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CONVEGNO NAZIONALE ANASTE:
UN GRANDE PATTO DI SOLIDARIET
PER UN NUOVO WELFARE FRA TUTTI
GLI ATTORI DEL SISTEMA
Supporto esperto
e cura personalizzata.
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SOMMARIO
Numero 49 - Anno XVII - set t embre 2011
Trimest rale di management
e cult ura di impresa
nelle residenze per anziani
Pro
T
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r
z
a

E
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Diret t o da Carlo Hanau


Edit oriale
Albert o De Sant is 2
Un problema urgent e: lo sviluppo della sanit int egrat iva
Dot t .ssa Carla Collicelli 5
La sf ida della t erza et
Dot t .ssa Grazia Labat e 7
Federalismo e f ondi sanit ari int egrat ivi: un modello it aliano di big societ y
Dot t .ssa Isabella Mast robuono 13
XLIII Giornat a del Credit o dal t ema:
Il cont ribut o della st rut t ura f inanziaria per la crescit a delleconomia
Redazione 16
Analisi it aliana
Carlo Hanau 20
Sanit del Piemont e
Michele Assandri 23
Uninnovat iva opport unit della Regione Emilia Romagna
per la f ormazione prof essionale nel set t ore socio sanit ario
Guido Gaggioli 26
Propost e delle associazioni scrivent i da esaminare al cost it uendo Tavolo Tecnico
Michele Garo 28
Spalle al muro
Carla Viazzi 31
da Anast e Lombardia
Simona Palazzoli 33
Ipoacusia e presbiacusia delladult o
Gianni Gruppioni 34
Divergenza e convergenza
Luigi G. Grezzana 37
La medicina rigenerat iva... e la t erza et ?
St efano Bat t ist a 42
XXV Congresso Eucarist ico Nazionale
46
Ricordando Francesco...
AIMA - VIII Giornat a Mondiale dellAlzheimer
50
Comunicat i st ampa
New s
Libri 52
LAnast e promuove un convegno
per st udiare un nuovo modello
di welf are at t raverso un grande
pat t o di solidariet
Pro Terza Et
P
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o
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d
i
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o
r
i
a
l
e
2
N
el numero precedente della
rivista abbiamo parlato del
2012 quale Anno Europeo
dellinvecchiamento attivo e della
solidariet tra le generazioni analiz-
zando quali siano state le motiva-
zioni economico culturali che hanno
spinto il Parlamento Europeo ad af-
frontare un argomento, che in via
generale, riguarda le singole nazioni.
Alcune riflessioni fatte poi con au-
torevoli personaggi, che si occupano
del nostro settore, hanno portato
lANASTE a maturare la proposta
di un grande progetto per affrontare
lemergenza socio sanitaria del nos-
tro Paese. Ecco che abbiamo messo
in campo lidea del Convegno che
ha come Tema :
Un grande patto di solidariet per
un nuovo welfare fra tutti gli at-
tori del sistema:
Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
Ministero della Salute
Sindacati
Operatori e dipendenti
pubblici e privati
Fondi Sanitari integrativi.
Quindi una opportunit, questa,
come abbiamo riferito nel numero
precedente, atta ad analizzare un
Welfare che necessita di una pro-
fonda riforma. Una riforma alla
quale lAnaste ha dato un contri-
buto elaborando un progetto prima-
rio che va sotto il nome : La via
italiana al secondo pilastro in sa-
nit ma che poi stato sviluppato,
e la cui proposta verr formalizzata
nel corso del Convegno, propo-
nendo una opportunit per trovare
risorse atte ad affrontare lemer-
genza, anche attraverso la mutua-
lit integrativa, con un grande patto
di solidariet che viene, innanzi
tutto, dalla base. fondamentale,
ormai, che ci sia una seria collabo-
razione tra il pubblico ed il privato,
per far fronte alla crescente richiesta
di assistenza socio sanitaria con ef-
ficienza, efficacia ed economicit.
Gli imprenditori sono pronti ad af-
frontare con seriet questa sfida in-
vestendo risorse per essere al fianco
dello Stato, con la propria esperienza
e capacit gestionale. Lidea che
lANASTE mette in campo una
proposta seria, sostenibile mutuata
anche da altri paesi europei.
Una sfida per tutti, politici e opera-
tori del settore al fine di intervenire
nei comparti del lavoro, dellassis-
tenza sanitaria e socio sanitaria e dei
servizi sociali.
La proposta consente la rivisitazione
del numero di posti letto per por-
tarli a percentuali accettabili a li-
vello europeo. Lo sfruttamento della
domotica. La riattivazione delledi-
lizia sanitaria con la realizzazione
di nuovi posti in R.S.A. che consen-
tirebbero aumento di posti di lavoro,
leliminazione di ricoveri impropri
e quindi un risparmio per il bilan-
cio dello Stato. Lo sviluppo di posti
di lavoro, che ipotizziamo, riguarda
i giovani che possono essere occu-
pati nellambito dei servizi alla per-
sona assistendo gli anziani in questa
societ che continua ad invecchiare
a livello esponenziale.
La realizzazione di nuove R.S.A.
consentirebbe di realizzare un pro-
getto integrato che ipotizza al cen-
tro del territorio queste strutture re-
sidenziali, con personale adeguata-
mente formato, che possono occu-
parsi degli anziani a 360.
Lidea, oltre al reperimento di fondi,
quella di dividere il suolo nazio-
nale in cerchi tangenti tra loro, di
diametro proporzionale al territorio
ed alla popolazione anziana di quel
territorio, al centro del quale opera
una R.S.A. con servizi residenziali,
domiciliari, diurni e un case mana-
ger che monitorizzi con la teleme-
dicina i residenti anziani del terri-
torio affidatogli.
Quindi una grande razionalizzazione
del lavoro che consentirebbe agli
operatori di offrire servizi eccellenti
alle persone anziane affidato loro.
Non questo il luogo per svilup-
pare lanalisi del progetto ma
lANASTE disponibile, attraverso
un confronto con gli operatori pub-
blici, a sviluppare in maniera inte-
grale lidea.
Lipotesi che mettiamo in campo,
attraverso il Convegno, consenti-
rebbe di essere aderenti alla Comu-
nicazione della Commissione EU-
ROPA 2020 Una strategia per una
crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva in quanto individua mo-
dalit di uscita dalla crisi del Wel-
fare per i prossimi anni.
Affrontando quindi quegli interventi
3
strutturali necessari per cambiare lo
stato attuale del Welfare, in modo
decisivo, attraverso la redistribu-
zione del reddito, la riforma del mer-
cato del lavoro, sostegno e riconos-
cimento delle associazioni di cate-
goria che contribuiscono a fare cul-
tura ed offrire sempre una cultura
della qualit di vita percepita dalle
persone ultra sessantacinquenni e
dagli ospiti delle strutture residen-
ziali. Arrivando fino ad offrire gra-
tuitamente sostegno alle fasce pi
fragili.
LAnaste sta lavorando affinch si
renda possibile tutto ci. A novem-
bre 2011 parteciper in seno a Fe-
dersalute al VI^ Forum Risk Mana-
gement in Sanit, che si terr in
Arezzo, con la collaborazione di vari
soggetti attori del settore e che pre-
vede la partecipazione di parlamen-
tari europei. Verr coinvolta lECHO
(European Confederation of Care
Home Organisations) presentando
esperienze e best-practices anche
degli altri paesi europei.
Lattivit mira ad aprire un tavolo
di concertazione per analizzare le
misure adeguate ad un confronto
per la realizzazione di un nuovo
Welfare. necessario ormai, e non
pi procrastinabile, coinvolgere gli
organismi e gli Enti direttamente in-
teressati : Ministero della Salute,
Ministero del Lavoro e delle Poli-
tiche Sociali, Ministero delle Fi-
nanze, le Organizzazioni Sindacali,
lINPS e le Associazioni di catego-
ria, nessuno escluso ! Dobbiamo es-
sere tutti insieme in un
grande esperimento col-
lettivo. Recepire un pro-
getto di cambiamento
che venga dal basso, eli-
minare la disuguaglianza
tra il Nord ed il Sud.
Lattivit proposta deve sfociare
nella elaborazione di una legge qua-
dro su quanto emerger nel corso
del Convegno, tenendo in conside-
razione la proposta fatta dallAnaste,
e che preveda interventi normativi,
finanziari ed i tempi per la loro at-
tuazione.
La progettualit messa in campo
volta allinnovazione nel settore so-
cio assistenziale e socio sanitario in
considerazione che non sono pi
disponibili risorse e che il Minis-
tero delle Politiche Sociali si sta at-
tivando per effettuare un taglio di
20 Miliardi di Euro, taglio che pro-
durr una devastazione dellofferta
dei servizi alla persona.
Per far fronte a questo stato di cose
non pi ipotizzabile parlare solo
di razionalizzazione della spesa per-
ch le risorse in campo sono vinco-
late in maniera severa data lentit
della cifra per il sociale. Dobbiamo
quindi, ribadiamo, trovare una for-
mula innovativa, il coraggio di una
ricostruzione delle risorse da met-
tere in campo, ripensare il Welfare
ormai inefficace ed inefficiente. Bi-
sogna avere la capacit di sintesi su
quello che si pu e si deve fare, una
modalit ampia atta a proporre so-
luzioni che siano vicine ai fruitori
dei servizi assistenziali.
nei momenti di massima crisi che
dobbiamo proporre e fare le riforme.
Costruire nuovi punti di riferimento
verso la proposta che lANASTE
mette in campo e fare quindi anche
una battaglia culturale per una vera
innovazione. Questo perch lEu-
ropa, che ha messo in atto il Sistema
del Welfare, si trova ad affrontare
ora una profonda crisi.
necessario in questo momento ab-
battere le barriere delle ideologie
politiche. Quindi sosteniamo la ne-
cessit di una profonda riforma del
Welfare altrimenti alla domanda es-
ponenziale di assistenza, per il fe-
nomeno dellallungamento della
vita, non saremo in grado di dare
una risposta con le inevitabili conse-
guenze. Il Welfare non solo una
spesa ma economia, lavoro, quindi
economia sociale. Il settore del Wel-
fare un sistema integrato dove ope-
rano tanti soggetti quindi ipotiz-
zabile attraverso una condivisione
di un grande impianto progettuale
con un mix tra pubblico, privato,
terzo settore ed altri operatori so-
ciali erogare servizi residenziali e
domiciliari.
Ci incontreremo al Convegno per
iniziare a discutere del Grande
Patto di Solidariet.
Albert o De Sant is
Pro Terza Et
4
Convegno Nazionale Anast e - Conf commercio, Roma 17.11.2011
L
a questione dei Fondi sa-
nitari integrativi sta diven-
tando urgente nellambito
del processo di adeguamento del
sistema sanitario, almeno per tre
ordini di motivi. Innanzitutto il
peso della spesa privata out of
pocket, con cui le famiglie e gli
individui pagano di tasca propria
ci che non riescono ad ottenere
dal servizio pubblico.
In secondo luogo la continua cre-
scita, ben oltre quella del Prodot-
to nazionale, della spesa sanitaria
pubblica, e soprattutto del suo fab-
bisogno, spesso disatteso, con i
noti problemi di disavanzo delle
finanze regionali, gravi soprattut-
to in alcune regioni del centro-sud.
Infine lemergenza sociale di pa-
tologie ed ambiti di cura fino ad
oggi rimasti nascosti nelle pie-
ghe della autotutela individuale
e familiare, ed in particolare del-
la assistenza ai non autosufficien-
ti, disabili e malati psichici, da
un lato, e delle cure odontoiatri-
che, dallaltro.
Due ambiti molto diversi tra loro
per implicazioni sociali, gravit
e costo. La odontoiatria infatti
un campo escluso anche formal-
mente dal novero delle prestazio-
ni previste dal sistema, se non per
una minima parte, ma conside-
rata ormai da tutti indispensabile
e finanziata dai diretti interessa-
ti, con parcelle spesso molto eso-
se, nel 92% dei casi.
La cosiddetta Long Term Care (as-
sistenza di lunga durata) inve-
ce di per s prevista dal sistema
di offerta pubblico, ma ampia-
mente disattesa, con un carico di
costi elevato per le famiglie, so-
prattutto per quello che riguarda
i cosiddetti costi indiretti (che non
prevedono una spesa vera e pro-
pria ma comportano una perdita
di risorse lavorative o di altro ge-
nere) e per quelli intangibili (sof-
ferenza psichica e fisica).
Le stime pi recenti parlano di
una incidenza della spesa sanita-
ria privata out of pocket sulla spe-
sa delle famiglie italiane per be-
ni non alimentari del 3,5% (4,4%
per i pensionati e 3,8% per co-
loro che si trovano in altra con-
dizione non professionale), di una
spesa complessiva per la Long
Term Care (stime al 2005) di ol-
tre 11 miliardi di euro, di cui so-
5
Dot t .ssa Carla Collicelli
Vice Diret t ore Generale
della Fondazione CENSIS
Un problema urgent e: lo sviluppo
della sanit int egrat iva
UN PROBLEMA URGENTE: LO SVILUPPO DELLA SANIT INTEGRATIVA
6
Terza Et Pro
cazione rispetto a quanto otteni-
bile nel pubblico.
Risorse che potrebbero essere me-
glio impiegate per offrire ci che
il sistema pubblico non d. Sia-
mo in sostanza ancora lontani dal-
la costituzione di un vero e pro-
prio secondo pilastro della coper-
tura socio-sanitaria.
I tentativi fatti alla fine degli an-
ni 90 non hanno dato i frutti at-
tesi, per le incertezze delle nor-
mative e dei regolamenti e per la
mancanza di una seria intenzio-
ne di riforma.
giunta lora quindi di procede-
re rapidamente ad un rilancio, che
non pu che passare per una ar-
monizzazione fiscale per tutti i
fondi, per lintroduzione di mec-
canismi significativi di incenti-
vazione, a favore soprattutto dei
fondi che tutelano i bisogni me-
no coperti dal pubblico, ed anche
per un processo, graduale e con-
diviso ma deciso, di selezione dif-
ferenziale delle prestazioni offer-
te a favore di quelle veramente
appropriate e necessarie, in tutta
la loro articolazione.
dei fondi esistenti oggi in Italia.
Ne emerso un quadro positivo
per quanto riguarda la realt dei
fondi sanitari integrativi catego-
riali pi o meno consolidati, sia
per numero di iscritti che per pre-
stazioni coperte.
Su 8 fondi studiati dal Censis il
75% offre anche la odontoiatria
ed il 25% la Long Term Care.
Si tratta per di un comparto mol-
to variegato e differenziato per
modalit organizzative, criteri di
scelta e costi. Soprattutto si trat-
ta di una comparto che per ora
tutela solo alcune categorie pri-
vilegiate ed alcuni strati partico-
lari di utenza e che anche per
queste fasce limitate di popola-
zione offre un plafond di presta-
zioni in gran parte sostitutivo ri-
spetto a quanto gi offerto dal si-
stema pubblico, e dunque ridon-
dante.
Molte risorse collettive vengono
impiegate per offrire la possibi-
lit di interventi e ricoveri in
strutture private a pagamento, o
per la diagnostica privata, in al-
ternativa o molto spesso in dupli-
lo 3,8 miliardi a carico del siste-
ma pubblico, e di un costo della
malattia di Alzheimer per pazien-
te (al 2006) di 61.000 euro allan-
no, di cui solo circa 4.000 a ca-
rico del sistema pubblico.
La crescita dellimpegno delle co-
siddette badanti nei lavori di
cura familiare il segno pi evi-
dente di questa tendenza.
Certamente sappiamo che il pro-
blema dello scollamento tra do-
manda e offerta pubblica nei cam-
pi segnalati, ed in altri analoghi,
non riguarda solo lItalia, ma co-
stituisce un trend consolidato in
tutti i paesi occidentali.
Ma la specificit italiana data
dal fatto che solo in Italia la spe-
sa privata aggiuntiva per le pre-
stazioni non coperte per l87%
a carico dei pazienti e delle loro
famiglie, mentre in altri contesti
esistono forme di copertura di na-
tura assicurativa e integrativa or-
mai consolidate.
Da cui lurgenza di un rilancio dei
previsti Fondi sanitari integrativi.
In recenti indagini si cercato di
mettere a fuoco le caratteristiche
Dot t .ssa Grazia Labat e
Ricercat rice in Economia Sanit aria
Coordinat rice del t avolo t ecnico
2007-2008 sui Fondi Sanit ari
presso il Minist ero della Salut e
La prot ezione sociale nelle cure di lunga durat a
La sf ida della t erza et
7
alle esigenze del diverso grado
di disabilit e del luogo in cui
la persona vive.
Ancora i dati dellOMS stanno ad
indicare la necessit di garantire
lintegrazione tra assistenza so-
ciale e sanitaria, tra realt pubbli-
ca e privata a sostegno del nucleo
familiare o dellindividuo solo, al
fine di conciliare un migliore ser-
vizio offerto ed un contenimento
dei costi.
Emerge lesigenza non soltan-
to di un supporto finanziario e
di servizi alla persona possibil-
mente domiciliari, ma anche di
strumenti di orientamento, coun-
seling, e sostegno alle famiglie.
Lanalisi della sit uazione
it aliana
Le pi recenti ricerche (convegno
dellIsvap, conferenza Espanet del
Molise. La Campania si posi-
ziona allultimo posto con il
15,3%.
Il 38,8% dei residenti in Italia
dichiara di essere affetto da pa-
tologie croniche, la percentua-
le sale allo 86,9% per gli ultra-
settantacinquenni.
Le malattie croniche pi diffu-
se sono: artrosi/artrite, iperten-
sione, malattie allergiche, osteo-
porosi, bronchite cronica e asma
bronchiale, diabete.
Le malattie degenerative pi dif-
fuse: Parkinson, Alzheimer, de-
menza senile.
Si af f erma sempre di pi un
bisogno crescent e di
assist enza a lungo t ermine.
La quota di popolazione over 65
si prevede passer dallattuale
20,3% al 21% alla fine del 2012.
Nel 2030 raggiunger il 28%.
Fonti ISTAT indicano che cir-
ca il 40% delle persone con pi
di 78 anni non sia autosufficien-
te e necessiti di adeguata assi-
stenza.
I dati pi recenti dellOMS in-
dicano un aumento delle pato-
logie croniche degenerative le-
gate allinvecchiamento, quali
parkinson ed alzheimer ed evi-
denziano la necessit di garan-
tire allanziano, parzialmente o
totalmente non autosufficiente,
unassistenza adeguata, un ser-
vizio flessibile per rispondere
I
n It alia viviamo pi a lungo,
ma non sempre in buona sa-
lut e. Secondo i pi recent i
dat i st at ist ico demograf ici del-
lIstat e dellOMS la nostra situa-
zione carat t erizzat a da:
al 31/12/2010 sono 60.601.000
i cittadini residenti nel nostro
paese.
Il 20,3% della popolazione ha
pi di 65 anni, 1 italiano su 5.
12 milioni di italiani hanno pi
di 65 anni ed i grandi vecchi con
pi di 80 anni sono il 5,6% del-
la popolazione.
La speranza di vita alla nascita
di 79,1 anni per gli uomini e
di 84,3 per le donne.
Lindice di vecchiaia (rapporto
tra la popolazione con pi di 65
anni e quella con meno di 15 an-
ni) registra un ulteriore incre-
mento, raggiungendo un valore
pari a 143,1.
La vecchiaia femminile.
Le donne sono il 67% delle per-
sone con pi di 80 anni.
Il numero delle donne vedove
5 volte superiore a quello degli
uomini.
Godono di basse pensioni di
vecchiaia, di basse pensioni da
lavoro e mediobasse pensioni di
reversibilit.
A livello regionale, la Liguria
in testa con la maggiore presen-
za di anziani con et superiore
ai 65 anni (25%), seguono la To-
scana, lUmbria, il Piemonte, il
2008 sulle politiche sociali in Ita-
lia nello scenario europeo, i paper
di ricerca del Censis, il recente stu-
dio della Fondazione Bassetti ed il
rapporto Ceis, redatto dal Prof.
Spandonaro) evidenziano che:
nonostante le numerose inizia-
tive e programmi a livello loca-
le, il gap tra necessit delle fa-
miglie e degli individui da un
lato e le risposte istituzionali
agli anziani non autosufficienti
dallaltro crescente.
le risorse finanziarie pubbliche
sono insufficienti. Una dilata-
zione della spesa pubblica im-
pensabile sia per i vincoli eu-
ropei, sia per il peso della re-
cente crisi economico finanzia-
ria che si riverbera in un basso
tasso di crescita e di sviluppo
della ricchezza nazionale pro-
dotta ed in un aumento del de-
bito pubblico.
lintegrazione tra i diversi ser-
vizi e tra i diversi operatori
(pubblici, privati, volontariato)
scarsa. Inadeguata permane
lofferta di servizi.
I nost ri anziani sono a cort o di
assist enza e la sit uazione che
si present a, secondo una
recent e ricerca dellANCI dice
che:
Il 7,5 degli ultrasessantacin-
quenni (circa 830.000 persone)
percepisce lindennit di accom-
pagnamento.
Il 3% usufruisce dellassisten-
za domiciliare integrata ADI
(circa 347.000 persone ).
L1,7% degli anziani assistito
attraverso i servizi di assisten-
za domiciliare SAD dei comu-
ni (circa 193.000 persone)
Il 2,7% sono gli anziani ospita-
ti nelle RSA (circa 298.000 per-
sone).
Le rispost e ist it uzionali al
problema della non
aut osuf f icienza.
LUnione europea, nel recente li-
bro bianco sulla strategia in ma-
teria sanitaria (2008-2013) fissa
alcuni obiettivi precisi per favo-
rire uno stato di salute buono in
un Europa che invecchia. Promuo-
ve misure atte a favorire il soste-
gno agli Stati membri e alle re-
gioni per linnovazione e linte-
grazione sociosanitaria dei loro
sistemi, sostenendo progetti mi-
rati al mantenimento dellauto-
sufficienza delle persone anzia-
ne, anche attraverso le nuove tec-
nologie informatiche e di teleas-
sistenza, con stanziamenti previ-
sti ad hoc sia nel settimo program-
ma quadro che nel fondo sociale
europeo.
Nel nostro paese lordinamen-
to giuridico che affronta il tema
della non autosufficienza rin-
tracciabile:
nella riforma sanitaria ter del
1999, legge 229;
nella legge quadro sui servizi so-
ciali n 328/2000 che allart. 26
estende la possibilit per le per-
sone anziane o disabili di ricor-
rere a fondi integrativi anche per
la copertura di servizi socioassi-
stenziali relativi a cure continua-
tive a domicilio o in strutture re-
sidenziali e semiresidenziali;
nel decreto del Ministro delle
finanze del 22/12/2000 che al-
lart.1 riconosce lo stato di non
autosufficienza quando vi sia
lincapacit di svolgere anche
in parte le azioni comuni della
vita quotidiana;
nellatto di integrazione socio-
sanitaria previsto dal DPCM del
2001;
nella previsione della deducibi-
lit delle spese per assistenza
domestica (badante) per un im-
porto pari a 1820 euro annui a
partire dalla legge finanziaria
2005;
nella istituzione di apposite ri-
sorse a livello nazionale per la
non autosufficienza a partire dal-
la legge finanziaria 2007/2011.
Ma questanno non stato finan-
ziato;
nella definizione dei LEA che
sono del 2001, e dei LIVEAS
che non sono stati mai appron-
tati;
in alcune leggi regionali: Emi-
lia Romagna, Veneto, Toscana,
Lombardia, Liguria , Prov. Au-
tonome di Trento e Bolzano.
Dunque la normativa sociosani-
Pro Terza Et
8
LA SFIDA DELLA TERZA ET
taria e fiscale individua lassisten-
za a lungo termine quale campo
di intervento delle istituzioni pub-
bliche, private accreditate, priva-
te e di volontariato, erogando quo-
te di risorse pubbliche, ancorch
limitate e non sufficienti rispetto
alla domanda.
Riconosce altres, non fosse al-
tro che per la quota di parte so-
ciale a carico dei Comuni e dei
cittadini, la possibilit di consi-
derarla quale prestazione tipica
dei fondi sanitari integrativi del
Servizio sanitario nazionale.
Per la legislazione it aliana:
Lo Stato individua i LEA ed i
LIVEAS, ripartisce le risorse
del fondo sanitario e del fondo
nazionale per le politiche socia-
li, controlla luniformit dei trat-
tamenti ed eroga (mediante il
Ministero dellInterno e lInps)
le prestazioni in denaro a soste-
gno degli anziani e dei disabili.
Le Regioni hanno il compito di
programmazione, coordinamen-
to ed indirizzo degli interventi
sociali, nonch di verifica del-
lattuazione a livello territoria-
le e disciplinano lintegrazione
dellattivit sanitaria e sociosa-
nitaria ad elevata integrazione.
Definiscono inoltre i criteri di
autorizzazione ed accreditamen-
to delle strutture che erogano i
servizi, quantificano la parteci-
pazione alla spesa da parte dei
cittadini, determinano le tariffe
che i Comuni sono tenuti a cor-
rispondere ai soggetti accredi-
tati e decidono la concessione
dei buoni servizio per le strut-
ture eroganti.
I Comuni sono i soggetti fonda-
mentali dellattuazione della as-
sistenza pubblica ai non auto-
sufficienti per quanto riguarda
le prestazioni ed i servizi socia-
li, leventuale integrazione eco-
nomica per le persone non au-
tosufficienti per le quali ne-
cessario il ricovero in strutture
residenziali o semiresidenziali,
mentre sono di competenza del-
le Asl le prestazioni sanitarie e
sociosanitarie.
M anca una legge nazionale
sulla non aut osuf f icienza:
A differenza di molti paesi eu-
ropei e doltreoceano, lItalia
non si ancora dotata di un
provvedimento specifico, atto
ad affrontare il rischio della non
autosufficienza, pur avendo il
tasso di invecchiamento pi ele-
vato dEuropa, ed al contempo,
il rapporto spesa sanitaria e spe-
sa sociale/Pil che sta dentro la
media europea.
I vari t ent at ivi nauf ragat i ed
alcune prime rispost e:
La predisposizione di una legisla-
zione per la non autosufficienza,
ancorch auspicata da tutti non
riesce a vedere la luce. A partire
dal fondo per le prestazioni di as-
sistenza ai non autosufficienti pro-
posto dalla commissione Onofri
nel 1997 attraverso una tassa di
scopo.
Nel 2003 la commissione affa-
ri sociali della Camera avanz
una proposta bypartisan, insab-
biata alla commissione bilancio.
Nel 2005 una proposta di legge
di iniziativa popolare, presen-
tata dai sindacati dei pensiona-
ti CGIL,CISL,UIL.
Nel 2006 il Governo Prodi in-
serisce nella finanziaria 2007 il
fondo per la non autosufficien-
za con una dotazione di 300 mi-
lioni di euro per il 2007 e 400
milioni di euro per il 2008, da
cui avrebbe dovuto prendere il
via il Disegno di legge di dele-
ga al Governo per la costruzio-
ne del sistema e dei LIVEAS,
ma la fine della legislatura por-
t ad un niente di fatto.
Nel marzo 2008 il decreto del
ministro della salute Livia Tur-
co, sugli ambiti di operativit
dei fondi sanitari integrativi del
SSN, definisce che il beneficio
fiscale previsto dalla legge vi-
gente possa ottenersi nella mi-
sura in cui i fondi eroghino al-
meno il 20% delle prestazioni
in odontoiatria ed in servizi e
prestazioni per la non autosuf-
ficienza.
9
LA SFIDA DELLA TERZA ET
In questa legislatura vengono
presentate alla Camera le pro-
poste N 413 dellOn.le Di Vir-
gilio e la N 706 dellOn.le Lu-
c ma non mai iniziata la di-
scussione in commissione.
Il ministro del Welfare, Sacco-
ni ha posto in atto il decreto per
l operativit del decreto Turco
del 2008, dando vita allAna-
grafe dei fondi sanitari integra-
tivi presso il ministero della Sa-
lute.
Si istituita lAnagrafe dei fon-
di sanitari alla quale ci si deve
iscrivere fornendo tutta una se-
rie di dati per poter accedere al
beneficio fiscale di cui i fondi
godono. Nel 2012 avremo il mo-
nitoraggio completo di tutti i
fondi esistenti e quanti e quali
di essi saranno ammessi al be-
neficio fiscale di 3615.20 euro,
se avranno corrisposto almeno
il 20% in prestazioni per la non
autosufficienza e/o odontoiatria.
Attualmente sono iscritti al-
lanagrafe circa 300 fondi e 50
societ di mutuo soccorso.
Dal 2009 al 2011 si sono con-
clusi oltre 50 rinnovi contrat-
tuali, che hanno previsto accor-
di di sanit integrativa. Circa 6
milioni di cittadini e comples-
sivamente 11milioni e 300.000
tra familiari e figli a carico go-
dono di assistenza sanitaria in-
tegrativa. Su circa 30miliardi di
euro di spesa privata il 3,7%
intemediata da polizze assicu-
rative, il 16,7% da fondi inte-
grativi e societ di mutuo soc-
corso, il resto e spesa privata so-
stenuta dalle famiglie diretta-
mente, soprattutto quando un
componente non autosufficien-
te o disabile.
La ret e di prot ezione
assicurat a principalment e
dalle f amiglie, e in part icolare
dalle donne, ma anche dal
volont ariat o
Le ultime stime indicano per il
ns. paese la presenza tra 700.000
e 900.000 badanti che si occu-
pano dellassistenza ad anziani.
Il 5% delle famiglie italiane fa
uso di badanti per parziale o to-
tale non autosufficienza.
I costi si aggirano tra gli 800 e
i 1200 euro mensili.
Vi ancora molto lavoro in ne-
ro, se vero che la regolarizza-
zione ha riguardato circa
500.000 colf.
Il volontariato, secondo stime
recenti, eroga servizi di assisten-
za agli anziani non autosuffi-
cienti sia sanitari che sociali per
circa 790.000 persone.
Le copert ure LTC in It alia
Forme collettive di protezione
mostrano un trend di decisa af-
fermazione attraverso casse e
fondi aziendali e societ di mu-
tuo soccorso.
Recentemente si sono conse-
guiti 2 importanti accordi con-
trattuali nazionali (il Fondo
LTC dei dipendenti del settore
assicurativo e dei dpendenti
bancari).
Forme individuali hanno finora
avuto un limitato successo sia
per la non piena sensibilit del
bisogno futuro, sia per i costi
elevati dei premi assicurativi ed
infine per la mancanza di ade-
guati vantaggi fiscali.
A livello int ernazionale
diverse modalit di copert ura
dal rischio di cure di lunga
durat a (LTC)
I modelli per affrontare il tema
della non autosufficienza si pos-
sono classificare in 5 categorie:
sistema universalistico: la co-
pertura pressoch totale del
costo delle prestazioni median-
te la fiscalit generale (Dani-
marca e paesi del Nord Europa).
Se i cittadini hanno bisogno di
residenza continuativa in RSA
partecipano con risorse proprie
o dei familiari alle rette di de-
genza, anche attraverso forme
di garanzia dei costi, attraverso
le nude propriet immobiliari se
possessori di abitazione.
sistemi obbligatori: assicurazio-
ne obbligatoria LTC per tutta la
popolazione con prestazioni for-
Pro Terza Et
10
LA SFIDA DELLA TERZA ET
nite sia dallassicurazione con-
tro le malattie sia da unappo-
sito fondo assicurativo (Paesi
Bassi);
sistemi con la presenza di unas-
sicurazione sociale obbligato-
ria sottoscritta dai datori di la-
voro e dai lavoratori, realizza-
ta mediante la contribuzione a
casse mutue oppure la sottoscri-
zione di una polizza privata
(Germania, Austria, Lussem-
burgo);
sistemi di copertura nei casi di
bisogno dove lerogazione del-
le prestazioni suddivisa fra il
sistema sanitario nazionale e gli
enti locali (Irlanda e Regno Uni-
to) attraverso means test per
laccesso, mentre le RSA sono
gestite ed erogate da BENEN-
DEN la pi grande societ di
mutuo soccorso inglese.
sistemi misti: alle tradizionali
assicurazioni sociali (casse ma-
lattia, vecchiaia) si affianca un
sistema di assistenza sociale a
carico della fiscalit (Belgio,
Spagna, Francia).
Con il sist ema assicurat ivo in
It alia siamo ai nast ri di
part enza
Recenti stime dellAnia del
febbraio scorso, quantificano
il mercato italiano delle LTC
in circa 50 milioni di euro di
premi.
Di fatto in Italia lofferta di so-
luzioni di LTC viene fatta attra-
verso la raccolta assicurativa da
forme collettive spesso legate a
importanti contratti integrativi
di lavoro.
Sul mercato delle soluzioni in-
dividuali le stime indicano pi
o meno 20 compagnie impe-
gnate nellofferta di questa ti-
pologia di prodotti e meno del
50% di esse ha in catalogo una
polizza LTC autonoma. Il ri-
manente 50% dellofferta av-
viene attraverso coperture ac-
cessorie nellambito di altri
prodotti assicurativi e di solu-
zioni previdenziali (fondi pen-
sione aperti).
Sul fronte degli strumenti pre-
videnziali a luglio dellanno
scorso solo 9 fondi pensione
aperti prevedevano una presta-
zione accessoria per non auto-
sufficienza.
Il mercato assicurativo un mer-
cato molto embrionale
Lofferta in generale costituita
da polizze del ramo vita in cui la
prestazione rappresentata nel-
la maggior parte dei casi da una
rendita mensile per lipotesi di
non autosufficienza che pu va-
riare da 500 a 3000 euro al me-
se, a seconda del premio pagato,
anche se esistono altre formule
in cui si prevede o il rimborso di
un capitale o il rimborso delle
spese medico assistenziali.
La garanzia dura in genere per
tutta la vita dellassicurato, in
alcuni casi per il pagamento
limitato nel tempo, da 5 a 25 an-
ni o fino a che lassicurato com-
pie 75 o 80 anni.
Levento che fa scattare la co-
pertura la perdita dellautosuf-
ficienza misurata come incapa-
cit di compiere un certo nume-
ro di attivit quotidiane con il
sistema delle ADL (Activity for
Daily Living).
Che f are?
Far crescere la consapevolezza
della copertura del rischio del-
la possibile non autosufficien-
za, provocata non solo da infor-
tunio o malattia, ma anche da
senescenza, fattore sempre pi
identificativo del trend demo-
grafico del 3millennio.
Razionalizzare e portare a si-
stema la protezione sociale at-
tualmente prevista dal ns. or-
dinamento, in caso di non au-
tosufficienza, ricostruendo una
forte cornice pubblica di rego-
le e comportamenti per la co-
struzione di un fondo per la
non autosufficienza, solidari-
stico, in cui i diversi attori isti-
tuzionali, sociali, il terzo set-
tore, i soggetti profit e non pro-
fit le rappresentanze dei citta-
dini sottoscrivano un nuovo
patto sociele, con le regole per
alimentarlo, farlo funzionare,
11
LA SFIDA DELLA TERZA ET
LA SFIDA DELLA TERZA ET
12
Terza Et Pro
la che si pu far cassa, facendo
pagare lesclusione dei diritti di
cittadinanza dalle politiche di
Welfare.
Un ritorno indietro di civilt e co-
scienza sociale e giuridica, che un
grande paese come lItalia non
pu permettersi.
La crisi che stiamo attraversan-
do anche se difficile e comples-
sa dobbiamo considerarla anche
occasione per costruire una pi
equa e giusta coesione sociale,
in funzione di moderno Welfare
dove diritti e responsabilit in-
dividuali formano sinergia e mas-
sa critica per affrontare la sfida
dellinvecchiamento in una so-
ciet che cambia.
Per farlo dobbiamo usare il lin-
guaggio della chiarezza, il rigore
e certamente la lotta agli sprechi
e alle illegalit, ma anche espli-
citare una visione ed una strate-
gia, che traguardino la protezio-
ne sociale per le cure di lunga du-
rata con un mix di interventi in
cui la cornice regolatoria deve es-
sere indicata dalle istituzioni pub-
bliche ad una pluralit di sogget-
ti capaci di indicare risorse e stru-
menti per socializzare il rischio,
non lasciando solo nessuno.
approdare ad un Welfare resi-
duale.
Lidea centrale deve essere
quella di definire il livello di
prestazione sociale a cui si ha
diritto, per commisurare len-
tit di risorse disponibili e quel-
le che sarebbero necessarie,
dentro un quadro generale del-
la riforma della fiscalit, chia-
mando inoltre tutti gli attori so-
ciali a definire modalit di par-
tecipazione e costruzione di
forme diverse di socializzazio-
ne del rischio per le cure di lun-
go termine. Gli attuali fondi ne-
goziali, attualmente chiusi, si
potrebbero costruire aperti, sia
attraverso la mutualit di terri-
torio, sia attraverso Fondi LTC
ai quali applicare un adeguato
beneficio fiscale. Costruire fon-
di regionali e comunali integra-
tivi per le cure di lungo termi-
ne cui chiamare proporzional-
mente al proprio reddito i cit-
tadini a costruire una socializ-
zazione del rischio da LTC, con
la garanzia di un LIVEAS stan-
dard di base di prestazioni e
servizi domiciliari, semiresi-
denziali e residenziali, forniti
con qualit, professionalit,
personalizazione.
Lidea che non pu passare quel-
secondo pi eque modalit ero-
gatrici.
Avviare la costruzione di siste-
ma per il medio e lungo termi-
ne, in cui, un mix di interventi
pubblici, regole contrattuali ne-
goziali, fondi sanitari e pensio-
nistici complementari, regole eti-
che condivise di non antisele-
zione del rischio e di moral ha-
zard in campo assicurativo, con-
corra a definire la protezione per
la non autosufficienza e la long
term care come protezione sta-
bile di medio e lungo periodo at-
traverso la solidariet pubblica,
quella del mondo del lavoro,
quella individuale attraverso si-
stemi di incentivazione fiscale.
Costruire in sostanza un nuovo
Welfare, per socializzare il rischio
delle cure di lunga durata. Il tem-
po maturo. Loccasione rap-
presentata dalla delega al Gover-
no in materia assistenziale e fi-
scale che in discussione alla
Commissione finanze della Ca-
mera dei deputati.
Alcune avvertenze ed attenzioni
alle insidie che sottendono il prov-
vedimento.
Razionalizzare, qualificare le ri-
sorse pubbliche, non disperder-
le in mille rivoli SI, ma non per
13
tologie, inevitabile che il fabbi-
sogno assistenziale delle persone
non autosufficienti sia destinato ad
aumentare considerevolmente nei
prossimi anni, mettendo a dura
prova i sistemi di finanziamento
dei vari paesi europei.
Gi oggi, nel Regno Unito, il co-
sto per la non autosufficienza rap-
presenta l1,1% del PIL, pari cio
a 19 miliardi e 300.000 euro; in
Germania, nel 2008, i costi per la
non autosufficienza erano pari
all1,2% del PIL, cio quasi 18,9
miliardi di euro e valori simili si
registrano in Francia e Spagna.
Per quanto riguarda lItalia, secon-
do uno studio del 2006, le perso-
ne non autosufficienti passerebbe-
ro da 1.740.000 unit del 2010 a
re in the European Union, challen-
ges and policy responses 2008
esplicitano chiaramente la neces-
sit per tutti i paesi europei di con-
trollare e razionalizzare la spesa
sanitaria e sociale e di individua-
re modalit alternative di finanzia-
mento dei sistemi sanitari per con-
tinuare a garantirne la sostenibili-
t nei prossimi decenni.
Un settore particolarmente critico
in questo senso quello del socia-
le, dellassistenza alle persone con
disabilit/non autosufficienza, in
cui appare determinante un mix di
interventi che integri pubblico, pri-
vato e privato sociale.
Per le note problematiche relative
allinvecchiamento demografico e
alla cronicizzazione di molte pa-
N
ei paesi europei si stanno
studiando riforme in gra-
do di dare risposte effica-
ci alle difficolt finanziarie dei si-
stemi di welfare. In Gran Breta-
gna, David Cameron il 19 luglio
2010, nel suo intervento allUni-
versit di Liverpool, ha parlato del
progetto della Big Society, una
riforma volta ad un epocale cam-
biamento culturale, alla pi gran-
de redistribuzione di potere dalle
lites di Whitehall agli uomini e
alle donne della strada, dove i
cittadini, nella loro vita quotidia-
na, nelle loro case, nei loro quar-
tieri, nei loro posti di lavoro, non
debbano sempre cercare risposte
ai loro problemi rivolgendosi al-
lo Stato o alle autorit locali, ma
si sentano invece liberi e forti di
aiutare se stessi e le proprie co-
munit.
Lambizioso progetto di Cameron
punta alla valorizzazione delle co-
munit locali, sperimentando for-
me di partecipazione dei cittadini
alla gestione dei servizi pubblici,
stimolando ed incentivando las-
sociazionismo privato, il volonta-
riato e limprenditoria sociale.
Lidea di Cameron particolar-
mente attuale in quanto rimanda
ad un principio sempre pi condi-
viso in Europa e in Italia, della ne-
cessit di creare integrazione e si-
nergie tra risorse pubbliche e pri-
vate.
I recenti rapporti Health at a glan-
ce 2009 e Financing Health Ca-
Federalismo e Fondi Sanit ari
int egrat ivi: un modello it aliano
di big societ y Dot t .ssa Isabella Mast robuono
Diret t ore Sanit ario Policlinico Tor Vergat a
Sub-Commissario Sanit Regione Molise
FEDERALISMO E FONDI SANITARI INTEGRATIVI: UN MODELLO ITALIANO DI BIG SOCIETY
14
Terza Et Pro
vede anche una riforma dellassi-
stenza (pensioni di reversibilit,
indennit di accompagnamento)
che dovr portare a un taglio di 4
miliardi nel 2012, 12 nel 2013 e
20 nel 2014. Se la riforma non do-
vesse raggiungere lobiettivo so-
no previsti tagli lineari su tutte le
agevolazioni fiscali.
Il disegno di legge su questo tema
in discussione alla Commissio-
ne finanze della Camera e riporta
allarticolo 10 importanti novit
che sembrano essere orientate ad
un maggiore coinvolgimento del-
limpresa sociale (e non solo) nel
governo del sistema delle tutele.
Il quadro generale appare dunque
molto articolato e complesso ma
proprio nei momenti di maggio-
re difficolt che nascono le propo-
ste e avanzano le idee per trasfor-
mare uno scenario difficile in una
opportunit di crescita.
giunto il tempo nel quale i fon-
di sanitari e sociosanitari integra-
tivi, unitamente alle imprese pri-
vate del sociale e non, debbano
avere un ruolo importante per con-
tribuire a creare un sistema di col-
laborazione e sinergia tra pubbli-
co e privato che possa far fronte
alla crescente domanda di assisten-
za, soprattutto da parte della po-
polazione anziana, nel rispetto dei
principi di equit e solidariet ge-
nerazionale, ma anche secondo lo-
giche di efficacia ed efficiente ge-
stione delle risorse e dei finanzia-
menti.
La possibilit di trasformare i sus-
sidi pubblici monetari in servizi ai
cittadini sfruttando il sistema di
raccolta privata dei fondi integra-
tivi potrebbe rappresentare una le-
va importante di sviluppo con la
creazione di un numero maggiore
Nel settore del sociale e dellassi-
stenza ai non autosufficienti, lIta-
lia potrebbe diventare un modello
di Welfare Community, allinse-
gna dei principi di equit e solida-
riet tanto cari alla nostra tradizio-
ne. Tale strada dovrebbe essere
percorsa parallelamente a quella
del Federalismo fiscale, gi trac-
ciata dal Ministro dellEconomi-
ca, Giulio Tremonti.
Le ipotesi di risparmio previste co-
me conseguenza dellintroduzio-
ne dei costi standard, stimate dai
tecnici del Tesoro in circa 7 mi-
liardi di euro, potrebbero non ri-
solvere per il problema dellau-
mento della domanda, soprattutto
in un settore, quello dellassisten-
za sociale e sociosanitaria, cos
drammaticamente investito dalle
conseguenze dellinvecchiamento
demografico.
Le recenti manovre finanziarie,
inoltre, mettono seriamente a ri-
schio il sistema di welfare attuale
del nostro Paese. I tagli agli enti
locali previsti nella legge n. 148
del 14 settembre 2011 di conver-
sione del decreto legge n. 138 del
13 agosto (Ulteriori misure urgen-
ti per la stabilizzazione e per lo
sviluppo), ammontano a 6 miliar-
di nel 2012 e 3,2 nel 2013. Som-
mati alle misure precedenti le am-
ministrazioni avranno 6,5 miliar-
di in meno nel 2012, 9 nel 2013 e
11,4 nel 2014. Significativa la let-
tera dellAssessore alle politiche
sociali della regione Lazio che re-
centemente ha comunicato a tutti
i sindaci di non poter adempiere
alle richieste per i prossimi anni in
quanto il fondo a disposizione si
riduce da 80 milioni di euro del
2007 a 3,2 nel 2014.
La manovra finanziaria citata pre-
3.200.000 nel 2050, con un aumen-
to percentuale dell80% ed un con-
seguente fabbisogno di spesa sti-
mato per il 2050 in 19,5 miliardi
di euro per tutti i livelli di disabi-
lit, di cui 4 miliardi per il livello
pi grave.
Il problema del finanziamento del-
lassistenza sociale e sociosanita-
ria tanto pi drammatico nel no-
stro Paese, se si tiene presente che
non finanziato il fondo per la non
autosufficienza e per le politiche
sociali. Peraltro, considerando las-
sistenza domiciliare e la residen-
zialit, i dati che emergono dal
Rapporto sulla non autosufficien-
za del Ministro Sacconi collocano
lItalia, ivi comprese le regioni pi
virtuose, agli ultimi posti in Euro-
pa. Basti pensare che il valore me-
dio annuo di ore erogate per assi-
stito a domicilio pari a 24 e so-
lo l1,08 della spesa sanitaria de-
stinato allassistenza domiciliare.
Per lassistenza residenziale, nono-
stante una moderata inversione di
tendenza nella dotazione di posti
letto, lItalia notevolmente al di
sotto dei valori medi europei e, nel
complesso, lofferta assistenziale
di gran lunga insufficiente a soddi-
sfare il fabbisogno della popolazio-
ne e la quasi totalit della rete di
protezione risulta garantita da fa-
miglie, volontariato e, in misura
crescente, da forme di protezione
collettiva, su base mutualistica, con-
trattuale o assicurativa. In tali set-
tori appare quindi quanto mai ap-
plicabile lapproccio che sta alla
base della Big Society di Came-
ron, favorendo lintegrazione tra
pubblico e privato ed incentivando
lassociazionismo e la mutualit gi
storicamente e culturalmente radi-
cati nella nostra societ.
FEDERALISMO E FONDI SANITARI INTEGRATIVI: UN MODELLO ITALIANO DI BIG SOCIETY
15
ni erogate dai fondi integrativi: po-
trebbero per esempio essere stabi-
lite limitazioni o tetti prestaziona-
li per coloro che beneficiano, qua-
li iscritti ai fondi o assistiti, delle
stesse prestazioni garantite dal ser-
vizio sanitario.
Si riuscirebbe, in questo modo, ad
evitare duplicazioni di spesa, ol-
tre a cogliere lopportunit della
quota che deve essere garantita dai
fondi (il 20% previsto dai recenti
decreti) nei settori della non auto-
sufficienza e della odontoiatria. A
titolo informativo, se la quota fi-
nanziaria gestita dai fondi oggi si
aggira intorno ai 4 miliardi di eu-
ro , il 20% sarebbe pari a 800 mi-
lioni ( quota importante da desti-
nare alla non autosufficienza!)
Per quanto riguarda il sostegno al-
le disabilit, potrebbero essere in-
trodotti, almeno in una prima fa-
se, meccanismi di copertura del
rischio distinti sulla base del li-
vello di disabilit/non autosuffi-
cienza, destinando per esempio i
fondi/mutue/polizze assicurative
alla tutela contro il rischio di non
autosufficienza di grado lieve/mo-
derato e le risorse pubbliche a va-
rio titolo erogate (Fondo naziona-
le, fondi regionali e/o comunali
etc) per sostenere i cittadini in con-
dizioni di non autosufficienza gra-
ve.
Le idee, dunque, sono molte ma
perch si realizzino importante
completare il quadro normativo
dei fondi integrativi: lobiettivo fi-
nale quello di sviluppare una re-
te integrata tra pubblico e privato
quale passaggio fondamentale per
dare impulso ad un modello italia-
no di big society, orientato alla
responsabilizzazione dei cittadini
ed alla mutualit solidaristica.
comparti che possono essere coin-
volti nella contrattazione anche in
materia di forme integrative di as-
sistenza.
La crescita dei fondi degli ultimi
anni collegata in gran parte ad
istituti contrattuali- mostra chia-
ramente come il potenziamento dei
fondi debba essere favorito attra-
verso la contrattazione sindacale,
nazionale, a livello di comparto e
a livello di contrattazione integra-
tiva aziendale, ricercando strumen-
ti che sostengano la dimensione
collettiva e la socializzazione dei
rischi. In tale direzione, si potreb-
be pensare dintrodurre graduali e
sostenibili criteri di obbligatorie-
t, vincolando quote dei trattamen-
ti economici aggiuntivi e dei fon-
di economici aziendali e di com-
parto quali contributi per liscri-
zione ai fondi integrativi.
Per quanto riguarda le regioni del
sud, si potrebbe pensare, in un ot-
tica di sviluppo delle forme inte-
grative di assistenza e di integra-
zione con il SSN, di vincolare par-
te delle risorse pubbliche sotto va-
rie forme erogate, (sussidi, pensio-
ni di invalidit etc che evidente-
mente hanno un peso maggiore
proprio nelle regioni meridionali)
alliscrizione ai fondi integrativi,
liberando in tal modo risorse dal
SSN e favorendo la responsabiliz-
zazione della collettivit e lo svi-
luppo di una cultura dei fondi
integrativi.
Lo sviluppo di un modello inte-
grato SSN/fondi integrativi pu fa-
vorire la razionalizzazione delle
risorse ed il conseguente rispar-
mio per i bilanci regionali. Si po-
trebbe pensare, infatti, ad un mo-
dello in cui si razionalizza loffer-
ta del SSR rispetto alle prestazio-
di posti letto residenziali e lincre-
mento dellassistenza domiciliare.
A titolo esemplificativo, nel no-
stro Paese sono presenti circa
240.000 posti letto residenziali
contro un fabbisogno che, rappor-
tato ai valori internazionali, supe-
ra le 440.000 unit di posto letto,
mentre nel settore dellassistenza
domiciliare sono assistiti appena
il 3,5 degli anziani bisognosi con-
tro valori internazionali che supe-
rano il 10%. Lo sviluppo di que-
sti settori potrebbe portare ad un
aumento dei posti di lavoro che si
aggira, a regime, intorno ai
500.000 addetti.
convinzione di chi scrive che
in una societ che invecchia, la
solidariet t ra generazioni sia
possibile solo se i pi giovani
lavorano per i loro anziani.
Non bast ano le grandi opere o
le inf rast rut t ure, anche se di
f ondament ale import anza,
necessario agire sul versant e
dei servizi alla persona, senza
pi indugi.
Ad oggi, risultano circa 6 milioni
di iscritti ai fondi integrativi ed ol-
tre 13 milioni di assistiti, per un
finanziamento di circa 4 miliardi
di euro su una spesa privata che
di circa 30 miliardi di euro, ag-
giuntivi rispetto al finanziamento
pubblico (pari a circa 109 miliar-
di di euro). Esistono centinaia di
fondi, anche se solo 300 sono
iscritti allAnagrafe dei fondi, isti-
tuita presso il Ministero della sa-
lute, e risultano maggiormente
concentrati nelle aree del centro-
nord del nostro paese, inevitabile
risultato del minore sviluppo eco-
nomico del sud e dei conseguenti
minori livelli di impiego nei vari
Redazione
XLIII Giornat a del Credit o dal t ema:
Il cont ribut o della st rut t ura
f inanziaria per la crescit a
delleconomia
Gioved 6 ot t obre
Sala della Clemenza
Palazzo Alt ieri
Piazza del Ges 49 - Roma
L
ANASTE ha partecipa-
to ai lavori che sono sta-
ti aperti dal Presidente
dellAssociazione Nazionale per
lo Studio dei Problemi del Cre-
dito, il Cav. Lav. Prof. Ercole P.
Pellican, ha sottolineato lim-
portanza, sempre crescente, che
lAssociazione sta assumendo
nel panorama economico nazio-
nale.
Successivamente, intervenuto il
Dott. Giancarlo Cremonesi, Pre-
sidente della Camera di Commer-
cio di Roma, che ha patrocinato
levento, evidenziando come le
PMI, e la riscoperta della territo-
rialit, siano elementi portanti del-
leconomia nazionale.
A seguire, si sviluppata una ta-
vola rotonda coordinata dal Dott.
Paolo Messa, Direttore della Fon-
dazione Formiche, che si con-
frontata sulla relazione di base te-
nuta dal Dott. Daniele Franco, Di-
rettore Centrale per la Ricerca Eco-
nomica e le Relazioni Internazio-
nali della Banca dItalia.
Proprio questultimo
si soffermato sulla
situazione italiana al-
linterno della crisi
economica internazio-
nale.
Il PIL resta quasi 5
punti sotto il livello
pre-crisi. Le esporta-
zioni forniscono il
principale sostegno al-
lattivit economica Questo quan-
to dichiarato da Daniele Franco,
fornendo una via di fuga dallat-
tuale situazione, in unottica di ri-
presa nazionale.
altres vero che ha continua-
to il Dott. Franco - nel 2010 il mi-
glioramento stato superiore a
quello programmato: lindebita-
mento netto sceso dal 5,4 al 4,6
% del PIL.
Pro Terza Et
16
LA GIORNATA DEL CREDITO
La Giornat a del Credit o levent o principale, organizzat o, dal 1964, annualment e
dallAssociazione. La manif est azione incent rat a sullopport unit che le banche e gli
ist it ut i f inanziari si incont rino con gli operat ori economici, per discut ere e raff ront are
i comuni problemi, allo scopo di migliorare larmonia e leff icienza dei rapport i,
nellint eresse generale dello sviluppo e della st abilit .
La Giornat a si svolge con il conf ront o t ra Relat ori di alt o prof ilo, che analizzano ed
indicano le f orme pi opport une e razionali per f ront eggiare f enomeni di at t ualit ,
ed accrescere, cos, il pat rimonio conoscit ivo, crit ico, proposit ivo del mondo del credit o,
della f inanza e delle imprese e t rovare ut ili e condivise soluzioni.
Un segnale positivo, dunque, quel-
lo mandato dalla Banca dItalia
che evidenzia come la piccola in-
dustria italiana, soprattutto mani-
fatturiera, sia, per dimensione, la
seconda dellUnione Europea e,
parlando di progetti futuri, palesa
la volont di creare un ambiente
economico pi favorevole allat-
tivit delle imprese e allofferta di
lavoro.
Attorno a questi concetti, si sono
alternati quelli di ( in ordine di in-
tervento):
Prof. Domenico Siniscalco, Pre-
sidente Assogestioni, che ha sotto-
lineato quanto sia fondamentale la
cooperazione tra diverse entit per
il comune sviluppo del Paese.
Dott. Biagio Bossone, Consiglie-
re Gruppo Banca Mondiale e Fon-
do Monetario Internazionale, il
quale si soffermato sulla possi-
bilit per le PMI di accedere ai fi-
nanziamenti e soprattutto al credi-
to diretto.
Dott. Romualdo Massa Bernuc-
ci, Direttore del Dipartimento Ma-
re Adriatico (Italia, Malta e Balca-
ni Occidentali) della BEI, ha elen-
cato le tipologie di intervento ef-
fettuate dal suo gruppo bancario
per il sostegno economico delle
PMI, soprattutto per larea del Me-
diterraneo.
Dott. Paolo Garonna, Direttore
Generale ANIA, ha parlato di co-
me la finanza stia subendo una for-
te evoluzione passando da finanza
pubblica a privata, da breve a lun-
go e medio periodo. Ci neces-
sario in quanto la finanza deve an-
dare verso nuove frontiere.
Dott. Giampaolo Galli, Diretto-
re Generale Confindustria, ha sot-
tolineato limportanza delle PMI
puntando soprattutto sulla centra-
lit nel tessuto imprenditoriale na-
zionale.
Dott. Giovanni Sabatini, Diretto-
re Generale ABI, si soffermato
sullattuale situazione italiana do-
po il recente declassamento subi-
to da parte di moodys, lanciando
comunque un messaggio positivo
di una ripresa futura.
In chiusura, il Presidente Cav. Lav.
Prof. Ercole P. Pellican, seguen-
do quanto fatto in apertura dal Prof.
Gerardo Bianco, con una ampia
relazione sulla attivit politica, ha
commemorato il Sen. Giuseppe
Pella, primo presidente del-
lANSPC, nobile ed integerrima
figura di italiano.
17
XLIII GIORNATA DEL CREDITO
XLIII Giornata del Credito
Il contributo della struttura finanziaria
per la crescita delleconomia
Sono particolarmente lieto di salutare il confronto/dialo-
go fra le migliori industrie del Paese: manifatturiera e cre-
ditizia. Una volta erano due mondi contrapposti. Oggi se-
gnano quellunit dintenti che dovrebbe essere la guida,
non solo in campo economico, ma anche in territorio poli-
tico e istituzionale. Mi piace ricordare quel che Carlo Aze-
glio Ciampi scrisse in una delle sue ultime Considerazio-
ni finali. Sta in noi la possibilit di innescare un circui-
to virtuoso della crescita. Sta in noi. Abbiamo il dovere di
recuperare lorgoglio di quelle scelte.
Gianni Letta
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Obiettivi
Il Corso di Laurea caratterizzato da un percorso formativo che, a partire da una preparazione
culturale giuridica ed economica di base, sviluppa competenze speciche nel campo della gestione
amministrativa, della programmazione e dell'organizzazione dei servizi socio assistenziali e sociosa-
nitari ad elevata integrazione, in particolare:
nelle residenze sanitarie assistenziali
nellassistenza domiciliare integrata
nelle semiresidenze con disabili
nelle amministrazioni pubbliche centrali e locali
nelle aziende sanitarie
nelle aziende per i servizi alle persone
negli Enti Pubblici e Privati che collaborano per la realizzazione del welfare del Paese
Destinatari
Il Corso di Laurea rivolto a tutti coloro che intendono acquisire le cono-
scenze professionali utili alla formazione dei moderni dirigenti dellarea
sanit afnch siano in grado di:
interpretare efcacemente il cambiamento e l'innovazione
organizzativa in atto
collaborare con gli organi pubblici nelle attivit di
progettazione, realizzazione e valutazione delle iniziative
dirette a favorire lo sviluppo sociale
Il percorso formativo garantisce, inoltre, unelevata versatilit nelle
tematiche pi ampie della funzione amministrativa, organizzativa e
gestionale; nelle amministrazioni e negli enti pubblici; nelle impre-
se private e del terzo settore con riferimento all'area socio assi-
stenziale e sociosanitaria.
E previsto il riconoscimento dei crediti CFU per le
conoscenze e le abilit professionali pregresse, per
quelle maturate in attivit formative di livello post-
secondario e per gli esami precedentemente soste-
nuti, purch compatibili con lordinamento dei
corsi di laurea.
Link Campus University of Malta
Via Nomentana, 335 - 00162 Roma - Italia
tel. +39 06 40400224/226 - fax +39 06 853709211
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A.Na.S.T.E.
Associazione Nazionale
Strutture Terza Et
Via dei Gracchi,137 - 00192 Roma
tel. 06/97840505 - 06/97840508 - 06/45435266
fax 06/45435291
anaste@tin.it - anaste@anaste.com
In partnership con
per ulteriori informazioni:
Componenti Comitato scientico
Prof. Guglielmo Bruno - Presidente;
Prof. Vincenzo Mennella;
Prof. Bruno Ferraro;
Prof. Antonio Golini;
Prof. Carlo Hanau;
Prof.ssa Colomba Calcagni Antoniotti
Prof. Joseph Mifsud
Hon. Francis Agius
Prof. Roberto Suriani
Pro Terza Et
20
I
l grande aumento del debito pub-
blico dellItalia risale ai primi an-
ni settanta, gli anni della crisi fi-
nanziaria degli Stati industrializzati,
a cominciare dagli USA. I governi
che si sono succeduti in Italia hanno
assunto la questione soltanto quan-
do le circostanze esterne lo hanno im-
posto, dato che risulta difficile a
chiunque imporre al Paese misure an-
tipopolari, che alienano il consenso
degli elettori. A questa regola non fa
eccezione il Governo attuale di cen-
tro-destra, nonostante fosse fin trop-
po facile la previsione che questo no-
do sarebbe presto venuto al pettine
appena si fossero combinati laumen-
to dei tassi di interesse e la stagna-
zione del reddito.
La finanza internazionale, dopo i di-
sastri delle grandi banche degli ulti-
mi anni, che certamente non hanno
avuto origine dal nostro Paese, ha co-
minciato a bersagliare pesantemen-
te questa nostra situazione di debo-
lezza, scommettendo sul fallimento
delle nostre Banche e del nostro Sta-
to, che a torto viene considerato
lanello pi debole dellEuropa, do-
po la Grecia.
Le forze interne per resistere a que-
sti attacchi sarebbero pi che bastan-
ti, dato che il nostro Paese vanta un
risparmio privato ad elevati livelli,
ma fa difetto la coesione nazionale:
molti nostri risparmiatori hanno ac-
quistato titoli di Stati stranieri contri-
buendo ad aumentare il divario fra
questi e quelli italiani. Invece di fare
fronte comune di fronte al nemico,
anche gli italiani hanno contribuito a
peggiorare il divario e ancor pi le
aspettative del fallimento, che porta-
no al fallimento. Il Governo non ha
avuto lautorevolezza e il coraggio
di chiedere agli italiani la solidariet
nazionale e dobbiamo contare sulla
solidariet dei Paesi forti dellEuro-
pa per uscire dalla nostra grave situa-
zione. In questo drammatico frangen-
te ci troviamo alle prese con il pro-
blema dellinvecchiamento della po-
polazione, fenomeno positivo di per
s, ma che esige provvedimenti ade-
guati alle maggiori necessit degli
anziani, e sopra tutto degli old-old, i
molto anziani che presentano biso-
gni e consumi sociali, sanitari e so-
pra tutto sociosanitari per le cure a
lungo termine molto pi elevati del-
le et minori. Il fenomeno dellinvec-
chiamento della popolazione era al
centro dellattenzione dei demogra-
fi e degli economisti della sanit da
quasi mezzo secolo e quindi non pu
dirsi imprevisto; continua anche al
presente, tanto che ogni anno che pas-
sa fa aumentare lattesa di vita di qua-
si tre mesi, riducendosi lievemente
la differenza fra uomo e donna che
resta comunque nellordine dei sei
anni. Una delle cause dellallunga-
mento della vita attesa il progresso
delle cure dei malati in fase termina-
le, che sono sempre pi efficaci, ma
raramente guariscono il malato: il lo-
ro risultato consiste nel rimandare la
fine, a fronte di interventi sempre pi
lunghi e costosi, talvolta configura-
bili nellaccanimento dei sanitari.
Gli altri grandi consumatori di assi-
stenza sono le persone con disabili-
t dalla nascita o dalla giovinezza. La
loro posizione sostanzialmente di-
versa da quella di coloro che diven-
tano disabili dopo una vita normale,
che comprende farsi una famiglia,
avere figli e mantenerli, lavorare co-
stituendosi una posizione assicurati-
va mutualistica ed un diritto alla gra-
titudine dei figli sancito dalla leggi
vigenti. Lopinione comune differen-
zia le due categorie e ben compren-
de la differenza fra chi non abile al
lavoro e merita di essere aiutato dal-
la collettivit e chi invece pu lavo-
rare e produrre mettendo da parte del-
le risorse per la vecchiaia ed inve-
stendo nei figli non soltanto affetto
ma anche risorse economiche ingen-
ti, per cui si giustifica un dovere mo-
rale e giuridico di solidariet dei fi-
gli nei confronti dei genitori (alimen-
ti e mantenimento). Anche nel lessi-
co si va affermando una distinzione
fra le due posizioni: persone con di-
sabilit per coloro che presentano una
disabilit congenita o acquisita pri-
ma dellet lavorativa e anziani non
autosufficienti per coloro che con-
traggono la malattia e la conseguen-
te disabilit successivamente.
Il senso comune ritiene pi merite-
vole di un aiuto della collettivit co-
lui che per eventi sfortunati (spesso
errori genetici invalidanti) non in
Carlo Hanau
Analisi it aliana
21
ANALISI ITALIANA
grado di raggiungere lautosufficien-
za nelle attivit quotidiane della vita
e di provvedere alle proprie necessi-
t, che in genere sono ben maggiori
di quelle di una persona normodota-
ta. Questa condizione rappresenta per
la famiglia intera un grande carico di
dolore e di spesa di risorse umane e
materiali necessari per lassistenza,
che la collettivit cerca di integrare
con interventi sociali e sanitari e con
trasferimenti in moneta. Nel nostro
Paese, dove esiste una sproporzione
fra un basso valore dei servizi eroga-
ti in natura rispetto al complesso dei
sussidi monetari, si registra unulte-
riore sproporzione allinterno dei tra-
sferimenti monetari, dove la pensio-
ne di invalido civile, in favore delle
persone con disabilit (che non pos-
sono avere maturato una posizione
assicurativa come lavoratori), rice-
vono la met del minimo di pensio-
ne degli altri, compreso quelli che
non hanno versato nulla (la cosiddet-
ta pensione delle casalinghe).
Soltanto nei casi estremi di non au-
tosufficienza assoluta viene conces-
sa lindennit di accompagnamento
a coloro che hanno bisogno di unas-
sistenza e sorveglianza continua: que-
sta lultima provvidenza di tipo uni-
versalistico (indipendente dal reddi-
to e dal patrimonio) che resta in vi-
gore in questo nostro Stato che pre-
tende di chiamarsi ancora Welfare
State.
I recenti tagli decisi sui fondi na-
zionali per lassistenza sociale, che
aggravano una situazione finanzia-
ria gi pesantissima degli Enti Lo-
cali, completano un quadro dram-
matico di vuoto assoluto, mentre
si dovrebbe prevedere una transi-
zione possibile fra il regime dei fi-
nanziamenti centrali e quelli loca-
li, sostenuti da compensazioni cen-
trali.
Le condizioni appena enunciate esi-
gono tutte un maggior volume di ri-
sorse da impiegarsi per soddisfare
le maggiori necessit di una parte di
popolazione sempre crescente di an-
ziani non autosufficienti, mentre il
numero delle altre persone con di-
sabilit non si riduce nel corso del
tempo, dato che le cure, a comincia-
re da quelle perinatali, sono sempre
pi efficaci non soltanto per guari-
re ma anche per fare sopravvivere
in condizioni di malattia e disabili-
t bambini un tempo destinati a mo-
rire. A fronte dellaumento dei biso-
gni le risorse in autoconsumo della
famiglia italiana (la pi grande USL
dItalia, secondo Paccagnella) dimi-
nuiscono, sia per la contrazione del
numero dei figli e dei componenti
della famiglia, sia per laumento del-
limpegno della donna nel lavoro
extracasalingo, che lallungamento
dellet pensionabile della donna ha
aggravato. Soltanto laumento del-
la disoccupazione delle donne ha da-
to di recente un segnale in contro-
tendenza, ma non si deve certamen-
te puntare su questo fenomeno ne-
gativo in modo strutturale.
Si ascolta spesso il ritornello secon-
do il quale la carenza di risorse pub-
bliche dovrebbe essere superata me-
diante leliminazione degli sprechi e
lintegrazione dei servizi sociali, sa-
nitari e sociosanitari, che dovrebbe
consentire di ridurre le risorse impie-
gate mantenendo gli stessi risultati di
benessere, tagliando i rami secchi.
Come economista della sanit e dei
servizi sociali ritengo che molto si
dovrebbe operare in questo campo,
ma conosco bene le resistenze di co-
loro che sugli sprechi fondano le lo-
ro attese, che sono numerosi e ben
attrezzati per resistere a tentativi di
cambiamento temuti come dannosi
per i loro privilegi. Nel nostro appa-
rato pubblico appare come impossi-
bile la mobilit di un operatore da un
piano allaltro dello stesso ospedale,
mentre un insegnante di sostegno pu
cambiare posto e tipo di disabilit a
sua discrezione ogni volta che viene
rifatta la graduatoria, rompendo il
rapporto personale con lallievo di-
sabile per s e per quanti vengono
nella parte successiva della gradua-
toria, disprezzando e disperdendo il
patrimonio di esperienze cumulato.
Un Paese come il nostro, dove il con-
trollo sui risultati viene effettuato po-
co e male e dove il merito non mai
stato riconosciuto adeguatamente,
pu fondare le sue aspettative quasi
esclusivamente sulla buona volont
degli operatori, che fino ad ora non
ha mai dato grandi esiti a livello ge-
nerale.
Pro Terza Et
22
ANALISI ITALIANA
Laziendalismo stato introdotto
nel SSN nel 1992 nei suoi aspetti
pi deteriori, e tale evoluzione vie-
ne riservata anche agli altri settori,
sociale, sociosanitario e persino sco-
lastico, senza grandi prospettive di
soluzione. Si prenda lesempio pi
citato: la riduzione dei posti letto
ospedalieri viene spesso nominata
come causa di notevoli risparmi. Si
dimentica che la fase acuta giusti-
ficatamente pi costosa di quella
successiva e che i risparmi non pos-
sono essere semplicisticamente cal-
colati come la differenza fra la ret-
ta giornaliera ospedaliera e quella
della RSA. Si dimentica che i rico-
veri esclusi e le dimissioni precoci
dei pazienti elevano la retta ospe-
daliera dei pazienti restanti proprio
perch si dimettono o non si rico-
verano i pazienti definiti per decre-
to impropri. Si dimentica che la
maggior parte delle Residenze sa-
nitarie assistenziali presenta liste di
attesa molto lunghe e non si aumen-
tano i posti per compensare la ridu-
zione dei letti ospedalieri. Si dimen-
tica di tenere conto dei costi soste-
nuti dalle famiglie nel valutare i co-
sti delle cure dei pazienti che esco-
no dal sistema residenziale. Questo
aziendalismo spinge ciascun respon-
sabile di un centro di spesa a mas-
simizzare i propri indicatori di effi-
cienza senza curarsi degli eventua-
li riflessi negativi sulla collettivit,
con un percorso opposto a quello
che le aziende operanti sul merca-
to cercano faticosamente di intra-
prendere sottolineando la responsa-
bilit sociale dellimpresa.
Lassillo drammatico del momento
attuale consiste quindi nel bisogno
crescente di risorse pubbliche da de-
dicare allassistenza dei pazienti a
lungo termine a fronte di un prelie-
vo finanziario sui redditi che non si
pu aumentare perch gi si colloca
ai valori massimi in campo interna-
zionale, rischiando di frenare la ri-
presa produttiva gi particolarmente
lenta nel nostro Paese, compromet-
tendone il futuro.
Il sacrificio che si pu ragionevol-
mente chiedere al Paese oggi quel-
lo stesso che venne chiesto alla Ger-
mania quando venne deciso di lavo-
rare due giorni in pi devolvendo il
ricavato al fondo pubblico per non
autosufficienti. I dipendenti rinuncia-
no a due festivit o a due giorni di fe-
rie ed i datori di lavoro si impegna-
no a fare la loro parte. Si possono por-
re dei problemi di equit nei confron-
ti di chi non lavoratore e non con-
tribuisce al fondo, ma sappiamo a
priori che i primi fruitori delle pre-
stazioni sociosanitarie saranno colo-
ro che si trovano in questa necessit
ora o nel prossimo futuro, che per
let avanzata non sono generalmen-
te lavoratori, n dipendenti n auto-
nomi, ma semmai genitori o nonni di
lavoratori attivi. Occorre ovviamen-
te che anche alla categoria degli au-
tonomi e dei redditieri venga chiesto
un contributo adeguato.
Vari studi approfonditi sono stati
effettuati dalla Regione Trentino-
Alto Adige in preparazione della
legge che ha formalmente istitui-
to il fondo per la non autosuffi-
cienza pubblico ed a questi ci si
deve riferire per le precisazioni
tecniche necessarie, ma la propo-
sta deve prima essere accettata a
livello politico-generale, in quan-
to gli esperti (fra i quali ho la pre-
sunzione di essere annoverato) so-
no stanchi di fare studi che poi fi-
niscono negli ultimi cassetti dei
decisori politici.
Infine non si deve dimenticare lesi-
stenza dei Fondi integrativi, che
cominciano ad avere una certa con-
sistenza anche nel nostro Paese, il
maggiore dei quali il fondo EST
della Confcommercio, che per go-
dere di favori fiscali devono desti-
nare una quota anche per le cure a
lungo termine; ivi sono comprese
anche le protesi ortopediche e den-
tistiche, ma si deve chiedere che
anche le protesi uditive vengano
ricomprese nel novero. Aumentan-
do i premi assicurativi i fondi in-
tegrativi potrebbero garantire oltre
i Livelli essenziali di assistenza
(LEA) anche le migliori prestazio-
ni eccedenti i LEA e la quota di
compartecipazione che i LEA pre-
vedono a carico dellutente, parti-
colarmente elevata nel caso delle
RSA (fra 1000 e 2000 euro al me-
se), essendo pari al 50% del totale
dei costi totali.
Michele Assandri
Sanit del Piemonte
23
Piemont e
D
allelaborazione dei dati in-
viati dal territorio piemon-
tese, emerge un calo del
3% del fatturato delle Residenze
convenzionate, ed una diminuzio-
ne del 13% delle giornate di de-
genza acquistate dalle ASL.
, quindi, evidente la mancanza di
coordinamento dei Commissari stra-
ordinari delle ASL da parte del Go-
verno regionale, che pone obiettivi
di salute che divengono disattesi da-
gli stessi Commissari.
Questa carenza si manifestata pa-
lesemente con la pubblicazione del-
la Determina Dirigenziale 275 del
13 aprile 2011, con la quale lAsses-
sorato regionale alla Sanit rendeva
nota la ricognizione dei posti letto
autorizzati al 31 marzo 2011: man-
cava, e manca a tuttoggi, la colon-
na con il numero dei posti letto con-
venzionati suddiviso per ASL.
Conseguentemente impossibile
monitorare un obiettivo tendenzia-
le dichiarato con il Piano di rien-
tro e relativo Addendum di febbra-
io, ossia di garantire il convenzio-
namento di posti letto pari al 2%
della popolazione ultra 65enne.
E si tratta di un obiettivo negozia-
to con i tecnici dellAgenas, per
lavallo del Piano di rientro pre-
sentato dalla Giunta Cota, in quan-
to la principale causa di ricoveri
ospedalieri inappropriati ricon-
ducibile agli anziani non autosuf-
ficienti con patologie croniche.
Secondo il Rapporto sulla non auto-
sufficienza, pubblicato nel luglio
SANIT DEL PIEMONTE
2010, dal Ministro Sacconi, ben 17
miliardi di euro vengono spesi per ri-
coveri ospedalieri inappropriati di pa-
zienti con patologie senili, e se con-
sideriamo che il Fondo Sanitario Na-
zionale di circa 108 miliardi di eu-
ro, ci vuol dire che il 16% viene uti-
lizzato sprecando risorse pubbliche.
Anche sugli altri versanti trattati dal
sondaggio regionale si pu eviden-
ziare lassenza di una strategia re-
gionale, soprattutto sulla dinamica
delle quote sanitarie pagate dalle
ASL, che rimangono differenziate
anche di otto punti percentuali, ri-
servando al Piemonte lesclusiva a
livello nazionale, e questo un trat-
to di continuit con la precedente
Giunta Bresso.
Se dal 2003 ad oggi la Regione Pie-
monte non stata in grado di assi-
curare lesigibilit omogenea dei Lea
sul territorio regionale, egualmente
si pu dire per gli aspetti formali:
infatti, alla data del 31.12.2010, so-
no state rilevate Residenze conven-
zionate che non hanno siglato con
lASL il contratto secondo lo sche-
ma tipo deliberato dalla Giunta re-
gionale, prima nel marzo del 2005
con la dgr 18, e poi nel dicembre
2009 con la dgr 44.
ovvio che lassenza di risposte di
natura politica, si traduce in una con-
seguente necessit di tutela giudi-
ziaria che la ns. Associazione ha gi
avviato dal 2010, dapprima con
lesposto per la mancata liquidazio-
ne dei fondi stanziati con la DGR
84-11911/2009, proseguendo con
due ricorsi al TAR contro lASL TO3
per la mancata applicazione della
DGR 64-13649/2010 relativa alla
revisione tariffaria, e contro lASL
AL per aver aggiudicato la gestione
della RSA di Acqui Terme con un
ribasso del 13% sullintera quota
giornaliera di assistenza.
24
Terza Et Pro
SANIT DEL PIEMONTE
25
L
a qualit, lefficienza e lef-
ficacia dei Servizi alla per-
sona come noto in stret-
ta relazione alla professionalizza-
zione del personale impiegato; la
Regione E.R. nella DGR 514/09
Accreditamento dei servizi so-
cio sanitari prevede che nelle
strutture accreditate transitoria-
mente almeno l80% del persona-
le di assistenza sia in possesso
della qualifica di OSS, percentua-
le che dovr tendere al 100% en-
tro il 2013 con laccreditamento
definitivo.
Per supportare le aziende in que-
sto imponente sforzo di formazio-
ne professionale, la Regione E.R.,
per ora unica in Italia; ha svilup-
pato un sistema di certificazione
da esperienze professionali deno-
minato:
SERVIZIO DI FORMALIZZAZIONE
E CERTIFICAZIONE DELLE
COMPETENZE PER LE PERSONE
PROVENIENTI DA ESPERIENZA
LAVORATIVA FINALIZZATA ALLA
QUALIFICA DI OSS,
in sigla S.R.F.C.
Cosa il Servizio di
Formalizzazione delle
compet enze?
Il Servizio di Formalizzazione e
Certificazione delle competenze
il processo attraverso cui pos-
sibile formalizzare e certificare le
competenze possedute dalle perso-
ne (dai lavoratori) acquisite attra-
verso esperienza maturata in con-
testi lavorativi e professionali e/o
in contesti di istruzione e forma-
zione e/o in contesti di vita socia-
le e individuale.
Le f asi del servizio:
Acquisizione della Richiesta di for-
malizzazione e certificazione del-
le competenze da produrre da par-
te del lavoratore.
Accertamento tramite evidenze da
parte dellEsperto dei Processi Va-
lutativi (EPV).
Qualora lEPV valuti che il candi-
dato abbia tutte le competenze ne-
cessarie, questi verr ammesso al-
lesame.
Qualora il candidato non abbia tut-
te le competenze necessarie, que-
sti non sar ammesso allesame e
gli verr riconosciuta una Sche-
da capacit e conoscenze.
Accertamento tramite esame.
Chi risulter in possesso di tutte le
Conoscenze e le Capacit che com-
pongono la Qualifica Professiona-
le di O.S.S. sosterr direttamente
le prove desame articolata in pro-
Pro Terza Et
26
Guido Gaggioli
Uninnovat iva
opport unit
della Regione Emilia Romagna
per la formazione professionale
nel set t ore socio sanit ario
27
ANASTE EMILIA ROMAGNA
va pratica e colloquio secondo
quanto stabilito dalle direttive re-
gionali vigenti e quanto indicato
nella DGR 530 del 19/04/2006.
At t est azioni conseguibili
Certificato di Qualifica Profes-
sionale: documento in cui si cer-
tificano capacit e conoscenze
corrispondenti alla qualifica di
O.S.S. previo superamento del-
lesame.
Certificato di competenze: docu-
mento in cui si certificano capaci-
t e conoscenze corrispondenti ad
una o pi Unit di Competenza nel
caso di parziale superamento del-
le prove dellesame;
Scheda capacit e conoscenze: do-
cumento in cui si formalizzano le
conoscenze e capacit del lavora-
tore, nel caso in cui non risulter
in possesso di conoscenze e capa-
cit per accedere allesame per con-
seguire la Qualifica Professionale
di O.S.S.
ANASTE E.R. in collaborazione
con ISCOM Bologna, ente di for-
mazione di emanazione Confcom-
mercio, autorizzato dalla Regio-
ne E.R. a svolgere il servizio di
Formalizzazione e Certificazione
delle competenze acquisite, ha
coinvolto le strutture associate or-
ganizzando corsi per apprendere
le quattro Unit di Competenza
necessarie allottenimento del ti-
tolo, comprensivo di stage pres-
so le aziende e la simulazione di
esame propedeutici al colloquio
con gli esperti dei processi valu-
tativi (EPV); inoltre organizza
corsi mirati allacquisizione del-
lUnit di Competenza carenti del-
loperatore, fino allesame fina-
le, presso la sede ISCOM con au-
le attrezzate e possibilit di par-
cheggio interno.
Si ritiene utile segnalare ai colle-
ghi di altre regioni, meno attive
nellorganizzazione di corsi del
settore socio sanitario, la possi-
bilit di usufruire del servizio di
SRFC da parte di ISCOM E.R.
anche per i propri operatori; lat-
testato di qualifica professionale
di OSS infatti valido su tutto il
territorio nazionale ai sensi del-
laccordo Stato Regioni del
22/02/2001, tuttavia il servizio
dovr obbligatoriamente realiz-
zarsi nel territorio emiliano- ro-
magnolo.
Per inf ormazioni
rivolgersi a
ISCOM Bologna
www.iscombo.it
I
l Sistema di assistenza della Ca-
labria, secondo il dpgr 18 del
22 ottobre 2010, composto da
tre reti assistenziali: rete ospeda-
liera, rete emergenza-urgenza e re-
te territoriale.
Lefficienza, lefficacia e la econo-
micit del Sistema avrebbero richie-
sto un rapporto integrato tra
- le tre reti;
- tra il Dipartimento Tutela della
salute e politiche sanitarie ed il
Settore Politiche Sociali del Di-
partimento 10;
- il Dipartimento Tutela della sa-
lute e politiche sanitarie, il Set-
tore Politiche Sociali del Dipar-
timento 10, le Aziende Ospeda-
liere, le Aziende Sanitarie Pro-
vinciali e gli Erogatori privati ac-
creditati;
perch in modo sinergico avrebbe-
ro dovuto prendersi cura del biso-
gno/diritto di salute del cittadino e
della comunit calabrese offrendo
un insieme di servizi e di presta-
zioni sanitarie, socio- sanitarie e
socio-assistenziali a seconda della
natura del loro bisogno/diritto e del
livello di intensit assistenziale ne-
cessario per soddisfarlo.
Ci si trova, invece, allinterno di
una realt che, di fatto,
non presenta alcun rapporto si-
stemico tra le tre reti perch man-
ca una conoscenza documentata
della domanda di salute sia delle
singole persone che del territorio
calabrese e, conseguentemente,
manca una pianificazione integra-
ta e, quindi, sistemica, dei servizi
e delle prestazioni. Lo stesso Dpgr
n. 18/2010, infatti, non ha come
obiettivo quello di garantire la rior-
ganizzazione del sistema della tu-
tela della salute su tutto il territo-
rio calabrese (questo compito, in-
fatti, pare sia demandato ad un fu-
turo nuovo Piano regionale della
salute) bens la programmazione
di interventi finalizzati al solo rior-
dino delle singole reti (ospedalie-
ra, emergenza-urgenza e territo-
riale). Il documento finale non ,
infatti, una pianificazione del rias-
setto del SSR nonostante la prima
parte del decreto pare voglia far
credere ci l dove recita: consi-
derato che necessario stabilire
precisi tempi di realizzazione del-
lassetto del SSR derivante dal-
lattivazione delle nuove reti ospe-
daliera, territoriale e dellemer-
genza-urgenza.. Infatti lo stesso
decreto approva tre allegati, uno
per ciascuna rete di assistenza e
non un unico documento che pre-
senti, in una visione di integrazio-
ne dinamica ed operativa, obietti-
vi chiari e misurabili finalizzati
anche al riordino delle singole re-
ti ma soprattutto finalizzati al mi-
glioramento continuo della quali-
t dellintero sistema tutela della
salute della Regione Calabria. La
pubblicazione di tre allegati, del
resto, ne una prova ulteriore.
Non definisce contenuti, tempi,
strumenti e modalit dei rappor-
ti strutturati tra i diversi attori
che, con compiti diversi, debbono
garantire quantomeno il riordino
delle singole reti. Infatti, tra lal-
tro, nulla viene detto del rapporto
- tra Organismi Pubblici e Eroga-
tori Privati accreditati,
- tra organismi deputati alla pia-
nificazione e controllo e, quel-
li a cui demandato il compito
della erogazione dei servizi a
gestione pubblica e/o a gestio-
ne privata,
- in particolare i rapporti tra gli Ero-
gatori di servizi socio-sanitari ex-
traospedalieri, che garantiscono
in modo esclusivo lofferta di spe-
cifici servizi, e gli Organismi di
pianificazione, regolamentazio-
ne e controllo dei risultati, in par-
ticolare i rapporti con:
- la Struttura Commissariale,
nella sua decisiva funzione,
anche se limitata nel tempo,
- il Dipartimento alla Salute, che
dovrebbe garantire la pianifi-
cazione del nuovo Sistema Sa-
nitario Regionale e che, pertan-
to, dovrebbe avere gi in que-
sta fase commissariale un ruo-
lo altrettanto determinante,
- il Settore Politiche Sociali del-
la Regione, perch anchesso
Pro Terza Et
28
Calabria
Propost e delle Associazioni scrivent i
da esaminare al cost it uendo
Tavolo Tecnico Michele Garo
29
ANASTE CALABRIA
parte determinate nella rile-
vazione della domanda, nella
pianificazione e regolamenta-
zione dei servizi socio-sanita-
ri e socio-assistenziali e nel
controllo dei risultati,
- le Aziende Sanitarie Provin-
ciali cui demandato il com-
pito anche di garantire la esi-
gibilit dei diritti alla salute
dei cittadini e della comunit
di un determinato territorio,
sia con servizi a gestione pub-
blica e sia con servizi a gestio-
ne privata accreditata attraver-
so, soprattutto, i contratti di
acquisto delle prestazioni.
del tutto evidente che i rap-
porti tra questi diversi Enti,
pubblici e privati, potranno es-
sere assicurati solo se esiste un
Organismo Permanente di
Responsabilit Partecipata
(Tavolo di Concertazione Per-
manente) dove ognuno parte-
cipa con pari dignit, pur nel-
la specificit dei propri compi-
ti e ruoli, e tutti sono vincola-
ti dallimpegno di partecipare
al perseguimento di obiettivi
comuni concordati.
LOrganismo dovrebbe avere
compiti di indirizzo, coordina-
mento e pianificazione
- nelle fasi di sviluppo e attua-
zione del piano socio-sanitario
- nella identificazione di obiet-
tivi e delle relative priorit e
strategie
- nel supporto alla Struttura
Dipartimentale e al Settore
Politiche Sociali Regionale
che sono strutture di gover-
nance e di coordinamento.
Lo stesso Organismo dovrebbe
fungere anche da luogo di media-
zione e di compensazione di even-
tuali conflitti tra i vari Attori.
Pari Organismo, con compiti e
funzioni specifici, dovr essere
istituito in ciascuna ASP, con la
partecipazione di Enti che sono
portatori di interessi rispetto a
compiti e alle funzioni della
stessa ASP, su materie determi-
nanti per la esigibilit dei dirit-
ti alla salute da parte del singo-
lo cittadino e della comunit ter-
ritoriale, come ad esempio:
- atto aziendale
- contratti
- regolamenti, protocolli, etc
- qualit
- sicurezza
- privacy
- mantenimento dei requisiti de-
gli accreditamenti
- debiti informativi
- altro
Riteniamo che la proposta del Pre-
sidente Scopelliti, comunicata du-
rante lincontro con le Associazio-
ni di categoria, nellincontro del 29
settembre, di costituire un tavolo
Tecnico per il dialogo, confronto e
ricerca comune di soluzioni e pro-
poste al fine di trovare insieme so-
luzioni ai vari problemi che finora
hanno reso problematica la gestio-
ne della rete dei servizi socio-sani-
tari ed i rapporti tra i vari Attori
pubblici e privati, abbia voluto ri-
ferirsi ai contenuti sopra riportati.
Pertanto, con la presente nota, le
Scriventi, dopo aver accolto con
soddisfazione e vivo senso di gra-
titudine, soprattutto per il senso di
rispetto delle nostre realt e di pie-
na disponibilit ad un confronto
strutturato con le stesse - che il Pre-
sidente ha voluto evidenziare -, gi
in quella sede hanno voluto mani-
festare operativamente la propria
piena disponibilit ad avviare que-
sto percorso nuovo di correspon-
sabilit, pur nei diversi ruoli che il
principio costituzionale della sus-
sidiariet affida alle parti in causa.
La presente, infatti, rappresenta, in
forma scritta, un promemoria su al-
cuni temi, tra i tanti, che potrebbe-
ro formare oggetto della concerta-
zione:
a) in tempi brevi:
- sbloccare i flussi finanziari a fa-
vore degli Erogatori Privati so-
cio-sanitari accreditati;
- dare precedenza, attingendo alle
risorse del mutuo, alle procedu-
re per il pagamento dei debiti agli
Erogatori privati socio-sanitari
accreditati che hanno gi presen-
tato la documentazione richiesta
a riprova del loro credito relati-
vo agli anni 2001-2008;
- sollecitare i pagamenti dei 7 mln
della quota sociale soprattutto in-
tervenendo sulla Ragioneria re-
gionale per mandare in pagamen-
to con immediatezza il decreto di
pagamento a favore delle varie
ASP che dovranno poi liquidare
le strutture;
- causare un incontro con le Socie-
t di factoring per offrire garan-
zie capaci di sbloccare i relativi
contratti;
- esaminare le varie possibilit che
impegnino direttamente la Re-
gione nei confronti degli Istituti
bancari che dovrebbero garanti-
re il pagamento puntuale delle
spettanze agli Erogatori privati
accreditati. La Regione dovreb-
be farsi carico degli eventuali in-
teressi legali maturandi in caso
di ritardo negli adempimenti da
parte della stessa Regione;
- impegnare la Regione a non co-
stituirsi nel caso di atti di ingiun-
zione per il recupero dei crediti
relativi alla quota sociale 2010 e
2011 vantati dagli Erogatori e cer-
tificati dalle ASP;
- interrompere, in qualsiasi forma,
la procedura sulla sospensione
degli accreditamenti 2010 e,
quindi, 2011;
- disporre che lASP di CS ripro-
ponga la firma del contratto 2010
ed il pagamento del mese di di-
cembre 2010, per le prestazioni
socio-sanitarie e di riabilitazio-
ne, senza la decurtazione del 6%
circa sul fatturato relativo a pre-
stazioni gi erogate su formale
mandato della stessa ASP. E, ove
possibile, secondo il nuovo for-
mat che la Regione ha adottato
nel DPGR 44/2011;
- intervenire sulle ASP perch sia
rispettato il principio di legge, ri-
portato anche allinterno dei con-
tratti, secondo cui le prestazioni
debbano essere garantite per tut-
to il corso dellanno solare, nel
rispetto del solo tetto di spesa sta-
bilito allinterno dello stesso con-
tratto. Spetta, poi, alle Strutture,
nel rispetto della loro autonomia
tecnico-organizzativa e dei requi-
siti relativi agli accreditamenti,
pianificare la erogazione delle
prestazioni nei giorni della setti-
mana cos come previsti dal Re-
golamento n.13/2009 che, per al-
cune prestazioni, richiama le de-
libere specifiche precedenti. Per-
tanto, alla luce di tutto ci, le ASP
debbono considerare relativo il
dato contrattuale sulla determi-
nazione dei giorni e, invece, de-
terminante quello sul tetto di spe-
sa annuo. Tutto ci vale soprat-
tutto per quanto attiene le presta-
zioni di riabilitazione estensiva
extraospedaliera a ciclo continua-
tivo e a ciclo diurno ma anche il
numero delle prestazioni del cen-
tro ambulatoriale di riabilitazio-
ne. In questo ultimo caso la Strut-
tura accreditata deve rispettare il
tetto di spesa annuo e impegnar-
si perch il numero delle presta-
zioni effettuate nellinterno del-
lanno solare, non superi il nume-
ro delle prestazioni pro die pre-
visto nei contratti (vedi sentenza
TAR Campania 3821/2008);
- Intervenire sulla decisione di con-
siderare la prestazione di riabili-
tazione estensiva a ciclo diurno
con oneri a carico anche del so-
ciale e dellutente, e non solamen-
te a carico del fondo sanitario. Ci
non solo contro quanto prescri-
vono i LEA, ma anche contro le
normative nazionali e regionali
sulla quota a carico dellutente.
Tra laltro, questa decisione, ag-
grava ulteriormente il gi defici-
tario Fondo sociale regionale;
- Decidere, altres, che lutente del
presidio di riabilitazione a ciclo
diurno debba versare lassegno
di accompagno, come previsto
dalla DGR 845/2007 citata nel
DGGR 98/2011, contro legge
ma soprattutto non tiene in con-
siderazione che lutente disabile
trascorre nel presidio solo poche
ore della giornata. Le restanti ore
le trascorre sul territorio e, per-
tanto, necessita dellaccompa-
gnatore, anche spesso per farsi
accompagnare a usufruire della
fisioterapia.
Le Associazioni scriventi si riser-
vano di presentare, in tempi brevi,
una seconda piattaforma, che pos-
sa caratterizzare la continuit del
confronto su temi specifici che ri-
guardano aspetti pi strutturali e
meno congiunturali al fine di apri-
re la concertazione alla rivisitazio-
ne di alcuni punti cruciali sia del-
la rete territoriale e sia del SSR. In
particolare verranno presentate pro-
poste su possibili recuperi di risor-
se finanziarie da finalizzare allim-
plementazione del Fondo sociale
regionale.
Pro Terza Et
30
ANASTE CALABRIA
ANASTE CALABRIA
Il Presidente
Dr. Michele Garo
ARIS CALABRIA
Il Presidente
Prof. Pietro Siclari
UNEBA CALABRIA
Il Presidente
Sac. Biagio Amato
AGIDAE CALABRIA
Il Referente
Dr. Massimo Poggi
31
Carla Viazzi
Spalle al muro
Roberta Papi, Ass. alle Politiche So
cioSanitarie del Comune di Genova.
D.: Se la sent e di esprimere un giudi-
zio sulle principali ricadut e che com-
part a l a nuova manovra f i nanzi ari a
per la sanit nella regione liguria?
Come not o la manovra varat a
dal Governo comport er del l e
f ort i riduzioni sulla spesa sanit a-
ria, a t al punt o da pref igurare la
messa in discussione degli at t ua-
li livelli essenziali di assist enza,
ma i t agli alla sanit sommat i ai
t agl i del f ondo soci al e e del l a
non aut osuff icienza met t eranno
ult eriorment e a rischio i servizi
per i cit t adini e a maggior ragio-
ne per le persone pi f ragili.
D.: La st ret t a f inanziaria pot rebbe es-
sere unoccasione per f are di neces-
sit virt e per at t uare una revisone
del sist ema per lassist enza agli an-
ziani. Avet e gi preso in considerazio-
ne qualche soluzione?
Saremo cost ret t i a f are i cont i con
quest a manovra, ma sar molt o
diff icile t rasf ormare quest o disa-
st ro in virt perch siamo di f ron-
t e alla dest rut t urazione del sist e-
ma e con scarse risorse per pot er
imporre un qualsiasi proget t o di
Intanto la Cgil ha avanza-
to qualche proposta con-
creta per migliorare il wel-
fare nella nostra regione.
Bisogna riorganizzare
lesistente al meglio, pun-
tando sullintegrazione tra
sociale e sanitario e sulla presa in
carico delle persone. Bisogna che
ci siano meno anziani negli ospe-
dali, ha spiegato Anna Giacobbe,
alla guida del sindacato pensiona-
ti liguri della Cgil.
Inoltre si devono mettere in mo-
to tutte le risorse che la comunit
ha a disposizione con una forte re-
gia pubblica. Se il tentativo di re-
stringere il perimetro pubblico, -
perch il Governo dichiara questo
- noi pensiamo che debba essere
contrastato, inserendo dentro il pe-
rimetro pubblico un aiuto alle fa-
miglie e usare meglio le risorse di
cui dispongono, inclusa la spesa
privata ingente anche per lassi-
stenza sanitaria e i piccoli patri-
moni che sono fermi e non contri-
buiscono dunque n al benessere
delle persone n a creare lavoro.
A dimostrazione della gravit del-
la situazione e della seriet delle
persone che devono provare a ge-
stire questo momento difficile, c
totale apertura al dialogo e al con-
fronto con le persone e con la stam-
pa, nella convinzione che per tro-
vare una soluzione non si debba la-
sciare nulla di intentato. Abbiamo
cos rivolto alcune domande a
L
a situazione critica della sa-
nit ligure, a seguito dei ta-
gli finanziari, mette in ginoc-
chio le strutture per la terza et e di
conseguenza gli anziani.
Non un paese per vecchi il
titolo di uno spettacolare film dei
fratelli Coen, ma diventa tragica-
mente calzante in questo periodo
di forte crisi che sta investendo il
nostro Paese e che spinge il Go-
verno a dovere attuare manovre
finanziarie mirate al risparmio. La
Liguria da sempre una regione
con unalta densit di persone del-
la terza et, anche perch non so-
no pochi coloro che decidono di
venire qui a trascorrere gli anni
della pensione, complici la bellez-
za delle nostre terre, il mare e il
clima decisamente gradevole. La
crisi, per, non guarda in faccia a
nessuno e i tagli dellultima ma-
novra investono pesantemente an-
che il settore sanitario. La Asl 3,
dopo gli ultimi tagli della Regio-
ne, deve risparmiare almeno tre
milioni e le prime due pesanti con-
seguenze di questa decisione so-
no duecento posti letto in meno
nelle case di riposo e liste di at-
tesa ancora pi lunghe per en-
trare: gi adesso raggiungono i no-
ve mesi con punte di un anno per
le sistemazioni pi richieste. Inol-
tre si ingolferanno gli Ospedali
che non potranno pi dimettere gli
anziani se non ci sar posto nelle
strutture convenzionate.
Liguria
ANASTE LIGURIA
32
Terza Et Pro
qualit dellofferta formativa in
corrispondenza con i fabbisogni
professionali del mercato del la-
voro e superare la frammentarie-
t e precariet degli interventi.
Per i titoli di studio che hanno a
che fare con comparti diversi da
quello sociale, come ad esempio
quello sanitario, il polo coinvol-
ger le aziende pubbliche e pri-
vate degli altri comparti per il rag-
giungimento dei migliori risulta-
ti possibili.
Questo accordo il frutto di un
lavoro in sinergia tra lAssesso-
rato alle Politiche Sociali e lAs-
sessorato alla Sanit per iniziare
a ragionare in termini di filiera
formativa al fine di permettere ad
un giovane, che inizia un percor-
so di studi rivolto al settore so-
ciale, di potere intravedere ad
ogni step la possibilit concreta
di inserimento lavorativo in ter-
mini reali di offerta di mercato,
scoprendo ruoli quali: le figure
di animatore sociale, di mediato-
re culturale, di educatore, di as-
sistente sociale e di tutte le altre
previste dal repertorio regionale
delle professioni che operano nel
settore sociale.
Sperando naturalmente che le strut-
ture vengano supportate e aiutate,
in modo da potere resistere e con-
tinuare ad operare, senza dovere
chiudere i battenti.
quest i one cercando di t rovare
t ut t i insieme alcune possibili al-
t ernat ive.
D.: In quest a si t uazi one di f ort e di -
sagi o per gl i ut ent i , i l veni re meno
del numero di post i l et t o accredi t a-
t i al l e st rut t ure resi denzi al i f i ni r, i n
al cuni casi , per met t ere i n di scussi o-
ne i l i vel l i occupazi onal i del l e st es-
se. Immagi no che anche quest a con-
seguenza si a st at a presa i n consi de-
razi one?
Cert ament e il t ema delloccupa-
zione un t ema a noi present e,
t ant o vero che come comune
di Genova abbiamo messo in pie-
di un apposi t o conf ront o con
oo.ss. e t erzo set t ore, proprio per
af f ront are quest o problema sia
in t ermini quant it at ivi che qua-
lit at ivi.
Infatti, quasi sempre, ridurre la
spesa vuol dire andare a toccare
la qualit dellassistenza, gi mes-
sa in difficolt dallaumento con-
trattuale del personale. In questa
direzione, per, per migliorare gli
standard ci si sta gi muovendo,
infatti il 26 settembre lAssesso-
re alle Finanze della Regione Li-
guria, Rossetti ha firmato un Ac-
cordo Territoriale per la costitu-
zione di un Polo formativo delle
professioni del Sociale che avr
durata triennale, al fine di assi-
curare una maggiore stabilit e
rif orma alt ernat iva, anche se cer-
cheremo di proporre nuove so-
luzioni al Governo.
D.: Dal moment o che i t agli previst i
met t eranno a dura prova le st rut t ure
per anziani, pensa che si possano t ro-
vare delle risorse aggiunt ive?
Sar mol t o di f f i ci l e t rovare ri -
sorse aggi unt i ve da part e de-
gl i Ent i Local i , i n quant o, i l de-
f i nanzi ament o del si st ema
i ni zi at o dal 2008 e i n t ut t i que-
st i anni i Comuni hanno cerca-
t o di t amponare quest e caren-
ze con risorse proprie, ma il sus-
segui r si del l e var i e manovr e,
accompagnat e dallinasprimen-
t o del pat t o di st abi l i t , rende-
ranno quasi i mpossi bi l i i nt er-
vent i aut onomi degl i Ent i Lo-
cal i .
D.: Quest a manovra, in una regione
come la nost ra con un elevat o nume-
ro di anziani, pot rebbe incidere f or-
t ement e sul bilancio delle f amiglie che
dovranno f arsi maggiorment e carico
dei propri cari, bisognosi di cure ade-
guat e. Come rendere quest a sit uazio-
ne meno gravosa?
Non c dubbi o che l urgenza
della sit uazione imponga a t ut -
t i i sogget t i ist it uzionali (Regio-
ne, Comune), ma anche al mon-
do dellimpresa, della f inanza e
del t erzo set t ore di af f ront are la
33
Simona Palazzoli
da Anast e Lombardia
I
l sistema di accreditamento isti-
tuzionale attuato in Regione
Lombardia nasce nel 2001 e si
ormai consolidato nel tempo at-
traverso successive implementa-
zioni della normativa originaria; al
momento attuale la Giunta Regio-
nale ha ritenuto di elaborare alcu-
ne modifiche sostanziali nella di-
rezione di un potenziamento del-
lofferta stessa, di una maggiore li-
bert di scelta dei servizi e nellot-
tica di una riorganizzazione gene-
rale della programmazione dellof-
ferta Socio Sanitaria funzionale ad
un maggior controllo dei budget di
spesa.
La nuova Delibera di Giunta del
01/12/2010, avente per oggetto le
Determinazioni in ordine alla ge-
stione del Servizio Socio Sanitario
per lesercizio 2011, prevede la li-
beralizzazione dellaccreditamen-
to. Nello specifico, con decorren-
za 1 gennaio 2011, potranno esse-
re accreditate tutte le unit doffer-
ta Socio Sanitarie in possesso dei
requisiti oggettivi e specifici pre-
visti.
Per quanto riguarda i volumi e le
risorse, il livello programmatorio
viene spostato sulla contrattazione
tra ASL e Strutture, anche attraver-
so lutilizzo del sistema di nego-
ziazione di budget assegnati in via
provvisoria fino alla ridefinizione
da parte della Regione dei budget
assegnati alle singole ASL.
Per quanto riguarda invece la de-
terminazione delle classi di com-
plessit assistenziale si assiste ad
una consistente revisione del siste-
ma SOSIA che passa dalle attuali
otto classi a sole tre classi.
Lelemento di preoccupazione per
le Strutture, in sede di negoziazio-
ne con le ASL, consiste nel fatto
che il budget provvisorio venga de-
terminato in misura non superiore
allammontare corrispondente al
98% della remunerazione relativa
a tutti i posti accreditati nel 2010
e che i criteri di assegnazione del-
le risorse agli enti gestori non sia-
no ancora chiaramente definiti dal-
le ASL stesse.
Gianni Gruppioni
P
er ipoacusia e presbiacusia
sintende la ridotta sensibi-
lit uditiva delladulto e del-
let avanzata, sono le pi fre-
quenti cause di sordit permanen-
te e una della pi comuni malat-
tie invalidanti.
sempre pi evidente come le
attuali strategie riabilitative sia-
no efficaci nel prevenire queste
conseguenze, tuttavia a dispetto
dellelevata prevalenza nella po-
polazione e del potenziale inva-
lidante, non si registra un adegua-
to interesse sociosanitario verso
questa condizione.
La persona affetta da sordit ne-
cessita dellamplificazione dei se-
gnali acustici che pu essere rea-
lizzata mediante apparecchi acu-
stici comodamente indossabili.
Grazie alla digitalizzazione, quel-
li di ultima generazione sono dei
piccolissimi strumenti elettronici
che ricevono, analizzano e ampli-
ficano i suoni ambientali per poi,
riproporli con unamplificazione
chiara, controllata e confortevole
allorecchio.
Nel nostro Paese oltre 7 milioni
di individui presentano ipoacusia,
1 individuo su 3 oltre i 60 anni, e
tale diffusione si traduce in una
spesa annua di 3,6 miliardi di eu-
ro, pari al 5% del Fondo Sanita-
rio Nazionale. Lipoacusia trascu-
rata una delle cause problema-
tiche croniche pi frequenti e di-
sabilitanti dellet geriatrica, et
correlata, ed maggiore tra gli in-
dividui di sesso maschile.
La riabilitazione basata sulluti-
lizzo di un apparecchio acustico
, nella maggioranza dei casi di
ipoacusia, lunica opzione tera-
peutica. Mentre il trattamento me-
dico da riservare ad una porzio-
ne ristretta di casi secondari, a
malattie dellorecchio, a malattie
sistemiche.
Per la rimediazione delludito
in Italia, nonostante la provata ef-
ficacia dellutilizzo degli apparec-
chi acustici su risultati importan-
ti quali lautonomia funzionale e
la qualit della Vita, esiste, in Ita-
lia, un marcato sottoutilizzo degli
stessi. La protesizzazione avvie-
ne in media 10 anni dopo che lin-
dividuo prende coscienza della
propria condizione.
Let media dei portatori di ap-
parecchi acustici in Italia di 74
anni contro i 60,5 della media dei
Paesi Europei e, numericamente,
appena 1/3. Le condizioni pi
gravi, per la perdita di udito, pos-
sono avere per la persona una
condizione invalidante e quindi
risvolti sul piano somatico, clini-
co, psicologico e di tipo socio-
economico. In primis lincapaci-
t di comprensione verbale, e
conseguenti disturbi cognitivi,
provoca linsorgenza di disturbi
di memoria, disturbi dellatten-
zione fino ad un quadro di appa-
rente stato confusionale acuto.
I sintomi cognitivi sopra descrit-
ti scompaiono dopo la correzio-
ne dellipoacusia. Secondo risul-
tati di studi avanzati vi sono ri-
schi fino a 5 volte superiore a de-
cadimento cognitivo che spiega-
no lassociazione tra ipoacusia
non rimediata e demenza senile,
fra le quali la malattia di Alzhei-
mer.
Numerose evidenze scientifiche
indicano unaltra situazione po-
tenzialmente grave: lipoacusia si
associa ad un aumentato rischio
di caduta a terra. Ci pu essere
espressione di una disfunzione del
sistema vestibolare direttamente
coinvolto nel mantenimento del-
lequilibrio e della stabilit.
Nella popolazione anziana la ca-
duta a terra, e la frequente con-
seguenza di frattura di femore,
rappresenta una delle principali
cause di disabilit. Interventi at-
ti a prevenire, rimediare, lipoa-
cusia necessitano di essere pro-
mossi in campo di sanit pubbli-
ca, al fine di ridurre i costi so-
ciali ed economici associati a ta-
le condizione. Interventi che pro-
muovano la necessit e luso di
tecnologie idonee ad evitare le
conseguenze dellipoacusia non
Ipoacusia e presbiacusia
delladult o
Pro Terza Et
34
possono pi essere rimandati a
fronte dellinvecchiamento del-
la popolazione e dellaumento
vertiginoso degli ipoacusici in
Italia che detiene il primato del-
la longevit.
La sanit pubblica e il ruolo
dei Fondi Sanit ari Int egrat ivi
Lanalisi sul problema dellipoa-
cusia rispecchia una situazione
grave solo se continua ad essere
trascurata, quindi meritevole di
interventi sia da parte del SSN
che dei Fondi integrativi. Qual-
siasi riflessione deve fare i con-
ti sul futuro delluniversalismo,
ovvero, di ci che potr restare
della sanit pubblica, con alme-
no tre considerazioni di fondo.
La prima: il federalismo fiscale e
i costi standard che nel 2013 do-
vranno diventare gradualmente la
pietra miliare del buon governo di
Asl e ospedali.
La seconda: dobbiamo prevede-
re il taglio pressoch scontato
della prestazioni essenziali (i
Lea) col prevedibile spazio che
dovr occupare la sanit integra-
tiva quale risultato di un sempre
pi impetuoso ritiro dello Stato
dal tutto a tutti che gi oggi
una chimera, in aggiunta, natu-
ralmente, ai nuovi tikets sanita-
ri che peseranno non poco sulle
famiglie italiane.
La terza considerazione, diretta-
mente collegata alle prime due,
riguarda il gap tra le Regioni nel-
lofferta di servizi con il Sud che
rischia di caratterizzarsi con of-
ferte in meno e di qualit inferio-
re e tutte, nord e sud, che rischia-
no di precipitare nel baratro dei
piani di rientro per via della ridu-
zione di 8 miliardi di trasferimen-
ti in tre anni decisa con la mano-
vra varata dal Parlamento.
La posizione della FIA
(Federazione It aliana
Audioprot esist i)
Lemergenza sociale derivante
dalla patologia dellipoacusia che
ci vede fra i pi afflitti dEuro-
pa, ha ambiti molto diversi fra lo-
ro, con implicazioni sociali, gra-
vit e costi che rimangono sem-
pre pi affidati allautotutela in-
dividuale e familiare.
Il SSN, gi ora, prevede linter-
vento solo su coloro che raggiun-
gono la soglia di avente diritto,
cio troppo tardi e comunque
quando i danni sono ormai ir-
reversibili come riportato da tut-
ta la letteratura scientifica mon-
diale; in ogni caso, interviene ri-
coprendo solamente il costo di
apparecchi con tecnologia analo-
gica ormai superata e dismessa e
disponibile solo nel III e IV
mondo. Contro tale situazione che
ignora completamente le nuove
tecnologie e gli aventi bisogno
quando le attuali strategie ria-
bilitative sono efficaci nel preve-
nire tutte le conseguenze anzidet-
te FIA che rappresenta gli au-
dio protesisti - figura sanitaria
istituita nel 94 appositamente ri-
conosciuta e abilitata alla rime-
diazione della sordit - in pri-
mo piano per rimuovere linade-
guata attenzione al problema a
partire dal medico curante fino a
promuovere la prevenzione e la
rimediazione tempestiva, ove ne-
cessaria, e lo nella maggioran-
za dei casi di ipoacusia.
FIA ritiene che su questo versan-
te lintervento del 2 pilastro pre-
visto in sanit, provocando gli
opportuni adeguamenti, dopo gli
scenari sin qui tracciati, diven-
ta davvero fondamentale amplia-
re, un proficuo rapporto pubbli-
co/privato, lesigibilit in pre-
stazioni e servizi da parte dei cit-
tadini e, fra quelle ineludibili, il
contributo a fronte dellacquisto
dellapparecchio acustico. Sul
fronte del quadro normativo che
ancora da completare, per una
governance dellintero sistema
che favorisca responsabilit,
equit, solidariet, FIA ribadi-
sce quanto gi chiesto alle Isti-
tuzioni preposte.
Chiede che si provveda con una
circolare esplicativa della dizio-
ne componente della non auto-
35
IPOACUSIA E PRESBIACUSIA DELLADULTO
36
Terza Et Pro
rimborsare la rimediazione della
sordit mediante apparecchi acu-
stici anche senza confluire nel 20%
visto che questa assistenza rientra
nei percorsi di carattere sanitario
e socio sanitario previsti; tuttavia,
la scarsa attenzione e cultura in
proposito, oltre le diverse proble-
matiche di origine normativa e ge-
stionale dei Fondi, sono condizio-
ni che non hanno prodotto, sinora,
la giusta attenzione al problema.
Non casuale che solo i Fondi sto-
rici, cio, solamente quelli gi pre-
senti prima dellavvento del SSN
nel 78, prevedevano a quei tempi
e prevedono ancora, contributi per
lacquisto di apparecchi acustici.
Senza un intervento ad hoc del Mi-
nistro Sacconi, paladino del nuo-
vo modello di Welfare presentato
nel Libro Bianco sul futuro del
modello sociale che introduce il
sistema multipilastro, una visio-
ne per il futuro, non c da atten-
dersi che la situazione denuncia-
ta cambi. Intanto, a seguito della
recente manovra approvata dal
Parlamento, il ridimensionamen-
to delle prestazioni e dei servizi
sanitari sta avvenendo anche sen-
za lintroduzione dei nuovi Lea e
in presenza del ritardo della sani-
t integrativa.
in altri Paesi europei, favorisce la
prevenzione degli aggravamenti,
fra i quali il decadimento cogniti-
vo e Iisolamento sociale.
Attualmente, invece, complice il
ritardo socio-sanitario e in man-
canza di indicazioni specifiche e
mirate ai nuovi Fondi, tutto con-
tribuisce in Italia a ritardare la so-
luzione del problema aumentan-
do, di conseguenza, la schiera de-
gli aventi diritto in et pensio-
nabile, ovvero quando le persone
sono pi fragili anche economi-
camente e che, in et avanzata fi-
niscono per aumentare la schiera
degli aventi diritto e per gravare
sulla spesa sanitaria del Welfare.
La proposta FIA motivata dal
fatto che gli apparecchi acustici
sono servizi e beni meritevoli al-
la stessa stregua di quelli gi pre-
visti dal DM per lodontoiatria, la
cui copertura dei costi deve esse-
re egualmente agevolata, promuo-
vendo Iestensione degli ambiti
dei rimborsi alla partecipazione
delle spese sostenute dai Fondi per
lacquisto dei dispositivi per ludi-
to nelle condizioni della Persona
non previste dai LEA.
pur vero che attualmente nulla
vieta che i Fondi intervengano per
sufficienza oppure che, in occa-
sione del prossimo Decreto attua-
tivo pre-annunciato dal Decreto:
Ambiti di intervento delle pre-
stazioni sanitarie e socio sanita-
rie erogate dai Fondi Sanitari In-
tegrativi del SSN e da enti e cas-
se aventi esclusivamente fini assi-
stenziali pubblicato in G.U. n. l4l
del 18.06.08, si evidenzi la prote-
sizzazione acustica e la si parifi-
chi a quella odontoiatrica, mo-
dificando lArt.l, punto b) che ora
recita (...) prestazioni di assisten-
za odontoiatrica non comprese nei
livelli essenziali di assistenza per
la prevenzione, cura e riabilitazio-
ne di patologie odontoiatriche
correggendo opportunamente la
frase precedente con la seguente:
(...) prestazioni di assistenza
odontoiatrica e di rimediazione
delludito mediante ausili uditi-
vi anche per i casi di NON aven-
ti diritto a prestazioni che non so-
no comprese nei Livelli Essenzia-
li di Assistenza per la prevenzio-
ne, cura e riabilitazione di patolo-
gie odontoiatriche e delludito.
Lapparecchio acustico, se pro-
mosso da un contributo erogato
dai Fondi Sanitari Integrativi,
quando Iipoacusico ancora in
et lavorativa, cos come avviene
IPOACUSIA E PRESBIACUSIA DELLADULTO
Luigi G. Grezzana
Divergenza
e convergenza
L
uomo ha due grandi sto-
rie da raccontare.
La prima tradisce una divergenza.
Agli albori della nostra storia, la
maggior parte dei popoli vissuta
in piccole strisce di mondo densa-
mente popolate.
Partendo da queste terre, le civil-
t primordiali si sono disseminate
ed allontanate.
una fase che copre un periodo
lunghissimo. Le civilt umane si
sono formate, differenziate, le lo-
ro diversit sono arrivate sino ad
oggi. Si realizzato un pluralismo
che un valore condiviso cui nes-
suno rinuncia.
verosimile che il primo moven-
te che ha spinto una comunit a mi-
grare, sia stato listinto di conser-
vazione.
probabile che quando un popo-
lo si trasferisce in un nuovo terri-
torio non sia tanto mosso dalla ca-
renza di risorse del suo luogo di
origine, ma dallabbondanza esi-
stente da qualche altra parte.
In definitiva, la sua una scelta,
non una costrizione.
Una delle terre di parten-
za fu certamente il bacino
del Mediterraneo.
Da l, gli abitanti si sono
sparpagliati attraversan-
do sconfinate distese, ade-
guando tutto al nuovo am-
biente: alimentazione, modo di
vestirsi, abitudini, religioni e
quantaltro.
una storia che ci dice come le ci-
vilt, si siano allontanate e diver-
sificate.
Le civilt differenziandosi sono di-
ventate sempre pi diverse luna
dallaltra.
una vicenda dominata dalla di-
vergenza dei popoli. Ciascuno ha
realizzato una sua civil-
t, un suo stile di vita.
Si verificata una ete-
rogeneit crescente.
Peculiarit delluomo
saper cambiare ed adat-
tarsi molto pi veloce-
mente degli animali.
Non esistono specie,
nemmeno fra gli scim-
panz, capaci della stu-
pefacente mutevolezza
di cui in grado lesse-
re umano.
Ha imparato, da solo, ad ovviare
alla mancanza di luce con una can-
dela, a compensare una vista im-
perfetta con delle lenti, a rappre-
sentare meglio la realt con larte
della prospettiva.
Ha imparato a rendere pi appeti-
toso il cibo cucinandolo, ad allon-
tanare i cattivi odori con vapori pro-
fumati, a combattere il freddo con
il fuoco, con i vestiti ed edifican-
do le case.
Ha costruito carri e navi per viag-
giare pi velocemente ed armi per
difendersi. Per ricordare meglio le
cose ha inventato la scrittura e la
mnemotecnica. Per sognare, la mu-
sica.
Di fatto, le societ umane differi-
scono moltissimo le
une dalle altre e, soprat-
tutto, cambiano veloce-
mente.
La seconda storia re-
lativamente breve e re-
cente. Racconta come i
diversi gruppi umani
siano entrati nuovamen-
te in contatto e le distan-
ze si siano ridotte.
Gli uomini hanno me-
scolato le loro esisten-
ze, hanno intensificato scambi cul-
turali realizzando una convergenza.
Noi viviamo in tempi di conver-
genza. Il nostro un mondo glo-
balizzato. Le diverse societ si so-
vrappongono e si influenzano a vi-
cenda con un fervore ed una velo-
cit impressionanti.
I mezzi di informazione contribui-
37
f ot o di Renzo Udali
scono a farci senti-
re a casa in ogni
parte del mondo, a
respirare una cultu-
ra condivisa.
La convergenza,
oggi, molto inten-
sa, ma sarebbe pre-
cipitoso affermare
che la divergenza
sia terminata.
Si portati a guar-
dare la civilt euro-
pea come un insie-
me di movimenti
storici e culturali
che in essa si sono
realizzati per dif-
fondersi poi, nel re-
sto del mondo.
Dai Greci, a Roma antica, a Car-
lo Magno, al Rinascimento, alla
Rivoluzione Scientifica ed Indu-
striale, allIlluminismo con la Ri-
voluzione sociale, sino alla nasci-
ta dellUnione Europea, solo per
citare alcuni fra gli eventi pi si-
gnificativi.
Sono movimenti partiti dallOcci-
dente per diffondersi verso Oriente.
Questa , per, una interpretazio-
ne non obiettiva perch, per la mag-
gior parte della Preistoria e dellan-
tichit, le conquiste pi importan-
ti delluomo si sono mosse nella
direzione opposta. Da Oriente ad
Occidente: la diffusione dellagri-
coltura, lestrazione dei minerali,
lemigrazione dei Fenici, le scien-
ze degli Arabi, gli Ebrei, lavven-
to del Cristianesimo, le migrazio-
ni dei popoli della steppa, ne sono
testimonianza.
importante, per, smantellare
lidea della superiorit dellOcci-
dente o dellOriente e capire, inve-
ce, che ad un certo punto della sto-
ria, gli europei crearono una rete
globale di comunicazioni, solo per-
ch ne avevano molto pi bisogno
di altri popoli pi ricchi e pi au-
tosufficienti.
Avevano bisogno di materie prime
che a loro mancavano e che le nuo-
ve mete resero disponibili.
Avevano bisogno di accedere a
mercati fiorenti cui offrire le loro
navi ed i loro servizi di trasporto.
Avevano bisogno di una variet di
ambienti che ovviasse alla relati-
va povert della loro madre patria.
Il successo delle lo-
ro esplorazioni ven-
ne incontro a tutte
queste necessit.
La conseguenza fu
che il resto del mon-
do divenne, per
lEuropa, una risor-
sa abbastanza a por-
tata di mano cui at-
tingere.
LEuropa divenne
cos il crocevia del-
le principali vie di
comunicazione, in-
terlocutore attento
ed autorevole, nel
mondo.
Qualcosa di analogo mi sembra sia
accaduto nella storia della Medi-
cina.
La nascita delle specialit ha rea-
lizzato una divergenza fra i sape-
ri medici. Non solo, ma nellam-
bito della singola specialit sta-
ta parcellizzata ed ampliata la co-
noscenza, per cui, in Oculistica c
lo specialista delle malattie della
retina, del cristallino, della cornea
eccetera.
In Cardiologia, c chi si interessa
dellelettrofisiologia, dellemodi-
namica, dellecocardiografia e
quantaltro.
Gli esempi potrebbero continuare
ad oltranza.
La convergenza che molto pi re-
cente , invece, peculiare della Ge-
riatria. Noi, per necessit, dobbia-
DIVERGENZA E CONVERGENZA
38
Terza Et Pro
DIVERGENZA E CONVERGENZA
mo confrontarci, tutti i giorni, con
le altre discipline.
Le regole della convergenza sono
profonde. Il dialogo con i vari spe-
cialisti dobbligo.
Di fatto, il geriatra diventa il col-
lante delle varie branche mediche.
Convergenza e divergenza coesi-
stono nel sapere medico, prevalen-
do luna o laltra nelle varie disci-
pline.
Nei fatti, divergenza e convergen-
za avvengono simultaneamente su
piani diversi ed in modi diversi. Si
integrano e si completano.
La Geriatria la Medicina della
complessit ed inevitabile che
le soluzioni passino attraverso la
sintesi.
La sintesi non va identificata con
la semplificazione. Impone scelte
difficili ed analitiche. Si cerca la
scomposizione di quadri clinici
complessi per cogliere le possibi-
li conseguenze.
Sino a qualche lustro fa, esisteva-
no negli ospedali specialit isola-
te, a volte sconosciute persino ai
loro vicini. Erano branche della
Medicina tagliate fuori dalla rete
di comunicazione.
Non era infrequente che non si sa-
pesse che cosa facesse lo speciali-
sta a fianco.
La cultura geriatrica ha abbattuto
le frontiere e creato, fra le varie di-
scipline, una comunicazione per-
ch lanziano, ormai, non viene ri-
coverato solo nei reparti di Geria-
tria, ma in quasi tutte le branche
specialistiche e porta con s i suoi
tanti problemi.
Interroga i vari medici sui suoi bi-
sogni. Sua caratteristica presen-
tare le malattie in modo confon-
dente e criptico. Quadri clinici,
spesso, si sovrappongono in un
coacervo di patologie creando con-
fusione cio si fondono assieme e
districarsi non facile.
Il suo, quello del vecchio, un idio-
ma non sempre compreso. Spesso,
si impone il geriatra come inter-
prete competente.
Quando ho iniziato, molti anni fa,
a lavorare in ospedale, le visite di
consulenza nei vari reparti aveva-
no lobiettivo di trasferire un pa-
ziente scomodo.
Oggi, il geriatra viene interpellato
perch dinnanzi a casi difficili, in-
tricati, si sente il bisogno della cul-
tura geriatrica per arrivare ad una
sintesi.
Tutti i giorni ricorre la richiesta:
Bisogna sentire il geriatra.
Ci sentiamo un po pionieri. Le dif-
ficolt sono molte e cerchiamo, in
ogni momento, di capire cosa sia
meglio per i nostri ammalati e, di
volta in volta, di stringere lallean-
za con varie discipline.
Come pionieri cerchiamo di apri-
re vie di scambio, collegamenti,
strade nuove, sino a qualche lustro
fa sconosciute.
Poi, se altri ripercorreranno le vie
tracciate ne saremo ben felici.
Spesso, le grandi imprese hanno
come punto di partenza una realt
povera di risorse, una gamma mol-
to ristretta di opportunit. Chi vi-
ve ai margini tentato di intrapren-
dere qualche avventura.
Nella storia delluomo ne abbia-
mo incontrato diversi esempi. Pla-
tone paragon la Grecia ad uno
scheletro dove le rocce spuntano
dal suolo come le ossa su un cor-
po macilento. I rivali della Grecia
furono i Fenici che vivevano lun-
go una costa molto stretta.
Tutti sappiamo che la cultura dei
Greci e dei Fenici sono state fon-
damentali per le civilt succes-
sive.
Anche la Geriatria era partita ma-
le, ma mi sembra che oggi possa
dire la sua.
Non infrequente, nella corsa al-
la conquista dei saperi, che risulti
favorito chi parte svantaggiato.
Recentemente, uscito un libro
dal titolo Lamara Medicina del-
lo statistico Roberto Volpi. Mi ha
colpito, in particolare, un capito-
lo in cui lautore si chiede quali
vantaggi godano Firenze e Pisa e
le citt in generale, per cui la mor-
talit risulti mediamente pi bas-
sa di quella che ci aspetteremmo
sulla base della sola considerazio-
ne dei rischi.
Si domanda lautore che cosa con-
senta a Firenze e Pisa ed altre cit-
t di avere risultati di mortalit mi-
gliori dei territori e delle aree geo-
grafiche pi tranquille.
Per dare una risposta a questo que-
39
DIVERGENZA E CONVERGENZA
sito si cercato di non considera-
re solo i fattori di rischio, ma an-
che i vantaggi.
Alla luce dei fatti, si osservato
che si muore di meno e si vive pi
a lungo laddove si soliti dire che
c pi vita.
Ossia, pi occasioni, pi opportu-
nit, pi modi e pi ambienti per
realizzare aspirazioni e progetti,
per essere e sentirsi al centro di pro-
cessi creativi e produttivi.
Molto semplicemente, pi possi-
bilit di incontrare gente, vedere
un film, uno spettacolo, una mo-
stra, prendere un aperitivo, sceglie-
re un libro.
Sino a qualche anno fa, ci si era
fermati alla relazione reddito-salu-
te, concludendo che un buon livel-
lo di reddito agevola una buona sa-
lute, mentre uno scarso livello la
danneggia.
Non si sono per, sistematicamen-
te, studiati i vantaggi. Leggere un
libro, andare al cinema, sedersi al-
laperto, sfogliare il giornale, get-
tare unocchiata alla gente, far due
chiacchiere, qualche pettegolezzo,
godere del bello, fa o non fa bene?
I fiorentini hanno consumi cultu-
rali mediamente alti e, sembra, che
questi compensino, alla grande, le
polveri sottili che sempre inquina-
no le grandi citt.
Questa osservazione ci porta a pen-
sare che vivere in un paesino ame-
no, in un perfetto equilibrio am-
bientale dove, per, manca la vi-
ta della grande citt, manchino an-
che tutti i vantaggi succitati.
Se mancano i punti di incontro ove
la gente si trova, stringe conoscen-
ze, parla di esperienze, si confida,
vengono meno i vantaggi che ci
fanno vivere.
vero che si scappa per chiudersi
dentro, per non vedere nessuno, per
non essere costretti a parlare con
nessuno.
Luomo ha bisogno di centri din-
contro e di rapporti fra le persone,
di scambi culturali ed umani.
Si studia la mortalit e si scopre
che si muore di meno nelle citt
che in quei luoghi ameni che ven-
gono descritti come immuni da ri-
schi. Si scopre che la vita media
pi alta nella provincia di Firenze
che nella provincia di Sondrio ove
laria pura, Alpi, alpeggi e ritmi na-
turali ci farebbero pensare loppo-
sto.
Addirittura, oltre quattro anni di
vita media in meno, rispetto alla
frenetica provincia fiorentina.
Queste osservazioni ci fanno pia-
cere, ma non ci colgono imprepa-
rati perch sono i concetti che il
geriatra, vivendo sul campo, da
molto tempo ha colto ed anticipa-
to. E non poco osservare che le
nostre strategie, non soltanto han-
no contagiato altre branche del-
la Medicina, ma anche studiosi di
epidemiologia e statistica.
Ritorna il concetto che il geriatra
traccia una strada, poi altri la per-
corrono e ne felice.
40
Terza Et Pro
41
vergine, cachemire, pelo di cammello o seta. Per que-
sto trattamento esiste un programma specifico il cui
lavaggio principale opera con meccanica ridotta e una
temperatura della liscivia di max. 25C gradi.
Inoltre Miele ha sviluppato rispettivamente un pro-
gramma per lenzuola e per tovaglie a 60C e 90C e
un programma speciale per biancheria da cucina.
Poich questo tipo di biancheria si pu comporre sia
di abbigliamento professionale sia di strofinacci e
spesso lo sporco che li caratterizza ostinato, il pro-
gramma prevede un prelavaggio a 40C e nel lavag-
gio principale una disinfezione termica di 90C.
Redditivit: consumi idrici ridotti
Le macchine per lavanderia si distinguono per
i bassi consumi, sia nei programmi standard sia nel-
lambito di applicazioni speciali. Per esempio la lava-
trice PW 6107 per esempio impiega circa il 17 per-
cento in meno di acqua rispetto al modello preceden-
te con 10 kg di capacit.
Tutte le macchine sono dotate del cesto a nido dape
brevettato che tratta la biancheria delicatamente nel
corso del lavaggio e dellasciugatura. La particolarit
di questo cesto la struttura a esagoni bombati. Nel-
la macchina si forma una pellicola di acqua sulla qua-
le la biancheria scivola. Nel corso della centrifugazio-
ne le fibre quindi non vengono schiacciate contro la
parete del cesto, unazione che potrebbe causare il
danneggiamento del capo. Nellessiccatoio un cusci-
no di aria che si forma tra la superficie del cesto e i
capi protegge la biancheria mentre il cesto ruota. Il
trattamento delicato della biancheria stato provato
nei test di lavaggio eseguiti dallistituto wfk per la ri-
cerca applicata a Krefeld. Dalla relazione del wfk si
desume che il finissaggio della biancheria facilitato
dalla ridotta formazione di pieghe.
Le lavatrici e gli essiccatoi possono essere ottimizza-
ti con moduli aggiuntivi. Per esempio per le lavatrici
disponibile un rilevamento integrato a sensori del pe-
so che registra lattuale peso della biancheria in scat-
ti di 200 grammi e lo visualizza sul display. Se il cesto
stato caricato solo per met i costi di esercizio si ab-
bassano automaticamente. Per cui in una lavatrice con
capacit di 10 kg, carica solo a met, possibile ridur-
re il consumo idrico di oltre 20 litri.
Programmi per la disinfezione termica e termochimica
Alle case di cura e di riposo Miele offre diversi pacchetti
programma: ogni pacchetto contiene per esempio due program-
mi per la disinfezione termica e termochimica per lavatrici con ca-
pacit a partire da 10 kg. La disinfezione termica si svolge in que-
sto caso a una temperatura di 90 C e un tempo di azione di 10
minuti; la disinfezione termochimica viene generalmente esegui-
ta, a seconda dei disinfettanti utilizzati, a una temperatura com-
presa tra 60 e 70 C.
Con i programmi di disinfezione sviluppati in modo specifico da
Miele si rispettano i parametri richiesti dallIstituto Robert Koch in
base alle direttive relative alla disinfezione della biancheria. Il pre-
supposto in questo caso che alla messa in servizio delle mac-
chine i parametri di disinfezione come temperatura, tempo di azio-
ne e quantit di dosaggio vengano adattati con precisione ai de-
tersivi e ai disinfettanti utilizzati. In seguito necessario testare
oggettivamente e a intervalli regolari anche lefficacia della disin-
fezione e gli standard di igiene.
Sulle lavatrici inoltre presente un programma per piumoni che
consente di ottenere risultati di lavaggio accurati, affidabili e deli-
cati. I piumoni e i cuscini possono essere introdotti completamen-
te in macchina e al termine del processo di lavaggio viene dato
loro il volume originario nellessiccatoio, indipendentemente se si
tratta di piumoni in piuma o sintetici. Per lasciugatura di capi par-
ticolarmente voluminosi come i piumoni gli essiccatoi sono parti-
colarmente adatti poich dotati dellelettronica che gestisce aria e
temperatura Air Recycling Plus (per la quale stato richiesto il
brevetto) che guida il flusso allinterno della macchina e lo convo-
glia verso lesterno ottimizzando il processo di asciugatura. La cu-
ra delicata della biancheria particolarmente vantaggiosa nel trat-
tamento di piumoni in fibre naturali con imbottitura in pura lana
Presso le case di cura e di riposo i diversi capi di biancheria devono
essere di nuovo pronti per luso nel pi breve tempo possibile: la
biancheria da cucina molto sporca, asciugamani in spugna e lenzuola,
spesso anche tende, copripiumoni e cuscini. Con le macchine Miele
da lavanderia possibile ottenere questo risultato. Lavatrici ed essiccatoi
con capacit da 10 a 32 kg possono essere adattati alle esigenze
individuali con programmi speciali, per esempio con il pacchetto
programma Disinfezione per processi termici e termochimici.
Cuscini, piumoni o tovaglie:
il lavaggio disinfettante garantisce sicurezza
Le macchine Miele per lavanderia per case di cura e di riposo
Cuscini, piumoni o capi in spugna: i grandi carichi di
biancheria vengono trattati delicatamente nel cesto
dape brevettato di cui sono dotate le macchine Mie-
le da lavanderia con capacit da 10 a 32 kg. I pro-
grammi di disinfezione garantiscono un elevato stan-
dard di igiene. Lelettronica Profitronic M consente di
utilizzare la macchina in modo semplice poich i pa-
rametri di lavaggio possono essere anche modificati
in base alle proprie esigenze.
Sul grande display grafico sono visualizzati tutti i programmi di lavaggio e asciuga-
tura. Un selettore consente allutente di scegliere il programma da avviare. Se ne-
cessario egli pu anche modificare autonomamente i singoli parametri. A destra ac-
canto al display presente un lettore di schede chip offerto di serie per le lavatrici
e quale opzione per gli essiccatoi. Tramite una scheda chip possibile per esem-
pio trasferire sulla macchina nuovi programmi in modo rapido e semplice.
41
La medicina rigenerat iva...
e la t erza et ?
St efano Bat t ist a
42
Terza Et Pro
si che sfocia nelle degenerazioni
organiche.
chiaro che se tali patologie col-
piscono lorganismo in specifiche
fasi della vita, dallet infantile-
evolutiva, a quella dellaccresci-
mento sino allet della maturit
adulta e poi senile, vengono ad es-
sere condizionate nella loro evolu-
zione, sia dalla capacit reattiva del
momento che, chiaramente, dal
quadro di capacit di
rinnovamento che
lorganismo pu espri-
mere, rispetto alle po-
tenzialit del ciclo bio-
logico-genetico del
soggetto.
Ma proprio a questo
punto che, rispetto ad
una cognizione gene-
rale scientifica e ad un
sapere biomedico con-
solidato e strutturato
della diagnostica e
della clinica dominanti,
alla luce delle recenti scoperte del-
lultimo decennio, si innesta oggi,
una realt completamente nuova
che ribalta le previsioni e le ipote-
si classiche, paventando concreta-
mente una serie di possibilit rige-
nerative che lorganismo possiede
in s; e a cui, indipendentemente
dal suo stadio di sviluppo e dal-
let, pu attingere per contrasta-
re i fenomeni patologici degenera-
tivi che lo affliggono, e rallentare,
di fatto, linvecchiamento, autori-
parandosi.
parati nei nostri sistemi corporei.
E le speranze non sono poche, co-
me si pu immaginare, anche per-
ch di evidenze eccezionalmente
positive, ce ne sono eccome!
Basti pensare unicamente ai suc-
cessi delle pratiche terapeutiche per
la cura di numerose patologie del
sistema nervoso, riportati da auto-
revoli istituti, sia in estremo Orien-
te che nel mondo Occidentale.
La cura appare miracolosa per que-
ste patologie, le quali, a prevalen-
te impronta neurocircolatoria o neu-
romotoria, risultano sostenute da
noxae patogene che innescano pro-
cessi morbosi allinterno della com-
pagine degli epiteli e del parenchi-
ma degli apparati centrali relativi,
determinando le sindromi invali-
danti che inducono i vari livelli di
deficit nervoso, con le alterazioni
delle capacit sensitivo-motorie,
quelle dolorose e disfunzionali per
la motricit, sino ai gradi di pare-
I
l prossimo futuro per la Ricer-
ca della Salute e della Longe-
vit dellorganismo umano, sa-
r caratterizzato dallormai attua-
le comparsa di quella che viene de-
finita la Medicina Rigenerativa,
che non semplicemente una bran-
ca o una nuova specializzazione in
pi ma, assolutamente, la nuova
chiave di lettura della facolt dia-
gnostica e terapeutica, che la pi
recente Ricerca Biomedica ha mes-
so, e continua a mettere a disposi-
zione dei clinici e degli operatori
sanitari, per la apertura di nuove
strade da percorrere sulla frontie-
ra pi promettente delle cure me-
diche.
Ed a sentenziarlo non tanto chi
scrive, quanto il cumulo di impres-
sionanti passi giganteschi nellarea
della citogenetica e della biologia
tessutale che, grazie particolarmen-
te agli studi sulle cellule stamina-
li, si sono compiuti durante lulti-
mo ventennio, da parte di scienzia-
ti di tutto il mondo, nellincessan-
te tentativo di individuare ed iso-
lare, replicandone esemplari e ma-
trici organiche, miracolosi agenti
terapeutici, da utilizzare per il ri-
pristino delle funzioni perse del-
lorganismo.
Funzioni che possono venire me-
no a seguito di eventi patologici
(noxae) a prevalenza e/o genesi in-
fiammatoria, traumatica, degene-
rativa, neoplastica ecc., invalidan-
do in vario grado, le fisiologiche
funzioni dei tessuti di organi e ap-
LA MEDICINA RIGENERATIVA...E LA TERZA ET?
43
zione per la raccolta, la crescita e
la conservazione e risultano quin-
di anchesse pluripotenti.
Le Cellule Staminali Adulte (ASC),
che si ritrovano allinterno di mol-
ti tessuti delladulto, come ha di-
mostrato di recente la ricerca, os-
sia nel midollo osseo, nel sangue,
nel sistema nervoso, nel sistema
cardiocircolatorio, nellapparato
gastro-enterico ed epato-pancrea-
tico del digerente, nei tessuti mu-
scoloscheletrici e nel tessuto cuta-
neo e adiposo ubiquitariamente,
rappresentano linee cellulari mul-
tipotenti e, sono, evidentemente,
scevre da implicazioni bioetiche di
carattere normativo, che ne limita-
no lutilizzo.
Questultimo tipo di Cellule Sta-
minali risulta maggiormente esen-
te dai rischi legati alla trasmissio-
ne di contagi e di eventuali rigetti,
niente affatto da escludere invece,
nellutilizzo degli altri tipi.
Ecco quindi che nella fase attuale,
siamo dinanzi alla crescente ricer-
ca di sistemi, sofisticati e ingegno-
si, per lestrazione, la selezione, la
manipolazione per la crescita e la
conservazione delle cellule stami-
nali migliori, per poter essere uti-
lizzate in campo medico:
in area clinica, per finalizzare le
evidenze alla Terapia da condur-
re al letto del malato, in modo pi
tempestivo, efficace e sicuro pos-
sibile;
in area clinico-sperimentale, per
che presiedono lo sviluppo e lac-
crescimento dei tessuti e degli or-
gani, nonch quindi il loro rinno-
vamento mediante creazione di cel-
lule progenitrici, le Cellule Stami-
nali rappresentano la fonte del ri-
cambio continuo che avviene du-
rante la vita e appaiono tutte acco-
munate dalla stessa capacit ger-
minativa, bench vi sia determina-
ta la capacit replicativa, a secon-
da della matrice vivente da cui si
originano ed a cui appartengono,
secondo uno specifico disegno mo-
lecolare-genetico.
Vi sono pertanto diversi tipi di Cel-
lule Staminali (SC) che si caratte-
rizzano per differenti gradi di po-
tenzialit di sviluppo realizzativo,
a seconda degli epiteli delle diver-
se macrostrutture tessutali degli or-
gani e degli apparati definitivi in
cui si trovano.
Le Cellule Staminali Embrionarie
(ESC), che si ritrovano
nellembrione e che pos-
sono quindi venirne
estratte come consentito
prima dei divieti legisla-
tivi da embrioni creati
in laboratorio o da forme
abortive; sono cellule plu-
ripotenti.
Le Cellule Staminali del
Cordone Ombelicale
(CBSC), di origine fetale
e placentare, sono presen-
ti nel sangue del reliquato cordo-
nale addominale del prodotto del
parto di cui consentita la dona-
Rigenerandosi!
Il motore principale alla base di
questi incredibili processi del no-
stro organismo, sia esso sano o am-
malato, proprio legato alla pre-
senza delle Cellule Staminali che
risiedono diffusamente in tutti i ti-
pi di tessuti del corpo e, con diver-
sa competenza, realizzano i pro-
cessi generativi e rigenerativi so-
matici.
Dagli studi di citologia, di geneti-
ca, di bioingegneria tessutale, di
biochimica molecolare, di immu-
noistochimica sino alla trapianto-
logia e alloncologia sperimenta-
le, emersa tutta una serie di evi-
denze scientifiche che, negli anni,
hanno modificato la conoscenza
degli ultracomponenti dellorgani-
smo, sino alle attuali tipizzazioni
in merito alle componenti origina-
rie e al loro rispettivo comporta-
mento interdipendente.
Nellambito degli elementi primor-
diali dello sviluppo tessutale, os-
sia relativamente alle cellularit
tessutale. E, sorprendentemente,
consente la realizzazione di tessu-
ti allesterno dellorganismo del
paziente, attraverso cellule estrat-
te dal suo corpo e poi ritrapianta-
te nei casi di impossibilit a repe-
rire tessuti autologhi.
Tutta la materia , come compren-
sibile, oggetto di sensazionali sug-
gestioni e proposizioni, a seguito
di evidenti risultati pi che inco-
raggianti, ma anche, ed quasi su-
perfluo segnalarlo, di alcune im-
portanti riserve, proprio in meri-
to al destino degli elementi stami-
nali che si producono e si impian-
tano, considerate le loro potenzia-
lit di trasformazione nellorgani-
smo vivente.
Ci appare di certo un elemento
da non sottovalutare assolutamen-
te, per la evidente connessione con
le crescite cellulari che si verifi-
cano in condizioni di patologia on-
cologica; ma questo, a parere del
sottoscritto non pu rappresenta-
re che un ulteriore stimolo allap-
profondimento e un ulteriore ba-
luardo per la determinazione del-
le procedure di sicurezza e con-
trollo delluso clinico delle Cel-
lule Staminali proprie del sogget-
to, considerata la capacit indi-
scussa di biocompatibilit fisiolo-
gica.
Infatti, losservazione scientifica
dei processi inerenti le funzioni
staminali, pu sicuramente forni-
re un quadro mirabile della se-
quenza biologica che conduce al-
la insorgenza di neoplasie tessu-
tali e soprattutto, potrebbe costi-
tuire un importantissimo mez-
zo per poterle dominare, pro-
muovendo la maggiore cono-
scenza documentabile con
specifiche apparecchiature,
tutte le possibilit connesse
allo sviluppo.
Pertanto, nellipotesi affatto
velleitaria, che si possa evol-
vere in breve verso traguardi
terapeutici non solo per pato-
logie a lenta guarigione o in-
validanti per la persona, ma pre-
minentemente rispetto a patologie
gravi, ad evoluzione incerta e di
drammatica/ingente gestione, lin-
tero mondo medico non pu che
percorrere con volont e decisio-
ne, una via che pu consentire non
solo di realizzare davvero la spe-
ranza della guarigione per ogni ma-
lattia che lUomo sar costretto ad
affrontare, ma di poter sopravvi-
vere con maggiore salute e pi a
lungo.
E allora quando.....la Terza et ?
Pro Terza Et
44
LA MEDICINA RIGENERATIVA...E LA TERZA ET?
riprodurre quadri sperimentali in
vivo, che risultino di concreto au-
silio per lo studio dei processi pa-
tologici che colpiscono i vari or-
gani corporei, potendone valuta-
re le possibilit reattivo-rigene-
rative, in relazione alle trasfor-
mazioni che si generano a parti-
re dallazione della noxa patoge-
na, sino al meccanismo della gua-
rigione che segue alla rigenera-
zione tessutale.
Questa, oggi, viene attentamente
analizzata, nella misura in cui pu
risultare indotta da tutti i processi
citochimici e bioumorali (endocri-
no-immunitari) che sono alla ba-
se della creazione degli stimoli ne-
cessari alla neoproduzione (espres-
sa geneticamente), di elementi sta-
minali ulteriori nella compagine
45
46
a
mostra oonvegno |nternaz|ona|e
per |`aooog||enza o|v||e e re||g|osa
COLLETTIVIT lSTlTTl RE|lGlOSl SCUOLE OO||EGl CASE
DI CURA OSPEDA|l CASE DI RIPOSO PARROOOHlE ORATORI
SERvlZl SOOlA|l CASE PER FERIE OSTE||l ALBERGHI MENSE
PUBBLICI ESERCIZI AREE Dl lNTERvENTO: ARREDAMENTO
EDl|lZlA ENERGIA AMBlENTE SANIT lGlENE RISTORAZIONE
SERvl Zl EDOAZl ONE SPORT TRl SMO SOOl A|E CULTO
15 convegn| e workshop
organ|zzat| |n oo||aboraz|one
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EDITO
RIALE
ITALIANA
200
Aerre
Papa Benedet t o XVI conclude il
XXV Congresso Eucarist ico Nazionale
Pro Terza Et
46
I
l sole e le t emperat ure
insolit ament e calde di
quest o inizio set t embre
hanno accolt o Papa Benedet t o
XVI al Port o di Ancona nella
sua visit a giunt a al t ermine del
XXV Congresso Eucarist ico
Nazionale.
Circa centomila persone, secon-
do le stime e ai volontari arriva-
ti da tutta Italia per collaborare al
maxi raduno promosso dalla Chie-
sa Italiana ed un incontro tra lar-
civescovo di Ancona, monsignor
Edoardo Menichelli, e i giovani
dellAzione Cattolica Ragazzi, An-
cona ha offerto a tutti i presenti,
la massima disponibilit a qua-
lunque esigenza , lassessore re-
gionale al Turismo, Serenella Mo-
roder, ha affermato che: il no-
stro modo di accogliere il turista,
sia esso reale o virtuale, offrendo
un vero e proprio compagno di
viaggio che, in maniera discreta e
affidabile, possa guidarlo e accom-
pagnarlo nella scoperta di una re-
gione dalle mille attrattive e bel-
lezze Le Marche sono pronte
ad accogliere i tanti fedeli di que-
sti giorni e i tanti turisti che ver-
ranno in futuro, con il consueto
sorriso e con il calore dellospita-
lit che ci connaturato, il tutto
accompagnato dalla pi avanzata
tecnologia, perch le Marche so-
no da sempre terra di storia, tradi-
zione, ma anche di innovazione e
Area Fincant ieri - Port o di Ancona
47
PAPA BENEDETTO XVI CONCLUDE IL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
di strutture davanguardia e, la
Protezione Civile regionale, pro-
vinciale circa 750 volontari han-
no iniziato immediatamente le tur-
nazioni per lassistenza ai parteci-
panti, allestendo anche il Cma, il
Centro Medico Avanzato, e il Pun-
to di Coordinamento avanzato al-
la Fiera Ancona, servizi comple-
tati domenica al termine delleven-
to, a cui vanno aggiunti il perso-
nale socio assistenziale e sanitario
(circa un migliaio di persone tra
Croce Rossa, Anpas, Ares, Unital-
si, Cisom e Misericordie) da ricor-
dare nello specifico il gruppo di
volontari di Protezione Civile AB-
CeD di Potenza Picena, che han-
no assistito i disabili arrivati da
ogni parte.
Restituire dignit al lavoro e su-
perare il precariato, ha chiesto
con forza il Papa nellomelia del-
la messa celebrata davanti a cen-
tomila fedeli nellarea Fincantie-
ri del porto di Ancona. L una in-
combente gru ferma da troppo
tempo rappresenta un po lemble-
ma della drammatica situazione
occupazionale frutto della crisi
economica e finanziaria. Occorre
impegnarsi per restituire dignit
ai giorni delluomo e quindi al suo
lavoro, nella ricerca della sua con-
ciliazione con i tempi della festa
e della famiglia e nellimpegno a
superare lincertezza del precaria-
to e il problema della disoccupa-
zione, ha detto Benedetto XVI,
indicando proprio
nella riscoperta della
spiritualit eucaristi-
ca la via da seguire
per contribuire al ri-
sanamento sociale.
La forza del potere
e delleconomia non
sono sufficienti da
sole a organizzare le
societ, ha aggiun-
to ancora Ratzinger
nel corso dellome-
lia pronunciata nel-
larea dei cantieri na-
vali, davanti a tanti
operai di aziende in crisi e allo lo-
ro famiglie. Luomo - secondo il
Pontefice - cade spesso nellillu-
sione di poter trasformare le pie-
tre in pane, ma non si possono
mettere da parte Dio, i valori,
letica, confinandoli al privato, e
certe ideologie che hanno ten-
tato di farlo, cercando solo di as-
sicurare a tutti sviluppo e be-
nessere materiale, hanno fallito,
dando agli uomini pietre al po-
sto di pane. Al termine della
messa il Papa ha pranzato con una
rappresentanza di operai in cassa
integrazione e di poveri aiutati
dalla Caritas.
Tanti i big della politica, tra i pre-
senti: il leader del Pd Pier Luigi
Bersani e la vice presidente del
partito Rosy Bindi; il leader del-
lUdc Pier Ferdinando Casini,
Rocco Buttiglione e Paola Binet-
ti dello stesso partito; Beppe Fio-
roni del Pd; il segretario generale
della Cisl Raffaele Bonanni, lex
ministro della Cultura Sandro
Bondi. Presente, in veste istituzio-
nale, anche il sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Gianni
Letta. Oltre alle autorit religio-
se, al Prefetto di Macerata Vitto-
rio Piscitelli e al Questore Giusep-
pe Oddo, molti erano i politici di
casa nostra: tra gli altri il presi-
dente della Regione Marche Gian
Mario Spacca. Anche molti degli
imprenditori maceratesi hanno
preso parte allevento, partecipan-
do la loro vicinanza alle proble-
matiche trattate dal Pontefice.
... In 60 minuti dice Oreficini era-
no tutti fuori. Hanno funzionato le tre
vie duscita: una, posizionata sul retro
del palco, ad uso degli ospiti alcuni dei
quali avrebbero dovuto andarsene in
fretta per essere in tempo a pranzo con
il Papa; una per i disabili (che ha fun-
zionato come un orologio, afferma Ore-
ficini); la terza per il resto dei fedeli,
con ulteriori due diramazioni...
Q
uel Francesco DErme, di
antica famiglia sermoneta-
na che ha vissuto e parte-
cipato alla bonifica pontina, pro-
fessore, ingegnere, letterato, Cava-
liere di Gran Croce della Repub-
blica, fu tra i soci fondatori e Pre-
sidente del Club Lions Latina Host
negli anni 65-66, ricordato anche
dalla Terra Pontina e da tutto il La-
zio, che si strinse accanto alla fa-
miglia, in un profondo cordoglio
alla sua scomparsa nel 2006, per la
vasta cultura, acquisita anche al-
lestero, generosit e grande uma-
nit.
Come annota il figlio, lIng. Inno-
cenzo DErme nella presentazio-
ne della brochure, lopera di Giu-
seppe Conte contraddi-
stinta da una straordina-
ria creativit e fantasia
che lartista ha adatta-
to, in questo caso, stra-
ordinariamente al lin-
guaggio scultoreo e
non solo.
Con questo progetto
espositivo, anche se -le
opere fanno ormai
parte della casa e
soprattutto del
giardino dove,
esposte in una
mostra permanen-
te, le sculture si
esaltano tra gli al-
beri e il verde -
lartista si promuove, al fine di
commemorare Francesco DErme,
in un momento di ricordo cos im-
portante per la storia della loro ami-
cizia e, rende con la sua Persona-
le, polo culturale di forte impatto,
onore e stima allamico.
Il pubblico presente sempre pi nu-
meroso, nel giardino di casa DEr-
me, annota con ammirazione que-
ste Opere e, trascorre momenti di
svago, di inquietudine o di ricerca,
guardandole e perdendosi nellat-
timo plasmato, mentre nel giardi-
no un sottofondo musicale ricerca-
to, si adatta allevento.
La scultura, a differenza della pit-
tura e del disegno che sono bidi-
mensionali, molte volte si presenta
Pro Terza Et
48
Anna Raccuja
Una commemorazione import ant e,
quella che si celebrat a il 16 set t embre 2011 a Lat ina.
Un event o cult urale dal t it olo ...Ricordando Francesco...
Ricordando Francesco...
tridimen-
sionale, cio possiede in
se le tre dimensioni: larghezza, lun-
ghezza e profondit, ed proprio
questultima che scava nellanimo.
Quando ci si imbatte, anche invo-
lontariamente, in una scultura con-
temporanea in una strada, in un par-
co, in un luogo dove fino a poco
tempo prima cera solo verde o
asfalto avviene un incontro-scon-
tro che crea emozione, voglia di di-
scutere nel bene o nel male, voglia
di approfondire, cos come avven-
ne con Francesco, conferma larti-
sta che rimaneva affascinato dal-
larte in generale e dalle mie scul-
ture. Passeggiando attraverso il
contesto allestito fuori dallo studio
che mostra non solo sculture, ma
anche altro, fino ad arrivare ad una
bacheca con monili doro finemen-
te cesellati dallartista, si parla di
arte come trasmissione, comunica-
zione di sensazioni, di quei conte-
nuti emotivi che molto spesso an-
ticipano la percezione immediata
di unopera.
Ci siamo re-
si conto e,
non sia-
mo i soli,
di quan-
to queste
o p e r e
dellArti-
sta Giusep-
pe Conte, in-
vitino losserva-
tore a riflettere sul-
la presenza fisica del-
lopera come impareg-
giabile mezzo di comunicazione
collettiva e come testimonianza di
un fare e di un operare artistico che
trova il suo fondamento nel lavo-
ro manuale, nel
gioco di miscela-
re materiali di-
versi e tanti
colori.
A sottoli-
neare ulte-
riormente
il succes-
so, se mai
ve ne fos-
se biso-
gno, pro-
prio la
massiccia
partecipa-
zione della
lite di Lati-
na, erano anche
presenti lamica
Anna Fendi, oltre
al Comune di Latina con vari as-
sessorati, personalit, ospiti, amici
e tante associazioni di servizio, cul-
turali e solidaristiche.
49
RICORDANDO FRANCESCO
Pro Terza Et
50
A
nche questanno, come or-
mai da pi di dieci
anni, AIMA Napoli Onlus,
in occasione della XVIII Giornata
Mondiale dellAlzheimer, inten-
de farsi promotrice, grazie alla col-
laborazione di tutti gli attori coin-
volti, di una campagna di sensibi-
lizzazione ed informazione, su tut-
to il territorio regionale, sulla de-
menze ed in particolare sulla Ma-
lattia dAlzheimer, lepidemia del
secolo.
Intende, inoltre, puntare i rifletto-
ri, quale garante e principale refe-
rente dei Familiari e Caregiver, sul-
la Famiglia, chiamata ad assumere
su di s interamente limpegno as-
sistenziale con notevoli costi eco-
nomici ed emotivi, difficolt che
aumentano soprattutto quando nel-
la famiglia coesiste limpegno di
crescita dei figli e di cura di geni-
tori anziani.
Per questo motivo nel corso del-
le giornate programmate, verran-
no presentate le principali inizia-
tive dellAIMA secondo un ap-
proccio di Salute Narrata da
pazienti, operatori e caregiver uni-
tamente alla presentazione dei pri-
mi risultati di alcuni importanti
progetti:
- AIMA nel Cuoreun proget-
to di accompagnamento grazie
al sostegno di Enel Cuore
- Home Care Premium AI-
MA...Amiamoci un progetto di
assistenza domiciliare portata avan-
ti con il sostegno dellINPDAP
- Corso di Formazione Caregi-
ver Alzheimer un corso di for-
mazione regionale di 400 ore
(sempre nellambito del Progetto
Home Care) che riconosce per
la prima volta in Italia un profi-
lo professionale dedicato con il ri-
lascio di un attestato riconosciu-
to a livello nazionale.
- I Rapporto AIMA: costi dellas-
sistenza e bisogni emergenti del-
le Famiglie nella Regione Cam-
pania.
Ma affinch lAIMA possa esse-
re sempre pi presente, pi vici-
na alla Persona Fragile e alla sua
Famiglia occorre la tua presen-
za e il tuo aiuto, ladesione, la
sensibilit e la solidariet di tutti
gli attori attraverso uno scambio
interculturale, esperienziale, un
Patto dalleanza per aiutarsi vi-
cendevolmente.
Di seguito il calendario degli eventi:

-17 SETTEMBRE in collaborazione
con i Comuni di Battipaglia e di
Eboli e dellASL di Salerno: ad
Eboli presso lHospice il Giardi-
no dei Girasoli - a Battipaglia
presso il Centro Diurno Alzhei-
mer -
XVIII GIORNATA MONDIALE
DELLALZHEIMER
Home Care AIMA AMIAMOCI:
la Salute Narrata da pazienti,
operatori e caregiver:
vecchi e nuovi bisogni, risposte e
risorse esistenti a tutela del pazien-
te fragile e a sostegno della Fami-
glia nella gestione di cura
-21 SETTEMBRE in collaborazione
con lASL Napoli 1 - Sala Conve-
gni Hotel terme di Agnano Napo-
li (per tale data levento ha otte-
nuto 8 crediti in ECM))
XVIII GIORNATA MONDIA-
LE DELLALZHEIMER
Home Care AIMA AMIAMOCI:
la Salute Narrata da pazienti,
operatori e caregiver:
vecchi e nuovi bisogni, risposte e
risorse esistenti a tutela del pazien-
te fragile e a sostegno della Fami-
glia nella gestione di cura
- 24 OTTOBRE in collaborazione
con lASL di Avellino - Sala Con-
vegni ASL Avellino-
- 21 NOVEMBRE in collaborazio-
ne con lASL di Benevento ed il
Liceo Scientifico Gaetano Rum-
mo e il Liceo Classico Pietro
Giannone presso il Liceo Scien-
tifico Gaetano Rummo - Beneven-
to (da confermare)
- 20 DICEMBRE in collaborazione
con lAsl di Caserta e il Villag-
gio dei Ragazzi a Maddaloni pres-
so il Villaggio dei Ragazzi (da con-
fermare) La partecipazione agli
eventi gratuita e la prenotazione
si pu effettuare anche telefonica-
mente, al numero 081/7400245
XVIII Giornat a
Mondiale
dellAlzheimer
Pro Terza Et
52
Nel nuovo Decret o
Legge del 6 luglio 2011
n. 98 t ra gli art icoli
uno in part icolare
specif ica:
Articolo 9
Fabbisogni standard, spending
review e superamento della spe-
sa storica delle Amministrazio-
ni dello Stato
In vigore dal 6 luglio 2011
1. Dato l'obiettivo di razionalizza-
zione della spesa e di supera-
mento del criterio della spesa
storica, il Ministero dell'econo-
mia e delle finanze - Diparti-
mento della Ragioneria genera-
le dello Stato, sulla base di un
atto di indirizzo del Ministro
dell'economia e delle finanze, a
partire dall'anno 2012, d'intesa
con i Ministeri interessati, da'
inizio ad un ciclo di "spending
review" mirata alla definizione
dei fabbisogni standard propri
dei programmi di spesa delle
amministrazioni centrali dello
Stato. Le analisi individuano,
tra l'altro, eventuali criticit nel-
la produzione ed erogazione dei
servizi pubblici, anche ineren-
ti le possibili duplicazioni di
strutture e le possibili strategie
di miglioramento dei risultati
ottenibili con le risorse stanzia-
te. In particolare, per le ammi-
nistrazioni periferiche dello Sta-
to sono proposte specifiche me-
todologie per quantificare i re-
lativi fabbisogni, anche ai fini
della allocazione delle risorse
nell'ambito della loro comples-
siva dotazione.
2. Il Ministero dell'economia e del-
le finanze - Dipartimento della
Ragioneria generale dello Sta-
to, richiede alle amministrazio-
ni centrali dello Stato i dati e le
informazioni provenienti dalle
banche dati, indagini e sistemi
informativi dell'amministrazio-
ne necessari per la realizzazio-
ne delle attivita' di cui al com-
ma 1. Le amministrazioni cen-
trali dello Stato trasmettono ta-
li dati per via telematica e faci-
litano l'accesso ad altri dati pro-
venienti dal SISTAN, anche nel-
la forma di dati elementari, nel
rispetto della normativa vigen-
te, senza oneri a carico del bi-
lancio dello Stato.
3. In caso di omessa trasmissione
dei dati senza motivata giusti-
ficazione entro il termine pre-
visto nella richiesta di cui al
comma 2, su comunicazione del
Ministero dell'economia e del-
le finanze, l'amministrazione
competente riduce la retribuzio-
ne di risultato dei dirigenti re-
sponsabili nella misura del 2 per
cento.
4. A decorrere dal 2013, i risulta-
ti delle attivit di cui al comma
1, sono comunicati dal Ministe-
ro dell'economia e delle finan-
ze alle Amministrazioni centra-
li dello Stato.
5. Sulla base delle comunicazioni
fornite alle amministrazioni cen-
trali dello Stato ai sensi del com-
ma 4, e in coerenza con gli obiet-
tivi e gli interventi indicati nel
Documento di economia e fi-
nanza, le Amministrazioni cen-
trali dello Stato propongono nel-
l'ambito di accordi triennali con
il Ministero dell'economia e del-
le finanze norme volte a realiz-
zare il superamento della spesa
storica e la graduale convergen-
za verso gli obiettivi identifica-
ti con le procedure di cui ai com-
mi precedenti da inserire nella
legge di stabilit, ovvero con ap-
posito disegno di legge collega-
to alla manovra di finanza pub-
blica.
6. I Nuclei di analisi e valutazio-
ne della spesa di cui all'articolo
39 della legge 31 dicembre
2009, n. 196, provvedono al mo-
nitoraggio dell'attuazione e dei
risultati attesi dei provvedimen-
ti di cui al comma 5 e segnala-
no eventuali scostamenti al Mi-
nistro dell'economia e delle fi-
nanze e al Ministro competen-
te.
7. Il Rapporto sulla spesa delle am-
ministrazioni centrali dello Sta-
to di cui all'articolo 41 della leg-
ge 31 dicembre 2009, n. 196, il-
lustra gli esiti delle attivit di
cui ai commi precedenti.
52
Aerre
Comunicat i st ampa
53
Aerre
New s
Corso di perf ezionament o in
Tecniche comport ament ali per
bambini con dist urbi aut ist ici
ed evolut ivi globali
(Formazione a distanza)
Anno Accademico 2011/2012
LUniversit degli Studi di Modena
e Reggio Emilia attiva, ai sensi del
D.M. 270 del 22/10/2004, per l A/A
2011/12, il seguente Corso di Per-
fezionamento in :Tecniche com-
portamentali per bambini con distur-
bi autistici ed evolutivi globali:
Il corso di perfezionamento com-
patibile con la frequenza contem-
poranea di altri corsi universitari
regolari.
Possono accedere al Corso di Per-
fezionamento coloro i quali siano in
possesso dei seguenti requisiti:
- diploma di istruzione di secondo
grado di durata quinquennale, a
condizione che si siano maturate
esperienze ritenute congrue agli
scopi del corso;
- diploma di istruzione di secondo
grado di durata quadriennale a con-
dizione che si sia maturato alme-
no un anno di esperienze profes-
sionali ritenute congrue agli scopi
del corso;
- iscrizione ai corsi di Laurea del-
le Facolt di Scienze della Forma-
zione, Medicina e Chirurgia, Odon-
toiatria, Psicologia, Scienze Moto-
rie (IUSM);
- tutte le Lauree di I o II livello.
Scadenza domande di ammissione:
marted 25 ottobre 2011, ore 13.30
Set t imana della Vit a Collet t iva
Dal 24/27novembre 2011 si terr
a Roma al Palazzo dei Congressi
la 46
a
mostra convegno internazio-
nale per laccoglienza civile e re-
ligiosa.
Torna lappuntamento pi atteso
dagli economi e operatori di col-
lettivit, istituti religiosi e servizi
sociali, alla quale parteciper an-
che lAnaste.
In un unico grande evento tutto
quello che occorre per vivere e la-
vorare in comunit: le migliori pro-
poste del mercato, consulenza pro-
fessionale, convegni e seminari,
workshop e formazione.
Def icit di vit amina D:
Implicazioni per la t erapia
int ensiva negli anziani e nei
pazient i con malat t ie croniche .
Ci sono prove che la stragrande
maggioranza dei pazienti ospeda-
lizzati hanno carenza di vitamina
D. Il Deficit di vitamina D una
pandemia scarsamente riconosciu-
ta con evidenza per indicare test
inadeguati e monitoraggio della
risposta alla terapia in popolazio-
ni ad alto rischio e non solo. Re-
cettori della vitamina D sono on-
nipresenti nel corpo umano e,
mentre gli effetti endocrini di vi-
tamina D sono ben riconosciuti,
gli effetti autocrini e paracrini di
questo ormone steroide sono me-
no apprezzati. Queste funzioni in-
cludono effetti antimicrobici e im-
munomodulazione come benefici
anche sulla salute cardiovascola-
re, malattie autoimmuni, il cancro
e il metabolismo. La carenza di
vitamina D aumenta la mortalit
e, anche una modesta quantit di
vitamina D pu aumentare la lon-
gevit. Levidenza studiata, sug-
gerisce che un corpo pieno di vi-
tamina D ha significativi benefi-
ci per la salute anche nelle malat-
tie acute.
MEDIA TUTORIAL
12 ottobre 2011
Lallenamento della mente per
affrontare le demenze senili: il
parere della scienza presso SPA-
ZIO THECA- Piazza Castello, 5
Milano.
Lincontro ha lobiettivo di forni-
re informazioni sullo sviluppo di
protocolli di brain training scien-
tificamente validati e di stimolare
il dibattito sui nuovi approcci alla
cura delle demenze senili, a parti-
re dallAlzheimer, per migliorare
la qualit della vita di pazienti e fa-
miglie. Interverranno:
Dott.ssa Cinzia Negri Chinaglia
- Medico Specialista Geriatra, Ria-
bilitazione Alzheimer, ASP IMMeS
e Pio Albergo Trivulzio - Milano
Prof. Giuliano Geminiani - Do-
cente di Psicologia Clinica, gi Ca-
po Dipartimento di Psicologia Uni-
versit di Torino
Pro Terza Et
54
Torna writ e-aids premio
giornalist ico nazionale alla
t erza edizione
Come si evita linfezione e Il
Test dellHIV i temi del 2011 in
linea con i problemi posti dalla re-
alt e per aumentare la consape-
volezza delle conseguenze delle
scelte individuali.
Entro il 21 Novembre la consegna
dei lavori. Premiazioni il 1 Di-
cembre Giornata Mondiale contro
lAids al Teatro Nuovo di Ferrara.
Bando e Approfondimenti su
www.ausl.fe.it
Il premio giornalistico patrocina-
to da RAI Segretariato Sociale
promosso dalla Direzione del Ser.T-
Programma Dipendenze Patologi-
che, dalla Commissione Interazien-
dale AIDS Azienda Ospedaliero-
Universitaria di Ferrara- AUSL Fer-
rara con la collaborazione di: Re-
gione Emilia Romagna, Comune
di Ferrara, Provincia di Ferrara,
CSV Centro Servizio Volontaria-
to, AVIS, Ufficio Scolastico Pro-
vinciale, Universit di Ferrara, Pro-
meco.
CONVEGNO :Linee guida e
crit eri int erpret at ivi sul
Turismo Sociale
Linee guida e criteri interpretati-
vi sul Turismo Sociale il titolo del
convegno promosso dal CITS, con
il patrocinio del Comune di Roma
(Centro Italiano di Turismo Socia-
le) che si tenuto marted 27 set-
tembre nella Sala Pietro da Corto-
na dei Musei Capitolini di Roma.
Il convegno ha inteso fare chiarez-
za sulle ultime novit normative,
approvate dallAssemblea Capito-
lina con la collaborazione del Cen-
tro Italiano di Turismo Sociale e
relativi criteri interpretativi, che
hanno interessato il settore del tu-
rismo sociale ed in particolar mo-
do il comparto che ruota attorno al-
laccoglienza delle case per ferie.
Il convegno ha rappresentato un
prezioso momento di incontro tra
le istituzioni turistiche della Capi-
tale ed il mondo dellaccoglienza
e della ricettivit cattolica, in unot-
tica di costante collaborazione e
dialogo volta a facilitare e valoriz-
zare il soggiorno di chi, pellegri-
no, turista o ammalato, deve sem-
pre percepire la sua condizione di
ospite sacro.
Lazio - Giunt a Polverini
Anche nelle case di riposo del La-
zio dovranno essere presenti assi-
stente sociale ed educatore profes-
sionale.
La giunta Polverini con una modi-
fica ai requisiti per lautorizzazio-
ne ha deciso di inserire la presen-
za programmata di assistente so-
ciale ed educatore professionale tra
i requisiti anche nelle case di ripo-
so, come gi era dobbligo nelle
case famiglia per anziani e nelle
comunit alloggio per anziani, co-
s come si evince dalla delibera 375
del 2 settembre 2011, infatti, la
giunta intervenuta a modificare i
requisiti strutturali ed organizza-
tivi integrativi fissati dalla dgr
1305/04 sulla base delle indicazio-
ni della legge regionale 41/03.
Dalla Camera
A che punto lattuazione del-
lobiettivo 4 del piano e-gov
2012 relativo alla digitalizzazio-
ne di servizi essenziali, quali pre-
scrizioni mediche, certificati di ma-
lattia, sistemi di prenotazione on-
line, fascicolo elettronico e inno-
vazione dei servizi erogati dalle
aziende sanitarie? questa la do-
manda rivolta al ministro per la
Funzione pubblica e linnovazio-
ne Renato Brunetta dal gruppo del-
la Lega Nord di Montecitorio, con
uninterrogazione a risposta imme-
diata (primo firmatario il capogrup-
po del Carroccio Marco Reguzzo-
ni, eletto in Lombardia), che sta-
ta discussa in Aula nel corso del
question time.
Nellatto dindirizzo i deputati del-
la Lega chiedono inoltre le valuta-
zioni del governo sul Progetto Ict
in sanit, messo a punto da Con-
findustria e che, secondo lassocia-
zione degli industriali, potrebbe
permettere un risparmio della spe-
sa pubblica in sanit di circa 12,6
miliardi di euro.
Aerre
New s
Aerre
Libri
Tit olo LA FINE DEL MONDO STORTO
Aut ore Corona Mauro
Edit ore Mondadori
Anno 2010
Pagine 160
Prezzo Euro 18,00
ISBN 978 8804603412
Vincit ore Premio Bancarella 2011.
Il mondo senza energia. L uomo civi-
le con le mani non sa f are pi nient e.
Corona abbandona l epopea della mon-
t agna per calarci in un ut opia negat iva
t erribile e pot ent e, e non cos impossi-
bile. Quando gli uomini si t roveranno
cost ret t i a spremere le ult ime risorse
che la nat ura cela all' int erno del piane-
t a, e dovranno t irarle f uori con le ma-
ni, si t roveranno cost ret t i a ricorrere a
quelle abilit manuali che con l' avan-
zare del progresso e della t ecnologia
hanno relegat o nel diment icat oio. Un
romanzo agghiacciant e, ma anche, al-
la f ine, consolat orio, perch gli uomini
t roveranno la maniera per f arcela. Ri-
correndo a quel l e capaci t che oggi
sembrano cont are di meno. E invece
sono la nost ra vera risorsa.
DESCRIZIONE
Un gior no il mondo si sveglia e sco-
pre che sono f init i il pet rolio, il carbo-
ne e l' energia elet t rica. pieno inver-
no, sof f ia un vent o ghiacciat o e i den-
t i aguzzi del f reddo mordono alle ca-
viglie. Gli uomini si guardano l' un l' al-
t ro. E ora come f aranno?
La st agione gelida avanza e non ci so-
no t ermosif oni a scaldare, il cibo scar-
seggia, non c' nemmeno pi luce a
illuminare le not t i. Le cit t sono diven-
t at e un desert o silenzioso, senza t raf -
f ico e senza gli schiamazzi e la musi-
ca dei locali. Rapidament e gli uomini
capiscono che se vogliono arrivare al-
la f ine di quell' inver no di f ame e pau-
ra, devono guardare indiet ro, t or nare
alla sapienza dei nonni che ancora era-
no in grado di f are le cose con le ma-
ni e ascolt avano la nat ura per coglie-
re i suoi insegnament i.
Cos, ment re un t empo duro e i nf a-
me si abbat t e sul mondo int ero e i pi
deboli iniziano a cadere, quelli che re-
sist ono imparano ad accendere f uo-
chi , cacci are gl i ani mal i , ri conoscere
le erbe che nut rono e quelle che gua-
r i scono. Resi ugual i dal l a di f f i col t
est rema, gli uomini si incammineran-
no verso la possibilit di un f ut uro pi
gi ust o e paci f i co, che arri ver i nsi e-
me alla t ant o at t esa primavera. Ma il
dest ino del mondo incert o, conse-
gnat o nelle mani incaut e dell' uomo...
Mauro Corona ancora una volt a st u-
pisce cost ruendo un romanzo impre-
vedibile.
Un raccont o che spavent a, insegna ed
emoziona, ma soprat t ut t o lascia sen-
za f iat o per la sua implacabile e acco-
r at a denunci a di un f ut uro che ci
aspet t a.
Tit olo IL BELLO DELLA SOLITUDINE
Come st are soli e vivere f elici
Aut ore Macqueron Gerard
Edit ore Ist it ut o Geograf ico
De Agost ini
Anno 2010
Pagine 320
Prezzo Euro 18,00
ISBN 9788841863480
Sent irsi soli, abbandonat i, e sof f rirne in
modo lacerant e: quest a la solit udine?
un problema di carat t ere o il risult a-
t o di una carenza af f et t iva? un sint o-
mo di depressione o il rif lesso della man-
canza di amicizie? Lo psicot erapeut a
Grard Macqueron prende le mosse da
quest e domande per accompagnarci
at t raverso i segret i e le sf accet t at ure di
uno st at o d' animo che sembra cost it ui-
re oggi iI minimo comun denominat o-
re della normalit , e non solo una con-
dizione pat ologica. Quest o libro ci in-
segna che la solit udine non irrimedia-
bile e pu rappresent are un moment o
in cui f inalment e ci poniamo di f ront e
alle quest ioni f ondament ali dell' esist en-
za e del suo signif icat o. Un saggio che
ci aiut a a ribalt are la prospet t iva.
55
Il Colophon di Pro
Terza Et
Periodico dellAnast e
Associazione Nazionale Strutture Terza Et
Diret t ore responsabile:
Carlo Hanau
Diret t ore edit oriale:
Alberto De Santis
Capo redat t ore:
Anna Raccuja
Comit at o scient if ico:
Mauro Barni,
Guglielmo Bruno, Pier Ugo Carbonin,
Giorgio Dellacasa, Aureliana Florea,
Carlo Hanau, Fabio Roversi Monaco,
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Edit ore:
ANASTE
Via dei Gracchi, 137 - 00192 Roma
Tel. 06/45435266 Fax 06/45435291
Impaginazione e st ampa:
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N. 275/95 del 31-5-1995
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intestato a: Anaste
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Questo periodico associato
allUnione Stampa Periodica Italiana
Copie stampate n 3500
ISSN 1123-8291
Gli aut ori di quest o numero
Albert o De Sant is
Presidente Nazionale Anaste
Carlo Hanau
Docente di Programmazione e
Organizzazione di Servizi Sociali e
Sanitari Universit
di Modena e Reggio Emilia
Dot t .ssa Carla Collicelli
Vice Direttore Generale
della Fondazione CENSIS
Dot t .ssa Grazia Labat e
Ricercatrice in Economia Sanitaria
Coordinatrice del tavolo tecnico
2007-2008 sui Fondi Sanitari
presso il Ministero della Salute
Dot t .ssa Isabella Mast robuono
Direttore Sanitario Policlinico
Tor Vergata Sub-Commissario
Sanit Regione Molise
Michele Assandri
Presidente Anaste Piemonte
Guido Gaggioli
Presidente Anaste Emilia Romagna
Michele Garo
Presidente Anaste Calabria
Carla Viazzi
Simona Palazzoli
Gianni Gruppioni
Presidente ANA - ANAP
Vice Presidente Vicario FEDERSALUTE
Prof . Luigi G. Grezzana
Geriatra - Direttore Scuola Medica
Ospedaliera - Corso Superiore di
Geriatria - Verona
Dr. St ef ano Bat t ist a
Dirigente Medico Ospedaliero - ruolo
SSN Chirurgo esperto di Medicina e
Chirurgia Rigenerativa ASL Rm C -
Regione Lazio
Anna Raccuja
in copertina:
Fotopittura su tela 70x100
autore Anna Raccuja
56
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