito ministero dell'ioteino a' 29 di-
rò la s. Rota tribunale ordinario, men- cembre 847 furono ! riunite l'attribuzioni
tre innanzi lo era soltanto di couiniissio- della congregazione del Buon governo,
ne, e perciònon poteva agire nella Sc~ la quale cessò d' esistere e perciò di risie-
Je vacante j e dopo tale disposizione dere nel magnifico e vasto palazzo della
può agire in tale tempo, come gli altri Cancelleria (ove con applaudilo provve-
Uihnnali ordinari, che sono cpiello cibile dimento ncir ottobre 856, e coli' opera i

ui Ron)a, i criminali ec, oltre VLelilorc da mg/ Ferrari tesoriere genera-


affidala
della Segnatura, anche come l di'torc le al cav. Ferretti architetto camerale, a
del Conclai'e (^.). pubblico comodo e decoro hirono riunite
Nella Dìssertatio, De opeiibiis piihli- le segreterie, co' loro archivi, delle con-
c/.'i', dell'avv." concistoriale DeDominicis- gregazioni cardinalizie della concistoriale
Tosli, a p. 27 si narra il restauro nota- colla computisteria del s. Collegio, della
bile e Pordinaniento dell'Archivio rotale s. \ isila, del Concilio, e di questa anche
del Vaticano, Tahidai-iuni s, Rotae, per il suo studio, de'Vescovi e Regolari, so-

disposizione di Gregorio XVI eseguiti pra Io stato de* Regolari, dell" Immunità,
neh 838, e si riporta la lapide marmorea de' s. Riti, della Disciplina, dell'Indul-
eretta da Cosnias deCursiis XII P^ir Se- genze e s. Relicjuie, e degli Studi, co' ri-
nior. Tre sono gli archivi degli uditori spettivi loro archivi, e tuttociò eseguilo
di Rota. L'archivio decanale esistente nobilmente, ed anche senza toccare la di-

presso il liccaiw pi o /(7»/;o/T, ove si con- mora del cardinal vice-cancelliere e del
servano i /^/r/// A'ofi-/// scritti da'medesi- suo tribunale, cui appartenendo gli udi-
Uìi prelati e decani, tulle lepartecipazioni tori di Rota, qui ne feci menzione, seb-
che loro si fanno dalle autorità, e tutte le bene le relazioni e dipendenza dei tribu-
carte riguardanti la loro rappresentanza. nale della Rota colla Cancellerìa sono in
L'archivio Vaticano Rotale, in cui si cu- parte cambiate. In tal modo le dette se-
stddiscono le scrittine e i documenti re- greterie con tale nobile sede cessarono tli

lativi alle cause, malmenato e in paite vagare in vari luoghi della città, perchè
|)rucialo da'repubblicani del 1848. L'ar- obbligate spesso a cambiar dimora essen-
chivio del Quirinale Rotale segreto, ove do collocate non appartenenti
in edifizi

conservansi i voti degli uditoli, i processi al governo. Riporta ^1 del Giorna-


il i\°
che fanno a ciascuno do[io eletti udito-
si le di Roma iSSy, che il Papa Pio IX
li, quanto altro ha relazione al segreto
e a'20 febbraio si recò in detto palazzo a
rotale. Il regnante Pio IX nelle disposi- visitare tutti mentovati
locali, che per
i

xioni preso sui Tribunali di Rama, {f .), suo ordine ed a spese de! suo privato pe-
col moto-proprio Conile nostro, de' 12 culio fece disporre per le ricordate con-
giugno 847>i'iportato dal
I n. "48 del Dia- gregazioni, accompagnato dal cardinal
rio di Roma, dichiarò col § 1 1 . La s. Ro- Amai Ficc-Caneelliere, e ricevuto da*
ta e tutti tiibunali, che hanno per ca^io
i rispettivi cardinali P/r/J'/// e prelati Se-
nn cardinale, proseguiranno a corrispon- gretari d'ognuni, olire gli ufficiali e gli

dere colla segreteria di stalo, alla quale addetti alle metlesime, non che les^e l'i-

anteriormente era stata riunita quella scrizione marmorea Collocata per memo-
degli aliali interni, e ciò per la creazione ria dell'operalo in cima alle scale del 1.

del nuovo ministero di giustizia, per al- piano, e riprodotta dal Giornale. Indi
loraconliiiluaU'^ dilure della Camera, il i'apa pasxò nella grande aula della
udì U D [ 2^1
Cancellerifi, (]ei\o\i\\t\a{a de' Cerilo ghr- mare a memoria ti e' difensori il i ilei ito

m\ perchè in tale spazio il Vasari tulla nella notificazione stessa. Per la tleterio-
la dipinse a fresco; ed ivi ammise al ba- rata sdnte di tale prelato, restando de-
cio di'! piede il capitolo delia basilica a- cano emerito, fu dicliiaralo pro-dcr^nin
diacenledi s. Lorenzo in Damaso.ptir da mg/ i'ictro de Sdvestn.il quale con tale
lui visitata, e tutti gl'impiegati delle se- titolo con notificazione, /Jt/fa d/illa no-
greteriecheavea percorse, edaUres"i mol- stra Rcsideiizn a'26gennaioi8 73,pnul)
tissimi ecclesiastici, che provenienti da blicata dal n.°33 del O'ior/i^z/t' c/z A'r)/»(7,

varie diocesi d'Italia e d'olliemonte, fie- dichiurò. » Per le replicale istanze inol-
qnenlano lo Studio della Congregazione Irate da'curiali onde ottenere la cpialificii

del Concilio, dopo di avere ricevuta la di Procuratori Rotali, è stalo stabilito di


laurea nel diritto civile e canonico, onde tenere d solito e< une per ammetterne un
fu- la pratica nel trattare alTari e que- numero determinato a fijrmadeH'aiioslo-
stioni ecclesiastiche. Per ultimo il Papa bche costituzioni, e di altre disposizioni
visitò anche l'altre sale della cancelleria, sovrane. Restano quindi prevenuti lutti
ove stavano- radunati monsignor lleg- coloro, i (juali volessero presentarsi al del-
ire// te rZe/Z^z Cancelleria, \ prelati yib- te concorso, di esibire le loro istanze l'd i

ùreviatori del parco maggiore, i loro loro requisiti a mg.' pio decano della s.

sostituti, e le altre persone impiegale Rota non più tardi Ar.\ gioì no i 5 marzo
nella medesima Cancelleria, apostoli- pros'«imo futuro. Quelli soltanto die sa-
co), e poi colla cessazione del ministe- ranno in perfetta regola col presentare i

ro di grazia e giustizia, questo ministe- requisiti qui sotto enumerati, potranno


ro riunitosi a quello dell'interno nel essere ammessi al coni;orso. Resta esclusa
I (>53, tornò perciò ad esso l'amministra- qunluncpie dispensa e prorogi per li lau-
ziune di tutta la giustizia civile e crimina- rea dottorale. Col gioriKj del seguito esa-
le. Notai nel voi. LXXX, p. i55, che nel- me s'intenderà irrevocabilmente cessala
l'abolirsi la privativa della Stamperia qualunque autorizzazione provvisoria o
Cfl/nertì'/e sullestampe legali, fu ad essa speciale di patrocinare in s. Ilota, accor-

conservata quella di stampare !e decisioni dalM a persone che nonaveano la qualifi-

de'tribunali della Rota ec, e si dispose che ca di procuratori rotali. Il giorno dell'e-
delle stampe si continuasse a deporle in sanie verni stabilito in appresso, e nofifi-
rpiell'aichivio, ove ilei visitarlo trovai che calo a' singoli ammessi al concorso. Pte-
perla sua manomissionesoltantodaliG i4 quisili. i. Età non minore d'anni 3o. 2.
ivi cuminuiauo le decisioni rotali slam- Prove di linoni costumi eil integra con-

pale dalla Stamperia Camerale, con dotta. 3. Laurea dottorale. 4- Prova di

«pianto altro dissi in tale articolo. Nel n.° aver studiato pratica, e sollecitalo in Ro-
60 del Giornale di Roma deli85o è ri- ta. 5. Ascrizione nell' elenco de'procura-
piodoUa la notificazione, Data dall' Ju- tori della Curia Innocciiziana. 6. Cerlifi-
la Rotale del Praticano l'i marzo, dal i calo del presidente del tril>uiiale civile

decano della s.' Rota rag."^ De Avella. In di Roma d'aver lodevolmenle esercitato
essa si dice, che da alcun tempo ve»lendo- in Curia. 7. Attestato di due procuratori
si rinnovati frequentemente alcuni abusi, rotali, i (piali de[)oiigano che il concor-
ed in particolare quello di oltrepassare rente ritiene lo studio aperto in rpialilù
nelle difese e nelle risposte delle cause ,
di pi inci[)a!e con libreria". Il medesimo
diesi propongono a vanti il tribunale del- prel.iloe nello stesso Cioraule pubblicò
las. Ruta, il numero de' fogli prescritto l'allra seguente uotificaziouc. » Dovendo
più volte con analoghi decreti e notifica- aver luogo verso la fine deU'aniio rotale
ziouij si credè l[^li^dlc^pedienledlrichla- il consueto e.vperimenlo pel titolo d'av-
2 Ti udì UD I

vocato, si rende noto a tutti quelli, i quali duca encomiato poteva commettere allo
volessero essere ammessi al dello concor- slesso tribunale di revisione di tornare
so, che le loroistanzeco'relativi documen- nuovamente a giudicare nella causa ad
ti, a forma della notificazione Decanale aule criminale e civile riunite: ma piacque
de'9 febbraio 1827, dovranno essere pre- invece e fu preferito altro avviso in causa
sentate a mg/ prò decano della s. Rota di tanta considerazione. Il conte Forni
non più tardi del giorno 3o aprile pros- ministro per gli affari esteri del duca di
simo futuro, dopo il quale non potranno IVIodena, con dispaccio de' 2 3 gennaio
essere più ricevute ". Vi sono ancora i I 855 si rivolse a! cardinal Antonelli se-
Procuralori dì Collegio del s. Palazzo gretario di stalo del Papa regnante Pio
</^}o."r/o//Vo, 24 individui scelti fra'nomi- IX, pregando a nome del sovrano arcidu-
nati difensori e procuralori rotali dal ca suo signore, perchè la Santità Sua si

collegio medesimo, dopo il legale esperi- degnasse permettere che la s. Rota ro-
mento innanzi a mg.' decano della Rota, mana proferisse il suo voto su questa gra-
e nelle sue mani gli eletti fauno il giura- ve causa, attese le sentenze discordi di
mento, perciò in tale articolo con Vilielli primo grado e di appello, ed atteso il dis-
e Bernino parlai de'curiali e avvocati ro- senso riflessibile avvenuto pure nella sen-
tali e loro ammissione in Rota, ed anche tenza di revisione. 11 Papa annuendo be-
tlegli altri procuratori o curiali, e di que- nignamente all'istanza ducale, il cardinal
sti meglio descrivendo il tribunale del- Antonelli rimise il processo al s. Audi-
l' Uditore della Camera ( F.), al presen- torio con dispaccio de' 1 2 marzo, invitan-
te Tribunale civile di Roma. Di più a dolo ad emettere il richiesto voto, corri-
Procuratori di Collegio parlai dell'au- spondente alla fama secolare di questo
torevole commendatizia che gode mg,' supremo consesso. In fatti e sebbene fino
decano, nella presentazione che suol faie alla nostra epocali s. Auditorio non aves-
al collegio de'procuratori, d'un curiale o se giammai seulenzìulo in cause crimina-
procuratore rotale per esservi ammesso. li, pur tuttavia altamente onorato dalla
Che il ti ibunale delia s. Rota romana tut- fiducia del sovrano Estense, nel luglio di
tora e giustamente riscuota la slima e Tarn detto anno pronunciò il richiesto parere,
mirazione dell' Europa siane esempio il pel «piale il magnanimo Fj-ancesco Vooa
voto recentemente ad essa richiesto dalla contento di aver fatto graziosamente pa-
saggezza dell'arciduca Francesco Vduca lese al s. tribunale la sovrana sua soddi-
regnante di Modena nella causa Mode-
, sfazione, per mezzo di apposito dispaccio
nese ossia Vergemoli di parricidio in per- del ministro degli allari esteri, volle an-
sona di Francesco Santi, contro France- cora nella sua munificenza perpetuarne
sca, Giovanna, Lucia e Marianna figlie, la memoria col uiandare in dono nell'ot-
l'ielro Roni e Pellegrino Vangioni gene- tobre! 856 a ciascun prelato uditore diRo-
li, quali tutti unanimi allo scopo d'im*
i ta una medaglia d'oro di grande dimen-
pedìre un secondo u)atrimonio voluto dal sione, portante da un lato l'augusta sua
^anlì,e nel calcolo di assicurarsi la di lui efìlgie e dall'altro la lusinghiera epigra-
eredità, [ìremeditarono di levargli la vita, fe: Proineritae Beiie\-olentiae Pigiuis.
e portaiono ad effetto 1' orrendo parrici-
Al quale inaspettato generoso dono del-
dio coir opera di tal Francesco Guidugli l'arciduca Francesco V duca di Modena,
sicario comprato. Questa causa subì m il s. tribunale collegialmente umiliò di-
Modena tre gradi di giurisilizione, cioè rettamente al sovrano Estense i suoi rin-
pruna istiuiza, appello e revisione, e que- graziainenli con analoga letter<i, du[)o
sti tre tribunali pronunciarono tre sen- che ciascun uditore avea fatti pervcniiu
tenze dilTormi. In que!»tu stato di cose il questi parlicolurmenlc ad esso principe
udì U D I 2.')5

a mezzo del lodato ministro pegli affari ma di percorrere molteplici formalità e


esteri. pratiche. Vacato un uditorato di Rota,

Altre notizie degli uditori di Rota e del per morte, per promozione ad altra ca-
rica o vesco\ato, o al cardinalato, gli al-
loro s. tribunale. Elezione e formali-
tri uditori anziani passano avanti per
tà di loro ammissione. Solennità del^
ordine di anzianità, restando vuota nel-
l'apertura della Rota, e giorni della
r Auditorio l'ultima sedia. Indi il Pa-
giudicatura e delle ferie. Dello studio
pa, sia per isponlanea nomina, sia a pre-
rotale. Di chi ha relazione col trilm-
sentazione di quelli che ne godono il pri-
nale. Trattazione e giudicatura delle
vilegio, dichiaia il nuovo uditore candi-
cause neW Auditorio. Di altre prero-
dalo a mezzo di biglietto della segrete-
gative degli uditori di Rota e loro fu-
ria di stato, dopo
nerali. E
degli uditori di Rota illustri.
essersi assicuralo che
possiede le richieste quuiilà descritte il -d
Il s. tribunale della Rota romana pri- Bernino, come qualità della nascita, la
meggia e riscuote ammirazione, anche bontà di vita, l'onestà de'coslumi, il sa-
per la costante osservanza culla quale pere, in una parola l'idoneità proporzio-
mantiene gelosamente le sue decorose co- nata al grave e onorifico ufllcio, non che
stumanze e ceremonie, non meno le nor- l'occorrente al proprio mantenimento,
me e massime di procedura nella giudi- come rileva Lunadoio. Qui iticonìincia-
calura che conserva in armonia alla le- no le ceremonie e le formalità, che du-
gislazione pontificia. Mollo vi sarebbe a rano circa 6 mesi, che il Bernitjo cliia-
dire e mollo ne scrìssero gli nutoi che i n»a noviziato. Primieramente l'eletto re-
lodai, segnatamente benemeriti Berni-
i casi subito a ringraziare il Papa, indi
no, can. Tailelti e Bondìni. Il Beinino compone una donjanda, che il cardinal
però, quanto all'origine degli uditori di pro-Z^rt^flfio in forma
moto-proprio di
Rota, sembra che amalgamasse alcuue porta alla segnatura del Papa, e imme-
nozioni spettanti anche ad altri, ed io per diatamente si spedisce. Intanto il nuovo
brevemente ripelei, non senza
rispetto uditore visita decano del tribunale
mg.*^
rammentare ove ragionai de'gindici del- e successivamente che lo
gli altri prelati

l' antichità di Roma cristiana e della s. compongono, percomunicar loro la sua


Sede, che vi ponno avere prol>abilu>ente nomina. Ricevuto il molo-proprio,con es-
relazione. Forse o anzi ce» tameule da es- so torna dal decano per presentarglielo,
si saranno a poco a poco derivali gli u- e tal preside del tribunale osserva se vi
dilori, finché prevalsi a' primitivi o loro sia la clausola, Servatis de jure servan-
colleghi, presero forma di tale un emi- dis, perchè puntualmente si adempiano
nente tribunale, che sino da' suoi prin- dal candidalo le solennità praticale ab
cipe manifestamente si procacciò aita ininiemorabìli, del processo, dell'esame
considerazione, cui tosto successe l'uni- pubblico e privalo, e di (juanlosi richie-

versale fiducia e la corrispondente vene- de per l'esperimento di esso; indi invi-

razione. Sia comunque, quanto mi resta la l'eletto acciò nel i ."giorno di piena ro-

a riferire, precipuamente lo sfiorerò da- ta lo faccia leggere ed esaminare a tutti

gli encomiati Bernino assai diffuso, dal gli altri uditori. Dopo questa rota, l'elel-

Villetti e Bondini segnatamenle, come to si restituisce dal decano e riprende la


più recenti, compendiosi e pure iu parte petizione del molo-proprio, colla data di
completi, per giungere sino a noi e per ammissione postavi dal medesimo deca-
avere riunito alla teorica della piocedu- no ; poi passa a ringraziare tulli gli udi-
ra in vigore la preziosa pratica. Non si tori suoi futuri colleghi, e ad ossequiare

può pervenire uU'udiloiulu di Rulii pri> tulli i cardinali) duudo loro putte di sua
2^4 IJ D 1 tJ t) i

piomozione,specìaInienlealcnrclinn) vice- breve, riferisce il Doiidini. » Seguila ni


cancelliere, avanti il quale deve fare i processo la disputa pubblica e l' esame
deltidue esami, ed il cardinale allora an- priv;ito. Domanda perciò i'elelto che gli

nota in calce del molo-proprio la prcsen- si una cpiestione, ed il giorno per


asse-^ni
tazione a lui falla. Prega inoltre, che nel difenderla pnbUlicamenle. Va per con-
dì seguente all'informazione, i tliie udi- seguentecn'dne ultimi uditoridiRola dal
tori ultimi si portino dal Papa a sigtiid- cardinal vice c;incelliere. il penultimo ti-
caigli la seguita ammissione. Egli stesso diloie fa la relazione, e opera per manie-
colia sua carrozza li conduce nel palazzo ra che il mentovalo cardinale scelga un
apostolico, fermandosi però in amicarne- giorno nel quale si raduni la Rota. Poi l'è

ra. Giunti i due pielali a'pontifìcii piedi letto significa a tutti gli altri uditori il

proDuiiziano la formola : Beatissimo Pa- punto principale. Questi lo consegnano


dre, la Rota rispettosamente ha ammesso ad un Ira loro, affinchè Io studi, ne fac-
il molo-proprio della Santità Vostra, con- eia la scelta, e lo restituisca all'eletto.!
cesso al dottore N. N. non Non rimane se punii in questione si stampano, si man-
che la Santità Vostra ordini benignamen- dano al Pontefice, a' cardinali e ad altri
teciòche si dovrà fare in appresso. 11 Pa- personaggi illustri , e si affiggono per le

pa suole rispondere Procedalur ad ni- : vie di Ron)a, ed in tulli i palazzi degli u-


terinra. E i due deputati a istanza del- ditori. La Cancelleria è il luo-
sala della
relello riportano al tribunale la ponti- go Prega poi che si
di (juesla solennità.
ficia risposta, mentre egli recasi ad ofìì- riferisca al Papa anche questo. Quindici
ciarli perchè benignamente nella prossi- dìdo[)o, sempre in seguito di sua doinan-
ma rota ricevino tale relazione. Assicu- da, gli si assegna un giorno per una di-
rato r eletto dal decano eh' ebbe luogo, sputa privata alla presenza del cardinal
egli va a rendere nuove giazie a tulli gli vice-cancelliere. Tutti gli uditoi'i l'mter-
uditon in giorno d' irìformazione delle rogano sopra un piinlo stabilito il giorno
cause, e poscia fa loro istanza pel proces- innanzi dal penultimo uditore. L' eletto
so a forma del prescritto di Martino V. risponde ad ognuno, meno al decano, co-
li processo è ligoroso e vi s'impiega al- ine per segno di rispetto. Succede la vo-
meno 3 mesi. Pertanto si prendono a sin- tazione. La maggioranzade' voti appro-
dacato i suoi legittimi natali, i suoi co- va Quindi viene ammesso al ba-
l'eletto.
stumi, il suo avere (avanti che renda ra- ciò ed alla prestazionedel giuramento in-
."
gione dell'alti'iii, dice Remino, aggiiin- nanzi al vice-cancelliere. Uopo questo i

gendo, che doveasi provare goder fan- giuramento l'uditore eletto indossa Tabi-
nua rendita di 200 fiorini d' oro di ca- lo d'uditore di Rota, ed ogni altro abito
mera, che nel tempo di Martino V più di privilegio. Va quindi esso medesimo,
frugaleequivaleva assai di più), la sua lati- insieme a due altri uditori, dal Papa, e
rea {Mai tino V volle che fosse ^ot7or m gli fanno relazione ili luttociò ohe è occur-
jurefamosus, ueWa ragione canonica e ci- so. Allora il Ponlelicedà licenza all'elei-
vile), ed ogni altra cosa prescritta dalla lo di dare il suo volo nelle cause, e di ser-
bolla di Martino V. Terminata quest'in- virc nelle finizioni ecclesiastiche. Nella se-
quisizione, l'eletto prega che allai.'^adu- giienle rota va in tribunale col ilecano ;

nanza si chiuda il processo e si riferisca dopo la quale il decano gli fa una breve
il risultato al Papaj ciò che si h da'tiue allocuzione, e di più alcunea vverlenze, di
sudiielti uditori e col narrato cerenionia- conservare cioè la modestia, 1' online, il

le, dicendo al Papa che il [ìrocesso è le- segreto, ed ogni altra cosa di [iralir.i. L(j

gnlmenle (litio, e che tulli i requisiti do- autorizza iinalinente (mentre prima, co-
mandati picnanieiite si veri beano. In me dicesi, gliela avea chiusa) ad aprir la
udì udì }.",;

bocca, o sia acì inleiloquire (come fa il chei /)/V7/7 ^/i /low^/comincinroiio apnl)-
J'apa co' Cardinali nuovi); e lo presenta blicare le conclusioni temile nella Caii-
a'nolari e al bidello dicendo loro : In av- celleria : la 1/ fu nell.i biisilica di s. Lo-
Teniie sia uditore. Imposlerum esto Au- renzo in Damaso da mg/ Maiymont wA
dilor ".Il Bei nino tutto quanto illustra i
7 18, per non esser terminali gli adilol)-
con copiose erudizioni.clie sarebbe utde bi nella grande aida ; in questa la i."^ fi
e bello qui riferire, ma con pena mi è nel 1721 di mg.' Crispolii,e nel pieceden
vietato dalla natura dell'opera e dall'am- te anno erasi celebrata «piella dell'avvo-
piezza dell'articolo. Egli narra più altre calo concistoriale Valenti). Glie l'esame
circostanze relative al promovendo, ed a privato, da lui sostenuto in mantelloiie,
tutte le formalità che accompagnano il alla presenza del cardinal vicecancellie-
suo noviziato; gli antichi esperimenti, le re, e di tutti gli uditori vestili di rocchct-
parlicolarità della puliblica tlisputa o toecappa, cassai piìideli ."rigoroso. Spie-
Conclusioiit (/' .) nell'aula della Cancel- ga il punto di legge a lui prescritto, con

leria, e sempre dedicata al Papa, che pei • rispondere alle obbiezioni e argomenti
ciò dal cardinal segretario di stato vi fa che gli fanno tutti gli uditori, ma a quel-
invitare i cardinali, che vi si recano col- le del decano, oh reverentia. (nuli viri,

le vesti del colore corrente ecappepao- china ossequioso capo e senz'idtro esce il

«azze ( noterò col Lonigo, Dei/c vali dalla stan/a per dai- luogo alla vola/.io-
purpuree, che Alessandro VI con ngoro- ne, rientramlo dopo approvato. Abhrac-
so decreto concistoriale del ì^qq [iroibì ciato dal cardinale e da tutti gli uditori,

a'cardinali l'intervento a qualuiupie con- legge la professione di fede, giura d' os-
clusione, tranne a quelle degli uditori di servare lecostiluzioiii del tribunale e pre-
Bota e degli avvocali concistoriali). Il cisamenle la bolla d'Urbano VMI sul se-

Bernino riporta il disegno dell'aula della greto de'voti ; la turinola del giuramen-
Cancelleria, coiriinponeiile, numerosa e to è quella di Giovanni KXII, riportala
scelta udienza, e il novello uditore di Ko- dal Bernino. Questi inoltre nana, die in
ta in mantellone sulla cattedra che reci- alti'o giorno riceve dal decano il rocchet-

ta r allocuzione, in cui per 1' ordinario lo e la cappa ; e poscia che in piena Ca-
inodeslamenle accenna gli studi fatti, mera apostolica, dal cardinal rrtM<?r/e/i-
gl'impieghi sostenuti, e la gratitudine al go di s. Chiesa {/\), riceve il rocihelto,
Papa che l'ha nominalo; risponde alle la cappa e la ben ella, dicendo rappresen-

argomenlazioni contrarie de'3 ultimi u- tare il cardinale la persona del l'.q)a e ,

perciò riceve dal prelato il giurauienlo di


ditori di Rota, e dell'ultimo avvocalo
concisloriale,allro impugnatore del pun- fedeltà, sebbene a tutto questo il tribu-

todall'udilore stabilito |)er la disputa die naie sempre ripugnò. quoto non im-
I\Ia

sosliene (si può vedere il Cartari, Syl- porta giurisdizione, perchè come dissi al
lal'um: Auditores Eotae cjiiatnor, to- suo articolo, il cardinale riceve il giura-
tidcmqne Advocatorum Consif^toriales mento da'primari prelati ^ministri del-
tcnetur arguere ex constilutione Mar- la s. .Sede, e da altri ivi notati. Su questo

tini F, cantra electuni in Auditoreni punto luttavolla va letto il Bcrniuo a p.

Rotae: Auditor Eotae electus anticjni- 179, ed Bondini a p.148, ove riporta
il

tus exponehat noveni legales theses pu- un documento deli6o4, ''a cui si ricava
hlice defendendas : Auditor Rotae eie- quando il cardinal camerlengo e la Ca-
rto argiiit in puhlicis disputa tionibu.<! mera presero ad esigere il giuramenlo dal
unus ex Adi'ocatis Consistorialihiis), nuovo uditore, e di dargli la cappa e il
delle 7 conclusioni ricavate dalle io da locchello; e che nondimeno il notaio dei-

lui proposte (notai nel voi. VI!, p. 194, la S. R. C. uon è tenuto a giurare. A p.
256 U D I U D I

199, avverte Cernino , che anticamente l'artistica esecuzione. Nella curia roma-
gii udiloii non si esaminavano avanti il na siffatti donativi aulicamente furono co-
cardinal vice-cancelliere, ma de manda- muni, ma poi rimasero privativamente ai
lo Papae il cardinal camerlengo dava soli novelli uditori di Rota e avvocali con-
loro il rocchetto, la cappa e la berretta, e ci.storiali. 184G, per
Sino e inclusive al

quindi registrava nomi nel libro i loro l'apertura e principio anno rotale^ dell*
della Matricola. Fu Sisto !V che deputò ebbe luogo il simulacro della nobde Ca-
per I' esame il cardinal vice-cancelliere. valcata degli uditori della sagra Rota
Aggiunge Bernino, che il nuovo uditore Romana^ ove co! Bernini descrissi l'anti-
ricevute tali insegne dal camerlengo, re- ca, e quanto in memoria si sostituì e du-
casi nell'Auditorio, ove genuflesso rmno* rato , quanto ad una maggior solennità,
va il giuramento e la lettura tlella bolla fino a tale anno, ed ora ripi istinalo, rife-
d'Urbano Vili sul segietoj indi siede tra rendo il n.° 8 1 del Diario di Roma 1 'Ò!\Q.

gli altri, riceve l'esoitazione dal decano, «Seguendo gli antichi suoi metodi il tri

o dal sotto-decano in sua assenza, il qua- bunale della s. Rota anche in quest'anno
legli chiude la bocca imponendogli silen- dava luogo alla sua solenne apertura ve-
zio, onde nella seguente rota non inter- nerdì 2 ottobre. I due ultimi uditori pre-
loquisce, e solo osserva procedura del- la senti in curia mg."^ Giovanni Di Pietro
la giudicatura; finalmente nella successi- d'Albano e mg."^ Fiancesco La Grua Val-
va rota con formola il decano gli apre la dina-y-Talamanca nato in Stokhohn, di
bocca e dice: Esto Auditor. Sn di che Ber- buon mattino, ciascuno nella propria a-
ìiino adduce alcimi testi, e racconta co- bitaziune, riceveano in formalità le visi-

me il nuovo uditore, cogli ultimi due col- te e le felicitazioni da'genliluomini degli


leghi si recano dal Pupa, nella sala assu- Emi. e Rmi. signori Cardinali, del Cor-
mono lacappa sopra il rocchetto, e così po diplomatico, di S. E. Rma. mg.' Go-
vestili vengono ammessi ai bacio de'pon- vernatore di Roma (ed anche degli altri
tificii implorando
piedi, i colleghi la be- prelati di fiocchetti), già membro del tri-
nedizione apostolica sull'eletto, il cui no- buuale(eora cardinal Marini), e de'prin-
me già scritto nel libro della Rota lo a- cipi romani, dagli aiutanti di studio e se-
bilitaa intraprendere la giudicatura. Nei greti della s. Rota, non che da altre co-
voi. Ili, p. 3o5, XVI,
33, parlai del- p. spicue persone, avvocati, curiali di colle-
l'antichissimodonativo chegli uditori no- gio e curiali rotali, a'quali tulli si usaro-
velli fanno a'colleghi (non però al p. mae- no le consuete dimostrazioni (riufi eschi).

stro del s. Palazzo), ed a'cardinali ivi no- All'ora stabilita mg.*^ La Grua passava
minati, della pizza di marza(>ane, confet- dall'altro suo col lega mg.' Di Pietro eco-
ti, berrette, guanti, vino di Monte Pul- sì uniti avviaronsi al Valicano precedu-
ciano , e della pizza di marzapane più ti da un diappello della scella de'drago-
grande che umiliano al Papa. Queste piz- ni pontificii, da 4 mazzieri che recavano
ze sono elegantissime per le decorazioni l'insegne del liibuiiale,da duepalafienie-
di ornati, slemmi emblemi sim-
gentilizi, ri pontificii che guidavano a mano le due
bolici , ed anco esprimenti un futlu con mule nobilmente bardate che soglionsi
figure colorate e formale de' confellini somministrare da' sagrì palazzi apostoli-
chiamati folignati. Sembrando musaici la ci per l'uso della cavalcala, e seguiti da
parte superiore, talvolta questa si fece le- vistoso numero di carrozze de'cuiijii di
vabile, onde conservarsi per bellezza, al- collegio, de'curiali rotali, e de'cancellici i

tiimenti col rompersi il bel lavoro spari- (notari) del tribunale medesimo. Giunto
va, ed alcuno volle conservarla con cor- il corteggio alla piazza Rusticucci, dava
uice e cristallo
,
[)el rappresentalo e per il seguo del suo ari ivo una ilcllc campa-
udì UDÌ l'i'j

ne (Iella hnsillcn Vaticana. Discesi i rltie so Krmione), provò non os^Jcro nT- nuovo,
pielali col loro seguito nll' nliio doll.-i nò duro il sistema di limitare le dlfl^e,
guardia svizzera, e nuovamente compii- trovandosi introdotto ne' tribunali del-
mentati da'genliliiomini del Corpo diplo- la Grecia antica , adottato e conservato
matico e de'principi romani, si recavano ne'tribunali dell'antica Uoma:eìii Gre-
all'aula rotale, ove gli altri prelati trova- cia e in Roma prufiggevnsi il.tem[)o del-
vansi raccolti. Udita messa de Spirila la le perorazioni colla clepsidra, ossia oro-
Sanclo{^\\ uditori rinnovano il giuramen- logio ad acqua. Tertninala la prolusione,
to poggiando le mani sul libro de^li Evan- distribuito il calendario [)er l'anno rota-
geli, apprestato loro dal cappellano ro- ie, e ringraziato lo scelto e colto uditorio,
tale; nella camera poi della giudicatura composto principalmente degli sludi ro-
mg.' decano riceve ilgiuramento da'sin- tali e di molta parte della curia romana,
goli studi rotali), in una delle sale, appo- il tribunalesi ritirò nella sala interna del-
sitamente a quest' alto destinata, si fece le discussioni". Dell' antica e maestosa
da uno de'cancellieri succinta lettura del- Cavalcala degli l ililori,A neiiiiiio ne ri-

le bolle apostoliche sul sistema ed ordi- porta il disegno, ove si vedono gli idliuii

ne del tribunale [)er la retta aoiuìiiiistra- tlue uditori cavalcare le mule palatine,
zione della giustizia. Quindi mg.' Di Pie- vestiti di rocchetto e mantellone, avendo
tro, cui toccava per turno, lesse una bre- il capo coperto di berretta dottorale (i 4-

ve prolusione, ove con eleganza di stile e suoi angoli figurano la Croce; per l'ec-

scelta di argomenti, corroborali anche <la clesiastica se ne deprijnc uno, ed i 3 che


copiosa erudizione, inculcò aMifeusori del- restano elevati simboleggiano la ss. Tri-
le cause la brevità delle allegazioni. Dis- nità. La Berretta dottorale fu coslante-
se loro essere la brevità uno de' maggio- niente usata dagli uditori di Rota, in at-
ri pregi dell'oratore; essere di somma ti- to particolarmente denotante il loro ma-
tilità alle difese, le quali abborriscono o- gistrale officio,perchè anco nelle caval-
il

gni ridondanza e superfluità di [)arole, cate portavano la berretta per non rima-
d'inopportuni e inutili raziocini; essere da nere in alcun tempo privi di quest'inse-

tutti desiderata, amata, lodata; essere il gna di dottoralo), sovrastata dai cajìpel-

mezzo d'evitare molti e gravi difetti, cri- lo pontificale, tra due avvocali concisto-
tiche e pericoli, che non di rado hanno riali e seguiti da numerosa comitiva di
origine dalla prolissità del discorso; esse- bellissima cavalcata; i balconi delle stra-
re in fine comandata dalle leggi. E qui de decorati di parali di vari colori, e la
appellando specialmente a'decreti rotali, via che percorreva coperta di rena gialla

che stabiliscono il limite delle allegazioni, o sabbione. Ripeto, ili essa e di ([iianto
lìediraostrò la rettitudine eia convenien- praticossi sino al 1846, nel citalo articolo

za; e rispondendo alle antiche lagnanze, lo descrissi, in uno a quanto facevano e


che assomigliano queste prescrizioni al fanno gli uditori giunti nell'AuditorioVa-

Jetto di Procuste (questa similitudine ticano, ove assimta la cappa per ispecia-

ricorda l'operato dal famoso masnadie- le consuetudine o privilegio la sciolgono

ro di tal nome, dimorante in Coridallo (in Roma i prelati non ponno sciogliere

nell' Attica. Avea il crudele uso di sten- la cappa, tranne il Commendatore di s.

dere che colà capitavano in


gli stranieri, Spirilo nella sua chiesa), ed assistono in
sue mani, sopra un banco o letto di fer- tal modo messa e al resto della fun-
alla

sintantoché divenissero zione, ripiegandosi la cappa dopo pronun-


ro , stirandoli
della stessa lunghezza del letto, o taglian- ciata l'orazione suH'amnnnistrazione del-

do loro, s' erano più lunghi, ciò che ol- la giustizia dissi pure della dispensa de'
:

trepassava la misura. Teseo l'uccise pres- fiori e del catalogo Calendario de'gior-
voL. ixxxrr.
258 U D 1 UD I

ni rotali cìolfuUiro anno. Qneslo si slam- rìnellì.^." T'acat. Agginngeròalladcseri-

}ia dalla sliimperin camerale col Potcrit zinne della Cavalcata degli l dilori, o\li e

imprimi decano e col ti-


tlcl sollosciillo l'invito per l'intervento a'procuralori di

tolo Curine commoditali dies quihiis


:
collegio e agli altri procuratori rotali, i

ìiahentur Rolae, Congregalioncs Rotaks^ due avvocati aiutanti degli studi degli ul-
Cii/ncra, Signatura G ratine ciJustiliae. timi due uditori si recavano insieme ad

.Segue un circolo in forma di lola , con invitare i cardinali palatini; a pregare il

fregi , e collo Spirito Santo in forma di maggiordomo di mandare a' palazzi dei
raggiante colomba nel centro, e l'epigra- loro prelati le solite due mule bianche; a

fe in giro: Spiritus Or- Domini rtplehil pregare il maestro di camera perchè av-
htm Terrarwn; o\Ue'\\ motto: J'oxlo- vertisse il Papa nel giorno dell'apertura
uitrui Tui in Rota. Eguaimonle in giro della Piota, sempre nell'Audito-
che si fa

e gerarchicamente j)er anzianità sono rio Vaticano benché il Papa risieda altro-

scritti j nomi di tutti gli uditori, comin- ve;dal presidente dell'armi anìncliè man-
ciando dal Riìiiis. P. D. De Silvestrìs De- dasse diago'.ii in grande uniforme, per
i

canus I ; e com segue il 11 a destra, il ili iscortare la cavalcata e regolare i legni ai

a sinistra e gli altri gradamente. Il Calen- palazzi di delti uditori; dal presidente del-

dario dell'almo rotale i 856-57 dice: Die. le strade perchè facesse S[)argere la rena
lunae 7 no\'emhris[c\\è. ora
i il giorno pro- o sabbione per tutta la via che dovea per-
prianveute dell'apertura e della 1
.^ rota e correre la cavalcata; dal cavallerizzo mag-
-vi si giuramento) i856j« ape-
rinnova il giore perchè mandasse le nobili barda-
ritiene Rotae solemnes implchuntur ritus ture delle mule; e dalcomand.Tnle di Ca-
a RR. PP. DD. Sbarrelti, et Rodriguez, stel s. Angelo per la solita parata di sua
et Oratio in Aula T^aticana hahehilur a guarnigione nel passaggio della cavalca-
R. P. D. Sbarrettij eadein die legentur ta, nell'accesso e ritorno. Tralasciatosi do-

Bullae el Consiiluiiones Rolales , alrjue po ÌI1846 l'uso delle mule, che ricorda-
jurnmentum pracsiahitur. 1 mesi rota- va la cavalcata , ecco quanto praticossi.
lisono 9, gli altri di ferie generali e non Si legge nel Giornale di Roma de'22 no-
descrittisono agosto, settembre, ottobre, vembre 852.» Il tribunale della s. Rota
1

sebbene nelle note sono dichiarate le con- dopo le vacanze autunnali fece la sua so-
gregazioni rotali che si tengono in detto lenne riapertura nel giorno 9 del corren- 1

anno (nelle cpiali gli uditori si recano in te. 1 monsignori uditori Luigi Serafini e
manlelletta e rocchetto, mentre nelle ro- Luigi Antonio de Witten ricevettero ne'
te ordinarie assumono la cappa ), oltre loro appartamenti i complimenti de'gen-
tjuella de'27 luglio, a'3 621 agosto (nel- tiluomini del sagro Collegio, del Corpo di-
le informazioni per le quali, i prelati che plomatico, della nobiltà romana, e gli os-

le ricevono ftinno servire gli avvocati o sequi de'curiali. Adunatisi poscia lutti i

procuratori che informano, di mattonel- prelati uditori nell'aule rotali del Vatica-

le gelate), 4 e 18 settembre, indicandosi no, alle ore 9 antimeridiane , si celebrò


nella cappella la messa dello Spirito San-
con ^CP"' le ^ote memoriali, l'ullima es-
to, quindi nella sala del tribunale si les-

sendo a'6 luglio (dopo la quale comincia- sero le costituzioni o bolle apostoliche re-
no le ferie generali), che durano sino al lative a tanto antico e sapientissimo con-
giorno dell' apertura della Rota. Final- sesso. Quindi mg.' de Witten recitò il di-
mente nel Calendario sono notati noto- i scorso Ialino d' inaugurazione". 1". ìikIì-

ri rotali, che al presente sono: 1° Laurea- spensabilecheio vi aggiuiiga,recaisi ai Va-


lius /tlibraiidi Praesesel Adniitiistralor. ticano i due ultimi mlitori di Rota co'lo-
0.." AloysiìisSerpetti. Ò^Seraphinus Ma- 10 treni nobili, seguili dalle carrozze ou-
udì U D I 2%
inerose con eniro que' medesimi che gii stallo pronunzia una concisa orar.ione di-
accompagnavniio, nella maggior [)om[)n retta a'collcghi, alle persone de'Ioro slu-
di antica elodevole usanza. Connjiacoin- di ed alle persone della curia ivi presen-
[)iacenza però posso riferire, che ncH'iil- ti. Finalmente passati gli uditori nella
tiina apertura della Rota seguita a' 7 no- i stanza della giudicatura oauditorio,chia-
vetnijrei 856, venne ripristinata la pom- n)ati gli aiutanti e i segieti de'loro stu-
pa che descrissi falla sino e inclusive al di, che sono vestiti, come i curiali d'ac-
1846. L'apertura di questo tribunale compagnamento, di vesti talari, per an
dnncpie si faceva il r." o 2." ottobre di zianità ripetono i giuramenti sull'invio-
buon mattino, la quale però era un'aper- labile segielo intorno alle materie da de-
tura di formalità, mentre propriamente cidersi nelle cause. Il Rondini a p. i 1^8

lai.' rota del nuovo anno rotale non te- riporta un documento sulla i.'' rota d'ot-
neasi che dopo la metà di novembre. E tobre che si fa ancora di mercoledì, seb-
siccome nello stesso settembre hanno luo- bene tal giorno propriamente non sia ro-

go alcune congregazioni rotali ti'a padri tale. Dicendo Giorni fasti, e ne-
egli de'
presenti in curia ,
perciò il solo ottobre fasti o feriali, osserva che un tempo so-

veniva ad essere realmente in tutto libe- vrabbondando lecause appena 3 giorni la


ro; laonde l'antica apertura era piuttosto settimana con gran fatica bastavano a te-
chiusura del tribunale. Tuttavolia'anti- ner la giudicatura, come nel pontificato
camente nell'apertura del i. "ottobre s'in- d'Alessandro VI, e confermano Berni-
lo

cominciava subito a giudicare, il che pro- no e Cohellio; uso riformato da Clemen-


vasi con diverse decisioni che ne porta- te VII, ristabilendo il disposto da IMarli-
no la data. Narra Bernino a p. i85, che no V, S'ignora anticamente quando adu-
dopo recitata l'orazione di apertura, i due navasi il collegio, e forse lo avrà esegui-
ultimi uditori di Rota tornavano colla ca- to secotido il bisogno delle cause o la lt>

valcata alle loro abitazioni , rimanendo ro urgenza, e pare che un tempo fossero
gli altri uditori nell'Auditorio per la di- copiose per esseie gli uditori arrivati al
scussione di pochi e leggeri affari, dopo numero di 3o. Martino V stabilì per la

i dopo aver aper-


quali ciascuno partiva, giudicatura o giorni rotali il lunedì e il

to a Roma il tribunale pel nuovo anno che fu sempre fermamente os-


i'enerdì,i\

rotale, avendone dato l'avviso alla città servalo. Se poi in tali giorni s* incnnlra
la campana maggiore della basilica Va- alcuna Feria o Festa che impedisca il giu-
ticana. Presentemente e da pochi anni a dicare, lo slesso Martino V ordinò che si

noi, la I.' rota di novembre diviene Ro- sostilulssero ad essi il mercoledì, il i^io-

ta d'apertura, ed invece della giudicatu- i'edì o il sabato, come meglio occorre, e


ra, si effettuano le antiche discorse cere- tale Rota dal suo nome si dice Marlinia'
monie dell'aprimento, ad eccezione della iia. Questa combinazione succede di ra-

cavalcata sostituita dall'accompagnamen- do e talvolta anche avviene, come nel


,

to delle carrozze. Nella cappella e in cap- 1602 si legge nel Diario Rottile de' 17
pa gli uditori assistono alla messa cele- ìehhin\o, (jnia erit ìnidum Trrlinriae. Lo
brala dal cappellano loro j e rinnovano avverte Bernino, e Rondini liproduce il

i giuramenti, al modo che già notai. In- testo del Diario Rotale, dichiarando non
di passano in una stanza, ove assisi nei incominciare le Terziarie nelle Ma rtinia-
propri slalli,ascnltano la lettura delle pon- documento, non che il do-
ne, e con altro
tifìcie bolle che li riguardano (nel modo cumento donde trasse origine il vocabolo
che esprime l'incisione prodotta dal Ber- di Rota Mariììdana. Altra Rota spe-
nino), ed uno degli uditori giuniori per ciale è r Urbana, già Cordnbcnse. La
annuo turno (fuorché II decano) dal suo Rota Urbana cade nella i."" rota di qua-
2Go udì UD I

lesìnia e fu slaMlila ila Urbano VIITjda dinariamenfesonocadute.II Piazza riìci i-

cui prese nonie^ ed era la rola die sole- sce che nell'anno rotale si danno alciuii

va lenersi nella vigilia delia festa del Cor- spazi di vacanze, cioè di Natale, di Car-
j)iisDoniiìii,i]pnom\iìr\[a Cordiibense&aì' nevale e di Pasqua; e perciò tutto il tem-
J"ndifore Andrea Ferdinandodi Cordova po della residenza di esso anno si distin-
poi vescovo di Pace, die l' avea islitiiita gue in 4 Terziarie, lai." si chiama delle
liei1606, pel documenlo rifeiito da ÌJon- Calende, la 2." òe'Re, la 3." ut Pesci, la

dini. Vi sono inoltre le Fole Conculcate, 4.' dopo Pasqua Le ferie


degli Agnelli.
e Rota Conculcata, dice Dernino, chiama- straordinarie occorrevano nel tempo del-
si quella, che non potendosi fare il vener- la Sede apostolica vacante, quando la

tì) è destinala al mercoledì antecedente, Rola era tribunale di commissione, e non


o non potendosi farei! lunedì è parimen- ordinario coni' è oggi per dichiarazione
li destinata al mercoledì seguente, con del discorso moto-proprio di Gregoiio
doppia fatica degli uditori, obbligali in 3 XVI dell 834; ne'giorni del Concistoro
giorni allo studio e assistenza di due rote. pubblico e per altre occorrenze, come
,

Le Rote Conculcate non dillerenziano in per l'anniversario dell'elezione o corona-


sostanza dalle altre , ma sono in siiralto zione del Papa, ie quali per essere appun-
modo chiamate giugno per la
le Rote di to straordinarie, non si ponno regolar-
sovrabbondanza delle cause. Sono dun- mente stabilire. Ma per lo studio e pegli
que ordinarie e straordinarie le rotali fe- studi degli uditori, meno le ferie genera-
lie , dal Rondini appellati giorni nefasti li, dopo le congregazioni rotali, non esi-

o feriali. Si annoverano Ira le prime tut- stono, poiché anco buona parte delle do-
te le feste di precello, poi alcun'allre che meniche e altre festività sono medesi- i

per più giorni si protraggono. Tra le qua- mi intenti nell'esame e disquisizione del-
li occupa principal posto quella va-
ferie le cause.
canza che, principiando col s. Natale, ha Il Rondini nel cap. 1° ragiona dello
termine dopo la solennità dell'Epifania, ly/^r/Zo /o/rt/e, argomento rilevante e vi-
e con rotale linguaggio dicesi post Ileges, tale, poiché gli uditori di Rota colla isti-
con allusione alla festa de' ss. Re IVIagi tuzione de' loro studi si acquistarono
celebrata in tal giorno. Seguono le ferie di somma lode e crebbero in grande esti-

Scssogesiina e Quinipiagesima , perchè mazione; mentre seda un canto appari-


comprendono il Carnevale di Roma ( l .). scono integri, dall'altro figurano sapien-
Trascorso il tempo del la Quaresima^mc- tissimi, e delle cose umane, massime di
cedono le ferie di Pasqua o pasquali, che quelle che li riguardano, sono conoscito-
incominciate col precedente Venerdì san- ri profondi. Crede che ad esempio de'Pa-
to, durano sino alla posteriore Domeni- pi, siccome prima di seder ^;/'o Tribuna'
ca in Albis, ed occorrendo di significarne li e di decidere v'è bisogno di consiglio,
il fine, si scrive /;05</^g/i0.v_, dagli agnel- istituirono loro sludi fino da antico
i

li benedetti e mangiati. Nel Mese dimag- tempo; e nella bolla d'Urbano Vili si i\\-
ro (P' .),\sev una buona metà, che spesso %con t eiyaniWo (\^^\\À djutoribus a\ s. tri-
tocca i primi di giugno hanno luogo, i bunale, cui prescrive il giuramento pei
giorni feriali volgarmente detti potiones segreto come riferii piìi sopra; perciò non
(e dal popolo purghe) indicati dal calen- reputati privati consiglieri, ma pubblici,
tlario rotale colle pai ole et deinde erunt
: e come pai te ancorché inferiore dell'Au-
^o//o/iC5.Finalmente le ferie generali co- ditorio. In fatti anche Dernino celebra le
minciano nell'agosto, e si protraggono fi- qualità e il valore degli aiutanti di stu-
no aliai. 'metà di novembre circa, deuo- dio, corrispondenti all'acclamala autori-
oainate post aquas per le pioggie che or- tà del tribunale, di cui le leggi sono otti-
udì U D I 261
me, le decisioni egregie, le classi regolale. rialium o Congregatio Rotalia), della di-
A suo lenipo ogui Padre eleggeva un aiu- visione delle cause di cui 1' uditore può
tante di studio e un segreto, ciascun de' essere ponente, dell'esame di esse e loro
quali in mano al suo uditore prestava il ristretto. Della i.' mattina di studio, del
giuramento.e poi insieme a tulli quelli de- foglio Rotale, A\ cui dà saggio a p. 167
gli altri uditori lo rinnovavano in piena (notando che per le cause de'memoriali
Rota nell'annuo riaprimenlo. Personaggi è la mela più piccolo, coll'inteslazione Ro-
sono questi, egli continua a dire, di civi- ta McmoriaUum, e per le congregazioni
le o decorosa nascila, e per dottrina scelti si scrive Coìigregatio Rotalis), della re-
dal fiore delle università, in cui dierono lazione e discussione, le quali sono rego-
prova di loro ricevendo lauree di dotto- lale da detto foglio, e deirinformazioni,

rato nelle leggi canoniche e civili, e so- le quali gli avvocati e i procuratori , in
no in così pregiata estimazione nella Cu- abili talari, o le medesime parti e pe'lo
ria Romana, che il solo requisito d'aver ro gentiluomini in nobili abiti, fanno nel-
assistito ad un uditore di Rota, apre lo- le abitazioni dell' uditore (nella camera
ro la strada ad ogni più cospicuo vantag- di udienza, parala di damaschi rossi, ten-

gio nella giudicatura e Corte dì Roma gono il ritratto del Papa regnante dipin-
(per questo vocabolo dissi altre parole nel to con cornice dorata, egli uditori este-
voi.LXIII, p. i53), onde alcuno di essi ri di contro vi collocano pure que'de'lo
anche ilBernino vide innalzato al cardi- ro sovrani), dell'aiutante e de'segreli an-
nalato, ed io pubblicai le biografie di mol- cora, se piace a'patrocinatori e alle par-
tissimi. Tornando al eh. Bondini, giusta- li, venendo dall'uditore trattali di rinfre-
monte chiatna importante lo Studio ro- sco nel grande estale tanto difensori che i

tale di ciascun uditore, sia perle perso- i difesi (il Bernino ragiona dell'infornia-
ne (li cui si compone, sia per ciò che col zioni antiche del suo leujpo a p.i()'2, ri-
prelato imprendono a fare. Esso si com- levando che (ino da Alessandro VI gli av
pone del prelato tiditore, d'un avvocalo vocali informavano in iscritto gli udito
o dottore di leggi chamalo aiutante di ri a seconda de'Ioro dubbi, indi doverono
studio, e di due altri giurisperiti deno- eseguirle verbalmente; sotto Paol<ì 111 fu
minati segreti di Rota, i quali alcuna ra- riassunta l'antica usanza, finché in segui-
ra volta sono 3 per abilitazione del l^a- to prevalse di conferire a voce, tuttora ui
pa o di mg.' decano. Egli è per questo che uso).Qui mi occorre aggiungere, che per
la s. Rota va considerata in quello che antica consuetudine gli uditori di Rota

giudica, e in quello che anticipatamente hanno il privilegio di tenere la berretta in


esamina le questioni altrui. E se nel i.° anticamera (sopra un lavolmocomei car-
casosi forma di 12 uditori, nel 1." o sia dinali tengono la Berretta cardinalizia),
dello studio viene a conqiorsi degli stessi poiché ne'giorni d'informazione polendo
12 uditori, di I 2 aiutanti, e di 24 opiìi se- ricevere oltre i prelati in abito altri di-

greti, ch'è (juanto dire ogni turno emana stinti [lersonaggi con tutte le formalità,
le proposizioni, discussioni e decisioni stu- come nipoti del Papa regnante, cardina-
diate da aogiureconsulti. Passa quindi il li, ambasciatori ,
principi e altri titolali,
Bondini a ragionare parlitamente dellai." debbono in tali casi per rispello accom-
sera dello studio, del registro delle cause [lagnaili per leanticamere colla berret-
decise per ultimo dall'Auditorio e che fa ta in mano. Tulli memorati personag- i

il segreto più giovane, del Diario Rotate gi debbono recarsi per le informazioni in

che scrive ogni uditore colla formola Co- abito di formalità, altrimenti nou sono
ram me, di cui riporta un esempio a p. ricevuti dagli uditori di Rota, allreltanlo
i Gy (anche coU'iuttiilazioui Rota Memo SI dica dc'loro gculiluouiini. Gli uditori
262 udì UD I

di Rota iu quc»le informazioni sono ve- nos Advocalos et Proctiratoresj ed a p.


stili di zitutuana nera lUeltata di pao- 147 il documento dal quale apparisce,che
Duzzo. Riprendo il mio dire. Della 2." mat- laRota alcune volte si trasferiva ad istan-

tina di studio iu cui le informazioni si con- za degli avvocali e de'procuralori, come


tinuano assai per letupo coU'aiutante di nel 1600. Il Villelli ancora Iratta di tut-

studio m sua casa senza forinalilà, delle to egregiamente, e chiama i curiali o pro-

conferenze deirudilorecoll'aiutanle e co' curatori rotali: Sacri Palatii Apostoli-


segreti, dello studio delle risposte, delle ci causarum Patroni, facendo la debi-

nuove relazioni e discussioni, de'voti ri- ta distinzione da'curiali o procuratori di


producendo a p. 168 una modula di vo- collegio. 1 notari rotali erano 48 e per di-
to Rotule, e della maniera di portarli al ritto di successione si esercitava il nota-
tribunale in un<i cassetliua chiusa con riato da individui d'altreltanle famiglie,
ciiiavetta. Tulle le accennale cose non so- il pubblico erario pagando loro il valore
no clie una preparazione che l'uditore fa delle scritture che cuslodivano, quando
prima di porlaisi a giudicare in tribuna- ad alcuna parie ne occorreva copia. Noa
le, seguendo le istituzioni taulo applau- aveano particolari uiiizi notarili, ma li
dile del medesimo. Il Rondini nei cap. tenevano nelle proprie abitazioni sparse
3." Iratta: Dc^liav'^'ocati, de procuralo' per la ciltà. Per gl'inconvenienti che na-
ri e di' noia ri rotali. Gli avvocati li dice scevano Clemente X vi prese le riferite

essere di più maniere, altri concistoriali, provvidenze riduceudolida48 a^ e que-


altri rotali, e quanto si richiede per esser- stida nominarsi dai Papa, dal cardinal
lo, tsperimenti efornialilà chedevonosu- vice-cancelliere, dal cardinal camerlengo
bire pei- essere dall' Auditorio ammessi e dall'Auditorio uno per ciascuno; e or-
nell'albo degli avvocali, per godere i di- dinando che si riunissero in un solo offi-
ritti e privilegi concessi da Paolo V, po- cio e in esso si trasferisse l'archivio ro-
tendo pervenirsi a lai grado dopo essere tale, stabilendosi l' ollicio in un locale £(
stalo parte del tribunale almeno 3 anni piazza Navoua, da dove nel 1672 con de-
tome segreto presso alcun uditore. Quin- creto rotale fu trasferito nel palazzo del-
ili the. niuna differenza passa tra gli av- la curia Innocenziana, ed a'uoslri giorni
votati rotali ed i conci.sloriali, quanto al- fu stabililo nel suindicato luogo; avendo
la Iraltazione delle cause innanzi l'Audi- anche Renedello XIV e Clemente XllI
lorio della Rota o qualunque altro tribu- emanale disposizioni sui medesimi. Cu-
nale dello stato pontilìcio. Indi discorre stodi degli atti rotali, che devono trascri-

de'procuralori di qollegio e de' procura- vere fedehnente e custodii'e, ricevono dal-


tori rotah, i quali tra loro avanti la Ro- ie parli richiedenti iu compenso le tasse
ta non differiscono, sebbene i primi più regolate da Paolo Veda altri Papi. Que-
ragguardevoli pel collegio cui apparten- sti nolari costituiscono un collegio. Nel
gono e per essere chiamali dall'Auditorio cap. 4> Della trattazione delle cause a-
ad esaminare dottori legisti che aspira-
i iuinti la Rota , ampio argomento sul
noad essere procuratori rotali, come nar- quale al riferire del Rondini molti scris-
iai nel loro articolo. Tanto procurato- 1 sero, citando come degno di stima Pie-
ri di collegio che i rotali manifestano le tro Ridoifi no, Prajcis rccenlior de ordì-
ragioni de'clicnli nella formazione de'pro- ìie procedeiidi in Jndiciis iuRoiiiiina Cu-
cessi, osservando la piocedura in vigore. liti, Perusiaei65o. Resa ragioiie del pre-
Cliiariscono i lalti per via d'esalle infur- sente capo, della materia a Irallarsiedi
uiazioiu, e memoriali, e posizioni, ed ar- sua utilità, parla tiella (\>i/ir/ii.^sìiuìc[/ .)

ticoli inlerrogalorii. A p. 1 32 riporla: Ca- che defìnisce scritto che porla d nome
jiilu KtJoii/iulioidòspcxlanUa ad Do/ni- della diocesi ove la differenza è naia,
UD I U D I 263
quello del liconente, quello tleiravver- re i loro giudizi, se nel praticato dal ve-
sario, e maniresta di che azione legale si nerando consesso alcuno volesse scorger-
traila. Tutte (jueste cose sono precedu- vi un complesso di ceremonie e formali-

te da islanza al Papa perchè si degni coiu- tà, ritiene che l'occhio però avveduto del
nieltere la causa a qualche uditore di Ilo- legista e del filosofo non potrà a meno
ta, dopoché la domanda è passala per l'of- d'ammirarvi 1' alta sapienza da dove di-
ficio del revisore delle commissioni. Sca- scendono e con quanta sicurezza si af-
,

pitate le commissioni, le cui decisioni ro- ferri con essi la giustizia. Adunque ne'
tali si pubblicavano in uotuedel Papa, ri- giorni fasti o rotali gli uditori si raduna-
ferisce le cagioni che le tolsero. Iodi ra- no o uel palazzo Valicano o in quello del
giona delle citazioni, della scella del po- Quirinale, secondochè abita il Papa, con
nente, della concordazione de'dubbi e lo- orario assai per tempo per uso eccellen-
ro diverse specie, del tempo per scrivere tissimo. Assistono alla messa nella cappel-
le difese, dello stabilito numero de'fogli la dell'Auditorio, invocando 1' aiuto e il
stampali, delle distribuzioni delle scrillu- lume dallo SpiritoSaiito,coirorazioue che
re, delle sottoscrizioni de'procuratori per ricordai nel voi. X, p. 3 8 e altrove. Poi 1

quelle destinate al ponente. Del contegno si recano nella stanza di giudizio, anlica-
da tenersi nelle ditese, senza ingiuriare al- mente circondala di cattedre isolate in
cuno, altrimenti sonò gli avvocati tassa- circolo e ciascuno con genuflessorio in-
li a favore della congregazione di s. Ivo nanzi, per pregare e in uno per porvi gli

della Curia fioma/ia (F.). Altre volte si scritti e notarvi le decisioni. llBeruiuo,chu
ammoniscono, anche acretuente, e se non eziandio ciò atferma, ne riporta il dise-
basta si sospendono per tempo indeler- gno, insieme ad altro espiimenle come a
luinato, e negli estremi casi si cancellano suo tempo decorosameule sieilevano iu
dall' elenco degli avvocali rotali. Tiene cappa e berretta come tuttora. Ninno vi

proposito dell'informazioni degli avvoca- può penetrare, altrimenti ne resterebbe e-


ti e procuratori, della manifestazione al- dificaio e modo mae-
presoda rispetto pel
le parti vincitrici, passando a svolgere le stoso de'prelatij sedenti in quadro corri-
cose del principio, corso e fine delle cau- spondente all'antico circolo. Rimpetlo al-
se. Comincia dalle allegazioni di sospetto, la porta della camera sta il decano e dai

dalle remissorie, dalle compulsorie e co- lati iduepiìi anziani, equindi gliallri gra-
me concedono; degli accessi che occor-
si datamente, per cui l'ultimo siede di con-
re farsi dal ponente, dalle parti e dal pro- tro al decano. Nella votazione o discus-
curatore per esaminar tutto, e pe'luoghi sione non si può osservare il turno d'an-
ftioii di lloma si deputa un giudice di zianità, ma quello de'ponenti. Ciò avvie-
quella parie per rispezione,edancoi peri- ne nelle rote in cui si propongono le cau-
ti. Degli attentali e loro revoca, de'seque- se coldubbio, poiché iu quelle de'memo-
stri, della deputazione degli economi con riali e nelle congregazioni, le quali si a-
ordine del inanutenendo, e del modo di dunano innanzi leferie generali, come già
praticare tutte queste cose. Più di tulli notai, prevale il sistema d'anzianità, co-
Della giudica tiii-a del-
dilfusoèil cap. 5: minciandosi i suffragi dal decano. Prin-
le cause nel sagro Auditorio della Rota, cipia a proporre le cause il decano o chi
ma che a me non è dato che accennare ne fa le veci, e talvolta l'uditore che gli

sommariamente come precedenti, ad , i siede a destra in luogo del vice-decano,


onta di loro importanza. Egregiamente e ciò per turno, ciascuno de'quali si com-
il Bondini dopo discorsi preliminari,
, i pone del ponente proponente le cause o
avverte che dovendo descrivere modi i vertenze, e de'corresponsali uditori che vi
dcijU uditori sedenti uel tribunale a da- \olauo concorrcudo con esso a giudicare.
264 udì U D f

i/ lola di causa o dubbio e nelle


IN'ella crasliiiare adanuo delie parti \c loiocaii-

disparc propone peli. "il decano; nella 2." se, propongono quelli che gli sono pios •

e nelle rote pari, il vice-decano e in sua sinii nel turno. Talvolta il tribunale re-
assenza il più propinquo nel turno. Piìi scrive alle parli:Clw si concordino ìnsic-
di due cause o non si ponno prò-
did)bi me, poichr così a luipidcv. E-
è giusto e
porre nell'ordinarie aduuan/e del tribù- ranvi altre specie di reseiilli quando solo
naie. ìNondimeno le 3 uliiine rote, che 4 uditori davano il voto senza conipu-
precedono giorni feriali generali, han-
i tarvi il ponente, e in (jueslo caso non ri-
no il privilegio per cui gli uditori ponno sullando maggioranza di voti si diceva:
presentare qualche dubbio più di due. li Che. la causa di nuovo si proponesse, e
ponente propone la caii-.a o didjbio con // 5.° e il 6.° (volo).v/ vedesse, onde i suf-
lacconlare l'origine della questione, gra- i f'iagi si accrescevano sino a 6. Se l'espe-
di di giudizio pe'quali è trapassala pri- diente runaneva senz'ellelto, tornavasi a
n)a di giungere ui ilota, gli esili nati di le.icvìveve: Che si proponesse di nuovo la
sentenze e vittorie, le diverse opinioni e causa e che tulli la vedessero , ossia vi
l'autorità de'patrocinatori. bidi ili.°cor- giudicassero. Benedetto XIV vi aggiunse
responsale a sinistra, ritornando sui fatti un 7." voto, e Clemente Xlll ripristinò ii

e sui diritti esposti esamina e poi ri- , li metodo precedente. Nelle cause di volo
sponde al dubbio, concludendo colla sua generale, può alcun uditore non volarvi,
sentenza. Alla quale se il rinmnenle dei purché non sia ingiunto da pontificio re-
corresponsali aderisce, nasce subito la de- scritto. 1 rescritti a'nienioriali e alle cau-
Se peròdall'un de'Iali si oltiene
cisione. se coaìn)erciaIi non si di<linguoiioda'no-
una maggioranza di suflragi concordi, è minati. Alcune volte il tribunale fa mi-
questa che risolve; se poi maggiorità di nule aggiunte al rescritto. Per mezzo di
voti non risulla , rimangono i pareri in semplici memoriali si ottengono nuoveu-
bilico, e conviene dilfenrc la causa ad al- dienze. ponenti non Dìai spediscoiiocau-
!

tra rota. QuabuKjue sia la risposta alla se senza consultarne il tribunale. Le de-
pioposizione della "causa falla nel senso cìsioni rotali, sebbene come notai non so-
tlubilalivo, si scrive da ciascuno uditore no che opinioni ilegli uditori, che il po-
nel frontespizio delle posizioni; ed i cor- nenie manifesta a'Iiliganli prima di veni-
responsali dalle cassettinecavano i rispet- re alla sentenza, sono della celebrala re-
tivi voli in iscritto e li danno a'ponenti, i vereiida e gì ande autoi ila, degtie d'eter-
quali gli uniscono co'piopri,ondeappr€S- na ftma e di succedere all'auliche roma-
so consegnarli agli aiutanti per formar- nedecisioni. La chiarezza eia brevità n'ò
ne le decisioni. Queste cose accadono sol- il maggior merito, la compila l'aiutante
tanto nel corso ordinario delle cause, poi- di studio, e rap[)resenla la mente del suo
(he sia nel dar le tlilazioni , sia i propri ponente e de'corresponsali. La i .'\accol-
sullrogi, gli uditori si abìiattono in ben ta delle decisioni fatta d' ordine del Iri-

allre molte e di non minor considerazio- bunale, si deve all'uilitore alemanno (iu-
ne. I rescritti, sui quali vigilano il deca- gliehno florborok; indi neforn)arono l'u-
noe ipiùanlichi uditori, sono di più ma- ditore Hernardo de Bisgnelo, Francesco
niere, allermalivi e di dilazione, amplia- de Paviuised allri collettori. jNegl'incun-
te e modificale secondo i casi, sia di non naboli della Slanipa in Roma, la stam-
ton.\lare,v.h(i di nuovo si proponila. Tin peiia stabilita nella casa de'iMassimu ini
i motivi ohe si accordano le dilazioni, vi i^J7. e nel 14'/^ puliblicò tlue edi/.ioui
è quelli! dell'iinpotenza de'()onenli are- delledecisioni rotali dal 1 37G al 3iS .Dai 1 1

larsi nel tiibiuiole; ma nell' ultime rote ponenli allenta oculatezza si pone nell' e-

y vanii le Iene generali, u uou lro[>popio- sjiuc e auscriiiioue delle t.cnlenzc loUh,
4

U DI udì 2(3 >

acciò sieiio consentanee alle decisioni, e tre il riferito di sopra, molto parla ilellu
si |)i(jiniilj^;ino tlal tribunale in clilléienli giudicatura del tribunale della Ilota, au-
modi. Interessante sarebbe ili i|uesti;C'j>e lica e moderna , cioè del suo tempo, il

(lame nna cbiara idea, ma pel sin qui i ì- luogo, l'ordine, il valore e le decisioni; e
ferito ed i limili inipustimi melo vietnno, che da (pieslo tribunale non si può appel-
laonde appena ricorderò, che il oh. Don- lare che ai supremo giudice della Chiesa
dini conlniua a ragionare,deinodi anti- il i'ontefice . o al supremo e nobilissimo
chi e recenti d'inlerpor.si i "uidizi d'ap tribunale della segiifflura di giustizia che
pello, delle 3 sentenze conformi , de'casi rappresenta l'immediata persona del Pa-
speciali relativi, del suscitarsi la lite o dis- pa. Di già con esso molte cose riportai,
accordo tra le parti chiamato speciosa- perciò solo aggiungerò, che parlando del
nit-nte jìi'O yJpostolis,c'nic se rRppell.m- lui no rotale lo descrive formato ila l 'i u-
te nel tempo legtde denumin.ilo con lui ditori distinti in 3 separate classi di
4 |'i"e-

vorabolojlosse ritornato a proseguire l'ap- lali I esponsali ciascuna. Ira loro [)erfet-
pello; e quanto alla voce Jpostolis, la di- tamenle eguali in auloi ila. Che ogni tur-
ce d Origine greca e significare liMsinelle- no di 4 respousali ha il ponente che pro-
re,e per conseguenza er;nio lettere diuiis- pone la causa. Se dalle sentenze di <|ue-
soriali, con che il giuilice IcstiUioniava al sli primi uditori la parte sorcombente vuo-
suo collega d'appello se colui che appel- le appellare, ritorna in l'uila, e in altro
iriva era stalo dunesso dalla sua giurisdi- turno fa rivedere le sue lagioiii come iit

yujue, ed in che modo ciò si era per lui forma ti' appellazione a' secondi uditori,
fallo. Dell'accoppiamento de'd»d)bi,e ri- da'quali eziandio si appella al 3.° turno,
flessione sul gindicai'e degli uditori nei onde nel medesimo Auditorio in un cer-
gradi tl'appello. Degli ordini o decreti e- to modo si rinvengono in 3 turni 3 giu-
srciilorialj o utinaocia di censure, de' dici, sicché la causa restio con 3 senleii-
tei mini per ubbidire il tril'unale, e con- ze conformi decisa pe' vincitori, o inap-
discendenza ne'ciisi speciali. Della pub- non dir aitro,rimar-
pellabile pe'viiili.Fer
blicazione delle remissorie e dell'esecuto- ca due sor[)rendenti cose in questa singo-
iiali, delledeclaralorie, del riseibo dt!l lii- lare giudicatura, non mai ammesse in al-
Jiunale in simili materie. Delle dilazioni, cun altro tribunale l'una è, che nessun :

deli'assolulorie, del dubbio su ili esse, e uditore può giudicarsi sospetto nel giii-
della forza secolare. Se fruiti si compren-
i ilicalo che emana nelle cause rotali; l'al-

dano nella condanna, dello spoglio e at- tra, che C(jsliluisce la gran prerogativa di
tentato, delle specialità, de' poveri, delle essergli Itcilo nella giudicalura:^^>«/7M<i?o-
spese e tassazione e loro moderazionejqua- (j ne prò negocioruin (tua lilate rigorosos
lilà delle medesime giudiziali e stragiudi- jurì.s cancelli egredi,alnuecitiìi ilUs re-
ziali, d'altre cose che concedono gli udi- gnii.s; vel Icgibus, quac priidciitialcs di-
lori, di altre che ne ponno domandare i ciintnr, procedere, ut iiegoliis finis, k-cI

palrociniilori e le parti. Conclude che la teiìipeidnienlitniniagisopporliiniinìcon-


icuola de' fatti e degli esempi sia la pri- cediiLiir. Tanto il decano che gli udito-
ma e più principale tra tulle le scuole, e ri fuori del tribunale sono distmli con al-
valga più che le parole e gli universali tre summentovate.
prerogative, oltre le

«immaeslramenli. Ricorderò ancora una Primieramente meglio dichiarerò quanto


volta lai^Y/^/frtdel Villetlti,eziandio .sul- riguarda gli abiti di'gli uditori di Rola,
la giudicatura della Kota e suo metodo Ne'pi'imi secoli gli uditori chierici lo por-
di procedere; ed il Irallato ilell' uditore tavano talare bianco, (| naie comunemen-
Kmerix, il quale gira niss. per le mani de- te costumavasi da lutti ne' secoli posterio-

yli udilon d» Ilolu. ilUtiuuiu aucoui, ul ri ul 3.^ e per quasi tic secoli veiUioau
9.GG udì UD I

pur talare in soltana e raanlelletta nere o sultore, e Beruino dice come ponente (ed
paonazze, Dissi clueiici, perchè ripeto il io dirò colcan. Tailetli, che fa le veci del
s. Auditorio era composto di 3 ordini di segretario in assenza di questo, e nel posto
persone, cioè cliiericale,«uonaca le e laica- va innanzi al chierico di camera). Remino
le,onde non avendo allora la s. P>.ola al- aggiunge, che nella congregazione dell'e-
cun abito distinto denotante il proprio same de' vescovi (o Congregazione car-
liibmiale, j^li uditori di essa veslivaiio in dinalizia sopra relezione de\'escoi'i),vi
3 dilTereuti maniere, cioè da laici, da mo- avea luogo il decano; così il decano e il

naci e da chierici; primi comunemente i più anziano uditore tacevano parte della
vestivano di rosso, i secondi di nero,i ter- Segnatura di grazia, il .'sedendo presso i

zi paonazzo prima, e poi anch'essi a


di ildecano di segnatura; un uditore appar-
somiglianza del color monacale di nero. teneva alla Congregazione cardinalizia
C(jnliiiuarono padri della s. Rota a ve-i dellarev. Fabbrica di s. Pietro [f^')- Al-
fcliregli abili di sopra accennati per tulio tro uditore, riferisce Beruino, era della
tjuel tempo in cui vi furono fra essi i lai- congregazione per la riforma da'Tribu^
ci ed i monaci; ma circa il XV secolo ri- ludi di Roma (trovo,
che ordinariameo -
àtrclto da' Papi jl numero degli uditori te i Papi cheprocederono in silìulle rifor-
a'soli chierici e prelati domestici, tutti al- me o in quelle delle leggi, nelle congre-
lora concordemente vestirono l'abito pre- gazioni che ad hoc vi deputarono, sem-
latizio con cappa paonazza e roc-
nero , pre compresero il decano della Rota e
vi

chetto, (Incile Alessandro VII rcblilm lo- anche alcun altro uditore); e che un udi-
ro l'abito paonazzo. Oltre questo, comu- tore era sempre luogotenente del cardi-
ne a tutti i Prelati, gli uditori di Rota nal camerlengo, o meglio uditore dell'u-
lianno il particolare abito di Maiitelloiic niversità romana per tale cardinale che
paonazzo con cappuccio, che usano al n'èarcicancelliere. Tenendosi la Rota in-
lorchè un eletto uditore nel corso del suo nanzi a4 Papa ,
gli uditori di essa hanno
jioviziato tiene lediscorse conclusioni, nel- il privilegio d'intervenirvi colle consuete
l'esequie del Papa, e in quelle si parzia- cappe. Un uditore di Rota è segretario
liche generali degli uditori stessi. Usa- della congregazione dcSussidiifl-'.J.Tio-
no poi la cappa piagna nella riferita aper- vai in diversi scrittori, che Ira gli uditori

tura del s. tribunale. Essendo tutti gli u- di Rota si sceglieva il giudice delle confi-
ditori di Rota capjjcllani del Papa, il de- denze esimonie,detto da alcuni pure delle
cano è arcicappelluiKJ, come dice il Rer- contraddette, ma però diverso dall' òvZ/-

nino. 11 decano è senj[)re consultore del- tore delleContradde tte ( T .); soppresso il

la Congi-e^azio/ic cardinalìzia della s, giudicato delle confidenze, veime unito al


Iiiq ui.sizio/ie { F .), e c[uanimìqne mg. "^as- prelato Uditore della Canicra,v\Q\ quale
sessore del s. Offiziosia piolonotario apo- orticolo ne ragionai. Il p. Helyol, Storia
stolico,tultavia mg.' decanococneconsul- degli ordini religiosi e ndlilari, t. 8,
tore siede al posto [)iù degno: dell'ordine cap. G3, riferisce : che gli uditori di ilota,
gerarchico di sedere de'consultori ,
par- i nunzi e alcuni altri prelati romani go-
lai nel voi. XVI, p, 3 5. Inoltre mg.' de- devano il privilegio di creare due cavalie-
cano con altro uditore è membro della ri dello Sperone d' oro (^'.). 1 cardina-
Congregazione cardinalizia per la rie- li Legati (f.) per l' ordinario ebbero a
difìcazione della basilica di s, Paolo (e Datario un uditore; e l'ultinio de'legali
ilcompimento di sua descrizione lo feci a lalcre di recente inviato a Parigi car-
m;'vol.LXXin,p.352,cLXXV,p.2i4). dinal Patrizi, Ira'prelati assegnati iKd l*d-

jNclla Congrci^azionc cardiiudizia del- pa ad accompagnailo pel i


."
è nominilo
/'i/;i//j«/i'it/(/ .jjUuudilurecseujprccou- ing."^ Gianuclli ulluale uditore di Rota,
udì, udì -iGj

il che naiiai con quanto si operò nella le- lio un calice, ogni volta che i piimoge-
giizione e i'ouoiificenze ricevule, nel voi. mii prendessero possesso tleU'eredilà. La
jL.VXlX, p. 280. Riferisce il can. Tailel- duchessa di Zugaroio d. M. Pallavicino- '

li. Appena il Papa promulga un cardiiia- Rospigliosi , nel celebre legalo di scudi
le presente in Uouiu, gli uditori di R.ota 4^5000 per fondo di sussidio a 6 nobili di
si recano in persona a far le loro congra- (jcnovaedi P/.?/c/V?,ove nefeci cenno, af-
lulazionijildecano però vi (uanda a farle Ruiua debbano altendere agli
fìucliè in
il xuo maestro di camera. Altrettanto si studi della legge, prescrisse ch'eglino fus-
pratica co'cardinali nuovi assenti allor- sero ammessi per aiutanti di studio d'al-
che si portano in Ptoina. A lutti gli udito? cuni più dotti e cospicui persomiggi, fra i

li di Rota è permesso d'mnalzure al palaz- quali in 1 ."luogo nomina gli uditori di Ro-
20 di loro abitazione lo stemma del re- Iti; e fra'ragguardevoli esecutori di suadi-
goantePonlellce, e gli uditori esteri imial' sposizione, pel j.° nominò il decano prò
'iuiìo ancora quello del loro sovrano. Al- tc/iiporc della Rota. Della prelatura A^
lorchè sono in vesti prelatizie hanno il di- madori, da Felice Amadori a no-
istituita

litio e debbono portar sempre il cappella- mina decano della Rota, che lo pre^
del
110, e prima ne portavano due. Nelle
so- senta al s. tribunale, e dell' esame che in
leujiilù maggiori hanno il privilegio di pieno Auditorio deve subire l'eletto, par-
porlare 3 servitori. Mettendo la gala bau- l^\ hq\ voi. LV, p. i4^- L'aimninistr.izio-
110 il privilegio d'intrecciare i crini de ca- ne poi di questa prelatura è devoluta air

valli colla seteria. Nella morte del Papa rarciconfraternila diGirolamo della s.

sono loro pagale le vesti di lulto,ene fu- Carilà[f"\). Tommaso del Rey chierico
lieralinovendiali su di esse indossano il di camera eletto vescovo di Dol,neli545
detto mantellone. ISe' medesimi siedono lasciò in legalo alla s. Rota un appunnag-
solloi cardinali diaconi nella cappella del gio sopra una sua casa in R.onia, il cui rir

coro della basilica Vaticana, negli stalli tratto insieme co' 1 00 scudi annui devo-
de'beneliciati della uìedesima. llBernino l„ti ^ Padri da Clemenle X dagli alla-
ricorda le soprintendenze degli uditori di ,is(i Vaticani soppressi, il tutto fu asse-
molli pii legali. 11 cardinal Carlo Boiiel- guato a decoro e servizio della cappella
li di sua ricchissima eredità lasciò nel dell'iVnditorio. Nei i6o3 il vescovo di Ba-
i685 esecutore leslamenlario il decano dajoz assegnò annui scudi d'oro 6q al de-
della R.ola, e il simile fece il cardinal Ga- caijo della Rota, acciò facesse ogni gioinci
bpare Carpcgna. Il cardinal Rlichelan- celebrare una messa nell'altare delia B,
gelo Tonti deputò Rota nel gli uditori di Vergine nella basilica Liberiana , avanti
1623 all'erezione del Collegio JVazarc- quale dovesse ardere di continuo una
\-^

ìio (/^.) di Roma, lasciando l'elezione dei luujpuda. Allra simile cappellani^, a no-
giovani, ramminislrazione e direzione del- mina del decanu, fu istituita nella stessa
l'istiluloa'medesimi. Il cardinalCarlu/io- ca[)pelia, e amovibile nella persona. Noi
berti, cou suo testamento del 1 6^3 dispo- voi. X, p. 2 1
7, dissi che Pio / /// nell'i-

se di piivare i suoi eredi dell'eredita in stituireuiia prelatura per la sua famiglia,


t;aso d'alieuiizione, ed alla s. Rota lasciò ne deputò esecutore il decano della Rota.

la facoltà di sostituire e nominare un ca- Oltre Cappelle poiit'ifieie, gii udito-


alle
valiere ronuino a suo piacere: succeduto i\ di Rota intervengono alla Cappella

il caso nel 1 7 1 2, la medesima Ruta nomi- cardinalizia di s. Ivo (/'.) a' 9 maggia 1

nò a tale eredità Girolamo ddl Cinque no- (di cui anche nel voi. Il, p. 97); e ad al-

bile romano, con cuudiziune che in gra- cune cappelle prelatizie, come per l'otta-
liludine del beneficio, esso e i suoi sue- vario de'ss. Pietro e Paolo, nella Chiesa
ccssori offrissero alla cappella deli' AudUu- dn. Maria in Fia Lata a'2 luglio, del-
i68 udì U DI
Ja quale cappella riparlai ne* voi. IX, p, udit i aspersero il cadavere con l'acqua
1 51, e 5 ; per la festa di s. Mi-
LV, p. I 1 benedetta , dicendo 1' orazione, Ahsolvc
chele Arcangelo, Codesti ìiiiaislriJusti' (juaesunms Domine. A p. i 3o, con altro
lini', nella chiesa òe\\' Università Roma- documento riferito dal Bondini, si legge
na ( / .), celel)iala a'29 sellerabre da'P/'o- il funerale celebrato l'ii gennaio i63)
curatori di collegio {^/\) ài cui è palrooo, pe'defunti uditori di Rota, nella chiesa di
e prima intervenivano nella cappella che s.Petronio de'bolognesi in via Giulia, il
il collegio possedeva nella chiesa di s. Eu- che non conobbe l'eruditissimoCancellie-
i^tachio ( della quale riparlai nel voi. ri nelle Notizie storiche della medesima ,

LXXIX, 173); per l'anniversario dei


p. ove accuratamente riunì copiosissime no-
defunli uditori di Rota, nella Chiesa di s, zioni. Leggo nel n.°r202 del Diario di
Lorenzo in Dainaso (commenda o titolo Roma de'20 aprile 1725, che nella chie-
o diaconia del cardinal vice-cancelliere), sa [larrocchiale di s. Catei'<na della Rota

97, XXVIII, p.
di cui pallai ne' voi. Il.p. fu esposto il cadaveredi mg.' CiriacoLan-
56, rilevando che con essi v'interviene il cella romano decano della Rota, vestilo
p. maestro del s. Palazzo, e non più gli av- di pianeta e col cappello prelatizio a'pie-
vocati concistoriali come avea riferito , di, sopra alto letto con Go cerei attorno,
Cancellieri nelle sue Cappelle, a p. 218, oltre 4 torcie: rnorì d'anni 80 circa e d'u-
perchè a mio tempo vi si recavano. Inol- ditorato quasi 29 anni. Nelle solenni ese-
tre gli uditori di Piota intervenivano alla quie, celebrate con messa in musica, assi-
Cavalcala funebre pel trasporto del car- sterono gli uditori di Rota e tutti gli olll-
dinal Fice-Ca/icellicre (/ .), ed a quelle cialidel tribunale. Indi fu sepolto avanti
pe'funerali de'Ioro colleghi defuDti,distiu- la cappella gentilizia di sua casa, dedica-
zione onorifica e singolare per un colle- ta al ss. Crocefisso, nella medesima chie-
gio prelatizio, come fa osservare a p. i Go sa.Noterò per coincidenza, che contem-
il Vernino, che riferisce l'intervento degli poraneamente in essa era esposta la di lui
uditori in mantellone e rocchetto, e quel- sorella cugina Anna, il cui funerale e tu-
lo di lutti gli avvocati concistoriali , del mulazione in detta tomba gentilizia fu-
collegio de' procuratori di collegio (e lo rono eseguiti avanti il funerale del prela-
rilevai al loro articolo), de'procuralon ro- to. Il n.°48 Notìzie del giorno deli 847

tali , e di quanti avvocati e giinisperili, ri[)orta la descrizione delle solenni ese-


per convenienza o per obbligfj rendevano quie celebrate nella chiesa di s. Mar-
trdjulo d'os.se(piio al tribunale. Il Sondi* cello a'23 novembre, pel defunto udito-
Ili 162 pid)blicò il documento del fu-
a p. re di Rota francese mg.' Luigi Gioacchi-
nerale che si faceva all'udiloredi Ilota de- no d'Isoard Vauvenargues, alle quali in-
funto, dicendo di quello celebrato ad A.- lervennerOjoltre il collegio de'prelati suoi
Jex^andro Giusto di Colle fiorentino, vice- colleghi ed i procuratori di collegio, il

decano e reggente della penilenzieria ,


conte i'ellegrino Rossi ambasciatore del
mollo a' I 3 ollubrei 6of)- Il c.idavere fu re de'fiancesi colla sua legazione, alcuni
veslilodi rocclietlo,niantellone e cappuc- vescovi, prelati ed eccle>iaslici nazionali,
cio, ed a'piedi fu posto il cap()ello usato non che altri ragguardevoli personaggi
nelle cavalcate. Gli uditori di Ilota senza appartenenti alla nobiltà sì estera e sì

lOLchelto, con mantellone, cappuccio e romana. La funebre e sagra ceremonia


t;<q)pello solito, si recarono in c.i valcala ad riuscì assai decorosa, contribuendovi e-
associarlo. V'intervennero ancora gli av- musica onde l'u
zi.inilio la sceltezza della
vocati concistoriali con mantelloui e cap- accoui[)agiuita, maestosa del
e la vista
pucci, gli altri avvocati, i procuratori e al- tempio vag.imente e riccamente ador-
tri, uuu che il bidello e altro cursore. Gh nalo. OUiì bolcnucmcutc il diviu sagri-
UD I UD I 2()9
fìzio il rmo. priore generale de' servi- tore «'sacerdote, in casn e per isliada vie-
ti.Il 0° 0,6 del Giornale dì lionia del ne rivestilo col majilcllone, ed in chie-
i853 aDiiunziò la morie ivi segnila a' sa colla pianeta paonazza ricamala in oro.
26 aprile di monsignor Pietro Giuseppe Se poi non è sacerdote, in casa e per istra-
d'Avellày-NavaiTo decano dei s. tribuna- da è rivestito di roantelletta e rocchetto,
le della Rota, nato nel lyyS e fatto udi- ed in chiesa col manlellone. All'ora una
tore a'27 giugno 83 I. E il n,° 99 rife- 1 di notte portandosi il cadavere sulla bara
risce. » Le mortali spoglie di mg.' P. G. in chiesa viene accompagnato dalla soli-
d'Avellà-y-Navarro decano del tribunale ta pompa funebre di frali ec, che può es-
della s. Rota 5 dopo di essere stale per 3 sere maggioieo minore a piacimenlo de-
giorni tenute nel palazzo già da lui abi- gli eredi. Al principiare come al lercni-
tato, offrendosi nel mattino continui sa- nare della medesima vi sono i soldati; do-
gi ifizi negli altari a lai uopo innalzali, e po questi, due cai rozze del defunto in ga-
recitandosi nell'ore pomeridiane l'uflizio la con servitori a piedi presso gli sportel-
de'defunli da ecclesiastici e religiosi, che licon lanterne accese. Nella mattina poi,
a vicenda si succedevano, nella sera dei conservando la medesima g;da, si ferma-
29 aprile, con nobile treno e colla pom- no le duecai rozze in vicinanza della chie-
pa dovuta al suo grado, vennero portale sa per tulio quel tempo che durano l'e-
nella parrocchiale chiesa di s. Marcello. sequie. Il tempio è parato a bruno con
INel seguente mattino gli si rinnovarono trine d'oro, e nel mezzo sorge il letto co-
con maggior copia sulfragi. Cantatosi i perto di drappo olerei ico tessuto in oro
l'intero ullizio tenne dagli uditori del-
si con le morlali spoglie dell'estinto attor-
la s. Rota la consueta cappella, e fu la so- niale da 40 ^^'"i di libbre 3, a'quatlio la-
lenne messa accompagnata da scelta mu- ti vi sono 4 lorcie di libbre 4, e locali in
sica, cantata dal p. m. Gaetano Densi prio- alto i flabelli funebri cogli stemmi genti-
re generale dell'ordine de'servi di Maria, lizi del defunto, òy\e de'quali vengono so-

assisliloda tutta quella religiosa famiglia. stenuti da'palafrenieri in abito corto e fer-
Molli illustri ecclesiastici e secciai i volle- rainolone di seta. Così ancora sulla por-
ro pur essi essere presenti alla funebre ta della chiesa slemma del de-
si pone lo

cercmonia, e rendere così l'ultimo on)ag- funto. Nel presbileiio o immediatamen-


gio all'illustre defunto. Il quale dopo es- te presso di questo vi è la così della ban-
sere slato esposto sopra di nobile coltri- cata per gli uditori della sagra Rota ve-
ce, venne nelle ore Iarde sepolto in quel stiti di manlellone, la quale dev'essere di
medesimo tempio, a seconda della sua te- due gradini, dipoi slaccata da questa ve
stamentaria disposizione", llcan. Tailelti n' è un'altra in piano per i procuratori
riporta il seguente ceremoniale.»Moren- ed iifliciali delle cancellerie rotali. In que-
do un uditore di Rota si tiene esposto per sto giorno la chiesa è guai data tla'giana-
A\ìG giorni nella propria abitazione, po- lieri". Tulio questo si è sempre fedelmen-
nendo cadavere sopra il letto morlua-
il te praticalo, inclusivamente nella morie
lio con coltre nobile, con a'Iali 4 'eii di de'(3 ultimi uditori di Rola. Questa fune-
libbie 3, ed a'piedi di lui si pone il cap- bre pompa è talmente precettiva, che non
itello, che usava nelle cavalcale. Parimen- si può alterare senza speciale rescritto del
ti nella sua abitazione sì alzano degli al- Papa; e quando il principe Sciarra-Co-
tari per celebrarvi degl'incruenti sagrifì- lonna, quale esecutore testamentario di
zi in sullragio all'illustre defunto, ed il pa- mg.' Valdina la Gì uà implorò la dispen-
lazzo e camere vengono guardale dn un sa del funerale, il regnante Pio IX resciis-
dislaccamei'to di granatieri. Qui per al- se : Pro grada et ad cxfìiipluin non Ira-
tro si deve notare, che se il defunto udì- liatur, salvis eie.
-

270 udì U D 1

In questo oniplissimo tribunale fiorì- nel Concistoro il conten}:ioso. Io delegfl-


rono liti grandissimo numero tl'illuslri e rono a diversi celi ecclesiastici addetti
celf-bri personnggi, per santità di vita, per quali Ctdiiciiltiri al lor servizio, e come
piofonda e vasta tiol Irina, e per ogni ge- si legge nel Lunadoro e nel Zaccaria, af-

nere di dignità ecclesiastiche, fra le qua- fidando le cause del Fisco a'suoi Chieri-
li diversi Papi, o)ollis>iini cardinali e ve- ci, detti poi di Caiucia; e quelle di al-
scovi. De'Papi e de' cardinali ndilori di tre materie per le quali si ricorreva alla s.

Ilota scrissi le biografie; de'Papi riporte- Sede, usarono di delegarle a'propri Cajh
rò i più conosciuti per tali, de' cardinali vellaiii del palazzo apostolico,» quali do-
ne ricorderò solamente un bel numero, veano esaminarle maturamente e indi
ponendo innanzi a ciascuno l'anno di lo- renderne informati medesimi Papi e i ,

to esaltazione alla porpora. De' vescovi e perciò si appellarono Uditori del s. Pa-
di altii «lignitari e ministri della s. Sede, lazzo, dando cos'i origine anche al tribu-
d'un copioso numero a'Ioro luoghi r;igio- nale degli uditori di Rota, che probabil-
uai. Credo di non errare allermando, nel mente ritengo, come lribunale,pel più an-
complesso de'fasti e delle glorie che può tico; sebbene pure conveago che prima
vantare il tribunale della s. Rota o Areo- di tal forma preesistessero tra'giudici del-
pago romano, essere forse il collegio pre- las. Sede, edenominati Cnppelluiìie Cu-

latizio che sugli altri si rese eminente da /;7V7f/f^/77',appartenessero all'Auditorio ove


molli secoli e la cui fama splende per tut- il Papa giudicava. Nessuno poi può re-
to il mondo cristiano. Il Bernino impie- care in dubbio, che gli uditori delle cau-
gò 4 capitoli di sua opera in celebrare se del sagro Palazzo apostolico risalgano
dottamente e con diffusione gli uditori di fino alla più remota antichità. In qual
Piota veneiati in santità e illustri in dot- precisa epoca poi essi abbiano avuto ori-
trina; i dicci elevali al pontificato, ma io gine non è lieve cosa il poterlo dimostra
n'enimiero dodici perchè riconosco pei" re. Peraverepoi s. Gregorio I riconosciu-
tale Innocenzo VI, seguendo Novaese al- to s. Agostino per auditore suo, e perciò
tri storici , e perchè Clemente X!ll fiori giudice, trovo ragionevole che gli udito-
dopo il Bernino ;
gli uditori promossi al ri di Piota lo prendessero a principale pa-
cardinalato, sebbene d'alcuni è dubbia la trono e la sua immagine ponessero ne'
dignità ad essi riferita dal Cantalmaggio suddescritti sigilli, con quelli dello patro-
e da altri, non che di loro virtù e dottri- na Caterina verginee martire d'Ales-
s.

na; e degli uditori in ogni tempo solleva- satidria della della Rota, la quale pel suo
ti a cariche ecclesiastiche e miste. Berni- allo sapere fu anche scelta a protettrice
no dice che il romano benedeltino s. A- delle scuole filosofiche. Il suo corpo si ve-
gostjno arcivescovo di Cantorhery ed a- nera sul monte Sinai (^^•), ed a suo o-
postolo dell' Inghilterra (V.) abbia ap« nore fu istituito l'ordine equestre di s. Cn'
partenuto all'antico Auditorio, per aver- ferina del monte Sinai [U.). Il vescovo
lo chiamato Alidi toris mei s. Gregorio Ij Sarnelli, Lett. ecclesiastiche, nel l. 5 ci

e fa di tulio per provai Io, fondato sul- diede la lett. 18; Che si deliba intendere
le remole origini del tribunale, che alla degli alti di Caterina vergine e mar-
s.

buona critica i'announ poco dubitare, per tire. Il il Bernino celebra


2.° uditore santo

quanto già accennai sulla forma di tri- il domenicano spagnuolo s. Raimondo di

bunale ch'egli diede a qiie'giudici di dif- Pennaforf {f.) di somma dottrina, insi-
ferenti specie; meni re che in origine i gne e bcnemciito raccoglitore delle De-
Trihiinali di lìonw, per comune creden- cretali (\a Clcmenle Vili riconosciulo
,

za si voglionf) piullostn d(MÌvali alloi- Causiirnm Palatii .dpostn'iri Auditn-


quando i l'api non piì» volendo trattare ìcin^ntWa bolla di sua caaonizzazione,noii
udì udì 271
sommoPcnilenzì'ere e Confcssoi'c del
clic li Rota funsero l'uffizio di li'
uditori di
Papa Gregorio IX. Il 3." è il francese b. ce-CanccUicrc e Bibliotecario Latern-
Bertrando palrinrcn d'Aqiiileia, e di cui nense (/^.), quando gli uflìzi erano uni-
parlai a Udine, ove riportai la serie de' li, il die durò sino a Clemente V che in

pali iarclii ,d'etr)inente dottrina, padre dei Avignone formò una nuova libreria, uf-
poveri , acerrimo difensore della libertà fizi esercitati anche dal Sccondicero, e dal

ecclesiastica e ne fu n)artire, chiamato vi- Protoscriniario oPriiniscrinio ( /''.), per -


vente per antonomasia l orno apostoli- ciò Bernino ne nomina alctuii, anche tra
co e fli Dio, e ClenienleVIII ne accrebbe il Primicerio, il SccondicerneW Nomen-
il cullo. Il 4>" è il toscano s. Bernardi/io clatore, di lutti i quali 4 ullìzi liprodus-
(F.) da Siena fra lìcesca no e arcivescovo si le serie formate da non poten-
Galletti,
di Firenze, di profonda dottrina e ceU^bre do assictu-are che fossero uditori di Ro-
scrittore, che vivente meritò il titolo an- taproprinmenle, benA Giudici Palatini.
tonooiaslico di Ita Archiepiscopns per A Concila e Sinodi Ecumenici Pa pi m a n-
'
i

la vastità del suo sapere, avendo sino dal- darono gli uditori di Rota, inclusivamen-
l'età di i5 anni imparato a mente lutti te agli ultimi celebrati di Costanza, Ba^
i decreti di Graziano. Degli eccellenti in silea,Firenze,Laterano Ve Trento,nc\'
dottrina, classici scrittori, ed eminenti per le persone degli uditori Durando, Zaba-
dignità, Gio. BallistaCaiitalmaggio ripor- rella, Giovanni Polemar di Barcellona,
tò e illusilo i86 Rota sino al
uditori di Tudeseo,Carvajal, Simonetta, Jacovac-
1639, colla sua Syiitajiis Sacrae Rotae ci, e nell'ultimo Pighini, Paleoltoe Gre-

Romanae y^uditoruin ciim ipsorìiinqua- scenzi,U\ll'ì poi cardinali tranne Durando


litatibus ac scriptis, Romae 640. La de- 1 e Polemar, del qual ultimo grandi lodi
dicò al già uditore cardinal Giainballisla scrisse Bernino.ancocome legato apostoli-
Pamphil] poi Innocenzo X. Del Cantal- co a'boemi. Altri illustri inviali ponlificii

maggio si bapure Selce tanca reriini no- pili sopra rammentai, ed Innocenzo iU
tahìliiun ad nsiini Dccisionitm Sacrae ebbe a nunzio in Parigi il maestro Pelle-
Rotae Romanae in li/iris iwprc.ssis per grino suo cappellano, ed a Costantinopo-
dioeceses extensaniin ,Vt.om<ìG\&?>(^(j\ì- li Giovanni suo cappellano,e lo mantlòan-

glielmo Durando ( T.) narbonef.e,falto u- cora in Bulgaria e Valacchia a ristoi are


dilore da Clemente IV, autore di opere, il cristianesimo. Non si ponno contare i

rettore di Romagna , vescovo Mende


di posteriori nunzi uditori di Rota, pel gran-
e arcivescovo di Ravenna. 11 nipote Gu- de loro numero, ed il simile si dica del-
glielmo /)»/y//;<^/o(/ .) il giuniore gli suc- l'altre primarie cariche che diconsi car-
cesse nel vescovatonon però nell'udilora- dinalizie, che portano al cardinalato, alle
lo. Gran Oldrado de
legista fu l'iidilore quali sono ordinariamente promossi gli

Ponte familiarissimo di Giovanni XXII. uditori, oltre i vescovati, mentre dal de-
Lodovico Fontano dal Bernino chiamalo canato si suole essere aggregato al sena-
romano, uditore sotto Martino V e Euge- to apostolico, De'patriarchi , arcivescovi
nio IV, per la dottrina lodato da fio li. e vescovi usciti dall'Auditorio dellas. Ro-

Felino Sandeo ferrarese insigne per sape- ta Cantalmaggio sino al 1689 ne con-
il

re e scritti. Gio. Battista Goccino Venezia •


tò 76. D'allora in poi certamente si sarà
I

no decano della Rota, e l'inomalo per le duplicato il numero. Eccomi a riportare


sue decisioni, Deciniones in unum colle- l'elenco che ho formato d'un numeio di
ctae a Doniinico de Zaidis, B.omiìe 6^2. i uditori di Rota cardinali, e nelle biogra-
Ansaldo de Ansaldis fiorentino decano fie si potrà vedere la loro carriera prela-
della Rota, degno discepolo del gran car- tizia, e quali promozioni ebbero dall'udi-
dinal De Luca. Riferisce Bernino che mol- torato. Cominciandoda'Papi dirò, che In-
,

772 u n I U D I

iiocenrn UT dirliiaiò il suo nipote Uf^nli- Colonna romano 4 7- profondo nel-


del 1 '

iio d'Aiirii;iii lìti'Cnjìfi i\i Spiani cnppella- le scienze legali e canoniche iiÌMn;i {)ii- ,

no ponlidcioe uditore di Roti», indi cnr- rola usciva cotanto spesso dalli sua boc-
timide dis. Eustachio, e nel 12 27 fu Pa- ca, di giii'^tizia, onde a'mini-
che quella
pa (7/Tg07'/o/Ay fiume d'eloquenza Tul- stri non inculcava che il sagro det-
altro
liana, dottore diligentissinio, ietto, giu- to, Sapidi. I, I Diligile Justitiain, qui
:

sto e di santa vita, benemerito anche pei" jndicatis terram. Egli era, Brevis in di-
l'ordinata raccolta delle Decretali. Questi cendo, raittior in agendo j ed il Ciacconio
è il I .°Papa clie si abbia notizia certa esse- deduce dal Platina il suo detto: adeo ut
re uscito dal tribonale della s. Ilota Roma- priiis rem factum cernerent lioniines,
na. Sindjaldo Fiesclii genovese, follo da qnam ab co excngitalani putarent. Cle-
Onorio III suo cappellano e uditore di mente V HI A.ldobrandini fiorentino del
Piota, da Gregorio IX cardinale, meritò i5c)2: di vasta mente , dottissimo nella
nel 1243 il pontificato col nome (V Iivio- giurisprudenza, zelante per la giustizia e
rr/izo IF : in giurisprudenza fu chiama- tanto imparziale, che la fece eseguire so-
to da tutti Luminare ìììiiìkIì, Pater jii' pra de'polenti personaggi romani. Ne ri-

ris, e Pater veritatis. Simone di Bric o parlai nel voi. LXXVIII, p. 218, e me-
Brion o JÌfonipizio comedi IMompincé^ rita leggersi del eh. cav. Filippo d/ Sco-
vicino a Parigi, da Urbano IV fatto udi- lari Di alcuni giudizi intorno alla. Me-
:

tore di Rota e poi cardinale, nel 1281 per- moria storica intitolata Beatrice Cenci
venne al pontificato col nome di ììlartiito causa celebre criminale del secolo X/f,
Jf^: dotto, acerrimo propugnatore della Venezia 8 ^6.Di alcu/ii giudici moderni
1

podestà ecclesiastica, uìorto in buon odo- sidlnBeat.i-ice Cenci, causa celebre crimi-
re di santità. Stefano d' Albert di Mal- nale del secolo Xf^ [^Lettera 2. "e ultima^
rnont in Francia, dottore e professore fa- Venezia 856. Di Clemente Vili magna-
1

moso moggio-
nel diritto legale, e giudice nimo Ponleijce, scrisse lo wSpondano: J i-

re della siniscalchia di Tolosa, Denedet- rum magnum apudomnes aestimalionisy


to XII lo nominò uilitore di Rota in A- ?}ioribus inrulpatis^pracs tanti doc Ir ina,
vignone, come asserisce Novaes con altri, et cognita i/i rebus gerendis prudcntia.
creato cardinale da Clemente VI gli suc- Dice il Bernino, che fiorì pochi anni ilo-

cesse col nome ài Innocenzo /'/neli352 po morte di Clemente Vili e perciò


la ,

in Avignone: favorì letterati e fu aman-


i ìli tempo che la storia ha pronunziato li-

tissimo della giustizia. Questi sono i pri- beramente il suo giudizio im[>arziale. Lo
mi 4 Ptipi gii» uditori di Rota; i seguen- costituirono Massimo nel |)ontifìcato la
ti 8 furono, [nnoeenzo F// Migliorati di pace del cristianesimo, la riduzione alla
Sidmonadel i4o4: insigne dottoree disce- fede cattolica d'Enrico IV re di Francia,
polo del celebre Giovanni di Lignano, pe- la ricupera di Ferrara ; » e ciò che egual-
ritissimo nella scienza legale, di siiigolar mente può essergli in pregio, la condotta
facondia e ornato d'altre virili. Gìovan- applaudita del governo di Roma, giusto
AA/7/Coscia o Cossa napoletano del
lìi con tutti (cosa rara!) e laudato da tut-
i4'o, chiamalo da s. Antonino: Vir in ti". Gregorio AT'Ludovisi bolognese, e
tcniporalihns rnaxiniusy in spiritualììnis letto Papa nel 2.° giorno di conclave nel
ititUus omnino, atqite ineplusj e dal Ciac- i()2i: neir auditorato della sagra Rota,
conio: f'ir nìaxiinofortnnae ludibrio » v- riferisce Ciacconio, Ludovisius lantani
xntuf!^ ci K'i^ens rerum vicissitudinis e- prae se. tulit morum integritatem^ìnge-
.renipliini. Scrisse in versi, De i'arielale niiipu- solertiam, et tjuod maximum in
furluna<, vMvnle scrittore, ma miserabi- Àula Romana est , non ambiguam et ,

le soggetto del suo scritto, ciarlino V s'ersipcUcm, seti sinct rant, apcrlainquc
udì udì 273
Oratioìicin, ni Ludovìsius csscL omnium corani R. P. D. Camlns Rczzonico, fu-
ore,omnhimque amore commcmlatus.Di rono stampate in Roma da'Barbielliniin
eloquente facoudia fu riputato uno dei
, 3 volumi in foglio, il i.''de'quali gli fu
primi giureconsulti del suo tempo. Le sue presentato nella villeggiatura di Casl«;l
decisioni rotali furono pubblicate in Ro- Gandolfo da Lanfranco Mattci, -^th
mg."^
ma colle Annotazioni òe\ giurisperito O- suo aiutante da lui
di studio nella Piota,
Jiviero Beltraniini. /«/zoce/izo A'Pamphi- fatto nell'esaltazione prelato domestico e
Ij romano del i644' peritissimo nella sotto-datario. Clemente XIII sarà sem-
scienza delle leggi, lasciò ySS decisioni, pre glorioso per la sua costanza nella di-
mira facilitale , et doctrina singidarì fesa de'diritti ecclesiastici j dell'innocenza
scritta, (juae tribus voliuninibus dcscri- e della virtù, per lo spirito di giustizia da
pia servanlnr tpud pronepotes haere- cui era animato, ed il tempo provò a suo

des. Quando il tribunale col cardinal vi- onore e giustificazione, che il suo opera-
ce-caucelliere si recarono a ossequiarlo e to fu lodatissimo, non cedendo a'polenli
congratularsi, decaco pronunziò breve
il e prepotenti del secolo per sostenere Id

orazione latina, esprimendo con eleganza verità, che alla fine splendida di più pu-
la letizia degli uditori, ed il Papa rispose ra luce trionfò. Intendo chiaramente ac-
in italiano, esser pronto a far bene non cennare alla benemerita e veneranda .Sb-
solo alla Piota, ma ad ogni uditore, pro- cietà e ordine àe Gesuiti (V.), che può
testando, dice iìDiario rotale: Quodipse vantare senz'altro esempio d'essere l'u-
exallationcìn suam , et Doinus siiae a nico istituto regolare che soppresso ven-
Dco, et a Rota rccognoscebat. Il cardi- ne tosto ripristinato gloriosamente in tut-
nale indi gli presentò due memoriali, per to il cattolicismo; mentre Iddio permise
la provvisione ordinaria mensile tantode- che ne zelassero !a conservazione in una
corsa che da decorrere, e pel solito dona- parte del cristianesimo gli acattolici, per
tivo scutorum bisccntum prò (piolibet autorità dello stesso ClementeXlV,e poi
Auditore, nempe bismille , et quatuor di Pio VI, come da essi ottennero i so-
centum prò collegio. 11 Papa rispose : vrani di Prussia e di Russia C^.), e la ri-

Quod non soluni solita cupiebat conce- pristinazione generale que'di Sicilia e di
dere, scdetiam accrescere. Co' riporta- Spagna [V.) principalmente propugna-
ti fatti confermò le parole. Zelante dell'o- rono , dopo averla avversata! Questa è
nore del pontificato, zelantissinio della Storia (V.). Egli è per questa, che deb-
bo dichiarare, collo Civiltà Cattolica, 1.'
giustizia che volle incorrotta anche a co-
sto della vita di molti giudici, come del serie, 10, p. 8g, ne' suoi indispensabili
1.

sollo-Z^«^/7r/'oMascabruni,nou fu meno e urbani rimarchi storici. Non è vero, co-


sostenitore delle giuste cause.y^/(^s'.v7/zrZ/-o me erroneamente si asserisce negli An-
VJIl Ottoboni veneziano del 1689: in g nali d'Italia, bella e utile opera dell'il-
anni di uditorato, vuole I)ernini,ei 4 di- lustre scrittore A. Coppi. ."Che nel bre- 1

ce Novaes, scrisse moltissime e dotte de- ve Dominus ac Redemptor , Cieraenle


cisioni, che leggonsi inipresse in parecchi XIV si diffuse lungamente sugli abusi in-
libri stampati inPioma, con lode di lut- trodotti nella compagnia diGesùjesipuò
ti. Egli soleva dire: Chi non sa compati- riscontrare anche nel Bull. Rorn. cont. t.
re non sa esser Papa; ma insieme fu di
, 4, p. 607, in cui si riporta, e contenente

gran petto nella difesa della fede e della altresì il novero di diversi ordini regola-

disciplina ecclesiastica. Clemente XIII ri soppressi da'Papi. 2." Che nella Polo-
liezzonico veneziano del lySS: lodevol- nia {^), passala sotto il dominio della
mente funse V uditorato per 8 anni. Le Russia, non essendo colà pubblicalo for-
sue Deeisiones Sacrac Rotae Ronianac mai mente il detto Ine ve nell'epoca della
VOL. ixxsit. 18
8

9,74 ^ D I U D I

soppressione, que'gcsuiti non si cretlcHo- colò ài^' Conti di Segni cappellano ponti-
ro obbligati a(l ubbidirvi. Invece è coni- ficio. 1281 Jacopo da A'<o/'rtr/rt piacen-
provalocnn ii repngnnbili tloriimenli tul- tino, cappellano domestico secondo Car-
io l'opposto. Cbi ami ili conoscere su di della, e uditore di Ilota al dire di Berni-
fio la verii?», legga l'egregia opera che ha nOjComei precedenti equal sinonimoos-
per titolo: Osstrvazioiìi sopra rislnila sia che al cappellannlo era unito l'udito-
lìi Chìin-ììtc XII , ec, Modena 1 'ìS. Ivi rato. 1 244 Pietro di Co//r//2c--o cappella-
dunque, e come io pine notai ne' citati no domestico d'Onorio III e di Gregorio
o
ailicoli, come nel voi. LXIH, p. loi, e al- IX. 1244 Goffredo C^/j'/z'^Z/o/z/ milanese
trove, è chiaramente e veridicamente det- o Cq/fredo di Trani cappellano pontifi-
to. Che appena udita la notizia del pon- cio. 1244 Ottaviano t/Z'^^/A///»" fiorentino

tillcio decreto di Clemente X!V, xgcsuìli cappellano pontifìcio. 1265 Bernardo y//-
di Polonia e della Russia Kianca interpo- glci-jo di Provenza monaco benedettino
sero caldissimi uflizi per impetrare dal- e cappellano pontificio. 1278 Bentivenga
l'imperatrice Caldina li la ri vocazione de'Z^('/(//Vf/zi;^///d'Acquasparta, francesca-
del divieto da essa loro fallo di scioglier- no e cappellano pontificio. 128 Glusia- I

si , né n)ai cessarono le reiterate istanze no r'(7,<^/7/niiilanesecappellano pontificio.


finché la medesima impeialrice non eb- 1288 Napoleone O/vw/z/ romano cappel-
be ottenuto dalla s. Sede la facollè» di ri- lano del Papa. 29? Francesco Gactani
I

tenere compagnia di Gesù ne'suoi sta-


la d'Anagni cappellano pontificio. 298X60- 1

ti. Aggiungerò per ultimo a gloria di Cle- «lorico /iV77/zV/-7 d'Orvieto cappellano del
mente XIV, che questi appena consegna- Papa. joT Berengario SiadtdìioFiTcìol
1

to il breve voleva ritirarlo, ma lo imjiedì diMontpeHier ca|)pcllano pontificio. 35o 1

il cardinal Zeltuìn (/ .). Quanto agli u- Matteo Coì-osnian cappellano pontificio,


dilori di Ilota elevali al cardinalato, co- ma avendo modeslauiente ricusalo la di-
ininceiòa ricorilarequc'chequi rammen- gnità, e perciò più degno, da alcuni non
to, poiché di tulli Sdissi le biografìe, cioè è aimoverato tra'cardinali. 3GG Angeli- i

seguendo il classico Cardella (che non ri- co r»/v'wri'^//'o Giiinoardi diGrissac cap-
conoscendo alciuii creduli cardinali dal pellano pontificio e fratello d'Urbano V.
Cantftlmaggioe altri .'^crinori, non ne scris- i3C)7 Guglielmo iV -Jpirifof^lioW giunio-
se le biografìe), sino e inclusive al ponti- rc «Iella diocesi di Limoges, cappellano
ficato «li Benedetto XIV, con rettificazio- r4o5 Giovanni 7'g'?V//' aleman-
pontifìcio.
ni e giunte, e dopo sino a'nostri giorni in- no cappellano pontificio. i4o5 Giordano
teramente le compilai. Dagli anni che por- Orsini romano uditore di Rota. i4i i

rò innanzi a ciascuno è agevole il cono- Branda Castii^lioni milanese cappellano


scere da chi furono creati cardinali, Pa- pontificio. i4 I 1 Francesco Z///'a/-<7/(7 pa-
squale Il del ioc)f) creò cardinali i cajì- dovano cappellano pontificio. i4i Gu- '

pellani pontificii LgotV Àlatri^eiWìì Vi- glielmo Filnslcrio di Mans cappellano


sconti, Pietro della Ghcrardesca pisano, pontificio, morto nonagenario, e tanto
«'Sasso Co»// di Segni d'Anagni. 1 me- innamoralo delle scienze che vissuto sem-
desimi pe'primi conosciuti, lo sono anche pre fra'libri voile morire nella sua libre-
«lai (>niilalmaggio e dalBernino: il Ciac- ria. i42() Gitdiano Crsuiriiu romano u-
conio chiama «piesli 3 cardinali, Ponli- diloicdi Ilota, i.jjo Nicolò Tiidcsco di
firii Sarelli iSV/rr-zv/o/c?, ossia cappella- Catania detto l'abbate Palermitano, udi-
ni. Ì100 Ali/uro d'Anu'lia cappellano del tore di Rota, vocabolo ormai usalo comii-
Papa. 17.07 Giovanni Conti d'Anagni nenienletlagli scrittori, invece «li capjiel-
(\ijipillaniis Vapac.xio'j Pietro Sasso lano pontificio : (piesti »erami'nle lo an-
tl'Anagni cappellano pontificio. 1 23«) Ki- (icardinale «lei pseudo Felice V, pare che
VDI udì 771
Nicolò V lo riconoscesse por vero, ma do- il giudizio. Il Papaciòudito,nc'primi im-
po la sua morte. I 44^* Giovanni C/tn'n- peti della nollera feceminacce di risenti
yVz/spagnuolo lulitore di Rota, disposto ad nuMitf». Conoscendo il prelato la natura
ogni giusto impegno e quindi inflessibi- fiera del Papa foggia Napoli, allcnden-
le a sostenerlo, pel narrato dal Bernino doche al .savio Pontefice cessasse il conce-
a p. iSg e 3o4i4^^ Giovanni de Mei- pito sdegno. In fatti 1 i«;ntrato in se Giu-
la o Mcllo spagnuolo uditore di Ilota per lio II, e iifleltendo all'azione^ generosa e
4o 1460 Dernar-
anni, assiduo e giusto. memorabile del virtuoso prelato, e cono-
do Ertili Narni.1476 Pietro Ferrici
di scendo essere di molti pochi a'quali ba-
catalano. i49^ ^'O- Antonio Sangiorgio sti l'animo di resistere in facion potcnlis^
milanese. I DOG Gio. Stefano Fcrrcri ó\ per la miseria della debole umanità, to-
Veicelli.iooo Antonio T/A'»/:/ milane- sto lo richiamò a Roma con espressioni
se. 5 1 Achille Grassi bolognese. 1 5
1 1 1 i amorevolissime, e altamente lodando la

Antonio Ciocchi del Monte di Monte s. fortezza del suo animo , lo promosse ali.»

Savino, dice il Bernino ch'ebbe da Giulio sublime dignità cardinalizia. Tanto è ve-
Il la porpora in premio d'una sentenza ro ciò che ci suggerisce da fermamente
da lui intrepidamente data contro lo stes- credere la fede, che: Oddi Domini sn-
so Papa nella Rota romana, ad onta del- :)cr pistus,ct aìires cj'iis in prcrcs co-
l' iterate e caldissime raccomandazioni ni)?}'; vultus iiutcni Dniìiiiii super facic/ì
pontificie. Ciò riuscì eziandio di gran Io- tcs mala. Dipoi eletto Papa il nipote di
dea (juel Ponteficed'elevati spiriti, il qua- Antonio, s'mipose il nome di Criulio III,

le dopo essere montalo in ira pel sini- in memoria di Giulio II da cui cominciò
quanto ardentemente bra-
stro successo di il maggior splendore di sua famiglia
mava, calmatosi fu preso d'ammirazione i5i7 Agostino /"/'/ivi/zi/ milanese. />! 7 I

pel virtuoso giudice, che fisso nella giu- Domenico Jacov accio Giacohazzi yuuv,ì
stizia, ad onta delle autorevoli premure no, il quale con raro esempio, dopo am-
non travide il merito della causa, benché messo tra gli uditori gli fu conferito un
esposto al riverbero di sì temuto e possen- canonicato di s. Pietro colla ritenzione
te contraddittore, e perciò avvenimento dell'uditorato, e divenne nel i
498 decd-
profittevole in chi considera che: fllaxi- 00.15 17 Lorenzo C(ì////ky,'ì;/ bólognei.e.
mani honae seiitcìitifte praemiiiìn t-st^ in- i535 Jacopo Simonetta milanese, 539 j

iLcjudicasse. Anche ilPiazza nellaGcr*/'- Bartolomeo Guidiccioni di Lucca. 54<) 1

chia cardinalizia, a p. 118, narra il fat- Girolamo Vcralli romano, ma nato i)i
to a incitamento pubblico pel zelo intre- Cori. 1 549 Marcello Cre.scenzi romano,
pido nell'amministrazionedella giustizia, famoso per le sue decisioni rotali. i^'Ti

encomiando la somma integrità d'Anto- .Sebastiano P/i^/m// d' A rceto di Fieggio,


nio profondo giureconsulto. Dice pertan- per l'operato nel concilio di Tieuto chia-
to che nella causa persona potente e ca-
di mato da Giulio III Angelo di p/ice, e lo

ra a Giulio li, questi lu^tingatodal genio fece suo vicario sopra tutti i tribunali di

e amore che avea per essa, credeva che Roma. 55 1 J Giacomo Pny o del Pozzo
avesse ragione, e perciò fece al prelato in- nizzardo dal 1
547 decano, 555 Cfiovan- i

sinuare il .«uo parere e desiderio che fos- ni Suavio Rcumait guascone, creato da
se sentenziato a di lui fivore. Ma l'inte- Paolo IV, ammirato pel suo eroico disin-
gerrimo prelato che poneva Dio giustis- teresse. Dappoiché avendo dato il voto fi-

simo giudice ante conspectuni siiwn, ve- vorevole ad una cans tiel Papa quando i

dendo che la ragione non assisteva l'auto- era cardinale, questi per dono e propina
revole personaggio, quindi senz'adatto gli mandò 200 scudi d'oio, e il prelato ne

alcun rispetto umano decise contro di lui prese soli due, dicend(j di ragione non
,

270 UD I UDI
spellargli allro. i555 Gio. Antonio Ca- mente lodalo pel modo col quale esami-
pì'zuccJii romano, nipote del celebre de- nava e decideva le cause. 1G2G Jacopo ih^'
cano Paolo a cui e aiiuditore Jacopo Si- G/iv/Z/rr/' romano. iG?.G Dionisio Mar-
monella Clemente VII commise la causa qucniont parigino. 1627 Fabrizio /'ero-
famosa del matrimonio d'Enrico Vili re spi romano. i633 Benedetlo Monaldi o
ù' fu gìlille rr a con Maria d'Aragona, del- Ubaldi o /;r?/r/<'.?c/H' perugino, di grande
la quale il Bondini a p. loc) riporta due scienza legale di cui ne fanno fe(.\e le sue
decisioni, i SSy Antonio Tn'vithì milane- Decisione!, Perusiaei654, colle note del
se, che Cardella non crede sia slato udi- Torello. Innamoralo del suo tril)unale,
tore, come non conviene su di alcuni -altri spesso co'suoi domestici soleva dire: iìfa-
per tali riconosciuti da Bernino. 565 Ga- 1 luisse Rotae /éuditoreni reinansissc
briele Paleolto bolognese. 1 565 Prospero (piani Cardinalìhus achcriptum r.v.yc.Di-
VuhVìcoìa Santa croce romano, SyoGio- i ceodoBerninOjil che esagerava fantusen-
xamnJldobrandim fiorentino amanlissi- sn^et animi dolore, ut strophioluni mal'
modella giustizia, il cui fratello fu poi Cle- tis effusìs humarct lacryniis. 64 \ 1 Fi-an-
mente YIII.1578 Pietro Deza di Carti- yi/rté'i'/imv'f/// fiorentino. 1643
cesco M.'
glia, però ne dubito avendo esercitati di- Gio.Giacomo Panciroli romano. i645
versi uditorati. 1578 Gaspare Qin'roga (.\'\
Domenico Ceccìiinì romano. 1G47 Fran-
Castiglia Vecchia, 583 Scipione Lanccl'i cesco Cherubini di Montalboddo, giìi a-
lotti romano. i5qi ¥\am\n\oPlato oPiat- iutaule di studio d'Innocenzo X quando
ti milanese. i5g6 Francesco Dialitìca da era uditore, da Papa lo fece suo udilore
Pordenone. 596 Pompeo ^r/^'^o/»" mila-
1 e fatto cardinale lo ritenne per pro-udi-
nese o comasco. 5()G Lorenzo Bianchet-
1 tore. 652 JacopoCo/v'^^// ferrarese. i()64
1

ti bolognese, dopo 24 anni d'uditorato. Angelo Cc'/.?7 roma no. 1664 Vitaliano / 7-

i6o3 Serafino Olivavìo Rczalio(vance- sconti milanese. 16G9 Carlo Cerri roma-
se uditore per 4° anni, onde nel 1590 no, dopo 3o anni d'uditorato e qual de-
giunse al decanato, di cui abbiamo i5oo cano. 1G70 Gaspare di Carpegna roma-
decisioni rotali da Vitale Amico pubbli- no, che si conciliò la stima di tutta Roma,
cate in Roma neliGi4 due volumi in in 1681 Federico (Risconti milanese. 1 68 i

foglio, e nel 6 5 con aggiunte a Franc-


1 1 Flaminio Tlz/rtsanese, decano e reggente
lbrl.i6o4 Girolamo Pamphilj romano, della penitenzieria, che rifiutando la di-
divenuto decano nel 1602, ed il suo nipo- gnità,per ubbidienza dovette poi accettar-
te fu poi biuocenzo X. Già aiutante di la : lasciò copiose decisioni altrettanto o-
studio del celebralissimo udilore Inno- scureneirestensiooe,quantoegli era chia-
cenzo del Bufalo , vivea tanto applicato ro neir esprimersi a voce. 1686 Orazio
allo studio e così ritiralo, che quando Cle- yl/cz//('7* romano, fallo da Clemente X nel
mente Vili disse al proprio cardinal ni- 1 675 Maggiordomo colla ritenzione del-
pote A Idobrandini di volerloesallare,que- l'uditorato col titolo di luogotenente: In-
sti non conoscerlo. Da questo
rispose , nocenzo XI nel G76 lo conferraòe riten-
I

prende argomento Bernino per rilevare ne nel crearlo cardinale. 1706 Giuseppe
i pregi della ritiratezza negli uditori per Emanuele de la Tremoille francese. 1706
diversi riflessi; ed Innocenzo XI fece am- Alessandro C(7/j/vr/v7 bolognese. 1 7 1 2 Lui-
monire gli uditori di non recarsi alle cap- gi Priiili veneziano, dopo 7.3 anni d'udi-
pelle e in altre funzioni , associandosi ai torato. 1713 Melchiorre di Polignac di
caidiiiali. lOoT» Gio. Garzia Alillini ro- Puy. 1715 Bernardino Scotti milanese,
mano. iGr Orazio /.anccllolti romano,
I CoK'crnalorc di Roma senza diineltcre
ch'ebbe l'uditorato del suddetto zio. l G-?. 1 l'uditorato. 17 HjMichele Federico d'.^/^
Francesco iSdcraii ffrrorese, p:irlicolar- hann boemo. 72 j Alessandro /'^z/ro/z/c-
1
U DI UD I 277
ri romano, goveiiiatore eli Roma colla n- ta tedesco, che solo registro per essere sta •
tenziotie deiruditoialo. i 784 Pompeo///- to promosso dall'uditorato senza il deca-
^/o47vr/i</t bolognese,amme8so nel 6c)6 in 1 nato e lo farò degli altri. 1785 Giamma-
prelatura, successivamente fu fallo, eia In- ria /ì///i//?^//<^// ferrarese decano. 789 An- 1

nocenzo XII uditore eli segnatura, da Cle- tonio de SciiUiianal-y-Carh-Ua uditore


inenle XI luogotenente civile dell'udito- diRota spagnuolo. 789 Lodovico Fldii-
i

re della camera, nel i 706 uditore di Ro- giiiiuditore di Rota veneziano. 1802 Al-
ta, nel 17 l'i arcivescovo di Neocesarea e fonso Uberto Laticr de Bayane francese
nunzio di Madrid, donde si ritirò per le decano, dopo 4o anni circa d'uditorato
vertenze insorte, e caduto in disgrazia di a motivo degli avvenimenti politici.1816
Clemente XI passò in patria. Nel 1721 In- Francesco G/uz/v/oyu; e Dionisio Barda-
nocenzo XIII lo restituì all'uditorato, di- ^)de Azara, spagnuoli e uditori naziona-
venne decano con titolo di luogotenente li.Antonio Rusconi uditore bolognese.
della s. Rota, reggente della peuitenzieria, In tale promozione cardinalizia il tribu-
e nel 1729 patriarca diGerusalemme.Cle- nale videsi onorato con due altri indivi-

uieiite Xil lo fece governatore di Roma dui anteriormente Riganti


slati uditori.

a'28 settembre I 733, indi creò cardinale cMah'asia. 8 1 7 Francesco Cc^rt/'ci- Leo-
1

a' 24 marzo 1784 e pro-governatore di «/perugino decanoe uditore quasi da 34


Roma per 3 mesi finché fu eletto vesco- anni, a cagione delle politiche vicende,
vo di Blontefiascone e Conieto, Morto I82 3Frau•
fatto insieme vescovo di /c^/.
Clemente XII, per 4o giorni ebbe costan- cesco<5'c77Hpromanodecano. i82 7Gioac-
temente 3i voti pel papato, per cui la se- chino Gio. Saverio Isoard iX tW\ decano
de vacante si protrasse per 6 mesi e io (già Leone Xll avea fatto governatore di
giorni, e l'ebbe pure da Benedetto XIV Roma colla ritenzione dell' uditorato ,

liella sua elezione. Questi cenni valgano Marco-y-Catalan spagnuolo 1828e nel
a dare un'idea delle carriere prelatiziede- cardinale). 1 834AlessandroiS'yjrtf/rt roma-
gli uditori di Rota, che descrivo alle bio- no e patrizio bolognese, decano e uditore
34Serafiuo C('«r/romano. 789
grafie. 17 I dal 1817. Noterò che mg.' Orazio Celesti-
Blarcellino Corio milanese, uditore nel ni romano, fatto uditore nel 1 827, presto

1716, decano nel i


784 perproraozione al divenne emerito e giubilato, colle quali
cardinalato d'Aldovrandi,e per quella di qualifiche si legge nelle Notizie di Roma
esso al vescovato di venne governatore,sen- dopo gli uditori. 1842 cardinal Cosimo
za ritenzione dell' uditoiato. 1748 Mar- de Corsi fiorentino , attuale arcivescovo
cello Crcsccnzi romano allora nunzio di di Pisa, decano e dal 18 19 uditore. 1846
l'arigi. 1743 Carlo Leopoldo Calcagni- cardinal Giuseppe Bofoudi forlivese, at-
m ferrarese e decano, scrisse dieci volu- tuale presidente della congregazione del
mi di decisioni di propria mano, i 748 A- Censo, decano e dal 1822 uditore. Inol-
lessandro Tanara bolognese allora udi- tre sono pure viventi e già uditori di Ro-
tore, lasciò due volumi di decisioni corre- ta, il cardinal Costantino Patrizi roma-
dati d'indice dal suo aiutante Pirelli, poi no vicario di Roma, e già nunzio di Fi-
cardinale, e stampale nel 1747 in Roma. renze e maggiordomo; il cardinal Chia-
1747 Mario Millini romano decano e rissiu)o Falconieri Millini romano arci-
reggente della peuitenzieria. 753 Luigi i vescovo di R.aveuna; il cardinal Bernar-
iUatU'i romano. 759 Pietro Francesco
1 do Pianelti di Jesi vescovo di Viterbo e
Bassi romano decano, e da ora in poi per Toscanella; il cardinal Pietro Marini ro-
ilni'.e registrerò i soli decani e nazionali, mano prefetto dell' economia di Propa-
poiché copioso è il novero degli allri.i77() ganda, già governatore di Roma e »ucces'
Fiaucesco//c/7;<//2 boemo, uditore di Ro- sore al cardinal Zacchia anch'esso dai<
2^8 udì U D I

laliota [Momoisoa] govcriìd tara lo/\\ cai- rninìslr'uìella sicurezza, tranquillità e giu-

liinal Cuiiiillo di Pietro romano, già inni, stizia pubblica, da molli Papi che quasi
zio di Napoli e di Lishorin. Oltre i licor a gara sono concorsi ad onorarlo e ren-
dati, scrissero sul tiibunale e sugli udi derlo cospicuo". Cartari, Syllabum Ad'
tori di Piota i seguenti. Dotnenico Derni- K'ocatorum s. Consistorii verbo Audi-
,

HO, Il Tribunale della Rota Roma- s. tor. Lunadoro, Lo stato presente della
na descrìtto, Ruma 7 7. Giovanni Ta-
i 1 Corte di Roma, illustrato da Zaccaria,
uitglia, Urbis et Urbis supremi Tribu- par. 2,cap. 35: Degli Uditori di Rota.
nalis monumenta, sii'ede Sacrae Rotat Ciampini,Z>e S. R.E. Uiee-canrcllario,
Romanat Auditorio , ejusque
Decisio- sect. 3: De Auditoribus Rotar, ed ove di-

nes, Liburni 654- Francesco Bianco, E-


1 ce: Cum Protonotarii apostolici de nu-

lencus sive index Dccisionwn s. Rotae mero partccipantium , inter Romanae


Ronianae in libris imprcssis per Dioe- Curiaepraclatos,primum sìbi vindicent
reses extensaium, et postindieem J. B. locum, primo de illis egimus, nunc au-
Cantalmati editarum.Cui addunlurCa- lem de Auditoribus Rotae dijferenduni
lalogus Auditorum earumdem Deeisio- i'idetuì'j qui post Tice-cancellarium^Ju-
num, Compendium authorum librorum stitiaeSceptrum administrant, et ab ipso
praediet., Roniaei687. Cobellio, Noti- Vice-cancellario commissiones suas re-
tia Romanae Aulae offieialib us cop.19: , cipiunt, etc. Del Tribunale della sagra
De Auditoribus Rotae. Cardinal De Lu- Rota Romana, lìlemoric storielle, colle
ca, Relatio Romanae Curiae forensis, rispettii'C bolle de^ Pontefici ridotte in
disc. 33 De Tribunali, seu Auditorio
: compendio col metodo del Guerra e voi-
Rotae. B. Piazza, Eusei'ologio Romano, ga rizza te, di Giuseppe Bondini segreto
cap. '27: Del collegio degli auditori di dì Rota già di mg.' T. Mcrlel ora mi-
Rota nel palazzo apostolico T^aticano nistro dell' interno, bibliotecario di S,
o Quirinale. Aucbe nelle sue Opei e pie E.il duca Tor Ionia, ec. Roma 8 54- Tn' 1

ili Roma a 294. Egli apcrlamenle di-


p. dex Deeisiomnn s. RotaeRomanae cpiae
iliiara. " Tribunale uè più celtbre, uè più anno S/[6prodierunt alphabetico Con-
1

illustre di questo degli auditori del palaz- clusionum ordine digestus cura et stw
zo apostolico, per la forn)a del suo con- dio advocati Alexandri Ca^uillini, Ro-
gresso cbiamalo la Rota, non v'ha Ira i maei856. A p. 732 del Giornale di Ro-
tribunali e magistrati di lutto il ojondo; ///<? del 18.54 vi è l'annunzio tipograllco
perocché l'autorità de' suoi giudizi nelle della pubblicazione per associazione iu
iili, controversie, dilTerenze e cause di tul- Ferrara della corapil.iziooe del d."^ An-
le le condizioni di persone, si estende fin gelo dall'Aste Brandolini: Lessico legale
dove è piantata la religione cattolica... Le notarile, ossia, repertorio universale del-
cause che si agitano in questo tribunale le teorie legali dedotte dal diritto civi-

sono dell'uno e l'altro loro, ecclesiastico le Giustinianeo, non che dal diritto ca-
e secolare; onde si può dire essere un tri- nonico, edestratte dall'opere piìi accre-
bunale misto con l'una e l'altra podestà, dilate di questo genere: aggiuntevi quel-
spirituale e temporale, per cagione della le di moder na giu/'isprudeuza civile, cri-

coiuiessione dell'uno e l'altro principato. minale e di commercio, vigente ne' do-


ìNou s'ingerisce [icrò mai nelle cause cri- minii pontificii, con un cenno de'dottori
minali, se non incidentemente per le con- e delle decisioni della s. Rota Romana j
liitgenze civili ... Segnalale sono le picro- pili le leggi e teoriche riguardanti la
g.ili>e e privilegi di (pieslo celeberrinio scienza e arte del notaio; i ngolanie/i-
tribunale e collegio, favorito per le gran- ti e le dichiarazioni sul bollo, sul regi-
tlissiine fatiche che si iànuuda ([ucsligran \lroe sulsislemu ipotecario, e le formo-
, V

UDO UFF 279


le (lì lutti gli atti e icontiittti, ridotti di- UFFIZI DIVL\[. /'. Servizio divi-
Li riKiggior semplicità. Delle loinanu no e Uii-izio uiviivo.
puI>l>iicazioni deiRepertorio di Qiuris- UFFIZIATURl o UFFICIATUiW
pi-iide/iza, del Gioriuile del Foro ec. DELLA CHIESA. /''.
Seuvizio divixo c
feci onorevole menzione nel voi. LXXX, UpFr^IO DIVINO.
p. 1G7, poiché anch'essi riguardano la Pio- UFFIZI ALE o UFICI ALE o OFFf-
ta ruinana. ClALE, O/Jìtiali.s-, Minister, Magistra-
CJDOCEO{s.), 3." vescovo di LandalT. tus. Quegli che ha /////Va (F.)^ cheeser-
Consagralo a Dio sino dall'infanzia dai ella ulHzio ecclesiastico, claustrale, civile,
suoi geniluri, ed allevato nelle massime di corte e militare, secondo il suo grado.
del cristianesimo sotto la guida di s. Te- Specialmente si disse U/Jiziale o Oflìeia-
liao suo zio, vescovo di Landalfin Inghil- le, (piello deputato dal vescovo ad eserci-

lena, succedette al medesimo sulla sede tare nel Tribuiidle (^.) ecclesiastico la
di (|uesta città verso l'anno 58o. Mauri- giurisdizione contenziosa, e si chiamò giu-
co re di Glamorgan avea per lui somma risdizione dell'ullìziale il luogo o tribuna-
venerazione, e proleggevalo in ogni cir- le dell' udienza e nel quale l'ulfuiale a-
costanza, in cui vi entrasse la gloria di Dio. dempiva a'doveri
di sua Ccz/wa faccudo
Essendo slato poscia scomunicato da s. U- giustizia.
doceo per aver fatto assassinare un prin- UFFIZIOoUFICIOoOFFIZlO,0/
cipe chiamato Cinedu, si sottomise umil- Jlciwìi, Curatio, Magistratus. Quanlo a
mente a questa pena, e fece frutti degni di persona, quello chea ciascuno s'aspetta
penitenza; dopo di che fu rimesso alla di faresecondo il suo grado, o per debito
comunione ilella Chiesa. S. Udoceo mori o per convenienza; carico di magistiato
\erso la fine del VI secolo, ed è uomina- o d'altro governo; carico ecclesiastico,
lo ne'caleudarid'lnghillerra a'2 di luglio. claustrale, civile, di corte e militarc.Quan-
UDVARD. Marca d'Ungheria nel co- to a luogo, quello determiualo a ren-
mitato di Cumorn o Koinorn,al di là dal dere ragione nel Tribunale ( 7^.), e spe-
Danubio. Questa marca non contiene che cialmente si denomina s. Offlzio il tri-

due villaggi , fra'quali distinguesi quello bunale e congregazione della s. Romana


del quale porta essa il nome. Ed è nel vil- fn(piisiiione [P^.). Nel senso più moder-
laggio di Udvard, ove fu tenuto un con- no dicesi uffizio qualunque iuogooves'in-
cilio nel I 3 09, essendo arci vescovo diStri- iende a pubblica amministrazione o giu-
gonia Tommaso. Venne stabilito nel con- stizia o rappresentanza. Chiamasi 1///1-

cilio , che si suonerebbe la campana al zio di\>iiio [y.)\' Ore canoniche; ed Uf-
mezzodì e al cader del giorno. Si obbliga- fiziatnra\f^.) le sagre fun2Ìoni della Chie-
rono gli abitanti di Duda a pagar l'impo- sa. Per r impiego che in esse ci.isciino
sta dalla quale volevano sottrarsi. Di te- degli Ecclesiastici deve esercitare, si dis-

ner in freno que'popoli per diversi ecces- se Uffìzio, e si aggiunse la parola Dis-iiio
si, colle censure ecclesiastiche. Si lessero per l'olferta che fanno delle loro preghie-
le costituzioni del cardinal Gentile Pur- re al Signore, prestandogli il debito os-
tino da Montefìore legato apostolico (il sequio.
quale celebrò un concilio in Presburgo, UFFIZIO AMBROSIANO. F. Uffi-
poi approvato da Clemente VI uel 346); i zio DIVINO.
e fu ordinato che le medesime sarebbe- UFFIZIO DELLA BIvlTA VERGI-
ro comunicale a' prelati, per farne cia- NE MARIA. P^. Uffizio oivhvo.
scuno uso nella sua diocesi. Gli altri re- UFFIZIO, UFFICIO o OFFIZIO,
golamenti andarono perduti. MdUU.Sctp- OFFICIO D I INO, Diviauin Ojjìcmni,
plimciilo, ì. 3, p. 335. OfficiiunEcclesiasticuin.Vi'e^\\\e\"Ci^\j\ì-
38o UFF U F F
blica slal)ilita , che secondo il prescilllo le, concesse l'unione de'3 notturni colle
(la'sfigri canoni dee recitarsi ogni giorno laudi.De'£?A'm;' »///:/" celebrali nelle chie-
dalle persone ecclesiastiche, in nome di se di notte, a porte chiuse, ne feci men-
Inlla la Chiesa, per obbligo, pei" ragio- zione in tale articolo e altrove , colla ci-

ne di Ordini' sagro o di Beneficio eccle- tata opera del Garampi, il quale scrisse ia

sinsliro (T^-)' L' uffizio pel Sei-vizio eli- essa la X Dissertazione: Sopra la cele-
vi/ìD (F ) consiste nelle Preghiere (f^.) brazione notturna de'divini sua nffizi, e
publ)liche che si fanno in chiesa per ono- decadenza nel secolo XTIIe seguenti
rare Dìo. I Divini Uffizi (V.) sono le secoli^ quanto al clero secolare, non pe-
sagre funzioni della chiesa, e Vuffiziatu- rò quanto al regolare, che per lungo tem-
ra del Clero secolare e Regolare ^^^ an- po seguitò I' antico costume, e tuttora
ticamente con tal vocabolo si chiamava l'osservano que'descritti a'rispettivi luo-
la T.ittirgia, e la celebrazione del s. Sa- ghi. Tratta pure dei'divini ullizi notturni

grifizio (y.) della H fessa (V.), che ì pri- celebrati nelle notti di Natale, di Pasqua
mi cristiani chiamarono preghiera e ora- ed'Ognissanti,in memoria dell'antica uf-
zione solenne (e tra le solenni noverasi ficiatura notturna, onde festeggiare tali

TnOizio divino benché recitato privata- solennità e suffragare i defunti. Tuttavol-


mente, onde viene pur detto orario e li- la nel secolo XVI non mancano esempi
bro ài preghiere : in un rituale del seco- deiruffiziatura notturna. Imparo dal me-
lo XII, de'canonici di Città di Castello, desimo, che nelle costituzioni sinodali di
e lo rilevo dalle Memorie ecclesiastiche Larino fatte nel i 55'j si ordinò a tutti gli

del Garampi, dicesi, che toUini Offìcium arcipreti, preti, diaconi, suddiaconi e chic-
flJissae, idest Ordo, in qnatuor dividi- vici, che ogni notte si debbano levare a
tur species, idest precafiones, orationes^ celebrare i divini ofìlci, tanto che, alme-
postulalioneSjgratiaruni aeliones. Can- no prima che sia uscito il sole, sia com-
tare psahni et altri qffìej), perchè la mes- pita la celebrazione de'nottmni e delle
sa è parte de'divini ufllzi. L' uffiziatura laudi. Gregorio XIII sentendo che nella
ilella chiesa si disse ancora sagra c^m^tv- chiesa di Padova fossero insorti de'dispa-
s7 (f' ) 1 divini uffìzi non si ponno cele- reri sojira il ilir del mattutino di giorno
brare ne'inoglìi colpiti ònW Interdetto e o di notte, con lettera di segreteria di sta-
d.ilia Scomunica, tranne le festività che to ingiunse al capitolo , che si pigliasse
ni tali articoli notai. I servizi funebri poi, una via di mezzo, cominciandolo, verbi
sono Funerali (F.), che precedono e
i gratia, poco dopo l'aurora. Sette sono le

Hccompagnano la tumulazione de' fedeli ore canoniche: il 3Ialtutino,\e Laudi, Pri'


nella Sepoltnra (F.), e le posteriori E- Dia, Terza, Sesta, Nona,FesperoeConi-
Anniversario (F.j. Chiamasi
sctjiiie d' pìela. (/ .). Perchè dicesi Breviario tut-
Breviario (/ '.) quel libro ecclesiastico che to l'udìzio divino, e quando s'incouìinciò
contiene tulio l'iini/io divino, e [)erciò vi a chiamare con tal voce (pare circa ver-
sonocomprese V Ore Canonichc[l\), pre- so ilioHo), lo riferii in tale articolo; no-
ghiere così dette per doversi recitare ad tando che desso comprende le Lezioni
ore determinale, diurne e notturne, per (l\) più brevi della s. Scrittura C^), e
le prime e-^sendovi il proprio libro detto (U\y Omelie ('/'.Jde'l^ulri, distribuite se-
/h'urnof/ .^, ossia l'uHlzio divino che re- condo l'oidiue di tempo e delle /•V.v^(A^''.),
iititsi di gifirno. lLVo/^^//7/o('/^.j, 3." par- regolate dalla Jìuhrica, nonché i Salini^
ie del matlulino, anticamente gli ccclo- le /Azioni, le Collette, qV funi, 2,\' Invita-
siastici lo dividevano in 3 parti, che reci- tnrii, V/Intijone^ \ Capitoli^ \ /icsponsn-
tavano la notte, serbando le laudi por la rii, i Fcrsetti, Graduali,
i i Cantici, le
inaltiua; la Chiesa poi bcmprc indulgcn- Sctpunzc , le Uciu dizioni ,
gli Oremus:
è-

U FF UFF 281
(/ .). Non solo a' citali rispeUivi articoli sic tu] inserite in esso per ordine di s.Pìq
liigionai delle singole parli che compon- V. Esse furono ricavate da un Direttorio
gono l'ufllzio divino, ma ancora negli al- ileidivino Officio compilaloda Lodovico
tri che vi hanno relazione per la diver- Ciconiolano, ed approvalo già da Paolo
sità de'riti e lìtur^j^ic, privali e solenni. Il III, come attesta il Gavanto. Indi furo-
cari. Ferrigni Pisone, nella Disscrt. sul- no accresciute, e cos'i autenticale di bel
l'idea gcjH'ralr della Liturgia, riferisce nuovo da Paolo IV, Clemente VIII e Ur-
che le Rubriclw del Messale [F.) si divi- bano Vili). Io niente altro aggiungo su
dono in ger)erali e particolari. Le gene-r di ciò, e solo nolo un decreto della s. con-
rali sono quelle che si ritrovano al prin' gregazione de'rili de' o giugno i 690, che
1

cipio del Messale, le quali in gran parie decide non potersi colla privala autori-
furono la i .'volta raccolte e messe in or- tà, e sollo pretesto di divozione aggiun-
dine dal ponlilìcio ceremoniere Biircar' gere, mescolare, o mutare cosa alcuna tra
du, e da Leone X
approvale per un pez- le parli integranti dell'Officio di ciascun
zo andarono separate dal Messale come giorno.Ecco il decreto: iVo/i //tc^etc."NeI
un libro Ceremonìalej indi furono inse- Compendio delle cerimonie ecclesiasti-
rite io esso, poscia ebbero varie aggiun- che del /). Gavanto con l'addizioni del
te e furono distinte in titoli, e finalmente p, Merali, dopo le Rubi'iche del Messa-
riconosciute, emendate e autenticale da le /iOW/Z/zo, seguono le Piubricliedel^re-
s. Pio V, Clemente Vili e Urbano VlH. viario A'owrtno, divise in sezioni. Si trat-
Le rubriche poi particolari sono quelle ta nella i .'sezione: Di chi sia obbligato al-
che dirigono la diversità de'tempi e del- la recita dell' Uffizio divino, dell'ommis-
le si trovano nel corpo del
varie feste, e sione, della mutazione, dell' intenzione,
proprio de Tempore, aitt de
INlessale in dell'attenzione, della pronunzia, de! tem-
Sanetis, o ne' Comuni, secondo la dici- po, del luogo, dell'ordine, dell'interrom-
tiua del Messale stesso. Vi è anche nel pimenlo, delle pene circa l'uffizio divino,
corpo tlel Riessale un'altra specie di ru- Nella sezione 2.^ De' principii del Bre-
brica per la messa ingenerale, e va anche viario Romano. Nella sezione 3." Delle
sollo il nome di linbriea par lieo lare, eh' Rubriche generali del Breviario, dell'uf-
quella ùeW Orda 3Iissae, la quale è più fizioZ?o/;yj/o, semi-doppio e semplice. Del-
rislretla e compendiosa della generale, ma la Domenica, delle Ferie, delle Vigilie^
molto piìi antica di quella. Entrambe si *\e.\\' Ottave. Della concorrenza dell'uffi-
s[)iegano a vicenda, e dall'assieme delle zio quando nello stesso giorno occorrono
«lue si tracciò che si ba a seguire. Le Ru- due uffizi divini. Della Traslazione delle
ùriehe del Breviario riguardano la reci- feste, delle Commemorazioni ^ del Pro-
ta de' divini offici. »Le bolle di s. Pio tettore del luogo e del Titolare della
V,Cleraenle Vili e Urbano Vili, il pre- Chiesa, e del modo d'ordinare l'uffizio.

cello stringente in virlù di santa ubbi- Nella sezione 4- Delle Ore Canoniche.
dienza, e le pene de iioii saiisjaeiendo Nella sezione 5.^ T)t\\' Orazione Dome-
Dii'inoOJ'/icio fulminate specialmenleda nicale, della Salutazione Angelica, del
s. Pio V contro coloro che non lo recita- Simbolo degli Apostoli edel Simbolo di
no a tenore delle prefate rubriche, deb- s.Atanasio, deW Invitatorio, degl'/^/w",
bono obbligare lutti gli ecclesiastici ad a- òtW Antifone, de Salmi, de Cantici, dei
ver cognizione di esse, almeno tale, che PersettijdeW Assoluzioni Q Denedizio'
basti a poter recitare il Breviario esalta Lezioni, de Responsorii, de Ca-
ni, ilelle

mente sullo la guida U'uu ben ordinalo pitoli, tlelle Orazioni,de\\e Commemora-
Direttorio (le rubriche generali del Bre- zioni comuni de' Santi, de' suffragi de'
viario lluiuano furono lu i ."volta cou>po- Santi, dei Te Dcum, del Sìmbolo di ò\
,

28a UFF UFF


J{annsìo,(\e\ Martirologio, daW'Jntifo- a mezza notte, ma in altre ore delia stes-

ne della D, Vergine nel fine clell'ufììzio. sa notte, essendo soliti i fedeli levarsi in

Nella sezione 6/ Dell'./rw/i/o, della T i- esse ad orare, come dichiara s. Clemente


gilia e Natale del Signore, e sua Otta- Alessandrino, sero,an media noe te an ,

va. DeW Epifania del Signore e sue do- galli cantu, an mane. E forse a queste

meniche, della Settitagesinia, Sessage- 4 parli della notte corrispondono i 3 not-


sima. Quinquagesima, Quaresima, fe- turni e le laudi, che al presente si dicono
ria delle Ceneri. Delle domeniche delle tutte insieme. Daviddecostumò di alzarsi
Palme e di Passione, e della Settima- adorarea mezza notte, il che poi per tra-
na santa. Del giorno di Pasqua e suo dizione ed esempio degli Apostoli ordinò
tempo pasquale. Delle Litanie maggiO' la Chiesa che si facesse da'fedeli, e mav
ri e delle Litanie minori, delle feste del- simamente perchè credevano che il Si-

V Ascensione, della Pentecoste', della ss. gnore dovesse venire a giudicare il mon-
Trinità, del Corpo del Signore, e delle do all'improvviso dì mezza notte, ma ad
domeniche dopo la Pentecoste. Nella se- ora incerta. Altri, con s. Basilio, dico-
zione 7/ Delle T'igilie, Feste, e Otta\>e no che i fedeli aveano altro motivo nel
de'AV//;;/,de!lefestede'iS(//z?/in tulli i me- fare orazione 3 volte la notte , cioè nel
si dell'anno. Nella sezione 8.' Del Comu- mezzo e nel fine. Scriven-
princi|>io, nel

ne degli Apostoli, Martiri, Confessori, do s. Girolamo ad Eustochia, dimostra


J ergini e Dedicazione della chiesa, del- che fa mestiere levarsi la notte due o tre
l'ullizio della B. Vergine nel Saliate. Nel- volte; ed a Demelriade, oltre alle credi
la sezione g/ DeW Uffizio piccolo della fare orazione il giorno, dice: Ad i'espe-

D. Vergine,ótW Uffizio de' Morti, dei ram, media noctc et mane scnipcr est ,

Salmi Graduali, de Salmi Penitenzia- exercendum. E scrivendo a Leta: Assue-


li, raccomandazione deM/or/7;o/ir//,
della verantexemplo adorationes etpsalmos
della Benedizione della tavola , e ilei noctc consargere, mane ìì^ninos canere
Viaggio de chierici. Nella sezione 10.' accensaque lucerna redde.rc sacrifi-
Delle ceretnonieda osservarsi nella reci- ciunn'espertiniim. Fero s. Epifanio chia-
.'
• azione privata delle Ore Canoniche, del- ma lucernuli i Salmi che , in quella ì

le ceretuonie delle Ore Canoniche da os- ora della notte si solevano cantare; con
servarsi in coro, delie ceremonie solenni che conviene ottimamente il detto di
si

àt:\\eOreCanonichc.Tu\.ù nomi riporta- i s.Bò^\\\o:Atquiaanifuerit pater illoruni


ti in corsivo hanno articoli in questo Di- verhorum lucernaria gratiaruni actio-
s/o/ii^r/Ojproporzionali alla suacondizio- dicere noiipossumus: populus tanieii
)iis,

iie.L'ullìziodivinoèun libro in sommadi antequani edit i'occm ec, dando ad in-


preghiere da doversi recitare a certe ore tendere tal rito aversi nelle chiese per a-
stabilite; che se corre a lutti i fedeli l'ob- poslolica tradizione. Dell'islesse pieci lu-
bligo di pregare, ruflizio divino è anco- cernariesi fa menzione appresso Clemen-
ra un metodo di orazioni utili a qualun- te, e Cassiano che compose un libro del
que secolare, ma più ècomaiidalo agli ec- modo di far orazione la notte. Anche s.

perchè coll'esercizio dell' ora-


clesiastici, Gio. Crisostomo chiam.i l'unizio tlivino ;

zioni continuate si conservino nello s[)iri- Adsolitoccasum, quoti ctiani Lneciiia-


lo della loro vocazione, che unicamente rinni appellanius orandum scilicet ;
,

dalla preghiera trae la sua forza, ed il lu- quia lit/n oh dici Iransiluni Dcuni gra-
me necessario. Narra Ruialdi,airanno 5i lias agimus,e numeray ore canoniche per
come nella chiesa nascente gli .ipostoli,\ or.uc, e dislcbduìente discorre delle 3 ore
Discepoli e i primi cristiani tacevano o- notturne di fare orazione; delle quali pa-
razioue nelle railuuuuze, uou solo auche rimenti trattano tutti gli altri Ialini e gre-
UFF UFF 283
ci., che scrissero deRùie Lilurgic ( f\) ec- li {T) del Coro {r.)\ ed eziandio nella
clesiastici. Notturne convocazioni le chia- basilica Vaticana (in (juesla si suol prati-
ma Tertulliano, perchè non si recitava- care da'Papi per la festa della Dedicnzio'
no privatamente in casa raa pubblica- , ne, e pe' Funerali de' loro predecessori,
mente in chiesa. Onde s. Ignazio marti- che sì celebrano da'cardinali da essi crea-
re scrivendo a'magnesiani, dice: O/nrtcs li), ove talvolta si poneva il baklacchifio,

ad orandiim in idem loci convenite; sit cioèquando si sapeva; anzi vestito da do-
lina communio; prccatio, una mens, una menicano nelle chiese non meno di que-
spes. Dice pure Tertulliano, che la Chie- st'oidiiie, che in quella de'francescani di
sa romana celebrava i divini uffizi pale- Araceli, con esso [ìassando poi ne'Ioro re-
semente a vista di tutti, a luce chiiira e fettorii a pranzo co'religiosi. Siccome in
con lumi accesi, volendo che sagrosan- i diverse chiese era stato vietato l'uso del
ti misteri fossero aperti a tutti, e non con Tabacco C^.), e nella basilica Vaticana
l'uso della Chiesa orientale che li celebra- anche nel coro. Benedetto XIII ne abolì
va co'veli tirati. Perseverò lungo tem[)0 la proibizione nella medesima. Dell'ob-
l'uso che il popolo ancora in compagnia bligo di recitare 1'
uflìzio divino con at-
del clero cantasse le divine laudi, con al- tenzione e divozione, anche a Brevivuio
ternata Sdlniodid (/.); ma poi fu leva- lo dissi, ed ivi notai i motivi che ne scu-
to perchè i laici malagevohnente si ac- sano la recita. Il Magri, /Vbr/r/rt de' voca-
cordavano cogli altri, né stavano con de- boli ecclesiastici , verbo Officitim , dice
coro convenevole nella positura del cor- che nel Suddiacono com\nii\a il detto ob-
po (Iella (jual cosa si lamenta il Criso-
: bligo nel medesimo istanleche riceve l'or-
stomo e riprende di ciò il popolo. Dell'au- dine, laonde è tenuto a recitare quell'ora
lico costume delle /'Vg77/V(/^^ .),pel Can- canonica che in tal tempo si suol dire iu
to ecclesiastico (ì .) dell' ulllzio divino, coro, e se avesse anticipala la recitazio-
non solo ci sono innumerabili testimo- ne di quell'ora prima dell'ordinazione è
nianze de'ss. Padri, ma degli scrittori gen- obbligato a ripeterla; così insegnano gra-
tili. Infatti Plinio il Giovane scrisse a Tra- vissimi dottori. L' istesso si deve dire del
iano \m[ìevi\iove: Affii'iuahantauteni liane Beneficialo, il quale eolia nell' obbliga^
fuisse suinrnanij i'tl citlpae suae, vel er- zioiie di recitare l'ollicio dall'ora del pos-
rar is, qiiod essenl soliti stato die ante lu' sesso. Chi possiede molli benefìzi eccle-
ceni coni>enire,carnienf/ue Christum qua- siastici è tenuto a recitare un solo officio,

si Deo dicere seenni invicein.E Luciano ma chi possedesse due benellzi, l'uno giù-
in persona de'cristiani : Ad hynvìos tota stamente'e l'altro ingiustamente, è obbli-
nocte dtcaniandos vigilantes, talia so- gato a recitare due volte il giorno l'offi-

nmiamns. Ed Ammiano Marcellino: In cio, per la ragione delta dal Bonacina, Z?e
siatione primis tenehris observala cuslo- Hor. Canon, disp. quucst. 2, puncl. 4>
i
,

duiii absenlia, quidiefesto Christiani ri- n." 4- ^"" ^ lecito dire l'olUcio di quaU
lus in Ecclesia pernorlabant. Perciò Ri- sivoglia Santo (/ .). senza licenza espres-
naldi ripete col Baronio che 1' oi igine , sa della s. Sei-\e, mentre non è posto nel
delie vigilie non derivò da s. Ambrogio, Caltndario, né gli ordinari hanno facol-
fiorilo dopo, come vogliono alcuni. Del- tà di potere aggiungere al calendario al-
l'antica frequenza del popo\oSk Divini uf- tri santi, come decretò la s. coogicgazio-
fizi, SI notturni che diurni, a tale artico- ne de' riti dicembre 1628. Né si può
a'c)

lo ne ragionai. Nel secolo passato Bene- mutare l'olficio dovendosi recitare come
detto Xlll soleva recarsi nelle chiese dei prescrive il calendario, altrimenti n(jn si

inox donieiticani , ed in altre chiese atr soddislà all'obbligo, e chi godesse bene-
cura, agli ullìzi divini, sedendo negli Stai- fìzi ecclesiastici sarebbe obbligato aliare'
,

28i UFF UFF


fcliluzioiie degli cmolumenli di quel gior- l'attenzione richiesta in recitare l'uffizio
no, come decretò la della congregazione divino, istituito dalla s. Chiesa per ordi-
rS aprile 1628, e l'approvò Urbano Vili. nazione dello Spirilo Santo, è certamente
Però si eccelluauo quelle chiese, le quali ili chi ha obbligo di recitarlo, pronuncia-
aoo anni prima aveano osservalo diver- te distintamente, perfettamente e rive-
si riti. E (|uando nella bolla di Canoniz- rentemente le parole. E quantunque sia

zazione si concede dal Papa la facoltà di migliore rattenzioue al senso delle slesse
poter recitare l'ofiicio del santo canouiz- parole per capirle, ed applicare l'airelto
zato, ciò s' intende se Iòsse Proiettore o a quanto le parole significano, ad ogni
Tilolare {/ conforme ordinano le ru-
,), modo questa non è assolutamente neces-
briche e il suddetto decreto de'g dicem- saria;poiché se necessaria fosse nou es- ,

bre. Dice ancora il Magri, che chi è scrit- sendo comune a'dotti eagl'igiioranti, non
to ad alcuna chiesa, deve recitar l'ollicio avrebbe laChiesii proposto le preci latine
secondo il rito osservalo nel coro di ta- non solo agl'igooranli, ma al popolo co-
le chiesa, ancorché dimorasse in altro luo- ni une; le quali però divotamente recita-
go, come decretò la s. congregazione dei le, non sono senza frutto, perchè sono
lili 1*8 seltendjrei6o2. sono 1 religiosi parole dello SpiriloSanto, ed in quelli che
tenuti a recitare i' uflizio del sauto Pro- le pronunziano e nou l'intendono, basta
tettore del luogo dove dimoi ano, ina nou che scguiuo Io s[)irito della Chiesa. Osser-
sono obbligali fare 1' Oliava {F). Nella va di più il Sarnelli, che se questi che nou
festa delia Dtdicazione della chiesa cat- intendono le parole Ialine, che recitano,
tedrale, si faiù r ottava solamente nella hanno maggior umiltà, pietà e divozione
città dov'è la cattedrale, perchè nell'al- di quelliche l'intendono, maggiormente
tre parti della diocesi si farà ruffizio sen- meritano e impetrano. Chi recita quelle
za ottava, come prescrisse la detta congre- cose che non intende, dee pensare a Dio,
gazione u'2 n»aggio 1619. Del modo pra- al cui cospetto sta e prega, secondo l'inse-
tico di recitareil divino uffizio come coa- gnamento s. Chiesa
di desiderando da
,

"viene, e dell' intenzione e attenzione do- Dio che la stessa s. Chiesa doman-
(juello
\ula nella recita del divino uHìzio, ne da. Oltre a che essendo 1' ufficio divino
tratta la bella hlruzione pratica circa ordinato dalla s. Chiesa secondo la Pas-
la recita privala del Divino Ufjizio, di sione di Gesù Cristo, giusta qua* versi :

mg/ Giovanni Marchetti ; e gli aurei Ri- Jìlatutirui liga Christum, qui crimina sol-
cordi di s. Carlo Borromeo arciprete di vil. Prima replct sputis; causam dai Tcr-
6. Maria Maggiore Canonici e Cle-
alli tia mortis. Scxta Cruci neclil; peclus
ro, intorno al recitare il Divino Uffìzio. sed Nona bipertit, f espera deponiti tu-
]Nelle Lettere ecclesiastiche del vescovo mulo Campielli reponit. Sull* uso della
sono le seguenti: t. G, leti. 4o;
t)arnelli, vi Lingua. (A.) Ialina nella celebrazione dei
Breviario donde sia dello, e da quanto divini uffizi, e dell'altre nelle quali da
tempo, e come si dee leggere; t. 3, lett. 4 : principio erano stati celebrati , come la
Jì\.sfre prcflllevole, che le monache reci- Liturgia, due articoli e ne'rela-
in questi
tino l'Uf/izio divino, ancorché non l' in- tivi ne ragionai. Il p. Menochio, Stuorc,

tendano. Dice che a (juesto quesito rispo- l. i, cent. I.", cap. 21 Per qual causa
:

se il b. Giordano. Siccome la gemma in non sì permetta comunemente a tutti la


nano del rustico, che ne ignora il valore, lezione della s. Scrittura in lìngua vol-
Val tanto, quanto quando è in mano del- gare; e gli Uffici Divini p(/rìmcnti non
l'uredce che lo conosce; cos'i le preghie- SI ceL /inno ncllii medesima lingua. Di-
re tanto valgono in bocca del dotto chiara l'eruditissimo scrittore, che potreb-
tjuaulodcirignoraulc. Lur.tgiuucsi è, che be faciliiicule [>aic(i-" ad alcuno,, che S4-
UFF UFF 5,9^
rebbe stato bene i! concedere n tulli !'«• ra la lingua Ialina pure bisogna degl'in-
so della s. ScrìUiira nella lingua volgare, terpreti per conoscere sentimenti che o- i

e il celebrare nella medesima i divini uf- scuraìnenle ci sono rappresentali nella:


fizi, percbè l'intendere il significato di corteccia della lettera. Il volgo ricevereb-
quelle sante parole può parar l'animo de' be piuttosto danno che utile da questa
fedeli colla dolcezza della divozione, e lezione, perchè dalla Scrittura malinte-
istruire la mente con luolti utilissimi am- sa piglierebbe occasione d'errare, tanto
maesframenli, cbe dall'istorie e sentenze nella dottrina delle cose, che s'hanno da
della Scrittura quando siano intese,
, si credere, quanto di quelle che apparten-
possono imparare. Che se al principio di gono a'coslumi e si hanno da operare, es-
tutta la Chiesa Grecia e Asia
in tutta la sendo certissimo, clie dalla Sci iltura ma-
si cantavano salmi nell'idioma greco,da
i lintesa sono naie tutte l'eresie, come di-
tutti inteso in que'paesi, e si dice pure la ce s. Ilario. L' orazione prescritta dalla
messa nella medesima lingua, e il mede- Chiesa da recitarsi avanti l'uflizio divino
simo era della latina , e non s' avea per tlice lutto, j» Apri, Signore, la mia bocca,
inconveniente, anzi ne profittavano fe- i acciocché io degnamente l^nedica il liu»
deli che agli uflìzi sagri intervenivano, s. Nonje : monda insieme il n)io cuore da
perchè non stimaremo che possa a'noslri tutti i vani, perversi e profani pensieri;il-
tempi ancora seguire il meclesimoefi'etlo? lumina l'intelletto, infiamma la volontà,
Con tuttociò mollo prudentemente han- perchè possa con merito, con attenzione
no fatto nostri maggiori, che hanno con-
i e divozione recitare questo uffizio, e me-
tinualo a celebrare gli uffizi sagri nel- riti venir esandito avanti il trono della
la lingua latina, ancora dopoché ella non tua Divina Maestà pe'meriti del Nostro
era più intesa dal volgo , ed i Papi che Signor Gesù Cristo. Cos'i sia, cioè R>. A-
hanno vietata la lezione delle Bibbie vol- nien (/^ •)• Signore, unendola mìa alla tua
gari, come si può vedere nell' indice dei divina intenzione, colla quale interra lo-

libi i Pio IV alla regola 4\do-


proibiti di dasti il Divin Padre, io li recito queste
ve si proibisce universalmente tale lettu- ore". Leone X concesse a chi reciterà di-
ra e si concede solamente a quelli che
, votamente genuflesso la seguente orazio-
a giudizio dell'ordinario e con licenza del ne, dopo la recita dell'uffizio divino o del-
medesimo ponno di essa profittarsi. Né la B. Vergine, la remissione di tulle le
senza gran ragione ,
pel mantenimento negligenze e mancanze usate involonta-
dell'unione della Chiesa fu convenientis- riamente e per fragilità nelleseguirla. Al-
simo, che l'uso pubblico delle s. Scrittu- la sagrosanla e individua Trinità, all'U-
re fosse in una lingua comune a tulli tjuale manità del Nostro Signor Gesù Cristo,al-
oggi è la Ialina, e altre volte fu la greca, lafecondila di IMariasempre Vergine, ed
della quale molto bene Cicerone disse, in all'università di tulli iSanlisia sempiter-
orai, prò tìrchia poeta: Graeca hgun- na lode, onore, riverenza e gloria da o-
ùir in omnibus fere gentibrt.s latina suis gni cosa creata, ed a noi la remissione di
fìnibns cjcigiiit sane eontinetur. Se si a- lutti i peccali, per tulli i secoli de' secoli.

vesse a permettere la s. Scrittura nella R. Così sia. "^. Beato il seno della Vergi-
lingua volgare, sarebbe a fine che tulli ne Maria, che portò il Figliuolo dell'E-
potessero intendere i sagri libri, e divini ternoPadre.R'.E beale lemammelle,che
uffizi che si celebrano nella chiesa; ma que- allattarono Cristo Signore. Pater noster
sta ragione non vale, perchè quando an- { F.),Jve Maria {V .), Gloria Patii {F.).

co fossero tradotti e letti , ovvero uditi Questa orazione, che in latino comincia
nella lingua volgare, non per questo sa- colla parola Sacrosanctae^{\\C()n\^o%\n
rebbouo iotesi, poiché inteudendusi anco- dal dottore s. Bonavenluro j recitandosi
28b UFF ti FF
neW'Jnno santo del Ginhilco, non è so- fin, e Vello Longo ncH' Ortografìrt. D.i
spesa la concessione della remissione dei essi apprende che l'Oe VU scambievol-
si

non essendo propriamente indul-


difelli, mente si sostituì r una all' altra. Così si
genza,ma piuttosto un compenso o sup- scrive Uffìzio o O/jflzio divino. Ti'\f,s\ <^\h

plemento delle negligenze commesse nel- che fu detto anche Notturno e Diurno,
la I ecita del divino uHìzio o di quello del- secondo il tempo di sua recita e la divi-
la Madonna. Avanti di re<:ilai e 1' ufilzio sione del tempo assegnato. Iffizio eccle-
divino, diviso in diverse ore, nelle quali siastico, dal precetto della Chiesa, da cui
liiCIiiesa vuole cliequotidianamenlesi Io- ne proviene l'obbligazione, ed a nome di
di il Signoie, conviene raccogliere tutti i cuisi recita. Ora prende il nome di Ca-
pensieri e abbandonarli, per attendere u- nonicoo Ore Canoniche, perchè regolato
nicamenle coll'animo a lodare Dio e glo- dalle disposizioni de'sagri Canonij ed al-
rificarlo di cuore. Devesi recitarlo con coni antichi lo dicono anche Breviario ad
compostezza e decenza di corpo, con in- Orario, perchè è un compendio delle ss.

legritànella pronunzia delle parole, sen- Scritture, de'Fadri ec, ed è aìh prei^hic -

za sincoparle, o troncarle o mutilarle di ra singolarmente diretto. Dire il Ma'^ri,


ordine e di senso: con continuazione, sen- la voce Officiuni secondo s. Girolamo, in

za interromperne la recita; con attenzio- I. deOff.,\uo\ dire tanto quanto Effìtium,


ne, attendendo anche al senso delle |)aro- perchè a ciascuno conviene far 1' uffizio
le; e con divozione, recitando i sabni con suo; ovvero secondo s. Isidoro significa un
alacrità d'animo, senza tedio e senza pre- atto proprio di qualche persona, e così si

mtu'a di sbrigarsene, come da cosa mole- suol dire fa l'officiosuo,cioè esercita quan-
sta. INon si deve trascurare di farsi il se- to conviene allo stato suo. hioltre s. Isi-

gno tiella Croce nella fronte, nelle lab- doro chiamò l'uffiziodivino Saltcrio(f'.),
bra e nel petto, al Deus in Adjutoi-iiiin^ perchè la maggior parte delle lodi e pre-
di segnarsi pure coìla Croce al Domine ghiere che contiene, è composta di salmi.
lahìa niea aperieSy di chinare il capo al Da altri scrittori fu nominalo l'uHìzio di-
Gloria Patri, di stare in piedi agi' Inni, vino. Cursus, come scrive Bonifacio nel-
Cantici e Capitoli; di genuflettere nel Te VEpist. 27: Spcciales Iioras, et Cur.^ns
Deiiììi dicendosi Te ergo quaesinnus j Ecclesiae custodiant. Del medesimo vo-
d'inginocchiarsi alle preci dopo le laudi cabolo si servì s. Gregorio di Tours, lib. 1,

ealtre ore. Qufstee altre simili osservan- De glor. Mart., cap. 1 5 : Exurgente ab-
ze sono alla nostra divozione come le fo- bate cuin monachis ad celebranduni
glie al frutto, che lo conservano e perfe- Cursuin.T)<i ^veó viene ch\an\^\o Canon,
zionano. Teroiinalo l'ullìzio si deve rin- cioè Regola, come si legge nelle costitu-
giaziare Dio, per averci ammesso all'o- zjoni di s. tpiis nonoc'
Basilio Magno: Si
nore di lodarlo. currat adcssc Canoni. Da Radulfo fu
1 1 divino uffizio nel coipo canonico e ne- dello r ufilzio divino Offìcialis lil>er. Il

gli scrittori ecclesiastici si trova chiamato Lamberlini nella sua Notificazione 1^,
più comunemente Uffizioo Officio o Of- dice che si chiamò Cursus Diviniis, Sa-
fizio divino. Michele Lazzari nella Dis- crar Sinaxes, Opus Dei. Il Novaes rife-
.scrt.sopra un'iscrizione, presso il Calo- risce dirsi Ufficio divino, signi(ìcan<lo la
^eiìì, Raccolta d'opuscoli, t.i5, p. 36 1, parola Officium appresso i latini, ciò che
tliceche anticamente l' Osi seri vea per l' U ognuno deve dovuta ragione de'
farecolla
o /vocale, ed intorno alla maniera di a- luoghijde'tempi e delle per8one,onde dice
dopcrarc \'() in cambio del r o U si può s. Ambrogio,/^- Of/ic 1. 1, e. 8: Officium

vedere Quinliliano, cap. 7, lib. 1 , Priscia- ab efficicndo diclitni putamus, qmisi ej-
no lil». I, 'J eienzio Scanio ncll' Drlogra- ficiuni, vcl certe ut ca ni^as. (piar nulli
U F F U F F 287
officiante prò siut oiimibus. Col nome di l'origine dell'obbligo di recitar 1' ufliziu

Lffizio di\'ino fg cliiauialo dal concilio divino per lutti gii ecclesiastici che sono
d'Atjuisgraiia nell'800, dal Laleianense negli ordini sagri, e che hanno benefizi di
IV del 12 1 5, dal Viennese del 3 1 i i am- chiesa. Che l'origine dell' ulfizio divino
bedue generali, da aliti concilii, Papi e ripeter debba a tempo degli Apostoli,
si i

scritlorì. £ pelò conlenendusi nelle divi- quali ebbero in uso il fue orazione in
ne laudi quanto dobbiamo fare verso Dio, certe delerininale ore del giorno, per cui
e dando in esso noi l'ossequio di servila si disse l'uffizio, D/v Apostolielie, lo affer-
alla suprema IMaestà, di qui ha avuto l'o- mano moltissimi degli scrittori che ripor-
rigine il nome di Uffìzio diviiio, come terò in finr. Però la forma non fu sempre
può veder>i presso il cardmal Bona, De la stessa, e successivamente vi furono fit-

Divina P.salinodia, cap. 2, § i. L' Ar- te diverse giunte, diversi accorciainenli


mellini fra'rnollissimi nomi dati aW Uffi- e diverse mutazioni. Sulle molte c(ucslio-
zio divino enumera e spiega princi[>ali: i ni, che fanno gli scrittori liturgici circa

Iffizio divino, Salterio, Corso, Opera ranlichità del divino ufficio, il Marchetti
di Dio, Sinassi, Collette, Jgenda, Mes- Don credè dar mollo luogo il non distin-
sa, Canone, Ore Canoniche, Ore Apo- guere accuratamente diversi tempi, e la i

stoliche, Breviario. Sebbene col nome di varia pratica de nostri maggioii, eie mu-
Breviario si conosceva l'uffizio di vino nel tazioni occorse nella disciplina dellaChie-
I 080 circa, osserva Du Gange nel Glos- sa, anco circa questo, come in altri punti

saiiìan, che trovandosi un bieviai io del variabdi di Disciplina eeclesiastica[ V.).


coro ad uso del niouaslei o di Monte Cas- Aggiunge, che qualiiinpie mutazione av-
sino, intorno ali 100, col titolo: Incijnt venga per essa, sarebbe una stoltezza in-

Breviariiirn, sive Orda Officioruniper soflribile, per dirlo con s. Agostino, /i)j«/.
totani annìdecursionem, e conlenendosi 54 al. I 18 ad Janiiar., cap. 5, il preten-
in esso le rubriche di lutto l'uffizio eccle- dere di disputare nenuiieiio se debba farsi
siastico, i riti e le ceremonie per ben reci- altrimenti, qualora la mutazione genera-
tai lo e celebrar la messa, è cosa assai ve- le introdotta proviene dalla legillima au-

rosimile, che da quest'ordine de' divini lorilà. Scrisse s. Gregorio 1: In nna fide
uflìzi passasse il nome A\ Breviario a tut- non Eerlesiae eonsnetiido diver-
offieit

to V Iffizio divino. L' uflìcio pel servizio sa; ed anzi utile e necessaria molte volte
divino consiste nelle preghiere pubbliche è la mutazione; e sempre vi è nel suddito
clie si fanno in chiesa per onorare Dio. l'obbligo d'uniformarsi quietamente e con
Queste preghiere pubbliche furono stabi- docilità. Degno della memoria d'ogni ec-

lite al tempo degli Apostoli, ma regola- clesiastico è inquello ponto un aureo


te poscia diversamente secondo gli usi di sentimento del citato s. Agostino, sulla
ciascun paese. Anticamente gli ecclesiasti- prudente economia della Chiesa, neli'/ì'-
ci ed i monaci cantavano i salmi in coro e pist. ad Marceli. L'obbligo dunque d'o-
leggevano poscia i libri della s. Scrittura gni ecclesiastico è anche su questo put»to
fissati per ciascun tempo, osservando il la docilità dell'ubbidienza alla Chiesa, ri-

restante delle ceremonie, come le aveano cevendo da lei quel metodo e forma che
vedute praticare daMoro antenati. Gli ec- secondo tempi essa ha credtito di dare
i

clesiastici essendo esentali dalla maggior


,
alla preghiera prescritta e mentre lode- :

parte delle funzioni della vita civile per volmente e con frutto si eserciterà nello

dedicarsi interamenle all'orazione, dovea- studio d'altri modi e riti, che altre volte
no assistere all'ufficio pubblico; e quando convennero ad altre età; sa[)pia rispelta-

essi non lo potevano, facevano le mede- re, aiiìiìie e seguire quello eh' è atlmd-
sime preghiere privatamente. E questa inenle prescritto ne'lempi, ne'quali è pia-
?.R8 UFF U F F
ciulo nlla Provviclenzn d' aggregai lo ni trovano antichissimi vestigi negli eccle-
ministero di s. Chiesa, sempre maestra e siastici monumenti, giacche l'autore del-
colonna di verità. Del resto, secondo le le Costituzioni apn.sloiicjie, sicuramente
diverse nozioni, sotto le quali comprenda- anteriore al IV secolo, e che da molti fu
si il divino ufficio, se si consideri general- creduto il Papa s. Clemente del g3 e I

mente come un tributo di lodi al Signo- discepolo di s. Pietro, espressamente dice


re, e un ricorso filiale a lui di preghiere ne! can. 4) 'ib. 8: Precationcs facile Ma-
ne'comuni e particolari bisogni, proviene ne, hora Tertia, Sexta, NonayCt Ve- et
dalla voce stessa della natura, che ogni spera, atque ad galli cantimi j che com-
nomo vi s'indirizzi, ed abbia anche a far- bina quasi perfettamente colla divisione
lo de' tempi e delle occasioni determina- dell'ore tempi
canoniche ricevute fino a'

te. Se poi l' idea si restringa a esercizio nostri. I monumenti trovano antichi si

particolare di ministero ecclesiastico, tro- lungamente riportati da Tomassini, De


vasi che proviene dalla natura medesima i'etcr. Eecl. disciplina^ part. i , lib. 2,

delle cose, che i ministri della Chiesa se- cap. 7 I a 88. Non furono dunque se non
parati dalle sollecitudini secolaresche, e che mutazioni accidentarie, e di miglior
chiamati alla sorte particolare delSigno- forma e più fissa, quelle che ss. Ponte- i

re, debbano avere speciale e distinto tem- fici fecero all'uffizio divino, e principal-
po assegnato alla preghiera e alle lodi di- mente da quelli che vado a ricordare,
sine, a oggetto di perpetuare Sacerdo-
il con diverse lodevoli e legittime mutazio-
zio del divino mediatore di Dio e degli ni, d'aggiunte e di accorciamenti. Papa
uomini Cristo Gesù, il quale pel loro mi- s.Ponziano del 2 33 die migliore regola-
nistero offre continuamente al divin Pa- mento al canto de Sai/ni nella chiesa s\
dre se stesso, e sempre vive intercedendo di giorno che di notte. Papa s. Damaso I
per essi e per noi. In fatti troviamo fin del 367 confermò l'uso introdotto nelToc-
dall'origine del nome cristiano passala a cidente del canto de'salmi a due cori al-
noi dall'antica Chiesa la lodevole istitu- ternativamente, introduzione che s'attri-

zione di pregare in certi tempi determi- buisce a s. Ambrogio col canto detto ///«-
nati di ciascun giorno 5 e così negli Act,, brosiano [J .), e ordinò il più fre(|uente
cap. 5, si legge che gli apostoli s. Pietro e canto (.\eWAlleluja, ed altro a vantaggio
s. Giovanni ascendebant in Teinpliuii della forma del divino uffizio. Per questa
ad horavi orationis Nonain: e di s. Pie- fece di più s. Gelasio I del 492 col suo ce-
tro più sotto al capao dicesi, che ascen- lebre Sagramentario {/ .), anzi vuoisi
dit in supcriora^ ut orare t circa horain introduttore delle Collette. A Papa Vi-
Sextaw. Anche della preghiera a mezza- gilio del 540 si attribuiscono i Capitoli
notte si ha menzione negli stessi Atti Apo- per l'ore canoniche. Di Pelagio I, che gli

stolici nel cap. i 6 : Media nocte Paulns, successe nel 5'j'), dicesi che cotnatulò agli
tt Silas orantes laudahnnt Z>cr/7;?. Del- ecclesiastici il recitare 1' uffizio divino;
le quali e altre divisioni di tempo, fame- ciò che sotto pena di colpa grave Pela-
moria spesso ne' salmi il santo profeta gio Il del 578, gli obbligò a recitarlo ogni
Davidde, quando dice del mattino: /«/1/rt- giorno, per cui s. Gregorio I che gli suc-
tntinis nicdilaìmr in te ; e Media nocte cesse nel Trju ridusse ad uttima forma il
surgcham ad confi tciuhini ed anche //Y'/y divino uffizio. In fatti istituì la Scuciti
J^espcre et Mane et laudaboec, jìferitlie di Roma {^r.) pei- insegnarvi WCanloec-
e specialmente nel celebre passo del salmo clesiastico (/'.), per lui riformato e per-
I 18, che ha dato norma alla preghiera ciò dettoGregoriano, e di cui rijiarlai
ecclesiastica dell' uffizio divino : Septics anche a Musica SAGRA e articoli ril, itivi,
>n die laiidcrn dixi li/'i. Norma di cui si derivando dalla scuola di s. Gu:.;iJiiu I
U 1^^
F U F F aSj
ti ot;lcl)rc Cantori
collegio tle'cnppell.inl III del 7^7,, e la propagazione per lutto
Pn/ili/icìi [J .). Si cecile da nlctmi, che il regno al fralellos. Paolo l,(;hc nel 7^7
pelt." s, Gregorio 1 introdusse in Fran- gli.succcsse.Ma prevalendo ancora il cnnlo
cia il canto romano ne' divini ufllzi. Sul- Gallicano, Papa Adriano nel 790 circa, I

la musica religiosa, eziandio strumentale a richiesta di Carlo Magno,niandòitd''ran


e deirO/'g-rt«o(^.),imbastardila e amal- eia Teodoro e Benedetto cogli antifonari
gamata con riprovevoli profanila, con com[)ostida s. Gregorio I. Il p. Lambillot-
quella cioè del Tealro, in quest'articolo techiama Pietro e romano due sperlissi*
tornai a deplorare il pregiudizievole e- mi cantori della romana chiesa, inviali
normeabusojchedeturpa i Dìk'Ì ni Uffizi, da Adriano ad istanza di Carlo Magno
I

ed a ricordare contro gli esecutori e altresì a Metz, per ristorare l'accuratezza e l'u-
contro superiori delle chiese che non l'im-
i niformità del canto ecclesiastico ne'divini
pediscono le censure e le pene ecclesia- tanto nella Francia che nella (ìer-
uffizi,

xtieheche incorrono, pel gravissimo scan- mania, con due copie fedelissime doU'an-
tlaloemale che ne deriva, osandosi da al- tifonario di s. Gregorio I; e che Pioinano
cuno una Roma ancora di cambiare il
in infermatosi nella S^'izzera restò nel mo-
Tempio (l,) di Dio e la sua casa in luo- nastero di s. Gallo con uno di delli anti-
go profano e teatrale. Il canto Gregoriano Ibnari, ad insegnare le sagre melodie a'
attuale si dice dagl' intelligenti devialo monaci, mentre coU'altro antifonario Pie-
alquanto da quella dignità e maestà, da tro proseguì il viaggio per Metz. Sebbene
quella purezza e quasi soavità celeste di Carlo Magno ordinò che il canto rotnano
melodie, onde l'avea informato quel Pon- si stabilisse in tutte le chiese di Francia,
tefice che si meritò il titolo di 3Iagno, vi fiu'ono delle chiese che solo l'adotta-
anche in questo supernamente inspiralo rono in parte, e lo mescolarono col loro
nel regolare il canto della Chiesa. Inol- gallicano.A S.Leone IVe neir85o si attri-
tre s. I compose anch' egli un
Gregorio buisce peli. ° l'avere innalzalo la Torre
celebre Sagramenfario (/^.), inculcò la Campanaria [y.), perchè meglio si udis-

celebrazione delle Litanie Maggiori {J\) se il suono delle Campane [y.), col rpiale
nella fi;sla di s. Marco, ed introdusse nel s'invita il popolo all'assistenza de' divini

principio delle ore canoniche il vei setto, uffizi e si accompagna la celebrazione di


Deus adjutorium nicum intenilc[f^.),
in questi. Altri voglionocheil i "Campanile
col Gloria Patri (F.) j ordinando an- (F.) lo abbia fatto edificare s. Paolino di
cora, che dalla Settuagesima (ino alla Nola che volò al cielo nel 43 f.. ed a cui
Pas(jua non si dicesse l'antifotia ^^//e- alcuni attribuiscono l'introduzione delle
/»7(i! (T^'i). Papa S.Vitaliano del 657 """ campane per uso degli uffizi divini. Ne'

solamente stabilì nelle chiese VOrgano, primi tempi della Chiesa si vuole che i

ma Francia Giovanni cantore


inviò in fedeli fosserochiamati a'ilivini uffizi da'
romano, per restaurarvi il canto Grego- Cursori (/ .). Altri sostengono che fjssero
riano; e s. Agatoucdel 678 mandò canto- avvisati dal suono d'un legno, quauilo e-
ri in Inghilterra, acciocché insegnassero rano nascosi per le grotte, cioè in tempo
al clero il canto romano pe'divini uftl/i. delle persecuzioni. Il Benedettino Walfri-
lu Roma ne curò poi il regolamento s. doSUahoae,DeO[ficiis dii'inis,ìnuva che
Leone 682. Papa
II del s.Gregorio IH i primitivi cristiani erano mossi da in-
nel 73g ordinò a'monaci di Monte Cassi- terno impulso, onde portarsi a un tempo
no il i-eoitare, oltre l'uffizio divino, quel- nel luogo ove nascostamente celebravansi
lo della B. Vergine. Altri prelendoiio che i divini uffizi, nelle Cataco/nl>e, ne Cinti-
lostabiliraento del canto romano in Fran- feri, presso le Sepolture (/^.). La Chiesa
cia si debba alle cfu-e diStefijnoll detto greca anche neh' Vili secolo usava balte-
VOL. LXXXII. '9
?.ijo u y F UFF
le mia Invola di legno per cliiatuare il po- festa, f) salmi e c) lozioni; non facendosi ds

polo a' sugi i uffizi. Dell'isli lunt-nlo usato qualche festa, ma feriale,! 2 salmi e 3 le-

ora dalla Chiesa, iti campane,


vece delle zioni; nelle domeniche
9 lezio- 1 ì^ salmi e

negli idliiui 3 giorni della Settimana san- ni. Gregorio


Narrai nella biografia di s,

ta iiparliti nel voi. LIV, p. 3 12. Adriano / //, che avendolo BenedeltoXII ascrit- I

Il deir.S67 pel 1
." concesse alla Moravia to nel novero de'sanli, ordinando l'inser-
(/'.), che negli uffizi divini facesse uso del- zione de'piopri uffizi e messa nel brevia-
la lingua slava, pe'moravi volgare, ossia rio e messale romano, quindi con 3 brevi

della AA/^i'o7»V<- (/"'.). L'ignoranza gene- pontificii annullò e condannò le pastorali

lale giunse a tal segno nel rozzo e ferreo ili 3 vescovi e le ordinazioni d'alcuni ma-
secolo X, the coniunenienle vescovi in- i gistrati secolari, contro l'estensione di que-
terrogavano Piid, se sa[)evano legger
i
sl'uHìzio a tutta la Chiesa, perdi''; nelle le-

l)ene e se intendevjinu l'uffi/io divino. A- zioni vi è il compendio di sua eroica vita;

les5.andro li delio6i,in luogo del can- dichiarando Benedetto XIII che un ve-
tilo JUeluja, surrogò le parole Laus tibi scovo non può proscrivere ciò che laChie-
Domine Rex oetcrnae glorine {V.), nel sa romana stabilisce, anche negli uffizi

jiincipiodi ciasciin'ora canonica, comin- divini che ingiunge alle altre. Papa Ur-
tiaudo dalla Selluagesiina fino a Pasqua; bano Il nelioq5 ordinò a' preti la recita
vielò nella Spagna (f.) l'ulfizio Moza- dell'uffizio della B. Vergine nel Sabato
rahico [T'.). ed inviò in quella regione (/^ .), a lei pai licolarmente consagrato, nel
per sop|)rinierlo e sostituirvi i divini uf- concilio di Clermont, ove approvò lo stes-

fizi secondo riti della Chiesa romana, il


i
so uffizio e fu promulgata lai.* Crociata
cardinal Ugo Bianeo legato apostolico ; (F.), pel felice suo esito, e tosto la divo-
ed il successore s. Gregorio VII ottenne zione di recitarlo si propagò a'secolari di

dal re di Leon Alfonso VI l'inlroduzione ambo i sessi, colla concessione di parec-


in essa del rito limano ma per memoria ; chie indulgenze, corae attestano Piadolfo
dell'antichità restò il rito mozarabico in Tungrense, quasi coevo, Prop.io De Ca-
alcune chiese di Toledo {f ). Riferisce il nonum observaiitia, cap. ic^,in Bibliotli.
I\lagri, che il concilio Toletano IV ordinò PP. p.477i e Labbé, Coneilior., \.
I.i8,
a s. Isidoro, peritissimo nelle cose eccle- 10, p. Siy. Papa Gregorio IX nel i238
siastiche, che componesse l'uffizio lìloza- ordinò, che terminali vesperi, ogni ve- i

raho o Monzaral'O o Mozzarabo, voce nertri si cantasse 1' antifona Salve liegi-

corrotta, dovendosi chiamare Mixtara- na (^ .); e che dopo la compieta si canla.s-

buNi, perchè molli cristiani allora, dopo se r altra antifona, Beata. Dei genitrix
la cacciala de'saraceni da una parte della i)/<^.'r/V7, seguita dall'orazione. Deus qui

Spagna, vi vcano tra gli arabi; o foise sarà {le B. Bfariae. Di piìi Gregorio IX riunì

meglio il dire, ilopo l'espulsione de'piin- allaChiesa latina gli Armeni, de'qiiali ap-
ti|»ispagnuoli, i cittadini viveano tra'con- provò le ragionevoli consuetudini ch'essi
(jnislatori saracenich'erano arabi. Dipoi praticavano nella celebrazione degli uRì-
meglio ne riparlerò. ]'^ celebralo s. Grego- zi divini fino da' tempi di s. Silvestro \.

rio VII per rifoi malore dell'uffizio divi- Papa Innocenzo IV nel i 254 ordinò che i
no dagli abuM iulroilolli, vale a dire gli Sacerdoti non celebrassero la messa, sen-
die miglior fìirma riiiiistiiiando I anterio- za aver prima recitato il matlulino, col
re. Pertanto determinò the nell'uffizio di- dispo>lonell'/'.'/;/vMo ei adOttonecar- 1

vino si secondo l'antico costu-


recitassero, diuale Tusculano presso Labbé, Coiieil.,
me, 3 salmi e 3 lezioni nelle settimane t.r i,p. Gi3e6i4. Colla bolla .W- Ca-
della Pasqua e tii Pentecoste; che nel ri- ///(///<Y7r, de'6 marzoi 254, Bidl. Hoin.^
manente dell'anno facendosi di qualche t. 3, p. 340, definì gli articoli circa i riti
-

UFF UFK ...,,

(\e Greci, rigiiaidanli ancora i divini tif- cato in Trento. Ma nel ileclinar deli 7(57
fizi. Col variare de' tempi s' inlrodinsero morendo Pio IV, anch'esso non potè ve-
liti e consiielndini diderenli nell'(d1ìzio derne il compimento. Questa gloria toccò
divino antico, onde nacquero le diversità al successore s. Pio V, d rniaie coll'oper.»
di cui buon nunieioancora restano nell'iif- di uomini dottissimi perfezionò il l.ivoro,
fìllio divino di alcuni Monaci e Religiosi, corresse e regolò l'iinizio divino, coron.in-
i\t\VAiiihiosiaìio, Grccn^Arinciio, I\ìa- do cos'i la fatica di tanti padri e de' suoi
rollilo, Siro, Grcco-3/clcIiila, Rulcim, predecessori, '^enza partirsi nella sostanza
Illirico, I\Joznral>ico,ei\aìh\ di cui parlai dagli antichi breviari dclleprincipali cliie-
a'Ioro articoli, però ognuno essendo tenu- se di Roma e dagli esistenti nella hihliole-
to a recitare l'uffizio della sna chiesa me- ca Vaticana, abrogando ogni altra sorte
troiiolilana. Con tale licenza ciascun ve- d'uffizio che non avesse -^soo anni di con
scovo, senza il consenso del Soiiimo Pon- suetudine, e comandando a tutte le chiedo
teflce, si formava da se l'uffiziu pai ticola- l'osservanza del solo rito romano. Allt;
re a modo suo. Altre persone se l'abbre- chiese poi che di più di ?.oo anni prima
viavano da loro, altri se lo commutavano legittimamente erano in possesso del pio-
in altri modi, e moltissimi si servivano di piio uffizio, lasciò la libertà di continuarlo
un più comodo breviario, composto dal ad osservare, ed alcune se ne prevalsero,
celebie cardinal Quignonc.v [f\),$\ampa- ritenendogli antichi eapprovali loro bie-
lo in Roma nel i 536, e sul piano di questo viari. Quindi restarono in vigore gli iif-
breviario fu fililo in particolare quello di fizi Patriarchino (V Atinilcia, Ainhro-
Francia, tranne nel tempo Pasquale. Da siano^ Mozaraho, Gallicano, e quelli
lutto questo derivò una somma confusio- d'alcuni ordini religiosi, come de'francc-
iie del pubblico culto divino, una grande .vr^/z/, ch'era stato approvato da Gregorio
ignoranza de' sagri riti nella più parte IX. Il capitolo della patriarcale basilica
del clero, ed uno scandalo assai grave ne* Vaticana ritenue l'uso dell'aulico brevia-
fedeli.A tanta licenza volle porre un fre- rio, con approvazione dello stesso s. l^o

no il zelante Paolo IV con riduilo alla V, eh' ebbe piacere di veder conservili;»
forma dell'antico breviario, sopprimendo anche nella capitale del cristianesimo la
l'introdotto più breve del cardinal Qui- salmodia secondo l'antica versione itida,
gnones; ma siccome da se solo e in età ot- che tli^lingue princi()almente il breviario
tuaginaria ne faceva la grave fatica, non di detto capitolo, il tutto s. Pio V presciis-
polè terminarla sorpreso dalla moite nel se colla bolla ()!tor/ a nohis, de' 9 luglio
I 559. Il successore Pio IV avendo fatto 1 568, Bull. Roni,,\. 4, par. 3, p.^?.: Brc-
riprendere la continuazione del concilio Romani, ad psallenduni Horat
viarii
di Trento, a questo commise l'emenda Canonicas ex decreto sacri, et Occiinic-
del breviario. Il sagro concilio nella sess. nici concilii Tridentini restituii apprn-
Re forni., deputò alcuni padri del
1 5 de balio, cuni prohiìiitione i/siis alioruni
medesimo all'esame de'diversi breviarij Breviarioriun,praeter(niaina iir'nnac^'a
acciò se ne fissasse una correzione comune, inslitntione ordinisa Sede Apostolica,
Ma terminatosi il concilio senz'essersi vel a consuetudine supra annos dnccn-
compila l'opera, il concilio medésimo de- inni approha forum. In ossequio poi a s.
cretò cheil proseguimento degli esami e Tommaso d' Arpiino, già religioso lumi-
tutto il lavoro fòsse rimesso al Sommo naredel suo ordine domenicano, colla boi-
Pontefice: ut ej'u'! judicio, alque auctori- la Licei Ecclesia, de' 8 dicembre i 570, i

tale teriniiietnr, atque evulgetur. Allora BulL cit. p.39, permise a'canonici rego-
i

Pio IV chiamò inRoma quegli stessi padri, lari Lateranensi di poter continuare a dire
che deputali dal concilio vi aveano fati- l'uffizio di s. Agostino, cogli inni e respoti-
59?. UFF UFF
sorii propri coniposli dallo slesso s. Tom- di proseguire per un anno ad osservnre il
Diaso e di cclcl)rarne la messa anclie in rito l'atriarchino, e quindi dovesse uniCoi-

hìoìiio di domenica, e di fare ancora gli niarsi al romano, seguilo da tulla la pro-

i>njzide's:mli dell'ordine loioagosliniano, vincia ecclesiastica d' Aquileia. Questa


secondo l'anlico rito de'medesimi. Egual- dimqueè l'epoca precisa, in cui la chiesa
inenles. Pio V per mezzo di uomini itisi- d'Aquileia abolì il suo aulicliissimo rilo,

gni corresse e regolò l'uflizio tlella B. Ver- per abbracciare il romano, con dioliiara-

gine Maria, facendolo ptugare da molle zione e approvazione formale de' vescovi
cose superflue, aggiuntevi arbilrariameu- comprovinciali. Poi dirò degli unici /lin-
le dagli stampatori, e in tal guisa corretto hrosiano, lìlozarabo e Gallicano. Cle-
Jofecestantparea Roma, vietandol'uso di mente Vili con ulteriore diligenza fece
qualunque altra impressione a quella non nuovamente esaminare ed emendare l'uf-

tonforme, massimamente in volgare. Per fl/.iodivinodel breviario roraano,corretto


jncilare poi fedeli a recitare ogni giorno
i e autorizzato da s. Pio V, non cheristauì-
Jo slesso uffizio della IlJailoiina, concesse pare dalla stamperia Vaticana, ed a tal
loro varie indulgenze, e ingiunse a' vesco- elfelto pubblicò la bolla Ciun in Ecclesia,
vi e predicatori d'inculcare a'popoli que- de' i o maggio 602, 5ri//.
i /lo;;?., t. 5, par.
f'ia divozione, dopo averli avvertili della 2, p.422. Finalmente Urbano Vili, vo-
proibizione di detti ulllzi volgari, onde poi ieudo sempre più rendere perfetta, per
se ne fu permessa l'impressione, fu esegui- quanto tali cose lo ponno comportare, la
ta col testo latino a fronte. Tali disposi- correzione del breviario per recitare l'uf-

zioni Vernano colla bolla Superni


s. Pio flzio divino, prese in nuova rivista leanle-
Omnipotens, dell' marzo iSy i, Ball, i i riori edizioni de' suoi predecessori, ne e-
cit. p. 1 53. Indi colla bolla Ex proxinio mendò molli luoghi, fece ritoccare gl'inni
Lateranen., de'20 settembre Sy ì,Bull. 1 secondo le regole del metro latino, ridus-
cit.p. 179,5. Pio V privòdelle rendile de* se l'interpunzione de'salmi e de'cantici a
benefizi ecclesiastici chiunque lasciasse di forma della Follata, e fece collazionare
dire l'uffizio divino, li obbligò a recitar e correggere sopra gli antichi mss., i ser-
quello della 13. Vergine, e volle, che tan- moni, le omelie e le lezioni, che si trovano
te volte, quante mancassero all' adempì- nel breviario, com'egli medesimo attesta
mento dell'obbligo loro ingiunto, perdes- nella sua costituzione Divinant P.sabno-
sero frutti delle stesse Pensioni ecclesia-
i (iianì,òt7. 5 gennaio 63 Lo fece ristam- 1 1 .

stichc. Il patriarca d'Aquileia Francesco pare Roma, richiamaudo in vigore le


in

barbaro nell'ottobre 5g6 celebrò il 1 sino- prescrizioni di ClementeVI II sulle ristam-


do provinciale in Udine (nel quale arti- pedi tutto quello che ha origine da'bre-
colo riportai la serie de'patriarchi Aquile- viari, come sono i diurni, i messali, gli uf-

iesi), Ira le altre cose fu trattala l' osser- fizi minori della B. Vergine, della Selli-
\anza del rito romano, che da lungo lem- mana santa, de'fedeli defunti, ed altri di

pò e dal decrelodi s. Pio V erasi introdot- questo genere. Secondo (piesl'ultima cor-
to nella chiesa Aquileiese, iù luogo del- rezione d'Urbano Vili, noi abbiamo tut-
r antichissimo suo, che nominavasi Pa- loia il Breviario romano di uso genera-
triarchino, e ad onta di qualche opposi- lissimo nella Chiesa; il quale quanto esal-
2Ìone del suilraganeo vescovo di Como, tameute rimanesse emendato, lo provano
perchè nella sua diocesi continuava ad ad evidenza le stesse cavillazioni,che ne,.;li
osservarsi, anzi era stalo riformato dal ultimi tempi dì vertigine a noi vicini, gli
predecessore Gio. Antonio de Volpe, col- furono mosse contro. Qualche titolo d'o-
l'autorità e conferma della s. Sede. Laon- nielia da cambiare, qualche piccolo fatto
de il sinodo concesse alla diocesi di Couio nelle lezioni, che oou regge alle ulliiue
U F F U FF 293
scoperte della critica, qualche espressio- Benedetto XIV colla costituzione^mi^'t-
ne di meno purgalissitna latiiiilà, suiio /^z/vv/i, de'3 1 agosto 74*), />«//.
1 Ih-iLcil,
le grandi obbiezioni che si fecero alla cor- XI P\ 1. 5^9, lodò e confermò alcuni
1 , p.
reziorie romana, quasi impossibili a evi- decreti del cardinale Alineyda patriarci
tarsi ne'tempi, ue'({uali fu fatta, che nulla di Lisbona, co'quali (juel zelante prelatn
interessano la vera religionee la soda pie- tolse diversi abusi f\i\\ [xjpolo inlroilotli
là, echea volere ora nuovamente purga- nella celebrazione de' niisleri più sacri e
re,non sarebbe altro, che con la grandis- più teneri di nostra Redenzione, avendi»
sima pena d'un cambiamento di tanti e- inoltre proibito chesi facessero gli nWvX

semplari, acquistarsi un tenuissinio frut- della Settimana Santa [T.) di nolte, nel
lo. Osserva il dotto mg.' Marchetti. » E qual tempo il popolo si portava da nmn-
peròse penseremo piìi, che non alleinu- giare nelle chiese, e perciò volle che si
tili e interminabili dispute, all'edificazio- chiudessero a aie 2\. Mentre [)er degni
necomune, alla pace delle chicNe, alla do- rispetti fu costretta la Chiesa a proibire
cililà dell'ubbidienza e al rispetto dovuto le vigilie notturne, ohe oggidì solamente si

all'autorità della Chiesa nostra madre e praticano da alcune comunità religiose;


maestra, noi avremo sicuramente di che da questa imiversale proibizione resiò
restar contenti nella forma di preghiera sempreesclusa la vigilia del s. iVr«^^i/('(/
^),
ecclesiastica, ch'essa ci propone, e vi tro- osservandosi in essa non solamente il di-
veremo tutto il pascolodella saula e vera giuiio, ma eziandio l'antica costumiuzii
divozione e pietà. Loqitìnmr noiiin do- di vegliar nella chiesa, recitaisi i diviiiii

ctìs humanac sapiciitiac vcrbis^ scd in iilìizi, e celebrarsi dopo la mezza nolte li
<^/orf/-//;/7 Ay;//77».<r, dicea l'Apostolo,! Cor. messa, ed in molli luoghi venerarsi il s,

\ ,\\. Un s. Carlo Borromeo, un s. Frati- Prcscp'tn. Altrettanto in Roma celebia il

Cesco di Sales, un s. Vincenzo de Paoli, Sommo Pontehoe o nella CapiM'lla pn/i-


un s. Camillo, un s. Giusep^ie da Coper- lifìcia, o nella patriarcale basilica Libe-
tino, e tanti altri luminari della Chiesa, vi riana, dove si venerano le reli<|uie dclUi
seppero trovare in pace un [lascolo sala- Nativitàe infanz!adelSalvalore,(lellcqiia-
tare del loro spirilo, edun mezzo distinto li riparlai ne'vol.LXXl V,p.2y,e LWI Y,
della loro eroica santità. Se noi faremo p. 182. Quantunque a'tempi nostri sia m
altrettanto, non avremo di che dolerci al tanto deploi abile decadenza la fede viva o
tribunale di Dio di nostra poco squisita tanto intiepiilito il fervore della crisliaiii
eruilizione. Chi cammina nella grande pinta, iioudiineiio come nel cuor di tulli
strada segnatagli dalla Chiesa, setnpre è infonde letizia la ricorrenza del s. Natale,
sicuro ". Aggiinigerò che tale era la di- così moltissimi sono pure que' cristiani
•vozionedi Gregorio XIV per l'ullizio di- che acconono nella sagratissima notte ad
vino e della B. Vergine, che ogni giorno assistere a'divini udlzi. [guari però molti
lo diceva genuflesso. Quando fu eletto eie- del sagro idioma della liturgia, non solo
mente Vili, nel cambiarsi le vesti caidi- penetrar non ponoo nellospiritodiqtielle
naiizie colle ponlificie, si ricordò che nella sante preghiere che formano il suouffi-
sottana delle prime eravi la corona e l'uf- zio, ma nemmeno ne intendono il signifì-

iizio della Madonna, onde subito ordinò calo. 11 dotto, pio e zelante arcivescovo
che si conservassero quegl' istromenti di di Bari mg.' Michele Basilio Claii basi-
sua divozione. Anche Clemente XI reci- liano e romano, sopperì alla mancanza di
lava setnpre l'uffizio divino in ginocchio- accurata traduzione deirUffizio, eseguen-
ni, ad onta de' suoi incomodi: morì nel dola con quella scienza e divozione che si

giornosagroas.Giusep[)e, di cuiavea com- i»nìmira nelle sue opere (fra le quali: La


po&to l'uflìziu che usa la Chiesa. jHo^oJia santa. Oinclic in 3 lomi; Lcc
294 UFF UFF
filosofia c.risliaiui dcUti iiwiilvc dclciio- deie, di amare e ili lodare incessantemen-
/•(.', in 4 loiiii; Lo sjniiio del sacerdozio) te Dio per tutta la beata eternità. Ora poi
e con eriKlili>>i.iii)e uote, slampanJola in sintantu che siamo sopra questa mi!>era
Bari nel 1834 con questo titolo: Uffìzio terra, non possiamo vivere senza trava-
(Iella Nati\iLà del Signore con la ver- gliare ed occuparci circa moltissime cose ;

sione iu/liana e con annotazioni litur- medesimo ne ha dato Dio co-


e di questo
giche, teologiche e morali. La solennità mandamento, e lo ha imposto in pena di
del s. Natale, dopo la s. Pasqua di fisur- antica colpa; si contenta egli di riserbarsi
lezione, fu riputala la 1," nella Chiesa di alcuni gioini e alcuni tempi, che siano ve-
Dio, e siccome la sua sellimana era tenu- ramente per lui, ma nello slesso tempo
ta una delle 3 più solenni dell'anno, cioè ancora per noi: poiché nella santificazio-
l'iisquiie Pentecoste le altre, in cui ide- ne di questi tempi, mediante priucipal-
bitori erano esenti dall'obbligo di pagar i tnente i divini ufìizi, avendo in mira la

loro ciediloii,peiciò sichiaoìò Hehdoina- santificazione nostra, vuole che negli ono-
da ncmissio/iis, IJÌizio delle Tenebre ri suoi troviamo il bene nostro. A tale ef-

(/ .) ouotlui no si chiama quello degli ul- fetto la s. Chiesa per tenere sempre viva
timi 3 giorni della settimana santa, per- la nostra fede, ed in esercizio la nostra pie-
chè si recitava anticamente nella notte di saggiamente
tà, co'divini uffizi regola così

tali giorni. Dessa è denominata per eccel- il giro dell'anno, che or questo, or quel-

lenza Jlehdoìnada iMajur, perchè in essa l'altro mistero ci propone da celebrare ;

hi rinnova la J^assioue di Gesù Ciisto, ov- e così passano nel culto di Dio religiosa-
vero perchè l'ufìizio divino è piìi lungo, mente giorni di questa vita mortale, e
i

u per la rigorosa astinenza del Digiuno sempre un qualche grande oggetto di re-
de'crisliani antichi. Per debito di giusti- ligione tiene occupata la nostra mente e
zia e per moli vo di leligionc, laChesaha il nostro spirito. Tra questi tempi più i

coiisagrato vaiie pai ti dell'anno colla me- o>servabili e santi sono quelli, che desti-
moria ili quegli alti mislei i, che sono l'og- nati sono a celebrare i ministeri della7^iy-
gel lo di nostra fede e il fondan)enlo delle sioiie e Risurrezione di Gesù Cristo, la
nostre speranze, e li celebra cogli uffizi Settimana Santa col suo uffizio commo-
ilivini. i^ino dal tempo degli Apostoli vi di compunzione, cui segue l'uffì-
vente e
erano de'giorni più solenni, ne'quali fe- i zio Pasquale d' allegrezza e di gioia reli-
deli uniti pili di .spirilo, che di persona^ si giosa. Ad agevolarne l'intelligenza, il dot-
aJiinaviino insieme per celebrai li. Senza to sacerdote Alessandro jMazzinelli pub-
«juesto. Gesù Cristo, e quella, che per lui blicò 1' Lfjizio della Sellimana Santa^
abbiamo, salute e redenzione, l'acijmente colle rubriche volgari, gli argomenti de'
vcriebbeio dimenticali; quando gli alti salmi, la spiegazione delle ceremonie e
misteri di nosira avventurosa salute eterr misterijC con osservazioni e riflessioni di-
Ila e redenzione, non solainenle non van- vote e piene di unzione. Abbiamo pure.
no diiiienlicati, ma dovrebbeio tenere Uffìzio della Settimana Santa colle ru-
Iontinuamente occupata la mente del cri- briche e sjjiegazioìditaliaiu' del Mazzi-
stiano. Tanto quaggiù non ci consente la nelli e la ver. sione italiana di mg.'' jMar-
liacchezza di nostra natura, uè i bisogni tini, Lucca 84^- Per la chiesa Ambrosia-
1

di nostra vi la, benciiè ridotti a termini di na si ha O/Jìciatiira della Settimana


giusta moilerazionc, il ptimeltono. Solo Santa illustrata da cenid istoiico-litur-
nel cicloavremo tanto di furza e di luogo, Milano 82
g/</, L'Uj/izifi ilella lì.
I I .

poiiiiè mancando tutte le necessitile ces- /ergine Maria, ilice il vescovo Bronzuo-
.saiido tutte le altre occupazioni, non <i- li noli' Istituzioni cattoliche, p. 92, che
vicmo altra occupazione che quella digo- il a le approvale orazioni, le più celebri e
U F F U F F 297
slimabili sono l'Uffizio i\ello pan'o, ed il slralore degli antichi libri rituali della
fìosario (Z^.)- Le preci orarie di IVIaria chiesa ronjann) lo trovò nel Sagraineu
VerginCjdetle coninuementer'^/7/:;/o p,}r- tario di s. Gregorio I, della }fìssa in in -

vo de/ la iVadoufu/, sono una pratica di neratione s. Mariae, probabilmente pul


divozione eccellentissima, sì per l'anlichi- Sahato^F.). Il Lancellotti fa autore del-
là sua, sì per l'uso comune clie se ne fìi l' uffizio di iMaria Vergine il dottore s.

nella Chiesa, Credesi che istituisse cpicsto Agostino. Il VVichmansallerma che fin
uffizio s. Gregorio II circa il jio; è però (la'tempi degli Apostoli era in uso il re-
certo che Znccaria Papa nel 174 'coman-
s. citarsi detto uffizio, quale costume pe-
il

dò a'nionati benedellini di reciturlo ogni rò, dice il Ivolwener, appresso Ialini fu i

giorno, e di sopra riportai col lVovaes,che introdotto das. Ildefunso, eap()ressoi gre-
s. (iregorio III ne ingiunse la recita a qua* ci da s. Giovaiuii Damasceno.
Non è dun-
di INIoiite Cassino, e che Urbano II impo- que nolo veramente ne sia stato l'au-
chi
se lo stesso obbligo agli ecclesiastici nel tore, conclude il p. Antonio de Macedo,
tempo della famosa Crocialn da lui pro- nella sua opera Divi Tntelares Orìds
:

mulgata, per la TerraSan-


liberazione di Chrisliani, p. 17, con soggiungere, che
ia, che ora facendo parte della Turchia il precetto ti' Uibano il che tutti i preti
ivi ne riparlai. Si attribuisce al dottore s. dovessero recitare ancora 1' uHizio della
Pier Damiani 1' averlo propagato e reso ss. Vergine, o non fu con uso comiuie ri-,
quasi comune. INIaciò che lo rende più cevuto, o col decorso del tempo uiaiicò a
stiuialìile è che la Chiesa, la quale è sem- poco a poco. Il IMagri atlribuisce l'intro-
pre illuminata e assistita dallo Spirito duzione dell'udlzio della B. Vergine a s.
Santo, anche quando dirige e ordina la Pier Damiani, \\ quale ordinò a'suoi mo-
pubblica preghiera, ha foi malo una par- naci il recitassero giornalmente in coro,
tedi essa con quest'ufllzio, tanto fra'Ialini, oltre le ore canoniche. Si lamenlòun mo-
quanto fra"greci. Il Dionzuoli aggiunge, naco di questo nuovo peso, e tanto fece
che sarebbe desiderabile, che fedeli se i cogli altri, che determinarono di Insciar-
non ne potessero fare una pratica quotidia- lo ; ma vedendo poi gravissimi flagelli i

na, lo recitassero almeiìo in lutti i giorni fe- dalla mano di Dio scaricali sul mona-
stivi. Questosi piatica òa Sodalizi,av\c\\e stero, pentiti ripigliaiono l'uso tralascia-
da quelli delle Unh'ersità artistiche, e to, il quale fu poscia abbraccialo dal clero
dalle pie Congregazioni, neWe loro chie- per ordine d' Urbano II nel sinodo di
se o oralorii. Che s. Fier Damiani fosse Clermont,per ottenere l'intercessione fa-
l'autore dell' uffizio della Madonna, os- vorevole della B. Vergine nelle comuni
serva Novaes, l'alferma il cardinal Baro- calamità di quel tempo, nel quale il Papa
nie ne'suoi Annali ecclesiastici aWauiìo avea ordinato la predicazione della sagra
io56, ma il Canisio, lo Spinelli, il Rolwe- guerra della Crociata pel ricupero dei
ner, col p. Teofdo Raynaud nel t. \
'/,[> Luoglii SanWiW Palestina. Vedasi il Sar-
35i disue Opere, avvertono che piullo- nelli,l. 2, leti, tempo la solenne
g: Li qiial
slo si deve dire reslautatore che invento- penitenza canonica cominciasse a com-
re. Il principio della recita di quest'uf- mutarsi colla sagra spedizione. Avver-
fizio l'attribuiscono alcuni a s. Giovanni te però lo stesso Magri, che s. Pier Damia-

Damasceno, altri a s. Ildefonso arcive- ni fu solo ristoratore di quest'ufficio e non


scovo di Toledo, che nel comporlo asse- già il I. "istitutore, perchè 3oo anni prima
gnò <) lezioni ad ogni Sabato, ossequio si recitava non solauiente da' greci, ma
denominalo s. JMariain Sabb a tho. WUo da'lalini, onile \\ Belluacense nello Sper.
ossequio verso la B. Vergine, il b. cardi- his(. lib. I
7, cap. io3, scrive di s. Gio. D.i-
nal Tommasi (il maggiore editore e illu- niasccno padre gi-eco, che fiorì uel 728,
296 UFF U F F
le stgiieiili Tìrgìntnn
parole : Ri^i^iiuit e s. Ziiccariii ordinarono a' monaci cassì-

horcis (ino ti die sttuliosissiine dccanla- nesi di dire 1' iilìizio della B. Vergine, e
Imiil. Anzi il medesimo s. Pier Dan)iani Pietro Diacono di online, che visse nel
tal

nel Conirncnlo sopra le regole di Bene- s. secolo IX, riporta consuetudine osser-
!a

dellu mss. al cap. 64, fa menzione del- vala da'suoi monaci, in Rcg. s. Bencd. e.
l'uflizio della Vergine ordinato nella con- 64. Si può vedere il Mabillon, Praef. in
gregazione cassineseda Papa s. Zaccaria, saec. f^ ord, Bencd. n. 1 i 7,6 loStefanuc-
e riconosce per autore deirullizio Gre- s. ci 1. Parlando TArmellini dell'ingiun-
1 7.
gorio Il dely i5. Di più noia Magri, che zione a tulli chierici d'Urbano II, di re-
i

(piando in coro si remila l'uffizio della ss. citarlo ogni giorno, dice che s. Pio V tolse
Vergine si pospone in lulle l'ore, tran- tale obbligazione a' chierici che recitano
ne al maltulino; ma monaci 1 cisteiciensi r uffizio fuori del coro, e pel coro, se vi

e certosini sempre rante[)ongono, eccet- fosse la consuetudine di recitarlo, comau-


tuando la compieta in virtù d'una rive- dòche si conlinuasse. Tale Papa colla sun-
lazione nianifestata a' certosini, comeri- nominata bolla Q/^OfZ rt /ioA/.v, del 568, I

iorisce s. Pier Damiani nella Cronaca. concessea tutti fedeli 00 giorni d'indul-
i i

Corregge Magri ilSarnelli nel l. 5, lett. genza ogni volta, che obbligali reciteran-
17; Della origine e ilei progresso del- no divotamenle l'uffizio della B. Vergi-
l' L/// ciò Piccolo della Beatissima Tei'- ne, ne'giorni prescritti dalle rubriche de!
gìne Maria Madre di Dio. Imperocché lire vini io romano. A quelli poi che pei*

citando Commentari in-


Gavanlo ne'suoi loro divozione reciteranno il medesimo
torno al Breviario Bomano, sez. g,a(Iér- uffizio, accordò 5o giorni d' indulgenz;i
ma Sainelli, che il Commento mss. non colla bolla Superni Omnipotcnlis, del
è di s. Pier Damiani,
Paolo Diaco- ma di 1 ^7 e parimenti già ricordata. L'uflìzio
I

no, e non s. Gregorio


s. Gregorio 11, ma di Maria Vergine lia salmi e gl'inni per i

111 più probabilmente fu antoie dell'uf- tutto l'anno seinpre gli stessi, ma in alcu-
fizio, o certamente ne impose la recitazio- ne antifone o versetti, e nelle orazioni, le-
ne a' monaci cassinesi, il che confermò zioni e capìtoli si mula 3 volle, onde si di-

Papa s. Zaccaria. Che il monastero puni- ce che 3 sono gli uffizi della B. Vergine
to da Dio per aver tralascialo la recita da dirsi nel corso dell' anno. Il i.° viene
dell' ulllzio della Madonna, fu il Gamu- chiamalo B"ra l'yhino, perchè si dice nel-
gense a sollecitazione del cattivo monaco la maggior parte dell'anno; comincia dal-

(jozo. Conviene the s. Pier Damiani [tos- la compieta nel giorno della Parificazio-

sa avere riforn)ato e abbellito l'uffizio ne della B. /'ergine, e dura sino innanzi


«iella li. Vergine, e (acilmente d' oidine al ves|)ero del sabato avanti la i.'"' dome-
dis. Gregorio VII che riformò l'uffizio di- nica dell'Avvento, eccettualo il solo q\oV'
vino, e lo dichiara ilPiossi witW Jfistoiia di uo i\t\\',hìniinziazìone,uti\ (piale si dice
llmenna ,\yd\i'\i\ di s. l*ier Damiani. L'Ar- (piello dell'Avvenlo. Il ?..° comincia il ve-
mellini ilice chi; il Mazziiulli crede, che S[)ero del sabato avanti la 1." domenica
l'uffizio della Madonna abbia avuto origi- dell' Avvento, e dura sino innanzi al ve-
ne in Fi ancia nel monastero Gamugense, spero della vigilia del s. Natale. Il 3.° co-

ma egli ritiene piti mitica rorigine,citan -


mincia da (piesl'ulliino vespero, e dura si-
do come il ftlagri l'aulorilà di Vincenzo no innanzi alla compieta del giorno della
vescovo di Beau vais, e che nel monastero Purificazione. Iniminerabili sono l'edizio-
di (^rollaferrata si conservava l'uHlzio ms. ni dell'/ ///:/>>« flilla. B. f^crgine, per cui
Ili greco di s. Gio.Damasceno, come vuo- ricorderò sol(i alcuni voignrizzamenli col
le il Mai tene. De ani. mon. rìl. 1. 1, e. 1. tcslcj;i fir.nte. (VA'"'" di Malia Vergimi,
Bileristcautoriijchoi Papi s. Gregorio HI lra>portJlu dalla lingua latina nWitiditi-
L F F U F F 2(j7
IK/, VifiinaiG^G. Ufficio della B. Ver- tre orazioni ed eser<;izi di voli col lesto a
dine Mafia, de Diorti, dello Spirito rincontro. L'edizione di Napoli fu dedi-
Santo, e della *v. Croce, i Salmi pc/d- cala a Benedello XIV col titolo: Officio
teiiziali, con molte orazioni, italiano e Pentaglotton B. DIariae Uirginis, Nea-
latino, Koma 797 i per Luigi PereyoSal- poli 1751. Contiene gl'idiomi ebreo, gre-
vioiii. Uffìzio della D. f'eri^ine Maria co. Ialino, italiano, francese. La Biblio-
con V esposizione italiana di rng.r Gio, teca de' Volgarizzamenti spellanti allire-
Battista Fa.lentìiù, rivista da Bonaven- \iaiio, termina con quelli de'Setle Salmi
tura Passero da Nola, data, in luce da penitenziali, ed il lutto foiina un com-
Lelio Carlncei, Roma 1618. Qiiesl'ojiera plesso bibliografico interessantissimo. Se
ili mcjlla erudizione sagra e non coiiume ora mi leggesse il sommo Cancellieri, cer-
lì l'in venirsi, fu celebrata dall' Anoajaiii tamente mi direbbe Avete corrisposto :

nella l'ita di mg.r G. B. fa lenti/ti, Vi- alle mie replicate insinuazioni di studia-
terbo 1618. OJJizio della B. f ergine re la bibliografia. Ma io re[)liclieiei al
Maria con parafrasi di SaverioM/ittei, graiid'uomo, a me non
sempre dalo, co-
è
liuuìa i836. Uffizio della B. Porgine me a voi, di pubblicarne risultati, do- i

Maria, traduzione in terza rima nel se- vendomi per iopiìi limitarea cenni o poco
colo XI f, e recato a miglior lezione da altro, a seconda di quanto vado inseren-
F. Massi, Pioina 845. Uffizio della B.
1 do qua e là. Di altri uffizi particolari ilei-
l'ergine Maria, e de' Moiti, e Salmi pe- la B. Vergine parlai a'Ioro luoghi, come

nilenziali, Milano 1846. Il p. Calogerà, di quello della ss. Immacolata Concezio-


Opuscoli, l. 36, p. I 35, ripoita l'eiudilis- ne, ne'miei Cenni storici siìWìì inedesimii
liiina Biblioteca degli autori greci e la- per la definizione dogma lica,c!ie religiosa-
tini volgarizzati, che contiene la Bìhhia, mente scrissi e pubblicai nel voi. LXXIII,
il Testamento vecchio e nuovo, e le cose p. 4^; sublime prerogativa della Deipa-
spettanti al Diessale ed al Breviario. ra, cUe\\ Morcelli disse lalinamenle: f^ir'
(guanto a cpiest'uhiaio, pi ima si traila de' go Fitrix Sancta ab origine Immacu-
volgarizzan)enti de'Salmi, Lezioni, Can- lata: I). N. Diaria Immaculata: Diaria
tici f^olgarizzamenti della
e Inni; poi i\e Labis Nescia. L' Uffizio de Diorti, dal
B. 288. La ," edizione cli8
f'^crgine, a p. 1 IMorcelli dichiaralo, a f^esper. preces
ivi si rifcriice è questa. Officio della B. a cimi s sis piorum maniuni expiandis, di-
f" ergine Diaria ordinato cogli tre Offi- ce il Magri che sull'origine esuchilocom-
ci secondo l'ordine della Corte Roma- pose.di verse sono le opinioni, poiché alcu-
na, tradotto nella volgar lingua, revisto ni riconoscono per autore Origene, come
«' historiatoj aggiuntovi il modo di con- vuole Guglielmo Dtu'ando, riportando
fessarsi, e molte altre orazioni, Venezia l'autorilà di s. Agostino e di sJ Isidoro. Al-
per Domenico Zdioi 54'. Le altre edizio- tri fanno autore (anche di 4 l>l^''i ^^g'^
in di pKjina, F^irenze, Vienna, Lucca, Na- Uffizi ecclesiasticij il cavd\iìa\À malaria
poli, olire l'uffizio della Madonna diviso arcivescovo di Treveri {^f^.), fiorilo nella
ne'3 tempi, di tutto l'anno, dell'Avvento prima metà del IX secolo; ma il p. Isido-
e del tempo Natalizio, contengono Ik com- ro Isolani (domenicano milanese e autore
memorazioni di Ognissanti, gli uffizi del- di molte opere, fra le quali : Disptilatio-
la ss. Croce, del ss. Sagramento, dello nes Catholicae. 1 ° Deigne inferni. 1!' De
Spirito Santo, de' Diortì, i Salmi Peni- igne purgatorio. 3.° De merito anima-
tenziali, ì Salmi Graduali, {.uliì gl'Inni rum pur^atorii, et cognitione propriaa
e tutte V Antifone che si cantano a'vesperi beati l lidi lusfilurae. 4-° De disposi liona
delle domeniche e feste annue, le Passio- dantis et recipientis iudidgentias. 5." De

ni o Passio degli Evau^clisli, e molte al- modo remissiouis ficlae per ìndulgcu'
2u8 U i" F U F F
li<!Sy Lugiìumimi 58o) l'attribuisce a s. che in tal il cielo, dove
giorno fu creato
ylmhro^io. Certa cosa è, aggiiiDge Magri, preghiamo sieno trasferite le anime dal
clic l'iinicio cle'niorli viene ricoiiosciiito Purgatorio {f.); ovvero perchè avendo-
da lutti come riloaiiticliissiiiio nella Chic- si celebrata la domenica dedicata alla ri-

Sii "reca e Ialina. Dichiara rAriiiel!ini,iion surrezione del Signore, si ricorda nel gior?
potersi acconsentire ad Arnoldo Wion, no seguente delle povere anime tormen-
Ugni T itaci. 5, die dice autore, racco- tate dal fuoco. IlMazzinelli parlando del
glitore e ordinatore di qtiesl' ufilzio il ri- lunedi santOj osserva che dicesi il Tratto
cordato Venanzio yJnialario Fortunato, (/'.) Doniiiu\non secundum, nel quale si
glnccliè abbiamo de'docuaieiiti più anti- prega Dio di soccorso e di perdono. Si re^
chi d'Amalario su (|uesta materia, li con- cita questo nella Quaresima tutti lunedi, i

cilio d'Aqiiisgrana dell'8 i 7,can. 5o e 56, mercoledì e venerdì, perchè questi 3 gior-
parla chiaramente deiruffizio de'defunti: ni sono stali da antico tempo consagrati
Psahni speciale; prò D cfune lis cauteli- alla penitenza; donde viene, che ancora
tur .... Gloria Patri ctc. prò Dcfiinctis a'giorni nostri nel lunedi si dice l'uffizio
non contentar. Quando però se ne com- de' morti, e ne' detti 3 giorni si tenevano
pisse 1' ufficio a forma S[)ecialej sebbene ordinariamente le sagre Si/iassi, Il p.Ca-
l'AriueUini lo crede composto priuia del logerà, Opuscoliyì. l'j, p. 4<^7) nporla;
secolo IX, questi dice nondimeno non po- De Mortuoruni Officio Dis.iertalio pò-
tersi assegnare un'epoca sicura. Per quel stimma R.p. ni. Horatii a Turre veneti
che riguarda l'obbligazione di recitarlo, ordinis praedicatorum. Ivi si tratta di
il sinodo di Worcester del i 240 comandò sua antichità, e s'inclina a crederne au-
a' canonici che ogni giorno o feriale o di tore s. Agostino, de'diversi nomi con cui
ufììcio semplice o semidoppio, dovessero fu chiamalo, cioè Agenda e così la messa,
recitare quest'uffizio; e il smodo d'Esce- HJissa in agenda mortuoruni, quia age-
ster del1287 ordinò a' parrochi che ne' re significat celebrare, Exequiae, 0[fi-
giorni non irnpedili da ufficio di 9 lezio- cium J/orluorum, Officiitni Dcfu/icto-
ni recitino quello de' nioi li. Colla citata ;-«//;, il mattutino Vigiline, Offieium Se-

bolla Qnod a noln's, s. Pio V nel i 568 ne pullurae vel Exequiai-um. Si discorre
tobe r obbligo di recitailo, il quale era ancora degli ordini emanali contro gli a-
ingiunto sotto peccalo mortale, e chiamò busi incorsi nel dare a' Defunti {^J.) il do-
1' morti al metodo dell'uffizio
uffizio de' vuto.V/////-a^/o (7 .),e del giorno 2 uovein-
della Madonna, ordinando però che in bre da chi assegnato per suifragio univer-
coro, tranne i (empi dell' Avvento, della salmente, cioè \'yl/inii'ersario de' Defun-
Quaresima e l'asquale, neh." giorno di ti (Z'!) o Co'nmeniorazione de fedeli De-
ogni mese, non impedito dall'uffizio di c) funli {^P.).Dc\\e preci che precedono e ac-
lezioni, si dicesse. Nella basilica Vaticana compagnano r Esequie, Funerali e li \

si recita ogni giorno dopo compieta un Sepolturadc Morti, in tali articoli ne ra-

Notturno dell'uffizio de'moi ti; nella chie- gionai. E composto l'uffizio de'niorli del
sa di Lione tutte le 01 e canoniihe si ter- vespero, replicandosi il versetto Ixecpiiem
minano col salmo De profundis {^r''.)^ e aeternnin {1 ), di orarioni, dell' ///v//^/-
colla Colletta pe'uiorii; nella u»etrop(jli- torio,iit\ Mattutino, ih 3 Xotturni coWiì
taiia di Praga, oltre la messa conventua- 3 Lezioni ciascuno, delle Laudi, coaì\i\-

le, quotidianamente si canta allra Messa ciando col salmo Misercre (P-), si ter-

(/'.) colla sequenza Dies irne, dics illa mina coi) altre orazioni. Il Sarnclli nel t.

^A.) pe'dc funli, anche ne' giorni più so- f) ci die la lett. 17: Dell' Officio dentar-
Icmu. Inoltre laCMiiesa (a particolare mc- ti. Clic vuol dire inquietare i morti .^ Il
uioiiu dciuorli nella fci la 2.", forse pci- quando deve rccitiusi il vespro de'nior^
U F V U VF ?.,jQ

l/'/'Egli liliene che l'uflìzio de'moili ha che se alcuno muore alla mezza notte e
l'origine dagli Apostoli, come dico s. Dio- si celebrino l'esequie nella mattina seguen-
nibio, De luci. Ilicrcirih. caj). y, e per te,. Uiiir uffizio si dee lasciare il ves[)ero,

tf^liniouinnza di s. Agostino, ut lib. Jìii- percliè la mattina non è lemjiodi vespe-


clandion^iw accresciulo e oidiualo daO- io, né può dir dopo perchè 1' uffizio
si

ligcne.E s, IsiilorOj De OJ/ìc.Ecclc.siasli- dc'tnoitinon ha secondi vesperi. Se si di-


cis, ne parla. Compose i responsorii l\Jau- ce privalameule, in qualunque tempo si
rizio vescovo di Parigi merlo nel i iqtì, dica, o da'laici o da'chierici, si deecouiiti-
come allesla s. Antonino. Le orazioni, ciar da' ves[)eri appunto come sia im-
Dciis^ (jiii iiilcr Ai'Ostolicos, pe'saccrdo- presso nel piccolo uffìzio della B. Vergi-
li e vescovi, e FidcLiuiii, pe'delunti (ede- ne, cioè questo che comincia dal mattuti-
h, sono nel Sai^iaincnlariu di Grego-
s. no, quello de'morli dal vespero. La ra-
rio 1. Qnesl' unìaio dicesi il lunedì, nlo gione mistica è, che il T'esperò significa
che ne altribuiace l'origine a'siuldelli mo- la morie, lenii ad vitae Feyperani ; il

naci Gamugensi, cou)t' osserva s. Pier Da- Mattutino e le L<^/;/^//, la gloria celestedcl
tuiaui rifei ilo dal Bai otiio al i oj6. ^ouo Paradiso {^T'.), dove in eterno si loda Dio;

jìiese le 9 lezioni dal lìhrodi Giob, perchè Beati cp.tihabitant in domo tua Diunini,
come dice Dionisio Carlusiano ; /nei ilo in saeeuluin saeeuli laiulaluiut le. Oltre
hctioiics prò dcfunctis ex libro Job a ciò è scritto; ad T'^esperwn deniorald-
su/ii(jlae sunt j ani de generali Resiir- turjletiis^ et ad Malulinuni laetilia. E
rec liane prac caeleris Propliaelis vati- però non ha fine l'ufiizio de'morli co'se-
cinattis est. Quindi egli nelle le^ioni scrit- condi vesperi, per significare che (|ueslo
turali sopra il libro dtl santo piolela Giob uffizio avrà fine quando le anime da ogni
(t. I o, leti. i5i Se Giob sia stato autore pena liberale, goderanno di Dio. L'uffizio
del suo libro f e Io crede suo), espose le de'defunli si tralascia nel tempo Pasqua-
inedesicne, nelle (|i.iali sebbene parla il le, nella Sellimana santa, nella festa di
q
vialoj'e, egli le spiegò colla guida di Dio- lezioni, caso che non si dovesse adempie-
nisio Cartusiano, come se l'anima slessa te alla volontà de'leslatori, che nel dello
parlasse, essendo ella siala spirilo e forma caso si recita separalamentc dall' uffizio
dell'uomo. Quanto ad incjuietare i morii, del giorno. Essendo proibito il dare se-
il sinodo Eliberilauo, ossia d'Elvira, fece poltura a'defunti nel venerdì santo e nel
divieto che noti s' inquietassero 1' anime giorno di Pasqua, non si deve in tali gior-
tie'fedcli morti, accendendosi candele so- ni recitare pubblicamente l'uffizio de'ine-
pra i sepolcri loro, credendo ciò Super- desimi; e così nella feiia V nella Cena del
stizione j ma l'uso de' ciisliani di Luna Signore e nel sabato santo non si può
(V.)'Acct^ì era (juasi comuiiee aulico,ncl- jìubblica mente recitare quest'uffizio,proi-
V Kseiniie e tielle Trasluziuni delle reti- bendosi ne' sopraddetti giorni far l'ese-
(juie de' Santi (^T .). Inquietare mot li al-
i quie a'defunti, putendosi solamente reci-
tro non è che evocarli colla magia e altre tar r uffizio e le preci privatamente. In
Superstizioni riprovate, con»e tlissi in ta- tutti gli altri giorni deiranno si può pub-
le articolo. Quanto al vespeio iledilunli blicamente leoilar l'uffizio de'morli, do-
e al tempo di sua recitazione, il Saiuelli vendosi peraltro lodare la consuetudine
dice doversi distinguere, o che 1'
ufficio di quelle chiese, le quali nelle feste le più
de'morli si recita [)ubblicamente incoro, solenni recitano l'uffizio de'defunti nella
o privatamente. Se pubblicamente in coro sera dopo terminato l'uffìzio del giorno,
ilvespero si dee dire dopo il vespeio an- Nelle feste senìi-doppie e nell'uffizio di
tecedente, ed il mallutinu e le laudi nel ij lezioni non si può recitare l'uffizio de'
^iuruu seguente secondo le rubriche; sic- morti, se non ad effetto d'adempii e U
.

3oo U FF UFF
mente de'teslalori. Colla ricordala bolla clero della sola metropolitana, che ne'
Qitod a ìiohì's, del 1 568, s. Pio V, a tulli secoli Vile Vili era ancora l'unico della
i fedeli crisliaiii, die obljligali lecilanodi- città, essendo alle altre chiese di INblano
votameule l'ulfizio de' delunli ne' giorui assegnato in quell'epoca un solo ecclesia-
piesciilli dalie rubiiclie dei Dieviaiio ro- stico, e per lo più diacono, che u' era il

mano, concede per ogni volta loo giorni custode. Quindi qualunque volta vi si a-
d'indulgenza. A quelli poi che [ler loro vea ad uffiziare era ciò d'incunibenza del
divozione lo reciteranno, concede pari- clero metropolitano. In progresso di tem-
mente per ogni volta l'indulgenza di 5o po però quesl'uffizialura si diramò anche
giorni, pel disposto della surriferita bolla all'altro clero e all'altre chiese della città

Superni Oìnnipotcntìs, del 1 57 J e della diocesi, il che sembra succedesse


Ambrosiano a\ci\n\ attri-
\J Uffizio l' verso la fine del IX secolo, nel qual tem-
buiscouoa Teodoro ll.creato arcivescovo po que'preti del clero milanese, delti r^e-

di I\lilano [f.) nel yaS, vale a dire il me- r;;7«rt/i7, de'quali riparlai nel voi. LXIX,
rito d'aver riordinalo e accresciuto l'uffi- p.i8o, che maggior numero erano a
in

zio della sua chiesa. IMa il p. Fumagalli qualche chiesa addetti, abbracciarono la
iieir Anticliilà longobardico-milanesi vita canonica, formando separati cor[)i
(opera importantissima per le notizie sul- sotto un immedialo capo col titolo di pre-
ia liturgia e s(dla disciplina ecclesiastica posto. Tra le altre condizioni di tal gene-
parlicolarnienle della Chiesa milanese ), re di vita, entrandovi quella ancora di
nlferma die la rinnovazione e accresci- frequentare il coro, egli è ficile che in

mento di tale uffizio sia slato eseguito do- quest'occasione Tuffiziatura, da principia
po la melìi del secolo VII o nel corso del- ordinata pel clero delia metropolitana,
i'VlII, e fors'anche in diverse riprese, es- sia passata al clero dell' altre cliiese. Sì
sendo ancora oscuro e incerto chi ne fu obbietta però, se i nionaci che avanti l'e-

aulore.La condizione e circostanze di qiie' rezione delle canoniche aveano ufilcialo


tempi, e molto più la composizione e la diverse chiese non solo ne'dintorui di Mi-
titruttura stessa dell' uffizio ambrosiano, lano, ma anche nella diocesi, quale uffi-

se non dimostrano precisamente l'autore, cialtua e quali ritihanno eglino allora


ne indicano però a suflicienza essere stato usato? Il Sassi, f^ind. de ad^'. Mcd. s.
verso quell'epoca rinnovato e accresciuto. Barn., cap. 8, t. 2, e nella Series ardi.
.Siccome allora era di già propagala ed e- McdioLj il Nhzoniì.Dc cintiq .Miss, rit.y

.<>tesa nelle chiese occidentali la pratica di lib. r, cap. i3; il Sormani, Apologism.,
dividere l'uffiziatura, conie divise David cap. I
2, p. I o4, tulli tre dottori della bi-

le sue laudi a Dio


in 7 parli, nel maltuli- blioteca Ambrosiana, ed il can. Gio. Bat-
110 cioè colle laudi, nelle ore di prima, tista Casliglioui, Diss. sul rito di prcgai'C
terza, sesta e nona, nel vespero e nella per l'Jinp., p. 33, sono d'avviso che i mo-
comjiieta; quindi potè tal ripartizione es- naci non altro hanno aulicamente segui-
sere egual mente adottala dal laChiesaam- tato nella celebrazione de' divini uffizi,

l)rosiana, nella quale a'tenjpi di s.Aml)ro- che lAnibrosiano. Si vuole però, con lau-
gio, che abbelfi e aumeniò d rito per lui torilà dal p. Fumagalli e di sua opei'.i,
/
dello Ainhrositiiio ( / •) e la Lifiirgit!{ '.) Aiìlicliifù loiìi^ohardieo-inilanesì , che
che pure ne porta d nome, l'uffizio a 3 r opinione degli encomiali scrittori in
parti soltanto riducevasi, cioè a' vespe- parte sia vera ed in parte no. Poiché a po-
li, ul D)altutino e all'ora di terza. Questa ter chiarire la verità del fatto, è d'uo[>o
officialuia da principio eseguila ila!
fu in cpiestu punto di critica liturgica ilistiii-

clero e dal popolo iuMcine, ma nel suo ri- guere e segregare V l'J/izio Ain/>ro\ii/uo
jtlabihiuctilu luUa si &curge inipuita ul dalla JAaa A/nbrosiandt e da auibcduo
L' F F UFF 3oi
gli altri sngrì Riti /Inihrosinni. Rifcnn- tiolcemente con pju-ticolar unzione toc-
tflsiqtiìiuU la proposta tlislin/ione, è cosa cano il piìi profondo del cuore. Inoltre
assai probabile che quegli antichi raonaci trovo opportuno di riprodurre quanto si

lienetlettini dell'abbazie ili Milano e della legge negli Annali delle seicnze reli-
diocesi milanese abbiano nelle loro chie- iiioscy t. 19, p. 101. Nell'adunanza del-
secondo il rito del-
se celebrato la liturgia l'accademia liturgica, nella casa de* rr.

la Chiesa Ambrosiana; ma che l'utTizia- signori della Missione di Roma, a'9.9 no-
tura canonica presso loro non altro ino- vembre 1843 d. Tommaso Garzoli dot-
gni tempo sia stata se non quella che a* tore in teologia e censore emerito dell'ac-
monaci suoi avea prescritto s. Benedet- cademia teologica, svolse con dissertazio-
to, come rilevasi nella dissert. i^i\e\\' An- ne il seguente argomento: Del <>'cro au-
tìchilà longobardico-milanesi. In se- tore della Liturgia Andirosiana^e del-
guito coll'andar de'tempi, monaci della i le mulazioid clw in essa sono aecadute.

diocesi di Milano tutti adottarono inte- Nella I." parte, rilevata da gravi scrittori
ramente la liturgia romana,senza che per- la tenacità di questa chiesa nell' osser-

ciò fosse fatta alcuna opposizione dagli vanza de'suoi riti, e nulla potendo slabi-
arcivescovi milauesi.lnqu^l tempo poi sia lire con certezza circa l'autore, propose
succeduto tal cambiamento, assai diflici- i seguenti principii: i.° Che s. Ambrogio
le riesce il determinarlo, come pure se in I 2. "vescovo di Milano.esclusos. Barnaba,
tutte r abbazie milanesi succeduto sia a giusta il catalogo di Mabillon, trovasse
un tempo, ovvero se a diverso. Cerio è, ivi già esistente una liturgia. 2.° Che in

che monastiche della dioce-


nelle chiese quanto a questa, come riferiscono Paoli-
si di Milano, sebbene in essa sia in pieno no faniigliare del medesinin s. vescovo,
\igore Tuffiziatura e il rito Ambrosiano, s. Agostino, il Baronioe Tilleoìont, nitro
tranne alcune poche per speciali titoli, non fece, fuorché ordinare il costume di

tutte le altre da più secoli celebrano con cantare inni, salmi ed antifone a vicenda,
rito romano la solenne non meno che la secondo l'uso della Chiesa orientale. 3."

privata messa. Dice il Magri, l'uffizio Am- Che essendo stalo s. Andjrogio innalzato
brosiano non fu istituito da Ambrogio, s. quasi di volo dalla prefellura della Li-
come alcuni hanno stimato, ma da s. Bar- guria alla cattedra di Milano, fuor d'ogni
naba apostolo fondatore della Chiesa di dubbio dovette conservare la liturgia che
Milano, confermato poi con regole e riti era in uso, sebbene poi ne accrescesse lo
di salmeggiare, dall'arcivescovo di essa splendore con utili e belle addizioni, la
s. Mirocle o Miroclele, come Giu-
scrive quale opinione è seguita dal Muratori che
seppe Visconti, De ritib. Mìssae,\\h. 1, prova desumersi anche dall' opere di s.
e. 1 2. Fu poi nominato Ambrosiano, per- Ambrogio. A prevenire quindi ogni dif-
chè s. Ambrogio lo illustrò colla sua dot- ficoltà, osservava che la santità, la dot-
trina e santità, ed approvò il detto uffizio. trina e le apostoliche fatiche di s. Ambro-
L'Armellini per conciliare i'opinione del gio talmente illustrarono la sua chiesa
Visconti con quella del Grancolas, Coni- di Milano, che da esso prese il nome, on-
ììient. Hìsl. in Brev. Rom.,c. io, che s. de i fedeli non meno che i vescovi fin
Ambrogio fu istitutore del rito Ambro- d'allora la dissero Ambrosiana,e(.\ a que-
siano, ritiene che s. Miroclefe del 3o3 fa sto santo vescovo volleio attribuirne le
ili." a proporne il metodo, che ora dicesi piincipali istituzioni come d' ogni altro

Ambrosiano, e che s. Ambrogio lo ridus- così della liturgia, a fin di rendere quel-
se alla forma tuttora esistente, illustran- la più gloriosa, e queste più pregevoli e
dolo colle orazioni, cogl'inni e colle altre quasi intangibili. Nella 1.' parte investi-
j^ireci, le quali sono così ben disposte, che gando, se puro ed intatto siasi conserva-
3o3 U F F UFF
to (jnesto lilo fino a noi, il disscronte ha ferie 6 giorni precedenti alla fe-
compresi i

liffiito ciò che in proposito hanno sci ilto sta del s. Natale, ne' quali hanno salmi

Mabillon e Muratori, ili." de' qoali non particolari e gl'intitolano de Expcctato,


animelle particolari mutazioni introdol- Salmi particolari hanno parin>enti ne'
le nel rito Amiuosiaiio, tranne l'aiinien- giorni della settimana «.anta. Comincianr)
lo di feste; il i° poi segue uni diversa il Mciltiitino dal Piifcr e .^At, indi reci-
opinione, anzi coH'autorità del Purricelli tano il versetto Deus in adjulorìnm, pro-

confuta il Mabillon. Aggiungeva però, seguono con l'inno Actcrnc rerum Coii-
che (jnantunqne questi due scrittori sem- dìtor (ogni feria ha sempre lo stesso in-
hrino essere di opposto parere, pure pos- no), a cui aggiungono un responsorio; poi
sono fra loro conciliaisi, avendo il i." ne- su(U:eile il cantico Betìedictii<: es Domine
gato qualunque muta/ione perchè non Deus Patruin nostrornuì, colla propri.!

t-ssendovene sostanziali, di quelle di pic- antifona, e ripetuto 3 volte i! Kyrie clei-

colo interesse non volle aver ragione; ed (^ .), recitano -.almi e cantici secon^
soii i i

il 2." le ammise perchè di queste ezian- do tempi. Sono salmi e cantici accom-
i i i

dio prese cura nella sua discussione. Av- pagnati dalle loio antifone proprie. Detti
vei t'i da uilinio, non doversi dire nuovi i salmi leggono 3 lezioni, che quasi sem-
riti le cose variate o aggiunte ne'IMessali pre hanno le loro particolari beuedizionié
singolarmente negli ultimi secoli, quan- Nelle domeniche le lezioni sono[)rese <\ìì\-
do osi volle lipristinare la pratica di(|ual- Evangelo (^'•), a cui seguono l'omelie.
\'

che rito abbandonato, o depurarlo dalle Nelle ferie poi sono prese sempre dalla
innovazioni clandestinamente introdotte. Sciilfura, e nelle feste la 3.% o è la f^eg-
Dacché s. Carlo Borromeo nel Rituale geiida del santodi cui si celebra la festa,

pubblicato d(ipo il
6. "concilio provincia- o uno squarcio di qu;dche sermone d'uno
le, ed il suo successore e congiunto car- de'ss. Padi'i ; alle due prime lezioni si di-
dinal Federico Borromeo nel Messale da- cono i loro propri responsorii. Dopo la

1609, ed altri dipoi dichia-


to in luce nel 3.^ il Te Deum (nel quale articolo di-
rarono sempre di voler manteneieecon- chiarai perchè dicesi Inno Ainì>rosiaz
servare incorrotto il rito Ambrosiano. no), se lo esige il tempo, ovvero nulla
L'Armellini sjiiegando riti ambrosiani i più s'aggiunge. Nell'Epifania e nel santo
dell'uffizio divino, dice che gli ambrosia- Natale si dicono 3 notturni e q lezioni.
ni dividono il vSalterio in due parli: asse- Nel venerdì santo si leggono 6 lezioni, e

gnano aliai." le vigilie notturne, le quali l'ultime 3 sono g!' interi testi della Pas-
cominciano dali." salmo, e seguono fino sione di Cristo, e sono quelli tie'ss. Marco,
al io.° Dixit Dorììiìius^ ed appropriano Luca e Giovanni, poiehè il lesto della Pas-
alla 2," l'ore diurne. Lai," parte tlivisa sione riferita «la s. iMatteo, viene letto nel-
in due settimane contiene io decurie, di la messa. Quanto alla tlisposizione delle
cui ogni notte se ne recita una. La i." Laudi, il versetto l)en<; in (idjiitorium è
decuria contiene 16 salmi, e sono i primi la I
." cosa che dicono gli ambrosiani, a cui
16 salmi, e si dice nella r.' feria seconda. segue il cantico di Zaccaria, al quale ia
La 2." decuria per la feria 3.' comincia fine aggiiuigono 3 volte il K)rie eleixon,
tlal salmo Di/ign/n te iJotìiìiie^e ne cnn- con un'orazione, dopo la qu.ile cantano il

liene i4. Le altre poi sono composte tutte cantico (li "Sìosè, Ctinlenni^- Domino, col-
di 10 sahni, ecreltuata 1' ultima, che ne la propria antifona, colla ripetizione del
lia solamente 8. Ne' giorni di saldato, di Kyrie eleison per 3 volte, e con un'ora-
domenica, e delle solennità del Signore zione segreta. A[)presso dicono il salmo

constano le preci notturne d'alcuni cantici /l//Vrr/r,iiel sabato il salmo Confìfemini,


determinati. Non sono altresì in quelle nella domenica il cantico fìenedinle o-
UFF UFF 3o3
innia, unito alla propria aniifonn e alla li- .«ponsorlo e l'orazione. .\ Terza nel gior-
tania Kyrie cleison 3 volle cl<;lla. Qui re- no di domenica e ne' giorni di solennità,
citano ad alla voce l'orazione, ch'è prose- in luogo dell' inno. Nane Sanete iioì'is

guita tla 4 Domi-


salmi, cioè dal franila le Spiritus, ne sostituiscono un altro, che
mini de roclìs, Cantdtc Doìninum, Lini- comincia./r//» sur^it Iiora lerfia.Auche il

(Inlc Domimimin Saurlis, Laudate Do- Vespeio ha i suoi particolari riti. Dello il

lììinuiìi oinnes geiiles^aA ognuno aggiun- Pater noster ed A\'e, e dopo il Doniinus
gendo in fìihe il Gloi-ia Palli. Prosieguo {•obiiTuni, cantasi 3 volte ini responsorio
il capitolo e un'antifona con altri 3 Kyrie appellato Lucernario^ il quale non è sem-
cleisonye col Domiiius vobiscuni {/^^). Un pre lo stessoj al fine dell' inno ripelesi il

altro salmo anche cantano, a cui uniscono Doininus i'ohiscum, a cui segue un'anti-
un inno secondo l'occorrenza dell'unìzio, fona coronata in fine con altro Doniinus
ei2 volte la recila del Kyrie eleisou, col vnlìiscuni, dopo il quale viene il 2.° inno,

Dominiis voI'i-'CHrìì. Finite queste recite diverso secondo i tempi, col 4-" Ooininus
nelle ferie dicono un responsorio, che si volìiscnm, a cui è annesso altro responso-
nomina del Batlisterio. Nelle feste de' San- rio, in fine del quale si cunla per la d."" vol-

ti vi sostituiscono una certa antifona del- ta Doniinus vohiseum. Dette tutte queste
ta Psallenda,\'ij[ie{u[a più volle col Glo- cose, si recitano 5 salmi all' uso del rito

ria Palri, alcuni versetti, 3 volte il Ajr/e romano colle antifone, si cant;i 3 volte il

Se occorre qualche
cleiso/i coll'orazione. Kyrie eleison, ed anche per altra voltasi
commemorazione, suol farsi questa per la pioferisce Doniinus vohiscuni, coli' ora-
Psallenda di quel giorno, o di quella fe- zione propria, a cui segue il Magnificat

ria, o di quel santo di cui si fa sempre la coir antifona ovanti e dopo. Chiudesi il

commemorazione della B. Vergine, di s. Vespero coll'orazione e colla Psallenda^


Ambrogio, e del santo prolelloie della come nel mattutino richiedendola l' ufll-

Chiesa, La disposizione di Prima degli cio. Nelle feste solenni del Signore in vece
ambrosiani comincia col Pater, Ave, e de'5 salmi dicesi un solo salmo, con un
Deus in adjutorium. Detto poi 1' inno soloGloria Patri, con una sola antifona
Jani lucis orto syderc, seguono 3 salini secondo la diversità degli uffizi seguono ;

all'uso romano, ma senza l'antifona ; ag- però due altri salmi, e sono Ecce nunc :

giungono flnedeHullimo salmo Al-


alla benedicite Dorninuni, e Laudate Doinì-
leluja. Nella Quaresima, Laus libi Do- nuiii onines geiites. Il resto come negli
772mc.' appresso leggono una lezione breve altri giorni. Nelle feste de' santi, dopo la
detta Epi sto le Ila. co\ suo responsorio. Do- 1.' orazione, si dice un altro salmo dille-

po recitano simbolo Quieumque vult


il rente, secondo l'uffizio e la festa. Hanno
sahnts esse, che intero ogni giorno dico- gli ambrosiani de' santi protettori e tito-

no; indi un capitolo, alcune preci, che in lari del'e chiese, alcuni vesperi,che cele-
alcuni giorni tralascifmo, e 3 orazioni che brano colle vigilie, ne' quali dopo la i.

sempre sono l'istesse. Chiudono l'ora tli orazione si recila ili. "salmo, indisi legge
Prima leggendo il Martirologio, a cui è una lezione della vita del santo che cor-
annesso il versetto, Exultabunt Sanrti re, col suo responsorio, e dopo 1' altra o-

in gloria, con una breve orazione. Le ore razione; detto il 2.° salmo si legge l' altra

di Terza, Sesta e Nona sono disposte al- orazione, parimenti col suo lesponsorio.
l'uso del Breviario romano, ma senza an- Detto il Dlagnijicat colle Psallendc si

tifone, in luogo delle quali dicono in fine cantano le litanie con alcune or>zioni.
de' salmi \' Alleluja .secondo il teutpo, e Nelle ferie di quaresima non si dice il Ma-
in quaresima, Laus tibiDomine. Poi la gnificat, ma io sua vece si ripetei 2 volle
breve orazione della Y Epistole Ila, v.o\ re- W Kyrie cleison. A Compieta gli ambro-
3ni UFF UFF
premosso il P/ifrr a] A\'<\ Cnnvcr-
siaiii, gnrìn VTT, cho circn il 1071 1' .ilìnn in
tenos^G Dell'; inadJntoridin^iWc.iìwo o'^n'x tutta la Castigli;i, e a'teinpi d' Uibano \\

giorno, Te iiin'.-; aiì/c origi/iem j e nella che alFalto lo tolse dalla Spagna verso il

quaresima l'altro inno, Christe^ qui lux logo e vi sostituì il rito romano. Fu così
e.v, etdie.s. Poi <licono i salmi, Cuin ì'nvo- detto dalla confusione delle lingue parla-
careni^ Tuie Domine, Qui habitat, colla te da' goti e dagli arabi, i cjuali essendo
chiusa d'un solo Gloria Patri, e si reci- veiuili a inondare le Spagne e i paesi coti-
lano seguenti salmi: ^rtr (j-f/c^r/i /;o/?»/?z,
i vicini, ed avendo molti di essi professata
Jicce nunehenedieite Doniiiium, Landa- la fede cattolica, tlalla mescolanza del lin-

te.Doiniintìuoìììne.'!gciites^?k\Cm<iAe\i\i\A- guaggio e delie diverse nazioni, nac(jue


le dicesi y^//(;'/?<yr7,enellaquaresima Lau<; lui variamento nella disciplina, che dege-
tìhi Domine, e poi l'inno Te Incis ante nero in gran parte la dissomiglianza nel
(ermine/n. Segue V Epistolella col suo rito, ch'era l'antico romano, e produsse
breve responsorio, indi il cantico Nane mozarabo.Osserva l'Armellini, ohe 200
il

dinnttix, l'antifona della B. Vergine colla anni prima di nostra era cominciarono i

sua orazione, e finalmente la confessione romani a signoreggiare nelle Spagne, e le


in comtme. In alcuni giorni dopo il can- dominarono sino alia fine del IV secolo,
lieo di Simeone recitano gli ambrosiani quando i goti vi entrarono e si accanto-
certe determinate preci, e così compiono narono nella Linguadoca e nella Catalo-
tutto i'nfllzio Ambrosiano, servendosi nel gna.Dopo 5o ainii e nel 4f"S'' •'''s"' s'" <^

^iaiterio dell'antica veiiìone óe Settanta, svevi traversando le Gallie, ed i vandali


come il capitolo Valicano in Roma. Con- ed i siliitglii per via dell' Africa passando
temporaneo di s. Ambrogio e da lui loda- il mare penelrarono,e cacciarono alhil-
vi

to con panegirici, fu s. Eusebio vescovo lo i romani, e ciascuno di tali popoli ne


di Vercelli, il quale formò un iidìzio di- occupò una porzione. Gli alani furono
vino per la sua chiesa, e morì nel bacio distrutti da'goti nel 4' «^-l V'"'*^'-!!' nel 4'29
del Sii,'nore nel 870 circa. Nel V secolo tornarono in Africa sotto il famoso Gen-
avea la chiesa (i'j-incona,a cui essendo u- serico, nemico fiero de'cattolici. Gli svevi
Mita Lmana, ne parlo, il suo rito
quivi sussisterono più lungamente, poiché nel
particolare nell' amministrazione de' sa- fine del VI secolo il loro regno fu unito a
gramenti, e nelle ceremonie e nelle preci (pudlo degoli o visigoti, da Leovigildo e
in molle cose si avvicinano al rito andjro- molto più da llecaredo suo figlio che co- I

.siano. L' Vffizio Euseliiano era quello minciò a regnare nel 586} allora la gloria
che si recitava nella chiesa di l^ercelli de'goti s'innalzò al maggior segno, finché
(^'.), istituito dal SUOI." vescovo s. Euse- le Spagne furono inondate da' mori ara-
ìiio e perciò da lui ne prese il nome. Fu bi, de'quali molli si convertirono al cai-

poi dismesso nel i572,quando v'introdus- tolicismo. Da tutte queste nazioni si for-
se il romano Francesco Bonomo vescovo mò il /i;7o, la fJturgia,\' Uffìzio divino
di Vercelli, come narra il Magri. Questi Mozaraboo Mozzaraho, cioè misto di a-
riferisce inoltre, che al suo tecnpo in Asti rabo,di goto e di spagimolo ossia romano,
si osservava un rito particolare nel reci- L' Armellini dichiara autore dell' uffizio
lare l'uflìzio divino. \J Uffizio Mozaraho Mozarabo l'arcivescovo di Siviglia s. Ui-
Mozzaraho, di cui già feci parola, ri- iloro di Cartagena, che per 35 anni fu
cordando gli articoli in cui ne ragionai, l'oracolo di tutta la Spagna; altri l'altri-
aggiungerò con l'Armellini, ch'è (juell'uf- buiscono ancora al suo fratello maggiore
lizio divino, il quale cominciò a recitarsi s. ^r/7/ir//'oe immediato prudecessore iiel-
nella Spagna dall'invasione de'goti e ile- lascdedi Siviglia, splendore della cristia-
gli arabi, e che durò fino a'iempi di s.Gre- na religione per avere nella sua diocesi
UFF UFF 3n-
convertilo dall'ai iaoa eresiai visigol'i. Pe- pelizlone si risponde Amen; senonchè al-
rò li ri lo Mozarabo porta per titolo: Of- la 4•^ che dice Pane nostrum (piofidia-
ficinm Golicuni, swc viixlnm sccuuduni man da nohis Jiodie, invece dell' Amen,
rcgiilain b. Isìdori. Il Dnpin nell' Hisl. dicesi: Quia Deus esj alla 7.' petizione ag-
chron. de Lìttirg, ant. Hisp.^ ed anco il giungono: A malo nos Ubera, et in tuo
cardinal Bona, credono che per negligen- timore, et opere hono coti firma. Final-
za de'copisti o per frode degli eretici ve- mente dicono: In nomine Domini Nostri
scovi, alcune espressioni vi fossero favo- Jesu Christi profieiamus rum pace, a
d'Urgcl e di
revoli agli errori di Felice cui lutti rispondono : Deo gratias. Nei
Elipando di Toledo.
Enrico Florez Il p. giorni di domenica in luogo della i
.'
anti-
neW Istoria sacra della chiesa di Spa- fona si dice r inno: Aeterne rerum Con-
gna^ vendicò da tali espressioni il rito ditor, con l'orazione; indi 3 salmi coU'an-
Mozarabo. Sia comunque di questa con- tifone,con 3 responsoriie con 3 orazioni.
troversia, il celeberrimo arcivescovo di Nelle domeniche dopo Pasqua di risur-
Toledo cardinal Ximenes Io pubblicò rezione fino alla Pentecoste, in vece del
senza errori. Onde al dire dell'Armellini, Iìliserere^s\ dice \\ salmo: Domine ipdd
restò in vigore l'uffizio Mozarabo in 5 par- multiplicati sunt. All'antifone calle lau-
rocchie di 7o/cy/o, nella cappella di detto di spesso aggiungono il Gloria Patn\
porporato, ed io un' altra cappella nel così espresso Gloria et honor Patri, et
:

chiostro della cattedrale di Salamanca, Filio, et Spiri lui Saneto in saeeula sae-
Anticamente l'uffizio Mozarabo aveai3 culorum. Amen. Danno cominciamento
ore canoniche, che si ridussero a sole 8, alle Laudi col Dominus sit semper voìn'-
essendone stale levale 4)CÌoè una nel prin- .scuni, poi si canta un'antifona e un canti-

cipio della notte, l* altra prima di poisi co del vecchio o del nuovo Testamento,
in letto, la 3." a mezza notte, e la 4'' nel- .secondo i giorni; a questi ripetuta l'anti-
l'alzarsi la mattina dal letto. Le altre ore fona, e il Dominum sit semper vohisr uni,
sono distribuite giusta l'uso romano, ec- succede l'altra antifona prima del canti-
cettuandosi l'ora, che chiamano Aurora, co Benedicite omnia opera Domini, indi
la quale nelle sole Lau-
ferie dicesi tra le altre preci simili a'nostriresponsorii.epoi
di e Prima, ed è composta di 4 sai mi, che un'antifona prima del salmo Laudate.
sono: Deics in adjutoriuin, Beati imma- Dominum de Coelis. Dopo si legge und
culati in via, In quo eorrigi/, e Retri- Profezia [T'.), che precede l'inno, un'e-
bue j d* un'antifona, d' una laude (quali sortazione, che fa il sacerdote al popolo,
laudi si compongono d'alquanti versetti), colla quale insinua a domandare a Dio le

d'un inno, d'un versetto, dell'orazione do- cose necessarie, al fine della quale rispon-
menicale, e finalmente d'alcune altre pre- de il popolo: Praestaomnìpotensacterne
ci. Dispongono il Mattutino, seguaci del- i Deus. Dicesi appresso. Kyrie eleison, un
l'uffizio mozarabo, dalia litania Kyrie e~ capitolo per modo di orazione, il Pater
leison, Christe, Kyrie, poi dal Pater e noster, come al Mattutino, in dne in vece
^h'c sotto voce, a cui soggiungono l'anti- della breve orazione, A malo nos libe^
fona ylve Regina Coeloruni (7^^ .), col ver- ra, ne aggiungono un'altra piìi lunga, che
; poi ad alta voce di-
setto e coll'orazione comincia : Liberati a malo. Segue una
cono In nomine Do/nini Nostri Jesu
: lode composta d'alcuni versetti frequen-
Cliristi lumen cum pace, a cui risponde- temente ripetuti. Poscia si dà la benedi-
si: Deo gratias {V.). Recitano poi il sal- zione al popolo, e si dà fine alle Laudi, l
mo Miserere (Z^-), 3 antifone col respon- mozarabi danno principio all'altre ore di
sorio e 3 orazioni. Terminano tulle io ore Prima, Terza, Sesia e Nona col Dominus
col Pater noster ad aita voce, e ad ogni sit semper voì>iscum. Poi così dispongono

VOI . 1 k:\XH. 20
3oG UFF UFF
le Imo ore canoniche. A Prima 7 sfilnii,n' \o minano in Francia. Con l' Armellini
finali lipelnla ranlifftna, segue nn respoii- fiiò cenno (leiruffi/iatiire delle cliic-e di

snrio, una profezia, un'epistola, una lode, L/'nnre di Parigi. E tradizione che il rito

un inno ed un versetto, il canto del Te Lione ricevesse


della cliiesa priroaziale di
Dciiw (/ .)col CInrifi Patri \n fine, fuo- la sua forma circa l'anno 180 dal suo ve-

ridel tempo delTAvvento e dellii Quare- scovo s. Ireneo, successore di s. Polimo


sima; indi il sitrd)olo dfgli Apostoli, il fondatore della medesima, ma si manca
Pater iwfter, e linalmente si dà la bene- di documenti cerli. Si vuole che s. Ireneo

dizione. JVelle altre ore recitano 4 salmi, non avrà tralasciato di dare otliuii docu-
dopodiversi responsorii,nna profezia,una menti per la disciplina a questa insigne
epistola, una lode, un iimo, altre preci chiesa.Avea potuto attÌ!igere le ottime
dette ad alla voce, dirette al Signore, che costumanze degli Apostoli, da Papia ve-
non voglia c.isligare a misura de'peccati, scovo di Gerapoli o Aleppo, e da s. Poli-
l'orazione, il capitolo, Pater iiostei', e
il carpo vescovo di Smirne, discepoli di s.

la benedizione. I loroVesperi sono divei- Giovanni Evangelista, da'quali era slato


si all'alto dagli altri. Nf)u recitano salmi, istruito. Egli ebbe dello spirito, pietà e

nìad(iUo\\Doniintc<! sit seTuperK'obiseurn, zelo per la religione. Pratico dell' osser-


dicoiio i versetti da loro chianiati laudi, vanze greche, fra le quali nacque e studiò,
l'inno, le preci, il ca[)ilolo, l'orazione do- della chiesa ili Roma, dove dimorò alquan-
menicale, delta come alle laudi colla pre- lo tempo nel pontificato di s. Eleutero,
ghiera che comincia, Liherati a malo, e giova credere che vi facesse degli sfabili-
la benedizione; poi un'altra lode mentre menti e v'introducesse de'rili ; dacché la

s'incensa la una col-


chiesa, e fìnalmenle tradizione de' lionesi ha del fondamento.
Iella. La Compieta de' mozarabi è così quando crede 9. Ireneo autore dell'antico
disposta. Subito dicono: Signatiiiìi est uso delle loro ore canoniche. La chiesa di
Ittmeìi viiltìis tia'Do/ììine;[)o\ 3 volleripe- Lione volle conservarela semplicità e po-
lonoV J Ilei iij'a, e Quaresima, />,7J(.'ì-
nella ver tu anticade'iempi delie persecuzioni;
tihi Doviine, a cui segue un salmo, al fine non v' ha cosa fregiata d' oro, non v' ha
del quale dicono un ÀlLeliija, poi dueal- mus'ca, non v'ha suono d'organo. Lachie-
tri salmi, un inno, il versetto, il Pater sa di Lione ha il suo particolare rito: di-

ììoster, come sopra alle altreore, la bene- stribuisce il Salterio in ferie e in ore ai-

dizione, l'antifona Salve Regina, 'ì\


suo l'uso romano. A' notturni precede l'ora-

versetlo e finalmente la colletta. Della zione domenicale,p<)i segue il versetto:


Liturgia della chiesa Gallieana e suoi SanetiSpiritiisadsitnohisgrntia,Domi-
tlivini uffizi, già dissi che in tali articoli ne me lahia mea ajieries, col Deuxin adju-
parlai, e descrivendo le sue chiese e negli tnriuiii, e col Gloria Patri. L' invilalo-

artu'oli riguardimi i l'aulica disciplina ra- rio, a cuisuccedono salmi, ed a Com- i

gionai di piìi riti usati in l'^raiieia. L' l / pietà dicono solamente gì' inni, le lezioni
tizio divino GaUieaiio si variò allor- e salmi, nel numero e nel rito conven-
i

(piando verso 787 per opera di Carlo


il gono con quello romano. Dicono il Te
INIagno vi fu inlrodolta I' uniziatura ro- Deiim, acni in fine aggiungono l'anlifo-
mana, e lo alfeima anche il p. Domenico na, la Dossologia del Gloria. Patri, ed
IMansi: f)e insigni eodiee Carolili/agni un versetto. Sono diiferenti le Laudi dal-
aetate .serij)to,et in Bildiolìieea Rlì.Ca- l'uso romano, perchè non dicono l'inno,
nonieortait Majoris Jùetesiae Lneen^is e leterminano colla »!ollelta. giorni Ic- I

servato, Commentarius, presso il p. Ca- Prima dicono 3 soli saliui,e non di-
riali a

logerà, Opnseoli, l. ^1, p. 7 Di sopra 1 . cono dopo il ()rincipio dei Pat<r /zoster
pure feci parola dell'introduzione del can il Grufo, ^elle domeniche recitano y sai-
UFF UFF 3o7
mi, ed il simbolo Oiiirumqiie. Tulte le che cominciava A//'u«////7, antichissima e
ore hanno per fine il De pinfiiiulis^ colla recitata n<'l Sagraincnlario di s. Grego-
A Nona solamente e
collclla pe'clet'initi. rio I,e vi fu sostituita la rouìana / mVrr,
a Compieta prima aggiungono una clel- e finalmente ne! 1G80 dall'arcivescovo
l'antilbne della B. Vergine, giusta il Bre- Francesco Arlei fu ridotto allo stalo che
viario romano. Dalla domenica di Sessa- perseverò sino a noi. I canonici di Parigi
gesima fino a Pasqua nell' uffizio dome- per lungo tempo continuarono a dire il

nicale vai iano ne'due salmi alle Laudi ed Mattutino nella mezza notte. Crede l'A-
a Prima, com' è in costumanza appresso zevedo, Exrr. g, che 1' uso di dirlo alla
il detto breviario. Ne' Vesperi, che co- mezza notte si togliesse dopo la battaglia
minciano come le altre ore, detti salmi i di Poitiers,accaduta a' 19 settembre SIG, 1

e il versetto, dicono il ^Lignificai e poi in cui Giovanni II re di Francia fu sba-


l'orazione. \\\ alcune solennità tra'verselli ragliato dagl'inglesi. Cerlameute il Con-
del Magnificai ripetono 7 volte l'anlifo- linìiatore delle CronnrJie di Gugliiìbno
na. La Compieta comincia col Pater 110- de N.uigis benedettino di s. Di<niigi, dice
stcr^ poi dicono Com'erlc nns Deus, e
: che dopo quella battaglia, per togliere il li
Deus in adjutoriuni j salmi che usa la i moredi qualche sedizione,il re proibì nella
Chiesa romana, l'inno che varia in tutte notte ilsuono delle campane, celie cu i

le feste e in tulte le ferie, il versetto, il nonici dopo la Compieta dicevano il Mat-


Niinc/Iimiliis, le preci, la colletta, la be- tutino. Ma conviene rilleltere, che tolti i

nedizione, il salmo De
profundis, Cmal- sospetti d'ogni sedizione, nel 1 3 "9 ritor-
menle l'antifona propria della B. Vergine. nossi all'antico uso della mezza notte, e
Il cardinal Bona, De Psabnod. e. 1
8, § g, l'yVrmellini riporta il decreto fallo nel se-

alfeima, che 1' nllìzio Lionese fu sempre nato di Parigi in detto anno, l'er le vi

in questa forma, ma 1' Armellini non ci cende politiche della Francia, e per avei e
conviene, sì perchè Gregorio di Tours,
s. sostenuto il suo clero le Proposizioni
Spieileg.,l.5,c'ì esibisce un uTfizio diverso Ga llìca ne [F^ .),eva'sì questoalciuauto laf-

per la chiesa di Lione nel secolo VI, sì freddato in uno all' episcopato dall'unio-
perchè a'tempi d'Agobardo arcivescovo ne colla s. Sede. La liturgia, dal nasci-
di Lione del secolo ÌK, e uno de' più ri- mento del Giansenismo (F\), erasi alte-

nomati e dotti del suo tempo, nulla si di- rata, vale a dire avea contralto quella
ce nelle sue opere delia divina salmodia, screziata varietà di Riti e (.W accenti, che
che non fosse scelto dalla s. Scrittura. Ora (piasi in ogni diocesi obbligava a candjia-

poi quando null'altro vi fosse, vi sono gli lefurmole ecanto ecclesiastico. E gloria
inni, le lezioni proprie de* santi, il Je diGregorio XVI di avere rinfocolalo l'è-
Deiim ec. Quanto a'ri li di Parigi, di Bor- piscopalo e il clero di Francia, di quel
gogna, di Germania, d'Inghilterra, negli riverente attaccamento alla SeAe aposto-
nfìizi divini io qualche parte s'allontana- lica cheora ammiriamo, nssai contribuen-
no dal rito romano; però è da notarsi che dovi eziandio il successore Papa Pio IX;
prima del 584 '' breviario di Parigi era
1 ed ubertose e felici ne furono le conse-

molto differente dal lomaiio, come si rac- guenze per quanto andai rif-rendo in di-
coglie da s. Gregorio di Tours, Hist., I.
4, versi articoli, sul zelante, dotto ed esem-

e. 6, dal Grancolas, I. r, e. i3,e dagli altri plare episcopato e clero francese. Tra'mi-
scrittori. Era il rito Parisiense cont'è l'uf- rabili risultati dell' intima e di vota cor-
fizio che diciamo ne'giorni delle Tenebre rispondenza degli eiicouìiati vescovi col
nella settimana santa, poi patì alcune mu- Sommo Poh ielice,cerla mente feracissimo
tazioni neldettoi584) fu assai riformato, f(i quello, olire 1' annientamento quasi
nel 1607 a Compieta si tolse la colletta, compito del Gallicanismo nel clero (loc-
-

3o8 UFF UFF


che e il progrediente ed edificante spiri- que i lellori a modificare il detto da noi
to religioso che regnn e brilla in tutta la nell'edizioni precedenti, secondo quello
nohilissima Frnnciii, celebrni anche nel che insegniamo in questa"); oltre la ripri-

Tol.LXXVn.p. 57. Nella Ch'iltà Cat- stinata santificazione delle leste e dell'os-
tolica 1." serie, 1. 1, p.84 si legge,che nel- servanza della domenica, oltre la cele-

le pastorali de'prelati di Parigi e di Vi- biazione di molti iS/«or// ( F.), del rinno-

"viers, de'primi noesi del 1 853, si apprese- vamento e adozione dell'uflìziatura e Li-
ro le consolanti asseveranze, che il cosi turgia (/^'.) della Chiesa romana, in mul-
detto Gallicanismo più non esiste in tìssime diocesi illustri di Francia. Di al-
Francia, che oggimai è «n nome vuoto cune menzione negli
di esse potei farne

di senso, che in nessun seminaiio vi si articoli che ancora non erano pubblica-
professa, e simili bellissime cose. » All'au- ti, come a Langres nel 1840, a Reims nel
torità di tali e tanti personaggiche così i842,a PERiGUEUxeSARLAT nel 845, a 1

affermano non possiamo a menodi chinar Troyes nel 856, ec; mentre nel volume
1

ìa testa e lodare in cuor nostro la divina LVIII, p. 5o, registrai essersi ristabdilo
Provvidenza dell' essersi sbarbicate per l'uffizio divino e la liturgia romana nelle
cura de* vescovi quelle piccole sì, ma rigo- diocesi di Gap ed Ernbnai, di s, Bricitx,
gliose radici di discordie che nella Chie- ù' Arras, ec, rilevando aver dichiarato il

sa di Dio una e santa non lasciavano di cardinal Gousset nel sinodo di Reims del
produrre scandali e iatture". Tutta volta i85r, che in Francia contavansi ben 60
da certi fatti che narra, sembra che l'an- diocesi o ritornateo prossime a ritornare
tico fuoco, malgrado la vigilanza de' pa- alla liturgia romana. Ivi ricordai pure

stori, non sia del lutto spento. In fatti la il riprislinamento in Inghilterra di mol-

stessa Cii'iltà nel t. 3,p. 7, ragiona del i i ti riti e liturgie cattoliche, per opera de'
libercolo dell' ab. Prompsault gallicano, Puseisti {T .). Nel !854 altre diocesi di
sodamente confutato dall' ^»u' fle la Re- Francia, tra le quali quella d' OrlcanSy
ligioìi ; la divozione di tale egregio pe- accolsero o si prepararono ad accogliere
riodico verso la prima Cattedra è d'anti- la liturgia romana, la quale sembra sarà
chissima data. Il libercolo che fu tolto a ti'abreve comune a tutta la Chiesa ili
confutare rimescola la funesta questione Francia. Sopra quest'argomento vanno
de' diritti, de' privilegi e delle costuman- continuamente pubblicandosi opere e o-
ze della Chiesa Gallicana di Francia. Il puscoli atti ad illuminare sempre meglio
dotto ab. J. Cognat in un suo pregevole i pastori ed i fedeli intorno alle convenien-
articolo atterrò con vero trionfo la base ze dell'unità liturgica, ed alle leggi sopra
di tutta quella scrittura. Inoltre la Ci- ciò della Chiesa cattolica. Una delle ulli-
K^iltà Cattolica serie 3.', t. 5, p. 58 r, mee belle pubblicazioni a questo propo-
parlando del progresso dell' idee, così sito è quella dell' ab. De Conny decano
dette oltraraonlane, riporta 1' edificante delia cattedrale di Moulins, nella quale
dichiarazione fatta dall'ab. Carriere su- specialmente si spiega qual sia la lòrza
periore della società di s. Siiljjizio, nel- degli usi speciali quando sono in contrad-
lanuova edizione del suo trattato, De dizione delle regole generali della Chie-
Matrimonio. » Noi non avemmo nulla sa; e di molti di essi, adoperati ancora ni

più n cuore che il seguire in tutto la alcune diocesi di Francia, si prova p;uii-
Chiesa romana, madre e maestra di tut- tamente non essere né lodevoli, né antichi.
te le Chiese.. Noi riformammo le no-
. . Mg. "^G io. Giacomo liardon vescovo di Ca-
stre opinioni tosto che vedemmo ch'esse hors, in una pastorale degli 8 direiubie
erano abbastanza conformi alle tradizio- 1854, giorno mcnuiiiiiHlu j)er la delfini

ni dellaSede apostolica. Avvertiamodun- zioue dogmatica dciriuimacolalo Conce-


1

UFF UFF Sor,


pimento di IMuria, ami uiiziù die la litur- ria Vergine. Questo spettacolo si cou-
gia rumaita comincerà ad essere obbli- sumò in quella Parigi, la cui celebre U-
gatoria nella sua diocesi il giorno della liivcrsilà (A'.) nel 1
497 decretò, che ala-
Purificazione dell 855. Mg/ Maria Dome- no fosse ammesso ai grado di dottore,
nico Sibour arcivescovo di Parigi con u- se prima non giurava di difendere l'Im-
na sua lettera pastorale del maggio 856, i macolata Concezione, fino a spargere il
piena di nobili senliineuti, dichiarò cli'è proprio sangue. Mg.' Sibour fu qualifi-
Venuto il tempo per la sua diocesi di ap- cato mar tire della giustizia, e martire
pigliarsi alla liturgia romana. Ivi accen- della carità fu detto il predecessore mg."
na i suoi antichi desiderii di venir |)iù to- d'Affre. Cotne avea praticalo per questi,
sto a simile riforma, le difficoltà incon- il Papa Pio IX gli fece celebrare in
Ro-
trate, la voglia di rallegrare il cuore del ma solenni funerali, descritti nel n.° 1

Papa Pio IX, la opportunità de'tempi pre- delGiornale di Ro//ia dei 1857, priva-
senti. Reca cpialche breve di Sua Santità tamente assistendovi il cardinal Morlot
con cui gli si fa animo d' attuare la desi- arcivescovo di l^ours (^^.) e il cardinal
derata mutazione. Adduce il voto favo- Villecourt. Iodi nel concistoro de' iq
revole emesso dall'assemblea capitolare marzo 1857 da detta sede trasferì a
nel precedente dicembre,e finisce col crea- quella di Patigi il cardinal Morlot. La
re un comitato che provveda a'mezzi ne- sua eminente pietà e dottrina, il suo re-
cessari per tradurre in pratica il comua ligioso zelo e venerazione per la Chiesa
desiderio. Il comitato fu diviso in 3 com- romana, fa sperare, che porterà a com-
missioni, quante sono le parti da regolare: pimento r opera cominciata dal suo il-
l'Uffizio divino, le Ceremouie,e il Canto. lustre e infelice predecessore, con ripri-
Questo provvedimentoaggiunge un nuo- stinare nella nobilissima metropoli del
vo titolo alla fama di divotissimo della floridissimo impero francese, l'udìzialu-
s. Sede che già godeva l'illustre pastore ra e liturgia della romana Chiesa.
della chiesa Parigina. Ma un orribile sa- Detto dell' Uffizio divino de' riti di
crilego assassinio a' 3 gennaio SSy lo i Occidente, ora passo in breve a parla-
rapì a' viventi, funestando la capitale re dell' uffizio divino de' riti d' Orien-
della Francia, nella chiesa di s. Stefano te. Sulla varietà de' riti delle Chiese O-
del Monte, mentre vestito degli abiti sa- rientali, ne ragionai a' loro speciali ar-
gri e in piviale incedeva in processione. ticoli, ed in quelli che hanno relazione
L'enorme delitto fu commesso con una alla loro Liturgia (/^.)e alle loro pra-
pugnalata nel cuore dal prete di Meaux tiche religiose. In argomento gli Anna^
Vergès parigino, in uno de' suoi furiosi li delle scienze religiose, 2." serie, t. 5,
accessi. Questi, interdetto dal suo vesco- p. 161, pubblica la dotta dissertazione di
vo per aver empiamente predicato con- mg."^ Giuseppe de Ligne prefetto dellece-
tro il decretalo dogma dell'Immacolata reinouie pontificie. Dice quest' illustre
Concezione, fece altrettanto in Parigi, prelato defunto, non altrimenti che uno
ov'erasi portato per appellarsi all'arci- é il mondo sebbene di varie parli
intero,
vescovo contro l'iuterdizione inflittagli. e di varie nazioni e popoli composto, una
Non ottenendo il suo intento, ma sola- sola è la Chiesaj la quale sebbene disper-
mente benigni soccorsi, commise l' ini- sa e collocala in varie e remotissime parti

(juo delitto. Prima però di subire l'estre- da noi per località materialmente divise,
mo supplizio, mostrò pentimento, ri» sebbene diversi abbia gli usi e le costu-
traltandu pure esplicitamente le sue ere- manze, una però ella è sempre, (juale uscì
sie, massime per aver pubblicamente ne- dall'aperto costato del Salvatore, l'uni*^»
gato rimmuculutuCuucepimculo di Mu« sposa di lui, che e colle sue membra e cu'
3io UFF U F F
suoi fii^li più fidi |ji esenta ed es^jridiecjue'- chiese fra loroconvengono per quella u-
Jii bellezza, che alla sposa appunto del nilàdifcde,acui mantenere perfellamen
Kipaialore divino si conveniva. Cosi i di te uopo è che non discordino, ma non già

Tersi popoli, di cui è ella conipostn, vcg (jue'rili che accidentali sono ed accessorii.
yonsi fra loro dissicudi; nja conoscendo e Che perciò se (piclli si eccettuino, che sono
.idorando lo stesso Dio, professando lare costitutivi, o di divino precetto, o di apo-
liifione stessa, animali dalla slessa tede, stolica tradizione, vari sempre nella Chie-
dalla stessa carila infiammali, rivolte a- sa e di versi riti si sono osservati, senza che
vendo le loro mire allo stesso ultimo fine, venissero giammai disapprovati; che an-
aspettando in cpiel solo Dio clie adorano, zi si è voluto espressamente ritenerli,non
per niercede la beatitudine slessa a UUIi solo per quel lustro che alla Chiesa per
egualmente promessa, considerar si pon -
quella slessa varietà ne ridonda, da cui
no come un popolo stessoje quindi di tul- apparisce esser ella di tulli i popoli, di
io si forma una sola chiesa, che coQie ma- tulle le nazioni composta ; ma eziandio
dre universale lutti i suoi (ìgli raccoglie, per evitare Io scandalo, per allontanare
unisce, abbraccia, e senza dislinzione ali- le discordie, per prevenire io fine que'
menta e nutrisce. Pertanto una tale iden disordini, che dalla diversità de' pareri
lità si conserva fra la chiesa Ldlina e la spesse volte hanno origine, e la fonte sono
Greca, non che le altre tulle di On'ciitc, di gravi e perniciose conseguenze. Questa
non ostante la diversità de' /•///, che que- condotta ha tenuto sempre laChiesa, que-
ste particolarmente osservano, quando ri- sta norma hanno osservalo i ss. Padri ;

manga intatta per ogni parte 1' unità di al cui proposito narra s. Agostino di se
quella ki\t; e comunione che la Chiesa medesimo, che dubitando d'alcuni riti,

cattolica apostolica romana ha fm dalla ed avendo perciò su'medesimi consultalo


sua divina istituzione professato e profes- s. Ambrogio, questi rispose che li lascias-

sa, ed i diversi riti che sono presso loro in se quali esso trovati gli avea, per evitare
osservanza, non sieno alla religione di- appunto il reciproco scandalo. Ove non
sconvcnieuli. Or se queste tliverse chiese trattasi di cose sostanziali, o riguardanti
orientali, senza incorrere alcuna taccia in la fede, sulle quali niuna varietà puòain-
cosa che alla sostanza della vera creden- luetlersi, nèqualsiasi ragione d'antichità,
za si riferisca, osservano ciò clie alla vera uso o consuetudine, benché inveterata, ha
religione si addice, perchè mai si voiran- alcuna forza o vigore, ponilo e debbonsi
no riprendere pur condannare
e talvolta non poche volte lasciare illese le rispettive
quelle particolari ceremonie, onde in esse costumanze. Ora, se nelle stesse co>e di
il cullo e gli atti della religione si eserci- disciplina, alla quale può appartenere l'os-
tano? Vi sono senq)re stale fin dal prin- servanza della massima parte de'riti non
cipio della Chiesa preci che si sono reci- essenziali, può farsi varietà, come lo è sta-

tate, e riti che si sono osservati, e nello lo in dilfeienti epoche, sebbene da noi
slesso modo e da tutti egualmente ritenuti lontane, e perchè non potrà ammettersi
senza alcuna variazione in tulli i luoghi, . negli altri diversi orientali? Come po-
riti

in tulle le chiese; preci e riti per cui i più tranno lagionevolmente riprovarsi questi
iilti misteri in comune si rappresentano, medesimi riti, o vorrà pretendersi che si
e la stessa ra[)[)resentanza colla piti gran- abbandonino in un con l'errore, quasiché
ile venerazione viene egualmente con uni- essi oppongansi a quella unità di creden-

Aersalità celebrata. Ma questa uni vei sa- za e di comunione, che insieme con noi
lita di celebrazione, questa comune, inal- dagli orientali o si conserva o si abbrac-
terabile e veneranda uniformità riguarda cia. La Chiesa adora Dio, l'onora e rende
la soslauza delle liturgie, con cui tulle le tributo ili laudi al suo sposo, di cui èia
-

UFF UFF 3m
diletta, colla Lingua [f^.) ùe^V iiKomiJi non ol)l)aiuluiint- questi, quel Ui al )Ij.uh1ij-

cliver.sR nazioni nelle divine iifiiziiitme liei iiL-iebbero con gravissimo scand.du e pre-
cullo; e con la varietà di riti e di cerenio- giudi/io irreparabile dcll'aniuie. lìppure
iiiegli presta eziandio quel cullo che gli giunv,e l'unprudeuza d'alcuni, che: meu-
è dovuto; e Dio è egualmente lodalo e o- tre si occupano nella giand'opcra di riu-
norato in qualsivoglia conveniente rito nir gliorienlali alloutaiMli per lo i9c7'9//ì,ì

gli renda quell'omaggio di soggezione


si dall' uniià della Chiesa, conduccndoli a
sì interno che esterno, che l'uomo deve professarla stessa fede eriablnacciarc gli
tributargli. Perchè duncjue si osa d.i ta- sles')i dugcui, spinti da un zelo m »1 inleso
hirio ascrivere questi diversi modi ili uf- prelesero eh' essi adottassero i nostri di-
ficiatura e di rito a vizio e incostanza, a vini udQzi e riti, lasciandogli uffì/.ieiriti
superstizione, ed a mentita e non verace delle proprie particolari chiese. Di quegli
unione? Quale ingiuria è mai (piemia verso uffìzi e riti che riconosciuti e approvati
coloro che praticano tali dillerenti modi, sono, non già di quelli che si oppoug)no
che professano diversi riti ; e qual mal nella sostanza alla fede stessi, nel ([ual
inteso zelo nel volere l'ufllziatuiaennsol caso ben ragionevole e giu'^to suiebhe il

rito a tutti comune? Le varie ufliziature, loro operare. In ogni tempo la Chiesa ro-
le varie ceremonie, i vari riti sono le firn- mana ha riconosciuto i divini ufiizi e i

brie dell'auree vestimenta, di cui è ador- riti delle chiese orientali, da lei appro-
da la Chiesa santa, e ne accresce appunto vati, e ne ha espressamente protetta la
lo splendore la sua varietà congiunta al- conservazione e l'osservanza; e sino da'
l'unità: uffizialuie, ceremonie e liti, che primi secoli in diverse chiese di Pionia
sebbene fra loro differenti, punto però risuonò il salmeggio, anche a due cori,
non discordano quanto al primario og-
in de' greci e altri orientali. Nel secolo XI
getto, cui si dirigono; dappoiché qualun- in Costantinopoli, in Alessandria, nel pa-
que nella loro diversità si consideii, in triarcato di Gerusalemme eranvi chiese
Dio si conosce l'autore, il creatore di lut- latine uffiziate con riti latini, eil inlloina
tij Dio adora, a Dio tributa in un coll'e- continuavano ad esistere chiese greche
sterno l'interno cullo dovutogli; qualun- uffìziate con riti greci; e sebbene in Co-

«]ue alta e non men dell'altre a condune stantiuopoli Michele Cerulario fece cliiu-
alla cognizione di Dio, all' atnore di lui, dare le chiese latine, in Roma s. Leone IX
all'eterna unione con lui nella gloria, per- lasciò a[)erle le chiese greche. L quando
che in esse tutte lo stesso Spirilo egual Costaiiliuopoliuelprincipiodelsecolo\lll
mente opera e promette di fue alla Spo- fu conquistalo da' latini^ benché Iììwj-
%a; niureiiulas aurcus vcrinicidala.s (tr- cenzo 111 un patriarca latino,
vi stabili

genio. Dalle diverse ufììziature, dalle di- cui dovessero ubbidire anche greci, a i

verse ceremonie e da'diversi riti che sono questi lasciò l' osservanze delle liluigit',

nella Chiesa, ella sempre cresce di bellezze tranne le pericolose alle anime. Innoceu •

e di splendore. Ma se è bella la Chieda per zo I V a Daniele re di Prussia lasciò che


la diversità delle liturgie che in essa si os- si osservassero nel suo regno i riti parli

servano, se queste nulla derogano all'u- colari che seguiva, purché alla Cede della
iiità della Chiesa slessa, si rende necessa- romana Chiesa non ripugnassero. L» sles-
riu di conservamela varietà. La qual ne- sa condotta tennero Alessandro IV co'
cessila deducesi dal pericolo di danno che greci di Cipro, Gregorio >l nel!' unione
uè deriverebbe alla Chiesa slessa, mentre della Chiesa greca alla latina, Pio IV co'

non conservandosi diversi riti, e voien-


i greci dimoranti nelle diocesi Ialine, Gre-
dosi insieme alfunilà della fede cougiuu- gorio XIII co' collegi da lui fondali ni

gore r uniformità de' uicdesiuii, molli a Roma pe' greci, maroniti e armeni; Clc-
3.-2 UFF U FF
menle Vili nell'unione co' ruteni, anzi zn, nella quale è caduto lo scisma greco,
blahifi in Roma un vescovo greco per le pare che oraAntiinoper venga
la 3." volta

sogre ordinazioni de' greci delle diocesi nuovamente ripristinato da'musuimani,


latine «l'Italia, e facoltizzò i vescovi ma- per la protezione del protestante inglese
roniti, cofli e melcliili dimoranti in Roma, lord Stratford deRedcliffe, e pel narrato
di conferire i sagri ordini a que' de! pro- daIlaCn77/^iCc/ito/«-<t,ser.3.\t.5,p.758):
prio rito e na7Ìi;ne. Sparsasi la falsa voce per la quale unione non tralasciava di
die iiell'unione a'ruteni erano stali tolti pregare il Padre celeste de'Iumi per la lor
iloro antichi riti, che usavano jielia sal- ro salute eterna (poiché non si trova fuori
modia, nell' aratninistiazione de' sagra- della Chiesa cattolica! terribile sentenza di
menti e nell'altre sagre ceremonie. Paolo cui tornai a ragionare colla stessa autore-
V dichiarò solennemente, non essere que- vole voce del Pontefice Pio IX, nel voi.
sta stata né essere l'intenzione della s. Se- LXXIX, p. 73), nulla risparmiando quel-
de, anzi volere die si ritenessero e fosse- la cristiana carità, ch'è paziente e benigna,
ro in piena osservanza i riti ruteni. Bene- dallo spirito della quale eccitato si pro-
detto XIV eGregorio XVI furono gelosi testò al pari de' suoi predecessori. Essi
nel f;ire osservare a ciascuno il proprio non solo non disapprovarono ì sagri riti
rito, e il regnante Pio IX ne raccomandò che usa la Chiesa orientale, e che videro
nel 184*^ l'osservanza coll'enciclica In su- non opporsi affatto alla fede Ortodossa;
j)rcnioPclji\c\ìe diresse agli orientali, e ri- ma giudicarono di piùdoversi osservare e
cordai ne' voi. LI II. p.i94,XXXI,p. 4 i^e mantenere, come raccomandati da un'an-
427. Dipoi neirallocuzione fn apostoli- tica origine, e in non piccola parte stabiliti
fy7t^i5iVr//.?,de'ic) dicembre 8 53,riportata 1 da' Padri che anzi con provvidenlissime
:

dal n.°2C)6 del Giornale di Roma, il me- coslitrzioni ordinarono che a ninno fosse
desimo Pio IX dichiarò l'incessanti cure lecitoabbandonare riti orientali, senza i

paterne degli antecessori per la Chiesa o- Sapevano che la Sposa


pontificia facoltà. "
rienlale, per sempre difenderla e giovar- immacolata di Cristo si contraddistingue
la; l'industria e le fatiche solerli
adopra- per quella meravigliosa varietà, che non
teperchè quelli fra'popoli d'Oriente che lede r unità; che la Chiesa di Cristo cioè
erano in dissidio colla Chiesa romana per circonscrilta da nessuno confine di paese,
un funesto scisma, di buon grado e volon- abbr.iccia tutti i popoli, tutte le nazioni e
terosi si riunissero alla n>«desima, e si le genti, che concorrono nell' unità delia
stringessero col Pontefice Romano, pa- fede, quantunque diverse per costumi,
stoie supremo sulla terra, come membra per lingua, e pe'riti approvati dalla Chie-
ial suo capo. Indi ricordò le rammenta- sa romana, madre e maestra di tutte. Al
te lettere apostoliche da lui indirizzale che ben avvisando il nostro predecessore
a tulli gli orientali, esortandoli amore- Gregorio XVI di gloriosa memoria, vol-
volmente a ritornare alla comunione gendo la pastorale sua vigilanza e le sue
colla santa S>^{\t, rocca e baluardo del- cure alla nazione de' la lacchi ^ di rito
la fede cattolica, ed a sliingersl ad essa greco cattolico, cheal)itano la TransiL'u-
fci manienle', dimostrando loro la neces- nia[l ),perconforlarli e consolarli e sem-
sità eli lale unione, con n»olti e gravissimi pre più forlificarli nella fede cattolica, pen-
argunienti incontrastabili, checché in con- sò di ristabilire per essi una gerarchia ec-
liiirio osò dir»' [loi il patriarca greco sci- (lesiaslicadi rilogreco".Ciòollelluò lostes
.MUiilico Antimo, che disse voler fare coiì- so Papa Pio IX al modo da me narrato al
lularc (e rescguì come raccontai a Tun- citato articolo. Qui pure ripeteiò; lo stu-
cuiA, vcncndti indi lo scismatico deposto ; dio de'sagri /7</ e dell' ecclesiastica ///«/-
ina (jualc indizio vivente della debolez- ^'''</, occidentali e orientali, ci leva a con-
UFF UFF 3i3
Mcleraie l'unnìpotenza divina, daniloci un tono Ao\io\\ Kyrie eleison^ e vi soggiun-
alla idea del grande, del niislcvioso, del gono 12 volle Gloria Patri. Finalmente
stiMiine die in se racchiude la HcU^ione seguono con l'invitatoriOjdicendos penile
^T .) nostra sanlissioia anche nelle più mi- adorenius lìegeni nostrum Deurn, venite
nute cereuionialì osservanze ne'diviui uf- adoremus Chrisluni, procidanius coraot
fìzi; e giovano a un teujpo ad ispirare ne* ipso. Con ((uesti versetti sempre danno
uùiiislri della Chiesa la più scrupolosa e- ordinariamente principio a tutte le ore,
satlezza ueiresercizio del Culto, la quale quando separatamente le dicono ; se poi
riesce di edificazioiie e di ammirazione a' le dicono insieme, si desume il principio
fedeli, ed eccita in loro maggior divozio- dallinvitalorio: Venite adorenius Chri-
ne, massime quando gli adorabili misteri stum. Il Mattutino de'greci è composto di
sono rappresentali decorosamente e con 20 salmi, deltrisagio, e d'un innope'fedeli
isplendore dì maestà ecclesiastica, tanto defunti, e della litania grande del sacer-
oell'ufflziatura latina, quanto nell'orien- dote, di alcune lodi, che chiamano oda-
tale. Vedasi l'Assemani, Bihliotlicca O- ria, àeW' Alleluja secondo i tempi, e seiU'?

ricnlali.s, Romae 1719- llenaudot, Lilur' pre della glorificazione della D. Vergine.
giarumOt itntaliufii, Vav\ii\ii 7 16. L'Ar- Nelle feste solenni non si canta il Magni-
mellini dell' ufllzio divino de' riti orien- ficai, ma altre laudi, e nelle meno suleu*
tali, principia a parlare di quello della ni un inno in lode della ss. Vergine. liau-^
chiesa Greca (V.}. I greci dividono il Sal- no i greci le loro lezioni particolari rac*
terio in 24 Questo nome di sta-
slazioiii. coltesi dal vecchio, che dal nuovo Testa-
zione presso loro signifìca, che mentre due mento in tanti libri separati. Da Pasqua
stanno io piedi recitando l'udizio, gli al- di Risurrezione all' 8." di Pentecoste leg-
ti siedono. Le Ore non sono ne più né
i gono gli atti Apostolici. Negli altri tempi
n>eno di quelle del rito latino. Spessissimo le 7 lettere canoniche degli A postoli e lei 4
nell'intera settimana recitano tutto il Sai* di s. Paolo, e l'Apocalisse. Leggono gli E-
lerio. Al Mattutino premettono la seguen- vangeli in questa forma. Dalla Pasqua di
te orazione. Benediclns Deusnosternttiic, Resurrezione alla Pentecoste, leggono il

et seiuper^ et in saecula satcìiloruni, A- Vangelo di s. Giovanni; dalla 2." feria do»


meli, /l'ex coelesùs, consolator, Spiritiis pò la Pentecoste per i 7 settimane fino alla
vcritalis, qui itbique es, et reple.s omnia, festa dell'Esaltazione della ss.Croce, quel-
thesaurus honorum, et vitae largitorj ve- lo di s. Marco; in queste settimane nel-
ni, et inhahiia nos, et manda nosah omni l'i prime sempre leggono s. Matteo, nel-t
I

macula, et salva, bone, animas nostras. l'altre G nel sabato e nella domenica con-

Dopo proseguono recitando il Trisagio tinuano s. Matteo, negli altri giorni s.Mar-
(J\), Sanctus Deus, Sanctus Fortis, San- co. dopo 1' Esaltazione, s.
Dalla feria 1.'

ctus Immorlalis, a cui soggiungono 3 vol- Luca per 2 settimane, dopo s. Marco, ne'
1

te la dossologia Gloria Patrij quindi al- sabati e nelle domeniche s. Luca, finché
tre aspirazioni, come: Sanciissinia Tri- lo terminino anche nelle domeniche e

iiitas r/iiserere nostri, Donime dele pec sabati della Quaresima. A queste lezioni
caia nostra. Domine parce iniquitatibus inseriscono le omelie ancora de'ss. Padri.
noslris, Sancte visita, et niedere infirmi- Nelle Laudi unite immediatamente al
tatibus nostris propter nomen tuum. K/' Mattutino, dopo il canlico Bencdiclus^
rie tleison. Qui replicano 3 altre volle il dello f^/im/.y*ono, cantano Omnis spirilus
Gloria Patri, e poi dicono: Quoniani tuitni laudcl Dor/iinum: Gloria in excelsis, colle
est regnum, ti virtus, et gloria Patris, et oraz-ioni, litanie e versetti. A Prima can-r

Filli, et Spirilus Sanclis nunc, et senipcr^ tano 5 salmi, un versetto, un inno e le

et in succida sa^culcrui(t. Anicn. Pupc- pro[uie ovazioni, e ripetono 4 volle il Aj^'^


3.4 UFF UFF
r'ìt eleison. Così sono composte Pallre ore, pria a corrispondente alla Zi;vvr7g//Vi e al tre

ma contengono tliveisi salmi e diverse o- contrade; Albaniaj la Macedonia; la


1'

razioni.A Vespero olire i salmi si cantano Romania oPiomelia corrispondente a par-


le profezie, i versetti, le orazioni e le lita- te dell'antica Ilaria e Macedonia. Nel
nie. La Compieta è di 3 sorti, secondo le regno delle L\ae Sicilie vi sono ancora de'
diversità de'tenipi, cioè piccola, un poco luoghi dove si nffizia il rito greco; e per

i)iù lunga e grande. Ella ha o [)iìio meno tutta r Europa ( anche in Asia ) vi sono
salmi col Gloria in excelsis Dco, colle o- sparsi de' monasteri di «noiiaci basiliani,

razioni, con una ode, col Kyrie eleison insieme al celebredi Grotta Ferrala[f^.).
4o volle ripetuto, co'veiselti I\Iiserealnr 1 basiliani però, quantunque osservino il

ìiostii, cull'assoluzione, col simbolo degli rito greco, in alcune cose sono dilferenti
Apostoli, colla invocazione della ss. Ver- dall'uso comune de' greci. L' uffizio divi-
gine, degli Angeli, de'Santi, e fìnaìmente no degli Armeni (T\), l'Armellini lo dice
coli'orazione di Manasse re de' giudei. distribuito in 8 Ore, cioè al punto della
L'ufficio de'greci è contenuto in più libri: notte recitano che dicono Not-
l'uffizio,

essi sono. Il Martirologio, che appresso turno, all'aurora le Laudi, al nascer del
loro contiene le vite deSanti, e che quo- srjle Prima, 3 ore dopo Terza, alle ore J

liduuuuiiente leggono, si chiama Meno- Sesta, all'ora 6." Nona, alla 7." Vespero,
ios'O. 11 lil)ro dove sono le lezioni scelte all'iS. '
la Pacificazione ossia Compieta. Ag-
did vecchio Testantenlo, lo dicono: Li- giunge, che a suo tempo gli armeni avea-
hriini Of/icii Ecclesiastici. \ì3Jeneoncon- no un uffiziolo, che ciascuno recitava nel-
tiene l'unizio de'Santi proprio, e gì' inni l'ora de'crepuscoli, prima di porsi in letto.

distrdiuili per ogni giorno. Il libro dove Cosa recitano al Mattutino, dichiara che
stanno le orazioni e i salmi da dirsi dopo l'uffizio che dicono Notturno, lo comin-
la Setluagesima alla Pasqua, è conosciu- ciano seuìpre con l'orazione domenicale,
to sotto d nonie di Triarliouj e c\i\ama*ìO dopo di cui dicono 3 volte: Domine Libia
Pentecostariuni quello che recitano da mea. Benedicta sii consnbsCantialis, u-
Pasqua a Pentecoste. 11 nostro Diurno Io nica, el individua Trinitas, Pater, et Fi-
dicono nórologitun. Il teste» si appella lius, et Spiri tds Sanctus, nunc, et seni-

lynicon. Questo Typicoii è particolare per, et in saecula saeculorum. Amen.


quasi per ogni chiesa, massime nelle pa- Poi i salmi, i quali sono distribuiti in mo-
Il più celebre è quello de'mona-
triarcali. do, che in ogni settimana recitano tutto
ci monte Santo detto da' geografi A-
del il Salterio. Al fine de'saltni sempredicen-
ihonoAlhos. Il Trojnirio è un versetto do il Gloria Patri. Terminati i salmi
e preci spesso cantale nell'ore canoniche: dicono (juesl'orazione Excitaii a quiete :

meglio è vedere suo articolo. L' uffizio


il soinni, que nobis concessi t amator ho-
divino greco in buona pai le è opera di s. ìntiiuni Deus in subsidtu'/i fragililiitis no-

Gio, Crisostomo, giusta la relazione di strae,i>ratias agamus illi. A (piesl' ora-


Cassiodoro autore della di lui vita, di s. zione segue la lezione d' un discorso, poi
Basilio e di altri gravissimi Padri greci. 5o volte ripetono Domine niiserere, e :

Ma l'Azevedo ueW'Exer. 8, dice: Dio vo- ne'giorni di digiunoioo volle; a cui ag-
lesse che greci nulla avessero aggiunlo a
i
giungono: Gralias aginms l:l>i Domine
quanto si rispettabili Padi i stitbilirono, Deu\ /iOst(r,:icu\ fanno segnile alcuni iiuii
jieichè non vi si leggerebbero tante cose o cantici di metto ili verso. Ne'giorni poi
Itdse e iirsipide quante ve ne inserirono. di domenica varia il rito, poiché in essi

Le Provincie in cui era in uso il rilo gre- leggono l'Evangelo, cui segue la preghie-
to, a tcnqio dell' Armellini, le principidi ra Intercessione Sancì, le Dei Gcnitrix,
:

erauo.la Muicu.ld Livudia,u Grecia [no- s. Joliannis Iìaptisiar,clSiincti y. (fjiicl-


5

UFF UFF 3 1

lo di cui in quel giorno corre la festa). za,fli Sesla,cli Nona,(Ii Vespero ediCouj-
Conctde nobis omnipotens Deus. Inter- piela. Non liauiio l'ora di Priuia. Poi non
due lezioni del
poste qui le prime Salle- terminano mai in tutto il corso dell'an-
rio,leggono 4 discorsi esortatori i, diversi no tulio il Salterio. Ma a tutte Icore di-

secondo l'occorrenza de'lempi. Dopo eia- cono sempre certi determinati sainìi, al-

senno di tali discorsi cantano leoiazìoni cuui cantici, alcune orazioni, il Trisagio,
in tuono diverso. Segue l'inno, che co- e cominciano e terminano l'ulìlzio con un
niincia Rex saeculoruin indi ne viene
: , inno, cui Pater nostcr, V Ave 3Juria, col
un altro, cli'è differente in tutte le ferie, Credo e con una orazione. L'ora di mez-
la lezione del Menologio, e l'orazione do- zanotle coutieuei 6 orazioni, ii cantici,
inenicale. Il Salterio ne'mouasleri arme- G inni, 2 salmi, un rcsponsorio, e alcune
ni è diviso in 8 lezioni. Lai ."lezione con- altre orazioni. Il Mattutino è composto
tiene 17 salmi, la 2." 18. la S/ 19, la 4-" *'' 4 salmi, di 6 cantici, di 7 inni, d' i 1

I
7, la 5." 27, la 6.'^ 7, la 7.^1 3, l'S." 32. orazioni e d'un responsorio. Terza ha 5
Laonde presso di loro ogni giorno recita- orazioni, 3 cantici, oppure alcuna volta

no tutto il Salterio, oltre le altre cose e due, e salmo 3Iiserere. Lo slesso reci-
il

preci, che dicono all'uso de'greci. LeLau- tanoa Nona, A Sesta però sempre cantici,
die le ore di Prima, Terza, Nona, Vespe- 11 Vespero è composto di 7 orazioni, di 2

vo e Compieta, in poco differiscono dal ri- inni, di 4 cantici, di allreltanti salmi e d'un

to de'greci. Cominciano però dall'orazio- responsorio. Compieta contiene 5 orazio-


ne domenicale. Gli armeni una volta a- ni. S salmi, 2 inni e 2 cantici, a'qualisuc-
veano loroparticolari re, onde allora fa-
i cede un' orazione ed un altro salmo, poi
cevano rito particolare nel paese dell'/^/'- un'altra orazione ed un altro iium col 2."
ìììeniri, de'più ameni e fecondi dell'Asia, salmo; segue in ap[)resso la 3.' e la 4- c'-

Ora però stando sotto il dominio della razione con tni cantico; dipoi il 2,° inno

Tarehin, della Persia^ della Giorgia (e col 3.° salmo, e llnalmente la 5.'^ orazione
negli altri luoghi riferiti a Patriarcato col 2° cantico. Si osserva il rito de'maro-
Armeno) alcuni osservano il rito greco,
,
niti, abitatori priiici[)alineute del ìlonte
altii ritengono l'armeno. Ne'palriarcali Libano, situalo neh' Asia a'confliii della

di Ganzar o Cangia o Cangia nell'Alba- Palestina e della Siria, nella CaLleaetìeU


nia d'Asia, e di Ezmiazin tra l'Armenia la Siria. Crede l'Armellini, non solo che
e la Persia, si osserva il rito armeno (an- i maroniti furono co-.'i detti da s. Marone

che in altri riferiti a Patriarcato). JNella i.° patriarca del Monle Libano, ma dalla
provincia diNaxivan in Armenia,che con- paiola Dlaronila che in siriaco significa
• iene IO luoghi, si osserva il rito romano del Signore, perchè la fede che ricevero-
in lingua armena all'uso de'frati dell'or- no dalla pura voce di Gesù Cristo o dagli
tline dti Predicatori, introdotto dal do- Apostoli, sempre sincera fu conservatane
nienicauo bolognese b.Darlolomeo, quan- mai violata. E nota, che sebbene maro- i

do vi fu spedilo da Giovanni XXII per niti parlino la lingua araba, i riti sono e-

rislabilirvi la fede cattolica; ed il luogo spressi nell'idioma siriaco. Avverte pure,


principale di delta provincia è Abraner. che tra'siriecatilei si trovano molli eretici
Osserva l'Aiuiellini, che l'uHizio divino Neslorianie Giacobiti [F.). Traltauode'
de"duine«iicani conviene col rito romano loro rilied errori, Federic<j,K-onigio,Dou-
nella massima pai le, nel resto hanno al- cin. Abramo Calovio, e rAT>semaui citalo,
cune cose proprie, ed altre simili a'cano- Quanto all'uffizio divino degli Elio/)ì[f\),

Ilici regolari Premoiistratensi. L'ufllzio dice l'Armellini, che il cardin.d Dona iu-
divinode'J/(//o/i///(/ .)conta7ore. L'o- terrogùdueeliopi,otì^i.yAm(urq/ì< ocopli,
ra di mezza notte, diALittulino, di Ter- ch'erano in lloma nell'ospizio e chiesa <li
3.G UFF IJFF
s. Stefiiiio dietro la basilica Vaticana, cir- minati i cristiani di s. Tommaso ^T''.), \

ca il loro l'ilo uell'iiffizio divino, e n'ebbe quali usano il rito armeno in lingua siria-
la seguente risposta lifenla dall'Azevedo ca, come vuole l' Azevedo. Gli Illirici o
ììcW'Exerc. 8. » Tutti i noti'i ullizi eccle- ÓV/t/V7i'0'i/, Dra-
abitatori del paese fra la
siastici coiuiuciano coli' orazione dome- va e la Sava, usano promiscuamente tan-
nicale, e dalla Salutazione Angelica: sul to il rito greco che il latino; nella Dalma-
principio del Notturno recitiamo il f^'enil zia Litorale usasi il rito romano tradot-
exulietnus; poi leggiamo molti tratti del- to nella lingua illirica. Nella ^yeri^/rt, nella

la divina Scrittura, ma
verun tempo in Bosnia, nella Bulgaria, si osserva il rito
mai, se non nella settimana santa, am- greco nell'idioma illirico, il rito romano
ineltianio gli scritti de'ss. Padri. Abbiamo in lingua illirica si usa nella Croazia e
tutte le Ore composte di 12 salmi, uno nnW Istria. 11 rito greco in lingua illirica

de* quali è il Miserere ". Ecco quello die si usa nella Misnia, nella Russia mino-
noi sappiamo del rito degli etiopi nell'uf- re ossia Lemberg o Leopoli [ove è pure
(ìzio divino. Hanno però anch'essi diviso in esercizio il rito armeno), ne'palatinati
l'urtìziodivinoin 7 Ore canoniche, che re- di Belzi e Chelina nella Volinia, in KiO'
citano ili lingua etiopica, ch'è diversa daU via, ha' Ruteni, nella Russia Bianca, nel-
la volgare. Il rito etiopico, dice l'Armel- la Lituania, nella Moscovia e in altre re-
lini, si osserva ntììì'Abissiuìa, gran paese gioni dell' impero di Russia. I cristiani
dell'Africa, i cui popoli abbracciarono la della lartaria e di Clierson penisola di
lede per la predicazione dell'Eunuco del- Tracia, allo stretto di Gallipoli, e in mol-
la regina Candace,baltezzato da s,Filippo ti altri paesi del Ponto seguono il rito gre*

diacono. Si confermarono nella fede per co nella lingua illirica ossia slava di Schia-
la predicazione di s. Matteo apostolo, e di vonia. Negl' indicati articoli parlando in
nuovo vi fu promulgata da s. Frumenzio molti pure de'loro riti, scrissi nozioni ana-
chiamato l'apostolo dell'Abissinia e ordi- loghe. Anche l'Armellini dichiara, che la
nalo vescovo da s. Atanasio, Ma poi l'A- varietà degli ullizi divini e della pubblica
Lissinia s'infettò degli errori de' Diosco- preghiera degli orientali e degli occiden-
rrt///, degli £'«//f/ti«/it e degli Ebrei (V.)^ tali nulla pregiudica all' immacolato can-
onde è un misto di cristianesimo e di ebrai^ dore di s, Chiesa, come risposero i Pa-
soio. Famoso fu il loro Prete Gianni {^F.). pi s. Nicolò 1 a Fozio intruso patriarca di
Essendo pochi cattolici, pochi sonoquin-
i Costantinopoli, e s, Leone IX! riferito dal
di gli osservanti del rito etiopico senza er- Grancolas con queste parole. Scil s. Ro-
rori. Questo rito è comune anche all'/i- mana Ecclesia^ quod nihil obsunt saluti
^itlo {f^.), i cui abitanti sono detti egiziani crrdcntiuin di\'ersae prò loco, et tempo-
t Cofjti o Cofli da Colilo già celebratissi- re consueludines. Quindi fu antica con-
iiia cillà e melropuli della Tthaidc. Gli suetudine della Chiesa che santissimi ve-
altri liti orientali ne divini ullizi, sono scovi preseli vesserò a'Ioro diocesani parti-
ijuelh degli alb.uicsi d'Asia, abitanti fra il colari niaiiiere di pregare. Cos'i fecero s.

Mar Caspio e il Ponto Eusino,che seguono Nepote vescovo dell' Egitto, s. Ilario ve-
il rito romano tradotto nella propria lin- scovo d'Arles, s. Gio. Crisostomo, s, Am-
gua. Ma dubito die ora ivi esistino sìilalti brogio, E ode vescovo di Parigi, tutti con-

cattolici. Que' della Colchide o lìlitìj^rc- fessori e fervidi propugnatori dell' unità
liaf.Iinertzia,ei\ii\\iì Ciorg in, (>ìstivtnìO della Chiesa. Anzi non pochi concilii pro-
del rilu greco tradotto nella loro lingua. vinciali e nazionali stabilirono che si do-
IN'eir Iiutit Orientali e particolarmente vesse dire ijueU'ulIizio ch'era in uso nella
biella provincia di Maialar, vicino all'i- provincia loro. Nel 44' il concilio di Vai-
sola di Ceylan, Irovausi dc'crisliuQi deno- buu slabifi Inani OJ/iciorum rcgtiLun
;
e

UFF UFF 3i7


tcneatnns juxln nostrani provlncìam. Il veranno al Gloria Patri. Tulli faranno
concilio di Braga del 563 prescrisse : JJt un inchino di capo quando si pronunzie-
linux, alque idem psallendi ardo in Offi- rà il iVowif di Gesù (dell' //?(7j/'«/7z/o/j/ e
ciis leneatur. Il decreto attribuito a s. Ge- Genit/Iessioni ue\\W\n\ uflìzi, iu tali ar-
lasio I vuole che si osservi il rito della me- ticoli ne tenui ragione). Nessuno dirà l'uf-
tropolitana: Ad
celebranda divina Offi- fizio da se mentre si cantano le ore in co-
cia ordineni queni melropolitana tenely mune". Il medesimo nel i l'^ij col can. 3
provinciales observare dtbent. Conclude .«tatui. » Siccome tutti i benelìziati, che
l'Armellini sulla varietà de' divini uffizi, sono negli ordini sagri, sono obbligali al-

essere la s. Chiesa la simboleggiata da* la recita dell'uffìzio, il s. concilio avverte,


salmi, la bella Regina Sposa ornata di no- che se vogliono rendere le loro preghiere
bil manto picchiato di vari cangianti co- accette a Dio, bisogna articolarle in una
lori. Questo manto risplendentissimo è fi- maniera intelligibile, e non parlare tra*
guralo nella varietà de' riti, tributo che denti, mangiar le parole, o sfigurarle,op-
presta al suo Sposo colle lodi del divino pure interromperle per parlare, o per ri-
ufiizio. Così la varietà de' Colori ecclesia- dere; ma che, o essendo soli, o pregando
stici ^F.), nelle Pesti sagre e ne Para- molti insieme, devono recitare e distinta-
menti sagri, usati dalla Chiesa ne' suoi mente, e con rispettosa divozione l'ufTìiio

Templi,%ono pieni di bellissimi simboli de' del giornoe della notte, e scegliere un lun-
venerabili misteri che celebra. Oltre i no- go rinìoto dalle distrazioni ". Dal con-
minati concilii, altri innumerabili decre- cilio di Sens neli4H5 fu raccomandato.

tarono canoni sui divini uffìzi : ricorderò M canonici saranno considerati assenti
I

qui principali. Ordinò


i il concilio diRoiien dall'uffìzio, quando non si troveranno al
del 1 q. » Tutte le chiese suffraganee si
I 1 mattutino al termine del salmo Fenile,
conformeranno all' uso della metropoli all'altre ore alla fine deli." salmo, e alla
nella Lettura e nella Salmodia, vale adi- messa prima dell'idlimo Kyriej né par-
re nell'Uffizio divino ". Il concilio di IVI a r- tiranno da nessimo di questi uffìzi, se pri-
siac diocesi d'Auch deli 325 dispose. "E ma non è finito ". Il concilio generale di
prescritto a* canonici delle cattedrali e LaleranoVnel 5i 4 ordinò. » Tutti quel-
1

collegitite,e agli altri chierici delle chiese, li che hanno benefizi con ciu'a d'anime

di celebrar l'uflflzio contlivozione alle ore o senza, 6 mesi dopo averli ottenuti, sono
stabilite; di cantar i salmi modestamente, obbligati a recitare l'uffizio divino, sotto
facendo pausa alla metà de'verselli,eche pena d'esser privati de'ftutti a proporzio-
una parie del coro non cominci se l'altra ne del tempo, che non l'avranno recita-
non ha finito, sotto pena d'esser privati to, ed anche del benefizio, se non si cor-

della retribuzione, o d'altre pene a piace- reggono. Ma per esser privali del titolo
re de* superiori ". Decretò il concilio di de'Ioro benefizi, il decreto comanda, che
Basilea nel i435,sess. i\ . » L'uffizio divi- sieno passati I 5 giorni almeno, senz'aver-
no dev'esser celebrato alle ore opportune, lo detto due volte ". Prescrisse il concilio
<lelche se ne avrà il segno col suono del- diSens dell 5^8. •» I salmi si canteranno
le caropane. Sarà cantato gravemente e con gravità e modestia, d' una maniera
decentemente, facendo pausa soprattutto di$tinla,atta ad inspirar divozione, guar-
alla metà del versetto, osservando tutta- dandosi di suonar sull'organo arie profa-
via qualche differenza tra l'uffìzio solen- ne e lascive ". Ordinò nel i 5'28 il concilio
ne e il feriale. Gli ecclesiastici vi assiste- di Parigi. » I preti e gli altri ecclesinslici
ranno in Cotta, o in Cappa, secondo le regolino per modo il loro canto, che col-
varie stagioni. Non si di'ipulerà in coro. la nobiltà, la maestà, la misura e la gra-
IVon si leggerà nessun libro. Tulli si le- zia, che lo accompagneranno, possano ce-
e

3i8 UFF UFF


citar ne'ciiori tìegli astanti sentimenti di lecltarriiffizio tutto intero, con voce cliia-
compunzione. Quando
pietà e di si canta ra, articolala, distinta, e con attenzione:
r uffìzio in comune nessuno lo reciti a devono anche dirlo in un luogo ritirato
parte; imperciocché, oltre che in tal mo- e acconcio alla preghiera. Il s. concilio di
do si manca d'adem[)iere a'doveri del co- Trento nel i ^B-jjSess. 22, decretò utilissi-
ro, avviene sovente, ihe s'interroui[)ano nip prenci izioni, sopra ciò che
si deve osser-

quelli, che pivi esalti nel servigio, sono iu- vare o evitare nella celebrazione della s.
tesi al canto de' salmi. Se dunque alciuio Riessa," Che i vescovi proibiranno e bnn-
verrà a commettere lui f<d!o di quota na- diinnno ogni sorta di musiche, nelle qu di
tura, per punirnelo, non se gli conti per ci d'impuro e di e(fo-
entii (jualdie cosa
lempo d'assistenza l'ora nella quale lo minato, e gli strepitosi accompagnamenti
ha commesso, o si punisca eziandio più isirumentali, il cui fragoie cuopre e as-
rigorosamenfe se il caso lo esige ". La sorbisce le voci. Che nelle funzioni ordi-
slessn proibizione si fece poi dal i. "conci- narie eziandio la modulazione del canto
lio tenuto da s. Carlo ne! 565in IMilano, I agevoli l'inltliigenza delle parole". Indi
da'concilii di Reims Tours neh 583,
e di il s. concilio nel 1 563, sess. 24, cap. 12,
dal concdio di Boiirgesnel 584jda quel- i attribuì al concilio provinciale la cura di

Narbona nel 6oq, da quello di Bor-


lo di I fare de'regolamenti concernenti l'uffìzio
deaux nel 1624- J' concilio di Tieveri nel divino, ed in mancanza di detto concilio

1549 stabilì. >j ^' deecantarel'ulììziogra- al vescovo diocesano, assistito da dueca-


vemente, osservando le pause alla metà nonici, l'uno scello dui ve^covo, l'altro dal
de'verselli, avendo riguardo alle varieso- capitolo; ed iitgiur)se che al pi eccito della
lennilà, e non anticipando un versetto recita si debba unire anche coslantemen-
sopra l'altro. Proibizione di leggere altri te la qu:\\\fica ino(.\<ì\e: studiose celebrent
libri, che il breviario in teuq^o che si can- pnrìler ac devolej hyninis et cnnticis Dei
ta. Tutti ([iieili a'quaii la Chiesa ha im- nnrneiireverenler,fii.>,lincte,des'Oleqn('lnu-
posto l'obbligo di recitare l'uffizio, devo- dare. Il concilio d'Aquileia del i5i)6 de-
lio soddisfare a questo pio dovere col mag- cretò prue ; " Essendo convenevole di ri-
giore raccoglimento che sia possibile, e movei e dalla chiesa nel tempo della mes-
iion recitarlo in modo che mentre cau- sa e dell'uffìzio tuttociò che potrebbe im-
lanoi salmi, pensino a tutl'allro fuorché pedirne e sturbarne la celebrazione, non
a Dio. Devono temere per se il rimjiro- voglianio che si peru»eltaa'Porc/-/, quan-
vero che egli fece pel suo Profeta ((ie- tioandie fossero nello stato più deplora-
remia 4^, io), dicendo, ciie quelli che correr qua e là per la diesa iu
bile, di

profer iscono le sue lodi hanno il cuore tempo del s. sagrifizio, perchè in tal gui-
lontano da lui, imperciocché, non è egli sa recano disturbo al sacerdote che cele-
lui inganniire gli uomini, e un burlarsi bra e a lutti gli assistenti ".

di Dio, l'aver volontariamente rivolta la Di sopra toccai, ove tenni proposito


mente agli affari domestici, o a ciò che della Musiva \<7g7vr vocale e strumenta-
passa nel mondo, nel tempo che si cantano le, che accompagna i ilivini ullìzi; tpdu-
i salmi'/ Terribile é il detto della Srrittu- di trovo opportuno per la doverosa vene-
ra: Maledetto chi fai' opera di Dio con razione che ad essi e al 7V//?/;/o di Dio
negligenza. S'im[uiinano bene in mente si deve, aggiungere altre poche parole,
il verso che dice: Che non quegli che gri- nuovamente compiangere gli abusi per-
da^nin quegli clic amai' esaudito da Dio; niciosi introdotti, con tanto discapilo del-
iniperctocvhe egli ascolta la voce del cuo- la pietà cristiana; mentre anche qui ri- i

re, senza la quale non cura le parole del- portali saulissiuii e ntilissiuii emoni, ne
le labbra. Quindi gli ecclesiastici devono divini uflizi prescrissero il ilivolo canto e
'

UFF UFF 3(f)

vietarono musica pioffina. La musica


la lier d; uions. Dnnjoti, feci 'menzione nel
religiosa è ([uella colla quale l'iilFello del- voi. L'I, p. io4. Sulla ristorazione poi

l'uomo tende a volgersi verso Dio, e l'in- proposta da mg.' Alfieri , egregiamente
naizar l'animo verso Dio può farsi col ne rese contezza ncW Eptacordo dì Ro-
canto or nella solennità del sagriflzio, or /»<7 del i 8ti(ì ne'n.i ?.oe 2 i ilprofd. Stc-
nella recita dell'uffizio divino, ora in al- fino Ci'^colini, chi.uo scrittore di cui ri-

tre funzioni introdotte posteriormente piulai ne'vol. LXX, p.i 19, LXXMI, p.
dalla pietà de'fedeli, or fuori eziandio del f)8. Bla qual fosse il divisan»ento del Ije-

tempio in mezzo alle stesse occupazioni nemerito p. Lambillotte defunto, meglio


con canticiecanzoncinespirituaii.Conef- Io spiega la recente pubblicazione di sua
fusione d'animo riverente altresìdi sopra egregia opera postuma: Estetica Icori-
celebrai il rinvigoiito sentimento della ca e pratica del canto Gregoriano^^a-
cattolica unità, il cui centro è nella Cat- rigi 1 855. Di questa eguolmenle, colla so-
/ff//rt <-/? 5. /-'/V^ro, specialmente nell'edi- lita dottrina e leligioso zelo ,
ragiona I.i

fìcantissimo episcopato e clero di Fran- Civiltà Cattolica, S."" serie, f.


4» P- 20,
eia, il quale promuove dopo quello della nel suo mirabile discordo sulla Illnsica

liturgia, il ristoramento anche del canto Religiosa, il cui compiniento si legge a


Gregoriano; che siccome cadde colà al- p, 266. In tale opera il p. Lambillotte, sic-

l'abbandono della liturgia romana, cosi come apprendo dalla stessa Civiltà Cat-
col progrediente ripristinamento di que- /o//(Yr, precipuamente si propose con ma-
sta sen)bra vicino a risorgere nella sua gnifìcodisegnol'unità universale del can-
grave uìaeslà. III. "passo si deve al sullo- lo liturgico, per far cessare l'indecorosa
dato gesuita p. Lambillotte, che erudito anarchia che deforma in certe regioni la

filarmonico e religioso ammiratore del- gravissima fra le funzioni cattoliche, la

le sagre bellezze delle melodie Gregoria- me>isa solenne intarsiata in parecchi luo-
ne, tentò l'aringo colla pubblicazione del- ghi or di mottetti in lingua volgnre, or
r Antipìionaire de s. Grégoire, fac-si- d'Interminnbili e fantastici ghiribizzi d'or-
mile da ìnaimscrit de s. Gali , accom- ganisli profani, più occupati di trarre a se
paglie: I. d' line notìce historir/ncj 2. l'attenzione de'fedeli, che di volgerla a ri-

d'une disserta tion dounante la clef da verenza del tremendo sagrifìzio incruen-
cliant Grégoricndaiìs ics aiitiques ìiota- to. » Mentre il p. Lambillotte con tiitia

tionsj3. dediversnwnumeììts,tableaux !a scuola severa promove oltrajnonti la

?]cunìatiqiics incdits eie. par le R. P. L. reslituzioue del canto Gregoriano, non


Lainhillottc de la Compagìiie de Jesus, mancano difensori della musica mnder-
Parisi85r. Neresecontezzaegregianien- na, i quali credono di ravvisare nello ze-
te la Civiltà Cattolica, nel t. 8, p. 82. lo de' primi quel medesimo eccesso, per

Però r autenticità del codice di s. Gallo cui da certiuji vantasi oggiih in arciii-

fu impugnata con gravissime ragioni in lettura, come solo !>lile cnsiiano, il goti-

breve e erudita operetta dal eh. e dotto co ogivale (ne ri[)ar!ai a Tempio). E per-
maeslro di musica mg."^ Pietro Alfieri : che, domandano, vietare alla Chiesa l'a-
Précis hislorique etcritique sur la re- doperare qualsiasi stile in musica, poiché
stauration des livres du chant Gn'go- non le si vieta in eloquenza? Ceilamen-
Rennesi 856. Bensì pienamente de-
rzV/?, te nell'uso delle varie forme oratorie il
plorando col p. Lambillotte la profanità sentimento del convenevole, il gusto, I»
della musica in chiesa, e nel desiderare consuetudine impongono all'oratore cri-

il ritorno alla severità dell'antiche melo- stiano alcuni limili che ricisamente lo se-
die. Di altro simile antifonario che ere- parano (l;d roinanzn;ie, dall'istrione, {\ì\

desi trovalo nella biblioteca di Montpcl- cerretano: ma cpiesli limiti sono più fi-
320 UFF UFF
cili a rarvlsiirsi tlalln sqiiislfP77n del sen- mcroso l'ordinato e contemporaneo pro-
limento e della prudenza, che a determi- nunzinmenlo delle sillabe tale si vuole il :

narsi scienlifìcamentecondefìnizionieca- canto de' primitivi cristiani, usato nelle


lalterì filosofici. Sono questi in sostanza catacombeo nelle case de'privati. Il 2.° è

i concetti d'una recente operetta publ)li- il canto fermo, i cui modi derivati dalla
cata nel Belgio con idee che a noi seni- musica greca, vennero da s. Gregorio I
biano non solo cattoliche, ma saviee tem- in ntjmero di 8 riformati e consagrati ad
perate: La Musifjnc relìgìcìtse pnr le R. uso della chiesa, eal clero successivamen-
P. Louis GirofJ de la Covipagnie de Jé- te raccomandati da molti Papi. Il natura-
.w5,lNamuri855".Ne! rendere ragione la le istinto con cui l'orecchio tende all' ar-
Civiltà Cattoliea dell'encomiala Esteti- monia fece successivamente aggiimgere a
ca musicale, con commendevole scopo si certe parti di questo canto un accompa*
propose di ricercarvi que' principii fon- gnamenlo dapprima assai semplice di ter-
damentali che in tal maniera ponno gui- za, di quarta di sesta, ed èciòchefu det-
dar gli opinamenti di chi vuol proiuin- to perGuido Aretino (il cui sistema ven-
7Ìare coll'appoggio di motivi ragionevo- ne chiamato dal celebre Zingarelli per
li; ed eziandio nella speranza che in Ita- antonomasia, il gran tipo della musica)
lia si ravvivi l'amore e la riverenra alle or diafoniao organazione, or falso hoC'
melodie ecclesiastiche, a seconda del sen- done usato pur tuttavia in Roma nel co-
timento cattolico che torna ad infervo- ro di parecchie basiliciie, che tutta con-
rarsi, combattuto com'egli è dal partilo servava la cantilena Gregoriana. Fu que-
•volferiano, sia sfacciatamente arrabbiato sto un primo tentativo di quel contrap-
e spirante sangue e sterminio, sia mode- punto che oggi chiamasi cantofratto, in-
ratamente scettico e spirante conciliazio- termedio cioè fra il canto fermo e il figu-
ne umanitaria. Si compiace di veder nel rato. Ma il capriccioso calore della fanta-
regno di Napoli l'infervorarsi agli studi sia musicale fu strascinato da quella foga
del canto ecclesiastico, anclie per la pub- che facilmente inebria il genio delle belle
blicata operetta di d. Camillo Mollo: I- arti , produsse sotto forme assai libere,
struzione teorieo-pratica di canto fer- anzi licenziose,quel che fu detto contrap-
mo e fratto sidV antico ragionato siste- punto a nienlej nel quale sid fondamen-
ma Guidoniano jo^tva degna per l'edu- to del canto fermo sostenuto dal basso,
cazione del clero nel canto ecclesiastico. le altre voci improvvisavano a proprio ta-

Quindi col precipuo intendimento di ri- lento qualunque ghiribizzo fantasticasse


storare il canto Gregoriano e di miglio- loro il cervello. Ad infrenare la quale li-

rare l'ordinamento musicale delle nostre cenza, riprovata da'Papi, sopravvenne il

solennità ne'divini non meno di far


uffizi, contrappunto severodi Pier Luigi da Pa-
ben comprendere qual funzione compier armonie risuonaro-
lestrina (le cui belle
•vi debba la musica, destinata dalla Chie- no Cappella pontificia e nella pro-
nella
sa a sublimar le anime a Dio passa a ,
tobasilica Lateranense, la i.'nel uìondo
tratiare: Che cosa sia musica religiosa. In callolico). la cui maestà riuscì nel i55t>
quante maniere In musica possa innalza- a sospendere i fulmini del grave Marcel-
re la mente a Dio. Varie specie di musica lo II, che ogni altra musica fuor del can-
usata nelle chiese. Quanto a queste, dice to fermo minacciava eliminare dalla chic
."
che si ponno ridiu'rea cinque o sei. 11 1 sa. Lo stile però del Paleslrina, confina-
è quello chiomato tono corale, che si ri- to nella cappella papale, cede per tuli al
duce ad una pronunzia lenta e misurata, trove il luogo ad una musica meno vin-
aiutata da una lieve inflessione di voce colata a leggi d'imitazione, e piìi studio-
alla cadcuza, per assicurare in uncorouu- sa or di solleticare l'orecchio, or d'cspii-
UFF UFF 3?.r

mere ìa parola: e questa è quella propria- poiché regolando il canto, ne riprov-x ben
mente che produsse grandi capila vori di
i ogni protaiiità, ma non l'uso «li accnp
s"i

que'maestri che per più d'un secolo suc- piare all'oigniio altri strumenti L'ulti-
cedendosi in Roma, in Napoli, in liologna mo punto svolto dalla Ci\'illii Cattolica
(senza qui parlar d'altre nazioni) forma- sulla lì fasica religiosa: A quali materie
rono una scuola che ancora richiama il debbono applicarsi i discorsi generi di

concorso e V ammirazione di chiunque musica, e qual sarebbe l'applicazione del


non vuol disgiungere nel tempio le allrat- canone fondamentale? La brevità non mi
tivedel canto dalla maestà del luogo san- permette che riprodurne qualche fugace
to. » A questa, che potremmo chiamare cenno. "Mnndiam prima in bando quan-
per la musica di chiesa età dell'oro, ten- to (la possibile quell'ultimo stile abusivo
ne dietro.eiìetto forse dell'incredulità pro- da noi ricordato, il quale formato com'e-
gredita, il deplorabile abusodella musica gli è di cantilene essenzialmente leggere
teatrale. Nella quale, per renderla pilli in- ed appassionale, ed inlessuto di remini-
degna del santuario, al fragor degl'islro- scenze teatrali, mai non potrà destare, al-
menti in cui la parola si perde, e alla leg- meno nell'universale, se non ideo ed af-
gerezza delle melodie e degli accompa- fetti profani. Potrà forse qualche priva-
gnamenti più hnllahìli che medi labili, si ta persona, ignara, o per singoiar predi-
aggiunse la turpe rimembranza di quel- lezione divina o per educazionedi paren-
le scene, donde le profane armonie era- ti cristiani, d'ogni profanità scenica, vol-
no sbucate ad infestare sagrilegaineute il gereal bene anchele smanceried'un cau-
tempio. Molti sono gli onorali maestri to da sgualdrina e i languidi accenti stra-
ehe alla corruttela tentano opporsi: ma scicati per tulli i semitoni della scala «la

pur troppo le universali querele de'buo- un amante di Teatro {^P^.); appunto co-
ni attestano esser debole il dicco alla pie- me vi hanno anime sante cui tutto è pu-
na dell'inondazione". Tali sono le prin- ro perciiè esse sono pure, eolie per pre-
cipali vicende della musica ecclesiastica parazione alla meditazione potranno va-

pe'divini ufiìzi, e le principali forme prese lersi del Metastasio.e in ogni femmina che
da lei successivamente, li suono grave e incontrano san ricordare il volto d' una
maestoso dell'organo, in trodotto da Papa Madonna: ma tale non è universalmen-
s. f italiano (f^-), venne poi rinforzato te l'effetto di questi oggetti: e però lascian-
col contrabbasso; al quale si aggiunsero do alle eccezioni l'usare altri mezzi, fer-
quindi altri stroraenti, finché la piena or- miamo per regola generale mai non do-
chestra degenerò negli eccessi accennati, versi dir sagra e religiosa codesta musi-
llceremoniale de'vescovi, pubblicalo per ca fin qui descritta. Né sappiamo appro-
ordine di Benedetto XIV, ordina che al vare per niun conto l'uso di certi luoghi,
suono dell'organo niun altrostrumentosi ove per santificare le cantilene si crede ba-
aggiunga onde l'uso dell'orchestra sem-
; stevole cangiar le parole, le({uali si veg-
brerebbe nelle chiese e da'divini uffizi ca- gono poi pubblicate in libretti a uso di
nonicamente fin d'allora proibito. Ma la cantici religiosi, al titolo de'quali si ag-
bolla ydnniis, de' iCf febbraio 749, dello
i giungono per guida del canto le parole
stesso Papa e riportata in latino e in ita- dell' aria profana, sopra cui si debbono
liano nel suo Biillariiiìu, t. 3, costituzio- cantare; senza avvertire che fra'rnille che
ne 3 , contenente anche il Regolamento intonano il cantico, appena una cinquan
dell' uffiziatura e musica ecclesiastica^ lina,adir moIto,andrà esente dalla ricor
sembra accennare chiaramente una qual- danza del tipo lascivo. Le quali osserva-
che limitazione di tale ordinamento se , zioni, chi noi veile? debbono applicarsi u -

non altro per la contraria consuetudine; qualmente e alle sonate degli organisti e
VOL. I.XXXII. 21
322 UFF UF F
nllesinfonìc di jiieiia orchesfraj nello qua- strumentale suonante solo a' sensi colla
li è pur fioppo fiequente questo abuso, fantasia. Magnifico è quanto riferisce al
e i ililcllanli sono prcvenlivamenle av- cantare ufficia Intente in lingua ecclesia-
vertili die ascolteranno prima delia mes- stica le divine laudi, alle quali succede il

sa la sinronia or della Gazzaladrn ^ or tremendo Sagrifizio, onde efficacemente


della Noìiiia, or del Guin^liclmo 7V//, or il canto renda intelligihili , anzi piìi in-
dellaCiovaniia d'/irco ec, la qua! pie- telligibili le parole sagre, che in tre ma-
menzione quanto sia per giovare ad innal- niere principalmente può l' intelligenza
zare verso Dio quelle anime secondo l'in- loro aiutarsi colla musica; vale a dire col
tento della Chiesa, lasciamo a voi il con- prolungamento di ciascuna parola, o col-
getturarlo; né dubitiamo che tutte code- la ripetizione delle parole medesime, o
stemusiche vedrete comprese in quella coir aggiunta di modulazioni espressive,
condanna del concilio Tridentino,alla ses- sìeno vocali e strumentali, che conforti-
sione 22.^, che sbandisce dalle chiese ogni no r intelletto aiutandolo con immagini
Canio ove e le modulazioni e le parole non analoghe di melodia e armonia. Come il
innalzino il pensiero a Dio". Indi la Ci- canto corale, privo com'è d'allettamento,
viltà Cattolica deplora le cantilene e le si aifù maggiormente all'anime che dedi-

melodie accompagnate da musica passa- te alla vita contemplativa, meno abbiso-


ta inrondile cabalette e quadriglie, che gnano d'aiuti sensibili; il canto fermo col
fanno saltellare perfino quando accompa- suo Ritmo e colla giunta di questi trae fa-
gnano l'inno o7-'/'o.T(7 sa^ra Stahat lì/a- cilmente più a fissare nel Verbo divino
i

ter (V.). Dice condannevole tiUlociò che l'attenzione dell'intelletto. Hi. "più usato
sì contrappone alla pietà , dichiarando nel coio de'regolari più taciturni e più
convenienti le bande musicali nelle Pro- mortificati e più solitari, come i cappiic-
cessiotii, ma improprie e importunane* einij'x camaldolesi eremiti, ec. Il 2.° è piìi

giorni di pubblica calamità, o di compun- acconcio alle solennità del clero secolare,
zione e penitenza univer^;ale , come la ove maggiore si suppone il concorso di
Quaresima e le Ixogazioui, won che inu» laici divoti, i quali sogliono frequentare,
tile il fragore della banda. Loda gli ora- o almeno solevano divini uffizi anche
, i

lorii di Musica sagra {^.), co' quali la ne'giorni feriali. Riparlando del canto fi-
soave divozione de' i^/V/y^yj//»' s'ingegna di gurato e d'accompagnamento slrumen-
richiamare ed'intertenere principalmen- lale, dice delle principali sue forme di sti-

te nelle sere di Carnevale gli animi di- le, il libero e il fugace, che potrebbero
vagali tra le Maschere e gli Sjìettacoli. colla ripetizione delle parole e colla evi-
Loda le sinfonie anche strumentali che denza di canto espressivo aiutare l'intel-

precedono le sagre funzioni per convo- ligenza. Ma nello stile fugato l'intellello
carvi le moltitudini; ma insieme utilmen- è richiamato piuttosto a studiar l'artifi-

te consiglia per l'ora e modo opportu-


il cio musicale chea meditare il lesto litur-
ne avvertenze. Che aliena dallo strepito, gico, onde lascia freitdo il cuore e moila
ma non priva di soavità nel canto, dovreb- la pietà. « Ciò nondimeno la gravità au-

be essere la unisica allorcliè si adopera stera delle melodie, abbandonata ormai


per innalzare il cuore a Dio fra le occu- in tutte le altre cappelle, la singolarità per
pazioni domesliclic, o per tranquillare gli conseguenza che oggi presentano agli o-
spirili della moltitudine che sta racco- recchi non piìi avvezzi allo stile del l'ale-

gliendosi per udire il sagro oratore dal stiina, e quella riverenza che mai non di-
pulpito. E in questa congiuntura ricono- sgiimge dalla venerabile antichità; tutto-
sce più conducente all' uopo la musica ciò rende oggi accetta nelle fon/ioni [la-

vocale parlante anche all'inlellet lo, che la pali, che sono uniche al mondo, cudeslu
UFF UFF 323
fui'inamusicale unica anch'essa e l'ctno- Nel canto fermo all'opposto e la preghie-
tissima da ogni volgarità di niinieiu e di ra e il numeroerinluuazione tuttoc per-
modulazione. Tanto più che airau^usto fettamente unisono, perchè legalmente
consesso di eminenti prelati, alla cwCap- determinato da pubblica autorità. E no-
jM'lla essa è principalmente destinata, il tate quanto sia convenevole a tale pub-
sagro lesto è così familiare, che poche sil- blicilà,(|uella quasi iiiipasslbilUà, per cui
labe bastano a tutto rammentarlo: e per il canto Gregoriano sembra inaccessibile
altra parte que' perpetui ricorsi della fu- al movimento degli alletti terreni e delle
ga e del canone egregiamente si acconcia- passioni veementi. Chi pula in nome del
no a commisurarsi esattamente colle ce- pubblico, sempre osserva un riserbo tal
l'emonie liturgiche, potendosi troncar la e gravità, couvenientissiuii a'rappiesen-
frase musicale inogni punto senza impor- tanti d'ogni società umana, nella quiilc
re al Pontefice celebrante il menomo ri- l'unità non trovasi se non nella (ieddri
tardo.Questeesimili ragioni, a nostro cre- ed itnpassibile ragione, varie essendo pei
dere, hanno cangiato oggidì in consuetu- l'opposto e molteplici e discordi le ()as-
dine tradizionale e per la Cappella Poh- sioni personali. Un canto dunque che Ih
tificia positivamente approvata, ciò che personalità voglia esprimerci, convenieii
a'tempi di Marcello 11 parve meglio che temente potrà lavorarsi a contrasto di vo
tolleranza". Anche Benedetto XIV loda cie a contrattempo di ntuiiero. M.i ail un
la maestosa lentezza del canto feru^o con canto che debba rappresentare l'unità del
Awe^gravCy decornili pìuintpw. cantuin,\l sentimento sociale molto piìis'addice l'u-
quale appunto per questo riesce alle pie nisono contetnporaneo delle note corali'"
orecchie preferibile ad ogni altra musica, Avvezzi a' fragorosi capricci del teatro
come si espresse il Papa; oltre le
detto moderno, è naturaleche il tranijuillo pro-
ragioni simboliche , che formano parte cedere delle modulazioni Gregoriane sap-
della liturgia, preghiera essenzialmente pia in molti del monotono e quasi del se-
pubblica, e rappresentata dall'unisono e polcrale. Laondeessendo con veniente ohe
pertéttissimo cauto fermo, e non dall'in- allemaggiori solennità aggiungasi coIIh
crociato contrasto di varie voci nelle fu- musica splendore maggiore, si potrebbe
ghe e ne' canoni. » Se ci si permette di al canto sì antico e venerabile armoniz-
spiegare un po'fantaslicamentei due con- zar in accordi più attraenti e più condi-
cetti che quelle musiche rappresentano, scendenti alle moderne leggi t'eirarino-
diremo che nello stile fugato sembraci si- nia. A questo sembrava condurre la dia-
gnificata l'unità di spirito che congiunge fonia o organazione, e \\ falso bordone
nella Comunione de santi tutte le varie che conservava la Gregoriana cantilena;
preghiere che i privati lédeli pronunzia- alla quale se oltre la terza, altre note si

no a pie dell'altare; i quali giunti da op- fossero aggi unte senza distruggerla, si sa-
poste regioni, mossi da vari all'etti e de- rebbero ottenulearmonie più soavi e pie-
siderii, timore, pentimento, bisogni d'a- come
ne, salva l'intelligenza e l'alletto,
nima , interessi terreni ec. , variamente appunto bramava Giovanni XXII, al-
la

pregano e pure perfettamente concorda- lorché colla bolla Docta Sanctoruiiiy nel
no, perchè prega in essi con gemili ine- iSiS fulminò capricciosi contrappun-
i

narrabili unico maestro lo Spirito di Cri- ti a utente, in cui sommergevasi la melo-

sto; appunto come negl'intrecci musicali dia Gregoriana. Al quale pontificio desi-
le 4 voci nelle varie regioni vocali mo- derio sembra cont'ormarsi grandemente
vendosi ciascuna con proprio andamen- il lavoro in cui per suo diletto va occu-
lo e numero diverso, pure tulle concor- pandosi un prelato romano (probrd»il-
dano perchè guidale da unico maeslio. nicute r encomialo iug.' AKleri), chele*
32.4 UFF UFF
Cn'iUà Cattolica nel darne saggio, opi- Ih turba mìnoie. Per tulle queste lagio-
nu che riuscirebbe ilei pari e giovevole ni non saremmo altonili che giorno ve-
alla «tignila ilei canto ecclesiastico, e gra- nisse (ìnalinente, in cui quella che da De-
dito a quanti ne prendono diletto e ne nedetlo XIV fu della preferenza delle a-
senlono l'imporlanza. Nel trattare poscia nime pie in favore del canto fermo, venis-

la Cn'iLtà Cnltolica della musica che si se da altro Pontefice imposta per legge
:iddice alle maggiori solennità degli ufll- ad ogni canto liturgico". Per non ram-
zi divini, espose come possa conferirvi con mentar altro finirò col notare, che dopo
contrappunto ben lavorato sul canto fer- aver dichiarato la Civiltà Catlolica, co-
rno.-'' Ma escluderem noi per questo lutto n)e la Chiesa variò la />>/,yc7yj/mrtec<'/(;v/Vi-
il riaianenle di quella musica sagra che, .sllca ,
quando non le riuscì correggere

con l'aiulodi organo ed altri strumenti, gl'insorti abusi, soggiunge.wQualesconoio

a""iunli ad una melodia ed armonia e- vedreste voi dun(|ue, sei richiami della
.Spi essiva, s'ingegna di scolpire vie più vi- pietà cattolica conilo l'orchestra profana
vo ed atlraenle il sentimento del testo li- giungendoairorecchiodel Poatelice{edi
luigicoV Tolga il cielo che vogliamo as- tal Pontelice che ben mostrò quanto co-

siniiei e un piglio d'Aristarco per coudan- nosca l'indipendenza concedutagli nel


nare ciò che non condanna laChiesa. Fer- promuovere la gloria divina), egli s'indu-
nii neiralleneici a'giudi/i di questa, ripe- cesse finalmente a sbandire dal santuario
leremotou l'enedello XlV,il canloGre- ciòcheindarnosi tentòcorreggereV" llro-
goriano riuscir piìi gradito alle anime pie; inanoconleGiuliodelIaPorta merita lode,
ripelcicniocolTriilenlino non potersi ap- peiche nel n.° 24 del sunnominato /i/>f</-
provaredal seiilimento cattolico una mu- coidu di Fioina deliS'ìG, con morale e-
sica. la (piale o colla mollezza e leggerez- lo(jnenza deplorando il Ziy/^ro moderno,
za delle modulazioni profane snervi e di- veridicamente dice che in questi miseri

stragga, o collo strepito degli strumenti tempi pieni di drammi fieri e strambala-
assorbisca o colla rozzezza della esecu-
, ti , di nefandezze che dovrebbero essere
zione deformi la liturgia. Aggiungeremo ricoperte d'un velo, anziché tratte in chiù-
che pur troppo r inchinevolezza dell'o- ro, siccome pretese gesta onorevoli e me-
recchio al canto della Sii eoa tenderà Sem- morande, nella più parte oltramontani e
pie naturalmente ad introdurlo nel lem- voltati da penne mercenarie, Dio sa come,
pio, se la vigilanza perpetua de'sagri pa- in italiano, ridondanti d'avvelenamenti,
Slori non armisi, come Giovanni XXII, di suicidii, di perfidiamori,discelleralez-

con che il Redentore cac-


di que'flagelli, ze; che travolgono i cuori , sbrigliano le
ciava prolanatori dal tempio. Aggiuu-
i menti, disumanano la gioventù; drammi
gereino che la differenza fra la musica e melodrammi che disconoscono mìsera-
veramentc sagra e la non sfacciatamente mente e mentiscono il sagro inlendiinen-
profana è sì mal conloiiiala e sfuma in lode' padri nostri, nel frecciare il tizio,

lai nebbia di mezze tinte, che appena sa- mettere in cielo la virtù e ammaestrare
là mai possibile formare una legge per nel diletto. Che solo oggi nelle scene so-
cui si assicurino nella esecuzione gl'inteu- no dipìnte co'più vivi colori le piìi profon-
li della Chiesa contro codesta tendenza de e dolorose cancrene d'una società iin-
prolàna: eche supposta ancora ed esegui- postemila! La pazzia e il delirio esser giun-
ta codesta legge dalconiposilore, una nu- ti a tale, che non bastano ormai gli spet-
Dierosa accolta di laici cantanti e sonato- tri, le torri, i pugnali, i macellamenti, le

ri sopra un'orchestra ditlicilmente ispire- mannaie, e le morii piìi spietate e crude-


rà riverenza all'altare col vanitoso pavo- li. [Miseri noi ! Menta egualnienle lode
ucggiursi de' / ///«civ etolcicaleggio del- G, Murliuclli, che nel u. 2<j dell'cuco-
UFF UFF 32^
niìato Eptacordo pubblicò un savio ar- alla società e a'costumi recano non pochi
ticolo intitolato liiftiicnzn ilei Teatro
: scrittori drammatici, dispose premi pegli
sopra i costumi. Tra le altre cose giu- scrittori di componimenti ne'qiiali si fa-

stamente osserva. » Il teatro dovrobbc cesse trionfare la vera morale e la virtù.

essere una scuola di virtù ed in vece non Ed il n.° 279 del Giornale (fi lloina del
è oggi il luogo dove il vizio inorpellato i85fì, riporta i risultali di sì ottime e be-
anche più schivi persuade col prestigio
i nefiche disposizioni, con dichiarare qua-
della scena e col fascino della musica ? li opere e autori perciò già meritarono
Oh musica, tu veramente sei la sovrana elogi e premi. Nel pontificato di Grego-
de'cuori ! Ebbene che più non si odano rio XVI, il cardinal Patrizi vicario di Ro-
sulla scena i lai d'una gallica meretrice, ma, con notificazione de'i6 agosto 1 84^. j
o le continue romanze d'un amante sdol- considerando che le musiche nelle chiese,

cinato. Più non si mettano inilanzi agli le quali soltantopermettono per fomen-
si

occhi tulli modi e le arti onde trionfa-


i tar la pietà de' fedeli, non servivano or-
re della debolezza femminile, e gl'intri- mai che a distrarre la loro mente e pro-
ghi della tradita fede maritale, ed il vi- fanare il tempio di Dio; mentre anziché
zio vittorioso su la virtù oppiessa. Vuoi- conservarsi in CsSe quella gravità tutta
si ad altra e più robusta scuola avvezzar propria della maestà del Signore che si

gli animi. Si rassegnino in bello aspetto, loda, erano ridotte, sì pel fragore di stru-
abbelliti dal dialogo vivo, dalla poesia e menti mai per l'innauzi usati, sì pel mo-
dalla musica, i doveri del cittadino, ciò do profano del canto, a .scandalose pro-
che onora la donna, il rispetto alle leg- duzioni teatrali. Che contro abusi sì in-
gi, il amor della patria. In
beninteso tollerabili aveano più volte altamente re-
somma o la commedia o la tragedia od clamato i suoi predecessori con replicati
il melodramma abbia sempre il duplice editti, non mancando d'inveire contro
scopo di dilettare e d'istruire, e sia ogno- quelle interminabili stucchevolissime ri-

ra la scena campo glorioso ove rappre- petizioni e capricciose posposizioni, anche


sentare illustri azioni, ed allora sì che a controsenso de' salmi ed inni, che stan-
posto un limite alla mollezza od alla inu- cano la divozione invece d'alimentarla;
tilità, e bandito il vizio, ed insieme col donde ne nasce l'altro inconveniente, che
delitto sendo durabilmenle sottoposta a- le musiche si prolungano soverchiamen-

gli occhi la virtù, rispondendo fedelmen- te, e non si osserva l' ordine emanalo,

te allo scopo della sua istituzione, il tea- che a mezzodì debbano esser terminale
tro con la sua influenza potrà assuefare le messe cantate, ed all'Ave Maria asso-

i popoli ad essere accostumati e virtuo- lutamente vesperi. Perciò volendo ri-


i

si ". Sono queste dunque le composizio- chiaojarealla più stretta osservanza le ri-

ni che piene di oscenità, d'equivoci iu- cordale prescrizioni ordinò. r.^Nelle chie-
decenti, di sconcezze d'ogni specie, d'a- se essere permesse solamente le musiche
trocità di pugnali e veleni, di tradimen- così dette a cappella, e per eseguir 1' i-

ti e ribellioni, si rivestono di melodie, e strumentali doversene riportar licenza da


poi i loro motivi si trasportano ericorda- lui o dal vicegerente, a condizione però
no nel Tempio di Dio! Nel vol.LXXIII, che in esse alfallo escluse fossero le casse,

p. igS, narrai le sagge e salutari provvi^ i timpani, le arpe (veramente i trattati-


denze prese dal regnante Pio IX pel mi- sti d'istrumenti non collocano le arpe tra
glioramento delle produzioni teatralt(nel- quelli fragorosi) e altri siffatti strumenti
lo slesso articolo avendone pure riprodot- troppo fragorosi. 1° Sì nelle musiche a
te diverse de'governi secolari), onde il Pa- cappella che nell' istrumentali doversi u-
pa deplorando il danno gravissimo che sare la maggior gravità del canto, senza
\0t. LXX.\IJ. 21*
3^6 U FF UFF
fiaininiscliiaie nulla, che ricordi [tezzi di i ailra chiesa di Roma (tra le quali ul'ime
teatro otlieScippia di prulauo; proibendo- primeggia pel zelo de' gesuiti la cliiesii
si le sovertliie ripetizioni de' versetti.
3.° del ss. Gesù). Che nelle permesse musiche
Nel tempo delle ule^se cantate, esposizio- istrumeutate non si facessero neppure u-

ne e benedizione del ss. Sagrauiento, e so di tamburi, piatti e allri strumenti du


altri divini utlizi, non si periueltano agli percossa e d' altro genere, o non siuora
organisti d'eseguir sonale teatrali, e altre usato o troppo fragoroso. In tutte lemu- II
troppo dihlratlive, ma invece che servi- siche, anche a cappella, si osservi la mag-
no a fomentare il raccoglimento e la di- gior gravità del canto , senza frammi-
vozione. 4-" 1 iijaeslri di cappella e orga- schiarvi nulla che ricordi pezzi di teatro,
nisti clic conlrawerratmo a qualunque sì per la condotta, sì per la melodia. Proi-
dtll'accennale disposizioni saranno per la bite agli organisti le sonate troppo bril-
i/ volta soggelli alla multa di scudi io lanti e dislraltive, i pezzi teatrali sia per
d'applicarsi m usi pii; multa da raddop- intero sia in pai te; ma il loro suonare sia
piarsi in caso di 2.' contravvenzione^ fa- diretto a tlestare il raccoglimento e divo-
cendosi poi luogoalla 3.'',sarà al contrav- zione de'fedeli, A togliere l'inconvenieu-
ventore inibito di battere le oiusichee re- te che accade nelle musiche slrumenla-
»peltivan)ente di suonare 1' organo per le,particolarmeute ue'vesperi,che,canlati
le chiese, per un tempo ad arbitrio suo. due tre salmi a piena orchestra, gli altri

5." Nella stessa da du-


multa di scudi 1 o, poi e l'inno si cantino con indecente ce-
plicarsi in caso d'ultcrior mancanza, e da lerità con semplice accon)pagnamenlo di
estendersi ancora ad altre pene, anderan- organo, ed in modo da disgustare anziché
no soggetti lettori e sagrestani tulli del-
i eccitare divozione a chi ascolta, si prescri-

le chiese, che faranno eseguire le musiche ve, che nelle messe strumentale sieno cau-
contro suddetti divieti, e che permei-
i late con eguale accompagnamento di or-

teranuo che queste non sieno terminale chestra lulle le parti delle medesime.com
alle ore sopì a pi escritte. J)i recente il me- preso ancora \' ^JgiiusDci: s\m\hnfìule ne'
desiuio cardinal Patrizi vicario di Pioma, vesperi tulli li salmi, compresi l'inno e il

osservandocun suo» mo suo cordoglio, che AL/gni/ìccitj né si farà lecito alcuno de'
adonta di tali reclamate pi escrizioni, con- professori di riporre gli strumenti, e mol-
tro i tliversi abusi inlrodollisi nelle mu- to meno di scendere dal palco prima che
siche ch'eseguiscono nelle chiese, lauto i sia terminala la sagra funzione, per noa
maestri di cappella che i rettori e supe- recar disturbo o distrazione a! popolo,
riori delle chiese, le a veauu ailatto dimeu* Avendo riconosciuto mollo indecente l'in-
ticate, e i deplorati inconvenienti tuttora terruzione fra una porzione e l'altra del-
persistevano, così divenuti piìi gravi, per- le sagre parole, anche a versetto compiu-
cljè nella conlrav venzione agli ordini stes- to, perdio dà motivo a divagameulo, bi-

si s'includeva un dispregio e noncuran- sbiglio e vociferazioni non solo fra gli e-


za dell'aulorilà, volendo richiamarne la seeutori, ma anche fra gli ascoltanti, si or-
stretta osservanza e per espresso coman- dina che ciascuna parie delle sagre fun-
do del Papa l'io IX, circa le musiche ec- zioni, e molto più della messa, senz'alcu-
clesiasliche,con la circolare ile' 18 no vem- na interruziiine cominci e finisca in mo-
biei85G, le ripetè e rinnovò, ed ordinò do, che o il Kyrie, o il Giuriti o altro ,

ancora. Che nelle chiese non si usi altro abbia ciascuno I' unità di composizione.
canto, che a pure voci alici Pulestriua,ecol Che Se si volesse dividerli in diversi pez-
solo accompagnanìcnto dell'organo, con zi, questi si succedano in modo da non re-
quello siile grave e severo lodevolmente care alcun interi uinpiiiienlo, e distrugge-
pialicato uclle patriarcali e lu (jualclie le la vuhila unilà. Il cardinale cstcì nò il
U F F U F F 327
ilesicleiio, che si togliesse il callivouso di di scudi i5 da applicarsi ad usi pii. La
caulure l'ioliuilo delle messe, e le aiilifo- detta multa sarà raddoppiata in caso di
ue de' vesperi con iiìdecenle precipitosa nuova contravvenzione; facendosi luogo
scala, e si sostituisse il canto Gregoriano, alla 3. oltre la multa triplicata, sarà al
''j

o altra qualunque più decente nianiera: contravventore proibito di dirigere le mu-


in ogni modo però ordinò, che vengano siche, e rispettivamente suonar l'organo
cantale in guisa che le sagre parole sieuo in qualunque chiesa per un tempo ad ar-
pronunciate distintamente, e con posata bitrio del cardinale. I rettori poi delle
religiosa gravità. E' vietalo a'rnaeslri di chiese, o altri superiori, che faranno ese-
cappella di battere il tempo della musica guir le musiche contro i suddetti divieti,
con bastoncini, o altro, dovendo solamen- o che contravverranno alle altre prescri-
da musica, ne
te servirsi della solita carta zioni , anderanno soggetti alla multa di
si permetteranno di volger le spalle né scudi IO da duplicarsi in caso d'ulterio-
all'altare, né agli ascoltanti per dirigere re mancanza, e da estendersi ancora ad
gli esecutori. In pari tempo s'inculca tan- altre pene.»» Perchè queste nostre ordina-
to a'maesti'i, che a'cantanli e suonatori, zioni abbiano più sicuramente il loro ef-
d'astenersi d'ogni vociferazione e bisbi- fetto, è istituita una deputazione d'mtel-
glio, ricordando a tutti che stanno nella ligenti ecclesiastici nominati da noi , la
casa del Signore, e che esercitano l'uffi- quale sorveglierà le musiche di qualun-
zio di lodar co' loro cantici la maestà di que genere che si eseguiranno nelle chie-
Dio. Particolarmente poi si raccomanda se , e farà che le prescrizioni coulenute
a'cantanti dovuto contegno e raccogli-
il nella presente siano inviolabilmente ese-
mento , come ancora la chiara e divota guite. La pontifìcia congregazione di s.

pronuncia delle sagre parole, dipendendo Cecilia {di cui riparlai nel voi. LXXIII,
njolto dalla maniera raccolta e divola del p. 221), dal seno della quale verranno
cantore il sentimento religioso nella mu- ancora scelli de's(;ggetti che faranno par-
sica ecclesiastica. Per in)pedir le irriveren- te della deputazione, essendo a
istituita

ze che si commettono uell'ascollar le mu- bella posta per sorvegliare alle musiche
siche col dorso voltato all'aliare per con- di chiesa , affinchè queste conservassero
templar li cantanti ed altri esecutori
, sempre quella gravila che si addice alla
quando li palchi sono costruiti sulle por- casa del Signore, si studierà, siamo cer-
le delle chiese, si ordina clie questi sia- ti, che queste nostre disposizioni emana-
no collocati a'Iati dell'altare; che se non te coU'oracolo di Sua Santità, abbiano il

si potesse ciò eirettuare, verranno i pal- pieno effetto, e cos'i risparmierà a noi il

chi coperti in modo da iuìpedire l'imme- dispiacere dapplicar a' trasgressori le pe-
diata vista degli esecutori. A'maestri del- ne sopra comminate, ed anche più gra-
le musiche incombe l'obbligo di tenere vi". Indi il cardiiiale Patrizi a'20 novem-
gli esecutori tutti neh' esalta osservanza bre dello stesso! 856 pubblicò ['Istruzio-
di ciòche in queste ordinazioni a loro par- ne pciìuiestri di musica: eccola. « Se, co-
licolarmeote si riferisce. S'ingiunge nuo- me lodevolmente è praticato da alcuni,
vamente il termine delle musiche al mez- tutti li maestri di musica prendessero le

zodì e all' Ave Maria, responsabili i su- loro ispirazioni dalla pietà e dalla religio-
periori delle chiese, evitandosi le noiose ne, ed avessero sempre in mente, che la
jipetiiiioni, e togliendo alFatlo le lunghe loro musica deve essere diretta a lodare
introduzioni o preludi. 1 maestri di cap- Iddio nel suo sanlo tempio, e ad eccita-
pella ed organisti, che contravverranno a re la divozione nel popolo, non si sareb-
qualunque dell'accenuate disposizioni, sa- be verificato il biaoguo di prescrivere nor-
Vauuu per lai.^vuita sogi^clli uUu multa me per le loro coaiposÌ2:ioui. Ma siccome
3'..8 U F F UFF
j)itr Ij'oppo niellile volle, con ammirazio- sarà lecito variarle neppure in una silla-

ne (le'veii e di voti foclcli, si sono sentile ba. Si proibiscono le arie, duetti, terzet-

nelle chiese alcune musiche indegne del- ti, ec.cheabbiano il medesimo andamen-
lo casa di Dio, lequali hanno cliini'nmen- to o fattura de'pezzi teatrali a quelli cor-

Ic dato a vedere, che il maestro in luo- rispondenti. Si proibisce alfallo il recita-

co di prefiggersi il servizio delia IMaeslà livOj il parlante o altra maniera che si

divina, e i'etlificaziouedegli ascoltanti, ha avvicini ad essi. E vietata la così delta

mirato solo a dar saggio di sua fervida cabaletta, e la ripetizione per intero di

fantasia, e che, dimenticala la chiesa, fe- qualunque pezzo, a meno che fosse una
ce prova di apprestar musica per uu tea- piccola frase o periodo, che facesse di bi-

tio, e ciò non solo con l'attinger da rpjei- sogno per servire al sentimento delle pa-
lo le sue melodie, ma col riprodurre an- role. Nella stromentaUira si proibiscono

cora qualche pezzo, costringendo talvol- le lunghe introduzioni ed i lunghi prelu-

ta le sagre parole ad adattarvisi; perchè diijSia a piena orchestra, sia per strumen-
tale scandalo pih non si rinnovi, e perchè to a solo, ma sì quelle che questi saran-

li maestri che eseguiscono musiche nelle no limitati a poche battute. Senza che
chiese abbiano una regola cui strettamen- r istromentatura manchi delle grazie e

te tenersi per non deviare, si prescrive del colorito voluti dall'arie e dal buon gu-
quanto appresso. La musica da eseguirsi sto, dovrà evitarsi tanto l'eccessiva mol-
nelle chiese dovrà allontanarsi da quel- lezza, quanto il soverchio strepito inco-

la profana e teatrale, non solo nelle


^y^e- modo e sempre indecente nella casa di
lodlc, ma ancora nella condotta ; perciò Dio. Il compositore abbia sempre in men-
sono proibiti li motivi che non siano ispi- te, che l'istromenlatura nelle chiese è sol-
rati religiosamente dalie parole, e che ri- tanto tollerata, e che principalmente iu
cordino il teatro. Si vietano li movimenti queste deve servire per sostenere ed ar-
vivaci e concitali; che se le paro- il canto, e non per dominarlo,
ricchire
troppo
le richiedono esultanza e letizia, sia sem- molto meno soverchiarlo, opprimerlo e
pre espressa con la soave allegrezza reli- ridurlo a parte accessoria. Le prescrizio-

giosa, e non con la elfrenata vivacità del- ni contenute in quest'Istruzione formano


la danza. Tanto nei movimenti gravi, parte integrale della nostra Circolare de!
quanto in quelli celeri, le parole del sagro dìi 8 novembrecorrentee particolarmen
testo dovranno chiaramente pronun-
si quale sono una di-
te dell'articolo 3.°, del

ciare, e giammai con maggior celerità che chiarazione; perciò verranno osservate co-
nel comune discorso. Le parole si porran- me ordinazioni in quella contenute '. I

no in musica nell'ordine medesimo che ili ed savi con riverente ri-


voti fedeli i

giacciono nel sagro lesto. Dopo pronun- conoscenza applaudirono tali santissime
ciato per intero un sentimento, sarà le- e sapienti disposizioni ; ed il eh. Prinzi-

cito ri[)eteie qualche parola o frase che valli, egregio direttore ónW^Eptacortloy
faccia di bisogno, ma senza inversione o tiel n.^ay del i856 gli fece ampiamen-
confusione di senso, e colla prescritta mo- te eco, e con religiose, opportune ed eru-
derazione. Quando le parole saranno can- dite osservazioni, ne die un saggio. Per
tate da più voci contemporaneamente, e l'ampiezza dell'aigomenlo riguardante
proibito confonderle, cioè farne pronun- V Iffizio dU'iiiO) al narrato suppliscano i

ciare alcune da alcune parli , e nel me- seguenti.Guglielmo Durando, Rctlionalt


desimo tempo altre da altre parli. Ciò Divinai uni Of/ìciorum, Veneliis i5('»8.
s'intenda per lai. "volta diesi proferisco- Visconti, Obsen'alionibus Ecdtsiaslica
no. Le parole si dovranno cantar tutte rum de anliquis ritilnis ac cavrenìonìis^
senza aggiungerne o toglierne alcuna. Non ftJediolaui iGi5. Guyeto, De jeslis prò-
UFF UF F 32(j
priis locorum et ecclesiarum , Paiislis 1686. Filippo
qìics et les la'ìques, Paris
1657. Corselli, Praxis sacrorum riluum, Armellini, Origine e progresso dell'Uf-
IVeapoli 694. Bauldry, Manuale sacrae
1 ficio divino presso il clero secolare, dia-
caeremoniaruin , Venetiis lyoS. Mac- Loghi storici,'Monìe Fiascone 1778. Istru'
chietta , De Divino Officio coiwnenta- zioni pratiche sulla recita privala e co-
riiis hislorico (heologico, Veneliis lySq. rale del divino Uff/zio, Benevento 1 834.
A Ibaspini Obscrvaliones de veteruni Ec-
, Vitali, Raccolta di questioni teoriche ri-
clesiaerilibus,PavWi'\ii6'23.B[ìong\ovan- sguardanti V Uffizio divino, Rimini 83 7. 1

ni Sy\\ay Sacrariinicaeremoniarum Jìvì- Tommaso Panzieri La Salmodia voi'


,

xiae 1725. Emanuele Azevedo gesuita, gare, Roma 8 36. No vaes, Storia di Pao~
1

Exercilationts lilurgicae, de Divino Of- lo IV, § XX, noia a,


ficio, Roraaei 75o. Gio. Pellegrino Pia- UFFIZIO EUSEBIANO. V. Uffizio
naci, DcirOffizio divino, trattalo islo- DIVINO.
rico-liiurgico criticOjKoma 770. Negrei-
1 UFFIZIO DE' FEDELI DEFUNTI.
los, De celehratione et stipendio Missa- V. Uffizio divino.
r«wi,Romaei 7g5. Memoriale rituuni si- UFFIZIO GALLICANO. V. Uffizio
ve Caerenioniale sacr. functionibus Ec' DIVINO.
tlesiii parochialibus, Roniaei775. Zaz- UFFIZIO MOZARABO. V. Uffizio
zera, SS. Ecclesiae rilutwi divinorwnque DIVINO.
Offìcioruni explicatiOjKomat: i784-Tom- UFFIZIO DELLA SETTIMANA
masiai, De veter. et nov. Eccles. disci' SANTA, y. Settimana santa, Tenebre,
plina, par. 1, jib. 2, e. 71 e 88: Traile Uffizio divino.
de i' Office Divin pour Ics ecclcsiasli-

FINE DEL VOLUME OTTANTESlMOSEGOiNDO.


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BX 841 .1167 1840

Moroni Gaetano,
.

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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