Per dare continuit al discorso musicale, Wagner si avvale di alcuni elementi: la melodia non composta pi da periodi regolari ma estesa in continuazione, in modo che ogni nota tende a scorrere senza che quasi si avverta la fine (melodia infinita); lorchestra lo strumento di comunicazione principale dellopera, deve prendere parte ininterrottamente al dramma, lorganico sensibilmente aumentato (soprattutto gli strumenti a fiato e a percussione) con lintroduzione anche di strumenti nuovi (tube wagneriane, strumenti dotati di un timbro intermedio tra corni e trombe); il leitmotiv il motivo ricorrente che tiene unito il discorso drammatico musicale, una precisa unit musicale (breve o lunga melodia, schema ritmico, serie di accordi) associata ad uno stato danimo o ad una determinata situazione; la trama armonica viene arricchita notevolmente (modulazioni indotte da cambiamenti enarmonici; assenza di cadenze perfette sostituite da cadenze evitate; uso di aggregazioni complesse e dissonanti; uso di progressioni cromatiche ricche di accordi di settima; uso abbondante di lunghe appoggiature e sospensioni dissonanti
Linflusso di Wagner
Linflusso di Wagner sulla musica e sulla cultura successive non ebbe paragoni e influenz i letterati della decadenza per la sua capacit di rappresentare simbolicamente con la musica le forze oscure dellinconscio. Un suo grande appassionato fu Charles Baudelaire, che diede il via al decadentismo con Les fleurs du mal e che adott un linguaggio poetico denso di simbolismo: i simbolisti francesi si proponevano di realizzare una poetica nuova mediante la rottura del tradizionale schema stilistico, le parole e i versi dovevano essere intenzionalmente incomprensibili, e attraverso i significati nascosti intendevano suggerire impressioni legate alla sfera dellinconscio. Altri simbolisti furono il norvegese Ibsen e lirlandese Joyce (in Ulysse il racconto si svolge nel fluire tra il ricordo e il sogno). Linflusso di Wagner si estese anche alle arti figurative: uno degli artisti pi innovativi fu Kandinskij, secondo il quale ogni forma e ogni colore non hanno percezione diretta, ma devono cedere il posto alle visioni.