LA SICILIA
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Cultura
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UN CLASSICO PER AMICO Nelle Georgiche poemetto scritto su commissione, Virgilio fa di una censura del Potere occasione di una bellissima fabula
SILVANA GRASSO
MD E RO B I LANTM
biografi accreditati dei grandi autori classici erano grammatici, filologici deccellenza, attenti al corpus delle opere, a fiscalissime, ma importanti, diatribe riguardo la cronologia della vita, spesso assai incerta, o la paternit delle opere medesime; attenti al sapiente filtraggio tra opere genuine e opere spurie, falsamente e impropriamente attribuite allAutore. Nessun cenno al gossip, oggi dinteresse esclusivo per biografi non suffragati certo da cultura n da "polmoni" filologici, quanto ed esclusivamente da squallide operazioni di marketing per lettori creduloni, alla ricerca di identificazioni con bulli e bulle del momento. Meglio se bullo e bulla fanno coppia,o ex coppia, sulla falsariga Corona-Belen, emblema duna societas spappolata che, in piena pandemia damoralit, riconosce come suo Mentore il miles gloriosus di turno, meglio se truffaldino, meglio se avventuriere, la vampina di turno, meglio se straniera, meglio se congiuntivo- claudicante. Virgilio, grande poeta latino det augustea, ebbe come suoi biografi Servio Onorato e Elio Donato(IV d. C), e persino quel San Girolamo, homo novus della letteratura cristiana, la cui opera si sdogan dagli schemi tradizionali della produzione teologico-pastorale per indossare panni pi squisitamente letterari. Caso singolare quello che raccontiamo, oggi, anzi eccezionale, storia duna censura "politica" divenuta motivo duna delle pi straordinarie pagine di poesia, la chiusa del libro, IV e ultimo, de Le Georgiche virgiliane. Le Georgiche , poemetto in versi di precettistica agricola, furono energicamente sollecitate a Virgilio da Mecenate, condottiero e abilissimo mediatore culturale tra Augusto e il talento di artisti , di cui, al princeps non sfuggiva il peso dellauctoritas propagandistica. Sollecitate, ma il termine un eufemismo, quasi uneresia, nellobiettivo di riconciliare allamore per la terra i piccoli agricoltori e i nuovi proprietari di
pi forte della sua ratio, pi dellobbedienza agli dei medesimi. La guarda, solo per un attimo la guarda, viola il patto con gli dei, e scompare Euridice, amata Euridice sciolta come fumo lieve nellaria..che fare? Ove andare..come commuovere i Mani piangendo, come gli Dei cantando? Ella gi fredda ormai nella barca di Stige navigava ... In Mito e in Letteratura classica quasi sempre al femminile la storia dellabbandono del tradimento del suicidio ( come non pensare ad Arianna, Medea, Didone), ancor pi singolare appare, quindi, il dolore pronunciato al maschile da Orfeo-Virgilio. Soffre Orfeo, disperatamente soffre, come soffrir Didone virgiliana, quasi a stabilire, da parte di Virgilio, unantesignana par condicio di sentimenti ed emozioni, oltre, ben oltre il genere maschile e femminile.. per sette mesi interi la pianse e nessun amore, nessuna promessa di nozze pi lo vinse..e infine le donne di Tracia, respinte per amor di lei, le sue giovani membra sparsero a brani per i campi... Una fedelt, oltre la morte, che una grande lezione di vita in tempi in cui un matrimonio dura meno dun cellulare dultima generazione! Pur morto, pur straziato nelle carni, pur con il capo divelto dal collo marmoreo non smise di cantarne il nome lo sposo Euridice, chiamava con la sua fredda lingua, mentre la vita fuggiva, oh mia infelice Euridice. E le rive del fiume echeggiavano "Euridice" . Potenza dun Talento che dun orrenda censura fece un miracolo dArte!
OGGI A SIRACUSA E DOMANI A CATANIA STEFANO FERRARI, FRA I MAGGIORI ESPERTI DI PSICOLOGIA ESTETICA
che cosa serve la psicoanalisi quando si guarda un quadro? A ricostruire la personalit dellartista? A eleggere lopera come soggetto di analisi? O ancora: a cercare una teoria dellarte fondata sui cardini ermeneutici introdotti da Freud e dai suoi eredi? Chiunque abbia letto anche uno solo dei celeber-
rimi saggi freudiani sullarte e la letteratura (la Gradiva di Jensen, il Leonardo da Vinci, il Mos di Michelangelo...) conserver la reminiscenza vivida di una scrittura romanzesca, o romanzata, nella quale il padre della psicoanalisi, incidendo con il suo affilato bisturi anche la superficie del minimo dettaglio, finisce per sbozzare a tutto tondo la patografia di un genio. E perci, da Freud occorre ancora partire: quale delle risposte si voglia dare alle domande formulate di sopra. Stefano Ferrari, docente al Dams di Bologna, ospite per due giorni in Sicilia, uno dei maggiori esperti di psicologia estetica. Da anni si occupa, insieme con un qualificato staff di ricercatori, delle complicate, e non sempre nitide, relazioni fra una possibile teoria psicoanalitica dellarte, la fruizione intersoggettiva delloggetto artistico, e la mera applicazione delle tecniche psicoanalitiche agli studi di estetica. Si tratta, facile immaginarlo, di un campo
di ricerca molto vasto e articolato. Nel tempo e nello spazio: in esso rientrano (come ben illustra il libro che da stasera presenter ai lettori isolani) le pose, figurative e attoriali, delle isteriche alla Salptrire diretta da Charcot, ma anche lautoritratto, o lauto-scatto, fotografico in voga presso certe avanguardie. Allinterno di questo universo magmatico Ferrari si sempre mosso con perizia pari soltanto alla sua cautela di studioso: aperto a ogni sollecitazione dellarte contemporanea, ma fermo tutore dei confini che mai ammettono commistioni o, peggio, adulterazioni fra il rigore della disciplina e le suggestioni emozionali pi o meno corrive. Guidato dal testo di Freud, come da un antico codice il pi umile filologo, egli torna a quegli scritti pioneristici (talora, perfino ingenui) e ne sviscera il grumo di forza esegetica ancora insondata. A leggerlo simpara. Ad ascoltarlo se ne ha piacere e diletto.