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Semantica di Tarski

• Dato un linguaggio e specificate le regole


di formazione dei suoi enunciati (cioè la
sintassi), per porsi il problema della loro
verità, occorre specificare la semantica,
cioè assegnare ad essi un significato. Per
questo, si deve
• Fissare una STRUTTURA, cioè
1) Un insieme non vuoto di enti (detto
dominio) di cui gli enunciati si stipula che
parlino;
2) Una (funzione d’)interpretazione che
assegna ai simboli specifici del
linguaggio, cioè ai simboli di predicato e
di funzione, un significato.
• Quale sarà questo significato?
Cominciamo dai simboli di predicato.

1) Predicato con arietà 1.


Quale sarà, per es. , il significato di “essere
pari”, supponendo che il dominio di
riferimento sia quello dei numeri naturali?
Sarà quello specifico sottoinsieme dei
numeri naturali costituito dai numeri pari.
• Quale sarà il significato di “essere rosso”
in riferimento al dominio costituito
dall’insieme di tutte le donne italiane?
Sarà quello specifico sottoinsieme costituito
dalle donne coi capelli rossi
• 2) predicato con arietà 2:
• Quale sarà, per es. , il significato di
“amare”, supponendo che il dominio di
riferimento sia l’insieme di tutti gli esseri
umani?
Sarà quello specifico sottoinsieme di coppie
ordinate costituito da quelle per cui il
primo elemento ama il secondo.
• 3) predicato con arietà 3:
• Quale sarà, per es. , il significato di “dare”,
supponendo che il dominio di riferimento
sia quello degli enti del nostro mondo
quotidiano?
• Sarà quello specifico sottoinsieme di terne
ordinate per le quali valga che il primo
elemento dà il secondo elemento al terzo.
• Che cosa significa che l’interpretazione I
associa
• “ad ogni P  P, tale che a(P)=n, un
sottoinsieme I(P) di A ?”
n
Vediamo una ad una le varie
componenti di questa frase
• Ad ogni P  P

• Vuol dire: “ad ogni simbolo P che


appartiene all’insieme dei simboli di
predicato”, cioè vuol dire:

“ad ogni simbolo di predicato P”


“tale che (P)=n”

 è la funzione che associa ad ogni simbolo


di predicato la sua arietà n, quindi
 tale che (P)=n
vuol dire
“di arietà n”
• un sottoinsieme I(P) di A n

I(P) è il nome che diamo al sottoinsieme.


Che cos’è A ?n

E’ l’insieme di tutte le possibili “n-uple”, cioè


di tutte le possibili liste di n elementi di A.
I(
Esempi:
Se n=1, A coinciderà con A stesso, perché
1

sarà l’insieme di tutte le possibili liste


contenenti ciascuna un solo elemento di
A.
Se n=2, A2 consisterà nell’insieme di tutte le
possibili liste contenenti ciascuna due
elementi di A, cioè sarà l’insieme di tutte le
coppie di elementi di A.
• Se n=3, A3 consisterà nell’insieme di tutte
le possibili liste contenenti ciascuna tre
elementi di A, cioè sarà l’insieme di tutte le
terne di elementi di A.
• Che cosa significa dunque che
l’interpretazione I associa
ad ogni P  P, tale che a(P)=n, un
sottoinsieme I(P) di A ?
n

Che l’interpretazione associa ad ogni


simbolo di predicato che abbia arietà n un
opportuno sottoinsieme dell’insieme delle
liste di n elementi di A.
cioè
a) ad ogni simbolo di predicato di arietà 1
un sottoinsieme del dominio A;
b) ad ogni simbolo di predicato di arietà 2
un sottoinsieme dell’insieme di coppie di A;
c) ad ogni simbolo di predicato di arietà 3
un sottoinsieme dell’insieme di terne di A.
• Vediamo ora i simboli di funzione
1) funzioni di arietà 0:
SONO IN REALTA’ CASI LIMITE DI FUNZIONI,
perché
si tratta di simboli di costanti individuali, cioè di
nomi per “individui” (“enti”). Dunque, il loro
significato sarà l’individuo (l’ente) designato
con quel nome
[nella dispensa, a p. 20, c’è, infatti, scritto che se c
è un simbolo di costante, allora I(c), cioè la sua
interpretazione, è un elemento del dominio A];
• per comprendere i vari casi delle funzioni
vere e proprie, ricordiamo che cos’è una
“funzione”: è un’operazione che porta da
un insieme (detto dominio) ad un insieme
(detto codominio),
cioè un’operazione che prende “in entrata”
elementi del dominio e dà “in uscita”,
come risultato, elementi del codominio.
2) Se il simbolo di funzione ha arietà 1, - per
es. “essere madre di s” - l’operazione
corrispondente porterà dall’insieme degli
esseri umani all’insieme degli esseri
umani, in questo modo: dal dominio noi le
forniamo s ed essa andrà nel codominio a
individuare una s’, che è, appunto, la
madre di s.
• 3) Se il simbolo di funzione ha arietà 2, -
per es. “addizionare” - l’operazione
corrispondente porterà dall’insieme di
coppie di numeri (p. es. dei numeri interi)
all’insieme dei numeri (interi), in questo
modo: dall’insieme di coppie di numeri
prenderà di volta in volta la coppia di
numeri da sommare, la sommerà e darà
un risultato che si trova nell’insieme
(codominio) dei numeri.
• Come abbiamo fatto sopra nel caso dei
simboli di predicati, chiediamoci che cosa
significa che l’interpretazione I associa
“ad ogni f  F, tale che (f)=n, una funzione
I(f): A A?”
n
Vediamo una ad una le varie
componenti di questa frase
• Ad ogni f  F

• Vuol dire: “ad ogni simbolo f che


appartiene all’insieme dei simboli di
funzione”, cioè vuol dire:

“ad ogni simbolo di funzione f “


“tale che (f)=n”

 è la funzione che associa ad ogni simbolo


di funzione la sua arietà n, quindi
 tale che (f)=n
vuol dire
“di arietà n”
• Una funzione I(f)
I(P) è il nome che diamo all’interpretazione
del simbolo di funzione, cioè alla funzione
vera e propria.
Dunque
ad ogni simbolo di funzione f
di arietà n
l’interpretazione associa
una certa funzione I(f): A A
n

che ora andiamo a specificare da vicino.


A A
n

È la specificazione di dominio e
codominio della funzione, a seconda
della arietà del suo simbolo:
Se l’arietà n è 1
A A è: A A, cioè semplicemente
n 1

A A.
dunque
la funzione che costituisce il significato
di un certo simbolo f
di arietà 1 ha per dominio un insieme di
individui e come codominio pure un
insieme di individui
Se l’arietà n è 2
A A è
n

A A, cioè
2

la funzione che costituisce il significato


di un certo simbolo f
di arietà 2 ha per dominio un insieme di
coppie di individui e come codominio
un insieme di individui
dunque
l’interpretazione I associa
ad ogni f  F, tale che (f)=n, una funzione I(f): A n

A
significa che
l’interpretazione associa ad ogni simbolo di
funzione che abbia arietà n una funzione (cioè
un’operazione) che agisce sugli elementi di A n

(rispettivamente, agisce su un elemento di A


alla volta se il simbolo è di funzione con arietà 1;
agisce su coppie di individui di A, se la funzione
è con arietà 2) e dà come risultato elementi di A.
Verità in una struttura
• Abbiamo detto all’inizio che, per stabilire la verità
degli enunciati espressi usando un linguaggio
elementare, occorreva innanzitutto specificarne
il significato.
• L’abbiamo fatto utilizzando la nozione di
struttura.
• Ora possiamo parlare di verità degli enunciati,
che sarà, quindi, sempre riferita ad una struttura
che ne specifichi il significato.
Un po’ di ordine
• Definiremo la verità di un enunciato in una
struttura (A╞ A , che si legge “A è vero nella
struttura A”) sulla base della sua complessità,
cioè
• Prima la daremo per enunciati costituiti da
simboli di predicati e di termini;
• Poi per enunciati in cui compaiono connettivi,
• Infine per enunciati in cui compaiono i
quantificatori
La verità di enunciati
P(t1,…tn)
Se A è P(t ,…t ), cioè se l’enunciato A è
1 n

costituito da un simbolo di predicato


seguito da un numero di simboli di termini
adeguato rispetto alla sua arietà, A sarà
vero nella struttura se e solo se gli enti che
costituiscono il significato dei termini t ,…t
1 n

secondo l’interpretazione data nella


struttura appartengono all’insieme che
costituisce il significato di quel simbolo di
predicato,
CIOE’
Facciamo qualche esempio:
1) se, in una data struttura, “P” è l’insieme dei
numeri pari e t è il numero 6, P(6) è vero in
quella struttura, perché l’ente che costituisce il
significato del termine t secondo
l’interpretazione data nella struttura (cioè il
numero 6) appartiene all’insieme che costituisce
il significato di quel simbolo di predicato (cioè
appartiene ai numeri pari)
• 2) se, in una data struttura, “L” è l’insieme delle
coppie di individui in cui il primo membro ama il
secondo e t1 è il signor Marco e t2 è la signora
Elisa, L(t1, t2) è vero in quella struttura, se e solo
se la coppia degli enti che costituiscono il
significato dei termini t1, t2 secondo
l’interpretazione data nella struttura (cioè la
coppia Marco ed Elisa, data in questo ordine)
appartiene all’insieme che costituisce il
significato di quel simbolo di predicato (cioè
appartiene all’insieme delle coppie in cui il primo
elemento ama il secondo).
• 3) se, in una data struttura, “D” è l’insieme delle terne di
enti in cui il primo elemento dà il secondo elemento al
terzo elemento, t1 è il solito signor Marco, t2 è un
diamante e t3 la signora Elisa, D(t1, t2 , t3) è vero in quella
struttura, se e solo se la lista degli enti che costituiscono
il significato dei termini t1, t2 , t3 secondo l’interpretazione
data nella struttura (cioè la terna Marco, diamante ed
Elisa, data in questo ordine) appartiene all’insieme che
costituisce il significato di quel simbolo di predicato (cioè
appartiene all’insieme terne di enti in cui il primo
elemento dà il secondo elemento al terzo elemento).
• Come abbiamo fatto sopra in altri casi,
chiediamoci che cosa significa che
A╞ P(t ,…t ) se e solo se
1 n

(I(t ),…,I(t ))I(P) ?


1 n
A╞ P(t ,…t )
1 n

vuol dire
P(t ,…t ) è vero nella struttura A
1 n
• (I(t ),…,I(t ))
1 n

è la lista dell’interpretazione del termine t ,


1

del termine t2,…, del termine t n


• I(P)
è l’interpretazione del simbolo di predicato P
(cioè, a seconda dell’arietà del predicato,
sarà un insieme di enti, di coppie di enti, di
terne di enti, ecc.)
quindi
A╞ P(t ,…t ) se e solo se
1 n

(I(t ),…,I(t ))I(P)


1 n

vuol dire che


P(t ,…t ) è vero nella struttura A
1 n

se e solo se
la lista dell’interpretazione del termine t , del
1

termine t2,…, del termine t appartiene


n

all’interpretazione del simbolo di predicato


P
cioè
Se e solo se
1) Nel caso del predicato di arietà 1:
l’ente che costituisce il significato di t
appartiene all’insieme di enti che
costituiscono il significato di P nella
struttura;
2) Nel caso del predicato di arietà 2:
La coppia di enti che costituiscono il
significato di t1, t2 appartiene all’insieme
di coppie che costituiscono il significato
di P nella struttura;
3) Nel caso del predicato di arietà 3:
La terna di enti che costituisce il significato
di t1, t2 , t3 appartiene all’insieme di terne
che costituiscono il significato di P nella
struttura;
La verità di enunciati
contenenti connettivi:
1) Una congiunzione A1  A2 è vera in una
struttura se e solo se sono veri entrambi
gli enunciati congiunti:
A╞ A1  A2 se e solo se A╞ A1 e A╞ A2
2) Una disgiunzione A1  A2 è vera in una
struttura se e solo se è vero almeno uno
degli enunciati disgiunti:
A╞ A1  A2 se e solo se A╞ A1 o A╞ A2
3) Un’implicazione A1  A2 è vera in una
struttura se e solo se è falso A 1 o è vero
A2 :
A╞ A1  A2 se e solo se A non ╞ A1 o A╞
A2
4) una negazione di un enunciato A 1 è vera
se e solo se l’enunciato A1 non è vero
nella struttura:
A╞ ¬A1 se e solo se A non ╞ A1
a

infine
Definiamo la verità delle formule con
quantificatore:
1) Una formula del tipo xA1 sarà vera nella
struttura se e solo se ogni enunciato che
risulta dalla sostituzione di tutte le occorrenze
della variabile x dentro A1 con un elemento del
dominio della struttura è vero nella struttura:
A╞ xA1 se e solo se A╞ A1(a/x) per ogni a A
Dove
A1(a/x)
significa
l’enunciato che risulta sostituendo ad x in A 1
il nome a dell’ente a
e
a A
significa che
l’ente a appartiene al dominio A della
struttura.
2) Una formula del tipo xA1 sarà vera nella
struttura se e solo se almeno un
enunciato che risulta dalla sostituzione di
tutte le occorrenze della variabile x
dentro A1 con un elemento del dominio
della struttura è vero nella struttura:
A╞ xA1 se e solo se A╞ A1(a/x) per qualche
a A

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