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Appunti di gemmologia

GEMMOLOGIA

La parola gemmologia deriva dal latino gemma e dal greco logos che significa discorso. La gemmologia una scienza indipendente della mineralogia che tratta altri soggetti e non considera molti argomenti della gemmologia. La gemmologia non si occupa solo dello studio dei materiali gemmiferi (perle comprese) e della corretta terminologia di questi ultimi, ma anche dei metodi danalisi gemmologica del taglio e della lucidatura, della gemma creata sinteticamente, dei metalli preziosi e delle loro leghe e infine delle procedure di valutazione. Fu insegnata per la prima volta come corso di specializzazione della geologia tra il 1909-1913. Nel 1916 corso semestrale di Edward Kraus. I corsi di corrispondenza GIA sono il risultato di lezioni tenute da R. Shipley tra il 1930-1931.

FATTORI CHE INFLUISCONO SUL VALORE DELLA PIETRE PREZIOSE


Natura pietre preziose
Gemme: specie di minerali o sostanze organiche usate per ornamento personale che possiedono requisiti di bellezza, rarit durevolezza. , Si dividono in due classi: diamanti gemme di colore che si differenziano per caratteristiche diverse: di natura commerciali -colore -propriet fisiche e ottiche -standardizzazione prezzi per diamante -fonti grezzo -tecniche taglio-commercio

Fattori che influiscono sul valore delle pietre preziose


1. Bellezza: deve essere attraente, altrimenti non considerata pietra preziosa, dipende da qualit , intensit colore, grado di trasparenza, taglio 2. Durevolezza: deve mantenere la propria bellezza per un periodo ragionevole (stabilit eccezionale) 3. Rarit 4. Richiesta (moda) 5. Tradizione: sforzi attuati attraverso i secoli per interessare e educare il pubblico 6. Portabilit: investimento o manifestazione ricchezza 1

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Classificazione
Sono stati identificati circa 2000 minerali differenti, di cui 90 pietre preziose, fra le quali 20 importanti per la gioielleria. E stata introdotta nel 1931 dal Gemmological Institute e comporta la distinzione delle gemme in: specie: ogni materiale che pu fornire materiale da taglio contraddistinto da una composizione chimica definita variet: differenti tipi di specie (variazioni colore, trasparenza, fenomeni ottici) es. rubino e zaffiro variet specie CORINDONE smeraldo e acquamarina variet specie BERILLO gruppo: numero specie strettamente correlate tra loro per struttura e propriet es. GRANATI: numero minerali con stessa struttura cristallina ma diversa composizione chimica (gruppo specie strettamente correlate) FELDSPATI: varianti di specie differenti (es. amazzonite - adularia)

N.B. E scorretto presentare uno spinello rosso come rubino o quarzo citrino come topazio. Non disonesto invece utilizzare il luogo di provenienza per descrivere colore e qualit .

Procedura analisi gemme


1. esami fisici e ottici 2. esame inclusioni e imperfezioni (soprattutto per diamante) 3. valutazione dimensioni, stile e qualit del taglio Riproduzione gemme (gemme sintetiche): stessi costituenti chimici e propriet fisiche e ottiche.

STRUTTURA E FORME DEI MATERIALI GEMMIFERI


Natura dei materiali gemmiferi
La materia si distingue in: organica (regno animale - vegetale): deriva da attivit di piante o animali es. perle, corallo, ambra, giaietto inorganica: origine inorganica es. minerali

Natura minerali
I minerali sono prodotti naturali inorganici con caratteristica composizione chimica e struttura (cristallina) es. diamante > da carbonio struttura cristallina: minerale formato in condizioni favorevoli > atomi ordinati struttura amorfa: sostanza formata rapidamente > atomi disordinati (es. ossidiana, vetro, opale)

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Formazione cristalli
Avviene per ionizzazione quando sincontrano ioni caricati in modo opposto si forma un materiale insolubile che si deposita dal meno al pi solubile. Le cariche elettriche sono ioni direzionali, gli atomi si ordinano nella struttura. Una massa di roccia fusa si comporta allo stesso modo. Questo accade per una soluzione acquosa (es. neve) o per una massa fusa in raffreddamento, oppure per liquidi in evaporazione (es. evaporazione acqua di mare > sale). Come risultato di questo processo gli atomi si aggregano, ordinandosi, dando origine ai CRISTALLI. Se, viceversa, gli atomi non hanno tempo a sufficienza per disporsi in modo ordinato si genera un MINERALE AMORFO. La crescita avviene per affinit tra gli atomi di un elemento con quelli di altri (come limatura di ferro attratta da un magnete).Gli atomi si dispongono dal centro verso lesterno strato su strato originando una forma geometrica cristallina. I reticoli mostrano la disposizione tridimensionale degli atomi in una cella elementare. Propriet fisiche dei minerali quali la sfaldatura, la durezza, la tenacit, dipendono dalla loro struttura interna.

Forma esterna dei cristalli


Presentano una forme esterna ben definita, delimitata da superfici piane dette facce che rispecchiano la disposizione interna delle particelle.

Piani di atomi e facce cristalline


A volte un materiale con la stessa composizione chimica pu assumere differenti disposizioni atomiche (strutture). Ogni disposizione da origine a un materiale diverso (es. diamante > grafite). Un materiale cristallino presenta forma massiva quando nonostante la sua struttura cristallina interna non presenta esternamente una forma geometrica, ma una massa informe.

Aspetto esterno materiale cristallino


Secondo le diverse forme con cui si presentano: 1. cristallino: sostanza con struttura completamente o parzialmente delimitata da superfici piane naturali 2. cristalli geminati: due cristalli uniti insieme lungo un piano o un asse comune 3. aggregato di cristalli (gruppo): quando distinguibile ogni elemento del gruppo 4. aggregati cristallini: quando ogni elemento del gruppo distinguibile raramente ad occhio nudo 5. aggregati criptocristallini: difficile distinzione persino ad alti ingrandimenti (riconoscibile con luce polarizzata)

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Cristalli distorti, deformati e pseudomorfi


cristalli distorti: sono pi o meno deformati poich la loro fonte di alimentazione (soluzione contenente atomi) non era regolare > i corrispondenti angoli tra le facce sono costanti cristalli deformati: piegati e distorti da forze deformanti > i corrispondenti angoli tra le facce possono variare considerevolmente cristalli pseudomorfi: alterazione composizione chimica o struttura cristallo senza cambiare forma esterna

Assi cristallini: linee di riferimento con determinate caratteristiche (lunghezze definite si estendono in precise direzioni intersecandosi nellorigine.

Sistemi cristallini
1. monorifrangente cubico (isometrico): tre assi di uguale lunghezza che sintersecano perpendicolarmente (es. diamante, spinello, granato)

2. birifrangenti esagonale: quattro assi, tre di uguale lunghezza, quarto perpendicolare pi o meno lungo (es. rubino, zaffiro, acquamarina) tetragonale: tre assi che sintersecano perpendicolarmente, due di uguale lunghezza (es. zircone) rombico: tre assi che sintersecano perpendicolarmente di lunghezza differente (es. topazio, alessandrite)

monoclino: tre assi di lunghezza differente, uno perpendicolare (es. giadeite, nefrite) triclino: tre assi di lunghezza differente (es. labradorite, amazzonite)

Habitus: forma o combinazione di forme pi comunemente assunta dai cristalli (forma cristallografica)

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Natura rocce
Le rocce sono aggregato di uno o pi minerali.

Classificazione (basata sul metodo di formazione)


1. rocce ignee: si formano per solidificazione del magma fuso costituendo i filoni pegmatitici o vene che costituiscono i DEPOSITI PRIMARI. 2. rocce sedimentarie: formatasi per disgregazione causata da agenti atmosferici, attraverso il trasporto, la rideposizione e il successivo consolidamento costituiscono i DEPOSITI SECONDARI (o ALLUVIONALI). 3. rocce metamorfiche: si formano per metamorfismo di contatto (trasformazione della composizione per cambiamenti di temperatura e di pressione) cui segue la ricristallizzazione. In ordine di importanza ai depositi primari appartengono: 1. filoni pegmatitici 2. depositi derivati da metamorfismo di contatto 3. vene I depositi secondari forniscono maggiore resa.

GIACIMENTI DEI MATERIALI GEMMIFERI


Fonti
Al contrario del diamante dati precisi sulle zone sono quasi inesistenti. I maggiori centri di estrazione sono: Mogok (Birmania): rubini, zaffiri, spinelli, peridoti, adularie, zirconi, ... (derivati da attivit metamorfica) Sri Lanka (Ceylon): rubini, zaffiri, spinelli, crisoberillo, topazi,... Brasile: berillo, ametiste, quarzo, tormaline, topazi mondo) Cambogia: maggiore fonte zirconi Australia: maggiore fonte opale bianco e nero, tormaline, topazi U.S.A. : turchese e filoni pegmatitici (vedi Brasile) Germania: maggiore fonte ambra LEuropa non mai stata importante come fonte di materiali gemmiferi. (maggiore concentrazione filoni pegmatitici del

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Estrazione
Nei depositi primari cantamento con mine e estrazione il pi possibile a mano Nei depositi secondari tramite lavaggio (manuale o meccanico): avviene tramite la rotazione di una bacinella contenente il materiale gemmifero che permette la fuoriuscita dei componenti leggeri. Questa tecnica utilizzata per rubino, zaffiro. tramite pale e macchinari Per lestrazione dellopale in Australia si esegue una serie di buchi a caso. E impossibile determinare le aree dei depositi.

FATTORI DI CONTROLLO DELLA DUREVOLEZZA DELLE GEMME


Durezza: resistenza allincisione o scalfittura.
E il mezzo fondamentale per riconoscimento pietre (per gemmologo no!) E legata alla forza dei legami tra gli atomi. E la resistenza allabrasione e non alla rottura. La durezza delle gemme valutata utilizzando la scala della durezza (relativa) di Mohs. La durezza di ogni sostanza cristallina pu variare sulle differenti facce sfregando in direzioni diverse. Essa maggiore parallelamente alle facce ottaedriche. Vi sono variazioni anche allinterno della stessa specie.

Tenacit: resistenza alla rottura (scheggiatura ed incrinatura).


Una gemma pu essere molto tenace ma non dura, o viceversa. Coesione: la forza di attrazione che tiene uniti gli atomi. Essa contrasta qualsiasi separazione tra gli atomi (lo spezzarsi). Da essa dipendono propriet quali: elasticit: capacit di subire deformazione. pu essere eccezionale, eccellente, buona, discreta, scarsa. fragilit: carenza elasticit . - friabile: si riduce facilmente in granuli - tenera: si polverizza facilmente in granuli - tenace: resistente alla separazione

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Sfaldatura: frattura che generalmente avviene:


nella direzione indicante la tensione che ha causato la frattura quando la spaziatura tra gli atomi la stessa parallelamente ai piani di alta concentrazione degli atomi quando varia la concentrazione della disposizione degli atomi Pu essere perfetta, difficile, facile. QUINDI: la sfaldatura la tendenza di un materiale cristallino a separarsi secondo certe definite direzioni, producendo superfici piane e lisce, a volte con minuscole sporgenze o aspetto a gradini, dette piani di sfaldatura. Questi sono paralleli ad una possibile faccia (piano atomico) di una delle forme cristalline in cui il minerale pu presentarsi. Es. diamante: sistema cubico, forma ottaedrica > sfaldatura ottaedrica. Grana: piani di sfaldatura del diamante. La pseudo - sfaldatura si verifica invece lungo piani posti tra le lamine dovute ad una geminazione polisintetica (quella vera avviene tra piani atomici).

Frattura: scheggiatura o rottura in qualsiasi direzione differente dalla sfaldatura.


Pu essere: concoide granulare scheggiosa (aspetto fibroso) uniforme e non Se la frattura avviene sulla superficie della gemma pu essere chiamata cavit. Se invece avviene al suo interno pu essere chiamata difetto (o piuma). Il termine scheggiatura spesso usato per descrivere fratture della superficie, soprattutto della cintura.

Stabilit: capacit di resistere a deterioramento.


N.B. Le graffiature non influiscono sulla stabilit . Le gemme soggette a maggiore sfaldatura sono: diamante, topazio, spodumene, labradorite, microclino, ortoclasio.

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PESO SPECIFICO E ALTRE PROPRIET UTILI PER LIDENTIFICAZIONE


Il concetto di peso specifico strettamente correlato a quello di densit .

Densit: la quantit di massa contenuta nellunit di volume. Peso specifico di una pietra preziosa: rapporto tra sua densit e densit dellacqua
(peso corpo / peso uguale volume acqua) Il peso specifico rappresenta un rapporto e non un numero. N.B. A parit di peso pi alto il peso specifico pi piccola la pietra.

Determinazione peso specifico


Il peso specifico di una gemma pu essere determinato in due modi: 1. metodo del peso diretto (idrostatico) si applica la formula ricavata dal principio di Archimede (un corpo totalmente immerso in acqua perde una quantit di peso pari allacqua spostata) P.Sp. = peso corpo / peso uguale V acqua = peso nellaria / peso nellaria - peso nellacqua N.B. metodo consigliabile per pietre colorate avente P.Sp. maggiore di 0,5 carati.

2. liquidi pesanti E pi veloce e sicuro del metodo precedente. Valore max. utilizzabile = 3,32 (ioduro di metilene) 2,89 (bromoformio) 2,62 (bromoformio + xilene)

QUINDI: se il P.Sp. del quarzo equivale a 2,66 significa che pesa 2,66 volte un uguale volume dacqua.

Altre propriet fisiche utili per identificazione


effetti calore effetti sostanze chimiche tatto magnetismo elettricit fluorescenza e fosforescenza

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RIFLESSIONE, RIFRAZIONE E LUCENTEZZA


La natura della luce
La luce visibile una forma di energia radiante compresa nello spettro elettromagnetico insieme alla luce infrarossa, luce ultravioletta, onde radio e televisive, raggi x e raggi cosmici. Tutte queste forme hanno due propriet in comune: 1. viaggiano nellaria alla stessa velocit di 300.000 km./sec. 2. hanno moto ondulatorio (lunghezza donda) Per il gemmologo importante solo la luce visibile che si estende dal rosso (700 nm.), arancio, giallo, verde, blu, al violetto (400 nm.)

Sorgenti di luce
Esistono due sorgenti base di luce: 1. incandescente (coinvolge alte temperature) 2. luminescente

Alcuni materiali possono essere stimolati ad emettere luce visibile da una certa forma di en. radiante (es. luce ultravioletta): fluorescenza: quando presentano il fenomeno per la durata dellesposizione alla radiazione fosforescenza: quando lo presentano anche successivamente

Riflessione e rifrazione
Avvengono quando un raggio di luce colpisce una superficie, come la faccetta di una pietra, subendo un rallentamento che causa una deviazione o rifrazione. N.B. Uninclusione pu essere vista contemporaneamente attraverso due, tre o pi faccette, dando lidea della presenza di pi imperfezioni, ognuna in posizione leggermente differente. Le radiazioni luminose si muovono in fronti donda.

Indice di rifrazione
E la capacit di rallentare la luce (deviarla o rifrangerla). I.R. = vel. luce nellaria / vel. luce in sostanza Pu essere esaminato con rifrattometro.

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Lucentezza (lustro)
E laspetto di una superficie quando riflette la luce direttamente allocchio. Dipende dallindice di rifrazione e dalla durezza. > lucentezza > I.R. Pu essere: riflessione piana (sup. piana) riflessione diffusa (sup. diffusa)

Scheen: effetto della struttura di un minerale sulla luminosit superficiale.

Tipi di lucentezza: 1. metallica: propria dei metalli 2. adamantina (simile al diamante): riflessione planare, alta percentuale di riflessione (diamante 30%). E il maggiore lustro mostrato da una pietra trasparente. 3. vitrea: riflessione planare, < 30%. La maggior parte delle gemme mostra questa lucentezza. 4. untuosa o resinosa: propria di superfici lucidate ma non perfettamente lisce (es. granati e peridoti grezzi) 5. cerosa: simile alluntuosa e resinosa ma con superfici pi irregolari (turchese poco lucidata e calcedonio grezzo) 6. smorta: propria di una superficie molto irregolare a grana sottile (turchese grezzo) 7. serica: propria di una massa di aspetto fibroso (occhio di tigre grezzo) 8. perlacea: lucentezza simile bella perla (adularia grezza)

N.B. Non esiste una netta linea di separazione tra i numerosi tipi di lucentezza. Non esistono due gemme che abbiano esattamente lo stesso lustro. Le differenze di lucidatura rendono la lucentezza un mezzo dubbio didentificazione, eccetto che per i pi esperti.

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Trasparenza
Dipende dalla qualit e quantit di luce trasmessa (che attraversa la gemma). qualit di luce trasmessa: dipende dagli ostacoli (imperfezioni, peculiarit della struttura) che lenergia radiante incontra durante il suo passaggio. quantit di luce trasmessa: dipende dalla quantit di luce assorbita. Grado di trasparenza 1. trasparente: passaggio di luce senza distorsioni e/o assorbimento apprezzabili (es. diamante, rubino, smeraldo)

2. semitrasparente: scarso assorbimento e/o distorsioni (es. ambra, adularia) 3. traslucido: certo (es. calcedonio bianco) (es. ossidiana, amazzonite) (propria dei metalli)

4. semitraslucido: forte 5. opaco: non trasmettono luce

BRILLANTEZZA (LUMINOSIT) E DISPERSIONE


Una parte della luce che colpisce una gemma riflessa e il resto viene rifratto allinterno della pietra.

Comportamento della luce che entra in una pietra


Questa luce responsabile della dispersione o fuoco delle gemme, della maggior parte della loro luminosit (la percentuale di luce che la pietra in grado di rimandare verso locchio dellosservatore) e della maggior parte del loro colore di base; in breve della loro bellezza. Queste propriet dipendono dallo stile di taglio, dalle proporzioni, dalla perfezione della lucidatura, dallindice di rifrazione ed infine dallorientazione della pietra in relazione ai suoi assi cristallografici.

Le tre leggi dellottica geometrica: 1. angolo dincidenza e angolo di riflessione sono uguali 2. raggio incidente, raggio riflesso, raggio rifratto e normale al punto dincidenza giacciono sullo stesso punto 3. il rapporto tra il sen. dellangolo dincidenza e il sen. dellangolo di rifrazione costante per ogni coppia di mezzi, qualunque sia il valore dellangolo dincidenza. Un altro principio dellottica geometrica la reversibilit del cammino ottico.

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Angolo limite
Per comprenderne il significato necessario acquisire il significato di certi termini e definizioni. Normale: linea immaginaria tracciata perpendicolarmente alla superficie Lincontro tra normale e luce incidente determina langolo di incidenza. tra normale e luce riflessa tra normale e luce rifratta langolo di riflessione. langolo di rifrazione.

Se la luce colpisce perpendicolarmente la superficie la sua direzione rimane invariata ed solamente rallentata, altrimenti deviata proporzionalmente. Se il raggio sfiora appena la pietra soggetto alla massima deviazione. La maggior parte delle pietre sfaccettate tagliata in modo che la luce che entra nella corona sia riflessa dalle faccette del padiglione e rinviata attraverso la corona allocchio dellosservatore, tale luce costituisce la luminosit (o brillantezza). Essa dipende dalla lucentezza e dalla riflessione interna subita dalla pietra. I.R. < ang. limite > lum. QUINDI: langolo limite langolo massimo di rifrazione, oltre si ha la riflessione. Lampiezza dellangolo limite variabile da pietra a pietra: ad un pi alto indice di rifrazione corrisponde un pi piccolo angolo limite, e viceversa. Formula per calcolare langolo limite: sen i = 1/n dove sen i = seno angolo limite n= I.R. pietra

Dispersione
E la separazione della luce nei colori dello spettro. La separazione avviene tramite un prisma in grado di separare le diverse lunghezze donda della luce che determinano i colori. Lo stesso deve avvenire allinterno di una gemma in modo che i colori si separino. Ogni pietra con proprio indice di rifrazione frena ogni lunghezza donda in modo differente determinando una differente dispersione. > dispersione > I.R. < luminosit

Scintillio
Lampi di luce emessi dalle faccette di una pietra, visibili quando questa, o la sorgente di luce, o losservatore si muovono. > movimento > n faccette > scintillio > sfavillio non corrisponde a > bellezza La condizione migliore quella intermedia tra diffusi lampi di luce in una pietra con faccette ampie e laspetto confuso di una con faccette troppo piccole. < trasparenza < luminosit Generalmente si pu considerare una gemma di qualsiasi specie pi luminosa di una di specie differente con un I.R. minore. 12

Appunti di gemmologia Fa eccezione il rutilo sintetico che pur avendo I.R. maggiore a quello del diamante meno luminoso che questo ultimo per la sua maggiore dispersione e minore trasparenza.

BIRIFRANGENZA E PLEOCROISMO NELL IDENTIFICAZIONE


Polarizzazione
La luce si propaga vibrando, con moto ondulatorio, in tutte le direzioni, quando questo moto limitato in una sola direzione essa viene detta polarizzata.

Monorifrangenza e birifrangenza
La monorifrangenza avviene generalmente quando la luce, attraversando un pezzo di vetro, viene rallentata o deviata secondo il suo angolo di incidenza, mantiene il suo moto ondulatorio in tutte le direzioni. Quando, invece, in certe specie gemmifere, la luce viene scissa in due raggi, viaggianti a velocit differenti, con due diversi I.R. e perpendicolari luno allaltro, si avr il fenomeno della birifrangenza. I materiali monorifrangenti sono amorfi o cristallizzano nel sistema cubico (es. vetro, diamante) I materiali birifrangenti cristallizzano nel sistema esagonale, tetragonale, rombico, monoclino e triclino. (es. zircone) La birifrangenza causa lo sdoppiamento, per la differenza di velocit tra i due raggi luminosi, di inclusioni, delle faccette posteriori o di oggetti posti dietro la pietra. Essa calcolabile tramite la differenza di I.R. rilevabile al rifrattometro, oppure osservando lampiezza dello sdoppiamento. La birifrangenza (ammontare di sdoppiamento) influenzata da: dimensione pietra direzione di osservazione Nelle pietre birifrangenti la luce non si sdoppia in tutte le direzioni, ma secondo il sistema cristallino cui appartiene presenta una o due direzioni monorifrangenti, dette assi ottici.

GRUPPO

SISTEMA

GEMMA

MONOMETRICO

cubico

monorifrangente

DIMETRICO

tetragonale trigonale esagonale

birifrangente -uniassico -dicroico

TRIMETRICO

rombico monoclino triclino

birifrangente -biassico -tricroico

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Pleocroismo
Avviene se durante la scissione della birifrangenza i due raggi polarizzati vengono assorbiti con due differenti lunghezze donda. Come risultato ogni raggio appare di colore diverso. Pi precisamente avremo: dicroismo (due colori di pleocroismo): nelle pietre uniassiche tricroismo (tre colori di pleocroismo): nelle pietre biassiche
N.B. di questi tre colori ne sono visibili solo due per direzione.

Il pleocroismo un importante esame di identificazione, la sua presenza, inoltre aumenta la bellezza della pietra.

Esami per identificare la birifrangenza


Verificare tramite microscopio in almeno tre direzioni diverse (per evitare gli assi ottici) se avviene uno sdoppiamento degli spigoli delle faccette posteriori. N.B. sdoppiamento spigoli nullo se parallelo agli assi ottici massimo se perpendicolare agli assi ottici Tramite polariscopio, che individua solo la luce che vibra in una singola direzione. N.B.- i materiali monorifrangenti rimangono scuri in tutte le direzioni - i materiali birifrangenti rimangono scuri ogni 90(quando paralleli assi ottici) e illuminati nelle posizioni intermedie

Esami per pleocroismo (prova di birifrangenza)


Tramite dicroscopio, in grado di scindere i due raggi polarizzati. Esaminando una pietra dicroica le due unit del cerchio possono avere colori diversi. Nelle pietre tricroiche si evidenziano due coppie di colori (dove un colore viene ripetuto). I gradi di pleocroismo sono: forte, distinto, debole, molto debole. Tramite polariscopio, girando la lente superiore fino ad ottenere il massimo di luce trasmessa e ruotando la gemma tra i polarizzatori. Se la gemma pleocroica e non viene osservata parallelamente ad un asse ottico, cambia colore mentre viene ruotata. N.B. Le pietre incolori non mostrano pleocroismo.

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EFFETTI OTTICI DELLE GEMME


Possono essere causati da tre motivi: 1. riflessione da parte di inclusioni 2. assorbimento selettivo della luce 3. interferenza della luce

1. Riflessione da parte di inclusioni


gatteggiamento: propriet di riflettere la luce secondo una linea somigliante alla pupilla contratta di un occhio di gatto. Locchio di gatto una variet della specie crisoberillo, quando non mostra gatteggiamento viene chiamato cimofane. Il fenomeno dovuto ad un alto numero di minute inclusioni, parallele e aghiformi, che possono essere cavit o pi spesso cristalli fibrosi inclusi. La striscia luminosa, prodotta dai riflessi provenienti da queste inclusioni, sempre disposta perpendicolarmente alle fibre. Il gatteggiamento viene esaltato dal taglio a cabochon, dove la luce riflessa dalle inclusioni viene rifratta allo esterno con differenti angolazioni producendo la sottile banda luminosa. Locchio di tigre, variet di quarzo gnr. giallo-bruna con struttura fibrosa ondulata, ha un aspetto simile allo effetto di una serie di ampi gatteggiamenti provocati dal riflesso delle sue fibre. La variet blu viene chiamata occhio di falco. asterismo: propriet di riflettere la luce sottoforma di bande luminose che si intersecano. Le pietre asteria presentano solitamente una stella con quattro, sei o dodici raggi, raramente possono mostrare stelle con tre, cinque, dieci raggi per la mancanza delle necessarie inclusioni in una zona della pietra. Il fenomeno comune nel rubino e zaffiro, ma anche nel granato almandino, spinello, berillo, quarzo rosa, crisoberillo. E provocato dalla riflessione della luce di minuscoli cristalli aghiformi orientati. Gli aghi che provocano lasterismo nel corindone sono disposti secondo tre direzioni su piani paralleli alla cintura. Le inclusioni sono chiamate seta. avventurinamento: emissione riflessi luminosi o fortemente colorati di un minerale traslucido, provenienti da inclusioni lamellari.

2. Assorbimento selettivo
Determina in alcune gemme sensibili alle minime differenze tra luce incandescente artificiale (lungh. donda rosse) e radiazioni della luce del giorno (lungh. donda blu e verdi) un cambiamento di colore. Lesempio pi notevole lalessandrite (variet di crisoberillo) rossa a luce incandescente (lungh. donda pi lunghe) verde alla luce del giorno (lungh. donda pi corte) Un cambiamento di colore avviene anche nellalessandrite sintetica, spinello e, a volte, anche nello zaffiro, spinello tormalina e alcune variet di berillo.

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3. Fenomeni particolari derivanti dallinterferenza della luce


Due raggi identici sovrapposti lungo lo stesso percorso: 1. se sono in fase si sommano -> 2. se non lo sono si annullano -> maggiore intensit oscurit

N.B. Se si sovrappongono raggi di luce bianca linterferenza risultante pu produrre i colori dello spettro. Linterferenza si verifica ogni qualvolta ci sono pellicole sottili o trasparenti o stati di materiali differenti. giochi di colore: tipici dellopale, determinati dalla diffrazione della luce e dalle variazioni dellI.R. di innumerevoli particelle sferiche trasparenti, di silice amorfa, disposta regolarmente in tre dimensioni e da spazi tra esse. La spaziatura tra i vuoti uguale a quella tra le sfere. Langolo secondo il quale viene difratta la luce varia continuamente con la lunghezza donda. labradorescenza: tipica della labradorite (specie gruppo feldspati) che si presenta allo stato grezzo come una pietra di colore grigio smorto, ma che, se lucidata mostra chiazze di tinta molto viva che cambiano di colore per interferenza provocata da un gran numero di lamine molto sottili (piani di geminazioni polisintetica). iridescenza: si manifesta nel quarzo, quarzo iridescente, o in qualsiasi pietra fratturata o sfaldata. Essa mostra i colori prismatici prodotti da uninterferenza e diffrazione della luce causata da strettissime fessure contenenti sottili pellicole di aria o di liquido. oriente: proprio della perla, la cui bellezza dipende dal suo sheen prismatico, in altre parole leffetto prodotto dallinterferenza e diffrazione della luce su sottili strati sovrapposti della superficie della perla. adularescenza (effetto pietra di luna): effetto del feldspato (gnr. ortoclasio), che presenta in certe direzioni uno sheen variante dal blu al bianco. E causato dalla riflessione della luce diffusa da piani di geminazione polisintetica.

effetto girasole: manifestato da diverse specie di minerali: opale, corindone, crisoberillo, quarzo. Si presenta come un effetto di luce mobile o fluttuante quando la pietra mossa. E simile alladularescenza ma con aspetto pi offuscato.

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TAGLIO (metodi e stili)


I tagliatori utilizzano spesso un tipo di taglio che permette di ottenere la maggior quantit di peso dal grezzo senza considerarne le proporzioni ottimali. Molte sono le pietre che presentano una scarsa profondit del padiglione o aventi le faccette parallele alla tavola, oppure con una finestra oscura nel centro della corona. Questo tipo di taglio tipico delle pietre tagliate in Oriente. Nel taglio corretto le faccette sono corrispondenti a linee dritte e variano debolmente da specie a specie. Il taglio moderno rappresenta un compromesso tra la direzione che permette un colore migliore e quella di difficile sfaldatura. Il gioielliere deve sapere se la potenziale bellezza stata messa sufficientemente a risalto per giustificare il prezzo.

Parti principali del taglio


1. 2. 3. 4. 5. 6. cintura: sezione perimetrale corona: parte pietra sopra cintura tavola: faccetta larga e piatta alla sommit della corona facce inclinate corona padiglione: area inclinata tra cintura e apice apice: faccetta dove sincontrano le faccette del padiglione

Stili di taglio
taglio a brillante: standard rotondo a 58 faccette corona 33 faccette (8 faccette fondamentali - 16 triangoli cintura superiori - 8 triangoli di tavola - 1 tavola) padiglione 25 facc. (8 faccette fondamentali - 16 triangoli cintura inferiori - 1 apice) taglio a gradini: detto anche taglio a smeraldo la sua particolarit di avere le faccette parallele alla cintura - 58 faccette taglio misto: tra taglio a brillante e gradini taglio a cabochon: pu essere doppio, incavato, lente, capovolto taglio per pietre incavate o incise cammeo: gemma intagliata asportando parti superficiali sopra la cintura (disegno sopra cintura) intaglio: disegno inciso nella pietra (disegno sotto cintura) taglio concavo: sommit piatta e depressione ovale al centro cuvette: variante del taglio concavo con un cammeo nella depressione

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COLORE, PROPRIET CHIMICHE E INCLUSIONI


Colore
Sensazione risultante dalla stimolazione dellocchio da parte di certe lunghezze donda della luce visibile. Il colore di un oggetto dovuto allassorbimento selettivo e alla trasmissione e riflessione di una di queste. Tinta Tutte le sensazioni di colore (attributi di colore) diverse dal bianco, grigio o nero (colori acromatici). Le tinte (colori cromatici) distinguibili da una persona media sono circa 150. La tinta pu variare da chiara a scura (tonalit) e smorta o intensa (intensit). Incolore Le sostanze trasparenti trasmettono ugualmente bene uno spettro bilanciato di luce visibile.

I colori complementari sono i colori opposti nella ruota dei colori: colori primari - rosso - giallo - blu grigio colori secondari - verde - viola - arancio

Il colore di un oggetto, quando illuminato da luce bianca, il risultato di assorbire o sottrarre selettivamente alcune lunghezze donda della luce da esso trasmessa o riflessa. I colori risultanti sono chiamati colori sottrattivi. Quando loggetto invece illuminato da una luce colorata determina dei colori detti colori additivi. Relativamente alla gemmologia, i materiali gemmologici la cui colorazione dovuta ad elementi estranei allelemento chimico essenziale, come impurit od ossidi metallici, sono chiamati allocromatici. (es. corindone rosso) Viceversa sono detti idiocromatici. (es. turchese)

Pietre sintetiche ed imitazioni


Le pietre sintetiche, replicano le loro controparti naturali, sia per composizione chimica sia per struttura; come risultato le loro propriet sono sostanzialmente identiche. Lunica eccezione rappresentata dallo spinello sintetico, che ha la stessa struttura ma non la stessa composizione del naturale: di conseguenza le loro propriet differiscono leggermente. Le imitazioni (vetri) sono invece copie di gemme che hanno la stessa composizione chimica ed il colore della naturali, ma che non riproducono le strutture cristalline.

Cambiamento e perdita di colore


Pu essere effettuato tramite: 1. riscaldamento 2. tintura 3. perdita colore (per esposizione al calore o alla luce)

Natura inclusioni
I materiali intrappolati durante il processo di crescita sono chiamati inclusioni. Possono essere solide, liquide, gassose o una combinazione di queste. Fessure, sfaldature, cavit vengono invece descritte come imperfezioni o difetti. 18

Appunti di gemmologia

PERLE
Le perla (dal latino pernula) considerata in materiale gemmifero dorigine organica. Non richiede alcuna lavorazione per rivelare la sua bellezza. Tra le perle famose vanno ricordate: - Hope (ovale 11,3x5 cm. 1.800 grani) - Quenn (rotonda traslucida 93 grani) - Pellegrina detta anche Miracle of the sea (goccia 1191 grani)

Natura molluschi perliferi


Il mollusco che produce la perla correntemente chiamato pinctada. Questa classificata secondo le dimensioni (in ordine decrescente): maxima margaritifera vulgaris martensii (allevata per la produzione di perle coltivate in Giappone) In acqua dolce invece utilizzato il mollusco unio. Il corpo del mollusco costituito da due valve unite da una giuntura dotata di muscoli adduttori. La parte principale del corpo del mollusco separata dalla conchiglia tramite il mantello (membrana protettiva). Lo strato esterno del mantello chiamato epitelio. Esso contiene le cellule che secernono i materiali per produrre la conchiglia e il nacre (rivestimento delle perle).

Causa formazione perla


Quando un corpo irritante sinsedia tra la conchiglia e il mantello si forma una rientranza, accompagnata da uno sviluppo accresciuto di cellule epiteliali, che porta alla formazione della perla. La dimensione della perla dipende da quella del mollusco, dalla temperatura dellacqua (> temperatura > grandezza), dal tempo di crescita e dalla misura del nucleo. Se il corpo irritante non inglobato nel mantello ma si attacca alla conchiglia forma una protuberanza, a volte emisferica, sulla superficie della valva, chiamata perla blister.

Composizione
La perla formata da strati concentrici di nacre, combinato o no con prismi di calcite e aragonite, attorno al nucleo. Tale struttura permette alla perla di generare un fenomeno dinterferenza di luce di tipo iridescente chiamato oriente.

Fonti
La fonte principale era il Golfo persico. Oggi centri minori sono: Golfo di Manaar, Sri Lanka, India, coste settentrionali Australia, Giappone, Golfo del Messico, Panama, Venezuela. Ne sono state trovate anche nei fiumi degli Stati Uniti.

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Appunti di gemmologia

Variet
Il colore delle perle il risultato di due componenti principali: colore di fondo colore di superficie Le perle sono classificate in base al colore di fondo in: chiare: rosa, bianco e crema nere: nero, blu scuro, porpora, blu verde e bronzeo colorate: giallo, verde, blu, viola Quelle colorate sono pi comuni nelle perle dacqua dolce per lalto grado doriente. Quando una perla presenta una forma asimmetrica o irregolare definita barocca.

Identificazione
A differenza delle perle naturali, ruvide se saggiate con i denti, le imitazioni presentano una superficie levigata.

Cura delle perle


Le perle sono soggette a deterioramento per la graduale perdita dacqua della conchiolina. Vanno pulite in una soluzione saponata non detergente.

Valutazione
Il valore delle perle dipende dai seguenti fattori: colore: deve essere puro e omogeneo (dipende dal colore di base, di superficie e oriente) lucentezza: deve essere intensa ed uniforme grado di traslucidit: maggior valore se traslucide struttura: presenza imperfezioni forma: ideale perfettamente sferica dimensioni Il valore di una collana non dipende solo dalla qualit delle singole perle ma anche dal loro accoppiamento (raggruppamento per colore e dimensione) e armonizzazione (raggr. per tinta). metodo di calcolo del valore: valore di base perla x quadrato suo peso in grani

Peso
Si misura in grani 1 grano = 1/4 di carato 1 carato = 1/5 di grammo 1 grammo = 20 grani (5 ct.)

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Appunti di gemmologia

PERLE COLTIVATE
Posseggono le caratteristiche esterne (colore, lucentezza, ...) di una perla naturale. La coltivazione delle perle inizia con le blister, quelle sferiche rimangono sconosciute fino al 900. Il primo esperimento fu compiuto da Mise nel 1904 ma il brevetto gli fu rifiutato, Niscikawa lo ottenne nel 1916 dopo il suo esperimento nel 1907.

Variet
1. 2. 3. 4. perle coltivate complete con nucleo di madreperla 3/4 o 1/2 perle blister: formazione naturale calcarea attaccata alla valva del mollusco perle coltivate dacqua dolce nucleate con tessuto epiteliale del mantello: costituite da una perla blister e da un rinforzo posteriore in madreperla 5. perle coltivate dacqua dolce nucleate con tessuto epiteliale del mantello: sono prodotte principalmente nel lago Biwa in Giappone. Al posto del nucleo di madreperla, che causava il 50% di decesso, oggi sinnestano piccoli quadrati di tessuto epiteliale preso dal mantello di un altro mollusco (si possono inserire fino a 50 quadratini) e si ottengono altrettante perle barocche di bel colore e lucentezza.

Coltura ostriche
Deriva dallallevamento dello spat, in altre parole lo stadio larvale e libero nellacqua che termina quando la giovane ostrica si attacca permanentemente ad una superficie solida.

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