Movimenti di pendio
Fanno parte dei PROCESSI ESOGENI DI EROSIONE (sensu lato). Definizione di frana: Movimento di una massa di roccia, terreno o detrito lungo un pendio [CRUDEN & IAEG Commission, 1991] . Comprende una grande variet di fenomeni, in termini di: - tipo di materiale coinvolto, - tipo e velocit di movimento, - dimensioni della massa in frana, - presenza o assenza di ununica superficie di taglio.
Importanza del tipo di pendio per: significativit del modello geologico, idrogeologico e geotecnico, fattore di sicurezza iniziale, cause dellinstabilit, meccanismo di rottura, velocit del movimento, evoluzione post-rottura, intensit (magnitudo) del fenomeno, pericolosit del fenomeno.
Materiali geologici: loro importanza nei riguardi dei problemi di stabilit dei pendii e nello studio delle frane
Classificazione delle frane, secondo il cinematismo prevalente ed il tipo di materiale geologico coinvolto [Varnes, 1978; Cruden & Varnes, 1993]
Crollo
Ribaltamento
Scorrimento rotazionale
Espansione laterale
Colata di terra
Circolare o cilindrica
di prima generazione (first-time), riattivata (reactivated); F. SOSPESA (suspended - attualmente ferma, ma con movimenti nel corso dellultimo ciclo stagionale);
F. INATTIVA (inactive - senza movimenti nel corso dellultimo ciclo stagionale).
Cause delle frane Importanza di riconoscere la/le causa/e di una frana: per la scelta dei criteri dintervento pi adatti alla stabilizzazione della frana; per la prevenzione di ulteriori fenomeni di instabilit in aree limitrofe e simili sotto il profilo geologico e geotecnico. In generale, pi cause (o fattori) concorrono a generare linstabilit di un pendio: cause intrinseche (o interne); cause esterne: - cause preparatorie (o predisponenti), - cause scatenanti (o innescanti). ==>
b) funzione svolta
==>
c) evoluzione temporale
==>
Linstabilit di un pendio si verifica quando, lungo una potenziale superficie di scorrimento, il rapporto fra la resistenza al taglio disponibile (dipende da f e c) e lo sforzo tangenziale mobilitato (dipende da componente tangenziale forza peso) uguale a 1
Le condizioni di instabilit (F = 1) si possono verificare a seguito di: A) processi che conducono ad un aumento di S; B) processi che conducono ad una diminuzione di R; C) entrambi i tipi di processi.
R F S
Le condizioni di instabilit (Fs = 1) si possono verificare a seguito di: A) processi che conducono ad un aumento del denominatore; B) processi che conducono ad una diminuzione del numeratore; C) entrambi i tipi di processi.
A) FATTORI CHE TENDONO AD AUMENTARE gli sforzi Rimozione di supporto laterale (aumento pendenza del versante): erosione al piede ad opera di corsi dacqua o da moto ondoso; alterazione subaerea, cicli termici (secco/umido, gelo/disgelo); interventi antropici (scavo e/o distruzione di opere di sostegno);
Sovraccarico del pendio (aumento del peso del versante): accumulo di materiale detritico in sommit; peso del manto nevoso o della vegetazione; saturazione dellorizzonte superficiale (per pioggia intensa, per disgelo o per perdite di condotte idriche, fognature, canali, bacini); interventi antropici (rilevati stradali o ferroviari, edifici o altre strutture, accumulo di materiali di scavo, discariche in genere); ==>
Rimozione di supporto in sotterraneo: attivit carsica in rocce carbonatiche; dissoluzione di gessi; deformazioni plastiche e rotture nelle rocce sottostanti; interventi antropici (attivit mineraria, scavo di gallerie); Pressioni laterali: spinte idrostatiche (acqua nelle fratture o in caverne); congelamento dellacqua nelle fratture; rigonfiamento di rocce argillose o anidritiche.
Movimenti della crosta terrestre: modifica dellinclinazione del pendio a seguito di grandi deformazioni crostali, faglie attive; Sforzi transitori (sollecitazioni cicliche ad alta frequenza): terremoti; microsismi da attivit vulcanica; franamento per crollo di grandi masse rocciose sul fondovalle; attivit antropiche (esplosioni, traffico stradale, macchine vibranti); Duplice effetto: - aumento temporaneo degli sforzi tangenziali mobilitati e inoltre - diminuzione della resistenza al taglio (per attrito e/o per coesione).
Modifiche di struttura: Diminuzione della coesione per: - fessurazione (argille sovraconsolidate, argilliti), - decompressione di pendii in masse rocciose; Diminuzione dellangolo di resistenza al taglio (e/o della coesione), per disturbo e rimaneggiamento (loess, argille sensitive, sabbie sciolte);
Sforzi transitori (sollecitazioni cicliche ad alta frequenza):
terremoti; microsismi, vibrazioni, ecc.; Duplice effetto: - accumulo di pressione dellacqua nei pori e diminuzione della resistenza per attrito, con possibilit di liquefazione; - rottura di legami intergranulari e diminuzione della resistenza per coesione. e inoltre - aumento temporaneo degli sforzi tangenziali mobilitati.
Variazioni di contenuto dacqua (e di pressione dellacqua nei pori): A seguito di: piogge intense e prolungate;scioglimento del manto nevoso; innalzamento del livello piezometrico a distanza; deforestazione (aumento del coefficiente dinfiltrazione); circolazione delle acque di scorrimento superficiale; irrigazione; costruzione di bacini idrici;
Conseguenze: - aumento di pressione dellacqua nei pori e diminuzione degli sforzi efficaci; - spinte di filtrazione; - saturazione degli orizzonti superficiali.
Alterazione (ed altri processi fisici e chimici): Diminuzione della coesione per: - rammollimento di argille sovraconsolidate fessurate o di argilliti, - idratazione di minerali argillosi, - rigonfiamento di argille montmorillonitiche, - essiccamento di argille o rocce argillitiche, - disintegrazione di rocce granulari, - rimozione di cemento per soluzione; Diminuzione dellangolo di resistenza al taglio, per scambio di ioni in minerali argillosi;
Altre cause esterne: incendio di boschi; azione disgregante da parte delle radici delle piante; tane di animali: tutte con diminuzione della coesione.
FINALITA:
Analisi della franosit di un dato territorio (area vasta) (APPROCCIO TERRITORIALE) ZONAZIONE (Valutazione di pericolosit e rischio) Analisi del grado di stabilit e progetto di stabilizzazione di un dato pendio, marginalmente stabile o instabile (APPROCCIO PUNTUALE) COSTRUZIONE (Stabilizzazione e sistemazione)
MEZZI E METODI: Raccolta, analisi ed elaborazione di dati esistenti Osservazioni fotogeologiche Indagini in situ: in superficie, in profondit Messa in opera di strumentazione e monitoraggio Misura o determinazione delle propriet geotecniche Analisi del grado di stabilit
Approccio territoriale sotto un duplice profilo: a) indagini per la valutazione dei fenomeni franosi; b) utilizzo dei dati raccolti nella pianificazione territoriale.
ZONAZIONE: suddivisione della superficie terrestre (o di una sua parte) in aree, sulla base del rischio, reale o potenziale, derivante da frane o da altri movimenti di massa.
Deformazione gravitativa profonda di versante (DGPV): deformazione gravitativa di una massa rocciosa, per la quale, a differenza dalle frane pr.d., non necessario postulare lesistenza di una superficie di scorrimento ben definita. Forme delle masse instabili e modalit di deformazione sono governate dalle diverse strutture geologicotecniche degli ammassi rocciosi interessati ( ) a loro volta dipendenti dalla natura litologica e dai caratteri di stratificazione.
Indagini in situ PROGRAMMAZIONE DELLE INDAGINI: - ESTENSIONE SPAZIALE: in superficie, in profondit; - ESTENSIONE TEMPORALE: ciclo climatico annuale, o almeno le condizioni pi gravose; - ARTICOLAZIONE IN FASI: indagini preliminari, indagini intensive, eventuali iterazioni; sorveglianza e/o monitoraggio. ASPETTI DELLE INDAGINI: - TOPOGRAFIA e MORFOLOGIA: rilievo planoaltimetrico; drenaggio superficiale; manifestazioni di dissesto; confronti fra rilevamenti a date diverse; - GEOLOGIA (s. l.): litologia; assetto strutturale; geomorfologia; idrogeologia; altri aspetti geologici; - METEO-CLIMATOLOGIA e IDROLOGIA; - VIBRAZIONI (eventuali): naturali (sismicit); indotte dalluomo; - STORIA DEL PENDIO (precedenti e attuali attivit antropiche): uso del suolo; movimenti di terreno; costruzioni.
- Rilevamento geologico di base (litologico e strutturale); - Rilevamento geomorfologico (eventuali rilievi geomeccanici): manifestazioni superficiali del dissesto; tipo e condizioni della copertura vegetale; condizioni dequilibrio dei corsi dacqua; - Controllo dei movimenti superficiali: confronto fra foto aeree o fra immagini satellitari: G.P.S. e/o strumenti topografici.
Indagini in profondit: - Metodi di esplorazione diretti: pozzi, trincee, cunicoli (con possibilit di campionamento); perforazioni di sondaggio (con campionamento in foro); - Metodi di esplorazione indiretti: prospezioni geofisiche (sismiche, elettriche, ecc.); prove penetrometriche (in alcune situazioni); - Prove geotecniche in situ: in cunicolo o scavo; in foro di sondaggio (in avanzamento); - Prove geofisiche in foro di sondaggio; down-hole; cross-hole; attivit microsismica; resistivit; potenziali spontanei; - Diagrafie dei parametri di perforazione: velocit di avanzamento; energia di perforazione; - Sonda televisiva. Lutilit dei diversi metodi dipende dal tipo di materiale
N.B.
Prove geotecniche in laboratorio: - prove di classificazione (analisi granulometriche, caratteristiche di plasticit eventuali analisi chimiche, mineralogico-petrografiche);
- prove di permeabilit (in permeametro, in edometro); - prove di resistenza a compressione (uniassiale a carico puntiforme); eventuali prove di resistenza a trazione (dirette, indirette); prove di resistenza al taglio con determinazione dei parametri di resistenza in condizioni drenate (valori di picco, a volume costante, residui) ed eventualmente non drenate; eventuali prove di resistenza al taglio con carico ciclico.
N.B. Correlazione delle misure (ripetute nel tempo) con landamento delle precipitazioni e dei movimenti superficiali.
ATTIVITA DI MONITORAGGIO
Nella fase di indagine:
Nella fase di intervento: 1) Interventi non strutturali (non risolutivi) => Previsione della fase o delle fasi parossistiche (Fukuzono, 1985) 2) Interventi strutturali (risolutivi) => Verifica e/o controllo dellefficacia dellintervento
Monitoraggio idrometeorologico
Misure in superficie
Controllo dei movimenti superficiali: confronto fra foto aeree o fra immagini satellitari: G.P.S. e/o strumenti topografici.
Eseguito su un numero considerevole di capisaldi interni (mobili) e esterni (fissi) allarea, permette di delineare lestensione del movimento Tecniche utilizzabili: - Rilievo topografico o geodetico - Tecnica GPS - Rilievo fotogrammetrico
Monitoraggio topografico
Misure in superficie
Monitoraggio topografico Confronto fra foto aeree relative a periodi di tempo differenti
Monitoraggio piezometrico Misure piezometriche: installazione di piezometri a profondit tale da monitorare i valori di pressioni dellacqua lungo la probabile superficie di rottura; ripetizione delle misure nel tempo.
Misure in profondit
Monitoraggio inclinometrico Misure di spostamento: installazione di tubi inclinometrici a profondit tale da garantire lincastro nel terreno non soggetto a movimento; ripetizione delle misure nel tempo.
Misure in profondit
Monitoraggio inclinometrico
Misure in profondit
MISURE INCLINOMETRICHE
Misure in profondit
MISURE INCLINOMETRICHE
Misure in profondit
Monitoraggio estensimetrico
Misure di spostamento: installazione di estensimetri a barra o a filo (invar). Ripetizione delle misure nel tempo.
CRITERIO
PRINCIPIO FISICO
Riduzione degli sforzi tangenziali lungo la superficie di scivolamento Trasferimento degli sforzi tangenziali ad elementi strutturali fondati o ancorati a una formazione preesistente
PROVVEDIMENTO
Scavo di alleggerimento alla sommit del pendio Abbattimento della scarpata Muri di sostegno Sistemi e reticoli di pali Ancoraggi Paratie e palancolate
PROVVEDIMENTO
Elementi strutturali con tiranti pretesi Rinfianchi o placcaggi al piede del pendio Disciplinamento delle acque superficiali
Drenaggi: Fori Riduzione delle Pozzi pressioni dellacqua Trincee Gallerie Elettroosmosi Addensamento
Drenaggi
AMBIENTE FLUVIALE
Svolgono un ruolo essenziale nei processi di demolizione del rilievo e sono strettamente legati ai processi di erosione nei versanti.
AMBIENTE FLUVIALE
RETICOLO IDROGRAFICO Rete idrografica formata da un corso dacqua principale (asta principale) e dai suoi affluenti (aste secondarie).
BACINO IDROGRAFICO Area, delimitata dalla linea di spartiacque, che raccoglie le acque delle precipitazioni, convogliandole in un reticolo idrografico.
(Lambiente fluviale)
Classificazione gerarchica
(Lambiente fluviale)
(Lambiente fluviale)
asimmetrico,
terrazzato (con terrazzi alluvionali su uno o pi livelli, a seguito di complicati processi di erosione e deposizione).
FASE DI VECCHIAIA I corsi dacqua con andamento tortuoso con affluenti poco numerosi ma con bacini idrografici molto ampi
Problemi derivanti dalla progressiva migrazione dei meandri, con eccessiva escavazione di materiale a lato delle fondazioni di un ponte stradale
Curve rappresentative delle condizioni di erosione, trasporto e sedimentazione, in funzione del diametro dei granuli e della velocit della corrente:
rapido abbassamento del livello dacqua nel fiume: => temporanea permanenza di un eccesso di pressione dellacqua nei pendii, formati da depositi a grana medio-fine (sabbie limose), relativamente poco permeabili; => processo di filtrazione verso il basso e conseguente spinta di filtrazione diretta verso il piede del pendio (forza instabilizzante); => causa scatenante allinstabilit laterale della sponda.
ROTTURA DI PIEDE
ROTTURA DI BASE
LE FIUMARE
Sistemi idrici a carattere torrentizio, con trasporto solido elevato, caratterizzati da alvei: - brevi (spesso inferiori a 40 Km); - acclivi (oltre il 30%). Regime idrometrico a carattere: - discontinuo (stagionale e associato ad intensa piovosit)
LE FIUMARE
Tratto montano incassato tra ripidi versanti che lo alimentano con apporti idrici e detritici. Tratto vallivo in cui prevalgono i processi di sedimentazione, a causa della diminuzione di pendenza e della conseguente perdita di energia dei flussi idrici.
AMBIENTE COSTIERO
Le coste sono soggette a processi di erosione (e di deposito), ad opera di agenti morfogenetici diversi.
AMBIENTE COSTIERO
Principali AGENTI DEROSIONE COSTIERA: (vento) ==> ONDE ==> erosione accrescimento
punto pi alto del profilo dell'onda, punto pi basso del profilo dell'onda, distanza verticale dal cavo alla cresta, met dell'altezza dell'onda, distanza orizzontale tra due creste o due cavi consecutivi, tempo che intercorre fra il passaggio di due creste successive per un punto fisso
AMBIENTE COSTIERO
ENERGIA ONDE
Forze dUrto ripetute (erosione) Azioni di compressione decompressione dellaria Azioni di compressione ee decompressione dellaria
Asportazione di materiali
falesia o dune
berme
In acqua alta le particelle di fluido si muovono con orbite circolari, di dimensioni decrescenti con la profondit.
In acqua bassa avvicinandosi alla costa le orbite descritte dalle particelle dacqua assumono forma ellittica.
In acque molto basse le ellissi tendono a schiacciarsi sempre di pi ed il moto delle particelle dacqua diventa traslatorio
Dinamica costiera
La conformazione del litorale il risultato di una complessa interazione tra fattori marini e continentali. I fattori principali sono: - apporti fluviali; - moto ondoso e correnti; - trasporto eolico; - fenomeni tettonici di sollevamento/abbassamento del settore costiero; - variazioni eustatiche del livello marino; - interventi antropici sui corsi d'acqua o sul litorale; - subsidenza naturale e indotta.
MORFOLOGIA COSTIERA In Italia si alternano due principali tipi morfologici costieri naturali:
MORFOLOGIA COSTIERA
Con il termine spiaggia si indica un deposito di litorale costituito da sedimenti marini incoerenti (sabbie e/o ciottoli), esteso verso terra fino al limite raggiunto dalle onde di tempesta (dune costiere o primi affioramenti rocciosi) e verso mare fino alla profondit oltre la quale il movimento dei depositi sabbiosi dovuto al moto ondoso pu considerarsi nullo. La spiaggia pu suddividersi in emersa, intertidale e sottomarina.
Situazione attuale
1) morfologia della costa (velocit maggiori per coste alte, promontori) 2) inclinazione del fondale (velocit maggiori per fondali alti), 3) natura e resistenza meccanica dei materiali (velocit maggiori per materiali a debole resistenza e friabili: rocce tenere, per cementazione o per intensa fratturazione; calcareniti; sabbie debolmente cementate).
promontorio
PRODOTTI DELLEROSIONE: su coste alte (falesie): piattaforme di abrasione, grotte, sfiatatoi, archi naturali, pilastri residui, ecc.
su coste basse (spiagge): arretramento della linea di costa, deriva dei sedimenti, formazione di barre sottomarine, ecc.
scalzamento al piede e arretramento generale della falesia ==> decompressione della parte inferiore del versante ==> frane (a medio e lungo termine; tipologia e dimensioni variabili)
FATTORI ANTROPICI DI EROSIONE DELLE SPIAGGE: interventi di sbarramento lungo i corsi dacqua (es. dighe, briglie, ecc.)
errori nella progettazione delle opere di protezione ==> alternanza fra tratti in accrescimento e tratti in erosione, sedimentazione non desiderata lungo la costa
FENOMENI DI SUBSIDENZA
SUBSIDENZA (s. l.) = movimento della superficie del suolo, generalmente lento, che interessa aree relativamente estese, con direzione prevalentemente verticale, dovuto a cause naturali e/o antropiche. La definizione non comprende: - assestamenti di strutture in terra o di fondazioni, in quanto interessano aree di estensione limitata; - frane ed altri movimenti di massa nei pendii, in quanto il movimento del suolo si verifica secondo una direzione sensibilmente diversa dalla verticale. Ulteriore distinzione tra: SUBSIDENZA (s. str.) = abbassamento della superficie del suolo BRADISISMO (o Subsidenza negativa) = innalzamento della superficie del suolo; EUSTATISMO (o Subsidenza apparente) = innalzamento del livello marino a seguito dello scioglimento delle calotte glaciali.
Cause di subsidenza
A) SUBSIDENZA DA CAUSE NATURALI: A.1) Cause endogene: movimenti delle placche continentali ed allinterno delle stesse; A.2) Cause esogene: modifica del carico geostatico (per sedimentazione, per variazione di spessore delle calotte glaciali), processi carsici o pseudocarsici (processi di dissoluzione sotterranea con formazione di caverne, seguita da crollo del tetto), svuotamento di camere magmatiche, seguito da abbassamento (rapido o graduale) della superficie topografica, assestamento secondario di terreni di sedimentazione recente (a carico geostatico costante).
Scala dei tempi da geologici a storici
(Cause di subsidenza)
B) SUBSIDENZA DA CAUSE ANTROPICHE: B.1) Estrazione di materiali dal sottosuolo: estrazione di fluidi (acqua, petrolio, gas), seguita da consolidazione dei terreni, estrazione di solidi (carbone, sali, minerali) da cave o miniere in sotterraneo, con formazione di caverne, seguita dal crollo del tetto, B.2) Applicazione di carichi su superfici estese: compattazione superficiale, urbanizzazione intensiva e peso degli edifici; B.3) Vibrazioni (traffico, esplosioni)
compattazione per densificazione, liquefazione; B.4) Bonifiche (drenaggio di aree paludose): abbassamento del livello freatico, seguito da consolidazione di terreni palustri ad elevato contenuto organico (torbe).
Scala dei tempi da storici a brevi
Estrazione di fluidi (acqua, olio, gas), abbassamento dei livelli piezometrici, consolidazione primaria (e secondaria) dei terreni.
Pu essere indotta da situazioni diverse: emungimento idrico da un acquifero confinato ==> abbassamento del livello piezometrico (della falda confinata)
estrazione di idrocarburi (liquidi, gassosi) da un serbatoio sotterraneo ==> diminuzione della pressione dei fluidi interstiziali
CONSEGUENZE
DEI FENOMENI DI SUBSIDENZA ACCELERATA
C) SUL TESSUTO EDILIZIO (ANTICO E MODERNO): Lesioni agli edifici, a seguito dellinsorgere di distorsioni angolari non sopportabili dalla struttura.