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CHE COSA CE IN UN NUMERO?

(Whats in a number)

Regia: Edmund Coulthard Fotografia: J. Welland e P. Duval Produzione: Channel Four, Gran Bretagna, 1996 Testo: Lavinia Greenlaw

Il 2000 lanno della matematica, forse il campo della scienza che con pi difficolt atttrae la gente comune. In questo documentario intervengono alcuni grandi matematici e fisici, e quello che dicono non pu essere riassunto, senza banalizzare I contenuti. Per questo i loro interventi sono stati riportati con ogni dettaglio. Il linguaggio dei numeri sta influenzando sempre di pi la vita intorno a noi. Noi comunichiamo con i numeri. I numeri ci dicono come funziona la nostra mente, come riusciamo a capire la natura. Ci parlano della nostra storia e del nostro futuro, come riusciamo a capire la natura. I numeri consentono agli scienziati di mettere a punto idee sul mondo che sarebbero indescrivibili senza i numeri. Ma i numeri sono un concetto inventato da noi o sono qualcosa che sempre esistito indipendentemente da noi? O sono un linguaggio naturale delluniverso? Tutti questi temi verranno presi in esame nel filmato: IL PALLINO PER I NUMERI (A head for numbers). Noi calcoliamo ogni fase della nostra vita: quanti anni abbiamo, che cosa reale, dove, quanto, a che distanza. Cerchiamo di capire cosa succede quando mettiamo in gioco il nostro denaro; cerchiamo di tenere il tempo, il che significa contare. Cerchiamo di tracciare una riga che vada da A a B. Cerchiamo di andare a casa prendendo lautobus giusto, allora giusta e di bussare alla porta giusta. Se si chiede alla gente la loro opinione sulla matematica, troviamo chi dice di averla studiata poco, chi dice che la matematica orribile, chi la trova noiosa perch nessuno ha saputo interessarlo, chi crede che ci sono persone che hanno talento per i numeri, come possono avere talento per altre cose come la musica o il ballo. I numeri sono un linguaggio che tutti noi dobbiamo parlare ogni giorno della nostra vita. Ma perch alcune persone sembrano essere istintivamente migliori di altre a gestire i numeri? E qualcosa che ci insegnano o qualche cosa che noi ereditiamo?

Esistono delle differenze nelle capacit numeriche con cui nasciamo. Alcune persone trovano molto difficile gestire i problemi numerici anche i pi semplici. Ci sono poi casi i quasi patologici, che non riescono a gestire neanche i numeri pi semplici Interviene il professor BRIAN BUTTERWORTH, un neuropsichiatra, che da diversi anni si occupa di pazienti che hanno il problema della gestione dei numeri, che un problema invalidante: essi non riescono a fare la spesa, non riescono a calcolare come dare il resto, o come sommare i prezzi. Molto spesso non riescono neppure a ricordare il loro indirizzo o il loro numero del telefono. A volte addirittura non riescono neppure a riconoscere il numero sugli autobus che passano. Un esempio concreto quello di un suo paziente: CRAIG WARD. Si trova in un supermercato e ci presenta la difficolt che incontra a fare la spesa: non riesce a gestire i denari, a valutare i prezzi, perch non sa capire quanto costi una cosa in rapporto ad unaltra cosa. Per esempio, se il numero scritto 256, deve cercare di capire cosa significano separatamente il 2, il 6 ed il 5 e poi mettere insieme i significati di ogni numero. Per lui un grosso problema elaborare delle serie di numeri. Deve prima cercare di mettere a fuoco ogni singolo numero e poi di creare uno schema che li riunisca.

Il professor BRIAN BUTTERWORTH spiega che probabilmente c una area particolare del cervello che preposta alla gestione dei numeri, perch i pazienti che hanno difficolt a gestire i numeri presentano dei danni in unarea della parte sinistra del cervello nota come il lobo parietale, area che molto lontana dai centri che si occupano del linguaggio e da quelli che si occupano del ragionamento e della deduzione, processi che avvengono nella parte frontale. Nella parte del cervello che si occupa dei numeri esistono aree specializzate: ve ne una che gestisce la tabella delle moltiplicazioni e per esempio unaltra che gestisce il riporto. Vi sono persone che sbagliano soltanto in una di queste aree. La capacit di gestire i numeri assomiglia un po a quella di sentire la musica: vi sono persone veramente terribili e persone molto brave e vi poi tutta una serie di persone che sono discrete. Non sappiamo se tutto questo abbia a che fare con qualcosa di ereditario a livello dellarea cerebrale che si occupa dei numeri.A cinque mesi un bambino non sa parlare ma in grado di distinguere la differenza tra i numeri. Pu essere solo il cambio di forma o il bambino nasce gi con il senso dei numeri e impara a sommare e sottrarre le ombre? LA STORIA DELLO ZERO (The story of 0) I numeri che utilizziamo oggi vengono dalloriente. LIndia ci ha dato un numero importantissimo: lo zero. Le origini dello zero risalgono agli aspetti filosofici e religiosi dellIndia. Sulle origini dello zero interviene GEORGE GHEVERGHESE JOSEPH, professore alla Universit di Manchester: il significato letterale della parola che corrisponde allo zero - sunia significa: "assenza totale", "vuoto". Nellambito delle pratiche spirituali, una delle prime cose che bisogna fare per arrivare al nirvana consiste nello svuotare la mente di qualunque impressione. La rappresentazione simbolica del vuoto il punto - bindu -, lo stesso punto che a volte si trova sulla fronte di alcune donne indiane che lo utilizzano a scopo ornamentale. Questo punto divenne il simbolo del tutto, dellintero, e il tutto lo si trova anche in quel tipo di filosofia che ritiene che tutti noi viviamo in un tutto e che la misura della nostra salvezza dipender dal modo in cui noi ci avvicineremo o ci allontaneremo dal tutto.

Il simbolo dello zero pu essere fatto risalire alla meditazione zen. Dato che molto difficile moltiplicare o dividere senza lo zero, la creazione dello zero ha reso possibile lavorare con i numeri in un modo completamente nuovo. Generalmente tutti concordano nel affermare che il sistema numerico odierno abbia avuto origine in India nel II o III secolo avanti Cristo. I numeri facevano gi parte della vita e del pensiero quotidiano della maggior parte dei popoli dellIndia che li incontravano nella loro religione e nelle loro attivit ricreative: per esempio alcuni dei problemi che studiamo ancora oggi sono problemi che lindia gi conosceva. Le parole venivano scelte in modo da rappresentare determinati numeri, ma anche nel tentativo di inquadrare queste parole allinterno di un poema o di una storia strutturata in versi che fosse semplice da memorizzare. Di conseguenza, veniva data importanza non solo alla capacit di elaborare problemi matematici, ma anche alla capacit di esprimere questi problemi in un linguaggio che fosse poetico e facile da ricordare. I poemi numerici sanscriti risalgono allundicesimo secolo, quando i numeri in Europa erano ancora agli albori. In essi stanno le radici della matematica moderna. Quando parliamo dei nostri numeri dobbiamo ricordare che in India nascono intorno al 580 e vengono portati in Europa intorno al 1280: duecento anni dopo questo sistema numerico ha sostituito tutti gli altri sistemi preesistenti, compreso quello dei numeri romani. LARTE DELLA MATEMATICA ( The art of Math) La bellezza il primo test, non c posto per una matematica brutta. (Beauty is the first test, there is no permanent place for ugly mathematics - G.H.Hardy) Un nuovo tipo di numeri si inserisce tra i numeri ordinali, i numeri irrazionali: n numeri interi, n frazioni, si inseriscono fra le frazioni; sono immensurabili, sono decimali che si espandono allinfinito Interviene ROGER PENROSE, Rouse Ball professore di matematica allUniversit di Oxford: Non so quando la matematica ha cominciato a sembrarmi bella per la prima volta; mi ricordo che gi da bambino mi interessavano i numeri e mi interessava la geometria. Anche se un fatto abbastanza elementare, tutti noi sappiamo che 2+2 uguale a 2x2, ma c stato un momento in cui io ho notato anche che se facciamo 1,5x 3 uguale a 1,5 + 3; e da quel momento in poi ho cercato di mettere a punto una formula che spiegasse questo fatto. Trovo affascinante lidea che si possa incapsulare questo infinito numero di diverse possibilit in una sola formula semplice ed elegante. Interviene MICHAEL CRAIG-MARTIN (artista) Quello che rende bellissime alcune formule matematiche il fatto che prendono un qualcosa che enorme, complesso, incomprensibile e sembra caotico e disordinato e trovano un modo per riformulare quel qualcosa rendendolo comprensibile e sensato, per cos dire, dandogli un ordine. Interviene ancora MICHAEL CRAIG-MARTIN Penso che il vero significato dellarte sia quello di essere una visione metaforica del mondo e questo molto simile a quello che la matematica: un modo di descrivere il mondo, che non ci d una immagine del mondo, ma ce ne d una descrizione usando determinati termini linguistici.

Interviene di nuovo ROGER PENROSE La matematica una idealizzazione. Qui non parliamo di segni tracciati nella sabbia, parliamo di determinate strutture ideali che richiamano un certo mondo: sono strutture idealizzate che ci ricordano la realt. Molto spesso in matematica succede che anche se si dice che il tentativo quello di arrivare alla realt, si arriva alla realt passando attraverso la strada della bellezza, e se si hanno due ipotesi e non sappiamo bene quale delle due pi probabile, possiamo chiederci: quale preferirei che fosse vera, questa o quella? quale delle due sarebbe esteticamente pi valida? E molto spesso questo un modo valido per arrivare alla verit. Quindi, se volete, la verit il criterio ultimo ma la bellezza il modo per arrivarci. Non si tratta di dire che la verit una invenzione, non spetta a noi decidere quello che vero e quello che non lo . La verit esiste al di fuori di noi, ma dobbiamo cercare di trovarla. NON FATE LEGGERE I MIEI LAVORI A NESSUNO CHE NON SIA UN MATEMATICO (let no one who is not a mathematician read my works) (Leonardo da Vinci) Se lago che lasci cadere lungo quanto sono larghe le assi del pavimento, la probabilit che atterri tra unasse e laltra pari a 2/ . un numero che non abbiamo ancora capito completamente, che ci sfugge, ma che contiene un senso delle proporzioni, di geometria naturale. IL SIGNIFICATO DI . (The meaning of ) David Chudnovsky uno specialista in quella branca della matematica che si chiama Teoria dei numeri. Con suo fratello Gregory emigrato dallURSS negli anni settanta. Esi hanno costruito da se e con i loro denari un computer potentissimo in una stanza di un piccolo appartamento di New York, con il quale sono riusciti a compilare fino allottantamiliardesimo posto decimale.Ci dicono: il significato di . fino alla ottava cifra decimale : 3,14159265. il simbolo matematico che fornisce il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Si arriva sempre ad avere un da qualche parte: le leggi dellidrodinamica e le equazioni matematiche riferite allelettricit contengono , che un numero interessante e difficile da comprendere. E una specie di fattore di scala. I loro commenti sono piuttosto peculiari: una creazione che sembra indipendente da noi, una invenzione e nello stesso tempo una scoperta, vive, respira, esiste, contiene una certa impronta, contengono in se stesso un riflesso delluniverso. una delle sequenze numeriche pi casuali conosciute del mondo. Supera tutti i test statistici che dovrebbero identificare una certa non uniformit: un dualismo frustrante perch sappiamo che non un numero casuale.

I NUMERI DELLA NATURA (natures numbers) Bach giocava con i numeri, nascondeva messaggi nelle sue note. Non poteva sapere che, come delle nuvole nel cielo, le sue fughe avrebbero rivelato degli altri schemi matematici, avrebbero dimostrato come una parte del tutto pu rispecchiare quel tutto, come se in ogni tessera di un puzzle fosse contenuta limmagine intera. La musica il piacere che lanima umana trae dal fatto di contare senza essere consapevole di contare (Music is the pleasure the human soul experiences from counting without being aware that it is counting. Leibniz)

Interviene IAN STEWART professore alla Universit Warwick

Parla della profonde simmetrie che regolano il nostro mondo. Le simmetrie sono parti leggermente pi sofisticate della matematica, mentre i numeri rappresentano la parte pi ovvia della matematica e la prima scoperta. Una stella marina ha cinque punte e ha una simmetria, perch ruotando in posizioni diverse ha sempre lo stesso aspetto. Ci sono cinque punte: nella descrizione della natura quindi rientrano i numeri; le simmetrie si riducono tutte a numeri. Alcuni numeri sono particolarmente interessanti, non solo a livello matematico ma anche in termini del mondo naturale che sembrano descrivere. Vi sono numeri che avremmo dovuto inventare se gi non esistessero. E come se luniverso gi li usasse e noi ce ne fossimo accorti solo in un certo momento. Il numero "i"non un numero qualsiasi, la radice quadrata di -1, i= -1, che inizialmente enne introdotto per far funzionare le equazioni. I numeri reali potevano essere espressi su un unico asse, ma non cera modo di esprimere la radice quadrata di numeri negativi. Ecco perch i matematici posero "i" su unaltro asse ortogonale a quello dei numeri reali e cosi furono inventati i numeri complessi, che non sono solo utili per risolvere le equazioni, ma anche essenziale per descrivere il mondo naturale: per esempio con le equazioni della meccanica quantistica, perch noi siamo fatti di atomi e quindi siamo fatti di meccanica quantistica. I numeri complessi sono coppie di numeri e generano nuovi schemi, soprattutto i frattali che creano delle forme particolarmente complicate che si ripetono allinfinito, e che sembrano rispecchiare i processi naturali che vediamo ripetersi avanti a noi ogni giorno. I frattali ci danno nuovi indizi su processi che devono aver portato alla formazione delle nuvole o delle rocce, hanno la caratteristica, che chiamiamo di autosomiglianza: se ingrandiamo una parte la vediamo simile allintero, ogni piccolo pezzo riproduce lintero. Lo stesso accade per le rocce: se prendiamo un pezzetto di roccia e lo ingrandiamo, non riusciremo pi a sapere se un pezzetto di roccia ingrandito o un enorme blocco di roccia visto da lontano. I frattali aprono i nostri occhi su un diverso tipo di geometria, un diverso tipo di schemi presente nei mondo naturale. Stiamo inventando ancora tipi nuovi di numeri, non abbiamo ancora finito: ogni due o trecento anni si arriva a scoprire un nuovo tipo di numero, come adesso i frattali. I frattali sono solo una punta piccolissima di un iceberg enorme che ci dice in realt come funziona luniverso. Nelluniverso esistono strutture molto pi sottili, che a livello superficiale creano le cose che conosciamo. Ecco perch la matematica cos entusiasmante per me. Ci fa capire che luniverso molto pi grande e complesso di come noi pensiamo e ce ne da degli indizi, elaborando i quali possiamo scoprire qualcosa di nuovo: come nel caso della scoperta dei frattali, che ci fa dire che vediamo qualcosa di nuovo e che cominciamo a capire qualcosa. Nel 1202 Fibonacci cre la prima serie periodica nella storia della matematica partendo da una osservazione sopra i conigli: in essa ogni numero la somma di due che lo precedono: questi numeri non sono puramente decorativi, infatti si ritrovano negli schemi della natura, nelle spirali di un albero o di una conchiglia. GLI ALIENI SANNO CONTARE? (Can aliens counts?) Interviene PAUL HOROWITZ professore alluniversit di Harvard Sarebbe molto difficile per qualsiasi forma di vita non avere un concetto dei numeri, anzi secondo me proprio impossibile. I numeri naturali non sono una invenzione dellumanit, sono una scoperta, esistevano gi, esistevano in modo del tutto indipendente dalla razza umana. Noi abbiamo un unico obiettivo: riuscire a trovare le prove dellesistenza di altre creature e vorremmo farlo cercando di ricevere un messaggio trasmesso da altre civilt. Fondato nel 1995, il progetto di Paul Horowitz lultimo tentativo in ordine di tempo di trovare forme di vita intelligente extraterrestre.

Utilizza un radiotelescopio diretto verso le stelle, e ascolta qualsiasi messaggio che potrebbe venire da altri pianeti, attraverso le microonde; cio una grande antenna radio unidirezionale con cui si cercano segnali radio trasmessi intenzionalmente a quelle lunghezze donda che riteniamo ottimali a scopo di telecomunicazione. Una civilt non potrebbe costruire un trasmettitore radio se non fosse in grado di utilizzare le equazioni per poter prevedere, descrivere il comportamento di tutto ci che viene costruito. Per formare una corrente oscillatoria del tipo di quella che ci serve per trasmettere attraverso la nostra antenna, necessario qualcosa di pi di un linguaggio matematico di base: necessaria la capacit di prevedere cosa far un circuito elettronico, cosa far unantenna, quale impatto avr lo spazio sulla generazione e la trasmissione di segnali di questo genere. Pu essere una matematica non simile alla nostra ma qualcosa che sembra necessario in qualsiasi civilt che intenda partecipare a una forma di comunicazione tecnologica. Lalternativa quale sarebbe da parte di queste creature: probabilmente la manipolazione e la elaborazione di immagini; difficile da pensare. La gente mi chiede: che cosa facciamo se troviamo un segnale, come comunichiamo con queste creature che possono non essere neppure simili a noi chimicamente e sicuramente non parlano la nostra lingua. Quindi sono stati fatti dei tentativi di costruire un linguaggio cosmico. E possibile fare bip, inserire un simbolo, un altro bip, un simbolo e poi due bip. Probabilmente il primo simbolo sar un pi (+) e il secondo simbolo sar un uguale (=). In questo modo introdurremo i concetti di addizione e di uguaglianza. E possibile inviare delle immagini sotto forma di punti bianchi e neri, rappresentati da uni e da zeri, ricostruibili in immagini bidimensionali, inviando un flusso di uni e di zeri, che dovrebbero essere il prodotto di numeri primi approssimativamente uguali. Questo codice numerico tradotto in immagini stato inviato a costellazioni vicine, nelle quali viene data per scontata la capacit di conoscere i numeri. Noi pensiamo che la matematica sia nota a tutte le creature che vivono nelluniverso. In effetti unequazione pi che una semplice decorazione di una idea che si avuta: un modo per fare una previsione, segue da una certa coerenza matematica intrinseca. Se continueremo a svilupparci tecnologicamente e a cercare segnali di vita nelluniverso sarei sorpreso se tra un secolo o due non riusciremo a stabilire un contatto.

LA TEORIA FINALE (The final theory) Noi non ci siamo ancora risvegliati dal sogno di Cartesio che nel 1619 parl di una serie di leggi matematiche in grado di inglobare tutto, di una geometria infinita che cresce in modo da incapsulare la materia cos come noi la .vediamo. Cartesio prometteva: datemi estensione e movimento ed vi costruir un universo.

Interviene STEVEN WEINBERG, professore allUniversit del Texas E unidea che non piace molto neanche a me. Un mondo governato da ninfe e driadi sarebbe decisamente preferibile. Ma c un processo di crescita che tutti noi subiamo nella nostra vita, quando impariamo che non c Babbo Natale e alla fine impariamo a cavarcela da soli; e credo che lo stesso valga per la nostra specie, che attraversa a sua volta un processo di crescita, imparando che le leggi della natura non si sono evolute tenendo a mente la razza umana. Fin dallinizio gli scienziati sono sempre stati alla ricerca delle leggi fondamentali della natura, ma sono stati i matematici del diciassettesimo secolo a trasformare questa ricerca in una vera e propria possibilit. La legge della gravit di Newton ha ispirato la moderna ricerca di una legge generale. Quando la teoria di Newton fu espressa per la prima volta, si svilupp immediatamente in tutto il mondo, cambiando la visione dei matematici, e facendo capire che anche se non si capiva la matematica delle leggi, cerano delle leggi che governavano lintero universo ed erano leggi note ed impersonali: un concetto incredibilmente importante per la nostra cultura che credo abbia contribuito molto a cambiare anche gli atteggiamenti superstiziosi che caratterizzavano la vita della gente comune. Come il complesso meccanismo di un orologio, il mondo di Newton conoscibile: basta avere del tempo a disposizione per poterlo capire. Questa fiducia and persa nel ventesimo secolo fino allavvento della meccanica quantistica che diede una nuova speranza di scoprire la legge finale. La meccanica quantistica parte da questa idea della probabilit e delle funzioni donda; stato un importante passo avanti rispetto al concetto newtoniano dei sistemi di particelle in movimento e le cose peggiorano man mano che il tempo passa. In effetti le idee pi recenti sostengono che il tempo e lo spazio sono concetti che appaiono soltanto su un certo livello approssimativo, mentre ad un livello pi profondo le nostre teorie non sono teorie spazio-temporali. Quindi come le potremo formulare: beh le potremo formulare in modo matematico, in termini di strutture matematiche che forse esistono gi: abbiamo per esempio le teorie dei campi conformi che sembrano svolgere un ruolo centrale in questa nuova visione delluniverso. In un certo senso un fatto tragico, perch questo linguaggio della matematica che noi troviamo sempre pi indispensabile, crea un divario sempre pi incolmabile a livello di comprensione tra quello che scoprono gli scienziati e ci che il pubblico riesce a capire. Quello che gli scienziati oggi intendono parlando di teoria finale il tentativo di riunificare tutte le leggi della natura, un tentativo a cui Weinberg ha contribuito vincendo il premio Nobel per aver unificato lelettromagnetismo e le forze deboli. Ma una teoria del genere davvero a portata di mano? S. Weinberg: Non so che aspetto avr leventuale teoria finale. Quello a cui possiamo pensare in questo momento la cosiddetta teoria delle stringhe che sembra offrire una possibilit di unificare la nostra teoria della gravitazione con le altre forze della natura. Se questa teoria sia corretta o meno non lo sappiamo. Qualora sia corretta non sappiamo neppure se sar la risposta finale. Sarebbe prematuro dire oggi che aspetto avr una eventuale teoria finale. Lo sapremo quando lavremo trovata? Beh, diciamo che oggi abbiamo gi una teoria abbastanza efficace, chiamata il Modello Standard. Contiene delle caratteristiche arbitrarie per, per esempio ci sono 18 numeri che devono essere tratti da esperimenti per far funzionare la teoria. Se un domani qualcuno pubblicasse un saggio, per esempio una teoria delle stringhe in cui riuscissimo a introdurre come conseguenza logica il Modello Standard e i 18 numeri si rivelassero esatti, gli effetti che si misurano a livello sperimentale, io concluderei che con molta probabilit questa la teoria finale. Se e quando si trover una teoria finale, sar scritta sotto forma di equazioni matematiche che pochi, anche nel mondo scientifico, saranno in grado di capire, ma molti credono che, come la scoperta della gravit del movimento da parte di Newton, limpatto di questa teoria influirebbe sul

concetto che abbiamo delluniverso. I fisici stanno guidando questa ricerca ma si affidano alla matematica come guida. S. Weinberg: A volte quando viene scoperta una nuova branca della matematica mi trovo a pensare: ecco, ci sono arrivati prima di noi. E forse la sensazione che avrebbe potuto avere Amstrong se al momento di arrivare sulla luna avesse viste davanti a se limpronta, nella polvere lunare, di Giulio Verne. Senza la matematica siamo ciechi, non sappiamo dove andare. Se la matematica sia uninvenzione o un codice naturale che dobbiamo ancora capire, non lo sappiamo, ma noi ci affidiamo ai numeri per previsioni, probabilit, scala, simmetria. Man mano che cresce, il mondo matematico rivela nuovi territori inesplorati in cui noi ci muoviamo con istinto e autorit, con immaginazione e incertezza.

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