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LE NAZIONI UNITE

1. Origini e formazioni della Carta delle Nazioni Unite y Nome degli stati che durante la seconda guerra mondiale combattevano contro le potenze del Patto Tripartito. Nella Dichiarazione di Washington del 1942, questi stati assunsero limpegno di destinare ogni risorsa alla sconfitta del nemico e di non procedere a paci separate, oltre che i principi che il presidente Roosevelt e il Primo Ministro Churchill avevano stabilito nella Carta Atlantica del 1941. La carta non prevedeva la costituzione di unorganizzazione al posto delle Societ delle Nazioni ma accennava alla necessit di dar vita dopo la guerra ad un sistema di sicurezza collettivo per scoraggiare le aggressioni e ad una collaborazione tra stati nel campo economico e sociale. Fu con la conferenza di Mosca 1943che venne espressamente prevista la costituzione di unorganizzazione internazionale. Gli stati partecipanti ( USA, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Cina) riconobbero la necessit di dar vita ad unorganizzazione aperta a tutti gli amanti della pace. Nel 1944, gli stessi stati si riunirono a Dumbarton oaks per gettare le basi della futura organizzazione. Le proposte gi contenevano tutti gli aspetti essenziali che oggi lONU presenta : mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare rapporti amichevoli tra stati e promuovere la collaborazione nel campo economico e sociale.

- Per la struttura, si ricalcava il Patto della SdN: era prevista un Assemblea (composta da tutti gli stati), il Consiglio ( a composizione ristretta), il segretariato, la corte di giustizia. Le differenze con la SdN riguardavano le funzioni : lassemblea (che assumeva il nome di assemblea generale) era lunico organo con competenze generali , e il consiglio (consiglio di Sicurezza) assumeva lesclusivo compito del mantenimento della pace e della sicurezza, e ad esso venivano attribuiti poteri di adottare misure nei casi di minaccia (artt 39 e s.s.). Sotto lautorit dellassemblea viene previsto un Consiglio economico e Sociale, destinato allo sviluppo della collaborazione nel campo sociale. A differenza della SdN inoltre, lassemblea e il consiglio deliberano a maggioranza anzich allunanimit. - Era previsto che i membri del CdS fossero 11 e di questi 5 (USA, UK, URSS, Cina e francia) a titolo permanente. Gli altri 6 sarebbero stati nominati dallassemblea per 2 anni. Il sistema di votazione in seno al consiglio non fu discusso allora ma durante la conferenza di Yalta 1945 , dove viene elaborata la c.d. formula di Yalta ovvero il diritto di veto, trasfuso nellart 27 della carta dellONU. y Nel 1945 venne convocata a San Francisco da USA, UK, e URSS una conferenza Per elaborare la Carta secondo le linee proposte a Dumbarton Oaks. Francia e Cina furono invitata come governi invitanti. Alla conferenza presero parte 50 stati, tra cui anche Bielorussia ed Ucraina (parte dellunione sovietica).

Queste allepoca difettavano del requisito dellindipendenza e furono chiamate a partecipare ai lavori, come stabilito a Yalta, solo per dare maggiore peso allunione sovietica in seno alla conferenza (3 voti allURSS invece di 1).

Per la carta, le linee fissate a Dumbarton OAks si presentavano come immutabili. Numerose furono le norme aggiunti da piccoli e medi stati : norme in materia coloniale ( art 73 ), autotutela (art 51).

Problemi ci furono per linterpretazione della formula di Yalta e le quattro potenze furono invitate ad emettere una dichiarazione (statement) per chiarire quando una questione dovesse considerarsi procedurale , e quindi non fosse sottoposta al diritto di veto, e quando di natura sostanziale. Lo statement risulta pi oscuro della formula stessa.

Al termine della conferenza la carta venne approvata allunanimit e firmata da tutti i partecipanti. Entr in vigore (come prevede lart 110) alla ratifica dei 5 membri permanenti del CdS e della maggioranza degli stati firmatari. I 50 che presero parte alla conferenza sono i membri originari. Lart 4 stabilisce le procedure per lammissione di nuovi membri. LItalia ne fa parte dal 1955. La SdN si sciolse nel 1946, quando lONU era gi attiva. Risoluzioni parallele trasferirono dalla SdN allONU una serie di funzioni di carattere non politico (funzioni del segretario della Lega trasferite al segretariato Onu e quelle delle commissioni ad hoc istituite per promuovere la collaborazione economica e sociale dal consiglio economico e sociale. Inoltre, in base ad un piano comune, tutti i beni immobili e mobili furono acquistati allONU. 2. Gli scopi delle Nazioni Unite E pi facile determinare quali sono le materie di cui non deve occuparsi. Lart 2 carta stabilisce che le NU non devono intervenire in questioni che appartengono alla competenza interna di uno stato. Lart 1 carta prevede i fini dellONU: mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, sviluppo di relazioni amichevoli fondate sul rispetto dei principi di eguaglianza dei diritti e autodeterminazione del popoli, la collaborazione in campo economico, sociale e d umanitario, la diffusione della tutela dei diritti fondamentali delluomo senza discriminazioni. 3. Gli Organi (see chapter II) 4. La natura pattizia della Carta La carta un trattato internazionale, ma considerata da alcuni come una costituzione della comunit internazionale ( norme prevedono la possibilit di agire nei confronti degli stati non membri e quindi in contraddizione con il carattere patrizio della carta). Si sostiene che alle norme statutarie possano sovrapporsi una serie di norme non scritte , create attraverso la prassi degli organi (costituzione vivente vs la costituzione formale). 2

Le disposizioni della carta sembrano occuparsi prevalentemente delle funzioni e gli stti degli organi. Non mancano per norme che si occupano dei rapporti degli stati membri tra loro. 5. Linterpretazione della Carta La carta non si sottrae alle comuni regole sullinterpretazione dei trattati, essendo un accordo internazionale. La corte internazionale di giustizia in alcuni pareri che affrontano i problemi relativi allinterpretazione della carta, ricorre alla c.d. Teoria dei Poteri impliciti, in base alla quale ogni organo non disporrebbe solo dei poteri espressamente attribuitegli dalle norme costituzionali, ma anche dei poteri necessari per lesercizio dei poteri espressi. Il ricorso a questa teoria si pone in antitesi con lopinione secondo la quale gli accordi internazionali vadano interpretati in maniera restrittiva, ma questa opinione risulta superata. La teoria pu essere utilizzata qualora serva a garantire ad un organo il pieno esercizio delle funzioni che la carta gli assegna. La tendenza della corte intesa a dedurre poteri dalle norme sui fini generali dellorganizzazione non sembra sia giustificabile. In materia di interpretazione la tendenza oggi verso labbandono del metodo subiettivistico ( ricerca della volont effettiva) a favore di un metodo obiettivistico : si attribuisce ad un accordo il senso fatto palese dal suo testo . I lavori preparatori hanno quindi una funzione sussidiaria: ad essi pu ricorrersi solo nel caso di testi ambigui o lacunosi. A favore del metodo obiettivistico si pronuncia la Convenzione di Vienna del 1969 sul diritto dei trattati. Lart 31 prevede che : un trattato deve essere interpretato in buona fede secondo il significato ordinario dei termini e che pu attribuirsi un particolare significato se certo che tale era lintenzione delle parti.

6. La Competenza ad interpretare Non esiste nelle NU un organo con una particolare competenza ad interpretare le norme della Carta con efficacia obbligatoria per gli altri organi e per gli stati membri. Art 96 prevede che la corte possa emettere pareri ma non sono vincolanti.

E diffusa lopinione secondo la quale lassemblea avrebbe un ruolo preminente rispetto agli altri organi in tema di interpretazione. Siffatta opinione non ha base nei lavori di san Francisco, n a suo favore pu essere argomentato che lart 15, in quanto la norma non attribuisce allassemblea un potere di revisione dei singoli atti adottati dagli organi. Art 15 richiede agli organi di sottoporre allassemblea relazioni sulla propria attivit.

Escluso che vi siano posizioni di preminenza, ciascun organo chiamato ad interpretare la carta al momento delladozione degli atti. Linterpretazione non per vincolante in quanto se potessero interpretare sovranamente, ci equivarrebbe a dire che essi possono violare le norme statutarie, alla luce di una particolare interpretazione. Durante la conferenza di San Francisco , la commissione incaricata dello studio delle questioni giuridiche, approv allunanimit un rapporto contenente un principio per cui 3

ogni organi non potr fare a meno di interpretare le parti della carta che si applicano alle loro funzioni, ed esamina leventualit dellinsorgere di un conflitto di interpretazioni tra due stati o due organi, auspicando nel primo il deferimento alla corte internazionale di giustizia e nel secondo caso il ricorso alla corte in sede consultiva o ad un comitato ad hoc. Si conclude che se uninterpretazione di un organo non accettabile per linsieme di stati allora non avr forza obbligatoria. Il singolo stato membro pu quindi contestare linterpretazione della carta.

7. La rigidit della Carta e le procedure di emendamento e revisione

Art 108 della carta

disciplina la procedura di emendamento. Prevede che perch un emendamento entri in vigore necessario che sia approvato a maggioranza di due terzi e sia stato ratificato dai due terzi dei membri delle Nazioni Unite, compresi i membri permanenti. disciplina la procedura di revisione. Prevede che la ratifica non interviene dopo una risoluzione dellassemblea ma dopo che si pronunciata una conferenza ad hoc.

Art 109 della Carta

I due articoli si discostano dal principio classico di diritto internazionale secondo il quale necessario il consenso di tutti gli stati per la modifica di un trattato. Le procedure dei due articoli sono da considerarsi come procedimenti di terzo grado che traggono cio la loro forza normativa non dal diritto internazionale ma dalla stessa carta dellONU. La deviazione dal principio classico attenuata dalla facolt per uno stato che non approvi una modifica di notevole importanza di recedere. Il recesso non espressamente previsto dalla carta ma alla conferenza di san Francisco si disse che non lo si voleva neanche escludere espressamente. La previsione di procedure particolari per la modifica della carta le conferisce carattere di rigidit.

8. Le tendenze revisionistiche attuali Lart 109 fino ad oggi non ha mai trovato applicazione. Per lart 108 invece, gli unici emendamenti sono stati quelli riguardanti laumento del numero dei membri del CdS da 11 a 15 e del consiglio economico e sociale da 18 a 27. Da anni si parla della necessit di revisione della carta, ed in proposito stato istituito un Comitato speciale con il compito di studiare il problema. Fu anche istituito dal segretario un panel di alto livello per lo studio dei problemi relativi alla sicurezza. Le proposta dei governi concernono la modifica della struttura dellorganizzazione, rafforzamento ruolo assemblea, allargamento del Cds, abolizione o limitazioni al diritto di veto. Oltre a queste, si insite perch siano immessi alcuni principi che lassemblea andata dichiarando nel corso degli anni (in tema di mantenimento della pace, regole che definiscono aggressione etc). Questi non dovrebbero restare affidate a documenti dellassemblea privi di forza 4

vincolante, ma essere solennemente registrate nella carta. Appare difficile che si arrivi a modifiche sconvolgenti della carta (atteggiamento membri permanenti del Cds a tutelare il diritto di veto). Tuttavia lallargamento del Cds renderebbe l ONU pi funzionale. La democratizzazione dellassemblea, ossia la trasformazione da assemblea di governi ad assemblea dei popoli, modificherebbe positivamente lONU. Lintroduzione del voto ponderato in seno allassemblea osteggiato dai paesi del terzo mondo. Linserimento di principi specifici non sembra utile.

Capitolo I Lappartenenza allorganizzazione 9. Lammissione Art 4 prevede ammissione. Prescrive che per poter entrare a far parte dellONU, uno stato debba essere amante della pace, accettare obblighi statutari, ed essere disposto ad adempiere a tali obblighi. Lammissione pronunciata dallassemblea (per la delibera richiesta la maggioranza dei 2/3) su raccomandazione del CdS ( pu essere esercitato il diritto di veto). 10. I requisiti per lammissione Art 4 deve trattarsi di uno stato; occorre che accetti gli obblighi; sia manate della pace e sia capace e disposto ad adempiere gli obblighi. Le domande vanno inoltrate al segretario generale e devono contenere unaccettazione degli obblighi statutari fatta con strumento formale. La capacit di adempiere deve sussistere a giudizio dellorganizzazione. Assemblea e Cds hanno potere discrezionale. La disposizione ad adempiere agli obblighi e lessere amante della pace ( un aspetto della disposizione di adempiere agli obblighi), sono anchessi requisiti determinati a discrezione dei due organi. - Per il primo requisito, ovvero lessere uno stato, la questione pi delicata. La nozione di stato secondo il diritto internazionale si discosta dallart 3 della carta che attribuisce la qualit di stato ai membri originari delle NU. A san Farcisco per parteciparono anche Ucraina e Bielorussia che prima della dissoluzione dellURSS non avevano alcuna forma di indipendenza. Si ritiene che linterpretazione dellart 4 debba restare svincolata dallart 3 in quanto la partecipazione a san Francisco fu troppo legata alle contingenze del momento. Quindi lo stato di cui lart 4 si identifica grosso modo con la definizione di stato per il diritto internazionale, e deve quindi consistere in un apparato effettivo ed indipendente di governo di una comunit territoriale. - Il requisito dellindipendenza, si definisce indipendente uno stato che sia portatore di un ordinamento originario, tragga il suo potere da una propria costituzione e non dallordinamento giuridico o dalla costituzione di un altro stato.

Cina e USA obiezioni per lammissione della Mongolia, considerata governo fantoccio dellURSS. LURSS faceva lo stesso per la Repubblica di Mauritania, governo formatosi sotto linfluenza francese. Questi si astenevano al momento della denunciato dal Marocco. Guatemala protest contro lammissione del Belize, dichiarando che non fosse uno stato , non avendo un territorio. In realt il Guatemala pretendeva che il territorio del Belize gli appartenesse. Lassemblea procedette allammissione. Ritenuto che lart 4 adotti la nozione classica di stato, da ritenere illegittima lammissione di governi in esilio o di organizzazioni o comitati di liberazione nazionale ( ex. Organizzazione per la liberazione della Palestina). Molti tra questi hanno lo status di osservatore, che gli da diritto di partecipare ai lavori ma senza diritto di voto. Per lammissione non ha alcun valore giuridico la circostanza che uno stato non sia riconosciuto da una parte degli stati membri dellONU ( ex. Repubblica turca di Cipro del Nord che fu creata qualche anno dopo linvasione di Cipro da parte della Turchia). 11. Il problema dei ministati La dimensione di uno stato non rappresenta un limite al potere discrezionale di assemblea e consiglio in tema di ammissione. Alcuni stati hanno proposto la formula dellassociazione per gli stati aventi popolazione e risorse limitate, riservandogli forme pi blande di partecipazione. Questi godrebbero della maggior parte dei vantaggi connessi allo status di membro senza sopportare gli oneri. Ma la prassi va in senso contrario ( ammissione delle isole Seychelles, San Marino, Lichtestein con pieno diritto di voto). 12. Ammissione degli stati Neutralizzati Stato neutralizzato = stato impegnato in base ad un accordo internazionale a non muovere guerra e a non compiere atti capaci di coinvolgerlo in una guerra. Sussiste unincompatibilit tra lo status neutrale e : lart 2 della carta, che prevede un obbligo generico di assistere lONU in tutte le azioni intraprese nei confronti di uno stato; gli artt 39 e 41, che autorizzano il CdS ad imporre agli stati ladozione delle c.d. misure non implicanti luso della forza (misure sono atti suscettibili di coinvolgere in una guerra lo stato che le adotta); lart 43 che impone agli stati lobbligo con il CdS alla partecipazione alle c.d. misure implicanti luso della forza (mai applicato).

Problema si posto con lammissione dellAustria, che dichiar con legge costituzionale la propria neutralit. Con lammissione della Svizzera nel 2002 un altro stato neutrale entrato a far parte dellONU. Nel caso della Svizzera la neutralit affermata nel Congresso di Vienna 1815 e ribadita dalla Dichiarazione di Parigi 1915. Anche la costituzione Giapponese allart 9 stabilisce la rinuncia alla guerra. Con la ratifica da parte del Giappone del trattato di pace del 1951, nel quale dichiara che dar assistenza allONU, lart 9 risulta ridimensionato.

Lart 4 della Carta non prevede che laccettazione possa essere accompagnata da riserve, e che quindi lo status neutrale possa essere invocato per venir meno agli obblighi statutari. Avendo Cds e Assemblea potere discrezionale nellaccertamento dei requisiti per lammissione, se ritengono che uno stato neutralizzato possa adempiere agli obblighi allora la questione chiusa.

Alla conferenza di San Francisco il rappresentante francese propose di inserire nellart 4 lincompatibilit fra neutralizzazione e appartenenza allONU. Il Comitato ritenne di non inserire accenni alla neutralizzazione, ma espresse unanime il parere che uno stato membro neutralizzato non potesse prevalersi di questa sua qualit per liberarsi dagli obblighi statutari.

Art 103 carta prevede che gli obblighi statutari prevalgono su qualsiasi obbligo derivante da qualsiasi altro accordo internazionale in caso di conflitto. Example. Austria il governo nel rispondere al segretario generale circa le misure adottate contro la Rhodesia del Sud (consistevano nellinterruzione dei rapporti economici), dichiarava di non voler pregiudicare la questione se lAustria, tenuto conto della neutralit, fosse legata dalle decisioni del Cds relative alle sanzioni. La tesi stata poi abbandonata. Lart 103, linesistenza nella carta di una norma che prevede forme attenuate di appartenenza allONU, limportanza del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, sono indici favorevoli alla tesi che lo stato neutralizzato abbia gli stessi obblighi degli altri membri. Lart 48 prevede per che a discrezione del CdS il chiedere che le sue decisioni siano eseguite da alcuni membri e non da altri, e quindi pu dispensare lo stato neutralizzato. Gli stati in seno al CdS che abbiano riconosciuto la neutralit di uno stato hanno il dovere di adoperarsi compatibilmente con linteresse generale, affinch lo stato neutralizzato sia esonerato da certe misure. Tale esonero deve essere deciso di volta in volta, in quanto stabilirlo una volta per tutte equivarrebbe a modificare la Carta. 13. La c.d. ammissione condizionata e linesistenza degli obblighi positivi a carico dellassemblea generale e del CdS. Problema si pose nei primi anni di vita dellONU (c.d. problema dellammissione in blocco o a pacchetto) allorch lURSS paralizz con il suo veto le ammissioni di diversi stati, dichiarando che avrebbe votato in loro favore solo se ne fossero stati ammessi altri. Anche gli USA bloccarono lammissione del Vietnam subordinandola allammissione della Korea del Sud. Per lammissione dellItalia insieme ad altri stati, lURSS subordin lingresso di altri stati: nel 1955, entrarono in blocco nelle NU 16 stati. Il parere della Corte internazionale di giustizia contrario allammissione condizionata, in quanto i requisiti previsti dallart 4 sono necessari ma anche sufficienti. Per i giudici della minoranza le ammissioni sono atti di natura politica e di conseguenza comportano lesame di elementi di carattere politico, e CdS e assemblea godono di ampia discrezionalit in proposito. Tale discrezionalit per cessa una volta che lorgano accerta che il candidato sia in possesso dei requisiti. 7

Per la soluzione necessario distinguere tra la posizione degli organi e degli stati che li compongono. - Gli organi hanno la libert di non ammettere stati che non presentino i requisiti dellart 4. Sono inconcepibili allinterno delle NU obblighi positivi (facere) per CdS e Assemblea. Un atto di ammissione pu essere illegittimo se adottato in violazione della carta Ex. Repubblica di Macedonia, Assemblea e CdS appongono condizioni non previste dalla carta. - Per quanto riguarda la posizione degli stati, le procedure di voto non appongono limiti alla libert di voto, anche se il voto va esercitato in buona fede ed uno stato il quali violi persistentemente il principio della buona fede pu incorrere in una sanzione, lespulsione (mai applicata). Nel 1949, perdurando latteggiamento dellURSS, lassemblea chiese un parere alla corte, chiedendo se potesse procedere di sua iniziativa allammissione, non essendo in grado il CdS di raccomandare ammissioni dato il veto dellURSS. La risposta della corte fu negativa: non esistono nel sistema ONU rimedi contro linerzia degli organi. 14. La riammissione Il procedimento dellart 4 va seguito anche nel caso di riammissione nellipotesi in cui uno stato sia stato espulso o si sia ritirato dallONU, o nel caso in cui uno stato si sia estinto come soggetto internazionale (per fusione, incorporazione) e voglia riacquistare la qualit di membro. La prassi si atteggiata in senso parzialmente difforme. Ex. Indonesia si ritir dalle NU nel 1965. La Siria, essendosi fusa con lEgitto perse la qualit di soggetto internazionale. Quando questo due stati chiesero di essere riammessi, la loro riammissione ebbe luogo attraverso una procedura semplificata: n il CdS n lassemblea adottarono una delibera formale. In una seduta dellassemblea, il presidente chiese se ci fossero obiezioni e avendo constatato lunanimit dei consensi, li invit a riprendere il proprio posto. Essendo il consenso unanime il ricorso alliter procedurale risultava superfluo. La procedura semplificata pu trovare giustificazione nel caso di riammissione ma sarebbe paradossale se vi si ricorresse nel caso di ammissione.

15. Sospensione La carta prevede ipotesi di sospensione totale (art 5 ) e parziale (art 19). Art 5 lo stato contro il quale il CdS ha intrapreso unazione punitiva o coercitiva pu essere sospeso dallesercizio di tutti i diritti e privilegi con unapposita delibera dellassemblea su proposta del CdS. Art 19 lo stato membro che sia in ritardo con il pagamento dei contributi finanziari dovuti allorganizzazione non ha diritto di voto in seno allassemblea se il suo arretrato corrisponde alla somma che esso deve per i due anni precedenti. La sospensione opera

automaticamente, non subordinata alla decisione di un organo. Lassemblea pu impedirne il verificarsi qualora accerti che il ritardo non sia imputabile allo stato. Gli articoli non hanno ricevuto applicazione nella prassi. Avrebbero dovuto ricevere applicazione per esempio durante la crisi dellONU tra il 1961 e il 1965 causata dal rifiuto di un numero di stati di contribuire alle spese per le azioni a tutela della pace in medio oriente e nel Congo. Ma per non sospendere il diritto di voto, si preferi sospendere i lavori dellassemblea per tutto il 1964.

la carta non prevede ipotesi di sospensione al di fuori di queste. Deve negarsi quindi la conformit alla carta della decisione presa dallassemblea che respinse le credenziali del governo sudafricano e lo estromise dai lavori dellorgano. Anche se presa sotto forma di delibera sulle credenziali, la decisione si concretava in una sospensione del sud africa, che non trovava giustificazione nei due articoli. La deliberazione contro il Sud Africa si iscrive nella tendenza intesa a negare la capacit giuridica internazionale di chi pratica lapartheid. Non pu per parlarsi di una precisa regola di carattere consuetudinario ( che giustificherebbe la sospensione). Il Sud Africa ha riguadagnato lo status di membro nel 1994, dopo la fine dellapartheid. La condanna contro il sud Africa era inizialmente di carattere morale, e quindi continuava a partecipare ai lavori dellassemblea. Il CdS non era riuscito ad adottare una proposta di espulsione a causa del veto di USA, Inghilterra, Francia, ma lassemblea decise, nonostante le denunce di illegittimit, di far seguire al rifiuto delle credenziali la definitiva estromissione dai lavori. Ha continuato a partecipare alle riunioni del Cds. Lestromissione dai lavori stata proposta anche nei confronti di Israele ma stata bloccata per opposizione di USA. Talvolta sono state espresse riserve nei confronti di stati che violano i diritti umani, contro i governi affermatisi con la forza o con laiuto di stati stranieri, e nel caso di stati che non hanno un governo centrale a causa di una guerra civile (Somalia dopo il 1991).

16. Espulsione Lart 6 lassemblea pu espellere su proposta del CdS lo stato membro che abbia violato la Carta. Nella prassi non ha mai avuto applicazione. La proposta contro il Sud Africa fu bloccata in seno al CdS per il veto di USA, Inghilterra e Francia. 17. Recesso Nessuna disposizione della carta prevede espressamente la facolt dello stato di sciogliersi unilateralmente dal vincolo associativo ( nella SdN invece era prevista nellart 1).

Lunico caso nella prassi fu quello dellIndonesia nel 1965 che dichiar di ritirarsi per protestare contro le elezioni della Malaysia. Il recesso venne notificato con lettera al Segretario generale. E deducibile da questo episodio unacquiescenza dellONU al recesso : lIndonesia venne cancellata dalla lista dei membri, fu rimossa la targa etc. lIndonesia torn a far parte dellONU nel 1966. Data la mancanza nella Carta di una norma espressa, la facolt di recedere dallONU dovrebbe ammettersi solo quando ricorrano gli estremi della clausola c.d. rebus sic stantibus : principio che prevede che uno stato possa sciogliersi da un accordo internazionale qualora si verifichi un mutamento sostanziale delle circostanze esistenti al momento della stipulazione.

A San Francisco fu deciso di non includere una norma sul recesso, quindi la Carta non contiene n una norma favorevole n una norma contraria.

18. Riflessi sullo status di membro delle vicende dello stato come soggetto di diritto internazionale Lestinzione di uno stato come soggetto internazionale comporta la perdita dello status di membro dellONU. La carta non contiene una norma espressa ma il principio deriva dai principi di diritto internazionale comune.  la perdita di parte del territorio o il distaccamento non determina lestinzione dello stato, quindi la qualit di membro dellONU dello stato che subisce il distacco resta inalterata. Qualora sulla parte distaccatasi non si estenda la sovranit di un altro stato preesistente ma si formi uno stato autonomo ( ex. Distacco avviene ad opera di forze rivoluzionarie e secessionistiche), questi potr divenire membro dellONU attraverso lammissione. Nel 1947 il Pakistan si separ dallIndia, ed entr a far parte dellONU in base alla procedura dellart 4, cosi come tutti gli stati sorti dalla decolonizzazione si sono formati per distacco dalla c.d. madrepatria e sono stati ammessi allONU secondo la procedura dellart 4.

 Lo smembramento determina lestinzione di uno stato, sul cui territorio si formano due o pi nuovi stati. Lipotesi di smembramento da escludere qualora lorganizzazione di governo di uno degli stati residui abbia la stessa consistenza e fisionomia dellorganizzazione di governo dello stato preesistente. Se si verifica lo smembramento di uno stato membro, gli stati nuovi potranno entrare a far parte dellONU solo attraverso la procedura di ammissione (impedendo ipotesi di successione). o Ex. URSS smembramento avvenuto nel 1991, quando si disgregata lorganizzazione di governo precedente fondata sul regime comunista. Gli stati sorti sarebbero dovuti entrare a far parte dellONU attraverso la procedura di ammissione, ad eccezione di Bielorussia ed Ucraina che risultavano addirittura membri originari. Inoltre nessuno degli stati avrebbe potuto porsi come continuatore dellUnione Sovietica nel seggio permanente 10

in seno al CdS, ma le cose sono andate diversamente: la Russia stata considerata come continuatrice dellURSS, con la conseguenza che lo smembramento venne illegittimamente trattato come ipotesi di distacco. o Ex. JUGOSLAVIA - Croazia, Slovenia, Bosnia Erzegovina e Macedonia, ex repubbliche jugoslave, si sono dichiarate indipendenti nel 1991. E da escludere che lattuale Repubblica di Jugoslavia ( Serbia- monetenegro) sia la continuatrice della vecchia Repubblica socialista di Jugoslavia, a causa del mutamento radicale del regime di governo. LONU risult inizialmente orientato verso una continuit e per questo il seggio della Jugoslavia venne occupato dal rappresentante della nuova Repubblica Serbo- Montenegrina, mentre le altre repubbliche vennero ammesse secondo la procedura dellart 4. Nel 1992 per, il CdS raccomandava e lassemblea decideva che la repubblica jugoslava dovesse presentare domanda di ammissione ed essere estromessa nel frattempo dai lavori dellassemblea. La repubblica jugoslava stata ammessa nel 2000, e nel 2003 ha cambiato nome, chiamandosi Serbia e Montenegro.  ipotesi di incorporazione, che si verifica quando uno stato, estinguendosi, passa a far parte di un altro stato. Questa ipotesi va preferita qualora vi sia continuit tra lorganizzazione di governo di uno degli stati preesistenti e lorganizzazione che risulta dallincorporazione. Nel caso di incorporazione, lo stato incorporante conserver il suo seggio mentre verr meno la qualit di membro dello stato incorporato. In seguito alla riunificazione della Germania caratterizzata dalladesione della Repubblica democratica ala Repubblica federale tedesca. La Germania ha continuato ad essere presente in tutti gli organi ONU ai quali partecipava la Repubblica federale, mentre non subentrata nei posti occupati dalla repubblica democratica.

 ipotesi di fusione si verifica quando due o pi stati si estinguono e danno vita ad uno stato nuovo. In questo caso la soluzione pi ortodossa sembrerebbe quella di subordinare lacquisto dello status di membro da parte dello stato unificato alla procedura di ammissione dellart 4. Sebbene nel caso di Siria ed Egitto, fenomeno che diede luogo alla repubblica araba unita, si parli di fusione, sembra pi corretto definirlo incorporazione, data la continuit tra gli organi di governo della RAU e dellEgitto ( accentramento di poteri di governo nel Presidente Nasser). Trattandosi di incorporazione, lONU attribui lo status di membro alla RAU senza passare per la procedura di ammissione.

19. I governi formatisi in seguito a rivoluzioni o interventi militari di stati stranieri Gli effetti sullappartenenza allONU dei mutamenti di governo risultano problematici qualora la rivoluzione incida in modo sensibile sullordinamento dello stato, cio coinvolgendo il regime costituzionale che prima esisteva.

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Nella prassi, ogni qualvolta un mutamento avvenga in un paese membro, sia per moti interni che per lintervento di uno stato straniero che impone un governo amico, lo status di membro non viene meno e non necessario procedere ad una nuova ammissione. Il nuovo governo invia presso lONU i rappresentanti ( o conferma quelli gi inviati) ed esercita tramite questi tutti i diritti relativi allo status di membro. Questo per a condizione che il governo controlli effettivamente il paese. Ex. Colpo di stato in Cecoslovacchia nel 1948 che divenne comunista: continu ad esercitare i diritti connessi allo status di membro, verificandosi solo un avvicendamento di delegati presso lONU. La prassi delle NU sembra avallare la tesi secondo la quale la persona dello stato non si estinguerebbe per mutamenti di governo. La tesi sostenuta da chi identifica lo stato con il popolo e vedono il governo come un suo rappresentante. La tesi accolta anche da chi identifica lo stato come un ente composto da popolo, territorio e potest di governo. Le variazione nel modo di esercizio di tale potest non inciderebbe sulla persona dello stato. Non vi sempre coincidenza tra il momento in cui si verifica la sostituzione del nuovo governo e quello in cui si insedia nel seggio gi occupato dallantico governo nellONU. Ex. Iraq- avvicendamento in seno allONU avvenuta in ritardo rispetto a quella nel paese. Nel 1958 si trasforma da monarchia in repubblica: il rappresentante del vecchio governo continu a partecipare alle riunioni del CdS (allora era membro non permanente) nonostante il nuovo governo avesse comunicato la nomina di un altro delegato. La prassi pi recente evidenzia una tendenza del CdS e dellassemblea nel non ammettere loccupazione del seggio di un paese quando la situazione risulti incerta e diversi governi si contendono il potere. I diritti relativi allo status restano pertanto sospesi. Quando per si parla per periodo di tempo pi lunghi la cosa diversa. Ex. Somalia- ancora oggi dal 1991 non ha pi un governo, essendo dominata per singole zone da signori della guerra. Il seggio per ora sospeso ma sembra piuttosto che qui si possa parlare di estinzione (se un governo si former lammissione avverr attraverso liter semplificato). Cambogia- 1997, due delegazioni, nominate dai diversi governanti, hanno preteso di rappresentare la Cambogia Panama- 1989, dopo la caduta del governo Noriega, duplice richiesta del vecchio e del nuovo governo di inviare un proprio rappresentante per partecipare alla relativa discussione. La questione fu risolta ocn la rinuncia di entrambi i governi ad essere ascoltati. Congo- attravers nel 1960 una fase di anarchia. Paese era governato dal caos E lassemblea si trov di fronte a pretese del capo di stato Kasa- Vubu e del primo ministro Lumumba di occupare il seggio dellONU. Deliber di soprassedere in un primo momento ma poi accredit i rappresentanti di Kasa- vubu essendo il capo di stato il primo organo menzionato nel regolamento interno dellassemblea tra gli organi competenti ad accreditare i rappresentanti.

Questione delle due Cine - affermatosi il governo comunista di Mao Tze Tung 1949, e ridottosi il governo nazionalista di ciang Kai scek, il primo chiese di prendere il posto del 12

secondo allONU. I delegati del secondo vennero confermati e solo nel 1971 lassemblea raggiunse la maggioranza necessaria per reintegrare la repubblica popolare cinese, riconoscendo i rappresentanti come unici rappresentanti legittimi della Cina, e di espellere i rappresentanti di Ciang. 20. I governi in esilio Va risolto in base al principio di effettivit. Pu verificarsi che in caso di annessione, occupazione bellica, mutamenti di governo etc il governo di un paese in cui le forze extralegali hanno il sopravvento, si rifugi allestero e continui a ricevere il trattamento alla stregua di un ente sovrano. Deve escludersi che un governo che non controlli pi il territorio di un paese membro possa occuparne il seggio allONU, ma sar il rappresentante del governo che ha preso il potere ad inviare i suoi delegati. Se si tratta di annessione, si estingue lo stato e quindi anche la qualit di membro dellONU. Se si tratta di occupatio bellica (caratterizzata dalla temporaneit), lo status di membro dovr restare in quiescenza durante il periodo di occupazione. Ex. Cambogia- a seguito dellinvasione vietnamita, e della fuga dei precedenti governanti in Tailandia ed in Cina, si instaura il governo della repubblica popolare Kampuchea. La decisione dellassemblea di continuare ad accreditare i rappresentanti della Kampuchea democratica risultava pertanto illegittima, in quanto questa non aveva pi il controllo effettivo del paese. 21. vicende dello stato e norme sulle credenziali artt 27 e 29 del regolamento dellassemblea disciplinano la procedura di accreditamento dei rappresentanti presso lassemblea. Prevedono che le credenziali debbano essere rilasciate dal capo di stato oppure dal ministro degli esteri (art 27); che lassemblea costituisca una commissione per al verifica dei poteri (art 28); che un delegato la cui partecipazione oggetto di contestazione, sieda a titolo provvisorio , fino alla decisione della commissione sulle credenziali (art 29). Artt 13 e 17 del regolamento del CdS- prevedono la possibilit di sedere nellorgano anche senza sottoporre credenziali (=/=) e attribuisce al segretario generale la competenza sulle credenziali invece che ad una commissione. in materia di credenziali assemblea e CdS votano a maggioranza di presenti e votanti. Secondo una tesi dottrinale, i citati art dei regolamenti interni riguardano le contestazioni circa lidoneit del delegato e non le contestazioni riguardanti il governo che invia il delegato. La prassi dellONU sembra contraria a questa tesi, in quanto gli articoli non pongono alcun limite circa loggetto ella contestazione medesima. Se si escludesse, si configurerebbe solo nel caso in cui un individuo affermi di essere un inviato di un governo senza realmente esserlo (mai accaduto). Lunico inconveniente che pu derivare che assemblea e Cds si comportino diversamente di fronte allo stesso caso, ritenendo ciascuno che un governo diverso abbia titolo ad occupare il seggio (mai successo).

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Anche le delibere sulle credenziali sono sottoposte a controllo di legittimit. Sono illegittime se contrastano con la carta e se non si conformano al principio di effettivit. Tuttavia, la mancanza di un organo di controllo fa si che gli atti illegittimi siano sanati dallacquiescenza degli stati membri.

Capitolo II Gli Organi Il Consiglio di Sicurezza 22. la composizione del consiglio. Lelezione dei membri non permanenti. Art 23 si compone di 15 membri. Cinque siedono a titolo permanente: USA, Francia. Inghilterra, Francia, Cina, URSS (oggi Russia)- i c.d. cinque grandi. Gli altri dieci sono eletti dallassemblea per un biennio. Ciascuno di questi ha un rappresentante nel consiglio (composto fino al 1965 da 11 membri). La modifica dellart 23, con la quale il numero dei membri venne portato da 11 a 15 entr in vigore nel 1965 dopo la ratifica di due terzi degli stati membri. La risoluzione consta in due parti. In una parte lassemblea decide di sottoporre lemendamento alla ratifica degli stati. Nella seconda parte decide che i 10 membri non permanenti del Cds siano eletti secondo i seguenti criteri : 5 tra gli stati dellafrica e dellasia; 1 tra gli stati delleuropa orientale ; 2 tra gli stati dellamerica latina ; 2 tra gli stati delleuropa occidentale e altri stati. Questa seconda parte non un atto vincolante in quanto se le parti avessero voluti vincolarsi avrebbero adottato anche questa parte della risoluzione sotto forma di emendamento. Questa parte quindi riconducibile al potere di raccomandazione dellassemblea e quindi le si attribuisce il valore giuridico tipico della raccomandazione, leffetto di liceit. N la carta n il regolamento interno del consiglio prescrivono un quorum per le sedute, e quindi il numero minimo e quello necessario per il numero dei voti richiesto nellart 27 per le delibere. Pu darsi che non riuscendo lassemblea ad eleggere uno dei membri non permanenti si trovi a dover decidere in composizione incompleta. Lunico caso di vacanza di un seggio si verific nel 1980 quando uno dei seggi destinati allamerica latina era conteso tra colombia e cuba. In un parere del segretario si sostienen la tesi che il consiglio non sia validamente costituito se non sono eletti uno o pi membri non permanenti ma che ci nonostante, esso possa egualmente funzionare onde non sia intaccata la sua responsabilit primaria in materia di mantenimento della pace. Della questione della composizione del consiglio si occupa il parere emesso dal panel istituito dal segretario generale. Il panel suggerisce : di aggiungere 6 membri permanenti (senza diritto di veto) e 3 membri non permanenti oppure di portare a 19 i membri non permanenti. In entrambi i casi passerebbero da 15 a 24 e cambierebbe la ripartizione geografica. Il panel riprende grosso modo le proposte avanzate dagli stati.

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23. la procedura di voto in seno al consiglio: La natura dello statement delle grandi potenze alla Conferenza di san francisco Art 27 si occupa della procedura di voto e riproduce la formula di Yalta: - ogni membro del CdS dispone di un voto - le decisioni su questioni di procedura sono prese con un voto favorevole di 9 - le decisioni su ogni altra questione sono prese con voto favorevole di 9 (compresi i 5 dei membri permanenti) - un membro che sia parte di una controversia deve astenersi dal voto Il problema era sapere come votare qualora fosse stato chiamato a decidere circa la natura procedurale o meno di una delibera. La risposta contenuta nello Statement. Riguardo alla natura dello statement: -lURSS sostenne che si trattasse di un vero e proprio accordo internazionale, mentre il capo della delegazione americana lo indicava come uno strumento interpretativo. -Secondo Conforti da considerarsi alla stregua dei lavori preparatori e rappresenta il punto di vista dei redattori della carta. Il contenuto dello statement risulta ambiguo (questione del doppio veto), tradendo cosi la funzione cui doveva adempiere e che quella di agevolare linterpretazione di testi ambigui. 24. Il c.d. diritto di veto e il valore dellastensione del membro permanente art 27 par 3 diritto di veto dei 5 membri permanenti. Anche lastensione di uno dei membri permanenti dovrebbe considerarsi come veto. La prassi dellONU si orient fin dai primi anni di vita nel senso di ammettere la validit di delibere prese con lastensione di uno o pi membri permanenti. Questa rappresenta una delle poche norme non scritte formatesi nellambito dellONU in deroga alla carta. La questione si pose per la prima volta nel 1946 nellesame della situazione spagnola. Il consiglio approv con lastensione dellURSS una delibera che prevedeva listituzione di un sottocomitato incaricato di studiare la situazione e di determinare se il regime di franco costituisse una minaccia alla pace Le modifiche introdotte alla carta nel 1965 non hanno influito sulla regola consuetudinaria che ammette la validit di delibere prese con lastensione di uno o pi membri permanenti. Pu ritenersi che una forma di astensione sia costituita anche dalla non partecipazione al voto, con la quale lo stato mira non ad impedire ladozione della delibera ma a sottolineare il suo dissenso con maggiore forza. Nel 1971 la cina popolare non partecip alla votazione delle delibere relative alla costituzione delle forze armate o di osservazione dellONU

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25. Lassenza del membro permanente Problema se il CdS possa deliberare su questioni non procedurali in caso di assenza di uno o pi membri permanenti. La prassi in argomento non cospicua. URSS/ CINA- 1950- LURSS abbandon il consiglio per 6 mesi per protestare contro la mancata sostituzione della Cina popolare alla Cina nazionalista in seno al consiglio. Prima di ritirarsi dichiar che avrebbe disconosciuto tutte le risoluzioni prese in sua assenza. Il consiglio nonostante labbandono prese due delibere. La maggioranza dei membri del consiglio espresse la tesi secondo la quale lassenza poteva essere equiparata allastensione. Essendo la prassi scarsa, non possibile ritenere che in tema di assenza si sia formata una regola non scritta ( come quella che sancisce la validit delle delibere con astensione). La conclusione che le conseguenze dellassenza dipendono dal significato che uno stato intende attribuirle: se si assenta con lo scopo di paralizzare lattivit del consiglio ( caso dellURSS) allora il suo atteggiamento equivale al voto negativo; se invece intende dissociarsi dallatto senza impedirne ladozione( stesso senso della non partecipazione), si resta nellambito della regola consuetudinaria sullastensione. 26. Il problema del doppio veto Art 27 il diritto di veto esercitatile quando la risoluzione non sia procedurali ma riguardi il fondo di una questione. Il problema del doppio veto consiste nel fatto che larticolo 27 non specifica come il consiglio voter qualora debba decidere se un atto sottoposto alla sua approvazione riguardi o meno la procedura. Il diritto di veto escluso (secondo par 2 dellart 27) o previsto (secondo lart 27 par 3)? La carta non offre strumenti idonei a risolverlo, n lo fa lo statement delle grandi potenze. La soluzione al problema del doppio veto risulta contraddittoria nella prassi. Nei primi anni di vita dell0NU il consiglio si orient nel senso che alla questione preliminare si applicasse il diritto di veto (vd. Questione spagnola, Greca e Cecoslovacca). Ex, questione spagnola, 1946 controversia sorta circa il carattere procedurale o meno di una delibera che affermava il diritto dellassemblea ad occuparsi del regime di franco. La delibera era chiaramente procedurale ma lURSS sostenne che una parte trascendesse dalla procedura. La sua tesi fini con il prevalere e la delibera fu bloccata dal suo veto. Ex. Delibera riguardanti gli incidenti alla frontiera greca- il progetto di risoluzione conteneva una richiesta del consiglio rivolta allassemblea, chiedendole di fare le raccomandazioni pi appropriate. Era contrario allart 12 che prevede che lassemblea debba astenersi dalloccuparsi di questione di cui si stia gi occupando il consiglio a meno che non sia richiesto dal CdS. Gli stati occidentali sostenevano la natura procedurale di tale richiesta mentre la Russia sosteneva che quando si parla di questioni procedurali ci si riferisce alla procedura interna al consiglio e non ai rapporti fra organi. LURSS ottenne il diritto di veto. Ex. Cecoslovacchia- progetto per listituzione di una sotto commissione che si occupasse del colpo di stato e facesse rapporto al CdS. La tesi occidentali era che si trattasse di un organo sussidiario e quindi che riguardasse la procedura, lURSS sostenne invece che si trattasse di uninchiesta ( art 34 prevede che il CdS non possa procedere ad uninchiesta senza il voto di un membro permanente e quindi non lo pu fare neanche un suo organo sussidiario- tesi esatta). LURSS vinse. 16

Nel 1950 il CdS cominci a cambiare orientamento. Ex. CdS decise di non tenere conto del veto della Cina nazionalista a proposito della questione di formosa. Si trattava di una risoluzione invitante il governo Mao ad esporre il suo punto di vista ed il delegato cinonazionalista sosteneva che a causa della controversia circa la rappresentanza cinese allONU, linvito finisse col trascendere il campo della procedura. Il presidente dichiarava che la maggioranza che si era pronunciata bastasse per ammettere alla discussione linviato di Mao. Ex. Questione dellinfiltrazione di guerriglieri comunisti nel Laos, 1959- Cds chiamato a stabilire se listituzione di un comitato dindagine fosse attinente alla procedura. Il comitato fu istituito nonostante il voto contrario dellURSS. Ex. Questioni connesse alla guerra tra India e Pakistan, 1971- lURSS propose di ascoltare un rappresentante del Bangladesh ma ritir poi la proposta. Prima che la ritirasse il presidente dichiar che avrebbe comunque considerato la questione come procedurale e non di fondo. La soluzione non esiste. Un governo che ritiene che lorgano abbia adottato una risoluzione di fondo con la maggioranza valida per le risoluzioni di procedura, potr avanzare riserve circa la legittimit dellatto ( vd ex di Formosa e Laos). 27. Lastensione dal voto del membro parte di una controversia. art 27 par 3 disciplina astensione di un membro parte di una controversia. Sancisce che uno stato membro del CdS che sia parte di una controversia debba astenersi nel votare nelle decisioni previste dal cap VI, che autorizzano il Cds a svolgere inchieste (art 34), e a contribuire alla risoluzione della controversia raccomandando i mezzi o dando esso stesso al soluzione. Viene cosi sancito il principio nemo iudex in re sua, che ha per portata limitata. Sono escluse dalla sua sfera di applicazione : le delibere importanti quali quelle in tema di azioni e sanzioni in caso di minaccia alla pace. la materia prevista dallart 94: il Consiglio pu fare raccomandazioni o decidere quali misure prendere contro uno stato che essendo parte in giudizio dinanzi alla corte Internazionale di giustizia si rifiuti di eseguirne le decisioni. Data linesistenza di un obbligo di astensione per i membri il cui caso e sottoposto allesame del consiglio, lorgano non pu agire contro un membro permanente ( questo pu esercitare il diritto di veto). Ex. Rifiuto USA di conformarsi ad una sentenza della corte riguardanti le attivit militari contro il Nicaragua. Progetto di risoluzione fu bloccato dal veto americano.

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Note : nella SdN lo stato membro del consiglio doveva astenersi se direttamente interessato ad una questione. Le difficolt di interpretazione dellart 27 par 3 derivano anche dalle definizioni di controversie internazionali, che possono dare luogo ad equivoci. Definizione della Corte : un disaccordo su di un punto di diritto o di fatto, un contrasto, un opposizione di tesi giuridiche o di interessi tra due soggetti. Se si adottasse un concetto del genere, tutti i membri dovrebbero astenersi dalla decisioni prese in base al cap VI. Anche se si ricorre ad una definizione meno ampia, e si dice che in una controversia vengono in rilievo un conflitto di interesse tra stati accompagnato dalla pretesa di ciascuno stato di far prevalere linteresse suo proprio, le incertezze non vengono meno : in molte questioni e riscontrabile un interesse preciso di un certo numero di membri ed anche chiare manifestazioni della volont di farli prevalere. Altra difficolt dovuta al fatto che le norme del cap VI parlano di controversia ma anche di situazioni suscettibili di minacciare la pace. Secondo la maggioranza dei commentatori, larticolo si applica solo alle controversie e non alle situazioni, e quindi sarebbe necessario delimitare le prime rispetto alle seconde. Ex. Egitto 1951- restrizioni imposte allegitto al passaggio delle navi attraverso il canale di suez. Portata la questione allesame del Cds, venne proposto un progetto di delibera che raccomandava allegitto la revoca delle misure restrittive. Il rappresentante egiziano sollev la questione dellarticolo 27 par 3 sostenendo che USA, Francia, Inghilterra, Turchia ed Olanda avrebbero dovuto astenersi, in quanto parti in causa. Alla fine il Cds decise che lobbligo non sussistesse. Se avesse deciso diversamente, il Cds sarebbe rimasto paralizzato ( era composta da 11 stati e allora lart richiedeva una maggioranza di almeno 7 membri). In base allinterpretazione dellInterim Commitee (commissione istituita per le materie attinenti alla pace), lesistenza di una controversia dipende dal modo in cui la questione portata in esame al Cds. Il consiglio, per determinare se si tratti di una controversia o di una situazione, terr presente una serie di criteri. Una controversia sorge: - se gli stati sono daccordo nel ritenere che si tratti di una controversia - se lo stato o gli stati ricorrenti affermano che la condotta di unaltro stato nei loro confronti costituisca uninosservanza di un obbligo internazionale o sia suscettibili di minacciare la pace - se uno stato afferma che un altro stato viola anche i diritti di un terzo stato, che si associa allaccusa, anche il terzo stato dovr considerarsi parte della controversia - nulla impedisce al consiglio di decidere che una controversia esiste in casi che non rientrano nella definizione proposta. Ex. Questione Siriana-libanese , 1946: mancati ritiro delle truppe inglesi e francesi dai loro territori. Alcuni sostenevano che si trattasse di una questione procedurale ( obbligo di astensione) altri che si trattasse di una questione di fondo ( con diritto di veto). Alla fine i due stati decisero di astenersi dalla votazione pur ritenendo che una controversia non sussistesse. Conforti obbligo di astensione va determinato in base a criteri sostanziali e non formali. Obbligato ad astenersi sono gli stati che in un progetto di risoluzione figurano come destinatari della medesima, sia perch beneficiari, sia perch ne possono trarre svantaggio, e purch la loro posizione favorevole o sfavorevole abbia natura sui generis, si

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distingua cio dalla posizione di ogni altro stato membro dellONU e della comunit internazionale. In base a questo criterio, nel caso dellegitto Usa, Francia, Inghilterra, Olanda e Turchia non avrebbero dovuto astenersi perch la risoluzione non riconosceva a questi diritti diversi da quelli di ogni altro membro della comunit internazionale. Necessit quindi di abbandonare il concetto di controversia in senso tecnico, cio come conflitto tra due stati. Per determinare quindi se si tratti di controversia o situazione in ogni caso necessario guardare al destinatario del progetto della delibera. Questa tesi fa si che vengano eliminati in larga misura i dubbi circa la collocazione di una questione nellambito del cap VI o cap VII della carta. Ex. Partecipazione alla risoluzione rivolta alla Libia che chiedeva che venissero consegnati cittadini libici sospettati di aver organizzato gli attacchi contro aerei. USA, Gran Bretagna e Francia parteciparono alla risoluzione , nonostante rientrasse nel cap VI. 28. Lapprovazione per consensus Delibere del CdS sono valide se prese col voto favorevole di ameno nove membri e , nel caso di delibere procedurali, senza voto contrario di membri permanenti. Dal punto di vista giuridico, non ha rilevanza il modo in cui si manifesta la volont del consiglio ( alzata di mano, per mancanza di obiezioni espresse, per acclamazione, appello nominale). Nella variet di forma si inserisce la pratica dellapprovazione per consensus. Il termine in genere indica una delibera nella quale si riflette laccordo di tutti i membri e che viene presa senza una votazione formale ma con dichiarazione del presidente dellorgano. Non sempre per i sue elementi ( accordo unanime e mancanza di votazione formale) coincidono. Non possibile configurare una norma consuetudinaria ad hoc che dia validit al consensus. La pratica del consensus contribuisce a dare alle risoluzioni contenuti vaghi e di compromesso. Ex. Consensus- per le risoluzioni per lammissione delle due Germanie e per la condanna degli atti di violenza nel libano meridionale Ex. Dissenso dal consensus- cina, da un consensus sugli incidenti di frontiera tra iran ed iraq Ex. Consensus messo ai voti e approvati con voti contrari- non ci sono esempi nel CdS ma nellassemblea Ex. Consensus raggiunto in riunioni informali- viene comunicato in un documento ad hoc, ed il caso del consensus sullaumento del numero di osservatori ONU nel settore libano israeliano.

29. La partecipazione alle sedute del consiglio di stati che non sono membri dellorgano

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Art 31 uno stato non membro del CdS pu partecipare ai lavori dellorgano, senza diritto di voto, ogni qualvolta il CdS medesimo ritenga che gli interessi di tale membro siano particolarmente coinvolti ( totale discrezione del CdS). Art 39 del regolamento interno del CdS il CdS pu invitare qualsiasi persona che esso ritenga idonea a fornire informazioni e a dare assistenza in materie di sua competenza. Art 32 Carta ogni membro ONU che non sia membro del CdS e ogni stato che non sia dellONU deve partecipare ai lavori dellorgano senza diritto di voto, qualora sia parte di una controversia in esame dinanzi al CdS. Il CdS non pu rifiutarsi di sentore uno stato estraneo, ma ha il potere di fissare le condizioni per la partecipazione (limita discrezionalit del CdS). Nella prassi linvito ex art 32 effettuato indipendenetemente dallesistenza di una controversia. Ex. Questione greca, 1946- Albania e Bulgaria, accusate di alimentare la guerriglia, ottennero di essere ammesse alla discussione, nonostante il CdS parlasse di situazione e non di controversia. Ex. Conflitto Koreano , 1950- Cds invit la Corea del Sud e non la Korea del Nord, motivando la decisione non con lassenza di una controversia ma con il fatto che la korea del Nord era stata laggressore. Questo caus laccanimento dellURSS che sostenne che lart 32 prevede che lo stato accusato si difenda.

Per quanto riguarda gli stati non membri dellONU, linvito ex art 32 dovrebbe essere accordato ogni qualvolta ci si trovi in presenza di un governo che in modo effettivo ed indipendente eserciti il potere su una comunit territoriale. In altri casi dovrebbe farsi luogo allaudizione prevista dallart 39 re.to interno. Il problema si posto riguardo a governi insurrezionali o formatisi su porzioni di territorio gi controllati da stati membri ONU (ex. Indonesia, Bangladesh). Ex. Governo Indonesiano 1947- nel caso della guerra dindipendenza dallOlanda il CdS invit il governo Indonesiano che gi controllava buona parte dellIndonesia a partecipare alle sedute. Secondo alcuni tale invito era obbligatorio in base allart 32, secondo altri era una violazione dellart 32, non essendo lindonesia un vero e proprio stato sovrano.la prima opinione quella esatta

Una forma di invito sui generis fu quello allorganizzazione per la liberazione della Palestina. LOLP veniva chiamato a partecipare non in base allart 31e 39 ma con gli stessi diritti conferiti agli stati membri dallart 31. Contro linvito si schierarono le potenze occidentali che lOLP poteva essere invitato solo ex art 39 e non ex art 31. solo lart 39 era applicabile non essendo lOLP uno stato ma un comitato nazionale operante allestero. Un altro invito sui generis fu quello nel 1992 della Repubblica Jugoslava (Serbia. Montenegro) dallassemblea generale, dopo la decisione di negare la continuit di questo paese con lex jogoslavia. Il rappresentante veniva ammesso a partecipare alle riunioni del CdS durante la discussione sulla crisi dellex Jugoslavia a titolo individuale ma era autorizzato a sedere dietro la targa Jugoslavia. 20

LAssemblea Generale 30. La composizione dellassemblea. Gli organi sussidiari. Dellassemblea fanno parte tutti gli stati membri dellONU. Art 9 Art 18 Ciascuno stato ha diritto ad avere 5 rappresentanti ciascuno stato dispone di un solo voto .

Lo scopo principale della discordanza tra delegati e numero di voti ( cera anche allepoca della SdN) era quello di consentire la partecipazione ai dibattiti assembleari di persone provenienti dallo stesso stato ma portatori di interessi ed opinioni diverse. Lintento tuttavia non ha trovato riscontro nella pratica in quanto risulta difficile trovare traccia negli interventi dei delegati di linee politiche non conformiste. La pluralit dei delegati ha anche fini oratici in quanto lassemblea pu operare in seduta plenaria o in commissioni e sottocommissioni. Essendo queste assai numerose, gli artt 25, 26, 100, 101 reg.to interno prevede che possano far parte della delegazione 5 membri supplenti ed un numero indeterminato di consiglieri (questi per non sono eleggibili alle cariche di pres, vice, o relatore). Art 27 reg.to interno la delegazione viene accreditata dal capo di stato o di governo o dal ministro degli esteri allinizio di ogni sessione dellassemblea. Art 20 le sessione sono ordinarie e straordinarie. Ogni anno, il terzo martedi del mese di settembre ha inizio la sessione ordinaria, mentre quelle straordinarie sono convocate dal segretario generale su richiesta del CdS o della maggioranza dei membri ONU. Ad ogni sessione vengono eletti un presidente e vari vice presidenti. Le commissioni principali sono : la commissione sul disarmo; questioni economiche e finanziarie; questioni sociali, culturali, umanitarie; decolonizzazione; questioni amministrative di bilancio; questioni giuridiche; verifica dei poteri ed esame delle credenziali dei delegati; Comitato generale, che si occupa della formazione dellordine del giorno da sottoporre allassemblea ed formata dal presidente dellassemblea, dai vice presidenti, dai presidenti e vice presidente delle commissioni principali.

Art 22 Carta facolt dellassemblea di istituire organi sussidiari con carattere di permanenza per il perseguimento di fini speciali. Importanti sono queli creati nel quadro della cooperazione economica e dello sviluppo. Ex. UNCTAD (United Nations Conference of Trade and Development) ; UNICEF ( United Nations Childrens Fund) che fornisce aiuti ai governi per quanto concerne la salute, educazione, protezione dei fanciulli; la Commissione di Diritto internazionale, che ha il compito di preparare progetti di convenzioni per la codificazione del diritto internazionale ; il Comitato per il disarmo, con compiti di studio.

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Gli organi creati dallassemblea nel settore della cooperazione economica, sommati a quelli istituiti dal Consiglio Economico e Sociale, hanno finito per agire senza un preciso coordinamento, determinando un dispendio di fondi. 31. la procedura di voto in seno allassemblea : la maggioranza di presenti e votanti Art 18 le delibere dellassemblea siano prese a maggioranza dei presenti e dei votanti.

Si discusso in dottrina sulla possibilit di considerare lastensione come manifestazione di voto, quindi come volont di rimettersi alla decisione della maggioranza (astensione assume stesso valore del voto negativo). Parte della dottrina ritiene invece che lastenuto rinuncia ad inserirsi nel procedimento di votazione. Non mancano tesi intermedie, che sostengono che lastensione non dovrebbe computarsi ai fini della maggioranza solo quando dichiarata formalmente prima del voto. Se le astensioni non contano, il numero di voti necessari per lapprovazione si riduce e lassemblea potr pi facilmente deliberare. Linterpretazione meno rigida sembra quella pi conforme alla carta. 32. Maggioranza Semplice e Maggioranza Qualificata Art 18 par 2 le decisioni su questioni importanti vanno prese a maggioranza dei due terzi ed elenca una serie di questioni quali le raccomandazioni in tema di mantenimento della pace. Art 18 par 3 prevede che lassemblea decida a maggioranza semplice sulle altre questioni e che a maggioranza semplice possa indicare nuove categorie di questioni da decidersi a maggioranza dei due terzi. Il problema consiste nel dubbio se lelenco del par 2 sia tassativo ( pu decidere a maggioranza dei due terzi solo le questioni elencate) o esemplificativo ( pu decidere in singoli casi che una questione importante e che su essa si voti con la maggioranza pi grave). La prassi orientata nel secondo senso. Diverse volte lassemblea ha deciso che una risoluzione non rientrante nellelenco dovesse votarsi con la maggioranza dei due terzi, ma dichiar di non volersi vincolare per il futuro. Ha finito cosi per comportarsi in maniera diversa di fronte a casi identici. Ex. Nel 1946, si stabili che la regola dei due terzi dovesse applicarsi alla richiesta di un parere consultivo alla corte, dato che la richiesta si ricollegava ad un altro progetto di risoluzione che prevedeva la votazione a maggioranza ei due terzi. Nel 1949, in presenza dello stesso collegamento, la maggioranza semplice fu proposta ed accolta. La tendenza ad avvallare la tesi della non tassativit non ha dato vita ad una norma consuetudinaria ad hoc. A confondere maggiormente sono il testo inglese ( These questions shall include), che lascerebbe intendere che lassemblea sia libera di considerare come questioni importanti anche altre questioni, e il testo francese ( Sont considere comme questions importantes) ,che sembra invece deporre per la tassativit. A conforti sembra che sia da preferire la tesi della tassativit, perch se lassemblea possa

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decidere caso per caso che una questione vada votata a due terzi allora la procedura del par 3 consistente nellaggiunta di categorie da decidere a due terzi non avrebbe pi senso. La tesi della tassativit trova conferma anche nei lavori preparatori. A San Francisco, durante la discussione su detti articoli, non si accenna mai alla possibilit per lassemblea di votare a maggioranza dei due terzi su questioni non elencate dal par 2

In base al par 3 lassemblea pu decidere di aggiungere altre questioni tra quelle importanti. Non possibili sostenere che le categorie non siano pi eliminabili. Questo per significherebbe che in sostanza lassemblea possa decidere caso per caso, aggiungendo ed eliminando categorie. Tuttavia lobiezione da respingere. Il par 3, in quanto parla di categorie, autorizza lassemblea a prendere decisioni soltanto generali ed astratte. Una categoria non pu quindi essere introdotta per motivi contingenti ed in ordine a singoli casi, n pu essere eliminata per motivi contingenti ed in ordine a singoli casi. Essa pu essere introdotta o eliminata solo con provvedimento ponderato e motivato. La singola disapplicazione consiste quindi in una violazione della Carta. Ex. Questione rappresentanza cinese-art 18 non venne rispettato nel progetto di risoluzione che prevedeva che qualsiasi proposta diretta a modificare la rappresentanza cinese fosse importante (andava votata a due terzi). Infatti la questione cinese non pu essere considerata una categoria ma un singolo caso concreto.

Pu accadere che lassemblea abbia di fronte una questione di cui sia dubbia lappartenenza ad una delle categorie elencate. Israele USA sostenevano che la risoluzione contro Israele rientrasse nella categoria di risoluzione relative al mantenimento della pace e si opposero a che la questione sullapplicabilit dei due terzi fosse messa ai voti ( le risoluzioni relative al mantenimento della pace vanno per il par 2 adottate a due terzi). In seguito, accettarono che lorgano decidesse a maggioranza semplice che la regola dei due terzi non dovesse applicarsi.

33. lapprovazione per consensus Il fatto che sovente gli stati, pur partecipando al consensus, ne respingono con dichiarazioni espresse alcune parti, assai marcata nel caso dellaasemblea. Lelevato numero di membri rende difficile raggiungere lunanimit.

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Il Segretariato 34. La nomina del Segretario generale La carica di segretario generale ricoperta da un individuo che non organo di alcuno stato ma che non tenuto n a sollecitare n a ricevere istruzioni da alcun governo. 23

Art 97 nominato dallassemblea su proposta del CdS. Trattandosi di una questione non procedurale, la delibera del CdS soggetto al veto dei membri permanenti. Sulla nomina vi deve essere concordanza tra assemblea e CdS. Lart 97 non fissa la durata del mandato, che deve quindi risultare concordata tra assemblea e CdS. Quando manca un termine concordato, il mandato dura fino alla revoca dellassemblea su proposta del CdS. 1950 scade il mandato di Lie, concordato per 5 anni, e lassemblea deliber di prolungarlo per altri 3 anni. La proroga era stata fatta senza proposta del CdS e la decisione fu denunciata come illegittima da molti paesi. Tuttavia, la maggioranza dellorgano espresse il parere secondo il quale lassemblea potesse avvalersi della vecchia proposta. Opposizione dellURSS che dichiar non lo avrebbe riconosciuto come legittimo segretario. 1953 termina la proroga e viene proposto dal CdS Hammarskjold senza indicare scadenze, ma lassemblea procedette ad una nomina quinquennale. Il segretario fu riproposto dal CdS per altri 5 anni. Alla morte di Hammarskjold fu introdotta la prassi della nomina triennale, con il segretario Thant (1961). Con il segretario Waldheim (1971) si torna alla nomina quinquennale. Lo stesso quindi avvenuto per i suoi successori Cullar (1981), Boutros-Ghali (1992) e Annan (1997) . 35. Il personale del segretario. Il rapporto dimpiego dei funzionari e la sua natura giuridica. Al segretario fa capo un vasto apparato burocratico. Lo status dei funzionari regolato da norme poste dallassemblea. Art 101 il personale nominato dal segretario secondo le norme stabilite dallassemblea. Nella prassi invalsa la tendenza dellassemblea a condizionare le nomine dei funzionari di alto livello imponendo una consultazione ocn gli stati e sottoponendo la nomina ad una successiva conferma dellassemblea. C chi ritiene che si tratti di una prassi illegittima e chi ritiene che allart 101 si sia sovrapposta una norma consuetudinaria. Al personale del segretario si estende nelladempimento dei loro doveri il principio dindipendenza dagli stati membri, i quali si impegnano a rispettare il carattere internazionale del segretario e del personale (art 101 Carta). Il principio non sembra applicarsi nella fase delle nomine in quanto gli interventi dei governi si esplicano sotto forma di designazione. Tuttavia non sembrano illegittimi in quanto precedono lesercizio delle funzioni. La disciplina del rapporto dimpiego tra i funzionari e lONU caratterizzata dalla presenza di un organo di tipo giudiziario, il Tribunale Amministrativo. Istituito dallassemblea nel 1949, si compone di 7 persone, indipendenti, nominate dallassemblea, con il compito di giudicare ogni controversia nascente dallinosservanza delle norme sul rapporto dimpiego. Le sue sentenze sono inappellabili, salva la possibilit di revisione su ricorso del segretario o del funzionario. Limmunit degli stati stranieri dalla giurisdizione civile fa si che un funzionario licenziato, rivolgendosi ai giudici dello stato in cui la sede dellorganizzazione o dellambasciata si trova, vedr respinte le sue proposte. da qui la necessit di dare la possibilit al funzionario di ricorrere altrove. In questa prospettiva si colloca il Tribunale Amministrativo.

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Le risoluzioni ed i regolamenti sul personale del segretario dellONU compongono un sistema di norme, e si discute se si tratti di un ordinamento autonomo oppure di un ordinamento che trae la sua validit dalla Carta. Nel parere della corte del 1954 il tribunale aveva dichiarato illeciti i licenziamenti ad opera del segretario di alcuni funzionari di nazionalit americana, accusandoli di slealt verso il paese ospite. Il tribunale ordin la riassunzione e la corresponsione di indennit. Il caso venne in esame dinanzi alla corte quando si tratt di approvare la voce del bilancio relativa alle indennit. A causa delle critiche in assemblea alloperato del tribunale, venne chiesto un parere alla corte internazionale di giustizia, chiedendo se potesse non eseguire una decisione del tribunale. La risposta fu negativa. Infatti al momento dellistituzione del tribunale, lassemblea non aveva intenzione di creare una commissione ad essa subordinata con funzioni ausiliarie e consultive, ma voleva dar vita d un vero e proprio organo giudiziario. Le indennit andavano quindi corrisposte in forza dello statuto del tribunale. Vi era anche un problema di interpretazione della Carta, ed in particolare se lassemblea avesse il potere di creare un tribunale con simili caratteristiche. Si ritiene che il potere fosse implicitamente accordato dallart 101 della carta che d competenza allassemblea ad emanare le norme sul rapporto dimpiego dei funzionari e ad assicurare lefficienza. I giudici dissidenti tuttavia sostenevano che il tribunale non era atro che un organo sussidiario di cui lart 22 e quindi fosse sottoposto alla sua soggezione. Inoltre, lart 17 da libert allassemblea nellapprovazione del bilancio e tale libert permette di non approvare una spesa. La corte respinge entrambe le opinioni, sostenendo che le funzioni del tribunale non rientrano in quelle dellassemblea (non un organo sussidiario quindi) e inoltre di fronte alla spese derivante da precedenti delibere dellassemblea ( quella che istitui il tribunale) lassemblea deve far fronte agli impegni presi. Le conclusioni della corte sono da condividere. Per quanto riguarda il sistema di norme che regolano lo status dei funzionari, si pu sostenere che esso tragga la sua validit dalla Carta: le norme sul personale non possono mai essere in contrasto con le disposizioni della carta.

36. le immunit ed i privilegi del personale del segretario Il dirittto internazionale consuetudinario prevede che gli agenti diplomatici di una serie di privilegi ed immunit. Non esistono norme consuetudinarie che obbligano gli stati a concedere le stesse ai funzionari delle organizzazioni internazionali, ai quali pu essere riservato lo stesso trattamento solo mediante accordo. Art 105 carta i funzionari godranno dei privilegi e delle immunit necessari per lesercizio delle loro funzioni. Viene inoltre demandato allassemblea il compito di proporre agli stati la conclusione di accordi per la disciplina pi dettagliata (essendo art 105 un principio quadro). convenzione generale sui oprivilegi e le immunit delle NU prevede che anche gkli esperti che svolgono missioni per conto dellONU godano di privilegi ed immunit durante il perioodo della missione. Missione intesa come qualsiasi incarico affidato a persone, anche la preparazione di rapporti, inchieste , ricerche. Le norme convenzionali sulle immunit sono in genere di due specie, o disciplinano limmunit in tema dettagliato, oppure rinviano al diritto internazionale. Un esempio del primo caso la Convenzione generale che sancisce che i funzionari sono: -immuni per gli atti compiuti nellesercizio delle loro funzioni - esenti da imposizione fiscale -esenti da obbblighi connessi al servizio militare Etc 25

Come esempio della seconda specie, la convenzione generale prevede che insieme a questi privilegi, il segratraio generale, gli assistenti, il coniuge ed i figli godano dei privilegi accordati agkli agenti diplomatici dal diritto internazionale. Le immunit ed i prioviligei sono accordati nellinteresse dellorganizzazione. La convenzione generale prevede che il segratario ha il diritto dove4re di rinunciare alle immunit di qualsiasi funzionario in ogni caso in cui a suo giudizio, limmunit impedirebbe il corso della giustizia. Quando si trata del segreatrio, il diritto di rinunciare spetta al CdS. 37. la protezione dei funzionari La materia regolata dalla Convenzione sulla sicurezza del personale dellONU. La convenzione prevede che gli stati debbano adottare tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza del personale delle NU. Il diritto internaizonale ricononsce listituto della protezione diplomatica : lo stato in cui un cittadino leso allestero nell apropria persona o nei suoi beni, ha il diritto di agire sul piano internaizonale contro lo stato ospitante per ottenere il risarcimento del danno. La questione form oggetto del parere della corte nel 1949 in occasioen delluccisione di alcuni funzionarid ellONU che si trovavvano in medio oriente per negoziare la tregua tra arabi ed ebrei. uccisione a gerusalemme dellinviato Onu Bernadotte, mediatore tra arabi ed ebrei, commesso da estremisti ebraici. Il gooverno israeliano fu accusato dal segratario generale di non aver adottato le misure necessarie per proteggerlo. Il comune dovere di protezione degli stranieri come principio generale di diritto internaizonale copre anche lipotesi in cui lo starniero sia un funzionario di unorganizzazione. Lo stato opbbligato a provvedere con misure idonee e quindi lidoneit non pu non dipedendere dal rango e dallattivit svolta dallindividuo da proteggere. La perotezione dello straniero organo pur essendo assicurato dal principio generale sulla protezione di tutti gli stranieri, imposta anche da un principio di diritto internaizonale ad hoc. A differenza del principio generale, non tutela interessi e beni individuale , ma un interesse statale (salvaguardando la persona-organo, si salvaguardia a nche lo stato). Lo stato che venga meno al suo dovere di protezione internazionalemnete tenuto a risarcire i danni. Trattandosi di un principio generale di diritto internaizonale, lobbligo di protezione grava sugli stati membri e non membri, sempre che acconsentano che una missione ONU operi sul suo territorio. Art 2 obbligo degli stati membri si ricava implicitamente : i membri devono dare alle NU ogni assistenza in qualsiasi azione.. Art 105 ai funizonari spettano i privilegi e le immunit necessarieper lesercizio delle loro funzioni LONU potr quindi reclamare sul piano internaizoanle ocntro lo stato che sia venuto meno ad un adeguatat protezione e chiedere che le siano risarciti i danni subiti da essa stessa attraverso la perdita o la lesione dellagente. parere della corte prevede che le NU possano reclamare i danni arrecati alla funzione.

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E da escludere invec che gli stati abbiano verso le NU un dovere di protezione posto a tutela del funzionario come individuo. Si esclude di conseguenza che lONU possa agire sul pianio internazionale contro klo stato che non ha protetto il suo funzionario per i danni arrecati al funzionario stesso. per la tutela del funzionario come individuo ed il risarcimento dei danni alla vittima, si pronuncia la corte nel 1949. Secondo la corte lazione dellONU per il risarcimento di danni individuali concorrerebbe con quella dello stato nazionale. ONU e stato nazionale dovrebbero mettersi daccordo, tenendo presente che lo stato che venuto meno non dovrebbe essere tenuto a pagare due volte.

IL CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE 38. composizione e funzionamento del Consiglio E un organo ausiliario dellassemblea in quanto ha il compito di promuovere la collaborazione internaizonale nel campo economico e sociale sotto la direzione dellassembleas (art 60) e si compone di 54 membri ONU, con un mandato di 3 anni (art 61). Si riunisce in sessione ordinaria due volte allanno ed in sessione straordinaria quando lo richieda la maggioranza dei suoi membri o in altri casi previsti dal reg.to interno. il numero venne portato da 18 a 27 nel 1965, e successivamente, nel 1971, a 54. La risoluzione contiene anche i criteri per la ripartizione geografica della provenienza dei membri. Art 69 il consiglio inviter ogni membro NU a partecipare, senza diritto di voto, alle deliberazioni su qualsiasi questione di particolare interesse per tale membro. ( =/= CdS, dove gli inviti sono a discrezione del consiglio nel decidere se la questione di particolare interesse). Il consiglio ha a sua volta istituito numerosi organi sussidiari, in base allart 68 Carta. Le commissioni pi importanti sono le commissioni tecniche funzionali e le commissione economiche regionali, tutte composte da rappressentatnti di governi. Alle commissione si aggiungono i comitati. Tutti gli organi dellONU operanti nel settore economico e sociale sono ordinati in forma gerarchica con al vertice lassemblea e nel grado immediatamente successivo il consiglio (ex. UNICEF). 39. Il consiglio di amministrazione fiduciaria Ramo che ha perso rilevanza con la scomparsa dellistituto dellamministrazione fiduciaria per effetto della decolonizzazione. Opera sotto al direzione dellassemblea o del CdS, qaundo esercita le sue funzioni con riguardo a territori considerati zone strategiche. Secondo la carta la sua composizione variabile (art 86), ma necessario che il numero totale dei membri si divida in parti uguali tra i membri NU che amministrano territori in amministrazione fiduciaria, e quelli che non ne amministrano. Nel 1994, il consiglio ha cessato di operare e sono state avanzate proposte per assegnargli nuove funzioni. LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA 40. Lorganizzazione della Corte

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Art 92 principale organo giudiziario delle NU, destinato a dirimire controversie giuridiche tra stati. La sua organizzazione disciplinata da uno stato allegato alla Carta. E composto da 15 giudici nominato a titolo personale, competenti nel campo del diritto internaizonale, e che non possono esercitare nessunaltra occupazione di natura professionale. Il mandato di 9 anni, ma pu essere rinnovato (art 13 st). nellesercizion delle loro funzioni, godono dei privilegi e delle immunit diplomatiche (art 19 st). i privilegi e le immunit sono specificati in un accordo intercorso tra la corte ed il governo olandese (sede della corte allaia), accordo approvato attraverso una risoluzione dellassemblea. La risoluzione, contiene una raccomandazione rivolta a tutti i membri ONU, chiedendo che ai giudici siano concessi dallo stato di residenza le immunit diplomatiche, che le immunit siano concesse anche dagli stati di transito qualora debba spostarsi per mtivi dufficio, e che gli stati riconoscano i lascia passare rilasciato dalla corte ai giudici. E importante notare che nella risoluzione si parla di giudici e non di membri della corte, lasciando intendere che non si parli solo dei 15 giudici effettivi, ma anche dei giudici ad hoc che uno stato parte di una controversia pu nominare qualora nessuno dei giudici effettivi abbia la sua nazionalit. 41. lelezione dei giudici disciplinato dagli artt 4 12 dello statuto. Si articola in diverse fasi. Il segretario forma una lista di candidati, esperti di diritto internazionale. La lista sottoposta allassemblea e al CdS i quali procedono luno indipendentemente dallaltro allelezione dei giudici. Risultano eletti quelli che nelluno e nellaltro organo ottengono la maggioranza assoluta dei voti. Il seno al CdS non esercitabile in diritto di veto. Se dopo la prima seduta rimangono ancora da coprire sei seggi, si procede con ulteriori sedute. Qualora dopo 3 sedute non riescano a coprire tuttii seggi, il compito passa ad una commissione di sei membri ( 3 nominati dallassemblea e tre dal CdS). Se neanche la commissione ha successo, il compito passa ai giudici in carica, sempre tra quelli della lista formulata dal segretario. Termine seduta = inizialmente intesa come votazione, poi come interna giornata. Problema fu risolto dal Cds ( espediente del considerare come protratta una seduta finch non si sia raggiunto lo scopo per cui essa fu indetta).

Capitolo 3 Le Funzioni 42. limiti rationae personarum e rationae materiae Art 1 Carta i fini dellONU; la formulazione nella carta molto generica e quindi assumono particolare importanza quelle norme dalle quali possibile dedurre dei limiti generali allattivit dellorganizzazione. Il primo limite ricavabile dalle norme che stabiliscono quando lONU possa intervenire in questione riguardanti stati non membri. Vi poi il limite rationae materiae, il c.d. limite della domestic jurisdiction. 28

43. LONU e gli stati non membri Gli unici due paesi che non sono parte dellONU sono Taiwan e la Repubblica Turca. Art 2 par 6 stabilisce che lONU deve far in modo che gli stati non membri agiscano in conformit a questi principi (astenersi dalluso della forza etc), per quanto possa essere necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Le norme che prevedono il ricorso a mezzi di pressione aventi valore di esortazione (raccomandazione) e quindi non vincolanti per il destinatario, intendono essere applicate anche a stati terzi. Infatti, a differenza di altre norme, queste non parlano di stati membri ma di stati interessanti o parte di una controversia. Lart non rappresenta una deroga alla regola di diritto internazionale che vuole che gli stati terzi non siano vincolati da un trattato altrui. Infatti, le raccomandazione indirizzate da assemblea e CdS non sono vincolanti per definizione. Per quanto riguarda il cap VII della carta , che autorizza il CdS ad agire contro gli stati con misure coercitive, questo va interpretato nel senso che qualsiasi paese possa essere oggetto di misure coercitive. Anche qui non pu parlarsi di deroga ai principi di diritto internazionale. Nella prassi, quasi mai gli stati non mebri hanno eccepito lestraneit dellONU nelladozione di misure ex cap VII. Si preferito piuttosto ricorrere ad eccezioni quali linosservanza di norme procedurali, la violazione del principio di domestic jurisdiction. 1946- il CdS su richiesta della Polonia discusse se ricorrere o meno a misure del cap VII contro il governo spagnolo di Franco, allora fuori dallONU. Le obiezioni che paralizzarono il CdS si basavano sul fatto che si trattasse si una questione di competenza interna, in suscettibile di minacciare la sicurezza internazionale.

Lo stato non membro che si rifiuto di adottare misure contro uno stato che abbia minacciato la pace non pu essere accusato di complicit con laggressore. La prassi conferma tale tesi. Prima dellentrata della svizzera (2002), questa ha collaborato con il CdS in tema di misure non implicanti luso della forza. Talvolta per non ha collaborato pienamente. Nel caso delle sanzioni contro la Rhodesia del Sud ha solo offerto di esercitare un controllo sulle importazioni al fine di evitare che la svizzera costituisse un luogo di transito per merci destinate in altri paesi. Altre norme della carta si occupano degli stati non membri : art 32- devono essere invitati alle riunioni del CdS relative alle controversie di cui sono parte; possono sottoporre al CdS o allassmeblea qualsiasi controversia; art 50-possono adire il CdS per risolvere le difficolt economiche loro causate da unazione del CdS a tutela della pace. Anche gli stati non membri possono registrare i trattai presso il segretariato. Lart 103 sancisce la prevalenza degli obblighi derivanti dalla carta su qualsiasi altro obbligo. Lo stato terzo non potr quindi invocare un trattato non rispettato da uno stato membro qualora contrasti con le norme della carta.

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44. Il limite della competenza domestica (art 2 par. 7) Art 2 nessun articolo del presente statuto autorizza lONU ad intervenire in questione che appartengono essenzialmente alla competenza interna di uno stato. Costituisce un limite rationae materiae allattivit dellONU. Lart 2 par 7 ha come precedente lart 15 del Patto della SdN, che stabiliva che le disposizioni non si applicavano alle situazione riguardanti materie che secondo il diritto internazionale appartengono alla domestic jurisdiction di uno degli stati interessati. La differenza tra il covenant e la carta sta nella soppressione della competenza del CdS a giudicare se una questione appartenga o meno alla competenza interna di uno stato. A San Francisco si pervenne allattuale formulazione dellart 2, che parla di questione che appartengono essenzialmente (e non secondo il diritto internazionale [..] esclusivamente) e perch non specifica a chi speti la competenza a decidere se una materia rientri o meno nella domestic jurisdiction. Principali problemi di interpretazione dellart 2 par. 7 : 45. (1). La nozione di domestic jurisdiction La definizione della corte permanente di giustizia contenuta in un parere del 1923 una definizione negativa: il dominio riservato comprende quelle materie nelle quali lo stato libero da obblighi internazionali di qualsiasi genere. Parere fu emanato su richiesta del consiglio della SdN in occasione di una controversia tra francia ed Inghilterra a proposito di decreti emessi dalla Francia in tunisia ed in marocco, i quali avevano imposto la nazionalit francese agli stranieri nati in quei territori , e quindi anche a sudditi britannici. La tesi della francia era che il consoglio non potesse occuparsene essendo la cittadinanza una materia di competenza interna di uno stato. LInghilterra sosteneva invece che i decreti violassero impegni internazionali assunti dalla francia nei suoi confronti. La corte ritenne che la metria della cittadinanza rientrasse nella domestic jurisdiction, ma che in quel caso specifico si trattasse di determinare se la francia avesse violato gli accordi conclusi con la gran Bretagna. Dalla definizione della corte si evince il carattere relativo della competenza domestica. Infatti la sfera della domestic jurisdiction finisce con il variare a seconda del numero dei trattati stipulati. Occorrer chiedersi se si tratti di una materia non regolata dal diritto internazionale comune, e se non costituisce loggetto di impegni contratti da quello stato. Qualora esista un impegno contrattuale, la materia cesser di appartenere alla domestic jurisdiction unicamente nei rapporti con le altre parti contraenti. Le materie nelle quali il diritto internazionale non impone obblighi agli stati sono quelle riguardanti il trattamento dei propri sudditi, la propria organizzazione di governo e lutilizzazione dei propri territori ( elementi classici dello stato). Questa formulazione pu con alcune eccezioni essere ancora utilizzata, considerando per limportanza che andata assumendo la tutela dei diritti umani. Per quanto riguarda il diritto pattizio, la tendenza degli stati, restii a contrarre obblighi nelle materie lasciate alla competenza interna andata rovesciandosi, lasciando che le norme

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pattizie si occupino un po di tutti i settori della vita interna statale (ex. Tutela delluomo, collaborazione economica, sociale etc). A san Francisco, il delegato americano Dulles pronunci un discorso per commentare la diversa formulazione del testo rispetto al covenant. Con la sostituzione dellavverbio essenzialmente allavverbio esclusivamente non si intese rinnegare la vecchia nozione giuridica di domestic jurisdiction, ma solo aggravarne la portata. Vollero sottrarre alla sfera dazione ONU, oltre alle materie nelle quali un paese fosse gi libero da qualsiasi obbligo internazionale, anche quelle materie nelle quali un paese risultasse gi obbligato da convenzioni ma in via eccezionale. La nozione di domestic jurisdiction va quindi intesa per quelle materie libere in linea di principio da obblighi internazionali. Vanno esclusi i tentativi di ricostruire una nozione di carattere morale ( stato deve provare di essere libero da obblighi giuridici e di non essere obbligato da principi delletica sociale internazionale positivamente riconosciuti SPERDUTI). Vanno respinti anche gli sforzi diretti a sostituire una nozione politica di domestic jurisdiction, che fa leva sullinteresse e non sul diritto ( Fuori dal dominio riservato sarebbero quei comportamenti che,sebbene non violino diritti altrui, sebbene vengano tenuti allinterno di una comunit, siano idonei a Ledere gli interessi di altri stati, e abbiano quindi una rilevante ripercussione sulk piano internazionale, ROSS). Se si sostenesse , lart finirebbe per risultare inesistente. Infatti, che lONU debba occuparsi solo di questioni con ripercussioni internazionali risulta ovvio dalle norme le quali fissano positivamente le competenze degli organi. E da escludere la tesi che vuole che la domestic jurisdiction non costituisca un limite rationae materiae ma comporterebbe solo il divieto per lONU di intromettersi nelle funzioni di governo eserciate dagli stati, pretendendo di regolare direttamente rapporti interindividuali. Non si vede in effetti come lONU potrebbe governare direttamente (anche se in alcuni casi lONU pu assumere lamministrazione dei territori), ARANGIO-RUIZ La maggior parte di queste tesi si discostano dalla nozione giuridica e tendono a svalutare detta nozione a vantaggio delle competenze ONU, muovendosi nella direzione opposta a quella voluta dai redattori della carta. In realt tutto ci che chiede lart 2 par 7 che lONU non si occupi di situazioni interessanti un singolo stato se non quando sussista la lesione, la minaccia di lesione di diritti altrui. Risulta esservi perfetta possibilit di conciliazione tra le norme sulla competenza dellONU in materie interne e lart 2 par 7. la conciliazione consiste nel ritenere che in quelle materie di domestic jurisdction, lONU possa adottare solo risoluzioni di carattere generale ed astratto, e ad essa restano precluse le risoluzioni nei confronti di singoli stati. Molte delle risoluzioni generali ed astratte adottate dallONU promuovono lassunzione di obblighi nuovi da parte degli stati. Se si guarda la prassi in materia, lONU si sempre dichiarata competente a discutere e ha quasi sempre respinto le eccezioni fondate sullart 2 par 7. In particolare avvenuto per quanto riguarda i popoli sottoposti a dominio straniero, la tutela dei diritti umani, e la lotta contro governi oppressivi. Per ciascuno di questi settori lONU ha trovato appiglio in talune disposizioni della carta, ma ha finito per svolgersi in violazione dellart 2 par 7. In tema di diritti umani, non si limitata a risoluzioni generali ed astratte ma ha manifestato la tendenza a controllare che allinterno degli stati i diritti umani venissero rispettati. I due 31

grandi patti dellONU sui diritti umani del 1966 e di altre convenzioni universali promosse dallONU, rientravano nella domestic jurisdiction. Anche nelle discussioni svoltesi per condannare i governi di tipo fascista (franco) o governi affermatisi con la forza ( colpo di stato in cecoslovacchia 1948), non vi dubbio che abbiano interferito nel dominio riservato. Bulgaria, Romania, Ungheria accusate in due risoluzioni dellassemblea di violare le norme dei trattati da esse stipulati , che obbligava il rispetto dei diritti umani. I paesi socialisti avevano difeso la tesi che lesistenza di obblighi convenzionali non fosse capace di per s di intaccare la domestic jurisdiction in una materia di dominio riservato. Il governo polacco fu accusato di commettere gross vilations nel 1982, ma il delegato sosteneva lillegalit dellintervento in quanto contrario allart 2 e allart 40 del patto dei diritti civili e politici che prevede che lunica forma di controllo del rispetto del patto linvio di rapporti periodici. Con la caduta dei regimi socialisti dellest europeo, il limite della domestic jurisdiction in tema di diritti umani venuto meno. Anche per quanto riguarda il regime costituzionale in quei paesi dove una guerra civile ha avuto luogo e procedure di riconciliazione vengono promosse dallONU, venuto meno il limite della domestic jurisdiction. CdS e assemblea intervengono normalmente in queste procedure, monitorando lesecuzione di accordi tra le varie fazioni. Il limite della odmestic jurisdiction resta ancora invocabil per quei settori lasciati dal diritto internazionale al libero regolamento da parte dei singoli stati ( rapporti relativi allorganizzazione di governo: forma di stato, di governo, organizzazione degli uffici pubblici) e allutilizzazione dei territori.

46. (2). Il significato del termine intervenire Art 2 par 7 uno stato. vieta di intervenire nelle questione appartenenti alla competenza interna di

La dottrina esclude la tesi (LAUTERPACHT) che assegna al termine intervenire lo stesso significato che ha per il diritto internazionale classico, ovvero lingerenza autoritativa attuata con luso della forza. Deve sostenersi che lart 2 vieta agli organi di esercitare, nelle questioni di domestic jurisdiction, i normali poteri che la carta riconosce loro. Lorgano deve astenersi dal prendere una qualsiasi delibera. Lorgano potr discutere per stabilire se la questione rientri nel limite della domestic jurisdiction ma dovr contenere il dibattito nei limiti necessari a tale scopo. Il momento per un simile dibattito quello che precede liscrizione allordine del giorno. Liscrizione non costituisce intervento ai sensi dellart 2 par 7 solo se essa ha luogo perch si discute o si approfondisce la discussione sulleffettiva natura domestica della questione medesima. Dibattito tra stati che sostengono che una questione di domestic jurisdiction non dovrebbe neanche essere iscritta nellordine del giorno e stati che sostengono che liscrizione non costituisce intervento.

47. (3). La portata delleccezione prevista dallultima parte dellart 2 par 7 32

La parte finale dellart 2 par 7 esclude che si possa invocare il limite della domestic jurisdiction quando il CdS decida di far ricorso alle misure coercitive previste dal cap VII, riferendosi non solo alle misure di carattere militare ma anche alle misure non implicanti luso della forza. Alla conferenza di San Francisco avevano proposto di sottrarre lintero cap VII ma la conferenza decise poi di accogliere la proposta del delegato australiano che restringeva le eccezioni alle sole misure coercitive.

Sottratte al limite della domestic jurisdiction sono tutte le ipotesi di intervento del CdS riconducibili sotto gli artt 41 e 42. Art 41 il CdS pu sia decidere (vincolare) quali misure non implicanti luso della forza debbano essere adottate dagli stati contro un altro stato, sia raccomandare ladozione di siffatte misure. -Anche se lart 2 par.7 non lo prevede espressamente, sono sottratte al limite anche le risoluzioni del CdS che costituiscono il presupposto necessario o sono funzionali di un intervento in base agli artt 41 e 42. Legittima fu pertanto la risoluzione del CdS che costitui una sottocommissione con lincarico di raccogliere le testimonianze e i documenti sul regime fascista di franco, per stabilire se costituisse una minaccia alla pace. La sottocommissione concluse che non costituisse una minaccia e che si trattasse di una questione di domestic jurisdiction. Il rapporto avrebbe quindi dovuto fermarsi, invece si sostenne il potere del CdS di raccomandare procedimenti e metodi di sistemazione adeguati. Una raccomandazione del genere sarebbe stata contraria llart 2 par 7. alla fine il CdS non prese alcuna decisione.

-Sottratti al limite della competenza domestica sono anche gli inviti che ai sensi dellart 40 il CdS pu indirizzare alle parti coinvolte in un caso di minaccia o rottura della pace per chiedere loro ladozione di misure provvisorie per prevenire laggravarsi della crisi (ex. cessate il fuoco). E priva di fondamento la difesa del governo israeliano (che invocava la competenza interna della questione) contro una risoluzione del CdS che lo invitava a sospendere una manifestazione militare a Gerusalemme per non aggravare la situazione nella zona.

- Sono invece da tenere fuori dalleccezione prevista dallart 2 par 7 le raccomandazioni ex art 39 (aprono il cap VII) che hanno lo scopo di indicare agli stati parte di una controversia come risolverla.

48. (4). La competenza ad interpretare lart 2 par 7 Ciascun membro chiamato ad interpretare la carta, al momento delladozione degli atti concreti. (Rinvio al paragrafo 6). 33

IL MANTENIMENTO DELLA PACE : LE FUNZIONI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA 49. I capitoli VI e VII della Carta Le competenze pi importanti del CdS sono previste nei cap VI (artt 33 e s.s.) e VII (artt 39 e s.s.). Il cap VI dedicato alla soluzione pacifica delle controversie. Il cap VII riguarda lazione a tutela della pace, presupponendo che sia stat violata o minacciata, e abilita il CdS a prendere tutta una serie di misure, implicanti e non implicanti luso della forza, idonee a ristabilirla. La funzione conciliativa del cap VI ha per oggetto questioni potenzialmente idonee a turbare la pace, situazione suscettibili di mettere in pericolo la sicurezza internazionale. Il cap VII riguarda invece crisi internazionali gi in atto. Ha riguardo quindi allesistenza di una violazione della pace o di un atto di aggressione. I protagonisti dei rapporti disciplinati dal cap VI sono le parti della controversia, e il CdS ha il ruolo di conciliatore, e quindi ha solo funzioni di stimolo nei confronti degli stati affinch sia risolta. Ma la soluzione resta una questione dipendente dalla volont e dallaccordo degli stati (art 33).Nelle fattispecie previste nel cap VII, il ruolo predominante spetta al CdS, e gli interventi sono diretti contro gli stati, e vi lobbligo degli altri paesi di collaborare per rendere efficaci le misure. La diversa gravit della situazione da fronteggiare e il diverso ruolo del CdS si riflettono negli strumenti adottati. Latto tipico attraverso il quale si esplica la funzione conciliativa del cap VI infatti la raccomandazione che priva di forza vincolante. Il cap VII invece caratterizzato dal potere del CdS di emanare decisioni che vincolano gli stati, e dal potere di prendere risoluzioni di carattere operativo, che deliberano di intraprendere determinate azioni. La funzione conciliativa ex cap VI del CdS sottoposta al limite del domestic jurisdixtion, eccezione improponibile quando il CdS agisce in base al cap VII. Solo di fronte ad un progetto di delibera riportabile al cap VI sussiste lobbligo per lo stato membro del CdS coinvolto di astenersi dal voto.

Queste differenze valgono in linea di massima in quanto risulta difficile tracciare una linea distintiva netta. Lesatta collocazione di una risoluzione nel cap VI o nel cap VII non pu che essere frutto di unattenta interpretazione. Pu accadere che una risoluzione non contenga gli articoli della carta in base ai quali vengono adottate. Pu accadere inoltre che la motivazione dellatto si ricolleghi ad un capitolo e il dispositivo si inquadri in un altro (ex. CdS dispone misure non implicanti luso della forza ex art 41, ma eviti di dichiarare lesistenza di una minaccia o violazione della pace, e qualifichi la situazione con termini riportabili piuttosto al cap VI). Nel collocare latto, riteniamo che la preferenza debba essere data al dispositivo. 50. Il potere di attivare il Consiglio Art 35 attribuisce agli stati il potere di adire al CdS, per sottoporgli una qualsiasi controversia oppure una situazione suscettibile di portare ad un attrito internazionale. Anche gli stati non membri possono adire al CdS ma con alcune limitazioni.

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Non necessario approfondire la differenza tra questioni sottoponibili al CdS da stati membri e da stati non membri. E difficile che uno stato non membro interessato ad una questione non riesca comunque a farla portare in CdS da uno stato membro ad esso politicamente vicino. Sussiste lobbligo di adire al CdS in base allart 37, per le parti che non siano riuscite a risolverla direttamente tra loro con mezzi pacifici. Lattivit pu essere provocata dallassemblea e dal segretario generale. Art 11 Lassemblea pu richiamare lattenzione del Cds sulle situazioni suscettibili di mettere in pericolo la pace. Art 99 Il segretario pu investirlo di qualunque questione che a uo avviso possa minacciare il mantenimento della pace. Entrambi possono quindi rivolgersi al Cds sia quando una questione necessiti di azioni del cap VII, sia per sollecitare la funzione conciliativa ex cap VI. Esempi delliniziativa del segretario : crisi congolese 1960; crisi cipriota 1947; crisi conseguente alla detenzione degli ostaggi nellambasciata USA a Teheran. Art 11 lassemblea dopo aver discusso una questione relativa al mantenimento della pace pu indirizzare raccomandazioni al CdS sulla questione medesima. Il par 2 prevede che lassemblea sia obbligata a deferire al CdS qualsiasi questione per cui si renda necessaria unazione, sancendo lincompetenza dellassemblea ad esercitare funzioni del tipo di quelle previste dal cap VII.

Art 3 reg.to interno del CdS obbliga il presidente di turno di convocare il CdS ogni qualvolta ne sia richiesto ai sensi degli artt 35, 11 e 99. Una volta riunito, il CdS dovr accertare se sussistano i presupposti per lesercizio delle sue funzioni e nel caso di accertamenti negativi, non includer nella propria agenda la questione. Il presidente autorizzato a condurre unindagine per escludere i casi di manifesta improponibilit ( ex. Casi gi respinti). Art 2 reg.to interno CdS considera a parte lipotesi in cui una riunione sia sollecitata da uno stato membro dellorgano. Infatti la richiesta di uno stato membro del CdS toglie al presidente il potere di indagine ed egli in ogni caso obbligato a convocare. Per lesame della questione Dominicana, le consultazioni preliminari condotte dal presidente deposero per linuitlit della convocazione. Dopo linsistenza dellURSS; membro del CdS, fu obbligato a convocare.

51. Linchiesta Art 34 il CdS pu fare indagini su qualsiasi controversia o situazione che possa portare ad un attrito internazionale

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Anche se contenuto nel cap VI, linchiesta pu costituire la premessa per lesercizio di una delle qualsiasi competenze del CdS in tema di mantenimento della pace, anche quelle previste dal cap VII. Lart 34 comporta la libert del CdS sia di deliberare semplicemente uninchiesta sia invece di vincolarla ad una funzione determinata. Delibere generiche : 1946- inchiesta riguardante incidente alle frontiere greche durante la guerra civile, istituita la fine di accertare i fatti relativi alla violazione di frontiera tra grecia da una parte e albania, bulgaria e jugoslavia dallaltra. 1946- Cinque membri furono incaricati di raccogliere documenti per stabilire se lesistenza del regime fascista in spagna potesse condurre ad un disaccordo tra stati e minacciare la pace. Inchieste preordinate a fini specifici : comitato di cinque membri del CdS con lincarico di assistere il mediatore dellONU in Palestina e, nel caso di violazione della tregua tra arabi e israeliani, di studiare le msure appropriate da prendere in base al cap VII.

Le delibere che danno vita ad un inchiesta, potendo portare alladozione anche di misure coercitive, sono sottratte al limite della domestic jurisdiction. Per leventualit che il CdS si limiti in seguito allinchiesta allesercizio delle funzione conciliativa ex cap VI, le delibere generiche rientrano sempre sotto la regola dellart 27, che prevede che uno stato parte di una controversia debba astenersi dal voto. Se invece linchiesta preordinata, la delibera seguir per quanto riguarda la regola dellart 27 il regime della funzione alla quale preordinata. Il CdS pu condurre linchiesta direttamente,creando un organo ad hoc oppure incaricando il segretario generale. Il potere dinchiesta pu esplicarsi anche in ordine a situazioni sulle quali in CdS sia gi intervenuto ma delle quali intende seguire gli sviluppi. E riportabile allart 34 listituzione di organi sussidiari per sorvegliare il rispetto di tregue e armistizi relative sia a guerre internazionali che guerre interne. Anche listituzione di commissioni di buoni uffici, mediazione etc , cui il CdS assegni funzioni conciliative, riportabile allart 34. La creazione di gruppi di osservatori militari va tenuta distinta dalla creazione di forze armate ONU. Commissioni di tre stati membri ONU con compiti di inchiesta e mediazione nella questione indo-pakistana ; osservatori militari in Palestina ; sorveglianza della tregua in Palestina; costituzione dellUNIMOG, gruppo di osservatori militari per il controllo del cessate il fuoco tra Iran ed Iraq ; UNIKOM, per il rispetto di una zona smilitarizzata tra Iraq e Kuwait dopo la guerra del golfo. Problema in dottrina riguardo allinchiesta. Parte della dottrina ritiene che essendo inserita nel cap VI, il CdS dispone solo del potere di raccomandazione. Parte sostiene che uninchiesta non pu che essere decisa e non raccomandata. In realt, noi riteniamo che non sia n una raccomandazione n una decisione, ma che si tratti di una risoluzione operativa, con la quale il CdS non pone regole di condotta ma agisce. Per quanto riguarda il problema dellesistenza dellobbligo, la riposta negativa. Tuttavia lart 2 impone lobbligo di collaborazione ed assistenza nelle azioni intraprese dallONU, e lo stato quindi che chiuda le frontiere deve almeno fornire unadeguata motivazione. Non possibile condannare il rifiuto di albania bulgaria e jugoslavia, n il rifiuto di Israele nel 1968 allingresso di un rappresentante del segretario generale incaricato di indagare.

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Ovviamente il rifiuto di uno stato pu essere considerato come una minaccia alla pace e il CdS pu prendere le misure coercitive previste dal cap VII.

Cds chiedeva apertura del territorio al governo iracheno agli ispettori dellONU incaricati di investigare sulla presenza di armi di distruzione di massa. Il governo stato minacciato di formare oggetto di serie conseguenze in caso di rifiuto o incompleta cooperazione con gli ispettori.

52. La funzione conciliativa prevista dal cap VI . A). Presupposti oggettivi. La distinzione tra controversia e situazione difficile. La situazione caratterizzata dalla presenza da un lato della pretesa di uno o pi stati che latri tenga un certo contegno, dallaltro il rifiuto di tenere il contegno preteso. Pretesa e rifiuto sono gli elementi classici della controversia e il fatto che il CdS spesso parli di situazioni anche quando sottopongono loro controversie, il fatto che il CdS non si sia mai occupato della distinzione, il fatto che la definizione sia cosi ampia da poter includere qualsiasi questione, risultano elementi a favore della teoria che una distinzione non esista. La distinzione priva di utilit pratica, anche se alcuni articoli sembrano presupporla ( ex. Art 27-astensione dello stato parte di una controversia; art 32- diritto di partecipare alle riunioni per uno stato parte di una controversia Finiscono con lessere indipendenti poi nella sfera dapplicazione dalla nozione di controversia [vd par 22 e 29] ). La funzione conciliativa limitata alle controversie e situazioni suscettibili di mettere in pericolo la sicurezza internazionale. Il CdS gode di ampia discrezionalit nel decidere se una questione possa mettere in pericolo la pace. Lunico limite che una divergenza tra stati sussista. Illegittimo il comportamento del CdS che decise di mantenere nellordine del giorno la discussione relativa alla controversia tra URSS e Iran , nonostante queste avessero dichiarato di averla risolta mediante accordo. In realt lart 38 prevede che il CdS possa fare raccomandazioni per la risoluzione di una controversia, e quindi la funzione conciliativa pu avere come oggetto anche una controversia non pericolosa per la pace. 53. B). Lindicazione agli stati di procedimenti e metodi di sistemazione delle divergenze pericolose per la pace. Art 33 obbligo a carico degli stati di ricercare la risoluzione di una controversia con mezzi pacifici ( negoziati, mediazione, arbitrato, conciliazione etc). E un invito generico da parte del CdS. Art 36 da la facolt al CdS di sollecitare le parti di una controversia affinch ricorrano a tali mezzi. A differenza dellart 33, questo prevede che lorgano indichi quale specifico mezzo tra quelli elencati nellart 33 sia appropriato in ordine ad una questione. in entrambi, il CdS pu servirsi solo di raccomandazioni

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Art 36 autorizza il CdS ad intervenire in qualsiasi fase di una controversia o situazione pericolosa e legittima interventi di vario tipo. Il pi semplice consiste nellindicazione del procedimento o metodo da seguire, e quindi nellinvito agli stati di ricorrere alla mediazione, a negoziare etc. URSS e Iran avevano intrapreso dei negoziati e con una risoluzione il CdS invitavano a proseguirli e ad informare il CdS circa i progressi.

Il secondo tipo di intervento consiste non nellinvito a ricorrere ad un metodo, ma nella predisposizione di un procedimento o metodo. Si giustifica cosi la creazione di organi sussidiari dai quali gli stati possono farsi assistere nella sistemazione della controversia (commissioni di buoni uffici, di mediazione, di conciliazione etc). Creazione di una commissione per investigare ed esercitare ogni azione mediatrice necessaria per eliminare la difficolt tra india e pakistan. A parte i casi tipici in definitiva riportabile allart 36 qualsiasi raccomandazione comunque intesa a facilitare laccordo tra stati interessati ad una questione. Il CdS tuttavia non pu entrare in merito in una questione, esprimendo condanne, in base allart 36. il potere di raccomandare soluzione nel merito previsto dallart 37, ma dovrebbe essere esercitato solo in presenza di rigidi presupposti. Tali presupposti sono stati eliminati per consuetudine e quindi il CdS del tutto libero. 54. C) Lindicazione di termini di regolamento Art 37 Raccomandare termini di regolamento significa suggerire agli stati come risolvere nel merito una questione. Lart 37 subordina la competenza ad entrare nel merito ad una serie di presupposti: esistenza di una controversia pericolosa, il ricorso al CdS , e limpossibilit degli stati di risolverla con i mezzi indicati dallart 33. Durante la conferenza di San Francisco fu ammessa la possibilit di ricorso unilaterale. Inoltre non necessario che tutti i mezzi dellart 33 siano stati provati, ma sufficiente che unintesa non sia prevedibile.

La prassi orientata verso unampia libert dellorgano,e quindi il CdS entrato nel merito delle questioni senza incontrare opposizione di natura procedurale da parte di altri stati. Esempi di delibere prese senza che sussistessero i presupposti dellart 37 riguardano soprattutto la questione medio orientale. Le risoluzione in questione erano relative allobbligo di cessazione di deportazione per Israele di civili palestinesi, allapplicazione del piano si spartizione della Palestina predisposto dallassemblea, alla sistemazione delle controversie territoriali tra india e pakistan, e molte altre. 55. lazione a tutela della pace in base al cap VII- considerazioni introduttive. Nel cap VII sono disciplinate le competenze pi importanti del CdS, quelle che costituiscono la base per ladozione di misure sanzionatorie nei confronti di paesi che abbiano turbato la pace e per listituzione di forze armate al servizio dellONU. Linsieme 38

delle competenza attribuite al CdS in base al cap VII denominato sistema di sicurezza collettivo. Unimportante caratteristica costituita dalla crescente adozione di misure che apparentemente non trovano fondamento nel cap VII, ma il CdS adotta dichiarando di agire ex cap VII. In questo caso necessario accertare se la misura possa essere ricollegata a una delle norme del cap VII, sia pure mediante interpretazione estensiva , o accertare se essa abbia dato luogo a norme consuetudinarie. 55 bis. Laccertamento di una minaccia alla pace, di una rottura della pace o di un atto di aggressione. Nel determinare se esista una minaccia, una violazione o un atto di aggressione, il CdS gode di ampia discrezionalit. Per tutta la materia resta improponibile leccezione di domestic jurisdiction, non solo perch lart 2 lo esclude espressamente per le delibere relative a misure coercitive, ma che per le altre delibere riportabili al cap VII, il limite della domestic jurisdiction caduto nella prassi ( situazioni interne a tutela dei diritti umani). Vi sono stati tentativi a San Francisco di inserire nella carta maggiori ragguagli in ordine ai presupposti di applicabilit del cap VII, per limitare la discrezionalit del CdS, ma si fini con il preferire la formula dellart 39. La discrezionalit del CdS rimasta integra anche dopo ladozione da parte dellassemblea della definizione di aggressione ( invasione, occupazione militare, blocco di coste, di porti, messa a disposizione di territori per attacchi ovvero la c.d. aggressione armata indiretta etc). la stessa dichiarazione per stabilisce che il CdS possa considerare aggressione anche atti non elencati. Esistono dei limiti ricavabili dal sistema alla discrezionalit del CdS. In proposito occorre distinguere tra:  situazione portate allesame del CdS caratterizzate dalluso della forza bellica. Lunico limite costituito dalla legittima difesa individuale e collettiva ex art 51. In questo caso il CdS non pu intervenire contro uno stato che si difende. Parte della dottrina ritiene che sia da includersi anche la legittima difesa preventiva , cosi come la tesi secondo cui si potrebbe ricorrere alla forza anche contro gravi violazioni di diritti delluomo. Tesi sostenuta da USA e non da stati deboli. Art 51 circoscrive senza possibilit di equivoci luso della forza per legittima difesa nel caso specifico di risposta ad un attacco armato. La prassi dellONU non ha mai avvallato una nozione di legittima difesa diversa da quella ex art 51. La dottrina della legittima difesa preventiva contenuta nel documento americano (c.d. dottrina Bush) elaborato dopo 11/9. La minaccia imminente derivante dalluso di armidi distruzione di massa stato invocato dagli USA e da UK per giustificare la guerra in Iraq del 2003.  Comportamenti che non comportano violenza di tipo bellico ( ex. Violazione diritti umani) Lipotesi in cui una situazione non sia caratterizzata da operazioni militari incontra un solo limite, data la vaga ed elastica nozione di minaccia alla pace. Il comportamento di uno stato non potr essere condannato dal CdS e quindi assoggettato a misure coercitive qualora la condanna non corrisponda

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allopinione della gran parte degli stati, poich il CdS agisce in nome di tutti i membri dellONU. Risoluzioni contro lIraq- delibera imponeva lobbbligo di risarcire i danni derivanti dalloccupazione illecita del Kuwait. La mancata accettazione da parte dellIraq avrebbe comportato il mantenimento delle misure di embargo sulle esportazioni irachene. Questa parte della risoluzione, che prevedeva anche listituzione di una commissione incaricata di gestire il fondo per lindennizzo, contestabile. Lunica interpretazione possibile che il mancato pagamento potesse considerarsi come una minaccia alla pace. Risoluzione contro la libia- imponeva il blocco a tutti gli stati sulle forniture di aerei e di armi a questo paese. La risoluzione era fondata sulla richiesta di USA, UK e Francia di due cittadini accusati di aver partecipato agli attentati terroristici contro loro aerei, e sul fatto che la libia fornisse assistenza a terroristi. C da chiedersi se la mancata estradizione di due criminali potesse essere considerata come minaccia alla pace. Sanzioni vennero sospese nel 1991 e i criminali trasferiti in olanda. Il potere del CdS non incontra altri limiti. Si discute se sia tenuto al rispetto diritto internazionale generale, in particolare le norme di jus cogens. A nostro avviso no. Lart 1 prescrive il rispetto del diritto internazionale generale nel solo caso di esercizio della funzione conciliativa. 56. le misure previste dalla carta A). Le raccomandazione previste dallart 39. Art 39 di fronte ad una minaccia o violazione della pace il CdS pu sia deliberare le misure coercitive di cui gli artt 41 e 42, sia fare raccomandazioni. La funzione conciliativa ex cap VII per diversa da quella ex cap VI da punto di vista procedurale: solo quella ex cap VI sussiste lobbligo di astensione dal voto per il membro del CdS direttamente interessato. Per determinare se una risoluzione che raccomandi termini di regolamento sia riportabile al cap VI o cap VII necessario guardare la parte dispositiva ( principio per cui gli atti del CdS vanno identificati in base alla parte dispositiva). Rientrano nellart 39 e quindi nel cap VII quelle risoluzioni che adottano contemporaneamente anche altre misure previste dal cap VII, e quelle che dichiarino di trovarsi di fronte ad una violazione della pace (si guarda alla motivazione) , e quelle risoluzioni che si riferiscono ad una crisi provocata dalluso della forza. Per le raccomandazioni ex art 39 vale , come per il cap VI, il limite della domestic jurisdiction, anche se il limite ha subito un erosione nella prassi, erosione che is manifesta particolarmente con riguardo alle guerre civili. In questi casi infatti il CdS interviene promuovendo accordi tra le fazioni che hanno provocato il conflitto, e designano il futuro assetto costituzionale. Lintervento consiste nellassistenza alle autorit locali al fine di stabilire istituzioni democratiche, nellorganizzazione e monitoraggio delle elezioni etc.

- risoluzioni che si riferiscono a chiare violazioni della pace : contro Israele con le quali il CdS la invitava a fornire una riparazione al libano in seguito allattacco allaereoporto di Beirut e alla distruzioni di aerei civili. -raccomandazioni ex art 39 combinate ad unaltra misura : cessate il fuoco (ex art 40) rivolto a Israele e stati arabi. - indicazioni di termini di regolamento in situazioni post-conflittuali: Sierra leone 1999, Congo 2000, Mozambico 1993. 40

57. B) Le misure provvisorie (art 40) La provvisoriet si ricollega sia allo scopo, ovvero di prevenire laggravarsi di una situazione, sia ai limiti posti al loro contenuto, non dovendo esse pregiudicare le pretese e le posizioni delle parti interessate. Le misure provvisorie sono concepite come misure di urgenza e preliminari rispetto a qualunque altra misure del cap VII, ed infatti previsto dallart 40 che il CdS vi ricorra prima di fare le raccomandazioni o decidere sulle misure ex art 39. E tuttavia da escludere che il CdS sia vincolato cronologicamente. Le misure provvisorio non sono atti vincolanti per i destinatari, e i tentativi di rendere vincolanti questi inviti non hanno avuto successo. Lart 40 sancisce che il CdS tiene conto della mancata esecuzione di tali misure provvisorie, ma ci non permette di ricavare una regola non scritta nel senso dellobbligatoriet (il CdS pu tenere conto di qualsiasi comportamento). Esempio tipico di misura provvisoria il cessate il fuoco. Inquadramento del cessate il fuoco talune volte nel cap VI stato dettato solo da motivi politici e quindi non risulta da una corretta interpretazione della carta. Ex. Cessate il fuoco nella guerra di indipendenza indonesiana, nel conflitto arabo-israeliano, medio oriente, Guatemala, cessazione violenze tra palestinesi e israeliani.

La distinzione tra linvito ad applicare una misura provvisoria o una raccomandazione circa termini di regolamento (ex art 39 o 37) non sempre agevole, potendo la prima consistere in un regolamento parziale della questione che ha scatenato la crisi. Linquadramento nellart 40 dovr preferirsi qualora nella risoluzione si riveli il fine di non aggravare la situazione. Risoluzioni indicanti misure provvisorie: quelle che propugnano la liberazone di progiomieri politici (Indonesia 1948), quelle che invitano gli stati estranei a non appoggiare le parti in lotta (medio oriente 1948), quelle che richiedono ad uno stato di ritirare le truooe su determinate posizioni ( Iraq 1990). Talvolta il CdS si limitato ad un appello generico di non aggravare la situazione ( conflitto indo-pakistano). Risoluzione che chiedeva ad Israele di non aggravare la situazione con la giordania e di non procedere con la parata militare a gerusalemme. E da respingere la motivazione avanzata come giustificazione per la mancata esecuzione in quanto le misure ex art 40 sono sottratte al limite della domestic jurisdiction.

58. C) Le misure non implicanti luso della forza (art 41). Tali misure hanno carattere sanzionatorio e vengono comminate contro uno stato che turbi o minacci la pace. Ad adottarle sono gli stati membri ONU su richiesta del CdS. Lart 41 parla di interruzione totale o parziale dei rapporti economici e delle comunicazioni (aeree, marittime , postali etc). lelencazione per solo esemplificativa e non tassativa, potendo il CdS decretare una qualsiasi altra misura che non comporti limpiego delle forze armate. Anche queste misure sono sottratte al limite della domestic jurisdiction. 41

Le misure ex art 41 sono vincolanti per gli stati membri, salva la possibilit di segnalare particolari difficolt economiche, come sancito dallart 50.

Istituzione di tribunali internazionali quali quelli per i crimini commessi in Ruanda e quelli per la ex jugoslavia. Durante la guerra fredda, vi sono stati solo due casi di decisioni vincolanti ex art 41: la risoluzione contro la rodesia del sud ( per portare allisolamento totale del governo dellepoca)e quella contro il sud africa ( si limitava ad imporre lembargo a qualsiasi fornitura di armi al governo). Dopo la fine della guerra fredda le risoluzioni del CdS riportabili allart 41 si sono moltiplicate, liberato dai veti incrociati di USA e URSS. Examples Crisi del golfo 1990= ha portata in seguito alladozione di misure implicanti luso della forza. La risoluzione pi importante fu quella adottata contro lIraq dopo laggresisone al Kuwait che obbligava gli stati a rompere ogni relazione economica, ponendo lembargo su imp ed exp. Le altre sanzioni sono state abolite. Crisi jugoslava 1991= embargo sulle armi destinate alla jugoslavia, ed in seguito lembargo sulle importazioni ed esportazioni, il blocco delle operazioni finanziarie, divieto di decollo, atterraggio, sorvolo diretti verso territorio serbo-montenegrino. Le sanzioni ebbero fine nel 1996 Crisi in Kosovo 1998= CdS non riusci ad adottare alcuna decisione se non lembargo sulle vendita e fornitura di amri. Crisi Somala 1992 = divieto di esportazione di armi verso la somalia. La maggiorparte delle misure adottato implicavano luso della forza

Di solito il CdS quando decreta sanzioni ex art 41, istituisce un comitato che controlli lesecuzione delle sanzioni. Tuttavia tale controllo non difficile da aggirare, svolgendosi soprattutto attraverso rapporti inviati dagli stati stessi. Il monitoraggio dellapplicazione delle sanzioni necessario anche per verificare che sofferenze inutili non siano inflitte alla popolazione dello stato colpito o di altri stati. Durante la guerra del golfo, il CdS ha autorizzato deroghe allobbligo degli stati di applicare misure sanzionatorie (risoluzione che prevedeva che dintesa con la croce rossa potessero essere fornite allIraq derrate alimentari). E evidente una tendenza del CdS a rispettar eil diritto internazionale generale, almeno per quanto riguarda i diritti delluomo e le sanzioni economiche. Uno stato la cui economia sia legata ad uno stato oggetto delle misure pu risultare danneggiato e per questo lart 50 prevede la possibilit che questo si consulti con il CdS per stabilire le misure appropriate. A parte le decisioni, il CdS pu limitarsi a raccomandare misure non implicanti luso della forza. Lart 41 ammette implicitamente che il CdS attenui la portata della risoluzione attribuendole mera natura di raccomandazione. Pe determinare se si in presenza di una decisione o di una raccomandazione ex art 41 occorrer avere riguardo della volont del CdS quale risulta dal testo della risoluzione, dalle discussioni, o dalle dichiarazioni di voto. Di raccomandazioni ex art 41 vi sono molti esempi nel periodo della guerra fredda, a causa dellincapacit del CdS allepoca di prendere decisioni.

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Risoluzioni contro il Portogallo per la sua politica colonialista e contro il sud africa per la sua politica di apartheid, vietanti la vendita di armi ai due paesi. La natura di raccomandazione si ricavava dalla formulazione, e dallutilizzo di termini pi attenuati come turbamento della pace. Il fatto che alcuni stati dichiarassero che tali misure non rientravano in quelle dellart 40 e del cap VII aveva lo scopo di ribadire il carattere non vincolante. Lelenco delle misure non implicanti luso della forza non tassativo. Misura atipica pu essere dedotta dal genere di risoluzione cui ricorre spesso il CdS che consiste nel dichiarare invalidi certi atti statali interni ( atti adottati da Israele quali lespropriazione di terre etc). Linvalidit per non opera in nessun modo allinterno degli ordinamenti degli stati ma risulta essere un invito per gli stati a disconoscere gli atti e di non applicarli qualora vengano in qualsiasi modo in rilievo innanzi ai loro organi. Anche per le misure atipiche occorrer stabilire caso per caso se il CdS ha inteso farne oggetto di decisioni vincolanti o di raccomandazioni. Come misura atipica considerata anche la creazione di tribunali per i crimini contro la pace e la sicurezza commessi in ruanda e nellex jugoslavia. 59. D). le misure implicanti luso della forza (artt 42 e s.s.). Le peacekeeping operations. Artt 42 e s.s. si occupa dellipotesi che il CdS decida di impiegare la forza contro uno stato colpevole di aggressione o di violazione o minaccia della pace, o di impiegarla allintero di uno stato (ex. Intervenendo in una guerra civile). Il carattere interno di una situazione non di ostacolo allazione del CdS essendo le misure del cap VII sottratte al limite della competenza domestica. Il ricorso a misure violente da parte del CdS concepito come unazione di polizia internazionale. La risoluzione con la quale decide di agire una delibera operativa, attraverso la quale lONU non ordina ma agisce. Lazione consiste nellutilizzazione di contingenti nazionali ma sotto il comando del CdS, al fine di garantire limparzialit e di limitare lintervento alle azioni strettamente indispensabili. Artt 43, 44 e 45 lobbligo per gli stati membri di stipulare con il CdS accordi intesi a stabilire il numero, il grado di preparazione e la dislocazione delle forze armate. I contingenti devono fare capo ad un Comitato di stato maggiore, composto dai capi di stato maggiore dei cinque membri permanenti dellONU e posto sotto lautorit del CdS. Gli artt 43 e s.s. non hanno mai ricevuto applicazione. Nel rapporto presentato dal segretario generale, denominato agenda per la pace, si prevede che gli accordi di cui allart 43 possano essere in futuro conclusi. Il CdS di solito intervenuto in crisi internazionali in due modi: -creando le forze delle nazioni unite (c.d. caschi blu), incaricate di operare per il mantenimento della pace (peace keeping operations) - ha autorizzato luso della forza da parte dei singoli stati, sia singolarmente che nellambito di organizzazioni regionali. Peace keeping operations

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Tra le principali forze con compiti di mantenimento della pace ci sono: ONUC ( congo 1960, per aiutarlo ad uscire dalla guerra civile); UNEF II ( 1973 come forza cuscinetto tra egitto ed Israele); UNFICYP ( 1964 Cipro) ; UNDOF ( 1974 dislocata tra Siria ed Israele); UNIFIL ( 1978 operante nel Libano meridionale); UNOMSIL ( ISerra Leone 1998); UNMIL (Liberia 2003) . A parte il caso del congo, il CdS ha sempre limitato nel tempo il mandato delle forze da esso istituite. La caratteristica principale delle peace keeping operations costituita dalla delega del CdS al segretario generale per il reperimento ed il comando delle forze armate. Le Forze delle Nazioni Unite non sono destinate ad usare la forza. Svolgono funzioni di peace keeping e non peace enforcement. Non usano armi se non per legittima difesa e operano come un cuscinetto allassistenza del governo locale per ristabilire le normali condizioni di vita politica ed istituzionale dopo una guerra civile. E talvolta successo che alcune aventi compiti di peace keeping nel corso di un conflitto siano state trasformate in forze di peace enforcement (ex. Congo, ex jugoslavia, somalia). Congo 1960 = CdS autorizz il segretario generale a fornire al governo congolese lassistenza necessaria a mantenere lordine interno, e successivamente autorizz il ricorso alle armi per impedire la guerra civile. LONUC condusse una vera e propria guerra di liberazione. Jugoslavia 1992 = in relazione agli sviluppi della crisi, con successive risoluzioni, il CdS invit il segretario a dotare le forze di armamenti appropriati alla sua difesa e affid alla forze il compito di proteggere alcune citt. LUNPROFOR non compi vere e proprie azioni belliche ma non pu neanche essere considerata un mero strumento di misure pacifiche. Somalia 1992 = UNOSOM fu costituita con il compito di appoggiare gli sforzi del segretario diretti a facilitare il cessate il fuoco ma successivamente assunse la funzione di estendere, consolidare e mantenere la sicurezza nellintera somalia. Divenne cosi UNOSOM II e con una risoluzione adottata in seguito ad un attacco somalo contro un gruppo di casci blu pakistani, gli venne affidato il compito di prendere ogni misura necessaria contro i responsabili degli attacchi armati. Con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 2000 si sancisce lobbligo dei cashi blu di osservare le norme e i principi di diritto internazionale ed umanitario. Inoltre nellannesso si raccomanda che le forze di peace keeping dovrebbero essere rese operative entro 30 gg o nei casi complessi 90 gg dalla data della risoluzione. Parte della dottrina tenta di riportare le peace keeping operations sotto altre norme della carta estranee al cap VII, soprattutto sotto le norme sulla funzione conciliativa del cap VI, oppure si parla di formazione di regole non scritte. C anche chi ritiene che ricadano a met strada tra cap VI e cap VII. Conclusion La prima assurda, se si considera inoltre che la funzione conciliativa spetta anche allassemblea. La seconda appare essere la pi convincente ed quella sostenuta nellagenda per la pace del segretario Ghali che definisce le forze di peace keeping come uninvenzione delle NU. E importante considerare che le peace keeping operations hanno costi elevatissimi e sarebbero difficile ritenere che sussista un obbligo di contribuzione alle spese per operazioni non riportabili ad una norma precisa della carta.

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60. Le misure non previste dalla carta. Lautorizzazione alluso della forza da parte degli stati membri Limpego delle forze risultato sempre pi impraticabile, e per questo lONU ha preferito autorizzare limpiego diretto di contingenti militari da parte di stati membri. Diverse volte il CdS ha autorizzato, raccomandato o delegato luso della forza ,contro uno stato o allinterno di uno stato. Solo in due casi si trattato di autorizzazioni a condurre vere e proprie guerre per respingere aggressioni esterne:  Corea 1950 = stati membri furono invitati ad aiutare la corea del sud a difendersi dallattacco della corea del nord.  Guerra del Golfo 1991 = stati membri furono autorizzati dal CdS ad aiutare il governo Kuwaitiano a riconquistare il territorio del Kuwait occupato dallIraq. In altri casi gli stati sono stati autorizzati ad usare la forza in crisi interne:  INTERFET 1999= forza multinazionale capeggiata dallaustralia incaricata di ristabilire la sicurezza in timor est. Lazione della forza ebbe successo e dur fino alla sostituzione con UNTAET (amministrazione temporanea in timor est).  Iraq 2003= situazione tragica a causa della non autorizzata guerra condotta dagli USA. Il CdS autorizza con una risoluzione una forza multinazionale (forza gi occupava il territorio) di prendere tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza e stabilit in Iraq, e chiede agli stati membri di prestare assistenza.

Ex. Di autorizzazioni per crisi interne: Jugoslavia 1993 = CdS autorizza gli sttai membri ad impiegare le proprie forze aeree, anche individualmente, e fu istituita lIFOR. Somalia 1992= autorizzazione agli stati a cooperare per eseguire lofferta di un membro ONU (USA) ad usare tutti i mezzi necessari al fine di stabilire un ambiente sicuro per le operazioni di soccorso umanitario Ruanda 1994 = intervento francese Haiti 1994 = intervento USA a capo di una forza multinazionale Misure di minore entit, sempre qualificabili come implicanti luso della forza, sono state poi autorizzate e raccomandate ai singoli stati, contemporaneamente a misure non implicanti luso della forze e /o operazioni di peace keeping. Tra queste, lautorizzazione ad operare blocchi navali, impedire il commercio anche con la forza da parte di navi di qualsiasi nazionalit (deroga al principio di diritto internazionale secondo cui ogni nave sottoposta alla giurisdizione dello stato di bandiera). Rodesia del Sud 1966 = interdizione per la vendita di petrolio rafforzata da gran Bretagna che fu invitata ad impedire con qualsiasi mezzo larrivo in Mozambico di petrolio destinato alla Rodesia. Crisi del golfo 1991= risoluzione con domanda agli stati di impedire che qualsiasi nave proveniente o diretta verso liraq e il Kuwait occupato trasportasse merci in violaizone dellembargo. Si discute in dottrina circa la legittimit delle delega agli stati. Se si interpreta in maniera letterale lart 24 che sancisce che i membri conferiscono al CdS la responsabilit principale in tema di mantenimento della pace, allora, dato il principio delegatus non 45

potest delegare, allora gli stati non possono delegare al CdS con lart 24 e questo ridelegare a loro. Questa interpretazione non sembra condivisibile, in quanto se si interpretasse lart 24 come una delega, allora gli stati potrebbero revocarla in qualsiasi momento. Lart 24 serve solo a ribadire il monopolio del CdS per luso della forza. La carta non consente la delega alluso della forza, ma con la constatata inefficienza del sistema di sicurezza collettivo, si fatta strada la prassi della delega agli stati. Il CdS tende ad assumere sempre pi funzioni direttive che funzioni operative. La delega agli stati deve essere formulata in maniera espressa, ed quindi da escludere che si possa interpretare una risoluzione come una delega implicita. Iraq= la risoluzione che aveva autorizzato gli ispettori ad investigare circa le armi di distruzione di massa, aveva minacciato il governo per le continue violazioni degli obblighi delle NU. Gli stati della coalizione si giustificarono sostenendo che fosse unautorizzazione implicita. Dalla prassi emerge che i controllo sulle operazioni condotte dagli stati resta in mano al CdS, che costantemente informato. Se il controllo del CdS necessario, allora lillegittimit della guerra non pu essere rimossa con la ratifica successiva.  Kosovo 1999= non autorizzata guerra condotta dalla NATO. Il CdS costitui lUNMIK, amministrazione provvisoria, incaricando la NATO della sicurezza esterna del paese. La risoluzione non conteneva alcuna sanatoria della illegittima guerra, n la sanatoria pu ritenersi implicita. Le forze degli stati membri autorizzati sono tenuti al rispetto del diritto internazionale , in particolare del diritto umanitario. Lassemblea ha istituito un registro di armi convenzionali i cui vengono registrati i dati, forniti dagli stessi stati, riguardanti le importazioni ed esportazioni di armi, nonch degli stocks nazionali, per garantire il controllo sulla produzione e vendita di armi. 

60 bis. Atti di governo di territori Talvolta in CdS, dichiarando di agire in base al cap VII, ha organizzato il governo di territori, per assicurare il mantenimento della pace di territori oggetto di rivendicazioni di sovranit o nei quali vi stata una guerra civile.  Territorio liberi di trieste 1947 = istituito tra italia e potenze alleate, concepito come un piccolo stato governato da un governatore nominato dal CdS. Non fu mai costituito e il territorio venne diviso tra italia e jugoslavia.  UNMIK 1999= amministrazione provvisoria in Kosovo, capeggiata da un rappresentante speciale del segretario generale, che assistito dallOSCE per la democratizzazione del territorio, dallUE in materia di sviluppo economico, dalla NATO per la difesa esterna.  UNTAET 1999= per provvedere al mantenimento della sicurezza nel timor est, per sostenere los forzo verso lautogoverno e per dare assistenza umanitaria alla popolazione sottoposta a massacri da parte della guerriglia sostenuta dallindonesia. Dur fino al 2002 quando il territorio divenne indipendente e divenne membro ONU con il nome Timor-Leste  IRAQ 2003= caso anomalo di assistenza post bellica per sostenere la formazione di un amministrazione provvisoria affidata agli iracheni, finch un governo rappresentativo non fosse stabilito dal popolo iracheno. E anomalo perch perch

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tale amministrazione non stata creata ma riconosciuta dal CdS e fa capo a forze dipendenti dagli stati e non dal CdS. UNTAC 1992= governo provvisorio in cambogia, per assistere lamministrazione civile nel promuovere libere elezioni. In questo caso il CdS non fece alcun riferimento al cap VII ma in sostanza uguale a UNMIK e UNTAET.

Listituzione di tribunali internazionali per la punizione di crimini commessi da individui pu essere considerata come misura relativa al governo dei territori. Tribunale per i crimini commessi in ex jugoslavia 1993 = si occupa di violazioni del diritto internazionale umanitario commesse in jugoslavia dopo il 1992. Tribunale per crimini commessi in Ruanda 1994 = violazioni di diritto internazionale umanitario, e crimini di genocidio commessi nel 1994. I due tribunali non risiedono nei territori dei quali si occupano ( TJ allAja e TR ad arusha) ma possono essere considerati come misure di governo relative a detti territori. Importante ruolo del CdS nella creazione della corte soeciale per la Sierra Leone, dove vengono sottoposti a giudizio gli individui accusati di crimini di guerra, crimini contro lumanit e violazioni del diritto umanitario commessi a partire dal 2006. Le misure di governo di territori non trovano fondamento espresso nella carta. In dottrina vi sono stati tentativi di riportarle a misure coercitive degli artt 41 e 42. Altri sostengono che le misure che non rientrano in un articolo specifico possono trovare fondamento nellart 24, che avvallerebbe qualsiasi misura necessaria per il mantenimento della pace. Detta tesi sarebbe in contrasto con il par. 2 dove sono elencati gli specifici poteri attribuiti al CdS. Si pu sostenere che la prassi abbia dato vita ad una norma consuetudinaria, e la mancata opposizione alla partecipazione alle risoluzione del CdS in materia di governo di territori testimonia a favore di questa tesi. Anche gli atti di governo di territori devono conformarsi al diritto internazionale e al principio di autodeterminazione dei popoli.

IL MANTENIMENTO DELLA PACE : LE FUNZIONI DELLASSEMBLEA GENERALE 61. Discussioni e raccomandazioni su questioni generali Art 11 competenza dellassemblea a discutere questioni relative al mantenimento della pace e a fare raccomandazioni al CdS e agli stati membri. Assemblea pu emettere solo raccomandazioni, prive di forza vincolante. 62. la funzione conciliativa Lassemblea dispone di una funzione consultiva con un campo di applicazione pi ampio rispetto a quello del CdS coprendo, ai sensi dellart 14 , qualsiasi questione che tocchi il benessere generale e le relazioni amichevoli tra nazioni. Lassemblea pu raccomandare misure di regolamento pacifico di qualsiasi situazione che ritenga suscettibile di mettere in pericolo la pace. 47

Artt 12 e s.s. del reg.to int. Dellassemblea la proposta di inserire una questione nellordine del giorno pu essere avanzata dagli organi principali dellONU, da ogni stato membro oppure da uno stato non membro ma solo se parte della questione. Art 14 consente di far rientrare nella funzione conciliativa tutti gli strumenti, purch non vincolanti, per portare allaccordo tra le parti coinvolte in una controversia o crisi internazionale. 63. Il problema della competenza dellassemblea in tema di azione. A). le soluzioni date dalla carta. Competenza dellassemblea ad intraprendere azioni a tutela della pace stata oggetto di dispute dottrinali. Negli anni 60 si manifest una tendenza a sostituirsi al CdS a causa della paralisi del CdS per lesercizio di veto. Art 11 riconosciuta la competenza dellassemblea a discutere e fare raccomandazioni su questioni relative al mantenimento della pace, aggiunge che qualsiasi questione del genere per cui si renda necessaria unazione deve essere deferita al CdS. Riconosciamo lincompetenza piena dellassemblea a ricorrere a misure che implichino luso della forza e quindi illegittimit delle risoluzioni prese dallassemblea durante la crisi di suez, che furono alla base della prima forza di emergenza delle NU (UNEF I). Contro la legittimit di tale risoluzione si pronunciarono i paesi socialisti. Uninterpretazione obiettiva della carta porti a sostenere lincompetenza, a meno che le risoluzioni non si limitino a ribadire sanzioni gi decise dal CdS. Qualsiasi forma di comportamento in amichevole di un paese verso laltro, sebbene lecito per il diritto internazionale, acquista carattere sanzionatorio se decretato da un organo internazionale e deve quindi essere sorretto dalla competenza dellorgano decretante.

Per le misure provvisorie ex art 40, si pu forse riconoscere la competenza dellassemblea, in quanto queste misure non hanno carattere sanzionatorio e finiscono con il confondersi con le misure di regolamento pacifico delle situazioni, che rientrano nella funzione conciliativa dellassemblea. Cessate il fuoco in afghanistan, cessate il fuoco tra iran ed iraq

64. B) la pretesa formazione di norme consuetudinarie in materia Parte della dottrina ritiene che si siano formate norme consuetudinarie in materia. In particolare come prova viene riportata la risoluzione dellassemblea Uniting fior peace, dove si dichiara che in caso di inerzia del CdS di fronte ad una rottura della pace, sarebbe spettato allassemblea decretare ogni misura appropriata, inclusa la costituzione di forze armate delle NU. Ritengono quindi che la competenza dellassemblea si sarebbe 48

consolidata per consuetudine attraverso manifestazioni nella prassi (suez). Possono per essere avanzati dei dubbi, dovuti allopposizione degli stati socialisti (si manifest in particolare durante la guerra fredda con lembargo decretato contro la corea del nord e la cina popolare) e a causa del rovesciamento di posizione di quegli stati che inizialmente si erano dichiarati a favore della competenza. USA espresse riserve in occasione della risoluzione raccomandante sanzioni contro il Portogallo per la sua politica colonialista, riserve fondate sullincompetenza dellassemblea a decretare sanzioni. Caso del west iran operazione di peace keeping condotta dallassemblea che organizz unamministrazione temporanea nel 1963 in questa ex colonia olandese. Secondo noi si tratta piuttosto di un intervento dellassemblea nel quadro della decolonizzazione.

65 77 (skip) IL MANTENIMENTO DELLA PACE : LE FUNZIONI DEL SEGRETARIO GENERALE 65. le funzioni delegate e le funzioni esecutive. Art 98 il segretario esercita quelle funzioni che gli sono affidate dallassemblea e dal CdS. E ovvio che sono trasferibili solo quelle funzioni di cui lorgano sia titolare. Le funzioni del segretario possono essere esercitate dai suou rappresentanti o essere a questi sub delegate. Si tratta in ogni caso di una rapporto gerarchico. Il segretario pu essere investito ad esempio di : poteri di inchiesta, conciliazione, mediazione, di costituzione delle forze militari su mandato del CdS nellambito delle operazioni di peace keeping, conclusione di accordi con sati in cui le forze hanno operato, decisione circa limpiego delle forze etc. -Caso di delega nella risoluzione che autorizza il segretario ad appoggiare il processo di riconciliazione in liberia. La delega pu sempre essere revocata dallorgano delegante. Nel caso di mutamento radicale delle circostanze tale da rendere impossibile qualsiasi decisione alla luce delle direttive ricevute fa venire meno la delega. Questa stata la tesi sostenuta dallURSS quando chiese le dimissioni del segretario generale nel 1960. durante la crisi del congo, il caos allinterno del paese rese problematico lespletamento del compito affidato al segretario dal CdS, che consisteva nellassistere il governo congolese nel mantenimento dellordine. Lallora segretario chiese istruzioni ma sia il CdS che lassmeblea erano paralizzati per i contrasti tra stati membri. Venne quindi criticato per le sue iniziative autonome. La tesi giusta ma non applicabile al caso del congo. Dalle funzioni delegate sono da tenere distinte le funzioni esecutive. Art 97 il segretario il pi alto funzionario amministrativo e le sue finzioni comprendono ogni genere di attivit necessaria per mandare ad effetto le risoluzioni di CdS ed assemblea. Le risoluzioni spesso chiedono al segretario di informare lorgano deliberante circa lavvenuta esecuzione della raccomandazione.

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66. le iniziative autonome ai fini della riconciliazione Spesso il segretario, senza esserne investito, ha svolto funzioni di conciliazione, offrendo la sua attivit mediatrice agli stati coinvolti in una crisi internazionale. La carta non prevede espressamente simili iniziative ed da respingere che rientrino implicitamente nella facolt di richiamare lattenzione del CdS su questioni suscettibili di minacciare la pace. -Incompetenza sottolineata durante la crisi in kossovo, quando il segretario di stato USA chiese al segretario di limitarsi a coordinare gli aiuti umanitari senza intraprendere azioni politiche. Il discorso diverso quando si tratta di crisi interne ad uno stato. Infatti le iniziative autonome in questo caso non hanno mai incontrato obiezioni. -Mozambico 1992 = il CdS accoglie con un risoluzione laccordo conluso tra il governo della Guinea bissau e una Giunta militare con la mediazione del segretario generale. E da escludere infine che il segretario possa procedere ad inchiesta formali ex art 34. -1970, il segretario procedette ad un inchiesta per accertare la volont degli abitanti delle isole Bahrein circa lacquisto dellindipendenza. I risultati vennero comunicati al CdS ma URSS e Francia protestarono per lautonomia delliniziativa del segretario. Latteggiamento dei due paesi da approvare.

IL MANTENIMENTO DELLA PACE E LE ORGANIZZAZIONI INTERNAIZONALI 67. le azioni regionali autorizzate da consiglio Art 52 riconosce le organizzazioni regionali e sottolinea il loro compito di dirimere le questioni di carattere locale tra i paesi che ne fanno parte. Art 53 si occupa di organizzazione regionali che perseguono scopi di difesa e di mutua assistenza tra i membri. Prevede che il CdS utilizzi gli accordi o le organizzazioni per azioni coercitive sotto la sua direzione. La norma va coordinata con lart 51 che ammette la legittima difesa collettiva. QUADRI necessitando di autorizzazione del CdS appaiono come organi decentrati delle NU. -Cuba 1962 = blocco navale di USA per impedire nellisola linstallazione di rampe di missili provenienti dallURSS. Azione non poteva giustificarsi come azione di legittima difesa ex art 51 ma non era neanche inquadrabile sotto lart 53 in quanto lOSA non era autorizzato. ECOWAS 1990 = intervento in liberia non autorizzato ma solo successivamente il CdS dichiar di apprezzare gli sforzi per ristabilire lordine nel paese. Esempio bombardamenti aerei NATO contro la repubblica jugoslava nel 1999 durante la crisi in kosovo, devono considerarsi come una violazione della carta.. In varie risoluzioni in CdS si rivolto agli stati membri singolarmente considerati e al contempo come membri di organizzazioni regionali.

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-Esempio di risoluzione direttamente indirizzata ad unorganizzazione fu quella del 1982 che autorizza la costituzione di una forza panafricana da parte dellOUA per il mantenimento della pace in Ciad. 68. le organizzazioni regionali esistenti NATO, Organizzazione del patto nord Atlantico Costituita nel 1949 per vincolare gli stati occidentali alla comune difesa. Lart 5 prevede che in caso di attacco contro uno dei membri gli altri sono impegnati ad assisterlo e a prendere le misure che ciascuno di essi consideri necessarie per ristabilire la pace. In tempo di pace, persegue lo scopo di sviluppare la collaborazione militare tra paesi membri. Gli organi principale sono : il consiglio (ministri degli esteri, capi di stato e di governo), Comitato di difesa ( capi di stato maggiore). In base alla nuova concezione strategica dellalleanza la NATO ha deciso di partecipare anche ad azioni militari per il mantenimento della pace.

UEO, Unione europea occidentale Istituita nel 1948 con il trattato di Bruxelles, si pone lobiettivo di sviluppare la cooperazione economica, sociale e culturale tra i membri e di assicurare la reciproca assistenza in caso di aggressione. Lorgano principale il consiglio. Pu essere considerata come lalleanza difensiva europea.

OSA, Organizzazione degli stati americani Riunisce USA e stati dellamerica latina, prese vita nel 1948. gli scopi sono la cooperazione in campo economico, giuridico, sociale, il rafforzamento della pace e della sicurezza del continente americano, la soluzione pacifica delle controversie, ed un sistema di sicurezza collettivo. Gli organi sono molti: Assemblea generale (rappresentanti di tutti gli stati), lorgano di consultazione ( Ministri degli esteri), consiglio permanente ( un rappresentante di ciascuno stato). Lega degli stati Arabi Creata nel 1945 non ha solo fini di alleanza militare ma anche di sviluppo e collaborazione in vari settori. Lorgano principale il consiglio (composto dai rappresentanti di tutti i membri). Il trattato istitutivo prevede che in caso di aggressione il consiglio debba decidere allunanimit le misure da prendere. OUA, Organizzazione per lunit africana Creata nel 1963, ha come scopo quello di promuovere lunit e la solidariet degli stati africani. Non contiene alcuna norma sulla mutua difesa, limitandosi ad indicare i fini di difendere la sovranit e indipendenza dei territori. Gli organi sono : Assemblea dei capi di stato e di governo, il consiglio dei ministri, il segretario generale, la commissione di mediazione, conciliazione ed arbitrato. CIS, Comunit di stati indipendenti Creata nel 1991 tra le repubbliche facenti parte della dissolta URSS. Gli organi sono : il consiglio 51

dei capi di stato, il consiglio dei capi di governo, il consiglio dei ministri degli esteri, il consiglio dei ministri della difesa, il consiglio dei comandanti militari. I fini sono il rafforzamento delle relazioni di amicizia e cooperazione tra stati membri. ECOWAS, comunit economica degli stati dellafrica occidentale Ha come scopo fondamentale la cooperazione economica. Ha dato vita ad una forza militare ECOMOG che opera come forza di peace keeping nella regione. OECS; organizzazione degli stati dei carabi orientali Cretata nel 1981, ha tra gli scopi quello di mutua difesa OSCE, organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in europa Una delle pi estese organizzazioni. Gli scopi non sono definiti nel trattato istitutivo ma definiti da varie dichiarazioni di capi di stato e di governo. Nella carta sulla sicurezza in europa si dichiara di promuovere lo sviluppo nelle operazioni di peace keeping.

LA COOPERAZIONE ECONOMICA E LAZIONE PER LO SVILUPPO 69. decolonizzazione politica e decolonizzazione economica. La cooperazione allo sviluppo sostenibile.

Tra i fini dellONU vi quello di promuovere la collaborazione internazionale in campo economico e sociale, nellintento di ridurre le disuguaglianze esistenti tra stati. Si tratta della stessa spinta che fu alla base del processo di decolonizzazione politica. Ma quando si tratta di decolonizzazione economica la questione pi difficile in quanto vi una contrapposizione tra interessi dei paesi ricchi e interessi dei paesi poveri. In questa situazione non si pu non considerare laspetto negativo costituito dalla mancanza di poteri effettivi dellorganizzazione nei confronti degli stati membri.

70. gli organi preposti alla cooperazione economica Art 60 gli organi preposti alla cooperazione economica sono lassmeblea e il consiglio economico e sociale. Questi fanno capo a tutto un insieme di altri organi sussidiari e si coordinano, nella loro azione con questi. 71. le funzioni di tipo normativo Lazione dellONU per la cooperazione economica consiste soprattutto nella predisposizione di una serie di regole che lorganizzazione ritiene debbano disciplinare i rapporti fra stati in questo settore, contenute nelle dichiarazioni di principi dellassemblea e nella raccomandazioni rivolte agli stati da assemblea e consiglio economico e sociale. Trattasi per di regole non obbligatorie. E da escludere che nel settore si siano formate regole non scritte a causa dellatteggiamento frenante dei paesi industrializzati. Questi principi sebbene non vincolati traggono la loro utilit e valore dalla 52

forza che deriva dai grandi ideali che perseguono. Le regole generali della cooperazione economica sono contenute in alcune storiche risoluzioni dellassemblea: Dichiarazione,programma dadozione per linstaurazione di un nuovo ordine economico internazionale, la carta dei diritti e dei doveri economici, che delineano una propria filosofia relativa alla crescita dei LDC. Lidea che debba svilupparsi una mobilitazione globale della comunit di stati, nellambito della quale i LDC possano far valere il potere di negoziazione derivante dalla sovranit piena ed intangibile delle proprie risorse. Le norme della Dichiarazione, della Carta e del Programma , contengono si ispirano a questa filosofia e dettano principi fondamentali : il diritto di uno stato di adottare il sistema economico che ritiene pi adeguato, il diritto allo sfruttamento dei fondi marini, contrattazione libera da ogni condizionamento politico, un giusto ed equo rapporto tra prezzi di prodotti esportati ed importati dai LDC, la concessione di trattamenti preferenziali anzich reciproci. Tutte queste regole sono volte ad accelerare il tasso di crescita del loro commercio per il raggiungimento della Giustizia sociale internazionale. Le regole contenute nei tre atti costituiscono un punto di riferimento importante per gli organi delle NU. Pur riaffermando tali principi, in tempi pi recenti lassemblea si concentrata maggiormente sullimpatto della globalizzazione sui LDC. Norme in materia sono contenute nella Dichiarazione per il millennio del 2000 e nella dichiarazione di Johannesburg del 2002. Complementari a queste regole, lassemblea ha dettato programmi decennali a partire dagli anni 60, che indicano gli obiettivi da raggiungere nellambito della cooperazione per lo sviluppo. Un ruolo importante anche svolto dallUNCTAD (conferenza delle NU sul commercio e lo sviluppo), che si riuni per la prima volta nel 1964, e fu assunto come organo sussidiario permanente dellONU. UNCTAD ha per scopo quello di promuovere il commercio internazionale nel quadro della politica di sviluppo di LDC, fissando le regole e disciplinando materie correlate, come finanziamenti, investimenti, facilitando negoziazione di accordi multilaterali. Ad essa si devono la predisposizione del GATT, fondato sulla clausola della nazione pi favorita e della reciprocit , la conclusione di accordi su taluni prodotti di base ( accordi sul cacao del 1980), e lattivit per la messa a punto dei problemi dello sviluppo. Purtroppo nonostante la massa di studi e progetti di convenzione, il divario tra ricchi e coloro che vivono al di sotto di uno standard decente anbocra enorme. 72. le funzioni operative Nel quadro della cooperazione per lo sviluppo, si sono andate moltiplicando le intese volte alla deliberazione ed esecuzione di programmi di assistenza tecnica ed altri tipi di aiuto ai LDC. In proposito sono stati creati organi ed uffici appositi: UNICEF (fondo delle nazioni unite per linfanzia) 1946; UNHCR (alto commissariato per i rifugiati) 1950; UNV (programma per lambiente) 1971; UNEP (fondo per le attivit in materia di popolazione) 1972; UNFPA ( fondo per le risorse naturali ) 1972; UNPD (fondo delle nazioni unite per lo sviluppo) 1965. E un organo sussidiario dellassemblea generale, nato dalla fusione di altri due programmi. Le sue competenze sono soprattutto di assistenza ai LDC. Il suo compito quello di approvare programmi nazionali di sviluppo presentati da singoli stati, di stanziare fondi e di sovrintendere allesecuzione dei progetti. Da punto di vista della struttura si pu parlare di organizzazione nellorganizzazione, in quanto gode di una certa autonomia ed composta da un consiglio damministrazione con funzioni deliberative, un comitato, con funzioni consultive, e da un amministratore con funzioni esecutive.- formalmente esso per dipende dallassemblea. Nel 1997 il segretario generale ha creato lUNDG ( gruppo per lo sviluppo) al fine di rendere pi efficace lazione per lo sviluppo. LUNDG raggruppa gli organi di questo settore, che sono 53

coordinati tra loro dallamministratore. Il problema pratico sollevato dalle attivit operative quello del reperimento dei fondi. Tale reperimento non configurabile come spesa dellorganizzazione e non quindi ripartibile obbligatoriamente tra gli stati. Ciascun programma ha la propria autonoma fonte di finanziamento. Lunica eccezione consiste nel programma ordinario di assistenza, le cui spese sono state iscritte nel bilancio ordinario dellONU, suscitando molte polemiche. Liscrizione nel bilancio di somme modeste riposa sulla tolleranza degli stati. Alla moltiplicazione di organi ONU non ha corrisposto per mancanza di fondi uneffettiva azione 73. I rapporti con gli istituiti specializzati Le organizzazione internazionali dellONU sono denominati istituti specializzato delle NU, e sono ad essa coordinate e controllate. Sono per organizzazione autonome sorte da trattati doversi dalla Carta. Esse emanano e predispongono atti di tipo normativo, soprattutto raccomandazioni e progetti di convenzione multilaterali oppure svolgono attivit operative nel campo dellassistenza e degli istituti internazionali. La loro struttura consiste di un organo assembleare, un consiglio ed un segretariato. Gli istituti pi importanti sono : FAO 1905; ILO; UNESCO; ICAO; WHO;ITU;UPU;IMF;IAEA (particolare perch non ha la qualifica di istituto specializzato delle NU, in quanto ha legami con CdS e assemblea mentre gli istituti specializzati con lassemblea e il consiglio economico e sociale. Ha per un accordo di collegamento con le NU). Il collegamento con gli istituti specializzati deriva da un accordo stipulato con lONU, che prevede los cambio di rappresentanti, osservatori, documenti. Laccordo id collegamento li sottopone al coordinamento e controllo dellONU. Art 58 abilita assemblea e consiglio economico e sociale ad emanare raccomandazioni per coordinare i programmi e le attivit degli istituti specializzati. Art 64 facolt del consiglio di chiedere dei rapporti regolari Art 17 assemblea esamina i bilanci degli istituti specializzati

I rapporti tra ONU e istituti sono divenuti pi intensi dopo la creazione dellUNPD. LUNPD a partire dagli anni 60 ha concluso convenzioni con gli istituti per la collaborazione operativa. I rapporti tra ONU e istituti avvengono su base paritaria mentre gli enti (ex. UNICEF) sono organi sussidiari dellassemblea e i rapporti sono di dipendenza. La differenza va tuttavia attenuandosi. Gli accordi di collegamento ONU - Istituti e UNPD-istituti compongono un insieme di norme che si inseriscono tra le norme che disciplinano le funzioni dei rispettivi organi.. una violazione non potr essere considerata come uninadempienza contrattuale ma avr rilievo come causa di illegittimit delle risoluzioni di uno degli organi.

LA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI 74. aspetti generali dellazione dellorganizzazione

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Altro fine dellONU quello di promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti delluomo e delle libert fondamentali (art 1 ). La competenza nella materia spetta allassemblea generale e al consiglio economico e sociale. Entrambi hanno creato una serie di organi sussidiari, quale la commissione dei diritti umani. La competenza si esaurisce nellemanazione di atti di tipo normativo ma non vincolanti quali raccomandazioni, dichiarazioni di principio, progetti di convenzione multilaterali vi sono organi che svolgono funzioni di tipo operativo come lUNHCR (alto commissariato per i rifugiati, 1950). Anche la promozione della democrazia considerata come un aspetto della tutela dei diritti umani. 75. lazione nei confronti di singoli paesi Nessun limite sussiste per quanto riguarda lazione dellONU nei confronti dei singoli paesi. E ovvio che lazione dei paesi maggiormente attirata dai gross violations che un determinato paese compie, intese come pratiche disumane (apartheid, tortura etc). Una risoluzione del 1970 del consiglio economicoe sociale autorizza la sottocommissione per la prevenzione delle discriminazioni a procedere ad un esame delle comunicazioni che pervengono al segretario ONU, al fine di rilevare gross violations. La sottocommissione riferisce alla commissione dei diritti umani, che pu procedere con la nomina di un comitato dinchiesta ad hoc, e a sua volta fare al consiglio economico e sociale. La procedura pu fermarsi alla commissione o al consiglio, o pu sfociare in risoluzioni dellassemblea. Questa procedura stata utilizzata : per denunciare le violazioni in sud africa, nei territori arabi occupati da Israele, in Cambogia, in congo, in sierra leone. Lassemblea pu anche procedere a prescindere dalle iniziative della commissione, non solo per trattamenti disumani ma per qualsiasi pratica che neghi il godimento dei diritti civili , economici , culturali (ex. Campi di concentramento, repressione armata). Lalto commissariato per i diritti umani ha contribuito a migliorare la situazione in ruanda dopo in genocidio e nella provincia del darfur dopo lo sterminio di massa. Azioni di monitoraggio sono svolte anche dai comitati istituiti da alcune convenzioni : comitato sulleliminazione della discriminazione razziale, quelle per la discriminazione della donna , quella del fanciullo. Questi comitati ricevono rapporti dagli stati e presentano rapporti allassemblea, con proposte circa le raccomandazioni da fare ai singoli stati. 76. le risoluzioni di carattere generale Le dichiarazioni di principio, quale la dichiarazione universale dei diritti delluomo, la dichiarazione sui diritti del fanciullo, sulla discriminazione razziale, sono risoluzioni che non si indirizzano ai singoli paesi ma alla generalit degli stati. Trattasi di atti che non hanno natura vincolante ma hanno grande forza morale. Ricordiamo poi i progetti di convenzione multilaterale, quali il patto sui diritti civili e politici, aperto alla ratifica degli stati. 77. il patto sui diritti umani e il comitato dei diritti delluomo. I patti sui diritti civili e politici e sui diritti economici e sociali del 1966, pur essendo autonomi, sono strettamente collegati al sistema ONU, soprattutto per quanto riguarda i meccanismi internazionali di garanzia della loro osservanza. I sue patti sono stati ratificati da un grande numero di paesi (litalia nel 1978 con alcune riserve). I diritti che gli stati sono obbligati a riconoscere , senza distinzione di razza, sesso e religione, sono assai estesi (anche diritto al lavoro, ad unequa retribuzione, alle assicurazioni. I meccanismi internazionali di controllo si sono molto affievoliti. Il patto sui diritti civili e politici ha dato vita ad un comitato per i diritti delluomo, che pu prendere in esame reclami presentati contro uno stato, se lo stato accusato ha accettato la 55

competenza del comitato. La competenza del comitato consiste anche nel ricevere rapporti dagli stati circa lapplicazione dei patti. Il patto sui diritti economici, sociali, culturali prevede che gli stati inviino rapporti sulle misure prese per assicurarne il rispetto ma non istituisce organi ad hoc. I rapporti sono inviati al consiglio economico e sociale e il consiglio pu a sua volta trasmetterli alla commissione dei diritti umani perch formuli raccomandazioni. Il consiglio ha creato il comitati dei diritti economici, sociali, culturali per assisterlo.

78. LA DECOLONIZZAZIONE E LAUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI Art 73 dedicato ai territori non autonomi pu considerarsi abrogato. Larticolo da un lato obbligava le potenze coloniali a trasmettere rapporti al segretario generale, dallaltro precisava che tale rapporto aveva solo uno scopo informativo. Le dispute circa la possibilit di discussione dei rapporti dallassemblea, in quanto inviato puramente a titolo informativo, hanno portato alla creazione di un comitato per lesame dei dati. La prassi delle NU ha dato vita ad una norma che impegna gli stati a non impedire lindipendenza di un territorio coloniale. Si pu rilevare laffermazione per consuetudine del potere dellassemblea di occuparsi delle misure da prendere nei singoli territori non autonomi per assicurane lindipendenza. La competenza dellassemblea in materia coloniale incontra per dei limiti. Innanzitutto il limite derivante dal principio di autodeterminazione dei popoli, che impone allassemblea di decidere circa la sorte di un territorio non autonomo in base alle aspirazione della popolazione locale. Secondo il parere della corte espresso sul sahara occidentale lassemblea pu in circostanze eccezionali decidere senza consultare la popolazione locale. Vi poi il principio dellintegrit territoriale, che impone di tenere conto dei legami storici geografici tra un territorio da decolonizzare ed uno stato contiguo. Questa una regola che in grado di derogare al principio di autodeterminazione quando la popolazione locale non in gran parte indigena ma importata dalla madrepatria (ex. Isole di malvinas sottoposte a dominazione inglese). La prassi depone nel senso che lassemblea possa pretendere che gli stati concordino tra loro una soluzione orientata verso la decolonizzazione. Ex. Irian occidentale =sottoposto a dominazione inglese, lassemblea decise che fosse amministrato dalle NU (UNTEA) fino al suo riferimento allindonesia in conformit al principio di integrit territoriale. LUNTEA va inquadrata nelle norme sulla decolonizzazione e non nellambito di operazioni di peacekeeping. 79. Lautodeterminazione dei popoli Il principio di autodeterminazione dei popoli divenuto ormai un principio generale id diritto consuetudinario. La maggior parte dei paesi tende a considerare lautodeterminazione come sinonimo di democrazia, nel senso di legittimazione democratica dei governi. Il principio di autodeterminazione si impone solo agli stati sottoposti a dominazione straniera (autodeterminazione esterna) e quindi ai territori coloniale o a quelli occupati con la forza (ex. Israele). Il principio impone al governo che 56

controlla un territorio non suo di consentirne lindipendenza, leventuale associazione o integrazione con un altro stato, la scelta insomma del suo status internazionale. Lassemblea pu intervenire affinch tali risultati siano raggiunti, con decisioni vincolanti. Questo il significato che il principio di autodeterminazione venuto ad assumere ma difficile dire che significato si intendesse attribuirgli in origine. Probabilmente era intesa non come obbligo di un governante occupante di lasciare che il territorio decidesse circa il proprio destino, ma semplicemente come obbligo gravante sugli stati di non interferire nelle libere scelte operate nellambito di stati stranieri.

La difficolt si ha quando si tratta di territori occupati, ma con lappoggio del governo locale. Sia che si tratti di governi fantoccio, che di governi instauratesi prima dellinvasione e labbia legittimata con una richiesta di aiuto. E da ritenersi cheil principio di autodeterminazione si applichi ad entrambi i casi, imponendo di far cessare loccupazione straniera. Afghanistan = occupazione sovietica 1980- 1989, con una risoluzione viene condannata, affermando il diritti del popolo afgano di decidere circa la propria forma di governo e di scegliere il proprio sistema economico, politico e sociale senza interventi esterni. Cambogia= occupazione da parte del Vietnam 1979-1990. Iraq = governo provvisorio nel 2004 controllato dalle forze occupanti. In base al principio di autodeterminazione con una risoluzione si chiede con una risoluzione al governo provvisorio di porre al pi presto fine alloccupazione.

80 85 (skip) 80. le amministrazioni fiduciarie Istituto fu introdotto in continuit con listituto dei mandati in vigore allepoca della SdN. -Sotto mandato furono posti : i possedimenti africani e le isole del pacifico tolti allimpero tedesco dopo WW1; i territori medio orientali appartenenti allimpero ottomano. Come potenze mandatarie vennero scelti diversi paesi : Inghilterra (iraq, Palestina); Francia (siria, libano); Belgio (ruanda); Australia (nuova guinea); etc. Lattribuzione a titolo di mandato e non come ingrandimento territoriale comportava lobbligo di governare nellinteresse delle popolazioni locali. Tutti i territori amministrati fiduciariamente hanno raggiunto lindipendenza. Pertanto il consiglio damministrazione fiduciaria non ha pi lavoro. 81. la questione della Namibia Nel 1990 ha raggiunto lindipendenza, affidato al sud africa a titolo di mandato dopo WW1. il sud africa si rifiutava di concedere lindipendenza. -La tesi era che dopo lestinzione della SdN, lamministrazione del territorio era del tutto libera da controlli internazionali. Tesi era contrastata dallassemblea e dalla corte, che sostenevano in un parere del 1950 che fosse naturale che dopo lestinzione della SdN un ente internazionale con struttura e funzioni simili assumesse il controllo sulla potenza mandataria. Il parere forni allassemblea gli argomenti per emanare tutta una serie di risoluzioni intese a premere sul sud africa 57

affinch la namibia non restasse estranea al processo di decolonizzazione. Si diede vita ad un organo di governo del territorio, il consiglio delle NU per la namibia, che confisc tutte le risorse del paese e stabili una serie di misure contro il sud africa. Allassemblea si affianc il CdS, che si limit per a raccomandare misure. Venne approvato con una risoluzione un piano del segretario per assicurare lindipendenza attraverso lo svolgimento di libere elezioni sotto il controllo dellONU. Il sud africa boicott a lungo ma dopo vari negoziati, la namibia acquist lindipendenza. Il problema discusso in dottrina riguardava la giuridicit di tutto questo (potere dellassemblea di far cessare il mandato e valore del consiglio per la namibia e degli atti da esso emanati). Il primo problema viene esaminato in un parere consultivo della corte. Viene ripreso il parere del 1950 e sostenuta la successione dellONU alla SdN, e quindi il potere dellassemblea di decidere circa lindipendenza dei territori ancora sottoposti a dominio coloniale. Il secondo problema, da ritenere che la creazione e gli atti siano da inquadrare tra le misure di carattere sanzionatorio. Mancando il Consiglio delleffettivit, gli atti erano da considerare come un invito rivolto agli stati a disconoscere gli atti di governo emanati dal sud africa nel territorio namibiano.

LA REGISTRAZIONE DEI TRATTATI 82. gli effetti della registrazione Art 102 ogni trattato e accordo stipulato da un membro ONU deve essere registrato presso il segretariato e pubblicato a cura di questultimo. Un trattato non registrato non potr essere invocato davanti ad un organo ONU, questo per abolire la diplomazia segreta. Tuttavia lart 102 si discosta dal vecchio art 18, il quale dichiarava che i trattati non registrati non fossero vincolanti. -La registrazione di un trattato con governi non riconosciuti (ex. Repubblica democratica coreana, repubblica popolare cinese) non implica alcun giudizio sullo status di una delle parti o consimili. Gli atti registrati vengono poi pubblicati nella raccolta United Nations Treaty Series. 83. gli effetti della mancata registrazione Problema interpretativo dellart 102. La difficolt non ha trovato soluzione nel regolamento di attuazione dellart 102, adottato dallassemblea con una risoluzione del 1946. Lassemblea non riusci a trovare alcuna intesa circa il modo di definire meglio e di delimitare gli accordi soggetti a registrazione. Si limit ad affermare che lart 102 non si riferisse solo a trattati di natura politica ma avesse riguardo anche a quelli di carattere finanziario, commerciale e tecnico. Art 12 reg.to attuazione art 102 riguarda la pubblicazione, e stabilisce che al fine di ovviare ai gravi ritardi nella pubblicazione, il segretario h ala facolt di non pubblicare in intenso gli accordi bilaterali appartenenti a certa categorie meno importanti (assistenza, cooperazione, organizzazione di riunioni, seminari, conferenze etc), salvo il diritto degli stati di chiederne una copia.

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Il segretario pu chiedersi se un atto costituisca un accordo ai sensi dellart 102 e pu non procedere alla registrazione. Il rifiuto per non di per s decisivo e pu essere illegittimo. -Il segretario, conformandosi generalmente alle richieste delle parti, ha registrato anche impegni unilaterali, accordi esauriti prima della registrazione. Tra le categorie di accordi di cui il segretario ha escluso la registrabilit figurano gli accordi tra stati e certi organismi internazionali come il comitato per la medicina e farmacia militare, listituto internazionale dei brevetti etc. Qualche volta la registrazione stato prima negata poi effettuata ( accordo relativo alloro della banca di albania inteso tra albania ed italia). Un atto non registrato sar ugualmente invocabile davanti agli organi ONU qualora le parti si siano comportate in buona fede per quanto riguarda la registrazione. La buona fede sussiste quando la registrazione sia stata richiesta e non ottenuta. LE FUNZIONI GIURISDIZIONALI 84. la soluzione giuridica delle controversie tra stati Le funzioni di carattere giurisdizionale spettano alla corte internazionale di giustizia, il cui statuto annesso alla carta. La corte svolge le stesse funzioni della vecchia corte permanente di giustizia internazionale allepoca della SdN, e lo statuto ricalca quello della vecchia corte. -Art 92 definisce la corte come lorgano giurisdizionale principale. Lunico altro rogano giurisdizionale il tribunale amministrativo, creato per dirimere controversie tra organizzazione ed i suoi funzionari. La corte ha il compito di risolvere le controversie applicando il diritto internazionale. La sua attivit resta per ancorata la principio secondo il quale un giudice internazionale non pu giudicare se al sua giurisdizione non stata preventivamente accettata da tutti gli stati parte della controversia. 85. lattivit consultiva della corte internazionale di giustizia Art 96 funzione consultiva della corte. Assemblea e CdS, e altri organi e istituti specializzati (con autorizzazione dellassemblea) possono chiedere pareri alla corte, che sono facoltativi e non vincolanti. La mancanza di forza vincolante rende inammissibile un accostamento tra funzione consultiva e funzione contenziosa. I pareri possono per contribuire alla formazione di norme consuetudinarie internazionali (ex. Parere sulle riserve alla convenzione per la repressione del genocidio stato base importante per un mutamento del diritto consuetudinario in tema di riserve nei trattati internazionali). -Talvolta i pareri acquistano forza vincolante, perch non norme convenzionali o altri atti, ci si obbliga preventivamente a rispettarli (ex. Convenzione sui privilegi e le immunit delle NU : in caso di controversia tra ONU e uno stato membro, e richiesta di un parere, le parti sono obbligate ad accettarlo). Anche la convenzione di Vienna sul diritto dei trattati fra stati e organizzazioni e fra organizzazioni prevede che la competenza consultiva della corte possa essere accettata come obbligatoria nelle controversie di cui siano parti lONU e le altre organizzazioni. Art 96 -par 1 giuridica i pareri chiesti da Assemblea e Consiglio possono toccare qualsiasi questione

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-par 2 quelli chiesti da latri organi o istituti specializzati possono occuparsi delle questioni giuridiche che sorgono nellambito delle rispettive attivit.

Va respinta la tesi secondo la quale non dovrebbero emanarsi pareri in materia di interpretazione della carta, cosi come va respinta la tesi che vorrebbe sottrarre allattivit consultiva tutte quelle questioni risolvibili in termini giuridici ma aventi notevole rilievo politico. Art 65 la corte ha adottato in linea di principio la tesi della discrezionalit, chiedendosi in varie occasioni se vi fossero motivi pressanti per non rispondere ai quesiti postile. La corte ha sempre negato che la natura politica fosse sufficiente per rifiutarsi di intervenire. Per quanto riguarda le questioni formanti oggetto di controversia, ha affermato lopportunit di non concedere pareri qualora le parti non fossero tutte consenzienti, ma poi ha finito per pronunciarsi egualmente, ricorrendo ad argomentazioni poco comprensibili. -Opinione sulla costruzione di un muro nei territori palestinesi: la corte ha espresso lopinione che in certi casi la mancanza di un consenso dello stato pu rendere lemanazione incompatibile con il carattere giurisdizionale della corte. Ha poi affermato per che in questo caso lincompatibilit non sussistesse data la responsabilit dellONU in tema di mantenimento della pace (la questione sottoposta dallassemblea non poteva essere considerata come materia bilaterale tra israele e Palestina). La tesi della discrezionalit non pu non lasciare perplessi

IL REPERIMENTO DEI MEZZI FINANZIARI 86. i contributi obbligatori degli stati membri LONU si procura i mezzi finanziari attraverso contributi volontari ed obbligatori. Art 17 assemblea approva il bilancio dellorganizzazione e ripartisce le spese tra i membri. La delibera presa a maggioranza dei due terzi e deve tenere conto della capacit contributiva di ciascuno stato. Obbligo rafforzato dalla sanzione che prevede la perdita del diritto di voto in seno allassemblea quando uno stato sia in arretrato con i pagamenti di due annualit.

Dovere di contribuire alle spese venne dibattuta tra il 1961 e il 1965, quando alcuni paesi si rifiutarono di contribuire alle spese (per motivi politici) alle spese incontrate dallONU per il mantenimento dellUNEF ( forza in medio oriente) e dellONUC (congo). URSS e latri paesi sostennero che non si trattasse di spese ordinarie ma straordinarie. Il rifiuto venne tenuto fermo nonostante le condanne da parte della maggior parte degli stati, nonostante la minaccia di ricorso allart 19 per la sospensione del diritto di voto per i membri morosi e nonostante il parere consultivo della corte sfavorevole. Alla fine lassemblea decise che le spese per lUNEF e lONUC sarebbero state pareggiate con contributi volontari. La decisione del 1965 provoc la definitiva caduta di ogni illusione circa la possibilit di imporsi ai singoli stati membri. Rifiuto c stato anche per

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contribuzione di non grande entit : URSS, per la coniazione di medaglie a ricordo della guerra in korea, per la manutenzione dei cimiteri di guerra in korea etc. E da condividere la tesi che lart 17 non intenda riferirsi solo a spese ordinarie, in quanto se la carta avesse voluto distinguere tra bilancio amministrativo ed operativo lavrebbe specificato ( come al riguardo degli istituti specializzati). Alla regola della ripartizione si sottraggono solo quelle spese per le quali sia dimostrabile la previsione di una fonte speciale di finanziamento da una norma della carta ( ex. Programmi di assistenza tecnica, e attivit operative per lo sviluppo art 66). E da respingere la tesi dellURSS che sostenne che il finanziamento di forze armate internazionali sia inquadrabile sotto lart 43 e non lart 17. Non possibile seguire la corte nellultima parte del parere., secondo il quale lassemblea avrebbe un potere di imposizione ex art 17 illimitato. A suo giudizio lassemblea potrebbe ripartire qualsiasi spesa, purch derivante da unattivit rientrante tra i fini statuari. Una simile conclusione assurda in quanto in tal modo verrebbe realizzato il super governo mondiale, non previsto dalla carta. A nostro avviso, le spese ripartibili tra i membri in base allart 17 sono soltanto quelle che derivano da attivit legittimamente deliberate, e quindi da attivit specificamente previste dalla carta. Condizionato lobbligo di contribuzione alla legittimit delle risoluzioni, viene limitato il potere di imposizione dellassemblea entro i limiti coerente con la struttura e funzione dellorganizzazione. Non si pu ritenere legittima lazione di un organo allorquando il relativo potere non gli sia attribuito da norme statutarie. Alla luce di questi rilievi il rifiuto dellURSS era giuridicamente fondato nel caso dellUNEF, data lincompetenza dellassemblea ad intraprendere azioni militari e data quindi lillegittimit delle relative risoluzioni, ma inammissibile nel caso dellONUC, trattandosi di unazione riportabile allart 42 della carta. La prassi successiva orientata nel senso che le relative spese vadano ripartite obbligatoriamente secondo lart 17. ma la ripartizione viene effettuata con criteri diversi da quelli adottati per le spese ordinarie, non escludendo la possibilit di maggiori versamenti a carattere volontario. UNISOM; UNPROFOR; UNDOF = risoluzioni ribadiscono che le spese della forza a cui si riferiscono sono da considerare come spese dellorganizzazione conformemente allart 17, che i paesi sviluppati, attestata la loro capacit contributiva, devono sopportare in misura maggiore le spese rispetto ai LDC, e che importante che anche contributi volontari siano versati.

Per quanto riguarda la riduzione o le trattenute ( come quelle operate dagli USA), esse sono ammissibili se fondate su motivi di legittimit ed inammissibili in caso contrario. In conclusione, il rifiuto di contribuire da valutare alla stregua di una qualsiasi contestazione delle risoluzioni assembleari, contestazione che, non disponendo lONU di mezzi idonei a costringere lo stato ad eseguire le sue obbligazioni, pu essere appianata soltanto con laccordo o lacquiescenza. 87. I contributi volontari

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La contribuzione volontaria da enti diversi dagli stati membri pu essere prevista, implicitamente o esplicitamente, da particolari norme della carta. Essa pu anche essere sollecitata dallorganizzazione sia per rafforzare fondi gi costituiti con contributi obbligatori (caso dei peace keeping operations) sia per finanziare attivit che si ricollegano a fini statuari. Nulla esclude che un organo dellONU nelladottare una delibera operativa, ne subordini lesecuzione al finanziamento mediante contributi volontari o comunque preventivamente assicurati. 88. lemissione di prestiti Talvolta lONU a fatto appello al mercato finanziario. Ad esempio, la risoluzione del 1961 con la quale il segretario autorizz ad emettere un certo numero di obbligazioni. Siffatto metodo incontr lopposizione dellURSS, in quanto denunciato come contrario allart 17 che contempla fra le entrate soltanto i contributi degli stati membri. La tesi non sembra del tutto priva di fondamento.

(read only) Capitolo IV Gli Atti

La raccomandazione latto tipico degli organi delle NU. Non vincolante. La raccomandazione produce un effetto di liceit : non commette illecito lo stato che per eseguire una raccomandazione tenga un comportamento contrario ad impegni precedentemente assunti mediante accordo oppure ad obblighi derivanti dal diritto internazionale consuetudinario. Leffetto da ammettere solo nel rapporto tra stati membri, e solo in ordine a raccomandazioni legittime. -Quando il CdS raccomanda misure ex cap VII, gli stati ai quali tali misure siano richieste potranno violare norme patrizie diverse dalla carta ed adottarle. CdS delibera interdizione della vendita del petrolio alla rodesia del sud e raccomanda alla gran Bretagna di impedire larrivo di petrolio in Mozambico destinato alla rodesia. Autorit britanniche in alto mare hanno visitato una nave greca, la Manuela, anche se contrario alle norme di diritto internazionale marittimo. Parte della dottrina ricollega alla raccomandazione lobbligo dello stato destinatario di considerarne in buona fede il contenuto, che impone allo stato che non intenda conformarsi di motivare il suo comportamento ( fondata sul dovere di cooperazione). Taluni ritengono che sia illecito il comportamento dello stato il quale rifiuti di osservare una serie di raccomandazioni, facendo leva sul principio di buona fede e di cooperazione. Tale tesi inaccettabile in quanto i principi non possono essere utilizzati per capovolgere la natura che la carta attribuisce allatto, e ci fino al punto di rendere obbligatoria una condotta raccomandata. Opinione piuttosto diffusa che la raccomandazione sia uno strumento di propaganda di parte, e fa leva sullautorit morale dellatto. 62

-Esempi di appelli allautorit morale : nella prassi del CdS, in ordine a progetti di risoluzione appoggiate ma bloccate dal veto, il progetto di ritiro delle truppe franco inglesi dal libano anche se non era stata raggiunta la maggioranza necessaria per adottare formalmente la delibera. 90. le decisioni Le decisioni, contrapposte alle raccomandazioni, sono vincolanti per gli stati cui si indirizzano. Non sono numerose nel sistema dellONU. Tra quelle di maggior rilievo troviamo : le decisioni dellassemblea che approvano il bilancio e ripartiscono le spese dellorganizzazione ; le decisioni del CdS circa le misure non implicanti luso della forza. Vanno anche menzionate : le risoluzioni con cui si adottano i regolamenti interni; risoluzioni relative allo status dei membri, quindi espulsione e sospensione. Si pu dire che le risoluzioni con le quali viene approvato il bilancio e vengono ripartite le spese costituiscono in realt soltanto un presupposto delle risoluzioni finanziarie e quindi solo in parte concorrono alla creazione dellobbligo di versare i contributi, oppure pu dirsi che siano una fase del procedimento relativo alla ripartizione. In ogni caso, lillegittimit della delibera che da luogo alla spesa comporta in ogni caso lillegittimit dellintero procedimento e quindi limpossibilit di addossare agli stati lobbligo di cui allart 17. Per quanto riguarda il CdS, esso ha il potere di mera raccomandazione e pu ricorrere a decisioni vincolanti solo nel quadro dellart 41. Parte della dottrina pretende di attribuire al CdS un potere di decisione pi ampio, sostenendo che anche le raccomandazioni riconducibili al cap VII siano obbligatorie, in quanto il CdS di fronte alla loro in esecuzione pu essere indotto a ricorrere alluso della forza (KELSEN). Inoltre, si sostiene che lefficacia vincolante dipenda dalla forza di cui essi dispongono dal punto di vista politico (QUADRI). Anche secondo la corte di giustizia, il CdS potrebbe dar forza a qualsiasi delibera che sia in tema di mantenimento della pace e manifesterebbe unopinione del genere ogni volta invitasse gfli stati a rispettare la delibera. Non ci sembra che simili opinioni siano vere,e non trovano riscontro nella prassi o nellatteggiamento della maggior parte degli stati. E da negare che per ampliare il potere di decisione del CdS sia utilizzabile lart 25.

91. le risoluzioni organizzative La dottrina classifica tra le decisioni obbligatorie per tutti gli stati membri le risoluzioni di carattere organizzativo, cio quelle che istituiscono organi o provvedono ad eleggere i membri Ex: creazione di organi sussidiari, elezione membri CdS, consiglio economico e sociale, nomina segretario etc Queste risoluzioni sono obbligatorie in quanto coinvolgono i rapporti tra stati e perch sussisterebbe un obbligo di riconoscere a quegli stati le prerogative proprie dellappartenenza a quel determinato organo,gli effetti immediati delle risoluzioni organizzative non sono configurabili come obblighi degli stati membri.

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-Lunico profilo sotto il quale pu discutersi se gli atti di organizzazione siano produttivi di obblighi concerne la loro incidenza sul bilancio. 92. le risoluzioni operative Agli atti delle organizzazione vanno accostate le risoluzioni operative, ovvero quelle che prevedono unazione dellONU. La prassi offre numerosi esempi : creazione forze armate, risoluzione che istituiscono uninchiesta o quelle che prevedono programmi di assistenza tecnica etc. Una stessa risoluzione pu avere al contempo carattere organizzativo ed operativo (ex. azione svolta da un organo creato ad hoc). Le risoluzioni operative non rientrano nelle decisioni obbligatorie, ma si anche fuori dalla sfera della raccomandazione, in quanto lagire cosa diversa dal raccomandare. 93. proposte, autorizzazioni, deleghe di poteri o funzioni, approvazioni, direttive, raccomandazioni interorganiche. La carta prevede anche lemanazione di una serie di atti, ripresi da atti del diritto statale : proposte, approvazioni, direttive, deleghe, autorizzazioni. Non possibile sviluppare una teoria di tutti questi atti. Il valore di ciascuno pu dedursi dallinterpretazione della norma che lo prevede. Pu dirsi per che proposte, autorizzazioni ed approvazioni condizionano la legittimit degli atti a cui si riferiscono e che illegittimo latto dellorgano ausiliario o delegato che fuoriesca dai limiti della direttiva o della delega. Gli organi possono indirizzarsi raccomandazioni, ai quali non possibile attribuire conseguenze giuridiche di rilievo. 94. le dichiarazioni di principio dellassemblea Fin dai primi anni di vita dellONU lassemblea ha seguito la prassi di indirizzare agli stati delle solenni dichiarazioni di principi: dichiarazione universale dei diritti delluomo 1948; dichiarazione sul genocidio 1946; sullindipendenza di popoli coloniali 1960; sul divieto di uso di armi nucleari 1961; sull0eliminazione delle discriminazioni razziali 1963; sulleliminazione del terrorismo internazionale 1994 etc. talvolta le dichiarazioni i principio si limitano a riprodurre norme internazionali preesistenti, o norme della carta. Ex. principio che vieta luso della forza o dal principio della buona fede, entrambi contenuti nella carta, ribadito nella dichiarazione sulle relazioni amichevoli tra stati. E chiaro che in questo caso nessuno potr porre in dubbio lobbligatoriet dei principi, ma tale obbligatoriet avr fondamento nella carta e nella consuetudine. A parte la riproduzione di norme preesistenti, le dichiarazioni non sono obbligatorie, ma sono mere raccomandazioni, sia pure di carattere generale e solenne. Le dichiarazioni svolgono un importante ruolo ai fini dello sviluppo del diritto internazionale. Alcuni dichiarazioni hanno invece se collocate al di fuori del sistema ONU, il valore di veri e propri accordi in forma semplificata. Si tratta di quelle dichiarazioni che non solo enunciano un principio ma ne equiparono linosservanza alla violazione della carta. Sono quindi vincolanti per gli stati che hanno manifestato il voto favorevole. La situazione non muta qualora la dichiarazione consideri linosservanza di un principio come una violazione del diritto internazionale. -La natura obbligatoria di una dichiarazione pu dedursi solo in presenza di una formula la quali equipari espressamente la violazione dei principi alla vilazione della carta o dei principi di diritto internazionale. Non sufficiente che latto richiami in forma vaga la carta o il diritto internazionale. 64

Anche il CdS ha emanato dichiarazioni di principio ex. dichiarazione sullo sforzo globale per leliminazione del terrorismo. 95. gli atti ed il principio di legalit: il dovere degli organi di conformarsi alla carta ed al diritto internazionale Nellemanazione dei loro atti, gli organi dellONU sono tenuti al rispetto della carta. Deve sostenersi anche lillegittimit di risoluzioni che violino norme di diritto internazionale, sempre quando si tratti di norme cui non deroghino esplicitamente o implicitamente singole disposizioni della carta. Il rispetto del diritto internazionale pu dedursi dalla natura dellordinamento delle NU. 96. losservanza dei regolamenti interni I regolamenti interni vincolano il singolo stato membro. Il problema se sia causa di illegittimit delle risoluzioni degli organi collegiali la violazione dei regolamenti interni, o se gli organi sin abilitati a disapplicare i propri regolamenti in ordine a singoli casi concreti. -Nella prassi entrambe le tesi sono sostenute. In varie occasioni, le minoranze in seno agli organi hanno elevato proteste contro linosservanza dei regolamenti. Tali riserve si sono per urtate contro prese di posizione delle maggioranze, consistenti nella difesa del principio secondo cui ogni organo comunque anitre de sa procedure. Il fatto che i regolamenti siano adottati a maggioranza semplice, e quindi a maggioranza semplice possono essere modificati, non giustifica la deroga in ordine a singoli casi concreti. La carta si pronuncia contro una possibilit di una deroga simile. A termini della carta, qualsiasi procedura contraria al regolamento potrebbe essere adottata solo in seguito ad una modifica testuale e ponderata di questultimo. Sarebbe quindi sbagliato sostenere che la carta condanni ogni deroga del regolamento sulla base di norme che ribadiscono in modo generico la potest regolamentare. Tutto ci che pu ricavarsi dalla carta la generica affermazione di un principio di obiettivit e di imparzialit nella condotta dei lavori in seno allorgano. Alla luce del principio di obiettivit sono da considerare contrarie alla carta quelle deroghe o violazioni del regolamento che limitino in modo grave la facolt del singolo stato, membro dellorgano, di esprimere il suo parere e presentare proposte. vi sar quindi una violazione del principio quando uno stato venga ingiustamente escluso dai lavori, quando lo stato non sia posto in grado di conoscere e di informarsi sullargomento della discussione, nel caso in cui si neghi ai rappresentanti il diritto di voto o di parola. Tale comportamento sarebbe illecito anche se fosse autorizzato dal regolamento in quanto il regolamento non pu essere contario ai principi della carta. Sono inoltre in contrasto con il principio di obiettivit quelle deroghe delle regole procedurali intere che attuino un mutamento sensibile di una determinata procedura. Un mutamento del regolamento sembra inconcepibile se attuato limitatamente al caso concreto. 97. le legittimit degli atti e la funzione dellaccordo nel sistema delle Nazioni unite. Il sistema delle nazioni unite caratterizzato dalla mancanza di meccanismi di controllo sulla legittimit delle risoluzioni. Vari tentativi in dottrina sono stati fatti per sostenere lincontestabilit degli atti delle NU. Si cosi fatto leva sul potere che avrebbero gli organi di interpretare la carta in modo vincolante per il singolo membro, cio su di un potere che non esiste. I principi che garantiscono lincontestabilit e la definitivit degli atti sono quelli del diritto internazionale 65

tradizionale. Solo il principio dellaccordo in grado di adempiere ad una funzione del genere. La legittimit di un atto non denunciabile dal singolo stato che abbia prestato la propria acquiescenza, e lo abbia in modo esplicito o implicito accettato. La prassi offre numerosi casi di contestazione circa la legittimit degli atti, e da questi possibile ricavare delle regole che specificano la portata dellacquiescenza, i limiti oltre il quale la contestazione non ammissibile. Occorre in proposito distinguere tra lipotesi che lo stato contestante non sia membro dellorgano e lipotesi che sia membro dellorgano che lha emanato.  Per la prima ipotesi, dalla prassi ricavabile una norma che prevede che lo stato acquiscente se non procede alla contestazione quando gli viene data la possibilit di pronunciarsi ( riserve vanno espresse nel corso del dibattito o, qualora non abbia partecipato, nel momento della comunicazione ad opera del segretario). Nel secondo caso, si pone il problema del rapporto con la manifestazione di voto. Uan riserva sulla legittimit non sempre implicita nel voto negativo, ma necessario che risulti da una dichiarazione espressa prima o subito dopo la votazione. Inoltre la riserva sulla legittimit pu considerarsi implicita nella deliberata non partecipazione al voto. Anche lo stato che si astiene pu evitare lacquiescenza manifestando la sua riserva di carattere giuridico (come per il voto negativo) durante il dibattito o nella fase di manifestazione del voto.

-La corte internazionale di giustizia sostiene che lastensione implichi sempre il riconoscimento della legittimit dellatto ( parere del 1962 sulle spese delle NU nel medio oriente e nel congo). Lacquiescenza da presumersi nel caso di voto favorevole. In realt per non raro che uno stato pur votando a favore, avanzi delle riserve su una parte, oppure dichiari che si atterr ad una determinata interpretazione. Un simile atteggiamento stato favorito dal diffondersi della pratica dellapprovazione per consensus. -Esempio di risoluzione approvate per consensus ma accompagnate da riserve: dichiarazione e programma di azione per linstaurazione di un nuovo ordine economico internazionale, adottati dallassemblea. Quando una stato abbia contestato validamente la legittimit di una delibera, la sua contestazione fa si che lo stato sia estraneo nei confronti dellatto medesimo. Nel caso di decisioni vincolanti,la contestazione comporta il ripudio degli obblighi che ne derivano (ex. decisioni finanziarie per le spese per UNEF e ONUC). Allo stesso modo le risoluzioni contestate che istituiscono organi o provvedono ad eleggerne gli organi, avranno come conseguenza la mancata collaborazione con lorgano, la non partecipazione ai suoi lavori, il disconoscimento degli atti. Solo di fronte a risoluzioni che incidono sulla struttura dellorganizzazione nel suo complesso, come risoluzione relative allammissione e allappartenenza, uno stato che contesta la regolarit della presenza o estromissione di un altro stato, potr sospendere temporaneamente la collaborazione ma alla fine dovr scegliere tra acquiescenza o recesso dallONU.

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