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EMILIO PASETTO - RENZO CRISTIANI ATHENA AVVIAMENTO PRATICO ALLO STUDIO DEI VOCABOLI GRECI ‘TREDICESDMA RISTAMPA "dei 1 Pothov zorjoior xpoouavdavery. FELICE LE MONNIER - FIRENZE 1954 PREFAZIONE. : Questo libretto, frutto di personale esperienza, vuol essere dt guida e di conforto agli alunni nell’apprendimento di wna lingua, la lingua pit armoniosa di tutte, che a torto — pensiamo — si con- sidera dai profani piena zeppa di difficolta e suscitatrice di noia e di... amarezze. Gli alunni invece, seguendo passo passo lo studio della grammatica, potranno facilmente convincersi che, prima an- cora di cominciare lo studio del greco, esst posseggono un patrimonio magnifico di vocaboli che dal greco derivano e che il risalire da questi ai vocaboli originari pud essere cosa non solo abbastanza facile, ma anche oliremodo dilettevole. In questi ultimi anni s’2 fatto un gran discorrere qual sia it miglior mezzo per fare imparare at giovanetti, con la minore diffi- cold, questa lingua, che riempie di tanta ammirazione chi riesce @ comprenderla *). Ma c’ 2 da credere che tutti + metodi siano buoni ed efficaci, sempre che si abituino gli alunni, fino dai primé giorni, ad apprendere, con ordine e con criterio, il maggior numero di vo- eaboli greci. Né ci sembra lontano dal vero chi ritiene che il greco non possa dirsi imparato fino a che non si sia in possesso di un buon patrimonio lessicale. Ora poiché nella lingua italiana ricorrono tante voci che deri- vano direttamente dal greco (questo nostro libretto ne registra circa *) Qui cade opportuno accennare che questo studio non 2 punto da confondere con quello delle Nozioni di nomenclatura © di frascologia, che i vigenti programmi richiedono negli ceami di ammissione al Liceo e contro le quali si sono troppo facilmente appuntate le armi dei critici, mentre esse vogliono — chi bene consideri — constatare soltanto qual pro- fitto abbiano dato due anni d’ insegnamento del greco. A questo punto det programma risponde il nostro volume Nomenclatura e Fraseologia greca (40 edizione, con 88 illustrazioni : F. Le Monnier - editore- Firenze), di- stinto in XXXVIII capitoli, ciascuno dei quali 2 preced**o da notizie sulla vita, gli usi o le costumanze del popolo ellenico e corredato ids gra- duali esercizi per la traduzione alla lavagna dalitaliany in greoo. vm PREFAZIONE DUEMILA, nella gran maggioranza familiari anche alle persone me- dianamente célte), ecco facilmente indicato il punto di partenza a chi voglia, nello studio del greco, edificare su saldi fondamenti. Esemplifichiamo. Se Ebe é la dea della « giovinezza », non sard punto difficile ricordare che giovinezza ha il suo corrispondente nel greco Bn ; se ippddromo é i Iuogo « dove si fanno le corse dei ca- valli », non sara difficile ricordare che alla parola cavallo corrisponde in greco Innog e a corsa corrisponde doduos ; se morfologia significa « studio (0 discorso) intorno alle forme » non sara difficile ricordare che alla parola forma corrisponde il greco pogpy e alla parola di- scorso il greco Adyog ; € se 2 risaputo che prologo @ «un discorso che precede », ¢ mondlogo « tl discorso fatto da wn solo », e decalogo «T insieme di dieci comandamenti », e cost via, non si tardera certo a ricordare che alle parole prima, solo, dieci corrispondono in greco 796, udvos, déxa. Se qualunque alunno sa bene che cosa sia wna biblioteca, ciod «una raccolta, wn deposito di libri», perche dovrebbe stentare ad apprendere che in greco raccolta o deposito si dice djxn e libro BiBAlov? E se voi, a questo punto, gli suggerirete qualche altro deri- vato come fototdca e fotografia, perché egli dovrd stentare a rico- noscere che pods, putds, corrisponde nel greco al nostro luce ¢ yeagr a scrittura, e cost via dicendo? Cosi pure se voi, un bel giorno, insegnerete ai vostri scolari che camaleonte significa propriamente «leone a terra», potrete esser sicuri che essi non dimenticheranno pit, per tutta la vita, che yanal vuol dire «a terra» e a leone corrisponde in greco éwv, Aovtos ; come se spiegherete loro che il delicato fiore del mniosétis trova la sua origine da pic, uvdg « topo» e ods, @td¢ «orecchio », perché questa pianta ha le foglie che ricordano le orecchie del topo, potrete esser certi che queste parole non usciranno pit dalla mente dei vostri alunni, nei quali avrete anche stimolato vivissima curiosita e pid che legittimo interesse. Si tratta, com’ é facile comprendere, di un metodo essenzialmente razionale : razionale, si badi, nel vero senso della parola, tale cioe che, una volia appreso wn vocabolo, Valunno, che ne ha scoperto Vintimo valore, non possa pid dimenticarlo. Giacché non di rado (sia PREFAZIONE Ix detto con pace di tutti) si obbligano i poveri alunni ad accetiare troppe cognizioni gratuite, delle quali, per mancanza di un buon sostegno, il ricordo sard effimero e, in ogni modo, poco duraturo. CO’ é chi crede che un ragazzo di quarta ginnasiale (e ‘ quarta gin- nasiale’ vuol dire un’etd di quattordici anni, poco pit o poco meno, Veta insomma della pit bella spensieratezza) possa rimanere entu- siasta a sentirsi fare dal suo professore di greco, e proprio nei primi giorni di scuola, un discorso come questo : « Vedi : ecco qua : manda @ memoria: *Axf vuol dir punta, e dxwv vuol dir dardo, e dxdv- tote @ il lancio del dardo, e dxovdw significa aguzzare, e dxdvn 2 la pietra che serve ad affilare, e dugrjxng vuol dire a taglio dop- pio, ¢ dxpxj vuol dire essa pure taglio, e alyprj 2 ancora la punta della freccia, e aizyudlw vuol dire «lanciare la freccia », € alypnrig 2 colui «che combatte con la lancia », € petalyptos @ «chi si trova fra due che combattono con la lancia », e alysddwtog é il prigioniero, e dxpos e dxpa ti danno V idea di cid che 2 all’estremo, ¢ dxgaiog significa percid appunto estremo e dxgdtns sommita », e chi pid ne ha pit metta, ché la filastrocca potrebbe ancora continuare. Vi ammaginate voi la faccia di questo ragazzo, che @ invitato a cost potente ingestione e che fard di sicuro wna solenne indigestione ?! Senza dire che tutto questo immagazzinare e nomi ed aggettivi e verbi, dei quali non ha e non pud avere da principio la minima idea, non potrebbe se non condurre ad un risultato solo: quello di fargli odiare fino dai primi passi la lingua che egli ha preso a studiare, con quanta efficacia didattica ognuno pud facilmente argomentare, Ma voi rivolgetevi allo stesso ragazzo e, dopo avergli fatto impa- rare la prima declinazione (¢ soltanto la prima declinazione), che sard cosa d’ un momento in grazia dell’analogia che essa ha con la declinazione latina, suggeritegli poi, a proposito di dx, qualche derivato italiano come acanto od acacia, che son piante dalle foglie spinose, e ricordategli anche che gaggia é la stessa cosa che acacia, ¢ ricorrete, se vi piace, a qualche vocabolo parallelo, come aceto, aculeo, acume, acme 0 che so io, ¢ considerate poi se anche cost, semplice- mente, non abbiate raggiunto lo scopo di offrire chiaro all’alunno il concetto di punta o di spina, senza anticipazioni dannose ¢ senza ingenerare nel suo cervello pericolose confusioni! A suo tempo, x PEEFAZIONE voi richiamerete quello stesso vocabolo con analogo sistema e, stu- diando i nomi in vocale dolce, suggerirete, ad es., il nome acrépoli, che 2 quanto dire « cittd alta », e sarete sicuri che Valunno associerd dxgov ad dx intanto imparerd che cittd 2 per t Greci ndduc ; € studiando, assai pit tardi, il verbo Baia, voi potrete ancora ricor- dare il nome acrobata, che 2 colui «che cammina sulla punta (dei piedi) », e sarete sicuri che Valunno, imparando questo verbo, ri- badird le parole gid studiate, e sard obbligato ad una ginnastica mentale, di cui nessuno potrd metiere in dubbio Vefficacia nell’ in- segnamento del greco. Questo nostro libro ha, insomma, un fine essenzialmente pratico € si basa sopra un metodo del tutto razionale, antico 0 nuovo quanto 8i voglia, ma razionale. E di qui ecco scaturire qualche vantaggio non trascurabile. Infatti : 1) si ottiene che V insegnamento, procedendo di pari passo con lo studio della grammatica, sia graduale e rispondente percid alle tradizioni e alle esigenze della Scuola ; 2) si obbliga Valunno ad una continua riflessione, suscitando del pari in lui curiosita e diletto ; 3) si piega la mente ad una ginnastica quanto mai efficace ; 4) 8i da impulso alla conoscenza esatta della lingua italiana, precisando i significati originari delle parole e quelli man mano acquistati col processo dei tempi. Per queste ragioni noi vogliamo sperare che il libro riuscird gradito ad alunni e ad insegnanti: a quelli, perch saprd render loro dilettevole lo studio del greco ; a questi, perché — a differenza di altri libri — permetterd loro di non allontanarsi dall’ insegna- mento metodico e graduale della grammatica, potendo essi mante- nersi fedeli all’ordine e alla regola, che sono elementi essenziali perché V insegnamento dia i frutti desiderati. Il libro non 2, né potrebbe essere, scientifico ; percid non si in- dugi taluno a sofisticare se un derivato possa avere una spiegazione anche diversa da quella da noi suggerita, ovvero se un derivato possa meglio riconnettersi con una parola latina, purché sempre la nostra indicazione sia capace di far ricordare all’alunno il vocabolo greco che vi corrisponde.

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