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Roma, 10 febbraio 2012 Al Presidente della Repubblica Italiana GIORGIO NAPOLITANO

Oggetto: UNO SCEMPIO UMANO E AMBIENTALE A ROMA NORD CHE SI PUO EVITARE

Illustrissimo Presidente Napolitano, Ci rivolgiamo a Lei quale primo garante del rispetto dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione Italiana, con lauspicio che vorr intervenire e pronunciarsi personalmente nella questione qui di seguito illustrata, che minaccia alcuni di quei basilari diritti, quali sono la tutela della salute pubblica e la salvaguardia del territorio. Un perimetro territoriale comprendente 17 paesi di provincia e quartieri di Roma collocati nel settore nord della Capitale, per una popolazione globalmente coinvolta di circa 700.000 persone, sul punto di andare incontro ad un disastro umano e ambientale; la Regione Lazio, infatti, di concerto con il Commissario Straordinario Prefetto Pecoraro, intende realizzarvi una nuova, immensa discarica di oltre 100 ettari in sostituzione della oltre trentennale discarica di Roma-Malagrotta, che ha ormai raggiunto la sua saturazione. La nuova discarica di una grande metropoli quale Roma sorgerebbe appena a ridosso della cittadina di Riano Flaminio, dove vivono circa 10.000 cittadini, e precisamente nel sito di Quadro Alto. Con il malcelato fine di pensare che si possano cos meglio contenere i clamori popolari, la discarica a Quadro Alto stata inizialmente indicata come soluzione provvisoria di tre anni, tant che alluopo sono stati in prima istanza identificati nel sito ca 17 ettari di territorio. E necessario per rilevare come, ad oggi, nessuna soluzione definitiva da approntare entro un termine di tre anni sia stata ancora identificata, il che rende fin troppo evidente come lessersi concentrati su un sito di 100 ettari sia dettato dalla prospettiva di crearvi in realt una vera e propria nuova Malagrotta, da portare avanti per altri decenni sulla base della tecnica, gi reiteratamente sperimentata con Malagrotta, della deroga alle deroghe. Le medesime considerazioni possono applicarsi alla localit Pian DellOlmo, praticamente confinante con Quadro Alto sebbene formalmente ricadente - per soli 200 mt - nel perimetro territoriale di Roma, sito a cui il Prefetto Pecoraro ha gi cominciato a pensare come alternativa a Quadro Alto, di fatto anchesso appena a ridosso del paese di Riano. La preghiamo di notare che, ancora oggi, Malagrotta accoglie i rifiuti di Roma in quantit di circa 5.000 tonnellate al giorno. A causa della insufficiente disponibilit e parziale funzionalit degli impianti di trattamento, circa 2.700 tonnellate rimangono indifferenziate e vengono in tale stato semplicemente riversate nella discarica (la stessa sorte toccherebbe quindi al sito di Quadro Alto, con le disastrose conseguenze che ne deriverebbero per la popolazione e per lambiente). Del
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resto i numeri parlano chiaro: la raccolta differenziata dei rifiuti a Roma non raggiunge attualmente nemmeno un 15% effettivo e non realistico pensare che lobiettivo del 65%, prefissato per la fine del 2012, sia mai ottenibile se non vengono inizializzate politiche mirate di raccolta differenziata. Riano un ridente paese che si affaccia sulla valle del Tevere, sottoposta a vincoli paesaggistici, ricca di tipicit naturali che lhanno candidata a patrimonio mondiale UNESCO, integrata con il Parco Regionale di Veio. La sede della nuova mega discarica sarebbe un invaso di cave, attive da decenni, dove viene tuttora estratto il pregiato tufo da costruzione, dando lavoro a circa 200 persone; superfluo rilevare che il tufo assorbirebbe il percolato della discarica come se fosse una spugna Nelle cave, oltretutto, affiorano falde acquifere (con lattivit estrattiva si infatti scavato al di sotto del livello dellacqua, che viene continuamente asportata a mezzo di pompe idrauliche); queste falde confluiscono nel vicino Tevere: ci si pu immediatamente rendere conto di come il percolato generato in discarica verrebbe iniettato nel fiume Tevere, che attraverserebbe la Capitale con il suo carico di veleno per riversarlo infine in mare alla foce di Ostia. Non solo, quelle stesse falde acquifere forniscono lapprovvigionamento idrico alle case dei cittadini e ai campi coltivati. Case, scuole, asili, campi coltivati, attivit produttive e commerciali, , in quattro parole TUTTA LA VITA UMANA a risibili centinaia di metri dal sito dove sorgerebbe la discarica, con nessun riguardo per il rispetto di alcuna minima distanza di sicurezza dalla vita umana. Inoltre, un grande ospedale, quale il SantAndrea, rientra appieno nel raggio dazione atmosferico e idrologico della discarica. Bene, le predette circostanze, che mettono in luce solo alcuni degli aspetti pi macroscopici, configurano uno scenario che, in un paese civile, da solo basterebbe per nemmeno prendere in considerazione lipotesi di idoneit di un sito a divenire sede di una immensa discarica. A quanto pare, in Italia non cos. Eppure, larea territoriale di Riano era stata decretata dalla stessa Regione Lazio sin dal 2007 Area Naturale di Continuit, da valorizzare per le peculiarit e i vincoli paesaggistici, imponendo divieto a realizzarvi qualsivoglia forma di discarica dei rifiuti e, anzi, disponendo obblighi di bonifica delle situazioni a rischio per lambiente eventualmente esistenti Eppure, proprio per quei vincoli naturalistici, la stessa Regione Lazio aveva respinto un progetto di parte presentato nel 2009 dalla Co.La.Ri. (Consorzio Lazio Rifiuti, la societ monopolista di Malagrotta) per realizzare una discarica nelle cave di Quadro Alto Eppure, fra i potenziali siti identificati dalla Regione Lazio, ve ne erano sicuramente di meno critici, rispetto a Quadro Alto, per la popolazione e per lambiente, ma i criteri di esclusione sono stati, a titolo di esempio, per uno la vicinanza ad un centro commerciale e ad un autodromo, per un altro invece linconveniente di un ponte da dover ricostruire perch troppo basso per consentirvi sotto il passaggio dei camion adibiti al trasporto dei rifiuti...
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Ebbene, la Regione Lazio sta quindi gravemente smentendo s stessa, avallando una decisione in favore delle gi pronte cave di Quadro Alto (nel frattempo acquistate dalla Co.La.Ri. ) nel territorio di Riano, stralciandone i vincoli paesaggistici e verosimilmente decretandone lo scempio per motivi di cassa e per presunti ridotti tempi di approntamento, che sono peraltro assolutamente illusori in quanto, per superare le predette criticit del sito, la realizzazione di una discarica a norma in quel territorio richiederebbe investimenti economici comunque al di sopra delle dichiarate disponibilit finanziarie (e questo la dice lunga su quella che sarebbe inevitabilmente una progettualit minimale della discarica), nonch tempi realizzativi che vanno ben oltre la dichiarata urgenza della Capitale. Le chiediamo di non farsi fuorviare dal Piano Rifiuti recentemente approvato dalla Regione Lazio: stato sapientemente formulato per risultare, nelle intenzioni, conforme alle normative europee, al tempo stesso per scongiurare lapplicazione di pesanti sanzioni derivanti dalla loro non osservanza, ma di fatto contiene al suo interno un piano di riserva, quello vero (denominato piano di controllo), che ancora si fonda sullarcaico e illegale - stante il conferimento di rifiuti indifferenziati ricorso a grandi discariche. Non solo, nel predetto Piano Rifiuti, l<ostacolo> della prescrizione di minime distanze dalle case stato sbrigativamente risolto con un provvedimento ad discaricam, ovvero rimuovendo il minimo requisito metrico e declassando cos le distanze da fattore escludente a fattore di attenzione in sede progettuale. Questo semplicemente scandaloso, oltre che immorale. In tutto questo paradossale intrigo, Quadro Alto non nemmeno menzionato nel Piano Rifiuti: la sua identificazione infatti il frutto di una unilaterale e arbitraria decisione presa dal Commissario Straordinario Prefetto Pecoraro, nominato nel 2011 dal governo Berlusconi per fronteggiare anticipatamente una dichiarata emergenza rifiuti a Roma. Un vero pasticcio: siamo in presenza di un Piano Rifiuti regionale votato virtuosamente alla raccolta differenziata che smentito in partenza da un commissariamento, votato ad aprire nuove discariche, che lo ha temporalmente preceduto. Qui giova rilevare come la nomina a Commissario Straordinario conferisca pieni poteri al soggetto investito; il problema per i cittadini sorge quando questa posizione viene interpretata da chi la riveste come lasciapassare per agire in deroga a qualunque regola e legge. Se e quando ci accade, i diritti umani non esistono pi, la dignit della persona pu essere calpestata in ogni momento e qualsiasi scempio dellambiente e del territorio diventa autorizzato; in poche parole, viene cos ratificata la fine della democrazia e della legalit, rendendo impotenti le comunit cittadine di fronte ad un abuso di potere. Pu tutto questo definirsi appartenere allEuropa? Ecco perch i cittadini, di Roma nord e dei paesi a nord di Roma, si ritrovano oggi a domandarsi quali criteri abbiano ispirato e guidato il disastroso progetto di una nuova Malagrotta a Quadro Alto, visto che nessuna preventiva analisi di impatto umano e ambientale, supportata da sopralluoghi e rilievi urbanistici e idrologici, mai stata condotta nei luoghi in questione, cos come nessuna consultazione con lamministrazione locale e la cittadinanza ha mai avuto luogo. Eppure, tutto ci sarebbe prescritto dalle normative europee Come si pu scegliere sulla carta un

sito da adibire a mega discarica, senza alcuna preventiva investigazione scientifica sul posto? A rendere pi fosco lo scenario globale, c da considerare come, nel corso del secondo semestre del 2011, siano emerse e divenute di dominio pubblico svariate condotte inquietanti da parte delle Istituzioni coinvolte nellindividuazione del sito, sollevando legittimi interrogativi su ben altre reali motivazioni che possono aver pilotato una decisione presa a tavolino e di cui si pu dire che sicuramente gli unici interessi a non essere stati tutelati sono quelli della cittadinanza; questo rende palesemente illegittimi sul piano costituzionale sia liter procedurale che le motivazioni di merito adottati da chi aveva e ha illimitata facolt decisionale. In allegato trover riportati alcuni elementi giuridici inerenti la questione in oggetto, che Le consentiranno di avere maggiore visibilit sullargomento e sui suoi inquietanti retroscena. Molteplici denunce, esposti, appelli, querele, ricorsi sono stati depositati finora sia da parte delle comunit cittadine che delle istituzioni locali, avversi i fatti e le condotte istituzionali palesemente scandalosi ma, nonostante ci, appare difficile per i cittadini far valere le loro ragioni e vedere rispettati i propri diritti di fronte alla pur evidente illegittimit esercitata dalle autorit solo perch accreditate di poteri straordinari. Si rimane increduli dinanzi ad una negazione di legalit, che un diritto per i cittadini e un dovere per le Istituzioni di una Repubblica come quella Italiana, ed sconcertante che i cittadini debbano battersi perch le Istituzioni agiscano nel rispetto delle leggi. La comunit cittadina di Riano e dei paesi limitrofi vive da mesi in un clima di profonda paura e, allo stesso tempo, di diffusa indignazione. E ben accertato come una grande discarica di rifiuti indifferenziati significhi disastro ambientale (avvelenamento di aria, acqua e suolo da parte delle diossine e percolati prodotti), con conseguente alta probabilit di contrarre gravi - spesso mortali - malattie e inevitabile impoverimento di ogni attivit produttiva e commerciale sul territorio. Per non parlare della lesa dignit umana delle comunit cittadine residenti nei dintorni del sito, oggi abituate a respirare laria salubre di luoghi naturalisticamente immacolati, domani destinate a subire lonta di un irrespirabile tanfo. Purtroppo, i cittadini non possono nemmeno scappare via da Riano e zone limitrofe per salvare i loro figli, in quanto la casa in cui vivono, acquistata con i risparmi di una vita, divenuta invendibile: chi mai sarebbe attratto a trasferirsi nel luogo dove collocata lenorme discarica di Roma? Che giustificazione c per tutto ci? In Europa non si realizzano pi nuove discariche e si tende alla chiusura di quelle esistenti, mentre in Italia si chiude una gigantesca discarica per trasferirla da unaltra parte? Quando mai, di questo passo, Roma si allineer alle altre grandi capitali europee? In tutta Europa la spazzatura sempre pi adottata come risorsa produttiva e viene sfruttata per recuperare preziosi materiali, creando ricchezza e posti di lavoro (cfr. ad es. http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_1876,00.html), mentre qui in Italia ancora si considerano i rifiuti come qualcosa da gettare in
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discarica, cos come sono, producendo mortali diossine e percolati, e disseminando solo devastazione. Venendo alla presunta emergenza rifiuti a Roma, pur condividendo lauspicio che la Capitale dItalia non subisca la stessa sorte di Napoli e pur comprendendo le ragioni di chi ci invita a fare proposte (che peraltro vorremmo formulare se solo ce ne venisse data lopportunit) anzich limitarci a voler difendere il nostro territorio, riteniamo che uno Stato non possa definirsi democratico se non rispetta le leggi vigenti e non persegue come obiettivo primario la tutela del patrimonio ambientale e la salvaguardia della salute pubblica, cos come la Costituzione Italiana prescrive. Le istituzioni preposte a decidere sul post-Malagrotta hanno a disposizione, se ci fosse la volont politica di farvi ricorso, soluzioni alternative idonee a gestire limmediato dei rifiuti a Roma, senza necessit di ricorrere alla devastazione di un nuovo territorio e della gente che ci vive. Se vera emergenza ci fosse, vi sono infatti siti temporanei gi pronti cos come, ispirandosi a come stata gestita in citt quali Napoli e Parma, ci sono paesi esteri che - in virt di una vera e propria competizione in atto per laccaparramento dei rifiuti italiani - sono disponibili ad acquistare la spazzatura a costi sempre pi bassi. Queste soluzioni transitorie, alternative allapertura di nuove dannose discariche, se attuate contestualmente a elementari campagne civiche finalizzate a ridurre la quantit di rifiuti prodotti, devono poi coniugarsi con politiche europeiste di gestione basate sulla raccolta differenziata porta-a-porta e sul fruttifero investimento del denaro pubblico non in inceneritori e discariche, ma in impianti di trattamento e riciclo dei materiali. Sarebbe sufficiente cessare di considerare i rifiuti come qualcosa da smaltire, di cui doversi disfare, e cominciare a gestirli come sta facendo il resto dellEuropa moderna, ovvero come una preziosa risorsa. Presidente Napolitano, i cittadini di Roma nord e dei paesi a nord di Roma chiedono il Suo intervento urgente per la loro salvezza; la popolazione tutta glielo chiede, glielo chiede lItalia (la parte sana dellItalia), glielo chiede lEuropa di cui facciamo parte come nazione civile. E davvero una questione di vitale e ambientale rilevanza, su cui si sta procedendo senza che alcun organo politico istituzionale sia di fatto intervenuto a fermare questo folle progetto e salvare centinaia di migliaia di cittadini, oltre che scongiurare la devastazione di una immensa area territoriale, la cui bellezza ci viene allestero invidiata. Con grande stima, Distinti saluti. I cittadini di Roma nord e dei paesi a nord della Capitale Lasciamo qui di seguito indicati alcuni riferimenti individuali per eventuali contatti di persona volti a maggiori approfondimenti della questione, per i quali restiamo a Sua completa disposizione: Fabio Lupi, Via del Giglio n.7, Riano, 334/6666342 Petra Wendt, Via Sacrofano-1aPorta 3545, Sacrofano, 338/1544960
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ALLEGATO
Con decreto della P.C.M. del 22 luglio 2011, pubblicato sulla G.U. 2 agosto 2011, n.178, stato disposto fino al 31 dicembre 2012, lo stato di emergenza in relazione allimminente chiusura della discarica di Malagrotta ed alla conseguente necessit di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti. Nellordinanza si ritiene necessario garantire lindividuazione e la successiva realizzazione in termini di somma urgenza di un sito provvisorio alternativo che assicuri la gestione dei flussi di rifiuti nei comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e nello Stato Citt del Vaticano per il tempo necessario allavvio degli impianti di smaltimento e trattamento definitivi. Con successiva ordinanza del P.d.C.M. n. 3963 del 6 settembre 2011, ravvisata la necessit di garantire lindividuazione, la progettazione e la successiva realizzazione, mediante lutilizzo di poteri straordinari e derogatori, di un sito provvisorio alternativo alla discarica di Malagrotta, per il tempo necessario allavvio degli impianti di smaltimento e trattamento definitivi stato nominato il Prefetto di Roma, Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza ambientale, il quale si avvale della Direzione attivit produttive e rifiuti della Regione Lazio, in qualit di soggetto attuatore per lo svolgimento della funzione di stazione appaltante. Ai sensi di tale art. 1, comma 3, il Commissario delegato deve trasmettere, al Dipartimento della Protezione Civile, il Piano degli interventi con il relativo quadro economico-finanziario. A motivazione di tale ordinanza si posto il grave rischio sotto il profilo igienico-sanitario-ambientale nonch in materia di ordine pubblico determinatosi nei territori che attualmente utilizzano la discarica di Malagrotta per lo smaltimento dei rifiuti. Ai sensi dellart. 2 della citata ordinanza, ai fini del superamento dellemergenza e nelle more della messa in esercizio del sistema impiantistico previsto dal Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti, il Commissario provvede allindividuazione dei siti in via prioritaria nellambito dei siti indicati nel documento <<Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi>> predisposto dalla Regione Lazio, nonch alla progettazione ed alla successiva realizzazione di uno o

pi siti di discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato della Citt del Vaticano; rifiuti da trattare attraverso gli impianti di TMB (Trattamento Meccanico Biologico). Lordinanza individua in 36 mesi il tempo necessario per la realizzazione degli impianti definitivi alternativi allattuale sito di Malagrotta. Il medesimo art. 2 prevede poi che, per raggiungere le finalit previste, il Commissario . fatto salvo lobbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dellambiente, previste dal diritto comunitario, provvede mediante procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza o con la specificit delle prestazioni occorrenti. Il successivo comma 3 dispone che il Commissario, nelle more del completamento del sistema impiantistico regionale, pu adottare i provvedimenti necessari per assicurare la prosecuzione, senza soluzione di continuit, dello smaltimento dei rifiuti nellarea interessata dallo stato di emergenza. A conclusione di tali attivit, il Commissario autorizza la messa in esercizio degli impianti destinati alla gestione dei rifiuti e provvede al loro immediato trasferimento al Comune di Roma. Ai sensi dellart. 3 dellordinanza citata, gli interventi sono dichiarati indifferibili, urgenti, di pubblica utilit e costituenti variante ai piani urbanistici. Ai sensi del comma 5 del medesimo articolo, il Commissario delegato provvede per le occupazioni durgenza e per le eventuali espropriazioni delle aree occorrenti per lesecuzione delle opere e degli interventi . una volta emesso il decreto di occupazione di urgenza, alla redazione dello stato di consistenza e del verbale di immissione in possesso dei suoli; Il Prefetto in qualit di Commissario stato audito presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attivit illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in data 11 ottobre 2011, e da tale audizione si evidenzia lintenzione, gi all11 ottobre, di collocare le due discariche nei due siti che successivamente sono stati individuati nel decreto del Commissario stesso, con la precisazione che le due discariche sono state scelte esclusivamente sul piano tecnico senza tener conto n delle appartenenze n di altri fattori. Dallaudizione risulta poi che il Commissario non conoscesse la propriet delle aree.

Con decreto del 24 ottobre 2011, prot. 208625, il Commissario delegato, sentiti il Presidente della Regione Lazio, il Presidente della Provincia di Roma ed il Sindaco di Roma Capitale, ha individuato, nellambito delle aree gi localizzate dalla Regione con il proprio studio (Analisi Preliminare) i due siti ove saranno progettate, per la successiva realizzazione, due discariche provvisorie per lo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato citt del Vaticano. La motivazione relativa allindividuazione dei due siti provvisori data da valutazioni tecniche relative alla idoneit dei siti; calcolo della capienza necessaria a copertura del fabbisogno dei territori interessati, necessit di portare a termine i lavori di allestimento dei siti provvisori in tempi rapidi, senza dover effettuare particolari lavori di escavazione che richiederebbero tempi troppo lunghi, esigenza di operare scelte che comportino il minor aggravio dei costi per la relativa realizzazione. La scelta operata dal Commissario interessa il sito S1, posto nel comune di Roma, localit S.Vittorino Corcolle, ed il sito S4, posto nel comune di Riano, in localit Quadro Alto (foglio 7, particelle 105 e 107, per un totale di 81.100 mq) di propriet, dal 13 ottobre 2011, della societ CO.LA.RI., Consorzio Laziale Rifiuti; Al predetto decreto allegata una relazione tecnica del 20 ottobre 2011, redatta dagli Ing.ri Luigi Sorrentino e Pietro Moretti, iscritti allOrdine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, nominati con decreto del Commissario delegato solo in data 6 ottobre 2011, prot. 198831, nella quale espressamente si attesta che lapprofondimento tecnico partito dallo studio del documento Analisi preliminare redatto dalla Regione, dallesame del Piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, dalla relazione della Commissione Europea contenente il parere relativo alla procedura di infrazione comunitaria 2001/41 nonch da altri documenti tra cui alcuni elaborati di sintesi relativi a 3 progetti presentati alla Regione Lazio da COLARI, riguardanti 3 dei 7 siti . (S4, S5 e S6) ed ulteriori due progetti ricadenti sul sito S1 Corcolle S. Vittorino presentati anchessi da societ private. A tale documentazione sono allegate le visure catastali e la documentazione fotografica e planimetrica dei siti.

La relazione tecnica relativa alle Disposizioni urgenti di protezione civile finalizzate a fronteggiare la situazione di emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma in relazione all'imminente chiusura della discarica di Malagrotta ed alla conseguente necessit di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti precisa nella premessa che L'emergenza interessa i Comuni di Roma, Fiumicino e Ciampino, nonch la Citt del Vaticano ed ha assunto carattere di urgenza anche a seguito della messa in mora ufficiale del Governo Italiano da parte della Commissione Europea, attraverso la procedura di infrazione n. 2011/4021 riguardante la gestione della suddetta discarica di Malagrotta. Lazione dunque giustificata come conseguente alla infrazione europea che ha determinato la necessit di chiudere Malagrotta ed aprire una nuova discarica. Tuttavia, sufficiente leggere gli articoli delle direttive che la Commissione europea assume esser stati violati per comprendere come la UE faccia riferimento a tutt'altro. In sintesi, le norme UE esigono che la piramide relativa alla gestione dei rifiuti nella regione Lazio sia rovesciata, la discarica dovendo costituire l'ultima risorsa essendo necessario investire, prima di tutto, sulla riduzione della produzione dei rifiuti e sulla loro differenziazione; esse poi inibiscono il riversamento in discarica del cd. tal quale, perch foriero di gravi danni all'ambiente. In buona sostanza, la U.E. non chiede di chiudere Malagrotta, bens di cambiare la gestione dei rifiuti a Malagrotta (altro discorso quello della volumetria, ma a questo proposito si rinvia alle dichiarazioni rese dal governatore Polverini alla Commissione eco-mafie nel rapporto di marzo 2011, ove essa ha affermato che il problema non la volumetria, ancora disponibile, bens il fatto che quel territorio abbia gi pagato molto in termini di sfruttamento e danni allambiente, con ci documentando che una questione politica e non tecnica). Le norme U.E. stabiliscono cio che le discariche non si devono realizzare e non chiedono affatto di chiuderne una per aprirne due (duplicando cos i problemi per ambiente e popolazioni); Infatti, come gi accennato, con atto di costituzione in mora C(2011)4113 def. del 16 giugno 2011, la Commissione Europea ha aperto la procedura di infrazione n. 2011/4021 nei confronti della Repubblica Italiana, procedura nellambito della quale ha osservato, per

quanto riguarda la discarica di Malagrotta, come siano state violate le disposizioni di cui allart. 1, paragrafo 1, della Direttiva discariche (Direttiva 1999/31/CE) e degli artt. 4 e 13 della Direttiva quadro sui rifiuti, (Direttiva 2008/98/CE) di seguito riportati: Art. 1 par. 1 Per adempiere i requisiti della direttiva 75/442/CEE, in particolare degli articoli 3 e 4, scopo della presente direttiva di prevedere, mediante rigidi requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamento volto a prevenire o a ridurre il pi possibile le ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonch i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica.. Articolo 4 Gerarchia dei rifiuti 1. La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale ordine di priorit della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento. Nellapplicare la gerarchia dei rifiuti di cui al paragrafo 1, gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo. A tal fine pu essere necessario che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla gerarchia laddove ci sia giustificato dallimpostazione in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti. Gli Stati membri garantiscono che lelaborazione della normativa e della politica dei rifiuti avvenga in modo pienamente trasparente, nel rispetto delle norme nazionali vigenti in materia di consultazione e partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati. Conformemente agli articoli 1 e 13, gli Stati membri tengono conto dei principi generali in materia di protezione dellambiente di precauzione e sostenibilit, della fattibilit tecnica e praticabilit economica, della protezione delle risorse nonch degli impatti complessivi sociali, economici, sanitari e ambientali. Articolo 13 Protezione della salute umana e dellambiente. Gli Stati membri prendono le misure necessarie per garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio allambiente e, in particolare: a) senza creare rischi per lacqua, laria, il suolo,

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la flora o la fauna; b) senza causare inconvenienti da rumori od odori e c) senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse. Inoltre, la citata ordinanza n. 3963 individua in 36 mesi il tempo necessario per la realizzazione degli impianti definitivi alternativi all'attuale sito di Malagrotta. In tale intervallo di tempo la gestione commissariale dovr cio intervenire procedendo all'individuazione, alla progettazione ed alla realizzazione di uno o pi siti provvisori, da adibire a discariche sulla base delle indicazioni fornite nel documento preliminare consegnato dalla Regione Lazio. Ebbene, ad oggi non stata neanche individuata alcuna soluzione definitiva, per cui ci si domanda da un lato come sia possibile approntare e realizzare tale soluzione nel tempo residuo di 30 mesi e dallaltro se le soluzioni provvisorie individuate non siano di fatto destinate a sopravvivere di proroga in proroga come gi avviene per Malgagrotta e dunque divenire soluzioni di lungo periodo come avvenuto per Malagrotta. La motivazione relativa alla individuazione dei due siti provvisori data da valutazioni tecniche relative allidoneit dei siti; calcolo della capienza necessaria a copertura del fabbisogno dei territori interessati, necessit di portare a termine i lavori di allestimento dei siti in tempi rapidi, senza dover effettuare particolari lavori di escavazione che richiederebbero tempi troppo lunghi; esigenza di operare scelte che comportino il minor aggravio di costi per la relativa realizzazione. I due ingegneri che hanno realizzato lanalisi tecnica risultano nominati dal Commissario gioved 6 ottobre 2011; il successivo marted 11 ottobre il Commissario annuncia dinanzi la Commissione bicamerale lindividuazione dei due diti provvisori sulla scorta delle indicazioni tecniche ricevute da costoro, la cui relazione porta per la data del 20 ottobre e nelle sue premesse gli estensori affermano di aver eseguito numerosi sopralluoghi nei sette siti: orbene, i gestori delle due cave che costituiscono gli unici due punti di accesso al sito deputato affermano giammai alcun tecnico si sia mai recato allinterno delle aree da loro gestite (e dunque nel sito!) per effettuare rilevazioni, in particolare di non aver mai visto gli ingegneri Sorrentino e Moretti n loro delegati, n alcuno ha mai chiesto loro il permesso di entrare nellarea per effettuare rilevazioni. Questo fatto, se provato,

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rappresenterebbe un caso di falso ideologico, oltre che un esempio del fatto che loperato dei tecnici stato pilotato dallalto. Alle porte di Roma nord, nel territorio del comune di Riano che si sviluppa tra la Via Flaminia e la Via Tiberina, alle propaggini orientali dei Monti Sabatini degradanti verso la valle del Tevere, su unarea caratterizzata da numerosi corsi dacqua che affluiscono al fiume Tevere, confinante con la riserva naturale della Marcigliana ed inserita nellarea naturalistica del Parco Naturale di Veio, quarto parco del Lazio per estensione, si trova la localit Quadro Alto. Tale localit, ubicata allinterno del comune di Riano, posta al confine con i comuni di Roma, Sacrofano, Castelnuovo di Porto e Capena ed caratterizzata da tempo dallattivit estrattiva del tufo da cave ancora attive. In verit, sussistono per Quadro Alto criticit insuperabili connesse alla presenza in superficie di una falda acquifera ed alla distanza inferiore a quella prevista dalla legge delle abitazioni e dei centri sensibili, elementi che contravvengono alle leggi in vigore e che in ogni caso non appare possibile risolvere in termini di progettazione, come invece afferma il dott. Pecoraro: Lontano? Vicino? Beh io prima di tutto dico che quella di Quadro Alto in Riano fra i 500 ed il 1.000 metri. Abbiamo chiesto un parere anche allavvocatura dello Stato. E certo che noi dobbiamo tenere conto delle distanze nel progetto. Non la distanza una circostanza che impedisce la costruzione e la realizzazione di una discarica, ma invece ovviamente si deve tener conto della distanza nella progettualit della discarica e di questo certamente i tecnici ne terranno conto (registrazione della trasmissione di Uno Mattina del 12 Dicembre 2011 visibile su internet alla pagina

http://www.youtube.com/watch?v=XLQHKrvae_U). Orbene, la relazione tecnica summenzionata omette di citare la distanza fra la cava ed i centri sensibili (scuole, asili, case di riposo, centri per gli anziani): Tale distanza, come riportato alla pagina 194 del BURL 30/09/2002 n. 27 deve essere superiore a 2000 metri. Sono prese in considerazione le distanze tra il sito scelto per la discarica e gli ospedali, le scuole, gli impianti sportivi, le aree per il tempo libero ed i centri turistici. Per i nuovi impianti, allo scopo di prevenire situazioni di compromissione o grave disagio, si deve

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tener conto, in funzione della tipologia di impianto e degli impatti generati, della necessit di garantire una distanza minima tra larea ove vengono svolte le attivit di smaltimento/recupero e le funzioni sensibili, a cura delle Province in sede di individuazione delle aree idonee/non idonee (Bollettino della Regione Lazio del 30/09/2002 paragrafo 3.12.3.1, Nel caso di specie, i fattori escludenti sono costituiti da: I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. ml. ll mancato rispetto di tali vincoli risulta essere, dunque, fattore escludente. Pertanto, se il rapporto avesse citato, come avrebbe dovuto, tale dato avrebbe giocoforza dovuto concludere per linidoneit del sito. Nel caso di specie, la direttiva CE sulle discariche non prevede alcuna distanza minima da osservare e neppure la normativa italiana. Tuttavia il Piano rifiuti della Regione Lazio approvato nel 2002, vigente al momento della scelta del sito di Quadro Alto prevede quale limite di distanza per i centri abitati, 1.000 ml, mentre per le case sparse 500 ml. Orbene, nel punto 5 della relazione dei due tecnici rubricato Distanza dai centri abitati, viene affermato che il limite di distanza per i centri abitati di 1.000 ml, mentre per le case sparse di 500 ml come risulta dalla cartografia, le prime case del centro abitato del comune di Riano sono ubicate a poco pi di 1 km dal limite di escavazione della vasca situata pi a nord della cava. Alcune case sparse della frazione Quadro ricadono, invece, a poco pi di 500 ml dal fronte di cava in direzione ovest. Nella stessa direzione il pi vicino centro abitato trovasi a distanza maggiore di 1.000 ml. Scuola media Monte Chiara ubicata a soli 1.600 ml. Centro sociale per gli anziani ubicato a 1.500 ml. Casa di riposo "Villa Ada", posta a soli 1.100 ml. Scuola Elementare "Centro Urbano" ubicata a soli 1.700 ml. Scuola Materna S. Anna, posta a 1.800 ml. Ludoteca "Qui, Quo, Qua", ubicata a 1.800 ml. Centro socio-sanitario per anziani "Villa Fleming", distante 1.160 ml. Campo sportivo "Nicola Urbani", posto a 1.800 ml. Centro diurno per disabili distrettuale RMF4 Lalbero che ride sito a 1500

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Tale affermazione completamente falsa ed erronea. Come infatti accertato dai tecnici che hanno eseguito le misurazioni (cfr: Le Iene andato in onda su Italia Uno il giorno .. ), le distanze effettive misurate sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle disinvoltamente riportate: circostanza che di per s stessa comporta lobbligo per il Giudicante di impartire idoneo ordine al Commissario di osservare le distanze minime di sicurezza previste dalla normativa in quel momento vigente. Va, al riguardo, segnalata linquietante coincidenza temporale relativa allevoluzione delle distanze minime prima nella nuova bozza della legge regionale, quindi nel testo definitivo della nuova legge, soprattutto se messe in connessione con le vicende inerenti al sito di Quadro Alto in Riano. Infatti, nel momento in cui la societ Co.La.Ri. effettua la propria analisi sul sito indicando la distanza fra cava e paese in 700 metri dalle case sparse e 2.500 metri dal centro abitato, la legge regionale pone come limiti i 700 metri dalle case sparse ed i 1.500 metri dal centro abitato. Tale relazione stata incredibilmente copiata ed incollata, estraendone frasi che ricomposte hanno costituito lo studio della Regione Lazio circa i possibili siti ove individuare la/le nuova/nuove discarica/discariche

alternativa/alternative a Malagrotta: di nuovo, essendo un copia ed incolla, sono menzionate le suddette distanze. Quando per i due tecnici nominati dal prefetto effettuano la sopracitata relazione nellOttobre 2011, la distanza viene da costoro ridotta a 500 metri fra cava e case sparse e 1.000 metri fra cava e centro abitato. Incredibile dictu visuque, la bozza della nuova legge, anzich marginalizzare le discariche come chiederebbe lEuropa, non solo le prevede ma inoltre riduce le distanze minime, guarda caso esattamente a 500 metri fra sito e case sparse e 1.000 metri fra sito e centro abitato. Purtuttavia, vi sarebbe ancora da considerare la distanza dai centri sensibili, per questo motivo la nuova legge imbocca una direzione inaspettata, prevedendo di eliminare del tutto il riferimento alle distanze in termini di metri, con ci consentendo di fatto al Prefetto Pecoraro ed ai suoi tecnici di non incorrere pi in nessuna denuncia con riguardo a questo aspetto e soprattutto permettendogli di fare quel che meglio credono, trincerandosi dietro ad un demagogico: il problema della distanza sar risolto, come quello della falda, in ambito progettuale, quasi negando con ci che Riano si trova appunto a poche centinaia

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di metri e che Malagrotta emana puzze che si avvertono fino a 20 km. di distanza, per non parlare di altri problemi come i gabbiani, i topi, i tumori, linquinamento delle acque, eccetera. E estremamente grave che la medesima parte politica fautrice delle ben note e tristi leggi ad personam a livello centrale ora a livello locale manovri i propri interessi cio entrare nel business delle discariche tramite AMA ed ACEA per il tramite di una vera e propria legge ad discaricam. Inoltre, la zona attraversata da una falda acquifera che si origina nei monti Sabatini: infatti in una delle cave attive che insiste sulle particelle n. 105 e 107 del foglio 7 del catasto terreni del Comune di Riano, tale falda acquifera determina lallagamento di oltre 1/3 del fondo della cava, ci che ha reso necessario, da parte dellimpresa che vi svolge lattivit estrattiva, linstallazione di un sistema di pompaggio per laspirazione dellacqua e la messa in opera di una conduttura per consentire lo scarico dellacqua nel vicino fosso di Ponte Sodo, che affluisce nel fiume Tevere. Tale falda, sulla quale insiste il fondo della cava, fornisce acqua ad uso potabile a tutto il territorio limitrofo al centro di Riano non servito dalla rete idrica comunale passata in gestione, nel maggio del 2006, ad Acea Ato2 Spa, ed in particolare alle zone ricadenti nelle frazioni di Quarticciolo, Colle delle Rose, Codette, Stazzo Quadro, Pian dellOlmo, Procoio Vecchio e Via Tiberina.

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