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ANTARES E LE VERE ORIGINI DI EUROPA

a cura di Carlo Forin

INDICE : 71 PALLAS 72 GAL 73 TAR 74 APOLLO TARGELLO 75 NECTAR 76 DEMETRA Misteri Eleusini 1 77 NARCISO E KORE Misteri Eleusini 2 78 - KUR - Lo strano dei - Misteri Eleusini 3 79 - KU RE = interruzione del Sole - Misteri Eleusini 4 80 AIA Misteri Eleusini 5 81 GAB GIR TAB 82 - G AB = BA AL 83 KRONOS 84 NEPOS 85 POSSE POTERE 86 IUSSA SUPERBA 87 APRILE 88 GALBULO 89 SEMERARO NON CANTA SOLO PER SE STESSO 90 VERMO REO 91 - MES

71 PALLAS - domenica 20 giugno 2004 _______________________________________________________________________________________ Quippe vetor fatis. Pallasne exurere classem Eneide, I 39

"Certo me lo vietano i fati. Ma non ha potuto Pallade bruciare la flotta []" pensa Giunone mentre si domanda come opporsi all'arrivo delle navi di Enea in Italia. E ritorna sull'episodio di Atena che bruci la flotta agli Argivi. Atena-Minerva viene chiamata con l'epiteto di Pallas. Se l'espressione PAL LAS 'sottile interprete' in sumero, allora diventa molto opportuna l'evocazione fatta in questo modo da Giunone di Pallas di fronte ad un divieto dei Fati. Pallas anche il nome del giovane figlio di Latino che Enea riceve in affiancamento dal padre per la guerra alle truppe di Turno. Verr ucciso da Turno che Enea uccide poi per vendetta (e rifiutando l'implorazione del ferito che invoca la vita nel nome del padre di Enea, il pio Anchise): Pallas, te hoc volnere Pallas immolat et poenam scelerato ex sanguine sumit-. Pallante, te con questa ferita Pallade/Pallante immola e la pena da questo sangue scellerato prende-.

Eneide, XII 948-949

Questa la risposta di Enea. Ho tenuto la costruzione latina che irruvidisce l'espressione italiana per mantenere la forte ambiguit messa dal sacerdote etrusco. La prima Pallas-Pallante spiega la morte di Turno (per vendetta); la seconda PallasPallade spiega la morte della 'sottile interprete' cio del ruolo di intercessore che la dea manca di esercitare. Come aveva mancato verso le donne di Ilio (2a sua citazione): Le donne d'Ilio frattanto andavano al tempio dell'iniqua [ non aequae Palladis] Pallade

I, 480

Iniqua era stata perch (3a citazione) per divina arte di Pallade costruiscono un cavallo a misura di monte e ne intessono i fianchi di abete; simulano un voto per il ritorno e la fama si sparge.

II, 15

E ancora iniqua si era dimostrata la sottile interprete, dopo che fu gridato 'Italia, Italia' la prima volta (III, 523). Mentre il padre Anchise aveva vaticinato: -Guerra, o terra ospite, porti; // a guerra s'armano i cavalli; il branco minaccia guerra. // Tuttavia gli stessi quadrupedi da tempo sono abituati a sottoporsi al carro, e a portare con il giogo concordi le briglie: speranza anche di pace" disse (III, 539-543).- Anchise un mortale, dal vaticinio incerto. Il canto prosegue: E preghiamo // il sacro nume di Pallade dalle armi sonore che prima ci accolse festanti, e presso le are veliamo // il capo di frigi mantelli; secondo i precetti dati da Eleno // come massimi, bruciamo gli onori destinati a Giunone argiva. III, 543-545 Una preghiera rimasta inascoltata sia da Giunone che da Pallade. E che Pallade fosse esperta dei Fati ben chiaro: Allora il vecchio Naute, il solo che la tritonia Pallade [Tritonia Pallas] istru e rese insigne per molta scienza -dava questi responsi, sia che li arrecasse la grande ira degli di, sia che lo richiedesse il corso dei fati-

V, 704-707

Ci sembra che Pallas porti bene PAL LAS, sottile interprete [dei fati e dell'ira degli di].

72 GAL - domenica 4 luglio 2004 _______________________________________________________________________________________ ERESH KI GAL la regina sumera degli Inferi. E' colei che riceve agli Inferi la visita di IN AN NA sumera (poi ISH TAR accadica) e la trasforma in statua. E' un'immagine del AN NUS, 'Cielo portato via dall'immagine della Morte'. La nostra LCSS, Lettura Circolare della Scrittura Sumera, ci aveva guidato ad omologare la Ceres romana (Cerere) ad ERESH KI (basta leggere prima KI: KI ERESH). Contenti della scoperta abbiamo omesso di approfondire GAL. Virgilio cita 11 volte Cerere nei primi otto libri Eneide (tempo di pace) e omette il nome di Cerere oltre l'VIII libro citando al suo posto cerebro (cervello all'ablativo) nell'epoca di guerra. Interpretiamo con KI ERESH BUR UM 'Cerere interprete delle ombre'. Che la regina delle ombre venga nominata 'interprete delle ombre' ci pare congruo. legiferae Cereri Phoeboque patrique Lyaeo Eneide, IV 058 mostra che il Vate etrusco riconosce Cerere legifera paredra di Febo, il Puro, e non una semplice panettiera, come sembra al tempo del dominio dei Romani. Osserviamo il ruolo del GAL. Cos' che pu collegare Cerere 'buona' con ERESH KI GAL, che il contrario? In una totalit circolare si pu collegare ci che un sistema lineare non collega: AGA la corona (1) che identifica la totalit. SAG US, nome sumero di Saturno, la totalit religiosa di Virgilio. SA AG sarebbe sia il frazionamento di SAG (che significa 'testa-inizio' e che in SAG US come 'iniziofine') sia una diade che ci collega a SA MU, utero del nome (che ritroviamo a Samo, l'isola del massimo culto di Giunone-Hera). AGA l'accadico ego, latina per GA E ( Semerano (2)). GA LA un AG che va oltre. GAL (GA + LA) grande perch va oltre la fine.

LUGH GAL la luce che va oltre la fine della luce del giorno. Infatti si rivede il giorno dopo. ERESH KI GAL grande perch va oltre il buio della notte per essere la notte successiva. C' sospensione tra la luce di un giorno e quella del giorno successivo, tra il buio di una notte ed il buio della notte successiva: GAL significa 'che sta sospeso'. Canale KI GAL LA, perch sospende la terra KI che, grazie al GAL, va oltre KI LA. Abbiamo visto questo in Bubastis (3) e come l'upupa, uccello diurno, potesse venir creduto collegabile alla morte: "uccello solare, beccherebbe negli escrementi e nei cadaveri secondo san Isidoro (Etimologie, XII, VII, 66), che attribuisce al suo sangue il potere di liberare dai demoni soffocatori. Come Ceres collegata al Sole si colleghi ad ERESH KI GAL collegata agli Inferi viene dunque chiarito da quel GAL che avevamo omesso di considerare. Da Eighth month (Scorpio) / Arakh Savna Elder / Bil-Ga Estraiamo GAL BI dallo Scorpione, che la sospensione tra la morte di tutti e la vita che continua. E' la grande riflessione archetipale della Civilt della Vita del Vicino Oriente: tra LUGH GAL ed ERESH KI GAL c' una sospensione ansiosa -Che cosa sar?-.
NOTE: (1) che troviamo in AGA MEN NONE (2) Giovanni SEMERANO, Le origini della cultura europea, dizionari, 1994 Olsckhi, Firenze. (3) www.siagrio.it /Antares, archivio art. 44 del 26.04.03.

73 TAR - domenica 18 luglio 2004 _______________________________________________________________________________________ Abbiamo costruito la teonomasiologia -studio comparato dei nomi degli diper capire Antares (1), il nome della divinit che fu associata alla stella nel 2270 a.C. (AN TAR ISH) ed il nome del monte Altare di Vittorio Veneto nel 1435, colle a confine tra le podesterie veneziane di Ceneda e Serravalle: 'monte de Antares e Colo Maledicto' (2). Dopo 76 articoli quindicinali siamo giunti, finalmente, al chiarimento linguistico del TAR di AN TAR ISH. AN il Cielo e ISH la Terra (che anche la Luna): la diade sumera Cielo-Terra si fonde con la diade accadica Luna-Sole -AN sumero si appaia ad ISH accadico-. Ma, il Sole dov' nell'espressione? Il Sole nel TAR, che ha due facce riconoscibili dalla scissione della sillaba a tre lettere in sillabe a due lettere: TAR < TA RA, luogo TA di RA del Sole, e AT AR, non luogo del Sole. La seconda coppia ci emerge dalla consuetudine ad una lettura LCSS delle scritture sumere (3). La spiegazione : il Cielo AN ha il sole di giorno e non ha il sole di notte; perci il cielo unito alla terra di notte e separato di giorno. Nelle 24 ore sono uniti e separati. Il significato semantico di 'unione-separazione' di Cielo e Terra ci era emerso dal contesto dei miti ierogamici (4). Il GAL ci ha chiarito la valenza 'metafisica' (di ci che non si vede) (5). La formulazione linguistica esprime l'unione di Cielo-Terra (con la Luna primo lume) con AT AR, assenza del Sole: nel buio, di notte, Cielo e Terra sembrano tutt'uno. Mentre la presenza visibile del Sole (TA RA) fa riconoscere la separazione del Cielo dalla Terra, consistente nell'Aria, dominio di EN LIL, dio sovrano accadico (cui AN TAR ISH viene omologato). Ci volevano 76 articoli per arrivare a tanto? S, per me. Per la Grammatica sumera di Marie Louise Thomsen non ancora arrivata a chiarire completamente il TAR. Che cosa dice del TAR nel suo catalogo di verbi sumeri? : "TAR, verbo regolare, 'tagliare'. EN TAR 'questionare, domandare a qualcuno, esaminare'. NAMTAR 'decidere il destino' molto spesso con -NI. Il verbo ricorre anche con DA: il suffisso comitativo viene usato per significare intraprendere un'attivit con un altro. Sotto questa priorit molto frequente con NAM TAR 'decidere i destini' in situazioni in cui un numero di dei a decidere." (p. 319) Come si dovrebbe completare la definizione del verbo? TAR: tagliare-unire. Dir l'ascoltatore teutonico: non possibile. O si taglia o si unisce!-. Possibilissimo: in sartoria si taglia e si cuce-unisce! E, per decidere, prima si uniscono le questioni e poi si

taglia il nodo risolutore. L'espressione TAR GAL LU associata ad AN SH AR, Saturno SAG US (inizio TAR fine) ed il verso saturnio, es.: inerant signa expressa quomodo Titani diventano pi chiari. GAL significa 'che sta sospeso'. LU significa 'soggetto'. TAR significa 'che unisce e divide'. Il 'soggetto che sta sospeso unisce e divide' la divinit saturnia' che unisce e divide 'nel Cielo la Luna ed il Sole' ed unisce e divide 'l'inizio e la fine'. Il verso saturnio (di Nevio) unisce e divide, col TAR intermedio, i due emistichi in un solo verso, come unisce l'inizio e la fine del tempo rapportando i ricordi mitici con i fatti storici. Ne nasce l'epopea romana. Nel Tartaro di Esiodo, cio nel profondo dell'Inferno, si incontrano e si separano ancora il Giorno e la Notte bench l'esaugurazione del TAR AN TAR IS abbia reso quasi innocuo il teonimo (teonomasiologicamente, avendo perduto le sillabe teonomiche AN ed IS). Il TAR sembra separare definitivamente il Tartaro dall'Etere in Virgilio. Nell'Eneide cita Aether 71 volte: l'Antares dell'Alto Cielo, mentre il Tartaro il luogo simmetrico. Conscius Aether, l'Etere consapevole, una reminiscenza Antares, che compare soprattutto all'unione amorosa di Enea e Didone. Il TAR, letto cos, comprova che la teonomasiologia fonda correttamente sul proposito di comprendere un pensiero metafisico complesso, basato di un archetipo diverso dal nostro (6), formulato in una scrittura differente dalla nostra (7), ma di esseri umani e non di alieni.
NOTE: (1) E il nostro viaggio, oggi 18.07.04, comincia a veder lontana la partenza (2.12.01). (2) Chi volesse copia del documento Bertucio Nigro, in italiano e latino, che ha dato il via alla ricerca lo chieda all'Autore via e-mail: carlo.forin1@virgilio.it (3) Archivio di www.siagrio.it /Antares, art. n. 9 del 10.02.02. (4) id.: matrimoni divini. (5) Articolo scorso, in archivio, del 4.07.04 (6) DA DUE UNO anziche' DA UNO DUE. (7) Cuneiforme sillabica anzich alfabetica.

74 APOLLO TARGELLO - domenica 1 agosto 2004 _______________________________________________________________________________________ Abbiamo costruito la teonomasiologia -studio comparato dei nomi degli diPossiamo paragonare l'esplorazione teonomasiologica (TO) (1) al gioco del puzzle. Come in questo passatempo si scelgono gli elementi per combinarli in modo da ricostruire il disegno che era preformato (cos che la paziente analisi della dispersione termini con l'individuazione della sintesi originaria), allo stesso modo si procede nell'analisi TO: si cercano le ossa degli di (2) (cio i loro nomi) in mezzo alla selva dei miti; si ripuliscono delle incrostazioni leggendarie, tenendo fede alla composizione dei nomi per estrarne il sema iniziale e per ricomporre la creatura ideologica divina originaria (3) che le nuove credenze hanno via via esaugurato ed il tempo ha disperso. Si tratta di vagliare al setaccio la cultura vigente per estrarre i pezzi che erano significativi -fuori dai sensi unici consolidati- e poi trapassare con essi le culture precedenti e combinarli ripetutamente per smontare le costruzioni posteriori finch si profili la cultura antica in modo che altri possano verificare la nuova strada percorsa (sperando che sia IT ER, 'cammino solare', per tutti (4)). An-tar-es ha dato il via al nostro gioco (5). Virgilio ci ha mostrato Saturno dio sovrano degli Etruschi (6). Abbiamo esplorato il TAR (7) dopo aver esaminato il GAL (8). Ci sembra di aver profilato i tratti metafisici delle due sillabe originarie, scavando nei semi linguistici. Con questi pezzi puliti possiamo riprendere la strada. TAR GAL LU un nome anatolico di Saturno (9). Targello un epiteto di Apollo (10). E, per i benefizi da lui apportati alla vegetazione, Apollo era venerato come Targello (Thargelios), il calore fecondo che matura i frutti della terra (11)

Meglio: 'il calore fecondo che matura i semi nella terra'. La mutazione dal sumero TAR GAL LU nel greco Thargelios cambia il significato delle sillabe componenti: Thar-ge-elios mostra la diade sole (elios)-terra (ge) ed il Thar (12), che forse specifica meglio l'azione fertilizzante del sole. TAR GAL LU sembra sottolineare, col rilievo del GAL, l'aspetto metafisico della connessione tra l'Aldil e questo mondo. Targello, come TAR GAL LU, sia il soggetto agente (il Sole) sia il seme, cio l'oggetto che riceve il calore; il Sator, il divino seminatore, agisce sul semen in modo che le segetes, i campi seminati, fruttino. Il frumentum il frumen (13), il frux che viene 'tagliato via' (TUM) dalla falce (uno dei simboli di Saturno).

Le targelie erano feste attiche che si svolgevano in due giorni, 6 e 7 del mese di Targelione, appena prima del raccolto. Il giorno 6 un uomo ed una donna, oppure due uomini, giravano per la citt di Atene e si 'caricavano dei peccati di tutti'. Poi, forse, venivano uccisi oppure cacciati dalla citt. Il giorno 7 si festeggiava (14). Apollo, il massimo divinatore riconosciuto dell'antichit, mostra con l'epiteto Targello il dio del seme TAR GAL LU -Saturno. AN SH AN il suo nome di seminatore. AN SH AR il suo nome che lo associa ai RA SH NA, agli Etruschi. Juppiter (KI SH AR) e Zeus gli sono succeduti nella sovranit.
NOTE: (1) Artt. 59 e 60 del 22.11.03 e 23.11.03 in archivio su www.siagrio.it /Antares. (2) Art. n. 58 del 26.10.03 su www.siagrio.it /Antares in archivio. (3) Dispersa dalle diverse devozioni successive. (4) Con la parola iter cammino, sillabata IT ER, vogliamo sottolineare la nuova strada da percorrere, abbandonata quella 'indoeuropea'. (5) Art. 1 del 2.12.2001. (6) Relazione 'Orientamento sumero del cielo di Virgilio', che in ottobre 2004 sar negli Atti del II Congresso Internazionale di Paletnologia delle Alpi Occidentali, svolto a Pinerolo nell'ottobre del 2003. Chiederli possibile a cesmap@cesmap.it (7) Art. n. 77 del 18.07.04. (8) Art. n. 76 del 04.07.04. (9) Artt.: n.8 del 27.01.02 SAG US; n. 33 del 1.12.02 Testa Morte; n. 34 del 15.12.02 SAG US sagus sago; n. 35 del 29.12.02 Saturno; n. 43 del 13.04.03 Il verso saturnio; n.56 del 28.09.03 AUG TUM NUS; n. 57 del 12.10.03 Salve, terra Saturnia su www.siagrio.it /Antares in archivio. (10) http://digilander.libero.it/ladyxena/i_principali_dei_greci.htm (11) Da: www.societ-ermetica.it/testi/apollo%20txt.htm (12) Che esploreremo nel toponimo Tharros, resti di una citt sul golfo di Oristano, con tempio a Demetra e Core. (13) polenta per sacrifici. (14) Notizie da enc. Grolier ed enc. Motta.

75 NECTAR - domenica 15 agosto 2004 _______________________________________________________________________________________ In questo articolo ci occuperemo di nettare. Non si pu trascurare una parola cos significativa, nectar, dopo avere decifrato il TAR di AN TAR ESH (1). una parola che si aggiunge ed arricchisce l'interpretazione del TAR, sillaba fondamentale il cui significato 'che unisce e divide'. Il nettare la bevanda degli di; veniva preparata dai sacerdoti del Tabri nell'impero ittita. Il tabri era un oggetto di grandi dimensioni in legno di ginepro o cipresso, ricoperto nella parte frontale di metallo prezioso, con ogni probabilit argento (2). Era una sorta di altare sopra il quale (o all'interno di nicchie) venivano posti i simulacri delle divinit. Dopo essersi accuratamente purificato le mani, l'uomo del tabri, un sacerdote, nutriva gli di spezzando pani, soprattutto pani kakkari, e libava alle divinit con particolari cerimonie che prevedevano accompagnamento musicale. Faceva anche riti magici a scopo

propiziatorio con acqua di fiume, sassolini e stoffe. Celebre il passo della Bibbia in cui Daniele smaschera il gruppo di sacerdoti che banchettavano con il cibo destinato alle divinit beffandosi del loro sovrano Nabucodonosor. Daniele era un giovane ebreo esiliato a Babilonia (605 a.C.) e vissuto alla corte di Nabucodonosr di Babilonia (fine settimo e inizio sesto sec. a.C.). Venne fatto paggio alla corte reale dove raggiunse alti onori. Gli fu cambiato il nome in quello di Belshassar e divenne ministro. La vicenda narrata nel libro omonimo (Libro di Daniele) che si trova nell'Antico Testamento. Presso i Babilonesi c'era un idolo di nome Bel (forma accadica corrispondente all'ebraico e fenicio Ba'al. uno dei nomi di Enlil, nel periodo pi antico, e pi tardi di Marduk, dio nazionale, chiamato anche BelMarduk) a cui venivano quotidianamente destinati sacchi di farina, quaranta pecore e sei anfore di vino. Daniele si rifiutava di adorarlo perch considerava Bel una divinit prefabbricata dall'uomo che con l'essenza del suo Dio 'vivente che ha creato il cielo e la terra ed sovrano su tutti gli uomini' non aveva nulla a che fare. 'Come fai a sostenere che Bel non un dio vivo se ogni giorno mangia e beve tutto quello che questi sacerdoti gli preparano?' chiese il re a Daniele, indicando le vivande che erano state preparate per il banchetto. Allora Daniele, al suo cospetto e dopo avere congedato i sacerdoti, fece spargere della cenere sul pavimento di tutto il tempio e infine invit il re ad uscire e a chiudere la porta con il suo sigillo. Il mattino seguente, i due ruppero i sigilli intatti ma notarono le impronte di piedi di uomo, donna e bambino su tutto il pavimento cosparso di cenere. I sacerdoti e le loro famiglie usavano un passaggio segreto per consumare ogni profferta divina e farsi beffa del re. Il re and su tutte le furie; e dopo avere costretto alla confessione gli uomini del tabri, li fece ammazzare. Poi consegn Bel a Daniele che lo sotterr assieme al suo tempio. Ma torniamo ora al nostro studio TO per osservare la parola nectar. Graficamente, l'unica sillabazione possibile per nectar nec-tar. La pronuncia prelatina doveva essere pi polimorfa per la nostra dizione. Si pu risalire a neg-tar accettando il punto di vista di Traina, che afferma che la lettera G fu introdotta nella scrittura latina dagli Etruschi (3); la pronuncia della 'c' e della 'g' deve aver avuto un periodo di confusione. Oltretutto, se verranno riconosciuti gli Etruschi come discendenti Quiriti (4) dei Hurriti (5) si dovr pure prendere atto che questo popolo anatolico doveva avere una fona speciale che pronunciava allo stesso modo HE PAT, QUE PAT, KE PAT, GE PAT (6). Si deduce che H, QU, K, G potevano tutte essere alternative alla C. In base a queste considerazioni si pu ipotizzare una derivazione di nectar da NEK TAR, lettura di KEN TAR, che significa 'raccoglimento del TAR' (da UK-KEN, raccoglimento). NEH TAR (7) e NEQ TAR sono altre due ipotesi di versioni di un'unica parola. Con la LCSS, invece, il neg-tar pu diventare GEN TAR e quindi TAR GEN) . Questa pu essere la formulazione sumera traducibile con 'unione-separazione divina che va e viene'. TAR EN, scritto EN TAR, 'investigare'. 'Investigare' dell'uomo un cercare la luce. L'andare e venire della luce era movimento divino GEN, del DIN GIR, divinit (8). Ire ed ira si collegano al G IR della divinit. La generazione del TAR il fenomeno metafisico che sta sotto al nectar.
NOTE: (1) Art. del 18.07.04 in archivio www.siagrio.it /Antares. (2) Articolo di Marie Louise Trmouille in F. IMPARATI, Quattro studi ittiti, 1991 Elite, Firenze. Tabri < TA luogo e BIR collegamento. Ma anche Tabri < TAB IR, raddoppiamento della divinit DIN GIR. (3) Alfonso TRAINA, L'alfabeto e la pronunzia del latino, 1963 Patron, Bologna. Cneo Nevio era probabilmente Gneo Nevio; questo fa anche supporre che egli fosse un etrusco. (4) 'I piccoli Quiriti che riformano i cerei regni' sono i Romani, agli occhi dell'etrusco Virgilio nel IV libro delle

Georgiche. (5) A cura di Mirjo SALVINI, La civilt dei Hurriti, 2000 Macchiaroli, Napoli. (6) da un'osservazione di Giovanni Semerano in L'infinito, un equivoco millenario, 2001 B. Mondadori, Milano. Se HE pu confondersi con GE il Cielo finisce per confondersi con la Terra. (7) Qui, la pronuncia NEF TAR suggerisce NEF ER TAR I. (8) Questa espressione ben documentata in Robert A. DI VITO -Studies in III millennium sumerian and accadian personal names, 1993 Roma.

76 DEMETRA Misteri Eleusini 1 - domenica 29 agosto 2004 _______________________________________________________________________________________ Dopo Virgilio, che ha dato prova della possibilit di un'altra lettura, basata sulla sua etnia etrusca e sulla radice sumera dei suoi pensieri, cerchiamo ora di affrontare i misteri eleusini. Lo spunto viene da Demetra, il nome della dea greca identificata con Ceres romana (1). DE ME TAR l'ipotesi di lettura che esploreremo. Ci interessa, oltre ai misteri Eleusini, l'ideologia legata al nome per cercare, come sempre, verifiche e legami con il Vicino Oriente. un'ipotesi sociologica che induce alla seguente riflessione: le presenze archeologiche che risalgono al 1900-1600 a.C. postulano connessioni Ellade-Anatolia, gi scandagliate in TO. Il santuario di Eleusi ha una continuit di culto misterico che arriva al 384 d.C., con la data finale coeva al periodo di Macrobio. Parte da Pisistrato, attorno al 600 a.C., che costruisce il telesterion, la sala dell'iniziazione nella quale si celebravano i misteri di Demetra. Abbraccia un periodo di circa 1000 anni storici. La cultura che qui si analizza quella della vita-morte. Come dire: tutto ci che umano e che riflette su oltre la vita. Trovare altri nomi leggibili in sumero in questo nuovo contesto, quello 'eleusino', dovrebbe facilitare l'incontro con chi crede che sia la specifica cultura quella che rende interessante la riflessione (2). Cerchiamo perci di raccogliervi i funghi teonomasiologici, nonch leggere i nomi mitici con la TO. DEMETRA Il mito: Figlia di Crono e di Rea, perci sorella di Zeus, gener da lui Persefone. Essendole stata rapita la figlia, Demetra corse disperata per nove giorni e nove notti per terra e mare finch Elio la inform che Peresefone era stata rapita da Ade con consenso di Zeus. Per il dolore di Demetra la terra divenne sterile fino quanto, con l'accordo che Persefone sarebbe ritornata ogni anno dalla madre fra la primavera e l'autunno, Demetra placata torn all'Olimpo e fu di nuovo dispensatrice di fecondit e fertilit per la terra. Demetra la divinit femminile della religione greca che conserva i tratti di un'antichissima divinit materna della Terra riferiti anche dal mito. I tratti del mito si rivelano di tipo misterico soprattutto nel rapporto tra una divinit madre -Demetra- e una divinit figlia -Persefone- chiamata semplicemente Kore, la 'fanciulla' (in gr.) che al centro del culto eleusino. Nella tradizione vulgata, d'indubbia origine eleusina, Demetra strettamente legata al mito e nell'appellativo 'le due dee', alla figlia Kore (Persefone). Demetra era anche venerata con il nome di Tesmoforo in quanto regolatrice delle leggi, della vita coniugale e familiare. Ravvicinata anche ad Afrodite e soprattutto ad Era come protettrice delle donne. Gli attributi di Demetra sono comuni con Persefone: le spighe di grano, il fiore del narciso e del papavero, simbolo di fecondit e su cui torneremo pi tardi, per una curiosit. Altri simboli sono: il serpente, simbolo della Terra e di resurrezione, la fiaccola e il calato, cestello di spighe e frutta e, nel culto eleusino, la cista mistica. Analizziamo ora un passo di Erodoto. Erodoto, IX 65 1. A Platea i Persiani, non appena furono messi in fuga dagli Spartani, fuggirono disordinatamente in direzione del loro accampamento e del muro di legno che si erano costruiti nel territorio di Tebe. 2. E' per me causa di meraviglia che, mentre combattevano presso il bosco sacro a Demetra, neppure uno dei Persiani sia stato visto entrare nel suo recinto n morirvi dentro, ma che la maggior parte sia caduta intorno al santuario, nello spazio profano. Credo, se mai si deve avere qualche opinione su cose che riguardano gli di,

che la dea stessa non volle accoglierli, perch avevano incendiato il santuario di Eleusi. (3) Questo passo di Erodoto ben rappresenta il pensiero del 'padre della Storia europea': riferisce fatti e dicerieopinioni leggendarie confuse coi fatti. Possiamo prendere come fatti l'esistenza al suo tempo (V sec. a.C.) (4) del santuario di Eleusi dedicato a Demetra e il suo incendio ad opera dei Persiani. Eleusi a 20 chilometri da Atene cui la congiungeva la 'via sacra'. La descrizione del tipo di distribuzione dei cadaveri persiani un'opinione riferita che acquista rilievo dall'ipotesi del rifiuto della dea ad accogliere i Persiani [che fantasia accolta come cosa verosimile]; ipotesi pur espressa con una vena di scetticismo 'se mai si deve avere qualche opinione su cose che riguardano gli di'. Il nostro interesse viene attratto dai culti misterici che si celebrarono realmente nel luogo di Eleusi per almeno 2000 anni (5) e, come abbiamo detto all'inizio, dall'ideologia legata al nome della da (6). Scopriremo delle cose interessanti legate al culto ed alcune curiosit di cui vi parleremo. Il culto dei Misteri Eleusini era tenuto segreto tra gli iniziati e il divieto di divulgare i Misteri, pena la morte, stato cos rigorosamente rispettato durante i secoli che ancora oggi, nonostante le molte ricerche, l'interno del tempio, il telesterion, ancora avvolto nel mistero. I Misteri di Eleusi erano diversificati in almeno due riti che si svolgevano in due distinti momenti dell'anno. Il neofita doveva prima partecipare ai Piccoli Misteri che si tenevano durante il mese di Antesterione, cio circa nel nostro febbraio, ad Agra, un sobborgo di Atene presso le rive del fiume Ilisso. In questo modo il neofita diventava mystes. Sei mesi dopo, nel mese di Boedromione, (settembre-ottobre) il neofita poteva partecipare ai Grandi Misteri che si tenevano ad Eleusi, a circa venti chilometri da Atene. La pi antica versione del culto eleusino che aveva come mito di fondazione quello delle dee Demetra e Persefone cantata nell'Inno omerico a Demetra (settimo/sesto sec a.C.) Da ricercatori di AN TAR ISH (7), ne osserviamo (8) un passo. Demetra dichiara che Demofonte (9): (Egli) avr tuttavia un privilegio imperituro, per sempre, poich salito sulle mie ginocchia, e ha dormito tra le mie braccia: in suo onore, ogni volta che l'anno avr compiuto il suo ciclo attraverso le stagioni, i figli Eleusini per sempre eseguiranno un combattimento fra loro, una mischia violenta. Io sono l'augusta Demetra, colei che pi di ogni altro agl'immortali e ai mortali offre gioia e conforto. Riferisce Paolo Scarpi, curatore della raccolta di scritture antiche: "Il culto eleusino, questo modello eccellente della tipologia misterica, si celebrava nel mese di Boedromione, tra settembre e ottobre ." E' tra settembre ed ottobre quindi che si celebrano i Grandi Misteri di Eleusi. il periodo che corrisponde al doppio mese dello Scorpione che finisce e comincia l'anno sumero. E Antares la stella alfa del Segno zodiacale di uno Zodiaco fatto di 11 segni: 10 mesi normali ed un mese doppio, di inizio e fine -come la clip di una collana-. Il culto misterico a carattere iniziatico ha conservato i tratti temporali delle origini della festa del KAR MUR, 'forza della vita-morte', rimanendo immune dalle trasformazioni calendariali successive (babilonesi prima ed elleniche dopo). Curiosit Da Demetra a Baudelaire.

La liturgia dei Grandi Misteri prevedeva l'assunzione di una bevanda chiamata ciceone (kikeon) ottenuta mescolando 'acqua, farina d'orzo e menta delicata'. Nella vasta letteratura esistente, il ciceone stato frequentemente considerato una bevanda narcotica a base di oppio o di misture alcoliche vegetali. Il papavero da oppio, infatti, una pianta frequentemente rappresentata in associazione con Demetra nell'arte greca come abbiamo visto poco sopra. Nel 1978 Wasson, Hofmann e Ruck pensarono al cereale della segale cornuta come all'ingrediente di base con cui veniva preparata la bevanda. Sulla spiga vi parassita un fungo che contiene sostanze ad azione allucinogena e psicoattiva, un derivato delle quali noto come LSD. I neofiti eleusini erano tenuti all'oscuro di questo "Segreto dei Segreti" e questa conoscenza era riservata e tramandata ai soli gerofanti, cosa che avrebbe facilitato il mantenimento del mistero che ancora aleggia sui rituali. La tradizione dei 'paradisi artificiali' molto antecedente a Baudelaire, sommo poeta maledetto, che con 'pretesti artistici' non perdeva occasione per cogliere i 'fleurs du mal' e distillarne ispirazione per alcune delle sue migliori poesie. ... Je sucerai, pour noyer ma rancoeur, le npenths et la bonne cigue aux bouts charmants de cette gorge aigue qui n' jamais emprisonn de coeur. Per annegare il mio rancore succhier la cicuta benefica, il nepente (10), alle punte dei tuoi seni incantevoli, dei tuoi seni appuntiti che non hanno mai imprigionato un cuore. Ma la letteratura a riguardo cos vasta ed attuale che il grande Baudelaire si perde tra la moltitudine in perpetuo riassortimento. Nominiamo Baudelaire tra tutti i beati e i puri di cuore che abitano quei paradisi sperando di non fare un torto a nessuno. Lasciamo tutti nel limbo e sveliamo solo a voi, per non creare eccessive turbe, che 'limbo' semplicemente il nome scientifico della zona del cervello da cui qualche mediatore chimico fa scaturire la magnifica illusione. Il tutto, a spese di qualche milione di neuroni.

Ma torniamo a noi e alla nostra indagine teonomasiologica. La nostra ricerca TO ha, alla sua 80a stazione di sosta, il nettare (11) pi prezioso: il fenomeno bimillenario dei Misteri Eleusini trova, finalmente, la sua collocazione tra le civilt euro-asiatiche individuando la civilt sumera all'origine. Perch nessuno ha inquadrato in questo modo, finora, un'azione sociale bimillenaria cos importante? Perch nessuno ha ancora riconosciuto adeguatamente lo studio dei nomi degli di come pratica utile per riconoscere la storia antica in mezzo alla protostoria (per tacere i motivi di oscuramento della verit basati sull'ideologia greca e grecista volte all'obiettivo di preservare l'autoctonia della civilt europea). Erodoto stato chiamato 'padre della Storia' perch non si avevano, e non si hanno, documenti storici europei che lo precedano. La TO il cannocchiale storico che pu aiutare la Storia. Demetra ricerca la figlia rapitale da Ade; la figlia ha il nome di Kore: E KUR (12), tempio di EN LIL, la 'casa dell'Aldil'. E' un nome sumero che va letto 'a rovescio' (13). La teonomasiologia, lo studio comparato dei nomi degli di, non ha alcun intento escatologico, cio di ricerca del fine ultimo, della 'casa dell'Aldil'. Si propone, invece, di scoprire la prima 'casa Aldiqua' e farla riconoscere. La separazione di Kore da Demetra il risultato della separazione del segno dello Scorpione in due segni (Bilancia e Scorpione) ed i Misteri Eleusini sono il fenomeno epocale che collega la civilt europea alla civilt sumera.

NOTE:

(1) Ns. art. del 21.12.03, Ceres, in archivio. (2) La TO mostra di poter prescindere dall'osservazione di una singola cultura per la valenza interculturale dei nomi degli di. (3) A cura di Paolo SCARPI, Le religioni dei misteri, 2004 Fond. Lorenzo Valla, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, p. 203. (4) Pisistrato aveva fatto costruire il Telesterion, la sala degli iniziati, nel VII secolo a.C.. (5) Da reperti archeologici: il IV sec. d.C. vide, verso la fine, la chiusura del santuario ad opera dei Cristiani. Gli inizi del culto sembrano risalire intorno al XV sec. a.C. (e oltre: 1900-1600 a.C.). (6) Il nome della divinit materia TO. Demetra si legge a ritrorso ARTEMED, vicina ad Artemis, Artemide sorella di Apollo. (7) Dal 2.12.01, articolo in archivio. AN TAR ISH, 'unione-separazione del Cielo e della Terra.' (8) Vv. 263-269 Inno a Demetra, p. 31, op. cit.. (9) Figlio di Metanira e Celeo, affidato a lei in cura. La dichiarazione viene fatta dalla dea dopo che Metanira, spiatola, le fa svanire l'efficacia del rito per dare l'immortalit al figlio affidatole. (10) Citato nel nostro articolo del 21.12.03 in relazione all'oppio. (11) Art. scorso, del 15.08.04, in archivio. (12) Cor la parola latina corrispondente a KUR, in italiano: cuore. (13) La nostra LCSS, Lettura Circolare della Scrittura Sumera, ha il suo seme in 10.02.02 in archivio e aspetta un linguista per uno sviluppo sistematico di una grammatica regolare.

77 NARCISO E KORE Misteri Eleusini 2 - domenica 12 settembre 2004 _______________________________________________________________________________________ Nell'articolo precedente abbiamo evidenziato come i Misteri Eleusini siano il fenomeno epocale che collega la civilt europea alla civilt sumera. A comprova di ci c' anche la coincidenza del periodo di celebrazione dei Grandi Misteri col doppio mese dello Scorpione, settembre/ottobre. I pochi e oscuri dettagli che ci sono rimasti sul contenuto dei misteri non spiegano certo sufficientemente l'immenso prestigio che essi ebbero prima in Attica e poi nella Grecia tutta, poi nell'intera ecumene ellenistico-romana. Il carattere del culto di Eleusi mantenne uguale il momento del Capodanno iniziatico per 2000 anni. Guardiamo l'incipit dell'inno a Demetra. Demetra dalle belle chiome, dea, veneranda, io comincio a cantare, e con lei la figlia dalle belle caviglie, che Aidoneo rap - lo concedeva Zeus dal tuono profondo, che vede lontano, eludendo Demetra dalla spada d'oro, dea delle splendide messimentre giocava con le fanciulle dal florido seno, figlie di Oceano, e coglieva fiori: rose, croco, e le belle viole, sul tenero prato; e le iridi e il giacinto; e il narciso, che aveva generato, insidia per la fanciulla dal roseo volto, la Terra, per volere di Zeus compiacendo il dio che molti uomini accoglie; mirabile fiore raggiante, spettacolo prodigioso, quel giorno, per tutti: per gli di immortali, e per gli uomini mortali. Dalla sua radice erano sbocciati cento fiori e all'effluvio fragrante tutto l'ampio cielo, in alto, e tutta la terra sorrideva, e i salsi flutti del mare. Attonita, ella protese le due mani insieme per cogliere il bel giocattolo; ma si apr la terra dalle ampie strade nella pianura di Nisa, e ne sorse il dio che molti uomini accoglie il figlio di Crono, che ha molti nomi, con i cavalli immortali. E afferrata la dea, sul suo carro d'oro, riluttante, in lacrime, la trascinava via; ed ella gettava alte grida invocando il padre Cronide, eccelso e possente. (1)

La figlia di Demetra, Kore, coglie fiori: rose, croco, viole, iridi, giacinti e, da ultimo, il narciso (mentre Ade sta per rapirla). Il sesto fiore raccolto da Kore il narciso. Ha sei petali-sepali ed della famiglia delle liliacee (2). Il figlio di Crono dai molti nomi (3), Ade (4), coglie Kore (5) come settimo fiore. Sette un numero sacro: sette erano le divinit sumere dispensatrici del ME, il nome che d nome a tutti i nomi. NARUDI sorella dei sette grandi di (6). Nell'Inno a Demetra si descrive bene l'unione-separazione di Demetra dalla figlia Kore. Sono spesso identificate l'una nell'altra senza distinzione. L'unit iniziale delle due dee viene allusa dalla descrizione che comincia con la dea 'dalle belle chiome' di Demetra e finisce con le 'belle caviglie' della figlia, come se una sola fosse l'immagine della persona descritta. chiaro che l'unione-separazione delle due dee che rappresentano la terra e i suoi frutti simboleggia l'unione-separazione del mese finale dell'anno sumero dal primo mese dell'anno nuovo, mese d'autunno, stagione in cui si svolge la prima semina dell'anno che cominci in autunno. L'ultimo mese dell'anno sumero, cio la morte dell'anno, dev'essere identificato con il tempio di EN LIL, l'E KUR che significa 'casa dell'Aldil'. E KUR, con la LCSS, si pu leggere anche KUR E, 'kore' che in greco, pi tardi, signific 'fanciulla'. Corcordis 'cuore', in latino. Cordis < DISH KUR, 'Uno fine di Aldil'. EN LIL e il narciso sembrano essere collegati in qualche modo che cercheremo di analizzare. La sillaba NAR ci far da guida perch minimo comune multiplo 'sillabico' tra il dio dell'aria e il fiore. Vi chiederete come mai. Non difficile crederlo pensando che, bench poco attestato, NAR RU uno dei nomi di EN LIL. NAR nel dio dell'aria, NAR nel fiore del narciso. Entrambi, 'signori dell'aria': il fiore per il suo profumo, il dio per definizione. Come il narciso stordisce per il forte profumo, cos l'aria, dominio di EN LIL, stordisce per la presenza del dio. Il carattere di stordimento spesso attestato da nar- che il prefisso per il nome chimico di molti composti con effetti stordenti, i nar-cotici. NAR NAN NAR il nome babilonese della dea/dio (7) Luna (8). NAR GHI ZU sembra la dizione sumera collegata dalla Luna ZU. La scrittura pu essere NA GHIR ZU. La rotazione di lettera sarebbe nel GHIR che per semplicit scriveremo GIR. DIN GIR la divinit (9). Per cui NA GIR ZU , 'stirpe della divinit Luna' , nel sema del narciso (> NAR GI ZU, dove la 'r' viene da GIR). L'elemento 'nar' sembra aver spesso a che fare con odore-profumo o con qualcosa ad essi collegato: Nari (nares)/narici; nardo: nome comune di piante molto diverse tra loro e molto odorose, dai cui rizomi si estraggono olii essenziali usati per la preparazione di profumi. Nartece: scrigno, cassetta per contenere unguenti ( id.: NAR teca). Narancio: variante regionale e antica dell'arancio, frutto dalla cui buccia si ricava un olio essenziale molto profumato (ha questo etimo 'nar'individuato nella lingua persiana: naranch). Narcissus dal greco (torpore); [narko stordisco (10)] "cos chiamato pel doloroso sopore che cagiona l'acuto odor de' suoi fiori. (11)" I paradisi narcotici aperti dal ciceone sono annunciati gi dal 'torpore' di questo fiore (12). Il narciso viene anche considerato il fiore dell'inganno, dai connotati afrodisiaci, che seduce Core, etimologicamente connesso con narch che indica il torpore e l'irrigidimento che si producevano utilizzando la radice del narciso. La sillaba NAR 'Uno' in sumero (del periodo accadico). RU, si sa, il sacro sumero.

NAR RU, il nome poco attestato di EN LIL, diventa quindi 'Uno sacro' e rappresenta l'Uno archetipico (DA DUE UNO) perch nasce dall'unione del Cielo e della Terra. sulla caratteristica di 'uno' che stato costruito il mito greco di Narciso? O sulla caratteristica di 'torpore', umore che imprigionava Narciso nella contemplazione della sua immagine? NEL NOME UN DESTINO Narciso che ha in s il NAR del torpore intontito dalla contemplazione egoistica della sua immagine. cos preso dalla visione univoca dell'UNO che non in grado di amare la ninfa Eko. Per la disperazione Eko si consuma fino a ridurre il proprio essere a una voce lamentosa. Al bellissimo giovane il rifiuto costa invece la punizione di Nemesi. La dea fa in modo che, sporgendosi su una sorgente per dissetarsi, Narciso si innamori del proprio volto riflesso nell'acqua: lo costringe ad un amore solitario, univoco, consumato nella contemplazione della propria immagine fino a morirne. Tiresia predice che Narciso potr vivere a lungo a condizione che non si conosca: 'si se non noverit'. Se, ragazzo mio, rimani narcotizzato dalla tua immagine potrai vivere, se ti sveglierai avrai narcosi eterna se, caro ragazzo mio, continui a spargere il tuo seme sopra questo specchio d'acqua alla fine cancelli da solo la tua immagine-visione. E cos fu. DIVINA INCERTEZZA A volte gli di dimostrano di non avere le idee molto chiare e di non sapere compensare in modo equo i debiti e i crediti che semidei, ninfe e creature hanno maturato in terra. Se a Narciso, colpevole di amare un riflesso, riservano un destino floreale, perch mai a Eko, la ninfa non corrisposta, riservano un destino che sembra l'essenza stessa del motivo per cui stato punito il giovane? Eko infatti si trasforma in qualcosa che ha la natura di ci che costato la condanna a Narciso. Il suo destino vivere come lamento senza corpo, come eco. Ma cos' l'eco se non il riflesso della voce? Cari di, vogliamo 'riflettere' un po' di pi? UN PIZZICO DI PSICANALISI E DI CHIMICA Per Freud che ha molto usato Narciso nelle sue analisi sia come esempio nel mito che come esperienza concreta essendo un estimatore di narco-cose, il narcisismo una forma particolare di egoismo. Per la precisione, nel narcisismo implicito l'egoismo, ne il completamento libidico: quando si parla di egoismo si ha di mira solo il vantaggio dell'individuo; quando si parla di narcisismo si ha di mira il suo soddisfacimento libidico. A volte diventa un'esigenza cos forte da trasformarsi, in caso di rifiuto o gelosia, in ossessione. Gli psicologi parlano di disturbi ossessivi-compulsivi con deficit di neurotrasmettitori come la serotonina e tempeste di sostanze chimiche alcune delle quali morfino-simili. E il tutto pu avere risvolti struggenti o terribilmente romantici. Se l'impavido Fiorentino Aziza non avesse lottato 53 anni 7 mesi e 11 giorni per l'amore di Fermina Daza, sposa felice di un altro uomo, non sarebbe diventato il celebre personaggio di L'amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez. Il capitano guard Fermina Daza e vide sulle sue ciglia i primi fulgori di una brina invernale. Poi guard Florentino Ariza, la sua padronanza invincibile, il suo amore impavido, e lo turb il sospetto tardivo che la vita, pi che la morte, a non avere limiti. "E fino a quando pensa che potr continuare con questo andirivieni del cazzo?" gli domand. Florentino Ariza aveva la risposta pronta da cinquantatre anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese. "Per tutta la vita" disse.
NOTE: (1) A cura di Paolo SCARPI, Le religioni dei misteri, 2004 Fond. Lorenzo Valla, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, p. 12-13: incipit dell'Inno a Demetra. (2) Ora 'amaryllidaceae'. (3) L'espressione 'dai molti nomi' indicativa del suo grado di sovranit ed allude all'unico Uno saturnio. (4) NER GAL sumero. Si noti la vicinanza in NAR RU e NER GAL di NAR e NER.

(5) Persefone un suo nome greco: 'suono di Perse'. Perse il titanide padre di Ecate: l'uno e l'altra vengono citati nel passo successivo a questo. (6) "Con te invoco gli di grandi, // il dio della casa, la dea della casa, il dio della citt, la dea della citt, // Nergal, signore del giudizio, il dio Isum, araldo del cammino, // il dio Almu, Alamu, re dei Sette, // la Ottava, sua sorella Narudi, // la potentissima Istar, il 'Segreto di cielo e terra', il 'segreto sacro'." Dal catalogo di Assur 13956, la tavola seconda, che potrebbe farsi risalire al periodo cassita (1500-1200 a.C.) riportata col titolo 'A Marduk e a Lugalgirra', a p. 720 de a cura di Giorgio R. Castellino, Testi sumerici e accadici, 1977 Utet, Torino. (7) L'archetipo antico DA DUE UNO obbliga a marcare il carattere bilobare-maschio femmina della divinit. (8) Le divinit babilonesi, fra grandi e piccole, erano migliaia: quelle pi importanti, per, erano molto meno. Veniva per primo Marduk, creatore di tutte la cose, poi Ishtar, la dea della fecondit, Shamash, il dio-sole, Nannar, la dea-luna, e il Baal Enlil, protettore della Terra, alla quale tutti dobbiamo tornare dopo morti. Fra tutti, i Babilonesi amavano soprattutto Ishtar. Si doveva alei, infatti, se i bambini venivano al mondo, se le piante crescevano rigogliose, se la terra produceva i suoi frutti. Proprio a questa potente divinit era dedicata la pi bella porta di Babilonia. (9) Robert A. DI VITO -Studies in III millennium sumerian and accadian personal names, 1993 Roma. (10) -G. Dalla Fior, La nostra flora, 1969, III ed.. Un ringraziamento per Elisabetta dal Col, la naturalista che ci trasmette gli etimi di piante e fiori. (11) Alessandro De Theis, 1815, Etimologia dei nomi delle piante, ed Prometeo 2000. (12) " il fiore dell'inganno, dai connotati afrodisiaci, che seduce Core, etimologicamente connesso con * che indica il torpore e l'irrigidimento che si producevano utilizzando la radice del narciso (Dioscoride, IV, 158), radice che al v. 12 appare come l'elemento pi importante del fiore." Paolo SCARPI, cit., p, 446.

78 KUR - Lo strano dei - Misteri Eleusini 3 - domenica 26 settembre 2004 _______________________________________________________________________________________ Noi ci proponiamo (da Veneti) di uscire dallo scur (buio, tenebra, oscurit (1)) nella ricerca delle origini della nostra lingua (italiana) (2). Qui vogliamo andiamo al cuore (cor-cordis, in latino), lemma (3) che si usa per indicare il centro della vita e di una questione. Una sola 'esse' divide il buio (scur) dal cuore (cor): cordis; < DISH KUR sumera si lascia leggere 'uno fine di Aldil' (4). Da centro 'diqua' il cuore diventa punto di frontiera (5) con l'Aldil. Abbiamo visto (6) E KUR tempio di EN LIL, che ipotizziamo vada letto Kore, la fanciulla cercata da Demetra; vagava stringendo nelle mani fiaccole ardenti (7) Demetra vaga con fiaccole alla ricerca della figlia rapitale da Ade; cerca nello scur finch incontra Ecate che le racconta ci che ha sentito nel buio (dovr ascoltare Elio, il Sole, per sapere quel che lui ha visto). Persefone, altro nome di Kore, 'fona di Perse' (e ci rinvia ai riti incubatori notturni che venivano fatti per permettere al dormiente di ascoltare gli antenati). Il lunghissimo elenco di altri significati attestati per KUR ci conferma indiretta che sia proprio questo il cuore di quel che cerchiamo (8): il popolo origine. La domanda latina cur (9) (perch?) apre, appunto, a tutte le risposte. Kurdi il nome del popolo 'straniero in case diverse' che vive oggi esattamente le terre popolate dai Hurriti nell'impero ittita (10). DI KUR in sumero significa 'straniero' [noi leggiamo KUR DI]. KUR 'strano' e 'render strano' (11). La lettera K ce lo rende strano e la lettera U, che maschera la lettera 'o' (assente in sumero), completa la stranezza. La parola latina curro conserva la 'u' di KUR RU (analoga a NAR RU (12)). La scrittura 'cor' rende la parola immediatamente trasparente, perch i poeti ci hanno raccontato cos il cuore. Corda, lat. corda, ed anche chorda, si mostra come KUR DA, scritto probabilmente DA KUR, sia 'immagine del KUR': chorda era la cetra, lo strumento per NAM NAR (13), musicare, ovvero dare l'immagine del divino nell'IN NUM (14), lat. numinum, degli di. ISH KUR figlio di EN LIL (15). La lettura KUR ISH avvicina (16) a QUIRIS. Quirino era Romolo e la dichiarazione orgogliosa del cittadino romano era: -Quiris romanus sum!-. Chi erano i Quiriti?

Davvero stupir il costume seguito dalle api, secondo cui non indulgono a congiungersi, non snervano i corpi impigrendoli al servizio di Venere, non generano figli fra le doglie; ma da sole raccolgono con la bocca i figli dalle fronde, dalle erbe soavi, da sole rinnovano i re e i piccoli Quiriti, e riformano la corte e i cerei regni. (17) Georgiche, IV, 197-202 Il cittadino romano deve aver accettato questa espressione 'piccolo Quirita' per vezzeggiativo esteso ai piccoli delle api. Ma, agli occhi dell'etrusco Virgilio erano Piccoli Quiriti i riformatori dei regni dei Grandi Quiriti, gli Etruschi (diceva questo a Mecenate, principe etrusco, al quale si rivolge nelle Georgiche (18)). KUR DU RU erano le pietre divisorie di confine, che avevano anche l'espressione KU DUR RU. Dai rudera, ruderi, pervenutici (erano RU DUR) noi dobbiamo travalicare diversi confini etnici e linguistici senza far confusione. Ricorriamo a Semerano (19): 20. Gli Hurriti I nomi hurriti divengono frequenti nei secoli XV-XIV a.C. Si suppone, e siamo nell'ambito delle ipotesi, che gli Hurriti fossero al seguito degli Indo-arii nella loro avanzata verso sud e verso ovest. E' certo che li ritroviamo stanziati sui monti, a nord della Mesopotamia. Gli Urartei li accompagnarono tra quelle sedi, in alto. L'intuizione del Goetz e di molti ancora, secondo la quale l'urarteo un dialetto tardo dell'hurrito, attendeva conferma linguistica. Perch l'etnico di questi due popoli acquista il suo valore originario se riportato a livello del sumero KUR (montagna); e urarteo voce che, come l'hittita, ha soppresso la consonante iniziale, k-. La lingua hurrita, emersa dalla lettera di Amarna, lasci testimonianze in scrittura cuneiforme (Bogazkoy). E i nomi delle loro pi grandi divinit sono Tesup e Khepat. La sillaba KUR, rigirata, diventa RUK, sillaba iniziale di roc-cia < RUK IA, luogo di montagna (20). Noi ci siamo proposti di 'dar voce alle pietre' (21) fin da quando abbiamo preso atto del divorzio 'dell'archeologia della pietra' dalla letteratura indoeuropea che 'ha allontanato la parola moderna dalla pietra iscritta antica'. Abbiamo visto che la pietra di fondazione di un tempio sumera TE MEN NU parla se viene letta TE NU MEN (diventa 'numente'). Ora Persefone fa parlare le rocce dei Misteri Eleusini che rivelano che E KUR, tempio di EN LIL, parla se si legge KUR E, 'Aldil casa' di Kore.

NOTE: (1) Re.: Emilio ZANETTE, Dizionario del dialetto di Vittorio Veneto, 1980 Dario De Bastiani editore, Vittorio Veneto. (2) KUR-SKUR alternativa semplice, come tra bianco e nero. (3) SHA LEM la totalit. MA LEM pu essere l'origine della totalit, da leggere 'lemma' che la singola parola di un dizionario o di una enciclopedia, che viene spiegata in relazione al tutto. (4) Lega con TAR DISH, tardis, del nostro articolo del 22.06.03, riferito ai tardis mensibus nelle Georgiche. (5) Secondo il pensiero di Virgilio, espresso nel VI dell'Eneide, il cuore comincia a battere quando l'anima ritorna dall'Aldil. (6) Il 29.08.04 in archivio a www.siagrio.it /Antares: Demetra. E il 12.09.04 'narciso e Kore'. (7) Inno a Demetra, in fondo a p. 15 de A cura di Paolo SCARPI, Le religioni dei misteri, 2004 Fond. Lorenzo Valla, Arnoldo Mondadori Editore, Milano. (8) DI KUR, alieno, giudizio ostile, NIG KUR, belligeranza, KUR, belligerante, cambiamento, impugnare-contestare, deserto, far differente, esser differente, agire da nemico, ostile, montagna, Aldil, strano. SIS KUR, offrir preghiere, ZIS KUR, orante, SU KUR, lancia (da cui l'italiano 'corso' tramite il latino cursus), TU KUR, morso (da cui 'corto'), E KUR, prigione, KURGA RA, cibo di vita (ricorda C. Renfrew: "consideriamo le culture Kurgan come il punto di origine" citando Marija Gimbutas in Archeologia e linguaggio a p. 286-287, 1999 Laterza. Per noi KUR G AN, vita luce del Cielo), KURUM sorvegliare, razioni di cibo etc Da un dizionario sumero, Internet, spento. (9) La lettera 'c' sostituisce nella latinit classica l'antica K, presente nei TUS KI, sumero KI TUSH. (10) Turchia orientale fino al Golfo di Iskenderun, Nord della Siria, Nord dell'Iraq, Nord Iran. (11) 'cosa dell'Altro Mondo' diciamo oggi.

(12) Vedi art. precedente. (13) NAM sillaba astraente NAR per NAR RU, EN LIL. (14) Lo zodiaco sumero, anche LU HE, cielo. (15) E questo ISH KUR, 'cuore di ISH', un altro teonimo, nostro oggetto di indagine. ISH sta per ISH TAR. DISH KUR, Uno alla fine, mostra DISH < DI ISH; la divinit, DI, ISH 'alla fine', probabilmente, per il suo essere 'dea della morte' oltre che 'dea della vita'. Questa ambiguit la equipara ad ERESH KI GAL. Demetra/Cerere dunque comprensiva di (KI ERESH): questo l'aspetto pi oscuro della nostra ricerca di DE ME TAR in Demetra. (16) Una fonia diversa dall'attuale pone gli Hurriti nella condizione di scrivere indifferentemente il loro etnico 'Hurriti', 'Kurriti', 'Qurriti'. (17) Illum adeo placuisse apibus mirabere morem, // quod neque concubitu indulgent nec corpora segnis // in Venerem solvunt aut fetus nixibus edunt, // verum ipsae e foliis natos, e suavibus herbis // ore legunt, ipsae regem parvosque Quirites // sufficiunt aulasque et cerea regna refigunt. (18) Incipit del IV libro: "Proseguendo, dir del dono celeste dell'aereo miele. // Volgi lo sguardo, o Mecenate, anche su questa parte. // Ti canter mirabili spettacoli di modeste cose, // e i magnanimi capi, e, per ordine, l'indole // e le attitudini di tutta una gente, e i popoli e le battaglie. // Una tenue fatica, ma una gloria non tenue, se lo consentono // numi avversi, se invocato mi ascolta Apollo." Il nostro articolo del 23.05.04 'Apes' illustra il regno sociale ideale di Virgilio. (19) Giovanni SEMERANO, L'infinito: un equivoco millenario, 2001 Bruno Mondadori, p. 24. (20) Roccia non trova etimo nella letteratura latina e Lo Zingarelli lo riferisce al fr. roche. (21) In archivio di www.siagrio.it /Antares l'art. n. 5 del 30.12.01: 'Dar voce alle pietre'.

79 KU RE = interruzione del Sole - Misteri Eleusini 4 - domenica 10 ottobre 2004 _______________________________________________________________________________________ Convinti della connessione della parola greca kore con quella sumera KURE, abbiamo analizzato a fondo la sillaba KUR sumera: prima come E KUR ('casa Aldil'), poi come cor (cuore); ora proviamo un'altra analisi. Osserviamo KURE sillabato come KU RE. SE ER SE ER 'luminosit' (1). IT ER 'cammino del Sole'. KU ER (lettura di KU RE) 'interruzione della luminosit', 'interruzione' del 'cammino del Sole'. Potr sembrare strana questa pluralit di significati attribuiti agli stessi segni e ridondante l'analisi. Ci sono autori che hanno dato delle spiegazioni. Bernal (2): Fredrich Ahl " ha indagato la grande complessit degli autori classici e ha affermato la necessit di accostarsi ai loro testi cos come faremmo, diciamo, col Finnegams Wake. A suo parere si dovrebbe evitare di imporre loro un grossolano significato univoco o 'monista', come hanno fatto molti classicisti. In pratica, egli sostiene, si dovrebbe indagare quel denso reticolo di giochi di parole, anagrammi e parallelismi strutturali che conferiscono al testo significati multipli e spesso contraddittori, permettendone molteplici 'letture'. I giochi di parole, inoltre, non dovrebbero essere presi con leggerezza, ma considerati come elementi rivelatori di profonde, se non sacre, connessioni e verit." Kallir e il gruppo '63 Lo stesso concetto viene espresso in altre parole da Kallir (3) il quale, a proposito del ragionamento magico, afferma che c' del simballismo nella scrittura dei nomi degli di. Con questa affermazione siamo entrati nella 'forma mentis' magica del XV secolo a.C.; utile affrontarla attraverso il 'simballismo' di Kallir, vale a dire associando elementi liberamente, fuori da una logica analitica. Questo modo di creare associazioni, somiglia all'uso sperimentale che anche Balestrini (e tantissimi altri) fece e fa della parola. Balestrini che con Eco, Arbasino, Porta, Celati, Guglielmi, Sanguineti, Scabia e molti altri, fond l'avanguardia letteraria, il gruppo'63, riproponeva un nuovo uso della parola che prevedeva le associazioni libere in grado di estrapolare nuovi lampi di conoscenza derivante dal cambio della prospettiva usuale della lingua. L'esigente musa dell'avanguardia del '63 era l'assillo baudleriano di trovare il nuovo, l'ambizione di Rimbaud alle invenzioni d'ignoto.

La contestazione era contro il tipo di letteratura che accettava l'esistenza della lingua colta corrente nelle sue strutture semantiche e sintattiche e ne considerava l'esistenza come una garanzia. L'avanguardia invece non accettava l'esistenza della lingua colta corrente come una garanzia perch considerava le sue strutture come storiche, e legate all'incrostazione borghese del conservatorismo che per ovvi motivi teme il confronto. Gli eccessi degli avanguardisti (il parossismo degli accostamenti e della novit a tutti i costi) servono come elemento di disordine per scardinare la calcinazione che porta a far agonizzare la vitalit di una lingua; si potrebbe discutere a lungo sul 'lampo di conoscenza' che Balestrini voleva trovare nel sistema di associazioni libere ma non si approderebbe a molto; una cosa certa: solo attraverso i movimenti e i loro 'disordini' si scorgono nuovi riflessi e nuovi ordini. Ma torniamo a noi, perci ai Sumeri Se gli avanguardisti trovavano variet di significati dalle associazioni libere, di tipo diverso erano i problemi dei Sumeri; il loro era un problema di 'trasferimento': la pluralit dei significati delle sillabe designate con gli stessi segni deve venir da noi individuata in modo da rapportare ai logogrammi cuneiformi plurisemici i nostri segni alfabetici monofonici con parole tendenzialmente monosemiche. Il ragionamento magico riconduce diversi significati ad un significante mentre il ragionamento razionale tende ad assegnare un significato ad un unico significante. I segni scritti 'diversi' (DI KUR) usati dalle due civilt per esprimere queste due mentalit divergenti accentuano la divaricazione del messaggio, ma il meato (4), il piccolissimo passaggio c'. Abbiamo visto il TAR come 'interruzione del Sole' che si ha tra il suo tramonto e la sua levata (5). Possiamo dire adesso che KU ER ha lo stesso significato di 'interruzione del Sole'. ASH TAR, 'cuore', 'un TAR', che si mostra analogo a KU. I battiti del cuore (KUR) ci introducono al tema. KU un 'battito'. L'ipotesi viene confermata da: PUK KU 'battere il tamburo'; Possiamo rappresentare punti neri '..' come KU: TAR (punto) GAL (sospensione) LU (soggetto DA DUE UNO che d un significato al punto + sospensione). TAR GAL LU nome di Saturno. KU KU 'diventar buio'. ZU KU 'battere'. IGI KU s 'occhi luminosi', intesi sia come 'due punti bianchi' sia come 'battiti di ciglia'. La lettura UK IGI d 'occhi' UKI IG di luce', mentre il latino offre un pi introverso oculi.

Soffermiamoci su KU inteso come 'battito'. Si potrebbe ipotizzare un meraviglioso nonch congruo esempio di alternanza di due opposti tipicamente sumero. KU infatti potrebbe essere il battito del cuore in origine e quindi un rumore che si alterna in modo regolare al silenzio prima del battito successivo. Questo collima anche con la concezione sumera di due opposti compresenti ed alternati in un flusso continuo: nel cuore (simbolo di vita) per antonomasia: sistole, diastole, contrazione-dilatazione ecc. Trasposto al movimento del Sole si pu pensare al Sole che scompare nella notte per poi ricomparire il giorno. Il Sole quindi, paragonabile al cuore che non sparisce nemmeno quando non si sente battere ma che si prepara, nel suo ciclo, al battito successivo. KU G NUS KU, cognosco, 'comincio ad apprendere' qualcosa dallo sparire, apparire e sparire del Sole. KU 'consumare', cio far sparire un cibo, in generale 'far sparire'. Se KU consumare, 'far sparire' proprio uno dei due aspetti (e qui un bellissimo DA DUE UNO) del ciclo perenne (come quello del cuore); lo sparire in attesa dell'apparizione successiva. E infatti: ZI KU 'consumare la vita', pi esattamente 'interrompere il soffio vitale'. KU 'determinare', 'dare un giudizio': ---------- . ------------ potrebbe essere decretare, gesto che si coagula come un battito, come il 'ci sono e batto il colpo' (E MU KU, potere) che il colpo del martello del giudice (non del fantasma), il sentenziare. Meglio ancora: fare la sintesi, concentrare (sistole cardiaca). INIM KU

la 'semplice parola'. O addirittura 'creare' vista la concezione sumera che attribuiva un potere creatore alla parola. ASSA KU , infatti, 'creativo' KU LAM 'distruggere'. E questo l'aspetto inverso al precedente. Io dico/decreto (creo/faccio vivere/do la vita con la parola) e distruggo. Hegel e il ME sumero e la dialettica degli opposti In Hegel il concetto di Assoluto veniva visto come totalit in movimento, come soggetto vivente che esce da s alienandosi nel mondo e attraverso questa autonegazione ritorna a s, spiegando la sua 'immanenza' , il suo coincidere col processo di tutta la realt, del quale esso il risultato. Quindi un elemento pi che contrapporsi al suo opposto, si risolve in lui dialetticamente. Certo i Sumeri non si ponevano il problema della ricerca della 'verit' in senso filosofico: davano per acquisite e indiscutibili le nozioni correnti della teologia e della filosofia del loro tempo senza curarsi di spiegare ad altri la loro genesi ed evoluzione. Pensavano infatti come se fossero l'unica etnia al mondo. Non essendo abituati al confronto con altri davano scontate molte cose che non ritenevano richieder spiegazione. Non avevano dunque una filosofia consapevole di essere filosofia. Il loro animismo esprimeva 'ci che '. Il perch verr dopo, quando tante etnie si sono confrontate. Il pantheon/ dingir sumero creava entit cosmiche, eventi e creature, e poi li manteneva in stato di moto continuo e armonioso senza conflitto n confusione. KU e KU LAM erano prerogativa loro; gli uomini si consideravano in loro balia e al loro servizio. Una volta all'anno, durante il KAR MUR, Capodanno sumero, ne decretavano le sorti. Gli di mantenevano in equilibrio le forze operanti nel cosmo dopo aver assegnato ad ogni elemento creato (con la parola) il 'ME', una sorta di natura propria; il 'ME' doveva mantenere in esistenza e in azione per sempre secondo i piani divini quella cosa stessa. L'equilibrio era mantenuto dal rapporto dialettico degli opposti che convivevano e fluivano contemporaneamente senza entrare in conflitto. I 'ME' sumeri in rapporto dialettico conferiscono la verit all'Assoluto di Hegel. E rimanendo con Hegel accogliamo Borges Secondo Hegel: l'arte portatrice del contenuto spirituale universale, cos come la religione e la filosofia, ma lo esprime in modo sensibile. Per Hegel la vera bellezza non natura ma spirito che si adegua alla forma sensibile, solo un 'riflesso del bello appartenente allo spirito, come un modo imperfetto, incompleto, un modo che secondo la sua sostanza contenuto nello spirito stesso". Imperfetta quindi, l'immagine che l'uomo di Hegel pu dare delle rappresentazioni artistiche, un riflesso che con la verit ha una relazione approssimativa. Non lo stesso che succede a Sumer. Ma qui la bellezza naturale era prerogativa degli di, il loro era un riflesso perfetto. Tutto quello che esisteva era riflesso della loro parola che diventava mondo animale, minerale, vegetale. Ma parlando di riflessi non si pu non pensare a uno scrittore. Il gioco dei riflessi l'ossessione di Borges, straordinario autore sudamericano che ha fatto del doppio uno dei suoi temi privilegiati. Tutto doppio in lui e a volte in modo estremamente palese e mostra la realt come copia infinita di qualcos'altro, in un 'regressus ad infinitum' senza origini. Nel racconto 'le rovine circolari' , ad esempio un mago sogna per generare un essere simile a lui e invoca il dio del fuoco che gli dia la vita e realt; esattamente ci che succeder. Scoppia un incendio e il mago vi si trova in mezzo rimanendo indenne: "Pens un istante, di rifugiarsi nell'acqua; ma comprese che la morte veniva a coronare la sua vecchiezza e ad assolverlo dalla sue fatiche. And incontro ai gironi di fuoco: che non morsero la sua carne, che lo accarezzarono senza calore e combustione. Con sollievo, con umiliazione, con terrore, comprese che anche lui una parvenza, che un altro stava sognando". J.L. Borges, Le rovine circolare in Finzioni

NOTE: 1) Il latino serenare segue SE ER (come kore legge KU ER) e precede l'italiano 'rasserenare'. 2) A p.111 di Atena nera, Milano 1997. 3) Alfred KALLIR, Segno e disegno, psicogenesi dell'alfabeto, 1994 Milano. 4) Art. del 8.06.03, Meato, in archivio. 5) Art. del 18.07.04, TAR, in archivio.

80 AIA - Misteri Eleusini 5 - domenica 24 ottobre 2004 _______________________________________________________________________________________ Facciamo il nostro quinto passo nei Misteri Eleusini (1) usando la TO -teonomasiologia- studio comparato dei nomi degli d, per collegare altri temi greci ai sumero-accadi. Analizzeremo in quest'articolo EA e vedremo trattarsi probabilmente della stessa entit, femmina e maschio insieme. Il numero 5 IA in un dizionario sumero dei Hurriti. La LCSS lo legge AIA. AIA 'luogo sacro' (2). L'aia viene oggi ricordata come luogo un tempo riservato agli animali da cortile. Ma si pu recuperarne un significato pi antico, come luogo sacro [I canale, A acqua-terra]. L'Inno a Demetra comincia con Kore, la figlia di Demetra in raccolta di fiori. Nel sesto verso si nomina 'fiore' in greco come anthea ('antesi' in italiano significa 'apertura del fiore', 'fioritura'). Kore coglieva fiori nel 'luogo dei fiori'. Grecisti (3) mi attestano che siccome il dittongo 'ai' veniva letto 'e', Anthea poteva essere fonia di una lettura antica di ANTAIA. per questo motivo che ANTAIA potrebbe corrispondere ad Anthea. ******************************************************************************** Un altro esempio di teonimo con la stessa trasformazione Gea, lettura di antico GAIA. G-AIA 'luogo di Luce', dove G GH di LU GH > lux [4]. ******************************************************************************** ANTAIA 'luogo dell'Alto Cielo' ['profumo dell'Alto Cielo' ANTA-RESH] sia come ANTA-IA sia come ANTA+AIA. Comprova questa identit il nome AIA della sposa del Sole babilonese (che i Sumeri sapevano sorgere dalla montagna [KUR (5)] formata dalla diade Cielo/Terra, U NIR, montagna di luce > UNI(g) etrusca > Juno romana). Ora consideriamo il verso di un inno che viene detto sincretistico perch scritto in accado con conservazione dei nomi degli di espressi in sumero. E'un inno del re Lipitistar (Lipitistar, il giovane pio // il servitore premuroso degli di, // che nell'Ekur si prende cura costante, // il re che in sacrificio stringe al seno un capretto, io sono"). EBABBAR che pi tardi diventer EBARRA il nome del tempio a UTU, il Sole, in Sippar e in Larsa. In Ebabbarra (6) Aia, la signora della cella (sacra) che tiene i preparativi cultuali (7) AIA sposa di UTU-SHAMASH (8), il Sole. La madre di Marduk (9), sposa del Sole, viene indicata IA: Mother of Marduk / Ia. AIA conserva per iscritto in ambiente accadico la lettura di IA. Una lettura EA di AIA pu avere radici asiatiche oltre che greche. Marduk viene quindi indicato come 'figlio di EA' (EN KI), in 'Preghiera contro avvelenamento della mano sinistra' (10). La storicizzazione dei teonimi ci invita a riflettere e ad esaminare un inno coevo all'Inno a Demetra elevato da Assurbanipal (668 a.C.) a Marduk: Damkina, la tua nobile madre, nell'Esagila che tu ami, -Placati- ti dica; (11) Damkina il nome accadico (sumero DAM GAL NUNNA) della moglie di EN KI, che ha sede in Eridu, nel

tempio dell'ABZU. Moglie o sorella, nella nostra accezione, il lato femminile del dio. EN KI, fratello di EN LIL, il signore NUDIMMUD (ed anche MUDIMMUD) cio 'ingannevole'. Presente in un Inno a NUSKU (12) (figlio di EN LIL), che viene chiamato: Tu sei il Drago associato alla signoria, tu, il muro di difesa dell'Ekur. In una Litania processionale a Marduk (13) Ea, re dell'Apsu, -Fino a quando?-, -metti il tuo cuore in pace-, Damkina [sposa di Ea, madre di Marduk -in nota], signora dell'Apsu, -Fino a quando?- ecc. In un Salmo penitenziale a Istar (14) Ea, uro (signore) del cielo e della terra, uro di Eridu, la mia preghiera ti dica; la madre della casa sublime, Damkina, la mia supplica ti dica; In un Rituale con preghiera a Marduk (15) a parola di Ea esalter, e Damkina regina dia successo. EA pure uno dei nomi di EN KI dio degli abissi che risiede nell'ABZU. Il punto: Con EA (lettura greca dell'accadico AIA) stata designata la madre di Marduk ma anche il padre EN KI (EA uno dei nomi con cui viene designato). EA padre-madre di Marduk. L'Inno di Assurbanipal contiene anche altre importanti spunti: Possano contemplare le imprese del signore degli di Marduk, tutti gli di, l'accolta delle dee, Anu, [Enlil], le costellazioni, l'Oceano, gli Inferi, Nudimmud, Damkina, Lahmu, la stella del Cancro, Anunitu (16) [che una figura guerriera di Ishtar]. Concludiamo con uno Scongiuro a mano alzata di Damkina (17): Damkina, regina di tutti gli di, eccelsa, sposa di EA, un'eroina, tu sei. Irnina, regina di tutti gli di, eccelsa; sposa di EA, un'eroina tu sei. [Irnina altro nome di Istar] EA, l'artefice ingannevole -MUDIMMUD-, lettura di AIA, come anthea lo di ANTAIA. Ancora misteri, ancora Marquez I Misteri Eleusini ruotavano attorno ad un elemento centrale, un segreto di natura misticoreligiosa, esso non stato mai svelato, per lo meno a chi non ha partecipato direttamente al culto, infatti chi ne ha scritto ha sempre subito il timore riverenziale del tab religioso che proteggeva tale elemento. I segreti sono parte integrante della tradizione alchemica che era scienza esoterica cos come le conoscenze destinate a chi si recava ad Eleusi. Si sa che migliaia di persone si avvicinavano al rito per essere iniziate ai Misteri e si intuisce che la portata del fenomeno ha influenzato non solo la cultura sociale Greca ma anche il pensiero. Le condizioni psico-fisiche dell'iniziato appaiono essere le stesse descritte nelle esperienze con altre sostanze stupefacenti. Come testimoniato da pochi testi Greci e da un affresco Pompeiano, il rituale prevedeva che l'iniziato bevesse una pozione dopodich attendesse nella concentrazione l'arrivo delle visioni che giungevano la notte. La potenza di tale esperienza sottoponeva l'individuo, utilizzando le parole di Walter F. Otto, a qualcosa di nuovo, stupefacente, inaccessibile alla comprensione razionale, che gli faceva fermamente credere di non poter pi tornare ad essere la persona che era stata prima di allora. L'individuo subiva quindi il passaggio

permanente ad uno stato di coscienza superiore, realizzava quel rivoltamento necessario per liberare la propria essenza all'esterno. Esistono diverse testimonianze sui riti eleusini e su molti altri rituali tutti con lo scopo di raggiungere il distacco tra corpo e anima in modo tale da liberarla dalla prigionia del corpo e darle libero accesso a conoscenze divine, sovrumane, normalmente precluse. Alcune trib indigene hanno scelto il gallo come simbolo di questo processo di 'scissione' ; il volatile rappresenta una prima sostanziale riuscita della pratica: rizzando le sue piume multicolori, il gallo si erge e lacera con il suo grido il primo mattino della resurrezione. Problemi di ordine un po' pi pratico aveva il gallo del colonnello, un altro personaggio dell'indiscusso genio di Marquez. Il vecchio militare in attesa da quindici anni di una pensione che non arrivava mai e che sacrifica perfino i magri pasti per allevare un gallo da combattimento da cui si aspetta scommesse e guadagni. Trov sua moglie che stava cercando di alzarsi a sedere sul letto. Il corpo distrutto esalava un alito di erbe medicinali. Pronunci le parole a una a una, con una precisione calcolata: "Sbarazzati immediatamente di quel gallo". Il colonnello aveva previsto quel momento. Lo stava aspettando fin dal pomeriggio in cui avevano crivellato suo figlio e lui aveva deciso di conservare il gallo. Aveva avuto tempo per pensare. "Non vale pi la pena" disse. "Tra tre mesi ci sar il combattimento e allora potremo venderlo a un prezzo migliore". "Non questione di soldi" disse la donna. "Quando verranno i ragazzi d loro che se lo portino via e se ne facciano quel che vogliono". La donna pens a suo figlio. "Quei maledetti galli sono stati la sua rovina" grid. "Se il tre gennaio fosse rimasto a casa non lo avrebbe sorpreso la mala ora". Punt verso la porta un indice scheletrico ed esclam: "Mi pare ancora di vederlo quando uscito con il gallo sotto il braccio. L'ho avvertito che non andasse in cerca di una mala ora nell'arena e lui mi ha mostrato i denti e mi ha detto: 'Taci, che questa sera saremo cos pieni di soldi da marcirci dentro'". Cadde estenuata. Il colonnello la spinse dolcemente sul cuscino. I suoi occhi incontrarono altri occhi esattamente uguali ai suoi. "Cerca di non agitarti" disse, sentendo i sibili dentro i suoi stessi polmoni. La donna cadde in un sopore momentaneo. Chiuse gli occhi. Quando li riapr il suo respiro sembrava pi calmo. "Io dico per la situazione in cui ci troviamo" disse. "E' peccato toglierci il pane di bocca per buttarlo a un gallo". Il colonnello le asciug la fronte con lenzuolo. "Nessuno muore in tre mesi". "E intanto cosa mangiamo?" chiese la donna. "Non lo so" disse il colonnello. "Ma se dovevamo morire di fame saremmo gi morti". Il gallo era perfettamente vivo davanti alla bacinella vuota. Quando vide il colonnello emise un monologo gutturale, quasi umano, e spinse la testa indietro. Il colonnello gli rivolse un sorriso di complicit: "La vita dura, camerata." (Nessuno scrive al colonnello di Gabriel Garcia Marquez) Il gallo di Marquez 'si erge e lacera con il suo grido' ogni mattino contento di essere ancora vivo.
NOTE: (1) 1. Demetra il 29.08.04, 2. Narciso e Kore il 12.09.04, 3. KUR il 26.09.04, 4. KU RE il 10.10.04. (2) Cinque dita (SU SI) fanno una mano (SU). SU NIR l'emblema, lo stendardo di un dio conservato in un tempio. SU NIR DU un altro nome di AIA, moglie del Sole babilonese. (3) Ringraziamo il prof. Carmelo Sorge della conferma. (4) Troviamo conferma G di NUSKU nel nostro articolo Eos del 28.03.04, in archivio. DAR LUGHAL e LUGHAL TUDDA sono due nomi di Antares. (5) Ns. art. del 25.09.04 in archivio. (6) E-BABBAR-A EA che contiene BABBAR, il Sole. (7) Verso n. 10 dell'Inno sincretistico alla dea Bau (BABA) a p. 409 de A cura di Giorgio Castellino, Testi sumerici e accadici, 1977 Utet, Torino. Il testo cuneiforme in KAR 109; lo studio di E. EBELING. I nomi sono in sumerico mentre il testo in accadico. Troviamo conferma anche in SALMO PENITENZIALE AD AIA CONSORTE DI SAMAS (P.364) e in A SAMAS PER OTTENERE SICUREZZA DI VITA (p. 559) (8) UTU lettura di UT, che l'occhio accado-babilonese metteva per iscritto. TU un'altra lettura. SHAMASH < SHA

M.E ASH (9) Il nome sumero di Marduk AMAR ud. Sillabato: A MAR UD. MAR DU risultato immediato di una lettura LCSS. A si pu intendere come interruzione: KU. MAR DU KU > MAR DU UK crasi: MAR DUK. (10) Giorgio Castellino, Testi sumerici e accadici, 1977 Utet, Torino, p. 545. (11) il verso 59 di Inno acrostico a Marduk, pp. 392-396 de a cura di Giorgio Castellino, Testi sumerici e accadici, 1977 Utet, Torino. (12) Castellino, cit., p. 73. NUS KU, 'interrompo KU il sonno NUS'. (13) Castellino, cit., p. 275-277. (14) Castellino, cit., p. 363-364. (15) Cast., cit., pp. 675-680, v. 89. (16) Castellino, cit., p. 394, versi 36-38. (17) Cast., cit. pp. 685-686.

81 GAB GIR TAB - domenica 7 novembre 2004 _______________________________________________________________________________________ Un amico ci ha invitato a ricapitolare il lungo IT ER (1) di Antares (dic. 2001-nov. 2004). Ci siamo mossi dal toponimo 'monte de Antares e Colo Maledicto' (2) che era frontiera tra le due met (3) di Vittorio Veneto nel 1435. Possiamo dire che la cittadina moderna endiadi (4) della medievale Serravalle e di Zeneda delle origini (5). Scavi archeologici portarono alla luce (1989) reperti di culto (6) lasciati dal millennio attorno all'anno zero. L'ideologia indoeuropea si opposta al confronto dei reperti col nome Antares perch quelli sarebbero di Indoeuropei ed il nome asiatico. L'ideologia indoeuropea non ci ha convinto. Abbiamo adottato lo strumento (7) teonomasiologia (8). Abbiamo esplorato i nomi delle diverse divinit sovrane (9) guidati dal DUR AN KI, 'legame tra il Cielo e la Terra' che traspare in AN TAR ISH (TAR (10), unione-separazione, del Cielo AN e della Terra-Luna ISH). Antares la stella a dello Scorpione. Cos'altro poteva dire agli antichi, dentro un collegamento del colle al cielo? GIR TAB il nome sumero pi famoso dello Scorpione. GAB GIR TAB un nome sumero di Antares, a Skorpionis (Cor Skorpionis). La diade (coppia) GAB + GIR TAB: l'endiadi stella-asterismo ci aiuta a superare lo stereotipo. Antares la stella 'origine della via Lattea' (11), il nostro diamante (12) culturale. In accadico lo Scorpione 'zuqaqipu'. E 'ziqit' sono le sue chele (13). G AB G IR - TAB.

Bilu sha ziri (Antares) il Signore del seme. Il Signore del seme agisce nelle nozze antiche. Erano nuptiae in latino.

Nozze tra la Luna ed il Sole etima: nuptiae < NU UP T ZI AE La parola accadica ziqit, 'Chele dello Scorpione', ci ha fatto riflettere (14). Io sposo nubo che deriva dal sumero NU UB. La pronuncia hurrica NU UP. La Luna accadica zi (sumera ZU). Il Sole accadico it (sumero UT). AE < EA = AIA, 'luogo sacro' (15). La fusione tra zi e it comporta la rotazione di it su zi, confusione tzi con sopraffazione scritta della sillaba ti su zi. La zi occultata (zeta) ritorna nell'italiano 'nozze'. Il filo nozze < nuptiae < NU UP T ZI AE va ad aggiungersi al precedente sago < sagus < SAG US (16) per arredare il nostro AN TAR ISH, ziqit, 'unione-separazione del Cielo e della Terra'.

Nell'espressione posta in rilievo abbiamo separato G da AB (17). AB 'foro nel muro' (18), mentre G luce. BAB porta. G AB 'luce che passa nel foro che porta'. Antares DAR LUGAL, Signore della Luce (19).

G IR la divinit DIN GIR. TAB < TA AB = TA BA, luogo di BA. BA ha la scrittura a cuneo:

ba, bar, bash, ma, mas, par, pare, sutu, war, wash, BAN, BAR, KUNGA, MASH, PAR, SA, SUTU. pr-b'r mi viene indicata, da William Fulco (20), per dizione egizia di Ba al. An Bar di Mircea Eliade il meteorite. AM BAR il mezzogiorno. G BA la luce del sole che passa per AB il foro nel muro (della camera nuziale, hp.). E' DAR LUGAL - LUGAL TUDDA, Signore della luce e dio della lussuria, Signore del Seme (Bilu sha ziri), BA AL, Saturno.
NOTE: (1) Cammino del Sole. (2) Del documento Bertucio Nigro, presente nell'Archivio Storico di Vittorio Veneto in una copia fatta da Ceneda nel 1735. (3) Ceneda e Serravalle. (4) Endiadi "espressione di un unico concetto per mezzo di due termini coordinati" . Questa parola entra nel nostro vocabolario in modo da risparmiarci ogni volta il ricorso all'archetipo DA DUE UNO che spiega introducendo la complessit che scombina per la narrazione. (5) Ricordata da Venanzio Fortunato come sua citt natale: Per Cenetam gradiens.qua natale solum est mihi in De vita Sancti Martini. (6) Il Gruppo Archeologico del Cenedese dispone di un ampio corredo di oltre 2000 diapositive col dettaglio delle immagini dei reperti. Re.: http://www.archeocenedese.com (7) L'ideologia E NIG MAH, casa delle troppe cose. Uno strumento un attrezzo che deve mostrare subito la sua efficacia. (8) Accolta nel II Congresso Internazionale di Paletnologia delle Alpi Occidentali (17-19 Ottobre 2003) nella nostra relazione: Orientamento sumero del Cielo di Virgilio. (9) A Georges Dumezil va riconosciuto il concetto di 'divinit sovrana' che orienta i pantheon di ogni cultura. (10) Nostro articolo del 18.07.04 in archivio. (11) La prima in basso, il 'guardiano della via di Anu'. ASH, uno, principia ASH TAR e AN TAR. La T antica era rappresentativa sia di 's' che di 'n'. (12) Le sue numerosissime facce ci hanno indotto agli 85 articoli precedenti. L'esplorazione ce le ha moltiplicate. (13) L'articolo extra (ANTARES 4274), on dal 1.11.04, chiarisce l'identit ISHARA = ziqit, che mostra la fusione tra la civilt sumera e quella accada. (14) www.siagrio.it /Antares, on come articolo extra. (15) Articolo Aia del 24.10.04 in archivio. (16) Articolo del 15.12.02 in archivio. (17) Separazione lecita dal momento che il dizionario Halloran usa una grafia speciale per G, che la G di Nusku > Gnosco, la luce che comincia a farmi vedere: http://www.sumerian.org/sumerlex.htm (18) Il foro nel terreno H AB RUD. I KU DUR RU mesopotamici sono pietre confinarie istoriate con i segni zodiacali, a partire dai ricorrenti Sole Luna Venere, la triade centrale. RUD introduce a ruder (da RUD ER, cammino della pietra). Ritorna AB buco. (19) R.H.ALLEN, Star names, their lore and meaning, 1963 Toronto. (20) William FULCO, The Canaanite god Reshep, 1976 E. Bender, New Haven.

82 G AB = BA AL- domenica 21 novembre 2004 _______________________________________________________________________________________

L'opinione dominante che GAB veniva letta dai Sumeri GAB. Secondo chi scrive errata. Il titolo significa 'Antares uguale BA AL, 'Personalit Alta', cio divina. Questo poich assodato che GAB GIR TAB identifica Antares: endiadi di GAB e di GIR TAB che unisce la stella Antares e lo Scorpione, sua Costellazione (1). Si pu leggere cos perch G Luce (LU GH (2), Soggetto Luce, > lux) che la manifestazione specifica della divinit; inoltre la locuzione GAB va letta all'incontrario per la LCSS, Lettura Circolare delle Scritture Sumere (GAB = BAG, BA + G, e G = AL, Alto perch la luce divina viene dall'alto, dalle stelle). La stella Antares 'stella dio'. 'Stella dio' viene detta in sumero LATER AK, che lascia supporre che etetimo di Laterano sia LATER ANU e che AK si legga KAK; infatti stella KAK KAB, che anche Costellazione. G AB Dio (G) padre (variante: AB BA); BA AL l'Altissimo. Antares, stella 'origine' della via Lattea ( collocata prima, in basso a destra di un atlante stellare) viene cos identificata come origine del mondo (Pettinato legge BA AL come un primo accenno di 'monoteismo' nel Vicino Oriente, che noi troviamo confermato in NAR RU, l'Uno (3)): Caput < KA PU UT, 'anima Sole del Cielo' (4). Analizziamo il ritorno di GAB dal Vicino Oriente in Roma. Nell'articolo a Giano (5) avevamo visto apparire la sillaba GAB nell'Eneide (indice di una persistenza della sillaba nella sua forma scritta). ipse Quirinali trabea cinctuque Gabino insignis reserat stridentia limina consul, ipse vocat pugnas: Tr.: il console in persona, distinto dalla quirinale trabea e dal cinto gabino, apre le porte stridenti; per primo indice le battaglie: (6) Il 'cinto gabino' aveva avuto una spiegazione da Servio Onorato ( fine IV secolo): un uso che sorse a Gabii, piccolo centro laziale fra Roma e Preneste, perch la citt fu sorpresa da un assalto nemico durante un pubblico sacrificio e i cittadini, che lo stavano celebrando, dovettero correre alle armi buttandosi la toga dietro alle spalle; nella battaglia che segu, i Gabini ebbero il sopravvento (7). Ammesso (e non concesso) che il fatto sia vero (e non leggendario) resta aperto il problema della spiegazione del toponimo di Gabii. Non molti sanno, percorrendo la Via Prenestina (8), che un tempo nel suo primo tratto era denominata " Via Gabina " e che camminando su questa strada ci si avvia su di un percorso che porta a varcare i confini della storia inoltrandosi nella notte dei tempi, a superare quella soglia che limita il tempo codificato in date dall'ante Historiam. E' sufficiente seguire l'antica via, per giungere al luogo ad essa dava il nome: " GABII ", antica citt, colonia di Alba Longa, in cui ancora oggi possiamo trovare perfettamente conservati in uno dei luoghi pi belli dalla LATIUM VETUS, la campagna romana, a ridosso dei monti Prenestini e Tiburtini.

Lungo la via Prenestina Nuova, a soli 20 minuti di macchina da Porta Maggiore, giungendo al Km.20, troviamo un grande distributore di benzina, da cui si accede all'area archeologica di Gabii.

Gabii partecipe assieme ad altri centri abitati presenti nelle zone con termini come Tibur ( Tivoli ), Preneste (Palestrina ), Collatia ( da alcuni localizzata in corrispondenza del Castello di Lunghezza ), di uno sviluppo che ebbe notevole importanza nel quadro storico e politico del centro Italia, soprattutto in virt del valore strategico della posizione che occupava a controllo di alcuni importanti tracciati di collegamento e percorsi commerciali, come ad esempio quello che metteva in comunicazione l'Etruria meridionale con la Campania o quello che collegava il versante tirrenico con l'Adriatico. (9)

Varchiamo i confini della storia con la TO ed andiamo oltre le esaugurazioni. Esisteva dunque la UIA GABINA che collegava l'Etruria meridionale col sud e con Roma, e Gabii era a 20 chilometri da Roma. UIA GAB ANI era una scrittura precedente possibile: UIA sentiero I, tra Cielo U e Terra A, che 'unisce-separa' GAB al Cielo (hurrita 10) ANI. L' 'unione separazione' al Cielo ci che ha il potere di fare il console dal cinto gabino, potendo aprire o chiudere il tempio di Giano. GI ANU lettura di IG ANU 'Luce di Anu', espressione accadica del hurrico Ani, sumero AN, il Cielo. E' da ricordare che l'ultima citt dell'Etruria a sud era Caere, a 45 km da Roma, dove i giovani romani 'andavano all'Universit' (11). Uni, Giunone etrusca, era dea di Caere (comprovata da una stele che la omologa alla fenicia Astarte (12)): universus (e Universitas) etetima da qua. Una lettura approfondita dell'Eneide mostra che Ceres era un nome etrusco (13) di Uni. Ed il brindisi che Didone alza (alla fine del I libro) suggerisce l'omologia Bacco e Belus (BA AL) e Ceres con Giunone (14). La nostra indagine TO ancra nei nomi divini: Dal punto di vista urbanistico, nel corso dell'et repubblicana, due sembrano i fatti di maggior rilevanza: la nuova sistemazione che venne data, ancora nel III sec. a.C., all'intero tracciato della Via Prenestina e la completa ristrutturazione del Santuario di Giunone Gabina, ricostruito intorno alla met del II sec. a.C. in forme monumentali e secondo schemi propri dell'architettura di apparato pi complessa e sontuosa dell'epoca. (15) 'Giunone Gabina' giustifica il toponimo Gabii (il Foedus Gabinu ci che unisce e separa ad Uni, Giunone). Gab ii ci che unisce e separa. Gabii come colonia di Alba Longa un altro elemento di rilievo. Alba Longa la citt dei Sabini precedente a Romolo e Remo. Alba Longa etetima (con la LCSS, Lettura Circolare della Scrittura Sumera) da AL BA - L UN G A: BA AL - NU G AL. Albano il nome del lago che etetima BA AL NU; GAB, unisce e separa il dio Altissimo del Cielo ed il dio degli Inferi. Riportiamo qua un passo di Macrobio gi ricordato due anni fa (16): "Non ignoro peraltro una diversa origine attribuita ai Saturnali. I Pelasgi, come ricorda Varrone, scacciati dalle loro terre si cercavano altre sedi: i pi si riunirono a Dodona, ed erano incerti sul luogo ove fissare la loro dimora, quando ebbero il seguente responso dall'oracolo: andate in cerca della terra Saturnia dei Siculi e degli Aborigini, Cotila, ove galleggia un'isola; quando l'avrete raggiunta, offrite la decima a Febo, e sacrificate teste ad Ade e un uomo al padre suo. Ricevuto questo responso, dopo molte peregrinazioni, sbarcarono nel Lazio e scopersero un'isola sorta in mezzo al lago di Cutila. Era un'immensa zolla formata da fanghiglia rappresa o da terreno paludoso che si era prosciugato, fitta di boscaglia e di alberi cresciuti in disordine, ed errava tra i flutti che la sballottavano perennemente: di qui la credenza anche per Delo, che, pur avendo montagne alte e vaste pianure, vagava per i mari. Alla vista di questo prodigio capirono che era quella la sede loro predetta; scacciati gli abitanti di stirpe siciliana occuparono la regione e, consacrata la decima parte della preda ad Apollo secondo l'ordine dell'oracolo, eressero un tempietto a Dite ed un altare a Saturno, e chiamarono Saturnali la sua festa. Per molto tempo ritennero di dover sacrificare teste umane a Dite e immolare uomini a Saturno in quanto l'oracolo diceva sacrificate teste ad Ade e un uomo al padre suo."

Giunone Gabina (GAB ANI) perch Uni-versa con BA AL, in Saturno.


NOTE: (1) Poich la stella Antares nominata GAB GIR TAB, endiadi dello Scorpione GIR TAB e della stella GAB. (2) DAR LUGH AL identifica Antares come dio della luce e LUGH AL TUD DA identifica Antares come dio della lussuria in R.H.ALLEN, Star names, their lore and meaning, 1963 Toronto. (3) Articolo 'Narciso e Kore' del 12.09.04 in archivio www.siagrio.it /Antares. (4) Articolo in archivio di www.siagrio.it /Antares del 1.12.02: Testa-Morte, SAG US. (5) Nostro articolo Janui-Quirino del 13.01.02, in archivio. L'espressione in Virgilio, l'Eneide, lib. VII, v. 612. (6) Tr. di Luca CANALI, ed. Oscar Mondadori 2003. (7) Da nota di Paratore, p. 655. (8) La citt di Praeneste era sede di un famoso oracolo e di un tempio alla Fortuna. NESU 'vivere' in sumero, come TI. PA ER NES TI sembra essere 'territorio del cammino della vita del Sole (TI > IT)'. (9) www.comune.roma.it/municipio/ 08/territorio/storia/gabii.htm (10) Gli Hurriti sono Etruschi in Anatolia. (11) http://www.iterconficere.net/cerveteri.htm . Il fatto veniva ricordato nella mostra degli Etruschi a Palazzo Grassi a Venezia nel 2000. (12) che ci riconduce ad Antares. (13) "legiferae Cereri Phoeboque patrique Lyaeo." Eneide IV, 58. (14) Versi I, 701, 729-730, 734. (15) spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Gabii.html (16) in archivio www.siagrio.it /Antares del 1.12.02: Testa Morte.

83 KRONOS - domenica 5 dicembre 2004 _______________________________________________________________________________________ Entriamo per la quarta volta (in questa rubrica) nel mese dei Saturnalia. Osserviamo il nome greco di Saturno: Kronos. La sua radice sumera probabile KUR UN US. KUR mostra di essere quello che abbiamo pi volte (1) indagato: KUR > Cor, cordis, il cuore. Un 'produttore di battiti KU' (2) (q in accadico). Poich cordis KUR DISH, e DISH Uno, alla fine US (3), KUR DISH 'Uno che batte'. Possiamo dunque esporre l'identit tra l'espressione sumera e la latina: KUR UN US = cordis. Che il tempo, Kronos, venga scandito dai battiti KU del cuore ci d un cronometro naturale rasserenante. Non a tutti, forse. L'identit potrebbe scuotere le coronarie all'insegnante 'indoeuropeo'. Le coronarie, come sappiamo, sono le arterie che si dipartono dal cuore. Corona (gr. korone) viene derivata dall'indeuropeo nei dizionari in essere che sono dettati dall'ideologia indoeuropea. KUR UN A la nostra derivazione sumera: la A posta all'inizio, isolata, e alla fine di un giro 'a corona' (A..A la volta del Cielo, UR AN). Le parole italiane ncora e ancra (che sono simili per caso secondo l'ideologia indoeuropea) sono per noi connesse 'a corona': AN KUR A (lat. ancora) inizia da ncora e finisce il giro in ancra. La nominazione hurrita di Kronos mostra di essere TE SHUP, latina te(m)-pus. E' stato un lungo rovello il nostro: riuscir a dimostrare in modo indiscutibile la derivazione di pus da SHUP. Pusio, fanciullo, e pusa, fanciulla in latino, sono emersi subito. In una relazione Antares, cio di stirpe divina, i fanciulli sono sufficienti. Ma non per niente trasparente la divinit dei fanciulli a chi non indaghi su Antares. Ci serviva una relazione di pus col potere. Ce l'ha offerta l'erudito Varrone. Nel suo De lingua latina, lib. V, inizia con etymologiken ed etymologian (che rivelano la prima una radice etrusco-sumera e la seconda una dichiarata radice diretta greca), e poi In quo genere verborum aut casu erit illustrius unde videri possit origo, inde repetam. Ita fieri oportere

apparet, quod recto casu quom, dicimus inpos, obscurius est esse a potentia quam cum dicimus inpotem; et eo obscurius fit, si dicas pos quam inpos: videtur enim pos significare potius pontem quam potentem. Tr.: Mi concentrer sul genere di parole, ovvero caso, sul quale sar pi chiara la fonte da cui possa apparire l'origine. Cos sembra necessario che nel caso retto (nominativo), che diciamo inpos, sia pi oscuro che derivi da potenza che quando lo pronunciamo impotem (impotente); e cos sia pi oscuro se tu dica sia pos che inpos: sembra infatti che pos significhi pi 'ponte' che 'potente'. Varrone dice a chiare lettere che pos 'potente' ed inpos 'impotente'. Il dio sovrano degli Hurriti TE SHUP va letto come 'il Potente'. Militarmente e sessualmente (perch nella Civilt della Vita le due cose sono pari). In-pos mostra la derivazione diretta <- NI SHUP, dove NI la negazione. NI SHUP risulta 'non (NI) potente'. Il collegamento esplicito col potere nella diadi SHUP-pus cos rivelato a patto che si accetti la lettura circolare di SHUP: pus. SH UP unione di SH, Luna/ISH TAR, UP, Cielo in hurrico (UB in sumero): sono la massima potenza del Cielo antico. Sperma-spermatis quel qualcosa che si pu omologare a sputo di pus. Pus-puris, 'umore biancastro e viscoso' (4). Lo sputo di Anu sconfitto da Kumarbi, il vincitore (padre di TE SHUP (5)), l'estrema rivincita del vinto che rende gravido il vincitore (6). Super <- SHUP ER conserva il 'cammino di SHUP', il carattere superus e, addirittura Supremus della divinit che superducet. TE SHUP AT TA NI ('padre' in hurrico (7)). E' 'sorgente' (TAR MA NI in hurrico (8)) di AN TAR ES (figlio divino) e suo pusio (fanciulletto) SHARRUMA.
NOTE: (1) Archivio di www.siagrio.it /Antares: Demetra, 29.06.04, Narciso e Kore, 12.09.04, KUR, 26.09.04, KU RE, 10.10.04. (2) Re.: KUR del 26.09.04. (3) ASH 'Uno all'origine'. ASH TAR 'cuore'. TAR 'unione-separazione'. DISH 'Uno alla fine'. (4) Diz. Georges CALONGHI, 1964 Rosemberg & Sellier, Torino. (5) Re.: archivio di www.siagrio.it /Antares, art. TE SH UP (dove ha rilevanza LU PUSH) del 24.03.04, e Kumarbi del 7.04.02. (6) Franca PECCHIOLI DADDI, e Anna Maria POLVANI, La mitologia ittita, 1990 Paideia, Brescia (7) A cura di Mirjo SALVINI, La civilt dei Hurriti, 2000 Macchiaroli, Napoli, p. 333. (8)A cura di Mirjo SALVINI, id., p. 334.

84 NEPOS - domenica 19 dicembre 2004 ____________________________________________________________________________________ Dardaniusque nepos Veneris diversa per agros (Eneide, IV, 163)

Tr.: sparsi i tirii compagni e i giovani troiani e il dardanio nipote di Venere cercarono con timore ripari diversi nei campi; precipitano i torrenti dai monti. Didone e il capo troiano giungono nella stessa spelonca.

Questo l'unico verso dell'Eneide col vocabolo 'nepos': nepos indica Ascanio in rapporto con Venere. Nipote 'figlio di figlio' o 'figlio di fratello' (1). Da dove etetima (2) nepos? La domanda ci nata dalla lettura di un pensiero di Varrone (3):

In quo genere verborum aut casu erit illustrius unde videri possit origo, inde repetam. Ita fieri oportere apparet, quod recto casu quom, dicimus inpos, obscurius est esse a potentia quam cum dicimus inpotem; et eo obscurius fit, si dicas pos quam inpos: videtur enim pos significare potius pontem quam potentem. Tr.: nel qual genere di parole, ovvero caso, sar pi chiara la fonte da cui possa apparire l'origine: qui mi concentrer. Cos appare necessario che nel caso retto (nominativo), che diciamo inpos, pi oscuro che derivi da potenza che quando lo pronunciamo impotem (impotente); e cos sia pi oscuro se tu dica sia pos che inpos: appare infatti che pos significhi pi 'ponte' che 'potente'. (4) Pos sembra significare pi pons che potens conclude l'autore, mentre l'inverso. Non una considerazione sciocca in uno che non sa dell'individuazione dell'origine pos < SUP. Il pons con TE SHUP veniva fatto dal pontifex, il sacerdote hurrico antico. Il te centrale nella parola potens il TE sumero che intende 'entro concretamente in contatto con'. Il pronome italiano 'te' indica esattamente questo (-mi rivolgo a te-): il filo sumero > latino > italiano. Inpos vale nepos. Come nefas, 'illecito' nega fas, 'lecito' cos nepos nega pos. Pos Potere, Potenza. Che cosa significhi dire che 'nipote' nega 'potere' ci viene spiegato dall'espressione 'nepotismo'. Nepotismo la pratica che porta chi ha il potere a favorire propri nipoti (e familiari) in barba ad ogni regola costituzionale. Il nepotista afferma: le regole valgono per soggetti posti in relazione di alterit tra di loro. Il nipote non in relazione di alterit con me; mio nipote un altro me stesso, fuori dal potere delle regole. Familismo significa la stessa cosa: "Vincolo particolarmente intenso di solidariet tra i membri di una stessa famiglia, specialmente quando prevalga sulla solidariet sociale (5) ". Cosa Nostra, in altri termini, 'cosa della famiglia' che nega valore alla societ. Ne-pos nega il rapporto di potere nella relazione familiare. La lingua italiana nipote della lingua sumera degli Hurriti, devoti a TE SHUP, 'il Potente'. E' tempus che i nipoti del sumero riconoscano il nonno (prima di scordare la derivazione dalla madre lingua dell'italiano (6)). Si osservi la derivazione tem-pus < TE SHUP: il ribaltamento di TE SHUP fa te pus. Si tratta di spiegare l'inserimento della lettera 'm'; pi esattamente: come da TE si passi a tem. La spiegazione viene dal ME, il 'nome che d nome a tutti i nomi'. Si tratta di un potere divino. TE SHUP lo possiede. Ma lo rende esplicito solo durante l'atto creativo. Il tempus il fenomeno terreno dove TE SHUP appare col ME. Il meteo < ME TE U appare come il ME manifestato (TE) dal Cielo (U). TE EM PUSH dunque TE SHUP che appare comprensivo del ME. Tem ci ha incuriosito. Ci ha ricordato ME TEM di metempsicosi. La parola metempsicosi ha origine dal greco metempsychosis, 'animarum migratio' in latino. E la parola greca? Psychogonia 'origine dell'anima'. Dunque 'metem' 'migrazione'. Qual' l'etimo di 'metem'? METEM < ME TE ME, dove si legge che il ME incontra il ME, cio il 'nome che d nome a tutti i nomi' ne incontra un altro. E' ci che si pu dire 'migrazione'. Poich questa spiegazione ha etimologia sumera possiamo dire con sicurezza che la parola metempsicosi viene spiegata completamente collegandola al sumero. Concludiamo con una riflessione filosofica di un cabbalista ebraico che invita a leggere la parola nascosta. "Il Nome di Dio infatti chiamato sem ha-meforas: espressione niente affatto univoca, ma che anzi si rifrange in significati diversi e fra loro contrastanti. Da un lato, infatti, il participio passivo meforas pu voler dire sia 'comunicato', sia 'spiegato esplicitamente', sia infine, semplicemente (cio secondo le lettere), 'pronunciato'; dall'altro, in questo contesto, pu significare anche 'separato' o addirittura 'nascosto': e per tutte queste accezioni si possono addurre esempi assolutamente calzanti, presi dall'uso linguistico delle fonti ebraiche e aramaiche dei primi secoli. Il fatto che uno stesso termine possa designare sia il nome esplicito, sia quello segreto e occulto non il paradosso meno singolare della terminologia religiosa. (7) " Potentem svela Po ten tem, UP in azione: TE NE TE ME ovvero UP entra il relazione con NE, la negazione, e con il ME, l'affermazione.

UP ha il potere di 'sciogliere e di legare' la Terra al Cielo: AN TAR ES.


NOTE: (1) Zio parola trasparente con ZI U, sumera. (2) Chiamiamo etetimo l'etimo sacro, cio la parola divina (composta col nome di un dio). (3) Re.: www.siagrio.it /Antares del 5.12.04: Kronos. (4) De lingua latina, lib. V. (5) Lo Zingarelli '98. (6) Il processo di allontanamento in fase avanzata, dal momento che la Scuola Media inizia il programma storico dal Medio Evo. (7) Gershom SCHOLEM, Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, 2001 Adelphi, Milano, p. 23-24.

85 POSSE POTERE - domenica 2 gennaio 2005 ____________________________________________________________________________________ -Mene incepto desistere victam nec posse Italia Teucrorum avertere regem? (1)

Eneide, I v. 38

Posse la parola latina corrispondente all'italiana 'potere'. Citiamo il pensiero di Giunone che ci prospetta 'nec posse' come 'e non poter'. Il teonimo Giunone ci fa risalire a Juno, romana, Uni, etrusca, U, ittita (2), SHUP hurrita. SHUP rende esplicita l'unione della Luna (SH) al Cielo (UP). PUSH il nostro tema. Il nostro Nepos (3) ci ha mostrato inpos come 'non potente'e pos come 'potente'. Il passo di Varrone ci ha evidenziato questo pos (PUSH in grafia hurrita), 'potente', che il dizionario normale latino-italiano non riporta pi, se non nella forma arcaica post (4). Anche il Meillet (5) ha questa impostazione e deriva possum da potis sum. Questo pos d modo di coniugare direttamente pos sum: basta scegliere di dar credito a Varrone. Questo pos una bella riscoperta. La bellezza sta in questo: TE SHUP, il massimo dio hurrita rappresentato a Yazilikaya (6), si legge come 'incontro il Potente' dio del tempo; SHUP giusto il reciproco di pos. (TE S) UP in azione ci ha iniziato all'alfabeto del potere (7): potentem (UP TEN TEM: PU 'pu negare TEN ed affermare TEM' efficacemente (8): 'fa il brutto ed il bel tempo'). Abbiamo individuato il ME, "il nome che d nome a tutti i nomi", in TE SHUP, che trasforma il suo nome in tempus (9), con la creazione. TE SHUP dio del tempus: mostra come il tempo sia nel ME, nel potere del dio. E' possum, potes, potui, posse. Po-tes <- PU TES (10) = TES UP. Possum dunque <- PUS SUM = SUP (11) SUM (12), che ricorda ANTA SUM (13). L'identit tra (TE (14)) SUP = ANTA (Alto Cielo) viene dal fatto che TE SHUP la massima divinit hurrita che coincide con l'Alto Cielo e lo completa. SUP superstat. Posco <- SUP KU, impetro -chiedo accoratamente- a SUP di distinguere (e lasciare il bel tempo a mio favore). SUP super me (SUP ER ME, ME cammino di SUP -superior <- SUP ER I UR-) ed supremus. Gnosco <- GNUSKU, comincio a distinguere, ma nequeo, non posso fare nulla come uomo, mortale ed impotente sul creato. Queo, posso, chi pu dire 'dispongo del qu(is) <- IS QU del Fato' (15), cio della possibilit di distinguere ci che deve essere (licet) e sar da ci che non deve essere, l'illecito, che non sar (se ho il potere e l'autorit: For, 'io, Potere, parlo' specifico della divinit). Posse nefas (Eneide IV, v. 306) 'potere l'infamia', il massimo dell'illecito, l'andar contro le parole divine, contro al Fato. Il 'q' ci che distingue la Luna zi dal Sole it in ziqit (16). E' il distinguere-separare del Fato: l'azione spartiacque tra ci che sar ed il nulla. Quire e nequire significa proprio 'poter andare', qu-ire e 'non poter

andare', ne-qu-ire. TE SH UP ci si svela come 'Il Potente', dotato del ME (17), in grado di fare il tempus buono e cattivo, col 'q' di queo per distinguere. LU PU SH il soggetto (LU) PUSH (SHUP) (18). LU PA il soggetto territorio (di SH UP). I 'figli della lupa' sono insuperbiti ed hanno rimpicciolito la divinit (TE) SHUP. Superbus ci rimasto come 'superbo': SUP ER BUS mostra il cammino (ER) da SUB (TE SUB, dizione sumera della Luna ZU del Cielo UB che illumina il 'buio' della notte) a SUP (TE SUP, dizione hurrita corrispondente, dove la difficolt di pronuncia della lettera 'b' d 'p') (19).
NOTE: (1) "Quando Giunone, serbando in cuore l'eterna ferita, // disse tra s: -Io vinta desistere dall'impresa, // e non poter sviare dall'Italia il re dei Teucri? // Certo me lo vietano i Fati." I, vv. 36-39. 'posse' ricorre 22 volte nell'Eneide, anche con altre desinenze; altre dieci volte, oltre a questa, all'infinito. (2) U la massima divinit sovrana riconosciuta da tutte le etnie dell'impero ittita ed una coppia sovrana. Il grafo U che era disegnato ed espresso uguale a V mostra il 'DA DUE UNO' archetipico: la divinit maschile e la femminile formano l'unit nelle nozze sacre. La rappresentazione del Capodanno rigenerativo dell'anno nuovo il tema del sito di Yazilikaya : http://www.atamanhotel.com/whc/hattusa-yazilikaya-relief.html (3) Articolo precedente del 19.12.04, in archivio www.siagrio.it /Antares. (4) Ferruccio CALONGHI, Dizionario latino-italiano, 1964 Rosenberg & Seller, Torino. Post pare essere <- UP ZT, 'Luna Z Sole T del Cielo'. (5) A. ERNOUT, A. MEILLET, Dictionnaire tymologique de la langue latine, 1969 Librairie C. Klincksieck, Paris. (6) Yazilikaya: http://www.atamanhotel.com/whc/hattusa-yazilikaya-relief.html (7) Concetto che abbiamo affrontato dal punto di vista dell'organizzazione 31 anni fa (Carlo FORIN, tesi di laurea Partecipazione Controllo Autorit Azione nella Teoria dell'Organizzazione, relatore ch.mo Prof. Feliciano Benvenuti, Universit degli Studi di Venezia, Facolt di Economia e Commercio, Anno Accademico 1972-1973) e dal punto di vista sociologico 30 anni fa (Carlo FORIN, tesi di laurea Utilizzazione dei Concetti della Teoria di Campo per l'Interpretazione dei Concetti di Autorit-Potere di Weber, relatore ch.mo Prof. Alberto Izzo, Libera Universit degli Studi di Trento, Facolt di Sociologia, Anno Accademico 1973-1974). (8) Potentem si traduce in UP TEN TEM, dove TEN <- TE NE (UP fa propria la negazione) e TEM <- TE ME (UP fa propria l'affermazione). (9) TE SH UP, immobile extratempo, non manifesta il ME (il nome che d nome a tutti i nomi), che gli resta implicito. Durante l'atto creativo il ME si manifesta: TE ME SHUP d tempus. (10) Puto, putas d putes al congiuntivo 'che tu pensi': il pensare sembra attivit prodromica al potere. (11) SUP, sintetico occidentale per SHUP, il reciproco di PUS. Il ribaltamento conseguenza della LCSS, Lettura Circolare della Scrittura Sumera. (12) SUM <- SU MU, 'mano che rende il nome immortale'. (13) ANTA Alto Cielo. Corrisponde alla coppia divina massima, SUP. La E ZEN AN.TAH-SUM la 'Festa dell'apparizione dell'Alto Cielo' che celebrava il Capodanno nell'impero ittita. (14) TE sta per 'conosco concretamente'/'incontro'. Ante latina rimasta come 'davanti'; era AN TE da TE AN 'incontro il Cielo'; antea rimasta in latino come 'dietro', 'prima', da AN TE A: in un percorso circolare che cominci dal Cielo e finisca in A. (15) "[] in Mesopotamia. [] qui troviamo pure il termine ISQU che significa letteralmente 'sorte' che deve riferirsi all'uso della estrazione a sorte per determinare il fato." A. Leo OPPENHEIM, L'antica Mesopotamia, 1980 Newton, Roma, p.182. (16) Ziqit sono le 'chele dello Scorpione', come nell'articolo che si pu leggere ai piedi di questo: Antares 4274. (17) ME il 'nome che d nome a tutti i nomi'. (18) ... Il virgiliano "trahit sua quemque voluptas" (ognuno soggetto al proprio desiderio) si incarna in questa vertiginosa imagerie che da le vertigini anche a chi ... www.liberonweb.com/asp/libro.asp?ISBN=8806169939 simile a Quisque suos patimur Manis (18) Vedremo superbus nel prossimo articolo: iussa superba.

86 IUSSA SUPERBA - domenica 6 febbraio 2005 ____________________________________________________________________________________

Ne me terrete timentem, obscenae volucres: alarum verbena nusco letalemque sonum, nec fallunt iussa superba magnanimi Iovis. Eneide, XII, vv. 875-878 Tr.: Non mi atterrite sgomenta, infausti uccelli: conosco il battito delle ali e il mortifero suono; non mi sfuggono i superbi comandi del magnanimo Giove.

Sono parole di Giuturna, queste. La sorella divinizzata di Turno (nota Giu-turna: GIU-none + TURNo) riconosce le ali della Dira, scesa dal trono di Giove ad annunciarle che la battaglia finita per lei: l'ira della Saturnia Giunone si pacificata con la Dira (nota: ira-Dira) di Giove e la divinit superiore saturnia si ricomposta ad unit (Giove e Giunone sono rispettivamente il lato maschile ed il lato femminile di Saturno, massimo dio etrusco per l'etrusco Virgilio). Ai 'superbi comandi' iussa superba di Giove ci si deve assoggettare. 'Duri comandi' traduce Luca Canali. E' comprensibile lo sconcerto che induce il traduttore a convertire in dura l'empio aggettivo superba attribuito agli ordini del dio supremo dei Romani. Un Romano non pu considerare superbi gli ordini di Giove. Invece sono superbi per un Etrusco (un giudizio con un 'magnanimo Giove' per non incorrere nel reato esplicito di empiet). Abbiamo visto (1) come posse (potere), forma infinita di possum, etimi da SE SHUP, 'origine da SHUP' inteso come TE SHUP (2), 'conosco SHUP'. L'osservazione attenta della divinit rappresentata nel tempio a cielo aperto di Yazilikaya mostra il suo essere AN SH AR, SAG US, il dio del seme: SA TURN US (3). Haec pro virginitate reponit? Eneide XII, 878 Quo vitam dedit aeternam? Cos per la verginit mi ripaga? Questo il motivo per cui mi diede la vita eterna? continua subito il lamento di Giuturna. In questo contesto il 'superbo' non pu essere temperato in 'duro'. Ritorna alla memoria il verso parcere subiectis, et debellare superbos Eneide, VI, 853

eretto a motto secolare a rappresentare la pietas temperativa della ferocia romana: i superbi sono gli irriducibili, quelli che vanno sbaragliati. E Giove sarebbe un irriducibile?

Abbiamo contato 39 superb (senza desinenze) nell'Eneide (4). Proviamo a valutare il sema, il significato del morfema superb in questi 39 casi, se ipotizziamo che iussa possa etimare I US SA = I SA US, 'sentiero dall'utero alla morte'. Nel primo libro ritorna in cinque versi (v. 21 -hinc populum late regem belloque superbum-, v. 523 iustitiaque dedit gentis frenare superbas-, v. 529 -non ea vis animo, nec tanta superbia victis-, v. 639 -arte laboratae vestes ostroque superbo-, v. 697 -Cum venit, aulaeis iam se regina superbis-). In tutti cinque i casi Canali traduce con 'superb' (+ il suffisso di genere). Nel secondo libro ritorna in tre versi (v. 504 -barbarico postes auro spoliisque superbi,-, v. 556 -Pergama, tot quondam populis terrisque superbum-, v. 785 -Non ego Myrmidonum sedes Dolopumve superbas-). In tutti tre i casi Canali traduce con 'superb'. Nel terzo libro ritorna in tre versi (v. 002 -immeritam visum Superis, ceciditque superbum-, v. 326-stirpis Achilleae fastus iuvenemque superbum,-, v. 475 -'Coniugio, Anchise, Veneris dignate superbo-). 'Superb' sempre la traduzione di Canali, anche per il connubio di Venere. Nel quarto libro ritorna in due versi (v. 424 -I, soror, atque hostem supplex adfare superbum-, v. 540 -Quis me autem, fac velle, sinet, ratibusve superbis-);

nel quinto in due versi (v. 268-Iamque adeo donati omnes opibusque superbi-, v. 473 -Hic victor, superans animis tauroque superbus-); nel sesto ancora in due versi (v. 817 -Vis et Tarquinios reges, animamque superbam-, v. 853 -parcere subiectis, et debellare superbos-); nel settimo in tre versi (v. 012 -adsiduo resonat cantu tectisque superbis-, v. 544 -Iunonem victis adfatur voce superba-, v. 630 -tela novant, Atina potens Tiburque superbum,-); nell'ottavo in sette versi (v. 118 -quos illi bello profugos egere superbo-, v.196 -caede tepebat humus, foribusque adfixa superbis-, v. 202 -tergemini nece Geryone spoliisque superbus-, v. 481 -Hanc multos florentem annos rex deinde superbo-, v. 613 -munera, ne mox aut Laurentem, nate, superbos-, v. 683 -arduis agmen agens; cui belli insigne superbum-,- v. 721 -dona recognoscit populorum aptatque superbis-); nel nono in tre versi (v. 324 -Sic memorat premit; simul ense superbum-, v. 634 -traicit. 'I, verbis virtutem inlude superbis!-, v. 695 -Dardanium ruit ad portam fratresque superbos -) (5); nel decimo in due versi (v. 445 -At Rutulum abscessu iuvenis tum iussa superba-, v. 514 -ardens limitem agit ferro, te, Turne, superbum-). Qui piacer al gi stanco lettore trovare ancora iussa superba tradotto con 'ordini superbi': non uno specifico degli iussa quello di essere 'duri'. Nell'undicesimo libro ritorna in quattro versi (v. 015 -quod superest: haec sunt spolia et de rege superbo-, v. 340 -seditione potens (genus huic materna superbum-, v. 539 -Pulsus ob invidiam regno viresque superbas-, v. 715 -'Vane Ligus frustraque animis elate superbis-). Sempre 'superb' la tr.. Nel dodicesimo libro ritorna tre volte (v. 236 -nos patria amissa dominis parere superbis-, v. 326 -poscit equos atque arma simul saltuque superbus-, v. 877 -letalemque sonum, nec fallunt iussa superba-). Canali traduce due volte 'superb' e l'ultima volta 'duri'. Se Luca Canali ha tradotto 38 volte superbus con superbo, egli sa che questo il suo significato, senza incertezze. Se ha tradotto una volta iussa superba con 'ordini duri' Luca Canali ad aver "sofferto della sua ombra" (6) attribuendo probabilmente ad una nevrosi di Virgilio l'empiet. Il suo Virgilio un nevrotico. Il nostro un armonico Etrusco, audax non solo in giovent (7), ma fino alla morte.
NOTE: (1) Art. 'Posse' del 2.01.05 in archivio www.siagrio.it /Antares. (2) Dio sovrano degli Hurriti. (3) Re.: i 90 articoli precedenti girano attorno a Saturno, che viene particolarmente trattato nei tre articoli del dicembre 2002 e in quelli del novembre 2003. (4) Grazie al motore di ricerca ideato da Mario Biondi, che Google d alla parola 'Eneide'. (5) A qualcuno sorger il dubbio che io faccia carte false: pu controllare aprendo Virgilio, Eneide, tr. Luca Canali, Oscar Mondadori 1991, Milano. (6) Re.: Luca CANALI, Ognuno soffre la sua ombra, 2003 Bompiani, Milano. (7) "Illo Vergilium me tempore dulcis alebat [] // audax iuventa // Tityre, te patulae cecini sub tegmine fagi." Re.: fine delle Georgiche.

87 APRILE marzo 2005 ____________________________________________________________________________________ In questo corrente mese di Marzo leggiamo a TO (1) il nome del mese di Aprile. Marzo era Martius mensis, in latino, mese di Marte. Martius aggettiva il nome latino di Mars Martis, dio della guerra, in greco Ares. Scrutiamo a TO (2) il nome del mese di aprile: mostra le parole aprilis mensis, col mese ugualmente aggettivato, questa volta con un riferimento ignoto -cos' aprilis? A quale teonimo si riferisce?--. Supponiamo che aprilis suggerisca un'origine precedente in aperilis.

Apriamoci a questa possibilit ed esploriamo l'ipotesi ap-erilis. Erilis 'padronale' in latino (3) [da erus padrone (4)]. La sillaba ap nella parola ap-erilis richiama AP LU [l'Apollo etrusco (dove LU significa 'soggetto')]: 'AP padronale' si potrebbe tradurre -padrone Apollo-. E' un passo indietro possibile. Questo non un passaggio nuovo (che Apollo apra alla primavera). Esploriamo il 'lato oscuro'. La primavera, Uer, Ueris enuncia chiaramente il cammino ER di U, del dio sovrano di tutte le etnie ittite, che aprivano l'anno nuovo celebrando la morte dell'anno vecchio e la vita dell'anno nuovo nella festa di primavera E ZEN AN.TAH-SUM. Questo un doppio passo. U-eris ci stuzzica col morfema di morte 'eris'. U, dio sovrano, 'lega' con AP (apit AP IT 'apertura del Sole'. IT ER il 'cammino del Sole' (5)). Consente di comporre Aperis in U-eris, sostituendo AP ad U (6). Aperis, che genera l'aggettivo aperilis, mostra AP ERIS, unione di AP e di ERIS. Chi era Eris (7)? Eris la Furia (8) sorella di Ares, figlia della Notte (per Esiodo) che Omero racconta cos: cos dei Troiani l'urlo di guerra per il vasto campo s'alzava; n di tutti uguale era il grido, n una sola voce, ma si mischiava la lingua (9), erano genti di molti paesi. Aizzava gli uni Ares, gli altri Atena dagli occhi azzurri, e il Panico e il Terrore ed Eris (10) sempre vogliosa, di Ares omicida sorella e compagna, che sulle prime s'affaccia piccola piccola, ma subito dopo affonda la testa nel cielo e cammina sopra la terra: proprio lei anche quel giorno reciproco odio gett fra di loro, aggirandosi in mezzo alla folla, inasprendo il pianto degli uomini.

Iliade IV 436-445

AP LU, il Sole luce del giorno, si unisce con ERIS, Furia in vita nella Notte ('senza riposo' traduce la Furia ER IS, 'vita-morte in cammino', epiteto del suo nome virgiliano Allecto). Una Furia infernale che si unisce con Febo, il puro? (Erebo, e non Febo rimasto il suo vero compagno: ERE UB non HE UB; ERE UP dove UP varia in AP e operire coprire opposto di aperire). Se cos era non c' da stupirsi che col tempo sia cresciuto l'orrore per il nome di questa unione (l'etrusco Virgilio la considerava certo orribile, mentre Lucrezio, romano, descriveva deliziato Mars in grembo a Venus) e aperilis sia slittata in aprilis con l'omissione della 'e' che apit, 'lega' ad Eris. Gli AP KAL LU erano gli di animali dell'IN NUM sumero, dove la vita si intrecciava alla morte ad ogni mese. Il KAL intermedio ad AP LU lega a Kalendae, il primo giorno del mese, che ci rimasto in 'calendario'. Apit lega AP e IT, l'apertura del cielo AP (che abbiamo visto in Apatura Irish (11)) ed il Sole degli Accadi IT. SAG US, Inizio Fine, Saturno, prende con AP ERIS la sinistra luce evocata dalla rupe Tarpea, dalla quale venivano gettati, tra gli altri, gli anziani giunti alla fine del tempo concesso dal dio.

Possiamo trovare spiegazione con la TO alla 'lingua che si mischiava' (all'origine della discordia, causa di guerra) (12). Eris, dea della discordia (13), espone in latino discorditas (discordia) e discors (discorde). Si narra che alle nozze tra Peleo e Teti, Eris gett tra i convitati una mela d'oro con la scritta 'alla pi bella' suscitando la contesa tra Hera, Atena e Afrodite evocando il giudizio di Paride e conducendo alla guerra di Troia. Eris, 'che aizza gli eserciti' (Iliade XX 48) discors, discordis. 'Affonda la testa in cielo' : U eris, della primavera, che affonda la testa in Cielo (U). U EN, dove U Alto Cielo per gli Ittiti ed anche per Virgilio (14) (U NI, generata dal Cielo, il nome etrusco di Juno, la romana Giunone (15), Ceres, mentre Venus, Veneris viene suggerita come Cererem corruptam al v. 177 del I libro Eneide ): l'Alto Cielo ANTA/o U / o E Head / Rishu, cio ANTA RIS. Il

Cielo viene rappresentato in sumero come A..A. A-res ha in testa la A della fine. Discordis si sillaba in DISH-COR-DISH, dove il seme cor, cuore, genitivo in cordis e DISH Uno alla fine sumero -che abbiamo trovato in tardis (16)). DISH KUR DISH l'espressione esatta (mette il -cuore in mezzo l'Uno alla fine- l'Anticielo A IT A, re degli Inferi per gli Etruschi-). Discorditas <- DISH COR DIT ASH = Uno alla fine - cuore dio Sole -Uno all'inizio. Si scioglie in questa etetimologia della parola 'discordia' la lingua rimasta mischiata agli 'Indoeuropeisti'. La nostra dissociatio (separazione) da costoro ci porta a leggere soci-et-as come ASH, Uno all'origine (17), TE, connessione, dei socii, SU KI, mentre DISH l'Uno alla fine.
NOTE: (1) TO, cio teonomasiologicamente. La TO un telescopio sul passato protostorico: legge i nomi come 'carote temporali'. (2) Con questa operazione focalizziamo la parola per osservarla come carota temporale, cio un termine sul quale il tempo ha stratificato diversi significati. Non siamo in grado di collocare il luogo di origine degli strati; si pu ragionevolmente supporre l'Anatolia come terra madre. (3) "Ed il desiderio del bel denaro non diminuiva nemmeno col passare del tempo, anzi l'avidit rovinosa gli aveva causato preoccupazioni anche di notte, tanto che, sebbene lo trattenessero in casa le minacce del padrone, tuttavia l'oro lo spingeva ad uscirne." Nec saltem spatio cupido formonsae pecuniae leniabatur, sed nocturnas etiam curas inuaserat pestilens auaritia, ut quamuis erilis eum comminatio domi cohiberet, aurum tamen foras euocaret. Tunc, deuorato pudore et dimota cunctatione, sic ad aures dominae mandatum perfert. Apulejo, Metam. IX, 19, Arete e Filesitero ( 3 ). (4) Heres, erede; heros, eroe. Eruo, scavo fuori. (5) Sottolineiamo il fatto che etimologie latino <- accadico come queste sono state finora confinate nelle riflessioni di Giovanni SEMERANO, Le origini della cultura europea, 1984 Olschki, Firenze, Le origini della cultura europea, dizionari, 1994 Olschki, Firenze, Giovanni SEMERANO, L'Infinito, un equivoco millenario, 2001 B. Mondadori, Milano, Giovanni SEMERANO, Il popolo che sconfisse la morte, 2003 B. Mondadori, Milano. (6) AP LU e Aphrodite a noi sembrano la coppia in amore che apre la primavera. Ma Afrodite ci troppo familiare; ha l'incipit in Ap, ma non chiude morfemicamente la parola 'aprile'. (7) Eris 'sarai', espressione alla seconda persona al futuro di esse, essere. Questo fatto fa comporre mon-eris, sei avvisato, che legeris sarai letto (e sei letto) e audiveris sarai udito. (8) In Virgilio sono Aletto (senza riposo: ER IS, vita-morte di cammino), Tisifone (punitrice dell'uccisione) e Megera (invidiosa, nemica). Furia <- furor <- HUR UR, scritto probabilmente HUR RU. (9) Nostro il grassetto del rilievo. (10) Astarte (AT TAR TE) si collega ad AT TAR ES (Nostro articolo AT TAR del 2.06.02 in archivio www.siagrio.it /Antares.) grazie ad un'origine punica da collocare probabilmente nell'impero ittita cui sarebbe seguita una migrazione ed uno sviluppo filisteo in Palestina. (11) In archivio www.siagrio.it /Antares del 15.02.04. (12) Lingua era lingua, antica dingua, <- DIN G (IR), divinit + UA, Cielo Terra. Dingua ci viene indicato da Marius Victorinus, grammatico del IV secolo in De orthographia et de metrica ratione. Riteniamo che il mescolamento delle lingue antiche abbia prodotto i nodi che i moderni non riescono a snodare. (13) Eris di Omero in Virgilio Aletto che agisce tra i vivi in Terra, mentre le sorelle Tisifone e Megera agiscono dopo. Aletto la Dira (DI IRA ira del dio, oppure DI RA il dio Sole). (14) Nell'articolo scorso 'Iussa superba' abbiamo visto Virgilio discorde da Giove, in quanto etrusco concorde con Saturno. (15) Lucrezio, nel De rerum natura, descriveva, da romano deliziato, Marte in grembo a Venere. La stessa scena era infernale agli occhi dell'etrusco Virgilio. (16) In archivio di www.siagrio.it /Antares: TARDIS del 22/6/03. (17) Il dizionario indoeuropeo etima 'ad societas'-'ad sociatio' l'associazione, mentre 'as-sociatio', ASH. Dissociatio <DISH.

88 GALBULO aprile 2005 ____________________________________________________________________________________ Ho pubblicato il mio libro (1), finalmente (2).

Mi piace chiamarlo 'galbulo' (3). Galbulo il frutto di una conifera (cipresso, ginepro (4)). Contiene il seme dell'albero (5). In latino galbulu (all'ablativo). Mi trasparente l'etetimo (6) sumero GAL LU UB. L'inversione bulu < LU UB (7) la cosa pi strana, che mi concentra in un punto tutte le difficolt da spiegare [E' un vantaggio avere tutte le difficolt in una parola]. Possiamo approfittare dell'opportunit che ci offre Eraclito sull'origine (8). Ovvero, questa nota spiega: ci che ci normale s'inceppa di fronte ad un unico ostacolo. La nostra mente vuole la risposta che normalizzi la stranezza di questa parola ed accettiamo di buon grado la fatica di pensare un po' alla possibile risoluzione. Galbulo non nelle cronache (9). Il filo galbulo < galbulu < GAL LU UB un legame che la nostra mente accetta come identit, a parte l'inversione delle sillabe. TE MEN (il nome sumero della prima pietra di un tempio) > mente (mens all'ablativo, il nostro organo di comprensione) ha la stessa inversione di bulu < LU UB. Il temen (temennu) rimasto in greco (temenos sono i templi). Alla nostra mente temen si prospetta come il legame che gli antichi credevano esserci in quella pietra con l'altro mondo (10). GAL appunto il legame con l'altro mondo (11). Che i Romani chiamassero Gallus un Celta non accadeva per bizzarria nominativa dei Romani. Ovvero: Giulio Cesare cominciava il suo De bello Gallico chiarendo che i Romani chiamavano Galli i Celti (12); molto inopportunamente si concluso che i Celti non chiamavano se stessi Galli, dando troppa fede linguistica al generale romano (13). GAL LU quel guerriero che combatteva nudo per essere pronto per l'altro mondo (soggetto -LU- , GAL 'grande, perch pronto all'unificazione con l'Uno). La mente di quegli antichi umana come la nostra. Non giudico accettabile una comunicazione che escluda la possibilit di mettere in rapporto due menti umane. E' obbligatorio per noi fare l'inversione galbulu < GAL LU UB. A loro premevano i lobos le due parti generative della vita; a noi preme il logos l'aspetto intellettivo della conoscenza. Loro ci hanno generato (ed hanno svolto il loro compito); noi dobbiamo capire come abbiano pensato la vita lobos, cio il logos (14), inteso come 'tutto'. Chiamo galbulo il libretto Antares perch cerca di unificare il cogito moderno all'antico: penso < cogito < KU GI UT, 'distinguo buio Sole'. Penso che la bacca di ginepro (15), Juniperus(tum), fosse un galbulo bruciato in onore di Giunone, pronuba della vita almeno fin dal suo nome Uni. Per questo motivo mi piace.
NOTE: (1) E' stato stampato nello scorso mese di marzo. Chi volesse richiederlo mi favorisca 10 di spese con versamento in c/c postale al mio indirizzo: Carlo Forin, via Torricelli 3, 31029 Vittorio Veneto (TV), specificando l'indirizzo a cui io possa spedirlo. Liber, il teonimo di Virgilio nell'incipit delle Georgiche, contiene il significato religioso etrusco del liber latino che corrisponde al libro italiano. (2) Grazie ad una sottoscrizione popolare di 98 aderenti che si sono caricati delle spese di stampa. (3) In realt si chiama: Antares, dagli di di Babele alle lingue d'Europa, in 64 pagine. (4) Ginepro juniperus ed il galbulo juniperi baca. Juniperustum indica bacca 'bruciata in onore di Giunone'. (5) Mi auguro che fruttifichi. (6) Etetimo etimo sacro. (7) LU UB il nostro articolo del 19.05.02 in archivio www.siagrio.it /Antares. I lobi della vita vengono indicati dal dio Sharruma a Tudhalyia IV, tenendolo a braccetto nell'immagine contenuta nella sua camera sepolcrale che possiamo vedere a Yazilikaya: http://www.atamanhotel.com/whc/hattusa-yazilikaya-relief.html (8) "si distanziano da ci che pi assiduamente frequentano, e le cose nelle quali ogni giorno si imbattono a loro sembrano straniere." Fr. 74 in ERACLITO, Dell'Origine, Milano, Feltrinelli 2001, p. 133. (9) Anche nella forma italiana. (10) Possiamo rispettare il nostro impegno programmatico di 'dar voce alle pietre' contenuto nel nostro quinto articolo del 30.12.01, ora in archivio www.siagrio.it /Antares. (11) Nostro articolo GAL in www.siagrio.it /Antares del 4.07.04 in archivio. (12) Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. (13) NAM LU GAL LU 'umanit civile' in sumero. Su questo riconoscimento possiamo credere che Taranis sia TAR AN IS, il modo gallico di chiamare AN TAR IS. Possiamo supporre che Cesare, che ha cominciato la sua guerra nella Gallia meridionale, popolata da trib di Keltoi, abbia riconosciuto come nome etnico di tutte le genti galliche quello che era un appellativo locale. (14) Angelo Tonelli, nel riferire il frammento 74 di Eraclito, in ns. nota 7), commenta: Oggetto di critica sono coloro che, pur essendo costantemente immersi nel flusso cosmico, nel logos, non riconoscono questa onnipresenza dell'Uno e del logos, n l'intimit radicale di tutte le cose l'una all'altra, perch tutte scaturiscono da un medesimo Principio, pur

conservando ciascuna una propria individualit. (15) Immagini: http://www.fotodisardegna.it/flora/g/ginepro.htm

89 SEMERARO NON CANTA SOLO PER SE STESSO maggio 2005 ____________________________________________________________________________________ MEATO al ME (1)

'Passaggio al ME' la traduzione del titolo. Il meato un 'passaggio stretto' ci dice il dizionario. E' una parola diventata rara, non usata comunemente (questo spiega perch si debba tradurre 'dall'italiano tecnico all'italiano normale'). Infatti, pi usata nel linguaggio tecnico medico (es.: meato uditivo). 'Impermeabile' la parola composta molto pi comune, che maschera il 'meato'; comprende 'permeabile'(che attraversabile), ha 'meabile' e, dunque, 'meato'. Il meato sarebbe un forellino nell'impermeabile. Osserveremo il meato come passaggio al ME. Che cos' il ME? Nell'ideologia corrente un'idea di una civilt aliena: SUMER ("il ME il nome divino che d nome a tutti i nomi"). L'alienazione dalla nostra civilt dei Sumeri il fatto pi strano subito dalla nostra cultura. Il sedicente italiano 'indoeuropeo' dice, riferendosi a se stesso, 'me'; per convinto che sia un caso che sia omofono col ME. Non si tratta qui di dare una semplice definizione (che si pu dare, ma resta muta). E' necessario normalizzare la civilt 'aliena' e ricostruire il filo: meato (italiano)< meatus (latino) < ME A TUM (sumero) (anche ME A TUS). Un aiuto ci viene dato dalle cento paginette di Giovanni SEMERANO, La favola dell'indoeuropeo, edito da Bruno Mondadori in questo inizio 2005 (12 ). Il filologo, prossimo al secolo di vita, racconta in linguaggio semplice, con un libretto poket, come mai sia una favola quella indoeuropea. Semerano non canta per s solo, come si domanda inquieto in chiusura del libro (2). Per imparare il suo canto e far coro bisogna finire di spazzare l'aia e scacciare l'altra favola: il 'ceppo semitico'. Semerano comincia: "Le nostre pagine mirano a colpire ideologie deleterie, che sfociano nel razzismo"; fin qua siamo d'accordo, e siamo pure convinti che le perfide etimologie ebbero l'ardire di appollaiarsi al posto della Storia. Intende per 'perfide etimologie' quelle che collegano il latino ed il greco all'indoeuropeo. Sono una favola, sono irreali. Non sono mai esistiti gli indoeuropei: non esiste una sola scrittura riconosciuta come indoeuropea (3). E' accaduto che 'l dove la storia europea comincia' il meato alla non storia diventi incerto. Mancano documenti storici e diventa diversa la forma mentis degli scrittori. Ci che manca, soprattutto, l'ascolto della parola antica. L'impossibilit di sentire l'antico, di apprezzare la fona del suo eloquio il vero limite alla conoscenza dell'antichismo. Dice Semerano (4): E non si pu respingere una sonora realt: che quelle lingue [europee] sono di ceppo semitico.

Respingo sonoramente, da sociologo, il concetto stesso di 'ceppo semitico'. Fa parte delle 'ideologie deleterie che sfociano nel razzismo'. La sonorit percepita da Semerano non viene da un'unit etnica di quelle fonti accadiche, ma da un'unit linguistica di Accadi e di Sumeri. Convivendo per centinaia di anni hanno finito per unificare le loro lingue. Quella di Sumer una civilt che ha preceduto e seguito l'epoca della dinastia sargonica. La capitale UR, lasciata da Abramo verso il 1850 a.C., stata l'ultimo splendore sumero. Fu sumera. Dunque, Semerano sbaglia quando relega a semplice sostrato la lingua sumera: precedette e segu la parlata accadica. Il Grande Vecchio ha fatto un lavoro titanico (5): non si arreso al fatto che tutti credano ancora ad una favola ed ha speso la vita per farla riconoscere come favola. Il suo capolavoro, Le origini della cultura europea, ha pi di venti anni (1984) e non stato ancora accolto. Concludere il suo lavoro, spazzando l'aia anche del 'ceppo semitico', ci che resta da fare. L'aia ripulita si mostrer, forse, pi splendente di quanto la vede il Maestro. Apulejo e Virgilio, come conoscitori del ME, ci conducono ad esplorarla.
NOTE: (1) Linguisticamente la definizione corretta, sulla base della definizione di meato come 'passaggio' e di ME come concetto da individuare e chiarire. (2) -Canto per me solo?-. (3) e si rivelano favole tutte le ricostruzioni strutturaliste non basate su reperti di quei tempi. (4) Giovanni SEMERANO, La favola dell'indoeuropeo, Milano, Bruno Mondadori, p.84. (5) TI TA AN, 'coloro che vivono in Cielo'.

90 VERMO REO giugno 2005 ____________________________________________________________________________________

Cerchiamo il meato (1) ('collegamento stretto') tra la nostra civilt (del 'me', io oggettivo) e la civilt sumera (dei ME, 'i nomi divini che danno nome a tutti i nomi'). Cerchiamo di andare dai 'forellini nell'impermeabile' (meati) ai 'forellini nel cielo' (stelle, meacula). Prendiamo due buoni Viatores (accompagnatori): Virgilio e Dante, che ci mostrano gli estremi cosmicoreligiosi. Si tratta di osservare il meato di Virgilio e l'opposto 'vermo reo' di Dante. Si noter che il confronto tra due luoghi letterari preferiti degli autori (non tra due accidenti marginali) (2). Il salto di concezione massimo tra la nostra visione del mondo (che mette il fuoco all'Inferno) e quella di Dante-Virgilio (che mettono il ghiaccio all'inferno ed il fuoco nell'empireo, in paradiso). Vediamo i (3) meatus di Virgilio: Excudent alii spirantis mollius aera (credo equidem), vivos ducent de marmore voltus, orabunt causas melius caelique meatus describent radio et surgentia sidera dicent (4)

Eneide VI, 847-850

Foggeranno altri con maggiore eleganza spirante bronzo, credo di certo, e trarranno dal marmo vivi volti, patrocineranno meglio le cause, e seguiranno con il compasso i percorsi del cielo e prediranno il corso degli astri I 'percorsi del cielo' sono i caeli meatus ed 'il corso degli astri' verra' pre-detto rispetto al sorgere delle stelle che fanno sempre lo stesso giro. Meatus sono anche i moti del cielo (5), come giustamente chiarisce il

dizionario (6). Il nostro 'meato uditivo' smette di essere un 'passaggio stretto' (e vuoto) ed entra a convertirsi ad una dimensione cosmico-religiosa. Chi racconta e prevede gli eventi futuri vaticinando dai Campi Elisii (dal Cielo) in questo passo l'anima di Anchise (AN KI ES, nome etrusco (7), come TUS KI, che significa 'messo/i gi dal Cielo sulla Terra') che profetizza per Enea il corso degli astri. Dopo un elenco di personaggi romani terminato con la stirpe dei Fabii inserisce un 'foggeranno altri' che per Virgilio etrusco si deve intendere 'altri rispetto a me -etrusco- e a noi -etruschi-': -trarranno altri dal marmo volti vivi (8), patrocineranno meglio di noi le cause (9) e seguiranno (come noi) i percorsi del cielo-. I Romani naturalmente hanno inteso 'altri personaggi romani oltre ai gi citati'. Il Fato, dice (10), d ai Romani il compito di dominare le genti; almeno, -tu ricorda, o romano, di [] (11) stabilire norme alla pace, di risparmiare ai sottomessi e debellare i superbi-. I ME-ati di Virgilio sono dunque i percorsi del cielo (e Virgilio si firma (12) Melboeo, 'colui che assaggia i ME'). Questo significato della parola meato oggi perduto ed all'altro estremo; si va dal nostro minimo passaggio stretto- al massimo sema -percorsi del Cielo-. Sono ancora 'passaggi stretti' in Virgilio, puntini di aghi -le stelle-, meacula (13). Non cambiata la cosa osservata; cambiato il sistema mentale, la weltanchaung, la concezione del mondo dell'osservatore. I percorsi del cielo in sumero sono: AA. Il ME, che d nome a tutti i nomi al centro del percorso: A.MEA. Il ME lega e separa gli A, come fa AIA, dove I 'canale' che separa e unisce gli A. Uguale A.DE..A, dove il DE unisce e separa Ade e Dea, il dio della morte e la dea della vita. ME A TU = ME A UT, 'percorso del sole (sumero UT) nel cielo'. ME A TI = ME A IT, 'percorso del sole (accado IT) nel cielo'.

SIM TU il Fato, un percorso del sole UT che porta sempre al tramonto (14). Oltre il tramonto entriamo nel AITA, nell'anticielo degli Inferi (15). Qui passiamo al racconto di Dante: Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura che comincia cos l'Inferno. Come finisce l'iter di Dante all'Inferno, accompagnato da Virgilio? Dal mezzo del cammino, dal Cielo agli Inferi, Dante scende fino al centro dell'universo dove confinato Lucifero, il vermo reo, immerso nella Ghiaccia. E risale, capovolgendosi: Non era camminata di palagio, L 'veravam, ma natural burella, Ch'avea mal suolo e di lume disagio. [] Ed elli a me: -Tu imagini ancora D'esser di l dal centro, ov'io mi presi Al pel del vermo reo che il mondo fora.

Inferno, XXXIV, 97-99

Inferno, XXXIV, 106-108

La 'natural burella' sinonimo di meato (Dante non ha il significato dei ME) mentre il vermo reo, a tre teste, Lucifero, il simmetrico di Dio (che Potenza, Sapienza, Amore - 'e 'l terzo parea foco' Paradiso XXXIII 119'): impotenza, ignoranza e odio -'Cocito tutto s'aggelava' Inferno XXXIV 52-. U ER, di vermo, 'il cammino del Cielo' in sumero (16). Mo-MU (17) il 'nome che immortalizza'. Verme < uerme < U ER ME il 'cammino dei ME dal Cielo'. Linguisticamente possiamo osservare il significato di Lucifero (18), il migrante dal Cielo, dalla Luce della

Verit al Buio delle tenebre: U ER UM >

U ER MU.

Un motore di ricerca ci d 19 ricorrenze di Uerm- nella Divina Commedia (19): 11 nell'Inferno (11 sono i mesi dello zodiaco sumero (20)), 7 nel Purgatorio ( il numero degli di portatori dei ME) ed Uno nel Paradiso: U ER U, il Vero. Vermis, vermis sing.< UER MIS = UER SIM, cammino dal Cielo del Fato.
NOTE: (1) Proseguendo l'articolo di maggio in archivio: Meato al ME. (2) La devozione a Saturno di Virgilio, dio che in sumero si esprime SAG US, 'inizio fine', e la concezione teocentrica di Dante ci autorizzano questo inquadramento di estremi: ME A TUM - UER ME. Abbiamo detto 'luoghi preferiti' per evitare il tecnicismo 'topoi'. (3) E' l'unica citazione del termine nell'Eneide. In questo senso, anche se plurale, dovremmo dire 'il' termine meatus. (4) Seguito: tu regere imperio populos, Romane, memento // (hae tibi erunt artes) pacique imponere morem, // parcere subiectis et debellare superbos.(5) soggetto, oltre che oggetto dei percorsi. IT ER, cammino del Sole. (6) diz. Georges Calonghi, Torino, Rosemberg & Seller, 1964. (7) Espresso in sumero. (8) Dal momento che la civilt etrusca morente, quando scrive. (9) Un pensiero a Cicerone, che la Storia ci consegna come il primo degli avvocati, incapace di capire TAGES. (10) Rassegnato. (11) [di dominare le genti; queste saranno le tue arti]. Abbiamo messo tra parentesi l'invito principale, che rende il messaggio coetnico ai Romani. (12) In calce alle Georgiche: Ero io, Virgilio, colui che si rivolgeva a te, Titiro. Ed era Melibeo colui che si rivolgeva a Titiro, il Sole (TIT, lettura di IT). (13) Meaculum, i , n. 2, (meo) idem ac meatus. [Marziano] Capella 8, p. 274. Apud vos, superi caelestesque, qui vestra recensebitis meacula, non tacebo. h.e. qui cognoscetis vestros in caeli regionibus excursus; hic enim loquitur Astronomia. Alii minus recte leg. Metacula. Aegidii FORCELLINI, Lexicon totius latinitatis, Patavii 1864. (14) 'Tramonto' un altro significato di SIM TU, e SIM TAN. (15) Nome etrusco del dio degli Inferi e, per estensione, del mondo degli Inferi. IT il nome accado del Sole. (16) U, che si pu leggere anche AN TA, Alto Cielo: unifica la devozione di tutte le etnie ittite. U IT A l'etetimo di vita. (17) Di 'mo': il sumero maschera sempre la vocale 'o' con la 'U'. (18) 'colui che porta la luce'. (19) Verm nella Commedia di Dante Inferno: 11 ricorrenze, come gli 11 mesi dell'IN NUM. 1.03.69 da fastidiosi vermi era ricolto. 1.03.134 che balen una luce vermiglia 1.06.16 Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, 1.06.22 Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, 1.08.72 vermiglie come se di foco uscite 1.12.101 lungo la proda del bollor vermiglio 1.13.100 Surge in vermena e in pianta silvestra; 1.28.69 ch'era di fuor d'ogni parte vermiglia, 1.29.61 che li animali, infino al picciol vermo, 1.34.39 L'una dinanzi, e quella era vermiglia; 1.34.108 al pel del vermo reo ch 'mondo fra. Purgatorio: 7 ricorrenze, come gli di del ME

2.02.07 s che le bianche e le vermiglie guance, 2.10.124 non v'accorgete voi che noi siam vermi 2.10.129 s come vermo in cui formazion falla? 2.27.39 allor che 'l gelso divent vermiglio; 2.28.55 volsesi in su i vermigli e in su i gialli 2.29.114 e bianche l'altre, di vermiglie miste; 2.29.148 anzi di rose e d'altri fior vermigli; Paradiso: 1 sola ricorrenza, come l'Uno 3.16.154 n per division fatto vermiglio Questo l'ultimo verso del 16 (met di 32. I canti sono 33); il 17 comincia con i martiri della fede. Si riferisce al giglio di Firenze, che era bianco in campo rosso con i Ghibellini, e divenne rosso in campo bianco con i Guelfi. Dante, Ghibellino della fazione dei 'bianchi', ricorda anche in Paradiso il motivo del suo esilio. (19) Vedremo di approfondire queste combinazioni che non riusciamo ad accantonare come casuali. La societ Ibn 'Arabi ci ha risposto che non considera fondate le supposizioni che collegano l'opera di questo autore, morto 25 anni prima della nascita di Dante, con l'opera di Dante.

91 MES - luglio 2005 _______________________________________________________________________________________

La nostra ricerca del ME continua. 'Meato al ME' (1), passaggio al ME, muta qui lo scopo al plurale: 'meato ai ME'. Noi cerchiamo di collegare nella lingua 'me' (it.) < me (lat.) < ME (sumero). Semplice? No! Roba da alieni (per ora). Popper l'epistemologo che ci invita a batterci per superare l'alienazione, cio l'isolamento (Dice: Nessuna preoccupazione! Non fa legge scientifica il pensiero concorde di tutti. E' solo un'opinione). MES sillaba crasi di ME ES, terza persona plurale del verbo essere (2). ME , terza persona singolare. MES significa: 'MES sono' (3). I ME sono il caposaldo dell'ideologia religiosa sumera, sono 'i nomi divini che danno nome a tutti i nomi del mondo'. Sono l'unica parola che, pronunciata da uno dei sette dei (NU ME), crea. Her Mes, nome greco di Mercurio, il dio della comunicazione (4): significa 'cammino ER nel Cielo HE dei ME'. Hermes comunica che la societ sumero-accadica base dei Misteri Eleusini e che Kore, figlia di Demetra, lettura di E KUR, tempio di En lil (articoli d'archivio del 2004: 29.8, 12.09, 26.09, 10.10). Comunicazione creativa divina che si pu interrompere: tar mes, sono le tarme in latino, i tarli, che interrompono (TAR) i ME del tessuto e del legno con i loro buchi (le TRA-ME!). Legno MES, come si pu vedere nell'inno sumero-accado della raccolta del Castellino (5), legno dei ME. L'animismo che sta dietro a questa comunicazione (6) fa apparire bizzarro per noi il collegamento dei tarli, delle tarme e dei MES. GILGA MES l'eroe sumero della famosa saga della ricerca dell'immortalit. Il suo nome GIL/LIG GA MESH potrebbe significare 'portare/cessare la luce G del deposito dei ME'. Portare la luce fa sperare nel nome MU, che d l'immortalit; cessare indica la rassegnazione alla fine mortale. ME-so-potamia era la terra di mezzo tra i due fiumi, il Tigri e l'Eufrate. Era mesa, in latino, cio 'quella di mezzo'. In medio stat virtus il detto notissimo: me-dio il ME divino. Anassagora il filosofo ionio che ci lasci il sistema filosofico basato sui ME (7). Pu venir chiamato 'omeomeria' il sistema di parti (meros, in gr.) che formano e completano il mondo. L'origine ed il motore dei ME, cio dei semi del mondo, il Nous, che possiamo chiamare Unus, l'Uno, che NU, inizio, ed US, fine. E' Dio, possiamo dire. Anassagora laicizza un insieme binario che ha nel Nous il suo motore fisso e immobile e nelle meria, il nostro mobile mondo, la sua

ombra: MER UM, 'ombra del cammino dei ME'. NU ME un'espressione uguale in italiano, latino (abl.) e sumero che sintetizza il sistema binario di Anassagora in un unico sistema metafisico. Esce dall'elisione della fine (US) nel Nous (che ci lascia il NU), e dall'elisione del sacro (RU) nel ME RU ( > meru > mero). Meria quella parola italiana che significa luoghi ombrosi (8). Dal latino meria, plurale di merum, -i, n. sing.. Dal sumero MER UM, ombra del cammino dei ME, plurale MER IA, 'luogo del cammino dei ME'. SU MER IA un'italianizzazione, dai Sumeriani dell'astronomo Schiaparelli (9), dell'accadica SU MER, 'cammino dei ME dalla Luna'. Il cammino dei ME dalla Luna non lascia vedere un luogo (IA) (IA si conserva in latino: Venet-ia, terra dei Veneti) sulla Terra, di notte. Il luogo IA si vede di giorno nelle meria. Meriggio la parola italiana omologa corrispettiva, traduzione di meridie. La scansione MER IG GI U ci mostra, nel Cielo (U) il cammino dei ME (MER) segnato dalla luce (IG) e dall'ombra (GI). L'italiana 'giorno' viene dalla latina diurnu, aggettivo che ha base dies, giorno. La di latina dio (nelle Georgiche di Virgilio) che corrisponde alla luce, scritta IG e letta GI. La sostituzione di > Gi viene anche da identit semantica. In diurnu abbiamo UR, sumero, 'base' RU 'sacra' di dio, di, che 'd inizio, NU. La stessa radice sumera per le altre lingue europee ci induce a due brevi digressioni sul francese e sull'inglese. L'italiana 'messaggio' viene radicata nel francese message (da lo Zingarelli '98). Mes, in fr., oggi 'miei'. Nel fr. antico mes era messi, messaggeri. Messaggi, it., suggerisce MES SAGGI, i ME dei saggi. Gli IG GI del meriggio vengono spiegati dagli IGIGI ed aiutano a capire i SAG GI. Mesh, in ingl., 'rete' e 'to mesh' irretire. E' la rete del sistema delle omeomerie di Anassagora basate sui MES. Il nostro mes-saggio termina dando rilievo a MES SAG GI, dove SAG GI era il nome etnico dei Sumeri. ME dei SAG IG sono i nomi del mondo, delle meria, ed i SAG IG erano le 'teste aperte' a riceverli (l'italiana saggi contiene questo significato). SAG IG nel MER IG GI U potevano ricevere gli IGIGI e distinguere gli angeli IG dai demoni GI. Teste nere per gli Indoeuropei, incapaci di distinguere. Sommario PAROLE SUMERE ORIGINALI ANALIZZATE: MES, plurale di ME. Come dalla grammatica della Thomsen, citata in nota 2, in nota 3 si osserva che MES sono i ME al plurale. Come verbo ME strettamente collegato al verbo essere. Come pronome viene scritto ME EN. La lettura LCSS lo propone enunciato come EN ME. In ci analogo a TE EN, che d EN TE. Ente, latina, ablativo di ens-entis ed la parola conservata in italiano. Ente conservato nel significato di soggetto-entit o soggetto sociale non ulteriormente precisato. EN ME non passato in latino e non giunto in italiano. Mente s, da TE MEN, come visto agli articoli: 30.12.01 DAR VOCE ALLE PIETRE -TE MEN, pietra di fondazione; 5.01.03 ANTARES ANIMA/ANIMUS MUNDI; 17.01.03 IL SOLSTIZIO SBAGLIATO te men-sibus addas; 23.01.03 ORIENTAMENTO SUMERO DEL CIELO DI VIRGILIO, dove si analizza a fondo la protasi delle Georgiche; 7.12.03 MADRE TERRA; 26.09.04 KUR; 3.04.05 GALBULO. TAR, in una rubrica guidata da AN TAR ISH, sillaba largamente analizzata. Riassumiamo la traduzione, senza inviare ai punti specifici: TA AR luogo (TA) del Sole (AR, che si legge anche in RA) ed 'non luogo' AT. Gli exta sono le interiora dell'animale sacrificato dai quali venivano tratti gli omina, le previsioni sulla base della divinazione. Ex-ta, dal luogo-non luogo AT. Ex < E GH, 'casa della luce'. Arma, prima parola dell'Eneide, mostra le 'armi divine' AR AM, del Sole. MER, crasi di ME ER, in merum, ombra (UM) del cammino (ER) del ME. IA luogo che, isolato, si legge AIA. SAG GI si leggeva SAG IG, teste aperte, agli IGIGI. Si conserva nell'italiano saggi nella lettura diretta. Il sumero SAG US, nome di Saturno, trova la versione diretta latina sagus, profetico -perch conosce l'inizio SAG e la fine US di un evento prima che si completi. * Si ringrazia per la collaborazione Carlo Frison autore della pubblicazione "Dal pilpotis al doge, La collegialit del governo veneto", edito dalla Libraria Padovana Editrice nel 1997

NOTE: (1) Articolo del mese di maggio 2005, in archivio. (2) Marie-Louise THOMSEN, The sumerian language, 2001 Akademish Forlag, Copenaghen, p. 273. (3) Riferisce la Thomsen: " Le forme finite del ME [nostro il maiuscolo]. ME ricorre sempre come un verbo partecipante a tutti i suffissi pronominali: 1.sg. ...-ME- en; 2.sg. -ME-en; 3.sg. -ME; 1.pl. -ME-enden; 2.pl. ME-enzen; 3.pl. -ME-es." (4) Gi visto 'Hermes' il 25.08.02, ora in archivio, dopo 'ME', del 28.07.02, e Menerua, del 11.08.02. (5) A cura di Giorgio Castellino, Testi sumerici e accadici, 1977 Utet, Torino, p. 224: "Ruppe il sigillo del magazzino, ne tolse i tronchi, Gudea s'avvicin ai tronchi, li esamin attentamente, spian del legno mes, spacc con l'ascia del legno halub."

(6) E che deve essersi bruciato nel rogo di Giordano Bruno nell'anno 1600. (7) Nato nel 500 circa a.C. a Clazomene, in Meonia, cio nell'Anatolia. Fu ad Atene, dalla quale fu cacciato per empiet, perch negava la divinit dei corpi celesti. Torn a Lampsaco, in Asia Minore, dove fece scuola prima di morire. (8) Lo Zingarelli '98. (9) Sumeriani del paese di Sumer chiama quelli che oggi diciamo Sumeri, e Accadiani del paese di Accad, in Giovanni SCHIAPARELLI-Scritti della storia della Astronomia antica, Milano, Mimesis, t. 1, 1997, p. 50 e sgg. Sumeria la loro terra, secondo il suo filo.

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