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MARIO VITALONE LE ATTIVIT DELLA BIBLIOTECA STATALE DEL MONUMENTO NAZIONALE DI GROTTAFERRATA

Nellambito del particolare assetto del sistema bibliotecario italiano1 la Biblioteca di Grottaferrata fa parte delle biblioteche statali annesse ai Monumenti nazionali. Considerati da alcuni una delle pi curiose fattispecie di beni culturali (Astorri 1999, 1), i Monumenti nazionali hanno avuto lindubbio merito di consentire la sopravvivenza di un consistente numero di Abbazie e istituti religiosi e di evitare la dispersione delle preziose collezioni letterarie ed artistiche in esse custodite. Con il R.D. 7 luglio 1866, n. 3036 si disponeva, infatti, la soppressione delle corporazioni religiose e si stabiliva che i libri e manoscritti, i documenti scientifici, gli archivi, i monumenti, gli oggetti darte o preziosi per antichit che si troveranno negli edifici appartenenti alle Case religiose e agli altri enti morali colpiti da questa o da precedenti Leggi di soppressione, si devolveranno a pubbliche biblioteche od a musei nelle rispettive Provincie mediante decreto del Ministro dei culti, previi gli accordi col Ministro della pubblica istruzione (art. 24). Opportunamente, per, il successivo art. 33 escludeva da tale norma alcuni stabilimenti ecclesiastici (Montecassino, Cava dei Tirreni, San Martino della Scala, Monreale, Pavia ed altri simili) distinti per la monumentale importanza e pel complesso dei tesori artistici e letterari, per i quali il Governo avrebbe provveduto direttamente alla conservazione degli edifici e delle biblioteche, archivi, oggetti darte e strumenti scientifici in essi contenuti2. In seguito allannessione di Roma al Regno dItalia, la legge fu estesa nel 1873 alla Provincia di Roma, e lanno successivo, con Decreto 28 febbraio 1874, n. 206 del Ministero per gli Affari di Grazia e Giustizia e dei Culti venivano riconosciuti edifici di monumentale importanza alcuni fabbricati ex conventuali tra cui la Chiesa e Convento di S. Maria di Grottaferrata gi dei Basiliani. Con successivo atto di delega del 2 ottobre da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, lAbbazia
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La causa della disomogeneit del sistema bibliotecario italiano va ricercata soprattutto nel policentrismo culturale e politico che allindomani dellUnit dItalia lo Stato italiano si trov ad affrontare e che si fondava su una pluralit di nuclei di produzione e raccolta che non coinvolgeva solo le grandi citt, ma anche centri minori che nel Medioevo e in et umanistica e rinascimentale sono stati protagonisti di una eccezionale fioritura culturale e artistica (Solimine 2004, 177-178), e di cui Grottaferrata con la sua Abbazia sono un esempio. 2 Secondo Marziano (2004, 268) proprio da questo articolo che deriva la denominazione Monumento nazionale attualmente in uso per tali stabilimenti: Lart. 33 test richiamato definisce, quindi, di monumentale importanza gli stabilimenti che ricadono sotto la tutela dello Stato. Da qui la denominazione di Monumento nazionale: Monumento per definizione di legge, nazionale perch ricadente nella diretta competenza dello Stato.

veniva affidata al p. Cozza-Luzi e ad altri sei monaci, nominati rispettivamente soprintendente e custodi del monumento (Falcone 2005, 182). Da notare che tale atto di delega prevedeva espressamente per i custodi lobbligo solidale di (...) bene ordinare la biblioteca e la collezione dei manoscritti, comporre i cataloghi e i registri, tenerle aperte ai visitatori, dare comodit e consigli ai studiosi per potervi fare le loro ricerche e procurare al possibile che da quella ricchezza letteraria si ricavi il maggior frutto 3. Nonostante la diretta assunzione di responsabilit da parte dello Stato verso le biblioteche annesse ai monumenti nazionali, nei vari regolamenti che si succedettero per riorganizzare il sistema delle biblioteche non si fa nessun cenno ad esse fino al Regolamento n.733 del 1907 dove si prescrive che alle Biblioteche annesse ai Monumenti nazionali, senza che esse siano espressamente menzionate, sono applicabili le norme del presente regolamento, e in particolar modo quelle del titolo VI sulluso pubblico, in quanto non contrastino con le norme speciali che le reggono4 (art. 3). Fu comunque soltanto con il Regolamento n. 1501 del 1967 che tra le biblioteche pubbliche statali furono esplicitamente incluse, e la Biblioteca di Grottaferrata tra queste, le undici biblioteche annesse ai Monumenti nazionali5. Una condizione che ricorre nelle Leggi e nei Regolamenti con cui lo Stato si assume limpegno a sostenere i costi di gestione, manutenzione e ammodernamento delle biblioteche la salvaguardia delluso pubblico dei beni: una concezione di biblioteca come struttura di servizio che non si contrappone necessariamente alla concezione della biblioteca come patrimonio. Ed proprio il difficile equilibrio tra conservazione e fruizione che definisce il lavoro di una biblioteca storica e specialistica come quella di Grottaferrata. La biblioteca che lo Stato unitario eredit dallAbbazia di Grottaferrata era gi dotata di una propria fisionomia, risultato di un processo di stratificazione bibliografica che, iniziato probabilmente ancor prima della fondazione del Monastero nel 1004, proseguito, con produzioni dello scriptorium, scambi con altri monasteri dellItalia meridionale, donazioni e acquisti, e anche con migrazioni,

Per una ricostruzione delle trattative tra il Governo e i monaci per tale riconoscimento e la riproduzione fotografica dei relativi documenti si veda Falcone 2005, 181-182.
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Non chiaro quali siano le norme speciali a cui si fa qui riferimento. La stessa Commissione parlamentare Franceschini, istituita nel 1964 per stabilire i principi di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio, quando affront questa materia manifest perplessit sulla conoscenza e sullesistenza di queste norme speciali (Marziano 2004, 272). Si pu pensare che lo spirito fosse lo stesso che ha poi trovato applicazione nella norma delle attuali convenzioni tra Ministero e Monumenti nazionali che subordinano lorario di apertura al pubblico della Biblioteca (stabilita in 36 ore settimanali) alle esigenze del contesto religioso nel quale la Biblioteca collocata.
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Le altre sono quelle di Casamari, Cava dei Tirreni, Farfa, Montecassino, Montevergine, Gerolamini di Napoli, S. Giustina di Padova, Praglia, Subiaco e Trisulti. Le stesse sono poi riportate nel pi recente Regolamento del 1995.

alienazioni e sottrazioni, per secoli, a dimostrazione della vivacit e dellinteresse con cui la raccolta stata costruita. La collezione pi significativa della Biblioteca senza dubbio quella dei manoscritti. Un primo inventario, redatto nel 1462 in occasione della presa di possesso della commenda da parte del cardinale Bessarione, elenca 129 codici greci e 2 latini, mentre un successivo inventario, eseguito da p. Placido Schiappacasse nel 1727 riporta 149 manoscritti di cui 81 pergamenacei e pi antichi e 68 cartacei. Accessioni importanti furono, poi, quelle del 1737 provenienti dai monasteri di S. Maria del Patir e di S. Elia di Carbone e i 176 manoscritti latini e italiani in parte donati e in parte venduti dal cardinale Lorenzo Randi negli anni 1881-1884. Al 1941 risale lingresso, su disposizione ministeriale, di otto manoscritti greci provenienti dal Collegio di San Demetrio Corone, mentre i 26 codici orientali (etiopici, arabi, turchi ed ebraico) sono entrati tra il 1900 e il 19806. Il passaggio della Biblioteca allo Stato unitario costitu anche loccasione per la redazione da parte di p. Antonio Rocchi del pi completo catalogo dei manoscritti che abbiamo a disposizione: Codices Cryptenses seu Abbatiae Cryptae Ferratae in Tusculano digesti et illustrati cura et studio d. Antonii Rocchi hieromonachi basiliani bibliotechae custodis, Tusculani 1883. Anche se parziale e ormai datato, il catalogo di Rocchi, dove sono descritti 605 manoscritti e frammenti greci, latini e italiani classificati per materia, rappresenta ancora lo strumento di riferimento per la consultazione dei manoscritti e soprattutto quello in uso nelle citazioni della letteratura scientifica. Attualmente le 1.197 unit, frammenti compresi, che compongono la collezione sono ordinate in serie linguistiche: 575 greci7, 239 latini, 383 italiani, 12 etiopici, 9 arabi, 3 turchi, 1 ebraico. Le necessit di una adeguata conservazione del patrimonio hanno indotto a una costante attivit di restauro dei manoscritti, anche avvalendosi dellopera del prestigioso Laboratorio di restauro del libro antico situato allinterno del complesso abbaziale, e di microfilmatura. Per proteggere gli originali dai rischi inevitabilmente connessi alla consultazione diretta, assolvendo cos con sempre maggiore efficacia al suo compito conservativo e, allo stesso tempo, consentire un pi facile e agevole accesso ai documenti da parte di un pubblico di lettori sempre pi
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Cfr. Petta 2005, 167-168. Gran parte delle informazioni storiche sulla Biblioteca sono qui riportate dal contributo di p. Marco Petta al volume su San Nilo pubblicato in occasione del Millenario. Tutta la storia recente della Biblioteca stata contrassegnata dallopera e dalla figura di padre Marco Petta, bibliotecario della Badia per oltre 60 anni, dal 1944 fino alla sua recente scomparsa nel 2007. Padre Marco non si limitato alla tradizionale attivit di studio e conservazione, ma si anche prodigato per linnovazione tecnologica, dando inizio a una serie di progetti, quali linformatizzazione del catalogo e la digitalizzazione dei manoscritti, che adesso la Biblioteca sta portando avanti.
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Tra questi anche i 60 palinsesti con i quali la Biblioteca di Grottaferrata ha partecipato al progetto europeo Rinascimento virtuale (< http://palin.iccu.sbn.it/>) che si propone quale obiettivo il censimento, la descrizione, lo studio e la riproduzione digitale dei palinsesti greci, cio di codici contenenti testi in lingua greca realizzati con pergamena riciclata, e il recupero di testi classici o bizantini andati perduti in seguito al riutilizzo della pergamena su cui essi erano scritti.

allargato8, la Biblioteca ha iniziato una attivit di digitalizzazione che dovrebbe presto consentire la consultazione in linea dellintera collezione. Finora, per motivi di economicit e di tutela degli originali, si preferito il trasferimento in formato digitale di dati gi conservati su microfilm. Il risultato stato la digitalizzazione di 201 manoscritti (di cui 162 greci, 15 latini e 9 italiani), a cui si aggiungono 22 volumi a stampa della collezione di Albanistica, per un totale di oltre 34.000 immagini digitali. Le immagini saranno corredate dalle informazioni di carattere scientifico, provenienti dalla versione italiana9 del catalogo a stampa di Rocchi (almeno per le opere in esso descritte)10, e dai metadati gestionali e amministrativi, cos come elaborati dl comitato MAG promosso dallICCU11, ritenuti indispensabili per consentire una agevole fruizione delle risorse digitali. Le immagini saranno poi archiviate in un formato leggero, ma che permetta comunque leggibilit dei contenuti, o formato internet da destinare alla consultazione in linea, e in un formato a risoluzione pi elevata che consentir di ridurre la necessit dei ricorso diretto agli originali (DeglInnocenti 2007, 109). Lauspicata estensione di questa iniziativa a tutta la collezione dei manoscritti, ma anche possibilmente agli incunaboli e alle cinquecentine, potr dare un decisivo contributo al raggiungimento di quellequilibrio tra conservazione e fruizione a cui si accennava allinizio. Padre Rocchi non si limit alla redazione del catalogo dei manoscritti ma si occup anche dei libri a stampa, organizzando la catalogazione su schede mobili delle circa ottomila opere allora possedute dalla Biblioteca. Il processo di formazione della raccolta non fu probabilmente dissimile, almeno agli inizi, da quello dei manoscritti e quindi strumentalmente legato alle esigenze e alle attivit dei monaci. Linteresse comunque fu vivo fin dagli esordi della stampa, come attestano i 71 incunaboli, catalogati nel 2001 da Vito Cuccia, e le 700 cinquecentine attualmente possedute dalla Biblioteca. Per quanto riguarda queste ultime, la Biblioteca partecipa ad EDIT16, il Censimento, curato dal Laboratorio per la bibliografia retrospettiva dellICCU, che ha per oggetto le edizioni stampate in Italia e quelle in lingua italiana stampate allestero dal 1501 al 1600.

Cfr. Falchetta 2000, 52.

La traduzione in italiano del catalogo a cura p. Basilio Intrieri. Non pubblicata, ma una copia disponibile per consultazione nella sala lettura della Biblioteca.
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La necessit di ricorrere a un catalogo a stampa gi esistente, anche se incompleto, dettata dallimpossibilit di poter procedere, allo stato attuale, a una catalogazione originale dei manoscritti. Tale strategia, di carattere essenziamlmente pragmatica, stata adottata in molti progetti, anche imponenti, di digitalizzazione di manoscritti, quale ad esempio quello dei Plutei della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Si veda a tale proposito DeglInnocenti 2007, 111.
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Si veda Magliano 2005.

Dalle ottomila opere registrate da Rocchi, la collezione delle opere a stampa si gradualmente accresciuta, sia attraverso donazioni di monaci e amici dellAbbazia12, sia, soprattutto in tempi pi recenti, attraverso gli acquisti. Una vera e propria politica di costruzione delle raccolte si inaugura negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, grazie anche a una maggiore disponibilit finanziaria e a un maggiore interessamento delle autorit statali verso le biblioteche annesse ai monumenti nazionali (Petta 2005, 170). Si incomincia cos a delineare lattuale fisionomia documentaria della biblioteca che, in ragione del proprio carattere specialistico, privilegia le discipline storico-religiose, e in particolare la storia medievale della Chiesa e la tradizione liturgica e culturale bizantina. Negli ultimi decenni si sono poi sviluppati un fondo di circa 600 volumi ed opuscoli di storia, letteratura e tradizione albanesi, con particolare riferimento a quelle delle comunit italo-albanesi, da cui molti dei monaci dellAbbazia provengono, e, in virt dello stretto rapporto che sempre esistito tra lAbbazia e larea dei Castelli Romani, un fondo di storia locale. Gli oltre 50.000 volumi di cui dotata la Biblioteca sono oggi distribuiti in 31 classi, che vanno dalla Teologia dogmatica alla Sacra Scrittura, dalla Liturgia Orientale alla Patristica, dalla Storia ecclesiastica (orientale e occidentale) alla Storia bizantina, individuate da numeri, allinterno delle quali lordinamento per formato e quindi per numero progressivo. Ad esse si aggiunge una classe dedicata alle Collezioni, a cui dedicata particolare cura nelle acquisizioni. Un passo importante nellattivit di mediazione informativa verso gli utenti, da parte della Biblioteca e del suo catalogo, in quanto strumento principale attraverso il quale i lettori vengono informati di ci che la biblioteca pu offrire, sar costituito prossimamente dallattuazione della fase operativa del processo di adesione al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) e dal collegamento al Polo della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. In tale occasione si provveder alla migrazione dellattuale catalogo elettronico in SBN e si avvier un programma di catalogazione retrospettiva che consentir di rendere disponibile in linea linformazione sullintero patrimonio librario della Biblioteca. Collocata in un luogo simbolo della citt di Grottaferrata, la Biblioteca, incoraggiata in tal senso anche da specifici programmi del Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, intende continuare ad essere anche un centro di promozione della cultura, in collaborazione con le altre realt locali. Utilizzando gli spazi della antica Tipografia, opportunamente e funzionalmente ristrutturati dal Ministero per ospitare mostre, convegni e concerti, la Biblioteca ha quindi partecipato questanno, per la prima volta, alla Settimana della Cultura organizzando, insieme ad altri eventi, la mostra Arte in forma di libri.
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Per i nomi di alcuni dei benefattori della Biblioteca si veda Petta 2005, 169-170.

Bibliografia
V. E. Cuccia, Gli incunaboli della Biblioteca dellAbbazia di Grottaferrata, Manziana 2001 E. DeglInnocenti, Il Progetto di digitalizzazione dei Plutei della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, in Digitalia, 1 (2007), 103-114 <http://digitalia.sbn.it> P. Falchetta, Guida breve alla digitalizzazione in biblioteca, in Biblioteche oggi, Novembre 2000, 52-67 G. Falcone, Il patrimonio archivistico, in San Nilo. Il Monastero italo-bizantino di Grottaferrata, a cura dellArchimandrita p. E. Fabbricatore e della Comunit Monastica, Roma 2005, 181-211 C. Magliano, Lo standard nazionale dei metadati gestionali amministrativi, in Digitalia, 0 (2005), 34-46 <http://digitalia.sbn.it> L. Marziano, Le biblioteche annesse ai manumenti nazionali, in Tra passato e futuro. Le biblioteche pubbliche statali dallUnit dItalia al 2000, a cura di F. Sicilia, Roma 2004, 263-303 M. Petta, La biblioteca, in San Nilo. Il Monastero italo-bizantino di Grottaferrata, a cura dellArchimandrita p. E. Fabbricatore e della Comunit Monastica, Roma 2005, 167-174 G. Solimine, La biblioteca. Scenari, culture, pratiche di servizio, Roma-Bari 2004

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