28%
Ingres s i
Ingres s i per gius tiz ia
72%
* Per giustizia: sono inclusi tutti i minori entrati o trasferiti a Bologna per udienza o provenienti da altri ipm per sostenere
colloqui o altro.
Paesi di provenienza dei minori
calcolata sugli ingressi avvenuti dal 1/01/2009 al 30/06/2009
37,9
29,3
19,0
13,8
19%
81%
stranieri
italiani
P ermanenz a dei minori (entrati per giustiz ia) in
I.P .M. dal 1/01/2009 al 30/06/2009
15%
23%
8% 1-3gg
4-7gg
8-14gg
oltre i 14gg
54%
Pe rmane nza de i minori e ntrati ne l pe riodo compre so
tra il 1/01/2009 e il 30/06/2009
8% 3%
34%
8% 1-15gg
16-31gg
32-61gg
62-91gg
92-120gg
13% 121-150gg
34%
Età dei minori entrati nel periodo compreso tra il
1/01/2009 e il 30/06/2009
50,0
41,4
8,6
48,3
22,4 20,7
8,6
39,4
24,2
22,7
Contro la persona
13,6 Contro il patrimonio
Stupefacenti
Altro
Tipologia di ingressi
1/01/2009-30/06/2009
3%
28% 28%
17%
24%
5%
53%
29% Trasferimento altro IPM
Fine pena
Remis. Libertà
• Fase di Transizione
(sperimentare – monitorare - modificare)
MODELLO DI INTERVENTO
“ VERSO UN’ECOLOGIA DELLA RESPONSABILITA’ ”
Il progetto 2010 dell’Ipm di Bologna, conferma il macro obiettivo educativo dell’educazione alla
responsabilità presentato lo scorso anno.
A questo proposito è importante richiamare il concetto di ecologia della responsabilità, come delineato da
Gaetano De Leo nel 1996, che si riferisce al complesso processo interattivo che coinvolge tutte le persone
presenti all’interno di un contesto organizzativo e le chiama ad assumere responsabilità diverse, ma
interconnesse, calibrandole a seconda dei differenti ruoli, compiti e funzioni.
Seguendo questa premessa, il tema della responsabilità è considerato come il macro obiettivo
dell’intervento, trasversale a tutte le azioni da realizzare nelle diverse fasi della permanenza del minore in
Istituto, seppure con declinazioni specifiche nei differenti momenti del percorso, in cui sono strettamente
connessi obiettivi educativi ed organizzativi.
La responsabilità deve promuovere la costruzione delle relazioni dentro l’Istituto penale, una cornice che
tenga insieme tutti gli interventi (trattamentali, culturali, formativo/professionalizzanti, sanzionatori ),
comunemente orientati a rispondere al mandato istituzionale di avviare processi di cambiamento nel minore.
La presenza di differenti professionalità, la qualità delle relazioni, l’attivazione di percorsi formativi,
l’autorevolezza del personale e l’esempio del civile svolgersi della vita quotidiana rappresentano infatti i
presupposti sui quali si fonda una efficace azione educativa.
Pensiamo al modello di intervento suddiviso in tre fasi: accoglienza, orientamento e dimissioni,e la divisione
dei ragazzi in due gruppi, con l’ipotesi di sperimentare nel corso del 2010 anche la divisione dei ragazzi nella
fase di dimissione. Per ciascuna fase si ridefiniscono obiettivi educativi ed organizzativi con una macro
mappa operativa per gli operatori coinvolti.
Un progetto 2010 che a partire da quanto realizzato nel corso del 2009 punterà sulla sperimentazione, con
ipotesi organizzative che nell’ambito degli obiettivi educativi delineati per ogni fase, tenterà di promuovere
risposte adeguate ai bisogni dei ragazzi dei gruppi indicati.
Fondamentale continuare nel costante lavoro di monitoraggio del lavoro che viene svolto.
MODELLO DI INTERVENTO
Lavoro per fasi \ moduli
1. Accoglienza\ filtro
2. Orientamento
3. Dimissioni
Divisione in gruppi :
• Un gruppo per la fase di accoglienza
• Un gruppo per le fasi orientamento e
dimissioni
Nel corso del 2010, in relazione alle risorse di personale e agli spazi a
disposizione si valuteranno (e se possibile sperimenteranno) ipotesi di
suddivisione fra il gruppo orientamento e il gruppo dimissione
GRUPPO ACCOGLIENZA
La prima fase di ingresso è sinonimo di accoglienza e coincide con il macro obiettivo della attenuazione
dell’impatto che la struttura detentiva può avere sul minore. Questo macro obiettivo è trasversale ai tre
obiettivi educativi che declinano in maniera differente la funzione di accoglienza rivolta al minore.
(1) Accoglienza informativa. Ogni area/ufficio interno dell’ I.P.M. delinea questa funzione con azioni
specifiche. L’Area sicurezza informa il ragazzo sugli aspetti procedurali interni (es.registrazione matricola,
telefonate, posta,…), sugli aspetti normativi interni, informazioni sul regolamento, e logistica dell’Istituto,
etc,… L’Area sanitaria provvede alla verifica della condizioni di salute, al contatto con i Servizi sanitari
territoriali, all’orientamento del minore sulle norme igienico-sanitarie. L’Area Educativa garantisce l’ascolto
nelle primissime ore di ingresso in istituto, l’orientamento del minore rispetto alla struttura, l’individuazione
di particolari bisogni o fattori di rischio emergenti…
(2) Accoglienza relazionale. Si basa fondamentalmente sugli interventi di sostegno di tipo formale (es.
colloqui) ed informale, contatti con i familiari, introduzione al gruppo dei coetanei, interventi sulle crisi,
lavoro con il gruppo dei minori, inserimento nelle prime attività formative, culturali e sportive..etc…
(3) Accoglienza trattamentale. Si definisce attraverso la assegnazione formale del caso alle figure
professionali dell’èquipe, la conoscenza diretta del minore da parte di tutti i componenti l’èquipe, la
conoscenza diretta dei familiari, l’acquisizione di informazioni da parte dei servizi territoriali, l’iniziale
elaborazione del reato e della misura cautelare, etc.
Contestualizzazione (Favorire la
Avviare attività di gruppo (sportive, culturali
conoscenza del contesto, del regolamento
e scolastiche etc.) Incontri informativi di
e del personale) e primo orientamento
gruppo (organizzazione quotidiana)
2. Sostenere il minore nella •Educatori, Mediatori Culturali •Contatti con i familiari (orientamento
accoglienza).
dimensione affettiva ed emotiva •Psicologo •Colloquio di contestualizzazione
•Educatori, Med. Culturali e Pol. Pen. •Interventi individuali e sul gruppo
•Educatori, operatori attività •Inserimento, accompagnamento in attività,
FASE DI INGRESSO
mappa operativa
OBIETTIVI educativi OPERATORI (chi e con chi) AZIONI (che cosa, come)
Attività: Spazi:
•scuola e/o alfabetizzazione •mensa di gruppo
•attività culturali (biblioteca, •spazio socialità
giornalino, cineforum, musica,
•aula scolastica
clowneria etc.)
• aula laboratorio polivalente
•attività manuali-artigianali
(lavorazione del legno, cartapesta, • ufficio operatori
pittura etc)
•palestra
•attività sportive
•campo sportivo
•gruppi di approfondimento tematico
(salute, convivenza etc), percorsi
con il gruppo (equipe)
socializzazione
SINTESI PROGETTI
FASE DI ACCOGLIENZA
• Biblioteca \ giornalino
VALUTAZIONE E MONITORAGGIO
-Osservazione sistematica
-Programmazione/realizzazione
-Valutazione comportamento/operatività dei ragazzi
Progetto Carcere
U nione
Da 20 anni all'interno
I taliana dell'Istituto Penale
S port Minorile
P er tutti
Sport come “inclusione”
risultati
- Migliorare il confronto, lo
scambio, la relazione con tutti
gli operatori all'interno dell'IPM
- Formazione operatori UISP
- Momenti periodici di scambio
con le altre realtà presenti
all'interno dell'IPM
VOLONTARIAMENTE INSIEME
OBIETTIVO EDUCATIVO GENERALE:
educare alla responsabilità
36
OBIETTIVI SPECIFICI
FASE DELL’ACCOGLIENZA:
37
Fase di Accoglienza Laboratori
espressivi
Obiettivi educativi Obiettivi specifici
Attenuare l’impatto con la struttura Ricevere i ragazzi in uno spazio accogliente dove
ognuno può lasciare il proprio “segno”.
detentiva.
Aiutare il minore ad esprimere le proprie Insegnare linguaggi comunicativi a ragazzi che,
per non conoscenza della lingua o scarsa
emozioni. scolarizzazione, hanno difficoltà nell’utilizzare altri
canali. Aiutarli nella libera espressione personale.
POMERIGGI O
2. Individuazione e analisi
dei bisogni affettivi e •Equipe •Colloqui individuali
interpersonali e delle
•coordinatore area educativa •coordinamento, (gruppo G.P.S.L. etc.) e
esigenze formative del gruppi interservizi
minore. •Educatori, psicologi, mediatori •Lavoro in gruppo con i minori, (psico-
educativo)
3.Orientamento socio •Coord. Area educativa • Confronto con direzione, riunioni con aree
(sanitaria, educativa, sicurezza) per valutazione
lavorativo del contesto e dell’utenza.
4. Educare alla convivenza e • Mediatori, area educativa, sicurezza, • organizzazione pratiche di culto religioso
volontari (ramadan, etc.)
al rispetto delle regole, di sé
e degli altri •Coord.area educativa, sorveglianza e •coinvolgimento minori nella program. attività
educatori (es. commissioni vitto, attività, biblioteca, etc.)
Sorveglianza
LAVORO PSICOLOGICO IN FASE DI
ORIENTAMENTO
OBIETTIVI
• Sostegno psicologico finalizzato alla riduzione del rischio che il contesto
carcerario possa favorire il rafforzamento dell’identità delinquenziale nella
rappresentazione di Sé e che la personalità del ragazzo possa cristallizzarsi intorno
ad un’idea di sé come deviante con conseguente chiusura esperenziale e di non-
cambiamento.
• Sostegno psicologico alla capacità autoriflessiva del minore in senso critico
rispetto allo stile di vita precedente al reato finalizzato all’elaborazione,
identificazione e definizione di una progettualità futura condivisa e mentalizzata.
• Sostegno alla rielaborazione della responsabilità personale del ragazzo in
merito al reato attraverso l’analisi e la consapevolizzazione; supporto psicologico
individualizzato negli episodi di crisi legati alle diverse fasi processuali (Processo di
I° Grado, Appello, etc…).
• Laddove possibile, valutazione degli stili genitoriali e delle narrazioni familiari
inerenti alla responsabilità e alla progettualità condivisa del minore attraverso
colloqui congiunti con gli altri membri dell’èquipe con le figure di riferimento
educativo del minore.
AZIONI
• Teatro (Bloom)
PROGETTI
“Caro amico ti scrivo…”, in collaborazione con l’istituto superiore
Salvemini ( BO).
“Narrativa”, in collaborazione con Biblioteca Sala Borsa e Alma Mater
(BO).
Fase di orientamento Laboratori artigianali
Obiettivi educativi Obiettivi specifici
Fornire un orientamento socio Insegnare tecniche artistico artigianali, spendibili anche in
ambito post detentivo.
lavorativo. Recuperare e valorizzare materiali considerati di scarto
Affrontare la materia in modo intensivo attraverso un
progetto specifico.
Utilizzare il gruppo come strumentoCreare ogni giorno gruppi di lavoro come stimolo e
confronto continuo, ogni piccolo passo del singolo, trova
educativo. immediato riscontro negli altri.
Incentivare il rispetto degli spazi, di Condividere con i ragazzi le norme di laboratorio (entrate,
pause, uso degli strumenti, pulizia del locale).
sé, degli altri. Incentivare il rispetto reciproco e del lavoro da compiere
insieme.
Migliorare la capacità di mantenere un impegno nel
tempo.
Miglioramento e personalizzazione degli spazi comuni.
Organizzazione
• Azioni: laboratori artigianali rivolti a ragazzi con lunga permanenza.
• Materie: falegnameria, mosaico, ceramica, carpenteria.
• Tempi: moduli bimestrali, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 o dalle 14 alle
17, a seconda delle richieste dell’Istituto.
Non è ancora possibile stabilire quando cominceranno e quanti moduli saranno
attivati.
• Spazi: da definire. Lo spazio ridotto del laboratorio non consente di svolgere
tutte le attività al suo interno, specie se si tratta di falegnameria e carpenteria.
• Azioni trasversali: incontri settimanali con il gruppo educativo, con i
ragazzi partecipanti, interni al gruppo operativo di Terra Verde; incontri bimestrali
con la Direzione I.P.M., il gruppo educativo e le agenzie esterne.
• Costi: i laboratori saranno sostenuti dall’Asp Irides, a seguito della delega
ricevuta dal Comune di Bologna. Ad oggi la convenzione non è stata sottoscritta.
CENTRO TEATRALE INTERCULTURALE ADOLESCENTI
TEATRO DEL PRATELLO coop.sociale
---------
DON CHISCIOTTE
Obiettivi specifici:
Inventare, scrivere brevi storie su un argomento complesso e scabroso: il limite. E’ una sfida con adolescenti “costretti” che
vivono in un mondo che si vuole senza limiti, dove gli adulti proclamano i limiti ma non li praticano, dove gli adolescenti sono spesso
privati del limite.
Confrontarsi con altri coetanei, studenti di Istituti Superiori, scambiandosi i materiali prodotti (scritture e immagini).
Concorrere alla realizzazione di un’opera complessiva conclusiva dell’intero progetto DIALOGHI 2010
Azioni:
Tempi:
Risorse:
Regione Emilia-Romagna
Laboratorio permanente di Teatro in Ipm:
Obiettivi specifici:
Azioni:
Tempi:
Risorse:
Obiettivi specifici:
Azioni:
Laboratori manuali
Laboratori espressivi
Laboratori teatrali
Produzione libretto di scritture
Produzione spettacolo
Repliche spettacolo
Tempi:
Da settembre a dicembre 2010.
Risorse:
Da ricercare attraverso la convenzione in atto tra Comune, Provincia e CGM
FASE DELLA PERMANENZA:
58
AZIONI TEMPI STRUMENTI 15
Attività varie:
sostegno all’azione
educativa. A seconda delle richieste rispetto -Accompagnamenti
Animazione ludico alle varie attività presenti in IPM
ricreative di varie -Aiuto preparazione esami
giornate, -Gruppi scout
soprattutto nei
periodi di festa
Coinvolgimento di studenti di
Partite di calcio Un sabato al mese dalle 15,30 alle giurisprudenza
18,30
59
AZIONI TEMPI STRUMENTI
Progetti che prevedono 4-8 Coinvolgimento di esperti
Laboratori incontri organizzati secondo
disponibilità
Animazione liturgica Una domenica al mese alle
15,30 Coinvolgimento di gruppi giovanili
Cene: condivisione
pasti con i ragazzi Una sera al mese dalle 18.30 Cibo e bevande offerti
alle 19,30 dall’associazione
Mostra mercato Tutti i mercoledì e i sabati - Prodotti realizzati dai ragazzi nei
“Lavorare stanca”: dalle 16 alle 20 laboratori di Terra Verde
ragazzi in permesso - Materiale informativo
60
COSTI
Tutte le attività svolte dai volontari sono prestate a titolo gratuito. L’Associazione copre tutti
i suoi iscritti con assicurazione civile e infortunistica. A titolo di rimborso spese è stata
stipulata una convenzione con l’amministrazione per l’anno in corso pari a 1000 €. Tutti
i proventi della Mostra mercato sono direttamente versati sui conti dei ragazzi o servono
per finanziare attività in loro favore
61
Istituto Penale Minorile Bologna
Ipotesi Schema attività settimanale
Gruppo orientamento
POMERIGGI O
2. Orientare
il ragazzo verso un •Agenti di gruppo, • coordina attività occupazionali interne
(manutenzione, decoro etc)
percorso di autonomia
Agenti di gruppo, •Monitorano attività quotidiane ad ampia
autonomia ( mensa,socialità,lavanderia etc)
Operatori agenzie in collaborazione con •Gestisce percorsi di educazione alla
cittadinanza, attività individuali e di gruppo sulla
equipe
fruizione dei servizi territoriali etc.
3. sostenibilità
del progetto •Contatti con la magistratura
individualizzato di dimissione •Coordinamento con il territorio, familiari, adulti
Equipe significativi, volontariato
•potenziamento delle risorse di rete
• Prepara documentazione tecnica per l’uscita
•passaggio di informazione con CGM e i Referenti
Area sanitaria, Istituzionali esterni
•Diario clinico e contatto con i servizi esterni
•(Ser.T, Psichiatria, servizi territorio…),
FUNZIONE DI GESTIONE
Nella fase di passaggio e di sperimentazione tecnico-organizzativa è fondamentale prevedere strumenti che
consentano un costante livello di coordinamento, monitoraggio e verifica di quanto si sta realizzando.
Si confermano alcuni degli strumenti già utilizzati e se ne ipotizzano di nuovi utili ad implementare anche la
dimensione valutativa quale elemento fondamentale del processo educativo ed organizzativo
.
I. DI AREA
ettimanale (coord. Area, educatori, psicologi, mediatori, consulenti. Una volta al mese
partecipa la direzione).
Obiettivi:
nuove progettualità
Riunione di monitoraggio e coordinamento generale del progetto
Nella nuova organizzazione si può pensare ad un responsabile di modulo, con una eventuale
rotazione tra gli educatori.
Settimanale (di gruppo)
• gruppo accoglienza (educatori di gruppo, agenti di gruppo, coordinatore area educativa,
sorveglianza, operatori attività)
• gruppo orientamento (educatori di gruppo, agenti di gruppo, coordinatore area educativa,
sorveglianza operatori attività)
obiettivi:
monitora e verifica l’andamento del gruppo (singoli casi, dinamiche di gruppo, attività etc,..)
mensile
incontro di staff (direzione, comandante, coord. area educativa, sorveglianza, responsabili di
modulo)
obiettivi:
verifica e controlla che si realizza quanto programmato,nuove ipotesi organizzati ve,
trimestrale
Direzione, coordinatore area educativa, responsabili di attività e agenzie esterne,
comandante/sorveglianza, con tutti i componenti il gruppo che ha partecipato alla
progettazione)
Obiettivi:
• circolazione delle informazioni
• verificare che quanto si realizza in IPM rientri nella progettazione e comunque nelle
sue linee generali
L’IPM NEL SISTEMA