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SISTEMA DIGERENTE

Rifornisce lorganismo di acqua, ioni, sostanze nutritive e ci richiede: 1. Progressione del cibo lungo il canale alimentare 2.Secrezione dei succhi digestivi (miscele enzimatiche per spezzare le macromolecole nei loro componenti fondamentali) 3.Assorbimento dei prodotti della digestione, acqua e ioni 4. Circolazione sanguigna dedicata che si occupi di prendere ci che viene assorbito dal tubo digerente e portarlo al fegato 5.Controllo nervoso ed ormonale di queste funzioni Struttura: Tutti i tratti del tubo digerente presentano lo stesso schema costitutivo, a ridosso del lume abbiamo la mucosa (che si estroflette verso il lume formando le cosiddette valvole conniventi; anelli che protrudono nel lume anche 1 cm) con i villi e sopra di essi le microplicature delle cellule enteriche (microvilli). Sotto lo strato di mucosa c un piccolo strato muscolare che la muscolaris mucosae che ha il compito di aumentare o diminuire lestensione della muscosa e quindi la superficie deputata agli scambi. Sotto questo vi lo strato connettivale della sottomucosa e, sotto questo ci sono i due strati di muscolatura: lo strato circolare che serve a costringere il diametro del tubo digerente e quello longitudinale che serve ad accorciare il segmento del tubo digerente. Tra i due strati muscolari ci il plesso nervoso mioenterico (di Hauerbach) che insieme al plesso sottomucoso, che si trova invece a ridosso della sottomucosa, controlla, dal punto di vista nervoso, la funzione muscolare (quello mio enterico) e la funzione della sottomucosa coordinando lattivit secernente (il sottomucoso). Infine esternamente abbiamo la membrana sierosa che chiude il tubo digerente. Muscolatura del tubo digerente: essa liscia e forma un sincizio funzionale. Questa muscolatura non presenta un potenziale di riposo costante ma possiede delle variazioni di potenziale di membrana (ritmo elettrico basale) che potrebbero richiamare quelle presenti a livello delle cellule del nodo seno atriale cardiaco. Anche in condizioni di riposo il potenziale di membrana oscilla con delle oscillazioni denominate onde lente che han un periodo di diversi secondi e che rimangono quasi dappertutto sotto soglia, tranne a livello dello stomaco dove di fatto queste onde lente sono gi in grado di per s di generare delle contrazioni della muscolatura. Il ritmo elettrico basale pu esser ampliato o depresso a seconda degli stimoli che il sistema digerente riceve. -Quando viene eccitato (leccitazione della muscolatura pu dipendere da uno stiramento quindi un azione meccanica del contenuto del lume nei confronti del lume stesso o un azione diretta delle cellule parasimpatiche) le onde lente riescono a raggiungere la soglia scatenando potenziali dazione che porteranno ai fenomeni di motilit veri e propri del tubo digerente. -Quando viene stimolato il sistema ortosimpatico (con conseguente rilascio di noradrenalina) esso deprime profondamente loscillazione basale ritmica lenta e viene bloccata lattivit muscolare liscia di motilit. Il muscolo liscio svolge egregiamente la sua funzione ma per garantire che il cibo riesca ad entrare a livello dello stomaco necessito di una muscolatura un po pi forte rispetto a quella liscia. Nei primi 2/3

dellesofago la muscolatura di tipo striato scheletrico la cui funzione quella di forzare eventualmente il bolo alimentare a scendere lungo lesofago e ad entrare nello stomaco. Normalmente non necessario questo tipo di attivit perch la gravit stessa fa s che il bolo alimentare scenda. Controllo nervoso dellattivit motoria intestinale: il tubo digerente di per s, con i due plessi (sottomucoso e mio enterico), ospita un numero di neuroni paragonabile a quello presente nel midollo spinale (si parla di un secondo encefalo, 500milioni di neuroni che albergano in entrambi i plessi) che coordinano e presiedono lattivit del tubo digerente alleggerendo lencefalo da questo tipo di controllo. Bench queste cellule siano in grado da sole di presiedere a tutta lattivit del tubo digerente non sono svincolate dal controllo centrale che integra il sistema di controllo dellapparato. Su entrambi i plessi giungono sia le efferenze del sistema parasimpatico che ortosimpatico: attenzione, han effetti opposti rispetto agli altri sistemi considerati. Il sistema ortosimpatico porta a una depressione generale dellattivit muscolare e secretoria (il tono ortosimpatico ha funzione vasocostrittiva e la secrezione diminuisce perch vi minor perfusione a livello delle ghiandole). Il sistema parasimpatico porta uneccitazione alle funzioni del sistema digerente, aumentando le secrezioni e la motilit. Il plesso sottomucoso: controlla lattivit di secrezione delle ghiandole a livello della mucosa, controlla lassorbimento del singolo tratto dellintestino mediante il controllo della superficie di scambio (mediante il controllo del tono sulla muscolaris mucosae) Il plesso mioenterico: controlla sia il tono della parete intestinale (controllando il tono della muscolatura circolare e longitudinale) sia lintensit delle contrazioni del tubo digerente e la loro velocit di propagazione. Il fattore tempo di grande rilievo nel sistema digerente in quanto, sia le secrezioni che gli assorbimenti, sono dei processi lenti ad avvenire quindi bisogna mettere assieme esigenze di strutture del tubo digerente che han compiti diversi (lo stomaco preme per esser svuotato, non essendo un luogo n di assorbimento n propriamente di digestione un posto di accumulo; viceversa il duodeno preme perch abbia il tempo di svolgere la sua funzione). Il plesso mio enterico controlla anche il rilasciamento degli sfinteri che regolano il maniera segmentale il traffico di materiale nei vari segmenti, fintanto che il materiale non raggiunge le caratteristiche adeguate non pu transitare nel compartimento successivo. Innervazione parasimpatica: Essa quella pi estesa a livello del tubo digerente: abbiamo fibre che dipartono dal livello craniale e dal livello sacrale. Il ramo craniale un ramo del vago e innerva esofago,stomaco,pancreas e la met prossimale del crasso (met del colon trasverso). Il ramo sacrale va a innervare, attraverso i nervi pelvici, la seconda met del crasso e poi il sigma il retto e lano controllando cos il riflesso di svuotamento nellultimo tratto dellintestino. Essa porta ad

un aumento di tutte le funzioni complessive del sistema digerente. Innervazione ortosimpatica: Il sistema ortosimpatico innerva il sistema digerente con fibre che partono sia dalla regione toracica che dal segmento lombare e arrivano ai tre gangli (Celiaco e mesenterici superiore e inferiore). Lazione maggiore del sistema ortosimpatico si esplica nei confronti della regione centrale del sistema digerente,

quindi essenzialmente nei confronti dellintestino tenue (laddove avvengono la maggior parte degli assorbimenti dei nutrienti), quindi mentre il parasimpatico esplica la sua azione golbalmente su tutto tubo digerente, il sistema ortosimpatico innerva principalmente la regione centrale tramite i tre gangli. Vie riflesse: importantissime per il controllo di ci che accade nel tubo digerente. Ci sono tre tipi di vie riflesse che operano un controllo nervoso attraverso circuiti diversi progressivamente pi lunghi (anche se lorigine comune), questo perch c la necessit che non solo il singolo tratto risponda a ci che sta accadendo allinterno del proprio lume, ma che anche i tratti adiacenti del tubo digerente rispondano al fenomeno. 1)Via locale enterica: inizia a livello della mucosa, laddove perviene lo stimolo o di natura chimica o meccanica, arriva a livello dei plessi (sottomucoso e mioenterico) e, direttamente a livello del plesso, esce la via efferente che va a controllare la peristalsi e la secrezione dello stesso tratto. 2)Via dei gangli simpatici (celiaco, mesenterico e ipogastrico): Originiano in un punto del tubo digerente andando a interessare per un altro tratto. Han una maggiore estensione eprch devono portarsi al ganglio per poi rientrare nel tubo digerente ma a distanza. In questa categoria troviamo tutti i vari riflessi che governano il transito degli alimenti tra un tratto e laltro. I nomi dei riflessi hanno un nome composto che richiama linizio e la fine della via riflessa. Riflesso gastro-colico: inizia a livello dello stomaco e termina a livello del colon, un riflesso di evacuqzione, spesso evocato da una sovradistensione dello stomaco che indice della pienezza del tubo digerente. Riflesso enterogastrico: origina allinterno dellintestino tenue e termina a livello dello stomaco, un riflesso inibitorio. Se il contenuto dello stomaco riversato nellintestino tenue non avesse subito le modifiche adeguate di ph,omolarit e composizione il riflesso inibisce lo svuotamento gastrico cos che il cibo rimanga per pi tempo allinterno dello stomaco perch i suoi parametri possano adeguarsi a quelli necessari. Riflesso colon-ileale: Nasce a livello del colon e temina nellintestino tenue a livello dellileo. Anchesso un riflesso inibitorio al fine di rallentare il transito tra ileo e colon

3)Via che arriva sino al tronco dellencefalo attrverso i nervi vaghi e poi attraverso gli stessi nervi ritorner al tubo digerente. Questi sono riflessi inibitori che si attivano solamente quando c una forte irritazione generale del tubo digerente. Responsabile del senso di estrema pesantezza che caratterizza lindigestione. Alla base di questi riflessi ci sono neuroni sensitivi che rilevano il comportamento della parete della mucosa: stimoli tattili, termici o chimici possono influenzare lattivit dei plessi sotomucoso e mioenterico andando a stimolare lazione di un interneurone eccitatorio (governati anche dal parasimpatico). Le cellule del plesso mioenterico influenzano anche la secrezione endocrina che regolano lattivit del sistema digerente. Controllo ormonale dellattivit motoria intestinale: Rispetto alla velocit con cui pu esplicarsi un controllo di tipo nervoso il controllo ormonale non pu competere. Siccome la funzione del tubo digerente non necessita di tempi strettissimi di controllo, buona parte del controllo delle secrezioni e della motilit anche ottenuto mediante lutilizzo di alcuni ormoni: Colecistochinina: secreto dalle cellule I duodenali e la sua presenza induce la contrazione della colecisti (con conseguente svuotamento del succo biliare allinterno del duodeno) e inibisce la motilit gastrica. La presenza del succo biliare allinterno del lume intestinale indica che iniziata la digestione dei lipidi (che impiega un po di tempo); quindi necessario, soprattutto nella fase iniziale della fase lipidica, che non ci sia larrivo frequente di nuovo materiale che arrivi dallo stomaco. Secretina: scoperta da Starling, secreta dalle cellule S duodenali, anchessa inbitrice della motilit generale per dare il tempo di aggiustare il valore del Ph a livello duodenale. Va ad agire sui dotti pancreatici determinando limmissione di bicarbonato dalla parete dei dotti nel lume del dotto pancretaico. Alcuni libri citano un ormone, la pancreozinina, prodotto nel primo tratto del duodeno, attribuendogli il ruolo di agire sugli acini pancreatici che producono enzimi Peptide inibitore gastrico: secreto dallintestinuo tenue prossimale quando sovradisteso per il troppo contenuto al fine di inibire la motili gastrica. Enterogastrone: prodotto dalla mucosa intestinale in risposta a cibi ricchi di grassi. Va ad inibire la motilit gastrica Lo stomaco preme per esser svuotato ma deve confrontarsi con lo stato in cui si viene a trovare il duodeno che, tramite la produzione di uno o pi di questi ormoni, inibisce la motilit gastrica. Tipi di movimento 1)Intestino tenue: -Peristalsi: consente lavanzamento oro-aborale (direzione corretta) del bolo, stimolata da una distensione del lume o da unirritazione locale, comandata e controllata dal plesso mioenterico e dallattivit parasimpatica (sa aumenta il tono parasimpatico aumenta la peristalsi). Il bolo che sta transitando del tubo digerente va a distendere la regione di lume nella quale si trova; questa distensione fa si che per mezzo del riflesso locale enterico si creino due distinte regioni a monte e a valle del bolo stesso: a monte si former un anello di contrazione mentre a valle si former un alone di inibizione in modo tale da rendere pi distensibile la parete del lume intestinale. Questi due fenomeni locali (controllati dal plesso mioenterico) cominciano dunque a progredire in parallelo in questo modo il bolo

alimentare viene spinto in avanti di circa 20 cm (complesso migrante). -Rimescolamento: tra i movimenti di peristalsi c la necessit di rimescolare il contenuto del lume intestinale in modo tale che lassorbimento e la digestione siano uniformi e il pi veloci possibili. Per fare ci si utilizzano ancora delle regioni di costrizione e di rilasciamento ma questa volta intervallate nel tempo e localizzate nello stesso punto (laddove prima il segmento era rilasciato poi si contrae). Questo implica che non vi sia alcun avanzamento netto del cibo ma solo un rimescolamento generale. 2)Intestino crasso: -Austrazioni: sono dei movimenti di rimescolamento che avvengono con una modalit diversa rispetto a quella dellintestino tenue, questo perch a livello dellintestino crasso la muscolatura non continua lungo tutta la parete ma divisa in fasce; quindi la contrazione non riesce a chiudere tutta la parete ma ne chiude solamente una porzione al cui interno protrudono delle espansioni rappresentate da quella parte di parete dellintestino crasso che non presentano muscolatura. Esse avvengono pi o meno continuamente. -Movimenti in massa: sarebbero lequivalente della peristalsi se non fosse che coinvolgono complessivamente tutto lintestino crasso e avvengono nelladulto mediamente 2 o 3 volte al giorno (in corrispondenza dei pasti generalmente). Organizzazione del flusso ematico a livello del tubo digerente: Vi la necessit di costruire il circolo splacnico in modo tale per cui gli alimenti assorbiti e assimilati giungano al fegato ove verrano veicolati verso altri distretti o utilizzati nella costruzione di macromolecole. Assieme al cibo capita alle volte che vengano anche assimilati anche batteri e altri tipi di patogeni. Quindi, per evitare che questi patogeni entrino in circolo in maniera diffusa senza controllo, tutto il sangue refluo dal sistema digerente passa prima dal fegato (giungendovi attraverso la vena porta) e solo in seguito attraverso le vene sovraepatiche e cava arriva al cuore e quindi al circolo. Quindi il fegato svolge una funzione di flitro di tutto ci che arriva refluo dal digerente e tramite il sistema delle cellule reticolari cerca di eliminare eventuali patogeni che sono riusciti a passare aattraverso la mucosa del tubo digerente. Lunico elemento che non rispetta questo circolo sono i lipidi che vengono veicolati attraverso il sitema linfatico e non attraverso il sistema circolatorio. I lipidi dunque prima passano in circolo e poi arrivano al fegato. I fattori che possono aumentare il flusso splacnico locale sono diversi e rilasciati dalla mucosa quando questa in attivit (quindi necessita di un apporto di ossigeno e di liquidi per far fronte allesigenze di secrezione e di motilit nonch ha bisogno di sangue refluo per portar via gi che viene assimilato). -Secretina e Gastrina, due ormoni rilasciati a livello del tubo digerente promuovono il flusso sanguigno; gli ormoni liberati dalle ghindole accessorie del tubo digerente e anche la ridotta Po2 fa si che ci sia una vasodilatazione (lipossia porta sempre a una vasodistensione). Circolo nei villi intestinali: Allinterno del singolo villo intestinale, laddove effettivamente vengono assimilati i vari costituenti del cibo, il circolo struttutato in un sistema di vasi in controcorrente. Nel villo troviamo larteriola che poi da origine al

capillare che d origine alla parte venosa del capillare stesso e in mezzo a questa rete in controcorrente c il vaso chilifero (una diramazione del vaso linfatico) che sta nel centro del villo stesso. La superfice di scambio della mucosa del tubo digerente in generale solitamente ammonta a 250 m2 (quasi il doppio della superficie di scambio alveolare) e la barriera che separa il lume dal sangue ossigenato generalmente formata da uno strato di cellule batiprismatiche. La PO2 nel lume intestinale molto bassa ci vuol dire che se non avessimo alcun modo per shuntare il flusso dossigeno rischieremmo di perdere una quantit piuttosto cospiqua di O2 attraverso lestesa parete del tratto digerente. Il sistema di di vasi in controcorrente permetter di shuntare il flusso dossigeno alla base del villo cos che solo la minor parte vada a raggiungerne lapice. Nei momenti di riposo la costrizione delle arteriole pu esser tale da occludere il vaso sanguigno stesso (se la costrizione si prolunga per troppo tempo il villo va incontro a necrosi e la superficie di assorbimento diminuisce). Carboidrati e protidi vengono veicolati attraverso il circolo il vaso chilifero deputato ad accogliere i lipidi non liberi ma complessati ai chilomicroni.

Progressione degli alimenti:

Si inizia con la masticazione del cibo: questo atto servir ad agevolare il lavoro degli altri tratti del tubo digerente. Prima di tutto deve ridurre la dimensione del cibo perch questi deve passare dallesofago che ha un certo diametro e in secondo luogo perch tutti i fenomeni di digestione degli alimenti si esplicano a livello della superficie del bolo alimentare. A partit di volume se mastichiamo il cibo aumentiamo la superficie attaccabile dagli enzimi digestivi. La deglutizione possiede tre fasi di cui solo la prima volonaria (se noi volessimo arrestare la deglutizione del cibo potremmo farlo solamente a livello di questa prima fase) che vede lo spostamento del bolo alimentare verso il fondo del cavo orale da parte della lingua. Nel momento in cui il bolo alimentare tocca la mucosa dei pilastri tonsillari posteriori si innesca la prima delle fasi automatiche che la fase faringea. La fase faringea: la parte che coinvolge anche il blocco del respiro perch in questa fase il bolo alimentare deve transitare al di sopra della trachea per poter scendere lungo lesofago. Nel momento in cui il bolo tocca i pilastri tonsillari quello che accade che gli archi tonsillari (pliche palato faringeee) si portano verso il centro del cavo orale formando una sorta di filtro meccanico e tutto ci che riesce a passare questo filtro viene deglutito, lasciando fuori ci che troppo grosso. Lazione di protezione pi importante

che si viene a verificare nella fase faringea ladduzione delle corde vocali che le solleva e di fatto chiude laccesso alla trachea. La fase esofagea: anchessa involontaria e prevede due tipi di peristalsi diverse a seconda che il bolo alimentare scenda spontaneamente nello stomaco o che debba esser forzato a scendere. Normalmente, masticando in maniera corretta, la velocit di discesa del bolo superiore di quanto non lo sia quella di peristalsi. Se ci non avviene generalmente questa onda di peristalsi (che avviene sempre) riesce a spingere il bolo alimentare sino al cardias. In caso contrario si innesta una peristalsi secondaria che compare circa una decina di secondi dopo ed molto pi intensa rispetto alla primaria ed quella che forzatamente fa scendere il bolo sino allo stomaco. Il tipo di contatto tra il bolo alimentare e i pilastri tonsillari pu evocare anche il riflesso opposto che quello del vomito: esso avviene se la stimolazione anormale o eccessiva ( da un punto di vista meccanico o chimico). Stomaco:

Lo stomaco unespansione del tubo digerente che serve ad ospitare transitoriamente gli alimenti prima di farli proseguire nel loro percorso attraverso il tubo digerente. Ha un volume di circa un litro e mezzo (per, mi ricordo in giovent daver bevuto molta pi birra contemporaneamente, per) ed diviso in tre sezioni: lantro, che governa limmissione di cibo attraverso lo sfintere pilorico; il corpo e il fondo ( la parte superiore). Lo stomaco sempre percorso da contrazioni dovute al ritmo elettrico basale per di fatto queste contrazioni non sono in grado di portare allo svuotamento dello stomaco; questo perch lo sfintere pilorico sempre contratto in maniera tonica. Per poter svuotare lo stomaco c bisogno di una contrazione molto pi intensa che avviene periodicamente (ma con un periodo di tempo molto superiore al ritmo elettrico basale) che si chiama Pompa Pilorica: essa una peristalsi che riguarda la porzione antrale dello stomaco spingendosi verso lo sfintere pilorico forzando il passaggio del contenuto dello

stomaco nel duodeno. Lo sfintere rimane contratto anche nel passaggio cos che solo pochi ml di contenuto gastrico vengano riversati nel duodeno ad ogni azione della pompa pilorica. Un aumento della motilit gastrica e quindi della frequenza di attivazione della pompa pilorica si deve ai riflessi enterici locali (una sovra distensione dello stomaco fa aumentare la frequenza della pompa pilorica) e allazione della gastrina (che ne rallenta s lo svuotamento ma ne aumenta contemporaneamente la motilit inducendo un rimescolamento del contenuto). Una diminuzione della motilit gastrica viene diminuita da fattori duodenali. Il duodeno controlla la qualit del materiale espulso dallo stomaco ed lui che controlla di fatto la motilit dello stomaco (se questo non viene sovra disteso da un eccesso di cibo). - Una sovra distensione del duodeno (implica che dallo stomaco sia uscito troppo materiale) - lirritazione della mucosa duodenale (implica che dallo stomaco sia uscito qualcosa che non va bene per lambiente duodenale) -se il ph del contenuto dello stomaco (che si chiama chimo) troppa acido (e il duodeno impiega troppo tempo per riportarlo al suo valore normale, esempio se il ph al di sotto di 3,5, questo eccesso di protoni sentito dalle cellule S che producono secretina) - se il chimo ha unosmolarit troppo elevata (e quindi tenderebbe a richiamare troppa acqua dai tessuti disidratando la mucosa); -se il chimo ha un contenuto troppo ricco in protidi tutti questi fattori scatenano uninibizione della motilit gastrica. Ci sono fattori ormonali dipendenti dalla digestione dei lipidi. Essa impiega tempo ad attuarsi e la colecistochinina, la secretina e il peptide inibitore gastrico ma soprattutto lEnterogastrone sono ormoni rilasciati soprattutto in presenza di grassi a livello duodenale e rallentano lo svuotamento dello stomaco; concedendo cos tempo al duodeno di riuscire a digerire la quantit di grassi presenti a livello del suo lume. La funzione gastrica dunque quella anche di ottimizzare la digestione a livello duodenale (il duodeno lunico che esprime gli enzimi e i sistemi di trasporto adeguati per la digestione).

Una volta che il chimo (ovvero ci che presente al livello dellaltro dello stomaco, dopo che questo ha riversato tutti i succhi gastrici) ha attraversato lo sfintere pilorico viene a trovarsi allinterno del lume duodenale. Qui la velocit di progressione dello onde peristaltiche di circa 1cm/min quindi pi o meno ci vogliono pi o meno 5 ore per far giungere ci che del chimo rimasto (esso stato primato di una buona quota di carboidrati, proteine e lipidi ) allo sfintere ileociecale il quale sempre tonicamente chiuso e ne blocca il transito; nellarco delle 24ore solo 100-150 ml di chimo passano attraverso questo sfintere. Lungo tutto il tragitto del chimo attraverso lintestino tenue le superfici di scambio sono costantemente modificate grazie al movimento della muscolaris mucosae per far variare la superficie di scambio, per il

rimescolamento e per attivare la pompa linfatica che deve trasportare le sostanze lipofiliche. Una volta che il chimo passa lo sfintere ileociecale si deposita a livello dellintestino cieco, perch di fatto tutto ci che doveva esser assimilato stato assimilato e non andr pi incontro a decisive modificazioni. A livello del colon vengono riassorbiti essenzialmente acqua e ioni, mentre avviene il rimescolamento da parte delle astrazioni, man mano che ci si avvicina verso il colon discendente il lume di questa parte di colon serve essenzialmente da deposito in attesa dellevacuazione. Gli sfinteri han funzione di accentuare la compartimentalizzazione che c tra i vari segmenti i quali devono esser suddivisi perch han funzione molto differenziata.

Secrezioni:
La prima secrezione che il nostro bolo alimentare incontra la secrezione salivare. La secrezione salivare: ha un pH variabile da 6,5 a 7,6, leggermente iposmotico rispetto ai liquidi extracellulari e ne produciamo circa un litro, litro e mezzo nellarco delle 24 ore che viene poi riassorbito. Ci sono diverse ghiandole che danno origine a due tipi diversi di saliva: -Saliva sierosa che contiene enzimi -Saliva mucosa che non contiene enzimi ed ha la funzione di lubrificare costantemente il cavo orale per evitare che si secchi (proteggendola da stress meccanici) e si deteriori e per rimuovere costantemente quel velo di batteri patogeni e non che son sempre presenti a livello del cavo orale mantenendo pulito lambiente del cavo orale. Le ghiandole salivari sono di tipo tubolo-acinoso, la parte tubulare produce la componente del solvente e la secrezione mucosa (mucopolisaccaridi) mentre la parte acinosa produce gli enzimi della componente sierosa della saliva stessa.

Il contenuto della saliva vario, le IgA servono come prima barriera contro i patogeni, il lisozima serve a distruggere la parete batterica mentre lamilasi (che funziona a questi valori di ph) serve a cominciare a digerire i carboidrati.

La saliva sierosa prodotta dalle ghiandole parotidi, sottomascellari e sottolinguali. La saliva mucosa prodotta solamente dalle ultime due. La saliva mucosa prodotta sempre la saliva sierosa prodotta in concomitanza dellassunzione di cibo, tuttavia noi possiamo cominciare a produrre saliva prima dellintroduzione del cibo, questa una parte particolare della secrezione salivare che prende il nome di

fase cefalica: Fase cefalica: lapprossimarsi dellora del pranzo piuttosto che della cena, lodore di un cibo o qualsiasi altro stimolo che possa richiamare limpressione di un imminente assunzione di cibo scatena la produzione di saliva, senza che vi sia un qualunque tipo di stimolo meccanico o chimico allinterno del cavo orale. (esperimento di Pavlov). Questo aumento delle secrezioni sierose sempre dovuto alla componente parasimpatica dellinnervazione che giunge attraverso il nervo facciale. Viceversa una forte attivazione ortosimpatica e la conseguente vasocostrizione determina una diminuzione della produzione di saliva sierosa a vantaggio della mucosa. Vi sono alcuni fattori che vanno a incidere sui nuclei salivatori, quelli che presiedono allattivazione parasimpatica che incrementa la produzione di saliva: fatica, sonno, febbre e disidratazione (tutti stati alterati dellorganismo) portano ad una diminuzione della salivazione; mentre un buon odore o un buon gusto e anche il senso di nausea portano ad un aumento della salivazione. La nausea provoca salivazione perch nel caso divenisse eccessiva la conseguenza sarebbe una peristalsi che conduce al vomito e laumento della saliva nel cavo orale facilita la sua emissione.

Secrezione gastrica:

E una secrezione pi complessa caratterizzata da tre soluti diversi. La ghiandola gastrica una ghiandola tubulare semplice che si approfonda nella parete dello stomaco stesso e che comprende vari tipi cellulari. Partendo dalla superficie troviamo: -cellule a secrezione mucosa superficiali: ricca di bicarbonati con lo scopo di proteggere lepitelio del lume della parete gastrica gastrica dalle condizioni estreme di ph che si trovano a livello del lume dello stomaco in modo che a ridosso della parete vi sia un ph intorno alla neutralit. -cellule parietali (delomorfe): uniche cellule dellorganismo capaci di produrre HCl in maniera isosmotica in un secreto che ha un ph di 0,8 nel lume della ghiandola stessa. Una volta che questo secreto si mescola col bolo alimentare diventando chimo il pH delchimo non rimane a 0,8 ma si attesta sui 3-4 di ph. -cellule mucose del colletto -cellule endocrine -cellule principali: producono il pepsinogeno (nella sua forma quindi non attiva) e questo sar in grado, una volta attivato a pepsina (endopeptidasi)dal ph acido dello stomaco, di idrolizzare i legami peptidici. Inoltre producono: la Tributirrasi che lenzima che ci consente di idrolizzare i grassi del burro i quali han catena carboniosa corta (sotto gli 8 atomi di C); in piccolissime quantit lelastasi, unaltra amilasi (perch quella prodottadalle ghiandole salivari non funziona pi al ph gastrico) e infine il fattore intrinseco necessario per assorbire la vitaminaB12 a livello intestinale (senza questa non si ha una corretta morfogenesi dei globuli rossi che porta ad anemia perniciosa).

A livello della parete gastrica si verifica una secrezione mucosa con presenza di bicarbonati in modo che il ph sia circa di 7 (o leggermente superiore). Questo necessario non tanto perch il pH in s sia aggressivo ma quanto perch il pepsinogeno trasformato in pepsina ad un pH al di sotto di 3 ed essendo una endopeptidasi indiscriminata andrebbe a logorare strutturalmente le membrane delle cellule che formano la mucosa della parete gastrica. Il ph basico dunque inattiverebbe la pepsina che eventualmente si trovasse a questo livello. Tutto ci che pu far

diminuire la diminuzione di produzione di muco basico porta ad esposizione della mucosa gastrica allattivit del pepsinogeno attivo con la conseguente formazione di ulcere che possono esser pi o meno gravi a secondo della loro estensione. Oltre questo lo strato di muco protegge la parete gastrica da eventuali stress meccanici. Cellula parietale ossintica: Essa lunica cellula capace di produrre HCl con un meccanismo simile a quanto visto per le cellule di tubuli renali e degli eritrociti con la differenza che nessuna di queste cellule trasportano il protone e il cloro verso lo stesso versante cellulare. Il tutto inizia con lidratazione della CO2 ad acido carbonico che si dissocia, il bicarbonato esce dalla cellula trovando il suo trasportatore nella parte basolaterale andando a riversarsi nel sangue mediante lo Shunt dei cloruri (antiporto col cloro). Lo ione Cl- transita verso il versante apicale della cellula e attraverso un proprio canale (trasporto attivo?) si porta nel lume della ghiandola gastrica. Il protone che si era dissociato dallacido carbonico viene trasportato in antiporto con uno ione potassio che rientra nella cellula cos che nella cellula abbiamo Hcl.Questa produzione avviene in maniera isosmotica con produzione di 150 mmol di HCl per litro di soluto. Dallaltra parte avremo che una certa quantit di bicarbonati verr riversata nel sangue (che viene prodotta solo quando viene prodotto acido cloridrico) prende il nome di marea alcalina che andr ad aggiungersi transitoriamente alla quota di bicarbonati della riserva alcalina plasmatica. Questa quota aggiuntiva di bicarbonato di sodio verr poi utilizzata dal pancreas esocrino per tamponare lacidit del chimo che viene immesso nel lume duodenale.

La secrezione di Hcl e del pepsinogeno che si accompagna sono molto regolate (non possiamo permetterci di avere troppo Hcl e neanche di averne poco). La regolazione effettuata tramite due vie: 1)Via ormonale a livello dellantro, del lume gastrico, troviamo la Cellula G: essa sensibile alla concentrazione di amminoacidi e oligopeptidi presenti nel chimo dello stomaco e produce gastrina. La pepsina cominciando la sua attivit proteolitica ridurr le proteine a peptoni e amminoacidi, la presenza di questi attiva le cellule g che producono la gastrina che va in circolo e raggiunge le cellule ossintiche e, soprattutto, le cellule enterocromaffini della ghiandola gastrica e inducono la produzione di istamina da questultime che agisce a livello paracrino (locale) stimolano la produzione di HCl. Un elevata produzione di HCl porta ad una diminuzione del Ph e, nel caso vi sia un eccesso di concentrazione di protoni, questo viene risentito sempre nellantro dello stomaco da parte di un tipo di cellula denominata: Cellula D: in risposta ad unelevata concentrazione di protoni produce somatostatina la quale agisce in

maniera paracrina sulle cellule G impedendo loro di produrre gastrina. A.a. e peptidi gastrina istamina HCl PH [H+] somatostatina gastrina

Il recettore dellistamina da parte delle cellule ossintiche specifico (H-2) quindi antagonisti specifici di questo recettore riescono a bloccare lacidit di stomaco. Continua ad esser prodotta istamina ma non riesce ad agire sulle cellule principali.

2)Via nervosa: Un secondo tipo di controllo dovuto allattivit parasimpatica

Lattivit gastrica regolata in una fase cefalica, una gastrica e una intestinale. Fase cefalica: lacetilcolina ha lo stesso effetto della gastrina sulle cellule enterocromaffini che quindi rilasciano istamina (serve a cominciare la produzione del succo gastrico prima che il bolo giunga nello stomaco). Acth istamina HCl Fase gastrica: inizia quando il cibo dentro allo stomaco: a questo punto vi la massiccia produzione di HCl e pepsinogeno. Lo stimolo principale dato dalla distensione delle pareti dello stomaco rilevate dai meccanocettori parietali i quali inducono attraverso sinapsi il rilascio di Acth che agendo sulla cellula G induce la produzione di gastrina. Fase intestinale: in questa fase abbiamo leffetto opposto. Il chimo sta gi transitando nel lume duodenale e bisogna regolare sui parametri duodenali la produzione di HCl. La presenza di un chimo acido (sotto i 5) a livello duodenale o una soluzione iperosmotica inibiscono la cellula G bloccando la produzione di gastrina. La funzione della fase intestinale di assicurarsi che la funzione gastrica sia svolta correttamente e di dare il tempo al duodeno di eseguire il suo lavoro. Gli ormoni

La produzione del pepsinogeno viene regolato da tre vie:

1)Adrenergica-> mediata da un recettore metabotropico che determina (tramite secondo messaggero) ad una cascata chinasica che porta alla produzione e secrezione di pepsinogeno 2)Colinergica->propria del sistema parasimpatico 3)Ormonale: Gastrina e colecistochinina. C un battere che pu vivere nello stomaco, lHelicobacter pilori. Esso la causa principale di ulcere a livello gastrico comportate da un rilascio di tossine che conducono ad un aumento locale del Ph e diminuzione della produzione di muco basico. FANS: farmaci antinfiammatori non steroidei, mimano lazione ortosimpatica inibendo la ciclossigenasi-1 cos da diminuire le prostaglandine. Sono farmaci pro-ulceranti in quanto comportano vasocostrizione e quindi una minor perfusione locale a livello gastrico diminuendo la produzione di bicarbonato e muco La secrezione epatica: la BILE

La secrezione gastrica essenzialmente fa s che comincino ad esser digerite le proteine, un po i carboidrati e i grassi del burro. Tutto il resto viene di fatto idrolizzato, cio digerito a livello del duodeno anche grazie al secreto biliare. La bile prodotta dal fegato e contiene derivati del colesterolo, acido colico e desossicolico, pi o meno coniugati a glicina e tuarina formando i cosiddetti sali biliari; solitamente li troviamo sotto forma di sali biliari perch il nucleo steroideo di per s poco polare e la coniugazione aggiunge gruppi polari rendendolo pi solubile. Il fegato produce continuamente il secreto biliare (circa un litro/ 900ml) nelle 24 ore che viene ospitato nella colecisti (lo sfintere di Oddi ha un tono elevato quindi la bile che di per s verrebbe a defluire nel lume duodenale refluisce nella colecisti) in quanto esso serve solamente quando il momento di digerire i lipidi (quindi quando il chimo a livello duodenale). La colecisti tuttavia pi piccola rispetto al volume di bile che pu produrre il fegato (siamo intorno ai 60ml)quindi nella colecisti la bile viene concentrata e vengono riassorbiti i liquidi (viene concentrata circa 10 volte la bilirubina e 5-6 volte i Sali biliari).La concentrazione della bile un processo rischioso perch un eccesso di colesterolo o acidi biliari non coniugati porterebbe alla loro precipitazione sotto forma di calcoli biliari che non vengono pi disciolti in soluzione e possono ostruire le vie biliari. Lacqua uno dei componenti principali della bile (97gr/100ml). Siccome il colesterolo, gli acidi e i Sali biliari vengono poi riciclati: dopo esser stati utilizzati a livello dellintestino tenue poi verso la parte ileale vengono riassorbiti 92% della secrezione biliare (giornaliera) viene riassorbita, ritorna quindi al fegato dove viene riutilizzato. Il restante 8% viene perso con le feci. Il secreto biliare funge da tensioattivo che emulsiona i lipidi, diminuendo la tensione superficiale sulla superficie delle gocce lipidiche presenti nel mezzo acquoso che il chimo e, grazie ai movimenti di rimescolamento (necessari), queste gocce si dividono in micelle (micro goccioline lipidiche del diametro di circa un micron). Questo aumenta enormemente la superficie dazione per gli enzimi pancreatici che andranno a idrolizzare e digerire i lipidi.

A livello intestinale, ad opera della flora batterica, viene tolto lossidrile in posizione 7 e anche la coniugazione, cos da trasformarli in acidi biliari secondari e in virt della loro minore solubilit viene facilitato il riassorbimento (i Sali biliari posseggono un trasportatore attivo che sfrutta il gradiente di sodio). Giunti nuovamente al fegato essi vengono internalizzati dalla cellula in simporto col sodio e vengono immediatamente legati a proteine di trasporto e vengono traslocati allapparato di golgi dove verranno processati. Controllo della secrezione epatica: Esso necessario perch noi richiediamo la spremitura della colecisti solamente quando serve ovvero quando sono presenti dei lipidi a livello del duodeno. A livello duodenale le cellule I particolarmente sensibili alla presenza di lipidi allinterno del chimo, queste producono colecistochinina che induce la contrazione della colecisti. Il contenuto biliare contiene anche la bilirubina che il prodotto di scarto della degradazione dei gruppi eme e anche questa viene in parte riciclata a livello intestinale, perch anchessa aiuta un po nellemulsionamento dei lipidi, e in parte viene ossidata a livello dellintestino crasso e quindi escreta. Secrezione esocrina del pancreas:

Il pancreas esocrino secerne il bicarbonato, che serve a tamponare lacidit del chimo quando esce dallo stomaco, e tutti gli enzimi digestivi che noi possediamo e sono tutti enzimi idrolitici. Gli enzimi vengono prodotti nella parte acinosa della ghiandola il bicarbonato viene prodotto nella parte tubulare. Secrezione bicarbonato: Il bicarbonato che viene secreto quello della marea alcalina, quello che era stato prodotto dalla mucosa gastrica in corrispondenza della produzione di HCl, quindi non si va a intaccare la riserva alcalina che rimane costante. La cellula introduce bicarbonato sotto forma di CO2 questa viene nuovamente idratata dallanidrasi carbonica; il bicarbonato viene espulso nel lume in scambio con il cloro. Il protone della reazione di idratazione viene immesso nel sangue in scambio con il sodio, questo scambio va ad acidificare localmente il ph; questa variazione verr tamponato dai bicarbonati che, formando acido carbonico, si scinderanno in acqua e CO2. (pi richiesto il succo pancreatico pi aumenta la concentrazione di bicarbonato e diminuisce quella di cloro nel

succo). Il bicarbonato servir a tamponare lacidit del chimo portando il ph tra 7 e 8 che loptimum per lattivit degli enzimi pancreatici. Le cellule S duodenali, presenti vicino al piloro, risentono della concentrazione protonica del chimo producendo secretina che inibisce la produzione di HCl gastrico e induce la produzione di bicarbonati pancreatici. A livello dei tubuli della ghiandola pancreatica la secretina trova il suo recettore metabotropico che, attivato, va ad aumentare la concentrazione di cAMP che apre pi canali del cloro sul lato luminale della cellula: di conseguenza un numero maggiore di cloro potr esser utilizzato per scambiare potassio in antiporto.

Secrezione esocrina enzimatica:

E immensa e contiene enzimi per tutte e tre le categorie di alimenti e anche per gli acidi nucleici. Tutti gli enzimi sono prodotti in forma inattiva (come zimogeni) e verranno convertiti nella loro forma attiva laddove servono. E essenziale che avvenga questo altrimenti il pancreas si autodigerebbe da solo per poi andare a digerire tutti gli organi che si trovano attorno (la morte certa nell80% dei casi, il processo assolutamente irreversibile). Lenzima pi importante che sta a monte di tutta la cascata enzimatica dattivazione il tripsinogeno, una volta attivato a tripsina attiva tutti gli altri enzimi idrolitici presenti nel secreto pancreatico. La conversione dalla forma inattiva a quella attiva avviene solo nel lume duodenale perch lattivazione dovuta allazione di un enzima (Enterochinasi) che si trova unicamente sulla membrana dellorletto a spazzola della mucosa duodenale. Tutti gli enzimi funzionano a un Ph basico, quindi necessaria la funzione della secretina.

Controllo della secrezione pancreatica: Il succo pancreatico siccome anche potenzialmente pericoloso deve esser presente solamente quando serve. Fase cefalica: A livello dello son le responsabili, attraverso la della produzione di HCl. La stessa effetto sulle cellule del pancreas prima che si riversi il chimo nel lume acini sono indotte parzialmente alla enzimi. Fase gastrica: in questa fase si ha degli enzimi e del bicarbonato fisicamente presente a livello stomaco le cellule G che produzione di gastrina, gastrina ha un debole esocrino. Quindi ancor duodenale le cellule degli produzione dei propri

la produzione massiva ovvero quando il chimo duodenale.

Nel duodeno abbiamo le cellule I (che producono colecistochinina in risposta ai lipidi) e le cellule S (che producono secretina in risposta ai protoni). Epossibile in realt controllare indipendentemente la produzione di enzimi e di bicarbonato da parte del pancreas. La colecistochinina agisce a livello della parte acinosa del pancreas inducendo la produzione di enzimi (e induce la spremitura della colecisti) ; la secretina invece agisce a livello del tubulo facendo produrre bicarbonato.

Digestione ed assorbimento delle proteine:

La digestione delle proteine vedr come prodotto dei singoli amminoacidi o al massimo dei di-peptidi. Lenteropeptidiasi (enterochinasi) prodotto dalle cellule della mucosa duodenale e attiva il tripsinogeno in trispina e questo attiver tutti gli altri peptidi pancreatici. Le proteine erano gi state aggredite dalla pepsina (forma attiva del pepsinogeno) nello stomaco, ma, tuttavia, non riesce a spezzare la proteina nei

singoli amminoacidi in quanto deve riconoscere una porzione un po lunga di catena peptidica. Peptidi al di sotto dei 3-8 a.a. non vengono pi idrolizzati da parte della pepsina e da parte degli enzimi pancreatici. Il lavoro finale di idrolisi di questi piccoli peptidi operato da enzimi (ammino-oligopeptidasi e dipeptil-amminopeptidasi) presenti anchessi sullorletto a spazzola delle cellule del lume duodenale. Le nostre cellule esprimono trasportatori che legano i singoli a.a., non siamo in grado di assorbire delle porzioni pi grandi di proteine. Questi trasportatori traslocano gli a.a. sfruttando il gradiente elettrochimico del sodio (lei dice cotrasporto coi protoni: vi la proteina scambiatrice sodio-protoni, il protone prima esce sfruttando il gradiente del sodio poi rientra perch fuori c una concentrazione di H+ superiore: trasporto attivo secondario. Nella porzione basolaterale abbiamo un trasportatore che facilit luscita della.a. nel torrente circolatorio). Inoltre frammenti pi grossi di proteine sarebbero gi sufficientemente grandi da poter scatenare una risposta immunitaria: la mucosa intestinale ricchissima in noduli linfatici. Questo sembrerebbe alla base di molte intolleranze alimentari. Digestione ed assorbimento dei carboidrati:

Noi ingeriamo zuccheri pi o meno complessi, pi o meno ramificati ed obiettivo della digestione ridurli a glucosio o fruttosio o galattosio che sono gli unici che possono esser riconosciuti dai nostri sistemi di trasporto e portati allinterno della cellula. Le amilasi prodotte dalla ghiandole salivari, gastriche e pancreatiche sono in grado di spezzettare uno zucchero complesso solamente in porzioni lineari, quando invece si incontrano delle ramificazioni si formano le cosiddette destrine -limite e lamilasi non in grado di scindere il legame che porta alla ramificazione dello zucchero e si blocca lasciandoci questi frammenti ed altri come il malto-triosio, il saccarosio (gruppi di due o tre zuccheri). Questi zuccheri vengono nuovamente aggrediti da enzimi presenti sullorletto a spazzola delle cellule duodenali. Il saccarosio viene scisso dalla saccarasi, il lattosio dalla lattasi e il glucosio che ne deriva viene trasportato allinterno in cotrasporto con il sodio (SGLT1), il fruttosio ha un suo trasportatore (GLUT5) e il galattosio viaggia assieme il glucosio. Il fatto di avere due trasportatori distinti per il fruttosio e per il glucosio torna utile quando bisogna trattare dei casi di intolleranza alluno e allaltro. Una volta entrati allinterno della cellula la fuoriuscita facilitata da un trasportatore (glut-2) ed avviene per diffusione passiva (escono per gradiente di concentrazione).

Digestione ed assorbimento dei lipidi:

I lipidi possono attraversare la membrana delle cellule della mucosa del lume duodenale. Noi ingeriamo lipidi appartenenti a tre categorie essenzialmente: -trigliceridi -esteri del colesterolo -lecitine le lipasi pancreatiche sono quelle che idrolizzeranno i trigliceridi a monogliceridi e acidi grassi liberi (esterasi); gli esteri del colesterolo vengono idrolizzati liberando la catena di acido grasso (esterasi); le lecitine vengono idrolizzati liberando le catene di acidi grassi (attaccati dalla fosfolipasi A2). Perch i lipidi vengano efficacemente idrolizzati c bisogno della secrezione biliare e dei movimenti di rimescolamento duodenale. Le lipasi pancreatiche sono dei lipidi idrosolubili esse idrolizzano solamente i lipidi presenti sulla superficie della goccia lipidica, da qui la necessit di micellare i lipidi: stesso volume superficie enormemente maggiore (10-100mila volte maggiore). Le lipasi han bisogno di un co-fattore per funzionare al meglio che la co-lipasi, perch gli acidi e Sali biliari se da una parte han il vantaggio di aumentare la superficie dinterazione con il mezzo acquoso dallaltro inibiscono lattivit della lipasi. La co-lipasi stacca i Sali biliari localmente per poter permettere alle lipasi di lavorare. Gli acidi grassi liberi, trovandosi adesso staccati dal lipide di provenienza, tenderebbero a riaggregandosi per le interazioni tra code apolari; questo non succede perch vengono circondate da acidi e Sali biliari che mascherano le interazioni critiche con il solvente acquoso. Per diffusione passiva gli acidi grassi formanti delle strutture discoidali diffondono passivamente nella cellula del lume intestinale e lattraversano spontaneamente. La diffusione retrograda impedita dal trattamento che subiscono allinterno della cellula (nel reticolo endoplasmatico liscio) che le impedisce di fuoriuscire nuovamente. Questo trattamento prevede la complessazione al lipide delle apolipoproteine cos da formare gli aggregati multi molecolari delle lipoproteine formando i cosiddetti chilomicroni i quali vengono racchiusi in vescicole che migrano verso la porzione basolaterale della cellula e liberano il proprio contenuto nel lume interstiziale. I chiomicroni son troppo grandi per passare lendotelio dei capillari dei vasi ematici, quindi lunica via di fuga dal villo intestinale rappresentata dal vaso chilifero e tramite il torrente linfatico vengono portati

via. Siccome i vasi linfatici non seguono il destino del circolo portale epatico, i lipidi non transitano direttamente nel fegato ma attraverso il dotto toracico e limmissione in vena succlavia e quindi cava e da qui vanno in circolo.

Bilancio idrico: filtrazione e assorbimento dellacqua :

Giornalmente dovremmo bere circa due litri dacqua, un litro e mezzo di saliva, circa due litri di secrezioni gastriche complessive, mezzo litro di bile, un litro e mezzo di succhi pancreatici, un litro e mezzo di secrezioni intestinali che aiutano e rendono pi agevole il passaggio del chimo attraverso il sistema digerente: quindi, nel complessivo, sono circa 9 litri di liquidi (sono tutte secrezioni isosmotiche) che entrano allinterno del tubo digerente. Non potendo permetterci di perdere tutti questi liquidi (abbiamo un certo volume di liquido a disposizione nellorganismo) il tubo digerente deve riassorbire la maggior parte di questacqua e la maggior parte di questo volume viene riassorbito a livello dellintestino tenue (circa 8 litri e mezzo); 400ml vengono riassorbiti nel colon (che s ha funzione di deposito ma anche di assorbimento di H20 e Sali nella sua parte pi prossimale). Il bilancio complessivo tale per cui abbiamo unescrezione di acqua di circa 100ml al giorno (questa quantit pu aumentare nel caso ci siano dei fenomeni di irritazione del tubo digerente). Il tubo digerente si trova a dover riassorbire un volume di acqua enorme e riesce in questo operato utilizzando un sistema descritto dal modello di Curran-Macintosh. La giunzione tra le cellule della parete intestinale serrata quindi lacqua passa con estrema difficolt attraverso queste giunzioni apicali delle cellule. Nello spazio interstiziale che c tra una cellula e laltra c un elevata concentrazione di pompe sodio potassio che svolgendo il loro lavoro confinate in un volume piccolo aumentano localmente losmolarit. Quindi si crea un gradiente osmotico tra il lume intestinale e questa regione interstiziale. Questo gradiente osmotico richiama fluido isotonico dal lume intestinale (questo il primo compartimento) verso questa piccola regione iperosmotica (secondo compartimento: fluido ipertonico che si trova tra le cellule dellorletto a spazzola). Lacqua transita o attraverso la cellula o attraverso le giunzioni tra le cellule e si accumula in questo ambiente aumentandone la pressione idraulica. Per un gradiente di pressione idraulica lacqua tenderebbe a tornare negli ambienti adiacenti. Tuttavia la resistenza idraulica di questa zona iperosmotica rispetto compartimento cellulare molto maggiore rispetto alla resistenza che c rispetto al resto dellinterstizio, lacqua viene pompata fuori verso linterstizio (terzo compartimento isosmotico rispetto al lume intestinale). Ecco come fare a pompare H20 tra due ambienti isosmotici, in quanto di per s non c alcun gradiente tra questi due compartimenti. La strategia di interporre un compartimento iperosmotico diviso dai due compartimenti da due membrane con differente permeabilit idraulica.

Assorbimento intestinale del calcio: Il calcio devesser riassorbito alle volte per poter andare a rimpinguare le scorte di calcio depositate nelle ossa e a mantenere costante la sua concentrazione nei liquidi extracellulari (99% depositato nelle ossa; 1% libero che ha un effetto biologico). 1)Riusciamo ad assorbire il calcio per mezzo di un canale presente nella parte apicale delle cellule della mucosa intestinale. Questo calcio tuttavia rappresenta un problema per la cellula perch se la concentrazione dello ione aumentasse scatenerebbe il fenomeno apoptotico. Quindi per accumulare calcio ma non nella forma biologicamente attiva allinterno della cellula presente una proteina (calbindina) capace di sequestrare lo ione. Il complesso calcio-calbindina migra sino ad una pompa nella parte basolaterale della cellula che prende il calcio dalla calbindina e lo pompa fuori nellinterstizio e da l in circolo dove, a seconda del bilancio ormonale, verr depositato nelle ossa o escreto dal rene. Il trasportatore ionico del calcio a livello apicale, la produzione di calbindina e la pompa in posizione basolaterale basolaterale sono sotto il controllo della vitamina D. Il di-idrossi colecalciferolo funge da fattore trascrizionale. 2) Vi una seconda via dingresso, la via paracellulare. Non entra nella cellula ma giunge direttamente nellinterstizio.

Assorbimento intestinale del di vitamina B12:

La maggior parte della vitamina B12 che introduciamo con la dieta la perdiamo perch possiamo assimilare solamente quella quota che viene legata al fattore intrinseco prodotto dalle cellule parietali gastriche. Il fattore intrinseco si lega alla cobamide che introduciamo con la dieta una volta che questa viene liberata da ci che la complessa nellalimento; tramite il fattore intrinseco poi pu esser introdotta nellenterocita questo perch il trasportatore che trasporta la vitamina b12 riconosce il fattore intrinseco e non quello estrinseco.

Assorbimento intestinale del ferro:

La quantit di ferro nel sangue devesser costante, esso non viaggia libero allinterno del sangue ma complessato alla transferrina. 1)A livello della base dei villi si trovando le Cripte di Liberkhun, questo il punto in cui nuove cellule epiteliali vengono formate per rimpiazzare quelle funzionali allapice del villo che muoiono con un turnover molto rapido. Queste cellule presenti nelle cripte, presentano nella loro porzione basolaterale il recettore per la transferrina che sente la quota di transferrina libera (se c poco ferro c tanta transferrina libera e viceversa). -Nel momento in cui ci sia poco ferro a disposizione il legame della transferrina libera al suo recettore induce la sintesi di proteine per il trasporto del ferro al di l della porzione basolaterale della cellula. -Se invece il recettore sente poca transferrina libera, questo non si attiva e la cellula produrr una grande quantit di Apoferritina. Quindi la cellula nella cripta del liberkhun viene programmata per la concentrazione ematica di ferro nel momento della sua maturazione. Tuttavia la cellula diventer funzionale nellarco di 5 giorni; se 5 giorni prima che arrivi allapice per svolgere la sua funzione la concentrazione ematica di ferro era bassa avr pochissima apoferritina e viceversa. Il ferro entra nella cellula solo nella sua forma ridotta, siccome tutti i processi che precedono lassorbimento del ferro a livello intestinale lo ossidano questo devesser ridotto. La maggior parte viene ridotto dal pH acido dello stomaco quello che non viene ridotto in questo modo subisce riduzione ad opera della Ferroriduttasi presente sullorletto a spazzola. Una volta trasportato da un suo trasportatore allinterno della cellula viene riossidato cos da evitare che scappi fuori. A questo punto il ferro ossidato pu seguire due destini: 1) Si lega irreversibilmente allapoferritina facendola diventare ferritina e l rimane. 2) Si lega ad una serie di proteine che lo portano al trasportatore Ireg-1/Efestina a livello basolaterale che traslocher il ferro a livello dellinterstizio Il bilancio tra quantit di apoferritina e proteine leganti il ferro stato deciso 5 giorni prima, non avviene in tempo reale. Il risvolto clinico che in caso di emorragia lassorbimento del ferro sar assorbito sulla base di quello che avevo 5 giorni prima, quindi bisogna aspettare ancora un paio di giorni per osservare una risposta alla cura di ferro.

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