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LETTERA ALLE FAMIGLIE

D E L L U N I T A P A S T O R A L E D I

CAPEZZANO PIANORE - MONTEGGIORI


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N 541

19 FEBBRAIO 2012

VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LITURGIA DELLE ORE III SETTIMANA

"FIGLIOLO, TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI"


Nel Vangelo di questa domenica, Marco racconta la guarigione di un infermo: "Vengono portando a Lui un paralitico sorretto da quattro" precisa il testo, lasciandoci immaginare una piccola carovana di persone catalizzate da un'unica speranza: il recupero psicofisico di quel poveruomo. Ma, come vedremo, Ges far di pi, molto di pi. L'Evangelista insiste per ben quattro volte su un particolare, "il lettuccio". Scaviamo a fondo nel testo. All'inizio il lettuccio che porta il paralitico nella sua immobile passivit: "Calarono il lettuccio dove giaceva il paralitico". Poi avviene l'incontro con Ges e, alla fine, il paralitico, guarito dal Signore, che porta la sua barella. Un capovolgimento di situazione che segno di salvezza e liberazione. Il male una forza potente che paralizza. Ci si muove s, ma come portati dalle circostanze, senza ali n progetti, fino a diventare pedine mosse gli altri o dalle cose che calamitano la nostra volont avvizzita: ecco il lettuccio che ci porta! La potenza del male tuttavia limitata dall'onnipotenza di Dio che in Ges interviene per risanare e perdonare: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati. Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina". Cos la passivit vinta dalla forza di Dio che opera in noi. Non si pi sballottati dagli altri, dalle cose o da noi stessi. Ci si muove finalmente liberi, nell'orizzonte della salvezza che annuncio di guarigione totale e novit di vita: "Ecco faccio una cosa nuova dice il profeta Isaia nella prima lettura proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?". Grazie, Signore perch mi rialzi e mi fai risorgere continuamente. Non permettere che sprofondi nella pigrizia di una volont anemica, n che le circostanze o le cose mi paralizzino. Ma se dovesse accadere, pronuncia ancora su di me la tua Parola di perdono.

UN PIENO DI GIOIA
Incomincia il periodo dell'anno pi ricco di grazia, che dal Mercoled delle Ceneri ci porta alla Pasqua della Resurrezione. Si parte con l'anima piena di rimorsi e di stanchezza e si giunge alla sorgente della luce e della speranza. Perch tutti sappiamo che il dolore, la morte, la malattia non sono stagioni permanenti della vita, ma sono passaggi che ci introducono nella gioia che non ha tramonti. La mia esortazione quindi che affrontiate sin dall'inizio, con animo deciso al cambiamento, questo tempo di salvezza. Perch non progettare un po' di digiuno da tutto ci che non conta, un po' di preghiera semplice e autentica che ci metta in rapporto con Dio? Gli altri atteggiamenti penitenziali propri della quaresima potrebbero essere quelli di rivedere i rapporti con le persone, riscoprendone il volto, facendo la pace. Tutto il resto chiacchiera. Il Signore faccia il pieno gi in anticipo della gioia che si sprigioner dagli otri della Pasqua.

DALLA

TESTA AI
(Tonino Bello)

PIEDI

Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verit, molto pi lunga e faticosa. Perch si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoled delle ceneri al gioved santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala. Pentimento e servizio. Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all'acqua, pi che alle parole. Non c' credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perch espresse con i simboli, che parlano un "linguaggio a lunga conservazione". difficile, per esempio, sottrarsi all'urto di quella cenere. Bench leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un'autentica martellata quel richiamo all'unica cosa che conta: "Convertiti e credi al Vangelo".

Peccato che non tutti conoscono la rubrica del messale, secondo cui le ceneri debbono essere ricavate dai rami d'ulivo benedetti nell'ultima domenica delle palme. Se no, le allusioni all'impegno per la pace, all'accoglienza del Cristo, al riconoscimento della sua unica signoria, alla speranza di ingressi definitivi nella Gerusalemme del cielo, diverrebbero itinerari ben pi concreti di un cammino di conversione. Quello "shampoo alla cenere", comunque, rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame gi cadute dalle croste del nostro peccato. Cos pure rimane indelebile per sempre quel tintinnare dell'acqua nel catino. la predica pi antica che ognuno di noi ricordi. Da bambini, l'abbiamo "udita con gli occhi", pieni di stupore, dopo aver sgomitato tra cento fianchi, per passare in prima fila e spiare da vicino le emozioni della gente. Una predica, quella del gioved santo, costruita con dodici identiche frasi: ma senza monotonia. Ricca di tenerezze, bench articolata su un prevedibile copione. Priva di retorica, pur nel ripetersi di passaggi scontati: l'offertorio di un piede, il levarsi di una brocca, il frullare di un asciugatoio, il sigillo di un bacio. Una predica strana. Perch a pronunciarla senza parole, genuflesso davanti a dodici simboli della povert umana, un uomo che la mente ricorda in ginocchio solo davanti alle ostie consacrate. Miraggio o dissolvenza? Abbaglio provocato dal sonno, o simbolo per chi veglia nell'attesa di Cristo? "Una tantum" per la sera dei paradossi, o prontuario plastico per le nostre scelte quotidiane? Potenza evocatrice dei segni! Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale, sospeso tra cenere e acqua. La cenere ci bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnerne l'ardore, mettiamoci alla ricerca dell'acqua da versare... sui piedi degli altri. Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa. Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi.

CALENDARIO DELLA SETTIMANA


DOMENICA 19 FEBBRAIO SANTE MESSE ORE 7 - 9 - 11 - 16 (A MONTEGGIORI) ORE 18,30 GRUPPO FAMIGLIE LUNEDI 20 ORE 9,15 - PULIZIA DEI LOCALI PARROCCHIALI ORE 21 GRUPPI: DOPO CRESIMA, GIOVANISSIMI, GIOVANI

INIZIO DEL TEMPO DI QUARESIMA


MERCOLED 22 - MERCOLED DELLE CENERI ORE 8,30 SANTA MESSA CON IMPOSIZIONE DELLE CENERI ORE 17 LITURGIA DI INIZIO QUARESIMA PER TUTTI I RAGAZZI ORE 21 SANTA MESSA CON IMPOSIZIONE DELLE CENERI GIOVED 23 ORE 8,30 S. MESSA ED ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO FINO ALLE 12 ORE 15,30 ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO FINO ALLE 18,30 ORE 17,30 INIZIO ORA DI ADORAZIONE COMUNITARIA E BENEDIZIONE VENERD 24 ORE 8,30 S. MESSA ED ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO FINO ALLE 12 ORE 15,30 ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO FINO ALLE 18,30 ORE 17,30 INIZIO ORA DI ADORAZIONE COMUNITARIA E BENEDIZIONE SABATO 25 ORE 8,30 S. MESSA E ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO FINO ALLE 12 ORE 15 - E PRESENTE IL SARTO PER I VESTITINI DELLA PRIMA COMUNIONE ORE 15,30 ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO FINO ALLE 16,45 ORE 17 SANTA MESSA FESTIVA DOMENICA 26 FEBBRAIO SANTE MESSE ORE 7 - 9 - 11 17 ( A MONTEGGIORI) GIORNTA DI RITIRO PER TUTTI I CATECHISTI ORE 9 RITROVO IN PARROCCHIA: LODI E MEDITAZIONE ORE 12,30 PRANZO E TEMPO LIBERO ORE 15 INCONTRO ORE 17 SANTA MESSA A MONTEGGIORI
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SONO ORA NELLA PIENEZZA DELLA VITA

Benassi Marisa - Moriconi Silvana - Frugoli Giuseppe


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