Politecnico di Bari C.d.L. Ingegneria Ambientale e del Territorio Corso di Tecnica delle Costruzioni Arch. Francesca Prete
Scopo del calcolo strutturale quello di garantire lopera progettata per tutta la sua vita utile in rapporto alle azioni cui pu essere sottoposta in ogni fase operativa (costruzione, trasporto, montaggio, esercizio) con il livello di sicurezza previsto dalle Norme vigenti.
Periodo di riferimento VR (in anni) per lazione sismica, definito in funzione della Vita nominale VN e del Coefficiente duso CU:
VR = VN CU
per VR < 35 anni si assume comunque VR = 35 anni
superamento strutturale.
carattere
irreversibile
determina
collasso
Stati Limite di Esercizio (SLE), legati a condizioni di funzionalit, il cui superamento pu avere carattere reversibile o irreversibile, comunque tale da non compromettere la struttura. Requisiti di sicurezza della struttura: sicurezza nei confronti degli SLU sicurezza nei confronti degli SLE robustezza nei confronti delle azioni accidentali (o eccezionali)
azioni indirette
cedimenti di vincolo, difetti di montaggio, distorsioni impresse effetti di variazioni di temperatura deformazioni iniziali elastiche e anelastiche (ritiro, viscosit)
azioni dinamiche
azioni che causano significative accelerazioni sulle strutture e sulle masse da esse portate
azioni variabili (Q), con valori istantanei anche diversi tra loro:
di lunga durata (pesi di cose e oggetti vari, carichi di esercizio di lunga durata) di breve durata (vento, sisma, variazioni termiche, carichi di esercizio di breve durata)
I.
azioni antropiche
2. carichi permanenti portati 3. sovraccarichi variabili (destinazione duso) 1. azione della neve 2. azione del vento
2. esplosioni 3. urti
I. azioni antropiche
requisiti caratteristici
I pesi propri e i carichi permanenti sono determinati in base alle dimensioni geometriche degli elementi costruttivi e ai pesi specifici riconosciuti dei materiali strutturali e non. I sovraccarichi variabili, cio legati allesercizio dellopera, vanno dedotti dalle Norme come valori minimi, che il Progettista pu accettare oppure aumentare responsabilmente o per prescrizioni di Capitolato.
I. azioni antropiche
I.1. pesi propri dei materiali strutturali
pesi per unit di volume dei principali materiali strutturali (T.U.)
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
Vanno considerati come carichi ripartiti uniformemente per le verifiche di insieme. Nel caso di solai con orditura unidirezionale (adeguata capacit di ripartizione trasversale): i divisori mobili interni sono considerati come un carico distribuito q2k dipendente dal peso unitario lineare G2k nel seguente modo: per G2k 100 daN/m per 100 G2k 200 daN/m per 200 G2k 300 daN/m per 300 G2k 400 daN/m per 400 G2k 500 daN/m q2k = 40 daN/mq ; q2k = 80 daN/mq ; q2k = 120 daN/mq ; q2k = 160 daN/mq ; q2k = 200 daN/mq ;
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
pesi propri unitari di elementi costruttivi
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
pesi propri unitari di materiali in deposito
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
pesi propri unitari materiali insilabili
I. azioni antropiche
I.3. sovraccarichi variabili
I. azioni antropiche
valori dei carichi di esercizio per le diverse categorie di edifici
I. azioni antropiche
I.3. sovraccarichi variabili
Nel caso di travi pilastri - pareti portanti - fondazioni interessati da sovraccarichi variabili applicati su ampie superfici e/o su pi piani, lintensit del sovraccarico (purch appartenente alla stessa categoria di ambienti) pu essere opportunamente ridotta (a) per tener conto della non contemporaneit delle azioni con il massimo valore di carico. A = superficie totale caricata detta area di spettanza dellelemento in oggetto a = coefficiente di riduzione del sovraccarico
I. azioni antropiche
individuazione dellarea di spettanza
Per la generica tesa di un pilastro, larea di spettanza data dalla somma dellarea spettante sullimpalcato di competenza, di dimensioni pari alle semiluci di impalcato adiacente al pilastro nella direzione del solaio e in quella ortogonale, e delle omologhe aree su tutti gli impalcati soprastanti.
I. azioni antropiche
individuazione dellarea di spettanza
Nellesempio applicativo (riportato nella C. M. 96) per uno schema di edificio intelaiato di quattro piani: i. ii. iii. si suppone che il pilastro P sia portante per le travi T2, T3, T4 e sia portato dalla trave T1 al 1 ordine si suppone che larea di spettanza del pilastro valga Ap ad ogni piano si suppone che larea di spettanza di una campata di trave T2, T3, T4 sia Ap e che valga 2Ap per la trave T1 (di luce doppia)
VERIFICA sezione S1 del pilastro P: A = A2+A3+A4 = 3 Ap sezione S2 del pilastro P: A = A3+A4 = 2 Ap trave T1: A = A1+A2+A3+A4 = 5 Ap trave T2: A = A2 = Ap
1. azione della neve 2. azione del vento 3. azione della temperatura 4. azione sismica
qs = qsk cEc t i
[kN / m2 ]
qsk
cE ct i
valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo [kN/mq] associato al periodo di ritorno standard di 50 anni, dipendente dal sito e dallaltitudine coefficiente di esposizione coefficiente termico coefficiente di forma della copertura
ct = 1
Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si considera la condizione di carico in figura, per entrambe le situazioni di neve accumulata e non accumulata sul piano Se lestremit pi bassa termina con un parapetto o altre ostruzioni: 1 = 0.8 indipendentemente dallangolo
Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si distinguono tre condizioni di carico:
Se lestremit pi bassa termina con un parapetto o altre ostruzioni: 1 = 0.8 indipendentemente dallangolo
Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si distinguono due condizioni di carico:
= (1 + 2 ) /2
nella valutazione delleffetto del vento su di una struttura non si pu prescindere dalla localit in cui sorge, dalla sua posizione rispetto ai venti dominanti della zona, nonch dalla sua forma o attitudine a farsi attraversare dallaria
massimo della velocit media su un intervallo di tempo di 10 minuti del vento, misurata a 10 m dal suolo, su un terreno di II Categoria apposita classificazione. associata a un periodo di ritorno TR = 50 a anni, una corrispondente di esposizione in base a una
1 2 qb = v ref 2
= 1.25 [kg / m3 ]
vref la densit dellaria la velocit di riferimento del vento
vref
qb
risultante delle azioni sui singoli elementi, considerando di regola il vento spirante secondo una delle direzioni principali della pianta
della costruzione
Tali azioni sono applicabili in modo differenziato e comunque non cumulativo per le varie tipologie strutturali
p = qb cp c d c e
qb
[N / m2 ]
la pressione cinetica di riferimento il coefficiente di pressione o di forma (anche detto aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria della costruzione e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento
cp
cd
il coefficiente dinamico, con cui si tiene conto degli effetti riduttivi strutturali associati alla non contemporaneit delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni
ce
il coefficiente di esposizione
F = qb cp c d A
[N] [N / m]
f = qb cp c d B
dove, accanto ai gi definiti parametri A B
una superficie di riferimento della struttura una lunghezza di riferimento della struttura
p f = qb c f c e
dove
cf
ce
c e (z) = c e (zmin )
dove
ct
il coefficiente di topografia
posizione geografica del sito (macrozona regionale di pertinenza, da 1 a 9, altitudine sul livello del mare, distanza dalla costa)
4. Calcolo di
per
ce
in
[N / m2 ] [N / m2 ]
cpe , cpi
cpe = +0.8
per elementi sopravento con 20 < a < 60: cpe = +0.03 - 1 per elementi sopravento con 0 a 30 e per elementi sottovento e paralleli al vento:
cpe = -0.4
essendo a (in gradi) linclinazione sullorizzontale della superficie investita dal vento
per costruzioni non stagne, con aperture distribuite di superficie per costruzioni che hanno una parete con aperture di superficie non
per gli elementi normali alla direzione del vento per i rimanenti elementi
schema (a)
schema (b)
Per la valutazione delle azioni del vento diretto normalmente alle linee di colmo si procede al modo seguente.
Per
tettoie a
e uno
pensiline o due
massima
dimensione
pianta non maggiore di 1, si possono assumere i valori del coefficiente di pressione cp espressi in figura per i tre casi considerati (C.M. 96)
cp = 2.4 cp = 2.8
per torri con elementi tubolari tondi per torri con elementi di sezione diversa dalla circolare
Lazione di insieme esercitata dal vento spirante normalmente a una delle pareti va determinata con riferimento alla superficie della parte piena di una sola faccia. Per vento spirante secondo la bisettrice dellangolo formato da due pareti, lazione dinsieme pari a 1.15 volte quella sopra definita. Gli stessi coefficienti cp si possono adottare cautelativamente anche per torri a sezione triangolare, per le quali per non da applicare il coefficiente 1.15 suddetto.
per d q(z) 2.2 per 2.2 < d q(z) < 4.2 per d q(z) 4.2
con d espresso in [m] e q(z) in [N / m2 ] . Lazione dinsieme esercitata dal vento va valutata con riferimento alla superficie proiettata nel piano ortogonale alla direzione del vento. Per i corpi sferici di raggio R lazione dinsieme esercitata dal vento va valutata con riferimento alla superficie proiettata sul piano ortogonale alla direzione del vanto, pari a S = R 2 , utilizzando il coefficiente di pressione:
cp = 0.35
cpe
Nel caso di corpi cilindrici e sferici, le pressioni massime locali vanno determinate applicando il coefficiente di pressione esterna cp i cui valori e la cui distribuzione sulle superfici cilindriche e sferiche sono forniti in figura (T.U. 2005)
Tu = T - T0
T0
b. una variazione di temperatura lineare data dalla differenza DTM tra le temperature sulle superfici di intradosso ed estradosso dellelemento strutturale
temperatura
interna presente nelledificio. Nei casi pi importanti per la sicurezza, possono prospetti 2005), in I essere in valori ricavati di dai (T.U. degli temperatura esterna e interna tabella funzione
T = 10x10-6 / C