di Paolo Nagliati
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edizione 2012/bis
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In copertina: Rilievo in marmo, II-III sec. d.C. Treviri, Rheinisches Landesmuseum URI: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Roman_school.jpg?uselang=it
INDICE
INTRODUZIONE.................................................................................................1 Il VERBO...........................................................................................................2 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva............................................2 Il VERBO ESSERE...............................................................................................5 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva..........................................6 IL NOME............................................................................................................7 IL NOME DI NUMERO SINGOLARE........................................................................8 IL NOME DI NUMERO PLURALE...........................................................................11 IL PRONOME (di tipo non personale)...................................................................14 IL PRONOME PERSONALE..................................................................................16 BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICO.....................................................................17
INTRODUZIONE
Questo studio frutto di un processo di distillazione della morfologia regolare del nome, dell'aggettivo, del pronome e del verbo (nei modi indicativo e congiuntivo) secondo i criteri propri della Didattica Breve1. Il sistema di analisi grammaticale utilizzato quello presente nel libro 'De lingua Latina' di Marco Terenzio Varrone; le parti del discorso sono quattro: le parole che hanno i casi (il nome), quelle che hanno i tempi (il verbo), quelle che non hanno casi e tempi, quelle che ha sia casi che tempi2. Prima conseguenza dell'utilizzo del sistema varroniano l'inclusione dell'aggettivo nella classe del nome, come presente in tutta la tradizione grammaticale latina. Marco Terenzio Varrone utilizza un aggettivo della II classe ('levis') come esempio per identificare la declinazione con vocale tematica in 'i' che nella manualistica moderna denominata III declinazione. L'identificazione dell'aggettivo come parte autonoma del discorso un fatto recente, la si trova descritta per la prima volta nei volumi della Grammaire gnrale ou exposition raisonne des lments ncessaires du langage, pour servir de fondement ltude de toutes les langues di Nicolas Beauze, stampati a Parigi nel 17673. Il processo di separazione dalla classe del nome sostantivo si concluse nei primi decenni del XIX secolo con l'inserimento della classe autonoma dell'aggettivo nella manualistica scolastica. Seconda conseguenza di questa scelta l'esclusione dell'analisi logica in quanto un artificio didattico che risale all'idea di 'grammatica universale e ragionata' dei giansenisti di Port Royal (XVII-XVIII secolo)4.
Notarbartolo La D.B. parte dal presupposto che oggi si insegna a lungo perch non si adoperato tempo per pensare al come, e che un impegno anche faticoso e non certo breve per distillare la materia porta a maggiore chiarezza dei nessi disciplinari ed interdisciplinari, alla costruzione di un sapere strutturato, ed in conseguenza ad uno studio pi rapido. Si vede dunque che alla base di questo metodo non vi luso delle forbici, la compressione dei tempi o la banalizzazione, bens uno studio serio della disciplina, una vera e propria ricerca sui nodi concettuali che vanno smontati e rimontati diversamente, a partire dalla loro valenza formativa. Il che gi di per s un contributo degno di nota, se si pensa quanto spesso oggi le discipline siano viste come un insieme di contenuti da ripetere pi che da acquisire in modo significativo []
2 3 4
Varrone (Prolegomena: Linguistic Theory And Practice in De Lingua Latina X; X 17; VIII 44) Beauze (II 3: Des Adjectifs); per una storia grammaticale dellaggettivo cfr Antonietta Scarano (p. 19-23) Flocchini: Lo strumento che avrebbe dovuto permettere di analizzare con categorie logico-sintattiche universali tutte le lingue fu 'l'analisi logica', nella quale vennero riprese le categorie care alle 'grammatiche speculative del Medioevo, con la tipica commistione fra logica e grammatica (si pensi alle definizioni 'ontologiche' di soggetto, oggetto, ecc.) 1
Il VERBO
I verbi sono organizzati in serie, chiamate coniugazioni, che sono basate sulla vocale tematica presente nella seconda persona dell'indicativo5: a, e, i.
Modo indicativo
La vocale A suffisso caratteristico di tutti i tempi verbali che esprimono una azione compiuta nel passato. Le altre vocali sono suffissi caratteristici di quei tempi verbali che esprimono una azione da compiersi nel futuro. L'infisso ER caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione conclusa. L'infisso B6 caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione non conclusa. L'infisso che caratterizza il futuro semplice si forma per analogia con quello dell'imperfetto; l'infisso che caratterizza il futuro perfetto si forma per analogia con quello del piucheperfetto.
ER+a
B+a
Il tempo presente puro tema (vocale in a, e, i) con la desinenza in: o (io) s (tu) t (lui) mus (noi) tis (voi) nt (loro)
Negli altri tempi la desinenza cambia forma nella prima persona singolare: m (io) s (tu) t (lui) mus (noi) tis (voi) nt (loro)
Un tempo intermedio tra il tempo passato che esprime una azione compiuta (piucheperfetto) e quello che esprime una azione incompiuta (l'imperfetto) ha infissi+suffisso v+desinenza diversi da quelli degli altri tempi: vi (io) visti (tu) vit (lui) vimus (noi) vistis (voi) verunt (loro)
fig.4 Le desinenze del tempo perfetto, modo indicativo, della lingua latina
complicato memorizzare tutto questo e ricordare che: ieri studiavamo, oggi studiamo, domani studieremo... e l'altro ieri io studiai, tu studiasti, egli studi, noi studiammo, voi studiaste, loro studiarono.
piucheperfetto perfetto
laudavi laudavisti laudavit laudavimus laudavisti laudaverunt io studiai tu studiasti lui studi noi studiammo voi studiaste loro studiarono
imperfetto
presente
laudo laudas laudat laudamus laudatis laudant io studio tu studi lui studia noi studiamo voi studiate loro studiano
futuro
laudabo laudabimus laudabunt
futuro perfetto
lauderamus
laudabamus
laud(av)ero laud(av)erimus
noi studieramo
noi studiavamo
noi studiavimo
noi studieremo
fig.5 Confronto tra i tempi verbali in latino e in italiano. Le celle colorate sono artifici didattici
In origine il latino non aveva nel modo indicativo un infisso specifico per definire azioni compiute nel futuro ma si utilizzavano gli infissi del modo congiuntivo. Questo il motivo per cui nel tempo futuro dell'indicativo abbiamo, oltre agli infissi in B+o, B+i, B+u formati successivamente per analogia con quelli dell'imperfetto, desinenze simili a quelle del presente ma con diversa vocale tematica (in e, a, a) e l'infisso in ER+i del tempo futuro remoto. L'infisso ER+i nel tempo futuro perfetto del modo indicativo presente anche nel tempo perfetto del modo congiuntivo. Tramite un artificio didattico 'specchiamo' l'infisso ed abbiamo uno dei tre infissi che caratterizzano il tempo imperfetto sempre del modo congiuntivo: i+RE. Gli altri due infissi sono in: a+RE ed e+RE. Il tempo piucheperfetto del modo congiuntivo ha l'infisso in ISSE.
piucheperfetto
laud-er-a-m laud-er-a-s laud-er-a-t laud-er-a-mus laud-er-a-tis laud-er-a-nt monu-er-a-m monu-er-a-s monu-er-a-t monu-er-a-mus monu-er-a-tis monu-er-a-nt audi-er-a-m audi-er-a-s audi-er-a-t audi-er-a-mus audi-er-a-tis audi-er-a-nt
perfetto
laud-a-v-i laud-a-v-isti laud-a-v-it laud-a-v-imus laud-a-v-isti laud-a-v-erunt monu-i monu-isti monu-it monu-imus monu-isti monu-erunt aud-i-v-i aud-i-v-isti aud-i-v-it aud-i-v-imus aud-i-v-isti aud-i-v-erunt
imperfetto
laud-a-b-a-m laud-a-b-a-s laud-a-b-a-t laud-a-b-a-mus laud-a-b-a-tis laud-a-b-a-nt mon-e-b-a-m mon-e-b-a-s mon-e-b-a-t mon-e-b-a-mus mon-e-b-a-tis mon-e-b-a-nt audi-e-b-a-m audi-e-b-a-s audi-e-b-a-t audi-e-b-a-mus audi-e-b-a-tis audi-e-b-a-nt
presente
laud-o laud-a-s laud-a-t laud-a-mus laud-a-tis laud-a-nt mon-e-o mon-e-s mon-e-t mon-e-mus mon-e-tis mon-e-nt aud-i-o aud-i-s aud-i-t aud-i-mus aud-i-tis aud-i-nt
futuro
futuro perfetto
laud-a-b-o laud-a-v-er-o laud-a-b-i-s laud-a-v-er-i-s laud-a-b-i-t laud-a-v-er-i-t laud-a-b-i-mus laud-a-v-er-i-mus laud-a-b-i-tis laud-a-v-er-i-tis laud-a-b-u-nt laud-a-v-er-i-nt mon-e-b-o mon-e-b-i-s mon-e-b-i-t mon-e-b-i-mus mon-e-b-i-tis mon-e-b-u-nt audi-a-m audi-e-s audi-e-t audi-e-mus audi-e-tis audi-e-nt monu-er-o monu-er-i-s monu-er-i-t monu-er-i-mus monu-er-i-tis monu-er-i-nt aud-i-v-er-o aud-i-v-er-i-s aud-i-v-er-i-t aud-i-v-er-i-mus aud-i-v-er-i-tis aud-i-v-er-i-nt
modo indicativo
laud-a-v-isse-m laud-a-v-er-i-m laud-a-v-isse-s laud-a-v-er-i-s laud-a-v-isse-t laud-a-v-er-i-t laud-a-v-isse-mus laud-a-v-er-i-mus laud-a-v-isse-tis laud-a-v-er-i-tis laud-a-v-isse-nt laud-a-v-er-i-nt monu-isse-m monu-isse-s monu-isse-t monu-isse-mus monu-isse-tis monu-isse-nt aud-i-v-isse-m aud-i-v-isse-s aud-i-v-isse-t aud-i-v-isse-mus aud-i-v-isse-tis aud-i-v-isse-nt monu-er-i-m monu-er-i-s monu-er-i-t monu-er-i-mus monu-er-i-tis monu-er-i-nt aud-i-v-er-i-m aud-i-v-er-i-s aud-i-v-er-i-t aud-i-v-er-i-mus aud-i-v-er-i-tis aud-i-v-er-i-nt
laud-a-re-m laud-a-re-m laud-a-re-m laud-a-re-m laud-a-re-m laud-a-re-m mon-e-re-m mon-e-re-m mon-e-re-m mon-e-re-m mon-e-re-m mon-e-re-m aud-i-re-m aud-i-re-m aud-i-re-m aud-i-re-m aud-i-re-m aud-i-re-m
laud-e-m laud-e-m laud-e-m laud-e-m laud-e-m laud-e-m mone-a-m mone-a-m mone-a-m mone-a-m mone-a-m mone-a-m audi-a-m audi-a-s audi-a-t audi-a-mus audi-a-tis audi-a-nt
modo congiuntivo
fig.7 Tabella riepilogativa dei modi indicativo e congiuntivo nella coniugazione regolare dei verbi in latino
Il VERBO ESSERE
In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo del verbo 'essere'.
Modo indicativo
Il verbo 'essere' ha due temi, in e e fu. Come si pu vedere dalla tabella sottostante (fig.9) non vi sono grandi differenze con quanto gi studiato: il cambio da b in r nei tempi imperfetto e futuro, la forma arcaica in asse del congiuntivo imperfetto delle coniugazioni regolari e quella in esse del verbo 'essere'.
Lodare
piucheperfetto
laud-er-a-m laud-er-a-s laud-er-a-t laud-er-a-mus laud-er-a-tis laud-er-a-nt
perfetto
laud-(a-v)-i laud-(a-v)-isti laud-(a-v)-it laud-(a-v)-imus laud-(a-v)-isti laud-(a-v)-erunt
imperfetto
laud-a-b-a-m laud-a-b-a-s laud-a-b-a-t laud-a-b-a-mus laud-a-b-a-tis laud-a-b-a-nt
presente
futuro
futuro perfetto
modo indicativo
laud-o laud-a-b-o laud-(a-v)-er-o laud-a-s laud-a-b-i-s laud-(a-v)-er-i-s laud-a-t laud-a-b-i-t laud-(a-v)-er-i-t laud-a-mus laud-a-b-i-mus laud-(a-v)-er-i-mus laud-a-tis laud-a-b-i-tis laud-(a-v)-er-i-tis laud-a-nt laud-a-b-u-nt laud-(a-v)-er-i-nt
laud-(a-v)-isse-m laud-(a-v)-er-i-m laud-(a-v)-isse-s laud-(a-v)-er-i-s modo laud-(a-v)-isse-t laud-(a-v)-er-i-t congiuntivo laud-(a-v)-isse-mus laud-(a-v)-er-i-mus laud-(a-v)-isse-tis laud-(a-v)-er-i-tis laud-(a-v)-isse-nt laud-(a-v)-er-i-nt
laud-are-m
Arcaico: laud-a-sse-m
Essere
piucheperfetto
fu-er-o fu-er-a-s fu-er-a-t fu-er-a-mus fu-er-a-tis fu-er-a-nt
perfetto
fu-i fu-isti fu-it fu-imus fu-isti fu-erunt
imperfetto
e-r-a-m e-r-a-s e-r-a-t e-r-a-mus e-r-a-tis e-r-a-nt
presente
[e] su-m e-s e-st [e] su-mus es-tis [e] su-nt si-[e]-m si-[e]-s si-[e]-t si-[e]-mus si-[e]-tis si-[e]-nt arcaico: fu-a-m fu-a-s fu-a-t fu-a-mus fu-a-tis fu-a-nt
futuro
e-r-o e-r-i-s e-r-i-t e-r-i-mus e-r-i-tis e-r-i-nt
futuro perfetto
fu-er-o fu-er-i-s fu-er-i-t fu-er-i-mus fu-er-i-tis fu-er-i-nt
modo indicativo
modo congiuntivo
fig.9 Confronto dei modi indicativo e congiuntivo nelle quattro coniugazioni regolari e nel verbo 'Essere' [e] : la vocale (arcaica) e si perde davanti ad u oppure i
5
Modo indicativo
Tutti i tempi, sia nel modo indicativo che congiuntivo, hanno la desinenza in: r (io) ris (tu) tur (lui) mur (noi) mini (voi) ntur (loro)
Solo nei tempi piucheperfetto, perfetto e futuro nel modo indicativo e piucheperfetto e perfetto nel modo congiuntivo la desinenza cambia aspetto e presenta forma sostantivata con il verbo 'essere' come ausiliare:
piucheperfetto
amatmodo indicativo monitaudite-r-a-m e-r-a-s e-r-a-t us ,a ,um e-r-a-mus e-r-a-tis e-r-a-nt amatmonitaudit-
perfetto
su-m e-s e-st su-mus es-tis su-nt amatmonitaudit-
futuro
e-r-o e-r-i-s e-r-i-t us ,a ,um e-r-i-mus e-r-i-tis e-r-i-nt
us ,a ,um
piucheperfetto
amatmodo congiuntivo monitauditus ,a ,um esse-m esse-t esse-s esse-mus esse-tis esse-nt amatmonitaudit-
perfetto
si-m si-s si-t si-mus si-tis si-nt
us ,a ,um
IL NOME
Nella lingua latina non abbiamo l'articolo come in quella italiana: il nome porta in s il marcatore delle relazioni sintattiche7 (posto in fine di parola) che si chiama caso: del cane > canis dalla rosa > rosa
Il concetto di caso raggruppa un certo numero di funzioni sintattiche, attorno ad alcune grandi funzioni logico-semantiche (il nominare, il determinare, il destinare, il movimento ecc.)8. Abbiamo sei casi nella lingua latina: 1. 2. 3. 4. 5. 6. il caso nominativo (la forma preesistente e primitiva del nome) il caso genitivo (il determinare o del possesso) il caso dativo (il destinare) il caso causativo (la causa9) il caso vocativo (l'invocazione; un caso analogo, ma non certo uguale, al il caso ablativo (l'allontanamento)
Il caso nominativo e quello vocativo sono detti casi diretti, separati dagli altri casi detti obliqui, perch si relazionano direttamente al verbo senza bisogno di preposizioni. I nomi sono organizzati in serie, chiamate declinazioni, che sono basate sulla vocale presente nel caso ablativo11 (o sesto caso o caso propriamente latino) di numero singolare: 1. 2. 3. 4. 5.
7 8 9
la declinazione con vocale tematica in a la declinazione con vocale tematica in e la declinazione con vocale tematica in i la declinazione con vocale tematica in o la declinazione con vocale tematica in u
Porzio Gernia (pag. 6); per una ipotesi linguistica su tale diversit cfr Porzio Gernia (pag. 2-4) Flocchini L'accusativo [...] deve il suo nome latino, e quindi italiano, a un fraintendimento dei grammatici ellenistici del 1 sec. a.C., che collegarono al verbo accusare (mentre invece deve ritenersi derivato da causatum, termine tecnico della metafisica aristotelica: in origine, quindi, nell'accusativo fu visto il caso denotante ci su cui incide lazione verbale intesa come causa). URI:http://www.treccani.it/vocabolario/causativo
10 Calboli (pag. 44 e 53) 11 Traina Pasqualini (p. 26) La distinzione per mezzo della desinenza del gen. sing comoda e didatticamente insostituibile, ma empirica. In realt ci che distingueva le declinazioni era la differenza del tema (v. 10 n.): la I aveva il tema in-a, la II in -o, la III in -i o in consonante, la IV in -u, la V in -e.; Varrone (X 62) Sin ab singulari quis potius proficisci volet, initium facere oportebit ab sexto casu, qui est proprius Latinus: nam eius casuis litterarum discriminibus facilius reliquorum varietatem discernere poterit, quod ei habent exitus aut in A, ut hac terra, aut in E, ut hac lance, aut in I, ut hac clavi, aut in O, ut hoc caelo, aut in U, ut hoc versu. Igitur ad demonstrandas declinationes biceps via haec. 7
Elementi
Nel loro insieme, le desinenze regolari singolari dei nomi nella lingua latina sono: A E I O U Ae Ei Ui Am Em Im Om Um Es Is Us VARIE(decl. vocale in i) R12(decl. vocale in o) Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare: 1 A 2 E 3 I 4 O 5 U
fig.15 Le desinenze in S
Logica
Quinto giorno. La quinta sequenza da memorizzare e poi sciogliere: m I s O v13 AR ie d I ttonghi
fig.16a mi so varie e dittonghi Le desinenze di tipo vario dei nomi di numero singolare e genere neutro della La struttura declinazione con vocale in i hanno la delle desinenze stessa struttura delle desinenze in UM in S dei nomi di genere neutro e numero si alterna a singolare; se il genere non neutro quella in O hanno la stessa struttura delle desinenze di numero singolare in A e R
12 Anticamente il nominativo in R della II declinazione era in rOs come in puer-Os puer o in taur-Os taur-Us 13 Traina Pasqualini (p. 11) L'unica differenza col nostro alfabeto sta nel fatto che il latino usava un solo segno per u e v [] I segni U e v si generalizzarono solo col Rinascimento. 8
Struttura
Sesto giorno. La sesta sequenza da memorizzare:
1 - A
2 - E
3 - I
4 - O
- Abbiamo desinenze in U in tutti i casi tranne nel 2 (genitivo) - Nemmeno l'uscita in Ui presente nel 2 caso (genitivo) - Nel 6 caso (ablativo) abbiamo solo desinenze in vocale: A, E, I, O, U - Cinque vocali per cinque declinazioni14 NB: una oscenit anche solo pensare ad una uscita in S nel 4 caso (causativo). 5 - U
fig.17 La sesta sequenza
Attributi
14 Varrone, Taylor 9
10
Elementi
Nel loro insieme, le desinenze regolari plurali dei nomi nella lingua latina sono in: Ae I Ua Ia A Uum Ium rum Um As Es Is Os Us Bus Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare: Es Us Is Bus
fig.19 Le desinenze in S
fig.20 Le desinenze in M, S
Terzo giorno. La terza sequenza da memorizzare (le desinenze in Ua, Ia, A): v I a
fig.21 Le desinenze in Ua, Ia, A
Logica
Quinto giorno. La seconda sequenza da sciogliere: M S
fig.23a La seconda sequenza
As Es Os Us
Ua Ia a
fig.24b La terza sequenza una volta sciolta
15 Grammatici Latini (IV p. 356) Quaecumque nomina ablativo casu singulari a vel o fuerint terminata genetivum pluralem in quid mittunt? In rum, dativum et ablativum in is. Quaecumque nomina ablativo casu singulari e vel i vel u fuerint terminata. Genetivum pluralem in quid mittunt? Si e correpta fuerit, in um; si producta, in rum; si i fuerit, in ium; si u, in uum geminata u littera. Dativum et ablativum in quid mittunt? In bus omnia. 11
Struttura
Settimo giorno. La quinta sequenza da memorizzare:
1 Es Us
2 Is bus
3 - M
4 - S
5 v I a
6 Ae I
fig.25 La sesta sequenza
Ottavo giorno. Le desinenze omografe dei nomi, di numero singolare e plurale sono:
declinazione con vocale in: desinenze omografe:
a Ae
o I
e Es
u Us
13
14
Successivi venticinque minuti. Le declinazioni dei pronomi di numero singolare hanno lo stesso pattern (o schema ricorrente): desinenze VARIE in nominativo, desinenze in S in genitivo, I in dativo, M oppure N in causativo ed in A oppure O in ablativo (fig.30).
Le desinenze dei pronomi di numero singolare nel caso genitivo sono sempre in US; quelle in A nel caso ablativo sono sempre di genere femminile tranne nei pronomi interrogativi dove sono di genere neutro; le desinenze di genere neutro nei casi nominativo e causativo sono sempre VARIE: S I M O N A. I pronomi di numero plurale hanno le stesse desinenze dei sostantivi con vocale tematica in A, O ed I. Tipi particolari sono le desinenze in eorun (+dem), earun (+dem) presenti nel caso genitivo del pronome determinativo 'Idem' in tutti e tre i generi (cfr fig.31).
15
IL PRONOME PERSONALE
I pronomi personali si declinano in modo diverso dagli altri tipi di pronome e non hanno il numero plurale: [..] hanno per la formazione del plurale un tema diverso dal singolare (me-, no- e te-, vo-), il che non desta meraviglia se si pensa che 'nos' 'vos' non sono veri plurali, perch nos = 'noi', non vuol dire 'pi io', ma 'io ed altri' e cos vos = 'voi', non vuol dire 'pi tu', ma 'tu ed altri'.16
17