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C 3 7Z&

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARH GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CHIESACATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXXVIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI11.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
i
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESI ASTICA

VAL VAL
V ALENZA o VALENCE (Valeri- di poca importanza, resa celebre dal sog-
tinen). Città con residenza vescovile e giorno e gloriosa morte del Sommo Pon-
antica di Francia nel Delfinato, capoluo- tefice Pio VI trascinatovi dal furore della
Ì

go del dipartimento della Dtóme, di cir- repubblica francese rivoluzionaria, e vi


condario e di cantone,aio leghe da Vien- die splendidi e edificanti esempi di virtuo-
na, più di 27 da Lione, e 127 da Parigi, sa paziente rassegnazioue. L'interno della
già appartenente al parlamento di Greno- città è male distribuito e non regolar-
ble. E' piacevolmente situata giù per la mente fabbricato, il più bello edilìzio es-
china d' un colle, e in bella e fertile pia- sendo il palazzo della prefettura. La cat-
nura, bagnata da diversi ruscelli, sopra tedrale alquanto ampia e bella, costruita
la sponda sinistra del Rodano, che quivi con architettura romana (secondo la ri-
si varca sopra un ponte di ferro sospeso. cordata proposizione, nell'antecedente
L'ultima proposizione concistoriale la di- dicendosi gotichae structurae j ma re-
ce^ptimo politur coclo fontinclque duo- staurata lo sarà stata con architettura
decini circiter incoiai um milita. Sede di romana), è dedicata a Dio sotto l'invo-
a
tribunale di r. istanza, di direzione de' cazione di s. Apollinare (F.) martire

demani, e delle contribuzioni dirette e (titolo che leggo nella detta e nella pre-

indirette, conservazione dell'ipoteche ed cedente proposizione concistoriale, non


altre autorità dipartimentali. E circon- peiò nel Martirologio romano), e ve-
data da un muro in cattivo stalo, fian- scovo della città. Ha il s. fonte e la cura
cheggiato da torri, che la separa dal sob- d'anime affidata all'arciprete a nomina
borgo di Saunière, che traversa la strada del capitolo. Piacchiude un pregevole
tra Lione e Marsiglia, ed ha nella sua quadro dipinto dal Caiacci, e nel coro è
parte settentrionale, in faccia ad una bel- un monumento marmoreo con figure in
la piazza d' armi piantata d' alberi, una bassorilievo,eretto alla memoria veneran-
cittadella triangolare con facciata gotica da e gloriosa del suddetto Pontefice dal
4 VAL V A L
governo francese, e scolpito da Laboreur> pò della congregazione de' Canonici re-
con iscrizione in marmo nero, contenente golari di s. Rufo (/ '".). Si controverte se
i Precordi di Pio VI, alla cui biografia lo il Papa Anastasio IV del 1 i53, fosse sta-

descrissi, avendo scolpito il suo busto il to prima abbate di s. Rufo nella diocesi

celeberrimo Canova (secondo le comuni di Felletri(F.) ovvero t


in quella di Va-
r
assertive, ma osserva mg. Baldassariche lenza. Egli soltanto fu canonico regolare

non è registrato nel catalogo delle opere e priore dis. Anastasio di Velletri. Tut-

di quell'insigne scultore, pubblicalo dal to prova ad evidenza il Borgia nell' 1-


Missirini e dal Cicognara, acciò non ve- storia della chiesa e città di Felletri,
nisse attribuito il merito ad opere non p. 228 e seg. Vi è un tempio luterano,
sue), autore pure della sua statua colos- il collegio comunale, la scuola di dise-

sale ebe sovrasta il suo sepolcro innanzi gno, la biblioteca pubblica con circa

la Confessione della basilica Va'icana i5,ooo volumi, due ospizi, uno de' quali

colla quale questa cattedrale ba il vanto pe'trovatelli, il teatro e la sala pegli spet-

di dividere gli avanzi mortali di quelPapa tacoli caserme militari scuola d' arti-
, ,

immortale. capitolo si compone di glieria con poligono, arsenale di costru-


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canonici titolari, e di diversi canonici o- zione. Eravi altresì una università degli
norari, non ebe di altri preti e chierici, studi composta di 4 facoltà , che fu da
i quali copucri de cìioro laudes persol- principio fondala a Grenoble nel 1 339
vuntdivinas. L'antico capitolo si com- dal delfino Umberto II, poscia trasferita
poneva delle dignità deldecano,del pre- a Valenza neh 4^2 da Luigi XI in allo-
posto, dell'abbate di s. Felice, dell'arci- ra Delfino , nel quale articolo parlai della
diacono, de) teologo e di 9 canonici. Pros- provincia e principato del Delfinato, ap-
simo alla cattedrale è l'episcopio, palaz- pannaggio de'primogenili de're di Fran-
zo suflìcien temente grande e decente. Vi cia, onde i francesi chiamarono questa

sono inoltre alti e due chiese parrocchiali città Falence en Dauphiné. Valenza ha

munite del battisterio , diverse case re- pure belli passeggi piantati d'alberi, fab-
d'ambo sessi, alcuni sodalizi, l'o-
ligiose i briche di panni, tele indinne, di lavori di
spitale, due seminari l'uno grande e l'al- seta, di veli, di guanti, berrette, coltelli ;

tro piccolo cogli alunni. Da ultimo con- vi sono filatoi di cotone, tintorie, birrerie,
sistevano gli stabilimenti religiosi degli concie di pelli, corderie, seghe di marmi,
uomini, in uno de'missionari per la dio- fabbriche di tegole, di terraglie, fornaci
cesi, e in altro de' monaci della frappa; da calce, fabbrica di bianco di cerussa,
ad 8 ascendevano le congregazioni delle ed assai gran numero d'oflicine per la
suore iu parecchi stabilimenti, contenen- costruzione di vetture. Il commercio prin-
do 5yo religiose. Prima delle ultime vi- cipale si fa co' panni e stoffe, i vini gene-
cende 4 erano le parrocchie, s. Pietro in rosi, i liquori, la carta, gli oli, gli aromati,
Borgo era collegiata, e vi fiorirono nella i grani, il coltellame. E' qui il deposito
città ne' propri conventi i religiosi do- de'viui, delle setedel paese,ede'frutti del
menicani, francescani, conventuali, mi- mezzogiorno. Vi si tengono 6 fiere all'an-

nimi, cappuccini, recolletli ; e ne' mo- no. Fu patria d'alcuni illustri, ed il Va-
nasteri le monache della Visitazione, di lentino Pluvinel pel i.°aprìin Francia
s. Orsola : altri religiosi erano nella dio- scuole di cavallerizza, e fra gli ecclesiastici

cesi. Fu celebre la suburbana splendi- ricorderò solamente il cardinale Alfonso


da ed elegantissima abbazia di s. Rufo, Uberto Latier de Bayanne(F.). La po-
dagli eretici col ferro e fuoco adequata polazione si fa ascendere a i5,ooo abi-
al suolo. Trasferita d' Avignone (F.) a tanti circa. 1 dintorni sono deliziosi, ma
Valenza, fu la principale abbazia e ca- prima della costruzione della riviera, il
VAL V A L 5
Rodano colle sue inondazioni vi cagiona- de, coll'annuo censo di 5 soldi. A Lam-
va gran guasti. Valenza, Valentìa, Ju- bert conte del Valentinois,euon aLnm-
lia Fa lentiaSagalaunoruni Urbs,
e bert conte di Chalons , deve attribuirsi
città antichissima, fu la capitale de' Sega- il seguente fatto. Gli anvergnati aven-
Ianni e divenne colonia romana sotto
> do fatto invasione in Borgogna al tempo
Vespasiano imperatore col nome di Co- di Ugo il Grande, cioè nel 936 al più
lonia Julia Valentia) celebrata da più tardi, vennero incontrati da Lambert con-
scrittori, come da Plinio, Tolomeo, dal te degli allobrogi, accompagnato da Ber-

codice Teodosiano, e da Prospero Tuoni nardo suo congiunto e da altri signori


in Chronico presso Goltzio e 1' Ortelio. nel Borbonese, e mentre retrocedevano,
Tutlavolta non presenta questa città al- si gettò sopra di essi tagliandoli in pez-
cun avanzo di antichità romane. Valenza zi. Ne si può dubitare che il Valentiuois
colla istituzione delle nuove provincie fat- non appartenesse anticamente al paese
ta sotto l'imperatore d'occidente Ono- degli allobrogi, senza che mai vi sia stato
rio, si trovò compresa nella i." Vienne- compreso il Ghalonese. Al presente di-
se, e dopo essere stata occupata da' bor- videsi in alto e basso Valentinois, ili.°
gognoni, venne conquistata col reame lo- dall'Isero alla Dróme lunghesso Roda- il

ro da' figli di Clodoveo I rede'franchi, ed no; il 2. dalla Dròme sino al Venaissi-


inutilmente fu assediata nel 578 da Za- no.San Marcellino, Montelimar e Ro-
bnno bravo capitano de'longobardi. Mor- maus sono, dopo Valenza, le città princi-
to nell'877il re e imperatore Carlo 1 il pali dell'antica contea. Il Diese, la cui ca-
Calvo, Valenza fu concentrata nel nuovo pitale è s. Diez posta sulla Dròme, 'era
regno d'Arles, cui possessori lasciarono
i una delle i4 città che componevano la
a' conti di Provenza una vasta carriera provincia Viennese. Dopo aver apparte-
di dilatarsi col riconoscere la loro sovra- nuto successivamente a' romani, a' re di
nità. Difatti, questi conti si resero padro- Borgogna, a' re di Francia e agi' impe-
ni non solo del piccolo paese chiamato ratori, cadde sotto la potenza de' conti
Valentinois o Valentinese, di cui Valenza di Provenza, e prese allora il titolo di
era ma di tutti paesi che so-
la capitale, i contea. Pretendesi che Guglielmo fi-
no mezzodì dell'Iserosino al Mediter-
al glio di Bosone conte di Provenza, sia sta-
raneo. Essendo poscia la Provenza stata ."
to il 1 conte del Diese. verso la metà
divisa iu contea e in marchesato, la 2." del secolo X, ed Isaru fu 1' ultimo con-
quota che comprendeva quanto giace te particolare di s. Diez. Nel 1096 co-
a
tra l'Isero e la Duranza, sortì a' conti di mandava l'ii. divisione dell'armata
Tolosa (^.), sotto i quali v'ebbe in ogni de'crociati, dopoché Papa Urbano II nel
città de'conti particolari che dipendeva- 1 095 promulgò nel concilio di Clermont
a
no da essi quali loro vassalli. Ili ."conte la i. crociata, avendo nel recarvisi ono-
di Valentinois che si conosca è Gontardo rato di sua presenzaValenza,edaquivi in-
che vivea verso la metà del secolo X, la timato quel gran concilio. Morto Isaru
cui sposa gli partorì Lambert che gli suc- nel1 1 16 senza figli, fu da'couti diTolosa,

cesse.Da Gontardo Valenza divenne la se- da cui dipendeva allora il paese tra rise-
de de'conti delValentinois.Lambert colla ro e la Duranza, riunito in qualità di
moglie Falectrude e il loro figlio Aimar marchesato di Provenza, il Diese all'an-
o Ademar nel 985 iu suffragio delle lo- tico loro dominio, ed alcuni aggiungono
ro anime stabilirono, medianici fondi che e riunito alla contea di Valentinois. Non
eederono, la ricostruzione della chiesa di conoscendosi la continuazioue de' conti
s. Marcello per couvertirla iu monastero del Valentinou della 1/ stirpe, passo a
benedettino, soggetto soltaolo alla s. Se- dire della seconda. Essa comincia con
6 VAL V A L
Aimar cognominato di Poitiers, figlio
T linese e Diese, per questo Federico I si

naturale ili Guglielmo IX contedi Poi- credette padrone di fare le narrate do-
tiers, nato verso il i i i5. In compagnia nazioni, Guglielmo I nel 1 1 83 prese sotto
di molte genti si recò a Montelimar, e fu la sua protezione I' abbazia cislerciense
dalla contessa di Marsanne, luogo posto di Leon cel, francandola nel tempo stesso
nel Valentinois, impegnatodi soccorrer- d'ogni pedaggio, e con successiva dispo-
la contro vescovi di Valenza e di s.
i sizione ingiunse a*.suoi castellani e baili
Diez, chele facevano forte guerra. Gli fu di prender la difesa di quel castello, con-
di molto aiuto, e conquistò parecchie ca- tro alcuni faziosi, fra'quuli ve n'erano pu-
stella e città nel Valentinois e nel Diese; re di sua terra; gente perniciosa che non
e la contessa per rimunerarlo de'servigi aveano alcun riguardo di oltraggiare i
resi gli offrì la metà di tutta la sua ter- monaci di Leoncel, di prendere e di por-
ra, con facoltà di prendersela tutta inte- tar via loro beni. Neil 187 Guglielmo
i

ra, se sposasse l'unica sua figlia Filippa, I e suo figlio Aimar II, con atto seguilo
come fece, e così divenne signore di tutta a Valenza nella badia di s. Rufo, diede-
Nacque da questo matrimo-
quella terra. ro alla certosa di Selva Benedetta una
nio Guglielmo I, e morendo del 35 gli i i rendita di biade fondata sulla loro terra
successe nella contea di Valentinois. E- d'Etoile. Morendo Guglielmo nel 189, I 1

gli servì per qualche tempo il conte di gli successe Aimar II di Poitiers conle
Tolosa, il quale Io riconobbe a cugino e di Valentinois e di s. Diez, nato dalla
patente, e lo colmò di onori e di aiuti. Al sua moglie Beatrice figlia di Guigge* IV
suo tempo la contea del Valeutinese fu delfino del Viennese. Questi si riebbe
di mollo ristretta dall'imperatore Fede- in parte delle perdite fatte dal padre,
rico quale sollecito per quanto po-
I, il mercè la donazione che gli fece Rai*
teva inminorare l'autorità laicale, tro- mondo V conte di Tolosa nel giugno di
vandosi a Besancon accordò con diplo- detto1 189, di ogni azione e dominio che
ma del 24 novembre 11 5? la signoria possedeva tanto da se quanto per parte
di Valenza, insieme a'diritti legali di cir- de'suoi vassalli nella contea Diese. Aimar
ca i3 castelli ne' suoi dintorni, ad Od- II poscia in riconoscenza verso la casa di
done o Eude vescovo di Valenza. Dopo Tolosa si dichiarò pel conte Raimondo
tal concessione Oddone e i suoi successo- VI nelle guerre degli eretici Albigesi
ri si qualificarono per vescovi e conti di (F.). Egli fortificò i suoi castelli e li pose
Valentinois. Nel 1 1 78 con diploma del in istato di difesa; ma
vedendo nel 121 3

29 luglio gratificò circa nella stessa guisa che si avvicinava da Valenza Simone di
Roberto vescovo dis. Diez, avendogli do- Monfort, capo della spedizione crociata
nato quella cittàe alcuni castelli nel Diese contro quegli eretici, in uno al duca di
in assoluta giurisdizione in un co'dirilti Borgogna, si recò da loro e colle sue som-
regali anche sopra tultociò che aveva il missioni prevenne le stragi che lo minac-
conte Guglielmo I di Poitiers nell'esten- ciavano. A garanzia delle promesse da
sione di quel vescovato, ad eccezione del lui fatte, consegnò aMonfort alcuni de*
castello di Quint. Ma il giorno dopo ac- suoi castelli, de' quali venne da questo
cordò una specie di compenso al conte generale affidata la custodia al duca di
Guglielmo 1, cedendogli il pedaggio da Borgogna ; però 2 anni dopo, l'occasio-
Valenza sino a Montelimar divisibile col ne che se gli presentò d' ingrandirsi lo

Delfino. Conviene rammentarsi, che es- staccò interamente dagl'interessi del con-
sendo nella giurisdizione dell'impero l'an- te di Tolosa. Privato questo principe dal
tico regno di Borgogna e di Arles,ed ap- concilio di LaterauolV neh 2 i5 de'suoi
partenendo a tal regno le contee Valeu- domiuii conquistali da'crociati, Aimai II
VAL VAL 7
si giovò tli tale decisione pei* estendere la pellazioni giudiziarie di delle terre si de-
sua dominazione sul Vi va rese, compreso vol vesserò al preside o rettore pontificio
negli slati del conte di Tolosa , benché del Venaissino, che la s. Sede cominciò
non formasse parte del conquisto de'cro- nel temporale agovernarenel i220yecon«
ciati. A malgrado di questa usurpazione tinuò sino alla rivoluzione di Francia,
e degl'impegni presi da Aimar li verso che glielo tolse con Avignone nel ponti-
Blonfort, rientrò senza spogliarsene nel ficato di Pio VI. Di più si obbligò il conte
partito di Raimondo VI.Monfort veden- in alcune occorrenze di somministrare al
doli riuniti passò il Rodano a Viviers
, Papa 100 cavalli e 4oo fanti nel conta-
nel 1217, ed unitosi con un corpo rag- do Venaissino e nella città d'Avignone.
guardevole di crociati capitanato dal ve- Tuttociò, con quant'altro dovrò dire sulla
scovo di Nivers, strinse d'assedio Crest, sovranità della s. Sede di queste contee,
castello fortissimo emunitissimo nel Va- tacendosi da molti scrittori , forse poco

lentinois, del quale il prode cav. Arnal- di voli alla Sede stessa e non veramente
s.

do cl'Aydu era governatore per Aimar storici, come pure da\V Arte di verifica-

li cui apparteneva. Molli vescovi del pae- re le date, rende quest'articolo alquan-
se e circa 100 cavalieri francesi lo assiste- to prolisso, per dichiararlo a gloria del
rono uella spedizione. Si negoziò peral- vero e della Sede apostolica. Aimar II

tro la pace tra quel generale e il conte quindi nel febbraio i23o acquistò da Ai-
di Valejilinois, e si convenne finalmente mar e da Pietro di Poussin la terra di
in un trattalo. Promise Monfort di dar quel nome, e poco dopo mori. Filippi-
sua figlia al conte, che dal cauto suo pro- na di Fai, sua 2/ moglie, che vivea an-
testò di vivere seco lui in buona amici- cora neli25i, gli portò in dote la terra

zia, e in pegno di sua parola gli die in cu- di Faicon molte alhe terre nel Vivarese.
stodia parecchi de' suoi castelli. Nel tem- Divenuto perciò vassallo del re di Fran-
po stesso Aimar li concluse la pace con cia, ebbe ordine di rivocare il bando e
Umberto di Mira bel vescovo di Valenza, avambando nelle sue terre (pubblico co-
col quale avea forti brighe. Del pedaggio mando sovrano indirizzalo a'vassalli di
accordalo sul Rodano a suo padre da Fe- trovarsi in armi ad un dato convegno
derico I, Aimar II domaudò e ottenne la per servire nell'esercito, o in persona o

conferma dal uipote Federico II impera- con un certo numero di soldati a piedi
tore nel 1219. A'26 luglio di tale anno, o a cavallo), e di partire per raggiungere
mercè convenzione seguita tra il vescovo laregia armata. I figli avuti dah.° ma-
e il capitolo di Valenza, il conte riconob- trimonio furono Josserande moglie di
be tener da quella chiesa in franco feudo Bermoud signore d'Andusia,e Gugliel-
la signoria diChàteau-Double. Frattanto mo a lui premorto nel 226 lasciando tli
1

pel trattato di Parigi, Raimondo VII con- Flotta di Rozannit, Aimar 111 di Poiliers.
te diTolosa dovette cedere alla Chiesa Questi fanciullo successe all'avo sotto la

romana e al Patrimonio di s. Pietro, ol- tutela della madre, la quale alla morte
tre contado Venaissino e parte della
il del marito avea conteso tal carico al suo-
d Avignone, al modo narrato in tali
1

città cero, e coll'opera del vescovo di Valen-


articoli, le contee Valentinese e Diese; ed za se lo era appropriato colla forza. Rai-
il Papa Gregorio IX nel 1228 divenuto mondo VII conte diToIosa e cugino d'Ai-
signore di detti domimi ceduti dal conte mar III, essendosi avvicinato al Rodano
di Tolosa supremo signore de'medesimi, nel febbraio 1 2 3t), fu visitato dal conte
accordò il Valeulinese e il Diese in feu- tli Valentinoi«, e con atto seguito a l'Ile

do alcoute Aimar II diPoitierscon molti del Venaissino a' q del seguente aprile,

pesi, uaode'quali era, che le seconde ap- iili dichiarò che il castello di Bois colle
8 VAL V A L
sue dipendenze apparteneva al suo allo- strata senz'essere negli ordini sagri; al-
dio al pari d' altri 16 castelli , tra' quali lora Aimar HI scrisse a Papa Clemente
Privas, Tournon , s. Alban, tutti posti IV pregandolo procurare un degno pa-
nel Vivarese, e che niuno ne teneva in store alla chiesa di Valenza , e il Papa
feudo o altrimenti da qualunque signo- colla sua risposta fece sapere al conte ,

re temporale Aimarlll ricevette


ci fosse. che per corrispondere al suo lodevole de -

poscia que'dominii in feudo franco dal siderio avea eletto a quella cattedra per-
conte di Tolosa, dopo avergliene dato sonaggio savio e discreto, e inoltre suo
il dominio principale e diretto, riser- parente, senza però nominarlo. Questi e-

bandosi soltanto il dominio utile e il na- ra Bertrando di Poitiers vescovo d'Avi-


turale possesso ; indi gliene rese omag- gnone, che nella sua elezione avea avuto
gio a mani giunte, alla presenza di due a competitore Guido di Montlaur. Ai-
vescovi e molli signori. Essa non era mar III però ebbe in seguilo delle con-
che una restituzione de' diritti da Ai. nat- troversie con quel prelato, questi moren-
ii come dissi più
usurpali, sopra, al do 1274 dopo essersi pacificato col
nel
conte Raimondo VI dopo la decisione conte. Il Papa b. Gregorio X, reduce dal
del concilio di Lalerano IV che lo dichia- concilio di Lione II, nel 1275 si trasferì
rava decaduto da'dominii toltigli da'cro- a Belcaire e indi a Valeuza, ove senten-
ciati; della qual decisione si era Rai- do che Alfonso X re di Castiglia pretende-
mondo VII suo figlio fatto assolvere nel va all'impero e s'intitolava Imperatore,
1229, fermo restando le cessioni de' a'i3 settembre scrisse all'arcivescovo di
paesi dati alla s. Seiìe e al re di Fran- Siviglia,che obbligasse il re ad astener-
cia s. Luigi IX. Nel 1 s56 Ai ruar IH, con sene come avea promesso, per non pre-
Guido Fulcodi, riconob-
lettere scritte a giudicare l'eletto Rodolfo I d' Absburg,
be l'omaggio fatto a Raimoudo VII del ed occorrendo facesse uso degl'interdetti
Dieseje il fece, come dice, per timore, e delle scomuniche. In Valeuza il Papa
attesoché Raimondo VII gli avea minac- fece quelle altre cose che riferisce a p. 22 1
ciato guerra in caso di rifiuto ; confessan- il p. Bonucci, ne\V Istoria del b. Grego-
do però che il suo avo avea ricevuta da rio X
y il quale da Valenza passò a Vien-
lui la contea del Diese a titolo feudale ,
na, hi questa città unì il vescovato di s.

e tacendo l' infeudazione ricevuta pure Diez a quello di Valenza, tie.T intendi
dal Papa. Volendo s. Luigi IX assicu- mentOjCome pretendono alcuni, di render
rarsi del castello di Bidage appartenen- con ciò più temuto al contedi Valenli-
te al conte di Valentjuois, promise nel nois il vescovo di Valenza. In conseguen-
1257 Aimar III, sulla domanda elicglie- za di tal unione il vescovo Amedeo de
ne fece il re, di rimetterglielo sinchèegli Roussilon succeduto al vescovato di Va-
o figli tanto del fu Baraldo di Bidage,
i lenza, si pose in possesso di quello di s.
a
quanto Guglielmo di Solignac suo vas- Diez. Fu suai. cura di formare un ca-
sallo, lo possederanno. Morto nel 1265 pitolo composto di ecclesiastici delle due
Guizzardo V sire del Beaujolais seuza diocesi permantenere tra essi un perpe-
posterità, Ai mar III contrastò la succes- tuo legame; ma Amedeo poco dopo di-
sione alla di lui zia Isabella sorella di chiarò guerra ad Aimar HI egli tolse
Guizzardo, e fu rivendicala colla decisio- parecchie piazze, le quali ostilità non ces-
ne della corle del re nel 1269. Nel pre- sarono seuza gli accordi in cui li poterò
cedente vacata la sede vescovile di Va- comuni amici. Morì Aimar III neli277
lenza, attesa la dimissione datane da Fi- poco dopo il 6 maggio, giorno in cui fe-
lippo di Savoia, per succedere all'omo- ce donazione al suo primogenito di di-
nima sua contea, dopo averla ainuiiui- versi castelli posti nelle diocesi unite di
VAL VAL 9
Valenza e di s. Diez, celi Viviers, venen- dipendevano da lui, e dopo alcuni dilxit-
do sepolto nella badia cistercicnse di timenti si convenne che Ugouetto rico-
Beaujcu, come avea ordinato nel testa- noscerebbe il conte di Valentinois a si-

mento. Questo conte avea sposato prima gnore immediato di quelle terre, e le tor-
Floria dell'illustre e antica casa di Beau- rebbe in sub-feudo dalla Chiesa roma-
jeu, clama di Belleroclie figlia di Umber- na. Aimar IV. come buon economo, au-
to V Beaujeu capitale del Beau-
sire di mentò considcrabilmenle suoi (locatati i

jolais, prima che lo fosse Villafranca ; con vari acquisti. Comprò nel 288 il ca- 1

2.°neli 268 Alixenteo Alice diMercoeur stello di Sure, nel 1293 la terra e signo-
figlia di Beraldo sire di Mercoeur, e ve- ria di Faulignan, nel 1296 la terra di
dova di Ponzio di Montlaur. Ebbe dalla Barre nel Vi Varese, e nel 1299 il castel-
prima il figlio successore, e due figlie, Fi- lo di Mondar nella diocesi di s. Diez. A
lippina maritata a Bertrand signore di suo tempo eletto Papa il francese Cle-
Baux e conte di Avellino nel regno di mente V nel i3o5, con istrana risolu-
Napoli, e Margherita moglie di Ruggero zione preferì alle famigerate ri ve del Te-
di Clerieu ; dalla 2." nacque Guglielmo vere (V.) quelle del Rodano, stabilen-
conte di Chaneac. Il sigillo di Aimar 111 do la residenzairi Avignone e intitolan-

l'esprime a cavallo con uno scudo sul dosi nelle monete che coniò anche conte
petto, e 6 besanti sormontati dalla fron- del Fenaissino. Aimar IV nel 1 3 7 a-
1

te delloscudo, che sono l'armi di Poiliers. vendo venduto il castello di Belleroche,


Leggesi nell'intorno: Sigillimi Ay mari acquistò invece castelli di Mirebeau e
i

de Pie lavia comi ti s F alentinensis et diPisancon neh 323. Vivea neh 329, e
Diensis. Nel controsigillo si vede una morì d'oltre 80 anni. Dalla sua 1/ mo-
stella a 12 raggi colle sole parole: Co- glie ebbe 7 figli, il successore Aimar V,
mitis Valentinensìs. Aimar IV di Poi- Umberto ed Ottone morti celibi, Gu-
tiers suo primogenito e successore, ma- glielmo signore di Saint-Vallier. Luigi
ritato sino dal 1270 con Ippolita o Po- vescovo di Langres nel i3i8, Alice mo-
lia figlia d' Ugo conte di Borgogna e di glie di Artaud signore di Rossiglione, e
Alice di Merauia, successe al padre nel- Costanza maritala ad Ugo Ademar di
la contea di Valentinois. Questo matri- Monleil. Dalla 2.a moglie gli nacquero :

monio gli fruttò la terra di Saiut-Val- Amato che successe nelle terre di Cle-
lier nel Graisivaud. Piimasto vedovo si rieu e Chanlemerle, a Guglielmo suo fra-
rimaritò nel 1286 con Margherita figlia tello consanguineo, morto senza posteri-
di Rodolfo conte di Ginevra. Nel 1291 rità verso il i 343 ; Amedeo successore di
sentendo che giungeva nella Svizzera Guglielmo nella terra di Saint-Vallier;
l'imperatore Rodolfo I, si recò presso di Caterina moglie d' Aimeri VII o Vili
a
lui a Muret con molli signori e prelati visconte di Narbonajed Anna 3. moglie
del regno di Borgogna per fargli omag- di Enrico contedi Rodez, rimaritata po-
gio, come a suo signore feudale. Fdippo scia a Giovanni delfino di Auvergne. Ai-
di Beruisson, governatore del contado mar V di Poitiers detto Amairetlo, e-
Venaissino per Papa Nicolò IV, voleva sercilava la dignità comiziale nel Valeri-
obbligare neh 291 Ugonetto Ademar si- linese e nel Diese con Aimar IV suo pa-
gnore Monlelimar a far omaggio al-
di dre sino dal 1307. A' i3 giugno 1 3 1

la s. Sede de'castelli de la Gai de, di Rac, egli rimise nelle mani di Luigi re di X
e di una porzione di quelli di Savace e Francia lesuecontee, che ripigliò poi per
di Chàteau-Neuf di Mazene ma vi si ; averle da lui in fede e omaggio, sottraen-
oppose il conte di Valentinois, sostenen- dosi così dalla suprema signoria della s.

do che tulle quelle terre, meno Guide, Sede, essendo i Papi allora influenzati
io VAL VAL
dalla Francia, che avea perciò voluto il il Delfiuato nel 1 343
fu ceduto alla Fran-
loro stabilimento in Provenza, median- cia, al modo che dirò a Vienna e accennai
te le mene del prepotente Filippo V, con 1 a Delfino ; solo qui avvertirò, che i nuovi
deplorabili conseguenze. Anche il delfi- delfini figli de' re di Francia resero o-
no Umberto II pretendeva gli dovesse maggio feudale ai Papi pel Valentinese e
omaggio ligio per le sue contee; laddo- pel Diese. Aimar VI neh 347 entrato in
ve sosteneva Aimar V non dovergli che guerra col visconte di Valenza pe' reci-
il semplice, e per guarentirsi dalle per- proci loro diritti, volle Papa Clemente
secuzioni del delfino si appellò alla cor- VI inAvignone farsi arbitro della loro
te pontificia di Avignone. Disgustato il lite, ed inviò un legato per negoziare una

Papa Giovanni XXII pel suo operato col tregua. Aimar VI si rese bene accetto
re di Francia, ricusò prender cognizione all'imperatore Carlo IV, che gli confer-
della controversia. Finalmente dopo pa- mò con diploma de' 16 marzo 1 349 tut-
recchie tergiversazioni, Aimar V a' 20 te le signorie, vietando al vescovo di Va-

aprile i 338 fece l'omaggio quale lo pre- lenza di qualificarsene conte, ed inoltre
tendeva il delfino. Nel seguente anno Ai- lo nominò vicario generale dell'impero
mar V a' 12 agosto fece il testamento e nel regno di Arles. Non sembra però a-
poco dopo mori. Sibilla di Baux sua spo- ver egli usato di questo titolo. Giovan-
sa, figlia del conte d'Avellino Raimon- ni Il redi Francia accrebbe l'autorità di
do, gli die Aimar morto senza figli nel Aimar VI nel paese, creandolo con regie
1324>Luigi LGuizzardo morto nel 1 3^9, lettere de' 7 agosto 353 luogotenente
1

Ottone vescovo di Verdun, Aimar si- di Monsieur il Delfino del Viennese.


gnore di Veyne, Guglielmo vescovo di Nel quale officio avendo Aimar VI com-
Langres, Enrico nominato vescovo di messo un con dare in cauzione al
fallo

Gap nel 1 349, Carlo ceppo de'signori di conte di Savoia Amedeo VI alcuni ca-
Saint-Vallier; e 5 figlie, la cui primoge- stelli, fu denunzialo al parlamento sotto

nita Ippolita sposò in prime nozze Rinal- il regno di Carlo V, e condannato con
do IV conte di Dammartin, ed in se- decreto a restituire quelle piazze, ed a
conde Armami VI visconte di Poiignac; pagare 1000 marchi d'oro al re, il qua-
Giovauna, l'ultima, visse nel celibato e con soli i5,ooo
le ['assolse fiorini d'oro,

morì in odore di santità. Luigi I di Poi- come si scorge dalle sue lettere d'aboli-
liers successe al padre Aimar V, e fu crea- zione dell'agosto 1 368. Vedendosi senza
to luogotenente generale in Linguado- discendenza, alienò inquel mezzo parec-
ca nel i34o, dal re Filippo VI, indi nel chie sue terre, e nel 1373 con testamen-
1 344 servi nell'esercito di Giovanni du- to fatto in Avignone a'9 febbraio istituì

ca di Normandia all'assedio di Aubero- suo erede universale, per ciò che gli ri-
che nel Tolosano, che si dovette levare maneva, Luigi il di Poitiers suo cugino-
la notte della festa di s. Lorenzo : il con- germano, sostituendogli Edoardo di Beau-
te Luigi in quell'incontro fu fatto prigio- jeu figlio di sua sorella o i figli di lui.

ne, ma era in libertà nel seguente no- Morto l'anno stesso fu sepolto presso i

vembre. Nel i345 guerreggiava ancora francescani di Crest, ch'era la sepoltura


nella Saintonge pel re, e fu l'ultimo an- de'suoi antenati. Egli aveva sposalo per
no di sua vita. Da Margherita d' Enrico contralto dei5 dicembre
1 344 Elipl o

li di Vergi, signore di Fouvent, nacque- Guglielmo Roggero ba-


Alice figlia di I

ro Aimar VI di Poiliers detto il Grosso, e rone di Beaumont, nipote di Papa Cle-


Margherita moglie di Guizzardo di Beau- mente VI, e sorella del cardinal Roger
jeiijSignoredi Perreux. Intanto perdispo- poi Gregorio XI, che nel 1377 restituì
siziouedeldelfiuo di Vienna Umberto II, a Roma la papale residenza. Ella rima-
VAL VAL 11

sevedova di Guglielmo II signore de la alla donazione fatta dal conte Luigi II

Tour d'Auvergne, e visse sino al i4oG de'suoi stati al redi Francia. Ma avventi-
circa. Luigi li di Poi liei s, figlio d'Aimar la la sua morte nel i4'o circa, non cre-
di Poitiers signore di Chalencon e di dette suo figlio Luigi di Saint- Valliei do-
Gujotte d' Uzes, nato nel 1 354, succe- vere osservare la convenzione, e perciò
dette al conte Aimar VI suo cugino nel entralo armata mano con Giovanni suo
Valentinesee nel Diese. Nel 1 3y4- si ac- fratello vescovo di Valenza nel castello di
cordò con Carlo di Poitiers signore di Grame, ove risiedeva il conte Luigi U di
Saint- Vallier intorno la successione di lui cugino, s'impossessò di sua persona e
loro famiglie, e gli cedette le tene di Pi- lo costrinse ad un nuovo trattato a'i3a-
sancon e di Mareuil in uno «'castelli di gosto i4'6>alla presenza di parecchi ca-
s. Nazario e di Flandene. Nel i4°4 con valieri e dottori di legge. In quest'atto si

allo dell'i r agosto rinunciò a Carlo VI con venne,che nel caso il conte Luigi II ve-
re diFrancia le sue contee, che com- nisse a mancare senza figli maschi legit-

prendevano 27 ciltà o castelli, 1 fortez- 1 timi, le contee del Valentinois e del Die-
ze, e 200 feudi o sub-feudi, ri serbando- se apparterrebbero al signore di Saint-
sene il godimento a vita e colla condi- Vallier, ecceltuato il Chàteau-Neuf di
T
zione : i.°JS on potessero mai esse con- Damasan che resterebbe a Lancillotto fi-

tee uscire dalle mani dei re o di suo fi- glio naturale del conte. Egli era allora
glio maggiore il delfino. 2." Gli desse il rimasto vedovo di Cecilia figlia di Rog-
re nel successivo mese di novembre gero IUcontediCeaufortin Vallèe, mor-
100,000 scudi d'oro. 3. 'Nel caso lasciasse ta nel i4'o da cui non avea avuto che
}

allasua morte figli legittimi, allora non femmine. Ma tornò ad ammogliarsi nel
avendone alcuno, avessero eglino la li- i4'7 con Guglielmina di Grueres figlia
bertà di rientrare in quelle contee resti- di Uaule conte di Grueres in Savoia, col-
tuendo al re la somma da lui avuta. Il la speranza di avere posterità maschile,
quale trattato alcuni lo dicono sorpresa e deludere con ciò l'espettazione del si-
fatta al conte Luigi li, altri essere stato gnore di Saint-Vallier. Avvenne però di-
un abboccamento avutoa'3o
divisato in versamente,essendo stato sterile quel ma-
novembre i3gi col signore della Piviè- ritaggio. Determinato sempre di vendi-
re deputato a ciò dal re Carlo VI. An- carsi della violenza fattagli dal signore di
tonio di Grolée, ed i signori d' Entre- Saint-Vallier, formò a' 22 giugno i4'9
monts e di Mirabel, istigati da Amedeo in Baix il suo testamento, con cui, dero-
Vili conte e poi i.° duca di Savoia, di- gando all' ultimo trattato, istituiva suo
chiararono nel 1407 guerra al conteLui- erede universale il delfino Carlo, figlio
gi II, ed ignorasi il motivo o pretesto.Era del re Carlo VI, col peso di pagare a'suoi
in quel modo un dichiararla al re stesso esecutori testamentari 5o,ooo scudi, per
di Francia signore feudale o cessionario soddisfare a' suoi debiti ed eseguire i

di Luigi II. In forza de' quali due titoli, suoi legali ; sostituendogli in caso di ri-
il conte di Valentinois non omrcise di ri- fiuto Amedeo Vili duca di Savoia. Mo-
Togliersi con istanza de'6 luglio al parla- rì il conte Luigi II a'4 del seguente lu-
mento di Grenoble per chiedere soccor- glio nel castello di Baix, e fu sepolto a*
si; e quella corte pronunziò un decreto francescani di Crest, lasciandodel suoi.
che proibiva a' viennesi di lasciar passare matrimonio due figlie, Luigia maritata
truppe né per terra, né per acqua, che nel 1389 con Uberto Vili sire di Thoire-
provenissero dagli stali di Savoia. Carlo Villai s, ed N. moglie d'Auberto di Tras-
di Poitiers signore di Saint-Vallier aveva si. Quantunque Luigi II sentisse ogni

acconsentito cou atto de' 1 9 giugno 4o4 1 giorno messa, dicesse le sue orazioni, si
12 VAL V A L
confessasse ciascun anno, tuttavia era as- toni, e col filippino p. Rinaldi annalista,
sai ambizioso, e caricava i suoi luciditi un interessante tratto di storia, che al-
di gravezze. Questi lo temevano assai per- quanto in favore della s. Sede modifica
chè era rigoroso, e parecchie volle avea e rettifica 1'
ultimo periodo riferito, sul
tolto a'gitidici e uflìziali la cognizione dominio delle contee di Valentinois e di
delle cause criminali presso es»i penden- s. Diez, la quale si disse pnreDiosis, Diati-
ti per ritrarre grosso profitto dalla com- sis o Dcensisj tratto auche questo taciuto
posizione delle parti o altrimenti. Tosto da altri storici, certamente in pregiudizio
ch'egli ebbe chiuso gli occhi, Luigi di degli antichi diritti della Chiesa romana
Saint-Vallier prese il titolo di conte del e de' Papi. Narra però con più di verità,
Valentinois e del Diese in forza della do- pe'documenti che produce, il p. Fanto-
nazione che gliene avea fatta, e senza ri- nineU'Historia d'Avignone e del con-
guardo al testamento annullato. Ma En- tado Venesino stati della Sede aposto-
rico di Sassenage, governatore del Del- lica nella Gallia } 1. 1 p. 337, 34^, 346,
,

finato, e il consiglio delfinale reclama- che per disposizione testamentaria del-


rono que' domimi a nome del delfino l'ultimo conte del Valentinois e del Die-
Carlo, sostenendo la validità dell'atto con se, essendo irritato contro suoi nipoti i

cui era stato dal conte Luigi II istituito che l'avevano già tenuto in carcere, ne
suo erede universale, per cui Luigi di chiamò erede il redi Francia, colla con-
Saiot-Vallier,assistito dal vescovo di Va« dizione, che se il re permettesse che al-
lenza Giovanni di Poitiers e da alcuni cune parli di quelle sue terre pervenisse
cavalieri, offrì di rimettersi alla decisio- in potere de'suoi ingrati nipoti, si devol-
ne <lel consiglio del delfino, dopo che a- vesse l'eredità alla Chiesa romana. Car-
vesse preso conoscenza de' suoi diritti e lo VII enlrò in possesso de' contadi Va-
inalur.i menle ponderati. A' 16 luglio lentinense e Diese, e reseomaggio per
i4 19 segui l'atto di taleolferta alla Gom- procuratore a Calisto III per quella par-
be-Iìelion presenti varie persone quali- te di essi ch'era feudo della s. Sale. Ma
ficate. Finalmente nel 1 4-2 3 asceso al tro- violando poi Carlo VII il testamento,
no il delfino col nome di Carlo Vili, gli con distribuire non poche terre a'discen-
furono da Luigi di Saint- Vallier ceduti denti nipoti del conte, decadde dalla feu-
con trattato fatto o Bourges a'4 maggio dalità de'contadi, e per diritto i due pae-
tutti i suoi diritti sulla successione del si tornarono nella signoria della Chiesa
conte Luigi li, mediante una rendila an- romana, nello stesso pontificato di Cali-
nua e perpetua di 7000 fiorini d'oro, che Certo è ancora, che la Francia ne
sto IH.
gli vennero da quel monarca assicurati, conservava il possesso, poiché Luigi XI
e da quell'epoca rimasero unite e incor- mentre era delfino, qual suo sovrano vi
porate nel Delfinato le contee del Valen- trasferì daGrenoble la ricordata universi-
tinois e del Diese. Però altri sostengono tà, che alcuni storici e geografi pretendo-
che Amedeo Vili duca di Savoia persi- no in vece da lui istituita in Valenza,ed in
steva ancora nelle sue pretensioni sul Va- appresso traslocata a Grenoble capitale
lenlinese e sul Diese, alle quali non ri- Divenuto Luigi XI nel
del Delfinato.
nunciò che mediante la dispensa fattagli i46i redi Francia, considerando il Va-
neh 446 da Luigi delfino dell'omaggio lentinese e il Diese devoluti alla Chiesa
del Faucigni. Inoltre si racconta che A- romana per la violazione del testamento,
medeo Vili nel i4'9 avea preso in se- inconseguenza dell'operato daCa rio VII,
questro Valenza, per aver pagato de- i stimò doversi restituire al Papa ; laonde
biti di Luigi II. Ma ora conviene ripor- autorizzò il cardinal Golfredi o Geoifroy
tare collo storico carmelitano p. Fan- suo ministro o ambasciatore iti ilo ma di
VAL VAL i3

restituirli a Pio li, a condizione che ri- la controversia amichevolmente per mez-
manessero al re quelle lene de' contadi zo di arbitri, ondeil Papa l'esortò a no-

situate nel regno di Francia, cioè al di minare persone idonee per la cognizione
là del Rodano. Accettò il Papa l'offerta, della causa. Se non che, protratto l'acco-
e condonò a Luigi XI tutte le ragioni di modamento fino ad Alessandro VI Bor-
dette terre al di là dal Rodano, con esen- gia, il quale bramoso dell'ingrandimen-

zione pure dell'omaggio ligio di vassal- to temporale de'suoi figli, conciliossi l'a-
laggio e di fedeltà. Perciò nel voi. LXX, micizia di Luigi XII, alienò dalla s. Se-

p. 46, anche colla sicura testimonianza de tali contadi, e dal re li fece erigere in
del Marini, potei narrare, che Pio li nel ducato col nome di Valentinois con let-
1462 inviò a Luigi XI il suo famigliare tere patenti dell'agosto 1498, e ne fece
e nunzio Antonio de Noxeto, a ringraziar- investile ilfamoso Cesare Borgia (F.)
lo per la cessione e restituzione fatta al- suo figlio, che rinunziato il cardinalato,
la s. Sede de' contadi Valentinese e Die- l'arcivescovato di Valenza (V .) e altre
se, e ad occupar questi in nome della me- chiese, dopo aver ucciso il suo emulo e
desima, con pontificio diploma riprodot- maggior fratello Pier Luigi (siccome il
to dal p. Fantoni, diarissimo in diri- Novaes nella Storia d' Alessandro FI3
tto Filius Ludovicus rex. Dal quale in- scrisse Giovanni per Pier Luigi, ch'era-

oltre rilevasi, che anco Luigi XI prima no fratelli, e poi si corresse, qui ne fac-
di tale reintegrazione aveva reso omag- cio avvertenza, se in qualche luogo non
gio ligio e di fedeltà a Pio II. Il re ra- avessi tenuto presente tafìe emendamen-
tificò tutto il trattato. Lo conferma Ri- to), per occuparne le dignità di genera-
naldi all'anno 1462, n.°i 1. » Luigi XI le e gonfaloniere di santa Chiesa, era-
diede un preclaro esempio di giustizia e si dato interamente alla milizia, ed eb-
di liberalità, concedendo alla Chiesa ro- be il governo generale dell'armi pontifi-

mana le contee Valentinese e Diese". Ma cie, e prese il nome di duca Valentino , o

col p.Fantoni raccontai nel voi. Ili, p. almeno fu così comunemente chiamato.
242, che essendosi ricusati d'ubbidire al- Luigi XII per eseguire suoi progetti
i

le regie e pontificie disposizioni i prefetti con istupore di tutti ricolmò


sull'Italia,
delle terre de' due contadi, la donazione di favori un Cesare Borgia, che pose in
o restituzione non ebbe pieno efFelto, si- trambusto l'Italia, e nel 1499 '' re 8 U &"
no al i483 e al Papa Sisto IV, il quale ce sposare la sua parente Carlotta , so-
sotto il diretto dominio della s. Sede, li rella di Giovanni d'AIbret re di Navarra
trasfuse nel suo nipote conte Girolamo e del cardinal Amaneo d' Albret. Così
Riario signore di Forlì (V.)j però mo- l'investitura del Valeutinois e del Diese,
rendo nel fine d'agosto Luigi XI, sotto il conferita dal re a Cesare sotto il diretto
successore Carlo Vili il parlamento del dominio di Francia, fece per sempre per-
Delfinato, espulsi da' contadi i ministri dere quelle terre alla s. Sede; di più. il
pontificii,con suo decreto riunì subito i Papa donando a Luigi XII lo Stocco e
due contadi alla corona, facendone forti berrettone ducali benedetti. Osserva il
lagnanze Sisto IV, che morì nel seguen- p. Fantoni, in tal modo Alessandro VI
te agosto i484> >l
P-
Fantoni riportando perde pure il dominio utile e diretto
il breve di protesta del Papa, diretto al delle terre del Valentinese e del Die-
duca Borbone, Hortamur nobilitatem
di se, che in uno al sovrano dominio go-

titani. Dissipure, che Innocenzo Vili, deva la santa Sede, per le cessioni del
eletto in sua vece, ripetè da Carlo Vili conte di Tolosa e dell'ultimo conte del
i coutadi del Valentinois e del Diese; ed Valentinese e del Diese. Inoltre il re con
il re rispose, che si sarebbe accomoda fa privilegio inaudito adottò il nuovo du-
i4 VAL VAL
ca nel 4f)9 n ^ nome
1 ed armi di Francia, messer Pierotto; sì che il sangue saltò al-
con facoltà ili usarne in tutti suoi atti. i la faccia del Papa, del quale messer Pie-
Alessandro VI a Luigi XII e per mezzo rotto era favorito... Ogni giorno per Ro-
di Cesare rimise le bolle di dispensa pel ma si trovano la notte quattro o cinque
suo divorzio con Giovanna di Valois,e per ammazzali, fra'quali vescovi e prelatijsic-
sposare Anna vedova di Carlo Vili. Inol- chèintuttaRomatremanodiessoducacbe
tre Cesare portò in Francia il cappello non li faccia ammazzare". Se Valenza era
cardinalizio'al principe Giorgio d' A mboi- la capitale del contado e poi ducato di
se, creato cardinale a'n
settembre 1498, Valentinois, non che residenza de' suoi
ed il cardinal della Rovere, poi Giulio II, conti e duchi, sembra che ancor essa ap-
che trovavasi alla corte di Parigi, fece la partenesse a tale stalo; ed Alessandro VI
ceremonia d'imporglielo sul capo. Il Pa- chiamò il figlio duca di Valenza. Ma Ce-
pa fece accompagnare jn Francia il du- sare Borgia si rese infelicemente sempre
ca Cesare dall'inviato francese Lodovico più famoso per le sue vaste e prepotenti
diVilleneuve,daGio.GiordanoOrsinieda conquiste, per le sue crudeltà e per la sua
nitri nobili romani; e lo munì della lettera insaziabile ambizione. Morto il padre nel
credenziale al re, scritta interamente di i5o3, fu arrestato il corso delle sue ti-

sua mano dal Vaticano a'28 di detto me- rannie, perdette in breve tutte le sue u-
se,edirecenteriporlatadalcb.lieaumont, surpazioni, e fuggito presso il cognato re
Della Diplomazia Italiana^ p. 160. In di Navarra, combattendo per lui restò uc-
essa si legge» Volendo soddisfare intera- ciso nel 1 5o7, nella guerra contro il con-
mente al desiderio tuo e nostro, mandia- testabile di Castiglia. La duchessa Car-
mo alla Maestà Tua il nostro cuore, cioè lotta sua moglie, illustre pel suo spirilo,
il ddelto figlio duca di Valenza, di cui senno e pietà, prese parte nell'avventure
più caro non abbiamo, acciocché sia una del marito, senza partecipare a' suoi di-
testimonianza certissima e carissima del- sordini, e terminò di vivere I' 1 1 marzo
l' affetto nostro verso l'Altezza Tua, alla i5i4- La loro unica figlia Luigia, qua-
quale non lo raccomatuliamo di più, pre- lificata duchessa di Valentinois, si mari-
gandoti solamente di trattare quello, che tò a'7 apiilei5i 7 con Luigi II sire della
così viene commesso alla tua regia fede, in Tremolile, quindi in seconde nozze sposò
modo che, anche per nostra consolazione, a'3 febbraioi53o Filippo di Borbone-
Apparisca a tutti die la Maestà Tua lo ha Busset. Sipuò vedere Duchesne, Histoi-
accettato per suo". Il medesimo illustre rc dea Comtes de Valentinois. Nel 548 1

scrittore a p.82 riferendo parte della rela- il re Enrico II fece donazione a Diana di
zione che fece alla repubblica di Venezia il Poitierssua amante dell'usufrutto del du-
Cappello ambasciatore in Roma di Papa cato di Valentinois col titolo di duchessa.
Alessandro VI, dice fra l'altre cose. » 11 Questa per lai/ si vide incedere in Parigi
Papa ama ed ha gran paura del figliuo- in Carrozza, ove a poco a poco fu intro-
lo duca di Valenza; il quale è d'anni 27, dotto tal comodo; però si tenga presente
bellissimo di corpo, e grande e ben fatto. il ricordato articolo e il riferito altrove.
11 duca, in un luogo a s. Pietro, serrato Diana nata nel 1 499 da Giovanni di Poi-
intorno di tavole, amuiaz7Ò 6 tori selva- tiers signore di Saint-Vallier , era stata
tici, combattendo a cavallo alla giannet- collocata mollo giovane presso la conles-
ta ; e ad uno tagliò la testa alla i." bot- sa d'Angouléme madre di Francesco I,

ta : cosa ebe a tutta Roma parve gran- ed in seguito era entrata al servizio del-
de. E' realissimo, anzi prodigo; e questo la regina Claudia in qualità di damigella
ni Papa dispiace. E altra volta ammazzò d'onore. Il suo credito e la sua bellezza
di sua Diano, sotto il manto del Papa, salvarono la vita a suo padre, di cui ella
VAL VAL 1"

elidine In grazia al momento che aiuta- li. Quanto al Valentinese ,


divenne un
va ad essere decapitalo per aver seguilo piccolo paese formante uno de' più ric-

il partito del contestabile di Borbone; ma chi appannaggi d'-alcou duca -e pari del

non potè guarirlo dalle triste impressio- regno. Luigi XI li dopo 1641 1° ( 0,ì °
il '

ni che l'orror della morte gli avea cau- al principe di Monaco (/".)» sovrano dei-

sato altaiche intese la sua sentenza. Esse l'omonimo principato d'Italia, di cui ri-
furono tali che in una notte gli s'imbian- parlai nel voi. LX1, p. i43, cioè ad O-
carono i capelli , e fu colto di febbre sì norato II Grimaldi, per essersi posto sot-
"violenta che non lo lasciò per tutto il re- to la prolezione della Francia per sot-
sto de' suoi giorni. Da ciò venne il pro- trarsi dalle vessazioni degli spagnuoli.
verbio della febbre di Saint-Fallier.k' Lo ricevette dal re in piena proprietà per

29 luglio 1 53 1 Diana rimase vedova di lui e suoi discendenti. Inoltre il ducato


Luigi di Brez conte di Maulevrier , che di Valentinois fu eretto in pariato diFran-
avea sposalo nel i5i4- Cinque anni do- cia con lettere patenti del maggio 64^, 1

po, Enrico,allora delfino, in eia di8 an- 1 poscia dichiarato femminile con lettere
ni, divenne perduta meli le innamoralo di de'26 gennaio i643. Questa donazione
Diana, che ne avea 37, e che alle grazie fu fatta perchè il re di Spagna Filippo IV
e freschezza della gioventù, conservale fi- confiscava o confiscar dovea ad Onorato
no ad un' età molto avanzata, univa doli li alcune sue terre nel regno di Napoli e

di spirito corrispondenti a quelle della nel ducato di Milano, allora domimi del-
sua figura. Ella amò e protesse i lettera- la monarchia spagnuola. A questo dono
ti. Gli ugonotti furono i soli ch'ebbero a Luigi XIII aggiunse la baronia di Baux
lagnarsi di lei; per conseguenza non la ri- che eresse in marchesato, e queir altre
spettarono ne'loro scritti. Dopo l'infau- signorie che registrai nel citalo articolo.
stamorte di Enrico li, accaduta a' o lu- 1 Ivi pure dissi, che avendo Luigia Ippoli-
glioi55g, ella si ritirò nella terra d'A net, ta Grimaldi, figlia maggiore di Antonio
dove morì a'2.6 aprile 1 566, lasciando del principe di Monaco, nipote d'Onorato II,
suo matrimonio con Luigi di Brez due preso nel 1 7 1 5 in isposo Goyon di Marti -
figlie, di cui la primogenita Francesca gnon, che altri chiamanoFrancesco Leo-
sposò Roberto della Marca duca di Bu- nor, gli portò in dote il ducato pari di
glione, e l'altra Luigia si maritò a Clau- Valentinois, e nel dicembre con lettere
dio di Lorena duca d'Aumale. Il ducalo patenti fu ammesso per pari di Francia
di Valentinois, dopo la morte di Diana, nelparlamento di Parigi, ove prestò giu-
fu di nuovo riunito al dominio della co- ramento neli7i6. Entrato dunque il du-
rona di Francia. Nel precedente articolo cato di Valentinois nella casa del princi-
non solamente, come già arcivescovo di pe di Monaco, il figlioprimogenito tut-
Valenza, ragionai di Cesare, ma ricordai tora porta il titolo di duca di Valenti-
i principali de'molti luoghi in cui parlai nois, ed al presente lo è il principe eredi-
del medesimo, avendo ragionato ezian- Monaco Carlo OnorioGrimaldi,
tario di
a
dio di sua famosa Spada (^.), che pos- grande di Spagna di i. classe, nel 1846
siede il duca di Sermoneta, come nar- maritato alla principessa Antonietta Ghi-
rai descrivendo le notizie di quella cit- slaine de' conti de Merode, da' quali nel
tà nelP articolo Velletri. Per la sua 1848 nacque il principe Alberto Onorio
morte ducato del Valentinese tornò al-
il Carlo.
la Francia, ed il re Francesco I vi fece Accaduta la tenibile rivoluzione di
fabbricare la cittadella. Quindi Valenza Francia nelfiniredel secolo XVII ^deca-
molto soiliì durante le guerre di religio- pitalo il virtuoso reLuigi XVI, proclama-
ne,da'sanguiua.ri e fanatici eretici ugonot- ta la repubblica e abolito ogni culto dire-
16 VAL V AL
ligione, possentiarmate francesi invasero ro prolissi. Il tirannico direttorio di Pari*
l'Italia, e dopo più enormi sagrifizi im-
i
gì, temendo gli eventi della guerra e la
posti al Papa Pio VI, coll'armistizio ili vicinanza al teatro di essa del Papa, sta
Bologna e il trattato di Tolentino (V.), bili di farlo tradurre nella badia di Molk
pe'quali dovette rinunziare anche all'oc- presso Vienna d' Austria; ma rotta nuo-
cupato stalo d' Avignone e del Venaissi- vamenteguerraa'tedeschi, divisò di man-
no, invasero quindi interamente lo Sta- dorlo in Sardegna, ed ivi farlo stabilire,
to Pontifìcio e Roma, che democratizza- colla mira d' ingrandire collo stalo della
rono. I medesimi repubblicani francesi, s. Sede quello del duca di Parma infan-
dopo averlo spogliato di tutto e detroniz- te di Spagna, per piacere a quest'ultima
zalo, duramente a' 20 febbraio 1798 Io potenza. Pensò pure d'inviarlo in Corsi-
condussero prigioniero in Toscana,c\oè ca, perchè vi rimanesse obliato; finché a
prima in Siena, e poi nella Certosa di maggior sicurezza, e ad ulteriore strazio
Firenze, óa dove affranto dal male, dal- del venerando prigioniero, ottuagenario
l'età eda un complesso di tanle strazian- e infermo, ordinò che si trasportasse nel-
ti disgrazie, a' 17 marzo l'interno della Francia, non curando le
1799 senza ri-
guardo alcuno, d'ordine dell'irreligioso e proleste de' medici che correva pericolo
iniquo direttorio di Parigi , fu stabilito di perire nel viaggio. Varcate le orribili
che si strascinasse nel cuore della Fran- balze del Moncenis , tra gli eccessivi ri-
cia, per essere più sicuri di sua innocua gori della perpetua ueve,giuuse sulla fron-
e virtuosissima persona, contentandosi tiera di Francia, e Briancon fu lai.' cit-
poi che rimanesse in Valenza nel Delfi- tà che l'accolse a'3o aprile 1799, ed ivi
nato, ove santamente terminò suoi gior- i crudelmente gli furono strappati dal fian-
ni. Nella sua biografia, nell'articoloFRAN- co prelati Spina arcivescovo di Corin-
i

ciA,ne'molleplici che vi hanno relazione, to e Maggiordomo, Caracciolo Maestro


tutto quanto narrai , e altamente cele- di camera, ambedue poi cardinali Ma- ,

brandolo, vale a dire quanto precedette, rotti segretario e altri della Famiglia
accompagnò e seguì il suo eroico sagrifi- pontificia, cioè il cappellano Gio. Pio da
cio,precipuamente col veridico e couteua- Piacenza minore riformato e il Baipas-
poraneo JXovaes, Storia di Pio FI; e con sai i. Quindi il direttorio vilmente risecò
mg/Pietro Baldassari segretario del mae- le spese del viaggio, lo stabilì a 1800 li-

stro di camera del Papa, che accompa- re,*da somrainislrarsi da'dipartiinenti pe'
gnandolo a Valenza si trovò eziandio al- (pialidoveva passare; ma il Papa vi sup-
la sua edificante morte col suo padrone, plì se, non permettendo loro tale
da per
e quindi pubblicò la pregievolissima ed e- aggravio. Per s. Crespi no, Ambrum, Savi-
sattissima Relazione delle avversità e pa- nes, Gap, Corps, La M tire, Vizille, giunse
timenti del glorioso Papa Pio VI negli a Grenoble, ove Pio VI provò l'allettilo*
ultimi tre anni del suo pontificalo^ edi- so conforto d'essergli restituiti i nomina-
zione seconda corretta e aumentata ,Mo- li prelati e domestici; oltre di trovarvi il

dena 1840. Nondimeno per questo arti- cav. Labrador deputato da Carlo IV re
colo serbai quelle particolarità eh' era di Spagna di restare presso di lui onde ,

indispensabile qui narrare, massime del diminuire le pene di sua schiavitù ed ,

soggiorno fatto in Valenza, come promi- infalli cominciò il suo incarico con otte-
si , il che eseguirò principalmente cogli nere la restituzione de' famigliari al Pa-
encomiati benemeriti storici, nel più in- pa, i quali però dovevano precederlo a
teressante; dappoiché i particolari detta- Valenza. Piipreso il viaggio, perTullins,

gli, (pianto sono importanti nella Rela- s. Marcellino e Romans arrivò a Valenza
zione, in questi miei cenni riuscirebbe- sul Rodano a'i4 luglio, ciltà che Dio a-
VAL VAL 17
vea destinato per termine di sue sciagu- tacommovente divozione da per tutto fu
re, mirabilmente sostenute con longani- venerato e onorato Pio VI dalle popola-
me e inalterabile pazienza, con tanta glo- zioni francesi, nelle città e luoghi di pas-
ria sua e del pontificato. Allora il diret- saggio e di fermata, le festive e affettuo-
torio decretò essere Pio VI prigioniero se dimostrazioni, quasi universalmente
di stato, per fargli sempre più perdere la acclamato nel chiedergli con fervore I' a-
speranza di riacquistare colla libertà la postolica benedizione, e gli ubertosi frut-
sua sede e il suo trono. Nella cittadella ti che se ne ricavarono per le di verse con-
di Valenza era un palazzo con giardino versioni: fu un viaggio trionfale. Arriva-
annesso, il quale avanti la rivoluzione a» to Pio VI in Valenza, direttamente fu
veva servito per abitazione al regio gover- condotto nel palazzo della cittadella , e
natore,, e questo fu scelto per albergarvi subito ne fu chiusa fa porta , acciocché
1
Pio VI. Mg. Spina andò a vederlo, e tro- niuno ch'erano
entrasse, ed a* cittadini
vò che per ampiezza era bastante a tut- usciti ad incontrarlo, e l'ebbero poi nel-
to il seguito del Papa, ma allatto manca- la loro città per un mese e mezzo, solo ne'
va di suppellettili. Saputosi ciò in Valen- momenti dell' arrivo fu dato di poter-
za, alcune famiglie dell'antica nobiltà losfuggevolmente vedere. Il magistrato
francese, e segnatamente la marchesa di dipartimentale con suo decreto dichiarò
VinSjSÌ esibirono d'im prestare de'loro mo- essere il già Papa prigioniere e in istato
bili prime il ma-
e masserizie; ed in sulle di arresto, perciò non potere uscir mai
gistrato dell' amministrazione centrale dal suo albergo, e che niuno senza sua li-

della Dróme si oppose come offerte di cenza in iscritto potesse entrare nella cit-
aristocratici, finché stretto dalla necessi- tadella e molto meno nel palazzo. Alla
tà lo permise a tutti. buoni signori di
I sua porta pose un corpo di guardie e più
Valenza fecero tosto a gara in mandare innanzi una sentinella. Anche nel giardi-
l'occorrente, ed in 48 ore furono del tut- no erano alquanti soldati, per impedire
to forniti gli appartamenti del Papa e suoi che il popolo si adunasse presso il muro
prelati, e le camere pel rimanente dell'as- della cittadella, e che i preti francesi, im-
sai numerosa comitiva e con tanta ab-
, prigionati nel vicino carcere e antico con-
bondanza che si restituì il superfluo. La vento dis. Francesco in odio alla fede e ,

marchesa di Vins con gran diligenza vol- per non aver voluto prestare ilgiuramen-
le interamente guarnire e adornare ie to civico, salutassero o facessero gesti a'
stanze del Papa, tranne un Crocefisso di famigliari delPapa, a'quali mediante car-
legno bene scolpilo, ed un quadro di ta di sicurezza fri permesso uscire e ritor-

buon pennello, esprimente Y Ecce Homo. nare nella cittadella mg/Carac-


a piacere:
Il r.° lo die Cornier commissario del di- ciolo per amore al Papa non sortì mai
partimento, uomo retto e cortese, rispet- dal palazzo. La cappella di questo servì
toso e religiosissimo,offrendosi ad ogni oc- per celebrare alcune messe, ma conveni-
casione per mitigare le sventure e le pene va poi dare la chiave al severo e vessa-
del Santo Padre, ma glielo impedì il ma- torio magistrato, che il buon Cornier de-
gistrato repubblicano del dipartimento, luse con consigliare che si lasciasse aper-
benché il direttorio di Parigi al Cornier ta, senza chiuderne la serratura, ed id
avesse affidato la speciale cura di badare quanto potè fu sempre amorevole; tale
alle cose del Papa. La pittura, che fu col- pure si mostrò Boveron uno de'5 del ma-
locata nella stanza da letto, fu sommini- gistrato. Il Cornier provvide una como-
strata dalla madre di Championnet ge- da sèdia a bracci uòli con piccole ruote,
neralissimo nell' occupazione di Napoli. sulla quale Pio VI respirava l'aria aper-
Raccontai neluoghi ricordati, con quan- ta nel giardino, non senza amarezza pef

VOI,. LXZXVfri.
i8 VAL VAL
l'inurbanità e irreligione di diversi sol- moslrnrongli generosa sollecitudine d'ad-
dati, che talvolta bai baiamente lo deri- dolcire l'asprezza delle sue sventure. Pa-
devano e schernivano. Ed egli soliti va recchi ecclesiastici , non ostante la seve-
l'ingiurie con perfetta pazienza, e veniva rità de'custodi dell' augusto prigioniero,
rattemprata la pena di sidalti affronti, travestendosi bene, andarono sino a lui.

pel rispello col quale l'onoravano altri Tuttaquanla la città era addolorata dal-
soldati. 11 comandante di piazza in di* le tribolazioni del Santo Padre, e vi si ve-
verse ore del giorno aggiratasi pel pa- deva regnare la taciturnità e la tristez-
lazzo ,
per indagare se era osservato il za. Poco dopo l'arrivo di Pio VI a Va-
r
prescritto dal magistrato. Questi ed i po- lenza, dal cav. Labrador e da mg. Spi-
steriori rigori e la vigilanza colla quale na , al quale il Baldassari serviva come
fu guardato Pio VI, si vollero scusare pel segretario cominciò con vicendevoli
, si

mantenimento della pubblica tranquilli- noie diplomatiche a trattare degl'indulti


tà, e per evitare turbolenze che suscitar desiderati dal gabinetto diMadrid, di-
poteva la vicinanza d'Avignone e del retto dal marchese d'Urqijo gran neon-
contado Venaissino, negli anni preceden- co del clero. Alcune domande, attesa la
ti tolti dal dominio temporale di Pio VI condizione de' tempi, erano ragionevoli,
e della s. Sede, e dove le genti di campa- e si concessero. Altre poco discrete , si
gna sentendo vicino l'antico loro pater- modificarono. Altre ledendo di troppo i
no principe l'acclamavano e Io compian- sagri canoni e la disciplina della Chiesa,
gevano scagliando improperi*! contro i
, furono negate. 11 Labrador che avea li-
suoi feroci persecutori. Il Novaes descri- cenza amplissima di visitare il Papa, vol-
ve quanto accuratamente si vegliava dal le tentare di parlargliene, ma n' ebbe
militare nella fortezza e suoi dintorni. Il in risposta: Tutti i monarchi del mou-
Papa, poiché in Valenza si fu riposato un do non valere a farlo operare contro la
due giorni, slava mediocremente bene. coscienza; per piacer agli uomini non
Nella mattina avea mente svegliata e se- voler offendere il Signore, a cui fra po-
rena, diceva le sue ore canoniche, ascol- chi giorni dovea rendere rigorosissimo
tava per l'ordinario due messe, e face- conio del suo operato. Perciò temendo
r
va lunghe e fervosc preghiere alla ss. rog. Spina che il Labrador se ne partis-
Trinità; alla B. Vergiue, a s. Pietro, se, e così restare il Papa e suoi nell'in-
i

e avendone l' immagini dentro il bre- digenza, manifestò le sue apprensioni al


viario, le baciava con gran tenerezza. A- Papa, il quale anziché turbarsene , co-
Tanti il desinare, di tanto in tanto si fa- raggiosamente rispose: *» Niuno s'inganni
ceva condurre nel giardino. Questo era credendo, che noi vogliamo vender l'ani-
come un terrazzo che dominava parte ma nostra ,
per prolungarci d' alquanti
della città e il magnifico bacino del Ro- giorni La provvidenza di Dio non
la vita.

dano. Onde si dice che il Papa, la i .' vol- mancherà mai di soccorrere chi in lei
ta che fuvvi menalo, esclamasse: Oh che confida. Sopporteremo l'inopia, accette-
bella vista 1 1 suoi sonni consueti , dopo remo la morte, ma non fi a mai che con-
desinato , di giorno in giorno con pena sentiamo a servirci indes trite tionem del-
si videro prolungare ; e svegliatosi, ordi- la podestà che Dio ci diede in aedifica-
nariamente passava rimanente del dì
il tionem". Quest' esempio di fermezza a-
in silenzio, e non gradiva che gli si par- postolica fu l'ultimo atto del lungo e glo-
lasse di qualsiasi cosa. Nondimeno vo- rioso pontificato di Pio VI ,
poiché indi
leva nella sera alzarsi di letto, e co'suoi a poco, cioè Dell'entrar d'agosto, gli ven-
recitare il rosario. Gli abitanti di Valen- ne languore grandissimo e sonnolenza
za eoo pi'qfcrle di soccorsi d' ogni sorla quasi continua, e nausea d'ogni cibo, sic-
VAL VAL 19
che non poteva più ponderare né deci- l'aveano fatto trasportare in Francia, che
dere affari. Con
Labrador con- tultociò per incoraggiare e animare colla di lui

tinuò a dimorare in Valenza, e sommi- presenza i sentimenti di religione , che


nistrò denari anche dopo la morte del sembrava andassero a illanguidire nel
Papa a 'suoi famigliari tanto nel tempo cuore di molti. La comparsa del roma-
che restarono in Francia , che nel ritor- no Pontefice in Francia fu una successio-
no loro in Italia. Dimorando il Papa in ne di trionfi, tanto pel suo augusto ca-
Toscana era largamente soccorso
stato rattere e sublime dignità, benché dalla
da alcuni personaggi ecclesiastici e seco- forza tirannica oppressa, quanto ancora
lari di Germania e de' Paesi Bassi, ma per la religione medesima, e nel tempo
egli sene servi pel mantenimento de* stesso un attestalo perpetuo della vergo-
nunzi. Inoltre somministrarono grosse gna e dell'impoteuza della filosofia irre-
somme l'arcivescovo di Siviglia Despuig ligiosa e tiranna. Intanto a' 22 luglio il
e 1' arcivescovo di Valenza Ximenez, ed direttorio di Parigi inviò al commissario
il governo spagnuolo a mezzo del cardi- Cornier l'ordine, che il già Papa come
nal Lorenzana regolò tali somministra- un ostaggio si trasfeiisse a Dijon, senza
zioni con inviare 2000 scudi il mese, ol- fermarsi a Lione, come rea di troppo at-
tre provvedere di tutto che faceva il
il taccamento all'altare e al trono, e che il

cardinale la persona del Papa, e dava viaggio fosse a di lui proprie spesel Giun-
r
somme a mg. Caracciolo per le spese to il decreto a Cornier intorno al finir
straordinarie, ed ancora ne mandava a' di luglio , ne avvertì i famigliari del Pa-
cardinali. Vi fu persona che die 6000 pa, ma al magistrato lo tacque per al-
scudi per 6 camicie pel Papa. Narra No- quanti giorni. Pio VI avea peggiorato
vaes, che Pio VI rispondeva al cav. La- nella sua infermità', e l'accreditato me-
r
brador ed a mg. jVIarotti, che nelle sue dico di Valenza Bartolomeo Blein, che lo
tribolazioni procuravano consolarlo, fa- cura va, prognosticava assai sinistramente,
cendogli riflettere, che il suo esilio, le sue per cui si conobbe anche dal magistrato
sofferenze e la sua rassegnazione, forma- dover protrarre la partenza, finché l'in-
vano l'epoca più. gloriosa del suo pontifi- fermo migliorasse. Questo avvenne du-
cato, e confondeva i suoi nemici. «Tutto- rante la novena per l'Assunzione, e nel
ciò sarà vero : ma quello che mi affligge dì della festa il Papa ascoltò due messe
all'estremo, si è il vedere qua e là disper- e ricevè la comunione da mg/ Spina. In-
si e perseguitati i cardinali, i ministri del- di questo prelato gli manifestò il decreta-
l'altare Cosa sarà mai della mia pove-
... to dal direttorio, e Pio VI virtuosamente
ra Roma, che ho tanto amata; cosa sarà rispose » Sarà quello che Dio vorrà. Ve-
:

del mio caro popolo; cosa sarà mai del- ramente speravamo che ci concedereb-
la Chiesa di Dio, la Chiesa che debbo la- bero di starci qui quietamente a morire.
sciare cosi sconvolta e agitata? ''
In tut- Ma sia pur falla ancora in questo la vo-
te le provincie d'Europa non si parlava lontà di Dio". Leggo nel Novaes, che i
che di Pio VI e de'suoi oppressori, qua- i custodi del Papa,vedendolo alquanto sol-
li non avevano altro in mira che d'avvi- levato, a' i3 agosto lo pregarono a farsi
lire il culto cattolico nella persona del suo vedere alla gran quantità del popolo, che
capo, e degradarlo colle loro incessanti adunatosi intorno alla cittadella prorom-
persecuzioni. Giammai però il Vicario di peva in minacce contro suoi oppressori, i

Cristo comparve sì grande sul trono me- se continuassero a privarlo dell'amala vi-
desimo del Valicano, circondato da tut- sta del Vicario di Cristo. Onde Pio VI
to il suo maggior splendore; onde a ra- si fece portare a braccia sino al balcone
gione si confessava, che isuoi nemici non di sua abitazione, e vestito colle divise di
20 VAL VAL
sua dignità, die non lascio mai , se non e Pio VI il camauro, che soleva
trattosi
negli ultimi istanti di stia vita, affaccian- usare in luogo del berrettino bianco, l'a-
dosi rivolto al popolo Valentino, con vo- dorò con profonda riverenza. Mg." Ca-
ce sonora esclamò : Ecce Homo , e gli racciolo, standogli a lato, recitò per lui
compartì la sua apostolica benedizione. la professione di fede; ed il Papa atten-

Mentre conveniva disporsi alla partenza, tissimo ascoltava , e col moto del capo
a* 16 agosto il Papa fu trovato langui- indicava la sua pienissima sommissione
dissimo, ottenebrato nella mente e nau- agl'insegnamenti divini di s. Chiesa. L'ul-
sea ti ssimo <T ogni alimento, per cui si time parole giuramento: Sic me Deus
di
dilazionò il viaggio e vi acconsentì il adj uvei, et haec s. Dei Evangelia , le
ministro dell'interno. Il 18 volle alquan- pronunziò di sua bocca, come accompa-
to alzarsi dal letto, e tentare col p. Gi- gnò le parole del Confiteor recitato dal
rolamo Fantini trinitario del riscatto, p. Fantini, rispondendo Amen alle due
r
suo confessore, di dire l'uflizio; ma pro- preci dell'assoluzione. Dipoi quando mg.
nunziava fuor di luogo i versetti de'salmi Spina, tenendo in mano il ss. Corpo di

che sapeva a mente. A' 19 migliorò, mo- Cristo, disse l'annunzio sublime e soave :

strò animo sereno e gustò il cibo; ma do- Ecce Agnus Dei, Papa cominciò subi-
il

po desinare venne assalito da singhioz-


il to a dire il Domine non sum dignus, e
r
zo, vomito e diarrea, onde il d. Blein ve- intero lo ripetè 3 volte. Dopo il fervoro-
dendo che ne'seguenti giorni il male pro- so ringraziamento, il p. Fantini gli disse
grediva avvisò del pericolo. Si chiamò se voleva fare qualche disposizione a be-
1

pertanto da Grenoble il d. Luigi Ducha- neficio de'suoi famigliari. Rispose il Pa-


doz, che a'^3 cominciò colPaltro medico pa : » Siamo molto grati a tutti. Ma nel-
a curare il Papa della violenta dissente- l'attuale nostra posizione, che possiamo
r
ria mucosa e sanguìnea, senza però do- noi fare? " Poi, fatto venire rog. Spina,
lori per l'insensibilità degl'intestini, col- gli domandò se avea denaro per disporne;
piti ancor essi dalla paralisi che all'infer- e udito che alcune somme donate dalla
mo avea mortificato il corpo dal mezzo pietà d' alcuni tedeschi, erano depositate
in giù, fin da quando dimorava in To- in Italia ,
per mancanza di modo onde
scana. A' 27 la dissenteria si cambiò in farle giungere in Francia, gì' ingiunse di
lienteria, sicché le cose eh' egli riceveva compilare il codicillo, che sottoscrisse di
per bocca, immantinente le evacuava af- sua mano, ne commise al prelato 1' ese-
fatto indigeste. Non avea febbre, ma e- cuzione, e si legge nel Daldassari. Con-
strema debolezza; per cui di mano in ma- fermato l'anteriore testamento e i legati
no che all'infermo mancavano le forze cor- in esso lasciati ad alcun famigliare , se-
porali, gli si attenuava la voce. Però l'a- condo le proprie forze, dispose a favore
nimo suo si rasserenò, cessò la sonnolenza di quelli parlili con lui da Roma e in at-
letargica, svegliate e giuste ebbe l'idee, e tualità di servizio, esclusi quelli presi do-
sino all'ultimo respiro fu in perfetti sen- po la sua partenza da Firenze. Oltre al-
timenti, benché nell' ultime 24 ore del la spesa del viaggio per tornare alle pro-
suo vivere sopravvenne la febbre inter- prie case, a tutti assegnò la paga di ruo-

rottamente. A' 27 dovendosi il Papa co- lo d'un anno, indi inoltre nominatamen-
municare per Viatico, si fece levare dal te dispose.»» A'nostri due aiutanti di ca-
Ietto e porre nella sua sedia, e confessa- mera Bernardino Calvesi e Andrea Mo-
tosi, assunse il rocchetto, la mozzetla e relli (poi 2. aiutante di Pio VII), oltre a
la sloia. L'aieivescovo Spina, preceduto ciò che secondo il costume nella nostra
dagli altri ecclesiastici con candele acce- piccola eredità possa loro appartenere, in-
se, dalla cappella pollò la ss. Eucaristia, tendiamo delle nostre suppellettili , la-
VAL V A L 1 1

sciamo Ittita la nostra biancheria e ve- se la con alletto alzò la de-


conoscenza ,

stiario da dosso.
rimanente poi di tut- 11 stra e facendo 3 segni di croce benedisse
ta la nostra sì da tavola come
biancheria tutti suoi, che si struggevano in lagri-
i

da letto, eccettuato un servizio da tavo- me amore. Passati 5 minuti, con san-


d'
la nuovo, ricevuto da Noi, allorché era- to transito il gran Pio VI rese la sua bel-
r
vamo in Siena, da mg. Erskine, si divi- l'anima a Dio, a'29 agosto 1799, at* ua
*

derà fra il nostro scalco e i nostri scopa- ora e circa 3o minuti del mattino. Conta-
tori, compreso
decano, cuoco e creden-
il va anni 81, mesi 8 e giorni 2 d'età, e di
ziere, avuto riguardo al grado loro e an- pontificato anni 24, mesi 6 e giorni 4, il 1

zianità, e ad arbitrio dell'esecutore della più lungo dopo s. Pietro, e qual martire
presente disposizione. Al p. Gio. Pio da della moderna filosofia, come dice ilBal-
Piacenza, attuale nostro cappellano , ed dassari : pub'
ina ripeterò l'elogio che fu
al p. Girolamo Fantini nostro confesso- blicato a Parigi dopo la sua morte: Pius
re, ambedue secolarizzati da Noi nel no- VI, in sede Magnus, ex sede Major, in
stro viaggio, e che con tanto amore ci coelo Maxima». Dell'effigie di Pio VI to-
hanno prestato loro servizio, lasciamo il sto in Francia se ne fece un grandissimo
oncie 3oo d'argento per ciascuno, per u- numero, e tutti ansiosamente l'acquista-
na sol volta, non comprese le spese per rono. Una avea l'epigrafe: Pio VI som-
il loro ritorno. Tutti gli argenti e le al- mo Pontefice, morto in cattività. Era cir-
tre cose preziose che si trovano attual- condata da foglie di palma intrecciate a
mente essere di nostro uso , ma non di corona in segno di martire. Nella bio-
,

nostra proprietà , aventi Io stemma de' grafia di Pio Vie ne'Iuoghi in essa ricor-
nostri predecessori o nostro, intendiamo dati descrissi, oltre l'edificantesua morte
che tutti fedelmente siano resi al nostro e l'elogio di sue magnanime virtù, la se-
successore. Tutto il di più che ci appar- zione del di lui cadavere eseguita egre-
tiene, si consegnerà a' nostri eredi (i ui- giamente dallo scopatore segreto Filippo
poti cardinale e duca Braschì)". Nello Morelli , che prima avea studiato la chi-
stesso giorno de'27 i medici dichiararo- rurgia, in uno all'imbalsamazione, alla
no ilmale incurabile e che fra pochi dì presenza di tutta la famiglia , operazioni
il Papa morrebbe. Il breve tempo che durate 8 ore; come posto nella cassa mor-
sopravvisse, lo passò in fervide orazioni, tuaria con iscrizione riferita dal Baldas-
r
a'28 ricevè da mg. Spina l'estrema un- temporaneamente col vaso de' Pre-
sari, e

zione, estremo conforto de'fedeli, conti- cordi deposta nella stanza sotterranea sot-
nuando il Papa le preci e sempre ripe- to la cappella della cittadella , e difesa
tendo: In le,Domine, speravi: noncon- con incamiciatura di muro. I funerali no-
fundar in determini. Essendogli stato vendiali celebrati in detta cappella, tra le
posto in mano un piccolo Crocefisso, lo dimostrazioni di dolore e di divozione de*
tenne sempre stretto sino ai cominciar di valentini; l'esequie onorevoli fatte in tut-
sua corta e placida agonia, baciandolo di ta la cristianitàche lo pianse. Frattanto
frequente teneramente. Nella sera peg- reduce dalla spedizione d'Egitto, l'8 ot-
giorò e alla molestia del singhiozzo si ag- tobre sbarcò a Frejus Napoleone Bona-
giunse quella del catarro. Perdouali i suoi parte, e indi si recò a Valeuza con alle^
nemici , ricevuta dal p. Fantini
1' assolu- grezza e speranze de' valentini , essendo
zione sagramentale, e da mg/ Spina quel- ormai da tutti odiati i reggitori della re-
la in articulo moriis con indulgenza pie- pubblica; vi si trattenne 24 ore, ed a' io
na ria, il detto confessore cominciò a reci- partì per Lione e Parigi col general A-
tare le preci della raccomandazione del- lessa no" ro Berthier. Nel suo breve sog-
i 'anima , ed innanzi che il Papa perdes- '

giorno a Valeuza , *olle vedere la &nu~


32 VAL VAL
glia ecclesiastica de)Papa, la trailo con nel 1 80 t , in nome del Papa domandò a
cortesia e benevolenza promettendo il ,
Napoleone corpo e i precordi di Pio
il

suo patrocinio , sia pel libero loro ritor- VI, e l'ottenne. Di conseguenza, nella not-
no in Italia, sia per portare il corpo del te de'^3 al 24 dicembre fu disotlerrala
Papa a Roma. Fosse o no che li favoris- la cassa morluaria e il vaso de'precordi,

se, ne' primi del seguente novembre eb- e consegnali al prelato (ch'ebbe nel viag-
bero tulli i passaporti, restando a Valen- gio a compagno il p. Carlo Caselli ser-
za a custodire venerande spoglie di Pio
le vita e poi cardinale, secondo Cancellieri,
r r
VI , mg. Spina e mg. Malo cameriere anch' egli essendo stalo inviato a Parigi
r
segreto. Mentre mg. Spina implorava li- pel concordato) a' io gennaio 1802, il qua-
cenza di trasportare il pontifìcio cadave- le su carro funebre li condusse seco, tra
re , Napoleone divenuto i.° console e di la generale divozione de' popoli. Narrai
fatto monarca, a'3o dicembre 1799 de- pure il solennissimo ingresso in Roma
cretò. Che il cadavere di Pio VI si sep- degli avanzi mortali di Pio VI, i magni-
pellisse in Francia cogli onori usati co' fici funerali celebrati in s. Pietro da Pio
morii suoi pari e sulla sepoltura si co-
, VII, praesenti cadavere, con Orazione
struisse poi un monumento semplice, che funebre j la tumulazione in quel sontuoso
indicasse la dignità ond era stato insigni- tempio , di che anco nel voi. LX1 V > p.
to. Il prelato Spina impedì che ciò si e- Ii4, dopo la ricognizione del cadavere.
seguisse dal vescovo costituzionale di Gre- Questo fu trovato intero, ma contraffatto
noble e dal clero simile di Valenza , ri- nel volto. Agli obiti onde il cadavere era
pugnandovi pure i buoni valenti ni, come stato vestito in Valenza, furono sovrap-
r
prevaricatori e scismatici; ma bisognò posti gl'indumenti pontificali.E mg. Lan-
contentarsi de' soli onori civili e militari, te tesoriere generale mise nella cassa una
ommessa ogni ceremonia religiosa, ben- borsa che conteneva le monete coniate
,

sì con grande accompagnamento e mol- nel pontificato del defunto. Indi chiusa
li segni di duolo, e non quanto alla pom- nuovamente la cassa co' soliti sigilli , vi

pa fu in tulto eseguito l'annunziato dal si aggiunse sopra una piastra di piombo


programma, riprodotto dui Baldassari, e con questa iscrizione. Pius VI, P. M. -
dal Cancellieri nella Storia de possessi, A Valentia apud Rhodanum - Adbasi*
p. 4'7> con a ^ t,e notizie. A' 3o gennaio licarn s. Petri- Solemniler trans latus -
1800 il corpo di Pio VI dalla cittadella Die xvii februari mdcccii. A suo tem-
fu portato al cimile rio comune, e quivi po la cassa fu posta presso il sepolcro di
sotterrato. Neppure vi fu posto segno al- s. Pietro, innanzi alla cui confessione e-
cuno sul sepolcro ,
per cui natavi sopra levasi il già ricordato monumento; e sic-
dipoi dell' erba , non più si distingueva il come l'iscrizione l'avea indicata lo stesso
r
sito preciso ove giaceva. Ed allora mg. Papa,ecolNovaes' la ri portai nel voi. XII,
Spina sirecò dal sagro collegio in Ita- p. 3o qui riproduco la scolpita. Pius VI
1 ,

lia: la sua biografia va tenuta presente, Braschius Caesenas Orate prò eo. Tut-
poiché si rannoda con quanto vado in tavolta apprendo da Cancellieri, che l'i-
breve narrando; ma pochi argenti polè scrizione fatta da Pio VI fu posta sul luo-
condurre seco, impadronendosene la re- go ove giace la cassa morluaria; mentre
pubblica francese, quali proprietà del pa- quella qui riferita è scolpita nel zoccolo
pato 1 che serve di base alla di lui statua colos-
Elello Pio VII, raccontai nella bio- sale summentovata. Dice lo stesso Cancel-
grafia del predecessore, che a mezzo di lieri che il vaso de'precordi dovevasi por-
r
mg. Spina inviato a Parigi per trattare il tare con quelli degli altri Papi nella chiesa
celebre Concordato, il quale fu concluso de'ss. Vincenzo e Anastasio, ora de'A//«/-
VAL V AL 23
stri ifrgV Infermi (F.). Tale vaso ilei suo ti parole, n Ragguardevoli deputati. I
cuore e delle sue viscere instantemente lo francesi, ma specialmente i valentiui, vi-
domandò a Pio VII il governo francese, dero mal volontieri la traslazione della
per la cillàdi Valenza, e con sommo impe- spoglia mortale di Pio VI , della quale
gno il vescovo Recherei, e l'ottennero; per voi adesso ci riportate una porzione. E-
cui nella biografia di Pio VI narrai pure gliuo si consolauo per questo ritorno, del
ia pompa colla quale i precordi, per cu- quale debbono essere grati alla bontà del
ra dello Spina divenuto cardinale , si ri- Santo Padre, alle cure del cardinal Spi-
portarono a Valenza, accogliendoli Va- i na, ed al favore speciale del governo fran-
lentin» con divoto giubilo a* 29 marzo cese,che ne fece domanda mediante il
i8o3, e collocandoli nella suddetta cat- suo ministro residente in Roma. Se voi
tedrale. A compimento della narrativa, tornate alla metropoli del mondo cristia-
compendierò la relazione pubblicata dal no, direte al Sommo Pontelìce,che la re-

Biddrtssari. Tale arrivo fu annunziato col ligione cattolica e apostolica romana ri-

snono d'un'ota delle carapaue. 11 vescovo nasce in Francia sotto felicissimi auspicii.
Recherei fece incontrare il convoglio fu- Questo concorso di fedeli che voi vedete,
nebre da 3 deputati a Monteliiuar, ed i annunzia in modo autentico ii loro affet-
comandanti militari colle autorità civili to alla religioue de' uoslri padri e alla
l'acculsero all' estremità del borgo Saul- memoria di Pio VI ". 11 cittadino Rubi-
nières.La carrozza che portava il prezio- na u, unode' commissari di Tolone, im-
so deposito era coperta di velluto cher- provvisò una risposta, in cui fra le altre
misino, V accompagnavano i commissari cose dichiarò. >* Onorati essendo di sì im-
di Roma e Tolone, e fu tenerissimo spet- portante commissione, ci reputiamo feli-

tacolo la calca del popolo ivi concorso. ci che intatto vi consegniamo il deposito
JNel suo ingresso in Valenza suonarono a noi aflidato. Siamo stupiti di sì grati
tutte le campane delle chiese,al rimbom- concorso di fedeli, il quale certamente de-
bo del cannone. La pompasi componeva, ri va dal rispetto ch'essi portano all'obbiet-
degli uiìi/.iali di tutte l'amministrazioni, toche ci ha adunati, dalle vostre virtù, o
r
di 3oo damigelle vestite di bianco con mg. vescovo, e dal buon esempio del vo-
cintura nera , di molle dame e cittadini stro clero". Indi i canti lugubri, prescritti
in abito nero, delle autorità giudiziarie dal rito della diocesi, annunziarono l' in-
e civili, degli avoués, degl'ingegneri, del gresso del cuore e viscere di Pio VI nella
magistrato comunale, della prefettura e chiesa cattedrale. La maestà dell' edili-
degli udì zi ah militari. Questa comitiva zio, il modo ond'era apparato, 3oo e più
venne dalla strada maestra sino alla por- ceri accesi, la moltitudine de' fedeli che
tas. Felice, poi per la via medesima sino da 3 ore e più vi stavano congregati, ra-
alla piazza dell'Erbe, iudi per la piazza pivano T anima in modi tali che si può ,

della Libertà pervenne alla cattedrale sentirli, ma uon mai spiegarli. Giunta ia

per la porta maggiore, ov'era il vescovo cassa nel coro, si posò sopra un mauso-
in abiti pontificali e con 49 ecclesiastici leo costruito in buonissimo stile. Otto ur-
paramenti neri e paonazzi. L' urna con- ne funebri, fiammeggianti e frammesse a
tenente i precordi di Pio VI, posta sopra molti ceri accesi, insieme con questi face-
una barella parata di nero, venne porta* vano risaltare l'eleganza del cenotafio. Le
ta nel vestibolo in cui stavano i detti ec- dame e damigelle di Valenza, con som-
clesiastici. 11 vescovo ne fece la ricognizio- ma cura e divozione attesero ad orna-
ne con alto notarile, indi alla presenza de' re tal monumento. Collocate a' loro po-
commissari di Roma e Tolone, delle au- sti l'autorità costituite, si cantò il vespero
torità e della moltitudine, disse lesegueu- de' morti, e poi si fecero le 5 assoluzioni,
24 VAL VAL
ed in ultimo si commise di custodire il avente nella parte superiore ricamata in
deposito a due ecclesiastici in cotta ed a oro la Croce, e nella parte anteriore il tri-
due laici, i quali passarono la notte in regno. Ad onta della lunghezza della fun-
r
preghiere. Nel dì seguente all'ore 9, mg. zione e il gran concorso de'fedeli, perfet-
vescovo si condusse col clero in coro a ta fu la quiete. In questa occasione le da-
cantare 1' uffizio de' morti, e alle ore 1 o me e damigelle ragguardevoli , a favore
coll'intervento dell'autorità costituite in de'poveri fecero una questua, e versaro-
abito formale, e di grandissimo concorso no nella cassa di beneficenza la ricavata
de'fedeli, si celebrò la messa solenne. Do- considerabile somma. 11 prefetto e le au-
po il Vangelo il prete francese Dufau For- torità civili e militari gareggiarono uel-
tis deputato e commissario, chein Civita- l'onorare i deputati e in ogni occorren-
vecchia da'prelati Vaticani ricevè in con- za. Quindi il Baldassari riproduce la re-
segna i precordi, stando a pie dell'altare lazione, come il cuore e le viscere di Pio
recitò una parlata e la concluse con dire. VI furono riconosciute, e poi collocate
«Fedeli di Valenza, il Santo Padre esau- con solenne funerale nel monumento che
dì i vostri voti. In tutti i luoghi pe' quali le racchiude, ed eccone il sunto. A' 19 ot-
passammo, la vostra sorte era lodevol- tobre 181 1 mg.' Recherei convocò nella
mente invidiata. Questo sagro pegno del- cattedrale i canonici e que'della fabbrica
l'amore che a voi porta il Sommo Ponte- di essa, significando loro di voler fare in-

fice, oh confermi ed assodi la vostra u- nalzare il monumento di marmo desti-


pione colla s. Sede, e conservi la pietà che nato dal governo imperiale a racchiude-
voi mostrate oggi in modi così segnala» re i precordi di Pio VI, e perciò doversi
ti". Poi comparve in sulla cattedra di ve- prima visitare la cassa che li conteneva e
rità il celebre oratore Mila vaux confiden- farne la ricognizione. Entrati nella cap-
tissimo del vescovo, e recitò l'orazione fu- pella ove erano stali collocali, si trovaro-
nebre di Pio VI, colla cui eloquenza ecci- no intatti lai/ cassa; due sigilli vescovili i

tò in ogni cuore dolcissima commozione. ei due della municipalità di Valenza; la


a
Stabilì per principio che qualsiasi uomo ,
2." cassa di noce; la coperta della 3. cas-
non è grande veramente, se non in quan- sa co' sigilli del cardinal York arciprete
to è grande dinanzi a Dio. Poscia percor- Vaticano e due del capitolo Vaticano.
rendo la vita del medesimo Pontefice, fe- Aperta la 4-* cassa, meglio vaso o urna
ce bellissima e verissima applicazione del- di piombo, contenente il cuore e le visce-
l'accennato principio. Finita la messa so- re di Pio VI, si trovò intatto il sigillo di
lenne, e fatte di nuovo le 5 assoluzioni, il mg/ Caracciolo suo maestro di camera.
prezioso deposito fu trasferito processio- Indili vaso di piombo fu chiuso e risal-
talmente nella cappella destinata per cu- dato. Osservò P architetto Ricaud che lo
stodia temporanea, ed ove fu posta una spazio preparato nel monumento per ri-

lampada ardente dì e notte,tìnchè il mau- porvi il vaso di piombo non era suffi-
soleo che do vea racchiuderlo fosse compi- ciente, perciò propose di collocarlo sotto
to per collocarlo stabilmente nella stessa del medesimo, e
convennero il vescovo ci

cattedrale, governo francese avendolo


il co' canonici ed
Quindi a' 1 1 i fabbriceri.
commesso inRoma allo scultore Laboreur ottobre dello slesso 181 1 rag/ Becherel,
(onde onorai e questa vittima augusta del- invitali il capitolo e i fabbriceri Della cat-
lapersecuzione religiosa, ed a servire di ri- tedrale, sigillò col proprio sigillo in 5 di-
parazione alle crudeltà esercitate contro il versi luoghi il vaso de'pontilìcii precordi,
comune Padre de' fedeli, come osserva il ed alla loro presenza fu riposto nel luo-
J aulir et nelle sue Mcmoires). La cas*a fu go determinato, faceudosi le consuete sa-
coperta cou drappo di velluto violaceo, gre ccremonie. Finalmente a'25 ottobre
VAL V AL a5
si celebrò nella cattedrale di Valenia so- Iosa memoria. E la sedia di appoggio,
lenne funerale, per la dedicazione del nella quale
il 29 agosto
1799 spirò Pio
monumento consagralo alla gloriosa me- VI d'immortale memoria (l'accurato e
moria del Sommo Pontefice Pio VI, ed testimonio oculare mg/ Baldassari, co-
a tale effetto nel coro si eresse decoroso me anche il Novaes, all'erma che morì sul
catafalco ornato dell'insegne pontificali. letto, narrando. Dopo averci benedetti,
Alle ore io tutte l'autorità citili, milita- distese e abbandono le braccia sul leu-
ri e giudiziarie recaronsi nella cattedra- to, e gli uscì dalla mano il Croce/isso j
le, e siccome era stato invitato a presie- ed inginocchiati intorno al letto, dopo 5
dere alla ceremonia il cardinal Spina, il minuti spirò. Bensì sulla sedia prese la
vescovo accompagnalo dal capitolo e dal comunione a'27,e volle sedervi la mat-
clero della città e contorni , ricevè alla tina del 28 ,
per cambiargli il letto in al-
porta della chiesa il cardinale, il quale tro polito, ma non trovandosi pronto, a
assistito dallo stesso vescovo e da quello mezzodì convenne ricoricarlo nel suo let-
d' Avignone, celebrò pontificalmente la to. La buona signora Bollami gli portò
messa. 11 canonico Bisson segretario del il suo, ma medici nou vollero che si
i

vescovato di Valenza, recitò un discorso rimovesse venerando infermo). Qual-


il

proprio della funzione. Immenso fu il che mese indietro fu venduto con lutto
concorso de' fedeli, tutti mostrandosi in- il castello del sig/ De Maccarlhy: iu
teneriti sommamente, per la commoven- esso trova vasi l'oggetto di cui abbiamo
te e patetica narrazione che delle virtù parlato. 11 sig/ ab. De Barjac canonico
di Pio VI fece il facondo oratore. Il fu- onorario della cattedrale di Valeuza vol-
nerale terminò colie 5 solenni assoluzio- lead ogni costo comprarlo, e l'ha collo-
ni prescritte dal pontificale, e suonarono calo in una camera del suo castello di
tutte le campane delle chiese della città. Monllosier. Si sa che il Sommo Ponte-
Mg/ Becherel sul monumento fece scol- fice prigioniero del direttorio nel palazzo
pire la seguente iscrizione. Sanata Pii detto del Governo, non trovò iu questq
VI redeunt Praecordia Gallisi Roma suo carcere alcun mobile. Le pietose da-
tenet Corpus j Nomenubique sonai. Va- me di Valenza riunironsi insieme, e ven-
Icnliae obiit, 29 Aug. art. 799. Le sup- 1 nero modestamente guarnite le camere e
pellettili ch'erano servite a Pio VI nel l'appartamento dell'illustre Poutefice. Al-
suo soggiorno nella cittadella, ed altri og- la morte Pio VI le autorità resero al-
di
getti di suo uso furono riguardati e tenu- le dame di Sacy i mobili (la sedia a brac-

ti come memorie illustri e divole. Notai cioli colle ruote, di cui parlai più sopra,
nel voi. LUI, p. 108, che mg/ Chatrous- la somministrò il Cornier; può darsi che
se vescovo di Valenza, possedendo la pic- l'avesse da tali dame), che avevan dato,
cola pisside che il Papa soleva portare fra' quali eravi la sopraddetta sedia, in
colla ss. Eucaristia sospesa sul petto nel cui Pio VI aveva passato gli ultimi gior-
doloroso viaggio , la donò al Papa Pio ni (questa proposizione è esatta). La fa-
IX (V.) t
il quale ne fece lo slesso uso io miglia del sig/ Maccarlhy l'ebbe in ere-
quello memorabile di Gaeta, con parten- dità dalle signore di Sacy, da cui I' ha
za segreta dalla sua sede, per non essere il soprannominato ecclesiastico acquista-
esposto a nuovi oltraggi de'decnagoghi e ta. Questo fatto mi ricorda una visita che

de'faziosi riuuilisi in Uoma. Il Giornale feci negli appartamenti e nelle camere ove

di Roma del 1 85 1 a p. 730, riporta la morì l'illustre Pontefice Pio VI. Dopo a-
seguente notizia.» In un piccolo castello Memorie del car-
ver letto 1'importanli
a mezz'ora di distanza da Valenza, tro- dinal Pacca (questo insigne porporato
vasi attualmente un mobile di assai pie- dice in esse, che neh8i4 stando per tur-
26 VAL VAL
imre in Italia, aveva divisato di passare re l'adozione della sua Liturgia^ del suo
per Valenza, e visitai^ come santuario Uffizio divinof /^.J.Nuova invasione dello
la camera in cui era morto Pio VI,ela slato pontifìcio e nuovo imprigionamento
chiesa in cuifu prima sepolto j ma come del suo sovrano, dovevano fare rivedere
dissi, non fu sepolto in chiesa. Non che a Valenza lo spettacolo d'un altro Papa
raccogliere notizie sugli ultimi avveni- deportato, Pio FU. Lo narrai alla sua
menti di quel S. Pontefice; ma gli con- biografia, rilevando che tra'suoi famiglia-
venne deporre questo suo desiderio affi- ri enumera vasi per singoiar coincidenza
ne di raggiungere prestamente Pio VII), quel Morelli i.° aiutante di camera, che
desiderava di vedere la città di Valenza e ivi con tale uffizio era slato col predeces-
di visitare il palazzo ov'era stato prigio- sore. A' 6 luglio 1809 Pio VII fu arre-
ne il Vicario di Gesù Cristo. Un rispet- stato nel suo palazzo Quirinale, e da-
tabile vecchio, con cui avevo fatto cono- gl' imperiali francesi condotto in Fran-
scenza dopo esser giuuto in quella città, cia. Racconta il suo benemerito storico
appagò mio desiderio,accompagnando-
il Artaud , t. 2 , cap. 59 , che quanto più
mi egli mostrandomi la desiata
stesso, e avvicinavasi alla Francia, tanto più l'en-
cameruccia. La mia guida era in relazio- tusiasmo aumentava. Lo dimostrò pre-
r
ne col medico del sig. Labrador amba- cipuamente Grenoble nel finire di detto
r
sciatore di Spagna. Il sig. Labrador ave-t mese. Improvvisamente arrivò l'ordine
va accompagnalo l'augusto prigioniero a di partire per Valenza. Ma il Papa giun-

Valenza, ed il suo medico curando pure to in questa città , non ebbe la permis-

il Papa, die agio al mio amico di pro- sione di visitarvi il monumento innalza-
strarsi più volte a'piedi del Pontefice. A- to a Pio VI, per averle benignamente
•veva dunque io in conseguenza un eccel- concesso i di lui precordi. Dovevasi di-
lente Cicerone, e ben comprende qua-
si rettamente da Valenza passare ad Avi-
li sentimenti dovessi provare. La mia sor- gnone, e convenne ubbidire; indi pel con-
presa però fu grande, allorché invece di tado fienaissimo, per Aix. e Nizza fu con-
trovare una cappella, non vidi neppure dono a Savona (F.) , stabilita per luo-

un inginocchiatoio! " Mi giova sperare, go di sua prigionia.

che l'illustre Valenza, che ben a ragione La luce del Vangelo fu portata in Va-
vanta il soggiorno fattovi da Pio VI, e di lenza da' ss. Felice prete, Fortunato ed
possederne il cuore e le viscere, vi ripa- achilleo diaconi (^.), per ordine di s.

rerà; e sarà segno della gratitudine de' Ireueo vescovo di Lione e discepolo di s.

buoni cattolici, e degli ammiratori prin- Policarpo vescovo di Smirne, come si ha


cipalmente, presenti e futuri, di quel ma- dagli A età Vitae et Martyrii ss. Fcli-
gnanimo supremo Gerarca. Le quali mie cis f Fortunati et Achillei auctore coevo y
sperauze le credo fondale e convalidale in Vitis ss. 2 3 aprilis, presso i Collaudi-
dal progrediente spirilo religioso che e- si. Eadem ex Mss. Trevirensis s. Ma-
ininentemetile grandeggia in tutta la flo- ximinì, cimi Comment. praevio, et notis

ridissima Francia, e quale con affettuosa Godofredo Henschenio. Predicarono la

espansione d'animo riverente vado cele- fede cristiana in Valenza, ed ivi co' loro
brando all'opportunità; massimamente fervorosi discorsi avvalorati dalla costan-
per l'operato del venerando Episcopato za de'molteplici miracoli, convertirono a
e del rispettabile clero francese, che ri- Gesù Cristo gran numero ili idolatri. Es-
spleudouo iu gareggiare nella pietà, nel- sendo Cornelio giudice o magistrato di
la dotti ina e nel zelo mirabile; non che Valenza, per la persecuzione de' cristiani
per tenersi strettamente uniti alla catte- ordinata dall'imperatore Settimio Seve-
dra di s. Pietro, e persiuo col ripristina- ro, li fece imprigionare e quiudi marti-
VAL VAL 27
rizzare nel 2 1 I ,che altri ritardano al 2 1 2. da Sisto V, come scrivono alcuni, ma o
Leggo nel Cecconi, Dissertazione sulCo da Innocenzo XI nel 1G87 come vuole
rìgine dell' Alleluja, che i ss. Felice, For- Commaoville, o da Innocenzo XII nel
tunato ed Achilleo s' invigorirono a su- 1692 secondochè alferuia Novaes, che
perare! tanti atroci supplizi del loro mar- aggiunge essere ambedue vescovi con- i

tirio , col ripetere spesso il cantico del- ti delle loro città, ed avere di rendita,
Y Alleluja. Nel luogo ove furono sepolti il vescovo di Valenza 16,000 lire, e
veune eretta una cappella o chiesa. Di- 1 5,ooo quello di s. Diez. Veramente
poi le loro reliquie furono trasferite nel- il vescovo di Valenza anticamente assu-
la cattedrale di Valenza, la quale in se- meva il titolo di conte di Valenza e ne
guito ne die notabile porzione ad un si- esercitava i diritti, tnn negli ultimi lem-
gnore della casa diBoucicaut, che le de- pi non godeva più che il dominio utile.
pose nella chiesa de' religiosi della ss. Tri- Si legge nella Gallia Christiana t. 4>p- ,

nità. Ma quanto rimaneva in Valenza di 1108: Valentinenses Episcopi et Corni-


questo prezioso deposito, fu abbrucialo tcs. Dominatur autem Episcopio titillo

e disperso dalla rabbia de'calvinisti ugo- Comitis Castronovo ad Isaram, Ale-


notti sul declinar del XVI secolo. In que- xiano Monti Generis Auriolo 3 M'ir-
} t

sto che corre, poterono i valentini avere mandae, Bellimonti, et Subdioni irnpe-
una piccola porzione delle reliquie collo- rahat nomine Principatus 3 sed distra-
cate in Ailes, e le venerano con gran- età est haec toparchia per Monliiciuni
dissima divozione nella cappella dell' o- Episcopwn cimi facultate Sumnii Pon-
spedale, e celebrano la festa di questi lo- tificis, ut con/lare tur pecunia RegiaCle-

ro santi tutelari a'23 aprile. Riferiscono ro persolvenda. I vescovati di Valenza e


Movaci e Cancellieri, che il cadavere di di s. Diez restarono suffragatici di Vien-

Pio VI fu deposta sotto la cappella del- na sino al concordato del 80 , pel qua- 1 1

la cittadella di Valenza, dov' erano stati le Pio VII avendo soppresso la dignità
già sepolti i ss. martiri Felice, Fortuuato metropolitica di Vienna, dichiarò il ve-
ed Achilleo. La sede vescovile vi fu eretta scovo di Valenza suffrasatieo dell'arci*© 1

nel IV secolo, e sino dal suo principio fu scovo di Lione; quindi col breve Novani
illustre, poiché nel medesimo nella città de Galliarum dioecesibus de' 24 set- ,

si cominciò a celebrarvi importantissimi tembre 182 1, Bull. Roni. cont.t. i5, p.


a
concili!. Appartenne alla provincia ec- i . 45 1, Valenza dalla
sottrasse la sede di
clesiastica Vienna, e sino dal detto secolo metropolitana di Lione
I' assegnò a , e
fusuffraganea della metropoli di Vienna. quella d'Avignone. Inoltre col breve No-
Nel 1275 recandosi il b. Gregorio X in tale strisApostolicis, dello stesso giorno e an-
città, si ha dal summentovato p. Iionucci, no, Bull, cit., p. 4^6: Extinctio juris me-
che a'25 settembre col parere e consiglio tropolitici archicpiscopiLitgdunensi<i su-
de'cardinali, unì due vicini vescovati di i per Ecclesia Valcntinensi in regno Gal-
Valenza e di s. Diez (V.) nella Gallia Nar- liarum. E col breve Etsi per Nostrae,
bonese, stante il miserabile stato della 1 .*, pure di detto giorno, Bull, cit., p. 4^7» e
e la vacanza d'ambedue le sedi avvenu- diretto al vescovo di Valenza Di-la-Tou-
ta in tali giorni , siccome erasi proposto rette: Cessatiojuris metropolitici archie-
nel concilio generale di Lione li da lui piscopi Lugdunensis super Ecclesia Va-
celebrato, senza confusione de'loro dirit- lentinensi in regno Galliarum. Tuttora
ti.Ciò esegui colla bolla alentinensem V la sede vescovile di Valenza è sulfraga-
et Diensem Eeclesias ì che si legge nel- nea dell'arcivescovo d'Avignone. Il i.° ve-
la Gallia Christiana. Dipoi due ve- i scovo Valenza che si conosca è Emilia-
di

scovati furono nuovamente separali, uou no, cani s. Marcellinus ex mandato ma-
*8 VAL VAL
gni illiusEusebii yercellcnais Episcopi, ne il suo diacono Astemio. Raguoaldo in-
atlcum venit ungendus inprimwn Anti- tervenne al concilio di Ma^on nel 58 a 1 ,

stitem Ebredunensium. Pareches./I/rtr- quelli di Lione nel 583, di Valenza nel


cellino sia stato consagrato vescovo d'Em- 584 e di 585. Dopo Elefa I,
Macon nel
Lron che avea convertito alla fede, dopo fu vescovo Agilulfo o Aigulfodel 648; In-
il 363. Nelle Monumenta Histor.Patriae, gildo si trovò al concilio di Chalons; Lu-
t.
4>P- iqo,all'anno358$i chiamaEuiilia- picino sottoscrisse un documeuto di Car-
no col nome di santo, e si dice che con s. lo Magno per le reliquie de'santi da quel-
Eusebio consagrò Marcellino. Si vuole T imperatore date ad Aquisgrana. Suc-
che Emiliano fòsse presente al i.° conci- cessivamente governarono questa chiesa
lio tenuto in Valenza nel 3y4- 1 Sani- Salvio I, Antonio I, Elefa II, Valdo, Sai-
martani pare che anticipino il suo ve- vio II, Lamberto o Damberto, Ramber-
scovato. Indi trovasi s. Sisto martire. Era to fratello di Bosone re d'Ailes, che in va-

vescovo di Valenza nel 4°o Massimo !, ri concilii sotto«crisse,neir859 a quello di


contro il quale Papa s. Bonifacio I del Toul, nell'860 di Toussi, uell' 876 di
4iH, ad istanza del clero Valentino ema- Pontyon, nell* 879 di Mantala in cui fa
nò sentenza di condanna, dopo aver da- dato il titolo di re a Bosone, e nell* 855
to ad esaminare le accuse formate con- avea assistito a quello di sua sede Valen-
tro di lui a 7 vescovi della provincia. Fu za. In seguito si registrano i vescovi Dun-
trovato reo di parecchi delitti, e involuto Emetico, Ado,
tra 11 no, Eilardo, Isacco I,

nell'eresia de'mauichei. Circa 6o anni do- Brocardo, Arcimberto o Arcinibaldo, A-


po fu commesso il governo della chie- gildo o Aino, Roberto. Isacco li nell'887
sa di Valenza a s. Apollinare monaco di fu al concilio di Chalons e nell'892 a
Lei ins, e ne fu consagrato vescovo circa quello di Vienna. Remegario I ricevè in
il 460 o 4°*0' Subito impiegò le sue ze- dono dall'imperatore Lodovico IV Sa-
lanti cure a riformare gli abusi che la xiacum, Adgentiolum et Saonem vii- ,

vita sregolata dell'antecessore vi avea in- las comitatus Diensis, con diploma pres-
trodotti; male sue fatiche apostoliche fu- so iSammartani. Dopo il 991 Umberto
rono interrotte da di verse malattie, e quel- de'conti d'Albon. Nel io 1 1 fu eletto Re-
la che l'assalì verso il 5io fu lunga e pe- megario Il , che nobilitò la cattedrale.
ricolosa. 11 pio suo ardore gli fruttò de' Guigo o Wigo del ioi5 intervenne al
nemici e l'esilio, disgrazia ch'egli conver- sinodo di Anse nel io25o io32. Ponzio
tì nella maggior sua santificazione. Nel de'conti del Valentinois sedeva nel 1 037,

5 1 7 interveuneal concilio d'Epaona, pre- indi nel 1 o4o intervenne a' 1 5 ottobre al-
sieduto da suo fratello s. Avito di Vienna, la solenne consagiazioue della clvesa di
dopo essere tornato nella sua diocesi , e nuovo riedificata dis. Vittore di Marsi-
favorito da Dio del dono de' miracoli. A- glia, onorata dalia presenza del Papa Be-
veudo stretto amicizia con molti illustri nedetto IX, recatosi io Provenza forse per
vescovi delle Gallie, e massime con s. Ce- le fazioni che desolavano Roma, e da qua-
sano d'Ailes, un viaggio andando
vi fece si tutti i prelati circonvicini; quindi nel
a Marsiglia. Si vuole morto verso il 52 5, 1047 sottoscrisse il testamento d' Ugone
e tumulato nella chiesa de'ss. Pietro ePao* arcivescovo di Besancon. Gontardo del
lo posta ne'sobborghi di Valenza. Tra- 1082 ricevè e ospitò il Papa Urbano II.

sferito poi il corpo nella cattedrale, fu em- Neil 1 1 1 era vescovo Eustachio e viveva
piamente bruciato dagli eretici ugonotti nel 1 1 34, che in un documento di con-
nel fìuir del secolo XVI. Gallo nel 549 cessione è chiamato Episcopus et Comes
fu al concilio d' Orleans. Il vescovo Mas- Valenlinensis. Nel 1 146 s. Giovanni ci-

sino 11 nel 56j mandò al coucilio di Lio- stercense, discepolo di s. Bernardo e i
VAL VAL 29

abbate Bona Valle, chiaro per virtù:,


di censetur in pactis convenclioncm cura
santa vita e miracoli, onorato a' 5 otto- Falcntinis prò vectigali : et 1217 dal
bre. Orilberto del 148 permise a Gibor-
i Drunstallium paglini Guigoni Turno-
no de Auriolo viro ìnclyto , aedificare niodinastae potentissimo, et Charmium
castrimi in Episcopatu talentino. Ber- Basteto. Guntardum Cabeolensem api-
nardo del 11 54 intervenne a una dona- bus et genere pollentem praelio supera-
zione deil'abbadessadi s. Andrea di Vien- vi^ et ad obedientiam clicntclae compii-
na. Oddo o Eude già decano della chiesa Ut. Morì il b. Umberto a'29 aprile 1220,
di Valenza, di nobile stirpe , virtuoso e com'è registralo nel Necrologio di s. Ru-
lodato pastore, nel 1 i5? ricevè dall'im- fo. Nello stesso anno gli successe Geron-
peratore Federico I un diploma di dona- do o Giraldo primo abbate Molismense
zioni con giurisdizione, cioè la signoria poi cliiniacense. Indi Guglielmo di Savoia
della città di Valenza in uno a'dii itti re- primogenito del conte Tommaso 1 e per-
gali de' j 3 castelli de' diutorni. Nel 1 1 58 ciò nipote del b. Umberto HI bealiiìca-
vendè per 200 marche d'argento l'isola to da Gregorio XVI già monaco, che
,

Esparveria nel Rodano presso Valenza, coll'armi dovette sostenere la sua auto-
all' abbate di s. Rufo d'Avignone, dalla rità e dominio temporale. Nel 12 26 emit
quale città vi trasferì la canonica madre Episcopatui Augustam, Deuaiuarn, et
di sua congregazione , con approvazione partem Cristac a Silvione de Cris fa de-
d' Adriano IV già abbate generale della cano Valentino. 1229 parcit Fa-
Nel.
medesima. Dedit Bellumcastrum Epi- lentinìs rebellibus, quorum domus Con-
scopatui Valentino 11 78, et 11 85 ac- frate riae eversa estjpsiquc prohibiti con-
cìpit Monlemvcneris ac Bellimontemab ventu omni ciani episcopo ex sentenlia
,

Umberto de Montemvencris. Praeterea comitis Gcncvensis eie. Nel i23o mar-


munificus fuh erga abbatiam Lioncellit cas argentis quibus Valentiniab arbi-
quam redditibus ac praediis e gremio trariis judicibus damnati fuerant, mu-
non tantum e athedr alis Falcntinae,sed tantlibris Fiennensibus. Is vero propter
et ecclesiarum Burgi ac s. Felicis. Gli fortitudìnem qu'am exhibuit ad defen-
successe Falco o Falcone nel 1 89, nel 1 sionem jurium Ecclesiae, vocalus par-
qual anno ricev eìieCastr umbucum,B a l- vus Alexander; nominatur electus Fa*
franiy et omnia quae Noso et Eccone lentinus come si ha da una carta nel
,

modici» amnibus continentur; morì nel 1234- A ce epit quoque rcvocationem fa-
1 199. In questo gli fu sostituito il b. Um- cilita tisimponendi per dioecesim vedi-
berto de Mirabel priore certosino di Sel- gal. an.\iZc)fi7ctae Guigoni Delfino, et
va Benedetta. A suo tempo avvennero Guillelmo Pictaviensi. Innocenzo III le-
molti tumulti e guerre de'feudatari ri- ce Guglielmo patriarca di Gerusalemme,
belli; sed vir mirae probitatis, qui in so- amministratore del Patrimonio, e morto
litudine cartusiana m ilitaverat sub Chri- in Asisi nel 1236 fu trasferito il corpo in
stij'ugOf prò sedis dominatione et j uri- Altacomba nella Savoia. Gli fu surroga-
bus propugnandis rebelles ad clienlclae to nel 124© il fratello b. Bonifacio di Sa-
obsequium strenue revocavit.Anno \ 2 o5 voia già certosino e superiore del mona-
accipit a Philippo principe tabulasela- stero di Nantua, poscia vescovo di Bel-
bus dal castra Episcopo, Urram videli- ley, indi consagrato in Lione da Innocen-
cel j Pelafollum, Copium, Augustidi- zo IV in arcivescovo di Cantorbery nel
mini, mediani par lem Lpiani. Anno 1244? morto nel castello di s. Elena nel-
1 209 eidem pr aesuli concedi tur carte- la Savoia a'i 8 luglio 1270: per le sue vir-
ris prohibilis probare aurum et argon- tù e santità di vita, Gregorio XVI ne
tutu Valenliae, In cartis Lioncelli re- confermò il cullo immemorabile e Io bea-
3o VAL VAL
tifico con altri reali di Savoia x\e\i 838, 1275, nella persona di Amedeo de Rous*
come narrai in tale articolo. Quali fos- ki Ioli nobile del Delfina to, già abbate mo-
sero le sue virtù e quale la sua dottrina, naco saviniacense,per modestia ripugnan-
specialmente lo dimostra il modo con coi te con lagrime. Chiaro per lodevoli ge-
egli amministrò le sue cinese, degno suc- sta, morì in s. Diez a' 17 settembre 1282.
cessore nella Cantauriense a s. Edmondo. Gli successe il suo consanguineo Giovan-
Libéralissimo verso i poveri, solertissimo ni 11 de'couti di Ginevra neli283, e ri-
nelT estirpazione degli errori , difensore ceve l'omaggio de'feudatari delle due dio-
gagliardo delle prerogative e libertà del- cesi, morendo nel 297. Ne occupò la se- 1

la Chiesa, si mostrò indefesso nel solleva- de il cugino Guglielmo de Roussilon, che


re i caduti, Dell'antivenire i misfatti, uni- molte belle cose operò nella pace e nella
camente intento alla difesa della fede di guerra a vantaggio delle sue sedi , nel
,

Cristo, alla cura del suo gregge, all' in- 1298 dividendo il collegio de'canonici di
cremento della religione. Nel \il\5 gli Valenza e di s. Diez, riuniti dallo zio Ame-
successe il fratello Filippo di Savoia , e deo; così concluse vantaggiose convenzio-
fatto arcivescovo di Lione ritenne l'am- ni per le sue chiese co'ceusuari delle me-
ministrazione di Valenza, di più Innocen- desime, benemerito terminando di vive-
zo IV lo dichiarò rettore di Romagna; re nel 33 1 Ademaro de la Voute no-
1 .

intervenne nel 1248 al sinodo di Valen- bilissimo di Anduse, canonico Valentino


za, ma per morte di Pietro suo fratello e diese, molte cose operò quanto a' be-
conte di Savoia nel 267 o nel 1 268, non 1 ni delle due mense co' dipendenti. Nel
essendo iniziato negli ordini sagri, rinun- 1 336 da Viviers vi fu traslato Enrico I

ziò le dignità ecclesiastiche e col nome de'signori di Villars, e pervenuto il Delfi-


di Filippo I passò a regnare nella Savoia. nato al figlio del re di Francia, per esso
Ne' comizi capitolari per l'elezione del ricevè il giuramento da diversi feudatari.
nuovo pastore, furono nominali Bertran- Nel 1 343 Pietrode Castroluce abbate clii-
do della casa di Poitiers vescovo d'Avi- niacense, indi sepolto in Clùny. Nel 1 35?.
gnone, e Guido de Montlor o Montelau- Giovanni Jofeury o Jausceut o Gauscens;
10 canonico di Puy; ma Clemeute I V sen- nel 354 Lodovico de Villars fratello del
1

tenziò a favore del i.° e lo traslocò aila vescovo Enrico I; nel 1379 Guglielmo de
sede Valentina, e morì nel 1274* Allora la Voute nobile di Anduse, che fu tur-

Guido ottenne il vescovato e fu confer- bato dV Ministri del delfiuo. Intanto in-
mato dal b. Gregorio X, ma nell'istesso sorto grande scisma d'occidente, soste-
il

anno morì in Tarascona. A' 22 gennaio nulo dall'antipapa Clemente VII de'cou-
1275 morì anche il vescovo di s. Diez, ti di Ginevra in Avignone, ne seguì l'ub-

Amedeo I de' couti di Ginevra. Essendo bidienza la Francia , ed in conseguenza


dunque Gregorio
vacanti le sedi, il b. X Valenza e s. Diez. Fra gli anticardinali
le unì insieme, come già notai, ordinan- che il pseudo Clemente VII creò nel 383, 1

do che dovessero concorrere nell' elezio- vi comprese il nipote o cugino Amedeo

ne del vescovo i suffragi de' due capito- de'marchesi di Saluzzó (V ,\ vescovo di


li, e che s'intitolasse vescovo di Valenza Valenza e s. Diez, nello stesso anno, già
e di s. Diez, per cui i Sammartani ne ri- canonico arciprete della chiesa metropo-
portano la serie colle notizie in quella de* litana di s. Giovanni di Lione indi de- ,

a
vescovi di Valenza, e soltanto nomi in
i cano ei. dignità di s. Maria di Bayeux,
continuazione dell'altra, Dìensem Epi- e per le ragioni di Beatrice de'couti di
scopi et Oomites, t. 2, p. 553. Il i.° ve- Ginevra sua madre era signore di Aulon
scovo di Valenza e s. Diez, il b. Grego- iti Francia. Nel 1394 successo nell'anti-
rio X lo creò in Vienna uel medesimo papalo Beuedctlo XIII, compì Amedeo
VAL VAL 3i
per lui un' onorifica legazione n Ferdi- delfino di Francia Carlo, rettore del con-
nando I re d'Aragona, p meglio al prede- tado Venaissino per la Chiesa romana, al -

cessore Mai lino. Abbandonato poi il par- la cui ubbidienza era tornata Valenza e
tito avignonese e Io scisma, si accostò al- la Francia ; e morto dopo lunghissimo
l'ubbidienza romana, quindi si trovò nel vescovato neh 45 1, fu sepolto nella cat-
famoso sinodo di Pisa nel 5409, dove fu tedrale. Essendosi già dimesso neh 44^»
riconosciuto per vero cardinale da Ales- in questo gli successe Lodovico di Poitiers

sandro V. Neli4io divenne decano del- nipote suo, abbalcdi s. Rufo e RomaneU-
la cattedrale di Puy, e adunatosi il con- se, preposto della cattedrale Valentina.
cilio diCostanza v'intervenne e molto in Ebbe questioni co'rninistri del Delfinato,

esso operò per V unione e la pace della per avere alterato la moneta, e dalla cau-
Chiesa. La saviezza e la prudenza gli con- sa che fece fu deciso dal deputato del re
ciliarono la stima di tutti que' padri a , l'arcivescovo di Reims: Nidlam jurisdi-
segno che iielf elezione del nuovo Papa clionem in ch'itale Valenti nensi compe-
ebbe 12 voli per la suprema dignità; ma tere Regi. Nel 1 45o ricevè l'omaggio del
prevalse l'esaltazione di Martino V, che delfino Lodovico e di altri feudatari, di-
inviò il cardinale in Francia, travagliata cit in comitatibus Valentiae et Ditte;
dalle civili discordie e dalie guerre stra- idem r eripi t ab e odem Ludovico i456,
niere, per tentare di ristabilirvi la pace. Pisancianum prò homagio, et consor-
Ma mentre tornava in Italia mori a' 28 tium Comitatuum.quod .sex ante annis
giugno 1 4 *9- Fu dotto e amante delle ei concesserat. Nel 1 468 Gerardo de'si-
lettere, e mentre stava in Costanza, si oc- gnori di Crussol, sui judicibus consti tu-
cupò con altri prelati della lettura di tiones in foro servandas ordinavi t. Nel
di Dante, e volendolo far conoscere a due 1472 Giacomo de' signori di Ratarnay,
vescovi inglesi, fece calde istanze al rimi- decano di Grenoble, caro a LodovicoXI,
nese fr. Giovanni da Serravalle vescovo governò sino a' 12 aprile 47^- ^ e se ~ 1 '

di Fermo, perchè voltasse in prosa latina guente anno Antonio de Balsac priore di
e quindi commentasse la Divina Com- s. Cassiano de'canonici di s. Rufo, ricevè
media. A tale faticoso lavoro si accinse nella clientela di sua chiesa diversi signo-
que! prelato, principiandolo il 1 ."febbraio ri.Neh 491 Giovanni de'signori d'Espi-
1 4 1 6 e compiendolo a* 1 6 febbraio 1 4 1 nay, canonico tesoriere di Rennes, ab-
nella stessa Costanza, con lettera dedica- bate d'Acquaviva, consigliere regioe pro-
toria al cardinale ed a'due vescovi ingle- fessore di leggi , fu promulgalo nel col-
si, nella quale si scusa, attesa la brevità legio de'canonici dal canonico decano di
del tempo, d'essere stato costretto a far s. Diez: procedette contro gli eretici val-

la traduzione meno elegaulemente, e si desi neh494> ed ammise all'omaggio al-

conserva mss. nella biblioteca Capponia- cuni feudatari. Nel 5o3Gaspare deTour-
1

te, ora Vaticana. Avendo il cardinal di non arcidiacono Valentino, restò eletto da'
Saluzzo rinunziato le due sedi fin dal , canonici in concorrenza d'Urbano de' si-

1 388 gli successe ne'vescovati Enrico li, gnori di Miolans, la controversia venen-
il quale donò in parte Montilisio a Fran- do decisa dal primate di Vienna; non o-
cesco de Cossenatico, per 200 fiorini d'o- stanle Urbano si usurpò il titolo di vesco-

ro annui e la protezione di sua chiesa, vo, di che fu privato nel concilio di La-
come con altri e con altri luoghi avevano terano V nel i5i 5. Neh 52i fu latto am-
pieaticato i suoi predecessori, che si pon- ministratore di Valenza e di s. Diez il

uo leggere nella Gallia Christiana. Nel cardinal Giovanni di Lorena (F.) deca-
i3go Giovanni di Poitiers de signori di no del sagro collegio* Neh 524 il cardi-
s. Valerio di Saiut-Vallier, caro al i.° nal Francesco Clermont(V.) legato d'A-
32 VAL VAL
vignone, e poi anch' esso decano del sa- e ne'dintorni. Neh 644
stabilì in Valen-
grò collegio. Pei* sua cessione, nel 53 1 za seminario per 12 chierici, e vi noie
il

fu fatto vescovo Antonio de Vesc abbate a insegnare sacerdoti delle due diocesi.
i

di s. Afrodisio. Nel i53j Giacomo de Ammise nella stessa città i recollelti, in


Tournon fratello del vescovo Gaspare, Montilio e Crista le monache della Visi-
traslato da Castres. Nel i553 Giovanni tazione, e le orsoline in Cabeoli , dista,
de'signori di Monluc, d'ingegno e facon- s. Diez e Valenza. Intervenne a' comizi
<iia ornato, consiglieredi Caterina de Me- tenuti in Parigi dai clero gallicano pel
dici, e pe'tempi turbolenti celebre esper- 1625, i635 e i645>, presso la qual città
tissimo ambasciatore in Italia, Germania, morì a Du Mesnil nel «654, lodato e ze-
Inghilterra, Scozia, Polonia e Costantino- lantissimo pastore. Eidcni consacrai Hi-
poli. Nella rinomala assemblea di Poissy storiam de rebus gestis Valcntinorwii
difese energicamente gl'interessi e la re- ac Diensium Praesulum Joanneni Co-
ligione de' cattolici; e nella dieta di Var- lumbus anno i652. Nel i654 fu eletto
savia contribuì all'elezione in re di Po- Daniele de'signori di Cosnao Episcopus
lonia di Enrico di Valois. Nella legazio- Comes Valentinus et Diac, regio consi-
ne eli Polonia trattò pure nelle corti di gliere e priore cluniaceuse , consagrato
Svezia, Moscovia,Transilvania e Austria. dall'arcivescovo di Bourges, indi delega-
Lodato da molli scrittori, morì in Tolo- to coli' arcivescovo di Vienna a' comizi
sa e fu sepolto in s. Stefano con onorifi- generali del clero in Parigi. Di lui e de'
co epitaffio. In difficili tempi gli succes- successori tratta la nuova edizione del-
se il nipote Carlo de Gelas de Leberon la Gallia Christiana. Separate le chiese
nel i58o, poiché i novatori ugonotti com- di Valenza e di s. Diez, nel 1700 fu fat-
misero esecrabili nefandezze in s. Diez e to vescovo di Valenza Giovanni de Ca-
in Valenza; nel 1600 morì in Pavia. Gli lellandi Tolosa, d'una famiglia ragguar-
fu surrogato il nipote Pietro Andrea de devole nella toga, la quale die alla chiesa

Gelas de Leberon, che illustrò le sue se- di Rieux un vescovo, e pubblicò; And-
di per la difesa che imprese della reli- quités de l'Eglise de Valence, avec des
gione cattolica combattuta da detti ere- reflexions sur ce qu ily a de plus re-
y

tici, e sostenne gravi fatiche sino al 1621 marquable dans ecs antieprités, Valence
in cui morì presso s. Liberata. Il signo- 1724. L' egregio vescovo scrittore parla
re e priore di questa e nipote suo, Carlo di sua illustre chiesa , come un tenero
Giacomo de Gelas de Leberon abbate , padre parlerebbe de' suoi figli. Da per
di s. Maria di Bonacomba, nel 1624 ne tutto manifesta il più gran zelo per la con-
occupò la cattedra, facendo il suo ingres- servazione del deposito della fede; ila per
so a Valenza a'6 febbraio, ed in s, Diez tutto si mostra penetrato da quello spi-
a' 6 aprile 1625. Restaurò le chiese e i suo proprio. Morì ge-
rito di pietà ch'era
luoghi occupali e devastati dagli ugonot- neralmente compianto dalla sua gregeia,
ti , redense alcuni luoghi della mensa al principio deli 725. Le Notizie di Ro-
impegnali per le calamità de'tempi, re- ma riportano i seguenti suoi successori.
staurò pure l'episcopio di Valenza, l'au- Nel 1726 a' 3i marzo Alessandro Milon
mentò e abbellì. In Alessiano eresse una di Parigi. Nel 1772 Fiacrio Francano
casa suburbana pe'successoriChiamò nel- de Grave, di Blaye diocesi di Bordeaux.
la sua diocesi il gesuita s. Francesco Regis Nel 1788 Gabriele Melchiorre de Mes-
per esercitarvisuo zelo colle missioni,
il sey,di Binile diocesi di Langres. Neh 802
massime nel borgo di s. Aggreva ripieno Francesco Recherei, della diocesi di Cou-
d'eretici ugonotti, e vi esercitò molte e- tances. NeliSrg Maria Giuseppe Anto-
toiche virtù; così a s. Andrea di Fangas nio Lorenzo Larivoire de la Tou rette,-
VAL VAL 33
di Tours: nel suo vescovato Pio Vili col quanti vi assisterono. L'accennata appa-
breve ExponiNobis ,de''i5 maggio 1 83o, rizione è quella della ss. Vergine, avve-

Bull.Rom. cont. t.18, p. 106: Concessio nuta nel 1846 sulla montagna della Sa-
indulgentiarum assequendarum ab eìst lette, della quale non poco si scrisse, on-
qui visitaverint ccclesiam monìalium de ricorderò seguenti opuscoli. La ve-
i

Nativi talis Domini Nostri Jesn divisti rilé sur Vévéncment de la Salette du ig
T
ordìnis s, Augusiini dioecesis Valenti- septembre 1 846, 011 Rapport a mg. VE-
nensis. Per sua morte, G regorio XVI nel veque de Grenoble sur l'apparition de
concistoro de' 1 3 luglio 1840 preconizzò la Sainle Vierge ci deux petits bergers
a vescovo successore Pietro Chatrousse, sur la montagne de la S'alette , cantori
di Voiron diocesi di Grenoble, già par- de Corps (Tsere), par Vabbé Rousselot,
roco di diverse chiese, vicario generale chanoine, professeur au seminaire dio-
del proprio vescovo di Grenoble, pio, dot- césain de Grenoble , vicair general ho-
to, di tutta esperienza. Asuo tem-
probo e noraire du diocese. Avec Vapprobatìon
r
po, come riferisce il Giornale di Roma de mg. VEvéque de Grenoble, Greno*
deli 852 a p. 522, a' 25 maggio in Va- ble 1848. La verità dell' avvenimento
lenza (ovvero nella vicina diocesi di Gre- di La Salette del 19 settembre 1846.
noble) ebbe luogo la sagra ceremouia del Rapporto a mg* Vescovo di Grenoble
a
gettito deliaci . pietra nella chiesa della de* commissari incaricati di raccoglie-
Salelte. La funzione riuscì magnifica, ad re e verificare i fatti comprovanti V ap-
onta del cattivo tempo. Nel giorno in- parizione della B. Vergine a due pa-
nanzi una quantità di pellegrini erasi storelli sulla montagna di La Salette.
portata sulla piazza in cui avea avuto luo- Pubblicata per cura delcav.AntOfiioRe,
go l'apparizione; ad un'ora del mattino Milano 1 852 con figure.Lo stesso GYorrcrt-
vi avevano già avuto luogo 2000 comu- le di Roma del 1 853, a p. 794 e 8 1 8, ri-
nioni, e sacerdoti non bastavano all'af-
i porta. A'6 di agosto il vescovo di Valen-
fluenza de'fedeli; ma nel giorno lo spet-
r
za mg. Chatrousse indirizzò a'fedeli della
tacolo divenne ancor più imponente. Da città e diocesi una lettera circolare per an-
ogni banda saliv ano lunghe file di pel- nunziare loro la solenne traslazione del
legrini che pareva uscissero dal fianco stes- corpo di s. Aria Eutichiana, che fino dal
so della montagna. Nulla di più grandio- 1847 vi avea portato da Roma. Questa
so, religioso e pittorico delle processioni santa giovinetta romana , martirizzata
che si fecero, le quali precedute da' loro per la fede di Gesù Cristo, fu trovata in
stendardi giungevano precorse dalla me- Pvoma nel cimiterio di s. Priscilla presso
lodia de'divoti loro cantici. Si fece a scen- la viaSalaria,a'28 aprile 1846. Il marmo
dere a più di 1 5,ooo il numero de' fore- che copriva il suo sepolcro, era stato po-
stieri accorsi a quella sagra funzione. Il sto dallo sposo ElioCrispino, e perciò col-
più vivo entusiasmo poi si manifestò nel- la seguente iscrizione. Ariae Eutichiane-
1

la moltitudine quando vide giungere mg. ticon- jugiBenemerentìfeci t-Aelius Cri-


Filiberto de Bruillard vescovo di Greno- spinus. La traslazione ebbe luogo a Va-
ble, che malgrado l'età non avea temu- lenza con grande pompa secondo la se- ,

to d'intraprendere il viaggio per assister- guente narrazione del Courrier de la


r
vi. Mg. Chatrousse vescovo di Valenza Dróme de' 3i agosto. Principiò la cere-
celebrò la messa all'aria aperta sotto una monia colla messa solenne pontificata da
tenda, e quindi fece l'inaugurazione del- mg/ Paolo Naudo arcivescovo d'Avigno-
a
la i. pietra. Tutto fu fatto coll'ordine il ne. I vescovi di Viviers, di Nimesedi Va-
pi ù perfetto, e la memoria di sì augusta lenza vi assisterono col numeroso clero
ceremonia non uscirà mai di mente a della città e de'din torni. La bella basilica
voi. L1XXVIII. 3
14 VAL VAL
romana di s. Apollinare in tale occasio- Concilìì di Valenza.
ne era stata ornata con ricchezza e gu- Il i.° fu tenuto a' 12 luglio 374, per
sto. Dopo la messa la processione per- far cessare alcune discordie insorte in Va-
corse la via dalla parte della chiesa di s. lenza. Vi assisterono circa 3o vescovi, di
Giovanni, ove dal giorno precedente sul- 22 de'quali compreso il diocesano ne ab-
l'altare maggiore stavano alla venerazio- biamo nomi: credesi che fossero la mag-
i

ne de' fedeli esposte le preziose reliquie gior parte della Gallia Narbonese, e che
della s. Martire , in mezzo un numero fosse questo come un concilio di tutte le
straordinario di ceri e di vasi di fiori. In Gallie. Vi fu proposto di rimediale a cer-
quel frattempo il prefetto di Valenza, il ti disordini, i quali eransi introdotti nel-
general Lafontde Villiers comandante la la Chiesa. Uno di questi abusi riguarda-
suddivisione militare, il [.'aiutante Va- va coloro, ch'erano stati bigami o ammo-
cher funzionante pel maire, seguiti da' gliali due volle, o che avendo sposato del-
principali funzionari della città , tutti in le vedove, erano sollevati allo stato ec-
grande costume, si recarono egualmente clesiastico. Il concilio dichiarò, che que-
a questa chiesa, onde colla loro presenza sto non è mai permesso, neppur (piando
concorrere allo splendore della di vota ce- tali matrimoni fossero stati fatti avanti il

i emonia. Alle ore io circa i primi sten- battesimo; ma non depose quelli eh' era-
dardi entrarono nella chiesa di i. Gio- no stali eletti in questa guisa, purché non
vanni, onde uscirne dalla porta laterale. avessero commesso qualche fallo, che li

Il tempio era pieno di popolo quanto mai, rendesse indegni del ministero. Il 2. ca-
e la processione non fece che traversarlo. none non vuole che si accordi facilmente
r
]\Ig. arcivescovo d'Avignone con mitra penitenza allegiovanijche dopo essersi con
e pastorale, e gli altri 3 vescovi nomina- volo consagrate a Dio, erano passate vo-
ti, soltanto in cappa, si collocarono nel co- lontariamente allo stato del matrimonio.
ro, e dopo le consuete preghiere e alcu- 11 3.° fondasi sul concilio Niceno, che ac-

ne parole fervorose sulla circostanza, det- corda a quelli ch'erano caduti dopo il bat-
te dal curato della parrocchia, la proces- tesimo nell' idolatria, e che si erano fatti
sione s'avviò per la cattedrale a deposi- ribattezzare, incesta lavalìone, la grazia
tarvi il s. Corpo. Dopo 3 mesi di penosa di poter soddisfare allaChiesa colla pe-
malattia , sopportala con grande rasse- nitenza canonica, ed estende la peniten-
r
gnazione, a' 16 maggio 1857 mg. Cha- za degli apostati sino all'ultimo giorno
trousse vescovo di Valenza passò a vita della vita, laddove il concilio Niceno ac-
migliore. Indi nel concistoro di Bologna corda loro la comunione dopo 12 anni di
de'3 agosto, il regnante Pio IX dichiarò penitenza. Il 4-° canone è rimarcabile.
suo successore l'odierno mg.'Gio. Ballista Siccome tulli quelli, che hanno ricono-
a
Paolo M. Lyonnet , di s. Etienne arci- sciuto gli obblighi dello stato ecclesiasti-
diocesi di Lione, trasferendolo dalla se- co, hanno sempre moltissimo appreso
de di s. Flour, già rettore del piccolo se- d' incaricarsi d' un fardello si pesante e
minario di Lione, canonico e vicario ge- sì pericoloso, così trovavansi allora delie
nerale di quella metropolitana earcidio- personeche per evitarlo dichiaravansi fal-
cesi,grave, dotto, prudente, d'ottimi co- samente rei di qualche peccalo mortale,
stumi e pieno d'esperienza nelle cose ec- che gli escludeva secondo i canoni. Ora
clesiastiche. Ogni' nuovo vescovo è tassa- questo concilio prescrisse,chedebbasi cre-
lo ne' libri della camera apostolica in fio- dere alle persone sulla loro parola, e sia-
rini 370. La diocesi si estende per circa no esclusi dal vescovato, dal sacerdozio e
20 leghe di lunghezza e 20 di larghez- dal diaconato, come rei del delitto onde
za, contenendo più luoghi. accusavansi, della bugia o della calun-
VAL VAL 35
nia contro se stessi. II 2. concilio fu ce- gli non intendeva e perciò riprensibile.
lebrato nel 529 o nel 53o, di cui «itti i Il 6.° concilio dell'890, per ricevervi Lui-
si sono perduti; però da un frammento gi, figlio di Bosone, per re d'Arles. Il 7.
citato nella vita di s. Cesario dal diacono nel 1 1 00 per esaminare le accuse e le do-
Cipriano , scorgesi che vennero trattate glianze de'canonici d'Autun, controil lo-
le materie per la verità della grazia e del ro vescovo Nortgaudo o Nerigodo o Ne-
libero arbitrio, contro i semi-pelagiani, rigaldo , incolpandolo d' esser asceso su
e che Cipriano vescovo di Tolone pro-
s. quella sede per simonia, coll'aiuto d' U-
vò coli' appoggio della s. Scrittura e de' go o Ugouo abbate di Flavigny, e di scia-
Padri, che l'uomo non può far nulla nel- lacquarne i beni. 1 cardinali Giovanni e
l'opera della sua salute se non vi è chia- Benedetto legati di Papa Pasquale II ci-
mato da un a grazia di Dio preveniente. tarono quel vescovo al concilio malgrado
Il 3.° concilio fu teuuto nel 584 ° ne l la protesta de'canonici, che dichiararono,
585 nel regno di Goutrano re d'Arles e non potersi tradurre fuori della loro pro-
di Borgogna, e si compose di 17 vescovi, vincia, e ad onta dell'opposizione dell'ar-
compreso Sapodo o Supando d' Arles che civescovo di Lione, il quale lagnavasi che
li presiedette. Questo concilio accordò al i legati gli togliessero il giudizio d'un ve-

re e alle sue istanze la conferma delle do- scovo di sua provincia. L'affare siccome
nazioni fatte o da farsi a' luoghi santi e gravissimo, da'24 vescovi intervenuti di-
alle chiese, da lui, dalla regina Auslre- scusso e agitato, ne fu rimessa la deci-
childe, e dalle due figlie ch'erano consa- sione al concilio di Poitiers, il quale e-
grate a Dio, con proibizione sotto pena gualmente venne presieduto da'cardinali
di scomunica, a' vescovi di detti luoghi ed Giovanni e Benedetto. Frattanto il vesco-
a' re, di toccar nulla iti avvenire di sif- vo fu dichiarato sospeso da tutte le fun-
fatti beni. Il concilio intende per luoghi, zioni vescovili e sacerdotali ; ma Ugo di
le chiese di s. Marcello di Chalons e di Flavigny fu rimandato assolto alla sua
s. Sinfronianod'Autun. 11 4. "concilio nel badia. Nel concilio di Poiliers, convinto
589, fu relativamente a'beni della Chie- il vescovo d'Autun di simonia, fu depo-

sa. 11 5.° si adunò l'8 gennaio 855, d'or- sto dal vescovato e dal sacerdozio. L'8.°
dine dell' imperatore Lotario I, coli' in- concilio fu adunalo per la conservazione
tervento di 14 vescovi delle 3 proviucie della fede, la pace e la libertà della Chie-
di Lione, Vienna e Arles, e vi si fecero sa, a'5 dicembre 1248, coll'intervento e
23 cauoni, de' quali i primi 6 sono dot- presidenza del cardinal Pietro di Colle-
trinali. Questo concilio fu tenuto per oc- mezzo e del cardinal Ugo di s. Caro le-
casione del vescovo di Valenza accusato gato della s. Sede per Inuocenzo IV, de-

di diversi delitti. I delti primi canoni con- gli arcivescovi di Narbona, di Vienna,

tengono varie decisioni sulla grazia , sul d'Arles, d'Aix e loro sufFraganei, esseu-
libero arbitrio e sulla predestinazione; do vescovi di Valenza Filippo di Savoia.
gli altri riguardano diversi punti di di- Vi si pubblicarono 2 3 canoni per fare e-
sciplina ecclesiastica. I vescovi inserirono seguire gli antichi , rinnovandosi la sco-

nel 4-° canone una clausola per rigetta- munica contro l' imperatore Federico II
re come inutili, nocevoli e contrari alla ed i suoi fautori e aderenti. Vi si dice,
verità, i Quercy, spiegando-
4 articoli di che quelli che non eseguiranno le senten-
si in una maniera poco favorevole a've- ze degl'inquisitori, saranno trattati come
scovi di quel concilio dell' 853, ed 19 i fautori di eretici. » Noi abbiamo inteso,
altri con forza di Giovanni Scoto, impe- che alcuni scomunicati fanno degli sta-
gnalo da Incmaro, contro la dottrina di tuti e de'decreti contro quelli che gli sco-
Gottescalco, a scrivere su materie ch'e- municano, e che denunziano queste sco-
36 VAL VAL
numidi e. Noi ordiniamo, che quelli qua- i padre. Allorché seppe leggere apprese il

li avranno fatti tali statuti siano scomu- Salterio a memoria, e divenne sua più
nicati per questo stesso motivo, e che si diletta occupazione il cantare in chiesa
cessi dalL'uffizio divino dovunque si tro- le lodi del Signore. Avendo deciso di con-
veranno". Regia, t. 3, i3, 1 i, i(\. Lab- sagrarsi al servigio di Dio, si presentò al
bé, t. 2, 5 , 8, 9, 1 1. Arduino, t. 1, 3, monastero di Autumon
Autoin pò- di

5, 6, 7. sto nel vicinato; ma suo padre impedì


VALENZA, Valentia o Balentia e che vi fosse ricevuto. Raddoppiate però
per corruzione Colonia. Sede vescovile le sue istanze, ottenne d'esservi ammes-
della Frigia Pacaziana, sotto la metro- so. Egli mostrò tanto fervore, che veni-
poli di Laodicea, nella diocesi d'Asia. Eb- va proposto agli altri qual modello di
be a vescovi : Evagrio, che prese la dife- perfezione. Ritirossi poscia nel monaste-
sa dell'eresiarca Nestorio contro il con- ro di Germano d' Auxerre, dove se-
s.

cilio generale d'Efeso del 43 1, e fu uno guivasi una regola molto austera. La ri-
di quelli che pretendevano che Cirillo putazione di santità che godevano mo- i

d'Alessandria non facesse l'apertura del naci di Luxeul gl'inspirò il desiderio di


concilio prima dell' arrivo di Giovanni andare a vivere con essi, sapendo che s.
d' Antiochia. Basilio, che sottoscrisse il Colombano, il quale li governava, era
concilio inTrullo nel 691. Pantaleone, uno de' più grandi maestri nella vita spi-
che nel 786 assistette al VII concilio ge- rituale. Rimase parecchi anni in questa
nerale. Oriens chr. t. 1, p. 817. comunità, e quando s. Colombano fu co-
VALERI ANO (s.), martire. V. Mar- stretto allontanarsene per la persecuzio-
cello (s.), martire. ne suscitata contro di se, s. Valerico ri-
VALERI ANO (s.), martire. V. Tibur- mase nel monastero, e ne prese la difesa
zio, Valeriano e Massimo (ss.). per quanto gli fu possibile. Durante il
VALERIANOo VALERINO (s.), ve- viaggio che s. Eustasio fece in Italia per
scovo d' Auxerre. Fu il 3.° vescovo di indurre s. Colombano a ripassare in
quella chiesa, verso la metà del IV se- Francia, fu incaricato s. Valerico del go-
colo. Egli inspirò colle sue istruzioni il verno dell'abbazia. Non guari dopo que-
disprezzo del mondo a s. Amatro, e lo sto santo uscì del monastero con s.Wal-
eccitò allo studio della suo
s. Scrittura. Il doleno per andare a fare delie missioni
nome si trova tra* vescovi delle Gallie che in diverse provincie. Quando furono nel-
intervennero a' concilii di Colonia e di la Neustria chiesero al re Clotario II un
Sardica. Assistette cogli altri vescovi del- luogo in cui potessero ritirarsi ; ed ei do-
la provincia alla consagrazione di s. Eu- nò loro la terra di Leuconay, all'imboc-
verto d' Orleans. Dopo avere retto per catura della Somma, nel Ponthieu, do-
3o anni la chiesa d'Auxerre, passò alla ve Berardo vescovo di Amiens permi-
beata eternità, e fu sepolto sul monte A- se loro di edificarsi una cappella con due
tre. Il suo corpo fu poscia trasportato celle. S. Valerico convertì moltissimi in-
nella chiesa che dal VI secolo in poi por- fedeli colle sue predicazioni e co'suoi e-
ta il suo nome ; ed havvi pure una chie- sempi. Volendo parecchi de' suoi disce-
sa a lui intitolata a Chàteaudun nella dio- poli vivere sotto la sua direzione, egli do-
cesi di Chartres, ove da molto tempo si vette far fabbricare delle nuove celle.
custodisce una parte delle sue reliquie. Consagrava all' orazione, alla lettura e
La sua festa si celebra il 7 di maggio. al lavoro delle mani il tempo che non
VALERI CO (s.),abbate.Natonell'Al- ispendeva nell'istruire il prossimo, e dava
vergna circa la metà del VI secolo, pas- a'poveri ciò che ritraeva dalle sue fati-
sò l'infanzia custodendo le greggie di suo che. I suoi digiuni erano sì rigorosi che
VAL V A L 37
talvolta passava alcuni dì di seguito sen- situazione specialmente di s. Carlo Bor-
za prendere cibo alcuno; alcuni rami romeo, che ne conosceva il merito e il va-
distesi per terra servivangli di letto. Mo- lore, e alle cui istanze più. volte predicò
rì 12 dicembre del 622, nel qual gior-
il nella sua metropolitana di Milano. Go-
no non meno che al i.°d' a-
è onorato, dendo l'amicizia e la santa conversazio-
prile. Nel luogo in cui era il suo romi- ne di quell'arcivescovo, imitatore del suo
torio si un monastero che prese
edificò verace zelo, oltre all'assistere in tempo
il di lui nome, ed ivi pure formossi una di pestecon indefessa cura e fervore gli
città conosciuta sotto il suo Dome. Le sue ammalati e moribondi, stabilì di cele-
i

reliquie furono successivamente portate brare ogni anno il sinodo diocesano, am-
in diversi luoghi, ma poscia si riposero maestrando in persona i parrochi nelle
nel monastero da lui intitolato, apparte- cose appartenenti alla cura e direzione
nente alla congregazione di s. Mauro. dell'anime. Fu tanto alieno dall'interes-
VALERIO (s.), 2. vescovo di Tre- se, che non conobbe, ne mai maneggiò
veri. Mandato da Roma nelle Gallie sul monete; laonde essendogli riferito che si
finire del IH secolo, fu successore di s. sospettava della fedeltà del suo maestro
Eucario sulla sede di Treveri. Mancano di casa nell'azienda domestica, egli do-
sicure notizie della sua vita, poiché gli mandò quanto poteva costui appropriarsi
atti dis. Valerio pubblicati da Erigerò in un anno, ed essendogli risposto un
abbate di Lobes nel 980, e da Goldsche- 5oo scudi, disse: E perchè non com-
ro monaco di Treveri nel secolo XII, prerò per 5oo scudi la quiete dell'ani-
meritano poca fede. E però noto per l'an- mo? Fondò il seminario, per la quale
rende la Chiesa,
tichità del culto che gli pia opera poco mancò che non vi perdes-
ed è onorato in Treveri a' 29 gennaio, se la vita ; dappoiché vi fu chi non po-
nel qual giorno è nominato nel- marti- tendo soffrire che si erigesse quella nuo-
rologio romano. va fabbrica, ebbe la temerità di colloca-
VALERIO oVALlER Agostino, Car- re un'arme da fuoco ben carica sotto la
dinale. Patrizio veneto, nacque a'7 apri- sedia del trono episcopale, sul quale do-
lei53o nella fortezza di Legnago, dove vea il vescovo ascoltare la predica ; e fu
Bertuccio suo padre era magistrato della un prodigio 1' essersi scoperta l' iniqua
repubblica, nipote per parte di sorella trama dall' odore del miccio che nasco-
del cardinal Navagero, di cui scrisse e sto vi ardeva, senza che il prelato mo-
pubblicò la vita, e potè molto profittare strasse risenti mento all'orribile attentato.
sotto la di lui egregia disciplina. Si gua- Fondò spedali e altri luoghi pii, provvi-
dagnò non solo la stima de'suoi condisce- de all'onestà delle femmine, e ridusse gli
poli, ma ancora quella de'precettori, per ebrei sparsi per Verona in luogo chiuso
l'applicazione assidua allo studio, eccel- e appartato. Nella città introdusse i ge-
lente e straordinaria erudizione, non me- suiti, i minimi e i teatini. Nudrì tene-
no che per le sue virtù, di zelo e carità ra e costante divozione alla B. Vergine,
pel prossimo, d'innocenza di costumi e onde nella chiesa di s. Anastasia di Ve-
fortezza di pudico animo, per cui ne'gio- rona de'domenicani, fece a suo onore co-
vauili anni seppe trioufar colla fuga d'u- struire una nobile cappella al ss. Rosa-
na rea donna che da'suoi amici era stata rio. Tale città, per gratitudine de'segna-
appositamente introdotta nella sua came- l.i li benefizi ricevuti da lui,gf innalzò una
ra. Dopo aver sino dal i558 letto pub- statua di metallo. Informato Gregorio
blicamente in Venezia filosofia morale, XIII del suo merito insigne, lo nominò
fu promosso nel 565 da Pio IV alla chie-
1 visitatore apostolico di Vicenza, Padova,
sa di Verona rinunziata dallo zio, a in- Venezia, e nelle provincie d'Istria e Dal-
38 VAL VAL
mazia per la riforma de'costumi, e per re- cattedrale col solo nome inciso sulla la-
stituire all' aulico lustro l'ecclesiastica pide sepolcrale. Intervenne a 6 conclavi
disciplina assai decaduta in quelle parli. e fu assente da quello di Sisto V. Esal-
La stessa autorità gli conferì sopra tutte tarono le opere e le virtù, di questo degno
le chiese del dominio veneto, onde in Ve- porporato, che lauto bene scrisse, Della
rona potè comporre le gravi discordie ec- dignità del Cardinalato , i cardinali Pa-
citatesi fra'cittadini e il capitolodella cat- leottoe Daronio, Spondano, Ghilini,San-
tedrale, pacificando insieme gli animi e- dero, Vittorelli e altri : ne scrisse la vita
sacerbati. In ricompensa di queste e allre Gio. Ventura veronese, presso Calogerà,
gloriose azioni, Gregorio XIII a'12 de- Opuscoli, l. 25,p. 8 1
, e fu poi ristampata
cembrei583 lo creò cardinale prete di dal Valvasense in Venezia nel 1704. Il

s. Marco, in cui cinse il coro di ben lavo- cardinal Benlivoglio nelle Memorie ne
rali sedili di noce, l'abbellì di pitture, e fece splendido elogio, descrivendolo ve-
vi lasciò chiari monumenti di sua pietà nerabile per presenza e costumi, candi-
ed ecclesiastica munificenza. Sopra la se- do di natura, pio e tutto ecclesiastico, si-
de del titolare, situala nel mezzo del co- mile a'santi vescovi che aveano illustralo
ro, fece collocare l'immagine della Ma- l'antica chiesa, purgatissimo scrittore lati-
donna, la quale volle pure che si pones- no, e di grande erudizione in tutti i ge-
se dipinta sulla porta dell'abitazione con- neri, uno de' più celebri personaggi del
tigua del cardinal titolare. Paolo V nel suo secolo.
1606 lo fece vescovo suburbica rio di Pa- VALERIO o VAL1ER Pietro, Car-
lestrina, e chiamato a Roma fu ascritto al- dinale. Nipote del precedente e patrizio
la congregazione del s. offizio,ed a quella veneto, canonico di Padova, dopo esse-
dell'indice, e fatto esaminatore de'vesco- restato impiegato nel governo di s. Se-
vi. Riflettendo che co'gravi carichi ad- verina, Rifatto vescovo di Famagosta e
dossatigli dal Papa, nou poteva di per- poi arcivescovo di Candia, e per. riguar-
sona prestare alla diocesi di Verona la do de'suoi personali meriti e di que'gra li-
dovuta assistenza, ottenne che gli fosse dissimi che si acquistò colla Chiesa uni-
dato a coadiutore Alberto Valerio suo versale il celebre zio, Paolo V agli 1 1 gen-
nipote, vescovo di Famagosta. Sebbene naio 162 1 lo creò cardinale prete di s. Sal-
sgravalo della cura di Verona e inoltra- vatore in Lauro, dal qual titolo passò poi a
to negli anni,volle intraprenderne il viag- quello di s. Marco,eneh62 3 da Gregorio
gio in lempo d'inverno per pacificare i XV fu fatto vescovo di Ceneda, chiesa che
nobili co'ciltadini, fra'quali eransi risve- neh 625 cambiò con quella di Padova. Per
gliate le sopile discordie. Questo cardi- la singoiar sua divozione verso la B. Ver-
nale fu assai dotto e perito nelle teologi- gine fondò a suo onore 3 sontuose cap-
che e legali discipline, nelle lingue gre- pelle, una in Verona dove istituì 9 cap-
ca, latinaed ebraica, e nella sagra elo- pelianie, altra nella chiesa di s. Maria
quenza, come lo dimostrano l'erudite sue delle Grazie, dell' isola presso Venezia,
a
opere, delle quali fece il lungo catalogo, e la 3. Padova, nella qual città fondò
in
olire il Torrigio, De Scriptoribus Car- altre cappellanie con reudite e ministri
dinalibus, il cardinal Quirini nella Por- pel servigio e cullo delle medesime. Do-
pora e veneta. Come visse, morì
Tiara po esser intervenuto a' conclavi di Gre-
santamente lloma a*23 maggio 1606
in gorio XV e Urbano Vili, lasciò questa
di 77 anni non compiti, pel dolore dia - mortai vila in Padova nel 1629, in re-
ver veduto l'interdello che Paolo Va vea putazione di singoiar probità e integrità
fulminalo contro la sua repubblica. Usuo di costumi, come rilevasi dall' iscrizione
corpo trasferito a Verona fu sepolto nella posta sotto il suo ritratto nella casa arci-
VAL VAL 39

pretale della terra d'Abano. Fu sepolto idoli, piuttostoche consentire che un em-
in quella cattedrale, il cui capitolo Inscio pio etiope disfogasse la sua libidine sopra
erede di tutte sue sostanze. Sotto il
le di lui. L' infame e obbrobriosa pedera-
poi tico della chiesa di s. Marco, alla quale stia, Tabbominai e detestai anche neli.°
il cardinale donò la sua sagra suppellet- de' ricordati articoli.
tile, eun considerabile legato al capitolo, VALFKÈ Sebastiano (beato). Nacque
fu posta aita sua memoria da esso una la* a'g marzo 629 in Verduno, diocesi d'Al-
1

pide onorevole. ba nel Piemonte, da'piissimi Gio. Batti-


VALESIANI. Eretici discepoli di Va- sta d'onorata e antica famiglia, ed Ar-
lesio filosofo d'Arabia, che comparve ver- gentina Manzona, che vivevano e sosten-
so l'anuo 230. Era nell'errore di credere tavano la numerosa prole lavorando la
che la concupiscenza agiva sull'uomo con terra e coltivando que' pochi poderi, che
tanta violenza, che non poteva resister- avevano, colle lore mani medesime. Nel-
le, nemmeno col soccorso della grazia ;
1' età puerile cominciò a dare indizi di
e su questo falso principio insegnava che quell'eroica virtù, alla quale è arrivato
l'uomo non poteva essere salvato, se non colmo di meriti e di anni. Avea un cuo-
era Eunuco (l .). Quindi valesiani fa- i re tenerissimo verso i poveri, praticava
cevano eunuchi, di consenso o per forza, somma astinenza dalla più tenera età, ed
non solamente quelli che abbracciavano era ubbidiente senza ritardo a' geuitori.

la loro setta, ma anche gli stranieri che Cresciuto in età, fu mandato alla scuoia
incontravano o che ricevevano presso di delle umane lettere in Alba e poi a Bra,
loro; e dopo l'operazione dell' evirazio- dove diede segui di maturo giudizio, e di
ne, consistente nella castrazione o taglio non ordinario progresso nelle lettere e
permettevano a' loro
delle parti genitali, nelle virtù. Conoscendo la divina voca-
discepoli dimangiare ogni sorta di vi- zione allo stalo ecclesiastico, vestì l'abito
vanderò che prima gli proibì vano. Pren- chiei icale, e dopo aver superale moltedif-
devano il nome di Gnostici o di Saggi ficollà,a'2i maggioi644 dal proprio ve-
e leggenti, a cagione della loro pretesa scovo fu promosso a' primi due ordini
purezza. Ciò ha dato occasione di con- minori, e nell'anno seguente ricevè gli al-

fonderli co'guostiei Carpocraziani, che tri due. Obbligato dal nuovo stato a pro-
avevano preso lo stesso nome, benché le muovere le sue applicazioni allo studio e
loro massime fossero assai impure. I va- alla pietà, per rendersi più capace stro-
lesiani si sparsero nell'Arabia, e s. Epifa- meulo della gloria di Dio e più utile o-
nio è lo scrittore che li combatte più di peraio nella vigna di Gesù Cristo, si por-
tutti. Riferisce tutte le loro ragioni e ri- tò in Torino allo studio della filosofìa e
sponde a ciascuna in particolare. Anche della teologia. A'26 maggio i65i entrò
s.Agostino li confutò; e Niceta, Tkes. uella congregazione dell'oratorio di To-
Orth. Fidci, lib. 4> e. 3o. Osserva Can- rino (nel quale articolo in più luoghi ra-
cellieri, 77 Mercato, p. 204, che l'eresiar- gionai del servo di Dio) recentemente fon-
ca Valesio si eunuco, come Origcne(F.) J dala nel 1649. La nascente congregazio-
e in condannato co' valesiani suoi imi- ne non avendo fratelli laici, il fervente
tatori. Tra analoghe erudizio-
le altre uovizio ad imitazione de'primi compagni
ui, ricorda che Origene, pel sommo suo del fondatore di tutta la congregazione s.
amore alla purità, avendo preso letteral- Filippo Neri (Z7 .), si addossò volentieri i

mente ciò che dice l'Evangelo, degli Eu- ministeri più abbietti servendo alla cuci-
nuchi, che tali si sono fatti pel regno de* na, alla porta, al refettorio, e ad ogni al-
cieli, giunse all' eccesso di evirarsi, e a tro ullìzio il più basso e gravoso. Intan-
mettersi in procinto di recare incenso agii to non tralasciando d'attendere agli sludi,
4o VAL VAL
dispostosi col maggiore raccoglimento al corona o nella lettura di qualche libro, il
sacerdozio, lo stesso suo vescovo lo pro- che osservandosi da un'apostata fu cagio-
mosse a'24 febbraio 652. Indi neliG5(>
1 ne di sua conversione. Accorreva dovun-
compì gli studi di teologia con plauso ti- que era chiamato, senza far distinzione
ni versale della città, insignito della laurea di persone, poiché abbracciava tulli con
dottorale. Il primo ufficio a lui aflìdalo fu viscere di paterno amore, econ ogni soffe-

quello di prefetto dell' oratorio, e Io so- renza dirozzando l'ignoranza, rischiaran-


stenne per 18 anni interrottamente, con do i dubbi, animando i vergognosi, tran-
ammirazione e frutto in tutti i concor- quillando gli scrupolosi, tirava ogni sorla
renti. Fu egli il i.° ad introdurre il siste- di peccatori nella via della salute egradata-
ma dell'oratorio stesso, che mise diligen- mente alla virtù, ed alla perfezione. Alieno
temente in pratica. Egli sostenne ezian- da umani rispetti, bramava sradicare il
dio l'uffizio di preposilo della casa di To- peccato e rimuoverne le prossime occasio-
rino per 20 non però consecutivi.
anni, ni chiunque ne fosse il colpevole, mostran-
Le preghiere che faceva, le lagrime che do invincibile fermezza in negare la sagra-
versava al fine del triennio per non es- mentale assoluzione, quando il sagro mi-
sere rieletto, riuscivano del tutto inutili, nistero lo esige. Di ol'avea dotato del dono
giustamente persuasi i padri, che la sua di conoscere il segreto de'cuori,onde soven-
esemplarità e osservanza avrebbe dato te vedeva quanto i penitenti dimenticava-
spirito, indirizzo e norma a tutta la con- no volevano tacere. Il duca di Savoia Vit-
gregazione di Torino. Era effettivamen- torio Amedeo 1 1 ,poi re diSardegna,l'elesse
te un perfetto ritratto di s. Filippo, che per suoconfessore,ma egli atterrito da tale
animava e reggeva suoi figli. Ma la dol-
i incarico procurò di esimersene, e noti l'ac-
cezza della carità, con cui regolava non , cettò finalmente che con ripugnanza e do-
impediva che fosse a tempo e luogo in- po molte preghiere, e col consiglio de'pa-
trepido ed inflessibile. Voleva infatti, che dri deputati. Il rea! principe sotto la sua
le regole e l'osservanze dell'istituto si e- direzione operò moltissime azioni di pietà
seguissero da' padri e da'fralelli con tut- e di beneficenza, che lo resero illustre ne'
ta l'integritàed esattezza. Ne' casi dubbi suoi domiuii e presso l'altre nazioni. An-
n a
della regola s'indirizzava n Pioma consul- che le reali principesse M. Adelaide e M.
tando i padri più illuminati e insigni di Luisa sue figlie vollero esserne penitenti,
quella congregazione madre e modello di le quali per la direzione di lui divenne-
tutte le altre, e conforme alle risposte di- ro specchi di virtù e di cristiana perfe-
rigeva se stesso e l'istituto torinese. Quan- zione,onde deposto ogni fasto mondando,
tunque fosse fornito di tutte le qualità ne- spesso comparivano nella chiesa della
cessarie per un ottimo confessore, non- congregazioue e cou edificazione della
dimeno sul principio non ardi d'ingolfar- città si confessavano dal beato nel suo
si in tal ministero,
che pareva alla sua pubblico confessionale. Divulgatisi i do-
grande umiltà troppo arduo e difficile; ni e le virtù di lui nel dirigere l'anime,
ma temendo d'errare con pregiudizio del- concorrevano a'suoi piedi da tutte le par-
l'anima propria e dell'altrui, l'esercitò a ti persone d'ogni genere, grado e condi-

poco a poco, e si raccomandò all'orazio- zione. Così per Io spazio di tanti anni gua-
ni di molli, e ne chiese consiglio. Persua- dagnò a Dio anime senza numero, ed in
so poi ad esporsi a sentire le confessioni mezzo all'apostolico ministero non dimen-
d'ogouno con più frequenza, fu così as- ticava i saggi proponimenti, che si avea
siduo, che dall'aurora fino all'ora della proposti assumerne l' esercizio. Te-
uell'
mensa rimaneva nel confessionale, impie- neva per prima di sue massime quella
gando gl'intervalli liberi nella recito della ohe per riuscir beue uell'impresa d'aiu-
VAL VAL 4i
tare l'anime, bisogna attendere seriamen- vanno per la città die alla luce un libret"

te alla propria perfezione, e questo sen- to di dottrina cristiana intitolato: Breve


timento insinuava quanto poteva a' sa- istruzione alle persone semplici. All'i-
cerdoti, che per commissione degli arci- struzione de' carcerati prestò lo stesso uf-
vescovi approvava per le confessioni. At- ficio stampando un volumetto che porta
tese al sagro ministero d'annunziare quo- il titolo: Esercizi cristiani proposti a' car-

tidianamente nella propria chiesa la di- cerali. Finalmente pe'soldati impiegò la


vina parola, secondola consuetudine del- stampa d' una profittevole operetta che
l'istituto, con tutte le virtù proprie degli intitolò: Modo di santificare la guerra.

uomini apostolici,non solo in detta chiesa, Egli fece pur gran bene nelle valli di
ma nell'altre ancora, ne'conservatorii, ne- Lucerna, molto popolale dagli eretici
gli" spedali, nelle carceri, negli oratori'), Valdesi. Essendosi già per opera sua
ove dopo aver istruita la gente rozza co' assai ivi aumentalo il numero de'catto-

catechismi , d' ordinario faceva qualche lici, bisognava provvederli di nuovi pa-
discorso morale a lutti i congregati. E seb- stori, fabbricare nuove chiese, e ristora-
bene dalle monache, da' direttori delle re o ingrandire l'antiche, e l'une e l'al-

confraternite e da' superiori de' regolari tre fornire di sagre suppellettili. Ne fu da-
fosse invitato a predicare, ed egli facen- ta dal duca la commissione al beato, il

dosi tutto a tutti vi andasse, tuttavia non quale volentieri l'eseguì con prontezza e
sembrandogli appagato il suo zelo ed il diligenza. Si trattenne in quel paese 8
bisogno dell'anime, or sermoneggiava nel- giorni, girando sempre per le valli epe*
le pubbliche piazze, or andava nel distret- monti, animando i fedeli, predicando e
to della parrocchia di s. Eusebio e in al- distribuendo limosine. Ordinate nel tem-
tre cappelle campestri, e que' contadini po stesso pubbliche preghiere, accrebbe
l'udivauo quale angelo del paradiso. As- la divozione alla B. Vergine, e lasciò dap-
sunse quest' esercizio ne'primi anni, e noi pertutto perenni memorie di sua fede e
lasciò mai sino alla morte, beuchè ottua- zelo. Nel suo ritorno die al monarca la
genario, e decorato degli uffizi d'esami- notizia di quanto avea osservato , e fu
natore sinodale, consultore della s. inqui- pienamente provveduto a ogni cosa. Si
sizione e confessore regio. 11 suo ragiona- assegnarono i sagri pastori, si ristoraro-
re era semplice e schietto, appoggiato al- no e si fabbricarono le chiese, fu protet-
le divine Scritture e alle sentenze de' ss. ta la religione cattolica contro 1* eretica
Padri, adattandosi al bisogno e alla ca- pravità de'valdesi,ed in ogni luogo si spar-
pacità dell'uditorio cou un metodo facile sero libri di catechismo cattolico, com'egli
e condotto da un retto raziocinio. La san- avea inculcato. Divolissimo di s. Filippo
tità della vita dava forza e virtù alla sua Neri, nell'aspetto (come si può vedere nel-
voce, che riscaldata dal fuoco dell'amor la stia immagine) e nell'azioni appariva a
divino ammolliva i cuori più duri e li in- lui del tutto somigliante, oude fu chia-
fervorava alla pratica delle virtù ed all'o- mato il s. Filippo di Torino. Quando
dio del peccato con mirabili conversioni. quell' apostolo moderno di Roma fu e-
Da certissimi fatti desùme, che lo spi-
si letto nel 1695 comprotettore di Torino,
rito di Dio realmente lo animava ne'suoi il beato si adoperò con sommo zelo per
ragionamenti. L'esercizio nelle virtù teo- accrescere in tutti la fiducia e la divo-
logali, nelle virtù morali fu tale che tro- zione verso il santo. Un giorno che Vit-
vatesi in grado eroico gli meritarono l'o- torio Amedeo li voleva in ogni modo no-
nore degli altari. Non fu contento d'am- minarlo all'arcivescovato diTorino,il bea-
maestrare colla voce, ma aggiuuse altresì to gli disse." Pare a Vostra Altezza reale,
lo scritto, e per istruire i poverelli che che un pretazzuolo, i cui parenti zappa-
42 VAL V A L
i»o la terra,abbia da esser l'arcivescovo lento di riceverlo. Avendo bisogno il

di questa sua metropoli ?


" Per esentarsi beato di espettorare, duca gli porse la il

dalla dignità fece anche venire da Verdu- sputacchiera, e gli nettò con un panno-
no un suo fratello vestito come lavorava lino le labbra; e siccome volevasi impe-
la campagna, e cosi lo presentò al sovra- dirglielo, disse il duca Ancor io so fare :

no. Ma vedendo, che questi ingegnosi ar- qualche, volta V infermiere. Nel volergli
tifizi, suggeritigli dalla sua umiltà, a nulla sentire il polso ,
gli baciò la mano, rac-
giovavano, si rivolse con più fervorose comandandosi con tutta la famiglia alle
preghiere a Dio, e finalmente gli riuscì sue orazioni. Il venerabile vecchio, con-
d'indurre monarca a nominare un al-
il fuso a questi segni d'onore e di riveren-
tro all'arcivescovato, onde ne rese solenni za del suo sovrano, gli disse: Aver sem-
grazie alla divina bontà. Logorodagli an- pre pregato per lui e reale famiglia, pro-
ni e stendalo dalle continue fatiche, si ap- mettendo far lo stesso dopo morto. Pe-
prossimò al fine de' suoi giorni e al con- rò gli raccomandò di sollevare sudditi i

seguimento della gloria del paradiso, a dalle miserie che pativano per le guerre,
cui furono mai sempre rivolti tutti suoi t e a" intendersela sempre di stare unito
alfetti. Egli avendo passalo il tempo del- col Vicario di Gesù Cristo, te vuole che
la sua vita tra gli spaventi de'divini giu- Dio fé liei ti se t la sua reale famiglia ed
dizi, ei timori di sua eterna salvezza, tra il suo stato. Rispose il duca: Sì, mio Pa-
le desolazioni e aridità di spirito, come dre,sìj licenziandosi colle lagrime agli oc-
siapprende da un prezioso niss. di sue chi. Il servo di Dio con tale esortazione,
memorie, inlento continuamente a pro- fece allusione alle vertenze che il prin-
muovere la gloria di Dio, indefesso ne- cipe avea colla s. Sede, che namai, come
gli esercizi dell'istituto e del santo mini- redi Sardegna^.). Durante la malat-
stero, giunse per mezzo delle sante sue tia volle più volte confessarsi, e la mat-
tribolazioni e delle luminose sue virtù ad tina de'27 gennaio 17 io si comunicò sa-
acquistare un totale distacco dal mondo giamentalujente, con fervorosi affetti di
e un'intima unione della sua metile e del pietà , domandando perdono a Dio de'
suo cuore con Dio, come scrisse al car- suoi [leccati, e a' padri della mala edifi-

dinal Colloredo filippino suo protettore cazione, invitandoli a pregar per lui. Nel-
camico. Avvicinandosi al termine del vi- la sera de'28, innanzi di ricever l'olio san-
ver suo si sgravò del carico di regio con- to, volle esser benedetto colla corona di
fessore, ma non gli riuscì di lasciar quello s. Filippo, e premessele litanie della Ma-
di preposilo di sua congregazione. Predis- donna ed altre Ad istanza de'padri
preci.

se in diversi modi e in varie occasioni la e fratelli, li benedisse come preposito tene-


sua morte, che fu cagionata da una vio- ramente, raccomandando loro la pace, la
lenta costipazione, la quale derivò dalla carità, il buon nome della congregazio-

sua carità e dall' esattezza sua singolare ne, di cui era stalo pressoché il fondato-
alla connine osservanza dell'istituto. 1 me- re. Con brevissima agonia, senza turba-
dici nel principio non crederono perico- mento, la mattina del 3o volò la sua bel-
loso il male, ma presto disperarono del- l'anima a ricever la corona dell'esimie
la guarigione. Non amando visite per vo- sue virtù e il premio di tante apostoli-
ler conservare l'intima sua unione con che fatiche, ili età ti' 8 1 anni meno 3<)
Dio, co'suoi più divoti^sbrigavasicon po- giorni. Appena lo seppe duca di Savoia, il

che parole, suggerendo loro qualche pio esclamò: Io ho perduto un grande ami-
sentimento. Lo visitò Vittorio Amedeo li co, la congregazione un gran sostegno,
due volle, ne volle entrare nella sua ca- e i poveri un gran protei torce padre. E-
mera senza prima avere inteso s'era con- gualmeule ne fu dolente la corte e la cit-
VAL VAL 43
là di Torino. Tutti accorsero in folli a finmicello Esgueva o Esqueva, clwe quivi
baciar la mano ad un santo dicendosi , si divide in due rami, i quali si varcano
eli era morto un s. Filippo. Il suo corpo sopra parecchi ponticelli, e sulla sponda
fu collocato in due casse sigillate iti più o Pimerga, che la
sinistra del Pisuerga
parli col sigillo arcivescovile, e tumulalo bagna versa nord e 1' ovest, e si valica
il

nel sotterraneo della propria chiesa, l'è' sopra un ponte di pietra ili 10 archi. Le
doni e grazie soprannaturali, di cui fu il- proposizioni concistoriali la chiamano
lustralo da Dio Sebastiano Vaine
il b. V allisoletumCastellae Veteris c'witas,
in vita e dopo morte, pe' miracoli ope- in quanto che il regno di Leon fu unito
rati da Dio a sua intercessione, fu intro- a quello di Casliglia Vecchia , ma pro-
dotta la causa per la sua cauonizzazione priamente Valladolid è nel detto regno
da Pio VI ueli784; riconosciute le vir- di Leon; l'ultima poi aggiunge: quatuor
tù in grado eroico e approvati due mi- mille circiter continet domus, eamque
racoli, Pio Vili neh 83o decretò potersi octo familiarum milliafere inhabitant.
a
procedere alla solenne beatificazione, la E pur sede del capitano generale di 2.
quale neh 83 decretò Gregorio XVI, e
i classe, d'una grande cancelleria e tribu-

indi fece celebrare solennemente nella ba- nale di giustizia, d'una intendenza e del-
silica Vaticana a' 3t agosto 1 834 con
» l'altre autorità della provincia. E' gran-

quella decorosa pompa ecclesiastica de- dissima avuto riguardo alla sua popo-
70 del Diario di Roma e
scritta dal n.° lazione, ed ha una cinta murata aperta
dal supplemento al n.° 74- U p. Seme- da 6 porte, e da due sobborghi, Overue-
ria prele della congregazione dell'orato- la e Cisterniga. Diverse sue vie sono di-

rio, nella Storia della chiesa metropoli- ritte e larghe, ma in generale male insi-

tana dì TorinOy a p. 387, descrive la fe- nuiate e poco pulite; la maggior parie
sta della beatificazione del veti. Sebastia- delle case sono antiche epoco notabili per
no Valfrè celebrata nella chiesa de'fìlip- 1' architettura, ma
ha v vi una quantità
pini a'2 giugno, premesso un soleune tri- di case grandi chiamate palazzi, che an-
duo, dopo essere stale riconosciute le os- nunziano l'antico splendore di questa cit-
r
sa del bealo dall'arcivescovo mg. Frau- tà e oggi sono in buona parte abbando-
soni e collocate nell'altare. Abbiamo il nale; i re vi hanno anch'essi un palazzo
Compendio della vita del beato Seba- di bella architettura, che spesso sono ob-
stiano l'alfre della congregazione del- bligati restaurare per impedire che toc-
l' Oratorio di Torino^ Roma 1 833. Vita chi la sorte di quelli de' grandi di Ca-
del beato Sebastiano Valfrè della con- stiglia. Tranne alquante chiese e conven-
gregazione dell' Oratorio di Torino^de- ti, ben pochi altri edilìzi si trovano degni
dicata alla Santità di N. S. Papa Gre- d'essere ricordati. Tra le pubbliche piaz-
gorio XVI, Roma 834. La 1 fesla del b. ze osservasi da un capo della città il Cam-
Valfrè, Gregorio XVI la stabili a' 3o po Grande e nel centro la piazza Mayor;
gennaio. quel i.° è regolare e di grande estensio-
VALLACCIIIA. V. Valacchia. ne, cogli edilizi che lo circondano senza
VALLADOLID o VAGLIADOLID uniformità e di cattivo gusto; la piazza
(Vallisoletan). Città con residenza ar- Mayor, quasi quadrata, è anch'essa gran-
civescovile di Spagna nel regno di Leon, dissima ed ornata in tutte le sue faccie
capoluogo della provincia del suo nome, di case con 3 ordini di balconi e loggie,
distante 27 leghe da Burgos, 22 da Sa- sostenuti da portici spaziosissimi portati
lamanca e 37 da Madrid. E' situata in da colonne e pilastri, e l'interno di que-
una gran pianura circondala da colline sta piazza serve di mercato; quivi è si-

in parte calcaree e in parte gessose, sul tuato il palazzo civico, più notabile per
44 VAL VAL
la grandezza che non per la bellezza del- nolrofio ne fu fondatore il prete Alfonso
l'architettnua, e porta la data della fine de Guevara e altri chierici , e Clemente
del regno di Filippo IV. Vi sono 3 pub- VII T col breve Esposcit Pasloralis ofjì-
blici passeggi, e quello fuor della città è cii, de'i4 agosto 1592, Bull. Rom.X. 5,

il più frequentato. Vagliadolid gode d'un pai*. i,\).3j5:ScnTinariumPucllarum()r-


clima salubre, ma assai freddo e umido phanarum Vallisolcti Palcntinae dioc-
nell'inverno; manca nell'interno dell'ac- cesis, illiusque res t etbona quaecum-
qua potabile, non essendovi che 3 fon- que jurisdictioni ordinarli, ac regimini
tane. L'antica cattedrale, ora maestosa adniinislratorum subjiciunliir. Innanzi
metropolitana, era anticamente un'abba- l'ultime e deplorali politiche vicende, in
zia di s. Benedetto, fondata nel i i 1 8; ven- Valladolid eranvi 41 conventi di religio-
ne secolarizzata nel 1^97 quando vi fu si e 2 1 di monache.lra'primi distinguen-
stabilito il vescovato. Questa metropoli- dosi quelli de'domenicani, de'fraucescaui
tana è un edilizio solido, ampio , di do- e degli agostiniani. Le lettere, le scienze

rica architettura, eretto da Filippo II, e eie arti, da lungo tempo coltivate e con
sarebbe uno de'più bel li edilìzi della Spa- buon successo in questa città , vi tengo-
gna se fosse terminato. Si gloria del ti- no alcuni belli stabilimenti. L'università,
tolo della B. Vergine Assunta in cielo, una delle più antiche del regno, vi attrae
ha il baltislerio e la cura d' anime, e vi gran numero di studenti e produsse de'
si venerano molte reliquie di santi. L'an- giureconsulti rinomati; l'accademia del-
tico capitolo si componeva di 6 dignità, le belle arti è anch'essa molto frequen-
1

lai. delle quali era il decano, di 19 ca- tata. Vi si contano 8 collegi : quello di s.

nonici comprese le prebende del teologo CruZjfondato dal cardinal Pietro Gondi-
e del penitenziere, de'quali 5 coll'intera salvo de Mendoza, è uno de'6 principali
prebenda e gli altri godenti la metà di del regno; magnifica n'è l'architettura, e
essa, dimidii porlionariij non che di io la biblioteca contiene edizioni antiche e
cappellani, e di più sacerdoti e chierici mss. preziosi. Mentre era il cardinale lito-
addetti al servizio divino. Il presente ca- lare della chiesa di s. Croce in Gerusa-
pi tolo,in conseguenza del concordato con- lemme di Roma, in essa si trovò una par-
il Papa Pio IX e la Spagna (F.)
cluso tra te del Titolo della ss. Croce[F.), ivi rin-
neli85i, e della lettera apostolica Ad chiusa 1000 anni prima dall' imperatore
Vicariami de'9 settembre, si forma del- Placido Valentiniano II; così in onore
la 1
."
dignità del decano,delle dignità del- della ss. Croce, di cui era profondamente
l'arciprete, dell'arcidiacono, del cantore di voto, fondò il detto collegio e un ospe-
e prefetto di scuola, e del tesoriere; di 4 dale in Toledo, di cui era arcivescovo, a-
canonici de officio, cioè magistrale, dot- vendo io rilevalo nella biografia del car-
torale, lettorale e penitenziale; di 24 ca- dinale col Cardella,che tanto presso il

pitolari o canonici de grada, e di 20 be- collegio che presso 1' ospedale nasceva
neficiati per la divina ufliziatura. II pa- spontaneamente un'erba colla perfettis-
lazzo arcivescovile manca, ma già il go- sima figura della croce. Affermano con-
verno regio ne ha ordinala la costruzione. cordemente gli storici, che essendo il car-
Vi sono altre 14 chiese parrocchiali e mu- dinal Mendoza gravemente infermo, si vi-
nite del s. fonte, in generale ben ornate ;
de sopra la sua camera una splendida
una casa o convento di regolari, numerosi Croce, la quale non disparve finché il pio
monasteri di religiose, 4 ospedali, diver- cardinale non rese l'anima a Dio, il che
sisodalizi con oralorii, l'orfanotrofio va- avvenne in Caracca nel i49^« nl Valla-
stissimoe ottimo, il monte di pietà, e il dolid fiorirono 3 collegi per le missioni a
seminario con alunni. Quanto all' 01 fa- postoliche. 11 i.° si deve allo zelo del p.
VAL VAL 4>
Michele Vives eremitano ili s. Agostino, Spagna nella persecuzione della veneran-
che fondò un collegio di missioni , con da compagnia vicari apostolici della
, i

apostòlica e regia approvazione. I colle- Scozia presero le opportune provvidenze


giali erano destinali a predicare il Van- perchè le rendite del collegio non fossero
gelo agl'idolatri dell'isole Fdippine.Gl'in- ad altro uso distratte, diverso da quello
glesi pure vi avevano un collegio sotto il che si era il fondatore proposto. Supera-
titolo di s. Albano martire, fondalo nel ti grandi ostacoli, si ottenne l'intento me-
1 56g da Filippo II, e vi si ricevevano an- diante l'intervento di molti insigni per-
co gl'irlandesi. Ne fu data
la cura •'gesui- sonaggi. In origine il collegio era stato
ti,ed era stalo approvato da Clemente fondato in Madrid, e fu trovala vantag-
Vili col breve Cum nullum firnùusprae- giosa la traslocazione in parte della casa
sidium òe'3 novembre 592, Bull. Rom.
t
1 de'gesuiti di Valladolid, pel suo dolce cli-
t. 5, par. 1, p. 4 02. Avea ricche rendite, ma, per la sua abbondanza e per la sua
manteneva perciò molti alunni, quali i quiete, e come casa propria alla coltura
prestando il giuramento non si obbliga- delle lettere e della pietà. Vi erano i5
vano a non entrare in qualche ordine re- collegiali, che emettevano il solito giura-
ligioso. Sul principio della fondazione 20 mentOjed aveano regole conformi a quel-
alunni di questo collegio ritornando in le de'collegi pontificii di Roma. 11 rettore
Inghilterra vi subirono il martirio. De* dovea scrivere annualmente alla
lettera
cadde dal suo splendore questo pio sta- s. congregazione di propaganda fide sul-
bilimento quando fu tolto a'gesuiti, e ne lo stato del collegio. Vi erano due pro-
seguì un notabile danno. Dispiaceva che fessori spediti dalla Scozia da' vicari apo-
si continuasse a dirigere da' gesuiti ,
per- stolici. Inoltre il rettore era munito di
che gli alunni più. ingegnosi sapendo be- ampie facoltà per presentare gli alunni
ne ammirare l'esemplare e benemerita alle congregazioni, e per assolvere anco-
compagnia di Gesù facilmente doman- , ra ne'casi riservati dalla bolla in Coenne
davano farvi parte. Il rettore,ollre le mol- Domini, ed Verso il 1390 Giovan-
altre.
te facoltà riguardanti le ordinazioni , a- ni I re di Castiglia fondò in Valladolid
vea anche quella di assolvere gli alunni il celebre monastero di s. Benedetto, det-

dalle irregolarità per essere nati da ge- to perciò il Reale, nel luogo ov'èTa l'an-
nitori eretici. A questo collegio essendo tica cittadella. Lo spirito dell'istituto da'
stati riuniti quelli di Madrid e di Siviglia suoi monaci vi fu esemplarmente man-
nel 768 e
1 nel 1770, vi si potevano man- tenuto costantemente, per cui servì di mo-
tenere 20 alunni. Il collegio di Madrid dello ad altri monasteri di Spagna, i qua-
per gl'inglesi era sotto l'invocazione di s. li uniformandosi a'suoi usi e pratiche, co-
Giorgio, ed i suoi beni, consistenti iu ca- me a loro capo si assoggettarono, inclu-
se nella città di Madrid, furono cambia- sivamenle al rinomatissimo monastero e
ti in vigne nelle vicinanze di Valladolid. santuario della Madonna di Monserralo,
11 collegio di Siviglia era sotto l' invoca- di cui parlai nel vol.LXVHI, p. 43eseg.
zione di s. Gregorio I Diagno 3 fondalo Questa riunione di monasteri formò la
nel 1 592 dalla s. Sede per le missioni d'I n- congregazione benedettina diSpagna, det-
ghilterra e dotato da're cattolici, e dopo ta comunemente di Valladolid. Tutti i
chei gesuiti cessarono di governarlo, ven- monasteri erano governati dal priore di
duti i suoi beui, il ricavato fu rinvestilo quello di Valladolid, come generale del-
in Valladolid. Il 3.° collegio che esisteva la congregazione, a cui Alessandro VI
in Valladolid era per gli scozzesi. Fu fon- die il titolo d'abbate. Questo Papa inol-
dato da un cavaliere della Scozia, e venne tre ordinò, che fosse eletto da'religiosidel
affidalo a'gesuiti, i quali licenziali dalla monastero di Valladolid , e che V eletto
46 VAL VAL
fossecapo, visitatore e riformatore ge- poesia e letteratura Pedro Lopez, G. Lo-
nerale ili tutta la congregazione. Dipoi mas Cantoral, Antonio Sanchez lineria,
Paolo IV prescrisse i regolamenti per la Alfonso Lopez, Gabriele del Corrai, F.
convocazione de'capitoli generali, a'quali Grancian-y-Fernando JNugnfZ. |Tra gli
dovevano intervenire tutti i superiori de' Miguel de Herrera, F. L. de Mi-
storici d.

monasteri per procedere all'elezione del randa, F. Alfonso Maldonado. Il giuris-


generale, l'uflizio del quale da a anni fu perito Vasquez Menchaca. 11 dotto an«
prolungato a /\. Anticamente vestivano liquario Floranes, ed pittori Antonioi

abito color tanè e scapolare nero, ma Pereda, e Filippo Gilde Mena. Ed in que-
Paolo HI gli obbligò a conformarsi al- sta città,secondo la più comune opinio-
l'abito de' cassinesi. Per le politiche vi- ne finì di vivere il benemerito e cele-
,

cende, soppressi i monasleri, si sciolse la berrimo scopritore dell' Americhe, Cri-


congregazione benedettina di Vallado- stoforo Colombo de'conti e signori di Cuc-
lid. Vi si trovano società economiche e caro, a'20 maggio i5o6. Il suo corpo fu
di carità, una caserma di cavalleria e 3 condotto a Siviglia nella chiesa de'certo-
di fanteria, ed il teatro. Valladolid una siili,donde venne trasferito nella cappel-
volta opulenta per la sua industria e pel la maggiore della cattedrale di s. Domin-
commercio, è in oggi molto decaduta, né go all'isola Spagnuola in dmerica, come
più possiede clie alcune fabbriche di sta- in tale articolo e altrove narrai col Can-
migne, di cappelli, di fettuccie di seta, cellieri. Finalmente, nel 1797 le spoglie

di tessuti di filo, di lana e di cotone, di di Cristoforo Colombo vennero traspor-


stoviglie di terra , di paste d' Italia , di tate all'Habana città principale dell'iso-
cioccolata, di confetti e profumi, di lavo- la di Cuba , ossia Avana (ove con altri

ri di filagrana; e ne' dintorni cartiere e le dissi trasferite nel 182 1)0 s. Cristofo-
concie di pelli. Il commercio consiste qua- ro de Avana (V.) , e depositate vicino
si per intero di consumo locale, né può alla tribuna della cattedrale. Quello che
diventare importante se non si rende na- accadde ad Omero, a Plinio il Vecchio ,
vigabile la Piraerga (ino al suo confluen- a Catullo, a Petronio Arbitro, al Papa
te col Duero , che non è lontano più di Urbano V ed a molti illustri antichi e
due leghe. Di poco conto sono l'annue moderni, essersi cioè disputato sul luo-
fiere , la più frequentata essendo quella go che li vide nascere, avvenne pur an-
de'29 settembre. Tuttavia il gran nume- co all'intrepido, al costante, al generoso
ro di alfari contenziosi riservati alla can- scopritore del nuovo mondo; a quel ge-
celleria di Valladolid, quelli che concer- nio che segnò una novella via alla reli-
nono al capitanato generale della Casti- gione e al commercio. Non si fa più que-
glia Vecchia e all'intendenza dell'eserci- stione sul luogo della patria del grand'uo-
to, Pafllueoza degli studenti, e il passag- mo, certo essendo genovese, come della
gio continuo di viaggiatori e negozianti sua nobile stirpe. L' illustre suo discen-
r
che recami a Madrid, danno a questa cit- dente e ultimo rampollo mg. Luigi Co-
tà un aspetto d'operosità e di movimen- lombo, protonotario apostolico parteci-
to. E patria di gran numero di perso- pante e segretario della s. congregazione
naggi celebri. Filippo II dal potentissimo dell' Indulgenze e ss. Reliquie , lo provò
imperatore Carlo V quivi sor fi natali, i eruditamente con documenti nella sua
e mostrando per Valladolid predilezione, bell'opera, che indicai nel voi. LXVIII,
le die il titolo di città, sovente nel palaz- p. 1 14, ignorandone l'autore,che per mo-
zo regio vi tenne la sua corte, vi adunò destia nascose il suo nome; come pure
le cortes, la beneficò in più modi e vi fe- provò che la nobile famiglia Colombo si
ce erigere la sede vescovile. Fiorirono in divise iu 3 rami, cioè de'conti di Cucca-
VAL V A L 47
ro nel Monferrato, di Coccoleto, ede'due za non poter essere senza virtù e senza
di Piacenza. I due ultimi rami estinti, su- religione ". La stessa Civiltà Cattolica,
perstite deli. è l'encomiato ligure e vir- serie 3.*, t.g, p. 106 e 148, annunziò e poi
tuoso prelato, della cui rinomata opera alquanto ragionò dell' opera: Ciistoforo
si Inumo già 4 traduzioni in diversi idio- Colombo. Storia della sua vita e de' suoi
mi. Tuttociò che riguarda gli uomini ce- viaggi, sull'appoggio di documenti au-
lebri e che si resero benemeriti dell' u- tentici raccolti in 1 spagna ed in Italia,
manità è sempre caro e importante di del conte Rosei ly de Lorgues, volgariz-
sapere; specialmente ove si producano zata per cura del conte Tullio Dandolo,
«uovi argomenti, e si tratti la questione Milano 1 857.I dintorni di Valladolid pro-
in guisa da più non lasciar luogo ad op- ducono grande abbondanza di grani e vi-
posizione. Del magnanimo Colombo poi, ni, sommaco (arboscello di cui si fa la pol-

mai ne parlerà abbastanza, sia per la


se vere per conciar corami) e legumi eccel-
grandezza della sua stupenda scoperta, lenti. La provincia di Valladolid occupa
feconda di meravigliose conseguenze, sia la parte occidentale della Spagna, ecom-
e principalmente pel suo vivo ed eroico ponesi di varie parti separate, tra cui la
sentimento crislinno,che mirava colle sco- principale, quella nella quale trovasi la
perte di nuove terre a dilatare le glorie città omonima, è la più orientale, ed in
del Redentore. Egli è per tutto questo,cbe cui si concentra tutta l'industria. Nella
mi riesce sempre piacevole, nell' oppor- nuova divisione del regno, decretala dal-
tunità che presenta la storia, di ritorna- le Cortes del 1822, la provincia di Va-
re a dire onorevoli parole, su chi il tempo gliadolid era ripartita tra quelle di Va-
e la posterità rese doverosa e luminosa gliadolid, Leone, Zamora, Segovia, Pa-
che gli è dovuta. Del-
giustizia, e la gloria iencia e Burgos. Valladolid o Vagliado-
1 opera in discorso, cioè Patria e biogra- lid, Pintia e quindi Valli soletum , rag-
fìa del grande ammiraglio D. Cristofo- guardevole città nel 625 edificata da
ro Colombo scopritore dell' America, goti, fece parte del Leone, il qua-
regno di
diedero contezza e ragione il Giornale le nella prima metà del secolo XI 11 fu
ditìoma deh 8 54 a p- 768; e la Civiltà riunito al regno di Castiglia Vecchia,
Catlolica 3 sev\Q 2.% t. 7, p. 4 ^.Quest'ul- la quale verso il fine del XV secolo si

tima che ne parla con più estensione, con- trasfuse colla monarchia di Spagna, on-
clude colle seguenti notabili parole. •'Que- de Valladolid ne seguì destini e le vi- i

sto italiano non fu grande a caso, ma di cende politiche. Un tempo Valladolid ap-
meditato consiglio : non produsse beni partenne a 'conti d' Urgel. Il conte Er-
passeggeri, ma durevoli, e quello che più mengaldo Vili morendo nel 1208, con
monta ebbe la religione a movente de' suo testamento legò la metà della città
suoi vasti disegni (e lo ripetei anche io di Valladolid,che gli apparteneva dal lato
in più luoghi), la religione a consigliera di sua madre nipote del conte di Bar-
ed a conforto nell' attuarli, la religione cellona, al Papa lunocenzo HI, non che
a consolatrice nelle immeritate sventu- la feudal dipendenza dell'altra metà, a
re. Or che di quest'uomo molte città d'I- condizione che facesse eseguire il suo te-
talia si contrastinola gloria, chi ben con- stamento. Ma l'unica figlia del conte e sua
sideri, lungi dall'essere indizio di gret- erede Arembiax, maritatasi con d. Pie-
tezza municipale, è seguo d'animi capa- tro infante di Portogallo, venuta a mor-
ci di stimarne i pregi, e può essere spe- te nel i23i, lasciò alio sposo la conle-i
ranza che dove s* ambisce il vanto di a- d'Urgel colla città di Valladolid e le si-

vetlo a cittadino, colà eziandio si radichi gnorie che le appartenevano. Il celebre


questa verissima senteuza: vera grandez- Ferdinando li re d'Aragona in Vallado-
48 VAL VAL
lid impalmò nel i4^9 ' a celebratissima di Salamanca. Nel 1 785 Emanuele Gioac-
Isabella 1 regina di Castiglia, operando- chino Maron , d' Almazan diocesi di Si-
si così la riunione delle Spagne. Nel 1 856 guenza. Nel i8o3 Vincenzo de Soto-y-
si stabilì, che i lavori della strada ferra- Yalcarce, di s. Giovanni de Ruitelar dio-

ta da Valladolid a Burgos sarebbero co- cesi diLeon. Dopo alcuni anni di sede
minciali in breve. vacante, nel 1824 Giovanni Baldassare
La sede vescovile, ad istanza di Filip- Toledano, di Villa di Campillo abbazia
po II re di Spagna, l'eresse Papa Cle- di Medina diocesi di Valladolid. Per sua
mente Vili con bolla dell'i r settembre morte, Gregorio XVI nel concistoro de'
1.595, formandola diocesi col territorio 28 febbraio 83 1 1 dichiarò vescovo Giu-
dismembrato da quella di Palencia, di- seppe Antonio Piivadeneyra della dioce-
chiarandola sulTraganea della metropo- si di Lugo nel regno di Galizia, già per

litana di Toledo; indi l'ingrandì con ag- più. anni parroco e dottore in sagri cano-
giungervi la città e luoghi di Medina del ni,da Leone XII fatto uditore di Rota
Campo V), col breve Utgratiae aposto-
( per la Spagna a' io dicembre 1827, en-
licae, de'28 febbraio 1602, Bull. Rom. comiandolo il Papa per gravità di ottimi
t. 5, par. 2, p. Oppidum Medina 4o6 : costumi, prudenza, dottrina, degno del-
delCampo, nonnulla gite Loca quaead E» l'episcopato. Dice la proposizione conci-
Àbbatem cjusdem Oppidi pertinebant,E- storiale, ac retentione offìcii Auditora-
piscopi Vallìsolelanì juris die l'ioni sub/e- tus Causarum Palatii apostolici sub ti-

età declora ntur. Per 1 .°


vescovo Clemen- tuloLocum-tenentisadSanctitatisSuae,
te Vili dichiarò nel 1 597 Bartolomeo de etSedis aposto licae beneplacitum. Morì
la Placa, canonico di Baca e di Granata, nel declinar di luglio 1 856. A suo tempo
trasferendolo dal vescovato di Tuy, e mo- il regnante Pio IX, in conseguenza del ri -

rì 1600. Suoi successori furono: Gio.


nel cordato concordato e della pur mentova-
Battista Arcebedo, dal 1 600 al 1 608; Gio- ta bolla Ad Vicariam , elevò la chiesa
vanni Quignones, poi trasferito a Sego- vescovile di Valladolid a metropolitana,
via; Francesco Sobrino, morto nel 16 17; e le attribuì per suiTraganei i vescovi
Giovanni Fernandez, professore di filoso- d'Avita, Astorga, Salamanca, Segovia
fìa nell'università di Vagliadolid stessa, e Zamora assegnando per mensa al nuo-
t

canonico diZamora, eletto nel 1 6 1 7, mor- vo arcivescovo i3o, 000 monete d'argen-
to due mesi dopo; Enrico Pimentel, in se- te o confermando la precedente
reali ,

guilo trasferito a Cuenca ; Alfonso Lo- tassa per ogni nuovo arcivescovo, di 2 5oo
pez, morto nel 624; Giovanni Torres O-
1 fiorini, registrati ne'libri della camera a-
sorio, morto nel iG32; Gregorio di Pe- postolica. La mensa de'vescovi da ultimo
d rosa, dell'ordine di s. Girolamo, gene- ascendeva a circa 8000 ponderimi ino-
rale del suo ordine e predicatore del re, netae illarum parlium pluribus pensio-
traslocato dalla sede di Leon, morto nel nis gravati. Pel 1

arcivescovo il medesi-
i633, ec. Le Notizie di Roma nel 174° mo Papa preconizzò nel concistoro di Bo-
1

cominciarono a registrare vescovi di i logna de' 3 agosto 1857, l'attuale mg.


Valladolid, con d. Giuliano Dominguez Luigi de La Laslra-y-Cuesta , di Cubas
di Toledo; indi riportano seguenti. Nel Sautander, che nel concistoro
i diocesi di
5
1 743 Martino Deìgado, di Belmaseda ar- de 18 marzo 852 avea dichiarato vesco- 1

cidiocesi di Burgos. Nel 1 754 Isidoro Cos- vo Orense , dalla qual sede lo traslatu
sio-y-Bustamante, di Guardo diocesi di alla nuova metropolitana, e nello stesso
Palencia. Nel 1768 Emanuele Robin de concistoro di Bologna gli accordò il pal-
Zelis, di Cabuerniga diocesi di Santan- lio arcivescovile. Nella proposizione con
der. Nel 1773 Antonio Gioacchino Soria, ciitoriale per la provvisione della chieda
VAL VAL 4$
d'Orense, il Papa disse dell'illustre prela- rocchie, alle decime de'religiosi e loro di-
to, essere dottore ne'sagri canoni, già ca- sciplina, al tempo d'amministrare la cre-

nonico dottorale della patria cattedrale, sima, al digiuno nella quaresima, «'ma-
poi della metropolitana di Valenza e vi- trimoni, alla simonia, alle rendile de'be-
cario capitolare, indi vicario generale del- nefizi, agli ebrei, a'mori maomettani ec.
l'arcivescovo della medesima; laonde per Furono altresì proibite, sotto pena di sco-
la sua dottrina, gravità, prudeuza, pro- munica, le purgazioni canoniche, e le pro-
bità ed altre estese cognizioni, il reputa- ve dell'acqua e del fuoco. Vennero final-
va degno della dignità episcopale. L'ar- mente scomunicati que' che citano da-
cidiocesi è ampia, si estende in lunghez- vanti a'tribunali secolari gli ecclesiastici.

za ai4 leghe, e 7 in larghezza, contiene Regia, t. 29, Labbé, t. r 1 , Arduino, t. 7.


1 3o luoghi, e le parrocchie sono munite VALLADOLID DI COMAYAGUA.
del ballislerio. Città con residenza vescovile nell'Ameri-
Concilii di Valladolid. ca meridionale, conosciuta più comune-
Il i.°fu tenuto uel 1 i3y, apud Val- mente da 'moderni col nome di Conici^
ium Oleti , e ne trattano le collezioni, yagua (/"'.). Alle notizie riferite, in tale
Regia, t. 28, Labbé, t.io, Arduino, t. 6. articolo aggiungerò, che vi si trasferì la
Il 2. si celebrò nel i 1 55 e fu provincia- sede vescovile di Truxillo (V.) di Gua-
le, e ne discorre il Pagi in tale anno. Il timala. Che vi sono 5 sodalizi, l'ospeda-
3.° neh 322 dal legato invialo da Avi- le, il seminario e altri istruitivi e benefi-
gnone dal Papa Giovanni XXII, cardi- ci stabilimenti. Ali. °vescovo successero:
nal Guglielmo di Godin vescovo subur- Girolamo di Conelia, trasferito nel 1 562
bi cario di Sabina.Riunì questo concilio, altrove; fr. Cerda dome-
Alfonso de la
che fu nazionale, ed in cui di suo ordine nicano, traslato a Charcas; fr. Gaspare
vennero pubblicati coll'approvazionedel d'Andrala francescano, morto nel 1612;
concilio 27 canoni, riguardanti conci- i fr. Alfonso Galdo domenicano; fr. Luigi

lii provinciali da tenersi ogni due anni, di Cagnizarez de'minimi; Giovanni Mer-
ed i sinodi diocesani tutti gli anni. Per- lo de la Fuente, nominato nel 648, ec. 1

tanto vi si dichiarò agli arcivescovi, che Le Notizie di Roma riportano i seguen-


se non tengono loro concilii almeno ad
i ti.Nel 1743 d. Francesco de Molina ba-
ogni due anni, l'ingresso della chiesa sa- siliano, di Sagedona diocesi di Cuenca.
rà loro interdetto, finche abbiano soddi- Nel 1750 Diego Rodriguez de Rivas-y-
sfatto la prescrizione.»Ogui curato avrà Velasco, della diocesi di Quilo. Nel 1764
iscritti in latino e in lingua volgare gli ar- Isidoro Rodriguez, di Mostolesarcidioce-
ticoli di fede, i precetti del decalogo, i si Toledo. Nel j6j Antonio Macar lil-
di 1

sagrauieuti, e ciò che riguarda i vizi e le la,diBenabarre diocesi diLerida. Nel 1773
virtù. Egli li leggerà nelle 4 leste solen- Francesco Giuseppe de Palencia , della
ni dell'anno al popolo, e le domeniche di citlà di Canarie. Neh 777 fr. Antonio di
quaresima. Quanto a' concubinari e al- s. Michele girolamino, di Revilla de Ca-

l'incontinenza de'chierici, che non cam- margo diocesi di Santander. Nel 1783
beranno condotta, saranno privati delle Giuseppe Antonio de Isabela, di Moron
loro rendite, e del titolo de'loro benefìzi, diocesi di Siguenza. Nel 1788 fr. Ferdi-
e quelli cbe non ne avessero, saranno di- nando de Cadinanos minore osservante,
chiarati incapaci di possederne". Vi fu di Vittoria diocesi di Calahorra. Nel 1 79^
inoltre provveduto a'doveri de'parrochi, fr.Vincenzo de Navas domenicano di
alla santificazione delle domeniche e del- Merida.Neh8i7 EmanueleGiuliano Ro-
le feste, a' falsi testimoni che sono sco- driguez, d'Almazan diocesi di Siguenza.
municati, a' benefizi e a' limiti delle par- Nei 1 844 Francesco di Paola Campoy-y-»
vo!. LXXXVHI. 4
5o VAL VAL
Perez cìi Cariogeno, già canonico curalo avendo ottenuto dalla munificenza diCar-
della cattedrale e vicario generale. Mei lo V come re diSicilial'archimandrilato

4 aprile 1 854 l'odierno mg.' Ippolito di Sicilia, rinunziòquel vescovato. Ebbe


Cassia no Flores. pure la legazione di Napoli, e la protei-
VALLADOLID DI MECHOACAN. toria dell'ordine de'minori , conferitagli
Città con residenza vescovile nell' Ame- da Clemente VII neh 523, il quale nel
rica settentrionale, conosciuta da'moder- i533 dal suo titolo presbiterale lo tra-
ni più volgarmente col nome diMccìioa- sferì al vescovato suburbicario di Pale-
can (J7 .)- Solo aggiungerò a quell'artico- strina, nel catalogo de'quali vescovi l'U-
lo, che per mot te del notalo ultimo vesco- ghelli si corregge d'avere registralo il car-
vo, il Papa Pio IX nel concistorode'3 ot- dinale in quellode' vescovi di Crotone nel
tobre i85o preconizzò l'attuale mg. 'Cle- 1 533. Uomo com'egli era di gran pru-

mente Munguìa,di Reyes diocesi di Me- denza e senno fornito, fu molto caro a'
choacan già canonico della cattedrale,
,
principi, ed a' Papi che se ne prevalsero
rettore del seminario, vicario generale ed con gran vantaggio negli affari più ardui
anche capitolare, dotto, grave, prudente, e rilevanti del pontificalo, e ne' quali si

probo e pieno d'esperienza. dice clie co'suoi lunghi viaggi arrivasse


VALLE RONCEAUX. Canonici re- fino nella Persia e in altre remote re-
golari. V. voi. VII, p. 257. gioni, ad oggetto d' apprendere i coslu-
VALLE DEGLI SCOLARI. Canoni- mide'popoli e delle nazioni, in tempo che
ci Regolari. V. voi. VII, p. 275. poco comuni erano siffatte intraprese ,
VALLE VERDE. Canonici regolari. a motivo della natura delle strade e de'
V. il voi. VII, 276.
p. mezzi per percorrerle. In Roma edificò il

VALLE (della) Andrea, Cardina- Palazzo della Falle (V.), che die no-
le. D'antica e illustre famiglia romana, me alla alla propinqua chie-
contrada e
ottenuto un canonicato di s. Pietro, colla sa di s. Andrea, non che al vicino tea-
carica di reggente della cancelleria, nel tro. Dopo essersi trovato presente a' con-

1496 promosso da Alessandro VI al


fu clavi di Adriano VI e Clemente VII, nel
vescovato di Crotone, e neli5o8 trasfe- i534 di 71 anni fu chiamato in Roma
rito a quello di Mileto, al quale compartì all' immortai vita, e rimase sepolto nella

non pochi benefìzi. Con questo caratte- chiesa di s. Maria d'Araceli, nella tomba
re intervenne al concilio di Laterano V de'suoi antenati, con breve epitaffio di cui
nel io 12 sotto Giulio II, che l'annoverò piò non rimane vestigio, ma riportato dal
tra'segretari apostolici. Indi Leone X nel- p. Casimiro, uelle Memorie della cldesa
la famosa promozione di 3 1 cardinali, il d'Araceli.
1 luglio 5 7 lo creò cardinale prete di s.

1 1 VALLEMANI Giuseppe, Cardinale.
Agnese al foro agonale, e nell'anno stesso Nato nobilmente in Fabriano a' 9 giu-
gli die I' amministrazione delle chiese di gno 1648 da Rinaldo Francesco e da
Caiazzo e Nicaslro, nel 1 5 8 quella diGal- 1 Maddalena de'conti della Genga, porta-
lipoli, neh 5i tosi a Roma nel fior degli anni, accop-
9 quelle di Sulmona e Val-
"va unite, e neli520 la sede d' Umbria - piò all'esemplarità de* costumi, maniere
tico. Lo stesso Leone X lo destinò nel piacevoli, tratto gentile, e qualche dot-
i52o arciprete della basilica Lateranen- trina, massime nell'indefesso studio della
se,ove nell'anno santo 1 525 apù e chiuse giurisprudenza, e poi fu aggregato a va-
la porta santa, ed abbate commendata- rieaccademie d'Italia e alla cittadinanza
Tre Fontane. Nel tempo stesso
rio delle romana. La fortuna gli aprì l'adito nella
venne nominato alla sede vescovile di corte del cardinal Emilio Altieri, già ve-
Malta, ma prima di prenderne possesso, scovo di Camerino, che nel 1670 eletto
V A L VAL jri

Papa Io dichiarò di 21 anni suo came- della Cartaginese Proconsolare nell'Afri-


riere segreto e poi eoppiere,canonico Va- ca occidentale, di cui parla Oliato Mile-
licano, e custode dell'archivio di Castel vitano, lib. 2, e altri, sotto la metropoli
s. Angelo. Introdotto quindi in prelatu- di Cartagine. Ebbe a vescovi: Bonifacio
ra, secondo Cardella nelle Memorie sto- donatista del 33o; Bonifacio cattolico, che
riche de Cardinalit da Innocenio XI ot- nel 4* 1 intervenne alla conferenza di
tenne la carica di segretario della con- Cartagine; Uestituto sottoscrisse al con-
gregazionede'riti,e poi di quella dell'im- cilio di Cartagine del 52 5. Morcelli, A-
munità (presso Colucci, Antichità pice- frica dir., t.i. Vallis, Fallitene uu ti-

ne, t.17, p. 164, parlando degli Uomini tolo vescovile in partibus, del simile ar-
illustri di Fabriano del Lancellotti , si civescovato di Cartagine, che conferisce
dice che Alessandro Vili gli conferì la la s. Sede.
1. "carica, Innocenzo XII la 2.
a
), nell'eser- VALLO (Valien). Città con residen-
cizio della quale, lungo a ca-
che fu assai za vescovile del regno di Napoli nel Prin-
gione delle differenze del ducalo di Par- cipato Citeriore, capoluogo di distretto
ma e Piacenza, contrasse il prelato gran- e di cantone. Siccome di recente è stata
dissimi impegni co'principi. Alla fine Cle- eretta in città vescovile, e sostituita per
mente XI, prima lo dichiarò segretario sede residenziale a Capaccio (F.), il cui
della congregazione della disciplina rego- vescovo s'intitola di Capaccio e Fallo,
lare, e successivamente Io consagrò arci- conviene che prima riparli di Capaccio
vescovo d'Atene, nel 706 Io dichiarò suo
1
e de'suoi vescovi, in aggiunta al suo ar-
Maggiordomo (^.) creò e riservò in pet-
;
ticolo. L'ultima proposizione concistoria-
to cardinale dell'ordine de'preti, pubbli- le del 1 845, cioè dopo la pubblicazione
candolo nel i.° agosto 1707 dopo circa 1 5 del mio oh aeris in-
articolo, rileva cani
mesi. Gli attribuì per titolo la chiesa di salubritatem a paucis colonis intuibile-
s. Maria degli Angeli , e lo ascrisse alle tur, atque dempta Cathedrali Ecclesia,
congregazioni del s. oflìzio, de' riti, del- nonnullisquc aedidus, in reliquis opini-
l'immunità, del buon governo, di propa- no diruta sit, Episcopo prò tempore in
ganda e di molte altre, e fino da'3i di- altero magis opportuno et ab antiquo ,

cembrei707 prefetto di quella de' riti; duobus fere milliariis distante dioece*
aggiungendovi la protettola de' minori seos loco, cui nomen Caputaquium No-
conventuali e loro collegio di s. Bonaven- vum, j'amdiu rcsidere solel: Ine quadrili'
tura, della cappella Sistina del Presepe gcntae domus , et bis mille ci re iter rc-
in s. Maria Maggiore, del collegio Mon- censcntar incolae. In Capaccio Vecchio
talto di Bologna, come trovo nelle Noti- era la cattedrale sotto l'invocazione del-
zie di Roma. Dopo essere intervenuto a' la B. Vergine Assunta in cielo denomi-
comizi d' Innocenzo XIII e Benedetto nata di Granata, quacque aliquam ex-
XIII , terminò in pace i suoi giorni in poscit rcparalionem. Ibi Episcopus pos-
Roma a* i5 dicembre 1725 d'anni 78 sessione//! ini re, et ad eamdem infra an-
J
non compili, e fu sepolto nella basilica de num celebraturus accedere solet. 11 ca-
ss. XII Apostoli, sotto una lapide ornata pitolo si componeva di 4 dignità e pel
del suo stemma gentilizio, ove si legge e- i.° l'arcidiacono, e di 16 canonici senza
legante iscrizione. il teologo e il penitenziere; veruni tam
VALLENSSertorio, Cardinale. V. dignitates, quani canonici nulla fruun-
Vassalli. tur congrua , et ad honorem, atque de-
VALLETTE Lodovico, Cardinale. votionem tantummodo inierviunt.hu cu-
V. NOGARET. ra dell'anime tanto della vecchia, quan-
VALLIS, VALLOS. Sede vescovile to della nuova chiesa , ambo mediocre-
5a VA L V A L
mente provviste delle sagre suppellettili» iltempo in cui fiorì il vescovo Leonardo,
l'esercito un vice parroco, ed avvi il bat- N. neh 196 intervenne alla consagrazio-
listerio. Episcopale* aedesin ch'ita te Sa- ne che Celestino 111 fece della chiesa di l.

lar, atque in ulroque Caputaquio prae- Lorenzo Lucina di Roma, secondo


in

sto suntj attamen in Novo residcre so- Lucerai, mentre l'Uglielli ritarda il ve-
lei Episcopus. In Capaccio Nuovo sol- scovato al pontificato di Gregorio IX. A
tanto è un'altra chiesa parrocchiale, ed Benevenuto scrisse Innocenzo IV nel
un convento di religiosi, alcun sodalizio, ii5i, e sotto di lui Federico li distrus-
non pelò l'ospedale, il monte di pietà, né se Fasanella, l'fjghelli riportandone do- i

altro; i 3 seminari cogli alunni erano cumenti. Pietro nel 1275 alla chiesa di
sparsi in diversi luoghi della diocesi , la s. Maria Maggiore di Diano concesse in-

quale si estendeva a circa i 5o miglia, e dulgenze. Nel 1287 da Girgenti vi passò


contenendo 36 luoghi o oppi da. Ne'li-
1 Giberto postulato dal capitolo e da O-
,

l)ii della camera apostolica ogni nuovo norio IV confermato. Giovanni gli suc-
vescovo era tassalo in fiorini 3oo, e la cesse nel 1294. Filippo eletto dal capi-
mensa rendeva al vescovo 3ooo ducati tolo, loconfermò nel 1 3 2 Clemente V. 1

napoletani quibusdam oneribus gravali. Filippo de s. Mango del 323. Dopo sede 1

Colle rovine dell'antica Pesto (V.) si e- vacante notabile, Benedetto XI nel 34o
1 1

dificarono Policastroe Capaccio, nel qua- riconobbe Tommaso de s. Mango nomi-


le articolo Pesto per. fallo tipografico è nato dal capitolo, di cui era arcidiacono,
detto Pessi. Essendo Pesto sede vescovi- e come il predecessore fu tumulalo nella
le, il vescovo nel secolo IX passò a sta- metropolitana di Salerno. Giacomo crea-
bilirsi aCapaccio e die origine all'unio- to nel i386 da Urbano VI, sotto Boni-
ne del suo vescovato ed al suo ingrandi- facio IX fu reggente della penitenzieria,
mento, per la seguita unione delle due e mori nel 1399. In questo vi fu traslalo
diocesi, onde divenne piuttosto notabil- dall'arcivescovato di Durazzo Giovanni
mente ampia. Imperocché riferisce TU- Bonifacio de Panella napoletano, e nel
ghelli, Italia sacra, t. y, p. 4^4 : Capii- i4o5 passò a Muro; ma sembra intruso
taquenses Episcopi. Celsus Paestanus come partigiano de' due antipapi Cle-
episcopo cimi Romualdo archiepiscopo, mente Vile Benedetto XIII. In detto an-
al quale ambo i vescovi erano suflraganei, no da Muro vi fu trasferito Guglielmo,
inslitutus est testamenti executor a Ro- indi neli4'0 deposto da Gregorio XII,
berlo Castri Trenlenarii Domino anno che gli sostituì Giacomo. Ma Giovanni
1 56. Forte post Celsum Pacs tana citta XXI 1 eletto contro l'alt ro Papa, nel «4i 2
1

Capulaquensi unitafuitEcclesia. A tem- gli surrogò Baldassare del Giudice ca-


po dell' Ughelli il vescovo risiedeva nel- nonico di Rossano. Martino V elesse Gio-
l'episcopio di Diano, ed ivi pure era il vannelio Panella Caracciolo napoletano,
seminario, e numerose erano le case re- nel 14 18 traslalo ad Anglona; ed insita
ligiose della diocesi de'due sessi. Noterò vece nominò l'uditore di Rota Tommaso
che l'antica sede vescovile di Agropoli de Berengari. Fatto neh 4*23 arcivescovo
(F.) erasi riunita a quella di Pesto , di Cosenza, lo fece iuccedere da Bernar-
perchè abbandonata da perniciosa in- do o Berardo Caracciolo napoletano. Nel
fluenza dell'atmosfèra. L'Ughelli comin- i4^5 da Cosenza venne in questa sede
cia la serie de' vescovi di Capaccio con FrancescoTomacelli napolelano.Da quel-
Arnolfo del i 1 26, che nel 1 1
79 interven- la di Cavaillon Eugenio IV neh 439 vi

ne al concilio generale di Laterano III. trasferìBartolomeo.Neh44 M ase "°M ir ,


-

Il Coleti ne dubita, essendo allora viven- to abbate di s. Giovanni a Piro. Nel r4t>2
te Celso vescovo di Pesto. Nou si conosce Francesco Conti suddiacono e protonota-
VAL V A L 53
rio apostolico, e viveva nel r 4^7 r . Fran- stralodai marchese e popolo di Diano.
cesco Berlini lucchese, chiaro per sapere Senza pregiudizio della cattedrale di Ca-
e prudenza, fu lega lo al duca di Borgogna paccio e di sua sede vescovile, trasferì il
e morì nel i47^. In questo fri fatto am- capitolo nella collegiata di Diano per l'uf-
ministratore il cardinal Auxia di Pog- fiziatura, provvedendo al culto divino
gio (V.). Nel i483 Lodovico Podocutc- per quella di Capaccio. Nel 1 609 da Ca-
ro (P.) indi cardinale e arcivescovo
t
di rinola vi fu tramato Giovanni Vitelli na-
Benevento neli5o4< Nello stesso ebbe in poletano, morto nel seguente anno e se-
commenda il vescovato il cardinal Luigi polto nella chiesa de' cappuccini di Sala.
d'Aragona 5 4 e ne
(V,). Si dimise nel 1 1 Nel 6 1 da Belcastro vi passòPietro Mat-
1 1

divenne vescovo Vincenzo de Galeotti ta de Haro nobile spaguuolo teatino, ze-


patrizio napoletano, già vescovo di Squil- lantissimo pastore, visitò la diocesi, fu e-
late. Rinunziò 522, e fu fatto ammi-
nel 1 sempio di pietà, ed approvò lacongrega-
nistratore il cardinal Lorenzo Purcl(P\). zione de'sacerdoti istituita iu Laurino, per
Neh 523 con diritto di regresso rassegnò cooperare al vescovo nella salute dell'a-
a
la chiesa commendata a Tommaso vesco- nime. Nel 1627 Fraucesco M. Brancac-
vo di Trivento, il quale ritenne la sua se- ci (/'".), poi cardinale dottissimo. Trasferi-
de e si neh 53 I. In questo Clemen-
ritirò to a Viterbo, nel 63 5 gli successe Luigi
1

te VII nominò amministratore Enrico Pappacoda napoletano , poi vescovo di


LolTredi nobilissimo napoletano, e per- Lecce nel 1639. In questo da Vulturara
venuto all'età canonica diventò vescovo vi passò Tommaso Carafa napoletano de*

effettivo; intervenne al concilio di Tren- duchi di Telese lodato per prudenza e


,

to, e morì
Napoli nel 347. I» tale au-
in 1 altre viriti, in Laurino celebrò il sinodo
no ne prese l'amministrazione il cardinal nel 649,e fu sepolto in Salerno. Nel 1 665
1

Francesco Sfa mirali (A'.), il cui (iglio le- Camillo d'Aragona del ramo di Tricarico
gittimo fu poi Gregorio XI V nonnato. Nel delto volgarmente di Ragona,traslatoda
i549 o M successe nell'amministrazione Acerno, benemerito paslore,morto in Sa-
il cardinal Girolamo Perallo(P.) }
il qua- la e deposto nella chiesa di & Pietro, a cui

le neh 553 la rassegnò al cardinal Paolo il predecessore avea eretto una mirabile
Emilio P^erallo (P.). Nel 1074 vescovo torre campanaria. Nel 1677 Andrea Bo-
Lorenzo Belli romano, sepolto in Roma nito de'duchi dell'Isola principi di Casa-
nella chiesa d'Araceli nel 586. In que- 1 pesella, della congregazione dell'oratorio
sto Sisto V nominò il suo concittadino di Napoli, visitò la diocesi, riparò la catte-
Lelio Morelli di JMontalto, al quale col drale, elesse per sua residenza Sala, cit-
breve A timone t nos, de' i 7 luglio, presso tà coll'insigne collegiata di s. Pietro che
l'Ughelli, per l'inclemenza dell'aria di abbellì; molli edilizi in vari luoghi della
Capaccio e sue rovine, noti che pe'Iadro- diocesi eresse, restaurò i palazzi vescovili
ni che l'infestavano, concesse di trasferire di Capaccio Nuovo e di Sala; mori in
la sua residenza in Diano, alla quale ac- Napoli e fu sepolto nella chiesa de' suoi
cordò le prerogative di città, coojo luogo filippini nel1684. Gio. Battista Pace no-
nobile, salubre, popolato e abbondante bile napoletano in detto anno gli suc-
ove già era istituito il se-
di vettovaglie, cesse canonico della metropolitana di
,

minario; di più era vi l'archivio della cu- Napoli, fervoroso missionario e facondo
ria vescovile, diverse case religiose, 5 chie- predicatore, eruditissimo e virtuosissimo,
se parrocchiali e fra le quali l'insigne col- morì in patria e fu tumulato nella chie-
legiata di s. Maria Maggiore, ove in gran- sa del sodalizio della ss. Croce. Nel 1699
de venerazione il corpo del h. Coni, l'epi- Vincenzo Cordoni patrizio napoletano»
scopio decente e conveniente, sommità* canonico della metropolitana, zelante e
54 VAL VAL
j)jo predicatore nelle missioni, intrapre- della cattedrale, indi arciprete e 3." di-

se la visita difficile pe'luoghi della dioce- gnità della medesima colla cura delle a-
si; morendo ih Oppido Vallis Novi die
e nime, e poi arcidiacono i." dignità, pro-
8 novembris yo3 Imma iris rebus ereplus
i vicario generale <T Ascoli e di Cerinola,
est. Nel i
704 Francesco Paolo Nicolai pa- Jodatissimo in tutto. medesimo Gre-
11

trizio d' Altamura, ebbe una controver- gorio XVI nel concistoro de'24 novem-
sia giurisdizionale co'ministri regi, e quin- bre i845 trasferì mg.' d'Alessandro al
di fece dare le missioni per la diocesi cbe vescovato di Sessa, e promulgò vescovo
Nel 1708 rifece la
visitò diligenlemenle. di Capacccio mg.' Gregorio Fistilli di
cattedrale con molto dispendio e con , Rossano, già lodalo curato di più par-
grande fatica formò in Sala l'archivio rocchie, canonico curalo della pallia me-
vescovile nell'edilìzio da lui eretto; altra tropolitana, professore del seminario nel
casa costruì in Vallis Novi per uso de* gius pontificio e nella teologia morale e
vescovi, ed ampliò quella fabbricata dal dogmatica, non che rettore del medesi-
cardinal Brancacci in Pialle Diani. Nel mo, esaminatore pro-sinodale, dotto, pru-
1716 traslato all'arcivescovato di Conza, dente, probo e di molta esperienza. In se-
gli successe nel 1
7 1 7 Carlo FrancescoGio- guito rinunziò il vescovato di Capaccio
coli o Arcangelo diocesi di
Iaconi , di s. al regnante Pio IX. Dopo sede vacante,
Angiomi, trasferito da s. Severo. Fece considerando il medesimo Papa Pio IX,
predicare la parola di Dio nella diocesi, che nella città di Capaccio nel IX seco-
la cui visita tosto intraprese , adornò la lo fu trasferita l'antichissima sede vesco-

cattedrale, restaurò l'episcopio di Sala e vile di Pesto, e che col volgere degli an-
l'ampliò. Introdusse le monacbe di s. Te- ni scaduta notabilmente Capaccio e l'a-
resa, sotto gli auspicii di s. Caterina, nel ria del suo territorio essendo divenuta
monastero in oppido Corinoiorwn seu grave e malsana, rimase a poco a poco
Fallis Novi, ed altro eresse in Siciniano, deserta, per guisa che il vescovo e il suo
e pieno d'amore per la sua chiesa la go- capitolo furono per indulto della s. Sede
vernò con zelo. Con questo vescovo 1' /• assoluti dall'obbligo della residenza; per-
talia sacra termina la serie de'pastori di -ciò ad istanza del re delle due Sicilie
Capaccio, e ne cominciano la continua- Ferdinando li, nella provinciale! Prin-

zione le Notizie di Roma, colle quali la cipato Citeriore, colla bolla Ex quo im-
proseguirò e compirò. Nel 1724 d. Ago- perscrutabili ae terni Numinis provide ri-
slino Odoardi monaeo cassinese napole- da, de'21 settembre i85o (e non 22 ot-
tano. Neil 742 Pietro Antonio Raimon- tobre come dissi altrove), eresse la sede
di, di Cutro diocesi di s. Severina. Nel vescovile di Diano, aggiungendovi l'anti-
1768 Angelo M." Zuccari, d'isola dioce- ca cattedrale di Capaccio ,
già residenza
si di Soia. Dopo lunga sede vacaute, nel de* vescovi di Pesto, e come questo dichia-
1804 Filippo Speranza, di Laurilo dio- rò sutfraganea dell'arcivescovo di Saler-
cesi di Capaccio, traslato da Guardia Ai- no. La munifica pietà del re operò che
fiera. Nel 1 835 Michele barone di Sa- ilnuovo vescovato ricevesse una conve-
gnano arcidiocesi di Salerno, per molti niente dotazione. La città di Diano, ca-
anni parroco di Oscali e d'altre cure, ed poluogo di distretto, è una lega e mezza
incaricalo di più affili ecclesiastici. Gre- al sud-ovest da Sala, ei 7 da Salerno, nel-
gorio XVI, che lo avea preconizzato, per pianura e valle del suo nome, a'
la fertile
sua morte nel concistoro de* icj giugno piedi del monte Motulo. E difesa da ui\
1 8j3 promulgò successore Giuseppe d'A- castello for litica lo, ed ha 5 chiese ornale
lessandro d" Ajscoli di Puglia, già professo- di superbi mausolei. Visi tiene una tìe-
ic di quel se in mai io , cauomeo teologo ìa a' 3 giuguo. La valle di Diauo ha 8
VAL VAL 55
leghe ili lunghezza, ed è bagnata dal Ne- contiene 3o oppida uoniinati nella bol-
gro. Vi si raccoglie ogni sorla di grani, la di erezione.
vino e molte frutta. Nel concistoro de' 7 i Inoltre il Papa Pio IX colla bolla Cuni
febbraio $5 il Papa dichiarò i.° vesco-
1 1 propter jusliliae dilectionem de' 16 lu- ì

vo di Diano, Dionea, l'attuale mg/ Va- glio 1 85 1, formò la nuova diocesi di Ca-
lentino Vignone della città di Sepino dio- paccio e Vallo, e questa 2/ città sostituì
cesi di Boiano, già maestro nella teologia per sede residenziale a Capaccio, dichia-
inorale e dogmatica, nel 1 836 fatto ar- randola come l'antica suffraganea del-
ciprete parroco della collegiata di s. Cri- l'arcivescovo di Salerno. Vallo città del
stina diSepino, ed esaminatore pro-si- regno di Napoli, capoluogo di distretto e
nodale; lodandolo per gravità, prudenza, di cantone, il quale contiene il distretto
dottrina, probità di costumi e per espe- ileisuo nome e quelli di Lamino, Lati-
rienza ecclesiastica. Si legge nella propo- tilo, Torre Orsaia, Camarolta, Pisciot-

sizione concistoriale. Diaiium regni Nea- la,Pollica,Castellabtte,TorchiaraeGioia,


polilani civitas^admontis Motulis radi- giace in una pianura fra' mutiti, donde
ce* aedificaia conspicitur , quaein suo sgorga il torrente Palisco, che si unisce'
iiaiiLs circilcr milliari ambila mille do- all' Alento presso la foce, sotto clima tem-
ma* pene, ci quadringenlos supra sex perato. E' distante 1 1 leghe sud-est da
mille 1 eeenset iacolas. La chiesa catte- Salerno. Deue fabbricata e con parecchi
drale, già collegiata, è sotto l'invocazio- belli edilizi, tra'quaii il palazzo governa-

ne di s. Maria Maggiore, buono edilìzio, tivo, ch'ebbe moderni abbellimenti, e la


in cui tra le ss. Reliquie tuttora si vene- bella cattedrale già collegiata; un super-
ra con somma corpo di s. Co-
divozione il bo convento di domenicani con chiesa
ni confessore. Vi è la cura d'attinie col di buono stile, il conservatorio delle zi-
ballisterio, amministrata pel capitolo dal telle.Vi si trovano varie concie di pelli
a
decano 2. dignità, coadiuvalo da'G man- comuni e fine. Il territorio principalmen-
sionari. 11 capitolo si compone di 4 di- te è fertile di grano, vino e frulli. Que-
.'
gnità, lu 1 delle quali è l'arcidiacono, di sta città esisteva al tempo de'romani. Ri-

1 4 canonici, comprese le prebende del teo- porta il u.°26i del Giornale di Roma
logo e del penitenziere, di 6 beneficiali dei 85i » Innalzato il comune di Vallo
1 .

o mansionari, e di altri preti e chierici per in Principato Citeriore. a sede episcopale


l'utliziatura divina. L'episcopale palazzo della uuova diocesi di Capaccio e Vallo,
per decente abitazione del vescovo prò' vi giungeva nel giorno io ottobre i85i
pc calhedralem non desunt, sed juxttl monsignor Mai ino Paglia arcivescovo
memora tas bullas erunt quameito re- metropolitano di Salerno (nella qual se-
pciendae et ampliandae. Oltre la catte- de per sua morte a* 21 dicembre 18^7
r
drale , nella città vi sono altre 4 chiese gli è succeduto il rispettabile mg. An-

parrocchiali col s. fonte, un convento di tonio Salomone d'Avellino, traslato da


religiosi e un monastero di monache, al- Mazzara ), delegato all'esecuzione del-
cuni sodalizi, due monti frumeutati ed l' apostoliche bolle. In così solenne oc-
il seminario. Secondo il prescritto dalla casione amò di accompagnarlo l' egre-
bolla doveasi edificare 1' ospedale. Ogni gio maresciallo di campo commenda-
nuovo vescovo è tassato ne'libri della ca- to r Palma comandatile
, territoriale de'
mera apostolica in fiorini 2 3o, ascenden- due Principati Citeriore e Ulteriore. Non
do le rendite della mensa a 3 100 duca- è a dirsi la gioia, la gratitudine e la pietà
ti, coli' obbligo al vescovo di mantenere religiosa mostrata da tut'.a quella popo-
1
nei semi uà rio ^c\ì\ev\c\ xicinianenscs: La lazione, così nell'arrivo de'prelodati mg.
diocesi si esteude per circa 5o miglia, e arcivescovoe maresciallo di campo, come
56 VAL VAL
nel giorno di domenica 12 di detto me- Cum propter, hujusce Episcopati^ Se-
se, in cui la parrocchiale chiesa di s. Pan- des constitutafuerit in Oppido vulga-
talone martire fu a cattedrale della dio- ti/zi nuncupalo Vallo, Wide UH nomen
cesi novella pomposamente inaugurata. deinceps Caputaquen. et Vallen. juxla
V intervennero il sotto-intendente e gli recensilas bullas. Falli itaque oppidum
altri funzionari locali; la guardia di pub- civitatis Episcopalis titulomodo conde-
blica sicurezza e gii urbani vi prestarono corata parimi a maris lilorc distans,
servizio, restando pure in bella mostra medio in locofere est ab extremis hodier-
Sotto le armi. Il suono de'sagri bronzi, i nae Caputaqucnsis dioecesis finibus, ad
musicali concertai continui spari, gli spor- lioram Salernitani sinus , optimis coti'
ti e le finestre decorati di drappi, le ca- fiala domibns, quas sex mille pene in*
se bellamente illuminate nelle sere gli ,
habitant cives. La cattedrale sotto 1' in-
echeggiami evviva alla Santità del Ponte- vocazione di s. Pantaleone martire è un
fice ed alla Maestà del Re,ed infine lasom- ottimo edilizio in eccellente condizione,
ministrazione di molle limosine a' pove- ha la cura d'anime col battisterio, essen-
a
relli, resero qne'giorni di perpetua rimem- done parroco l'arciprete 2. dignità, coa-
branza negli annali di Vallo. I sagri riti diuvato da 6 mansionari. Il capitolo si
cominciarono colla lettura delle pontifi- compone delle due dignità, lai." dell'ar-
cie bolle, proseguirono colla investitura cidiacono e la 2/ dell'arciprete, d'altri
e col giuramento de'canouici e de'man- io canonici comprese le prebende teolo-
sionari del nuovo capitolo. Una elegan- gale e penitenziale, di 6 beneficiati o man-
te e ben adatta orazione, proferita dal sionari, e di altri preti echierici inservien-
teologo d. Domenicantonio Ronsini, ac- ti a'divini uffizi. L'episcopio è sulììcieute-
crebbe Io splendore di quella funzione, mente ampio e comodo. Nella città di
che terminò col canto dell'inno Ambro- Vallo vi- sono 3 altre chiese parrocchiali,
gino e colla benedizione che il prelato due conventi di religiosi, un conservato-
dall'altare fece discendere sopra una nu- rio di oblate, 7 sodalizi. Seminai inai in-
merosa popolazione genuflessa e pietosa- ierea donec in Valicasi ch'itale quoad
mente raccolta. Non è a tacersi degli o- cilius fieri possit
erectumfuerit, in oppi-
maggi e de'rendimenti di grazie da'quali do vulgatim Novi^yro universa Caputa-
furono accompagnati al loro partire il di quensi et Valicasi dioecesi provisorio
seguente mg/ arcivescovo e il marescial- ad clericospiclatc et literis instiluendos
lo Palma, uè delle manifestazioni del- palebitj hospitale autem et montis pie- ì

l'immensa gratitudine di quegli abitanti, talis desiderantur. Ogni vescovo è tassa-


che pel di loro organo indirizzavano al to ne'libri della camera apostolica in fio-
Sommo Pontefice ed al Re N. S. per co- rini 3oo, ed fruiti della mensa ascendo-
i

tanto pregevole e luminoso beneficio alla no a circa 5ooo ducali nonnullis oneri-
loro patria conceduto". Nella 1." propo- bus gravali. La diocesi è ampia e contie-
sizione concistoriale: Cathedralis Eccle- ne molti luoghi. Il Papa nel concistoro
siae Caputaqueu. et Vallea. , si legge lo de' 18 marzo i852 colla pi efata proposi-
stato della diocesi e di Vallo. Caput A- zione preconizzò vescovo di Samosata in
quii cù'itas, et vetcris ejusdem nomini* partibus e amministratore della chiesa di
saeculo XI f dircplae i
ch'itati labeiile Capaccio e Vallo, mg/ Vincenzo M. a ìMa-
atque ab hostibus penitus cvtrsae sufj'e- 1oldo della congregazione del ss. Reden-
< taluni prae&tQ numquain habucritea i
tore di Muro, già vescovo di Trapani,
fjuac prò Episcopali resideulia a/que )
che lodevolmente governò. Per sua mor-
{{<( ot opportuna et necessaria esse de-
e. te , lo stesso Papa Pio IX nel concistoro

Li ut omiii/10, factum est, ut per builus de'23 marzo 85 J dichiaro i.° vescovo di
1
VAL VAL 57
r
Capoccio e Vallo l'odierno mg. Fran- al genio del suo sesso; e quanto più. cre-

cesco Giampaolo di Ripa limosa ni diocesi sceva in età, tanto maggiori sperimenta-
di Boianoj già arciprete curalo in patria, va nel suo cuore gli elTetti della grazia,
previo concorso, esaminatore prosinoda- la quale rendendola oltremodo disgusta-
Je, encomiandolo per dottrina ,
gravità, ta del mondo ed affezionata alla solitu-
prudenza, di probi costumi, istruitissimo dine, la fece domandare a'suoi
risolvere a
delle cose ecclesiastiche. Pel funestissimo parenti licenzad'abbandonare il secolo
e doloroso terremoto del regno di Na- per interamente consagrarsi a Dio colla
poli,avvenuto dal 16 al 17 dicembre professione religiosa. A tale elfetlo porse
1857, in cui morirono 9237 individui, loro le più cnlde suppliche, ma essendo
oltre 1 35g feriti, principalmente patiro- ella l'unica loro prole, i genitori già a-
no indicibili calamità le provincie del vevano stabilito di maritarla; onde inve-
Principato Citeriore, e più assai di Ba- ce d'esaudire le sue domande, la fecero
silicata colla sua capitale Potenza quasi guardare,temendo che po-
di ligen temente
annientata, e Alarsi co Novo in cui cad- tesse loro malgrado involarsi per entrare
dero due terzi degli edifizi. Molto solFri- senza loro saputa in qualche monastero.
rono Sala e Diano; i minori guasti nel- Avendo l'imperatore Federico II stretto
la stessa provincia del Principato Cite- d'assedio Faenza, e ridotta a rendersi a
riore li patì Vallo, ove cadde il piccolo lui nel 1241, un parente di quel principe
campanile di s. Caterina, e vari edifizi colto dalla bellezza di Rosana la chiese
restarono lesionali. in isposa; ma ella rispose, che solo Gesù
YALLOMU?xQSkXE }
MonialesCon- Cristo era il suo sposo. Morti poi geni- i

grcgationisf'allisUmbrosae. Ne fu fon- tori, fu costretta ad ubbidire a'suoi tu-


datrice la b. Umiltà di Faenza di nobile tori, onde si congiunse in matrimonio con
famiglia, nata nel chiamata1226 circa e Ugo o Ugolotto Caccianemici gentiluo-
nel battesimo Rosana, nome che secondo modi Faenza, e divennemadre di nume-
J
il L apebrochio, presso Bollandus adii rosa figliuohinza, altri dicono di due figli

Maij, imposto a riguardo della con-


le fu morti dopo avere ricevuto il battesimo.
tea di RosanooPiossano, situala tra Par- Dopo aver passati insieme 9 anni , pro-
ma e P»eggio, giusta il costume d'alcuni pose al suo marito di separarsi e d' osser-
italiani,che prendono il nome dal paese var la continenza, ma Ugolotto non vol-
o dal luogo d'onde traggono la loro o- le convenirvi. Iddio però permise, che
rigine. Ma ilp. Helyot osserva, che questa essendosi egli ammalato, i medici l'assi-

non fu certamente la ragione onde santa curarono, che per ricuperare la perduta
(com'egli la chiama, ed egual titolo le sanità e conservarla, non eravi altro spe-
J
dà il dotto can. Strocchi nella Serie de ve- diente che il vivere continente, e che di-
scovi Faentini, ma nel martirologio val- versamente operando correva manifesta'
lombrosano è detta beata) Umiltà fu da- rischio di presto morire; per cui Ugolot-
to il nome di Rosana, poiché nacque el- to a'desiderii della moglie fu costretto a
la in Faenza città di Romagna. Suo pa- condiscendere. A meglio effettuare la sua

dre Altimonte, ch'era gentiluomo della risoluzione, vestì l'abito religioso nel mo-
medesima, e sua madre Richilda, furono nastero di s. Perpetua presso Faenza, ch'e-
grandemente solleciti della di lei educa- ra dell'ordine de' canonici regolari di s.

zione. Fino da'più teneri anni fu dedita Marco di Mantova (ed ora di s. Girola-
all'orazione e alla contemplazione, e ne- mo de'minori osservanti riformali), as-
mica de'diverlimenti familiari alle vergi- sumendo il nome di Lodovico, col qua-
nelle sue pari. Inoltre sommamente ab- le è veneralo per beato, come afferma No-
boniva tutte le vanità, tanto confapenti vaes. E come questo monastero era di
58 V A I* VAL
doppia e separata abitazione, Rosalia pa- lista, un luogo detto Maria Novella
in s-.

rimenti s'aggregò alle religiose o canoni- alla Malta, vicino a porta delle Chiavi.

cltesse dello stesso ordine, ove inula il suo Radunò in poco tempo molte discepole,
nome in quello di Umiltà; uè volendoche le quali vollero vivere a lei soggette. Fe-
la sua umiltà consistesse nel solo nome, ce quindi loro praticare la s. Be- regola di
ma che fosse di continuo stimolo all'e- nedetto, e le osservanze dell'ordine di Val
sercizio di tale vii tu , s' impiegò ne' più lombrosii, soggettando il suo monastero
vili ministeri del monastero. Indi a qual- alla giurisdizione del generale del mede-
che tempo stimolata da un interno desi- simo online, a cui ella promise ubbidien-
derio alla solitudine, partì dal monaste- za onde le monache furono chiamate
,

ro e si rinchiuse in una cella vicino alla 7 allo mbrosa ne. Iddio l'avea dotata d'un

chiesa di s. Apollinare, dipendente dal- raro talento per governare le religiose sue
l'abbazia di s. Crispino della congrega- figlie: soddisfaceva agli obblighi di stipe-
zione de' Vallomb rosani dimo- (^.). Vi ritiracon una meravigliosa prudenza, ed
rò rinchiusa per 12 anni, menandovi vi- era a lei per divina rivelazione manife-
ta continuamente austera e penitente, ci- sto quanto passava nel cuore delle sue
bandosi di solo pane e acqua, soltanto ag- monache, come ne fa fede la correzione
giungendo nelle feste solenni alcune erbe che fece ad una di esse per un peccato,
amare. La sua astinenza era così rigorosa, che avea per rossore in confessione taciu-
che nudrivasi una sola volta il giorno con to. Dopo aver governato il monastero di
3 oncie di pane. Vestiva continuamente Faenza per alcuni anni, si portò a Firen-
di cilicio, ed suoi corti sonni sulla uu-
i ze, ove col consenso di Valentino II ge-
da terra prendeva; macerava il suo cor- nerale de' vallombrosani eresse un altro
po con non comuni mortificazioni, poi- monastero, le cui fondamenta furono get-
ché ogni giorno ne inventava di nuove. tate nel 282, e la chiesa fu consagrata dal
i

Impiegava poi tutto il giorno e buona vescovo di Firenze nel 1297. I miracoli
parte della notte nella preghiera e nella dalla b. Umiltà operati, resero celebre il

meditazione. Molle divote donne conce- suo nome: trasse dalla morte un fanciul-
pirono la vocazione d' imitarla e di re- lo, ed alla primiera salute molti infermi
stringersi dentro alcune
che intor- celle, restituì. Ebbe ancora il dono ili profezia;
no alla sua fabbricarono. Essendo ciò e quando un gentiluomo della città si

giunto a notizia del vescovo di Faenza portò ad ascoltare i suoi consigli, ella lo
(l'encomiato can. Shocchi dice che il mo- avvertì di accomodar le cose di sua co-
nastero eretto in patria da s. Umiltà, fu scienza, poiché Dio avea determinato la
a teaipodel vescovo Loltieri della Tosa, sua morte nel seguente venerdì santo, co-
ina questi fu fatto vescovo nel 1287; laon- me in fatto avvenne. Giunta finalmente
de per quanto continuerò a dire col p. ad una estrema vecchiezza, malgrado la
Helyot, il monastero delle vallombrosa- sua vita penitente ed austera, della quale
ne di Faenza sembra rimontare ad epo- giammai non moderò il rigore per lutto
ca anteriore al vescovato del Lollieri), e il tempo che visse, rimase da pericolosa
di molte altre persone pie, la stimolaro- malattia oppressa, della quale morì a'22
no a voler la sua clausura abbandonare maggio i3 10, altri pretendono a'i3 di-
per fabbricare un monastero. Quello che cembre, d'anni 84 e più. Fu sepolta nel-
più d'ogni altro la persuadeva a lasciar la chiesa di s. Giovanni Evangelista po-
il suo ritiro fu d. IMebano generale del- sta fuori di Firenze, dalla beata edificata
l'ordine di Vallombrosa. Uscì ella adun- nel dettoi282. Ma dipoi i fiorentini te-
que dalia cella e fabbricò in Faenza il mo- mendo che le truppe di Papa Clemente
nastero dedicato a s. Giovauui E vango*» VII, collegate con quelle dell'imperato-
VAL VAL 59
re Carlo V, stringessero d'assedio la lo- tro di essa, nel luogo ov'era anticamente
ro città, volendo (juesta forli Picare, fece- situato quello di s. Perpetua, che essen-
ro atterrare suburbano monastero e la
il do stato abbandonato non meno da' ca-
chiesa, da dove l'annata nemica avrebbe nonici regolari, che dalle suddette loro
potuto molestarli. Fu allora il corpo del- canoniehesse, era stato diroccato, e fu de-
la beata fondatrice delle vallouibrosane nominato s. Umiltà. Apprendo dal cano-
trasferito in un monastero della città, die nico Strocchi, che il vescovo di Faenza
fu assegnato alle monache e vi dimoraro- Battista de'Canouici, in conseguenza del
no sino al i 534, non già fino al 1 024 eo- breve pontificio, con decreto del suo vi-

uie ripetutamente asserisce Pape- il p. cario generale de'7 marzo 1002 conces-
Li ochio. Indi volendo Alessandro de Me- se alle monache vallouibrosane di erige-
dici i.° duca di Firenze fabbricare la cit- re in un luogo del priorato di s. Perpetua
tadella di Firetize nel luogo ove sorgeva della congregazione di s. Marco di Man-
tal monastero, obbligò monaci vallom- i tova il monastero; poiché il precedente

bi osarli a cedere alle monache il loro mo- posto fuori della città era stalo totalmen-
nastero di s. Salvio, che fu ad esse con- te distrutto da' faentini, in occasione di
ceduto dal generale dell'ordine; e d. Dio- guerra e forse prima dell' assedio fatto
nora Macchia velli, in quel tempo abba- da Cesare Borgia duca Valentino. Av-
dessa, ne prese il possesso, e vi fece tra- verte il p. Helyot, che pretendono alcu-
sportare il corpo della loro fondatrice, il ni autori essere l'origine delie valloui-
quale da quel tempo in poi con quello di brosane mollo antica, facendola derivare
s. Margherita, ancor essa di quest'ordi- dal 1 00, altri per contrario fissandola al
1

ne, come vuole il p. Helyot (ma non la 1 153. La più comune opinione però è
trovo nel martirologio vallombrosano), ch'esseabbiauo avuta per fondatrice sali-
iviha sempre riposato. 11 corpo della b. ta Umiltà. Questo è il titolo che leda il

Umiltà, vestito coll'abito del suo ordine Guiducci ; e Buceiino nel suo ftlenologio
di broccato d'oro, coll'iusegne abbaziali, de santi dell'ordine di s. Benedetto, di-
si conserva incorrotto nell'altare a lei de- ce ch'ella è slata la 1
."
islitutrice delle re-
dicato. Clemente XI a'27 gennaio 1720, ligiose di quest'ordine; quindi non poti-
la beatificò con equipollente beatifica- no esse riconoscere più antico principio,
zione, esseudo la sua festa registrata nel come i suddetti autori pretendono, poi-
detto martirologio a'2o maggio, col no- ché la beata nacque nel 1 226, ed io ag-

me vedova e fondatrice delle vallom-


di giungerò la testimonianza irrefragabile
brosaue.La Fila della b. Umiltà diFaen- del martirologio vallombrosano, in cui
za, scritta in italiano da Ippolito Carbo- viene riconosciuta da'vallombrosani,/l/o-
ni, fu stampata in Firenze nel 1624. Si nialium ordìnis nos trifnndatricis, e per-
ha pure di d. Ignazio Guiducci la Vita ciò non ne fu autore il foudatore dell'or-
di s. Umiltà da Faenza, abbadessa e dine s. Gio. Gualberto come opinarono
fondatrice delle monache dell'ordine di alcuni. Queste monache adottarono V i-
f allombrosa. Altra ne scrisse il Brocchi
' stesse osservanze de' monaci vallombro-
nelle sue l'ite de 'santi fiorentini, 1. 1, p. sani, ed in Italia giunsero ad avere circa
293, oltre a quella de' Bolla /idi s ti e ri- 1 o monasteri, e s. Berta era di quest' or-

portata da essi a'22 maggio. Il monaste- dine, secondo il p. Helyot, ma non ricor-
ro di Faenza dalla b. Umiltà altresì fon- data dal citato martirologio. Alcuni pre-
dalo, essendo esposto agl'insulti delle mi- teudonoche fondasse il monastero di Ca-
lizie per essere situato fuori della alta, viglia, ed altri che fosse soltanto richia-
il Papa Alessandro VI con breve de' 12 mata da un altro monastero dal b. Gual-
luglioiSoi pei mise che bi trasferisse deu- do geueraie dell'ordine, acciò ne fosse su-
6o VAL V AL
perfora. Le vallombrosane e l'ordine val- loto generale determinò, che tutti i mo-
lombrosano annoverano ancora tra' loro nasteri vestissero di color nero come i be-
sunti, senza farne menzione il proprio nedettini; e per tale cagione anche le mo-
mai tirologio, s. Verdiana, la quale dimo- nache hanno la tonaca legata, lo scapola-
iò 3o anni rinchiusa; ma il terz'ordinedi re sciolto, e nelle funzioni ecclesiastiche la
s. Francesco la pretende sua, e ne fa l'uf- cocolla del colore medesimo, con velo dop-
fìzio doppio ih." di febbraio. Il medesi- pio in capo, il superiore nero e l'inferio-

mo martirologio neppure registra la b. re bianco, siccome si usa quasi comune-


Giovanna, della quale abbiamo il Rag' mente dalle monache d' ogni istituto. I

guaglio istorico della b. Giovanna da F'allonibrosani ",


al modo narrato nell'ar-
r
Siena romita F allombrosana Fi ten- i
ticolo, dopo lamorte del s. fondatore eb-
ie 174°- Vestivano le vallombrosane di bero per più d'un secolo delle converse
nero, usando larga e lunga cocolla, co- o suore, le quali non hanno ninna rela-
prendo il capo con lungo velo bian- zione colle monache vallombrosane. Pre-
co, con sopra altro velo nero assai più sentemeule le monache vallombrosane

corto. Il p. Bonanni nel Catalogo del- esistono nc'monasleri di s. Umiltà diFaeu-

le vergini a Dio dedicate a p. 98, ri- , za, di Verdiana di Firenze, di s. Gior-


s.

porta la figura della monaca vallom- gio pure di Firenze, e di s. Girolamo in s.


brosana, e nel parlare delle religiose, ol- Gemignano nel Sanese. Scrissero delle
treché ne ignora la fondatrice, dicendo monache vallombrosane: il p. Annibali
incerto chi fos<e lai." ad abbracciare l'i- da Latera, Compendio della storia degli
stituto, ripete l'errore del p. ab. Franchi, t. i,cap. 18:
ordita regolari esistenti,
che scrisse nella vita di s. Gio. Gualber- Delle Monache Vallombrosane ;ed il
to, che il 1
."
monastero fu quello dell'ab- p. Helyot, Storia degli ordini monasti-
bazia di Maria in Galilea, nel territo-
s. ci, t. 5, cap. 29: Delle religiose del-
rio di Lumello presso Pavia circa il 1 00; 1 l' ordine di Vallombrosa colla vita di s.
e l'altro che il p. Lucalelli nella vita di s. Umiltà loro fondatrice.
Bernardo 7. generale dell'oidi ne, asseri- VùLLOMBROSANl^ongregationis
sce la più antica memoria delle vallom- Vallis Umbrosae ordmis s. Denedicti.
brosane risalire ali 1 53, per essere stata L'ordine di Vallombrosa ebbe per fon-
data al p. Gualdo 9. generale la cura di datore s. Giovanni Gualberto (F.) nato
riformare il monastero di Cavriglia nel- nel 981, il di cui padre Gualberto de'Cis-
la diocesi di Fiesole, allora rilassato nel- domiui era nobile fiorentino signore di
l'osservanza,e ch'egli vi mandò la b. Berla Petroio in Val di Pesa, ricco e potente
monaca benedettina monastero di s.
del cavaliere. Il p. Helyot dice che traeva
Felicita di Firenze, la quale eletta abba- l'origine da antica famiglia, la quale, poi-
dessa, col suo esempio indusse l'altre ad quanto si pretende riconosceva il suo ,

abbracciare l'abito e la riforma dell' or- principio da Bonacorso Bisdomini, qua- il

dine vallombrosano (della b. Berta si trat- le era stato fatto cavaliere dall'imperato-
ta nel iMcnologiuiìi Bcnediclinum^ e nel re Carlo Magno. Il vallombrosano p. ab.
libro del Wion, Ligiium vitae). Da ciò Davanzali narra, che questa famiglia si
volersi argomentare, che nel monastero disse ancora de'Visdomini, cioè Vicedo-
eli s. Felicita era già introdotta la detta mini, perchè essendo ella numerosa e po-
riforma monastica. Il medesimo p. Luca- tente, nella vacauza degli arcivescovi di
lelli riferisce, che l'abito nel principio fu Firenze restavano padroni tutelari e di-
di lana mescolata parte nera e parte bian- fensori del vescovato. Si dissero parimen-
ca, cioè bigio; ma perchè questa si varia- te per la loro gran potenza de'B ^domi-
va secondo la qualità de'eolori, un capi- ni, cioè due volte Signori, come vuole lo
VAL VAL 61
storico Pietro Monaldi, il quale fa tale scovile del suo nome, era un soldato ro-
famiglia oriunda da Rooia, di dove eb- mano, che ùì martirizzato a Firenze sot-
be origine dalla stirpe di Catilina; poiché to l'imperatore Decio: il suo corpo rin-
essendo stala scoperta in lloma la famo- chiuso in un'arca d'argento si custodisce
sa di lui congiuro contro la patria e con- dagli Olivetani, e se ne celebra da alcuni
tro il console Cicerone, due suoi congiun- la festa a'2 5 ottobre), suburbana e non
ti fuggirono, uno si ritirò nell' Umbria e molto distante da Firenze, della celebre
quivi si fermò, I' altro in Firenze ,
pren- abbazia de'monaci cliiniacensi, nel ioi3
dendo ambedue il casato di Disdotnini per eretta presso un più antico tempietto e-
essere polentiegransignoii.La madre del dificato al santo poco lungi martirizzato
santo fu Camilla della stirpe del marche- nel secolo III. Prostratosi Giovanni in-
se Ugo duca di Toscana, e nipote di Ugo nanzi l'immagine del tt. Crocefisso, con
re d'Italia. Gualberto ebbe due figli, Ugo abbondanti lagrime gli chiese umilmen-
e Giovanni. Essendo stato ucciso da un te perdono della sua mala intenzione, e
loro congiunto Ugo, il padre sebbene di gli rese grazie per averlo preservato dal-
spirili risentiti, per l'avanzata età non po- lo spargere sangue umano. In seguo di
tendo colle proprie mani vendicare il fi- gradimento dell'atto cristiano fatto per
glio,con istimoli e forse minacele ne com- amor suo, la ss. Immagine chinò visibil-

mise l'esecuzione a Giovanni figlio super- mente il capo (il p. Annibali dice che la
slite. Questi sebbene per natura non in- ss.Immagine è tuttora in venerazione nel-
nondime-
clinato ali'eiFusione di sangue, la detta chiesa). Il giovane Giovanni sba-
no gl'impulsi paterni, anche per punto lordito dal prodigio e vieppiù infervora-
cavalleresco, lo fecero risolvere alla ven- to nell'amore pel Redentore di tulli gli
detta. Perciò armatosi,andò in traccia uomini , stabilì tosto di abbandonare il
dell'omicida accompagnalo da' suoi scu- mondo e le sue fallaci grandezze, e di de-
dieri, e avendolo trovato in giorno di ve- dicarsi interamente al divino servizio.
nerdì santo in un luogo talmente angu- Pertanto recatosi nel contiguo monaste-
sto, che non dava apertura di scampo ro, si gettò a 'piedi dell'abbate cliiniacen-
veruno al reo, mentre Giovanni snuda- se e gli domandò 1' abito monastico il ,

ta la spada stava per trapassargli il cor- che ottenne dopo varie e fiere contraddi-
po, I' uccisore dell' unico suo fratello si zioni, suscitate dal demonio, e dal proprio
geltò a' suoi piedi colle mani in croce, genitore che fece di tutto per impedire la
supplicandolo a concedergli la vita per vocazione del figlio. Nei noviziato eserci-
amore di Gesù. Cristo per ambedue cro- tò ogni virtù, e dopo fatta la professione,
cefisso e morto in quel giorno. Giovanni essendo morto l'abbate, gli fu sostituito

ad un tratto si commosse per tale com- da'suffragi di tutta la comunità. Ma il san-


memorazione , e prontamente l'esaudì. to virilmente s'oppose all'elezione, onde
Perciò riposta la spada nel fodero e di- mosse monaci a farne altra. Intanto Gio-
i

sceso di sella, abbracciò il nemico e gli vanni fu preso dall'amore della solitudi-
die il bacio di pace, dicendogli: Non pos- ne, per vivere lontano affatto da'tumul-
so negarvi quello che voi mi domandate ti del secolo e rendersi più perfetto. In
in nome di Gesù Cristo. Vi dono non so- compagnia quindi di altro religioso, parti
lo la vita, ma la mia amicizia. Pregate dal monastero di s. Miniato, e passati in
Dio che mi perdoni il mio peccato. Mos- diversi luoghi si portarono finalmente u
so quindi Giovanni da interno impulso, Camaldoli, ove fecero lungo soggiorno. In
invece di tornare a casa , si portò nella questo sagro eremo viveva nella contem-
vicina chiesa di s. Miniato al Monte (s. plazione il patriarca de'camaldolesi s. Ro-
Miniato protettore dell' illustre città ve- mualdo, del quale già era grande il no-
Gì VA L VAL
me «Iella santità della vita, e dopo aver se- renze, un 4-° «*i miglio a scirocco dell'e-
co conferito su varie cose di spirito, e go- remo divoto delle Celle, noto comune-
duto della sua religiosa, amorevole e san- mente col vocabolo di Paradisino. Non
ta convenzione, si licenziò con tenero e vi è italiano, non viaggiatore d'oltremou-
vicendevole abbi accio di pace, conferma- ti, il quale recandosi in Firenze per am-
tisi scambievolmenle nel fervore di spi- mirarne le sue bellezze trascuri di recar-
rito e nel servizio di Dio. Racconta il
p. si nella calda stagione al romantico mon-
Ilelyot, che il priore di Camaldoli Pie- te e alla badia di Vallombrosa. Il gran-
tro Daguino volle obbligare Gio. Gual- dioso suo fabbricato, che mette in mezzo
berto a prender gli ordini sagri, ed a pro- alla clausura una devola , bella e ricca
mettere perseveranza in quell'eremo, ma chiesa , fa contrasto alle cupe foreste ed
si ricusò egli di ciò fare e si ritirò a Val- olle sempre verdi praterie che lo circon-
Jombrosa, perchè era chiamato a vita ce- dano. Quantunque la natura selvaggia del
nobitica, come dicono il p. Mabillon, Fleu- luogo, la tinta nerastra delle selve di a-
iy e altri storici. Ma 1' ordine col quale beli che lo fiancheggiano, alle quali an-
egli fecefabbricare il i.° suo monastero nosi faggi fanno corona , la caduta del-
inVallombrosa, sembra che piuttosto dia l'acque spumeggianti del torrente Vica-
luogo a credere, eh' egli in principio in- no di s. Ellero che romoreggia fra rupi
clinasse molto alla vita eremitica, poiché immense di cadenti macigni; l'erba ed i

lo formò quasi sul modello di Camaldo- fiori montani che cuoprono i tappeti di
li, costruito colle celle le une separate dal- que* prati, colpi delle scuri che abbat-
i

l'altre, come può vedersi nel disegno che tendo le antenne naturali degli abeti, in-
ne diede il p. d. Diego Franchi abbate di terrottamente in quel silenzio rintronano;
Bipoli nella vita di s. Gio. Gualberto, fat- tuttociòoffrea chi contempla la Vallom-
to incidere su quello già pubblicato da brosa un aspetto di melanconica solitudi-
Xanto di Perugia e da Taddeo Adema- ne tendente al raccoglimento ed alla me-
ro. Partilo dunque il santo da Camal- ditazione religiosa, ed assai confacentc per
doli, si portò nel Casentino a Valloni- fornire materia di serie riflessioni, sicco-
l>rosa, delta allora Acqua Bella, sotto le me le offrì nel secolo XV al divino Ario-
falde dell'A pennino, lontano da Firenze sto nel suo Orlando Furioso, e più tar-

circa i 8 miglia a levante, luogo montuo- di all'inglese poeta Milton nel suo Pa-
so e rigido, dove il santo giltò la base di radiso perduto. Il i.° de'quali fin d' al-
sua congregazione, sotto la protezione del- lora qualificava la badia della Vallombro-
la I). Vergine Assunta in cielo e di s. Mi- sa Ricca e bella , uè nien religiosa -
: E
chele Arcangelo, che invocò per tutelari cortese a chiunque ci venia. Fin dal se-
della medesima, sotto la regola del pa- colo X il monastero di s. Ilario o Ellero di
triarca s. Benedetto. Innanzi di procede- benedettine, del castello ora villa d' Al-
re coll'operatodal santo, mi piace farceu- fiano o s. Ellero o Ilario, col suo patri-
no di Vallombrosa Diziona- col Repelli, monio occupava tutta la selvosa monta-
rio gcografico-Jisico-storico della To- gna della Vallombrosa donata in parie ,

scana opera veramente classica. Val-


, dall' abbadessa Illa nel 1039 a s. Gio.
lombrosa o Valle Ombrosa, Vallem Uni' Gualberto; avendo altresì il monastero
brosam, nel Val d'Arno fiorentino, ce- giuspadrouato su molte chiese e mona-
lebre badia sul monte omonimo, già det- steri, con più castelli di s. Ellero e di
i

to Monte Taborra, in origine eremo sot- Remole. Dopo la metà del secolo XIII si
to il titolo di s. Maria d'Acqua Bella, nel trattò della riunione di questo monaste-
popolo di s. Andrea a Tosi di Reggello, ro e de' suoi beni alla badia di Vallom-
diocesi di Fiesole, compartimento di Fi- brosa; indi dopo lunga opposizione me-
V A L V A L 63
dinnte accordo del i 2 7 ">
e del 1 268, alle mi presso Poppi, coufennatorio di quel-
monache di s. Ellero Cu assegnato il mo- lo del conte Guido di Teudegrimo di lei
nastero di s. Pancrazio in Fi re tue, loro suocero. Il .° eremo di s. Maria d'Acqua
1

vita durante,ed ima pensione vitalizia da Bella ossia di Vallombrosa, il Llepelli lo


pagarsi da'vallombrosani; e il monastero dice gii» nel o43 edificalo di s. Giù, Gual-
i

ili s. Ellero fu convertito in ospizio e vil- berto, nel qual anno un pio fiorentino gli
la de'monaci Vullombros ». Del castel-
di clonò alcuni beni. Infatti nel io3g, epoca
lo e distretto di Magnale acquistarono il della suddetta donazione falla al santo
giuspadronato e le possessioni conti Gui- i dalla badessa di s. Ellero, I' imperatore
di (de'quali anche nel voi. LXXVIII, p. Corrado il con suo privilegio confermò
55, descrivendo Modigliana,oggi sede ve- a'monaci ritirali con s. Gio. Gualberto in
scovile, ove si stabilì ili." loro stipite), e Vallombrosa tutti i possessi avoli d < e-^e
mentre era della stessa consorteria il con- monache in dono, e fu probabilmente al-

te di Teudegrimo, que-
Poppi Guido di lora che il santo fondatore segnò iì luo-
sti insieme alla contessa Ermellina sua go per edificare la 1." badia di s. Maria
consorte, con atto pubblico del 1068 do- delta poi di Vallombrosa sul monte del
nò a s. Gio. Gualberto de' terreni posti suo nome. Arroge a ciò gli atti pubblici
nel monte Taborra sopra Vallombrosa e del 1068 e deli 104" già ricordati. Li ce-
ì loro diritti sul medesimo, monte oggi lebre coutessa Matilde marchesana di To-
detto di Secchieta, nel cui fianco occiden- scana (7.) fu munifica benefattrice di
Quindi gli abbati
tale risiede l'abbazia. questa badia che arricchì di beni e di pri-
di Vallombrosa divennero conti di Ma- vilegi amplissimi, concessi alla congrega-
gnale, e nominavano in loro rappresen- zione mentre era presieduta dal cardi nal
tante un visconte del castello per gover- s. liei-nardo degli Uberti. Accresciuto col
natore e giusdicente de' popoli compresi fervore religioso il numero de'monaci, si

nel comune. In questa contea si compren- pensòa edificare nel secolo XV in Vallom-
deva la giurisdizione delle ville e tenute brosa una più vasta clausura con ehiesa
di Caliliauo, che un buon monaco di Val- più decerle. Questa fu rifalla e abbellita,
lombrosa (nel cercare il paese di Pater- nel qual tempo fu traslatato in fondo alla
no dove nel gennaio 1002 mori l'impe- chiesa il bellissimo attico di marmo, fat-

ratore Ottone 111, di che parlai in più to sotto governo del fiorentino p. ab. d.
il

luoghi, come nel voi. XIII, p. 23g: alcu- Filippo Francesco Melani. Il suo mona-
ni credono che Cariati sia l'antica Pa- stero frattanto fu in più tempi e sotto il
terno, sede vescovile unita a Strongoli governo di vari prelati dello stesso ordi-
pretese fabbricato da Catilina in tempo ne monastico accresciuto e abbellito, enei
di sua ribellione, e di Paterno di Vallom- 1640 decorato di magnifica facciala dal
brosa in Val d'Arno superiore a Firen- p. ab. di Vallombrosa d. Averardo Mic-
te. Paterno è una villa magnifica e resi- colini di Firenze, ch'era stato prima ab-
denza dell' amministratore generale del bate generale della congregazione. La
patrimonio di Vallombrosa, eon oratorio struttura e la bellezza della chiesa attua-
di s. Antonio abbate, il palazzo essendo le , la quale trionfa nel mezzo del chio-
stato rifabbricato da' vallombrosaui nel stro, esattamente venne descritta dall'au-
1 588 ,
poi ampliato e grandemente ab- tore del Piaggio pittorico della Tosca-
bellito nel 1 840. Paterno nel 1 1 04 fu do- na. (II monastero è veramente magnifi-
nato con altri terreni, case e chiese a'val- co, e regolare è il vasto edilizio circonda-
lombrosani dalla coutessa Imiliao Emi- to da verdi piali all'intorno, e custodito
lia, moglie del conte Guido Guerra , col nella parte destinata alla clausura da so-
consenso di questi, cou atto rogalo a Stru- lidissima muraglia. Splendidissimo e or*
C4 VAL VAL
nato,non che ridondante di finissimi mar- la Vallombrosa, fu messa quasi a ruba
mi, è il bellissimo tempio). Dopo la mela e in gran parte dispersa (alcuni preten-
del secolo XIII fu edificalo sopra il risal- dono che il meglio de'lesori inestimabili
to d'una rupe
l'eremo detto delle Celle raccolti nell'abbazia in pilline, sculture,
summeutovalo, e più noto attualmente incisioni e codici, passò nell'accademie e
col vocabolo di Paradisi/io, luogo in o- biblioteche di Firenze). Finalmente al ri-

gni tempo santamente frequentato, e nel torno del legitlimo sovrano in Toscana,
principio del secolo XIV dal monaco val- anche la Vallombrosa risorse e si ripo-
lombrosano b. Giovanni da Catignanodi polò di monaci, in guisa che ritornando
Gambassi abitalo, sicché dall'eremo pre- all'antico splendore essa continua a fio-
detto fu poi appellalo il b. Giovanni dal- rire all'ombra dell' osservanza della pri-
le Celle. II quale bealo mostrò ne'suoi ter- stina disciplina e della valida protezione
si scritti come assai bene si ponno asso- dell'augusta famiglia granducale regnan-
ciare santità di costumi, amore per lo stu- te. Chi volesse conoscere l'epoche diverse
dio e purgatezza di lingua italiana nello della ié" fondazione, che alcuni col p. ab.
seri vere. Inoltre quest'eremo servi di spi- Soldani vallombrosano attribuirono al
rituale espontaneo ritiro a molti altri di- ioi5 anziché dopo; chi volesse sapere l'e-
stinti religiosi della stessa congregazione poca dell'approvazione della nuova con-
vallombrosana, quali i alia purezza del vi- gregazione nel io55, della soppressione
vere congiunsero l'amorealle scienze e al- nell'ottobre 18 io, e della ripristinazione
le beile arti, come fu il chiaro botanico di questa badia nel gennaio 18 19, potrà
d. Buono Faggi, e per ultimo d. Enrico leggere l'apposita iscrizione in marmo esi-
Hugford riprislinatore in Toscana del- stente sotto il portico della chiesa di Val-
l' arie della scagliola, i cui lavori tanto lombrosa. Ho premesso questi cenni su
pregio rendono al bel paese. Di recente Vallombrosa per migliore intelligenza
,

questo locale per le cure abbate di


dell' di quanto vado a narrare, principalmen-
Vallombrosa p. d. Silvano Gori e del suo te col p. Helyot, Storia degli ordini mo-
camerlengo p. d. Vitaliano Corelli fu tal- naslici\con le vite de' loro fondatori e ri-
mente abbellito e resone più comodo l'ac- formatori,t. 5, cap. 28 De ir ordine di :

cesso, che dieremo angusto e di peni- Fallomorosa, con la vita s. Giovanni


tenza vedesi ridolto ad un vero Par adi- Gualberto fondatore del medesimo.
sino terrestre. Questa insigne abbazia di 11 luogo ove si fermò s. Gio. Gualber-

Vallombrosa si conservò di secolo in se- to reduce da Camaldoli, gli piacque per


colo divota, copiosa di monaci esemplari la solitudine, e tuttora si celebra da'ueo*
non meno che cortesi e dotti , finché al- grafi T amenissima pianura e i delizio-
l'invasione delle truppe francesi nel 1 808 sissimi dintorni, pel complesso di loro na-

ogni oidi ne monastico fu rovescialo, e con turali bellezze , oltre 1' ubertosità delle
essocaddero i principali santuari dellaTo- campagne, formate dalla natura e dal-
scana. Il monastero della Vallombrosa Fu detto Valle Ombrosa^tfm
l'industria.
non solo fu vuotalo de' migliori oggetti ragione d'una piccola valle su cui alcune
di belle arti, ma venne indiscretameute selve d'abeti, che cuoprono le montagne
dilapidato; allora la bella chiesa, ricca di vicine, stendono la loro ombra (altri di-

ss. Reliquie, di arredi sagri, di vasi d'ar- cono che in origine all'amena valle face-
gentoni tavole di pittori distinti, trovos- vano iugombro e ombra un grosso nu-
si spogliala; allora la doviziosa e celebre mero di pini), benché nominava») Acqua
biblioteca di questa badia, copiosa di co- Della all'arrivo del santo ,
rilinmdovisi
dici, di rarissime edizioni di libri e di o* verso iho38, secondo il p. Ileiyot. Que-
pere pregevoli degli slessi monaci del- sti aggiunge, che gli storici dell' ordine
VAL VAL 65
ne fissano la fondazione ne! i o 1 5, ed an- che principio dell'ordine non può sta-
il

co nel 1 01 2 al dire d'Ascanio Tamburi- bilirsi che circa il 1039. La fama del san-
v
no; e pretendono che il santo fondatore to tosto si sparse e divenendo ogni d i
,

vi giungesse nel 1 008, e che dimorasse in maggiore, molti accorsero a lui per esse-
questa solitudine 7 anni prima di getta- re suoi discepoli, chierici non meno che
re le fondamenta del suo ordine. Ma ii p. laici, ed eziandio molti religiosi del mo-

Helyot opina, ch'è facile convincerli del- nastero di s. Miniato. Il suo monastero

l'errore, contrapponendo loro a loro stes- avea sembianza d'eremo, che di ce-
più.

si;imperocché Andrea da Genova, Tad- nobio, d'onde avvenne che per lungo tem-
deo Ademaro, Eudosio Locatelli e Diego po fu denominato l'Eremo di Vallombro-
Franchi nella vita del santo dicono av- sa. 11 santo vi fece fabbricare un ospizio,
venuta la di lui morte, secondo l'opinio- in cui riceveva in principio coloro che si

ne quasi da tutti abbracciata, nel 1073 presentavano a lui per divenirne disce-
in età d'anni 80, dunque nato nel 993 poli. Ivi egli per qualche tempo li speri-
(dissi già col p. Davanzali , che nacque mentava con obbligarli alla custodia de'
nel 985, e perciò nel morire nel 1073, e- porci ed a ripulire quotidianamente le
gli scrive, avea 88 anni ; laonde va cor- loro stalle colle proprie mani senza l'aiu-
retto 1' anno 64 riferito nella biografia to d'alcun istromenlo. Se resistevano al-
colButler). Ciò supposto, secondo i me- l'abbietto uffizio, gli introduceva nel no-
desimi autori, si ritirò dal mondo e vestì viziato, ove faceva loro osservare esatta-
l'abito monastico d'anni 18, ne dimorò mente la regola di s. Benedetto. Finito
4 nel monastero di s. Miniato prima d'es- l'anno del noviziato, ammetteva alla
gli

ser eletto abbate: la sua elezione pertanto professione, e per imprimer loro piti al-
pare che seguisse neh 01 5, dopo di che, tamente il corrispondente spirito e il di-
senza far menzione del tempo da lui pas- sprezzo del mondo, gli obbligava a sta-
sato a Camaldoli, si rimase 7 anni nella re prostrati boccone a terra per lo spazio
solitudine prima d'intraprendere la fon- di 3 giorni, vestiti della loro cocolla in
dazione dell'ordine vallombrosano, a cui continuo silenzio, intesi solamente nella
non può aver dato principio al più pre- meditazione della Passione di Gesù Cri-
stoche nel 102 3, secondo ancora il loro sto. Itla abbadessa di s. Ilario o Ellero,
Dice inoltre il p. Helyot, farci di
calcolo. cui apparteneva il luogo, ove il santo co*
più manifesto l' errore loro il motivo suoi discepoli erasi stabilito, mandò loro
ch'essiadducono della partenza del san- de' vi veri e de'libri, e poi donò loro il luo-
to dal monastero di s. Miniato, nar- go medesimo d' Acqua Bella con ampio ,

rando che per la sua rinunzia ottenne sito per dilatare la fabbrica del loro mo-

l'abbazia Uberto per la somma di dena- nastero, aggiungendovi prati, vigne e bo-
ro sborsata al vescovo di Firenze Lam- schi. In ricognizione però di sue donazio-
berto o Attone f, mentre niuno de' due ni, volle che i religiosi di Vallombrosa
fu simoniaco: Lamberto uomo santissi- dassero ogni anno alla chiesa del suo mo-
mo aspirando alla perfezione , nel io32 nastero una libbra di cera ed una d'o-
rinunziò la sede e si ritirò in un chiostro; lio, riservandosi come fondatrice del luo-

ed Attone suo successore fu prelato de-


I go il diritto di nominare il superiore.
gno di perpetua ricordanza per le sue Qualche tempo dopo essendo in Firenze
belle azioni, e per gl'insigni benefizi com- l'imperatore Corrado II (il Buller dice
partiti alla sua cattedrale e al monastero Eurico III, che gli successe nel 1039), ed
di s. Minialo. Laonde all'epoca delio32, avendo inteso parlare del nuovo mona-
aggiunti 7 anni dal santo consumati nel- stero, mandò Rodolfo vescovo di Pader-
la solitudine, crede il p. Helyot evidente bona a consngiarne la chiesa, poiché Fie-
voi. lxxxviii. 5
m VAL VA L
sole, nella cui diocesi anche allora trova- Pietro apostolo. Molto conforme era l'a-

vasi Vallombrosa, era vedova del pastore, bito vallombrosa no antico a quello de'
il che si ha dall'atto di donazione dell'ab- fratiminori, al riferire de! p. Franchi, il
bndessa del io3c). 11 detto tributo a cui quale narra che essendo s. Francesco d' A -

erano tenuti monaci, fu da loro per lun-


i sisi, istitutore di tali frali, venuto verso il

go tempo corrisposlo,giacchè se ne fa men- 1224 in Vallombrosa in tempo di piog-


zione in liti privilegio di Papa Gregorio gia, il p. ab. d. Benigno vedendolo tutto
IX del 1228, concesso ad Agnese 11 ab- bagnato, gli die la sua propria cocolla per
badessa di s. Ellero; ma neli255 aven- mutarsi, la quale il santo volendo prima
do Papa Alessandro IV trasferite le mo- di partire restituire , l'abbate non volle
nache in altro monastero, perchè mena- riprenderla; onde s. Francesco essendosi
vano vita poco regolare, concesse quello di cinto colla sua corda, la ritenne e pro-
s. Ellero a' religiosi diVallombrosa, con segui a servirsene, non sembrando a lui
tutte le terre e signorie che ne dipendeva- mollo diversa dal suo ahi lo. Aggiunge

no. Quanto poi al diritto di nominare il ancora il detto biografo, che nel convento

superiore, riservatosi da Itta, ebbe breve di Croce in Firenze vedesi in pittura


s.

vigore, perchè Papa Vittore 11 delio55 l'abito de'monaci vallombrosani e quel-


(nel quale anno e nel concilio tenuto in lo de'frati francescani, e che tra l'uno e
Firenze, Venanzio Simi vescovo di Sala- l'altro vi è molta somiglianza. Ogni dì
inina vuole che approvasse l'ordine, e lo più crescendo beni di Vallombrosa, mer-
i

riferisce nel libro degli Uomini illustri: il cè le donazioni che le venivano fatte, s.
Boiler attribuisce l'approvazione dell'or- Gio. Gualberto accettò de'laici e de'frati
dine ad Alessandro II nel 070), conces- 1 conversi, i quali avessero cura del tem-
se areligiosi la facoltà d'eleggere il loro porale e de'beni che venivano donati al
abbate. Formatosi in questa guisa il mo« monastero. Menavanocosloro la stessa vi-

nastero di Vallombrosa, il p. d. Gio. ta de'monaci, ne altro li distingueva da


Gualberto ne fu eletto superiore, mal- essi che l'abito assai più corto, ed una ber-
grado la sua resistenza. Procurò egli che retta di pelle d'agnello con cui copriva-
la regola di s. Benedetto fosse con preci- no la testa. Non osservavano essi un si-

sa esattezza osservata, particolarmente la lenzio così rigoroso come quelli ch'erano


clausura. Fece vestire i suoi monaci di destinati al coro , essendo incompatibile
panno che al dire degli storici
bigio , il coll'esterne fatiche nelle quali erano im-
dell'ordine, fu cagione che ne' primi 4 se- piegati. Questo è il i.° esempio nell'or-
coli dopo la loro fondazione fossero delti dine benedetti no, che si trova de'frati Lai-
? Monaci bigi; e ciò durò sino al genera- ci o Conversi (F.) distinti per mezzo del
lato del p. ab. d. Biagio di Milano, che lo- loro stato da'religiosi da coro, i quali per
ro fece prendere nel i5oo il colore tanè. la maggior parte erano fin d'allora chie-
Qualche tempo dopo la morie del fonda- rici o prossimi ad esserlo, come nota Fleu-
tore, i monaci portarono sopra loroabi- i ry, citato dal p. Ilelyot. Molte persone
ti bigi lo scapolare bianco, ma fu poi lo- nobili offrirono a Gio. Gualberto de'luo-
ro proibito nel i453 dui generale p. ab. ghi per fabbricarvi de'nuovi monasteri,
d. Francesco Altoviti, che loro raccoman- molli lo pregarono ad intraprender* la

dò l'intera osservanza del colore bigio, per riforma di altri. Tra* 11 uovi monasteri da
essere quello dell'antico abilo dell'ordi- lui fondati, il i.°fu quello di s. Salvio, co-
ne. I monaci si radevano la sommità del- sì detto da una cappella dedicata a que-
la testa, e lasciavano nel basso di essa de' sto santo vescovo d'Amiens, che Incava-
capelli in forma di cerchio, a somiglian- si uel luogo a lui dato nel o44- e mn " 1

za della corcua de'romaui, per imitare s. dò egli altri sopra gli Apeunini , uuo a
VAL VAL 67
Moschelo, l'altro a Razzuolo, ed il 3.° a giammai abbandona i suoi servi, colla mi-
Molile Scalari. Que'ch'egli riformò e ne' rabile sua provvidenza abbondantemen-
quali pose i suoi religiosi, furono l'abbazie te fornì i suoi religiosi del bisognevole, e
eli Passignano vicino a Siena, di s. Repa- giammai fece loro mancare i viveri. Vii
rata presso Firenze, di s. Fedele di Slru- giorno di penuria, il santo fece ammaz-
mi nella diocesi d' Arezzo, e di Fontana zare un montone per distribuirlo con 3
Taona nella diocesi di Pistoia; inoltre fu- pani, altri non essendovene, alla comu-
rono a lui dati monasteri di s. Maria
i di nità religiosa. I monaci ricusando di gu-
Coneo, di s. Pietro di Monte Verde e di stare la carne, contentarono tutti d'u-
si

s. Salvatore di Vaiano. I monasteri ch'e- na piccola porzione di pane. Piacque tan-


gli fondava erano fabbricati secondo le to a Dio questa moderazione, che la pre-
regole della povertà, ne alcuna cosa era- miò con mandare al monastero nel ili se-
vi di superfluo. Essendo un giorno anda- guente de'giumenti carichi di biada e di
to a visitare quello di Moscheto , trovò farina, verificandosi la predizione fatta
che le sue fabbriche erano troppo ampie dal s. abbate. Un'altra volta in somiglian-
e belle, onde chiamato il b. Rodolfo, che te occasione fece uccidere un bove , vo-
n'era abbate, con volto allegro:
gli disse lendo dare a-religiosi piuttosto della car-
Voi avete fabbricato de'palazzi a vostro ne che lasciarli morire di fame; ma essi

piacimento, e vi avete impiegato delle preferendo il perire al trasgredimento


somme, che avrebbero servito al sollie- della regola , Iddio con nuovo prodigio
vo d'un gran numero di poveri. Indi ri- provvide al bisogno loro. Un miracolo si-
volto ad un piccolo ruscello, che ivi ap- mile a questo avvenne ancora quando ,

presso scorreva, disse : Dio onnipotente, albergò Papa Leone IX colla corte pon-
s.

fatte prontamente le mie vendette per tificia nel suo monastero di Passignano;

mezzo di questo ruscello sopra quest'e- imperocché avendo domandato all'eco-


norme edifizio. Indi partì, e tosto comin- nomo se avea del pesce, e risposto di no,
ciò il ruscello a gonfiarsi, e precipitando mandò frati conversi a pescare in un la-
i

con impeto dalla naontagna.di velse e tras- go vicino al monastero, e quantunque i

se seco alberi e pietre sì grosse, che ro- religiosi Paveano assicurato di non aver-
vinarono la fabbrica da'fondamenti. Sbi- vi mai veduto pesci, gl'inviati vi trovaro-

gottito l'abbate da un accidente così im- no due grosse anguille, ch'egli presentò
provviso, volendo di bel nuovo fabbrica- al Papa. L'esempio del santo e le suee-
re il suo monastero, risolvette di erigerlo sortazioni convertirono molti chierici, i

in altro sito ; ma il santo ne lo dissuase, quali lasciando la loro vita scandalosa co-
assicurandolo anzi che il ruscellonon a- minciarono ad assembrarsi vicino ad al-
vrebbe più. recato al monastero nocumen- cune chiese a vivere in comune ed a me-
to alcuno. Un'altra volta avendo inteso che nare vita assai spirituale. Fec'egli erige-
in uno de'suoi monasteri era stato accet- re molti spedali e restaurare molte chie-
tato un uomo, il quale a vea donato ad esso se. Si dichiarò il santo nemico non solo

in pregiudizio de'suoi eredi tutti i suoi be- degli eretici nicolaiti, ma ancora de* si-

ni, visi portò fretloloso,e domandato l'at- moniaci. Pietro da Pavia vescovo di Fi-
to di donazione lo fece in pezzi , quindi renze, accusato di simonia per avere sbor-
pregò Dio e s. Pietro apostolo, che lo sato 6000 lire per ottenere il vescovato,
vendicassero di questo monastero. Ap- i vallombrosani di sua diocesi ricusarono

pena partitone vi si appiccò il fuoco, ne riconoscerlo per loro vescovo come ere-
bruciò la maggior parte; e il santo acce- tico, e sollevarono contro di lui gran par-
so di zelante sdegno, neppure si rivolse a te del popolo e del clero, anche per mez-
mirare il lagrimevole incendio. Iddio che zo del rinchiuso nel monastero di s. Ma-
68 VAL V AL
ria di Firenze Teuzone. Il vescovo per mo Bulgaro. Il santo, che vi si trovava,
spaventare gl'insorti, si decise di fare uc- gli accolse con grande carità e loro som-
cidere i religiosi autori della sedizione. ministrò lutti i soccorsi; ma il parlilo del

A tale effetto mandò armati al monaste- vescovo proletto da Goffredo III il Gob-
ro di s. Salvio, per dar fuoco al mona- bo duca di Toscana, che minacciava la
stero e uccidere i religiosi, credendo tro- morte areligiosi e al clero che gli si era
varvi anche Gio. Gualberto, ma n'era opposto, attirò contro loro fiera persecu-
partito giorno avanti. Gli emissari en-
il zione. Si portò allora Alessandro II a Fi-
trati nella chiesa nel tempo che religio- i renze, ove vide le legna pi eparate pel fuo-
si recitavano i notturni, si scagliarono so- co, in cui i religiosi volevano gettarsi per
pra di essi colla spada alla mano, molti provar la simonia del vescovo. Ma il Pa-
ne ferirono, rovesciarono gli altari de- , pa ricusò di ricevere esame della con- l'

predarono quanto vi era e appiccarono troversia, s. Pier Damiani disapprovan-


il fuoco al monastero. Tale violenza re- do la separazione dal vescovo prima che
se più. odioso il vescovo, e trasse molti al fosse sentenziato reo. Le turbolenze au-
partito de'religiosi, e nel dì seguente mol- mentarono, ed il clero e popolo stanchi
tiaccorsero al monastero portando cia- di soffrire tante calamità, in un' assem-
scuno a misura delle proprie forze quan- blea richiesero al vescovo che si giustifi-

to era necessario a'religiosi, raccogliendo casse dall'accuse. I chierici suoi partigia-


il loro sangue per conservarlo quale re- ni si offrirono per lui a sostenere il giu-
liquia. Appena seppe V avvenuto s. Gio. dizio di Dio s'egli era innocente, e che
Gualberto in Vallombrosa, si partì pel se voleva dar luogo alla prova del fuo-
monastero di s. Salvio, sperando di soste- co, alla quale i religiosi volevano sotto-
nervi il martirio; si rallegrò coll'abbate e porsi, sarebbero andati a pregarli d'effet-
co* religiosi de* mali che avevano sofferti tuarla. Ricusò il vescovo 1' una e l'altra

per la giustizia, e indi con alcuni di essi offerta,ed ottenne dal governatore un
si recò a Roma dal Papa Alessandro II, ordine di condurre in prigione coloro che
e nel concilio di Laterano del io63 ac- non lo riconoscessero per vescovo e gli
cusarono il vescovo di Firenze ,
prote- ricusassero ubbidienza; che se alcuno fug-
standosi pronti a provai'Io simoniaco ed e- gisse da Firenze gli si confiscarebbero i

retico, col Giudizio di Dio entrando nel- beni, e che i chierici rifugiatisi nella sub-
le fiamme. Nondimeno il Papa non vol- urbana chiesa di s. Pietro, se non si ri-
le deporre il vescovo, né accordare are- conciliavano con lui , fossero cacciati di
ligiosi la prova del fuoco; il maggior nu- Firenze. In esecuzione di quest' ordine,
mero de* 100 vescovi favorirono il fio- nel i.°sa baio dopo le Ceneri deh 067, es-
rentino, ma l'arcidiacono Ildebrando, poi sendosi i chierici adunati nella chiesa di
s. Gregorio VII, seguì il partito de'reli- s. Pietro per recitare i divini uffizi, furono
giosi. Pietro vedendo di non essere stato espulsi senza riguardoalla santità del luo-
condannato da Roma, divenne piti cru- go. In gran folla allora accorse il popolo, e
dele e riprese la persecuzione del clero, principalmente le donne con lamentevoli
che unito areligiosi si separarono da lui strida, contro il vescovo invocando s. Pie-
qual simoniaco. L'arciprete e molti altri tro per difenderle contro il nuovo Simon
non potendo soffrire le sue violenze, u- mago. Gli uomini minacciarono di par-
scirono da Firenze e si rifugiarono nel tire dalia città colle famiglie, e quindi in-
monastero di Settimo, già de'chmiacensi cenerirla. 1 chierici partigiani del vesco-
e allora de'vallombrosani, così dello per vo, commossi dall'avvenimento, chiusero
essere 7 miglia lungi dalla città, e dona- le chiese e cessarono la celebrazione de'
lo a s. Gio. Gualberto dal conte Gugliel- divini uffizi. Essendosi congregali, invia-

1
VAL VAL 69
rono a pregare i religiosi di far loro co- il silenzio per render note le condizioni
noscer la verità, promettendo di seguir- colle quali si faceva la prova del fuoco.
la. Prima però lo fecero sapere al vesco- Fu eletto un abbate di voce alta e sono-
vo , se voleva francamente confessare il ra per leggere distintamente al popolo
reato, senza tentare Iddio e travagliare il un'orazione, la quale conteneva quanto
clero e il popolo, che s' era innocente si si domandava a Dio, che fu da tutti ap-
unisse a loro nell'invito de' religiosi: il ve- provato: dopo un altro abbate, fatto cen-
scovo si ricusò. Accorso il clero e il po- no di bel nuovo che tulli stessero in silen-

polo al Settimo in nume-


monastero di Mieifra-
zio,alzata la sua voce così parlò:
ro di circa 8000 persone, comprese le Iddio ci e testimonio, che
telli e sorelle ,

donne e i fanciulli, domandarono a' re- noifacciamo ciò per la salute delle vo-
ligiosi laprova del fuoco per autentica- stre anime, acciocché ormai schiviate la
re quanto aveano asserito contro il ve- simonia , da cui aitasi tutto il mondo h
scovo. Indi subito il popolo alzò due gran- infetto, la anale è tanto abbominevole,
di cataste di legna lunghe io palmi, lar- che tutti gli altri peccati sono un nulla
ghe 5 e alle 4 e mezzo, lasciando tra di in paragone dì lei. Le due cataste già
esse un sentiero largo un braccio , semi- erano divenute carbone, e la via che le

nandolo di legna secche facili ad accen- divideva n'era coperta in guisa, che cam-
dersi. Al canto de' salmi e delle litanie, minando sopra di essa vi si sarebbe en-
l'abbate elesse il monaco Pietro per eu- trato sino al tallone, comesi vide poi per
trare nel fuoco, il quale prima si recò a esperienza. Allora il religioso Pietro, per
celebrare la messa con sincera divozione, ordine dell'abbate, pronunziò ad alta vo-
tra un profluvio di lagrime sparse non ce quest'orazione, la quale trasse le la-

meno da'religiosi che da'chierici e laici. grime di tutti gli astanti. Signor Gesù
All' Agnus Dei, 4 religiosi s'incammina- Cristo, die siete la luce di tutti quelli
rono alla volta delle calaste per accender- che credono in voi, io imploro la vo-
le: portava uno il Crocefisso, l'altro l'ac- stra misericordia e,prego la vostra cle-
quasanta, il 3.° due ceri accesi e il 4-° il menza, accioccìw se Pietro da Pavia ha
turibolo coll'incenso. Vedendoli il popo- usurpata la sede di Firenze, per mez-
lo alzò le sue voci al cielo. Si cantò il Ky- zo del denaro, nel che consiste V eresia
rie eleisoncon tuono lamentevole, si pre- simoniaca, voi mi soccorriate in questo
gò Gesù Cristo a venire a difendere la tremendo giudizio, e mi preserviate co/i
propria causa, e le donne invocarono la un miracolo da ogni ingiuria del fuo-
B. Vergine acciò pregasse il divin Figlio co, come già difendeste dalle fiamme i
a imprender la sua difesa. L'aere risuo- tre fanciulli nella fornace. Risposto
nava del nome di s. Pietro, come quello ch'ebbero tutti gli astanti Amen, diede
che già avea condannato il simoniaco Si- egli il bacio di pace a'suoi fratelli. Indi
mon mago, e quello di s. Gregorio I Pa- interrogato il popolo quanto tempo vo-
pa, acciò si trovasse presente allo spetta- leva eh' egli dimorasse nel fuoco: rispo-
colo^ perchè suoi decreti si verificassero.
i se, che bastava che passasse nel mezzo.
Intanto il monacoPietro terminata la mes- Il il segno della cro-
religioso Pietro, fatto
sa, deposta la pianeta e ritenendo gli al- ce sopra le fiamme colla Croce che ave-
triornamenti sacerdotale portando una va in mano,sopra cui teneva fisso lo sguar-
Croce e cantando le litanie cogli abbati e do senza rivolger gli occhi al fuoco, en-
ireligiosi, tutto confidenza in Dio si acco- trò nel vasto incendio a passo lento, a
stò all'ardenti calaste. Raddoppiò il po- con volto giulivo. Gli astan-
piedi scalzi,
polo le sue orazioni con un fervore in- ti perderono di vista per tolto il tem-
lo
credibile. Finalmente fu intimalo u tutti po, che rimase tra le due cataste; ma ben
7o
VAL VAL
presto videsi comparire dall'altra parte lehra la festa 1*8 febbraio, fu creato car-
Simo ed illeso senz' aver ricevuto dal fuo- dinale vescovo d'Albano nel 1074? come
co un benché minimo nocumento. Il ven- vuole l'Ughelli, ovvero come già scris-

to delle fiamme agitò suoi crini, sollevò


i si nella sua biografia nel 1079 secondo
il suo camice, e fece sventolar la sua sto- altri, da s. Gregorio VII, che inoltre pre-
il suo manipolo, ma il fuoco non ar- abbazia sotto protezione della
se 1'
la e la s.

se neppure il pelo de' suoi piedi. Rac- Sede, ed era della famiglia Aldobrandi-
contò egli dipoi , eli' essendo vicino ad no, di cui riparlai in più luoghi. Fatto-

uscir dalle fiamme, si accorse eh' eragli si religioso vallombrosano, fu tutto inte-
caduto il manipolo (da altri si disse faz- so ad arricchirsi di sode virtù, ma spe-
zoletto), e ritornò a ripigliarlo tra le me- cialmente dell' umiltà praticata da lui
desime. Quand'egli fu uscito dal fuoco in sì alto grado di perfezione, che mal-
voleva rientrarvi; ma il popolo lo fer- grado la nobiltà di sua nascita non isde-
mò baciandogli piedi, e ciascuno si sti-
i gnò la custodia de'giumenti e delle vac-
mò felice se gli riuscì baciar lembo di il che per ubbidire al suo superiore, finché
sue vesti, e quindi fu denominato s. Pie- il suo merito non permettendo più tale

tro Igneo. Poco mancò che non rima- abbiezione, fu fatto preposto di Passigna-
nesse oppresso dalla calca del popolo, che no. Dopo avere s. Gio. Gualberto col suo
se gli affollò intorno, ed chierici ebbero
i zelo conquiso la simonia, in que' tempi
a faticar non poco per trarlo da essa. Tut- resa così famigliare, rivolse tutte le sue
ti cantavano lodi a Dio, piangendo per al- sollecitudini algoverno del suo ordine,
legrezza; esaltavano V apostolo s. Pietro, e finalmente neli073, essendo passato a
detestavano Simon mago. 11 popolo e il Passigoano per far la visita del monaste-
clero di Firenze scrisse subito a Papa A- ro, si ammalò e morì a' 12 luglio, e gli
lessandro II quant'era avvenuto, suppli- furono fatti funerali colle lagrime di tut-
i

candolo a liberarlo dalla soggezione del ta la Toscana. Poco avanti la sua morte
vescovo simoniaco. Ascoltò il Papa le lo- fece congregare suoi mouaci, e preso
i

ro suppliche , e depose Pietro da Pavia, per la mano il b. Rodolfo di Moscheto,


il quale si sottomise a questo giudizio, e si lo nominò suo successore nondimeno da- ;

convertì in guisa, che riconciliatosi co're- ta ch'ebbero sepoltura al di lui corpo, i

ligiosi ne vestì l'abito nello stesso'mona- religiosi per osservare le ordinarie for-
siero di Settimo, a cui si dice lasciò alcu- malità, si radunarono
Vallombrosa, in
ni beni, che furono assegnati dall'abbate ove aderendo fonda-
alle intenzioni del
Pietro II allo spedale del luogo. Dopo tore, elessero generale il b. Pcodolfo, che
questo strepitoso miracolo, i religiosi di ottenne da Gregorio VII la conferma
>s.

Vallombrosa vennero in grande stima. dell'ordine e de'suoi privilegi. Quel Pa-


Jl sunnominato cooteGuglielmo Bulga- pa fu così devoto del santo, che celebran-
ro donò pure a s. Gio. Gualberto l'ab- do la messa e raccomandandosi a lui si
bazia di s. Salvatore e s. Maria di Fucec- sentiva tutto infervorato. Papa Celesti-
chio fondata da suo padre a'benedetlini no III canonizzò s. Gio. Gualberto a' 6
(poi pervenuta a'francescani esistenti (in ottobre 193, e Papa Clemente Vili ne
1

da prima deli 3 io), nella valle dell'Ar- permise l'uffizio e messa, come riferisco-
no inferiore, allora diocesi di Lucca no Novaes e l'Oldoino. La sua festa si ce-
pregandolo a mettervi 1' acclamata sua lebra a' 12 luglio, giorno della beata sua
riforma, e per abbate quel religioso Pie- morte, ed inoltre l'ordine a* io ottobre
tro, ch'era passato in fiamme.
mezzo alle solennizza pure quella della traslazione
Questo religioso, che l'ordine di Vallom- del suo s. corpo a Vallombrosa. Tra le di-
brosa annovera tra suoi santi, e ne ce-
i verse sue vite, ricorderò di Diego Franchi,
VAL VAL 71
Historia del patriarca s. Gio. Gualber- di s. Gio, Gualberto, mi assicurò vene-
to i Gabbale ed istitutore dell'ordine mo- rarsi il corpo nella chiesa ili Vallombro-
r
nastico di f allombrosa, Firenze 1640. sa, ed un braccio in quella di Passigna-
Inoltre scrisse la vita del santol' 8.° ge- no). Erano raccolte nel suo archivio non
nerale dell'ordine s. Atto, poi vesco- meno di 6600 pergamene, riunite dal
vo di Pistoia, fiorito verso la metà del granduca Leopoldo a quelle i4o,ooo e
XII secolo, dal martirologio vallonibrosa- più che possiede il r. archivio diploma-
no onorato a'22 maggio. Adornò il mona- tico di Firenze. Giovano quelle a far co-

stero di Valloni brasa di non poche esen- noscere numerosi possessi in vari tem-
i

zioni, e di molti ampli e bellissimi pri- pi per pia elargita, pervia di compre o
vilegi, ottenuti dalla s. Sede, per la qua- di permute monastero iti
acquistati dal
le sostenne molte difficoltà e tribolazio- discorso. L'abbaziaebbe origine iiell'Hqo,
ni. Aggiunse all'ordine il monastero di s. e nel 903 l'oratorio di s. Michele era già
Virgilio di Lugano, e persua opera con- fornito di una monastica famiglia pre-
seguirono pistoiesi la testa di s. Giaco-
i sieduta dall'abbate e dal preposto. Alla
mo apostolo, fratello di s. Giovanni Evan- metà del secolo XI vi si recòs. Gio. Gual-
gelista. Di recente il can. Giovanni Cre- berto invitato da Leto, 4«° preposto, che
scili pubblicò, intitolata al clero di Pi- fu nominalo ivii.°abbate della riforma
stoia, Storia di s. Atto vescovo di Pi- vallombrosana, ed è quello stesso cui è
stoia, 855. La Civiltà Cattolica, se-
ivi 1 diretta da s. Gregorio VII la bolla del
rie 3.", 92, ne dà ragguaglio con
t. 3, p. 1073, colla quale ad istanza di Gugliel-
magnifici elogi al chiaro autore. Ecco mo vescovo di Fiesole ricevè la badia di
quanto Scrive 1' encomiato Repetti sul- s. Michele di Passignano sotto la prote-

l'abbazia di s. Michele di Passignano in zione della s. Sede. Godeva sin d'allora


Val di Pesa nella diocesi di Fiesole e un esteso patrimonio nei pivieri di Sil-
compartimento di Firenze, da cui è di- lauo, a cui appartiene, di Campoli,di Cin-
stante 16 miglia. E posta sulle pendici o- tola ec, la giurisdizione di diversi ospe-
rieutali di una collina di due miglia al- dali fondati in pian Alberti, sul Cestio,
la destra del fiume Pesa, nella parroc- nel Val d'Arno superiore, a Combiate
chia di s. Biagio del castello di Passigna- in Val Marina, e a Siena fuori di por-
di
no. Il magnifico e grandioso edilìzio di ta Camullia; oltre il giuspadronato del-
questa celebre e ricca badia, stata capo le chiese di s. Maria a Vigesimo presso

di uua congregazione di valiombrosani, Barberino di Mugello, di s. Bartolomeo


offre da lungi l'aspetto di un munito ca- a Scampata presso Figline, di s. Miche-

stello, perchè con mura merlale, circon- le a s. Donato


Poggio dentro Siena, e
in
date di fosse e di carbonaie ; e nel suo di non poche altre. Continuarono le of-
tempio si conservano le più belle opere ferte e le investiture anche al tempo de-
del Passignano (Domenico Cresti pittore gli abbati Rodolfo ed Ugo successori im-

famoso nativo del castello), del Soni suo mediati di Leto. Furono nel numero dei
genero che vi lasciò molti saggi del suo donatari parecchi signori, ma ben pochi
grazioso pennello, ed altre parimenti di fra questi rinunziarouo all'utile dominio
eccellenti pittori. E pure iti questo san- dei terreni, corti e castelli donati ; anzi
tuario dove si venera il teschio del s. fon- la loro elargita era mossa non di rado,
datore dell'ordiue di Vallombrosa, rac- come altrove, dalla speranza di farla da
chiuso in argenteo busto lavorato a nielli arbitri assoluti sul pingue patrimonio de'
di squisita finezza (avendo espressamen- monaci di Passignano, per mezzodì qual-
te interpellato un monaco vallombrosa- che figlio affine» cui indossavano bene

no del monastero di Roma sulle reliquie spesso la vallombrosana cocolla. Di lai


72
VAL VAL
fatta fu la reggenza di quel R Uggeri de' clausura, è frutto del suo luugo governo,
Buondelmonli, che ancora imberbe, col- ha l'istoria altresì tramandato alla poste-

l'assistenza de'ghibellini già resi prepo- rità gli alti arbitrari ch'esso e i suoi ni-
tenti signori in Toscana, dopo la vitto- poli operarono a danno di que' claustra-
ria ottenuta nei campi dell'Arbia, si fe- li e de'loro averi. Ne giovarono frequen- i

ce nominare 6.° abbate di Passignano. ti reclami de' vassalli presso la corte ro-
Dopo aver sul declinare del secolo XIII mana e avanti i reggitori del comune di
governato per molti anni questa celebre Firenze, tostochè questi ultimi accorda-
badia, nel 1298 potè salire sul 1. "gradi- rono agli abbati il diritto d'eleggere il po-
no della gerarchia vallòmbrosana, facen- destà nel vicino castello di Poggio a Ven-
dosi dichiarare abbate generale di que- tocome feudo de'monaci di Passignano.
sta congregazione, e fu esso medesimo Per le sue vasle possessioni, Lorenzo il
chea' 20 agosto i3o2 ottenne dalla si- Magnìfico fece istanza a Papa Sisto IV,
gnoria di Firenze una provvisione assai affiuchè conferisse in commenda unita-
favorevole, quella cioè di poter rendere mente alle badie di Coltibuono e di Va-
ragione per mezzo de'suoi visconti o vi- iano anche questa al di lui figlio Giovan-
cari ne' castelli e distretti di Magnale e ni de Medici, poi cardinale e Leone X, il
di Ristonehi (nel Val d' Arno sopra Fi- quale la rinunziò prima del papato nel
renze, ora villaggio con chiesa parroc- 1499 al generale di Vallombrosa me-
chiale, la cui signoria acquistarono di diante una pensione di 2000 scudi. La
buon'ora i monaci di Vallombrosa ed i badia di Passignano serve ora di rifugio
signori di Cuona o CognadiPitiana; avea a'monaci più venerandi dell'istituto vai*
torre munita a guisa di rocca, e neli24S lombrosano, ed ha potuto conservare, ad
i guelfi ne fecero un punto di difesa, ed onta delle passate vicende, uu'esteusioue
ebbe il castellano); come pure nelle ville territoriale in un raggio di quasi due mi-
di Tosi, di Martino a Pagiano e di Ca-
s. glia in tutte le direzioni, a partire dal
gliano o Caticciano sotto Magnale. II monastero, nella quale periferia sono
quale abbate Iiuggeri, mentre risiedeva compresi 4* poderi con vasti boschi di
nel palazzo turrito del Guarloue sull' Ar- querce che forniscono oltre 200,000 lib-
no (colla villa è il più vetusto possesso che bre di carbone. La chiesa parrocchiale di
tuttora conservano i vallombrosanidi Fi- s. Biagio, fabbricata sino dal 1 080 a con-
renze, donato all'istitutore loro insieme tatto della clausura, ha riunito le due par-
e Ha chiesa di s. Salvi uelio48, per dote rocchie di s. Brizio a Materaia e di s. An-
del nuovo monastero da erigersi ivi, indi drea al Poggio a Vento o a Callebuona,
ne'primi secoli dell'ordine residenza del- cadute entrambe in rovina col totale de-
l'abbate generale), dirimpetto alla badia perimento de* nominali castellucci.
di s. Salvi, a'16
agostoi3i6, giorno pe- All'abbate generale b. Rodolfo, nel
nultimo il suo testamen-
di sua vita, dettò 1076 successe il b. Rustico da Firenze,
to, col quale rimordendogli la coscien- il quale nel 1092 ebbe per successore il

za, volle che fossero restituite alle badie b.TErizzo da Firenze. Ambedue questi ge-
di Passignano e della Vallombrosa mol- i nerali distesero notabilmente l'ordine,
ti denari, gli arredi preziosi e i vasi sa- che neli.° secolo di sua istituzione avea
gri d'argento ch'egli durante il suo go- già più. di So abbazie. Papa Urbano li

verno si era arbitrariamente appropriali. colla bolla Cimi universi* s. Ecelesiae,


E se la riedificazione assai più solida e de'G aprile 1090, Bull. Rum. t. 2, p. 69:
grandiosa del monastero di Passignauo, Jj)f)roùatio Congrcgatiouis mouaclio-
come apparisce dall'anno 1294 scolpilo rum Vallis Umbrosac o r diiris s. Bene-
nel!' architrave della bella porta della die li , auae sub prolcclioiie Sedis apo-
VAL VAL 73
stolìcae susripitur. E di reità a tutta la Fallis Umbrosae , non-
et pracfinitio
congregazione, della quale costituì capo nullarum ordinalionum prò regimine
il monastero di Vali ombrosa, e dispose monachorum d. congrega tionis sub rega-
che l'abbate generale fosse eletto col con- la s. Benedicti, jurisdictioquc ejusdem
senso di tutti gli abbati della medesima. abbatis. Papa Giulio 11 colla bolla Mi-

1 generali furono da principio perpetui, litanti* Ecclesiae reg/Ww". de'i51uglio


indi triennali, poscia per anni 4> dispo- 1 507, Bull. c\l.,p. 298: Approbatio gra-
sizione ancora in vigore. Usano ornamen- tiarum , et privilegio rum Pontificibus ,
ti onore chefu conceduto pri-
pontificali, Imperatoribus etaliis concessorum con-
ma che ad ogni altro, al p. d. Nicola da gregationi monachorum Fallis Umbro-
Siena abbate di Passignano neh 352 dal sae ordinis s. Benedicti: Et communi-
Papa Clemente VI in Avignone, ed ivi catio quarmncumque gratiarum, et in-
ancora neli3y2 da Gregorio XI all'ab- dultorum quoquomodo congregalioni
bate di Vallombrosa che anticamente, Cassinensi monachorum ejusdem ordi-

era ili prelato della Toscana, e giudi- nis concessorum^etconcedendorum.Tvii'
ce apostolico nelle diocesi di Fireuze e Papi sono specialmente nominali Urba-
di Fiesole, sulle tasseche si pagavano al no li, Pasquale II, Celestino II , Inno-
Papa, Quando generali erano perpetui
i cenzo II, Urbano III, Gregorio Vili, Ce-
prendevano il titolo di abbati della Ma- lestino III, Innocenzo IH, Bonifacio Vili
donna e di tutto l'ordine di Vallombro- e Innocenzo VII. Papa Clemente Vili
sa, e di conti diCaneto, di Monte Verde, con breve del 1 596,acciocchè le donne sol-
di Gualdo e di Magnale. Aveano anco- tanto in alcuni determinati giorni dell'an-
ra luogo nel senato ili Firenze, ed era- no potessero entrare nella chiesa di Val-
no sovente deputati da'Papi per decide- lombrosa, assegnò quelli della festa di s.
re le controversie, che insorgevano tra Gio. Gualberto, il giovedì e venerdì san-
gli ecclesiastici di Toscana. Fra' moltis- to, e nel giorno dell'Assunzione della B.
simi privilegi concessi da' Papi agli ab- Vergine, perchè si distribuivano 4oo li-

bati della Vallombrosa e a tutta la cou- re in dote alle povere fanciulle. Clemente
gregazione, colla conferma di sue possi- X colla bolla Decet Romanum Ponti/i-
denze, ricorderò quelli deli 1 88 di Cle- cem> de' 2 ottobre 1671, Bull. cit. t. 7,
mente 111, deli 198 ei 204 di Innocen- p.i35: Quod abbas generalis congre*
zo III, e del 12 16 d'Onorio III. Alessan- gatioiris Fallis Umbrosae prò tempore
dro V nel i4°9 concesse alla chiesa del existens } mozzettam et mantelletlam ,
monastero di s. Michele de Furcidis> dio- pileum et biretum praelatitios edam in
cesi di Pistoia, che i vallombrosani ogni Capellis Pontijiciis de/erre, etgestari
anno per privilegio potessero cantare la possit. Papa Clemente XI colla bolla
messa solennemente nel sabato santo, vi- Injuncto Nobis de* i5 maggio 1704.,
ì

gilia dellaPasqua di Bisurrezione due Bull. cit. 1. 1 o, p. 67 CofifirmanturCon-


:

o tre ore dopo mezzodì, cui magna cau stitutiones monachorum Fallis Umbro-
sa devotionis, interesse consuevit populi saecum suis correctionibus^additionibus
midlitudo. Tanto si legge nella Descri- et declaralionibus ad rcgulams. Bene-
zione della settimana santa di Cancel- dicti. Comprende le Costituzioni dell'or-
lieri. Papa Innocenzo Vili colla bolla dine spettanti al governo politico e al mo-
Alto divinac providentiae , de' 3 1 gen- rale, colle ordinazioni d'Alessandro VII
naio 1 4^4? Bull. Rom. t. 3, par. 3, p. eziandio. Separatamente furono stampa-
iq5: Unio monastcriorum congrega- le le Costituzioni dell' Ordine di F al-
tionis monachorum Fallis Umbrosae , lombrosa coli' inserzione della regola
sub uno abbati generali , nu/icupaudo di s. Benedetto, Fireuze 1704- luoltre
74
VAL VAL
Clemente XI col breve Prospero farli- 11. ti Giustiniani protettore di quest'ordi-
cimie congregationis, degli 1 1 dicembre ne, volendo riformarlo, nel 1 60 1 nominò
1 7 o4, Bull cit., p. 1 38 Deputantur ab-
: persilo commissario visitatore e riforma-
bas gencralis, visitatores et definitores tore dell' ordine il ven. p. d. Giovanni
cougregationis monachorumV all'is Uni- Leonardi fondatore de' chierici regolari
brosae t rum Statuto spettante ad Visi- della Madre di Dio, il quale divelse l'er-
talionem monasterioruni major is obser- be maligne di que'molti abusi che ivi era*
vantiae. Col breve poi Apostolatus ofjl- no radicati , facendovi rifiorire 1'
osser-
ciuin, t\tiS settembre 1 7 1 3,Bull. ci t., p. vanza regolare collo stabilimento di molti
346 Conceditur congregationi mona-
: regolamenti. Si disse sopra, che i religio-
vliorum Vallis Umbrosae conimiinieatio si di Vallombrosa furono i primi dell'or-
privilcgiorum quorunidam Ordinimi) et dine benedettino ad ammettere frati con-
Congregationum. Papa Clemente XIII versi. Vi erano ancora delle suore con-
col breve Ecclesiae Catholicae, de 1 verse, le quali facevano una tal qual pro-

loglio 1760, Bull. Rom. cont.y t. 2, p.i : fessione nelle mani dell'abbate, e viveva-
nonnullorum Statutorum
Coiifirniatio no come in società soggette all'ubbidieu-

approbatorum ab abbati generali, et za de' superiori dell'ordine. Portavano


difinitorio generali ordinis Benedi- s. una veste collo scapolare bigio, e copri-
rti eongregationis monachorum Vallis vano la testa col velo nero. Alcune di es-
Umbrosae super novo methodo studio- se erano vedove, altre maritate, le quali
rum in ditto ordine. Quantunque il p. abbracciavano questo slato di consenso
Diego Franchi asserisca, che quest'ordi- de'loro mariti, quali si separavano da
i

ne non Fu giammai bisognoso di riforma, loro ritirandosi in qualche chiostro reli-


dice il p. Helyot, è nondimeno verosimi- gioso. Dopo offerta la loro eredità al mo-
le, che se I' osservanza regolare vi fosse nastero, negodevano finche vivevano l'u-
stata sempre fedelmente custodita, non sufrutto, ed erano affidate alla cura d'un
si sarebbero talvolta dati a lui per gene- frale converso d'età avanzata e di vita

rali de'religiosi di diversi ordini, come il penitente. Erano obbligate a osservare


p. Placido Pascanelli religioso di s. Bene- alcuni digiuni, ed a recitare alcune preci;
detto di Mantova, che fu il 29. ° generale ma queste converse, che non furono in-
di Vallombrosa, nominato da Papa Eu- trodotte senon dopo la morte di s. Gio.
genio IV, e il p. Biagio da Milano 3i.° Gualberto, non durarono più d'un seco-
generale, il quale dopo aver governato lo. La dilFerenza che passava tra'conversi
quest'ordine per 36 anni, venne deposto e converse era questa, che conversi
le i

da tale dignità e mandato in esilio a Gae- erauo religiosi e le converse no; ma se-
ta nel 1 5 1 5 da Leone X, il quale elesse condo tutte l'apparenze aouoveravansi
in suo luogo il p. Gio. Maria da Firenze tra quelle che dedicavauo se e loro di- i

domenicano, che governò l'ordine di Val- scendenti al servizio del monastero, e per-
lombrosa per 8 anni, a capo de'quali es- monache Val-
ciò affatto diverse dalle

sendo stato fatto vescovod'lppona inpar- lombrosane(F.) fondate dalla b.Umiltà,


tibus e suffraganeo di Pistoia da Adriano bensì somiglianti a quelle di cui dice trat-
V I nel 523, il generalato fu restituito al
1 tare il p. Ilelyot nel cap. 7. Ma egli in
p. Biagio da Milano, che fu l'ultimo ge- questo solamente ragioua : Dell antiche
nerale perpetuo. L' Itinerario del cele- congregazioni di Francia e di Marmou-
bre p. Ambrogio camaldolese, ci rende tier. Avendo cercato ue'di versi capitoli,
avvisati che questo dotto uomo fu nomi- poiché dev'essere errore di citazione, ho
nato da Eugenio IV visitatore generale trovato che nel cap. 18, discorrendo del
dell'ordine di Vallombrosa ; ed il cardi- progresso de'cluniacensi , racconta. Circa
VAL VAL 7>
il 948,in tempo dell'abbate Aimardo, liQ curatore generale dell'ordine nel Catalo-
nobiluomo colla sua moglie Doda, d'ac- go de' santi di Vallombrosa, il lìaronio
cordo co'loro figli, rinunziarono al seco- ed altri. Il p. Annibali da Lalera, Coni'

lo, e dedicarono se slessi all'abbazia di pendio della storia degli ordini rego-
Cluny con tutti i. beni che loro appar- lari esistenti, t.i, cap. 17 : Dell'ordine,
tenevano ne'viilaggi di Macere e di No- di Vallombrosa, riferisce. A tempo del
roud sulla Garonna. Il p. Mabillou è di p. Paolo Morigia gesuita, che pubblicò
sentimento, che da questo traessero ori- nel i 569 l' Istorie dell' origine di tutte
gine i Donati o Obietti (F.) dell'ordi- le Religioni^ vallombrosani già portava-
ne benedettino. Questi donati o oblati no l'abito morello. Ora però, soggiunge,
vestivano abito religioso, ma diverso da per ordinazione d' un capitolo generale
quello de'mouaci, offrivano co'loro beni vestono di uero, ed hanno di questo co-
se stessi a Dio, ederano talmente al mo- lore la tonaca cinta con una fascia, e lo
nastero soggetti, che passavano alla cou- scapolare sciolto col cappuccio , e nelle
dizione di servi, essi non meno che fi- i funzioni pubbliche la cocolla con mani-
gli. Però non mi sembra interamente re« che larghe. La congregazione vallombro-
lati va la citazione errala. Come seguiva- sana ha per slemma in campo azzurro uu
no tali donazioni, con singolari e curiose braccio ch'esce fuori dalla parte sinistra
costumanze, il p. Helyot Io riporta a p. dello scudo, vestito d'una manica di co-
197 e 199. I vallombrosani che neli5oo colla nera, tenente un bastone pastorale
avevano preso negli abiti il colore tanè, con due teste di leoni, una posla contro
cioè lionato scuro, ch'èil colore mezzano l'altra e aggiuntevi dall'abbate generale
fra il rosso e il nero, come il guscio della [>. Bernardo Gianfigliazzi. Quindi il
d.

castagna, in seguito adottarono il nero sì p. Helyot passa a parlare delle congre-


i monaci e sì i conversi, i quali deposte gazioni di s. Salvio, di s. Arialdo, e di
le loro berrette di pelli d'agnello, in luo- yallombrosella. Alcuni storici dell'or-
go di esse presero il cappello ecclesiasti- dine trattano delle medesime derivale
co. Il p. Bouanni nel Catalogo degli or- dalla congregazione di Vallombrosa. Il

dini religiosi espressi con immagini e p. Franchi pretende che il monastero


spiegati, nel t.i, p. 1 34, produce quella di s. Salvio non abbia formala congre-
del monaco vallombrosauo in cocolla e gazione diversa da quella di Vallombro-
berretta chiericale. Dice che s. Gio. Gual- sa, co'mouasteri ch'erano a lui uniti, ma
berto dopo aver appreso il modo di vive- soltanto una provincia particolare. Sia
re de'camaldolesi, si recò a Valle Om- comunque, i monasteri di s. Salvio e
brosa e allettato dalla solitudine fabbri- quello di Passignano si separarono dal
cò un monastero e vi stabilì l'istituto de' capo dell'ordine coll'autorità di Calisto
cluuiaceosi, i quali poi dal luogo furouo III Papa del i455> e si unirono con al-

detti vallombrosani. Le vesti di questi cuni altri; ciò durò fino al pontificato
monaci sono di colore quasi nero, nella d'Innoceuzo Vili, il quale li riunì al lo-
forma non differiscono dalle altre, tran- ro capo nel 1 434- Quanto poi alla con-
ne cocolla, la quale non è increspata co- gregazione di s. Arialdo, it p. ab. d. A-
me quella de' benedettini cassiuesi. Gli scauio Tamburino generale dell'ordine
abbati e i sacerdoti usano la berretta sa- e tra'più celebri scrittori del medesimo,
cerdotaleneile funzioni ecclesiastiche. Ag- fino al p. Helyot era stato il solo che ne
giunge che la storia dell'ordine la scrisse avea parlato nel suo libro De j are Au-
il p. d. Biagio Melanesi abbate generale batum J ù\'!>^. 24, citando le vile mss. di

del medesimo ; molte cose registrò il s. Gio. Gualberto e del b. Rodolfo, che
summentovato p. d. Veuauzio Situi pro- souo nell'archivio di Vallombrosa, uelle
76 VAL VAL
quali se ne fa menzione, per asserzione furono propriamente vallombrosani, né
ilei medesimo p. Tamburino. Ila egli allatto erano congiunti alla congregazio-
nondimeno ei rato, secondo lo stesso p. ne di Vallombrosa: vallombrosani esi-
i

Helyot, dicendo che questa congregazio- sterono soltanto in Provenza, e non in al-
ne di s. Arialdo fu istituita nel 1080 da tre parli della Francia). Altri storici del-
tal santo e da'suoi compagni, il che è im- l'ordine dicono che s. Luigi IX fece in-
possibile perchè non può dubitarsi che nalzare questo monastero in onore di s.

già nel 1 066 avea sofferto il martirio, per Gio. Gualberto a Parigi , senza dire il

aver vigorosamente e con mirabil co- luogo, che mai si trovò nelle ricerche
stanza combattuto contro simoniaci i
,
coi» diligenza fatte. Il p. Helyot non tro-
condannate con cristiana libertà le scel- vò che un solo monastero in Francia de*
leraggini de'chierici nicolaiti, che a que' vallombrosani, in Corneillac diocesi di
tempi menavano vita licenziosa e impu- Orleans, del quale ragiona Dusaussoy
dica, e per avere affrontato Guido arci- negli Annali ecclesiastici iV Orleans. Fu
vescovo Milano sostenitore degli ere-
di esso fondato da un signore, che verso la
tici, il quale non potendo soffrire il zelo fine del secolo XI tornando da Gerusa-
ch'egli avea per la pura fede e i buoui co- lemme, essendo passato per Roma otten-
stumi, lo fece morire. Al p. Helyot sem- ne dal Papa delle reliquie di s. Cornelio
bra più probabile, che questa congrega- e di s. Cipriano, e condusse seco in Fran-

zione non sia giammai sussistita e che il cia de'monaci vallombrosaui col priore
suo stabilimento sia immaginario, e la p. Andrea, a'quali eresse un bel monaste-
storia ecclesiastica ci dice che s. Arialdo ro nella diocesi d'Orleans, a cui die il no-
fu arcidiacono della chiesa Milano, e non me di Corneillac a cagione delle reliquie
vallornbrosano. Tra quelli i quali insie- di detti santi che vi collocò. Finalmente
me con lui perseguitarono isimouiaci, vi ilp. Helyot rimarca l'errore dello Schoo-
fu il conte Erlembaldo uomo d'armi, il nebeck, il quale neWIIistoire de» Or-
quale ancor esso sostenne il martirio per dres Religieux, parlando del vallosom-
la stessa causa nel 1073. Siro sacerdote brosano, dice che s.Gio. Gualberto andò
della chiesa di Milano, e Andrea da Par- a Camaldoli nel 1008, e che istituì il suo
ma, che dopo morte di
Arialdo diven-
la s. ordine nelio4o, il che è una manifesta
ne discepolo di s.Gio. Gualberto, e fu poi falsità, giacche il santo nell'uscir da Ca-

abbate di Strumi, furono compagni di s. i maldoli si ritirò a Vallombrosa, ove po-


Arialdo; per cui l'Helyotsi conferma che co dopo gitlò le prime fondamenta del-
la congregazione di s. Arialdo deve tenersi l'ordiue. Afferma di più, che questo santo
per invenzione capricciosa. Lo stesso, di- patriarca die areligiosi l'abito di color
chiara Helyot, potrebbe dirsi di quella di turchino, fatto alla maniera di quello de'
Vallombrosella, la quale gli storici del- camaldolesi, e che al suo tempo vestiva-

D IX re
l'ordine dicono istituita da Laici
s. no di color violetta, ciò che prova la ne-
di Francia, che per la divozione verso s. gligenza di detto scrittore, non avendo
Gio. Gualberto fece fabbricare un mona- mai vestito i vallombrosani tali colori, e
stero vicino a Parigi, ove collocò la ma- allora usavano il nero.Mentre si fabbrica-
no destra o altra reliquia del santo, ot- va ilcelebre e maestoso santuario di Gai-
tenuta dal p. Benigno 1 5.° abbate gene- loro presso la Riccia (f^-), in ouore del-
rale, e che il monastero mol-
re uni a tal l'ImmacolatoConcepimento della B. Ver-
l'altre abbazie,le quali formarono la con- gine (il che rilevai pure nel voi. LXXIII,
gregazione di Vallombrosella, e questa p. 47» celebrando la definizione del dog-
dilatòle sue radici in Francia e preci- ma), ne fu affidata la custodia a'vallom-
puamente nel Delfinato (tali monaci non brosani neh 632, i quali tosto v'innalza-
VAL VA L 57
rono contiguo monastero, e vi rimase-
il chiaro protettore l'attuale amplissimo e
ro siuo alle vicende politiche che afflis- virtuoso cardinale Cosimo de Corsi di
sero gl'inizi del secolo corrente. Indi Pio Firenze, arcivescovo di Pisa, il quale pre-
VII ad istanza delle popolazioni circo- se possesso della protetloria nel mona-
stanti di A riccia e Genzano, col breve Ex stero di s. Prassede di Roma, al mo-
parte dilectorum /z Zzo rum, de' 2 9 novem- do che narrai nel voi. LV, p. 327. La
bre 1 8 1 6, Bull. Rom. cont. 1. 1 4, p- 2 55 : congregazione vallombrosana vanta di
Concessio Monasterii, et Ecclesiae o- averle appartenuto seguenti. Il magna- i

lim spectantium monachis ordinis s.Be- nimo Papa s. Gregorio VII, nella cui
nedicti congregationis Vallis Umbro- biografia tenni proposito della questione
sae t seu Seminario Albanensi\favore del suo monacato e parentela, e se con-
Socictatis Jesu terrae Cynthiani, et A- giunto di sangue a s. Gio. Gualberto, ri-

riciae cjusdem dioecesis. Nel citato ar- cordando i dotti scritti del p. ab. d. Fede-
ticolo descrissi ancora il magnifico ponte le Soldani vallorabrosano. Questi sosten-
che unisce Albano alla Riccia, e avvici- ne vallombrosano quel s. Gregorio VII,
na la distanza a Galloro anche dalla vil- che sebbene alcuni pretendono figlio di
leggiatura pontificia di Castel Gandob un artigiano di Soana (V.), rimarcò il

fo. Quindi del compimento poi e dell'in- Jager nella introduzione alla Storia del
augurazione del monumentale ponte, e medesimo di Voigt, che l'eroe del genio
dell' erezione degli altri ponti tra l' A ric- e delle conquiste de'nostri tempi Napo-
cia e Galloro, ne ragionai nel voi. LXX, leone I Se io non fossi Napo-
dissedi lui:

p. 1 47- L' antica, illustre e benemerita leone, vorrei esser Gregorio Fili Nel
monastica congregazione di Vallorobro- voi. LXXVIII, p. 1 1 3, riparlando della
sa, uno de' rami del grande e fecondo patria e della famiglia di s. Gregorio VII,
beneficentissimo albero benedettino , è notai che ora il can. Cerri volle dimostra-
una delle più esimie glorie della Tosca- re essere Soana del Canavese in Piemon-
na, dopo esempi del fondatore s. Gio.
gli te. Inoltre i vallombrosani ritengono es-
Gualberto, che fu uno de' più forti re- sere stato loro Papa Pasqua-
monaco il

pressori degli eretici nicolaili e de'simo- le II, che nella sua biografia dissi prima
niaci che ammorbavano l'Italia e più canonico regolare e poi abbate cluniacen-
particolarmente la Toscana, eseguendo se di Lorenzo fuori le mura di Roma ,
s.

egli l'opera della riparazione de'costumi a cui menologio benedettino dà il ti-


il

con non pochi esemplarissimi suoi mona- tolo di beato. Il p. d. Benigno Davanzali
steri ; questi furono rifugio a'fedeli nella di Firenze abbate di Vallombrosa, nel
corruzione dell'Italia stessa nel secolo XI, 1 725 stampò in Roma : Notizie al pel-
non che a ragguardevoli prelati e a no- legrino della basilica di s. Prassede.
bili che vi cambiarono le insegne di loro A p. 532 e seg. riporta gravi ed autore-
dignità e grandezze con quelle della u- voli testimonianze per provare vallom-
miltà monastica. Fiori in ogni tempo brosani Gregorio VII e Pasquale II.
s.

per uomini di santità sublime, di elevate Dice che s. Gio. Gualberto chiamalo da'
dignità ecclesiastiche e di scrittori che le monaci cluniacensi del monastero di s.
sagre discipline e le umane lettere nobi- Benedetto di Calvello, vicino a Soana, a
litarono. Onorata perciò la congregazione riformarli e aggregarli al suo ordine, il

da' fedeli, protetta dagli uomini più emi- santo vi costituì abbate il monaco del me-
nenti, accetta a'principi, e potentemente desimo Ildebrando verso il io4o. Sicco-
favorita da' romani Pontefici , gode da me anticamente il nome di cluniacensi e
secoli la speciale protezione d'un cardi- vallombrosani erano termini convertibi-
nale; e Gregorio XVI nel 1 843 ne di- li, per essere stalo s. Gio. Gualberto clu-
78 VAL VAL
niacense, dalla qnal congregazione derivo rnndolo di Vallombrosa econoscendo an-
la viillombrosana, per cui quando Ilde- cora che altri scrittori lo dichiarano ci-
brando si recò in Francia col suo antico sterciense, rileva non dovere ciò recare
maestro Papa Gregorio VI,che molli ten- meraviglia, sia perchè delle cose antiche
gono calunniato, giunti a Clunjrt Ilde- non di tutte si hanno notizie chiare, sia
brando ne fu falto priore, e vi dimorò 8 i per volere ciascuno per se quelli che al
mesi. Indi con s. Leone IX ne parli, e mondo goderono bella fama. Pe' santi e
con esso si recò a Passigoano. Divenuto beati dell'ordine si può vedere: ftlarty-
Ildebrando Papa ». Gregorio VII, ne de- rologiu m Sa ne tortini cong tega tionis Fa l-

rivò quindi la questione se cluniacense o lis Umbrosae ordinis s. Benedirli'juxla


vallombrosano. Quanto a Pasquale II, il decr. S. R. C 27 rnartii 1773, et 12
p. Davanzali, dice che prima fu monaco sept. i84o,Romaei845. vescovi s. Gua- 1

inCluny, indi ritornato ini talia entrò Ira' io di Brescia e s. Lanfranco di Pavia ri-

vallombrosani , essendo allora essi una nunziati i loro vescovati si resero mona-
cosa medesima co ch.iniacensi, osservanti ci vallombrosani. Propagatissiraa è la di-

la medesima regola. Da tutto ciò ne con- vozione pel romito vallombrosano s. To-
segue che due Papi s. Gregorio VII e
i rello, che il martirologio dell'ordine ono-
Pasquale II si ponno riguardare a un ra a' 16 marzo. Egli è efficace protettore
tempo cluniacensi e vallombrosani. Non delle partorienti, degli agonizzanti e con-
manca chi asserisce vallombrosano anche tro i lupi, dalla fiera voracità de' quali
Papa Innocenzo II, che comunemente si liberò i popoli della provincia del Ca-
ritiene canonico regolare. Certamente e Se ne implora il patrocinio col-
sentino.
senza contrasto furono cardinali vallom- la Novena
in onore di s. Torello romito
brosani, come li descrissi nelle loro bio- vallombrosano singoiar protettore delle
grafie: S.PieU'o Igneo Aldobrandino Bea- partorienti e degli agonizzanti suoi di-
to Tesoro Beccaria, abbate generale di voti, Fucine 1793. Il p. d. Fedele Sol-

Vallombrosa, martire. S. Benedetto li- doni scrisse il Trattalo apologetico in


berti del sangue regio dei longobardi, cui si dimostra s. Torello da Poppi ere-
r
abbate generale dell'ordine, contribuì al- mita essere stalo dell'ordine dif allotti-
le donazioni fatte dalla gran contessa Ma- brosa, Lucca 1 73 Il ricordato p. Situi
1 .

ti/de alla Sede: la sua festa si celebra


s. che pubblicò il suo catalogo degli illustri
a' 4 dicembre, ed è chiamato magno e vallombrosani nel 1693, oltre s. Grego-
glorioso. Anastasio vescovo d'Albano, rio VII e Pasquale 11, registrò 7 cardi-
secondo il p. Tamburino monaco della nali e 34 arcivescovi e vescovi; pochi an-
badia di Monte Piano nella diocesi di Pi- ni dopo l'abbate generale d. Colombino
stoia, allora della congregazione e giu- Bassi fu consagrato in s. Prassededi Ro-
risdizione di Vallombrosa. Lucio Boezio ma vescovo di Pistoia. Abbiamo del dot-
monaco di Vallombrosa. Oderisio abba- to vallombrosano p. d. Fedele Soldani,
te di s. Maria d'Osella presso Città di Ca- oltre le Quaestiones Vallombrosanae:
stello, secondo il p. Davanzali, fatto car- Hisloria s. Mìcliaelis de Passiniano, si-

dinale di s. Marlino da Pasquale li ma : ve corpus Historiarum dìplomalicum


siccome ne' suoi 82 cardinali riportati da criliciun, juxla dirottolo gic ani alba tutti
Cordella, il migliore biografo de' cardi- Passinian. seriem elabora Inni, in quo
nali,non è riferito, sotto tale nome io non Siimmorum Pontifienili constilutioncs t
ne feci biografia, bensì di Oderisio di San* Itnperalorwn lìegumque diplomata et
grò e dc'diversi Oderisio conli de Alarsi. privilegia Iute usa uè inedita s eidem roe-
r
Martino Cibo, IO col Cordella lo dissi ci- nobio, totique T allumbrosano ordini
slerciense, inculre il p. Davauzati diebia- collala rccciisetitur j cui cliani acce-
VAL VAL 79
dunty et primo in luce prò deunt mona' ve sono loro comuni, e lo rimarcai an-
stcriorum quamplurimum fundationes, che all'articolo Vaticano, parlando del-
pluraque alia memo-
jurci) dotationes, la primitiva cattedrale di Roma, che al-
rabdia monumenta ad alia speclanlia }
tri vogliono la Chiesa di s. Pudenziana.
lucubraliones Sanctorum patrum viro- Il monastero contiguo lo fondò Papa Ste-
runici uè illustri uni ordinis ejusdem acta fano IV detto V, e lo die ad una congre-
quae in archivio Vallumbrosanis ad- gazione di monaci greci fuggiti dall' o-
servantur, Lucae 1741- I vallombrosa- 1 ienle, acciò nella propinqua chiesa dì e

ni ebbero monasteri in molte parti d" I- notte vi salmeggiassero col rito loro, il

talia ed in Provenza. Per le vicende poli- che a (Ferma Novaes, nella Storia di Ste-
tiche de' tempi ora soltanto esistono in fano IV. Invece il p. Davanzati sostiene,
Vallombrosa, in Passignano, nel mona- che dopo l'erezione della chiesa fu gover-
stero della ss. Trinità in Firenze, in quel- nata dal clero secolare sino all'8 17, an-
lo del santuario della Madonna di Mon- no incui a Stefano 1 V detto V successe s.
te Nero di Livorno, in quello di s. Pras- Pasquale I, il quale avendola rifabbrica*
sededi Roma, e negli altri luoghi sum- ta, e postovi il ritrailo di s. Pietro, la
mentovati. Attualmente sono abbate ge- concesse a'monaci greci di s. Dasilio.Que-
nerale dell'ordine il Rm.° p. d. Piiccardo sli la tennero sino al 91 r, in cui loro la
AgostinoRicci, residente inFii enze,e pro- tolse Anastasio 111, il quale die il mona-
curato!* generale il Rm.° p. ab. d. Roma- stero e la chiesa a'eanonici regolari di s.

no Camerucci, residente nel seguente mo- Maria del Reno, detti Scopettoni, che vi

uastero di s. Prassede di Roma. rimasero sino al 11 9 1


, nel quale anno lo-

Chiesa di s. Prassede, titolo cardi- ro la levò Celestino HI col monastero.


ì
nalizioy in cura de monaci Vallombro- Rimase la chiesa di s. Prassede a dispo-
sa ni nel rione Monti (V.). Sorge sul sizione del suo titolare cardinal Goffredo
Monte Esquilino, e sulla cima del clivo Siflredo Gaetani, ma il Cardella lodice
Suburrano, nell'area delle celebri Ter- titolare di s. Prisca neh 193, con trasla-
mc {V.) JNovaziane e Timoline (delle zione dalla diaconia di s. Maria in Via
quali anche nel voi. LXXV, p. 2o5 e Lata fatta da Celestino III. Però deve pre-
2 io), nell'antico Vico Laterizio, ora via ferirsi l'affermato dal p. Davanzati, poi-
di s. Prassede, già casa della santa, chia- ché narra che il cardinale dopo aver fat-
mala anche basilica, e di cui è litolare il ta governare la sua chiesa di s. Prassede

cardinal Luigi Vannicelli Casoni arcive- per 7 anni dal clero secolare, supplicò iu-
scovo di Ferrata. Comunemente dicesi slantemente il Papa Innocenzo Illa con-

fabbricata da Papa s. Pio 1 del i58, ma cederla col monastero a'monaci di Val-
il p. Davanzali l'attribuisce ali. "Ponte- lombrosa, e I' esaudì col consenso de*
fice s. Pietro principe degli Apostoli, e sic- cardinali, mediante bolla in favore al p.
come abitò la contigua casa, le sue noti- ab. Martino e suoi monaci di Vallom-
rannodano colla Chiesa di s. Pu-
zie si brosa. La bolla ha la data de' 2 giugno
deuziana, col Palazzo apostolico di s. 1 1 98, e
sottoscritta dal Papa e da 5 car- 1

Prassede, e col Palazzo apostolico dis. dinali, fra' quali Syphredus T. s. Pra-
Pudenziana, per tutto quanto narrai in xedis presh. cardinalis, e vi sono espres-
quegli articoli, siccome luoghi abitati dal si i privilegi e le grazie accordali da In-
santo Apostolo, e da diversi Papi suoi suc- nocenzo HI a'vallornbrosani,ed i motivi
cessori. Il p. Davanzati comincia la se- della concessione. Ma allora la chiesa e il

rie de'cardinali titolari dal 3 18. Ledet- monastero non avea fondi che per man-
te terme formando 1' area ove sorgono le tenere 6 padri. De'loro beni e di quelli
due nominate chiese, le nozioni prnnili- spellanti a'inedesimi, del monastero de'
80 VAL VAL
ss. Primitivo e Nicolò di Gabìo (V.) ne %
li hanno insieme col campanile il porti'
riporta 1' interessanti notizie, le contro- co avanti, portici che nelle descrizioni an-
versie e documenti il Galletti, Del Pri-
i tiche sono detti Locus Pauperum. No-
micero della s. Sede. Pio IV nel i56o tò Cancellieri, che il suo Campanile è del
conferì la basilica per titolo al nipote car- genere di quelle torri quadrate altissi-
dinal s. Carlo Borromeo arcivescovo di me d'opera laterizia, con più ordini d'ar-
Milano. Questo gran porporato, divotis- chetti semicircolari, sostenuti da colon-
si ino della medesima, fabbricò un palaz- n uccie, con cornici a seghe di mattoni e
zo per suo comodo e per quello dei ti- modiglioni di marmo bianco, per indi-
tolari suoi successori, forse sulle rovine car i diversi piani e la trabeazione, e for-
da alcuni Papi, il
del palazzo già abitato marvi intavolamene ; e pel loro or-
gì'
quale poi fu comprato dal monastero, nato adoperarono piccoli dischi di mar-
si

quando il titolare cardinal Giulio Ga- mo, di porfido, di serpentino, o piatti


brielli nel i654 lo volle vendere, per la concavi di maiolica di diversi colori. In
somma di circa 5ooo scudi. In questo questa torre campanaria, sopra i muri
palazzo volle abitare il santo (anco per dell'interno, vi sono al 2. piano alcune
essere arciprete della vicina patriarcale pitture antichissime, rappresentanti i fat-
di s. Maria Maggiore), e per la divozione ti dell'istoria di s. Agnese. Cancellieri de-
che avea alla chiesa ed a s. Prassede, con- plorò ch'esse trovinsi in gran parie can-
tinuamente si portava a farvi orazione cellate, nondimeno quando lo descrisse
ed a predicare; andava al mattutino in nel 1806 eranvi ancora molte figure in-
coro co'monaci, e spesse volle lo recita- tere, e nel fine delle cornici varie lettere
va in ginocchioni avanti la s. Colonna che spiegano alcuni falli della sua vita.

(J7 .), che quivi si custodisce con somma L'Anastasio dice nella vita di Pasqua-
s.

venerazione qual sagro tesoro, con rima- le I, che fece un oratorio in questo mo-
nervi gran tempo a meditare. Avendo il nastero in onore di Agnese vergi ne/fff-
s.

cardinale, per mancanza di rendite, tro- rae pulehrìtudinis exornatum. Quindi è


vato scarso il numero de' monaci, l'au- da credere, che nel piano di questo cam-
mentò di 6 religiosi, pe'quali ogni anno panile fosse l'apside quadrilinea dell'ora-
somministrava il vitto e il vestito, il che torio, la cella del quale sarà stata verosi-
continuò sino alla beata sua morte, av- milmente una stanza contigua a questo
venuta nel 1 584- Descrivendo la chiesa piano. Si entra nella chiesa pel portico
dissi degli abbellimenti e rista uri opera- ornato di due colonne di granito, prima
tivi da s. Carlo, cominciando dalla stra- del quale sono due bianche di scale (in
da, e di quelli eseguili da altri cardinali cui non sono de' gradini di rosso antico
e da'Papi, non meno di sue prerogative, molto per la grossezza del masso,
rari
il cui titolare anticamente era ih. "ebdo- come vuole Nibby, ma come dissi descri-
madario della patriarcale basilica di s. vendo la chiesa formano le due branche
Lorenzo fuori delle mura, nell'ufliziatu- dell'interno della medesima per ascendere
ra, in luogo del Papa celebrando all' al- all'altaremaggiore. Noterò, che ora essen-
tare pontificio. Altre notizie si ponno leg- do stata trovata nell'Egitto una cava ab-
gere nel Da vanzati. Terminerò con enu- bondante di rosso antico, con attivar* e
merare tulli gli altari, dovendosi tener vendersi a discreto prezzo, notabilmente
presente la descrizione che ne feci nel suo diminuì sia la rarità, sia il costo del pree-
articolo, aggiungendo col Titi che fu re- sistente rosso antico. Tanto mi fu assicu-
staurata anco da Nicolò V, col disegno di rato da persona ragguardevole. Certo è,

Bernardo llossellini fiorentino. E una di che si 158 del Giornale di


legge a p. 1

quelle chiese e basiliche antiche, le qua- /ionia deh 853. » 0<mi amatore dell'ai-
VAL VAL 8r
te sentirà con piacere che il rosso e il ver- gende, si ver! rà che non furono corpi ì
de antichi, queste due celebri specie di collocati sotto 1' altare di s. Prassede da
marmo, ch'erano citate dall'alta antichi- s. Pasquale I , ma piuttosto piccolissime
miniere erano da tempo
tà, e di cui le loro parti, ossia reliquie, altrimenti oc-
immemorabile perdute, sono stati ritro- correva perciò un miracolo). Comin-
vati dallo scultore tedesco Siegel, stabili- ciando il gito sotto la nave minore a di-
to in Atene. Egli ha scoperto il rosso an- prima la
ritta, trovasi cappella di s. Ber-
tico sulla parte sud della catena del Tai- nardo Uberti, di cui la tavola è dipin-
geto, e il verde antico sulla parte nord to da Luzzi, laterali essendo di Soc-
i

dell'isola di Tinos"). L'altare maggiore corsi e Peslrini, ili.° de'quali colorì pu-
isolato è nobilissimo. Il quadro in mez- re le lunette. Nella seguente cappella il

zo alla tribuna lo dipinse Muratori, e vi quadro col Cristo morto è pittura di De


espresse s. Prassede. Nel grand' arco e Vecchi, la volta e gli spartimenti sono del
nella tribuna sono i musaici fatti esegui* Borgognone, le lunette laterali di Ferri.
re da s. Pasquale I, colla sua immagine La 3." antichissima cappella è della s. Co-
mentre viveva j
quello dell' arcone rap- lonna, nella quale da'manigoldi co'Jla-
presenta la città santa dell'Apocalisse co- gelli vi fu flagellato il Redentore, come
gli eletti e gli angeli che li custodiscono; rilevasi da'versi che ho riferito nel sur-
nella faccia dell'apside è il mistico Agnel- ricordato articolo (di contro e fuori del-
lo, a cui si prostrano i 24 seniori, indi la cappella è il monumento sepolcrale del
viene espresso il Salvatore attorniato da cardinal Cetivo): Pasquale I l'edificòs.

santi. Il fregio che gira intorno alla tri- con ricchi musaici in onore di s. Zeno-
buna contiene in lettere di musaico que' ne, e vi ripose il di lui corpo e quello di
versi che riportai nel suo articolo. Il ti- s. Valentiniano, avendo io pure dichia-

tolare cardinal Antoniotto Pallavicini rin- rato in detto luogo perchè si dice Orto
novò il pavimento marmoreo^ e vi fece del Paradiso e s< Maria libera nos a
due cori per comodità de' religiosi, e poi poenis inferni, essendovi la sua immagi-
a quello di sotto s. Carlo fece i sedili. Sot- ne di musaico nell'altare. Sotto la nave
to l'altare maggiore nella cappellina sot- sinistra trovasi la sagrestia, il quadro del

terranea si venera il corpo di s. Piasse- cui altare dipinto da Ciampelli, rappre-


de e altre ss. reliquie. Delle sue 3 navi senta il Crocefisso tra due Angeli genu-
quella di mezzo ha pitture di Cosci, Mas- flessi. Ivi si conserva il rinomato quadro

sei, Croce, Ciampelli, Nogari e altri, ed i della Flagellazione, lavoro pregievolis-


chiaroscuri gialli sono di Rossetti. Pieri simo di Giulio,Romano, eseguito pel car-
dipinse la facciata di fronte coll'Annun- dinal Divizj, e lo donò alla chiesa per la
ziata, gli Apostoli e de'puttini; e Ciampel- venerazione che avea all'insigne reliquia
li la storietta sulla porta di fianco, l'An- della s. Colonna. Tornando in chiesa, nel-
gelo sul pilo dell'acqua santa, e laB. Ver- la 1. "cappella a diritta è il quadro con s.
gine col s. Cambino sulla porta della sa- Gio. Gualberto del Borgognone ; le pit-

grestia (quasi non più conoscibile presso : ture di prospettive sono di De Rossi, il

i due pili dell'acqua santa, adiacenti al- resto di Ruggeri. La cappella Olgiati ar-
la porta grande e alla porta minore, so- chitettata da Martino Lunghi, ha il qua-
no due lapidi marmoree, che dicono a- dro con Gesù Cristo che porta la Crocea
vere s. Pasquale I collocati in questa chie- di Federico Zuccari la volta coli' Ascen- :

sa duemila e trecento corpi di ss. Martiri. sione del Signore, la B. Vergine, i Pro-
Però saviamente osserva il can. Dauco feti e le Sibille, tutto colorì il cav. d' Alpi-
nella Storia della città di Feletri, t. 2, no. Sull' aliare della seguente cappella»,
p. 198, che se considerasi bene tali leg- dalia gratitudine de'vallombrosant dedt-
voi. lxxxvih. 6
82 VAL VAL
cala a s. Carlo Borromeo, il suo quadro generosa liberalità, che non riconoscen-
è di Parrocel, ed i laterali di Stein : qui- do né termine, nò misura, si estese a tutti
vi e nel monastero si conservano memo- i poveri della sua arcidiocesi, ma in mo-
rie del santo. L' ultima cappella sagra do particolare alle nobili persone colte
alla famiglia di s. Prassede, e tutti qua- i e civili, cui la naturale vergogna impe-
dri in essa esistenti sono del Severoni. diva dal domandare limosina. Alla sua
VALMOINTONE. V. Velletbi. vigilanza non isfuggirono neppure car- i

VALONA. V Anfissa e Saloni. . ceratio per debiti o per delitti, a sollie-


VALPERTO, Cardinale.Vescovo di vo de'quali assegnò fondi capaci per sov-
Poi to,successe nel governo di quel la chie- venire alle necessità e bisogni loro. Non
sa 11611*8760877 a Formoso privatodel dimenticò la sua metropolitana, alla qua*
vescovato da Giovanni Vili. Intervenne le comparti insigni benefìzi. Contribuì
ai concilio di Ravenna dell' 878, ed a coll'opera e col consiglio alla nuova città

quelli di Troyes nelle Gallie, e romano che venne fabbricata, e che in onore d'A-
adunato nell'879 e ricordato pure da U- lessandro III fu denominata Alessan-
ghelli, Italia sacra, 1. 1 , p. 1 1 3. dria. In Milano si accinse a riedificare
VALVASS1 Galdino(s.), Cardinale. il palazzo arcivescovile, affatto rovinato
Nato in Milano dalla nobile famiglia det- nel sacco dato alla città da Federico 1, lo

ta della Scala,prima suddiacono, poi can- che esegui con ecclesiastica magnificenza,

celliere, indiarcidiacono della chiesa Mi- avendo nel tempo stesso ricuperato pa-
lanese, ad oggetto d'evitare le persecu- recchi. fondi di sua chiesa, che in tempo
zioni dello scismatico imperatore Fede- di guerra erano passali in altre mani.
rico I, che minacciava l'estremo eccidio Sottopose all'interdetto ecclesiastico Pa-
alla sua patria , si ricoverò insieme col via, e anome del Papa privò Pietro To-
suo ai ci vescovo Oberto da Pirovano pres- scano suo vescovo dell' uso del pallio e
so Alessandro III, a cui essendosi mo- della croce, non meno di sua dignità, per
strato costantemente ossequioso e ubbi- aver favorito le parti dell' imperatore
diente, per le preclare sue virtù neh 164 contro il legittimo Papa, e rigettò tutti
o 1 1 65 inSens lo creò cardinale prete di i vescovi nominati dallo stesso Federico
di s. Sabina, e poi contro sua voglia nel I, col quale poi a nome della città di Mi-
settembre 1 167 arcivescovo di Milano, e lano stabilì e concluse perpetua pace. Ad
legato dellaLombai dia con immenso van- una vita santa corrispose una morte pre-
taggio delle chiese di quella provincia. ziosa al cospetto del Signore, poiché nel-
Questo santo cardinale restaurò la città l'atto in cui con apostolico zelo inveiva con-
di Milano rovinata dalle guerre, richia- tro gli eretici manichei, denominati an-
mandovi i cittadini dispersi, come vuole che catari, che infettando già da più anni
Cìacconio; ma fu cori etto da) Sassi nella co'loro mostruosi errori varie provincie
Serie degli arcivescovi di Milano ,t. 2, p. d'occidente, erano penetrati eziandio in
558, dove afferma che non già s. Galli- Milano, poco dopo terminata la messa so-
no, ma sibbene i milanesi furono quelli lenne, rottasegli all'improvviso una vena
che intrapresero a risarcire la loro città, in petto, cadde estinto sull* ambone del-
rendendola capace d'accogliere di nuo- la chiesa neh 173 d'8o anni, altri scri-
vo i suoi abitanti, lo che risaputosi dal s. vono nel 11 75, ed altri 11^117601177;
arcivescovo, che allora si trovava in Ro- finalmente l'Eggs gli prolunga la vita al

ma, condusse prontamente a Milano,


si 1
1
78. Muratori, Ughelli, Sassi e altri ne
dove fu ricevuto e accolto con grande o- fissauo l'epoca 311176, ed è l'opinione
noie da que'ciltadini, le cui miserie sin- più probabile. L'eroiche virtù di s. Gal-
golarmente in que'priucipii sovvenne con dino, e gli strepitosi miracoli co* quali
VAL VAL 83
Dio volle glorificarlo, indussero Alessan- cui in diversi luoghi ne parlai, nel 662 cir-
dro III con canonizzazione ad ascriverlo ca di Roma fu scella a piazza d'armi nella
nel numero de'santi. Fu tumulato nella guerra Marsicana o Sociale de' confede-
metropolitana di Milano, da dove s. Car- rati contro Roma, perchè loro negava la
lo Borromeo tolse una parte di sue reli- cittadinanza ,
qual principale arsenale e
quie al cardinal Paleotto arcivescovo di magazzino a sosteguo dell'ardita impre-
Bologna. Il nome di s.Galdino è inserito sa, e per custodia degli ostaggi delle cit-
nel martirologio romano a' (8 aprile, che ta alleate : avendola formata una vera
fu quello della beata sua morte. Mura- piazza d'armi, le diedero l'epiteto d'Ita-

tori però negli A anali d Italia, t.j ,par. lica. Confederali de'peligni furono i ve-
I, p. 3i , riferisce che fu sepolto nella stini, i inarsi, i marrucini, i frentani , i

chiesa di s. Tecla presso il pulpito ; ma sanniti, i quali tutti convennero in Cor-


il Sassi avverte, che da essa neh 461 fu finio per rendere comuni a tutti gl'ita-
trasferito nella metropolitana dall'arci- liani le romane prerogative. Dopo due
vescovo di Milano Carlo Nardini con so- annidi terribile guerra, fecero piegare
lenne pompa, e poi dall'arcivescovo s.Car- Pvoma ad annuire alle loro brame, seb-
lo Borromeo fu collocalo nell'altaredella bene il fine della guerra era stato infau-
confessione, insieme colle reliquie d'al- sto, venendo poi deviala dalle gare ci-
tri santi. vili di Mario e Siila. Fu essa de'peligni

VALVASSORE. V. Vassallo. la capitale con Valve, la quale fu detta


VALVE (Valven).Q\V& vescovile e di- ancora Valva, Balla, Balva, Sulmona,
stretto dell'Abruzzo Ulteriore li nel re- e la sua colonia Sub equum, ossia la Val-
gno di Napoli, 4 miglia distante da Sul- le Superaci] nana, confinante co' inaisi.
mona. Atterrata la città dal terremoto, Crede Cluverio, che tal colonia fosse Ira
non molto distante sopra collina amena la città di Sulmona e il fiume Sangro,
e salubre sorge quella che la successe, dov'è oggi situalo Castel Vecchio; ma il
laquale 4 000 e irci ter contine t incolas, diligeolissimo Olstenio attesta, che la me-
secondo l' ultima proposizione concisto- desima colonia sussisteva tuttavia col no-
riale deli 853. Sul monte vicino si vedo- me di Valle Superaequana, alla sinistra
no gli avanzi dell'antica Valve, ma non della via Valeria, sopra Goriano, dove
si conosce l'epoca precisa del disastro. Il tra'castelli ivi esistenti, Castel Vecchio è
Fa t teschi nelle Memorie del ducato di il principale. Crede però il medesimo au-
Spoleto, a p. 204, tratta di Valve e Cor- tore, che il castello antico Super equo sia
fìnio capitali de'peligni, celebri popoli an- perito. Altre città ebbero i peligni, come
tichi, e dice quanto vado a riferire. I pe- Sulmona patria d' Ovidio, di cui cantò
ligni circondali dalla parte di settentrio- Sulmo mìhi patria est gelidis uberrimus
ne dal fiume Pescara , erano situati al- undis. Dappoiché i peligni furono detti
l'occidente de' marsijSotto il nomede'qua- aquosi per 1'umidità che nel paese vi
li sono stati talvolta compresi, affatto di- diffondono i fiumi. La magnifica Sulmo-
visi da'vestini,da'sannili e da'frentani. A na, ad onta del desolante terremoto del
levaute de' peligni erano i marrucini col 1
7o3,conserva ancora gl'indizidella pro-
loro gastaldato di Teate o Chieti , divisi pria magnificenza, e sono ancora però da
però tra loro dal dorso alpestre del mon- ammirarsi la cattedrale dedicata a s. Pan-
te Majella non lungi da Sulmona, illu- filo, il palazzo del marchese Mazzara, gli

strato dal soggiorno fattovi da s. Celesti- acquedotli ec. Cluverio non rammenta la
no V che vi istituì i Celestini. Poche cit- città di Valve, ed alcuni sospettano che
tà ebbero i peligni ne'tempi di mezzo;Cor- occupi essa il luogo dell'antica Corfiuio.
fiuio assai celebre nelle storie romane,per L' Olstenio francamente tiene per indù-
84 VAL V AL
Li tato che Valva, quaeolim Corfinimn, to,che Pietro vescovo di Pavia, dipoi Pa*
nobilissima civitas. Se crediamo a Sige- pa Giovanni XIV , e Teudino conte di
Lerto, ebLe sussistenza Corfinium anche Rieti tennero nel 982 nell'episcopio di
nel secolo X, dicendo all'anno 969, che tal città} e che ancora Petrus judex de
Teoderico vescovo di Metz, tra le sagre Balba, rammentato in altro placito ne*
reliquie, che raccolse in varie città del- Marsi nel 995 di Elperto vescovo e O-
l'Italia: A Corfinium Luciani syracusa- derisio conti deputati del duca e marche-
nani virginem et martyrem,aFaroaldo se Ugo di Spoleti e Camerino, fossero gli
duce Spoletanorum olim a Syracusis stessi gastaldi valvensi. Idue placiti, Fat-
-

illuc translatam in Germaniam depor- teseli ! li riporta nell'Appendice de'docu-


tasse. Ma tale racconto di Sigebertoè te- menti a'n.i 68 e 72. Quanto alla topo-
nuto per favoloso dal Baronio nelle no- grafia di questo paese a'tempi di mezzo,
te al Martirologio romano. Ebbe la città utilissimi sono i monumenti del citato
di Valve suoi vescovi distinti da que'di
i Cartario, da'quali si conoscono i castelli

Sulmona^ e V unione de' due vescovati, di Grajano, Sarzano, il castello di Beffe


secondo l'Ughelli, non seguì che al prin- o Beffi, Sibiano, Galliano, Navino, la vil-

cipio del secolo Vili, aeque principali- la Velinari situata nella Valle Superae-
ter, ed in quell'articolo ne riportai la se* quana come potrà riscontrarsi nel n.°
,

rie col medesimo, con altre notizie del ve- 26 dello stesso Fatteschi. Teudino conte
scovato,cattedra!e e capitolo di Valve. Del figlio del conte Randuisio , habitator in
vescovoBonaventuraMartinelli abbiamo: Comi tatù Balbensi Superae-
et in villa
SynodusValvensi etSulmonensi ab Ep. quana, in castello qui vocatur de Navi-
B. Mar lineili anno 1 7 5, Romae 1 7 1 7.
1 no, per l'anima sua, et conjugis nomine
Da'preziosi monumenti, che si leggono nel Oriae dona in sacrosanclo altario Bea-
Cartario Farfense riguardanti la regione tiJoannis quod constructum esse digno-
de'peligni, rilevasi che restando soppres- scitur in Valle Superaequana in voca-
so da'longobardi il nome di peligni, dal- bulo Velinari, un suo molino con altri
la città di Valve unicamente prendevano beni uelio84- Altre chiese che in questo
il loro nome le popolazioni di queste con- gastaldalo appartenevano alla badia di
trade, per cui si dissero Valvenses e Bai- Farfa,leggonsi registrate nel diploma del-
benses, e che in Valve risiedeva il gastal- l'imperatore s. Enrico II del ioi4, nel
do a'tempi de'longobardi, ed il conte ne' quale conferma: In Comitatu Balbensi
tempi posteriori. Camerino gastaldo di le chiese s. Peregrini, et s. Mariae cunt

Valva si legge presente ad un placito del pertinentiis earuminquibus comes Ode-


75o, riferito dal Muratori nella nota i3 risius noviter monachos locavit, riducen-
al Cronico Farfense. Adelperlo gastaldo dole così all'essere di celle monastiche co*
di Valva con Sinualdo vescovo della stes- monaci e preposto. Nel diploma poi, che
sa città (non conosciuto dall' Ughelli), leg- l'imperatore Corrado 11 nel 1028 com-
gono in un placito bellissimo dell' 801, partì a Guido abbate di Farfa, gli confer-
tenuto da Ebroaldo conte del regio pa- ma In :comitatu Balbensi ccclesiam s.
lazzo in Cancelli* fìnibus Spoleti, luogo Mariae in Trajano, ets. Mariae in Sar-
sugli Apennini nell' Umbria, pubblicato zano cum suis pertinentiis, e si legge nel
dal Galletti nelle Memorie di tre antiche n.° 92. Altre notizie del castello di Belìi,
chiese di Rieti, a p. 32. Da questi appren- di Siziano, Galliano, ed altri delle con-
do, che Sinualdo si deve collocare dopo trade della giudiciariaValvense e suo ter-
Vadperto che fiorì 1161777. E molto pro- ritorio, il Fatteschi le riporta nell'Appen-
babile, che anco Berardus judcx de Bal- dice al n.° 26. Anche il Corsignani, poi
la, ossia Valva, presente ad altro placi- vescovo di Sulmona e Valve uniti, nella
VAL VAL 87
Reggia Marsicana, afferma che l'antica rantur cum praeposito. Di più dice che
Valve fu distrutta, e nota che superae- i in Pentitila era vi l'episcopio, il monte di
quarti da sopra monti confinavano co-
i pietà e il seminario. Sui peligni, inclusi-
gli equicoli, e riporta un'iscrizione della vamente a Valve e Sulmona, signoreggia-
colonia Superaequanorum , posta nella rono gli antichi duchi di Spoleto , la re-
chiesa di Maria di Secenara. Riferisce
s. gione appartenendo a quel potente duca*
l'Ughelli Hanc XJrbem (Sulmona) geo- to. Dipoi Valve fu posseduta da'gran con-
a
graphi in 4« regione Italiae collocante ti di Marsi, uno de'quali Trasmondo ne
90 omnino milliariìs ab Urbe Roma dis- fu vescovo. Nella divisione delle signorie
sitam in Pelignis,quae Regio mine Val- il contado di Valve colla città di Sulmo-
va nuncupantur 3 nam ut Blondus tradii na, e con tutto lo stato della Valeria, toc-
circa anno Domini 700 sub dominio lon- cò a Oderico fratello del gran conte Be-
gobardum Regum circaSulmonem anti- rardo. In seguito Valve con Sulmona di-
quato nomine Pelignorum, in Comitatù venne principalode'Borghese romani. Ri-
erecta, et Valva est nuncupata,ex quo tornando a Corfinio, che colla sua sede
factum est, utdioecesisEcclesiae Sul/no- vescovile die origine a questa di Valve,
nensis, atqite huic Regioni, Romana Ec- essa era poco distante dal fiume Ateruo,
clesia Valvensem Episcopatum dixerit, sulla destra e poco lungi dal ponte no-
cujus in sacris conciliis frequens memo- minato da Cesare, e in una bella pianu-
ria extat. Episcopus habel dna cathe- ra cinta di montagne. Sorgeva più d'u-
drales EcclesiaSyUnain ipsa Sulmonen- na lega lungi da Popoli , il quale fu già
sis civitate s. Pamphilo dicala , altera nobilissimo feudo de*Cantelmi. Strabone
in sylvis , ubi velcris Corfinii vestigia, pure fa memoria, che Corfinium gentis
ingente sque aedificiorum ruinae, passim pclignorum caput communem omnibus
cernunlur , s. Pelino sacra , qui ibidem Italis, loco Romae, Urbem, designan-
sub Juliano Apostata, cum ejus oratio- tes, ac belli arcem, cui Italiae nomen in-
ne Martis templumcorruisset, a tempio- diderunt. Nelle guerre civili^ Cesare for-
rum Pontificibus durissime caesus,atque zò Domizio Enobarboa ritirarvisi, 1' as-
85 vulneribus confossus martyrii coro-
, sediò e la prese, per avere parteggiato
nala promeruit, die 5 decembris anno per Pompeo. Diverse notizie di Corfinio
362. Juncla deinde Sulmonensi V^alven- si ponno leggere nel Corsignani , ripor-
sis Ecclesia Episcopali dignitate con- tando un'iscrizione che ricorda la sua re-
decorata est,autpaulo ante, auts. Ser- pubblica e la perforazione d' un monte
gio I Ponti/ice sedente adclavum. Con- nello spazio di 1000 passi onde formare
annum 700 nostrae sa-
stant autem ante un canale: Respublica Populusque Cor*
harum Ecclesiarum simul juncta-
lulis Un acquedotto principiava da
finiensis.
rum Praesulem, ad poster itatis merno- Roma o da Tivoli, e per Corfinio passa-
riam non transiisse. Quicquid autem sit va ne'Marsi. Vi terminava la celebre via
de praeteritis temporibus hoc nostro _, Valeria. Il vescovo di Brindisi s. Pelino,
saeculo a Sulmonensi tamquam a di- reduce da Roma,per la fede cattolica mo-
gniori Valvensis dignitas denominatur, rì in Corfinio; dopo il suo martirio gli

in qua sacrorum Antistes cum clero fu eretto in Marsi un celebre tempio col
splendidiori fixit sedes. Dichiara poi il suo nome, dal quale lo prese il castello
suo annotatore Lucenzi: Ecclesia vero di s. Pelino ne' Marsi, terra antica edifi-
Valvensis 4 milliaribus distans a Stil- cata colle rovine di Albe, come altre. Cor-
inone sita est prope moenia Terrae Pen- signani ritarda di due anni il martirio del
mae co in loco, ubi olimCorfinium erat.
ti sauto, cioè al 364, P ero a quest'anno 1»
In ea pariler 1 2 canonici in dmnis ojye- riferisce io stesso Ughelli Delia serie de-
86 VAL VAL
gli arcivescovi di Brindisi, Italia sacra i pò, secondo TUgheUi, mentre il Lncenzi
t. 9, p. i i , e ne riporta la vita. Vicino nel correggere l'asserzione, a (Ter ma vene-
alla terra di s. Pelino, presso la via Va- rarsi invece nella cattedrale di Valve. E
leria, si trovarono gli avanzi d'un ma- con l'Oldoino, nelle note alle FiUte Pori-
gnifico pretorio, e de' pubblici bagni de- tificum del Ciacconio , t. i p. ì 1 8, con-
,

gli antichi romani e de' inarsi. Colle ro- clusi che tali chiese o hanno una patte
vine di Corfinio fu edificata Pentitila po- insigne del corpo di s. Alessandro I, ov-
co distante, come
da Sulmona e dal lo è vero quello d' allro sanJo omonimo. Il
fiume Pescara a'piedi dell'Apennino, an- Diario Romano a'3 maggio, festa di s.

ch'essa.nell'Abruzzo Ulteriore II. Di Pen- Alessandro I, dichiara che il suo corpo


tima, dice Corsignani esistere vicino a' con quello de' suoi ss. Compagni riposa
Alarsi, e conservarsi nel suo episcopio una nella chiesa di s. Sabina di Roma. Ne'
iscrizione spettante all'antica città di Ci- voi. LXXIII, p. ioi e 107, LXXVI, p.
vita Anlina, che ricorda essere stata e- 188, pai lai della basilica, oratorio e se-
retta al tempio che ivi avea il Sole e la polcro dis. Alessandro I nel 18^4 rinve-

Terra ossia Vesta. Avendo Pentima o nuto nella via Nomenlana e Salaria sub-
Pentina perduto il titolo di città, attri- urbana a Roma, ed ove già avea tro-
buitole dalla cattedrale dis. Pelino, si- vato asilo s. Pietro principe degli Apo-
tuata poco lungi da essa, ne' primi anni stoli. Qui aggiungerò, che il n.° 87 del
del secolo passato ricorse al collaterale Gioì naie di Roma
del 1857, narra che
di Napoli, e verificatesi le sue prerogati- il Papa Pio. IX
16 api ile si portò nel-
a'
ve alla regia udienza provinciale, per l'e- la vicina chiesa di s. Agnese fuori delle
r
nergia e zelo del celebre d. Pietro Ai- mura a celebrarvi la messa di ringrazia-
terragnoli gentiluomo medesima, della mento allo scampato gravissimo perico-
ne uscì il decreto a favore di Pentima: lo, da me descritto nel i.° de'citati voi.,
Quod manuteneatur et quatenus opus, e poi vide la prospettiva del propinquo
reintegre tur in possessione se denomi- monumento che sta erigendo la pietà de*

nandi t
et appellando Civitatem. Quindi fedeli per eternare il luogo. Indi il Papa
da Pentina fu chiamata città, e fra
tutti andò alla basilica Alessandrina e co'cou-
Je sue produzioni sono celebrati vini di i sueti riti vi collocò lai. "pietra fondamen-
gran bonlà e perfezione. Aggiunge Corsi- tale per la nuova chiesa, che a cura del-
gnani che di Pentina n'è signore il vescovo la s. congregazione di propaganda, pro-
di Sulmona eValve,e che Pasquale II con- prietaria del tenimento, si va edificando
1
fermò alla cattedrale de Morsi, ora Pesci- sopra l'antico oratorio, rinnovandone la
na (f^.Jy il dominio di tutte le chiese di sua primitiva dedicazione a'ss. Alessandro I,

diocesi, fra le quali Giovanni in Penti-


s. Evenzioe Teodulo. Colla t." pietra il Pa-
na. Di Pentima poco ne parlano geogra- i pa vi pose una cassetta di bronzo conte-
fi, ed erroneamente lo credono un villag- nente la medaglia espressamene forma-
gio, con due chiese e 1 6oo abitanti.La cat- ta per memoria dell'avvenimento, colla
tedrale diPelino da Corfinio, col suo ve-
s. propria effigie e l'iscrizione riprodotta dal
nerando corpo e la residenza del vescovo Giornale jnon che con pergamena da lui
furono trasferite a Valve, e perciò fu an- segnata, e in separato tubo altra colla
che denominato il vescovato di s. Peli- narrazione del fatto e sottoscritta da'ear-
no; distrutta Valve, tutto fu trasportato dinali, prelati e altri presenti. Termina-
in Pentima. Nella biografia di Papa s. A- ta la sagra funzione, Papa seduto sul-
il

lessandro I, col Novaes dissi delle chiese l'antica sedia marmorea, pronunziò pa-
ove si venerano le sue reliquie, fra le quali role di salute e di vita al popolo, e parti-
quella di Sulmona che uè conserva il cor- colarmente agli aluupi di propaganda de-
VAL V AN 87
stinoli alle missioni apostoliche ,
per in- penitenziale, e di 3 mansionari, oltre al-
fervorarli ad essere banditori della fede tri preti e chierici inservienti all' ulfizia*

cristiana per tutto l'orbe, e per distrug- tura divina. Vi sono pure diversi sodali-
gere quello spirito d'indifferenza, che re- zi. Ne' fertili dintorni di Valve si osserva
gna ora fatalmente nel mondo. Aggiun- il bel santuario dedicato a s. Michele,
se poi, che desiderava benedirli prima nel dove ammira una grotta naturale d'ol-
si

nome dell' Eterno Padre , allineilo una tre a 200 passi di lunghezza, con 100 di

scintilla onnipotente penetrasse i loro larghezza e 5o di altezza in qualche pun-


cuori; nel uome dell'Eterno Figlio, increa- to. Non poco debbono gli abitanti al mar-

ta sapienza, affinchè uua parte di essa dif- chese Giuseppe M." Valva sopriutenden-
fondesse nel loro intelletto; e nel uome te generale delle strade e ponti del re-
dell'Eterno Paracleto, perchè li accen- gno, il quale oltre l'impegno mostrato
desse di santo zelo per l'apostolato. Do- per la costruzione della nuova strada da
po le quali parole, che altamente com- Eboli sino ad Atella di Basilicata con- ,

mossero gli astanti, il Papa comparti a ducendola pel feudo che quivi possiede
tutti l'apostolica benedizione. In tale cir- la sua famiglia, insignemeute lo giovò
costanza fu distribuita la circolare, che promuovendovi l'agricoltura e il commer-

la s. congregazione di propaganda indi- cio, e di più vi costruì uua vasta villa,


i izzò all'Episcopato e a' vicari apostolici, eseguila con molta intelligenza, decorata
perchè nella loro pietà volessero contri- di grandi peschiere, lunghi viali, e ricca
buii e all'erezione del nuovo tempio, e del d'ogni sorta d' alberi fruttiferi, con altre
luogo siliceo di tante sagre memorie del- decorazioni assai magnifiche, sì che può

la primitiva Chiesa. Il Papa desideroso dirsi una delle più belle della provincia.
d'iniziare l'edifizio, volle contribuirvi con V AN. Sede vescovile de'caldei,nel Cur-
3ooo secondo oblatore fu il car-
scudi, e il il lago Kamidan. Il suo ve-
distan, presso
dinal Haulik arcivescovo di Zagabria of- scovo Auaujesu nel i6i3 o 1616 sotto-
frendo scudi 5oo, egual somma avendo scrisse la lettera sinodale del cattolico Li-
già donato pel monumentodell'Immaco- lia al Papa Paolo V, per unirsi alla chie-
lata Concezione in piazza diSpagna,della sa romana. Oriens chr. t. 2, p. 1337.
cui inaugurazione ragionai a p. 281 del VAN, Fanum. Città arcivescovile e
voi. LXXXVII. Nel t. 4 della nuova serie grande Armenia, che vuoisi succedu-
di
del Giornale Arcadico di Roma ,a p. 44 ta all'antica Artemitao Artemitida, cit-
vi è la Breve notizia intorno all' oralo* tà d'Asia nella grande Armenia. È capo-
rio e alla catacomba di s. Alessandro I luogo de! pascialatico del suo nome e di
al settimo miglio della via Nomentana, sangiaccato di Turchia, a 58 leghe di-
pubblicata da un divoto di tali sagre stante da Erzerum sponda orien-
, sulla
memorie. Si legge nella suddetta ultima tale del lago omonimo che ha più di 5o

Proposilio Ecclesiarum Valvensis et leghe di circonferenza. Circondata da giar-


Sulinonensis invicem perpetuo canonice dini che ne rendono l'aspetto incantevo-
imitar um , et s. Apostolicae Sedi sunt le, e da mura merlate, è difesa da una cit-

immediate subjectae. Catliedralis Ec- tadella esistente sopra una rupe isolata for-
clesia Valvensis in prisca civilate mine t
mante una specie di cono estremamente
terra Pentimae nuncupata ) conspicitur elevato ; cittadella che ha fama di fortis-
sub invocatìone s. Pelini. Non ha cura di sima, avendo resistito per più anni agli e-
anime, là parrocchia essendo nella chiesa serciti d'Abbas li. La città pervenne in

parrocchiale di s. Martino. Il capitolo si potere de'turchi nel 1 549, ed è assai po-


compone della dignità del prepostoci 1 polata principalmente di armeni. Il com-
canonici, comprese le prebende teologale e mercio che si fa pel lago e il passaggio del-
88 VA N VAN
le carovane procurano assai grandi van- Sede a fine d'impetrare l'assoluzione.
taggi agli abitanti. Vi si gode d'un clima Tuttavolta di questa scomunica non fa
temperalo e d'un cielo quasi sempre se- parola Simone Timon nella sua Porpo-
reno; il prodotto del suolo basta al sosten- ra Pannonica. Ricorda bensì sua le- la

tamento della città, e produce riso anco gazione e dice, che colla sua eloquenza e
per asportare. Commanville dice che è facondia persuase nel 1266 Bela IV a
uno de'migliori arcivescovati armeni, sot- riconciliarsi col figlio Stefano V,che guer-

to il patriarcato di Ezmiazin o Ecsmiasi n reggiavano tra loro: però nell'Appendi-


l'arcivescovo avendo per residenza il mo- ce il Timon descrive con precisione l'av-
nastero di Varach. La provincia ecclesia- venimento della sentenziata censura. Si
stica di Van ha per suffraganei i vescovi trovò presente alla consagrazione d'alcu-
d'Arcis,ClalhoChelath,Clusuvanch,Lim, ni altari nella chiesa di s. Agnese nel
Ustan, Husan, Bardulimeos o s. Bartolo- 1254» ed alla solenne dedicazione della

meo monastero, tutte sedi de'dintorni o chiesa de' ss. Luca e Martina nel Foro
sul lago di Van, e Lini nella sua isola. romano, la quale descrissi nel vol.LXIH,
VANCHAoVANSCAo VACSA Ste- p.5o. Intervenne a'conclavi di Alessandro
pano, Cardinale. De* conti di tal nome, IV (non però a quello per Urbano IV) e
ungaro di nazione e nobile, commenda- Clemente IV, e nel pontificatodi quest'ulr
ed
bile per la sua vasta letteratura divina timo cambiò il temporale coll'eterno nel-
umana, ma più candore de'co-
assai pel la sua morte, accadutagli in età decrepi?
stumi e per una specchiata prudenza, fu ta nel 1 266, non si sa se in Italia o in Un-
nominato da Bela IV re d' Ungheria al gheria. Timon, forse con più di ragione,
vescovato di Vaccia, che governò per 12 fissa la sua morte al 1269, ad onta che
anni con incomparabile zelo e sollecitudi- ilNecrologiodelsecoloXlll esistente nel-
ne. Il re T inviò a Inuocenzo IV per in- la biblioteca di Spirito in Saxia di Ro-
s.

vocare soccorsi contro tartan che inva-


i ma, morte del cardinal Stri-
registri la

dendo l'Ungheria ne minacciavano la ro- goniense a'io luglio 1266.


vina con grave pericolo della religione VANCOUVER (Vancouverìen). Cit-
cristiana. Innocenzo IV nel 1244 1° lra * tà con residenza vescovile nell' America
sferì all'arcivescovato di Strigonia, e poi settentrionale, nella Columbia o Oregon
nel dicembre 1252 01 253 01 254 in Pe- negli Stati Uniti. Questa piccola città è
rugia lo creò cardinale vescovo di Pale- posta ad una breve distanza dalla Colum-
strina. Avendo però conosciuto per espe- bia, ove sorge uno de'grandi fiumi di que-
rienza il clima di Roma a lui poco con- sta parte degli Stali Uniti che prende la
facevole, domandò in grazia al Papa di sua derivazione dalle Montagne Roccio-
poter tornare in Ungheria alla sua me- se, e che si getta nel grande Oceano. Si
tropolitana, il che con alcune condizio- chiamò prima Fiume dell'Ovest, indi O-
ni gli fubenignamente accordato, anche regon, ed attualmente Columbia, nome
per pacificare il re col figlio e i magnati preso dalla nave, che montava Gray, che
del regno. In seguito Innocenzo IV gli peli. la discoprì a'7 maggio 1792, e per-
concesse la facoltà di ritenere coli' arci- ciò anche il distretto promiscuamente di
vescovato di Strigonia il vescovatodi Pa- Oregon e di Columbia si appella. 1 Monti
leslrina, benché assente. Parecchie apo- Rocciosi souo una grande catena di monta-
stoliche legazioni occuparono lodevol- gne dell'America settentrionale, forman-
mente il cardinale, ma la più celebre fra te la parte più boreale della lunga giogaia
tutte fu quella d'Ungheria e Schiavonia, che divide il nuovo continente in due cli-
in cui fulminò l'auatema contro il re Be- vi generali, quello dell'Atlantico all' est,

la IV che
, ricorse supplichevole alla s. e qupllo del grande Oceano all'ovest. Fui-

r
V AN V AN 89
mano i Monti Rocciosi o Pietrosi , negli pariscenza. Vi sono miniere di piombo,
Stali Uniti, il limite tra'territorii di Co- rame e cristalli di monte. La nazione in-
lumbia e di Missouri, e talvolta chiaman- dipendente de'Wakas popola le coste del-*
si Monti Columbiaui. Non trovando ne* l'isola , ed è soprattutto dedita alla pe-
geografi da me consultati Vancouver, di- scagione de' cetacei, non che di tartaru-
rò almeno del forte e dell'isola omonimi ghe, salmoni ed aringhe. I wakas fra-
della regione confinante, separata dal con- ternizzano cogli aztechi, che si riguarda-
tinente dal golfo di Giorgia, e dagli stret- no come i più colti degl'indiani occiden-
ti Johnstone e della Regina Carlotta,
di tali. Costruiscono battelli comodi e bene
non che di Juan de Fuca, a motivo d'al- ornati, si fabbricano gli attrezzi della cac-
cune notizie che vi hanno relazione e per- cia e della pesca , colla corteccia del pi-
chè non si confondino colla città vesco- no formano tele, e con pelo di lince e di
vile dello stesso nome. Riferirò quanto volpe finissime stoffe. Decentemente si

ne scrisse 1' a w. Castellano nello Spec- vertono, ed hanno molta incliuazione al-
chio geografico-slorìco-politicOy ed altri. la pittura. Adoperano braccialetti di ra-
Nella regione dell'Ovest, de'possedimen- me o di cuoio dipinto, ed orecchini di
ti nominali dell'Inghilterra, è il forteVan- rame, appendendo alle narici un monile
couver, sulla destra riva della Columbia, dello stesso metallo lavorato in forma di
alla distanza di 20 leghe circa dalla sua cuore, cioè pel re o principe e pe' capi,
foce, eretto dallo stabilimento della com- ovvero delle conchiglie spirali d' un az-
pagnia di Nord-Ovest, dopo di aver ab- zurro vivacissimo, il tutto lungo da un
bandonato il forte Giorgio, che preesiste- mezzo pollice; però il popolo vi sospende
va nelle medesime vicinanze. La Quadra un pezzo di legno, il quale da ciascuna
Vancouver è una ragguardevole isola banda oltrepassa le orecchie d'8 a 9 pol-
del Grande Oceano, che dal nord-ovest lici. L'ornamento del naso è quello che

alsud est si estende peri o leghe di lun- 1 più pregiano. Sono loro armi l'arco e la
ghezza su 3o di massima larghezza. Lo lancia, eie frecciee le lancie vanno guer-
stretto di Juan de Fuca la divide al sud nite alla cima d'osso, o d'un pezzo di fer-
dal territorio degli Stati Uniti ; un cana- ro aguzzo. 1 canoti o schifi, falli d'un so-

le che termina col golfo della Nuova Gior- lo albero, i maggiori hanno 40 piedi di
gia la separa all'est dal continente; al nord lunghezza , 7 di larghezza, e 3 di pro-
fra essa e l'Arcipelago e aggregato d'isole fondità, e ponno contenere 20 persone.
della Piegina Carlotta s'interpone altro Tra gli usi singolari di questi popoli , si

stretto. La temperatura vi è meno aspra osserva quello che esercita il marito ver-
de'lnoghi circostanti, ne l'orrido aspetto so la moglie che rifiuta d'abitare con lui;
de'peipetui geli concorre a funestare chi egli le strappa il naso, senza dubbio per
approda in que'paraggi. Nell'area si ele- impedirle di rimaritarsi. Altro non me-
vano alte e dirupate montagne, che so- no bizzarro si è, che un uomo cui sieno na-
no però di rigogliosi alberi rivestite e , ti due gemelli non può per due anni
molle specie rimarchevoli vi si trovano mangiare veruna specie di carne o di pe-
di pini, cipressi, roveri e abeti, fra 'qua li sce fresco, ed occuparsi in verun genere
ve n'ha di gigantesca dimensione. Il ter- di lavoro; vive separalo dalla moglie e
reno oifre spontanee ottime radiche nu- da'figli, e tutti sono alloggiati e maute-
tritive, porri, crescioni, lamponi, more, nuli a spese della comunità. Le capanne
fragole, uva-spina, musco, felce, bacche sono regolari e ricoperte di tavolato, e
di varie frutta, ed anche il così detto pie sopra stuoie di loro fabbricazione si ada-
d'oca, specie di cereale silvestre. Si ador- giano per dormire. Adorano due genii,
na altresì di fiori olezzanti e di vaga ap- ed hanno una specie di mitologia. Temo-
9° VAN VAN
no moltissimo il tuono, ed intanto che della Columbia o Oregon si dividono in
rumoreggia, salgono sui delti tavolati e due principali tribù, quella delle Tesle
\i battono sopra con gran forza cantati- Pialte o Chactas, e quella de'Shoshones
do e piegando il Dio loro che non gli uc- o Serpenti. Alla |.", per l'abitudine di
cida. La rada occidentale, ove primi eu- i schiacciare la testa de' fanciulli, le fece
ropei navigatori posero piede, si chiamò dare dagli europei il nome di Teste Piat-
degli Amici. Ma gli spagnuoli nel 1774 te.Le due popolazioni si calcolano un
l'intitolarono Porta s. Lorenzo, indi Cook 160,000 circa. Abitano villaggi, ed han-
approdatovi cambiò il nome della stazio» no capanne di legnoe portatili. Shosho- I

ne Porto del Re Giorgio, e I* isola la


in nes sono più guerrieri delle Teste Piatte,
disse Noolka. Nel 1786 certi mercanti in- e nello stato di rozzezza, anche perfidi e
glesi dell'Indie orientali vollero stabilir- traditori. Nelle montagne vi sono altre
vi una Noolka, egli
fattoria alla baia di piccole tribù. Una parte di essi porta ne-
spagnuoli nel 1789 se ne arrogarono l'e- gli altri stabilimenti americani pellicce-

sclusivo dominio, e vi costruirono un for- rie, e particolarmente pelli di lontra ma-


fè; ma a'28 ottobre 1790 si fermò dalle rina, alle quali i pongono un gran
cinesi
due cortiun trattalo, cioè di cessione prezzo. Vancouver, avendo esploralo la
della Spagna si dell'isola che della baia, costa del nord ovest dell'America setten-
in favore dell' Inghilterra, ed due am- i trionale, gì' inglesi si appropriarono un
miragli navigatori Quadra e Vancouver tal paese dal 4^° al 6o° di latitudine nord,
coll'eseguirlo diedero ali 'isola colonizza- e chiamarono Nuova Albione e Nuova
ta il proprio nome, e così venne deno- Giorgia: probabilmente fu quel navigato-
minala Quadra e Vancouver. A malin- re che die il nome suo alla città poi ve-

cuore soffriva Macunna, principe degli scovile di Vancouver. Qualche tempo do-
indigeni, questi soprusi ne' suoi stati, e po il governo degli Stati Uniti pretese che
neli8o3 apprestava armi per sostenere tutto il territorio situato fra il 4^° e 52°
la sua indipendenza. Ma i coloni in pro- di latitudine nord facesse parte de' suoi
gresso stabilitisi nell'isola hanno simpa- possedimenti. Col trattato di Gand del
tizzato connaturali, ed un amalgama ne fu 181 5 l'Inghilterra lo cedette deGnitiva-
il risultato, che deve condurre alla piena meute agli Stati Uniti, come pure gli sta-

civilizzazione.Nootka èil villaggio,che de- bilimenti che formati avea sulla Colum-
ve chiamarsi capoluogo, e Wlkananis non bia, verosimilmente con Vancouver in di-
è meno importante, ed ebbe nome da scorso. Dal 822 questo territorio fu am-
1

altro principe, che sui Wakas ebbe im- messo nell'Unione Americana sotto il no -
pero. Si fa ascendere a 20,000 il mime- me di Columbia o Oregon Takoutche-
io de'soggetti al dominio de'due cacichi. tesse. Diversi anni addietro non rinchiu-

Notai nel vol.XLVIH, p. 2d6, parlando dendo che qualche forte e stabilimenti di
dell'isole di Sandwich e suo vicariato a- poca importanza, di cui Astoria è il prin-
postolico dell'Oceania, che il re dell'isola cipale, per questo motivo geografi non
i

Atui nel 1792 giurò vassallaggio al re parlarono di Vancouver. Penetratavi la


d'Inghilterra in Vancouver. La Colum- religione cattolica con successo, PapaGre-
bia e l'Oregon, detto pure Takoulchetes- gorio XVI ne prese zelante cura, neh 843
se, èil territorio più. occidentale di tutti istituì il vicariato apostolico d' Oregon
i dell'Ammi-
paesi dell'Unione, e la costa (F.) , comprese il territorio al di
in cui
ragliato forma nelle terre un profondo là delle Montagne Rocciose, ed il i.° di-
seno, e comunica col distretto di Juan de cembre ne dichiarò vicario apostolico e
Fuca, che separa questo territorio dall'i- vescovo di Diasi in partìbut mg. Fran-
sola di Quadra e Vancouver. Gli abitanti cesco Norberto Blauchet, nato in s.P ietro
V AN VA II 91
r
nel Canada. Pe'nolabili progressi che vi » Mg. Demers , vescovo di Vancouver,
fece il cattolicismo, nel 1846 stava per nell'Oregone, partito da Parigi nel mese
pubblicare la provincia ecclesiastica da di ottobre scorso, era a Nuova York nel-
lui formata, cioè dell'arci vescovato d'O- le ultime notizie che ne abbiano ricevu-
regon, e de' vescovati sulfraganei di Van- to. Egli spedì dall' Havre pel Capo Horn
couver, Walla Walla,e Nesqualy, quando 5 missionari per la sua lontana diocesi, e
ili. giugno riposò nel Signore. 11 succes- vi si reca egli stesso per V Istmo di Pana-
sore Papa Pio IX subito effettuò la dispo- ma, a fine di precederli sul luogo delle co-
sizione d' Oregon e di Vancouver eoa , muni loro fatiche. Il coraggioso prelato
breve de*20 o 24 luglio, e quanto al ve- più volte si fece ascoltare in Nuova York
scovato diNesqualy l'istituì poi a'3 i mag- ad edificazione numerosi fedeli che side'
gio i85o. Peri. "vescovo diVancouver il affollavano intorno al suo pergamo, avidi
Papa nello stesso 1846 nominò
24 luglio di udire il racconto delle sue missioni , in
l'attuale zelante mg/ Modesto Demers, mezzo delle Pelli Ptosse dell'Oregone. fi-
."
mediante breve apostolico, e perciò non gli è il 1 apostolo che abbia fatto sentire
preconizzato in concistoro con proposizio- le parole di Dio in quelle contrade, e la
ne, il che m'impedisce dare le notizie di razza indiana dovrà la sua conservazione
questa nuova diocesi. Tuttavolta leggo nel agli sforzi ed a'sagrifizi de'missionari cat-

Giornale di Ruma dell'agosto 857 a p. 1 tolici"; ed aggiunge il Giornale di Roma


r
770. » Mg. Demers, vescovo di Vancou- del 1802 a p. 64: se non è condannata da-
ver, il quale si trova in questo momento gl'impenetrabili decreti della provviden-
a Parigi, va prossimamente a ripartire per za a scomparire gradatamente dalla terra.
la sua diocesi. Egli conduce presso di se 6 VANDALI. Antichi popoli Barbari di
ecclesiastici come collaboratori ne'suoi e- Germania, lungo il mar baltico, dirim-
vangelici lavori. Questo venerabile prela- petto all'isola che da Dessippo viene chia-
to, la di cui giurisdizione si estende sul va- mata Scanzia. Nel principio del secolo [

sto territorio situato all' ovest del Mis- di nostra era in parte uscirono dal loro
souri, ha portato la divina parola fra le paese, arrestandosi prima verso 1' orien-
tribù selvagge dell'Oregon, con la quale te, tra il Bosforo Cimmerioe il Tanai, da
è pervenuto con l'insegnamento e la pra- dove scacciarono gli slavi, di cui presero
tica religiosa a togliere dalla barbarie, e il paese e il nome: porzione di loro si di-

portare un giorno que'popoli alla civiltà resse verso le sponde del Danubio, e oc-
e que' terreni alla fertilità. Il capoluogo cuparono paesi in oggi conosciuti sotto
i i

della missione cattolica è situato a Van- nomi di Trausilvania, Moldavia e Valac-


couver, piccola città posta a piccola di- chia. Quindi s'impadronirono del resto
sta nza dalla Columbia, ove sorge uno de' dell'antica Dacia, e poi si stabilirono nel-
grandi fiumi di questa parte degli Slati la Pannonia , donde furono cacciati uel
Uniti che prende la sua derivazione dal- 1710 dall'imperatore Marc' Aurelio. I
le Montagne Rocciose, e che si getta nel vandali nel 271 fecero nuove irruzioni
grande Oceano. Questa missione,una del- sulle terre dell'impero e furono disfatti
le più interessanti del nuovo mondo , va da Aureliano, e dipoi da Probo. In esso
a ricevere uu'estensione utile per il giun- chiamati,unilisi agli alani, agli svevi e al-
r
gere de'suoi pietosi collaboratori che mg. tri barbari, si gettarono in Italia , nelle
Demers seco conduce, procurando egli di Gallie e nelle Spagne, secondo la comu-
assistere le 4o tribù che formano la parte ne sentenza. Il vocabolario della lingua
più importante della diocesi di Vancou- latina e italiana dice. I Mandali, Vanda-
ver". Quindi si apprende dall' Osservato- liorttm, popoli settentrionali che antica-
re Romano del dicembre 85 1 1 a p. 1 1 02. mente tennero la Germauia alla spiaggia
9* V AN V AN
del mar Baltico, dov'è ducato e il gran- il dilli. In Roma sul prospetto esterno del-

ducato di Mectlenburg, nella Sassonia la chiesa e ospedale nazionale degli sve-


(V.) inferiore , che hanno per capitali desi (di cui riparlai a Upsal), si legge l'i-

Streelitz e Schwerin (V.)j dipoi si spar- scrizione riferita nel citato articolo: Ho-
sero per la Pomerania Polonia, Slesia, , spitale Svecorum, Gotthoruni et Wan-
Boemia, Russia, Dalmazia e Africa; ven- dalorum. Anche il re di Danimarca as-
nero in Francia, nella Spagna, e pianta- sunse il titolo di re de Vandali, e Io di-
rono la loro sede dov' è ora l'Andalusia, mostra Cristiano Lodovico Scheid De :

di cui è capitale Siviglia (V,), perciò de- Regii Vandalorum titilli augustissimi:
nominata Vandaluzia, che senza il v si Daniae Regib us, jampride ni fam iliaris
disse Andaluzia e in latino Vandalitia; origine etcaussa,Haftìaei'jfò. Allorché
diversi autori però credono che questo nel 1709 si recò in Bologna Federico IV
nome le venne non da' vandali, ma dal- redi Danimarca, nel suo soggiorno in quel-
l'arabo significanteTerra cV Occidente, l' illustre città fu alloggiato nel palazzo
quando invasa dopo vandali dagli ara- i de'conti Ranuzzi, i quali per eternare la
bi, come la contrada più fertile e com- memoria di sì grande ospite nel salone e
merciante della Spagna, chiamata il suo sotto al quadro che rappresenta l'amba-
giardino e granaio, e dopo conquistata sciata del senato di Bologna al re, fu po-
buona parte della regione gli arabi vi for- sta l'iscrizione Federicus IV, Daniae
:

marono principalmente regni di Sivi- i Norvegiae Gothiae,Ac VandaliaeRex,


glia,Jaen, Cordova e Granata, oltre al- Ranutiae domus bis hospes. La riporta
Leggo nel Lexicon geographicum,\\\
tri. Cancellieri nella Lettera aldi. Detti so-
Baudraud. Vandali, qui et Fenedi3 Fen- pra la permanenza di Federico IV in
ili et Sciavi poslerioribus, populiSepten- Bologna. Avendo primitivi vandali oc- i

trionales. Regio Vandalia et Vandalis cupato e abitato il paese di Brandcbur-


gemina: una in Germania, Meckelburg; go, l'elettore di tale ducato Federico I

altera in Hispania Baetica, Andaluzia. nel 1 70 1 preso il titolo di re di Prussia e


Ali) Vandalo?, a Vanda regina dictos t de Vandali,pev qualche tempo ritenue il

primo in Polonia circa Vistulamjlu- 2.°noroe. L'etimologia del uome di Van-


vium habitas.se ferunt. Ali) a Vanda- dali deriva, per quanto pretendesi co-
lo Tuisconis filio et Marini nepote, di* munemente, dalla parola gotica vande-
ctos volunt, ex Sieroso. Vandali, edam len, che equivale oggidì in tedesco alla
scribitur t PVandali. Si compresero mol« voce modificata wandeln, che in ita-
li altri popoli sotto il nome di vandali, liano significa camminare 3 vagare, er-
come gli Angli, i Vaiini, i Cationi, i De- rare, perchè quel numerosissimo popolo
vengi, gli Eudosi, i Sidoni, i Suardoni, i difilli cambiò sovente di dimora ; anzi si

Miltoni, i Vaidoni, i Rugiensi, gli Ertili, ritiene in generale, che all'uscire dal set-
i Lemori, Cari, Gultoni, Borgogno-
i i i tentrione, i vandali si stabilirono ne'pae-
ni. In seguimi Sidoni, gli Eudosi ed Mit- i si nomi di Brati-
conosciuti in oggi sotto i

toni strinsero insieme alleanza e presero deburgo e di ducato di Mecklenburgo.


più specialmente il nome di Vandali. Al- Pretendono Plinio e Procopio, che van- i

tri chiamano i vandali nazione barbara dali avessero un'origine comune co 'goti;
formante parte di quella non meno fa- ma il p. Fallato dimostrò tutto il cou^
mosa <\eGoti(V.) e che al pari di que- t
trario nel suo Illy riunì sacrimi. Altret-
st' ultima era venuta dalla Scandinavia. tanto provò mg/ Giuseppe Assemani nel
Infatti tuttora re di Svezia (V.) Oscar
il Codex liturgicns, in Calend. de origine
1 prende per la grazia di Dio re
i titoli Slavorum. La lingua, costumi e la re- i

i
diSvezia i diNorvegia ) de Goti e dc'Vau- ligione di questi popoli erano del tulio
V AN VAN 93
di versi, secondo essi. Provano per le slesse i vandali nelle Gallie. Flavio Stilicone ge-
ragioni, ch'eglino aveano un'origine dif- nerale sotto l'imperatore Teodosio 1, trae-

ferente anche da quella degli slavi, degli va l'origine dalla nazione de'vandali. Ot-
unni, de' vinedi o venedi, quali ultimi i tenne in isposa Serena, nipote e figlia a-

erano della nazione de' sarmati, mentre dottiva dell'imperatore, e dopo la mor-
gli slavi e unni appartennero a quella de- te di questi qual tutore e ministro del de-
gli sciti. Jornande e Dione Cassio pongo* bole figlio Onorio, gli die io moglie la

no i vandali in Germania sulle dette co- propria figlia Maria, e così divenne qua-
ste del mar Baltico, cioè nel paese ora co- sisovrano dell' impero d'occidente. Es-
nosciuto sotto il nome di Prussia ePome- sendo Onorio divenuto incapace di dare
rania(la quale pure colla Pomerania pic- eredi all'impero, all'ambizione di Stilico-
cola pervenne nel dominio della Prussia). ne non restava più che di allontanare dal

Gì' imperatori romani dopo avere com- trono d'occidente il figlio d'Arcadio, im-
battuto e respinto i vandali e altri barba- peratore d'oriente e fratello d'Onorio,
ri, per salvare l'Italia, ch'essi riguardava- per farvi un giorno ascendere Eucherio
no come il cuore de' loro stati, trascu- suo figlio. A fine d'indebolire l'impero,

rarono e anche abbandonarono le parti onde ottenere il suo scopo, ed anche per
estreme dell' impero. La cavalleria de' farlo occupare senza aspettar la morte
vandali antichi usava lancia e spada , e d' Onorio, chiamò i barbari, e ne' sogni
non potevano combattere da lungi; lo- i della sua ambizione vide con animo fred-

ro saettatori erano mal disciplinati, e com- do scompiglio dell'impero.


lo strazio e lo

battevano a piedi alla maniera de' goti. Il tradimento di Stilicoue fu riprovato an-
Erano molti di essi bensì coraggiosi, pie- co dal Rinaldi, negli Annali ecclesiasti-
ni di ardire e di valore, tutti poi inesora- ci. Scoperte le sue trame da Onorio, lo

bilmente tutto distruggendo,senza riguar- fece uccidere in uno alla moglie e al figlio,
do alcuno all'eccellenza di qualunque o- ripudiandoTermanzia altra sua figlia,spo-
pera; furono principalmente i vandali che sata dopo la morte della sorella. Gode-
°
dispettosamente abbatterono i sontuosi e gisilo o Godigisele del 401, è ili. re co-
magnifici monumeuti dell'arti nell'impe- nosciuto de'vandali. Egli fu ucciso in un
ro romano, con deplorabile e irreparabi- combattimento contro franchi nel 4°6 i

le loro danno. Per cui dagli eccessi di ta- con 20,000 de'suoi. I vandali da lui con-
li rozzissime barbarie si disse Vandali- dotti, mescolati cogli svevi e gli alani a-
smo la fatale rovina e lo sterminio d' o- veano invaso, scorso e depredato le Gal-
gni opera bella, le calamità e violenze di lie, spargendo dappertutto la desolazione.
ogni specie, la più barbara e crudele de- Però dopo la morte del re tutti vandali i

solazione e devastazione de' paesi , senza sarebbero periti se Respendial, capo de-
adatto rispetto alle cose divine e umane, gli alani e massageta d' origine (come lo

ogni più. furiosa e atroce azione, l'avver- furono gli alani, ed A miniano Marcellino
sione ad ogni utile incivilimento, ogni ge- dice che messageti o massageti erano ve-
i

nere di spietata vessazione, la più raffi- nuti dal Caucaso e dal di là del Tanai),
nata tirannia, la più sanguinosa e crude- non fosse venuto opportunamente a tem-
lissima persecuzione de' cattolici e della po in soccorso loro, e impedito a 'franchi
Chiesa» A Vandalis nomen gentis Van- di sterminarli. Gonderico figlio del de-
dalicus deducitur, dice Baudrand; per funto , nello stesso 4°6 fu eletto re de'

cui s. Prospero d'Aquitana deplorò: Heu vandali. Per riparare alla rotta fatta sof-
caede decenni Vandalicis gladii ster* frire a' vandali da'/ranchi, egli fece allean-

nimuret Geticis. Si vuole, secondo la più za cogli alani e gli svevi. Questi 3 popoli
comune sentenza) che Stilicoue chiamasse essendosi riuniti, passarono il Beno a' 3
94 VAN V A N
dicembre 4°6, dopo aver marciato sul allora le chiese di Spagna, I' accenna s.

ventre affranchi che si opposero al loro Agostino nelP/ty;zsM8o. Così Iddio giu-
passaggio, e messe in fuga le guarnigioni sto vendicatore punì i galli, che non per-
romane che guardavano la sponda del ciò si convertirono a penitenza, anzi di-
fiume. Di là si sparsero nelle Galli», cui venendo peggiori. Così l'ira divina flagel-
devastarono pel corso di 3 anni. Narra lò gli spagnuoli pe'molti
che tra' essi vizi

Rinaldi che le guastarono e ridussero mol- regnavano, massime per l'impurità; ed è


ti popoli in servaggio: allora furono mar- perciò che li die specialmente in poter de'
tirizzati s. Narciso vescovo di Reims, s. vandali,dal Baronio qualificati gente per
Eutropia sua sorella e compagni, benché natura sopra tutti gli altri barbari vile e
altri ciò riferiscano a tempo degli Unni; codarda, ma casta, come ben osserva Sal-
ma gli atti del martirio dicono che pati- viano vescovo di Marsiglia. I vandali ben
rono sotto i vandali, i quali .non erano presto la ruppero cogli svevi e rivolsero
allora gentili, ma cristiani. Si vuole che contro di essi l'armi loro. L'imperatore
i vandali fossero battezzati nella chiesa Onorio in luogo di lasciar che questi bar-
cattolica circa a quel tempo in cui pas- bari si distruggessero reciprocamente tra
sarono Reno, però caddero poi negli er-
il di loro, ebbe l'imprudenza di soccorrere
rori ereticali degli Ariani; il che venne gli svevi. Divenuti pertanto più furibon-
da alcun* alleanza da essi Milla co' goti, di vandali, posero a soqquadro tutta la
i

infetti dell'arianesimo, e dall'odio da lo- Spagna, demolirono Cartagena, presero


ro nudrito contro romani. Indi passa- i d'assalto Siviglia e commisero le crudel-
rono nella Spagna,ove furono rapidi pro- i là più enormi. Il loro re Gonderico morì
gressi, poiché non si trovò esercito alcu- nel 4^8, dopo essergli entralo il demo-
no che loro si opponesse. Impadronitisi nio in corpo per avere steso le sue sacri-
nel 4 1 ' della Galizia, stesero le loro con- leghe mani sulle chiese di Siviglia, come
quiste sino allo stretto di Gibilterra. Fat- narra Rinaldi. Suo fratello Genserico,
ta allora una specie di ripartizione co'lo- che altri vogliono figlio,gli successe. Prin-
io alleati, abbandonarono la Galizia agli cipe barbaroecrudele, molto esperto nel-
avevi, che allora comprendeva anche l'A- l'arie della guerra e nella politica, tenne

sturie, e si stabilirono nella Belica, che sempre in piedi un'armata numerosa, on-
dal nome loro fu chiamata Vandalusia o de rendere inutili gli sforzi de'roman^e
Andalusia, ed ivi formarono una novel- fece stordire il mondo colla rapidità del-
la monarchia. Dice Rinaldi, che vandali i le sue conquiste. Idacio nella sua crona-
occuparono la Spagna, messivi da Costan- ca gli attribuì il pervertimento e apo-
tino tiranno, mediante Costante suo figlio, stasia de' vandali, a di lui esempio, dal
contro i fratelli Didimo e Veriniano pa- catlolicismo al riprovevole arianesimo;
renti d'Onorio, che stavano alla difesa di perciò odiando i cattolici misero tutto a
quelle provincie, le quali, tolti essi dal ferro e sangue nelle loro invasioni, sac-
mondo, furono date in premio a'barbari cheggiarono campagne e città, senza a-
vandali per essere depredale, essendovi vere riguardo a chiese né a monasteri,
pure entrali gli alani e gli svevi co'quali né a vescovi fieramente perseguitando
,

si divisero le Spagne. Agli alani toccaro- gli ortodossi, e proteggendo gli eretici e
no la provincia Lusitana e la Cartagine- gli scismatici. L'anno stesso, avendo Gen-
se, cioè di Cai-lagena, a' vandali cogno- serico inteso che Ermigario generale de-
minaliSilingi la Belica,e gli spagnuoli del- gli svevi devastava le provincie circostan-
l'altre città e castella si sottomisero abo- ti,marciò contro di lui , 1' attaccò nelle
minanti barbari. Nella Galizia regnò Gon- pianure di Meri da, e lo mise in rotta ta-
dericoi6 auui. Quanto danno riceverono le, che una parie del suo esercito fu la-
VAN VAN 9$
gliala a pezzi , ed egli stesso annegò en- pidi e distruttori progressi, fortificando*!
trò il Tago menile fuggiva. Intanto al nella città di Bona o ìppooa. In breve si

famoso conte Bonifacio, luogotenente del- rese padrone di tutte le città d'Africa,
l'Africa, per avere sposato una paren- fiorenti nella più parte con illustri sedi

te del re de'vandali, accusato di tramare vescovili, ad eccezione di Cartagine, d'Ip-

ribellione, e perciò minacciata lavila dal pona e di Cirta, che gli fecero resistenza,
valoroso Ezio o Aezio maestro della mi- le nondimeno posteriormente sog-
quali
lizia, che governava l'impero a nome del- giacquero al vandalico furore. Avendo
l'imperatrice Placidia, reggente del giovi- nel 43o disfatto Bonifacio, lo tenne asse-
ne Valentiniano III suo figlio, gli fu anche diato in Ipponai4 mesi, e la carestia loco-
dichiarata guerra. Bonifacio si ribellò e strinse a ritirarsi nel luglio 43 1. Poco do-
invitò i vandali di Spagna a venire in suo po Genserico vinse una sanguinosa batta-
aiuto, mentre l'impero s'ingannava uel glia contro i romani, e indi bruciò Ippo-
credere che nulla si avesse a temere per na, che sebbene una delle città africane
l'Africa. Il perchè Genserico nel maggio più forti, era stata abbandonata dagli a-
4^9, alla tesla di possente armata com- bitanti. Deplora Rinaldi le arsioni, le di-
posta di 5o,ooo vandali (compresi vec- i struzioni, le desolazioni patite dall'Africa
chi, le donne, i fanciulli, erano 80,000), pel furore di Genserico, che riempì la re-
di alani, di svevi, di goti e d'altre nazioni gione degli errori dell'arianesimo. Com-
barbare riunite sotto le sue insegne dal- mise il re tali eccessi, perchè dopo l'apo-
la speranza di ricco bottino, passò lo stret- stasia, abbandonata l'anteriore pietà, era
to e piombò sui romani; benché allora divenuto dissoluto e sfrenatamente lussu-
Bonifacio fosse rientrato in dovere, rico- rioso; fece battezzare dagliariani l'ultima
nosciutosi da Placidia ir inganno di Ezio, sua figlia, e ribattezzare in casa sua alcu-
inutilmente cercò con denari di farli usci- ne vergini consagrate a Dio, come dolo-
re dall'Africa. Il suo esercito si accrebbe rosamente rammaricato racconta il ve-
pe'malcontenti e pe'mori vagabondi che scovo d'Ippoua s. Agostino neWEpist.jo,
accorsero dall'interno del paese, ove li a- che gli scrisse per ritrarlo a conversione
vea contenuti il timore de'romani. I tanti e penitenza. Osserva Piinaldi , coti Sal-
donatisti, che condannati con pene eccle- viano citato, che il guasto e la rovina del-
siastiche e temporali , dal concilio e da l'Africa cagionato da' vandali, fu castigo
diversi edilli imperiali, viveano nelle cam- di Dio per tutte le gravi colpe, scellera-
pagne , si unirono a' vandali avversi co- tezze e vizi enormi di que'popoli, narrati
m'essi acattolici, e forse furono il più po- dallo stesso Salviano, restali sordi a'ripe-
tente slromento di sottrarre quella pro- tuti ammonimenti de'loro vescovi e di s.

vincia all' impero. Con forze sì ragguar- Agostino; per la qual cosa i barbari stessi

devoli s' impadronì delle 7 tanto fertili confessavano non esser cosa loro ciò che
provincie che componevano l'Africa ,e che facevano, ma esser mossi e stimolati da
perla loro feracità denominavansi grana- Dio. E' vero che riempirono l'Africa d'in-
io di Roma, portando col ferro e col fuo- cendi, d'uccisioni, atterrarono monumen-
co la desolazione per ogni dove, senza ve- ti, tagliarono persino gli alberi, ne vi fu
runa eccezione di chiese, monasteri e ve- luogo che restasse esente dalle loro cru-
scovi, per l'avversione al caltolicismo. 11 deltà; tuttavolta vi sbandirono ogni im-
furore vandalico svelse le viti alle vigne, purità che tanto vi dominava, e ridusse-
le piante agli oli veli , scannando i pri- ro casti gli africani ed a maritarsi. Gen-
gionieri innanzi alle città assediate per- serico l'i 1 febbraio 435 fece la pace con
chè il lezzo ne ammorbasse l'aria. Invano l'imperatore Valentiniano HI. Me fu ste-
il conte Bonifacio volle opporsi u/suoi ra- so il trattato daTrigezio governatore d'A-
96 VAN V AN
frica ,co! quale Genserico rimase proprie- mime di tributi. Da quest' epoca Gense-
tario della provincia Proconsolare, tran- rico segnògli anni del suo regno. Da' van-
ne Cartagine, della Bizacena e della Nu- dali due vescovi furono condannati ad es-
iniclia; cedendogli l'imperatore queste e ser bruciati vivi, e ne tormentarono cru-
altre conquiste da lui fatte. Nel 4^7 Gen- delmente molti perchè consegnasse-
altri,

serico cominciò a perseguitare crudelmen- ro i tesori di loro chiese; spianarono pub- i

te i cattolici africani; questa è lai." per- blici edilizi di Cartagine, e bandirono


secuzione de' vandali che durò fino al 4?6, Quodvultdeus vescovodi questa città, con
e fu la 1
8." tra le grandi Persecuzioni^del- un gran numero di chierici e d'altri cat-
la Chiesa e durò quanto il suo regno, di tolici, dopo averli tormentati e spogliati

che poi parlerò. I vandali ruppero ben lo- di tutte le loro ricchezze, come gli altri.

sto la pace o tregua pattuita, a' 19 ot- Genserico fece porre il vescovo, i chieri-
tobre 439 sorpresero a tradimento Car- ci e i buoni cattolici sopra alcune navi
tagine, l'antica emula di Roma , le cui rotte, ignudi e privi di tutto; ma il Si-
rovine invano maledette da Scipione, per gnore di tanto pericolo li trasse e li con-
magnificenza e ricchezza gareggiava con dusse in salvo a Napoli. Ridottasi dal re
Autiochia di Siria e Alessandria d'Egitto, in servitù la nobilissima Cartagine, fece
Je quali dopoRoma erano le principali del- schiava una moltitudine di senatori; poi
l'impero; e il suo senato, proteggendo la ordinò con editto, che ciascuno conse-
libertà municipalecontro il proconsole ro- gnasse l'oro, l'argento, le gioie e le vesti
mano, veniva riverito da tutta l'Africa. Il preziose che aveano nascosto. Intimò a
commercio era vi rifioritoci ammira van- vescovi e a' nobili di partire dalle loro
si magnifici palazzi, 1' ampie piazze, gli
i chiese e case, lasciandovi ogni cosa, o ri-
splendidi templi che decoravano la viaCe- manervi perpetui schiavi,comedi molti di
leste^eil marmo e l'oro vedevansi a profu- essi fu fatto; in tal modo di vennero più ve-
sione in quella de'Banchieri. Ne' teatri si scovi e laici illustri, servi degli abbomine-
rappresentavano capolavori delle muse voli vandali. Anche cartaginesi furono
i

latine e imitazioni delle greche; numero- così puniti dalla divina vendetta per le

se scuole v'insegnavano l'eloquenza e la loro laidezze d'ogni sorte, per l'orrende


filosofia, talché la patria d'Annibale emu- bestemmie e per l'idolatria, accoppiando
lava forse in sapere quella di Scipione, i sublimi riti cristiani coli' empio culto
onde avea ottenuto il titolo di Musa d'A- dell'idolo Celeste dell'Africa,al quale mol-
frica. Ad onta di tante glorie di Carta* tissimo continuarono a sagrifìcare nel suo
gine , i vandali brutalmente la saccheg- profano tempio; e ciò ad onta delle leggi
giarono per più giorni , e ne aggiudica- imperiali contro l'idolatria, ed i frequenti
rono le chiese agli ariani, come altrove, concilii da' vescovi celebrali in Cartagine
e cacciarono del tutto dall'Africa i roma- per estirpare l'empietà e i rei costumi. In-
ni. Innalzò Genserico il suo trono sulle oltre la più parte de'cartaginesi sacrilega-
la vendicòda quan-
rovine di Cartagine, e mente abboniva gli uomini santi, che gli

to aveano fattoi romani nel distrug-


le ammonivano a cambiar vita. 1 vandali
gerne la formidabile potenza, che die lo- quindi fecero quanto non era riuscito a-
ro l'impero del mondo. Cartagine sebbe- gl'imperatori^con distruggere templi de' i

ne divenuta soggetta a Roma, nellosplen- numi Memoria e Celeste, estirpando a un


dore della gloria non le sapeva ancor ce- tratto ogni vestigio d'idolatria in Carta-
dere. Fondato nel 439 il nuovo regno di gine. Questa persecuzione della Chiesa a-
Cartagine, serbando per se la Mauritia- fricana colpì i soli cattolici, perchè i Do-
na e la Bizacena, spartì a' compagni la natisti o diventarono ariani osi unirouo
Zengilaoa provincia Cartaginese itu- , cogli slessi barbari contro i cattolici, co-
VAN
me aveano fatto loro maggiori sotto Co-
i glorioso martirio. La Chiesa l'onora nel
stanzo imperatore pure ariano. Genseri- martirologio romano a' 5 dicembre, co-
1

co messosi nel cuore, se gli fosse stato pos- me difensore della fede contro i perfidi
sibile, d'estinguere la cattolica religione ariani. Nel luogo appellato Regia, venuta
in tutte le città e provincie africane sogget- Pasqua, cattolici apri-
la solennità della i

te al suo dominio, esercitò principalmen- rono uua delle chiese, che dagli ariaui e-
te suo diabolico furore, e per se mede-
il rano state chiuse e sprangate, a fine di
simo e per mezzo de'suoi ministri, contro celebrarvi i divini misteri. Avutane noti-
i vescovi, i preti, i diaconi e gli altri ec- ziaAddùttopreteariano, radunò una ma-
, e contro le chiese
clesiastici le quali o , snada di gente armata del suo partito, in-
consegnò a'suoi ariani, o dopo averle spo- citandola a fare strage di quella turba inno
gliate di tutte le sagre suppellettili le fe- cente di cattolici. Entrarono gli ariani nel-
ce chiudere, acciocché i cattolici non po- la chiesa con ispade sguainate, come lupi
tessero in esse celebrare le sagre loro a- rapaci, ed altri per le sue finestre tiraro-
dunanze. Uno di tali iniqui ministri del- no delle frecce contro il popolo in essa
l'empio e barbaro re fu Procolo, il qua- adunato. Una delle frecce colpi nella go-
le da lui fu inviato nella provincia Zeugi- la il lettore nell'atto che dal pulpito can-
tana o di Cartagine con ordine e pode- tava YJUcluJa, onde cadutogli di mano il

stà di costringere i vescovi e sacerdoti cat- libro, rimase immantinente estinto, e se


tolici a consegnargli i vasi e altri utensili ne volò al cielo a cantare cogli angeli e
sagri che servivano pel ministero loro, e co' santi un eterno e giocondissimo Al-
i libri santi, affinchè spogliati in tal ma- leluja. Molti altri cattolici caddero a pie
niera di loro armi, più facilmente gli riu- degli altari, vittime della fede ortodossa,
scisse di vincerli e metterli sotto il giogo per le mani di que' furibondi ariani, ed
dell'eretica servitù. Ricusando i sacerdoti altri in maggior numero presero la fuga
di Dio d'ubbidire a tale iniquo comando, e si ritirarono alla meglio che fu loro per-
i vandali con mano rapace saccheggiaro- messo. Ma non per questo scamparono il
no il tutto, e delle tovaglie degli altari e furore de'crudeli ariani, poiché informa-
de'sagri paramenti non ebbero orrore di to Genserico del fatto, ne fece dipoi tru-
farsi delie camicie e delle vesti. Ma non cidar molti e specialmente que' ch'erano
tardò la divina vendetta a punire il sa- d'età più matura. Molte altresomiglianti
crilego attentato, poiché Procolo divenu- crudeltà contro i cattolici esercitò il fa-
to rabbioso e mangiandosi egli stesso a natico e furioso principe per lo spazio di
brani la propria lingua, fini miseramen- 4o e più anni che durò la sua tirannica
te di vivere. Il vescovo di Abbenza s. Va- dominazione nell'iufeliceAfrica,onde mol-
leriano fu uno di quelli che più virilmen- tissimi furono fatti degni della gloria del
te si opposero d'abbandonar le cose sante martirio , o della confessione della s. fe-

a' barbari, ed in pena del suo rifiuto fu de. Apprendo da Rinaldi, che nel 4^4 *

bandito dalla città, e senzachè s'avesse ri- vandali occupatori dell'Africa predarono
guardo alla sua grave età d'8o anni, fu la Sicilia, la qual calamità pianse Pasca-
sotto gravi pene proibito a chiunque di sino vescovo di Lilibea in quell'isola, nel-
dargli ricovero nella propria casa. Perciò l'epistola a Papa s. Leone I, che con let-

il venerabile prelato fu costretto a giace- tere l'avea consolato.Forse le mire diGen-


re nelle pubbliche vie, esposto all'ingiu- sericonon avrebbero avuto periscopo l'I-
rie dell' aria. Morì cosi abbandonato da talia, senon fosse stato chiamato segre-
tutti, e terminando suoi giorni infelici
i tamente a Roma(F~.) dall'imperatriceEu-
agli occhi degli uomini, ma felicissimi a dossia nel 4^5 , fieramente sdegnata per
quelli di Dio, da cui ricevè la corona di vendicarsi contro Petronio Massimo, con
VOI. LXXIVI'l. 7
1,8 VAX V AN
cui din era siala costretta rimaritarsi, rio* ritornato in Africa, terminò di far suo
pò avergli ucciso lo sposo Vulentiuiano III quanto ValenlinianoIII avea soltraltoal-
e usurpalo l'impero. Adescato dalla spe- Ja sua voracità. Da prima trattò da schia-

ranza di ricco bollino, e dalla facilità del- ve Eudossia e le sue due figlie, ma tosto
l'impresa, essendo in lloma ogni cosa in forzò la giovine Eudossia a sposare il ti-
disordine, egli da 'lidi africani si mise al- glio suo Unnerico. Gl'imperatori d'orien-
la vela colla sua armata, e sbarcalo alla te e d' occidente reclamarono invano la
foce delTevere marciò su Roma a'i i giu- libertà delle principesse; soltanto 7 anni
gno, dicesi con 3oo,ooo vandali. L'inlre- dopo acconsentì a lasciar pai lire Placidia
pido s. Leone I, che avea salvala già la e sua madie per Costantinopoli. La gio-
città dal ferocissimo Attila re degli Unni, vine Eudossia visse 16 mesi con Unneri-
incontrò Genserico 6 miglia lungi da Ro- co, altri dicono col fratello Geuton, ma
ma, e si fece mediatore Ira il barbaro con- non sembra vero , e gli diede un figlio,
quistatore e l'amalo suo gregge; gli riu- per nome Ilderico, poi re de'vandali; ma
scì a dissuaderlo di bruciar l'intera città, perseguitala da uno sposo bai baro e aria-
come avea in pensierose di compierne cosi no, riuscì a fuggire e si ritirò in Gerusa-
la totale rovina; ma tranne queste e al- lemme ad abbracciar la tomba d'Eudos-
tre concessioni che narrai nel citalo arti- sia sua ava, e uon sopravvisse che alcu-
colo, Roma per 4 giorni e altrettante not-
1 ni giorni. Dopo l'eccidio di Roma, i van-
ti abbandonata al furore, alla cupidigia
fu dali passarono nella Campania, e tutte
e alla licenza d'una sfi enata soldatesca. le di lei città da Roma sino a Nola furo-
Troppo è vero die un santo pastore è il no incendiate co'loro campi, o disti ulte.
miglior mezzo d'aiuto al suo gregge nelle Ad eccezione diNa poli eCuma fortificate,
pubbliche calamità, il che si prova ancora tutti gli altri paesi provarono la desola-
da'moltissimi mirabili esempi che riportai zione, e la maggior parte degli abitanti
a' propri luoghi. 1 vandali demolirono i nudò schiava nell'Attica. Eguali disastri
principali edilizi dell'antica e maestosa ca- provarono il Lazio, e lolla quella parie
pitale del mondoedelromauo impero. Co- che abbraccia le province di Marittima
sì la furiosa vendetta d'una donna, dopo e Campagna mise a ferro e luoco bar- il

essere stata cagione della morte del suo baro re.Kel 454 Genserico avea permesso
2.° marito, sottomise l'impero all' igno- acattolici, ad istanza di Yalentiniauo IH,
minia e Roma alla spada de'bai bari, re- di scegliersiun vescovo cattolico, alla qua-
stando ella stessa colle figlie umiliante le dignità fu innalzato Deogralias,che mo-
vittima. L'imperatrice e le sue due figlie rì poco tempo dopo il ritorno de'vandali
Eudossia e IMacitlia, furono trasportate dal sacco di Roma. Essendosi accesa coti
in Africacon altri illustri personaggi, tra maggior furore la persecuzione, un gran
cui Gaudenzio figlio del general Ezio. I numero di cattolici furono tormentali per
vandali si ritirarono carichi d'immense e la fede, e molti ricevettero la corona del
preziose spoglie, e con un gran numero martirio. Gli ariani, con un sacrilegio che
di prigionieri. Si dice che una nave ca- non avea avuto esempio, si fecero delle
rica di preziose statue naufragasse in ma- camicie e de'calzoni co' pan ni Irai e orna-
re per una violenta burrasca. 11 Papa prov- menti che servivano per l'altare; e a Ti-
vide a'ioro bisogni spirituali e corporali, nuzuda o Tumida gli ariani con fui 01 e
mandando in Africa de'preli zelanti e del- calpestarono il sagralissimo Corpo e San-
le limosine in gran copia. Fece riedifica- gue Gesù Crislo, che aveauogettato per
di
re le basiliche, e sostituì nuovi vasi e nuo- terra. Essendo stato dichiarato che cat- i

vi ornamenti a quelli ch'erano stati ruba- tolici non potessero occupare alcuna ca-
ti. 11 vincitore seuza alcuna opposizione, rica nello stalo. Arniogasto ch'era in gran
V AN V A N 99
conio nella casa di Teodorico figlio del lahria, di Puglia, de'Druzi, di Lucania, di
re, fu condannato a guardare gli armen- Campania, del Lazio, di Romaesuespiag-
ti.Rassodalo Genserico nel dominio del- giequale impetuoso torrenle,e delle spiag-
l'Africa, divenne vagheggiato oggetto di gie della Venezia; perlomeno le città ma«

sua ambizione l'impero nel mare. Gli fu ultime, fra le quali forse Ancona e Uma-
agevole di ottenerlo, avendo una marina na, vicine ad Osimo, siccome città rim-
d'assai superiore a quella de' romani. Ma petlo alla Dalmazia invasa da' vandali.
invece d'occupar le sue flotte ad arricchi- Tuttavia non si ha alcun antico e auto-
re i propri sudditi per la via del commer- revole monumento per comprovare l'ir-
cio , egli non le fece servire che ad eser- ruzione de' vandali nel Piceno; quanto al
citare la più. odiosa pirateria. Non passò timore e allo spavento de' vandali, essi fu-

poscia verno anno del suo regno senz'es- rouo comuni a tutto l'impero. Procopio
sere contrassegnato da qualche sbarco fu- e s. Vittore vescovo di Vita nell'Africa,
nesto di vandali nella Sicilia , nella Sar- storici contemporanei de' vandali, asseri-

degna, sulle spiaggie d'Italia, su quelle scono che non solamente le spiaggie del-
di Spagna, e su quelle pure d'Uliria e del la Venezia, di Roma e Campania, ma per
Peloponneso. Tuttavia il generale Rici- tutta l'Italia in un lato senso, Genserico
mero nel 4^6 battè la flotta de' vandali portò la desolazione con annuali e con-
all'altura di Sicilia, e dopo di lui il con- tinuale invasioni. Si vogliono due fioriti

te Marcellino difese quest'isola contro di vescovi di nome


uno dopo Vitaliano,
essi, preservandola d'invasione sinché e- la metà del V secolo, 1' altro del 743 ;

gli comando. Trovo nel Rinal-


n'ebbe il ma si giudica doversi dar luogo ad uno
di all'anno 4^7, cne Maiorano appena e- solo e con più probabilità a s. Vitaliano
levato all'impero d'occideute riportò una del 743> in tempo del quale non si par-
vittoria sui vandali dell'armala condotta lava più affatto de'vandali. Sotto il nome
daGensericoa'lidi dellaCampagnao Cam- di vandali nostri maggiori talvolta per
i

pania. Nel t.i delle Memorie della Chie- equivoco intesero altre barbare e stranie-
r
sa e de* Pescosi d* Osimo, di mg. Com- re nazioni, come i Goti e i Longobardi,
pagnoni uno de' medesimi, continuate e anch'essi eretici ariani, e da'quali l'Italia
supplite dal Vecchietti prete della stessa e Piceno realmente furono occupati e
il

chiesa, si esamina. Quali provincie d'Ita- soggiacquero alla loro dominazione, mas-

lia furono invase da' vandali. Se colle scor- sime tutto l'interoPicenoe per lungo tem-
rerie intimorissero almeno il Piceno, e se po, il quale pelriferito non pare fosse in-

Osimo mai stata afflitta e molestata


sia festato mai da'veri vandali. Forse quegli
da'vaodalijCome asseriscono diversi scrit- scrittori col nome di vandali vollero indi-
tori osimaui, dicendosi da alcuni che fino care la ferocia a cui somigliavano gli altri

a 3 volte fu quasi distrutta e ridotta in e- barbari, per l'equivalente da loro opera-


sterminio, fondati nella leggeuda, però a- to, come si disse e diciamo vandalismo e
pocrifa e favolosa, di s. Leopardo!. ve- vandalicamente, per lutto quanto di so-
scovo d'Osimo; eseguita dall'autore del- pra accennai, per similitudine e compara-
la pergamena trovata nel sepolcro di s. zione. Nel 46o avvertito Genserico d'un
Vitaliano vescovo d'Osimo, ove dicesi che grosso armamento che faceva a Cartage-
ilsuo sagro corpo fu sotterra nascosto per na l'imperatore Maiorano per approdare
timore de' vandali. Quali altre nazioni si nell'Africa,lo prevenne, incendiò una par-
conoscono sotto il nome di vandali. Quan- te de'suoi vascelli nello stesso porlo, e re-
to all'Italia conviene che invasero, pe-
si cò via il rimanente che servì ad aumen-
netrarono o infestarono le sue città o spiag- tare le sue forze marittime. Questo bar-
gie, oltre della Sicilia e Palermo, della Ca- baro morì a'24 gennaio 477 dopo 37 au-
ioo VAN VAN
ni, 3 mesi e 6 giorni dalla presa di Carta- za della fede. Racconta il Bercastel nella
gine, lasciando almeno 3 figli, Unnerico Storia del Cristianesimo % t. y, che Ze-

Unerico o Onorico che gli successe, Gen- none s'interessò presso d'Unnerico re de'
lon e Teodorico. Genserico, secondo Jor- vandali, in favore della chiesa di Cartagi-
oande, era di mezzana statura e zoppo ne , la quale da 24 anni trovavasi senza
per una caduta da cavallo. Egli avea uua vescovo. In conseguenza delle ripetute
fisonomia pensierosa, parlava poco, di- istanze dell'imperatore, essa ebbe il per-
sprezzava la voluttà, e si occupò sempre messo di scegliersi un pastore, con dure
di grandi intraprese. Alla ferocia di bar- e gravissime condizioni; il che non impe-

baro, uni le sottigliezze di teologo ,


pre- dì che il popolo non concepisse un'estre-
tendendo violentare la fede de' cattolici. ma allegrezza, allorché vide ordinato s.

1 mori implacabili nemici di chiunque si Eugenio cittadino di Cartagine venera-


piantava sul suolo africano, V assalirono tissimo.Eravi una parte de'cittadini,i qua-
più volte; ma eglidopo averli debellati li non aveano mai veduto alcun vescovo

li costrinse ad annuo tributo. Egli asso- assiso in quella 1 ,* cattedra dell'Africa. Ma


dò un impero de'più grandi che sorges- tutti si credettero giunti al colmo della
sero dagli smembramenti del romano, felicità, allorché videro splendere le vir-

contando 446 vescovati, 80,000 armati tù del nuovo prelato, la sua umiltà, la
di soli vincitori oltre il mare in cui si-
, sua mansuetudine, la sua affabilità, la
guoreggiò. Procopio dice eh' egli usò del sua carità tenera e operosa , le sue pro-
diritto di conquista verso gli africani col digiose limosine , una beneficenza a cui
maggiore rigore, e che non contento di nulla fuggiva e ch'era inesausta, sebbene
toglier ad essi le loro terre e loro schia- i nulla egli tenesse in serbo per l'indomani.
vi per darli a' vandali, gli oppresse d'im- Eransi i vandali impadroniti di tutti i

posizioni così eccessive che non potevano fondi della chiesa, ma


degno uso che il

a malgrado d'ogni industria bastar a sod- il vescovo faceva dell'offerte, impegnava


disfarle. Con Genserico finì la prosperi- una moltitudine di persone a recargli
tà del regno vandalo. giornalmente somme considerabili, ch'e-
L'ignobile Unnericosembrò in princi- gli distribuiva sempre prima di nette, a

pio più moderato di lui rapporto acat- meno che le medesime non gli fossero re-
tolici, ma tosto apparve soltanto erede cate troppo tardi. Quindi si conciliò in-
de'vizi paterni. L' imperatore d'orieute distintamente l'affezione e il rispetto non
Zenone, tremante dinanzi a'bai bari che si solode'cattolici, ma de'vandali medesimi.
a
contendevano i brani della poteuza roma- Eppure fu questa la 1 . cagione d'una per-
na, non osò intraprendere la cacciata de' secuzione ancor più crudele di quella di
vandali dall'Africa; mentre Unnerico non Genserico: fu la 2." persecuzione de'van-
avea ereditato alcuna delle grandi qua- dali sotto il regno d'Unnerico e durò dal
lità del padre. Esaltato sopra un trono 483 al 484> della Chiesa registrata per la

fondalo dalla vittoria e con una marine- 19/ fra le principali. Tanti omaggi resi
ria formidabile, non erano che deboli ap- alia virtù di s. Eugenio, svegliarono una
poggi cui non sostenevano in pari tempo furiosa gelosia ne' vescovi ariani, e preci-
V amore del popolo e i talenti del capo puamente nel cuore di Cirila, il più po-
delio sta lo. Zeuoue eretico eutichia no fau- tente di loro. Costoro esagerarono al re
tore del vescovo di Costantinopoli Aca- i pericoli la sua comunione
che correva
cio,autore deli. scisma de'greci,a fine ariana, e cominciò dall' impedire che
si

di sostenere la seduzione dopo pubblica- alcuno comparisse nella chiesa cattolica


to YEnolico (V.) y
vestì tutte le apparen- in abito di barbaro. Così i vandali nomi-
ze dello zelo pe'progressi e per la purez- navano se stessi, per mostrare la loro av-
V A N VAN 101
versione e il dispregio della romana mol- tutti i suoi parenti, a fine d'assicurare il

lezza. Il re primamente fece sapere a s. regno a'suoi figli, e credette di santificare


Eugenio, che gli vietava d'assidersi sul le sue sanguinarie inclinazioni facendole
seggio episcopale, di predicar al popolo servire contro i nemici de'suoi vizi e de'

e di ammettere nella sua cappella alcun suoi errori. Molti santi personaggi furo-
vandalo, poiché eranvi di molti cattolici no istruiti con terribili visioni di ciò che
tra di essi. Al che il santo fece una rispo la chiesa d'Africa era vicina a soffrire, e
sta degna del suo carattere, e disse riguar- non tardò a confermare ciò ch'es-
l'effetto

do alla 3." proibizione, che Dio gli coman- siavevano annunziato. Unnerico rabbio-
dava di non chiudere la porta della chie- samente, pieno d'odio contro la cattolica
sa a chiunque bramasse di rendere servi- religione, si propose di sterminarla affat-
gio a Unnerico sdegnato di tale ri-
lui. to in Cartagine metropoli dell'Africa, con
sposta montò in furia, e cominciò a per- rendere generale la persecuzione comin-
seguitare i cattolici in mille differenti ma- ciata contro i cattolici, facendo succedere
niere, e principalmente i vandali che pro- una moltitudine di editti uno più crude-
fessavano la vera fede. Quindi Unnerico le dell' altro. Le prime violenze caddero

fece mettere alla porta della chiesa alcu- sulle persone consagrate a Dio. Il re co-
ne guardie o piuttosto alcuni carnefici, i mandòche si raccogliessero le vergini cat-
quali allorché vedevano un uomo o una toliche che queste fossero vergognosa-
,

donna entrare coli' abito di vandalo, git- mente matrone, e con tor-
visitate dalle
tavano loro sul capo alcuni piccoli legni menti obbligate a deporre contro gli ec-
dentati, con cui ne attortigliavano i ca- clesiastici. Furono appese in alto con gros-
pelli ; poi ritirandoli con forza, strappa- si pesi a'piedi, vennero loro applicate la-
vano loro lechiome e tutto insieme la pel- mine di ferro rovente sul seno esu'fian-
le. Alcuni ne morirono, e parecchi per- chi, e inquesto stato venivano esortate
dettero gli occhi. Varie donne, colla te- ad affermare che preti e vescovi erano i i

sta così scorticata, furono fatte cammi- stati loro corruttori. Parecchie periro-
i

nare per la città, precedute da un bandi- no in questi tormenti, altre in maggior


tore per isvergognarle, e per intimorire numero rimasero storpiate, ma non se ne
la moltitudine. Unnerico vietò che si das- trovò pur una che accusasse un chierico.
sero pensioni o viveri agli uffiziali della Il tiranno vedendo non potere con que-
corte che tenessero la dottrina della Chie- st'indegno stratagemma disonorare il cle-
sa cattolica; indi proibì rigorosamente ro, die ne'maggiori eccessi senza pretesto
che si ammettesse negli uffizi pubblici e senza riguardo. In una sola volta rilegò
chiunque non fosse ariano. Era vi alla cor- nel deserto ministri ecclesiastici di tutti
te d'Unnerico un gran numero di cattoli- gli ordini, con altri fedeli della loro fami-
ci, i cui rari talenti e sperimentate virtù glia e del loro seguito in numero di 497^
li aveano fin allora mantenuti in parti- persone, fra le quali trovavansi molti in-
colari cariche di confidenza e di distin- fermi e vecchi così decrepiti, che molti a-
zione. Non solamente furono essi cacciati veano perduto la vista. Felice di Arbiri-
dal palazzo , ma furono condurre
fatti to, il quale contava 44 anm di vescovato,

nelle pianure d'Ulica, e malgrado la lo- languiva d'una paralisia, che njon gli la-

ro delicata complessione, e la diversità sciava l'uso neppur della lingua. I fedeli

delle loro consuetudini, vennero inuma- non sapendo come condurlo , fecero pre-
namente costretti a mietere il grano sotto gare Unnerico che il lasciasse in qualche
i più cocenti ardori del sole. Ma
nou ciò luogo presso Cartagine, giacché non po-
fu cheil preludio della persecuzioue d'Un- teva vivere lungamente. Rispose il bar-
nerico, mostro di crudeltà che fece perire baro: S'egli non pub stare a cavallo, sia
io2 VAN VAN
annerato a'bovi} i quali lo strascineran- loro liberalità verso i confessori , toglie-
no ove io gli coniando che vada. Fu di vasi a questi ciò che loro era stalo dona-
mestieri infatti legarlo a traverso d'un to. 1 mostravano più sensi-
confessori si

mulo, e trasportarlo come una massa iu- che alle proprie


bili a' pericoli de' fedeli,

sensibile.l confessori furono radunati nel- loro disavventure, sebbene si affrettasse


la città di Sicca , donde mori dovevano i inumanamente il loro camminojimperoc-
condurli uel deserto. Vennero chiusi in chè quanto maggiori erano le testimo-
una prigione ch'erasolfribile, e in cui i nianze di venerazione che ricevevano,
fedeli delluogo andarono a consolarli; ma tanto minore era il riposo che veniva ad
ben presto furono privati di questa con- esso loro accordato. Allorché i vecchi o
solazione, perchè sembravano piùcostan- ifanciulli non potevano più camminare,
ti che mai. Sino i fanciulli segnalavano la venivano punti co'dardi o si scagliavano
loro costanza, resistendo agli sforzi d'al- contro di loro de' sassi per farli avanzare.
cune madri accecate dulia loro tenerezza, Quanto a quelli che per 1'
eccesso della
v che volevano ribattezzarli per sottrarli fatica restavano di tempo in tempo ab-
dalla persecuzione. Furono dunque ri- battuti, ordinavasi a'mori d'attaccar loro
stretti i prigioni in un'orrida carcere, e delle corde a'piedi, e di strascinarli come
tanto angusta, eh' erano ammucchiati gli altrettante bestie morte,dimodoché quel-
uni sopra gli altri,senza neppure aver libe- le strade ardue e tutte pietrose furono
ro lo spazio necessario per soddisfare a'bi- ben presto bagnate del loro sangue. Le
sogni naturali; il che produsse una conta- loro vesti cadevano a pezzi, oppure si ap-
giosa infezione, ed una orribile moltitudi- piccavano a 'sassi e alle spine. Ebbero an-
ne di rettili, i quali generati in quella cor- che il corpo tut to lacero; uno la testa spez-
ruzione li divoravano vivi. Lo storico s. zata, un altro il fianco o il ventre aperto,
Vittore di Vita, che ne parla come testi- quasi tutte le membra slogate; e parec-
monio oculare, dice che avendo trovato chi fin d'allora consumarono il loro mar-
maniera d'entrare nella prigione, donan- Coloro che assai robusti poterono
tirio.

do qualche denaro a'mori, mentre i van- giungere al deserto, non vi trovarono per
dali erano addormentati, s'immergeva si- la loro sussistenza altro che orzo, che lo-

no al ginocchio nel sucidume e ue'vermi. ro veniva dato a misura, come si fa colle


Furono essi finalmente fatti partire sot- bestieda soma. Anzi ne furono privati
to là condotta de'mori. Uscirono da quel- ben presto, e si lasciarono morire di fa-
la cloaca, non solo cogli abiti grondanti me. Le bestie velenose le più malefiche
di sozzure, ma co'capelli, col volto e con lo furono però assai meno de'vandali ti-

tutta la persona in uno stato cui la pen- ranni, e si osservò, che in una contrada
na non regge a descrivere. Ciò non ostan- la quale può dirsi quasi un semenzaio di
te cantavano inni di ringraziamento, e si lettili i più pericolosi, niuno de' servi di
giudicavano felici di soffrire questi bar- Dio perì de' loro morsi e a' quali erano
bari trattamenti per la gloria del figlio del tutto esposti seoz' alcuua difesa. Al-
di Dio. i popoli correvano da ogni parte lorché tanti santi e dotti ministri della
a vederli, poi tandotorcie accese, doman» religione furono così allontanati, non es-
dando la loro benedizione per se e pe'lo- sendovi stato ancora compreso nella per-
io figli che ad essi presentavano, e la- secuzione il venerando pastore di sua ca-
gnandosi con effusione di lagrime di ri- pitale, forse per rispetto degli abitanti, fi-

manere senza pastori in preda a'Iupi vo- nalmente nel maggio 483 Unnerico fece
raci. Ma questi pii fedeli venivano re- proporre a s. Eugenio vescovo di Carta-
spinti con una brutale fierezza , ovvero gine, per rendere ragione della loro t\n\c t
dopo d' aver lasciato ch'esercitassero la di tenere iti questa città una conferenza
VA N VAN io3
nel 4^4 cogli ariani, i quali somigliatili cui nome ed errori talvolta con quelli lo-
a' Donatisti , scismatici ed eretici, usando ro si confuse, come nel discorso caso. A
ribattezzare qne'clie abbracciavano la lo- reprimere l'audacia de'donatisti erano sta-
ro pei fida setta, furono appellati eziandio li adunati molti concilii, e celebre riuscì
con tale nome. Siccome comunemente gli laconferenza precedente di Cartagiue,te-
scrittori pai laudo di tate conferenza chia- nula in questa città nel 4", coli' inter-
mano gli ariani proposi tori dell'erronee vento di 56o vescovi , per riunirli alla
proposizioni de donatisti, ciò fecero per Chiesa, e per convincerli della necessità
l'errore ch'era ad essi comune, il quale tut- ch'era vi di essere uella Chiesa cattolica,
tora sostenendosi dagli eretiche impugnan- nella quale sola si può rendere a Dio il cul-
dosi da' cattolici, gli ariani perciò in tale to che gli è dovuto, ed operare la propria
conferenza e ip altre assemblee furono, de- salute. Questi eretici erausi tanto molti-
nominati sostenitori pure degli errori de' plicati nell'Africa, che pareva vi avessero
donatisti. Conviene di passaggio qui pu- oppresso i dacché era loro riusci-
cattolici,
re rammentare. Donato vescovo delle Ca- to d'ottenete una legge, che dava loro o-
se Nere nella Numidia fu il i.° autore e giti libertà, ed esercitavano dappertutto

il caposetta dello scisma de'donatisti, os- violenze proprie de'più crudeli persecu-
che seguirono suoi errori.
sia di quelli i tori. I vescovi cattoliciavendo finalmen-
Di questi erano i principali, di negare la te ottenuto dall'imperatore Onorio di ve-
validità del Battesimo e degli altri Sa- nire a una conferenza pubblica co'dona-
gr a menti dati dagli Eretici, e di rigetta- listi, conte Marcellino inviato in Africa
il

re r infallibilità della Chiesa cattolica. d'ordine di quel principe, l'intimò peli.


Donato co'suoi partigiani separandosi dal- giugno. Ordinò che non vi fossero più di
la comunione di Ceciliano eletto vescovo 7 vescovi per parte, scelti tra tutti gli al-
di Cartagine, ordinarono vescovo della tri, quali parlerebbero nella conferenza;
i

stessa sede Maiorino eletto da'faziosi. Per- che ve ne sarebbero 7 altri da'quali po-
ciò tutta l'Africa si divise in (\ue partiti, trebbero disputanti prendere opinione,
i

e in molte chiese vi furono due vescovi, se ne avessero bisogno; che nessun vesco-
ordinali gli uni da Ceciliano cattolico, gli vo entrerebbe nella conferenza fuori di
altrida Maiorino donatista , o da quelli quelli che fossero stati uominati per di-
comunioni. Sebbene Do-
delle loro diverse sputarvi, i quali ascendevano a 36; che
nato e donatisti furono condannati nel
i tutti vescovi d'ogni partito promettereb-
i

concilio di Latcrano, tenuto nel 3 1 3 da bero di tenere ciò che avessero deciso gli
Papa s. Melchiade, e sebbene il concilio eletti ; che tuttociòche fosse detto sareb-

dichiaiò innocente Ceciliano accusato fal- be scritto da'pubblici notati. Ma dona- i

samente da'donatisti qual Traditore ,cioè tisti ricusarono d' ubbidire all' edillo di
d'aver consegnalo a'pagani le s. Scritture, Marcellino, e domandarono d'esser tutti
separandosi da esso che restò in comu- presenti alla conferenza. I cattolici dal can-
nione colla Chiesa divennero scismatici, to loro indirizzarono una lettera a Mar-
e pe'loro errori eretici; tuttavolta all'e- cellino, nella quale promettevano di ese-
resia i donatisti congiunsero più aperta- guire tutti i suoi ordini. Eglino protesta-
mente lo scisma, nel sedicenle coucilio da rono, che il diseguo, che aveano tenendo
loro tenuto in Cartagine nel 32 1 , divi- questa conferenza , era di mostrare che
dendo così il popolo cristiano dell'Africa. la Chiesa sparsa sopra tutta la terra noti
Quindi i donatisti profanarono la ss. Eu- può perire, per quanti peccati commet-
caristia , ruppero gli altari e i vasi sagri, tano coloro che la compongono; che l'af-
commisero inuumerabili violenze e sacri- fare di Ceciliano era terminato ,
poiché
legi, in che furono imitati dagli ariani, il era stato dichiarato innocente, e i suoi ac-
io4 VAN VAN
cusalori riconosciuti per calunniatori. In si mettesse in chiaro l'origine dello sci-
questa lettera fecero la dichiara/ione tan- sma; ma Marcellino fece leggere la rela-

to famosa, e che li coprì di gloria per la zione d'Anulino, colla quale indirizzava
generosità veramente cristiana, di cui die- a Costantino I i lamenti de'donatisti con-
dero prova a'Ioro stessi nemici, vale a di- tro Ceciliano. donatisti vedendosi così
I

re, che se donatisti potevano provare,


i presentarono una memoria, per
stretti,

che la Chiesa è ridotta alla loro comu- mostrare colla Scrittura, che cattivi pa- i

nione, eglino si sottometterebbero asso- stori sono macchie e sozzure della Chie-
lutamente ad essi; che abbandonerebbe- sa, e che non devono esservi malvagi tra'

ro le proprie sedi,erinunzierebbero a tut- suoi figli, almeno, che siano conosciuti.


ti i diritti della loro dignità. Che se i cat- Letta che fu questa memoria, i cattolici
tolici mostrassero, pel contrario, che i do- vi risposero colla bocca di s. Agostino. E-
natisti aveano torto, eglino conservereb- gli vi stabili validamente questa verità:
bero l'onore del vescovato; che ne'luoghi Che la Chiesa tollera in questo mondo i

eziandio^ dove si troverebbe un vescovo malvagi, tanto occulti che manifesti, e che
cattolico e un donatista, sederebbero al- i buoni che sono mischiali con essi, non
ternativamente nella cattedra vescovile, partecipano de' loro peccati; provò col-

l'altro sedendo un poco più basso appres- l'autorità di s. Cipriano,, che nella Chie-
so di lui, oppure che l'uno avrebbe una sa il demonio avea seminato la zizzania;
chiesa, e l'altro un'altra; e questo finché il che idonatisti impugnavano; imperoc-
l'un di loro essendo morto, l'altro reste- ché lo scopo de'cattolici era di mostrare,
rebbe solo vescovo. In appresso nomina- che i falli, tanto di Ceciliano, come di qua-
rono i vescovi per la conferenza: cioè Au- lunque altro, non potevano recare alcun
relio di Cartagine, Alipio di Tegaste, s. pregiudizio alla comunione cattolica. Que-
Agostino d' Ippoua, Vincenzo di Capua, sto gran dottore espose, che i passi della
Fortunato di Cirta, Fortunato di Sicca Scrittura riferiti da una parte e dall'altra,
e Possidio di Calamo. Ne nominarono pel essendo di eguale autorità, doveano con-
consiglio 7 altri, e 4 furono destinati per ciliarsi con qualche distinzione, poiché la
la sicurezza degli atti. I donatisti essendo parola di Dio non può contraddire a se
stati obbligati a nominare deputati, lo fe- stessa. Rappresentò, che bisognava distin-
cero coli' ordine medesimo de' cattolici. guere i due stati della Chiesa, quello del-
Nella 2." sessione, dopo molle discussio- la vita presente, dove e' è un raescuglio
ni, si accordò una dilazione a'donatisti per di buoni e di malvagi, e quello della vita
a
aver copia degli atti della i. conferenza, futura, dove sarà ella senza veruna me-
e si condiscese alla loro domanda. Nella scolanza di male. Mostrò poi, come vi era
a
3. vollero esanimare la scrittura de'cat- obbligo in questa vita di separarsi da'mal-
lolici sopra la domanda della conferenza, vaginon comunicando co' loro vizi, ma
e Marcellino avendo deciso, che i donati- uon separandosi da essi esternamente.
sti erano poi i veri postulanti, convenne- Qualora donatisti si trovavano troppo
i

ro eglino slessi,che non pretendevanod'a- angustiati e stretti dagli argomenti del s.

gire contro le Chiese di tutta la terra. Da Dottore, dicevano senza tergiversazione,


questa confessione ne seguiva, che Ceci- che non era loro permesso d' esercitare
liano non era restato nella comunione del- nessun alto esterno di religione con quel-
la Chiesa se non perchè era stato rico-
, li, che non fossero giusti e santi; ed ecco
nosciuto per iunocente. Frattanto i do- perchè riguardavano come nulli tutti i

natisticercavano ogni maniera di prele- sagra menti, che non erano conferiti da
sto per evitare che si venisse alla con- ministri irreprensibili, e voleauo riha llcz-
clusione dell' aliare, e non volevano che lare i cattolici. S. Agostiuo fece loro ve-
V A N V A N io5
clere , che quest' errore tendeva a rove- principe, dalla quale raccoglierasi, ch'e-
sciare tutto il culto esteriore della reli- rano stati eglino stessi da lui condanna-
gione, perchè si poli ebbero fare delle dif- ti, e ch'egli avea sostenuto l'innocenza di
ficoltà senza fine intorno alla santità del Ceciliano. In i.° luogo produssero una
ministro. Esaminata la questione del di- lettera di Costantino I, colla quale egli ri-

ritto, vale a dire stabilita che fu la veri- conosceva,che la causa di Felice di Aplon-
tà cattolica, indipendentemente da qual- ga era stala esaminata e giudicata a suo
sivoglia persona, si discusse la questione favore, e nella quale ordinava, che gli si

di fatto; cioè lai." causa della separazio- mandasse Ingenzio, che confessa va d'aver
ne de'donatisti du'cattolici. I primi pre- mentito una falsità per far comparire reo
tesero d'aver avuto ragione di separarsi Felice, aflìn di confondere i nemici di Ce-
da Ceciliano, ordinato vescovo di Carta- ciliano. Ora niente poteva essere più van-
gine da certi Traditori: ma le prove che taggioso alla causa de'cattolici,e nel tem-
ne davano non erano di nessun peso, e s. po stessso più acconcio a confondere do- i

Agostino confutò anche quest' errore, e natisti, quanto il far vedere, che questo
decifrò tutte le cabale, che ammassavano medesimo Felice d'Aptonga, che avea or-
l'una sull'altra. Fece rimarcare, che Men- dinato Ceciliano, era innocente; imper-
sm io, predecessore di Ceciliano, accusato ciocché propriamente non d'altro accu-
d'aver maltrattato le Scritture sante, non savasi Ceciliano, che d'essere stato ordi-
era slato condannato da nessun pubblico nato da un uomo il quale prelendevasi
giudizio; che il concilio di Cartagine con- che avesse maltrattato le Scritture sante.
tro Ceciliano era senza data; che Cecilia- Ma per finire di comprovar l'innocen-
no v'era stato condannato assente, e da za di Felice, i cattolici produssero la re-
vescovi che aveano perdonato l'un l'al- lazione, che il proconsole Eliano avea spe-
tro a se stessi il delitto, di cui condanna- dita a Costantino I, e gli atti stessi di quel
vano; e per provarlo fece leggere il con- giudizio, a cui i donatisti non ebbero che
cilio di Cirta del 3o5 (diverso da quello opporre. Finalmente i avendo
cattolici
del 4 I2 il quale avea scritto una lette-
j perfettamente messo in chiaro tuttociò
ra per disingannare i donatisti, in ciò che che aveano dovuto sosteoere,il con teMar-
dicevano i loro vescovi calunniosamente, cellino pronunziò una sentenza,della qua-
col compendio degli atti della conferen- le ci restano 28 1 articoli. Elia dice in so-

za di Cartagine). Dopo diversi cavilli de' stanza. Che i donatisti erano stati confu-
donatisti sopra questo concilio, si lesse il tali da' cattolici con ogni genere di pro-
coucilio romano del 3i3, che avea assol- ve; che Ceciliano era stato giustificato, e
to Ceciliano, e la lettera di Costantino I che quand'anche i delitti, ond'era stato
a Eumalo sopra il giudizio contradditto- accusato, fosserostati provati, non avreb-
rio radunato da quell'imperatore a favo- bero potuto portare nessun pregiudizio
re di Ceciliano. In questa occasione par- alla Chiesa universale; che quindi tulli

ve che Dio facesse parlare i donatisti qua- i donatisti, che non volessero riunirsi al-
si loro malgrado, poiché gli scritti che la Chiesa, sarebbero soggetti a tutte le pe-
produssero ad altro non servirono che a ne inflitte dalle lessi. Tutto il mondo si

far conoscere sempre più l'innocenza di rallegrò, che Dio avesse fallo conoscere
Ceciliano. Dappoiché, primieramente vo- la verità, e scoperto l'errore e la men-
lendo mostrare che Costantino I dopo
, zogna. Apparisce dagli atti di questa con-
d'aver assoluto Ceciliano, avealo condan- ferenza eclatante, che s. Agostino ne fos-
nato in un posteriore giudizio, furonocie- se l'anima, e che la sublimità del suo in-
chi a tal grado di produrre uua supplica, gegno vi fece una comparsa luminosissi-
indirizzata un tempo da loro stessi a quel ma. Vedeai in tuttociò ch'egli dice, una
ioG V A N V A N
(orza, una dolcezza, una chiarezza e una no vescovo di Vibiana, dopo una severa
sodezza particolare, che gli danno la pre- flagellazione di i 5o colpi di bastone; ban-
minenza su tutti vescovi dell'Africa. È
i dì parimente Presidio vescovo di Suife-
egli sempre che parla, qualora si tratta di tula, e ne fece tormentare parecchi altri
qualche punto importante, e di stabilir la in diversi modi. Uno splendido miraco-
fede della Chiesa, massime nelle reliquie lo che fece allora il santo vescovo Euge-
a
che ci restano della 3. sessione. Indarno nio, non servì che a rendere più furioso
i donatisti appellarono dalla sentenza di il tiranno* Il cieco Felice notissimo, in se-
Marcellino. L'imperatore Onorio auto- guito d'una visione ricevuta, si recò da s.

rizzò gli atti di questa conferenza di Car- Eugenio, e ricuperò sul fatto la vista, col
tagine, con una legge de'3o agosto 4 '2 solo tocco della cnano del prelato , alla
o 4 4« Si può anche dire che questa con-
1
presenza d'uno straordinario concorso di
ferenza fu il colpo mortale dello scisma fedeli congregati per la solennità dell'E-
de'donatisti, imperocché in proporzione pifania dopo la benedizione
, del fonte
del grandissimo loro ninnerò, d'allora in battesimale. Siccome il santo erasi scu-
poi vennero in folla a riunirsi alla Chie- sato di esaudire Felice, come peccatore
sa co'loro popoli. Nondimeno molti do- e incapace d'operare miracoli, nel segna-
natislipertinacemente restarono nello sci- re di croce gli oc hi suoi gli disse:Ti ho
sma e nell'eresia, e continuarono ad esse- già detto, che io sono un peccatore e il più
re queruli e infesti acattolici, uniti agli vile degli uomini tuttavia prego il Si-
,

ariani, i quali ne adottarono gli errori. gnore di trattarti secondo la tua fede e
Credei opportuna questa digressione, per di renderti la vista. Ad onta che non vi
migliore intelligenza del voluto dal ca- fosse da dubitare sul fatto , il re si fece
pricciosoUnnerico in quest'altra confe- condurre Felice per udire dalla sua boc-
renza diCartagineeda lui intimata. Con- ca la verità, e tutto l'ordine dell' avve-
siderando il vescovo di Cartagine,che nel- nimento. Provata in tal forma sino alla
la conferenza voluta co' vescovi ariani, i dimostrazione la meraviglia, niunoebbe
nemici della fede sarebbero giudici e par- più ardire di negarla; ma convenendosi
te, nella causa comune a tutte le chiese, del prodigio, equi valente a un trionfo de I-

pertanto rispose s. Eugenio al re deman- la fede sull'eresia, da' vescovi ariani si pre-
dali, che siccome tutto il mondo cristia- se il partito di dire che Eugenio l'avea
no era interessato in tali questioni, nelle operato per via di malefizi, e si seguitò
quali trattavasi de' primi principii della il progetto della conferenza. I vescovi del
lede, egli ne scriverebbe al Papa s. Fe- continente dell'Africa edi tutte l'isolesog-
liceIH capo di tutte le chiese, e convo- gette a' vandali, si trasferirono a Cartagi-
cherebbe da tutti i paesi i vescovi alla ne pel giorno indicato, ch'era il i.°di feb-

conferenza, dovendosi consultare quelli braio 4^4- ^e furono prima fatti morire
eziandio d' oltremare. Non è già che uou in quel maggior numero che fu possibile

ne rimanesse ancora in Africa uu nu- sotto diversi pretesti, ma per la sola ragio-
mero sufficiente, per far trionfare la ve- ne di togliere buona causa più ze-
alla i

rità co'loro lumi; ma essendo essi sotto lanti e illuminali difensori. Ne rimaneva-
il giogo de' vandali , avevano a temere no però troppi, perchè i vescovi ariani a-
molto più degli stranieri sì perse stessi, vessero coraggio di entrare in lizza Non* .

come per le loro greggi. Unnerico , beu dimeno si die principio alla conferenza fa-
lungi dall'aver riguardo alla rimostran- mosa di Cartagine, di cui in luoghi in-
za di s. Eugenio, cercò all'incontro d'al- numerevoli feci menzione, ma eglino mos-
lontanare quegli africani ch'erano con- sero mille cavillazoni per romperla. A*
siderali siccome dotti. Bandì s. Douatiu- vendo i cattolici richiesto che fi fossero
V A N V A N 107
precenti degli arbitri, o che almeno i piti sembra che fossero conseguenza della tra-
saggi del popolo vi fossero spettatori, in- ma già combinata fra Unnerico ed suoi i

vece si ordinò che si dessero i oo colpi di scismatici ed eretici vescovi; imperocché


bastone a' laici omousiani die avessero immediatamente eglifece recare nelle pro-
coraggio di trovarvisi, poiché con questo vincie un decreto già steso innanzi tempo,
nome da Unuerico chiamavsmsi per di- in vigor del quale, mentre vescovi or- i

sprezzo gli ortodossi, appellando i suoi a- todossi trovavansi tuttavia in Cartagine,


riani veraci adoratori della divina natu- furono chiuse in un giorno solo tutte le

ra ! Il ttrm'meO/notisiano oOmousiasta , chiese , e dati agli ariani tutti i beni di


dal greco liomu, insieme, e da usiti, so- queste chiese e de'loro pastori", applican-
stanza, fu da' Padri usato anche prima do acattolici le pene emanate contro l'e-

del concilio generale di Nicea 1 del 320, resia dalle leggi imperiali. Nello stesso
per indicare in Gesù Cristo la stessa na- tempo si pubblicò che gli omousiani e-

tura e sostanza del divin Padre. Pel con* rano quelli i quali, non potendo prova-
tratta gli ariani inventarono il termine re colla Scrittura la loro dottrina, aveva-
(Jmeusio, homeusius, dal greco homoios, no rotto la conferenza, e l'avevano cam-
simile, e da usia, sostanza ; per deludere biata in sedizione col mezzo del popolo
le decisioni del concilio d' Antiochia del che avevano sollevato. A dar pu- fine di
363 (contro il conciliabolo del 344>' ncni re qualche colore a tale imputazione con
gli ariani per abolire la parola consustan- un'apparenza di moderazione e d' uma-
ziale,Omousìon^Xa mutilarono dal sim- nità, fu loro assegnato un termine per me-
bolo negare la divinità di Ge-
di Nicea) e ritare il perdono. Al riferito col Bercastel,

sù Cristo, denotando con ciò non essere per l'importanza dell'argomento ricorda-
egli della stessa natura del Padre (honnì- to nelle sedi vescovili d'Africa, notando i

sios t da homii, insieme), ma di simile na- vescovi esiliati in conseguenza della confe-
tura, contro il chiaro senso delle s. Scrit- renza diCartagine,aggiungerò altre parti-
ture. Però nel concilio iNiceno era stata colarità col 13utler,riporta te nella P'ita di
condannata la loro eresia e proclamala s.Eugenio vescovo di Cartagine e i suoi
la consustanzialità di Gesù Cristo col di- compagni confessori sotto i vandali. Nel-
vin Padre. Nella conferenza di Cartagi- la conferenza i cattolici deputarono o 1 fra
ne, intorno al nome di cattolici che non loro a parlare in nome degli altri. Girila
lasciarono di prendere nella loro confes- patriarca degli ariani, si assise sopra un
sione di fede, si suscitarono grandi que- trono. Gli ortodossi ch'erano in piedi, ri-

rele; e qualunque fosse la modestia con chiesero che vi fossero de' commissari in-
cui egliuosi apparecchiassero a soddisfar- caricati di scrivere quello che si direbbe
le, si gridò al tumulto e alla sedizione , e da una parte e dall'altra; ed avendone a-
si corse a dire al re, che gli omousiani per- vuto in risposta che Citila eserciterebbe
turbavano tutto a fine d'impedire la con- quest'uffizio, essi domandarono di nuovo
ferenza, cioè si opposero di conveuire e con quale autorità civile si attribuisse il
quindi di sottoscrivere l'erronee proposi- grado e la giurisdizione di patriarca. Gli
zioni de' donatisti e degli ariani seguaci ariani non potendo uullaa questo rispon-
de' loro errori, i quali aveano proposto dere, empirono tutta l'assemblea di schia-
alla conferenza stessa, ripugnandovi co- mazzi, e ottennero un ordine di poter da-
stantemente i vescovi cattolici per soste- re 1 00 bastonate a tutti i laici cattolici che
nere la purezza della fede de'dogmi cat- ivierano presenti; indi Citila trovò vari
tolici. Tali gridi e calunnie degli ariani pretesti perchè la conferenza non si avesse
proponenti le condannate proposizioni a continuare. In questo frammezzo cat- i

de'donatisti, contro la virtù de'cattolici, tolici presentarono ima confessione di fé-


io8 V A N V A N
de in iscritto, nella qiufle si appellano al- gialli, sia d'amministrar loro de' viveri.
la tradizione della Chiesa universale, ed Perciò si videro, secondo Bercastel, in nu-
8
era divisa in due parti; lai. delle quali, mero di 5 in 600, per la maggior parte
che provava colla Scrittura la consustan- in un'età avanzata, errare intorno alle
zialità del Verbo, forma tutto il 3.° libro mura della città, senz'asilo, senza rico-
della storia di Vittore Vitense. Non si ha vero, esposti notte e giorno a tutte l' in-
più la 2.' che conferma la stessa dottri- giurie dell'aria, e rnancunti di nutrimen-
na cogli scritti de'Padri. Pare che questa to. In brevissimo tempo ne morirono 88.

confessione fosse stesa da Eugenio; al- s. Essendo un giorno il re uscito a caso, tutti
meno Gennadio attribuisce a lui una con- quelli che potevano strascinarsi, gli si fe-
fessione di fede contro gli ariani, cioè la cero intorno per procurare di mansue-
a
riferita nella i. parte dal Vitense nel lib. farlo. Ma egli senza dare orecchio all'u-
3 citato. Quando ne fu fatta la lettura, mile loro domanda, a cui non rispose che
seppe male agli ariani che gli ortodossi con guardi fulminanti, fece correre sopra
prendessero il nome di cattolici , benché di essi alcuni cavalieri della sua guardia,

questo loro fosse dato universalmente an- che molli ne calpestarono sotto i piedi de*
che dagli eretici, come s. Agostino aveva loro cavalli. Finalmente tutti vennero ri-
notato molti anni innanzi. Da ultimo i ne- legati, insieme ad un gran numero di pre-

mici della Chiesa la vinsero, e la confe- ti, nell'isola di Corsica, come dissi, e con-
renza fu tutto ad un tratto rotta. Abbia- dannati a tagliare i legni perla costruzio-
mo nel Ruinart il catalogo di tutti i ve- ne delle na vi. Mentre vescovi esiliati viag-
i

scovi delle ptovincie ecclesiastiche d'Afri- giavano per la loro rilegazione, si mostra-
ca, che intervennero a questa conferenza, rono pieni di giubilo per essere stali fatti
e che furono mandati in esilio. Della pro- degni di soggiacere a obbrobri e igno-
vincia proconsolare o di Cartagine 5/f, di minie per Gesù Cristo furono assalili da
;

quella tliNumidia 25, dellaBizacena 07,


1 1 una masnada di uomini barbari, inviati
della Mauritiana Cesarianai20, di quel- da' vescovi ariani a spogliarli di quanto
la di Sitifi o Silifense 44» c' e " a Tripoli- la pietà de'fedeli avea somministrato pel

tana 5; di più io di Sardegna e di altri loro mantenimento. Questa inumana vio-


luoghi. In tutti 460 vescovi, de'quali 88 lenza non li turbò, anzi ciascuno canta-
morirono a Cartagine fra' tormenti , 28 va. Sono uscito nudo dal ventre di mia
ricuperarono la libertà colla fuga, 46 fu- madre, e nudo me ne vado in esilio. Al
rono sbanditi nell'sola di Corsica, e 3o3 Signore non manca il modo di porgere
in altri luoghi. Questo è il computo che il cibo a!famelici e di vestire nel deser-

ne fa il dotto annotatore del dottissimo to gV ignudi. Di fatto il Signore ispirò a


Bui ler. A.' 25 febbraio dello stesso 4^4» due personaggi vandali cattolici il corag-
Unnerico con edillo che già da lungo tem- gio di seguirli nell'esilio, e d' impiegare
po andava meditando, ordinò più che mai nel loro sov veni mento le copiose ricchez-
una persecuzione generale, e per impa- ze che possedevano. Il vescovo di Carta-
dronirsi delle chiesede'cattolici e di quan- gine s. Eugenio fu mandato nel deserto
to possedevano ne'loro paesi. Senza indu- di Tripoli, e posto sotto la custodia d'An-
gio cacciò da Cartagine vescovi che si i tonio vescovo ariano furioso, il quale o-
trovavano congregali, dopo di aver loro gni giorno inventava nuove maniere di
tolto anche quel poco che aveano seco lo- tormentarlo. Il santo riguardandosi come
ro portato, senza lasciar loro né cavallo, una vittima già consacrata per la sua
né schiavo, e neppur abito da cambiarsi. chiesa,aggiungeva a'suoi tormenti le più
Nello stesso tempo fu pubblicata una proi- austere macerazioni. Perii luogo dormi-
bizione sotto pena del fuoco, sia d'allog- re sulla nudi lena, coperto solamente
V AN VAN 109
d' un sacco, contrasse una paralisia che contraeva l'impegno di conservarlo senza
gli tolse persino l'uso spedito della lingua, macchia), con cui avea coperto Elpidifo-
li suo persecutore gli fece bere per forza ro all' uscir del fonte battesimale, e che
un aceto violento, per cui si credette che teneva nascosti sotto le sue vesti. Aven-
ilsanto vecchio perdesse la vita. Ma egli doli spiegali pubblicamente, disse all'a-
ne guari, e più. lardi fu richiamato dal- postata, ch'era seduto come suo giudice:
l'esilio dal re Gu ut ha monti. Non avendo Eccola veste nuziale, che ti accuserà al
il santo potuto dare un addio a'suoi figli, tribunale del supremo giudice , e che ti

trovò il modo di scrivere al suo gregge, farà irrimediabilmente precipitare nel"


col quale così si espresse. Vi domando V infiammato pozzo di abisso, per tutta
colle lagrime, vi esorto e vi scongiuro l'eternità. Ti augurerai, sciagurato, ma
in nome dello spaventevole giorno del non sarà più tempo, ti augurerai questo
giudizio , e pel formidabile lume della sagro preservativo di cui ti sei spoglia*
venuta dì Gesk Cristo, che rìmanghiate to da te stesso per vestire l'abito dell'i-
fermi nella professione della fede catto- gnominia e della maledizione. Elpidifo-
lica... Conservate la grazia d' un solo ro impallidì e non ebbe coraggio di ri-
battesimo e dell' unzione del crisma , né spondere. Ma nessuno oggetto di edifica-
sia tra voi chi soffra di essere ribattez- zione fu più commovente, che 1 2 fanciulli
zato. Tanto leggo nel Butler, il quale os- di coro, distinti fra gli altri per la bellezza
serva, che ciò diceva s. Eugenio, perchè delle loro voci, e che seguivano i confes-
gli ariani, somiglianti in ciò a' donatisti, sori nell'esilio. Il loro talento svegliò qual-
usavano ribattezzare quelli che abbrac- che dispiacere negli animi degli ariani,che
ciavano l'arianesimo, che già rilevai.
il loro corsero dietro a fine di ricondurli.
Dopo il vescovo, fu bandito con una pro- Ma que'generosi fanciulli non vollero ab-
porzionata barbarie tutto il clero di Car- bandonare santi loro maestri; si attacca*
i

tagine, composto pure di più. di 5oo per- vano alle loro vesti, si lasciavano percuo-
sone, il che ci dà un'idea dello splendo- tere a graudi colpi di bastone; sfidavano
re di questa chiesa primaziale dell'Africa le spade ignude da cui erano minacciati
auche ne'giorni di sua fiera persecuzione. da' chierici e da' vescovi ariani, ministri
Tutti i vescovi ariani sempre più diven- ili sangue e di terrore, e che molto più
nero crudeli persecutori: percorrevano le somigliavano a'soldati o a'caruefici, che
città, lasciando dovunque tracce della lo- a'sacerdoli del Signore. Furono finalmen-
ro barbarie, ed adoperando la violenza te' slacca ti per forza e ricondotti a Car-
per ribattezzare i cattolici, e facendo lo- tagine, ma non si potè sedurne uno solo
ro provare ogni sorta di mali trattamen- con tutte le carezze e cattivi trattamentii

ti, senza distinzione né di età ne di sesso. che alternativamente furono impiegati.


Gli apostati distinguevansi fra loro tutti Lungo tempo dopo la persecuzione , essi
per inumanità verso gli ortodossi.lt
la loro formavano tuttavia la consolazione e la
diaconoMuritta,ch'era un venerabile vec- gloria della chiesa dell' Africa, soggior-
chio, si segnalò con un istraordiuario co- nando insieme a Cartagine e cantaudo le
raggio. Avea egli tenuto a battesimo l'a- Iodi di Dio. Tutta la provincia venerava
postata Elpidiforo o Elpidoforo, ch'erasi questi 1 1 confessori, come altrettanti apo-
mostralo il piùardente de'peisecutori, pri- stoli. Fra' vescovi che in questa persecu-
ma della partenza de'cattolici per l'esilio. zione furono banditi, Vigilio di Tapso si

Allora Munita improvvisamente


trasse i rese celebre co'suoi scritti. II timore d'in-
paunilini (cioè l'abito bianco detto Chri- asprire i persecutori, unito alia volontà
smale } usato, uella ceremonia del batte- di dare un maggior corso e credito alle
simo, emblema d' innocenza, per cui si sue opere, gli fece nascondere il suo no-
no VAN V A N
me, e prender quello de'padri più filino- è di risparmiarmi la vergogna della mi'
si, come s. Atanasio e s. Agostino, il che dita. Tanto bastò perchè fosse trattata con
poteva benissimo osare fra bai bari cosi maggior indegnità dell'altre. L'alzarono
ignoranti com'erano i vandali. Dice Rer- Sopra le loro teste, per darla in ispetta-
castel, gli viene perciò con ragione attri- colo ad ogni parte. Ma Dionisia arman-
buito il Simbolo (/"'.) che porta oggi au- dosi di tutta la risoluzione che può ispi-
rora comunemente il nome di s. Atana- rar la buona coscienza, disse a'medesimi:
sio. Sebbene egli stesso avverta in molti Ministri dell'inferno, ciò chefate per mia
luoghi de'suoi scritti, che fa parlare i più confusione, tosto che, lo soffro mio mal-
grandi personaggi per dare un maggior grado, non pub volgersi che in mia glo-
peso alla verità; tutta volta questa pia fro- ria. E senza fare attenzione ne allo sta-
de non ha lasciato di produrre dannosi lo in cui trovavasi, ne a'ruscelli di sangue
efletti. Oltre la confusione che n'è venu- che scorrevano da tutte l'ignude sue mem-
la sull'opere di molli Padri, sembra che bra, esortò gli altri martiri a disprezzare
la medesima abbia autorizzalo i novato- i dolori a'qualiessa si mostrava insensibi-
ri a spargere le loro invenzioni a favore le. Al giovinetto figlio Maiorico, il quale
de'norni più rispettabili. Vigilio recossi di- sembrò non meno spaventato che intene-
poi a Costantinopoli, ove trovandosi in li- rito, gì' ispirò lanto coraggio co' suoi di-
bertà scrisse, senza tutte queste finzioni, scorsi e co* suoi esempi, che fedelmente
contro l'eresia d'Eutiche, e questa è la so- consumò il suo martirio. Allora la santa di
la opera di tale vescovo africano, la qua- lui madre, a cui i persecutori lasciarono
le porta il suo nome. La persecuzione si una vita meno desiderabile che la morte,
estese in Africa dalcleroal popolo. Anche rese grazie a Dio, abbracciando il corpo
prima che vescovi fossero condotti in
i di suo con maggior affetto che se
figlio
esilio, Unnerico ordinò in tutta l'estensio- fosse slato vivo, e il sotterrò in sua casa
ne del suo dominio che non si rispar- , a fine di orare continuamente sulla sua
miasse alcuno di quelli i quali resistesse- tomba. Parecchie altre persone, sì della
ro a'suoi empi voleri, qualunque fusse la sua famiglia che straniere, soffrirono per
loro età, sesso o condizione. Di questa in- lesue esortazioni una morie accompa-
numerabile moltitudine, colla quale non gnata da crudeli tormenti: di questo uu-
si osservò alcuna forma giudiziaria, al- mero furono Dativa sua sorella, e il me-
cuni furono impiccati, altri consegnati al- dico Emilio suo parente. Si è conserva-
le flamine, infiniti perirono sotto i colpi ta la memoria d'un' altra eroina, Dagila
di bastone,si spogliarono vergognosamen- moglie d'un coppiere del re, e che avea
te le donne, e per preferenza quelle di no- già più volte confessata la fede sotto il

bile nascita, a fine di tormentarle in quel- regno precedente. Non era essa meno de-
lamaniera ch'era loro più sensibile. Gii licata di Dionisia, ciò non ostante dopo
africani di queltempo non erano più or- aver sofferto le flagellazioni e le verghe
mai quelle oscene e licenziose persone, la venne esiliata in un luogo arido e deser-
cui corruttela faceva orrore a'primi van- non poteva ricevere da alcuno
to, in cui

dali che li soggiogarono ; i castighi ce- ne soccorso ne consolazione. Ma abban-


lesti ne aveano fatto uomini interamente donando essa per sì bella causa, figli ma- ,

nuovi, puri e perfetti cristiani. Dionisia, rito e quanto avea di più caro, fu solle-
dama di cospicua nobiltà e di rara bel- vata tanto dalla fede al di sopra della sua
lezza, a cui la verecondia era molto più natura le debolezza,che ricusò persino l'of-

cara della vita, disse a'persecutorkFtfte- ferta d'essere trasferita in luogo meno in-
mi pur soffrire tulli i tormenti che. vor- comodo. Vittoriano, governatore di Car-
rtlej la sola grazia che vi domando si tagine, l'uomo di Africa il più fortunato,
VAN V AN ut
e che godeva In più intima confidenza del stri sforzi? Ognuno, ben lungi dal con-
re, sagrificò alla sua religione tulli questi vertirsi alla nostra religione, invidia la
Vantaggi. Rispose a quelli che l'esorta- sordidi coloro che V insulta no. Nella Ma u-
vano per parte del principe a farsi ri- ritiana Cesariana lo zelo della vera fe<le
battezza re: Nella Cìiìcsa cattolica io so- fu così generale, che quasi lutti gli abi-
no stato rigenerato per la vita eterna; tanti di Tipaso passarono nella Spagna,
ma quando anche non fossi certo d'una si esiliarono volontariamente, piultosto-
così magnifica ricompensa, come quel- chè rimanere in una chiesa, in cui gli a-
la che aspetto dopo questa vita, non vor- riani aveano recentemente stabilito uno
rei essere ingrato verso Creatore , il il de'loro vescovi. I pochi che rimasero, at-
quale mi ha fatto conoscere luttociò che tesa l'impossibilità d'imbarcarsi, resistet-
dello alla sua infinita bontà. Unnerico tero generosamente ad ogni mezzo di se-
gli fece soffrii e lunghi e rigorosissimi lor- duzione. Perciò il re spedì colà un coli-

inentij senza the mai gli potesse strappar le , con ordine che a tulli fo>se tagliata

la minima parte di sua corona. Secan- la lingua e la mano destra. Ma sebbene


te, uomo di nobile condizione, della cit- fosse loro slata troncata la lingua fino
tà di Subuibio , dopo pesantissimi colpi alla radice, pur luttavolta continuarono
di bastone , soffrì mille raffinamenti di a parlare; e resero alla virtù dell'Altis-
un'inaudita crudeltà. Veniva egli solle- simo una testimonianza tanto più glorio-
vato col mezzo d'alcune carrucole, poi ad sa quautochè questa nulla doveva alla
,

un tratto era abbandonato per farlo ca- natura. Parecchi di questi meravigliosi
dere con tutto il suo peso sopra il pavi- confessori si ritirarono a Costantinopoli,
mento;e perlungo tempo si rinnovò que- ove ricevettero l'accoglienza che merita-
st'operazione, ad imitazione di quella del- vano. Gli altri si sparsero in diverse pro-
l'arte. Siccome tuttora egli respirava, fu vincie,portando per tulio questa prova
strascinalo per vie scabre, e straziato fin- permanente dell' onnipotenza divina di
thè vi lasciò la vita con pietre taglienti, Gesù Cristo, dimodoché mai non vi fu
dimodoché la pelle orribilmente pentle- prodigio meglio a vverato. Dice va nel tem-
vagli da'fianchi e dal ventre. A Tambai- po stesso dell'avvenimento lo storico Vit-
de, due fratelli pregarono i carnefici a tore vescovo di Vita: Se alcuno avesse
tormentarli insieme. Furono essi sospesi difficoltà di crederlo, vada costui alla
in alto per tutta una giornata, con gros- nuova Roma , ove udirà Reparalo sud-
se pietre a' piedi. Uno de' due domandò diacono parlare in una maniera facile
riposo, ma l'ai irò gridò: Begli dunque e perfettamente articolato , sebbene gli
questo, fra tei mio, il giuramento die me- sia slata strappala la lingua. Ed il fi-

co hai fatto a Gesù Cristo? Sì, io sarò losofo platonico Enea


Gaza, che vive- di
testimonio contro te. stesso , e fra pochi va in Costantinopoli, soggiunge: Fa di
momenti denunzierb al formidabile
li mestieri piuttosto stupirsi, che Repara-
tribunale. Queste parole gli resero il pri- to e molli altri che ho conosciuti, viva-
mo coraggio; e carnefici tornarono con
i no tuttavia dopo una sì barbara esecu-
nuova rabbia a tormentarli ambedue.Fu- zione, perche continuano a parlare. Lo
rono per lungo tempo applicale le lami- storico Procopio e il conte Marcellino at-
ne ardenti, e le loro membra ad uno ad testano il medesimo fatto, come testimo-
uno lacerarono con unghie di ferro. Ma ni oculari: il i

aggiunge, che due di es-
un momento dopo più non appariva su' si essendo caduti in un peccalo d'impuri-
loro corpi alcuna traccia delle torture. Fi- tà, perdettero all'istante T uso della pa-
nalmente carnefici stanchi, li cacciaro-
i rola , di che aveano fino allora goduto.
no diceudo: A
che giova n eglino i «o- Giustiniano I, in una costituzione impe-
112 VAN VAN
riale, spedila nell'Africa, testifica d'aver abbiano trovato molta compiacenza rjue'
-veduto le stesse meraviglie in alcuno di nemici insultatori dell' umanità. Sospen-
questi confessori, che ancora viveano al devano essi confessori a corde attacca-
i

suo tempo. Sopra tale miracolo porten- te alla cima delle case, e si divertivano a
toso fu pubblicato nel 17 66 in Parigi ed a spingerli in aria, e talvolta ancora contro
Villafranca di Rovergue il libro: LaRe- le muraglie, in cui si spezzavano la testa e
ligione cristiana provata da un solfat- le membra. Nessuno era risparmiato, al-
to. Sette monaci del territorio di Capso lorché professava la vera fede, fosse pure
soffrirono in una maniera che non è qua- romano, africano o vandalo. Il più lieve
si meno degna di osservazione. Veniva re- pericolo che si corresse era l'esilio, pene
putato come un gran trionfo nella setta pecuniarie eccessive, con incapacità di fa-
ariana il guadagnare ad essa de' monaci; re o di ricevere alcuna donazione, colla
perciò questi furono fatti venire a Carta- privazione delle cariche anco per gli ufli-

gine, e tentati con lusinghe d'ognimanie- ziali della casa del re, e pe'grandi anche
ra, fino ad assicurarli deli. "grado di fa- più ragguardevoli della nazione. Fu pe-
vore presso il monarca. Ma eglino si mo- rò veramente cosa mirabile il vedere, che
strarono inflessibili , e tutte le carezze si mentre Unnerico f>ceva ogni sforzo per
cambiarono in furore. Dopo d' aver ad corrompere cattolici e tirarli alla sua
i

lunghe e fin allora inau-


essi fatto soffrire empia setta, molti di quegli stessi vanda-
dite torture Unnerico fece riempire di
, li, abbiurato l'arianesimo, abbracciarono

legna secche un vascello, a cui furono at- e costantemente professarono la fede cat-
taccati martiri con ordine di condurli in
i tolica, fino a soffrire con generosa intre-
ulto mare, e di mettere quindi il fuoco pidezza più crudeli tormenti. Imperoc-
i

alla nave. Tutto venne esattamente ese- ché avendo s. Giovanui Evangelista ve-
guito; ma il fuoco si estinse subito, e per duto un'immensa turba di confessori e
quanti sforzi si facessero, non potè mai di martiri, composta di tutte le nazioni,
più liaccendersi. Il re confuso, ordinò che che sono sotto il cielo, era ben conve-
fosse loro spezzata la testa a colpi di re- niente, dice Vittore di Vita, che anco la
mi, eche loro corpi venissero gettati nel-
i nazione de'vandali non fosse esclusa dal
l'onde, le quali nel punto stesso, e con- mietere palme e corone per la confessio-
tro l'ordinario corso, li recarono sulla ri- ne della fede. Invano Papa s. Felice III
va. 11 popolo li portò rispettosamente al- scritte all' imperatore Zenone per inte-
cantando inni, poi decretò loro
la città, ressarlo alla deplorabile sorte degl' infe-
onorevole sepoltura. Egli è impossibile il lici fedeli dell'Africa, con pregare Unne-
descrivere tulli i generi di tormenti, e il rico a non più incrudelire contro la Chie-
numerare tutti i martiri e confessori del-
i sa africana. Zenone mosso dalle caldei-
la persecuzione vandalica d' Unnerico. stanze dell'afflitto Pontefice, mandò in

Trovavansi vestigia della sua crudeltà an- ambasceria Vrano in Africa al feroce van-
che lungo tempo dopo tutte l'esecuzioni. dalo, onde tentasse di mitigarne la cru-
In ogni parte incontravansi persone che deltà. Il tiranno per insultare nel tempo
aveano tagliate le orecchie o il naso, o a stesso 1' impero e la religioue cattolica,
cui erano stali strappati gli occhi; altri se fece circondare di carnefici le strade per
ne vedevano senza piedi e senza mani ; e cui l'ambasciatore doveva passare ; non
in molto maggior numero erano quelli che lunghesso tali vie fece alzare patibo
che aveano tutto il corpo contraffatto, le li, palchi, eculei e con vittime; spettacolo
spalle slogate in una maniera mostruosa, orribile per togliere a Vrano e a chi l in-

e più alte della testa; il che derivava da viava ogni speranza di calmare il suo o-
un barbaro giuoco, nel quale sembra che dio terribile ed implacabile. Ma iu man-
V A N V A N n3
canza e per l'impotenza de'principi della la aveano do-
ferina fortezza, colla quale
terra, il cielo vendicò l'ingiurie de' suoi mato l'impero d'occidente, passavano l'in-
servi. Una lunga e ardente aridità, segui- tere giornate immersi in bagni profumati
ta dalla fame, quindi dalla peste, desolò ovvero al teatro: i loro vestiti Èrano tes-
tutte le contrade dell'Africa che ubbidi- suti d'oro e di seta; alle loro mense spie-
vano a Unnerico. Finalmente questo mo- gavano il lusso più ricercato; essi avevano
stro che avea perseguitato la Chiesa con in città ed in campagna magnifiche abi-
tanta crudeltà, l'i i dicembre 4^4 m se " ' tazioni e deliziosi giardini. Gli spettacoli
ramen te mori d'una malattia di corruzio- ed i tornei formavano la loro più seria
ne: il suo corpo era pieno di vermi, un occupazione, e la caccia l'unico loro tra-
bulicame di essi,da'quali essendo vivo di- vaglio. Essi godevano nella maggior sicu-
vorato cadeva a brani, e per gli orribi- rezza de'loro conquisti, e trascuravano per
li dolori che soffrì si lacerò la lingua e
, conseguenza l'arte militare,ùon giudican-
gli altri membri co'denti. Secondo la cro- do d'aver nulla in seguito a temere da-
naca di s. Isidoro, egli vomitò le sue vi- gl'imperatori d'oriente, ma s'ingannaro-
scere come l'eresiarca Ario. Non ebbe nep- no. Con valicare nell'Africa, i vandali a-
pure la consolazione di lasciare il trono a veano a poco a poco perduto quelle pre-
suo figlio llderico, nato da Eudossia, seb- rogative che narra Salviano di Marsiglia,
bene a questo fine avesse sparso tanto solo perseverando nell'ariana empietà.
sangue illustre.Dappoichè suopadreGen- Gunthamond o Gontamondo, figlio
serico, nella vista di dare al suo popolo i di Genthon, come più maturo è perciò
principi più saggi, avea stabilito che si
i più atto a portare il peso della corona,
porrebbe dopo di lui sul trono quello de' subito successe al malvagio sito zio. Ben-
suoi discendenti che fosse il più provetto ché ariano, nel 4$5 richiamò i vescovi
di età, senz' alcun riguardo alla linea di esiliati, in uno a s. Eugenio in Cartagine,
primogenitura, e ciò a perpetuità Con e da lui pregato fece riaprire le chiese
questa falsa politica egli riempì la sua ca- de' cattolici ; permise pure a tutti i preti
sa d'assassini. Unnerico per far cadere la di ritornare dal luogo del loro esilio. Così
corona sopra suo figlio lldicat, nato dal- le desolate chiese d'Africa goderono un
a
la moglie e sceso innanzi lui nella tom-
r . poco di pace e di respiro. 11 capo della
ba, fece trucidare suoi fratelli e loro
i i figli Chiesa universale s. Felice IH, volendo
maschie pare che il nipote che gli successe guarire le piaghe di quella dell'Africa,
si fosse salvato colla fuga. Ebbe pure due con salutare rigore modificato dalla dol-
Oamero ed Evagele o Evage.
altri figli, cezza, tenne a quest'effetto in Roma uà
Unnerico disprezzato dagli stranieri, dete- concilio nel marzo 487, per la riconci-
stato da'sudditi, lasciò il suo regno in ta- liazione di quelli eh' erano caduti nella
le stato di rifinimento che i suoi succes- breve ma tra le più crudeli persecuzioni.
sorinon poterono rialzarlo. Egli pro- Vi si trovarono /\o vescovi italiani, e 76
curò di tenersi amico l'imperatore d'o- preti ammessi per una speciale conces-
riente quando eragli utile, e cedette per sione alle funzioni di giudici. Malgrado
un canone annuo la Sicilia ad Odoacre ilgrande numero de'cattolici, i quali sof-
re degli Ertili (/^.), il quale alla sua vol- frirono con tanta splendida edificazione
ta eslinse l'impero d' Occidente, ed eres- e mirabile costanza, ve n'era tuttavolta
se l'Italia in regno al momento che cessò parecchi anche fra' preti e vescovi, r qua-

Procopio rappresenta van-


di farne parte. i erano lasciati ribattezzare. Per la ri-
li si

dali come un popolo il quale dopo la mor- parazione de' loro falli, dal concilio veri-
te di Genserico s'era abbandonato a tut- nero loro imposte le seguenti regole pe-
te le mollezze e le voluttà. Essi perduta nitenziali. » 1 vescovi, i preti e i diaconi
voi. Lixivirt.

Iwiemaflfc, rat.
,,4 VAN VAN
sa ranno penitenti per tutta la loro vita, mava le lettere. Da principio per indur-
e soltanto alla morte riceveranno la co- rei cattolici nell'apostasia per abbraccia-
munione laica. Gli altri fedeli, chierici re l'arianesimo, non adoperò che la se-
inferiori, religiosi o secolari, faranno, giu- duzione delle ricompense, e l'esca degli
sta i canoni di Nicea, 12 anni di peniten- onori e delle grazie; ma scorgendo il poco
za ; ma se prima di questo termine si tro- successo de' suoi artifizi, divenne furi-
vano in pericolo di morte, non lasceran- bondo e non mise altro in opera che i ri-

no di ricevere l'assoluzione. GÌ' impuberi gori ed i supplizi. Cominciò la 4-* per-


saranno per qualche tempo tenuti sotto secuzione vandalica, 21/ tra le princi-
la imposizione delle mani, vale a dire pali, nel 5>o4, e durò quanto la domina-
nell'umiliazione della penitenza: dopo di zione di Trasamondo, per lo spazio di
che verrà loro resa la comunione, per ti* circa 27 anni. Avea simulalo con frode
more che la fragile loro età li faccia ca- sovente moderazione, parve talora pro-
dere in nuove colpe, nel corso di un trop- teggere la buona causa, ma in altre oc-

po lungo esperimento. Se ricevessero però casioni usò di tutto il suo potere per op-
troppo presto l'assoluzione, nella circo- primerla. Questi cambiamenti dieronoa
stanza per esempio d'una pericolosa ma- conoscere lui non essere sincero nella sua
lattia; sedopo ricupereranno la salute, condottagli che egli non meritossi di giun-
non comunicheranno co' fedeli che nella gere al conoscimento della verità. Per-
preghiera, finche non sia spirato il tempo seguitò anzi quelli che la difendevano, e
prescritto in i.° luogo alla loro peniten- fece da' suoi giudicicondannare s. Eu-
za. 1 chierici inferiori o i laici ribattez- genio, Longino e Vindemiale vescovo di
zati per la forza de' tormenti, non faran- Capsa a perdere la testa. Vindemiale
no che 3 anni di penitenza ; ma nessuno morì sotto la spada ; s. Eugenio fu con-
di essi verrà ammesso al ministero eccle- dotto al luogo del supplizio, e sempre
siastico,come nettampoco generalmente protestò che amava meglio perder la vita
quelli che saranno stati battezzali fuori che abbandonar la fede della Chiesa ; fu
della Chiesa." 11 che però deve intender- poi ricondotto a Cartagine, donde venne
sidi que'casi, in cui la forza non escluda mandalo in bando a Liuguadoca,ove do-
qualunque grado di volontà, e ne'quali minavano gli ariani visigoti, ed ivi morì
siavi sempre qualche libertà nella colpa. santamente. Trasamondo rilegò in Sar-
Tali sono i principali regolamenti del si- degna e in altre parti ben 225 vescovi,
nodo romano, il quale soggiunse, che pei tra' quali S.Fulgenzio vescovo di Uuspa,
casi straordinari, non preveduti, si avrà celebre per la sua dottrina e pietà ; fece
cura di consultare la s. Sede. I mori sotto nuovamente chiudere le chiese de' cat-
il regno d'Unnerico s' erano impadroniti tolici, affinchè non vi celebrassero i di-
di Monte Aurase Numidia. Gonta-
nella vini misteri, vessandoli in ogni maniera;
mondo si accinse a discacciameli, ma con e finalmente sparse il sangue di molti sì
sì poco successo ch'essi si resero padroni ecclesiastici e sì laici, sì uomini che don-
di tutta la costa d'Africa da Cadice sino ne. Si legge nella vita di Papa s. Sim-
J
a Cesarea. Qualche persecuzione soffri la maco, che ogni anno mandava a vescovi
Chiesa africana sotto di lui, poiché la trovo africani esuli denaro e le necessarie ve-
registrata nel 4g4 come ' a 2 °-' tra e per-' sti, consolandoli con affettuosa lettera.

secuzioni principali. Questo re morì a'2 Benché per mancanza di chi registrasse
settembre 4<)6- Gli successe il fratello in particolare il loro glorioso nome e ne
Trasamondo o Trasimondo. Egli faceva descrivesse i trionfi, tranne alcuni pochi,
sperare un regno dolce e felice : ben fat- sia ignoto il numero, il merito e la qua-

to della persona, generoso e di spirito, a- lità de' loro patimenti, essi però sono noti
VAN VAN n5
o quel Dio che gli ha confortati colla sua ne contro i cattolici e richiamò i loro ve-
grazia e gli ha coronati con una gloria im- scovi, per cui tosto i cattolici di Carta-
mollale nel cielo. Il matrimonio di Tra- gine elessero a vescovo Bonifacio. Tor-
samondo con Amalfrida o Amalfredda nati dalla Sardegna in Africa vescovi, i

sorella di Teodorico il Grande, lo rese furono ricevuti con onorevoli incontri di


padrone di Lilibeo nella Sicilia. Egli vis- lumi e rami d'alberi in mano da'popoli
se in pace coli' impero e morì nel mag- giubilanti. Nondimeno la pace non fu per-
gio 52 3 dal dolore che gli cagionò una fettamente resa alla Chiesa africana, che
grau sconfìtta della sua armata vinta dai dopo il conquisto di Belisario. Uderico
mori di Tripoli, e benché questi iu mi- mancava di valore, qualità che brillava
nore numero de' vandali, del cui numero fortunatamente in suo fratello Oamero,
immenso pochi tornarono alle proprie che rese segnalati i principii di questo re-
case. Allorché Cabaoue governatore o gno, nel comandare le armate contro i
prefetto di Tripoli seppe che i vandali mori, e riportò delle vittorie che gli me-
P andavano ad assalire, come valoroso e ritarono il titolo di Achille dei Vandali ;
sagace, comandò a' mori di astenersi da ma dopo tali compi-
insigni trionfi, restò
ogni ingiustizia, da' lauti cibi e da' pia- tamente battuto e quasi tutta la sua ar-
ceri sensuali. Inoltre ordinò, che se i van- mata peri nell'azione.Questa sconfitta ec-
dali avessero profanato le chiese, dopo la citò gravi mormorazioni tra' vandali, fo-
loro partenza si onorassero in ogni guisa; mentate dagl'irritati ariani, che spargeva-
imperocché, diss'egli, se sarà il Dio de'cri- no essere Uderico ligio alla corte di Co-
stiani,quale si descrive, ogni ragione vuo- stantinopoli. In breve, l'apparenze d'una
le che castighi gP iniqui die l'offendono guerra co' goti d' Italia, cui Uderico avea
e aiuti quelli che lo servono. In fatti gli offesi privando della libertà, sotto colore
empi contaminarono e oltraggia-
ariani di cospirazione, ed Amalfrida vedova di
rono in varie guise le chiese che catto- i Trasamondo e sorella del grande Teo-
lici avevano nelle ville, e ne maltratta- dorico, porsero a Geli mero, figlio di Gè-
rono ministri; indi partiti, que'di Ca-
i laride, nipote di Gentone nato da Gen-
baoue le nettarono dall' immondezze, serico, l'occasione di far palesi gli ambi-
vi fecero grati profumi, ne venerarono ziosi progetti cui covava da lungo tem-
i sacerdoti e dierono limosine a' poveri. po. Giovandosi del malcontento de' van-
Dio li rimunerò: schierato l'esercito con- dali per impadronirsi del trono di cui era
tro i Cabaone lo sconfisse con
vandali , erede presuntivo, sedotti mercè false in-
grandissima uccisione. A'24 ma S8'° ^23 sinuazioni principali tramandali, s'im-
i

successe al cugino Trasamondo il re II- padronì della persona d' Uderico, e dei
derico figlio d' Unnerico e di Eudossia in suoi fratelli Oamero ed Evage, e li tenne
età avanzata, che dopo la morte del pa- in prigione ; fatti quindi trucidare gli uf-

dre erasi rifugiato a Costantinopoli e vi fiziali più affezionati al loro legittimo


era lunga mei» te rimasto. Prima di mo- principe, allora non trovò più ostacoli al-
rire Trasamondo promettere con
si fece le sue mire. In questa guisa venne detro-
giuramento da Uderico, che stando in nizzato Uderico nell'agosto 53o, e Geli-
trono non avrebbe riaperto le chiese dei mero più prode e risoluto di lui si pose
cattolici, né richiamato vescovi dall'e- i in possesso della monarchia de' vandali
silio, e né restituito loro i privilegi. II- nell'Africa, de'quali fu l'ultimo re. L'im-
derico per non violare il giuramento e- peratore d'oriente Giustiniano I intesa
storto da lui, prima d'assumere l'ammi- la disgrazia d'Ilderico, di cui era amico,
nistrazione del regno, onde eluderlo, im- fece la pace co' persiani per rivolgere le
mediatamente fece cessare la persecuzio- sue armi eoo altra guerra punica contro
ii6 VAN VAI*
l'Africa, lo quale da Cartagine in fuori vandalo sconfitto e disperso. Gelimero
Irò va vasi senza fortezze e mura, per a- che si lusingava tenere in pugno la vit-
verle smantellate i vandali, acciocché gli toria, impaurito per la morte del fratel-

africani non si ribellassero, e perciò non lo, abbandonò l'impresa di combattere


I
io te va nsi a lungo difendere» Prima di gì' imperiali, ai quali così die tempo di
lutto, Giustiniano I mandò a Gelimelo riunire le loro forze e piombare sui van-
dell'ambascerie e lettere perchè liberasse dali. Gelimero datosi alla fuga, cartagi- i

llderico, ma imperatore
invano. Allora l' nesi sdegnati della morte d' llderico apri-
incaricò Belisario delia guerra d'Africa, rono le porle della città a Belisario, ac-
il quale la trasse a termine in capo a due cesero per ogni parte lumi e tutta la not-
anni col conquisto di lutto il paese ch'era te fuochi di gioia, rifugiandosi i vandali
sotto il dominio de' vandali sì in
Africa restativi nelle chiese per salvar la vita. Il
che in Sicilia^ in Sardegna^ in Corsica valoroso e lutulentissimo Belisario non
e sulle spiagge d' Italia. Gelimelo non permise che l'esercito vi entrasse quella
seppe valersi della sua flotta, d' assai su- notte, per non dare occasione a'soldati di
periore alla nemica per numero e capa- saccheggiarla e distruggerla. Indi Geli-
cità di manovre, e lasciò che Belisario mero, insieme col fratello Zanzone che
sbarcasse a' lidi africani senza impedi- avea richiamato dalla Sardegna, fece ogni
mento, forse sprezzando il pericolo, per- preparativo per assediare Cartagine. Ma
chè poteva contare su i5o,ooo armati, uscitogli incontro Belisario coll'esercilo,
sebbene molti parteggiavano per llderico. lo guerreggiò e vinse, nella battaglia di
Avanzatosi Belisario nel paese dell'A- Tricameron: Zanzone vi restò morto, e
frica, mostrò tanto giusto, che gli a-
si Gelimero fuggì nell'alto e aspro monte di
fricani trattaronoi romani dell'esercito Papua nella Numidia, mentre altri van-
come amici .somministrando loro sponta- dali si rifugiarono nella montagna d'A-
neamente le vettovaglie a conveniente brida nella Mauritiana e vi presero stan-
prezzo, per riguardarlo come loro libe- za. Assediato Gelimero da Pharas , spe-
ratore, e molto di più il clero cattolico. dito da Belisario, dopo 3 mesi vinto dalla
I suoi capitani vinsero due volte i van- fame e da' disagi si arrese, e fu poi con -

dali, per cui Gelimero fece uccidere il re dotto a Belisario in Cartagine, il quale lo
llderico co' suoi compagni. Arrivata l'ar- condusse prigione a Costantinopoli, ter-
mala imperiale alla vista di Cartagine minando il regno e la dominazione dei
a'i5 settembre 534, vigilia di s. Cipria- vandali nell' Africa. Belisario s'ingegnò
no già glorioso vescovo della medesima, di frenare i suoi soldati vincitori, rispar-
piena di fiducia attaccò i vandali, e li miò d' inveire sui vinti, protesse i vandali
cacciò da Decimo, ov'era tempio dei
il ricovratisi nelle chiese, e poi li sparse ove
santo col suo sepolcro, il quale purifica- non potevano far danno. Rice vette la som-
rono e ornarono, celebrandovi la festa missione delle reliquie de' vandali, e dei
con grandissima quiete e solennità. In capi delle provihcie che loro aveano ub-
tal guisa celebrarono il trionfo avanti la bidito sia in Africa e sia nell'isole del Me-
finale vittoria , la quale con manifesto diterraneo. Gli stessi principi mauritaui
divino aiuto ottennero gl'imperiali co- si recarono a fargli omaggio, e de'loro do-
mandati dal general Pbaras croio d'or- mimi riceverono l' investitura imperia-
dine di Belisario. Ammatas fratello di le a mezzo d'uno scettro, d'una tocca o

Gelimero, recatosi a Decimo, si affrontò drappo ornato di lamine d' argento, o di


eon Giovanni prefetto del pretorio, con- uu mantello bianco o d'una breva tunica
dottiero d' una parte dell'esercito ; restò di più colori e alcuni nastri a oro. Così nel
morto Dei combattimento, e l'esercito 533 e nel 534 ebbe fine ia potenza dei
VAN VAN 117
vandali in quella regione, che avea dura- le quali Giustiniano 1 fece portare di pre-
to io5anni. Si calcola, che negli ultimi sente alle chiese di Gerusalemme. Fra gli
due auui della guerra sieno periti oltre schiavi del trionfo uno era Gelimelo ve-
cinque milioni d'uomini ; e dice Proco- stito di porpora, e tutti i parenti suoi, e
pio, che allora l' Africa si fece talmente i vandali maggiori di persona e di forma
deserta che potevasi viaggiare per intere molto ragguardevoli. Il qua! Gelimero
giornate senza incontrarvi un solo viven- vedendo l' imperatore in un aito soglio e
te. Quel testimonio di veduta stupisca ripensando le proprie sciagure non pianse
come cinquemila forestieri, quanti erano né lamentassi in altra guisa, ma disse sol-
i soldati a cavallo che seguirono Belisario tanto quelle parole della Scrittura (già
(altri dicono in tutti i5,ooo uomini, fra* pronunziale da Salomone): Vanità del-
quali eranvi eruli, unni, traci e isauri, ol- le vanità j e tutto è vanità (anzi si nar-
tre 20,000 di mare per la flotta), distrug- ra, che quando fu presentato a Belisario
gessero in sì breve spazio di tempo, e con in Cartagine, die in uno scroscio di risa,
tanta agevolezza riducessero al niente il o fosse dissennato dalle sventure, o me-
regno vandalico di Cartagine, che in ric- ditasse la futilità delle grandezze monda-
chezze e in grandemente
forze militari ne); e di subito egli e Belisario, così ordi-
fioriva. Tutto però avvenne per divina nando quelli che sostenevano la porpora
disposizione, avendosi Giustiniano I con imperiale, adorarono umilmente Giusti-
molte opere pie reso favorevole Iddio. niano I: il quale con Teodora sua moglie
Belisario richiamato a Costantinopoli, la- diede molte facoltà a' figli ed a tutti i ni-
sciato l'eunuco Salomone duce dell'eser- siccome a coloro ch'erano
poti d'I Merico,
cito per combatterei mori ribelli; partito discendenti dell' imperatore Valentinia-
dall'Africa e giunto in Costantinopoli, no 111. A Gelimero poi e a' parenti di lui
Giustiniano I volle onorare il gran capi- assegnò il principe alcuni luoghi della Ga
tano con nobilissimo trionfo descritto da lazia, per abitazione loro, ma non fu le-
Procopio con queste parole. » Belisario cito farlo patrizio, non avendo egli volu-
andò per mezzo della città trionfante, fa- to lasciare la setta ariana." Giustiniano I
cendo mostra delle spoglie e de'trofei, e rese a Dio per tanto benefìcio particolari
conducendo avanti gli schiavi, ma non a e pubbliche solenni azioni di grazie, e ne
foggia degli antichi perocché egli par-
; lasciò perpetua memoria nel preambolo
titosi di casa sua, andò a piedi all' Ippo- delle Pandette, il più ricco tesoro della
dromo, e quindi al luogo ov'era la sede romana giurisprudenza, facendo la co-
dell'imperatore. Le spoglie erano tutte stituzione del prefetto pretoriale dell'A-
le cose che avea no servito per uso del frica, che procurò di tornare nel pristino
preso re, cioè a dire troni d'oro, lettighe stato politico, e pel buon governo di essa
nelle quali soleva andare la moglie del nominò Archelao, il quale avea militato
re, adornate di gemme e con vari e bel- nella guerra vandalica; nella quale costi-
lissimi lavori ; le tazze d'oro e l'altre cose tuzione dichiara l' imperatore ricono-
che si adoperavano nella real mensa; scere tutto dalla liberal mano di Dio per
moltissimi talenti d'argento, e tutta la l'intercessione della ss. Vergine, in onore
suppellettile pur reale, ch'era preziosis- della quale eresse alcune chiese a guisa
sima e mirabile, avendola Genserico già d' archi trionfali. Quindi Giustiniano I

levata dal palazzo di Roma nella quale; ordinò che in Africa si ristabilisse la giu-
erano molte cose nobili de' giudei, che risdizione della Chiesa cattolica, si resti-
Tito recò da Gerusalemme (cioè i vasi tuisse a ciascuno il suo avere, proscriven-
d'oro e d'argento di quel tempio, sino al- do ariani e donatisti. A Tripoli, a Leptis,
lora con diligenza conservati in Roma) ; a Girla o Costanti uà, a Giulia Cesarea
n8 VAN VAN
poi Algeri, ed in Sardegna collocò altret- ne, inducendo i capi a dargli i figli in o-

tanti ciuchi con guarnigioni bastanti alla staggio; ma appena navigava per ritor-
difesa. Al prefello del pretorio d'Africa nare a Costantinopoli, vide gì incendii
sottomise sue 7 provincie; rinnovò la
le da loro destati nella provincia. Salomone
pratica del diritto romano , e concesse da lui lasciato, li vinse, gì' inseguì ne' più
fino al 3.° grado di ripetere i beni tolti inaccessibili loro ricoveri, e per molti an-
da'vandali alle famiglie. Di più Giusti- ni seppe frenarli. Rinaldi dice che i mori
niano I riparò diverse città, e fece fab- soggettali all' impero, furono indotti a
bricare varie chiese; 5 ne fece costruire lasciar il paganesimo e rendersi cristia-

nella sola città di Leptis, una in Septa, ni. Ma quell'orde che, allora come oggi
oggi Ceuta, una in Cartagine e detta dal non vogliono sentire il prezioso vantag-
suo nome Giustinianea, con monastero, gio della civiltà, tranne poche eccezioni,
nel quale si tenne il concilio pel ristabi- presto distrussero ogni introdotta coltu-
limento della disciplina indebolita da 1 00 ra, ogni abitazione stabile, per cui ter-
anni d' interrotta persecuzione, e nel qua- minando il regno di Giustiniano 1 la ,

le alcuni pretendono che intervenissero dominazione della provincia erasi ridot-


1 7 vescovi. Certo è che Reparato, suc- ta appena a un 3.° di quella d' Italia.
1

cessore di Bonifacio vescovo di Cartagine, Progrediente flagello furono le incessan-


in questa città con 60 vescovi celebrò ti rivolte de'donalisli e degli ariani; indi
nel 535 (e non nel 5i6 come dissi a Car- le depredazioni del fìsco cagionarono
tagine, riportandone concilii, seguendo i sollevazioni, castighi e assassinii, che ter-
altri) un concilio, per ringraziare Dio minarono col far sparire la civiltà nel-
della pace resa alla Chiesa d' Africa, e F africane contrade ove due volte era
di vedere F illustre sede di Cartagine oc- prosperata. Il possesso della Sicilia, tolto
cupata dopo sì lunga vacanza j e vi si les- a'vandali, die motivo alla guerra gotica,
se il simbolo Niceno. Nel concilio poi del che in tanti luoghi narrai, insiemea'nuo-
54o si ordinò, che tutti vescovi veglie-
i vi allori e alla nuova ingratitudine, che
rebbero per iscuoprire i donatisti, sotto acquistò ed a cui soggiacque il magna-

pena di perdere le rendite e la dignità. nimo Belisario. Dice il Bazzarini, nel


] più valorosi vandali distribuiti in 5 Dizionario enciclopedico , che quanto
corpi di cavalleria, sostennero nelle suc- a'vandali rimasti nel loro paese origina-
cessive guerre, per l'impero d'oriente, rio, furono questi vinti da Carlo Magno
la fama del nazionale valore; il resto si nell' Vili secolo e nel X da Enrico I l' Uc-
confusero colle popolazioni africane, e cellatore, e da Ottone I il Grande j la
quella nazione tanto formidabile nel se- loro nazione si confuse a poco a poco col-
colo precedente , restò cancellata dalla le numerose colonie di sassoni e di fran-
storia. Mentre il vincitore dell' Africa chi state mandate al nord della Germa-
Belisario era in Cartagine, ingelositosi nia. Pribelaw fu 1' ultimo loro re, che ri-
Giustiniano I che aspirasse al trono dei siedeva a Brandeburgo, e morì nel 1 52, 1

caudali, col suo pronto ritorno a Costan- Rimangono delle tribù di vandali nella
tinopoli dissipò ogni apprensione. Ma tale Lutazia: chiamossi Vandali a o ducato
pronto richiamo impedì a Belisario di di Wenden una contrada della Pome-
rassodare il potere imperiale nella nuo- rania Ulteriore. Il Rinaldi all'anno 966,

va provincia africana. I Mori della Li- n.° 8 parla d'un'altra Vandalia. » D'un*
bia, nell' indebolirsi de' vandali, erano altra legazione mandata pur da Papa
sbucati ardimentosi da' loro deserti per Giovanni XIII nella Vandalia, a' prie-
stabilirsi nella Numidia e fino sulle co- ghi di Meiscono monarca, il quale pur
ste. Belisario gli avea tenuti in soggezio- pigliò col suo popolo la s. fede, ne traila
VAN VAi\ 119
Stanislao Oriconio. Il quale dice avervi vano Germanica,
la costa settentrionale
Giovanni XIII mandalo Vilibaldo, Pro- dall' Elba sino a Mecklemburgo. Inoltre
cono, Giordano, Goffredo, Lucido, An- fondò monasteri in Aldimburgo, a Lu-
gelotto, Ottaviano e Giuliano italiani, becca, a Magdeburgo e altrove; onora-
uomini di somma dottrina e santità, li va come un padre Alberto arcivescovo
quali fecero in quelle parti colla predi- d'Amburgo, e nella metropolitana spesso
cazione grandissimo frutto. Era la Vari' faceva le sue divozioni. Fra' missionari
dalia parte della Schiavonia, divisa in che seguirono disegni di Godescalco con
i

molte e amplissime proviucie, le quali maggior successo, è lodato Giovanni di


tutte si rivolsero al cristianesimo ". La Scozia inviato da Alberto a predicar il
Chiesa onora a' 7 giugno s. Godescalco Vangelo a'roecklemburgesi: percorse tut-
principe de' vandali occidentali, e i suoi ti gli stati di Godescalco e battezzò grau
compagni martiri. Leggo nel Butler, che numero ed il principe sovente
d' idolatri,
regnando l'imperatore Enrico III \\Sa- spiegava in islavo i discorsi e l'istruzioni
ii<o Gneo e Anatrogo idolatri, ed Olone
i
de' predicatori. Morto l' imperatore, gli

figlio di Missiwoi che credeva in Cristo slavi, i boemi e gli ungheri, profittando
senza seguirne il Vangelo, erano principi della giovinezza del figlio Enrico IV, si

de' vinuli, degli slavi e de' vandali, pa- ribellarono; e 5 anni dopo gli slavi o van-
gando all'imperatore annuo tributo, il dali che abitavano il paese oggidì chia-
timore di trarsi addosso l'armi del Salico, mato ducalo di Mecklem-
la Vaglia (?) e il

diCanuto 11 re danese e di Bernardo burgo, si rivoltarono per l'ostinato loro


duca di Sassonia, per molto tempo ri- attaccamento al paganesimo. La ribellio-
tenne" tali barbari al dovere. Trucidato ne cominciò colla morte di Godescalco,
Utone da un sassone per le sue crudeltà, trucidandolo nel 1066 nella città di Leti-
il figlio Godescalco stato allevato nel cri- zino, in uno al prete Ebbone tuli' alta-
stianesimo, apostatò e si unì con Gneo e re con pugnalate, ambedue martiri della
Anatrogo per vendicarne la morte sui fede. E chiamato s. Godescalco il Mac-
sassoni. Dopo averli vessati restò prigio- cabeo de' Cristiani. Alla brevità dell'ar-
ne Bernardo per lungo tempo. Libe-
di ticolo Africa (nel quale a p. 1 1 2, col. 2/
rato, essendo posseduti beni che avea i linea 7, dopo Africa, mancano e furouo
tra gli slavi da Ratiboro principe potente, ommesse le parole:dipoi a vendo principia-
cogli slavi suoi partigiani passò in Dani- to la più fiera persecuzione,mentre imper-
marca, indi a poco uu sassone lo convertì versava, Papa s. Felice IH scrisse all'impe-
nuovamente alla fede; eCanuto 1 l'impie- 1 ratore Zenone perchè s'interpouesse con
gò utilmente contro norvegi e gl'inglesi, i Unnericoa farla cessare, egli), che pub-
e in guiderdone l' impalmò a sua figlia. blicai nel voi. I, quando erami proposto
MortoCanutolI lasciò l'Inghilterra, sotto- per moltissimi articoli il più rigoroso la-
mise tutto il paese degli slavi, e costrinse conismo, nella successiva ampliazione, di
parte de'sassoni a riconoscerlo per signo- conseguenza naturale credo d'avervi suf-
re e pagargli tributo. Divenuto il più. po- ficientemente supplito, cogli innumera-
tente tra' principi che aveano dominato bili articoli che riguardano tale celebra-
gli slavi, li sorpassò in coraggio, prudenza ti ssi ma parte del mondo, massime ne' tan-
e pietà. Riempì suoi i stali di sagri templi, ti e tanti luoghi ove furono tenuti de'con-
e chiamando de'missionari fece conver- cilii, o che Tennero illustrati dalle nume-
tire al cristianesimo molti popoli idolatri rosissime sedi arcivescovili o vescovili,
che avea a lui sottomesso, come i Vagiri, come nel deplorare i scismi e l'eresie che
gli Obotridi, i Polabingi, i Linogi, i Var- l'afflissero. Al presente, oltre il vescovato
uabi, i Oliatisi ed i Circipaui, che abita- d' Algeri (V.) t fioriscono nell'Africa i5
j2o VAN VAN
Vicariali Apostolici (V): dalla quale servandosi così la memoria loro ne' fasti
seile e vescovati è da sperarsi coli' incre- ecclesiastici. Basti il ricordare, onde faci-

mento del lume avventuroso della fede litare il rinvenimento de'principali artico-
cattolica, l'incivilimento, come mirabil- li riguardanti l'Africa segnati in corsivo,
mente propagasi e si diffonde nell'Algeria quanto ora qui vado ad accennare. L'A-
per la benefica e potente dominazione frica occidentale composta di G Provin-

della nobilissima Francia. Siccome le ro- cie ecclesiastiche con altrettante metro-
vine di Cartagine giacciono nel dominio poli dipendenti dal patriarcato di Roma,
di Tunisi, in quest'articolo, oltre l'avere cioè la Mauriliana, con Giulia Cesarea
riparlato d'^/geriedella Barbarla, nar- per Metropoli ; la Mauriliana di Siti/i,
rai die inmemoria del glorioso s. Luigi con Sili/i per metropoli ; la Numidia,
IX redi Francia, morto sul suolo dell'an- con Cirta per metropoli; la Cartagine-
tica Cartagine, sopra i suoi avanzi di re- se o Proconsolare, con Cartagine per
perite fu costruita una cappella a suo o- metropoli ; la Bizaccna, con Hadr amilo
nore dal re de'franeesi Luigi Filippo. Vo- Adrumeto per metropoli; la Tripoli-
glia Iddio che l'Africa riprenda il suo po- tana, con Tripoli pev metropoli. La Mau-
sto fra le nazioni incivilite, quell' Africa riliana Cesariense, corrisponde all' o-
che fece tanto splendidamente parlare di dierno impero di Marocco j quella di
se nella storia civile e nella storia eccle- Silifi, ali 'Algeria j la Proconsolare, al-
siastica. Che la ss. Religione nostra vi ri • la reggenza di Tunisi j la Tripolitana
prenda la feconda e salutare sua autorità, alla reggenza di Tripoli. Il patriarcato
vi risvegli la coltura delle lettere e la pra- d 'Alessandria di Egitto composto di 1 o
tica delle virtù cristiane. Cartagine di- provincie ecclesiastiche con 9 metropoli-
sputò a Roma stessa l'impero del mondo, tane, l'ultima non avendola, compren-
conquistò la Spagna e spinse i suoi eser- deva pure i vescovi Greci, Copti, e altri
citi in Sicilia e sino nel cuore dell' JT/rt//Vz. scismatici con credenze e riti particolari.
Ad un'epoca più vicina, ne'primordii di Erano le .°, con A-
provincie di Egitto 1

nostra felice era, il cristianesimo deriva- lessandria per metropoli; di Egitto 2. ,


tole da Roma cristiana procurò all'A- con Cabaso: ambedue corrispondono al
frica un altro genere di lustro. Riferisce Basso Egitto. E>i A
ug us tam nica i. a , con
Rinaldi l'opinione, che s. Pietro principe Pelusio per metropoli ; di Augustamni-
a
degli Apostoli andato in Africa, fondas- ca 2. , con Leontopoli : ambedue pari-
se la chiesa di Cartagine e vi lasciasse mente corrispondono al Basso Egitto. Di
Crescente; ma Morcelli cpmincia la serie Arcadia, con Oxirinco per metropoli:
de' suoi vescovi con Agrippino del 197. corrisponde al Medio Egitto. Di Tebai-
L'Evangelo rapidamente si diffuse nella de i. a con Antinoe per metropoli; di
,

contrada, e in poco tempo vi si venera- Tebaide 2.", con Tolemaide: ambedue


rono numerose chiese al culto del vero corrispondenti all'Alto Egitto. Di Libia
Dio innalzate, monasteri areligiosi e alle Alarmarica, con Dardanide o Darnis
vergini. Il paese era allora popolassimo, per metropoli, corrispondente alla Libia.
ricco di città, con Alessandria capitale Di Libia Pentapoli, con Cirene per me-
dell' Egitto, la 2.* città dell'impero ro- tropoli, pure corrispondente alla Libia.
mano dopo Roma; di borghi, villaggi e Di Libia Tripolitana 3 con 3 sedi vesco-
castella. Vi si stabilì un gran numero di e corrispondente a parte della reg-
vili,

vescovati e metropoli, i cui titoli tuttora genza di Tripoli. Quaulo fiorirono le arti
la s. Sede e i Papi che in essa siedono, e le scienze in Egitto, prima ancora degli
conferiscono a' Vescovi in par tìbus (/ .), altri popoli, replicatamele il celebrai a'
in concistoro per breve apostolico^ con- luogln loro. Qel taglio dell'Istmo di Suez,
V AN VAN 121
come del passaggio pelCapodiBuonatye- stai silenzioso alla misera condizione del-
ranza, riparlai nel p. 22 e voi. LXXXI V, le tue pecorelle? E voi,dottore delle genti,
seg., e nel voi. LXXXVII,
188 e 192, p. magnanimo Paolo, mirate come la trat-

ed altrove. L'Africa ha prodotto un gran tano i vandali ariani ; e i figli suoi gè-
numero di uomini illustri e celebri, di mono e piangoli cattivi l
" Questa bella
Sante, di Santi e di Padri della Chiesa, preghiera del santo vescovo di Vita ven-
molti distinti scrittori, di cui o feci le bio- ne esaudita 00 anni dopo, quando il pio*
grafico ragionai a* luoghi loro, come del- de Belisario mise fine al regno de' van-
ledottissime opere loro. Le più splendi- dali , e nel 534 conquistò l'Africa. La
de glorie dell'Africa cristiana, sono Dot- i spedizione di lui, per la rapidità colla
tori della Chiesa s. Atanasio patriarca quale venne eseguita, ha qualche rasso-
d'Alessandria, e s. Agostino vescovo d'Ip- miglianza con quella che nel i83o illu-
pona, le cui reliquie per condiscendenza strò i vessilli di Francia colla conquista
di Gregorio XVI (istitutore del vescova- dell'Algeria, in processo di tempo gran-
to d'Algeri e di diversi vicariati aposto- demente ampliata con brillanti successi,
lici) venera la sua Ippona ( F'.), portatevi Belisario sbarcato nel settembre a 5 le-
da diversi vescovi francesi. 11 dotlUsimo ghe da Cartagine, direttamente ad essa
s. Agostino muri quando la contrada era si volse e se ne impossessò, con tutti te- i

già stata invasa da' vandali ; gli ultimi sori de' vandali, frutto di piti di 100 anni
suoi sguardi videro pur troppo la deso- di saccheggi e di devastazioni : in 3 mesi
lazione di sua patria : lui vivente, Gen- compì il conquisto dell' Africa. Ma la
serico rispettò Ippona sua sede vescovile contrada doveva nuove sventure
soffrire
e soggiorno. Fu nella sua patria di na- e nuovo giogo, la religione ouove perse-
scitaTagaste (^.), ch'ebbe culla il be- cuzioni, il suo deplorabile annientamen-
nemerentissimo e propagassimo ordine to. Queste provincie ricaddero nelle te-
Agostiniano: la Civiltà Cattolica^ 3." se- nebre delia barbarie e dell'infedeltà, dopa
rie, t. 8, p. 358, ragiona delle scoperte la conquista che ne fecero i feroci e fa-
ora fatte della postura di Tagaste, e di naticiSaraceni (V.) di Siria e dell'Ara-
Mudar a o Madauro (V.)> ove il gran bia nel 668, dopo averle già rese tribu-
dottore ebbe i primi avviamenti alla let- tarie nel 63g, e v'introdussero il Mao-
teratura. E nell'Egitto s. Paolo i.° Ere- metti sino (V.), sostituendo all'Evangelo
mita e s. Antonio abbate dierono prin- V Alcorano j e quantunque i nativi del
cipio a* loro ordini omonimi, anch'essi paese, stanchi della loro barbara domina-
gloriosi nella Chiesa di Dio. Deplorai ab- zione, gli avessero cacciati ne'deserti,pure
bastanza, nelle proporzioni di questa rqia ritennero cogli errori anche la loro falsa
opera, le persecuzioni vandaliche. 11 ve- credenza. Già nel 635 Omar califfo e
scovo Vittore di Vita storico delle mede- 2. successore di Maometto istitutore del
sime, rifugiatosi a Costantinopoli ne ter- maomettismo, erasi impadronito dell'E-
mina con questa commovente
la storia gitto. L'imperatore Giustiniano II spedi
preghiera. » Soccorreteci Angeli di Diol nell' Africa Giovanni patrizio, il quale
Mirate tutta 1* Africa, la quale da tanto riprese Cartagine nel 695. I saraceni uel-
tempo una volta cinta da'baluar-
fioriva, l'anno stesso o nel seguente, sotto l'impe-
di e colonne di tante Chiese, ed ora da ratore Leonzio, vi ritornarono, espugna-
tutti deserta, vedova giace umiliata e de- rono Cartagine, la saccheggiarono e la
solata ! Intercedete per noi ss. Patriarchi! ridussero al nulla, la raserò al suolo bar-
Pregate per noi divini Profeti ! Voi Apo- baramente, dalle cui rovine non più si
stoli siale ad essa pi oteggitori ! E tu prin- rialzò la gran città. L' impero greco d'o-
cipalmeute, Beato Pietro, e perchè te ne riente per sempre perdette V Africa. La
122 VAN VAN
storia dopo quell' infelice epoca non no- vasione saracena dunque, l'Africa ricad-
mina più, che alcuni vescovi a lunghi in- de nello slato in cui uo giorno a vea strap-

tervalli, e la religione cattolica insensi- pato le lagrime di Vittore di Vita,pei deri-


ljilinenle si estinse sotto la dura legge di do insieme co' lumi della religione quelli
un popolo barbaro e intollerante. In al- della civiltà; il culto divino fu abolito in
cuni regni, come neW Abissinia e nell'£- quelle città ch'erano una volta ornate di
tiopia. il cristianesimo vi rimase detur- tante chiese. I missionari e i consoli e-
pato dallo scisma e dall'eresia. Lo zelo steri a stento ottennero d' erigere ospi-
de' Papi e delle Missioni apostoliche, zi e cappelle, ed i primi l'assistenza e il

incessantemente in più tempi procura- Schiavi(V ,) t in che si distin-


riscatto degli

rono la conversione degli africani, ido- sero Trinitari e Mercedari, impiegan-


i i

latri, infedeli, scismatici ed eretici; zelo dosi anche altri religiosi nell' assistenza
che tuttora si esercita ne' ricordati vica- de'cattolici e per la conversione degli al-

riati apostolici, ove ne tratto, anche pel tri. Le nuove conquiste, i vicariati apo-
mantenimento della fede in que' che la stolici, i notabili incivilimenti introdotti

professano. Dopo il caliifo Omar, i califli nell'Algeria, nell'Egitto, nella reggenza


di Babilonia o di Bagdad furono signori di Tunisi ec, fanno sperare alla misera
dell'Egitto e di altre regioni. Con tutte contrada giorni più felici; e la preghiera
le li voluzioni succedute nell'Africa, il del vescovo di Vita sarà nuovamente e-

maomettismo e l'idolatria vi si sono sem- saudita dagli Angeli tutelari e da'Sanli


pre mantenuti, in uno all'eresia e allo protettori dell'Africa, movendo a favore
scisma in minori parti. maomettani di
I di essa colla loro intercessione la miseri-

Egitto scossero il giogo de' cali/li di Bag- cordia di Dio, sui discendenti di coloro
dad e posero i loro califfi al Cairo nel» che glorificarono il suo nome per tanti
1*870. I mori dell' Afiica furono loro secoli. Procopio storico greco di Cesarea
soggetti fino al tempo in che la Turchia di Palestina, in qualità di segretario di
(A7 .) sipadrona dell'Egitto. In quel-
rese Belisario lo seguì nella guerra d' Africa
l'articolo nuovamente ragionai dell' A- e nell'altre, e le descrisse nelle sue opere:

frica, appartenente all'impero ottomano. in due libri narra le spedizioni de' van-
Al presente l'Africa conta 5 sorta di abi- dali e de'mori in Africa dal 3()? al 54-5.
tanti, e tutti di culto diverso. I maomet- Ugo Grozio pubblicando nel 655 la sua 1

tani, che ne posseggono la massima par- Storia de Goti, de' Mandali e de' Lon-
te, sono divisi in differenti sette. I cafri gobardi, vi comprese una nuova tradu-
non hanno alcuna legge o religione. Gli zione in latino di 6 libri di Procopio. I

idolatri in gran numero nel paese de'ne- moderni agitarono due questioni, se Pro-
gii e nell'Etiopia, sonoquelli che vivono copio fosse cristiano e se praticasse la me-
nel deserto. Molti ebrei trovatisi dispersi dicina; il complesso delle sue opere la-
nelle varie parti, più possenti essendo scia l'idea di scrittore che professava il

quelli dell' Egitto e dell' Abissiuia. I cri- cristianesimo,non alterato dall'eresie del
stiani d' Africa finalmente, sono per la suo tempo, dotto nella medicina ancora
maggior parte stranieri, come mercan- i non è positivo che l'esercitasse. Il vesco-
ti o trafficanti, gli schiavi e dipendenti i vo s. Vittore di Vita scrisse Historia :

da'sovrani europei quali loro rappresen- persecutionis vandalicae sive africanae


tanti. Ciò non pertanto si può dire, che sub Genserico et Hunnerico vandalo-
la religione maomettana effettivamente rum regibus, Coloniae i5j5. L'edizione
è la prevalente che combatte nell'Africa più stimata e più compiuta è quella del
l' idolatria del feticismo, per l'immenso dotto p. Teodorico Buinart benedettino,
numero di que'che la seguono. Coli' in- il quale vi aggiunse un commento ina-
V A N VAN 123
portante, pubblicata in Parigi nel i6g3, abbate di Fontenelle. D'illustre famiglia
e poi nel 1699, sopra la quale edizione del regno di Austrasia, e stretto parente
fu felicemente tradotta dal Ialino in fran- di Pipino di Laiideu e di Erchinoldo, mae-
cese. Pertanto abbiamo del p. Ruinart: stri del palazzo, l'uno nell'Austrasia, l'al-

Hislorìae persecutionis vandalicac, Pa- tro nella Neustria, fu nella sua giovinez-
risiis 1693, 1699, Venetiis 1732. Non Dagoberto I, il quale fa-
za alla corte di
si avea una storia completa de'vandali, cendone grande stima gli conferì cospi*
poiché non ne avevano trattato
gli storici cue cariche, e lo fece conte di palazzo.
espressamente, e vi supplì R. Mannert, : II giovine Vandregesilo, nel sommo de-
Stórta de' Fondali, Lipsia 1785. Non si gli onori e in mezzo ai piaceri, seppe me-
può parlare dell' Africa cristiana senza ravigliosamente preservarsi dall'orgoglio
ricordare il dottissimo gesuita p. Stefano e menare vita mortificata. Presa moglie
Antonio Morcelli, e la sua classica opera, per condiscendere al desiderio di sua fa-
Jfrica cristiana 3 Brixiae 181 6. Nel i.° miglia , nel giorno stesso degli sponsa-
voi. tratta delle provincie e de'vescovati li deliberarono entrambi di vivere nella
dell'Africa, colle notizie de' vescovi cono- continenza, e fecero a Dio il sagrifizio
sciuti. Nel 2. degli Annali della Chiesa della loro virginità. Scioltosi quindi Van-
africana e de* vescovi di Cartagine, col dregesilo da ogni impegno, abbandonò
martirologio della medesima Chiesa. Nel la corte, e ri ti rossi alla badia di Mont-
3.° continua gli Annali e la serie de' ve- faucon in Sciampagna, fondata recente-
scovi cartaginesi sino al 670, di conse- mente da s. Baudrino, e vi prese l'abito
guenza con quanto riguarda vandali. i nel 629. Il re Dagoberto I l'obbligò a
VANDOME Lodovico, Cardinale. ritornare alla corte; ma poi vinto dalle
De'duchi del suo nome e perciò nobilis- vive rimostranze che gli fece sui motivi
simo francese, nipote del re Enrico IV, della sua condotta, gli permise ritornare
perduta la sua legittima moglie Vittoria a Montfaucon. Poco dopo il servo di Dio
Mancini , nipote per sorella del celebre fabbricò un monastero nella sua terra di
cardinal Mazzariui, determinò d'abbrac- Elisang. Si portò a Bobio e a Roma per
ciare lo stato ecclesiastico. Indi ad istanza perfezionarsi negli esercizi della vita mo-
del suo parente Luigi XI V, a' 1 4 gennaio nastica colla conoscenza delle regole più,
1667, Alessandro VII lo creò cardinale approvate che si teneano in Italia. Re-
diacono, lo pubblicò agli 8 marzo e gli duce in Francia, passò io anni nella ba-
conferì per diaconia la chiesa di s. Maria dia di Romans su 11' Isero; poscia colla
in Portico. Intervenne al conclave di Cle- permissione del suo abbate si recò da s.

mente IX, ed in suo nome col carattere Audoeno arcivescovo di Rouen, che gli

di legato levò al sagro fonte il delfino conferì gli ordini sagri. Nel 648 fondò
di Francia, battezzato dal cardinal An- nel paese di Caux in Normandia il famo-
tonio Barberini arcivescovo di Reims. Se so monastero di Fontenelle. dove in poco
non che nel fiorire delle più belle speran- tempo si raccolsero 3oo religiosi sotto la

ze, che attese le di lui virtù prometteva- sua direzione. La di lui vita era somma-
no fruiti copiosi a vantaggio della cristia- mente austera dormiva poco, portava
: in
na repubblica, un'immatura morte lo ra- dosso panni dozzinali, e precedeva i fra-
pì in Parigi, non senza sospetto di vele- telli nelle diverse osservanze della comu-
no, neli669j in età ancora vigorosa, do- nità. Fece fabbricare parecchi monaste-
po 24 mesi di cardinalato. ri, e prese cura che religiosi vi osser-
i

VANDONE (s.), abbate di Fouleuel- vassero fedelmente la regola. La solleci-

le. V. Vandregesilo (s.). tudine con cui occupossi alla santificazio-

VANDREGESILO o Vandhillo(s.), ne di tante persone, non gì' impedì d'i'


124 VA» V A N
6lruire il popolo, e di diffondere la reli- gesilo, ed assistè a un concilio provincia-
gione di Cristo nel paese di Caux, ove le ove s. Ansberto vescovo di Kouen (già
lece fiorire la pietà. La beata sua morte ricevuto tra' suoi religiosi da s. Vaudre-
accadde nel 666, a'22 luglio, eli e il gior- gesilo e poi abbate di Fontenelle), de-
no in cui si onora la sua memoria. Sep- cretò che tutti gli abbati di Fontenel-
pellito nella chiesa di s. Paolo, che più le sarebbero tratti dal monastero, e che
non esiste, fu poscia trasferito in quella in nulla si derogherebbe alla regola di
di s.Pietro; indi portato a Gand nel g44> s. Benedetto. Seguì s. Ansberto nel suo

sonosi poi perdute le sue reliquie nella e fu eletto abbate di s. Germaro.


esilio,

persecuzione de' calvinisti nel 1578, ad Dipoi avendo abdicato, tornò a Fonte-
eccezione delle due braccia, l'uno de'qua- nelle, ove morì, e fu sepolto a' piedi di
li era stato prima donato alla badia di 8. Vandregesilo: colà sono custodite le
Fontenelle, l'altro a quella di Brotie. Dal- sue reliquie, delle quali la badia di s.Ger-
la badia di Fontenelle o di s. Vandrege- mnrone ottenne una porzione nel 168 1

silo uscì un gran numero di santi. Oltre Egli è onorato a'6 d'aprile.
a' ss. Desiderato, Einardo, Sindardo e S. Ildeberto, 4-° abbate di Fontenel-
Trasario (J7 .), de* quali riportai al pro- le, ricevette la rinnovazione de'voli fatta
prio luogo le brevi biografie, qui seguen- da s. Wulfrano tornando dalle sue mis-
do il dotto Butler riunirò le notizie di sioni nella Frisia. Morì nel 700, com-
altri, di cui non ho parlato, e che furo- pianto da tutti i suoi religiosi, e massi-
no tratte dalle memorie della badia di me dai poveri, de' quali fu padre amo-
s. Yandregesilo. roso. Onorasi a' 18 febbraio, e le sue re-
S. Agatone, monaco di Fontenelle, liquie si conservano a s. Vandregesilo.
discepolo e stretto parente di Vandre- s. S. Laudane o Laudone, 8.° abbate di

gesilo, il quale vedendolo spirare, rese un Fontenelle, fu fatto vescovo di Reims nel
pubblico omaggio alla sua santità. E o- 73i. Morì nella sua badia nel y33, e fu
norato agli 8 di luglio. sepolto nella chiesa di s. Pietro. E detto
S. Gaone, religioso di Fontenelle, e di lui che imitò santi abbati suoi pre-
i

nipote di s. Yandregesilo, che lo spedi a decessori. E' onorato a'i6gennaio; ma


prendere delle reliquie a Roma per le il suo culto ha provalo delle vicende.

chiese che facea fabbricare. Al suo ritor- S. Bagno, inglese di nascita, si fé' re-

no ritirossi in un luogo detto Ange, che ligioso a Fontenelle, ove morì uel 720:
crederi nella diocesi di Troyes, vi fondò fu sepolto nella chiesa di s. Paolo, ed è
un monastero del quale fu abbate, ed ivi onorato a' 5 di giugno.
morì. È onorato a' 24 di luglio, S. Benigno, 1 1 .° abbate. Seguì il par-
S. Genezio, priore di Fontenelle, poi tito di Carlo Martello contro Bwgenfrido,

arcivescovo di Lione. Pel suo grande a- allorché accese sul trono Chilperico. Ven-
inorea' poveri, Clodoveo 11 lo diede per ne quindi esiliato a s. Germaro in Fley
tesoriere delle sue elemosine alla regina presso Beau vais. Fu eletto abbate di quel
s. Callide. Egli indusse il re Clotario III monastero } ma avendolo Carlo Martel-
e s. Matilde a ristaurare parecchi mona- lo richiamato a Fontenelle, ivi morì nel

steri, fra' quali quelli di Gorbia e di Fon- 723, e fu sepolto nella chiesa di s. Paolo.
tenelle. Morì nel 679 uel monastero di Le sue reliquie si custodiscono in una cas-
Chelles, ove è onorato a' 3 di novembre. sa sull'allar maggiore, ed è onorato a'22
S. Gennadio, fuallevaloalla corte del di marzo.
le Clotario 111, e strinse amicizia con S. ErincardOffialo nel paese di Caux,
s. Ansberlo, allora cancelliere di Fran- prese l'abito religioso a Fontenelle, e ne
cia. Si fece poi monaco sotto s. Vandre- fu fatto priore, Malgrado la cattiva con-
VAN VAN i7.5

dotta dell'abbate Teusindo, egli seppe S. Idherlo, 1 7. abbate. Visse soltan-


mantenere la regolate disciplina nel mo- to nove mesi dopo la sua elezione, che
nastero. Prese diligente cura de' beni del- seguì nell' 8 6. Non si conosce né la pa-
1

la comunità, ch'erano in assai cattivo sta- tria, né alcuna circostanza di sua vita.
to, e fece fabbricare la chiesa parrocchia- E' onorato a' i4 di marzo.
le, non essendovi stata fino allora che S. Ansegisio, 19. abbate. Era di stir-
quella de' religiosi. Passò olla beata eter^ pe reale. Quando prese l'abito monastico,
nità nel 739, ed è onorato a' 24 di set- Carlo Magno lo nominò intendente di A-
tembre. quisgrana, e gli diede a titolo di benefi-
S. Vandone, 11° abbate, fu esiliato zio la badia di s. Gennaro in Fley, ch'egli
a Troyes da Carlo Martello, e richiama- rifabbricò. Per governare questa abban-
to da Pipino. Morì nel 756, e fu sepolto donò le badie di s. Sisto presso Reims e
nella cappella di s. Nicolò nella chiesa di di s. Mernio di Chalous. Lodovico il Bo-
s. Pietro» Se ne celebra la memoria a' 1 nario gli conferì quella di Luxeu e di Fon*
di aprile. tenelle. Fu impiegato con successo in mol-
«V» Auslrulfo, 1 3.° abbate. Di nobile te ambasciate, e devesi a lui una compi-
famiglia del territorio di Courtrai, fu da lazione dei Capitolari di Carlo Magno e
suo padre consagrato al servigio di Dio di Lodovico il Bonario, che fu stampata
nel monastero di Fonteoelle fino dalla per opera de' Pithou nel i588, i6o3 e
sua infanzia, e ne divenne priore, indi 1620. Baluzio ne diede una nuova edi-
abbate. Si recò a Roma a visitare le sa- zione nel 1677. S. Ausegisio fu sepolto
gre tombe dei principi degli Apostoli, e nel capitolo della sua badia, ed è onora-
nel suo ritorno dall' Italia cessò di vi- to a'20 di luglio.
vere nel monastero di s. Maurizio pres- S. Fulco, 21. abbate. Governò in
so Agauno. Egli è onorato a' 16 di set- pace il monastero di Fontenelle, mentre
tembre. quelli di Jumièges, di s. Audoeno e di
S. Arduino, si Foote-
fece religioso a s. Pietro in Isola erano stali incendia-
nelle nel 749 j indi colla permissione del ti dai danesi. Colle sue orazioni allonta-
suo abbate ritirossi in una grotta vicina, nò i mali che faceva temere un rinne-
santamente sino all' 811. Egli
in cui visse gato, ch'erasi poslo alla lesta di que'bar-
impiegava una gran parte del tempo a bari. Si onora la sua memoria a' io d'ot-
copiare de' libri* Fu sepolto nella chiesa tobre.
di s. Paolo, ed è onorato a'20 d'aprile. S. Eremberto , 22. abbate^ Con un
S. Giroaldo, 1
5.° abbate. Sortilo d'il- governo pienoni saviezza e di fermezza
lustre casato, venne da Carlo Magno im- salvò il monastero di Fontenelle in mez-
piegato in molte trattative prima del suo zo a' torbidi che affliggevano la Norman-
ritiro, e dopoché ebbe abbracciato la vita dia. Morì nell'849, ed è onorato agli 1 e
monastica, la regina Bertruda lo tolse a di settembre.
a suo direttore, e lo fece suo 1 Scappella- S. Gìrardo, religioso di Lagni, trovan-
no. Fu poi nominato vescovo di Evreux, dosi in Normandia, duca Riccardo
fu dal
e tornato a Fontenelle nel 787, ne fu e- I! obbligato ad assumere il governo di

letto abbate. Egli avea molta abilità, e Fontenelle. Egli vi fu ucciso nel o3 da 1 1

per favorire l'istruzione de' suoi fratelli uno de' suoi monaci di guasti costumi e
istituì una scuola per essi. Il suo amore di lesta impazzita. Quando nel 1672 fu
per la solitudine lo portò a ritirarsi a Pier- rifabbricalo il capitolo ov'era rimasto il

re Pont nella Bassa Normandia, ove inori suo corpo, vi fu trovato con questa iscri-

nell' 806. Egli è colà onorato, e celebrasi zione: Hie requie scit abbas Gerardus
la sua festa a'18 di giugno. IF kalendas decembris ab injuslo injw
126 VAN VAN
ste inlcrfectus. Egli è onorato a'^8 di no- ss. Trinità, con un monastero di religio-

vembre. se, che alìiilò alla direzione di s. Osano


a
S. Gradolfo, 2S. abbate. Fu eletto e di s. Vandrillo, e di cui fu i. badessa
nel io3r, mentre eia occupato a fondare s. lldemarca, che avea governato una co-
il monastero della monte
ss. Trinila sul munità religiosa a Bordeaux. Il mona-
di s. Caterina presso Roueu. Mangerò stero fiorì in modo che sotto di essa con-
arcivescovo di questa città lo chiese per taronsi fino a 36o monache, le quali di-
suo coadiutore; ma il santo morì poco videvate in diversi cori per continuare
dopo. Egli è onorato a' 6 di marzo. Le giorno e notte 1' uffizio divino senza in-
sue reliquie furono disperse da' calvini- terruzione. S. Vanengo morì verso l'an-
sti nel 562, ma si crede che ve ne ab-
1 no 688. 1 martirologi di Francia e di s.

bia aucora una parte. Benedetto l'onorano a' 9 di gennaio; ma


S. Gilberto, 3o.° abbate. Originario a s. Vandrillo e in molti monasteri di
di Alemagna e d'illustre casato, abban- Normandia se ne fa ricordanza a'3 1 dello
donò il suo paese con Maurilio monaco slesso mese. E protettore di molte chiese
di Fecam, poi arcivescovo di Rouen. Me- in Normandia e in Aquitania, e il suo
narono entrambi vita romita, e Gilber- corpo è custodito nella chiesa de'geno-
to nel io63 fu eletto abbate, adoperan- vefini di Unni in Picardia.
dosi per tale elezione Guglielmo Con- il VANGELO. V. Evangelio o Evan-
quistatore, che avea per esso una stima gelo, Evangelista, Diacono, Missiona-
particolare. S. Gilberto assistette a un ri, MESSA,GlURAMENTO,ed i vol.XXXVlIF,
concilio provinciale tenuto a Lillebona p. 188, LV, p. i3 7 e 2o5, LVI, p. 85,
nel 1080, e vi sostenne i diritti della sua LXXI,p. 57 y^LXXHjp. 2o6,LXXX,
e
badia oflesa dall'arcivescovo di Rouen. p. 11 3, LXXXlV,p. 55, ec. 1

Formò de' discepoli degni di governare VANNES(Veneten). Città con resi-


parecchi monasteri. Fu sepolto nell'an- denza vescovile di Francia, nella Bassa
tico capitolo, e le sue reliquie sono an- Bretagna o minore, capoluogo del di-
cora nel nuovo. Onorasi la sua memo- partimento di M01 bihan, di circondario
ria a' 4 di settembre. e di 2 cantoni, 24 leghe distante da Nan-
Contar do, nato a Solte ville presso
S. tes e 1 12 da Parigi ,
presso l'estremità set-
Rouen,fu monaco, poi soltopriore di Fon- tentrionale del piccolo golfodelMorbihan,
tenelle; indi eletto abbate di Jumièges di formato dall'Atlantico, lunghesso le rive
consentimento del re Guglielmo li. I ve- del Marie in situazione assai vantaggiosa
scovi della provincia lo deputarono al al commercio. L'ultima proposizione con-

concilio tenuto a derilioni nel 1095 da cistoriale la dice Civitas Venetensis prò-

Papa Urbano 11. Era a Caen quando il pe Oceani litusfcre tota in planitie ae-
re Guglielmo vi morì, e lo assistette nei dificata est, et in ejus leucae unius spa-
suoi ultimi momenti. E onorato a' 26 di ilo, duo mille domus, et duodccini mil-

novembre. le circiter christifideles continentur.Ha


a
VANENGO(s). Era luogotenente del tribunali di i. istanza e di commercio,
redolano 1 1 1 e governatore di quella par- corte d'assise, borsa mercantile, direzio-
te di Neuslria, che oggi si conosce sotto ni de'demanii, delle contribuzioni dirette
il nome di paese di Caux. Benché fosse ed indirette, conservazione dell'ipoteche,
appassionalo per la caccia, nudriva nul- e vi stanziano l'ingegnere d'argini e pon-
lameno sentimenti di pietà e una parti- ti, il commissario e tesoriere della mari-
colare divozione a s. Eulalia di Barcel- neria, e l'ispettore delle dogane- La città

lona. Dale le spalle al mondo, fondò nella è circondata da due fìumicelli che con-
valle di Fecam una chiesa iu onore della tribuiscono a rendere il suo porto prati-
V A N VAN 127
cabile da' pesci fenduti. II suo porto, lon- ne, fabbrica di tela di cotone, e fabbri-
tano due leghe dal mare, vi comunica me- che di cappelli, di panno grosso,di merlet-
diante il canale di Morbihan, ed è acces- ti e di tessuti diversi, di cuoi conciati e
sibile anche alle grosse navi. Ha due sob- cordaggi. Vi si attende alla costruzione
borghi, più considerabili e popolati, l'u- delle navi, alla pesca delle sardelle, al-
no chiamato sobborgo del Mercato, il l'esportazione di sali e grani, al commer-
quale n'è separato mediante mura guar- cio di canape, miele, cera, burro, sidro,
nite da
torri fortissime e da una fossa; ferri, vini ec. Vi si tengono fiere dove si

l'altro denominato sobborgo s. Paterno, fanno molti affari in cavalli, bovi e vac-
racchiude un bel maglio e l'ospedale ge- che, esercitando pure notabile traffico in
nerale. Possiede Vannes la biblioteca pub- grani e biade. Le due passeggiate del Por-
blica, il collegio comunale con gabinetto to e del Garenne sono amenissime. Di
di fìsica, la scuola di navigazione in cui Vannes sono s. Albino [V.) vescovo di
ognuno viene ammesso senza retribuzio- Angers, e s. 3Ielanio(V.) vescovo di Ren-
ne, la sala pegli spettacoli e teatro, la so- nes. Inoltre fra' suoi illustri ricorderò
cietà d'agricoltura: nel 1826 vi si formò GiorgioCadoudal. Vannes, T cnetiae,Da.'
una società politecnica per propagare lo riorigum, Civitas Venetorum antica e ,

studio delle scienze, delle lettere e delle graziosa città, credesi con fondamento
arti; società che furino un museo princi- sia stata la capitale de' popoli Veneti,
palmente destinato alla storia naturale. come attestano copiose rovine, uno de'
Non vi sono edifizi rimarchevoli, ad ec- più celebri delle Gallie, bellicosi e navi-
cezione della cattedrale e dell'antico ca- gatori. Ottenne la città della celebrità
stello. La cattedrale di gotica struttura è nelle guerre che gli armoricani sostenne-
alquanto ampia, e sotto l'invocazione di ro altempo de' romani. Il suo nome di
s. Pietro principe degli Apostoli: in orna- Vannes in basso bretone è Guenet, che
tissima e nobile cappella è in gran vene- significa bella e avvenente. Giulio Cesa-
razione il corpo di s. Vincenzo Ferreri, re col paese I' assoggettò a Roma , e fa
una delle principali glorie dell'ordine de' compresa nella 3." provincia Lionese; ne
predicatori. Ha il battistero con cura d'a- parla ne' suoi Commentari. Gli abitanti
nime, affidata al proprio parroco ed a' da s. Pietro furono chiamati Cives Ve-
suoi vicari. Il capitolo si componedi 8 ca- ned. Traila De Urbe Venetensi Bertran-
nonici, senza alcuna dignità e senza le pre- do Argentrau neWIIistoriae Britanniae
bende teologale e penitenziale; di alcuni Armoricae, in cui ragiona pure delle il-
canonici onorari, e di altri preti e chieri- lustri famiglie della medesima.! Sa m mar-
ci addetti all' nunziatura divina. Antica- iani, coll'autorità di Plinio e di S tra bo-
mente avea le dignità dell'arcidiacono, ne, lasciarono scritto, che la città di Van-
del tesoriere, del cantore, dello scolastico nes, fuit genitrix Fenetiarum in Italia
e del penitenziere, 1 4 canonici, 4 arcipre- florentissimarum.Na dell'origine del vo-
ti e altri ecclesiastici. Alquanto distante cabolo Veneti, e di quello di Venezia, a
dalla cattedrale è l'episcopio ,
grande e quest'articolo ne terrò proposito. Qui so-
decente. Vi sono inoltre due altre chiese lo mi limiterò a dire, che sembra più ve-
parrocchiali col s. fonte, alcuni monaste- ramente il vocabolo derivazione greca, e
ri di religiose, 3 ospedali, diversi sodali- non provenuto da'veneti gallo-celti. Nel
zi, il seininario^grande e il seminario pic- 577 bretoni la presero a Gontrano re
i

colo. Prima eranvi diversi conventi di re- d'Orleans e di Borgogna. Nel 753 Pipi-
ligiosi, ed gesuiti vi avevano un colle-
i no re de' fra chi se ne impossessò, ma po-
11

gio. Pio II Papa v'istituì un piccolo stu- co dopo bretoni la ripresero. Fece par-
i

dio. Sono a Vannes un filatoio di coto- te de'dominii de'parlicolari duchi di lire-


1*8 VAN V A R
taglia, e fu una delle loro citta pfu con- egli umilmente rispose, essere un povero
siderabili, appartenente parlamento di
al religioso e perciò nulla poter dire sulla
Rennes. Il suo vescovo anticamente era sepoltura. Invece domandò loro la gra-
signore in parte della città. I duchi di zia di conservare dopo la sua morte quella
Bretagna talvolta vi fecero residenza ,
pace che tanto avea ad essi raccomandalo
massime ne' suoi dintorni ne' castelli in nel corso di sua vitaj e li pregò a permet-
cui si compiacevano molto di dimorare. tere al priore del convento domenicano
Giovanni V duca di Bretagna premuro- più vicino, di prescrivere il luogo del suo
samente invitò io spagnuolos. Vincenzo sepolcro. Nel mercoledì di Passione a' 5
Ferrati a recarsi nel suo ducato; ed il san- aprile 1419, lese la sua bell'anima a Dio.
to portossi a Vannes, ove il duca faceva Giovanna di Francia figlia del re Carlo
la sua residenza, e in cui il clero, la no- VI e duchessa di Bretagna, divotamen-
biltà e popolo gareggiarono in venera-
il te ne lavò il cadavere, colla cui acqua Dio
a
zione nel riceverlo. Dalla 4- domenica di operò de' miracoli. 11 duca di Bretagna e
a
quaresima fino alla 3. festa di Pasqua il vescovo di Vannes decisero che il ser-

del 1417 vi predicò, predicendo alla du- vo Dio si dovesse tumulare nella cat-
di
chessa che il fanciullo di cui era incinta, tedrale, con grave dispiacere de'valenti-
sarebbe stato duca di Bretagna, il che a ni e degli spaglinoli, concittadini e con-
suo tempo si verificò. Esercitò il mira- nazionali del santo, i quali inutilmente a-
bile suo zelo apostolico non meno in Van- vendo insistito per ottenerne il corpo, de-
nes, che in tutto il ducato di Bretagna* liberarono nel i5go d' involarlo segreta-
e da dove scrisse a' vescovi e principali si- mente. La città avendone penetrato il di-

gnori di Castiglia, non che al reggente segno, nascose l'urna che lo racchiudeva*
del reame* esortandoli a riconoscere il la quale poi ritrovatasi nel i63^ fu ca-
concilio di Costanza, ed a rigettare l'an- gione di sua traslazione solenne a' 6 set-
tipapa Benedetto XIII, che un tempo tembre* venendo indi collocata nella cap-
egli pure erroneamente aveva tenuto pella di recente fabbricata , ove gelosa-
per legittimo. Essendosi portato nella mentesi custodisce qual tesoro. Anna du-
Normandia, indebolito quindi nella sa- chessa di Bretagna, poi moglie de' re di
nità, fu esortato a tornar nella Spagna ; Francia Carlo Vili e Luigi XII, nella pe-
mentre viaggiava aumentatosi il male nisola di Rhuys presso Vannes e a poca
si fece condurre a Vannes, con inespri- distanza dal mare vi eresse il castello di
mibile contento degli abitanti, i quali Suscinion. Sopra un'altra punta della pe-
però restarono turbati allorché il santo nisola vedesi l'antica abbazia di s. Gilda
disse loro, non esservi venuto per conti- fondata a' benedettini nel VI secolo da
nuar le funzioni del suo ministero , ma Gilda il Saggio, la quale abbandonata
per cercare la sua tomba. Nel l'avvicinar- per le scorrerie de'normanni nel princi-
si punto estremo fu visitato dal vesco-
al pio del secolo X circa, fu ristabilita nel
vo, e da molte persone del clero e della 1088 da Goffredo I duca di Bretagna.
nobiltà, tutti esortandoli a perseverare Ne fu poscia abbate il famoso Pietro A-
nella pratica delle virtù, e promise loro belardo (V.), e tuttora ivi si conserva la

di ricordarsi di essi allorché sarebbe in- sua cattedra: l'abbazia neh 638 fu unita
nanzi a Dio. I magistrati di Vannes te- congregazione di s. Mauro. Passata
alla
mendo che i di lui cui religiosi domenica- laBretagna con Vannes per la detta du-
ni, i quali nella città non vi possedevano chessa Anna alla Francia, furono riunite
convento, ne portassero via il corpo dive- alla corona nel 532 da Francesco I. Van-
1

nuto cadavere , lo fecero interpellare in nes e il dipartimento, durante la gran-

quale luogo preferisse d'esser sepolto; ma de e lunga rivoluzione di Fraucia, fu il


VAN VAN 129
teatro di qualche sanguinoso combatti- Felicem Namneticum Episcopum a mor-
mento. te liberatila est. Post haec iuravit fratrt
La sede vescovile, secondo Comman- suo, ut ei fidelis esset ; sed nescio quo
ville,fu istituita nel 55o,suffraganea del- casu sacramentum inrumpere voluit.
la metropolitana di Tours e lo è tuttora. Quod Chanao sentiens, iterum eum per-
La Civiltà Cattolica de''2 maggio 857 j sequebatur. At ille, cum se evadere non
riferì colle corrispondenze di Francia , posse videret, post alium comitem regio-
desiderarsi da gran tempo la divisione nis illius fugit, nomine Chonomorem. Is
della provincia ecclesiastica di Tours, che cum sentiret persequutores eius adpro-
abbraccia tutta la Bretagna, l'Àngiò e il pinquare, sub terra eum loculo abscon-
Maine; perciò volersi ormai innalzare il dit, componens desuper ex more tumu-
vescovato di Rewies a metropoli, con as- luro,parvumqueei spiraculum reservans,
segnargli per suffraganee le sedi vescovili undehalitum resumere posset.Advenien-
di Quimper, s. Brieux e Vannes. Però tibusautem persequutoribus eius, dixe-
ancora non se ne conosce l'effettuazione. I runt Ecce hicMaclìavusmortuus atque
:

Sammartani, Gallia Christiana^. 4, p- sepultus iacet. Quod ì 1 lì audientes, at-


1 1 54 Fenetcnses Episcopi, registrano
: que gaudentes, et super tumulum illum
per 1 .° vescovo di Vannes s. Paterno (V.) bibentes , renunciaverunt fra tri , eum
nato nell'Arniorico, ordinato nel conci- mortuum esse.Quod illeaudiens,regnum
lio tenuto nella città da s. Perpetuo me- eius integrum accepit. Nam semper bri-
tropolitano di Tours nel 465, e sotto- tanni sub francorum potestate postobi-
scrisse il medesimo concilio, dunque as- lum regis Clodovei fuerunt, et comites,
sai prima dell'affermato da Commanvil- non reges appellati sunt. Macliavus au-
le. Il santo edificò un monastero vicino a tem de sub terra consurgens Veneticam
Vannes, per la fondazione dell'episcopio urbem expetiit,ibique tonsuratus, etepi-
ottenne dal sovrano di Bretagna il ca- scopus ordinatusest.Mortuo aulemCha-
stello de la Molhe, come riferisce Chenu, naone, hic apostatavit, et dimissis capil-
sostenne virtuosamentequalche persecu- uxorem, quam postclericatum reli-
lis,

zione d'alcuni vescovi comprovinciali, e querat, cum regno fratris simul accepit.
per evitare ulteriori discordie si ritirò tra' Sed ab episcopis exeomunicatus est."
franchi ove santamente morì circa il 555. De eius interitus refert ista e. 16, I. 5.
Siccome Buller lo dice nato nel 490,
il Macliavus quondam et Bodicus Brita-
questo ritardo del suo vescovato avvici- norum comites sacramentum inter se
y

na l'epoca voluta da Commanville sulla dederant» ut qui ex eis superviveret


istituzione della sede di Vannes. Trovo filiospartis alterius lanquam proprios
poi in qualche collettore de'concilii, che defensaret. Morluus autem Bodicus re-
quello di Vannes del 465 fu per l'elezio- liquitfiliumTheodoricum nomine. Quo,
ne e ordinazione del suo vescovo Libera- Macliavus oblitus sacramenii,expulso
to, e non di s. Paterno. 1 Sammartani do- a patria, regnimi patris eius accepit.
po di lui registrano vescovi Clemente,
i Hic vero multo tempore profugus vagus-
Amanzio, Modesto che sottoscrisse il con- que fuit. Qui tandem miserante Deo }
cilio d'Orleans del 5i 1. Macario fratello colle e tis secum a Britanniae viris y se su-
di Chanuo conte di Bretagna. Lasciò scrit- per Macliavum obiecits eumque cumfi-
to s. Gregorio
Tours lib. 4, e. 4-»Cha-
di Ho eius Jacob gladio interemit j par-
nao Brilannorum comes tres fiatres suos temque regni ,quam quondam pater eius
interfecit. Volens autem Macliavum in- tenueratyin sua potestate restituit. Par-
terficere, comprehensum , atque catenis tem vero alium VuarocusMacliavi filius
oneralum in carcere retinebat. Qui per vindieavit. Si vuole che quindi fosse ve-
VOL. LXXXVIII.
9
i3o VAN VAN
scovo Eunio o Eonio,il quale pari l'esilio defunto a'27 giugno, e che donò a'cano-
d'ordine di Chilperico I, indi gli fu per- nici di sua chiesa la metà di quella di s.

messo di ri tema ce a Vanues. Nel 590 era Paterno. Neil 182 Guihenoco già arci-
vescovo Reale, indi Guiunino, di cui
s. diacono di Rennes, ebbe grave contro-
è memoria nel Proprio Sanctoriim Ve- versia coll'abbate di s. Salvatore di Re-
netensi a' 19 agosto. Suoi successori fu- don, abbazia della diocesi, donò diversi
rono, s. Icnoroco, Rinaldo, Susanno I, beni a'suoi canonici, e cessò di vivere nel
Junkehelo, Joiloco o Bodoco, s. Inguete- 121 7. Nel seguenteGuglielmoI,oeli225
no,s.Meriadeco o meglio Mereodoco (/'.) Roberto 1 intervenne alla dedicazione
che ripugnante accettò il vescovato,eletto dell'abbazia di Villanova.Cadioco morto
dal clero e dal popolo. Nel Proprio San- neli2,54 donò al Vannes la
capitolo di
ctorumVcnetensis si legge che riposò nel chiesa di s. Maiolo per celebrare un an-
Signore a'7 di giugno. Il Buller lo dice o- niversario all'anima sua. Nello stesso gli
norato nello stesso giorno, e che l'antico successe Guglielmo li, Guido nel 1263
Breviario di Treguier pone la sua morte dedicò la chiesa di s. Francesco in Van-
nel 1 3o2, il che non pare. Quindi s. Mel- nes, Guidomaro del 1270 costituì ren-

deoco, AmoD, Mabon, s. Chomeano, Di- dite per anniversari suffragi per la pro-
les, Kenoionoco, s. Justoco, Jaguto, Cai- pria anima. Enrico I Bloc, di singolare
gono, Luetuarto,Bilio I, Cunadano,Blin- semplicità, fece una donazione a'canonici
liveto, Auriscando I, ISlorvanno I del e morì nel 1 286. Eurico 11 Tors già teso-

689 circa. Ago resse il vescovato di Van- riere della cattedrale , riparò il castello

nes a tempo di Carlo Magno, Isacco nel- vescovile de la Mothe e lo lasciò al suo ca-
l'8i4, Kermarico nell'818, Vieloconel- pitolo: è nominalo nel 1295 e neli3o5.
1*819, Ragenario ne ^'^38, Susanno II Gaufrido 1 de Roche fu ri del 3 6. Gio- 1 1

nell'866, CourantgenOj al cui tempo i vanni I Parisi, ebbe a coadiutore Enrico


normanni presero Vaones. Jerenna o Camo canonico di Vannes e morendo ,

Erenna a tempo di Adriano li Papa neh 334 fece una lascita pel suo anniver-
dell' 867 qucm invisit, recatosi in Ro- sario. Gaufrido 11 del 337, Gualtero de 1

ma quale legato di Salomone re o du- Saint Pere deh 347, Guglielmo 111 se-
ca di Bretagna. Cenuemoco, a cui scrisse deva ueh35o,Gaufrido 111 deh 362 fon-
882 Papa Giovanni Vili
nel!' : Miror dò la cappella del ss. Sagramcnto nella
minus doctam scientiam titani , sacer- cattedrale. Giovanni 11 de' signori di
dotali pittare post perpetratimi honiici- Monstrelaix del 368, poi traslato a Nan-
1

diuni posse in sacerdotio ministrare : tes. Enrico 111 Le Barbo nobile di Qui-
inimo quod est peius t nobis suadere vel- tto deh 383, di gran probità ed erudizio-
ie, ut ipsi tali praesumptioni praebere- ne , cancelliere del duca di Bretagna.
mus assensum. Poscia fu vescovo Dilio Ugo Sloquer o De Leslrequer domeni-
II, forse confuso col l'omonimo già ricor- cano già vescovo di Treguier, postulato
dato, Auriscando 1002, Judicaeldi
11 del dal capitolo, morì nel 1408. In questo
Bretagna figlio del duca Conauo e mor- Amalricodela Mothe,che prestò omaggio
to nel 037 a' 1 3 giugno, secondo il Mar-
1 neh427 al duca di Bedfort reggente di
lyrologio Venetensi. Budoco mori nel Francia pel re d'Inghilterra; a suo tempo
io65, Mengio de Porhoet de'conti del in Vannes volò al cielo s. Vincenzo Fer-
suo nome nobilissimo bretone, Morvan- reri, indi futraslato a s. Malo. Giovali-
no li del 1088, Giacomo I morto nel ni IH Valydire domenicano di Cornovail-
1 132, Eveno defunto nel 1 43, Ruau- 1
les nel 433, già vescovo di s. Paul de
1

do cistercense morto a'22 ottobre 1 177, Leon, restaurò la cattedrale e con muni-
ma uel Necrologiit/n Fendente si dice ficenza la beueficò, eresse la cappella di
VAN VAN i3t
s. Leone pel e apitolo, abbellì quella del- decessole. Nel 1
574 Giovanni de la Haye
la B. Vergine dietro al coro e ivi fu tu- benedettino, già vicario generale del pre-
mulato neh 444' n questogli successe Ivo cedente. Morto nel i5y5 t
in questo gli

de Pontsal nobile della diocesi di Vannes, successe il fratello Lodovico, indi fonda-
domenicano, già tesoriere della cattedra- tore del collegio di Vanues,morì neh 588,
le ; immisi! i francescani in Diaveto, a e come il predecessore fu deposto nella
Ponti vio e nell'isola di Rhoysj intervenne cappella di Nostra Donna dietro il coro.
all'elevazione del corpodi s.VincenzoFer- Nel 5g?. Giorgio d' A radon de'signori di
1

reri nel i 456 celebrata dal cardinal Geli- tale luogo presso Vannes, sepolto nel co-
vo, e morendo
a'7 gennaio i47^ fi* se * ro della cappella dis. Giovanni. Nel 099 1

pollo in cattedrale nella cappella di s. Vin- Giacomo III Martino di Bordeaux, al cui
cenzo martire. Nella sede vacante consa- tempo neli6i5 fu fabbricato il conven-
grò la cattedrale il vescovo di Sinope I/i to de' cappuccini. Nel 1622 permutò la
maggio il cardinal Pietro
pcirtibus. A' 17 sede con l'abbazia di Panisponte , il cui
T
de Foix (f -). Per sua morte il capitolo abbate Sebastiano de'conti di Rosmadec
nominò Roberto 1 le Borgne canonico di divenne vescovo di Vannes, e fu consa-
Nantes, ma Papa Innocenzo Vili dichia- grato dall'arcivescovo di Tours. Nel suo
rò nulla l'elezione. Invece nel 1490 ne di- vescovato, in Vannes furono assegnalo
chiarò amministratore il proprio nipote rendite agli introdotti cappuccini , nel
cardinal Lorenzo Cibo(V.). Neh5o4Gia- 1628 a'carmelitani scalzi, al collegio de'
como de Beaune de'signoi i di Samblacay, gesuiti, al convento de' domenicani; alle
già tesoriere di Malo. Nel i5i ! Ro-
s. religiose orsoli ne, alle ospedaliere, a quel-
berto II Guibè vescovo di Treguier, Ren- le della Visitazione. Di più nella diocesi
nes e Nantes, fatto amministratore perpe- ammise i cappuccini e l'orsoline ad lieo-
tuo in grazia di Anna regina di Francia e nebont, gli agostiniani a Malestric, le mo-
duchessa di 5 4 a istanza
Bretagna. Nel !
1
nache del Calvario nell'abbazia di Redoti,
di Claudia regina di Francia, Andrea Ha- la quale esseudo della congregazione di
mou canonico di Rennes e abbate di s. s. Mauro riformò e restaurò. In Auray po-
Gilda. Dopo di lui il cardinal Alessandro se i carmelitani, i cappuccini ed i france-
Farnese diacono Eustachio per am-
di s. scani; in Parigi intervenne all'assemblee
ministratore per poco tempo, dipoi Papa del clero, rappresentando quello di Bre-
Paolo III. Nel i5i5 vescovo il cardinal tagna; fece sta mpa re il Proprium Sanalo-
Lorenzo Pucci(V.) fiorentino, che gover- rum di sua chiesa, e morendo nel 1646
nò per vicari; abdicò in favore del nipote fu sepolto nella cappella di s. Vincenzo
r
cardinal Antonio Pucci (^ .), cioè nel Ferreri della cattedrale. Gli successe nel
1 536 (ma lo zio era morto prima); ed an 1648 consanguineo Carlo di Rosmadec

il

che questi nel 1 54i rassegnò il vescovato nobilissimo, abbate di s. Maria de Tron-

al proprio nipote Lorenzo Pucci, o meglio cheto, nel 1649 deputato agli stati di Bre-
Io prese in coadiutore con futura succes- tagna, e neh 655 intervenne in Parigi al-
sione, morendo cardinale nel 1 544* ^ e l
il l'assemblea del clero. Con esso termina
1 55 1 Carlo de Marillac, poi traslato a la serie de'vescovi nella Gallia Christia-
Vienna. Nel 558 Sebastiano de L'Aube-
1 na dell'antica edizione, he Notizia di /?o-
spine, si dimise nel 1 55c), ed in questo fu ma riportano i seguenti. Nel 174^ Gio.
vescovoFilippodu Becde'signori deBour- Giuseppe de Saint-Jean de Jumilach, di
ry; intervenne al concilio di Trento, e poi Briva diocesi di Limoges. Neh 746 Car-
passò alle sedi di Nantes e di Reims. Nel lo Giovanni de Berlin di Perigueux. Nel
1 565 Giovanni le Febure canonico can- 1775 Sebastiano Michele Amelotd'An-
tore della cattedrale, per cessione del pre- gers: ricusò di dimettersi neh 801 in con-
i32 YAK va
seguenza del concordato di Pio VII, e fir- senza provar che lo fossero, ne sposavano
mò le non dimissio-
proteste de' vescovi dell'altre. 11 3.° non vuole che gli ecclesia-

nari. Nel 1802 Antonio Saverio Maine- stici, a' quali è interdetlo il matrimonio,
euiì Pancemonl di Gand, già parroco di si trovino all'altrui nozze, nò in lutti que'
s. Sulpizio di Parigi. Nel 807 Pietro Fran-
1 luoghi, dove l'orecchie egli occhi loro, de-
cesco Gabriele Raimondo Ferdinando di stinati a'sagri misteri, potessero esser lor-
BaussetRoquefortd'Aix,lraslalonel 181 7 dati dagli spettacoli o da parole inoneste.
all'arcivescovato patrio. Nel 18 19 Enrico Il i3 condanna altissimamente l'ubbia-
a
M. Claudio de Bruc della Bassa Loira chezza negli ecclesiastici come 1' origine
diocesi di Nantes. Per sua morte Leone d'ogni sorta d' eccessi, e vuole che si pu-
XII a'2 ottobre 1826 preconizzò Simone niscano corporalmente. Il 16 condanna
Garnier di s.Vallier diocesi di Langres,già una superstizione, che introducevasi tra
canonico e vicario generale di Treveri, ed gli ecclesiastici, i quali facevano professio-
allora canonico e vicario generaledi Ren- ne d'indovinare l'avvenire aprendo qual-
nes. Morto pochi mesi dopo, lo stesso Pa- che libro della s. Scrittura, ciò ch'eglino
pa nel concistoro de' 18 settembre 1827 chiamavano la Sorte {V .) de'santi, come
r
dichiarò vescovo di Vannes l'attuale mg. del tutto opposta alla pietà e alla fede.
Carlo Giovanni de la Molle de Vauvert, Vedesi tuttavia che alcuni servi di Dio
del castello di Saint-Pere di Launay dio- hanno usato alle volte questa maniera di

cesi di Rennes, già direttore del piccolo profezia ; imperocché si può distinguere
seminario di Rennes e parroco, poi cano- in questo , ciò che gli uomini dabbene

nico della cattedrale, encomiandolo per fanno per


in certe occasioni straordinarie

gravità, prudenza, dottrina, probità e in- bontà e nella prov-


la sola fiducia nella

tegrità, ed istruitissimo nelle funzioni ec- videnza di Dio, da ciò che altri facevano
clesiastiche.Ogni nuovo vescovo è tassa- per mestiere o per spirilo di curiosità, o
to ne'libri dellacamera apostolica in fio- per guadagnar denaro, mettendovi delle
rini 370, ascendendo le rendite a i5,ooo pratiche superstiziose. Il i.° concilio fu
franchi: prima godeva 24,000 lire. La celebrato in Vannes neU'8i8 per la fon-
diocesi si estende per circa 3o leghe iti dazione dell'abbazia di s. Salvatore di Re-
lunghezza e 20 in larghezza, contenendo don. Il 3.° si adunò nell'846, da Nomeo-
più città e luoghi, poiché comprende il ne principe de'bretoni. 11 4«° fu celebra-
dipartimento del Morbihan. to neH'848.11 5.° concilio ebbe luogo nel
Concilii di Vannes. io4o sopra la disciplina ecclesiastica. Il

11 i.°fu tenuto e presieduto da s. Per- 6.° concilio di Vannes o di Tours fu te^


petuo arcivescovo di Tours nel 465 per nulo nel 1 455 per la traslazione di s. Vin-
l'elezione e ordinazione deli.°vescovo di cenzo Ferreri, in quell'anno solennemen-
Vannes che si conosca, cioè secondo alcu- te canonizzato da Calisto III, a cui avea
ni di s. Liberato, e al dire d'altri di s. Pa- predetto il pontificato. Regia, l. 21 e 25.
terno o Paderno, seu Pater vulgo dictus Labbé, t. 4> 7 e 9. Arduino, t. 2, 4 e 6-
de s. Poix. L'arcivescovo con 5 vescovi, VANNES (s.). Congregazione dell'or-
compreso quello di Vannes, vi fecero 16 dine di s. Benedetto. Le congrega zioui
canoni sulla disciplina ecclesiastica, mol- benedettine esenti di Fiandra e di Fi an-
ti de'quali sono eguali a quelli del conci- cia, inclusi vamente a quella di s. Vedaslo
lio diTours del 461. Ui.°ordina di se- d'Arras, di cui tratta il p. Helyot, Storia
parar dalla comunione gli omicidi e i fal- degli ordini monastici, t. 6, cap. 33, es-
si testimoni, finché abbiano fatta peni- sendo state formate da alcuni monasteri,
tenza. Il 2. separa dalla comunione quel- piuttosto per sottrarsi dalla giurisdizione
li che ripudiando le mogli come adultere, de' vescovi, che per riformare i costumi
V A N VAN i33
conotti della maggior parte dell'ordine nei o Vanne, morto nel 52 5. Madalveo
Brucete t ti no conie osserva lo slesso p. He-
t
vescovo della stessa città nel y53 fu il i.°
lyot, non potevano certamente restituire abbate di s. Vannes, e trovasi che prima
a quest'ordine suo antico lustro; poiché
il di luiAngelberto arcidiacono di Verdun
non facevano queste tali istituzioni per era preposto di s. Vannes nel 701. 1 pri-
desiderio di acquistare una maggior per- mi vescovi di Vetduu considerarono il
fezione; ma piuttosto perchè loro non fos- monastero di s. Vannes come un luogo
se rotto il corso d'una vita libera, e op- privilegiato, ed ivi scelseroordinariamen-
posta allo spirito dei loro stato; e per que- te la loro sepoltura. Vi posero de'chieri-
sto il cardinal Carlo di Lorena legato del ci, che vivevano secondo la forma aposto-
Papa ne'vescovati di Metz, Toul e Ver- lica prescritta negli Atti Apostolici. Non
dun,essendosi inutilmente adoperato per fu che alla metà del secolo X che v' in-

riformare monasteri di questi paesi, giu-


i trodussero l'ordine monastico. Berenga-
dicando il male incapace di rimedio, se- rio vescovo di Verdun, vi collocò de'be-
colarizzò I' abbazie di Gorze e di s. Marti- nedettini nel 952. Quest'abbazia situata
no di Metz, eie priorie della Madonna nella cittadella di Verdun, divenne cele-
di Nancy, di Salone, di Varangeville e di bre pel merito de'molli suoi abbati che
s. Nicola, le di cui rendite fece applicare vi fiorirono, e per la riforma di cui va-
alla chiesa primaziale di Nancy, ed ezian- do a ragionare. Dopo qualche tempo dac-
dio propose a Papa Clemente Vili d'in- ché Desiderio soggiornava presso l'abba-
teramente sopprimere l'ordine benedetti- zia di s Vannes, risolvette di farsi frate
no nelle provinciedella sua legazione. Ma converso nella medesima, non avendo al-
quando era pitiche mai disperata la ri- cuna tintura nelle scienze. Ne parlò egli al
forma, Iddio fece sorgere un uomo san- suo zio materno Bonecart, luogotenente
to, che fu il riformatore della monastica generale della città, e per suo mezzo ot-
disciplina in Francia e in Lorena e fece , tenne dal vescovo, ancor lui suo congiun-

rivivere Io spirito di-s. Benedetto, di cui to, ed abbate di s. Vannes, per essere sta-
egli professava la regola. Fu questi d. De- la unita la mensa abbaziale al vescovato
siderio de la Cour, il quale nacque in Mon- di Verdun, d'esser ricevuto non solo tra'
zeville, 3 leghe distante da Verdun, nel religiosi dell'abbazia, ma ancora di ve-
i 55o , da genitori delle prime famiglie nire annoverato tra'monaci da coro. La
della provincia, ma il patrimonio loro non comunità monastica mostrò di tal cosa
corrispondeva alla nobiltà di loro stirpe, molto dispiacere, querelandosi del torto
essendo stati spogliati de'beni di fortuna che facevasi ad un sì celebre monastero
nella guerra, onde si videro costretti a la- coli' ammettervi un ignorante, allevato

vorare le loro terre per mantenersi. De- continuamente alla campagna; usando
siderio di 1 7 anni fu mandato a Verdun, nondimeno il vescovo di sua autorità gli

ove per divina disposizione venne allog- convenne dargli l'abito. Subito venne
giato vicino all'abbazia di s. Vannes. Non quindi maltrattato aspramente; ma la sua
si conosce il tempo e gli autori della fon- pazienza e mansuetudine gli guadagnaro-
dazione dell' abbazia benedettina di s. no finalmente l'affetto d'alcuni religiosi del

Vannes, S. Vitonus, situata in Verdun monastero, i quali si presero la cura d'in-


nella Lorena: si sa solamente che la segnargli i primi elementi della gramma-
chiesa esisteva fiuo dal V secolo fuori del- tica. Vi si applicò egli cou molta assidui-
le mura della città, sotto l' invocazione tà, e superate le prime difficoltà, mostrò
de'ss. Pietro e Paolo. Prese io seguito per tal capacità per le lettere, che per dargli
patrono s. V'itone (V.)o Vitono vescovo maggior comodo d' avanzarsi in questo
di Verdun, detto in francese Saint- Van- studio,fu mandalo all'università diPout-à-
i34 VAN VAN
Mousson, accio potesse meglio istruirsi. guari, che s'accorse della furberia de'suoi
Fece quivi il suo corso di filosofia eleo- corrcligiosi, poiché invece di trovarvi le

logia, e passò maestro delle arti. Sul co- lettere di cambio, che gli aveano promes-
minciar dello studio della teologia, che fu so, si vide da loro iniquamente abbando-
nel 1 58 1
, ricevette l'ordine del sacerdo- nato laonde fu costretto a ripassare in
,

zio, essendo in età di 3o anni, e compiu- Lorena. Tornalo che fu alla sua abbazia,
to lo studio di teologia fece alcuni sermo- ebbe qualche pensiero di mutare ordine,
ni, quali manifestarono il talento ch'e-
i siccome quello di Benedetto più non
s.

gli avea per la predicazione, nella quale conservasse in Francia il primiero suo
sarebbe eglia meraviglia riuscito, se le sue spirilo; si consigliò in questo particolare
occupazioni gli avessero permesso di ap- con delle persone pie, le quali gli persua-
plicarvisi. Ritornò al suo monastero ri- sero di perseverare nel suo stato, e di vi-

solutissimo d'ossei vare esattamente la re- vere in esso più regolatamente che pote-
gola, che avea professata; ma se gli para- va. Abbracciò egli questo consiglio, e per
rono avanti grandi ostacoli per parte de' mettere in pace la sua coscienza si portò
religiosi, che non potevano soffrire tale dal priore, e gittata a' suoi piedi quella
distinzione. Non sapeva contenersi dal poca quantità di denaro che avea, lo pre-
rappresentare loro l' obbligo che ad essi gò a disporne, egualmente de'suoi mobili
correva di menar vita più conforme al e de'suoi libri, e gli propose di volere ri •

loro istituto. Simigliami discorsi invece tirarsi in un eremo per menar quivi la

di piegare il loro spirito, gli rendevano i vita degli antichi solitari. Ne ottenne fa-
monaci a lui avversi ; quindi per disfarsi cilmente la licenza, ed il priore gli asse-

di lui , come d' un censore molesto ,


gli gnò per luogo del suo ritiro V eremo di
persuasero di ritornare a Pont-à-Mous- s. Cristoforo, dipendente dal monastero
son peracquistare maggior perfezione nel- di s. Vannes, e distante 4 leghe da Ver-
lo studio della teologia, ed impararvi la dun. Dimorò egli io mesi in questa so-
lingua greca ed ebraica, il che egli di buo- litudine non nutrendosi che di pane e
,

na voglia accettò, come cosa per lui a gran acqua, ed avrebbe perseveralo in quella
segno vantaggiosa, e favorevole alla gra i sorle di vita fino alla morte, se Dio, che
passione che avea contralto per le scien- l'avea eletto per riformare il suo ordine,
ze. Dopo aver per alcuui anni dimorato non disponeva diversamente. Le guerre
in quest'università ritornò a s. Vannes, accese in Francia dall' eresia degli ugo-
ma non trovò alcun cambiamento ne'co- notti calvinisti imperversando, I' obbli-
stumi de'religiosi,i quali non potendo tol- garono ad uscire dalla sua solitudine per
lerare l'esemplare vita del p. d. Desiderio, non divenire il bersaglio degl'insulti de'
e temendo la riforma del loro monaste- furiosi soldati. Uscito dal suo eremo en-

ro, avendoli il vescovo abbate sovente trò tra'minimi, quali con sommo giu-
i

avvisati di mutar costume, risolvettero bilo lo ricevettero, e lo vestirono dell'a-


d' allontanare chi poteva contribuire a bito dell' ordine loro. Ma conservando
questa riforma. Finsero quindi di volerla sempre un ardente affetto verso quello
jibbracciare, ed indussero il p. d. Deside- di s. Benedetto, dopo qualche tempo uscì
rio a portarsi a R.oma, acciò procurasse la dal convento de' minimi, e rientrò in s.
disunione della mènsa abbazialedis, Van- Vannes più che mai risoluto di promuo-
nes da quella del vescovo di Verdun, alla vere la riforma del suo ordine, della qua-
quale era stala unita, facendogli credere, le finalmente, come bramava, venne a ca-
che questa era la maniera di conseguire po. Il vescovato di Verdun, al quale era
la riforma. Partì egli dunque da Verdun sempre unita la mensa abbaziale di s.
neli587, ma giunto in Roma non andò Vannes, essendo stato conferito al pria-
VAN VAN i35
cipe Eriksone o Enrico ili Lorenn, que- del vescovo, mandando 18 di questi anti-
sto prelato si trovò sì ben disposto, che chi religiosi a Moyen Moutiers in Vosge,
il p. il. Desiderio non ebbe molto ad af- ch'era parimente soggetlo alla giurisdi-
faticarsi per farlo risolvere ad intrapren- zione di questo principe non meno che s.
dere la riforma del suo monastero. Que- Vannes. L'abbazia di Moyen- Moni iers,
ste disposizioni del nuovo vescovo di Ver- Medianum Monasteri'um , era un'abba-

dun aprirono le prime vie alla generale zia benedettina della Lorena, fondata ver-
riforma, e la volontaria rinunzia del prio- so il 6j 1 da s. Idulfo (V.) abbate e gii»
re di s. Vanne», per cui fu nello slesso arcivescovo di Tre veri. Ritiratosi dalla
tempo in sua vece eletto il p. d. Deside- stia sede in questo luogo del monte di
rio de la Cour, finì di facilitare il riusci- Vosge, che separa la Lorena dall' Alsa-
mento. Nel i5g6 il nuovo priore prese il zia, sebbene allora coperto di boschi e a-

governo di questo monastero, e non aven- bitato da ogni sorte di bestie, credendo
dolo accettato, che per le replicale istan- di ri veni sconosciuto, la fama di sua pie-
ze del vescovo, si credette di potere per tà vi attirò imitatori alle sue viriti ,
pe*
giustizia da lui esigere che 1' assistesse quali egli dovette edificare monastero, il

nell'esercizio di quel ministero, che per e gli die il detto nome significante che sor-
suo ordine si addossava. Risoluto d'intro- geva mezzo a 4 altri. Aumentandosi
in

durre la regolare osservanza in questo il numero di que'che volevano viveresot-


monastero, malgrado le opposizioni de' to la sua direzione, s. Idulfo fu costretto
religiosi, fu il vescovo obbligalo a secon- fabbricare diverse celle o piccoli mona-
dare i suoi desiderii; non gli concedette steri ne'dintorni. Quel potere ch'egli eb-
però lutto in una volta quanto egli do- be su questi, l'esercitarono pure succes- i

mandava. Il vescovo propose l' all'are al sori suoi. Dissodate quelle terre e resi a-
suo consiglio, il quale deliberò soltanto bitabili que'luoghi deserti, altri vi si sta-
una mitigazione, la quale impedisse so- bilirono a poco a poco, onde que'piceoli
lamente, che religiosi non violassero a-
i monasteri sottoposti al grande vennero
pertamente loro voli, senza proibir lo-
i trasmutati in parrocchie,! lorooratorii itt

ro né giuochi, né divertimenti ordinari. chiese parrocchiali, sotto la piena giuris-


Ben presto però si conobbe la poca sa- dizione dell'abbate di Moyen-Moutiers,
viezza di questo consiglio, che ricopriva sì sul clero e sì sul popolo. S. Idulfo die
di confusione coloro che n'erano i prin- a'suoi monaci la regola di 9. Benedetto e
non impediva loscau-
cipali autori, poiché di s. Colombano ed > in seguito essi ab-
dalo, che cagionava una libertà sì contra- bracciarono la sola di s. Benedetto. Però
ria allo stato religioso; il che obbligò fi- nell'896 Zuenteboldo, figlio del re Ar-
nalmente il vescovo ad aderite all'istan- noldo, die quest' abbazia in beneficio al
ze del p. d. Desiderio, che proponeva d'in- conte Ilino, che ne cacciò l'abbate e i mo-
traprendere il ristabilimento della stret- ebbe mol-
naci, e vi pose cle'cauonici. Ilino
ta osservanza della regola di s. Benedet- ti successori che vennero chiamati abba-

to, vestendo de'giovani di buona indole, ti conti. L' ultimo, nominato Gisilberto,

quale egli stesso procurerebbe di acco- volendo ristabilire 1' ordine monastico a
stumare agli esercizi della riforma, sen- Moyen -Mouliers, verso il 939 vi pose per
za fare caso alcuno degli antichi religio- abbateAdalberto monaco di Gorze,il qua-
si, la maggior parte de'quali era incapa- le molto dopo adoperossi per far fiorire

ce di ridursi ad una vita regolare; ed ac- di nuovo la regola benedettina in quella


ciò eglino non s'opponessero a'suoi dise- casa, e di veuue rinomatissima e fra le più
gni, ottenne un breve da Clemente Vili illustri abbazie dell'ordine di s. Benedet-
verso il 1 598, che esegui col consenso to, non che unita a quella di s. Vannes.
j36 VAN VAN
Dopo avervi il p. ti. Desiderio mandato i l 'erezione della Congregazione di s. Van~
suddetti monaci, ricevè nello stesso tem- nes e di s. Idulfo, titolari e patroni d'am-
po 4 giovani, i quali finito l'anno del no- bo i monasteri. Fu deputato p. Rozet il

viziato, fecero i loro voli nelle sue mani per andare a Roma a domandarne la con-
a'3o gennaio 1600, dopo avere rinnova- ferma a Papa Clemente Vili. Il vescovo
ta egli stesso la sua professione avanti il di Verdun procurò per mezzo de'suoi a-
vescovo, appositamente intervenuto alla mici d' ottener le bolle necessarie, ed il

ccrcmouia di questi nuovi professi, I* e- Papa a istanza di molti cardinali, princi-


sempio de'quali ne trasse ben presto mol- palmente del gran cardinal Baronio, eres-
ti altri ,
per cui V abbazia di s. Vannes se questi due monasteri in congregazio-
si vide in poco tempo ripiena d'eccellen- ni dell'ordine di s. Benedetto, sul model-
ti uomini, da fervoroso e zelante
tutti lo di quella di Monte Cassino e di s. Giu-
spirito animati. Ciò cagionava in loro una stina di Padova, e dichiarò partecipi tut-
santa emulazione, gli uni procurando di ti monasteri, che si aggregassero a quel-
i

superare gli altri nella pratica delle vir- li di s. Vannes e di s. Idulfo, de'privile-
tù, e particolarmente nell'esercizio della gi, grazie,indulgenze e immunità, libertà,
carità. L' astinenza, i digiuni, le vigilie, favori e indulti accordati per 1' addietro
Ja continua orazione, le sante lezioni, il alla congregazione di Monte Cassino, co-
lavoro manuale ed il silenzio erano sì me si legge nella bolla Quantum ex Mo-
bene ristabiliti iu s. Vannes, ch'era la me- emauata da Cle-
nasteriis pie institutis^
raviglia di lutti, e ciascuno commendava mente Vili a'7 aprile 6o4, Bull. Rom. 1

la pietà e lo zelo del riformatore; il quale t. 5 par. 3, p. 4o. Anzi avendone ab-
,

non contento d'aver soffocata nel suo bracciata la riforma diversi monasteri di
monastero la rea semenza degli sregolali monache benedettine, lo slesso Clemen-
costumi degli antichi monaci , credette te Vili col breve estro Nomine Nobis, V
per seppellirne sotto alta oblivione la me- de'4 febbraio 160 5 } Bull, cit., p. 106 :

moria, di dovere eziandio cambiar l'abi- Monasteria omnia Monialium ordirne


to, facendolo tagliare sul modello veuuto s. Benedirti in par tibus Prussiae Polo» t

da Monte Cassino (V.)> nel quale crede- niae et Lituaniae exis lentia , locorum
va, che più d'ogni altro si conservasse la ordinariis subiiciuntur, curii privilegio-
figura dell'abito di s. Benedetto, oveavea rum 3 ac indulgenti arum concessione. Il

promulgata la regola meditala a Subia- 1



capitolo generale fu tenuto in s. Van-
co (V.). Quindi essendo perfettamente
%
nes nel luglio 1604, nel quale il p. d. De-
stabilita la regolare osservanza in s. Van- siderio de la Cour fu eletto presidente sì

nes, il vescovo di Verdun gli propose la dal capitolo, che dal governo, e priore di
riforma dell'altra sua abbazia di Moyen- s. Vannes, il p. Rozet visitatore, e il p. d.
Mouliers in Vosge, sotto l'invocazione di Claudio Francesco priore di s. Idulfo. Ma
s. Idulfo. Vi mandò il p. d. Desiderio nel perchè i superiori della congregazione
1601 molti de'suoi religiosi sotto la con- non erano abbati come quelli della con-
dotta del p. d. Claudio Fraucesco, che per gregazione di Monte Cassino, il p. Rozet
a
Y affetto da lui nudrito per la regolare fu per la 2. volta mandato a Roma sul
osservanza, come ancora per l'altre bel- cominciar del pontificato di Paolo V, per
le doti di andava fornito
cui , fu giudi- ottenere la conferma di quanto avea il
cato capacissimo di mandar ad elfetlo una suo predecessore conceduto, e domanda-
somigliante impresa, come infilili la con- re al Papa , che i superiori e i visitatori
dusse felicementea iìne.L'alleanza, stret- avessero la slessa autorità degli abbati
ta poscia tra queste due abbazie, che fu- della congregazione di Monte Cassino, la
rono le prime riformale,, diede luogo al quale avea servito d'esempio a quella di
VA N V A N i3 7

s.Vannes. Paolo V
esaudì la domanda pione, altro vescovo di Limoges, il quale
con breve de*23 luglio i6o5, il che obbli- vi posei monaci benedettini. La regolare
gò il p. Rozèt ad andare a Monte Cassino osservanza vi si mantenne finché l'abba-
per istruirsi perfettamente nella manie- zia cadendo in con) menda, le sue entrale
ra di stabilir la regola , come per infor- furono dissipate dalla poca economia de-
marsi ancora de'diritti e de'privilegi go- gli abbati. Vi s'introdusse il rilassamen-

duti dagli abbati dell' ordine. Mentre il to, ed era in deplorabile slato quando Gio-

p. Rozet sì utilmente operava in Italia, vanni Regnault ultimo abbate commen-


il suddetto cardinal di Lorena, vedendo datario la soggettò alla congregazione di
che allora poteva più facilmente effettua- s. Vannes, seguendo la stretta osservan-
re il concepito disegno di ristabilire la re- za della regola di s. Benedetto. Ad essa
golare disciplina in tutti i monasteri si- si sottoposero molte altre abbazie, e il p.
tuati nelle terre di sua legazione, ottenne d. Desiderio deCour e gli altri supe-
la

daPaoloV un breve a'2 7 settembre i6o5, riori di s. Vannes vi mandarono de'reli-


per aver facoltà d'unire tutti i monaste- giosi,a'quali felicemente riuscì di stabilire
ri dell'ordine benedettino alla riforma di la riforma. Ma le difficoltà da essi incon-
s. Vannes. Cominciò egli dalla sua abba- tratene! riunire sotto una medesima con-
zia di s. Michele nella Lorena, della qua- gregazione quest'abbazie, ed altre più lon-
le molti altri monasteri di Lorena e de' tane, che parimente domandavano la ri-

contorni seguirono l'esempio; per cui nel forma, li fece risolvere a formarne due
breve giro di pochi anni quasi 4o mona- differenti, una delle quali in Francia, cui
steri unirono a questa congregazione,
s' i monasteri già riformali servirebbero di
de'quali principali furono s. Mansueto
i fondamento. Fu questo progetto appro-
e Aspro di Toul, s. Nicola distante due
s. vato dal capitolo generale tenuto in s.

leghe da Nancy, s. Arnoldo, s. Clemente, Mansueto di Toul nel maggioi6i8.Que'


s. Sinforiano e s. Vincenzo a Metz, e s. di s. Vannes permisero fin d'allora a'mo-
Pietro di Luxeuil. Finalmente dopo che naci da loro mandati in Francia, di for-
il p. d. Desiderio si fu grandemente af- mare un nuovo corpo di congregazione
faticato nel dilatar la riforma, volle Dio composto da' monasteri ne'quali aveano
coronar le sue fatiche con una morte pre- introdotto la riforma, e da quelli che in
ziosa, alla quale si preparò egli per un an- prò; l'abbi :bbero: pei
no intero con una vita fervorosissima, a tenere in ambedue le congregazioni unio-
capo del quale morì nel monastero di s. ne e amicizia inviolabile, stesero un alto
Vannes a'i4 novembre 1623 di 72 an- con cui gli uni e gli altri promisero la
ni. Molte altre case benedettine di Fran- partecipazione nell'orazioni e nell'altre
cia, massime de' Cliiniacensi^J'.), congre- opere buone, come dipoi sempre si pra-
gazione considerata la più antica del rea- ticò. Papa Gregorio XV la confermò
E
me, desideravano anch'esse d'abbraccia- e altrettanto fece Urbano Vili. Questa
re la riforma; ma gli sconvolgimenti del- congregazione fu conosciuta sotto il nome
le guerre rendendo troppo difficile I' u- dis. Mauro (V.); ed a 'calcoli che riportai

nirsi fra loro, si stabilì una riforma sul- col Novaes in tale articolo, qui aggiungo,
lo stesso metodo. Essa cominciò nell'ab- altri dicono che comprese 180 tra abba-
bazia di s. Agostino di Limoges nel 161 3, zie e priorati, venendo governata da un
la quale era stata fondata verso il 042 particolare presidente generale residente
da s. Ruricio il Giovane vescovo di Li- a s. Germano des Prez o Prati in Parigi,
moges, e vi pose canonici regolari; ma a- ove peli." si stabilì la riforma e si dila-
vendo danesi distrutto interamente il
i tò per le provmcie. Fra le principali ab-
mouastero, fu ristabilito nel 934 da Tur- bazie che seguirono questa riforma, sono
i38 VAN VAN
b nominarsi, oltre quella di Germano,
s. gnificenza, duca
di Lorena Leopoldo I
il

lineile di s. Dionigi, Fecamp, Vendòrne procurò che Papa Clemente XI erigesse


ve. Strettissima fu sempre l'unione Ira la il monastero in abbazia solfo il titolo di

congregazione eli s.Mauro, e quella di s. s. Leopoldo. L'a bbale ch'era regolare, non

Vannes e di s. Idulfo, e le loro costitu- durava nel suo governo che 5 anni, ma
zioni, tranne poche cose, erano conformi. quelli che erano stati abbati succedevano

La congregazione di s. Mauro riconohbe agli abbati perpetui negli altri monasteri,

l'origine e per madre l'altra in discorso; quando morivano. Il capitolo generale


e fra tutte lecongregazioni dell'ordine be- della congregazione di s. Vannes e di s.

nedettino non ve n'ebbe alcuna più illu- Idulfo adunavasi ogni anno per eleggere
stre, più feconda d'uomini dotti, e che ab- il presidente, la cui autorità terminava al

bia prestalo più rilevanti servigi alla Chie- finir dell'anno, così i 3 visitatori eletti nel-
sa di quella di s. Mauro in Francia. Nel- lo stesso capitolo. Gli abbati e priori ti-

le loro sapientissime scuole si formarono tolari aveano il regime della comunità,

i tanti celebri scrittori che produsse la solamente quando era loro dato dal ca-
congregazione, i quali pubblicarono tan- pitolo generale; ma essi godevano nel luo-

teopere classiche con dottissimi lavori. I go de'loro benefizi de'diritti onorifici; oc-

monaci di questa congregazione vestirono cupavano il primo posto avanti i priori


come i riformati di Clunyo Clugny (f.), claustrali, ed avevano una casa separata
ove riparlai della congregazione, tonaca da quella della comunità. I religiosi di que-
e scapolare nero, oltre la cocolla in coro sta congregazione , oltre alla regola d s. i

e incedendo per la città, però meno am- Benedetto, aveano altresì degli slatu li par-
pia di quella de'monaci cassinesi e di s. ticola ri; mangiavano sempre di magro,
Vannes. Ammise la congregazione di s. tranne ilcaso di malattia. Facevano voto
Mauro frati conversi, vestiti della stessa di stabilità, non per una casa in partico-

maniera, e commessi che ritennero


frali lare, ma nella congregazione; quindi pote-
l'abito secolare. Avea per stemma una Co- vano cambiate di casa a volontà del ca-
rona di spine, nel cui mezzo era il mollo pitolo generale o de' superiori. Gli studi
Pax , sormontata da un giglio e sotto , fiorivano in questa congregazione, e pro-
con 3 chiodi della Passione di Gesù Cri- dusse un gran numero di dotti molto il-

sto. Il p. Helyot citato, t. 6, nel cap. 3y lustri. Era composta lacongregazione di


tratta De Benedettini riformati della
: 5o monasteri, situati parte nella Lorena,
congregazione di s. Mauro in Francia. parte in Francia, in Alsazia e nella Fran-
Inoltre nel 1621 si operò Uà Cliiniacen- ca Contea; Novaes vi aggiunge la pro-
il

si altra riforma, la quale poi si divise da vincia di Sciampagna. Benché la congre-


quella di s. Mauro, ed unì all'altra di s. gazione fosse stata eretta sul modello di
Vannes e di s. Idulfo, e poscia se ne di- quella di Monte Cassino, eravi ciò non o-
slaccò formandola separata congregazio- stante qualche differenza tra l'ima e l'al-
ne de' Cliiniacensi della stretta osser- tra in (filanto a'benefìzi; in questa, in vir-

vanza. Nella congregazione di s. Vannes tù del privilegio accordato dal Papa Eu-
e di s. Idulfo eranvi dell'abbazie, le quali genio IV, I' abbazie e priorati erano an-
non essendo commende venivano gover- nuali a disposizione del capitolo generale;
nate da abbati regolari, come quelle di e nell'altra questi benefizi erano espressa-
Moyen-Mouliers, s. Michele, di Senone, mente conservati in titolo perpetuo, come
Munsler,s. Avoldo, Longueville e alcune prima, e alla disposizione della s. Sede. I

altre. La chiesa del monastero di s. Cro- religiosi vestivano nella stessa maniera
ce di Nancy essendo siala fabbricala ver- de'cassinesi,ed aveano per arme mia Co-
so il fine del secolo XVII con molta ma* rona di spine, nel mezzo della quale era il
V AR VAR i3 9
motto Pax, sormontata ila 3 Lagrime e Tuttora il vescovo latino è suffraganeo
da un Cuore nella sua punta ardente. Ma dell'arcivescovo di Colocza. Riguardante
la benemerita congregazione di s. Van- i due vescovati VI e-
latino e greco, Pio
nese di s. Idulfo, come quella di s. Mau- manò la bolla Ingeniosa personarum re-
ro e altre, rimase estinta in conseguenza gia potestale, de* io agosto 1780, Bull.
della rivoluzione francese nel declinar del Rom. cont. t. 6, p. 23o: Reintegralo E-
secolo passato. Trattano di essa, il p. He- j)i scopa t us Varadiensisfit applicano bo-

lyot, cap. 35: De'Benedettini Riformali norum prò mensa episcopali cum suif
della congregazione di s. Vannes edis. prh'ilegiis, et exemptionibus Quanto
. al

Idulfo, con la vita del p. d. Desiderio vescovato latino, già fiorentissirno, si di-
de la Cour loro riformatore. Umberto ce avere P imperatore Leopoldo I resti-
Belhomme abbate Moyen-Moutiers , di tuito i suoi limiti, alterati dalle guerre e
Ilistoria Mediani in monte F esago mo- dall'eretica pravità; quindi il suo figlio

nasterii ordinis Benedicti ex congre-


s. Carlo VI nel 1733 avere reintegrato la
gatone ss. Viton etllidulphi ) Argento- mensa vescovile di sue rendite. Pio Vl£
iati 1724. colla bolla Imposi ta humilitati Nostrae %
VARADATO (s.). V. B ak adato (s.). de'3 luglio 1823, Bull, cit., t.i5, p. 61 5:

VARADINO (Faradien). Città con Dismembratio ar ch'idiaconatus Szath-


residenza vescovile d'Ungheria, nel comi- mariensi a dioecesi fllunkacsiensi grae-
tato di Binar, marca del suo nome, a 1 ci ritus, ejusque unio dioecesi Faradien'
leghe e mezza da Debreczin. E altresì si latini ritus. Tra gli antichi vescovi la-

chiamata Gross TVardein, ed in italia- tini ricorderò il cardinal Demetrio (F.)

no Gran F'aradino(F.), Magno Fara- per ben 20 anni insigne per ingegno e
,

dinum. Nel citato articolo parlai della cit- dottrina, secondo il Giornale di Roma
tà e due vescovi cattolici che vi fanno re- del i854 a p. 1076; ma il Cardella e il
sidenza, uno di rito latino, l'altro di rito Novaes non dicono di Varadino, ma di
greco unito: aggiungerò alcune altre po- Giavarino. Giovanni arcivescovo di Stri-
che nozioni, alcune delle quali indispen- gonia e vescovo di Varadino, perito nel
sabili. Dicono 1' ultime due proposizioni 1 444 «ella funesta battaglia di Vania,
concistoriali, per la provvisione di delti combattuta contro Turchia, nella (piale
due vescovi: Magno Faradini civitas ad portava il reale stendardo di s. Ladislao \.
limi tes Transilvaniae in Hungaria in- Neli534 fu vescovo di Varadino il famo-

feriori sita 3 in plano loca a Crysio in so cardinal Giorgio Martinusio (F.) leg-
duas partes divisas in suo uiiius fere , gente d' Ungheria e di Transilvania. Nel-
milliarii ambila termille circi ter conti- le Notizie di Roma sono riportati i se-
net dornos, atque ab ultra septem mil- guenti vescovi di Varadino o Gran Va-
libus et (juingentis inhabitatur christifi- dino» come sono cumulativamente chia-
delibus. Nelle guerre tra la Turchia e mati, di rito latino. Nel 1734 Giovanni
V Ungheria, la città e il territorio ne ri* Okolicsnay di Strigonia. Nel 1737 Ni-
sentirono i tristi effetti; presa da' turchi colò Czaki di Strigonia. Nel 1747 Paolo
neli66o,poi la ricuperarono gl'imperia- Stefano Forgach di Cseitha arcidiocesidi
li. Riferisce il Giornale di Roma del giu- Strigonia. Neh 760 Adamo Patchich di
gno 1857 a
P- ^28, avere ordinato nel Zajesda diocesi di Varadino. Vacata la se-

precedente mese l'imperatore Francesco de nel 1776 fu provveduta nel 1781 con
Giuseppe I, che si abbandonino le citta- Ladislao di Kollonitz di Vienna, traslato
delle di Gran Varadino e di Szeghedino, da Transilvania. Nel 1 788 Francesco Sa-
non che il raggio fortificatorio , sul cui verio Kalatajdi Ofalù arcidiocesi di Stri-
fondo era finora proibito erigere edifìzi. gonia. Nel 1800 Nicola Condè de Poka
i4o V A R V A R
Telek di Szesdaheiy arcidiocesi di Stri- VARALLO. r. Veralli.
gonia, trasferito dalle sedi unite di Bel- VARDA o VARDAIO Stefano, Car-
grado e Semendria. Noi i8o3 Francesco dinale. Nato in Ungheria di miserabili
Miklosi di Csakaur diocesi d' Al barcate, genitori, applicatosi con fervore non me-
già vescovo di Titopoli inpartibus. Do- no allo studio delle lettere, che a quello
po notabile sede vacante nel 1822 Giu- dell'arte militare, vi fece tali avanza-
seppe Vurum di Tyrnàw arcidiocesi di menti che, pieno d'amor patrio e di zelo
Slrigouia. Nel 1827 per sua traslazione a religioso, imbrandì le armi e con suc-
Nitria, Leone XII gli die in successore cesso polè col suo valore difendere con- i

Francesco Laicsakdi Schernnitz arcidio- fini dell'Ungheria dalle scorrerie de' tur-
cesi di Strigonia, trasferito da Rosnavia. chi. Divenuto quindi dottore in jus cano-
Perdi lui dimissione spontanea, Gregorio nico e preposto della chiesa d' Agria, ot-
XVI nel i843 gli sostituì mg/Ladislao li tenne l'arcivescovato di Colocza, e ad i-

bero barone di Bemer,diSzabolesarcidio stanza di Luigi XI re di Francia, Paolo


cesid'Erlau o Agria e canonico di quella Il nel 4^4 o a' 18 settembre 1 4^*7 '° creo
1

metropolitana. A vendo rinunziato la sede, cardinale prete de'ss. Nereo ed Achilleo.


il regnante Pio IX nel concistoro de' 17 L'autore della Porpora Pannonica, a p.
febbraio 1 85 1 preconizzò t'attuale vesco- 20, scrive che fu promosso al cardinala-
vo nig. 'Francesco Szaniszlò di Sabaria,già to ad istanza di Mattia re d'Ungheria, il
professore di teologia nel liceo di Pest e qualespedìataleeffettoinRoraasuo am-
rettore di quel seminario, consigliere re- basciatore Marco vescovo di Tinia, e con-
gio, encomiandolo per pietà , prudenza, futa l'asserzione in favore del re diFran
dottrina, per morale e qual versato nelle eia. Finì i suoi giorni in Ungheria nel
cose ecclesiastiche. Questo prelato a' 19 1 47 1 , come apparisce da'registri Vatica-
novembre 18^7, come riporta a p. 1084 ni, o neli473 al riferire di Aubery e di
il Giornale di Roma ,benedì solennemen- Ciacconio. Lodato per lo zelo col quale
te la locomotiva del treno della ferrovia governò con gran vantaggio dell'anime
del Tibisco, la quale fu aperta in detto la sua arcUioeesi.
giorno da Debreczin a Szolnok, avendo VARMIA. V. Warmia.
onorata la festa di sua presenza l'arcidu- VARNA, Varnae. Sede vescovile del-
a
ca Alberto governatore generale dell'Un- laMesia 2. oinferiore,situata al confluen-
gheria, e nel dì seguente fece una gita d'i- te del fiume Zyra, nel mar Nero, sotto la

spezione sul ramo laterale della ferrovia metropoli di Marcianopoli, innalzata alla
di Gran Varadino. Quanto al vescovo di dignità metropolitica nel XI V secolo. Si
Varadino di rito greco, narrai nel voi. conoscono 3 seguenti arcivescovi. Me-
i

LXXIX, p. 109 e seg., che il Papa Pio todio, metropolita Varnae, si sottoscris-
IX nel 1 853 con istituire la provincia ec- se nel 347 alla sentenza che depose Gio-
1

clesiastica di Fogarasdi rito greco-catto- vanni Caleca patriarca di Costantinopoli.


lieo pe'valacchi di Tran sii vania, tra' suf- Acacio,che nell'epistola salutatoria a Teo-
fragatici di quell'arcivescovo vi comprese dosio Zigomala prolonotario della magna
il vescovo di Varadino dello stesso rito, chiesa di Costantinopoli, si sottoscrisse
sottraendolo dalla soggezione del metro- kumilis Vamae metropolita. Callinico,
politano di Strigoniajeche il cardinal Via- metropolita Farnae^edeva nel 1 72 Le
i .

le Pietà nella metropolitana di Foga ras Quien, Oriens christiaivis, 1. 1 , p. 1 1^0.


consagraudo due de' vescovi della nuova 1 geografi molto sono discrepanti se l'o-
provincia, ebbe per uno degli assistenti dierna Varna sia succeduta all' antica.
mg.' Frdely tuttora vescovo di Varadi- L'attuale Varna, scrivono moderni geo-
i

110 di rito greco. grafi, è una città e porto della Turchia


V A R V A H i4t
europea in Bulgaria, sangiaccato, distante scovile della metropolitana di Marciano
26 leghe da 7 da Sciunila, sul
Silistria e 1 poli, curii por tu in ora Ponti Euxini^ e la

mar Nero. Giacenord della foce del al dice olirn Dionysiopolispadelli metropo-
Pravadi, che un po' prima forma il lago li* cumTibcriopoli, licet urbs dislinclac

paludoso di Devna. La rada in fondo al- sint. Poi dichiara che altra Varna, urbs
la quale siede, aperta a'venti di levante eulta curii por tu in ora Ponti Euxini,è
e scirocco , viene considerata incomoda, quella della famosa battaglia del 444- È 1

ma siccome è riparata da quelli di mae- noto che il mar Nero, posto tra l'Europa
stro, pericolosissimi del mar Nero , ed
i e 1' Asia, dicesi pure con vocabolo antico
il fondo se ne trova ottimo, ha fama di Ponto Eusino. La città vescovile di Ti-
sicura nell'estate. Il porto di Varna quin- beriopoli o Dionisiopoli(P .), parimente
di si ritiene il migliore della costa occi- della bassa Mesia e sotto la metropoli di
dentale del mar Nero. Cinta la città di Marcianopoliepoi di Nicopoli, la dissi col
cattive mura di pietre, vi sta dinanzi un p. Le Quien (la citazione di lui, deve di-
piccolo fosso secco, guarnito di palizzate. re 1224 e non i4 2 4)> con Commanville
Famosa è Varna per la disastrosa batta- e altri, che si denominò pure Struminitza,
glia combattuta sotto lesue mura nel i444 Crunusfidessus et'"arno. Quanto a Con-
a* 19 novembre, più dicono a* o, controi 1 stantìa si conoscono nell' oriente 3 sedi
Amui al li sultano de'turchi,da Uiadislao vescovili, cioè in Tracia^ nell' Osroena e
1 re d'Ungheria, e Uiadislao VI come re la capitale dell'isola di Cipro. Il Giornale

di Polonia, volgarmente detto Ladislao, di Roma deli 85 1 ap. 4 16, in data di Var-
che miseramente vi peri coll'esercito cri- na a' 3 1 marzo pubblicò questa comuni-
stiano, insieme al rinomato legato pon- cazione di C.T. m 11 dì 1 3-25 del corrente
tificio cardinal Giuliano Cesarinì senio- mese nello scavo per le fondamenta di una
re; della quale in tanti luoghi parlai, co- casa armena, fu rinvenuta una pietra qua-
me ne' voi. LXXXI, p. 3o3, LXXXIII, drangolare contenente la qui acclusa i-
p. 2o3. L' infelice re, degno di miglior scrizione in latino e greco, mancante del-
sorte, fece prova inutile di contrastare a' l'estremità di tutta l'epigrafe. I caratteri
progressi formidabili de'turchi nelle con- romani e greci sono di un'ordinaria gros-
quiste sul cristianesimo. I russi ne fecero sezza e bene scolpita sopra la pietra ch'e-
l'assedio nel 1828, e dopo una difesa no- ra incastrata nel muro della fonte da cui
tabile si arrese l'i 1 ottobre di detto an- scaturiva l'acqua introdotta nella città per
no. Dicono gli stessi geografi, a torto in- comodo deg'i abitanti. La scoperta di que-
dicarsi questa città come corrispondente sta iscrizione latino-greca, pochi passi lon-
alla posizione di Odessusj che verosi-
e tano dalla moderna fonte esistente nel rio-
milmente ella è l'antica Conslantia. Nel ne abitato dagli armeni, conferma viep-
finir del secolo passato fu edificata da'rus- più ed il contenuto dell'iscrizione stessa,

si Odessa (7^.), sul mar Nero. L'antichità e che il nome antico della moderna P ar-
scoperte sul terreno che l'occupa, fece- na fosse quello di Odessa, non già di Dio-
ro credere che occupasse il sito dell'anti- nisìopoli o di Cruniy come vogliono alcu-
co Odessus.E siccome Comman ville chia- ni geografi". Riprodurrò soltanto la lati-

ma la sede vescovile di Tiberiopolisulfra- na, cioè la meglio dichiarata. Imperato-


ganea di Nicopoli,«?M Odessus, cioè far- re Caesare Tito Aelio Hadriano Anto-
uà, nel citato articolo col p. LeQuicn ne nino Patre PatriaeCiviias Odessilano-
-

riportai i non senza av-


vescovi conosciuti; rumAcjuam ìYoì'o Eduxit- Curante Ti-
vertire con Ga udrà iul che Varna è di ver- }
to Vitrasio Pollione Legato. Lo stesso
sa da Odessus. Egli nel suo Lexicon par- Giornale deli854 a 685, in un arti-
p.
la di Varna della Mesia inferiore, città ve- colo intitolalo; Il mar Nero ed i suoi Por-
142 VAR VAR
ti, per l'occasione della guerra d'oriente ra di Crimea e del mar Nero. Perciò in
discorre ancora della ci Uà e del porlo di Varna si stabilì il quartiere generale de'
Vania. Comincia la descrizione per chi comandanti inglesi e francesi, alleati del-
dal Bosforo entra nel mar Nero, s'incon- la Turchia (F.) come stazione princi-
}

tra nel i.° porlo di Midiali, di poca im- pale della guerra stessa.
portanza; dopo il golfo di Messuinbrèa, V ARSA V k( Far savicn). Olili con re-
I

assai favorevole al ricoverar de'bastimen- denza arcivescovile, nobile e celebre, ca-


ti, e poi in un allro piccolo golfo, si ha pitale dellaPolonia (V.), nell'impero di
Vania, città che forma parie della Bulga- Russia capoluogo della vaivodia o
(?'.))
ria. Si è lungamente creduto che Varna palatinalo di Masovia e dell'obvodia del
occupasse l'antica Odessus, colonia degli suo nome, giace sopra un rialto in mezzo
abitanti di lUileto nella Jonia , alle rive ad arenosa pianura sulla sinistra della Vi-
del Ponto Eusino. Varna giace a'piedi del- stola, ch'è in questo luogo assai profon-
l'ultima linea de'Balkan; ella è rinomala da, e si un ponte di battelli,
passa sopra
per molti avvenimenti: fra gli antichi il che comunica col sobborgo o città detto
più grande si è la sanguinosa e fatale bat- di Praga, secondo il Castellano. Questi la
a
taglia, che nel i444 fu combattuta e vinta dice divisa in due parti: la i. comprende
dall'esercito mussulmano conlroUladislao la città suoi 7 vasli sob-
propria, e la 2." i

1 giovane re d'Ungheria, che vi perdette la borghi, circondati da una linea difensiva,


Vita e buona parte dell'esercito. Fra'mo- che si oltrepassa conio porte. Una lungfi
ilerni si è l'assedio, che nel 1828 sostenne e stretta via, cui mettono capo moltissime
contro i russi dal principio di luglio fino a' altre minori, costituisce la citlà; ma sob- i

io ottobre. In questa circostanza il prin- borghi e specialmente quelli denominati


cipe Menlschikofl comandava come al Citlà Nuova, Cracovia, e il Nuovo Mon-
presente la flotta il granduca Mi-
russa, e do, sono ben fabbricati , e vanno ornati
chele e il principe Worontzolf dirigevano d'un gran numero di palazzi e belli edili-
l'assedio. Volle esservi anche l'imperato- zi. 3oo leghe da
E' distante da Parigi ,

re Nicolò I, e quantunque a' 1 4 settembre Vienna 125, da Berlino 120, da Danzica


fosse già aperta una breccia e a' 8 un'al- 1 100, da Mosca 260, da Pietroburgo 232.
tra, mussulmani continuarono a resiste-
i Riferiscono altri geografi, che Varsavia si

re per oltre un mese, finche a' io otto- compone della città, di bellissimi sobbor-
bre loncof pascià, che comandava la for- ghi e delle 4 piccole cittadelle godenti di-
tezza, unitamente al capitan pascià, por- ritti particolari e chiamate Grzybov,Les-
tossi al campo nemico e capitolò con Ni- zeno, Solec e Praga; stabilendo un pon-
colò 1. Varna, come città militare ha la te lungo 263 pertiche comunicazione la
sua importanza. Dopo il 1828 sono state che n'è
tra quest'ultima ciltà e Varsavia,
completate le sue fortificazioni, e muniti dalla Vistola disgiunta. E Varsavia in
di ridotti que'punli che parevano deboli. parte circondata da mura e da fosse. La
Tutti forti erano stati armati da 224
i ciltà di Praga era una piazza importan-
cannoni, la più. parte di grosso calibro, ol- tissima e fu quasi interamente rovinata
tre 22 mortai, onde ben difesa può resi- nel 1794 dall'esercito russo, poi rifabbri-
stere ad un lungo assedio. Abitala da cata su novella pianta e guernita nel 1 806
18,000 persone, quasi lutti turchi, è su- d'una testa di ponte formidabile; oggi tut-
cida e cadente nell'abitazioni, ne vi è in- te le sue fortificazioni si dicono spianate.
dustria ne commercio. Ad utile della me- Contatisi a Varsavia 220 vie, la maggior
desima vi sbarcarono i francesi, come a- parie larghe e ben insiniciate; principali
vevano fatto a Gallipoli, e tosto cambiò di essendo la Miodova ola via del Miele, un
aspetlo. 11 che avvenne nell'ultima guer- tempo via Napoleone; la Diuga la Lau-
V AR V A R i43
ga; il Novoskiel o il Nuovo Mondo; la ria segno del palazzo regio di Parigi; e con-
Krakowskie-Przedmieicieola via del Sob- tiene la dogana e parecchie centinaia di
borgo di Cracovia; la Rrolevska o la via bolteghe.La cattedrale metropolilana pri-

Regia, l'Elektoralua o la via dell'Eletto meggia fra le 36 chiese della ciltà, antico
le. Le piazze più belle sono quelle di Sas- edilizio, reccnler et ex integro instaura-
sonia,^ Maiiville o Marieville, del Dan- ta gothicam praefert structuram, come
co Nazionale, della Città, delleTre Croci, leggo nell' ultima proposizione concisto-
e la piazza del Re Sigismondo IH, dinan- riale, ed è sotto l' invocazione di s. Gio.
zi alla porta del borgo di Cracovia , la Battista. Tra le ss. reliquie sivenerano
quale va adorna della statua di quel re quelle della ss. Croce e di una ss. Spina
in bronzo dorato, erelta da suo figlio La- della corona di Gesù Cristo , e di parte
dislao o Vladislao VII. La statua di Co- del corpo del s. Precursore patrono della
pernico adorna la piazza del Sobborgo di stessa. Ha il ballisterioe la cura d'anime,
Cracovia. Varsavia racchiude circa 120 che sotlo la direzione del capitolo si am-
palazzi: il i.° gradoapparliene seuza dub- ministra da' vicari facenti parte del me-
bio al castello regio, situalo sopra un'al- desimo. II capitolo si compone di 4 di-
tura, in riva alla Vistola; stalo foudatoda gnità, lai." delle qualiè il decano,di8ca-
Sigismondo I, fu ingrandito da Augusto nonici, senza le prebende teologale e pe-
Ile terminato dall' ultimo re Stanislao nitenziale, di 6 vicari, di 5 mansionari,
Ponialowski: codi ponesi di vaste sale del- e di altri preti e cinetici inservienti alla
la più bella ardii lettura, riccamente do- divina ufliziatura. Nella bolla che eresse
rale ed ornale di superbi quadri di Bac- la collegiata in cattedrale , si dice che il

cia rei li relativi alla storia del paese, d'u- capitolo formavasi di 7 dignità col seguen-
na bella collezione di ritraili de're di Po- te ordine: il decano principale, l'arcidia-
lonia, di busti marmorei degli eroi della cono, il preposto, il custode, lo scolastico,
nazione polacca, e d'una serie di vedute il cancelliere, il primicero;dii2 canonici,
di Varsavia, dipinta da Caletti. Ammiran- oltre 9 vicari, i mansionari e cappellani. i

si principalmente la sala del trono, quel- Non molto distante dalla metropolitana
la dell'udienze e la sala detta di mai ino; è il palazzo arcivescovile, conveniente e
al pianterreno sono gli archivi del regno, sufficientemente comodo. Vi sono inoltre
che contengono una moltitudine di mss. 5 allre chiese parrocchiali nella città, e 2
rari e curiosi. Giardini spaziosi e ottima- nel subui bio, tutte munite del s. fonte.Fra
mente mantenuti occupano il trailo fra le chiese, è la più bella quella di s. Cro-
il castello e la Vistola. Un altro castello ce, ma i cattolici ne piangono la perdi-
regio è il palazzo di Sassonia, dove i due la, perchè convertila in metropolilana
re Sigismondo li ossia Augusto ed Au-
1, russa, di rito greco non unito : mira-
gusto tennero la loro coi te,
11 e quindi l'a- bile è pure il tempio di s. Alessandro,
bitarono viceré, palazzo posto
i in mezzo edificalo dall'architetto polacco A igner.
alla città, in un bel giardino, circondalo I conventi e monasteri de' religiosi so-
da cancelli di feiio. Il palazzo del gover- no 8, i monasteri delle monache 2 ; a
no apparteneva una voila alia famiglia più di 20 ascendono i sodalizi, 4 sono gli
Krasinski, ed è fabbricato in islile italia- ospedali, 1 i seminari cogli alunni, ed
no; quello del conte Poi otki contiene col- havvi l'accademia ecclesiastica. L'edilizio
lezioni preziose in tutti i generi. Il palaz- della zecca è d'architettura rimarcabile, e
zo Azzurro fu fabbricato dal re Augusto vi si ammira una bella macchina a vapo-
11, per la sua diletta Orselska. Marmile re ; anche l'ai senale inerita menzione. Da
o Marieville è come il palazzo reale o ba- vari anni scomparse una quantità di case
zar elegante di Varsavia, costruito sul di- di legno, e ne furono sostituite altre lab-
144 VAR V A R
bucate di mattoni. Piagli stabilimenti di riamente il berretto. La Civiltà Callo-
a
beneficenza, si fanno principalmente no- lica del 1 856, nella serie 3. t. 2, p. 1 76,
,

tare il grande ospedale della cktà, l'ospe- ci diede: Un saggio della presente let-
dale militare, la casa de'trovatelli appel- teratura polacca. Eccone un cenno. Seb-
lata Bambino Gesù. L'università di Var- bene 1' illustre Polonia
da ormai un se-
savia venne stabilita nelT edilizio in cui colo in qua non abbia più vita e unità
un tempo abitava il re Stanislao Ponia- politica, non si è però esimia in lei quel-
towski. Fu l'università fondata neli8i6 l'energia intellettuale di cui ne'bei gior-
dall'imperatoreAlessandroI,con facoltà di ni della grandezza die prove così splendi-
medicina e di legge, biblioteca di i 12,000 de, primeggiando anche per gloria lette-
volumi, osservatorio, gabinetto di mine- raria fra'popoli della famiglia slava. La
ralogia, zoologia e fìsica, non che labo- letteratura polacca si può dire come ri-

ratorio fisico. Pio VII col breve Aposto- nata a'dì nostri sia per copia ed eccellen-
licae so Ilici ludini s t de' 3 ottobre 18 18, za d'opere e d'autori che sembrano riva-
Bull. Rom. coni. t. 1
5, p. 121: Commu- leggiare con quelli dell'aureo secolo de'
nicalio privilegiorum aliis universitatis Sigismondi, sia per quell'impronta di na-
concessoruni prò Univer sitale Varsa- zionale originalità, che leda un essere e
viensi. Questa perciò entrò in possesso de' un sembiante tutto proprio, or più vivo
suoi diritti. Si riporta dal Giornale di e forse più scolpito che mai non fosse per
Roma del 855 a 1 p. 664> in data di Var- I' E il suo rinascere si avvenne
addietro.
savia 27 giugno. « Dall'anno 83 1 1 è sop- intempi favorevolissimi a darle fama e vo-
pressa l'università di Varsavia (in conse- ga nel mondo letterario, meglio assai che
guenza dell'insurrezione della Polonia), non potesse sperare iu altra età. Impe-
per cui la studiosa gioventù della Polo- rocché, dove prima l'opere polacche, an-
nia vedevasi costretta di pollarsi per l'ul- che le più illustri, restavano poco meno
teriore coltura nelle più lontane univer- che sconosciute a 'letterati iìaì rimanente
sità dell'impero, ciò che, com'è ben na- d'Europa, ora mercè degli studi lingui-
turale, difficoltava assai gli studi, e pone- venuti in gran credito, essendo anche
stici

va vari giovani nell'assoluta impossibili- le lingue e le letterature slave uscite dal-

tà di proseguire la loro carriera. Dicesi cominciando


l'antiche loro tenebre, e già
ora che l'imperatore Alessandro II sia in- benché timidamente a mostrarsi e a me-
tenzionato di rendere possibile agli abi- scolarsi nella pubblica luce con quelle del
tanti della Polonia il compimento de'lo- ceppo teutonico e latino, la polacca che
ro studi nella loro patria. Dicesi che per tra le slave è la più ricca, meritamente
ora sarà eretta una scuola medica, alla ottiene i primi onori e va acquistando
quale seguirebbe dopo breve tempo l'a- vieppiù lustro nella colta Europa. Il se-
pertura d'una scuola di diritto". Nel me- colo d'oro della letteratura polacca fu il

desimo Giornale deh 856 si narra a p. 5oo e il principio del 600 ossia l'età di
io32, che l'imperatore Alessandro 11 ha Sigismondo I WG rande dal 1 5o6 al 1 548,
assoggettato ad alcuni cambiamenti gli di Sigismondo li da tal anno ali572, di
uniformi scolastici. Gli studenti ed allie- Sigismondo HI dali 587 al 63a. li» mo- 1

vi degli stabilimenti dotti dipendenti dal do che le belle lettere in Polonia fiori-
ministro dall'istruzione pubblica avran- rono quasi al tempo stesso che elle giun-
no mostre di panno verde oscuro, men- gevano al massimo splendore in Italia; le
tre quelli degli stabilimenti dotti supe- due contrade brillavano allora cornei due
riori serviranno quindi innanzi del-
si fuochi della coltura d'Europa, per l'inti-
l'attuale cappello a 3 punte soltanto nel- me attenenze che allora le slringevano,co
l'occasioni solenni, e porteranno ordina* me può ricavarsi nelle memorie lasciate
VAR VAR i45
dall' eruditissimo Ciampi professore ili so fervore de'polacchi lo può argomen-
Varsavia. Da esse e da tutti i monumenti tare facilmente chiunque conosce la leg-

storici si fa manifesto come dall'Italia at- gerezza e l'empietà di quella letteratura


tingessero polacchi, mercè del continuo
i volteriana. Ma questo fanatismo france-
commercio che con lei avevano, l'amore se non ebbe lunga durata, anzi l'eccesso
e il buon gusto delle lettere e delle scien- medesimo di servilità a cui giunse servì
ze, e ne fecondassero con sì rapida e fe- forse a provocare con più ardore e pron-
lice riuscita la loro patria, la quale ebbe tezza i! ritorno alle cose patrie. La lingua
il vanto di precorrere in ciò tutti i popoli eie tradizioni nazionali risalirono in ono-
d'oltr'alpe. E forse a quest'influenza ita- re, e nell'atto stesso che la nazione anda-
liana devesi in gran parte l'avere in quel- va perdendo a brani la sua indipenden-
predomina-
l'età gli studi classici e latini za politica, pareva che si sforzasse tanto
to in Polonia a'uazionali e slavi; sebbene più di riacquistare e di salvare dal nau-
ancor questi ne traessero poi gran van- fragio l'autonomia letteraria. A'priucipi
taggio convertendo in proprio succo quel- Czartoryski ruteni d'origine, ma poi in-
lo squisito nettare d'eleganzo,di cui i clas- corporati nella famiglia sia vo-polacca,de-
sici antichi sono fonti inesauribili. Tra gli vesi in gran parte questo riuscimento del-
autori e letterati polacchi che allora fio- le lettere e memorie patrie, a cui essi nel-
rirono, altri scrissero in latino , aliti in la splendida loro corte diPulawy aper-
polacco, ed altri in ambo le lingue. So- sero non solo uu asilo, ma quasi un ma-
no nomi europei principalmente Coper- gnifico tempio. A questo periodo, conti-
nico, il cardinal Osio Kochauowski e , , nuatosi fino allo spirare del granducato
Pawenski detto Skarga. La grandezza let- di Varsavia, e che serbava tuttavia lefor-
teraria di Polonia andò quasi d' egual me dell'arte classica, benché un po' ma-
passo colla grandezza politica; e dopo Si- nierate e corrotte dal recente gallicismo,
gismondo 111, nel cui lungo regno ap- tenne dietro il periodo delle novità ro-
parvero i primi sintomi di civil decaden- mantiche, dal quale nacque il presente.
za,anche le lettere cominciarono a sfiorire Una letteratura tutta uuova, tutta patria,
e poco meno che nou imbarbarirono fra piena di brio e freschezza giovanile, nu-
il tumulto di guerre infelici e le eterne drita da ingegni fervidi d'entusiasmo e
Agitazioni di procellose diete. Questo lan- di speranza, che sdegnando freni di rego-
guore durò fino verso la Sii" metà del se- le e ceppi d'imitazione non altro seguo-
colo scorso, nella quale ripresero qualche no che gl'impeti del Nume che li ispira,
vita sotto gli auspicii del re Stanislao Po- tiene ora quasi sola il campo della Po-
niatowski, principe debole e sventurato, lonia, traendo a se l'attenzione e il plau-
ma gran cultore e mecenate delle lette- so dell' Europa. Egli è vero che que' di
re. Siccome però nel 5oo i polacchi pel buon gusto e gli ammiratori di quell'im-
frequente lor commercio coli' Italia ve- mortali norme del bello, di cui gli anti-
stirono di forme classiche e latine la lo- chi furono maestri e modelli, non faran-
ro letteratura così nel 700 per una si-
, no mai plauso alle sfrenate licenze del ro-
mile cagione rabbagliarouodi modi fran- manticismo moderno; ma fuor di que*
cesi, quali allora avevano gran voga per
i ste licenze, che alle muse della Vistola e
tutto, e l'ebbero grandissima in Polonia, de'Carpazi forse disdicono meno che alle
a
dove Varsavia pareva divenuta una 2. nostrali, non può negarsi che la lettera-

Parigi, e le rive della Vistola non echeg- tura e specialmente la poesia moderna
giavan quasi altro chei suoni partiti dal- della Polonia non sia ricca di vere e di
le sponde della Senna. Il che quanto gio- originali bellezze,e piena di forza e di en-
vasse a coltivare il buon gusto e il religia- tusiasmo. Ella inoltre è fecondissima ve-
VOI. LXXXVIII. 10
i46 V A R V A R
na, tanto che fa meraviglia il vedere l'at- ranza. Egli ha quindi ben ragione quel
tività degl'ingegni e degli studi polacchi popolo magnanimo di serbare inviolata
e la copia dell'opere che van producendo, e cara l'eredità di queste sue glorie e di
soprattutto chi miri lo stato politico del- stringersi oggidì con amore e con fede
la nazione non guari adatto certamen- sempre più salda al vessillo del cattolici-
te a favorirne la coltura. Quindi la Ci- smo". Inoltre in Varsavia vi è la biblio-
viltà Cattolica passa in rassegna la quan- teca reale, contenente più di 25,ooo vo-
tità feconda delie odierne produzioni sto- lumi per la maggior parte moderni. 11
,

riche e letterarie e scientifiche, e me- il Castellano ricorda la superba biblioteca


rito degli scrittoti polacchi. Due amori Tsaluski, ricca d'oltre 200,000 voltimi.
governano sovranamente l'animo gene- 11 collegio de'piaristi, fondato dall'abba-
roso e nobile polacco, 1' amor della re- te Konarski, è un bell'edilìzio sulle spon-
ligione e l'amor della patria, e da questi de della Vistola. Gli alti i stabilimenti d'i-
due amori è ispirata quasi tutta la sua struzione sono: la scuola politecnica, il li-

presente letteratura, e precipuamente la ceo, lascuola militare de'sott'ufficiali con


poesia, che più d'ogni altr'arte si porge 25o alunni, le scuole di pittura (di cui fe-

allo sfogo de'grandi affetti. Non manca- ci parola nel voi. LXXXIIJ, p. 67), l'i-

no egregie pubblicazioni d'alcuni bene- stituto pedagogico,l'istituto de'sordo-mu-


meriti periodici , come
Memorie reli- le ti, il collegio de'domenicani, le scuole del-
gioso-morali di Varsavia. Termina la Ci' le scienze, boschiva e di musica. La socie-
viltà Cattolica con rilevare Che s'egli : tà degli Amici della Letteratura possiede
è vero essere la letteratura lo specchio una ricca biblioteca ; quelle delle scienze
vivente del secolo e della nazione in cui naturali e de' progressi agricoli resero
fiorisce, dal da lei esposto dottamente, in- grandi servigi. Giace il giardino botanico
torno alla presente letteratura polacca, nel viale di Uiazdov, ed è un presente al-
può concludersi ; oggi in Polonia col ri- la città fatto dall'imperatore Alessandro
fiorire delle lettere s'è ravvivato non so- I. Vi è un museo d'antichità, scuola bo-
lo l'amore e lo studio delle cose patrie schiva delle miniere e d'agricoltura. Gli
e delle tradizioni nazionali scuotendo il ebrei non hanno inVarsavia più di 3 scuo-
servaggio dell' imitazioni straniere , ma le. Vi si veggono parecchie librerie ben
s' è altresì felicemente rinfocolato quel- fornite, una ventina di stamperie polac-
l'ardore religioso e sinceramente cattoli- che, due israelitiche e 6 litogi afiche.Pub-
co, per cui la nobilissima Polonia, dacché blicausi vari giornali politici e fogli uffi-
nel secolo X sotto il regno di Micislao I ciali sì in polacco che in tedesco. Il nu-
si convertì al cristianesimo, fu sempre in- mero delle fabbriche ed officine è dagli
signe,e per cui, benché stretta da ogni par- ultimi anni considerabilmente cresciuto,
te e fieramente dall'eresia e dallo scisma, stabilite pure essendosi grandi fabbriche
si mantenne fedele alla cattedra del B.Pie- per la birra forte o porter. Altre fabbri-
tro, m 11 cattolicismo è la gloria più pura che sono quelle di tabacco, di galloni tes-
del nome polacco, e tutte le altre sue glo- suti in oro, argento e lana, di sapone, cap-
rie sono a questa intimamente associate. pelli, calze, guanti, tappeti, stotfe di coto-
La fede e il valore de'polacchi salvò più ne, strumenti musicali, colori, bronzo,
d'una volta Europa dall'invasioni de-
I' liquorizia, gioie e cuoi. Vi sono più di
gl'infedeli Tartari e Turchi ( V); e quan- 1 00 sellai e carrozzieri, i cui prodotti so-
do sopra il Settentrione s' addensò così no decantati per tutto il Nord. Varsavia
folta e così vasta la notte dell'errore, la è il principale emporio di tutte le mer-
Polonia serbò viva la tace delle verità canzie per tutta la Polonia; vi si tengono
cattoliche, quasi faro di salute e di spe- oguiauuo due fiere, una in maggio e l'ai-
V AR VAR 147
tra in settembre; fiere alle quali inter- drati ambita ter mille et sexecntas con*
vengono negozianti di tutta l'Europa e tinct donios, atque ab octogintamillibwi
ili parecchi paesi dell'Asia, essendo prin- dir istifide libus inhàbitalur incolis. I pro-
cipalmente importanti pel traffico delle sono in questa città
gressi dell' industria

pelli. Tutti i grandi stali europei tengono maggiori d'ogni altra parte del regno.
a Varsavia i loto consoli. Il banco detto Antichissima città Varsavia o Warsa-
di Polonia, stabilito dal 1828, è di gran via , rimase però insignificante sino alla
soccorso per l'imprese commerciali. Var- riunione della Lituania (V.) alla Polo-
savia ha una moltitudine di stabilimenti nia; poiché non essendo allora più. Cra-
destinati a'passatempi de' suoi abitanti : covia capitale antica della Polonia, men-
vi è il teatro polacco, quello francese, ed tre della Lituania era Vilna^ abbastan-
uno nuovo nazionale che riuscì bello e- za centrale per essere la capitale, la dieta
difìzio. Dice il Castellano che quello nuo- fu trasferita a Varsavia nel 1 566. Quindi
vamente eretto è architettura dell'italia- vi stabilì la reale residenza Sigismondo
no Corazzi, cui pur debbonsi i superbi e- III del 1587, al di,e deI Castellano. Nella

difizi della Borsa, e della mentovata socie- guerra cogli svedesi a mezzo del secolo ,

tà degli Amici delle Scienze, ov' è inau- XVII, fu questa città occupata da que-
gu rato sul frontone il monumento in bron- gli avventurosi conquistatori neh 655, e
zo, dedicato al gran Copernico, opera del ne fecero il deposito del bottino loro.
cav. Thorwaldsen. Soggiunge, che vi si Quando il cavalleresco Carlo XII re di
dovea pure innalzare l'altro monumento Svezia si avanzò nel luglioi7o3, contro
simile alla memoria del celebre principe Varsavia, dopo vintala battaglia, si ar-
Giuseppe Ponialowski maresciallo di rese senza opposizione. Nel 1745 l'8 gen-
Francia. In Varsavia ha pure un civicjp naio vi fu concluso il trattato d'alleanza
monumento V altro celebre Rosei usko. della Polonia con l'Austria, l'Inghilterra,
Varsavia ha copia grande di caffè e ristora- le Provincie Unite e la Sassonia. Il ter-
tori sul gusto di que'di Parigi; come nu- ribile incendio del 1
767 fece in Varsavia
merosi sono i bagni pubblici. I viali d'U- immensi guasti, de'quali sarà per lungo
iazdov sono belli quanto quelli delPrater tempo difficile a cancellarsi del tutto la
a Vienna : lunghi, larghi, danno all'esta- spaventevole traccia. Nel seguente anno
te freschissimo rezzo; e principalmente le a'24 febbraio vi fu sottoscritto il tratta-
domeniche e le altre feste la calca vi è im- to di pace tra la Polonia e la Russia. Gli
mensa. Il castello di delizia di Bellavista odii intestini, le divise fazioni, la gelosia
è circondato da un superbo parco ingle- de'potentati, gl'intrighi esteriori furono
se. Davanti la barriera di Powonsk è un il segnale deplorabile della decadenza del
campo nel quale radunasi alle volte l'e- già floridissimo regno di Polonia. Assa-
sercito pegli esercizi; questo campo offre litoda ogni banda, dovette soggiacere nel
amenissimo aspetto, ornato da giardini 1 772 ad un .°
smembramento tra X Au-
1

mantenuti dagli stessi soldati: è un luogo slria ) la Russia e la Prussia; soggiacque


di passeggio ricercatissimo dalla società la Polonia al 2. tra le medesime poten-
di Varsavia. Contiene questa città circa ze nel 1793, in modo che dell'antico re-
i5o,ooo abitanti, senza contare i fora- gno appena restò poco più del 3.°, e Var-
slieri; vi si trovano molti ebrei. Riferisce savia resideuza del re e capitale del rea-
la suddetta proposizione concistoriale: me divenne città di frontiera. In tale an-
Varsaviae civitas metropolis regni Po- no e nel seguente 179^ Varsavia soffrì

loniae et prima i/iter ejusdem regni ur-


t
dalle armate russa e prussiana ripetuti
bes^adjluvium Vislulam aedificata con- attacchi. A' 1 7 agosto 1 793 i 1 presidio rus-
spici tur, quae in suo unius miliari qua- so, che aveva occupato la città, venne da'
,48 VAR V A R
polacchi cacciato alla nuova de* successi ne I,da Alessandro I imperatore di Ras*
di Kosciusko presso Cracovia. Questi, co- sia e da Federico Guglielmo IH redi Prus-
stretto nel seguente anno a cambiate il sia, fu distaccato dalla porzione della Po*
teatro della pugna, ritirossi verso Varsa- Ionia dominata dalla Prussia il granduca-
via, e la difese con valore contro i prus- to di Poseno Polonia Prussiana, e con al-
sianidurante l'estate dello stesso r 794- cuni brani della Galizia ,
parimente già
Però ben diversa fu la sorte di Varsavia provincia polacca , ceduti dall' Austria,

allorquando vi giunsero russi comanda-i l'imperatore de* fra acesi ne formò WGvan-
ti da Souwarow; Praga presa d'assalto, e ducato di Far savia ,che conferì al nuo-
abbandonala ai sacco e al fuoco, la capi- vo redi Sassonia, Varsavia divenendone
tale dopo sì terribile esempio si sottopo- la capitale, quale slato indipendente.Que-
se senza contrasto a'4 novembre, dopo la sto inoltre Napoleone 1 volle aumentare
sconfìtta di Kosciusko. Allora le potenze con lutto il territorio di Cracovia, in vir-
d' Austria , Russia e Prussia chiamato a tù della pace di Vienna de' i4 ottobre
Grodnoil re Stanislao Poniatowski, a'a5 1809. Ma l'esistenza del Ouovo slato fu
settembre o novembre 1* obbligarono a temporanea, ed rovesci dell'imperatore i

sottoscrivere il trattato dell' ultimo spar- de'francesi ne affrettarono la militare oc-


timento della Polonia, ed a rinunziare al- cupazione. Vagheggiando^ apoleon e I l'u-

la sua dignità, che dimise nel 795, a'3 i niversale monarchia, nel 1812 dichiarata
del quale in Pietroburgo fu effettuato il guerra alla Russia, volie di persona inva-
parteggio; restando così la Polonia cancel- derla con immenso esercito. Gii elementi
lata dal rango delle nazioni d'Europa. La combatterono pe' l'assi; costiettoNapoleo-
parte del regno colla contrada che com- ue I alla disastrosissima ritirata da Mo-
prendeva Varsavia, cadde in potere di Fe- dopo la sua ." breve stazione fatla nel
sca, 1

derico Guglielmo II re di Prussia , fece dicembre 1812 in Varsavia, precipitosa-


parte della Prussia occidentale, e Varsa- mente ritornò a Parigi. Vinto Napoleo-
via non ebbe che il titolo di capoluogo ne I dalle potenze alleate, abdicò all'im-
d'una provincia, bensì fu elevata dal Pa- pero nel 8 4; e adunatosi il congresso di
1 1

pa a seggio vescovile. Non mancarono i Vienna per pacificare V Europa e rego-


polacchi di opporre a tanto infortunio la larne i destini, a'7 febbraio 18 i5, dopo
più viva e sanguinosa resistenza; ricorda aver soppresso il granducato di Varsavia,
ancora l'Europa loro sforzi, le prodez-
i formata la repubblica di Cracovia, poi ri-

ze fatte e la loro virtù militare, per amor ceduta all' Austria (cui apparteneva pri-
patrio e nazionale. Frattanto l'imperato- ma di della pace, al modo narrato nel voi.
re de'fraucesi Napoleone 1 guerreggian- LIV, p. 4^), la Russia ebbe col pastina-
do la Prussia, in conseguenza della famo- to di Masso via, Varsavia col suo territo-
sa battaglia vinta a Jena a' 23 ottobre rio, ed unitala cogli altri domimi polac-
1806, a'28 del seguente novembre Var- chi che possedeva , ne formò il regno di
savia venne occupata da'francesi, e Napo- Polonia; Alessandro 1 dichiarandone ca-
leone vi fece poi il suo ingresso a'2 gen- pitale Varsavia, e prendendone il titolo
naio 1807. Già Napoleone! avea innalza- e l'insegne a' io aprile. Indi nel 18 18 a-
to alla dignità regia l'elettore di Soste* prì la dieta in Varsavia, e morì nel 1825.
nia {y.\ che prese il nome di re Fede- In questo gli successe il fratello impera-
rico Augusto I, ed cui avi erano stali re
i tore Nicolò I, al quale Papa Leone XII
di Polonia; e per renderlo più forte'eon- nel 1826 inviò per ambasciatore mg. Ber-
tro l'Austria, ne aumentò gli stati. Per- netti, poi amplissimo cardinale, per assi-
tanto in conseguenza del trattato segnato stere alla sua coronazione, seguita a Mo-
a Tilsit a'7 e 9 luglio 1807, da Napoleo- sca a'3 settembre. Indi Nicolò ia'24 m«§-
V AR V A R 149
gioì 829 in Varsavia si fece coronare co- solenne occasione mandò in Russia per
me re di Polonia. Ma i polacchi frementi ambasciatore straordinario mg.
r
Flavio
della perduta libertà, Ieri ibilmente insor- de' principi Chigi arcivescovo di Mira, il
sero in Varsavia a'29 novembre 1829; la che riuscì di grande consolazione b' cat-
rivoluzione rapidamente si diffuse pel re- tolici del vasto impero, i quali fecero voti
gno , e Varsavia di venne la sede del go- perchè un rappresentante ecclesiastico
verno nazionale polacco. Grave e sangui- della s. Se(\e stabilmente risiedesse fra lo-
nosa guerra fu combattuta da' polacchi ro. Fra le dimostrazioni di venerazione e
per sostenere la loro indipendenza contro di giubilo de' cattolici, si distinsero i po-
la Russia. Finalmente riuscendo superio- lacchi, e principalmente que'di Varsavia.
ri Je armi potenti de' russi, Varsavia fu L'illustre prelato vi celebrò ripetutamen-
da loro assediata nel 83 e si arrese l'8 1 1 ,
te la s. messa , e visitò tutte le chiese e
settembre, dopo lunga e gagliarda resi- stabilimenti cattolici. Così Varsavia , che
stenza, che costò la vita a gran numero neltempo de' re polacchi era l'ordinaria re-
de'suoi abitanti. Al vincitore generale Pa- sidenza della nunziatura apostolica, ebbe
skewitsch, Nicolò I conferì il titolo di prin- la divota soddisfazione di rivedere tra le

cipe di Varsavia; e collo statuto che l'im- sue mura nunzio apostolico. I nunzi
il

peratore diede al la Polonia ( F.)nel 832, 1 pontificii residenti inVarsavia resero sem-
la dichiarò parte integrante dell'impero pregrandi servigi alla religione cattolica,
di tutte le Russie. Tra gl'infortunii mo- specialmente nella riunione de' Ruteni. Nei
derni cui soggiacque ripetutamente Var- n.° 85 del Giornale dì Roma del 1857,
savia, con deplorabile ricordo non deve si legge un importante articolo intitola-
tacersi il tremendo flagello del cholera, to: Grande società delle Strade ferrate
che più volte 1' afflisse. Quello dell' e- Russe. Ivi si dice , che la società ha per
state i852 fu desolantissimo, imperoc- iscopo la costruzione di una vasta retedi
ché ne'soli ospedali morirono più di 5ooo ferrovie, il di cui tracciamento è stato
individui ; e il totale delle vittime mietu- combinato in modo da soddisfare gl'in-
te dal morbo si fece ascendere a circa teressi più considerevoli e più immediati
20.000, tra' quali più di 2000 israeliti. della Russia. Questa rete si divide io 4
Intanto nel seguente anno, per la famige- linee. La 1
.* linea da Pietroburgo a Var-
rata questione d'oriente, scoppiòla guer- savia(uoteròd'aver letto nello stessoG/or-
ra tra la Turchia, nel quale
Russia e la naie del 1 85 1 a p. 892: La strada ferrata
articolo il colossale e duplice argomento, da Varsavia a Pietroburgo sarà aperta al
con quanto lo precedette, accompagnò e pubblico al i.°del prossimo novembre),con
seguì, procurai compendiare. Ivi narrai diramazione verso Ronisberga chilometri
pure, che mentre ardeva la memorabile 1 249- 2/Da Mosca aTeodosia chi!. 259. 1

guerra, morì a'2 marzo 1 855 l'impera- 3/ Da Kursk a Orel a Liebau chil. 227. 1

tore Nicolò I, e gli successe il regnaute A- 4." Da Mosca a NijniNovogorod chil. 4 2 7-

lessandro II suo primogenito. Celebrai la Totale 4 162. Queste linee hanno per isco-
seguita pace, lo spirito e le intenzioni da po di assicurare la ripartizione delle der-

cui è animato l'imperatore(la cui impera- rate di prima necessità all' interno, 1' e-
trice madre ammirò Roma nella primave- sportazione dei prodotti esteri , e nello
ra 1857, al modo narrato dal Giornale stesso tempo esse facilitano il movimen-
di Roman. 92 eseg.), l'eccellente indole, to delle popolazioni nelle parti ove sono
le speranze liete concepite dalla Chiesa più numerose. Dirò solamente della linea
cattolica, e la sua coronazione splendidis- da Pietroburgo a Varsavia. Essa ha la sua
sima avvenuta in Mosca a' 7 settembre destinazione speciale come linea interna-

i856. Dissi che il Papa Pio IX per tale zionale, riunendo la capitale colla rete eu-
i5o VAR VAR
ropea delle ferrovie; tulle le oltre linee di Berlino, lungi finora un 36 ore da Var-
sono slate combinate in vista di favorire savia. Questa linea ha dinanzi a se un im-
ni più alto grado il commercio interno ed menso avvenire, per essere questa la via
esterno. Uno degli elementi più decisivi più diretta tra'due mari, e perchè tulli i

della relè russa si è precisamente il rigo- grani, quali devono fino adesso aspetta-
re del clima. 11 freddo non è mai un osta- re 9 mesi a discender la Vistola che mali-
colo alla marcia de'convogli; la neve non ca d'acqua la più parte del tempo, arri-
lia interrotto la circolazioue, in media, veranno in 6 ore. Questa via costerà al
che un giorno tutti gli anni sulla ferro- più 35,ooo rubli ; quella da Varsavia
via da Pietroburgo a Mosca. Ma invece a Vienna ne costò 25,ooo. Nel seguente
le vie navigabili sono gelate durante 6 me- anno l' imperatore concesse la ferrovia
si nel Nord, e durante questo periodo la da Riga a Dunaburg. Questa città per
ferrovia avrà il monopolio di tutti tra- i la sua posizione presso la via ferrala da
sporti, facilitati d'altronde dal vettureg- Varsavia aPielroburgo, sarà d'ora iunau-
giare sulle slitte per le relazioni laterali. punto centrico per la congiunzione di
zi il

Ad eccezione della linea da Pietroburgo queste provincie col mar Baltico. Inoltre
a Varsavia, tutti i lavori sono d'un ese- nel Giornale diRoma di detlo anno 857, 1

guimento facilissimo. daFuori la linea a p. 8oo, si leggono seguenti dati statisti-


i

Pietroburgo a Varsavia, non avvi che un ci sulle linee telegrafiche attivate in Rus-

piccolo numero di ponti, pochi lavori di sia da' 18 maggio in poi. Le linee sono iu
terra o d'opera d'arte, e grandissima faci- relazione diretta con l'unione telegrafica
lità di costruzione sopra una gran parte austro-germanica, vale a dire. i.° Colla
di tracciati. Nel luglio 1 855 i governi di Prussia: a) iu Eidkuhnen colla direzione
Russia e di Prussia conclusero una con- per Konisberga a Pietroburgo, e b) a
venzione per congiungere la strada ferra- Myslorvilz colla direzione per Breslavia e
ta da Varsavia a Pietroburgo, colla gran Varsavia. 2. Coll'Austria a Sczakova, poi
via Prussiana dell'Est. Nello stesso Gior- seguono le altre linee: a) da Pietroburgo
nale di Roma a p.i 1 12 è riferito. La con- per Mosca, Kiovia, Nicolaiew a Odessa; b)
cessione delle strade ferrate nel regno di da Pietroburgo a Helsingfors; e) da Pie-
Polonia venne poi accordata con ukase troburgo a Cronstadt; d) da Pietroburgo
de' io ottobre i85j alla società Epstein per Marioupol a Varsavia. La lunghez-
per 75 anni. I concessionari formano due za totale delle linee telegrafiche finora
società per azioni, l'uua col nome di Stra- attivale è di 668 miglia geografiche, e la
da ferrala da Varsavia a Vienna , e lunghezza de' fili è di 5 1 1 3 chilometri.
l'altra con quello di Società della stra- Le sono 20, però le
stazioni telegrafiche
daferrata da Varsavia a Bromberg. La principalifunziouauo a Pietroburgo, Mo-
linea da Varsavia a Vienna, colle sue pic- sca, Kiovia, Odessa, Helsingfors, Cron-
cole ramificazioni, vada alcuni anni per stadt,Varsavia eRiga. 1 dispacci dellaGer-
conto del governo. La strada ferrata di mania per la Russia ponno essere scritti
Vai savia-Bromberg è da edificarsi; anche in lingua tedesca o francese: i dispacci pri-
questa concessione fu fatta per 75 anni; vati non devono contenere veruna noli-
ma conterà solo a partire dal giorno in zia politica.A p. 34 del Giornale di Ro-
cui la andrà
linea nell' intero suo corso ma deli 858 si parla de'documenti pub-
in pieno esercizio.
Questa ferrovia da Var- blicati dal Nord, giornale russo, a'21 di-
savia a Bromberg avrà 25 leghe di e- cembre 1857, relativi all'abolizione del-
sleusione, e congiuugerà il reguo di Po- la servitù ne' 3 governi della Lituania.
lonia colle linee ferrale prussiane d' O- 11 3.° de' quali era una specie d' invilo
1 lente, raccorderà più che a metà la via fatto alla nobiltà di tulli i governi del*
V AR VAR i5i
l'impero, e lasciava prevedere che so- di Varsavia ebbe origine nello spirare
migliante provvedimento non avrebbe del secolo scorso e ne'priuii anni del cor-
tardato a divenire generale. In falli si rente. Trovavasi il palalinalo di Masovia
pubblicò il rescritto imperiale indirizza- col suo capoluogo Varsavia, il cui arcidia-
to al governatore generale di Pietrobur- conato era compreso nella diocesi di Pos-
go, per migliorare e assicurare l'esisten- nania(F^.),un\lì col ducalo omonimo e col
za de'contadini, con definire esaltamen- palatinato, quando nel 1 7g5esseudo per-
te i loro obblighi e rapporti verso i pro- venuti nel dominio della Prussia, dipoi
prietari delle terre nobiliari, mediante il re FedericoGuglielmo III fece istanze
l'elaborazione d'un progetto di regola- a Pio VI .perchè smembrasse dal vescova-
mento sulle seguenti basi. Il i.° proprie- to di Posnania sulfraganeo del metropo-
tario conserva il suo diritto di proprie- lita di Gnesua primate di Polonia, l'arci-

tà sopra tulta la sua terra, ma i conta- diaconato di Varsavia, e l'erigesse in ve-


dini conservano il chiuso delle loro abi- scovato sulfraganeo di detto arcivescovo.
tazioni, cui essi hanno il diritto d'acqui- Sebbene il Papa si trovasse deportato da'
stare in tulta proprietà mediante riscat- francesi in Toscana, soggiornando uella
to pagabile entro un termine stabilito; Certosa presso Firenze, 1' esaudì colla
e»si hanno inoltre il godimento della bolla Ad universani agri Dominici cu-
quantità di terreno necessaria, giusta le ram, de' 16 ottobre 1798, Bull. Rom.
condizioni locali, per soddisfare a' loro cont., 1. 1 o, p. 1 67 : Erectio oppido Var-
obblighi verso lo stalo e verso il pro- saviensis in Episcopatiun,ejusqiie colle-
prietario. In godimen-
compenso di tale giatae in Cathedralem. Indi a'29 dello
to contadini sono tenuti o a pagare un
i stesso mese, Pio VI dichiarò i.° vescovo
canone al proprietario, o a lavorare per di VarsaviaGiuseppe Miaskowski diSmo-
lui. 2.I contadini debbono essere ripar- gorzewo diocesi di Posnania. La nuova
tili comuni rurali ; la polizia rurale
in sede vescovile restata vacante verso il

limaue ueil' attribuzioni del proprieta- i8o5,per le vicende politiche e le guerre,


rio. 3.° I rapporti ulteriori tra contadi- rimase senza il pastore parecchi anni. In-
ni e proprietari debbono essere regolati tanto nel 8 1 1 5 il reame di Polonia costi-
in modo da guarentire il servizio rego- tuito nel congresso di Vienna, coll'annes-
lare delle tasse dovute allo stato e de'ca- sione del palatinato di Massovia, e la cit-

nclii e tasse provinciali. Dell'emancipa- tà e vescovato di Varsavia, assoggettato


zione de' servi o contadini nell* impero all'alto dominio della Russia, l'imperato-
russo ne ragiona la Civiltà Cattolica, se- re Alessandro I gli die insieme al politico
a
rie 3. 626, dalla quale si rica-
, t.
9, p. Un riordinamento religioso, fondato a un
va sembrare che una parte delia nobil- dipresso sugli stessi principii, ch'erano en-
tà russa è un po' avversa all'emancipa- trati a comporre l'ordinazione dellaChie-
zione ; per cui è da temersi ch'essa non sa cattolica latina nella Russia e nell'an-
aderisca chea malincuore alla nuova leg- tiche provincie polacche, con Mohilow
ge, o se non altro, faccia di tutto per in- (V.) per metropoli. E siccome quivi era
debolirne comunque, P i-
gli effetti. Sia Ja chiesa slata sottoposta al governo ci-

dea generale è mollo commendevole; vile, rendendola dipendente dal senato,


stabilita una volta 1' emancipazione co- così nel nuovo regno polacco, col solo di-
me principio e come massima, non può vario, che fu data a condurre alla com-
più ritornarsi indietro; i suoi avversari missione de'riti religiosi e del pubblico
ormai più non s'illudono, che anzi ne so- insegnamento. Questa strana costituzio-
no costernati. ne, emanata a'6 ossia a' 1 8 marzo 1 8 1 7
La sede vescovile e ora arcivescovile incontrò forte resistenza presso l'alto eie-
i52 V A R V A R
io, e pare che solo in parte fosse ricontata. Panienka diocesi di Posnania, trasferen-

Perla nuova costituzione del regno di dolo dalla chiesa di Wladislavia o Kuja-
Polonia venne messa in ri volgili; ento via, il quale co'suoi vescovi sulFraganei
l'antica gerarchia di quella chiesa. La se- ottennero alcune facoltà ad quinquen-
de pi imaziale di Gnesna coi ducato di niuni dal medesimo Papa. Nel Bulla ritmi
Posnania fu ceduta alla Prussia. Fu al- Pont, da propaganda fide, Appendix,
lora che il Papa Pio VII tolse a negoziare t. 2,p. 325,èil breve di Pio V\\ CumNo-
t

colla corte di Pietroburgo il riordinamen- bisy 8 8: Nonnullasfacul-


de'9 ottobre 1 1

to delle diocesi del regno di Polonia. tates Archiepiscopo Varsavien. par dm


Quindi Pio VII, colla bolla Militanti* ad qui/iquenniuin, partim ad triennium
Ecclesiae regimi nit de* 1 2 n^arzo 1 8 6,
1 concediti quibus tamquam S. A. Dele-
Bull. Rom. cont. 1.
1 4, p. 273 : Erectio gata* utatur. Questo Papa inoltre col
Ecclesiae episcopalis Varsaviensis in breve Romani Pondfices, de' 6 ottobre
M etropolitanamj la sottrasse dalla di- 1818, Bull. Rom. cont. 1. 1 5,p. 127: Ani'
pendenza dell'arcivescovo di Gnesna, di- pliatio privilegiorum font concessorum
chiarando che poi le avrebbe assegnato Andstibus Ecclesiae Farsaviensis. Pri n •

ì vescovati suffraganei, i quali riordinati cipalmeufe concesse agli arcivescovi prò


o dipoi nel 1818 eretti colla bolla Ex tempore il titolo di primate del regno
imposita Nobis , de' 3o giugno 1818, di Polonia j e per la magnificenza e splen-
Bull. cit. 1. 1 5, p. 61, sono seguenti. I i dore della chiesa metropolitana pe'polac-
riordinati furono: PVladislavia,Plosko, chi latini nell'impero russo, ac in s. Se"
Cracovia (il quale lo stesso Pio VII col dis communione permanendbus, ut qui"
breve Quoniam Carissimus, de' 19 a- busvis anni temporibus ubique locorum,
gosto 1807, Bull. Rom. cont. t. i3, p. et in omnibus et singulis funclìonibus
2o3, l'avea sottratto da suffraganeo di habitutn rubri, seu purpurei coloris ad
Gnesna e reso dipendente dalla metropoli instar S. R. E. Cardinalium , nempe.
latina di Leopoli),£«&//7zo (il quale pure collarem, vestem talarem 'cingulum seti }

Pio VII colla bolla Quemadmodum Zìo- fasciam, mantellettam mozzettam, cali-
t

manorum Pontifìcum, de' 22 settembre gas, biretum (excepto tamen pileo seu
i8o5, Bull. Rom. cont. 1. 12, p. 374, a- subbireto rubri, seu purpurei coloris,
vea eretto in vescovato e dichiarato suf- cu) us usus eidem vcn. fratri Francisco
fraganeo dell'arcivescovo latino di Leo- moderno archiepiscopo Varsaviensì, e-
poli); gli eretti nel 1 8 8 furono: Podla-
1 jusque successoribus nunquam conces-
cliia, Seyna o Augustow, e Sandomir. simi, quin imo expresse et specialiter in-
Questi 7 vescovati tuttora sono suffraga- terdictus sit et esse intelligatur, utpole
nei del metropolitano diVarsavia, iì qua- peculiare ejusdem S. R. E. Cardina-
le ha inoltre due vescovi inpartibus per lium insigne) deferre, et geslare libere ,
uno di essi
suffraganei titolari, ed risiede ac licite possi nt, et valeant, ea fame a
in Lowilz oLowiczeck, distante 1 7 leghe lege, ut pr aesenti privilegio habitus ru-
all'ovest di Varsavia e nella sua diocesi. bri coloris ubique locorum gestandi di-
£' una piccola città in riva al Bzura nella clus archicpiscopus,ejusquc successores
waivodia diMasovia,ohwodia di Kujavia, merum dumtaxat majoris onorificcn-
con castello validamente munito e insi- tiae signum prò sublimi coruni digni-
gne chiesa collegiata, ed ha pure un isti- tatc non autem majorem jurisdictio-
t

tuto normale per la pubblica istruzione. nem, nec ulluni majusjus acquirant. et
Pio VII peri. arcivescovo diVarsavia non alias alitcr, nec alio modo apostoli-
nel concistoro de'2 ottobre 1 8 8 dichia-
1 ca auctoritate tenore praesendum con-
rò Francesco Skai'bek Maleczewski, di ce diuius et i/ululgcmus, ac licentiam et
VAR VAR i53
facultalem desuper impertimur. Il i.° diocesi diSeyna, traslato da Ad raso in
suffraganeo dell'arcivescovo di Varsavia partibus, titolo avuto nel 1828 quan-
per Lowitz, fu Daniele Astrow>ki di Ma- do fu falto suffraganeo di Auguslow e
luszyn arcidiocesi di Gnesna, e canonico Seyna. Quindi a'2 ottobre 1837 die per
rr
di quella metropolitana, fallo vescovo di suffraganeo a mg. Choromanski, mg.
Betsaide in partibus da Pio VII a' i 8 di- Tommaso Chmielecwski di Plosko, pre-
cembre 18/ 5, allorché lo die in suffraga- posilo di quella cattedrale, col titolo ve-
neo all' arcivescovo di Gnesna. Inoltre scovile in partibus dì Grazia nopoli. L'ar-
P>o VII nel concistoro de'i 7 dicembre civescovo Choromanski riordinò l'acca-
1819 nominò i.° arcivescovo di Valsa- demia ecclesiastica di Varsavia con suo
la Stefano Hotowczyc, traslato dal ve- regolamento, e morendo neh 838 circa,
scovato di Sandomir (e siccome in quel- restò lungamente vacante la sede di Var-
ne dissi i.° vescovo Burzynski,
l'articolo Haeren-
savia. Nella celebre allocuzione
qui aggiungo che il i.°veramentefu Adal- lem din animo Nostro s pronunciata da
berto Giorski diMarsovia diocesi di Plosko Gregorio XVI nel concistoro de'22 lu-
già di Rielce, vescovato soppresso dallo glio 1842, deplorò perchè in conseguen-
stesso Papa, ed immediato suo successore za degli ukasi imperiali del 1 833 ei834
fu l'Holowc/yc : ora la sede di Sandomir arami eretti due vescovati del culto greco
A'3o poi dello stesso mese Pio
è vacante). non imito in Varsavia e in Polosko, e-
VII emanò il breve Romani Ponti/i- rasi tolta una magnifica chiesa acattolici
a
cesy pressoil Bull, cit., p. 162 Conces- : nella di quelle due città per cattedrale,
i .

sio insignium indumenlorum prò ar- riportandosi due ukasi ne\V allocuzio-
i

chiepiscopo Varsaviensi. E' una confer- ne a p.i 1 mentre a p. 9 e 8 1 si leg-


e 64; 1 1

ma del tenore del precedente breve, in gono le rimostranze dello stesso Papa per
favore dell'arcivescovo Hotowczyc e suoi l'ukase col quale nel 1 842 stesso era stato
successori. Qui è opportuno ricordare il eletto per rapporto del luogotenente del
breve dello stesso Pio VII, Expositum regno di Polonia, a suffraganeo di Lowitz
nobis, de*26 settembre 1820, Bull, cit., nell'arcivescovato di Varsavia Antonio
p. 338 : Facultas utencli vestibus Epi- Roto wskiDoyen del capitolo metropolita^
scopalibus prò Religiosis regni Polo- no, quasi che la provvista de* vescovati e
nine, qui ad episcopalem dignitatem de'suifraganei non dipenda essenzialmen-
promovenlur.Lecme XI I a' 1 2 luglio 1824 te dal capo della Chiesa cattolica, per cui
elesse arcivescovo Adalberto Skarzewski, non fu riconosciuto dalla s. Sede. Final-
di Janow diocesi di Leopoli, già 1

ve- mente potei celebrare nel voi. LXXXI,
scovo di Lublino. Lo stesso Papa gli die p. 4^2, che la vedovanza lagrimevole
a suffraganeo a' 9 aprile 1827 France- delle chiese cattoliche nella Polonia e
Pawtowski, di Czersk nella
sco di Paola nella Russia terminò per 4 eli esse, fra le

Pomerania, decano della cattedrale di quali questa di Varsavia che nominerò ,

Wladislavia, colla ritenzione di tal digni- in fine, così furono provvedute 4 dell'8
tà e il titolo vescovile in partibus dì Dui- sedi episcopali che conta la Polonia. Im-
ma nella Bosnia. Inoltre Leone XII nel perocché il Papa Pio IX nel concistoro
concistoro de'28 gennaio 1828 traslatò de' 18 settembre 856 promulgò l'attua-
1

dalla sede di Cracovia a quest'arcivesco- le arcivescovo mg/ Antonio Fiiatkowski


vato Gio. Paolo Woronicz, di Bordow dell' arcidiocesi Posnania e Gnesna,
di
diocesi di Luceoria. Per sua morte, Gie- Questo prelato nel concistoro de'27 gen-
gorioXVI nel concistoro de'21 novembre naio 1842 da Gregorio XVI era stato
1806 preconizzò arcivescovo Stanislao preconizzato vescovo di Ermopoli inpar-
Ivostka Choromanski, eli Nicadzwiedzk tibusyt fatto suffraganeo di quello di Pia»
i54 VAR VAR
sko; già esaminatore diocesano e provve- de' polacchi, va prosperando nel gran-
ditore del seminario di Wladislavia, uffi- ducato di Posuania meravigliosamente:
ciale generale, superiore dell'ospedale e cinque di queste piccole case religiose di
j.° consultore; nou che uditore dell'ar- contado sono già stabilite e parecchie al-
ci vescovo di Varsavia,e canonico di Wla- tre staouo per aprirsi, mentre con edifi-
dislavia, lodandone la gravità, la pruden- cazione un gran numero di candidate sol-
za, la dottrina, le altre ottime qualità e la lecitano la grazia d' essere ammesse tra
capacità nelle funzioni ecclesiastiche. O- le suore, a servire per amor di Dio isuoi

gm nuovo arcivescovo è tassato ne'Iibri poverelli. La Civiltà Cattolica, che tutto

della camera apostolica in fiorini 800, ciò riporta nel luogo già suratneutovato,
ascendendo le rendite della mensa ad nel t. 3, p. 366 riproduce lo Stalo del
octogìuta eircit&r millefio reno s polo iri- Cattolicismo in Russia, desunto da una
cosyseuadocto mille fere sculaia roma' rivista mensile del ministro dell'interno,
ita. L'arcidiocesi è vasta, e si estende in astenendosi di farvi considerazioni. Sebbe-
lunghezza a 3o miglia ed in larghezza a ne non si può non riconoscervi una qual-
i 5, biscenlum ocloginla paroccias\plu~ che importanza, per avere io sviluppati
raq ite alia sub secomplectitur loca. Tra gli argomenti che gli hanno relazione, ri-

i progressi che il cattolicismo va facendo ferendo eziandio l'ultimo concordato, do-


in Polonia, si deve annoverare il molti- vrò contentarmi a solo far cenno della
plicarsi delle associazioni e delle congre- parte che riguarda la statistica dellaChie-
gazioni religiose dedicate al servizio del sa cattolica in Russia. » Il numero de'fe-
prossimo. Le suore della Misericordia e deli cattolici d'ambo i sessi in tutto l'im-

la società di s. Vincenzo de Paoli, già si pero ascende a 2,752, 787 (qui soltanto
sono diffuse per tutte le provincie, occu- giustamente osserva la Civiltà Cattoli'
pandone le capitali e tutt'i luoghi alquan- ca, che secoudo la statistica ufficiale del
to ragguardevoli. A queste si aggiungo- 1846, novera varisi 7,300,000 cattolici
no le suore del Sagro Cuore di Gesù, le romani, oltre un gran numero di armeni
orsoline, e le così dette servule, che tutte cattolici romani anch'essi, ma indicati in

sono consagrate all'educazione. Le ser- questa statistica colla rubrica di armeni


i'ule specialmente hanno per fine l'istmi- cattolici, e armeni gregoriani 1,000,000.
re i fauciulli più. rozzi, e di servire la po- Egli è chiaro che nel numero dato iu que-
veraglia più misera delle campagne. Elle sto luogo dalla suddetta rivista mensile,
medesime sono tutte prese dal contado e non si comprendono i cattolici polacchi
formano un ordine interamente contadi- e gli armeni, parlandovisi solo de'catto-
no, in cui dopo un annodi noviziato, (alti licisoggetti alle diocesi della Piussia pro-
i voti triennali di povertà, di carità e di priamente detta. Rammenterò che nel
sacrifizio per l'amore del prossimo, sono 1 847, in conseguenza dell'ultimo concor-

mandate a tre a tre ne' diversi villaggi, dato fra la Russia e la s. Sede, il Papa Pio
dove si occupano di assistere i malati e IX istituì le sedi vescovili di Cherson e
derelitti, d'istruire i fanciulli, e di lavo- Terraspol Tiraspol, nel quale 2. ar-
rare pel signore del villaggio quel tratto ticolo riparlandone, nota» che ad essa fu
di campo odi orticello che loro viene as- riunita la prima, per gli armeni, pel ri-
segnato pel sostentamento; giacche da' ferito altresì nel voi. LI, p. 3^4» e P er
fondi dell'ordine non altro ricevono che gli altri cattolici loutaui dalla metropoli
l'abitazione. Questo bell'istituto è di re- di Mohilow nella parte meridionale della
centissima origine, e grazie allo zelo di Russia, e soddisfare eziandio a' bisogni
mg/ Leone di Przystuski arcivescovo di religiosi de' coloni tedeschi stabiliti in
Guesua e Posuauia, e alla generosa pietà quella contrada). Si contano 41 io pur*
YAR VAR \55
rocchie,47 monasteri d'uomini che dan- no in Russia
sono concentrate nello spar-
no usilo a 3 1 3 monaci (nel voi. LXV, p. limeulo de' culti stranieri del ministero
55, relliiìcai il numero de'molti religiosi dell'interno". L'arcivescovo di Varsavia
domenicani esistenti in Polonia e Rus- ( P altro nuovo arcivescovo è quello di
r
sia), e 2D monasteri di donne per 4^° Mohilow mg. Veuceslao Zyliusk i) ed
religiose; 79 alti dignitari dei clero seco- i vescovi di Podlaohia, e di Cujavia o
lare^ 2226 preti di parrocchie. Sono de- Wladislavia preserogià possesso delle lo-
stinate al mantenimento del clero le pro- ro sedi : i due vescovi furouo già con sa-
prietà fondiarie, ed i capitali del clero grati iu Varsavia nel gennaio 837. Quel- 1

cattolico romano passati sotto l'acumini- lo di Podlachia mg. Beniamino Szyman-


strazioue della corona dopo il 84 1 • • Que- ski di Varsavia, cappuccino, nolo ed a-
ste spese ascendono annualmente alla tnato dall'intera Polonia, ov'è pure as-
somma 700,000 rubli d'argento, cor-
di sai stimato il suo benemerito ordine, en-
rispondenti a 2,800,000 franchi. semi- I trò nel possesso in Janow nel giugno cou
nari istituiti in ciascuna diocesi, e l'acca- pompa. Egli
islraordinaria successe a
r
demia ecclesiastica di Pietroburgo (V.) mg, Gutkowski, che ebbe a soifrire, per
come alta scuola di questa confessione, la giustizia, la carcere e molte altre ves-
servono all'istruzione del clero cattolico sazioni, e fu perciò lodato ampiamente
romano. Questi stabilimenti contengono da Gregorio XVI nella sullodata allocu-
36o allievi. La loro direzione superiore zione. Egli rinunziò la sua sede, e vive
appartiene a' capi delle diocesi , i quali in un monastero di Leopoli in Galizia.
a
scelgouo tanto quanto gì' ispet-
i rettori, LaCiviltà CaUolica,$ev\e 3« ,t. 8,p. 5o8,
tori, la cui nomina dev'essere comunica- descrive il festeggiamento di Cracovia pel
ta al governo. Diritti simili a riguardo 6.° centenario della morte di s. Gia-
dell' accademia sono devoluti al metro- ciuto, discepolo di s. Domenico, aposto-
polilano nella sua qualità di arcivescovo lo de'paesi russiani, le cui reliquie ripo-
di Mohilow. Quanto concerne 1' ammi- sano nella chiesa de'domenicani di Cra-
nistrazione degli affari della Chiesa cat- covia ; e vi si espose lo stendardo coll'ini-
tolica è ripartilo in tre istanze. L'ammi- magine del santo, donato da Clemente
nistrazione diocesana, il collegio ecclesia- Vili quando lo canonizzò; canonizza-
stico, e il ministero dell'interno. L'am- zione ch'ebbe luogo al tempo del sinodo
ministrazione diocesana è affidata al ca- di Brzesc quando i russiani si riconcilia-
po della diocesi, assistito dal concistoro rono colla Chiesa cattolica. Cracovia è
del capitolo. Tutto il clero secolare e re- una città che conta ma™ior numero di
golare è sottoposto alla medesima. Rela- chiese e di cou venti. Vi sono domeni- i

tivamente al vescovo , il concistoro ha cani, i francescani, i carmelitani, gli ago-


voce deliberativa, e si compone di mem- stiniani, i cislerciensi, i preinostrateusi, i

bri ecclesiastici nominati dal capo della canonici Lateranensi, i camaldolesi; le

diocesi. 11 collegio ecclesiastico è compo- benedettine, le francescane, le carmeli-


sto sotto la presidenza del metropolita- tane, le premostratensi, le suore della Vi-
no, d'assessori scelti in ciascuna diocesi. sitazione, le canonichesse di s. Spirilo in
Esso soprintende in ispecial modo all'an- Sassia, che non più esistendo in Roma,
damento degli affari nelle diocesi, e all'e- si sono conservate in Polonia. I gesuiti
secuzione degli ordinamenti prescritti dal ebbero collegio e casa professa in Craco-
governo. Vi è aggiunto un procuratore via. Quanto al censimento operato nel-

nominato dal governo. Finalmente l'al- lo stesso 1 857 nella Polouia, ha pre-
ta vigilauza e l'amministrazione superio- sentato le seguenti cifre, riferite a p,
re degli affali del cullo cattolico ruma- 1 169 del Giornale di Roma. Per la pò-
i56 VAS VAS
polasione 4696,918 abitatili, ripartiti eia di Licaonia, nell'esarcato d'Asia, sot-

sopra un'estensione di 2,32o miglia qua- to la metropoli d'Iconio ; ebbe i seguenti


drale, ossia 131,670 chilometri quadra- 7 vescovi. Teodoro, fra padri del con- i

ti, il che fa 2024 abitanti per ogni mi- cilio di Nicea del 32 5, assistette pure a

glio quadrato, ossia 36 per ogni chilo- quello d' Antiochia del 34 1 ; Severo, di
metro quadrato. E poi assai interessante cui è fatta menzione nella lettera canoni-
il riportato dal medesimo Giornale del ca di s. Basilio Olimpo, pel quale One-
;

i858 a p. 286 di questo tenore. »» Co- siforo suo metropolitano sottoscrisse al


me è noto, in Russia presso i cristiani di concilio di Calcedonia nel 4^i; Grego-
confessione greco-orientale è tuttora in rio pose la sottoscrizione alla relazione
attività il così detto Calendario Giulia- che il concilio di Costantinopoli fece al
no, introdotto da Giulio Cesare, e con- patriarca Giovanni relativamente a Se-
servato dopo la caduta dell' impero ro- vero d'Antiochia ed a'suoi aderenti ; Co-
mano anche nello stile cristiano di Ro- none sottoscrisse a' canoni in Trullo ;
ma e Costantinopoli. Per l'occidente gli Miceforo e Nicola, uno de'quali fu ordi-
errori astronomici in esso contenuti, fu- nato da s. Ignazio e l'altro da Fozio. O-
rono rettificati nel i582 dal Pontefice riens chr. 1. 1, p.1076.
Gregorio XIII; ma l'oriente greco-cat- VASI SAGRI, Vasa Sacra. Arnesi,
tolico, compresavi la Russia, conservò ornamenti sagri ed ecclesiastici, Arredi
l'antico suo calendario. Però sembra che sacri (V.)) Suppellettile sagra (F.) t U-
i difetti del calendario Giuliano ed suoi i tensili sagri (F.), inservienti alla sagra
inconvenienti nelle relazioni coli' Euro- Liturgia (F.) e altri Uffizi divini (F.).
pa occidentale vengano di nuovo rico- Vaso, Fas, Fasuntf Crater, Urna no- ,

nosciuti pubblicamente in Russia, giac- me generale di tutti gli arnesi fatti a fi-
che nella Gazzetta russa di Pietroburgo ne di ricevere o di ritenere in se qualche
Jeggesi la seguente proposta per l'intro- cosa, e più. particolarmente sostanze li-

duzione del nuovo calendario in Russia : quide.Quindi vasoda Fino(F.),Trulla i


Jn vece di seguire l'esempio di tutti gli vaso d Acqua (F .), Hydria, vaso di ter-

altri stati Dell'introdurrenuovo calen- il ra o fittili, Fietilia, e tornai a parlarne


dario ed ommetlere quindi lutto di un nel voi. LXXXIV, p. 228. Fas /usile,
trailo i3 giorni, si dovrebbe ommetle- Vas productile fu detta la Campana
re piuttosto 14 volle i giorni intercalari (F.),come rilevaZaccaria neìì'O/iomasli-
d'ogni quarto anno, Così l'antico calen- conRititale.Neì la s. Scrittura il termine di
dario si migliorerebbe successivamente vaso è generalissimo, e significa cose fra
ed insensibilmente, e nell'anno 1912 loro assai differenti. Parlando del Ta-
verrebbe messo d'accordo col nuovo ca- bernacolo e del Tempio di Salomone
lendario così detto Gregoriano. In oggi (F.) significa tuttociò che contenevasi
t

il nuovo stile è innanzi al vecchio di 12 e nell'uno e nell'altro, sia per ornamento,


giorni ; anno 1882 esso gli sarà a-
nel T sia per arnese in servizio del culto divi-
\anti di i3 giorni. L'om missione di i3 no. Giacobbe volendo dire che suoi fi- i

giorni sarebbe adunque sufficiente, giac- gli Simeone e Levi erano guerrieri fero-
ché il i4 avrebbe ad essere orn messo ci e ingiusti, li chiama Fasa iniquitalis
appena alla metà del secolo XX- La bellantia.Neì salmo 7 le freccie sono chia-
medesima sarebbe compiuta uell* anno mate vasi di morte , cioè strumenti di
ti
Jf)l2 . morte. Dio diceche s. Paolo è un vaso
VASA. V. Wasa. di scelta, Vas electionis t cioè uno stru-
VASAUAoBASADA, ONASADA o mento scelto da lui a portare il suo nome
SABADA. Sede vescovile della proviti- innanzi alle genti, a're, a'figli d'Israele.
V A S VAS i5 7
Lo stesso s. Paolo ch'in mn il nostro cor- vuole. Cnmpodel Vasaio o del Sangue
po un vaso di creta , e chiama vasi eli si chiamò quello acquistato da Giuda co'
misericordia , vasi di gloria ,
quelli che trenta denari, prezzo del tradimento del
Dio degnOssi di chiamare alla fede, e va- Salvatore; Si giunse in appresso a prepa-
si d'ira, vìisì d'ignominia, coloro che la- rare le pelli degli animali, e renderle pro-
sciò nella infedeltà, negli errori che pro- prie alla conservazione de'liquori. L'uso
durranno la loro perdizione. Il Macri nel degli olii è antichissimo, riferendo la Ge-
Hiero le xicon, diceche Vaso, Christi fu- nesi che quando Abramo cacciò Agar,
rono di frequente appellate le Religiose le mise sulle spalle un otre pieno di ac-
r
(V.) ; e f asa infirmiora furono chia- qua. Sembra persino che in quei tempi
mate da s. Pacomio nella sua regola le remoti, gli otri fossero i vasi di cui faceva-
Donne, per la debolezza del sesso. Gli si uso più comunemente per conservare
antichi erano persuasi che le corna de- i vini e gli altri liquori : Giobbe lo fa co-
gli animali fossero stati i primi vasi di noscere positivamente. Questi primi vasi
cui siasi fatto uso per conservare e bere dati dalla natura, come pure quelli che
i liquori, e quest'uso ha sussistilo per lo furono formati a di lei imitazione,furono
meno per lunghissimo tempo pi esso molti in appresso, comechè non si possa deter-
Tabernacolo de-
popoli. L'olio sagro del minare precisamente l'epoca, surrogati
gli ebrei per consagrare Re (I7 .), era i da altri, le cui forme ci sono descritte con
conservato entro un corno. Galeno osser- grande varietà da Ateneo nel lib. xi. Gli
va, che in Roma misura vasi l'olio, il vino, antichi artefici volevano dare a ciascun
l'aceto, il miele in vasi di corno, di che vaso e a ciascun utensile la forma piìi con-
ne parlano chiaramente Orazio e Cesare. venevole all'uso loro, e nello stesso tem-
Plinio attribuisce in generale lo stesso uso po la più piacevole allo sguardo. greci 1

a tutti i popoli settentrionali. Senofonte e i romani impiegarono grande profusio-


fo la stessa osservazione riguardo a molli ne e molta magnificenza nelle loro diver-
popoli d'Europa e d' Asia. Gli antichi ornava-
se specie di vasi, de'quali gli uni
poeti rappresentavano sempre i primi e- no i deschi e le credenze de'maggiorenti,
roi che sorbivano i liquori da'eorni ; que- e gli altri servivano agli usi domestici.
sta sorte di coppe si dicono ancora assai Questi vasi erano di bronzo di Corinto,
comuni nella Giorgia. Assicura Bartolino di Delo o di Egina, oppure d'argento, e
che altre volte nella Danimarca non be- sovente arricchiti d'ornamenti in rilievo,
vevasi che in corni di bovi, e in una gran che talvolta erano cesellati sul vaso me-
parte dell' Africa essi sono il solo vasel- desimo; qualche volta quegli ornamen-
lame che si conosca per conservare i li- ti erano lavorali separatamente e fissa-
quori. JNon si dovettero tuttavia tardare ti poi sui vasi mediante saldature; al-
a immaginare i vasi di terra colla, giac- tre volte vasi di bronzo erano coperti da
ché di essi usarono alcuni de'più antichi solida piastra d'argento, sulla quale si

popoli. Nella s. Scrittura parlasi più volte erano cesellali ornamenti e figure. An-
del vasaio o facitore de' vasi di creta. Ge- tioco re di Siria, traversando la Sicilia,
remia rappresenta il vasaio che lavora era provveduto di gran numero di va-
alla ruota ; l'autore dell'Ecclesiastico de- si, de' quali la maggior parte erano di
scrive il vasaio colla creta nelle roani, argento, altri d' oro arricchiti di pietre

nell'atto d'impastarla e metterla in ope- preziose ; tra questi eravi un vaso for-
per usarne a suo arbitrio. Iddio per
ra, e mato di una sola gemma co! manico d'o-
mostrare la sua suprema possanza sugli ro. Quello che si raccoglie dagli antichi
uomini si serve talvolta della similitu- scrittori sul numero di questi vasi, cop-
dine del vasaio, che fa della creta ciò che pe esimili, ne sembrerebbe incredibile,
i58 VAS VAS
se essi non aggiungessero che que* vasi fncevasi uso ne' Sacrifizi e nell'altre re-

erano in massima parte asportati dalie ligiose ceremonie, erano di terra, anche
provincie conquistate. I romani non pre- allorquandoil lusso ebbe introdotti quelli
giavano sempre vasi secondo la qua-
i d'oro e d' argento nelle case particolari.
lità della materia di cui erano compo- Però le patere, strumenti de'sagrifizi che
sti, ma miravano soprattutto alla rari- servivano a parecchi usi, erano una spe-
tà loro: sovente preferivano a' vasi d'o- cie di tazze di bronzo, e nella maggior
ro e d'argento que'di terra cotta, di qual- parte di metallo bianco, lavorate al tor-
che pietra o d' altra materia rara e sin- no con tutta la possibile precisione tanto
golare, a seconda della moda che s'intro- al di dentro quanto al di fuori, di tutte le
duceva nella qualità e forma di quegli forme. Ne' bagni si faceva uso di vasi
utensili. Dopo la vittoria ottenuta da Fla- della medesima forma. Servivano le pa-
minio sopra Filippo re di Macedonia, fu- tere per ricevere il sangue delle vittime
rono portali a Roma gran numero di vasi, che s'immolavano, e per versare il vino
di cui una parte erano di bronzo, ornati fra le corna delle vittime cornute. Ser-

di sculture in rilievo. A' tempi di Cesa- vivano altresì per le libazioni d'acqua e
re si stimavano assai gli antichi vasi di di vino, e per versare del miele sia sul-

metallo, che si erano trovati ne' sepolcri l'ara, sia sulla vittima. Diversi numi fu-
di Capua, allorché in quesla città fondos- rono rappresentati con patere nelle ma-
si la nuova colonia romana si stimava- : ni, qual simbolo delle offerte che loro fa-

no del pari assai vasi di bronzo e di ter-


i cevansi. Pressoromani non eravi una
i

ra colta trovati ne'sepolcri all'epoca del casa che non avesse una patera, o un a-
ristoramento di Corinto. Ma sembra che cera, ossia turibolo, forzieretto in forma
quegli utensili non fossero impiegati a usi quadrata, nel quale metlevasi 1' incenso
domestici, ma che si conservassero soltan- per arderlo a'tiumi , ed anco a' defunti
to come monumenti dell'arte. Per gli usi fino dal momento in cui cominciavano i
ordinari i ricchi servivansi in quel tempo funerali, il che facevano i parenti e ami-
di vasi d'oro e d'argento riccamente fog- ci. Pressogli antichi i vasi servivano qual-
giati.Lucio Scipione ne portò di somi- che volta di premio ne'giuochi pubblici:
glievoli dall' Asia,dopo finita la guerra egli è per questo che sulle medaglie e
col re Antioco. Vene fondò a Siracusa sii altri monumenti si vedono spesso vasi,

una officina particolare, nella quale scul- alcuna volta con palme, e de'quali erudi-
tori e orefici erano impiegali a converti- tamente ragiona Buonarroti ne\\' Osser-
re in vasi di diverso genere l'oro ch'egli vazioni sui medaglioni antichi. Secon-
aveva rapito dalla Sicilia. Pompeo con- do Aulo Gellio, i samii furono gl'inven-
sagrò al tempio della Fortuna la colle- tori delle stoviglie, e quelle dell'isola di

zione de' vasi di Mitridate. Egli fu, secon- Samo erano ricercatissime da' romani.
do Plinio, il[.°che fece conoscere a* ro- Samia vasa edam mine in esculentis
mani vasi murrini
i , che si preferivano laudantur dice Plino. Tanta era 1' ab-
%

allora, a cagione della loro rarità e no- bondanza e varietà de' vasi in Samo, che
vità, persino a'vasi d'oro. Sotto Vitellio si formò l'antico ditterio: Vender vasi
i vasi di terra colta di bel lavoro e di fór- a Samo, e portare nottole ad Atene, e
ma elegante furono preferiti a'vasi mur- coccodrilli in Egitto, esser cosa inutile.
rini. Questi vasi murrini giunsero in Ro- Celebri e numerosi souo i vasi fittili di
ma ad altissimo prezzo, e non sarebbero Toscana, Veio (P\) ec, o etruschi, l'in-
stati se non di terra cotta, se fondata fosse venuti in gran copia ne sepolcri del
l'asserzione di coloro che gli hauno con- genere funerari, ed anche d'ornato, da
fusi colle porcellane. 1 vasi sagri, di cui tavola e da bere. Sono sommamente
V A S V A S l5g
pregevoli per l'antichità remota e per più belle, più svelte, più eleganti. Abbia-
le loro forme eleganti e gentili. Pare che mo di L. Frati, Raccolta di maioliciie
buona parte de' vasi etruschi trovati nel- dipinte delle fabbriche di Pesaro e
tombe, debbansi considerare piuttosto
le della provincia Metaurense, Bologna
come vasi sagri, che forse si consegnavano t844 con figure. Celebri sono le fab-

agl'iniziali ne'misteri di Bacco e di Cerere briche di Francia, di Sassonia, d' In-


o altra deità, e con essi si seppellivano, ghilterra, di Prussia ec. Le forme dei
a que'misteri oa quelle divinità riferen- vasi della Cina, del Giappone e dell' In-
dosi notabile parte delle rappresentazio- die orientali non mancano alcuna volta
ni colorate per ornamento de' vasi. Molto d'eleganza: non sempre però sono ra-
si è scritto sul modo in cui si dipingeva- gionate; ma di questo giova forse cercar-
no, ed alcuni ritengono assai probabile ne la ragione ne' costumi e nell' idee di

che si applicasse sul vaso un ritaglio d'u- que' popoli.


na materia pieghevole, come sarebbe la Iddio manifestò a Mosè come doveva
nostra carta, e che si coprisse di vernice a suo onore costruire il Tabernacolo del-
il rimanente del vaso. I contorni delle fi- l'Alleanza, i vasi, le Vesti sagre pe' mi-
gure rimanevano per tal modo delineati nistri del culto, le oblazioni e le vittime
nell'argilla che conservava il suo colore che se gli dovevano offrire, i profumi da
naturale, e il pittore non aveva al più che presentarsi sull'altare e persino la sua

aggiungere in alcuna parte qualche tocco composizione ; non meno della descrizio-
leggiero per indicare lineamenti più mi- i ne d'un bacino di rame, nel «piale i sa-
nuti o qualche ombra nelle piegature. cerdoti dovevano lavarsi le mani e i pie-
Ne a questa congettura si oppone 1'
os- di, e quella altresì della composizione di
servazione fatta dagl'intelligenti, che in un olio di Unzione per ungere i sacer-
alcuni vasi si vedono i contorni delineati doti e i vasi dello stesso tabernacolo nel
con un istromento tagliente, non esclu- giorno di loro consagrazione. 11 sontuo-
dendo questa pratica che forse adope- , sissimo e meravigliosissimo Tempio di
ra vasi solo allorché la creta era molle. Salomone, da questore innalzato al vero
Si può vedere Fr. Inghirami, Pittura Dio e con suo disegno, fu splendidamen-
de vasi etruschi,Firenze 8 53 con tavole. 1 te fornito d'un immenso numero di pre-
Belle collezioni di questi vasi,come di pie- ziosi vasi d'ogni specie, per l'esercizio del
tresuperbe e di metalli, adornano molti culto e per l'uso de'sacerdoti, di che par-
musei. Molto poi si è disputalo intorno articolo e meglio si può leggere
lai in tale

i vasi tericleani o tericleensi, spesso men- nel p.Calmet, Storia dell'antico e nuo-
zionati ne' classici greci: probabilmente vo Testamento, t. r, lib. 4- H famoso ar-
traevano essi il nome dali." loro fabbri- tefice Irammo di Tiro fece un grandis-
catore, ed erano fatti di terra cotta, in simo vaso di bronzo destinato a conser-
forma di calice ; in appresso se ne forma- var nel tempio l'acqua per l'uso de'sa-
rono di metallo, di avorio, di legno di , cerdoti, che per la vasta sua ampiezza
Vetro (V.). La conservazione de' vasi an- fu denominato Mare: sotto di esso da 4
tichi grandemente giovòal miglioramen- lati sacerdoti vi andavano a purificarsi
i

to dell' arte de' nostri vasai, che preci- nel sottoposto bacino, uscendo V acqua
puamente fiorirono in Faenza,\n Urla- dal piede del vaso per via di 4 grillet-

nia, in Urbino, a Gubbio ed a Pesaro j ti. Salomone fece fare degli altri vasi di
ed anche de' fabbricatori di porcellane, bronzo amovibili sopra ruote di bronzo,

da che il raffinamento del buon gusto fe- secondo i bisogni del tempio, 5 altari pei

ce comprendere, che solo coll'imitazione profumi e 5 pe' pani di proposizione, e


di que'vasi si ponno produrre le forme tutti i vasi che servivano a questi aliali
i6o V A S V A S
ed i candelieri erano d'oro. La s. Scrit- tutto il regno raccolte di denaro per la ri-

tura dice eli 'era n vi ioo bacini d'oro, ma parazione del tempio, e con quello avan-
lo storico Gioseffo Flavio nell'Antichità zato si fecero nuovi vasi pel suo servizio,
Giudaiche, ne un numero assai
riferisce come trombe, forchette
incensieri, vasi,
maggiore, poiché dice. Vi erano, oltre e altri stranienti d'oro e d'argento. Acaz
la gran mensa d'oro sulla quale mette- re di Giuda, empiamente abbandonatosi
vansi pani di proposizione, 10,000 al-
i all'idolatria, si rese tributario di Teglat-
tre mense, sopra le quali si collocavano falasar re d'Assiria, spogliò il tempio, ne
de' piatti e delle patene d'oro in numero tolse i vasi più preziosi, lo fece chiudere,
di 20,000, e d'argento 4o,ooo. Salomo- e in tutte le piazze innalzò altari profani.
ne fece di più 10,000 candelieri d'oro, Gl'israeliti nuovamente avendo provo-
80,000 coppe d'oro per fare le libazio- calo la collera del Signore ,
per castigo
ni del 100,000 bacini d'oro, e
vino, piombò Nabucodònosor re d'As-
su loro
200,000 d'argento, 80,000 piatti d'oro, siria, il quale espugnata Gerusalemme,

ne* quali offri vasi sull'altare la farina saccheggiò il tempio, portando seco in
impastata, e due volte altrettanti piatti Babilonia i vasi più preziosi della casa
d'argento per usi somiglianti: 60,000 di Dio, e li pose nel suo palazzo di Babi-
piatti d'oro, ne' quali impastavasi il fior lonia, di dove li trasferì nel tempio del
di farina coli' olio, e due volte altrettanti suo Dio. Fra' molti ebrei che seco con-
piatti d'argento; 20,000 hin o piccole dusse cattivi vi fu il profeta Daniele, il
brocche d'oro per contenere i liquori che quale co'suoi compagni Sidrac, Misac e
oflrivansi sull'altare, e 40,000 d'argen- Abdenago lo fece allevare nel proprio pa-
to; 20,000 incensieri d'oro, ne' quali lazzo, e lo colmò di onori dopo l'esplica-
portavasi l'incenso nel tempio, e 5o,ooo zione del sogno sulle monarchie; poscia
altri, ne'quali portavasi del fuoco dal- restituì i vasi tolti dal tempio di Gerusa-
l'altare degli olocausti persino nell'al- lemme, uel quale si offrirono vittime e si

tare d'oro nella Santa. Soggiunge Gio- pregò per Nabucodònosor e pel suo ni-
seffo,che essendovi alcuno di que' vasi pote Baldassare considerato figlio come
guasto o rotto, correva l'obbligo di farlo erede presuntivo dell' impero. Ma ribel-

fondere di nuovo. Queste enumerazioni Sedecia re di Giuda contro Nabuco-


latosi
di Gioseffo, particolari e distinte, la s. dònosor, questi co'suoi caldei marciò a
Scrittura le rende credibili, dicendo che Gerusalemme e s'impadronì della città e
il numero di que' vasi era infinito, e il del tempio, dando fine al regno di Giuda.
peso del metallo che vi fu impiegato su- I caldei ridussero in pezzi le due grandi
perava ogni notizia. Le padelle di fuoco, colonne meravigliose di bronzo fatte da
le pentole, le caldaie, le padelle, forchete Irammo, ch'erano avanti il vestibolo del
te e gli altri slromenti che dovevano ser- tempio; spezzarono pure il vaso di bron-
vire all'altare degli olocausti, ed erano zo detto Mare co' 1 2 bovi deilo stesso me-
destinati a passare pel fuoco, erano di tallo disposti in 4 g r0 ppi e formanti le
bronzo come pure l'altare, e il numero sue basi, ch'era servito pel comodo de'sa-
di questi stranienti era proporzionato al- cerdoti e per l'uso del tempio. Ne traspor-
lagrandezza ed alla magnificenza del ri- tarono il tutto colle caldaie, colle coppe,
manente. Sotto il regno del figlio Ro- colle forcine, co'mortai, cogl' incensieri e
boammo, Iddio per punire gl'israeliti per- con tutti gli altri vasi che si trovarono
mise che Sesac re d'Egitto prendesse Ge- nel tempio, tanto d'oro e d'argento, quan-
rusalemme, e se ne tornò in Egitto, dopo to di bronzo. Il peso di tutti questi vasi
aver rapito tesori del tempio e quelli del
i era infinito. L'esercito caldeo, dopo aver
re. Dipoi Josia re di Giuda ordinò per bruciato il tempio, la città e il palazzo,
VA S VAS 161
demolì le mura di Gerusalemme, e con- stessa notte Baldassare fu ucciso; e gli suc-
dusse il popolo schiavo al di là dall'Eu- cesse Dai io il medo suo zio materno, indi
frate, tranne il popolo minuto della cam- Ciro redi Persia mandò in rovina la mo-
pagna. Fu allora che il profeta Geremia narchia de'caldei, prese Babilonia, liberò
da'sacerdoli fece nascondere il fuoco sa- gì' israeliti, permise loro di ristabilire il

gro; e coi medesimi portò nel deserto, tempio a proprie spese, e diede nelle mani
in una caverna del monte ov'era morto vasi del tempio del Si-
de'ioro principali i

Mosè, l'Arca dell'Alleanza, il Taberna- gnore che Nabucodònosor avea traspor-


colo e l'altare de' profumi, e ne chiuse tati da Gerusalemme e collocali nel tem-
con ogni diligenza l'ingresso. L'Arca non pio del suo Dio. Mitridate ne fece l'enu-
fu più. ritrovata, ne potè collocarsi nel i.° merazione e consegna a Sassabasar o Zo-
tempio fabbricato dopo il ritorno dalla robabeli. principe del sangue di Giuda.
cattività. La nuova Alleanza e la legge Erano 3o coppe d'oro, ooo coppe d'ar- i

Evangelica avendo preso il luogo dell'an- gento, 29 coltelli, 3o tazze d'oro, 4'°
tica, la predizione di Geremia restò per- tazze d'argento e 1000 altri vasi. Tutti
fettamente compita. Baldassare re di Ba- i vasi ascendevano a 54oo. Il tempio fu
bilonia fece un gran convito a iooo de' compitole nefece la dedicazione,e la sua
suoi primari ufiiziali, e vi si bevette il vino gloria fu maggiore di prima. Ciro vi fece

con eccesso, distinguendosi il re nell'in- offrire de'sagrifizi per la vita sua e de'
temperanza e bevendo come ooo altri. i i figli. Seleuco Filopalore re di Siria, ben-
Essendo il re ubbriaco, comandò che fos- ché avesse fatto altrettanto, venendo a
sero portati i vasi d'oro e d'argento che sapere da un maligno che nel tempio si
Nabucodònosor avea nuovamente tolti trovavano de'superflui tesori immensi, e
dal tempio, allineile egli, le sue mogli, le dovendo pagare il tributo a' romani, or-
sue concubine, ed i grandi di sua corte dinò ad Eliodoro soprintendente alle sue
bevessero in que'vasi tanto degni di ri- rendile di recarsi a prenderli. Giunto nel
verenza. Mentre bevevano, e lodavano i tempio, il sommo sacerdote Onia gli dis-
loro Dei d'oro e d'argento, di sasso e di se che realmente era u vi somme conside-
legno, in punizione terribile di tanta sa- rabili, ma depositi d'orfani e di vedove
crilega profanazione, Dio fece comparire che ivi aveano portato per sicurezza, 4oo
alla vista del re una Mano (^.),che sulle talenti d'argento e 200 d'oro. Eliodoro
pareti scrisse parole che turbarono alta- insistendo per eseguir gli ordini, entrò
mente il re. Chiamato Daniele a spiegar- nel tempio e fece aprire il tesoro; Onia,
le e dirne il significalo, disse al re. Sapete tutti gli altri sagri ministri e il popolo ac-
come Nabucodònosor fu ridotto allo sta- corso inutilmente si opposero, esortan-
to delle bestie, perchè erasi alzato contro dolo a rispettare la santità del luogo.
Dio; e voi non vi siete più umiliato, ben- Mentre le genti d'Eliodoro si accinsero
ché tutto vi fosse noto. Avete profanato a forzarne le porte, la virtù del Signore
i sagri vasi della casa dell' Onnipotente, si fece sentire sopra di essi; furono a un
avete lodato le vostre vane divinità, e vi da spavento che gli atterrì e
tratto presi
siete alzato contro Dio. Egli perciò ha levò da' sensi. Yidesi comparire un uo-
mandato quelle dita che hanno scritto mo a cavallo superbamente vestito, che
sul muro: Iddio ha numerati giorni del i avventandosi con impeto contro Eliodo-
vostro regno, e ne ha stabilito in questo ro, lo percosse aspramente co'piedi e mi-
giorno il fine; siete stato pesato sulla bi-
x
nacciandolo di morte, con armi risplen-
lancia, e siete stato trovato troppo leg- denti. In pari tempo si videro due gio-
giero; il vostro regno è stato diviso, ed vani forti e bellissimi, risplendenti di
è stato dato a' medi ed a' persiani. Nella gloria e riccamente vestili, che stando a'
VOL. LXXXVIU. 1
i62 VAS VAS
fianchi d'Eliodoro, Io batterono e sferza- sicct e di gran peso; ed oltre a ciò degli
rono senza interruzione. Caduto Eliodo- abiti pontificali colle loro gemme, delle
ro a terra, ottenebrato, senza voce e come tappezzerie preziose, e molti aromi e pro-
morto, fu portato fuori del tempio. Onia fumi, oltre molte altre cose destinale al

Signore per lui un'ostia salutare,


offrì al servizio del tempio.Quindi Tito entrò
onde ottenerne la guarigione; e tosto i nell' anno 7 tu Roma con Vespasiano
i

due giovani apparvero a Eliodoro e gli suo padre, con pompa di trionfo. Fra le
dissero, che rendesse grazie al sommo sa- ricche spoglie che si videro in quella cere-
cerdole,alla cui considerazione il Signore monia, le più ragguardevoli erano quel-
gli conservava la vita, e poiché avea prò* le che furono prese nel tempio di Ge-
\ato la possanza e la giustizia di Dio, an- rusalemme: la mensa d'oro che pesava

nunziasse a tutto il mondo la grandezza molti talentigli candelliere d'oro in 7 rami


de' suoi miracoli. Ciò detto sparirono. E- superbamente lavorato, molti vasi sagri

liodoro offrì sagrifizi a Dio in rendimen- d'oro e d'argento, la legge degli ebrei in
to di grazie, e se ne partì. Ad onta di que- gran volume di pergamena riccamente
sto tremendo esempio, in seguito Antioco inviluppato, riguardata la più preziosa e
Epifane re di Siria, espugnata Gerusa- più venerabile delle spoglie. Questo libro
lemme, profanò iniquamente il tempio, fu conservato nel palazzo imperiale, colle
e lo spogliò de' suoi tesori e de' suoi vasi tappezzerie di porpora che avevano ser-
preziosi che gli altri re avevano offerti e vito al luogo santo. 1 vasi e gli altri orna-
consagrati al culto del Signore, il quale menti del tempio furono posti nel 7em-
non mancò giustamente di fare sentire la pWe//rtPtfre(^.),fattofabbricaredaVe-
sua mano sopra di lui. Quando Pompeo spasiano nel Foro romano, presso l'arco
s' impadronì di Gerusalemme e del tem- monumentale eretto pel Trionfo di Tito
pio, a questo la sua virtù impedì di pren- dal senato e popolo romano, ne' cui su-
derne i vasi ed i tesori. Erode il Grande perstiti bassorilievi fra le spoglie si rico-
re della Giudea,considerando che il tem- noscono scolpiti gli ornamenti del tem-
pio fabbricato dopo la cattività di Babi- pio, e specialmente la mensa e i vasi d'oro,
lonia era più piccolo di quello di Salo- le trombe d' argento, e il candelliere o
mone, per eternare la sua memoria, ac- candelabro a 7 branche, perciò l'arco fu
quistarsi la benevolenza del popolo e per detloArcus seplem Lucerna rum, come
l'aumento del culto di Dio, lo riedificò notai nel vol.LVlll,p. 170 e altrove nel
più vasto sulle fondamenta dell'esistente descriverlo. Alcuni ripeterono la tradi-
dopo averlo demolilo,e terminato ne fece zione, che annegandosi Massenzio, scon-
la solenne dedicazione circa ig anni a- fìtto a'28 ottobre del 3 1 1 da Costantino
vanti l'era nostra. Nell'impero di Vespa- 1, nel Tevere presso Ponte Molle o lìlil-
siano, questi nella guerra Giudaica com- vio (veramente 6 miglia circa al di là del
mise al figlio Tito la conquista di Geru- ponte, sebbene la battaglia dicasi del pon-
salemme. Nell'anno 70 di nostra era vi te Milvio e ivi r inimitabile Raffaello la

pose l'assedio, indi la prese e fece demo- rappresentò, come notai a'suoi luoghi),
lire, bruciandosi e atterrandosi dalle fon- co'suoi tesori perisse pure il candelabro.
damenta anche il tempio,che voleva sal- 1 vasi d'oro e d'ai genio, ed i simili oroa-
vare e non gli riuscì, verificandosi il pre- menti del tempio di Gerusalemme, con-
detto da Gesù Cristo : Non sarebbe rima- servandosi con molla cura nel Ito) pio
sta pietra sopra pietra del sontuoso edi- della Face, allorché nel 455 Genserico re
ficio. Due sacerdoti impadroni- lo fecero de''/' andati (F.) saccheggiò Roma, li de-
re di due candellieri, delle mense, delle predò e portò alla sua reggia di Carta-
coppe, e degli altri vasi d'oro assai mas- gine nell'Africa. Quando poi nel 534&e-
V AS VAS i63
lisario regno di Cartagine e
conquistò il non ponno benedire i sagri vasi, i para-
i vandali interamente debellò, ricuperò menti e ornamenti ecclesiastici. Vedasi
molte cose preziose de'giudei, da Gense- la costituzione di Clemente XIII, Inter
rico depredate in Roma, cornei vasi d'oro mulliplices,(\e\Y 1 1dicembre 708, Bull. 1

e d'argento del tempio di Gerusalemme, Rom. cont.y 72 Praelati, et Ab-


t. 1, p. :

alle chiese della qua! città li mandò in bates regularesy nequeunt sine speciali
dono l' imperatore Giustiniano I. indulto benedicere Vasa Sacra, in qui-
L' uso de' vasi sagri ed ecclesiastici, bus intervenit Sacra Unctio prò usu a-
degli ornamenti e arnesi sagri, nella Chie- lienarum Ecclesiarum. Vasi sagri prin-
sa ebbe origine colla medesima e furono cipalmente chiamatisi i vasi che servono
introdotti in parte ad imitazione, come a consagrare ed a contenere la ss. Euca-
le Vesti sagre (V.) t di quelli che adope- ristia, come sono i Calici, le Patene, i

ravano i sacerdoti e altri sagri ministri Cibori o Tabernacoli, le Pissidi (V.)ec,


della legge vecchia prima nel taberna- ed anche i vasetti per gli Olii santi ( V.) ec.
colo e poi nel tempio del vero Dio in Ge- Il Zaccaria citato chiama Vasculum la

rusalemme. Sebbene la materia, la for- pisside e la patena o scodella, e Vas do-


ma e gli usi ne sono differenti, uno e co- minicum il calice. I nominati e altri vasi,

mune ne fu sempre lo scopo, cioè il Ser- secondo i diversi riti, non si adoperano
vizio divino, il Cullo e I' onore di Dio. pe' loro usi sagri, se non dopo che il ve-
Coll'antico vocabolo Ministerium fu qua- scovo gli abbia benedetti e consagrati
lificato il vaso sagro destinato al s. Sagri- con orazioni ed unzioni. Questa pratica
fizio, al servizio dell' Altare e del Tem- è antica, essendo prescritta ne* Sagra-
pio (V.) del vero Dio. 1 Papi co' decreti mentari de' Papi s. Gelasio I del 4<) 2 e
rituali, ed i concilii co'canoui di discipli- s. Gregorio I del 590, né dessi furono
na ecclesiastica e ceremoniale, li stabili- gl'inventori delle orazioni edelleceremo-
rono, modificarono e variarono, e di al- nie che riunirono, anzi il Sagramentario
cuni ne prescrissero la Benedizione e la di Gregorio I non è che quello di s. Ge-
s.

Consacrazione . Perciò nel Pontificale lasio I, e nell'ordinario che fece più ac-
Romanum, par. 2, vi sono la Benedictio curatamente, non v'introdusse cose nuo-
Vasorum et Ornamento rum Ecclesiae. \e, come dice chiaramente Giovanni Dia-
De Benedictione sacro rum Vasorum et cono nella vita di s. Gregorio I. Papa s.
aliorum Ornamcntorum in genere» De Celestino I del f±iZ scriveva a'vescovi del-
Benedictione Tabernaculi sivc Vasculi le Gallie le preci od orazioni sacer-
che
prò sacrosancta Eucharistia conser- dotali erano di tradizione apostolica, e
vanda. Questa benedizione è pure nel che esse erano uniformi in tutta la Chie-
Rituale lìomanum. Leggo nel Ferrari, sa cattolica. I vasi consagrati per servire
Bibliotheca, articolo Vasa Sacra. Han- alla celebrazione de' nostri santi Misteri,
no la facoltà di benedire i vasi sagri gli non devono più servire ad usi profani :

abbati che hanno l'usode'pontificali. Non non è più permesso a' laici di toccarli,
hanno tale facoltà gli altri prelati rego- e neppure a'setnpiici chierici ; se non col
luri/n quibus intervenit unclio sacri chri- consentimento del vescovo, il quale però
smatis, possimi tamen benedicere alia ne accorda il permesso al sagrestano, ed
sacra vasa,el ornamenta, seti par amen- anche alla sagrestana presso le religiose.
ta prò usu suarum lantummodo Eccle- Così la Chiesa testifica il suo rispetto per
siarum. Non ponno benedire sagri pa- i il Corpo ed il Sangue di Gesù Cristo,
ramenti ed i vasi ecclesiastici prelati in- i che essa crede, insieme a tutti i fedeli,
feriori jure proprio. I protonota ri apo- realmente presenti sotto simboli euca- i

stolici, senza speciale licenza della s.Sede, ristici. Quando i nominali e altri vasi
,64 VAS V AS
sogli, che hanno ricevuto le sagre un- redi sagri non si consagrano, ne si be-
zioni, si devono nuovamente indorare, nedicono, e neppure ciò si fa a' vasetti
conviene quindi riconsagrarli. Come i degli olii santi. Quanto all'ampolle, uri
Pannilini sagri ed i Paramenti sagri tempo erano d'argento e d'oro, ma ora
(V.) t quando i vasi sagri perdono la loro dalla rubrica si prescrivono di vetro o
forma, ovvero quando non si può più cristallo, onde n on nasca alcun errore

farne uso decente per le funzioni del san- per la densità della materia de'vasi. No-
to ministero, perdono la loro benedizione tai nel voi. XL1V, p. 275, che la donna

e consagrazione. La materia de' vasi sa- non può amministrare le ampolle col vino
gri fusa o ridotta ad altra for-
col fuoco e l'acqua. L' incenso si pone nella navet-
ma, non è più considerata appartenente ta e con picc olo cucchiaio si pone a bru-
1

ad arredi sagri. Su questo punto dirò ciare nell Incensiere o Turibolo, nel qua-
poi altre parole ; qui solo ricordo che la le articolo parlai pure della navetta. Sic-
patena può essere di qualunque metal- come si fa questione, come debbano an-
lo, bensì sempre dorata, non così la cop- dare incensando i turiferari nelle proces-
pa del calice che dev'essere d'argento e sioni del ss. Sagramento, inclusi vamenle
dorato, ovvero d'oro. Per fare rifondere a quelle delle ferie V e VI della setti-
o nuovamente dorare i vasi consagrati mana santa; e con qual mano ciascuno
e benedetti, basta il bisogno per far loro debba portare il turibolo ; così inerita leg-
perdere la consagrazione e la benedizio- gersi il can. Ferrigni Pisone all'articolo
ne, e il darsi da chi gliha in cura per det- Turiferario, del Supplimcnto al Dizio»
ti effetti all'artefice. Vi sono alcuni, che nario sacro -liturgico" delV ab. Diclich.
praticano un atto equivalente a rigetta- Trovai esempi, nella primitivaChiesa, che
re il vaso sagro, con un dito. A.' vasi sa- fra la Suppellettile sagra eranvi turi-
gri si fa loro l' unzione sagra, come si boli di terra colta. Si ponno adornare gli
praticò co* vasi sagri del Tabernacolo e altari, e tra'candellieri, non solamente
del Tempio del Signore quando si con- con fiori veri secondo la qualità della sta-
sagrarono pel suo servizio, ilche ripor- gione, ma
anche con fiori finti e artifi-
tai di sopra. Altri vasi sagri o ecclesia- ciali. Gl'italiani furono primi ad in- i

stici sono le Ampolle (F.) per l'acqua e trodurre in Europa l'industria de' fiori
pel vino; il Turibolo (V.) colla navetta artificiali. 11 culto religioso, le feste so-
e cucchiarino; i vasi de Fiori (F.); il lenni che in Italia si moltiplicarono, die-
boccale e il bacile o bacino per la La' dero il gusto di adornare in ogni tempo
vanda delle mani ( V.) o per la Lavan- gli altari di fiori, se non naturali, alme-
da dell' Altare (F.); il vaso dell' Acqua no imitanti la natura. Ciò si afferma in
santa (della quale riparlai nell' articolo un erudito articolo sui fiori artificiali,

Venerdì) o benedetta, detto anche sec- riferito a p. Giornale di Roma


386 del
chiello, il quale è d'argento o altro me- del 1857. Dell'uso però de Fiori, in
tallo col simile Aspersorio (F.)', oltre quest' articolo e in altri relativi narrai
il vaso o Pila dell' acquasanta (V-), che eziandio nel Tabernacolo e nel Tem-
posto negl' ingressi de' sagri Templi, di pio del Signore si usarono, così per or-
marmo o di sasso duro, per uso de' fe- namento fino dalla primitiva Chiesa, e
deli, ne' quali articoli parlai di sua ori- le si hanno da s. Agostino,
testimonianze
gine. Vaso sagro è pure la scatola che da Girolamo, da s. Gregorio di Tours,
s.

si pone nel ciborio per conservare l'ostia da s. Paolino di Nola nel Natale di s. Fe-

consagrata, per l'esposizione della ss. Eu- lice, e da Venanzio Fortunato nel Car-

caristia, e la lunetta che serve a reggerla men deJloribus super altare. 1 fiori sono
nell' Ostensorio. Tutti questi vasi e ar- commendati nella s. Scrittura; ne'primi
V A S VAS i65
secoli si portavano anche in mano e in do il boccale e il bacile per distinzione ai
capo nell' incontrare le reliquie de* ss. prelati nella celebrazione delle sagre fun-
Martiri, e senza Superstizione i cristiani zioni, tanto prima della loro celebrazio-
antichi vi onoravano defunti. 11 San- i ne che dopo, ed altresì quanto dopo ese-
gite de' martiri si poneva ne' cimiteri guito r offertorio. Prima era costume,
presso loro corpi ne'vasi di Vetro (V.)
i
t
non del tutto trasandato, che a' nuovi
e nell'archeologia sagra sono pregiatis- cardinali protettori ed a' nuovi vescovi
simi tali vasi cimiteriali. Perciò antichis- le mag'istrature municipali e quelle della
simo è pure l'uso dello spargimento de' città residenziale offrissero loro un boc-
fiori sull'altare e sul pavimento delle cale e un bacile d'argento. Pare che anco
chiese, come Y uso di adornarne le pa- le Lampade e le Lucerne (V.) si possa-
reti con Veli (V.) e drappi, massime no annoverare tra' vasi ecclesiastici delle
nelle Feste (V.). Ben a ragione quin- chiese, e inservienti al culto divino,e l'uso
di Pio VI condannò un decreto del fa- de Lumi (F.) cominciò da' primi tempi
moso sinodo di Pistoia, il quale proi- della Chiesa e fin dal suo nascere. E un
biva di porre i fiori su IT altare , e lo abbaglio de' protestanti, quali pensano, i

dichiarò temerario e ingiurioso all'an- che ne' primi secoli si adoprassero lumi i

tico costume della Chiesa. Le calunnie a solo oggetto di diradare le tenebre che
de'novatori, e gli ultimi sforzi de' gian- coprivano le Catacombe, i Cimiteri e al-
senisti, pretesero di togliere da'sagri tem- tri luoghi nascosti, per la celebrazione
pli anche le cose più semplici, le quali della sagra Sinassi nelle persecuzioni del-
sono sempre servite a fomentare la pietà la Chiesa. L'eretico Yigilanzio fu l'ante-
nel cuore de' fedeli. Trovo nel Discorso signano nel tacciare come superstizioso
del Vestarario del Galletti; che anti- l'uso de' lumi ne Divini Tratta- uffizi.
chissimamente a' Vcstarari (V.) appar- rono pe' primi de' vasi sagri, Teodoreto
teneva nelle solennità spargere la chiesa vescovo di Cyrus nella Siria e dottoredel-
di fiori, di froudi e di verni ra. Circa al la Chiesa, nato in Antiochia verso l'an-
bacile o bacino, ne'secoli antichi allorché no 387, e Paolo Orosio storico fiorito in
il popolo offriva le Oblazioni del Pane principio del secolo Tarragona. Il V in
e del Fino pel Sacrifizio incruento, era Marangoui, Delle cose gentilesche e pro-
a'ministri dell'altare necessità di lavarsi fane trasportale ad uso e ad ornamen-
le mani dopo avere ricevute quell'offer- to delle chiese, eruditissimamente svolge
te, che in gran quantità venivano presen- l'ampio argomento. Tratta nel cap. 1 :

tate; ciò che eseguivano in larghi piatti Che il trasferirsi le cose gentilesche al
o bacini ora d'argento,ora di terra, cuoio, culto del vero Dio, e conforme alla ra-
stagno ec. Dacché il popolo lasciò di offri- gione ed alla divina Scrittura. Pone
re il pane e il vino a quell'oggetto, a mez- per fondamento di tutta l'opera e sta-
zo dell' Oh lazionario (V.) e della Vedo- bilisce per principio universale e infal-
va (V.) diaconessa, il bacino non fu più libile, traendolo dal cap. 1 de' ss. Libri.
oltre necessario a' preti né agli altri mi- Essendo state ordinate da Dio tutte le
nistri dell'altare ; ma volendo conservare cose create per la sua gloria, tutte le creò
tutto l'ordine delle ceremonie della Mes- buone e perfette secondo la specie di cia-
sa, onde per questo mantenere, si limita- scuna. Quindi è, che ogni cosa creala,
rono a lavare l'estremila delle dita dopo per natura sua possiede un' intrinseca
V Offertorio j e d'allora in poi l'ampolla bontà e perfezione, comechè ordinata al-
dell'acqua, un piattino e un fazzoletto o la gloria del suo Creatore, a benedirlo
pannolino supplirono la brocca d'acqua e lodarlo, secondo la propria capacità.
o boccale, il bacino e la salvietta, restati- Se la malizia dell'uomo, colla libertà del
.66 VAS VAS
libero arbitrio, se ne serve in offesa cìel per consagrai li a Dio e ri porli nel tesoro
suo Creatore, togliendole da quel primo del Signore. Per non dire di altri esem-

fine a cui erano già ordinate, non mai pi, nel convertirsi le cose gentilische e
perdono l'intrinseca bontà e perfezione; profane pel culto divino e ornamento
laonde se vengono tolte dal mal uso, al della casa di Dio, il bellicoso re David
quale con violenza furono applicate dal- nel preparare tutto quanto il necessario
la malvagità dell' uomo, e restituite al pel Tempio che il suo figlio Sa-
pacifico
culto divino e alla gloria del supremo lomone doveva innalzare al Signore, vi
Creatore loro, ritornano alla primiera comprese le copiose e ricche spoglie ri-
loro bontà e perfezione. Il libro della Sa* portate nelle Vittorie sui re gentili e ido-
pienza detesta l'abuso fatto de' legni per latri da lui debellali, inclusivamente ai
scolpire statue di numi, e Io stesso deve vasi d'oro, d'argento e altro metallo. Nel
dirsi de' metalli e delle pietre impiegati consegnare David tutto a Salomone, sta-
a fondere e formare fantastiche deità, pel bilì le pesi d'oro e argento,
forme e i

falso culto dell' idolatria. Quando Dio pe' Candellieri,Lucerne, Mense, Turi'
libei ò con istupendi prodigi il suo popolo boli e Fasi per servire al divino mini-
d'Israele dalla schiavitù dell'Egitto, da stero, che minutamente si descrivono
povero e meschino lo fece uscire ricchis- dal 2. libro de' Paralipomeni. In tal

simodellespogliedegliegiziani,con Vaso, modo Dio volle che tutto il prezioso tol-


argentea aurea, veslem plurimam,
et to da David a' gentili, fosse santificato
le benché avessero servito alle
quali poi pel suo culto. Ragiona il Marangoni nel
vanità degli egizi, e anche femminile di cap. i : // tempio di Gerusalemme, e
ornamenti e Specchii d' acciaio, ed al- tutte le sagre suppellettili profanate
tresì al culto degl' idoli, al proprio culto da gè n ti li coli' ido la tria,
'
si restituisco -

nel deserto volle che fossero consagrate. no di nuovo al culto di Dio. Ella è cosa
Quindi Mosè con tali spoglie fabbricò il da considerarsi, che l'Altissimo non isde-
Tabernacolo santuario di Dio, e per di- gna, che le cose una volta al culto suo
vino comando formò tanti vasi mini-i consagrate, e poscia da' gentili, o perver-
steriali d'oro purissimo, e le Vesti sa- si uomini profanate, si purifichino e nuo-
cerdotali di materia singolare, ornate di vamente a lui siano dedicate. Indi il Ma-
gemme e di pietre preziose : così fece con- rangoni co' Paralipomeni racconta, come
vertire al proprio culto e alla sua gloria l'empio Acaz re di Giuda, tutto abban-
tali cose de' gentili, e consagrate a lui donandosi al culto degl'idoli di Dama-
tornarono ai fine primiero pel quale l'a- sco, spogliò il tempio di Gerusalemme
vea creale. Dopo la vittoria riportata de'sagri vasi e altri arredi del culto di-
dagli ebrei sui madianiti, gli ornamenti vino, profanò quel santuario con molle
d'oro e muliebri della preda, offerti a immondizie, e finalmente chiuse le porte
Dio, furono d'oidi ne suo applicati al san- di esso, vietò a tutti l' ingresso, e per tutti
tuario, purificati dalle profanità dal som- gli angoli di Gerusalemme e per tutte le
mo sacerdote Eleazaro. II rito di puri- città di Giuda innalzò altari ed are per
ficare le cose profane che si trasferiscono bruciarvi gl'incensi a onor degl'idoli e
al culto di Dio, e di santificarle coli' a- offrendo loro de'sagrifizi. Ma sollevato
spersione dell' acqua lustrale, fu poi a- al regno il figlio e santo re Ezechia, ze-
dottato e quindi sempre praticato dalla lante di ripristinare co' sacerdoti e le-
Chiesa. Altrettanto praticarono gl'israe- viti il culto di Dio, comandò ad essi di
liti che tutta in-
nella presa di Gerico, purgare il tempio dall' immondizie e che
cendiata, solamente furono salvati l'oro di nuovo Io consagrassero, e santificas-
e l'argento, ed vasi di bronzo e ferro,
i sero l'altare degli olocausti, tulli i vasi
VA S V A I 167
del ininislerio, la mensa de' pani di pro- pittati al ministero della medesima; e
posizione, e tulli gli altri vasi e Utensili, qual ornamento questi vasi d'ira, come
ch'erano stati lordati e profanali dal suo dice s. Paolo, cambiati in vasi di miseri-
padre scellerato. Ad eseguir tuttociò i cordia, innumei abili martiri l'illustra-
sacerdoti impiegarono 8 giorni, e po- rono col sangue loro. Il p. Oonanni
sciane avvisarono Ezechia. E.ipiave- La Gerarchia ecclesiastica considerata
runt Templum diebus odo. Ingressi nelle vesti sagre, discorre nel cap. 2 1 :

quoque suut ad Ezeehiam Rege, et di- Quando e da chi fosse dato principio
xeruntei: Sanctificabimus omnem Do- dopo Cristo alla co ns agrazio ne del pa-
mimi Domini, et Altare holocaustij nec ne e del vino ; nel cap. 23: Con quale
non Mensam propositionis, cutn omni- forinola, t con quale esterno apparalo
a
busFasissuis, cunctamque Templi Sup- fosse celebrata la i. Messa ; e nel cap.
pellectilem, quam polluerat Acaz. To- 23 In qual sorte di vaso s. Pietro con-
:

a
sto Ezechia, con tutti i principi porta- sagrasse nella 1 Messa. Dopo aver mo-.

tosi al tempio, fece offrire a Dio le vit- strato, che s. Pietro disse la 1." Messa
time e i sagrifizi, e restituì nel pristino (nel quale articolo rilevai che s. Pietro
Slato il cullo divino in quel tempio, e ne prescrisse l'ordine e s. Giacomo lo di-
co'vasi medesimi e suppellettili sagre, le vulgò in iscritto) servendosi come d' al-
quali dall'empio suo genitore erano sta- tare d'una mensa onestamente ricoperta
le profanate e adoperate al culto idola- di candide Tovaglie (uel voi. LXXV,
trico. Altri esempi di profanazione li die p. 36 e seg., 62 e seg. riparlai dell'al-
re Manasse, che punito da Dio, poi re tare di legno rinchiuso in quello papale
integrò il suo culto. Quando Ciro resti- dell'arcibasilica Lateranense, nel quale
tuì al tempio la moltitudine de' suoi vasi in Roma celebrò s. Pietro), la qual cosa
d'oro e d'argento, toltida Nabucodòno- non fu difficile a farsi, mentre si ritro-
sor e profanati al culto del suo idolo in vava nel Cenacolo stesso, in cui il Salva-
Babilonia, dopo essere stali riposti nel tore avea prima cenato cogli Apostoli e
tempio, furono subito di nuovo santi- istituito il sagramento della ss. Eucari-
ficati, com'è da
credersi. Questi e altri stia ;
può cercarsi se si servisse di quella
simili esempi della s. Scrittura, ci ma- per posarvi immediatamente il pane, e
nifestano che vasi sagri ed altre cose
i qual sorte di vaso adoperasse per il vino
profanate, devono espiarsi e santificarsi deputato alla consagrazioue. Alcuni sti-
co'sagri riti, ed applicarsi al culto divino marono, che per la deposizione del pane
nelle nostre chiese. Osserva il Marango- fossero sufficienti le tovaglie, delle quali
ni, che l'oro, le gemme e i vasi preziosi era coperta la mensa o dir vogliamo
gentileschi, trasferiti dal profano uso al altare deputato al sagrifizio, senz' altra
culto di Dio, e di quelli che prima avea- tela che corrispondesse al Corporale,
no servito nel suo tempio e profanati da' ora usato dalla Chiesa cattolica, uè ciò
gentili, di nuovo purgati e santificati, al deve parere incredibile, poiché sappiamo
primiero loro ufficio furono impiegati, che ne' successivi anni tu offerto in qual-
può senza dubbio riferirsi al senso alle- che luogo il sagrifizio della messa, anche
gorico e misterioso di quello che pra- senz'altare, avendo il solitario Maris sa-
tica Dio colle anime degli uomini, dimo- grificato sulle mani de'diaconi, e s. Lu-
strando verso di essi ia sua grandezza, ciano in carcere sul proprio petto, di-
pietà e misericordia. Fondata da Gesù cendo che sarebbe meno profano della
Cristo la sua Chiesa, ad essa e dal culto tavola di legno, ed a'circostanti che fa-
degl'idoli ha trasferito i gentili, e come cessero da tempio stando presenti e cir-
vasi d'oro e di pietre preziose, gli ha de- condandolo, e quindi distribuì loro il
168 VAS VA S
pane sagro; pel narrato da Teodoreto, ni a p. 108, parlando dello stato della
e da me riferito e con altri esempi nel Chiesa ne' primi 3 secoli in cui era perse-
giù ricordato suo articolo. Ma laii casi guitata, che i calici nel i.° secolo delle

eccezionali non servono per legge, es- persecuzioni erano di vetro, e l'attesta
sendo stata somma la necessità di farlo, Tertulliano fiorilo nel seguente, ed il Ba-
negli Apostoli si trovarono in siffatte an- ronio afferma che durarono sino a Carlo
gustie. Posto dunque, che nel Cenacolo Magno, cioè al principio del IX secolo,
fosse eretta la mensa o altare per la ce- poiché nel concilio di Reims fu proibito il

lebrazione della messa, si può dubitare calice di vetro pel pericolo di rompersi.
se pane consagrato fosse deposto sopra
il Per la miseria dunque in cui nelle perse-
la tovaglia, ovvero in qualche vaso par- cuzioni viveva il popolo cristiano, é pro-
ticolare, e in qualche sorte di calice fosse babile che i sacerdoti si servissero di ca-
conservato il vino tramutato poi nel san- lici di vetro e non di metallo prezioso.
gue di Gesù Cristo. Ouorio Augustodu- Indizio di quest' uso è un calice, che il p.
nense, in Gemmae Animat •, o libro circa Bonanni dice conservarsi nella basilica
il rito antico di celebrar la messa, nel Costantiniana (intenderà dire la Latera-
cap. 89 affermò: Che gli Apostoli e i loro nense, ma pure ne porta-
altre basiliche
successori in quotidianis vestibus, et li- rono il nome, siccome fondate da Costan-
gneis Calicibus missas celebraverunt. tino 1: nello Stato della medesima del
Ciò si conferma dal racconto di Valfrido 1723, tra le reliquie leggo registrato, il
Strabone, Dereb. Eccles. y ove dice che calice in cui beve senza nocumento il re-

s. Bonifacio vescovo e glorioso martire, lenos. Giovanni Evangelista) dì ottone,


interrogato se fosse lecito di consagrare e si ha per antica tradizione essere slato
in vasi di legno, rispose: Quondam sa- adoperato da s. Pietro; come un allro
cerdotes aurei ligneis Calicibus uteban- nella chiesa di s. Anastasia di Roma si

tur ì nunc conlra lignei sacerdotes aureis venera tra le reliquie e fatto in pietra, il
Calicibus utuntur. Che fossero di legno quale parimente si dice usato dal mede-
ue'primi due secoli della Chiesa, può de- simo principe degli Apostoli. Allora i

dursi dal decreto di s. Zeferino Papa del Papi erano tanto angustiati, che appena
2o3, il quale come
legge in Anasta- si aveano possibilità colle contribuzioni de'
constitutum,utPa-
sio Bibliotecario^èez* fedeli di sopperire alle cose comuni, per-
tenas vitreas ante sacerdotes in Eccle- ciò non potevano provvedersi di vasi pre-
siam ministri portar ent j e più diffusa- ziosi e di vesti ricche, attendendo sola-
mente il Platina nella vita di tal Ponte- mente alla deceuza propria della dignità.
fice dice : Ordinò che i vasi dove si con- Tul involta tornando il p. Bonanni al suo
sagra sull'altare il Sangue, fossero di ve- argomento dichiara, che se ne' due secoli
tro enon di legno come prima si costu- in cui vissero 16 Papi perseguitati da' ti-

mava. Ma fu poi questa ordinazione mu- ranni, nascosti nelle catacombe, privi di
tata, poiché si proibì che si consacras- sostenere il decoro delle chiese, fossero
se in legno, per sua rarità o «pon-
la adoperati calici di legno e di vetro, non
gosità, colla quale si assorbe e succhia il perciò si deve dedurre che l'adoperassero
Sangue, né in vetro per la sua fragilità, gli Apostoli ne' primi sagrifizi, e princi-
né in metallo pel tristo sapore che ne con- palmente s. Pietro; come pure non si

cepiva; ma vollero che si facesse questa prova che il Sai vatore,sebbene amico del-
consagrazione in vasi solamente d'oro e la povertà e che si degnò distribuire il

d'argento o di slagno, come si vede nel pane alle turbe sedendo sul fieno, isti-
concilio di Tribur (dell' 896) e in quello tuisse il Sagramento in vaso di legno o
di Reinus (dell' 8 1 3 ). Aggiunge il Bouau- di vetro. Poiché, come prudentemente
V AS V A S 1
69
avverti p. Haatino, contro PEcluen-
il pure Agostino nelP Epìst. i65. Riflet-
s.

se, il Salvatore consagrò in un Cenacolo te inoltre alle lucerne d'oro che arde-
grande e prestato con divina provviden- vano nelle chiese in quel tempo, onde
za, ov'erano tutti gli utensili e vasi con- argomenta che molto più ciò si deve
decenti al luogo e alla persona da cui era credere de' vasi, quali servivano per la i

posseduto, onde Cristo si servì della sup- consagrazione del sangue del Redentore.
pellettile che vi trovò; che perciò doven- Perciò Prudenzio disse nel suo inno nel
do istituire un sagramento si degno, è IV secolo libare in auro Antistiles, ar-
:

probabile che scegliesse qualche tazza genteisq uè scyphis fumare sacrimi San-
preziosa, che verosimilmente vi era. E gttinem. Ricavo dal libro del cardinale
se Dio volle, che la manna si custodisse Wiseman, Fabiola o la Chiesa delle Ca-
in arca d'oro, è probabile, come figura e tacombe, diversa però da Fabiola Fedo-
presagio del sagramento dell' altare, fos- va (V.), che nel pontificato di s. Marcel-
se questo istituito in vaso egualmente lino,che patì fi martirio nel 3o4 nella per-
prezioso. Che perciò notò l'Hauti no esse- secuzione, il triclinio della casa di s. A-
re fallace l'argomento di Gabriele Biel, gnese convertito in chiesa avea il portico
il quale scrivendo sopra il canone della con tavole cariche di vasellame d'oro e
messa disse, che il Salvatore, il quale a- d'argenlo,ed anche gioielli, per essere di-
vevji proibito agli Apostoli il possesso stribuito in parti eguali a' poveri il valo-
dell' oro, per dare esempio non doveva re loro. Che nella funzione fatta dal Pa-
usare calice prezioso d'oro o d'argento, pa s. Marcellino nella Catacomba , della
e forse neppure di stagno; poiché quan- consagrazione in vergine di s. Agnese e al-

tunque il Salvatore fosse amante della tre, tutto all'intorno erano disposte lam-
povertà nella sua persona, ebbe riguardo pade d'argento e d'oro di gran valore, il
allagrandezza di sì venerabile mistero, cui splendore empieva il santuario d'un
che perciò si dichiara credere, che il vaso nembo luminoso come un'aureola; e che
adoperato da Cristo nel Cenacolo pre- il Papa avea il bastone pastorale in ma-

stato fosse prezioso. Se dunque il Salva- no e la corona sul capo, od infida, eh 'è
tore adoperò vaso prezioso in tal funzio- stata l'origine della Mitra. Parlando poi
ne, la ragione persuade che s. Pietro non de'tesori della chiesa, distribuiti a'poveri
mostrasse minore stima e venerazione da s. Lorenzo nel 261, dice ch'erano ric-
nel l'offri re il medesimo sagramento, con chi vasi d'argento, lampade e candelabri
adoperare vaso prezioso, il quale costu- d'oro, incensieri, calici e patene, senza par-
me fosse poi mantenuto per qualche tem- lare d'un'immensa quantità d'argenti fusi
po dagli Apostoli e successori nel go- in verghe, che furono distribuiti a' cie-
verno della Chiesa, alla quale le contri- chi, a'paralitici, agl'indigenti. Finalmen-
buzioni de' fedeli poterono dare il modo te l'eminente scrittore ricorda le scatole
e la possibilità per mantenere il dovuto d'oro che i primitivi cristiani sospendeva-
decoro delle sagre funzioni. Conferma il no sul petto sotto le vesti, ed ove custo-
suo parere il p. Hautino dal sapersi, che divano il pane di vita, la ss. Eucaristia,
anco nel principio delie persecuzioni di- celeste alimento delle anime, da una fe-
versi sagri templi aveano la suppellet- sta all' altra. Quando fa esplorato il ci-
tile preziosa, e ne sono testimonio i te- mitero Vaticano nel i5ji 9 si trovarono
sori, cioè i vasi sagri, custoditi da s. Lo- nelle tombe due piccole scatole d'oro, di
renzo e poi dispensati a' poveri onde non forma quadrata, con un anello sopra al
li avesse il tiranno, che glieli avea do- coperchio. Questi antichissimi vasi sagri,
mandati, il quale restato deluso lo con- il Bottali crede fossero impiegati a porta-
dannò ad essere arrostito, ciò che notò re la ss. Eucaristia sospesa al collo, e il
7o
V AS V A S
Pellìccia conferma questo fatto con diver- vuto da Cristo per la povertà, perchè l'o-
si argomenti. I fedeli costumavano por- spite che gli prestò il Cenacolo, fornì que-

tare tali scatole pendenti dal collo ne'lun- sto con tutti i vasi e utensili occorrenti,
ghi Viaggi (V.); ed Alessandro VI l'usa- onde senza detrimento della povertà po-
va ordinariamente, come rilevai nel voi. tè il Salvatore adoperare il vaso prezioso,
LI, p. 128. Del resto, di qual materia fos- per mostrare decoro e la venerazione
il

se tanto il vaso adoperato dal Salvatore, dovuta al sublime mistero. Si narra final-
quantoquello che usò s. Pietro, è cosa in- mente da'ricordati, che delle cose servi-
certa. Alcuni scrittori spagnuoli riferisco- te nel Cenacolo al Redentore, colla con-
no che quello di Cristo fosse di gemma; ca della lavanda si formò un Crocefisso,
l'Enriquez, e il Vittorelli nell'addizioni ad collocato nella chiesa di s. Gio. Battista
Emanuele Sa, dissero ch'era d'agata; Die- di Rodi; che il calino si conserva iu Ge-
go Morilla affermò che fosse di calcedo- nova ove meglio ne
i
parlai, dicendolo di
nia, ed medesimi asseriscono col Barra-
i tersissimo vetro, già creduto smeraldo (in
ci a che si conserva in Valenza di Spagna. altri articoli dissi ove si conservano altre
Il Baronioe Io Scorzia stimarono dover- reliquie relative, come nel voi. LX1I, p.
si al ven. Reda, il quale racconta:
credere 62; e nel voi. LXXXV, p. 2 1
9, dissi che
///Platea quae Martyrium y etGolgotha
t
il vaso d'alabastro con unguento prezio-
conthiuai,exedra est, in qua Calix Do- so, col quale s. Maria Maddalena unse il

mini scrimolo reconditus, per operculi Redentore, fu portato in Costantinopoli);


forameli tangisolet, et oscular'^ qui ar- la tovaglia della mensa fu portata nella
genteus Calix hinc inde duas habet an- chiesa di Rocco di Lisbona, già de'ge-
s.

sulas, sex tarli gallici mensuram capita suiti; il coltello venne in potere della chie-

In quo spongia Dominici pò tus


est illa sa di s. Massimiano vicinoa Treveri, for-

ministra. E se nel tempio di Salomone se servito ne! dividere 1' agnello pasqua-
si riceveva in vasi d' oro il sangue delle le, poiché forma rotonda, ed
il pane (di

vittime, con quanta maggiore ragione do- azzirnoossia senza lievito, secondo s. Epi-
veasi ricevere il sangue dell'Agnello divi- fanio) fu benedetto e poi spezzato colle
no in vaso non meno prezioso? E se per mani, come dice il Vangelo. Si appren-
torre le sordidezze da'piedi degli Apostoli de dalla Storia de' Pontefici di Novaes.
non ancor santificati adoperò Salvato- il Papa s. Sisto I dell'annoi 32, secondo il
re una conca o vaso di rame o bronzo, libro Pontificale , determinò che i sagri
la quale trovò nella suppellettile del Ce- vasi, cioè calice e patena, non potessero
nacolo nobilmente preparato, quale do- toccarsi, se non da' ministri sagri. Papa
veva esser il vaso per depositarvi il suo s. Solerò del 175 vietò alle sagre vergini
preziosissimo Sangue? A tuttociò si op- di toccare i vasi sagri, e d'incensar nelle

pongono Clemente Alessandrino e s. Gio- chiese, ciò che meglio si attribuisce a Pa-
vanni Crisostomo, fondandosi sull'umiltà pa s. Noterò che nella benedi-
Gelasio I.

e povertà che volle professare il Reden- zione delle Vedove (V.) ammesse nel %

Menochio, Stuore t
tore, col riferito dal p. grado delle Diaconesse (/'.), nella chie-
a
centuria 4 >cap. 7: Della materia efor- 1
sa greca, secondo il p. Morino, il vescovo
ma del Calice , del quale si servi Cristo usava de'riti simili a quelli dell'ordiua-
nell'ultima Cena. Tutta volta il p. Bonan- zione de'diaconi, e oltre la Stola al col-
ui cita il p. Menochio, il quale fidato nel lo, dava loro in mano il calice col San-
racconto di Beda, riporta il suo asserto sul gue del Signore. De' vasi sagri della chie-
calice d' argentocon due manichi vene- sa greca e loro benedizione, può vedersi
rato io Gerusalemme da'pellegriui, ed os- il Renaudot, Liturgiarum Orientaliwn.
serva ciò non pregiudicare all'amore a- Papa s. Urbano I del 226 fece fare di ar-
V A S VAS 171
genio i 25 patene, die dovevano
vasi e dimere gli Schiavi (V.). 1 Pnpi più vol-
servire pe'sagri ministeri, onde non bene te venderono gli ornamenti pontificali ed
alcuni deducono il principio de* calici di i vasi sagri, per guerreggiare la Turchia

argento. Papa s. Cornelio del 2^4 cele- (V.) t a difesa del cristianesimo. Molti ve-
brò un concilio in Roma, in cui scomuni- scovi e cardinali venderono la loro pre-
cò quelli che insegnavano non poter la ziosa suppellettile sagra, per accorrere a-
Chiesa ammettere e perdonare a' caduti gli urgenti bisogni de'loro diocesani. I va-
nella persecuvione. Si chiamavano cadu- si sagri come gli altri Utensili sagri (V.)
ti o Lassi (V.) que' che per timore de* de'eardinali che muoiono in Roma, si de-
tormenti e della morte ritornavanoal pa- volvono Sagrestia pontificia, se con
alla

ganesimo, ed aveano differenti nomi.Tu- breve apostolico non furono facoltizzati


rificati dicevansi que' che aveano offerto di testare. La Chiesa più volte vendette
incenso agl'idoli; e Traditori (V.) que' i vasi sagri per riscattare gli schiavi cri-
che consegnavano a' pagani i vasi sagri, stiani, come per liberarci prigionieri pei*
gli arredi sagri ed i libri sagri delle chie- debiti o altro. Teodulfo abbate Floria-
se. Pe'lassi traditori ebbe origine il fune- ceuse, a cui si attribuisce l'inno Gloria,
sto scisma de' Donatisti (V.) e la crude- laus et honor t divenuto vescovo d' Or-
lissima persecuzione de' Vandali(V.). Pa- leans, scrisse un'epistola al clero di sua
pa s. Ponziano del 2 33, al riferire del p. diocesi, al quale tra le altre cose gli dis-
Bonanni, fece vasi sagri e
i le patene tut- se: Niun prete o laico abbia ardire d'a-
ti d'argento, i quali vasi si tenevano con doperare il calice o la patena, o altro va-
molta custodia e di nascosto per cagione so sagro ad altro uso; imperocché qua-
delle persecuzioni, onde furono trovati se- lunque persona beverà nel calice con-
polti nella grotta ove si conservavano. La sagralo altro che il Sangue di Cristo,
,

persecuzione era tale nel 286 sotto l'im- e si servirà della patena fuori del mini-
peratore Diocleziano, che a niun cristia- siero dell' altare, si deve spaventare con
no era lecito il vendere o il comprare, se l'esempio di Baldassare, il quale per a-
prima non incensava alcuni piccoli idoli vere adoperato i vasi del Signore in uso
posti ne* luoghi pubblici de' Iranici delle comune, perde la vita e il regno. Il con-
cose necessarie al sostentamento. Ad al- cilio di Londra del 1170 decretò, che non

trettanto erano obbligati persino quelli si consagrerà la ss. Eucaristia, se non in

che volevano macinare il grano, o pren- un calice d'oro o d' argento, vietandosi
der l'acqua per bere. I vasi sagri consi- quello di stagno. Il concilio diTrento,sess.
derati come Benidi Chiesa (^.), decretò 1 canone 7 sentenziò. »Se alcuno di-
3, col
il concilio d'Agde del 5o6: 1 vescovi non rà, che non è permesso conservare l'Eu-
ponno alienare uè le case, ne gli schiavi caristia in un vaso sagro, ma che subito
della chiesa, ne i vasi sagri. Se però il bi- dopo la consagrazione bisogna necessa-
sogno, ovvero l'utilità della chiesa obbli- mente distribuirla agli astanti, o che non
ga a venderli o a darli in usufrutto, la cau- è permesso di portarla con onore e ri-
sa dev'essere esaminata da due o tre ve- spetto agl'infermi, sia anatema". Ricavo
scovi, e l'alienazione autorizzata colla lo- dal Ferrari. Vasa sacra convertens ad
ro soscrizione. Però se la necessità lo ri- proprios usiis, vel alienans, officio pri-
chiede è ragionevole cosa l'impiegare le vatur, infamis sit exeornmunicatur, et }

ricchezze della Chiesa nel sovveuire i po- tenetur ad restitulionem.Couc.To\el. 1 7,


veri, come fece l' arcivescovo s. Ambro- cap. 4- Vasa sacra, vel alia ecclesiasti-
gio, nello spezzare i preziosi vasi sagri di ca judaeis vendens, est in poeni lentia re"
sua chiesa Milano, cosa praticata anche legandus, etjudaei ipsa ementcs conve-
da s. Agostino vescovo d'I ppona, per re- nientis sunt a judice }
ci ad restitutioneni
*7 ! V A S V A S
coriun statini compellendi. Gregorius I, to, ed anche lucerne simili, e si trovaro-
I. 1
, GG apudParavicinum,7Jo/^tftt-
Enìsl. no catacombe, da'
uegli scavi d'alcune
llica Sacror. Canonum,verb. Fasa,x\.° persecutori murate mentre i fedeli vi ce-
8. conci Ho di Bordeaux del 583 fece un
1 1 1 lebravano 1' ufficiatura divina. Anche il

regolaménto, ordinando che vasi sagri i Bonarroti ue\Y Osservazioni de* vasi anti-
nuovi non ponno ubarsi nella chiesa , se chi di vetro, asserisce che molte chiese e-
prima non sono slati consagrati o bene- rano ricche di sagri vasi preziosi, ne'tem-
detti; e Gregorio XII con bolla 1' appro- 1 pi eziandio degl'imperatori gentili, qua- i

vò a'3 dicembre. Prescrive la Chiesa, che li venderono per


poi molti santi vescovi
lesagresnppelletlili, le vesti, glroi namen- soslentamento de* poveri. Prudenzio as-
ti, i (tanni li ni, e i vasi del ministero sia- serisce che Papi quindi solevano ollrire
i

no mondi. Avverte 1' ab.


interi, nitidi e l'incruento sagrifizio con vasi d'oro e d'ar-
Diclich, nel Dizionario sagroditurgico, gento. Arricchiti i Papi dalla pietà de'fe-
all'articolo Sacramenti.» Questa integri- deli, furono generosi di splendidi e pre-
tà e questa mondezza viene a mancare ziosi doni di vasi, ornamenti e altre sup-
De' vasi sagii, quando per diminuzione o pellettili sagre alle Chiese di Roma (V.)
per decolorazione si deformano; ed allo- e ad altri Templi cristiani, il che narrai
ra si dicono profanali e sospesi ipsojure, pure in altri luoghi. Osserva Piazza nel-
né il può usare nell'ammini-
sacerdote li Viride sagra, 272, che celebrando il
p.
strazione de' Sagramtnli senza peccato, Papa, i sagri vasi erano o tutti d'oro, o
secondo 1' opinione del Gavanlo e di al- tutti indorati ; mentre que' de' cardinali
tri autori". Come ne Paramenti sagri, al- erano intorno listati di qualche indora-
la primiera semplicità de' vasi sagri, suc- tura, e que'de'vescovi di puro e liscio ar-
cesse la loro ricchezza e preziosità per gento. Ora gli utensili sagri che adopera-
maggior decoro del culto divino, forman- no Papi, tranne il calice e qualche al-
i

dosi d'oro,d'argento e gioiellali, oltre quel- tro arredo d'oro, sono d'argento dorato;
li indorali o inargentati, e talvolta gli o- molti cardinali e un numero maggiore di
reficj e argentieri (de' quali nel volume vescovi usano vasi d* argento dorati, e gli
LXXX1V, p. i7o),coll'eccellenza del la- altri d'argento. 1 vasi sagri e le altre sup-
voro superarono il valore della materia, pellettili sagre, in uno alle sagre vesti, si

decorandoli di superbe cesellature con a- custodiscono nella Sagrestia (^.), e an-


naloghi ornati, Simboli (V.) e figure, co- ticamente nel Diaconieo (V.J.N'è custo-
me del Pastore [V.) buono, Gesù Crislo, de il Sagrestano (F.), ed anticamente
ne'CW/W.alqual articolo dissi di loro dif- 10 era il Vestarario. De' vasi sagri o' è
ferenti specie. Appena imperatore Co- I' ministro SiuJdiacono (V.) perciò por-
il
t

stantino donò la pace alla Chie>a verso


1 la il Manipolo {F.), che anticamente era
il 3 i 3, con accordare a'crUtiani il libero Un panno o fazzoletto per pulirli e net-
esercizio della religione, fabbricò magni- tai li, e c\\\dma\.o Mappa, Mappula, Man-
ficamente in Roma e in altre parti più tile. Ma notai nel citato articolo Sud-
basiliche, le dotò di pingui rendite, e le diacono, non potere esso toccare i vasi
arricchì di sagri donativi , vasi ed ogni contenenti i divini sagramenli, bensì i

specie di suppellettili; dice l'annalista Ri- vacui. Nella messa solenne tenendosi in-
naldi, che il gran prezzo de' vasi donali volta dal suddiacono la patena col Pelo
da Costantino I alla sola Chiesa romana, Umerale, in tali articoli ne riparlai.
superò il valore de'vasi del tempio di Ge- 11 manipolo del sacerdote prima nel-
rusalemme. Afferma il medesimo, che an- la forma era diverso da quello del sud-

co in tempo delle persecuzioni e nelle diacono, e ricorda quel panno col quale
grolle i Papi adoperarono vasi d'argeu- si asciugava le lagrime di compunzione
VA S VAS i
73
o il sudore del volto. Incombe all' Acco- gono il Quarti, Commentar, in Rubricis
lito (di cui riparlai a Suddiacono), di pre- Missali s, par. 2, tit.i, dub. 6, vers. Col-
parare i vasi sagri. L'encomiato ab. Di- ligitur quinto, il Sanchez e
il Layman,
clich riferisce all'articolo: Vasi sagri. A molli che TEtn.° Card. Ja-
altri. Per il

chi spetta il toccarli? «A nessuno, Fuori del copo Monico patriarca di Venezia sag-
Sacerdote e del Diacono in ordine, è per- giamente nella sua costituzione de' 6 feb- 1

messo senza grave colpa il toccarli, nel braio 1828, art. 8, ordina, che: Tutti i

mentre che contengono il Corpo e il San* laici e i chierici non costituiti in ordine
guc di Gesù Cristo: così il Jus (Non opor- sagro, che avessero avuto la permissio-
tet 26 etc. Non oporlet 3o, dist. 2 1 ), e il ne di toccare i vasi e veli sagri, ne re'
Plaudano, il Layman,il Suarez,il Tambu- sleranno privi; e bramando di riaverla,
rino, il Quarti e tanti altri riferiti dal Fer- produrranno a questa curia patriarca-
rari nella sua B ih Ho theca al titolo Vasa le un attestato del proprio parroco che
sacra, n.° 8, insegnano lo slesso, contro ne provi la convenienza ed il merito del
l'opinione dell' Othovagia e del Gobato, postulante. Le monache poi sagrestane
che dicono non esser colpa mortale. Que- ponno lecitamente toccare! Calici e la-
sti vasi sagri poi, cioè il Calice, la Pate- vare i Corporali e i Purificatori, giac-
na, il Ciborio e il Corporale, fuori del ché vi è in esse la sopra addotta causa
sagrifìzio , si ponno toccare da' chierici, ragionevole, mentre per officio debbono
ancorché iniziati alla sola 1." tonsura: co- apparecchiare, ministrare, mutare questi
sì ritengono i sopraddetti autori, unita- vasi sagri, il che far non ponno senza toc-
mente allo Sporer, contro il Figli ucci e carli; così decise il Pasqualigo, De Sacri/,
altri che ciò negano apertamente. Ponno novae Legis, 83g, n.° 9, con molti al-
q.
lecitamente toccare i vasi sagri vuoti, e- tri; oltre di che godono anch'esse de'pri-
ziandio in sagrifìzio, gli accoliti che ammi- vilegi propri de'regolari e de'laici regola-
nistrano, per concessione di Martino V, ri, come abbiamo veduto di sopra".
in cap. Non HceatpetìLìh. disi. 23. Inol- VA SS A LO, Cardinale. Innocenzo II
tre ponno toccare liberamente i vasi sa- nel 1 i34o 1 1 35 lo creò cardinale dia-
gri, e lavare i corporali, tulli i religiosi an- cono di s. Eustachio, diaconia che poi per-
che laici degli ordini mendicanti, e comu- mutò con quella di s. Maria in Aquiro. Il
nicanti ne' loro privilegi , specialmente Panvinio opina che fu creato cardinale
quelli che sono deputati al servigio delle diacono di s. Maria in Cosmedin nel 1 3o 1

messe e della sagrestia, e ciò per un e- ovvero nel 1 33 ; ma Cardella dubita di


1

spresso privilegio concesso a' minori os- tale asserzione, non trovandosi il suo no-
servanti da Calisto III e da Sisto IV, co- me sottoscritto nelle bolle con tale diaco-
me viene riferito dal Casarub, Privileg. nia, o almeno se l'ottenne fu per brevissi-
Mendicantium. 1 laici e lefemmine, ezian- mo tempo, seguendo l'affermato da Cre-
dio monache, non ponno senza necessità Storia di s. Maria in Co-
sci n» beni nella

toccare con nuda mano vasi sagrile se- i smedin. Quesli*lo dice creato nel 1 13£
condo alcuni, peccano venialmente, sem- diacono di s. Maria in Cosmedin, dalla
pre che però ciò si faccia per disprezzo, quale fece passaggio alla diaconia di s.
perchè, come dicono alcuni altri canoni- Maria in Aquiro, e finalmente all'Altra
sti, i canoni che ciò proibiscono, si deb- dis. Eustachio. Si crede morto neh 142
bono intendere de Consilio, e per mag- circa.
gior decenza, e non sembra che conten- VASSALLI0VASELLI0VALLENS,
gano precetto alcuno. Se poi vi sia una Fortanerio o Fortunio o Sertorio, Car-
qualche causa ragionevole, in nessuna for- dinale. Della diocesi di Chaors nell' A-
ma peccano i laici e le donne, come rilen- quitania, che FOldoino vuole nato nella
i
74
VAS VAS
Fiandra francese,™! Altri inVallia nell'In* ubbidienza a* pontificii ordini, fulminò
ghilferra, per cui Godwino nel Commen- sentenza d'anatema contro Francesco Or-
tario de prelati e cardinali inglesi a p. delalìì tiranno di Forlì, e contro Giovan-
701 scrive, di non comprendere il moti- ni e Guglielmo Manfredi tiranni di Faen-
•vo per cui questo cardinale sia stato detto za, oltre la crociata promulgata per re-
Forlanerio Vaselli o Vassalli, mentre il suo primerli. Alcuni ricordati da Cardella ,
genuino nome è Ser torio Fallens,con)e aggiungono che Fortanerio fu pure ve-
oriundo di Vallia in Inghilterra, e lo ri- scovo di Marsiglia, ma altri da esso pur
levai nel riportare il novero de'cardinali citati lo negano. Innocenzo VI neh 354

inglesi, nel voi. XXXI V, p. 3o6; ma ciò lo deputò, insieme a' patriarchi di Co-
\iene assolutamente impugnato dal dotto stantinopoli e d' Aquileia, per coronare
Baluzio, nelle note alle File de* Papi nella chiesa del b. Giovanni di Modoe-
d'Avignone, 1. 1 p. g5i confutando con
,
, zia l'imperatore Carlo IV colla corona
validi argomenti Godwino, negando il ferrea, abilitandoli che anco uno di loro

nome di Sertorio e la nascita inglese, potesse eseguire il solenne rito, in caso


laonde errò pure Fabri nelle Memorie che si rifiutasse di compierlo Roberto ar-
di Ravenna, che guascone o in-
lo disse civescovo di Milano. Nel i355 lo inca-
glese. Professala la regola de'minori nel ricò della nunziatura al senato veneto
convento di Gordon, si avanzò talmente per ristabilire la pace tra la repubblica
in Parigi ne' sagri studi , che Giovanni e quella di Genova. La stima e il pregio
XXII neli322 ordinò al cancelliere del- in che lo teneva il Papa, apparisce dalle
l'università di Sorbona di conferirgli il ti- lettere scritte allora al doge Andrea Dan-
tolo di dottore, essendo già graduato in dolo, dicendolo soggetto onorevole nella
teologia,cheavea pubblicamente insegna- chiesa di Dio,uomo di gran virtù.eminen-
ta inAvignone nel convento del suo ordi- te per iscienza, di specchiata probità di
ne. Benedetto XII neh 34o, come accen- vita, e di pari saviezza ornato, amicodel-
nai nel voi. XXVI, p. 92, lo fece vicario lapace e zelatore della concordia. Dipoi
apostolico del suo ordine, per la promo- tornò nunzio tra le repubbliche nomina-
zione del generale Oddone al patriarcato te, per riconciliarle con Pietro IV re d'A-
d'Antiochia ; quindi nel capitolo generale ragona, ed avendo colla sua prudenza e
tenutosi in Marsiglia nel 1 343 ad insi- saviezza ottenuto l'intento, in premio pu-
nuazione di Clemente VI, restò eletto mi- re delle altre gravi fatiche sostenute per
nistro generale, mediante il breve in cui las. Sede , singolarmente nelP Emilia

dichiarò che l'avrebbe avuto gradissimo. Innocenzo Vi a* 17 settembre i36i in


Nel tempo del suo generalato die l'abito Avignone lo creò cardinale prete, e poco
religioso di s. Chiara a d. Saucia regina dopo o nel principio deh 362, non nel
di Sicilia, Majorca e Gerusalemme, ve- 1 37 1 come dice Fabri, morì in Padova
dova di re Roberto, che assuuto il nome d'epidemia che menava guasto per tutta
di Chiara della s. Croce,visse santamente Italia, con sommo dispiacere del Papa,
per 6 mesi nel monastero di s. Croce di che gli avea scritto alcune lettere perchè
Napoli. Dopo aver governalo 5 anni il suo affrettasse la sua andata in Avignone a
ordine, lo stesso Clemente VI nel 1 347 fine di ricevere l'insegne cardinalizie, e
lo fece arcivescovo di Ravenna, dovecon fu sepolto nella basilica di s. Antonio.
tutto l'impegno si die a sostenere contro Questo cardiuale,uomo dottissimo e d'al-
i ghibellini il partito guelfo seguace del to merito, commentò pressoché tutti i

Papa, che neh 35 1 lo trasferì al patriar- libri della divina Scrittura, ed alcuni di
cato di Grado, secondo Cordella, lascian- s. Agostino della Città di Dio, non che
dogli l'aiiHuinisUazioue di Ravenna. In compose quell'altre opere teologiche che
V A S VAS 175
sono riportate nella BibliotecaFrance- io dignità. A dava il no-
questi nobili si

scana del p. Gio. da Salamanca, avendo me di Valvassori maggiori, e d'i Capi-


1
pure composto I ufficio delle Stimmate tando Castellani, cioè quando non go-
di s. Francesco. devano il titolo di duca, ma rchese, conte,
VASSALLO o VASSO, Stipendia- barone. Similmente poi questi nobili sub-
rius, Vectigalis, Clìens, Fidaci arili s } infeudavano corti e poderi ad altri me-
Vassallus. Suddito, soggetto a Repub- no nobili, per avere anch'eglino de'segua-
blica, o a Principe o a Signore (F.J.Que- ci e aderenti nelle loro bisogne. E que-

sta voce si usò anche in significato di Ser- st'ultimi venivano distinti col nome di
vo da' nostri antichi scrittori. Dopo l'i- Valvassori minori, ossia di Valvassini.
stituzione de' Feudi, si intese per la voce Pare, secondo il medesimo Borgia, che i
Vassallo, colui che teneva un feudo ri- Valvassini o Valvassori minimi, pro-
levante da un altro signore, a titolo e priamente fossero quelli che tenevano
coll'obbligo di omaggio e fedeltà. Perciò sub-feudi da'valvassori minori. A'feuda-
ne'libri del diritto feudale comune o lon- tari era comune il nome di Milite (F.),
gobardico, i feudatari sono egualmente perciò gli slessi feudi si appellarono Ali-
detti fideles e vassallo*, titoli loro pro- litiae. I Sovrani (V.) nel Medio evo si

pri come provenienti dalla fedeltà che feceroun pregio, perdivozione a s. Pietro
doveano a'padroni. Vassallaggio, Lex e per ollenere la protezione efficace de*
Vectigalis, Clientela, è la servitù dovu- Papi e della s. Sede, di sottomettersi e
ta dal vassallo al signore. Dice Mura- chiamarsi loro vassalli, con annuo cen-
tori nella Dissertazione xi> essere stato so, omaggio egiuramento, dichiarando i
ancora in uso, che vassalli de' re, duchi,
i loro Stati e Regni tributari della s. Se-
marchesi, conti, vescovi, abbati ec, aves- de (V.). Il medesimo Borgia nella Breve
sero de' vassalli minori, che perciò erano istoria del dominio temporale della s.

appellali Valvassores. \\ Dizionario del- Sede spiega le parole Ligiits homo, Li- :

la lingua italiana insegna che Varvas- gium homagium, pervassalloe vassallag-


soro o V alvassoro 3 Varvassore o Val- gio. Queste formole sì spesso ripetute ne'
vassore, era quel signore, che ricevea la diplomi dell'investiture, ne' giuramenti,
giurisdizione da'eonti, da'vescovi, e da- ec. dimostrano che l'investito era vero
gli abbati vassalli d'altro signore. V in- vassallo della s. Sede, e che alla medesi-
vestivano delle terre con sub-infeudazio- ma prestava vero e proprio vassallaggio j
»i. 11 Borgia nelle Memorie dì Beneven- e rinvestiture date dalla s. Sede provano

Difesa del dominio temporale


to, e nella ad evidenza il suo sovrano dominio sulle
della Sede apostolica afferma, che si ha medesime.E proibito agli ecclesiastici da-
da'libri de'feudi che un tempo i più. no- reìnFeudo (V.) Beni di Chiesa, senza
i

bili tra'vassalli erano i Duchi3 Marche-


i ilBeneplacito apostolico (V.). Inve- V
si^ Conti ,i Baroni ,gli Arcivescovi, Ve- i stitura o infeudazione, è il concedere do-
scovi e gli Abbati, i quali direttamente minio o in feudo a colui che presta giura-
riconoscevano da'/ie e Imperatori, e pe' mento di fedeltà al signore dominante,
domimi della Sovranità della s. Sede da' di quanto è a lui tenuto. Si conferiva me-
Papi, i loro feudi e le loro dignità tempo- diante la tradizione delle cose e di sim-
rali. Questi poi solevano concedere in boli, che nel citato e relativi articoli ri-
feudo castelli o altri beni a cospicui no- portai. 11 Tributo (V.) è quel censo che

bili privati, per avere alle occorrenze di- si somministra o paga dal vassallo e dal
fesa e il loro servigio nella guerra, e cor- suddito. 1 Difensori (V.) o avvocati o
teggio e omaggio nelle pubbliche e ono- visdomini delle terre delle chiese, per lo

revoli comparse, come ne Possessi di lo- più erano vassalli delle medesime. La
176 VAS V A S
Regalia (V.) è quel diritlo temporale e- pubblica può trarsi da ciò che dice il

sercitato da'sovrani, didominio e giuris- grande storico nominato, narrando una


dizione temporali, e comprende feudi e i scaramuccia fra le genti de' consoli Va-
r
perciò vassalli. Servo (f .) è colui che
i lerio Pubblicala o Poplicola e Lucrezio
serve in quell'articolo ragionai pure de'
: dall'una parte, e quelle di Porsenna dal-
liberti e delle loro varie manumissioni, l'altra mosse all'assedio di Roma. Si ap-
azione colla quale si rendeva loro la li- prende da Giulio Cesare, che la maggior
bertà, non meno che agli Schiavi (F.). parte de'germani vivevano di latte, di ca-

Ke'due articoli parlai delle diverse spe- cio e di carne; che presso di essi niuno
cie di servitù. Il eh. cav.Betti nell'Album possedeva terre, né limiti che fossero loro
di Roma, t. 21, p. 227, ci die l'erudito propri, per cui presso que'popoli non po-
articolo: Schiavitù dell'antica Roma. tevano esservi feudi. Ma, secondo Tacito,
Giustamente rimarca, aver dichiarato il ogni principe avea una truppa d'uomini
Diot nell'egregia opera: Abolizione del- diesi univano a lui e lo seguivano alla
la scliiavitu i/i occidente, che gli storici, guerra; e chiama segno di dignità e di
i quali descrivono i primi tempi di Roma, possanza l'essere sempre circondato da
non fanno menzione degli schiavi sotto» una folla di giovani ch'erasi scelto; non
re, ne sui primordi della repubblica. Gre- che ornamento nella pace , e baluardo
che sia caduto in fallo;
desi dal cav. Betti nella guerra. Que' giovani, che Tacito
imperocché senza ripetere la tradizione chiama comites, s' impegnavano con sa-
che attribuì a re Numa o a re Tulio O- gra promessa a difendere il loro principe,
stilio l'introduzione de' saturnali in Ro- che in quanto a lui era obbligato a som-
ma, i quali potevano essere una festa di ministrar loro il cavallo di battaglia e
puri servi o famuli, anziché di veri schia- il terribile dardo. Il pasto poco delicato,
vi ; e neppure riparlare di re Servio Tul- ma copioso, era una specie di stipendio,
lio, che al dire degli storici fu figlio d'u- con cui il principe pagava i servigi ch'e-
na schiava presa a Comico! nell'espu- i rano a lui resi. Per tal modo presso ger- i

gnazione di quella città, perchè Cicero- mani non eranvi feudi, perchè principi i

ne dice semplicemente che Servio nacque non aveano terre da distribuire: vi era-
ex serva larquiniensi, benché Dionigi no vassalli, perchè trova va osi uomini fe-
affermi fondarsi la sua opinione sulla fe- deli che con santa parola s'impegnavano
de d'autori maggior credito. Certo è
di generosamente nelle guerre, e prestavano
però, il Betti soggiunge, che la gente a un di presso lostesso servizio, come po-
Vilellia, secondo Livio, o Aquilia, secon- scia si fece dopo l'istituzione del feudali-
do Dionigi, avea schiavile che uno di smo. 11 sistema feudale, ch'ebbe lodato-
essi fu quel Vindicio , il quale udendo ri e detrattori egualmente, per le pre-
nella casa o degli Aqnilii o de' Vitellii potenze ed enormi abusi ch'esercitò,i qua-
trattarsi d' una grande congiura contro li deplorai e riprovai in tanti luoghi, co-
la nascente repubblica, corse a manife- me l'obbrobrioso che con pena ricordai
stare la cosa a'consoli. Schiavo dunque nel voi. LXXVII, p.ig3, similmente a
fu Vindicio, a rigor di termine; poiché molte altre cose più cattive che buone che
venue poi con tutte le solennità pubbli- ci vennero,fu un sistema portatoci inltalia
che della legge restituito da Bruto e da' dagli stranieri, i Longobardi (^.). An-
romani alla libertà e posto nel numero che prima della istituzione de'feudi, vien
de'cittadini.Chiaro è intorno a ciò il te- fatta menzione de' vassalli del re e degli
stimonio di Livio, che riproduce. Termi- altri principi, perchè è certo eh' essi tro-

na con dire: forse un' altra prova della va vansi tra il numero de Famigliari o
schiavitù fra'romani ne'priucipii della re- Domestici dell'imperatore o del re, e che
V AS VAS 177
erano quelli che chiamavano Vassi
stéssi nasteri. Perciò ebbero a vassalli re e al-
J
regale s seu Dominici. Questi vassalli e- tri potenti principi, ch'erano tenuti ne
rano persone considerabili, e trova vansi loro possessi, massime a'vescovi, a pre-
immediatamente nominati dopo conti. i star loro omaggi riverenti e anche singo-
Venivano compresi sotto quel nome tutti lari, ricambiati con donativi, anche rile-
quelli ch'erano uniti al re colla religione vanti, come narrai descrivendo i vesco-
del giuramento. Quando essi erano ac- vati che riunirono il principato tempo-
cusati di qualche delitto, ed obbligati a rale. Quindi moltissimi vescovi signori

purgarsi giuramento, avevano il pri-


col temporali, tra' loro vassalli più nobili e
vilegio di far giurare per se colui che tra potenti nominavano il gran coppiere, il
di essi godeva della maggior stima e che gran maresciallo, il gran ciambellano, il
meritava ampia fede. Qualche volta essi gran cacciatore, il gran portiere, ed altri
erano mandati nelle provincie per assi- con titoli d'uffizi onorifici; Siffatti vesco-
stere i conti nel Tribunale [V.) che al- vi con signoria temporale, pontificando
zavano nell'amministrazione della giu- u&avanoSperonif V.) ealtre insegne prin-
stizia e de'pubblici affari ; e quando i vas- cipesche, ed accanto all'altare pouevano
salli regi recavansi al luogo della com- la Spada (V.), il cimiero, la manopola,

missione loro, ricevevano contribuzioni la miccia accesa ec. I vassi o vassalli mag-

e Tributi al pari de'commissari del re, giori de're e imperatori,ed loro feudi i

Missi Dominici. Il principe assegnava erano sottoposti solamente e immediata-


poi loro delle terre nelle provincie, aftin- mente alla regia e imperiale maestà, né
ché ne godessero a titolo di Beneficio ci- dipendevano dalla città o dal suo gover-
vile, /ure beneficii, e siffatte concessioni no. Alcuni hanno distinto il Fasso dai
non erano se non in vita, ed anco amovi- Vassallo, credendo che vasso fosse quello
bili. Questi benefìzi obbligavano vas- i che godeva qualche podere jure bene/I-
salli non solamente ad amministrare qua- ciario, cioè a titolo di feudo ; ma come
li Giudici la giustizia , ma anche a ri- ben dice Muratori nella rammentata
il

scuotere a nome del signore Dazi che i Dissertazione de' Vassi, Vassalli, Be-
ne dipendevano mediante un annuo Li- nefizi, Feudi, Castellani ec, per esser
vello. Dovevano pure un servigio di Mi' vasso non esigevasi il godimento di qual-

lizia, e appunto per questo nel secolo X che benefizio. Osservarono il Du Gange,
ogni possessore di feudo lasciò il titolo il Boxhornio e l'Eccardo, che Vassos in

di Vassas per assumere quello di Miles. linguaggio cambrico significò famulus e


Dissi già che distinguevansi due specie
, ministerj quindi parrebbe che il voca-
di vassalli, i maggiori e i minori e deno- bolo di vasso fosse dato a chiunque ser-
minati valvassore^. I principi essendosi viva nelle corti regie anche senza posse-
creati de'vassalli immediati colla conces- dere benefizi. Forse talvolta si disse vas-
sione di benefìzi civili, si fecero anche de* sallo colui che serviva un signore infe-
vassalli mediati, permettendo a'nobili di riore; però in un capitolare dell'823 sot-
crearsi anch'essi de'vassalli, dal che de- to Lodovico I il Pio > sono nominati i

rivarono le sotto-infeudazioni, i feudi di- Fassi et Vassalli regis, senza alcuna


pendenti da altro feudo, i vassalli di- distinzione, il che farebbe credere che
pendenti da altro vassallo. Anzi molti vassallo fosse lo stesso che vasso. Ma ge-
F escovi (V.) ed Abbati, che godevano neralmente parlando portavano per Io
signoria temporale con sovrana giurisdi- più il nome di vassalli que'nobili che ser-
zione, sebbene vassalli di re o altri prin- vivano a'duchi, marchesi, conti, vescovi
cipi, adessi concessero l'infeudazione del- ed anche abbati per lustro della loro corte
le tene o castella delle loro chiese e mo- e famiglia. A questi tali perlagione della
voi. LXXXVIU. 12
i
78
V A S VAS
dopo un lungo servizio in
corica, o pure cunij et reddensDucatum sili commi**
ricompensasi concedeva il godimentodi sum a Donino Pippino Rcge. Perciò vas- i

qualche podere con titolo di benefìzio. si erano appellati Fedeli, e nel linguag-
Diventava dunque allora vasso o vas- gio delle leggi saliche e visigotiche Leu-
sallochiunque si metteva, come oggi des, perchè giuravano fedeltà al signore.
diciamo, al servizio di qualche re o gran Nel lib. 4> cap. 5 delle leggi visigotiche
signore, e questo chiama vasi commen- sono osservabili queste parole Quod si :

dare se in V assaticum ma ^ senza che inter Leudes quicumque nec Regiis Be-
per questo si ottenesse immediatamen- neficiis aliquid consequutus.k. questi vas-

te un Quindi molli erano


benefìzio. sio vassalli furono dati de' poderi in feu-
creati vassi, cioè erano ammessi al ser- do non solo, ma s'introdusse anche il con-
vigio de* conti o d' altri gran signori , cedere con questo titolo le castella , le
senza avere ancora conseguito alcun be- marche ed i ducali. Così all'esempio de*
nefizio. Piicavasi altresì da un preceden- re anche i duchi, marchesi, conti, vesco-
te capitolare di Carlo Magno dell' 812, vi, abbati si procacciavano de' vassalli col
che Vassi Dominici cioè regi, avevano ,
dare ad essi in feudo terre e castella. E-
Fassallos suos casatos cioè al loro ser- ì
rano poi tenuti non solo a mi- i vassalli

vizio delle persone civili ed onorate. An- litare in favore del loro signore, ma an-

che i vescovi avevano i loro vassi: nel si- che ad assistere ad esso per onore in cer-
nodo celebrato nel 978 da Gauslino ve- ti tempi, e come suol dirsi far loro la cor-
scovo di Padova, nel documento pubbli- te, il che già notai. Si legge nella vita di
a
cato dal Muratori, si trovano sottoscritti Ugo Capeto, capo della 3. stirpe de're
alcuni che s'intitolano, Vassi ejusdem di Francia. Essendo duca di Francia e
DomniGausliniEpiscopi.Dìftevema dun- il più polente signore del regno, gli fu
que vi è fia'vassi o vassalli de'secoli an- conferita corona in un'assemblea tenu-
la

tichi eqùe'de'posteriori.Negli ultimi tem- ta a Noyon e fu consagrato da Adalberto


pi e prima dell'abolizione de'feudi, uiuno arcivescovo di Reiois a'3 luglio 987. Ta-
veniva costituito vassallo, se non a tito- le assemblea non dovea essere numerosa :

lo e per ragione di qualche feudo a lui dopo il trionfo della feudalità, non vi po-
conceduto: ma anticamente per esser tale tevano più essere adunanze della nazione,
altro non si richiedeva se non l'essere am- poiché gli uomini liberi erano a poco a
messo al servigio del re, duca, conte ec. poco caduti in servitù, ed nobili di- i

Quindi appreudesi dui monaco di s. Gal- pendevano, pe'loro feudi, da alcuni gran-
lo, Z?e Gest. Caroli iKOb.i,cap. 22, che di proprietari, i quali soli esercitavano il

l'essere a que' tempi Vasso o Vassallo potere politico, e venivano intitolati vas-
altro non significava, che l'essere al ser- salli della corona. 11 numero de' grandi
vigio di qualche regnante o signor gran- vassalli non oltrepassava allora quello
de. Vigeva però la consuetudine di con- di 8, cioè il duca di Guascogna, il duca
:

ferire a que' cortigiani qualche benefizio d' Aquitania, il conte di Tolosa, il du-
da godere, forse solamente durante la lo- ca di Francia, il conte di Fiandra, il du-
ro vita. E per solo Vassalico ossia ser- , ca di Borgogna, il conte di Champagne,
vigio, sembra che si giurasse fedeltà al si- e il duca di Normandia, dal quale la
gnore. Poiché negli Annali de' Franchi, Bretagna a quell'epoca dipendeva anco-
all'anno 757, Tassilone duca Fidelità- ra. Tali erano signori che aveano un
i

tem promisit Regi Pippino y sicul Vassus interesse reale nella scelta del mouarca,
etc.Ed all'anno 787: Contristaius Tas- perchè soli trattavano direttamente con
silovenitper scmelipsum tradens se ma- t
lui : gli altri francesi non erano più sud- i

nibus Domni liegis Caroli in Fassati- diti del re, ma gli uomini de'grandi vas-
V AS VAS i
79
salii e poco pensavano a chi sarebbe of- dominante in ogni mutazione del signo-
ferta un* autorità reale che non si esten- re e del vassallo; 2. nel pagare i diritti
deva più (Ino ad essi. I grandi vassalli di che si dovevano al signore pe'cambiainen-
Francia, come principi liberi dell'impe-
i li di vassallo, come il quinto pe'cambia-

ro eleggevano P impelatole, sceglievano menti per vendita o per altro contralto


per re colui, che loro non lasciava te- equivalente ec. ;
3.° nel somministrare al
mere di nessun tentativo contro la lo- signore la ricognizione e numerazione del
ro indipendenza. In molti documenti del- suo feudo ; 4-° finalmente nel comparire
la gran contessa Matilde si trovano sot- alle udienze del signore innanzi a'suoi uf-
toscrittisuoi nobili vassalli da Uibianel-
i ficiali quando fosse citato a quest'efFetto.ll
lo,da Daiso, da Palù, da Nonantola, da vassallo doveva prestar fedeltà e omaggio
Tignola, da Sa vignano, reggiani, mode- in persona, ed in quest'atto doveva met-
nesi ec. E quando Enrico V neh i 16 ca- tere uu ginocchio a terra, colla testa sco-
lò in Italia per impadronirsi dell'eredi- perta, senza spada e senza speroni. Il giu-
tà della gran conlessa, tutti i vassalli cor- ramento dell'omaggio ligio importava ne-
sero a fugli corte. Tanto il signore do- cessariamente una total dipendenza dal si-
minante che possedeva il feudo , quanto gnore direi to,onde non se gli possa muove-
il vassallo che lo teneva per investitura, re guerra senza incorrere nel reato di fel-
dissi che aveano de' reciproci doveri da lonia e decadere dal feudo.II cane arislo-

compiere P uno verso l'altro; il signore cralico per eccellenza da tempo imme- ,

doveva protezione al suo vassallo, e que- morabile, è senza dubbio il levriero. Sul-
sti onore e fedeltà al suo signore. I vas- le più antiche tombe l'effigie coricata d'un
salli si chiamavano parie compa- altresì alto e potente siguore, ha quasi sempre il
gno, perchè erano eguali in ufficio: non levriero a' piedi siccome emblema della
potevano esser giudicati se non da' loro fedeltà de'sUoi vassalli, o di quella che a-
eguali, come si osservò in Francia verso ve va égli slesso pel re suo sovrano.1 1 simu-
i pari fioche durò la paria, in qualità di lacro del Leone (F~.) che si vede late-
grandi vassalli della corona. Però non e- ralmente alla porta principale de' Tem-
rano d' egual rango il principe diretto ed pli, ricordapure che tra loro sedeva il si-
il uè potevano perciò muoversi
vassallo , gnore feudale a rendere giustizia. Quan-
scambievolmente la guerra , e decadere to riguarda i vassalli de'Papi e della s. Se-
scambievolmente da'rispettivi diritti; poi- de, ne trattai negli articoli ricordali in
che il vassallo in qualunque giuramento principio; alcuni corrispondevano tenui
che preslava al suo principe, dal quale ri- 7
Censi e Tributi (J ,), come fece Martino
conosceva un 2. feudo, vi dovea mettere V nell'inveslire di Bracciano e lago Sa-
la clausola di difenderlo contro chiunque, batino (di cui riparlai nel voi. LV1I1,
tranne contro padrone diretto del i.°
il p. 1 1 8 e12 1 ), e in vicariato, nel \ 4 1 7 gli
feudo. Il vassallo perdeva il suo feudo per Orsini per un triennio, col solo censo d'un
diverse cagioni, che si compendiano così: avolloio. Quaulo alle pontificie provvi-
quando egli pel i.° metteva la mano sul denze repressive de' vassalli feudatari, qui
suo signore quando non lo soccorreva
; solo ricorderò: Pio li colla bolla Ad reti-
nelle guerre, o quando s' armava contro nendas, de'28 gennaio 1 461, Bull. Boni.
di lui, accompagnato da altri suoi paren- t. 3,part. 3, p. 110: Contra homicidas,

ti; quando finalmente persisteva in qual- vel de homicidio condannatosela diffa-


che usurpazione sul suo signore, e negava matosi ditioni s. Bomanae Ecclesiae
di riconoscerlo. I doveri del vassallo si ri- mediate., vel immediate subjeclos. Paolo
ducevano a 4 cose precipuamente: i.° nel II colla bolla Viros sanguineo s, de' 22

prestar fedeltà e omaggio al suo siguore settembre 1467, loco cit.,p. 120: Con*
i8o V AS V AS
tra vindtctam transversalem in Urbe loco cit., p. 312 : Contra honiteidas, !>ri^

ejusqtie districtu sumentcs, aut Caval- gosos, ducllantes, et alia gravia erimi-
cata.*;, seti hominum colicela* facientes, ria palranlcsi, bannitosque, et eorum
brigososq. et eorum fautor es. Innocenzo complice?, receptatores, et fautores.
Vili colla bolla Licei ea i de' 3 settem- 1 La Congregazione cardinalizia della
bre 1 4^8, loco Contea exu-
cit., p. 2 1
9 .* s. Consulta (V.), ripete la sua primi-
les, et bannitos ab Urbe, minai prò tiva origine da Paolo IV come Tribu- 2

habenda pace ab qffensis, vel eorum nale di Roma (V ) t


t
era eziandio tribu-
haeredibus, inferenles, eorumq. min- nale di ricorso de' vassalli contro i ba-
cium sciente r desuper afferentes. Giu- roni de'feudi, dipendenti dal principato
lio II colla bolla Quia nìhil est, dell' 8 temporale della Chiesa romana, e contro
novembre i5o3, loco cit., p. 25g: Coii' i loro ministri, reprimendone gli arbitrii

tra Barones, et Conimwdtates Status e l'estorsioni. Il successore Pio IV col mo-


Ecclesiastici, eorum territoria non cu* to-proprio Quìa nonsolum ex debito, de*
stodientcs a bannitis,furibus, et aliis de- 13 ottobre i56o, Bull. Rom. t. 4> pai- 2,
linquentibus. Il medesimo Papa colla bol- p. 49' Vassallorum obligationes de re-
la Cum homines, de*27 novembre 5o3, 1 terò fiendae prò eorum Domimi Sedi
,

loco cit., p. 269 Co atra homicidas, et


: Apostolicae subjeclis, nullae erunt. Et
alios capitaliter bannitos, aut sibi jus Domini eorum Vassallos ab obligatio-
dicentes,aut Cavalcatala facienles etc, nibus jamfictis indemnes r elevar e ci ,

eorumque receptatores, etfautores.heo- pecunias solutas infea sex menses re-


ne X colla bolla Romani Pontifici, del stituere cogentur. Indi colla bolla In e-
i.° settembre i5 18, loco cit., p. 264: riunenti, de'6 gennaio i56i, loco cit., p.
Contra Barones, et Communitates non 66: Confirmatio Consti tutionum a Pio
custodientes eorum territoria a banni- II, Paulo II, Sixto, IV, Julio II, Leo-
tis,furis etc. Quindi O-emanò la bolla ne X, et Clemente VII, editarum con-
mnes quidem, de'2 3 gennaio 520, loco tra homicidas, et bannitos, eorumque
1

cit., p. 472 Contra homicidas, banni- fautores, et complices ac Dominos,


: ,

tos, etc. Communitates, et Dominos eos Communitates non custodientes eorum


non capiente?, aut auxiliantes, faveti- territoria a bannitis,furibus elc. Et re- 7

tes, Statu Ecclesia-


et receplantes in vbcatio quarumeumq nefacilitatimi gra-
stico. Clemente VII colla bolla In San- tiandi homicidas, aut cum eis compone ti-
età, de' 12 giugno \5i^, Bull. Rom. di.Col breve Etsi cuncla, de' io aprile
t.4i par. 1, p. 44 ; Approbalio, et ex- i562, loco cit., p. 1 1 1 De homicidiis, :

tensio consti tutionum Pii II, Pauli II, poenae capitali?, etc. Colla
aliisque rei?
S xti IV, Julii II, et Leonis X, contra
;
bolla Superna providenlia, de'6 ottobre
homicidas, bannitos, sumentesque vin- 1 564, e moto-proprio Continua men-
dictam de propinquis offendentis, nec tati, loco cit., p. 181 : Cancellariae eri-
non brigosos, etc. Ac Barones, et Com- mina les Status Ecclesiastici ex causa
munitates eorum territoria a praedi- vera onerosa aliis non concessae, Rev .

ctis non custodientes in Statu Ecclesia- Cam. Ap. iteratur applicantur. Et sla-
stico. Giulio IH colla bolla Cumcivita- ttila prò Cancellariis praefiniuntur.
tes, de' 22 settembre i552 loco cit., Curii privilegiorum concessione. Ac The-
3 p,
297 Contra Franchitias in Urbe re-
: saurarii et A. C. super illis et eorum
tinentes, et Curiata in executione ini- cau?is 3 jurisdictione, et auetoritate. Il
pedicntes, cum approbatione Constitu- successore s. Pio V, colla bolla Ex su-
tionum contra bannitos, etc. editarum. pernae, de' 3 luglio i566, da lui e t\a

Di più colla bolla Cumsicut, del i554, 2 j cardinali sottoscritta, loco cit., p. 29 > ;
V A S VAS 181
Innovalio, et amplialìo Constitutionum senza strato, ne cuscini. La congregazio-
a Pont. Praedecessorihus adì lanini con- ne ceremouiale nel 1701 proibì lo strato o
homicidas,brigosos,vindictatn tran-
tro, tappeto e i cusciui nelle chiese, tranne pe'
sversalem, nut hominum collectom fa- cardinali, i vescovi ed i sovrani, sotto pena
cienles,ftcinorososque homines, eor unt- di scomunica ipso facto, e dell' interdet-
ane complice*, etfautore s ) Communita- to alla chiesa e suoi rettori. Il decreto fu
tesquoque, et alios eoruni territorio a approvato da Clemente XI ùi ottobre,
praedicfis non custodie ntes in Stalli Ec- e si legge nel Bull, lìlagn., t.8, p. 4^7,
clesiastico. Gregorio XIII colla Lolla e nel Novaes, Storia di Clemente XI,
Tonta, tamque horrenda dell' luglio , i i
§ 4^. La Torre (V.) divenne asilo di
i58o, sottoscritta da lui e da'cardinali, prepotenza, di crudeltà e d'insidie, an-
Bull. Boni, t.4, par. 3, p. 45 Innova- 1 : che pe'trabocchetti, pe 'feudatari: ne fu-
lio Consti tulio/inni a Praedecessorihus rono trovate eziandio ne' Palazzi di Ro-
editoriali contea homicidas, et alios ca- ma (F.). QuestijCome altri baroni feuda-
pita liler bonnilos. Et majorem pocna- tari, ebbero contigue torri; e fu distin-
rum inflictio in corum receptatores, et tivo del feudalismo I* avere i baroni ne'
auxiliontes, Communilatesque eos non loro Feudi, nel palazzo baronale, grosse
persequen tes ,et capiente s. Le disposizioni catene per la berlina de' delinquenti, ed
di Sisto V , le riportai nel suo articolo e in in città qual
segno di giurisdizione e di
quello di Velletri. Clemente VI IIneh5c)2 Franchigia. Il medio evo e il feudali-
istituì ìaCongregazione cardinalizia del smo ammisero il Duello (F.) nella bar-
Buon Governo (T7 .), tra le cui attribu- bara loro ignoranza, come conseguenza
zioni esercitò quella di vegliare sui com- delle grossolane credenze del tempo. La
missari dc'baroui feudali e vassalli della ragione del più forte e del più destro
s. Sede, a vantaggio de' sudditi. Lo stes- era la migliore. Il duello, ossia la lotta
so Papa nel i 5c)6 istituì la Congregazio- fra due uomini, viola dapprima la legge
ne cardinalizia sopra i Baroni dello di Dio, e poi le leggi sociali. In ogni tempo
r
stalo ecclesiastico (/
.) per ovviare a' ,
condannato della religione, dalla
è stalo
danni, che da questi ricevevano loro i morale e dall' ordine pubblico sì bar-
vassalli, a' quali con lunghe liti e cavilli baro avanzo del feudalismo. Il ch.Reu-
non pagavano i debiti che con essi aveva- inont nella recente sua opera, Della di-
J
no. 1 l api ebbero diversi sovrani, duchi plomazia italiana dal secolo XIII al
e principi per loro vassalli, per averli in- XFI t
a p. 211, osserva che tutti prin- i

ondati per linea mascolina legittima, di cipi minori nel secolo XVI s* affaccenda-
parte de'dominii temporali della Sovra- rono per ottenere predicati, ossia Titoli
r
nità della s. Sede (f .) , nel quale arti- d'onore (V.), e fra questi iRovereschi du-
colo dissi ancora della loro cessazione, ed chi CÌTJrbino, Cibo-Malaspina di Mas-
i

eziandio di quella de'feudi minori, e que- sa e Carrara, ed altri. Laonde verso la


sta interamente compita pochi anni ad- metà del secolo XVII, del povero titolo
dietro con pubblico vantaggio. Le pre- d' Eccellenza (V.) non si contentavano
tensioni di certi baroni nelle chiese, se se nou vassalli de'prineipi maggiori e i
i

non godono il padronato, non sono giu- principi romani. Lo scialacquo de' titoli

ste, e devouo considerarsi come gli altri fece sì che alcuni di essi perdessero il lo-
fedeli, ne' luoghi cioè ove sono cessati i ro valore e significato primitivo. A. Ge-
diritti feudali. Perciò non competono lo- nova e a Firenze v'hanno de (Marchesi a
ro nelle chiese quelle distinzioni che al- dismisura (come altro ve, inuumei abili poi
cuni esigono. Al più per convenienza può sono titoli di conte che dispensarono,*'
i

loro dai si il geuuilessoiio distinto, ma duchi di Ferrara adi Urbino, ed altri


,82 VA S V A S
vassalli della Sede a'Ioro vassalli minori
s. la condizione a 25 milioni di persone, e
e con subinfeudazioni); eppure quest'era di restituir loroi diritti dell'esistenza ci-

un titolo che ancora nel secolo con- XV vile e la dignità di uomini, di cui erano
veniva agli Estensi di Ferrara, a'Gonza- state private. Ne sarà felice conseguenza
ghi di Mantova, e a'grandi vassalli del- 1' ammirazione del mondo, le benedizio-
la Chiesa romana, che possedettero tem- ni celesti e de'beneficati, e la patria pro-
poraneamente la Marca d'Ancona, sic- sperità, a cui è intento l'animo benigno
come sotto Eugenio IV, Francesco Sfor- e generoso dell'iroperatoreAlessandro II.

za poi duca di Milano. Dice inoltre, di Nel 1 855 fu pubblicata inFirenze: Storia
tacere del titolo di conte, che a quel me- de Municipii Italiani daG regorioVIIa
desimo tempo spettava a'signori d* Urbi" Carlo E, di Paolo Emiliano Giudici (il
no e di Monte Feltro (su di che meglio quale nello stesso anno e nella medesima
è vedersi tali articoli); ed osserva pure, cittàpubblicò la suo Storia della let-
che colla dignità di Duca e di Principe teratura italiana). Ne diede ragguaglia
era prima congiunto il titolo di Eccel- la Cronaca di Milano del 1 855 a p. 1 53.
lenza Illustrissima, ma tosto si attribui- Riporterò un brano relativo al discorso
rono quello d' Altezza, cogli aggiunti di argomento, con alcune dichiarazioni mie
Serenissima e di Reale, Sui vassalli e sub fra parentesi. » Fra le lotte del secolo X
ponno consultare i seguenti.
le servitù, si ilpopolo acquistò novella esistenza. Fino
Novari, De gravaminibus vassallorum, a quel punto esso era composto Partigia-
G. Aleandro, Cornine ntarius in legem de ni (uniti in Università artistiche} senza
Servitutìbus. Bartolomeo Cipolla , De nessuna franchigia, di censitali, che la-
Servitutibus, Lugduni 1 552.TitoPopma, vorando un fondo rispondevano con un
De opcribus servorum, Odici na Planti- certo qua! censo e con servigi personali
niana 1608. A. Loon, De Manumissio- al loro padrone, e di co/o/?i ch'erano l'ul-

ne servorum apud romanos, Ultrajecli timo grado dell'umana famiglia, condan-


|685. M. Piover, Frammentimi veterum nali all'assoluto arbitrio del loro signore,

, et de Manumis-
leti dejuris spcciebus oggetti di commercio, cornei giumenti ed
sionibus, Lugduni Balavoruni 1 789, Gio- i buoi, nati coloni,obbIigati a non procrear
vanni de Marinis, De feudis, Neapoli che coloni, (issi al campo che bagnavano
i565. Giuseppe Cumi, De successione del loro sudore, senza nemmeno la povera
ftudaliunij Catinae i563. Martino de consolazione di cambiar orizzonte. Ma
Caratis, Lectura in opere feudorum 3 l$a- gl'imperatori, accordando feudi e privi-
.sileae i564- A. Borrini, Cavalcata sive legi a'monasteri eda'vescovi, benché non
de servitiis vassallorum, Augustae Tau- badassero più in là chea crearsi ile'fauto-
rinorum i5y5. Amedeo Ponte, Quae- ri (può aggiungersi , come apparisce da'
stioncsLaudimiales ex suo tractalufeu- diplomi donazione, per Suffragio del-
di
dali desumptat, Augustae Taurinorum l'anime de'loro parenti, per implorare da
1577. Michele Belli, De feudis, llomae Dio il perdono de'loro peccati) contro il

1 792. Bartolomeo Camerario, Bepetitio loro più formidabile nemico, il Papa (per-
legis de prohib. feud. alien, per fede. chè questi difendeva le sante ragioni del-
Romae 1 558. Della proclamata riforma la Chiesane infrenava la prepotenza e
,

per P abolizione della servitù ed affran- l'esorbitanze, e qual padre comune pro-
camento de'contadini servi, abitanti nel- teggeva gli oppressi), involontariamente
le terre de' proprietari nobili, che ora dilfondevano intanto in Italia una gene-
trattasi d'eseguire in Russia, ne feci cen- rale riforma.Chi abitava sulle terre ili-
no a Varsavia. Nientemeno riguarda il pendenti da'vescovi, da chiese, ila bailie,
rnovvediineulo maguanimodi migliorar da mouasteri cessava d'esser colouo per
V AS VAS i83
ili ventai- censitale; giacche la schiavitù desi ma città sedessero allora due o più
eia incompatibile col Vangelo e colla ino* Il popolo piglia-
vescovi lottanti Ira loro.
rale predicata dal monaco e dal sacerdo- va gran gusto a queste lotte (non tutto,
te. In riconoscenza questi liberati sorge- ed i saggi e buoni deploravano le pubbli-
vano a sostenere i liberatori, rinforzando che sciagure), e mal sapendo discernere
di tal modo l'autori là del sacerdozio. I qual fosse l'intruso, quale il legittimo, to-
monarchi vedeano di buon occhio que- glieva rispello ad entrambi; intanto fra il
st'iuualzaineuto della potenza ecclesiasti- litigio andava guadagnando sempre più
ca; onde mano mano che morivano i feu- per se stesso forza, privilegi e diritti. Co-

datari secolari, venivano i loro benefizi sì prepara vansi senza fatica quelle lar-
trasfusi in autorità ecclesiastiche (per pie ghezze lauto care all'indole viva degl' i-

e benefiche fondazioni, nella più parte), taliaui e alla loro marittima posizione.
e ciò per due solenni interessi. III. d'a- La quale favorendo il commercio traeva
ver favorevoli nelle diete i vescovi che vi seco tutte quelle libertà senza cui il traf-

teueano i primi posti; il 2. d'evitar il pe- fico non ha vita , e venivano così d' uà
ricolo che i feudi in mano de'laici diven- passo l'arricchimento delle città sull' A-
tassero inalienabile eredità di famiglia, o driatico e sul Medi ter raueo, e le istituzio-
si rendessero così sempre più minacciosi a ni vaste, libere come il commercio e come
chi già stava in cima del potere, lnfatto il mare. Allora Amalfi, Salerno , Pisa,
il gigantesco colosso della baronia (ogui Livorno, Venezia copri vauo di veledaGi-
tribù, presso igermaui chiamava*! Fa- bilterra a' Dardanelli; allora traevano
re, e i loro capi Farones, donde Baro- sulle loro navi tutta Europa alla Crocia'
ni) ricintosi di vassalli e castelli , aveva to(ue riparlai a Turchia, colle conseguen-
tentato più volte di salire i gradini del tro- ze) in oriente,donde tornavano poi recati-
no per sbalzarne quelli che già vi stavau do tesori, e quel che vale ancor più un
seduti. Bisognava dunque rompere la sca- ampio corredo di cognizioni e una più no-
la che dava accesso a quell'altezza. Infat- bile slima dell'uomo. Là iti Palestina s'e-
ti non andò molto che conti non ebbero i rano trovati nelle stesse file, sotto le sles-
più giurisdizioni se non sulle disunite se tende, alle stesse sperauze , agli stessi
masse della campagua perciò dette con- dolori il figlio del povero con quello del
tadìy e a'soli vescovi restò il dominio sul- principe, il proletario col barone, e così,
le masse compatte delle città. Fermi que- fondendosi l'umane distinzioni, le fortui-

sti vescovi alle loro evangeliche dottrine, te ambizioni di famiglia, i privilegi ere-
fondevano insieme le dilfereuze sociali, ditari delsangue cedevano a qualche co-
finche alla dieta di Pavia proclamarono sa di più grande,cedevano alle doti indi-
1' eguaglianza tra franchi , italiani e lon- viduali dell'uomo. Quel nobile amore che
gobardi, tutti comparendo sotto il titolo sforzava i nostri proavi a sagrificar tutto
di uomini liberi e possessori. Emancipa- per la patria, a difendersi da' nemici che
to una voltali popolo cominciò ad apprez- li circondavano, quelle leggi terrestri e
zar meglio se slesso, a immischiarsi nelle marittime che attestavano una sapienza
questioni, a parteggiar pel Papa, pel so- acquistata fra l'imprese inspirate dalla
vrano, pel legittimo vescovo e per l'iu- gloria più che dall'orale tradizione e del-
truso (negli scismi, il più delle volle pro- le cattedre, diedero a que'tempi una vita,

vocati dalla potenza laicale, almeno vi- nu aspetto che rese poi sempre più dolo-
rilmente sostenuti, per armeggiar la Chie- rose le successi ve sventure. 1 gentiluomini
sa e tentare d'indebolirne la suprema au- non poleauo veder seuza gelosia questi
torità), giacché lo scompiglio fra la s. Se- plebei, ignoti, avviliti fino a ieri, oggi di-
de e l'In) pero iacea spesso che in una uie- venuti loro pari;puie tornando inutili t ut-
i84 VAS V AS
te leopposizioni,caddero gli sforzi di colo- mero di navi, in estensione di traffico, in

ro che chiedevano dover esser considerati acquisto di ricchezze e in magnificenza e


come una casta privilegiata. Divisa allora splendore di monumenti. Da qui venne-
l'Italia iniostati,ciascunoavea proprio la ro prime fondazioni di quegli edilìzi
le

costituzione , e comune il desiderio della che segnano il risorgimento dell' arti in


preponderanza. Modena eReggio ergevau : Italia, quali sono il s. Marco di Venezia,

si a ducato nel i 20 per opera di Folchi-


1 i palazzi marmorei di Genova, il Campo-

no d'Este. Assoluta indipendenza s'acqui- santo di Pisa; gran prova che anco dalle
starono marchesi delMonferrato.Fin dal
i più tristi cause ponuo derivare splen-
io 16 Piemonte e Savoia venivano chia- didi effetti*. Per singolare contrasto mer-
mali a governo proprio da Bertoldo da canti pisani, genovesi, veneziani vivevano
Moriana. I normanni, ricevuto da Pupa in pieno accordo fra loro a Pera o Galata
Leone IX (V.) il possesso della Puglia,del- in un medesimo quartiere a Costantino-
la Calabria, della Sicilia, davano adesse poli, e senza rivalità solcavano fraterna-
neli 3o titolo e forma di regno. Da Gre-
1 mente l'onde del Bosforo, si trovavano sui
T
gorio VI1(V.) lo stalo della Chiesa otte- mercanti dell Asia, contrattavano co'cri-

neva quella preponderanza sutultaTlta- stiaui della Palestina. A malgrado però


che accrescendo la propria potenza
Jia, dell'autonomia che ciascun municipio a-

innalzava l'elemento nazionale sulle basi veva acquistato, l'impero non cessò per
ò'un immenso concetto morale (francati- qualche tempo d'aver influenza su essi.
dolaChiesadalloStaloe rendendola indi- Però dopo le contese fra gli Enrichi di
pendente dall' imperatore). La Toscana Germania ed Papi (precipuamente per
i

vedeva nelle sue città di Lucca, Firenze e propugnare la libertà della Chiesa, e per
Siena 3 cenili di potenza terrestre in lot- le da loro condannate Investiture Eccle-

ta continua fra loro, ma tutti cospiranti


?
siastiche), quest influeuza audò poi molto
?
alla grandezza ci' Italia; intanto che Pisa minorando. I Missi Dominici, che a tem •
signoreggiava col suo commercio sul Me- pi de'Carlovingi erano magistrali ambu-
diterraneo e mandava non meno di 120 lanti con ampio mandato di giudicare
navi sotto il suo vescovo Daimberto alia (alzar Tribunale ,e ne riparlai nel voi.
crociata. Genova con tutte le città delle LXXX, p. 129), sospendere, sentenziare,
Suerivierefalta repubblica popolare, pre- riprodurre per tutto la podestà imperiale
se anch' essa parte alla spedizione in o- (ma ue'dominii della s. Sede con podestà
riente e tornò ricca di spoglie, che accreb- delegata da'Papi, auzi a loro istanza, co-
pe poi colla conquista delle Baleari e del- me ripetutamente feci avvertenza ue'luo-
ia Sardegna. Gran monumento di repub- ghi relativi), e d'ogni cosa notevole da-
blica aristocratica Venezia, vantaggiatasi re relazione al capo del potere, auche que-
pure delle sue imprese in Terra Santa e stimessi andarono perdendo vigore ma-
delle sue rivalità con Genova e con Pisa, no mano che levavausi in autorità loca-
fatta piti superba per la sua singolare po- le i vescovi, i conti, i marchesi. Infine riu-
sizione sfidava da Rialto tulli
, popoli i scirono una vera superfetazioue,a cui nes-
del mondo e tenevasi tributaria l'Africa e suno più badava, tanto maggiormente do-
l'Asia. La sommissione degl' istrioti, del- po che parve obbligo di coscieuza stac-
la Dalmazia e dell'Illirico finì di rendere carsi interamente da'principi scomunica-
strapotente questa regina de'mari. Le 3 ti, come per una certa serie di tempi fu-
repubbliche di Pisa, Genova e Venezia, rono gl'imperatori alemanni. Ma ma- 1

unitedapprima dal comuue interesse, lì- gnali abolendo il potere sovrano insegna-
mi uno col lacerarsi per reciproca gelosia, rono ad abolire a poco a poco auche il
ciascuna cacando superar Tullia in uu- potere sacerdotale (nel domiuio tempora-
V A S V A S i85
le) e a dar invece autorità sempre mag- sorte tra il duca di Ferrara Alfonso II e
giore agii scabini o tribuni popolari (poi i bolognesi intorno a'eonfini, come ese-
sostituiti da' Podestà, come dissi in tale guì con piena soddisfazione d'entrambe
articolo,dicendo pure de'capitani del po- le parti. Neil' islesso anno fu incaricato
polo, nel quale e nel voi. LXXX, p. i3 i della proteltoria dell'ordine Gerosolimi-
e luoghi ivi ricordati, parlai degli scabi- tano e de minori conventuali, e nel 1 58o
ili, ministri subalterni dati da Cario Ma- di quella del santuario di Loreto, in cui
gno a' Conti, secondo Palleschi, il quale favore colla sua sollecitudine industrio-*
aggiunge, ch'eran giudici ini.* istanza, al sa aumentò notabilmente le reudite. Es-
dir d'alcuni, e quali assessori de'couti ne' sendo governatore di Ravenna, o meglio
Placiti solenni, ch'eleggevansi perciò dal d'Ancoua, di cui era pure prolettore, per
popolo ex melioribus ch'ibus, come pre- 6 mesi con due altri cardinali si adope-
scrisse Lotario I nella legge 48. Il Mari- rò a rimettere gli esuli dello stato eccle-
ni, Saggio del Monteferclro, a p. 86, di- siastico. Nel 1 584 collo sborso di 5o,ooo
ce che gli scabini erano congiudici delle scudi fece acquisto dell' eminente carica
città in aiuto de'duehi e confi, e veniva- di camerlengo di s. Chiesa, la quale fun-
no eletti dal popolo, e che furono intro- se con lode di giustizia e saviezza. Si tro-
dotti da're franchi: doveano intervenire vò al conclave per Sisto V, e nel colmo
in numero di 7 a'placiti, ed una legge di di sue fortune un'acerba mortelo trasfe-
Callo Magno ingiunse il numero di 12, rì in un momento dal tempo all'eterni-
sebbene non fu con rigore osservala) , i la, in Roma nel 1087, nella robusta età
quali non aveano fin allora che rappre- di 47 ani) ' »on compiti. Trasferito il ca-
sentala la plebe ne'consigli del monarca davere Bologna, fu collocato nella chie-
in

o del conte. Cosi senza l'urto distruttore sa di Francesco avanti i' altare mag-
s.

delle rivoluzioni operavasi quella radica- giore, con semplice e breve iscrizione.
le riforma che converse il sistema feuda- VASTO, Fastus. Città vescovile del
le in libertà di Munkipiì". regno di Napoli, nella provincia deli' A-
VASSO. V. Vassallo. bruzzo Citeriore, ne'limiti dell'antico ter-
VASTAVILLANI Filippo, Cardino,- ritorio Frentano, capoluogo di distretto,
fc.Nato nobilmente ioBologua, nipote per 1 1 leghe sud-est distante da Chieti, che
canto materno di Gregorio XIII, mentre altri prolungano 817. E situala sulla si-
col grado di gonfaloniere esercitava la nistra sponda del Calimela, e giace sopra
magistratura di sua patria, chiamato dal dolce, salubre e amena collina, la quale
Papa in Roma, a'5 giugno o luglio i5y4 alle sue falde sul mare Adriatico è riciu-
fu crealo cardinale diacono di s. Maria ta per lunghissima linea dall' oriente in
Nuova, e abbate di Nonanlola, e come parte, continuando pel settentrione, da
tale intervenne al concilio provinciale te- maestosa scogliera, che in più punti del
nuto Bologna nel i586 dal cardinal
in giro spezza alquanto lasciando incantevo-
Galeotto arcivescovo; dappoiché avendo li uuda spiaggia, ed uno nel pun-
seni su
Gregorio XIII sollevato Bologna ad ar- to chiamato Lotta, sito forte di tulli re- i

civescovato, tra le sulfraganee gli attri- quisiti per valido porto da guerra. Il reale
buì Modena e Reggio, mentre l'abbazia rescritto de' 24 marzo 1 838 dispose la

sebbene eseute era nel territorio della 1/ formazione d'un porto militare lungo il

11 cardinale protestò però di non volere litorale delle limitrofe provincie di Te-
con tale alto pregiudicare all' indipen- ramo e di Chieti. Esaminala la costiera
denza di sua chiesa, immediatamente sog- nel 1840, fu trovalo il detto seno Lotta,
getta alla s. Sede. Quindi fu deputato nel nella contrada Penna, lenimenti di Va-
1078 per comporre le controversie iu- sto, l'unico alto all'uopo. E di figura se-
1 8G V A S V AS
mi-elittica,ed ha una corda o asse di pal- ma di nomi imposti, che volgarmente di-
mi 3oo, internandosi per palmi 700 ver-
i consi battezzati. Nella stessa chiesa è se-
so terra. Lungo tale corda da un lido al- pollo d. Ionico d'Avalos, il cui corpo fu

l'altro la profondità minore che lo scan- imbalsamato, uno degli antichi marchesi
daglio ha dato in tempo di acqua bassa, di Vasto. Prima Vasto contava 8 conventi
fu di piedi parigini 20, e la maggiore di di vari ordini religiosi, ed un monastero
23, nel mezzo del seno di piedi 5, ed al- 1 di Clarisse. I minori osservanti riformati
la distanza di soli palmi i5o dalla spiag- esistono nel convento loro ben numeroso
gia in fondo di palmi io. Inoltre 3oo pal- di religiosi: il convento de'tninimi o pao-
mi al di là della corda la profondità è di lolti si chiuse al finire del passato secolo;
piedi 3o. Nel seno scaturiscono sorgive e gli altri 6 conventi ai principio del cor-
d'acque dolci. L'ingegnere idraulico Lui- rente furono compresi nella fatale sop-
gi Dau nello stesso 1 840 ne pubblicò col- pressione generale. Vi sono 8 confrater-
le stampe analoga dotta Memoria. Ab- nite, l'ospedale monte de'pe-
comunale, il

bondante è la pesca che si fa sulle sue gui e il monte frumeutario, bello e nuo-
coste. Le sue mura sonoaperte da 4 por- vo teatro. Oltre le scuole pubbliche pri-
te, ed è assai bene fabbricata. Questo suo marie sono le secondarie con 3 catte-
vi

fabbricato,chesiallargaaldi là dell'antico dre, e quella d'agronomia teorico-prati-


r
recinto,è regolare nella maggior parte del- ca l' istallò il vastese d. fisico Francesco
la citlà: fontane interne ed esterne l'arric- Romani, il cui professore s'istruì nell'uni-
chiscono di limpide e leggiere acque ; ha versità di Pisa, con 5oo ducati annui di
una piazza assai spaziosa ornata di bella dotazione; né manca Vasto di biblioteca,
fonte. 11 palazzo di sua altezza serenissima di bello e capace camposanto, di varie
marchese d'Avalos d'Aquino d'Aragona fabbriche di cremor di tartaro, ed una di
è il più grandioso fabbricato, formalo con cera. L' attuale popolazione è di circa
elegante architettura. L' episcopio gli è 1 i,5oo abitanti; quella dell'intera dioce-
secondo, ed in esso trovasi un gabinetto si è di quasi 92,000 anime. 1 vastesi han-

archeologico comunale,conlenente lapidi, no svelto l' ingegno per cui si vantano ,

monumenti quanto altro d' antico si è


e d'un bel numero d'illustri. Lucio Vale-
rinvenuto in Vasto e si va scavando, il rio Pudente fiorito nel II secolo di nostra

contenuto del quale è stampato in tavo- era, di 1 3 anni trovandosi iti Roma, e qui-
le finora di numero xi, con descrizione, vi celebrandosi il 6.° lustro del sagro cer-

oltre alla storia propria, scritte neli838 tame di Giove Capitolino, superati i com-
r
dal d. fisico Luigi Marchesana Oltre la petitori, fu coronalo poeta sotto l'impera-
cattedrale, di cui poi parlerò, conta 8 chie- tore Traiano. Il municipio d' IsLonia gli

se, ed una delle quali si vuole eretta so- destinò una statua, di cui rimane la sola

pra le rovine d'un antico tempio di Ce- testa, e ne prova il fatlo l'esistente lapi-
rere; ha pure 5 cappelle urbane pubbli- de. Da Antonino Pio fu quindi crealo cu-
che, e molte cappelle rurali. Nella mae- ratore della repubblica d'I sernia. Riccio
stosa chiesa di s. Maria si venerano reli- Parma, vastese, nel secolo XVI fu tra' 1

quie insigni, donatele dal marchese del valorosi italiani che a Quarata sostenne
Vasto d. Ferdinando d'Avalos, che l'eb- la gloria italiana contro i francesi nella
be da Papa Pio IV, fra lequaliè una del- famosa disfida di Barletta. Si nominano
Spine della Corona imposta al Re-
le ss. quindi ad ouor patrio, il conte Trivelli,
dentore nella sua passione, luollre possie- Caprioli, Vili, de Renedictis, Tiberi, Do-
de i corpi de'ss. Cesario e Teodoro mar- menico e Gabriele Rossetti, Nirico, Bet-
tiri, ed in Un'urna quello di s. Fortunato. ti, Romani ed altri non pochi. Il genio per
Questi suoli uou souo di uouie proprio, la pittura disliugue i vastesi. Il lenito-
V A S V A S 187
rio è fertile, producenle in abbondanza sendo solido, restaurato e abbellito. Avea
eccellente olio, vino, ed erbaggi princi- il capitolo con prebende provvedute di
palmente. L'agricoltura èbeti intesa, e lo 200 o 3oo scudi, era fornita degli occor-
sai a maggiore mediante la nuova catte- renti utensili e suppellettili sagre, e pos-
dra agronoma. Il suo commercio per ma- sedeva rendite per stabilire la nuova cu-

re è considerevole; potrebbe esserlo pure ria e cancelleria, e pel mantenimento del


quello di terra , mediante strade oppor- seminario da erigersi secondo il prescritto
tune, essendo il suolo quasi tutto piano. dal concilio di Trento; avendo pure op-
Quanto a granaglie, Vasto è il 3.° scari- portuni e convenienti edifizi per l'abita-
catoio del regno nell'Adi iatico, ed ha do- zione del vescovo e sua curia, come pu-
gana d'immissione ossia di i." classe. Tie- re pel seminario. Laomle il Papa formò
ne fiera dal 2 all'8 maggio di ciascun an^ la diocesi di Vasto, col distretto di Vasto,
no. L'odierna città di Vasto sorse dalle il quale si compone della città di Vasto,
rovine di quella vescovile d' Is tonia (P.), Monte Odorisio, Cupello, s. Salvo, Gissi,
come sembra apparire da un diploma di Carpineto, Guilini, Scerni, Atessa, Tor-
Papa S.Gelasio 11 del 492. Per tale e altre nareccio, Casa Languida, s. Buono, Fre-
sue prerogative, ne ristabilì il vescovato il sagrandinaria, Furci, Dogliola, Lentella,
Papa Pio IX, ad istanza del re Ferdinan- Liscia, Bomba, Colle di Mezzo, Pietrose!'-
do II, e per le preghiere dell'odierno mar- razzami, Monte ferrante Archi, Pera no,
,

chese del Vasto sua altezza serenissima Montazzoli, Palinoli, Carunchio,Tnfillo,


d. Alfonso d' Avalos. Pertanto leggo nel Paglieta, Turino, Cusalbordino, Pollu-
decreto concistoriale , Adeo late dioece- tri, Villa Alfonsina, Pioccaspinal veti, Frai-
sanuih Teatini, de'20 maggioi853,che ne. Eresse il Papa la collegiata in catte-

il Papa Pio IX dismembrò dall' areidio- drale, sede del vescovo, alla quale con-
cesi di Chieti (V,) la città di Vasto, l'e- cesse tutte le prerogative proprie del gra-
resse in vescovato, e la cattedrale dichia- do; e la nuova diocesi di Vasto dichiarò
rò concatledrale della metropolitana di sulfraganea dell'arcivescovo di Chieti, al
Chieti. Per la vastità dell'arcidiocesi, che cui arcivescovo prò tempore ne assegnò
comprendeva circa 90 oppida e 20 fere ilgoverno e l'ordinaria giurisdizione spi-
pagus, e più di 200 incolar uni milita; rituale, dichiarando la cattedrale di s.Giu-
per l'incomodo della grave distanza della seppe concattedrale della metropolitana
maggior parte delle parrocchie , e della di Chieti, onde il metropolitano prendes-
topografia de'luoghi, onde si rendeva fa- se il titolo d' arcivescovo di Chieti e di
ticosa e difficile l' esecuzione della visita vescovo di Fasto. Per residenza del ve-
pastorale, per eliminare questi e altri ma- scovo, sua curia e cancelleria, e per luo-
li e per promuovere la maggiore utilità, go del seminario diocesano, assegnò l'am-
massime a vantaggio de'vastesi situali in pio e magnifico edilìzio dell'antico colle-
un luogo quasi remoto alla sede metro- gio de'chierici regolari della Madre ili Dio,
politana, ad istanza del pio Ferdinando perciò soppresso e dal municipio as<egna-
li re del regno delle due Sicilie, volle e- to e donato ad hoc con deliberazione de*
rigere in Vasto una cattedrale con resi- 26 agosto 1 852, approvata dal regio go-
denza d'altro vicario generale, che facol- verno, siccome opportuno agli stabiliti 3
tizzato dall'arcivescovo di Chieti potesse usi; il municipio obbligandosi di ridurlo
amministrarne la nuova diocesi, La città a decente e comodo locale ripartito per
di Vasto era idonea e degna d'essere de- l'episcopio, curia e seminario. Di più il

corala dell'insigne onore e grado di città municipio assegnò 240 ducati perla cu-
vescovile. Avea la collegiata di s. Giu- ria e cancelleria vescovile, 600 ducati pel
seppe parrocchiale matrice, l'edilizio es- seminai io, cou ipoteca dc'iondi sui quali
i88 VAS VAS
assegnò tali doti. Il capitolo della colle- Manzo arcivescovo di Chieti altra per-

giata il Papa l'eresse in capitolo cattedra- sona in ecclesiastica autorità costituita,


le con tutte r insegne e prerogative, qual colle opportune facoltà di procedere ju-
senato vescovile, e lo formò di 4 dignità, x la praefinitimi modum. Tanto in breve
a
per i." dichiarò I' arcidiacono, la 2. il ricavai dal decreto concistoriale. La rela-
a
cantore, la 3." il tesoriere, la 4- l'arcipre- tiva bolla di erezione,Papa Pio IX l'e-
te^ cui fu affidata la cura dell'anime del- manò a'23 luglio 853, e si pubblicò in
1

la parrocchia; di 16 altri canonici, com- Vasto a'i 4 giugno 1857. La sua giurisdi-
prese prebende teologale e penitenzia-
le zione si estende ad altri 33 e più paesi
le, 2 beneficiati o mansionari. Col-
e di 1 summentovati del suo distretto; vi fu i-
in prebenda dell'antico priore della col- stallato il proprio vicario generale, e fra
legiata istituì e formò quella del teolo- poco vi sarà aperto nell'episcopio il semi-
go, e con quella dell'anteriore primice- nario ecclesiastico già dotato della neces-
rio della stessa collegiata istituì e for- saria rendita, e vi si stanno eseguendo i

mò quella del penitenziere. Per le pre- lavori di riduzione. Ora conviene, innan-
bende dell' intero capitolo assegnò le zi di riferire le principali notizie civili di
rendite del'soppresso collegiale. Nel resto Vasto, di riportare la serie de'pastori di
il Papa ordinò doversi osservare il conte- Chieli, ommessa in quell'articolo prima
nuto della bolla De uliliori, e del breve che adottassi questo metodo, e così dire
Impensa. Dispose quanto occorre all'uf- del i.° vescovo di Vasto arcivescovo di
iìziatura del capitolo, sulle norme degli Chieti,
altri viciniori. 11 padronato lo concesse a' De' vescovi e arcivescovi dell'antichis-
re delle due Sicilie prò tempore, oltre la sima e celebre città di Chieli, un tempo
nomina e presentazione degli arcivescovi ne'Marsi e capo de'Marrucini e degli A-
di Chicli e vescovi di Vasto nelle vacan- brusii, ed ora capoluogo dell'Abruzzo Ci-
ze; dovendo re somministrar l'occorren-
i teriore di qua dal fiume Pescaia, già po-
te al mantenimento della fabbrica della tente contea , come di sue notizie, tratta
cattedrale e suo culto divino. Stabili le i'Ughelli, Italia sacra, t. 6, p. 669, esi-

precedenze del capitolo della metropolita- stendo la tradizione che ricevesse il pre-
na di diteli, su quello della cattedrale di zioso lume della fede vivente s. Pietro
Vasto, e decretò che per la preminenza principe degli Apostoli, e che i suoi disce-
della chiesa di Chicli, in tal città si doves- poli vi disseminarono l'evaugelo e ne or-
seconvocare e tenere il sinodo diocesano. dinarono il vescovo. Nelle persecuzioni vi
Dispose che nella sede vacante ciascuno sostennero glorioso ma r li rio t. Giusto pre-
de* duecapitoli metropolitano e vescovile te, i ss. Florenzio e Felice fratelli, la ver-
eleggessero ciascuno il proprio vicario ca- gine s. Giusta e altri martiri; il loro san-
pitolare. Conservò la mensa dell'arci ve- gue fu fecondo per la propagazione del
scovo di Chieli, eXcedunt quatuor mille cristianesimo, e I'Ughelli ne produce gli
(lucala motietac regni, publicis deductis atti. Il i.° vescovo diesi conosca è s. Giu-
oneribiis anche qual vescovo ammini-
, stino cittadino e patrono di Chieli, chia-
stratore di Vasto, e stabilì per tassa ad ro per miracoli, pare fiorito verso il de-
ogni nuovo pastore la somma di 5oo fio- clinar delHI secolo. Altri s'ignorano fi-
rini d'oro dicamera, registrala ne* libri no a Quinto che nel 499 intervenne al
della camera apostolica e del sagro colle- sinodo romano. Di Barbato si fa menzio-
gio. Finalmente esecutore della bolla il ne iiell* Episi, di s. Gregorio 1 del 594,
Papa delegò il nunzio apostolico di Na- per la quale si congettura che per la mor-
1

poli mg. Innocenzo Fer rieri arcivescovo te del vescovo d'Ortona gli affidò la visita

ili Sidu, con podestà di suddelegare mg/ di tal chiesa, Verso il qual tempo s. Ce-
V AS VAS 189
teo detto Pellegrino vescovo d' Aterno, gli successe Lupo II già primicerio della
jiternuniy illustre città de'marrùcini, ri- basilica e cattedrale di s. Tommaso apo-
portò la palma del martii io con essere stolo. Nel 1049 viveva Arnolfo, ed esisto-
gettato nel fiume omonimo; i moderni lo no di lui vari documenti. Durante il suo

vogliono vescovo di Chieti, nella cui cat- vescovato accadde lo strepitoso avveni-
tedrale si venerano le reliquie; altri rife- mento che narrai nella biografia di Ste-
rendo che il corpo miracolosamente da tal fano IX detto X, fratello di GofFredo III
fiume portato nell'Adriatico, si fermò al- il Barbuto o il Secchio duca di Lorena,

la spiaggia di Zara e nella cattedrale fu marito di Beatrice marchesana di Tosca-


collocato. Ma s. Ceteo non è dipinto tra' na (f7.)e perciò padrigno della gran con-
vescovi e arcivescovi di Chieti, nella serie tessa Matilde. Stefano da cardinale,redu-
espressa nell'aula dell'arciepiscopio. Teo- ce dalla legazione di Costantinopoli , col
dorico o Teodoro I, il quale riparò le ro- cardinal Umberto di Selva Candida e Pie-
vine prodotte alla cattedrale da Pipino tro arcivescovo d' Amalfi, portava seco
re d'Italia, figlio di Carlo Magno, nel com- preziosi regali per s. Leone IX, per la ba-
battere i longobardi, quando dopo l'asse- silica Vaticana, e per lui ossia pel mona-

dio mise la città a ferro e fuoco. Alla cat- stero di Monte Cassi no y di cui poi diven-
tedrale di s. Giustino eresse la canonica, ne monaco e abbate; e passando pel ter-
edificò le chiese di s. Salvatore e di s. A- ritorio di Chieti fu assalito da Trnsmon-
gata, e l'ospedale; e nel sinodo celebrato do conte o duca della città e spogliato
nell'840 in Chieti, e che ricordai nel suo de'bagagli e de'doni imperiali, e lulti fu-
articolo , riformò la vita comune de' ca- rono di prepotenza chiusi in carcere. Di
nonici, a'quali assegnò la canonica, l'U- questo iniquo e deplorabile procedere di
ghelli pubblicandone il documento, oltre Trasmondo se ne disse provocatore En-
gli altri cheaccenneròe riguardanti la se- rico III imperatore, nemico acerrimo di
de e pastori teatini. Lupo l nell'844 n ~ ' Goffredo HI, perchè temeva chea questi
tervenne alla coronazione che Papa Ser- il cardinal fratello consegnasse il tesoro

gio II fece di Lodovico II in re d'Italia. che seco avea, onde a suo danno lo col-
Pietro I sedeva nelP 853, in tempo del legasse coli' imperatore greco. Liberati i
quale l'arcidiacono Orso fu al sinodo ro- legati dulia prigionia, s. Leone IX o me-

mano di s. Leone IV, e pare ancora che glio Vittore li scomunicò il duca di Chie-
nel suo vescovato l'impera toreLodovico li ti e lo costrinse a restituire il predato. At-
edificasseil celebre monastero di Casaure to o A Itone I de'conti di Marsi, chiarissi-
presso fiume Pescara, e non nell' isola
il ino vescovo, nel 1 o56 fu traslato a questa
del lago Benaco della Peschiera , come sede da quella di Marsi da Vittore lì, di
pretende il Piatii, e vi pose il corpo, o che si congratulò poi Nicolò II, col diplo-
parte di esso, di s. Clemente I a lui da- ma di conferma de' beni di sua chiesa ;

to da Adriano II; abbazia che per toglie- intervenne suo sinodo nel 1059, ed a
al

re le frequenti dispute co' vescovi di Chie- suo tempo alla medesima furono falle di-
ti, fu dichiarata esente e immediatamen- verse donazioni. Mentre governava que-
te soggetta alla s. Sede. Teodorico o Teo- sta chiesa in A terno, ossia Pescara nella
doro II dell'88o,Atinolfo pare che fosse al diocesi di Chieti e situala alla destra spon-
sinodo di Ravenna del 904, Rimo inter- da del fiume del suo nome, la cui sede
venne nel 962 alla consagrazione del ce- vescovile si unì poi ad Atri, accadde un
lebre monastero di s. Bartolomeo di Cai*- insigne e memorabile miracolo, il cui do-
pinelo, nella diocesi di Penne, la cui C/iro- cumento e storia, che vuoisi scritta dal
nica è nel t.io, p. 349 dell'Ughelli. Nel vescovo medesimo, riprodusse Ughelli. In
965 Liudino e visse nella sede 43 anni; Pescara dunque, venerandosi l'immagine
igo VAS VAS
ilei ss. Crocefisso scolpita in cera sopra scunt ad quorum honorem liber iste
,

tavola antica di legno, gli ebrei dimo- scriplus est, indultor meorum delieto-
ranti nella stessa città per obbrobrio e rumpius im'eniatur. Si quis aulem lume
derisione empiamente lo forarono con a- librimi ab Eeelcsia sua auferre prue-
glii e lancia, ed il sangue che prodigiosa* sumpscril, ex parte Dei, et s. Mariae
mente ne uscì fu raccolto in un vaso di ve- Virginis, et B. Thomae apostoli , *7-

tro e riposto nella cattedrale alla venera- lum anathematis vinculo subjaeere ju-
zione de' fedeli, all' ostensione e al bacio dicamus. Me itaque, qui hoc fieri prae-
de'medesimi, dopo essere stalo collocato cepi,omnes, qui legerint librum istum in
nella chiesa di s. Salvatore. A memoria mente balere cum diari tale Dei illos
dell'avvenimento, PiobertoGuiscardo du- valde rogo, et precibus nostrorum San»
ca di Puglia, ecousanguineodi Trasmon- dorimi, et eorum digne suscipiar in ae-
do conte di Palermo una
Glieli, edificò in terna labcrnacula justorum. Nel 11 25
chiesa sotto il titolo di s. Gerusalemme e Alto II, il quale di consenso del capitolo,
l'ornò di nobili musaici. Nel 1078 fu con- per gradimento delle donazioni falte da
sagralo in vescovo da s.GregorioVII,Teu- Alto coutedi Cailmulo e signore di Mou-
io o Celso; e nello stesso pontificato gli te Oderisio alla chiesa teatina, concesse
successe nel 1078 circa Raiuulfo o Rai- al preposito di s. Nicola di Monte Ode-
mo, alla cui chiesa fece una donazione del Nel 11 37 Rustico
risio alcuni privilegi.
castello di Sculcula nella valle di Pesca- ch'ebbe da Guglielmo conle di Lorelello,
ra, mentre 1087 il vescovo venne a
nel prò salute animae suae etparentum suo-
concordia abbate del celebre mona-
coli' rum , conferma delle donazioni fatte
la

stero e abbazia benedettina di s. Giovan- dall'avo e dal padre.A Roberto del 1 \^o
ni Battista iu Venere , nel territorio di successe Alando Alanno o Almando che
Chieti,sulla giurisdizionedel Castro Sco- fioriva nel i5o, indi Audrea II dichia-
1

ricosae, con atto riportato da Ughelli, in rato da Papa Alessandro 111, che con di-
unoa'diplomi imperiali in favore della ba- ploma del 78 presso l'Ughelli, da lui e
1 1

dia, e di que'privilegi concessi alla chiesa dai 3 cardinali sottoscritto, confermò al


ili Glieli da diversi signori e da Urbano vescovo e successori i privilegi della chie-
11. Ruggero Bursellec sedeva 1107, nel sa teatina , e li prese sotto la protezione
ed iu queslo gli successe Guglielmo 1, al della s. Sede, in uno a'beui e giurisdizio-
quale Pasquale 11 con diploma confermò ni del vescovato che enumerò. Altro pri-
le donazioni falte a Rainolfo dal conte vilegio il Papa accordò alla badia di s.

Roberto di Lorelello e da 'Passione suo Giovanni in Venere. Sotto detto vescovo


fratello. Morto nel 1 1 17 Guglielmo, nel furouo edificale le chiese de' ss. Pietro e
seguente trovasi Andrea 1, neh 1 18 Ge- Paolo in Glieli neh 168, e di s. Giovan-
rardo^! cui tempo Cono e Gisone figli di ni de Furca Rubolina uel 1 1 72. Dopo di
Roberto donarono al vescovato il castello PietroII deh 191, fu vescovo nel 1 192

Orni colle sue pertineuze,ed altri il castel- Bartolomeo, di cui più memorie esistouo,
s. Giuliano parimente colle sue perii*
lo di come della reintegrazione di Sculcula per
nenze.Gerardo nel 2 5per uso e proprie-
1 1 opera dell' imperatrice Costanza , delle
tà delia sagrestia e biblioteca di sua chiesa possessioni di Pescara con diploma di Fe-
fece copiare de'sagti codici, fra 'quali l'A- derico II, e la couferma de'privilegi me-
pocalisse di s. Giovanni egli Alti apostoli- diante bolla d'innocenzollljdel quale l'U-
che li dono prò salute anìmae meae fieri ghelli riporta pure il diploma di privile-
praecipi, ut Deus Omnipotens precibus gi pelmonastero di s. Giovanni iu Vene-
Beali Thomae apostoli, atque Juslini, re, con altri ancora. Il benemerito Bar-
et aliorum Sanclorimi qui ili requie* tolomeo uioiì dopo ih 22 7, e uel segueu-
,
V A S V A 9 191
fé n'era successore Ilainaldo,poichè in ta- ce PUghelli: Ex his clicitur,
aliquando
le anno anche a lui Federico 11 confer- Episcopimi Teatinum dominimi fui s se
mò gl'imperiali privilegi. Gregorio IX nel Teatinae cwitatis r adone Demanii suae
1234 fece vescovo Gregorio di Poli no- Ecclesiaej a uomo do aulem eodem tem-
bilissimo. Nella sede vacatile il cardinal pore fuerint in hac ch'itale Comites dum
Capocci legato d'Innocenzo IV per la ri- Episcopi domini ejusdem essent, obscu»
cupera del regno di Napoli alla s. Sede, rum mihi est. Ad istanza del vescovo Ni-
con diploma dato in Pescara nel i25i, cola, il re di Sicilia Carlo I nel 1273 com-
dichiarò Chicli e i suoi castelli e ville e- mise al giustiziere di Puglia, di fare resti-
senti dal militare servizio, confermando tuire alla chiesa di Chieti i beni ad essa
lutti i privilegi concessi alla chiesa. Nel occupali. Nel 1 276 il vescovo co n suo di-
1252 Innocenzo IV elesse vescovo Lan- ploma in Guardia Grali trasferì nel mo-
dolfo napoletano, e per sua morte nel nastero di s. Siro di sua diocesi i france-
1253 gli successe Alessandro di Capila scani. Morto nel 1282, il capitolo tosto e-
cappellano di detto Papa, a cui il capi- lesse Tommaso già preposto di s. Nicola
tolo Cavea commendalo; però Innocenzo diMonte Oderisio ma fu solo confer- ,

IV ingiunse al comune di Chieti di resti- mato nel 1286 da Onorio IV, e indi nel
tuire al vescovato quanto gli avea tolto, e 1288 cousagrò la riedificata chiesa di s.
di prestare al vescovo il giuramento di Agata; poscia nel 1292 concesse a' delti

fedeltà. Papa Alessandro IV vendicò be- i francescani di Guardia il cimiterio di s.

ni tolti alla chiesa teatina, auche da Fe- Maria, con diploma confermato 367
nel 1

derico II e suoi fautori, e fece altre di- dal celebre legalo cardinal Aiboruoz. Mo-
sposizioni. Morto il vescovo nel 1262, in rì Tommaso ne! pontificato di s. Celesti-
fjuesto Urbano IV confermò l'elezioue di no V, il quale con sua bolla concesse per-
M. Nicola de Fossa cisterciense e lo con- petue indulgenze alla cattedrale teatina,
sagrò, pio e dotto pastore. Nel 1264 Ur- e nominò vescovo Francesco de A udii a
bano IV con diploma permise che l'ere- arciprete d'Ortona.che non essendo con-
mo di s. Spirito di Maiella della diocesi di sagrato fu rivocato da Bonifacio Vili, con
Chieti, si unisse all'ordine di s. Benedetto, regresso all' arcipretato. Il dotto Coleti
nel qualeeremo istituì l'ordine Celestino commentatore dell'Ughelli registra Gu-
Pietro da Morrone, poi s. Celestino V, glielmo li del 1292 01293, sulla fede di
dopo che a lui lo commise il vescovo Ni- Nicolino in Historiae Teatinae. Osserve-
cola con diploma del 1264. Indi Grego- rò, che s. Celestino V eletto neh 294, nel-
rio X dichiarò esente dal vescovo il mo- lo stesso poi emise la famosa Rinunzia del
nastero di Maiella ; di che conturbato e Po/?</)£c<2fo,efueletloBoni(àcioVl II. Que-

irato il vescovo, lo placò Pietro coll'u- nomiuò vescovo fr. Kain aldo romano
sti

millàe la pazienza, anzi divenne protet- domenicano a lui caro , chiaro per dot-
tore del suo ordine. Iddio punì il vesco- trina e altro, dichiarando irrita l'elezione
vo con mortale malattia, e per l'orazioni del suddetto Francesco, fatta nel 1295.
di Pietro fu liberato dalla morte, laonde Perciò anche l'Ughelli qui cadde in aua-
nel 1274 concesse privilegi all'ordine ce- cronismo, se pure non è fallo numerico
lestino.Già Nicola nel 1266 col cousenso di slampa, liaiualdo mirabile nell'opere
del capitolo aveva concesso le chiese di s. e nell'eloquenza, godè il favore del re Car-
Martino di Palletoedi s. Giovanni di Are lo 1 1, da cui ottenne,»/ Unwersitates Tea-
la di sua diocesi e colle pertinenze, al tinae Civilatis elìgere possent Judìcem
monastero de' cistercieosi di s. Vito , di annualcni ad bene, ac quiete rempubli-
Pescara diocesi di Penne,il che confermò cam gubernandam, e il diploma regio si

con pontificio diploma Clemente IV. Di- legge in Ughelli. Di più il re nel 1 296 per
i
9* VAS VA S
l' istanze del vescovo fece restituire nlla aneli 'egli de'minori, però non capisco co-
chiesa di Chieti castra Lactiniani, Fur- me T Ughelli lo chiami Ray mundi ger-
cae, RIontes Sylvani, Scocciosae, Orni manwnfratrem G ut Ilei munì , i cognomi
et Scurculae, e gli concesse di fare ia fie- essendo diversi. Per l'esimia sua virlùdi-
ra nella festa di s. Lorenzo. Nel i3oo il venne intimo consigliere di Carlo duca di
vescovo con solenne rito fece pubblicare Calabria e di re Roberto, dui quale otten-
l'anno santo del giubileo promulgato da ne la conferma di tutti i privilegi di sua
Bonifacio Vili, di che pose memoria in chiesa. Compose le vertenze coll'arcipre-
versi scolpiti avanti l'altare maggiore del- te d'Ortona e co' baroni di sua chiesa, per
la cattedrale. Nel 1 3o i sostenne lite in fa- decoro e utile della medesima. Fece un
vore di sua chiesa, contro l'abbate e mo- esalto inventario de'beni e de' diritti di
nastero benedettino di Clemente di Pe-
s. sua chiesa, in un libro che intitolò Tlie-
scara , e il documento si può leggere in saurum. Ma per amore verso i suoi con-
Ughelli. Matteo o Mattia arcidiacono dro- sanguinei concesse senza il beneplacito a-
cense della diocesi di Charlres e chierico postolico,neli324, i castelli di Orni e di

di camera, eletto dal capitolo teatino, Bo- Lasliniano a due suoi nipoti, onde acre-
nifacio Vili lo confermò nel 3o3, morto i mente fu rimproverato dal Papa, obbli-
in curia innanzi la consagrazione. Pietro gato a restituirli alla chiesa, e nel i326
III vescovo Molhonense, nello stesso an- fu traslato ad A versa. In anno Giovan-
tal

no fu traslato a Chieti, ornato di tutte le ni XXII gli sostituì Giovanni Crispano de


virtù, eneh 309 con facoltà pontificie di- Rocca nobile napoletano, canonico di sua
spensò le monache ci slercie usi di s. Maria chiesa e uditore del palazzo apostolico,
Maddalena di Chieti di mangiare la car- d'osni cenere di virtù ed erudizione orna-
ne, e loro concesse indulgenze: queste fu- lo, dotto giureconsulto, perciò celebra-
rono pure accordate ad altra chiesa della tissimo. Fu sollecito di ricuperare i beni
città dal vicario del Papa da Pietro e , , alienati, tutti i privilegi di sua chiesa riu-
da' vescovi di Palermo e d'Aquila. Inter- nì in un volume e fece confermare dal re
venne al concilio generale di Vienna nel Roberto, a cui era caro per le sue virtù.
1 3 12. Ebbe questioni coll'a rei prete d'O l'- Nel i328 scrisse al Papa contro gli ereti-
Iona, che ricusava l'ubbidienza; e ricorso ci fraticelli, li condannò e disperse. Fu a-

alla regina Sancia, reintegrò la sua chiesa cerrimo sostenitore dell'immunità eccle-
del caslellodi Lasliniano. Visitando la dio- siastica, corresse costumi del clero e loi

cesi fu imprigionato da'ladroni, e per ri- ridusse al dovere. Il monastero detto Ca-
cuperare la libertà giurò di redimersi con stri Praetoriì, l'unì al suddetto di s. Ma-
somma che avrebbe pagato poi. Tornato ria Maddalena, a cui donò de'beni, e vi

Papa dal giu-


alla sede, fu dispensato dal unì pure quello di Paterno. Vacala la se-

ramento estorto jCome impotente di adem- de, il capitolo si divise in due pai liti ed e-

pii lo, ed i ladroni furono costretti a dar- lesseciascuno un vescovo. Benedetto XII,
gli soddisfazione. Sotto di lui si edificaro- ch'erasi riservata la provvisione,dichiarò
no le chiese nel casale di s. Vittoria, e di irrito il procedere de'canonici, ed a' 10
s. Maria fuori di porta Pescara. Mori in maggio 336 da Marsi
1 vi trasferì l'egre-

Alissa, nella diocesi, nel 1 320. Il capitolo gio Pietro Ferri nobile di Piperno ,
già
elesse per compromesso fr. Guglielmo de vescovo anche d'Anagni; ma morì in A-
Gigniaco de'minori, che si recò ad Avi- vignone 18 novembre, e ivi restò tu-
a'
gnone per la conferma ma negata da , mulato. Il Papa che tulta volta avea con-
Giovanni XXII rinunziò, e il Papa nel ferito la sede dr Marsi a lommaso Cipria-
i32i trasferì da Alba a Chieti il france- ni teatino, siccome eletto dalla parte più
se fr. Raimondo de Mulaco di Marsiglia, sana e più numerosa del capitolo, a'2 di-
V A S VAS i
93
cembre dello stesso 1 3 36 nomino vesco- to a Patrasso. Urbano V, a cui era ben
vo di Chieti Beltraniino Paravicini mila- accetto per la gran dottrina il vescovo
nese, cantore di Bordeaux, ed a lui ben d'Ascoli nel Piceno, fr. Vitale bolognese
accetto per le preclare sue virtù. L'inviò già generale de'servi di Maria, nel 1 363
nunzio a Pietro IV re d'Aragona, lo tra- lo trasferì a questa sede: egli era stato in-
sferì nel i339 alla sede di Como e poi a viato da Innocenzo VI legato al soldano
Bologna. Neh 34-0 Guglielmo III Capo* d' Egitto, per concitarlo contro i turchi
ferro di s. Vittore diocesi di Monte Cassi- comuni nemici, e guerreggiarli in difesa
no , tesoriere di Tours e protonotario. del re di Cipro. Giovanna I intanto pre-
Neh 349 dichiarò pubblicamente eretici se sotto la sua protezione i beni e i dirit-

Francesco de Torre teatino e i suoi vas- ti della chiesa teatina, ne dimostrò pecu-
salli, per avere distrutto gran parte de* liare favore , ed eccitò il giustiziere e il

beni della chiesa teatina , ed uccisi cru- giudice dell'Abruzzo a contribuire al ri-

delmente molti chierici, laici e vassalli cupero delle possessioni usurpate. Ebb»
olla medesima fedeli. Indi per più anni il vescovo lite co'celestini di Ci vitella, ri-

esulò da Chieti e dalla sua chiesa; di che cusanti il d'una libbra di cera,
lieve censo
informato Clemente VI, commise all'ar- e si venne a concordia. Permise che Fran-
civescovo di Napoli di prendere accura- cesco Corrado arciprete d'Ortona e cano-
ta informazione di tutto, e indi con sen- nico teatino, ornasse nella cattedrale de-
tenza scomunicò e privò de'beni i rei di gli altariin cui riposavano corpi di s. i

tanti misfatti. Morto Guglielmo III nel Flaviano vescovo e Alberto confessore, del
1 352, il capitolo contro la riserva del Pa- quale s. Flaviano crede Ughelli che sia
pa, gli surrogò Nicola Mascioli arcidiaco- parte del corpo del vescovo antiocheno
no Avignone non
teatino, aia portatosi in portato a Giulia Nova nel ducato d'Atri.
fu riconosciuto. Invece Clemente VI co- Neli3y3 fu vescovo Eleazaro de Sabra-
;r
stituì amministratore Benedetto Colonna no (^ .), creato cardinale da Urbano VI
romano,vescovo di Bisaccia, il quale con- nel 378, contro il quale insorto l'antipa-
1

cesse indulgenze a s. Maria deCaramani- pa Clemente VII, lo privò del vescovato


co. A'24giugnoi353 da Teano Innocen- perchè Giovanna I scismaticamente ne se-
zo VI trasferta Chieti fr. Bartolomeo Pa- guiva le parli, e v'intruse nell'istesso an-
pazzurri nobile romano e domenicano, da no probabilmente Tommaso Brancacci;
Giovanna I fatto regio consigliere, cap- ma quc c, i a'4 settembre i382 in Napoli
pellano e famigliare, e col suo braccio e abiurò solennemente lo scisma nella chie-
l'aiuto di fr. Nicola Pigna domenicano sa di s. Chiara e depose l'insegne vescovili.
romano, suo energico vicario generale, co- UrbanoVI nel medesimo 1 378 al cardinal
strinse il clero e i laici a vivere cristiana- Sabrano Giovanni de Comina no-
sostituì
mente, costringendo i baroni della chiesa bile teatino e abbate benedettino di s. Li-
teatina a giurare fedeltà. Nondimeno il beratore di Maiella, indi lo fece commis-
vescovo sostenne gravi questioni con An- sario apostolico nella provincia dell'Aqui-
tonio Cantelmo feudatario di Monte Sil- la, ed egli col favore di Carlo III costrin-

vano, e con l'audace tiranno Francesco de se a partireda Chieti gli scismatiche vis-
Torre, potente vassallo della chiesa teati- se sino al 1396. In questo Bonifacio IX
na e già scomunicato. Pertanto Innocen- nominò vescovo Guglielmo Carbone(V.) t

zo IV con sua lettera diretta Università- dotto e prudentissimo ; ma recandosi in


ti Civitatis Teatinae, gravemente gli Roma nel 1 398, Landolfo Colonna lo pre-
ammonì ad essere divoti e fedeli alla se, spogliò e pose in prigione, di che in-
chiesa e al vescovo. Nel i36s fr. Barto- dignato il Papa scomunicò Landolfo per-
lomeo, per gli esposti molivi, fu tratta- chè lo liberasse, come eseguì; allora il ve-
vol. lxxxvhi. t3
i
94 VAS VAS
«covo mansueto e pio impetrò misericor- so non consagrato abdicò nel 1496.
II, e
dia pel suo persecutore, e mei ilo in segui- In questo Giacomo de Bacio nobile na-
to il cardinalato e la commenda dell'ab- poletano, sapieute giureconsulto, eccel-
bazia di s. Maria de Araboua di sua dio- lente e pio pastore. Per sua morte fu de-
successe nel 141 9 Nicola Viviani
cesi. Gli putalo amministratore il celebre cardinal
di Ceprauo, come Io chiama Ughelli, per Oliviero Carafa (P.), il quale con regres-
averlo traslalo da Spoleto (V.) Alai lino so nel i5oi cede la sede al nipote Ber-
V, pacifico e tranquillo, ed a suo tempo i nardino Carafa napoletano e priore gero-
teatinicon munificenza nel 1420 edifi- solimitano, fallo patriarca d'Alessandria
carono il convento di s. Andrea a'fi ance- neh 5o3 e designato arcivescovo di Napo-
scani. Moiì Nicola lodatissimo per ruti- li morì ueli5o5, tumulato in s. Domeni-
lila del suo governo, neh 4^8 in Roma, co con isplendido elogio, ed ove è detto,
e fu sepolto nella basilica Liberiana, con Episcopi et Comitis Teatini. \\ cardinal
iscrizione in cui è detto di Ceprano e u- Carafa riprese l'amministrazione, indi a"
ditore delle contraddette. Marino de Toc- 3o luglio cede il vescovato al venerando
co teatino, celeberrimo giureconsulto e nipote Gio. Pietro Carafa, il quale fu mo-
uditore di Rota, che Gregorio XI 1 avea 7
dello de pastori per le sue preclare virtù.
fatto vescovo di Teramo e da Martino V A' 24 agosto i524 rinunziò a Clemente
traslato a Recanati e Macerata, neh 4^9 VII il vescovato per fondare con s. Gae-
passò alla patria sede. Ricuperò Monte tano patriarca de'chierici regolari l'ordi-
Silvano e Purea occupali dallo scomuni- ne che dal nome di sua sede si disse de*
cato Riccardi, e fabbricò nobile sepolcro Teatini (Z7 .). Nello stesso giorno
il Papa

e altare al patrono s. Giustino nella cat- nominò successore Felice Troflno bolo-
tedrale. Nel i438 gli successe Gio. Calli- gnese di singoiar probità, suo intimo cu-
sta de Eruna uditore apostolico , iuler- biculario, e solennemente lo consagrò a'
veuue al concilio generale di Firenze e , 3i.Ad istanza di Carlo V, lo stesso Cle-
non ancora consagralo si di mise nel 44^- 1 mente VII colla bolla Super universa*
In questo Eugenio IV gli surrogò il no- OrbisEcclesias 3 \\e\ 1
.° giugno 526,pres- 1

bile teatino ColantonioValignaui abbate so l'Ugbelli , eresse la cattedrale in me-


commendatario di s. Salvi nella diocesi. tropolitana e il vescovo Felice in i.° ar-
Ebbe li te col preposito di Gypsii per que- civescovo di Chicli, e gli assegnò per suf-
sla terra del vescovato, e col Riccardi per fragatici Lanciano, Penne ed
i vescovi di
Silvano. Per la sua prudenza, sperienza Atri. Ma essendo Penne immediatamen-
e talento politico fu caro ad Alfonso V, te soggetta alla s. Sei\e mosse lite nella t

il quale l'inviò suo oratore a Venezia. Do- curia romana, e Paolo 111 la sottrasse dal-
nò a'eanonici de'libri mss., alla cattedra- la giurisdizione metropolitica di Glieli, e
leT immagine d'argento di s. Giustino, la restituì alla soggezione immediata del-
un calice d'oro e vasi d'argento, aumen- la s. Sede, colla bolla riportata da Ugliel-
tò e abbellì l'episcopio, e vi aggiunse e- li, Inter caetera, de' 18 luglio 1039. Di-
levata torre a decoro della città. Pece poi nel i562 Pio IV elevò Lanciano ad
scolpire le statue della D. Vergine, e de' arcivescovato, laonde restala Glieli sen-
ss. Tommaso e Giustino, e nell'altare del- za suihagauei, s. Pio V nel 1570 ripri-
la Natività collocò Legun-
i corpi de' ss. stinò il vescovato d' Ottona e lo dichia-
ziano e Domiziano martiri. Venne tumu- rò sudraganeo di Glieli; ma a cagione di
lalo nella cappella de'Valignaui nella cat- sua mediocrità Clemente Vili nel 1604
tedrale. Nel 1488 Alfonso d'Aragona fi- gli unì il vescovato di Campii. Tutlavol-
gì io di Ferdinando 1 re di Napoli, inter- la il M ireo, che nel 161 3 stampò la iVo-
veuue alla coronazione del fratello Alfou- lilia Episcopatuum , riporta nella prò-
V A S VAS i
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vincia ecclesiastica di Civita di Chicli tut- stituì il nipote Marc' Antonio Maffei (F.)
ti i detti vescovati, non cheque'di Valva canonico Lateranense e vicario di Roma,
e Sulmona, (V Aquila e Furcon io, di Mar- indi nunzio in Polonia e cardinale: go-
si, dì Teramo e di Civita Ducale, però vernò sino al i568. Non risiedendovi,
dichiarando soggette alla s. Sede, Penna nmministrò la sede l' infelice sulFraganeo
e Afri, Valva e Sulmona, Aquila e Fur- Francesco Monaldo teatino, oriundo di
conio, Marsi, Teramo. Nelle Notizie di Firenze e arcivescovo di Tarso exilus :

Homa ile! i 72 1 , si registrano snflraganee miserabile exemplum, quippe qui aemu-


di Cliieti soltanto le sedi unite di Orfa- lorum quorundam dum sacra MUetice*
na e Campii. Finalmente pel disposto di lebraret, ciani immissi subterranei cu-
Pio VII, nel 18 18 Chieti restò senza suf- niculi vehementissimo impetu ignis in al~
fraga nei per avergli tolto Ortona, che unì tur» explosus interiit. Neil 568 Giovan-
nell'amministrazione a Lanciano, e Cani' ni Oliva perugino, celeberrimo e virtuo-
pli die soppresse e la diocesi unì a Tera- so giureconsulto; sollecito pastore, corres-
mo. L'ultima proposizione concistoriale se i costumi, tolse gli abusi, vendicò le sue
di Chieti dice, nullumque habet sujfra' giurisdizioni, onde incorse nell'indigna-
ganeum Episcopum, finche erettosi il ve- zione di molti, e lo calunniarono col Pa-
scovato di Vasto, questo divenne suo suf- pa; ma provata la sua innocenza trionfò,
fraganeo. L'arcivescovo Felice fu anche restaurando la disciplina e la pietà nel cle-
datario di Clemente VII, ed ebbe a suc- ro, e istituendo il seminario: fu pianto in
cessore nel 1328 a' 2 gennaio Guido de morte nel 1577. In tale anno da Sagona
Medici nobile fiorentino consanguineo di vi passò Girolamo Leoni nobile ancone-
Clemente V 1, che lo traslatò da Venosa ;
1 tano, ma dopo 6 mesi importuna morte
promozioue che non piacque a Carlo V, dissipò le felici speranze su di lui conce-
per la sua propensione a'francesi e come pite. Da Alessano nel 1 578 vi fu traslato
carissimo Francesco I. Divenne pre-
al re Cesare Busdrago patrizio di Lucca , vir-
fetto di Castel s. Angelo, e sebbene vir- tuoso e di candidi costumi. Nella chiesa
tuoso e di somma prudenza , ebbe gra- di s. Maria di Civitella riuvenne il corpo
vissima discordia col clero e popolo tea- di s. Eleuterio, impropriamente annove-
tino. Morto nel e 537 in Roma, fu tumu- rato fra'vescovi teatini, e ne fece la tra-
lato in Maria sopra Minerva , del cui
s. slazione con indulgenza da lui concessa.
convento era benemerito,come frati scol- i Nel documento è chiamato, Archiepisco-
pirono sulla tomba. Il chierico regolare punì et Comitem Teatinum. Sisto V nel
p. d.Gio. Pietro Carafa per precetto d'ub- i585 fece arcivescovo il suo famigliare
bidienza dovette accettare la dignità car- nel cardinalatoGio. Battista Castrucci(F.)
dinalizia da Paolo III, che a' 20 giugno nobile di Lucca, e poi lo creò cardinale, Io-
1 537 tornò a conferirgli la sua chiesa in- dato pastore. Neil 5gi Orazio Sanminia-
grado metropolitico. Assente
signita del to lucchese originario di s. Miniato e ca-
amministrò la sede per Scipione Rebiba nonico Vaticano, d'ottime qualità, gene-
(V.), poi cardinale; nel i549 ^ll t,as al ° ' roso co'poveri, dopo 7 mesi ne fu deplo-
a quella dì Napoli, e nel i555 fu eletto rata la perdita. Il cugino Matteo Sanmi-
Papa col nome di Paolo IV (F.). Nel- niato gli successe nel 1592, canonico di
l'aula arcivescovile in suo onore fu posta Firenze e protonotario,caro a'granduchi
una lapide, in cui si celebra: Ecclesiasli- per le sue virtù e sapere; fu benemerito

cae disciplinae vindici acerrimo. Nel del clero, del seminario, dell' arciepisco-
1 549 da Massa vi fu traslatò il cardinal pio, della metropolitana , della canonica
bernardino Maffci (F'.), ottimo pastore. e del capitolo. Eletto Leone XI lo desti-
Neh 553 per sua morte Giulio III gli so» nava a gravi incarichi se la morte non lo
196 V A S V A S
rapiva dopo 26 giorni. Tornato a Chie- ma. Nel i654 fr- Angelo II." Ciria cre-
ti, riprese la sua assiduità e diligente cu» monese, procuratore generale de servi di
ra nel pascere il gregge suo, e lagrimato Maria, sommo teologo, morto nel 656. 1

inori nel 1607. A' 12 febbraio gli succes- Nel seguente fr. Modesto Gavazzi ferra-
se il cardinal fr. Anselmo Marzati (F.) rese, procuratore generale de'conventuali,
cappuccino, ma a'3 settembre repentina consultore del s. Oflizio, dottissimo teo-
morte in Tivoli io condusse alla tomba. Iogo,eornato di belle virtù; vissei5 gior-
A' 3 del seguente mese Fu arcivescovo il ni. Nel 1639 Nicolò Radolovich (F.) } ec-
7
cardinal Orazio Maffei (Z .), e governò cellente pastore e poi cardinale. Per sua
con sommo amore e diligenza un anno, morte nel 1 703 Vincenzo Capece nobile
poiché colpito da infermità e fattosi por- napoletano,nato in Benevento,parente del
tare in Roma, moiì 1'
1 1 gennaio 1609, predecessore, canonico di Napoli, istituì

con estremo lutto de*teatini.A'23 febbraio l'accademia de'casi morali pe'parrochi e


gli successe Ulpiano Ulpi o Volpi di Co- altri ecclesiastici in tutta l'arcidiocesi, vol-

mo, referendario, nunzio a Cosimo li ed leche di frequente si facesse il catechi-


a Filippo III, segretario de'vescovi e re- smo, zelò l'incremento del seminario con
golari,si dimise nel 6 1 6 e poi passò a No-
1 aumentarne le reudite, onde gli alunni su-
vara, morendo Maggiordomo del Papa. perarono il numero di 100, ne accrebbe
Gli successe nello slesso 1 6 1 6 il p. d. Paolo la biblioteca; nell'avvento, nella quaresi-
Tolosa napoletano, chierico regolare tea- ma e in altri tempi predicava, in 9 chie-
tino, già vescovo di Bovino, pio e d'inno- se della città 4 volte la settimana fece e-
cente vita, cospicuo nella sagra eloquen- sporre il ss. Sagramento decorosameute,
za, celebrò il sinodo, ristorò il culto divi- e difese fortemente l'immunità ecclesia-
no, nell'aula arcivescovile fece dipingere stica. Nelle calamità prodotte nel 1706
le immagini de'predecessori co'loro nomi dal terremoto, fu padre pietoso, restau-
e tempo che governarono. Lodatissimo, rando i monasteri rovinati di Caramani-
poco visse, morendo nel 16 18. Io questo co e Manupello; limosiniero ,
pio, gene-
Paolo V elesse Marsilio Peruzzi nobile di roso, fece la statua d'argento di s. Giù-
JVIondolfo e suo intimo cubiculario, able- stino.Con questo nell'Italia sacra si giuu-
gato a portare la berretta e il cappello gè colla Serie degli arcivescovi di CUieli,
rosso al cardinal Ferdinando d' Austria e la compirò colle Notizie di Roma. Nel
figlio di Filippo HI re di Spagna; giusto, 1722 fr. Filippo Valignani teatino dome-
prudente, erudito, liberale eo'poveri, be- nicano. Nel 1737 Michele Palma napole-
nemerito di sua chiesa. Morto nel x63 i, tano. Nel 1755 Nicolò Sanchcx de Luna
fu sepolto nella metropolitana, nella cap- napoletano. Nel 1764 Francesco Brancia
pella di s. Giustino da lui ornala nobil- napoletano. Nel 1770 d. Luigi del Giudi-
mente, con onorifica iscrizione, Archiepi- ce teatino celestino. Nel 1792 d. Ambro-
scopus et Comes Teatinus. Nello stesso gio Mirelli celestino napoletano, Nel 1
797
anno il cardinal Antonio Santacroce^ F.), d. Francesco Saverio Bassi celestino di
piamente governò, traslato a Bologna nel Carpineta nell'arcidiocesi. Nel 1822 Car-
a
)636. Stefano Sauli nobilissimo genove- loM. Cernelli napoletano. Nel 838 Gio- 1

a
se e referendario neh 638, morì
Napo- a suè M. Saggesed'Ottaiano diocesi di No-
li nel 1649, leggendosi in s. Giorgio, ove la, già rettore de' redentoristi nell'arcidio-
fu deposlo, l'epitaffio: in Marrucinis Ar- cesi di Rossano, lodato da Gregorio XVI
chiepisc. et Comes Teatinus. Nel mede- nella proposizione concistoriale. Papa Pio
simo anno Vincenzo Rabalta di Firenze IX uel concistoro de' 27 settembre 1802
r
e canonico della metropolitana, virtuoso vi traslatò da Siracusa mg. Michele Man-
4} peritissimo giureconsulto, d'integra fa- zo napoletano, in tempo del quale eresse
V A S V A S .97
il vescovato di Vasto. Pcrsna morte, nel i molti e superstiti maestosi ruderi,» qua-
concistoro de'i 8 settembre 1 856 preco- li ancora dimostrano che ampio n'era il

nizzò l'odierno arci vescovo uig/LuigiM." fabbricato, specialmente verso il mare.


de Mariuis d'Aquila, canonico di quella Confederata e municipio de'romani, sog-
cattedrale, pro-vicario generale e vicario giacque poi a molti disastri sotto i goti e
capitolare della medesima, esaminatore i longobardi barbari invasori. Inoltre nel-
pro-sinodale,lodandolo per dottrina, gra- le deplorabili incursioni de'saraceni, que-
vità, prudenza, probità e capacità nelle sti nell* 864 la devastarono; e nel 9Ì7 i

cose ecclesiastiche. Sotto di lui essendosi terribili angari l'incendiarono. Nelio47


pubblicata la bolla dell'istituzione del ve- Vasto uou era che un castello già domi-
scovato di Vasto, pel i,° arcivescovo di nalo da'normauni, nuovi occupatori del-
Chieti ha preso il titola ancora d'animi- la regione , i quali formata la loro pos-
lustratore della chiesa di Vasto, benché sente monarchia, cominciò a risorgere.
nell'ultima proposizione concistoriale non Narrai nel voi. LXV, 178, che Papa
p.

se ne faccia menzione, per non essere sta- Alessandro III dovendosi recare a Vene-
ta ancora promulgala la bolla. Nella pro- zia per trattare la concordiacoli' impe-

posizione perciò dicesi l'arcidiocesi mol- ratore Federico I, dopo l'Epifania del t

lo ampia e contenere! io luoghi, ed es- 1


177 ,
passando per Troia e Siponto si

sere Chieti conspicitur, quae in suo qua- coudussea Vasto, dove trovò le galere per
tttor circi ter milliarium ambita bismille tragittarlo, ivi mandate da Guglielmo li
domos ac vigiliti pene mille continet in- re di Sicilia co' suoi inviali, essendo in
colas. Questa illustre città, distante 37 le- rottura colla città. Conclusa la pace, A-
ghe da Napoli e i4^ mezza da Aquila, con lessandro III su 4 galere venete partì da
bel teatro e molte fabbriche di panni e Venezia, e nell'ottobre 1 1770 nel 1 178
altre stoffe, vanta un copioso numero d'il- veleggiò per Vasto e Siponto, per tor-
lustri per santità di vita, dignità ecclesia- nare in Roma. Nel 1269 il fabbricato di
stiche e dottrina, nonché Pollione riva- Vasto era ripartito in due comunità, l'u-
le di Cicerone, gli storici Nicola Toppi e na detta Terra di Guasto d'Aimone, e
Girolamo Nicolini, il pittore Antonio So- l'altra Castello di Guasto Gisone. Nel
laio ed altri. l385 il sindaco Buzio d'Alvappario ot-
Il nome autico di Vasto è Ltonia, for^ tenne dal re Carlo HI di Durazzo, che
se d'origine osca o greca, fu cambiato da' Castel Gisone venisse incorporalo a Va-
dominatori longobardi in G itasi, non in- sto Aimone. Dopo diverse vicende, comu-
dicante GuastaldiaoGastaldia oPretorio; ni alla provincia e al regno di Napoli,
e poiché essi la concessero ad un Ayuio- Carlo d'Austria, V come re di Napoli e
ne , chiamarono Gualstaldia di Ai-
la VI quale imperatore, in considerazione
mone; da qui Guasto d'Aimone, o sem- della ricchezza,de'lempli, degli edifizi, de'
plicemente Guasto, e poi tolto il G si , conventi e monasteri di VastOj delle no-
disse Vasto. L'origiue della città di Va- bili sue famiglie, e della rinomanza del
sto, dissi già che la ripete da Islonia, la suo marchesato, neh 7 io restituì a Va-
quale si congettura foudata da'traci capi- sto il titolo ed privilegi di città. Avea
i

tanati da Diomede, allorquando egli, do- Alfouso I il Magnifico re di Napoli, e V


po la distruzione della famosaTroia, 84 1 1 quale re d'Aragona, dichiarato con diplo-
anni circa avanti l'era nostra, approdò ne' ma de' 10 luglio i44 2 Vasto città regia;

lidi dell' Adriatico, edificò diverse città, indi nel 1 444 ' a concesse in marchesato
come pure fece nell'isole di Tremiti oDio- ad luuico di Guevara. Poscia Federico I
medee all'oriente di Vasto e da questa cit- d'Aragona re di Napoli die Vasto in feu-
tà visibili. Ne couvulidauo la congettura do ueli499 adluuico I d'Avalos, d'auti-
»<)8 VAS VAS
chissiina e nobilissima famiglia, la qua- ria di Piscinacoll'insegne della casa d'In-

le con alcuna interruzione la tenne con ghilterra del suo tempo; Ignico III Lo-
giurisdizione feudale fino a'2 agosto 1 802, pez signore di Calahorra e ivi fondatore
epoca in cui fu nel regno abolita la feu- della chiesa di s. Felice; Nuno d' Avalos
dalità; laonde all'illustreprosapia non Gon/.ales del 1090 fu grande e litojato
restò che il titolo marchesale. Per la sua sotto il re di Castiglia. Da questo Nono
celebriti», pe' grandi uomini che vi fiori- si fa discendere ili.° ramo di questa fa-
rono, e per la dominazione esercitata in miglia, nella linea retta de'grandi di Spa •
Vasto per più di 3 secoli, ne darò un cen- gna dir." classe. Ignico IV Lopez signo-
no genealogico, e servirà pure per ram- re di Calahorra nel 1 i3o, ampliò la pre-
mentare diversi de' molti luoghi in cui benda di s. Felice, fu titolato e gran feu-
ne ragionai colla storia. Tutti gli storici datario. Discesero da lui Ximeno princi-
che scrissero della famiglia D'Avalos, ri- pale erede della signoria di Calahorra,
portano come suo insigne documento la fondatore di s. Millan de Gogolla, a cui
seguente iscrizione. Sanctio Avalio - Ca- donò i beni a lui spettanti di s. Felice.
laguritano Uomini prò borio putride- Co- Pietro Lopez del 1 1 52, governatore e ca-
muni lutando infidissimo - S. P. Q. G. - stellano di Quesada, grande di Spagna.
Jfic funus publice celebravit - Sepul- Juan M arti net del 1 i54iS«gnore di molte
crumq. conslìtuil - M. Attilio Regalo P. terre e gran barone del vescovato di Ca-
C.-Cumll legione honoris causa Adstan* lahorra. Alfonso II deli 1 58 capitano dì
te.$\ ritiene la famiglia d'origine spagnuo- Sancio III re di Castiglia, perì nella bat-

la, forse proveniente da Cartagine, poi- taglia d'Aimone contro mori i di Grana-
ché fu fondala da' cartaginesi Calagu- ta. Sancio II deli 160 signore di terre e
rium o Calahorra [V.) città vescovile e gran capitano d'Alfonso II re d'Aragona
patria di Quintiliano e Prudenzio, i cui guerreggiò mori. Garzia Nunez del
i 1 1 62
fasti ecclesiastici vantano il martirio de' cavaliere di Cala tra va e di Giacomo, s.
r
ss. Emetero o Madir eChe lido nio (F *). e grande di Castiglia. Olire Ximeno, ebbe
Congetturano gli storici che D'Avalos
i discendenzaDiegoLopez I del r 37,castel- 1

Dell' invasione degli alani e de' visigoti e- lano d'CJbeda e viceré d'Alfonso II red'A-
migrassero in Bretagna verso il 4'6> e ragona, distinto come Raimondo Beriu*
ivi s'imparentarono colla r." stirpe de' re guer; da lui derivarono Igniques V capi-
d'Inghilterra. La dinastia diretta di Spa- tano di Pietro II re d'Aragona, che guer-
gna si fa cominciare da Igniques I del- reggiò i 1200 in aiuto del re
mori verso il

1838, e si dice capitano d'ignico Arista di Castiglia; e Diego Lopez capitano di

i.° re d'Aragona (comunemente s'inco- detto re, e grande sotto Giacomo I. Con-
mincia la serie de're d'Aragona con Ra- tinuarono la discendenza di XimenorSan-
mirol uel o35). Quella d'Inghilterra tra-
1 cio III Rodrigo del 1200, signore di Ca-

sferita nella Spagna cominciò con Gu- lahorra, da cui derivarono Bertrando I, e
glielmo d' A valon o Davalon del 9 r 4, che Ruz Lopez Bertrando I fu ammiraglio
I.

appartenne a Sancio 1 re di Na varrà; l'u- di s. Ferdinando Mire di Castiglia e ca-


a
nica sua figlia M. Caterina fu madre del valiere di Calatrava; non si conosce la
re Garzia Sanchez. Da Guglielmo si fa successione. Questa P ebbe Ruz o Ruya
purederivareTeodoro Davalondel 108 r, Lopez del 1240 gcaude di s. Ferdinan-
I

che sposò Isabella Couineno figlia dell'im- do III ecavaliere di Calatrava, ne'seguen*
peratore greco Alessio I. Dal suddetto I- ti. Sancio IV Roderico Lopez seguì Pie-

gniquei I discesero Ignico IIdell'890, ca- tro III re d'Aragona nella Sicilia, dopo i

pitano di Sancio I re di Navarca e d'Ara- famosi vesperi siciliani; Fernandci Lopez


gona; Sancio 1 del 95o che
;
edificò s. Ma- del i34o fu nelle corti d' Alfonso IV e
V A S V A S 199
Pietro IV re d'Aragona. Da lui deriva- ,
fonso e Diego Lopez commendatori, il e
."

rono Sancio V Roderico del i36g, con- d'Alcantara, il 2.°di Morea,ed Eloisa spo-

testabile di Castiglia e tutore del regno; sala a Franco Ascalona. Con essi si eslin-
a
Beltrando li del i 38o grande di corte del se il ramo di Ruyz Lopez li e M. Fon-
a
re d'Aragona Ferdinando I; e Mencia M. seca. Quanto a Pietro cardinale non ne
maritata a Rnyz de Daeca signore della feci biografia, perchè affatto non cono-

Guardia e grande del vescovato. La


i.° sciuto dagli scrittori de' cardinali. Altri
successione di Sancio V si formò de' se- lo chiamano Pietro diToledo, altri Pietro
guenti: Ruyz Lopez II gran contestabile di Castiglia. Nella storia genealogica de-
di Castiglia, il più gran signore de' suoi gli Avalos, compilala dal p. Tommaso
tempi e conte di Ribadeo, ebbe 3 mogli Zamboini domenicano, rilevasi che Pie-
e moti in Valenza nel 1 4^8; Ferdinando al 1460
tro fiori intorno : fu canonico di
Martinez neli3qo decano di Segovia, u- Toledo,nunzio d'Inghilterra nel 1470 cir-
ditoredi Giovanni II re di Castiglia e gran ca, indi vescovo di Canarie, e per ultimo
cancelliere; e Juan gran capitano contro cardinale. Dal ramo d'Elvira nacquero
i siciliani nelle guerre combattute per Al- figlie 3figlie.Fernandoebbelunga discen-
fonso Magnìfico d'Aragona, e gran-
I il denza, e Beltrando IV ebbe solo Giovan-
de di Ruyz Lopez 11 ebbe a
sua corte. ni morto celibe nacquero da Fernando
:

a
mogli: Costanza di Touvar, dalla qua-
i . con Maria Castiglione Carillo, il cardinal
le derivò il ramo degli Avalos di Napoli Gaspare d'Avalos o Avolos(f'.) come lo ì

marchesi potenti del Vasto, e di Pescara chiama il Cardella nelle Memorie storiche
città surta dalle rovine della summeulo- de 'Cardinali',1.4, p. 2 53, che nel seguir-
vata città vescovile à' Aternum ) \& cui se- lo aggiunsi o Avalos, e Rnyz Lopez spo-
de fu traslata ad Airi, lungi 4 leghe da so di Teresa Guevara nella Spagna, e ne
Cbieti, celebie per la sua fortezza e mu- continuò la linea Pietro Velez, estinguen-
a
nite fui tificazioni ,
piazza di 2. classe e dosi con Ruyz Lopez. Adunque Ruyz Lo-
può dirsi chiave del regno da questo la- pez II con Costanza di Touvar, vedova
to, per cui solili diversi assedile anche ne- di Pietro Guevara, diedero ori-
Valez ili

gli ultimi km pi, cui pose (ine la capito- gine al ramo mediante loro
di Napoli, i

lazione; ha conventi di religiosi, mona- due figli che formarono due linee,lunico [
stero di suore (sui quali e su A le munì può e Alfonso IV altri figli furono Roderico
:

vedersi V Italia .sacra, 1. 1 o, p. 1 8), di ver- marchese I del Vasto e conte di Poma-
se chiese, due ospedali, uno de'quali mili- rico morto celibe, Martino conte di Mon-
tare, ed abbondante vi è la pesca. 2/ El- te Scaglioso, Costanza maritata a Federi-
vira de Guevara che formò il ramo di co di Balzo, Beatrice sposa di Gio. Gia-
a
Spagna. 3. MariaFonseca,dal quale pro- como Trivulzi, ed Ippolita mogliedi Car-
venne il seguente ramo. Da 4 figli Diego lo d'Aragona figlio del re Ferdinando f.
111 ebbe lunga successione, e Pietro Lo- Innico 1 sposando Antonella d'Aquino fi-
pez maritatosi a Maria Orsini duchessa glia ereditaria del marchese del Vasto.
di Gravina, in seconde nozze nacquero , Leggo neìÌQJYo tizie della Nobiltà di Cam-
due figli e una figlia , senza discendenza, panile, che Aquino fu ili.° marchese del
uno fu governatore di Toledo, l'altro ca- regno uel 1412, e gran camerario, il 3.°
meriere maggiore dell'infante d. Enrico. de' 7 uffìzi primari del reame napoleta-
Diego HI maritatosi con Eleonora d'Aya- no, le cui grandezze passarono per Anto-
la, figlia di Pietro signore di Fonsalida, nella d'Aquino a' Davali, delti volgar-
ebbe 5 figli e fra'quali Elena maritata con mente d'Avalos d' Aquino. Alfonso IV
Pietro di Toledo, Pietro cardinale, e Die- sposò Delia Orsini deducili di Gravina,
go Lopez. Da quest'ultimo nacquero Al- formò l'altro ramo napoletano, ed il lo-
200 V A S V A S
io Roderico s'ammogliò con Elvi.
figlio Ferdinando V re di Spagna e III come
ra primogenita del conle Hi Monte Sca- re di Napoli, si unì alle milizie ili Giulio
gliose»; da Jacopo altro de'loro figli nac- Il per combattere i francesi; ma restò fe-
que Roderico, che da Gregorio XIV con rito e prigione in Milano per la famosa
breve del i5()i fu investito della contea battaglia diRavenna (V.). Nella sua pri-
di Villafranca. Fro'discendenti, Giovan- gionia, come poeta, compose alcune poe-
ni fuvescovo d'Ischia, 4 donne si fecero sie o Dialogo aV Amore, che dedicò alla
monache, altre si accasarono co' Carne* consorte Vittoria Colonna eccellente poe-
cioli, co'Tomacelli e col conte di Nicole- tessa. Il marchese di Pescara nel seguente
ra; finì la linea con Giovanni che da Fran- anno fu liberalo; e dipoi comandando la

cesca Carafa ebbe Giovanna maritala a vanguardia dell'avo, provocò a battaglia


Piccolomini. Inoltre Alfonso IV sposò in l'Ai viano e lo sconfisse presso Vicenza a*

secondi voti Luisa Orsini figlia ed erede 7 ottobre i5i5. Ferrante acquistò più.
del conle di Mola, per la cui sterilità la gloria ancora a' 19 novembre i52i, to-
dote della città di Nola ricadde al fisco. gliendo Milano al maresciallo di Lautrec.
Cosi si estinse il ramo
IV fra- d'Alfonso Tale brillante successo fu dovuto al suo
tello d'Innico I. Quest'ultimo dunquecol valore e alla sua audacia poiché il pa-
,

suo proseguì la linea napoletana. Da An- rente Prospero Colonna, sotto gli ordini
d'Aquino nacquero, Alfonso eln-
tonella I del quale militava, non avea osato di ten-
nico Alfonso I marchese 11 di Pescara,
II. tar quell'impresa. Prese poi Como, inse-
sposando Ippolita di Cardona figlia diRai- guendo i francesi ,e la fece saccheggiare,
mondo viceré di Napoli, gli partorì il ce- ad onta d'aver promesso di lasciarla im-
lebre Ferrante o Ferdinando Francesco mune. La campagna deli 522 fu assai o-
d' Avalos marchese III di Pescara. Il re norevole per Ferrante, quantunque non
di Napoli Ferdinando II d'Aragona, per comandasse in capo. Soccorse Pavia da'
consolidarsi l'adesione de'Colonnesi, pro- francesi assediata; si segnalò nella batta-
curò che si stabilisse il matrimonio tra la glia della Bicocca, perduta da'francesi ca-
celebre Vittoria Colonna, figlia del conte- pitanati daLautrec;preseLodi ePizzighet-
stabile Fabrizio e di Agnesina di Monte tone; costrinse il maresciallo Lesemi, fra-
Feltro figlia di Federico duca d'Urbino, tello di Lautrec, a capitolare in Cremo-
e Ferrante, ambedue infanti di 3 anni; lo na. In seguito di tale capitolazione, i fran-
sposalizio seguì poi nel i5og nell'isola cesi uscirono dalMilanese;finalmente pre-
d'Ischia con pompa quasi reale. Per la se Genova e l'abbandonò al sacche"«io.
prematura morte violenta d'Alfonso I, il Tali luminose gesta acquistarono al mar-
figlio Ferrante era restato in governo di chesedi Pescara riputazione d'uno de'mi-
sua zia ocuginaCostanzad'Avalos, moglie gliori generali del possente imperatore
di Federico diBalzo e onorata da Carlo V Carlo V e come re di Napoli IV. Ebbe la
del titolo di principessa. Fu duchessa di maggior parte nelle vittorie riportate con-
Francavilla, d'animo virile e quasi guer- tro l'ammiraglio Bonnivet, e nella famo-
riero, perciò perpetua castellana d'Ischia, sa battaglia di Pavia (l7 .) a' 24 febbraio
ch'era allora tenuta la chiavedel regno: a- 1 525,in cui restò prigione Francesco I re
mò grandemente le lettere, non meno che diFrancia.Quest'eroe non volleconsegnar
la poesia, ed insieme a questa donna illu- la sua spada, che al solo marchese di Pe-
stre benemerita di sua casa, che diresse, scara, qual vero gentiluomo; altri dicono
Vittoria passò gran parte di sua vita. Fer- al viceré La nnoy,e lo rilevai ne' voi. LX V,
laute andò per la i.' volta in armi nel 232, LXVIII, p. Certo é che Fer-
3.
p. 1

i5i2, sotto gli ordini dell'avo Raimon- rante invece di presentarsi al re suo pri-
do di Cordona , il quale per comando di gioniero ornalo di piume di altri disliu-
V A S V AS ?.OI

ti vi, al pari degli altri generali vittoriosi, Francesco I prigione, e Ferrante restò ge-
gli si presentò in abito di saia nera, e con neralissimo dell'armata spagnuola. 1 pria*
aria mesta piegò avanti diluì il ginocchio; cipi italiani, gelosi dell'illimitato potere
alla quale dimostrazione della più squisi- che avea acquistato Carlo V, tentarono
ta moderazione e nobiltà d' animo , non di sedurre il marchese di Pescara colle più.
poteva fare a meno il sovrano prigionie- magnifiche e seducenti offerte, e gli pio-
ro d'avvicinarsi al guerriero vincitore, e misero di farlo re di Napoli, se volesse se-
dirgli abbracciandolo: «Io non avrei mai condarli nel discacciar i tedeschi e gli spa-
pensato, o valoroso Pescara, che potessi gli uoli dall' Italia. II marchese fece sem-
con tanto affetto amare e riverire colui bianza di prestare orecchio alle loro pro-
che mi ha vinto e reso prigioniero, do- posizioni, né veramente si sa se fosse da
po avermi dato una gran battaglia; e non prima tentato ad accettarle, o se fino dal
invidio però l'imperatore Carlo V per la principio egli altro scopo non avesse che
riportata vittoria, perchè in altra circo- di conoscere loro segreti; ma dopochèeb-
i

stanza potrei anch' io ottenerla , ma lo be a lungo trattato con l'eloquente Giro-


invidio per aver egli per capo della sua lamo Morone o Moroni di Cremona, ce-
armata un marchese di Pescara". L'im- leberrimo uomo di stato, primario consi-
peratore in memoria della strepitosa bat- gliere egran cancelliere del duca di Mi-
tagliala Tiziano fece disegnare 7 carto- lano Francesco II, istruì l'imperatore del-
ni rappresentanti i principali movimenti le fattegli proposizioni, e pentir fece il du-
ed episodii della medesima, e da Giulio ca d' averlo voluto corrompere; perciò
Romano o da Tintoretto fece disegnare venne in odio de'milanesi. Il cav. Coppi
le bordure; quindi dalle donne fiammin- nelle Memorie Colonnesì } \).
3i4» ripor-
ghe li fece tessere in fili di lana colorala, tai! riferito dal contemporaneo Guicciar-
e d'oro e d'argento, in altrettanti stupen- dini,dicendo che il marchese essendo al-
di arazzi, ed in premio del suo valore li quanto malcontento di Carlo V, sembran-
donò al vincitore Ferrante. Questi me- dogli non fossero conosciuti abbastanza i
ravigliosi arazzi, di cui parlai ne' voi. LII, meriti suoi (pare perchè Francesco I che
p.24 (ove, seguendo altri, li dissi donati doveasi condurre a Napoli, alla sua insa-
alcugino Alfonso II, altro comandante in puta fu portato a Madrid; ri che tenuto-
capo dell'esercito, e non nipote come scris- si celato anco al duca o contestabile di

sero diversi), LXVI1I, p.i3, tuttora ge- Borbone, defezionato da Francia e altro
losamente si conservano
Napoli nel in duce della battaglia di Pavia, anch' esso
palazzo del suo discendente e vivente, ne restò disgustato; mentre Lannoy niu-
sua altezza serenissima d. Alfonso d' A- na parte avea avuto alla vittoria tutto ,

valos principe di Pescara e marchese del il merito appartenendo al valore di Fer-

Vasto; insieme alla tenda reale di Fran- rante), ne profittò il Morone col fargli in
cesco I; il principe inoltre possiede le due nome del suo duca le narrate proposizio-
armature che indossavano nella memo- ni, e che, secondo il Muratori, vi si mo-
rabile battaglia, Francesco I e il suo an- strò disposto se vi concorressero i venezia-
tenate Ferrante, e per meglio sicuramen- ni e Clemente VII; questi non se ne mo-
te custodirle, ottenne dal re Ferdinando strò alieno e gliene fece promessa a mezzo
lidi depositarle nella particolare armeria di Domenico Sauli invialo da Roma, ed
del real palazzo di Napoli, riunite a quelle i veneti manifestarono propensione ad
d'altri antichi, distinti e rinomati guerrie- accudirvi (aderendovi ancora la regina di
ri.Sono questi trofei doni di Carlo V e Francia madre di Francesco 1); per cui
monumenti gloriosi per l'eccelsa famiglia non si può decidere, se il marchese nel
d'Avrlos. Lannoy condusse nella Spagna lungo trattato per l'ardito progetto, ac-
VOL. LXXXVIII. 14
202 VA S VAS
consentisse o può vedere il eh.
fingesse. Si losmarchese di Pescara, insignito del
cav. Giordani, Della venuta e, dimora Toson d' oro come il suo avo, di 36 an-
in Bologna diClemente VII e Carlo V, ni morì in Milano a* 25 o 28 novembre
a p. 29 delle Note, nella 1 1 5 ; rilevando 1 525, senza prole, poiché ebbe un figlio
che ne fu conseguenza la disgrazia del morto prematuro, e così cessò la linea
duca di Milano. Col Varchi poi raccon- d' Alfonso I. Ferrante venne a morte o
ta il Coppi, che Vittoria Colonna, orna- per l'eccesso delle sostenute fatiche, o per-
ta di tutte le virtù,appena seppe il ma- chè i dubbi del trattato di Napoli forse
neggio,esclamò: Non avergli uomini mag- movevano Carlo Va funesti consigli, co-
gior nemico che la troppa prosperità. Poi me allora ne corse la fama. Lasciò in con-
temendo non lo sposo si rimanesse abba- dizione onora! issi ma la marchesana con-
gliato allo splendore d'un diadema, riso- sorte, e chiamò erede il cugino Alfonso
lutamente e tutta mesta scrisse al mari- marchese HI del Vasto. Inoltre dispose,
to. Che ricordevole di sua gloria, guardas- che in Napoli s'innalzasse una chiesa in
se molto bene a che faceva, non cu-
ciò onore di s. Tommaso d! Aquino suo a-
randosi d'esser moglie di re, sibbene d'uu scendente, per deporvi il suo corpo. Que-
uomo fedele e leale; non le ricchezze, non sto da Milano fu trasportato (altri vo-
i titoli, non i regni finalmente quelle co- gliono che morisse a Novara o in Raven-
se essere, le quali agli spiriti nobili e di na, e che da tali città fu trasferito il ca-
eterna fama desiderosi possano la vera davere a Napoli) in tale metropoli. Ma
gloria, infinita lode e perpetuo onore ar- venne tumulato nella sagrestia di s. Do-
recare; ma la fede, la sincerità e !' altre menico maggiore, per sepolcro tempo-
virtù dell'animo.Con queste,potere chiun- raneo, coli' intendimento di traslatai Io
que vuole, non solo in guerra, ma ancora poi nella chiesa nuova di s. Tommaso ;
nella pace eziandio, agli altissimi re so- il che non fu eseguito, riposando tutto-

prastare. Fatto è, che il marchese invita- ra le sue ceneri in detta sagrestia, ed or-
to il Morone
Novara nella metà d'ot-
a nandone la tomba il celebre epitaffio
tobre 525, e avendo fatto ascondere An-
1 scritto dall'Ariosto: Quis jacet hoc ge~
tonio de Leyva dietro a un arazzo, accioc- lido, etc. Restata vedova Vittoria mar-
ché tutto udisse, parlò molto col Morone chesana di Pescara, donna per la bel-
di quella pratica, e poi fattolo imprigio- tà del corpo e vieppiù per quella dell'a-
nare il mandò nel castello di Pavia. Ora nimo celebralissima da tutti i poeti e
il eh. Dandolo volle purgare la profonda scrittori contemporanei, ritirossi per
sagacità e l'alto ingegno del Moroni, dal- qualche tempo nel monastero di s. Silve-
l'indegne calunnie di cui fu tanto oltrag- stro in Capite di Roma, per indulto d'uà
giata la sua memoria. Dipoi si riscattò il breve di Clemente VII. Die allora prin-
Moroni dalla prigionia col contestabile di cipio all'alta poesia, onde rese immorta-
Borbone , se ne guadagnò la confidenza, le se e lo sposo. Quindi allonlanossi da

ne divenne segretario, e commissario ce- Roma e vi tornò varie volte secondo le


sareo nell'espugnazione di Roma e fatali vicende de'Colonnesi sotto Clemente VII
conseguenze; nelle quali tuttavia potè ren- e Paolo III. Prima del nefando oltraggio
dere segnalali servigi a Clemente VII, del sacco di Roma, che oscurerà sempre
che premio fece vescovo di Modena il
in la gloria che sparsero sul regno di Car-
figlioGiovanni Moroni, indi celebre car- lo V la vittoria e la fortuna, la marche-
dinale decano del sagro collegio, e ve- sana Vittoria si recò in Ischia, da dove
scovo d'Ostia e Velletri (V.). Tutto prese affettuosa premura delle lagriroevo-
narrai nel voi. LXXXV, p. io, 11, 12, li condizioni di Roma
e di Clemente VII
i3, 14. Ferrante o Ferdinando d'Ava- assediato in Castel s. Angelo dogi' irape-
V AS VAS 2o3
vendo energicamente al cardinal
riali, seri le precedenti edizioni e V inedite^ Roma
Pompeo Colonna , al marchese del Va- 1 840. Di tutto già parlai ne'vol. XIV, p.
sto, ed a* condottieri delle furiose armi, 287, XLIII, p. 48, XLVII, p. 87. Ter-
offrendo la propria sostanza a beneficio minata la linea d'Alfonso I, quella del fra-
degl'infelici, e pegni del suo stato pel ri- tello Innico II marchese del Vasto II, e

scatto de'prigionieri e per sicurezza de- di Laura Sa use veri no principessa di Ci-
gli sfatichi dati dal Papa. Passò a Lucca signano riunì marchesato di Pescara.
il

e poi a Ferrara, indi ne' monasteri di s. Da tali coniugi nacquero Alfonso II mar-
Paolo d' Orvieto e di s. Caterina di Vi- chese del Vasto III e di Pescara IV, Ro-
terbo; in fine si stabili in Roma in quello derigo conte di Monte Scaglioso morto
di Anna de'funari, poi detto de'falegna-
s. celibe, e Costanza maritata ad AlfonsoPic-
r
mi, ora Ospizio di Tata Giovanni (P .). colomini duca d'Amalfi e conte di Cela-
Intanto scriveva e pubblicava componi- no. Costanza d' Avalos fu una di quelle
menti poetici , di una nuova poesia. In- illustri dame che nel secolo XVI coltiva-

nalzata alla luce dell'amor divino, in es- rono col maggior successo la poesia ita-
grandeggia quanto il nuo-
sa s'innalza e liana, e restò vedova assai per tempo e
vo argomento vince e sorpassa 1' antico, senza figli. La sua condotta le conciliò la
nel quale pianse e celebro l'amatissimo stima generale, e Carlo V in prova del-
marito. I religiosi componimenti supera- la sua gli conferì il titolo di principessa.
rono gli anteriori, e riportarono sui eoe* Le sue poesie sono unite in parecchie e-
tanei la palma. Meritò che colla sua ef- dizioui a quelle di Vittoria Colonna , e
figie si coniassero 4 medaglie, in una del- molte si rinvengono nella raccolta inti-

le quali è pure quella del marito. Dap- tolata: Rime diverse di alcune nobilissi-
pertutto ossequiata da' personaggi più. me e virtuosissime donne ^accolte per M.
ragguardevoli, fra'quali il cardinal Bem- Lodovico Domenichi, Lucca i55g. Qui
bOjBuonarroti, AnuibalCaroe Bernardo per chiarire qualche confusione negli sto-
a
Tasso, quando Carlo V si recò in Roma ricijtra ledue Costanze ed una 3. occor- ,

neh 536 andò a visitarla in casa Colon- re una breve digressione. Leggo nel Cor-
na. Mori nel fine di febbraio 1
547 d'an- signani, Reggia Marsicana y t. 1, p. 4§ 2
ni 57, nelle case de'Cesarini a Torre Ar- e seg., e nel Marchesi, Galleria delVo-
gentina deputando esecutori testamen-
, nore t. 2, p. 4^5. Antonio Piccolomini
t

tari i cardinali Polo, Sadoleto eMoroni,e nipote di Pio lì e fratello di Pio III, spo-
lasciando erede il fratello Ascanio; igno- sò Maria d'Aragona figlia di Ferdinando
randosi ov'è sepolta, pare probabile che I re di Napoli, e per dote ebbe i ducati di
fosse tumulata nella tomba delle benedet- Sessa e d'Amalfi, il marchesato di Ca-
monastero di s,
tine del suddetto vicino piscano e la contea di Celano. Da questo
Anna. De'suoi componimenti se ne fece- matrimonio tra gli altri figli nacque il
ro più edizioni. Il principe d. Alessandro suddetto Alfonso 2. d'Amalfi, il quale
T01 Ionia per celebrare gli sponsali con d. sposò la lodata poetessa Costanza d' Ava-
Teresa Colonna, le fece coniare una me- los de' marchesi di Pescara e Vasto, e da
daglia, ecol beneplacito di Gregorio XVI essi nacque il duca d' Amalfi Innico Pic-
ottenne che il suo busto fosse collocato colomini virtuoso e pio. Egli si congiun-
nella Protomoteca Capitolina , e con i- se in matrimonio con Silvia Piccolomini,
splendida edizione fece pubblicare: Le Ri- e sola prole fu Costanza ereditiera del-
la

me di fattoria Colonna corrette sui te- la ducea e delle altre signorie. Maritata
sti a penna e pubblicale con la vita della ad altro Alfonso Piccolomini di linea tras-
medesima delcav. Pietro Ercole Viscon- versale, con apostolica dispensa, il Cor
ti, Si aggiungono le poesie ommessc nel- signani corregge 1' Ughelli per avere
>o4 VAS VAS
scritto eh* ella era di casa d'Àvalos, co- guerre di mare, è nelle terze rime stam-
me discendente nipote dall'ava di tal fa- pate con altre di Luigi Gonzaga innanzi
miglia. Dopo tale matrimonio, Costanza a'versi del Bembo in Verona nel 1 54**.
travagliata dal marito, perciò visse sem- Inoltre si leggono di lui sonetti al Sanaz-
pre in Roma separata da lui,abitandonel zaroe al Muzio, impressi fra le poesie de'
proprio palazzo Piccolomini (la coudotta medesimi. Laonde (piando a Vittoria ac-
d'Alfonso e l'epoca mi fa non senza fon- cadeva di favellare di sua sterilità, presen-
damento sospettare, che sia il famoso du- te Alfonso 11, era solita dire, additando il

ca di Monte Marciano, di cui parlai in marchese del Vasto: Già sterile io non
più luoghi ed a Velletri. Di carattere posso essere chiamata, quando ho del mio
violento e impetuoso, si fece capo di li* ingegno generato costui. Militò lai ." vol-
cenziosi soldati e di ladroni, e commise e- ta sotto gli ordini del cugino Ferrante,
normi assassini*! e depredazioni nello sta- e si segnalò nel \5i5 per luminoso vaio»
to pontificio e Toscana, ove finì
anche in re all'assedio e battaglia di Pavia. Am-
giustiziato). Costanza donò a' Teatini bedue primeggiarono fia'più valorosi du-
(F.) il suo palazzo di Roma, col quale si ci del secolo XVI, ed oltre alla perizia e
formò la loro casa, e ne fu insigne bene- arte più accorta della strategia militare
fattrice ; per cui vendè lo stato di Capi- in guerra, al più. invitto coraggio e alle

strano, e nel 1 5g i quello di Celano a d. ammirabili qualità personali, furono mai


Camilla Peretti sorella di Sisto V; mo- sempre dediti all'incremento del lustro di
rendo poi senza successione fieli' anno loro celebre famiglia. E Ferrante innanzi
1610 piamente in Napoli, pare tra le a tale memorabile battaglia disse al cu-
domenicane della Sapienza. Ritornan- gino Alfonso II. Io mi affaticherò con tut-
do ad Alfonso II nato a Napoli nel i5o2, te le mie forze, affinchè si accrescano gli
marchese del Vasto e di Pescara per aver onori della nostra famiglia. Morto in det-
conseguito l'eredità di Ferrante suo cu- to anno Ferrante, gli successe anche nel
gino, continuatore della nobilissima pro- comando degli eserciti di Carlo V in Ita-
sapia degli Avalos, fu avvenente al som- lia. In seguito pacificatosi Clemente VII
mo della persona, di destro e sveglia- con Carlo V, convennero di abboccarsi
to ingegno, prontissimo a trascorrere al- in Bologna, e ivi il Papa coronò l'impe-
l'ira, nell'ira feroce. Vana era riuscita o- ratore. Vi si recarono verso la fine del
gni opera de'maestri che avevano po-
gli i52g, ed Alfonso II vi si portò poco do-
sto d' attorno; se non solo di quelli che po, e venne alloggiato nel palazzo delse-
dell'armi, del cavalcare e di altri tali ca- natoreRossi,ove poi fu anche il duca d' Ur-
vallereschi esercizi gli erano insegnatoli. bino.A'3 dicembre si trovò presente nel-
1

Nell'adolescenza sua la cognata Vittoria la basilica di s. Petronio alla lettura de'


Colonna intraprese a voler mansuefarne capitoli per la pace d'Italia fatti pubbli-
l'animo fin allora indomito ad ogni col- care da iPapa e dall'imperatore,pa rimen-
tura, col proprio esempio e coll'alletta- te presenti. Il marchese era vestito in a-
mento della poesia ; e tanto felicemente bili sontuosi, come uno de'signorichepiù
le riuscìil pensiere suo, che il giovanet- sfoggiavano in grandezza e magnificenza,
to apparve ben presto tutto da se mede- e fra'più distinti personaggi si accostò al
simo diverso, fatto costumato e gentile; pulpito per bene udire. Volendosi a lui

mostrò allora, e conservò mai sempre un troppo avvicinare un uomo in abito di-
amore verso agli studi, per cui divenne messo, senza domandargli chi fosse, con
autore egli slesso di versi leggiadri, de' forza lo respinse indietro. Lo sconosciuto
quali alcuni sono alle stampe. Un poe- era il contedi Monte Pelgrado fratello di
metto d'Alfonso II, dove parla delle sue Oldcrico duca di Wurlemberg. Gli ami-
V A S VA S aoì
ci del marchese subito di ciò lo avvertiro- l'imperatore in quasi tutte le sue spedi-
no, per essere stato troppo precipitoso, zioni, a Tunisi e in Provenza: dovunque
poiché se ne fosse pervenuta querela al- die provedi gran talento e di somma bra-
l'imperatore, forse potevasene aspettare vura, ma dovunque altresì lasciò appa-
sdegno e risentimento. Però il marche- rire suo carattere duro e orgoglioso.
il

se prontamente rispose loro, che non se Reduce Carlo V dalle conquiste di Tu-
ne pentiva affatto, e anzi piuttosto l' im- nisi, nel 1 536 fece il suo Ingresso solen-
peratore avrebbe dovuto lodarlo dell'at- ne in Roma
preceduto da Alfonso
(/"".),

to, perla ragione, che un principe di na- II capitano generale alla testa di 35oo
scita e di rango elevato, in pubbliche fun- fanti colle proprie insegne, e notai nel voi.
zioni è tenuto vestire e serbare il decoro LI, p. 124, che nel pontificale di Pasqua,
convenevole alla cospicua sua dignità; né da Paolo HI celebrato in s. Pietro alla
mai comparire in abito dimesso e umile, presenza di Carlo V vestito da impera-
se pretende d* essere considerato eguale tore, a questi levava e metteva il berret-
agli altri della condizione sua. Non se ne tino sotto la corona il marchese del Va-
scusò col conte, ne fece altra dimostrazio- sto e Pescara. Lo stesso Paolo 1 1 1 nel 1 53g
ne ,
quantunque porgesse con ciò argo- donò lo Stocco e Berrettone ducale be-
mento a vari discorsi. Laonde cla'savi fu nedetti (f.), ad Alfonso II come genera-
applaudita l'azione del marchese, per la le di Carlo V contro i turchi. Fino dal
quale poteva trarne ammaestramento i536 per morte del navarrese Antonio
chiunque non voleva mettersi in simi- de Ley va, uno de' più. valenti generali di
gliano circostanze, se intendesse farsi nel Carlo V, questi elesse capitano generale
grado suo rispettare. Indi Carlo V volle del ducato di Milano il marchese Alfonso
che si dassero singolari assegni e ricogni- II, resse e difese quella provincia con
zioni al capitano generaleAntonio deLey- molto valore, ma fu incolpato d'aver fat-
va, al marchese del Vasto e Pescara, ed to perire i negoziatori che Francesco 1 a-
a 'capitani minori, che s'erano portati va- vea spediti a Costantinopoli, passando pel
lorosamente nelle guerre di Lombardia. Milanese. Governando questo, rilevai nel
Per la convenuta espugnazione di Firen- voi. LUI, p. 78, che scelse a suo confesso-
ze, fra il Papa e l'imperatore, fu desti- re ed elemosiniere il domenicano p. Ghi-
nato anche Alfonso li generale de* fanti Pio V. Nel i5.j3 costrinse il
slieri, poi s.

alemanni e spaglinoli, per cui Clemente duca d'Enghien e il famoso corsaro Bar-
VII a'4 gennaio i53o gli fece scrivere dal barossa, a levare l'assedio da Nizza; ma
J
suo segretario Sanza premure pel solle- a 1 4 aprile del 1
544 ^u sconfitto a Ceri-
cito e felice esilo dell'impresa, a tale ef- zole dallo stesso duca, in cui perirono
fètto ponendo a sua disposizione commis- i 10,000 de'suoi combattenti. Quantun-
sari pontificii. Neh 532 tornarono in Bo- que ferito, raccozzò le sue genti dinanzi
logna Clemente VII e Carlo V, e vi fu a Milano, e salvò quella capitale, in guisa
chiamalo il Tiziano a fare il ritratto del- che i francesi poco vantaggio ritrassero
l'imperatore, il quale raccolse il pennello Crepy con-
dalla vittoria, sino alla pace di
caduto al gran dicendo nel resti-
pittore, Morì neh 546 a Vi-
clusa a' 18 settembre.
tuirglielo: Tiziano merita d'essere servito gevano, mentre era stato accusato a Car-
dall'imperatore. In quell'occasione Tizia- lo V da'm danesi di durezza e di eccessi-
no ritrattò pure il marchese del Vasto e ve imposizioni. Alfonso II per Maria d'A-
di Pescara. Questi nell'istesso anno qual ragona fu padre di numerosa prole cioè :

generale d'infanteria passò in Austria, per il cardinal Ionico d' Avahs(y.) legato di
difenderla contro Solimano II formidabi- Roma e vice-Papa, nell' assenza ili Cle-
le imperatole de' turchi. Accowpaguò mente Vili, quando si recò a Ferrara a
ao6 VA S V AS
prendere possesso di quello stato; Fernan- Innico divenne marchese del Vasto Vie
do Francesco e Cesare ch'ebbero discen- di Pescara VII, e fu decorato dell'ordi-
denza; Cai lo principe di Monte Sarchio, ne del Tosou d' oro. Da loro nacquero
che da Gesualda principessa di Venosa Francesco Ferrante marchese di Vasto
ebbe Maria maritata con Alfonso Gioeni VII e di Pescara VIII, che non ebbe figli
principe di Castiglione e conte di Modica; da Girolamo Doria, il domenicano Tom-
Giovanni signore di Pomaricoe di Mon- maso vescovo di Lucerà, l'agostiniano Ce-
te Scaglioso, maritato a M." Orsini; e le sare fatto arcivescovo inpartibus da Ur-
figlie Beatrice sposata ad Alessandro Gue- bano Vili, l'agostiniano Bonaventura nel
vara, ed Antonia maritala al marchese i643 vescovo di Volturata e nel i654
Trivulzi e poi al principe di Sulmona. vescovo di Nocera de'Pagani, Francesca
De'due figli che proseguirono la discen- sposala al duca Diomede Cai-afa e poi a
denza, dirò prima di Cesare. Questi gran Pompeo Colonna, e Diego principe d' I-
cancelliere del regno di Napoli sposò Lu- sernia, marchese del Vaslo Vili e di Pe-
crezia del Tufo, che Io fece padre di Gio- scara IX. Quest'ultimo sposato con Fran-
vanni principe di Monte Sarchio, 1 unico cesca Carafa, nacque Cesare Michelange-
che sposò Isabella d'Avalos figlia d' Al- lo marchese del Vasto IX e di Pescara
fonso Felice marchese del Vasto V e di X, insignito del Toson d'oro, il quale non
Pescara VI, e Maria maritata al princi- ebbe prole da Ippolita d'Avalos,come non
pe di Madia: soltanto Giovanni continuò l'ebbero fratelli Francesco e Ionico, Gio-
i

questo ramo, come poi dirò. 11 primoge- vanni essendo vescovo inpartibusj le due
nito d'Alfonso li, Fernando Francesco sorelle furono monache di s. Gaudioso.
fu marchese del Vasto IV e di Pescara Terminato cosi questo ramo, ritornando
V. Pare che questi sia quello che reca- a Cesare gran cancelliere del regno di
Roma, benché fossero soltanto
tosi a i Co- Napoli, e al suo figlio Giovanni, che dis-
lonna e gli Orsini Principi assistenti al si la stirpe degli A valos,
aver continuato
soglio pontificio,^.), Gregorio XIII gli egli principe di Monte Sarchio, con An-
die il i.° luogo nella cappella pontificia e dreana de Sangro del principe di s. Se-
nel Trono ; il marchese più volte gli so- vero, nacquero 8 figli, de'quali 6 femmi-
stenne lo strascico del Manto pontificale, ne e fra queste 2 monache, e 2 figli An-
glisomministrò l'acqua per la Lavanda drea principe di Monte Sarchio e deco-
delle mani, e sostenne un'asta del Bal- ralo del cospicuo ordine del Toson d' o-
dacchino sotto il quale incedeva il Papa, ro, il quale cou Anna di Guevara di Bo-
come e meglio riportai con un documen- vino ebbe 3 figlie maritate: Andreana a
to nel voi. LXV1I, p. io4« Da Fernando Giuseppe de Medici principe d'Otlajino,
Francesco e dalla moglie IsabellaGouzaga Sveva a Giovanni di Guevara duca di Bo-
nacquero, Tommaso patriarca d'Antio- vio o, Giulia a Giovanni d'A valos princi-
chia , e il suddetto Alfonso Felice mar- pe di Troia, e cosi terminò la sua linea,
chese del Vasto V e di Pescara VI, deco- Altro figlio Giovanni di Cesare fu il con-
ralo del Toson d'oro, e generale della ca- tinuatore della nobilissima famìglia, cioè
valleria di Fiandra. Questi maritato con Anton Francesco maritato ad Andreana
Lavinia della Rovere figlia del duca d' Ur- Caracciolo de'marchesi di s. Ermo, il cui
bino, nacquero Maria monaca, Caterina unico figlio Giovanni principe di Troia
contessa di Novellala , e la primogenita sposò la cugina Giulia d'Avalos: delle lo-
Isabella Felice erede universale de'inar- ro 4 figlie 3 si fecero monache in s. Gau-
chesi di Vasto e Pescara. Si maritò con mori celibe. Da Giovanni
dioso, e l'altra
Innico d'A valos, figlio di Cesare e di Lu- da Giulia, de' loro figli,
fratello di esse e
crezia del Tufo, giù rammentati. Perciò Nicola primogenito principe diMonte Sur-
V AS VA S 107
chio prosegui la discendenza, Giuseppe e rario di S. M. il re, e cere moni ere del-
Andrea non l'ebbero, e delle 3 figlie 2 si la medesima real corte; ministro segre-
fecero monache, e Ippolita sposò Cesare tario di stato e ambasciatore per la firma
d'Avalos. Nicola duuque sposò Giovanna detrattati colla s. Sede; presidente della
Caracciolo del principe d' Avellino e fu reale e magistrale deputazione del s. mi-
madre di 6 figli, 3 maschi e 3 femmine: litare ordine Costantiniano, e soprinten-
de'primi Gaetano fu celibe; Gio. Battista dente generale di molti stabilimenti di be-
marchese del Vasto X e di Pescara XI, il neficenza. Nella Spagna è tre volte gran-
quale non ebbe figli dalla Spinelli e dalla de Spagna; e nella s. Sede principe as-
di
Sangro; e Diego marchese del Vasto XI sistente onorario al soglio ponti ticio pel ,

e di Pescara XII, dal quale con Eleonora riferito ne' voi. LUI, p. 217, LV, p. 243,
d'Acquavi va figlia del couledi Conversa- non che postulatole della causa della ser-
a
no nacquero, Tommaso marchese del Va- va di Dio M. Cristina di Savoia regina
a
sto XII e di Pescara XIII , Diego mar- delledue Sicilie, i. moglie del re che re-
chese del Vasto XIII e di Pescara XIV gna e madre del principe ereditario, per
maritato ad Eleonora Doria. Finalmen- quanto raccontai nel voi. LXV, p. 307. E
teda questi ultimi nacquero Ferdinan- altresì insignito di molti distinti ordirne-
do marchese del Vasto XI V e di Pescara questri si nazionali e sì esteri, come ca-
XV defunto senza prole, il vivente Sua valiere gran croce dell'ordine di s. Gen-

Altezza Serenissima d. Alfonso, supersti- narOj e cavaliere gran croce del detto
te e celibe, in cui si eslingue l'eccelsa stir- militare ordine Costantiniano nel re-
pe, marchese del Vasto XV e di Pescara gno delle due Sicilie, gran bali dell'or-
XVI; e Giuseppe principe di Monte Sar- dine Gerosolimitano, gran croce de' 3
chio definito. La serenissima famiglia d'A- ordini cavallereschi della santa Sede,
valosd'Aquiuod'Aragonagodèfinoda'12 cioè di Cristo, di s. Gregorio I Magno,
marzo 704 in vii tuo" mi iliplonia dell'im-
1 e Piano; gran croce dell'ordine d'Isabella
pera toreLeopoIdo I, che elevò a principato la Cattolica di Spagna, di s. Giuseppe del

il marchesato di Pescara, il titolo di prin- granducato di Toscana; dell'imperiai or-


cipe del sagro romano impero, ed in segui- dine di s. Anna di Russia dir." classe; del-
to dell'impero austriaco, col trattamento l'ordine del Merito di s. Lodovico del du-
d'Altezza Serenissima, dilezione, e con- cato di Parma, e gran dignitario dell' or-
sanguineo carissimo; e l'imperatore Giti* dine della Rosa dell'impero Brasiliano.
seppe 1 1707, nella guerra della suc-
nel Lo stemma d' Avalos fu di 3 specie. Il

cessione di Spagna, promise alla mede- i.° formò d'un solo campo diviso in 4
si

sima famiglia ducati di Massa e Carra-


i dadi, due gialli e due rossi, che forma-
ra. Allorquando nel regno delle due Si- no l' ornamento ritenuto per 1' antico
cilie esisteva la feudalità, il suo rappre- stemma di famiglia intorno la targa at-
sentante era fin dal secolo XVI gran ca- tuale. 11 2. stemma fu la torre di Casti-
merario, e dal 1800 in poi r .° barone del glia, concessa aRuiz Lopez da Enrico IH.
regno. L'attuale rappresentante dell' en- 11 3.° colle insegne di
grandi generali
comiata famiglia è dunque Sua Altezza d'armata, coti cimiero, penne, motto ec,
Serenissima d. Alfonso d'Avalos principe siccome adottarono Ferdinando France-
di Pescara e marchese del Vasto, princi- sco Ferrante e gli altri successori gene-
pe di Monte Sarchio, di Troia, di Fran- rali degli eserciti di Carlo V. Finalmen-
cavilla e di Vitulano; conte di Monte O- te il baldacchino imperiale per essere
derisio, oltre di altri 24 titoli signorili che principe del s. Romano Impero, pel det-
per brevità tralascio. E' poi nel detto ré- to diploma dell' imperatore Leopoldo I.

gno delle due Sicilie capo di coite ouo- Abbiamo di Valles, Historia del mar-
2o8 VAT VAT
ques de Pescara y otres siete Capita- Situata la città Leonina al di là del Te-
nes, con adicion por Diego de Fuentes, vere,diesi trapassava anticamente sul
Anversa 1570. Ponte (V.) Trionfale poi di s. Pietro
VATERFORD. V. Waterford. o Vaticano, ed ora sul nobilissimo Poti'
VATICANO, Valicami? , Compen- te s. Angelo (V,) questa parte non era
t

diutti totius Urbis, Coca plesso di magni- statapropriamente abitata dagli antichi
ficenze splendide e soutuose, e delle più romani, come occupata da quegli edilizi
venerande memorie sagre dell'unica /fo- che poi dirò, e per essere luogo basso e
7/u/(F.^cbiamata perantonomasia Urbs allora tenuto di aria imperfetta, perchè
(V.), ed in cui nullum sine nomine sa- dominato dallo scirocco, in uno all'adia-
xum. E situato al suo occidente presso il cente rione di Trastevere, come osserva
colle omonimo, uno de'famigerati Monti Pa nei ioli. Non cosi fecero i cristiani d'o-
di Roma t ì
quali formano corona natu- gni nazione, per essere vicini a'eorpi de'
immortale alla città eterna, vicino
rale e ss, Pietro e Paolo ; laonde vi costruiro-
sponda del tanto famoso Te-
alla destra no abitazioni, Scuole e chiese, ed i Pupi
yere(F.).Uaiil\caX\V Regione di R.oma successivamente vi fabbricarono nelle a-
comprendeva il rione di Trastevere, fa- diacenze diversi Borghi di Roma (V.) t
cendone parte Monti Gianicolo e Vati-
i e ne riparlai nel voi, L, p. 2 55, dicendo
cano: il Trastevere fu anche detto Urbs di sua etimologia. Sembra il più antico
Ravennantium, perchè principalmente a- quello che contiene il grandioso Ospe-
lutato da' ravennati, per cui nella basili- dale di s. Spirito (V.), perciò chiamato
ca Vaticana una delle sue porte si deno- Borgp s. Spirito ; altro parimente anti-
minò Raventiiana.S\ comprende in quel- co è il Borgo s. Michele, denominazione
la parte denominata Città Leonina (V.) che prese dalla propinqua chiesa, della
O regione d» Borgo , Urbs adiecta, il quale ragionai anche nel voi. LXII, p. 5.{,
XIV de' Rioni di Roma (V,), il quale eb- Indi Vittore III edificò il Borgo che per
be uno Tribunali di Roma (V.) pro-
de' lui d i cesi Vit torio j poi si il Bor-
fabbricò
prio, col suo Governatore particolare, go detto Vecchio. Sisto IV eresse q al-
che un tempo lo fu pure del Conclave meno fece la strada da lui detta Sistina t
(quando celebravasi nel Vaticano, in cui de\Borgo s, Ange lo, nome che prese dalla
i 3o3 al 1 775
conclavi furono tenuti dal 1 chiesa d' cui riparlai nel voi. LXXXI V,
inclusive; in taletempo di conclave, i p.i5i. Alessandro VI lastricò la via prin-
Ponti di Rotaia che conducevano al Va- cipale che dal ponte e dal Castel s. An*
ticano, per privilegio erano custoditi dalla gelo conduce al Vaticano, detta per lui
famiglia Afattei),e Sisto V gli die parte Alessandrina , e con invitare il popola
del suo stemma. Pel i.°ne formò e fortifi- a fabbricarvi abitazioni, colla bolla Et-
cò il circuito s. Leone IV (V.) coq altre si Universis Romanae Ecclesiac domi-
Mura, Torri e Porte di Roma ( V.) per nio, emanata neli5oo, Bull, Rotti, t. 3,
sua difesa, eziandio con ingrandimento par. 3, p.^44 Privilegia aedificanli uni
:

di Roma, servendogli di rocca propin- il in via A\exandrina nuper in Urbe di-


quo Castel s. 4ngelo (V.), già Sepol- ree ta a Castro s, Angeli ad plaleam s,
tura d'Adriano. Il Papa fu aiutato prò Petn principis aposlolorum j cioè que'
acdificatione novae Ronme , anche da' medesimi accordati da Sisto IV in favore
soccorsi dell'imperatore Lotario I, e pre- di quelli che ampliavano o costruivano
se il detto pontificio suo nome Civilas , nuovi a comodità degli abitanti,
edilizi
Leoniana , Civitas Nova poiché colla
,
ed orqato e decoro di Roma, colla bolla
cinta di mura formò una nuova città se- Elsi de cunctaritm Civi tatuiti, de' 3o
parata in certo modo dal resto 41 Roma, .giuguq 480, Bull.
1
cit. p. 1 79. Cogli edi-
V AT V A T 209
fizi costruiti si formò il Borgo Nuovo, tivi, come feci di detta Strada di Roma
dello poi e s. Pietro per condurre direi- a questo articolo, in uno alla Fia Papa-
tntnenle dal ponte alla sua basilica. Fi- le. Delle chiese, conventi o mouasteri de'
nalmente Pio IV fabbricò il Borgo Pio, carmelitani , trinitari scalzi , scolopi,
così appellato dal suo nome, ed anche di della penitenza e antonianióeì patriar~
s.Anna per la chiesa del sodalizio de' Pa- cato armeno ; così delle chiese de'sodali-
lafrenieri (F.)A\ vicoviìalo Ponte Trion- zi, nonché degli ospizi epalazzi esistenti
fale o faticano sorgeva in mezzo al Te- nella città Leonina o Borghi di Roma ,

vere, tra la chiesa di s. Giovanni de'fio- tutti descrissi a'iuoghi loro, e riparlai ne'

rentini e l'ospedale di s. Spirito, vicino e relativi, inclusivamente a\\e fontane, a-


riinpelto ai Vaticano; e vuoisi che la vendo avvertito a suo luogo, della de-
Porta di Roma (F.) Trionfale o Fati- molita di Paolo al principio di Bor- F
cana sulla ripa del Tevere fosse congiun-
t
go Nuovo, ove poi si eresse un prospet-
ta alla testa del ponte di tal nome, e met- to con abitazioni, ed altro prospetto fu
tesse al Campo Vaticano. Per la porta edificato dall'altro Iato. Inoltre nel voi.
Trionfale, che non va confusa coll'altra o- LXXXV, p. 200, notai dove venue col-
monima presso l'ospizio di s. Galla, face- locato lo stabilimento della Civiltà Cat-
vano V Ingresso .solenne in Roma (F.) i tolica. Luoghi tutti delle vicinanze del
romani capitani vittoriosi, cui era stalo Vaticano, come de'non più esistenti non
decretato l'onore del Trionfo (F.), e la mancai ragionarne negli articoli che li
cui pompa ponevano in ordine nel det- riguardano. Quanto alle chiese ne fe-
to Campo. Il Ponte Faticano o Trion- ce il novero nel 1600 in numero di 2 j

fale sembra perito nell'inizio del secolo e brevemente descrisse il Panciroli ne'
V, ed suoi avanzi sono visibili nel Te-
i Tesori nascosti dell'alma città di Ro-
vere. Perciò divenendo la Porta Fati- ma. Anticamente la giurisdizione spiri-
carla la più nobile di quelle di Roma, tuale de'Borghi o Città Leonina appar-
per essa e pel Ponte Faticano non po- teneva al vescovo suburbicario di Selva
tevano transitare i suburbani ma soli , i Candida, ossia di s. Ruffino-, vescovato
cittadini, La Porta Aurelia posta all'im- Porto (F.). Questi
poi unito a quello di
boccatura del Ponte s. Angelo, fu detta Borghi Urbani di Roma moderna non si
Parta s, Petri fin dal secolo V e conser- devono confondere co'Borghi Suburbani
vò tal nome fino al XII rimase in piedi : di Roma antica, che in tanti luoghi de-
fino ad Alessandro VI, che l'abbattè per scrissi, e ne trattano Degli Effetti, Memo->
unire la Città Leonina col resto di Ro- rie di s. Nonnosoe de'Borghi diRoma;
ma. Altra controporta a fronte della Cit- e Nibby, Analisi de dintorni di Roma,
tà Leonina era Poi ta Collina, detta pu- 11 Vaticano è una delle grandi meravi-
re Porta Aenea, Cornelia, s< Petri: fu glie moderne del mondo (come notai nel-
demolita sotto Pio IV nel cingere d' al- P enumerare quelle antiche, nel voi,
tre murala Città Leonina e nel fortifica- LX V 26,che pur descrissi a'iuoghi
1 II , p. 1

re Castel s, Angelo. Ragionando delle loro), eterno e diletto oggetto della pro-
Porte diRoma, discorsi ancora delle porte fonda venerazione de' cristiani, dell'am-
Cavalleggicri, Fabbrica, Castello, An- mirazione di tutti popoli, e specialmem i

gelica, Pertusa, Firidaria, delle Mura te degl'intelligenti e sapienti, siccome ag<-

di Roma di recinto alla Città Leonina, e gregato di monumenti preziosi e pe'pre-


òe\\ePortePoslerula,{\\ s. Spirito e Setti- gi infiniti che gli fanno sublime orna-
miana t a\ comunicazione col Mante Già- mento; sì per contenere i Limina Apo-
nicolo e colla regione di Trastevere. Di stolorum (F.) t
la più augusta papale re-
tulio eziandio riparlai uegli articoli relu- sidenza, uq emporio di duUriua e de'ca-
2 o i VAX VAT
polavori antichi e moderni, di cui Roma ra,si mostra nell'esercizio della medesima
centro del cattolicismo, patria vera della degno Ficariodi Cristo(F.),che sparse il
scienza ecclesiastica e delle belle aiti, è la suo Sangue preziosissimo pei* la salvez-

custode più degua e fedele. Il celebra lis- za di tutto quanto genere umano. Il il

suno vocabolo Faticano dunque com- Vaticano come rocca inespugnabile tor-
pendia non solo un cumulo di fasti civili reggia sublime in Roma cristiana, più e-
e religiosi, esprime pure un'incompara- terna, più grandiosa, più potente, più no-
bile raccolta di meraviglie sagre e profa- bile dell'antica, feconda sorgente della
ne, ecclesiastiche e civili, scientifiche e vita ecclesiastica, della vita cattolica , e
artistiche, antiche e moderne, greche e di molteplici benedizioni. Roma è laChie-
romane, etrusche ed egizie; ed è eziandio sa madre da cui emana ogni sacerdotale
sinonimo avventuroso della santa Sede autorità ; fondamento
ivi é l'incrollabile
apostolica (F.) sia per lo stabilimento
t
apostolico, ivi il fondamento della dot-
che di essa vi fece s. Pietro, nella cui ba* trina. Roma è la madre e la regina di tut-

bilica si venera la di lui Cattedra (F.) t


te le Chiese della terra. La Chiesa ro-
sia per la residenza ordinaria e veramen- mana è la colonna e il fondamento del-
te degna del Sommo Pontefice Romano la verità, la pietra su cui Gesù Cristo
(F.). Da lui Successore (F.) di s. Pietro, ha innalzato la sua Chiesa, onde le porte
a cui furono dal Salvatore date le Chia- infernali non prevarranno giammai con-
vi del regno de'cieli, e l' incarico di Pasto- tro di essa. Roma è il sole centrale, da

re de'paslori onde proteggere e pascere cui tutte le altre chiese ricevono luce e
le pecore e gli agnelli, dall'altare eminen- calore, l'arteria principale, che trasmette
te del Vaticano si estende il pastorale e la vita a tutti i membri del corpo misti-
linceo suo sguardo fino all'ultime chiese co di Gesù Cristo: onde di là essa ritor-

del mondo, ed interamente su tutta la na verso il cuore per esser vi di nuovo scal-
Chiesa universale, e dal Vaticano ne di- data. E la personificazione di questo cen-
rige e governa i destini con incessante sol- tro è il Capo il Padre
di tutte le Chiese,

lecitudine, siccome sempre intento al- di tutti che maestosamente ri-


i fedeli,

l'incremento di sua gloria, e percui anche siede nel Vaticano, ed a cui sono rivolti
alla maggior gloria di Dio. Dal Valicano il gli occhi e i cuori de'popoli cristiani. In
supremo Gerarca, avendo per tutti vi- esso Papa dignitosamente riceve a U-
il

scere di Padre, veglia sui popoli cattoli- dienza(F) e accoglie Sovrani e Fesco-
ci, eterodossi, pagaui e infedeli, e costan- vi, che festevole benignamente stringe

temente prega per loro: con paterno af- al seno quali figli, e abbraccia siccome
fetto prega pe'cattolici e li benedice, per fratelli ; indi colla sua bocca apostolica,
la loro santificazione; con paterna carità qual Maestro di vino/istruisce, incoraggia,
prega per gli eterodossi e infedeli, per la onora, consola, benedice, santifica. Roma
loro conversione alla nostra ss. Religio- cristiana sede del Pontificato, in mezzo
ne (F.Jj imperocché fuori dell'unico e gli urti ed i colpi , che le sono lanciati
"vero ovile di Cristo, ch'è la Chiesa catto- contro dall'ignoranza, dalla malizia, dal-
lica apostolica romana, non vi è salvezza l'empietà, anziché diminuire sue forze,
dell' eterna salute; veridica e terribile sempre s'ingrandisce e dilata, come po-
sentenza, che non cessando mai di ripe- tenza che vince ogni ostacolo e sempre
tere, rinnovai ancora una volta, e con ul- trionfa. Trionfò pure Roma profana, ma
teriore autorevole testimonianza del Pa- in assai diversa guisa, e la divina Prov-
pa che regna, nel voi. LXXIX, p. 73. videnza la trasmutò da possente e for-
Cosi il romano Pontefice, investito della midabile capitale dominante del grande
più alla e santa dignità che siavi sulla ter- impero rumano, in sede pacifica, e tea-
V AT VAT 211
dell' unità cattolica , in testamento il Giornale di Roma del i858,p. 239.
lei uuovo patto, in capitale del tempo- Dirò solamente, che il eh. autore, il qua-
rale principato della Sovranità de' Ro- le da vari anni consagra il suo ingegno e
mani Pontefici e della s. Sede(f/ .) i
di il suo zelo a difendere i grandi interessi
cui il palazzo Valicano è la nubilissima mal
della religione e del suo bel paese,
reggia e il Trono, Roma cristiana, con comportando che si spargano tante men-
ben più verità di Roma antica, ed in più zognesuRomaesuLondra,coll'opera sua
grande immensa estensione, non ha re- è disceso in campo per mostrare la veri-

gnato e ancora non regna, che per la pa- tà delle cose: e lasciando le teorie e le a-
ce e felicità de'popoli soggetti al suo soa- strazioni, si è appiglialo all'eloquenza de*
ve impero. La sua lingua stessa, diven- esponendo quanto egli stesso ha ve-
fatti,

tando il mezzo più possente d' autorità duto, visitando questedue capitali, e pre-
e d'unità religiosa, pose un termine alla sentando incontrastabili documenti. Sta-
confusione e all'anarchia di Babele. I po- bilisce confronti fra Roma e Londra , e
poli ancorché divisi da Roma , vivouo considerate queste ciltà appunto come il

ancora e s'illuminano della vita e della lu- compendio di due contrari principii, di
ce di cui Roma è il centro. Roma è la due grandi idee una diversa dall'altra;
città della fede, la sede dell' autorità, la consagra il suo libro a mostrare l'influeu-
fonte degli oracoli. Quindi le pontifìcie za del cattolicismo e del protestanlismo
disposizioni anche si dicono ; Oracoli sulla prosperità materiale e morale delle
del Vaticano; Decreti del Vaticano ; Fol- popolazioni ,
per concludere poi che la

gori del Vaticano, la Scomunica e V In- condizione de'cattolici e lo stato di Roma


terdetto (F.). Ormai V Europa (definita non sono così infelici, come osano asseri-
nel discorso receu te a' suoi elettori di re taluni dalla superba Albione e anche
13uckingam, dalla robusta eloquenza del- dalla Dora, e che Londra non è un para-
l'inglese IsraeliSebbene non formi che
; diso di delizie e di prosperità, quale si vor-
una piccola parte del globo, occupa il rebbe rappresentare. Esaminati i parago-
primo posto su tutta la sua super(ìcie) ni, massime per tutte le appartenenze del-
cattolica è giunta al punto di riconosce- la vita pubblica, non si potrà quindi fa-
re che non esiste e non può esistere più rei panegirici di Londra e le nenie di Ro-
per lei altro Primato (F.) t che quel- ma; derivandone la conseguenza pure, che
lo del romano Pontefice. 11 movimen- quanto a beni morali e materiali il vero
to attuale delle menti verso Roma e il popolo, cioè la moltitudine, sta senza con-
Vaticano, è il movimento verso il fonte fronto meglio sul Tevere che sul Tami-
della vita, della dignità, della libertà. Ro- gi. Roma, la città di Dio, il santuario del-
ma cristiana e il Vaticano sono 1' unico l'universo,chiama popoli in nome del
i

rifugio, il solo punto di sostegno della fe- cielo algodimento de'beni morali, con-
de, della gerarchia della Chiesa, della di- siderando come un semplice accessorio!
sciplina ecclesiastica, della legittima indi- vantaggi terreni. Londra, la città del mon-
pendenza dell'Episcopato dell' universo. do, il paese dell'indipendenza, |" ara del
In questo stesso annoi 858 il benemeri- parlamenta ristati, l'emporio del commer-
to direttore della celebre Armonia di To- cio universale, invita le genti a godere
rino ivi Fory e Dal-
ha pubblicato co'tipi della terra e sulla terra, a studiare l'au-
mazzo: Roma e Londra, Confronti del mento di questi gaudi, ad inebriarsene
sacerdote Giacomo Margotti dottore in come sefossero l'ultimo termioedella vita.
teologia, deputato al parlamento Sar- Sceltosi da Gesù Cristo, Simon Pietro ad
do, ce. Ne dierono lodevole contezza la Ci- esser Pietra fondamentale della suaC hie-
8
viltà Catlolica i serie 3. , t. 9, p. 58 1 , ed sa, per divina disposizione passo dali'O-
212 VAT VAT
riente all'Occidente, dall'antica Gerusa- bile colla pietra invisibile ch'è Gesù Cri-
lemme alla nuova Gerusalemme. Pietro, sto.Quindi presso Roma si racchiude a
keuchè più specialmente apostolo de'giu- fianco del suo Valicano una pietra beu
dei,com'era Paolo de'gentili, lascia tut- più. salda ed immobile che non era quel-

tavia Gerusalemme e V Oriente, già tea» la del suo vecchio Campidoglio , Capi'

tio delle più splendide manifestazioni di* tolii immobile saxum. Poiché da quan-

vine durante la legge primitiva, la culla do Simon Pietro confessò Cristo per la sua
del genere umano e del suo Redentore, morte, come l'avea in vita predicato col-
il quale ivi compì i misteri di sua vita e la sua parola, da allora esso restò fermo
morte, e per lui la culla di nostra ss. Re- e incrollabile nel posto apparecchiatogli,
ligione; lascia altresì Antiochia (di cui me- diremo quasi fin dall'istante in cui Dio
glio a Siria), dove le appellazioni di Cri» poneva fondamenti della terra. Così l'u-
i

stiano e di Cristianesimo erano entrate mile Pescatore di Galilea piantò nelle mu-
a
la i. volta negli umani linguaggi; passa ra di Roma, in un col vessillo della Re-
inOccidente e recasi a Roma capitale del denzione il seggio Papale, le cui glorie uon
mondo, da Dio preparata pel suo seggio finiranno die col finir de'secoli.Così Roma
onde dominare sopra lutto il mondo, e pe'ss. Pietro e Paolo suoi protettori.daU'es-

secondo le nobili parole di s. Leone 1 Ma- ser cieca discepola d' ogni errore divenne
gno, per piantare il trofeo della Croce so- maestra di verità, perchè in Roma stabilì

pra le cittadelle romane, giusta le divi- s. Pietro la sua sede, ed in Lio in a vive egli
ne preordinazioni, e dove per esse avreb- tuttora nel suo successore che la governa.
be trovato la gloria della passione e l'ono- Intorno alla gloriosa spoglia di s. Pietro
re del Primato ( P.) sopra tutta la Chiesa. si estese la costruzione immensa delia
Così fu scelto e designato il luogo allo stu- Chiesa, e nel benedetto colle Valicano
pendo edilìzio, vi fu trasportato dall'an- che ne fa il centro, la mano di lui sem-
tica alia novella Gerusalemme
Sacer- il pre viva e vigorosa impugnerà le chiavi
dozio, vi fu piantata la Croce: non vi re- del regno celeste. Da quel memorabile i-
a
stava che gettarvi nel fondamento la i. stantes'iniziò una Roma novella più gran-
pietra. Un giorno Pietro, consigliatosi di de, più augusta, anzi sola grande, sola au-
abbandonare la grande Babilonia Roma, gusta al paragone di quella che si sfasciò
era già uscito fuori delle porte delia città; e si spense tra l'orgie sanguinolenti e im-
ed ecco venirgli incontro d Signore, a cui pure di que'tnoslri coronati ch'essa chia-
egli chiede: Domine quo vadis? ed il ce- mò suoi Cesari. Il qual concetto da niu-
leste pellegrino a lui rispose. Io vado a no fu espresso più nobilmente che dal fa-
Roma per esservi crocefisso un'altra vol- condo e dotto s. Leone Magno Papa del 1

ta (nel luogo fu per memoria eretta la sus- 44°> m Roma slessa, nel Strm. 83 in Na-
sistente chiesa di s. Maria delle Palme o tali ss. Apost. Petri et Pauli, n.° i, in
delle Piante o Domine quo vadis? di cui queste solenni parole. » O Roma 1 Sono
tornai a parlare nella biografìa del s. A- Pietro e Paolo que'due Grandi, pe'quali
postolo). Pietro intese l'arcano significa- ti sfolgorò agli sguardi l'Evangelo di Cri-
to dell'alta parola; rientrò nella città per sto, e pe'quali di maestra che eri di er-
sostenervi la morte medesima del Reden- rore, diventasti discepola di verità. Que-
tore, e pel suo supplizio nel Vaticano (al- sti sono i veraci tuoi Padri e Pastori che,
tri vogliono nel propinquo Monte Già-' per metterli sulla via de'regni celesti, ti

/«/co/OjOv'èla Chiesa di s. Pietro in Mon- costruirono con assai migliori auspicii,


torio) si compì più perfettamente il mi- che non avean fatto que'due altri che a-
stero della quasi identificazione del disce- veano gettato le prime tue fondamenta,
polo col suo maestro, della pietra visi» e de' quali quegli che dietti il nome da
V AT VAT ai 3
a
strage fraterna ti lasciò maculata. Furo- tà Cattolica, serie 3. , t. p.s^eGyS,
7,
no que' due Apostoli che t'innalzarono a colmagnifico articolo: Roma Cristiana,
questa gloria di essere gente santa, popo- de'due gravissimi scritti, ad onore di Ro-
lo eletto, città sacerdotale e regia, la qua- ma e A* Italia, ne pubblicò la maggiore e
le, per la Sede del B. Pietro , fatta me- più conveniente parte. Adunque, e dal ri-
tropoli dell'Orbe cristiano, stende il suo ferito dal G ior na le sul discorso del car-
pacifico dominio per religione celeste più dinal Geissel, e dal contenuto della Ci-
largo assai che già non facesse per pre- viltà, io mi giovai nella precedente breve
potenza terrena. Perciocché, per quanto digressione. E quanto al pontificiogover-
siano vaste le terre e mari a cui per di-
i no (sul quale è da ricordarsi con lode il li-
ritto di vittoria protendesti il tuo impe- bro di Domenico Avella : Vari errori
J
ro; tuttavia quello che le fazioni guerre- contro il ch'il Principato de Papi, e la
sche ti sottomisero è meno assai di quel- sagra inviolabile podestà de'Regitonfu-
lo che la pace cristiana ti ha acquistalo". to//,Napoli 1 84cj)e al soggiorno degli stra-
Le suesposte verità, in parte le attinsi da' nieri inRoma,ed a qualche altro punto più
tre seguenti stranieri prelati, luminari del- essenziale al mio scopo, per non allonta-
l'odierno Episcopato. Il tedesco cardinal narmi dal mio argomento, mi limiterò a ri-
Geissel arcivescovo di Colonia, in Roma produrre soltanto seguenti brani. » Con
i

ricevè dal Papa Pio IX una pietra estrat- ciò non si vuole già asserire che tutto nel
ta dalle catacombe de' ss. Pietro e Mar- governo temporale di Roma sia perfetto.
cellino, e 6 medaglie coniate per la pro- La perfezione non è cosa che possa tro-
mulgazione del dogma dell'Immacolata varsi in questo mondo; ed ivi medesimo,
Concezione. La pietra e le medaglie nel ove vigoreggiano le più eccellenti istitu-
1857 il cardinale solennemente pose nel- zioni, vi resta sempre una larga porzione
le fondamenta d'un grandioso monumen- alle miserie degli uomini ed alla debolez-
to commemorativo a tale promulgazione, za degli strumenti che si adoperano. Ma
in una delie principali piazze di Colonia, quello che rende Roma singolare dall'al-
pronunziando un eloquente discorso, in tre metropoli è, che dove in essa non si

cui ragionò ancora dell'impressioni che osserva un disordine,che non sia altamen-
avea fatte a lui il Padre comune de'fedeli te condannato da'principii ond'è retta la
e l'eterna Roma, ed il Giornale di Ro- cosa pubblica, altrove appena vi è errore
ma a p. 572 ne die contezza. Eguali im- o delitto che non possa logicamente tro-
pressioni in ogni tempo sentirono nel cen- vare la sua sanzione in qualche principio
tro della cattolica unità accanto le cene- messo in capo alla stessa legge. In ogni
ri de'beati Apostoli Pietro e Paolo, altri caso quello che mostra ad evidenza Ro-
Ciò pure avvenne a mg/
sagri pastori. ma non essere una stanza insopportabi-
Pie vescovo di Poitiers, che l'espresse in le è lo scorgere tanti che vi traggono
i

una fnslruction Synodale ì


\> o\l\eisi&5'j; da tutte parti, o venutivi se ne dipartono
ed al cardinal Hauiick arcivescovo di Za- con rincresci mento, q nasi dal fianco di una
gabria, che le manifestò in una Litterae madre bene amata. (Si può aggiungere:
Pastorales, Za^abv\aeiS5'j. Questi ulti- Roma, che co'grandi e meravigliosi mo-
mi due prelati , francese e croato slavo, delli, che tiene sparsi nelle sue pinacote-
informati ambedue dello stesso spirito e che, nelle sue chiese, ne' suoi musei, ne'
tendenti allo stesso scopo, colle loro no- suoi palazzi, ed anche nelle sue piazze, è
bili penne espressero quasi i giudizi stes- una Scuola di belle arti la più perfetta:
si intorno alla Roma cristiana, toccando ovunque presenta studi di pittura e di
anche l'argomento del potere temporale scultura. Un numero grandissimo d'ar-
de'Papi. Per la cui importanza, la Civil- tisti provenienti d'ogni parte del mondo
2*4 VAT VAT
ella accoglie fra le sue mura, e li fa vaien- stretta e privilegiata,
che si mostrava a*
ti maestri, perchè ispirati da quel su- vara de'suoi favori e sospettosa che altri
blime che si trae dal cielo romano. Veg- popoli ne partecipassero. Tutt'altra cosa
gonsi essi occupati ad animar le tele e i
è del cristianesimo e della sua metropoli
marmi,ed più distinti di quando in quan-
i

costituita nell'Occidente. Essa è aperta a


do offrono alla pubblica vista opere de-
tutti, é generosa, è attraente, è diffusiva di
gne del più alto encomio. Ed ogni anno
se, e per lei non ci ha ne giudeo, ne gre-
molte di siffatte opere sono trasportate co, né gentile.nè barbaro,nè scita, né man-
principalmente in ciascuna partedell'Eu- cipio, né uomo libero. Doveil Pontificato
i-opa e dell' America, e così
vanno nelle dell'antica legge era ristretto ad una tri-
patrie di coloro che l'hanno ordinate,
o bù e ad una famiglia, il Pontificato ro-
degli artistiche l'anno eseguite.
Dell'an- mano é accessibile a tutti, e Roma ha vi-
nua esposizione di opere di belle arti in
sto regnare Papi d'ogni Patria e na-
i

Roma, riparlai nel voi. LXXXI V, p. 55).


zione ; neppure è impedi mento ad esser-
Né ciò si osserva solo de' cattolici con- , vi sublimato 1' eia, né la bassa origine e
dottivi da un sentimento di fede pietosa; l'oscura condizione: tutto provai ne'ricor-
ma Roma, in certi tempi segnatamente, dati due articoli. Arrogeche io qui ricor-
ribocca di americani, d'inglesi,di prussia-
di,chenel voi. LXXXIIf,p.28o,feci paro-
ni, di russi, che vuol dire di
protestanti la dell'aureo argomento di recente dotta-
e di scismatici, tratti colà non dalla curio-
mente svolto dal cardinal Baluffi vescovo
sità solamente, ma da una soavità di vi- d Imola: La Chiesa Romana riconosciti'
vere riposato e tranquillo che gl'invita
e ta alla sua carità verso il prossimo per
li trattiene. In quella metropoli dell'or-
la vera Chiesa di Gesù Cristo. Roma
todossia,dove la non è
libertà religiosa rappresenta, per dir così, lo Spirilo lati-
scritta in alcuna carta costituzionale, do-
no, ed il genio occidentale nella sua no-
ve la teorica del diritto di lutti culti ad i
bile personificazione, come in certo qual
un'eguale protezione sana riguardata co-
modo il Vaticano rappresenta e personi-
me bestemmia, si pratica una benignità fica la Roma papale, il perché ad esso sì
di governo che forse non ha altro
riscon- rannoda e compendia quanto vado rife-
tro, e di cui talora meno rigidi que-
i si rendo. Ora il genio latino, accoppiamen-
relano e poco meno che si scandalezza- to meraviglioso di grandezza e di sobrie-
no: tanta è la tolleranza del Padre couou-
tà, di coraggio e di lentezza, é per eccel-
ne di tutti i battezzati I ed essa si stende fi- lenza il genio della conquista e della con-
no non esclude gli stessi pa-
agl'israeliti, e
servazione, della sovranità e del governo;
gani ed infedeli". Se l'Oriente vuol esser
e cosìil suo linguaggio, divenuto il più
giusto, confesserà eh' esso non ha avuto
poderoso strumento di autorità civile e
nemico più sfidato e perseverante di se poscia di unità religiosa ,
pose quasi un
medesimo; e che insieme non ha avuto termine alla confusione babelica, secondo
amico e protettore più affettuoso, più lon- la bella idea di Giuseppe de Maislre , i
ganime, più infaticabile di quello del Pa- confini di quella lingua sono i confini me-
pato latino, persino nella sua Uffìzia tu- desimi dell'incivilimento e della fraterni-
ia divina (F.). E se l'Occidente non vuol tà che vigoreggia tra le nazioni europee.
essere ingrato confesserà e riconoscerà,
Quanto a' moderni romani , si dice, non
che vantaggio d'essere stato scelto ad
il
vi è certo popolo o individuo che non ab-
avere nel suo mezzo il seggio romano, lo bia il suo lato debole o difettoso; ed è brut-
ha costituito e lo mantiene alla lesta del- to vezzo del nostro tempo non guardar ne'
la cristianità e dell'umano incivilimento. cattolici, che i non guardare
loro difelli;
Gerusalemme fu capitale d'una razza ri- negli eretici ed anche ne' pagani, che le
V A T VAT *i5
celeste che dal ca£o di Aronne scende
fi-
loro virtù. Tuttavolta avendo Dio
desti-

nato il popolo romano a sostenere la par-


no al lembo estremo del suo vestimento.
E così in nessun altro luogo siccome in
te precipua nel governo universale della
Roma semplice fedele sente la parte che
Chiesa, conviene pur dire ch'Egli vi ab-
il

suo carattere di cristiano lo mette io.


bia trovato de'pregi acconci a quel fine, il

condizione di prendere all' amministra-


e che eziandio i suoi difetti, per la sovra-
che ne vale, ponno es- zione universale della Chiesa. Che ci ven-
na sapienza di se

sere rivolti all' armonia del suo disegno. gono dunque a dire codesti politici della
secolarizzazione del governo romano?Xoa
11 genio romano de'tempi cristiani non è
pure nell'ordine civile, ma nel maneggio
diverso da quello che dallo Spirilo Santo
medesimo delle cose ecclesiastiche sono in
fu definito negli antichi, i quali posside-
runt omnem locum Consilio etpatìentia. gran numero occupati laici , perchè il i

manca coraggio, e ne laico nella Chiesa di Dio non è un pro-


All'uopo non gli il

fano e molto meno è un pagano. E per-


può dare ampio argomento la feconda sto-

che tanto la scienza sagra vi è profondamen-


ria de'Papi, ricca di tanti fortissimi,
te studiata, ed alcuni affari della
Chiesa
niun'altra dinastia ne potrebbe spiegare
una serie somigliante. Predomina nel ro- vi sono trattati da laici spettabilissimi, le-
gali ancor dal vincolo coniugale, senza
che
mano l'indole paziente e perseverante, e
desideri in essi quel zelo e quella solle-
ne' romani addetti al governo ecclesiastico si

vi è un accoppiamento singolare del san-


citudine che parrebbero più proprie del-
la tribù sacerdotale. Da quest'accordo
di
gue generoso degli Scipioni, e della misu-
far grave e ri- scienza e di zelo coll'assistenza del divino
rata lentezza de'Fabii. II

tenuto, che si osserva in Roma nel tratta- Spirito procede quella innegabile supe-

Chiesa, fa singoiar con- riorità che si scorge in ogni atto che e-


re gli affari della

trasto colla vivacità italiana, quale si os- mani dalla Corte Romana (vocabolo di

serva in altre contrade della nobilissima cui riparlai nel voi. LXIH , p. i53), in
materia di dottrina e di governo eccle-
penisola. Roma è la patria della scieuza
ecclesiastica,talmente che il B. Pietro stes- siastico. Né questo deve ispirare gelosie
alle altre nazioni ... La sana teologia
non
so sembra continuare quel suo insegna-
mento nella sua città prediletta, giusta le permette il menomo dubbio inlurno al-

parole di s. Leone I Magno, e quindi spar- l'indissolubile unione del Pontificato su-

gerne pel resto del mondo gli splendori. premo al seggio episcopale della città di
» I grandi lumi d'ingegno e di dottrina si Roma. Gesù Crislo conferì il Primato u-
ni versale a Simon Pietro per lui e
pe'suoi
scontrano certamente a quando a quan-
do in ogni regione; ma in parila di altre Successori. Ora, fosse per volontà libera
di Pietro stesso , che non sembra
guari
circostanze in nessun luogo ,
quanto in

Roma, si trova quella sicurezza di tradi- probabile, fosse per provvedimento ed e-

zione che governa V ingegno, che ne fa spresso comando divino, come tutto di-

bene spesso le veci, e che lo preserva ta- mostra; il fatto è che essendosi Pietro scel-
un seggio particolare, chi gli succede
lora da'traviaraenti, a cui esso abbando- to

nato a se medesimo sarebbe esposto. Ag- in questo ne raccoglie tutta intera l'ere-
promes- dità; e pel fatto solo di succedere a Pie-
giungiamo che l'assistenza divina
Gesù Cristo, stende in tro nell'episcopale Sede Romana, il suc-
sa al Vicario di si

certa guisa sopra tutta la Chiesa partico- cessore trova per diritto divino inve-
si

stito del primato sopra tutta la


Chiesa u-
lare di Roma, inseparabilmente accoppia-
ta alla missioue di quello, e specialmen- niversale. Se dunque il primato aposto-

te incaricala d'associarsi all'opera di lui; licoè inseparabile dalla Chiesa di Roma,

ed è per così dire un profumo di grazia uè segue che il Papato deve avere il suo
5u6 VAT V A T
seggio in Roma , stante che , secondo le Lateranense ma-
te dichiarò l'arcibasilica
norme ecclesiastiche, In residenza va con- dre e capo di tutte le Chiese, e sede prin-
giunta al titolo. Alcune circostanze straor- cipale del Papa. Poscia volendo por fine
dinarie ponno giustificare e necessitare e- ad una specie di vedovanza, in cui langui-
ziandio un temporaneo cangiamento di va la Chiesa romana, per la residenza pon-
residenza, e vie memoria di assenza dal tificia fuor del suo luogo naturale tra-
loro seggio (di Roma, nel quale articolo sportata, vinto ancora dalle persuasive
tutte quante l'enumerai) prolungata da' di s. Caterina da Siena (che celebrerò
Pontefici per ben 70 anni; ma il cangia- nell'articolo Venaissino), nel 1377 si
rnentodella residenza non trae seco quel- recò al Vaticano e in esso morì. Con-
ed il Papa Giovanni XXII
lo del titolo; viene che io qui eziandio rammenti, che
residente inAvignone e nel contado Ve- de* corpi de' ss. Pietro e Paolo (V.) e
naissino (V.) dominio papale, a chi gli di loro Traslazioni, riparlai celebrati-
proponeva di prendere il (patrio) seggio di dò le loro ss. Teste (nel qual articolo tor-
Cahors(V.) rispondeva che in questo ca-
f
nai a ragionare dell' altare ligneo di l.
r
so egli saria rimaso semplice vescovo di Pietro, anche col eh. mg. Bartolini dot-
Cahors; laddove quel qualunque che a- to archeologo. Il cardinal Wiseman nel
vrebbe assunto il Vescovato di Roma sa- suo complesso di bellezze, Fabio'
libro,
ria stato il vero e legittimo Pontefice su- la o la Chiesa delle Catacombe, che ce-
premo: Velimus, nolimus, rerum Caput lebrai in diversi luoghi , crede con altri
Roma erit". In molti articoli deplorai le scrittori e col Butler, che la sua titolare
funeste conseguenze dell'assenza de'Papi Chiesa di s. Pudenziana sia la più an-
da Roma, dal Laterano e dal Vaticano, tica chiesa del mondo, ed ove s. Pietro
e quella strana d' Avignone, operata da stabilì la sua Cattedra, dallo stesso emi-
Clemente Vneli3o5, produsse il luttuo- nente scrittore illustrata, e vi eresse l'al-
so, grande e lungo Scisma (V.) d'occi- tare ligneo portatile, l'unico de'primitivi
dente, che divise nell' Ubbidienza (V.) tempi cristiani in Roma, ed esistente nel-
principi e nazioni, con perniciosissimi dan- l'unica e prima chiesa di tal città, da do-
ni.Per mortedi Giovanni XXII, nel 1 334 ve s. Silvestro I lo trasportò nella basi-
in Avignone fu offerto il pontificatoal car- lica di Laterano. Però una tavola del me-
dinal Raimondi diComminges, col patto desimo si conserva nell' altare di s. Pie-
di non ritornare a risiedere in Roma; ma tro nella chiesa di s. Pudenziana; raffi oli-
egli eroicamente ne fece Rinunzia (F.) %
tala teste col legno dell'aliare di Latera-
perchè simil patto era di gravissimo dan- no, venne trovato identico nella materia.
no alia Chiesa, onde protestò esser con- Chiama dunque la propria titolare la

tento piuttosto di vedersi spogliato del chiesa episcopale, cattedrale, pontificale


cappello rosso, che aver il pontificato con di Roma
per circa tre secoli; che s. Pio
sì indegna condizione, di prolungare in I aggiunse un oratorio che dichiarò ti-
vi
tal maniera il pericolo, in cui egli crede- tolo, che restò attaccato alla precedente
va il pontificalo fuori della sua sede na- chiesa; di più nella chiesa eresse fontibat-
turale, come racconta Novaes. Urbano V tesimali permanenti, qual prerogativa di
eletto in Avignone nel 1 362, riguardan- cattedrale, poi trasferita coll'altare al La-
do la dignità pontificia come esiliata al terano, e la cattedra al Valicano. Che ivi

di là de'monti, mentre era in Avignone, ancora s. Lorenzo distribuì i ricchi Va-


non volle cavalcare nella solennità della si della chiesa a' poveri noterò che al- :

coronazione; indi la restituì al Vaticano, tri vogliono che ciò seguisse nella Chie-
ma poi ritornò in Avignone. Ivi gli suc- sa di s. Maria in Domnica. In conferma
cesse Gregorio XI, che tosto nuovamen- che la chiesa di s. Pudenziauu fu 1' umi-
V AT VAT *i7

e quanto alla Chiesa di Paolo fuori le


s.
Roma, durante 3 pria»»
i
le cattedrale di Limata Apostolorum,
cardinale la congettura mura (V), altri
secoli, riporta il
compii la descrizione del risorto sontuo-
del dotto Bianchini in un
modo assai plau- ne
so tempio, con altre notizie relative,
Stazione della domenica di
sibile, che la
vol.LXXIU,p.352,LXXV,p.2i4.Le
Pasqua non è alla cattedrale di Latera-
furono col-
ove Papa ufficia. Ag- Teste de' ss. Pietro e Paolo
no, né a s. Pietro, il
oratorio e poi nella
uaturalmen- locate nel domestico
giunge, quantunque si possa Lateranense, presso la qua-
del- protobasilica
tesupporre che dovesse essereall'una per
alla basilica o Chie- le Papi ordinariamente abitarono
i
le due, la Slazionc è
Latera-
quale ser- io secoli nel Palazzo apostolico
sa di s. Maria Maggiore, la nense(F.),ce\ebvaùss\moPatriarchios\l
l'ammiuistrazione del battesimo
viva per
ternando la loro dimora col Vaticano.
Il

alla chiesa di s. Pudenziana, distante di fu


oserò io venerabile e famigerato Laterano (T.J
là un trar di sasso. Imparziale, da s.Mel-
Novaz.a- residenza pontificia cominciando
alcune osservazioni. Le Terme munificenza di Costantino 1
s. Pietro, chiade, per
ne e limoline, ove fu ospitato la
furono e- Magno, quale dopo aver fabbricata
il
ebbero estesa area, nella quale Vaticana, presso
\b Chie- basilica Lateranense e la
rettela Chiesa di s. Pudenziana, due K-
Palazzo apostoli- questa formò al Sommo Pontefice
sa di s. Prassede, il suo impe-
Palazzo aposto- piscopih oltre quello nel detto
co di s. Pudenziana, il ebbero pu-
palazzo, ambedue anzi vi
Prassede, la località del quale
riai
lico di s. disposizione
Vallomhrosani, re il Triclinio {V.); e per
in uno alla chiesa è de memorabile
meravigliosa di Dio, e colla
rispettivo titolare. Pertanto
gli
oltre il
traslazione della sede
dell'impero roma-
scrittori antichi sono in conflitto nel con-
Costantinopoli, pose ad effetto di- 1

primato , ap- no in
cedere tra le due chiese il Provvidenza su Roma,
area. segni della divina
punto perchè edificate nella stessa potere de'Papi e
opinioni.Pro- acciò restasse libera in
Io in più luoghi ne riferii le
caltolicismo, pel
divenisse metropoli del
pugna quelle in favore di s. Prassede
il
propa-
maggior suo decoro e universale
vallombrosano p. ab. Davanzati, Notizie pendente esercizio del-
gazione, e per l'indi
s. Pras-
al pellegrino della basilica di suprema autorità.
Storiadi la loro santissima e
sede, Roma 725. Novaes nella 1
strepitoso scio-
Prasse- L'invasione de'barbari, lo
Pio I, dice che ad istanza di s.
s.
glimento del colossale impero romano,
titolo di Pa-
de eresse nel palazzo di lei il
indipendenza del-
Pudenziana, ove avea abi- assicurarono la libertà e
store, oggi s.
però non e
Maria Mag- l' autorità pontificale. Roma
tato s.Pietro. La Chiesa dis. trionfante o ce-
da la capitale della Chiesa
giore fu edificata e quindi consagrata terrestre
circa, quando già leste bensì è della militante o
Papas.Liberionel353
basilica scrisse Pietro Vecchia, Della Chiesa
Silvestro I avea dichiarato la (

militante e trionfante, Roma


s. i683); e
Lateranense cattedrale di Ptomae
madre
trovavasi cogli altri Apostoli,
mondo. Anticamen- s Pietro
di tutte le chiese del perse-
festa di Pa- quando Cristo intimò a tutti che
te i Papi dal Laterano nella riparassero in un al-
recava- guitati in una città
squa, con solenne cavalcata vi si
successore di s. Pietro non
messa; tra. Il perchè il

no a celebrare pontificalmente la sua città e in-


preferenza deve stupirsi se talvolta la
questa pare la ragione che di pe'faziosi che visi
grata, otalecomparisca
in essa vi sia la Stazione di Roma. Si pon-
persino i ob-
cor- annidano, ed alcuna volta
ilo vedere tutti gli articoli ricordati in che
blighi a partire altrove,
sapendo egli
della chiesa di
sivo; e per la figliuolauza ricondurrà trionfan-
la forza delle cose lo
Pudenziana alla basilica Liberiana, 1
s.
ben presto al proprio seggio; e V avve-
75, LXXV, 210 e 219), te
voi. LU, p. p.
i5
VOL. LXXXVIU.
2.6 VAT VA T
ni re per questo capo trova la sicurezza bra dirci: Nessuno di voi s'impensierisca
nella storia del passato, con molti estu- soverchio di queste tribolazioni: il Papa-
pendi esempi. Quando ne'lempi moder- to ne ha veduto bene altre fino dalla sua
ni alcune potenze occidentali, mostrando- gioventudioe; ma esse non prevalsero mai
si preoccupate delle condizioni sociali e sopra di Saepe eocpugnavcrunt me
lui.

civili del governo pontifìcio, prodotte dal a juventute mea; etenini non poluerunt
lamentabile spirito del secolo, gli vollero mihi", Roma sortì un destino unico ne*
suggerire consigli d'amicizia e di bene- fasti dell'umanità, di reggere cioè mon- il

volenza, forse il Pontefice avrebbe potuto do pagano colla forza e di governare il ,

ripetere loro la parola del divinoMaestro: mondo cristiano colf autorità. Pensiero
FiliaeJerusalem, nolitejlere super me, che potrebbe compiersi col riflettere, che
sed super vos ipsas fletè, et super filios e la forza e l'autorità onde reggere e go-
vestros. (Ma lo stesso incessante sofistica- vernare l'uno e l'altro mondo l'ebbe Ro*
re contro il principato civile de'Papi. prò* ma pel seggio cui venne iu quesl' alma
dusse per l'energia robusta d'imparziali citlà a fissarvi il principe degli Apostoli.
penne sfolgorante luce di verità , il do- Il gran poeta Dante celebrando Roma de-
versi riconoscere: quel Principato essere finì il luogo de'beati Roma onde Cristo

condizione indispensabile non solo del- e Romano. Disse inoltre Dante L' Al- :

l'indipendenza delia Chiesa, ma eziandio ma Roma e il suo impero- Fur stabiliti


d'ogni libertà, di ogni dignità, di ogni iu- per lo loco santo - U' siede il sucre s sor
civilimento dell' umana famiglia. Impe- del maggior Piero. Altri versi del som-
rocché i nemici del catolicismo, volendo mo Dante in venerazione del Pastore
con ogni arte mostrare ai mondo che Ro- universale li riportai uel voi. LXXXVI),
ma sta alla coda d'ogni perfezione uma- p. 260, dicendo della difesa di lui falla
na e civile, furono, senza volerlo, occasio- dall'imputazioni contrarie. Altra già ne
ne che si mostrasse dagli encomiati scrit- avea pubblicala uno de'suoi degni e in-
veramente stare alla testa). >» In
tori, essa numerabili ammiratori e illustratori, il

conclusione Roma non ha altro verace eh. cav. Filippo Scolari Difesa di Dan- :

nemico che il nemico comune di tutte le te Allighicri in punto di religione e co-


società e di tutti i governi, e questo stesso stume, ossia pel retto studio della Divi-
essa lo sperimenta per la parte sua pro- na Commedia e della Monarchia, Bellu-
pria meo minaccioso che non parecchia uo 1 836. In questo libro si rende ezian-
altre nazioni. Allorché si vuole attenta- dio ragione della stupenda medaglia del-
mente considerare quella penisola in al- l' eccellente incisore Francesco Patinali,
tri tempi così agitata, si dee confessare che la pubblicò a Milano, consagrata ad
che per avventura in nessuna età mai es- onorare la grande opera del dolio camal-
sa si é mostrata meno minacciosa che al dolese d. Mauro Cappellari, poi Papa
presente. Dall'altra parte se gli slati pon- Gregorio XVI : // trionfo della Sede e
s.
J
tificii non sono scevri del male , essi ac- della Chiesa contro gli assalti de nova-
chiudono all'ora stessa il rimedio, a dif- tori combattuti e respinti colle stesse lo-
ferenza di altri paesi, ne'quali
le cause più ro armi. La quale opera con assoluto por-
poderose del male vigoreggiano accanto tento di fatto trionfo nella persona mede-
al male medesimo per perpetuarlo. Così sima dell'autore di tanto libro. L'esimio
nulla apparisce più maestoso che la tran- incisore mirabilmente scolpì nel davanti
quilla confidenza del Vicario di Cristo in il busto di Dante col motto: la quale e
mezzo a lutti i timori ed a tulle le appren- ilquale, a voler dir lo vero; e nel rove-
sioni che noi nutiiamo per lui. Colla so- scio il simulacro di Roma sedente, ap-
lenne serenità della sua fronte egli acni- poggiando il braccio siuislio sullo slem-
V AT VAT 219
ma del laudato Pontefice, ferma lo che fra le sue mura torreggia e lancian-
sguardo nel frontespizio del memorando do al cielo l'altiero capocuopre il vene-
volume, nuovo garante a tutto il mon- rando sepolcro di s. Pietro simbolo di ,

do cattolico de' suoi eterni e inconcussi sua grandezza a quanti vengono riveren-
destini. che celebrarono il nu-
Fra quelli ti a visitarlo, sarà mai sempre testimone

misma, ricordo pure il celeberrimo Mis- eloquente della santità e della saldezza
sirini, il quale si espresse: Che come il del seggio pontificale. I) medesimo tem-
nome di Cicerone presso gli antichi era pio tutti quanti tacitamente invita e ad
T unica sommità morale e intellettuale, accrescer negli uni l'amore verso la tom-
che eguagliar potesse la maestà dell'im- ba augusta, ed a spegnere negli altri l'o-
pero latino cosi in questa medaglia era
: dio ingenerato dall'orgoglio, che covano
stata a buon diritto improntata l'imma- contro il pontificio seggio, per formare
gine dell' Allighieri, sola sommità intel- un solo ovile sotto il redimento dello
lettuale, che avesse potuto eguagliare e stesso pastore in sano pascolo di fede, fra
significare le glorie posteriori al latino le armoniche delizie della carità e della
impero, e fondamento della civiltà mo- pace. Alla vista di quella grandiosa mo-
derna,! quali saranno mai sempre Roma le, dinanzi alla magnificenza, con che so-
e la s. Sede. Che siccome Dante era sta- no ornate le tombe de'due magnanimi A-
to un vero cattolico, questa medaglia gli postoli, ognuno sente un'interna inespri-
avea reso una gloriosa testimonianza; mibile compiacenza, e benedice alla di-

non senza il più rilevante intendimento vina istituzione del Papato, che ha sapu-
di richiamare al dovere le menti degli to conservare una parte di Roma antica,
studiosi, e disingannarli apertamente, e sulle rovine della parte distrutta dal
sul punto che si possa pretendere di stu- martello inesorabile del tempo o de'bar-
diar Dante, di conoscerlo e di apprezzar- bari innalzare una Roma moderna.
lo, senza rimaner con lui attaccati, pri- L'avventuroso colle Vaticano è posto
ma d'ogni altra cosa, alla cattolica reli- ne'confini che separano l'antica Tosca-
gione, ed alla Cattedra di s. Pietro da na dal Lazio , e per essere remoto assai
cui procede 1' unità e l'integrità della dall'antica Roma, non fu enumerato tra
Fede^ ch'è fondamento al poema sagro, que'monti principali per rispetto de'quali
cui posero mano il cielo e la terra, per- Roma si disse Città Setticolle. E«si e-
chè in fatti è stato coordinato alla fe- rano: il Capitolino, il Celio, l'Aventino,
licità di tutto un popolo, sì nella pre- l'Esquilino, il Viminale, il Palatino, il

sente che nell'eterna vita, col mezzo Quirinale, sul quale elevasi l'altra pon-
de' più efficaci e intemerati precetti. 11 tificia reggia estiva del Palazzo aposto-
Vaticano rappresenta insieme il Sommo lico Quirinale (V.). Il colle Vaticano ,
Pontificato e il Principato Sovrano più al dire dell'Ugonio, Historia delle Sta-
antico, dell'augusto coronato del sagro tuiti di Roma, p. 85, prese il nome, la-
Triregno (^.) che dignitosamente co-
, sciando l'altre etimologie, da'vaticinii o
perto del Manto e del paludamento pon- prelesi Oracoli (scrisse C'asen, De O-
tificale vi siede nel maggiore e più su-
, raculis gentilium, et in specie de Vati-
blime de' Troniy stringendo per scettro Helmsladii 1673), che
ciniis Sfbillinis,
le simboliche Chiavi pontificie (P.), Pa- par istinto di un certo idolo, chiamato
f
dre de principi e de' re, Maestro Univer- ancor lui Vaticano, quivi credevano far-
sale del mondo cattolico e di tutti quan- si. Per la qual causa ancora fu in questo

ti i fedeli, d'ogni colore e lingua, Vicario luogo fatto un tempio ad Apollo, riputato
in terra dell'onnipotente Signore deno- da' ciechi gentili dominati dalla Super-
minanti. La maestà del tempio augusto stizione y Dio soprastante agi' indovini.
220 VAT VAT
Nel dorso di questo monte, e in parte so- basilica Vaticana. Parepropriamenfeche
pra i fondamenti del tempio d'Apollo, è l'etimologia del colle Valicano, il quale
fondata la sagrosanta basilica del Prin- domina la basilica del suo nome, si na-
cipe degli Apostoli ; non oscuro argomen- sconda nella lingua etnisca, come pu-
to in vero della divina Provvidenza, poi- re quella del Nume o Genio del luogo.
ché dondesi cercavano già le risposte de' Il celebre cav. Carlo Fontana architetto

mendaci Dei, quivi ora il Vicario di Dio e ministro deputato della basilica Vati-
vivente, rende al mondo gli oracoli della cana, nella classica opera con tavole in-
verità (della frase usata per le verbali ri- cise, 77 tempio Vaticano e sua origine,
sposte o prescrizioni del Papa: V'wae vo- a p. 19, ragiona del Vaticano, sua anti-
cis oraculo, feci parola ne' voi. LXXIV, chità, etimologia e circuito, per dimostra-
p. 255, LXXXI1, Osserva Pan-
p. 4o). re quanto veramente sia stato luogo il-

ciroli, / Tesori nascosti nell'alma città lustre e celebre, secondo l'autorità degli
diRoma, che nel circo di Neroue vi fu scrittoli di cui riporta le testimonianze.
pure il tempio di Apollo, tenuto qual Si comprende maggiormente la sua anti-
Dio degli oracoli, ed greci sotto tal no- i chità dall'etimologia del suo nome, men-
me adorarono il Sole, che sono tutti se- tre oltrequello di Gianicolo, impostogli
gni nobilissimi deli. Vicario di Cristo, da Giano, secondo la tradizione comune-

il quale lo lasciò in terra per oracolo delle mente ricevuta, viene chiamato Fatica-
sue divine rispostee luce del mondo: Vos no da'vaticinii che ivi negli antichi secoli
cstis lux mundi. Il Severano, Memorie di Roma pagana ricevevano popoli da- i

delle Sette Chiese di Roma, a p. 7, par- gli Indovini (V.) chiamali Vati, comesi
lando del Campo e del Colle Vaticano, ha da Festo: Valicanus Collis, appclla-
dice che il silo dov'è la chiesa di s. Pie- tusest,quod eopotitus sitpopulus roma-
tro, e il restante di Trastevere, si chiamò nus Vatum responso expulsis Etruscis.
Campo Vaticano; come il colle che gli so- Secondo Aulo Gellio il Vaticano fu cosi
praslava, e lutti cheda questo luo-
gli altri denominato dal Dio de' vaticinii, per le
go arrivano alla Chiesadis. PictroMonto- risposte che in esso dava ;e soggi unge che
rio si chiamavano parimente Vaticani (in Vairone ne'libri delle cose divine avea,
tal modo si conciliano le due sentenze che data un'altra etimologia di questo nome,
dicono s. Pietro crocefisso e sepolto sul ed essersi chiamato Vaticano il nume che
Valicano e sul Gianicolo, ove sorge la presiedeva all'aprire a'batnbiui i primi
chiesa di s. Pietro Moulorio); quali an- i vagiti, il pianto e la voce, il suono della
cora con quelli che soprastano al Teve- quale esprimesi colla i.
3
sillaba va, donde
re a mano destra, cominciando da Ponte pure trasse origine il verbo vagire. Di
Molle sino al medesimo s. Pielro Moli- questa opinione fu s. Agostino dicendo :

torio incontro all'Aventino, erano dagli Aut Vaticanum,qui infantimi vagitilms


antichi chiamati Gianicoli : sebbene al- praeest: Tpse in vagita os aperial et
tri vogliono che Gianicoli fossero quelli vocetur Deus Vaticanus. Crede il Cas-
soli che si vedono dalla chiesa di s.O- sio, Corso delle acque antiche di Ro-

tiofrio al dello s. Pietro Montorio. Fu- ma, che la denominazione di Faticano

rono poi detti Vaticani da un tempio di provenga dal nume Valicano o Vagita"
un idolo nominato Faticano o Vagit/t- no, che fu creduto assistere ali. "vagire
no, quale era in cima al detto colle che
il de'bambini. Il Cancellieri nell'opera clas-
soprastava al sito ov'è la chiesa di S.Pietro; sica, De Secretariis veleris Basiìicae
ovvero da' vaticiuii che si rendevano nei Vaticanae, dopo aver notato che il monte
tempio di Apollo, il quale era quasi alle Vaticano, come parte del Gianicolo, fu
radici dello stesso colle, do ve ora è la detta anche dello Aurelius et Aureus pel co-
V AT VAT 221

Au- lo il Dio de'vagili,ond'è


che con maggior
loie delle sue arene, denominandosi
voca- senno da alcuni si crede, che il vescovo
relia la propinqua via, dice ffuae dicesse
d' Ippona anziché Faticano
il
turFaticanum,quia Fates,idest Saccr-
lem- Fagitano,c\oèD\oc\\e presiedeva a'pue-
dotes, cancbal ibi sua officia ante
templum, riti vagiti, ed era
appunto rappresentato
illuni Apolli'nis, ibique aliud
sotto l'immagine d'un fanciullo
che pian-
quoti fuit Aerarium Neronis. Nequeve-
ge e grida". Mg/ Nicolai, Memorie sulle
ro recipienda est Flamini*
Faccaecon-
nomen or timi di- Campagne di Roma, osserva che il Cam-
jcclura, qui Faticoni
po Vaticano fu quella prima porzione del-
vinaturex Fatimi etPhilosophorum se> occupa-
le terre degli etruschi di Fejo(F.)
pultura. Ab co enini memorata Poeta- autori circa
ta da'romani; e variando gli
rum ctSophorum capita .ibidem defeda,
nome, riferisce con Sesto
l'etimologia del
din post ortum Vaticani nomen
sculpta
Pompeo e Festo, che venne così denomi-
j/mJ.Quindi riporta l'opinione di Gelilo e avuti i
nato, perchè romani avendo ivi
i

di VerrioFlacco,cheseguìPanvinioealtri
fugarono gli etruschi. MaGellio,
vaticiuii,
che nomina.Ilbenemeritoed eruditissimo
fu di
Pistoiesi nell'opera clas- cui consente s. Agostino, nota che
scrittore Erasmo campo
di- sentimento Vairone, che fosse il
sica d'8 volumi con bellissimi e copiosi quale
Faticano cosi chiamato dal Dio Vaticano, il

segni a contorni, intitolata: // a


sillaba Fa
credeva presiedere alla i .

descritto ed illustratocelo a poco


con- si

de'bambini, Narrare Pli-


ossia al vagito.
Vati-
tiene in tutto il riferito. » 11 colle un'elee più
nio, che nel Vaticano sorgea
cano non lungi dall'antico Aibula (di
cui
della fondazione di Roma, con un
qual fiume fu cosi antica
a Tiv oli e Tevere, il
bron-
titolo inciso con lettere etrusche di
appellalo in origine dal colore bianca- Nibby,
zo, indicanti religiosi misteri. Il
stro tendente al ceruleo che ha
presso Uo-
dalle piog- nella Roma antica, ragionando egre-
ina, quando non è intorbidato cre-
cui radici giamente della sua topografia fisica,
gie)e contiguo al Gianicolo,alle derivi
de che l'etimologia Faticano
ora innalza la fronte l'eccelsa basilica sa- di
dall'etrusco, e riproduce le sentenze
gra al Principe degli Apostoli, giusta l'o-
no.Chia-
Gellio, Varrone,Festoe s. Agosti
pinione di Ftsto, trasse il nomeda'Vati,
ma Vaticano e il Gianicolo frastaglia-
che lusingandosi di penetrare ne'recon-
il

domina tuttala
dopo l'espulsio- ture del gran dorso che
diti abissi dell'avvenire, d'ol-
popolo ro- sponda destra del Tevere, pel tratto
ne degli etrusci davan ivi al
parte
tre i5 miglia, e del quale sono il

mano loro vaticini!. Nella qual senten-


i

Monte Mario, fuori di Roma verso set-


za sembra convenire anche Aulo Gellio,
teutrione,e pur suburbanoMonle Ver-
il nome di Faticano de- il
che da'vaticinii colle
aggiungendo inoltre che l'ispira- de verso mezzodì. Indi dice, che il
duce; del
l'eltetto del potere edel- Valicano, come tutu* il rimanente
zione de* vati era deposi-
dorso nominato, è composto di
l'eccitamento del Dio Vaticano, che in

nume proteggitore ri- zioniammassate dal mare; la roccia do-


quel suolo qual
sarà discaro riflettere con minante in esso è un sabbione siliceo-cal-
siedeva . Ne banchi di
versatissimo nella cario di colore giallastro, sopra
JVI. Terenzio Varrone
più marna turchiniccia contenente gusci di
storia, ed a buon diritto riputato
il

die avendo gli anti- conchiglie (Antonio Vallisneri trattò,/?*/


sapiente i'ra'roma ni,
puerili vagi- corpi marini die sui monti si trovano,Ve-
chi osservato che ne' primi
bambini la vo- ueziai 7 28),la qualeoggi vieneadoperata
ti sogliono esprimere i
fu parti-
in opere figuline; anticamente
ce Fa, la quale forma lai/ sillaba di
colarmente usata pe' vasellami, a che
egli
Faticano, piacque loro fare un Dio di e tego-
la crede più adatta, che a mattoni
questo nome, ergergli altare, e intitolar-
111 VAT VAT
le, come di presente si fa, come pure io che forse da que'vati il luogo era all'e-
rilevai anche nel voi. LXXX, p. 3 1
9. Da trusca chiamalo FaticoFatich, nella for-
ultimo il prof. Francesco Orioli pubbli- ma d' altre parole etnische di termina-
cò nel 1. 1 38 Giornale Arcadico di
del zione analoga; e di qui il Dio Faticanus

Rotila il ragionamento letto nel l'accade* alla latina, forse Faticna o Fatichila in
mia d'Archeologia intitolalo: L'Agro etrusco. Dice di più, che questi vati abi-
faticano, nuove investigazioni. Discor- tavano nell'adiacente Gianicolo, o meglio
re della parte Irastiberina della terra ro- presso un tempio posto nel tifato o lec-
mana, che, stando a un passo di Plinio il cetoVaticano,come pure s'impara da uno
naturalista, avrebbe in un tempo anti- de'codici editi dal cardinal Mai, pubbli-
chissimo portato questo nome da Roma, cato in Roma nei 1 836, quantunque non
lunghesso la riva dritta del Tevere, sino sia troppo da credere a Gervasio Tilbe-
Il Gianicolo v'era dunque com-
al -mare. riense, tempio sagro ad A pollo,
che dice il

presocome porzione d'un maggior tratto. e i luogo della basilica


vali colloca nel
Da un altro passo del medesimo Plinio Vaticana. Finalmente trae da Feslo o dal
raccolse che v'era fin da'tempi che tutto suo abbreviatole Paolo, che siffatti vati
quel tratto apparteneva all'Etruria, e se* furono da ultimo espulsi da'romani, pro-
condo che sembra, prima all'agro Cere- babilmente sotto il re Anco Marzio, do-
tano, e poi Veiente, un'elee ossia in dia- po aver espugnato il Gianicolo, predi-
letto arcaico una tifa sagra a Giove Va- cendolo, secondochè si sarà spacciato, e-
ticano, secondo gli etruschi, parte* forse gl tuo stessi. Aggiunse poi altre partico-
d'un tifatimi, e specie d'arbore sacriva 3 larità relative al Gianicolo, ch'egli sospet-
dichiarata tale, e decorata d'iscrizione e- ta detto dagli etruschi Aneiclu, trasfor-
t rosea in bronzo affissavi sopra, per a- mando Giano in Anio; e parla della via
vere sotto ì suoi rami accolto Giove in- Vitellia, nome preso dalla moglie di Fau-
fante ; e non in Creta d'averlo partorito no, ossia l'Italia deificata ; della statua
Opi, ma nella reggia stessa di Giano, od del Ludione, qui sepultus est in Jani-
iti Saturnia, o poco lungi dal colle Va- culo; del supposto citato sepolcro di Nu-
ticano, e cercato d'occultare perchè suo ma nel Gianicolo; dell'antichissimo mito
padre Saturno non io divorasse. Un pas- del re Anio padre di Salia, rapita da Tar-
so d' un antico inedito scoliaste di Gio- chezio o Cateto, che nell'inseguirli peri
venale, da lui letto nella biblioteca rea- nel Teverone a cui comunicò il proprio
le di Parigi, insegna che quivi era fa- nome. La Mitologia dice che il Dio Va-
ma essere stato educato e nudrito Gio- ticano presiedeva alla parola, e perciò il

ve; ciocché non men si legge nell'inedito i.° vagito mandato dai bambini nascen-
Glossario d'Aucileubo, e presso il suo co- do, è la prima sillaba del nome di quel
piatore Papia. £ ciò è in accordo colla Dio, Fa. Narra il Fontana, ragionando
natura del luogo posto tra la reggia di del VaticaiiOjSua antichità e circuito, non
Giano e quella di Saturno, al dire di Gel- essere questo inferiore alla sua vetustà,
ilo, del ricordato scoliaste, di Ago-
s. mentre suoi sili, conforme dice Plinio,
i

stino, di Papia medesimo ec. Giove era sistendevano 1 3 miglia fuori di Roma,
il preside di tutto l'agro ; ma Giove Bam- verso i confini de'veienti, crustumini, fi-

bino e vagiente, chiamato Vaticano , e dettati e latini; indizio manifesto che fos-
che quivi colla virtù della tifa ispirava un se a'popoli luogo grato e propizio, popo-
lempo un collegio di vati o profeti a pro- lando i un numero infinito
suoi confini
ferire vaticinii, quae, vi alque ìnstinctu ti' monti Vaticani aveano il
abitatori. 1

ejus Dei, in hoc agro fieri solita essent, suo principio ov'era il convento di s. O-
dice Gcllio. Inoltre il professore pensa uofrio, accanto al Gianicolo, da dove si
V AT V A T 223
stendevano fino a ponte .Molle verso i ve- il colle, per la qualità del suo terreno a-
ienti. Stante l'ampiezza e circuito de'titf renoso e argilloso: Vaticana bibis bibis t

Vaticani, avendoli in gran considerazio- venenum. Tra'campi Vaticani si compre-


ne il 4° te di Roma Anco
Marzio, come sero i prati Quinzi della lunghezza di 4
ampliare il circuito di
attesta Livio, volle ingerì, donati dal popolo romano al dit-
Roma, includendovi i monti Aventino e tatore Lucio Quinzio Cincinnalo, onde ne
Palatino per ricetto di molte migliaia di presero il nome, e Fontana coll'autorità
latini sottomessi. E benché fosse anche degli antiquari gli assegna fuori di porta
aggiunto da lui pure il Gianicolo, non fu Castello fino e incontro al porto di Ripet-
già incluso per bisogno di sito , ma per ta. 11Nibby pone prati di Nerone nel- i

innalzarvi una iucca come il più eminen- la pianura che immediatamente sottogia-
te degli altri monti, per difendere la città ce al colle Vaticano, ossia campo Vatica-
e impedire che i nemici vi si stabilissero. no, o parte settentrionale del tratto tras-
Il luogo era ragguardevole per la sua an- tiberino; e uella meridionale colloca i

tichità e nobile per l'esercizio dell'arti e prati di Muzio Scevola e quelli di Quin-
scienze che vi professavano gli abitanti e- zio nmpetto a Navalìa, come dissi a suo
t ruschi, innanzi il principio e l'ingrandi- luogo e nel voi. LIV, p. 65 ei66. Mol- 1

mento di Roma. Laonde il Vaticano, co- ti furono monumenti che adornarono


i

me principale luogo degli etruschi, mol- poi il Vaticano e sue aggiacenze, templi,
to celebre e cospicuo, era ed è nell'anti- circhi, ponti e giardini o orti. Questi ulti-
ca Etruria, perchè questa dal Tevere vie- mi si Nerone
dissero de' Domizi, perchè
ne divisa dal Lazio. Sebbene non è certo si designava con nome, o perchè di di-
tal

che il sepolcro di Romolo fosse uella via ritto appartenevano agli antichi Domizi;
Trionfale o nel Vaticano vicino al Tere- altri l'attribuisce a Caligola, ed a sua so-
binto (ossia il suddetto albore di elee ove rella Agrippina figli di Germanico, la

concorrevano popoli a ricevere gli auspi-


i quale sposata prima a Gneo DomizioE-
ca), come scrisse Manlio, anzi verso dove nobarbo, da cui ebbe Nerone , adottato
elevasi la basilica di s. Pietro, perchè la da Claudio imperatore suo padrigno. Ci-
storia menzione di sue spoglie mor-
non fa cerone chiamò il campo Vaticano, qua*
tali; Fontana che vi-
tultavolta asserisce si Martium Campimi , e vi erano come
cino al Terebinto gli fu eretta una me- di presente le fornaci, nelle quali cuoce-
moria, o lui vivente o dopo morto, me- varisi de' vasi formati coli'argilla del man-
diante tempio per venerarlo come un Dio. te, diesichiama vano vasi Vaticani, ma era-
Forse tale sepolcro o memoria fu di Ro- no fragili. Altri pongono prati de'Domi- i

molo Pollione, celebre nell'antichità, di zi al destro lato dell'ippodromo d'Adria-


cui si trovarono alcune iscrizioni nel Va- no, e que'di Nerone dinanzi al monumen-
ticano a tempo di Carlo Magno. Il Fon- to eretto a Romolo, dunque gli uni era-
tana crede verosimile l'opinione della no diversi dagli altri; né manca chi chia-
tomba di Romolo nel Vaticano per la ce- ma i prati Quinzi Neroniani, e lungo sa-
lebrità del luogo, e perchè il suo succes- rebbe il riferire lediscrepanti opinioni de-
sore Numa fu deposto sotto il Gianicolo, gli scrittori. La stessa discrepanza regna
ciò che ripugna a'eritici. Il tempo che lut- tra loro sopra gli edilìzi antichi Vatica-
to travolge e cambia nel decorso de' se- ni che vado accennando , e il solo regi-
coli, trasformò il luogo de'valicinii, nel- strarne i nomi riuscirebbe stucchevole.
l'asilo della più cieca superstizione e del- Di sia de-
essi parlai in diversi articoli ,

la più sfienata licenza, ondeTacito qua- scrivendo Chiesa di s. Pietro, sia la


la

lificò campi Vaticani detestabili. Marzia-


i sua Sagrestìa; ciò deve tenersi presente,
le declamò contro il vino che produceva e mi dispensa da indicazioni particola-
e

224 V A T V AT
reggiate, qui bastando una generica mo- re rispetto Neroniano e
all'altro palazzo
nografia. Già feci menzione del ponte, splendidissimo del Palatino, denominato
porta e via Trionfale,accennando luoghi i Casa d'oro. Lo storico Bertoldo chiamò
in cui ne parlai. Non lungi dalla porta Palatiolum il monte jnxta s. Pttrum,
Trionfale esisteva il sepolcro o la memo- narrando che Enrico IV nelio85in es-
ria sepolcrale di Publio Emiliano Scipio- so si il tempio d'Apol-
fortificò), sorgeva
ne T Africano il giovane (poiché del se- lo o del Sole, con poca probabilità
altri
polcro famoso degli Scipioni posto nella collocandolo nel suo circo o presso il me-
via Appia ragionai nei voi. LXIV
, p. ,
desimo; era di figura sferica all' esterno
1 38), che consisteva in una piramide, non e ottangolare all'interno, terminando nel-
molto dissimile da quella in forma di pi- la sommità con una rotonda apertura,
ramide di Caio Cestio (che descrissi nel per introdurvi la luce fatta a simiglian-
voi. cit., p. 1 4 1 ), ni a più superba e ma- za del sole simbolo d'Apollo: avea il por-
gnifica. Fu creduta anche il ricordato mo- tico sostenuto di fronte da 6 colonne, e
numento sepolcrale di Romolo. Essendo fu convertito in tempio sagro a s. Petro-
decaduto monumento, Dono 1 Papa del
il Tale portico o vestibolo chiamavasi
nilla.

676 con parte de' suoi marmi lastricò Faticano, perchè vati ossia sacerdoti i i

Vaticana da lui ab-


l'atrio della basilica degl'idoli vi facevano sagrifizi. Dice il i

bellito, ed Alessandro VI l'atterrò, per Cancellieri, che quasi tutti gli antiquari
regolarizzare la suddetta via del Borgo crederono che il tempio a" Apollo fosse
nuovo: ne parlai anche altrove. Prossimo convertito da Paolo I in onore di s. Pe-
all'albore famoso dell'elee chiamato Te- tronilla, e che fu poi dis! rutto da Paolo
rebinto, a lato della via Trionfale fu in- III; e che il tempio di Marte venne ri-

nalzato memorato sepolcrale monu-


il dotto a sagrestia, e demolito da Pio VI
mento a Romolo fondatore di Roma, che fu dedicato alla Madonna della Febbre;
si vuole anch'esso servito a Dono I a la- ma nella sua opera De Sccretariis si stu-
stricare la parte anteriore della vicina ba- diò di provare, che i due templi profani
silica, ed allora venne demolito. Nell'a- erano affatto diversi da questi due tem-
rea Vaticana e alle radici del Monte Au- plirotondi,che stavano vicini all'obelisco,
reo sorgeva il tempio dedicato a Marte, uno de' quali fu eretto in onore di s. An-
il quale era di sferica figura all'esterno, drea da Papa s. Simmaco , e l'altro da
e ottangolare nell'interno, contenente 8 Stefano II a s. Petronilla; e che Costan-
colonne e 8 nicchie, di cui 6 vennero da' tino I avendo distrutto templi profani, i

cristianicambiate in cappelle, ed a somi- non questi, unitamente alla Naumachia,


glianza degli altri templi lo ricopriva una sulle rovine del Circo, e co'raateriali del-
cupola non tanto depressa. Circa i tempi le 100 colon-
dette fabbriche, eresse con
di Costantino I Dio
fu dedicato al vero ne di marmo
nuovo tempio che fu il ,

e poscia consagralo a s. Maria della Feb- consagrato da Papa s. Silvestro I in ono-


bre. Si può vedere Tempio della Feb- re di s. Pietro, il quale fino a quel tem-
bre. Presso il palazzo di Nerone (il Seve- po era stato venerato nell'oratorio, o ci-
rano diceche secondo alcuni era poco lon- miterio, o piccola memoria, erettagli sul
tano dal Circo, il quale si estendeva dal suo sepolcro da Papa s. Anacleto verso
palazzo de'Cesi, e 01 a monastero de'sud- l'annoi 06 e che avea cominciala da sem-
delti armeni anloniani, de'quali riparlai plice prete, cioè alle falde del monte \ a-
nel voi. LXXXI, p. 383, 38 7 3q , i , 3 99 ,
licano, sul Iato settentrionale del Circo
sino a s. Spirito; onde tutto il colle nel- di Nerone, ed accanto al tempio d'Apol-
le scritture antiche è chiamato in Pata- lo, nel suolo già inalbato da' primi cri-
vina o in Palatolo, forse perche uiino- stiani col glorioso loro sangue; sepolcro
V AT V A T 225
venerando die fu compreso nel centro pi dissolutezze, che spesso confondeva nel
della basilica Costantiniana. Caligola edi- medesimo odio e disprezzo senato e po-
ficò il Circo dello Nerone, e siccome si
di polo, e ch'erasi addomesticato col delit-
nomò anche Caio fu chiamalo il Circo to, scelse questa terra Vaticana per ser-
di Caio e di Nerone. Era di forma dìtti- vire di obbrobrioso spettacolo; e mentre
co come tulti gli altri circhi e di assai va- frammischiavasi fra minuto popolo, ed
il

sta mole, e la fronte del maestoso edifi- in abito di cocchiere degradando se stes-
zio descriveva una linea semicurva, nel so percorreva il Circo, deliziavasi in ve-
cui centro aprivasi la porta d'ingresso; la dere il crudele eccidio delle primizie del-
quale conteneva a'iati 6 portici pegli au- la Chiesa e de'discepoli degli apostoli Pie-
nghi: agli angoli sorgevano duequadran- tro e Paolo ancora viventi, e per ben 6
golari corpi di fabbriche, delti oppidi per giorni e altrettante notti appagò la sua
a
avere torri e merli. L'opposta parte del sete crudele nella r. pagana persecuzio-
principale ingresso descriveva un semicir- ne ,
promulgata con editti proibitivi di
colo, con anfiteatrali gradinate pegli spet- professare il cristianesimo sotto pene cru-
tatori che assistevano a'ginochi e al le cor- deli e la morte; ed anche per essere stati

se. Quasi all'estremità del Circo esisteva- accusati i cristiani d'aver cagionato l' in-

no due balconi o gallerie coperte e loggia- cendio di Roma, fitta bruciare dallo stes-
ti addobbati. Nel mezzo dell'area quadri- so empio Nerone, il quale al dire del Ri-
lunga, ma 5o palmi più verso il lato si- naldi, del Circo fece un macello di mar-
nistro, eravi un massiccio di fabbrica det- tiri. Scrive Tacito: I cristiani erano ucci-
ta Spina, larga più di 12 piedi e alta 6, si, ed alla morte aggiungevasi la derisio-
e sopra di essa innalza vasi il magnifico o- ne e lo scherno; alcuni ricoperti con pelli

belisco egizio, che ora serve d'ornamento ferine erano a brani divorati da'cani; al-
all'incantevole piazza Vaticana. Era altre- tri confitti in croce; altri dannati alle
sì la Spina adorna di due are o tempietti fiamme ed alcuni di questi inviluppati
,

dedicati a Conso, Dio del consiglio. Abbel- in bituminoso indumento ardendo servi-
lì vasi di orchestre pe'suonatori, per ani- vano di lume in tempo di nolte. I giar-
mare i cavalli alla corsa, e di torri coni- dini dell' imperatore furono il teatro di
che dette Mete, perchè limitavano lo spa- quest'orribile scena, la cui area è ora oc-
zioda corrersi da' carri e da' cavalli. La cupata dalla basilica Vaticana, cioè al de-
maestosa mole del Circo, quantunque in stro lato del Circo Neroniano. La Chie-
tal genere meno magnifica dell'altre, per- sa celebra la memoria de'ss. Martiri di
chè chiusa in orti privati, era all'esterno Rotna^y.) a'24 giugno, ed il Piazza glo-
circondata da un intercolunnio e da por- rifica queste primizie della Chiesa roma-
tici a due ordini, che investivano e fian- na nel!' Effemeride Vaticana per i pregi
cheggiavano come negli anfiteatri le vol- d'ogni giorno dell' augustissima basili*
te, che interiormente sostenevano le gra- s. Pietro in faticano, dedicata a
e a di
dinale; ed erano in essa compresi l'offi- Giacomo II re della Gran Brettagna.
cine, i lupanari e altri pubblici edifizi. Il Contigua al Circo si pretende esistesse la
Circo Neroniano occupava quel tratto di Naumachia di Nerone, pe'finli combatti-
sito, che dalla chiesa di s. Marta de Tri- menti navali; tuttavia della Naumachia
nitari scalzi percorrevasi per giungere ol- Vaticana parlasi da s. Damaso I del 367
tre la Scala dell'antica basilica, e conti- nella vita di s. Pietro che va sollo il suo
gui a destra ed a'3 ordini laterali de'muri nome, per località assegnandosi da alni
erano gli orti o giardini di Nerone. Que- per tale stagno o lago, presso le memora-
st'imperatore sedendo sul trono del mon- te chiese di s. Andrea e di s. Petronilla,
do, oltraggiando la natura colle più tur- il sito detto Nawnachiam ove s. Leoue
aa6 V A T V A T
IN eresse un ospedale; ovvero oltre il co- mise, per esservi le tombe di diversi ro-
sì ili Ito sepolcro di Romolo e precisamen- mani come luogo suburbano, si chiama-
te nella piccola valle sotto Bel vedere, ov'è rono iiiì Tacito, infamia Vaticani loca.
la chiesa di s. Pellegrino eretta dallo stes- Dipoi Eliogabalo ripulì il luogo, ne tolse
so Papa, del ciroiterio della guardia sviz- i suoi magni-
sepolcri e fece demolire i

zera. Quelli di contrario parere sosten- ficimonumenti, per meglio agitare le


gono che erroneamente il Circo fu anche pompose quadrighe di elefanti. In esse
dello Naumachia, o per l'euripio o fosso esponevasi quel mostro coronato, vestilo
pieno d'acqua largo io piedi escavato in- de' suoi abiti pontificali (del pontificalo
nanzi al podio, per impedire che le bel- massimo degl'imperatori e della \ovoSto-
ve fameliche assalissero gli spettatori nel la y riparlai nel cit. voi., p. 280), coperto
maggior loro concilamento; ovvero pe' di preziose collane, di ricche armille, e col
giuochi di naturali navali, che in esso al- capo fregiato d'una specie di tiara, in cui
cune volle si celebravano. De'Circhi e del- brillavano le più preziose gemme; elfern-
le Naumachie riparlai nel voi. LXXllf, minato lusso di vituperevole avvilimento,
j». 24» Fontana dice che gli scrit-
e seg. Il che deploravano saggi patrizi. Dichiara
i

tori della supposta Naumachia Vaticana Fontana, che soltanto Plinio il Giovane
si fondarono nell'opinione d* A nastasioBi- parlò della Fossa Traiana nel Vaticano
bliotecario che nelle File de' Pontefici per deviare le crescenze dell' acque del
scrisse, che s. Pietro fu martirizzato al- Tevere, la cui gran copia allagava la cit-
l'obelisco diNerone accanto alla Nauma- tà notabilmente e in parte la sommerge-
chia, della quale non fu trovato vestigio va per essere il suolo tanto più basso del
negli sca\i Vaticani. Aggiunge coll'Eriz- presente. Egli crede che fos>e scavala lun-
zo e 1* Angeloni, che Nerone si servì del ghesso lo spazio che corre da ponte Molle
suo Circo per Naumachia e per le feste ver-o il Vaticano fino al ponte Trionfale,
navali. Non doversi neppur credere che cioè una fossa o regolatore per l'ecceden-
fosse ne'piaui fra levante e tramontana, ti acque del Tevere, come parte più del-
dov'è ogj*i la Chiesa dì ' s. Maria in Tra- l'altre bassa, scaricandosi perciò l'acque

spontina (sulla quale e contenendo no- dei fiume in buona porzione ne'campi Va-
zioni topografiche, scrisse Andrea Ma- ticani fra il Gianicolo e il Tevere. 11 Fon-

stelloni, Notizie istoriche della chiesa tana riporta le ragioni per le quali trova
di s. Maria in Traspontina, Napoli l'improbabilità che Traiano nel luogo in

1717), verso il fiume, poiché erano oc- discorso potesse divertire l'acque fluviali,
cupati dalla via Trionfale, con diverse al* dicendo che in due soli luoghi si poteva
tre fabbriche sepolcrali. Il sullodato Pi- formare tale alveo o nuovo letto, o sot-
stoiesi, per conciliare le opposte opinioni, to il Gianicolo verso la città, o dall'altra
gli sembra credere probabile, che ne'cam- parte, verso le campagne, chiamale Val-
pi Vaticani realmente non esistesse laNau- li dell'Inferno; ma in queste essere il ter-
machia Neroniana, e che la contraria sen- reno elevatissimo, labile e arenoso, per-
tenza abbia avuto origine dalla prodigio- ciò facile a rilasciarsi. Quindi con alcuni
sa quantità d'acque provenienti dal col- crede, che le bassezze esistenti in detta
le, le quali producendo nel piano qualche Valle, furono fatte artificiosamente da
stagno o limaccio, fecero sì che forse il ,
detto imperatore e tralasciate imperfette
maggiore di questi prendesse il nome di per sua morte, e poi nelP attuale forma
Naumachia. Per queste acque stagnanti, ridotte dalla natura; che fu piuttosto un
produceudo infezione nell'aria, anche pe' esperimento di semplice fossa infruttuoso
cadaveri accumulati nelle stragi di Nero- pe'continui interramenti, deposti in essa
ne, per le sozze dissolutezze che vi coni- dalle proprie acque, che presto ne fece
V AT V A T 227
perdere la forma. Pensa il eli. Pistoiesi, le ed Orazio, oltre altri, dimostrano che
che-Traiano nell'aprile ilsuddetto fossato si nomò Valicano quella parte ancora del
non intendesse raccogliere la piena orri- Gianicolo, che distendendosi per lungo
bile del Tevere , come avvenne sotto di verso l'Aventino, avea rimpetto il teatro
Ini, ma quell'acque soltanto sovrabbon- di Pompeo, ch'era dall'altra parte del fiu-
danti, che con tardo molo inondavano il me. Talché la parte del Gianicolo che og-
basso seno di quella terra, ch'era assai gidiciamo con tal vocabolo, s'appellò an-
prossima alla città; dal che può dedursi cora Vaticano. Laonde conclude Rinaldi,
essere stato il fossato una semplice espe- non errarono gli scrittori che affermaro-
rienza ,
giacché per le stagnanti acque e no s. Pietro aver patito il martirio nel
continui interramenti resosi intrattabile, Vaticano, com'è pur vero che fu croce-
neppure si credette da' dotti tenerne ul- fisso nella parte del Gianicolo, ove vi é la
teriore proposito. La valle situata tra il memoria di tal fatto, la qual parte ezian-
JSlotilc Mario (sul quale passava la via dio si chiamava Vaticano; e l'istesso luo-
Trionfale) e il Valicano, è chiamata vol- go poi, meglio che pel colore dell'arene,
garmente la valle dell'Inferno, Vallis In- pel trionfo dis. Pietro, meritò d'esser de-

fernaj mi pare d' avere reso ragione al- nominato Mons Aureus e volgarmente
trove del vocabolo. L'annalista Rinaldi Montorio, e fu già uno de'macelli de'cri-
racconta, che all' epoca del martirio de* stiani. Siccome ancora nella parte del Va-
ss. Pietro e Paolo, i mendichi e le perso- ticano ov'erano il Circo e gli Orti di Ne-
ne vili, quelle che ricevevano l'elemosi- rone, furono d'ordine suo fatti crudelis-
na, abitavano fuori della porta Trigemi- simamente morire moltissimi martiri e ,

na o Ostiense, l'abitazione de'quali fu poi poi sepolto il corpo di s. Pietro presso la


trasportata nel Vaticano, al dire d'Am- via Trionfale, dicendo il libro Pontifica-
iriiano.Quiudi può essere, che cristiani i le essere distinto il luogo della sua morte
tanto molestati da Nerone fossero costret- da quello della sepoltura, dimostrando co-
ti a vivere fuori di Roma, tra le persone sì essere stato sepolto vicino al luogo del-

"vili; e come gli ebrei abitavano il Traste- la crocefissione, il quale luogo situato nel-

vere, perciò in esso fu portato a morire s. la sommità del Gianicolo, potè reputarsi
Pietro di loro nazione. Avverte però Ri- assai dappresso, conciliandosi così le varie
ualdi, che molti, sebbene eruditi, erraro- sentenze. Egli è per questo, che oltre l'ac-
no, credendo doversi dire colle Vaticano cennato di sopra e il riferito altrove, vol-
quello solamente ov'èora la basilica Va- li produrre ancora le testimouianze ana-

ticana, e che il Gianicolo si contenga fra loghe del Rinaldi, ch'è quanto dire quel-
quel poco spazio che comincia oltre la via le del cardinal Baronio, padre della sto-
Trionfale e terminarsi in quella pianura ria ecclesiastica. Patì dunque s. Pietro il
ch'è incontro all'Aventino. Imperocché suppliziodella croce in quella sommità del
quanto fosse maggiore il Gianicolo pres- monte Gianicolo o Valicano, che soprasta-
so gli antichi lo dichiara Dionigi d' Ali- va alla Naumachia situata a basso pres-
carnassocou queste parole: Fenicnles per< so il Tevere , e fu sepolto nell'estrema
currerunl populando usque ad Tiberini) parte del Valicano, viciuo alla quale e-
et montein Janiculum, ad vige.simumab rano gli orti di Nerone, e il circo con l'o-
Urbe stadium et lUterius. Colle quali di- Marcello prete dopo averne im-
belisco.
mostra, che fu chiamato Gianicolo lutto balsamato con varie sorta d'unguenti il
il monte che si estende sino al ponte Mil- sagro corpo, col proprio fratello Apuleio
vio o Molle; sicché tulli i colli vicini del- lo seppellì con grandissimo onore alla
l'Aventino, fino al ponte Milvio, si chia- reale, esecoudoil costume degli ebrei; ac-
marono duali antichi Gianicolo. Marzia- ciò siccome fu simile a Cristo uella tuoi-
2*8 VAT V AT
te io fosse (incora nella sepoltura , come attaccato al monte, non potè tale luogo
rileva Panciroli. Questi aggiungerne cro- essere a proposito per corrervi le quadri-
cefisso s. Pietro sul Gianicolo, il corpo fu ghe di que' smisurati animali. Che poi i

portato al cimiterio piti vicino del Vati- cristiani, anche nel tempo della persecu-
cano, ove i cristiani aveano deposti i ss. zione, venissero in Roma, eziandio dalle
Martiri fatti perire con vari tormenti da più rimote parti dell'oriente e dell'occi-
Nerone. Vuole Panciroli che nel cimite- dente, a visitare i sepolcri de'ss. Pietro e
rio s. Pietro vi battezzasse i gentili con- Paolo, lo dimostrano le storie di moltissi-

vertili, e che sopra al suo corpo s. Cleto mi martiri; e vennero dalla Persia i
così
Papa nell'anno 80 e suo i.° successore vi coniugi ss. Maris o Mario e Marta, co'
fabbricò un piccolo oratorio o cappel- loro Audiface e Abaco nel 270,
figli ss.

la per celebrarvi Messa e onorar- la s. anno morto Claudio li eragli suc-


in cui
lo. Ciò attribuendosi da altri a s. Anacle- ceduto nell'impero Aureliano, che riacce-
to, ma conviene ricordarsi delle opinioni sa la persecuzione, furono tutti martiriz-
die confondono s. Cleto con s. Anacleto zali. Oltre a ciò, che il sepolcro di s. Pie-
e didue Papi ne fanno uno, alterando la tro fossemolto celebre pe'miracoli da Dio
Cronologia de Romani Pontefici, ove ri- operati pochi anni dopo il suo glorioso
,

portai le diverse sentenze. Che s. Pietro martirio, si apprende dalle parole della
fosse sepolto nel
Valicano, lo dimostra nutrice di s.Ermete prefetto diRoma mar-
anchePrudcnziOjdieendo inoltre che quel- tire neli32: Tu si ad Limina Petridu-
la parie del Vaticano era fertile d'ulive, e xisses eum,et Chrislo crcdidisses,hodie
inartìatada una fontana. Si ha dagli scritto- fdium tuum haberes incollimeli. La tom-
ri di Roma sotterranea, fra' qualijl Boi- ba veneranda di s. Pietro tosto divenne
J
detti, che gli antichi cristiani presso i ci- il Sepolcro de Romani Pontefici^ F.) suoi

miteri coli' acque sorgenti formarono i successori, cominciando dagl'immediati s.


fonti battesimali, come in quelli del Va- Lino e s. Cleto, tumulali presso di lui. In
ticano^ Poliziano, di Oslrianio, ec. Sì quell'articolo celebrai Limina Aposto- i

costruirono ancora con acque adunate lorum, vere torri e propugnacoli inespu*
dagli stillicidi, come si vedono ne'cim iteri gnabili della perpetuità di Roma, la qua-
di s. Priscilla e di s. Calisto; ovvero con le quando altro pregio non avesse sareb-

pozzi profondi, come ne'cimileri di Pre- be egualmente unica, celeberrima, mera-


testatogli s. Elena e altri. I luoghi ove fu- vigliosa.
rono collocati i sagri corpi de'gloriosi prin- 11 Vaticano di Roma papale contiene
cipi degli 'Apostoli, non rimasero oscuri, la chiesa di s. Pietro in Vaticano, basi-
ma eziandio fra le furiose persecuzioni, lica patriarcale (V.), il Palazzo apo-
r
mirabilmente si conservarono chiarissimi stolico Faticano (f .) reggia de' Papi, e
senza ricevere nocumento o oltraggio di le loro magnifiche e splendide pertinen-
veruna sorte, tenuti da'eristiani a guisa di ze. Nelle proporzioni di questa mia ope-
nobilissimi trofei di vittoria. Del che ne ra, credo di aver esaurito l'argomento
fa pienissima fede Gaio teologo vissuto a non solamente in quegli articoli, ma ne-
tempo di s. Zeferino Papa del'2o3. Scri- gli innumerevoli in cui tornai a ragio-
ve Lampridio, che Eliogabalo guidò nel narne. Qui appena ricorderò in corsi-
Vaticano4 quadrighe d'elefanti, comegià vo alcuno di essi, che la mia mente po-

notai, e perciò abbattè alcuni sepolcri che trà rammentare, e ciò servirà ad aver-
tlavano impedimento. Ma non per questo ne un'idea; a Dio piacendo, meglio poi
fu disfatto il sepolcro di s. Pietro, come supplirà Vindice ormai vicino. Dirò pri-
pretese alcuno senza autorità o ragione, ma dell'augusto tempio, poi del sagro pa-
poiché situato a lato del circo di Nerone, lazzo, gli splendidi fasti de'quali registrò
VAT V AT 229
la storia con aurei caratteri e che fui fe- 4 ordini di grandi colonne di travertino
lice ri produrre. Descrivendo le princi- di Tivoli, insigne e maestosa opera del-
pali vicende di Roma e quelle dei po- l'ingegno di Bernini, conducono alle gal-
poli barbari che la invasero e saccheg- lerie coperte della basilica, e al Portico o
giarono, non mancai di deplorare i dan- atrio nobilissimo della medesima.Del fon-
ni recati all'augusto tempio, non meno te antico eh' esisteva nel vetusto e ornalo
le profanazioni quanto riguarda la re-
: quadriportico, dissi altre parole ne' voi.
cente °. deplorabile epoca deli 849 P uo XXV, p. 1 57,L,p. 288. Che nel portico si
vedersi a p. 291 il Giornale di Roma stimarono onorati d'essere sepolti gl'im-
del i85o, nell'articolo intitolato : Di al- peratori e i re, lo rimarcai pure nel voi.
cuni lavori eseguiti nella patriarcale LXXI, p. 260. Imperocché rilevai in
basilica Vaticana, del beneficiato della più articoli, ne* primi secoli del cristia-
r
medesima, mg. Felice Gianuelli, docu- nesimo non essendo permesso tumularsi
mento importante per la storia di quel nelle chiese, per distinzione si seppelli-
vergognoso periodo di anarchia. L'auto- vano alcuni ne' portici e ne'sottoporlici
re del Ragionamento sull'aria del Va- delle medesime; e nel secolo XII si co-
ticano, stampato a Roma nel 780, notò a 1
minciò a formarsi Sepolcri bèlle chie-
i

p. in. » Si pretende da molli che il Vati- se,egualmente pe'grandi personaggi, ma


cano, compreso la sua villa ed il portico, per abuso divennero tomba anche di al-
occupi Io stesso spazio, che costituisce la tri, massime nelle chiese de' frati mendi-
città di Torino (V.). La chiesa di s. Pie- canti, pe' privilegi loro concessi. La fac-
tro in Vaticano è la 2/ delle 5 Basili- ciata esterna della basilica formata co'
che patriarcali di Pioma, delle Sette Chie- suddetti travertini giganteggia imponen-
se di Roma, e delle Stazioni di Roma, te, ed è decorata dalla vasta loggia da cui
santuario quanto venerando per la co- il Papa comparte solennemeute la Bene-

pia grande delle ss. reliquie che contie- dizione^ un tempo pubblicava la Scomu-
ne, altrettanto ricco de'tesori inestima- nica jin essa gli viene imposto il Triregno.
bili delle ss. Indulgenze ad esso larga- Quanto alle solenni benedizioni compar-
mente concesse da' Papi. La sua esten- tite da' Sommi Pontefici nell' anzidetta
sione è maggiore del Tempio di Salo- loggia, pel suo sublime e imponentissi-
mone, della chiesa di s. Sofìa di Costan- mo complesso, non è dato potersi descri-
tinopoli, della grandiosa chiesa di s. Pao- vere. Conviene formarsi un' idea della
lo di Londra, e del tanto rinomato duo- piazza Vaticana, vastissima e sontuosa
mo di Milano. La grandezza religiosa per magnificenze di grandiosi edilìzi.
d' animo de'Papi fecero a gara per am- In essa accorre la sterminata moltitudi-
pliare ed abbellire questa meravigliosa ne, la gente d'ogni nazione e in ogni co-
basilica. Vi contribuirono la pietà de' fe- slume. Vedesi ondeggiare il dovizioso
deli, e il genio delle belle arti. Così fu confuso col pellegrino, ladama colle con-
innalzato al Dio vivente il più grande e tadine de' dintorni di Roma, ed anche
augusto tempio in cui si adora. Metta regnicole, co' loro costumi pittoreschi.
Piazza di s. Pietro meravigliosa per la Nel loggiato laterale presso l'orologio
sua ampiezza, trionfa nel mezzo il super- palatino, prendono degno luogo i sovra-
bo e intatto Obelisco Vaticano, sovra- ni e principi presenti in Roma, il corpo
stato dallo stendardo del cristianesimo, diplomatico, gli altri ragguardevoli stra-
la Croce, la cui ombra serve alla meri- nieri e italiani io grandissimo numero,
J
diana tracciata sul suolo, avente a lati tutti in grandi uniformi. Avanti alla sca-
le i\ue magnifiche Fontane di s. Pietro linata della basilica la Truppa pontifìcia
in Vaticano. Due Portici semicircolari a a piedi ed a cavallo si forma in ordina-
2 3o VAT VAT
to quadralo, anche coll'artiglieria. Que- sagrestia Vaticana. La Chiesa dì s. Pie»
sto stupendo spettacolo diviene maggio- trofl i ."tempio del mondo, ha 5 Porte di
re allorché il supremo Gerarca, prece- Chiesa, compresa la Porta Santa. L'in-
duto dalia prelatura e da' cardinali, ve- terno maestosissimo e vastissimo ha 3
stilo pontificalmente, sulla Sedia Gesta- grandi navi eia crocerà grandiosa,con due
torìa si presenta maestosamente alla gran proporzionate tribune; le due navi mino-
loggia. In quel momento cessa il suono ri girano intorno la croce latina, ch'è la

armoniosissimo delle campane della ba- forma della basilica, con magnifici alta-
silica, nonché il rullo de'tamburi e l'ar- ri (quelli dell'antica basilica erano più di
monie de' militari concerti. Istantanea- loo, secondo l'Iconografia del tempio di
mente succede un riverente e universale Cencio Camerario), formando un mu-
silenzio, e tale che ciascuno può udire seo i bellissimi monumenti de' Sepolcri
chiaramente le belle preci cantate dal ca- de' Romani Pontefici, di marmi e di
po venerando della Chiesa. Quando poi bronzo, dell'ultimo de'quali, cioè di Gre-
egli alzate dignitosamente le mani e gli gorio XVI, ne compii la descrizione nel
occhi verso il cielo, con quella fede di cui vol.LXXXI, 4°i. Ora però si è pub-
p.
è Maestro, invoca su tutti la benedizio- blicata del eh. cav. Luigi Moreschi la bel-
ne dell' onnipotente Dio, ognuno osse- lissima: Relazione sul monumento se-
quiosamente col capo nudo si prostra, polcrale eretto alla santa memoria di
assorto e compunto di religiose considera- Gregorio XVI Sommo Pontefice nella
zioni. Ad atto così autorevolee imponen- Basilica Vaticana, Roma 1857. Vi sono
te, non più si distingue il vero credente pure quelli di 3 illustri sovrane : di Matti»
dall'acattolico, e quest'ultimo ancora non de gran contessa e marchesana di 7b«vz-
può a meno di sentirsi colpito da profon- rt/7,benemerentissima della s. Sede; della
da impressione. Il Pontefice benedetto celebre Cristina regina di Svezia, e di M.*
con autorità apostolica Urbi et Orbi, l'ar- Clementina regina d' Inghilterra 3 oltre
tiglierie di Castel Angelo tuonano ri-
s. quello di suo marito Giacomo ITI, e
petutamente con colpi di cannone, qua- de* suoi figli Carlo III e cardinal York.
si volessero annunciare anche a'iontani Nella tribuna maggiore, in fondo della
l'atto solenne che si compie nella basi- nave principale, sorge la sorprendente e
lica Vaticana; ed divoti romani nelle
i grandiosa macchina di bronzo, che in al-

case genuflessi si seguano di croce, e col- to racchiude l'identifica Sedia o Catte-


lo spirito e il fervore della pietà ricevo- dra di s. Pietro. Nella nave grande, de-
no la preziosa benedizione. Le bande mu- corata lateralmente nelle nicchie delle
sicali riprendono le loro melodie, e le statue dei Santi e delle Sante fondatori
campane Vaticane tornano festevolmen- e fondatrici degli ordini religiosi ( negli
te tutte a suonare, aumentando la gene- articoli de'quali ne riparlai, facenti bella
rale gioia. Nella sommità della facciata corona al venerato sepolcro del principe
di che ragiono, sono due Orologi, e sotto degli Apostoli, quasi tanti duci di distin-
quello a sinistra le armoniose Campane. te e benemerite milizie, intorno alla re-
Le Scale furono già oggetto di divozio- sidenza del Capo supremo dell'ecclesia-
ne pe'l'edeli a pie di esse lateralmente
: stico esercito), prima di giungere alla
si elevano le colossali statue de' ss. Pie- Confessione a destra è in somma vene-
tro e Paolo, che Gregorio XVI fece scoi- razione la statua in bronzo di s. Pietro,
pire per la basilica Ostiense, come dis- antichissimo simulacro di cui parlai iti

si nel voi. LXX1II, 362, mentre nel


p. più luoghi, come ne' voi. L1V, p. 220,
\ol. LUI, p. 68, notai che 1' antiche fu- LV1II, p. 2 5o. Nel centro della crocerà
rono collocale ueU'ingresso interno della è la parie più santa e magnifica del tcin-
V A t VAT a3 f

pio. Qui sopra 4 immensi piloni (l'area pio contento d' essere con lui ammesso
di uno di essi coi risponde a quella della nel sagrosanto luogo; venerandole da vi-

chiesa e convento di s. Carlo di Roma cino, e fervorosamente baciandole. Fu


de' Trinitari riformati scalzi del riscat- uno de' più solenni giorni di mia vita;
to. Nel voi. L, p. 191, dicendo che i pa- gli altri essendo principalmente stati quel-
lafrenieri aveauola cappella di s. Anna e li in cui baciai le leste de'ss Pielro,Paoloe
il sodalizio in quesla basilica, ivi essendosi Andrea Apostoli. Nella loggia del pilone
stabilita la pia adunanza nel 1 378, ricordai incontro al nominato si espone la Coltre
1' opinione che negli ottagoni si voleva* colla quale erano coperti i ss. Marliri,qnan-
no formare oratorii per tale e altri so- do si portavano a seppellire nel suddetto
dalizi. Ricorderò di più che uno degli ot- cimitero, su cui fu eretta la basilica ; e sic-
tagoni che co'loro semicircoli rinfianca- come i cristiani primitivi si portavano
no i detti piloni, corrisponde alla vasti* d'ordine di Nerone nel Circo pel marti-
tà della bella e grandiosa chiesa della rio su carri per la via Trionfale, questa
Riccia) si eleva l'ardita e meravigliosa fu anche detta sagra e carraria sancta.
cupola, miracolo dell'arte (della cui sin- Tutto rammentai pure nel voi. XLI1I,
golare illuminazione, e di quella della fac- p.188. Sotto la cupola è il meraviglioso
ciata e del porticato, sempre sorprenden- Baldacchino di bronzo,che cuopre l'Al-
te spettacolo, tornai a parlare nel voi. tare papale, sotto il quale è la Confes-
XXV111, p. 74), maestosa mole che supe- sione coll'inestimabile e santissimo teso-
ra le altre cupole del meravigliosissimo 10 della tomba, ove riposa la maggior
Tempio del Pantheon, ossia questo lan- parte dei corpi de'ss. Pietro e Paolo pro-
ciato in aria dal genio di Buonarroti, tettori dell'alma Roma, secondo alcuni
di s. Sofia di Costantinopoli e del duo- gravi scrittori. Però ormai tutti i critici

mo di Firenze, in altezza e grandez- ritengono, che l'intero corpo di s. Pietro


za.La medesima cupola meravigliosa- si veneri nella sua basilica, così quello di
mente illuminata da lanternoni e faci, s. Paolo nella propria, tranne le ss. Teste
prende l'imponente forma di quasi gigan- venerate nella protobasilica di Laterauo;
tesco triregno d'oro, che torreggia e ri- e che devesi ritenere del tutto apocrifo,
lucente brilla di vive gemme, quan- sia il narralodis. Silvestro I, che divides-
ti sono
lumi aulenti, per così coronare
i se i loro Corpi e li collocasse nelle ba-
ss.

stupendamente V avventurosa tomba , siliche Vaticana e Ostiense, cioè metà


ch'è la più nobile, la più celebre, la più nell'una e metà nell'altra di ambedue, e
santa del mondo, dopo il s. Sepolcro^.) come col Novaes, eccellente autore della
del Redentore del medesimo. Da una log- Storia de' Pontefici, e altri insigni scrit-
gia di delti piloni si fa ('ostensione delle pure in più luoghi, come ne'
tori, dissi io

reliquie maggiori, cioè del vero legno del- voi. LXIV, p. 97, LXXV, p. 34, in mo-
la ss. Croce, del Folto Santo, della ss. do però dubitativo. Di più ora si conosce,

Lancia, santuario a cui è vietalo a tutti per scoperta del eh. archeologo cav. Gio.
di recarci, tranne i canonici della basi- Battista De Rossi, che una sola Trasla-
lica, onde alcuni pii sovrani per goderne zione nelle catacombe devesi riconoscere
da vicino la religiosa consolazione furo- di detti ss. Corpi, e non due come ancor
no dichiarati canonici onorari, e v'ince- io narrai altrove, seguendo ragguardevo-
derono coli' insegne canonicali ( quanto li autori. Fra l'altre innumerabili e in-

perciò fece Cosimo III granduca di To- signi ss. Reliquie che si venerano in que-
scana, può vedersi nel voi. LXXY1II, p. sla basilica, non posso qui non ricordare
175. Per singolare benignità del Papa particolarmente la venerabile testa di
Gregorio XV 1, due volle ebbi il sommo s. Audiea apostolo Protocleto (del qual
23a VAT VAT
vocabolo parola nel voi. LI X,p. 279),
feci Finestrella sulla tomba di s. Pietro de'
fratello di s.Pietro(nel descrivere lo prin- Veli delti Brandei, che Papi inviava- i

cipale Ira le chiese che in Roma sono sot- no in dono a gran personaggi quali reli-
to l'invocazione di s. Andrea, nel voi. quie del s. Apostolo. Il Papa s. Leone III
LXXUI, p. 1 37 e seg., potei dire, che la pose nella basilica due tavole d'argento
sua cupola doppia è la più vasta della col Simbolo scolpito in latino e in greco,
città, dopo la Vaticana), donata dal prin- acciò Pellegrini facessero la loro Pro-
i

cipe Tommaso Paleologo, fratello del de- fessione di[fede sulla tomba dei ss. Aposto-
funto ultimo imperatore de greci, al Pa- li. Sulla medesima Sovrani deposero le
i

pa Pio II che con vive istanze gliel'avea loro insegne e i diplomi di donazioni fatte
richiesta.Giunta la s.Testa nelle vicinan- da Sede e alla basilica, come le
essi alla s.

ze di Roma, Pio II l'iucontrò con solen- offerte del denaro di s. Pietro e de' loro
nissima, magnifica e commoventissima Stati e Regni tributari alla s. Sede, per
Processione. Si prostrò innanzi ad essa e ollenere il patrocinio di s. Pietro, il cui
lagrimante, e nell'esultanza del suo ani- nome trionfa in tutte le donazioni, e iu
mo, con voce tremula per la riverenza, una delle pareti della basilica si leggeva
pronunziò un eloquenlissimo discorso. In il novero di tali stati in 3 tavole di bron-
esso chiamò romani, nipoti di s. Andrea,
i zo scolpiti, anche sulle Porte della chiesa.
per parie del germano che aveali rigene- Delle splendide magnificenze di cui ri-
rati a Cristo ; e dicendo altresì eh' egli- fulge la Chiesa di s. Pietro in Vaticano,
no lo veneravano qual altro padre e pa- di sue segnalate prerogative, in quell'ar-
trono. Esclamò con fervore : Essersi su ticolo ne ragionai, però citando quegli
quella testa posato lo Spirito Santo nella articoli che la riguardano; insieme a'suoi
Pentecoste ; i suoi occhi aver veduto fasti, che lungo sa-
molteplici e gloriosi
spesso il Signore (anzi pel i.° tra gli A- rebbe semplicemente ricordare, come al
postoli) in carne umana (anche la B. Ver- suo cardinale Arciprete (pure nel voi.
gine); la sua bocca aver parlato a Cristo; LXXV,p. 322e25i)edi lui prelato / i-

ed il volto certamente essere slato da Ge- cariOj-nì nobilissimo capitolo, delcui/7/-


sù più volle bacialo. Terminato il sermo- tarista e Mansionari riparlai in que-
ne, Pio 1 1 baciò la s. Testa (beato me che st'ultimo articolo, che fra' riti particola-
vanto egual sorte, e lo dichiarai per di- ri Bre-
ritiene nell' Ufficiatura l'antico
vozione nel ricordato articolo, come in viario.Abbiamo, Breviarium Romanum
r
quello delle ss. Teste de' ss. Pietro e ad usimi Cleri Basilicae I aticanac s

Paolo ìilevai la ventura d'aver anch' es- Ut bini 74°' Horae Diurnae cum Pial-
1

se baciate). Nel recarla dentro il tempio lerò Romano ad usum Cleri Basilicae
Valicano, giunto Pio li innanzi alla sta- Va ticanae fiornae 1 7 56. Propri um San-
tua di s. Pietro, pianse al pensiero, che in ctorum ad usum Cleri Basilicae l'ati-

quel momento raccoglievansi sullo stesso canne, Romaei773. Capilula, Consti-


luogo le sagre ossa di due fratelli Apostoli tutionwn ss. Basilicae Principiò' Apo-
(uno Principe di essi, l'altro i.° chiamato stolorum, Romae 1820. Questo illustre

all'apostolato); poscia pose la s.Testa sul- capitolo nel giovedì santo eseguisce la
la tomba di s. Pietro. Innanzi alla Confes- Lavanda dell'altare, e tra'suoi privile-
sioneè una cassetta co'sagri Paliti (di cui gi gode quello della Coronazione delle
anche nel voi. LXXXl,p. 38),insigui or- ss. Immagini più celebri e miracolose
namenti pontificali d'onore e d'autorità con eoi una d' oro, di che olire tali ar-
che il Papa manda a'patriarchi e agli ar- ticoli leoni proposilo quasi di tutte le

civescovi , e ad alcuni vescovi per privi- sante Immagini da esso coronate, nei
legio. Aulicamente si calavano da una luoghi ove si venerano, e colla storia
V AT V AT 233
delle medesime. Qui però debbo nota- ne dell' Immacolata Concezione, di che
re, che siccome in più luoghi parlai del- fu eretta memoria marmorea nella basi-
l' opera Raccolta dell' Immagini del-
: lica, cioè 4 lapidi commemorative, col-
la Beata Vergine ornate della corona locate sotto le statue de' ss. Fondatori
d'oro dal Rm.° Capìtolo di s. Pietro ,
Francesco d'Asisi, Domenico, Renedetto
con una breve ed esatta notizia di cia- ed Elia de' loro ordini religiosi. L'iscri-

scuna immagine, data in luce da Pie- zione sotto al i.° contiene la memoria
tro Bombelli incisore, Roma i 792; l'au- della definizione dogmatica, quella sotto
tore di delta notizia fu il p. Flaminio il2. nomi de' cardinali che vi si tro-
i

Annibali da Latera minore osservante, varono presenti, quella sotlo il 3.° inorai
cioè delle ss. Immagini di Roma. Per degli arcivescovi e vescovi intervenuti al-
quelle coronate dal Rm.° Capitolo fuori la solennità, e quella sotto il 4-° • nomi
di Roma, V. Briccolani, nella Descrizio- degli altri vescovi che egualmente assi-
ne della sacrosanta Basìlica Vaticana, sterono alla promulgazione. Della quale
Roma 18 16, ne pubblicò il novero. Di solenne promulgazione parlai nel voi.
tulle, come delle posteriori vi sono le LXXI1I, p. 65 e seg., a p. 67 avendo nar-
notizie e gli alti nel prezioso archivio della ralo pure la solenne coronazione eseguita
basilica. Molto pure vi sarebbe a ricorda- dal Papa dopo il pontificale dell'imma-

re, quanto al collegio dei Penitenzieri Pra- gine della ss. Concezione esistente nella
ticoni, de'quali dissi altre paiole nel voi. cappella del coro, ove ora va a collocarsi
LXXX1I, p. 8 e 9; alla rinomata cap- una lapide per memoria della medesima
pella dei Cantori di musica , di cui altro- coronazione. E qui mi piace far menzio-
ve riparlai, i quali hanno un prezioso ar- ne della bellissima medaglia coniata da J.
chivio musicale, adornandosi una stanza Bianchi nel 856, esprimente il Papa che
1

da una serie di ritratti de'celebri maestri nella basilica dal trono pronunzia il me-
di cappella della basilica. Narra Piazza morabile decreto, con una moltitudine di
che propinqui alla basilica erano antica- figure con artificio appresentate,ed in al-
1

mente 4 monasteri numerosissimi di mo- to l'Immacolata Deipara tra Io splendore


naci, i quali ogni giorno e ogni notte col- d'una gloria di angeli. In essa il Papa cele-
la Salmodia a vicenda davano perpetue bra i Pontifica li, cotisagva i F escovi. apve
lodi al Signore con somma edificazione e chiude V Anno Santo del Giubileo, e
de' fedeli di tutto il mondo, i quali du- nel giovedì santo fa la Lavanda de'piedi,
rarono per 600 anni, ed essi mancati s. indi passa a servire al Pranzo di quelli

Leone IX nelio5o uni i monasleii eie cui ha lavato i piedi, nel portico superio-
rendite al capitolo Valicano. Di più adia- re, ov'è la loggia della benedizione. Nuo-
centi alla basilica erano due monasteri di vamente parlai di tale portico nel voi.

monache, delle cui chiese esiste quella LXXXII1, 377, ove dissi de'suoi mo-
p.
di s. Stefano ; e le religiose dell'altro a- numenti, e che probabilmente si aumen-
vevano cura della nettezza dei patullimi teranno co' ritratti dipinti a olio della
sagri della basilica. In questa basilica il cronologia de'Papi, servita per formare
Papa celebra le principali Cappelle pon* quelli in musaico della basilica di s. Pao-
tificie, riceve dal Sacro collegio la u" lo, ed acquistati dalla rev. fabbrica di s.

pubblica adorazione di Ubbidienza, la Pietro. Per non dir altro della Chiesa di
Consacrazione Benedizione, il Pallio, Sk Pietro, nel quale articolo descrissi il
la Coronazione; in essa celebra la Ca- suo prezioso sotterraneo o sagre Grotte,
nonizzazione e la Beatificazione, pro- nelle quali è vietato l'ingresso alle don-
mulga i dogmi, come da ultimo esegui il ne, se non nel 2. giorno di Pasqua, nel
•omino Pontefice Pio IX della defìnizio- quale è proibito agli uomini, e pari;. mio
vox. LXXXVI1I. 16
234 VAT VAT
de'suoi monumenti anco altrove; e tulle collocati segno di vittoria contro i
in
le antiche funzioni che vi celebravano i Turchi e per omaggio a s. Pietro, la ca-
Papi, e ùVIoro Funerali detti Novendia- tena che cingeva il porto di Smirne, il

li coti Orazione funebre, e tumulazione catenaccio e la serratura di Tunisi, di


nella medesima o nelle sue sagre Grotte; che meglio parlai in que'due articoli. Nel-
oltre iFunerali Anniversarii celebrati la basilica più volte furono collocati Sten-
da'cardinali a* Papi che li crearono; uè dardi tolti a' maomettani ; ed Papi do- i

tacqui, per la sua nitidezza, il divieto di narono a'principi lo Stendardo di s. Pie-


prendervi il Tabacco, poi tolto. Inoltre tro. Annessi alla sagrestia sono: l'impor-
la basilica ha la propria Arciconfrater- tantissimo e copioso archivio del capito-
nitadelss. Sagramento, della quale trat- lo e basilica, dovizioso di molti e prezio-
ta anche il Piazza nell' Eusevologio Ro- si codici antichi sagri e profani, e dove
mano, trat. 6, cap. 20: Dell'arciconfra* si conservano gli avanzi della copiosa bi-

terni la del ss. Sagramento a s. Pietro in blioteca capitolare, celebrata da tanti au-
Vaticano, di cui dice protettore il cardi- da me ne'vol. XL1X, p. 6j, LI, p.
tori e 1

nal arciprete prò tempore, e fratelli i ca- 327. Sulla sua portasi legge l'iscrizione
nonici edi famigliari pontifìcii, prima a* di Pio Archivium Vaticanae Ba-
VI :

vendo sontuosa e ricca cappella nella stes- silieae Summorum


Pontifìcum ac viro*
sa basilica. Per cui il Morcelli disse Iali- rum Principimi diplomatibus celeberri-
namente confratelli, Sodales Petrìani
i mum, Bibliothecam veteribus li/ss. in-
in quorum tutela Altare est in Basilicae signem collocavil. Anno 1782. L'am-
T alicanae censii habeantur. E chiama pia canonica con nobili abitazioni, 3 por-
la compagnia degli operai e manuali del- tici e fontane, d' una delle quali l'acrjua
la fabbrica di s. Pietro in Vaticano delti dicesi Pia per averla allacciata Pio VI,
Sampietrini, Ex Collegio fair uni Va- splendido edificatore di questo sontuoso
ticanorum. Contigua alla basilica, me- edifizio, da varie vene che si perdevano
diante la congiunzione di due gallerie, è inutilmente sotto la strada dietro la tri-

l'ampia e magnifica Sagrestia, nel qua- buna, a comodo pubblico. Fuori del por-
le articolo riparlandone, dissi pure delle tone della canonica, a linea retta della
precedenti e resi ragione dell'encomiata strada, si vede l'antica fonderia, dove il

opera di Cancellieri. Tre sono le sagre- Bernini fece fondere P impareggiabile


stie Vaticane, cioè la comune ch'è la più macchina di bronzo dorato, rappresen-
vasta, ed altre due laterali, una pe' ca- tante il baldacchino sull'altare di s. Pie-
nonici e l'altra pe'beneficiati : nobilissi- tro, el'ampio seggio pontificale, soste-
ma è la stanza capitolare, decorata dalla nuto da 4 Dottori della Chiesa, per rac-
statua di s. Pietro, e da pregievolissimi chiudervi la cattedra di s. Pietro. L'odier-
dipinti antichi, de' quali dissi parole al- na fonderia Vaticana stavasi negletta e
trove. Dalla sagrestia de' canonici, una quasi obliata, non essendo occorso dopo il
delle dette gallerie conduce alla cappella getto in essa eseguito dal celebre Righet-
del coro, delia quale tornai a discorrere ti sul cominciar di questo secolo altra fu-
in più luoghi (e ne' cui magnifici Stalli sione, e perciò anche Parte che Pavea re-
siedono il Papa e i cardinali); dalla sa- sa celebre. Dovendosi erigere per cura
grestia de'beneficiati, l'altra galleria con- del ministero de'lavori pubblici, colle o-
duce nella chiesa. Nella medesima sa- blazioni de' fedeli di tutto il mondo cat-
grestia, ogni anno si elegge il Camerlen- tolico, innanzi il Collegio Urbano di
go del Clero Romano. Nella stessa co- Propaganda fide la colonna monumen-
piosamente ricca di preziose e magnifi- tale colla statua in bronzo dorato espri-
che suppellettili e utensili sagri, furono menti l'Immacolata Concezione, model-
V AT VAT *35
lata dallo scultore Obici in atto di rin- sioni d' opere grandi in bronzo. Bencbè
graziamento e di preghiera verso Iddio, nel citato voi.LXXIII, p. 42 e seg. con
per memoria del decretato e summen- Cenni storici raccolsi una diffusa indi-
tovato dogma, della di cui benedizione e cazione di quanto mirabilmente prece-
inaugurazione, a compimento della mia dette, accompagnò e seguì la definizione
descrizione del monumento, parlai nel dogmatica del Papa Pio IX sull'Imma-
voi. LXXXVII,p. 281, ne fu affidata la colato Concepimento di Maria Vergine,
fusione a Luigi De Rossi scultore in me- e facendo per divozione eco a tutto il

talli e fonditore romano. Questi antepo- mondo, che non sa mai saziarsi di cele
nendo a'metodi usati modernamente gli bratta, non poco all'occasione tornai a
antichi, nella fonderia Vaticana conces- ragionarne. E siccome ne' miei Cenni
sagli all'uopo dal Papa, ivi condusse la mi proposi di formare un lemnisco alla
forma principale della statua colossale al- ghirlanda di gloria formata dalla tenera
ta palmi 6, con ampio panneggiamento,
1 pietà de' fedeli per coronare la Madre di
non compreso il globo e gli emblemi de- Dio, in questo santissimo luogo ove l'o-
gli Evangelisti su cui poggia e che sono racolo del Vaticano pronunziò l'immor-
d' altri 3 palmi d'altezza, accumulando tale sentenza, spargerò altre fronde e fio-

nelP antico forno fusorio 20,000 libbre ri olezzanti di celestiale fragranza, da in-
di bronzo, gettò il metallo liquefatto nel- trecciarsi a quella, con ricordare altri di
la forma, nel gennaio 85^ alla presen- 1 que' tanti scrittoli che celebrarono il me-
za del cardinal Antonelli segretario di morabile avvenimento. Prima di tutto
stato. Investigato il getto si trovò essere vanno rammentati, Pareri dell'Epi-
i

riuscito a meraviglia per 1 1 palmi, ma scopato Cattolico sulla definizione dog-


cessare al di sopra pel non iscorso me- matica dell'Immacolato Concepimen-
tallo. Il quale caso valse a mostrare la to della B. Vergine /l/tfr/rt,Romai85r,
valentia dell'artista nella prontezza del t. io, voi. 7. La Chiesa Cattolica nel
rimedio ; poiché senza ricorrere a'riporti fatto dell' Immacolato ss. Concepimen-
di parti separate della statua, gli bastò to della gran Madre di Dio contro tut-
l'animo e il merito di riprendere la for- te l'eresìe, Napoli i852. Cenni sul! Im-
ma superiormente nella parte mancata ; macolato Concepimento della gran Ma-
e come per una continuazione del riget- dre di Dio Maria sulla sua dogmati-
to ve ne rifuse sopra un altro con sì gran- ca definizione, e sulle feste che si solen-
de facilità e maestria, che scorrendo il nizzarono in Roma, Napoli, Palermo
nuovo metallo sul già solido vi si con- ed altrove, Napoli 854- Cardinale En-
1

giunse per guisa da farne un sol corpo gelberto Sterchx arcivescovo di Malines,
con perfetta saldezza, e senza il menomo De modo pingendi ss. Dei Genitriceni
vestigio o segno di commissura. Il Papa Mariani, sine labe originali concepiamo
Pio IX visitò la fonderia Vaticana, e mi- Romae 854- 1 V
Immacolata Concezio'
rando P opera portata termine egre- al ne di Maria edi Francescani minori
giamente, ne attestò all'artefice la sua so- conventuali dal 12 io al i854, Cenni
vrana soddisfazione nel maggio 1857, co- vari per un sacerdote umbro, Roma
me 43g del Giornale di
descrivesi a p. i854. L'autore è il dotto conventuale
Roma. pur notalo, che tale prova
Ivi è p. Filippo M." Rossi. Cardinale Tomma-
cancella il timore e l'idea che in Roma so Gousset arcivescovo di Reims, La cro~
fosse andata smarrita P arte di fondere yance generale et constante de l'Eglise
statue grandi, e per P avvenire anziché touchant V Immaculée Conception, Pa-
ricorrere all'estero, nella fonderia Vati- ris i855. Questa é la capitale di quella
cana in altra potranno eseguirsi le fu- Francia, che a p. 122 del Giornale di
236 VAT V AT
Roma 858, viene chiamato per anto-
del 1 canonica, dalla munificenza pontificia
nomasia: La Primogenita Figlia del magnificamente restaurate. I due cimi-
Vaticano. Tanto è vero, come rilevai in teri della basilica Vaticana sono uno
principio, che Vaticano , Roma, Chiesa, incontro l'altro, chiusi da due cancelli di
Sede apostolica, sono in certo qual ferro, sotto le due sagrestie de'canonici,
modo sinonimi. Delle lodi e del cullo e de'beneficiati e chierici beneficiati, a'
della D. Vergine Maria, Sentenze de* quali rispettivamente appartengono. In
ss. Padri, Milano 1 855. Questa é opera mezzo a ciascuno di essi si vedono le
del prete dalmato d. Agostino Antonio mense degli altari, vestite di vari marmi,
Grubissich, e del vicentino cav. Filippo benedetti a'22 luglio 1780 da tng/La-
Scolari. La dommatica definizione del- scaris patriarca di Gerusalemme e vica-
l'Immacolato Concepimento della B. rio della basilica,indi vi furono trasporta-
Vergine Maria, Apologetico, per Do* le le casse di tulli quelli eh' erano sepol-
menico Gualco dottore in i. teologia ti nella demolita sagrestia, e nel sotter-
ed in ambe le leggi, Genova i856. // raneo di quello de' canonici ne fu posta
mese dell'Immacolata, del p. Luigi marmorea Ossa Ca-
iscrizione che dice:
Angelo Porcelli lettore domenicano, nonicorum, Beneficiatorum, et Clerico-
Firenze 1857. V
Immacolata Concezio- rum Bencficiatorum, aliorumque mul-
ne della B. Vergine Maria, considera- torum virorum genere doclrina s digni-
T
tacome domma di fede, per mg. G. B. tà te, pie tate illustriuni j in perve Insto
Malou vescovo di Bruges, versione dal s. Mariae de Febribus tempio, novi Sa-

francese di G. A. Pizio teologo coli, crarti gratia solo acquato variis e sa-
prof. emer. di teologia, Torino 1857. B. cellis suisque loculis eruta huc trans-
Beverini, Vita e culto dis.Agnese v. e lata. Annoilo. Questi due cimiteri si
m., e del memorabile avvenimento 1 2 a- rendono degni di osservazione per le la-
prile i855 presso la basilica di detta pidi, che vi sono slate collocate nel pa-
santa fuori delle mura di Roma, e de' vimento e nelle pareti, anche di alcuni
restauri di essa,Roma 856. Gli Atti 1 cardinali arcipreti. E qui noterò col gran
del martirio della nobilissima vergine Ca ncelli eri, Sagrestia Vaticana descrit-
romana s. Agnese, illustrati colla sto- ta, p.108. n Tosto che è passato all'altra
ria e co'monumenti da mg.* Domenico vita qualcuno che sia stato canonico, be-
Bartolini prelato di giustizia e dome- neficiato o chierico beneficiato, e che ab»
stico della Santità di N. S. Pio IX, bia goduto il privilegio della Cappella
protonotario apostolico ec.,R.oma 858. 1 o Oratorio domestico, purché non sia
Queste due ultime opere si rannodano giunto alla dignità cardinalizia, il reve-
coll'argomento che celebro, pel ricorda- rendissimo capitolo Vaticano, usando del
to prodigioso avvenimento che narrai suo antico diritto, ne fa interamente lo
con precisione verso il fine de' rammen- Spoglio, come ha fai toni li inamente nel-
r
tali miei Cenni storici j ed ancora pel ri- la mancanza de'due illustri prelati mg.

ferito nel voi. LXXXI1, p. 238, e altro- Muti nunzio alla corte di Portogallo, e
ve. Può anche leggersi il n. 82 del Gior- mg/ Sampieri, commendatore di s. Spi-
nale di Roma del i858, sulla visita rito, benché ili.° non l'osse attualmente
fatta a' 12 aprile dal Papa nella chiesa canonico, come il 2. (noterò che i cano-
di S.Agnese, celebrandovi la messa come nici divenuti Prelati di fiocchetti, cioè
anniversario del riportato prodigio, e Governatore di Roma o Vice-Camer-
del luogo ove avvenne, cambiato in un lengo, Uditore della camera, Tesorie-
monumento destinato a ricordare quel re, Maggiordomo, cessano d'essere ca-
grave avvenimento; chiesa e contigua nonici, benché talvolta per iudulto poo*
V AT VAT a3 7
lificio continuarono, e esempi li re- gli pio datario del Papa regnante Pio IX, e
gistrai ne'qui ricordati articoli. Dirò pu- vescovo suburbicario di Porto e s. IlufTì-
re che canonici Vaticani sono Proto-
i na, e con esso compirò la serie degli arci-
notari apostolìciyH seconda del riferito preti che pubblicai sotto il suo predecesso-
in tale articolo, pel quale va letto altresì re, neir articolo della Chiesa di s. Pie-
il voi. LXXI, p. 8 ; anzi a p. i5 nuova- tro. Nel medesimo edilìzio ha pure l'abi-
mente tenni proposito del canonico Va- tazione il prelato canonico Segretario
ticano diacono apostolico e ministro del- Economo della s. Congregazione cardi-
la cappella pontificia). Questo continuo nalizia della rev. Fabbrica di s. Pietro ,
rinforzo ed accrescimento fa sì, che la sa- della quale è sempre prefetto il cardinal
grestia Vaticana vinca qualunque altra arciprete, il palazzino fu ristorato e or-
di Roma, nella moltiplicità e nel valore nato di nel 1782, come
nuovo da Pio VI
de'sagri arredi ". Ed io aggiungerò, ad si marmorea Aedi-
legge nell'iscrizione :

onta dell'immense perdite fatte nelle po- bus Archipresbytero domicdium auxit
litiche vicende, la cui lacrimevole iliade ampliata strataque area Tempio Va-
cominciò dal pontificato del glorioso Fio ticano splendorem addidit. La s. con-
VI, il cui magnanimo cuore possiede la gregazione ha per giudice un altro pre-
cattedrale di Valenza di Francia. Per la lato canonico, esercita come uno de Tri*
cura delle anime della Parrocchia (nel bunali di Roma la giurisdizione anche
quale articolo ricordai i luoghi ove ra- criminale per qualunque delitto che si
gionai, se si adempie il precetto pasqua- commettesse nella sua basilica e nelle sue
le ricevendo la ss. Eucaristia nelle basi- pertinenze ; e tiene la segreteria, cancel-
liche Lateranense e Vaticana, e del pri- leria e computisteria nel Palazzo Astal-
vilegio della basilica Vaticana di battez- li, altra residenza di mg/ economo e se-
zare nel suo s. fonte chiunque con per- gretario, cariche ora esercitate da mg/
messo del proprio parroco, ed io ebbi la Domenico Girami. Questo prelato prò
ventura di ricervi acque rigeneratrici
I' tempore è presidente del celebre studio
a'i 9 ottobre 1802, benché non fossi della del Musaico esistente nel palazzo Vati-
parrocchia Vaticana, perchè i miei reli- cano, di cui riparlai ne' voi. LUI, p. 233,
giosi genitori, qual primogenito, vollero LXX11I, p. 362, 364, 36 7 3 77 ec. , ,

così pormi sotto la protezione di s. Pietro Quanto al citato articolo riguardante


e di s. Paolo) di s. Pietro, supplisce la la rev. Fabbrica di s. Pietro, è preziosa
vicina chiesa Succursale de' ss. Michele per essa e per la basilica l'opera intito-
e Magno, della quale ricordai iu princi- lata Nicolai Mariae de Nicolais, De
:

pio ove ne riparlo, una delle filiali della Vaticana Basilica Divi Petri, ac de
basilica, e di queste filiali ne feci il no- ejusdem privilegiis, Roruae 1 8 1 7. L'ar-
vero suo articolo e meglio parlai a*
nel gomento vasto e dignitoso della Chiesa
propri. La chiesa de' ss. Michele e Ma- di s. Pietro in Vaticano, il cui articolo
gno è esponente anche pei*
e tumulante, stampai nel voi. XII, desta entusiasmo;
la parrocchia particolare del palazzo a- equesto mi fa pubblicare un documento,
postolico Vaticano t il di cui parroco è che non sorprenderà se si consideri, che
r
ing. Sacrista rappresentato dal p. sotto- ordinariamente e sino a'nostri giorni, ciò
sagrista. Nella piazza della sagrestia Va- si praticò da tutti e in tutte le opere, e di
Seminario
ticana è l'edilìzio del Pratica- più revisori, anzi di ciascun volume; men-
no con alunni, ed oltre la metà di essa tre io mi limito a produrre quel solo che
sorge isolato il palazzino del cardinal ar- riguarda l'augusto luogo ove fui battezza-
ciprete, che al presente è il cardinal Ma» to, perciò sino dal nascer mio posto sol-

ito Mattai sotto-decano del s. collegio.. io il potente e sperimentato patrocinio


238 V A T V A T
de' ss. Pietro e Paolo, i quali colla pre- solo fan ravvisare nella inopportuna e*
dicazione e spargimento del glorioso lo- rudizione, e capricciosa critica, ma nella
ro sangue non Solamente resero felice re- ampollosità dello che taulo male si
stile,

terna mia nobilissima patria, ina illumi- confà colla semplicità, che esige la na-
narono lutto il mondo colla diffusa luce tura di un articolo, e che il nostro au-
dell' Evangelo. Quel luogo infine, che tore ha saputo non dimenticare nel ni-
maestosamente racchiude la spoglia mor- tido,ma facile suo scrivere. Non puossi
tale del mio venerando Signore e bene- adunque che sommamente commendare
r
fico, il Sommo Pontefice Gregorio XVI un lavoro, che rende benemerito il sig.
(che ora con indicibile letizia leggo nel Moroni e della letteratura, e della basi-
Giornale di Roma del 1 858, a p. 355, lica suddetta ; lavoro, che, se con gloria
celebrato dalla robusta e aurea penna tramanda alla posterità il nome dell'au-
del dottissimo cardinal Wiseman arcive- tore, provoca medesimamente la ricono-
scovo di PVestminstcr, co' suoi applau- scenza del venerando ed esimio Capitolo
diti e ammirali Ricordi degli ultimi
; Vaticano, la quale eternerà con epigra-
quattro Papi e di Roma a tempo loro, fico monumento da collocarsi nel suo ar-
Londra nel marzo 858. Faccio 1 affettuosi chivio. Marino Marini". Se tal nome è
voli, perchè dall'inglese si traducano nella un elogio, altro lo è certamente un Sil-

nostra favella, per goderli e vagheggiarli), vio Pellico, ed ecco com'egli definì la ba-
ilmaggior tempio che occhio umano ab- silica di s. Pietro, Allorché questi visitò
bia nel mondo veduto. iNel 1840 umiliai Roma, innanzi di partire mi fece volon-
al reverendissimo Capitolo Valicano il tario e nobile dono del seguente auto-
detto articolo, perchè a decoro suo e del- grafo, per suamemoria e segno di bene-
l'incomparabile tempio si degnasse de- volenza per la mia nullità, e lo pubbli-
putare un idoneo revisore e correttore. co quale testimonianza autorevole e ul-

Da par suo, si compiacque di scegliervi il teriore pel sublime tempio.


celebre e dottissimo suo canonico e poi Dall'altura del Pincio contemplando
r
anche segretario mg. ]V1ariuo Marini pre- Il disceso all'occaso Astro primiero,
fetto degli Archivi Vaticani della s. Se- Ammiravano siccome egli, toccando
de. Questo generoso e benigno prelato, La divina Basilica di Piero,
ad incoraggiarmi nel lungo e laborioso Arricchisca di luce i suoi tesori
cammino studioso, spontaneamente cor- E con celeste amor si fermi a cingerla
rispose col seguente autografo. » L'arti- Di rubini, zaffiri e fulgid'ori;
colo concernente la Patriarcale Basilica Io quindi amm utolìa,
r
Vaticana, composto dal eh. sig. Gae-
cav. Ma inlesi una più fervida, più pia
tano Moroni ad inserirsi uel classico suo Alma esclamar —
» Sou quelle
Dizionario, preseula così vasla e scella Le due dell' Universo opre più belle
erudizione, critica così giusta, e tanta Onde materia sublimala adornisi :

chiarezza di ordine a non potersene desi- Dio per l'uom quella lampa iu ciel ponea,
derare maggiore, e dalle quali emerge Al suo Signor l'uomo quel tempio ergea ".
un'esattissima, dotta e completa descri- Silvio Pellico.
zione, beu degna del principalissimo tem- Il Vaticano dunque contiene, oltre il

pio del mondo cattolico. E sarebbe a de- discorso tempio e sue pertinenze, il Pa-
siderarsi che questo egregio scrittore fos- lazzo apostolico Vaticano e quanto gli

se imitato da tanti, che in simili produ- appartiene. Come


P antica basilica di s.
zioni sembrano, anziché servire alla ve- Pietro non andò disgiunta dal palazzo
rità della storia, singolarmente propor- pontificio, così l'odierna è ad esso conti*
si di secondare la propria vanità, che uou gua. Il Panci r oli crede che il sou tuo su e-
V A T V AT 23 9
difizio occupi l'area degli orli di Nerone, decorosi ingressi; «/cortili di s. Damaso, e
anzi si elevi sulle rovine dello stesso pa- di Belvedere in cui ebbero luogo de' Tor-
lazzo di quell'imperatore, che l'innalzò a* neinoli fonti di abbondanti acque; la mae-
confini medesimi, e donalo al Papa s. Mei* stosa scala papale e la famosa scala re-
chiude nei 3 12 dall'imperatore Costan- gia, i nobilissimi appartamenti pontificii;
tino I. Vuole iuvece Ciampini , che Co- le pubbliche, celebri e grandiose Cappel-
stantino I. dopo aver fabbricato l'antica le pontificie, cioè la Sistina (si vuole che
basilica Vaticana, facesse altresì costrui- il concetto sublime del Giudizio finale,
re ad essa laterali due palazzi oepiscopii, in essa mirabilmente dipinto da Buo-
per comodo e domicilio de'Papi, uno de' narroti!, glielo fornisse quello espresso
quali fu dipoi convellilo in abitazioneca- pure a fresco nella chiesa di s. Maria
nonicale , e più tardi ridotto ad uso del di Toscanella), nella quale si teneva il
Tribunale del s. Offìzio. Il gesuita p. Bo- Conclave, e si celebrano dal Pontefice
nanni, Numìsmata Summorum Ponti/i- le aunuali e straordinarie sagre funzio-
cur/i Templi Faticarti fabricam indi- ni; e la Paolina, ove si fa la funzione del
ca/dia, attribuisce due edilìzi a Papa s.
i s. Sepolcro, e 1' esposizione delle Qua*
Simmaco 49&- M
a si ha per tradi-
del ranCore. La Sagrestia pontificia, di cui
zione sicura, che s. Liberio Papa del 352 è prefetto il prelato Sagrista, parroco de'
ed successoli avessero dimoia nel palaz-
i Palazzi apostolici. Le Cappelle segrete,
zo congiunto alla*basilica di s. Pietro, an- compresa la domestica del Papa. Le ma-
teriormeute a s. Simmaco. Per cui dichia- gnifiche sale regia e ducale; le sale per le

ro anche qui, potersi ritenere a vere S.Sim- Congregazioni cardinalizie e de' Tribu-
maco solamente ristorato il palazzo. In nali di Roma, co 'loro archivi, inclusiva-
processo di tempo la pontificia magione mente a quello degli Uditori di Rota. Le
ampiamente si aumentò e abbellì con re- famose loggie dipinte da Ralfaello d'Ur-
gia magnificenza da moltissimi Papi, fin- bino, e da altri valentissimi pittori, e con
ché nella loro incessante munificenza, in- grotteschi che diconsi tratti dalle Terme
clusivamente al Pontefice che regna si , di Tito. L'orologio pubblico. Le celeber-
ridusse a quel complesso stragrande di rime stanze dipinte dall' encomiato Raf-
splendidi edifizi che eoo istupore ammi- faello (in quella di Costantino di recente
riamo; ed ove medesimi Papi siuo da'
i fu collocato il musaico , di cui nel voi.
remoli secoli diedero nobilissimo ospizio LXXIII, p. 102). La Pinacoteca o galle-
a'più polenti sovrani ed altri personag- La
ria de'quadri. galleria degli arazzi. Il
gi,li palazzo apostolico Valicano , con- Museo Faticano (delle statue da ultimo
giunto per uo corridoio a Castel s. An- in esso collocate, farò parola in fine del-
gelo, è la venerabile, maestosa, ordinaria l'articolo Velletri, come vescovato uni-
e principale residenza del sommo Ponte- to a Ostia, perchè trovate negli scavi fe-
fice, con abitazioni per la Corte e Fami- condi che si vanno operando in quel-
glia pontificia, òz\ cardinal Segretario di 1' ultima città), famosissimo, cioè il Mu-
9
stato, del cardinal Prefetto de ss. Palaz» seo Pio dementino, e il Museo Chiara-
zi apostolici, de' prelati Maggiordomo, monti. Il Museo Gregoriano Etrusco. Il
Maestro di camera, ec. ec. E insieme la Museo Gregoriano Egizio. Archivio V
sede del sapere e delle belle arti, che ga- della s. Sede, cogli Archivisti ,
gli anti-

reggiarono in rendere il complesso de' chi essendo gli Scrinìari, capo de'quali
suoi numerosi e vasti edifizi, un emporio era il Protoscriniario o Primìscrinio; e
di bellezze antiche e moderne, tesori tut- siccome anticamente l'archivio fu anche
ti formati dall'incessante munificenza de' dello Biblioteca della s. Sede ,
il Proto-
10mau1P0ulefIci.pl iucipaluieute couticue scviniario eia archivista e bibliotecario
a4o VAT V AT
della medesima; ora avendo i prefetti. La diversi celebri edilìzi sono state o ripara-
Bìbliotecaaposlolica Vaticana o Libre- te o restaurate o di nuovo abbellite, col-
ria, con Museo (e perciò anche in que- la direzione e disegni dell'egregio archi-
st'articolo ne parlai) sagro o cristiano e tetto cav. Filippo Marlinucci, sotto-forie-
profano. Gabinetto numismalico,e Stam- re de'palazzi apostolici. Dirò le cose prin-
peria Vaticana, nel quale articolo ripor- cipali, cioè della Biblioteca, della Pinaco-
tai altre notizie della celebratissima bi • teca, delle Logge di Piallaello, e delle sca-
b1ioteca,che ha il cardinal Bibliotecario le papali che dal cortile di s. Damaso co-
di s. Chiesa e prolettore della medesima, municano cogl' ingressi principali degli
ed prelati Prefettio custodi. La Meri-
i appartamenti pontificii, mentre dell'ope-
diana Vaticana. Lo studio del Musaico. rato neila cappella Paoliua ne feci cenno
L'Armeria della Milizia o Truppa pon- nel voi. LXXX11I, p. 101, per incidenza,
tificia. I giardini pontifìcii ampi ed ame- potendosi ricavare un maggior dettaglio
ni, forniti di gran copia d'acque. Il quar- ne* Giornali che ivi citai. Se non chequi è

tiere, le abitazioni e la propria chiesa del- bene aggiungere sulla cappella Sistina e
la pontificiaguardia Svizzera. A Uro quar- sulla sagrestia alcune parole. Dal i856
tierepermanente è quello de' Pompieri il Papa regnante non più recandosi nel-
(V.) o vigili pontificii. Di tutto quanto ra- la notte di Natale pel mattutino e la mes-

gionai, tutto descris-si nel più volte ricor- sa nella basilica Liberiana, da quell'anno
dato articolo, e individualmente negli al- tali funzioni toi naiotisra celebrare nella
tri accennati qui in corsivo , ed in lauti cappellaSistina,ma con illuminarsi splen-
altri pure che in breve non si potrebbero didamente con più copia di cera, tanto
rammentarla vendo notato nel vol.LXX, ilcornicione, quanto il quadrato o pre-
p. 49, che nel i854 a Sera del i.° gen-
1 ' sbiterio della medesima, e questo massi-
naio cominciò ad illuminare a gaz
si la me con 4 grandi candelabri dorati. Vi
via Papale inclusivamente alla piazza di è il progetto di edificare una grande sa-
s. Pietro, e che la sera de' 11 ottobre prin- grestia proporzionata e degna della cap-
cipiò simile illuminazione nel cortile del- pella Sistina, sostenuta da un portico;
le logge Valicane e dette di Ptaffaello, e rendendosi così con esso magnifico Piu-
nelle scale e altri luoghi del palazzo Va- gresso del palazzo Vaticano dalla parie
ticano (A miniano Marcellino ci fa noto, della Zecca. Utinamì Fiati Comincerò
cìie tempi dell'impero le
negli ultimi dalla Scala, poi dirò delle Logge,indi della
Strade di Roma erano illuminate di not- Pinacoteca e per ultimo della Biblioteca.
te in guisa da gareggiare col giorno). Do- Era decoroso dare un accesso agli appar-
po aver neli85i stampato quell'artico- tamenti pontificii più splendido di quel-
lo e gli altri ricordati, la munificenza del lo che già esisteva; era anche necessario,
Papa Pio IX splendidamente nobilitò eoo giacché le volte delle scale stesse in alcu-
altre magnificenze questa sua pontificia ni luoghi aveano manifestato screpolatu-
residenza. Ove potei,qua e là m'ingegnai di re, eciò era avvenuto per essere stale ma-
faine cenno d'alcuna, ina talee sì grande è lamente murate con areua e sopraccari-
l'importanza loro, che a compimento del- cate ne'vuoti con tanto peso di calcinac-
la mia descrizione del Palazzo apostoli- cio, che in questa occasione ne furono fat-
co Vaticano, qui tenterò colla possibile te trasportare più di tremila carrette.
brevità di supplirvi, il che è indispensa- Convenne perciò in primo luogo rinno-
bile pe' mutamenti seguiti, altrimeuti il vare le che sovrastavano alla 2." e
volle
a
descritto altrove non corrisponderebbe alla 4- branca , le quali maggiormente
allo stato presente. In questi ultimi an- aveano sofferto. Ed inoltre, onde provve-
ni , molte parli del gran palazzo e buoi dere alla loro futura stabiliti», furouo vuq-
YAT VAT *4i
tate del suddetto ripieno pesantissimo, e di stucco, e sulla lunetta la targa che ri-

in sua vece si sostituì una banchina lun- tiene l'epoca della restaurazione, ed il no*
go le pareti, e basata sopra le teste ili mu- rae del Santo Padre che 1' ha fatta ese-
ro, sullaquale appoggiare e fermare i'e- guire. Nou si deve om mettere di far men-
stremità de'nuovi gradini. Nel fare que- zione delle nuove porte degli appartamen-
sta operazione, si prese I' opportunità di ti pontificii,colle loro cornici di moganoe
avvantaggiare il declivio delle bianche altre parti eseguite collo stile ornamenta-
stesse dove fu possibile, come nel 2.° ra- le. Tutto fu fatto celeremente e non vi
mo, e di acquistar miglior luce riapren- s'impiegarono nèanchei20 giorni: inco-
do neli.° piano l'antiche finestre, e que- minciata l'opera ue'primidi giugno 1 856,

ste come le altre si munirono di vetri co- fucompita nel susseguente ottobre. E sic-
lorali ritenuti coti telai di ferro. La sca- come da questa scala è il principale pas-
la papale è composta di 206 gradini ve- saggio a ciascuno de' 3 piani del cortile
nuti sbozzati dalle cave di Carrara, e poi di s. Damaso, così qui farò cenno intor-
terminati sul luogo. Gli ornamenti che no a'iestauri delle rinomate logge, in cor-
ora la distinguono sono formali di stuc- so di operazione. Negli ultimi 3 anni, pre-
chi nelle volte, nella scagliola per le pa- cedenti al 1857, tutti i 3 piani del loggia-
reti, di marmi bianchi e colorati ne* pa- to vennero rinchiusi con cristalli ritenu-
vimenti de'ripiaui e negli stipiti delle por- ti da enormi telali di ferro, spartiti a lar-
te (e pavimenti marmorei furono pure e- ghi quadrati, per la maggior custodia del-
seguili nell'appartamento pontificio). O- le preziose pitture a fresco che in esse si

gni ripiano è composto di due dischi di ammirano. La frazione della 2/ loggia che
3
granito rosso, intorno a ciascuno de' quali guarda al mezzogiorno, per lai. fu com-
è l'ottagono di marmo e cipollino, e cou pita. Non è a dire quanto sia riuscita se-
triangoli di breccia di Serravezza. I pi- ducente e magica l'armonia che rifulge
lastri delle paretisegnano la divisione di insieme degli ornamenti di questa
nell'
questi quadrati con fasce similmente di galleria, ideali ed eseguiti dagli artisti di
Serravezza accompagnate da liste di ci- scuola romana nel pontificato di Gregorio
pollino. Ogni porta ha nuovi stipiti. Quel- Xlll, nel restituirli all' antico splendore.
la che apre 1' appartamento di Paolo V Brillanti allresehi nelle crocere e ne' se-
ha gli stipiti di marmo; la 2." cioè la por- micerchi, racchiusi da cornici di stucco
ta di Clemente "Vili di cipollino ; la 3." bianco e dorato, sano alternali da festoni
poi di bianco di Carrara ; del quale an- di frutta e fiori dipinti al vero, e da col-
cora sono gli stipiti egli architravi delle lane di daglioncini con dentro vaghissime
porle che comunicano alle logge. Le pa- figurine. Bene vero che molto si dovette
reti sono rivestite di scagliola imitante il crearedi nuovo,sia perchè perito, sia per-
giallo antico, con zoccolo di Seltebasi e chè tralasciato, lauto riguardo a'membri
fascia di bianco perdale con questa mag- dell'ornato, come nelle dipinture, seguen-
giore risalto a'poggiuoli di metallo soste- do sempre il concetto de'primi artisti. An-
nuti con bracci a rose di metallo dorato. che il suo pavimento è tutta opera nuo-
Sopra le branche delle scale, soffitti so- i va, costruito co'mattoni dello stabilimen-
no distribuiti a cassette quadrate, ed en- to del marchese Campana, che simulano
trovi rosoni alternati di varie forme, nel i marmi colorati in sostituzione delle ma-
me?.zo essendovi lo stemma del Pontefi- ioliche di Luca della Robbia il giovane,
ce Pio IX rilevalo da cornice e adorno. I che per l'età e pel continuo attrito si erano
soililli delle crocere 'ripiani sono distin- Questo pavimento
scrostate e cancellate.
ticon quadra li* nel centro, ed a'Iali stan- rappresenta un arabesco a nodi di mar-
no esagoni arricchiti d'ornali similmente mo giallo, sopra fondo turchino di lapis-
8 -

242 V A T V AT
lazzoli con dischetti di porfido. Tutte le rica e per quanto spetta agli itucchi , i

logge del Palazzo apostolico Vaticano, quali con grande valentia le ridussero a
ed uno de'suoi più belli ornamentilo de- quella vaghezza e lustro di che ora fanno
scrissi in tale articolo, inclosivnmente sì bella pompa; avendo essi dovuto non
ai braccio della 3/ restaurata nobilmen- solo seguire lo stile de' grotteschi, delle
te ne'lacunari e pareti da Gregorio XVI, decorazioni e ornali di cui ancora vi era
notando che divisava fare altrettanto col- traccia, ina per diversi pilastri inventare
le altre logge, e chiudendolo con fenestro- altresì di nuovo luoghi quan-
in diversi
ni come sopra, con telali di ferro fuso e- to erasi perduto, ponendolo in beli' ar-
seguiti allo stabilimento delle ferriere di monia coli' esistente, e così ridonando il
Tivoli; e tuttociò eziandio per impedire lutto alla sua antica bellezza e magnifi-
Tacque che filtrando fatalmente danneg- cenza. £ nelle ore pomeridiane del sud-
giavanole sottoposte propriamente dipin- detto giorno 7 aprile, il Papa si recò ad
te daRa(laello,le quali chiuse le arcate con ammirare gli encomiali restauri, elegan-
fenestroni ne' primi mesi del1 8 4 dal go- 1
ti e magni liei, restandone soddisfattissimo.

verno provvisorio napoletano di Roma, Aggiunge P Album , che il cardinal Au-


prive d'aria opportuna ad asciugarne Pu- tone!li,qual prefetto de'ss. Palazzi aposto-
inidilà che ricevevano dalle volte,resla va- lici, commise la direzione e sorveglianza
no notabilmente pregiudicate, onde Gre- degli eseguiti lavori , anche a' professori
gorio XV I avea fatto egregiamente copia- commendi Filippo Agricola e cav. Tom-
re 22 fac-simili de' pilastri di detto log- maso Minardi; ed artisticamente rileva i
giato di Raffaello, e collocati per memo- pregi, diligenza e valore degli esecutori di
propinqua alla gran galleria
ria nella sala opera così splendida, massime nella par-
di Gregorio X 1, che perciò prese il nome
1 1 te pittorica, -eli' è la maggiore, da servire
di stanza de' pilastri. De' restauri delle di saggio e quasi campione eziandio, agli
logge eseguili d'ordine del Papa Pio IX, altri bracci delle logge che rimangono a
ne ragionarono successi vamenleì' Album restaurarsi, a ulteriore splendore del Va-
di Roma de'24 novembre 855,e nel 1 1 16 ticano e dell'arti italiane, che in Pioma
il Giornale di Roma de'7 aprile, e la Ci- hanno sempre il principale e magistrale
viltà Cattolica de'2 maggio. In tali artico- loro seggio. Si legge nel Giornale di Ro-
li intitolali : / Restauri delle Roggie Va- ma de'3o marzo 858. Che nel 2. brac-
1

ticane , si celebrano e descrivono quelle cio delle logge dette di Raffaele al i.° pia-
del 2. braccio del 2. piano , secondo le no delle medesime, chiamato Gregoria-
molle descrizioni che ne abbiamo, cioè no da Gregorio XI 11 che le fece dipinge-
quelle falle dipingere e riccamente orna- re, era stato del tutto terminato il discor-
re da Gregorio X III
1577, e divise dal
nel so magnifico restauro. Che i pochi stuc-
braccio dipinto da Raffaello per una por- chi che rimanevano a farsi ne' pilastri
ta lavorata a tarsia dal valente intaglia- dell' arcale di angolo e del centro, furo-
tore Gio. Barile. Si deplorail loro depe- no eseguiti come gli altri dall' egregio
rimento per colpa del tempoe sue intem- scultore Galli di Roma; e tutti gli orna-
perie, di mani vandaliche, e forse anche ti e le figure a fresco dal valente Manto-
per non curanza, e giustamente si loda il vani di Ferrara, coadiuvato nelP esecu-
Papa che regna per averne impedito l'ul- zione da 'suoi bravi giovani Ernesto Spre-
teriore roviua, ed ordinato il restauro, af- ga, Adolfo Reanda, Salvatore Rotani,
fidando opportunamente il difficile inca- tutti e tre di Roma, e da Ernesto Fraga-
rico al distinto pittore Alessandro Man- glia di Ferrara. Si loda il Mantovani nel-
tovani ferrarese e allo scultore Filippo le decorazioni e nella pittura a grotteschi ;

Galli romano, ciascuno nella parie pi Ilo abilità che si mauifeatò pure ueViiUari
V A T V A T a43
falli poi,perchè la parte inferiore delle p.io4 e seg., oltre il riferito nelle pagi-

logge era assai più danneggiata e guasta ne precedenti, e con altre nozioni nella
della superiore; onde in molli luoghi e descrizione del palazzo Vaticano. E in-
special cnente ne' pilastri dovetle non re- trinseco che io ricordi, d'avere in tali luo-
staurare, ma riprodurre. Ciò esegui in ghi raccontato pure, che Leone XI! ri-

modo e così felicemente, che ora la parte conoscendo l'odierna località della Pina-
restaurala non si distingue dalla riprodot- coteca allora incomoda e pericolosa, sta-
ta. Nelle decorazioni si vedono figure, bilì trasportarla nella galleria presso quel-
fiori, frutta, musicali strumenti e anima- la delle carte topografiche, la quale ul-
li; lutto disposto con perfetta armonia. tima di Gregorio XIII parimenti in que-
che ora si restaura il braccio
IS'olriò io, sto pontificato venne decorosamente re-
del 3.° piano delle logge, precisamente staurata, a tale effetto ampliandola e ri-

quello che segue il restaurato da Gre- ducendola all'uopo; lavoro checontinuos-


gorio XVI, già essendo stato fatto d I. si nel breve pontificato di Pio Vili. Indi

lacunare coi l'opera de'valenti pittori Fi- Gregorio XVI compì l'occorrente, e po-
lippo detoni e cav, Filippo Bigioli. scia effettuò il determinalo da' predeces-
Quanto al 3.° braccio di quest'ultimo sori, ivi collocando la Pinacoteca; ma a
piano, e che segue nominato, già fu
il motivo del soverchio calore nell'estate e
tutto restaurato con semplici mezze tin- del freddo nell* inverno molto soffrendo
te senza pitture ornamentali. Di più, ora i preziosi dipinti, lo stesso Gregorio XVI
si va studiando il modo per restaurare il fece ridurre ad uso di Pinacoteca quattro
braccio delle seconde logge; e forse si- ampie stanze già di s. Pio V, presso quel-
mili abbellimenti si eseguiranno poi an- le dipinte da Raffaello. Dal Papa regnan-

che ne'tre bracci deh." piano delle me- te, considerandosi che la Pinacoteca Va-

desime logge. E cosi tulle le famose log- ticana difettava alquanto di luce e di spa-
ge, sempre più formerebbero un pre- zio , rimossi gl'inconvenienti che fecero
zioso tesoro artistico Valicano nel ge- determinare la remozione della Pinaco-
nere loro. Inoltre al crescente lustro del teca nel locale ove l'avea collocata Pio
Vaticano, il Papa Pio IX dispose la rin- VII, dopo un anno di lavori grandi ve
novazione della parte orientale della 3." la restituì, A tale effetto siampliò il mae-
galleria già edificata nel pontificato diCle- stoso appartamento col comprendere 5
tnente X, ed in seguito perita per difet- ambienti, alcuni de' quali amplissimi , si

to delle materie impiegatevi. I gradini abbellì di pitture e si fornì di arredi. Si


tolti alla rinnovata e suddescritta scala collocarono di nuovo nella sala delta di
furono adoperati per rendere
pontificia, Bologna i 3 più classici quadri della Pi-
più decente e comoda la scala che dicesi nacoteca Vaticana, cioè la Trasfigurazio-
dell'Armeria, perchè anticamente questa ne di Raffaello, la Comunione di s. Gi-
era ove oggi è lo studio de'Musaici. Que- rolamo Domenichino, il s. Sebastia-
del
sto accesso acquistò maggiore importan- no, la B. Vergine e altri santi del Tizia-
za per essere, oltre alla Biblioteca ed a' no, Poscia segue altra sala di forma oblun-
Musei, l'unica comunicazione alla nuova ga, copiosa come tutte l'altre di eccellen-
Pinacoteca, ch'è stata ristabilita nell'ul- te luce, e 3 minori sale completano il lo-
timo piano dell'ala settentrionale deli'e- degno de' capolavori che contiene.
cale
difizio medesimo. Nel pontificato di Pio Ecco quanto analogamente pubblicò il
VII , il genio del suo segretario di stato Giornale di Roma de'22 giugno 1857.
cardinal Consalvi, il medesimo luogo a- La Santità di Nostro Siguore desideran-
Tea destinato per Galleria Vaticana, e la do dare maggior luce e più ampie salo
descrissi io brevemente nel voi. XL VII, alla nobilissima collezione de'cani lavori
a44 ^ A T V AT
di pittura, che fonnano la Pinacoteca Va- HancPìnacolhecam - Instituit Omavit-
ticana, e così offrire agl'intelligenti e ama- Anno mdccclvu. Sacr. Princip. XII.
tori delle aiti sovrane ogni agio ili studia- Meglio è leggere 1* opuscolo intitolato:
re ed ammirare il concetto e l'artifizio Indicazione della Pinacoteca pontifi-
delle classiche opere delle principali scuo- cia nel palazzo apostolico Vaticano,
le pittoriche d'Italia e straniere, ordinò Roma 1857. ^a Civiltà Cattolica de'4
che fosse trasferita in un locale assai più. luglio fece eco al Giornale romano. Nel
conveniente. E il cardinal Anlouelli, co- 18 53 fu pubblicato in Roma: I più ce-
me prefetto de'ss. Palazzi apostolici , fe- lebri quadri delle diverse scuole italia-
dele interprete della sovrana disposizione, ne riuniti nella Galleria Vaticana, di-
affidò la cura di questa bell'opera al mar- segnati ed incisi a contorno da G.
ch. Girolamo Sacchetti foriere maggiore Gr a (fonar a in 4-1 tavole. D'ordine del
de'ss. Palazzi, e la direzione ni commend. Papa, il cav. Francesco Podesti va a di-
Agricola, ispettore delle gallerie pontifi- pingere a fresco la sala propinqua alle
cie e delle pitture pubbliche di Roma, e stanze di Raffaele (delle quali nel 1 853
al tolto-furiere architetto cav. Marlinuc- si pubblicò in Roma Le : pitture delle
ci, i quali con pieno accordo anche del stanze Vaticane di Raffaele Sanzio di
cav. Ai inardi, col massimo impegno com- Urbino, incise a contorno in tavole 56),
pirono il nobile incarico loro affidato, di- s. Pio V ov'era la
cioè lai." di quelle di
sponendo per la Pinacoteca 5 sale, che pinacoteca e precisamente ove si ammi-
hanno l'ingresso nel 3.° ordine delle log- rava la Trasfigurazione di quel genio di

ge, in esse sono stati collocati i classici di- Urbino. Per tanto la volta fu appositamen-
pinti, che stavano ai 2.° piano, e tutti di- te alzata, misurando dall'altezza del pavi-
sposti nel miglior modo possibile al gra- mento 53 palmi. Nella parete incontro al-
do punto che si convie-
della luce, e nel le 4 finestre con figure più grandi del na-

ne. Ogni sala è stala restaurata colla più turale vi esprimerà la promulgazione nel-
grande diligenza e in modo da farla lo- la basilica Vaticana del dogma dell'Im-
devolmente servire allo scopo a cui ve- macolato Concepimento; co' ritratti del-

niva destinata. Questa nuova Pinacote- lo stesso Papa, de'cardinali e di altri che
ca venne inaugurata a'21 giugno 18:37 si trovavano presenti. Nelle due pareti la-
dal cardinal Anlouelli, e fu scelto a que- terali minori pare che 1' egregio artista

st'atto il giorno anniversario della coro- col suo valore vi dipingerà altri fatti ana-
nazione del Papa regnante, che non con- loghi al sublime argomento ina nulla fin
;

lento delle molte opere fatte al Valicano, qui è deciso. Così quanto dovrà farsi sul-
ha voluto nella sua munificenza meglio la parete di dette finestre. Il valente pit-

provvedere a'capi lavori de' quadri, che tore crede in 5 anni di compiere il suo
vi si contengono e arricchire questo sì
,
grandioso lavoro. Forse per pavimento
prezioso tesoro di due insigni dipinti del di questa sala vi si collocherà il magni-
Muiillo, s. Caterina e il Figliuol prodi- fico musaico di recente trovato negli sca-

go, d'uns. Girolamo di Leonardo da Vin- vi d' Ostia, di cui parlerò a Vellethi.
ci, una ss. Vergine col difin Figlio e
d' Le decorazioni della seguente sala, anco-
s. Girolamo del Francia, e d'un'allra ss. ra non sottostate stabilite. Le due stan-
Vergine col Bambino del Sassoferrato.E ze minori annesse, già colle dette due sa-
pereleinare la memoria del munifico fon- le formanti la pinacoteca di Gregorio
datore di questa nuova Pinacoteca all'in- XVI, si ridussero per trattenimento del-
gresso della medesima fu collocata la se le signore nostrali e forasliere, che recati-
Pius IX Pont. Maa.-
gnenlt: epigrafe: si all' udienza del Papa nella vicina stan-
Kximiis Picturae Operibus - Novara aa delta de'pilastri. Della Biblioteca Va-
1

V AT VAT 245
ticana, che per ultimo mi restn a dire, e dello slesso Giornale di Roma del 1
85y,
della quale olire gli orticoli citali di so- sono le finali Appendici xv e xvi sulla
pra, anche in altri luoghi per la sua cospi- Biblioteca Faticano, nelle quali il can.
cuità celeberrima ragionai, per le munifi- Zanelli descrive come il Papa Pio IX ha
cenze dalPapa PiolX elargite sino al i 85 in modo segalaio conlribuilo colla sua
ne feci sufficiente cenno nel voi. L, p. 27?., munificenza all'aumento e al decoro «Iel-

dicendo pure del donato a' musei; e sino lamedesima. Dopo avere debitamente e-
ni i854 e al 1 855 quanto alla slessa Bi- numerato in quanti modi il Pontefice ha
blioteca, ne'vol. LXlX,p. 253,LXXIV, accordato la sua benefica prolezione alle
p. i65, LXXIX, p. 43, cioè i fatti pavi- lettere, alle scienze e alle arti, il che stori-

menti marmorei, e quello collocatovi di camente vado anch' io celebrando; dopo


musaico antico, e di due altri musaici ; aver giustamente osservato, che ne'roma-
l'abbellimento elegante degli armadi; i ni Pontefici non viene mai meno, ad on-
donativi di due colonne d' alabastro per ta della tristezza de'lempi, il magnanimo
decorazione dell'ingresso, del vaso d'ala- e nobile entusiasmo per le stesse lettere e
bastro su zoccolo di verde antico, d' una arti, col suo pregievole racconto prova che
Croce d'argento, del genuflessorio di il Papa ha volto in modo particolare il

Tours che descrissi, d'opere magnifiche, pensiero decoro e incremento della Bi-
al

della preziosa raccolta di monete ponti- blioteca Vaticana, e in guisa che tutto il
eie formata dall'intelligenti e assidue cu- suo benefico operalo degnamente corri-
re del cav. Belli; della sistemazionedel ga- spondesse alla sua acclamala celebrità, il

binetto numismatico nelle stanze Borgia; tutto eseguito per cura del cardinal An-
e del collocamento nella stanza del San- tonella per cui all'ingresso della sala di Si-
sone, dell' antichissime e pregevolissime sto V fu collocata questa marmorea iscri-

pitture a fresco trovate sotto terra in via zione. Bibliothecam Hac Faticanam-A
Graziosa, e rappresentanti viaggi d' U-
i Sisto F.P.M.Aedifìcatam Exornatam -
lisse, staccate abilmente da'mnri antichi, AnnoMDLXXXvm- PiusIX.P.M. Omni
e preziose eziandio pel modo cui sono co- Culla Instauravit An. mdcccli - Sac.
lorite, pe'nomi scritti sulle figure, per la Princ. /'. Compendinola narrazione. A-
prospettiva e varietà delle composizioni, domò con colonne d'alabastro l'ingresso
avendone parlato coll'opera del snodi, il- che dalla sala degli scrittori metleal ma-
lustratore Matranga e da lui gentilmente gnifico e grandioso salone di Sisto V, ed
donatami. Il eh. can. Domenico Zanelli in questo fu fatto il pavimento con mar-
direttore del Giornale di Roma, in que- mo di Carraia a bardiglio e racchiuso da
sto e in una serie d'Appendici del i856- fasce eguali; e gli armadi ivi destinali a

57 pubblicò un dotto suo lavoro, il quale custodire preziosi codici vennero


i ridi pio •

da lui quindi am pliato con importanti ad- ti ad arabeschi, indoratele cornici, dal va-
dizioni stampò a parte col titolo: La Bi- lente pittore d'ornato Filippo Ci etoni. La.
blioteca Fa ticana dalla sua origine fi- porla che da detto salone mette all'archi-
no al presente, storia scritta da Dome- vioVaticanofu ornala con mostre di mar-
nico Zanelli, Roma 1857. Ne die bella mo, e chiusa con imposte di legno di ino-
relazione e facendone rilevare i pregi, nel gano e noce, con riquadri di tarsia feli-
n.° 8 anno L'Eptacordo di Roma, il
3.° cemente eseguiti dal bravo intarsiatore
eh. direttore di questo Vincenzo Prinzi- Antonio Bonadè. Fu rifatto in battuto al-
VciIIi collaboratore del medesimo Giorna> la veneziana tutto il pavimento delle due

ledi Roma. Altrettanto egregiamente e- lunghissime corsie, destra e sinistraje nel-


a
seguì l'Enciclopedia contemporanea di la 2. furono gli armadi ridipinti dall'e-

Fano, nel I. 6 ; p. 3 1 3. Nelle p. 59 e 63 gregio Moretti, che vi rappresentò le ve-


a|6 V A T V AT
dute delle varie opere compiute dai me- ti uno la Crocefissione, l'altro il Crocefis-
desimo Papa. Vennero nuovamente or- so; un quadro dipinto in conchiglia e rap-
nate le due sale della galleria di Benedet- presentante il Transito di Maria Vergi-
to XIV; in quella del museo cristiano fu ne; una lucerna cristiana in bronzo; tre
ridipinta la volta con dorature, rinnova- intagli esprimenti la Passione del Signo-
ti e guarniti di metalli dorati gli armadi. re;una magnificaCroce di cristallo di mon-
Quelli della corsia a destra furono intar- te, opera del vicentino de Diede al
Bellis.
siati di tali metalli e risarciti, racchiuden- museo profano: due ovati in argento a ce-
do i preziosi oggetti del museo profaoo. un intaglio in sardonica
sello; di Luigi
Nella sala del Sansone furono collocati io Pichler; un tondo di stucco antico, lavo-
mezzo del pavimento rinnovato in mar- ro greco di bellissimo stile; quattro cam-
mo bianco a bardiglio, di versi antichi mu- mei del secolo XV; un frammento di te-
saici; e nelle pareti entro cornici dorate, la d'amianto. Arricchì la collezione del-
gli affreschi scoperti in via Graziosa. In le stampe colle fotografie di tutti vesco- i

fondo alla corsia sinistra fu posto ilma- vi che neh 856 in Vienna presero parie
gnifico inginocchiatoio donato al Papa alle conferenze sul Concordato tra la s.
dalla provincia di Tours
e da lui alla Bi- Sede e l' impero d' Austria, e coli' intera
blioteca. A questa inoltre donò un grosso raccolta delle stampe della calcografia del
masso di malachite (che stava nel mon- Louvre di Parigi. Fu largo pure di co-
te di Pietà di Roma) sostenuto da un dici, di manoscritti e di libri; e fra 'codi-
gruppo di 3 figure d'atlanti e sedeuti di ci quelli orientali che possedevano mg/
bronzo dorato con animali, sovrastan- Andrea Molza e il cardinal Angelo Mai,
do il rocchio di malachite due putti sor- ili.°dali85i prefetto custode, e il 2.°dal
reggenti I' arma del Pontefice Pio IX, 1 853 bibliotecario della medesima, mor-
opera del valente artista cav. Pietro Pao- to ne! i854 con fama di principe de' filo-
lo Spagna; una Croce di malachite col logi moderni, restando la carica vacante.
Crocefisso e i fregi d'argento doralo, sti- Di più, un Alcorano magnifico codice in
mabile lavoro regalato al Pontefice dal foglio grande di carta bambacina con do-
principe Demidoff russo; un gran vaso rature; i mss. della libreria del cardinal
d'alabastro d'Egitto; gran tazza o bat-
la Biignole;il dizionario stampato in lingua
tistero di porcellana inviata al Papa da ihaila o siamese, opera del vescovo Palle-
Napoleone III imperatore de'francesi (in goix vicario apostolico di Siam. La libre-
conseguenza del battesimo del principe ria del cardinal Mai (dispose egli nel te-

imperiale eseguilo a mezzo del cardinal stamento che si vendesse, e se il gover-


Patrizi legalo, il qualefu latore di ponti- no la comprava si desse a metà della
fìcii doni: lutto narrai nel voi. LXX1X, stima) composta di 6950 opere, e di 292
p. 280 e seg.): lutto questo, col busto in codici e mss. ; la quale stimata scudi
marmo diPio IX scolpito dall'esimio com- 19,733 fu comprata dal Papa (con dare
mend. Tenera ni, compie la decorazione mille scudi di più della metà della sti-
della magnifica sala di Sisto V, lunga ma) ecollocata nell'appartamento Borgia
3 7 piedi e larga 76. Diede al museo cri-
1 (in due stanze, e le sculture che ivi erano,
stiano un quadro con vetri cimiteriali,
: ec, furono distri-
cioè bassorilievijcapitelli
rinvenuti nelle catacombe; una Croce di buiti ne'musei Vaticano e Lateranense),
legno di minutissimo intaglio; un discodi insieme alla ivi già esistente libreria de'
legno istorialo con intagli; un cammeo col Nel 1848 essendo stato il
libri stampati.
ritratto di s. Pio V,uiontato in cristallo di medagliere derubato di molte delle più.
monte una Croce d'argento sto-
niellato; rare e preziose medaglie antiche e mo-
riata; due quadri diGiolto, rappresentaci- derne, auche d'oro, il generoso Pupa
V AT V A T 247
riparò n sì grave danno coll'ngginnger- degli oggetti indicali,conoscendo che vi
vi la preziosa raccolta di monete ponti- ha bisogno di richiamare alla osservan-
ficie d'oro, d'argento e di rame, la qua- za regolamenti esistenti, e che è neces-
i

le comincia da Gregorio 11 morto nel


s. sario aggiungerne altri a maggior chia-
73 1, e termina con Gregorio XVI, ac- rezza de'medesimi, ordiniamo la più e-
quistata dal cav. Delti nel i85i. Com- salta osservanza delle lettere apostoliche
prò poscia e donò altresì alla Biblioteca de'nostri predecessori Clemente XII de*
la scelta e copiosa collezione dell'antiche 24 agosto 1739, di Benedetto XIV de*
medaglie tornane consolari e di famiglie, 4 ottobre 751, eia cedola del moto-pro-
1

formata in 20 anni con infaticabile pa- prio di Clemente XIII de'4 agosto 761, 1

zienza da Francesco Sibilio contiene : coli' aggiunta di altre provvidenze, che


3238 medaglie d'argento, 976 in bron- abbiamo stimato opportuno ordinare. E
zo e le altre in oro. Oltre queste due rac- tali provvidenze riguardano specialmen-
colte, arricchì il medagliere della Biblio- te ili. "e il 2. custode, per tali nominando
r
teca di non poche altre monete e meda- mg. Alessandro Asinari di s.Marzano
glie antiche e moderne, unitamente alla arcivescovo d' Efeso, e mg. r Pio Marti-
bella collezione di 160 medaglie d'ar- nucci, a'quali è affidato l'incarico di cu-
gento e di rame coniale nel Belgio dal stodire la biblioteca, di tenere gli 8 scrit-
principio del presente regio governo sino tori di lingue araba, ebraica, greca e la-

ah 855. Fece dono allo stesso medaglie- tina,sempre occupali a favore della me-
re anche di 4 voi. di Numismatica fran- desima; di attendere al compimento e
cese del medio evo e di uno di sigilli, o- al perfezionamento degl'inventari e in-
pere pregevoli di Robert, fornite di mol- dici, non solo de'codici mss. o libri slam-
E perchè il
tissime e belle tavole incise. pati, ma anche di qualunque altra cosa
medagliere fosse meglio disposto, lo fe- che si conserva nella biblioteca e locali
ce trasportare in una delle stanze Bor- annessi ; d' amministrare e impiegar le
gia, dóve rinnovati gli scaffali, nella par- rendite della biblioteca. Tali provviden-
te superiore fu collocata la biblioteca Ci ze riguardano anco gli scrittori, quali i

cognara già acquistata da Leone XII, e nelle ore determinate devono impiegar
nell'inferiore in apposite tavole si dispo- l'opera loro a vantaggio della biblioteca,
sero medaglie e le monete di tutte l'e-
le cioè facendo ciò che loro prescrivono
poche. Finalmente il Papa Pio IX vol- ili. e il 2. custode, continuando l'in ven-
gendo le sue cure anche all' interno re- tarlo e l'indice de' codici e altri mss., e
golamento della Biblioteca, dispose con de'Jibri a stampa, collazionando e tra-
moto-proprio de'20 ottobre 85 1.» Noi 1 scrivendo e copiando codici, che per la i

ci occupammo a fare ristorare ed abbel- loro antichità potessero patire detrimeu-


lire la Biblioteca apostolica, situata nel to, e traducendo dalle lingue estere iti

nostro palazzo al Valicano, la quale cou latino l'opere inedite de'ss. Padri o d'au-
ogni ragione può ben ritenersi la prima tori insigni in qualunque scienza ".
delle biblioteche pe'tesori immensi, che VAT1ZA o PALEMON1. F. Pole-
ivi i nostri predecessori con sapientissi- MONIO.
mo divisandolo raccolsero d' ogni sorta VATTENBERGHoVITTEMBERGH
di manoscritti antichissimi, di medaglie, Francesco Guglielmo, Cardinale. De'
di monumenti antichi e di altri oggetti, i duchi di Baviera, preposto di Ratisbo-
quali anche da noi accresciuti, servono na e canonico di Frisinga, fino da' verdi
ad illustrare le scienze e le aiti. Ma af- anni di sua età si fece ammirare come un
finchè queste nostre provvidenze siano perfetto modello di probità e di religio-
utili alla conservazione ed alla sicurezza ne. Dopo essere succeduto io tulli $Ii
243 VAT V A T
splendidi carichi del cardinal Zollerai, slituì al suo lustro e splendore l'univer-
fu eletto vescovo d'Osnabruch, città die sità diesi vuole ivi fondata da Carlo Ma-
occupata da'danesi la ricuperò con I' a- gno; le accrebbe le rendite, ne ampliò
iuto de' cattolici, e visitata tutta la dio- l'abitazione, onde avere maggiore nume-
cesi cacciò i predicanti eretici e vi cele- ro di soggetti per mantenere la missione
brò 3 sinodi, per mezzo de' quali v' ili* di Sassonia. Quello che sembra incredi-
tradusse il calendario Gregoriano, insie- bile si è, che in Verden non trovò che 3
me col Breviario e Ceremoniale romano, soli cattolici senza alcun sacerdote, onde
comandando l'osservanza de'decreti del dovè chiamarne 12 a sue spese da di-
concilio dfTrento già pubblicato da'suoi versi luoghi a fine d'ufiìziare la cattedra-
antecessori. Vi fabbricò una magnifica le. Nel restituire al rito cattolico la cat-

chiesa in onore di s. Ignazio Loiola, la tedrale di Verden, ritrovò in un aulico


quale consagrò con gran solennità, assi- ciborio o tabernacolo di marmo 8 corpi
stito da 3 vescovi e 12 abbai» mitrali, e di santi vescovi suoi antecessori, che fu-
vi aggiunse una casa pe'gesuiti. Edificò rono collocati da lui in decente e onore-
inoltre ben munita fortezza per abitazio- vole luogo nella stessa chiesa ; ed un'ostia
ne de'vescovr, e cacciati intrepidamente grande e 3 piccole dentro una pisside di
gli eretici, vi richiamò frati minori os- i metallo, tulle e 4 candide, intere e ben
servanti, vi restituì le antiche parrocchie, conservale, quantunque da un secolo a
le chiese collegiate e i monasteri. Dall'im- quell' epoca non vi fosse stato in quella
peratore Ferdinando II ebbe la commis- chiesa esercizio alcuno della religione cat-
sione d'eseguire l'editto imperiale, in cui tolica. Un prelato così zelante della santa
ordiuavasi la restituzione de beni eccle- fede, fu dal Papa dichiarato vicario apo-
siastici, quale egli adempì con rischio del- stolico del settentrione, e gli donò 4 m0 *

la pròpria vita, con grave incomodo e nasteri tolti dalle mani degli eretici, de'
dispendio,ricuperando dalle mani de'pro- quali potesse egli prevalersi in opere di
tcstanti 1 46 chiese tra metropolitane, pietà a suo arbitrio. Oltre i detti vesco-
cattedrali, collegiate e claustrali, oltre le vati, fu arricchito della preposilura e del-
moltissime parrocchie, che furono rimes- l' arcidiaconato di Bonna. Le immeuse
se nelle mani de'cattolici. Dopo di' che fu fatiche tollerate dall'invitto prelato, e i

incaricato dall' elettore di Colonia di ri- disastrosi e frequenti viaggi che dovè in-

formare e di restituire all'antico stato il traprendere a motivo di religione, gli ca-


vescovato d'Hildesheim, occupato ingiu- gionarono grave malattia, da cui risanò
stamente in gran parte già da i3oauni dopo il voto fatlo di visitare la s. Casa di
da' duchi di Brunswick. Vi celebrò subi- Loreto, come eseguì, essendosi in quella
to il sinodo, vi ristabilì monasteri e li i circostanza portato a Roma alla visita de'

consegnò agli ordini a cui li aveano tolti sagri limini. Postulato dal capitolo di Ra-
i protestanti; ed espulsi i predicanti, esi- tisbona, alla cui dieta spesse volte inter-
gè da quella ribelle città il dovuto omag- venne e si trovò presente all'elezione del-
gio. Nel tempo stesso ad istanza dell'im- l'imperatore Ferdinando III, per coadiu-
peratore fu da Urbano Vili promosso ai tore in quel vescovato, seguita appena la

vescovati di Verden e di Minden, di cui morte di quel prelato si trasferì alla nuo-
ricuperò i beni ingiustamente occupali a va chiesa, in cui celebrò il si nodo e ricu-

quelle chiese dagli eterodossi, e nel 1 però di nuovo il vescovato d'Osnabruch
celebrò due sinodi e vi fondò due semi- dalle mani degli eretici, convocò in esso

nari, uno nella città, l'altro nella diocesi, 3 sinodi, a'quali invitò i sacerdoti ei par-
una casa pe'gesuiti, e un convento pe' roci* i esuli, che ristabilì nelle loro chie-
minori osservanti, e con grande spesa re- se, dalle quali cacciò gli eretici, e dopo
VEC VED *49
aver visitata tutta la diocesi, propago la VECEUANI o VECELIM. Settari
cattolica religione nella Weslfalia e nella partigiani degli errori diWecelen o Ve-
Sassonia, con ridurre al seno della Chie- cilioneo Wezel, chierico fuggiasco d'Hal-
sa romana molte migliaia d'eretici, a berstadt, che simoniaco e falso pastoie
7000 de' quali amministrò il sagramen- intraprese a difendere lo scismatico e per-
to della confermazione. Finalmente a ri- secutore della Chiesa Enrico IV, contro
chiesta dell'imperatore Ferdinando ili, il Papa s. Gregorio VU(V). Enrico IV,

fu da Alessandro VII, col quale a vea con- in ricompensa del suo zelo pe'suoi inte-
tralta intima amicizia nel congresso di ressi, nel 1084 lo nominò arcivescovo di
Munster eammirato per zelantissimo pa- Ma gonza. Veci lione o Wecelen o Wezel
store, a' 5 aprile 1660 creato cardinale aggiunse V errore ereticale allo scisma :

prete, dignità che godè per soli 12 mesi, insegnò che quelli eh' erano privati de'
dopo i quali compianto da'poveri che lo beni della fortuna per sentenza giuridi-
ebbero a padre, da'dotti che lo provaro- ca, non erano sottomessi ad alcun giudi-
no mecenate, e dagli ecclesiastici che lo zio ecclesiastico, nemmeno alla scomu-
venerarono modello di perfezione, nel nica. Il concilio di Quedlimburgo
(^.),
1661 se ne volò al cielo, come giova spe- tenutosi neho85, condannò Vecilione o
rare, a ricevere la ricompensa del suo ze- Wezel coni e eretico e scismatico. Ostina-
lo e delle sue pastorali fatiche. to ne'suoi errori tosto adunò in Magon-
VECAB1TI. V. Varabiti. za (V.) un conciliabolo, e cogli scismati-
VECCHIARELLI Odoardo, Cardi- ci ed eretici suoi seguaci pretese scomu-
nale. Patrizio di Rieti, annoverato prima nicare s. Gregorio VII e cattolici fedeli
i

tra'chierici di camera e poi promosso da e doverosamente costanti alla sua Ubbi-


Inuocenzo X nel i654 a uditore della dienza, riconoscendo l'antipapa Clemen-
stessa camera, Alessandro VII a'29 apri- te 111. Miseramente Vecilione morì do-
le 658 lo creò cardinale diacono de' ss.
1
po due anni nel suo peccato. I tristi se-
Cosma e Damiano, e nel 660 vescovo di 1 guaci de'suoi errori per ignominia furo-
sua patria, che però fu costretto abban- no chiamati veceliani e vecelini.
donare, riuscendo la temperatura del cli- VEDASTO (s.), vescovo d'Arras. Na-
ma nocevole alla sua salute, e tale ne ri- to, a quanto sembra, nella Francia occi-
sentì grave pregiudizio che sebbene si re- dentale, lasciò la patria, e ritirossi nella
stituì a Roma, ivi di 54 anni la morte lo diocesi diTool, ove visse alquanto tem-
colse nel1667, P oco dopo l'elezione di po nascosto ed unicamente occupato ne-
Clemente IX, alla quale contribuì col suo della penitenza. Il vescovo del
gli esercizi
suffragio, a'20 giugno. Fu sepolto nella luogo, venuto a conoscenza di sua virtù,
chiesa di s. Pietro in Vincoli presso la lo fece ufficiare nella sua chiesa e lo or-
tomba di suo zio mg. r Pietro Piermarino, dinò sacerdote.Dipoi fu deputato a istrui-
sotto una lapide splendidamente adorna, re nella religione cristiana Clodoveo l,e
sulla quale fu inciso breve elogio, aven- apparecchiarlo a ricevere il battesimo.
do egli eretto a detto zio un ricco mo- Accompagnando il rea Piheims, ove do-
numento con elegante iscrizione. Mentre vea con gran solennità essere eseguita la
era chierico di camera fece costruire a ceremonia, rese istantaneamente col segno
sue spese la nobile sagrestia di s. Rocco, della crocela vista a un cieco che stava sul
della cui chiesa e ospedale ebbe poi la poute dell'Aisne, e questo prodigio giovò
protezione. assaissimo a rassodare il re nella sua de-
VECCHIONI e VECCHIONE. V. O- liberazione, e dispose molti de'cortigiani
BLAZIONABIO, DIACONESSE e StJDDIACONESSE, ad abbracciare la vera fede. S. Remigio,
VED0VA,VED0VO,PoVER0,eQUARANT'0BE. che avea esperimentuto il merito di Ve-
VOL. LXXXYHI.
17
25o VED VED
dasto, il consagrò vescovo di Arras, af- propri figli alle vedove, per la cura de'
finchè potesse vieppiù adoprarsi a ride- medesimi pupilli. Il Vermigliali nel I.
4
stare la fede in un paese, nel quale era delle Lezioni di diritto canonico tratta
quasi estinta. Nell'anno 499 cullando nella lez. 20: Della donazione fra ma-
Vedaslo nella città d' Arras, guarì un rito e moglie , e della restituzione della
altro cieco e uno zoppo: locchè apparec- dote dopo il divorzio, nella quale non
chiò gli spiriti ed cuori a ricevere favo-
i si comprendono i donativi dati alla spo-
revolmente il Vangelo. Nondimeno egli sa dallo sposo, da' parenti e dagli amici.
dovette molto affaticare per ammaestra- Per le regine e allre principesse tale as-
re un popolo rozzo ed ostinatamente li- segnamento, stabilito dui marito defunto
gio alle superstizioni del paganesimo; ma o dallo stato, dicesi Dovario. Anticamen-
senza disanimarsi giunse colla sua soffe- te le regine e principesse sovrane ve-
renza, dolcezza e carità a fargli gustare dove avevano per loro dovario vedo-
le massime di Gesù Cristo. S. Remigio vile un principato, una contea, una cit-

accrebbe le apostoliche occupazioni del tà, colle rendite che producevano, ed ol-

santo vescovo, affidandogli Tanno 5io tre a ciò anche l'assegno di particolari ren-
altresì reggimento della vasta diocesi
il dite. Le buone vedove amanti della pu-

di Cambiai. Non si sa più altro di s. Ve- dicizia e dell'onestà furono onorate da


daslo, se non eh' egli rese la sua chiesa tolte le nazioni, così dagli ebrei, come
assai fiorente, e soddisfece degnamente da'genlili.romani uello Sposalizio (V.)
I

a tulli i doveri di buon pastore sino alla non permettevano che alcuna donna ac-
morte, che lo rapìil 6 febbraio
53g. del compagnasse le spose se non le vedove ,

11 suo corpo, sotterralo uella cattedrale d'un sol marito, stimandole incorrotte.
di Arras, ivi rimase sino al 667, in cui Stimandosi le seconde nozze indizio d'in-
il vescovo s. Auberto, lasciandone colà al- temperanza, da'genlili romani, fece dire
cune reliquie, trasportilo solennemente a Porzia figlia e discepola di Catone: La
inUna cappella che il santo avea edifi- donna pudica non mai ila più d'uria vol-
si

cata in onore di s. Pietro. Trasmutò poi ta; e Cornelia vedova di Gracco e figlia
questa cappella in una chiesa che prese di Scipione Africano, ricusò le nozze del
il nome di s. Vedasto, e vi gillò le fon- re Tolomeo. Valeria vedova di Defluirò,

damenta di un celebre monastero. Il fa- rispose a chi la voleva sposare: Suo ma-
moso Alenino ne scrisse la vita, e com- rito esser morto agli altri , a se vivendo
pose un uiTìcio particolare ed una messa perpetuamente. Nel ticusaie altre nozze,
in onor suo. diceva altra dama
gentile di Roma; mici I

VEDOVA e VEDOVO, Vicina, Vi- primi amori mio marito se li portò nel
,

dnns, TJxore vidualus. Donna alla qua- sepolcro, ed ivi se li tiene onde non me ne ;

le è morto il marito; uomo a cui sia mor- restano per altri.NarraPlutarco,chele ve-

to la moglie. Dicesi Vedovanza, Vedo- dove romane quando erano morte, erano
vila, Vedovaggio, Vedovatico, Vidnitas, sepolte colla corona della pudicizia inles-
lo stalo vedovile. Inoltre si dice Vedovile sula di fiori; e come trionfanti della con-
e Vedovatico, tutlociòche si dà alla ve- cupiscenza, erano con grande onore por-
dova per suo mantenimento dall'eredità che seb-
tale in pubblico. Afferai a Livio,
del marito morto. Se ha portato Dote(V.) bene le facoltà delle vedove romane era-
e non ha avuto prole, la Donna (V.) la no copiose, essendo soliti nobili lasciar i

ricupera e di più ha il 4. ° vedovile, cioè la loro mollo denaro, perchè ad essi cornei
a
4- parte della dote. Su di che variano le vassero l'affetto; per lo stesso motivo, ed
disposizioni delle leggi delle nazioni. Co- acciocché non passassero a seconde nozze,
sì quanto alla qualifica di Tutore ( / .) de' erano mauleuule splendidameute in prò-
1

VED VED ?.5

porzione del loro stato dal pubblico era- tali e sta domando, essendo stato impri-
rio, il quale ereditava le sostanze del ma- gionato il re di Delhi, dal processo con-
rito defunto, e quindi tenute a guisa d'o- tro di lui intrapreso risulta. Che il pro-
racoli delle privale famiglie. Ne'secoli cri- clama indirizzato da Khan Bhahador
stiani le vedove furono celebrate e onora- Khan alla difesa del re, nel numero delle
te con magnifici epiteti: Ancelle de'Mar- querele contro governo inglese, conte-
il

tiri, Discepole decanti, Gloria del sesso, nute nel proclamaci sono queste. i.'L'au-
Ornamento della fede, Fregio della no- torizzazione datadagl'inglesi negli ultimi
biltà, Maestre del timor di Dio, Guida lem pi, alle vedove di rimaritarsi, ciò che
delle maritate, Custodi e sentinelle del- viene condannato dalla religione degl'in-
a
l'innocenza delle vergini, Specchio della diani. 2. D' avere i medesimi distrutto
Trofeo della pudicizia; cioè quel-
castità e il rito antico e sagro di Suttee, vale a
le quae vere viduae sunt. Il concilio di dire il sagrifizio della vedova che si fa-
Toledo del 683 proibì nella Spagna con t
ceva bruciar viva sulla tomba del suo
un canone singolare, alle vedove de're di sposo. Il Lutto (F.) poi delle vedove e
rimaritarsi a qualunque Uomo (F.) ed t
de' vedovi presso le nazioni, come per al-
egualmente si vietò a qualsiasi uomo di tri, è di remota origine, si pubblico che
sposarle, ancorché fosse re, restando sco- privato, accompagnato con manifestazio-
municali se si maritassero. Nel 3,° conci- ne di duolo. Nel citato articolo ragionai
lio tenuto a Saragozza nel 6gr, si con- di diverse specie, foggie, gradi e durata,
fermò il riferito canone , cioè che le re- sì delle leggi o consuetudini antiche e sì

gine dopo la morte non potessero piglia- di quelle moderne, colle diverse pratica-
re altro marito, acciò non si dasse moti- te dimostrazioni e privazioni. Siccome lut-
vo ad alcuno di farsi tiranno; ma che de- ti gli eccessi sono biasimevoli e pregiudi-
ponendo la veste reale, pigliassero la re- zievoli alla società, vivamente deplorai
ligiosa e stassero in monastero chiuse fra l'introdotto abuso che si è fatto nei lutto,
le monache Per le
pel resto della vita. con essere stato generalmente convertito
altre nazioni innumerevoli sono gli esem- in vana ostentazione, e nel sempre rovi-
pi delle vedove sovrane che ripresero ma- noso e immorale Lusso (F.), con aperta
rito, e il più delle volte con divenir quel- contraddizione allo stato mesto di chi ne
lo sovrano. Molti popoli inumani e super- fa uso; massime nelle vedove e nelle orfa-
stiziosi usarono, e
diversi ancora bar- ne di padre, la cui condizione socievole e
baramente costumano, come nell'/rt-
lo la possibilità dovrebbe forse interdirglie-
die orientali, d'uccidere o bruciare la ve- lo o almeno limitarlo, con saggia pram-
dova del re defunto e quindi tumularla matica di provvide leggi, di cui è a la-
nella sua Sepoltura (F.) t come in Tra- menlarsene la mancanza. In tutte le cose
cia (F.)j anzi presso alcune nazioni toc- è lodevole la moderazione; non manca-
cava a morire, se osservanti la Poligamia no però que'che la praticano, come pure
(F.J, e ad essere uccisa quella tra le ve- vi è chi ci edifica e muove a prendere af-
dove eh' era stata la più prediletta o la fettuosa parte alle care perdite da loro fat-
designata dal defunto; ed in altre, tra le te. Trovo nel mirabile libro, La Fabiola,
vedove stesse vi fu gara per essere prefe- del dottissimo cardinal Wiseman. Le an-
rite nel seguire nella tomba lo sposo. E- tiche vedove romane e primitive cristiane,
gualmente fra'popoli barbari e rozzi, fu per denotare lo stato di loro vedovanza u-
ed è ancora uso comune e riprovevole, savauo un nastro di Porpora (F.) cucito
d'uccidere similmente le mogli divenute sulle Festi(F.) e chiamato dagli antichi
}

vedove. Nella terribile rivoluzione che Segmentimi. Gli abiti erano semplici, di
l'Inghilterra guerreggia dell'indie orien- colore dimesso e di poco pregio, senz'ai-
252 VE D VED
cun ricamo; non usavano nessun gioiello vo (V.) o Clavo, colle quali adornavano
o prezioso ornamento di quelli onde il e orlavano le vesti; ed il chiamare gli uni
mondo muliebre romano era sì ghiotto. e le altre nell'istessa guisa, sarà facilmen-
]| solo oggetto da taluna usato, e che a- te venuto dalla somiglianza delle striscie,
vea qualche sembianza di ornato, era una colle quali guarnivano le Tuniche in ogni
sottile catenella d'oro, che le circondava luogo, e si comprendevano sotto il nome
il collo, dalla quale pendeva alcuna cosa generico di Segmenti. Nel Hierolexicon
(forse il ritratto del pianto marito, ma la del Magri si legge : Segmentati^, dicitur
madre che l'eminente scrittore dà a s.Pan- de veste variegata, et de honiine ej usino*
ciazio, vi teneva racchiuso del sangue di di vestimentis indillo. Segmentata ei cir-
s. Quintino, che dice suo padre) amoro- cumferebantur pulvinaria. Altrettanto
samente nascosta sotto il lembo superio- leggo nel Du Cange, Glossarium Latini'
re della sua vesta. I capelli intrecciati con tatis, con altre testimonianze, che fu in-
argento, erano lasciati scoperti e non di- terpretato il Segmentimi per Fasciolas
sciplinati per verini artifizio. Già narrai quae extremis vestium oris assuunlur, in
altrove, che per segno di acerbo e profon- fra ncese//YZtf ges. In tal senso usato fu il

do dolore, massime appena morto il ma- vocabolo anco parlandosi delle vesti ec-
rito, le vedove romane sparsero Capel- i clesiastiche: Festini fimbriato, clavis se-
li di Cenere {V.)> costume familiare alla ricis, phrygiisque aut Segmenlis ornalo
nazione ebrea, passato poi agli egizi e a' (clerici) «e ulantur; sed Segmenta rasi se-
greci, e da questi a'romani. Le donne in- riciaut tafetani, quae duoruni aut triuni
cedevano col capo scoperto in tempo di digilorum latitudinem non excedanl, in
lutto, mentre per legge tutte e sempre do- exlremitate pallii seu mantelli geslare pò-
vevano cuoprirsi il capo col velo, hi tem- terunt. Segmentati^ Episcopi cum sui ar*
po di lutto, si adottò l'opposto del costu- chidiaconis parali s, crucibus et texds E-

me ordinario. Tuttavolta quanto al velo, vangelicis...Synodum celebralurus...pro-


dice Vairone, De vii. pop. Roni. lib. i, gredilur.li, vestibus Pontifloiis(quae Sag-

che le donne, Mulieres, deposte le vesti mentatae erant) indutus. Allusitad illud
morbide e pompose, si ricoprivano con Juvenalis, lib. I, Sai. 1 de Veste Gracchi:
quella veste o velo detto Ricinium o Re- Segmenta, et longos habitus, eljlammea
cinium, senza dirne il colore. Scrisse Isi- sumit. Il Dizionario storico-mitologico al

doro, Orig. lib. i, cap. 25: Ricinium Ma- vocabolo Segmentimi lo definisce. Ricamo
tronarum operimentum quodcooperlo ca- degli abiti fatto d'altra stoffa, che in Ro-
scapulam a dextro latere in lae-
pite, et ma serviva per far distinguere i patrizi, e
vuin humerwn millilur, cujus dimidia ValerioMassimo l'indica chiaramente con
pars retro ejiciiur, quod vulgo Marvor- queste parole: Permisit quoque his pur-
tem dicunl quasi Martem. Lo stesso Isi- purea veste, etaureis itti Segmenlis. Ser-
doro, lib. 19, cap. 3i,eServio tfd Aen. 1 vio parla di queste liste poste all'alto del-
n.° 69, chiamano Segmenti que'pezzi di la tunica intorno al collo e non già d'u-
panno o fascie, che prima si cucivano per na collana, come l'intesero alcuni filolo-
adornare dal collo le vesti, particolarmen- gi, dicendo : Monile ornamentimi gultu-
te delledonne, e poscia s'introdussero que- ris, quod et Segmentimi dicunl. Altret-
gli ornamenti non più cuciti e fìssi alla ve- tanto riprodusse il Bazzarini al vocabolo
ste, ma staccali e da applicarsi da perse Segmento, del Dizionario Enciclopedico.
o'eollaii di tal sorta. RilevaBuonarroti nel- Per conservare le sostauze uella medesima
l'Oc seriazioni sui vasi antichi di vetro, famiglia, e perpetuare il nome de'defun-
p. 157, che il nome di Segmento fu pro- ti in Israele , la legge confermò I' uso,
prio di quelle slriscie di panno Lauda* ch'eravi già presso gli Ebrei, di sposare
VED VED *55
uno dolina^ il cui marito era morto sen- vedovile. Se ne vede un esempio in Giu-
za figli, dal fratello di esso , ed in di lui ditta. Era un disonore per un uomo il
mancanza dal suo più prossimo parente ; non essere pianto dalla sua vedova, il non
ciòch'era proibito in qualunque altro ca- ricevere cioè gli onori della sepoltura, di
so, almeno quanto al cognato. Era la leg- cui pianti e le lodi della vedova forma-
i

ge degli ebrei chiamata Levirat, che ob- vano la parte principale. Le vedove del
bligava colui il di cui fratello era morto re conservavano lo stato vedovile. Adonia
senza figli, vedova del fratel-
a sposar la fu punito di morte per a ver chiesto in ma-
lo per procurai le desigli che facessero ri- trimonio Abigail di Sunam, ch'era stala
vivere il suo nome. Dice il Deuteronomio sposa di Davide, sebbene quel principe
a5, 5: Quando due fratelli staranno in- non avesse consumatoil suo matrimonio

sieme, e uno di essi sarà morto senza fi- con moglie del defunto Nabal.
essa, già
gli, la moglie del defunto non si mari- Le femmine non ereditavano che in di-
terà adun estraneo; ma la prenderà l'al- fetto de'maschi. Iddio raccomanda soven-
tro fratello , il aitale darà discendenza temente suo popolo d'aver gran cura
al
al fratello morto. Queste parole sembra di sollevare le vedove. Gesù Cristo ono-
che restringano la legge in modo, ch'es- rò lo stalo vedovile, operando cose mera-
sa non dovesse aver luogo, se non tra fra- vigliose in persona d'alcune vedove, da
telli abitanti nella stessa casa col padre esso consolate e liberate da varie infermi-
loro: con tuttociò l'uso la estese, mancan- tà, delle quali nel lib. De viduis con no-
do i fratelli, a tutti i parenti anche remo- bilissima eloquenza parlò s. Ambrogio.,
ti, purché abitassero nella Giudea ed a- dicendo: Agrum lume. Ecclesiae fertile vi
vessero comune l'eredità. Le ragioni di cerno, niuic inlegritatisjlore vernati tem-j
questa legge furono la conservazione del- mine viduitatis gravitate pollentetn, mine
le famiglie, e la distinzione delle stesse fa- etiam conjugii frtictibus redundanlem,
miglie e delle Tribuj ed anche delle pos- nam etsi diversi, uniits tamen agri fru-
d'importanza presso
sessioni, distinzioni clus suntj nec tanta hortorum Idia, quati-
gli ebrei, ed aggiungasi ancora il sovve- tae aristae segetum^nirssiutn spicae^com-
nimento della vedova. Questa legge è una pluriumque spada catnporum recipieu-
eccezione di quella del Levitico 18, 16. dis aptantur seininibus quatti reddilis ,

Dopo la cattività di Babilonia , confuse novales fructibus feriantur. Bona ergo


l'eredità, non ebbe più luogo questa leg- viduitas, quae tolies apostolico judicio
ge. Se
maggiore de'fratelli del defunto
il praedicatur. Haec enim Magistrata Fi-
fosse stato ammogliato, gli ebrei dicono, dei, magistra est casùtatis. Specchio di
ch'egli poteva prendere o non prendere virtù alle sante vedove fu s. Anna (V.\
la vedova; onde facevasi luogo al fratello invocata dalle vedove a mediatrice pres-
o parente che veniva in appresso. Se il so la sua ss. Figlia Maria consolatrice de-
fratello ricusava, la vedova cognata lo ci- gli afflitti. La parola
di s. Paolo, onora-
tava alle porte della città, gli levava la re parlando delle vedove nell' EpisL a
3
Scarpa(V.) dal piede, gli sputava nel vol- Timoteo, significa non solo rispettare,reu-
to e gli diceva : Cosi sarà trattato colui dere onore, ma anche assistere, sovveni-
che ricusa di edificar la casa di suo fra- re. II p. Mamachi, De' costumi de'primi-
tello in Israele. La vedovanza, come la tivi cristiani, t. 3, p. 44» racconta la loro
sterilità, era una specie d'obbrobrio in I- particolare cura versole vedove e come le

sraele: cosi ne parla Isaia. E' però certo sovvenivano, essendo pieni di carità ver-
che lodavasi una vedova quale , per , la so Dio e il prossimo (proximus , che si

principio di rispetto ed amicizia , alletto dice di ciascun uomo relativamente al-


pel marito defunto conservava lo slato l'altro, la carità e amore e misericordia
2 54 VED, VED
verso il quale, i moderni dichiarano col Grecia si querelassero perchè nel ministe-
parolone di filantropia), facilmente ave- ro quotidiano non si tenesse conto delle
vano compassione degli afflitti, e quell'o- vedove loro, Atti 6, i, co quod despice-
pere di pietà per loto esercitavano, on- rentur in ministerio quotidiano viduae
de potesse comprendersi quanto fosse- eorumj cioè che non fossero adoperate iu
io non solamente misericordiosi, ma e- » questa soprintendenza le loro vedove,
ziando distaccati dalle cose di questo com' erano adoperale quelle degli ebrei
mondo. Or siccome ordinariamente av- nati iu Giudea, le quali godevano in que-
viene, che le vedove e i pupilli abbia- sto onorevolezza,ed esercitavano quest'uf-
no bisogno d'essere soccorsi, perciò fino fizio colle donne, sebbene l'essere disprez-
dagli stessi principi*! del cristianesimo zate in ministerio, può fare altro senso,
una delle principali disposizioni, che fu- come fossero adoperate in più vili e fa-
rono fatte da'nostri maggiori, fu il pren- ovvero che fossero più scar-
ticosi uilizi,

dersi la cura con grave loro dispendio di samente provvedute di quello che aveano
provvedere a' bisogni e a'comodi di quel- bisogno. Né solamente in Gerusalemme
le persone,che non avendo chi loro som- ne' primi tempi della Chiesa , ma nelle
ministrasse il necessario sostentamento, cittàancora non molto lontane da quel-
si ritrovavano in una quasi estrema mi- la metropoli, dov'era stata predicata la

seria. Per la qual cosa furono destinati nostra s. Religione , singolari furono gli
da'ss. Apostoli a quest'impiego alcuni, i esempi di carità e di misericordia verso
quali come racconta s. Luca negli Atti le povere vedove. Imperciocché riferisce
Apostolici^ erano convertiti dal giudai-
si negli Atti Luca, ch'essendo giunto s.
s.

smo ; e poiché poco dopo gli altri , che Pietro a Lidda, e avendo ciò inteso fe- i

provenivano da'proseliti, non ne furono deli, i quali abitavano in Joppe, spediro-


affatto contenti, onde si lamentarono di- no subito due uomini, affinchè lo pregas-
cendo, che coloroessendo giudei, non soc- sero, che colla maggior celerilà, che aves-
correvano le vedove greche, com'erano se potuto, fosse venuto a ritrovarli, poi-
soliti d'aiutar le giudee, gli Apostoli aven- ché era toro necessaria la sua presenza.
do pensato non esser ella convenevole co- Non tardò egli punto di secondare le lo-
sa, che abbandonata la predicazione della ro brame, onde portossi in compagnia de'
divina parola,da perse stessi attendessero due messi a Joppe, e fattosi condurre al
col tesoro della Chiesa ossia della Rendi- cenacolo trovò molte vedove, le quali a-
ta ecclesiastica (V.) proveniente dall' Of- maramenle piangendo intorno al cadave-
ferte e Oblazioni (V.) de'fedeli, a prov- re la morte d' una donna cristiana chia-
veder le famiglie, e specialmente i Pove- mata Dorca, e in altro linguaggio Tabi-
ri (V-)> e le vedove, le quali aveano bi- ta, la qual donna essendo ricca, era solita

sogno di particolare assistenza, scelsero di rivestirle e di soccorrerle, pregavano,


quanto più presto poterono Dia- i sette che ottenesse colle sue orazioni da Dio,
coni (F.) ripieni dello Spirito Sauto, e ch'ella tornasse a vivere. Fec'egli pertan-
ne diedero loro l' incombenza , allineile to uscir tulli dal cenacolo , e piegate le
tolte le parzialità, godessero i fedeli una ginocchia orò, e dipoi rivoltosi al corpo
perfetta pace. Noterò, che le donne poi morto di detta benefattrice, disse: Tabi*
preposte col nome di diaconesse a fare al- la levali. A queste voci, aprì ella imman-
l'altre donne come da madri e da mae- tinente gli occhi, e avendo veduto s. A-
il

stre, distribuirono pure le vivande alle postolo,si pose subito a sedere, e finalmen-
tavole comuni, che si usarono nella pri- te rizzatasi coll'aiuto di lui, fu restituita
mitiva Chiesa, secondo l'esposizione di viva alle fedeli e grate vedove, che ne a-
quelli, che vogliono che gli ebrei nati iu veauo sospiralo il risorgimento. Per que-
V ED VED i)j
slo strepitoso miracolo, molti si converti- tamente confessa, che da'fedeli era som-
rono al cristianesimo. Era frattanto coȓ ministrato il bisognevole a'fanciulli e al-
impressa nelle menti de'primitivi cristia- le fanciulle, delle quali erano morti ge- i

ni la massima d'essere misericordiosi ver- nitori, e le sostanze erano molto ristret-


so le vedove stesse e i pupilli loro figli, te. Né scemo già molto coll'andarde'tern-
che s. Giacomo apostolo nella sua catto- pi la misericordia de'noslri antichi cristia-
lica epistola scrisse: La pura e immaco- ni verso i poveri, e specialmente verso le
lata Religione appresso Dio e Padre e vedove, i pupilli e i pellegrini, trovando-
attesta. Fistiare i pupilli e le vedove nel* si nelle lettere di Giuliano l'Apostata, che
le loro tribolazioni, e custodirsi immaco- per atterrare la religione cristiana sti-
lato da questo secolo. Il martire s. Igna- mava egli esser necessario, che fossero i

zio nella lettera a s. Policarpo osserva, cristiani in ciò imitati da'geulili, affinchè
che non debbono esser neglette le vedo- le nostre operazioni buone non facessero
ve, e che dopo Dio il vescovo deve pren- loro ombra, e non si accrescessero il nu-
der la cura loro. Essendo adunque sta- mero de'seguaci del Salvatore. Se gran-
ta così patente e manifesta la carità de' di erano gli effetti della carità de'priini-
nostri maggiori verso le vedove e i pupil- tivi cristiani verso i pupilli e le vedove in
li, nou è da meravigliare se i gentili me- generale, non può negarsi, che alquanto
desimi ne rimanevano persuasi, ma poi- maggiori furono verso i figli e le mogli
ché erano accecati,, il tutto traevano in de'ss. Martiri; qual cosa consta da'loro
la

mala parte, ed empiamente questa virtù atti, e dalla storia ecclesiastica, insieme
calunniavano e deridevano. Per cui Lu- alla diligenza che ponevano in servirli e

ciano di Samosata nel suo dialogo, Del- soccorrerli, trovandosi in carcere per aver
la morte del pellegrino 3 attesta che di confessato Gesù Cristo, molti de'quali pe-
buon'ora i pupilli, le vecchiarelle e le ve- rirono nelle medesime prigioni. Raccon-
dove concorrevano alla carcere, affinché ta iNovaes nella Storia de Pontefici, che
venendo fedeli a visitare l'imprigiona-
i in Roma Papa s. Evaristo deli 12 ordi-
to Confessore di Gesù Cristo, potessero nò per laChiesa romana 7 diaconi, e fra
essere dalla loro carità al solito provve- gli uffizi che loro assegnò vi fu quello, che
dute. Ma s. Giustino martire, il quale ben con parte delle rendite della Chiesa aiu-
sapeva qual fosse la sorgente della com- tassero poveri, pupilli e le vedove. Leg-
i i

passione e della misericordia de' cristiani go nella Fabiola del cardinal Wiseman,
verso i poveri, e specialmente verso co- che s. Giustino, martirizzato nel 1 67, men-
loro eh' essendo seguaci del Piedenlore, tre dimorava ne Bagni o Terme (F.) di
non aveano chi loro procacciasse il ne- Timoteo e di Novato, ne'quali si eressero
cessario sostentamento, nella sua i." Apo- le Chiese diPrassede e di s. Pudenzia-
s.

logia, così scrisse agl'imperatori Antoni- na, risiedendo presso questa il Papa, ed
no Pio e Marc' Aurelio. I fedeli i quali ora suo titolo cardinalizio, vide il vesco-
abbondano di facoltà, e vogliono, secon- vo de'romani, ossia il sommo Pontefice,
do ciò che loro pare convenevole, danno che pigliava cura degli orfanelli e delle
quel che vogliono al presidente della Chie- vedove, e che soccorreva malati, gl'in- i

sa, e ciò che si raccoglie suol essere speso digenti,i carcerategli stranieri raccoman-
per le vedove, per gli orfani, per gì' infer- dali quali ospiti; provvedeva quanti erano
tili, e per gli altri i quali hanno bisogno in bisogno. Indi Papa s. Fabiano del 238,
d'essere sovvenuti, come pe carcerati, pe' divisa Roma 7 regioni ecclesiastiche,
in

pellegrini ec Non altrimenti nello stesso ad ognuna pose un diacono, perciò chia-
11 secolo della Chiesa scrive Tertulliano mati regionari , e per la casa loro asse-
nel suocelebre Apologetico, mentre aper- gnala ebbero origine le Diaconie cardi-
aÓ6 VED VED
naliiie di Roma (I7*), come per tal divi- protettore delle vedove, e consolatore de'
sione derivarono pure i Tuo ti Cardina- bisogno»! j Benedetto 111 dell' 855 fu li-

lizi di Roma (V.) assegnati a'preli. Pre- béralissimo colle vedove, co' pupilli, co-
?
tto le diaconie divennero Ospizi e Ospe- gl infermi e altri poverelli, e di tulli in-
dali [)t\)ov evi, vedove e pupilli, a' quali signe protettore. In ogni tempo con zelo
ivi ricettati, ali meo tali e curali, non che i Papi e i concilii condannarono gl'ipo-
forniti dell'occorrente vestiario, i diaconi criti eretici corruttori delle vedove. Sino
prestavano i loro aiuti e soccorsi, in ciòa- da'primilivi tempi della Chiesa molte pie
iutati da' Suddiaconi (V.). Nel successi* vedove d' un solo marito e altre donne
vo pontificato di Cornelio del 254, nai'- s. divote,chiamaleanco vecchie vedove, che
ra l'annalista Rinaldi, malgrado le Per- per la gravità de'loro costumi si dedica-
secuzioni della Chiesa, questa abbondan- rono al suo servizio, sollo gli ordini de'
temente sostentava, oltre il clero, 1 5oo tra vescovi e degli altri superiori ecclesiastici,
vedove,, pupilli, poveri e infermi: tra le ve- sì per rapporto alla cura delle donne in-
dove non poche erano presbiteresse, dia- ferme, come l'odierne esemplari Sorelle
eonesse e suddiaconesse. Ne' primi secoli ospedaliere (F.), sì per l'aiuto dell'amali'
della Chiesa numerose erano le vedove, nistrazione del Battesimo per immersio-
perchè gii antichi cristiani poco amavano ne delle donne, dopo averle istruite, nel-

contrarre con esse il Matrimonio {V.)> il l'amministrazione d e a Co nferm a zio u e,


1 1

the si ricava da Tertulliano ne' libri in- in quella pure dell' Unzione estrema, e
dirizzati Alla Moglie sua, ed in quello del- divenute cadaveri ne lavavano, ungevano
la Monogamia, che contiene in tal ma- e vestivano il corpo e aveano cura della

teria dell'errore e dell'eccesso; e si dedu- sepoltura , e sì per altri uffìzi e partico-


ce parimente da'canoni antichi fatti in di- larmente per istruire le altre vedove al-

sfavore, non solo de' Bigami (P.), ma an- l'osservanza delle costituzioni apostoliche;
cora di coloro , che con vedove aveano facevano da maestre. S. Paolo ueWEpist.
contratto il matrimonio, i quali proibi- a Timoteo indica le qualità che doveano
scono a tali persone, che non sieno pro- avere tali sorte di vedove, appellale col
mosse agli Ordini ecclesiastici, di che ra- generico Diaconesse {J' .) e Mi-
nome di
gionerò poi. Solo qui dirò, che i canoni nistrae, le quali traevano dal dettoce-
si

ridussero all'ultimo grado i Chierici, a' lo e di 60 anni per essere meritamente


quali ne'primi secoli era permesso il ma- collocate in quel grado. Abbiamo dal con-
trimonio, se sposavano una vedova. Nel cilio di Laodicea del IV secolo, le vedove
concilio tenuto in Roma da Papa s. Sil- vecchie per rispetto all'età chiamate dia-
vestro I nel 324 presso le Terme di Tra- conesse, senza effettivamente esserlo. Sic-
iano, alla presenza di Costantino I impe- come tra tali vedove eranvi molle esem-
ratore e di sua madre s. Elena, statuì che plari donne, pieno consenso co'lo-
clie di
una quarta parte delle rendite della Chie- ro marili,eransi separate,essendosi essi de-
sa fosse adoperata a beneficio de' pò veri, dicati al chiericato e perciò divenuti ve-
\edove pupilli e infermi. La carità de'
,
scovi, preti, diaconi, suddiaconi, le loro
Papi fu incessante per le vedove, pupil- i mogli si denominarono Vcscovesse, Pre-
li e altri bisognosi e negli antichi tempi , sbitere o Presbiteresse, Diaconesse, Sud-
si distinsero; s.Gregorio del 5qo; s. Pao- 1 diaconesse (F'.). Sotto pena di scomuni-
lo I del 757, il quale indusse Desiderio re ca, non potevano celebrare altro Sposa-
de'longobardi a restituire gli usurpati Pa- lizio (^.), neppure dopo la morte de' ri-
trimoni della Chiesa romana (?'•), co' spettivi mariti. Ne' citati articoli narrai
quali si alimentavano le vedove ,
gli or- tutti gli nfiizi da loro esercitati. Altre di
fani e altri poveri; Sergio li dell'844 S ,aQ tali donne entravano ne' monasteri e si
VED V ED *5 7
rendevano Religiose (J7.). Le tliuconesse ne separate da' loro mariti, che Facevano
custodivano le Porte di Chiese (F.) per professione religiosa. Che nella Spagna
dove entravano le donne, e l'inlroduce- ancora fossero vedove consagrate a Dio,
vano nel niatroneo o luogo separato da- senza entrare in monastero, e chiamate
gli nomini, anco con cortine, i drappi Sanclimonìales, lo dissi nel voi. LXXVI,
delle quali si dissero anche J eli (F.) t p. 2G9. Il p. Chardon, t. 3, lib. 3, cap. 12,
esse vegliando che vi stassero con divo- riporta I' orazione che recitava il vesco-
zione; la Chiesa di s, Agnese fuori del' vo nell'imposizione delle manie benedi-
le mura di Roma, conserva l'idea dell'in- zione delle diaconesse, durante la mes-

gresso e della stazione separata delle don- sa propria di quesla funzione, dopo il
ne dagli uomini nelle tribune; dagli an- graduale; poneva loro la stola al collo, da-
tichi steccali di separazione alcuni dedu- va loro l'anello e un monile in forma di
cono l'origine delle navi laterali. Inoltre corona sul capo. Nella chiesa greca si po-
le diaconesse, le presbitere, ec. esercita- neva ai collo delle diaconesse la stola, si
vano alcuni uffizi alquanto simili a quelli facevano comunicare all'altare, e si dava
de'd'uiconi, servendo alle donne in ciò che loro in mano il calice col Sangue del Si-
i diaconi ed anco i preti e i vescovi non gnore. Il Renaudot, Liturgiarum Orien-
potevano fare per decenza e onestà; fa- ta lium, tratta nel t. 2, p. 124*. Diaconis-
cendo sempre voto di Celibato (F.) e ca- sartitn Offici uni in distri/menda forminis
ntila perpetua, allorché come le preghi- Co'.'imunioue. Quindi la Chiesa affidava
tele erano in un cerio modo quasi ordi- a queste vedove, fra le quali eranvi an-
nate e consagrate dal Papa e da'vescovi che delle Fergini (F.) di senno e alme-
coli' imposizione delle Mani , e la recita no di 4° anni, o de'pietosi ulììzi per sup-
d'alcune preci, a seconda delle prescrizio- plire a'diaconi, o le destinava ad alcuni
ni di s. Bartolomeo apostolo, che narrai incarichi iu servizio del sagro tempio, lo.

ne'luoghi ricordali: era una specie di be- lernpo delle persecuzioni le diaconesse e
nedizione che ad esse e alle presbitere da- altre simili donne, per non ingerire so-
vano nel ricevere la loro professione in spetto ne'pagani, eseguivano le commis-

quella parte della Chiesa o Tempio det- sioni de' vescovi e de' curati, colle donne

ta segretariominore del quale riparlai , ritirate, animandole alla costanza nella fe-

nel voi. LX, p. i5j senza che in delle , de e sovvenendo le bisognose, massime
donne restasse impresso carattere alcuno le vedove, l'orfane e l'inferme; procura-
sagro, di cui sono incapaci, perciò nel tem- vano eziandio i necessari soccorsi a'confes-
pio rimanevano nel solito luogo laicale, e sori di Cristo, nascosti o prigioni, recan-
fra le persone secolari le annoverò il con- do loro i consigli e i conforti de' vescovi.
cilio Niceno nel 3i5. Per ammetterle al- Siffatte donne lesero importanti servigi
la professione occorreva la scelta del ve- a'vescovi, a'preti, a'diaconi e a'suddiaco-
scovo e il consenso del clero , dopo una ni; e per essi dispensavano a quelle del
diligente disamina di loro vita e costumi. loro sesso le limosino e offerte de'fedeli,
Nel Pontificale romano aulico, come af- precipuamente se vedove e orfane, vigi-
ferma Piazza nel Clurosilogio , si traila lando sui loro costumi con entrare libera-
della benedizione della vedova professa, mente nelle loro case e prendere minuta
nella quale prendeva il Telo; nel qua- cognizionedel tenoredi loro vila. In questo
le articolo parlai delle varie sorte di ve- e altro le somigliano, se zelanti, le nostre
li che si dierono e si danno tuttora alle deputale della commissione de' Sussidii,
donne dedicate al divino servizio, dicen- le laicali Sorelle della carità e simili. A.*

dosi anticamente velo di continenza e tempi di s. Agostino le diaconesse porta-


d* osservanza quello delle vedove e dou- vano abiti differenti daile douue scuoia-
5^3 VED VED
ri, e però il santo ncil' J-pist. 199 ri- ve, le quali secondo il costume di delti
prese Eodicea, che senza licenza del ma- tempi vestivano l'abito religioso; e le mi-
rito avea deposta la veste laica, e andava nori quelle donne che non eransi mai le-
vestila di nero.Ne'monasteri lediaconesse, gate in matrimonio, dimorando collo stes-
le presbilere, ec, portavano abito distinto so abito religioso nelle proprie case, co-
eaveanopodestà di dar principio alle Ore me le vedove. Quantunque le scrittane

canoniche. Senza essere propriamente soggiornassero privatamente tra le do-


diaconesse, presbilere ec, le pie vedove e mestiche pareli, pure formavano tra lo-
vecchie talvolta furono altresì appella- ro un ceto numeroso. Dall' essere
assai
te con tali denominazioni. Le diaconesse 5 brevi o ca-
state descritte e registrate in
durarono più lungamente nella Chiesa taloghi, trassero verosimilmente la deno-
greca,che nella Ialina. Notai nel voi. XIX, minazione di scriplanes. Tale ruolo ser-
p. 272 , non più esistere nella chiesa di bavasi presso un ecclesiastico, distinto col
Milano le diaconesse, come asserì Ma- titolo di maestro , titolo che denota su-
gri; esservi bensì la scuola di s. Ambro- periorità sudi esse; ed a lui spellava l'am-
gio composta di o vecchioni, e di o vec-
1 1 ministrazione e la stipulazione decontrat-
chione scelte povere e oneste fem-
fra le ti. Oltre la riferita ingerenza delle scrit-
mine celibi attempate, le quali nelle mes- tane nella basilica di s. Ambrogio di Mi-
se festive e solenni fanno I* uffizio di O- lano, non è improbabile il credere che il
7
blazionario (Z .) nella metropolitana, of- loro uffizio somigliasse a quello in cui e-
frendo il pane pel mentre il vi-
sagrifizio, rano una volta impiegale le diaconesse,
no si oifre da' vecchioni Menochio
(il p. dire di Allone vescovo di Ver-
le (piali al

osserva che il rito ambrosiano parteci- celli (sono due di tal nome, uno fiorilo
pando alquanto del greco, le vecchione nel 697 e l'altro924), menavano una
nel
figurano l'antiche diaconesse, ed i vec- vita religiosa e casta, impiegate nel pre-
chioni gli anziani del popolo). DeWUffi* parare l'oblazioni da consegnarsi a'sacer-
ziatura ambrosiana riparlai in quest'ar- doti, nel custodire le porte delle chiese e

ticolo, in uno a' decumani, preti del cle- nel tenere terso il pavimento. La mona-
ro milanese, appellati ancora frali deca* ca difatti ch'era nel ruolo della nume-
mano-canonici. Qui aggiungerò che ol- rosa famiglia dell'arcivescovo di Milano,
tre al ceto de' decumani , esisteva nella nel secolo XIII, dovea scopar la chiesa.
chiesa milanese, verso la fine del secolo Quelle monache nondimeno, le quali in
X o nel principio dell'XI, un altro ceto, Milano dimoravano presso ilbatlisterodi
equestodi femmine,lequali sebbene non s.Stefano alle fonti, un altro più nobile
fossevo clùiMiìùle decumane o decumanes- impiego aveano di assistere e di servire
,

fé, nondimeno all'istituto e al genere di per la maggior decenza nell'amministra-


vita de'decumani non poco accosta vansi. zione del battesimo alle femmine, a cui
Quelle femmine erano distinte col nome in tale fonte era privativamente conferi-
probabilmen-
di Scrinane, scriplanes, e to, come nell'altro di s. Giovanni priva-
te erano che in alcune vetuste
le stesse, tivamente a' maschi. Che ne' Battisteri
memorie monache vengono denominale. vi fossero Veli per coprire le donne nel-
Esse intervenivano nella basilica di s. Ain« l' immersione, lo notai nell' ullimo ar-
brogio di Milano all'esequie e agli anni- Anticamente alcune donne chia-
ticolo.

versari de'defuuti, partecipavano d' alcu- male So tC Introdotte (P.) fra le qua- t

ne distribuzioni, e possedevano altresì iu li eranvi delle vedove, gli ecclesiasti-


comune alcuni fondi. Queste scrittane e- ci mantenevano nelle loro case, sia per
rauo divise in maggiori e minori; pare carità e sia per aver cura de'loro dome-
che maggiori fossero quelle douue vedo» stici affari, equivalenti alle odierne go-
V ED VED 2%
vernanti. A togliere i sospetti, nel 3x'J le sto; massimamente se erano rimaste ve-
proibì il concilio di Nicea I, tranne le ma- dove nella gioventù, come par certo che
dri, sorelle, zie e oltre parenti. Già le a- fosseavvenuto a s. Teonilla, la (piale per
veano vietale i concilii di Cartagine e di quanto può congetturarsi, non era anco-
Elvira, e poscia proibironle parecchi al- ra vecchia, ed era vedova da 1 3 anni.
tri concilii. Ora passo a pai lare d'alcune Quelle vedove però, che erano di som-
sante vedove celebri ne' fasti della Chiesa ma edifica/ione alla Chiesa, e ch'erano o-
di Dio. norate erano quelle che osservava-
assai,

Leggo nel p. Ruinart, dui sinceri de* no la disciplina loro preseti Ita da s. Pao-
primi martiri, t.438, di quelli di
2, p. lo nella ricordata Epist. a Timoteo, cap.
s. Teonilla (V.) che in Egea il presi-
%
5 a, v. 3. Quivi s. Paolo comanda, che
dente della Cilicia Lisia la fece condurre quelle giovani vedove, alle quali non dia
al suo tribunale come cristiana e l'inter- l'animo di starsi ritirate in casa, di mor-
rogò: Hai tu marito, oppur sei vedova? tificarsi continuamente, di far molta ora-
Teonilla rispose: Sono 23 anni, da che zione, e di attendere indefessamente al
sono vedova, e sono rimasta sino al gior- governo donnesco della casa, e all'eser-
no d' oggi in questo stato per amor del cizio costatile dell'opere della misericor-
mio Dio; e da che conobbi il vero Dio, e dia cristiana; e invece piace loro d'anda-
mi ritirai dall'empio culto degl' idoli, io re attorno, il ciarlare, il dire e l'ascoltare
ho vivuto in continui digiuni, vigilie e le novelle del paese, e il vivere in deli-
orazioni. Lisia soggiunse: Con acuto ra- catezze e in comodi eccedenti; lo stesso s.

soio radetele il capo (l'esser calva eia per Paolo comanda, che queste vedove passi-
una donna cosa d'estrema vergogna, e s. no sbrigatamele alle seconde nozze. Po-
3
Paolo ne tratta nella sua \. Epist. a'corin- lo funiores nubere,fìlios procreare\ina-
ti; perciò fu una delle più grandi ingiurie tresfamilias esse, indiani occasionali da-
e sensibilissime, che potesse la santa rice- re adversario maledirti «ralla. S. Teonil-
vere), acciocché resti cosi svergognata per la fu una delle rare vedove della prima
sempre, e cingetela con roveri spinosi, e maniera, e simile a s. Felicita (F.) da-
distendetela sopina, e legatela per le ma- ma romana. Di questa è scritto ne' suoi
ni e pe' piedi a 4 pn li, e con una grossa atti: Die, nocluqiie orationibus vacansy
lista di cuoio flagellatela senza modo e magnani de se aedificationem caslis men-
misura, e nelle spalle, e in tutta la perso- tibns dabat. E s. Teonilla disse di se: In
na. Mettetele ancora sopra del veutre car- hodiernum diexxnrannos habeo,ex quo
boni accesi, e muoia così. Fatto tutto que- sum vidnaj et propler Deuni nieam sic
sto, Eulalio uno de' ministri criminali, e mansijej'unans i
et pervigilans in oratio-
Archelao carnefice, ditterei a Lisia: Teo- nibus. Molte furono uè' primi secoli cri-
nilla già è morta. Lisia disse: Mettete en- stiani le vedove che anteposero lo stato
tro un sacco il corpo di lei, legatelo stret- loro al matrimoniale, e grandemente fu-
tamente e gittalelo nel mare. Subito veli- rono onorate e rispettale. Nella citata E'
ne eseguilo. Osserva il Luchini tradutto- pist. dis. Paolo a' corinti è fatta menzio-

re e annotatore del Ruinart, che si è sem- ne de' 3 stali matrimoniale, verginale e


pre permesso nella Chiesa il passare alle vedovile, esenz'alcuna dillìcoltà antepo-
seconde nozze, ma sempre si sono riguar- ne i due secondi al primo. Rileva Rinal-
date quasi come vergini quelle, che dopo di,che pegli ammaestramenti di s. Paolo,
il matrimonio disciolto per la morte del- T impudica Corinto divenne scuola d'o-
lo sposo (o per reciproco consenso per vo- nestà e di pudicizia; i quali insegnamen-
cazione ecclesiastica e religiosa) volici o ti si diffusero nell' altre chiese della cri-
dipoi vivere celibi per onore di Gesù Cri- stianità, cominciando subilo i collegi del-
j

afio VEI) V ED
le sanie vergini e vedove, chiamati poi di merito proprio de'3 stali delle donne.
Monasteri. Di queste cose fa piena fede Stupivano pagani della vedovanza os-
i

s. Ignazio, il quale reggeva in que' tempi servata dalle donne cristiane. Nel voi.
con s. Evodio successore di s. Pietro la LXXXIV, p. 80, narrai che la celebre s.

cliiesa d'Antiochia, e scrisse a' filippensi: Galla (V.) della nobilissima romana fa-
Saluto Collegium virginum, et coetum vi- miglia Anicia, primo ceppo della nobiltà
duarum. Scrivendo indi a que' di Tarso, romana che ricevesse il battesimo, se-
parlando delle vergini e delle vedove dis- condo Piazza, per restare vedova non
se: Quae in virginilate deglint, in predo curò che gli crescesse la barba, preferen-
habele,velut Christisacerdotes , viduasin do di piacere allo Sposo celeste. Essa è di-
pudicilia permanentes, ut altare Dei. Al- versa dall'altra vedova s. Gallagli cui par-
lrovescrisses.l"nnzioa"li antiocheni: Sa* la s. AgostinoFulgenzio vescovo di
: s.

luto custode» sacrorum vestibulorum dia- ltuspa le indirizzò la lettera, De conso'


conissas, parlando delle vergini e delle ve- lattone super morte mariti, et de statu vi-
dove, le quali sciolte dal vincolo e dalle duarum, che può leggersi tradotta nel
obbligazioni matrimoniali, hanno più a- Chrrosilogioi\e\ Piazza. E s. Gregorio I

gio e comodità d'attendere all'orazione scrisse de! suo felicissimo Iransito.Appren-


e agli altri atti di religione, seguendo l'in- do da Rinaldi, che l'imperatore Valenti-
segnamento deH'Aposlolo,che consiglia le niano I nel 370 colla legge De Censibus,
vedove, ut instenl obsecrationibus^et ora* dichiarò esenti da quello della plebe, le
tionibus nocteac die. Scrisse inoltre s. I- monache, le vedove, pupilli. Narra il
i

gnazio, che le vedove osservatrici della ca- citato Piazza, che dal codice Teodosiano
stità e della continenza si debbono rispet- e di Giustiniano I, e dal testo canonico,
tare e onorare a guisa dell'aliare di Dio, si fa menzione de' privilegi concessi spe-
cioè come cosa dedicata e consagrata a cialmente alle vedove, tra'quali quelli che
Dio, per ragione del voto di castità che hanno l'elezione del foro in qualsivoglia
molte di esse facevano , dopo eh' erano causa; partecipano della nobiltà, della di-
sciolte dal legame del matrimonio. In al- gnità,degli onori e della sepoltura del ma-
cune chiese, massimamente della Sorta e rito,qua odo non passino alle seconde noz-
dell'Egitto,il velo verginale pel capo era ze, e vivano castamente. Anzi godono de'
dato tanto alle vergini quanto alle vedo- privilegi non solo personali, ma della fa-
ve che si dedicavano a Dio, e le une e le miglia e de'figli, chiamandosi la vedova
altre si tagliavano i capelli, come riferi- onesta, Immagine viva del marito morto
sce s. Girolamo ueWEpist. 48; e non per essendo perciò compresa nello statuto del-
imitare le Pestali (F.) vergini paga ne de' lo stato matrimoniale, eziandio del domi-
romani, ma pel mistero che essendo lo- cilio del marito, oltre i propri privilegi
ro dati i capelli in segno di soggezione, le dello stato vedovile. Nel Tribunale (F.)
sposate con Cristo, poste in libertà, non de' Placiti, si preferiva il disbrigo delle
sono piti agli uomini obbligale. E qui no- cause de'poveri, vedove e orfani, dovendo
terò, che alle romane sacerdotesse fiatili* il Conte provvedere alla mancanza del
ni, mogli di sacerdoti (lumini, era inter- difensore loro. Quelle si dicono esser ve-
detto il Divorzio (?'.), e divenute vedo- ramente vedove, che sono abbandonate
vecessava il loro sacerdozio. S. Girolamo d'ogniumano sussidio, che non hanno fi-
i\e\Y apologia de'suoi libi i contro Giovi- gli o fratelli e altri parenti provvisti di
niano, pare che peli. applicò alle vergi- beni di fortuna e di carità per sovvenir-
ni il fruito centesimo, per dar luogo alle le; queste vuole s. Paolo che siano ono-

vedove il sessagesimo, ed in quello del tri- rate doppiamente, cioè con quell' onore
gesimo alle maritate, cioè i diversi gradi che consiste in una certa riverenza este-
VED VED 261
fiore, e quello che si stende a porgere lo- confessarlo pubblicamente, coprissi d'un
ro aiuto,per sollevarle dalle necessità nel- sacco, e colla testa nuda e i capelli spar-

le quali si trovano. Dice s. Girolamo sul si di cenere, si mischiò nella vigilia di Pa-
cap. 3 di
1 s. Matteo: Honor in sciiplura, squa fra'pubblici penitenti; si preseutò in
non tam in salulalionibus drferendis, tal foggia alla basilica Lateranense, a vi-

quam in eleemosynis ac numerimi obla- sta di tutta Roma piangendo con dolore
tione sentitur. Questa seconda sorte d' o- dirottamente, come narrai nel voi. LXlf,
noie si fece alle vedove dalla Chiesa, dal- p. 56. Ivi restò finche il Papa s. Silicio
la quale aveano i ricordati alimenti, che paternamente intenerito la chiamò, ciò
però s. Gio. Crisostomo, De Sacerdotio, che gli produsse tanta commozione, che
lib. 3, fra l'altre ragioni che riporta nel destò quella pure di tutto il clero e il po-
suo ricusare il vescovato di Costantinopo- polo essendo stata da lui già cacciata,
,

li,comepesogravissimo,questaèuna,cioè secondo alcuni, ammettendola allacomu-


l'aver cura delle vedove e il provvederle nione. Certo è che nessuna persona, di
ne' loro bisogni. Fra le celebri sante ve- qualunque stato fosse , era esente dalle
dove romane de' primi secoli , meritano pratiche imposte da'sagri canoni a quelli
ricordarsi le matrone, olire il celebre pro- che facevano la penitenza pubblica. Fa-
totipo di s. Gallai splendore delle vedo- biola tra le più ricche e nobilissime da-
ve sante e virtuose, s. Marcella (V.) e t
me romane giovani non poteva andarne
s. Paola (V.) madre dis. Euslochia (V.). esente; ed essa con austero e luminoso e-
Di eguale rinomanza fu Fabiola, altra ve- sempio adempì il suo obbligo con quella
dova e principalissima dama romana, del- compunzione e fervore di cui il massi- ,

l'antica e illustre famiglia Fabia, onorata mo dottore s. Girolamo ci ha lasciala nel-


anche col titolo di santa, ma per non esse- YEpist. ad Oceanum de epitaph. Fabio*
re compresa nelle File de' santi del cele- lae, una pittura tale che corrisponde in
breButler,che adottai pe'cenni di agiogra- tutti i colori alla grandezza del soggetto e
fia delle Vite de' Generabili (V.) servi di alla sublimità del suo ingeguo, toccando
Dio, soltanto ne parlai all'opportunità : pure la diversità delle miserie umane di
nel Martirologio romano non è registrata nostra fragilità. Ristabilita nella comu-
per santa, ed il Piazza cou tale titolo ne nione de'fedeli, Fabiola ne provò una gioia
fece degna menzione a '28 ottobre, nell'is- che non ailìevolì per nulla il suo ardore
merologio di Roma. Perla sua celebrila per la penitenza. Ella vendè tutti i suoi
ne dirò qui alquante parole. Essendo da' beni, ch'erano considerabilissimi, e desti-
suoi parenti stata obbligata a sposare un nò denaro ricavato a sollievo de'poveri,
il

uomo di cui non conosceva i costumi, fu e fu prima che stabilì a Roma un Ospe-
la

costretta con divorzio ad abbandonarlo, dale in Trastevere per un gran numero


quand'ebbe la disgrazia di conoscerlo co- di malati (mentre s. Gallicano e s. Pam-
sì sregolatoe corrotto; ella usò quindi del- machio genero di s. Paola altri ne fonda-
la libertà che davano le leggi civili per vano per gl'infermi e pellegrini a Ostia
rimaritarsi con un altro, ciò che fu per e Porto, cioè alle foci del Tevere), e si di-
lei in seguilo un motivo d' esemplare pe- stinse uelP accoglierli, assisterli in tutti i

nitenza, che fu celebrata quanto quella loro bisogni e colle proprie mani servirli,

di Teodosio il Grande. Perchè avendo


I come rilevai nel voi. XLIX, p. 267; con

iutesodopo morte di quest'ultimo sup-


la una carità, una forza e un coraggio ine-
posto marito, che per esso avea trasgredi- sprimibile, senza verun riguardo a' mi-
to e violato la legge dell'Evangelo, da lei nisteri più bassi, e colla pietosa assisten-
osservata sempre con molta pietà, nel 390 za ad ogni sorte d'infermi, eziandio di schi-
per riparare ed espiare il suo fallo, e per fose malattie, nou badando adatto all'eie-
afo VED VED
vaio sua condizione. Anche il Piazza, Eu* dimorava a far penitenza, ed a sfogare fai

sevologio Romano,
3^, fa eco all'elo-
p. sua accesa divozione per l'avventuroso
quenza d'oro del grans. Girolamo, nel- luogo che vide nascere il Salvatore del
l'esaltare gran matrona Fabiola, e
la mondo. Dacché questi conobbe eh' essa
nel rilevare che fu la i," in Roma a fon- pensava a stabilirsi in qualche parte di
dare un pubblico ospedale o ricetto pe* que'venerabili luoghi perivi vivere nella
poveri languenti d' ogni umana miseria solitudine in santa contemplazione, pres-
e corporale schifosità ; facendo così co- so la culla di nostra s. Religione, egli a-
se grandi, forse per l'addietro non mai doperossi per procurarglielo. Ma essen-
"vedute in Roma. L'annalista Rinaldi nel- dosi un' armata spaventevole di unni e
1' altamente encomiare l'immensa ca- altri barbari gettata in Oriente, e trovan-
rità di Fabiola co'poveri e le sue copio- dosi la Palestina fortemente minacciata,
sissime limosine, racconta che raccoglien- Fabiola hi obbligata di ripatriare, e giun-
doli infermi sulle piazze, e quantunque ta in Roma fu costretta di alloggiare pres-
puzzolenti sovente portandoli all'ospeda- so altri, come urrà straniera, non restan-
le sulle spalle proprie,non era meno ge- dole ormai più nulla sulla terra, a' po-
nerosissima co'chierici, monaci e le ver- i veri di Palestina avendodispensato quan-
gini; e che essendo troppo angusta la cit- t' erale rimasto. Aspettò in Roma il resto
tà di Roma rispetto alla misericordia di del lungo tempo del suo esilio mortale,
lei, mandava per le provincie e isole a esercitandosi sempre in essa nelle più
somministrar limosine a'chiostri religio- grandi pratiche d'umiltà e carità, e vi mo-
si. L'ospedale di Fabiola fu pubblico e in li a'27 dicembre del 400. S. Girolamo la
tempo che poteva esserlo pe'cristiani, pel celebrò nelle sue EpisL: LaudemChrislia*
culto libero che potevano esercitare; poi- norum, Miraculum Genlilium, Luciani
ché particolari ospedali già l'inesauribi- Paupcrum, Sola tinnì Monachorum. E
le e multiforme carità de' primitivi cri- descrivendo eloquentemente solen-
egli i

stiani ne avea avuti e in tempo pure del- ni funerali accompagnati dalle lagrime
le persecuzioni. Infatti trovo nella vita universali de'poveri, e dagli applausi e o-
di Papa s. Cleto dell'anno 80, che con- norì di tutta Roma, per le segnalate sue
verti In propria casa in ospedale pe pel- virtù e santissima vita, somma ed esem-
legrini, poi chiesa titolare di s. Matteo in plarissima carità, soggiunge: Non sic Fu*
JVIerulana. E leggo nell'opera del cardi- ri us de Gallis, non Papyrius de Samni-
nal Wiseman, la quale vado a ricordare tibus, non Scipio deNumantia, non Poni-
fra poco, che nella casa di s. Agnese pres- pejusde Pontis genlibus triumphavit. L'e-
so la via Nomentana, prima del 3o5, dal- sequie furouo celebrate da tutto il popo-
la medesima o da'suoi genitori era stato lo, nelle quali sonabant psaltni , et aura-

stabilito un occulto ospedale pe'cristia- ta teda letnplorum reboans in sublime


ni, ed ove era medico il buon prete Dio- quatiebat Alleluja. L' Aringhi Roma ,

nigi. La virtù di Fabiola non volle che subterranea, t. 1, p. 92, osserva sul can-
la sua patria solamente sentisse le sue tico o inno Alleluja, usato in questa cir-
beneficenze, ma dopo aver soccorso mol- costanza. Hic interim stndiosus leclor
ti monasteri fabbricati sulle coste dellaTo- adnotet, quod vox Alleluja, quae licei in

scaiia, percorso diversi altri paesi d' Ita- funere usurpare a pud christianos consue-
lia per filigliene parte, andò (ino in Pa- vcrat, gralulantis magis quam doleniis
lestina per appagar la sua divozione ver- vox est, quasi immortali Deo gratiae a
so i luoghi di Terra Santa, comeavea fat- christianis pe.ragentur ,
quod Fabiolam
to s. Paola. Ella nel visitare il s. Prese- ab innumeris hujusce vitae aerumnis, ac
pio a Retlemme, vide s. Girolamo che ivi laboribus ad perennis locum quietis evo-
VED VED 2f>3

easset. Ilp. Menochio, Sluore, t. 2, con!. pcrstilcaVFabi. Fabiola, argomento diri


6,cap. 7 Alcune osservazioni circa l\ 11-
1 ; porporato, dal paganesimo si convertì al
leluja , che altre volle si cantava anche cristianesimo nel 3o5 circa, secondo il di

nell'esequie, dice chea' tempi ili s. Giro- lui magnifico racconto, che la Civiltà Cat-
lamo il canto n'era così frequente, che tolica egregiamente qualificò: UnRoman-
nel suo Epitaphium di Fabiola attesta zo storico di genere nuovo. Altre sante
che fu usato anche nelle di lei esequie, e vedove romane e di altre nazioni furono
che fuori della chiesa era voce familiare le ss. Anastasia, Basilla, Flavia Domitil-
del popolo, così Gerusalemme e persi-
iti la, Marmenia, Trifonia ; e le ss. Candi-
r
no dagli agricoltori. Imparo da mg. Cec- da, Dafrosa ed Esuperia furono anche
coni Dissertazione sopra V origine del-
, martiri, come alcune dell'altre nomina-
V Alleluia, che fu usato ne'funerali di s. te. Lungo sarebbe il ricordare le altre ce-
Radegonda moglie di Clodoveo re di I lebri vedove de'tempi antichi, dirò solo
Francia, e in Costantinopoli a Papa s. A- che medio evo fiorirono s. Silvia ma-
nel
gapitol,ne'quali come santi si conveniva, trona romana, degna madre di s. Grego-
ina non essendo tutti tali, invece dell'ai- rio I Magno, al quale essendo monaco
leluja, fu sostituito il versetto Requiem presso la sua Chiesa de 'ss. Andrea e Gre-
aeternam (VX e altre umili preghiere. gorio (V.), abitando ella presso la vicina
L'illustre nome di Fabiola ora è divenu- Chiesa di s. Saba, ogni giorno manda-
to più famoso per l'aureo e insigne libro va una scodella di lenticchia; e la bene-
del dotto ed eloquentissimo cardinal Wi- merita della Sede celebra t'issi ma gran
s.

seman. Racconto della Chiesa cattolica nel contessa Matilde marchesana di Toscana,
periodo più combattuto e forse più glo- che per vantaggio della medesima preferì
rioso della sua vita in mezzo al mondo lostatovedovile.e quando passò all'altro lo
pagano che si dibatteva supreme sue
nelle fece per giovare allo slesso Papa e per suo
agonie, lotta che può dirsi il più gran fat- consiglio. Contemporanea sua fu Adelai-
to che conosca genere umano, e intor-
il de contessa di Torino e marchesana di
no a cui lutti come a centro si raggrup- Susa (V.), la quale pure vivrà immorta-
pano minori.
i Il celebratissimo libro ven- le ne'fasti della Chiesa per la santità de'
ne intitolato la Fabiola o la Chiesa del- suoi costumi, pel suo zelo nella difesa del-
le Catacombe ,al cui universaleplauso fe- la religione, per le profuse sue limosiue
ci riverente eco in più luoghi, come nel e largizioni agli ordini monastici. Il dot-
voi. LXXXIII, p. 294; la Civiltà Cat- tore s. Pier Damiano nell'opuscolo scrit-
tolica avendone dato bellissima e mira- to ad Adelaide, la paragona a Debora nel
a
bile contezza ne't. 1,
2 e 3 della 3. serie. governar lo stato, confortandola a non af-

Così vennero anche una volta e con un fliggere soverchiamente il suo spirito, per
ingegnoso genere nuovo di grande effica- le replicate nozze che avea contratto, de
cia, descritti i precipui periodi deila Chie- iterata conjugii geminatione. Pare che A-
sa cattolica, come a dire: La Chiesa delle delaide di ciò sentisse un vivo rimorso.
Catacombe, di' è la famigerata pubblica- La consola pertanto il santo, addicendo-
zione, e le successive lo saranno, com'è a le la risposta di Cristo Signore, il quale
spera rsiaulterior gloria dellaChiesa,col la quando i settarii saducei (che negavano
qualificazione, della Chiesa delle Basili- l'immortalità dell'anima, le pene e le ri-
che, la Chiesa de Chiostri , la Chiesa del- compense dell'altra vita, ollie altri erro-
le Scuole. Però la Fabiola illustrata dal- ri) l'interrogarono di qual marito sareb-

l'eminente scrittore, è nubile, diversa af- be stata nel giorno della risurrezione del-
vedova di cui ragionai,
fatto dalla santa la carne quella douuache sette volte era
ad oula d'alcune aualogic e di essere su- passala a matrimonio, uoq la coudauuò
. .

264 VE D VED
per questo, quasi che avesse malamente me sciolte da'legami del matrimonio. Di
operato. Lasciava tuttavia il Damiano più il dotto cardinale asserisce, essere tal-

conoscere nelle sue parole, esservi qual- volta la vedovila d'egual merito allo stalo
che cosa di riprensibile in coloro, che verginale, ed alle vedove è dovuta la co-
più per intemperanza, che per altra ca- rona di rose, co'gigli e le viole. Anzi lo
gione passano alle seconde e terze noz- stesso Gesù Cristo si dichiarò in più luo-
ze : ecco le sue espressioni nel cap. 7. De ghi della s. Scrittura, speciale protetto-
coelei o, venerabilis soror, contende seni- re delle vedove, come lo è degli orfani e
perde bonis ad meliora conscendere. . . pupilli. La matrona romana s. France-
et quia te novi de iterata confttgii gè- sca, poi vedova di Lorenzo Ponziani ro-
minationè suspectam . in Salvaloris . mano, che innanzi tempo l'avea riguar-
verbo manifeste colligitur, quia sì reli- data come sorella, nel i^ii fondò la con-
giosa dumtaxat vita non desìi, a regno gregazione àeU'Oblale di Tor de Spec-
coelornni frequentali conjugii plurali- chi (V.): queste religiose a comune van-
tasnon excludìt. et linee loquor, non. . . taggio e edificazione delle nobili romane
ut adhibeam multinubis adirne fuluris e straniere, nella loro casa e in apposito
audacìam; sed ut jatn factis) spei, vel IocaleerettoaU'uopo,nel 1 854istiluirono
poenitenlìae non subtraham medicinae. un corso d'annui esercizi spirituali, non
Successivamente fiorirono le ss. Edwige meno per le giovinette della medesima
e Margherita vedove e regiue; la b. Mar- coudizione che intendono disporsi alla 1.*

gherita di Savoia, ec. Ad onore delle da- comunione. Alle prime il Papa regnante
me 1 ornane ricorderò pure la b. Lodovi- si recò a distribuire la ss. Eucaristia.
ca Àlbettoni Altieri, la quale rispleudet- Tutto celebrarono V Album di Roma t.
te nella carità esercitata nel sempre de- 1 p. 1 02, e il Giornale di Roma nel n.°
i
,

plorabile sacco di Roma del 1027, il cui 37 deli 855 e nel n.° 53 deli 856. Si può
culto immemorabile, e come apparte- anche vedere S. Francesca Romana, :

nente al 3.° ordine di S.Francesco, rico- tratti principali della sua .storia per /'.
nobbe il discendente Clemente X, giac- Aniviui, Roma 856. Le donne d'ogni 1

ché la venerava con culto anche il se- condizione troveranno in essa il tipo delle
nato romano, celebrandone la festa, e loro opere. Nella casa di s. Francesca Ro-
olFrendo Dell' anniversario di sua morte mana in Trastevere fu istituita la fiorente
un calice d'argento e lotcie di cera, nel- pia Casa detta diPonte Rotto per gli eser-
la chiesa di s. Francesco a Ripa, ove ri- cizi spirituali pegli uomini e pe'giovanet-
posano le beate sue ossa. Ne'secoli a noi ti, di che riparlai nel voi. LXXXIV, p.
più vicini si resero in mortali e beneme- i
107, i45, 1 49> 2I 7e 2 18. Ivi pur notai
rite le seguenti sante vedove, fondatri- che siccome la santa vi avea fondato un
ci di congregazioni religiose; dell'al- ospedale pe'poveri infermi, di cui prese
tre ragionai a' loro articoli, innumere- cura, ora presso e vicino a detta casa la
voli poi furono le fondatrici di mona- pietà del principe Doria sta fabbricando
Steri in cui si rinchiusero. S. Brigida di un ospedale pe'cronici de'due sessi. In o-
Svezia, nel secolo XIV fondò l'ordine del nore della s. Vedova romana mi piace
ss. Salvatore (F.), per ambo i sessi. Nella infine aggiungere, che nel Giornale di
sua vita,il cardinal Torrecremata ag- Roma del i85o, a p. 291, vi'è la descri-
giunge, per singoiar privilegio allo slato zione della bella statuache la rappresen-
vedovile, che la B. Vergine Maria è spe- ta con I' Angelo, gruppo egregiamente
ciale avvocata delle vedove che si con- scolpito dal romano Pietro Galli, e col-
servano inuna santa onestà di costumi, locato in detto anno dalle sue nobili fi-
uè più si curano delle coae temporali, co- glie oblute nella nicchia del 2. ordine
VED VED 9ÉB5

clie nella testa della croce latina sola fin l'opera della Provvidenza ha già potuto
qui vuota rimaneva nella basilica Vati- adottare 38 fanciulli, di cui 29 femmine
cana, tra le statue degli altri fondatori e 9 maschi. Osserva giustamente l'arti-
d'ordini religiosi d'ambo sessi. Nel 498 i 1 colista: Nessuno certamente farà le mera-
la b. Giovanna de Valois, ripudiata dal viglie, al vedere e sapere che in Roma,
marito Luigi XII re di Francia, fondò le non ostante tante opere di beneficenza,
francescane della Annunziata e del ss. vi sono sempre miserie da riparare, pove-
Cinto o Cordelliera (V.). Nel 6 1 o ma- 1 ri da soccorrere. Dappoiché l'Uomo-Dio,
dama di Lestonnac, vedova del mar- che venne a portare sulla terra lo spiri-
chese di Montferrand, istituì Ja con- to di carità, perchè si accendesse in petto
gregazione di Nostra Signora {V.)\ e s. sempre vi sarebbero sta-
a tutti, disse che
Giovanna Francesca Fremiot, vedova di ti de'poveri, onde così il ricco avesse mez-

Cristoforo Rabutin barone di Chantal, zo di soddisfare al precetto del X Elemo-


fondò le monache della Fisi fazione (?'•). sina {V-), e il misero meritasse colla
Nel 16.4.7 Innocenzo X confermò la con- virtù, della rassegnazione. Non vi è città
gregazione delle nobili vedove di Dol nel mondo civile che noveri altrettante
(P.) t
istituite per maggiormente propa- pie e caritatevoli istituzioni, tanto svaria-
gare il culto, ora dogma definito, deb te e appropriate così acconciamente a'

l'Immacolata Concezione di Maria Ver- molteplici bisogni d'un numeroso popolo


gine, la vigilia della quale lo stesso Papa cristiano, contenente la languente uma-
decretò ad istanza dell'imperatore Fer- nità, come dappertutto. Tutte queste be-
dinando III d'Austria. La sua vedova im- nefiche istituzioni della carità romana,
peratrice Eleonora nel 1688 istituì l'or- ora sono state studiate, ammirate e pub.
dine delle dame o cavalieresse della Cro- anche dal rispettabile inglese Gio.
blicate
ciera o vera Croce (F.). In Roma le ve- Francesco Magni re con libro stampato
dove, i pupilli e gli orfani, i vecchi e le in Londra nel 1 857 e intitolato: Roma,
vecchie, e tutti i bisognosi furono sempre il suo Sovrano e le sue Istituzioni, di cui
a
beneficati, difesi e protetti. Ed è bello e la CiviltàCattolica ragiona nella serie 3. ,

consolante il vedere come, ad onta di tan- t. 8, p. 338, ed lodando


assaiegregio 1'

te vicende politiche, delle vecchie perse- e imparziale autore, rileva. « Che siasi
cuzioni e delle moderne difficoltà, tante trovato un inglese, un membro del par-
eccellenti istituzioni sieno in vigore e flo- lamento, un addetto al partito liberale,

ride, anzi progressivamente sieno in qual- che per un sentimento di nobile sdegno
che aumento. La carità in sempre Roma delle calunnie,onde il governo pontifi-
essendo feconda e meravigliosa. N'è ul- cio è fatto bersaglio, abbia voluto non
teriore prova il contenuto nel Giornale prenderne le difese, ma esporre i fatti

di Pioma de' 7 aprile 858. Ivi si cele- 1 che ne sono la più. splendida difesa ; co-
bra una recente benefica istituzione de- desto s'intende, tanto solo che sappiasi il

nominata V Opera della Provvidenza, Maguire un fervente cattolico ed


essere ;

destinata a somministrare a' fanciulli e un figliuolo non può mai essere indiffe-
fanciulle, poveri, abbandonati ed espo- rente all'ingiurie, onde si denigrano la
sti, i mezzi per essere educati in qual- persona e le azioni del proprio padre".
che religioso stabilimento. Formano par- A tale libro non verrà affibbiato il ti-

te di quest'opera signore associate e mem- tolo di libro di partito fatto cou arte,
bri benefattori; e colle loro offerte si e che guarda le cose da un solo aspetto
provvede all'avvenire di non pochi infe- per esaltare Roma cristiana. E che l'au-
lici, quali così sono educati alla pietà
i tore si valse di libri d'occasione o de'
e alla morale. Nata nel maggio ib'56, giornali non sempre veridici. Quest' ai-
VOL. LXXXV1H. 18
266 VED V ED
ticolo fin compenetra e ranno-
qui si to si Roma per le
fece ulteriormente in
da a quello di Povero, in cui ricapito- vedove e vedovi, vecchi e vecchie, e pe'
lai con poche parole quanto già trattai pupilli d'ambo sessi, conviene pel di più i

(infusamente in tanti articoli riguardan- tener presente il suddetto articolo Pove-


ti le molteplici e beneficentissime isti- ro, che comprende le notizie denominati
tuzioni romane, inclusivamente a quel- e altri bisognosi d'ogni genere, limitan-
le di pubblico insegnamento. Vastoargo- domi ora a rammentare il più essenziale
mento in che e per l'imponente suo com- in proposito, e intrecciandolo con altre
plesso forse a niuno potrei comparire se* nozioni. Leggo nel Magri , Notizia de'
condo, eziandio per essere stato l'ultimo vocaboli ecclesiastici, definito il verbo
a svolgerlo tuttoquanto, giovandomi de' Admiiìiculator: U Ili/io antico della CI) ie-
benemeriti che mi aveanopreceduto,cioè sa romana, il quale avea cura di difen-
che in grande se ne sia occupato, sia d'an- der le cause delle vedove, pupilli, e altre
tico e sia di recente; il che riunito a par- persone abbandonate, come fa oggi l'av-
te, offrirebbe ampia materia di più volu- vocato de' Poveri. Avverte il Galletti,
mi importanti e gloriosi per Roma. 11 Del Primicero e altri uffizioli del s. Pa-
vantaggio d'essere stato l'ultimo di pro- lazzo Lateranese, che YAmminiculato-
posito a ragionarne, nel profittare de'lo- re, così appellato ab adminiculando ,

dati che mi precederono, quando pe'de- cioè ab adiuvando, è lo stesso che il No-
bili riguardi verso le loro opere, ed an- menclatore (F.). A s. Gregorio I del 5go
co per la natura di questa mia, se non si attribuisce l'istituzione oalmeno il mi-

potei mietere, almeno fui lieto di spigola- gliore stabilimento del cospicuo collegio
re, aggiungendo nuove nozioni ed erudi- de Difensori della Chiesa romana ( / .),
zieni ; il che potrà eziandio rilevarsi in la quale siccome sempre prese la prote-
questo medesimo articolo. Nel ricorda- zione delle vedove, degli orfani e degli
to articolodunque, dell'alma città cele- oppressagliene affidò il patrocinio e la di-

brai cronologicamente il gran numero fesa, onde ogni specie di bisognosi ebbe
de'benefìci stabilimenti, e delle provvide ilDifensore (F.). A'quali difensori, che
non più
istituzioni, le quali unite all'altre alcuni credono in principio gli Uditori
pur da me descritte, servirono
esistenti e diRota(F.), successero gli Avvocati con-
di modello fecondo alle altre nazioni, co- cistoriali, de'quali riparlai in detti arti-
me lo sono tuttora di ammirazione, poi- coli, e per a ver avutola direzione dell' U-

ché vigoreggiano e sono come dissi in niversilà romana, anche in questo, sus-
incremento; inesauribile essendo nella sistendo nel medesimo collegio l'avvoca-
medesima la pubblica beneficenza, per to de'poveri. Nel pontificato di Innocen-
antonomasia detta per eccellenza \apie- zo 11 deli 1 3o si vuole originato il rispet-
1

là romana. INe mancai, dopo pubblica- tabile ceto de Procuratori di Collegio,


to l'articolo in discorso, in altri successi- de'quali nuovamente tenui proposito a
vi di descrivere le nuove principali istitu- Uditori di Rota e Università romana,
zioni e i miglioramenti seguiti delle pre- collegio che si propose di patrocinare le

cedenti, eziandio perla pubblica istruzio- vedove e i pupilli contro i prepotenti del
ne ealtro, di che ragionai pure in quelli secolo. Altre istituzioni per la caritatevo-
diScuole di Roma, Tribunali di Roma, le difesa ne'tribunali di Roma, delle ve-
Università artistiche, Università roma» dove, de'pupilli e altri impolenti di fare

nate. Istituzioni tutte in cui si compren- difendere le proprie ragioui, sono in Ro


dono in globo altresì quelle riguardanti ma il pio istituto dell'Immacolata Con-
le vedove, vecchi e le vecchie, pupilli,
i i cezione e di s. Ivo, della Curia Romana
gli Orfa ni (F.).Ora nell'accennarequan- [P.)i l'arciconfrateraita di s. Girolamo
VED VE D .267
( V.) Prelatura (J7.) A madori, la qua-
; la zo de Paoli (V.). Diversi pii legati asse-
le per la promozione registrata nel voi. gnarono sussidi alle vedove, a' pupilli,
r
LXXXII, p.2[5, ora la possiede mg. a' vecchi ed altri bisognosi d' aiuti, come
Luigi Biscioni già canonico penitenziere dispose mg/ Carmignauo de' marchesi
della metropolitana di Pisa , dichiarato d'Acquaviva, e lo registrai nel voi. LV,
prelato domestico dal Papa, come si leg- p. 17. Medici e Chirurghi (F.) che cu-
ge nel Giornale di Roma de' 16 giugno rano gratuitamente, e così Speziali (F.)
1857. I primi Orfanotrofi moderni di che somministrano farmachi, sono in lui*
r
Roma ed esistenti sono il Conservatorio ti Rioni di Roma (/" .), pe'poveri, ne'
i

delle Proielte (T~.), per le orfane di ge- quali si comprendono le vedove, i vedo-

nitori sconosciuti, esimilmente pe'7Vo- vi, pupilli bisognosi. Roma emporio di


i

vatelli(f.) l'ospedale di s. Spirito (F.). pii Sodalizi (Fi), oltre quelli dell' Uni-

Propriamente gli orfanotrofi fondati ne' versità artistiche (y.) t V ebbero pure i
secoli più vicini e sino a'nostri tempi, poveri d'ogni condizione e stato: ne trat-
sono gli Orfanotrofi (F.) anche esistenti tai ne'vol. LV, p. 1 4, LXXXIV, p. 88.
tra' Conservatorii di Roma(V.) e tra gli E pure a vantaggio delle vedove e de' ve-
Ospizi di Roma (V.); gli ultimi venne- dovi, come degli orfani e orfane, la bene-
ro fondati per la Pestilenza (V.) del fica cassa di risparmio, istituita con ap-

cholera, che nuovamente afflisse Roma provazione di Gregorio XVI, e descritta


nel 854 e nel 855. Fra 'conservatoci ve
1 1 nel voi. LV, p. 18. Gli Ospedali di s.
ne sono ancora per le vedove e altre don- Gallica no, della Consolazione ,di s. Gia-
ne, ch'eransi abbandonate al mal costu- como (V.) ricevono anche le donne, com-
me. Fra gli ospizi, 1' Ospizio apostolico prese le vedove, secondole infermità che
di s. Michele (V.) contiene nell'ampio in esse vengono cm'&ìe.NeW Ospedale del
suo edilizio vedove e vedovi, orfane e or- ss. Salvatore adSanctaSanctorum pres-
fani, non che zitelle. Il Papa Pio IX con- so Giovanni Laterano (F.) si ricevo-
s. t

siderando che in Roma per le zitelle so- no le sole donne: vi sono 4* l'etti delti
no copiosi gli stabilimenti per accoglierle, perpetui destinati alle croniche vedove o
ha desiderato che di esse venga ristretto d'altro stato, ma ne occupano un numero
il numero, e in vece si accresca quello maggiore. Ha ancora il pio stabilimento
delle vedove e vedovi, ossia delle vecchie case per ricovero delle vedove miserabili,
e de'vecchi, che in proporzione difetta- perciò dette case sante. Arroge che qui
vano di caritatevoli ricoveri. Neil' Ospi- aggiunga il riferito dal n. 33 del Gior-
zio di s. Maria degli angeli ( f.) della nale di Roma del i858. IlPapa Pio IX
commissione òe Sussidi {V.\ si ricetta- in vantaggio de' poveri di Roma ha eser-
noorfani e orfane. L' Ospizio dis. Galla citato un doppio nuovo atto di benefi-
(V.) ricovera nella notte ipoveri di qua- cenza. Nel rione di Trastevere erasi da
lunque età e stato, preferendosi i vec- qualche tempo cominciata una fabbrica
chi e gli orfani : sono escluse
donne. le intendimento di for-
assai spaziosa nell'
Presso il medesimo è l'Ospizio dis. Luigi nire abitazioni a più famiglie della clas-
Gonzaga (J7 ove nella notte si ammet-
.), se indigente; ma procedendo la cosa as-
tono a dormire le povere vedove e altre sai a rilento, e appena le mura di cinta
donne derelitte. Molti pii istituti sovven- poteano dirsi surte dalle fondamenta ,
gono le vedove e vedovi, ed pupilli,
i i quando piacque al Pontefice di fare ac-
oltre altri miserabili, fra' quali a cagion quisto col suo privato peculio dell'inte-
d'onore ricorderò la congregazione della ra area, ed ordinare che a sue spese si

Divina Pietà, di cui nel voi. LV, i5;


p. proseguisse il lavoro. Compito questo in

e le prosperose conferenze di s. Vincen- parte, il Santo Padre con generoso pen-


268 V ED VED
siero dispose con breve deli' 1 1 gennaio lo, e poi lo promosse ad arcivescovo di
i858, che tanto la fabbrica finora ulti- Ferrara. Per beneficenza del principe d.
mala, quanto l'intera area acquietata, Alessandro Torlonia, nel Conservatorio
fossero in perpetuo addette all' arcispe- di s. Onofrio, di cui fu magnanimo be-
dale di s. Giovanni in Lalerano, allin- nefattore il fratello d. Carlo, nel i853
eile colle pigioni da ritrarsi dal locale, fece destinare un locale con 7 letti per le
che ha voluto sia sempre affittato a mo- più miserabili donne croniche, come e
dico prezzo a famiglie indigenti, si te- meglio riportai nel vol.LXVHI, p. 275.
nessero in pronto all' arcispedale mede- Già di sopracenno dell'ospedale pe'
feci

simo altrettanti posti, a seconda degl'in- cronici donne e uomini, che sta erigen-
troiti degli affitti, per povere donne col- dola pietà del principe d. Filippo Andrea
pite da croniche infermità, perchè vi fos- Doria Pampini). Vi sono inoltre in Ro-
sero gratuitamente ricettate e mantenu- ma delle pie case, le quali servono al lo-
te. Neil' affidare poi V esecuzione di sì devole fine di gratuita abitazione vitali-

bell'opera all'Eni." cardinal Vicario, il zia alle povere vedove, non però vi han-
Papa ordinò che l'assegno di tali posti no il nutrimento e il vestiario, che devo-
venisse fatto per turno alle parrocchie no provvedere da per loro lavorando.
di Roma a scelta de' rispettivi parrochi, Nelle dette case le vedove vivono in una
secondo un apposito regolamento dalla specie di comunanza, però godono la li-
stessa Santità Sua approvato. Vicino al bertà d'uscire a piacere e d'occuparsi in
monastero di s.Bernardo, presso la chiesa lavori ed altri uffìzi. Una delle vedove fa
de'ss. Vito e Modesto, per l'oneste vedove da capa, le più numerose hanno la su-
e zitelle, Sisto ?{&*) fondò un conserva- periora, le quali godono alcuni partico-
torio colla bolla Sacrosanctac militan- lari vantaggi, e fanno osservare i rego-
tis Ecc lesine, de'i3 luglio 1587, Bull. lamenti fatti per ciascuna casa da' pii i-

Borri, t. 4> par. 4> P- 32 3 : Instituiio Col- slitutori delle medesime. 1 regolamenti
lega honestarum viduarum et puella- inculcano la pace, la quiete, la frequen-
rurn, sub regimine eonfralrum congre- za de'sagramenti, la recita in comune
gationis s. Bernardi religiose educati- del s. Rosario nella sera, nelle case cioè
darum , cum indullorum concessione , ove vi è l'oratorioo cappella. Tra le prin-
praesertim quo ad pia eis relieta. Et cipali e più antiche case delle vedove in
jurisdictio s. Romanae Ecclesiae Car- Roma, ricorderò le seguenti. Il fondatore
dinalis Protectoris ,etjudicis causarum del nobile CollegioGhislieri^F^Qt'uxìep-
adeas spedanti uni. \\ sacerdote Costanzi, pe Ghislieri medico romano, inoltre pia-
L' Osservatore di Roma, 1. ,p.94> narra, 1 mente dispose, che una sua casa dietro
che il pietoso sacerdote march. Filonardi, la chiese di s. Angelo in Pescheria ser-
imitatore della carità di s. Filippo Neri, visse di abitazione a 6 povere vedove e
a sue spese eresse un nuovo ospizio pres- zitelle vecchie, e la nomina spettasse al-
so la patriarcale Liberiana per le doune la congregazione segreta dell'^rnV?o////77-
giunte alla decrepitezza, e mancanti di ternita del ss. Rosario (/'.), della quale
assistenza, costituendovi una pia donna riparlai nel voi. LIX, p. 56 1
; però colle
per regolatrice e altra per inserviente, le condizioni, che a vesserò da mantenersi ili

quali tutte interamente manteneva di vitto e vestito, e pregassero per l'anima


vitto e di tutto il bisognevole ; e di più sua. Dipoi la casa essendo stala venduta,
sovveniva bene del loro spirito, col
al ne fu ad
hoc acquistata altra presso l'ar-
metodo religioso e di voto da lui dato al- co de'Pantani e la Torre del palazzo Gril-
lo stabilimento. Leone XII dichiarò l'il- lo, già locale del Collegio Irlandese. Il

lustre Filooardi suo elemosiniere segre- Piazza ne tratta nell'Onere Pie di Roma
V ED V ED 269
erroneamente, come rilevai descrivendo VedoveGhisUerc a Torre del Grillo. Fa
il collegio Ghislieri (questo fiorisce, ed è siccome il benemerito Ghislieri è sepolto
uno fra i molti ornamenti di Roma, an- in s. Silvestro al Quirinale, nel descri-
che pei' la protezione di d. Scipione Bor- vere questa chiesa nel voi. XLV, p. 2 3g,
ghese duca Salviati, e per l'assidue cure notai che nell'anniversario per suo suf-
de' singoli deputati. Nana il n. 3i del fragio, v' intervengono le dette vedove,
Giornale di Roma del i 858, che posto cogli altri da lui beneficati. Il principe
il collegio fin dalla sua fondazione sotto Ruspoli sulla piazza di Colonna Traia-
lo special patrocinio dello Sposalizio del- na, per andare a Campo Carleo, possie-
la 13. Vergine con s. Giuseppe, ne cele- de uua casa nella quale concede una slau-
bra ogni anno con pompa la festa. In za particolare a ciascuna delle 33 vedo-
quello ricordalo maggiorI' eseguì con ve che vi ricetta. Il cav. Felice Ruspoli
solennità, cioè a'4 febbraio celebrò una con testamento del 1 626 ordinò l'acqui-
decorosa accademia poetica dedicata al sto di case o l'edificazione loro, per a-
duca protettore. Venne essa preceduta bitazione vitalizia di vedove romane di
e alternata da cori di scelta musica del condizione nobile e ouorata, e ne eseguì
eh. maestro d. Domenico Mustafà cap- la caritatevole disposizione la propria fi-

pellano cantore pontificio, ed eseguita da glia contessa Vittoria Ruspoli Marescot-


lui e da altri valenti maestri e cantori. ti. Nell'oratorio è una tabella colle re-
In ultimo per incoraggiare all' istruzio- gole da osservarsi dalle vedove ivi am-
ne catechistica, allo studio delle lettere messe, che porta la data deli6i5, ed o-
e delle scienze, alla pietà, modestia e di- ve pur lessi l'altra del 1626, il che sareb-
ligenza i giovani ivi raccolti, furono se- be anacronismo, se non si spiegasse per
condo l'uso rimunerati più copiosamen- fallo dell' amanuense. Questa casa del

te di premi. 11 trattenimento si aprì con principe Ruspoli, quanto alla situazione


erudita prefazione, e fu diviso in due par- e al suo ingresso è la migliore tra le al-
ti, ciascuna delle quali ebbe comincia- tre case delle vedove, e sul portone so-
mento da un coro in mùsica, immagina- vrasta l'arme gentilizia della principesca
to di Leviti e di Angeli. Le produzioni famiglia Ruspoli. Il celebre cardinal Be-
poetiche in latino, italiano e greco, in va- lisario Cristaldi in una sua casa del rio-
rio metro , rannodarono il divisato con- nè Monti nella via del Boschetto,così detta
cetto. Un dialogo chiuse l'argomento. I da quello da'pagani consagrato aGiunone
temi trattati con istile forbito e metrica Lucina, assegnò l'abitazione a io vedove:
armonia, riscossero la comune approva- acquistatasi la casa dal romano e pio Gia-
zione e plausi. Terminò l'adunanza col- como Salvati, ne continuò l'opera bene-
la solenne premiazione, seguita da can- fica.Questo benemerito secolare fondò
zone, in rendimento di grazie. Onoraro- ilConservatorio di Borgo s. dgata( P'.) t
no di loro presenza gli Em.i cardinali in unione al servo di Dio d. Vincenzo
INI allei sotto-decano del sagro collegio, Palloni, istitutore della congregazione
ed Àsquini, entrambi splendore e decoro dell'Apostolato cattolico sotto l' invoca-
di sì benemerito convitto, che gloriasi zione della Regina degli Apostoli (V.) 3
averli avuti giovinetti per molti anni nel di cui riparlai nel voi. LXXVIU,p. 67 ;

suo seno. A questi aggi unge vasi gli enco- zelantissimo sacerdote, che il suo biogra-
miati duca e deputati, oltre molti illustri fo prof. Pro]a celebrò ancora qual pa-
edotti personaggi della capitale ed esteri, dre degli orfani, e tutore delle vedove e
non che altri colti uditori), e il medesimo de'pupilli, il benefattore di tutti. Ai pre-
ripetè ue\Y Eusevologio Romano s trat. 3, sente nella casa Boschetto abitano 17
al

cap. 4 : Della casa detta Santa delle vedove, ma l'encomiato Salvati ha dispo-
a7o V E D VED
sto, che dopo la sua morie la casa diven- ed argenti e altro, con obbligo, rispetto
ga proprietà del suddetto conservatorio, alla casa al vicolo Cacciabove, di dover-
il quale è fiorente di 1 oo donzelle, e pro- siconcedere l'uso gratuito a povere ve-
babilmente sarà destinala pel loro novi- dove, e 1' altra in porzione come sopra
ziato. Inoltre il Salvati all' orfanotrofio nell'abitato degli ebrei per sovvenire le
di Vellelri (^'.), fondato dal padre del stesse vedove col fruttato di essa e di tut-
suo genero, donò 16,000 scudi; istitu- ta la sua roba, cioè mobili, argenti ec,
zione promossa dal lodato servo di Dio, si dovesse vendere e rinvestire in Luo-
che vi pose al governo le sorelle della ghi di 3 fonti Ristorali, assegnandoli per
della congregazione dell'Apostolato cat- fondo d' uua cappellania di messe quo-
tolico. Nella parrocchia di s. Lorenzo in tidiane, eretta nella chiesa delle con vit-
Lucina, presso la fontanella e via di Bor- ti ici del Bambino Gesù di Palestrina. E-
ghese, e dietro la piazza e vicolo della seguila la vendita degli oggetti tulli la-

Torretta, vi è un ricello per vedove, a no- sciati dal benefico Raggioli, fu erogato
mina del priore prò tempore del con- l'importo in luoghi ii:85di monti ri-

vento de' domenicani di s. Maria sopra storali ; ma dipoi attesa l'estrazione fat-
Minerva, ed ora vi sono raccolte dieci tade'medesimi dalla Carnet a apostolica,
vedove. Presso Maria in V ia il prin-
s. vennero rinvestiti in luoghi 9:80 del
cipe Barberini apiì in una sua casa un'a- monte s. Pietro, per cui attesa la mino-
bitazione per le vedove, assegnando a razione del capitale, di conseguenza an-
ciascuna due stauze e la cucina, ed è la che del fruttalo, mancò il compimento
migliore e più comoda abitazione, quan- dell'elemosina stabilita di bai. io per
to alla sua ampiezza, che in Roma go- ciascuna messa. Allora fu che con decre-
dano le vedove. Siccome è situata in un to della s. congregazione del concilio, de*
vicolo presso s. Maria in Via, il vicolo 17 aprilei 747,venneroassegnati per fon-
prese il nome delle F e dove. Tanlo pub- do di della cappellania quotidiana, tan-
blicarono que' che parlarono della pia to i nominati luoghi di monte di S.Pietro,
casa delta del principe Barberini; ma quanto la porzione di casa nell'abitato
egli non è che il protettore e l'esecuto- degli ebrei, e rimase soltanto nell'eredi-
re dei pio legalo, ed avendo procuralo tà, ossia opera pia, la casa nel vicolo
di conoscerne bene l' istituzione, per la Cacciabove, che fu assegnata quanto alle
storia de' luoghi pii di Roma, la rife- stanze superiori per uso di 7 vedove, e le
risco, anche a gloria del vero benefat- 2 stauze terrene d'attillarsi, il di cui ri-

tore. Giulio Cesare Raggioli primo mi- tratto, unitamente al fruito de'luoghi di

nistro del principe di Palestrina d. Maf- monte di s. Pietro 9. erogarli nelle spe-
feo Barberini, figlio di d. Taddeo nipo- se occorrenti dell' olio per la lampada
te di Papa Urbano Vili, cou suo ulti- nella cappella esisteute in delta casa, ac-
mo testamento, pubblicalo a'18 settem- concimi necessari, nella medesima distri-
bre 1678, per atti del Coletti notaio buzione di limoline alle dette vedove, e
Capitolino, lasciò una casa nel rione Co- ricognizione al computista ed esattore.
lonna, e precisamente nel vicolo detto Posteriormente alla suddetta epoca, fu-
Cacciabove, vicinoalla delta chiesa, com- rono sempre conferite l'abitazioni alle
posta di 10 ambienti, cioè 8 stanze su- vedove secondo la carilalevole disposi-
periori e 2 terrene; una porzione di casa zione testamentaria del Raggioli, median-
posta nell'abitato degli ebrei, in corno* te nomina de'principi Barberini prò tem-

necoirarciconfraternita della ss. Conce- pore, secondo la voloutà del testatore;


zione esistente in s. Lorenzo in Damaso, e colla rendita delle due stanze terrene,
e finalmente lutto il suo mobilio, ori noti che del frullo del luogo di monte
VED VED 271
spettante a varie opere pie, si fece fron- Finalmente in Roma molte pie persone
te agli acconcimi della casa, ed all'altre albergano caritatevolmente vedove biso-
spese suindicate, e tutto ciò sino al 1 800, gnose^ per 40 anni godè ospitalità quella
dopo la quale epoca essendo stata impo- vedovaElisabettaFrenazzi veneziana, sag
sta la tassa della dativa reale, si dovero- già e ouesta.il condizione servile e già ma-
i

no necessariamente sospendere le sov- dre d'8 morta dii 12 anni in Roma


figli,

venzioni alle vedove, poiché la reudita nel 835, come si legge ne'n. 3 e 89 del
1

di delti pianterreni, e rata di fruttato Diario di Roma, descrivendone gli ono-


delle case acquistate co' luoghi di mon- revoli funerali. Sulle vedove e altre don-
te, neppure è sufficiente a sostenere il peso ne ne ricorderò alcu-
tra' tanti scrittori
degli acconcimi necessari e al pagamen- ni. Ziegler, De
Diaconis et Diaconissis
to della dativa. Per cui delle 7 abitazio- veteris Ecclesiae, Wittebergae 1678.
ni assegnate per le vedove, una si affitta Cardinal Agostino Valerio, Dell* istru-
pcgli acconcimi, e cosi ora vi sono 6 ve- zione delle donne maritate. Delle don-
dove soltanto. L' abitazione di ciascuna ne cristiane. Sulla veduità. De* ricor-
consiste in una stanza, in un camerino, di lasciati alle monache. Del modo di
ed iu una piccola cucina. Siccome il ca- vivere proposto alle vergini ,Padova
samento è situato presso il vicolo Caccia- 1744- Del medesimo, Le istituzioni d'o-
bove, dopoché cominciarono ad abitarlo gni stato lodevole delle donne cristia-
le vedoverà parte ch'édinanzi ad esso pre- ne j illustrate dal Volpi, Padova 7 44» 1

se nome di vicolo delle Vedove. Il cardi-


il Serviez, Storia della vita dell'impera-
nal Monchini parla de'pii ricoveri delle trici romane, Venezia 1785. Guglielmo
vedove in Roma nel suo libro de°V Istituti Alexandre,&onVz delle donne dalla pia
di pubblicacarità in Roma o Saggio sto- remota antichità fino a' nostri giorni,
rico e statistico, nella par. 2/, cap. 22 : Londra 17 7$. Dell' apostolato dellefem-
Delle pie case per le vedove j e meglio mine ossia della parte che le femmine
nella Nuova edizione del 1 842, cap. 5 1 : possono e debbono prendere nella pietà
Ospizi e case di ricovero. In questo di- e nella religione, Roma 1800. Quest'o-
ce delle case delle vedove del medico pera trovo registrata dal cav. Audrea
la
Ghislieri; di quella in via Paradiso per 5 Belli nella sua descrizione dell' Ospitale
vedove a nomina della deputazione di delle donne presso s. Maria della Con-
Sancta Sanctorum (^.) di quella del ; solazione, nella quale encomiando il vir-
principe Ruspoli; di quella al Boschetto; tuoso praticato nel medesimo e altri spe-

di quella della parrocchia di s. Lorenzo dali di Roma, dalle nostre principesse e


in Lucina; di quella al vicolo delle Ve- signore particolari, registrò quanto di lo-
dove, ed aggiunge. « Altra casa é pure ro disse Leoue XII : Beate quelle che si
nella parrocchia di s. Maria in Via nella diportano così ! Anco le donne potino
strada Poli. L'arciconfraternita delia ss. essere Apostole.
F. Barberino, Del reg-
Annunziata una casa nella parroc-
tiene gimento costumi delle donne , Ro-
e de'
chia di s. Giacomo in Augusta in via del- ma 8 8. Alcuni anni addietro fu stam-
1 1

l' Orsoline, e altra per 6 vedove al vico- pato in Roma Sulla turba didonne me-
:

lo de' Vecchiarelli. Simili ricoveri sono dichesse a danno dell'umanità e della


r
pure presso la chiesa della Pace per 9 vera medicina, Memoria del d. Gioac-
vedove nominale dalla deputazione di chino Luigi Tridenti. P. d. Gioacchino
Sancta Sanctorum, in via de'Polacchi, Ventura, La donna cristiana, Milano
appartenente alla pia casa degli orfani, i853: Le donne del l'angelo, Milano
con 6 camere, e al vicolo del Villano con 1 854 La donna cattolica, continuazio-
;

1 1 stauze gueruile ciascuna d'uu Icito". ne delle Donne del Vangelo, Milano
272 VED VED
i855 La donnacattolica,tr adotta dal
:
poi rinnovato a tale uso e rammenta-
p. Marcellino da Civezza, Roma i856: to di sopra; non che dell'encomialo isti-

Nuove Omelìe sulle donne del l'angelo, tuto degli operai della Divina Pietà, nel-
Milano 1857: Il modello delle vedove, l'origine esercitato nella chiesa di
s. Gal-

Horaa 840. DellaPedagogia necessaria


1 fondato dal sacerdote Giovanni
la, ivi

alle donne per Michele De Màtthias,Fe- Stanchi della Croce d'Arezzo, e poi tras-
renlino 85 La donna nobilitata dal
1 1 . ferito nella vicina chiesa di s. Gregorio
Vangelo, e considerata sotto il triplice a ponte Quattro Capi, stimala già altra
aspetto di vergi ne,di sposandi madre /lei casa della famiglia Anici a. Nella 3.", in
teologo Maurizio Ma rocco /Torino 1 855, quanta stima e venerazione siano sem-
Lodovico Domenichi, La nobiltà ed ec- pre state presso i gentili, gli ebrei e tut-
cellenza delle donne, Venezia 1 549. Lo- te le nazioni, come nella Chiesa, le ve-
dovico Dolce, Dialogo dell' istituzione dove prime nozze. Della stima e
delle ve-
delle donne, Yinegia 545. Ercole Mare-
1 nerazione e merito delle vedove ne' se-
scotti, Dell eccellenza della donna, Fer- coli cristiani, e loro preclare virtù. Esem-
mo i58g. Agnelli, amorevole avviso al- pi memorabili delle vere e virtuose ma-
le donne circa i loro abusi, Milano trone romane vedove.Altri memorabili e-
j 5g2. Girolamo Ercolini, La reggia sempi di vedove sante e illustri nella s.
delle vedove, Padova 1662. A. Firen- Chiesa. Di quanta lode e slima siano sem-
zuola, Z>e//e bellezze delle donne, Venezia pre state le vedove caste non passale a se-
<

1 622.M.Thomas &7g'gz sopra il carat-


l
conde nozze. Documenti preziosi di s. Gi-
tere, i costumi e lo spirito delle donne rolamo scritti dalla Palestina alle sante
mvari secoli J Venezia 1773, Cremona sue discepole nobili matrone romane Le-
1782 traduzione di G. Grassi. Le tri-
: ta, Fabiola, Marcella, Melania, Eusto-
bolazioni delle maritate, dialoghi, Mon- chia e Demetriade, e alle buone, caste e
za 1857. Ne dà un utile cenno la Civil- sante vedove cristiane. Ammaestramen-
a
tà Cattolica, serie 3. ,t. io,p. 92. Nella ti e ricordi spirituali di s. Agostino alle
Cronaca di Milano, an. IV, p. 1 vi è 1 matrone vedove cristiane, altro maestro
un articolo interessante che porta per ti- di esse essendo stato s. Ambrogio. Salu-
tolo: La condizione civile della donna tare documento lasciò scritto s. Basilio
a! tempi antichi, a!feudali ed a? moderni. Magno vedove contro le seconde noz-
alle

Carlo Bartolomeo Piazza, Cherosilogio ze; Audiant ipsae mulieres,uteliam a-


ovvero discorso dello stato vedovile, spie- pud animalia r adone non pr aedita vi-
gato colle memorie illustri di s. Galla duita tis honeslas, indecore iterati conju-
patrizia vedova romana, Roma 1708, giianteponatur. Per non passare alle se-

E' diviso in 3 decadi. Nella 1.* sono re- conde nozze anche ss. Girolamo i e Ago-
gistrale le memorie del sito e famiglia di slino ne riportano le ragioni. Delle gra-
s. Galla figlia di Q.Aurelio Anicio Sim- zie e privilegi concessi dalle leggi cano-
maco e cognata d' Anicio Manlio Tor- niche e civili allo slato vedovile ; la Chie-
quato Severino Boezio celeberrimi ; e del- sa espressamente pregando nelle sagre
ie azioni illustri della santa nello stato di liturgie del venerdì santo per le vergini
donzella, di maritata. e di vedova, quia- e per le vedove. Essere proprio ed ec-
di di monaca. Nella 2/ del suo palazzo cellente ministero delle vedove l'educa-
convertito in Chiesa di s. Maria in Por- zione de' figli nella disciplina cristiana.
tico (A.), in ospedale pegl' infermi (che Digressione per la cristiana educazione
vuoisi fosse ov'è la chiesa di s. Omobo- de'figli, tratta da'documenti del cardinal
no, di cui nel voi. LXXXIV, p. 2 i5), e Anloniano.
in ospizio de'pellegriui e altri poveri, di- Lo Sposalizio Matrimonio (/ .) in
VED VED a7 3
seconde nozze fu dello anche Bigamia gli uni d'un anno, secondo gli altri di due
(T chiamandosi Bigamo e Bigama,
.),
anni ; le terze nozze di tre
o quattro an-
quello e quella che prende due mogli o ni, si separavano dalla comunione. È no-

due inalili, o simultaneamente o succes- stro costume di separar cinque anni per
sivamente. Senza il precedente Divorzio, le lerze nozze. Non ostante non deve proi-

la bigamia era condannata anche dalle birsi loro l'ingresso in chiesa, ma convie-
leggi romane e di altri popoli. Il biga- ne ammetterli al numero degli auditori
mo subito incorre neìì' Irregolari tà^P.), due o tre anni, dopo quali potranno
i

ed a Papa s. 385, da Novaes


Silicio del essere ricevuti tra' consistenti co' fedeli,
si attribuisce la proibizione, che gli am- ma senza partecipazione a'santi misteri ;

mogliati con vedove si potessero ordi- in fine, dopo che avranno dato saggio del
nare. Leggi ecclesiastiche già esistevano, pentimento loro, saranno rimessi alla co-

poiché si ha da' Canoni apostolici, e. 16 munione ". Delle classi e gradi de' Peni-
e 17.»» Non si ammetterà al Vescovato, tenti per la pubblica Penitenza nel Tem-
al Presbiterato, o al Diaconato, ne a pio, in tali articoli ne ragionai, colle di-
vernai ordine ecclesiastico, il vedovo che verse denominazioni de'penitenti. Si può
sarà stato maritato due volte, o chi avrà vedere ancora quanto analogamente scris-
sposata una concubina, o una donna ri- si nel voi. XLI1I, p. 282, e ne'canoni ri-
pudiata, o una donna pubblica, o una portati de'rispetlivicoucilii,come in quel-
donzella schiava, o una commediante, o lidi Toledo del 633 e del 683. Parlan-
altra donna di teatro". Nel riferire il p, do delle Donne, feci cenno de! riferito da
Chardon che bigami sono irregolari,
i S.Girolamo neh' Epist. 11, e qui me-
chiama bigamo in questo proposilo, non glio dichiarerò, cioè che a suo tempo in
chi commette il delitto d'aver due mo- Roma, mentre serviva Papa s.Damaso 1,
gli tutte in una volta (che poteva chia- della vilissima plebe vivevano una don-
mare poligamo), ma chi passa alle secon- na che successivamente aveva sposato
de nozze o sposa una vedova o una don- ventidue mariti, ed un uomo eh' erasi
na che notoriamente non sia vergine } coniugato con venti mogli, i quali essen-
dappoiché tali matrimoni si reputarono do di nuovo restati vedovi si maritaro-
sempre come macchiati d'incontinenza o no insieme, onde tutto il popolo si pose
di debolezza.11 concilio di Neocesarea del in espettazione chi sarebbe morto prima,
3 4 decretò col e. 7. » Quelli che si ma-
1 e per così due chi de'due doveva ripor-
ritassero molte volte, si ponessero in pe- tare vittoria, con seppellire il consorte.
nitenza per un cerio tempo ;
proibizio- Vinse finalmente il marito, il quale co-
ne a'sacerdoti d'assistere a'eonviti di se- ronato e con la palma in mano, accom-
conde nozze, perchè quantunque per- pagnato da mollo popolo acclamante, as-
messe, si riguardavano come una debo- sistè a Ila tumulazione della moglie. L'ab,
lezza ". Col e. i.° il concilio di Laodicea Dici ioli, Dizionario sacro-liturgico, net*
del 367(0 meglio del 320) statuì. «Quel- l'articolo Matrimonio e sue regole ge-
li che hanuo contratto seconde nozze, li- nerali da osservarsi, riporta la seguente.
beramente e legittimamente senza far ma- » Si guardi il parroco di non benedire
trimonio clandestino, saranno ammessi que'sposi, che furono benedetti nelle pri-
alla comunione per indulgenza dopo , me nozze, tanto se l'uomo, quanto se la
qualche poco di tempo impiegato ne'di- donna passasse alle seconde. Ma dove vi-
"'.
giuni e nelle preghiere Si legge nell'e- ge la consuetudine di benedire le secon-
pistole canoniche di s. Basilio Magno. de nozze d'un uomo con una donna non
«Le seconde nozze ne'primi secoli della ancor maritata (perchè si reputa neces-
Chiesa obbligavano a penitenza, secondo saria la benedizione della donna, attesa
27+ VED VED
la maledizione data da Dio ad Eva ma- ni versila di diritto cesareo e canonico,
su
dre de' vi venti, come ha dalla Genesisi questo vasto ed importante argomento
cap. 3, dove si legge: ultipile abo ae- M ue'puuti più. rilevanti e con alcune inte-
rurnnas tuas j in dolore pariesfilios, et ressanti aggiunte. S. Paolo neWEpist. 1

sub viri pò testate eris, et ipse dominabi- a Timoteo spiega in poche parole la cor-
lur tui), questa si deve osservare ; ma non rispondente dottrina della Chiesa , e la
si benedicano però le nozze della vedova, stima ch'egli ha per la vedovanza , che
ancorché si unisca con uomo non mari- dipoi fu sempre in venerazione fra* cri-
tato altra volta ". Il testo Ialino si può stiani, come già dimostrai : Onorate ed
leggere nel Rituale Romanuni De Sa- : assistete le vedove che sono veramente
cramento Malrimonii. Sulla benedizio- vedove. Egli mai conta in questo nume-
ne utiliziate dello Sposalizio, e degli al- ro tutte quelle che avendo perduto i lo-

tri riti che 1' accompagnano occorre , ro mariti vivono nel celibato; ma quel-
tenere presente quell'articolo. Siccome le soltanto, le quali solo sperano in Dio,
nello sposalizio pel detto motivo è neces- perseverando giorno e notte nella pre-
saria la benedizione della donna nubile, ghiera. Le vedove giovani, oziose, ciar-
così in Roma si benedice oltre lo sposali- liere, curiose, ec. non sono nel numero
zio dell'uomo e della donna nubili, an- di quelle Paolo vuole rispettate, le
che s.

che quello dell'uomo vedovo colla don- quali desidera che si rimaritino, ch'ab-
na nubile; non però si benedice lo sposa- biano figli e governino le loro famiglie,
lizio dell'uomo nubile con la donna ve- per non dare motivo a'uemici di nostra
dova, e neppure lo sposalizio d'una vedo- s. Religione a rimproverarci. Ecco in po-
va con un vedovo. Il p. Chardon, Storia che parole sentimenti che sempre ebbe
i

de' Sagramenti,ivalla nel t. 3, 1. 3, cap. 3 : ed ha la Chiesa su questo particolare; il


Si cerea l'antichità d'alcune ceremonie che non le impedì d'esortar le vedove a
della celebrazione del matrimonio. Nel rimaner nel loro stato, come più vantag-
e. 5 Delle seconde, terze e quarte nozze.
: gioso, e insieme di riguardare con una
De' sentimenti degli antichi su questo specie di quasi indegnazione le seconde
proposito. De' vantaggi di cui erano ,
nozze, ed a più forte ragione le terze e
privi quelli e quelle che vi s' impegna- quarte. Due ragioni fra l'altre facevano
vano j e della penitenza a cui erano entrarei cristiani primitivi in questi sen-
soggetti. Nel cap. 6: Di qual maniera timenti. Era lai.*, perchè leseconde noz-
erano trattati quelli che contraevano ze portavano seco un certo carattere d'in-
de' secondi e terzi matrimoni. Peniten- continenza e di debolezza, che non si ac-
za che loro s'imponeva. Si negava loro cordava molto coli' austerità de' primi
la benedizione nuziale. Cambiamento tempi, e con quello spirito di mortifica-
di disciplina nato tanto nell' oriente ,
zione e distacco da ogni piacere sensuale,
quanto nell'occidente in questo propo- che regnava allora fra loro, così fervorosi

sito. Passo d'ambedue i capitoli 5.°e6.°,e e virtuosi cristiani. L'altro motivo, che
di estesa materia a darne un estratto,ol-
sì fece loro biasimar le seconde nozze, sen-
tre un piccolocennodell'altrocap. 3.°; av- za però riguardarle come illegittime, e-

vertendo che brevemente del più essen- rano gl'inconvenienti che le seguivano,
ziale di questo grave e delicato argomen- le gelosie e le dissensioni che suscitavano

to ne ragionai nel voi. XLIII, p. 281, nelle famiglie , allorché precipuamente


282 e altrove, potendo servire di conclu- chi si rimaritava avea figli del i.° letto,
sione, insieme precipuamente a quanto come avviene tuttora, tranne rari casi.
in fine dirò, col dotto perugino cav. Pie- Quindi Padri fecero sovente delle vive
i

tro Veruiiglioli professore uclla patria u- ed eloquenti dipinture di sifoni disordini


ì

VED V lì D 27
per distogliere i vedovi e le vedove dal tori ecclesiastici non si contentarono di
rientrar nel vincolo matrimoniale. Si di- celebrare la castità e la continenza de'
stinse il facondo s. Gio. Crisostomo col cristiani, e talvolta per l'eccessivo zelo

Sermone 4o. Per brevità non ne fo cen- per essa, si servirono di tali severe espres-
no , ma vi osservo appuntino descritto sioni che sembrano apertamente condan-
ciò che in pratica vediamo di frequente nare i matrimoni reiterati. Tali sono l'e-

ancor noi, sui tanti generi di dissensioni, spressioni adoperate ancora da' dottissi-
disoidini, parzialità nocevoli quasi inse- mi s. Ireneo, s. Clemente Alessandrino^
parabili ove sieno figli del i

letto e peg- (V.) e da Origene (f,)t che cadde ni de-
gio sedai nuovo ne vengono o non ne ven- plorabili eccessi, sino a rendersi Eunuco
gono massimamen-
altri; sui padrigui e (A'.), oltre alcuni altri, i quali però devo-
te sulle matrigne, primi poco comune- i no interpretarsi favorevolmente e con-
mente fauno da Padri (ì .), le seconde r
forme alla dottrina da s. Paolo sì chia-
ratissimamente fanno da Madri (^.), ramente spiegata. Origene però fra gli
to'Figli dell'altro letto; ampio e deplora- gli altri, nella sua Omelia 17 sopra s.

bile campo di sciagure e di contese, che Luca, in proposito esternò uu pensiero


sono a notizia di tulli. Il non raro ri* assai curioso o stravagante, arrivando a
chiamare il coniuge estinto, è un fomite dire che le nozze recidive ci esclude dal
terribile per le sue conseguenze. L'espe- regno di Dio, come
bigami lo sono da-
i

rienza, i casi pressoché comuni, i non gli ordini sagri, e quanto alle donne ve-

pochi esempi quotidiani, unitamente al- dove, dal grado di Diaconesse j e che i
la debolezza che mostrava chi s'impegna- bigami devono per questo esser manda-
va nelle seconde nozze, erano motivi i ti al fuoco eterno. Invece il i.°concilio ge-
che per esse ispiravano tanta avversione nerale di JN'icea nel 325, circa 72 anni do-
agli antichi, per cui talvolta li fece espri- po la morte d'Origene, dichiarò legittime
mere con alquanta esagerazione, e quan- le seconde nozze, ordinando che se i no-
tunque in sostanza uon le considerassero vaziani volessero ritornare alla Chiesa,
come illegittime, come realmente uon lo fossero obbligati a non più riguardare co-
sono, per averle permesse e per permet- me scomunicati quelli che ad esse fosse-
terle la nostra madre e maestra la Chie- ro passati. Noteròche contemporaneo d'O-
sa ; tranne gli eretici lìlontanisti, Nova- rigene fu Valesio filosofo arabo,caposelta
7
ziani (^J, e altri che irragionevolmen- de' Salesiani (Z .), il quale insegnò ilo-

te con ostinazione le avversarono, in uno versi l'uomo rendere Eunuco 9 errore che
algran Tertulliano (Z^.) divenuto mi- tosto fu condannatodallaChiesa.il citato
seramente moutanista, nel riprendere a- concilio diLaodicea del 367 o 32o,li chia-
clemente l'autore del libro Del Pastore, ma matrimoni legittimi. E s. Ambrogio
che avea autorizzato le seconde nozze e dice, ch'egli secondo la dottrina dell' A-
il nuovo coniugio de' vedovi e delle vedo- postolo, non vuol condannare le seconde
ve. Nondimeno e sebbenegli antichi non nozze, sebbene steuti ad approvar la con-
le riprovassero assoluta mente,e le riguar- dotta di chi vi s'impegna, e che l'astener-
dassero come veri matrimoni, e tali sono, sene è cosa assai più eroica e pei fetta. Le
le biasimavano però estremamente, co- quali autorevoli parole mostrano ad e-
me tra gli altri apparisce (\a\Y Apologia videnza quali siano stati costantemente i

d'Atenagora, in cui loda i cristiani vedo- sentimenti de' cattolici riguardo alle se-
vi evedove,e tratta nientemeno le secon- conde nozze fino allo scismatico Fozio, il
de nozze di fornicazione coperta dal velo cui mal talento contro la Chiesa latina,
di onestà. Minuzio Felice scrisse quasi da cui separò la greca con nuovo scisma,
ne'uiedesimi sensi. Ma questi e altri scrit- l'indusse a rimproverarle, come errore,
276 VED VED
il riguardarle legittime. Quanto alle ter- a ciò giunse fino all'eccesso. Infatti Pira-
ze e alle quarte nozze, i Padri ne parlano peratore Basilio I ordinò nella sua No-
in modo da fai arrossire que'che le con- vella, che si punissero le terze nozze se-
traggono, e poco ci manca, che non le trat- condo il rigore de'canoni;e aggiunge, che
tino di concubinato (la Chiesa ha sempre se Giustiniano 1, e le leggi romane non
condannato tale disordine intollerabile e hanno condannato le quarte nozze egli ,

scandaloso, e quale adulte» io e fornicazio- le proibisce come concubinati, perchè con-

ne, cioè mariti che oltre alle loro mogli,


i dannate dalla legge di Dio. Il suo figlio
vivano coniugalmentecon altra donna, in e successore Leone VI, confermò la pa-
qualunque condizione la tenessero). L'au- terna costituzione, e vedendo che le quar-
tore delle Costituzioni apostoliche dice te nozze erano assai frequenti nel suo im-

che le terze nozze sono giudicate una for- pero greco, ordinò che si punissero nella
nicazione manifesta. Tali unioni le riguar- maniera che vogliono i canoni, senza far
da s. Basilio come la scopatura della Chie- grazia nemmeno a quelli, che maritati si

sa; non le condanna pubblicamente, poi* fossero per la terza volta, perchè la loro
che le preferisce alla fornicazione manife- incontinenza, dic'egli, è riprovata fino fra
sta; nondimeno le disse ancora poligamia le bestie. Leone VI però fu ili.°a portar
(laquide, che nelle donne dicesi polian- la pena di sua legge, che violò col mari-
dria, considerata come propria piuttosto tarsi per la quarta volta, non avendo a-
delle bestie che degli uomini, la Chiesa vulo figli dalle 3 prime mogli. Gli si op-
sempre severamente condannò, per aver- pose a tutto potere Nicolò patriarca di
laGesù Cristo riprovata nel Vangelo, poi- Costantinopoli, ma non potè impedirlo :

ché senz'essere direttamente opposta alla egli ed i suoi prelati non vollero assiste-
legge naturale, poi ta però seco tanti incon- re al battesimo di Costantino VI, che nac-
venienti nel matrimouiojche rende diffici- que da quell'ultimo matrimonio. Indi il
lissimo l'adempimento de'doveri. I prin- patriarca scomunicò l'imperatore, e que-
cipi d'accordo colla podestà ecclesiastica sti lo cacciò dalla sua sede, alla quale non

fecero leggi severe contro la poligamia, ed fu restituito che nel regno di Costantino
in Francia colla pena di morte ne'tempi VI. Questo principe rad uno i vescovi del-
antichi, cioè i convinti d'essersi|rimaritali l'impero, per riunire gli spiriti e ristabi-
viventi le loro mogli; poi li condannò al- lire la memoria del padre. I prelati fu-
la galera, e le donne frustate per mano rono lutti d'ini istesso sentimento, e iti

del boia e poi racchiuse un monaste-


iti proposito delle persone che si rimarita-
ro. La poligamia è in uso presso Tur- i vano fecero un regolamento, detto il Li-
chi, e altre nazioni infedeli e idolatre; ma bro dell'unione. In esso fu stabilito: i.°
i turchi civilizzali e di buon senso ormai che le seconde nozze sarebbero permesse;
la ripugnano), o d'impudicizia a certi li- purché si contraessero con intenzioni af-
miti ristretta. 11 che senza dubbio deve fatto cristiane ; i.° che le terze nozze non
intendersi impropriamente, e allora solo, sarebbero più permesse a coloro che aves-
che chi contrae siffatte unioni vi si lascia sero 3o ovvero /fO anni, quando avesse-
condurre dalia passione; poiché la storia sero figli del primo loro matrimonio e ,

c'insegna che persone dabbene nellaChie- se contravvenissero dovessero far peni-


sa, successivamente sposarono sette o ot- tenza per 5 anni maritati la terza vol-
i

to mogli, come Carlo Magno, la cui me- ta di 4o non potessero comunicar-


anni, e
moria sarà sempre in benedizione. Con- si fino alla morte che una volta l'anno,

viene però confessare, che più rigida ed maritati così di 3o anni stessero nel-
i

comparve in questo la Chiesa greca della la penitenza 4 anni, dopo quali potes- i

latina, e che il rigore di quella riguardo sero comunicarsi 3 volle l'aouo; 3.° che
VED VED 277
le quarte nozze non dovessero riguardar- serva al presente tempo in cui scrive-
(al

si come unioni legittime, ma quali concu- va il p. Cimi don) neppure fuori di Fran-
binati. Costantino VI approvò con una cia; ma nella parte del regno in cui si se-
costituzione sì bizzarro decreto, e la Chie- guiva il diritto romano, era in vigore.
sa greca rigorosamente l'osservò, in essa Quanto alla disciplina della Chiesa, per
considerandosi le terze nozze come una quelli che contraevano le seconde e terze
specie di poligamia. Nella Chiesa occiden- nozze, sue penitenze, e cambiamento di
talenon si è mai veduto tanto rigorosa- disciplina, quelli che vi passavano dove-
mente trattare que' che passavano alle se- vano un tempo soggiacere alla penitenza.
coude e terze nozze; si riguardò tal con- Nel 3 i4 »1 discorso concilio di Neocesarea
dotta come una debolezza, ma non proi- ne parla comedi cosa già nota, e aggiun-
bì matrimoni reiterati, tranne nella Spa-
i ge solamente, che la loro fede e buona
gna, come dissi in principio di quest'ai ti- vita meriteranno che ne sia accorciata
colo,oveda'vescovi cheallora aveano par- la durata. Quello di Laodicea del 3 20,
te nel governo, in due concilii, severissi- parlando de' vedovi che si rimaritano,
mamente furono scomunicale le vedove quantunque eglino lo facciano pubblica-
regine se si rimaritavano e scomunicati i mente e lecitamente, ordina che passino
re che la vesserò sposate, e di più condan- qualche tempo nell'orazione e nel digiu-
nandosi sulphure is cum diabolo contro.- no, prima d'essere ricevuti alla comunio-
datar ignibus exurendusj e poi le regi- ne della Chiesa, che farà loro grazia. Que-
ne vedove furono costrette a rendersi mo- sta disciplina era comune a tutte le chie-
nache. Tanto rigore è unico; come dirò, se del mondo, ed canoni de'due
i coucilii

altrove furono imposte altre minori pe- furono ricevuti dalle chiese latina e gre-
ne, come non si permise alla vedova il ri- ca. In conseguenza di quest'universale os-
maritarsi nell'anno del suo Lutto o cor- servanza, il concilio di Neocesarea avea
ruccio, altrimenti secondo il gius romano vietato a'sacerdoti il trovarsi a Testini del-
era privata di sue convenzioni e notata nozze di coloro chesi rimaritavano, co-
le

d'infamia. Prima di tal disposto dagl'im- me già rilevai; e qui aggiungerò aver ,

peratori, non richiedevano che io


le leggi osservatoZonara,pei che trovandovisi pre-
mesi di celibato. Questa legge passò in senti i sacerdoti, venivano ad autorizzar le

alcuni luoghi nella Chiesa , come appa- seconde nozze, e non erano più in istalodi

risce da'canoni di Teodoro


di Cantorbe- porre in penitenza que'che vi s'impegna-
ry, in cui fu proibito agli uomini di rima- vano. Quanto lasciò scritto s. Basilio sul-
ritarsi, se dalla morte delle mogli non era le penitenze e loro durata, lo notai più
passato un mese, ed alle donne, se dopo sopra, come de'gradi di penitenti cui ap-
quella de'loro mariti non era passato un partenevano diversi bigami. Teodoro di
i

anno; ma se si rimaritavano prima, non Canlorbei y, e dopo lui Egberto di York,


erano perciò notati d' infamia. Sembra condannarono bigami ad astenersi dalle
i

che la Chiesa non approvasse neppure carni ogni 4-* e 6/ feria pel corso d' un
questo rigore,e coll'andare de'lempiUi ba- anno, e oltre a ciò per lo spazio di 3 qua-
no III deli 85 e Innocenzo III deh 198
i resime. Conquesto spirito Egberto proi-
lo condannarono; quantunque per altro bì a'sacerdoti l'intervento al festino ocou-
non sia egli molto commendevole in una vito nuziale de'bigami, perchè ad essi e-
vedova il passare alle seconde nozze su- rano obbligati imporre la penitenza. Ol-
bito dopo morte del suo marito. Quan-
la tre la penitenza, a cui i bigami e gli altri

to poi all'altra pena intimata alle vedove, a proporzione erano soggetti, erano au-
che contravvengono alle leggi di Grazia- cora privi della nuziale benedizione; in
no, dicono i giureconsulti , che ciò si os- che le chiese d'occidente erano d'accor-
y?8 VE D VE D
do con quelle d'oriente. Tra* riti dello T indulgenza suppone una debolezza ed
Sposalizio vi fu quello del velo, che si un'azione riprensibile. L'accenna l'Apo-
distendeva sulla testa de'maritali, non pe- stolo col dire : Se non sono da tanto di
rò a' bigami, per non ricevere la nuziale contenersi, che si maritino; essendo l'in-

benedizione. Si legge in un mss. di s. Vit- continenza una debolezza. Quindi è, che


tore,che quando due sposi si danno la i i Padri vollero soggetti alla penitenza 1 bi-
mano,quegli che si marita in seconde noz- gami, e proibirono a'sacerdoti l'interve-
ze non presenta la sua mano ntida,ma co- nire all'allegrie delle seconde nozze. Dun-
perta. La benedizione nuziale, sebbene que egli è giusto di coronar il primo ma-
era riconosciuta sin da' primi tempi ne- trimonio, ch'è propriamente legittimo e
cessaria per la santità del sagramento, vittorioso dell'incontinenza. Qui s. Teo-
non si dava nel matrimonio delle vedo- doro parla, secondo il costume de'greci,
ve. Rende testimonianza di questa disci- i quali chiamavano coronamento la nu-
plina s.Cesario, dicendo neìSermone 289. zial benedizione, perchè il sacerdote nel
m Che quegli che desidera di maritarsi sia congiungei li poneva in capo allo sposo e
vergine, coni' egli vorrebbe che lo fosse alla sposa a ciascuno una corona. Egli è
quella ch'ei sposa ; poiché s'ei non lo è, seguilo dalla s. comunione, ed i sacerdoti
non meriterà di ricevere la benedizione hanno parte all'allegria di quello, ad e-
Il cap. i3o del 6.° libro
colla sua sposa". sempio del medesimo Gesù Cristo. Ma il
de Capitolari de'redi Francia, suppone secondo matrimonio non è coronato, per-
questa disciplina quando proibisce a chi chè si soccombe alla fiacchezza, e non vi
non si maritò altre volte, il farlo senza si comunica, dovendo contraenti esser-
i

la benedizione del sacerdote; dando a di- ne privi per uno o dtie anni; né si dà in
vedere apertamente,che quelli quali era- i quello benedizione di sorta, perchè non
no maritati per l'avanti non ricevevano la ve n'ha che una per le prime nozze. Ne
benedizione. Quest'uso si conservò nelle segue dunque, secondo la s. Scrittura e
chiese di Francia sino al XIII secolo. Du- i Padri, che il sacerdote non fa celebra-
rando nel Ra rionale e altri, ne ignora- zione delle seconde nozze, e non riceve
rono la vera ragione, immaginando, che quelli che le han contratte, che dopo
non si benedicessero i vedovi quando si compiuta la loro penitenza, quand'è lo-
rimaritavano, perchè erano slati benedet- ro permesso di comunicare;allora egli dà
ti una volta, né doversi reiterare tal be- loro una specie di benedizione nuziale.
nedizione. Durando aggiunge, che in al- Prosiegue s. Teodoro, che se voi chiede-
cuni luoghi si benedicevano matrimoni i te, perchè eglino abitino insieme? io dirò,

de' vedovi, quando 1' una delle parti era che ciò fanno in virtù del contratto ci-
vergine. Però s. Teodoro Studila spiega vile,come nella trigamia e poligamia, poi-
mirabilmente quanto concerne questa ché Padri così chiamarono matrimo-
i i

materia, tanto per rispetto alla peniten- ni dopo terzo. Forse chiederete anco-
il

za , a cui si soggettavano bigami, che i ra, se quando I' una delle parti è vergi-
per riguardo alla privazione della bene- ne, gli si debba mettere in testa la coro-
dizionesacerdotale,etoglie al tempo stes- na, ponendola all'altra sulla spalla , co-
so da gran teologo una difficoltà consi- me dicono alcuni Questo mi sembra co-
?

derabile . che si presenta in tal materia, sa ridicola; imperocché per le terze noz-
descrivendo riti dello Sposalizio. Egli
i ze dove dovrà mettersi la corona? Io sti-
dice, le seconde nozze sono permesse dal- mo dunque, che la parte vergine meriti
l' Apostolo e da Gesù Cristo medesimo; di perdere il suo privilegio, unendosi per
ma questa non è una legge, come dice s. sua elezione a quella che non lo è ;
sotto-

Gregorio il teologo, è un'indulgenza; ora mettendosi così alla pena della bigamia.
VED VED 279
Tn questo modo s. Teodoro spiego a un il creatore; Voi , che avete perdonato a
tempo stesso, e il dogma e la disciplina Piaab la peccatrice, e che avete accettato
sagra menta le rispetto al matrimonio, e la penitenza del Pubblicano, dimentica-
conferma gli osi, de'qnali si tratta ne'ri- tevi de' nostri peccali ... Voi, o Signore,
ti dello Sposalizio. Nel dir egli, che do» che unite i vòstri servi N. N., uniteli d'u-

no aver compiuta i bigami la loro peni- na carità reciproca: concedete loro la con-
tenza, ricevono essi una specie di bene- versione del Pubblicano, le lagrime del-
dizione nuziale ,
può molto contribuire la peccatrice, la confessione del Ladrone,
alloscioglimento d'una difficoltà, che s'in- affinchè per una sincera penitenza di tut-
contra su questo proposilo negli Euro- to il loro cuore, adempiendo i vostri co-
logi de'greci, che sembrano contraddir- mandamenti, nella concordia e nella pa-
si; giacche vi si leggono da una parte que- ce, possano pervenire al vostro celeste re-
ste parole spettanti a'matrimoni reitera- gno". La 2/ orazione è in termini anco-
ti, il bigamo non si corona; e dall'altra ra più forti. » Perdonate, Signore, la ini-

tì si vede l'uffizio proprio della celebra- quità decervi vostri, i quali non potendo
zione delle seconde nozze, uno de'riti del sostenere il peso del giorno, ne l'ardore
quale è la coronazione; il che non può della carne,si uniscono insieme con un

altrimenti conciliarsi, se non col dire, che secondo matrimonio, siccome Voi avete
quest'uffizio non è propriamente parlan- ordinato per bocca di Paolo vostro Apo-
do, quello del matrimonio, ma come di- stolo, vaso di elezione, il quale disse, a ri*
ce Teodoro, una specie di benedizione
s. guardodi noialtri meschini, esser meglio
nuziale, eh' è differentissima da quella il maritarsi, che abbruciare. Voi dun-
che si dà a coloro che si maritano la pri- que che siete buono e pieno di misericor-
ma volta; oltreché greci dopo il Libro i dia verso degli uomini, perdonateci e ri-

dell' unione suddetto, hanno alterato di metteteci i nostri peccati ec."Nell'orazioni


molto la loro disciplina, come osserva Re- che seguono non vi è molta diffidenza, per-
na udot nella Liturgiarum Orìentalium chè l'uso presente della Chiesa greca es-
colleclio. Ecco la maniera, con cui pre- sendo di corouare le seconde nozze, si a-
sentemente adoperano greci in questo i doprano quelle che sono adattale alla or-
particolare. Si dicono subito le orazioni dinaria coronazione, il che prima non si
ordinarie , e due benedizioni
si recitano faceva. 1 greci
ei
fanno oprili altrettanto Col-
DO
sopra maritati, a'quali il sacerdote dà
i le terze nozze; ma per le quarte non si
gli anelli, come nelle prime nozze, poi di- trova che abbiano una speciale benedizio-
ce un'orazione che conviene propriamen- ne, e le riguardano come un abuso, cui
te alle seconde, con cui egli domanda spe- sono obbligati a tollerare pel bene della
cialmente a Dio la remissione di quella pace, ma senza approvarlo. giacobili dei 1

colpa, che commettono coloro quali en- i pari che i greci hanno ceremonie e ora-
trano di nuovo nello stalo matrimoniale, zioni differenti perla benedizionedelle se-
ed è del seguente tenore. » Signore, che conde nozze, e ne'loro antichi rituali tro-
perdonate a che vegliate sopra tut-
tutti, e vatisi le seguenti. Le prime orazioni, che
ti, che conoscete ciò che gli uomini hanno riguardano la primitiva istituzione del
di occulto, perdonateci nostri peccati, e i matrimonio nella legge di natura, sono
rimettete l'iniquità de'servi vostri, chia- le medesime, come nell' uffizio delle pri-

mandoli a penitenza, e accordando loro il me nozze. Non leggono però la stessa e-


perdono de' loro difetti e la remissione , pistola, ma una particolare, tratta dalla
de' loro peccati volontari o involontari. i." a' corinti , e 7, nella quale s. Paolo
Voi, che conoscete la fiacchezza della na- permette le seconde nozze: si ommette la

tura umana, di cui siete il formatore e coronazione, e si tacciono pure l'orati 0-


.
280 VED V E D
ni solite a farsi sopra le corone, e in ve- na, coronandoli, e allora fu d' uopo di
ce dell'orazione propria per lai ceremo- comporre nuove preghiere per que-
delle
nia, se ne dice imi* altra, che Ira I* altre sta ceremonia. I nestoriani adunque, la
cose contiene ciò che segue.»» Noi suppli- separazione de'quali dalla Chiesa catto-
chiamo la vostra bontà, Voi, che pieno lica risaledal concilio d'Efeso del 43i,
siete di amore pegli uomini, in favore del ponnoaver ignorato somiglianti preghie-
vostro servo N. e della vostra serva N., i re, le quali prima della loro separazione
quali si uniscono presentemente in ma- dalla Chiesa greca non erano in uso.
trimonio, a cagione della loro fiacchez- Quanto alla Chiesa latina, la sua antica
perchè il celibato lor sembra troppo
za, e disciplina circa le seconde e terze nozze
duro. Perciò, Signore, non imputate loto presentemente è abolita. Quelli che vi
questo peccato, ma accordate loro il per- si rimaritano, lo fauno colla medesima
dono e l'assoluzione ec. ". Si pronunzia libertà, che quelli cui si maritano la pri-
poi su di essi l'assoluzione. Ci sono anche ma volta, e appena vi si fa riflesso. In oc-
dell'espressioni più chiare, che danno a cidente non vi è più penitenza pe'bigami,
divedere, che la Chiesa riguarda un tal non è più proibito a'sacerdoti il trovarsi
matrimonio come una colpa veniale, do- all'allegrie delle seconde nozze. Altro non
mandandosi nelle preghiere a Dio, ch'egli ci resta di quest'antica disciplina, che la

conceda a'mai itali la penitenza del buon irregolarità, in cui s'incorre da chi si ma-
Ladrone, ec. come ne'rituali greci. Quin- rita in seconde nozze, o sposa qualche ve-
di Echimini avendo riferita questa disci- dova , e la proibizione di benedir solen-
plina, e parlando dell'orazioni che fanno nemente le seconde nozze, dovendosi os-
i sacerdoti, aggiunge: »La preghiera, che servare il detto nel Rituale Romanum, e
il sacerdote fa sopra di essi, è unicamente riferito di sopra; anzi sipuò anco, per av-
per domandare ilperdono de' loro pec- viso del cardinal s. Carlo Borromeo ar-
cali. Se l'uri de' due non è vedovo, il si civescovo di Milano, benedirle in que'luo-
benedice solo". Negli altri rituali giaco- ghi, ove esiste tale consuetudine , il che
biti, e particolarmente in quello che vie- pure notai, massime se una giovane, va-
ne attribuito a Giacomo di Edessa, e in le a dire una zitelia, sia quella che sposi
un altro ch'è tra loro mss., non vi è pre- un uomo vedovo. Il De Marca osserva
ghiera, né rito alcuno prescritti perle se- ancora un'altra differenza su questo pun-
conde nozze; il che può far credere, che togli cui parla in un'operetta da lui pub-
igiacobiti della Strìa osservassero appun- blicata intorno al sagramento del matri-
tino il divieto fatto dagli antichi canoni monio. Nel riferirne un cenno, appari-
contro i bigami,» quali è proibito il coro- rà di qual sentimento egli sia intorno
nare, cioè il dar loro la ouzial benedizio- a una difficoltà teologica, che nasce dal-
ne. In un altro uffizio pure della corona- l'antica disciplina, circa i secondi e terzi
zione, ad uso de'nestoriani, composto da matrimoni; donde rilevasi, che su questo
Benham, non vi è alcuna preghiera per punto egli è del sentimento quasi simile
le seconde nozze; e siccome quest'uffizio a quello di s. Teodoro Studita e già ri-
è concepito quasi negli stessi termini di portato. Eccone le parole. » Dipoi, miti-
quelli de' greci e de'giacobiti sii i per le gando la Chiesa il suo antico rigore, fece
prime nozze, nulla convenienti alle secon- celebrare matrimoni de'bigami da'sa-
i

de nozze, è molto probabile, che per ce- cerdoliji quali gli univano in matrimonio,
lebrarle la chiesa nestoriana non abbia ricevevano le loro oblazioni, e celebra-
mai avuto alcun rito particolare. Impe- vano il sagrifizio per esso loro, di manie-
rocché greci, comesi è detto, riguardo
i ra che questo contralto civile diviene per
a'bigami hanno cambiata la lorodiscipli- tal mezzo un vero sagramento della uuo-
VE D VED 281
va legge: ma per conservare di qualche darne esenti, se non se contrattando per
maniera la proibizione degli antichi ca- così dire co'caporioni della plebe , e pa-
noni, non si recitano sopra bigami alcu- i gando loro una certa somma o in dena-
ne orazioni, contenenti delle benedizioni ro o in roba, per esimersi da tali insulti".

pe'niai itati, solite a recitarsi a favore del- E qui mi sia lecito il ricordare che sif-

le prime nozze". Potrebbe forse non es- fili degradanti baccani si praticò pure
ser altro soggiunge il p. Chardon, che
, con quelli che abusando eccessivamente
uu resto di quell' idea, che si aveva un del Pino, di frequente si ubbriacavano;
tempo della debolezza di chi passava a non meno che per altre cose, tra le qua-
seconde nozze quello scampanio e quel li un recente esempio lo leggo nel n.°
,

bordello, che si fa in alcuni luoghi alla 297 del Giornale di Roma dei 1857.
porta di coloro che si rimaritano, quan- « La Gazzetta universale tedesca pub-
tunque ciò si opponga e allo spirito del- blica in data di Monaco di Baviera, 1 7 di-
la Chiesa ed all'onestà (in Roma il prov- cembre, ciò che segue: Domani partirà
vido governo eliminò del tutto tale inde- lina compagnia d'infanteria di linea per
cenza immorale ne' miei verdi anni, e la recarsi al villaggio di Holzkirchen, sulla
vidi alcuna volta praticata ne'maritaggi ferrovia di Salisburgo, all'oggetto di pre-
di vecchi vedovi, di bassa condizione , e star manforte alle autorità, le quali han-
da persone appartenenti a tal classe; ma no un processo contro un antico
istituito

in alcuno de'dintoi ni di Roma, con pena uso, ora ricomparso, e conosciuto sotto il

la vidi sussistere e talvolta praticata per nome Harbefeldt Reiben. E' questa
di
tali e da tali persone). Quest'abuso non una specie di giudicio vemico contro le
è già nuovo, poiché il concilio di Langres persone che la coscienza popolare ritiene
del 14^1 proibì di fare tali insulti a* ve- per colpevoli di qualche atto d' ingiu-
dovi d'ambo i sessi, diesi rimaritano, e stizia, d' immoralità ec. Verso la mez-

chiama una tale azione, degna di rimpro- zanotte un centinaio di uomini colla fac-
vero. Un concilio di Narbona, tenuto al cia tintasi portano alla casa dell' incol-

principio del secolo XVII, ordinò a' ve- pato, fanno un baccano spaventevole;
gli

scovi di proibire cotali baie indecenti, sot- sparano fucilate, e finiscono con leggere
to pena di scomunica. Ma siccome que- un discorso a di lui carico. Ordinaria-
sti statuti ecclesiastici non erano sufficien- mente i soggetti presi di mira sono im-
ti ad arrestare il corso di questo pubbli- piegati pubblici, ecclesiastici, capi comu-
co scandalo, vi s'interessò la podestà go- nitativi, ricchi possidenti, ec. Si assicu-
vernativa, e vi rimediò assai più effica- ra che fra gli esecutori del giudicio po-
cemente, imponendo delle pene pecunia- polare si usa anche di fare un terribile
rie a chi facesse in avvenire tali degra- giuramento per il segreto. Si proibisce
danti bordelli. In Francia e altrove fu- ancora a' curiosi di avvicinarsi al luogo
rono giustamente decretati anche casti- dell'esecuzione, dopo la nomi-
quale gli

ghi corporali, contro sì pessimo costume, ni mascherati si disperdono senza che se


veri baccani, che videe riprovò il p.Char- ne possa ritrovare la traccia. Il processo
don. Notò il suo traduttore e commenta- è già iniziato, ed ha per oggetto di scuo-
tore p. Bernardo da Venezia, nella metà prire i membri e i capi di questa segre-
del secolo passato. » In alcuni paesi italia- ta società ". Sospettando che sì ripro-
ni cotanto è invalsa la persuasione dide- vevole costume siasi praticato pure co'
bolezza in simili persone rimaritate, che vecchi bigami, lo riportai. Il p. Char-
sembra autorizzarsi dalla pubblica auto- don nel cap. 16, parlando del matri-
rità il dileggio loro fatto dalla plebe in monio de' vecchi, dichiara. L' età de-
simili incontri; né possono gl'infelici au- crepita potrebbe considerarsi come una
VOL. LXXXVIII. '9
282 VED VED
specie d'impotenza al medesimo; tuttavia si dovessero maritare insieme, se non per-
siccome abbiamo degli esempi di vecchi, sone di quasi la medesima età, imperoc-

iquali ebbero de'fìgli in età assai avari- ché la troppo grande deplorabile disugua-
zata,couieMassinissa re diJVumidia, ch'eb- glianza cagiona sovente la perdila dell'a-
be un figlio d"8o anni, anzi Catone il cen- nime, ed è causa di molti e gravissimi di*
sore l'ebbe d'88, e Uladislao re di Polo- soldini; ma non dicono però, che tali ma-
nia n'ebbe due di 90 anni; così la Chie- trimoni sieno assolutamente pai laudo in-
sa non giudicò bene di pori e la vecchiez- validi. Ora a motivo dell'ampiezza, varie-
za tra gì' impedimenti del Matrimonio, tà e interesse dell'argomento, per ultimo
come aveauo fatto due consoli romani col- trovo opportuno, quasi a riepilogo, schia-
la legge chiamata dal nome loro Pappia rimento e conclusione di dare ragguaglio
Poppaea, la quale proibì agli uomini il dell' insegnato, in breve e sugosamente,
maritarsi dopo 60 anni, e alle donne dopo dal prof. Vermiglioli colle Lezioni di di-
i 5o. Ma se la Chiesa non ha proibito a* ritto canonico, nel lib. 4, lez.2 1 : Delle se-
vecchi di maritarsi, massime quando poti- conde nozze; e terminerò col medesimo
no sperare d'aver ancora de'fìgli, può pe- e colla lez. 21 del lib. 1: Del non doversi
rò dirsi ch'ella sempre biasimò quelli che ordinare i bigami, quelli cioè che. han-
lo fecero, specialmente quando non po- no avuto duco più mogli. Era stabilito
tevano sperare posterità da' loro matri- dalla legge civile, che la donna a cui era
moni , o perchè sentissero il loro vigore morto il marito non potesse passare a se-
quasi spento, o perchè uniti si fossero con condi Voli[V^) se non decorso un anno
femmine incapaci per la loro età di dare dalla seguita morte, e lo stesso ancora al
ad essi de'figli, ma per altro abbastanza marito se vedovo rimaneva, e questo tem-
giovani per gustarne i Padri
piaceri. 1 po dicevasi Vanno del lutto, e se duran-
della Chiesa di sovente inveirono contro te questo tempo, o l'uno o altro andava
«'vecchi e le vecchie, quali entrano nel-
i a seconde nozze era infame. Dicevasi au-
lo slato del matrimonio, e in modi tali iw del lutto perchè dovea piangersi la

esprimendosi da farli arrossire di loro in- mancanza del coniuge, e per l'onore, ri-

continenza. Alcuni di essi giunsero a qua- spetto e ricordanza che dovea aversi del
lificare i matrimoni de' vecchi, vergogno- medesimo, e pel doloreche si dimostrava
si concubinati, coperti col velo d' un sa- dalle vesti di Lutto, ch'erano ordinaria-
gramento, ch'essi disonorano, ricevendo- mente negre l'usate da'romani, come al

lo con fini del tutto differenti da quelli presente tra noi, onde scrisse Tibullo: Os-
che dee proporsi chiunque abbraccia que- sa incinctac nigra candida veste lega/ti.

sto stato. Giunsero alcuni non antichi teo- Talvolta e in alcune circostanze i romani
logi a dichiarare,esservi certi vecchi e vec- usarono ancora nel lullo un reticolo o ber-
chie, il matrimonio de' quali è nullo, per rétto bianco. Dice s. Paolo: La moglie è
considerarli troppo logorati dagli anni. In legata alla legge tutto il tempo che vive
ciò sembrauo troppo rigidi, dice lo stesso il marito , che se muore ella è in libertà

p. Chardon,e pare ch'essi dovevano con- di sposar chi vuole ,


purché sia secondo
tentarsi di biasimare tali matrimoni, e la il Signore; cui devesi aggiungere, e secon-
condotta insensata, e s'è lecito il dirlo,ag- do le prescrizioni delle leggi civili e cano-
giunge, lussuriosa d'alcuni vecchi, quali i niche , e segnatamente del concilio di
in un'età quasi decrepila si maritano con Trento. Le seconde nozze ponno farsi an-
giovani persone, senza avanzarsi a chia- che replicatamele, non opponendosi la
marli nulli,non avendoli mai la Chiesa tali Chiesa, ma come dice s. Paolo, secondo
dichiarati. I Padri del concilio del Friu- il Signore, cioè non per stimolo di pas-

li d' Aquileia erauo d'avviso, che non sione o interesse, ma a seconda della leg-
VED V E D *83
gè del Signore e di sua Chiesa, e ni fine nedicono però le nozze della vedova an-
santo del Matrimonio. Contali condizio- corché si unisca con un uomo non mari-
ni sono permesse le seconde nozze, dalle tato altra volta. Nel i.° caso si reputa ne-
quali s. Paolo bramerebbe sì astenesse- cessaria la benedizione della donna atte-
ro i cristiani. I Papi Urbano III e Inno- sa la maledizione data daDioadEva. Que-
cenzo III tolsero la detta legge, che stabi- sta benedizione, che dicesi nuziale, ancor-
liva almarito e moglie superstite la nota ché cada sotto precetto, e gli sposi debba-
d'infamia se dentro l'anno del lutto si fos- no riceverla, tuttavia questa obbligazione
sero rimaritati. L'Apostolo anche com- non osservata non induce peccato mor-
menda e loda, non vieta passare alle se- tale, e se viene trascurata, escluso il di-
conde nozze. Eziandio presso gli antichi, sprezzo, che sarebbe soltanto colpa ve-
il

era lodato e fregiato colla corona di pu- niale perché non é necessaria all'essenza
dicizia quel coniuge che si contentava , e integrità del sagramento, e tutte le pe-
d'un solo matrimonio, echi passava a se- ne sono tolte che s'imponevano a quelli
conde nozze non riscuoteva alcun plauso, che passavano a replicate nozze. Bensì è
ne celebrar poteva feste e allegrezze di , conveniente che le donne non passino sol-
che resero ragione Fiacco e Plutarco. Nel- lecitamente alle seconde nozze per due ra-
YHist. Eccl. scrive Socra te^ che chi si può gioni: i." per non rendere incerta la pro-
astenere dal passare a seconde nozze dà le che ne nascerebbe, e che si dubitereb-
segno manifesto di maggior castità e tem- be se sia deli. o del i.° marito; i.° per
peranza, e segnatamente se dal i .° coniu- evitare il sospetto di adulterio, vivente il

ge ha avuto prole, verso della quale il i.° marito, con quello con cui sollecita-
nuovo coniuge non può avere natural- mente celebra le seconde nozze, o alme-
mente propensione e alletto, come lo di- no non dimostrare che vivente ilr.° ma-
mostra Costantino I nella legge sui tuto- rito pensava già di rimaritarsi. bigami I

Meno male se passano a seconde nozze


ri. non ponno ordinarsi, e questa proibizio-
que'che non hanno figli, se pel retto de- ne rimonta la sua origine dal principio
siderio d'averli lo fanno. Dice Claudiano: della nascente Chiesa, che la deduce dal-
Nascetur ad fructum mulierprolemque la s. Scrittura. Da essa e dal Levitico si
futura ni; ed anche per estinguere il fo- ricava, che il sacerdote non poteva sposa-
mite della libidine, ed è meglio il prender re senon una vergine, e non poteva aver
moglie che cedere alle tentazioni, perchè, più d'una moglie, né poteva ripudiarla.
come dice s. Ambrogio,la gloria del conti- Questa vergine dovea essere della stirpe
nente non istà nel non essere tentalo, ma d'Israele, e secondo Filone della tribù, sa-
nel non esser vinto , e qui sta il merito. cerdotale. Da ciò ne addivenne che a'bi-
Si prescrive a'parrochi dinon benedire le gami è stato in ogni tempo negato il po-
seconde nozze allorché uno de' coniugi tersi ordinare, come decise nel 3^5 ili.°
sia stalo benedetto, non dovendosi repli- concilio generale di Nicea; legge che os-
care la benedizioneje se diversamente ope- servarono pure gli ariani. Anche genldi i

rasse il parroco, una volta per disposizio- stabilirono, che il sacerdote Flamiue Dia-
ne d' Alessandro III del i i5g, rimaneva le non potesse essere che marito d' una
sospeso dall'uffizio e benefizio, ma secon- sola moglie, come si ha da Plutarco, Li-
do l'odierna disciplina della Chiesa viene vio e Tertulliano: Certe Flaminica non
punito ad arbitrio del vescovo. In qual- rdsi uni vita est, quae et Flamini* lex est.
che luogo è vigente la consuetudine di Questo è stato sempre il sentimento del-

benedire le seconde nozze d'un uomo, che la Chiesa, dichiarato nelle sue antiche e
fu già benedetto, con una donna uon ma- nuove costituzioni. La bigamia propria-
ritala; quella deve osservarsi. Non si be- mente detta è l'aver preso successi vamen-
284 VED VED
le e in divet'90tempo legittimamente due pure se si facesse matrimonio con una che
mogli, a differenza della monogamia, ch'é con altro si fosse congiunta, ma che non
l'aver avuto una sola moglie, e quest'uo- fosse stata conosciuta. La Similitudina-
mo senz'alcun impedimento e proibizio- ria è quella che si contrae dall'insignito
ne può ordinarsi, a differenza del biga- d'Ordine sagro, o obbligato da Volo so-
mo che n'é indegno, sebbeue le seconde lenne con traendo e consumando con don-
nozze non siano condannate, le quali pe- na vergine, quantunque ne di diritto, né
rò, come ripetutamente notai, dagli anti- di fatto si contragga con due, ciò non o-
chi si aveano come esose. La bigamia in stante l'ordine ricevuto, ed il volo solen-
triplice modo si costituisce, essendo ve- ne ha fatto congiunzione spirituale e
la

ra, interpretativa, simililudinaria.Ve- similitudinaria con Cristo.È bigamo quel-


ra quando uno successivamente e legit- lo che congiunge con una vedova e
si ,

timamente si congiunge econosce più mo- con una che siasi con altro accoppiata, e

gli, deve ambedue averle copulate, men- chiunque si sarà congiunto con una ver-
tre se la seconda fosse monogoma non sa- gine, anzi con maggior rigore si procede
rebbe bigamia. Sulla vera bigamia nasce contro quello chesi congiungesse con don-

non piccola questione fra'ss. Padri, e se- na adultera, o contraessero, rna uiunoa-
gnatamente fra 'due gran dottori s. Ago- vendo fatto voto di castità coll'essere ri-
slino e s. Girolamo, se dovesse dirsi ve- messi dagli ordini sarebbero puniti con
ro bigamo e irregolare quegli che avesse altre pene stabilite da'eanoni. Similmen-
avuto due mogli, una avanti il battesimo, te si ha come bigamo quello che in di-
l'altra dopo. La disputa si basava sul pre- verso tempo avesse avuto due concubine
cetto dell'Apostolo che prescriveva non (dice anche il Vermiglioli, che le concu-
potersi ordinare se non chi avea avuto bine una volta stavano in luogo di mo-
una sola moglie. Nel caso della disputa, gli, ed erano tollerate, citando il Can. Is

l'una e l'altra, tantola prima che la se- qui, disi. 34. Poiché è certo che il con-
conda erano vere mogli, ciò non ostante cubinato nell'antica legge era permesso,
chi sosteneva non esservi bigamia diceva, ed esempi frequentissimi ne abbiamo dal-
che pel battesimo uno diventa un nuovo la s. Scrittura. Lamech ebbe due mogli

uomo, e che tutto resta tolto di quello si Ada e Sella; discendenti di Sella ebbero
i

era fatto prima. Chi sosteneva la bigamia molte mogli in una volta, ma tutte non
diceva non essere il matrimonio un delit- erano mogli legittime. Abramo conobbe
to, che potesse cancellarsi col battesimo, la sua serva Agar, ma non ne fu moglie,

e che bigamo sempre dovesse aversi quel- tale essendo Sara, la quale die al marito

lo che avesseavutodue mogli. Decise poi per concubina la serva Agar; ebbe anche
in tal modo la disputa Papa s. Innocen- Cetura. Giacobbe ebbe due mogli, e nel
zo I (del 4 02 > co " a decretale Epist. i^ tempo stesso due concubine, dategli dal-
ad Episcopus Synodi Tolosan. cap. 6: le proprie mogli Lia e Rachele, ed era-
dichiaralo irregolare il bigamo, questo no le loro due serve. Esaù nel medesimo
disse pure colui che presa moglie prima tempo conobbe 3 donne. Laonde il con-
del battesimo, ne pigliasse un'altra dopo cubinato presso gli ebrei si considerava
battezzato, njorta la prima). Interpreta- come una specie di matrimonio, ma non
tiva quando non è intervenuto un secon- eia tale, avea bensì le sue leggi. Salomo-
do matrimonio, ma virtualmente e colla ne avea 700 mogli e 3oo concubine. Suo
intenzione, ed è quando uno contrae, e co- padre David ebbe 7 moglie eio concu-
pula con una sola, ma che sia vedova. Se bine. I greci chiamano la concubina Se-
si contrae con quella che prima si fosse minutta, a tempodi Giustiniano I si chia-

conosciuta, non si reputa bigamia, e nep- mava Licita consueludo). Fu poi il cou-
VED VEG *85
cullinolo riprovato e condannato dal di- 267: De temeraria tori separatione, ac
ritto canonico, ed anche dall'autorità se- publicis adidterìisy stuprìs et lenociwis,
colare (come un disordine contrario olla in quibusdam casibus severius in alma
santità della religionee all'onestà pubbli- Urbe puniendis. Già'contro ruffiani e i

ca. Le concubine o mogli d'inferior con- manutengoli a mal fare, d'ambo sessi, i

dizione, ma uniche, erano state permes- avea nel i558 Paolo IV emanato il de-
se e tollerate dalla Chiesa, ed il r
.° conci- creto: De Lenonibus eorumque complici'
lio diToledo decretò, che non bisogna- bus, ultimi supplicii poena certis casibus
va scomunicare quegli che non avesse che in Urbe plectendis. Sì legge nel cit. Bull.
una moglie od una concubina. La con- t. 4, par. 1). I bigami non ponno ordinar-

cubina che vivea coll'uomo come moglie, si senza Dispensa. Se il bigamo vieue or-

quantunque noi fosse, fu proibita dalla dinato riceve il carattere, ma se non è


L. 7, e. De naturalib. liber.j e poi assolu- dispensalo non può esercitare gl'incom-
tamente dall'imperatore Leone VI nella benti del benefizio, e nella bigamia ve-
Novella QwZJt Concubinam habere non ra e interpretativa , il vescovo non può
liceat). Sull' appoggio di queste leggi, e dispensare ne per gli ordini sagri, né pe'
dopo abolito il concubinato, le leggi si li- minori inclusive alla tonsura, e per rice-
mitarono a soltanto proibire l'ordinazio- vere un semplice benefizio. Se il vescovo
ne a quelli che avessero avuto tre mo- ordinasse un bigamo senza dispensa, re-
gli, o una o più vedove. Questi si rendono sterebbe sospeso dal conferire gli ordini,

irregolari, gli altri non incorrono questa non per altro ipso jure dall' ordine che
irregolarità, come neppure rincorrono ha conferito.
T
quelli che avessero preso moglie dopo e- VEGLIA (T eglien). Città con resi-
messo il voto, purché non abbiano fatta denza vescovile del regno d' Illirici nella
o tacitamente o espressamente professio- Dalmazia, governo e 27 leghe al sud-est
ne, iquali non si reputano quali adul- di Trieste, sopra la costa sud-ovest dell'i-
teri. Né diconsi bigami
che aves- quelli sola del suo nome, di cui è capoluogo, nel
sero acconsentito ad un secondo matri- golfo diQuarnero all'est dell'isola di Cher-
monio; cioè rato, ma non consumato. Fi- so. L'isola trovasi separata dal continen-
nalmente si reputano bigami quelli che te all'est, mediante il canale di Morlac-
ottengono due benefizi in una chiesa stes- chia, stretto dell'Adriatico fra l'isole di
sa, e quelli che da una chiesa passano Veglia, Ossaia e Arbe, e la parte della
all'altra. 11 concilio di Trento dichiarò es- Croazia militare e del LitoraleUngherese
sere il concubinato un gravissimo pecca- che porta il nome di Morlacchia, di cui so-
to, ne prescrisse le pene ne' diversi casi no luoghi principali Carlopago e Zengg.
che potessero avvenire,e persistendo con- i Ha molti boschi e alimenta quantità
cubinari tanto ecclesiastici che laici nel grande di cavalli, pecore e capre, pur
loro peccato (contro i concubinari sono somministrando seta e vi no. Vi si utilizza-
fulminate scomuniche, e diverse altre
le no cave di marmo bellissimo; la pesca
pene sono determinate tanto
stabilite e sulle coste riesceabbondante, e vi si rac-
per rapporto alle persone libere che ma- coglie molto sale. Somministra ancora
ritale, quali pene statuite da'concilii e ca- buoni frutti, massime noci, mele,fìchi ec.
noni, come dal concilio romano di Nico- Della città, fabbricata in parte sopra una
lò II e dal generale Laterano V di Leo- collina dell'isola, dice l'ultima proposi-
ne X, e segnatamente dal Tridentino, fu- zione concistoriale: Puglia praecipua ci-
rono rinnovate ed accresciute da Sisto V vitas insulae ejusdem nominis in sinu
colla bolla Ad Compescendam, de'3o ot- Adrìaci maris ad occidentalem plaga m
tobre i586, Bull. Roni. t.
4>P ar 4> P» « Dalniatiae, in finibus aliarum insula-
voi. lxxxviii.
286 VEG VEG
rum Auxerensis et Arbensìs
}
alaue in già, Veg\a %
Vela, Vetia t il p. Farlati
provincia li torà li Jllyrico- Aus trinci po- citato, nel t.i, p.189, descrive la città e
sila, unius circiter milliari est ambitus, isola, le quali anticamente pure ebbero
siitigaudet peramoeno, bisce ntum ac comune il nome ,Curicta ni la chiamòTo-
triginta sex continet domos y et a mini- lomeo, Cyracticam la disse Strabone, e
bus ultra aualuorcentum inhabitatur Costantino VI Porfirogenita Beclam, poi
fidelibus. E dunque Veglia non grande Vegla e Vegia furono denominate da*
e non molto popolata, con edilizi poco latini, e Sabellico le disse Vigiliam. » At
rimarchevoli. Fra' principali è la catte* Vigilia non insula, sed civitas longe bine
diale di ordinaria struttura, dedicata al- abest,eamque Andreas Dandulus prò-
la B. Vergine Assunta in cielo, di recen- pe ab Aestuariis Veuetis constituit, in
te restaurata con nuove riparazioni. Fra qua obsessus, et captus est Obelerius ab
le reliquie sagre vi sono in gran venera- Joanne Parteci patio duce venetorum. U-
zione i corpi de' ss. Diodoro ed Eusebio terqueerrandi occasione sumpsitex ipse-
martiri; mentre altro titolare della cat- met Andrea Dandulo,qui ad an. 83o seri-
tedrale e protettore principale della dio- psit Obelerium Vigiliaeapud Curiclum

cesi è s. Quirino i vescovo di Siscia e et obsessum et captum fuisse. Putantur
martire, la cui festa si celebra a' 4 giugno. enim Curiclum idem esse atque Curicum,
Vi è la cura d'anime col battistero, affi- quae urbs est Ptoleraaica insulae Curi-
data al canonico parroco, aiutato da' vi- ctae. Sed quod Dandulus Curiclum vo-
cari del capitolo. Questo si compone del- cat, alter chronologus venetus Aurialium
a
la i . dignità del prepósto e dell'altra del appellatami vicum fortasse, quem mine
ilecano, di 4 canonici, senza le prebende Oriagum dicunt.Porro Vigilia non longe
teologale e penitenziale, di 6 canonici o- aberat a Metamauco; eamque neuter
innari, tutti usando la mozzetta paonaz- chronologus insulam, sed urbem uter-
za, e di 4 vicari corali e cooperatori al- que nuncupat, ci vitate* Curiclae omnino
la cura dell'anime, cooperatores Chori, duas numerai Ptolomaeus,Fulfinium, un-
adjulum animarum cura exerceretur, deFulfìnatesPliniani ad conventumScar-
oltre altri preti e chierici addetti al ser- donitanum adsci ipti ; et Curicum, qua
vizio divino. 11 p. Farlati, lllyrici sacri, ex urbe in tabula Peutingeriana haec in-

1.
1 , p. 5, p. 2g4> riferisce che l'an-
i go, e t. Vetus est indige-
sula Curica inscribitur.
tico capitolo si componeva di 3 dignità, narum opinio, constanti fa ma, a e multo-
l'arcidiacono, l'arciprete curato e il pri- rum sermone celebrata, principem totius
miceri), e di 12 canonici ; la diocesi con- insulae urbem conditam fuisse a Dynastn
tenere 7 parrocchie, compresa quella di quodam, seu Regulo, cui nomen erat Cu-
CastelM uscliio e collegiata con uflizia tura fico; inde Urbem Curicum, insulam Curi-
in lingua illirica. Prossimo alla cattedra- ctaui, incolas Curictas appellatos. His vo-
le è l'episcopio, sufficientemente ampio e cabulis jamdiu vetustate abolitis, hodie
ornato, e da ultimo anch'esso ristorato. hauc insulam Vegiam, et Vegliarli nuncu-
Nella città non vi sono altre chiese par- pant,iisdemque primiscue nominibus pri-
rocchiali, bensì esistono il convento de' maria insulae ci vitas donatur." Veglia eb-
francescani, il monastero delie benedet- be i suoi conti particolari o prefetti con
tine, l'ospedale, il monte di pietà, i soda- giurisdizione.Essa e l'isola dopo essere sta-
lizi laicali, ma manca del seminario, de ta nel dominio della repubblica di Vene-
sideralur. 11 porto, che potrebbe con- zia, al finir di questa colla Dalmazia passò
tenere otto o dieci galere, ed alquante iti quello dell'Austria. Per le costruzioni

navi di minore grandezza, è abbastanza navali i veneziani educavano utili foreste


ampio e difeso da un castello. Veglia,/^- nella Dalmazia, ma di quelle foreste beu
VEG VEG 287
poche tracce rimangono oggidì, e la mag- presse la dignità metropolitica di Spala-
giore è nell' isola di Veglia. Rendendosi tro, e la vescovile di Ussaro Ossero e
opportuno e necessario all' Austria un di Arie, e le loro diocesi unì a quella di
ragguardevole aumento di forza navale, Veglia, il cui vescovo ritenne il titolo di

introdusse lodevoli cautele lungo il lito- Ai be ancora. Dichiarò suftraganeo della


rale illirico per la esportazione del legna- metropolitana di Zara il vescovo di Ve-
me atto alle costruzioni navali, vietando- glia e Arbc. Soppresse il capitolo e catte-
Io per T incremento della propria mari- drale d' Ossaro o Ossero, e la cattedrale
na, e curando insieme la conservazione divenne collegiata con suo capitolo colle-
e allevamento de' boschi in molte parti giale, affidando la cura d' anime all'arci-
del litorale e dell' isole, onde pervenire pretejaltrettanto fece con Albe, costituen-
per lo meno a potenza marittima di i.° dovi un vicario generale, ed un pro-vica-
ordine. rio generale in Ossero. Finalmente a- ,

La luce del Vangelo introdotto nella vendo Pio VIII colla bolla In superemi-
Dalmazia in tempo della nascente Chie- nentiapostolicae^Qi iluglioi 83o,Z?m//.
sa, sembra che Veglia la ricevesse come cit., 1. 1 8, p. 1 20, reintegrato la sede diGa-

le altre città dalmate dall'apostolo della rizia (di cui riparlai a Trieste e Udine)
regione s. Domnioi. pastore di Salona, dell'onore arcivescovile, di sua metropo-
di cui divenne suffraganea la sede vesco- litana divenne sulfraganeo il vescovato di
vile, e passò poi ad esserlo della metropo- Veglia, coll'unita chiesa di Albe, la qua-
li di Spalairo. Ma Degli Effetti nelle Me- le tuttora viene registrata tra le diocesi
morie del Soratle e luoghi convicini, con- esistenti, nelle Notizie di Roma, sebbene
futa quelli chedanno a Veglia per vesco- non ne fanno rimarco le due ultime pro-
vo Andrea del 679 ch'egli crede stato , posizioni concistoriali. Non si conosce pro-
vescovo di Veio (f'.)j giacche dice, che priamente l'epoca dell'istituzione della
Veglia non abbracciò l'Evangelo prima sede vescovile di Veglia, e Commanville
dell'865 circa per opera di Sueropilo, o nell' Histoircdetous les Eveschez, la cre-
de' ss. Cirillo e Metodio. Nel citato arti- de originata con Arbe e Ossero nel IX
colo ragiono di Andrea neppure vescovo secolo, ed aggiunge chei veneziani s' im-
di Veio, né di Celina, ma di Celeia, l'o- padronirono di Veglia dopo il i43o. Que-
dierna Cilly nella St.iria, e perchè fu det- sta diocesi avanti 1' erezione o ripristina-
to tale e cagionò gli equivoci, essendo sta- zione del vescovato di Segna, si estende-
ti dati i campi del famoso Veio alle le- va nel suo territorio, quindi fu ristretta
gioni illiriche e a'veterani dalmatini. Pa- nell'isola di Veglia, ed a'nostri giorni am-
pa Eugenio III verso il 1 146 diminuì la pliata co'memorali territori'! di Ossero e
provincia ecclesiastica di Spalatro, e sot- Arbe. Benché è probabile che Veglia ab-
traendole le sedi vescovili di Veglia, Ar- bia avuto suoi vescovi eziandio ionanzi
i

beeOssaroo Ossero le dichiarò suffìaga- all'Xl secolo, il p. Fallati, Illyrici sacri,


nee del nuovo arcivescovato di Zara, co- loc. cit., comincia la loro serie con Vitale,
me leggo nel p. Fallati, t. 3, p. 175. Pio ilquale col vescovo d'Arbe e i primari di
VII colla bolla Inter multiplices,ne\ 1 822 Veglia promise ubbidienza e fedeltà al
commise l'amministrazione del vescovato doge di Venezia Pietro II Orseolo, altra
ò'Ossaro o Ossero (F.) al vescovo di Ve- prova ohe già i veneti dominavano in Ve-
glia. Leone XII colla bolla Locum B. Pe- glia, signoria che pretese ritardare Com-
£r/,de'3o giugno 1828, Bull. Rom. cont. mauville, ovvero avrà inteso indicare il

1.
7, p. 375, eseguì una nuova circoscri-
1
ricupero del dominio. Il narrato atto, Vi-
zione delle diocesi di Dalmazia , e unione tale nel o 8 lo rinnovò co' vescovi d'Ar-
1 1

di diverse sedi vescovili. Pertanto sop- be e Ossero, e col clero e popolo di Ve-
1

288 VEG VEG


glia e di quell'altre isole del Quarnero; in- Eusebio Prinli veneto patri-
sostituito d.
di nel io3o intervenne al sinodo provin- zio, e camaldolese di s. Michele di Mura-
ciale di Spalatro. Ne furono successori no, morto dopo circa due anni in Venezia
Gregorio del i o5o, al cui tempo per pre- di veleno. Clemente VII die la chiesa in
potenza de'croati fu intruso nella sede cer- amministrazione al veneto cardinal Ma*
to Cededa, e venendone espulso Gregorio, rino Grima/ii/indi poco dopo neh 53
non vi potè tornare che nel io65, incili elesse a vescovo Giovanni II Rosa, trasfe-
morì quello. Nel 1069 Pietro,! il quale rendolo da Scardona, morto in Zara e de-
giurò ubbidienza all'arcivescovo di Spa- s. Grisogono. Nel
posto nella basilica di
Jatro, allora suo metropolitano. Domeni- 1 55o fr. Alberto Divini domenicano, che
co sedeva neh 100, e si recòa'sinodi pro- celebrai nel voi. LXI 1
1, p. 2 1 o, qual già
vinciali di Spalatro. Durante la sede va- vescovo di Modrusca (riparlando di que-
cante fu eretta la suddetta metropoli di sta sede, la quale da Gregorio XVI colla
Zara, e assegnate per suffraganee Veglia, bolla Apostolici nostri ministerii , del
Albe i53 Pietro li fondò
e Ossaro. Neil i833, Bull. Rom. cont. t. 19, p. 2o5:
in Veglia un monastero di benedettini Reintegratio dioecesisModrusiensis cu ni
colla chiesa di s. Martino. Neh 170 Da- suis privilegiis): intervenne al concilio di
bro, che nel 179 intervenne al concilio
1 Trento, e visitò la diocesi. Neh 564 Pie-
generale di Laterano HI. Giovanni 1 vi- tro III Bembo nobile veneziano, zelantis-
veva neh 186. Non trovansi altri sino al simo propuguatore de'suoi diritti, ordinò
1270, in cui è registrato Marino. Nicolò opportuni regolamenti per la divina uffi-
JV nel 1290 nominò vescovo di Veglia ziatura,i cuiarticoli si leggono nel p. Far-
fr. Lamberto de' minori, a motivo della lati : due volte visitò la diocesi, e ricevè
discrepanza de'pareri de'capitolavichea-. Agostino Valerio o Valìer, poi cardina-
\eano eletto, gli uni fr. Giovanni da Ve- le, visitatore apostolico dell'Istria e Dal-

glia minorita,e gli altri fr. Zaccaria dome- mazia. Neh 589 Giovanni III conte del-
nicano: il vescovo accordò a* suoi france- la Torre, canonico di Padova, colla riten-
scani di fabbricare un convento, e fu tra- zione di tal prebenda, alla cui cattedrale

slaload Aquino nel 1297. Gli successe Gi- donò parecchie reliquie e del legno della
rolamo. Nel 1298 Matteo. Neli3o2 fr. ss. Croce. Ne rilevai le onorevoli gesta

Tommaso francescano. Nel 1 3 14 Giaco- nel voi. LXXII,p. 71, come egregio nun-
mo Bertaldo prete di s.Pantaleone di Ve- zio di Svizzera. Mori neh6a3 in Padova,
nezia, ove poi venne tumulato. NeIi33o e fu sepolto nella cappella della ss. Croce
Lompradio. Nel 1 332 Nicolò I, nominato nella cattedrale. Neil' istesso anno gli fu
in una sentenza d'Andrea Micheli conte surrogato d. Luigi Lippamano nobile ve-
d'Albe, per la controversia che il vescovo neto, canonico regolare di s. Giorgio in
aveva contro il conte di Veglia. Fino al Alga, e visitò la diocesi. Neh 642 d. Co-
142 1 vacò la sede, provveduta con Nico- stantino de Rossi di Scio somasco, trasfe-
lò li, eletto dal conte di Veglia. Nel 1 436 rito dalle sedi di Cefalonia e Zante. Da
fr. Angelo da Bologna domenicano. Sede- Nona neh 653, e prima che vi si recasse,
va neh 44° Francesco I. Neh 460 fr. Ni- vi fu traslato Giorgio Giorgicci della dio-
colò 111.Neh 5oo Natale della Torre, che cesi di Spalatro, indi visitò la diocesi di
intervenne nel 5 1 4al concilio generaledi
1 Veglia. Neh 660 Francesco II de Marchi
Laterano V, e lasciò in Veglia a suo vica- di Spalatro, visitò la diocesi. Gli successe
rio il fratelloDonato vescovo di Bosnia, di neh 668 fr. Teodoro Gennaro di Vicen-
cui feci menzione nel voi. LXVII, p. 44» za de'minori osservanti, il quale pure vi-
riparlando de' vescovi di Bosnia. Rinun- sitò la diocesi. Nel 1 684 Stefano David, e
ziando Natale neh 528, in que&to gli fu nello stesso per sua morte Baldassare No-
VEG VEG 289
saclini trevigiano. Nel i
7 1 3 ti. Piel 10 Pao- so, nellaquale pure è la collegiata col ca-
lo Calorio somasco, già di Trau. Dopo pitolo, con monastero di benedettine), et
triennale sede vacante, nel 177.0 da Albe Arbensem{\\\cw\ sono le benedettine eie
passò a questa sede Vincenzo Lessio di a e insùper par te ni
terziarie francescane),
Coi fu; morto in Albe, ov'erasi recato per insulae Gissae, atque in hit duae Col-
salute, fu portato il corpo a Veglia e de- legiatae et plus continentur paroeriae.
posto nella cattedrale. Nel 1 780 Federico Siccome di Arbe fu dimenticato l'artico-

Rosa veneziano, pati persecuzioni de'suoi lo, oltre il cenno riferitone! vol.LXVIII,
malevoli dinanzi il patrio senato, e fu tra- p. 2 1 3, e il narrato di sopra, qui appres-
slalo a Nona nel 17 38. Nel seguente Pie- so intendo supplirvi e colla serie de' ve-
tro Antonio Zuccari di s. Vito nel Friuli, scovi, riportata dal p. Fallati, Illyrici sa-
ancli'egli perseguitato e calunniato, si re- crit t. 5, p. 226.
cò in Roma a difendersi, e tornato inno- Arbe (Arben). Città vescovile della
cente a Veglia, governò da lodato e zelan- Dalmazia, capitale dell'isola del suo no-
te pastoie. Con questi termina la serie me, la quale fu detta anche Scarduna
del p. Farla ti, e compilò colle Notizie
la e dagli slavi Rab facente parte degli sta-
t
3
di Roma. Nel 1 778 d. Diodato M. Difni- li austriaci, nel mare Adriatico, sulla co-
co canonico regolare Lateranense di Se- sta della medesima Dalmazia, circolo di
benico. Nel 1
789 fr. Giacinto Ignazio Pel- Zara, nel golfo di Quarnero, distante più
domenicano di Zara. Nel 792G10.
legrini 1 di 4 leghe da Ossaro o Ossero. Ha l'iso-

Antonio Sinitich di Veglia, eh' ebbe lun- la 5 leghe quadrate di superficie, e la co-
ghissimo vescovato. Per sua morte Gre- sta è assai dirupata. Il canale, senza al-
gorio XVI nel concistoro dell' 8 luglio cuna rada, da'due lati esposti na-
lascia i

1839 preconizzò Bartolomeo Bozanich vigli all'impeto de' veuti. Contiene oltre la

del castello di Verbenico diocesi di Ve- città omonima, 2 borgate e 2 villaggi. Il 1

glia, già canonico della cattedrale, supre- terreno in parte è piano, e in parte mon-
mo benemerito ispettore delle scuole
e tuoso. Il paese piano è fertile d'olivi, fi-

normali della diocesi, prudente, dotto, chi e vini eccellenti;nelle valli abbon-
pieno d' integrità e sperienza. Passato a dano pascoli, ove si nudrisce un'infinità
miglior vita, il regnante Pio IX dichiarò di minuto bestiame, producente molta
l'attuale vescovo di Veglia, nel concisto- lana. Nella parte montuosa vi sono molti
r
ro de'23 marzo 855, mg. Gio. Giusep-
1 boschi, fra' quali i maggiori sono quelli
pe Vitezich del castello di Verbenico dio- di Capo di Fronde e di Plogani, che dan-
cesi di Veglia, dottore in s. teologia, già no bellissimi legnami da costruzione. Vi
concepista nella cancelleria aulica di Vien- abbonda il selvaggiume. Il suo principa-
na e consigliere di governo, luogotenente le prodotto è non meno che
il sale, di cui
in Dalmazia, canonico onorario della pa- di seta, lana, cuoi, vino, montoni, porci,
tria cattedrale, lodato per dottrina ,
gra- pesci e buoni cavalli si fa un attivo com-
vità, probità e perizia nelle cose ecclesia- mercio. Il clima non è de'piìi felici, e la
stiche. Ogni nuovo vescovo è tassato ne' stagione invernale vi è orrida, la violen-

libri della camera apostolica e del s. col- za de' venti recando gravissimi danni al-
legio in fiorini 00, ascendendo le rendi-
1 l'isola, anche in altre stagioni. Non man-
te della mensa a 4ooo scudi romani. Dioe- ca di cave di marmi, di cui nel 1681 ne
ci-scos ambitili ad quinquaginta quiri- furono scoperte varie vene di bianchi, ed
que milliaria longi tildi nis ad triginta y
altri con macchie rosse e gialle. Abbon-
latitudini* profenditur,tres insula* eom- da altresì di sorgenti d' acqua limpida.
plectitur Veglensem nempe, Auxeren- Gli abitanti de' villaggi vivono sparsi ia
seni seti Crepsenseni (cioè Ussaro e Cher- capanne qua a là all' uso de'morlacchi,
2 9o V E c; VEG
i quali sono forse d'origine slava e di re- vi lodando Signore col notissimo can-
il

ligione greca, robusti e guerrieri, pastori tico. Il precedente capitolo avea le digni-
«li bestiame minuto. L' isola e la città di tà d'arcidiacono, arciprete e primicerio,
Arbe dicesi che si governasse un tempo 9 canonici, 6 mansionari. 3 diaconi,3 sud-
colle proprie leggi a norma di repubbli* diaconi e 3 accoliti.Dell'isola e città diAr-
ca, signoreggiata successivamente da'ro- be, il p. Fallati tratta eziandio nel t. r,
mani e da'greci. Infestata poscia da' cor- p. 190 e seg. L'isola d'Albe fu detta an-
sari, implorò l'aiuto e si pose sotto la so- che Scarduna, ed in essa vi fu pure la
vranità della repubblica veneta nel x o 1 8, città di Colenlum, le cui vestigia si vo-
come Veglia e Ossaro. Per le vicende gliono esistere presso la chiesa de' ss. Co-
della guerra fu protetta da' re diCroa- sma e Damiano, ch'era il principale suo
da quelli d' Uugheria che le ac-
zia, e tempio con insigne capitolo, il quale per
cordarono diversi privilegi. Nel i4^o ri- la rovina di Colentuni si unì a quello

tornò per altro sotto il veneto dominio, d'Arbe, e così queslo nelle pubbliche
«lai quale passò in quell'odierno dell'Au- processioni alzò due Croci per memoria.
stria. Arbe, Arba, Arbum, eh' è la sua Riporta ancora le diverse opinioni, se Ar-
capitale, egualmente sulle coste di Dal- be Scarduna furono due isole o una, e
e
mazia, è fabbricata nella valle di Cam- quest' ultima sentenza sembra prevale-
pura sopra un'amena collina, che si pro- re, con due città, la principale Arbe, l'al-

lunga fra due porti, ed ha 700 passi di tra Colentum. I veneziani vi preposero a
circonferenza. Le sue case parte sono governarla un conte o prefetto, la cui giu-
in declivio e pai te in piano perfetto, se- risdizione si estendeva triginta mensium
condo la collina sulla quale sono pianta- spatio. Parla pure dell'isola summento-
te. Fuori della porta di campagna si ve- vata di Gissa, Gissac, ora Isola di Pago,
de un delizioso piano d'un 4° di miglio Paganorum insula, parimente nel golfo
di larghezza, e alla destra di esso trova- del Quarnero e sulla costa della Croazia,
si uno stradone ben livellato, nel quale da cui e da Arbe è divisa dal canale di
tuttavia rimangono gli avanzi del bel Morlacchia. Pago n'è il luogo principa-
borgo, aggiunto poscia alla città. Ha un le, essendo abitata l'isola da 4ooo indi-

porto capace di bastimenti d'ogni gran- vidui d'origine slava. Produce grandis-
dezza, ma di difficile imboccatura, che sima quantità di vino, e buoni formag-
non permette l' ingresso a più d'un na- gi di pecora; ha inoltre importanti sali-

viglio alla volta. La città non è mal fab- ne. Metà dice appartenere alla diocesi

bricala, fu un tempo mollo più impor- d'Arbe, l'altra parte a quella di Zara.
tante, possiede le ricordale case religiose, L' introduzione del cristianesimo, come
ed ha l'antica cattedrale sotto l'invoca- l'origine della sede vescovile, e sua pro-

zione della 13.Vergine Maria Assunta vincia ecclesiastica, Arbe l'ebbe comune
in cielo, e fra le sue sagre reliquie che con Veglia, e forse anche anteriore n' è
in essa si venerano è il capo di s. Cristo- il vescovato, poiché trovasi Ticiano sot-

foro martire, patrono principale dell'iso- toscritto Episcopus Arbcnsis a' concilii

la e della diocesi. Egualmente sono te- provinciali di Salona del 53o e 532. Ma
nule in gran divozione le teste che la tra- non Irò vausi successori sino a Pietro I del
dizione crede de'3 fanciulli ebrei Sidrac, 986. Madio o Maggio del 1 o 1 8, come già
Misac e Abdenago, compagni di Daniele, dissi, col suo clero e popolo, giurò obbe-
i quali gettati nella fornace ardente di dienza e fedeltà al doge ed alla repub-
babilonia, per aver ricusato d'adorare blica di Venezia. Il vescovo Drago di con-
la statua d' oro fatta erigere a se stesso senso del clero e della città fondò in que-
da Nabucodouosor,ue uscirono sani esal- sta nel 1062 un monastero di beuedet-
1

V EG V E G 291
tini. Pietro II fu al sinodo di Zara nel in patria la chiesa di Elena, e morto s.

1072, e Gregorio inlervenne a quello» di nel 4 2 fu sepolto nella cattedrale a van-


1 1

Spalatro nel 075. Domano o Drabana1 ti la sua cappella gentilizia. Lo surrogò


monaco fioriva circa il 080, Vitale nel 1 il nipote ecoadiutore, Zodenigo II de Zo-
1086, e Pietro III nel 094- Lupo o Pao- 1 denigbi. Per la sua morte nel i4i 4 Ma-
lo nel 1097, e gli successe circa ili 1 1 rino Carnota nobile d'Arbe e arcidiaco-
Buouo, ai cui tempo Albe sottraila dal no della cattedrale, nel i423 traslalo a
metropolita di Spalatro fu resa suiFra- Trau e poi a Trieste. Quindi fr. Fran-
gauea di quello di Zara. Il vescovo An- cesco Il domenicano fiorentino de' Ser-
drea I tenne un sinodo nel 177, e nel
1 vandi o Sigismondi, ovvero de' Diondi,
1 79 fu a quello generale di
1 Lateranolll. nel 1428 traslato a Capo d'Istria, come
Frodano del Lauro sedeva nel 2o5, Ve- 1 notai nel voi. LXXX, p.267, riparlan-
nanzio nel 1216, Andrea II nel 1220, do di quella chiesa. Gli successe Angelo
Giovanni I nel 1225 come eletto, ma Cavazza o Cavaci, trasferito nel i433a
nello stesso anno trovasi eh' eragli suc- Parenzo e poi a Trau. In sua vece ven-
cesso Giordano. Nel 1239 Paolo I, nel ne ad Arbe Giovanni 11 da Parenzo e
1249 Stefano de Dorainis. Gregorio li canouico di quella cattedrale, che inter-
Ermolai o Costizza è notato nella sen- venne al concilio generale di Firenze, in-
tenza del patriarca di Grado, pronunzia- di nel i44° rinunziò e successe alla pa-
ta nel 1268 qual primate di Dalmazia tria sede dopo il predecessore. Neh 44°
contro il magistrato e la città d'Arbe ,che Matteo Ermolai già vescovo di Sap-

negavano le decime al vescovo e al capi- pa. Per sua morte nel i44^ &"• P a °lo II
tolo. Nel i 290 Matteo
Ermolai paren- 1 da Zara domenicano, a cui successe nel-
te del predecessore, così Giorgio I Er- l'istesso anno il correligioso fr. Nicolò da
molai eletto nel 1292, mandò un suo Zara. Neh 4^2 divenne vescovo della pa-
parroco nel 12963! concilio provinciale tria il nobile Giovanni HI Scaifa primi-
di Grado, e pare ch'egli neli3i 1 inter- cerio della cattedrale. Nel »47 2 Leonel-
venisse a quello generale di Vienna. JNel li Cheticeli di Vicenza, nel 1 4-^4- Luigi
i3i3 Simeone monaco be-
gli successe Malombra veneziano, e intervenne nel
nedettino, ed a questi dopo il 3 5 il mo- 1 1 1 5 4 al concilio generale di Laterano V.
1

naco Aimo. Giorgio II Ermolai governò In questo fu pure neli5i5 il successore


un anno circa, e morì nel i320 nello ; Vincenzo I Negusanli nobilissimo di Fa-
stesso, Francesco I di Filippo nobile di no, di grande erudizione, che intervenne
Albe e arcidiacono della cattedrale, sino ancora al concilio di Trento nel i562,
al 1329. In questo Giorgio 111 Ermolai, ed ottenuto di rassegnare la sede, nel
altro arcidiacono d'Arbe, nel quale anno i56g ripalriò, come con altre interes-
il cardinal Pietro Bertrandi legato apo- santi notizie narrai nel voi. LXXXVI, p.
stolico gli scrisse lettera per sopperire al- i63. A suo tempo nel i534 un'imma-
la tenuità della mensa vescovile : nel 1 334 gine della B. Vergine, e nel 559 un 'i ,n
1
*

si recò al sinodo provinciale di Zara, in magine del ss. Crocefisso lagrimarono,ed


cui fu estinta la controversia de'proveuli il p. Fallati riporta gli alti autentici di
tra il capitolo di Zara e Arbe. Nel 1 364 talicommoventi prodigi. Gli successe in
Grisogono de Dominis, poi vescovo di detto anno Biagio Sideneo di Zara, e di-
Trau ueh373. Gli successe Zodenigo I poi ricevè il suddetto Agostino Valerio
de Zodenigbi d' Arbe, contro del quale visitatore apostolico dell'Istria e Dalma-
nel i384 appellò al patriarca di Grado zia nel 1569, il quale visitò ancora que-
qual primate di Dalmazia, Pietro li ai sta diocesi ed emanò analoghi decreti.
civescovo di Zara. Nel 1086 cousagiò Nel i584 fr. Andrea IH Ceruoli fran«
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cescano, già vescovo di Scardona e sno sciplina ecclesiastica. Nel 1729 Andrea
coadiutore. Nel 588 d. Pasquale Pada-
i IV Carlovich Spalatro e canonico di
di
vitio veneziano monaco camaldolese, il quella metropolitana, zelantissimo del-
quale piamente promosse il culto del ce- l'ecclesiastica disciplina. Nel 1739 Paci-
lebre s. Marino oriundo di questa città, fico Bizza nobile d'Arbe, poi arcivesco-
avendo perciò ottenuto un' insigne reli- vo di Spalatro. Nel 1746 Giovanni III
quia dalla repubblica di s. Marino che Calebotta di Trau, e ivi canonico e vica-
ne possiede il venera t'issi aio corpo. Nel rio generale, indi traslato a Sebenico. Nel
1621 Teodoro Zorzi nobile veneto e
d. 1756 Gio. Luca Caragn'tni di Trau, an-
monaco cassinese, al cui tempo d'ordine ch' egli canonico e vicario generale di
d'Urbano Vili l'arcivescovo di Zara Ot- quella chiesa , zelantissimo pastore, vi-
taviano fece là visita della diocesi d'Ar- sitò accuratamente la diocesi, e meritò
be. Nel 1 63 6 IV Gaudenzi d Spa-
Pietro i la traslazione a Spalatro. Nel 1763 Gio.
latilo, tenne il sinodo diocesano nel 643 1 Battista Giunleo da Trau, cauonico e
estatuì provvide leggi ecclesiastiche, mas- arciprete di quella cattedrale, poscia ve-
sime per l'osservanza delle feste de'santi. scovo di Nona. Nel 1 771 Gio. Maria An-
Gli successe nel 1664 il nipote Donnio 1 tonio dell'Ostia di Zara, già parroco di
Gaudenzi arcidiacono della patria me- s. Andrea dell'abbazia di Narvesa dioce-
tropolitana Spalatro. Nel 1696 fr. Ot- si di Treviso. Per ultimo vescovo d* Al-
tavio Spader di Zara francescano, ch'eb- be registrano le Notizie di Roma Gio.
be grave contrasto colla città per le re- Pietro Galzigna d'Arbe, ili. "giugno 1 79^
liquie di s. Cristoforo, per cui rinunziò traslato da Trau. Lo trovo registralo
e fu traslato in Asisi nel 1698. Antonio nelle successive Notizie inclusivamenle
Iiosignolo di Trau e canonico di quella a quelle del 1824, e non nell'altre del
cattedrale, nel 1700 divenne vescovo di 1825, dovendo esser morto comechè na-
Albe, la cui diocesi più volte visitò e vi to nel 1740- 'ndi nel 1828 Leone XII
celebrò 10 sinodi. Per le molestie patite soppresse il vescovato d'Arbe, I' unì a
col capitolo e colla città, ottenne di esser quello di Veglia, ed il vescovo s'intitola

traslato a Nona. Nel 1713 Vincenzo II vescovo di Veglia e Arbe, e non di Os-
Lessio di Corfù e canonico di quella cat- sarò, benché pure riunito alla sua diocesi
tedrale, trasferito a Veglia nel 1720. In da detto Papa, come narrai superior-
questo Donnio II Zen di Faria e canoni- mente.
co di quella chiesa, benemerito della di-

FINE DEL VOLUME OTTANTES1M OTTAVO.


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