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Lequazione di Schrodinger

1 Forma dellequazione
Postulato - (r, t
0
) denisce completamente lo stato dinamico del sistema al tempo t
0
.
Lequazione che regola levoluzione di (r, t) deve essere:
1. del 1

ordine rispetto al tempo = (r, t


0
) determina (r, t) ad ogni istante t.
2. lineare ed omogenea, cioe se
1
e
2
sono soluzioni = la combinazione a coecienti
complessi c
1

1
+ c
2

2
e soluzione
Scriviamo la funzione donda (r, t) come trasformata di Fourier
(r, t) =
1
_
(2 h)
3
_
A( p) e
i( prE(p)t)/h
d p (1)
Con il fattore inserito prima dellintegrale si ha:
[(r, t)] = [l
3/2
] [A( p)] = [p
3/2
] (2)
Per il postulato di de Broglie abbiamo
=
h
p
k =
2

=
p
h
E = h = h (3)
per una particella libera di mass m non relativistica
E =
p
2
2m
= =
hk
2
2m
(4)
i h

t
(r, t) =
_
E A( p) e
i( prE(p)t)
d p (5)
h
i

(r, t) =
_
p A( p) e
i( prE(p)t)
d p (6)
h
2

2
(r, t) =
_
p
2
A( p) e
i( prE(p)t)
d p (7)
Corrispondenza osservabile sica = operatore dierenziale
E = i h

t
p = i h

p
2
= h
2

2
; r =

r (8)
quindi scriviamo lequazione di Schrodinger Schrodinger per una particella libera
i h

t
(r, t) =
h
2
2m

2
(r, t) (9)
1
Leq.(12) e invariante per rotazione, ma non per trasformazioni di Lorentz. In presenza di un poten-
ziale scalare lenergia classica diventa
E = E
cin
+ E
pot
=
p
2
2m
+ V (r) (10)
Introduciamo la funzione hamiltoniana H(r, p) = E = E
cin
+E
pot
. Il postulato di quantizzazione
richiede che alla funzione hamiltoniana classica corrisponda loperatore hamiltoniana
H(r, p, t) =

H(

r,

p, t) =
h
2
2m

2
+ V (

r) (11)
dove gli operatori corrispondenti alle variabili posizione e impulso sono dati dalleq.(8). Quindi,
lequazione di Schrodinger per una particella in presenza di un potenziale, si scrive
i h

t
(r, t) = H (r, t) (12)
La funzione donda (r, t) deve essere complessa. Cerchiamo una soluzione delleq.(12) per sepa-
razione di variabile (r, t) = (r) (t). Si ha (U = 2m/ h
2
V )
i h(r)

t
(t) = (t)
_

h
2
2m
(
2
+ U(r) )(r)
_
(13)
da cui segue
i h
(t)
(t)
= const. E = (t) = e
i
Et
h
(14)
La funzione (r) e determinata dallequazione stazionaria di Schrodinger
E (r) =
h
2
2m
(
2
+ U(r) ) (r) (15)
Proprieta della funzione donda:
(t) e la sua derivata, continua e nita
(r) nita, ad un sol valore e continua, perche la probabilita sia nita, i valori di aspettazione
deniti e per ammettere almeno derivata sinistra e destra
derivate spaziali di (r) nita ed ad un sol valore, anche la corrente sia denita ed i valori di
aspettazione deniti
derivate spaziali prima di (r) continua per V (r) nito in ogni punto, anche la discontinuita
della derivata spaziali prima sia nita, per esempio in una dimensione
d
2
dx
2
(x) =
2m
h
2
(V (x)E) (x) =
d
dx
(x)|
x=x
0
+
x=x
0

=
2m
h
2
_
x=x
0
+
x=x
0

(V (x)E) (x) dx <


(16)
2
Se E < 0 ( stati legati) soluzioni per valori discreti di E, spettro discreto ((r)
r
0). Se E > 0
soluzioni per ogni valore di E, spettro continuo ((r)
r
= 0).
Ambiguita della quantizzazione Consideriamo un sistema in due dimensioni lenergia cinetica
K si scrive, in coordinate cartesiane
p
2
x
+ p
2
y
2m
=
h
2
2m
_

2
x
2
+

2
y
2
_
=
h
2
2m
_

2
r
2
+
1
r

r
+
1
r
2

2
_
(17)
in coordinate sferiche
1
2m
_
p
2
r
+
p
2

r
2
_
=
h
2
2m
_

2
r
2
+
1
r
2

2
_
(18)
Come si vede le espressioni nel lato destro delle precedenti equazioni sono diverse. Inoltre le variabili
classiche commutano, quindi lordine di scrittura e irrilevante, questo non vale per gli operatori
x p
x
= x i h

x
p
x
x = i h

x
x (19)
Regole di quantizzazione:
1. La funzione hamiltoniana deve essere scritta in coordinate cartesiane e quindi quantizzate appli-
cando il principio di corrispondenza eq.(11). Successivamente puo essere conveniente esprimere
gli operatori dierenziali in altri sistemi di coordinate.
2. Il prodotto di osservabili classiche va scritta in forma simmetrica, cioe per esempio
x p
x
=
1
2
(x p
x
+ p
x
x) (20)
e successivamente va quantizzato con le regole eq.(8)
x p
x
=
i h
2
_
x

x
+

x
x
_
(21)
2 Distribuzione di probabilita
Il modulo quadro della funzione donda, diviso la norma, da la densita di probabilita, cioe la proba-
bilita di trovare la particella in un voumetto dV intorno alpunto r
(r, t) =
|(r, t)|
2
||||
(22)
Anche tale espressione abbia un senso deve essere
|||| =
_
|(r, t)|
2
dV < (23)
quindi (r, t) deve appartenere allo spazio delle funzioni, denotato con il simbolo l
2
, il cui integrale
del modulo quadro e nito. Una funzione donda tale che la sa norma is auguale ad uno (|||| = 1)
si dice normalizzata. Ovviamente tutte le funzioni donda possono essere normalizzate dividendole
3
per una opportuna costante. In seguito assumeremo che le funzioni donda siano normalizzate. La
funzione donda in n-dimensioni ha le dimensioni [l
n/2
]. l modulo quadro dellantitrasformata di
Fourier A( p) della funzione donda da la densita di probabilita nello spazio degli impulsi.
_
|(r, t)|
2
dr =
_
dr
_
d p
_
d

, t) A( p, t) e
i/h( p

r)
=
_
d p
_
d

, t) A( p, t) (2 h)
3
( p

) =
_
d p A

( p, t) A( p, t) (2 h)
3
(24)
( p, t) =
_
|A( p, t)|
2
d p (25)
3 Lequazione di continuita
Scriviamo lequazione di Schrodinger e la sua complessa coniugata
i h

t
(r, t) = H (r, t) = i h

t

(r, t) = H

(r, t) (26)
Notiamo che si ha

t
|(r, t)|
2
=


t
+
_

t

=
1
i h
[

H (H )

]
=
1
i h
h
2
2m
[

2
(
2
)

]
=
1
i h
h
2
2m

] (27)
Denendo la corrente di Schrodinger

j(r, t) = i
h
2m
(

) (28)
Riscriviamo leq.(27) nella forma seguente

t
(r, t) +


j(r, t) = 0 (29)
Lequazione, che ha la stessa forma dellequazione di continuita della carica elettrica se si interpretano
e

j rispettivamente come la densita di carica e di corrente, e detta lequazione di conservazione della


a corrente di Schrodinger. Integrando leq.(28) rispetto alle variabile spaziali, usando il teorema
della divergenza e la normalizzazione della funzione donda si ha

t
_

(r, t)(r, t) dr +
_

j(r, t) d

S = 0 (30)
4
4 Valori medi di osservabile
< x >= x =
_
(r, t)

x (r, t) dr (31)
< p
x
>= p
x
=
_
(r, t)

_
i h

x
(r, t)
_
dr (32)
< p
x
> =
_
d p A

( p, t) p
x
A( p, t) =
_
d p
_
dr
_
d

e
i, p

/h

, t) p
x
(r, t) e
i pr/h
=
_
d p
_
d

e
i p

/h

, t)
_
dr
_
i h

x
e
i pr/h
_
(r, t)
=
_
dx
_
d

, t)
_
i h

x
(r, t)
_
_
d p e
i p(r

)/h
=
_
dr
_
d

, t)
_
i h

x
(r, t)
_
(2 h)
3
(r

)
=
_
dr

(r, t)
_
i h

x
(r, t)
_
(33)
Nellultimo passaggio si e integrato per parti e e utilizzata la proprieta che (r, t)
r
0.
In generale per losservabile A
< A >=

A =
_
(r, t)

A(r, t) dr (34)
5 Esempio di funzione donda
Consideriamo una funzione donda in una dimensione
(x, t) =
1

2 h
_
A(p) e
i(pxE(p)t)/h
dp (35)
dove E(p) = p
2
/2m e
A(p) = Ne
(pp
0
)
2
a
2
/h
2
(36)
dove N e la costante di normalizzazione da scegliere in modo che la funzione donda abbia norma
uguale ad uno. Inserendo lespressione (36) nelleq.(35) e denendo le funzioni
(t) =
a
2
h
2
+
it
2m h
(x) =
a
2
p
0
h
2
+
ix
2 h
= +
ix
2 h
(37)
otteniamo
(x, t) =
1

2 h
N
_
e
(p/)
2
e

2
/
e

dp =
1

2 h
N
_

2
/
e

(38)
|(x, t)|
2
=
1
2 h
|N|
2

||
e
2Re
_

_
(39)
5
dove
2Re
_

_
=
(x v
0
t)
2
2a
2
(1 +
2
)
=
t h
2ma
2
(40)
v
0
=
p
0
m
=
1
m
dE
dp
|
p=p
0
|| =
_
a
h
_
2

1 +
2
(41)
Calcoliamo la costante di normalizzazione
1 =
_
|(x, t)|
2
dx =
1
2 h
|N|
2
_

||
e
2Re
_

_
dx
=
1
2 h
|N|
2
h
2
a
2

1 +
2

2a

1 +
2

=
|N|
2
h

2
= N =

_
a

2
h

(42)
Senza perdere di generalita, abbiamo scelto N reale. Lindeterminazione della variabile x e
x = a

1 +
2
(43)
Per calcolare il valore medio di p calcoliamo prima
|A(p)|
2
=

_
a

2
h

e
2(pp
0
)
2
a
2
/h
2
(44)
< p >=
_
p|A(p)|
2
dp = p
0
(45)
Quindi abbiamo
p =
h
2a
(46)
x p =
h
2

1 +
2
(47)
6

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