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Collana Fuori (il Sirente)

il Sirente “Fuori” si caratterizza come collana potenzialmente aperta. Essa attraversa zone d’ombra, nascoste o marginali, zone di frontiera. Zone in senso geografico, anzitutto, attraverso la scoperta di opere e autori di riconosciuto valore in patria o all’estero, ma scarsamente o per nulla noti in Italia: un modo di far luce sul panorama letterario internazionale, al di là dei nomi noti, a partire dalle opere “prime” di ciascun autore. Ogni opera di questa collana – e la scelta di pubblicarla – è da parte sua caratterizzata da un discorso al livello di linguaggio e di contenuti: l’interesse ricade sia su lavori situati su un piano di rappresentazione surreale o fantastica sia su lavori che si confrontano con il tema della marginalità, o, meglio, delle marginalità. In questo quadro trovano collocazione i primi titoli della collana, provenienti per la maggior parte dal fecondo mondo della letteratura canadese, e in particolare della letteratura canadese francofona, oggetto spesso di una considerazione minore rispetto a quella anglofona. Troviamo qui autori come François Barcelo (Agénor, Agénor, Agénor e Agénor), Gaëtan Brulotte (La Rivelazione), André Carpentier (Taccuino sulla fine possibile di un mondo), Norman Nawrocki (L’Anarchico e il diavolo fano cabaret), ma anche le riflessioni dell’indimenticabile Pierre Clémenti sul sistema carcerario (Pensieri dal carcere), oltre ad attese novità dall’estremo oriente e dal centroamerica. La collana ha una sua identità grafica, con la prima pagina del libro in prima di copertina e l’immagine – foto, disegno o elaborazione grafica – in quarta. Duplice l’obbiettivo di questa scelta: ricordare al lettore che afferri per la prima volta il volume rigirandolo tra le mani la non univocità del reale e consegnare subito in faccia (e in mano) al lettore quella che speriamo essere la sua prossima avventura.