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TERRITORI PALESTINESI

1 SEMESTRE 2011

TERRITORI PALESTINESI

Rapporti Paese Congiunti - Ambasciate

primo semestre 2011

1) QUADRO MACROECONOMICO
A) Andamento congiunturale e rischio Paese

Il quadro macroeconomico nel primo semestredel 2011 e' statocaratterizzato da una contrazione del sostegno finanziario proveniente dalla comunita' dei Paesi donatori e da un rallentamento della crescita economica. Considerati congiuntamente, questi due fattori hanno determinato una grave crisi fiscale nei Territori palestinesi.L'ANP e' stata quindi costretta a contrarre debiti con le banche locali percontinuarea corrisponderesia i pagamenti dovuti ai creditori siagli stipendi pubblici. Nel tentativodi affrancarsidalla dipendenza dagli aiuti finanziariinternazionali l'ANP ha quindi anche tagliatolespese correnti non legate al pagamento dei salari pubblici. Tali misurenon hanno peraltropotuto scongiurare la crisi economicache invece si e' acuita anche a causadell'abbassamento delle aspettative di crescitasostenibile da parte deipalestinesi. In aggiunta, nonessendo stateadottate da parte israeliana ulteriori misure voltea ridurrele restrizioni al movimento di beni e persone soprattutto in Cisgiordania, il settore privato nella Westbank ne ha fortemente risentito, al contrario di quanto accaduto nella Striscia di Gaza,dove inveceha cominciato a dare segnali di rinnovata vitalita' per le ragioni che saranno esposte piu' avanti. Con riferimento alla crescita economica, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto le stime per la crescita reale peril 2011.Le proiezioni elaborate sono state abbassate dal 9% al 7%, a fronte di una crescita reale registrata nel 2010 pari al 10%. Tuttavia va evidenziato che la marcata crescita del 2010 e' da attribuire in gran parte all' "effetto recupero"successivo all'allentamento del bloccoisraeliano. La quota prepondernate dell'espansione a Gazae' da attibuireal settore edilizio che e' cresciuto piu' del 220% tra l'ultimo semestre del 2010 e il primodel 2011.L'espansione, seguitaall'autorizzazione israeliana all'importazione di materiali edili per i progetti finanziati dalla comunita' dei Paesi donatori, e' stata altresi' favorita dal passaggio di ulteriori quantitativi di mercientrare a Gaza attraverso i tunnel che collegano la Striscia con l'Egitto. Altri settori che hanno registrato un andamento positivo sono quello dei servizi, della pubblica amministrazione e del manufatturiero, cresciutinella misura del 12-16%. Sempre con riferimentoalla crescita a Gaza, uno studio condotto congiuntamente dall'Ufficio del Rappresentante del Quartetto, Tony Blair, e Paltrade, l'ente per la promozione del commercio palestinese, ha evidenziatoi benefici derivanti dal parzialeallentamento dell'embargo israeliano sulla Striscia e ha confermato che le restrizioni al movimento e all'accesso imposti da Israele sui Territori costituisconoil principale ostacolo alla crescita economica palestinese. Tutti i parametri presi in considerazione -volume di vendite al dettaglio,livello di occupazione, utilizzo delle risorse disponibili nonche'flussi di esportazione -hanno registrato un miglioramento nel periodo temporale analizzato, ovvero il secondo trimestre del 2011. In particolare, la crescita media registrata dalle vendite al dettaglio e' stata pari al 31%,seguitadal settore dell'abbigliamentoe dalla vendita di metalli che hanno registrato il picco maggiore, pari al 104%. Ancheil settore degli alimentariha registrato un rilevante aumento, pari al 45%. Con riferimentoal numero di lavoratori
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occupati, essoe' aumentato, passandoda una media di 16 ad una media di 18 lavoratori per impresa, comunque pari al solo 63% del numero medio di lavoratori impiegatonel 2005. Ariflesso di tale maggiore domanda di lavoro, anche l'innalzamento della capacita' di utilizzazione delle strutture produttive operative a Gaza ha registrato una tendenza positiva, tale parametro e' passato dal 34% al 42%.Nonostanteil notevole incremento,questo datopercentualecorrispondeal solo 52% di quanto rilevato nel 2005. Di pari passo si e' evoluta anche la capacita' di esportare sui mercati estericonil 60% delle imprese attive che ha dichiarato che potrebbe essere in grado di riattivare i flussi commerciali verso l'esterno entro un mese dalla eventuale data di autorizzazione all'esportazione. Sulla base di talepresupposto, le proiezioni dell'impatto sulle seguenti variabili economicheipotizzate sono parial 63% per il volume di vendite, al 51% per l'occupazione e, infine, al 39% sul valore degli investimenti. Per quanto concerne la Cisgiordania, nel primo semestre del 2011 il tasso di crescita e' stato pari al 4% con una rilevante contrazione rispetto all'8% rilevato nel periodo analogo dell'anno precedente. Tuttavia,nel settore edile e' stato registrato un vero e proprio boom.Secondo gli ultimi datiresi notidal Palestinian Central Bureau of Statistics (PCBS), nell'ultimo quadriennio il numero di abitazioni in Cisgiordania e' aumentato in misura maggiore al 25% . La proiezione per il 2011 stima che nei Territori palestinesi il numerocomplessivo di abitazioni salira' aun totale di 884,385 unita', pari ad un incremento del 26% rispetto al numero rilevato nel 2007. Solo nell'ultimo anno sono state completate 33,822 unita' abitative. Dai datipubblicati dall'ente centrale israeliano per le statistiche,nello stesso lasso temporale in Israele sono state completate 33,128 unita' abitative. Permane comunqueuna gravecarenza di alloggi, stimata attorno alle 70mila unita'. Solo la crisi finanziaria legata ad un volume di aiuti finanziari minore rispetto a quello cui si e' impegnata la comunita' dei Paesi donatori potrebbe fare rallentare il trend registrato. Difatti,gli investimenti riversati sull'edilizia non potranno essere sostenuti a lungoa frontedella diminuzione deiflussi di sostegno finanziario ela conseguentefrenata del tasso di crescita e di consumo.Si stanno infatti gia' registrandoi primi segnali diun rallentamento del comparto. In concomitanza con il boom edilizio si sta assistendo anche ad una rivoluzione culturale, all'urbanizzazione del tessuto sociale e alla preferenza dei consumatori per appartamenti piuttosto che case, soprattutto a Ramallah e Nablus. Gran parte del boom edilizio e' stato registratoa Ramallah, con prezzi immobiliari che si stanno avvicinando a quelli richiesti nella vicina Tel Aviv. L'iniziativa Rawabi', ovvero lacostruzione di una citta' interamente araba in prossimita' di Ramallah, da sviluppare utilizzando parametri di urbanizzazione non ancora adottati nei Territori palestinesi, vuoleoffrireun'alternativa ai molti palestinesi che non possono piu' tenere il passo conil livello dei prezzi immobiliari dei centri urbani piu' sviluppati. Lanciata dall'Esecutivo del Primo MinistroFayyad, pur essendo stata concepita come una misura di breve periodo per dare sollievo alla domanda di abitazioni in Cisgiordania, potrebbe rappresentare una misura a vasto raggio atta non solo a soddisfare la domanda di edilizia civile ma, in prospettiva,a sostenere l'occupazione nei Territori costituendo una valida alternativa per quella parte della manodopera palestinese impiegata prevalentemente nel settore edile dei settlements. Tale progetto potrebbe altresi' dare un contributo concreto per
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rendere piu' effettiva la nuova normativa, varata di recente dall'ANP, che miraa scoraggiare il lavoro palestinese negli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Anche la PCBS ha di recente pubblicato i dati relativi all'edilizia civile e al fabbisogno di abitazioni civili per l'anno 2010 i quali confermano tali trend. In base alle proiezionieffettuate, il numero di abitazioni civilesara' di 884,385 unita' abitative con un incremento pari al 26% rispetto al 2007. Di questi lo 0,9% e' costituito da ville, il 48%da case, e il restante 50%da appartamenti. La percentuale di proprietari di casa e' pari all'84% (82% in Cisgiordania e 87% nella Striscia di Gaza). La densita' abitativa e' pari a 1,6 persone per stanza (1,5 in Cisgiordania e 1,8 a Gaza). Circa il 10% delle unita' abitative nei Territori palestinesi hanno 3 o piu' persone per stanza (8% in Cisgiordania e 12% nella Striscia di Gaza) Con riferimento ai costi di locazione, l'affitto medio per unita' abitativa nei Territori palestinesi e' pari a 153 dinari giordani (165 DG in Cisgiordania e 109 DG a Gaza). E' stato stimato che circa il 72% delle unita' abitative nei Territori palestinesi avra' necessita' di unita' aggiuntive nel prossimo decennio. Un secondo comparto che ha registrato dinamiche positive e' quello del turismo. Le ultime statistichepubblicate, relative al 2010, dimostrano che la tendenza alla crescita prosegue. Il numero totale di turisti e visitatori e' stato pari a 4,9 milioni con un rilevante incremento rispetto ai 2,7 milioni di visitatori del 2009. Sul totale registrato, 22 milioni erano turisti e 2,7 milioni visitatori locali. Il Governatorato di Betlemme ha accolto 1,1 milioni di turisti, secondi in classifica i Governatorati di Jericho e Al-Aghwar i quali hanno entrambi accolto 0,8 milioni di visitatori. Per quanto concerne i dati relativi al soloprimo semestre del 2011, gli alberghi hanno ospitato 264mila turisti dei quali il 12% era costituito da palestinesi e il 34% da turisti europei. Rispetto all'analogo semestre dell'anno precedente, e' stato registrato un leggero calo del numero di turisti pari all 0,2%. Il tasso di disoccupazione non ha beneficiato ditale contesto di marcata dinamicita' settoriale. Nonostante un lieve miglioramento, il tasso complessivo di disoccupazione permane a livelli preoccupanti e la partecipazione della forza-lavoro al mercato del lavoroe' parimenti bassa. Il tasso complessivo di disoccupazione e' sceso dal 22.9% registrato nel secondo trimestre del 2010 al 18.7% rilevato nell'analogo perido dell'anno in corso. In linea con il rallentamento della crescita, in Cisgiordania il livello di disoccupazione e' stagnanteattorno al 15% nel primo semestre del 2011. Nella Striscia di Gaza, al contrario, il miglioramento e' stato netto con una contrazione della disoccupazione che e' passata dal 39.3% al 25.6% nello stesso lasso temporale ad ulteriore conferma della forte accelerazione del tasso di crescita. Deve tuttavia essere sottolineato che il livello di partenza del tasso di occupazione eraestremamente basso. Gli ultimi dati pubblicati relativi al tasso di inflazionerilevano una tendenza all'incremento: dal 2009 al 2010 questo parametro e' aumentatodal 2.8% al 3,7%. Sotto il profilo fiscale, il primo semestre del 2011 e' stato particolarmente critico: l'ANP ha fronteggiato con sempre crescente difficolta' gli oneridovuti,dovendo al contempo continuare ad attuare il programma governativo di riforme. Le entrate fiscali nette si sono attestate sull'11% in meno rispetto alle proiezioni elaborate, con un livello di spesa minore di
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quello previsto di soli 6 punti percentuali. Conseguentemente, il disavanzo corrente per il primo semestre del 2011 e' stato maggiore del 5% rispetto a quanto preventivato (corrispondente a NIS 2.1 miliardi). Cio' nonostante,anche adimostrazione degli sforzi intrapresi dall'ANP tesi a comprimere la dipendenza dagli aiuti finanziari internazionali, il deficit corrente per il primo semestre del 2011 e' stato minore del 7% rispetto all'esercizio fiscale precedente. Nel primo semestre del 2011 il fabbisogno finanziario totale dell'ANP e' ammontato a NIS2.7 miliardi (sia per spese correnti che per progetti di sviluppo) a fronte dei NIS 1.2 affluiti nelle casse del Governo di Fayyad dai flussi finanziari esterni a sostegno dell'ANP. L'ANP ha dovuto quindi ricorrere a prestiti bancari per poteresostenere le spese scoperte, accumulando debiti presso il sistema bancario locale. Alla fine del primo semestre del 2011 gli arretrati accumulati erano pari a NIS 1.030 milioni e il debito bancario e' aumentato in questo stesso periodo temporale di NIS860 milioni portandol'inedibtamentonei confronti delle banche a NIS3.8 miliardi raggiungendo la soglia di sostenibilita'. Degli arretrati accumulati, la quota preponderante e' dovuta al pagamento delle pensioni pubbliche ma ben NIS612 milioni costituiscono debiti nei confronti del settore privato. Qualora l'ANP fosse costretta a continuare a finanziare i progetti di sviluppo programmati con le risorse finanziarie provenienti dal proprio budget, si stima che il fabbisogno finanziario crescera' in misura maggiore di US$1 miliardo rispetto alle stimeelaborate. Anche i dati relativi alle entrate fiscali lorde non sono incoraggianti, esse sono state minori rispetto alle proiezioni elaborate di quasi il 9%. Nonostante lo sforzo di incrementare le entrate fiscali, nel primo semestre del 2011 gli afflussi nelle casse dell'ANP sono stati minori del 4% rispetto a quanto previsto e sono diminuiti del 5% rispetto al periodo precedente analogo. A ulteriore aggravio della situazione fiscale, anche le entrate tributarie derivanti dai proventi doganali che il Governo di Tel Aviv raccoglie e poi trasferisce all'ANP - tali trasferimenti rappresentano i due terzi del totale delle entrate fiscali dell'ANP - hanno subito una contrazione pari all'8% rispetto alle stimeper il primo semestre del 2011. In particolare, a fronte di stimesu maggiori entrate doganalipari al 14%, le entrateeffettive si sono fermate all'8%. Cio' e' da attribuire anche alla decisione israeliana di abbassare le accise per il petrolio ed alla decisione delle autorita' di fattonella Striscia di Gaza diinterrompere i propri rifornimentidi petrolio da Israele. L'ANP ha pertanto dichiarato che intende limitare nella misurapossibile tutti gli esborsi non direttamente legati al pagamento dei salari del settore pubblico per evitare -come gia' avvenuto a fine semestre - di dovere sospendere i pagamenti dei salari pubblici e per compensare, almeno parzialmente, la diminuzione delle entrate fiscali. Gli esborsi legati al pagamento dei salari pubblici sono comunque aumentati del 3% rispetto a quanto preventivato e del 9% rispetto al primo semestre dell'esercizio fiscale precedente. Essi costituiscono ora il 22% del PIL. Al contrario, gli esborsi per il pagamento del consumo di energia elettrica, altra voce di rilievo nel bilancio dell'ANP, sono diminuiti del 43% rispetto al 2010 grazie all'attuazione di accorte politiche di controllo del pagamento dei consumi da parte del settore privato. In conclusione, per quanto concerne il profilo fiscale, le proiezioni di un disavanzo di bilancio corrente per l'esercizio finanziario in corso di US$300 milioni sono da considerarsi stime al ribasso. Anche i dati relativi all'interscambio commerciale riflettono il deterioramento del quadro macroeconomico. Israele continua ad essere il principale mercato di sbocco del commercio dei Territori palestinesi. Dalle cifre pubblicatedall'ente nazionale israeliano per le statistiche, l'importazione sul mercato israeliano di beni e servizi provenienti dai Territori e' aumentato
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in termini nominali del solo 2% tra l'ultimo trimestre del 2010 e il primo trimestre del 2011. Complessivamente, sia le esportazioni che le importazioni palestinesi hanno subito una contrazione pari al 3% tra l'ultimo trimestre del 2011 e il primo trimestre del 2011. Peraltro, anche i dati relativi all'interscambio commercialerilevati dall'ente statistico palestinese, confermano il rallentamento della crescitadei flussi commerciali: i dati mensili pubblicati indicano che tra maggio e gennaio 2011 le esportazioni sono cresciute di soli US$67 milioni e le importazioni sono diminuite passando dal US$405 milioni a US$ 396 milioni. Nel primo semestre del 2011 e' stato eseguito il primo censimento agricolo dalla nascita ANP relativo all'anno agricolo 2009-2010. La terra coltivabile nei Territori ha una estensione totale pari a 960,321 dunnums (1 dunnum e' pari a circa 1 kmq) ovverocorrispondente al16% della totale del territorio palestinese. L'area messa a coltivazione piu' estesa si trova nel Governatorato di Jenin pari a 176,189 dunnums ed equivalente al 18,4% del totale della terra coltivabile dei Territori e al 30,2% del totale del territorio del Governatorato . I Governatorati con le aree coltivabili meno estese sono Gaza settentrionale con il 18,9%, eGaza con il 15,6%, in entrambe queste areele superfici coltivabili corrispondono all'1,2% del totale dei Territori palestinesi. Il numero totale di aziende del comparto agricolo nei Territori palestinesi e' pari a 111,458 unita' di cui 91,028 ubicate in Cisgiordania. Il Governatorato di Hebron ha il numero piu' elevato di aziende, pari al 18% sul totale, mentre i Governatorati di Jericho e Al-Aghwar con ciascuno l'1,4% sul totale delle aziende, si attestano ultimi in classifica. Il numero di aziende che mettono a coltura il territorio e' pari a 79.728 unita', equivalente al 71,5% del totale. Leaziende dedite all'allevamento di animali sono14.269, pari al 12,8% sul totale. Le aziende miste rilevate sono 461.17, pari al 15,7% sul totale delle aziende censite per l'anno agricolo. Gli allevamenti bovini nei Territori palestinesi sono pari a 38.259 unita', di cui 28.666 in Cisgiordania e 9,593 nella Striscia di Gaza. Il numero maggiore di allevamenti bovini si trova nel Governatorato di Hebron con 13,022 aziende, pari al 34,0% sul totale nei Territori. Il Governatorato di Gerusalemme ha il numero piu' esiguo con sole 357 aziende, pari allo 0,9% sul numero complessivo. Gli allevamenti ovini contano 563,636 aziende di cui 503,431 in Cisgiordania e 60,205 nella Striscia di Gaza. Il Governatorato con il numero piu' elevato di allevamenti ovini e' Hebron con 143,557 aziende, pari al 25,5% sul numero totale. Il Governatorato di Salfit ha il numero minore con 7,950 aziende presenti sul proprio territorio, pari all'1,4% sul totale. Lo sviluppo della Valle del Giordano - ricompresa tra i Governatorati di Jericho e di Al-Aghwar - viene considerato, sia sotto il profilo della creazione di lavoro che di sviluppo del tessuto produttivo del settore agricolo, come strategico dall'ANP.Stime condotte da enti palestinesi hanno evidenziato che eventuali investimenti effettuati in alcuni comparti chiave, quali il turismo, l'agricoltura, il mercato immobiliare e l'estrazione mineraria, potrebbero creare all'incirca 50mila nuovi posti di lavoro nell'area. Il Palestine Investment Fund (PIF) ha condotto degli studi relativi a progetti per un valore di circa 2 miliardi di USD da realizzarsi nell'arco del prossimo decennio. Tra i progetti messi a punto il piu' rilevante e' costituito dalla costruzione di una nuova citta' Moonlight City' , la quale dovrebbe estendersi lungo le coste del Mar Morto per diventare un polo di attrazione turistica. Tuttavia le restrizioni israeliane impediscono lo spiegamento di questo potenziale. Su un totale di circa 82mila imprese operanti in Cisgiordania solamente 1,4mila sono attive in quest'area di grandi potenzialita' economiche. Allo stato, Israele mantiene il controllo su circa il 59% della Cisgiordania (Area
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C'). La questione dell'accesso alle risorse idriche, nonche' dell'equa distribuzione delle fonti di approvvigionamento tra Israele e la Palestina -indispensabili oltre che per il consumo privato anche per l'industria, l'edilizia e l'agricoltura - costituisce una delle principali criticita' per lo sviluppo dei Territori palestinesi. La distribuzione dell'acqua che sgorga dalle fonti acquifere sotterranee di montagna, come e' il caso delle fonti idriche alla linea di demarcazione del 1967 tra la Cisgiordania e Israele, e' disciplinata dal diritto internazionale e l'ANP ne richiede l'applicazione nelle sue rivendicazioni nei confronti di Israele. Difatti, le statistiche relative al consumo di acqua evidenziano una netta disparita' tra il consumo idrico palestinese e quello israeliano. Da quanto dichiarato dalla Palestinian Water Authority, l'ente pubblico deputato alla gestione delle risorse idriche nei Territori, il consumo israeliano assorbe il 90% delle risorse provenienti dalle fonti comuni. Il consumo pro capite medio di acqua nei Territori e' pari a 60 litri, ben al di sotto della soglia minima di 100 litri pro capite indicata dalla Banca Mondiale, quest'ultima ha anche sottolineato che il consumo medio pro capite di acqua in Israele e' 4 volte maggiore di quello palestinese per il solo uso domestico. Nel 2009, la quantita' totale di acqua pompata nei Territori palestinesi e' stata pari a 227,2 milioni di metri cubi, destinati sia al consumo domestico che agricolo. La quantita' di acqua acquistata dalla societa' pubblica israeliana per le risorse idriche (Mekorot) e' stata pari a 53,5 milioni di metri cubi. Fondata nel 1995, la Palestine Securities Exchange (PEX) la borsa palestinese il cui quadro normativo di riferimento e' costituito dalla legge Securities Law no.12' del 2004 e dalla legge Capital Market Authority Law no.13' del 2004 vantava alla fine del 2010 ben 40 societa' quotate nei seguenti 5 macrosettori: servizi bancari e e finanziari, assicurazioni, investimenti e infine industria e servizi con una capitalizzazione di mercato prossima ai US$2,5 miliardi. Malgrado il rilevante declino nel volume e nel valore delle transazioni borsistiche effettuate dalle principali piazze dei Paesi arabi della regione, la PEX non ha registrato analoghe contrazioni nei propri valori. Nel 2010 la PEX ha tenuto 249 sessioni di borsa nel corso delle quali sono stati scambiati 230,516,370 titoli azionari per un valore pari a US$451,208,528. Sulle 40 societa' quotate, 23 hanno visto incrementare il valore delle proprie azioni. A conclusione del 2010 il valore di mercato delle azioni delle societa' quotate era pari a US$2,449,901,545, equivalente ad un incremento del 3,14% rispetto all'anno precedente. Di contro, il valore delle transazioni borsistiche e' diminuito del 9,83% rispetto all'anno precedente, pari ad una contrazione di US$451,208,528. I diversi settori dell'economia palestinese hanno registrato valori contrastanti negli ultimi anni, il mercato mobiliare rientra nel novero dei settori che hanno segnato uno sviluppo di segno tendenzialmente positivo. Il rilievo della PEX per l'economia palestinese e' stato confermato nel corso della quarta edizione dell' Annual Palestinian Capital Market Forum' svoltosi a Ramallah nel novembre del 2010. Come ha rimarcato in tale occasione il Primo ministro palestinese, Salaam Fayyad, la borsa palestinese sta svolgendo un ruolo-chiave a sostegno del settore privato, il cui sviluppo rappresenta uno dei principali obiettivi strategici di Governo.
ELENCO IMPRESE PALESTINESI QUOTATE IN BORSA (PALESTINE SECURITES EXCHANGE) Arab Concrete Products Palestine Plastic Industrial
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Arab Hotels Arab Islamic Bank Arab Insurance Establishment Ahliea Insurance Group Alrafah Microfinance Bank Arab for Paints Products Arab Investors Arab Real Estate Establishment Palestine Poultry Bank of Palestine Birzeit Pharmaceuticals GLOBALCOM Telecommunications Golden Wheat Mills Grand Park Hotel & Resorts Al-I'Timan for Investment and Development Palestine Islamic Bank Jerusalem Cigarette Jerusalem Pharmaceutical Jerusalem Real Estate Investment

Al-Mashriq Insurance The National Carton Industry National Insurance Nablus Surgical Center Palestine Development & Investment Palestine Telecommunications Palestine Commercial Bank Palestine Electric Palestine Investment Bank Palestine Investment and Development Palestine Industrial Development Arab Palestinian Shopping Centers Palestine Real eState Investment Al-Quds Bank Trust International Insurance Co. Union Construction and Investment Vegetable Oil Industries Palestine for Distribution and Logistics Services

La PIEFZA (Palestinian Industrial Estates and Free Zones Authority) e' l'Autorita' palestinese deputata a sovrintendere, tra gli altri, alla realizzazione e gestione dei parchi industriali che sono in via di progettazione in piu' aree della Cisgiordania. La creazione di tali aree produttive a fiscalita' privilegiata, una volta a regime, consentira' una crescita sostenibile dell'economia palestinese in particolare nelle aree ancora a basso tasso di industrializzazione. La Comunita' Internazionale, in stretta collaborazione con le istituzioni palestinesi, sta contribuendo alla realizzazione di varie aree industriali, tra cui si segnala in particolare quella di Betlemme, oggetto di una specifica iniziativa francese promossa dal Presidente Sarkozy, mentre il nostro Paese ha finanziato la realizzazione di uno studio di fattibilita' per la realizzazione di una area industrale nel Governatorato di Jenin.

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Tabella principali indicatori macroeconomici (ad es. EIU Country Report: Annual data & forecast)
INDICATORE PIL nominale (prezzi correnti, US$ milioni) Crescita reale PIL (anno-base 2004) Inflazione (prezzi al consumo, media annua in %) Popolazione (milioni) Esportazioni FOB (US$ milioni) Importazioni CIF (US$ milioni) Bilancia commerciale (US$ milioni) Deficit (US$ milioni) 2008 4,878 7,1 9,9 3,93 668 3,903 -3,234 -764 2009 5,241 7,4 2,8 4,04 645 4,147 -3,753 -737 2010 5,728 9,3 3,8 4,16 -777

Fonte: Economist Intelligence Unit Elaborazione dati: Palestinian Central Bureau of Statistics, International Monetary Fund

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1A) Tabella o Grafico 1 SETTORE ALBERGHIERO


AREA DI PROVENIENZA Territori palestinesi Israele Asia USA e Canada Unione europea Altri Paesi europei Altri Paesi TOTALE 2009 57,003 44,195 39,577 49,890 159,672 71,827 30,461 452,625 2010 55,456 44,003 62.,665 72,354 215,234 91,306 36,365 577,383 2011 (1) 33,377 16,586 31,949 28,240 90,264 34,160 29,195 263,771

(1)Dati fanno riferimento al primo semestre 2011 Fonte: Palestinian Central Bureau of Statistics, 27 settembre 2011

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1A) Tabella o Grafico 2


SETTORI DI ORIGINE del PIL NOMINALE 2008 Servizi IVA e entrate doganali Vendita al dettaglio e all'ingrosso Minerario, manifatturiero, elettricita' e risorse idriche Pubblica amministrazione e difesa Trasporti, stoccaggio, e comunicazioni Agricoltura e ittica Intermediazione finanziaria Edilizia % SUL TOTALE DEL PIL 21,2 15,3 14,4 13,9 12,0 9,4 5,8 5,6 3,9

Fonte: Economist Intelligence Unit

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1A) Tabella o Grafico 3


COMPONENTI DEL PIL NOMINALE 2008 Consumo private Consumo pubblico Capitale fisso lordo Esportazione di beni e servizi Importazione di beni e servizi % SUL TOTALE 107,3 20,3 26,3 14,4 -69,0

Fonte: Economist Intelligence Unit

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1A) Tabella o Grafico 4 ELETTRICITA' IMPORTATA NEI TERRITORI PALESTINESI PER REGIONE E MERCATO DI APPROVVIGGIONAMENTO, 2009
Societa' elettrica di Societa' Israele palestinese Cisgiordania 2,751,186 Striscia di Gaza 1,031,514 430,340 Totale Territori palestinesi 3,782,700 430,340 Area elettrica Egitto 143,825 143,825 Giordania 56,415 56,415 Totale 2,807,601 1,605,679 4,413,280

Fonte: Palestinian Central Bureau of Statistics

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B) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri

I rapporti commerciali tra i Territori Palestinesi e il resto del mondo sono disciplinati da una serie di accordi preferenziali con i principali Paesi dell'area (accordo commerciale sottoscritto nel 1995 con la Giordania, nel 1997 con l'Egitto, nel 2004 con la Turchia e l'accordo Great Arab Free Trade Area sottoscritto nel 2000). Secondo la regolamentazione introdotta dal Protocollo di Parigi che regola i rapporti economici tra Israele e i Palestinesi, conclusonell'aprile 1994, il regime israeliano sulle importazioni si applica anche ai Territori Palestinesi e per questo gli accordi commerciali bilaterali tra Israele ed i Paesi terzi sono applicabili anche nei Territori. Sempre secondo il Protocollo di Parigi, i Territori palestinesi sono inseriti nella linea doganale israeliana. Cio' rende il controllo della destinazione finale delle merci difficilmente quantificabile. I dati relativi ai flussi commerciali in uscita ed in entrata dai Territori non riflettono pertanto il volume effettivo di merci scambiate e devono intendersi come meramente indicativi. Secondo le ultime stime pubblicate dal Palestinian Central Bureau of Statistics, il valore totale delle esportazioni palestinesi ha raggiunto 367 milioni di USD nel 2007 e 513 milioni di USD nel 2008. Il principale mercato di esportazione e' Israele, nel 2007 per un valore pari a 327 USD. Nel 2008 questo valore e' aumentato fino a raggiungere i 455 milioni di USD. Il secondo mercato di destinazione delle merci palestinesi e' quello dei Paesi arabi. Nel 2007 il flusso commerciale proveniente dai Territori e' stato pari a 30 milioni di USD, nel 2008 e' aumentato registrando un valore pari a 35 milioni di USD. Il resto del mondo ha importato merci dai Territori Palestinesi per un valore di 10 milioni di USD nel 2007 e 23 milioni di USD nel 2008. Nel 2007 il valore totale delle importazioni sul mercato palestinese dal resto del mondo e'stato pari a 2,759 milioni di USD, mentre l'anno successivo questo valore si e' attestato sui 3,141 milioni di USD. Nel 2006 sul valore totale delle importazioni palestinesi, 2,002 milioni di USD provenivano da Israele, nel 2007 questo valore e' stato pari a 2,308 milioni di USD. Nel biennio considerato, i Territori paletinesi hanno imnportato merci dai Paesi europei per un valore di rispettivamente 226 milioni e 246 milioni di USD. I Paesi arabi hanno esportato merci sul mercato palestinese per un valore di 67 milioni di USD nel 2007 e di 78 milioni di USD nel 2008. Nel giugno del 2010 si e' svolto un significativo incontro tra il Commissario europeo per il commercio, Karel De Gucht, e il Ministro per l'economia palestinese, Abu Libdeh, in virtu' del quale e' stato determinato il rafforzamento dei rapporti commerciali tra i Territori palestinesi el'Unione europea. Da tale incontro e' scaturita la decisione di adottare un regime di piena esenzione dai dazi per le importazioni palestinesi sui mercati europei. La firma di un accordo in era prevista gia' per la seconda meta' del 2010. La recente adozione di una diversa classificazione dei mercati regionali di destinazione dei prodotti palestinesi consente di evidenziare il flusso di merci diretto ai soli Paesi arabi, i quali
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venivano precedentemente raggruppati con l'area dei Paesi asiatici. Di contro, non e' piu' possibile determinare il flusso di merci dirette verso il mercato israeliano il quale e' stato unificato con l'area regionale asiatica. L'Europa e' pertanto diventata il secondo mercato di destinazione dei prodotti palestinesi seguita dai Paesi arabi, mentre al primo posto si trova ora l'area dei Paesi asiatici ivi incluso lo Stato di Israele. Le prospettive di un futuro rilancio dell'economia della Striscia di Gaza, dove erano localizzate le principali industrie manifatturiere, la gran parte degli uffici del Ministero dell'Economia e una rilevante quota della produzione agricola palestinese, appaiono ancora di difficile realizzazione. Soprattutto il protrarsi del blocco delle esportazioni da Gaza, il cui mercato e' tradizionalmente fortemente dipendente dal commercio internazionale rende la ripresa economica piu'ardua. Da quanto reso noto dalla Palestinian Federation of Industries (PIF), circa il 60% della produzione industriale di Gaza era destinato ai mercati esteri. In particolare, il 90% della produzione tessile, il 25% dell'arredo e il 70% dei beni alimentari industriali. I dati elaborati dall'ufficio delle Nazioni Unite OCHA' (Office for co-ordination of Humanitarian Affairs) evidenziano che sul totale della capacita' produttiva agricola della Striscia di Gaza, pari a 280mila 300mila tonnellate annue, circa un terzo veniva esportato. Sempre secondo la PIF, le restrizioni israeliane che impongono il blocco all'entrata di beni primari essenziali per i processi manifatturieri costituiscono il principale ostacolo alla produzione attestata ora sotto il 50% del suo potenziale. La ripresa dei flussi di esportazione e' quindi cruciale per la piu' generalizzata ripresa economica nonche' per l'occupazione. Si stima difatti, che il pieno dispiegamento del potenziale del settore delle esportazioni potrebbe condurre alla creazione di circa 30mila 40mila nuovi posti di lavoro. L'economia della Striscia potrebbe beneficiare non solo dalla ripresa dei flussi commerciali con i mercati esteri, ma anche del ripristino degli scambi economici e commerciali con il piu' florido mercato della Cisgiordania. Sopratutto le piccole e medie imprese, le quali costituiscono tradizionalmente la spina dorsale del settore produttivo di Gaza potrebbero beneficiarne. E' necessario che gli sforzi intrapresi dall'Autorita' palestinese per sostenere l'apertura del mercato nazionale agli investimenti esteri e al commercio internazionale vengano affiancati da misure di natura strettamente burocratica in grado di facilitare i processi di sviluppo economico. In tal senso, l'Autorita' palestinese e'impegnataad ottenere da Israele la concessione divisti multipli agli operatori internazionali ed arabi interessati ad investire nel mercato locale. AUTORITA' MONETARIA PALESTINESE La Palestinian Monetary Authority (PMA), l'ente deputato ad assolvere alle funzioni di banca centrale sovrintendendo alla stabilita' dei prezzi e attuando le politiche monetarienei Territori,e la Banca d'Italia hanno avviato un progetto di assistenza tecnica volto all'ammodernamento del sistema dei pagamenti interbancari. Il programma -gestito dalla societa' italiana SIA attraverso la sua sussidiaria Perago -ha introdotto delle rilevanti innovazioni nel sistema bancario palestinese. Tra queste, la funzione c.d. di "operativita'
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multi-valute" che consente al sistema dei pagamenti interbancari palestinese di operare contemporaneamente nelle 4 valute usate per le transazioni bancarienei Territori palestinesi(Euro, Dollaro US, Shekel israeliano e Dinaro giordano). Il sistema e' stato anche dotato di una funzione aggiuntiva, non ancora operativa, con la quale potranno essere svolte operazioni bancarie nella valuta che verra' adottata quale moneta ufficiale dall'auspicato futuro Stato palestinese. La piattaforma operativa creata consente inoltre di gestire in tempo reale i flussi di pagamenti interbancari. Dato il successo di questo programma di assitenza tecnica e' gia' in discussioneil lancio di ulteriori programmi di assistenza tra la Banca d'Italia e la Palestine Monetary Authority. MERCATO BORSISTICO La Palestine Securities Exchange (PEX), l'ente borsistico palestinese nato 13 anni fa vanta ora 40 societa' quotate, di queste la quasi totalita', ovvero 37, hanno titoli azionari che vengono scambiati sui mercati internazionali. Nel febbraio del 2010 la borsa palestinese ha lanciato il nuovo marchio Palestine Exchange' (PEX) ed e' in corso di realizzazione una campagna il cui slogan Palestine of Opportunities' mira a focalizzare l'interesse degli investitori sulle tangibili opportunita' di investimento che offre il mercato borsistico dei Territori. Questa iniziativa fa parte della piu' generale strategia di sviluppo comprendente l'adozione di misure quali l'investimento costante di nuove applicazioni per la diverisifcazione dei servizi offerti nonche' la quotazione di nuove societa'. Quest'ultima misurae' finalizzatain particolare ad attrarre gli investimenti dalla consistente diaspora palestinese. VALORE DEGLI SCAMBI DEL MERCATO BORSISTICO PALESTINESE
Anno 2009 Trimestre Primo Valore (milioni 189,04 US$) Secondo 145,51 Terzo 80,56 Quarto 82,27 2010 Primo 134,98 Secondo 148,43 Terzo 68,68 Quarto -

Fonte: Palestine Exchange, Investor Monthly Newsletter, Issue 6, September 2010 VOLUME DEGLI PALESTINESE
Anno 2009 Trimestre Primo Volume (milioni di 91,23 quote)

SCAMBI

EFFETTUATI

SUL
2010 Primo 62,00

MERCATO

BORSISTICO

Secondo 56,64

Terzo 50,81

Quarto 42,18

Secondo 85,53

Terzo 36,30

Quarto -

Fonte: Palestine Exchange, Investor Monthly Newsletter, Issue 6, September 2010 PRIMI 5 TITOLI PER VALORE
Societa' Palestine Telecommunications Palestine Development and Investment Bank of Palestine
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Acronimo PALTEL PADICO BOP


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Valore dei titoli scambiati % sul valore totale (US$) degli scambi 12,073,664 44,76 3,736,681 13,85 2,868,088 10,63
primo semestre 2011

Palestine Industrial Investment Palestine Investment Bank

PIIC PIBC

1,975,696 880,564

7,32 3,26

Fonte: Palestine Exchange, Investor Monthly Newsletter, Issue 6, September 2010 PRIMI 5 TITOLI PER VOLUME DI SCAMBIO
Societa' Palestine Development & Investment Palestine Telecommunications Globalcom Telecommunications Palestine Industrial Investment Palestine Investment Bank Acronimo PADICO PALTEL GCOM PIIC PIBC Volume degli scambi 2,737,323 1,669,276 1,396,434 960,137 885,075 % sul totale degli scambi effettuati 22,39 13,65 11,42 7,85 7,24

Fonte: Palestine Exchange, Investor Monthly Newsletter, Issue 6, September 2010

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Tabella Principali Paesi fornitori PRINCIPALI AREE DI ORIGINE DEI FLUSSI DI IMPORTAZIONE 2008
Mercati di origine Paesi asiatici (principalmente Israele) Europa Stati arabi % sul totale delle 88,2 6,4 2,2

Fonte: Palestinian Central Bureau of Statistics

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Tabella Principali Paesi clienti PRINCIPALI MERCATI DI DESTINAZIONE DEI FLUSSI DI ESPORTAZIONI 2008
PRINCIPALI MERCATI DI ESPORTAZIONE (2008) Paesi asiatici (principalmente Israele) Paesi arabi Europa % SUL TOTALE 88,9 6,8 3,5

Fonte: Palestinian Central Bureau of Statistics

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Tabella Principali Merci/settori Esportate PRINCIPALI SETTORI MERCEOLOGICI DI ESPORTAZIONE 2008


Settore merceologico Manifatturiero Prodotti agricoli Chimica e prodotti della chimica % sul totale 60,4 18,6 13,0

Fonte: Palestinian Central Bureau of Statistics

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Tabella Principali Merci/settori Importate PRINCIPALI SETTORI MERCEOLOGICI DI IMPORTAZIONE 2008


Settore merceologico Gasolio, lubrificanti e prodotti correlati Manifatturiero Beni agricoli % sul totale delle importazioni 42,1 19,2 19,0

Fonte: Palestinian Central Bureau of Statistics

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1B) Tabella o Grafico 1


COMMERCIO ESTERO - milioni di US$ (esclusa Gerusalemme est) INDICATORE 2008 Esportazione di beni e servizi 599 Importazione di beni e servizi 4,105 Saldo commerciale (% del PIL) 57,4 Saldo commerciale con Israele (US$ milioni) 2,888 Saldo commmerciale con Israle (% del PIL) 47,3 Totale commercio palestinese con Israele in termini di % sul totale del commercio israeliano) 2,9 Commercio palestinese con Israele (% sul totale del commercio palestinese) 95,7 2009 620 4,541 59,4 2,558 38,8 3,1 76,3

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2) POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO


A) Barriere tariffarie

L'Unione Europea ha stipulato con l'OLP un Accordo temporaneo di associazione sul commercio e la cooperazione in base al quale i prodotti agricoli di entrambe le parti godono di un regime di esenzione o riduzione fiscale all'interno di determinate quote; sono del tutto esenti da tali limiti i prodotti industriali, a condizione che rispettino le norme sull'origine delle merci. In aggiunta, l'applicazione della politica israeliana sulle importazioni comporta che gli accordi commerciali bilaterali tra Israele ed altre parti siano considerati validi nei Territori palestinesi. Le dogane palestinesi con l'assistenza tecnica dell'UE, hanno di recente completato la terza fase del sistema automatizzato per la raccolta dei dati doganali, il c.d. ASYCUDA World'. Il lancio della versione finalizzata ha visto quindi l'introduzione di nuove procedure doganali tra le quali un meccanismo per l'inserimento diretto dei trader commerciali ed e' stato nel contempo assicurato il corretto addestramento tecnico degli utilizzatori privati del sistema nonche' dei Ministeri utilizzatori. Allo stato, un ulteriore sistema per l'ammodernamento degli uffici dell'amministrazione cui fa capo la raccolta degli introiti fiscali dervianti dalle entrate doganali, il programma Al Siyadeh' e' ancora in corso di finalizzazione. A tale fine, l'ANP ha creato un dipartimento con specifiche funzioni quali la Direzioneper i tribunali doganali per meglio sovrintendere all'esecuzione della raccolta delle entrate doganali. Per quanto concerne l'entrata in vigore di un codice doganale non sono stati registrati provvedimenti nonostante l'assistenza ricevuta in passato dai Paesi donatori e tutti i passi intrapresi al fine di accedere all'organizzazione mondiale del commercio sono stati effettuati nell'ambito di talisforzitesi a completare il processo distate-building dell'ANP.

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B) Barriere non tariffarie

Rispetto a quelle israeliane, le importazioni e le esportazioni palestinesi godono (secondo gli accordi in vigore) di eguale trattamento. Di fatto, pero', le misure di sicurezza adottate dagli israeliani pongono seri ostacoli all'import-export palestinese, soprattutto per il trasporto e la consegna delle merci. L'assenza di un sistema di arbitrato commerciale unificato ha in parte scoraggiato gli operatori stranieri dall'instaurare rapporti commerciali con le imprese palestinesi. Tuttavia, nel dicembre 2007 la Federazione delle Camere di Commercio, Industria e Agricoltura della Palestina ha sottoscritto un accordo di associazione con la Federazione Mondiale delle Camere di Commercio. L'adesione alla Federazione internazionale comportera' il sostegno alla capacity-building della Federazione palestinese sia sotto il profilo istituzionale che quello operativo, il miglioramento dello scambio di informazioni relative alle opportunita' commerciali nonche' l'accesso al sistema di arbitrato previsto dall'organizzazione internazionale determinando in tal modo un maggiore grado di certezza giuridica per gli operatori economici. Parallelamente agli sfozi tesi a creare un ambiente favorevole agli investimenti stranieri, l'ANP sta anche negoziando la propria adesione all'Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC).Il dialogo tra l'ANP e l'UE in materia di questioni sanitarie e fito-sanitarie ha subito di recente una intensificazione a seguito di una missione UE nei Territori palestinesi volta a stabilire l'esistenza di lacune legislative in materia e a verificare la institutional capacity dell'ANP. Di conseguenza e' ora in corso una riflessione circa i nuovi provvedimenti legislativi da adottare. Sotto il profilo della legislazione atta a favorire i rapporti commerciali internazionali, e' tuttora allo studio la nuova riforma in materia societaria. Il disegno di leggeprevede l'abolizione dei requisiti di legge relativamente al capitale minimo per una societa' permettendo inoltrela proprieta' unica delle imprese a determinate condizioni. Anche la nuova normativa in materia di concorrenza e' ancora in fase di approvazione. Una volta varata, la nuova legge prevede la costituzione di una agenzia indipendente deputata a monitorare la concorrenza nei Territori palestinesi. Di recente, e' stata anche annunciata la prossimaistituzione di un'Agenzia per il sostegno alle PMI palestinesi.Taleagenzia avra'quale obiettivo principale quello di favorire lo sviluppodelle PMI creando un quadro di coordinamento tra il settore pubblico e quello privato e fornendo servizi di consulenza alle PMI che ne faranno richiesta.

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C) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di propriet intellettuale

E' tuttora fermo nel Consiglio Legislativo Palestinese, per l'esame, un disegno di legge sulla proprieta' intellettuale (disegno di legge N. 46/99/M ).

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D) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese

Nel quadro delle priorita' strategiche delineate dall'ultimo programma governativo, l'ANP ha varato nuove norme e emendato quelle pre-esistenti al fine di migliorare il quadro legislativo che disciplina il settore privato, la cui crescita viene considerata quale indispensabile perno sul quale fare leva per assicurare la crescita e lo sviluppo sostenibile del tessuto economico palestinese. In tale senso, nel gennaio del 2011 e' stato introdotto tramite decreto presidenziale un emendamento alla legge in materia di investimenti del 1998. Le nuove disposizioni di legge hanno innalzato la soglia massima, ora stabilita a US$250.000 - rispetto al precedente limite di soli US$100.000 - entro la quale e' possibile essere esentati dalla corrisponsione delle tasse in caso di investimenti nei Territori palestinesi. Gli emendamenti introdotti prevedono anche la possibilita' per il Gabinetto palestinese di autorizzare ulteriori incentivi per gli investimenti o i progetti idonei a creare occupazione o sfruttare il potenziale di esportazione palestinese senza la necessita' che vangano apportate ulteriori modifiche di legge. La PMA (Palestinian Monetary Authority), congiuntamente con la PCBS (Palestinian Central Bureau of Statistics), ha pubblicato nell'ottobre del 2010 il primo rapporto relativo agli investimenti esteri nei Territori palestinesi. Il rapporto analizza gli investimenti effettuati da investitori esteri sul mercato palestinese e il flusso di investimenti palestinesi diretto sui mercati internazionali per il biennio 2008-2009. I principali risultati dello studio realizzato hanno evidenziato che gli investimenti esteri sul mercato palestinese sono cresciuti del 18% tra il 2008 ed il 2009 aumentando da US$1,34 miliardi a US$1,58 miliardi. La scomposizione del valore totale degli investimenti esteri evidenzia che US$1,15 miliardi sono stati destinati al finanziamento di investimenti diretti esteri, US$338 milioni sono stati investiti sul mercato azionario, i residuali US$90 milioni hanno finanziato forme diverse di investimenti esteri. Sotto il profilo degli investimenti palestinesi sui mercati esteri, e' stata evidenziata la contrazione degli investimenti provenienti dai Territori palestinesi sui mercati esteri: nel 2008 sono stati pari a US$5,31 miliardi per contrarsi fino a US$5,27 miliardi nell'anno successivo. Di questi, solo US$457 milioni sono stati finalizzati al finanziamento di investimenti diretti, US$178 milioni in investimenti di portafoglio mentre ben US$4,61 miliardi sono stati destinati ad altre forme di investimenti esteri. Il quadro cosi' delineato fa emergere un marcatissimo divario tra afflussi di investimenti esteri sui mercati palestinesi e deflussi di investimenti, questi ultimi sono 3 volte maggiori rispetto ai primi. La PMA ha ricondotto tale divario alla sovrastima da parte degli investitori stranieri della instabilita' politica locale.

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3) ANDAMENTO DEI RAPPORTI BILATERALI COMMERCIALI E INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO


A) Andamento dellinterscambio commerciale con lItalia e degli investimenti diretti esteri bilaterali, individuazione delle aree di intervento

Nel 2009 le esportazioni italiane verso il mercato palestinese sono state all'incirca pari al valore di 4,3 milioni di Euro, registrando un aumento pari al 20% rispetto al 2008. I prodotti esportati sono prevalentemente autoveicoli, prodotti della meccanica strumentale e prodotti chimici e fibre. Nel 2009 le importazioni italiane dai Territori palestinesi si sono ridotte del 5% per un valore pari a 689mila Euro. Il saldo commerciale e' pertanto positivo per l'Italia e viene solo parzialmente bilanciato dalle rimesse estere. Nel complesso, il volume dell'interscambio commerciale tra Italia e Territori palestinesi appare modesto. Tuttavia, il volume rilevato dei flussi commerciali con l'Italia, e' solo parzialmente riproduttivo degli effettivi flussi commerciali italo-palestinesi poiche' dati pubblicati sono raccolti in base alle polizze di carico delle imprese italiane e pertanto non effettivamente corrispondenti al totale delle merci che transitano per e verso i Territori palestinesi.

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Tabella ISTAT Import Export Saldi con lItalia INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA CISGIORDANIA, STRISCIA DI GAZA
Valori (espressi in migliaia di Euro) 2008 Esportazioni 3,560 Importazioni 727 Saldi 2,835 Saldi normalizzati (a) , espressi in 66,2 percentuale Saldi, variazioni assolute 2,154 2009 4,278 689 3,588 72,2 753 GEN-GIU 2009 2,932 320 2,612 80,3 2,434 GEN-GIU 2010 2,916 356 2,560 78,3 -52

Fonte: elaborazione ITALTRADE (ICE) su dati ISTAT (a)Il saldo normalizzato e' dato dal rapporto fra il saldo commerciale e la somma di esportazioni e importazioni

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Tabella ISTAT Principali merci/settori esportate dallItalia ESPORTAZIONI ITALIANE VERSO TERRITORI PALESTINESI
Principali prodotti (valori espressi in migliaia di 2008 Euro) Autoveicoli 1,816 Granagli, amidi, prodotti amidacei Apparecchiature di cablaggio Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti 30 azotati, materie plastiche e di gomma Frutta e ortaggi lavorati e conservati 70 Prodotti da forno e farinacei 54 Macchine di impiego generale 8 Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 8 Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di 6 ferramenta 2009 2,420 61 97 274 159 84 91 80 Gen-Giu 2009 1,953 61 18 177 87 2 88 68 Gen-Giu 2010 832 395 276 216 196 131 111 97 86 85

Fonte: elaborazione ITALTRADE (ICE) su dati ISTAT

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Tabella ISTAT Principali merci/settori importate dallItalia IMPORTAZIONI ITALIANE DA TERRITORI PALESTINESI
Principali prodotti importati (valori 2008 espressi in migliaia di Euro) Pietra, sabbia e argilla 261 Calzature 4 Prodotti da forno e farinacei 73 Strumenti e forniture mediche e dentistiche Olii e grassi vegetali e animali 7 Altri prodotti tessili Pietre tagliate, modellate e finite 185 Prodotti di colture permanenti 106 Frutta e ortaggi lavorati e conservati 28 Prodotti di colture agricole non permanenti 2009 97 43 126 3 140 99 31 Gen-Giu 2009 25 43 79 3 127 22 Gen-Giu 2010 163 64 48 29 18 13 12 4 3 1

Fonte: elaborazione ITALTRADE (ICE) su dati ISTAT

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3A) Tabella o Grafico 1 VARIAZIONI PERCENTUALI DELL'INTERSCAMBIO COMMERCIALE CORRISPONDENTE PERIODO DELL'ANNO PRECEDENTE
(valori espressi in migliaia di Euro) Esportazioni Importazioni 2008 65,9 -50,5 2009 20,1 -4,9 GEN-GIU 2009 541,0 14,3 GEN-GIU 2010 -0,6 11,1

SUL

Fonte: elaborazione ITALTRADE (ICE) su dati ISTAT

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3A) Tabella o Grafico 2


ESPORTAZIONI ITALIANE SUL MERCATO PALESTINESE PER SETTORI - 2009 (espresse in termini percentuali) Autoveicoli e altri mezzi di trasporto Prodotti alimentari Prodotti chimici Apparecchi elettrici Meccanica strumentale Mobili e altri manufatti Metallurgia e prodotti in metallo Legno, carta e stampa Altro 58,7 10,2 8,6 6,9 5,0 2,6 2,3 2,0 3,7

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B) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale, individuazione delle aree di intervento

Societa' italiane sono presenti soprattutto nel settore dei macchinari agricoli, rilevantissima la loro quota di mercatonel comparto agricolo. La societa' italiana Pieralisi e' leader di mercato per quanto riguarda i macchinari per la produzione di olio d'oliva.

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3B) Tabella o Grafico 1 Elenco delle principaliimprese palestinesi che intrattengono rapporti commerciali con l'Italia e relativi settori di attivita'
SOCIETA' Abu Sneineh Company Ahleia Ins. Group Al Bayed company for Trading Al-Alam Co Alayam Company Aljolani Building Construction Alnabaa For Marble AL-Nasser Company AL-SANABEL FACTORY FOR FOOD & HERBAL OILS Al-Tamimi Company Amad Trrade Co Anabtawi Co Ashqar Show for Jewelry Assi Co BAM Investment Beit-Sahour Bus Company Camari Construction Union Construction Union Eisa Habeeb Stores El-Bizreh Complex EPCC EYAD SAIFI CO Golden wheat company Hamoda Dairy ISD Iyad Saifi & Sons Co Jaafar Co Jerusalem Marbel Manaran Group for Investment Co Maslamani Brothers Company MTN company for trade Nassar Stone Nassir Company Omar Shakhshir Co P.C.U Palestinian Business Forum Palestinian Contractors Union PFI Qasrawi Co Sabbah Co Sabi International LTD Sanabel Food Factory Shadii Center Sharabati Co. for Trade and Agriculture Shawkat Shakhshie &Sons Co Sinokrot Co Stars & Bucks Co Tareeb Company Tech Nopal The enjineering center for heating & cooling The Union of Stone & Marble UAWC Unita company for trade and supplies Uromid Bridge
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SETTORE Marmo e lapidei Edile Multisettoriale Veicoli Marmo e lapidei Edile Marmo e lapidei Marmo e lapidei Alimenti Trasporti Alimenti Alimenti Gioielli Arredo Edile Trasporti Edile Edile Edile Multisettoriale Arredo Alimenti Alimenti Alimenti Alimenti Edile Alimenti Alimenti Marmo e lapidei Ricambi per autovetture Alimenti Multisettoriale Marmo e lapidei Prodotti agricoli Ricambi per autovetture Edile Multisettoriale. Edile Alimenti Alimentari per l'infanzia Ricambi per autovetture MArmo e lapidei Alimenti Multisettoriale Prodotit dell'agricoltura Idraulica Alimenti Franchising alimenti Trasporti Edile Energia alternativa Edile Olio di oliva Multisettoriale Edile
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Verona for Marble White Palace Co Yaboos Stone Company Zaina Olive Oil

Marmo e lapidei Arredo Marmo e lapidei Olio di oliva

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C) Valutazione degli investimenti diretti da e verso lItalia, individuazione delle aree di intervento

La ridotta presenza italiana ed estera e' da ricondurre sostanzialmente al perdurare dell'incertezza politico-sociale nei Territtori Palestinesi.La Banca Mondiale sottolinea tuttavia chela relativa efficienza dell'amministrazione pubblicaed il buon funzionamento delmercato finanziario localepotrebbe fare da contrappeso ai trend negativi ed alla dipendenza da Israele. Si trattadifattori che non sono pero' ancora in grado di stimolare un consistenteafflussodi investimenti esteri privati. Sotto il profilo della normativa italiana, l'articolo 7 della legge numero 49 del 1987 e' stato emendato inserendo i Territori Palestinesi nell'elenco dei Paesi con i quali le PMI possono concludere accordi per la costituzione di joint-ventures ed accedereai finanziamenti previsti.

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D) Valutazione delle potenzialit di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico

In un contesto emergente poco industrializzato come quello palestinese, e' difficile parlare di cooperazione nel settore Hi-tech. Va segnalato, pero', il PICTI (Incubatrice Palestinese per la Tecnologia Informatica delle Telecomunicazione), un progetto della Associazione Palestinese della Tecnologia Informatica (PITA) in collaborazione con alcune organizzazioni palestinesi del settore e donatori internazionali.

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E) Suggerimenti per lattivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST

Adottando un orientamento di apertura' la SACE colloca i Territori palestinesi nella Classe SACE B per la quale e' previsto un esame case-by-case delle operazioni di importo superiore ai 5 milioni di euro. La categoria di rischio in cui sono attualmente classificati i Territori e' quella cui corrisponde il piu' alto rischio prevista dall SACE (categoria 7/7). Alla data del 30 giugno 2010 sia le garanzie SACE deliberate che quelle perfezionate erano nulle. Per quanto concerne la volturabilita' della polizza SACE, essa non e' prevista per i Territori palestinesi. L'Accordo Generale Consensus prevede due distinte fasce di Paesi ai quali applicare a secondo dell'appartenenza alla prima od alla seconda fascia diverse condizioni di durata dei crediti, tassi di interesse e una diversa percentuale minima di pagamenti anticipati o contestuali alla consegna delle merci. I Territori palestinesi appartengono alla seconda fascia per la quale e' prevista la massima dilazione consentita dei pagamenti corrispondente a 10 anni con l'applicazione dei tassi di interesse CIRR. Condizioni di assicurabilit SACE La SACE ha di recente modificato la propria posizione nei confronti dei Territori Palestinesi; se prima le condizioni di assicurabilita' adottate dalle SACE erano di chiusura sia per il rischio sovrano che per quello bancario e corporate con la conseguenza che l'assicurazione delle operazione condotte con i Territori era soggetta a restrizioni specifiche e possibile solo per progetti finanziati da organismi internazionali e/o tramite crediti di aiuto (l'esame caso per caso delle operazioni e assicurabilita' limitata ai soli rischi accessori ad esclusione del rischio di produzione) ora, la SACE prevede un esame case-by-case delle richieste di assicurazione. Gli investimenti diretti saranno assicurabili solo dopo l'entrata in vigore di un accordo bilaterale di protezione. SIMEST L'impegno Simest (in sinergia con il Ministero per lo SviluppoEconomico) e' rivolto verso un'inziativa denominata "EuroMid Bridge mirata a creare un ponte logistico tra l'Europa ed il Medioriente tramite strutture gia' operative (porti; aeree industriali) ed altre in fase progettuale (per i Territori Palestinesi il "Jenin Industrial Estate).

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4) POLITICA PROMOZIONALE INTERVENTO CONGIUNTO

PROPOSTE

OPERATIVE

DI

A) Mappatura delle iniziative di sostegno allinternazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e lICE intendono realizzare nel corso del secondo semestre del 2011

Le attivita' di sostegno al processo di internazionalizzazione che si intendono svolgere nel corso del secondo biennio del 2011 fanno seguito a quanto gia'avviato nei primi mesi dell'anno. Dopo avere reintrodotto con grande successo il marchio Fiat sul mercato palestinese - il sesto salone monomarca Fiat in Palestina verra' aperto entro la fine del 2011 e' stato avviato un esercizio volto a fare conoscere uno dei marchi italiani di eccellenza, la Piaggio, ai consumatoripalestinesi.Successivamente al seminarioPiaggio organizzato a Ramallah per presentare i nuovi modellidella casa italiana, sono stati avviati contatti con lePoste palestinesi per la fornitura di veicoli Piaggioper la consegna dei prodotti postali. Anche in virtu' della costante assistenza fornita,l'esercizio e' giunto alle sue fasi conclusive e si prevede che l'accordo di fornitura alle Poste palestinesi possa essere finalizzato nel secondo semestre del 2011. Una seconda iniziativa la cui realizzazione e'in fase di realizzazione,e' la costituzione di un consorzio all'esportazione del marmo e della pietra palestinesi.Tutte le fasi finora realizzate, sono state tuttecondotte in stretto raccordo con l'Ufficio del Rappresentante del Quartetto a Gerusalemme, Tony Blair. L'obiettivo del progetto e', in prima battuta, quello dirafforzare i gia' esistenti rapporti commerciali tra l'Italia e i Territori palestinesi individuando una impresa italiana che possa assolvere al ruolo di impresa leader dell'iniziativa e, in seconda battuta, intensificare i flussi commerciali dei prodotti del marmo e della pietra sia inuscita che in entrata sul mercato palestinese.Nel corso del secondo semestre del 2011 e'prevista una missione in Italia dei possibili partecipantipalestinesial consorzio alla quale fara' poi eventualmente seguito una missione in Palestina dell'impresa italiana consociata per valutare le effettive capacita' produttive delle imprese palestinesi coinvolte nell'iniziativa. I stretti contatti avviaticon la Palestinian Business Womens' Association hanno dato avvio ad un esercizio di valutazionecirca la possibilita' di organizzare una giornata italiana' nel corso del prossimo convegno annuale dell'associazione. Si sta inoltre riflettendo in stretto raccordo con l'ex-antenna ICE sulla possibilita' di costituire una piattaforma di dialogo permanente tra l'imprenditoria italiana interessata al mercato palestinese e gli operatori economici localiche intrattengono gia' rapporti commericali con l'Italia che possa auspicabilmente evolvere in una vera e propria camera di commercio. Il Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme ha anche realizzato uno studio sulle determinanti dello sviluppo economico a Gerusalemme Est al fine di dotare imprese italiane eventualmente interessate ad effettuare investimenti a Gerusalemme Est di uno strumento conoscitivo.

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B) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economico-commerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici ,degli Istituti di Cultura e delle Camere di Commercio Italiane allestero

In un contesto in cui accanto all'Ufficio commerciale del Consolato Generale l'unico altro attore del Sistema Italia e' l'Antenna ICE,le poche risorse disponibili possono essere unicamente impiegatenell'organizzazione di eventi promozionalinei grandi centri urbani della Cisgiordania nei quali vi e' una forte attenzione verso i prodotti esteri.In particolare, si sta esplorando la possibilita' di favorire la partecipazione di selezionate aziende italiane a manifestazioni, soprattutto di tipo fieristico.

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C) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative promozionali successivi al secondo semestre 2011

In considerazione del contesto ambientale edi un tessuto economico con un forte vocazione alla specializzazione e considerando la fase di transizione che sta sperimentando l'economia palestiense, nella quale gli sforzi dell'ANP sono indirizzatial sostegnodel settore privato, e' necessario concentrare la promozione commerciale su attivita' di capacity building e di transfer del know-how imprenditoriale italiano. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso la realizzazione di un forum di consultazione e coordinamento stabile tra le due comunita' imprenditoriali, sia attraverso la stipula di intese tecnico-produttive e commerciali piuttosto che con investimenti diretti. La continuita' nei rapporti commerciali e la creazione di una rete distributiva potrebbero rappresentare la tappa preliminare di un futuro processo di internazionalizzazione, caratterizzato poi, nella fase finale, dalla realizzazione di investimenti all'estero e la creazione di impianti produttivi. a) Invio di delegazionidi operatori palestinesi a fiere italiane dei settori particolarmente interessanti per l'economia palestinese; la visita a fiere non solo internazionali (per esempio edilevante e Marmomacc) permetterebbe una familiarizzazione degli operatori dei due paesi in un contesto favorevole agli incontri b2b; b) partecipazione di tecnici palestinesi del settore del marmo e della plastica a seminari e training in Italia; c) Workshop sul settore del marmo a Ramallah; d)Workshop sul settore dell'agroindustria e di altrisettori trainanti per lo sviluppo dell'economia locale, anche invista del lancio delle nuove linee di credito a sostegno delle PMI palestinesi del settore agricolo e che operano a Gerusalemme Est.

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