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Il pianto di Pietro: una illuminazione pasquale.

Marco: 14, 66-72 Proviamo a fare unipotesi per capire un po questo brano prima di entrarvi. Pietro aveva detto poche ore prima che era disposto a morire per Ges, che se tutti gli altri lo avessero rinnegato, lui no. Supponiamo che Pietro a questo punto fosse stato cos bravo da andare li a morire per Ges e non lavesse rinnegato. Cosa sarebbe successo? Pietro non avrebbe sperimentato la salvezza che il sentirsi amato e perdonato, perch quel che mi salva non il mio morire per Dio, Dio non vuole che io muoia per Lui, che Lui ha dato la vita per me e mi ama: questa la salvezza, questo che Pietro non ha capito. In Pietro vediamo evidenziato la radice delle nostre tristezze, preoccupazioni, ansie, paure di perdere. Perch? io voglio vivere della mia bravura, voglio essere protagonista. Per questo sono disposto anche a morire per Dio. Ma Dio non vuole che tu capisca che Lui ti ama e d la vita per te. Per cui questo brano il passaggio necessario dalla legge al Vangelo. La legge pu portarmi fino a dar la vita per Dio; il meglio della legge; cosa vuoi pi di cos? Ma Dio non vuole la vita di nessuno, non una sanguisuga! Dio d la vita a tutti e ama tutti. E Pietro deve capire di essere amato gratuitamente; non perch bravo come pensava lui, ma perch povero peccatore come noi. E allora capisce cos il battesimo: essere amati, accettati gratuitamente nel proprio male e la mia identit lamore che Lui ha per me, non la mia bravura reale o presunta e questo vuol dire nascere figli amati e accettarsi. E lasciarsi immergere nelloceano dellinfinita gratuit dellamore di Dio che Lui stesso ci ha rivelato donandoci il suo Figlio. Quindi questo brano rappresenta il punto pi delicato del Vangelo che riporta il racconto di Pietro, il suo battesimo che il battesimo del cuore, il pianto, dove Pietro scopre la propria identit. Pietro vuoi dire pietra. Ma Pietro una frana, ma proprio franando tutto questo fa s che rimanga la solida pietra che la fedelt di Dio. La cosa da capire che noi viviamo della fedelt e dellamore di Dio, non della nostra fedelt e del nostro amore, se no poveri noi. Ed questa la conversione di Paolo che era perfettissimo, irreprensibile nellosservanza della legge. E la conversione pi difficile: Ma come, allora?. Allora cos, il battesimo vivere di grazia, cio dellamore gratuito del Signore e Pietro il primo che sperimenta questo e lo prova, dove il suo peccato non come quello di Giuda che addirittura pentito e vuole mettere a posto i conti ma quando questo non pi possibile rimane solo posto per la disperazione; difatti il peccato di Giuda non tanto laver tradito Ges ma il voler rimettere a posto i conti; ed lo stesso di Pietro che vorrebbe pagare in anticipo dando la vita per Cristo, invece non ci riesce, grazie a Dio. Ci potr essere cos il suo battesimo, il lasciare entrare negli occhi del cuore lo sguardo del Signore che d la vita per me. 66 E mentre Pietro era da basso nel cortile, viene una delle serve del sommo sacerdote 67 e vedendo Pietro che si scalda, guardandogli dentro dice: Anche tu eri col Nazareno Ges. Pietro coi servi e cosa deve fare? Prima di tutto nessuno gli ha detto di venire, e poi venuto perch si ricordato che aveva detto Anche se gli altri ti abbandonassero, io non ti abbandoner mai!. un uomo serio e di parola, vuol mostrare a Ges che lui bravo. Se no, si sbagliato a chiamarmi Pietro, gli altri sono tutte frane; io invece son Pietro e gli devo mostrare che sono migliore e che dunque ha riposto bene la sua fiducia. Poi presto o tardi Lui se la cava, perch so chi . Era l per mostrare che era bravo e anche per affetto per Ges, perch gli vuol bene, per proteggerlo, per dirgli: Guarda, io sono qui, puoi contate su di me! Non ho parlato a vanvera. Allora c una serva, anzi una servetta che dice Tu eri col Nazareno. Come fa a dirlo? Negli ultimi cinque giorni Ges stato sulla spianata del tempio e Pietro era davanti a lui. Ges ha messo a tacere scribi, farisei, sadducei, erodiani e Pietro era li davanti che diceva: Bravo il maestro! Io sono il successore. Si metteva in mostra ovviamente. E avevano litigato poco prima su chi sarebbe stato a desta e chi a sinistra; Pietro era in vista, la serva lha riconosciuto: Tu eri l con Lui.

Ora essere con Ges il Nazareno lessenza dellapostolo. Ges fece i dodici per essere con Lui (Marco 3, 14). Quindi la sua domanda non solo per dire: eri in compagnia sua? No, essere con Ges la definizione del discepolo in Marco; essere con Lui vuoi dire essere in sua compagnia, fare le stesse scelte, aver gli stessi criteri. Questa la domanda definitiva al discepolo, la domanda fatta a ogni discepolo a questo punto del Vangelo: tu sei con Ges? Col Nazareno? Pensi come Lui? Desideri le cose che desidera Lui? Hai gli stessi obiettivi? Cosa vuol dire essere con? Sei solidale con Lui? Fai lo stesso cammino? Fai le stesse scelte? Questo vuoi dire essere con. In realt Pietro era stato con Ges, ma con quale Ges? Con quello che desiderava Lui. E quando ad un certo punto Ges ha fatto balenare che la storia era un po diversa al centro del Vangelo, Pietro dice Non sia mai! Ti sbagli, ascolta me che sono Pietro, infallibile. Come accadde al primo annuncio della passione! Ma vediamo un poco la risposta. 68 Ma egli neg dicendo: N so, n capisco che tu dici. E usc fuori nellatrio e un gallo cant. Ci fermiamo un po qui. Noi siamo abituati a dire che qui Pietro ha mentito, invece qui Pietro la prima volta che dice la verit: Io non so e non capisco quello che dici. Non so cosa vuoi dire essere con Ges il Nazareno, anzi per essere sincero io ero con un altro, non con questo qui. E stato uno scambio di persona. Ero con Ges Nazareno che moltiplicava il pane, che risuscitava i morti, che tutti osannavano, che tutti cercavano. Ero con quello li. Questo qui, arrestato, legato, sputacchiato, deriso, debole come tutti, fragile, stolto io non lo conosco; non so e non lo capisco. Ha sbagliato a fare quel che ha fatto, perch se avesse ascoltato me, sarebbe andata meglio. Ma ancora dopo duemila anni, la domanda : con quale Ges sto? Ges la proiezione dei miei deliri di potere? Tant vero che quando non mi esaudisce lo abbandono, me ne invento un altro. Il problema della fede cristiana accogliere Ges il Nazareno nella sua passione e morte per poter sperimentare la forza del suo amore e resurrezione. Allora capisco: - chi Dio: amore assoluto e gratuito per me, - e chi sono io: amato in modo assoluto e gratuito da Dio. E accetto di vivere di questo. Ed qui che Pietro non sa e non capisce (e non pu ancora capire): perci crollano le sue certezze. Usc nellatrio e un gallo cant. Il gallo canta prima del sorgere del sole, comincia la prima luce in Pietro, la prima Luce capire che lui non capisce questo Cristo, comincia lilluminazione di Pietro. Il battesimo lilluminazione. Il principio di illuminazione capire che non so e non capisco quello che tu dici. Io capivo le cose che pensavo io. Ges era un bravuomo, anche Dio se vuoi, comunque tutto restava intatto e tutto consisteva nel fatto di imitarlo, nellessere bravi come Lui, dar la vita per Lui in modo da essere importanti come Lui. E lottica nella quale credeva di vedere. Ma lottica di Ges unaltra: che Lui d la vita per me, non vuole la vita di nessuno, ama gratuitamente me e vuole che io viva. Non che desiderasse morire perch io vivessi, lho ammazzato io se per questo, Lui desiderava vivere, ammazzato dal mio non riconoscimento. difficile passare da quel rapporto con Dio che radicato nelluomo, tipico di ogni religione, del Dio esigente, del Dio giusto comunque, anche amorevole, ma col quale devi sempre sdebitarti, devi pagare e dar la vita. No, non devo dare la vita, la vita un dono da ricevere dicendo si grazie. Anche con i miei genitori non sono in debito, anche se devo loro tutto, ma non un debito. Cos, con Dio non abbiamo alcun debito. E Lui che ha dei debiti con noi; ha il debito di un amore infinito e siccome noi non crediamo a questo amore infinito, poveretto non sa pi come pagare questo debito; le ha dovute inventare tutte nella storia, fino a morire in croce per pagare questo debito nei nostri confronti, per farci capire che siamo amati gratuitamente e totalmente. Ed questo il peccato: il non capire questo, il male.

69 E la serva vedendolo cominci di nuovo a dire ai presenti: Costui di quelli 70 Ma egli di nuovo negava. Ecco la prima domanda sapere se si con Ges. E il centro della fede. Essere credente vuol dire essere in compagnia di Ges, non con il Ges che mi invento io, ma con quel Ges che mi ha amato e ha dato se stesso per me e che il mio Signore e mio Dio. Poi, secondo esame della fede cristiana: va bene tu dici che non sei con Ges, ma chiaro che sei di quelli. Di quelli vuol dire comunit. Tu appartieni alla comunit cristiana? Non appartieni alla comunit se non sei con Lui. Appartenenza essere con Lui, stando con Lui siamo tra noi in modo corretto. Posso avere tutte le etichette possibili e non essere di fatto cristiano. Essere cristiano essere con Ges, che mi ha amato e ha dato se stesso per me, non col Ges che voglio andare a salvare io. Quindi limmergersi, lessere battezzati nel suo amore per me: questo che mi fa esistere e mi permette di essere poi di quelli che vivono, sperano e amano a partire da questo evento di trasformazione. Lappartenenza alla Chiesa viene dopo: perch son cristiano e appartengo alla Chiesa? Perch sono con Ges. Tant vero che uno che non battezzato non appartiene alla Chiesa. Il battesimo cos? lessere immersi in Ges, battezzati in Cristo. E lessere battezzato in Cristo mi rende fratello degli altri, mi mette nella Chiesa. Ma se non sono in Lui, non sono nella Chiesa, anche se ho tutte le appartenenze, anche se faccio parte del Consiglio Pastorale, e anche se di mestiere annuncio la parola di Dio, non sono cristiano. Perch lessere cristiano lessere con Lui, con Lui che cosi con me. Quindi non basta lappartenenza alla comunit cristiana. C tanta gente anche impegnatissima che fa tante cose e fatte bene. Attenti: non sono le cose che fai e lorganizzazione a cui appartieni che ti fanno credente, il tuo rapporto personale col Signore Ges; questo che ti forma e ti costituisce. Anche come prete e religioso, oltre che come uomo della strada. Io posso essere prete e religioso e far tante cose belle e paradossalmente non essere credente. Mi fa credente il mio rapporto con Ges. E accettare il suo amore per me e vivere di quellamore. E questo il nocciolo della fede che ci fa tutti fratelli e tutti liberi, la nostra identit. E Pietro non appartenendo a Cristo non pu che rispondere negativamente alla seconda domanda: sei di quelli? Pietro nega, no non sono di quelli; se non sono con lui, non posso essere di quelli. E dopo un po di nuovo i presenti dicevano a Pietro: Veramente sei di quelli, infatti sei anche galileo Essere galileo voleva dire forse anche essere sovversivo, comunque qui chiaramente essere galileo, essere di quelle parti, vuol dire che il tuo linguaggio ti rende manifesto dice Matteo. Ora chiaro che tu sei cristiano. Ma non detto che sono cristiano. Mi fa cristiano il mio essere con Ges; non sono tutti i titoli n culturali, n cultuali, n le appartenenze che ti fanno cristiano: il mio rapporto personale con Ges. E questo il battesimo, sapere che il mio Signore mi ha amato e ha dato se stesso per me. E io vivo rispondendo a questo amore che la mia identit. E questo il battesimo, e vivo quindi nella libert di figlio, quindi di fratello di tutti e posso essere di quelli, della comunit. Ma non n il mio modo di parlare, n la mia cultura, n le mie appartenenze che mi fanno cristiano. E qui Pietro d la terza risposta. 71 Ma egli cominci a imprecare, a giurare: Non conosco quelluomo di cui dite. 72 E subito per la seconda volta un gallo cant. Ecco Pietro si dissocia totalmente per la terza volta, come Ges che, tre volte interrogato, confessa. Pietro alla fine si dissocia totalmente da quelluomo che voi dite addirittura neanche lo nomina. E qui il gallo canta per la seconda volta. Ora vediamo cosa avviene. E ricord Pietro la parola che disse Ges: Prima che il gallo canti due volte, tre volte mi rinnegherai. E si gett a piangere.

In Luca 22, 61 c un dettaglio interessante che ci pu interessare: 60 Ma Pietro disse: O uomo non so quello che dici. In quellistante mentre ancora parlava un gallo cant. 61 Allora il Signore, voltatosi, guard Pietro e Pietro si ricord delle parole che il Signore gli aveva detto: Prima che il gallo canti, oggi, mi rinnegherai tre volte. E, uscito, pianse amaramente. Ecco ci sono due dettagli di pi in Luca; Ges che guarda dentro il cuore di Pietro. Anche qui Ges che guarda dentro come prima la servetta. Il Signore guarda dentro Pietro. Come lavr guardato? Te lavevo detto! Hai visto? Anche tu come gli altri! Sei proprio.. chi credevi dessere Io ti ho chiamato Pietro perch hai la testa dura, di pietra. Se Ges lavesse giudicato, Pietro si sarebbe sentito un po tranquillo, almeno pago, in qualche modo avrebbe pagato. Ho sbagliato, scusa, giusto che paghi. Mettiamoci sotto questo sguardo. Ges lo riconosce, lo guarda dentro e lo accoglie nella sua povert, non si era sbagliato a chiamarlo. Non che labbia chiamato perch era bravo, infallibile o generosissimo; no, no, lo sapevo che eri cos: ti voglio bene come sei e non mi sono sbagliato a chiamarti. Non ha detto Ges: Sai io sono di parola, pensavo tu fossi bravo, tu mi hai tradito, ma io non ti tradisco perch io son di parola. No: sapevo che eri cosi, che cos e ti amo. Il suo io ideale si fa in pezzi. Non sono quello che credevo. E il peggio che Lui lo sapeva gi, non lavesse saputo almeno! Ma lo sapeva gi e mi voleva bene lo stesso e continua a volermelo. C questo sguardo che fa vivere anche se trafigge. Pietro deve accettare, a questo punto, o di vivere di questo sguardo di accettazione e perdono assoluti allora nasce come uomo libero oppure non gli resta che ammazzarsi, come Giuda. E avrebbe infiniti modi per ammazzarsi: espier questo peccato, far sempre di pi il bravo, cercher di non sbagliare pi, cercher di essere infallibile. Invece no. Qui si pone nellalternativa di vivere o di unaccettazione assoluta gratuita dellAltro e questa la condizione per vivere o di pagare in qualche modo questo debito, ed la condizione per morire. Il battesimo accettare la grazia, la gratuit, il dono, lamore incondizionato e assoluto. Io di cosa vivo, di che sguardo vivo? Di quello della servetta che mi giudica e degli altri che mi condannano? Del mio sguardo su di me? Che diventa linferno su questo punto, perch, se mi giudico, mi condanno. Pietro sotto lo sguardo di Ges perde la sua falsa identit. Quella che si era costruita. Pietro usc e fugg da Ges: il che vuol dire il primo modo che io rifiuto di essere accettato cos. Mi pi facile pagare personalmente, mi sembra pi onesto. Accettare un amore gratuito e incondizionato che lunico modo per poter vivere la vera morte di ogni falso io ed pi duro di qualunque altra cosa e bisogna passarci per vivere della libert di uno che amato e che capisce che la sua identit li, non era quel che pensava. davvero la fine di tutto un mondo. Quando si parla del battesimo come nascita delluomo nuovo nella libert dei figli, si dice qualcosa di preciso. Quando si parla di Illuminazione si dice qualcosa di preciso. Questa illuminazione non la mia bravura, non la mia presunzione, n quellimmagine di Dio che avevo, n limmagine dellio che avevo, n la mia sconfitta, n la mia vittoria. E qualcosaltro: la scoperta di un amore incondizionato, gratuito e a fondo perduto che Cristo ha per me. Ed lento il cammino per arrivare a questa scoperta e a questo pianto battesimale. Prima deve uscire tutta lamarezza, la sconfitta anche del falso io che deve scomparire perch sperimenta lincapacit di autosalvezza. Ma da quel pianto purificatore verr la Luce che mi permetter di vedere il Crocifisso Risorto che mi accoglie e mi dona la sua vita: il suo Spirito.

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