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Universit Mediterranea di Reggio Calabria

FACOLTA DI INGEGNERIA

Corso di

GEOLOGIA APPLICATA

Maria Clorinda Mandaglio

TESTI CONSIGLIATI

- Dispense del Corso

- Scesi L., Papini M., Gattinoni P. (2006). Geologia applicata Il rilevamento geologico-tecnico. Casa Editrice Ambrosiana

TERMINOLOGIA

GEOLOGIA
Scienza che studia la costituzione e la struttura della terra, nonch le cause che ne hanno determinato e ne determinano levoluzione

GEOMORFOLOGIA
Scienza che studia ed interpreta le forme esterne della superficie terrestre

GEOLOGIA APPLICATA
Scienza che studia e risolve i problemi di carattere ingegneristico ed ambientale che sorgono dall'interazione fra componente geologica di un territorio ed attivit umane svolte su di esso

GEOLOGIA APPLICATA
Evidenzia le condizioni geologico-stratigrafiche ed idrogeologiche del sottosuolo (MODELLO GEOLOGICO-TECNICO) attraverso un piano articolato di indagini geologiche, geomorfologiche, geologico-strutturali, idrogeologiche, geofisiche
Indagini in sito (geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, ecc.) Caratterizzazione geologicotecnica

Modello geologico-tecnico

Modello geotecnico

Modello di calcolo

Progetto

GEOLOGIA GENERALE

MODELLO COSTITUTIVO DELLA TERRA


Formata nelle sue linee essenziali da: CROSTA (oceanica, continentale), MANTELLO (superiore, inferiore), NUCLEO (esterno, interno).

1= nucleo interno 2= nucleo esterno 3= mantello inferiore 4= mantello superiore 5= crosta

STRUTTURA E COMPOSIZIONE DELLA TERRA

La struttura interna della Terra stata ricostruita con metodi indiretti, il pi diffuso quello sismico che si basa sulla propagazione delle onde elastiche generate dai terremoti

Velocit delle onde sismiche (km/s)

INDIVIDUAZIONE DELLE DISCONTINUIT DELLA TERRA

sup.

Zona di transizione Mantello


inf.
est.

Discontinuit di Gutemberg

Nucleo
int.

STRUTTURA E COMPOSIZIONE DELLA TERRA


Crosta e mantello superiore sono sede dei fenomeni geologici che interessano pi direttamente le attivit umane

Propriet degli strati formanti la Terra

[da Attewell & Farmer, 1976]

MODELLO CINEMATICO
Mantello rigido + Crosta terrestre = LITOSFERA
Mantello viscoelastico (parzial. fuso) = ASTENOSFERA

TETTONICA A PLACCHE
La litosfera (crosta + mantello rigido) suddivisa in placche che possono coinvolgere contemporaneamente aree continentali e aree oceaniche, oppure solo le une o le altre

SISTEMA TERRA E SUA EVOLUZIONE

[da Pipkin et al., 2005]

Variazioni di temperatura allinterno della Terra => => correnti convettive nellastenosfera => => movimenti relativi fra le placche litosferiche => => risalita di magma basaltico lungo le dorsali oceaniche => formazione di nuova crosta e allontanamento fra le placche

EVOLUZIONE DELLA CROSTA TERRESTRE


c.ca 220 Ma c.ca 190 Ma

Posizione relativa dei continenti in 4 periodi a partire dal Trias inferiore

c.ca 140 Ma

c.ca 65 Ma

MOVIMENTI RELATIVI FRA PLACCHE

Allontanamento di placche (dorsali oceaniche)

=>

Scontro fra placche (una continentale e una oceanica) => Scontro fra placche continentali =>

Allontanamento di placche
Dorsali oceaniche: zone di accrescimento (fuoriuscita di materiale lungo la
dorsale ed allontanamento delle placche simmetrico rispetto allasse della dorsale. Lasse della dorsale non continuo ma interrotto da faglie trasformi)

Scontro fra due placche (continentale + oceanica)


Zone di subduzione (inflessione della placca oceanica e suo progressivo riassorbimento nel mantello) => formazione di fosse oceaniche (e successivi processi di sedimentazione) => fusione e formazione di nuovo magma => origine di terremoti profondi

Scontro fra due placche (continentali)


Zone di obduzione (accavallamento fra due placche) => formazione di catene montuose (orogenesi), => loro progressivo innalzamento (e successivi processi di erosione).

FENOMENI ENDOGENI PRINCIPALI


Collegati al movimento delle placche (continentali, oceaniche), alla formazione e risalita di magmi verso la superficie terrestre ed ai processi orogenetici. Comprendono: PLUTONI VULCANI TERREMOTI

Relazioni tra le principali placche terrestri ed i fenomeni endogeni connessi ai loro movimenti relativi: posizione dei principali vulcani e degli epicentri di terremoti recenti.

[da Bell, 1998]

FENOMENI ENDOGENI
PLUTONI: derivano dalla solidificazione di magmi (prevalentemente a composizione acida) allinterno della crosta terrestre, sotto forma di grandi ammassi, accompagnati da un reticolo di filoni (dovuti alla solidificazione entro fratture) e circondati da unaureola di rocce metamorfiche di contatto. Visibili solo dopo processi di erosione.

I PLUTONI Rappresentazione schematica di un plutone granitico, con relativi filoni e porzione superiore asportata dai processi di erosione.

FENOMENI ENDOGENI
VULCANI: derivano dalla fuoruscita in superficie di magmi: - magmi basici (contenuto in silice circa uguale al 45%, poco viscosi) danno luogo a colate laviche (con modesta emissione di gas); - magmi acidi (contenuto in silice maggiore del 65%, molto viscosi) danno luogo in prevalenza ad eruzioni esplosive (con emissione di prodotti piroclastici).

I VULCANI

TIPI DI ERUZIONI
Eruzioni centrali Cono vulcanico edificato per successive colate di lava emesse da una bocca centrale. Eruzioni laviche Eruzioni piroclastiche Eruzioni composte

Eruzioni lineari

Tipi di eruzioni - CENTRALI


Eruzioni laviche
La lava fluisce facilmente (basaltica), si espande e forma un ampio vulcano a forma di scudo con versanti poco acclivi.

Tipi di eruzioni - CENTRALI


Eruzioni piroclastiche Bocche vulcaniche che espellono piroclasti, i frammenti solidi si accumulano e formano coni di scorie, il cui profilo determinato dallangolo massimo a cui i detriti sono stabili.

Tipi di eruzioni - CENTRALI


Eruzioni composte Vulcano che emette sia lava sia piroclasti; si forma un cono composto o stratovulcano.

Tipi di eruzioni - LINEARI


La lava defluisce rapidamente dalle fessure e forma estesi strati invece di accumularsi edificando un cono vulcanico.

PRODOTTI ERUTTIVI
PIROCLASTI: prodotti vulcanici emessi nel corso di eruzioni esplosive.

Hanno nomi diversi a seconda della loro origine e delle loro dimensioni. > 64 mm bombe (emesse allo stato liquido) blocchi (emessi allo stato solido)

64 mm 2 mm lapilli
2 mm 62 micron cenere grossolana 62 micron cenere fine

PRODOTTI ERUTTIVI
BASALTI

FENOMENI ENDOGENI
I TERREMOTI
TERREMOTI: movimenti del suolo dovuti a rotture e/o dislocazioni di grandi masse rocciose, a seguito di: 1) movimenti relativi fra le masse rocciose, 2) lento accumulo di energia, 3) rapida liberazione dellenergia sotto forma di onde sismiche.

Volume di roccia che, sottoposto a tensione, si rompe dando luogo a scorrimento relativo lungo un piano di debolezza (piano di faglia).

La rottura ha inizio nellipocentro e si propaga lungo il piano di faglia, consentendo lo scorrimento relativo dei due lembi di faglia. Geometria della faglia e senso del movimento sono determinati dalla combinazione di sforzi tettonici a carattere locale e regionale.

Ipocentro o fuoco sismico: zona interna alla crosta terrestre in cui si origina la frattura, con liberazione di energia.
Epicentro: zona della superficie terrestre posta sulla verticale dellipocentro, dove arriva un insieme di onde di varia frequenza e velocit che fanno vibrare il terreno.

TEORIA DEL RIMBALZO ELASTICO


Lenergia immagazzinata nelle rocce si libera in parte sotto forma di onde elastiche, generatrici di terremoti, e in parte sotto forma di calore.

TIPI DI TERREMOTI
- Tettonici, lorigine delle onde sismiche provocata dal generarsi di faglie, sono i pi importanti.

- Vulcanici, la liberazione di onde sismiche provocata dalla risalita delle masse magmatiche sotto la spinta dei gas.
- di Crollo, lorigine delle onde sismiche dovuta alla caduta improvvisa di volte di caverne, di gallerie o anche di grandi falde rocciose su versanti montuosi.

Simulazione Onde sismiche

La rottura delle rocce allinterno della terra libera energia sotto forma di onde elastiche (onde sismiche), che vengono registrate dai strumenti chiamati sismografi

Le onde sismiche

Le onde sismiche
Ipocentro (o fuoco) Epicentro

Onde P Onde S

Onde L

Sismogramma

Sismografo

Le onde sismiche
Sono caratterizzate da un trasferimento di energia e non da un trasporto di massa.

Onde P, prime o di compressione, devono la loro propagazione a successive fasi di compressione e di espansione delle rocce, per cui le particelle vibrano avanti e indietro nella stessa direzione in cui avviene la propagazione. Si propagano in qualsiasi mezzo

Le onde sismiche

Onde S, seconde o trasversali o di taglio, la vibrazione provoca loscillazione delle particelle lungo un piano perpendicolare alla direzione di propagazione. Si propagano soltanto nei solidi.

MOTI DEL SUOLO


Onde P

Onde S

4 k k Vp =V 3 P
4 3

Vs =

= densit = modulo di taglio Resistenza che oppongono le rocce alle forze che tendono a variare la forma

k = modulo di incompressibilit Resistenza che oppongono le rocce alle forze che tendono a variare il volume

Le onde sismiche
Onde superficiali L

Onde Rayleigh: si trasmettono in qualsiasi mezzo e producono spostamenti retrogradi e di forma ellittica nel piano verticale.

Onde Love: producono spostamenti orizzontali, trasversali rispetto alla direzione di propagazione.

Strumenti di registrazione
SISMOGRAFI: strumenti costituiti da masse sospese per mezzo di molle che restano ferme per inerzia quando si verifica un terremoto, mentre una punta scrivente, fissata alla massa sospesa, segna i movimenti su un rullo di carta avvolto attorno a un cilindro in rotazione, solidamente ancorato al suolo e quindi capace di entrare in vibrazione contemporaneamente alle vibrazioni della terra stessa.

Sismogrammi
La registrazione del sismografo un sismogramma, su cui si pu leggere larrivo successivo delle onde sismiche.

Si distingue una prima parte riferibile alle sole onde longitudinali, le pi veloci e quindi le prime ad arrivare, una seconda parte formata dalle onde longitudinali e da quelle trasversali, una terza parte formata dalle onde longitudinali, trasversali e lunghe, e talvolta una parte finale o coda formata soltanto dalle onde lunghe, prima quelle di Rayleigh e poi quelle di Love.

Grandezze misurate
La misura delle onde sismiche pu avvenire in termini di energia rilasciata allipocentro (magnitudo M) oppure attraverso la stima degli effetti in superficie (intensit). Magnitudo: grandezza collegata alla quantit di energia che le rocce possono accumulare prima di rompersi e allarea della frattura. Il valore dellenergia effettivamente liberata da un terremoto si ricava dalla magnitudo mediante relazioni empiriche che variano a secondo delle aree geografiche e soprattutto geologiche. In Italia la relazione che si adopera la seguente: log E = 9,15 + 2,15 M con E espressa in erg e M magnitudo delle onde di superficie. Intensit sismica: Grado di danneggiamento delle strutture e dellentit dello sconvolgimento del suolo che si verifica in tutta larea in cui il terremoto avvertito.

Grandezze misurate

Grandezze misurate

Grandezze misurate
Accelerazione massima al suolo (Pga): parametro espresso come percentuale dellaccelerazione di gravit (g) sulla superficie terrestre. Consente di stimare le forze che agiscono sulle strutture durante i terremoti, con particolare riferimento alle spinte orizzontali, le pi pericolose per gli edifici. Strumenti di misura accelerografi

Per la valutazione della pericolosit sismica, riveste grande importanza la componente orizzontale della accelerazione massima al suolo

Scale di misura
La misura dellintensit dei terremoti basata su scale empiriche, suddivise in gradi di danneggiamento crescente, normalmente indicati con numeri romani, ognuno dei quali individuato da una serie di effetti che un certo terremoto provoca sulle persone, sugli oggetti, sulle costruzioni e sul territorio (dati macrosismici) (es. scala MCS). Le varie scale di misura hanno in comune una serie di effetti caratteristici, riferiti allesperienza locale:

a effetti psichici e meccanici sugli uomini e sugli animali;


b effetti sugli oggetti; c effetti sulle costruzioni; d effetti sul suolo; e effetti sulle acque superficiali e sotterranee; f effetti geologici e geomorfologici.

Grado di danneggiamento

Scale di Misura

MCS

Effetti in superficie delle onde sismiche

Onde longitudinali (P): raggiungono la superficie terrestre, vengono rifratte dallaria e, se la loro frequenza di un certo tipo, nel propagarsi nellatmosfera danno luogo a vibrazioni acustiche che sono la causa dei rumori e dei boati che talvolta vengono uditi quando si verificano i terremoti. Onde trasversali (S): producono spostamento sia orizzontale che verticale della superficie terrestre sono in grado di danneggiare le strutture. Onde superficiali (R e L): provocano i danni maggiori a causa della loro ampiezza.

Le onde sismiche, allontanandosi dallipocentro, subiscono generalmente un assorbimento progressivo (attenuazione), causato dallattrito interno delle rocce, che comporta la trasformazione dellenergia meccanica in energia termica.

Le onde sismiche, allontanandosi dallipocentro, subiscono generalmente un assorbimento progressivo (attenuazione)

Conseguenze dei terremoti 1) Deformazioni: danni/distruzioni di: edifici (pubblici, privati); infrastrutture (strade, ferrovie); tubazioni interrate (es. oleodotti); altre opere antropiche (es. dighe).

=> rotture nel terreno e riattivazione di faglie; innesco di frane (es. crolli); innesco di valanghe; modifiche di corsi dacqua; svuotamento/riempimento di laghi.

Conseguenze dei terremoti

2) Variazioni di pressione neutra: => livello delle falde idriche; portata/temperatura delle sorgenti; liquefazione dei terreni; innesco di frane (per liquefazione). 3) Tsunami: => distruzioni lungo le coste.
4) Conseguenze sociali, politiche, economiche: => panico incontrollato; criminalit indotta; uso del suolo e del territorio.

Effetti dei terremoti sulla superficie

Effetti dei terremoti sulle costruzioni

Effetti dei terremoti sulle costruzioni

Isosisme per il terremoto dellIrpinia 1980

Fenomeni indotti: i maremoti o Tsunami

Sono onde lunghe che si propagano in acqua con periodo generalmente compreso fra 5 e 60 minuti. Possono essere generate da: - Eruzioni vulcaniche; - Frane sottomarine;

- Crolli di roccia in mare;


- Forti Terremoti sottomarini ( 7 magnitudo Scala Richter).

Fenomeni indotti: i maremoti o Tsunami

Ipocenter

1) Si sposta una grande massa d'acqua; 2) Lo spostamento dell'acqua si propaga progressivamente e crea onde lunghe (qualche centinaia di chilometri) e di grande durata (qualche decina di minuti);

3) La forza distruttiva dipende dall'altezza di colonna d'acqua sollevata. Un terremoto in pieno oceano pu essere estremamente pericoloso, perch pu sollevare e spostare tutta l'acqua presente al di sopra del fondale marino;
4) Lenorme massa d'acqua spostandosi in prossimit delle coste trova un fondale marino sempre pi basso e tende a sollevarsi ulteriormente.

Fenomeni indotti: i maremoti o Tsunami

Distribuzione dei terremoti

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